wake me from reality.

di heiscodelario
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo uno. ***
Capitolo 2: *** capitolo due. ***
Capitolo 3: *** capitolo tre. ***
Capitolo 4: *** capitolo quattro. ***
Capitolo 5: *** capitolo cinque. ***
Capitolo 6: *** capitolo sei. ***
Capitolo 7: *** capitolo sette. ***
Capitolo 8: *** capitolo otto. ***
Capitolo 9: *** capitolo nove. ***
Capitolo 10: *** capitolo dieci. ***
Capitolo 11: *** capitolo undici. ***
Capitolo 12: *** capitolo dodici. ***
Capitolo 13: *** capitolo tredici. ***
Capitolo 14: *** capitolo quattordici. ***
Capitolo 15: *** capitolo quindici. ***
Capitolo 16: *** Epilogo. ***



Capitolo 1
*** capitolo uno. ***


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Capitolo uno.

But loving him was re-e-e-e-e-d’ le voci delle due ragazze risuonavano per tutta la stanza, Selena saltava sul letto cantando a squarcia gola, mentre Demi, a terra, usava una boccetta di profumo come microfono per accompagnare l’amica. La musica ad alto volume copriva le urla della madre di Demi che, disperatamente, cercava di far fermare le due amiche. Impossibile, come ogni pomeriggio le due diciassettenni si erano rinchiuse in camera, avevano messo uno dei cd del loro idolo, Taylor Swift, e avevano trasformato i letti in un grande palcoscenico mentre tende, lampade, soprammobili erano diventati un pubblico entusiasta e urlante.
-Basta metto enchanted- disse Selena scendendo dal letto e avvicinandosi allo stereo.
Cambiata canzone si sdraiò a terra vicino all’amica sprofondando nelle parole e nella melodia.
-Selena, la vedremo mai?- disse Demi tirando un sospiro.
Selena guardò il poster della cantante appeso al muro e sorrise –certo Demi, è una promessa-
Selena e Demi erano due amiche del Canada, si conoscevano da due anni ormai ed era stata la musica e la casualità ad unirle. Durante una giornata scolastica Selena scorrazzava tra i corridoi per evitare la lezione di chimica, aveva notato una foto della sua cantante preferita appesa all’anta di un armadietto.
-Quella è Taylor, piace anche a te?-  aveva detto avvicinandosi a Demi con un sorriso stampato in faccia.
La ragazza aveva farfugliato un si timidamente e da quel giorno era nata una grande amicizia.
Erano l’una l’opposto dell’altra. Selena era alta, Demi un po’ più bassa. Selena aveva i capelli neri e lisci, Demi aveva i capelli castani ma li tingeva continuamente. Selena era estroversa e allegra, Demi era timida e silenziosa. Ma le legava una grande passione, l’amore per il loro idolo, la grande cantante Taylor Swift. Le due ragazze si erano ripromesse di partire per New York e incontrarla.
-Selena dobbiamo andare a lavoro- disse Demi alzandosi e porgendo la mano all’amica
La mora si era messa le mani sul viso –svegliatemi dalla realtà, ora-
-dai Sel non scherzare, facciamo tardi-
-perché non posso vivere in uno dei miei sogni?-
-perché la vita se no sarebbe troppo facile-
Le due ragazze lavoravano in un piccolo ristorante, distrutto e sempre vuoto, in cui gli unici clienti che si vedevano erano dei vecchietti che si sedevano solo per una birra. Lo odiavano, odiavano quel posto, la puzza di chiuso all’interno, la stanza buia e l’odore di fritto che si attaccava al corpo quando uscivano, ma erano disposte a tutto pur di procurarsi soldi per il loro sogno.
Anche quel giorno era completamente vuoto, Selena se ne stava seduta a un tavolo a fissare la porta mentre Demi, dietro il bancone, canticchiava ‘i’m only me when i’m with you’ la loro canzone, la canzone che aveva dedicato all’amica il giorno del suo sedicesimo compleanno.
A un tratto si sentì il fastidioso suono nelle campanelle che annunciava l’entrata di qualcuno.
-Forse è un cliente- Selena era saltata in piedi stampandosi un sorriso sul viso –ah no, sei tu cretino-
-grazie Selena, sei sempre gentilissimo con me- disse Justin sedendosi su uno degli sgabelli vicino al bancone.
Justin era un amico di Demi dall’infanzia, poteva sembrare uno scorbutico strafottente e a primo impatto, forse lo era davvero, ma adorava le due ragazze.
-Che si dice?- disse aggiustandosi il ciuffo
-non si vede? Siamo nel pieno del lavoro- disse Demi sbuffando
-sempre molto pieno questo posto-
-non vedo l’ora di andarmene da qui- aggiunse Selena sdraiandosi su uno dei tavoli
-ancora convinte che un giorno partirete per New York per inseguire Taylor?-
-convintissima, Bieber-
-tu sogni troppo Gomez- disse acidamente il ragazzo
-che c’è di male a sognare?- disse Demi sedendosi vicino a lui
-non la incontrerete mai-
Justin si sbagliava, nessuno dei tre sapeva che, presto, il sogno delle due ragazze sarebbe diventato realtà.

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Capitolo 2
*** capitolo due. ***


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Capitolo due.

-Mamma sono a casa- urlò Selena lanciando la borsa in un angolo del corridoio e dirigendosi in cucina.
Mandy tagliuzzava carote sul piccolo piano da cucina –Ti sembra ora di tornare?- disse senza nemmeno girarsi a guardare la figlia
-scusa mamma, lo sai che lavoro-
-non sei mai a casa-
Parlava con voce calma ma da cui traspariva rabbia, Selena lo aveva notato e sapeva che l’aspettava una bella strigliata –mamma cerco di portare soldi a casa, lo sai- disse cercando di mantenere la calma per non peggiorare
-no quei soldi li tieni per te, non li dai a nessuno, qui faccio tutto io-
Selena e Mandy abitavano da sole, il padre di Selena era andato via di casa quando lei era piccola e non l’aveva più rivisto.
-Mamma ascolta…-
-no Selena, ascolta tu- si era girata a guardare la figlia e aveva alzato la voce –sono stanca, ho bisogno di una mano, ci sono lavori da fare anche in negozio e qui, devi lasciare il lavoro-
Selena era sbiancata a quella notizia, aveva bisogno di quei soldi, ne avevano bisogno lei e Demi –mamma quei soldi servono a me e Demi, ti prego-
-niente ti prego, non ti rinchiuderai in quel ristorante sempre vuoto solo per una stupida cantante. Hai finito qua- queste furono le sue ultime parole prime di lanciare lo strofinaccio che teneva in mano e dirigersi nell’altra camera senza degnare uno sguardo alla ragazza.
Un nodo si formò nella gola di Selena, voleva urlare e piangere, gridare alla madre quanto Taylor fosse importante per lei ma le parole non le uscivano, le rimanevano incastrate in gola, spingevano per trasalire alla luce ma non ci riuscivano, erano troppe, tutte infinitamente pesanti e nella testa di Mandy non sarebbero entrate. –Tu non capisci- urlò cercando di strozzare le lacrime e serrando i pugni.
Non sapeva se la madre l’avesse sentita, non sapeva nemmeno cosa stesse per fare, prese la borsa e uscì di casa correndo. Fuori aveva iniziato a piovere e le gocce d’acqua si immischiavano alle lacrime che rigavano il suo viso, ma in quel momento se si stesse bagnando o si stesse sciogliendo per il caldo non le importava, doveva correre nel suo unico rifugio.
 
Selena aspettò di salire in camera dell’amica per abbracciare Demi e finire le sue lacrime. Demi non disse niente, lasciò che l’amica bagnasse la sua spalla di acqua e lacrime e quando ebbe finito le passò un asciugamano, le diede dei vestiti asciutti mentre una Selena singhiozzante le raccontava del litigio con la madre.
-Demi andiamocene- disse alla fine
-tu sei pazza, abbiamo pochi soldi, dove vorresti andare?-
-dei soldi non fa niente, questo è il momento Demi, andiamocene e basta, New York è là per noi-
L’amica guardò la mora perplessa, aveva voglia di libertà proprio quanto lei ma sapeva di che pazzia stessero parlando: sarebbero state due 17enni in una città enorme, senza un posto dove dormire con pochi soldi. Era una follia.
-Va bene- disse senza rendersene conto. Non sapeva da che parte di lei era uscito quel ‘va bene’ ma capì di aver detto la cosa giusta quando vide sul viso dell’amica nascere un sorriso bagnato di lacrime.
-grazie Demi, grazie- disse Selena buttandosi sull’amica e abbracciandola
-io sono qui per te e tu sei qui per me. Giusto?-
-giusto-
Le due ragazze misero in una borsa il poco che gli sarebbe potuto servire: qualche maglietta, dei jeans, della biancheria, i soldi e calarono tutto giù dalla finestra cercando di non farsi scoprire dai genitori di Demi.
 
"Treno per New York dal binario 3, ripeto, treno per New York dal binario 3"
 Il suono dell’auto parlante rimbombò sulle urla della stazione.
 Due 17enni con in tasca solo un sogno guardavano il treno su cui dovevano salire, la mente occupata solo da pensieri e paura. Paura di fallire, di mettersi nei guai o di fare una stupidaggine. La voglia di libertà, di realizzare un sogno e di essere felici.
-Fearless?- disse Demi afferrando la mano dell’amica
-Fearless-
Salirono sul treno proprio nel momento in cui stava partendo guardando la loro città sparire dietro di loro.
 

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Capitolo 3
*** capitolo tre. ***


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Capitolo tre.

-Demi  svegliati  accidenti, siamo arrivate, Demi dai- urlò Selena all’amica, che ancora dormiva rannicchiata sul sedile fin troppo scomodo -Guarda cavolo, è bellissima, dai dobbiamo scendere-
La mora era rimasta sveglia tutta la notta con il naso schiacciato sul vetro del finestrino a contare le fermate e ora che quella città, che aveva sognato per tanto tempo, si stava materializzando davanti a lei non stava più nella pelle.
Le due ragazze scesero dal treno che, a quell’ora del mattino era ancora pieno, e si immischiarono tra le gente della stazione in cerca di un’uscita.
L’emozione che provarono quando si trovarono in strada in mezzo ai passanti fu indescrivibile. Erano due ragazze indifese in un grande città piena di pericoli ma, per la prima volta dopo tanto tempo, si sentirono a casa. I grattaceli immensi, i bambini con le babysitter, signori in giacca e cravatta che correvano con la ventiquattrore in mano, ragazzi con la divisa, le strade immense piene di negozi dalle vetrine illuminate, quel venticello, che sembrava profumasse di libertà, erano cose che avevano desiderato per anni, a ogni compleanno quando avevano dovuto spegnere le candeline, a ogni stella cadente vista nel cielo o quando avevano notato l’ora formata dalle stesse cifre. Avevano perso la speranza, riconquistata, ripersa e ritrovata in una canzone di Taylor ma ce l’avevano fatta erano là, nella città dei loro sogni.
-Demi andiamo subito a fare un giro, dobbiamo vedere Central Park, la Statua della Libertà, l’Empire State Buildinge..-
-Selena calmati, ora- disse Demi cercando di fermare l’amica e la sua euforia –dobbiamo trovare un ostello dove stare. Abbiamo i soldi necessari per qualche notte ma dobbiamo trovarlo con costi ragionevoli-
-Mettiamoci in marcia allora-
Iniziarono a visitare ogni tipo di ostello nella zona, alcuni più grandi, altri più piccoli, altri con uno strano odoro all’interno, altri con dei quadri macabri appesi su tutte le pareti che avevano fatto venire la pelle d’oca a Demi, alcuni più nascosti, altri più esposti ma tutti con prezzi esagerati.
-Questo è l’ultimo, se qui i prezzi non vanno bene siamo nei guai- sospirò Demi entrando in un piccolo ostello.
Dietro al bancone c’era una vecchia signora che teneva in braccio un bimbo dai capelli rossi intento a disegnare –Buongiorno ragazze, avete bisogno?- disse la signora amorevolmente.
-Si, vorremmo sapere i prezzi- parlò Demi
-Per quante notti e quante stanze?-
-Ci serve una stanza ma non sappiamo quanto tempo, fin che non troviamo una sistemazione-
-sono 100 dollari a notte compresi di colazione, va bene?-
- va benissimo, grazie mille- disse Demi felice di aver trovato una sistemazione che non facesse a botte con i loro soldi.
-Vi accompagno in stanza allora-
La loro stanza era al secondo piano infondo a un corridoio stretto.  Era piccola, al centro troneggiava un letto a due piazze e oltre a un bagnetto e una finestra che affacciava su un vicolo era spoglia e povera, ma era una grande ricchezza per le due amiche.
-Demi ce l’abbiamo fatta, siamo a New York- disse Selena lanciandosi sul letto stanca.
-Non ci posso credere, mi sembra di vivere uno dei miei sogni. Ho paura di svegliarmi e rimanere delusa-
-No Demi, questa è la realtà, siamo nella Grande Mela- si agitò sul letto la mora.
-Approposito di Grande Mela, ho una certa fame, che ne dici di andare in un bar a comprare qualcosa?-
-Quando si parla di mangiare sono sempre pronta, lo sai- scattò giù dal letto Selena.
Trovarono una panetteria invitante in una traversa non molto lontano dal loro ostello e divorarono il loro pezzo di pizza seduta su una panchina a guardare i passanti, a cercare ancora di capire se non stessero sognando o se era tutto vero.
-I nostri genitori saranno preoccupati- disse Demi mettendo in bocca l’ultimo pezzo di margherita.
-Ora non mi importa, siamo io e te-
-Non possiamo evitarli tutta la vita Selena-
-Per ora non succederà niente-
-Sei testarda da morire-
-Ma sono la tua migliore amica-
-Oh si, lo sei- Demi strinse l’amica a sé e le scompigliò i capelli –Ti voglio bene peste-
-Anch’io, tanto-
-Everything I need is right here by my side..- iniziò a canticchiare Demi
-and I know everything about you-
-I don't wanna live without you-
Le loro voci si unirono in ‘I’m only me when i’m with you’ e strette l’una all’altra cantarono senza interessarsi delle persone che le guardavano, erano felici.

-Selena perché accidenti non hai risposto al telefono?- urlò Justin dall’altra parte del telefono.
-Scusami Justin-
La ragazza aveva evitato tutto il giorno le chiamate della madre e del ragazzo, ma alla ventesima chiamata aveva risposto. Di lui era certa di potersi fidare.
-Dove siete andate a cacciarvi? Vi stiamo cercando da tutto il giorno, tua madre è preoccupatissima, i genitori di Demi stanno impazzendo-
-Pazienza- rispose la mora strafottente lanciandosi sul letto.
-Cosa vuol dire pazienza? Dove siete?- urlò preoccupato il ragazzo.
-A New York-
-A New York? E lo dici così tranquillamente? Voi siete pazze. Vengo a prendervi-
-Cosa Justin sei impazzito?-
-Io non vi lascio sole là-
Quelle furono le ultime parole del ragazzo prima che Selena sentisse il ‘tututu’ dall’altra parte del telefono. Lanciò il cellulare cellulare sulla trapunta a fiori e si diresse in bagno per infilarsi sotto la doccia. Non voleva che Justin le raggiungesse, quella era una cosa tra lei e la sua migliore amica, ma era felice che si fosse preoccupato per loro. Gli voleva bene anche se non l’avrebbe mai ammesso. 

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Capitolo 4
*** capitolo quattro. ***


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Capitolo quattro.

-Demi mentre tu eri alla reception ha chiamato Justin - disse Selena spazzolandosi i capelli bagnati
-Che ti ha detto?-
-Che vuole venire da noi perché non vuole lasciarci sole-
-Justin che dice queste cose? Ci crederò solo quando lo vedrò qui- ridacchiò Demi
-Non verrà, ne sono sicura-
 Demi fece comparire sul suo viso un sorriso malizioso -Intanto tu ne saresti felice-
-Quante volte dovrò ripetertelo che non ho alcun interesse per Justin? Smettila con queste cavolate e andiamo a dormire, sono stanca- così dicendo Selena si infilò nel caldo delle coperte.
-Ti lascio auto convincerti che non ci sia niente fra voi due, tranquilla-
Un ghigno arrivò da sotto la coperta a fiori provocando una risata rumorosa di Demi. Lei sapeva benissimo del rapporto molto particolare che c’era tra la sua migliore amica e il suo amico. Aveva notato qualcosa dal primo giorno in cui i due si erano visti, Justin aveva fissato Selena per tutto il tempo in cui erano stati insieme. Quegli sguardi di intesa non erano mai spariti, anzi, erano nati anche dalla parte di Selena e, per quanto i due continuassero a insultarsi con nomignoli stupidi, gli occhi di Justin brillavano vedendola proprio come le guance di Selena diventavano di un rosso acceso. Demi era brava a capire queste cose e aveva chiesto numerose volte all’amica se provasse qualcosa per il ragazzo, ma lei si ostinava a sostenere che le uniche scintille che c’erano tra lei e il biondo fossero scintille d’odio.
-Andiamo a cercare Taylor?- disse Selena una volta che l’amica si era infilata nel letto
-Prima dobbiamo trovare un lavoro-
-Appena abbiamo soldi a sufficienza per spostarci andiamo a cercarla, ci stai?-
-Ci sto-

La mattina dopo ordinarono la colazione in camera e si videro arrivare su un carrello dolci di ogni genere che spazzarono via senza pensarci due volte.
-Mi è venuto il diabete- ridacchiò Demi infilandosi l’ultimo pezzo di biscotto al limone in bocca.
-Ti faccio compagnia-
-Dobbiamo andare a trovare un lavoro- scattò giù dal letto Demi
-Non possiamo andare a fare un giro oggi?- si lamentò l’amica
-Lo faremo mentre cerchiamo un impiego da qualche parte-
In dieci minuti Demi aveva trascinato l’amica in strada, decisa a scovare qualche negozio  che cercasse dipendenti, erano disposte a tutto pur di racimolare soldi.
Non fu facile come credevano, provarono ogni sorta di bar, ristorante, negozio di abbigliamenti, negozio di elettronica o supermercato ma tutti le liquidvano con risposte secche. C’era chi rispondeva che non assumeva più di una alla volta, chi diceva che aveva troppi dipendenti o chi diceva che c’era bisogno di esperienza. ‘Ma che esperienza ci vuole per mettere due carote su un bancone?’ pensò Demi mentre uscivano da un fruttivendolo.
Dopo due ore non avevano ancora trovato niente a parte le vesciche sotto i piedi per il troppo camminare.
-Demi proviamo qui- disse Selena indicando un negozio di musica che aveva un insegna a forma di chitarra con su scritto in corsivo ‘toxic’.
-C’è qualcuno?- rimbombò la voce di Demi tra le pareti del negozio.
Dentro era bellissimo, una luce soffusa illuminava centinaia di chitarre appese al muro e foto di cantanti come Frank Sinatra o gruppi come i Beatles e i Guns N’Roses. Al centro della stanza c’erano scaffali pieni di cd di musica di ogni epoca, divisi per artista e genere.
A un tratto da dietro a uno scaffale spuntò un anziano sui 70, con i pochi capelli che aveva scompigliati e un po’ di polvere attaccata alla camicia.
-Salve ragazze posso esservi utile?- disse sorridendo
-Vorremmo sapere se aveva bisogno di un aiutante? Siamo in cerca di lavoro- parlò Selena
L’uomo guardò le due ragazze e per qualche minuto non parlo guardandosi intorno con lo sguardo assente.
-Va bene- disse a un tratto
-Dice sul serio?- esultò Demi
-Certo, siete assunte-
-Senza nessun modulo, non vuole sapere niente di noi?-
-Ragazze mie sono un anziano, questi curriculum sono troppo moderni per me- disse sorridendo –vi farò sapere quanto è la paga mensile, per ora sappiate che io sono David-
-Io sono Demi e lei è Selena- esclamò Demi
-Piacere di conoscervi. Dai su potete iniziare, là ci sono dei cd incominciate a sistemarli per genere e artista, mi trovate alla cassa se avete bisogno di qualcosa-
-Potrei chiederle una cosa?- disse Selena
-Dimmi cara-
-Perché ha chiamato il negozio ‘toxic’ se vende cd?-
-Ragazza mia la musica è tossica, provoca dipendenza. Nella musica c’è la risposta a ogni domanda, lei è da ogni parte. Il silenzio non esiste a causa sua. Tu vivresti mai senza musica?- La mora fece un cenno con la testa. -Proprio così, dai su ora andate, avete del lavoro da fare-
Quell’uomo sembrò strano e interessante alle due ragazze e la dolcezza che emanavano i suoi occhi mentre parlava della musica le aveva colpite. Sembrava che quel corpicino fragile fosse alimentato dalla musica.
Erano contente di aver trovate posto in quel luogo e non vedevano l’ora di scoprire qualcosa di più su di lui.


La sera tornate nell’ostello Demi sentii il suo telefono vibrare, lo estrasse dalla borsa e aprì il messaggio da parte di Justin. “Dimmi il nome del vostro hotel, sto arrivando” lesse incredula sullo schermo.

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Capitolo 5
*** capitolo cinque. ***


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Capitolo quattro.

-Ragazze finite di aggiustare quei cd e potete andare, oggi finiamo prima- urlò David dalla cassa.
Era passata una settimana da quando erano state assunte, lavoravano parecchie ore al giorno sistemando libri polverosi negli scomparti o consigliando le persone e presto erano diventate abili. Avevano anche convinto David a mettere uno stereo nel negozio, dicendo che così avrebbero allietato il loro lavoro e le visite dei clienti, ma la vera ragione era che così, di nascosto, potevano mettere i cd di Taylor e darsi la carica ogni giorno.
David le pagava a fine giornata con quello che era necessario per continuare a pagare l’ostello dicendo che era soddisfatto di loro.
Selena infilò l’ultimo cd dei Paramore nello scaffale e si precipitò fuori dal negozio seguita da Demi.
-Anche oggi è andata- disse mentre ammirava dei dolci in un negozio –Che ne dici se affittiamo un film?-
Demi non l’ascoltava, era concentrata a guardare una mamma che teneva per le mani due bambine.
-Dovremmo chiamare i nostri genitori, abbiamo evitato troppe chiamate, saranno in pensiero, è una settimana che non ci facciamo vive-  sospirò.
Selena la guardò titubante –Ci pensiamo quando siamo in camera-

Quel pomeriggio entrando nella hall trovarono una sorpresa. Un ciuffo biondo le aspettava ansiose, seduto su una valigia tutta rotta.
-Brutto stronzo che non sei altro, che ci fai qui?- urlò Selena saltandogli addosso  e stringendolo a se.
-Si Selena, mi sei mancata anche tu- Justin scoppiò a ridere e la strinse.
-Voglio un posto anch’io- si lamentò Demi lanciandosi su di loro.
-Mi siete mancate ragazze- disse Justin sciogliendo l’abbraccio –perché siete partite senza dire niente?-
Demi alzò le spalle –è stata una decisione improvvisa, ci dispiace-
-Ma tu come facevi a sapere che eravamo qui?- chiese Selena.
-Justin mi ha mandato un messaggio chiedendomi il nome dell’ostello- disse Demi guardando l’amico.
-Perché non me l’avete detto? Oh ma non fa niente, l’importante è che tu sia qui ora-
Selena non l’avrebbe mai ammesso ma Justin le era mancato e averlo qui la faceva sentire sollevata.
Non appena entrarono in camera Justin scaraventò la valigia sul pavimento e si lanciò sul letto –Sono esausto, tutta colpa vostra e della vostra testa di cazzo- si lamentò mettendosi un cuscino sulla faccia.
-Potevi startene tranquillamente a casa- gli rispose Demi sdraiandosi vicino a lui.
-Non ci penso nemmeno, non vi avrei mai lasciate sole in una grande città come queste. Siete ancora delle bambine-
-Ma stai zitto Justin- urlò Selena scoppiando a ridere e lanciandogli un cuscino addosso.
-E’ finito il tuo momento dolce Selena?- ridacchiò lui ridandole il cuscino.
La mora alzò le spalle e si sedette vicino a loro.
-Ragazze dovreste chiamare i vostri genitori, sono preoccupatissimi. Io non ho detto niente perché è meglio che lo facciate voi-
-Non sono sicura di voler sentire mia madre- disse Selena giocherellando con la fodera del cuscino.
-Io li chiamo- Demi si alzò decisa e afferrando il telefono dal comodino si rinchiuse in bagno, per uscirne dopo 10 minuti sorridendo.
-Che hanno detto?- le chiese Justin.
-Che gli ho fatto venire un infarto, all’inizio erano duri ma dopo si sono addolciti. Gli ho detto che tornerò, ma non ora e loro hanno capito- rispose rilanciandosi sul letto –tocca a te ora Selena-
I due amici guardarono gli occhi marroni di Selena spegnersi e sprofondare nel pavimento della camera.
-Dai Selena, vedrai che capirà- le sussurrò Justin abbracciandola –dai fatti coraggio e vai-
Lei non parlò per qualche minuto, continuava a tenere gli occhi fissi, poi di botto si alzò e si chiuse in bagno.
L’attesa prima che qualcuno rispondesse dall’altra parte del telefono fu interminabile e straziante e quando sentì la voce della madre non riuscì a dire una parola, ripensò alla litigata fatta prima di partire e una paura immensa la travolse.
-Pronto c’è qualcuno?- ripetè Mandy.
Selena si diede coraggio e parlò lasciando cadere una lacrima -Mamma sono Selena-
Passarono più di dieci minuti prima che Selena tornasse dai ragazzi con gli stessi occhi vuoti che aveva quando si era chiusa in bagno.
-Allora?- disse Demi preoccupata vedendo il viso spento dell’amica.
-Niente, credo di non averla mai sentita così distrutta in vita mia-
-Che vuoi dire?- chiese Justin.
-Ha pianto al telefono, le manco e dice che le dispiace. Sono una stupida, è colpa mia.-
-Tranquilla Selena, non è colpa tua- la consolò Justin abbracciandola.
-Si che è colpa mia, non dovevo scappare così-
-Hei dov’è finito il tuo entusiasmo? Siamo a New York, stiamo vivendo il nostro sogno. Dai che voglio vederti sorridente come sempre- disse Demi asciugandole le lacrime.
-Grazie- sussurrò Selena.
-Justin è qui quindi godiamoci questo momento è usciamo a divertirci-
Quella sera si trovarono in una paninoteca, con panini, birre e tante cose da raccontarsi.
Justin aveva la capità di dire una cosa e far ridere tutti e Demi si era quasi strozzata con un pezzo di pane per far ridere a una sua battuta. Quella sera sembrava che le telefonate con i genitori non fossero mai successe, sembrava che quei tre ragazzi fossero al mondo solo per essere in quella città a divertirsi e ad essere felici. Anche gli occhi di Selena e Justin erano felici quella sera, sorridevano quando si incontravano.

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Capitolo 6
*** capitolo sei. ***


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Capitolo sei.

-Ma tu non dovresti essere a lavoro?-  domandò Justin entrando in camera e trovando Demi col viso incollato a un libro.
-Avevano bisogno di una sola persona oggi, abbiamo fatto pari e dispari con Selena ed è uscita fuori lei. E’ da quando la conosco che sceglie sempre il numero 13, è prevedibile- disse la mora senza staccare il viso dal libro.
-Oh bene, allora usciamo- disse allegro il ragazzo.
-Dovresti trovarti un lavoro Justin-
-Demetria non provare a impersonificare mia madre, siamo a New York e voglio divertirmi, quindi alza il tuo culo dal pavimento e usciamo-
Demi non fece in tempo a dire una parola che Justin le strappò il libro dalle mani e la trascinò in strada, mentre si dimenava sotto la presa stretta del ragazzo.
-Dove vorresti andare?- chiese Demi mentre cercavano di attirare l’attenzione di un tassista.
-Siamo nella Grande Mela, sbucceremo un pezzo alla volta, tranquilla-
-Era pessima-
-Non fa niente- disse Justin aprendo la portiera di un taxi che si era deciso a fermarsi –prima le signore-

-La Statua della Libertà fu donata dai Francesi agli Stati Uniti d'America e venne trasportata a New York in 1883 casse per mezzo di una piccola nave e fu assemblata in segno di amicizia tra i due popoli-
-Demi, sei tornata a fare la saputella?- sbottò Justin guardando l’amica.
-E’ perfetta- disse Demi senza far caso alle parole del ragazzo e ammirando la statua che avevano davanti.
-E’ una figata assurda-
-Perché devi essere sempre così tamarro?- sbuffò la ragazza.
-E perché tu devi essere una rottura di scatole?-
-Acido-
-Maestrina-
-Ora capisco perché tu e Selena vi piacete, siete identici-
-Scusa? Ho sentito bene? Io e Selena che ci piacciamo? Inventane un’altra- sbraitò Justin diventato rosso in viso.
-Come vuoi Justin, vado a prendere qualcosa da bere, ti lascio un attimo nella tua convinzione- ridacchiando Demi si alzò per avvicinarsi a un carretto di snack.
Justin rimase su quella panchina a fissare la statua nella sua immensità e a immaginarsi tanti uomini unire i pezzi di quell’opera, nel tentativo di scacciare dalla testa le parole di Demi. Il ‘Justin e Selena’ era un pensiero che doveva evitare, si era auto convinto che non ci sarebbe dovuto essere un futuro tra loro due, non voleva e non doveva rovinare quell’amicizia con cazzate come amore e fidanzamento. Fin dal primo giorno in cui l’aveva vista aveva cercato di scacciare ogni pensiero su di lei: evitava di guardarla negli occhi, perché sapeva che ci sarebbe caduto dentro, o di abbracciarla, perché sapeva che non avrebbe potuto controllare le sensazioni che avrebbe portato il contatto con la sua pelle. Tutte cose che gli erano sempre riuscite bene, non poteva rovinare gli sforzi di anni in pochi giorni.
-Allora, andiamo a farci un altro giro?- sorrise Demi reggendo in mano due bicchieri di coca cola ghiacciata.
-Volentieri- scatto in piedi il ragazzo distolto dai suoi pensieri –Andiamo a F.A.O. Schwarz?-
-Ti rendi conto che hai 17 anni e vuoi andare in un negozio di giocattoli, vero?- ridacchiò Demi.
-Ho 17 anni non 50, non mi interessa-
Costretti da Justin i due ragazzi entrarono da F.A.O Schwarz, il negozio di giocattoli più grande al mondo, un vero e proprio paradiso terrestre per bambini e per Justin, che non fece che scorazzare tra gli scompartimenti come se avesse avuto 5 anni.
Fecero anche una passeggiata a Central Park, entrarono in qualche negozietto, visitarono l’Empire State Building nella sua immensità e camminarono per Time Square abbagliati dalle luci di tutti i grattaceli.  
-Demi guarda cercano lavoro in quella panetteria- disse Justin indicando un annuncio su una vetrina di Time Square.
-Prova a vedere, magari ti prendono-
-Devo provare?-
-Dai che ti costa? Al massimo ti dicono di no, provaci-
-Va bene vado, aspettami qua-
Il ragazzo entrò motivato nella panetteria lasciando Demi per strada, intenta ad osservare i cartelloni pubblicitari.
-Scusami, ti disturbo?- parlò una voce alle spalle della ragazza.
Demi si girò e si trovò davanti una ragazza sui 17 anni, aveva in mano dei biglietti pubblicitari su cui era disegnatoun grande logo rosso, riportato anche sulla maglietta che indossava.
-No ma non darmi biglietti pubblicitari perché non li noterò minimamente-
-No tranquilla, io sono Cristina- disse la ragazza sorridente –Ti lascio questo volantino per un concorso indetto dalla ‘Viesse’, una serie di prove che vedono come premio un incontro con la famosa cantante Taylor Swift. Pensaci, ok?- detto questo mise nelle mani di Demi il biglietto e si allontanò per fermare altri passanti.
-Demi Demi mi hanno dato il lavoro, ci credi? Ho un lavoro- urlò Justin uscendo dalla panetteria –Aspetta, ma stai bene? Hai una faccia sconvolta-
-Justin, a me hanno dato l’opportunità più grande della mia vita. Andiamo all’ostello, devo parlare con Selena-

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Capitolo 7
*** capitolo sette. ***


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Capitolo sette.

“Smettetela di sognare ad occhi aperti” “Ma davvero siete così stupide da pensare che un giorno Taylor vi noterà?”
queste erano le parole che tutti ripetevano tentando di fermare i sogni delle due ragazze.
I genitori le avevano sempre scoraggiate, gli amici prese in giro e i famigliari guardate male, ma loro non si erano mai abbattute. Continuavano a proseguire la loro strada a testa alta, infilandosi le cuffiette nelle orecchie per non sentire gli insulti. Erano sempre state loro due, la musica e il loro idolo e non avevano mai desiderato altro. Non andavano alle feste con gli altri, lavoravano invece di spendere soldi in vestiti, non facevano casini in giro e l’unico amore che provavano era per Taylor e questo era sempre bastato per combattere ogni cosa. Ogni giorno speravano in un incontro, ogni giorno speravano di trovarsi sotto un palco a cantare e urlare, volevano solo incontrare il loro idolo e finalmente avevano trovato la strada per farlo.
Demi corse fino all’ostello sperando di trovare Selena nella camera e così fu. Se ne stava appollaiata a terra e, con le cuffie nelle orecchie, canticchiava ‘today was a fairytale’.
-Demi sei impazzita?- urlò trovandosi l’amica addosso.
-Selena ci siamo, è la nostra occasione, questo è il nostro momento- disse Demi velocemente rossa in viso.
-Hey calmati e spiegati meglio-
Demi le porse il volantino senza dire niente e Selena lo lesse velocemente mentre il suo viso attraversava tutti i colori dell’arcobaleno.
-Non è uno scherzo, vero?- balbettò Selena incredula.
-No Selena, è la verità, ci siamo, questa è la nostra opportunità-
Lei non rispose, continuava a guardare l’amica e il bigliettino. Avrebbe dovuto urlare e saltare dalla gioia, ma un’infinità di ricordi le sfiorarono la mente: tutte le volte che aveva perso le speranze, tutti i pianti affogati sulle spalle dell’amica, la prima volta che aveva ascoltato una canzone di Taylor, la promessa con Demi.
Senza che se ne resero conto si trovarono a piangere abbracciate l’una all’altra.
-Demi, ci siamo- sorrise Selena tra le lacrime.
-Il nostro sogno si sta avverando, ci stiamo riuscendo-
-Vi rendete conto che voi due state piangendo quando dovreste saltare e urlare?- si intromise Justin che, in tutto quel tempo, era stato appoggiato alla porta ad osservare le due ragazze.
Selena si catapultò su di lui e lo abbracciò iniziando ad urlare e Demi fece lo stesso. Caddero a terra uno sull’altro e, mentre Justin rideva divertito, le due ragazze urlavano felici.
-Incontreremo Taylor- diceva Demi.
-Il nostro sogno si realizzerà- continuava Selena.
-Prima dovete vincere- aggiunse Justin.
-Zitto stupido biondo- urlò Selena –Noi ce la faremo-
Justin ridendo si alzò –Visto che c’è tutta sta felicità nell’aria propongo di festeggiare alla grande, io ho trovato un lavoro e voi realizzerete il vostro sogno, quindi ordiniamo del cibo e spassiamocela qui-
Le due ragazze accettarono felici la proposta di Justin e ordinarono del cibo cinese e della pizza, accesero il piccolo stereo che c’era in camera facendo rimbombare la musica ad alto volume.
Incominciarono a ballare, cantare e urlare, erano convinti che da un momento all’altro qualcuno li avrebbe rimproverati per il troppo casino che stavano facendo, ma, se fosse stato così, avrebbero smesso per pochi minuti per poi ricominciare travolti dalla felicità.
Le due ragazze gioivano per una speranza che effettivamente non avevano mai avuto mentre Justin gioiva per loro, perché per quanto a volte le aveva ritenute sciocche, le aveva sempre supportate in silenzio, loro non lo sapevo, ma lui sperava con loro.

-Demi- sussurrò Selena una che furono andati a dormire.
-Nemmeno tu riesci a prendere sonno?-
-No, per niente-
–Hai paura, vero?- disse Demi stringendola a sé.
-Si- ammise Selena –Se non ce la facessimo? Se perdessimo?-
-Noi ce la faremo-
-Come fai ad esserne così sicura?-
-Perché se siamo arrivate fino a qua possiamo andare ovunque.-
Nessuna delle due disse niente fino a quando Demi non iniziò a cantare -Long live all the mountains we moved,-
-I had the time of my life fighting dragons with you- continuò Selena.
-I was screaming, “long live the look on your face”-
-and bring on all the pretenders, one day we will be remembered.
-
Ce la faremo Selena, insieme.-

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Capitolo 8
*** capitolo otto. ***


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Capitolo otto.

Avevano immaginato tante volte il momento in cui un’opportunità si sarebbe presentata  a loro: i pianti che si sarebbero fatti, le urla, la gioia, ma niente era paragonabile all’emozione e all’ansia di quel momento.
Si trovavano sedute sulla panca di una stanza affollata e rumorosa, intente a tenere le gambe, tremolanti per la paura, ferme.
Il concorso, a cui partecipavano precisamente cinquanta ragazze, prevedeva sfide ad eliminatorie: venivano poste domande, fatti quiz e giochetti, tutti basati su Taylor e la musica.
Quella stanza era animata da ragazze di ogni genere, chi era da sola, chi con amiche, a chi si leggeva l’ansia in faccia, chi, invece, commentava ogni cosa con l’amica, tutte in attesa che qualcuno si degnasse a comparire per dare indicazioni su cosa dovevano fare.
Demi scrutava ogni viso, da quando erano arrivate, mezz’ora prima, una paura sovrumana l’aveva sopraffatta e, più guardava le altre ragazze, più si sentiva insicura e spaventata.  ‘Siamo cinquanta ragazze, perché dovrei vincere io?’ pensò guardando una ragazza che stringeva nella mano ‘Taylor Swift’ e che sembrava essere molto sicura di sé.
Selena, vicino a lei, si agitava sulla panca, tartassando le unghie. Non aveva mai avuto così tanta paura in vita sua, era sbiancata in volto e i due biscotti, mangiati velocemente qualche ora prima, non aiutavano i suoi conati di vomito.
-Non ce la faremo mai- dichiarò Selena.
-Non dire così- si finse tranquilla Demi.
-Demi, è inutile che cerchi di calmarmi, si ti legge la preoccupazione in faccia anche a te- la colpì sulla spalla Selena.
Lei sorrise e si appoggiò all’amica –Almeno siamo qui, insieme, se non ce la faremo troveremo altre occasioni.-
Ci volle più di una mezz’ora prima che un responsabile entrasse nella camera dando informazioni.
Una signora sui cinquanta, con un ben visibile parrucchino in testa, richiamò il silenzio, alzandosi in piedi su una panca per avere maggior controllo -buongiorno ragazze, io sono Cassandra, prima di tutto vi ringrazio per essere venute, qui realizzerete il vostro sogno e vivrete una bella esperienza.-
‘Realizzerete il vostro sogno’ quelle parole suonarono come una dolce melodia alle due ragazze, che intanto ascoltavano attentamente tenendosi la mano.
-Da oggi in poi verranno effettuate gare ad eliminazione, in quattro giorni tutte le ragazze che non si dimostreranno all’altezza delle sfide verranno squalificate, alla fine dei quattro giorni rimarranno dieci ragazze. Ma solo una ragazza avrà l’opportunità di incontrare Taylor Swift-
A quelle parole le due ragazze si guardarono e tutte e due lessero negli occhi dell’altra lo stupore e la preoccupazione. Una sola ragazza avrebbe potuto incontrare Taylor e questo voleva  dire che solo una delle due avrebbe realizzato il loro sogno.
-Tranquilla Selena, ne parliamo dopo- sussurrò Demi all’amica che sembrava sul punto di svenire.
-No Demi, che ci facciamo qui se solo una realizzerà il proprio sogno? Insieme ricordi?- alzò la voce Selena non curante del fatto che avrebbe potuto dar fastidio a Cassandra, che intanto continuava il suo discorso.
-Ascoltami, vuoi davvero andartene e mandare a monte l’opportunità della nostra vita? L’abbiamo aspettata per tanto e non importa se vincerà una delle due, noi saremo sempre Demi e Selena, e poi guardaci, siamo due in mezzo a cinquanta ragazze, abbiamo una minima opportunità, tentare non costa nulla-
Selena sorrise rincuorata dalle parole dell’amica e le strinse la mano –Hai ragione, ti voglio bene.-
-Anch’io piccola.-

Dopo che Cassandra ebbe finito il suo discorso condusse le ragazze in quello che sembrava un teatro. Era abbastanza grande ma buio e le tende bordeaux, che lo circondavano, e che sicuramente avevano conosciuti tempi migliori, non aiutavano la luminosità. C’era una scalinata con venti file di poltrone e al centro troneggiava un palcoscenico.
Le partecipanti si accomodarono sulle sedute e Cassandra fu raggiunta da un uomo sui quaranta.
-Buongiorno ragazze, sono Jason e sono uno dei responsabili del concorso, sono lieto di darvi il benvenuto.- si presentò con un sorriso –ora vi spiegheremo la prima prova: il test.-
La prima prova era un semplice quesito riguardante la vita di Taylor e le sue canzoni, una cosa abbastanza semplice per Selena e Demi che erano ossessionate dalla cantante. Le cinquanta ragazze vennero divise in due gruppi da venticinque, Jason, dal palcoscenico, faceva domande tramite un microfono e a ognuna delle partecipanti era stato dato un pulsante per prenotarsi la risposta. Chi rispondeva in modo esatto prendeva punti, alla fine le dieci ragazze con minor punteggio venivano eliminate.
Era tutta una questione di velocità e conoscenza e Demi e Selena, che erano state chiamate nel primo gruppo, si sentivano pronte e motivate.
-Pronte ragazze?- annunciò James nel microfono.
-Buona fortuna Selena- disse Demi.
-Al mio tre partiamo. 1..2..- continuò James.
-Buona fortuna anche a te Demi- rispose Selena.
-3, via- un rumore assordante diede inizio alle domande. 

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Capitolo 9
*** capitolo nove. ***


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Capitolo nove.

Le domande si susseguirono una dietro l’altra, così come il rumore dei pulsanti elettrici che in poco tempo riempì la stanza.
Suonarono più volte anche i pulsanti di Demi e Selena, che trovarono le domande abbastanza semplici e riuscirono ad accumulare parecchi punti.
Le dieci ragazze furono eliminate e, non sentendo il loro nome, Selena e Demi tirarono un sospiro di sollievo. Cassandra salutò le partecipanti dicendo loro che si sarebbero riviste la mattina dopo per “un’incredibile ed emozionante sfida.”
-Ci siamo riuscite, ci siamo riuscite- saltellò Selena una volta che furono per strada.
-The time will come-  incominciò a cantare Demi.
-For us to finally win- continuò l’amica.
-And we’ll sing halleluja.-
Iniziarono a cantare a squarciagola, passando da una canzone all’altra, anche se queste non centravano niente, anche se stonavano e la gente le guardava male. Per l’ennesima volta, da quando era lì, potevano dire di essere davvero felici.

-Juuuuuuuustin- urlò Selena spalancando la porta della camera.
Justin, che se ne stava sdraiato sul letto, immerso nei suoi pensieri, cadde sul pavimento per lo spavento.
-Selena Marie Gomez io ti ammazzo cazzo- urlò dimenandosi a terra.
Selena scoppiò a ridere e si sedette sulla sua pancia –Indovina, indovina, abbiamo superato la prima sfida-
-E domani abbiamo la seconda prova- continuò Demi sedendosi vicino a loro.
-Sono contento per voi- esultò il ragazzo –Io ho iniziato il lavoro-
-Com’è andata?- chiese Selena che saltellava sulla sua pancia.
-Bene, ho scoperto che cuocere il pane è davvero difficile- scherzò provocando la risata delle due ragazze.
-Che ne dite di uscire?- propose Demi.
-Certo- approvò Justin –Vi porto in un bel posto.-
Dopo aver programmato i turni del bagno ed essersi fatti una doccia, Justin le portò in una birreria in centro, in cui si ingozzarono di panini accompagnati da brocche di birra.
Alle 11 e mezza passate si distesero sull’erba di Central Park a guardare le stelle e a prosciugare l’ultima di una serie di bottiglie di  birra.
-Non staremo bevendo un po’ troppo?- chiese Demi, che ormai, aveva la testa che le scoppiava.
-Forse- disse Justin.
-It feels like a perfect night to dress up like hipsters- canticchiava Selena brilla. Non aveva mai retto l’alcol e quelle birre avevano detto addio alla sua sobrietà. Aveva la testa paragonabile a un pallone pieno d’aria e se ne stava sull’erba a cercare immagini nelle stelle e a canticchiare a squarciagola.
-And make fun of our exes, uh uh uh uh It feels like a perfect night for breakfast at midnight -
-Cazzo Selena vuoi sfondarci i timpani?- si lamentò Justin provocando una risata di Demi.
-Forse è meglio tornare a casa- propose quest’ultima –Domani abbiamo tutti da fare.-
-Buona idea- si alzò in piedi il ragazzo.
Nel cammino verso casa furono costretti a reggere Selena che, in alcuni momenti, sembrava stare per cadere.
Arrivati in camera per le due amiche fu facile addormentarsi, appena si posarono sul letto il sonno le accolse tra le sue braccia, ma non fu così per Justin. Dopo più di una mezz’ora nel letto, nonostante il mal di testa dovuto all’alcol, non riuscì a prendere sonno. Pensò a tutto quello che gli stava accadendo in quel periodo. A volte si fermava a chiedersi se stava succedendo tutto davvero, se era davvero in quella grande città con due delle sue più grandi amiche. Quel giorno in panetteria aveva visto una signora con un ragazzo e aveva pensato alla sua casa e ai suoi genitori. Aveva sempre pensato di essere felice con la sua vita normale, aveva un buon rapporto con i genitori, degli ottimi amici, buoni voti a scuola, ma in quelle settimane stava scoprendo una felicità che non aveva mai provato, una felicità che lo rendeva libero. Certo, era in un ostello mal ridotto, con pochi soldi e doveva lavorare ma era felice comunque.
Si alzò lentamente dal lettino che gli era stato costruito e, senza far rumore, si avvicinò al letto delle amiche.
Sorrise incoscientemente a quel viso dolce, circondato da lunghi capelli neri e pensò a quanto fosse bella. Dolcemente posò le sue labbra su quelle di Selena e assaporò il gusto di quel gesto che non era mai riuscito a fare per paura e vergogna.
-Buonanotte mamacita- sussurrò prima di rimboccarle le coperte e tornare nel suo letto.

La mattina dopo Justin uscì molto presto e le due ragazze, dopo aver chiamato David per avvertirlo di un’altra assenza a lavoro, si prepararono per andare al teatro.
L’appuntamento era alle 9:30 e, quando arrivarono, Cassandra era già sul palco a dare il buongiorno a chiunque entrasse.
-Le è esploso un addosso un pacco di caramelle?- disse Selena alludendosi al suo completo rosa confetto.
-A quanto pare- rise Demi –Chi sa quale sarà la prova di oggi-
-Niente che non possiamo fare- disse determinata l’amica.
-Questo era ovvio.-
La prova di quel giorno fu semplice, venivano fatti ascoltare pezzi di canzoni e bisognava indovinare, nel minor tempo possibile, il titolo.
Si susseguirono ‘Tied together with a smile’, ‘Beautiful eyes’, ‘Invisible’, ‘Superman’, ‘Lucky You’, ‘Cold as You’ e altre canzoni meno conosciute che avrebbero potuto confondere qualcuno, ma non Selena e Demi che riuscirono a guadagnarsi abbastanza punti per non essere eliminate e per passare alla fase successiva.

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Capitolo 10
*** capitolo dieci. ***


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Capitolo dieci.

I giorni passarono velocemente e così anche le prove del concorso. Le due ragazze si stupirono di quanto fossero facili test e giochi, arrivarono a un certo punto della competizione in cui, la mattina, prima di iniziare, non ero in ansia, anzi, al contrario erano tranquille e motivate, avevano acquistato sicurezza e la convinzione che, se volevano, potevano vincere. Ogni giorno riuscivano a guadagnare punti sufficienti per tornare a “casa” con un sorriso stampato in faccia e una felicità in tutto il corpo di cui ormai avevano fatto l’abitudine. Dopo le eliminazioni, che ogni giorno avevano visto ragazze tornare a casa piangendo, arrivò finalmente la finale. Quel giorno la fortunata vincitrice sarebbe stata proclamata, una sola  di loro sarebbe tornata a casa sapendo di  poter realizzare il suo sogno.
Le parole “una sola”, pronunciate da Cassandra, rimbombavano nella testa di Demi che, rannicchiata nel suo letto, guardava Selena dormire beatamente. La sveglia elettrica sul comodino segnava le 3:10, ancora qualche ora e le ragazze si sarebbero trovate nel teatro ad affrontare l’ultima prova. Demi si chiedeva qualche tipo di test avrebbe dovuto affrontare e soprattutto se ne fosse uscita vincitrice. Voleva vincere, non voleva essere una di quelle ragazze, che nei giorni precedenti, aveva visto piangere abbracciate a un genitore o a un’amica, dopo essere state eliminate, ma, a fare a pugni con questo, c’era la sofferenza all’idea di realizzare il proprio sogno senza Selena. In fondo, se era là, era solo grazie Selena, lei l’aveva convinta a partire, lei era quella che aveva sempre motivato tutte e due, lei c’era sempre stata, con lei aveva fatto una promessa e voleva mantenerla.
Nel buio della camera allungò il braccio sul comodino in cerca dell’Ipod. Dopo averlo trovato infilò le cuffiette nelle orecchie, fece scorrere la playlist fino a quando non arrivò a  ‘state of grace’ e si immerse nel testo.

This is the worthwhile fight
Questa è una lotta che vale la pena combattere.
Love is a ruthless game
L’amore è un gioco spietato
Unless you play it good and right
Tranne se lo giochi nel modo giusto
These are the hands of faith
Queste sono le mani del fato.

Quello era amore, amore per il proprio idolo e lei avrebbe dovuto combattere. Cullata da ‘back to december’ si addormentò.

                                                                                               ***
La mattina seguente l’ansia era evidentemente padrona di tutto il teatro, nessuno diceva una parola e sguardi di sfida erano scagliati tra le partecipanti. Selena e Demi si fingevano calme sedute nella loro sedia cercando, soprattutto, di non pensare a quello che sarebbe successo dopo.
-E’ il momento- sospirò Selena quando vide Cassandra salire sul parco.
-Ci siamo, la finale- disse Demi con voce tremante.
-Qualsiasi cosa succeda saremo sempre io e te, vero?-
Demi guardò l’amica prima di abbracciarla –Certo, io e te, è una promessa no?-
Selena sforzò sul viso un sorriso –Una promessa.-
Una Cassandra vestita completamente di verde, intanto, era salita sul palco e aveva posizionato il microfono –Buongiorno ragazze- squillò –Ci siamo, la finale tanto attesa è arrivata. Ora siete in dieci e questo è il momento per farvi valere, combattete con tutte voi stesse e vincere. Solo una di voi potrà, fra qualche giorno, avere l’onore di incontrare Taylor Swift e sta a voi decidere chi sarà quella fortunata ragazza. Fino ad oggi le prove sono state facili ma ora arriva la difficoltà. Fra qualche minuto verranno messi al centro del palco un tavolo, con sedie e fogli contati, e  un cesto con all’interno dei bigliettini, su questi bigliettini ci sono scritti i nomi di canzoni, al suonare del gong voi dovrete correre e prendere uno dei biglietti, sedervi al tavolo e scrivere sul foglio il testo della canzone che avete pescato. Colei che finirà per prima vincerà.-
Le partecipanti sbiancarono in volto sentendo le regole del gioco e Selena e Demi si guardarono spaventate. La prova non era facile, bisognava sapere bene la canzone, scrivere velocemente e non sbagliare.
-Oh bene ragazze, ecco qui il cesto- disse allegra Cassandra quando un operaio con una tuta arancione portò sul palco un cesto traboccante di piccoli fogli piegati su se stessi. –Raggiungetemi  così iniziamo.-
Le partecipanti circondarono il cesto che venne osservato con desiderio e timore,  ognuna sperò di trovare una canzone facile e abbastanza corta. Selena e Demi si strinsero la mano in cerca di conforto e sollievo, tutte e due erano convinte di non potercela fare. “Questa è la fine” pensò Selena fissando i foglietti bianchi “Non ce la farò, soprattutto se mi capita una canzone lunga.” Cerco lo sguardo dell’amica e, quando lo trovò, le mostrò un sorriso che Demi comprese come un ‘buona fortuna’.
-Pronte?- disse nel microfono Cassandra –Questo è il momento, buona fortuna a tutte.-
Il conto alla rovescia partì per il minuto che, alle due ragazze, sembrò il più lungo della loro vita. Ripensarono alla loro prima conversazione, a tutti i pomeriggi passati in camera a cantare, al lavoro nel locale, al viaggio, alle sere in giro per New York, al momento in cui avevano saputo di avere una possibilità e alla felicità che avevano provato in quei giorni. Ora tutto dipendeva da quel momento.



Spazio autrice. 

Ciao bella gente, allora prima di tutto mi scuso per il ritardo, questo è un periodo molto strano, studio tanto e la sera sono stanca e mi addormento, a volte scrivo anche durante la lezione ma non è mai sufficiente perchè le prof mi guardano male e sono costretta a chiudere. Vi voglio ringraziare per il fatto che continuate a leggere e a lasciarmi recensioni, sono contenta che vi piaccia la storia e vi immedisimate, questo è il mio scopo principale.
Vi anticipo che ci saranno molti colpi di scena, questo capitolo è corto ma presto arriverà qualcosa che sconvolgerà tutti. Va beh, vi sto dicendo troppo, vi lascio.
Grazie ancora a tutti.

-Francesca :)

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Capitolo 11
*** capitolo undici. ***


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Capitolo dieci.

Il gang suonò e le dieci ragazze si lanciarono sul cesto come animali affamati su una preda. Selena infilò velocemente la mano tra i bigliettini e, quando riuscì ad afferrarne uno, corse al tavolo. Una volta seduta non esitò ad aprirlo e la scritta all’interno rivelò ‘Dear John’. Quando realizzò di aver pescato una delle canzoni più lunghe si sentì smarrita e indifesa. Da quel momento in poi, in qualche modo, capì che avrebbe perso, ma prese una penna e iniziò a scrivere.
Conosceva bene quella canzone, era una delle sue preferite, ma in quel momento era come se non l’avesse mai ascoltata. A causa dell’ansia le parole le tornavano in mente confuse e disordinate e non riusciva a ricordarsi melodia e ritmo. Riuscì comunque a scrivere qualcosa ma si bloccò, nuovamente, dopo appena due strofe.
Si sentiva una delusione, soprattutto verso Taylor, aveva sprecato l’unica e più grande occasione della sua vita e non se lo sarebbe mai perdonato. Faticava a trattenere le lacrime, la testa le scoppiava e la gola le bruciava, era come se avesse appena combattuto una guerra contro se stessa e ne fosse uscita sconfitta con ferite gravi in tutto il corpo. Esasperata e stanca posò la penna, si era appena arresa.
Intorno a lei le mani delle sue avversarie correvano veloci sui fogli e Cassandra, seduta su una sedia, controllava la situazione, o meglio ci provava. Stanca di pensieri posò la testa sul foglio e chiuse gli occhi, voleva solo andare via.
-Ho finito, Ho finito- un urlo la ripescò dai suoi pensieri, controvoglia alzò la testa e vide alla sue destra una capigliatura marrone con ciocche rosa che, alzatasi in piedi, agitava un foglio scritto.
-Demi- urlò scattando in piedi.
-Selena ho finito, ce l’ho fatta- Demi tremava, aveva il fiato corto e gli occhi lucidi.
-Oh bene, quindi abbiamo una vincitrice- intervenne Cassandra –Che canzone hai trovato cara?-
-I…I..I’d lie- rispose Demi con voce tremante consegnando il suo foglio.
-Bene, ora facciamo controllare il testo ai giudici e ti facciamo sapere il risultato fra qualche minuto.-
Selena guardò la scena da lontano e quando l’amica finì la conversazione con Cassandra si avvicinò per abbracciarla.
-Brava Demi- sussurrò.
-Non ci posso credere, mi sembra tutto irreale-
-Sono davvero felice per te-
Demi strinse le mani dell’amica nelle sue -Hei, tu stai bene?-
-Certo- mentì con voce stridula.
-Se vuoi posso chiedere ai giudici di portarti con me quando..-
-No Demi, è il tuo momento, te lo meriti- la interruppe Selena.
Demi annui e dolcemente strinse l’amica a sé –Ti voglio bene-
-Anch’io- sussurrò Selena.
Rimasero abbracciate senza dire una parola, strette nel loro stesso dolore e nella stessa loro gioia. Demi era felice, avrebbe incontrato il suo idolo, ma non le piaceva veder stare male la sua migliore amica. Selena, infatti, aveva provato a nasconderle la sua sofferenza, troppo evidente, però, nei suoi occhi. Selena, invece, era felice per la sua amica ma la tristezza e la delusione incombevano su di lei.
Quando Cassandra tornò con il foglio in mano le ragazze si sciolsero dal loro abbraccio.
-Bene, sono felice di annunciarvi che abbiamo la nostra vincitrice- parlò Cassandra –Demi ci sei riuscita complimenti, il testo è corretto- squillò dopo un minuto di suspance.
Invitata da Cassandra, Demi saltellò sul palco. –Ecco qui la nostra vincitrice- il suo braccio fu alzato in aria mente sul suo viso si apriva un timido sorriso.
-Sei felice?- chiese Cassandra.
-Certo- annuì la ragazza.
-Incontrerai Taylor Swift, ci credi?-
-Non ancora, mi sembra di stare in uno dei miei sogni- la voce di Demi era un misto di eccitazione e timidezza.
-Bene, allora ora festeggiamo.-
La mora fu travolta subito da uomini in giacca e cravatta e da qualche giornalista munito di macchina fotografica.
Selena aveva osservato da lontano la scena obbligandosi a sorridere. Ma, ora, quel sorriso era diventato troppo pesante e faticandosi a trattenere le lacrime corse fuori verso l’ostello.
-Selena!- urlò Justin quando la ragazza spalancò la porta. –Che succede?-
Selena si rinchiuse nelle braccia dell’amico –Ho perso, non ce l’ho fatta- singhiozzò.
-Ehi va tutto bene, ci saranno altre occasioni-
-No, non ci saranno, sono una stupida-
-Non sei una stupida, sai quante occasioni ci sono là fuori? La troveremo insieme- disse il ragazzo asciugandole le lacrime.
-Demi ha vinto- sospirò Selena.
-Arriverà anche il tuo momento, ora calmati- la cullò dolcemente nelle sue braccia baciandole la testa. –Troveremo un modo insieme-
Selena non potè non sorridere per quel comportamento tanto premuroso –Grazie- sussurrò.
-Never say never, piccola- rispose il ragazzo lasciandole un bacio sulla guancia.


Spazio autrice.

Hola bella gente, mi piace lasciare questi spazi autrice, non so per quale motivo. Volevo ringraziare tutte per le meravigliose recensioni che mi avete lasciato nello scorso capitolo, alcune mi hanno fatto arrossire, sono davvero contenta che voi vi immedesimate nelle ragazze, è uno dei miei scopi principali. Sto cercando in tutti i modi di scrivere il più veloce possibile per non farvi aspettare ma non è sempre facile.
Questo capitolo è stato abbastanza facile da scrivere perchè in questi giorni mi sono sentita proprio come Selena, non poterla vedere a Roma mi ha distrutto completamente, ma questa è un'altra storia.
Bene, è arrivata la finale e Demi ha vinto, ora inizia il bello quindi continuate a leggere. Se mi lasciate qualche recensione poi vi sposo(?) ahahah.
Va beh, vi lascio, spero vi piaccia.

-Francesca.

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Capitolo 12
*** capitolo dodici. ***


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Capitolo undici.

Quando Selena riuscì a calmarsi i due ragazzi si sdraiarono sul letto strettamente abbracciati.
-Allora, cosa vuoi fare?- chiese Justin che accarezzava dolcemente i lunghi capelli neri di Selena.
-Niente- sussurrò una voce tremolante.
-Dai, non vorrai farti scoraggiare da una brutta giornata?-
Un respiro colmo di pianto venne dato come risposta da Selena e Justin capì, che in quel momento, non avrebbe potuto fare niente. Cerco la sua mano per saldarla alla propria e incominciò a cantare dolcemente fin che tutti e due non si furono addormentati.

-Belli addormentati in piedi!-
Una voce arrivava confusa e lontana a Justin, credette di star sognando fin che non riuscì ad aprire gli occhi e vide al suo fianco Demi che, poggiata sulle ginocchia, saltellava allegramente.
-Uh ti sei svegliato finalmente- esultò la mora.
Un grugnito uscì dalla bocca di Justin e, cercando di mettere a fuoco, spostò lo sguardo su Selena che ancora dormiva accovacciata. Aveva il viso rilassato e un’espressione felice in volto e questo fece tranquillizzare il ragazzo, almeno nel sonno poteva stare tranquilla.
-Svegliala dai- la voce di Demi portò il ragazzo a distogliere lo sguardo da Selena e a posarlo su di lei.
-Perché? Sta dormendo tranquillamente-
-Voglio raccontarvi cosa è successo, non immagini che cosa..-
Demi fu subito interrotta da Justin –Ti sembra giusto?- un’espressione arcigna e delusa si era formata sul viso del ragazzo.
Demi capì la situazione e abbassò il capo chiedendo scusa con gli occhi che velocemente avevano perso il bagliore e la luminosità di prima dovuti all’allegria per la vittoria.
-Mi dispiace- sussurrò giocando con le dita.
-Ragazzi- la voce impastata di sonno di Selena fece girare Demi e Justin verso la mora che, anche se sveglia, aveva gli occhi chiusi.
-Ehi Sel- sorrise Demi.
Selena si strofinò gli occhi con le mani e, quando riuscì ad aprirli, si alzò per mettere in posizione eretta la schiena.
-Ciao Demi- sorrise dolcemente all’amica –Com’é andata con i giornalisti e Cassandra?-
-Niente di che- cercò di essere vaga Demi. Sapeva che Justin la stava guardando sperando che non dicesse qualcosa che potesse far stare male Selena. –Solite cose, domande, foto, mi hanno offerto da bere congratulandosi.-
-Sono contenta per te, te lo meriti- annuì Selena.
Demi si sentì impotente e impaurita quando le labbra di Selena si curvarono in un sorriso forzato prima di abbassare il capo,  dolcemente l’abbracciò e posò il mento sulla sua spalla ripetendosi, mentalmente, di non piangere.  
 
Demi non aveva detto niente ai due amici sull’incontro con Taylor fissato per il giorno seguente. “Taylor è in città questa settimana, l’abbiamo contattata, vi troverete qui al teatro, al secondo piano, domani mattina alle 10:00” aveva detto Cassandra a Demi mentre festeggiavano.
La ragazza non aveva dormito quella notte per l’euforia, non poteva credere che, dopo tanti anni, avrebbe finalmente incontrato il suo idolo. Nella sua testa aveva programmato ogni cosa, i vestiti da mettere, le foto che avrebbero fatto, perfino le conversazione, anche se poi, era sicura, che i programmi non sarebbero stati rispettati. Per tutta la notte, però, aveva evitato di girarsi verso Selena, non riusciva a guardarla, le si leggeva la tristezza e il dolore in faccia e questo faceva stare male anche Demi. Aveva fatto lo stesso la mattina dopo, si era alzata sfilando i vestiti dall’armadio silenziosamente e poi era uscita lasciando tutta la sofferenza in quella camera e portando con sé solo l’allegria e l’eccitazione.

Demi non si era accorta che Selena era sveglia e la guardava da sotto le coperte prepararsi.  Aveva preferito fingersi addormentata e non voleva sapere nemmeno dove stesse andando l’amica. Appena aveva sentito la porta chiudersi si era alzata, aveva aperto l’armadio e ne aveva sfilato tutti i vestiti per lanciarli disordinatamente nella valigia, prestando attenzione a non svegliare Justin che ancora dormiva.
In pochi minuti si era vestita e aveva finito la valigia, poi aveva strappato un foglio dal quaderno e con una penna l’aveva riempito di parole disordinate.

“Caro Justin,
ieri sera mi hai detto di lottare, di credere in me stessa, ma la verità è che non posso, non questa volta. Ho combattuto per troppo tempo e ora è arrivato il momento di posare le armi. Quando questa mattina non mi troverai nel letto non ti preoccupare, io sto bene, ho solo preso una strada diversa.
Salutami Demi e dille che sono fiera di lei. Ti voglio bene, voglio bene a entrambi e vi sono grata dei momenti meravigliosi che mi avete fatto passare, li porterò con me sempre, promesso.

                                                                                                                                                         Selena”

 
Aveva firmato lo scritto con qualche lacrima scesa mentre scriveva e, dopo aver piegato il foglio, lo aveva lasciato vicino al letto di Justin.
“Ci rivedremo” aveva sussurrato all’amico prima di lasciargli un bacio sulla guancia e uscire dalla camera.

Demi arrivò davanti al teatro e sentì una scarica di emozioni esplodere dentro di sé.  Fece un respiro e cercando di mantenersi calma entrò.
La struttura era grande, il concorso si era svolto all’ultimo piano dell’edificio e non aveva mai visitato le altre zone, si era, però,divertita a immaginarsi un arredamento moderno, tipico di New York e diverso da quello del teatro.
Quando però l’ascensore terminò la sua corsa e le porte si aprirono tutto ciò che si presentò davanti a Demi fu il buio.
-C’è qualcuno?- sussurrò cercando di guardarsi intorno.
La stanza risultava senza finestre e un odore di chiuso riempì le narici della ragazza, sembrava che in quel piano lei fosse la prima a salirci dopo tanto tempo.
  –Qualcuno mi sente?-
Il silenzio fu l’unica risposta e Demi decise di prendere il telefono per farsi luce e capire la situazione. Aprì la grande borsa che portava con sé e ci immerse le mani tastando ogni oggetto.
-L’avrò dimenticato in camera, dannazione- borbottò quando nella borsa non trovò niente. –Me ne vado, va bene.-
-No cara, tu non vai da nessuna parte.- una voce roca parlò nel buio e in un attimo oggetto pesante colpì la testa di Demi facendola cadere a terra svenuta.


Spazio autrice.

Partiamo dicendo una cosa:

  AUGURI JUSTIN.
non sono una fan ma mi piace tantissimo come canta ed è un ragazzo meraviglioso.

           

Tadadaan, ecco il colpo di scena tanto atteso. Selena è scappata, scappata dalla sofferenza dovuta al dover vedere la propria migliore amica realizzare il sogno, che si erano promesse insieme, da sola e Demi, che doveva incontrare il suo idolo, ha incontrato qualcos'altro.
Questo capitolo mi piace molto dal punto di vista dei sentimenti, qui si vede una Selena diversa dal solito, lei di solito è quella allegra e vivace ma qui soffre, sta male e scappa per sfuggire alla pressione. Credo che molte si rispecchieranno in Selena in questo capitolo, quante hanno desiderato scappare e mollare tutto perchè si sentivano una delusione? 
Beh, comunque ora vi tocca aspettare l'altro capitolo per scoprire tutto, vi annunciò già che la storia sta per finire, non voglio prolungare tanto, poi risulterebbe noiosa e mi troverei a scrivere cose che non stanno ne in cielo e ne in terra. Per tutte le swiftie, tranquille, Taylor comparirà.
Vi ringrazio come sempre delle belle recensioni che mi lasciate, alcune mi fanno davvero arrossire, siete dolcissime e gentilissime.
Se volete contattarmi su twitter per qualsiasi cosa sono @selenasspickle.
Un bacio a tutte e grazie ancora.

-Francesca

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Capitolo 13
*** capitolo tredici. ***


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Capitolo tredici.

C’era stata una volta Demi aveva pesantemente litigato con i genitori e la madre aveva perfino dovuto trattenere il marito dal picchiare Demi. La ragazza spaventata era scappata a casa di Selena dove le due ragazze si erano avvolte in una coperta e Selena aveva guardato l’amica finire le lacrime per poi consolarla.
Selena ricordò quel giorno sentendosi stupida e piccola nel sedile di quel treno. Treno per Stratford, ci aveva pensato per dieci minuti pieni prima di salire e alla fine si era convinta che era la cosa più giusta da fare. Ora, mentre guardava New York scomparire dietro di lei, si sentiva debole. Lei non era mai stata così, lei era sempre stata quella forte. “Io non ho bisogno di essere forte, tu lo sei così tanto che riesci a trasmettere la tua forza a me” ripeteva sempre Demi. Ed era così, la loro era un’amicizia perfettamente amalgamata, proprio come una torta. Selena era l’impasto, Demi la bellezza e si sa, se la torta non ha un bell’aspetto nessuno la mangia, ma se al contrario la torta è perfettamente decorata e abbellita, ma all’interno mancano degli ingredienti, non sarà gradita. Loro funzionavano in questo modo, un unione perfetta che però in quel momento sembra stesse per rovinarsi.
La ragazza si costrinse a non piangere quando il treno fu definitivamente lontano da New York. Infastidita da un uomo che indossava una strana camicia gialla e che evidentemente aveva tanta voglia di parlare, ripescò l’ipod dalla borsa e fece partire una canzone a caso, convinta che quello non sarebbe stato un viaggio facile.

Demi aprì gli occhi ma tutto ciò che vide fu il buio. Ci vollero qualche minuto prima che capisse dov’era e che cosa fosse successo. Ancora sdraiata a terra tastò con la mano quello che sembrava un pavimento in pietra e quando fu sicura non ci fosse niente intorno a lei si alzò. Capì di essere in una stanza vuota quando il rumore dei suoi passi rimbombò nell’ambiente e il forte odore di muffa le si insidiò nel naso. Era in trappola.
L’ansia si impadronì subito di lei, tremando si appoggiò con il petto al muro e avanzò velocemente speranzosa di riuscire a trovare un’uscita.
Quando le sue mani sudate toccarono del legno sussultò, tastò celermente la superficie e quando sentì il freddo dell’acciaio di una maniglia capì di aver trovato una porta. Provò ad abbassarla ma come aveva previsto la porta era chiusa, iniziò quindi a tirare forti pugni al legno urlando con tutta la voce che le usciva.
-Aiuto qualcuno mi aiuti, vi prego- i pugni erano sempre più forti ma sembrava che nessuno riuscisse a sentirli. –Vi prego aiutatemi, vi prego.-
Continuò in quel modo per qualche minuto e quando si accorse che il silenzio era l’unica cosa che riceveva come risposta si arrese. Si accasciò contro il muro e con le dita si toccò la fronte, la ferita era ancora fresca e molle.
Non ci volle niente per far iniziare a scendere le lacrime. Non era mai stata così spaventata in vita sua, quella doveva essere la giornata migliore della sua vita e invece si stava rivelando un incubo.  Si trovava in una stanza buia, senza acqua o aria, riusciva appena a vedere e soprattutto  non sapeva cosa l’avrebbe aspettata.  Cosa volevano da lei? Perché l’avevano rinchiusa là dentro?
Ogni tentativo di calmarsi era chiaramente inutile, voleva urlare ma la voce si fermava in gola per la paura e per il pianto. Pensò a Selena e a Justin e le lacrime tagliarono più veloce il suo viso, dov’erano in quel momento? Si erano accorti che qualcosa non andava? Avrebbe voluto chiedere aiuto ma non sapeva in che modo, l’unica cosa che poteva fare era aspettare là sperando che, chiunque l’avesse rinchiusa là, non avesse cattive intenzioni.

Demi non sapeva quanto tempo fosse passato, forse mezz’ora, forse un’ora, forse due, all’interno di quel rifugio sembrava che il tempo non esistesse. Portando le gambe al petto e poggiando sulle ginocchia la testa aveva provato a dormire ma con scarsi risultati, non riusciva a smettere di tremare e il pianto era stato sostituito da singhiozzi irregolari.
Sussultò quando sentì un rumore provenire dalla porta. Qualcuno stava cercando di aprirla, spaventata si alzò e indietreggiò nel buio.
Una pila illuminò la stanza e una figura, che Demi non riusciva a vedere bene, parlò –Dove sei?-
Terrorizzata Demi non riuscì a parlare e questo sembrò far infuriare ancora di più l’uomo  perché la voce divenne ancora più dura –Ripeto, dove sei?-
-Qu…qui- balbettò a fatica Demi.
I passi si avvicinarono e la luce fu puntuta in faccia alla ragazza. Demi vide davanti a sé un uomo sui 40 anni, aveva una folta barba e dei piccoli occhi erano nascosti da un paio di occhiali da vista.
-Oh eccoti qua- disse con finto tono scherzoso –ti conviene stare in silenzio e non combinare guai, se farai la brava ti porteremo un po’ di cibo e dell’acqua.- continuò guardandola con uno sguardo che intimorì la ragazza.
-Ccc..cos..cosa volete da me?- sussurrò Demi guardando l’individuo alzarsi.–Ti conviene stare in silenzio perché ogni azione sbagliata che farai ricadrà sulla tua cara amica Selena.- una minacciosa risata riempì la stanza prima che lui uscisse sbattendo la porta e sigillandola.
Demi fu ancora più spaventata da quelle parole. Cosa volevano da Selena? Al pensiero che potessero farle del male scoppiò nuovamente a piangere e non si fermò per molto tempo.

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Capitolo 14
*** capitolo quattordici. ***


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Capitolo quattordici.

Justin aveva attraversato la stanza così tante volte quel giorno che poteva dire il numero preciso delle mattonelle che componevano il pavimento.  Si ripassò in testa, un’ultima volta, il testo del biglietto, a furia di leggerlo l’aveva imparato a memoria senza fatica, ma ancora gli sembrava impossibile.
Compose il numero di Selena sulla tastiera del telefono, ma di nuovo fu la segreteria a rispondere che fece uscire dalla bocca del ragazzo un ringhio.
Non sapeva più come comportarsi. Non sapeva dove fosse, se le fosse successo qualcosa, se fosse tornata a casa o se fosse in giro per New York. Non poteva di certo mettersi a cercarla in giro per la città ma sapeva anche che i mille messaggi lasciati in segreteria erano del tutto inutili. Rabbia e preoccupazione ribollivano dentro di lui, aveva voglia di piangere ma la rabbia gli bloccava le lacrime, voleva urlare ma l’ansia gli aveva tolto le parole, ogni soluzione che trovava si rivelava, poi, sbagliata. Era del tutto spaesato.
Si sedette sul letto e prese la testa tra le gambe riflettendo sulla situazione. Quella mattina, quando si era svegliata, di Selena aveva trovato solo il foglietto che annunciava una sua partenza mentre di Demi nemmeno un’ombra. Aveva lasciato il cellulare a casa e non si era presentata a lavoro, non sapeva nemmeno dove si fosse diretta, fatto sta che non era ancora tornata.
In quella camera di ostello, per la prima volta dopo tanto tempo, Justin si sentì solo. Se quando era arrivato in città si era sentito libero ora gli avevano appena tagliato le ali lasciandolo cadere nel vuoto.

La sveglia sul comodino segnava la mezzanotte precisa e Demi non era ancora tornata.
Justin aveva resistito un pomeriggio intero convincendosi che fosse da qualche parte a divertirsi ma ora, governato dall’ansia, afferrò il telefono e compose il numero della polizia.
Una voce femminile rispose dall’altra parte della cornetta chiedendogli che cosa cercasse.
-Devo segnalare una scomparsa- disse il ragazzo con voce tremante.
La donna gli chiese vari tipi di informazione, dalle più semplici alle più dettagliate assicurandolo, alla fine, che appena avrebbero avvero avuto notizie l’avrebbero avvisato.
Alla fine della chiamata Justin si sedette sul divanetto della camera a fissare il pavimento lasciando che l’ansia e la preoccupazione lo divorassero. Gli occhi marroni erano vuoti e pieni di paura. Voleva fare qualcosa, correre e andare a cercare le amiche ma si sentiva imprigionato e stupido.
Cercando una speranza digitò, sul telefono, il numero di casa di Selena e proprio quando stava per chiudere la voce della ragazza parlò dall’altra parte della cornetta.
-Selena- esclamò il ragazzo.
-Jus..Justin sei tu?- farfugliò lei.
Prendendo fiato il ragazzo parlò veloce interrompendo ogni qualvolta che la ragazza cerca di dire qualcosa –Selena non mi interessa il motivo per il quale tu abbia deciso di partire ma ora devi tornare, Demi è scomparsa ho chiamato la polizia e mi hanno detto che mi faranno sapere ma ho paura, non so cosa fare- la voce disperata tremava e sentiva le lacrime scoppiare nei suoi occhi –ti prego, vieni qui- riuscì a dire alla fine.
-Scomparsa? Justin cosa stai dicendo?- si allarmò Selena.
-Si, non ha fatto più ritorno- disse tra le lacrime il ragazzo.
-Ti raggiungo subito- rispose velocemente la ragazza prima di attaccare il telefono.
Proprio come la sera in cui era scappata di casa, Selena si calò giù dalla finestra della sua camera.
Non le interessava cosa avrebbero detto i suoi genitori o che cosa avesse messo nella borsa che aveva con sé, a tutta velocità corse verso la stazione per riprendere di nuovo il treno. Doveva trovare la sua amica, a qualsiasi costo.

Sdraiata sul pavimento lugubre Demi si chiedeva quante lacrime poteva piangere una persona. Lei l’aveva fatto silenziosamente per ore intere e ora si sentiva incapace di fare anche quello.
Era riuscita a guadagnarsi un pezzo di pane duro ma, per quanto stesse morendo di fame, era stata costretta a mangiarne solo metà per conservarne un pezzo in caso di necessità.
La gola era secca, la ferita in testa le bruciava e la paura ad addormentarsi l’aveva costretta a tenere gli occhi aperti, difficile quando si ci trova in una stanza buia e la stanchezza è in possesso del tuo corpo.
Le ore sembravano non passare più, una sola giornata le sembrava un anno e il futuro le faceva terribilmente paura. Non voleva gridare, sapeva di peggiorare solo le cose in quel modo, ma  voleva uscire e chiedere aiuto.
Strisciò debolmente sul pavimento fino ad arrivare alla porta dove poggiò la testa sul legno.
Fuori c’era qualcuno, delle voci si scontravano in quella che sembrava una discussione animata.
-Cosa facciamo?- Demi riconobbe la voce dell’uomo che le aveva portato il pane. –I giornali già parlano della sua scomparsa, non possiamo farci scoprire-
-Teniamola dentro qualche altro giorno- questa volta fu una voce più anziana a parlare. –Qualcuno pagherà primo o poi la ricompensa-
-Sei pazzo? Se ci beccano siamo morti- si intromise qualcun altro.
Per qualche minuto calò il silenzio, poi qualcuno, una voce anziana e roca parlò –Uccidiamola.-


Spazio autrice.

Ciao ragazze, inizio col dire che mi dispace tantissimo di averci messo così tanto a pubblicare il capitolo ma dire che a scuola ci hanno ucciso e poco. Avrò riscritto questo capitolo almeno quattro volte perchè o perdevo il foglio o non mi piaceva, mi dispiace tanto.
Beh questo è un capitolo passeggero ma devo dirvi che sono rimasti massimo quattro capitoli, la fine è quasi arrivata. Come al solito vI ringrazio di continuare a leggere e a lasciare recensioni, vi sono davvero grata. Un'ultima cosa, siete pregati di avvisarmi su twitter (sono @selenaswand) quando cambiate nick o ogni volta mi dispero, grazie..
Beh che dire, aspetto pareri e recensioni, un bacio a tutte.

-Francesca 


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Capitolo 15
*** capitolo quindici. ***


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Capitolo quindici.

Le dita di Selena tamburellavano nervose sul piano di legno del centro di polizia. Vicino a lei Justin camminava su e giù per il piccolo atrio aspettando che qualcuno si facesse vivo.
Selena era arrivata a New York a notte fonda  e subito con Justin si erano precipitati dalla polizia per cercare notizie dell’amica, peccato che dopo un’ora e mezza l’unica risposta ricevuta era ‘dovete avere pazienza, stiamo facendo il possibile’.
-Basta non ce la faccio più- Selena si alzo di scatto dalla sedia in legno e si avvicinò a un poliziotto alla prese con dei fascicoli.
-Agente la prego, può dirci qualcosa?- chiese supplichevole.
L’uomo alzò il viso e la scrutò e poi tornò a guardare i suoi fogli –Dovete aspettare- rispose con voce annoiata.
-Ma come facciamo ad aspettare? La nostra amica è scomparsa, potrebbe succederle di tutto- era arrivata al limite.
L’agente si mosse con movimenti esasperati e guardò Selena –La pattuglia sta facendo il possibile, mi dispiace davvero tanto ma ora assillare il personale e preoccuparsi è inutile, tornate a casa e rilassatevi, vi faremo sapere- picchierellò i fogli sul tavolo per allinearli e poi se ne andò.
-Non commetto un omicidio solo perché siamo in un centro di polizia- disse la ragazza sedendosi sulla sedia.
Justin si mise vicino a lei -Questa attesa è straziante-  sbruffò sfregandosi il viso con le mani.
Selena scrutò il ragazzo e poi sussurrò –Starà bene secondo te?-
-In questo momento, secondo la mia testa, potrebbe succedere di tutto- confessò Justin fissando i suoi occhi in quelli della ragazza per cercare conforto.
Lei gli prese la mano e la strinse per trasmettergli un po’ di incoraggiamento, anche se in realtà lei era spaventata a morte.
Per un’ora e mezza il silenzio fu padrone della centrale. Selena si era rifugiata nelle braccia di Justin e spostava gli occhi dall’orologio alla porta,  in attesa che entrasse qualcuno.  Entrambi combattevano per mantenere gli occhi aperti, erano stanchi perfino per protestare. 
Le loro preghiere furono però esaudite quando un uomo e una donna in divisa entrarono e si avvicinarono a loro.
La donna  rivolse loro un sorriso dolce e poi parlò con voce calma –Ragazzi abbiamo individuato la vostra amica, è tenuta in ostaggio nello scantinato di un teatro-
Justin scattò subito in piedi –In ostaggio? Cosa vogliono da lei?- balbettò.
Questa volta fu l’uomo a rispondere –I nostri esperti hanno scoperto che l’azienda  ‘Viesse’ non esiste, i suoi falsi creatori hanno indetto il concorso per rapire una ragazza, in questo caso la vostra amica Demi, e tenerla in ostaggio e poi chiedere un riscatto molto salato-
-Ma è orribile- urlò Selena.
La donna annuì comprensiva –Non è la prima volta che capita, sono stati arrestati altri complici l’anno scorso-
-Demi sta bene, vero?- chiese Justin.
-Speriamo di si, i nostri colleghi stanno andando al teatro- rispose la donna.
-Voglio andare con loro- esclamò Selena.
-Signorina non mi sembra proprio il caso, è pericoloso, gli uomini sono armati, potrebbe succedere di tutto- disse l’uomo.
-La prego, voglio andare da lei- supplicò la ragazza con occhi lucidi.
-Non se ne parla, rimanete qui un altro po’, noi vi aggiorneremo su ogni cosa-
La donna sorrise dolcemente ai due ragazzi prima di andarsene seguita dall’uomo.
Justin si mosse con movimenti lenti fin che non trovò un posto dove potersi appoggiare per non cadere, era terrorizzato e i suoi occhi vagavano spaventati come in cerca di un appiglio, come se non sapessero cosa guardare.
Selena, al contrario, camminava velocemente davanti a lui parlando animatamente.
-E se si sono sbagliati e non la trovano? Sicuramente le avranno fatto qualcosa. Non può essere, è impossibile, tra tutte le ragazze proprio lei. Bastardi, bastardi.-
-Selena fermati- riuscì a sussurrare Justin.
-No, non mi fermo. Vieni con me, ora- afferrò la mano del ragazzo e lo trascinò fuori dalla centrale correndo.
Justin tirò Selena verso di sé dal braccio con cui lei gli teneva la mano e la fece fermare –Dove accidenti vuoi andare?-
-Al teatro, dove secondo te?-
-Sei pazza, sai a che pericoli andiamo incontro?- urlò Justin che ormai sembrava essersi ripreso.
-Non mi interessa, se vuoi vieni con me o io vado da sola-
Per quanto l’idea gli sembrava folle, alla vista dell’amica correre per strada, si convinse –Aspettami, arrivo-
Corsero fino al teatro dove numerose macchine della polizia facevano luce con le sirene accese e dei medici in divisa aspettavano appoggiati a delle ambulanze.
-Non si capisce niente- ansimò Justin piegandosi  per poggiare le mani sulle ginocchia e riprendere fiato.
Selena si guardò intorno valutando la situazione.
-Oh no Selena, conosco quello sguardo, non provare a fare cavolate- si allarmò Justin guardando l’amica.
-Zitto Justin- lo intimò la ragazza senza togliere lo sguardo dalla struttura davanti a lei.
-No, non sto zitto, tu ora aspetti qua-
-Tu fai quello che vuoi, io devo andare- disse così e poi si mise a correre verso il palazzetto.
Justin urlò il suo nome e corse dietro di lei per cercare di fermarla. Tentativo inutile visto che la ragazza si era fatta spazio tra i poliziotti agilmente ed era riuscita a superare la linea gialla che impediva il passaggio.
Riuscì ad entrare nel palazzetto ma fu subito bloccata da due agenti che facevano la guardia.
-Signorina dove crede di andare?- chiese un uomo di possente muscolatura.
-Hem, beh- farfugliò Selena evitando lo sguardo dei due uomini –Io cercavo Demi, la mia amica-
-A questo ci pensano i nostri colleghi, ora esci fuori per favore-  rispose l’altro agente con tono più calmo rispetto all’altro.
-Ma..- cercò di protestare la ragazza.
-Niente ‘ma’, esci o saremo costretti a prenderti di peso-
E così fu, la ragazza tentò di scavalcare le due guardie e fu presa in braccio e trascinata fuori mentre si dimenava urlando.
Fu fatta sedere su una sedia e avvolta in una coperta e i due agenti si assicurarono che fu calma nelle braccia di Justin prima di tornare al loro turno di guardia.
Justin la strinse più forte possibile a sé e con una mano strofinò la schiena per trasmetterle calore -Stai calma ora, fra poco sarà tutto risolto- sussurrò al suo orecchio percependo i singhiozzi dovuti a un immediato pianto.
-Svegliatemi dalla realtà- disse Selena tra le lacrime

Due ore dopo Selena e Justin camminavano ansiosamente su e giù per il corridoio dell’ ospedale  in attesa che l’infermiera uscisse dalla camera in cui Demi era ricoverata.
I rapitori erano stati arrestati e Demi liberata. Un medico avevano assicurato che stesse bene, a parte la ferita alla testa e le condizioni disumane in cui era stata trovata non aveva niente di grave.
Nessuno dei due ragazzi osava dire qualcosa, qualche sguardo di incoraggiamento aveva parlato al loro posto e i loro visi stanchi e le occhiaie segnate rivelavano una leggera preoccupazione.
-Ragazzi potete entrare ora- annunciò l’infermiera chiudendo la porta della camera alle sue spalle.
-Grazie- sorrise Justin avvicinandosi all’entrata seguita da Selena.
Justin aprì lentamente la porta in vetro scuro e sporse la testa. Dentro Demi era sdraiata sul suo letto, una fascia bianca le circondava la testa poggiata sul cuscino e gli occhi guardavano il soffitto con uno sguardo perso e vuoto.
-Ehi Demi- sussurrò Justin entrando.
La ragazza girò la testa e dipinse un sorriso enorme sul viso alla vista dei due amici.
-Demi- esclamò Selena correndo verso di lei e abbracciandola.
-Ragazzi mi siete mancati da morire- rispose Demi accogliendo Justin nell’abbraccio.
-Mi hai fatto morire di paura- trillò Selena.
Un’espressione di scuse comparve sul viso della ragazza -Mi dispiace tanto-
-Non ti preoccupare, l’importante è che ora tu stia bene- la consolò Justin accarezzandole i capelli.
I tre ragazzi si strinsero in un altro abbraccio e Selena e Justin si sdraiarono al fianco di Demi. Rimasero tutta la notte a parlare fin che esausti non si addormentarono.


Spazio autrice.

Ehi gente, è arrivato finalmente/purtroppo il finale. Alcune di voi erano preoccupate che Demi morisse ma non è stato così, l'ho fatta vivere.
Sono riuscita a scrivere questo capitolo in poco tempo ma ora per l'epilogo dovete aspettare, domani infatto parto e non riuscirò di sicuro a scrivere, ma prometto che appena torno mi metto sotto.
Come ogni volta vi ringrazio per le bellissime recensioni, mi fate sempre sorridere, siete dolcissimi. Spero che questo capitolo, che ho scritto con tanta fatica, vi piaccia. 
Aspetto recensioni, un bacio a tutte.

-Francesca

Ps. Swifties, nel prossimo capitolo ci sarà Tay :)


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Capitolo 16
*** Epilogo. ***


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Epilogo.


"Penso che uno dei gesti più belli sia l'abbraccio fra idolo e fan. Il mondo che vi separava si scioglie e rimane solo l'amore che provate."
 

Milioni di scintille d’orate si susseguirono in una lenta reazione a catena fino ad illuminare il grande schermo su cui dei numeri segnavano i minuti mancanti.
2 secondi. Il silenzio dominava l’arena, si potevano sentire i respiri affannosi  del pubblico i cui cuori si fermarono contemporaneamente.
0 secondi. Mille coriandoli si sparsero in due botti tra il pubblico e le urla e la base di Sparks Fly accompagnarono l’entrata della cantante.
Ed eccola, Taylor Swift, nel suo vestito oro scintillante, saltellare sul palco salutando con una mano i fan e intonando le note della canzone.
Quella sera di giugno, a New York, proprio nella fila sotto il palco, tra tutti i fan urlanti, c’erano anche Demi e Selena.
Si stringevano le mani sudate, i loro visi erano bagnati da lacrime di gioia e la loro voce tremante ed emozionata emetteva urla piene di amore.
Finalmente avevano realizzato il loro sogno, finalmente lei era davanti a loro, dopo tanti sacrifici e sofferenza la voce del loro idolo non arrivava più da due cuffie rotte, ora era viva e scoppiava nei loro cuori.
Alle due ragazze, però, sembrava ancora di vivere uno dei viaggi mentali che creavano quando si sdraiavano su un letto e mettevano la musica a palla. Ma ora era tutto vero, il pubblico non erano cuscini ma persone vere, il palco non era un tappeto, le luci venivano da veri riflettori e, cosa più importante, la voce di Taylor non arrivava dallo stereo ma da lei stessa. Lei, che ora saltava divertendosi a cantare “22” nei suoi pantaloncini neri e maglietta rossa, facendo svolazzare i ricci biondi e incantando i fan con i suoi acuti. Loro erano là, insieme alla loro famiglia di Swifties a cantare, urlare e gioire sentendosi in un altro pianeta, un pianeta meraviglioso, fatto di emozioni e gioia.
Ci furono vari cambi di abito per le varie canzoni che lasciarono, ogni volta, le due ragazze a bocca aperta.
Al turno di ‘Enchanted’ Demi circondò il collo di Selena con un suo braccio e insieme iniziarono a dondolarsi avanti e indietro, avvolte dalla musica. Le altre ragazze vicino a loro afferrarono accendini, cellulari e piccole pile e li agitarono in aria illuminando tutta l’arena. Era la scena più meravigliosa che le due ragazze avessero visto e il loro corpo era percorso da brividi infrenabili.
Quando, invece, arrivò il momento di ‘Long Live’, Taylor impugnò la sua chitarra e, dopo aver dedicato la canzone ai fan, iniziò a cantare. La sua voce si fuse subito con quella del pubblico, mille voci si trasformarono in una sola, le lacrime di Taylor si unirono a quelle dei suoi ammiratori. In quel momento Swifties e Taylor erano una stessa persona e ad unirli era l’amore immenso.
Demi e Selena cantando tesero la loro mano verso di lei, l’agitarono fino a farsi del male per cercare la sua. Taylor le vide, rivolgendo loro un sorriso si avvicinò e allungò le sue braccia alle due ragazze afferrando le loro mani.
Le tenne fra le sue per pochi secondi, poi sussurrò un ‘i love you’ e saltellò da altre ragazze.
Sconvolte Selena e Demi si guardarono, l’una lesse l’emozione e l’incredulità negli occhi dell’altra e entrambi scoppiarono a piangere.
In quel momento Google, Wikipedia e nessun tipo di libro avrebbe potuto spiegare l’emozione che avevano provato, il calore che si era sprigionato nel corpo quando Taylor aveva stretto le loro mani alle sue, la sensazione di volare, di essere leggeri, senza nulla in corpo. Sotto quel palco, quella sera, con Taylor e le altre Swifties, i loro cuori sembravano battere a ritmo delle canzoni, là sotto si erano sentite amate, felici da poter morire e finalmente a casa.



 

Lunga vita ai muri che abbiamo superato,
tutte le luci del regno brillavano solo per me e per te;
io urlavo “lunga vita alla magia che abbiamo realizzato”
e portateci tutti quelli che fingono, un giorno saremo ricordati.

Ho detto ricordati questa sensazione, ho dato un’occhiata alle fotografie
di tutti gli anni che siamo rimasti in disparte sperando per questo momento.
Siamo i re e le regine: hai scambiato il tuo cappello da baseball per una corona.
Quando ci hanno dato i nostri trofei e li abbiamo alzati per la nostra città,
e tutti i cinici erano oltraggiati, urlando “questo è assurdo”,
perché per un momento una banda di ladri con i jeans strappati poteva controllare il mondo.

Lunga vita ai muri che abbiamo superato,
tutte le luci del regno brillavano solo per me e per te;
io urlavo “lunga vita alla magia che abbiamo realizzato”
e portateci tutti quelli che fingono, non ho paura.

Lunga vita a tutte le montagne che abbiamo smosso,
ho passato il momento più bella della mia vita a combattere draghi con te.


 

Spazio autrice.

Beh, ciao gente, che dire, in onore del mio compleanno ho deciso di scrivere l'epilogo e quindi eccoci qui arrivati alla fine. Volevo che l'ultimo capitolo fosse speciale e spero di essere riuscita nel mio intento.
Quando ho iniziato questa storia ho pensato di volerla scrivere in modo che chi la leggesse imparasse qualcosa. Non volevo che fosse sempre la solita storia di amore, volevo che i lettori si imedesimmassero nei loro stessi idoli ed ecco che è nata la storia di Selena e Demi e ora è già finita. Mi sono divertita davvero tanto a scriverla e sono felicissima che vi sia piaciuta.
Non sto qui a scrivervi un poema, voglio dirvi una sola cosa: credete nei vostri sogni, sempre. Arriva un'opportunità per tutti e come Selena e Demi voi dovete crederci, a volte sarà difficile, perderete la speranza, starete male, ci vorrà del tempo, ma poi ne varrà la pena. 
Spero che continuiate a leggere le mie storie, un bacio a tutte.

-Francesca

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