C'era una volta...

di fantasie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La real giostra. ***
Capitolo 2: *** Il salto spazio - temporale ***
Capitolo 3: *** Il salto spazio - temporale... 2 ***
Capitolo 4: *** Preparativi. ***
Capitolo 5: *** Che la giostra abbia inizio! ***
Capitolo 6: *** Le concorrenti ***



Capitolo 1
*** La real giostra. ***


Il titolo della fanfic è ispirato ad un film con Sophia Loren e Omar Sharif, che mi è venuto alla mente nello scrivere questa storia. E’ una commedia romantica in cui ci saranno un po’ tutti i personaggi di Rayearth. Ci sarà molto spazio per il rapporto fra Lantis e Hikaru, anche se la coppia principale sarà quella che prediligo e cioè Fuu & Felio.

 

 

C'ERA UNA VOLTA…

Capitolo I: La real giostra

 

REGNO DI CIZETA

Le porte del castello si aprirono.

Una piccola delegazione, composta di quattro soldati, due damigelle e un banditore fecero ingresso nell’ampio e sfarzoso salone reale. Le due fanciulle avevano in mano un cesto colmo di petali di fiore e, man mano che avanzavano verso il centro della sala pescavano manciate profumate che lasciavano cadere sul pavimento.

Di fronte, sui rispettivi troni, due bellissime ed avvenenti principesse. Le chiome rosse e lucenti erano acconciate in due diverse pettinature, ugualmente sofisticate, che  ricadevano sui corpi flessuosi e abbronzati, ricoperti da pizzi e trasparenze.

Giunta in prossimità di dove sedevano le due regnanti, la delegazione si fermò e tutti si inchinarono reverenzialmente. L’annunciatore, atteso il cenno di assenso da parte delle sovrane, cominciò: “Vi porgo i miei omaggi e quelli di Sephiro, principessa Tarta e principessa Tatra; sono giunto qui a Cizeta, per recarvi un lieto annuncio”.

“Oh notizie dai nostri amici di Sephiro” fece Tarta rivolgendosi alla sorella.

“Con il vostro permesso mi accingo a leggere il dispaccio qui presente” continuò il banditore.

“Avanti” fece Tatra.

Così, l’uomo tese bene la pergamena che aveva in mano, si schiarì la voce e cominciò:

“Il Regno di Sephiro, dopo tempi bui e perigliosi, ha riconquistato,

 grazie all’aiuto dei Leggendari Cavalieri, la pace e la prosperità.

Ed è per garantire che questo stato di cose non venga a mutare,

per Sephiro e per gli altri pianeti del sistema Upsilon, che il principe Felio,

sovrano del Regno, ha deciso di suggellare l’alleanza fra i popoli,

sposando una principessa del sistema.

Ed è a tale scopo che si terrà una real  giostra,

che vuole essere divertente modo per scegliere colei

che si unirà in matrimonio col principe di Sephiro,

con la speranza che i legami di sangue che ne verranno,

consolideranno la concordia fra i popoli.”

“Che bello!” la principessa Tarta saltò dal trono “una competizione” fece entusiasta “vuol dire che se partecipassimo potremmo divenire principesse del più bel pianeta del sistema”.

Tatra invece sembrava più pensierosa.

“Oh, fra l’altro Felio è proprio un bel ragazzo… uno dei più ammirati del sistema. Ohhh! Come sono emozionata” disse Tata portandosi le mani al volto, per raffreddare le guance arrossate.

Tatra invece domandò al nuncio: “Che genere di gara sarà? Ci saranno delle prove?”

“Mi spiace, questo è quanto. Null’altro mi è dato sapere” fece il banditore.

“Bene potete andare allora” fece Tatra e poi rivolta alla sorella: “Mah… a quanto sapevo il principe era legato a una ragazza… ma forse ricordo male”.

Ma Tarta non stava neanche a sentirla, intenta a contemplarsi in uno specchio, incipriandosi il naso e sistemandosi i capelli.

Si voltò verso Tatra e disse: “Allora quando partiamo?”

 

REGNO DI SEPHIRO – SALA DEL TRONO

Le porte di ingresso della sala reale si aprirono… o meglio furono spalancate fragorosamente. Una ragazza dai capelli ed occhi corvini fece il suo ingresso, con passo svelto, seguita da un ragazzo che doveva avere più o meno la stessa età.

Si vedeva chiaramente che era alterata, se non per i pugni serrati, quantomeno per gli occhi iniettati di sangue.

Le guardie reali le si pararono davanti, incrociando le alabarde, per non farla avanzare.

“Fermi” gridò una voce “lasciatela passare”.

La ragazza scostate bruscamente le lance, si avvicinò al trono e si ritrovò di fronte a lui, che intanto si era alzato.

“Allora, cosa significa?” disse infuriata, sbattendo in faccia al principe, una pergamena sgualcita.

“Beh credo che sia chiaro il suo contenuto. Cos’è Aska, non sai leggere?”

“Fai poco lo spiritoso Felio… Sai bene cosa intendo?” disse con gli occhi che cominciavano a riempirsi di lacrime.

Al fianco del principe comparve il vecchio saggio.

“Principessa Aska” fece Clef  “ha deciso di prendere parte anche lei alla giostra?”

“Neanche per sogno” tuonò la giovane. “Ho bisogno di parlarti in privato” fece rivolta a Felio “senza che ci siano orecchi indiscreti ad impicciarsi” guardando eloquentemente Clef.

Quest’ultimo, rivolgendo lo sguardo al principe, disse: “Mi raccomando, però, fa presto ritorno, fra un po’ arriverà la delegazione di Autozam. Non sarebbe cortese farli attendere”.

“D’accordo” rispose Felio, con voce piatta.

 

REGNO DI SEPHIRO - GIARDINI DEL CASTELLO

Felio ed Aska, seguiti dal fedele Sang Yung, si incamminarono per i giardini che circondavano il castello e si fermarono dinanzi ad una piccola fonte.

“Allora, mi vuoi spiegare o no” fece la principessina, che si era nel frattempo un pochino calmata.

“Cosa vuoi che ti dica Aska… perché ho accettato questa pagliacciata? Credi davvero che Clef mi abbia lasciato scelta?” rispose il principe.

“Si..ma se lei dovesse far ritorno… le si spezzerebbe il cuore”. La voce della ragazza tremava.

“Aska, abbiamo provato milioni di modi per cercare di aprire un passaggio dimensionale con la Terra … lo sai bene!” fece con voce sconsolata “e tutti sono miseramente falliti. Io ti ringrazio per quello che hai fatto. Sei stata una vera amica, per me e per Fuu. Insieme abbiamo consultato un milione di testi antichi; abbiamo spremuto fino all’ultima goccia il sapere del vecchio Chang; sono trascorse notti intere mentre cercavamo una qualche formula o una qualche leggenda che ci desse speranza. Ma, ad oggi, niente. Non ci siamo andati neanche lontanamente vicino. Lei appartiene ad un altro mondo. E non tornerà. Sephiro, ormai, vive in pace… hai visto com’è diventato rigoglioso… forse ancor più di prima e quindi non c’è nessun motivo per il quale i cavalieri debbano essere richiamati a lui”.

Aska lesse negli occhi del principe un’immensa tristezza. Ma non poteva credere che lui si fosse rassegnato a perdere l’amore della sua vita.

“E quindi ti vuoi arrendere così… altro che principe sei solo un vigliacco!”. Calde lacrime le sgorgavano dagli occhi, per scendere rapidamente giù per il viso. Sang Yung le poggiò una mano sulla spalla per consolarla.

“Ehi Aska aspetta… io non ho detto affatto che non continuerò a provare. Finchè il mio cuore batterà lo farà solo per lei. E fino a che ne avrò la forza cercherò un modo per riaverla. Ma sono il principe di Sephiro, e come tale ho delle responsabilità”.

“Quindi nel frattempo ti consolerai fra le braccia di un’altra!” disse spazientita.

“Non ho detto neanche questo… E’ vero ci sarà una gara… ma non significa per forza che qualcuno la vincerà” disse con un guizzo negli occhi il principe.

“In che senso?” fece curiosa la ragazza.

“Se hai pazienza, ti racconto tutto”.

 

REGNO DI SEPHIRO – QUALCHE TEMPO PRIMA

“Hai notato il vivo interesse che ti ha dimostrato la principessa di Paranos” fece Clef.

“Quale principessa… ah sì quella che ha ancheggiato come un'oca per tutto il tempo” rispose altezzoso Felio. Far infuriare il saggio di Sephiro era il suo passatempo preferito, e le curve burrose della ragazza, che lei aveva cercato in tutti i modi di sbattere in faccia al principe, cadevano a fagiolo.

Clef lo ignorò: “Paranos è un pianeta molto importante e un’alleanza con loro sarebbe fonte di equilibrio per tutto il sistema. E poi è necessario pensare a preservare la stirpe reale!.

“Vieni al dunque” disse infastidito Felio.

“Io trovo che la principessa Tipsy sia alquanto graziosa” continuò il saggio.

“Beh chiedila in moglie allora!”

Lafarga che era lì e fino a quel momento era rimasto serio, accennò ad un sorriso. Cardina si nascose dietro di lui, perché se Clef l’avesse vista ridere si sarebbe di certo arrabbiato. Ed era già sulla buona strada.

“Io lo dicevo per te” Clef cercava di mantenere la calma “è ora che Sephiro abbia un ruolo di primo piano nel sistema di Upsilon. Lo sai che è un regno molto ambito per la sua bellezza e vitalità, e assicurarci un legame solido con altri pianeti, soprattutto militarmente più preparati di noi, ci garantirebbe meno rischi di attacchi esterni”.

Felio lo guardò interrogativo, fingendo di non aver capito dove volesse andare a parare.

Clef fu esplicito: “Allora non ti piacerebbe sposare la principessa Tipsy, so che a lei tu piaci molto e che ti concederebbe la sua mano. Ti ripeto trovo che sia molto graziosa e…”

“Ehi Clef ma ci vedi bene.. ha il sedere più grosso del cavallo di Lafarga” sbottò il principe.

Cardina non riuscì più a trattenersi e scoppiò in una fragorosa risata.

Il saggio sbattè con forza  il bastone sul pavimento. “ORA BASTAAA” gridò, cercando di ristabilire l’ordine.

“Tu sei il principe di Sephiro e dovresti iniziare a ragionare da tale”.

In effetti, dopo l’abolizione della colonna portante e la ripartenza dei Cavalieri Magici, Clef, ascoltando anche le idee degli abitanti, si era posto il problema di quale forma di governo dare a Sephiro. Serviva comunque una persona, simbolo di unità, che lo rappresentasse, specie nei rapporti con gli altri pianeti.

La scelta dopo alcuni dibattiti, era ricaduta su Felio, avendo l’età e il carisma giusto per quel ruolo; e comunque essa era sentita da tutti come più che legittima, visto che si trattava del fratello di Emeraude.

E in effetti il principe aveva saputo farsi amare dalla popolazione, per la sua umiltà e il suo buon carattere.

Per quanto prendesse con serietà il suo ruolo, volendo garantire la pace per quel regno che tanto amava, spesso si trovava a dover lottare con la sua natura ribelle, che Clef ben conosceva, e con il suo passato di spadaccino girovago.

Essere il principe di Sephiro significava comunque non potersi allontanare ogni volta che voleva dal castello, ed errare senza meta per giorni interi; non poter mandare a quel paese gli ambasciatori più scoccianti e indisponenti; seguire il rigido cerimoniale di corte e ora… anche prendere moglie!.

“Ma perché dovrei sposare una ragazza che non mi piace?” fece il principe.

E il saggio: “Una volta è bassa… un’altra volta è per il colore dei capelli…ora perché è troppo formosa…”

“Stavolta è vero… non puoi negare che abbia il sedere più grosso del cavallo di ,,,”

“BASTAAA…. tanto lo so che sono tutte scuse… mi prendi per stupido… è semplicemente che tu non ti vuoi sposare” fece Clef col sangue che gli schizzava dagli occhi.

“Non è vero… è che a me piacciono le donne filiformi” disse il principe voltandosi e dando le spalle al saggio.

“Si… e con gli occhi verdi e i capelli biondi!” aggiunse Cardina da dietro le spalle di Lafarga.

Felio le lanciò uno sguardo tagliente.

“Va bene” Clef cercò di ricomporsi “ho deciso, sposerai la principessa di Paranos… punto e basta”.

“Te lo scordi… a me lei non piace” ribatté  Felio.

“Non ha importanza… quello che conta è il destino di Sephiro.. e poi esageri… col tempo potresti apprezzare le sue curve generose!”

Un lampo illuminò gli occhi del principe: “Allora dimmi Clef, in tutta sincerità… se tu avessi lei e Umi di fronte e dovessi scegliere una delle due in sposa, opteresti per Tipsy!”. Felio conosceva il debole del saggio per il cavaliere magico dell’acqua e voleva spudoratamente provocarlo. E poi, effettivamente, era difficile trovare una ragazza più affascinante di Umi.

Clef arrossì spiazzato dalla domanda: “Che centra questo esempio… sei tu che ti devi sposare!”

“E allora sono io che devo scegliere la sposa!” fu la risposta.

“D’accordo! vuoi scegliere…BENE TI FARO’ SCEGLIERE… Manderò un dispaccio in tutti i pianeti del sistema. Tutte le principesse che vorranno candidarsi saranno le benvenute… So che molte sono interessate… E dunque avrai molte donne fra cui scegliere, alcune fra le più belle del sistema, e questa volta non potrai addurre alcuna scusa” disse Clef esasperato.

Felio rimase interdetto; non si aspettava una tale risposta dal saggio. Lo stava incastrando! Cercò di pensare ad una soluzione. Doveva rapidamente venirgli un’idea in testa.

“Va bene” fece con aria di sfida il principe “ma sarà sotto forma di competizione: io stabilirò delle prove e chi le supererà diverrà mia moglie. La principessa di Sephiro dovrà essere all’altezza delle aspettative mie e del Regno”.

Clef sapeva bene che Felio tramava qualcosa, ma non poteva far altro che accettare quel capriccio, almeno così lui lo vedeva, e sperare che una delle pretendenti riuscisse a far breccia nel suo cuore.

“E sia… Ma dimmi, che genere di prove saranno?” chiese Clef.

“Sarebbe troppo facile per le partecipanti se lo sapessero…sarà una sorpresa!” rispose con fare impertinente il principe.

“Mando subito i delegati per i vari pianeti del sistema…prima che tu ti inventi qualche altra scusa” disse il saggio, uscendo dalla sala.

“Che cosa hai in mente, Felio?” chiese curiosa Cardina, una volta che Clef si era allontanato.

“Non lo so bene neanche io!” rispose pensieroso.

 

REGNO DI SEPHIRO - GIARDINI DEL CASTELLO

“Allora Aska, hai capito? Predisporrò le prove in modo tale che nessuno riesca a superarle tutte ed arrivare alla fine!”

“E metti caso che qualche svampita principessa del sistema, per fortuna o per bravura, ce la faccia… che farai, eh? te la sposerai?”

Il principe sembrava sicuro di sé: “Non accadrà!”

“Beh non so come fai a essere così tranquillo” aggiunse Aska.

Felio poggiò le mani sulle spalle della principessa di Fahren. “Non avevo altra scelta; può darsi che dopo questo fallimento, Clef si rassegni e demorda dall’intento di farmi sposare”.

La principessina lo guardò negli occhi, gli schioccò un bacio sulla guancia e si allontanò dicendogli: “Non starò a guardare gli eventi… qualche cosa devo inventarmi pure io!”

 

ASTRONAVE “DOME” DELLA PRINCIPESSA ASKA

“Presto Sang, manda i motori alla massima potenza, non c’è tempo da perdere” ordinò Aska.

“Principessa che intenzioni hai?” chiese il suo assistente.

“Di riuscire in quello in cui finora abbiamo fallito” rispose, strizzandogli l’occhio.

 

PIANETA TERRA – CASA DI FUU

DLIN DLON

“Kuu puoi andare ad aprire tu, sono in bagno!” gridò Fuu.

“D’accordo” rispose la sorella dirigendosi giù per le scale. La ragazza aprì la porta: “Umi, Hikaru ciao, entrate” fece scostandosi.

“Ciao Kuu” fece Umi.

“Ciao, tutto bene?” si aggiunse Hikaru.

“Si grazie…Fuu viene subito, andiamo in cucina e prepariamoci una bella cioccolata calda”.

Dopo un po’ Fuu le raggiunse: “Che bella sorpresa, ragazze”.

Abbracciò le amiche e si sedette al tavolo con loro.

Stavano sorseggiando la calda bevanda quando la discussione pilotata da Kuu cadde sull’argomento RAGAZZI. e  non era un caso.

“Senti Fuu…ti ricordi del mio amico Kenji?” disse alla sorella.

“Si.. vagamente.. perché?”

“Vedi mi ha chiesto…ecco…se tu…insomma… vuoi uscire con lui?” fece Kuu.

Ma prima che Fuu potesse rispondere, si intromise Umi.: “Oh.. è una buona idea… dovresti fare un po’ più di vita sociale. Pensi solo a studiare” disse con impeto.

Fuu portò la mano al mento e guardò Hikaru, che arrossì. Quella ragazza era un libro aperto e leggere in fondo ai suoi occhioni era fin troppo facile.

“Kuu” disse Fuu con voce minacciosa “non è che le hai invitate per farti dare manforte mentre giochi con me all’agenzia matrimoniale?”

Kuu, tutta imbarazzata farfugliò una scusa, ma davanti all’evidenza dovette arrendersi.

Questa volta fu Hikaru a parlare: “Fuu… è che siamo un po’ preoccupate, sei sempre chiusa in casa e in questo periodo sei particolarmente triste, si vede, e sai..ci dispiace”.

Fuu non era arrabbiata, anzi era intenerita da quel maldestro tentativo di combinarle un appuntamento.

“Ragazze” disse rivolgendosi a Umi e Hikaru “non dovete preoccuparvi, io sto bene.. e poi non è certo un ragazzo che…”

Ma non finì la frase, anche perché interrotta dalla sorella: “Senti Fuu io non sono d’accordo, non puoi restare da sola a vita”.

“Non credi siano sufficienti le cene che mamma e papà organizzano con i loro amici, che guarda caso si portano sempre dietro qualche figlio o nipote della mia età o poco più grande?” rispose Fuu.

“Figurati hai detto tutto! E’ talmente assurdo che tu a diciotto anni non esci mai con un ragazzo, che pare strano anche ai nostri genitori!” ribattè con trasporto.

“Ma che ne sai tu, chi ti dice che io non abbia avuto mai un ragazzo?”

Fuu si stava un po’ indispettendo. In fondo non poteva neanche dire che Felio fosse stato il suo ragazzo. Su Sephiro non c’era stato certo il tempo per amoreggiare e per quanto i loro reciproci sentimenti erano stati ben chiari a tutti e due, non aveva neanche mai baciato il suo principe. E fra l’altro doveva ammetterlo, nell’ultimo periodo si era parecchio intristita. Più il tempo passava e più Felio le mancava. Ed erano trascorsi ormai quattro anni.

Uscire con qualche ragazzo, anche solo per un gelato o il cinema era un’idea che escludeva a priori. Non solo le sarebbe quasi sembrato di tradire Felio; ma anche perché non aveva mai trovato un ragazzo minimamente interessante… o meglio, nel confronto col suo principe erano tutti perdenti… in partenza.

“Dai ragazze, cambiamo argomento vi prego” fece Fuu.

In quel momento squillò il telefono e Kuu andò a rispondere. Umi invece era impegnata a chiacchierare al cellulare con un’amica.

Hikaru prese la mano di Fuu: “Io ti capisco, amica mia, quando c’è qualcuno nel tuo cuore, è come se non riuscissi neanche a vederli gli altri ragazzi” fece dolcemente.

“Hikaru, ti posso fare una domanda? Credi che rivedremo mai Felio e Lantis?”

 

PIANETA TERRA – CASA DI HIKARU – DUE SETTIMANE PRIMA

Hikaru tirò via il nastro che le legava la treccia. I capelli ribelli, immediatamente si sciolsero. Prese due forcine e legò due ciocche ai lati, in modo che non le finissero davanti agli occhi.

Si guardò allo specchio. Forse così femminile non si era mai vestita. Eppure aveva una semplice gonna bianca, neanche troppo corta, ed una maglietta rossa un po’ aderente, che le esaltava sì la figura, ma che comunque lasciava scoperte sole le braccia.

Le scarpe col tacco sarebbero state troppo… e in realtà non ne aveva neanche. Infilò le sue comode ballerine, e si guardò un altro attimo. Certo in quattro anni non era cresciuta tanto, almeno di altezza, ma a detta di molti, era proprio il suo corpicino così  ben proporzionato, che aveva fatto perdere la testa a molti ragazzi.

Eppure lei, nella maggior parte dei casi non se ne rendeva nemmeno conto, e ingenuamente offriva amicizia a chi cercava ben altro, spezzando a volte qualche cuore, molto più che se avesse opposto un secco rifiuto.

Prima dell’avventura su Sephiro, non era per nulla interessata all’amore, quello che manda in crisi tutti i meccanismi del tuo corpo quando sei di fronte alla persona desiderata.

Quella parola tutt’al più poteva usarla solo per i fratelli e i genitori.

Poi, nel Regno di Emeraude, le cose erano cambiate.

Un cavaliere all’apparenza freddo e misterioso, aveva cominciato ad inoltrarsi per quelle vie che sboccano dritte nell’anima, per imprimersi indelebilmente in essa.

E ora invece, stava preparandosi per il suo primo appuntamento… con un ragazzo… un appuntamento romantico!

“Perché ho accettato? Perché… devo andare avanti! Perché… devo avere una vita normale! Ma che vita può essere quella in cui non hai l’unica persona con cui desideri passarla!” Quelle domande l’avevano accompagnata per tutta la giornata fino al momento in cui era scoccata l’ora in cui i nodi sarebbero venuti al pettine.

“Che faremo? Andremo a prendere un gelato? O al cinema?”

Per lei quelle cose non avevano alcun significato ed importanza. Nulla di lontanamente paragonabile ai momenti trascorsi con Lantis su Sephiro. Immersi nella natura, ad ascoltare il canto degli uccellini. Senza bisogno di proferir parola, perché quei silenzi per loro valevano più di mille frasi d’amore.

Erano così diversi e pure così uguali, lei e il suo sfuggente cavaliere. Due anime complesse, piene di dubbi e di inquietudini, ma allo stesso tempo sempre pronte ad offrire il proprio aiuto anche a costo della vita.

Udì il campanello suonare.

Scese, impedendo al suo cervello di pensare altro e lasciandosi guidare solo dal suo corpo.

Aprì la porta e si trovò di fronte uno splendido mazzo di fiori. “Sono per te!”

Hikaru lo prese con le mani che le tremavano. Sentiva le lacrime che le stavano scendendo dagli occhi. E non era certo commozione per l’omaggio ricevuto.

Era tristezza! La tristezza di dover andare avanti con la vita! Di fare quello che le ragazze della sua età facevano! Di dover abituarsi all’idea che non sarebbe tornata più su Sephiro!

Quasi affondò il viso nei fiori per evitare che le sue emozioni potessero trapelare, e peggio, che potessero essere scambiate per altro. Si girò: “Oh grazie, li metto subito in un vaso… entra!”

“Ma perché mi sono cacciata in questa situazione” pensava “che stupida sono stata a seguire i consigli di Umi! Esci…vai …vedrai che ti divertirai…a me vien da piangere!”

Mentre sistemava i fiori nel vaso, e il suo spasimante tamburellava imbarazzato le dita sul tavolo, sentì le chiavi che si infilavano nella toppa!

Chi poteva essere! Si era accertata che non ci fosse nessuno a quell’ora. Specie i suoi fratelli che se l’avessero vista uscire con un ragazzo l’avrebbero ammazzato.

Sentì solo urlare: “Ehi sorellina ci sei?”

Il suo corpo non riuscì a reagire e il fratello la trovò così, ancora a sistemare i fiori nel vaso.

Quando vide il ragazzo seduto sulla sedia, i suoi occhi si sgranarono.

“Chi sei? Che ci fai in casa mia?”

“Sono un amico di Hikaru dovevamo…” cercò di dire, intimidito dal fare aggressivo del suo interlocutore.

“Cosa volevi farle eh… volevi importunarla…volevi approfittarti di lei!” gridò dirigendosi verso lo sbigottito ragazzo.

“No, Sun, non è così ..lui voleva…” disse Hikaru, ma era troppo tardi.

Sun lo aveva già divelto dalla sedia e spinto verso la porta della cucina, colpendolo con un gancio ben assestato.

“Hikaru è una bambina… come ti permetti di provarci con lei” disse furioso.

Il ragazzo, rialzatosi da terra, raccolse le sue forze e scappò verso la porta implorando: “Ti prego, me ne vado… ti giuro non guarderò neppure più tua sorella”. E, preso il vialetto esterno, sparì nella strada.

“Per questa volta ti risparmio… non farti vedere mai più da queste parti!” gridò.

Sun  sapeva che Hikaru non voleva si intromettesse così nella sua vita. Aveva cercato in tutti i modi di farle confessare per chi erano i sospiri e le lacrime che alcune volte aveva scorto. Ma niente. E ora immaginava, che la sorella si sarebbe seriamente arrabbiata per quella sceneggiata. Ma non poteva farci nulla, vedere mani fameliche che si allungavano sulla sua piccola e indifesa sorellina (così almeno lui la vedeva), gli facevano perdere i lumi della ragione.

Invece rientrato in casa, si trovò le braccia di Hikaru al collo “Grazie Sun…grazie” e scoppiò a piangere.

“Ma allora ti ha fatto del male” e liberatosi dall’abbraccio corse in direzione della porta, per imboccare rapidamente il vialetto.

“No aspetta Sun… hai sbagliato a capire!”

Ma ormai era troppo lontano perché la sentisse.

Hikaru cacciò un sospiro. Si sentì decisamente sollevata e serena. Non lo stesso avrebbe potuto dire il suo povero spasimante se Sun l’avesse raggiunto.

 

FARHEN - PIANETA DI ASKA

“Allora vecchio saggio da strapazzo vedi di darti una mossa… voglio immediatamente una risposta” disse Aska furiosa.

“Ma principessa… le ho detto che avrei lavorato a questo progetto ma non sono sicuro che funzioni… è un altro tentativo che potrebbe…”

“Ti do ancora un altro po’ di tempo, dopodichè, se non funziona, ti faccio giustiziare!” tuonò la principessina.

Il saggio strabuzzò gli occhi e anche se quella minaccia se la sentiva fare sin da quando Aska era una bambina, si rimise immediatamente all’opera.

“Questa volta deve funzionare” disse, rivolta a Sang Yung.

“Le ricordo principessa che se questo tentativo dovesse andare in porto, dovrà trovare qualcuno molto forte che venga con lei… il suo esile corpo o quello di Sang non reggerebbero mai il salto spazio temporale” fece il vecchio Chang.

“Lo so, lo so..me l’hai detto. Continua, invece di perdere tempo” e uscì dalla stanza trascinando fuori il suo assistente.

“Principessa, ma il principe Felio sa di questo nuovo esperimento?”chiese Sang.

“No, speravo di fargli una sorpresa. Era inutile coinvolgerlo. Mi dispiace vedere tutto quell’entusiasmo e quella speranza che sfuma man mano che si rende conto che abbiamo fatto un nuovo buco nell’acqua. Così volevo valutare prima  l’attendibilità della leggenda!”

“Perché ora siamo venuti nella sala reale?” Ma il ragazzo, in quello stesso momento vide venire una guardia, che, inchinatasi disse: “Faccio entrare l’ospite che attende, mia principessa?”

“Si, subito” gli rispose, impaziente, Aska.

Un cavaliere alto e possente fece il suo ingresso. Sang Yung era piuttosto intimidito da quella presenza.

“Mi cercava principessa Aska?” disse.

“Si Lantis… devo chiederti un gran piacere!”

_ CONTINUA  _

Per chi non conoscesse i corrispondenti nomi del manga:

Ferio - Felio

Anemone - Fuu

Luce - Hikaru

Marina - Umi

sorella Anemone - Kuu

Rafaga - Lafarga

Piripicchio - Sung Yung

 

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Capitolo 2
*** Il salto spazio - temporale ***


capitolo primo

CAPITOLO II

IL SALTO SPAZIO – TEMPORALE

 

PIANETA DI SEPHIRO - CASTELLO

Il principe era affacciato ad una delle balconate del castello, assorto a guardare il cielo.

Due figure si avvicinarono.

Una mano si poggiò sulla sua spalla: “Allora come va… futuro sposo?” fece Lafarga.

“Scherza pure tu… vorrei vederti nella mia situazione. Per te è stato tutto naturale. Hai conosciuto Cardina, ti è saltata al collo e l’hai sposata”

“Senti sai benissimo che non è facile avere a che fare con quella donna.. E’ prepotente, impicciona e rumorosa con la voce stridula che si ritrova”. Ma gli occhi dello spadaccino tradivano chiaramente l’amore per la moglie.

“Guarda che per quello che ho sentito dire ci saranno alcune ragazze molto… molto belle!” fece Ascot cercando in qualche modo di tirarlo su di morale.

“E che vuoi che me ne importi … se siete venuti a fare il gioco di Clef, potete anche andarvene” disse con nervosismo Felio.

“Dai lo sai che siamo tuoi amici” continuò Ascot “volevo intendere che almeno non sarà tutto questo sacrificio… insomma non devi per forza amarla…”

“Però almeno avrai qualcuno che ti riscalda nel letto” aggiunse Lafarga.

“Tsk…Purtroppo voi non potete capire!” rispose stizzito.

Non potevano capire che era già abbastanza doloroso così! Amare profondamente una persona che apparteneva ad un’altra dimensione, ma che sapeva essere l’unica capace di fargli battere il cuore. E cercare… cercare con caparbietà di poter tornare a stringerla, ad accarezzarla, ad inebriarsi del profumo della sua pelle.

Non era certo infilarsi a letto con un’altra donna che poteva aiutarlo… E questo lo sapeva bene..

 

PIANETA DI ASKA

“Allora vecchio, fai le tue ultime preghiere, perché se non dovesse funzionare sai cosa ti attende!”

Il saggio deglutì: “Allora cavaliere, con la tua energia dovrai creare uno scudo intorno alla principessa, impedendo che durante il salto, le onde magnetiche che si produrranno, facciano implodere il suo corpo”.

“Ehi… ma perché c’è questa possibilità!” fece Aska impallidita improvvisamente.

“Credo che il cavaliere riuscirà a tenere..” rispose il saggio.

“Credi…credi…maledetto vecchio… Sang se non dovessi tornare fallo giustiziare” sentenziò.

Stava dirigendosi verso Lantis, ma si voltò un attimo in direzione del suo fido assistente, visibilmente preoccupato e gli sussurrò dolcemente: “Sta tranquillo andrà tutto bene”

Il saggio aveva predisposto in cerchio le pietre magnetiche che avrebbero contribuito ad aprire il passaggio:

“Ecco dovete sistemarvi al centro di esse” e passando loro un sacchetto disse “dopodichè prendete un pugno di questa polvere e gettatela ai vostri piedi… ce n’è abbastanza anche per il viaggio di ritorno… ammesso che partiate… e ammesso che restiate viv..” il saggio tossì e si affrettò a continuare prima che Aska ordinasse una volta per tutte di giustiziarlo.  “Dovrete concentrarvi molto… è il vostro pensiero che dovrà indirizzarvi dalla persona giusta”.

Lantis era rimasto in silenzio. La sua natura schiva era conosciuta anche dalla principessa di Fahren, che aveva però imparato ad apprezzare quel cavaliere taciturno.

Felio si era rivolto a lui con la speranza che potesse aiutarlo a trovare un modo per aprire il varco con la Terra.

Ciò perché Lantis, a suo tempo, dopo aver lasciato il suo posto di capo delle guardie della principessa Emeraude, aveva vagato a lungo nel sistema e aveva così acquisito molte conoscenze sulle leggende degli altri pianeti. Purtroppo nessuna però su collegamenti spazio temporali.

In fondo, però, anche il fratello di Zagart aveva interesse in quella ricerca: come Felio anche lui aveva un conto in sospeso con il passato .. un passato che aveva la forma di una dolce fanciulla terrestre.

E in quel tempo, nei suoi viaggi per il sistema Upsilon, era andato alla ricerca di qualche indizio, fino a che non si era imbattuto, sul pianeta Kureta, in questa magica pianta, da cui era possibile estrarre, secondo la leggenda che la riguardava, una polvere per aprire varchi dimensionali.

D’accordo con Aska, non ne aveva fatto parola a Felio, in attesa che il saggio Chang ne studiasse le proprietà.

Poi le cose erano precipitate; la gara con in primo premio il principe di Sephiro, avevano richiesto un intervento repentino.

Nessuna prova, nessuno studio più approfondito. Dovevano sperare che funzionasse e basta.

E in cuor suo Lantis era convinto che ce l’avrebbero fatta.

Abbracciò la principessina, circondandola con il mantello. Aspettò un cenno dei suoi occhi per capire quando fosse pronta, si concentrò, pescò un pugno di polvere e la gettò ai suoi piedi.

BOOOOOM!

 

PIANETA TERRA – CASA DI FUU

Finalmente Kuu aveva smesso di cercare di piazzare la sorella a tutti i costi e il discorso era caduto sulle insufficienze scolastiche di Umi.

“Uffa non è mica colpa mia se la matematica è così difficile”

“Beh se la studiassi non ti sembrerebbe così ostica, tu invece ti rifiuti di aprire il libro” le disse Fuu.

“Parli bene tu che hai il quoziente intellettivo di Einstein” aggiunse Kuu.

BOOOOOM!

Un boato provenì dal salone, accompagnato da un alzarsi di polvere che arrivò fino in cucina.

Kuu dalla paura cadde dalla sedia.

Fuu e Hikaru dopo un attimo di sbigottimento corsero a vedere. Dovettero però aspettare che le polveri si diradassero.

Il cuore di Hikaru cominciò a battere all’impazzata, al punto tale che le fu istintivo portare le mani al petto, quasi a non farlo uscire fuori. Quel mantello… quella capigliatura nera… quei due occhi taglienti che fendevano il buio.

Le gambe cominciarono a tremare, non sapeva se di emozione nel rivederlo o di paura per la possibilità che fosse solo un sogno.

Il cavaliere spalancò le braccia per rivelare alle due ragazze quanto c’era sotto il suo mantello.

Aska, ancora intontita, aprì gli occhi, che per tutto il tempo del salto aveva tenuto chiusi, e vide Fuu di fronte a lei con un’aria del tutto incredula. Le corse incontrò e le si gettò al collo mentre gridava: “Lantis ce l’abbiamo fatta… ci siamo riusciti” .

Fuu ricambiò l’abbraccio pur essendo ancora sotto shock.

Gli occhi di Lantis e di Hikaru, invece, non avevano smesso di puntarsi da quando lei era entrata dalla porta del salone.

A lenti passi avanzò verso lui, come se non ci fosse più niente e nessuno attorno a loro, nessun rumore, nessuna voce.. non il tempo a scorrere… solo loro.

Avvicinò la mano tremante al volto del suo cavaliere, come se non fosse reale, come se le sue dita potessero attraversare la sua immagine e confermarle che era tutto un’illusione.

Ma quando incontrò il volto amato, e potè avvertire al tatto la sua pelle morbida, non riuscì ad impedire che le lacrime iniziassero a scendere.

“Oh Lantis… allora è vero” cominciando a singhiozzare sul suo petto. Sentì solo un lieve tocco poggiarsi sul suo capo e carezzarlo dolcemente.

In quel momento Umi e Kuu fecero il loro ingresso nella stanza e si trovarono di fronte quella singolare scena…il tutto fra le polveri che ancora svolazzavano nell’aria.

“Ma che succede qui” fece Kuu con aria sbigottita, spezzando la magia di quel momento.

 

PIANETA KURETA

…che si unirà in matrimonio col principe di Sephiro,

con la speranza che i legami di sangue che ne verranno,

consolideranno la concordia fra i popoli.”

“Grazie potete andare”.

Due occhi azzurri e taglienti puntarono il re: “Padre voglio partecipare …il pianeta di Sephiro è il più bello del sistema e un’alleanza è quel che ci serve!”

“E così vuoi sposare il principe Felio, non è vero Maya” rispose il re con fare indagatorio.

“Ma che stai dicendo padre…. sì conosco il principe, ma lo faccio soprattutto per il nostro regno” mentì.

 Lei lo voleva. Si era innamorata a prima vista di Felio quand’era stata su Sephiro e non se lo sarebbe lasciato scappare per nulla al mondo.

“Prepariamoci a partire…allora” decretò il re.

 

PIANETA TERRA – CASA DI FUU

Kuu era distesa sul divano con un fazzoletto bagnato sulla fronte.

Non sapevano bene se l’avesse scioccata di più l’esplosione, i due stranieri vestiti come personaggi delle favole o la storia di Sephiro e della loro avventura in un’altra dimensione, che a quel punto Fuu era stata costretta a raccontarle. Non aveva scelta: così l’avrebbe coperta con i genitori, che di lì a qualche giorno sarebbero rientrati.

Era confusa. Cosa ci facevano lì Aska e Lantis… e Felio?

Era così contenta per Hikaru, le faceva tenerezza, così incredula e felice allo stesso tempo. Ma d’altro canto aveva una strana sensazione, perché Aska dopo l’iniziale gioia che le aveva mostrato, si era molto incupita.

La principessa effettivamente non aveva la minima idea di come raccontare all’amica la situazione… di come fare a dirle che Felio stava per sposarsi.

Decise di prendere il toro per le corna.

“Fuu se sono venuta fin qui è perché dovevo trovarti e dirti una cosa molto importante. Sei la prima che mi ha dato un’amicizia sincera e io voglio ricambiare” disse tutto di un fiato.

Fuu avvertì che non le avrebbe dato buone notizie. “Felio sta bene vero?” fece preoccupata.

Kuu drizzò le orecchie: un nome maschile sulle labbra della sorella “Mmh.. molto interessante” pensò.

“Si sta tranquilla… la sua vita sta a cuore molti ormai…. è stato eletto principe di Sephiro. Era necessario che ci fosse qualcuno a tenere unito il popolo e a rappresentarlo con gli altri pianeti” rispose Aska.

Le sue gote erano arrossite, mentre tirava un sospiro di sollievo, e sorrise al pensiero del suo principe… del suo Felio.

La principessa di Fahren invece avvertì un nodo alla gola. La situazione si stava solo complicando ed era meglio vuotare il sacco il prima possibile.

“E’ inutile perdere tempo in lunghe premesse” e così dicendo estrasse dalla mantellina una pergamena sgualcita e la porse ad Fuu.

“Cos’è?” fece quest’ultima.

“Ti prego leggi” disse solennemente Aska.

Fuu srotolò il foglio e cominciò a scorrerla con gli occhi.

“Il Regno di Sephiro, dopo tempi bui e perigliosi, ha riconquistato,

 grazie all’aiuto dei Leggendari Cavalieri, la pace e la prosperità…

Man mano che andava avanti, il ritmo del suo cuore accelerava.

…Ed è per garantire che questo stato di cose non venga a mutare,

per Sephiro e per gli altri pianeti del sistema Upsilon, che il principe Felio,

sovrano del Regno, ha deciso di suggellare l’alleanza fra i popoli,

sposando una principessa del sistema…

Due calde lacrime scesero dai suoi occhi, ma non poteva smettere… doveva continuare a leggere, come se fosse convinta di trovare qualcosa che le facesse comprendere di aver travisato il senso di quelle parole.

…Ed è a tale scopo che si terrà una real  giostra,

che vuole essere divertente modo per scegliere colei

che si unirà in matrimonio col principe di Sephiro,

con la speranza che i legami di sangue che ne verranno,

consolideranno la concordia fra i popoli.”

Ma la fine del testo sigillò per sempre le sue speranze.

Alzò lo sguardo, tutti gli occhi erano puntati su di lei e le lacrime cominciarono a uscire più abbondanti. Guardò Aska, come a cercare una spiegazione dalla ragazzina.

“Fuu non saltare a conclusioni affrettate” mormorò la principessa di Fahren.

“C’è poco da interpretare qui… Felio ha intenzione di sposarsi… più chiaro di così”. Un singhiozzo fese sobbalzare il suo petto.

Umi e Hikaru erano sbigottite per quello che avevano sentito…. Felio che si sposava.

Kuu stava vedendo sua sorella piangere per un ragazzo, la cosa era seria… anzi grave.

“Ti assicuro c’è una spiegazione…” stava dicendo Aska.

“Certo che c’è” la interruppe Fuu “sono una stupida, ecco qual è, una stupida che crede alle favole” disse disperata e corse via. Salì le scale e si udì solo la porta della sua camera chiudersi.

“Ma chi è questo Felio?” fece Kuu inopportuna come al solito.

“Ragazze andiamo da lei, ha bisogno di noi in questo momento” disse Umi.

Si alzò e si diresse su per le scale, con Kuu ed Aska.

Anche Hikaru si stava aggregando, ma Umi le sussurrò dolcemente: “Resta qui Hikaru… avrete tante cose da dirvi tu e Lantis… non ti preoccupare ad Fuu pensiamo noi”.

“Grazie Umi” rispose Hikaru.

 

Hikaru era lì, sola con Lantis, incapace di ordinare i suoi pensieri: da un lato finalmente dopo quattro anni si realizzava il sogno di rivedere il suo cavaliere, dall’altro era in pena per Fuu.

Confusione… emozione… agitazione… non sapeva più distinguere fra tutte quelle sensazioni.

E Lantis aveva compreso lo stato d’animo della ragazza, perché con il palmo della mano le carezzò il viso e le disse: “Non temere, davvero le cose stanno diversamente da come appaiono. Felio non ha dimenticato Fuu!”

Da quelle parole, Hikaru comprese che in quegli anni di pace il suo Lantis, sempre introverso e schivo, doveva essersi aperto di più alle persone.

Poggiò la sua mano su quella del cavaliere e la strinse forte: “Non so trovare le parole… per dirti quanto mi sei mancato… per farti capire cosa ha significato per me esserti lontana…”

Il volto di Lantis si illuminò: “Ora sono qui” si avvicinò e le baciò delicatamente la fronte, stringendola a sé.

Hikaru, nel petto del suo amato, si lasciò andare ad un pianto liberatorio: quelle calde lacrime stavano cacciando via dalla sua anima tutto il dolore e la solitudine di quegli anni.

 

Al piano di sopra c’era ben altra atmosfera.

Fuu era sul letto, col cuscino stretto fra le braccia, lo sguardo perso nel vuoto: sembrava non sentire neanche ciò che Kuu e Umi le stavano dicendo.

Aska dopo un po’ che osservava la scena, si avvicinò, strappo via dalle mani dell’amica il guanciale e le vibrò uno schiaffo sonoro.

La ragazza si portò una mano sulla guancia, che subito cominciò ad arrossire.

“Non sono venuta qui per vederti piagnucolare. Dov’è finita la ragazza forte e determinata che ho conosciuto e che ha rappresentato un modello per me fino ad oggi” disse con le lacrime che le bagnavano gli occhi.

Fuu, al sentire quelle parole piene di affetto, si lasciò andare ad un nuovo pianto, ma con gli occhi le fece capire che l’avrebbe ascoltata.

“Felio non ti ha dimenticata… è stato Clef a costringerlo” fece la principessina.

“Il vecchio saggio mi sentirà se dovessimo tornare su Sephiro” disse Umi con i pugni sui fianchi.

“E da quando in qua un principe accetta ordini… anzi Felio si fa comandare da Clef… E poi una gara, che stupidaggine è questa? Cosa vuole fare… vedere delle ragazze che si strappano i capelli per lui? Anche questo gli è stato imposto?”

Si era tolta gli occhiali per asciugarsi il viso; cosa un po’ difficile visto che le lacrime erano tornate a scendere.

“Vedi lui ha messo in ballo la storia della competizione, perché vuole fare in modo che tutte perdano e non sia costretto a sposarne nessuna!”

Aska si rendeva conto che non avrebbe potuto spiegare peggio come stavano le cose! Tirare direttamente fuori la pergamena era stata una pessima idea!

“Se non aveva intenzione di sposarsi, poteva imporsi… è il principe no?” aggiunse Kuu, subito fulminata dagli sguardi della principessina e di Umi.

E Aska rivolta ad Fuu: “Guarda che il vecchio saggio è petulante, Felio non ha potuto fare altrimenti, posso garantire io per lui. Ti assicuro non è interessato minimamente a nessuna… solo a te” fece implorante.

“Però bel modo di dimostrarlo” ribattè Fuu.

“Dai non c’è tempo per piangersi addosso, dobbiamo andare, la giostra inizia domani!”

“E che devo fare io, il tifo per quella che mi è più simpatica!” disse con le labbra che le tremavano dal dolore.

“No… parteciperai e vincerai!” rispose ferma la principessa di Fahren.

Fuu la guardava esterrefatta, all’inizio credeva scherzasse, ma il suo sguardo serio, deponeva per il contrario. “Non ci penso proprio… se per lui avessi avuto realmente importanza sarebbe qui con te… da me…come Lantis da Hikaru”

La ragazza pareva irremovibile, ma Aska non aveva alcuna intenzione di darsi per vinta.

Si sedette sul letto accanto a lei: “In questo periodo ho passato molto tempo con Felio. Abbiamo cercato un modo per aprire un varco spazio-temporale per raggiungere la Terra… ma i nostri tentativi sono sempre stati vani. Ho avuto però modo di conoscerlo bene. E’ un ragazzo nobile e generoso, farebbe di tutto per riaverti al suo fianco”.

“Fuu dovresti dare ascolto ad Aska. E’ venuta fin qui solo per te. Fallo per lei se non vuoi farlo per Felio”disse Umi.

“Vedi amica mia , lui non sa che  io e Lantis siamo qui, non avevo il tempo di dirglielo…e non c’è la possibilità di fermare il tenzone. Sarebbe un grave affronto per gli altri pianeti che stanno già mobilitandosi. Per questo devi partecipare”

Fuu sembrava essersi un attimo ammorbidita, almeno l’espressione dura che aveva prima era svanita, ma c’era pur sempre tristezza sul suo volto: “Aska, scusami per come mi sono comportata con te… ero sconvolta, ma non volevo ferire i tuoi sentimenti. Anche se non te l’ho dimostrato, sono felice che tu sia qui. La tua amicizia è stata così incondizionata da affrontare tutte queste difficoltà per me. Ma invece Felio dov’è? A mettersi in palio in uno stupido torneo. Non ha considerato che qualcuna possa vincere e avere il diritto di sposarlo? Ma forse è un rischio che è disposto a correre!”

La principessina abbassò lo sguardo… non aveva più frecce al suo arco.

Ma fu Kuu a parlare: “Ora basta. Insomma Fuu, questa ragazza ti sta dicendo che questo Felio ti ama, che è stato costretto a organizzare questa gara, ma che farà di tutto per far perdere tutte le concorrenti e dulcis in fundo è un principe. La stai facendo un po’ troppo lunga sorellina. Che aspetti ad andare a riprendertelo!”

 Aska e Umi si guardarono e si scambiarono un fugace sorriso; questa volta Kuu era stata proprio efficace.

Fuu sembrava aver ascoltato con attenzione il consiglio della sorella.

“Potreste lasciarmi un po’ sola” disse con un filo di voce.

“Va bene…Ti aspetteremo giù” fecero le ragazze incamminandosi verso la porta.

Aska però, prima di uscire le disse: “Qualunque sia la tua decisione, io ti sarò sempre amica”. Le strizzò l’occhio e uscì.

 

SISTEMA UPSILON

Per l’universo c’era fermento: la notizia della giostra era circolata rapidamente.

Sephiro era senza dubbio un pianeta stupendo: prati verdi sempre rigogliosi, acque cristalline che lambivano le coste, giornate sempre solari.

In molti avevano interesse a stringere relazioni forti, anche perché la leggenda dei Cavalieri Magici, aveva fatto il giro del sistema, e dunque era nata la convinzione che legarsi  a Sephiro, significasse porsi sotto la protezione dei cavalieri.

E per alcune giovani principesse voleva dire anche sposare un bel principe.

 

PIANETA TERRA – CASA DI FUU

DLIN DLON

“E ora chi sarà mai” pensò Kuu.

Si diresse verso la porta , sperando che non le comparisse davanti un elfo, un folletto, o qualche strano animale a due teste .

Niente di tutto ciò… anzi… un bellissimo ragazzo dai capelli neri gli si parò davanti, e sperò con tutta la forza che cercasse proprio lei.

“Ciao sono il fratello di Hikaru, è qui vero?” fece Sun.

Kuu rimase qualche secondo imbambolata a pensare come fosse fortuna Hikaru, circondata com’era da tutti bei ragazzi, poi disse, senza pensare alle conseguenze: “Prego entra… è di là”.

Sun entrò nel salone e si ritrovò di fronte la sorellina, mano nella mano con Lantis.

Ci furono degli attimi di silenzio.

Kuu guardava la faccia di Sun che dallo stupita stava divenendo contrariata; Sun fissava quel cavaliere per lui inquietante, che era pericolosamente vicino a Hikaru; Umi e Aska, in un angolo della stanza, osservavano un po’ tutti.

Nella mente del ragazzo si stavano profilando le più assurde idee, su Lantis e su quello che aveva fatto o avrebbe potuto fare alla sua piccola Hikaru, e così senza pensarci due volte, si scagliò contro di lui.

Ma non potè avanzare di molto. Prontamente il cavaliere aveva estratto la sua fedele spada per puntarla al collo di quello sconosciuto e impedire che potesse gettarsi verso Hikaru.

“No Lantis ti prego” gridò la ragazza.

“Tocca solo con un dito mia sorella e ti giuro che non avrò pace fin quando non ti avrò ucciso” disse con rabbia.

Lantis, compreso l’equivoco, subito ripose la lama al suo posto e Sun gli si sarebbe scaraventato contro se Luce non l’avesse fermato: “Sun ti prego… è tutto a posto… fammi spiegare”.

E a differenza delle altre volte in cui non voleva sentir chiarimenti e le suonava di santa ragione a chiunque si fosse avvicinato a lei, in quella occasione pensò che fosse meglio ascoltare quanto la sorella aveva da dirgli, anche perchè quel cavaliere sembrava davvero più pericoloso di tutti gli altri spasimanti che fino ad allora aveva affrontato.

“Allora ti ascolto, spiegami che succede” fece guardando Lantis in cagnesco.

“Io vado a preparare un po’ di the caldo, mentre voi raccontate di nuovo la favola dei tre cavalieri magici” disse Kuu avviandosi in cucina.

 

E così anche Sun era stato messo al corrente di tutto.

Il ragazzo durante il racconto non aveva smesso di lanciare occhiate infuocate a Lantis, soprattutto dopo aver visto gli sguardi teneri e amorevoli che la sorella fugacemente gli rivolgeva.

“Se questo è uno scherzo e vi state prendendo gioco di me, ve la farò pagare” fece Sun “In ogni caso, ora Hikaru, ce ne torniamo a casa!”

“Per ora non tornerò a casa… non finchè…” ma il fratello la interruppe: “Tu torni a casa con me e basta!” fece dirigendosi verso di lei.

Lantis, come uno scudo le si parò davanti e non ci fu bisogno di parole per far capire a Sun che non gli avrebbe permesso di imporre la sua volontà alla ragazza.

Hikaru aveva le mani poggiate su un braccio del suo cavaliere: e si sentì in quel momento piccola ed indifesa, proprio come la vedeva il fratello, ma sicura… sicura che il suo Lantis l’avrebbe sempre protetta da ogni pericolo.

Sun, ormai perso ogni controllo, alzò i pugni ben stretti e avrebbe sicuramente cercato di colpire Lantis se un urlo non l’avesse interrotto.

“La volete smettere ora!” gridò la principessina di Fahren “Tanto come stanno le cose può darsi non ci sia neanche bisogno che voi veniate su Sephiro” e intristendosi “non credo che Fuu deciderà di prendere parte alla giostra… quindi…”

“E invece ho deciso che parteciperò Aska!”

La principessa si voltò e vide la sua cara amica terrestre scendere le scale, ricomposta, con gli occhi asciutti ed una nuova determinazione. Le corse incontrò e l’abbracciò: “Oh… sono così contenta!”

Fuu fece una carezza sui capelli della tenera ragazzina: “Si, però ad una sola condizione!” disse.

 

- CONTINUA -

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Capitolo 3
*** Il salto spazio - temporale... 2 ***


CAPITOLO III

IL SALTO SPAZIO-TEMPORALE… 2

 

PIANETA DI SEPHIRO – CASTELLO

Le luci della sala reale creavano un singolare gioco di ombre attorno alle colonne e agli arabeschi che fregiavano le pareti: due sottili figure, in un angolo,  si scrutavano in silenzio.

“Clef…”

Al cenno del saggio che le faceva comprendere che era pronto ad ascoltarla, continuò: “Io non credo sia giusto costringere Felio a sposarsi. E’ ancora giovane, non vedo il motivo di tutta questa fretta. Lo sai che il suo cuore batte ancora per il cavaliere magico dell’aria!”

Clef assorto nei suoi pensieri, rivolse lo sguardo verso uno dei paramenti che si elevava alle spalle del trono: “Vedi Plesea è proprio qui il problema! Il mio comportamento potrebbe sembrare diretto a fare gli esclusivi interessi del pianeta… ma non è così.  Io ho conosciuto Felio anche attraverso quanto mi è stato raccontato a suo tempo  da Emeraude e ti assicuro è un ragazzo che ha dovuto superare momenti difficili. Ha sofferto molto, e anche se alcune volte può sembrare allegro e spensierato, io conosco le cicatrici del suo cuore. E così spero veramente che trovi una persona con cui formare una famiglia, che si prenda cura di lui, che lo consigli e magari smussi il suo temperamento a volte un po’ troppo impetuoso”

“Beh non negherai che da questo punto di vista Fuu era perfetta: equilibrata, riflessiva, ma anche molto dolce con lui!” commentò la donna.

“Ma non può restare legato a lei… perché è molto probabile che i cavalieri magici non facciano più ritorno su Sephiro. E Felio deve vivere il presente… il suo presente da principe di questo pianeta!”

“Oh Clef tu hai ragione! Ma lui è ancora così innamorato di Fuu… a distanza di tutto questo tempo! Non c’è un modo per farla tornare?” chiese supplichevole Plesea.

“Mi spiace io non ho più il potere di farlo… e poi credo che se pur ci fosse un modo, a lungo andare i salti spazio-temporali, metterebbero a rischio l’equilibrio delle diverse dimensioni” rispose Clef .

Plesea si incupì: “Mi spiace così tanto!”

 

PIANETA TERRA – CASA DI FUU

“Fuu… cosa intendi per condizioni?” chiese preoccupata la principessina di Fahren.

Aska stava osservando la sua amica. Sembrava determinata, sicura, ma allo stesso tempo qualcosa in quegli occhi la turbava.

“Intendo partecipare alla giostra, ma dovrai fare in modo che lui non possa riconoscermi” rispose la ragazza.

La principessa la guardò con aria sbigottita: “Che significa che devo fare un sortilegio per cancellargli i ricordi o cambiarti le fattezze del viso?”

“Niente di tutto questo… basterà anche una maschera… non mi importa quello che lui o gli altri potranno pensare! Io voglio partecipare, ma la mia identità deve restare segreta!”. Fuu era ferma nella sua decisione, lo si avvertiva anche dal tono della voce.

Aska non riusciva a capire il motivo di quella strana richiesta, ma non c’era tempo per perdersi in chiacchiere, erano diversi i problemi da dover risolvere una volta giunti su Fahren: “Va bene, se è solo questo!”

“Allora si parte, si ritorna su Sephiro! Wou!” gridò Umi, alzando il pugno chiuso verso l’alto.

“Hikaru! Ora basta, andiamo a casa” fece spazientito Sun.

Ma la ragazza non aveva alcuna intenzione di dare retta al fratello: “Te l’ho detto… io torno su Sephiro; ma tu non devi preoccuparti, se siamo restate tutte intere nei precedenti viaggi, ora che regna la pace, non hai alcun motivo per stare in pensiero”

Eh no… un motivo ce l’aveva… ed era lì davanti ai suoi occhi. “Io non ti lascio nelle mani di questo sconosciuto. Che ne sai che una volta arrivati su questo fantomatico pianeta non cerchi di approfittarsi di te!”

Hikaru arrossì. Se Sun voleva metterla a disagio, ci stava riuscendo perfettamente. Aveva praticamente dato del pervertito, all’uomo più nobile e generoso che lei avesse mai conosciuto.

“Non ti permetto di parlare così a Lantis! Tu non sai niente di lui… Chiedigli immediatamente scusa, visto che finora lui non ti ha in alcun modo offeso!”

“Hai ragione mi ha solo puntato una spada al collo” disse sprezzante Sun.

“Hikaru viene con me. Se desidera ritornare a Sephiro e rivedere i suoi amici non vedo perché tu debba impedirglielo. E’ perfettamente in grado di badare a se stessa!” disse il cavaliere con tono fermo e autoritario, tanto da far sentire Sun incapace a replicare.

“Oh Lantis!” Hikaru avrebbe voluto gridargli che era per lui che tornava a Sephiro, per stare tra le sue forti braccia e sentire ancora il calore del suo corpo, come pochi minuti prima, e  prendersi così la sua rivincita con quel destino che li aveva tenuti separati per troppo tempo.

“E in ogni caso ti do la mia parola che per farle del male dovranno prima uccidermi”. Lantis parlava con calma e sicurezza, con un’autorevolezza  che lasciava praticamente inebetiti, come sembrava essere Sun in quel momento.

Quelle mille sfumature che scintillavano negli occhi della sorella lo mandavano in bestia… ma allo stesso tempo percepire così indistintamente la sua gioia di vivere, che per lungo tempo si era completamente spenta, e che ora brillava come non mai, stava per fargli abbassare ogni difesa.

“Questa è una decisione che riguarda solo loro. Non possiamo intrometterci” disse Kuu a Sun, poggiandogli una mano sul braccio.

Il ragazzo si girò, dando le spalle alla sorella e a Lantis: “Sappi che se le capiterà qualcosa, ti verrò a cercare… fosse pure in un’altra dimensione!”

Gli avrebbe anche voluto dire di non sfiorare Hikaru neanche con un dito, ma sapeva che questa promessa non avrebbe potuto strappargliela. Nessuno dei due avrebbe potuto o voluto giurarglielo. E pure se a malincuore doveva lasciare la sorella libera di fare le proprie scelte.

Ma in fondo… c’era anche un altro motivo.

Lantis non era fuggito a gambe levate come tutti i ragazzini che ronzavano intorno a Hikaru. Nella migliore delle ipotesi imploravano pietà giurando di non avvicinarsi più a lei.

Non Lantis. La fierezza dell’uomo lo aveva persino messo in difficoltà. Non un solo attimo era apparso titubante di fronte alle sue minacce. E non solo leggeva nei suoi occhi la stessa stima e considerazione che lui aveva per Hikaru, ma si era impegnato senza alcuna indecisione a difenderla anche a costo della vita.

In cuor suo sapeva che era in buone mani… l’importante era cercare di non pensare al fatto che quelle dita non avrebbero solo brandito la spada per sconfiggere nemici, ma anche carezzato la pelle nivea e innocente della sorella.

 

PIANETA DI AUTOZAM

“Ehi Geo, ma dov’è sparito Lantis?” chiese Zazu mentre estraeva un chip dalla macchina a cui stava lavorando.

“So che doveva recarsi urgentemente su Fahren, la principessa Aska l’aveva mandato a chiamare… non so altro”

“Hai sentito della giostra che è stata organizzata su Sephiro” continuò il ragazzo “…beato il principe Felio, con le fanciulle del sistema pronte a scannarsi per lui. Beh… anche se devo dire che pure io, senza essere un principe, ho il mio discreto successo con le donne!”

Uno sganassone gli arrivò sulla nuca: “Pensa a lavorare moccioso” fece bonariamente Geo.

Ma una voce stridula li fece sobbalzare.

“Avanti dimmelo… dov’è il mio Lantis?”

Una fatina dalle chiome celesti volava, con fare insolente, attorno al comandante del GTO, al punto da fargli girare la testa.

“Ehi stai ferma”. Geo, con un guizzo improvviso, afferrò al volo Primera, stando però ben attento a non stringere troppo la presa, rischiando di farle male.

“Brutto villano screanzato… quando ritornerà Lantis glielo dirò che mi hai trattato in questo modo rozzo” urlò con tutto il fiato che aveva in corpo e che riusciva ad arrivare ai polmoni nonostante le grosse dita che la avvolgevano.

“Senti, te l’ho detto, si recava a Fahren e il motivo non lo conosco… quindi smettila di sbraitare e trovati anche tu qualcosa da fare, così non ti annoierai e non andrai a scocciare gli altri” disse, liberandola dalla stretta.

Primera alzò il mento col suo cipiglio sdegnoso: “Io sono una fatina… non posso usare le mie delicate manine per un lavoro qualsiasi… come voi volgari abitanti di Autozam!” e così dicendo volò via irritata.

Perlomeno Geo e Zazu poterono ritornare alle loro incombenze.

 

PIANETA TERRA – CASA DI FUU

“Lantis, credi che riusciremo a fare di nuovo il salto senza imprevisti… sai mi riferisco a quella certa cosa che diceva il saggio Chang” e avvicinandosi all’orecchio del cavaliere disse a bassa voce “… dell’implosione…”

“Non dimenticare che sono pur sempre dei cavalieri magici, hanno un grande potere custodito dentro di loro, e anche fisicamente sono più forti di te, considerando la tua giovane età… Sarà sufficiente che si concentrino sulle loro energie vitali!” disse senza apparenti incertezze l’uomo.

“Speriamo bene… ora che ho ritrovato la mia amica non voglio che le capiti niente, anche perché Felio mi ammazzerebbe!”.

Intanto Kuu si apprestava a salutare la sorella.

“Fuu, mi raccomando… se ci tieni  a questo ragazzo ed è per lui che non hai mai guardato nessuno, metti da parte l’orgoglio…. non rovinare i sentimenti che vi legano per ripicca o cose del genere… mi raccomando testona!” le disse con calore.

Gli occhi di Fuu si riempirono di lacrime, ma non voleva riprendere a piangere: “Penserò bene a quello che mi hai detto” fece, abbracciandola.

Ma Kuu la staccò d’impeto dal suo petto: “Ehi non pensare di cavartela così: uno, sono profondamente offesa di non essere stata per nulla messa al corrente della cosa; due, è ovvio che questo Felio deve passare al mio vaglio, visto che sono la tua sorella maggiore, anche se dato che è un principe, già parte con un po’ di punti a suo favore; e tre, quando torni mi racconti tutto… nei minimi particolari..” facendole un sguardo languido d’intesa.

Fuu arrossì, ma le parole della sorella l’avevano decisamente tirata su di morale.

Certo era arrabbiata e delusa, ma ciò non le impediva di avere una voglia matta di rivedere quel volto che in quegli anni aveva riempito continuamente i suoi pensieri e i suoi sogni. Troppo tempo era passato dall’ultima volta.

E in fondo sapeva che tutte quelle giustificazioni che Aska le aveva dato e che il suo cervello si era rifiutato di prendere in considerazione, rappresentavano uno scoglio a cui il suo cuore stava cercando caparbiamente di afferrarsi, per non lasciare sprofondare la speranza che, veramente, Felio non avesse dimenticato.

 

FAHREN - PIANETA DI ASKA

Sang Yung camminava nervosamente avanti e indietro per la stanza.

Il vecchio Chang, invece, seduto accanto al trono vuoto, sonnecchiava placido, sostenendosi precariamente al suo bastone bitorzoluto.

“Saggio” gridò esacerbato scuotendolo dal suo torpore come solo una secchiata d’acqua gelida avrebbe potuto fare “ma insomma… la principessa Aska sta correndo gravi pericoli e voi ve la dormite beatamente” fece con un tono preoccupato e severo, che non gli era in alcun modo connaturale, ma che si giustificava per le particolari circostanze.

Il saggio Chang sbadigliò profondamente: “Smettila di saltellare per tutta la sala, tanto non serve a niente solo a farmi venire il mal di testa. Comunque a te lo posso dire….” e continuò “… la principessina non corre alcun pericolo… pensavi che potessi mettere in qualche modo a repentaglio la sua vita?”

Sang Yung lo guardò frastornato: “Ma voi avete detto… dell’implosione…”

“Ah balle!” lo interruppe “era solo un modo per far capire alla principessa che non può essere sempre troppo frettolosa e irruente… ma deve riflettere bene sulle cose… e poi per mettere alla prova la sua determinazione, che è una dote che non deve mancare in una regnante” disse.

Sang ebbe la sensazione che se la ridacchiasse sotto la sua lunga e canuta barba. Ciò gli fece venire il sospetto che anche altro fosse il motivo di quella menzogna: probabilmente quello di prendersi una piccola rivincita per tutte le prepotenze e i soprusi che quotidianamente subiva da Aska.

Il ragazzo, nonostante il suo attaccamento alla principessa, non le avrebbe però di certo mai rivelato quelle perplessità, altrimenti sì che lei avrebbe fatto una sfuriata da mettere agli annali.

Un turbinio di polveri seguì al profondo boato che risuonò nella sala reale e nei corridoi del castello di Fahren.

Il viaggio di ritorno si rivelò però meno confortevole di quello di andata… forse perché non avevano predisposto tutto in modo perfetto…. forse perché questa volta i passeggeri erano di più…. fatto sta che Umi e Fuu ruzzolarono da un lato… Aska finì gambe all’aria dall’altro… e solo Hikaru, grazie al repentino intervento di Lantis, evitò di cadere a sua volta sul marmoreo pavimento.

Sang subito si gettò ai piedi della sua adorata principessina e la aiutò a rialzarsi: “Porcaccia la miseria che volo” fece non molto regalmente, strofinandosi il didietro.

“PRINCIPESSAAA… ma insomma” sbraitò dall’altro lato del salone il saggio “che modo è questo di esprimersi…”

Ma Aska per nulla colpita dal rimprovero, lo ignorò e si avvicinò alle ragazze per sincerarsi delle loro condizioni: “Fuu… Umi state bene?”

“Si siamo ancora intere” risposero quasi all’unisono.

Chang richiamò l’attenzione con due colpi di bastone: “Ordunque vedo che la missione è andata bene... Credo meriterei delle scuse principessa, per la sua malafede”

Aska lo guardò quasi teneramente, con occhi di cerbiatta, si avvicinò e gli sussurrò: “Già saggio Chang dovrei scusarmi e ringraziarti” fece con voce sommessa… ma cambiando improvvisamente tono ed espressione, strillò: “Si.. se non avessi sentito, mentre facevamo il salto e mi concentravo su di voi per tornare sul pianeta, un certo discorso che facevi a Sang… sai  quello sull’implosione e del fatto che fosse solo una panzana…”

Il saggio era impallidito e si reggeva a stento al bastone: “Ma… ma era una piccola ed innocente bugia… a fin di bene” farfugliò.

Ma non la diede a bere alla principessina: “Non ti preoccupare… non ti giustizierò… mi potresti servire ancora… magari più tardi penserò a qualche supplizio a cui sottoporti” disse indignata.

 

PIANETA DI SEPHIRO

Sentì dei passettini veloci avanzare alle sue spalle: “Ma cos’è questa processione da me? Guardate che non sono malato!” disse senza voltarsi.

La giovane donna sorrise: “Ti ho portato una tisana speciale… ti aiuterà a rilassarti un poco!”

Il principe chiuse gli occhi, lasciando che la brezza della sera accarezzasse il suo volto, perdendosi nei suoi capelli, e che il profumo della bevanda cominciasse a sciogliere la tensione dei suoi muscoli e a distendergli i nervi.

“Grazie Cardina, mi ci voleva proprio!” le disse sorseggiando il caldo infuso.

“Cardina… ti vorrei fare una domanda”. Il suo voltò si adombrò alquanto: “Tu… aspetteresti una persona anche con la possibilità di non rivederla mai più?”

La prorompente maga si scostò dal davanzale e si avvicinò a lui: “Mi stai chiedendo se fai bene ad aspettarla?”

“No…” rispose immediato “io so che non potrei fare altrimenti… ma lei… beh tu sei una donna… lo aspetteresti un uomo con l’incertezza… soprattutto se hai intorno altri ragazzi che… insomma… sono interessati a te…”

Lo interruppe: “O insomma Felio, io non so come mi comporterei se fossi al vostro posto, ma so per certo che Fuu pensa ancora a te… e secondo me, gli altri ragazzi non li degna neanche di uno sguardo!” e scoppiò in una risatina.

“Mi prendi in giro?” disse sconsolato.

“Guarda che non sto dicendo questo per rincuorarti… lo sai che amo parlare in faccia… ma è quello che penso. Lei era completamente persa per te… beh ampiamente contraccambiata… e io non penso che il tempo abbia inciso sui suoi sentimenti, proprio come è per te”.

Felio guardò malinconicamente l’orizzonte e sospirò: “Beh… a dire la verità non è che l’eventualità  che lei non mi abbia dimenticato  mi consola molto…”

“Mmh?”

“Vedi, se fosse così, inevitabilmente starebbe soffrendo, e questo pensiero mi tortura, perché vorrei che fosse felice, vorrei immaginarla sorridente e non certo triste e in lacrime a causa mia…”

Il modo sofferto con cui aveva espresso questa riflessione colpì profondamente Cardina: “Hai detto una cosa molto dolce… e sono sicura che la tua devozione a lei sarà ricompensata… non ho dubbi…” e dandogli un buffetto sul viso “…il vostro amore alla fine trionferà!”.

Lei sembrava veramente convinta della cosa.

Felio, invece, non riusciva a darsi pace.

 

PIANETA DI FAHREN

“Bene, bene... e ora vediamo un po’ il da farsi” disse la principessa guardando Fuu e sfregandosi le mani: “… abbiamo due problemi fondamentali da risolvere!”

“E quali sarebbero?” chiese Umi curiosa.

“Innanzitutto dobbiamo preparare il camuffamento… e per questo non credo ci siano troppi problemi…”

“Quale camuffamento?” fece Sang stranito.

“Ti spiego dopo… prima passiamo all’altra questione”.

Fuu, Hikaru e Umi guardavano Aska impazienti di conoscere quale fosse questo problema, che sembrava darle parecchio a che pensare.

“Ecco… alla giostra possono partecipare solo le principesse del sistema Upsilon… e tu Fuu non lo sei “ disse seria “… io potrei subito emettere un provvedimento ufficiale e darti questo titolo, ma non credo sia conveniente se tu vuoi mantenere riservata la tua identità… Felio potrebbe capire se mi presentassi con una concorrente mascherata che gareggia in qualità di principessa di Fahren!”

Il discorso di Aska non faceva una grinza… c’era bisogno di un titolo da principessa… e alla svelta.

“A questo ci penso io!”

Le parole di Lantis fecero sobbalzare un po’ tutti i presenti, soprattutto perché giunte inaspettate.

“Ho bisogno solo di una navicella, principessa, e per domani avrete il titolo reale che vi occorre!”

Aska lanciò un piccolo urlò di gioia: “Grazie cavaliere… Sang prepara la Dome… E’ l’astronave più veloce del sistema avrai il tempo per andare e tornare!”

Hikaru sorrise al pensiero del suo ombroso cavaliere che si dava da fare per aiutare due giovani innamorati. Quando lo vide avanzare verso di lei, tornò seria.

“Vorresti venire con me?”

La ragazza dovette riflettere bene su quelle semplici parole, perché non riuscì subito a capirne la portata...

Rispose timida e con le guance arrossate: “Mi piacerebbe.. molto”

Non le diede neanche il tempo di finire la frase già si era rivolto verso l’uscita, ma si fermò nel momento in cui incrociò lo sguardo di Aska: “Principessa ci vediamo su Sephiro!”

“Ragazze io vado” disse Hikaru senza riuscire a nascondere l’entusiasmo, e dopo averle strette a sé, si avviò rapida sulla scia di Lantis.

“Bene e ora il mascheramento!”

Fuu deglutì: “Già…”

Poi preso coraggio, guardò negli occhi Aska e disse: “Per quanto riguarda il viso, vorrei un fazzoletto piuttosto ampio, nero possibilmente, in cui avvolgere anche i capelli, magari con dei buchi per gli occhi e per respirare”

La principessa non sembrava entusiasta all’idea: “Uffa sai che colpo gli veniva a Felio se dopo tutte quelle svaporate principesse comparivi tu… la potrò solo immaginare la scena”

Umi si avvicinò: “Si Fuu ma come farai con gli occhiali… ti daranno fastidio e si potrebbero notare… qui lo sai che non esistono affari simili…” disse saggiamente.

“Vecchio…. che si può fare?” urlò Aska.

Chang era voltato di spalle, con aria indispettita e offesa per il trattamento poco prima ricevuto.

“Vecchio qui e saggio lì…. servo solo per i suoi comodi principessina… mi sono stufato di fare lo sguattero…. visto che come precettore non sono per niente tenuto in considerazione!” disse con voce acerba e stridula.

Aska si accorse che era parecchio arrabbiato e che stava veramente rischiando di non poter contare sui suoi poteri: “Maestro ha ragione… sono stata una ingrata a non dirle quanto è stato eccezionale ad aprire il passaggio…”

Chang buttò l’occhio verso la sua discepola, che resasi conto che le smancerie stavano funzionando, rincarò la dose: “La prego abbiamo bisogno ancora del suo aiuto” fece sorniona.

Il vecchio emise un colpetto di tosse per darsi importanza e senza guardare la principessina si avvicinò a Fuu.

“Toglili” fece autoritario.

Fuu un po’ imbarazzata obbedì.

Così le impose le mani sugli occhi e recitò una strana formula in una lingua incomprensibile.

La ragazza si portò le mani al volto e strizzò un paio di volte gli occhi: “Ma… ma io ci vedo!”

Umi la guardava divertita: “Quante sono queste” le disse con le cinque dita ben in vista.

Intanto una damigella entrò nella sala porgendo un ampio foulard alla principessa, che afferratolo si avvicinò alla sua amica :“Dai abbassati… che lo proviamo”

Glielo sistemò, dopodichè le passò uno specchio.

Fuu guardò la sua immagine riflessa. Restò assorta sotto gli sguardi attenti delle amiche.

“E così domani ti rivedrò… perché il mio cuore batte già così forte… dovrei essere furiosa con te… e invece avrei solo voglia di correre su Sephiro… di gridarti che ho bisogno..”

“Fuu”. Aska interruppe i suoi pensieri: “Allora ne sei proprio sicura?”

Una sola parola risuonò nella sala: “Si!”

- CONTINUA -

 

P.S. Mi scuso se ci sono state delle imprecisioni. Ho cambiato, dando ascolto al consiglio di KillKenny, i nomi, sostituendo quelli del cartone con quelli del manga e mi sono accorta che c’erano degli errori. Spero di averli corretti tutti.

PER RINSLET: Grazie… spero di poter aggiornare presto… comunque abbi pazienza tu che ami come me la coppia Fuu/Felio, perché più si entrerà nel vivo e più diventeranno i protagonisti assoluti… per ora la fanfic è un po’ più corale… Baci!

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Capitolo 4
*** Preparativi. ***


CAPITOLO IV

Preparativi.

 

 

ASTRONAVE DOME.

Hikaru era assorta nei suoi pensieri, mentre dalla vetrata dell’astronave osservava lo spazio aperto con i suoi mille bagliori di code di comete e frammenti stellari.

Non riusciva a spiegare bene a se stessa tutte quelle emozioni che stava provando.

Rivedere Lantis così inaspettatamente, aveva suscitato in lei le più forti e belle sensazioni della sua vita, ma da un certo punto di vista anche tanta confusione.

Certo il cavaliere di Sephiro aveva dimostrato la stessa gioia nel rivederla… e lei che lo conosceva bene, aveva saputo leggerla fra le righe di quell’imperscrutabile volto.

Ma poteva dire con certezza che provasse quegli stessi sentimenti che sentiva avvampare nel suo cuore e che erano maturati con la lontananza e con gli anni?

O magari poteva essere semplicemente affetto?

Da quando erano arrivati nella dimensione di Sephiro, nessun gesto aveva tradito la volontà di un contatto fisico con lei… nessuna parola che riguardasse loro due.

E ripensandoci la faceva alquanto arrossire il pensiero di come si era approcciata a lui, quando era comparso a casa di Fuu, lanciandoglisi fra le braccia e confidandogli così spontaneamente e appassionatamente quanto gli fosse mancato in tutto quel tempo.

“Siamo quasi arrivati”.

Quella voce profonda la fece sobbalzare distratta com’era in quei pensieri.

Si voltò.

“Lantis, ma dove stiamo andando?”

Il cavaliere si avvicinò a lei,  guardando da quella finestra sullo spazio: “Andiamo su Autozam!”

 

 

ASTRONAVE DELLA PRINCIPESSA TULLA.

“Tulla cara… posso parlarti un attimo” fece con gentilezza.

“Si madre… entra pure e chiudi la porta” rispose con altrettanto garbo la figlia.

La donna accarezzò la fronte della ragazza e si accomodò accanto a lei, sedendosi sul confortevole divano in pelle maculata: “Tesoro non vorrei vederti così triste… insomma… non ti manca nulla. Sei bella ed in salute e sei destinata a diventare la regina del nostro pianeta. La popolazione già ti rispetta e ti ama. Dovresti essere più serena… Dai fammi un bel sorriso!”

Tulla accennò ad un smorfia forzata, che ben poco rassomigliava ad un espressione gioiosa: “Madre lo sai che non volevo partecipare a questa giostra… perché mio padre deve sempre prendere decisioni fondamentali per la mia vita senza prima consultarmi?” fece con tono dimesso.

“Ma lo sai lui è fatto così… vuole il meglio per te” rispose stringendole le spalle.

Tulla si divincolò dalla presa e si alzò in piedi: “No lui vuole il meglio per il regno… di quello che interessa a me poco gli importa!”. Il suo sguardo era diventato duro e le mani si erano chiuse in due pugni stretti che cercavano di tenere a freno quel po’ di controllo che le rimaneva.

“Tulla non dire queste cose!” fece severa la madre levandosi anche lei e cercando di incrociare lo sguardo della figlia.

Si pentì subito del tono usato con l’incolpevole genitore: “Scusami madre” fece pacatamente portando le mani al petto “… ma che senso ha partecipare a questa gara… io voglio poter scegliere l’uomo che amo senza imposizioni…”

Un vuoto d’aria fece ballare un po’ la stanza e vibrare gli oggetti che erano a corredo della stessa.

Ma la madre noncurante continuò :“Tesoro, ma il principe Felio è davvero un ottimo partito, è un bel giovane e a quanto mi hai detto andate anche molto d’accordo!”

“Peccato che io non ami lui e lui non ami me…” fece di rimando.

La donna prese un ampio respiro: “Ma col tempo si impara anche ad amare…”

“L’amore è un sentimento spontaneo e travolgente, che non nasce a comando come dici tu!” disse, senza farle finire neanche la frase, con la rabbia che tornava a farsi avanti.

“E tu che ne vuoi sapere dell’amore, sciocchina…” fece bonariamente abbracciandola e risedendosi insieme a lei, cercando stavolta con dolcezza di tranquillizzarla “…pensi davvero che sia come è scritto nei racconti che suoli leggere … sono solo fantasie ed invenzioni… ascolta tua madre, che ha di certo l’esperienza degli anni dalla sua  parte!”.

Tulla decise di lasciar cadere quel discorso, che certo non avrebbe smosso la donna dalle sue convinzioni: “Beh quantomeno rivedrò un caro amico!” fece, pensando al principe di Sephiro.

Bussarono alla porta. Un giovane servo entrò e si inchinò al cospetto delle due regnanti: “Mia regina, il re suo marito desidera che lei lo raggiunga subito nella sala centrale” disse con lo sguardo rivolto a terra.

La sovrana si alzò: “Tulla, io vado da tuo padre… tu cerca di non pensarci più e goditi il viaggio e il soggiorno sul pianeta più bello del sistema” fece, uscendo subito dopo dalla stanza.

Tulla restò un attimo assorta a contemplare l’uscio, dopodichè si avvicinò al servo ancora prostrato, e con un sorriso sulle labbra, vero e caldo questa volta, gli sussurrò: “Dai Gin, alzati… se n’è andata!”

Il servitore, tiratosi su rispose riguardoso senza guardare negli occhi la ragazza e con voce stinta: “Principessa, non dovrebbe essere così informale con me, rischia di far arrabbiare i suoi genitori”.

“Gin ti ci metti anche tu… lo sai no, che mi stanno costringendo a fare” disse sconfortata.

Il servitore, alzando le sue iridi su quelle di lei, disse in maniera ferma: “C’è un regno che conta su di lei, principessa, e molti possono essere i benefici di un’alleanza con Sephiro!”

Un ceffone lo colpì inaspettatamente sul viso.

Tulla restò con la mano a mezz’aria, mentre una calda lacrima invece rigava le sue pallide gote.: “Come puoi dirmi questo… proprio tu” fece con voce tremante.

E prima che Gin potesse replicare qualcosa corse via richiudendo la porta dietro di sé.

“Perdonami… Tulla!” mormorò.

 

 

FAHREN – PIANETA DI ASKA

“No, no e poi no… non sono d’accordo”

La capricciosa principessina sbatteva furente il piede sul pavimento, con i gomiti appuntati.

“Eh va bene la mascherata… ma adesso esageri…Felio penserà di essere di fronte ad un rude cavaliere, non ad una dolce principessa che aspira al trono”.

Fuu era divertita dello zelo della sua piccola amica, che aveva carattere da vendere, ma non aveva nessuna intenzione di

gettare alle ortiche i suoi piani.

“Aska dai.. così starò più comoda se dovesse esserci qualche prova fisica…  tutte le altre invece  inciamperanno nelle loro gonnone lunghe, e negli strascichi dei loro abiti da sera!” fece accennandole un mezzo sorriso, consapevole che ben altro ci voleva per convincere la ragazza.

Fuu aveva scelto un paio di morbidi pantaloni, che si infilavano in stivaloni con tanto di bavero avanti, una camicia e un gilet dal taglio maschile… effettivamente le mancava solo il cappello con una piuma per sembrare D’Artagnan.

“Ma dico… tu non immagini neppure quali oche si aggirino per il sistema Upsilon e che saranno pronte a qualsiasi cosa pur di vincere la giostra e sedurre Felio… e tu che fai, ti combini come l’ultimo dei maschiacci!” esclamò tutta paonazza in viso.

“Beh almeno mi distinguerò dalle altre.. e poi mica ci sono regole che impongono come vestirsi!” fece convinta il cavaliere del vento.

“Hai la testa più dura del tuo principe… e va bene… fai come vuoi, magari hai ragione, questi abiti almeno ti avvantaggeranno in eventuali prove di abilità”.

Aska avendo capito che nulla avrebbe potuto dire o fare, rassegnata, dovette accettare il look scelto da Fuu.

“E io come sto invece?” disse divertita Umi.

Aveva raccolto i capelli sotto una lunga parrucca bionda e aveva indossato degli abiti da cortigiana, in modo da passare per l’assistente di Fuu, o meglio della principessa-spadaccino Fuu.

“Principessa” fece la voce roca del vecchio Chang “non dimentica nulla?”

Aska stette lì a riflettere qualche secondo.

“Ah… parli del supplizio che devo infliggerti?”

“No” disse spazientito.

“Ho capito… vuoi venire con noi su Sephiro”.

“Neanche questo..”

“Beh che vuoi… travestirti da vero stregone?”

“Faccia poco la spiritosa… come al solito non capisce mai nulla, perché non studia come dovrebbe” sbraitò violento.

“Uffa… dai parla non tenerci sulle spine” disse senza troppe cerimonie Aska.

“Crede davvero che una parrucca e un po’ di stoffa ingannino il vecchio saggio di Sephiro!” fece con aria giudiziosa, proprio come avrebbe voluto fosse la principessa.

“Già non ci avevo pensato…”

Ma il saggio, certo che Aska non ricordasse la formula, ormai rassegnato, si avvicinò alle due ragazze e sfoderò di nuovo i suoi poteri da grande mago, non prima di aver ragguagliato la sua discepola: “Faccia bene attenzione alle parole che pronunzierò principessa, perché poi sarà lei a doverla applicare sulla fanciulla andata con il cavaliere!”

E così un nuovo incantesimo si consumò nel salone del palazzo imperiale.

“Sarete voi a decidere quando sciogliervi dal sortilegio… basterà la vostra volontà in tal senso!” fece solennemente, rivolto ad Umi e Fuu.

 

 

PIANETA DI AUTOZAM

“Lantis, ma quindi vedremo Eagle!” esclamò emozionata Hikaru.

“Credo di sì”

“E ci saranno anche Geo e Zazu quindi” continuò, accelerando il passo e quasi salterellando.

Ma quando si trovò nei corridoi interni della base militare di Autozam, vide un esserino volante sfrecciare a tutta velocità verso di loro.

“Oh Lantis ero così preoccupata..”

Primera svolazzava entusiasta attorno al suo cavaliere, lasciando che polveri magiche rilasciate dalle sue ali creassero dei cerchi iridescenti attorno all’uomo.

Ma quando si accorse di quella presenza femminile accanto a lui, si fermò di colpo.

E strizzando un po’ gli occhi, urlò con la voce acidula: “Tu… che ci fai qui… chi ti ha detto di tornare” puntandola col dito.

Hikaru portò una mano alla testa e cercando di essere gentile le fece: “Ciao Primera… è da un bel po’ che non ci vediamo!”

“Beh non ci tenevo a rincontrarti… potevi restartene sul tuo pianeta!”

Per fortuna, ad interrompere quel momento non proprio idilliaco, ci pensò Zazu.

“Lantis sei tornato..” e bloccandosi interdetto fissò la ragazza “ma.. ma tu sei il cavaliere del fuoco!”

Hikaru si avvicinò col suo fare allegro e sincero: “Ciao Zazu… allora ti ricordi di me!”

Il ragazzo arrossì alquanto: “Certo, non è passato poi così tanto tempo”

Quei convenevoli furono interrotti però da Lantis: “Dov’è Eagle?” chiese senza troppe cerimonie, mentre Primera appollaiata sulla  sua spalla lo contemplava estasiata.

“Ah… è nella sala comandi, insieme a Geo” gli rispose.

 

Hikaru aveva già dimenticato i pensieri inquieti che le erano balenati nel cuore sull’astronave Dome.

Era contenta.

Soprattutto ora  che si apprestava ad incontrare Eagle.

Rivedere tutti i vecchi amici era un tuffo nel passato per lei.

Entrarono nella sala, accolti da Geo, che non ultimo, si meravigliò nel vedere il cavaliere magico che tempo addietro aveva così influito sui destini di Sephiro e di Autozam.

Hikaru, dopo aver salutato affettuosamente l’uomo, si sporse dietro la sua imponente figura, per scorgere quella smilza e gentile del comandante Eagle, che si avvicinava ai suoi inattesi ospiti.

La ragazza non si aspettava tanta sorpresa da parte sua nel vederla su Autozam.

“Hikaru… tu qui” esclamò interdetto.

Le sue gote arrossirono alquanto: “Già… chi l’avrebbe mai detto che ci saremmo rivisti”

Lo sguardo dell’uomo era tenero ed avvolgente, tanto da farle avvertire quasi una sensazione di calore correrle sulla pelle.

Certo Eagle era molto diverso da Lantis.

“Abbiamo bisogno di un favore” tuonò serio e brusco quest’ultimo.

 

Il racconto della storia della giostra, del salto spazio-temporale, della partecipazione di Fuu aveva uno scopo ben preciso. C’era bisogno di un titolo da principessa e visto che su Autozam non c’erano regnanti che potessero partecipare e che un sodalizio con Sephiro era quanto di meglio potesse presentarsi per il pianeta, si profilavano tutti i presupposti per uno scambio.

Il Gran Consiglio, presieduto da Eagle, avrebbe concesso quel titolo e di contro, se Fuu avesse vinto, Autozam si sarebbe legato a Sephiro potendo così beneficiare della magia e della forza vitale del pianeta.

Eagle portò la mano al mento: “Beh l’idea non è male…” e guardando Hikaru “.. e poi non posso negare un piacere ad una vecchia amica” strizzandole l’occhio.

La ragazza sorrise radiosa: “Grazie comandante, non immagini quanto te ne sono grata!”

Lantis, Geo e Zazu, seguiti dalla insopportabile Primera si avviarono a risistemare la Dome per il viaggio di ritorno, rifornendola di quanto necessario.

“Eagle, perché non vieni con noi su Sephiro?” chiese dolce Hikaru.

“Per ora verranno con voi Geo e Zazu. Io vi raggiungerò presto… ho dei compiti da svolgere qui!”

“Wou, che bello” disse la ragazza alzando il braccio al cielo, facendo un piccolo salto che la fece avvicinare a lui “sono proprio contenta”

E mentre aveva gli occhi ancora chiusi per quell’esclamazione gioiosa, inaspettata e imprevedibile, sentì la bocca dell’uomo poggiarsi sulle sue labbra.

Eagle la stava baciando, delicatamente, con una pressione tenera… umida… calda.

“Anch’io ne sono felice” disse dopo essersi staccato da lei e lasciandola lì impietrita, incapace a tentare una qualsiasi reazione o risposta, ancora col sapore di quel bacio sulle labbra.

E sparì nella penombra dei corridoi della base.

 

 

FAHREN – PIANETA DI ASKA.

Fuu, affacciata ad uno dei sontuosi balconi del castello, con i gomiti appoggiati al davanzale, fissava le stelle, non così diverse poi da quelle che potevano contemplarsi nei cieli terrestri.

Dire che fosse agitata, era voler solo un eufemismo per mascherare quello che effettivamente le passava per la testa.

In che pasticcio si stava cacciando…

Avrebbe avuto veramente il coraggio di presentarsi a Sephiro, vestita come uno stalliere, in mezzo a principesse bellissime e eleganti, circondata da chissà quanta gente?

E soprattutto ce l’avrebbe fatta ad incrociare di nuovo quegli occhi, a fingere di essere quello che non era, senza scoppiare a piangere?

Avvertì un tocco gentile alle spalle.

“Pensi a lui?” fece la voce, ora dolce, della principessina di Fahren.

Fuu abbassò lo sguardo senza rispondere.

“Sai, in fondo non sono troppo preoccupata, perché so che quando giungerai a Sephiro ti renderai conto che la persona che hai lasciato tempo fa non è cambiata per nulla” e abbassando un po’ il tono “al massimo un po’ intristita da questi anni passati lontano da te”

Fuu puntò i suoi occhi su quelli della ragazzina e non potè che leggervi grande affetto e tanta sincerità.

Le prese una mano: “Io ti sono debitrice Aska, stai facendo tutto questo per me… e io finora ti ho fatto solo arrabbiare!”

La principessa arrossì leggermente: “Non dire sciocchezze… non sai quanto sei stata importante nella mia vita…”

Fuu la guardò furbetta: “E con Sang come va’?”

Come attraversata da una vampata di fuoco, divenne rossa come un peperone: “Ah… con Sang… che intendi” disse, chiaramente in difficoltà.

“Dai lo sai, gli hai detto dei tuoi sentimenti!” fece, sorridendo per l’imbarazzo dell’amica “mi vuoi dire che per te è solo un amico?”

Aska si voltò di spalle per nascondere il suo rossore: “Ecco … veramente non ho trovato ancora il momento giusto”

Sentì due mani poggiarsi sulle sue spalle e un viso sorridente affacciarsi da un lato per scrutare le espressioni del suo volto: “Secondo me lui ci tiene proprio tanto a te, Aska… sai si capisce da come ti guarda e da come è dolce il suo tono quando si rivolge a te!”

La principessa di Fahren si voltò di scatto: “Dici sul serio, non mi prendi in giro vero!” chiese speranzosa.

“Ti sembra che stia scherzando… fossi in te non aspetterei troppo..” e con un velo di malinconia continuò “..non sai mai cosa ti riserva il destino!”

La principessina, compresi i pensieri che passavano per la mente dell’amica, le si buttò fra le braccia e la strinse forte: “Fuu… io te lo prometto… andrà tutto bene… tu vincerai, vincerai e sposerai Felio te lo assicuro!”

Il cavaliere magico accarezzò la testolina della principessa, senza riuscire a dire nulla, e rivolse gli occhi al cielo, mentre una lacrima scendeva rifulgendo ai raggi lunari.

 

- CONTINUA -

 

Per KillKenny: concordo pienamente sul paring  Umi- Clef; a proposito qual era questo presentimento?

Per Viki: grazie per gli apprezzamenti.. mi piacerebbe molto pubblicare con più puntualità, ma più di così non mi riesce… spero continuerai a seguirla.

Un bacio a tutti i miei lettori.

 

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Capitolo 5
*** Che la giostra abbia inizio! ***


CAPITOLO V

Che la giostra abbia inizio!

 

Musiche allegre e voci colorate di saltimbanchi girovaghi riecheggiavano nella profumata mattina di primavera; le strade che conducevano al palazzo reale brulicavano di persone accorse da ogni dove per assistere al regio spettacolo; anche le splendide creature che popolavano Sephiro sembravano partecipare allo stato di agitazione generale.

Fuochi colorati si inseguivano nel terso cielo, mentre i soldati della Guardia avanzavano schierati per controllare che tutto si svolgesse, entro certi limiti, con ordine e sicurezza; le damigelle di palazzo sistemavano gli ultimi fiori negli ambulacri, affinchè nessun anfratto del palazzo fosse spoglio.

“Lafarga, vai a dire al Principe che se non arriva immediatamente per una volta mando a quel paese il cerimoniale e lo trascino qui per un orecchio”.

Il tono del saggio lasciava intendere chiaramente che non scherzava affatto.

Ormai tutto era pronto per aprire ufficialmente il tenzone: le astronavi erano atterrate da un pezzo e le varie delegazioni avevano preso possesso delle loro ampie ed accoglienti stanze in cui avrebbero soggiornato per la durata della gara. Il vecchio Clef non aveva certo intenzione di dare il benvenuto ai suoi ospiti con il Principe ancora a letto a dormire o a rifinire i dettagli della sua tolettatura.

In realtà Felio quella mattina, nonostante il suo amore per le lunghe e placide dormite, si era svegliato all’alba, con un cerchio alla testa che non era voluto andare via neanche con le più miracolose tisane di Cardina, sperando che il supplizio del tenzone arrivasse il più tardi possibile.

Ma i colpi alla porta della sua camera gli preannunciarono che il temuto momento non poteva più essere rimandato.

Non lasciò il tempo a Lafarga di proferir parola: “Andiamo… sono pronto” gli disse, doppiandolo sull’uscio e dirigendosi alla volta del salone reale, con la luce della determinazione che ritornava a farsi viva nei suoi occhi.

 

“Oddio Fuu ho le gambe che mi tremano dalla fifa… guarda quanta gente”.

Umi parlava a raffica per tentare di esorcizzare la tensione.

Ben altra invece era la reazione di Fuu a quell’invasione del castello, che aveva portato nel cuore anche per i suoi corridoi silenziosi che permettevano di raccogliere i pensieri e di mitigare le agitazioni e le paure.

Seguiva in silenzio Umi, guardando i volti delle mille persone che finora aveva incrociato, sperando, ma allo stesso tempo anche temendo, di ritrovare quello del Principe.

Felio.

Lo spadaccino girovago.

L’impertinente vagabondo che aveva cercato di farle cadere in trappola.

Ma anche il dolce ragazzo che non temeva nulla quando si era trattato di salvarla.

Il Principe che ora doveva sposarsi e che stava tradendo una promessa fatta quattro anni fa.

L’alternarsi di emozioni, di sentimenti contrastanti, di paure, di speranze, non le lasciavano tregua.

A distanza, senza però perderla di vista, Aska, sotto il braccio di un imbarazzato Sang, seguiva quel cavaliere mascherato, che già aveva suscitato la curiosità e l’attenzione di un bel po’ di persone.

Era sicura che ne avrebbe viste delle belle. E per quanto la situazione fosse ingarbugliata e nulla deponeva per una semplice evoluzione di quel tenzone, si sentiva euforica e non vedeva l’ora che la gara avesse inizio.

 

*****

Il banditore schiarì l’ugola:

 “Re,  principi e principesse soprattutto,

arrivati fin qui da lontani pianeti,

Sephiro vi dà il benvenuto,

della vostra presenza siam lieti;

il tenzone sta per iniziare,

le soavi fanciulle dovran gareggiare;

chi sposerà il principe non c’è dato ancor sapere;

ma una sola fanciulla dovrà rimanere;

al termine della gara, un matrimonio due giovani sovrani unirà,

nella speranza che la pace e l’armonia per sempre durerà”

 

“L’hai scritta tu questa porcheria” fece Felio rivolto con aria stomachevole al vecchio saggio.

Ma la risposta fu una bastonata dritta nel suo fianco che lo fece sobbalzare sul trono: “Mettiti dritto e vedi di darti un contegno… se questa volta metti in imbarazzo Sephiro non te la faccio passare liscia”.

Il Principe era stupito di quanta gente fosse arrivata fin lì pur di assistere al tenzone, ma allo stesso tempo anche divertito del suo piano diabolico e del fatto che tutti sarebbero ritornati nelle proprie case senza aver assistito al matrimonio del secolo.

Fra un gruppetto di persone riuscì a scorgere una mano sventolante.

Aska, sulle spalle del povero Sang Yang, salutava sorridente ed ancor più divertita il suo amico sephiriano.

 

Anche Umi e Fuu a stento fecero ingresso nello sfavillante salone reale.

Il cavaliere del vento non riusciva a scorgere nulla fra quelle teste che la sovrastavano.

Cercava di farsi spazio per avanzare in direzione del trono, sperando che l’ubicazione dello stesso non fosse cambiata nel corso degli anni.

E mentre un gomito le premeva nella schiena, almeno cento piedi l’avevano calpestata, e l’aria a fatica le arrivava ai polmoni, in uno squarcio improvviso e casuale riuscì a scorgere il piedistallo in marmo su cui i due troni, uno per il principe e uno per il vecchio saggio, erano posati.

E per un attimo il suo cuore cessò di battere.

Per un attimo i rumori si fermarono, le musiche cessarono, i colori si spensero: solo un uomo continuava ad essere animato.

La guancia poggiata sul pugno chiuso, l’aria strafottente e impertinente, il corpo rafforzato e irrobustito dall’età e dagli allenamenti, lo sguardo fiero ed elegante, i capelli ancora lunghi e ribelli.

Fu un attimo.

La folla si richiuse, risommergendo le due ragazze.

“E che cavoli” strepitò Umi all’ennesimo pestone, ma nel voltarsi vide il petto di Fuu sobbalzare ai singulti ripetuti.

 “Fuu… ma che succede?”

“Nulla” rispose fiera, cercando a grandi boccate di riprendere tranquillità “.. nulla.. mi manca un po’ l’aria” rispose afferrandola per un braccio e tirandola verso un lato meno gremito di persone.

Una sola parola sbatteva e ribatteva per il suo cervello… Felio.

 

Il vecchio saggio si alzò in piedi e battè tre volte il bastone sul pavimento per riportare l’ordine e il silenzio nel salone.

Tutto tacque immediatamente.

Tutti si prostrarono, inginocchiandosi, in segno di rispetto per il più anziano ed autorevole saggio del sistema, compresi i sovrani degli altri regni, che altro non desideravano che mettersi sotto la guida protettiva di Clef.

Solo due persone  restarono erette, ignare degli usi del pianeta straniero: una bionda e solare cortigiana e un cavaliere mascherato al suo fianco.

E come era logico accadesse, molti occhi furono puntati su di loro, compresi quelli del principe di Sephiro.

Nonostante la procacità della fanciulla in abiti succinti, il suo sguardo cadde sull’esile figura del cavaliere, che abbigliato in modo singolare, aveva, senza sapere bene il perché, attratto la sua attenzione.

 

Fuu non pensava che quel momento sarebbe mai arrivato…

Che di nuovo avrebbe potuto incrociare quegli occhi maliziosi e profondi che era certa, in quel momento più che mai, l’avevano fatta innamorare.

E restò lì inebriata da quello stato di grazia, prima che un braccio sottile, quello della sua amica terrestre, avvedutasi del fatto che solo loro non avevano assunto un contegno rispettoso come gli altri, la tirasse giù per farla inginocchiare.

 

- CONTINUA -

Perdonatemi per l’enorme lasso di tempo trascorso dall’ultima pubblicazione!

Cercherò, seppur i capitoli saranno più corti di pubblicare con più frequenza.

Un ringraziamento ad anemone333 per la recensione a “Ai confini del sole”.   Fantàsie.

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Capitolo 6
*** Le concorrenti ***


 

Capitolo VI

LE CONCORRENTI

 

ASTRONAVE DOME

“Forza navicella vola veloce… Fuu ci aspetta”

Un marasma di emozioni sconquassavano la giovane terrestre.

Da un lato era preoccupata di non arrivare in tempo.

Dall’altro guardava da lontano il suo rude cavaliere contemplare il paesaggio astrale, mentre le sue labbra bruciavano ancora per quell’ inaspettato bacio rubatole da Eagle.

“Fai presto ti prego!”

 

PIANETA DI SEPHIRO - CASTELLO

Il vecchio saggio, nonostante l’esile e minuta figura, sovrastava il manto di uomini e donne chinati in attesa che le sue labbra si schiudessero per proferire argentine parole.

Anche Felio, abbandonato il regale giaciglio, si era prostrato davanti a quell’uomo, che nonostante tutto, rispettava e ammirava profondamente.

“Oggi non siamo qui semplicemente per dar luogo ad  un tenzone che unisca due cuori e due regni.. ma per gettare le basi della pace… dell’alleanza fra i popoli… della serenità per le future generazioni… affinchè l’oscurità che ha avvolto Sephiro e i suoi abitanti non si ripeta mai più … per il pianeta ma anche per l’intero sistema”.

Le parole rimbalzavano da un lato all’altro dell’immenso salone reale, inseguendosi e accavallandosi nel silenzio attonito dei presenti.

“Per questo.. mi auguro che l’unione in cui sfocerà la giostra che tra poco avrà inizio sia di esempio per tutti i pianeti ed i regni qui riuniti.. perché si rafforzino i legami… si saldino i cuori… si allineino le menti”.

E dopo qualche secondo, innalzando il bastone al cielo, sentenziò: “Che la gara abbia inizio!”

Tutti i presenti che avevano ascoltato fin a quel momento con estrema continenza le solenni parole del saggio, poterono dare sfogo all’euforia che pervadeva i loro animi ed un urlo gioioso e festante accompagnò il tanto sospirato avvio della giostra organizzata dal principe di Sephiro.

 

Il banditore si portò al centro del salone, mentre la folla si apriva in cerchio per fare spazio alle concorrenti.

Stesa la pergamena, l’uomo così parlò:

“Pricipessa Tipsy del regno di Paranos”

Una procace fanciulla le cui curve generose traboccavano dal succinto corpetto avanzò fra la folla, ondeggiando i fianchi rotondi.

Come avrebbe voluto prendere in giro Clef come aveva fatto pochi giorni prima, ridendo sull’abbondanza della principessa… ma non poteva.. non solo perché questa volta il vecchio saggio lo avrebbe fatto secco.. ma soprattutto perché la situazione in cui si era cacciato appariva sempre più pericolosa.

Felio si rendeva conto di aver fatto male i conti.

Mentre Tipsy avanzava, le altre contendenti le lanciavano e si scambiavano sguardi di sfida e di provocazione.

Il principe deglutì nervosamente: probabilmente qualsiasi altro uomo si sarebbe sentito eccitato al solo pensiero di splendide fanciulle in lotta fra di loro per conquistare il suo cuore e il suo corpo.

Invece, il solo pensiero di lasciarsi sfuggire dalle mani le redini della situazione lo faceva rabbrividire… lo faceva rabbrividire vedere tutte quelle agguerite principesse pronte ad affilare le unghie e rischiare di dover convolare a nozze con una Tipsy di turno.

Non avrebbe mai permesso una cosa del genere.. non avrebbe mai perso la speranza che se quel giorno fosse mai arrivato, sarebbe stato solo ed esclusivamente con Fuu.

La principessa di Paranos si portò al centro del cerchio per raccogliere gli sguardi della platea: “Sono onorata di poter competere per guadagnare  il ruolo di regnante…” e così facendo si inchinò lasciando che il seno pesante fuoriuscisse ancor di più dai merletti dorati, e guardando languidamente Felio “… e conquistare  il tuo cuore… mio principe”.

Felio arrossì impercettibilmente: era sempre stato molto bravo a mascherare le sue emozioni, ma quella donna riusciva sempre a metterlo a disagio con quel fare da femme fatale che lo infastidiva più che sedurlo come lei avrebbe voluto.

Il suo viso non tradì altra emozione, rispose senza sfumatura alcuna della voce: “Grazie… principessa Tipsy!”.

 

Più bel suono le sue orecchie non avrebbero potuto udire: Fuu, che a stento aveva guadagnato un angolino, si meravigliò di come tutti quegli anni non erano riusciti a cancellare la familiarità di quella voce.

 

Tipsy ritornò sui suoi passi lentamente, fra le occhiate torve delle altre aspiranti e quelle estasiate di chi sarebbe volentieri affondato nelle sue curve lussuriose.

Aska, in prima fila per non perdersi nulla, l’avrebbe invece volentieri presa a calci nel sedere.

“Principessa Tulla di Atlantis”

Una figura molto meno appariscente rispetto alla principessa di Paranos si fece avanti con passo svelto: lunghi capelli corvini scendevano lungo il corpo flessuoso come un giunco, incorniciando i delicati lineamenti del viso.

Giunta di fronte al principe di Sephiro si inchinò, molto meno sensualmente della precedente concorrente, ma spalancando un sorriso sinceramente caldo.

“Felio è sempre un piacere rivederti e tornare qui su Sephiro… “

I contorni delle labbra del principe sephiriano si inarcarono: “ Cara Tulla, il piacere è tutto mio… lo sai… sei sempre la benvenuta su questo pianeta!”.

Era chiara l’intimità esistente tra Tulla e Felio: non solo i loro volti , ma anche le voci avevano quei riflessi colorati che scoprivano un profondo affetto reciproco.

Umi si voltò verso Fuu, convinta che questa estrema gentilezza del principe potesse averla turbata.

Ma non era così.

Fuu aveva avvertito la limpidezza della ragazza e non riusciva a percepire nello sguardo dell’uno o dell’altra alcun sentimento che andasse al di là di una bella e profonda amicizia.

Anzi nutrì subito una simpatia innata per quella ragazza così fresca e dolce.

 

Altre regnanti si alternarono nel fare e ricevere gli onori del caso.

La principessa Tarta di Cizeta.

La principessa Marion di Luna Nuova.

La principessa bla bla bla….

La noia stava lentamente scendendo sul principe di Sephiro che faticava a ripetere le stesse banali frasi di circostanza, mentre gli astanti continuavano eccitati e divertiti ad avanzare scommesse e previsioni sulle belle principesse del sistema Upsilon.

D’improvviso  il suo sguardo tornò serio e attento mentre un’altra partecipante si fece avanti con fare sicuro ed altezzoso.

“Principessa Maya di Kureta”

Due occhi azzurri  freddi ed affilati come il ghiaccio puntarono dritti in quelli color ambra del principe.

Felio si irrigidì sul trono. E questa volta non fu molto bravo a nascondere il senso di fastidio che quella donna gli causava, perché Fuu intuì  chiaramente il suo disagio.

A differenza di Tulla, Maya appariva fredda e glaciale, e certamente molto determinata.

“Principe… sono felice di rivederti!”

Non inchini o reverenze ma le mani puntate sui fianchi e uno sguardo di sfida.

 “.. spero tu sia pronto a diventare il mio sposo”

Il brusio del salone gelò, così come il sangue che scorreva nelle vene del bel principe.

Ma fu un attimo. Subito si levarono nuovamente le voci ridondanti della folla, ancor più attizzate dalle parole provocatorie della sfidante.

Felio indurì lo sguardo, ma prima che potesse replicare, un’altra voce si sovrappose.

 “Mi sembra che tu ti stia dando un pochino troppe arie!”

Tipsy, completamente imbufalita, si fece largo fra la folla e piombò al centro della sala come un rapace che ha puntato la preda: “Vedi di calmarti Maya… è ancora tutto da vedere”

Molto lentamente la principessa di Kureta  diresse il viso verso la pettoruta abitante di Paranos, rivolgendole uno sguardo di sufficienza.

“Beh… non vedo nessun’altra partecipante che possa minimamente competere con me!”

fece con derisione.

Ma prima che Tipsy potesse reagire, e l’avrebbe fatto perché la vena che pulsava sulla tempia stava per esplodere, il vecchio saggio riprese il controllo della situazione.

Con autorevolezza colpì il pavimento due volte con il bastone: “Bene principesse vedo che siete già infiammate dalla competizione” e cercando di stemperare la tensione “mi raccomando non dimenticate mai di far onore al regno che rappresentate”.

Tipsy alzò il mento a voler riassumere uno sguardo fiero e dignitoso.

Maya, invece, ripuntò i suoi occhi sul principe come a voler sigillare la sua promessa di conquista.

“Allora , sono queste le sfidanti?” chiese al banditore Clef.

“Se non ce ne sono altre qui in sala… sì”

 

“Fuu muoviti vai”

Umi aveva afferrato per un braccio il cavaliere del vento e la spingeva fra la folla.

“Ma dove vado… Hikaru non è tornata…. Che vado a dire?”

Ma non ebbe finito neanche la frase che le arrivò uno spintone da dietro di tale forza da farla finire al centro della sala, non distante da Maya e da Tipsy.

Aska era sempre molto decisa quando si trattava di agire.

 

Fuu, con tutti gli occhi puntati su di lei, pregò che una voragine si aprisse ai suoi piedi e la risucchiasse immediatamente.

Di nuovo il silenzio era sceso in sala al comparire di quella buffa figura, metà cavaliere e metà fanciulla, o forse molto più cavaliere che fanciulla.

Una gocciolina di sudore non potè scendere lungo il viso perché intrappolata dal fazzoletto nero.

Ma come si era potuta cacciare in quella situazione assurda!

Vestita da maschio fra belle principesse… principessa di non si sapeva cosa… e soprattutto con Felio che la osservava incuriosito.

Stava maledicendo sé, Kuu, Aska e tutto il genere umano e sephiriano perché mai avrebbe potuto pensare ad una scena più imbarazzante.

Clef la guardò con aria eloquentemente volta a farle capire che era il caso di qualificarsi.

“Ehm.. Ecco..”

La vocina timida non andò oltre il suo naso.

Si schiarì l’ugola.

“Sono… sono la principessa An…”

“Ahhh” una risata isterica squarciò il silenzio che aveva accolto il cavaliere mascherato.

“E tu saresti una principessa… ma fammi il piacere… principessa di cosa… sembri solo un ragazzaccio ”.

La voce boriosa di Tipsy la stava chiaramente denigrando.

E anche fra la folla cominciarono a sentirsi stupide risatine.

Forse la tensione accumulata, forse lo stress di tutti gli accadimenti del giorno prima, o il fatto che non ci stava a farsi prendere in giro davanti a Felio, Fuu ebbe una reazione inaspettata anche per se stessa.

“Evidentemente io non ho bisogno di mettere tutto in esposizione per sentirmi principessa!”

Maya scoppiò in una grassa risata, volutamente esagerata per cogliere al balzo la possibilità di schernire ancora  la regnante di Paranos.

“Come ti permetti…” Tipsy stava incedendo vigorosamente verso Fuu.

 “Ora basta Tipsy, lasciala finire!”

Felio si era alzato dal trono e con voce autoritaria aveva zittito l’irritante donna.

Rivolse lo sguardo a Fuu che si sentì penetrare da quegli occhi dolci e rassicuranti.

“Continua...” disse con fare gentile.

“Sono la principessa Anais… del regno… del regno di…”

 

Sbammm!

La porta di accesso al salone si aprì vigorosamente e gli sguardi degli astanti si concentrarono sui nuovi arrivati!

Due ragazzi in tuta da meccanico ruzzolarono a terra.

Si trattava di Zack e di Hikaru, il cui travestimento non le rendeva di certo giustizia.

Aska guardava compiaciuta l’amica terrestre, fiera di essere riuscita a riformulare l’incantesimo del vecchio Chang ed evitare che anche occhi “accorti” come quelle del saggio di Sephiro potessero scorgere le sue vere fattezze.

Alle spalle si ergevano le imponenti figure di Lantis e Geo.

 

Fuu voltatasi anch’essa a vedere la fonte dello schiamazzo si rigirò verso Felio e dopo aver tirato un sospiro di sollievo sussurrò “Anais, principessa di Autozam”.

 

 

Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno lasciato una recensione KillKenny. Jack83, rinslet; per Elita: si nell’anime alla fine Umi si innamora di Clef; grazie a Blacklight e a Vento, a miki, a eilinn e a shirin.

Una piccola curiosità: Anais è il nome di Fuu della versione anime spagnola, nonché lo pseudonimo con cui pubblico in Capitain Tsubasa!

 

 

 

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