dance in the dark of night,sing to the moonlight

di zo_Juliette_so
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Occhi senza lacrime ***
Capitolo 2: *** Pioggia ***
Capitolo 3: *** Dame e Cavalieri ***
Capitolo 4: *** Occhi Verdi ***
Capitolo 5: *** Marlboro ***
Capitolo 6: *** I'm gonna leave you.. ***



Capitolo 1
*** Occhi senza lacrime ***


Apri' molto lentamente gli occhi.
Sottili raggi di sole si facevano spazio tra le fessure delle tende , e a poco a poco inondarono la stanza.
Lascio' che le si posassero sul  viso,scandandole la pelle pallida.
Abasso' le palpebre e cerco' di riordinare qualche straccio di ricordo della sera prima.
Quello che riusci' a ottenere fu solo l'anteprima di un bel mal di testa.
"Perfetto" si disse,e con gran sforzo si mise a sedere sul letto;
ogni parte del suo corpo sembrava urlare di dolore,e lei fece una smorfia quando distese le gambe indolenzite.
Si guardo' intorno,aveva la vista leggermente annebbiata,ma alla vista della confusione che regnava in tutta la stanza le si riabilito' subito.
Il suo armadio sembrava essere stato svuotato e il suo contenuto buttato alla rinfusa sul pavimento,
c'erano resti di qualche spinello qua e la', parecchie bottiglie di birra vuote erano impilate contro al muro.
Con un gesto veloce sfilo' le gambe dal groviglio di coperte e provo' ad alzarsi.
Ma prima che potesse reggersi a qualcosa,scivolo' su un collo di bottiglia e cadde' bruscamente ai piedi del letto.
"Vaffanculo!!" urlo' e diete un pugno sul pavimento,graffiandosi le nocche.
Non sembrava una gran giornata da come le cose erano iniziate.
Ma a peggiorare la situazione subentro' il fastidioso suono di tacchi che eccheggiava per il corridoio.
La porta si spalanco',e una figura slanciata apparve tra le nuvolette di polvere che si erano alzate da terra.
- Che diavolo fai?Si e' sentito un casino pazzesco dalla cucina!- disse con tono stizzito la giovane donna facendosi largo tra i vestiti e le bottiglie.
- Sono scivolata - rispose Beatrice alzandosi da terra con fatica,e senza aspettarsi un aiuto.
- Complimenti - fece la bionda con indifferenza iniziando a guardarsi le unghie laccate di rosso.
- Che vuoi? - disse la ragazza,stizzita,buttandosi nuovamente sul letto.
- Voglio che alzi il culo e riordini sto casino,non ti aspettare che ti mandi una delle cameriere per ripulire la tua merda! -
Ormai si era abituata a sentirsi parlare in questo modo dalla donna che avrebbe dovuto prendere il posto di sua madre.
Nascose la testa sotto il cuscino.
- Ti ho detto di muoverti! Sono gia' le due! Hai dormito abastanza! - e detto questo la disturbatrice diede un forte calcio al letto.
Dopo di che' usci' dalla stanza sbattendo la porta.
"Finalmente la pace" penso' Beatrice.
Ogni giorno la stessa storia,il risveglio era sempre piu' brusco.
Si rimise in piedi,cercando di non pestare altri oggetti indesiderati.
Le girava la testa.
"Cosi' impari a fumarti tutte quelle canne ciccia" si disse.
Raccolse da terra una maglia larga e dei pantaloncini,si vesti', poi inizio' a piegare gli indumenti,per poi rimetterli con cura nell'armadio;il modo migliore per riordinare le idee era riordinare quel porcile.
Riusci' ad ottenere un buon risultato solo dopo un ora,adesso si che era tornata la sua stanza!
I poster di Woodstock ben appesi alle pareti,ogni vinile al suo posto nello scaffale dove teneva la sua collezione,
gli acchiappa sogni posizionati sopra alla testata del letto,la tela e i colori di nuovo sul cavalletto sotto la finestra e la chitarra appoggiata sulla cassapanca in mogano.
Apri' le finestre per cambiare aria,e rimase abbagliata dalla potente luce che il sole di inizio Giugno sprigionava.
Respiro' a pieni polmoni,liberandosi da un po' di stress accumulato in tutto il suo corpo,poi si avvicino' alla specchio.
- Oh Dio Santo! - rantolo'.
Detestava proprio la sua faccia,senza una ragione precisa,non le piaceva; quando qualcuno le diceva che era molto bella,e succedeva spesso,lei mandava simpaticamente a cagare il soggetto,odiava proprio sentirselo dire,essendo convinta che fossero tutte balle.
Ma si sbagliava a pensare cosi',non sapeva quante persone la ammiravano,mentre lei cercava di nascondersi.
Beatrice aveva sedici anni,e ne avrebbe compiuti diciassette a breve;
era nata in Italia,a Bologna,dove aveva vissuto per dieci anni; si era poi trasferita a Londra con la madre e il padre,che era un pezzo grosso della Atlantic Records,e lo avevano trasferito nella sede centrale a in Inghilterra.
Questo non l'aveva infastidita,da bambina le piaceva molto viaggiare e scoprire posti nuovi.
Cosi' si era adattata alle esigenze familiari,e era cresciuta imparando una nuova lingua e nuove tradizioni.
Era abbastanza alta,molto magra,fin troppo le dicevano,e con una pelle d'avorio,delicata e raggiante.
Le sole due cose che apprezzava della sua immagine erano i capelli,lunghissimi e mossi,castano chiaro con riflessi ramati; e gli occhi,grandi e espressivi,che cambiavano sfumatura spesso,ma solitamente erano verde muschio con i contorni grigi,brillavano come due diamanti quando piangeva.
Aveva un viso molto grazioso,le labbra carnose e il naso dritto e sottile.
Aveva molta grazia nei movimenti e nel parlare,ma la nasconeva sotto un parlata e un comportamento giovanile e spesso volgare.
Si avvicino' al vetro per osservarsi piu' da vicino,facendo qualche smorfia buffa.
Poi con un sospiro ritorno' ai suoi lavori.

 

- Quella ragazza e' uno strazio Richard!Non riesco a capirla! - sbuffo' Dolly passandosi una mano nella chioma bionda.
- Lasciala perdere tesoro,e' solo una ragazzina - questo fu il commento del marito.
Non che si aspettasse altro,Richard non avrebbe mai offeso direttamente la figlia,qualunque cosa avesse gli avesse detto.
La donna sbuffo' di nuovo.
Erano seduti in salotto,e mentre il marito leggeva il giornale,lei si preparava un drink,un gin tonic poteva farle dimenticare la varieta' infinita di stronzate che erano entrate nella sua vita?
Bastava provare.
Butto' giu' tutto d'un fiato.
Funzionava.
Aveva ventiquattro anni,era molto alta,molto bionda,e molto bella,il genere di donna che nasce per essere "qualcuno",e lei ci era riuscita.
Aveva fatto innamorare di se uno degli uomini piu' acclamati e avvenenti di Londra,lo aveva fatto semparare dalla moglie,e si era conquistata un posto nell'alta societa',riuscendo a far passare inosservate le sue origini di figlia di una povera ragazza madre senza futuro.
Si guardo' nel grande specchio sopra al camino in marmo,e non pote' che sorridere maliziosamente.
Aveva fatto proprio un buon lavoro.
Ammiro' per qualche secondo i gioielli che aveva scelto per uscire con il marito,a un'inaugurazione di qualche nuovo negozio di lusso,e si beo' della sua situazione.
Uno scalpiccio di piedi che corrono giu' dalle scale la distolse dai suoi pensieri e la costrinse a voltarsi.
- Eccola finalmente! - disse Richard osservando la figlia che attraversava il salotto.
- Ciao papa' - rispose lei.
- Dove vai? - le chiese il padre,vedendola gia' intenta a prendere le chiavi di casa.
- Lontano dalla tua donna - e con questo corse in corridoio,attreverso' i vari saloni e usci' facendo sbattere l'enorme portone di legno.
- Cosa ti avevo detto?Non mi ascolti mai!!Mi odia!E tu non dici mai nulla!Oh Richard perche' non i ami piu'?! -
Sapeva che queste erano le parole perfette per abbindolare il marito,e usarlo a dovere,oh non che non lo avesse amato,un tempo,ma ora era finito la fase del matrimonio romantico,ed era arrivata quella del matrimonio conveniente!
Si lascio' cadere su una poltrona e finse qualche singhiozzo.
- Ma cosa dici tesoro!Certo che ti amo! Le parlero' te lo giuro,e le diro' di smetterla! - Richard si avvicino' alla bella moglie e le prese una mano - Che ne dici ora di uscire? E di fare un salto da Tiffany prima dell'inaugurazione? -
Era quello ceh aspettava,e come una bambina a cui e' stato offerto un giorno al parcogiochi,ridendo,corse a prendere la borsetta.


Beatrice perocorreva veloce le strade che separavano la sua casa dal centro della metropoli.
Si era innammorata di Londra,dei suoi autobus rossi a due piani,della nebbia persistente,della temperatura umida,delle sue vie originali,e del suo centro pulsante di vita.
La villa dove abitava era in una parte "in" della citta',dove le persone di una certa fama vivevano lontano dai rifettori;
non era strano per lei incontrare di tanto in tanto una coppia di giovani attori camminare lungo il fiume,o qualche cantante giocare con i propri figli,o qualche giornalista portare in giro il cane,era del tutto normale,ed a lei della fama non importava nulla.
Era per questo che evitava accuratamente le serate di gala,gli spettacoli all'Opera,i balli annuali, e quel genere di cose a cui la sua famiglia era invitata molto spesso,Dolly era sempre la prima a gioire per l'invito e a crucciarsi per la scelta degli abiti e dei gioielli da indossare.
No,non erano le cose che le interessavano,preferiva restare a casa,a suonare,a leggere,a fare qualche festino hippy con le sue due migliori amiche,e divertirsi un po' senza essere inseguita dai giornalisti e dai cameraman.
Non che a Londra non la conoscessero:avendo suo padre fatto un gran successo nel mondo musicale inglese,la sua famiglia era diventata una delle piu' importanti e richieste;per questo erano necessari gli occhiali da sole,magari un giaccone con il capuccio per non essere riconosciuti,e non finire su quegli sciocchi giornali di gossip.
Passo' davanti al Victoria Memorial;
Londra era veramente piena di gente,l'inizio delle vacanze estive portava moltissimi turisti nella capitale.
Si fece spazio tra la folla cercando di raggiungere le strisce pedonali.
"Diavolo!" penso' "Quelle due mi ammazzano se arrivo in ritardo!Dobbiamo andare a vedere Mick Jagger merda!"
Ma anche se tirava gomitate rimaneva incastrata in mezzo a quella massa di turisti.
- Fatemi passare cazzo!! - urlo'.
Poi le venne un'idea improvvisa:
si mise la borsetta sotto la maglia e inizio' a gridare - AAAAAAH!! AIUTO! Cazzo! Sto per partorire fatemi passare!! -
Tutti si girarono a fissarla.
"Allora si muovono solo quando gli pare,sti coglioni!" penso'
Continuo' a urlare a squarciagola,finche non si apri' un varco tra la folla e riusci' finalmente a passare.
Mentre scappava via si senti' dire dietro:
"Oddio poverina chissa' che dolore!" "Qualcuno chiami un'ambulanza!" "Una donna sta partorendo!" "Che schifo! Le ragazzine non hanno piu' ritegno!" "Eh gia',sempre piu' ragazze madri!"
Si mise a ridere di cuore mentre correva per le strade,finche' non si fermo' vicino a due ragazze davanti alla vetrina di un negozio di vinili.
Una era molto alta,con i capelli lunghi e lisci,tendenti al rosso,occhiali da sole tondi,una camicetta a fiori e una minigonna di jeans;l'altra era piu' bassa e bionda,sempre con capelli lunghi e lisci,indossava un paio di pantaloni a zampa e una t-shirt a spirale.
Erano intente a bisticciare e a fumare una sigaretta.
- Non dire boiate!Certo che riusciro' a salire su quel palco!- urlava la bionda.
- Tu contaci Juliette! - faceva l'altra - Se tu riiesci a saltare addosso a Mick io ti giuro che al concerto degli Zeppelin la prossima settimana li bacero' tutti! -
- Hey cosa c'e' da urlare? - disse Beatrice,trafelata per la corsa.
- Finalmente!Se aspettavamo ancora un po' arriviamo a concerto finito! - Caroline fece un ultimo tiro,
poi butto' a terra la sigaretta e la pesto' a dovere.
Lo stesso fece Juliette.
- Allora andiamo? - 
- Hey un attimo! Che diavolo hai sotto la maglietta? -
Beatrice scoppio' a ridere e racconto' alle amiche l'accaduto di poco prima.
Le due sghignazzarono come pazze per gran parte del tragitto.
- Tu hai le palle baby! - sentenzio' Caroline.
Poi a un tratto mentre arrivavano a un incrocio inizio' a diluviare.
Era normale in inghilterra,i temporali primaverili erano una chicca.
Pioveva tanto forte che le ragazze raggiunsero la strada senza capire dove stavano andando.
Le gocce cadevano violentemente,quasi fossero grandine,colpendo le braccia delle tre e impedendo loro di vedere bene.
Fu proprio per quello che Beatrice continuo' a camminare mentre le sue amiche si fermavano sul marciapiede.
Non vedendo praticamente nulla prosegui',credendo di avere Cherry e J. dietro di lei.
Si ritrovo' in mezzo alla strada proprio mentre la pioggia cominciava ad attenuarsi.
- Bea cazzo!!! Vattene da li'!! - grido' Cherry.
Ci furono altre urla confuse,e senza capire Beatrice fece appena in tempo a vedere un camion mastondico avanzare troppo velocemente verso di lei.
Era paralizzata dal panico;
voleva scappare ma le sue gambe non si muovevano.
"E' la fine" penso'.
Chiuse gli occhi aspettando il colpo che l'avrebbe ammazzata.
Ma non venne quello che si aspettava.
Senti' una forte spinta,e cadde' violentemente a terra,rotolando su un lato della strada.
Altre urla.
Apri' gli occhi.
Il camion era sparito e molta gente si stava raggruppando intorno a lei.
Solo allora si accorse di un ragazzo disteso al suo fianco; si stava alzando da terra,scuotendo via la polvere dai pantaloni.
Lei lo fisso'.
Lui la fisso'.
Nessuno dei due apri' bocca, e lei anche se avesse voluto non ci sarebbe riuscita:
era incantata dal viso di quel ragazzo.
Era bellissimo,e aveva un aria quasi famigliare.
Poi riusci' a rantolare un "Grazie" e continuarono a fissarsi per una frazione di secondo.
Ad un tratto vari flash iniziarono ad offuscarle la vista.
Uno sciame di fotografi si era avvicinato e immortalava i due ancora sul ciglio della strada.
- Merda! - ipreco' lui,e senza dire altro corse via.
Lei lo fisso' mentre se ne andava.
- Fateci passare brutti cazzoni! - senti' urlare alle sua spalle.
Caroline e Juliette si stavano facendo largo tra la folla a forza di spinte per raggiungerla.
La aiutarono ad alzarsi e la portarono via dai paparzzi assatanati.
Si sitemarono in una stradina appartata,accesero tre sigarette e provarono a medicare i graffi che Beatrice si era fatta nella caduta.
Sedettero di fianco a lei e iniziarono a guardarla con insistenza.
- Ci hai fatto morire! - disse Cherry.
Nessun'altro parlo' per vari minuti.
Poi improvvisamente J. urlo' - Beatrice la caduta ti ha rincoglionito per caso?!-
- Non capisco - rispose quella,perplessa.
La bionda e la rossa si guardarono.
Poi Cherry parlo' e disse un sette di parole che,da quel momento,cambiarono del tutto la vita di Beatrice.
- Jimmy Page ti ha salvato la vita!-


Ciao a tutti :) e' la mia prima fan fictio,spero vi piaccia! 
Recensite e fatemi sapere cosa ne dite,e se fa cagare non risparmiatemi haha,un bacio <3


















 

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Capitolo 2
*** Pioggia ***


Prima il lampo,poi il tuono.

Lo sanno tutti.

E’ un fatto.

Inizio’ a piovere.
Riders on the storm - canticchio’ Beatrice imburrandosi un altro toast.

Era seduta su un bancone della cucina.

Intorno regnava il silenzio;

tutte le cameriere erano andate fuori con Dolly quella mattina presto,per cambiare,di nuovo,le uniformi.
-Non possiamo rimanere indietro rispetto alla moda! Abbiamo un’immagine da difendere Cristo Santo! - aveva strillato per convincere il marito.

“Meglio” si disse “Un po” di calma”.

E diceva bene: il suo stomaco sembrava essere stato riempito di farfalle alcolizzate,che svolazzavano qua e la’.

Era agitata.

Si guardo’ le gambe: 

erano piene di graffi,ma non le importava.

Poi senti’ suonare al campanello;

era quello che aspettava.

Corse all’entrata e apri’ il portone.-
- Aiuto! Sono fradicia! - 

Cherry irruppe’ nell’atrio tutta inzuppata d’acqua.

Beatrice rise e fece entrare anche Juliette,che non era piu’ asciutta dell’amica.
Potevamo annegare - disse ironicamente - Viene giu’ tanta di quella roba! -

Si diressero in cucina.

Caroline si avvento’ sui toast.
- Morta di fame - rise Juliette.

Sedettero intorno al tavolo di granito e per un po’ nessuna disse nulla;

tutto quello che si sentiva era Cherry masticare.
- Allora..- inizio’ incerta Beatrice.
- Eh...- disse Juliette.

Dal canto suo Caroline cotinuo’ a mangiare fissando le amiche.

Non erano frequenti i momenti di imbarazzo tra di loro,e questo era una novita’.
- Gim Peg - disse a un tratto Cherry,sputando alcune briciole di toast sul tavolo.

Beatrice capi’ al volo,e senti’ un brivido correrle lungo la schiena.

Juliette si fece piu’ avanti con la sedia.
- Merda! - disse.

A tutte e tre brillavano gli occhi.

Jimmy Page era il chitarrista dei Led Zeppelin,un gruppo celebre in tutto il mondo per la potenza del batterista,la bravura del bassista,la bellezza del cantante e per il fascino del chitarrista, in piu’ erano veramente un assortimento di geni della musica.

Era adorato dalle ragazzine di Londra e adulato dai produttori musicali.

Non capitava spesso di vederlo in giro.

Aveva un gran talento,e i suoi assoli e i suoi rif erano fra i piu’ in voga tra i ragazzi.

Era un soggetto misterioso,e questo faceva uscire di testa le sue fan;

quando dalla sua Les Paul tirava fuori quelle melodie incredibili,quando scuoteva la chioma corvina che gli incorniciava il viso,be’,in momenti come quelli il cuore di molte giovani iniziava a battere piu’ forte.

Le tre ragazze continuarono a tacere,finche’ improvvisamente Beatrice non si alzo’ in piedi e inizio’ a camminare per la stanza,torcendosi le mani.
- Oddio! Gli saro’ sembrata un idiota! - piagnucolo’ - Sono rimasta a fissarlo come un ebete! Oooh! -
- Be’ io gli sarei saltata addosso,quindi forse hai fatto la cosa migliore - disse J.
- Anche io - ammise anche l’altra - Senza ombra di dubbio! -
- Ecco vedete? Sono io l’unica imbambita! -

Beatrice si sedette di nuovo.
- Ma stai zitta! - Cherry la guardo’ esasperata - Non hai fatto la figura della fan che lo vuole stuprare! Hai fatto bene! -

A Beatrice scappo’ un risolino.
- Ecco cosi’ mi piaci! Smettila di tormentarti! - Juliette abbraccio’ l’amica.
- Si e poi quante probabilita’ ci sono che tu lo riveda? Tanto partiranno per qualche tour la prossima settimana! - fece Cherry addentando l’ennesima fetta di pane.

Beatrice guardo’ storto l’amica,poi rise.
- In realta’ faranno un concerto lunedi’ e si fermeranno a Londra per vari mesi -

Se si voleva un’informazione sui Led Zeppelin bastava chiederla a Beatrice,lei sapeva tutto su di loro; era innamorata della musica che facevano, e il fatto di avere il padre nell’Atlantic Records l’aveva senza dubbio favorita.

Eppure non li aveva mai incontrati; il padre le aveva proposto piu’ volte di andare con lui al lavoro,visto che la musica degli Zeppelin era pubblicata dall’Atlantic  li si vedeva spesso nella sede.

Ma lei aveva sempre rifiutato.

Non avrebbe sopportato di apparire come la figlia viziata di qualcuno di importante,che aveva il privilegio di essere presentata ai suoi musicisti preferiti,e in piu’ odiava passare per una fan sfegatata...no non faceva proprio per lei. 

Ed essere salvata da morte sicura dal chitarrista di cui era innamorata da sempre di certo l’aveva scossa.
- Ha rischiato la sua vita per te bellezza,sii felice! - disse Cherry,con una punta di invidia nella voce.
- Gia’ - disse lei.

All’esterno si sentirono le ruote di un’automobile scricchiolare sulla ghiaia del vialetto.
- Oh no - dissero le tre all’unisolo.

La tranquillita’ ando’ a farsi fottere: Dolly era tornata.

Juliette e Caroline si alzarono di scatto,afferrarono alcuni sacchetti di patatine dal bancone e sparirono nel corridoio,dirette in camera dell’amica.

Meglio non far notare a Dolly la loro presenza,non le sopportava;

per lei erano troppo esuberanti e senza stile,le chiamava ‘le hippies del cazzo”;

nemmeno le due ragazze provavano proprio simpatia per la matrigna dell’amica,anzi la detestavano; anche loro le avevano assegnato un soprannome: “la stronza”.
- Beatrice! - sbraito’ entrando nella villa.

La sua voce rimbombo’ tra le colonne di marmo.
- Sono qui - rispose la ragazza di malavoglia.

Il suono di tacchi si fece sempre piu’ vicino,finche’ la bionda non fece il suo ingresso in cucina.
- Ah eccoti - disse con tono infastidito.

Sfoggiava uno splendido abito di cotone rosa,stretto in vita,che le metteva in risalto le forme;un cappello color crema a falda larga che le copriva i capelli sciolti,lasciati cadere morbidi sulle spalle;delle decolte’ eleganti;occhiali da sole;vari gioielli di perle e una borsetta chiara di Louis Vuitton.

La squadro’ per bene,poi sogghigno’:
- Come diavolo ti sei conciata? Sembri una poveretta! -

Non mancava mai di criticare Beatrice,nemmeno una volta,era un gran divertimento per lei.
- Grazie - disse l’altra con indifferenza - Dove sono le cameriere? -
- Torneranno da un momento all’altro - rispose Dolly.
- Avete preso due macchine? -

La matrigna la fisso’.
- Secondo te io permetterei ai miei inservienti di prendere in prestito una delle nostre macchine? Che diavolo ti salta in mente!? -
- E come fanno a tornare a casa?- disse Beatrice preoccupata.
- Si arrangiano.Prenderanno un autobus,problemi loro! - Dolly non era minimamente in pensiero.

“Tipico” penso’ la ragazza.

Regno’ il silenzio per qualche secondo,poi la donna inizio’ a trafficare con la sua borsetta.
- Solo ora mi e’ venuto in mente! - 
- Cosa? - chiese Beatrice.
- Se stai buona per due secondi forse te lo diro’ - disse in tono stizzito Dolly.

Poi tiro’ fuori alcuni giornali e li sbatte’ sul tavolo.
- Guarda’ un po’! - 

Beatrice si allungo’ e ne prese uno.

Sulla prima pagina,a caratteri cubitali,troneggiava la scritta:

“FAMOSO CHITARRISTA SALVA LA FIGLIA DI UN FAMOSO PRODUTTORE DA MORTE CERTA!”

Le si blocco’ il respiro.

“Oh no! Merda! Merda! Merda!”

Ne prese un altro, e un altro ancora:

tutti presentavano gli stessi articoli.

“JIMMY PAGE SALVA BEATRICE CAPITANI DA UN INCIDENTE DISASTROSO”

“IL CHITARRISTA DEI LED ZEPPELIN COLPISCE ANCORA SALVANDO LA FIGLIA DI CAPITANI”

“SALVATAGGIO A SORPRESA NEL CENTRO DI LONDRA: JIMMY PAGE SALVA BEATRICE CAPITANI! SARA’ L’INIZIO DI UNA STORIA?”
- Allora tesoro - sogghigno’ Dolly - Sappi che fuori dai cancelli e’ pieno di giornalisti,quindi che cazzo hai combinato ieri? -

Beatrice non rispose.

Non era possibile! Non a lei! Lei che non si era mai fatta notare dalla stampa,che voleva vivere lontano dal mondo giriffato di suo padre,che detestava sinceramente i media invadenti!

Indietreggio’ mentre la matrigna le mostrava un gran sorriso,colmo di sarcasmo e derisione.
- Se per metterti in mostra ti metti in mezzo alla strada per essere investita non sei a posto con la testa - rise Dolly - E finalmente hai incontrato il tuo idolo eh? Che in un atto di pieta’ ti ha “salvato” la vita - si verso’ un goccio del vino e si levo’ il cappello.
- Mi immagino gia’ i prossimi titoli:

“ FIGLIA RINCOGLIONITA DI CAPITANI CERCA DI SUICIDARSI PERCHE’ NON HA UNA VITA!” Hahahah ! Mi fai morire tesoro! - e detto questo svuoto’ il bicchiere.
- Taci - gli occhi di Beatrice diventarono lucidi,senti’ tutto il suo orgoglio venire schiacciato dalla parole malvagie della matrigna.
- Non ti permettere ragazzina! Sei una sfigata lo sai! Lo sanno tutti,mi dispiace non puoi farci nulla. Se hai in mente di impiccarti la prossima volta hai la mia approvazione,magari tua padre potrebbe chiamare quegli Zeppelin ad assistere,ti va? - scoppio’ di nuovo a ridere,troppo compiaciuta del suo sarcasmo.

Beatrice senti’ calde lacrime rigarle le guance,per poi caderle sui lunghi capelli.

Le mancava l’aria,voleva urlare,prendere a pugni quella vacca.
- Sei una troia! - disse tra i singhiozzi.
- E tu sei una merda,e io ti odio! - rispose Dolly piegata in due dalle risate.

Beatrice prese un giornale e lo lancio’ addosso a quella donna che le aveva rovinato la vita.

La colpi’ sul viso,e anche se era consapevole di non averle fatto male,ne fu compiaciuta.

Poi corse via,inseguita dai pesanti insulti della matrigna.

Si precipito’ nel cortile posteriore,e si fermo’ solamente quando ebbe raggiunto le sponde del lago.

Si sedette sull’erba bagnate e si porto’ le mani sul viso.

Pianse come un bambina,sfogo’ il suo dolore picchiando i pugni sul terriccio.

Dopo alcuni minuti si asciugo’ gli occhi,e si guardo’ intorno:

e solo in quel momento,all’ombra di un pino,scorse un uomo.

Stava fumando una sigaretta,e anche se il suo viso era al riparo dalla luce, si poteva notare che la stava fissando.

Beatrice sussulto’.

Chi diavolo era? Cosa ci faceva nel suo giardino?

Si alzo’ sulle gambe malferme e con passo barcollando’ inizio’ ad avvicinarsi alla figura misteriosa.

Ma prima che lo potesse raggiungere lui getto la sigaretta a terre, si giro’ e spari’ nel folto della pineta,lasciando la ragazza sola al margine del bosco.

 

 

Ecco il secondo capitolo,sempre molto lungo ma spero vi piaccia :)

Chi sara’ mai l’uomo misterioso?

Recensite recensite e fatemi sapere i vostri pareri,vi aspetto al prossimo capitolo,che sara’ moooolto interessante! 

Un bacio <3

 

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Capitolo 3
*** Dame e Cavalieri ***


La porta dello studio si spalanco' e il Richard Capitani alzo' lo sguardo dalla pila di scartoffie ammucchiate sulla scrivania.
- Hai bisogno? -
La figlia era in piedi sulla soglia,Il viso pallido incorniciato da una cascata di capelli nocciola,assomigliava dannatamente alla madre.
Sospiro'.
- Siediti tesoro -
- Non ho tempo - rispose Beatrice.
- Oh,lo troverai - disse pacato il padre,sorridendole.
La ragazza sbuffo' ma non fece contestazioni,non riusciva veramente a trattare male il padre,anche se non lo dimostrava piu'  gli voleva un gran bene.
Si butto' su una poltrona a fianco della vetrata che dava sul lago.
- Preferivo che sedessi di fronte a me - le disse Richard.
Lei lo guardo' con veemenza.
- Papa' ti prego! -
- Ok,come vuoi; vorrei parlare con te  a proposito di domani sera -
- Domani sera? -
- Si tesoro,hai qualcosa di particolare in programma?-
Beatrice penso' a qualche possibile scusa da accampare per evitare cene,inaugurazoni,interviste e altre sciocchezze varie,ma il padre la precedette.
- Vedi l' Atlantic organizza il ballo annuale...-
La ragazza sussulto'.
- Tutto bene?-
- Si papa' continua pure - rassicuro' il padre,con voce poco convinta.
- Dicevo che la Atlantic organizza il solito ballo anuale;quest'anno ci saranno anche tutte le band piu' popolari del momento che sono pubblicate da noi,tutti i rappresentanti esteri,i personaggi piu' in rilievo...insomma...quest'anno sarebbe bello che venissi anche tu.
So che hai sempre rifiutato gli inviti,e so che non apprezzi gli eventi mondani,ma la nostra famiglia ha bisogna di apparire unita adesso...piu' che mai....- guardo' con insistenza la figlia.
Lei sapeva cosa intendeva; era ovvio che lo sarebbe venuto a sapere,e al momento era l'ultima cosa di cui voleva parlare.
- Quindi se ci concedessi l'onore di partecipare saremmo tutti piu' felici che mai,si anche Dolly! - rispose prontamente alla smorfia della ragazza.
- Allora che ne dici? - volgendo uno sguardo speranzoso verso la figlia.
- No - rispose semplicemente lei,scuotendo la testa e fissando il soffitto.
- Cosa? -
Si sarebbe aspettato un minimo di comprensione.
- No - ripete' lei pazientemente.
Non era la risposta che voleva sentirsi dire.
Richard prese a massaggiarsi lentamente le tempie.
- Vedi tesoro - disse con tono forzatamente calmo - Mi dispiace dirti che una decisione era gia' stata presa,volevo solo metterti al corrente.
Ho gia' risporto per tutti e tre,gli inviti arriveranno domani mattina. -
- Be' vorra' dire che andrete senza di me portando le mie scuse a tutti , lasciandomi a casa a farmi i cazzi miei. -
No, non era ironia quello di cui aveva bisogno Richard.
- Ora taci e mi stai a sentire! - sputo' fra i denti con forza.
Questo fece rabbrividire Beatrice:non era abituata a vedere suo padre perdere la pazienza.
- Se per una volta nelle mia vita ti chiedo di  farmi un favore e di participare a un fottutissimo ballo tu lo fai! Non ti ho mai obbligata a fare quello che non volevi quindi non permetterti di sputtanarmi in quel modo! Credi che io possa fare tutti gli anni la figura del coglione davanti ai miei colleghi dell'Atlantic? Tutti circondati dalle loro famiglie perfettamente sorridenti e al completo?? E solo perche' mia figlia si rifiuta di venire perche' "non ne ha voglia"??? Ascoltami bene perche' non te lo ripetero' piu: oggi pomeriggio andrai con Dolly in citta' a comprarti un abito e parteciperai al ballo. Punto. Ora vattene e lasciamo lavorare! -
Afferro' qualche documento e riprese a lavorare senza piu' degnare di uno sguardo la ragazza,confusa,sulla poltrona in pelle.
Dopo alcuni minuti di silenzio lei si alzo',e il piu' piano possibile usci' dalla stanza senza destare attenzione.


- Dove la porto Signora? -
- Alla boutique di Chanel -
- Certo Signora -
L'autista mise in moto,e la Porche del '55 si avvio' sulla strada di ghiaia bianca che portava ai cancelli principali della proprieta'.
Beatrice osservava gli alti cipressi che deimitavano il viale,senza prestare troppa attenzione alla matrigna,seduta accanto a lei.
Non ci fu alcuna conversazione per i restanti sei kilometri che separavano la magione dal centro di Londra; la ragazza porgeva lo sguardo vacuo verso il paesaggio campagnolo e la matrigna si aggiustava continuamente il trucco e  capelli.
La macchina si fermo' davanti alle vetrine di un elegante negozio nel centro citta'.
- Eccoci qui! - trillo' Dolly.
 Beatrice di malavoglia scesa dall'automobile.
- Attenta a non farti investire tesoro! - ridacchio' Dolly entrando di fretta nella boutique.
La ragazza alzo' gli occhi al cielo e segui' la matrigna.
" Molto bianco e costoso" penso' Beatrice appena entrata.
Il negozio era decisamente snob:
tutto luccicante in pelle bianca e cristallo,mobilia intagliata in ebano, e centinaia e centinaia di vestiti,scarpe,gioielli,borsette e cappelli posizionati a regola d'arte in ordine di sfumatura.
Non era il posto adatto a lei ,che adorava i mercatini,dove trovava tutti quei favolosi gadget hippy ,o quegli originali negozi in Carnaby Street,che vendevano abiti veramente all'avanguardia.
- Larita! - esclamo' Dolly con il suo tono piu' sofisticato possibile, in realta' riusciva ad ottenere un tono di voce ancora piu' inghiignoso e falso.
- Sognora Capitani che bella sorpresa! -
Una donna sulla trentina venne verso di loro con passo aggraziato.
Era alta snella,con un caschetto di capelli corvini e grandi occhi marroni; portava un impeccabile completo color vaniglia,ovviamente di
Chanel.
- Ciao cara! - Dolly inizio' a blaterare - Sono venuta per trovare qualcosa di favoloso per domani sera! Sai mio marito e io siamo stati invitati al ballo annuale organizzato dall'Atlantic Records,solo per le persone di un certo rilievo ovviamente! - risata falsissima.
Larita intanto aveva notato la presenza di una ragazza che,stando silenziosa dietro a quella fastidiosa bionda blaterante,si guardava intorno spaesata.
-.......ho veramnete bisogno di qualcosa di sfavillante! Il prezzo non sara' un problema,tu mostrami semplicemente tutti i capi da sera piu' nuovi delle vostre collezzioni! - concluse Dolly.
Larita si fece avanti per stringere la mano alla giovane.
- Piacere Larita - disse amichevolmente.
La ragazza si risveglio' dai suoi pensieri e strinse la mano alla donna.
"E' veramente meravigliosa" penso' la negoziante "Sembra uscita da una fiaba".
- Oh si lei e' Beatrice,la mia adorata figliastra - disse sarcasticamente Dolly - Ora che ne dici di iniziare subito con la ricerca? Credo che avremo molto da fare oggi! - e con passo deciso si avvio' verso uno dei salottini di prova.
Le due si passarono uno sguardo significativo poi si diressero al seguito della bionda.

Passarono ore di prove e prove,da vestito a vestito,da collezione a collezione,insomma un gran strazio per Beatrice,che osservava con pazienza forzata la matrigna sfilare davanti agli specchi con abiti di ogni tipo e colore.
Da parte sua Dolly era molto compiaciuta,ma non riusciva a trovare nulla di abbastanza stupefacente,e costoso,da indossare a una serata tanto importante.
Poi finalmente Larita prese in mano la situazione e convinse la donna ad andare con un'altra assistente a guardare le scarpe, sicura che ci avrebbe impiegato altrettanto tempo per provarle e valutarle tutte.
Cosi' si liberarono dell'incomodo,e poterono occuparsi della ricerca di un'abito per Beatrice,che da parte sua non era minimamente interessata a partecipare alla spedizione tra tutti i vari espositori.
- Allora dimmi cara,avevi qualcosa di particolare in mente? - chiese gentile Larita.
- Guarda io sono stata costretta sia venire qui che a partecipare a quello stupido ballo,quindi pensa quante idee possa avere! -
- Ok capisco...allora....credo che un modello lungo sia d'obbligo,hai una corporatura perfetta quindi direi che la maggior parte degli abiti che proverai ti staranno bene,ma l'importante che almeno un po' tu partecipi,cosi' la ricerca sara' piu' breve e semplice per tutti -
- Ci provero' - sospiro' Beatrice.
Larita rise .
-Sai questa e' la prima volta che vedo una ragazza scocciata all'idea di fare shopping da Chanel,sei un personagio particolare -

Larita aveva detto il vero;con un po' di collaborazione da parte di Beatrice trovarono parecchi abiti "niente male" in poco tempo.
Ogni tanto vedevano Dolly impegnata infilarsi minuscole scarpine nei suoi piedi non proprio sottili e minuti,e sentendola sbuffare per la fatica ridacchiavano sotto i baffi.
Passarono ai camerini dopo una mezz'ora.
- Ho paura - disse Beatrice vedendo la pila immensa di abiti e accensori che la attendevano.
- Ma smettila maschiaccio - 
"Proprio una ragazza simpatica e con la testa a posto" pensava Larita,divertita nel vedere un'adolescente tanto bella e graziosa demoralizzarsi di fronte a qualche abito da sera luccicante.
I risultati furono anche migliori della aspettative: ogni abito che la ragazza indossava le calzava come un guanto,aderendo alle sue curve minute e esaltando la sua carnagione angelica.
Era perfetta.
Ma lei non si piaceva e invece di guardarsi riflessa nello specchio,si fissava in piedi,come se si stesse vergonando di se' stessa.
Larita cerco' di capire le sue preoccupazioni.
- Come mai non ti piace guardarti allo specchio? - le domando'.
- Non mi piaccio,mi sento ridicola.. - rispose Beatrice.
- Ma perche'? Sei perfetta! Non sai quante ragazze desidererebbero essere come te,anche io lo desidererei! -
- Ma smettila - troppi complimenti,Beatrice arrossi' viontemente.
- Assolutamente no,ora guardati e giudica gli abiti! Vedrai che pian piano ti abituerai alla immagine che rifletti,ed imparerai ad apprezzarti -
Larita diete degli amichevoli colpetti sulla schiena della ragazza,che con un filino in piu' di convinzione inizio' a prendere piu' sul serio la scelta del vestito.

Erano le sei di sera quando Dolly raggiunse Beatrice nel salone d'entrata.
- Ah eccoti ,hai finito? -
- Certo,trovato nulla di interessante? -
- Ovviamente,saro' favolosa domani,credo che tutte le altre mogli...-
Beatrice si fiondo' fuori dal negozio per sfuggire a una delle micidiali ciarlate di Dolly e sali' in macchina.
Ripenso' alla giornata passata tra i camerini e gli espositori.
Una delle piu' faticose della sua vita,penso' ridendo e strinse a se felice le varie buste che contenevano i suoi preziosi acquisti.



- Richard Capitani!! - esclamo' una voce alle spalle di Richard.
Si giro' e vide un omaccione gigantesco che riconobbe come Peter Grant.
- Peter! Che piacere! Sei qui con i ragazzi? -
- Certo sono gia' in pista a scatenarsi - 
Richard ordino' due Martini al barista in smoking e ne offri' uno a Grant.
- Grazei Richard,ora ti lascero' godere la festa,piu' tardi poi parleremo di affari. La mia signora mi aspetta! -
E detto questo l'omone spari' tra la folla di persone che si raggruppava poco lontano dal bar.
Il ballo era agli albori: personaggi celebri,musicisti e miliardari si aggiravano con le mogli e i familiari per lo sfarzoso salone e per le diverse sale annesse.
Richard sorseggio' il suo Martini distendendo i muscoli e provando una fantastica senzazione rilassante.
Ne aveva bisogno.
- Richard caro! - trillo' una voce.
La moglie gli si avvicino' .
Era veramente splendida in un abito scarltto,coperto di strass luccicanti,molto aderente;
portava i capelli raccolti in un bella acconciatura complicata sulla nuca,stile antica Roma; una pochette sempre rossa e delle decolte' nere,sembrava una vera diva.
Il marito le rivolse una sguardo' orgoglioso e la attiro' a se' per stamparle un bacio sulla guancia.
Dal canto suo Dolly fece un verso di apprezzamento,simile a un miagolio.
- Dove diavolo e' tua figlia? - disse poi seccata - Si e' tanto intestardita per venire da sola che sono quasi certa che ci abbia abbindolati entrambi,sono sicura che e' a letto a poltrire al momento,stupida ragazza! -
- Tranquilla amore - le rispose il marito bevendo a piccoli sorsi la bevanda - Verra',se no sarenno guai seri per lei! -
Compiaciuta della risposta Dolly torno' dalle sue amiche "dell'alta societa'",radunate in un salottino a criticare gli abiti di ogni singola partecipante alla festa.

- Marcus mi sto cagando addosso! - gemette Beatrice.
L'autista le rivolse uno sguardo confuso dallo specchietto retrovisore.
- In che senso Signorina? -
- Non ho la cacca tranquillo! - rise lei - Intendo dire che ho una paura bestiale! Lo sapevo dovevo rimanere a casa! Ok torniamo indietro non me la sento piu'! -
- Signorina ho avuto ordini precisi da vostro padre: la accompagnero' fino a quel ballo a costo di morire! -
"Esagerato" penso' sorridendo la ragazza,riuscendo a malapena a non fare caso alla sensazione di vuoto che aveva nello stomaco.
Dopo pochi minuti arrivarono davanti a un suntuoso edificio,con in cima una elegnate insegna "Atlsntic Records",di cui l'entrata,gremita di persone,brulicava di paparazzi e giornalisti.
- Perfetto - sibilo' tra di denti la ragazza.
- Addio Marcus! Potrei non tornare quindi grazie di avermi scarrozzato di qua' e di la' per tutto questo tempo! -
- Buona fortuna Signorina! -
Detto questo l'autista scese,fece il giro dell'auto e le apri' galantemente la portiera.
L'aria estiva serale profumava di fiori.
Beatrice facendosi coraggio si avvio' sul tappeto rosso,pronta ad entrare in scena.

Tutti si voltarono.
Ogni persona presente nela sala da ballo allungo' il collo cercando di vedere la nuova arrivata.
Una giovane donna dalla pelle candida e gli occhi verdi avvolta in uno splendido abito smeraldo;
la parte superiore del vestito  era composta da un corsetto che le stringeva il punto vita,creando uneffeto da vitino da vespa,lasciando scoperte le spalle,avvolte da una morbida cascata di boccoli castani, che le accarezzavano la schena; la gonna era lunga fino a terra,gonfia e voluminosa ,ondeggiava elegantemente a ogni suo movimento.
Teneva tra le mani una piccola borsetta di coccodrillo e uno scialle nero,mentre ai piedi calzava due deliziose scarpette nere con tacco alto.
Al collo portavo un meraviglioso ciondolo,uno zaffiro intagliato e alle orecchie due orecchini importanti,abbinati alla collana.
Era truccata in modo impeccabile,preciso e grazioso.
Nell'insieme era stupefacente; attirava l'attenzione di tutti,con la sua bellezza delicata ed eterea.
Cerco' di attraversare il salone il piu' velocemente possibile,detestava essere fissata.
Riusci' a trovare il padre poco dopo,seduto ai margini della pista da ballo,intento a parlare con qualche "pezzo grosso".
- Papa'! - disse cercando di attirare la sua attenzione.
Richard si volto' e rimase a fissarla.
Non l'aveva riconosciuta.
- Papa' so io,Beatrice,sai tua figlia? - disse scocciata.
- Oh tesoro! Ma sei meravigliosa! Dolly ha fatto veramente un buon lavoro! -
- Si certo! Dolly non ha..-
- Ah a proprosito - la interrupe il padre - questo e' Ian Stephenson,il capo assoluto e indiscusso della Atlantic Records
,lei e'  mia figlia Beatrice -
- Molto piacere - Beatrice strinse la mano ad un corpulento uomo abbronzato.
- Piacere mio! - ripose gioviale Stephenson - Come sei esagerato Richard!Veramente una splendida ragazza! Si e' letto molto di te sui giornali dell'ultima settimana! -
Beatrice arrosi' violentemente.
- Questo e' mio figlio Alan - disse l'uomo.
Un ragazzo sulla ventina,sudaticcio e nervoso le fece un maldestro baciamano.
- E smania per avere l'onore di un ballo con la piu' bella della sala! - disse Stephenson.
Beatrice presa alla spovvista inizio' a farfuglare scuse,ma le occhiate eloquenti del padre la costrisero ad accetare.
Cosi' con il poco avvenente ragazzo,si diresse di malavoglia verso la pista da ballo.
Alan era veramente un pessimo ballerino,ma ci metteva impegno,e questo gli provocava un aumento pazzesco della sudorazione.
Beatrice era imbarazzata in modo abnorme.
Cercava sempre di evitare lo sguardo del ragazzo,che la fissava.
Mentre volteggiavano,o meglio barcollavano, sui lati della pista,fra tante coppie di ballerini,Beatrice noto' ,seduti su quattro poltrone vicino al bancone del bar,quattro individui ben noti.
Cero' di spingere Alan verso un altro lato della pista,ma lui,completamente incapace,la guido' proprio davanti al gruppo dei quattro uomini.
Il biondo a un lato ,parlava animatamente con l'uomo con un gran bel paio di baffi neri,mentre quello al centro,con un caschetto biondiccio,fumava una sigaretta e si guardava intorno.
L'unico che ricambio' il suo sguardo fu l'uomo all'estremita' del gruppetto.
Un giovane con uno sguardo penetrante e misterioso,che la incanto' completamente,rendendola incapace di distogliere lo sguardo.
Avevi i capelli neri come la pece,mossi e lunghi,e  teneva in mano un bicchiere,di quella che sembrava vodka.
Beatrice avrebbe voluto sprofondare.
Lui era li',e la stava fissando.
Tutti i rumori intorno a lei sembravano essere stati inglobati dal silenzio;
restava solo il suono vibrante del loro sguardo intenso,che fendeva l'aria.
Finalmente la musica cesso'.
Prima che Alan potesse dire nulla,la ragazza si allontano' dalla pista rifugiandosi in un angolo.
Da li' vide Dolly parlare vivacemente con un bel giovane dalle pelle olivastra.
"Ecco che ci prova!' penso'.
Alle feste Dolly si divertiva un sacco a flirtare con i suoi coetanei,in assenza del marito.
Disgustata Beatrice si allontano',non molto sicura di dove fosse diretta.
In qualche modo arrivo' al bancone del bar,dove si sedette su uno sgabello; al suo fianco erano accomodati anziani signori,nel pieno godimento dei loro alcolici.
Sorrise e ordino' una Coca Cola.
Da li' riusciva a vedere le teste dei quattro,senza che loro la notassero.
Page era sparito.
Tiro' un sospiro di sollievo.
Di certo non avrebbe voluto incrociare il suo potente sguardo di nuovo,per fare la figura della imbambolata.
Sorseggio' la sua bibita,ritrovando la calma.
Intorno a lei regnava una contenuta confusione,accompagnata dall'orchestra dall'altra parte della sala.
Finito di bere cerco' di alzarsi per cercare un posto tranquillo dove passare il resto della serata,ma un lembo della gonna le rimase incastrato nello sgabello.
Cosi' quando si tiro' su di scatto perse l'equilibrio e ando' a sbattere contro una giovane donna,tutta ingioiellata,che reggeva un drink alla fragola.
Si scateno' un putiferio infernale.
La donna urlava con il cocktail che le colava lungo la scolltura,sul vestito candido, e molti sgabelli si erano scaravoltati.
Parecchia gente si avvicino',e sempre piu' confusione si creo' intorno a Beatrice.
"Merda!" penso' impaurita,guardandosi intorno in cerca di una via di fuga.
Si sentiva soffocare,le persone la schiacciavano,tentando di vedere la la causa di quel rumore.
Poi improvvisamente una mano afferro' la sua e la trascino' via dalla folla.
Lei inizio' a correre dietro all'individuo che la guidava; aveva la vista annebbiata.
Si fermarono in un salore al terzo piano completamente vuoto e silenzioso,lontano da ogni possibile disturbo.
Beatrice si sedette a terra e inspiro' profondamente.
- Stai bene? - le domando' una voce sconosciuta.
Alzo' il capo e si ritrovo' faccia a faccia con Page,che le si era seduto a fianco.
-Tutto a posto grazie - balbetto' in preda a uno shock da fan sfegatata,ma cerco' di contenersi il piu' possibile, per non mandare a fanculo i suoi ideali.
Tacquero per qualche minuto,poi Jimmy prese due sigarette dalla tasca dei pantaloni,le accese, e gliene diede una.
Questo la rilasso' enormemente.
- Allora mi hai salvato la vita? - esordi' Beatrice,pentendosi subito di aver parlato.
Jimmy sembro' imbarazzato per un istante,ma rispose in modo gentile.
- A quanto pare si',e in piu' anche prima ti ho tolto da una situazione imbarazzante ,fanno due! -
Risero entrambi,sentendo che l'imbarazzo lasciava il posto,pian piano,all'entusiasmso.




Ciao a tutti! Finalmente sono riuscita a pubblicare questo maledetto capitolo,e perdonate la mia lunga assenza.
L'ho scritto tutto in una notte,quindi potrebbe essere un cagata assurda,ditemi voi <3
Volevo innanzi tutto ringraziere tutti quelli che mi hanno recensito nei capitoli precedenti! Veramente grazie mille! Non sapete quanto sia importante per me avere i vostri pareri :)
Spero che l'inizio del capitolo non vi sembri palloso,o troppo lungo,perche' insomma il bello viene alla fine, e nel prossimo capitolo! ;)
Recensite senza pieta' e fatemi sepere!!
Un baciotto!
Bez <3





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Capitolo 4
*** Occhi Verdi ***


  • Quanti anni hai? -

Beatrice distolse lo sguardo dal pavimento,che ormai fissava da alcuni minuti per l’imbarazzo.

  • Quasi diciassette - rispose cercando di dare un contegno alla sua voce, tremolante come la fiamma di una candela.

Dio,si sentiva cosi’ stupida.

  • Sei piccola! - il chitarrista si sciolse in una risata gentile,che fece arrossire inequivocabilmente la ragazza,che,per nascondere la faccia paonazza,fece scivolare i lunghi capelli davanti al viso, e cerco’ qualcosa di brillante da dire per uscirne come “donna misteriosa”,ma resto’ zitta sotto la folta chioma castana.
  • Hey,sei sparita? -

Senti’ una mano posarsi sulla sua spalla,e lasciarle una scia ardente sulla pelle.

Alzo’ la testa di scatto e volse lo sguardo verso l’uomo che la osservava divertito.

  • No..no- balbetto’ - Sono viva!-

Page rise di nuovo,facendole sentire le farfalle allo stomaco.

Era possibile che stesse succedendo proprio a lei? Essere seduta a fumare con il suo amore adolescenziale? 

  • Hey tranquilla - le disse piano lui - Forse sono un po’ satanico,ma ti giuro che non ho mai mangiato nessuno! -

Beatrice lascio’ che un sorriso le si aprisse sul viso,e il suo colorito ritorno’ quello pallido di sempre.

  • Mi metti in soggezione sai? Tu sei il chitarrista dei Led Zeppelin,non so se posso parlarti direttamente; devo parlare guardando il pavimento o scriverti un biglietto? -
  • Allora non sei cosi’ timida come pensavo;eh non me ne parlare: dicono che la mia bellezza faccia ammutolire le persone! - Jimmy sorrise alla ragazza.
  • Hahaha puo’ darsi -

Beatrice diede un ultimo tiro poi,cercando di non inciampare nella voluminosa gonna,ando’ a spegnere la sigaretta in un portacenere in cristallo.

Intanto Page contemplo’ la sua sottile figura e ne rimase incantato.

Senti’ lo sguardo di lui trapassarla da parte a parte,e torno’ ad accovacciarsi contro al muro,coprendosi il piu’ possibile con i capelli e lo scialle.

  • Sembri una fata -  disse sognante il chitarrista,soffiando una nuvoletta di fumo verso il soffitto.

Le sensazioni che Beatrice provo’ in quel momento furono molteplici:

sorpresa,imbarazzo,amore,felicita’ assoluta....ma anche scetticismo.

La stava prendendo in giro?

Non si conoscevano che da venti minuti e gia’ lui le faceva dei complimenti cosi’ dolci?

Non si doveva montare la testa,questo era certo.

Poi si senti’ un gran baccano da uno dei corridoi.

Entrambi si guardarono interrogativi.

  • Ah gia’ - disse improvvisamente Page - Mi ero dimenticato che e’ proibito salire ai piani alti. Sai qui tengono tutta la documentazione e i registri contabili,e hanno una paura matta che qualcuno salga di nascosto e li fotta.-
  • Andiamo - butto’ la sigaretta a terra e si alzo’.

Tese una mano a Beatrice,che grata dell’aiuto si alzo’ e lo segui’ fuori dalla stanza.

Il vociare si avvicinava.

Cambiarono molte volte direzione,per evitare di incontrare qualcuno di indesiderato.

Beatrice seguiva a passo veloce Jimmy,che la guidava dolcemente,come in un labirinto infinito.

Poi pero’ arrivarono in un vicolo cieco.

I corridoi finivano li’,dove come via d’uscita c’era solamente un ascensore inagibile.

Le finestre era troppo in alto,e con il vestito che la ragazza si ritrovava sarebbe stato impossibile arrampicarsi sul muro e uscire da una di quelle.

  • Qui ci fanno il culo signorina! - disse Jimmy,con una punta di preoccupazione nella voce.

Non voleva mettersi nei guai,e tantomeno metterci quella ragazza...quella bella ragazza...

  • Chi c’e’?! - urlo’ improvvisamente una voce adirata - Venite fuori! Siete nella merda cazzoni! -

Page si avvicino’ all’angolo e spio’ oltre il muro:due uomini grossi e incazzati si avvicinavano sempre di piu’.

Intanto Beatrice respirava affannosamente.

Non voleva di nuovo mettersi nei casini,ne avevi combinati troppi...avrebbe rovinato la serata a suo padre.

  • Cosa facciamo?? - chiese ansiosa.

Jimmy si volto’ a guardarla e in quei grandi occhi verdi da cerbiatta vide una gran paura.

  • Hey Piccola,tranquilla - le si avvicino’ - Io avrei un’idea...giurami che non mi tirerai un ceffone! Non ci farei proprio una bella figura - sogghigno’.
  • Cos..- 

Ma prima che lei potesse parlare Page la afferro’ per i fianchi e senza indugiare poso’ la bocca su quella della ragazza.

 

Beatrice resto’ impietrita.

Si senti’ mancare,ma resto’ salda sulle gambe.

No no...era sicuramente un sogno..

Uno di quei sogni meravigliosi da cui ti svegli di colpo,per renderti poi conto che era tutta una balla.

Eppure era reale l’uomo che la stava baciando,e anche le braccia che la stringevano.

Ma qualcosa non era come avrebbe desiderato.

Il bacio che il chitarrista le stava dando non era ne’ passionale ne’ romantico,ne’ tantomeno dolce.

Era una farsa...un bacio finto e freddo,serviva a tirarli fuori da quel casino.

Capi’ tutto al volo,e la delusione si fece sentire come un pugnalata al cuore.

Doveva recitare meglio la sua parte.

Cinse la vita del chitarrista con le sottili braccia,e rilasso’ i muscoli.

Ma non poteva nascondere in nessun modo il suo sogno di ragazzina infranto,che le pesava piu’ del dovuto,e le si appanno’ la vista.

Le lacrime salivano.

  • Voi due!! - urlo’ qualcuno.

Jimmy si stacco’ piano da lei e volto’ il capo.

  • Si? - disse con fare innocuo.
  • Cosa credete di fare? E’ proibito stare qui! - 

Il poliziotto era incazzato nero e il suo socio pure,ma in qualche modo la scenetta della coppietta intenta a pomiciare li ammorbidi’ un pochino.

  • Oh ci scusi signore! Ma sa’ cercavamo un posto tranquillo dove stare,di sotto c’e’ una tale confusione,e io domani partiro’ per un tour e volevo trovare un modo per...salutarla a dovere -

Jimmy rivolse un sorriso complice ai due,che ridacchiarono da veri maiali.

Beatrice sbuffo’: quei comportamenti da uomini le davano sui nervi.

  • Fa nulla ragazzi - disse quello piu’ grosso - Tutti sono stati giovani - fece un occhiolino a Beatrice,che sorrise forzatamente.
  • Se volete stare in pace andate nella terrazza del secondo piano,li non vi disturbera’ nessuno! -

Detto questo i due si allontanarono,ridendo e immaginando quello che la coppia avrebbe fatto per “divertirsi”.

I passi risuonarono per qualche secondo,poi sparirono completamente,e torno’ il silenzio.

Jimmy si volto’ nuovamente verso Beatrice e la guardo’ negli occhi.

La ragazza si perse nelle iridi verde splendido dell’uomo misterioso che la stringeva a se’.

Ma di nuovo l’amarezza le torno’ a riempire il cuore.

Appoggio’ le mani sul petto di Page e lo allontano’ dolcemente da se’.

Lui ne rimase colpito.

Era praticamente la prima volta che veniva respinto da una ragazza,e se ne dispiacque.

  • Credo...credo che dovrei tornare di sotto - esordi’ Beatrice,ricacciando indietro le lacrime,che erano intenzionate a sgorgare a tutti i costi.
  • Stai bene? - chiese lui,cercando di avvicinarsi nuovamente.
  • Si si,benissimo - disse lei voltandosi.

“Causa persa Page,non ti vuole” si disse il moro,scontento.

 

Scesero silenziosamente le scale.

Lui rigido,con lo sguardo perso nel vuoto.

Lei ferita...reprimendo a forza i singhiozzi.

Arrivarono all’entrata del salone e vennero accolti dalla solita confusione e dalla musica.

Beatrice osservo’ la folla,che oltre i portoni si godeva la festa.

Jimmy la guardo’ con la coda dell’occhio: cosa aveva fatto di sbagliato?

  • E’ stato un piacere Jimmy,grazie ancora per avermi salvato la vita -

Beatrice parlo’ con voce fredda,cercando di uscire di scena in modo teatrale,un tantino drammatico, ma si tradi’ lasciando scappare un singhiozzo.

E da li’ fu una reazione a catena.

Le lacrime iniziarono a scendere silenziose.

No no,non poteva passare per debole!

Scese gli ultimi gradini in marmo e scomparve tra la folla.

  • Aspetta..- farfuglio’ Jimmy,ma non lo senti’ nessuno.

Quell’incontro lo aveva turbato,senti una sensazione mai provata salirgli alla bocca della stomaco,e infine scaldargli il cuore.

 

 

Mo salve a tutti!

Sono tornata! Dopo un sacco di tempo,perche’ sono una scansafatiche che non ha mai tempo di pubblicare! (non e’ vero!! io starei tutto il giorno a scrivere ma la mia scuola *liceo classico di merda* non me lo permette )’: )

Comunque comunque! Ho voluto fare un capitolo che sara’ parecchio significativo per il resto della storia,spero che vi piaccia e che non vi sembri troppo cortino rispetto agli altri 

:3 E’ subentrato Mr. Page muhahaha sono emozionata! 

Vedro’ di pubblicare preeeestissimo il prossimo,e intanto ringrazio tutti,voi gente stupenda,che mi recensisce,mi segue e legge la mia storia <3

Per qualsiasi critica,curiosita’ o per dire la vostra recensite come matti! 

Ho scritto tutto il capitolo sulle note di “Lucky Man” di Emerson Lake & Palmer,canzone che amo nel profondo e che mi ha fornito un sacco di ispirazione! (per chi non la conoscesse consiglio di sentirla assolutamente,e di dare un occhiata a Palmer che da giovane era un figo assurdo ahaha!!)

Vado a fare qualche versione di greco *QUALCUNO MI AMMAZZI!!!!*

Un bacione <3

Bez

 

 

 

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Capitolo 5
*** Marlboro ***


Costeggio’ lentamente i bordi della pista da ballo,osservando le coppie di ballerini.

Poi finalmente trovo’ una poltrona libera e si accomodo’.

Senza una spiegazione il suo cuore palpitava piu’ forte del solito.

Cosa diavolo era successo?
- Page! - 

Se qualcuno voleva attirare la sua attenzione ci era riuscito.

Sollevo’ il capo,cercando con lo sguardo chi avesse parlato.

Vide Robert che si avvicinava.
- Ciao Robert. Ti stai godendo la festa? - disse pacato
- Ovviamente - sorrise il biondo squadrando l’amico -Come mai cosi’ ingessato stasera Page? Non hai voglia di scatenarti? - 

Jimmy chiuse gli occhi per un secondo,poi si rivolse nuovamente a Robert:
- Sono stanco amico,tutto qui.
- Cristo Jimmy! Non sai mai approfittare delle situazioni piu’ proficue!

Ti posso assicurare che non ho mai visto tanta figa di “alto ceto sociale” tutta insieme! -

Plant rise.
- E noi siamo i Led Zeppelin! - aggiunse adocchiando una biondina che lo fissava insistentemente - Possiamo avere tutta la figa di sto mondo,quando vogliamo! -

Cosi’ dicendo si alzo’ e si diresse verso la ragazza che aveva puntato.

 

 

Scalcio’ via le scarpe malamente e si tolse di dosso il vestito costoso.

Strappo’ le ciglia finte e si libero’ del trucco con una spugnetta bagnata.

Non era lei,tutta cosi’ impomatata e imbellettata.

Si guardo’ alla specchio disgustata.

“Ma cosa cazzo credevi?” si disse’ “Hai pensato che quello che ti diceva una venditrice di abiti fosse vero? Voleva solo farti comprare cogliona! “

Si era ovvio...Tutti quei complimenti,quelle rassicurazioni l’avevano fatta sentire fiera di se’ per un attimo..ma ora che si fissava riflessa nel vetro capi’ che erano solo un gran mucchio di minchiate.

E senza pensarci due volte si mise a piangere..

La seconda volta in una giornata..

La settima in una settimana..

Probabilmente la milionesima in un mese..

Sospiro’ rumorosamente tra i singhiozzi.

Prese la borsetta e tiro’ fuori un pacchetto ancora chiuso di Marlboro.

Litigo’ un po’ con la pellicola di plastica,poi esasperata diede un strattone,strappando completamente la scatola,facendo cadere tutte le sigarette per terra.

Caccio’ la testa tra le mani.

Poi scivolo’ piano sul pavimento;

e dopo aver recuperato una sigaretta si lascio’ completamente andare,tra lacrime e fumo.

 

La macchina decappottabile attraversava veloce le stradine di campagna.

L’aria scompigliava i capelli neri dell’uomo al volante,che con una sigaretta tra le labbra premeva sempre di piu’ il piede sull’acceleratore.

Dove diavolo era quella casa?

Non poteva essersene dimenticato.

Tutte quelle sere che aveva passato a pensare nella pineta,e a spiare le tre ragazze che ridevano intorno a un falo’ improvvisato.....o a osservare incantato quella splendida giovane donna che leggeva e scriveva sulle sponde del lago....

Ah eccola la strada giusta...

La macchina rallento’ davanti ai maestosi cancelli,e li sorpasso’ entrando in un prato per arrivare alla parte posteriore del grande giardino.

Lascio’ la Mercedes i mezzo all’erba alta e raggiunse un piccolo cancello in ferro battuto,aperto,che dava proprio sulla pineta.

Spense la sigaretta contro il muro di cinta ed entro’.

 

 

Beatrice si sveglio’ di soprassalto.

La testa le pulsava,e anche molto.

Si accorse di essersi addormentata sul pavimento;

accovacciata vicino al letto ancora con la sigaretta consumata fra le dita.

Non avendola spenta le aveva bruciato un po’ la mano,e sporcato la magliettona dei Rolling Stones.

Si alzo’ piano,guardandosi intorno un po’ intontita.

Era ancora notte;

si sentiva il verso dei grilli provenire dalla finestra aperta.

Si,una boccata d’aria fresca non le avrebbe fatto male.

Ma prima che la potesse raggiungere caccio’ un grido impaurito.

Un individuo se ne stava seduto sul davanzale,a fumare tranquillamente.

Presa dal panico Beatrice cerco’ di indietreggiare facendo il piu’ piano possibile,ma urto’ contro il comodino,producendo un fracasso tremendo.

L’uomo si volto’ verso di lei.

Il buio era tale da non poter nemmeno lontanamente indovinare chi fosse.
- Ti sei svegliata finalmente - le disse,con una voce non famigliare.

La ragazza si fece indietro,strisciando sul legno del pavimento.

Lui scese dal davanzale,puntandola.

Allora lei si fermo’,sentendosi come spacciata.

Possibile che la sua casa fosse cosi’ poco sicura? Ogni sconosciuto poteva entrare e guardarla mentre dormiva??

Le vennero i brividi solo al pensiero,maledicendo suo padre per non avere comprato degli anti-furti piu’ competenti.

Intanto lo sconosciuto l’aveva raggiunta,e anche se nell’oscurita’ non si sarebbe notato,lei sapeva che la stava osservando dall’alto.
- Hey - le disse.

Poi velocemente la tiro’ su’,e la strinse a se’ bruscamente.

Beatrice terrorizzata cerco’ di liberarsi,dimenandosi.

Lui la allontano’ per qualche secondo,tenendola stretta per le braccia;

poi improvvisamente,senza che lei potesse evitarlo,la bacio’

Beatrice resto’ di sasso.

Ma cosa diavolo stava succedendo??

Presa da una forza disperata riusci’ a liberare un braccio,spinse via l’individuo e, raggruppando tutto il coraggio che le era rimasto,gli diede un pugno,forte,proprio sul viso.

Lui,preso alla sprovvista, cadde a terra.

Lei rimase a fissarlo,poi corse verso la porta e accese la luce.
- Forse me lo meritavo - disse Page massaggiandosi la mascella dolorante.
- Tu?? - 

Beatrice sconcertata,rischiando di svenire,si lascio’ scivolare contro al muro.
- Eh si - disse Jimmy ridendo,poi fece una smorfia per via del dolore.

La ragazza respiro’ affannosamente,cercando di riprendersi.
- Ti ho spaventato? - le chiese.

Gli occhi verdi di Beatrice lampeggiarono.
- Si! - grido’ arrabbiata - MI hai fatto cagare in mano idiota! -

Lui la guardo’ divertito.
- Hai un bel destro Piccola -
- Stai zitto - rispose la ragazza.
- Volevo vederti,e non sai quanto‘ e semplice arrampicarsi e raggiungere la tua finestra - le disse con voce dolce.
- Potevi aspettare domani - sospiro’ Beatrice.
- No,non potevo - 

Page la fisso’.

Cerco’ di avvicinarsi a lei,ma fu preceduto.

La ragazza gli si sedette vicino e prese un fazzoletto,per asciugargli il sangue che gli scendeva dal naso.
- Ti ho ridotto male - rise.

Ma una lacrima le solco’ il viso.
- Stai piangendo! - disse Jimmy - Cristo..mi dispiace averti spaventato! Hai ragione sono stato un vero coglione..-

Beatrice si passo’ una mano sul viso,della lacrima non c’era piu’ traccia.
- Si lo sei.. -

Fu come se il tempo si fosse fermato..

come se il vento avesse smesso di soffiare..

e come se il cielo avesse oscurato ogni stella..

Lei smise di sentirsi persa..

Lui smise di provare quella strana sensazione..

Beatrice si piego’ piano su di lui, i suoi lunghi capelli si riversarono sul petto di Jimmy,accarezzandogli il viso.

Le loro labbra si incontrarono di nuovo,ma stavolta quello che provarono fu per entrambi meraviglioso.

 

Ciao bella gente :)

Come ve la passate?

Io non troppo bene,sto pregando che l’estate arrivi presto,perche’ ormai sono veramente stremata!

Come al solito dopo secoli sono riuscita ad aggiornare hehe e la situazione e’ diventata dolciosa :3

Voi che avreste fatto se vi foste trovate/i un tipo che fuma sul davanzale di camera vostra? (se avete un balcone non so cosa dirvi D: ) hahaha

Io penso che avrei urlato come una pazza,e successivamente sarei crepata per la paura! Ma che ragazza coraggiosa che sono!

A parte i miei problemi mentali :’) spero che il capitolo vi piaccia,ditemi tutti i vostri pareri con una bella recensione,e se non ne avete voglia leggete e basta,a me va bene ugualmente,e vi ringrazio in ogni modo <3

Un bacione 

Bez <3

 

 

 

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Capitolo 6
*** I'm gonna leave you.. ***


Rotolo’ su se stessa stiracchiandosi per bene, era stata decisamente un bella dormita.

Aveva il lenzuolo attorcigliato attorno alle caviglie e il cuscino era sparito chissa’ dove;

Si alzo’ a sedere sbattendo per bene le ciglia un paio di volte, giusto per mettere bene a fuoco la stanza in cui, con delusione, non trovo’ nessuno.

Dov’era?

Se ne era andato mentre lei dormiva?

Se ne era andato....

Questa manciata di parole la spiazzarono.

Di certo non era una fuga quella che si sarebbe aspettata dopo gli avvenimenti “singolari” della notte passata.

Sospiro’, svelando un po’ di tristezza

Come avrebbe fatto a contattarlo? Non aveva nemmeno un indirizzo,un numero di telefono...

Lascio’ cadere le gambe sul pavimento e cerco’ di alzarsi, ma il suo equilibrio fu duramente messo alla prova dallo spavento provocato da un urlo, che risuono’ appena mise piede a terra.
- Ahia cazzo! -

Beatrice si ritrovo’ seduta sul pavimento a fissare un giovane dai capelli mori accovacciato sul tappeto ai piedi del suo letto, intento a massaggiarsi lo stomaco.
- Pestarmi era la tua prima intenzione per iniziare la giornata? - disse arrabbiato - Fai attenzione porca miseria!
- Ma cosa fai per terra? - chiese la ragazza basita.
- Dormivo fino a qualche secondo fa, quando un’ippopotama ha deciso di spappolarmi lo stomaco -

Beatrice scoppio’ a ridere stendendosi per terra accanto a Jimmy.
- Ti ho fatto tanto tanto male omaccione? - disse tra una risata e l’altra.
- Si prendimi pure in giro, grazie della comprensione! -

Lui si alzo’ e la ragazza rimase di stucco nel vedere che aveva addosso solamente la camicia sbottonata e i boxer.

Si ritrovo’ imbambolata a fissarlo.
- Sei una maniaca ecco cosa! - disse lui con sarcasmo.

Beatrice arrossi’ senza ritegno, si arrampico’ sul letto e nascose la faccia tra le morbide coperte.
- Vado a pisciare dolcezza -

Lei si alzo’ di scatto e si giro’ verso la porta che era stata aperta, ma di lui nessuna traccia.
- No!! - urlo’.

Si alzo’ e si sporse oltre lo stipite in legno, per controllare che non ci fosse nessuno, poi piu’ silenziosamente possibile zampetto’ sul pavimento in marmo come un gatto, raggiungendo la porta del bagno.

Entrando caccio’ un gridolino.
- Scusa scusa scusa scusa.. - mormoro’ mortificata, girandosi verso il muro.
- Perversaaa! - sghignazzo’ Jimmy, che, come le aveva fatto sapere, era intento a svuotare la vescica.
- Ma sei impazzito? - fece lei ad un tratto arrabbiata - Se ti avesse visto qualcuno? Cavolo mi vuoi morta idiota! -
- Calma babe, non mi ha visto un anima! -

Jimmy la prese per la vita e la fece voltare.
- Sei adorabile a preoccuparti per la mia incolumita’, credi che se mi avesse visto una cameriera mi avrebbe bombardato di biancheria sporca? -

Butto’ la testa indietro ridendo.

Era maledettamente bello.

Lei lo strinse a se’, abbracciandolo forte.
- Sei pazzo -
- E tu hai un gran bel culo! -

Beatrice lo spinse via indignata, fece dietro front e usci’ dal bagno.
- Hey hey Piccola! - Jimmy insegui’ la ragazza fuori dalla stanza, ma si ritrovo’ solo nel lungo corridoio.
- Bea? - la chiamo’ - Dove sei? -

Merda e adesso dove era sparita? Dove diavolo era la sua camera?

Avanzo’ piano squadrando le porte tutte uguali, cercando di trovare un quadro, un vaso, o un mobile familiare per poter entrare nella camera giusta.

Poi pero’ un rumore di passi lo fece sobbalzare.

Era il chiaro rumore di tacchi sul marmo, e di certo non era Beatrice.

E ora?

Sperando di non creare qualche casino entro’ nella stanza piu’ vicina, chiudendosi la porta alla spalle il piu’ silenziosamente possibile.

Si ritrovo’ in una grande e lussuosa stanza da letto, con un’enorme cabina armadio e un bagno associato; c’erano abiti griffati sparsi ovunque e una cassetti aperti ricolmi di gioielli e profumi.

Stordito Page si guardo’ intorno per valutare la possibilita’ di una via d’uscita meno banale della porta d’entrata.

Ma i suoi pensieri furono interrotti dal rumore di risate proveniente dall’esterno.
- Cazzo! - sussurro’.

Preso dal panico spalanco’ l’anta di un’armadio e ci si infilo’ dentro.

Proprio in quel momento la porta si apri’ e due figure avvinghiate tra loro entrarono rumorosamente.

Jimmy riusci’ a vedere la scenetta dalla fessura tra le due ante e ne rimase abbastanza “colpito”:

una donna bionda ricoperta di diamanti, o cosi’ almeno parve a Page, colpito dal luccichio che l’insieme di innumerevoli gioielli che la donna portava provocava, si contorceva avvinghiata a un giovane dalla pelle olivastra.

Lui la baciava in maniera esageratamente passionale,come se avesse dovuto mangiarle la faccia.

I due si lanciarono sul letto e si strapparono i vestiti di dosso.

Jimmy distolse lo sguardo: 

non si era mai sentito imbarazzato in quel modo, e di certo avrebbe desiderato essere in qualunque altro luogo, possibilmente con Beatrice.

Chiuse gli occhi e si lascio’ scivolare contro la parete dell’armadio e si ritrovo’ seduto su pile e pile di golf di cashmere.

Cerco’ piu’ volte di non scoppiare a ridere ascoltando i gemiti animaleschi che i due emettevano dandosi da fare, li’ fuori, ma per il suo bene decise di tapparsi la bocca:

di certo non si sarebbe trovato in una posizione decente accovacciato in un armadio altrui con indosso praticamente solo le mutande.
- Oh Stephan...che ne dici di fare un bagno..insieme..- ansimo’ la donna all’esterno.

Quel che Jimmy capi’ fu che il letto smise di cigolare in modo imbarazzante e che uno dei due si alzo’ e ando’ nel bagno.

Page si rimise in piedi e, cercando di non picchiare la testa contro gli appendini di legno, sbircio’ fuori.

La bionda era intenta a indossare una vestaglia leopardata, con i capelli scompigliati e il viso arrossato.

Finalmente anche lei spari’, ridacchiando, nel bagno dove ricomincio’ la festicciola.

Jimmy apri’ piano la porta dell’armadio e sgattaiolo’ fuori dalla stanza sperando che quell’episodio potesse essere cancellato presto dalla sua mente.

Cammino’ lungo il corridoio dove, con immensa gioia, trovo’ Beatrice che si aggirava preoccupata di stanza in stanza.
- Jimmy! - urlo’,per poi tapparsi la bocca da sola, decisamente spaventata all’idea che qualcuno potesse beccarli.

Corse verso di lui e appena lo raggiunse gli riservo’ uno dei suoi sguardi infuocati.
- Ma che diavolo fai?? Cazzo sono morta di paura! Se qualcuno..-
- Ma tu sei sparita! Se no sarei venuto con te! - fece lui dispiaciuto.

Beatrice fisso’ intensamente gli occhi verdi di quel ragazzo, e nel loro profondo lesse vero dispiacere.
- Nulla - disse semplicemente circondandolo con le sottili braccia pallide - Andiamo -

Tenendosi per mano ritornarono nella camera della ragazza e si stesero sul letto.

Jimmy ripenso’ alla sua piccola avventura, ma decise di tacere, che ne sapeva lui?

Magari raccontandola avrebbe solo fatto male.

Rimasero a lungo cosi’,abbracciati.

Lei poggiava la testa sul suo petto e ascoltava il regolare battito del cuore dI Jimmy.

Lui respirava il profumo di Beatrice e si sentiva un uomo fortunato.

Poi pero’ si rese conto che era davvero tardi.
- Hey Piccola - le sussuro’ dolcemente all’orecchio.
- Uhm? - rispose lei alzando lo sguardo.

Jimmy rimase abbagliato dalla bellezza di quella ragazza che lo avrebbe fatto impazzire, osservo’ i suoi occhi verdi e le diede un delicato bacio sulle labbro rosee.
- Devo andare - disse a malincuore.

La ragazza di puntello’ sui gomiti e la sua espressione da sognante si fece triste.
- No no ti prego! Non mi lasciare.. -

Due lacrime sfuggirono a Beatrice che si accovaccio’ vicino a Page come per trattenerlo.
- Devo, lo sai che non potrei mai lasciarti sul serio, tornero’ appena posso -

Lei lo strinse forte.
- Ti prego.. - ripete’ la ragazza con voce rotta.

Jimmy si senti’ morire.

Sollevo’ il mento di Beatrice con la mano.
- Ti prometto che tornero’ appena posso - 

Le loro labbra si congiunsero.

Lui la strinse a se’ con passione e si distese sopra di lei.

Lei era quasi senza fiato ma continuo’ a baciarlo a costo di restare senza ossigeno.

Era lui il suo ossigeno.
- Devo andare Piccola, devo... - mormoro’ Jimmy.

La lascio’ andare dolcemente e si alzo’ da letto.

Raccolse i pantaloni da terra e si rivesti’ cercando di non guardare Beatrice, che aveva il viso stravolto.

Si infilo’ le scarpe e recupero’ le chiavi della macchina.

Raggiunse poi la finestra, e stava per andarsene quando una piccola mano bianca gli strinse la sua.
- Torna - gli sussurro’ la ragazza e le bacio’ nuovamente con delicatezza.

Jimmy rimase come incantato per qualche istante, poi pero’ torno’ in se’ e, mettendosi a cavalcioni sul davanzale si lascio’ cadere sula tettoia sottostante.

Beatrice lo osservo’ finche’ non lo vide sparire nella pineta.

Un dolore sconosciuto le strazio’ il cuore e calde lacrime caddero di nuovo.

Si stese sul letto e pianse fino ad addormentarsi

 

 

Salve a tutti :)

Saro’ premiata per essere la persona sulla terra che aggiorna la sua ff una volta ogni morte di papa! Evviva :3

Eh si, finalmente sono riuscita ad aggiornare, che dite ho perso la mano? O questo capitolo ve gusta?

Vi prego fatemelo sapere con una recensione, lunga o corta che sia mi mancano i vostri commenti! <3

Ci saranno nuovi personaggi nei capitoli successivi e nuovi fatti sconcertanti hehe

innanzitutto si iniziera’ a scoprire la fedelta’ di quella biondona :(

Domanda: a chi piace Lana del Rey?

Io la amoo :’) Sono l’unica?

Grazie a tutti voi che leggete e recensite o fate altro, vi voglio bene! <3

Un bacione

Bez

 

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