Nemici, amici...amanti di LauLiu (/viewuser.php?uid=175840)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Capitolo I. Brutte impressioni. ***
Capitolo 3: *** Capitolo II. Incontri e pensieri indesiderati. ***
Capitolo 4: *** Capitolo III. A volte non solo il mare si agita. ***
Capitolo 5: *** Capitolo IV. Emozioni,lavoro e scuola. ***
Capitolo 6: *** Capitolo V. Vecchie amicizie. ***
Capitolo 7: *** Capitolo VI. Odio eterno. ***
Capitolo 8: *** Capitolo VII. Avvertenze e ancora odio. ***
Capitolo 9: *** Capitolo VIII. Chiarimenti e confusioni. ***
Capitolo 10: *** Capitolo IX. Solo discussioni. ***
Capitolo 11: *** Capitolo X. Forti emozioni. ***
Capitolo 1 *** Prologo. ***
Prologo. Tre anni.
Tre fottutissimi anni. Tre anni che mi hanno ucciso. Ucciso dentro,nel profondo. Sono pazzo o forse no...Anzi si. Sono pazzo,ma a causa sua. Le donne...portano solo rogne. Ma lei ha fatto di peggio... Lei... Lei... Lei mi ha stregato e poi maledetto. La odio.
Eccome se la odio. La amo.
La amo da impazzire. Coerenza zero,ma non m'importa...
Era così il nostro rapporto: d'amore e d'odio. Sempre. Ci conosciamo dalle elementari e abbiamo fatto il primo anno di medie assieme,poi...poi è scomparsa... Il suo lavoro l'ha portata via dagli amici,dai parenti...
Da me...
Non si è più fatta sentire per tre lunghi e interi anni...
Mi ha dimenticato...si...l'ha fatto.
Sicuramente.
Fa male il solo pensiero. Ma sono sempre stato realista su queste cose,preferisco il dolore alla dolce illusione.
Fanculo alla sua carriera da attrice!
Fanculo a lei...
Fanculo. Punto.
*** Eccomi con la prima ff che spero esca bene xD Si non l'ho finita,ma se non agivo così l'avrei iniziata e mai finita,pardon! Spero di non fare schifezze e di fare più parti descrittive che dialogiche. So che il prologo è corto ma a me personalmente piace così. Descrittivo e che riassuma un po' tutto. Aspetto commenti,fatemi sapere se vale la pena continuare xD
Baci <3
Maka :)
PS: il POV cambierà a capitoli ma vi avvertirò :) Questo ovviamente lo racconta Eric/Akito,notte :D
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Capitolo 2 *** Capitolo I. Brutte impressioni. ***
Capitolo I. Brutte impressioni.
E' ora. Finalmente. Quelle interminabili ore...sembrava che non finissero più.
Presi la cartella e uscii dalla classe. Tsuyoshi è assente,strano...
Con questo pensiero mi avviai nel lungo corridoio del liceo e sfortunatamente non mi accorsi di una ragazza dai capelli scuri,che le coprivano a malapena le spalle,e che veniva verso di me.
-Ehi,Akito!
La guardai,le feci cenno col capo e ripresi a camminare.
-Non si usa più salutare? Il bon-ton non fa per te,vero Akito?
-Fuka lasciami in pace...Non è giornata
-Per te non è mai giornata! Sono stufa! Non usciamo insieme da due settimane,Akito,due! E tutto è iniziato da quando ti abbiamo costretto ad andare al cinema per vedere il nuovo film di Sana!
Ma cosa dici,siamo usciti ier-
Un lampo attraversò i miei occhi. Mi voltai di scatto verso di lei.
Sana...
Non pronunciare il suo nome...!
Nuovo film...Sana...Sana...
BASTA!
-Hayama,mi ascolti?
-Fuka,ti ho detto di lasciarmi in pace.
Dissi freddo e tagliente come non mai.
Ero stufo di averla intorno,poi si è messa anche a parlare di Lei...
La giornata si annunciava dura.
Sì,perché il suo nome basta e avanza per rendermi la giornata un inferno.
Provo a dimenticarla ma non ci riesco...o forse non voglio...
Non so e sinceramente non l'ho mai capito.
Uscii dall'istituto e presi a camminare verso il parco dove andavo ogni giorno da piccolo.
Un brivido percorse la mia schiena. Mi fermai e guardai la strada.
No,non sono pazzo...
Voglio davvero tornarci lì? Dove Lei... BASTA!
Iniziai a camminare dalla parte opposta.
Oggi non vado...
Non so come,ma mi ritrovai nel centro di Tokyo. C'era molta gente e questo non mi è mai piaciuto. Odio stare in mezzo a troppa gente.
Odio la mia vita. Odio...
Spalancai gli occhi,mi cadde di mano la cartella.
Il tempo era bello quel giorno,ma allora perché sentivo freddo?
Ora non più,ora sto...bene...
La vidi,circondata da tanta gente. Riconobbi i suoi lunghi e rossi capelli.
Lei...
Iniziai a non stare più bene,mi si raggelò il sangue. Strinsi i pugni. Mi sentii ferito,triste. Abbassai lo sguardo,la frangia mi copriva gli occhi.
Mi facevano male le mani talmente stringevo forte i pugni. Non m'importava.
Questo dolore non è paragonabile a quello che sto provando ora.
Presi la cartella che giaceva ancora sul marciapiede. Alzai lo sguardo e la vidi. Mi vide. Mi sorrise.
Bellissima...
Cercò di dirmi qualcosa. Non riuscivo a sentirla.
Fissai le sue labbra e capii ciò che voleva dirmi: “Ciao,Hayama”
Sorrise,angelica.
Rimasi estasiato da quella vista. La vidi farsi spazio tra la gente e correre verso di me. Piangeva. Forse per la felicità.
Felicità...
Mentiva.
È un'attrice dopotutto,no?
Mi abbracciò. Non risposi. Mi limitai a stringere i pugni.
Esci dalla mia vita,ora!
-Perché non mi abbracci,Akito? Non sei felice di vedermi?
No.
Sembrava triste e delusa.
Si...
Volevo abbracciarla e lo feci.
Fa male...brucia...ma sopporto...è più importante sentirti tra le mie braccia del dolore.
Aspetta.
Tu sei dolore.
Lacrime amare incorniciano il mio viso. Stavo male,ma volevo quel contatto!
Poi un suono assordante.
Sembrava una...
-Akito! Diamine! È da ore che suona la sveglia ti vuoi alzare razza di pelandrone?- urlò stridula mia sorella.
-Natsumi,calma,non vedi che si è appena svegliato?
-Certo papà,lo vedo- disse con voce falsamente angelica -e se non spegne quella diavoleria gliela sfascio!
Disse uscendo dalla mia stanza. Aprii piano gli occhi.
Un sogno...
Meglio...
Sospirai,mi tirai su col busto e spensi quella cosa abbastanza fastidiosa di mattina presto.
Mi sentivo uno straccio e non avevo neanche voglia di andare a scuola.
Mi alzai lo stesso. Se non andavo a scuola rischiavo di saltare gli allenamenti di karate. Mi infilai le ciabatte,presi il telefono e scesi in cucina.
-Akito,fossi in te mi sbrigherei!- disse mia sorella infilandosi le scarpe e prendendo la borsa
-Ma che ore sono?- la guardai piuttosto assonnato per il risveglio traumatico.
-Le otto,devi sbrigarti,tra quindici minuti devi essere a scuola-
Mi svegliai all'improvviso. Le otto? Scherziamo?!
Risalii di corsa le scale dirigendomi nel bagno.
Una doccia fredda,ecco cosa mi serve!
Mi gettai nella doccia. Cercai insistentemente di togliermi la sensazione di averla abbracciata sul serio quando invece era tutto segno della mia fantasia. Non era per niente piacevole,mi infastidiva parecchio.
Dopo cinque minuti di doccia mi infilai la divisa e in un batter d'occhio ero in cucina azzannando una fetta di pancarré con marmellata all'arancia.
Lo sguardo cadde sull'orologio.
8:10
Cazzo! La cartella!
Salii fulmineo in camera mia cercando di preparare la borsa,la conseguenza?La libreria era sotto sopra.
Se la vede mia sorella sono spacciato!
Chiudo la cartella e mi dirigo velocissimamente all'ingresso.
-Ciao papà! Io vado!
-Ciao Aki-
Non gli lasciai il tempo di salutare che mi trovai già fuori casa diretto a scuola.
Ringraziai le mie doti nella corsa,infatti,arrivai giusto in tempo per sentire il suono della campana.
In lontananza vidi Tsuyoshi che mi salutava con la mano. Mi aspettava davanti al cancello e una volta che gli fui affianco camminammo verso la nostra classe.
-Non hai sentito la sveglia?
-Già...
-Mmh...non mi convinci...cos'è successo?
-...Lei...
Vidi Tsuyoshi spalancare gli occhi e irrigidirsi. Poi si fermò di colpo.
-E'... tornata? Q-quando?
-L'ho sognata stanotte...
Tirò un sospiro di sollievo. Sapeva bene come mi sarei sentito nel rivederla .
-Sasaki,Hayama; sbrigatevi a entrare in classe se non volete una nota!
-Sì professoressa!
Raggiungemmo la nostra classe,entrammo e ci sedemmo nei nostri posti.
Che l'inferno abbia inizio...
…
….
Otto ed estenuanti ore ebbero finalmente fine. Ero stanco,troppe verifiche per la prossima settimana...e come sempre non avevo voglia di studiare.
Non aspettai Tsuyoshi poiché al suono della campana uscii rapidamente dalla classe. Sapevo che aveva intenzione di fare,l'avevo sentito all'intervallo.
Aveva intenzione di portarmi fuori a mangiare insieme ad Aya,la sua ragazza,e a Fuka,la mia.
Stupidamente mi abbandonai a questi pensieri e di conseguenza rallentai il passo. Non feci in tempo ad accorgermi dell'errore madornale appena commesso che sentii caldo alla spalla destra,mi voltai e vidi il mio migliore amico che mi teneva saldamente.
-So che non hai voglia di uscire Akito ma in questi ultimi giorni stai sempre chiuso in casa o in palestra.
-Tsuyoshi,non so se te ne sei accorto,ma tra un po' ho l'esame per l'avanzamento di livello e non posso battere la fiacca!
-Sempre la stessa storia,Akito...Per un giorno non ti fa male! E poi...è stata un'idea di Aya...mi ha detto che Fuka sta soffrendo molto...
-Ma se sono uscito ieri con lei!- iniziai ad alterarmi.
-Dopo quasi un mese,però!
Rimasi in silenzio. Aveva ragione.
Scusa Fuka...non meriti tutto questo...
-Va bene,verrò...ma non ho intenzione di rimanere in giro tutta la sera... tra due ore ho gli allenamenti.
-Sì sì,lo so...L'importante è che tu ci conceda un po' del tuo tempo,no?
Detto questo mi sorrise. Mi ero lasciato abbindolare come un allocco...
Pff...mi sto addolcendo troppo.
Già,prima se dicevo no,era no.
Con questo pensiero per la testa ci avviammo verso il liceo classico: scuola di Aya e Fuka.
Le vedevo da lontano che parlavano allegramente con delle loro coetanee.
Mi colpì una cosa: il sorriso di Fuka. Era spento e oserei dire quasi falso.
Mi sentii in colpa...non meritava un trattamento simile.
Ci avvicinammo alle ragazze. Aya appena ci vide ci salutò con un sorriso enorme e raggiante,poi,come un fulmine,si appioppò a Tsuyoshi e così iniziarono ad amoreggiare.
Fuka mi guardò un po' esitante. Mi avvicinai a lei,le misi un braccio attorno alla vita attirandola a me e la baciai.
La sentii irrigidirsi ma subito dopo rispose a quel contatto,che evidentemente,bramava da molto.
Mi sento osservato...
Aprii un occhio e vidi Tsuyoshi e Aya sorridere come due ebeti e sentendomi a disagio ruppi quel contatto con Fuka.
Così,dopo aver salutato le amiche di Aya e Fuka ci avviammo verso una pizzeria.
Io non amo la pizza,anzi la odio proprio...ma quel giorno ne avevo davvero voglia.
Dopo una ventina di minuti arrivammo in una pizzeria al centro di Tokyo,ci sedemmo e iniziammo a parlare del più e del meno gustandoci a pieno la pizza migliore del centro.
-Akito,senti...i miei vogliono conoscerti...stiamo insieme da due anni e ancora non te li ho presentati,so bene che è strano farlo dopo tutto questo tempo,ma-
-Va bene.
-Sul serio?- disse in preda alla felicità.
-Certo,credo sia il momento,no?
Ok...sono io? Sono ancora Akito Hayama? Io non parlo mai in tono dolce se non con Lei...
Akito,diamine! Levatela dalla testa!
Mi rimproverai mentalmente per i miei pensieri che ogni volta mi portavano a quella...
-Allora che dici se questo fine settimana vieni a cena da me?
Grazie Fuka,hai interrotto quel momento deprimente. Ti devo un favore.
-Perfetto,poi mi farai sapere l'ora.
Guardai l'orologio appeso alla parete giallo ocra del locale.
Segnavano le 5:30.
-Ora dovrei andare,tra mezz'ora ho gli allenamenti.
-Ti accompagniamo- disse sorridente Fuka.
-D'accordo,ma sbrigatevi,se no il coach mi tiene un'ora in più in palestra.
Presi la cartella e seguito dagli altri mi avviai verso casa.
C'era più gente in giro rispetto a un'ora e mezzo fa.
La strada era praticamente intasata e non capivo perché,mi voltai verso i miei amici e li vidi irrigiditi,soprattutto Fuka.
Mi rivoltai e guardai nella direzione presa dallo sguardo dei miei accompagnatori.
Inizialmente non vidi nulla,poi,scavando più a fondo con lo sguardo,notai qualcuno.
Mi sembrava una persona abbastanza conosciuta...
Dopo qualche secondo speso per ricordare,spalancai gli occhi,le gambe mi cedettero,le mani si fecero improvvisamente molli. Mi dovetti appoggiare al muro per non cadere.
Non era possibile! Che ci faceva lì!?
No! Aspetta! Non è chi penso che sia,non può essere così,non DEVE essere così!
Cercai in tutti i modi di convincermi che avevo visto male,ma alla fine mi arresi...Era inutile negarlo...
Era...
Rei...
Eccomi qua con il primo capitolo :D
Scusate,avevo promesso di aggiornare avanti ieri,ma ho avuto un contrattempo con la mia migliore amica e non ho avuto il tempo di finire e pubblicare il capitolo. Come ho già detto (non ricordo se in risposta a una recensione o nel prologo) ho detto che non sono molto brava nelle parti descrittive,devo prenderci confidenza xD quindi se avete un consiglio o una critica non esitate,così riuscirò a migliorare anche il mio modo di scrivere. Detto questo...non so quando aggiornerò la storia spero entro il fine settimana >.<
Baci <3
Maka
Eccomi qua con il primo capitolo :D Scusate,avevo promesso di aggiornare avanti ieri,ma ho avuto un contrattempo con la mia migliore amica e non ho avuto il tempo di finire e pubblicare il capitolo. Come ho già detto (non ricordo se in risposta a una recensione o nel prologo) ho detto che non sono molto brava nelle parti descrittive,devo prenderci confidenza xD quindi se avete un consiglio o una critica non esitate,così riuscirò a migliorare anche il mio modo di scrivere. Detto questo...non so quando aggiornerò la storia spero entro il fine settimana >.<
Baci <3
Maka
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Capitolo 3 *** Capitolo II. Incontri e pensieri indesiderati. ***
Capitolo II. Incontri e pensieri indesiderati. Dire che quella notte la passai completamente in bianco era dir poco. Il mio chiodo fisso era lei...il suo ritorno... Cercai di convincermi il più possibile che avevo visto male,che in realtà quel tizio non era Rei,ma uno che gli assomigliava. Peccato...non ci credevo neanche io. La mattina del giorno dopo fui costretto ad alzarmi. Per la prima volta in tutta la mia vita avevo bisogno di sfogarmi e di parlare con qualcuno... e chi era la persona più adatta? Tsuyoshi ovviamente! Alle 7:45 ero già pronto per andare a scuola,stavo per uscire di casa quando mia sorella mi bloccò di colpo. -Akito,Akito,Akito! Alla tv...Sana!- Ok...cercai di non capire ma per mia sfortuna afferrai subito il discorso. -E' tornata in Giappone! Mia sorella era impazzita totalmente,moriva dalla voglia di rivederla e anche mio padre non scherzava,anzi iniziava a preoccuparmi sul serio...Il suo parlar con la televisione quando c'era Sana iniziava ad essere più frequente. -Akito,guarda! E' diventata davvero una bella ragazza! -Non m'interessa... -Ma Akito! -E' la verità! Ero incazzato come non mai! E in preda a questo nervosismo iniziai a tirare calci al divano ma non riuscii a calmarmi e così uscii di casa sbattendo la porta. Mi sentivo male...provavo a ricominciare una nuova vita senza di lei e quando stavo per riuscirci che succede? Lei torna distruggendo ogni mio tentativo di eliminarla dalla mia vita,dalla mia testa e dal mio cuore. Una parte di me voleva rivederla,ma l'altra voleva soltanto dimenticarla... Strinsi i pugni talmente forte che iniziai a perdere sangue. Quello,in compenso a ciò che provavo,era solo un graffietto,il dolore interno,quello che nasce nell'anima,che ti distrugge dentro e che ti fa morire...è completamente diverso. Dopo dieci minuti arrivai davanti all'abitazione di Tsuyoshi,ero nervoso,d'altronde non avevo mai sfogato la mia frustrazione con qualcuno e non sapevo come affrontare questa situazione. Un po' indeciso suonai il campanello e dopo pochi minuti uscì Tsuyoshi dal palazzo. Mi sembrava parecchio allegro e pensai che doveva esser successo qualcosa con Aya. Non gli chiesi il motivo della sua felicità dato che sicuramente avrebbe iniziato a raccontarmi nei particolari l'accaduto. E infatti... -Ieri io e Aya siamo andati fuori a cena!- disse con un sorriso enorme. -Mh...mangiato bene?- dissi del tutto disinteressato. -Benissimo! E' il ristorante migliore di tutta la città!- disse nell'enfasi totale. Non l'ho mai detto a nessuno,ma sono invidioso del rapporto stretto e fiducioso che c'era fra quei due. Io non ho mai avuto un rapporto così con Fuka nonostante fossimo fidanzati da due anni,ma l'avrei voluto con Sana... Ma lei ormai per me è... -Devo parlarti...-dissi con voce ferma bloccandomi di colpo. -Eh? Tu...vuoi parlarmi?- disse evidentemente scombussolato. -Si...di lei... -Ah...capisco...hai riposato stanotte almeno? -Magari... Calò un silenzio snervante,l'aria si appesantì e io mi sentivo a pezzi ogni istante che passava... Ma fortunatamente Tsuyoshi ruppe quel silenzio. -Sfogati,Akito... Due parole... Due parole che mi fecero uno strano effetto... -Possiamo entrare un'ora dopo?- gli chiesi un po' titubante ed evidentemente imbarazzato. -Certo!- disse sorridendomi. Detto questo andammo al parco e ci sedemmo su una panchina. Restammo in silenzio per qualche minuto che parve interminabile. Alzai gli occhi al cielo perdendomi in quel mare celeste,poi abbassai lo sguardo,appoggiai le braccia sulle ginocchia tenendo la testa. -Non può andarsene e tornare così...di punto in bianco...dopo tre anni...è sleale...-dissi stringendo gli occhi. -...La ami ancora,vero? Stai con Fuka solo per dimenticarla,sai...l'ho capito...però non ci riesci... -Stavo per riuscirci...iniziavo ad essere davvero felice con Fuka,e ora? Torna lei e rovina tutto! -No,Akito! Questo non puoi dirlo...smetti di mentire agli altri e a te stesso. Rimasi letteralmente impietrito da quell'affermazione. Io non sto mentendo...io provo qualcosa di forte per Fuka,sto bene con lei... E poi Sana per me...ormai... -Io non sto affatto mentendo!- dissi in preda alla rabbia. -Sii sincero con te stesso Akito! Tu ti stai imponendo di amare Fuka! Credi davvero che così riuscirai ad amarla sul serio? -Ma io...la amo... -Sei più testardo di un mulo! Si vede che ciò che provi per Fuka non è così forte rispetto a quello che provi per Sana! -Basta! Solo io so quello che provo per lei e nessuno può giudicare! Mi alzai dalla panchina e tirai un calcio alla cartella... Non riuscivo a controllare i miei attacchi d'ira,e Tsuyoshi non mi stava aiutando per nulla a chiarire. Cosa credevo di migliorare? Sto soltanto litigando con lui a causa sua... Visto Sana? Mi fai anche litigare con il mio migliore amico... -Ok,calmiamoci...abbiamo perso il controllo della situazione.- si sistemò meglio gli occhiali sul naso. -Scusami...ho esagerato... -...Io ti credo quando dici che per Fuka provi qualcosa,ma sono convinto che tu voglia stare con lei solo perchè vuoi dimenticare Sana,giusto? -Forse... -In più credo che tu stia con lei anche perchè Fuka e Sana si assomigliano tanto,giusto? -... -Ma lo capisci che stai soltanto illudendo Fuka e che se lei capisse questo soffrirebbe molto? Spalancai gli occhi,strinsi i pugni. Quelle parole facevano davvero male...era come un pugno nello stomaco...anzi,tanti pugni...Avevo lo stomaco sottosopra... mi sentivo uno schifo... Che egoista che sono stato...Tsuyoshi ha ragione...facendo così la ferirò soltanto... -Hai ragione,Tsuyoshi...non avevo mai pensato a questo...- sorrisi amaramente. -Spero che tu ora abbia capito cosa devi fare...e..spero che tu abbia fatto un po' di chiarezza. -Lo spero anch'io... -Una domanda...ma tu per Sana cosa provi? -...Due sentimenti molto forti e opposti... -Capisco...ma stai attento con Fuka...non devi assolutamente ferirla... -Tsuyoshi...grazie... -Mh? F-Figurati!- sorrise -Ora andiamo o faremo tardi. Dopo qualche minuto arrivammo a scuola e ovviamente ricevemmo un bel rimprovero da parte del vicepreside. Le restanti sette ore passarono,stranamente,in fretta e come nostro solito,io e Tsuyoshi,andammo da Fuka e Aya. Una volta arrivati vedemmo le due ragazze alla fermata dell'autobus ed erano in compagnia di cinque ragazzi che,soltanto a vederli,non davano una buona impressione. Il sangue iniziò a ribollirmi,mi dava leggermente fastidio vedere la mia ragazza circondata da qualche idiota che cerca di rimorchiarla,eh no! Avete sbagliato cari miei! Mi voltai verso Tsuyoshi che era già entrato nello stato “non-ragiono-più” assieme allo stato “tocca-la-mia-ragazza-e-ti-uccido”. Sorrisi divertito alla reazione del mio amico,gli appoggiai una mano sulla spalla. -Sono con te,amico- gli dissi accennando un sorriso. -Allora andiamo! Corremmo verso le nostre ragazze e ciò che successe dopo è meglio non raccontarlo,so solo che i loro genitori avranno fatto molta fatica a riconoscerli! Conciammo per le feste quei cinque idioti che a fatica riuscirono ad alzarsi e a correre via. Almeno ora anche gli altri ragazzi sanno che vi dovranno stare lontano. -Tutto ok?- chiese Tsuyoshi alle due ragazze. -Si,ma non credete di aver esagerato?- chiese Aya un po' irritata. -Preferivate stare in compagnia di quei tizi? - chiesi io un pelino infastidito dalla reazione della ragazza. -Certo che no! Ma un altro po' e sarebbero dovuti andare all'ospedale!- disse Fuka. Lasciai perdere l'ultima affermazione che non mi piacque per nulla. Misi le mani in tasca e stavo per andarmene quando Fuka mi bloccò per un braccio. -Devo parlarti... -Andiamo a casa mia,intanto mia sorella oggi è dal ragazzo e mio padre è al lavoro... -Noi andiamo allora,ci vediamo dopo Aya,ok? -Si,da te allora? -Certo!- rispose allegramente. E dopo aver salutato i due fidanzatini ce ne andammo dirigendoci verso casa mia. Ero un po' nervoso,quando Fuka vuole parlarmi,generalmente è per qualcosa di brutto e spero che non voglia parlarmi di lei... Per tutta la strada rimanemmo in silenzio,nessuno dei due osò proferire parola,non sapevo perché ma sentivo chiaramente che il discorso che avremmo affrontato avrebbe avuto come “protagonista” Sana... Una volta arrivati a casa ci sedemmo sul divano,lei era strana,tesa e triste; io invece ero nervoso e “curioso” di sapere il motivo per cui voleva parlarmi anche se un'idea l'avevo già. -Akito...tu mi ami vero? Rimasi piuttosto scioccato da quella domanda,non mi aspettavo che avrebbe iniziato il discorso in questo modo... -Si,Fuka... -Quindi non mi tradirai con Sana,vero? -Assolutamente! Quella è l'ultima cosa che voglio... -Sai...quando ieri ho visto Rei ho avuto paura che una volta ripresi i contatti con Sana tu mi avresti lasciato per stare con lei...- dopo questo iniziò a piangere – Io non voglio perderti per causa sua! -Fuka... Agii d'impulso. Mi alzai dal divano per andare da lei e abbracciarla forte. -Non ti lascerò mai per lei. Perché lei per me... -Aspetta,ma tu provi qualcosa per lei? -...Si,Fuka...ma non è niente di positivo... -Oh Akito! Strinse la mia giacca nascondendo il viso nell'incavo del collo continuando a piangere. -Ho avuto così paura di perderti... -Non succederà mai... Questa è una promessa Fuka... -Ti amo Akito... -Anch'io ti amo... Stai tranquilla,dopotutto lei per me... -Ti accompagno agli allenamenti dopo,ok? -Perfetto,ora mangiamo,che dici? -Direi,ho una fame! - disse sorridente e con gli occhi ancora lucidi per il pianto. Si era evidentemente tranquillizzata,ma io non lo ero totalmente... Dopo pranzo uscimmo di casa e ci dirigemmo verso la palestra,mi avvicinai a lei e le presi la mano. -Sei più tranquilla ora? -Si,non avrei sopportato una rottura del nostro rapporto a causa del suo ritorno... -...Sbrighiamoci o mi toccherà trascorrere la notte in palestra. -Esagerato,per così poco.. -E comunque devi stare tranquilla,per me lei non conta più... -Akito... D'altronde lei per me... E' morta... Dopo qualche minuto arrivammo davanti alla palestra e lì Fuka mi salutò e si diresse da Aya per studiare. Entrai in palestra ed entrai nello spogliatoio ove mi infilai il kimono e mi preparai a un stancante allenamento. Dopo due ore di allenamento,il coach decise di lasciarci andare via,eravamo tutti a pezzi. Oggi ci ha massacrati...Ahi,mi fanno male tutte le ossa... Dopo essermi cambiato guardai l'ora: 8:07 Mi sa che mi compro un hamburger e mangio fuori...non ho voglia di andare a casa e affrontare il discorso “Sana” anche con mio padre e Nats... Presi il cellulare e composi il numero di mia sorella che rispose,come sempre,dopo mezzo secolo. -Aki,dimmi. -Alleluia,credevo che non avresti risposto...comunque non aspettatemi per cena perché non ci sarò. -E dove mangi? -Vado in un fast food con Tsuyoshi,ci vediamo più tardi,ok? -D'accordo,allora a dopo! Chiusi la chiamata. Ok,avevo mentito ma se avesse saputo che ero da solo avrebbe pensato chissà che cosa... Mi diressi immediatamente in un fast food e comprai un hamburger,delle patatine e una bibita... Ogni tanto ci vogliono anche i cibi spazzatura... Con la mia cena in mano andai al solito parco per mangiare al solito gazebo che frequentavo sempre da piccolo,d'altronde è sempre stato il mio rifugio. Arrivai al parco e mi diressi spedito verso il mio rifugio,ma ciò che vidi non mi piacque per niente. Spalancai gli occhi,la borsa di karate mi cadde da mano,ero incapace di muovermi... Davanti a me c'era una ragazza dai lunghi capelli rosso-castano che le coprivano la schiena,lisci come seta che le cadevano morbidi sulle spalle e che le incorniciavano il viso perfetto e armonioso. Due occhi grandi e castani molto espressivi. Un fisico perfetto,avvolto in un morbido vestito azzurro lungo fino alle ginocchia e da un cappotto nero lungo. Delle gambe lunghe e snelle coperte da calze nere. La figura risultava slanciata grazie a un paio di stivaletti neri con un tacco un po' alto,ma niente di esagerato. Non potevo crederci... No... -Hayama...sei davvero tu? -Si Kurata...sono io.
Salve a tutti :D Si,sono viva...GOMEN!!! Sono in ritardo di 2 mesi con la pubblicazione,ma la scuola mi ha impegnato parecchio nell'ultimo periodo e non riuscivo a continuare la storia...spero possiate perdonarmi ç_ç Spero,con questo capitolo,di aver soddisfatto le vostre richieste. Mi sto impegnando tantissimo per migliorare il mio modo di scrivere e soprattutto sto cercando di descrivere meglio le sensazioni dei personaggi (devo migliorare ancora con i luoghi). Che ne pensate di questo nuovo capitolo? Fatemi sapere e se avete qualcosa da consigliare non esitate! Al prossimo capitolo :)
Baci <3
Maka
Ps: Grazie a coloro che hanno recensito i capitoli precedenti,grazie a chi ha messo la storia tra le seguite,preferite e ricordate e grazie anche a chi legge soltanto :D Sono davvero felice *\\\* |
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Capitolo 4 *** Capitolo III. A volte non solo il mare si agita. ***
Capitolo III. A volte non solo il mare si agita. -Hayama...sei davvero tu? -Si Kurata...sono io. -Hayama! Che bello rivederti!- disse sorridente. Si avvicinò a me un po' esitante e con un leggero rossore nelle guance. Mi fece uno strano effetto vederla lì e così sorridente,ignara di tutto ciò che lei e il suo ritorno avevano provocato. Io la guardavo con freddezza e lo capì anche lei nel momento in cui incrociò il mio sguardo. -...Hayama...da quanto vedo non sei felice di rivedermi... Essere felice? Da quando sei andata via io non sono più felice! Per colpa sua,sono stato male e dopo tanta sofferenza me la ritrovo lì, davanti a me,che mi guarda con la dolcezza e con l'innocenza che sempre l'hanno caratterizzata. Mi facevano male lo stomaco e il petto. Mi si strinse il cuore nel rivederla. Ero a pezzi e stanco di soffrire. Lei era come benzina per il fuoco. Era l'alimento del mio dolore e come se niente fosse continuava a nutrirlo. -Felice di rivederti? Kurata...che affermazioni fai?.. -Hayama caro,si capisce perfettamente da come mi guardi – mi rispose con il mio stesso tono sarcastico ma allo stesso tempo tagliente. -Sai,sono piuttosto sorpreso di rivederti qua dopo tre anni -Bè,non potevo di certo rimanere in America per tutta la vita -disse facendo spallucce. -In America c'è più lavoro -E' vero,ma ti ricordo che ho 16 anni,devo anche divertirmi,no? -Non farmi ridere. Ok,ora ero piuttosto infastidito dal suo comportamento. -Hai sempre lavorato tanto,non hai mai avuto un istante per stare con i tuoi amici,quindi non venire ora qua dicendo ai quattro venti che sei una ragazza e come tale devi divertirti! E' una grande stronzata! -Calmati! È proprio perché ho dato l'anima nel lavoro che ho deciso di prendere una pausa! Non credevo alle sue parole. Non è mai riuscita a stare troppo tempo senza lavoro. Certo,la colpa è anche un po' di Rei che ogni giorno le trovava mille impegni,ma lei di certo non si tirava indietro... Sospirai e mi sedetti iniziando finalmente a mangiare. Non m'interessava che lei fosse lì con me o meno,volevo soltanto finire di mangiare così me ne sarei tornato subito a casa. Lei non parlava ma sentivo chiaramente il suo sguardo su di me finché non si sedette al mio fianco. -Sai...tu e gli altri mi siete mancati davvero tanto..- disse con voce malinconica quasi sul punto di piangere. Mi voltai verso di lei e la guardai: aveva gli occhi lucidi e sorrideva amaramente. Mi fece tenerezza. Già...il freddo Akito Hayama prova compassione,wow. Decisi di risponderle. -Anche tu gli sei mancata... -Davvero? -Si...per giorni non hanno fatto altro che parlare di te,di che lavoro ti saresti dovuta occupare in America...tante cose così insomma...e tutte riguardavano te Le scappò una risatina. -Non c'era giorno in cui io non pensassi a voi,cercavo di dare il meglio di me per far in modo di tornare il prima possibile,ma non è stato così semplice,eheh!...Piuttosto..hai detto agli altri che gli mancavo,no? -Si...- le dissi prendendo la bibita e iniziando a sorseggiarla. -E a te sono mancata? Sentivo di nuovo il suo sguardo su di me,solo che non era come prima...era più...pesante... Anzi...il suo sguardo per un certo verso non era pesante,ma impaziente. Era come se aspettasse una determinata risposta. Nella mia mente c'era il vuoto più totale. Una parte di me voleva dirle: “Certo che mi sei mancata!”; mentre l'altra voleva soltanto dirle: “Non mi sono neanche accorto della tua assenza” Ma quest'ultima sarebbe stata una balla bella e buona e non le avrebbe fatto di certo piacere una risposta del genere... Cosa le risposi? -Nel primo periodo era strana la tua mancanza,ma poi ci si fa l'abitudine e non ci si pensa più. Oltre ad averle detto non ho capito neanche io cosa,aggiunsi un tono freddo e distaccato e,ciliegina sulla torta,ciò che dissi era una balla però più soft rispetto a quella pensata. -Ah...capisco...Fuka e Aya come stanno? -Benone. -E dimmi...ce l'hai la fidanza,eh?- disse dandomi qualche gomitata. -Certo: Fuka. Rimase di sasso per qualche istante ma poi si rilassò. -Immaginavo...Aya e Tsu stanno sempre assieme? -Secondo te? -Si..sono davvero una bella coppia – disse sorridendo. Ma nel suo sorriso c'era un velo di tristezza che si riusciva a percepire alla perfezione. -Tu invece,sei fidanzata? Mi chiedo ancora come feci a porle quella domanda. Sapere la risposta mi avrebbe causato sicuramente dolore. -Eh? Io? -Certo! Chi altri se no? -Be...si...sono fidanzata anche io- disse grattandosi la testa con fare imbarazzato. “Si...sono fidanzata anche io” Dentro di me si spezzò di nuovo qualcosa. Non si era accontentata di spezzarmi il cuore,lo ha disintegrato ulteriormente... -E chi sarebbe il fortunato? -Naozumi Un altro duro colpo. No! Lui no! Perché tra tutti gli uomini sulla terra doveva fidanzarsi proprio con quell'idiota? Quello fu il colpo più duro e difficile da incassare. Non potevo sopportare il fatto che lei stesse assieme a quella sottospecie di attore da quattro soldi bucati! Ero arrivato al limite della sopportazione: finii di bere e di mangiare le ultime cose,presi la borsa di palestra e la misi in spalla. -Io devo andare. Ciao Kurata... Feci per andarmene quando mi bloccai di colpo. Dovevo chiederle assolutamente una cosa. -A proposito...Hai detto che volevi impegnarti al massimo per tornare prima qua in Giappone,no? Allora perché ci hai messo tre anni? Il suo sguardo si incupì di colpo. I suoi occhi non trasmettevano nessun sentimento,erano vuoti e freddi. Poi,a fatica,notai un velo di terrore mischiato a dolore. Abbassò la testa e la frangia le coprì gli occhi. -Devo andare anche io,Hayama! Ci vediamo,ciao! Detto questo scappò via. Rimasi interdetto alla vista di quella scena e francamente non ci avevo capito un granché. E col pensiero di Sana e quello là che stavano assieme tornai a casa. Una volta arrivato mi diressi subito in camera e mi sdraiai sul letto,quella fu la nottata più dura di tutta la mia vita. Il giorno dopo non fu poi così difficile svegliarmi dato che non chiusi occhio per tutta la notte. Non avevo fatto altro che pensare a Sana e allo strano discorso che avevamo affrontato e anche al fatto che lei stesse con quel tizio che mai mi era piaciuto e mai mi piacerà. Tutti questi pensieri mi avevano tenuto compagnia impedendomi di dormire. A mala voglia mi alzai e ciò che mi sorprese guardandomi allo specchio non fu tanto l'aspetto schifoso con cui mi ritrovai ma il fatto che avevo di nuovo bisogno di parlare con Tsuyoshi e ce l'avevo scritto in faccia. Dopo essermi fatto una bella doccia rigenerante e aver indossato la divisa mi diressi a scuola con la consapevolezza che mi sarei addormentato durante le lezioni. Una volta entrato in classe avvertii una tristezza innascondibile,cercai la fonte di ciò e mi sorpresi nel vedere che la persona che emanava negatività era quella più solare dell'intero pianeta,ovvero Tsuyoshi. Mi avvicinai a lui e rimasi stupito nel vederlo così giù di corda. -Che è successo? - dissi sedendomi sulla sedia davanti a lui poggiando i gomiti sulla spalliera. -Ho litigato con Aya... Spalancai gli occhi. Qui c'è da preoccuparsi... -Cosa? -Hai sentito,non farmelo ripetere... -Si,ma...perché? -Ho fatto il geloso! - appoggiò la testa sul banco e iniziò a piangere come una fontana. -Si sistemerà tutto,allora. -Come fai a dirlo? - disse guardandomi con gli occhi pieni di lacrime. -Semplice: tu e Aya non riuscite a stare l'uno senza l'altro,quindi cerca di tranquillizzarti. L'avevo convinto,c'era voluto poco...meglio così... -Comunque ho io un problema... -Di che si tratta? -Ho incontrato Lei al gazebo... -Lei ch- In quel momento vidi il mio amico cadere dalla sedia e alzarsi di nuovo come un fulmine. -CHE COSA? -Shh...abbassa la voce! - gli tirai un colpetto sulla testa per farlo calmare. -Si,scusa! In quel momento entrò il professore di fisica e ciò significava la fine del nostro discorso. Mi sedetti al mio posto e provai ad ascoltare la lezione anche se mi ritornava in mente l'accaduto del giorno precedente come se stessi guardando un film. Mi incantai e ciò non passò inosservato. -Hayama...ripeti ciò che ho appena detto! Mi alzai completamente svogliato,misi una mano in tasca e guardai il professore. -Ha appena spiegato l'equilibrio di un corpo appoggiato a un piano. -Bene,definizione. Se sei stato attento dovresti saperla ripet- -Un corpo appoggiato su un piano è in equilibrio se la retta verticale passante per il suo baricentro interseca la base di appoggio. -Siediti... Voleva mettermi un'annotazione negativa? Gli era andata male. Stavolta le otto ore non volarono così velocemente come le altre volte e infatti uscii da scuola stremato e stordito. Dietro di me c'era Tsuyoshi che era piuttosto pensieroso e preoccupato. -Tutto ok? -Eh? Non proprio... -Sei preoccupato riguardo al litigio con Aya? -Mh? No no...non sono preoccupato per il litigio,sono più preoccupato per te e Fuka... Mi bloccai di colpo e mi voltai verso Tsuyoshi. -Fossi in te non ci penserei...tanto non cambierà nulla... -Come fai ad esserne sicuro? -Io sto con Fuka e Lei ha già un altro impiego...per quello non mi preoccupo. -Con impiego che intendi? Sospirai stupendomi della stupidità del mio amico. -Vengo da te a fare i compiti,ok? -Va bene,mi spiegherai tutto dopo allora? -Si...ora andiamo. Detto ciò ci dirigemmo al liceo classico dove fuori dall'istituto ci stavano aspettando Aya e Fuka. -Che fine avevate fatto? Ci stavamo preoccupando! - ci disse Fuka saltandomi letteralmente addosso. -Ci hanno trattenuto dei compagni- mentii,non mi andava di parlare di Sana proprio in quel momento. Notai che Aya e Tsuyoshi si lanciavano sguardi fugaci come due imbecilli. -A-Aya...I-io ti chiedo scusa per come mi sono comportato ieri! -disse Tsuyoshi abbassando la testa. -Oh,Tsuyoshi! Scuse accettate tesoro mio! Detto ciò si abbracciarono e stranamente lo sfondo attorno a loro iniziò a dipingersi di un rosa floreale...troppo romantico... Tornai a concentrarmi su Fuka che guardava la scena divertita,poi,sentendosi osservata,si voltò verso di me sorridendomi. -A proposito...stasera non ci sarà nessuna cena a casa -Come mai? -I miei hanno avuto un contrattempo e mi scuso a nome loro.. -Tranquilla,sarà per la prossima volta- accennai un sorriso. -Akito,forse ci conviene andare- disse ad un tratto Tsuyoshi. -Si hai ragione,ci vediamo! -D'accordo- ci dissero le due ragazze in coro. E dopo averle salutate ci dirigemmo a casa di Tsuyoshi dove mangiammo e dopo aver guardato un po' di TV ci sedemmo sul pavimento di camera sua e iniziammo a fare i compiti di inglese. -Senti...che ti ha detto Sana? -Troppo,davvero...e ciò che ha detto non mi ha fatto sentire bene per niente... -Cioè? Mentre ricopiavo meglio gli appunti sul quaderno gli raccontai tutto ciò che era successo al gazebo. E dopo un interminabile discorso calò il silenzio. -Ma...è fidanzata sul serio con Kamura? -Da quanto ha detto si... -E perché non ti ha risposto quando le hai chiesto il motivo della sua lunga permanenza in America? Mi fermai un attimo a riflettere...non ci avevo dato peso alla risposta,ero più preoccupato del fatto che lei fosse fidanzata con Kamura... In me nacque un nuovo dubbio e sfortunatamente non riuscii a dargli una risposta... -Non so che dirti Tsuyoshi...non so che dirti...
Si,sono ancora viva! Non preoccupatevi xD Mi scuso immensamente per il ritardo pazzesco,ma ho avuto parecchi problemi sia con la storia sia in famiglia :/ Spero che il capitolo possa ricompensare il ritardo ^^' Fatemi sapere che ne pensate :3 Grazie a tutti coloro che hanno recensito e grazie anche a chi legge soltanto :) Baci <3
Maka_baka
PS: Alla prossima :D |
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Capitolo 5 *** Capitolo IV. Emozioni,lavoro e scuola. ***
Salve a tutti! Questo capitolo è narrato dal punto di vista di Sana! Buona lettura a tutti! Capitolo IV. Emozioni,lavoro e scuola. -Sana! Finalmente abbiamo finito,tra due giorni potremo rientrare in Giappone!- disse Rei entrando in camera mia come un uragano. -Sul serio? -Si! Ho già preso i biglietti! Potrai rivedere tutti i tuoi amici e soprattutto potrai rivedere tua madre! -disse in preda all'euforia. Fu così che mi ritrovai di punto in bianco con le valige in mano,pronta per tornare a casa. Non stavo più nella pelle,non vedevo l'ora di ritornare a casa. In questi tre anni mi sono sentita molte volte sola e vuota,ma per fortuna il lavoro mi ha tenuta abbastanza impegnata dal pensarci. Il giorno della partenza mi svegliai prestissimo,feci colazione e mi diressi velocissimamente in bagno ove mi concessi una bella doccia calda con tutta la calma del mondo. Dopo il bagno indossai una maglietta azzurra decorata con un nastro in raso bianco sotto il seno,poi,ci abbinai una mini gonna nera e degli stivali dello stesso colore e,indossando una giacca nera,ero pronta per andare in aeroporto con il mio manager e con Nao,felici di tornare a casa dopo una lunga e,oserei dire,estenuante permanenza negli Stati Uniti. Ero eccitata al pensiero che sarei rientrata in Giappone,mi mancava la mia città,mia madre e i miei amici,ma qualcosa non andava...avevo quasi...paura. C'era qualcosa che mi preoccupava,o meglio...qualcuno... Il solo rivederlo mi metteva in agitazione... Non so bene il perché,ma ogni volta che pensavo a lui il cuore iniziava a battere velocemente. Anni fa mi accorsi tardi di essermi innamorata di lui,ma ora...quando ci penso ho quasi paura... Non so neanche io il perché. Forse ho paura di provare ancora qualcosa per lui... Se fosse così... No! Non devo amarlo! Non posso...non voglio... Io ormai sto con Nao...e anche da un po' di tempo. Un anno e nove giorni per l'esattezza. In questi tre anni c'è sempre stato per me: quando mi sentivo sola o scoraggiata lui mi abbracciava e mi consolava...poi mi sorrideva. Forse sono stati proprio quel suo sorriso e quel suo modo gentile di fare che mi hanno fatto capire che con lui sarei stata bene,che non avrei avuto problemi,che sarei stata al sicuro...e forse è proprio per quello che mi sono innamorata di lui. E ora tornerò a casa con lui e tutto andrà per il meglio! Una volta sbrigate tutte le faccende salimmo in aereo e ci dirigemmo verso la prima classe. Ciò che adoro della prima classe? Il silenzio e il totale relax che ci regnano. Perciò mi sedetti su un sedile,accesi il mio iPod e iniziai ad ascoltare musica. La cosa che apprezzai maggiormente fu il fatto che i sedili erano dei mono posti,il massimo per chi vuole riposare senza esser disturbato continuamente dal vicino di posto. Potevo finalmente rilassarmi e aspettare che le ore in aereo passassero il più velocemente possibile. Ero in vena di ascoltare canzoni romantico-strappa lacrime,così misi la mitica “My heart will go on”. Ogni volta che ascoltavo quella canzone scoppiavo in lacrime e odiavo quando ciò accadeva ma,fortunatamente,mi addormentai subito,cullata da quelle parole e dalla musica rilassante. Dopo un lungo viaggio venni svegliata da Rei: eravamo finalmente arrivati in Giappone. Io e Nao,una volta scesi dall'aereo,ci dirigemmo subito al bar che si trovava all'interno dell'aeroporto senza occuparci delle valige dato che ci avrebbero i nostri manager. Dopo che ebbero sbrigato le ultime faccende prendemmo immediatamente due taxi: in uno salimmo io e Rei,nell'altro Nao e il suo manager. Ovviamente dovemmo prendere strade diverse poiché il mio ragazzo doveva dirigersi verso l'orfanotrofio,mentre io decisi di andare a casa per riposarmi un po'. Ero felicissima! Non vedevo l'ora di rientrare in casa,vedere la mamma e saltarle addosso! Mi mancava davvero tanto. Il lavoro mi aveva tenuta molto occupata in quel periodo,ma non c'è stato un giorno in cui io non pensassi a lei e alla cara signora Chiyo. Solo che pensare al calore che le due donne manifestavano era dolorosamente nostalgico. Dopo circa trenta minuti in taxi arrivammo a casa: era sempre la stessa,era proprio come l'avevo lasciata! Scesi velocemente dall'auto e come un razzo mi diressi verso il portone,presi le chiavi dalla tasca della giacca e lo aprii. -Mamma! Sono io,Sana! Sono tornata! Dissi,anzi...urlai. Mi diressi subito verso lo studio della mamma. Stavo per bussare finché la porta non si aprì e fu lì che la vidi,bella come sempre e soprattutto particolare come sempre. Scoppiai in lacrime,le saltai al collo abbracciandola. -Oh,mamma! Non sai quanto tu mi sia mancata! Forse non si aspettava una simile reazione da parte mia,o forse non si aspettava di rivedermi. Era sotto shock ma dopo un attimo di esitazione ricambiò subito il mio abbraccio. -La mia piccola Sana!- disse abbracciandomi più forte. Ero così felice di rivederla. Ero così felice di esser tornata a casa. Avrei voluto piangere all'infinito,mi sentivo nuovamente a casa e soprattutto completa. Quella dannata nostalgia che mi aveva sempre fatto compagnia,finalmente era sparita lasciando spazio a una felicità incontrollabile. Ero carica d'energia e quella voglia di vivere che da sempre mi caratterizza era improvvisamente tornata! Ora lo posso dire: Sana Kurata è tornata! -Com'è andata in America? -Benissimo! Ho conosciuto tantissimi artisti di fama mondiale e ho lavorato anche con alcuni di loro! E' stato magnifico! -A parte il lavoro? Persi un battito,mi sentii improvvisamente vuota e persa,esitai un attimo prima di parlare e agire risvegliandomi da quella sorta di trance in cui ero sprofondata. Sfoggiai un enorme sorriso,non volevo far preoccupare inutilmente mia madre! -Be,non c'è molto da dire,dato che ho lavorato praticamente sempre. Sono andata a varie feste di personaggi popolari,abbiamo viaggiato appena ne avevamo l'occasione,e fatto altre cose. -E dove siete andati di bello? -Abbiamo visitato Los Angeles,Las Vegas,San Francisco,Hollywood,Washington,le Hawaii e l'ultimo viaggio è stato qualche mese fa in Brasile! -Avete viaggiato parecchio! -A dire la verità in molti posti siamo andati per lavoro,eheh! -Meglio di niente,cara Sana! Ora vai a farti un bel bagno ristoratore,è quello che ci vuole dopo un lungo viaggio. Così,dopo un'interminabile abbraccio,andai nella mia stanza e mi stupii nel rivederla esattamente come l'avevo lasciata. Mi guardai intorno: sul letto c'erano ancora i vestiti che avevo indosso tre anni fa il giorno della partenza solo che erano stati ben ripiegati. -Abbiamo soltanto pulito,ogni oggetto è rimasto dove l'avevi lasciato tu. Abbiamo preferito così. - disse una voce molto familiare alle mia spalle: la signora Chiyo! -Oh mamma!- le saltai al collo e l'abbracciai,ero così felice di rivedere anche lei,la nostra cara e amata governante. -Sei diventata davvero alta,Sana! E che splendore! -Oh,suvvia! Non esageri,d'altronde sono sempre io! Quella donna era maledettamente speciale,l'adoro!
-Finisco di preparare il pranzo,ti lascio alla tua stanza.- disse carezzandomi affettuosamente i miei lunghi capelli e sorridendomi dolcemente. Dopo che Chiyo uscì dalla stanza si chiuse la porta alle spalle. Una volta sola continuai a guardarmi intorno. Mi sentivo come se fossi tornata indietro nel tempo,tutte le foto delle gite scolastiche,dei miei spettacoli,i copioni...erano tutto lì conservati alla perfezione. Mi avvicinai al letto e presi i vestiti che erano stati accuratamente ripiegati. Mi scappò una piccola risata: erano davvero piccoli! -Ma quanto ero magra? E che vestiti,mamma mia... Quando li vidi mi accorsi dei gusti semplici che avevo. Parlavo come se fosse passata un'eternità quando in realtà erano trascorsi soltanto tre anni che,nel mio caso,bastarono e avanzarono per cambiare radicalmente. Aprii l'armadio e gettai tutti i vestiti vecchi sul letto,presi le valige che precedentemente Rei aveva appoggiato in camera mia e le aprii per poi iniziare a sistemare i miei nuovi abiti.
Credo che domani andrò a fare shopping... Non ci misi molto a sistemare tutti i miei abiti nell'armadio,dato che non erano così tanti. Dopo aver sistemato tutto alla bene e meglio mi diressi in bagno ove mi feci un bel bagno caldo e soprattutto rilassante. Rimasi per un tempo indeterminato dentro la vasca e sfortunatamente,quando arrivai al culmine del relax,Rei bussò alla porta del bagno avvisandomi che il pranzo era pronto. Dopo essermi risciacquata e asciugata indossai una lunga maglietta rosa con maniche a tre quarti con una cintola bianca in vita,poi indossai dei jeans chiari. Non asciugai i capelli dato che non vedevo l'ora di mangiare i deliziosi manicaretti della signora Chiyo,così mi limitai a legarli in una lunga coda di cavallo. Uscii dal bagno e mi diressi velocemente verso la sala da pranzo dove tutti quanti mi aspettavano per iniziare a mangiare. Presi posto a tavola,stavo per afferrare dei deliziosi involtini primavera quando mi bloccai di colpo. -Tutto bene,cara?- mi chiese mia madre un po' sbalordita. -Si,ma...- guardai Rei -...non ho molta fame...- dissi grattandomi la testa con fare imbarazzato. Dannati fusi orari e dannati pasti sull'aereo! -A dire la verità...neanche io ho fame...- ammise Rei appoggiando la mia affermazione. -Sapete com'è...i fusi orari,l'abitudine,l'aereo...- dissi io cercando di tranquillizzare la cara Chiyo. Mi sentivo un po' in colpa,aveva preparato così tante cose da mangiare che era un peccato dirle di non aver fame a causa dei pasti dati nell'aereo,così decisi di mangiare qualcosa,giusto per non recarle troppo dispiacere. Una volta finito di mangiare aiutai a lavare i piatti,avevo voglia di fare qualcosa per scusarmi e perchè,intanto,non avrei avuto nulla da fare. -Senti Sana,che dici di andare agli studi televisivi?- disse Rei affacciandosi alla porta della grande cucina. -Ancora lavoro?- dissi guardandolo storto. -No,figurati,giusto per fare una sorpresa ai tuoi vecchi colleghi. -Mh...non è male come idea,bene! Ci sto! Finisco di asciugare i piatti e poi vado a darmi una sistemata. E come detto andai a cambiarmi. Scelsi un vestito azzurro lungo fino alle ginocchia,sotto misi un paio di calze nere coprenti. Ero un po' indecisa sul paio di scarpe che avrei potuto indossare,alla fine scelsi i miei stivaletti neri preferiti che avevano un po' di tacco,niente di esageratamente alto ma neanche esageratamente bassi. Mi truccai leggermente e lisciai i capelli. Mi ci volle un po' per quello,ma il risultato finale era ottimo! Prima di uscire presi il mio cappotto nero lungo che mi dava un'aria più matura. -Rei,io sono pronta! - dissi felice di poter tornare agli studi dove ero praticamente cresciuta,dov'ero diventata una star. -Bene,allora noi andiamo,a dopo!- disse Rei uscendo di casa per dirigersi alla macchina. -Ci vediamo dopo,ciao mamma!- dissi dandole un bacio sulla guancia per poi seguire Rei. Mi sedetti in macchina e iniziai a percepire una certa ansia. Normalmente verrebbe chiamata ansia da palcoscenico,ma per me questa “paura” non esisteva,d'altronde sono Sana Kurata e sono praticamente nata sotto i riflettori. Dopo qualche minuto arrivammo a destinazione,scendemmo dall' auto e ci avviammo verso lo studio del programma televisivo “Kodomo no Omocha” condotto dal mio amico ed ex-collega Zenjiro. Nessuno si era accorto della mia entrata in studio dato che erano tutti concentrati sullo spettacolo. Meglio così. Mi avvicinai alla telecamera,mi tolsi il cappotto e mi misi degli occhiali da sole di Rei per poi entrare in scena. -Salve a tutti!- dissi avvicinandomi al presentatore. -E tu chi sares-non è possibile,ma tu sei...S-S-SANA? -Esattamente!- dissi togliendomi gli occhiali da sole per poi sorridere. -Ma quando sei tornata? -Tre ore fa e sono venuta a farvi una visitina.- dissi sfoggiando un dolce sorriso. Non appena finii la frase Zenjiro mi abbracciò e una volta che mi lasciò respirare tutto il cast del programma si avvicinò a me. Con il mio arrivo la puntata si trasformò: era diventato uno speciale su di me diventando una sorta di “Speciale Sana” in cui parlammo di me,del mio lavoro e della mia permanenza negli US. Non era esattamente ciò che volevo,avrei preferito partecipare ai soliti mini giochi che venivano organizzati quasi sempre ma mi dovetti accontentare. Mi ero dimenticata quanto fosse divertente partecipare a quel programma e soprattutto quanto fossero speciali i miei compagni e tra una risata e l'altra arrivò la fine dell'episodio giornaliero. Dopo il programma ci dirigemmo nel bar degli studi televisivi e lì festeggiammo il mio ritorno in Giappone. C'era tantissima gente oltre al cast di “Kodomo no Omocha” e ciò mi riempiva davvero di gioia. Su due piedi ordinarono da bere,varie torte e pasticcini a volontà assieme a vari snack. -Sono senza parole,non so che dire,davvero! Grazie! -Non ci hai avvisato del tuo ritorno quindi ora ci ritroviamo un po' impreparati- mi disse Zenjiro. -Scherzi? È tutto magnifico,grazie ancora! Ero felicissima,altro che America! Lì era pieno di gente snob pronta a umiliarti davanti a tutti,ma fortunatamente non erano tutti dello stesso avviso. In quello studio mi sentivo davvero a mio agio,era la mia seconda casa e loro per me erano una grandissima famiglia su cui contare in ogni momento. Tra i vari festeggiamenti il tempo passò velocemente ed era ormai ora di cena,così io e Rei tornammo in macchina pronti per rincasare. -Rei,c'è un posto dove vorrei andare prima di rientrare a casa... -Dove vuoi andare? Da Kamura? -No,al parco... Rei mise in moto la macchina e senza spiaccicar parola si diresse al parco. -Aspettami qua,arrivo subito! Scesi dalla macchina ed entrai nel parco avviandomi verso il famoso gazebo. Una volta arrivata restai in piedi al centro della struttura. Quanta nostalgia e che bei ricordi... Mi commossi. Quel posto era stato testimone di tante cose,belle e brutte;era stato un rifugio sia per me che per Lui... Mi persi nei miei ricordi e sorrisi. Era come se stessi guardando un film: le immagini,i dialoghi,le emozioni...erano tutte davanti ai miei occhi e potevo vederle e sentirle. Mi incantai e non mi accorsi dell'arrivo di una persona. Venni risvegliata,da quella sorta di trance in cui mi trovato,dal suono di una borsa che cadeva al suolo. Mi voltai e fu lì che lo vidi. Un ragazzo alto,con indosso una tuta pesante bianca e nera che non nascondeva del tutto la sua fisicità perfetta. I capelli erano di un biondo scuro,un po' spettinati a causa del vento. E gli occhi. Quei bellissimi occhi ambrati che appena mi riconobbero si spensero improvvisamente. Non sapevo come reagire e cosa dire. Lo guardai negli occhi in cerca di un qualcosa che potesse confermarmi che lui era veramente Lui e che non era un tipo che gli somigliava. -Hayama...sei davvero tu? -Si Kurata...sono io. Rimasi letteralmente scioccata,wow! Era cresciuto davvero tanto in questi ultimi tre anni e bisogna ammetterlo...era diventato un bel ragazzo. Ero felice di rivederlo,ma a quanto pare,la cosa non valeva per lui. Glielo feci notare e la sua risposta fu davvero strafottente. Mi fece malissimo,ma la mia risposta non tardò ad arrivare. Gli risposi con il suo stesso tono e ciò all'inizio mi fece sentire un po' in colpa ma alla fine non gli avevo fatto nulla per meritare quel trattamento. Iniziammo a parlare in un modo non totalmente amichevole,poichè dietro quasi ad ogni frase era celato del fastidio,a un tratto gli dissi una cosa che parve averlo irritato parecchio: “-Bè,non potevo di certo rimanere in America per tutta la vita -In America c'è più lavoro -E' vero,ma ti ricordo che ho 16 anni,devo anche divertirmi,no? -Non farmi ridere.”
Quella frase...sembrava quasi detta con odio,mi fissava intensamente ma quello non era uno sguardo normale...era uno sguardo accusatore. Akito riusciva sempre e comunque a nascondere alla perfezione i suoi sentimenti e lo stava facendo anche il quel momento poiché notai un velo di rabbia mischiato a tristezza nel suo sguardo,ma non potei esserne molto sicura,dato che durò un secondo. Iniziò un piccolo battibecco ma niente che poteva esser paragonato a quelli che avevamo da bambini,qui la cosa era seria e pesante da sostenere. A un certo punto si sedette e iniziò a mangiare un hamburger. Fissai il mio sguardo su di lui non perdendomi un solo movimento e alla fine mi sedetti al suo fianco.
-Sai...tu e gli altri mi siete mancati davvero tanto...
Una fitta al cuore,stavo per piangere. Avevo lasciato i miei migliori amici per tanto tempo e mi sentivo un po' in colpa,ma alla fine non è che potessi fare più di tanto dato che partii per lavoro. La sua risposta tardò un po' ad arrivare,francamente pensavo che non sarebbe mai arrivata ma...
-Anche tu gli sei mancata... -Davvero? -Si,non facevano che parlare di te e del tuo lavoro in America...
Mi scappò una risatina,mi fece piacere sapere che non mi avevano scordata. Improvvisamente mi venne voglia di fargli una domanda e dopo poco decisi di fargliela.
-Hai detto che agli altri sono mancata,no? Anche tu...hai sentito la mia mancanza?
Strinsi il bordo del mio vestito e guardai per un attimo le punte dei miei piedi come se in quel momento fossero la cosa più interessante del mondo. Poi posai il mio sguardo su di lui,ero impaziente di sentire la sua risposta. Sperai in un determinato responso,un qualcosa che potesse farmi capire che lui a me ci teneva,ma quando parlò mi sentii mancare. “Nel primo periodo era strana la tua mancanza,ma poi ci si fa l'abitudine e non ci si pensa più.” In più tono freddo e tagliente che rese questa frase ancora più dolorosa. Cercai di non dar peso alle sue parole e per facilitarmi cambiai discorso. Iniziai a fargli domande su Aya e Fuka,le mie migliori amiche,coloro a cui ero legata tantissimo.
Pensai a una domanda e senza rendermene conto gliela feci subito dopo.
-Tu ce l'hai la fidanzata?- gli diedi qualche gomitata giusto per alleggerire l'aria e renderla più “infantile” e per riparare a quell'errore. -Certo: Fuka.
Schietto. Mi irrigidii. Immaginavo che nel caso fosse fidanzato la sua compagna sarebbe stata Fuka,d'altronde lei gli sta dietro dalle medie. Mi rilassai di nuovo e gli porsi qualche domanda su Aya e Tsu. A quel punto arrivò il colpo di scena: Akito mi chiese se anche io ero fidanzata. Di solito non faceva domande personali,non gli piaceva farlo.
-Si,con Naozumi...
Guardai in basso e calò un silenzio davvero pesante da sostenere,da quando in qua c'era tutta questa tensione tra noi? Mi persi in questi pensieri e non mi accorsi che Akito aveva finito di mangiare. Furono le sue parole a farmi risvegliare.
-Io devo andare. Ciao Kurata...
Stava per andarsene ma si bloccò di colpo,si voltò verso di me incrociando il mio sguardo.
-Hai detto che volevi impegnarti al massimo per tornare prima qua in Giappone,no? Allora perché ci hai messo tre anni?
Vuoto. Buio. Paura. Solitudine. Dolore. Lacrime.
Rimasi immobile,con lo sguardo perso nel vuoto. Mi irrigidii e tremai impercettibilmente. Rabbrividii:avevo improvvisamente freddo. Abbassai lo sguardo in modo tale che la frangia mi potesse coprire gli occhi,non volevo che lui li vedesse più di quanto aveva fatto. Mi alzai di scatto e mi congedai.
-Devo andare anche io,Hayama! Ci vediamo,ciao!
E senza dargli tempo corsi via da quel gazebo,da quel parco. Da Lui. Mi appoggiai al muretto d'uscita del parco,ripresi un po' di fiato e fu lì che una lacrima rigò il mio volto,ma non le diedi tempo di finire il suo percorso poiché l'asciugai velocemente e con un sorriso tirato salii in macchina. Rei mise in moto e dallo specchietto intravidi Hayama che aveva lo sguardo rivolto verso l'autovettura,per fortuna il mio manager non si accorse né di Akito né della mia turbazione. Dopo poco tempo arrivammo a casa e mi fiondai immediatamente nella mia stanza,una volta dentro mi buttai sul letto e iniziai a guardare il soffitto.
Akito...i tuoi occhi non mi guardano più come una volta...
Presi il cuscino e lo abbracciai,chiusi gli occhi e mi abbandonai alle braccia di Morfeo.
Dal mio incontro con Akito passarono due giorni e in questo lasso di tempo mi iscrissi a scuola,ordinai i libri e comprai tutto il materiale scolastico che mi sarebbe servito. Era arrivato finalmente il mio primo giorno di scuola,la mattina mi svegliai prestissimo,feci colazione e mi diressi in camera per indossare la divisa scolastica. Presi dall'armadio una camicia nera e una gonna bordeaux e una giacca dello stesso colore e dopo aver indossato tutto quanto misi delle calze nere che arrivavano fino al ginocchio. Legai i capelli in una treccia bassa e laterale che ricadeva sulla spalla destra,lisciai la frangia e mi truccai leggermente,giusto un po' di crema colorata e un po' di mascara per aprire lo sguardo.
-Pronta!
Presi la borsa e uscii dalla stanza dirigendomi verso l'ingresso.
-Mamma,io sto andando,ciao! -Aspetta,stai dimenticando questo – si avvicinò a me e mi legò un fiocco rosso sotto il colletto – è il tuo primo giorno di scuola,devi essere impeccabile! -Oh,grazie!- mi misi sulle punte e le posai un bacio sulla guancia – Rei,sbrigati o farò tardi! -Arrivo! -disse correndo verso l'entrata mentre indossava la giacca grigia.
E così,dopo aver salutato la mamma e la signora Chiyo salimmo in macchina dirigendoci verso l'istituto dove tra poco avrei iniziato una nuova vita scolastica.
Spero di trovarmi bene...le medie sono molto diverse dalle superiori...
E con questo e tanti altri pensieri nella testa arrivammo a scuola. Non c'era quasi nessuno fuori dall'istituto segno evidente che le lezioni stavano per cominciare. Scesi dalla macchina e davanti a me si presentò un enorme edificio bianco circondato da alberi e con qualche panchina un po' là e un po' qua. I giardini erano ben curati e anche i campi sportivi non erano da meno. Mi avviai verso l'entrata e aprii la grande porta grigia,una volta dentro vidi subito la scrivania della bidella d'ingresso,era una signora sulla cinquantina d'anni,i capelli castano scuro erano legati in un morbido chignon. Indossava una divisa da lavoro celeste con su scritto il suo cognome: Ikeda. Alzò lo sguardo dal giornale che aveva tra le mani posando i suoi occhi verdi segnati dalla stanchezza su di me squadrandomi da capo a piedi.
-Non credi di essere un po' in ritardo? -In realtà sono una nuova studentessa. -La presidenza è da quella parte.
Mi indicò il corridoio per poi tornare alla sua lettura.
Poteva anche accompagnarmi,eh.
Così mi ritrovai a camminare nel lungo e largo corridoio indicatomi prima dalla bidella. Dopo qualche altro passo vidi la porta della presidenza,bussai e quando sentii un “Avanti” aprii la porta in legno lucido. Davanti a me vidi un uomo basso con i capelli scuri tirati all'indietro e con un sorriso enorme stampato sul viso,mi guardò per poi avvicinarsi a me e stringermi la mano.
-Tu sei Sana Kurata,vero? -Esattamente.- dissi rispondendo al suo sorriso. -Sei sola? -Si,il mio accompagnatore è dovuto tornare a casa. -Mh,seguimi,così ti mostro la tua nuova classe.
E così mi fece strada fino a quella che sarebbe diventata la mia classe. Mi fece segno di rimanere un attimo fuori dall'aula mentre lui varcò la porta scorrevole bianca. Sentivo chiaramente la sua voce che annunciava la presenza di una nuova alunna.
-Prego,entra.
A quelle parole sospirai ed entrai in classe,mi avvicinai alla cattedra voltandomi verso gli studenti che mi guardavano increduli.
-Il mio nome è Sana Kurata,ho 15 anni e sono tornata da poco dagli Stati Uniti. Da oggi sarò vostra compagna di classe.
Finita la mia piccolissima presentazione sorrisi. Ero nervosa,dannatamente nervosa. Poi guardandomi intorno riconobbi un volto molto familiare,quegli occhi che mi fissavano intensamente e mi sembrò di percepire qualcosa simile all'irritazione.
-Tu...
Eccomi qua! :D Non vedevo l'ora di aggiornare >.< Scusatemi tanto per l'enorme ritardo ma trovo sempre qualcosa da fare e che mi distrae dalla storia :/ Ho anche avuto vari problemi con essa dato che non so mai come scrivere i capitoli xD Le idee ce le ho dato che ho pronta già la scaletta fino al capitolo 7 o 8 u.u A proposito di capitoli...come vi è sembrato questo? Credo di esser migliorata di un poco nella parte descrittiva,no? Ora vi lascio che se no il commento diventa più lungo del capitolo xD Scusate ancora e un bacione enorme per chi ha messo la storia tra le preferite,seguite e ricordate! Grazie anche a chi recensisce o legge soltanto <3 Baci <3
Maka_baka |
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Capitolo 6 *** Capitolo V. Vecchie amicizie. ***
Capitolo
V. Vecchie amicizie.
-Tu...
-Kurata,và
a sederti. Il tuo posto è quello là infondo.
-Si!
Così
con un sorriso stampato in faccia raggiunsi il mio banco e mi sedetti
sulla sedia.
Avevo
tutti gli sguardi dei miei neo compagni appiccicati addosso,ma uno
tra tutti era davvero pesante da sostenere.
-Che
ci fai qua?
-Vengo
a studiare,no?
Mi
chiedo ancora oggi come mi fosse uscito un tono così acido e
stizzito
nei
confronti di una persona che a quei tempi era la mia migliore amica.
Si,esattamente.
Ero capitata nella classe di Fuka.
Mi
sentivo strana,da una parte ero felice di esser tornata a scuola,ma
dall'altra ero tesissima dato che avevo perso quasi del tutto i
rapporti con lei.
Quello
che restava della nostra amicizia era legato a un filo sottilissimo
che alla prima distrazione si sarebbe spezzato definitivamente e
riattaccarlo sarebbe stato difficile se non pure impossibile.
-Bene,ora
riprendiamo con la lezione. - annunciò il professore di
storia
voltandosi verso la lavagna per scrivere qualche data importante.
Presi
il mio quadernetto e iniziai a prendere appunti,mi piaceva come
spiegava quel professore: la voce era ferma e professionale ma non
noiosa,anzi il suono era caldo e da come parlava si capiva
perfettamente che voleva trasmetterci la sua stessa passione per la
sua disciplina.
Rimasi
per tutta l'ora incantata ad ascoltarlo e per la prima volta,nella
vita scolastica, Sana Kurata capisce qualcosa al volo senza doversi
arrovellare il cervello a casa.
Purtroppo
tutto il mio interesse mostrato si concluse con il suono della
campanella,il prof ritirò le sue cose e se ne
andò: mai l'avesse
fatto!
Mi
ritrovai circondata dai miei compagni di classe,in quel momento mi
sentivo come una preda in mezzo a degli avvoltoi affamati e posso
dire che la cosa non è per niente piacevole!
Iniziarono
a farmi tante,forse troppe,domande e in quel momento desiderai
letteralmente scomparire dalla faccia della terra.
Cercai
di rispondere alle domande che mi venivano poste cercando di non
darle troppo specifiche o con un qualcosa di troppo personale.
-Smettete
di starnazzare,siete a dir poco fastidiosi.- disse un ragazzo che non
avevo notato e che stava seduto al suo banco vicino alla porta.
-Se
continuate così farete scappare la novellina –
disse con un
sorrisino beffardo che non mi piacque per niente.
E poi...novellina a
chi,eh? Brutto sbruffone!
-Yoshida,piantala
di dire stronzate! Non se ne fuggirà per qualche domanda!
Eh...insomma...
Quella
che aveva parlato era sicuramente l'ochetta della classe che,pur di
farsi notare,aveva battibecchi con chiunque,ma a mio parere,quella
volta aveva sbagliato persona.
La
ragazza che avevo di fronte non mi sembrava asiatica,anzi non lo era
proprio!
Aveva
dei lunghi capelli biondo scuro con le punte mosse e dei profondi
occhi verdi che,se non erro,s'illuminavano mentre parlava con questo
Yoshida.
-Calmati
biondina,non c'è bisogno di scaldarsi tanto.
Detto
ciò si alzò e si avvicinò al mio
banco.
Senza
ombra di dubbio era un bel ragazzo,capelli scuri e un po' spettinati
e gli occhi castani che tendevano al verde.
A
parer mio doveva fare box;anche se indossava la giacca si intravedeva
perfettamente un fisico ben allenato e,sicuramente,ben tenuto.
Il
modo di indossare la divisa era disinvolto e rispecchiava,a parer
mio,il suo
carattere.
-Possiamo
ritenerci fortunati ad avere in classe una star come te?
-Non
so,dovrete giudicare voi questo. Posso solo dirti che non ho avuto
problemi nelle mie precedenti classi.
-E
con ciò? Stavolta potrebbe essere diverso.- disse
inchinandosi verso
di me e avvicinando il suo viso al mio.
Io,di
risposta,accavallai le gambe e appoggiai il viso sulle mani.
-Chissà...vedremo...Yoshida.-
dissi ghignando.
Eh
già. Sana Kurata era cambiata sul serio: riuscivo a gestire
meglio
le mie emozioni e sapevo come rispondere a gente come lui. Non mi
facevo mettere i piedi in testa tanto facilmente ed ero diventata un
po' più...matura?
Le
nostre chiacchiere vennero,per mia fortuna,fermate dall'arrivo
dell'insegnante.
Sotto
invito del rappresentante di classe,che annunciava l'entrata del
prof,ci alzammo e chinammo il capo per salutarlo. Anzi...salutarla.
Era
una donna alta con dei capelli lisci e scuri raccolti in uno
chignon,era vestita molto professionalmente: una camicia bianca con
un tailleur nero e una giacca del medesimo colore,il tutto abbinato
con delle decolleté nere.
Appoggiò
i libri sulla cattedra e si voltò verso la classe e il suo
sguardo
iniziò a girovagare tra di noi,finchè non si
posò su di me.
-Tu
devi essere la nuova alunna
-Esattamente
-Mm...Kurata
Sana?- disse dando un'occhiata al registro di classe.
-Si...
-L'attrice?
-Eh?
S-si!
-Bene.
Ti dico solo una cosa.
Detto
ciò si allontanò dalla cattedra e si
avvicinò verso di me fin
quando non la ritrovai a un palmo dal mio naso.
-Anche
se sei un'attrice non credere di poter fare la preziosa. La scuola
è
uguale per tutti,qui si viene per studiare e non per fare salottino
con gli amici. Se studi e fai i compiti io e te andremo d'accordo.
Ricevuto il messaggio?
-Si,professoressa!
-Bene.
E
ritornò alla cattedra.
Questa
prof è fuori di senno...
Dopo
aver ricevuto il suo permesso ci sedemmo e iniziammo una lunga ed
estenuante ora di matematica,materia in cui non sono mai stata un
prodigio. Come se non bastasse venni anche chiamata alla lavagna per
correggere i compiti che lei aveva assegnato la volta
precedente...lei si che sapeva come bocciare gli studenti!
Passai
tutta la lezione alla lavagna correggendo espressioni su espressioni
senza riuscire a farne una: i miei compagni ridevano di
me,l'insegnante li rimproverava ma le si leggeva chiaramente in volto
che sarebbe scoppiata anche lei in una fragorosa risata.
Finalmente
suonò la sacrosanta campanella che annunciò la
fine definitiva
della sua lezione odierna.
Non
feci in tempo a ritornare a posto che entrò un altro
professore in
classe,che non appena mi vide, iniziarono a brillargli gli occhi.
-Ma
tu...tu sei...SANA KURATA?
-Emh...credo
di s-...cioè,si sono io! - dissi grattandomi la testa
evidentemente
imbarazzata!
-Oh
my God! I-I love you! You are my favourite actress!
-Oh...t-thanks!
-Non
posso credere che Sana Kurata sia una mia studentessa!
Si
avvicinò a me e mi prese per le mani e iniziò a
piangere come un
bambino.
-Quando
lo sapranno le mie bambine!
Rimasi
un po' spiazzata dall'atteggiamento infantile di quel professore
che,sicuramente,era d'inglese.
Prese
una sedia e la posizionò vicino alla cattedra dove mi fece
sedere e
lui si mise affianco a me dedicandomi completamente l'ora: ha voluto
sapere tutto sul mio viaggio e lavoro in America soddisfando
così,oltre alle proprie,le curiosità dei miei
compagni.
Non
ne potevo più! Quel professore,per quanto mi sembrasse
simpatico,era
troppo invadente per i miei gusti e tutta questa attenzione iniziava
a darmi fastidio e i miei compagni non avevano la minima attenzione
di aiutarmi.
Ero
capitata in una classe in cui qualsiasi cosa che potesse deviare la
lezione andava bene,anche se a sacrificarsi era un loro coetaneo,in
quel caso ero io.
Ma
per fortuna suonò la campanella che annunciava,oltre
all'inizio
dell'intervallo,la fine dell'ora d'inglese!
Appena
sentii il rumore assordante della campana salutai il professore molto
velocemente,ma tenendo sempre un atteggiamento educato,mi recai
velocemente fuori dalla classe dirigendomi nel luogo più
tranquillo
della scuola.
C'era
solo un problema: dove potevo andare?
Era
la prima volta che mettevo piede in quel posto e l'anno era
iniziato ormai da un po',quindi le primine,conoscevano l'ambiente da
cima a fondo a differenza mia.
Uscii
dall'istituto dirigendomi verso il giardino e dopo aver girovagato un
po' senza dare troppo nell'occhio trovai un angolino abbastanza
appartato: c'erano due grandi alberi e tanti cespugli che facevano da
recinzione a quello che sarebbe stato il mio nascondiglio.
Mi
sedetti sull'erba e appoggiai la schiena al tronco dell'albero,presi
il mio Ipod e iniziai ad ascoltare un po' di musica e nel mentre
mangiavo gli onigiri preparati con cura dalla signora Chiyo.
Mentre
assaporavo tranquillamente la mia merenda,qualcuno mi toccò
la
spalla e io,di conseguenza,sussultai.
Mi
voltai e davanti a me si presentarono due ragazze more di mia
conoscenza: Aya e Fuka.
Non
appena vidi la prima le saltai addosso abbracciandola e lei rispose a
quel contatto stringendomi a se.
-Oh,Sana!
Non riuscivo a credere che la nuova studentessa fossi tu!
-Ti
ho fatto una bella sorpresina,vero? - dissi evidentemente commossa.
La
mia Aya era davvero cambiata: i capelli erano un po' più
lunghi,sempre tirati all'indietro solo che delle semplici forcine
colorate avevano sostituito il fiocco che era solita utilizzare da
bambina.
Era
anche un po' più alta e aveva sempre un bel fisico che
risultava più
sviluppato.
-Che
bello rivederti! Non mi sembra vero! Renditi conto: tre anni!
-Io
direi tre fottutissimi anni
-Kurata!
E questo linguaggio scurrile non adatto a una signorina come te?!
-Ahahah!
Scusa ma ci voleva! Mi è mancato il Giappone e mi siete
mancati voi!
-e la riabbracciai.
Realizzai
tardi che assieme a noi c'era Fuka.
Lasciai
Aya e mi avvicinai e mi avvicinai a lei .
Fuka
mi guardava e io
guardavo lei.
Nessuna
delle due voleva proferir parola,ma alla fine spezzai io quella
tensione che,se fosse stata un panetto,si sarebbe potuta tagliare a
fette.
-Ciao
Fuka.
-Sana...
Aya
spostava lo sguardo da una all'altra e dall'altra all'una.
Ci
guardava ma rimaneva in silenzio capendo la causa di tutta questa
tensione: Akito.
-Rispondo
subito alla domanda che i tuoi occhi mi stanno facendo: non amo
Akito.
Io...
La
vidi spalancare gli occhi per la sorpresa per poi rilassarsi e
piegare un angolo della bocca in un mezzo sorriso.
-Sicura?
-Sono
fidanzata con Nao,giudica tu -dissi con tono ironico.
-Be...allora
congratulazioni,Sana!
...sono...
-Wow,vedo
che cambi umore facilmente -dissi ridendo per poi abbracciarla.
-Ad
essere sincera quando ho visto Rei qualche giorno fa ero preoccupata
che con il tuo ritorno Akito mi avrebbe lasciata...
-Oh,Fuka...voglio
essere sincera: il giorno del mio arrivo qua in Giappone ho
incontrato Akito e abbiamo parlato.
-Cosa?
Lui non mi ha detto nul-
-Fuka,calma!
Fammi parlare.
Lei
rimase in silenzio,era chiaramente un invito a continuare il mio
discorso.
-Akito
ti ama,me l'ha detto lui,quindi non devi preoccuparti! E poi io non
potrei tradire Nao.
-Capisco.
-disse sorridendo per poi abbracciarmi lei.
...solo...
Ci
sedemmo sull'erba,come se il discorso appena avuto non fosse mai
cominciato. E così iniziammo a parlare del più e
del meno: di come
Fuka e Hayama si fossero messi assieme,di come io mi fidanzai con Nao
e come procedeva la relazione di Aya con Tsu.
Ecco,Tsu!
Chissà com'era cambiato!
-Aya,quando
potrò vedere Tsuyoshi? Sono curiosa di vedere il suo
cambiamento!
-Ahahah!
È sempre lo stesso,a parte per l'altezza,ovviamente.
-Non
è vero,Aya! Tsuyoshi è cambiato!
-Oooh!
Non vedo l'ora di rincontrare tutti quanti!- dissi in preda
all'enfasi.
Strano,vero?
Fuka non mi avrebbe rivolto la parola se non le avessi detto tre
parole: non amo Akito.
I
nostri discorsi vennero interrotti dalla campanella che annunciava la
fine dell'intervallo e l'inizio dell'ora di lezione.
Tutte
e tre ci dirigemmo verso l'interno dell'istituto e poco prima di
entrare nella nostra classe io e Fuka ci separammo da Aya.
Appena
entrammo tutti i nostri compagni si voltarono verso di noi e quel
simpaticone di Yoshida si avvicinò.
-Allora
Kurata,come ti sembra la scuola?
-Mm...al
momento l'unica cosa che non mi aggrada è la troppa
attenzione che
mi viene dedicata.
Non
appena finii la frase mi sedetti al mio posto e iniziai a guardare
fuori dalla finestra in attesa dell'insegnante e,soprattutto,della
fine delle lezioni.
Quando
la giornata scolastica finì mi ritrovai circondata da un
esercito di
studenti che erano venuti nella nostra classe per verificare se la
famosa Sana Kurata si fosse veramente iscritta nella loro scuola.
Ma
chi venne in mio aiuto? Il fantastico e simpatico Yoshida che mi
prese sottobraccio e,facendosi spazio tra la folla,mi aiutò
ad
uscire da quell'ingorgo umano.
-Wow,non credevo
che proprio tu mi avresti aiutata.
-Volevo solo che tu
ti ritrovassi in debito con me,Kurata
-È il
tuo modo di flirtare con me?
-Possibile
-Mossa
sbagliata,Yoshida - dissi allontanandomi da lui di qualche passo -
Comunque penso che potrei ringraziarti in qualche modo...
E così
mi riavvicinai a lui posandogli delicatamente un bacio sulla sua
guancia.
-Debito
saldato,ciao ciao Yoshy!
E così
me ne andai dirigendomi verso l'uscita.
Una
volta fuori dal cancello aspettai Fuka e Aya che non appena le vidi
uscire dall'istituto alzai la mano per distinguermi dalla folla (come
se non attirassi già troppo l'attenzione).
Quando
mi raggiunsero attraversammo la strada ci posizionammo vicino a un
albero dove riprendemmo a chiacchierare come facevamo anni fa.
Dopo
qualche minuto la mia attenzione venne attirata da due ragazzi: uno
alto e moro e un altro,sempre alto,ma biondo.
Una
volta che ci raggiunsero Aya andò subito ad abbracciare
quello che
doveva essere Tsuyoshi e Akito mi passò davanti (senza
neanche
salutare) avvicinandosi a Fuka per poi baciarla.
Avvertii
una scossa fastidiosa,il cuore prese a battere velocemente e
d'impulso abbassai lo sguardo finchè delle braccia non mi
cinsero la
vita da dietro.
-Allora?
Com'è andato il primo giorno di scuola?
-Nao...
- dissi voltandomi completamente verso di lui. - abbastanza bene,a te
invece?
-Male...mancavi
tu...
-Eh,ma
lo sai che non mi piacciono le scuole private.
-Lo
so bene,Sana- disse poggiando le sue labbra sulle mie.
Fu
un bacio dolce e casto che lasciò a bocca aperta i miei
amici che ci
guardavano perplessi,come se quel quadretto stonasse con l'ambiente
circostante.
...una...
-?
Hayama,hai perso un po' del tuo aspetto infantile a quanto pare.-
disse sciogliendo l'abbraccio e posando la sua mano sul mio fianco
per tenermi stretta a lui.
-Pff...non
credo che una persona rimanga tutta la vita con l'aspetto di un
bambino di 10 anni,Kamura...non pensi? - fece anche lui la stessa cosa
con Fuka,come se io e lei fossimo diventate due armi da guerra.
-Si,anche
tu hai ragione. Allora amore,andiamo?
-Certo!
Ragazzi,io vado. Anche se sono appena tornata il lavoro inizia
già a
farsi sentire! Ah,Tsuyoshi! Stai molto meglio con le lenti a
contatto!
-Ah...grazie
Sana!
-Ci
vediamo domani,ciao!
E
detto ciò,io e Nao,ci allontanammo dai quattro e,mano per
mano,ci
dirigemmo verso gli studi televisivi dove oggi avremo lavorato
entrambi per uno spot pubblicitario.
-Stai
benissimo con questa divisa,Sana
-Ah,grazie
-dissi arrossendo leggermente.- Anche a te dona molto la tua divis-
Non
potei finire la frase poiché le mie labbra vennero
letteralmente
catturate da quelle del mio ragazzo.
-Ti
amo,Sana
-Anche
io,Nao -e lo ribaciai allacciando le mie braccia al suo collo
mettendomi in punta di piedi per arrivare meglio alla sua altezza.
Io
sono una grandissima bugiarda.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Salve
a tutti!
Scusate
il ritardo stratosferico,ma come ho detto in molte risposte alle vostre
recensioni,ho avuto e sto avendo problemi a scuola. Spero possiate
perdonarmi >.<
Mi rendo conto che questo
capitolo sia pietoso,non mi piace per niente e poi è anche
corto D:
Scusate davvero! Spero che il
prossimo siamo meno schifoso di questo u.u Mi
impegnerò,promesso :)
Scusate ancora e al prossimo
aggiornamento!
Grazie a chi ha recensito,a chi
ha aggiunto la storia tra le preferite/seguite/ricordate e a
chi legge soltanto.
Un bacione!
Maka_baka
P.S: Che ne pensate del
capitolo? Fatemi sapere ;)
|
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Capitolo 7 *** Capitolo VI. Odio eterno. ***
Capitolo
VI. Odio eterno.
“ -?
Hayama,hai perso un po' del tuo aspetto infantile a quanto pare.-
disse sciogliendo l'abbraccio con Sana e posandole la sua mano sul
fianco per tenerla stretta a se.
-Pff...non
credo che una persona rimanga tutta la vita con l'aspetto di un
bambino di 10 anni,Kamura...non pensi? - feci anche io la stessa cosa
con Fuka stringendola a me
-Si,anche
tu hai ragione. Allora amore,andiamo?- disse rivolgendosi a Sana e
mostrandole un sorriso mieloso.
-Certo!
- dopo quella sua affermazione il resto della frase non lo
sentii.”
Odio.
Ecco
cosa provavo nei confronti di quel damerino.
Invidia.
Perchè
lui aveva Lei.
Ribrezzo.
Lei
non andava col primo che passava.
Rancore.
Non
era più mia,l'avevo persa.
E
stavolta per sempre.
Aprii
gli occhi. Il letto era diventato improvvisamente davvero scomodo
perciò mi sedetti e guardai l'orario segnato dalla sveglia:
2:10.
Passai
la mano trai capelli spettinandoli e,dopo qualche secondo di
rimugino,decisi di alzarmi. Il pavimento era freddo e un brivido mi
pervase la schiena risvegliandomi almeno un po'.
Presi
la felpa appoggiata sulla sedia e la indossai per poi scendere in
cucina e rovistare un po' nella dispensa in cerca di qualcosa da
mettere sotto i denti.
Una
volta trovato ciò che mi serviva mi accomodai sul divano e
accesi la
tv.
Bella
idea,Hayama! Ci sarà sicuramente qualcosa in televisione
alle 2:30
del mattino!
Iniziai
a cambiare canale a raffica ma a dirla tutta non ero molto
concentrato e interessato a ciò che veniva trasmesso in
televisione,la mia mente era annebbiata da tanti pensieri. In tutti
c'era lei,quella dannata!
Si,lei
è una dannata! Per colpa sua,le notti a venire dopo la sua
partenza
per l'America,sono state un inferno!
Ogni
notte la sognavo e il suo ricordo mi tormentava l'anima: il suo
sorriso,i suoi capelli,i suoi occhi...tutto!
Per
non parlare di tutto ciò che mi circondava e che
puntualmente mi
ricordava lei.
E
ora che fa? Di punto in bianco torna e per di più fidanzata
con quel
bastardo!
“Io
e Tsuyoshi,dopo esser usciti da scuola,ci avviammo,come ogni giorno,
verso l'istituto di Aya
e
Fuka per accompagnarle a casa.
Quando
arrivammo ai cancelli dell'edificio notai subito una cosa: le
due ragazze parlavano allegramente con una persona che,per mia
sfortuna, conoscevo benissimo.
Ciò
che mi sconcertò fu vederla indossare la loro stessa divisa
scolastica e questo significava una sola cosa: da quel giorno in poi
l'avrei sempre vista.
Dentro
di me,quando la vidi,si scatenò una tempesta: la sua
presenza mi
irritava parecchio,ma...diamine! Era bellissima.
I
capelli lisci erano legati in una treccia che le ricadeva sulla
spalla destra,gli occhi brillavano di luce propria ed erano delineati
da un velo leggerissimo di trucco,la divisa le stava divinamente
rendendola,almeno apparentemente,più formale e diligente.
Cercai
di placare quel casino che lei aveva provocato e,una volta vicino al
gruppetto,le passai davanti senza salutarla per andare da Fuka e
baciarla.
Non
potei vedere la sua reazione,dato che le davo le spalle,ma
ciò che
successe dopo mi turbò ancora di più.
Un
ragazzo dai capelli argentei e gli occhi azzurri,si avvicinò
a noi
per dirigersi verso di Lei e cingerle la vita con le braccia.
-Allora?
Com'è andato il primo giorno di scuola?
-Nao...
- disse lei voltandosi completamente verso di lui. - abbastanza
bene,a te invece?
-Male...mancavi
tu...
-Eh,ma
lo sai che non mi piacciono le scuole private.
-Lo
so bene,Sana- disse poggiando le labbra sulle Sue.
Quella
scena mi fece male. Lei,invece di allontanarlo,rispose al contatto e
quello fu un durissimo colpo da incassare.
Non
potevo sopportare quella scena: le Sue labbra
carnose,rosee,morbide...non potevano posarsi su quelle luride di
lui,no!
Cercai
di restare impassibile a quell'orribile visione,ma in quel
momento,l'unica cosa che volevo fare era avvicinarmi a
Lei,allontanarla da lui e appropriarmi delle sue labbra
esaudendo,così,il mio desiderio.
Cosa
feci? Rimasi lì,fermo,accanto a Fuka mentre schifato
guardavo la
coppietta felice.”
Spensi
il televisore,abbassai lo sguardo stringendo la mano con cui tenevo
il telecomando che dopo qualche minuto lanciai verso il muro.
Mi
alzai con i nervi a fior di pelle, rimasi in piedi qualche istante
davanti al tavolo e in preda a un altro scatto d'ira tirai un calcio
alla sedia facendola cadere.
Salii
in camera,aprii l'armadio e presi le prime cose che mi capitarono a
tiro e le indossai per poi uscire di casa.
Una
volta fuori mi fermai al cancello e mi appoggiai al muro.
Faceva
freddo,molto freddo.
Cercai
di non bardarci e francamente ci riuscii ma in compenso iniziai a
pensare nuovamente a lei.
Lei
che era stata la mia salvatrice alle elementari,Lei che è
stata una
vera amica,Lei che mi rubò il cuore come nessuna aveva mai
fatto,Lei
che preferì rinunciare a me e ai suoi amici piuttosto che al
lavoro,Lei che ora torna e mi distrugge.
Non
ricordo quando iniziai a camminare,fatto sta che,per ragioni
ignote,mi ritrovai davanti al cancello della sua villa.
Mi
fermai e iniziai a guardare quell'imponente struttura dove molte
volte ero entrato per feste o per altri e futili motivi.
A
un tratto sentii un rumore e feci ciò che l'istinto mi
suggerì:
nascondermi.
Appoggiai
la schiena al pilastro dov'era infisso il cancello automatico e
rimasi lì fermo e in silenzio,sentivo il rumore di passi a
contatto
con la ghiaia che segnava la stradicciola davanti al portone,quando
poi non sentii più nulla.
Non
mi mossi di un millimetro e quasi smisi di respirare,sentivo solo il
mio cuore battere all'impazzata un po' per paura di esser beccato e
un po' per il timore di ritrovarla davanti.
Ciò
che interruppe i miei pensieri fu una canzoncina dolce che mi fece
venire i brividi riportando alla mente vecchi ricordi che avevo
cercato di cancellare con tutto me stesso poiché mi
procuravano
soltanto dolore.
Chiusi
gli occhi e un po' a malincuore ascoltai quella voce che,col passare
del tempo,era maturata e diventata più intonata e
più melodiosa.
Il
motivetto si interruppe improvvisamente e fu in quel momento che la
sentii parlare.
-Hikari,vieni
qua piccola furbetta – disse ridendo
In
tutta risposta ricevette un lieve miagolio e in preda alla
curiosità
mi affacciai leggermente dal mio nascondiglio e la vidi in tutta la
sua bellezza.
I
capelli ramati erano sciolti e le cadevano come seta sulle spalle
lattee; i suoi occhi...che dire dei suoi magnifici occhi color
cioccolato? Brillavano,danzavano ed erano gioiosi,ma...intravidi
qualcosa di malinconico in essi, anni prima erano come le stelle:
luminosi.
Per
non parlare delle sue labbra,dannazione! Erano tutto fuorché
umane!
Erano belle,rosee e carnose...morivo dalla voglia di poggiare le mie
labbra sulle sue,sarei impazzito!
Il
mio sguardo cadde successivamente sul suo fisico perfetto avvolto in
un morbido pigiama rosa pastello un po' troppo leggero per la
temperatura notturna.
Notai
una “palla di pelo” nera sulle sue gambe: un gatto.
Diamine
quanto sarei voluto essere al suo posto in quel momento! Stare tra le
sue braccia in pace con me stesso e con ciò che mi
circondava. Avrei
potuto sentire il suo meraviglioso profumo e mi sarei beato della sua
incantevole voce.
Un
altro miagolio mi svegliò dai miei pensieri facendomi
tornare
sull'attenti. Mi nascosi meglio quando a un tratto la risentii.
-Hikari,che
hai visto? Ehi! Dove vai? Vieni qua!
Mi
accorsi tardi,purtroppo,di essere io ciò che la gattina
aveva visto.
-Hayama?!
Che ci fai qui a quest'ora?
-Facevo
quattro passi,tu invece?
-Non
riusivo a dormire... - prese in braccio la palla di pelo e
puntò il
suo sguardo su di me -non credevo che ti avrei rivisto sotto casa mia
-E'
una coincidenza,Kurata,non farti strane idee
-Vuoi
entrare in casa? Preparo un po' di the caldo e...parliamo,che dici?
-Preferisco
evitare – detto ciò me ne andai e tornai a casa.
Una
volta rientrato a casa, tornai nella mia stanza e mi sdraiai nel
letto.
Ero
scombussolato, quella vista aveva mandato il tilt il mio cervello.
Com'era
possibile che dopo tutto questo tempo e dopo ciò che Lei
aveva fatto
potessi ancora sentirmi così?
Con
questi pensieri e con l'immagine di Sana impressa nella mente mi
addormentai.
La
mattina dopo mi alzai in ritardo e mi dovetti preparare come un razzo
per non rischiare di rimanere chiuso fuori da scuola anche
perché
sarebbe stato parecchio imbarazzante.
Quelle
noiosissime ore, per mia fortuna, terminarono in fretta e talaltro
quel giorno non sarei dovuto andare a prendere Fuka a scuola
perché
l'allenamento sarebbe iniziato prima.
Passai
per le vie del centro dove mi comprai un bel panino pieno di tante
schifezze (tanto le avrei bruciare subito) che sparì in un
batter
d'occhio.
Il
fast food dove andai era il migliore di tutta la città, ma
la cosa
che non gli rendeva onore era quell'odore forte di fritto che ti
assaliva allo stipite della porta, è brutto da dire ma alla
fine ci
si abituava.
Dopo
aver finito il mio pranzo anti dieta mi diressi subito in palestra,
volevo cancellare la notte precedente perchè l'immagine e la
voce di
Sana non facevano che tormentarmi e un allenamento tosto mi sarebbe
servito.
Camminai
più velocemente del dovuto e arrivai in palestra con quasi
quaranta
minuti di anticipo ma decisi di entrare comunque e avrei iniziato con
gli esercizi.
Bene,
ora posso iniziare
Ma
i miei pensieri furono interrotti da un rumore proveniente dal
giardino della palestra e decisi di uscire per capire quale fosse la
causa di quel baccano.
Mi
aspettavo di tutto ma non ciò, anzi chi,
mi trovai davanti:
Kamura.
Il
suo sguardo era difficile da decifrare in quanto, da
“bravo”
attore, sapeva mascherare bene le sue emozioni e, in quel caso,
intenzioni.
-Immaginavo
andassi in una palestra degna di tale nome e non in un...buco per
topi! - rise.
-Ohoh...mai
quanto il posto dove lavori
-Mi
spiace per te ma gli studi televisivi e cinematografici sono
frequentati da persone degne di stima, oh, ma tu
non puoi
capirlo, sei solo un poveraccio!
Bastardo!
Te lo tolgo io quel ghigno dalla faccia cambiandoti del tutto i
connotati!
-Kamura,
io sarò anche povero dopotutto non navigo nei soldi come te,
ma
almeno io non sono povero d'animo.
-Non
sai nemmeno cosa sia la povertà d'animo anche se tu, meglio
di
tutti, dovresti saperlo. Comunque, bando alle ciance, sono qui per
dirti che devi stare alla larga da Sana.
-Da
chi scusa? Non ho idea di chi sia questa Sana
-Fai
pure finta di niente, ma ho visto come la guardi e ciò non
mi piace
affatto
-E
come la guarderei? - dissi beffandolo.
-Con
gli occhi di uno che ama alla follia una persona, ma sappi che solo
io posso guardarla così.
-Kamura,
Kamura... - risi – c'è una gran bella differenza
tra me e te...io
non ho lo sguardo da verme.
-Ti
conviene abbassare la cresta e moderare i termini Hayama. Io ti ho
dato un ultimatum: stai alla larga da Sana, non sei alla sua altezza
e non lo sarai mai!
Detto
ciò se ne andò.
Mi
prudevano le mani. Quanta voglia di pestare quel suo bel faccino da
pezzente smorfioso!
Tornai
dentro e nel mentre che aspettavo l'inizio della lezione presi il
sacco che solitamente usano i pugili e iniziai a colpirlo con una
violenza che non mi apparteneva, o che per lo meno non era abituale.
E
chi dovrebbe essere degno di lei? Tu per caso? Eh, Kamura? Tu?!
Un
colpo.
Colpito.
Un
altro colpo.
Dolore.
Un
terzo colpo.
Perde
sangue.
Un
ultimo colpo.
Affondato.
Immaginavo
Kamura al posto del sacco da box e con ogni mio colpo lo distruggevo
e non c'era sensazione più bella in quel momento.
I
miei pensieri si arrestarono all'ingresso del maestro che mi guardava
storto perchè con soli quattro colpi avevo praticamente
disintegrato
il sacco.
-Scusami,
ma prima è venuto a farmi visita un idiota e se avessi
trattenuto la
rabbia sarei scoppiato... - guardai il sacco -quello è il
risultato.
Andai
a bagnarmi il viso senza aspettare la risposta del destinatario e
dopo qualche secondo di pace tornai nella sala principale per
iniziare l'allenamento che aspettavo da ore ormai.
Da
quanto avevo desiderato iniziare l'allenamento le due ore passarono
in un baleno e mi ritrovai improvvisamente fuori per le vie della
città senza una meta ben precisa, quando a un tratto presi
la strada
che mi avrebbe portato dal mio migliore amico.
Arrivai
sotto il palazzo e suonai il campanello un paio di volte prima che il
portone venisse aperto, salii velocemente le scale e raggiunsi
l'ultimo piano.
Alla
porta trovai la sorella di Tsu che mi lanciava occhiate d'odio senza
pudore, capii che dormiva quando notai i suoi capelli a caschetto
tutti spettinati.
Raggiunsi
Tsuyoshi in camera sua e senza fare troppi complimenti mi sdraiai sul
suo letto e iniziai a raccontare tutto ciò che era successo
prima
dell'allenamento.
-Quel
Kamura non smetterà mai di stupirmi, ma chi si crede di
essere poi?!
- inveì.
-Vorrei
saperlo anche io visto che per me non rappresenta nessuno!
Ci
fu un attimo di silenzio e iniziai ad avvertire una strana sensazione
di pericolo, non saprei come altro definirlo.
-Aoyama...
Non
risposi facendogli capire di continuare.
Ero
agitato.
Molto
agitato.
-Ami
Sana?
Lo
sapevo...
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Eccomi quaaaa! Sono
tornata! Scusatemi davvero tanto se per questo capitoletto vi ho fatto
aspettare un anno e mezzo praticamente.... ma sinceramente a volte non
avevo voglia; poi quando mi decidevo a continuare scrivevo due righe e
non sapevo come andare avanti, un parto!
Ma alla fine ce
l'ho fatta e questo è il risultato spero possa piacervi,
sento che non è il massimo ma è un capitolo di
transizione e se ho avuto difficoltà con questo non oso
immaginare con i prossimi °-°
Scherzi a parte ho
avuto un sacco di problemi anche con la scuola, avete presente
com'è a maggio? Bene, per me è maggio da ottobre!
Volevo uccidermi...
Ora la smetto se no
scrivo un poema più lungo della Divina Commedia.
Al prossimo
capitolo :D
Prometto che
farò di tutto per non farvi aspettare un altro anno
><
Bacioni!
Maka_baka
|
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Capitolo 8 *** Capitolo VII. Avvertenze e ancora odio. ***
Capitolo
VII. Avvertenze e ancora odio.
-Ami
Sana?
Continuai
a pormi questa domanda per tutto il resto della giornata senza
trovare una risposta che realmente mi potesse soddisfare.
Una
cosa è certa non l'amavo e non la odiavo ma l'ago della
bilancia
pendeva di più verso il secondo.
Non
l'amavo perchè c'era Fuka, lei non mi ha
mai fatto soffrire,
anzi, quando vedeva che stavo male per Lei veniva e
cercava in
tutti i modi di tirarmi su il morale.
Non
la odio perchè ha migliorato la mia vita anni fa e per
questo le
sarò sempre debitore, senza quel film probabilmente ora
vivrei per
strada.
Lei
mi ha recato molto dolore in tutti questi anni ed è per
questo che
provo rancore e rabbia nei suoi confronti, ma...non mi sta del tutto
indifferente.
Quando
la vedo continua a scatenarsi qualcosa dentro di
me, ma non
saprei dare un nome a questa sensazione e se state pensando che sia
amore, vi sbagliate e di grosso.
Dopo
la sua scomparsa in questi anni non posso amarla e se così
dovesse
essere, Fuka non sarebbe la mia ragazza, non voglio illuderla.
Con
questi pensieri alquanto contorti, non mi resi conto di esser
arrivato davanti al cancello di casa, notai solo in quel momento che
iniziava ad arrugginirsi e che quindi era il caso di intervenire in
questi giorni.
Entrai
dentro, tolsi le scarpe e mi diressi in cucina dove presi un
pacchetto di patatine e un succo di frutta per poi salire in camera e
iniziare a studiare per il compito di fisica che avrei avuto tra due
giorni.
Avevo
la testa per aria e studiare quelle quattro sciocchezze divenne una
vera e propria impresa.
Visto
cosa mi fai, Kurata?
Decisi
di chiudere per un po' il quaderno con gli appunti per giocare un po'
alla play in modo tale da distrarmi per poi poter studiare con
più
facilità.
Scelsi
un gioco di combattimento e avventura che mi aveva regalato Fuka per
il mio compleanno, era difficile ma non sono una persona che si
arrende facilmente e con un po' di impegno in più riuscii a
terminare due missioni ma sul più bello mi accorsi che era
ora di
tornare a studiare.
Presi
il libro e mi sedetti sul letto dando le spalle alla finestra e
incominciai a studiare sul serio.
Passarono
due ore e quando iniziai ad avvertire un po' di mal di testa, chiusi
il libro e stavolta definitivamente per quella giornata infinita.
Mi
sdraiai e iniziai a fissare il soffitto e mi assopii finché
il mio
cellulare non iniziò a suonare come se il demonio se ne
fosse
impossessato, infatti all'inizio avevo lasciato squillare, avevo
troppo sonno per alzarmi e rispondere.
Ma
la suoneria iniziava a infastidirmi quindi mi alzai e senza guardare
chi fosse il rompiscatole risposi con tono seccato.
-Pronto...
-Akito
sono io, Fuka! Tutto ok? Mi sembri infastidito.
-Non
proprio ma hai chiamato mentre mi stavo per addormentare...
-Aaah
capisco... vabbe, poco importa! Domani sei libero?
-Si,
perchè?
-Perfetto!
Quindi domani ci vediamo a casa per cena
-Ok-Come
domani?!
-I
miei possono solo domani per questa settimana e siccome non voglio
ritardare ulteriormente la cena ho preso la palla al balzo, l'ho
saputo solo adesso
-Va
bene, cercherò di stare alla larga dagli impegni
-Perfetto!
Ciao Aki – disse con tono dolce.
-Ciao
Fuka
E
chiusi la chiamata spegnendo il cellulare, non mi andava di esser
disturbato un'altra volta, sbadigliai e decisi di coricarmi e dormire
un po' prima di cena dato che, in questi giorni, io e Morfeo eravamo
in lotta.
Appena
toccai il cuscino caddi in un sonno profondo tanto che quando
entrò
Nats in camera per la cena non riuscì a svegliarmi.
Mi
svegliai direttamente la mattina dopo con una gran fame, non sentii
la sveglia visto che aprii gli occhi mezz'ora prima del suo suono;
decisi di concedermi una calma colazione tipica della domenica
mattina.
Presi
il latte deciso di farmi una bella tazza di cappuccino con sopra
tanto cacao amaro e mentre cercavo quest'ultimo vidi in dispensa dei
biscotti con gocce di cioccolato.
Deve
averli fatti Nats ieri.
Una
volta pronto il mio banchetto accesi la tv e mangiai con una calma
che non mi apparteneva da molto tempo.
Iniziai
a fare zapping con il telecomando cercando qualcosa che fosse un
minimo interessante finchè, in un canale di soli
pettegolezzi, non
si presentò il bel faccione di
Kamura-damerino-dei-miei-stivali.
Da
quanto c'era scritto in un angolo del televisore era la replica di
un'intervista del giorno precedente e ciò che mi
impedì di cambiare
canale fu una frase che disse.
-Sana
ha molti pretendenti? E se si, li temi?
-Una
ragazza come Sana non può che non avere tantissimi fan, non
li
chiamerei pretendenti visto che lei non li conosce tutti, ovviamente
– rise- ma non temo la concorrenza perchè, non per
fare il
modesto, ma non la meritano e non potranno darle ciò di cui
lei ha
bisogno. E chi meglio di una star può capire un'altra star?
-Molto
modesto Naozumi- rise anche il giornalista- Sana è fortunata
ad
avere al suo fianco un ragazzo come te!
Feci
caso solo in quel momento all'orario segnato nell'angolo: quindici
minuti prima del mio allenamento. Quel maledetto dopo avermi
minacciato è andato agli studi televisivi mandando frecciate
a
destra e a manca oppure voleva solo assicurarsi che arrivasse un
messaggio preciso al sottoscritto.
-Sei
un maledetto, Kamura...
Ma
non finì lì la commedia, no ovviamente!
Perchè
i giornalisti, ficcanasi come sono, vollero sapere com'è
iniziata la relazione tra i due attori e, visto che non volevo sprecare
buon
cibo, spensi il televisore e finii la mia colazione.
Salii
in bagno e mi cambiai mettendo una maglietta bianca, una camicia in
jeans aperta sopra, un paio di jeans scuri e le scarpe da tennis.
Cercai di dare un aspetto decente ai miei capelli che quella mattina
non ne volevano proprio sapere di stare a posto.
Una
volta uscito dal bagno mi ritrovai davanti mia sorella con un
foglietto in mano
-Vai
a fare la spesa!
-Eh?
Vacci tu io non ho voglia...
-Akito
Hayama! Vai a fare la spesa se no...non ti preparo il sushi per
pranzo -disse ghignando
-...N-non
mi interessa, lo comprerò...
-Ah
si? E con quali soldi, eh fratellino? -rise malignamente
Sospirai
pesantemente pensando a quanto potesse esser irritante mia sorella
alle volte
-Va
bene...hai vinto, dammi questo dannato foglietto e i soldi...
Dopo
qualche minuto mi ritrovai fuori casa diretto al supermercato.
Misi
la mano in tasca alla ricerca delle auricolari e del mio fedele iPod
carico
di musica trovata completamente a caso su internet.
Non
ho un genere, un gruppo o un cantante preferito, mi limito a cercare
canzoni su internet e quelle che mi piacciono le scarico; se non si
fosse capito con me non si può parlare di musica visto che
non ci
capisco un'acca.
Mentre
ascoltavo una canzone degli AC/DC arrivai a destinazione ma non potei
entrare poiché l'ingresso era ostruito da una piccola folla
di gente
che non si deve esser resa conto di trovarsi in mezzo ai piedi.
Non
avevo proprio voglia di andare in un negozio più lontano e
decisi di
farmi spazio tra la folla e di entrare.
Mentre
facevo lo slalom sentii una voce che, ahimè, conoscevo
benissimo, al
centro di quella odiosa massa c'era Kurata che, come al solito, non
riesce, per bontà, a lasciarsi i fans dietro.
Infilai
il cappuccio per nascondere il volto, mi avvicinai a lei e la tirai
per un braccio facendola uscire dal gruppo di gente e la trascinai
dentro il negozio.
-Ehi
tu! Lasciami andare!
Detto
ciò ritrasse il braccio e con aria spaventata era pronta a
lanciarmi
addosso la prima cosa che le sarebbe capitata a tiro, in questo caso
un pacchetto di merendine...
-Calmati
Kurata, sono io- dissi togliendo il cappuccio
-Hayama...ma...perchè?
-So
che sei completamente una frana a sbarazzarti dei tuoi fan, da
ragazzina avevi più grinta per queste cose, non riuscivano a
starti
dietro
-Non
volevo essere scortese!- disse incrociando le braccia
-Fai
un po' come ti pare, non mi interessa
Non
l'avevo detto con stizza, ma effettivamente non mi interessava nulla.
Presi
dalla tasca la lista e iniziai a cercare in giro per il negozio le
varie cose che mi servivano e in tutto questo, Lei, continuava a
seguirmi.
-Non
credevo di aver chiesto un'ombra in carne ed ossa- dissi girandomi
verso di lei.
Notai
che a causa della mia affermazione era arrossita leggermente.
-...Kurata,
dopo vorrei parlarti, quindi continua a fare da ombra
Lei
senza dir nulla continuò a seguirmi per tutto il negozio.
Dopo
aver pagato notai con piacere che la folla si era dileguata e che la
via era libera.
-Ora
corri il più veloce che puoi
Le
dissi per poi iniziare a correre verso il parco con il gazebo.
Notai
che la sua velocità nella corsa non era affatto diminuita,
anzi,
riusciva tranquillamente a starmi dietro e quella fu una sorpresa:
sembrava più rammollita.
Una
volta arrivati ci sedemmo sulla panchina, appoggiai la busta e presi
un pacchetto di patatine e iniziai a mangiarne un po'.
-A-allora
Hayama...di cosa volevi parlarmi?- disse voltandosi verso di me
-Tieniti
stretto il tuo fidanzatino.
-Eh?
Che c'entra Nao?
-Ieri
si è preso la briga di seguirmi in palestra e minacciarmi di
morte
praticamente, per poi mettersi a fare il prezioso in televisione.
Tienitelo stretto perchè se no, la prossima volta, gli
cambio i
connotati tanto che non lo riconosce nessuno.
-Hayama-
disse lei alzandosi e mettendosi davanti a me -Non ti permetto di
dire queste cose su Nao che non sono nemmeno vere!
-E
tu c'eri ieri per sapere che non l'ha fatto?
Esitò
un attimo
-No,
ma chi mi dice che tu non mi stia mentendo?
-Chi
io?- dissi ridacchiando -E per quale motivo dovrei farlo?
Lei
arrossì un attimo e dopo qualche istante di esitazione...
-Per
farci separare
-Sai
che mi frega, tanto sta con te, mica con me.
Detto
ciò presi la busta e me ne andai senza dir nulla e Lei fece
lo
stesso.
Dopo
pochi minuti arrivai a casa lasciando la busta sul tavolo in cucina e
mi diressi in camera dove mi sdraiai sul letto.
Presi
il mio computer portatile e collegai le auricolari e iniziai a
leggere un libro che avevo scaricato qualche giorno prima in pdf.
Mi
ero talmente immerso nella lettura che il tempo volò e non
mi
accorsi che si era già fatta l'una e che quindi era ora di
pranzo;
spensi il pc e mi diressi velocemente in cucina dove mi aspettava un
bel piatto di sushi.
-Ah
eccoti finalmente, guarda! Non mi è venuto benissimo il
sushi?
-Si...dai,
non è male...
Mi
sedetti e senza dir nulla iniziai a mangiare quelle sottospecie di
sushi che mia sorella aveva preparato.
Perchè
sottospecie? Di sapore erano molto buoni ma in quanto ad
estetica...lasciavano a desiderare...
Decisi
di non farci caso se no mi avrebbe rovinato l'appetito per una
settimana talmente erano...strani.
Mio
padre accese il televisore e mise il telegiornale, così,
come ogni
giorno, mi dovetti sorbire quei stupidi giornalisti che dicevano cose
che: o riguardavano la politica e il gossip, o cose che tutti
già
sapevano.
Dopo
aver finito di mangiare mi alzai e senza dir nulla tornai in camera
mia, riaccesi il computer e stavolta iniziai a cercare qualche
canzone mentre facevo i compiti di fisica per il test.
La
musica mi aiutava nella concentrazione e anche gli esercizi
più
complessi venivano risolti senza problemi o perlomeno non troppi.
Dopo
un'oretta iniziò a vibrare il telefono, guardai il display
ed era
Fuka.
-Pronto?
-Ciao
Akito! Sei pronto per stasera?
-Fuka...sono
le tre!
-Si
lo so! Ma non vedo l'ora che sia stasera – disse con tono
dolce
-Si,
anche io
-Sicuro?
Dalla voce non sembra – disse perplessa
-Be
sai...dovrò confrontarmi con tuo padre e come ben sai i
papà sono
sempre gelosi delle figlie femmine, quindi per quanto ne so, stasera,
potrei anche non tornare a casa mia vivo
-Addirittura?
- rise divertita da ciò che le avevo detto – Non
devi preoccuparti
per mio padre, è un uomo abbastanza tranquillo, andrete
sicuramente
d'accorto!
-È
quel “abbastanza” che mi preoccupa, Fuka
-Ma
non dire idiozie, Akito, ora ti lascio, tra qualche minuto viene Aya
a casa
-A
fare?
-Dobbiamo
studiare matematica e come ben sai due teste sono meglio di una
-Ah
va bene, a dopo allora
E
così chiudemmo la chiamata e io ripresi a fare i miei
adoratissimi
esercizi con i quali non volevo già più aver
niente a che fare.
Arrivarono
in men che non si dica le cinque del pomeriggio e decisi di iniziare
a darmi una strigliata per la cena.
Misi
gli abiti più eleganti (si fa per dire) che avevo nel
guardaroba:
una camicia bianca, un paio di jeans neri e delle scarpe da tennis
nere e blu.
Misi
al polso il bracciale in cuoio che mi aveva regalato Fuka al mio
compleanno di due anni fa e scesi in cucina.
-Ma
come siamo eleganti!- mi schernì mia sorella
-C'è
poco da ridere...
-Ho
fatto una torta prima, così non vai a mani vuote a casa di
Fuka
-Ah,
va bene, grazie
-Ecco
qua!- disse porgendomi la busta
Posò
il suo sguardo sopra di me che mi scrutava come uno di quei cosi che
si trovano negli aeroporti che captano qualsiasi cosa possa essere
un'arma.
-Si
dai...puoi andare, hai abbandonato, momentaneamente,
il clan
degli sciatti
-Grazie
Natsumi...non so come farei senza i tuoi complimenti
-Apprezza
la sincerità
-Apprezzerei
di più il silenzio a questo punto...
Presi
la busta e uscii di casa senza salutare, ormai si erano fatti
l'abitudine.
Mi
diressi verso casa di Fuka sperando che i genitori non fossero i
classici da interrogatorio infinito che sai quando inizia ma non
quando finisce e io, per la precisione, odio che mi venga data tutta
questa attenzione.
Arrivai
davanti alla casa su due piani di Fuka, suonai al campanello e dopo
qualche istante venne ad aprire.
Rimasi
a bocca aperta: era bellissima.
Indossava
un vestitino morbido color pesca lungo fino alle ginocchia, con un
nastro nero in raso sotto il seno legato a fiocco, ai piedi portava
un paio di ballerine nere in vernice con tacchetto ed era leggermente
truccata.
Era
la prima volta che la vedevo così elegante e semplice allo
stesso
tempo, purtroppo e per fortuna, erano poche le occasioni in cui ci si
poteva vestire così.
-Ciao
Fuka
-Ciao
Akito! - disse saltandomi al collo e dandomi un bacio a fior di
labbra
In
quel momento sentii un odore dolciastro che però non era
nauseante,
si era messa un po' del profumo che le avevano regalato Aya e Tsu
l'anno scorso per Natale ed era alla pesca.
-Ti
piace il mio nuovo vestito? - disse facendo una giravolta
-Si,
ti sta molto bene – dissi accennando un sorriso
Entrammo
in casa e mentre mi toglievo le scarpe all'ingresso da una porta
sulla destra uscì un uomo sui quarantacinque anni vestito di
tutto
punto: giacca, cravatta, camicia e tailleur...
Dire
che mi sentii fuori luogo in quel momento è dire poco.
-Tu
devi essere Akito Hayama...
-Si
signore, buonasera -dissi chinandomi in segno di rispetto
Iniziai
a sudare freddo, sentivo lo sguardo addosso di quell'uomo come se mi
stesse controllando anche le viscere del mio essere.
Quando
decisi di alzare lo sguardo per poco non morii di infarto: la madre
di Fuka si era avvicinata silenziosa come un ninja e me la sono
ritrovata davanti a un palmo dal naso che mi studiava.
-Mmmm
– fece la donna che aveva una quarantina d'anni a detta mia
– Si,
sei un ragazzo carinissimo! Sei promosso! Puoi stare con Fuk-
-Non
accelerare le cose, cara...prima...deve superare il test
Di
solito non sono una persona paurosa, anzi non lo sono affatto, be
sempre che non si tratti di salire sulla Tokyo Tower o in posti
tremendamente alti, ma in quel momento ebbi davvero paura e non per
colpa delle altezze...
Vi
spiego: prendete un uomo, che è il padre della vostra
ragazza, e
fategli dire “prima...deve superare il test”, la
cosa fino a qua
fa paura ma non veramente paura...
Per
aiutarvi ancora di più vi dico di aggiungere il nostro
risultato
precedente a una faccia e un tono di voce sadicaìi...ecco quello
si che fa paura.
Ci
sedemmo a tavola e pian piano iniziarono a riempirla di cose da
mangiare che a me, personalmente, non piacevano.
Spero
di non sentirmi male...
Ad
un tratto mentre mettevo in bocca un cucchiaio di zuppa il padre di
Fuka decise di iniziare il tipico “interrogatorio
infinito”.
-Allora...tu
e Fuka vi conoscete da tanto, no?
-Papà,
non ricordi che eravamo all'asilo assieme?
-Sinceramente?
No.
Ingoiai
il boccone e ne preparai un altro.
-Siete
fidanzati da molto?
-Due
anni più o meno – risposi non molto interessato
-E
dimmi...voi...siete mai stati a letto assieme?
Quasi
non sputai la zuppa dalla bocca, iniziai a tossire perchè mi
era
andato tutto di traverso e stavo per soffocare.
Fuka
di scatto si alzò e venne da me dandomi qualche colpetto
sulla
schiena, dopo qualche secondo mi ripresi e bevvi un po' d'acqua.
-Io
sto aspettando una risposta...- disse incrociando le mani e
appoggiandoci il viso sopra
-No,
signore non successo- dissi arrossendo leggermente.
-È
la verità?
-Si,
può esserne sicuro
-Perfetto...-
disse bevendo un sorso di vino rosso pregiato -allora...Tu e la mia
piccola principessa potete stare insieme!- disse con un'aria e una
voce molto infantili.
In
quel momento iniziai a vedere intorno a lui e alla moglie fiorellini
rosa e coniglietti bianchi...insomma...un cambio repentino!
-Brava
Fuka, hai trovato un ragazzo davvero carino! Lo sapevo che avevi
acquistato questa dote da me- disse ridendo
-Ma
mamma!- disse lei arrossendo
E
il resto della serata continuò serenamente, era iniziata in
modo
strano ma era finita per il meglio, i genitori erano come
dire...lunatici perchè in un momento sono
serissimi quasi da
funerale e l'attimo dopo sembrano due bambini dell'asilo.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Salve a tutti! Eccomi qua con un nuovo capitolo!
Ovviamente narrato dal nostro Aki-kun!
Allora, so che avevo detto di aggiornare per sabato
del mese scorso ma, a quanto pare da una vita,
io, come la mia famiglia, sono destinata a fare
tutto in ritardo, sorry ><
Questo è un altro capitolo di
transizione visto che, oltre al discorso con Sana e la cena a casa di
Fuka,
non è successo niente di troppo
particolare.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e aspetto i
vostri pareri nelle recensioni!
Kiss
Maka
PS: Ho creato una pagina facebook nel quale vi
tengo aggiornati dei capitoli che sto scrivendo o delle nuove storie
che pubblico! Se siete interessati cliccate sul link!
https://www.facebook.com/makabakaff?ref=aymt_homepage_panel
See you soon!
|
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Capitolo 9 *** Capitolo VIII. Chiarimenti e confusioni. ***
Capitolo
VIII. Chiarimenti e confusioni.
“-A-allora
Hayama...di cosa volevi parlarmi?- dissi voltandomi verso di lui
-Tieniti
stretto il tuo fidanzatino.
-Eh?
Che c'entra Nao?
-Ieri
si è preso la briga di seguirmi in palestra e minacciarmi di
morte
praticamente, per poi mettersi a fare il prezioso in televisione.
Tienitelo stretto perchè se no, la prossima volta, gli
cambio i
connotati tanto che non lo riconosce nessuno.”
Non
è vero! Hayama ha mentito! Conosco Nao, lui non sarebbe mai
capace
di fare queste cose!
No,
non poteva di certo aver minacciato una persona. Dopotutto lui era
così dolce, gentile e premuroso ed era praticamente
impossibile che
potesse soltanto pensare di fare queste cose!
Ma
era altrettanto impossibile che Hayama mi stesse mentendo, dopotutto
che motivo avrebbe avuto?
Anche
lui aveva detto la stessa cosa.
Non
ci capivo più nulla, non sapevo chi avesse ragione e chi
torto, ma
di una cosa ero sicura: dovevo parlare con Nao e sentire la sua
versione dei fatti.
Così
tornai a casa decisa a parlare con Nao il giorno seguente, dovevo
sapere a tutti costi cosa stesse succedendo tra quei due e volevo la
verità.
Entrai
nella mia camera, tolsi i vestiti che indossavo quel giorno e misi il
mio pigiama rosa preferito, legai i capelli in uno chignon
disordinato e presi in braccio la piccola micetta che aveva iniziato
a miagolare come un'ossessa e io, ovviamente, l'avevo ignorata
talmente ero presa dai miei pensieri.
Mi
sedetti sul letto e iniziai a far giocare Hikari che sembrava davvero
felice di ricevere tutte queste attenzioni da parte mia.
Purtroppo
il lavoro e la scuola mi tenevano lontana dalla mia famiglia e dai
miei pochi amici, inoltre Rei, che non si smentisce mai, cercava
sempre nuovi ingaggi come pubblicità, film e programmi tv.
Con lui
come manager non avevo mai un po' di tempo libero da dedicare a me
stessa o alle persone a cui volevo bene, almeno Nao riuscivo a
vederlo spesso ma per lo più sul set a lavoro.
Ad
un tratto la piccola micetta si accucciò sulle mie gambe
incrociate
e, dopo qualche coccola, si addormentò. Sembrava una piccola
pallina
pelosa.
Si
so bene che come paragone non è il massimo ma è
la verità!
Ti
ho lasciata sola tutto il giorno, Hikari
Per
un attimo mi incantai a guardarla con un lieve sorriso sulle labbra.
Era
così innocente e pura, è normale esserlo se il
mondo circostante
non influenza le tue giornate e il tuo umore.
Subito
dopo, le parole di Hayama tornarono prepotenti nella mia mente come
lui stesso era entrato nella mia vita quando frequentavamo le
elementari.
No,
Nao non può aver detto quelle cattiverie!
Spostai
la micetta nella sua cuccia e io mi misi sotto le coperte. Avevo un
assoluto bisogno di dormire per poter affrontare al meglio la pesante
giornata che avrei dovuto passare il giorno dopo.
E
senza troppi complimenti mi addormentai presa dai miei pensieri
confusi e contrastanti.
La
mattina dopo mi svegliai, stranamente, all'ora giusta ed ebbi tutto
il tempo per prepararmi come non facevo da una vita ormai.
Entrai
subito in bagno e mi fiondai nella doccia, avevo bisogno di un bel
getto d'acqua fredda per svegliarmi completamente.
Una
volta finito mi avvolsi nell'asciugamano e tornai in camera per
finire di prepararmi. Indossai la divisa e iniziai a districare i
miei capelli rossi che crescevano sempre di più.
Forse
è il caso di dare una spuntatina
Pensai
mentre mi pettinavo. Presi il phon e iniziai ad asciugarli con la
spazzola per renderli il più presentabile possibile.
Dopo
un dura lotta, che vinsi, mi truccai leggermente come ogni mattina:
una linea sottile di eyeliner, un po' di mascara e lucida labbra.
Scesi
subito a fare colazione: avevo poca fame quel giorno, ero nervosa al
solo pensare di dover affrontare questo argomento con Naozumi sapendo
che odiava a morte Hayama e, già partendo da questo
presupposto,
sapevo la conversazione non sarebbe stata semplice.
-Buongiorno
a tutti!- dissi entrando nella sala da pranzo.
-Buongiorno
signor- EH? Ma Sana...che ci fai già in piedi?- chiese la
signora
Chiyo.
-A
dire il vero non lo so, ma non avevo molto sonno
Dissi
cercando di sembrare il più normale possibile, anche se mi
rendo
conto che, anche io, al loro posto, sarei davvero impressionata e
preoccupata per questo mio inusuale comportamento.
Mi
sedetti a tavola e iniziai a mangiare le delizie che erano state
preparate quel giorno per colazione.
Come
al solito, la signora Chiyo, non si smentiva mai.
Una
volta finito di mangiare guardai l'orologio che tenevo al polso e
vidi che erano le otto in punto.
-Rei,
è ora di andare o farò tardi anche oggi
-Si,
andiamo, vado a prendere la macchina in garage.
Detto
ciò salutai la mamma e uscii di casa pronta per una nuova
giornata
di scuola, anche se qualcosa non andava: il compito di matematica
alla terza ora...
Non
demoralizzarti Sana! Vedrai che peggio della scorsa verifica non
potrai fare!
Si,
ero davvero brava a consolarmi nei momenti di difficoltà.
Entrai
in classe e come al solito attirai gli sguardi di tutti i miei
compagni.
Era
come se ogni volta fosse il mio primo giorno di scuola, mi sentivo
continuamente un pesce fuor d'acqua.
Dopotutto
si, ero famosa, ma non un'aliena, quindi perchè guardarmi
così?
Non
l'avrei mai capito.
Mi
avvicinai al mio banco che, momentaneamente, era stato colonizzato
dal ragazzo più reclamato, da insegnanti e studentesse,
della scuola
e che flirtava continuamente con me senza successo, ovviamente.
Si,
parlo proprio di Yoshida, che non faceva altro se non tormentare e
rendere, allo stesso tempo, divertenti le mie giornate scolastiche.
Era
fastidioso alle volte ma simpatico alle altre.
-Yoshida,
potresti spostare il tuo didietro dal mio banco?
Mi
guardò con i suoi profondi occhi castano chiaro e
sollevò il mio
viso con l'indice avvicinando il suo viso al mio.
-Solo
se mi dai un bacio- disse in sussurro con un ghigno in faccia che
faceva impazzire migliaia di ragazzette innamorate perse di lui.
-Mi
spiace distruggere i tuoi sogni, ma no.- dissi spostando bruscamente
la sua mano dal mio viso.
Mi
sedetti al mio posto.
Se
poteva risultare una presenza gradita negli altri giorni, oggi non lo
era affatto.
Lui
era rimasto spiazzato dal mio comportamento, ma stranamente non disse
nulla e andò a sedersi nel suo banco.
Era
molto strano il fatto che non mi avesse risposto ma meglio
così, non
avevo nessuna voglia di battibeccare con nessuno.
Aprii
il quaderno di matematica e iniziai a riguardare qualche esercizio
che avevo svolto a casa per il compito in classe.
La
classe era calata in un completo silenzio e la cosa iniziava a
infastidirmi e a diventare imbarazzante se non pesante.
Non
feci in tempo a intervenire che entrò il professore di
inglese in
classe.
-Good
morning guys!- disse sprizzando felicità da ogni poro
possibile e
immaginabile.
Il
resto della lezione venne allontanato e silenziato dai miei pensieri
che si erano totalmente concentrati su Hayama e Naozumi. Dovevo
vederci chiaro a tutti i costi.
Anche
il resto delle ore passarono veloci, tranne quella di matematica,
come al solito.
Il
compito fu un vero disastro, ero distratta e non riuscivo in alcun
modo a concentrarmi su quelle maledette equazioni che rendevano
l'esistenza impossibile a tutti gli studenti diversamente capaci.
Una
volta fuori da scuola salutai Aya e Fuka e mi diressi velocemente in
macchina dove mi aspettava Rei, pronto per andare agli studi
televisivi.
Quando
arrivammo mi diressi subito nel mio camerino dove indossai il primo
vestito per un servizio fotografico per i modelli di uno stilista
emergente giapponese. Aveva uno stile molto particolare
poiché
riutilizzava il tessuto di un vecchio kimono, reinterpretato in
chiave moderna.
Quello
che più mi piacque era un vestito bianco senza maniche che
si
allacciava dietro il collo, stretto fino alla vita, con una gonna
gonfia ma non eccessivamente.
Aveva
la fantasia dei fiori di ciliegio in primavera, con i petali rosa che
volavano guidati dal vento.
La
gonna era interamente ricoperta dai rami degli alberi ricoperti di
fiori, mentre il resto del vestito era decorato dai petali.
Provai
tantissimi altri abiti tutti bellissimi. Insomma, lo stilista non
voleva di certo mollare lo stile moderno e la tradizione giapponese e
il risultato finale era a dir poco splendido.
Una
volta finito di lavorare decisi di andare a trovare Naozumi nel suo
camerino, doveva aver già finito di registrare le
pubblicità che
gli erano state assegnate nei giorni precedenti.
Lui
stesso, nell'ultimo periodo, non voleva lavorare a cose troppo
impegnative come i film, dopotutto in America ne avevamo girato un
paio molto importanti le cui parti erano molto complesse.
Io
però, a differenza sua, ero disposta ad accettare, in caso
di
proposta, lavori impegnativi, infondo era il mio lavoro.
Bussai
alla porta e dopo il consenso entrai.
Lo
vidi lì, seduto sulla sedia, con le gambe incrociate mentre
ripassava le battute sul copione.
-Ciao
Nao! -dissi sorridente avvicinandomi a lui per poi abbracciarlo da
dietro.
-Ciao
Sana -disse lui senza degnarmi di troppe attenzioni e continuando a
leggere i fogli che teneva in mano.
-Senti
Nao...vorrei parlarti...
-Non
ora Sana, ho del lavoro da fare -disse alzandosi, sciogliendosi dal
mio abbraccio e dirigendosi verso la porta.
-Hayama
mi ha detto che l'hai seguito in palestra e poi minacciato- strinsi i
pugni e abbassai lo sguardo.
Non
volevo sentirmi dire che Hayama aveva detto la verità.
-Cosa?
Come osa infangare la mia persona?- disse voltandosi verso di me con
uno sguardo colmo di rabbia.
-Quindi
tu non l'hai minacciato vero?- dissi sorridendo per il sollievo.
-No,
Sana! Non potrei fare mai una cosa del genere! Lui è solo un
bugiardo e fa di tutto per separarci- disse avvicinandosi a me e
accarezzandomi la guancia per farmi stare più tranquilla.
-Ma...perchè?
Perchè vorrebbe separarci?
-Ma
come? Non l'hai capito? Hayama è ancora innamorato di te.
Ora
scusami ma devo registrare altre due pubblicità, ci sentiamo
stasera- disse poggiando l'altra mano sul mio fianco e dandomi un
leggero bacio sulle labbra.
Hayama
mi aveva mentito.
Aveva
cercato di mettermi contro Naozumi e questo non potevo accettarlo.
Mi
aveva quasi convinta con i suoi discorsi “che motivo avrei
per
mentire” e invece...
Lui
mi ama...
Realizzai
solo in quel momento ciò che Nao aveva detto poco prima.
E
come movente, per metterci uno contro l'altro, aveva senso.
Ma
la cosa peggiore era che non mentiva solo a me ma anche a Fuka che
era completamente innamorata persa di lui.
Domani
andrò a parlargli. Devo sapere se lui è veramente
innamorato di me
come mi ha detto Nao.
Tornai
velocemente nel mio camerino e mi cambiai: dovevo tornare subito a
casa per riordinare le idee e preparare un bel discorsetto per quello
stronzo!
Uscii
dalla stanza e attirai gli sguardi spaventati dei miei colleghi:
sembravo una bomba pronta ad esplodere.
Non
ci vedevo più dalla rabbia!
Cercai
Rei in tutto l'edificio per poi trovarlo all'ingresso s parlare con
un signore sulla cinquantina d'anni e con dei baffi neri foltissimi.
Il
suo viso non mi era nuovo, dovevo già averlo visto da
qualche parte
in televisione e se la memoria non mi ingannava doveva essere un
regista.
-Oh
ma quella è la piccola Sana!- disse l'uomo guardandomi con
ammirazione -Ho deciso di lavorare a un nuovo film e vorrei che tu
fossi la protagonista!
-Saremo
onorati di prendere parte a una sua opera! -disse Rei in preda alla
gioia.
Da
quando ero tornata in Giappone non mi era più stato chiesto
di
lavorare in un lungometraggio e il mio manager non aspettava altro!
-Quindi
non ha ancora iniziato a lavorarci sopra se non ho capito male
-Hai
capito benissimo piccola Sana! Quindi accetti?- chiese trepidante
-Quando
avrà finito il suo lavoro chiami il mio manager e le daremo
una
risposta certa. Terremo comunque in considerazione la sua richiesta,
questo è il biglietto con il nostro numero di telefono e ora
ci
scusi, ma abbiamo avuto un impegno imprevisto e dobbiamo andare.
Grazie ancora e arrivederci- dissi chinando il capo per poi
trascinare Rei fuori dall'edificio.
-Sana,
ma dove stiamo andando?
-A
casa. E vedi di guidare veloce: sono stanca.
-O-ok...
Mi
sedetti in macchina e abbassai un poco il sedile, quanto bastava per
non essere in posizione verticale.
Indossai
gli occhiali da sole e, una volta messe le auricolari, chiusi gli
occhi e con varie domande nella testa mi addormentai.
Ad
un tratto sentii delle voci che mi chiamavano, aprii lentamente gli
occhi ritrovandomi a letto.
Quando
realizzai dov'ero mi alzai di scatto e guardai l'ora nella sveglia:
8:10.
-Ma
cos-? COM'È POSSIBILEEEE?-
Mi
alzai immediatamente dal letto e notai solo in quel momento di avere
i vestiti del giorno prima.
Entrai
in bagno dove mi lavai e mi cambiai. Dovevo essere a scuola in meno
di dieci minuti o sarebbero stati guai per me.
Non
avevo tempo per truccarmi e lisciare i capelli in grazia di Dio: feci
una coda di cavallo, presi la spugnetta per lo chignon, tante forcine
e la mia piccola trousse e misi tutto in borsa.
Mi
fiondai in cucina: sembravo un vero e proprio uragano!
Azzannai
un paio di fette biscottate con crema di nocciole e bevetti il mio
cappuccino.
-REIIIII!
SBRIGATIII!
In
un batter d'occhio il mio manager mi raggiunse in macchina. Intanto
io, che mi ero già seduta, avevo finito di sistemare i
capelli in un
perfetto chignon e avevo appena iniziato a mettere il mascara.
Mi
ritrovai in meno di quattro minuti a scuola: Rei aveva dovuto
ignorare i limiti di velocità per far si che io non
arrivassi troppo
tardi a scuola.
Corsi
per tutto il corridoio fin quando non arrivai alla mia classe.
Presi
un po' di fiato e bussai, dopo il consenso aprii la porta.
-Scusi
per il ritardo professoressa!- dissi chinandomi in segno di scuse.
-Kurata!
Quante volte dovrò ancora ripeterti che a scuola si arriva
in
orario?
Purtroppo
alla prima ora avevamo la professoressa di matematica che,
ovviamente, mi aveva presa in odio in quanto ero la sua studentessa
peggiore.
Lei
stessa, quando annunciava i risultati delle verifiche, mi scherniva
ricordandomi quanto fosse travagliato il mio rapporto con la
matematica e di sicuro ci godeva nel farmi la paternale per ogni non
nulla e a mettermi in cattiva luce anche con i miei compagni.
-Posso
entrare?
-No.
Raggiungi Yoshida in presidenza, magari il direttore riesce a farvi
capire il regolamento scolastico.
-Molto
simpatica.- affermai sfoderando un sorriso angelico per poi chiudere
la porta e dirigermi in presidenza.
Rabbrividii
al pensiero di ciò che quella donna mi avrebbe fatto a causa
della
mia risposta, ma che potevo farci? Iniziava davvero a infastidirmi!
Ci
mancava solo che desse la colpa dei miei insuccessi scolastici alla
mia fama e al mio lavoro, anzi...secondo me lo pensava!
È
possibile che gli insegnanti più stronzi siano quelli di
matematica?
Bussai
alla porta del direttore e quando entrai rimasi scioccata da
ciò che
i miei occhi stavano vedendo: Yoshida e il preside erano seduti sulle
poltroncine in pelle, davanti alla scrivania, e...stavano giocando a
carte...?
-B-buongiorno...-
dissi io cercando di attirare il più possibile la loro
attenzione
-Oh,
Sana Kurata! Vieni vieni! Vuoi unirti a noi?- disse sorridendo e
mostrandomi le carte che teneva in mano.
-No
grazie...- risposi io sconcertata.
Mi
sedetti nel divanetto in pelle che stava appoggiato al muro, alla
sinistra delle poltroncine, e iniziai a guardarmi intorno.
La
stanza non era molto grande e di sicuro non veniva verniciata da un
po' di tempo, infatti negli angoli del soffitto c'erano varie
macchie d'umido e le pareti bianche erano sporche.
Le
varie cassettiere e i mobili erano in legno scuro lucido messe in un
lato della stanza.
La
scrivania era molto ordinata, c'erano: un computer portatile, una
lampada da ufficio, tante penne e due agende.
-Sei
anche tu in ritardo?- mi chiese il preside risvegliandomi dai miei
pensieri.
-Emh
si...non ho sentito la sveglia...- dissi chinando il volto e
arrossendo un poco
-Tranquilla
capita anche a me alle volte- disse ridendo. Da come muoveva la testa
sembrava una gelatina...
E
non solo! Aveva anche un'aria familiare, mi ricordava il preside
delle mie scuole elementari...
Forse
erano cugini, se non pure fratelli!
L'ora
passò abbastanza in fretta, io iniziai a leggere un libro
che avevo
comprato in America poco prima di partire, mentre i due continuavano
a giocare a carte.
Il
preside aveva perso tutte le partite e le sue espressioni da
sconfitto fecero scoppiare me e Yoshida in una grande risata.
In
quel momento, però, mi accorsi di una cosa.
La
risata di Yoshida era coinvolgente e bellissima, dopotutto non era
per niente male nemmeno fisicamente.
Certo
che lui e Hayama fanno a gara in quanto bellezza.
Mi
stupii io stessa dei miei pensieri, ma d'altronde non potevo fare
altrimenti se non ammettere a me stessa che quei due ragazzi avevano
la capacità di rapirti con un solo sguardo talmente i loro
erano
profondi quasi come ti studiassero dentro.
Arrossii
lievemente quando mi resi conto di ciò che avevo pensato in
quel
momento, un po' perchè nella mia mente si fecero vivi i
volti di
Hayama e Yoshida sotto una luce diversa che, a dirla tutta, non era
nemmeno una novità, e un po' per i sensi di colpa che
provavo in
quel momento verso Naozumi.
Accidenti!
Lui era il mio ragazzo e io pensavo in un modo non troppo fedele ad
altri due!
Il
lavoro doveva avermi data alla testa!
-Kurata,
perchè mi fissi?- mi chiese Yoshida puntando i suoi occhi
verdi su
di me.
-Io
non ti sto affatto fissando!
-Invece
si, e anche intensamente- disse ghignando.
-Signor
preside, è arrivata per me l'ora di tornare in classe,
grazie e
arrivederci!
Uscii
di corsa dalla stanza e mi fermai un attimo davanti alla finestra nel
corridoio.
Il
cuore aveva iniziato a battere all'impazzata e sentivo il viso in
fiamme, inoltre avevo la sensazione di aver ripreso solo ora a
respirare; come quando si va sott'acqua per un po' di tempo e poi si
risale in superificie con il fiato corto.
Cosa
mi sta succedendo?
Si
era scatenata una tempesta dentro di me e le immagini di Yoshida e
Hayama avevano preso il controllo della mia mente oscurando
completamente quella di Nao che si era fatto così lontano in
quell'istante.
Una
mano sulla spalla mi risvegliò dal mio stato di trance.
-Ehi
tutto ok? Non volevo allarmarti così!- disse Yoshida
evidentemente
preoccupato per la mia reazione.
-N-no
sto bene, non preoccuparti...
La
voce mi tremava un poco ed ero nel caos più totale, non
riuscivo a
guardarlo negli occhi: il suo sguardo era diventato così
pesante da
sostenere, eppure ero sempre io l'ultima a chinare il capo trai due.
Iniziai
a torturare le mani, ero davvero nervosa. Per colpa di una stupida
risata il mio cervello e la sua capacità di razionalizzare
erano
andate a farsi friggere.
Sentii
il mio viso che si sollevava e che si voltava verso quello di
Yoshida.
-Non
so cosa ti sia preso prima, ma ho un segreto da confidarti...
Smisi
di respirare, il cuore prese a battere fortissimo come non faceva da
anni, come non faceva dall'ultimo bacio con Hayama.
-La
verità, Kurata, è che tu mi piaci, tanto da
rendermi impotente
Non
feci in tempo a metabolizzare la sua frase o a ribattere che le
nostre labbra si unirono in semplice e tenero bacio colmo del mio
stupore e del suo amore nei miei confronti.
-Tu...lascia
subito la mia ragazza!
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Salve
a tutti! Eccomi qui con il nuovo capitolo!
Si
è rivelato un po' più complicato del solito da
scrivere visto che dovevo mettere vari avvenimenti importanti per i
prossimi capitoli!
Allora
allora...Avete visto cosa ha fatto Nao? Ha detto una bugia bella e
buona alla nostra protagonista mettendola contro il nostro Akito! Non
so se tra le persone che leggono questa ff ci siano delle fan di Nao,
se è si mi scuso, ma in questa storia mi occorre stronzo
fino al midollo!
E di
Yoshida che mi dite? Vi aspettavate questo finale? E secondo voi adesso
cosa succederà? Una cosa è certa: un bel casino!
Aspetto
le vostre recensioni e ci sentiremo di nuovo nel prossimo aggiornamento
che avverrà la prossima settimana!
Volevo
lasciare (nuovamente) il link della mia pagina facebook, vorrei
conoscervi e discutere con voi delle fan fiction che sto scrivendo in
questo periodo.
Questo
è il link: https://www.facebook.com/makabakaff?fref=ts
Mi
raccomando: passate!
Volevo
ringraziare tutti coloro che hanno recensito la storia e chi, dopo
tutto questo tempo e dopo la mia assenza lunghissima, continua a
supportarmi! Non sapete quanto io sia felice di leggere i commenti e i
messaggi che mi lasciate! ><
Grazie
di cuore a tutti!
Kiss
Maka_baka
|
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Capitolo 10 *** Capitolo IX. Solo discussioni. ***
Capitolo
IX. Solo discussioni.
-Tu...lascia
subito la mia ragazza!
Quando
sentii quella voce qualcosa dentro di me si scosse, allontanai
bruscamente Yoshida da me e mi voltai verso l'interlocutore che si
avvicinava minaccioso verso di noi.
-Non
è come pensi -dissi allargando le braccia e mettendomi
davanti a
Yoshida -Lui è scivolato e nel tentativo di aiutarlo ci
siamo
scontrati...
-Non
dire cazzate!
Non
so perché mentii in quel momento, ma ciò che
lessi nello sguardo di
Naozumi non mi piacque per niente, mi intimorivano quegli occhi
così
cupi in quel momento.
L'azzurro
dei suoi occhi non era affatto limpido, ma freddo. Dentro di essi
lessi il dolore causato dal tradimento ma io in fondo non ero del
tutto colpevole: Yoshida mi aveva baciata contro la mia
volontà.
-L'ho
baciata di mia spontanea volontà e di certo non ho bisogno
di
nessuna protezione. -disse in tono secco spostandomi. -Come
è certo
che non ho paura di un nanerottolo come te.
Naozumi
si fiondò su Yoshida afferrandolo per il colletto della
divisa. Nel
suo sguardo si leggeva tutto l'odio e la rabbia che provava in
quell'istante, Yoshida invece era rimasto con le mani in tasca, segno
evidente che non era affatto preoccupato.
Nao
invece era davvero geloso.
Non
era quella gelosia che in un certo senso ti fa piacere visto che la
persona che la prova ti sta comunque dimostrando affetto, sembrava
gelosia morbosa. Nessun ragazzo doveva avvicinarsi a
me più
del dovuto, nessuno tranne lui e questo era davvero insopportabile a
volte, dopotutto non avevo più cinque anni.
Mi
agganciai alla manica di Nao e lo tirai dalla parte opposta, cercavo
di fermarlo in qualche modo, ma da quanto era arrabbiato con il mio
compagno di classe, liberò il suo braccio dalla mia presa e
mi
spinse indietro con non molta delicatezza.
-Non
ti mettere in mezzo tu!
Rimasi
completamente spiazzata dalle sue parole e dal tono di voce che aveva
usato con me.
Iniziavo
a innervosirmi, non tolleravo che qualcuno mi parlasse in quel modo,
soprattutto se si trattava della persona che amavo.
Con
passo svelto e deciso mi avvicinai ai due e sembrava si stessero
pugnalando con il solo sguardo, mi misi tra loro dando le spalle a
Yoshida e guardando negli occhi Nao.
-Ti
ho detto di stare indietro! Non mi hai sentito?
In
quel momento non ci vedetti più dalla rabbia: alzai la mano
e diedi
uno schiaffo al mio ragazzo lasciandogli un bel segno rosso in viso.
Non
distolsi il mio sguardo fermo e freddo da lui. Dentro di me mi
sentivo in colpa per avergli fatto male, ma lui doveva rispettarmi e
smetterla di trattarmi come una bambina.
-Non
tollero che mi si parli così, capito? Non sono un oggetto!
Ero
davvero fuori di me, non mi aveva mai parlata e trattata in quel modo
e di certo non avrebbe iniziato quel giorno!
-Capisco
che tu sia scosso da quanto è successo, ma-
-Ti
è piaciuto? - disse Naozumi puntando il suo sguardo sul mio
e
riacquistando la calma.
-No
-E
allora perchè non ti sei allontanata da lui? -disse alzando
di nuovo
la voce.
Stavo
per rispondergli quando d'un tratto uscì dal suo ufficio il
direttore che, con la sua solita aria allegra, si avvicinò a
noi
saltellando come se tutto ciò che fosse successo in
corridoio non
fosse mai accaduto.
-Qualche
problema ragazzi?
-Nessuno,
solo che qualche studente dovrebbe mettersi le mani in tasca e non
baciare le fidanzate altrui- disse Nao lanciando un'occhiataccia a
Yoshida.
-Oh
ma non preoccuparti! Alla vostra età è
perfettamente normale!
-disse il preside ridendo.
Io
rimasi completamente spiazzata dalle sue parole e dalla leggerezza
con la quale disse quella frase. Sentii Naozumi sbuffare al mio
fianco, mi girai verso di lui per cercare di decifrare ciò
che i
suoi occhi azzurri celavano ma non ci riuscii.
-Ero
venuto a portarti qualche dolce visto che stasera non ci saremo visti
a lavoro...
-Come
mai?
-Ho
avuto in impegno improvviso che mi occuperà per tutto il
giorno.
Ecco perchè sono qua e non a scuola. Ma a quanto pare eri
già
impegnata.
Detto
ciò se ne andò, cercai di fermarlo in qualche
modo ma fu tutto
inutile: mi ignorò completamente.
Mi
appoggiai alla parete vicino all'ingresso della scuola e scivolai a
terra dove mi sedetti abbracciando le gambe.
Com'era
potuto succedere tutto ciò? Io non volevo tradire Naozumi,
ma
ammetto che le cose tra noi stavano cambiando da quando eravamo
tornati in Giappone.
Io
stavo tornando alla mia vecchia vita, avevo ripreso i contatto con le
persone a cui tenevo però tutto, attorno a me, non era
più lo
stesso e anche i miei sentimenti a quanto pare.
Ero
confusa. Naozumi era una delle persone più importanti nella
mia vita
e gli volevo un gran bene, ma lo amavo ancora?
E
Hayama? Lo amavo ancora? Ogni qual volta incontrassi i suoi occhi
ambrati, dentro di me si scatenava una tempesta, le gambe sembravano
non reggere il peso del mio corpo e in quelle occasioni mi reggevo al
pensiero che lui amava Fuka e non me.
Poi
era arrivato Yoshida. Lui fu un vero tornado. Con lui stavo bene, ma
allo stesso tempo non lo sopportavo. E con quel dannato bacio ha
peggiorato tutto. Non riuscivo più a ragionare come avrei
voluto.
-Quindi
non ti è piaciuto?
Sussultai
nel sentire quella voce e quelle parole che non mi lasciarono affatto
indifferente.
-Prima
non mi sei sembrata completamente sincera...- disse Yoshida
-Io...non
lo so -ammisi -Non so più nulla in questo momento. Il
ragazzo che
ero convinta di amare non mi sembra più lo stesso e se prima
ero
confusa, tu con quel bacio non hai migliorato la situazione...
-Confusa?
-disse lui sgranando gli occhi -Quindi tu...hai pensato a me, anzi, a
noi.
-Yoshida...non
saltare a conclusioni affrettate, non è così
semplice...non so
nemmeno perchè ti sto dicendo tutto questo!- dissi
sorridendo
amaramente e alzandomi da terra.
-Cosa
rende tutto difficile?
-Naozumi,
tu e...un'altra persona...
-Chi?
-Un
amico d'infanzia. Alle medie ero innamorata di lui. Non so se la
cotta, o qualunque cosa fosse, mi sia veramente passata...
-Lasciali,
ti prego...
-Eh?
Ma cosa vai blaterando?
-Io...da
quando ti conosco non sono più lo stesso, Sana...
-Io
ora devo andare...
Non
volevo sentire cos'altro aveva da dire, non volevo avere ancora di
più le idee confuse, non volevo dargli una risposta.
Entrai
in classe felice che non ci fosse l'insegnate ma non lo ero affatto
per le voci che circolavano in classe.
Si
avvicinò Fuka a me e mi trascinò fuori dall'aula.
-È
vero ciò che si dice? Che Yoshida ti ha baciata e che
Naozumi gli
stava per mettere le mani addosso?
-Wow...in
questa scuola le voci girano veramente veloci...comunque si,
è tutto
vero-
Lessi
nello sguardo della mia amica lo stupore. Ad un tratto le sue guance
si arrossarono leggermente, io mi voltai e vidi Yoshida, più
freddo
che mai che si dirigeva in classe.
Non
guardò nessuna delle due, entrò in aula e
zittì tutti quanti in
malo modo minacciandoli che se non avessero smesso di spettegolare
sull'accaduto avrebbe fatto del male fisico a tutti quanti.
A
Fuka scappò una risatina, io la guardai storto: non c'era
nulla da
ridere, soprattutto perchè dentro di me c'era il casino
più
assoluto e a lei, di certo, non potevo dirglielo.
L'unica
persona con cui potevo confidarmi era Aya, ma non ero tanto sicura
nemmeno di lei visto che nell'ultimo periodo, lei e Fuka, sembravano
molto amiche.
Quando
vidi la professoressa di letteratura in corridoio tornai in classe e,
come se nulla fosse successo, mi sedetti al mio posto ignorando gli
sguardi fugaci dei miei compagni.
Passate
altre due ore arrivò finalmente il momento della pausa, io e
Fuka
uscimmo subito dalla classe, raggiungemmo Aya che ci aspettava
all'ingresso e andammo tutt'e tre nel luogo appartato che avevo
scoperto il primo giorno di scuola.
Dovetti
spiegare tutti i dettagli dell'accaduto alle due mie amiche e una
volta finito il racconto il cellulare di Fuka squillò e lei
si
allontanò da noi.
-Se
ti dico una cosa, prometti di non farne parola con nessuno?
Specialmente con Fuka e Tsuyoshi...
-Sembra
grave...comunque puoi star tranquilla
Fissai
il mio sguardo su Fuka, volevo assicurarmi che lei non sentisse nulla
di ciò che stavo per confidare ad Aya.
-Ho
un problema e ha tre nomi: Nao, Yoshida e...Hayama... Io...non credo
di amare più Naozumi come prima. Molte cose sono cambiate
tra di noi
da quando siamo tornati qua. Io sento che sto cambiando e lui non
è
più lo stesso ragazzo dolce di prima.
-E
Yoshida e Akito che c'entrano?
-Non
so che posizione hanno, cioè...quel bacio non è
stato indifferente
per me, mi è quasi piaciuto...e
Aki-Hayama...non mi sta
indifferente, nemmeno lui. Non so in che senso, sono così
confusa...
-Ne
parliamo in un altro momento, quando non c'è Fuka ok?
-Si,
grazie Aya!
Ero
più sollevata.
Essermi
alleggerita da tutti quei pensieri, almeno in parte, mi facevano
stare un po' più serena, anche se al tempo stesso avevano
reso tutto
più reale e questo mi spaventava.
La
confusione di certo non si era placata e credo che per far passare
quella mi sarebbe servito tempo, molto tempo.
Quando
sentimmo la campanella Fuka corse verso di noi e tutte assieme
rientrammo ognuna nella propria classe.
Purtroppo
i pettegolezzi si erano diffusi e secondo la maggior parte degli
studenti io e Yoshida avevamo una relazione segreta.
È
questa la cosa brutta degli rumor, ogni volta che passano da bocca a
bocca la cosa peggiora sempre di più modificando la
realtà.
Ero
più o meno abituata a questo genere di cose ormai, quindi
riuscii a
non farci troppo caso e mi concentrai sulle altre lezioni che in
quell'istante trovavo molto interessanti.
Fortunatamente
le restanti ore passarono abbastanza in fretta nonostante tutte le
chiacchiere che mi avevano accompagnata per tutto il tempo e il bello
è che tutti quanti si comportavano come se io non fossi
davanti a
loro a sentire tutte le cavolate che uscivano dalle loro bocche.
Una
volta superato il cancello vidi Tsuyoshi e Hayama che aspettavano le
loro compagne sotto il solito albero vicino alla fermata
dell'autobus.
Cercai
con lo sguardo la macchina del mio manager ma non la vidi, quindi mi
avvicinai ai quattro che avevano iniziato a parlare tra di loro.
-Non
viene Kamura a prenderti?- mi chiese Fuka.
-No,
oggi no, sto aspettando Rei. È strano che non sia
già qui...
-Magari
è rimasto bloccato nel traffico -mi fece notare Aya
Mi
appoggiai al grande albero e puntai il mio sguardo a terra.
Mi
sentivo tremendamente a disagio perchè avevo una confusione
in
testa, e nel cuore, tale da non riuscire a guardare
Hayama e
Aya negli occhi.
Sperai
con tutta me stessa che Rei arrivasse subito così questa
lenta
tortura sarebbe finita presto, ma non fu lui ad arrivare, ma Yoshida.
-Kurata
devo parlarti.
-Non
è il momento Yoshida.
Non
volevo parlargli esattamente come non mi andava prima a scuola.
Volevo
che se ne andasse ma lui non voleva proprio saperne.
Stavo
per andarmene quando una voce mi bloccò.
-Guarda
un po', Yoshida.
-Hayama.
-Era
da un po' che non ci vedevamo, eh?
-Voi
vi conoscete? -chiese Fuka dando voce ai miei pensieri.
-Si,
siamo cugini di secondo grado- rispose Yoshida.
Fantastico!..
Quando
sentii il clacson di una macchina mi risvegliai dai miei pensieri,
spostai lo sguardo verso la fonte di rumore e vidi la macchina nera
di Rei.
Feci
un sospiro di sollievo, salutai le mie amiche e poi i ragazzi. Da
Yoshida e Hayama non ricevetti risposta e io pensai che fosse meglio
così.
Una
volta salita in macchina mi diressi con il mio manager agli studi
televisivi: avevo in agenda cinque pubblicità da registrare.
-Sana,
prima ti hanno assegnato un'altra pubblicità per oggi
-Cosa?
-Si,
hai qualche battuta da imparare, non sarà difficile per te
-La
prossima volta accetta incarichi che mi vengono affidati uno o due
giorni prima almeno
Rei
non rispose alla mia richiesta, ma sapevo già che l'avrebbe
esaudita, dopotutto sembrava non andasse giù nemmeno a lui
questa
richiesta improvvisa.
Una
volta arrivata nel mio camerino, memorizzai subito ciò che
dovevo
dire per il nuovo incarico che, come gli altri di questo tipo, era
davvero stupido.
Per
due ore e mezzo non feci altro se non registrare pubblicità
su
pubblicità e dopo aver finito con l'ultima tornai nel mio
camerino
dove trovai Rei con un regista di un telefilm giallo.
-Ciao
Sana, ho aspettato che finissi di lavorare per poterti parlare con
calma. Come forse saprai sono il regista del telefilm
“Blood” e
volevo proporti di recitare in due episodi della nuova serie.
-Ha
il copione?
-Eccolo
qua.- disse Rei porgendomelo -Ho iniziato a leggere le parti e sono
molto interessanti.
-Ti
faccio sapere domani sera, ok? Così dopo torno a casa e gli
do
un'occhiata anche io, ma tienimi in considerazione: Rei ha detto che
è interessante quindi non vedo perchè rifiutare!
-esclamai
sorridente e felice di aver ricevuto una buona parte. Mi fido molto
del parere del mio manager.
Misi
il copione in borsa e dopo essermi cambiata mi feci accompagnare da
Rei al parco del gazebo. Avevo una questione in sospeso con Hayama e
non potevo far finta di nulla dopo le accuse che lui e Nao si erano
lanciati a vicenda.
Dissi
al mio manager che poteva tornare a casa e che avrei fatto la strada
a piedi, ma siccome non volle saperne gli dissi di aspettarmi in un
bar vicino, così una volta parlato col karateka sarei andata
da lui.
Una
volta scesa dalla macchina andai al cancello della famiglia Hayama e
dopo qualche istante di esitazione suonai il campanello.
Venne
ad aprirmi la sorella di Hayama che, appena mi vide, mi corse
incontro per abbracciarmi.
Mi
invitò ad entrare in casa ma rifiutai e le chiesi se il
fratello era
in casa perchè dovevo parlargli.
Dopo
qualche minuto sentii la porta d'ingresso aprirsi per poi
richiudersi, mi voltai verso la porta e vidi Hayama con indosso una
felpa blu e un pantalone di tuta bianco: era bellissimo, come
sempre.
Con
lo sguardo gli indicai il parco dove ci dirigemmo.
Una
volta arrivati mi sedetti sulla panchina, lo sguardo a terra e le
dita delle mani intrecciate tra di loro: ero molto nervosa.
-Allora,
di cosa vuoi parlarmi? Spero non di Yoshida...-
nella sua voce
percepii una nota di fastidio.
-Quando
l'altra volta mi avevi detto delle minacce che Naozumi ti aveva
rivolto decisi di parlargliene per sentire anche la sua versione.
-E...?
-Hai
mentito. -dissi fredda guardandolo, per la prima volta, negli occhi
-Tu...vuoi separarci!
-E
per quale motivo dovrei? -alzò la voce: iniziava a
innervosirsi.
-Perchè
io non ti sto indifferente, Nao afferma che tu provi ancora qualcosa
per me.
-Sono
tutte balle quelle che ti ha detto Kamura! Non ho nessun motivo per
separarvi, te l'ho già detto! E per te non provo
assolutamente
nulla!
-Io
non capisco, non so a chi dar retta! Tu sembri sincero e anche lui lo
è sembrato...Io...non ci capisco più nulla!
Urlai
e sul mio viso scese una lacrima solitaria che asciugai subito e
quando alzai lo sguardo Hayama mi fissava.
Stavo
davvero male, avevo un enorme peso sul cuore e non capivo davvero
cosa mi stesse succedendo, tutte le mie convinzioni sembravano non
esistere più in quel momento.
Mi
sentivo insicura e impaurita davanti a ciò che stavo
provando verso
quei tre ragazzi e quegli occhi ambrati, fissi su di me, non mi
aiutavano a fare chiarezza.
Strinsi
i pugni cercando di ricacciare indietro le lacrime che di lì
a poco
sarebbe scese contro la mia volontà: era iniziata una
battaglia
interiore tra me e i miei sentimenti e, come se non bastasse, il
tutto si svolgeva dentro un ciclone di confusione.
-Io...credimi...non
so a chi credere dei due e ora non sono nemmeno nelle condizioni per
ragionare lucidamente dopo quello che è successo con Yoshid-
Mi
bloccai di colpo. Dissi quella frase senza pensare, purtroppo quando
sono molto stressata, pur di alleggerirmi, dico una parte di
ciò che
sento.
Non
mi accorsi che un'altra lacrima bagnava il mio viso fin quando non
sentii la mano calda di Hayama asciugarla.
Spostò
la mano sulla guancia e la accarezzò leggermente fin quando
non la
tolse improvvisamente come se, solo in quel momento, si fosse accorto
di ciò che stava facendo.
Alzai
lo sguardo, ero spaesata. Era da tanto che dentro di me desideravo
avere un qualche contatto fisico con lui e purtroppo era già
finito.
Stavo
per abbassare la testa, pronta ad andarmene, ma qualcosa
mi
trattenne, anzi, qualcuno.
Spalancai
gli occhi quando sentii le labbra di Hayama sulle mie; una sua mano
mi teneva il viso, l'altra era poggiata sul mio fianco e mi teneva
salda a lui.
Non
riuscivo a credere a ciò che stava succedendo, le mie gambe
non
riuscivano più a reggere il mio peso, mi aggrappai alla sua
felpa
per non cadere e per non far finire tutto ciò, ma prima che
potessi
farmi trasportare da quel bacio tutto finì.
Fu
una pugnalata al cuore quando lessi negli occhi di Hayama il
pentimento, mai come prima era stato così semplice leggere
cosa essi
celassero: dolore, rabbia e ora
pentimento.
Ma
fu ancora più doloroso sentire la frase che mi disse prima
di andare
via da me.
-È
stato uno sbaglio. Devi uscire per
sempre dalla mia vita.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Salve a tutti ed eccomi qua con il nuovo capitolo!
Tutte quante, nelle recensioni avete scritto che
era stato Akito a dire l'ultima frase del capitolo precedente, ma ad
essere sincera non ho mai pensato a lui, sorry!
Il "mia" così evidenziato era per
sottolineare un'altra cosa: il cambiamento di Naozumi.
Mi avete inoltre scritto che secondo voi non poteva
essere Nao perchè non frequenta la stessa scuola di Sana,
vero, ma nemmeno Akito frequenta la stessa xD
Ora però voglio un altro vostro parere,
ovvero sul tormentoso trio che sta facendo impazzire la nostra
protagonista!
Vi sareste immaginati che Yoshida e Akito
già di conoscevano? All'inizio ero indecisa se renderli
cugini di secondo grado o vicini di casa, ma ho preferito la prima!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Aspetto i vostri commenti :3
Kiss
Maka
|
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Capitolo 11 *** Capitolo X. Forti emozioni. ***
Capitolo
X. Forti emozioni.
-È
stato uno sbaglio. Devi uscire per sempre dalla mia
vita.
Come
diavolo mi era saltato in mente di baciarla?
Non
so cosa mi fosse preso in quel momento, ma vederla lì, in
lacrime,
aveva letteralmente abbattuto ogni mia difensiva e ogni mia
capacità
di intendere e di volere.
Anzi,
non era propriamente esatto, perché in quel momento avevo
desiderato
davvero ardentemente quel maledetto contatto.
So
di aver tradito Fuka con quel mio gesto, ma il mio istinto mi ha
detto di agire così e io, come uno sciocco, gli avevo dato
retta
distruggendo una promessa fatta alla mia ragazza.
Per
quanto io provi ad odiarti, Sana, proprio non ci riesco.
Non
riuscivo a lasciarmela alle spalle.
Certo,
ero davvero incazzato con lei perché era sparita per ben tre
anni,
ma non la odiavo, non ci riuscivo.
Mi
ripetevo sempre che dovevo odiarla, le mi aveva abbandonato
nonostante sapesse cosa io provassi per lei, ma per quanti motivi io
potessi trovare, i suoi occhi così profondi e pieni di gioia
mi
incatenavano ogni volta e sgretolavano ogni mia barriera costruita
per respingerla.
Ma
non potevo perdere la persona che amavo per una sbandata
infantile.
Non
le avrei permesso di rovinare tutto per l'ennesima
volta, no,
stavolta non sarebbe successo.
Ero
davvero combattuto.
Mi
sentivo dannatamente in colpa nei confronti di Fuka, ma dovetti
ammettere a me stesso che quel contatto lo bramavo da tempo e non mi
era dispiaciuto affatto baciarla.
Il
pensiero delle sue labbra rosee sulle mie aveva riempito i miei
polmoni di aria pura, come se solo con quel contatto avessero ripreso
a respirare dopo tanto tempo.
In
quel momento però, un grande interrogativo si fece spazio
nella mia
mente: che posizione occupava Lei per me?
In
cuor mio sapevo di non amarla più, eppure, in qualche modo,
lei era
una calamita e io non potevo fare nulla per allontanarla da me in
modo tale da poter andare avanti serenamente con la mia vita.
Be,
sarebbe più corretto dire che tutte queste convinzioni
nascevano
dalla testa perché il mio cuore diceva
ben altro, ma non
volevo e non potevo ascoltarlo.
Con
tutti questi odiosi pensieri nella testa raggiunsi casa, aprii la
porta d'ingresso, salutai mio padre e mia sorella per avvisarli del
mio ritorno e corsi nella mia camera dove mi chiusi a chiave.
Una
volta dentro e al sicuro da occhi indiscreti, presi dalla cartella il
mio fedele paio di auricolari, le collegai al telefono e mi sdraiai
sul letto.
Avevo
un disperato bisogno di allontanarmi da tutto e tutti, cercavo in di
trovare una risposta alla mia domanda ignorando ciò che il
cuore mi
suggeriva perché sapevo che lui mentiva.
Dentro
di me si era scatenata l'ennesima tempesta, ma non potevo stupirmi
più di tanto visto che accadeva ogni santissima volta che la
incontravo; ma ignorando questi stupidi dettagli
tornai a
concentrarmi sulla canzone in play al momento “Wherever
you will
go” e cullato dalla musica mi addormentai.
Quando
la mattina seguente mi svegliai mi accorsi di aver dormito con le
auricolari, feci per alzarmi ma un bel mal di testa fece capolino
stordendomi in una maniera davvero fastidiosa.
Alla
fine dopo lunga e penosa malattia decisi di alzarmi dal letto che
iniziava a diventare improvvisamente scomodo.
Scesi
in cucina, con l'intento di fare colazione, ma l'odore che
colpì le
mie narici appena sveglie non fu l'aroma di caffè, ma
l'odore di
carne alla piastra.
Quell'odore
mi fece capire che dovevo aver dormito per molto tempo e infatti, una
volta varcata la soglia della porta della cucina, l'orologio appeso
al muro confermò la mia teoria.
Senza
spiaccicare parola mi sedetti al tavolo e iniziai a fare zapping tra
i vari canali televisivi dimenticandomi un particolare che
traumatizzò le mie povere orecchie e cervello appeni svegli;
infatti
venni subito rimproverato da mia sorella che odiava quando io o
papà
facevamo zapping nella vana impresa di trovare qualcosa di un minimo
interessante da guardare, ma si sa com'è: in tv non
c'è mai niente
di nuovo, sempre le solite cose; un po' come il film
“Grinch” nel
periodo di Natale.
Dopo
aver quasi perso l'udito smisi di cercare un programma decente e solo
dopo mi accorsi di essermi imbattuto in una commedia romantica
strappa-lacrime; roteai gli occhi esasperato anche quando notai
l'improvviso interesse di mia sorella verso quell'abominio di
telefilm che trasmettono per le donne di mezza età che non
hanno
nulla da fare all'ora di pranzo se non mangiare e piangere.
Finalmente
mi potei concentrare su qualcosa di diverso quando mia sorella mi
mise davanti un piatto fumante di carne con un contorno di insalata
verde e patate al forno, in quel momento mi accorsi che il tavolo era
apparecchiato per due e guardai interrogativo mia sorella, lei in
tutta risposta mi disse che avevano chiamato all'ultimo momento
papà
per un lavoro urgente, come al solito.
Dopo
pranzo decisi di andare a fare visita a Tsuyoshi che mi aveva
chiamato quattro volte stamattina ma non avevo potuto rispondere
visto che il mio telefono, dopo aver riprodotto musica per una decine
di ore ininterrotte, era morto.
Dopo
una decina di minuti arrivai davanti al condominio di Tsuyoshi e
suonai il campanello un paio di volte visto che nessuno accennava a
rispondere, così feci per andarmene quando venni fermato da
una voce
femminile, mi girai e vidi Aya corrermi incontro.
-Ciao
Akito, cerchi Tsuyoshi? -mi chiese lei sempre sorridente.
-Emh...si...dopotutto
sono sotto casa sua, no?
-Emh
si, certo- rispose lei imbarazzata guardandosi le punte dei piedi -Ho
le chiavi di casa di Tsu, sai è a letto con la febbre e la
madre mi
ha chiesto di controllarlo visto che lei avrebbe dovuto lavorare.
-Se
sta male non mi sembra il caso di farlo stare ancora peggio con i
miei proble- mi bloccai di colpo quando mi resi conto del danno che
stavo per fare o che avevo già fatto vista l'espressione di
Aya.
-Ti
riferisci a Sana?
-No.
- risposi secco e un po' troppo deciso per risultare credibile.
-Non
c'è motivo di nasconderlo, ieri mi ha chiamata e mi ha
raccontato
l'accaduto-Ops, questo non dovevo dirlo!- disse lei, grattandosi la
testa allarmata.
-Non
fa nulla, farò finta di non aver sentito nulla...-dissi con
tono un
po' vago e abbassando lo sguardo.
Mi
dava davvero i nervi il fatto che Sana dopo esser sparita e aver
tagliato i rapporti con tutti, cercasse qualcuno di
noi per
sfogarsi sui suoi problemi che in questo caso erano anche i miei.
Ad
un tratto si accese un campanello d'allarme. Sana ha raccontato tutto
ad Aya, e Aya è la migliore amica di Fuka, e tra migliori
amiche non
ci sono segreti, giusto?
Ero
fottuto.
-Emh...Aya?-
dissi preso dal panico e spezzando il silenzio imbarazzante che si
era venuto a creare. Lei non rispose ma mi fece segno di andare
avanti -Non dirai nulla a Fuka vero?
-Assolutamente
no! Non lo farei mai, certo siamo molto amiche e non è bello
nascondersi le cose, ma io tengo molto a entrambe e non voglio
metterle l'una contro l'altra come non voglio creare problemi tra te
e Fuka!
-Grazie,
Aya -dissi tirando un sospiro di sollievo -Be, che aspetti ad aprire
la porta? Voglio far visita al malato -dissi accennando un sorriso
per alleggerire l'aria.
-Certo!
-rispose lei sorridente.
Una
volta aperto il portone, preso l'ascensore e aperta la porta di casa
Sasaki, Aya sollevò una voce per avvisare il fidanzato che
era
arrivata. La ragazza prese dalla busta un contenitore con dentro
qualsiasi tipo di verdura possibile e immaginabile e quando, per
caso, si girò verso di me e mi vide, scoppiò a
ridere.
-Akito
dovresti vedere la tua faccia schifata!
-Lo
credo...vuoi avvelenare il mio migliore amico con chi sa quale strana
verdura...
-Oh,
Akito, ci sei anche tu?
Mi
voltai verso la porta del piccolo corridoio che collegava le camere
alla sala e vidi il mio amico reggersi a pena sulle sue gambe.
Il
pigiama era tutto aggrinzito e i capelli tutti spettinati e i suoi
famosi occhiali rotondi erano poggiati sul suo naso arrossato.
Insomma...si vedeva chiaramente che non era in forma.
-Che
ci fai qui? - mi chiese tirando su col naso.
-Sono
venuto per parlarti ma non mi sembra il caso visto come sei messo-
dissi squadrandolo da capo a piedi.
-Che
è successo stavolta con Sana?- disse sedendosi sul divano e
prendendo un fazzoletto stropicciato dalla taschina del pigiama per
poi soffiarsi il naso.
-E
tu come fai a-
-Semplice,
da quando è tornata mi fai molto spesso visita e la maggior
parte
delle volte parliamo di lei- disse con disinvoltura.
-Ah...-
ero senza parole. Dopotutto il suo ragionamento non faceva una piega
-Tsuyoshi ieri l'ho baciata...
-Ah
si? Aspetta...cosa avresti fatto?- chiese urlando, per quanto la voce
rauca glielo permettesse, come se avesse capito in ritardo le mie
parole. -...Akito, ora ti sto per rifare una domanda di qualche tempo
fa e al quale tu non mi avevi risposto,
ma ora non ti
permetterò di sviare il discorso, quindi preparati. Posso
lasciarti
pensare anche tutto il giorno, ma non uscirai da questa casa senza
prima aver risposto, chiaro? E non pensare che la febbre ti possa
salvare.
Deglutii.
Iniziai
a sentirmi nervoso perché sapevo che la domanda di Tsuyoshi
non mi
sarebbe piaciuta per niente e tutti questi suoi avvisi mi fecero
pensare al fatto che sarebbe stata una domanda troppo
diretta.
Aya
uscì dalla cucina e si sedette affianco al ragazzo
prendendogli la
mano, entrambi puntarono il loro sguardo su di me e già dai
loro
occhi avevo capito dove volevano andare a parare.
-Ami
Sana?- chiese il mio amico dando voce ai pensieri di tutti dentro
quel piccolo salotto di quello stramaledetto palazzo.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
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.
.
.
Salve a tutti! Ed eccomi di nuovo
qua con un nuovo capitolo!
Mi scuso con tutti voi per la lunga
assenza ma ho avuto vari impegni in questo periodo. Inoltre
l'ispirazione è venuta a mancare, non riuscivo a scrivere
più di due righe ogni qual volta cercassi di andare avanti.
Ma ieri sera è tornata e parola tira l'altra ho finito il
capitolo! (Dovrei scrivere più spesso di notte xD)
Vi faccio gli auguri di Buon Natale
e di Buon Anno, anche se in ritardo...
Spero di non sparire per altri tre
mesi, ma non si sa mai con questa scuola che mi sta letteralmente
risucchiando.
Ma bando alle ciance e parliamo
della storia!
Che pensate di questo capitolo?
Akito è sempre più confuso sul conto di Sana, non
sa cosa veramente provi per lei o forse non lo vuole ammettere. E
soprattutto...come risponderà alla domanda si Tsuyoshi?
Vi faccio un piccolo spoiler per il
prossimo capitolo: non sarà narrato da Akito, ma da Sana,
quindi dovrete aspettare un po' prima di sapere la sua risposta :3
Mi raccomando recensite! Voglio
leggere i vostri pareri!
E se vi va mettete un piccolo "mi
piace" alla mia pagina facebook, sarei molto felice di parlare con
tutti voi ^w^
Kiss e alla prossima!
Maka
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