Take my fucking hand and never be afraid again... di CharlieBb (/viewuser.php?uid=14467)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1_you and I... ***
Capitolo 2: *** 2-You can't touchmy brother! ***
Capitolo 3: *** 3- save my soul tonight, please save my soul... ***
Capitolo 4: *** my chemical romance... ***
Capitolo 5: *** 4-shot your eyes, kiss me goodbye.. ***
Capitolo 6: *** 6-toughts... ***
Capitolo 7: *** underneath the mistletongue... ***
Capitolo 8: *** show must go on... ***
Capitolo 9: *** made things harder at best... ***
Capitolo 10: *** secrets... ***
Capitolo 11: *** so long and goodnight... ***
Capitolo 12: *** to play, to record... but what's wrong? ***
Capitolo 13: *** I brought you my bullets, you brought me your love ***
Capitolo 14: *** la prima intervista ***
Capitolo 15: *** Finally free...! ***
Capitolo 16: *** I'm trying to let you know... ***
Capitolo 17: *** a ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria ***
Capitolo 18: *** take my fucking hand and never be afraid again ***
Capitolo 19: *** The first My Chem show ***
Capitolo 20: *** Only go and fly ***
Capitolo 21: *** Touched for the first time... ***
Capitolo 22: *** 22- the day after the dream ***
Capitolo 23: *** Back home ***
Capitolo 24: *** Helena ***
Capitolo 25: *** Three cheers ***
Capitolo 1 *** 1_you and I... ***
DISCLAIMER (mi dispiace, ma ci va!): Non conosco i My Chemical Romance,
per quanto mi piacerebbe. Tutto quello che scrivo non corrisponde per nulla a
realtà, nè è scritto a scopo di lucro. E' tutto frutto della mia fantasia (bè, a
volte ci sono riuscita a farvi divertire, no?), tutto tutto.
Nota dell'Autrice: Non so spiegare bene come mi sia venuta l'idea per
questa storia, ma sta di fatto che stavo leggendo il testo di "Honey, this
mirror isn't big enough for two of us" e ho iniziato a scrivere. Spero vi
piaccia, sinceramente. Adesso vi auguro buona lettura, e aspetto i vostri
commenti.
Ah e, tra parentesi, questa storia voglio dedicarla a qualcuno. A tutte le
ragazze che hanno iniziato a seguirmi e che non mi hanno mollato, alle nuove
lettrici, a tutte le Romancers, a tutte le ragazze che amano sognare, che sono
creative e si esprimono attraverso la scrittura. A voi, solo e unicamente a voi.
B.
You and I...
-E' ancora chiuso lì dentro?-
-Non è mai uscito dalla stanza-
-Mm-mm-
-Secondo voi ha scritto qualcosa?-. I tre ragazzi si guardarono.
-Non credo, no- dise il più piccolo.
-Credi che uscirà presto?-. Un ragazzo basso, coi capelli scuri, guardò
l'altro con aria ansiosa.
-Non so, dipende. Se ha un'idea in testa, non si muoverà da quella stanza
finchè non riuscirà a farla uscire-.
I ragazzi si guardarono, non sapendo cosa fare.
-Comunque dovremmo provare...-.
-Sì lo so, ma abbiamo bisogno di Gerard-.
-Spero che esca presto da lì-
-Lo so, Frank, lo spero anch'io-.
***
Un ragazzo coi capelli neri era chino sulla scrivania; fissava il foglio che
aveva davanti, vuoto come la sua testa. Aveva i capelli arruffati, segno del
passaggio delle sue mani. Dalla finestra di fronte a lui entrava la luce
rossastra del sole al tramonto, gli illuminava il viso pallido e stanco.
-Forza, Gerard...- mormorò nel silenzio della stanza.
Era stanco, Gerard Way, e non ce la faceva più. Era stanco delle pressioni
dei suoi amici, che gli mettevano fretta per poter incidere il disco.
No, non tutti. on erano tutti che gli stavano col fiato sul collo, anzi.
Era lui, solo lui, sempre lui. Lui che voleva incidere e diventare famoso,
lui che lo incitava, lui che lo aveva posto in uno stato di stress psico-fisico,
lui che lo faceva incazzare. Era tutta colpa sua.
Gerard lo sapeva che non era vero, lo aveva capito, aveva capito che non lo
amava sul serio.
Frse gli voleva bene, quello sì, ma non lo amava. Non più, ormai.
Era ora di smetterla di prendersi in giro Era ora di chiudere.
***
-Dov'è Gerard? Devo parlargli-. Mikey si voltò, insieme a Frank, senza
alzarsi dal divano.
-E' chiuso i camera sua, sta scrivendo- rispose Ray facendo capolino dalla
cucina.
-Perfetto. Ho appena parlato con Jack, e ha detto che ci ingaggiano. Siamo
piaciuti, ci danno una chance!-. Matt Pelissier sorrise e corse al piano di
sopra.
-Non possiamo andare avanti così, dobbiamo dirglielo- esordì Ray guardando
gli altri.
-Ma Ray, è importante per Gerard...- obbiettò Mikey. Frank rimase in
silenzio.
-Non mi importa, Mikes. O lui o noi, la situazione è insostenibile- continuò
Ray, seguito da un cenno d'assenso da parte degli altri.
-Lo so, lo capisco, anche io non lo sopporto, ma almeno aspettiamo un altro
pò, okay?-. Mikey Way rimase in silenzio, in attesa.
-D'accordo, ma non aspetterò a lungo-
-Bene-
-Bene-.
***
La porta della stanza si spalancò e Gerard si voltò di scatto, seccato. Stava
pensando, cazzo! Stava cercando di comporre una cazzo di canzone!
-Gerard! Ho delle grandi notizie. So che stai scrivendo, è perfetto. Vedi di
fare in fretta perchè la Eyeballs and Record ci ingaggia!-.
Gerard rimase in silenzio, a bocca aperta, shockato e irritato.
Shockato perchè avevano davvero la possibilità di registrare, di fare un
disco. Era una grande opportunità per la band. Si sarebbero fatti conoscere,
avrebbero potuto suonare da professionisti, e i suoi amici se lo meritavano.
Tutti quanti ci avevano messo cuore e anima, in quel gruppo, ed erano davvero
bravi. Avevano lavorato sodo, avevano scritto pezzo propri, si esercitavano
molte ore al giorno per poter migliorare. E ora sarebbero stati stati
premiati...
-Che fai lì fermo? Dài, fammi vedere che hai scritto-. Matt gli si avvicinò.
-Niente-
-Cosa "niente"?-. Gerard sospirò. Matt, sempre e solo Matt...
-Non ho ancora scritto niente-.
-Come? Gerard, dobbiamo registrare, abbiamo bisogno di qualche altro pezzo ,
e tu non scrivi NIENTE?!-.
Eccola lì, l'irritaione, accompagnata da quella rabbia che Gerard sentiva
crescere.
Prima erano stati felici insieme, lui e il suo Matt, erano stati bene.
Sì, era vero, Matt aveva un carattere non esattamente facile da gestire. Era
un veo rompipalle, quando voleva; puntiglioao, orgoglioso, iracondo, un pò
presuntuoso, anche. Ma Gerard lo amava, per quanto assurdo potesse essere. Non
si decide chi amare, è sempre il cuore a guidarti.
E Gerard aveva seguito il suo cuore, ignorando i consigli dei suoi amici e di
suo fratello che gli dicevano di lasciar stare, di stare lontano da lui, che
Matt lo avrebbe fatto soffrire.
Ma lui no, niente, cocciuto com'era aveva seguito il cuore. E ora c'era
rimasto fregato, totalmente fregato.
-No, Matt, non ho scritto ancora niente, ma ho unidea. Ho solo bisogno di
tempo-.
-Non abbiamo TEMPO, Gerard!Devi muoverti, o siamo fregati. Vedi di farti
uscire qualcosa, qualsiasi cosa, e soprattuto in fretta- urlò Matt.
Gerard sentì la rabbia invaderlo totalmente, non era più possibile...
-'Fanculo, Pelissier.Mi prendo tutto il tempo che mi serve per scrivere, non
scrivo cazzate-. Gerard gli voltò le spalle e tornò a fissare il foglio bianco,
livido di rabbia. Perchè? Perchè era cambiato tutto? Perchè era andato tutto a
puttane?
-Dài, Gee, non fare così...-. Matt gli poggiò le mani sulle spalle ma lui lo
respinse.
-Và via, Matt, voglio stare solo- fu la risposta secca.
-Su, Gee, non fare il bambino-.
-Và via.E non chiamarmi "Gee"- sbottò Gerard. Matt sbuffò e andò via,
sbattendosi la porta alle spalle.
Il moro chiuse gli occhi epoggiò la testa sulla scrivania, lasciò che i
pensieri gli riempissero la mente e si lasciò andare. Una lacrima solcò il suo
bel viso candido, seguita da un'altra, e un'altra ancora.
-Non posso più andare avanti così, Matt... non possiamo più stare insieme,
sei troppo cambiato...- mrmorò Gerard. Poi, l'illuminazione.
Alzò il viso e si asciugò velocemente le lacrime, prese la penna e buttò
subito giù due righe.
"And well I find it hard to stay, with the words you say..."
Scrisse qualche altra riga e poi sorrise, finalmente libero.
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Capitolo 2 *** 2-You can't touchmy brother! ***
YOU CAN'T TOUCH MY BROTHER!
YOU CAN'T TOUCH MY BROTHER!
Dei colpi alla porta distolsero Gerard dai
suoi pensieri.
-Avanti- disse coprendo con le mani il
foglio pieno di frasi e cancellature. Suo fratello entrò nella stanza e lo
guardò, quasi volesse cercare di scoprire qualcosa.
-E' arrivata la pizza...- disse solamente.
Gerard sorrise dolcemente.
-Grazie Mikes, scendo subito-. Con un
sorriso, il più piccolo dei fratelli Way andò via, richiudendosi la porta alle
spalle.
Gerard sospirò. C'era quasi, ci era vicino
ma non abbastanza.Quel testo era ancora incompleto, mancava qualcosa. Ma
cosa?
Nascose bene il foglio in mezzo ad altre
carte, così che nessuno lo avrebbe trovato in quel caos; quindi lasciò la stanza
e scese in cucina, dove trovò gli altri già seduti a tavola.
Stavano mangiando, e Frank canticchiava un
pezzo di "Early sunsets over Monroeville". Gerard sorrise.
Era fiero di quella canzone, gli piaceva
com'era venuta. L'aveva scritta per lui, per il suo Matt.
-I fought them all off just to hold you
close and tight...-.
-Ciao ragazzi- salutò il cantante prendendo
posto a tavola,di fronte a Matt.
-Guarda chi si vede!- scherzò Frank che,
seduto accanto a Gerard, si guadagnò un pugno amichevole da quest'ultimo.
-Come va con il pezzo?- domandò Ray tra un
boccone e l'altro. Gerard prese e addentò un pezzo di pizza.
-Ci sto lavorando- rispose. Suo fratello
gli sorrise, incoraggiante.
-E quando avresti intenzione di finirlo, di
grazia?- disse Matt, acido.
Gerard strinse i pugni.
-Non parlare così a mio fratello!- urlò
Mikey alzandosi in piedi.
-Stà zitto, tu- fu la risposta acida.
Gerard tirò suo fratello per la manica e lo
costrinse a sedersi.
-Calmati, Mikes-.
-Calmarmi? Quello ti tratta di merda e io
dovrei calmarmi?!-. Mikey Way era furioso e urlava senza curarsene, mentre Frank
e Ray guardavano la scena in silenzio.
-Mikes, ti prego, calmati. E tu- Gerard si
voltò verso il suo ragazzo, -tu non parlare così a mio fratello, intesi?-. I
suoi occhi castano-verdi sembravano mandare scintille.
-Non azzardarti a-
-A fare cosa, Matt?-. Gerard era davvero
furioso. Era in piedi, davanti al suo Matt, per quella che doveva essere
l'ennesima lite.
-Fanculo, Gerard-. Matt si voltò e fece per
andarsene ma venne fermato.
-Non provare ad andartene così,
Matt-
-Non rompere, Gerard-.
Gli altri ragazzi capirono che era arrivato
il momento di togliersi di mezzo e si alzarono in piedi.
-Io non me ne vado- disse Mikey con
convinzione. Frank lo prese per un braccio, ma lui se lo scrollò di dosso.
-Faresti meglio a toglierti di mezzo-. Matt
sputava veleno come un cobra, Gerard era fuori di sè.
-Io non vado da nessuna parte, bastardo!-.
Mikey si avvicinò a Matt con Frank che tentava inutilmente di fermarlo. Ray
decise di non intromettersi, almeno per il momento.
-Vaffanculo, stronzo, fatti i cazzi tuoi!-
urlò il batterista.
-Matt, smettila!-. Le urla di Gerard e i
tentativi di Frank di fermare Mikey furono inutili.
Il batterista sferrò un pugno al minore dei
Way e lo colpì in piena faccia.
-Matt, NO!- urlò Gerard con quanto fiato
aveva in corpo, e tentò di dividere i due che si stavano ormai picchiando
furiosamente.
Anche Ray allora si avvicinò per dare una
mano, e insieme a Frank riuscì a trattenere il piccolo Way.
-Sei un fottutissimo stronzo, Matt- disse
Ray trascinando Mikey nel bagno per tamponargli il sangue che gli usciva dal
naso.
Frank lo seguì, gettando un'occhiata a
Gerard e chiamando Matt "bastardo".
-Che cazzo ti è saltato in mente, eh? Sei
uno stronzo!-
-Non sono io quello che perde tempo e ci
impedisce di incidere!-. Matt si asciugò il sangue dalle labbra. Gerard lo
guardò, ferito.
-Fanculo, Matt- disse prima di uscire dalla
cucina e sbattersi la porta d'ingresso alle spalle.
***
In un piccolo bar di Belleville Gerard Way,
il ragazzo dolce e timido che tutti conoscevano, era seduto da solo davanti alla
sua tazza di caffè, con il suo fedele pacco di Marlboro rosse che diventava
sempre più leggero.
La cameriera gli porse la penna che lui le
aveva chiesto e se ne andò, lasciandolo solo.
Gerard prese un tovagliolo di carta.
Si lasciò andare, tanto da farsi
trasportare dalle emozioni. E con l'occhio della mente rivide la scenata di
quella sera, il pugno che Matt aveva dato a suo fratello, la sua intera storia
col batterista.
E la rabbia lo prese, gli scorse come fuoco
liquido nelle vene, gli diede ciò di cui aveva bisogno.
"And you can't touch my brother, and you
can't keep my friends...".
***
-E stà fermo!- urlò Frank tentando di
medicare la mano del bassista.
-Io lo odio!- disse Mikey allontanandosi
dal chitarrista e alzandosi in piedi.
-Sarà bravo, okay, però lo odio! E non ha
il diritto di parlare così a mio fratello, quello stronzo...- continuò girando
per la camera.
-Lo voglio fuori dalla band, ora- disse
ancora mentre Frank lo faceva sedere sul letto. Ray sorrise.
-Non eri tu quello che voleva aspettare un
pò per mandarlo via?- disse. Mikey sbuffò, contrariato.
-Sì, ma...-
-Niente "ma", Mikey Way, abbiamo deciso di
aspettare e aspetteremo. Pensa a Gerard, fallo per lui- disse Frank medicandogli
la mano sinistra.
-Appunto!- fece il giovane Way
infervorandosi, -Sono preoccupato per Gerard, non voglio che quel coglione lo
tratti così!-. Frank lo costrinse a stare fermo.
-Calmati, Mikes-. L'altro sembrò non
sentirlo neanche e continuò a muoversi.
-Calmati, Mikes!- urlò Frank, e questa
volta il bassista si fermò a guardarlo.
-Cosa vuoi, Frank? Tu non devi sopportarlo
come noi, per te è diverso!-
-Solo perchè non faccio parte della band
non vuol dire che io lo adori, o lo sopporti meglio!-. Frank si alzò di scatto,
offeso, e si diresse verso la porta. Ray guardò Mikey.
-Scusa, Frank, mi dispiace- disse il
bassista guardando l'amico.
-Non importa, è okay-. Così dicendo Frank
uscì dalla stanza richiudendosi la porta alle spalle.
Ray si avvicinò a Mikey e si sedette
accanto a lui, continuando il lavoroche Frank aveva lasciato a metà.
-Non volevo dirgli quelle cose, è un mio
amico...- mormorò il piccolo Way. Aveva lo sguardo basso, ed era veramente
dispiaciuto per ciò che era successo.
-Lo so, Mikey, lo so. E lo sa anche Frank.
Eri nervoso, è comprensibile- disse Ray con un sorriso. Chissà come, riusciva
sempre a mantenere la calma, e sapeva sempre qual'era la cosa giusta da dire in
ogni situazione.
***
Matt era seduto in salotto, da solo. Non
aveva fatto nulla di male, lui. Era stato quel cretino di Mikey che l'aveva
aggredito. Perchè, poi?
Gerard era il suo ragazzo, e lui poteva
parlargli come e quando voleva.
Certo che anche Gerard, eprò, era una testa
di cazzo. Stava mandando a puttane tutto, stava rovinando la loro vita, si
comportava come un bambino.
Ray gli aveva urlato contro, Mikey gli
aveva urlato contro.
E Gerard non aveva mosso un dito.
Persino Frank, l'amico di Mikey, lo aveva
insultato.
E Gerard non aveva fatto nulla.
Gerard lasciava che gli altri lo
trattassero male. Gerard era un fottuto stronzo del cazzo.
Ma quel fottuto stronzo del cazzo aveva una
bellissima voce.
____________
Ecco, il mio solito angolino dove posso
sproloquiare e ringraziare voi, care lettrici. Che ve ne pare, eh?
La storia è incentrata proprio sugli
esordi, come avevo già detto e sinceramente non so ancora fino a quando si
protrarrà... Gee sta scrivendo il testo di "Honey, ...", e lo so che parla di
droghe, ma questa è la mia idea su come potrebbe essere nato. Ah sì, preciso:
Frank non è ancora nei MyChem! A quel tempo si conoscevano, ma lui non era con
loro, tanto che nel primo album registrerà solo due canzoni...
Ma comunque, passiamo ai
ringraziamenti...
BlueAndYellow:
grazie mille, spero che il seguito sia degno!
Missblack'92:
inizio in gran stile, wow, che complimento, grazie mille! Sinceramente, detesto
Matt, lo odio, stava rovinando i My Chem, e io lo odio (dio, come sono
ripetitiva!). Grazie, alla prossima!
Will91: grazie
cara, spero che anche il seguito ti piaccia. Aspetto con ansia un tuo
parere!
LovelyDead:
tessoro, sono felice che ti sia piciuto! La coppia sarà Gerard/Matt solo
all'inizio, comunque (lo odio!!!), FRERARD FOREVER!!! Grazie mille dei
complimenti (una mita, io? WOW!!! E vai con l'autostima, facciamola crescere un
pò!).
Un bacio, alla prossima,
B.
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Capitolo 3 *** 3- save my soul tonight, please save my soul... ***
YOU CAN'T TOUCH MY BROTHER!
Save my soul tonight, please save my soul...
Gerard stava continuando a scarabocchiare frasi su un tovagliolo del bar.
Accanto a lui, una tazza di caffè vuota e vari tovaglioli interi o spiegazzati.
Il lettore mp3 acceso riproduceva "Jack the Ripper" di Morrissey, e il cantante
era totalmente isolato dal mondo.
Era immerso nella musica e nei suoi pensieri. Matt, come al solito. Lo amava
ancora? Sì, Gerard sapeva di essere ancora innamorato del suo ragazzo. Un amore
a senso unico, tormentato, che gli stava rodendo il fegato e distruggendo
l'anima.
Un amore che spesso veniva sostituito dalla rabbia, dalla delusione, dalla
disperazione.
Ed era questo quello che Gerard cercava di esprimere nel suo testo. La
rabbia, la delusione, la disperazione. La fine di quello che era stato il suo
mondo.
Matt non era più quello di prima, quello che insieme a lui aveva scritto
"Skylines and turnstiles" dopo l'attentato alle Torri Gemelle. In quei pochi
mesi era cambiato. O forse era sempre stato così e Gerard non l'aveva mai
capito. Quando lui, Gerard, aveva chiamato Ray Toro per unirsi al gruppo,
qualche tempo prima, Matt aveva creato problemi.
Anche adesso che Mikey era entrato nella band, dopo mille notti insonni
passate a studiare per imparare a suonare il basso, Matt stava creando problemi.
Voleva incidere, subito. Faceva pressione per comporre i pezzi, per trovare
il nome della band. Quando provavano non gli andava mai bene nulla. La
situazione era davvero insostenibile, e Gerard lo aveva capito.
Doveva ammetterlo a sè stesso, doveva chiudere con Matt. Ma perchè allora
stava temporeggiando? Perchè non riusciva a lasciarlo? Perchè era così
difficile?
"You'll invest yourself in me, we're not working out...
And you can't touch my brother, and you can't keep my friends...
and we're not working out, we're not working out...
This time I mean it, never mind the time I've seen it..."
Gerard scrisse queste righe, di getto, pensando a Matt. A quel nuovo Matt,
quello che probabilmente lo stava usando per raggiungere il successo; quello che
aveva picchiato suo fratello; lo stesso Matt che si ostinava a pensare che
avrebbero potuto risolvere la loro situazione...
Una mano sulla spalla, e Gerard si voltò di scatto.
-Ciao, Frank-
-Ciao, Gee-. Frank gli rivolse un sorriso un pò impacciato e prese posto
accanto a lui. L'altro spense e tolse il lettore mp3.
-Vuoi un caffè?- domandò Gerard che provvide subito a far portare un'altra
tazza e a far riempire di nuovo la sua.
-Hai scritto qualcosa?- chiese Frank cercando di trovare un argomento di
conversazione. Gerard sorrise.
-Sì. E' solo una bozza, però...-
-Dà qua, vediamo cosa combini...-. Frank sorrise e prese i foglietti che
Gerard timidamente gli porgeva.
"The amount of pills I'm taking counteracts the booze I'm drinking
and this vanity I'm breaking, lets me live my life like this.
And well I find it hard to stay, with the words you say, oh baby let me
in...
Well I'll choose the life I've taken, never mind the friends I'm making
and the beauty that I'm faking lets me live my life like this.
And well I find it hard to stay, with the words you say, oh baby let me
in
And you can cry all you want to, I don't care how much...
RIT: You'll invest yourself in me, we're not working out
And you can't touchmy brithr and you can't keep my friends
and we're not working out, and we're not working out
This time I mean it, never mind the time I've seen it..."
Gerard sorseggiò il suo caffè e tamburellò nervosamente le dita sul tavolo.
-Gee, è fantastica...-
-Davvero ti piace?-. Gerard arrossì lievemente e poi sorrise.
-Sì-. Frank sorrise di rimando, poi divenne serio.
-Gee, stai bene?- domandò. L'altro si mosse sulla sedia, in imbarazzo.
-Sì. Cioè no, ma non importa-
-Sì che importa, invece. Ti va di parlarne?-. Gerard accese un'altra
sigaretta e ne offrì una a Frank, che accettò di buon grado.
-Non lo so, Frank. E' difficile...- mormorò-
-La canzone... è per lui, vero?-. Frank aspirò il fumo, Gerard sospirò.
-Sì-
-Non voglio che tu soffra, Gee... nessuno di noi lo vuole- mormorò Frank,
guardando timidamente l'amico.
-Lo so, Frankie, lo so-. Gerard ebbe un fremito; strinse forte i pugni e
chiuse gli occhi. Frank gli prese delicatamente le mani tra le sue, le strinse
con affetto e sorrise.
Gerard sembrò tranquillizzarsi un pò.
-Grazie, Frank, davvero...-
-Di nulla- disse l'altro, poi sorrise, -non potresti vivere senza di me!-.
Gerard rise, sollevato.
-Volevo dirti una cosa...- mormorò poi il cantante; quindi si guardò le mani
e vide che erano ancora strette in quelle di Frank. Quest'ultimo se ne accorse e
si staccò velocemente.
-Vedi, ecco... pensavamo, Ray, Mikey e io, che sarebbe bello avere un'altra
chitarra nella band... Ecco, è un'idea, è da pensarci un pò su, però... sì, bè,
hai capito, no?-
Frank era rimasto immobile, la bocca semi-aperta, l'espressione estasiata.
-Dici sul serio, Gee?- chiese. L'altro annuì.
-Sì, te l'ho detto, è da pensarci un pò su, provare, vedere come viene,
però...-
-Sì, sì, sì!!! Ti adoro, Gee! Vi adoro tutti! Bè, tranne Matt, lui mi sta un
bel pò antipatico... -. Frank abbracciò Gerard con slancio e si staccò solo
qualche minuto dopo.
Finirono di bere i loro cafè, si accesero un'altra sigaretta e continuarono a
parlare del più e del meno, senza toccare argomenti particolari, soltanto a
parlare di tutto e di niente, fino a notte fonda.
***
Era una bella mattina di novembre. L'aria era fredda, molto fredda a
Belleville. Il cielo era grigio, senza nuvole.
Gerard sorrise, seduto in cucina con la sua tazza di caffè nero bollente tra
le mani. Era felice quella mattina, Gerard Arthur Way. Felice perchè dopo quella
fottutissima lite aveva fatto pace con il suo ragazzo; felice perchè quel tempo
grigio e freddo gli piaceva; felice perchè sentiva che la sua creatività era al
massimo.
La porta d'ingresso si aprì e si richiuse, e un mini pupazzo di neve entrò in
cucina.
-Frank, ciao!- esclamò Gerard sorridendo. Era buffo, Frank. Tutto coperto,
con cappello, sciarpa, cappotto e guanti di lana, tutti di diverso colore. Sì,
sembrava un pupazzo di neve in miniatura.
-C-ciao, G-g-gerard...- balbettò Frank; poi, indicando il maglioncino nero di
Gerard, disse: -T-tu come f-fai a stare c-così?C'è un f-freddo cane!-.
Gerard sorrise guardando l'altro spogliarsi di quella sua seconda pelle
lanosa.
-Esagerato, non fa così tanto freddo! Vuoi un pò di caffè?-
-S-sì, grazie-. Frank si sedette di fronte a lui, e quando Gerard gli mise
davanto la tazza bollente quello la strinse quasi se da lì dipendesse tutta la
sua vita.
-Hai finito quella canzone?-
-Sì, devo solo sistemare un paio di cose ed è pronta per metterla in musica-.
Frank sorrise.
-Sei grande, Gee- disse facendo assumere all'altro un bel colorito rosato,
differente dal suo solito pallore.
-Grazie-
-E' vero-
-Ciao Gerard, ciao Frank- salutò Ray entrando nella stanza.
-Ciao Ray- salutarono i due, in coro.
-Oggi proviamo, giusto?- chiese il riccio servendosi del caffè e sedendosi a
tavola.
-Sì, certo. Vorrei provare ad arrangiare il nuovo testo, se vi va bene- disse
Gerard guardando il suo chitarrista. Quello annuì.
-Certo, perfetto. Frank, potresti provare con noi, oggi, tanto per vedere
come viene il sound- disse.
Frank sorrise, raggiante.
-Certo, mi piacerebbe-
-Allora ti fermi a pranzo, ti va?- domandò Gerard ottenendo una risposta
positiva.
-Andiamo a fare la spesa, allora!-.
***
Rieccomi qui con il terzo capitolo, spero vi piaccia.
Missblack92: Grazie mille die complimenti, sono davvero felice che la
storia ti piaccia. E sì, ho cercato di "far comporre" a Gerard le sue canzoni in
base alle sue esperienze (che mi sto inventando di sana pianta...^_^), dando
così un certo valore al testo. Spero che anche questo capitolo ti
piaccia!
LovelyDead: ho fatto presto, dai... e come poteva non essere Frerard?? Io
slasho chiunque... il bello arriverà presto, cara... alla prossima, e grazie
mille, di tutto!
MiLiKa: grazie mille dei complimenti! Come vedi, già da adesso si nota un
pò di Frerard, ma succederà con calma (forse...ahah!). Okay, la smetto, comunque
presto il Frerard si intensificherà (non è uno spoiler, tanto ve lo
immaginavate! Era ovvio, no?). Per la traduzione di "Honey, ...", sappi che
parla delle droghe, in linee generali. Non ho il tempo materiale di tradurla,
adesso, ma non appena potrò (o se trovo una buona traduzione) te la scriverò...
alla prossima!
Idra: grazie, amore, anche se hai recensito in ritardo... se non ci fossi
tu non so come farei! Tesoro, mancano solo 3GIORNI!!!!!!!!!!! Oddio, sono così
eccitata, ed ansiosa, ed emozionata, e chi più ne ha più ne metta... e ora vado
a prepararmi per il nostro Halloween...
Grazie a tutti, alla prossima! E buon HALLOWEEN (o dovrei dire IEROWEEN?) a
tutti!
E, cosa importantissima, AUGURI FRANK IERO!!!! Se li merita...
|
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Capitolo 4 *** my chemical romance... ***
mcr
My Chemical romance
La porta di casa si aprì e si richiuse. Dei
passi nell'ingresso, un uomo in cucina. Gerard si voltò di scatto, ancora
ridendo per i discorsi fatti con Frank.
-Matt!-. Andò incontro al suo ragazzo e gli
oggiò un delicato bacio sulle labbra. Frank rimase immobile accanto ai fornelli,
quindi si voltò, a disagio, per versarsi un pò di vino.
-Che buon odore, che cosa cucini? Ah, ciao
Iero- disse Matt guardando Frank. Poi strinse Gerard a sè e lo baciò con
passione.
***
-Sto morendo di fame!- esclamò Ray
sedendosi a tavola.
-Aspettiamo Mikes e mangiamo, Ray, pazienta
un pò!-. Gerard sistemò le ultime cose a tavola e guardò gli altri tre, già
seduti.
-Potremmo anche mangiare visto che sta
ritardando- disse Matt servendosi la carne.
-Matt!- urlò Gerard guardandolo male. Frank
sorrise, Ray era indifferente. In quel momento la porta d'ingresso si aprì e si
richiuse, sbattendo. Mikey entrò di corsa in cucina, ancora coperto dal cappotto
pesante.
-Ragazzi, EUREKA! Ci sono, ci sono! Vi
piacerà, ne sono sicuro. E' fantastico, sul serio!- disse spogliandosi e
lasciando le cose su una sedia.
-Mikes, calmati! Fermati un attimo, togli
queste cose da qui e spiegati- disse Gerard sedendosi finalmente a tavola. Mikey
si sedette senza ascoltare il fratello e cominciò a parlare.
-Allora, stavo lavorando in libreria come
al solito, giusto? Ed ecco che mi sono trovato tra le mani un libro di Irvine
Welsh, Three Tales of a Chemical Romance- disse il minore dei fratelli
Way
Gli altri lo guardarono, in attesa. Solo
Frank sorrise.
-E allora?- chiese Matt.
-E allora?! Il nome! The Chemical Romance,
ragazzi, il Romanzo Chimico!- esclamò Mikey eccitato.
Gerard e Ray sorrisero, e anche il sorriso
di Frank si allargò.
-E' fantastico, Mikes- disse quest'ultimo.
Gerard sembrò pensarci un pò su.
-My Chemical Romance- disse infine.
-Perfetto- disse Ray.
-Fantastico- fece Mikey.
-Mi piace- aggiunse Frank.
-Può andare-. Matt lo disse senza
entusiasmo, con voce atona, quasi indifferente. Gerard lo guardò, senza dire
nulla.
-E' bellissimo, sul serio- disse Frank
guardando il cantante. Gli sorrise. Gerard annuì e sorrise, di rimando.
-Un brindisi ai My Chemical Romance!- urlò
Mikey riempiendosi un bicchiere di vino e portandolo in alto, imitato dagli
altri.
Matt alzò svogliatamente il suo bicchiere.
-Ai My Chemical Romance!- gridarono tutti
in coro.
Gerard guardò gli altri, si soffermò su
Frank e sorrise.
-E ora mangiate, che sennò si fredda!-
disse.
***
-...Never again, never again. Oh baby let
me in, I'm knocking let me in...-
Fine canzone. Le chitarre, il basso e la
batteria si fermarono.
Gerard era stato fantastico, la sua voce
era fantastica. L'arrangiamento era riuscito abbastanza bene. Certo, c'era
ancora da lavorarci su, ma era venuto bene.
-Sei grande, fratello-. Mikey si congratulò
con Gerard; Frank e Ray sorrisero.
-Mi piace, è venuta bene- disse il riccio.
Frank annuì.
-Grazie. Dobbiamo sistemarla ancora un pò-.
Gerard guardò Matt, che gli rivolse uno sguardo cupo.
-Qual'è il titolo? Deve pur avere un
titolo, no?- domandò Frank mettendo a posto la sua chitarra.
-Bye, baby- le mormorò.
-Sì, bè, avevo pensato a qualcosa come
"This mirror isn't big enough for the two of us". Che ve ne pare?-. Gerard
guardò i ragazzi, in attesa, con quella sua aria timida e incerta.
-Bello, può andare- fece Ray pizzicando le
corde della sua Gibson nera.
-Honey- disse Frank con aria pensierosa
guardando Gerard. Quello gli rivolse uno sguardo stranito, Matt uno omicida.
-No, dicevo, all'inizio del titolo potresti
mettere "Honey"- spiegò Frank, poi aggiunse: -E' solo un'idea, voglio dire, così
per-
-E' perfetto- lo interruppe Gerard
sorridendo. Frank gli rivolse uno sguardo allo stesso tempo imbarazzato ed
entusiasta.
Matt si alzò di scatto e si avviò alla
porta del garage.
-Cos'hai, Matt? Non ti piace il titolo?-
chiese Gerard, quasi in ansia.
-E' perfetto- rispose l'altro scimmiottando
le parole del suo ragazzo, e quindi uscì senza aggiungere altro.
Gerard rimase di sasso, come pietrificato.
Mikey gli si avvicinò e gli poggiò una mano sulla spalla.
-Gerard...-
-Lasciami Mikes, sto bene-. Detto questo
Gerard uscì dal garage, nervoso, stanco. Stanco di quella fottutissima
situazione del cazzo, di avere problemi per ogni cosa.
-Che bastardo! urlò Mikey dando un calcio
all'amplificatore.
-Hey, hey, calma!- disse Ray,-Anch'io lo
detesto, ma non per questo prendo a calci l'amplificatore!-
-Dove vai?-. Mikey guardò Frank dirigersi
verso l'uscita del garage.
-A fare un giro-
-Vai da Gerard?- domandò ancora il minore
di casa Way.
-Può darsi- così dicendo Frank uscì
lasciando gli altri due a sistemare gli strumenti.
***
-Và via, Frank-. Gerard parlò senza
voltarsi, seduto sulla sua panchina preferita al parco di Belleville.
-E io che volevo proporti una partita a
Monopoli!- esclamò il chitarrista sedendoglisi accanto. Gerard rise.
-Andiamo, ti porto da una parte- continuò
Frank alzandosi. L'altro rimase seduto.
-Muovi il culo da quella panchina, Gerard
Arthur Way-
-Dove vuoi andare, Frank?- chiese Gerard
rimanendo seduto. L'altro ragazzo lo tirò per un braccio e lo trascinò fino alla
sua auto.
-Che poi sei proprio scemo, tu- continuò
Frank allacciandosi la cintura di sicurezza, -Uscire solo col maglione col
freddo che fa!-
***
Giuro che mi sto fustigando per il
terribile ritardo. Avrei dovuto postare prima, qualche giorno fa, ma ho avuto
qualche problemino (leggi: mia madre ancora non si decide a mettermi internet a
casa e io voglio ucciderla).
Poi, naturalmente, sono rimasta totalmente
shockata dal concerto, ancora oggi ci penso e rido da sola, come una totale
cretina. Ragazzi, è stato fantastico. Gerard era semplicemente favoloso, Mikey
stupendo, Ray fantastico e Frank spettacolare. Credo che abbiate saputo che Bob
non c'era: a quanto pare si è slogato il polso, povero Bob! Che poi è sfigato
forte! Prima si è rotto il piede mentre scendeva dal tour bus, poi mentre
suonava Teenagers è stato assalito dalle api, poi si è bruciato la gamba mentre
girava il video... e ora questo! Bah! Comunque, voglio dirvi giusto un paio di
cose sul concerto e poi giuro che la smetto. Gerard sproloquiava, come al
solito, e a un certo punto ci ha chiesto come stavamo. E' scoppiato il boato, e
lui :"I don't care! Fuck you!". Quindi, dopo aver sproloquiato un altro pò ha
detto con voce maliziosa :"Fuck me... (ci ha guardati, un istante di
silenzio...) I'm serious...". Dio, là ci sono rimasta secca. Poi è andato da suo
fratello, sculettando come sa fare lui, e con una vocina provocatoria e
dispettosa l'ha chiamato (Mikeyy!!!). Cinque minuti prima di salire sul palco,
Gerard ha fumato CINQUE sigarette (Marlboro rosse)!!! Alla prima nota di
"Welcome to the black parade" (solo una nota!!!) è scoppiato un boato; quando ha
cantato "House of wolves" Gerard aveva un pò le pose alla Freddie Mercury; Mikey
ha suonato da dio; Ray è un genio, vorrei saper suonare come lui!; Frank era
troppo dolce e davvero grandioso, ha suonato per un pò con la bandiera
dell'Italia (regalatagli dai fan Leathermouth Italia), sputava sul pubblico (che
schifo...) così come Gerard, però sembrava un pò... moscio, a parte le sue pose
mentre suona, non interagiva molto nello spettacolo, stava lì, nel suo
angolino... però è stato fantastico!
Okay, la smetto e passo ai ringraziamenti... MILIKA (grazie mille dei
complimenti, spero che la storia continui a piacerti!), LOVELYDEAD
(grazie mille dei complimenti, tesoro... scusa se non ho ancora avuto tempo
di leggere il seguito di I'm takin back, ma giuro che stanotte appena torno a
casa la leggo... la leggerò tutta d'un fiato... ci saranno alti e bassi,
comunque, in questa storia, perchè ho cercato di renderla il più realistica
possibile... un bacione), MISSBLACK'92 (i testi arriveranno presto,
tranquilla... grazie mille!), LINKINPARK (grazie mille dei complimenti,
sul serio... alla prossima!), BLUEANDYELLOW (grazie, spero che questo
capitolo possa piacerti, per quanto corto... giuro che mi faccio perdonare!),
MCRLADY (grazie mille!), IDRA (grazie per il supporto, amore!).
Giuro che se ce la faccio, per farmi
perdonare vi posto subito il quinto capitolo (è pronto, devo solo rivederlo),
perchè capisco che questo è un pò corto...
Vi adoro tutte, B.
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Capitolo 5 *** 4-shot your eyes, kiss me goodbye.. ***
mcr
Shot your eyes, kiss me goodbye...
Attraverso la finestra della camera Gerard
vedeva il cielo nero che si stendeva come un manto trapunto di stelle.
Aveva un foglio bianco davanti, di nuovo, e
migliaia di parole gli ronzavano nella testa in attesa di coprire la carta.
Stava pensando alla sua giornata, Gerard
Way. A quando Matt era uscito trattandolo male; a quando, a casa, non gli aveva
rivolto la parola.
-And I feel like there's nothing left to
do...-
Scrisse velocemente quelle parole, per
Matt, per come si sentiva. Perchè Gerard sapeva che non c'era più nulla da fare,
ormai. Poi pensò che non era solo nel suo dolore.
Aveva un fratello che lo adorava, e che
insieme ai suoi amici lo aiutava in quella dannata situazione.
Loro e solo loro gli davano forza, solo in
loro poteva confidare.
-Put myself trough you...-
Ripensò al pomeriggio trascorso con Frank.
Lo aveva letteralmentre trascinato via dalla sua panchina, e dalla tristeza che
lo opprimeva. Lo aveva trascinato in un viaggio improvvisato, lungo
l'autostrada, per un'ora, fino allo Starbuck's più vicino, dove lo aveva fatto
ingozzare di caffè e ciambelle di mille gusti. Lo aveva tirato su, da vero
amico.
Gerard scrisse un'altra frase.
-I'd end my days with you in a hail of
bullets...-
Voleva parlare d'amore, Gerard Way, di un
amore tanto forte da farti star male. Di un amore che ti riempie a tal punto da
farti assalire dalla disperazione al solo pensiero di perderlo. Voleva parlare
di quell'amore con la A maiuscola, che supera ogni cosa.
Un amore che lui non aveva mai provato in
vita sua.
Ripensò a Matt, a quell'amore ormai finito.
Pensò ai suoi amici, le persone che sarebbero state sempre con lui. Le persone
più importanti della sua vita, persone che adorava ma a cui non aveva mai fatto
capire davvero quanto valessero per lui.
Mikes, suo fratello, gli era sempre stato
accanto, lo aveva sempre sostenuto in ogni cosa. Poi c'erano Ray e Frank, quei
ragazzi che conosceva da non molto tempo ma con i quali si era creata
un'amicizia fantastica.
E poi Matt. Il ragazzo che aveva amato, il suo ragazzo. E una domanda, la stessa che si poneva
da un pò, gli ronzava in testa, a ogni ora del giorno e della notte. Lo amava
ancora?
Gerard sapeva di provare ancora qualcosa
per lui. Ma cosa?
Amore? Affetto? O era solol'abitudine che
li teneva ancora insieme?
-... and night's grow, and we go cold... as
snow falls on desert sky, until the end of every thing...-
-Cosa vuoi dire, Gerard?-. La domanda la
mormorò a sè stesso, nel buio della notte e nel silenzio della casa.
-Non puoi scrivere di amore se pensi a una
storia ormai distrutta...- continuò il cantante.
-Wow, parli anche da solo adesso! Lo sai
che parlare con la propria testa è il primo sintomo della pazzia?-. Frank stava
sulla porta e lo fissava.
-Frank! Dio, che paura!- esclamò Gerard
massaggiandosi il petto. Quindi, nascondendo i fogli, continuò.
-Tu non dovevi tornare a casa?-. L'altro si
avvicinò e a metà strada decise di cambiare direzione e sedersi sul letto.
-Dovevo. Ma siamo rimasti a parlare fino a
un'ora fa, e siccome erano le tre e nevicava e faceva un freddo cane, Mikey mi
ha detto di rimanere-. Gerard annuì.
-Stavi scrivendo?-. Il cantante annuì
ancora.
-Sì, o almeno ci provavo. Non riesco a
capire cos'è che voglio scrivere...-.
Frank si alzò dal letto e si avvicinò
all'altro, gli poggiò le mani sulle spalle e sorrise.
-Devi solo rifletterci un pò su. So che
puoi farcela. Io credo in te, Gee- mormorò con fare incoraggiante.
-Grazie, Frank, grazie davvero-.
-Sono qui per questo. E per farti mangiare
ciambelle fino a scoppiare. E per costringerti a scendere in cucina con me e
prepararmi una cioccolata-. Gerard rise e si alzò.
-Certo, Frank, come vuoi. E cioccolata sia,
allora-. Ridendo e cercando di non fare rumore scesero insieme in cucina e
Gerard si mise ai fornelli. Fu tutto facile, fino a quando non intervennero i
grumo della cioccolata.
-Ah, i Gloriosi Grumi Gianduiosi- fece
Frank, solenne, -Onore e gloria ai grumi e al valoroso sir Gerard Arthur,
cavaliere pronto a sconfiggerli-.
Frank rise alla propria battuta, e il suo
sorriso si allargò non appena vide il volto di Gerard. Era concentrato e
storceva la bocca, con la mano destra impugnava un cucchiaio di legno e girava
velocemente la cioccolata.
-Ridi pure, Frank, ma io vincerò sui
Gloriosi Grumi Gianduiosi. E comunque quello che hai detto non ha senso- disse
il cantante continuando a mescolare freneticamente.
Frank rideva così tanto che doveva tenersi
lo stomaco, a causa dei crampi.
-P-perchè?- disse. Gerard, nel frattempo,
aveva avuto la meglio sui grumi e aveva versato la cioccolata in due tazze, che
stava portando a tavola.
-Perchè hai onorato i Grumi Gianduiosi e me
che dovevo sconfiggerli-. Frank smise lentamente di ridere.
-Io adoro i Gloriosi Grumi Gianduiosi. Però
adoro anche te- disse Frank senza pensare. Gerard rimase immobile un secondo,
poi si dedicò alla sua cioccolata.
-Bè, lo sai, sei un mio amico, e un
cantante favoloso. E nessuno sa fare la cioccolata come te, per questo mi servi,
ehm... ti adoro- disse Frank ridendo seguito a ruota da Gerard.
-E quindi ti servo solo per la cioccolata,
eh? Bravo, bravo il mio Iero. Scordati di scroccarmi sigarette!- rispose il
cantante. Frank si finse indignato.
-Gerard Arthur Way, don't you
DARE!-
-Ah sì? Altrimenti cosa fai?- lo provocò
Gerard prendendosi il pacco di Marlboro rosse e uscendo in veranda seguito da
Frank.
-Gee, per favore, mi daresti una
sigaretta?- domandò quest'ultimo.
-Mai-. Gerard rise e guardò il cielo che
diventava a poco a poco più chiaro.
-Gerard...!- piagnucolò il chitarrista.
L'altro continuò a ridere.
-No, Iero, te lo scordi-
-Dai!-
-No-
-Dai!-
-No-
-Tu mi darai una sigaretta, Mr Way,
altrimenti finirai molto male!- urlò Frank guardando l'altro in modo minaccioso.
Gerard sorrise, amabile, e guardò Frank sbattendo le ciglia.
-No-
-Sì- urlò Frank.
-No- ribattè Gerard.
-Sì!-
-No-
-Sì!-
-No-
-No- disse velocemente Frank.
-Sì-
-Ho vinto! Ti sei confuso, hai detto sì!-
gongolò Frank saltellando sul posto. Gerard lo guardò e per qualche secondo
rimase immobile. Poi scattò e corseincontro a Frank, gli saltò addosso, urlando.
-No, Frank, non vale, hai giocato sporco!-.
Frank rise e lo respinse, facendogli perdere l'equilibrio.
-Non è vero, ho vinto, ho vinto!-. Così
dicendo Frank cadde addosso a Gerard, i loro visi a solo un soffio di distanza.
Ridevano entrambi, e ansimavano.
Gerard guardò Frank, ancora ridendo; guardò
i suoi occhi nocciola, il sorriso dolce che si stava piano piano spegnendo.
Frank sfiorò il naso di Gerard con il suo,
i suoi respiri si perdevano sulla sua bocca.
Il nocciola si perse nel castano-verde, il
silenzio regnava sovrano interrotto dai respiri dei due ragazzi.
-Frank...- mormorò Gerard sulle sue labbra.
L'altro lo guardò un istante, sfiorò ancora il suo naso e poggiò le labbra su
quelle del cantante.
Gerard rimase immobile, con quelle labbra
soffici sulle sue.
Il sole e la luna si stavano sfidando
nell'ennesima lotta, come se uno volesse prevalere sull'altro; una lotta impari,
con un vincitore già prestabilito.
Frank chiuse gli occhi, beandosi del
profumo di Gerard. Con la lingua stuzzicò le labbra dell'altro, che le
dischiuse.
Il bacio si fece più profondo, e intorno la
flebile luce del sole appena sveglio si spargeva intorno, illuminando quel nuovo
giorno.
Frank si staccò da Gerard, gli occhi ancora
chiusi, e il respiro affannato.
-Gerard...- mormorò guardandolo negli
occhi. L'altro aprì la bocca per rispondere.
-Fr...-
-Gerard, dove sei?-. Velocemente Frank si
alzò da Gerard, e anche l'altro si rimise in piedi.
-Ah, sei qui-. Matt era apparso sulla
soglia e li guardava.
-Iero- disse a mò di saluto.
-Pelissier- rispose Frank, le guance
rosate, gli occhi lucidi.
Matt si voltò verso Gerard, non degnando
più l'altro neanche di uno sguardo.
-Che ci fai qui fuori all'alba? Devo
parlarti, comunque. Vieni dentro-.
Il batterista rientrò in casa seguito dal
suo ragazzo, che prima di chiudersi la porta alle spalle si voltò a guardare il
chitarrista.
-Gee, io...-
-Frank...-
-Gerard! Ti muovi!-. Gerard gli dedicò un
ultimo sguardo e quindi entrò in casa, lasciandolo solo.
***
Capitolo bomba, babies! Ve lo posto ora, a
poca distanza dal quarto, perchè probabilmente non riuscirò a postare prima di
una settimana-dieci giorni. I'm sorry...
MILIKA (anch'io odio Matt, e sì, Mikes è un genio. Tranquilla che la
testa non me la monto, e se anche dovessi ci pensano i voti a scuola a farmela
smontare... ^_^ spero che anche questo ti piaccia, alla prossima! Un bacio!),
NIAMH15 (che bello riaverti qui! Wow, sono felice che tu abbia letto
anche questa, e che ti sia piaciuta... capitolo bomba, e tante altre cose in
programma...il concerto... wow, è quello che dico sempre quando ci penso, e
inizio a sorridere come un'ebete...al prossimo capitolo, carissima, un bacio!),
LOSTWHITE (Grazie mille dei complimenti! e
il concerto..vale quello che ho detto a Niamh... un bacione, alla prossima!).
Okay, scappo, sono di frettissima. Spero vi
piaccia, sul serio. Alla prossima settimana, girls! Un bacio, luv ya all!
B.
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Capitolo 6 *** 6-toughts... ***
mcr
Toughts...
-Frank non viene oggi?- domandò Ray accendendo l'amplificatore.
Gerard inciampò su uno dei cavi per terra.
-Stà più attento, Gee- disse Matt sedendosi alla batteria.
-Sì, certo. E non chiamarmi "Gee"-. Era nervoso, Gerard Way,
molto nervoso.
-Dovrebbe arrivare a momenti-. Mikey rispose a Ray e continuò ad
accordare il suo basso.
-Gerard, ti senti bene?- domandò Mikey, -non hai una bella
cera...-
Il cantante sorseggiò il caffè bollente e si scottò la lingua.
Poggiò velocemente la tazza sull'amplificatore e si voltò verso il fratello.
-No, Mikes, non sto molto bene. Cazzo di caffè!-
-Ciao a tutti-. Quella voce, la sua voce...
Gerard, già vicino al microfono, si dedicò solo ed
esclusivamente a quello, come se ne andasse della sua stessa vita.
Non aveva più visto Frank dopo... dopo quella notte, e adesso
non sapeva cosa fare. Quel... quello che era successo era successo e basta,
forse non aveva neanche una spiegazione plausibile. O forse... forse sì.
Non sapeva neanche cosa pensare, Gerard Way. Sapeva solo che
quel momento era stato... già, cosa? Che cos'era stato quel momento? Bello?
Magico? Tanto forte da fargli provare una morsa allo stomaco e fargli credere
che il mondo era bello e la vita meravigliosa?
Forse...
-Gerard- chiamò Mikey. Il maggiore di casa Way rimase immobile
per qualche secondo. Sapeva, sentiva quegli occhi nocciola fissi su di
lui, e si sentiva a disagio. Cosa avrebbe fatto? Come sarebbe riuscito a
guardarlo negli occhi, adesso, dopo... quello?
Tremando impercettibilmente Gerard si voltò e nuovamente provò
una morsa allo stomaco.
-Ciao, Gerard- mormorò Frank evitando di guardarlo negli occhi.
Dietro di lui c'era una ragazza, una bella ragazza bruna dal
viso dolce e pulito.
-Ciao, Frank-. Era nervoso, Gerard Way, troppo nervoso. Così
nervoso che si accese una sigaretta. Non poteva guardarlo negli occhi, non ora,
non più. Era un suo amico, Frank, ma Gerard non riusciva proprio più a
guardarlo.
-Gerard, lei è Jamia- esordì Mikey. Gerard si voltò verso di
lei, che gli sorrise.
-La ragazza di Frank-.
Frank aveva una ragazza, Frank lo aveva baciato.
Tutto questo non aveva senso. Frank aveva una ragazza, Gerard
era felice per lui.
Ma Gerard non ne sapeva nulla. Se lo avesse saputo si sarebbe
risparmiato non poche seghe mentali.
Perchè Frank non glielo aveva detto? Erano amici, giusto? E
allora perchè? Tra amici si parla, e Frank non gli aveva detto nulla. Mentre
lui, Gerard, gli aveva sempre detto tutto, gli aveva parlato dei suoi problemi,
gli aveva parlato di Matt.
E ora si sentiva ferito, Gerard Way, da quell'amico che non gli
aveva parlato di sè, che non gli aveva neanche detto di avere una ragazza.
Era questo, la delusione, che ora lo corrodeva dentro, che lo
faceva sentire come se qualcuno gli avesse dato un pugno allo stomaco.
Frank.
***
Alla fine delle prove Gerard si accese una sigaretta.
-Gerard...-. Il cantante si voltò. Frank.
-Sei stato grande- mormorò quello, gli occhi rivolti agli
strumenti.
-Grazie-. Gerard annuì. Stava per voltarsi quando Jamia gli
rivolse la parola.
-Sei davvero molto bravo, Gerard. Hai una voce molto bella-
disse la ragazza con un sorriso.
-Grazie- fece lui. In quel momento Matt gli si avvicinò e lo
abbracciò, da dietro.
-Continua così, Gerard, e stà sicuro che ti chiederò di
sposarmi!- disse. Gerard sorrise, incerto, poi accolse il bacio del suo ragazzo.
-Ti va di uscire, noi due soli?- chiese il batterista. Gerard
sorrise in un modo decisamente adorabile e annuì. Era da tanto che non uscivano
da soli, lui e il suo Matt.
-Allora ciao. Piacere di averti conosciuta-. Gerard si rivolse a
Frank e Jamia. Lei gli sorrise.
-Piacere mio, Gerard. Spero di potervi ascoltare di nuovo, siete
davvero bravi-. Gerard annuì, guardò un attimo Frank e poi andò via mano nella
mano con il suo ragazzo.
Frank rimase fermo, l'espressione cupa, quindi si dedicò alla
sistemazione della sua chitarra e si preparò ad andar via con Jamia.
-Ciao ragazzi, ci sentiamo domani- salutò.
-Perchè non rimani, Frank? Andiamo a bere qualcosa tutti
insieme- propose Mikey. Frank fece un sorriso tirato, rifiutò gentilmente
l'invito e uscì dal garage con Jamia.
-Che hai, Frank?- domandò lei quando furono in auto. Lui scosse
il capo.
-Nulla, Jam-
-Non ti credo. Sputa il rospo, Frank Anthony Iero. Ti conosco
troppo bene-. La ragazza incrociò le braccia al petto e lo guardò, in attesa.
-Niente, Jam, sul serio, non è nulla-
-E' per Gerard? Sei preoccupato per lui e Matt?- domandò ancora
lei. Frank sospirò.
-Forse, non lo so. E' solo che...-
-Dài, Frank, sai che a me puoi dire tutto- lo incoraggiò la
ragazza.
-Lascia stare, Jam, non è nulla. Forse sono solo
stanco-
Lei gli dedicò uno sguardo del tipo "Tanto non la bevo",
ma lasciò perdere. Se avesse voluto, gliene avrebbe parlato lui.
***
Gerard guardò Matt e gli sorrise.
-Che hai da ridere?-
-Niente, è solo che era da tanto che non passavamo del tempo
insieme, tu e io- rispose il cantante tra un sorso di caffè e un altro. Non
stavano facendo niente di particolare, erano semplicemente seduti in un bar,
però era bello.
-Matt... credi davvero che possiamo farcela?-. L'espressione di
Gerard cambiò e divenne seria, quasi preoccupata. Aveva bisogno di essere
rassicurato, Gerard Way, era preoccupato, e insicuro, e aveva bisogno che
qualcuno gli desse forza perchè da solo non poteva farcela. Matt era il suo
ragazzo, e con lui poteva parlare. Sì, era una vera testa di cazzo a volte, però
era il suo ragazzo e gli voleva bene. Matt lo avrebbe capito, avrebbe capito la
sua ansia e le sue paure, e gli sarebbe stato vicino.
-Certo che ce la faremo, Gee- Matt gli prese le mani tra le sue
e continuò, -La Eyeball Records ci ha contattati, ci vogliono! Dobbiamo solo
avere un altro paio di canzoni e siamo a posto, lo sai. Siamo grandi, Gee,
possiamo farcela-.
Gerard sorrise e lo baciò dolcemente. Sì, potevano farcela,
insieme.
***
La porta della stanza si aprì piano e una donna fece capolino.
-Frank, la cena è pronta-
Il ragazzo sul letto la guardò, la chitarra ancora in braccio.
-Non ho fame, magari scendo tra un pò-
La donna lo guardò un attimo e poi annuì, uscì dalla stanza e si
richiuse la porta alle spalle. Frank rimase seduto sul letto, a pizzicare le
corde della sua chitarra. Aveva mille cose che gli passavano per la testa, mille
cose a cui non riusciva a trovare una soluzione. Semplicemente non riusciva a
venirne a capo, Frank, non sapeva più cosa fare.
Adorava i My Chemical Romance, tranne Matt, quello gli sembrava
solo un coglione. Stava facendo soffrire Gerard, quel bastardo, anche se le cose
sembravano andare meglio tra loro. Però...
Frank si distese sul letto, la chitarra sulla pancia, e continuò
a pensare e a pizzicare le corde della sua baby. Il tempo trascorse senza che
lui se ne accorgesse; secondi, minuti, ore...
****
Ta-dan! Eccovi qui un capitolo di passaggio... niente di
particolare, le cose vanno avanti, ma ecco un nuovo personaggio... Jamia... Non
pensate che le cose tra Frank e Gerard saranno facili, care mie... però ci
saranno...
^_- A parte le seghe mentali di Gerard e gli occhi bassi di
Frank, direi che va tutto bene. Gerard e Matt sembrano proprio una coppietta
felice, ma ovviamente non ci contate (FRERARD RULEZ!!!). Grazie mille per il
sostegno, tesori...
MISSBLACK'92 (eh sì, chi non vede l'ora
di rivederli? comunque, matt... bè, sapete già che lascerà la band, no? ^_^),
ELENINA SCRITTRICE (grazie mille dei complimenti...wow, addirittura la
più bella? caspita, grazie, davvero! spero che la storia continui a piacerti,
alla prossima!), LOVELYDEAD (amour, la tua recensione mi ha fatto morire
dalle risate! io scrivo, tranquilla, scrivo, e le cose si evolveranno, per tutti
e in tutti i sensi. a presto, tesoro, e grazie!), ROSY61 (non
preoccuparti per i commenti che hai saltato, basta che ci sei e continuerai a
esserci! -_^grazie mille anche a te), MILIKA (dai, ho fatto presto...
dio, non sai quanto mi piacerebbe avere il mio gee personale che mi prepara la
cioccolata, al mattino... è un pò il sogno di ogni ragazza con un pò di sale in
zucca! alla prossima, e grazie), CHEMICAL_KIRA (grazie per i
complimenti, e come vedi ho aggiornato prima del previsto! alla prossima, spero
che anche questo capitolo ti piaccia).
Nonostante tutto, ragazze mie, ricordatevi bene una cosa:
FRERARD RULEZ!!!!!!!!!!!!! E' bene che lo teniate a mente... Alla prossima, un
bacio, B.
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Capitolo 7 *** underneath the mistletongue... ***
mcr
Just to you...
so long and
goodnight...
I.L.Y.
Underneath the mistletongue
-Matt muoviti, siamo in ritardo!. Gerard aspettava davanti la
porta d'ingresso, avvolto nel cappotto nero e nella sciarpa di lana rossa. Mikey
lo raggiunse di corsa, tenendo in mano una teglia.
-Scotta, scotta!-. Gerard rise.
-Metti i guanti da cucina, Mikes, e vedrai che non scotterà
più-. Il minore di casa Way corse in cucina e tornò poco dopo; nello stesso
istante arrivò Matt, già coperto con cappotto e guanti.
-Pronti? Andiamo-. Uscirono tutti, chiusero la porta di casa e
salirono in auto, Gerard al volante.
-Chissà cos'avrà preparato nonna?- chiese Mikey tenendo la
teglia bollente lontana dalle sue gambe.
-E' la vigilia di Natale, Mikes... cosa prepara nonna la vigilia
di Natale?-. Gerard guardò suo fratello attraverso lo specchietto, tenendo le
mani strette sul volante.
-Le lasagne, le lasagne!- urlò Mikey come un bambino eccitato.
-Esatto!-. Gerard rise, e una piccola fossetta si formò sulla
sua guancia.
-Ehi Matt... sei silenzioso... c'è qualcosa che non va?- domandò
poi il cantante.
-No, Gerard, ho solo freddo-
-Okay. Mikey, hai portato il regalo per nonna?-. Gerard vide il
volto sconvolto di suo fratello e rise.
-No, cavolo! Gerard torna indietro! Torna indietro!-
-Tranquillo, Mikes, ci ho pensato io, sapevo che l'avresti
dimenticato!-. Il minore di casa Way sospirò.
-Sei uno stronzo, Gerard!- urlò. Gerard rise, felice, e accese
la radio.
"I don't want a lot for Crhistmas, there is just one thing I
need..."
***
Venti minuti dopo i fratelli Way e Matt erano davanti alla porta
di una casa graziosa, a Newark. Gerard suonò il campanello e poco dopo una donna
aprì la porta.
-Ciao nonna!- disse Mikey, ancora tenendo la teglia in mano. La
donna sorrise e si fece da parte.
-Entrate, presto, fuori fa molto freddo!-
Quando i tre furono dentro la donna chiuse la porta.Era avanti
con l'età, ma sul suo viso segnato dal tempo si scorgevano ancora i segni di
un'antica bellezza. Gli occhi erano castano-verdi, grandi e belli, proprio come
quelli di Gerard. Il sorriso era quello dolce e saggio di una nonna amorevole. I
capelli neri e ingrigiti dal tempo erano raccolti in uno chignon basso e sobrio.
Nonostante le rughe e l'età era ancora molto bella.
Gerard l'abbracciò forte.
-Ciao nonna-. Lei sorrise dolcemente, una fossetta sulla sua
guancia.
-Gerard, è bello vederti-
-Mikey, tesoro, lascia quella teglia in cucina- disse poi la
donna, sempre sorridendo. Quando Mikey tornò la strinse in un abbraccio.
-E tu- disse ancora lei rivolta al batterista, -tu devi essere
Matt, il ragazzo di Gerard. E' un piacere conoscerti-
-Matt, lei è mia nonna, Elena- presentò Gerard. Elena strinse la
mano al batterista, poi li guardò.
-Toglietevi quei cappotti e andiamo in salotto, forza-. I tre
eseguirono.
Il salotto era piccolo e grazioso, e un grande albero di natale
decorato e illuminato li guardava da un angolo. Gerard mise un sacco sotto
l'albero e si sedette accanto a Matt sul divano. Elena servì loro un aperitivo e
prese posto accanto a Mikey.
-Allora ragazzi, come va? Ci sono novità?- domandò.
-Sì. Nonna, tieniti forte- esordì Gerard con un sorriso a
trentadue denti, -siamo stati ingaggiati dalla Eyeball Records, un'etichetta del
New Jersey... e al più presto potremo incidere!-
Elena sorrise, un sorriso come quello del nipote, dolce,
sincero, pulito.
-E' bellissimo, Gerard, congratulazioni! Allora ci vuole un
brindisi. Ai... come hai detto che vi chiamate?-
-My Chemical Romance- intervenne Mikey.
-Giusto. Ai My Chemical Romance!-. Brindarono tutti insieme.
Matt era taciturno,anche più del solito. Gerard e Mikey
sprizzavano gioia da tutti i pori.
-Mi piacerebbe conoscere anche gli altri ragazzi. Magari
potreste chiamarli e invitarli qui, dopo la mezzanotte- propose Elena. Mikey
annuì vigorosamente.
-Sarebbe grandioso! Chiamo subito Ray. Gerard,tu chiama
Frank-
Il cantante rimase immobile, la mano stretta in quella del suo
ragazzo. La donna lo guardò attentamente.
-Certo, Mikes, lo chiamo subito-.
Gerard prese il cellulare che aveva poggiato sul tavolino e
cercò in rubrica il numero del chitarrista. Fece partire la chiamata. Frank...
non lo vedeva da quel giorno alle prove, quando era venuto con la sua ragazza.
Non gli parlava da allora. Perchè, poi? Era una cosa stupida, questo Gerard lo
sapeva bene. Però...
-Sì?-. Gerard sussultò nel sentire la sua voce.
-F-frank?Ciao, sono Gerard- disse, poi si diede mentalmente
dello stupido. Frank aveva il suo numero, Frank sapeva che era lui che lo stava
chiamando.
-Ciao Gerard-
-Senti, volevo dirti... se ti va di venire qui, a casa di mia
nonna, dopo la mezzanotte. Mikey sta chiamando Ray. Lei vorrebbe conoscervi-.
Era nervoso, Gerard, ma non ne aveva motivo.
-Sì, certo, va benissimo. Spiegami dove abita-
Qualche minuto dopo Gerard chiuse la telefonata. Gli occhi di
Elena erano ancora fissi su di lui.
-Frank ci raggiungerà dopo la mezzanotte- disse.
-Anche Ray- disse Mikey. Matt annuì e rimase in silenzio.
-Perfetto. Ora andiamo a mangiare. Mikes, ti ho preparato le
lasagne!-. Elena sorrise nel vedere il nipote balzare in piedi.
-Le lasagne, le lasagne!-. Gerard rise etrascinò Matt in sala da
pranzo.
***
Dopo cena i quattro si riunirono in salotto.
-Direi di aspettare i vostri amici per aprire i regali. Intanto
prendete dei biscotti-. Gerard e Mikey si servirono senza fare storie, Matt
rimase fermo.
-Allora Matt, dimmi... come hai conosciuto mio nipote?- domandò
Elena sorseggiando un bicchiere di vino rosso.
-Eravamo amici ai tempi della scuola, poi ci siamo persi di
vista. Un giorno Gerard mi chiamò da New York, dopo l'attentato alle Torri
Gemelle, e allora decidemmo di vederci e così formammo la band. Poi ci siamo
stabiliti qui- rispose il batterista. Gerard gli porse un biscotto.
-Assaggia. L'ha fatto mia nonna, è buonissimo-
La mezzanotte era passata da un pezzo quando suonò il
campanello.
-Vado io!-. Mikey balzò in piedi e corse alla porta, tornando
poco dopo con Frank e Ray. Elena andò loro incontro.
-Frank, ray, lei è mia nonna,Elena. Nonna, Frank e Ray-. Mikey
si occupò delle presentazioni. Elena strinse le mani ai due ragazzi e li invitò
a sedersi.
-Lieta di conoscervi-
-Piacere nostro, signora. Grazie per l'invito, e auguri di Buon
Natale- disse Frank porgendole un mazzo di rose comprato velocemente prima di
cena.
-Ciao Gerard. Pelissier. Buon Natale-. Frank salutò gli altri
prima di prendere posto, così come fece Ray.
-Allora, ragazzi. Posso offrirvi un bicchiere di vino? Intanto
prendete un biscotto-. Elena sparì in cucina per tornare poco dopo con un
vassoio con cinque bicchieri e una bottiglia di vino.
Servì a tutti un bicchiere di vino e si sedette accanto a Mikey.
-Bè, allora... Buon Natale a tutti!-. Elena alzò il bicchiere
imitata dagli altri.
-Buon Natale!-
-Gerard, non bere troppo, devi guidare. E anche voi,
ragazzi-
-Dài nonna, siamo grandi, sappiamo cosa fare!- esclamò Mikey.
-Propriocome sapevi che avresti dovuto prendere la teglia
bollente con i guanti da cucina, Michael?- ribattè la donna scatenando l'ilarità
generale. Mikey assunse un bel colorito rosato.
-Sì, bè... quello non c'entra. Ora apriamo i regali!-
***
Gerard era fuori in veranda, a fumare unasigaretta. La porta
d'ingresso alle sue spalle si aprì e si richiuse.
-Mi faresti accendere?-. Frank. Gerard estrasse l'accendino
dalla tasca del cappotto e lo porse al chitarrista che ora gli stava accanto.
-Grazie-. Frank accese la sigaretta e gli restituì l'accendino
nero.
-Allora, Gerard... come... è... è forte, tua nonna- disse il
chitarrista tentando di eliminare la tensione.
-Sì, lo so, è grande-
-Senti Gerard... mi... mi dispiace, okay? Per... per quello...
lo sai (you know rulez!)...-. Frank si mosse, a disagio.
-E' okay, Frank, non preoccuparti. E' capitato, è stato un
attimo di... comunque è tutto a posto, davvero. Amici come prima- disse Gerard
velocemente. Frank era suo amico, non potevano rovinare un'amicizia per una
cazzata!
-Okay-. Rimasero a fumare in silenzio, spalla a spalla. Frank
alzò gli occhi e guardò il cielo nero e stellato.
-Oh-oh- disse d'un tratto. Gerard lo guardò.
-"Oh-oh" cosa?-
-Oh-oh quello-. Frank indicò qualcosa sopra le loro teste.
Gerard lo guardò. Vischio.
-Oh-oh- disse il cantante.
-Spostati- disse Frank. Gerard lo guardò con gli occhi
spalancati.
-Non ci penso nemmeno, porta sfiga! Spostati tu!-
-No, porta sfiga!-
-Oh-oh. E allora cosa facciamo?-. Rimasero qualche secondo in
silenzio. Gerard gettò la sigaretta e così fece anche Frank.
-Non c'è soluzione- disse quest'ultimo. Un istante dopo le
labbra del cantante furono sulle sue. Il sapore acre della sigaretta appena
fumata si mischiò nelle loro bocche, le loro lingue si sfiorarono, dolcemente,
si assaggiavano, si assaporavano. Poi Gerard si allontanò. Si voltò, e quello
che vide gli fece gelare il sangue nelle vene.
Matt in piedi sulla porta, l'espressione furiosa.
Anche Frank si voltò.
-Oh-oh- mormorò flebilmente.
-Matt...-
-Vaffanculo Gerard!-
-Matt, era il Vischio!-
*
Eccomi di nuovo qui, mie care, con un bel capitoletto che,credo,
vi piacerà moltissimo... o sbaglio? ^_-
Ho dovuto inserire Elena Lee Rush, mi serviva ai fini della
storia, anche perchè siamo ancora nel 2001...
Spero di aver reso bene questo personaggio; credo sia stata una
donna fantastica, che ha insegnato molto ai fratelli Way... Ora passiamo ai
ringraziamenti!
FALLEN (che bello, una nuova lettrice!
Sono felice che la storia ti piaccia, e grazie mille dei complimenti. Matt
dolce... mm-mm... sì, è strano, però anche lui potrebbe avere dei lati nascosti,
chissà...), LOVELYDEAD (tesoro, ancora una volta sono morta dalle risate
nel leggere il tuo commento...Jamia... sì, bè, Jamia sta con Frank da una vita,
e dato che sto cercando di rendere questa storia il più reale possibile non
potevo non inserirla. Gerard... sì, è un pò tardo, e si fa troppe seghe
mentali... ma lo amiamo lo stesso! Spero che questo chap ti piaccia, anche se la
fine è un pò... ecco, mi odierai anche per questo! Sì, sono abbastanza malefica,
quando voglio... un bacio!), MISSBLACK'92 (sì, il mio intento era quello,
farvi rimanere di sasso... Matt, Jamia, Frank, Gerard...un bel casino, insomma!
La faccia di Jamia, dici? Aspetta un pò e poi vedrai da te... ciao, cute, spero
che questo capitolo ti tiri un pò su, dato che i miei ragazzi- e voi
lettrici...-li sto maltrattando non poco!), ROSY61 (cose felici? Sì, bè,
i momenti felici ci sono per tutti! Anch'io, com'è ovvio, detesto Matt, ma devo
proprio riconoscere che a livello musicale è un genio. La batteria del primo cd
è assolutamente geniale... alla prossima, e thanks!), MILIKA
(frerard rulez sempre e comunque, tesoro!
Hai perfettamente ragione, anche Frank doveva pensare a dire a Gerard di Jamia,
così da farlo rimanere meno di shit... però come poteva pensare Frank che
avrebbe fatto soffrire Gee? grazie mille, alla prossima!), BLINKA
(tranquilla, non ti preoccupare! comunque te ne sei accorta...grazie mille
dei complimenti, cara, e sì, la fic è frerardosa quindi tranquilla! Eccoti
accontentata col settimo capitolo...bacio), WILL91 (eccola qui, la mia
amichetta virtuale! non preoccuparti del ritardo, tesoro, capita a tutti! io
sono sempre in ritardo nel leggere le fic, e mi detesto... però capita! grazie
dei complimenti, sono davvero felice che la storia ti piaccia...stile naturale?
bah, cerco solo di rendere le situazioni più reali possibile.. Matt, poi... ho
solo una vaga idea del perchè abbia mollato i My Chem, ma la mia fantasia
perversa sta facendo il resto. Ah, I Gloriosi Grumi Gianduiosi... genio? No, è
sempre la mia mente assurdamente partita che fa tutto... sono felice che ti
siano piaciuti, anyWAY. Matt dovrà andar via, e giuro, non vedo l'ora!! Ma se lo
faccio finire ammazzato nel modo più atroce e doloroso no, eh? Peccato...grazie
di aver letto, cherie, alla prossima!)
Un bacio a tutte, siete grandi, sul serio!
B.
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Capitolo 8 *** show must go on... ***
show must go on...
Era l'ultimo giorno dell'anno, il 31 dicembre 2001, e
Gerard Way si sentiva una merda. Il nuovo anno stava arrivando e lui stava uno
schifo.
-Che bello, passerò un anno di merda- mormorò il
cantante.
-Ehi Gee...-. Mikey entrò nella stanza del fratello.
-Cosa c'è, Mikes?-
-Dovresti scendere. Nonna è arrivata, siamo tutti giù-
continuò il minore dei Way.
-Bene, arrivo. Matt?-
-E' andato via, mi dispiace. Senti Gerard- Mikey si
avvicinò al fratello, -perchè stai ancora con lui? Voglio dire, non fate altro
che litigare, e lui ti tratta da schifo...-. Gerard sospirò.
-E' difficile, Mikey, non immagini neanche quanto. E poi
Matt non è così terribile. Non sempre, almeno-. Il cantante nascose i fogli su
cui stava scrivendo e si alzò.
-Come vuoi, Gee. Se sta bene a te...-. I fratelli Way
scesero insieme e trovarono gli altri ad attenderli. Gerard corse incontro a sua
nonna e l'abbracciò.
-Ciao nonna-
-Ciao Gerard. Come stai?-. Gerard scrollò le spalle.
-Non c'è male-. Elena lo guardò attentamente, una
scintilla negli occhi castano-verdi.
-Certo. Dov'è il tuo ragazzo?- domandò poi. Il cantante
si mosse, a disagio.
-Lui... lui è a casa dei suoi, presumo-. La donna
accettò la risposta e non indagò oltre, con grande sollievo del nipote.
-Gerard, vieni a salutare gli altri- chiamò Mikey dalla
cucina. Il ragazzo guidò sua nonna fino agli altri, e non appena entrò una
strana sensazione s'impadronì di lui.
-Ciao a tutti- salutò. Ray, Mikey, Frank e Jamia
ricambiarono il saluto.
-Prendiamo posto a tavola- sugegrì Mikey sededosi. Jamia
aiutò Elena con le portate, sorridendo gentilmente.
-Che ragazza dolce! Da qanto state insieme, Frank?-
domandò la donna quando furono tutti seduti.
-Dalle superiori- disse il ragazzo. Era strano, Frank,
quella sera. Sembrava stanco, nervoso, proprio come Gerard. La cena trascorse
tranquillamente fino a quando il cellulare del cantante non squillò e lui
rispose.
-Matt... dove sei?-. Gerard rimase qualche secondo in
silenzio, poi si alzò di scatto e iniziò a urlare.
-Che cazzo vuol dire , eh? Spiegati!-
-Gerard, non parlare così, e soprattutto non urlare.
Siamo a tavola e nel caso tu non te ne sia accorto hai ospiti- disse Elena
severamente. Gerard mormorò un paio di scuse e i alzò da tavola, spostandosi in
salotto.
-No! Matt! Stà zitto e fammi parlare! Smettila, non dire
cazzate! Vaffanculo, hai torto marcio!-
Le sue urla arrivarono fino in cucina, dove tutti si
guardarono, in imbarazzo.
-Io lo strozzo!- scattò Mikey pontamente ripreso da sua
nonna.
-Litigano spesso?- doandò poi Elena.
-Sempre- rispose Ray cercando di non far caso alle urla
dl cantante. La donna annuì, pensierosa.
-Ancora con questa cazzo di storia! Era il vischio!
Matt, cazzo ascoltami...! Sei un coglione, ecco cosa sei! Non ce la faccio più!
Ancora storie per quel fottuto vischio!-
Frank si strinse nelle spalle, l'espressione seria e
preoccupata. Osservò le sue posate e non alzò gli occhi se non quando Jamia gli
pose una mano sul braccio.
-Frankie... è tutto okay?-. Lui alzò la testa e la
guardò, riprendendosi solo in quel momento da quella sorta di trance in cui era
caduto.
-Cosa?-. Lei lo guardò, preoccupata. No, non era tutto
okay.
-Cosa c'entra il vischio? Ci erano finiti sotto e Gerard
non l'ha baciato?- domandò Mikey guardando gli altri.
Frank rischiò seriamente di affogarsi con l'acqua che
stava sorseggiando, e Jamia gli battè la mano sulla schiena per aiutarlo a
riprendersi.
-Non saprei, non ricordo che Gerard abbia mai parlato di
vischio- fece Ray alzando le spalle.
-Non ce la faccio più, Matt! Non posso andare avanti
così!-. Gerard stava ancora urlando, e adesso singhiozzava.
-No, non puoi farlo così! Vieni qui e dimmelo,
vigliacco! Guardami negli occhi e dimmi che è finita!-
Mikey si alzò di scatto da tavola.
-Mikey, aspetta-
-No, Ray, quello è mio fratello, e ha bisogno di me-.
Così dicendo il ragazzo corse in salotto.
Gerard stava scagliando il cellulare per terra, e
piangeva. Stava per accasciarsi sul tappeto quando Mikey lo abbracciò e insieme
caddero in ginocchio. Gerard si aggrappò al fratello e pianse liberamente contro
la sua spalla.
-Shush... calmati fratellone-
-Mi ha lasciato, Mikes, mi ha lasciato...- continuava a
ripetere il maggiore di casa Way. Mikey si sentì quasi male nel vedere il
fratello in quello stato. Era così fragile, Gerard, così insicuro. E Matt- quel
coglione di Matt lo stava uccidendo, gli stava facendo male.
-Mi ha lasciato , capisci? Per il vischio...-. Mikey lo
cullò, tentò di tranquillizzarlo, di attenuare quel dolore che stava provando.
Lasciò perdere il vischio e si dedicò solo al fratello. Lo aiutò ad alzarsi in
piedi e lo guidò al piano di sopra fino alla sua stanza, dove lo fece sdraiare
sul letto.
-Vuoi che ti porti qualcosa, Gee? Mando via gli altri e
torno subito da te- disse Mikey accarezzandogli i capelli.
-No, vai da loro Mikes. Dami solo le sigarette,
dovrebbero essere sulla scrivania...-. Gerard si asciugò un pò le lacrime e
prese il pacco di sigarette, il posacenere e i fazzoletti che il fratello gli
porgeva.
-Vai da loro, Mikes. Io starò bene...-
Un ultimo sguardo al fratello, un cenno d'assenso e
Mikey tornò in cucina dagli altri, nervoso come non era mai stato in vita sua.
***
-Io lo uccido! Gli spezzo le gambe!- urlò il bassista
dando un calcio a una sedia vuota.
-Michael calmati. Come sta tuo fratello?- disse Elena
iniziando a sparecchiare la tavola con l'aiuto di Jamia.
Mikey si sedette accanto a Ray e sbuffò.
-Sta male. Quel bastardo lo ha appena lasciato per
telefono e lui sta uno schifo-
-Vado un pò da lui, qui finite voi per favore-. Elena
fece per allontanarsi ma fu fermata da Frank.
-Vado io, se non le dispiace- mormorò lui. Lei lo guardò
attentamente, quasi volesse leggergli dentro, e dopo qualche interminabile e
lungo secondo annuì.
-Certo-. Frank non disse altro e corse al piano di sopra
con una morsa allo stomaco e la strana, orrenda sensazione che fosse in parte
colpa sua, che fosse stato lui, indirettamente, a far soffrire Gerard.
***
-Gerard... posso entrare?-
Il cantante si voltò verso la porta e assentì.
Poco dopo Frank si sedette sul letto accanto a lui e lo
guardò, tristemente.
-Scusa, Gerard, mi dispiace...- mormorò. L'altro lo
guardò, la sigaretta accesa in una mano e un kleenex nell'altra, il viso ancora
impiastrato di lacrime.
-Per cosa, Frank?-. Gerard tirò su col naso e aspirò il
fumo. Frank si mosse, a disagio, lo sguardo troppo triste, uno sguardo che non
gli apparteneva.
-Il vischio. Ho sentito che è stato quello che ti ha
fatto... sì, bè, ecco... rompere con Matt... mi dispiace davvero tanto, Gerard,
non sai quanto. E' tutta colpa mia, sono un coglione, dovevo spostarmi...-
-Frank. Frank ascoltami-. Gerard lo guardò con quei suoi
occhi dolcissimi ora arrossati per il pianto. Frank rimase in silenzio, lo
sguardo basso.
-Hey...-. Gerard gli si avvicinò e con una mano gli
prese il mento, costringendolo a guardarlo.
-Non è colpa tua, okay? Tu non c'entri. Eravamo sotto il
vischio, è capitato. Non è stata colpa tua. E' Matt. Con lui non andava tanto
bene. Litigavamo spesso, e tu ne sai qualcosa. Semplicemente non andava. Lui ha
solo trovato un pretesto per mollarmi. Scemo io che gli ho permesso di trattarmi
così...-
Frank sospirò. Perchè? Perchè Gerard doveva essere
sempre così gentile, così fantastico anche quando era lui a soffrire?
Avrebbe dovuto essere lui, Frank, a consolarlo, e invece
era Gerard che stava tentando di farlo sentire meglio.
-Mi dispiace, Gerard. Se c'è qualcosa che posso fare,
qualsiasi cosa...-
-Resta con me per un pò- mormorò semplicemente l'altro,
e le sue guance si tinsero di rosa.
Frank tentò un sorriso, gli prese la sigaretta e la
spense, quindi lo fece sdraiare e si stese accanto a lui, abbracciandolo. Gli
accarezzò i capelli, in silenzio, e lo lasciò piangere, lasciò che desse sfogo
al dolore. Gli asciugò il viso baciandogli le lacrime, e in quel momento fu come
se il resto del mondo non esistesse...
***
-Sì? Sì, sono io. Co- Ah. Wow. Bene. Grazie-
-Gerard, chi era?- chiese Mikey dal divano. Gerard lo
guardò, occhi e bocca spalancati. Il cantante guardò i suoi amici, e tutti loro
attesero che parlasse.
-Erano quelli della Eyeball Records. Dobbiamo andare lì,
ora, per vedere i termini del contratto...-
-Contratto?!- chiesero Mikey, Frank, Ray e Matt insieme.
-Quindi è sicuro? Ci prendono?- chiese Mikey alzandosi
in piedi. Gerard annuì.
-Cosa ci fate ancora qui? Muoviamoci!-. Mikey corse a
prendere il giubbotto seguito a ruota da tutti gli altri. Matt passò davanti a
Gerard senza neanche degnarlo d'uno sguardo.
Il cantante strinse i pugni, nervoso, stanco; quindi
raggiunse gli altri alle auto. Doveva farcela, doveva andare avanti con o senza
di lui. Per i My Chemical Romance, per sè stesso.
*
-Allora, ragazzi, voglio dirvi quello che penso- esordì
Jack, l'uomo che li aveva convocati lì, -mi piacete, siete bravi, avete grinta e
carattere. Se non fossi convinto che poteste farcela non vi avrei chiamato.
Quindi, avete letto il contratto, l'unica cosa che rimane da fare è firmarlo-.
Gerard lo guardò con un gran sorriso. Sì, andava tutto
per il verso giusto, finalmente...
Prese la penna che Jak gli porgeva e firmò il contratto,
imitato dagli altri.
-Tu non firmi?- domandò poi l'uomo rivolto a Frank.
-Lui non è nella band- sputò Matt guadagnandosi
un'occhiataccia dagli altri.
-No, il fatto è che lui ha già un'altra band e noi
abbiamo già una chitarra- spiegò brevemente Mikey. Jack annuì.
-Bene. Avete un altro pò di tempo per sistemarvi, poi
andrete a New York per registrare. Vi farò sapere io la data della partenza-.
*
-New York... ma ci pensate! New York!-
-Lo sappiamo, Mikey, l'avrai ripetuto almeno un
centinaio di volte- disse Ray bevendo la sua cioccolata.
-Dov'è Gerard?- domandò Frank, -ha detto che doveva
comprare le sigarette, ma è uscito mezzora fa-. Il ragazzo si mosse sulla
poltrona, un pò in ansia, mentre Matt gli dedicava uno sguardo velenoso.
-Perchè non vai a cercarlo? Magari gli dai anche un
altro bacio- disse il batterista acidamente. Frank non lo degnò d'uno sguardo.
-Io vado, ci vediamo dopo- così dicendo uscì e corse in
macchina. Era preoccupato per Gerard, aveva paura che gli fosse successo
qualcosa. Ma dove diavolo era andato? Frank percorse la strada principale di
Belleville, ma senza alcun successo.
Continuò a girare un pò in auto, poi capì.
-Certo... come ho fatto a non pensarci?-. Con l'auto si
diresse verso il parco, dove posteggiò e continuò a piedi fino a quella
panchina, la preferita di Gerard.
-Gee... cosa ci fai qui? Andiamo a casa-. Gerard era
sdraiato sul legno umido, a pancia sotto, la bocca semi-aperta, gli occhi lucidi
e vacui.
-Mm-mm-mugugnò il cantante, nella sua mano una bottiglia
di vodka ormai vuota.
-Dio, Gerard...- mormorò Frank inginocchiandosi accanto
a lui. Gli tolse la bottiglia dalle mani, Gli accarezzò il viso. La punta del
suo naso era leggermente bianca. Frank inorridì.
-Gerard... che cazzo hai fatto?!- urlò senza ricevere
risposta.
-Merda- mormorò poi, -Gerard, Gerard guardami. Guardami,
cazzo!-. Il cantante alzò un pò il viso senza però dare segni di lucidità.
-Cazzo, Gerard! Mi senti? Ti prego, Gee, ti prego...-.
Con grande sforzo Frank riuscì a mettere in piedi Gerard, lo fece appoggiare
sulla sua spalla e lo portò in auto dove lo sistemò aul sedile anteriore. Corse
fino a casa, dove poi lo trascinò.
-Frank, cosa...?- domandò Mikey quando aprì la porta.
-E' fatto, Mikey, E ha bevuto. Oh cristo... dammi una
mano-. Insieme lo portarono in casa e lo stesero sul divano, Mikey sembrava
shockato.
-E' gelato. Prendete una coperta!- urlò Frank, nel panico più totale. Cosa
poteva fare? Come poteva aiutarlo? Ray tornò poco dopo con un plaid, Matt non c'era.
-Frank, cosa è successo?- domandò il chitarrista.
L'altro iniziò a parlare, velocemente, senza allontanarsi dal cantante.
-Io... io non riuscivo a trovarlo, e poi sono andato al
parco, e l'ho trovato. Era disteso sulla sua panchina, aveva una bottiglia vuota
di vodka e gli occhi vacui, sembrava solo ubriaco. Poi ho visto che aveva il
naso sporco di bianco... si è fatto, si è fatto e ha bevuto, e ora sta male,
cazzo!-
-Frank, Frank calmati- disse Ray vedendo che l'altro
aveva iniziato ad agitarsi freneticamente. Mikey sembrava sotto shock, non
parlava, era spaventato. Ray lo mandò via, in quello stato non avrebbe potuto
fare molto.
-Preparo un caffè, ne avremo bisogno, e anche lui- disse
il riccio scomparendo in cucina.
Frank si sedette per terra accanto a Gerard e gli prese
una mano. Quello lo guardò in preda all'alcool e alla droga, e sorrise
flebilmente.
-Ciao coniglietto- mormorò. Frank quasi sorrise.
-Mi fa male la pancia...- mormorò ancora Gerard. Frank
gli strinse più forte la mano.
-Starai meglio, Gee. E poi io ti ucciderò con le mie
mani-
Ray tornò in quel momento con tre tazze di caffè.
-Aspettiamo che il suo si raffressi un pò, intanto
beviamo il nostro-
*
Era notte fonda quando Gerard si svegliò. Aveva mal di
testa, e mal di stomaco. Sentì qualcosa accanto a sè, qualcuno che gli teneva la
mano. Lo guardò. Frank. Si alzò di scatto, svegliando l'altro ragazzo, e corse
in bagno dove si accasciò per terra di fronte alla tazza. Frank lo raggiunse e
si inginocchiò accanto a lui, gli tirò indietro i capelli mentre quello
rimetteva pure l'anima.
-Forza, Gee, butta fuori quella merda- sussurrò il
chitarrista continuando ad accarezzargli il viso.
-Dio, che schifo- mormorò Gerard, bianco in volto,
alzandosi per sciacquarsi la bocca. Quindi tornò a sedersi per terra, con la
testa poggiata sulle gambe di Frank, il quale continuò ad accarezzargli il viso
e i capelli.
-Come stai Gerard? Mi hai fatto prendere un colpo,
eravamo tutti spaventati-. Il cantante evitò il suo sguardo e si morse le
labbra.
-Mi dispiace, Frank, non volevo farvi questo. E' solo
che...-
-Che cosa?-. Gerard sospirò.
-Non lo so, Frank... mi dispiace...- disse mentre alcune
lacrime gli rigavano il viso.
-Shush... calma, Gee. Pensa a stare meglio, che io
penserò a ucciderti- disse Frank. Gerard rise spingendo il naso contro la sua
coscia. Gli strinse le mani e si accoccolò poi con la testa contro il suo
stomaco, deciso a rimanere lì.
-Grazie, Frank...-
*
Quando il mattino dopo Ray entrò in bagno, vi trovò
Frank e Gerard, accoccolati insieme per terra, abbracciati.
Erano belli a vedersi, due ragazzi con zero voglia di
crescere, sdraiati insieme sul pavimento in bagno, con una sorta di sorriso
sulle labbra.
Ray sospirò e uscì dalla stanza dirigendosi in cucina, e
pensando che c'era qualcosa di diverso, che qualcosa era cambiato.
***
Eccomi, ho postato presto (solo perchè ho qualche altro
capitolo già pronto... ehehehe!). Spero non mi odierete per questo, ma tutte noi
sappiamo dei problemi di Gerard con alcool e droga...
Anch'io con la febbre... wow, che sfiga. Sarà per questo
che ho unito due capitoli (quello che dovevo pubblicare mi sembrava troppo
piccolo... o forse non lo era e io sono pazza, o tutti questi capogiri mi hanno
confusa, boh!), o più probabilmente perchè con la scuola e le lezioni di
chitarra non credo che per questa settimana vedrete altri aggiornamenti! Eh, la
mia baby merita attenzione...
chemical_kira (grazie mille, tesoro! me felice che la storia ti
piaccia!), Isult (grazie mille, sono felice di "vederti" qui! spero che
il capitolo ti piaccia, alla prossima!), blinka (ciao tesorina! eh, la
storia del vischio è vecchia quanto il mondo.. non proprio, però esiste, non me
la sono inventata! grazie, cara, alla prossima!!), rosy61 (grazie mille
dei complimenti, arrivederci al decimo capitolo!), Fallen (tantissime
grazie anche a te!), LovelyDead (sì, tesoro, magari lo buttassimo giù dal
balcone...! comunque lo slash c'è e ci sarà sempre!!! Ho tante belle cose in
programma, e qualche capitolo già scritto, quindi il problema sarà solo trovare
il tempo e il collegamento per poter postare... a presto sì, almeno lo spero! un
bacio, cara! Ps: avevo idea di contattare le ragazze siciliane del sito e
organizzare un meeting a PA, secondo te si potrebbe fare? bacio), missblack92
(malaticcia anche tu? I'm so sorry, dear!
spero di tirarti su il morale con questo mega-capitolo! spero ti piaccia, bye
cutie!!).
Bye, babies! Luv ya all! B.
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Capitolo 9 *** made things harder at best... ***
Made things harder at
best...
Gennaio era trascorso velocemente e aveva lasciato il posto a febbraio, che
continuava ad avanzare. La temperatura si manteneva bassa, le piogge erano
diminuite, il sole ogni tanto faceva capolino nel grigio del cielo e la neve
continuava a cadere.
Quando gli altri scesero in cucina, una mattina di metà febbraio, Gerard li
accolse con un sorriso.
-Che hai da ridere tanto, tu?- domandò Mikey sbadigliando e servendosi
immediatamente del caffè.
-Ho un testo, e dobbiamo metterlo in musica- disse il cantante poggiando un
foglio sul tavolo. Ray lo prese.
-Mi piace. Ci lavoreremo da subito- disse.
-Grandioso-. Il sorriso di Gerard si allargò.
-Ray, ho qualcosa che vorrei farti leggere, magari mi dai una mano a
sistemarlo- disse ancora. Il riccio annuì.
-Certo. Subito dopo colazione ci mettiamo al lavoro-
-Ah, Mikey- continuò Ray rivolgendosi al minore di casa Way, -Frank viene
oggi? Vorrei provare una cosa con una seconda chitarra-. Mikey annuì,
dedicandosi solo al suo caffè.
*
-Che te ne pare?- domandò Ray chiudendo il volume della chitarra. Gerard
annuì, pensieroso.
-Sì, mi piace. E il testo?-
-Va bene, forse manca una conclusione. Aspetta-. Ray prese il foglio scritto
e una penna. Lo rilesse svariate volte, quindi scrisse qualche parola. Poi, sul
suo pentagramma segnò alcune note. Le provò. Gerard lesse il testo e ascoltò la
melodia che Ray aveva composto.
-Mi piace- disse semplicemente. Ray annuì e continuò a scarabocchiare e
cancellare e riscrivere note e pause sul quaderno pentagrammato.
-La melodia iniziale è molto semplice, così anche il riff. Ascolta-. Ray
aumentò il volume e iniziò a pizzicare le corde della chitarra. Gerard si lasciò
trasportare da quella musica dolce e, quasi senza rendersene conto, iniziò a
cantare.
"Hand in mine in to your icy-blues..."
-E qui cambia, senti-. Ray continuò a suonare e Gerard sentì le parole
salirgli alle labbra, e quell'amore, quella disperazione che lui voleva
trasmettere lo colpirono.
"I'm trying, I'm trying to let you know just how much you mean to me, and
after all the things we put each other trough, and I would drive in to the end
with you..."
-Cambia ancora-. Ray aumentò la velocità e il ritmo, Gerard si adeguò.
"I'm trying, I'm trying to let you know how much you mean, as days fade and
night's grow, and we go cold... but this time we'll sow them, we'll show them
all how much we mean... as snow falls on desert sky until the end of
every-"
La chitarra tornò al ritmo iniziale, lento e dolce. Gerard si rese conto di
aver urlato quelle parole dando sfogo a tutto ciò che aveva dentro.
-Complimenti, Gerard, sei stato grande- disse Ray, poi tornò a scriveresul
suo quaderno. Gerard sorrise.
-Grazie. E ora? Ci vuole un pò di stacco, ci vuole la chitarra. Questo è
compito tuo, amico- disse rivolto al riccio.
Ray annuì e insieme continuarono a lavorare a quella canzone e all'altra che
Gerard aveva scritto e che necessitava di essere messa in musica.
*
-Ascoltate, la melodia è questa- disse Ray iniziando a suonare. Mikey e Matt
ascoltarono attentamente, poi entrambi iniziarono a seguire la chitarra. Gerard
annuiva, seduto su una cassa. Frank aveva preso posto sul divano e ascoltava in
silenzio.
Continuarono a suonare tutti insieme, fermandosi per sistemare alcune battute
di basso e batteria fino a che, un pò di tempo dopo, furono pronti per provarla
insieme.
-"And as we're falling down, and in this pool of blood, and as we're touching
hands, and as we're falling down, and in this pool of blood. And as we're
falling down, and in this pool of blood!"-
-Non è andata tanto male- disse Mikey pizzicando le corde del suo basso.
-Forse, però non è ancora perfetta- fece Gerard scomparendo in casa e
tornando qualche minuto dopo con una tazza di caffè tra le mani.
-A me è piaciuta-. Matt guardò Gerard e gli dedicò uno dei suoi rari sorrisi.
Frank e Mikey lo guardarono in tralice, Ray non alzò gli occhi dalla sua
chitarra.
-Grazie-. Gerard sorrise al suo ragazzo -ex ragazzo-. Pensò che forse, in
fondo, anche lui era una brava persona.
-Sì, è bellissima, Gee- s'intromise Frank che ricevette un sorriso da
parte del cantante.
-Senti, Gerard- Matt gli si avvicinò, -voglio parlarti. Da solo-. Gerard
annuì.
-Ci vediamo dopo, ragazzi, oggi basta con le prove-. Così dicendo seguì Matt
dentro casa fino alla sua stanza. Si chiusero la porta alle spalle. Gerard si
sedette sul letto, in attesa, con le gambe simili a budino e il cuore impazzito.
-Di cosa vuoi parlarmi?- chiese temendo che la sua voce potesse tradire
l'emozione che lo stava facendo tremare da capo a piedi. Il batterista gli si
sedette accanto e lo guardò negli occhi.
-Ci ho pensato, Gerard. Ho pensato a noi. E credo che mollarti non sia stata
una buona scelta-. Gerard lo guardò, il cuore che batteva ancora più forte.
-Matt- esordì, quindi rimase qualche secondo in silenzio e poi riprese,
-io... mi sei mancato, Matt. Però...-. Gerard si mordicchiò il labbro inferiore.
L'altro gli prese le mani tra le sue.
-Cosa, Gerard?-
-Io non voglio che sia come prima...non voglio litigare per ogni cazzata, non
voglio che ci siano problemi per tutto... voglio che sia... normale...-. Matt lo
guardò, serio.
-Te lo prometto, Gerard, tutto quello che vuoi...-. Quindi gli si avvicinò e
gli baciò le labbra, a lungo, con passione.
*
-Dai, Matt, ti pregoo!-. Gerard sbattè le ciglia a due centimetri dal viso
del suo ragazzo.
-No, dai, Gerard...-
-Per favoree!!!- implorò ancora il cantante.
-Ah... d'accordo, ma solo una volta-. Matt cedette alle suppliche del suo
ragazzo, che gli saltò in braccio e lo baciò.
-Sìsìsì!-. In quel momento Frank e Mikey entrarono nel salotto.
-Niente atti osceni davanti a noi- disse il minore di casa Way. Gerard lo
guardò, il gran sorriso sulle sue labbra che si stava a poco a poco spegnendo.
-Perchè sei così felice, fratellone?-. Gerard si sistemò accanto al suo
ragazzo che gli prese la mano.
-Matt ha acconsentito a vedere "Il re leone" con me!- disse il cantante
sorridendo. Mikey lo guardò come se fosse pazzo, Frank continuò a tenere lo
sguardo basso.
-Vuoi del pop-corn?- chiese Matt al suo ragazzo, che gli rivolse un sorriso
radioso.
-E me lo chiedi?!-. Il batterista lo baciò e sparì in cucina.
-Sei felice, Gee- constatò Mikey, il fratello annuì.
-Bene, sono felice per te- continuò il minore di casa Way, tenendo a freno la
lingua. Avrebbe voluto dire a Gerard che odiava Matt con tutto sè stesso, che
aveva paura che quel bastardo potesse farlo soffrire ancora,che lo voleva fuori
dalla band. E invece tenne per sè i suoi pensieri e sorrise.
-Spero che ti tratti bene, Gee, altrimenti gli spezzo tutte e due le gambe-.
***
-Pronto?-
-Frank? Sono io-
-Ah, ciao Jam-. Frank si sedette sul letto e accarezzò la sua chitarra,
tenendo con una mano il cordless premuto sull'orecchio.
-Posso passare da te?- domandò la ragazza; lui le disse che sì, certo che
poteva andare da lui. Qualche minuto dopo la ragazza lo raggiunse in camera.
-Wow, hai fatto presto-
-Ero qui davanti, cute, ti ho chiamato dal cellulare- disse lei
sedendosi sul letto. Lo salutò con un casto bacio sulle labbra.
-Che hai, Frank, mi sembri un pò giù-. Lui si alzò dal letto e andò alla
scrivania, dove prese una sigaretta e l'accese. Aprì la finestra, a Jamia dava
fastidio il fumo.
-Non è nulla, Jam, sbalzi d'umore-
-Che capitano troppo spesso, in questo periodo- ribattè la bruna. Lo
raggiunse alla finestra e gli circondò la vita con le braccia.
-Ehi, dove... che ti prende? Sai che a me puoi dirlo...-. Frank lasciò
che lei lo abbracciasse, senza però ricambiare.
-Problemi con il gruppo? Con i Pencey Prep?- domandò ancora lei.
-No, Jam, coi Pencey va alla grande. Ho solo la luna storta, tutto qua-. Lei
lo costrinse a voltarsi e a guardarla.
-Riguarda i My Chemical Romance? E' Gerard, non è così?-.
Lui sciolse velocemente l'abbraccio e tornò a sedersi sul letto, la sigaretta
ancora in mano. Jamia gli si inginocchiò davanti, gli prese una mano tra le sue.
-Ehi, Frankie... sta diventando un'ossessione, non puoi cadere malato per
questo...- mormorò dolcemente ma con una punta di preoccupazione nella voce.
-Lo so, Jam, è che non ci riesco...-. Lei lo abbracciò di slancio, lo cullò
dolcemente.
-Io sono qui, tesoro, sono qui...- mormorò al suo orecchio. Lui sorrise
flebilmente.
*
-Porca puttana, Gerard! Siamo a Marzo, cosa hai intenzione di fare?!-
-Ho bisogno di tempo, cazzo! E non parlarmi così-
-Io ti parlo come voglio!-
-Fanculo, Matt!-. Una porta sbattè e Gerard scese velocemente in cucina. Ray,
Frank e Mikey lo guardarono.
-Cosa succede?- domandò quest'ultimo. Gerard spostò nervosamente una sedia
che gli stava davanti.
-Niente, Mikes, un cazzo di niente!- sbraitò.
-Non prendertela con me, Gerard, è lui lo stronzo!-
-Smettila Mikey, fatti i fatti tuoi-. Gerard abbassò la voce. Prese il pacco
di Marlboro rosse che aveva lanciato sul tavolo e uscì velocemente dalla cucina.
-Dove vai?- urlò Frank. Gerard si bloccò sulla porta d'ingresso, sospirò. E
uscì senza rispondere.
Frank abbassò il capo e sentì un bruciore lancinante allo stomaco.
-Io lo uccido!-
-Calmati Mikey, così non risolvi nulla- intervenne Ray. Sì, Mikey lo sapeva
che non avrebbe concluso nulla, però quella delle sue mani sul collo del
batterista sarebbe stata una sensazione troppo bella da provare.
*
Era l'una di notte e Mikey era preoccupato. Anche Frank lo era, così come
Ray. Matt -quel bastardo- se n'era andato, fregandosene di tutto.
-Io lo chiamo-. Il minore di casa Way compose il numero e attese.
-Sììì?-
-Gerard, dove sei?-
-Ioo... sono proprio qui-ich- a caasaa-. Una chiave che cercava di entrare
nella toppa, dei colpi. Mikey chiuse la telefonata mentre Ray correva ad aprire
e tornava poco dopo con un Gerard molto ubriaco accanto.
-Ciaaooo. Ich-. Mikey si passò una mano tra i capelli, Frank si avvicinò a
Gerard.
-Ciaao dolcezzaa- continuò il cantante scoccandogli un bacio sulla guancia.
Frank lo guardò con gli occhi nocciola spalancati.
-Puzzi da fare schifo- disse.
-Ich. E' l'alcool. Ich. Ciaoo Frankieee-. Mikey scosse la testa.
-Perchè, Gerard? Sta diventando un vizio, lo capisci?- disse con gli occhi
lucidi.
-Scusa, Mikees. Ich. Mi-ich- dispiace. Ciaao Frankieee!-. Gerard abbracciò il
chitarrista e poi parlò con quello che doveva essere un tono cospiratore ma che
era solo molto, molto alto.
-Guardaloo! Guarda i suoi capellii... ihihih... sembra un puffo con la
parruccaa-. Gerard rise, rischiò di perdere l'equilibrio ma Frank lo sostenne,
poi lo fece sedere sul divano. Ray si limitò a guardarlo senza dire nulla,
perchè sapeva che Gerard era troppo ubriaco per formulare un pensiero decente.
-Miikeeyy (Milano docet, ndA)!-. Gerard guardò il fratello e iniziò a ridere.
-Ma quanti siete oggi?-. Ray strabuzzò gli occhi, Mikey fece lo stesso. Frank
tentò di tenere femo Gerard.
-Quanti siamo, chi?- chiese il riccio.
-Mikeey... sono tre, no quattro. No, aspetta... se-ich-i-
-Non ce la faccio...- mormorò Mikey prima di uscire dalla stanza e andare in
camera sua.
-Ray vai, ci penso io a lui- disse Frank. Ray annuì e uscì, mentre Gerard gli
faceva ciao-ciao con la mano.
-Ciao Frankiee- disse il cantante annusandolo. Strusciò il naso contro il suo
collo, il respiro spezzato. Iniziò a baciarlo, prima dolcemente, poi con
passione. Lo mordicchiò, e Frank sentì la sua lingua calda e soffice lambire la
sua pelle.
-G-gerard...-. L'altro gli poggiò l'indice sulle labbra, lo guardò negli
occhi, poi lo baciò.
-Gerard... smettila...-. Frank lo disse senza troppa convinzione, il respiro
che si spezzava sulle labbra del cantante.
-Dio, Frankie...-. Gerard continuò a baciarlo, e con un colpo di reni si mise
a cavalcioni su di lui, senza staccarsi dalle sue labbra, e iniziò a muoversi
lentamente. Le sue mani accarezzarono il viso del chitarrista, poi i suoi
capelli. I gemiti si spezzavano nelle loro bocche. Il bacio era sempre più
profondo, e racchiudeva una passione così forte che non poteva più essere
contenuta.
Era felice, Frank, ed eccitato, perchè l'unico ragazzo che desiderava adesso
lo stava baciando e si stava muovendo e strusciando su di lui, facendo crescere
la sua eccitazione, però...
-Gerard no, sei ubriaco-. Frank se lo tolse di dosso, a malincuore, e si alzò
in piedi. Si passò nervosamente una mano tra i capelli.
-Frankiee, vieni qui... voglio stare con te, ora, subito-. Gerard, ancora
palesemente ubriaco, gli dedicò uno sguardo voglioso e malizioso.
-No, Gerard. Se quando sarai sobrio vorrai ancora... ne riparleremo-.
Frank uscì velocemente dalla casa, con le lacrime agli occhi, lasciando
Gerard sul divano. Corse alla macchina e pianse, e si disse che era meglio così,
che non sarebbe stato giusto; che se avesse dovuto fare sesso con Gerard avrebbe
dovuto essere speciale...
****
Fiiù, che fatica! Ho trascritto tutto il più velocemente possibile, e anche
questo è un maxi capitolo perchè con questa cavolo di scuola non so quando potrò
avere il tempo per postare. Spero vi piaccia, anzi credo di esserne sicura...
Grazie per le recensioni, come al solito siete fantastici!
Isult (povera Jamia... e povero Frank! grazie mille, cara, e alla
prossima!), Rosy61 (penso che la febbre ti sia ormai passata... grazie
mille, e sì, matt deve soffrire moolto lentamente! grazie dei complimenti,
baci!), Fallen (grazie mille! alla prossima!), Missblack92 (ciao
dove! la scuola stressa tutti, non ti preoccupare! la chitarra...non è
che la suoni, intanto sto andando a lezione per imparare, poi chissà! piuttosto,
spero che anche questo mega chap ti piaccia!!! Ah, poveri i miei MCR... baci!),
Lovelydead (come ti ho già detto, Gerard è il re delle seghe mentali... e
anche ubriacone -a volte anche fattone, dobbiamo ammetterlo-... certo, ora è
pulito, e sono veramente felice, ma credo ne abbia combinati di casini ai
tempi... vabbè, comunque grazie mille, tesoro, come sempre! anyWAY,io msn non lo
uso molto, almeno per ora... aspetto i tecnici che mi vengano a installare il
collegamento al net a casa e così non avrò problemi.. intanto aggiungimi, io ti
aggiungerò appena potrò! bloodymalfoy@hotmail.it, luv ya, un bacio!), Davide
(dolcezzaa! non immagini quanto mi faccia piacere il tuo commento! sono
felice che la storia ti piaccia, really. a presto vita mia, un bacione
grandissimo! ti voglio bene, e grazie!).
Grazie anche a tutti quelli che leggono senza commentare. Alla prossima(non
so quando, siamo alle solite...), B.
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Capitolo 10 *** secrets... ***
alessandro
secrets...
I giorni passarono, veloci; l'aria si faceva sempre più tiepida, e il
compleanno di Gerard si avvicinava.
Frank aveva evitato la band. Non sapeva cosa fare, come comportarsi con
Gerard dopo quella notte, credeva che lui si fosse comportato in quel modo solo
a causa dell'alcool, eppure teneva sempre acceso un barlume di speranza.
-Parlagli, Frank. Devi parlargli, devi metterti il cuore in pace- disse Jamia
seduta sul suo letto a gambe incrociate. Le pareti erano piene di foto che la
ritraevano insieme ai suoi amici, in molte era sola con Frank.
-Come faccio, Jam? Cosa gli dico? Lui sa che tu sei la mia ragazza!-.
Il chitarrista continuò a camminare su e giù per la stanza, agitato.
-Frankie, rilassati. Tutti sanno che sono la tua ragazza, nessuno escluso.
Potresti spiegargli, dirgli la verità, e anche quello che provi-
-Cosa?!- urlò Frank, -E cosa dovrei dirgli? Che ho sempre mentito, che tu non
sei la mia ragazza, ma che è solo una copertura perchè sono inequivocabilmente
gay? Dovrei dirgli che dalla prima volta che l'ho visto non riesco a stare senza
di lui? Che adoro i suoi occhi, e il suo sorriso, e il suo profumo; che adoro
ogni cosa di lui, che non posso stargli lontano, che riesco a stento a
trattenermi dal saltargli addosso? Che amo la sua voce e quella fossetta sulla
sua guancia, che sono irrimediabilmente innamorato di lui?- disse tutto d'un
fiato. Jamia sorrise.
-Sì, esatto, proprio così-
Frank si buttò pesantemente sul letto, sbuffando, e poggiò la testa sulle
gambe della ragazza che prese ad accarezzargli dolcemente i capelli.
-Non posso, Jam, non ce la faccio. E poi lui sta con Matt, io non ho
speranze... Lo ama ancora, capisci? Merda...-
-Matt è un bastardo, Frankie, e con Gerard non fanno altro che litigare, me
lo hai detto tu. Sì, Gerard potrebbe ancora provare qualcosa per lui, ma non
credo sia amore- disse Jamia saggiamente. Frank sospirò, ancora.
-Andrà tutto bene, Frankie, andrà tutto bene...-
*
Il campanello della porta suonò e Gerard si alzò contro voglia dal divano per
andare ad aprire. Ray, Mikey e Matt erano usciti e andati chissàdove,
probabilmente per comprargli un regalo.
-Frank-
-Ciao Gerard. Posso entrare?-. Il cantante si fece da parte e lo lasciò
passare, seguendolo poi in cucina.
-Vuoi che ti prepari un caffè?-
-Grazie, non disturbarti, sono di passaggio. Volevo solo farti gli auguri-
rispose Frank. Gerard annuì.
-Grazie- mormorò. Era il nove aprile, il giorno del suo venticinquesimo
compleanno, e Frank era stato il primo a fargli gli auguri. Era da tanto che non
lo vedeva, Frank, da quella sera, la sera in cui...
-Devo andare. Forse non dovevo neanche passare... Ancora auguri, Gerard-
disse Frank, gli occhi bassi, alzandosi e dirigendosi velocemente alla porta.
-Frank... Frank, aspetta-
-Cosa?-. Il chitarrista, già davanti alla porta aperta, si voltò a guardarlo.
Gerard rimase immobile, nella testa un milione di parole che si accavallavano.
Ma cosa dire?
-Ci vediamo, Gerard-. Dopo un lungo silenzio Frank uscì e andò via, quella
era la cosa giusta da fare. Era stato uno stupido a illudersi, a credere che
quella notte ad agire non fosse stato solo l'alcool, a pensare che forse poteva
avere una possibilità.
Gerard rimase immobile davanti alla porta ancora aperta e guardò l'altro
andare via. Perchè non gli aveva detto nulla, perchè? Perchè non aveva saputo
trovare qualcosa da dire? Perchè nonostante quel caos di parole e scuse la sua
testa sembrava improvvisamente vuota? Perchè non era riuscito a chiedergli scusa
per quella notte?
Gerard rientrò in casa e si accese una sigaretta; tornò a sedersi sul divano
come in stato vegetativo e si dedicò solo ai suoi pensieri. Interrogativi si
susseguivano nella sia testa, senza mai avere fine, senza fermarsi un attimo,
senza dargli tregua.
Perchè? Perchè adesso si sentiva così male? Perchè aveva dovuto rovinare
un'amicizia come la loro? Certo, non si conoscevano da molto, ma si era creato
un legame che sembrava potesse durare per sempre.
-Niente è per sempre- mormorò il moro. Sì, niente è per sempre, ma comunque
era stato stupido. Ricordava bene quella notte, nonostante fosse ubriaco
fradicio. Una parte di sè si fustigava per ciò che aveva fatto, perchè con Frank
era cambiato tutto. L'altra-
-Auguri! Buon compleanno, fratellone!-. Mikey gli saltò addosso e lo
abbracciò. Gerard sorrise e ricambiò l'abbraccio. Quindi fu il turno di Ray e
poi di Matt.
-Voglio darti il nostri regalo- disse il minore di casa Way saltellando sul
posto. Gerard si sporse e li guardò, tutti e tre.
-Dov'è?- chiese, curioso.
-Il nostro regalo è una notizia- disse Mikey sorridendo e guardando gli
altri, -Tra un mese si parte per New York, diretti allo studio di
registrazione!-. Gerard spalancò la bocca. C'erano, finalmente. Dopo tanto
tempo, e lavoro, e fatica ci erano riusciti. Stavano per tagliare il traguardo,
stavano per registrare il loro cd...
-Wow- disse solamente.
-Esatto. Wow!- continuò Mikey. Quindi lui e Matt, che stranamente si stava
comportando bene con il piccolo Way, andarono in cucina per preparare il pranzo.
Ray, invece, si sedette accanto a Gerard e lo guardò intensamente.
-Stai bene, Gerard?- domandò. L'altro rimase spiazzato dalla domanda.
-Sì, sto bene. Certo-. Ray alzò il sopracciglio sinistro.
-Senti... se c'è qualcosa che non va... puoi parlarmene, lo sai-
Gerard si limitò ad annuire, shockato dal comportamento del suo chitarrista.
Sì, erano amici e si volevano bene, ma non c'era mai stata occasione di
dimostrarlo. E ora Ray gli stava proprio dimostrando la sua amicizia,
comportandosi come mai aveva fatto prima.
-Grazie, Ray-
-Di nulla-.
*
-Gerard, dove sei?-
-Soono in giroo, Mik-ich-es-
-Torna subito a casa, capito? Gerard, mi hai capito?
-Sììì-
Mikey chiuse la telefonata e guardò Ray, scuotendo la testa. Gerard e Matt
avevano litigato, di nuovo, e Gerard stava male, tanto male da voler annegare il
dolore nell'alcool.
-E' ubriaco, di nuovo...- mormorò il piccolo Way. Ray lo guardò senza dire
nulla.
Frank si alzò velocemente dal divano, li salutò frettolosamente prima di
uscire. Era andato a trovare i suoi amici perchè aveva saputo che a maggio
sarebbero partiti. E voleva vedere Gerard, perchè gli mancava. Voleva rivedere
il suo sorriso timido e insicuro, le sue labbra sottili, i suoi occhi
bellissimi. E invece Gerard era uscito, ed era ubriaco, e questo Frank non
riusciva a sopportarlo. Gli faceva male, Gerard, e ne faceva a sè stesso, ma
come aiutarlo?
Frank corse a casa di Jamia, e tra le sue braccia riuscì a trovare un pò di
conforto.
-Io non ce la faccio, Ray. Se lo vedo giuro che lo prendo a pugni- disse
Mikey lasciandosi cadere pesantemente sul divano.
-Posso pensarci io, Mikes- fece Ray con la sua solita calma. L'altro annuì,
grato della proposta.
-Grazie Ray. Tu e Frank mi state aiutando tanto, non so come farei senza di
voi. E quello stronzo- disse il piccolo Way infervorandosi, -giuro che lo pesto,
gliele do di santa ragione-. Si alzò in piedi, guardò il chitarrista e continuò.
-Lo voglio fuori dalla band, Ray. Matt deve andarsene, è lui che sta
riducendo Gerard in questo stato, è solo colpa sua se mio fratello beve ogni
volta, quando sta male. E' colpa sua, Ray, lo sai. Gerard non era così, è sempre
stato triste e un pò pessimista di natura ma non fino ad alcolizzarsi. Non stava
così quando abitava a New York, è cambiato quando ha reincontrato Matt, da
quando stanno insieme...-
-Non si piange, ich, fratellino. Piangere è, ich, per i bambini e tu hai,
ich, ventidue anni-. Gerard era entrato in casa in quel momento, ma non era
comunque riuscito a sentire il discorso del fratello.
Era di nuovo ubriaco, ed era già la terza volta in quella settimana. Mikey si
limitò a guardarlo e, dopo un cenno scambiato con Ray, salì in camera sua. Non
ce la faceva, no, non poteva vedere suo fratello continuare a distruggersi in
quel modo.
-Ciao puffo con la parrucca- disse Gerard al suo chitarrista. Ray lo fece
sedere sul divano e rimase accanto a lui.
-Perchè lo fai, Gerard? Perchè bevi?-. Gerard pian piano smise di sorridere e
tentò di rispondere.
-Io... boh, puffo, non lo so. Mi piace, ich. Mi piacciono i tuoi capelli!
Ich! Ioo, ich, è perchè bevo e, ich, rido. Sono felice, ich!-
-E adesso sei felice? Sei un ubriaco felice?-. Il cantante ci riflettè un pò
su.
-Io non sono ubriaco, ich. E non sono felice. Ich-
-Cosa c'è che non va? Vuoi dirmelo?-. Gerard rimase perplesso per un pò, poi
annuì.
-E... ich, Matt. Lui è, ich, stronzo. E a me non piace quando fa, ich, lo
stronzo. A me piace un ragazzo, ich, dolce e gentile, e, ich, buono. E che mi
tratti bene. Ich-. Gerard annuì, convinto della sua risposta, quindi guardò Ray,
seriamente, e sempre seriamente gli parlò.
-Posso dirti un segreto?- chiese a bassa voce. Ray annuì.
-Certo che puoi-
-Però non lo devi dire a nessuno. Giura-. Gerard sventolò un dito di fronte
all'altro e attese la risposta.
-Giuro-. Il cantante si ritenne soddisfatto e riprese a parlare.
-Bene. Frank, ich, mi ja baciato. E poi, ich, l'altra sera l'ho baciato io.
Ich. Veramente volevo farci sesso. Ich. Però lui mi ha detto di, ich, no. E'
perchè sono, ich, brutto? Per questo non ha voluto fare l'amore, ich, con me? Io
volevo, perchè lui è, ich, carino e, ich, dolce. E' perchè sono grasso-. Gerard
si lasciò sfuggire una lacrima e si accoccolò con la testa sul grembo di Ray.
Quest'ultimo rimase sorpreso dalla rivelazione, però in un certo qual modo se
l'aspettava. Sentiva che qualcosa era cambiato.
-Non sei brutto, Gerard, e neanche tanto grasso. Stai bene così-
Il chitarrista lo guardò, e la sua aria da cucciolo faceva quasi male in quel
momento. Stava male, Gerard, molto male. Soffriva per Matt, e a quanto pareva
anche per Frank.
-Accarezzami i capelli, parrucca col puffo, ich, come fa, ich, Frank...-
supplicò Gerard. Ray obbedì. Quelle semplici carezze sembrarono rilassare il
cantante, che chiuse gli occhi.
-Gerard... cosa provi per Frank?-
-Mm-mm... and I would drive on to the end with you...-canticchiò l'altro, e
lentamente si lasciò andare, tra le braccia di Morfeo.
***
Eccomi qui, I'm back! Spero che questo capitolo siadi vostro
gradimento...
Idra (finalmente! guarda guarda chi si vede... sì, sei proprio vile e
pigra, ma ti amo lo stesso! grazie per la recensione, anche se hai già letto la
storia mi fa piacere che tu me la recensisca. e non c'entra nulla il fatto che
ti ho quasi costretta, no no... grazie, sfigata mia, ta), Isult (eh sì,
la scrittura e la lettura sono la mia unica fonte di vita, insieme agli amici!
almeno posso dire che a scuola faccio qualcosa di costruttivo, e cioè continuo
la fanfic! ^_- grazie mille!), blinka (don't worry per la recensione,
l'importante è che ci sei! devono soffrire un pò, gee e frank, per poi provare
la vera felicità..no? anch'io adoro jamia, e dopo questo capitolo credo
l'adorerete anche voi! grazie, tesoro, alla prossima), Niamh15
(tranquilla, capisco perfettamente... la scuola è una totale schifezza, e
porta via tempo prezioso che potremmo impiegare a scrivere, leggere, ascoltare
musica... altro che filosofia! Alla faccia di Seneca! Ecco. Mikey e jamia sono
fantastici, e gee è un vero cretino a volte, e si fa troppe seghe mentali, ma è
giusto così... grazie millissimissimissime, me felice che continui a seguirmi),
rosy61 (grazie, tantissime grazie, me si inchina... eh sì, matt è uno
stronzo, ma pazientate un pò, le cose si metteranno meglio! grazie ancora),
LovelyDead (tu vuoi farmi morire con le tue recensioni, l'ho capito, sai?
grazie mille, tesoro, anche se so che ti/vi faccio soffrire tantissimo con
questi sbalzi... ahahah...esclamazioni durante la lettura... anche tu mi fai
fare qualcosa del genere, sai?? Keep the faith, le cose si sistemeranno! baci).
Grazie a tutti, di cuore. B.
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Capitolo 11 *** so long and goodnight... ***
alessandro
So long and goodnight...
-Ciao Gerard. Entra-
-Ciao nonna-. Gerard si sistemò in salotto e attese che Elena tornasse dalla
cucina con due tazze di thè caldo.
-E così, siete pronti a partire?- domandò la donna. Il ragazzo annuì.
-Sì, pronti-
-Tuo fratello non è con te?- domandò ancora lei.
-No, Mikes doveva ancora finire di farsi la valigia, passerà più tardi-
-Bene. Tu come stai, Gerard? Ho saputo che non sei stato molto bene. Sei
sciupato, sembri stanco. Come va con il tuo ragazzo?-
Gerard si mosse a disagio sul divano. Non poteva certo dirle che aveva
iniziato a bere e che beveva tanto da non ricordarsi nulla il giorno dopo. Non
poteva dirle che era a causa di Matt che stava male, che non sapeva più cosa
fare, che aveva paura di rimanere da solo. Quindi si limitò ad alzare le spalle.
-Così. Alti e bassi, in tutto-
-Certo. E come sta Frank? E la sua ragazza? Sono adorabili. Pensa, stare
insieme dalle superiori...-
Gerard bevve un altro sorso di thè. Sì, stavano insieme dalle superiori, ed
era tanto tempo... e Frank? Come stava? Era da tanto che non lo vedeva, Frank, e
ora lui sarebbe partito per New York, e non lo avrebbe più rivisto.
-Stanno bene, credo. E' da un pò che non ci sentiamo-. Elena Lee Rush annuì e
guardò il nipote in modo penetrante.
-Sicuro che vada tutto bene?-
Gerard sospirò. No, non andava tutto bene, non andava bene per niente.
L'unica cosa buona in quel momento era andare a New York, a incidere. Il
resto... sembrava andare tutto a puttane. Con Matt andava male, litigavano come
e peggio di prima. E poi, aveva iniziato a bere, e l'alcool si stava lentamente
impadronendo di lui. Gerard si sentiva come sull'orlo di un precipizio, con il
vuoto e il nulla davanti a sè e la vita alle sue spalle. Era in bilico, e
sarebbbe bastato un soffio di vento per farlo cadere e sprofondare. E quel
soffio di vento sarebbe potuto arrivare presto, questo Gerard lo sapeva bene. Ma
sapeva anche che poteva lottare, e tentare di rimanere ancora in piedi, poteva
ancora farcela...
Trascorsero ancora un pò di tempo insieme, nonna e nipote, parlando un pò di
tutto, fino a che Gerard dovette lasciarla.
-Ci vediamo presto, nonna. In ogni caso ti telefonerò ogni volta che mi sarà
possibile-. Lei lo abbracciò forte.
-Sono così fiera di te, Gerard. E di Michael. Anche tuo nonno sarebbe stato
fiero di voi...- disse la donna asciugandosi una piccola lacrima che era
sfuggita al suo controllo. Gerard sorrise, e un paio di piccole perle
trasparenti solcarono anche il suo volto. Era affezionato a sua nonna, lei era
la donna più grande e meravigliosa che lui avesse mai conosciuto. Lei gli aveva
insegnato a cantare, e a disegnare, e a diventare un uomo. Tutto ciò che era
diventato, tutti i suoi successi li doveva a lei, Elena Lee Rush.
-Ciao nonna, arrivederci-.
*
Gerard stava controllando le sue valigie, per l'ennesima volta. Era nervoso,
e non riusciva bene a capirne il motivo. Si accese una sigaretta. Stava per
partire per New York, stava per realizzare il suo sogno, stava per incidere il
loro cd. E allora perchè? Con Matt le cose non andavano proprio bene, ma il
fatto che stavano per registrare avrebbe dovuto distrarlo. Gli dispiaceva
lasciare sua nonna, ma quello non potevaessere un buon motivo per renderlo così
nervoso. Elena era fiera di lui, e felice. Cosa c'era che non andava?
Gerard si distese sul letto e aspirò il fumo. Che gli aveva preso?
-Gerard?-. Ray aprì la porta della sua camera e lo guardò.
-Sei pronto?- domandò. Gerard lo guardò di rimando, un'ansia e un'agitazione
quasi palpabili nell'aria attorno a lui.
-Sì. Cioè no, però sì. Cazzo, Ray, sono così nervoso!-. Il cantante si mise a
sedere e l'altro lo raggiunse, andandogli vicino.
-Anch'io sono nervoso, amico, non immagini neanche quanto-. Gerard tentò un
sorriso ma gli riuscì solo una smorfia tirata. Tirò ancora dalla sigaretta.
-E' normale essere nervosi, Gerard. Stiamo per andare a New York,
registreremo il nostro cd. Stiamo per dare una svolta alla nostra vita!-
Il cantante annuì, ancora poco convinto.
-Credi che cambierà tutto? Voglio dire, registrare un cd non è cosa da poco-
disse con un sorriso incerto.
-Non so fino a che punto, ma cambierà. Potremmo diventare famosi opppure no,
ma comunque sarà un'esperienza importante per noi-. Ray gli sorrise,
incoraggiante. Gerard ne aveva bisogno. Era così fottutamente insicuro, quel
ragazzo! Era fragile, e la situazione con Matt non lo aiutava di certo.
-Gerard... come va con Frank?-. Gerard si accese una sigaretta. Il suo cuore
sembrò fermarsi per qualche istante, il mondo intorno a lui sparì e fu come
sprofondare.
-Io... non lo so. Non vedo Frank da molto, e mi dispiace. E' mio amico-. Il
cantante sospirò. Ray si limitò a guardarlo. Forse non ricordava, o forse non
voleva ricordare...
-Tra poco dobbiamo andare in aereoporto, lo sai. Anzi, credo siamo già in
ritardo- disse il chitarrista guardando il suo frontman in modo abbastanza
espressivo.
-Gerard! Porta le valigie in macchina, dobbiamo andare!-. Le urla di Mikey
arrivarono fino a loro. Ray lo guardò. "Non c'è più tempo", sembrava dire
il suo sguardo.
Gerard si guardò un attimo intorno, smarrito. Poi prese le sue sigarette e
corse via dalla stanza, urlando.
-Porta tu le mie valigie in macchina! Ci vediamo in aereoporto-
Ray sorrise e annuì, quindi fece come l'altro gli aveva chiesto.
Mikey vide suo fratello correre fuori, veloce, senza valigia.
-Gerard... dove vai?! Dobbiamo-
-Ho una cosa da fare!-
*
Correva, Gerard Way, e continuava a correre, più veloce che poteva. Aveva
corso fino a casa di Frank, doveva salutarlo, dirgli che era un buon amico,
voleva dirgli che non potevano ignorarsi ancora per cazzate.
Aveva corso fino a casa sua ma lui non c'era, era alle prove con la sua band,
Frank, con i Pencey Prep.
Era tardi, e Gerard lo sapeva. Il buio stava avanzando, e il suo volo sarebbe
decollato di lì a un'ora, e lui non poteva permettersi di perderlo.
-Corri, Gerard, corri... dannate sigarette!- continuava a ripetersi il
cantante.
Finalmente riuscì a trovare la strada che cercava; si fermò al numero dieci e
bussò al garage dal quale proveniva la musica. Continuò a bussare, respirando a
fatica per la corsa. Finalmente il garage si prì.
Frank imbracciava la chitarra e la accarezzava, quando alzò la testa e vide
Gerard lì fuori, ansimante, gli si mozzò il fiato. Spalancò gli occhi.
-Tu chi sei?- domandòl il ragazzo moro che aveva aperto.
-Io... Frank... partire... tardi...- biascicò Gerard. Quello lo guardò,
scambiandolo per un pazzo fuggito dal manicomio o qualcosa di simile.
-E' per me, è un mio amico- disse Frank posando la chitarra e andandogli
incontro. L'altro ragazzo annuì e tornò dai suoi amici.
-Gerard, cosa ci fai qui? Non dovresti essere in aereoporto?-. Il cantante
annuì, cadendo sulle ginocchia e ansimando.
-Sì, io... dovevo salutarti, Frank-. Il chitarrista lo guardò.
-Gerard, il tuo volo è tra cinquanta minuti!-. L'altro annuì; lo sapeva, era
in ritardo, ma non poteva partire così, senza salutarlo.
-Prendo la macchina e ti accompagno!-. Gerard annuì ancora, poi si alzò da
terra e segì Frank in auto. Fortuna che l'aereoporto era vicino...
-Io dovevo parlarti, Frank... non voglio che continuiamo a comportarci così,
a non parlarci. Non siamo due bambini, per quanto comunque mi piacerebbe... Mi
dispiace per questa situazione, cazzo, tu sei mio amico e ti voglio bene. E non
potevo partire senza salutarti. E sì, ci sono rimasto di merda quando ho
scoperto che eri fidanzato, perchè non me ne avevi mai parlato. Ma sono felice
per te, lei sembra una ragazza fantastica, e tu meriti il meglio. No, aspetta,
fammi finire- disse poi Gerard quando vide che l'altro stava per interromperlo.
Frank richiuse la bocca e ascoltò, l'auto ormai ferma di fronte l'aereoporto,
Ray in piedi sull'entrata con le valige di Gerard.
-Sono davvero felice per te, credimi. Mi dispiace che non sarai con me a New
York, Frankie, ma giuro che ti chiamerò ogni giorno... mi mancherai, amico, dico
sul serio. Ora devo andare. Augurami buon viaggio-. Gerard gli sorrise e aprì lo
sportello, pronto a scendere.
-Buon viaggio, e buona fortuna...- mormorò Frank, gli occhi nocciola ora
lucidi.
Gerard sorrise ancora, quindi si sporse verso di lui e poggiò le labbra sulle
sue.
-Grazie, amico-. Così dicendo scese dall'auto e corse incontro a Ray, che gli
porse i suoi bagagli.
Frank li vide sparire in aereoporto, si sfiorò le labbra con le dita e una
lacrima silenziosa scese a rigargli il viso. L'oscurità l'avvolgeva, e le luci
della città brillavano.
-Arrivederci, e buonanotte-.
***
Ciao miei tesori, sono tornata. I My Chem
stanno partendo per NY, e li aspetta tanto lavoro e tanta fatica, lontani da
casa... ma sappiamo tutti come è andata a finire, no? Gerard quando corre e
maledice le sigarette è la versione riveduta e corretta di me (io salgo due
piani di scale -chilometriche!- per entrare in classe ogni mattina, e me la
prendo con le mie care Marlboro... povere!). Gerard è un povero scemo, non
capisce nulla di nulla... e anche se si fa le seghe mentali non ci arriva! E' un
pò tardo, che volete farci! A parte questo, spero che il capitolo vi piaccia.
Isult (sì, jam è grande, gerard è un cretino, ma è così che va il
mondo... ah quanti casini hanno visto i nostri MCR- con me, s'intende..-.
Grazie, alla prossima!), Blinka (Guendy! Ti è piaciuto come ho
giustificato jamia? Dovevo pur metterla lì per qualcosa, no? per quei due
dovrete pazientare un pò, mi sa, anche perchè ho deciso di attenzionare anche la
parte del lavoro e del tour, etc. grazie mille, tesoro, a presto!), Idra
(grazie amour, ci vediamo tra poco. t amo tanto), LovelyDead (no, ti prego, non suicidarti! che mi
sbellico con le tue recensioni ormai è inutile dirlo, anyWAY. per quei due devi
aspettare un pò, come ho detto alla guendy, ma ne varrà la pena! Ho aggiornato
più presto che ho potuto, e poi... se mi uccidi chi continua la storia?
ahahah... grazie, tesoro!).
Un bacione, vi adoro!
B.
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Capitolo 12 *** to play, to record... but what's wrong? ***
alessandro
To play, to record... but what's wrong?
-Ciao a tutti, ragazzi, io sono Brian- salutò l'uomo che aveva aperto la
porta.
-Jack mi ha "assegnato" a voi, sarò io a seguirvi. Siete già andati in hotel
e vi siete sistemati, quindi ora pensiamo a lavorare?-. Annuirono tutti. Mikey
continuava a sorridere; sorrideva dalla sera prima e non aveva ancora smesso.
-Ecco, questo è lo studio, e in questa stanza passerete un bel pò di tempo-
continuò Brian. I ragazzi iniziarono a sistemare gli strumenti nella stanza e
poi si ritrovarono tutti dietro il vetro, dove Brian li aspettava con una tazza
di caffè in mano.
-Se volete del caffè è lì- disse indicando un angolo dove c'era un tavolo con
la macchina del caffè e delle tazze. Mikey vi si fiondò mormorando la parola
"caffè" come un mantra. Gerard rise. Suo fratello era caffè-dipendente tanto da
rasentare la comicità. Brian aspettò che tutti si fossero serviti e poi riprese.
-Allora, registrare un cd non è una cazzata. Bisogna lavorare sodo, e ci si
aspetta il meglio da ognuno di voi. Come ben sapete dovrete registrare uno ad
uno, separatamente, e poi il tutto verrà montato e sovrapposto alla perfezione
così da far nascere il pezzo*-. Brian li guardò tutti e li vide annuire.
-Bene. Inizieremo a registrare il pezzo del basso, poi la batteria, la
chitarra e infine la voce- continuò. Tutti annuirono. Mikey lasciò la tazza
vuota sul tavolo ed entrò nella stanz insonorizzata. Da dietro il vetro gli
altri lo videro prendere il basso e accordarlo, quindi posizionarsi per suonare.
Brian premette un pulsante tra i tanti davanti a sè e si avvicinò al
microfono, guardando un foglio che aveva lasciato sul mixer.
-Partiamo con "Demolition Lovers"- disse. Mikey annuì, controllando di aver
sistemato tutto per bene e attaccò. Gli tremavano un pò le mani, era agitato e
felice; dopo tanti sforzi aveva imparato a suonare, e ora era pienamente
convinto che quelle notti passate a studiare non erano state vane.
Rimasero chiusi in studio fino all'ora di pranzo, provando e riprovando i
pezzi con il basso, perchè c'era qualcosa che ancora non li convinceva.
-Okay, ragazzi, facciamo una pausa. Mikey, il basso va bene, per questa
canzone hai finito. Più tardi continueremo con la batteria, quindi... Matt-.
Brian aveva già imparato i loro nomi e cercava di metterli a proprio agio.
Era simpatico, e durante la pausa li portò al MacDonald's lì vicino per
mangiare. Chiese loro qualche notizia sulla formazione della band, sulla città
in cui vivevano, su di loro.
Parlarono con naturalezza, tra risate e patatine che volavano da un capo
all'altro del tavolo, e subito instaurarono un bel feeling, cosa davvero molto
importante perchè avrebbero dovuto lavorare insieme per un bel pò. Subito dopo
pranzo tornarono in studio, pronti a continuare il lavoro.
*
Tuu-tuu-tuu.
-Pronto?-
-Nonna? Sono Gerard-. Il cantante tirò dalla sigaretta e buttò fuori il fumo.
-Ciao Gerard, come stai?-
-Sto bene, nonna, e anche Mikey. Qui è tutto fantastico, siamo in studio, è
grandioso. Tu come stai?-
-Io sto bene, a parte la vecchiaia e i suoi acciacchi, ma niente di
preoccupante. Sono felice per te, Gerard-. Lui sorrise e rimase ancora un pò al
telefono, raccontandole ogni cosa che aveva fatto. Quindi arrivò il momento dei
saluti.
-Abbi cura di te e di tuo fratello, Gerard. Vi voglio bene-
-Take care, nonna. Ti voglio bene anch'io. Dirò a Mikes di chiamarti-. Gerard
trattenne una lacrima. Elena gli mancava tanto, ed era così lontano da lei!
-Certo. A presto-. Il cantante gettò per terra la sigaretta ormai finita e si
guardò intorno. Era a New York... di nuovo. Aveva lasciato quella città dopo
aver finito la scuola d'arte ed era tornato a Belleville. Il rumore del traffico
caotico lo circondava, il cielo era limpido, l'aria fresca. Gli era mancato
tutto questo.
Accese un'altra sigaretta e compose un numero sul cellulare. Attese. Uno
squillo, due, tre.
-Sì?-
-Ciao Frank-. Gerard rimase un attimo in silenzio e il chitarrista fece lo
stesso.
-Ciao Gerard-. Il cantante sorise nel sentire la sua voce. Erano a kilometri
di distanza, eppure era come averlo lì. Dio benedica i cellulari!
Gerard gli raccontò tutto, parlò come se non si vedessero da anni quando si
erano lasciati solo il giorno prima.
-Gerard...-
-Dimmi, Frankie-
-Solo... buon lavoro-
-Grazie amico. Ci sentiamo presto-. Il cantante chiuse la telefonata e tornò
dagli altri, un piccolo sorriso sulle labbra.
*
Il giorno dopo anche la chitarra e la voce di "Demolition Lovers" vennero
registrate, e il lavoro procedette. Avevano perso un bel pò di tempo per quella
canzone, perchè c'era ancora qualcosa che non andava, ma alla fine sembrava
essere tutto a posto. Quindi toccò a "Cubicles" e nei giorni seguenti anche
"Drowning Lessons", "Early sunsets over Monroeville", "Our Lady of Sorrows" e
"Vampires will never hurt you" furono registrate. Quindi fu il turno di "Honey
this mirror isn't big enough for the two of us". La registrarono e in seguito
Brian la fece ascoltare ai ragazzi. Mikey e Matt non dissero nulla, mentre
Gerard e Ray non sembravano proprio convinti.
-Fammela riascoltare. E poi anche "Demolition Lovers", se non ti spiace-
disse Gerard. Brian eseguì.
-C'è qualcosa che non va?- domandò poi. Gerard annuì, pensieroso. Poi si
voltò verso Ray.
-Che ne dici?-. Il riccio scosse la testa.
-Lo credo anch'io. Come si fa?- continuò Gerard lasciando Matt, Mikey e Brian
fuori dalla discussione.
-Non lo so. Quando l'avevamo provata, a Belleville, sembrava okay...- disse
Ray. Poi si bloccò e guardò Gerard. Sorrisero entrambi.
-Ci penso io- disse il cantante correndo fuori seguito dallo sguardo confuso
degli altri tre; Ray continuò a sorridere.
* -E' da ieri che non ci dite nulla, insomma! Abbiamo il diritto di sapere
che succede!- sbottò Matt nervoso. Mikey annuì, ma rimase calmo. Si fidava di
suo fratello e di Ray, dovevano sicuramente avere un buon motivo per comportarsi
in quel modo.
-Eccoci qui!-. Gerard entrò nella stanza, quel pomeriggio, accompagnato da un
altro ragazzo**.
-Frank!- urlò Mikey saltandogli addosso. Matt rimase fermo, come investito da
un'ondata di gelo improvviso, livido. Ray sorrise e andò a salutare il
chitarrista.
-Frank, lui è Brian. Brian, Frank, la nostra salvezza- presentò il cantante,
il braccio che avvolgeva le spalle del nuovo arrivato. Frank sorrise,
timidamente, e strinse la mano che gli veniva porta.
Frank è un chitarrista, ha provato con noi alcune canzoni, a Belleville-
continuò Gerard, sorridendo, -Quando ho riascoltato quelle canzoni, ieri, ho
sentito che c'era qualcosa che non andava, e anche Ray. Poi abbiamo capito:
quelle canzoni le avevamo provate con Frank, con una seconda chitarra, e il
suond risultava più completo. Quindi l'ho chiamato e l'ho fatto correre qui,
perchè abbiamo bisogno di lui-.
Mikey, Ray, Frank, Gerard e Brian sorrisero.
-Perfetto. Mettiamoci al lavoro!- esclamò quest'ultimo.
***
*= quando si registra una canzone non si suona tutti insieme, bensì
separatamente. Ora, non so sinceramente con quale strumento si cominci la
registrazione, ma ho messo il basso perchè è quello che dà il ritmo alla
canzone. (ecco il vantaggio di avere amici musicisti...)
**= Frank non ha registrato tutto il primo cd dei MCR, bensì solo qualche
canzone. Quando nel maggio del 2001 i ragazzi si sono chiusi in studio lui non
c'era, ma è stato chiamato poco tempo dopo, perchè appunto il sound non era
completo. Mi è sembrato giusto scrivere le cose come sono andate in realtà, o
quasi, perchè sto cercando di rendere la storia più simile alla verità.
Grazie a tutte, siete fantastiche!
chemical_kira (anch'io supporto gee, lo adoro! però ce ne vuole di
pazienza con lui! grazie mille!), Isult (anch'io non vedo l'ora di
"avere" bob con me!! grazie dei complimenti, alla prossima! un bacio), Blinka
(ti prego, non uccidermi! lo so, lo so, abuso di potere, etc etc, però è
così che stanno le cose, per ora... grazie, guendy! baci), Idra
(tu non osare spoilerare che sennò ti uccido! dì, semmai, che tutto andrà
per il verso giusto, quello puoi farlo... grazie amore mio, e studia anche per
me- my mum needs something, and I have to go... whatta s**! ma che devo fare,
s'è rotta il polso e a me tocca fare il lavoro sporco- vedi anche: piatti,
faccende, spesa, etc-. alla prossima, t amo), dk82
(oddiooddiooddiooddio!!! consu, non sai che piacere averti qui! la tua
recensione mi ha fatto un piacere immenso, credimi! spero di vederci durante le
feste. grazie mille del commento positivo! un bacione, a presto! P.I.A.),
missblack'92 (nei prossimi capitoli... dai, non posso dirtelo, ma
presto si risolve tutto, eh? ciao tesoro, e grassie!), LovelyDead (ecco
che ricomincio a ridere come una cretina davanti alla tua recensione... anch'io
dopo le scale devo percorrere un corridoio infinito-quasi-! ecco il trucco, poi
mi fai risorgere... interessante. senti, ammazzami giovedì e fammi risorgere
sabato, eh?, che venerdì ho il compito di mate...! grazie, honey, alla prossima.
e vedi di aggiornare presto. -.-' baci). A presto,
B.
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Capitolo 13 *** I brought you my bullets, you brought me your love ***
alessandro
I brought you my bullets, you brought me your love
-Frank? Brian
vuole-. Gerard smise di parlare quando, entrato nella stanza, vide che l'altro
parlava al cellulare. Frank lo guardò e annuì, chiedendogli con un cenno della
mano di aspettare.
-Sì, Jam. Ah-ah.
Certo. Senti, devo andare ora, ti richiamo più tardi. Anch'io ti voglio bene,
cute-. Il chitarrista sorrise, attese qualche secondo e chiuse la telefonata.
-Era la tua
ragazza?-. Frank annuì flebilmente.
-Cosa volevi dirmi?-
domandò subito dopo. Continuava a fingere, con Gerard, una finzione quasi
dolorosa. Perchè non riusciva a dirglielo? Perchè non gli spiegava la verità su
Jamia?
"Perchè dovresti
anche ricordargli di quella notte in cui ti è saltato addosso, e dirgli che sei
cotto di lui" mormorò una vocina nella sua testa. Dannata coscienza! Frank
decise di metterla a tacere, per il momento.
-Brian vuole
vederci, tutti quanti. Dobbiamo andare ora-. Il chitarrista annuì. Ripose con
cura il libro che stava leggendo prima della telefonata di Jamia e si alzò.
-Che leggi?-. Gerard
si avvicinò e sbirciò la copertina del libro. Frank lo prese e lo nascose dietro
la schiena.
-Nulla- rispose poi
frettolosamente. Gerard sorrise.
-Non è vero, fammi
vedere!-
-Noo!-. Frank corse
su e giù per la stanza, il cantante dietro di lui. Quindi si fermò, vicino alla
scrivania, in un angolo, senza via d'uscita. Gerard gli si parò davanti e gli
circondò la vita con le braccia, cercando di prendere il libro che l'altro
nascondeva.
-Dài,
Frankie!-
-Noo, Gerard,
togliti!- intinmò il chitarrista, forse mettendo un pò troppa enfasi sull'ultima
parola. Il cantante lo guardò con occhi spalancati.
-Scusa- mormorò,
offeso, spostandosi. Frank si sentì un coglione, e anche terribilmente in colpa.
-No, dài, Gee... è
solo che... mi prenderai in giro, lo so- disse a bassa voce. Gerard gli si
avvicinò e lo guardò negli occhi. Gli accarezzò una guancia.
-Non lo farei
mai...-. Quindi cercò le sue mani, gli occhi castano-verdi fissi in quelli
nocciola, e quando le trovò le accarezzò, lentamente. Poi prese il libro che
Frank stringeva e lo guardò. Un sorriso si allargò sul suo volto.
-Hai detto che non
avresti riso- disse il chitarrista, imbronciato.
-Non sto ridendo- Gerard si contenne, -Harry Potter, Frank? Un libro
per bambini?-. Frank si riprese il libro e lo guardò, negli occhi amore e
ammirazione, poi lo ripose con cura sulla scrivania.
-Sì, Harry Potter. E
non è solo un libro per bambini, Harry è molto di più(ndBlaise con la bocca di
Frank...)- borbottò irritato. Gerard sorrise e lo abbracciò.
-Okay, okay, scusa,
Frankie. Magari un giorno mi spiegherai perchè non è solo un libro per bambini,
però ora andiamo sennò Brian ci ammazza- disse il cantante e, dopo aver
schioccato all'altro un bacio sulla guancia, uscì dalla camera.
*
Brian fece cessare
la musica e li guardò tutti, uno per uno. Sì, quelle erano le loro canzoni
registrate e sì, quella che avevano in mano era la copertina del loro cd.
-Allora?- chiese il
moro.
-Io... bè, wow-
disse Gerard come sotto shock.
-Eccolo. "I brought you my bullets, you brought me your love", pronto per
uscire ufficialmente sul mercato- continuò Brian (quel figo di Brian,
ndBlaise). Dopo qualche secondo i ragazzi sorrisero.
-Congratulazioni, ce
l'avete fatta-. Brian strinse loro la mano e li abbracciò calorosamente, poi
sorrise.
Due settimane. In
quello studio avevano passato due intere settimane a lavorare, notte e giorno,
fermandosi solo per il pranzo o la cena. Due settimane a suonare, cantare e
ascoltare sempre le stesse canzoni, le loro, fino alla nausea. Due settimane in
cui Brian liaveva seguiti, passo dopo passo, e li aveva aiutati, e aveva cercato
di attenuare lo stress, e si era comportato da amico.
-Bene, ora andiamo a
festeggiare-
*
Erano passati alcuni
giorni e il loro cd era già in tutti i negozi di dischi. Certo, non erano
famosi- e come avrebbero potuto?-, ma entrare in un negozio e trovare, tra le
band poco conosciute ed emergenti, il loro album era un'emozione fantastica.
Dopo tutto il lavoro fatto quello era il risultato, un posto in uno scaffale, e
non è cosa da poco.
Avevano cenato tutti
insieme, i My Chemical Romance, quella sera, e con loro c'era anche Brian. Era
un loro coetaneo, più o meno, e stare con lui era piacevole; insieme erano come
un gruppo di vecchi amici, non solo soci in affari. Gerard lo aveva voluto lì, e
gli altri erano d'accordo.
-Brian, volevamo
parlarti- esordì il cantante sorseggiando la sua birra. L'altro annuì e attese.
-I ragazzi e io
pensavamo che adesso abbiamo bisogno di aiuto per poterci esibire,
giusto?-
-Certo-. Gerard
sorrise.
-Qualcosa tipo un
manager? Che ci organizzi le serate e ci aiuti a gestire la situazione, no?-.
Brian annuì di nuovo. Il cantante guardò i suoi compagni e quelli annuirono;
Mikey e Frank sorrisero, incoraggianti.
-Dobbiamo sceglierla
noi, quella persona?- chiese ancora Gerard.
-La Eyeball Records
vi proporrà qualcuno, ma comunque sì, deciderete voi-
-Bene. Noi abbiamo già pensato a qualcuno, una persona affidabile, molto
professionale, ma anche un amico che spesso ci tira su e ci fa fare due risate-
Gerard fece una piccola pausa, -abbiamo già deciso chi vogliamo, crediamo tutti
che sia la persona più adatta. Brian, noi vogliamo che tu sia il nostro
manager-.
I ragazzi sorrisero
nella semi-oscurità del locale, Brian rimase un pò in silenzio, a riflettere.
Conosceva quei ragazzi da poco più di due settimane, con loro aveva lavorato
molto bene, erano bravi, avevano grinta. Si era trovato bene, e oltre al
rapporto professionale si era instaurato un buon feeling. Aveva solo iniziato a
conoscerli ma già sapeva che erano ragazzi a posto, e che avevano stoffa.
Diciamo pure che si era un pò affezionato. Quindi sorrise, e i suoi occhi
azzurri scintillarono.
-Grazie, ragazzi,
accetto volentieri- disse infine guadagnandosi pacche sulle spalle e sorrisi
sinceri.
*
-Okay ragazzi, siete
pronti? E' tutto a posto? Strumenti accordati? Bene-. Brian li guardò tutti,
dietro le quinte di quel piccolo palco di un locale newyorkese. Era la loro
prima esibizone pubblica, ed erano pronti, prontissimi, e carichi. Non vedevano
l'ora di suonare, erano eccitati e anche un pò nervosi. Il proprietario del
locale salì sul palco, provò il microfono e annunciò l'esibizione del gruppo.
Dietro le quinte
Brian sorrise e augurò buona fortuna ai suoi ragazzi. Quindi salirono tutti sul
palco, accolti da un flebile applauso.
Il locale era
piccolo e neanche troppo pieno, ma andava bene lo stesso. Erano solo agli inizi,
sarebbe stato stupido da parte loro pensare di poter avere subito molto
successo.
Gerard si avvicinò
goffamente al microfono. Ora che era lì sopra, con quella gente quasi
indifferente pronta a giudicarlo, si sentiva terribilmente in imbarazzo. Si
voltò verso suo fratello, alla sua destra, e Mikey gli sorrise. Anche lui era
imbarazzato. Frank lo guardò e, nonostante l'ansia, gli dedicò un sorriso
radioso. Gerard gli rispose con un occhiolino e si voltò verso il pubblico, un
pò meno nervoso.
-Salve. Siamo i My
Chemical Romance. Bè... divertitevi- disse. Quindi si voltò verso Ray, che
attaccò subito a suonare.
-The amount of pills
I'm taking counteracts the booze I'm drinking...-
Quel poco pubblico
presente si lasciò trasportre dalla voce di Gerard e da quella musica così forte
ed esplosiva. Frank saltava e si muoveva come un pazzo. Gerard lo guardava,
rapito, e quel comportamento riuscì a dargli carica. Il cantante iniziò a fare
avanti e indietro per il palco, saltellando e andando a trovare i suoi amici.
Cambio canzone. Un
applauso dal pubblico. Un sorriso di Gerard.
-Questa è per una
persona speciale, un amico. Lui capirà- mormorò arrossendo un poco.
-Well, let's go back to the middle of the day that starts it all-
La sua voce era così... adrenalinica. Frank lo guardò, e il sorriso che
l'altro gli rivolse gli fece capire. "Non posso iniziare a farti capire come
mi sento. E ora quella rossa mi fa volare, e la blu mi aiuta a cadere...". Era
per lui. Quella canzone era per lui. Gerard voleva spiegargli, voleva fargli
capire come si sentiva, il suo alcolizzarsi, il suo aver preso cocaina. Era come
se volesse dirgli di essere dispiaciuto per averlo fatto spaventare, per averlo
fatto soffrire. Era come se Gerard si stesse scusando.
Era tipico suo,
avere un problema e preoccuparsi più per gli alri che per sè stesso.
-We'll fly home... you and I... we'll fly home-
Cavolo, quella
canzone era per lui, sul serio. Quella vocina nella sua testa gli diceva che
forse aveva una possibilità, gli diceva di andare da lui, da Gerard, e dirgli
tutto. Dannata vocina. Frank si disse che avrebbe dovuto ucciderla e
sopprimerla, quella dannatissima vocina.
Gerard continuò a
cantare, dando il meglio di sè stesso. Guardava ora la band, ora il pubblico.
Guardava Matt, e sapeva che era solo questione di tempo. Avrebbe dovuto
mollarlo, e in fretta, senza ripensamenti.
Perso nei suoi
pensieri non si accorse che Frank gli si era avvicinato, così se lo trovò
davanti senza preavviso. Gli sorrise e con una mano gli scompigliò i capelli. La
mano scese, giù fino al collo per arrivare al petto del chitarrista. Gerard la
lasciò lì e si fermò un istante ad ascoltare i battiti del suo cuore, accelerati
dall'agitazione e dall'euforia.
La canzone era
cambiata e Gerard riprese a cantare, quasi automaticamente.
-Hand in mine in to your icy-blues, and then I'll say to you we can take
to the highway...-.
La sua mano si
poggiò sul viso di Frank e lo accarezzò dolcemente. Quel pezzo l'aveva scritto
grazie a Frank, quando lo aveva portato allo Starbuck's più vicino, passando per
l'autostrada, per tirargli su il morale. Era un buon amico, Frank, e Gerard
ringraziava Dio per averlo vicino.
-And as we're falling down, and in this pool of blood, and as we're
touching hands...-
Frank tornò al suo
posto e si avvicinò al suo microfono.
-And as we're
falling down, and in this pool of blood...- urlò con Gerard.
-And as we're falling down- Gerard lo guardò.
-I see your eyes...- Frank gli sorrise.
-And in this pool of blood- Gerard urlò, lasciandosi
investire dalle emozioni.
-I meet your eyes- Frank si preparò all'ultimo urlo e
all'ultima plettrata.
-I mean this, forever!-. Insieme.
***
Rieccomi qui, vi
sono mancata? Vabbè, lasciamo perdere. Allora... che ne dite di questo capitolo?
Carino, eh? Frank che legge Harry... non potevo non metterlo! E Brian...
ragazzi, Brian è assolutamente fantastico. Ha più o meno l'età dei nostri amati
ragazzi, è pieno di tatuaggi, e ha due occhioni azzurri assolutamente
stupendi... Okay, la smetto di sproloquiare su Brian, anche perchè credo che già
qualcuno di voi lo conosca grazie a "Life on the Murder Scene"(che io ho potuto
comprare solo qualche giorno fa...). Bè, che altro dire? Ah, sì. Frank e la sua
coscienza. Un pò tutti ci facciamo di queste seghe mentali, quindi non
trattatemelo troppo male! E ora passiamo ai ringraziamenti!
Missblack92(aggiornamento esplosivo.. ti ho accontentata, no? e poi sì,
si registra uno alla volta. felice di averti fatto conoscere qualcosa in più. un
bacio, e grazie!), Isult (sì, stanno andando meglio... eh sì, Matt deve
soffrire! ahahaha..grazie, alla prossima!), blinka (ciao honey, spero che
anche questo capitolo ti piaccia.. naa, non sei ignorante, e poi ci sono sempre
io- per quello che posso- che ti dò le notizie più vecchie sui MyChem! presto,
presto finirà tutto il dolore e poi saranno solo rosa e fiori! ehm, no, dai, non
proprio, però.. vabbè, ora sono io che sparo minchiate... baci, guendy, e grazie
mille!), sakura_kinomoto (dio, che recensione! me commossa, really! I'm
so sorry for your poor heart, baby.. ma la mia storia è un pò così, tra alti e
bassi, ci sono tante diverse emozioni in mezzo che si alternano. tranqui, non
sei logorroica, è okay, anch'io parlo tantissimo.. grazie mille, e alla
prossima!!!), LovelyDead (tesoro mo, non sapevo che prima ci fosse da
registrare la batteria e poi il resto... thank you! grazie per avermelo detto,
la notizia mi sarà utile per il prossimo cd! quale faccino, cherie?? ti confesso
che non ho capito molto della tua rec, in quel punto... anyWAY, grazie mille, e
spero che questo cap ti piaccia! ps: appena ho due minuti di tempo corro a
leggere il tuo aggiornamento, giuro! baci), chemical_kira (eccoti accontentata, che il frerard
abbia inizio! grazie mille, baci!). Bye babies, luv ya all!
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Capitolo 14 *** la prima intervista ***
alessandro
La prima intervista
-Matt!-
-Ti stavi strusciando addosso a lui, Gerard! Te ne rendi conto?
Ti sembra una cosa normale? Tu sei il mio ragazzo, dannazione!-. Gerard, seduto
sul letto della sua camera d'albergo, si passò stancamente una mano tra i
capelli. Matt, Matt, Matt...
Non potevano andare avanti così, stare male, litigare per tutto,
litigare ogni giorno, urlarsi addosso parole offensive, ricacciare indietro le
lacrime, sputare veleno.
-Non mi sono strusciato addosso a lui, lo vuoi
capire?!-
-Lo stavi accarezzando, Gerard!-. Matt si avvicinò alla
porta.
-Vaffanculo, sei solo una puttana- disse senza voltarsi prima di
uscire.
Gerard rimase fermo. Matt non gli aveva mai detto una cosa del
genere, prima.
*
-Dov'è Gerard?- chiese Mikey quando Matt gli passò davanti,
nella hall.
-In camera sua- rispose freddo il batterista. Il minore di casa
Way strinse i pugni.
-Cosa gli hai fatto?- chiese alzando la voce. Ray gli pose una
mano sul braccio.
-Io non gli ho fatto niente, è lui la puttana-. Mikey si alzò
velocemente e si sarebbe avventato su Matt se solo Ray non lo avesse trattenuto.
-Non parlare di Gerard in questo modo!- disse Frank alzando la
voce e tremando visibilmente, rosso in viso, facendosi violenza mentale per non
picchiare l'altro.
-Perchè non vai a consolarlo? Magari ti fai anche una scopata-
disse il batterista andandosene. Trattenere Mikey divenne ancora più difficile,
e Ray dovette aumentare la pressione della stretta sulle sue braccia.
-E' uno stronzo, io gli spacco la faccia!- urlava il bassista
dimenandosi.
Anche Frank uscì, velocemente, dall'albergo. Se avesse visto
Matt in quel momento lo avrebbe preso a pugni. Come si permetteva di parlare di
Gerard così? Lui, lo stronzo che lo aveva sempre fatto soffrire. Come poteva
essere così bastardo? Gerard era una persona fantastica, non meritava tutto
questo.
"Và da lui, ha bisogno di te". Dannata vocina. Perchè non
riusciva a stare zitta? No, andare da Gerard non era la cosa giusta da fare. Era
a causa di quanto era successo sul palco che lui e Matt avevano litigato. Si
sentiva un pò in colpa, Frank, però... però non poteva fare a meno di pensare
alla sensazione della mano di Gerard sul suo petto, alle carezze sul viso, allo
sguardo che il cantante gli aveva rivolto. In quel momento tutto era sparito,
era come se il mondo avesse smesso di esistere. La terra avrebbe anche potuto
smettere di ruotare, Frank non se ne sarebbe accorto. Erano stati solo loro due,
ed era perfetto.
E adesso Gerard aveva litigato con Matt, e soffriva. Merda.
Era stato stupido, da parte sua, pensare che Gerard non volesse
vederlo. Aveva bisogno di lui, aveva bisogno di qualcuno che lo aiutasse a
superare la situazione. Com'era stato egoista, Frank... si voltò di scatto e
iniziò a correre indietro verso l'albergo, veloce, per andare da
lui...
* -Dammi un altro whisky, doppio-. Il barista eseguì. Il
ragazzo era ancora capace di reggersi in piedi, dopotutto, e nel momento in cui
fosse stato troppo ubriaco avrebbe probabilmente smesso di vendergli l'alcool.
Gerard prese il bicchiere che gli veniva porto e bevve
velocemente. Sentì il sapore forte dell'alcool bruciargli le labbra e la gola,
ma non se ne curò. Era l'unica cosa che poteva farlo stare meglio, in quel
momento.
Matt, sempre Matt, solo Matt... era deciso, Gerard, voleva
davvero lasciarlo, eppure non ci riusciva. Continuava a stare male per lui,
continuava a versare lacrime amare quando invece avrebbe dovuto fregarsene.
Si accese una sigaretta e ordinò un altro bicchiere. Perchè gli
voleva ancora bene? Perchè, nonostante tutto, continuava a stare con
lui?
Bevve ancora dal bicchiere, e il pizzico dell'alcool sulla
lingua era una sensazione piacevole, quasi confortante.
-Ciao-. Gerard si voltò per trovare la provenienza della voce e
vide una ragazza bionda seduta accanto a lui. Le dedicò un cenno svogliato della
testa e tornò al suo bicchiere.
-Sono Emma. Perchè non mi offri da bere?- domandò lei, tentando
di provocarlo. Lui fece un cenno al barista, che la servì.
-Non vuoi dirmi come ti chiami?-
-Gerard- fece lui, pronunciando il suo nome con leggero accento
francese. Al contrario di sua nonna, che aveva accento italiano.
-Che bel nome. Dì, non ti andrebbe di fare sue chiacchere?-
continuò lei. Gerard le dedicò uno sguardo obliquo.
-Vuoi fare sesso?- chiese, palesemente ubriaco. Lei rimase un
secondo in silenzio, poi sorrise, maliziosa.
-Perchè non vieni a casa mia e ne riparliamo?-. Gli fece
l'occhiolino.
-E' inutile tesoro, sono irrimediabilmente gay- disse lui
ordinando un altro whisky. Lei spalancò la bocca e si alzò, senza una parola,
lasciandolo solo. Lui sorrise, poi venne distratto dallo squillo del suo
cellulare. Troppo ubriaco per leggere il nome sul display, rispose direttamente.
-Sììì?-
-Gerard? Sono Ray. Dove sei? Mikey è preoccupato, tutti lo
siamo-
-Boh. Sono in un bar-. Ray, all'altro capo del telefono,
sospirò.
-Passami il barista-. Gerard rise e chiamò l'uomo dietro il
bancone, porgendogli il telefono.
-Che vuoi?- domandò quello, curioso.
-E' il mio amico. Vuole parlare con te. E portami un altro
whisky-. Il barman prese il cellulare e rispose, quindi dopo qualche secondo
riattaccò e diede il telefono al cantante. Gerard lo prese e continuò a
guardarlo.
-E il mio whisky?-
-Hai bevuto abbastanza, per oggi-
*
Dopo aver pagato il taxi Ray condusse Gerard nella sua camera.
Quando entrarono Mikey corse loro incontro.
-Dove diavolo eri finito? Dio, puzzi da fare schifo. Sei di
nuovo ubriaco, Gerard, non credi sia ora di smetterla?-. Il cantante guardò Ray,
poi suo fratello, e sorrise. Quindi si voltò a guardare la stanza e vide Frank,
in piedi, lo sguardo triste. Mollò Ray e, senza degnare Mikey di una risposta,
si diresse verso il chitarrista.
-Ehi... Frankie...- disse piano mentre con una mano andava ad
accarezzargli una guancia. Quello lo guardò e per qualche istante non disse
nulla, poi si scostò velocemente.
-Che hai, Frankie?- domandò ancora Gerard dolcemente. Frank lo
guardò e si morse violentemente le labbra per trattenere quel fiume di parole
cattive e piene di delusione che sapeva stava per uscir fuori. Non voleva ferire
Gerard, perchè lui era fragile; ma Gerard stesso doveva capire che così li stava
uccidendo, tutti loro.
-Smettila, Gerard- disse solamente, il tono duro, le lacrime che
minacciavano la caduta libera. Doveva ricacciarle indietro. Doveva.
"Diglielo ora, digli tutto. Digli che così ti fa male, che fa
male a tutti". Ancora lei, la dannata vocina nella sua testa che non voleva
saperne di chiudere il becco.
-Ma Frankie...- squittì il cantante. Frank strinse i pugni e si
voltò, dandogli le spalle. Gerard lo trattenne per la manica della felpa. Frank
lo guardò, un solo istante. SBAM. Gli diede uno schiaffo e andò via, mentre
Mikey e Ray si spostavano per lasciarlo passare. Mikey guardò Gerard, Ray fissò
il punto in cui Frank era sparito.
Gerard cadde in ginocchio, shockato, massaggiandosi la guancia.
Frank lo aveva picchiato. Frank era suo amico. Frank non lo aveva mai fatto
prima. Frank lo odiava. Frank probabilmente non gli avrebbe più rivolto la
parola. Frank non poteva farlo. Frank era tutto per lui, non poteva mollarlo a
quel modo.
-E' quello che ti meriti. E ricordati che domani abbiamo
l'intervista, alle nove. Vedi di esserci- disse Mikey al fratello, poi uscì e
solo Ray rimase nella stanza.
-Ray, Frank mi ha...-
-Lo so. Non credi d'essertelo meritato?-. Ray lo aiutò ad
alzarsi e lo fece stendere sul letto. Era ubriaco, Gerard, ma poteva comunque
provare a parlargli. L'altro lo guardò, gli occhi ora lucidi.
-Io non ho...-
-Tu non hai cosa? Non hai fatto niente? Lo credi davvero? Riesci
anche solo a immaginare quanto sia difficile questa situazione? L'alcool ti sta
distruggendo, Gerard, e questo fa star male noi. Mikey è preoccupato per
te-
-Lui mi odia- interruppe il cantante asciugandosi una lacrima.
Ray, seduto accanto a lui, sorrise indulgente e cominciò ad accarezzargli i
capelli.
-No, lui non ti odia. E' tuo fratello, ti vuole bene e ti starà
vicino nonostante tutto. Però vederti così gli fa male, lo capisci? E anche
Frank...-
-No, Frank mi odia, non mi parlerà più. Lui mi ha picchiato,
sono sicuro che mi odia. E lui non può odiarmi, Ray, perchè Frank è tutto, e se
Frank mi odia io...-
-Frank non ti odia. E neanche Mikey. Sono solo preoccupati per
te, e hanno paura, Gerard, paura di perderti. Ti stai facendo del male, e ne fai
anche a loro-. Ray guardò il suo cantante, che sbadigliò. Fiato sprecato. Gerard
non avrebbe ricordato nulla il giorno dopo, nulla di nulla, ed era stato tutto
fiato sprecato.
Bè, almeno ci aveva provato.
*
Jack, Brian, Mikey e Gerard erano seduti su comode poltroncine
davanti al giornalista, pronti a cominciare l'intervista.
-Allora, eccoci qui. Gerard e Mikey, giusto? Cantante e bassista
dei My Chemical Romance, accompagnati dal manager, Brian, e Jack, colui che vi
ha scoperti. Esatto?-. I quattro annuirono.
-Allora Jack, cosa ti ha convinto a sceglierli?-
-La loro musica. Quando ho ascoltato le loro canzoni ho subito
pensato che avevano talento, che potevano farcela. Hanno grinta, i loro testi
sono particolari, la musica è bella, è forte, è un nuovo sound-
Gerard e Mikey sorrisero. Quindi toccò a Brian: com'era stato
lavorare con loro, com'era diventato il loro manager?
-Quando li ho visti entrare in studio di registrazione ho subito
avuto la sensazione che fossero diversi dagli altri. Jack me ne aveva parlato,
ma constatarlo di persona è un'altra cosa. Sono stati molto professionali,
spesso pignoli, volevano che tutto fosse perfetto. E quando hanno ascoltato i
pezzi registrati hanno detto che mancava qualcosa, che il suond non era
completo. E così Mr Way, cioè Gerard, ha chiamato un loro amico per una seconda
chitarra, e ha fatto un pò impazzire tutti fino a che non ha ritenuto che tutto
fosse perfetto. Sono dei gran lavoratori, professionali sul lavoro. Ma sono
anche delle belle persone- Brian guardò i due, -e quindi lavorare con loro è
stato anche molto piacevole-. Quindi raccontò di come l'avessero scelto per
essere loro manager, mentre Mikey e Gerard sorridevano, e ogni tanto il minore
dei Way guardava il fratello, come in apprensione.
-Gerard, come sei diventato un cantante e come avete formato la
band?-
-E' stata mia nonna a insegnarmi a cantare, quando ero bambino;
devo tutto a lei. Così è nato tutto, dopo la caduta delle Torri Gemelle, mentre
io mi trovavo a New York per realizzare il mio fumetto. Dopo l'attentato ho
pensato che avrei voluto fare anch'io qualcosa per aiutare gli altri, ma cosa?
Sapevo cantare, e ho pensato che con la musica sarei riuscito nel mio intento.
La musica aiuta le persone, è uno strumento davvero potente-. Gerard raccontò di
come, dopo aver chiamato Matt, scrissero insieme "Skylines and Turnstiles";
raccontò della nascita del gruppo, la loro storia dagli esordi fino a quel
momento.
-Mikey, tu hai imparato a suonare uno strumento solo per entrare
nella band?- continuò il giornalista.
-Non proprio- rispose il bassista sorridendo, -quando ero
piccolo mia nonna mi aveva insegnato un pò a suonare la chitarra, quindi un pò
me la cavavo. Solo che per la band c'era già un chitarrista, il migliore che
Gerard conosceva, e mancava invece un bassista. Così mi sono impegnato ed
esercitato giorno e notte, per sei settimane, fino a che non ci sono riuscito-.
-Ora che il vostro cd "I brought you my bullets, you brought me
your love" è in tutti i negozi di dischi, vi sentite diversi? Siete cambiati
rispetto a prima? Credete che in futuro potreste cambiare?-
Bella domanda. Eh sì, proprio una bella domanda. Gerard riflettè
bene. L'uscita del cd lo aveva cambiato? Per niente. Sarebbe cambiato in futuro?
Probabilmente no.
-Io non mi sento diverso rispetto a prima, sono sempre lo
stesso, sono un ragazzo come gli altri e mi porto sempre dietro i miei problemi-
disse il cantante.
-Problemi di che tipo?-. Ecco, erano fottuti. Brian e Jack
guardarono Gerard, in attesa. Cosa avrebbe risposto? Era in grado di gestire la
situazione? Non poteva compromettersi proprio quando la sua carriera stava
iniziando...
-Io bevo, è questo il mio problema- disse Gerard lentamente, -ma
sono fortunato perchè ho un fratello fantastico e degli amici meravigliosi che
mi stanno vicino e mi aiutano a superarlo-.
Mikey sorrise e poggiò una mano su quella del fratello, che la
strinse. Sì, lui c'era e ci sarebbe stato sempre, in ogni momento della sua
vita. E questo Gerard lo sapeva. Non era solo, poteva farcela...
***
Eccola qui, la prima intervista dei MCR. Ringrazio Idra per
avermene parlato, tempo fa, così che ho potuto inserirla nella storia.
Nell'intervista originale ci sono soltanto Gerard e Mikey, insieme a Brian
(figooo!!!) e a un altro della Eyeball Records, e così ho inserito solo loro.
Nella suddetta intervista Gerard parla dei suoi problemi con l'alcool etc,
quindi ecco spiegato tutto (dal mio punto di vista!).
Isult (sì, dài che si mettono meglio!
Anch'io, comunque, so Harry a memoria... non tutto, of course, ma alcune parti
sì! Abbi ancora un pò di pazienza, e fidati di me... vi lascerò a bocca aperta!
Grazie mille, un bacio!), sakura_kinomoto (thank you, dear! felice
di riuscire a darti tante emozioni! compleanno? regalo? quando compi gli anni?
non ti regalo questo capitolo perchè è, come dire, di passaggio. magari il
prossimo... grazie ancora!), blinka (grazie honey, gentilissima come
sempre! mi scuso per il capitolo che è, come ho detto a sakura, di transizione,
ma il bello sta arrivando. un bacio, guendy!), Idra (sì tesoro, io e te a
sbavare come due cretine... ma non si può non farlo quando vedi Brian, che è
assolutamente fantastico... ma perchè, povera Jam! in questa storia non sta con
Frank, quindi non prendertela con lei..! ci vediamo alle prove, maybe. tat).
Non considerate questo capitolo come regalo natalizio, perchè
posterò presto il prossimo, e quello sarà il mio regalo! Thank you, babies!
B.
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Capitolo 15 *** Finally free...! ***
alessandro
FINALLY FREE
Tutto era pronto, i bagagli erano già sistemati nel van col
quale sarebbero partiti per il tour. Eh sì, il tour. Dovevano spostarsi in giro
per l'America, per farsi conoscre, per suonare finalmente da professionisti. Era
tutto pronto, dovevano solo salire.
Frank stava parlando con Ray e Mikey davanti al van, una
sigaretta accesa in mano e un bicchiere di caffè mezzo pieno. O mezzo vuoto,
come pensava lui. Mezzo pieno, mezzo vuoto... che differenza fa? Cambia, cambia
tanto.
Frank era sempre stato un tipo ottimista, prendeva sempre tutto
per il verso giusto, era sempre riuscito ad affrontare la vita con il sorriso
sulle labbra. Eppure qualcosa era cambiato, e ora il bicchiere era mezzo vuoto.
Aveva lasciato i Pencey Prep, aveva lasciato casa sua, aveva
lasciato Jamia. Sì, certo, non poteva dire che quello che aveva trovato gli
facesse schifo, anzi, era proprio il contrario. Adorava i My Chemical Romance,
adorava i suoi amici, e più di tutto adorava Gerard. Però... però gli mancava la
sua famiglia, la sua vita di sempre in quella cittadina del Jersey, dove tutto
era come ovattato, come se il tempo lì avesse smesso di scorrere. E gli mancava
Jamia, il conforto del suo abbraccio e dei suoi baci sulla fronte nei momenti
difficili. Gli mancava la sua migliore amica, l'unica persona al mondo su cui
avrebbe sempre potuto contare. E Gerard...
Gerard che stava male, Gerard che beveva, Gerard che piangeva.
C'era solo lui nella sua testa, sempre lui, sempre il suo viso tenero e ingenuo
e dolce, sempre i suoi occhi di quel colore così bello e con quelle pagliuzze
dorate che davano luce al suo sguardo. E si rodeva il fegato, Frank, perchè
Gerard non sarebbe mai stato suo, perchè il suo cuore era sul punto di
frantumarsi in milioni di piccolissimi pezzi troppo difficili da ricomporre.
-Vattene Gerard, non voglio ascoltarti!-. Le urla di Matt
arrivarono fino a loro. Mikey, Ray e Frank si voltarono e lo videro in piedi, a
metà strada tra il van e l'entrata dell'albergo, con Gerard alle sue spalle.
-Ascoltami, ho detto!-
-Vaffanculo, lasciami in pace-
-Lasciarti in pace? Lasciarti in- Gerard sembrava incredulo,
shockato; -Bene, dolcezza, addio. Hai chiuso con me, sono stufo di te e di
litigare per ogni cosa. Basta. Hai capito? Basta, è finita, sono stanco di
rompermi i coglioni per te. E ora muovi il culo e sali sul van, dobbiamo andare.
So long, Honey-.
Gerard lo lasciò lì fermo, si avviò verso gli altri e senza una
parola salì sul van dove occupò l'ultimo posto in fondo. Mikey fece per
raggiungerlo ma Frank fu più veloce: lo superò e andò a sedersi accanto a
Gerard, in silenzio.
Quando tutti furono saliti ed ebbero preso posto Brian li
guardò, si accertò che tutto fosse okay e si mise alla guida. Non era tutto
okay, ma non si poteva interrompere un tour non ancora iniziato. Matt sedeva
davanti a Gerard, da solo, con le cuffie del lettore mp3 nelle orecchie e
un'aria molto, molto incazzata. Mikey e Ray erano seduti subito dietro Brian e
parlavano con lui di ciò a cui andavano incontro, delle esibizioni, degli
alloggi, dell'attrezzatura. Il piccolo Way, però, spesso si voltava a guardare
suo fratello, seduto con la testa poggiata sulla spalla di Frank e lo sguardo
fuori, in silenzio.
*
Sono ancora sull'orlo del precipizio, davanti a me il nulla,
alle mie spalle la vita. Sono ancora in bilico, non ho funi a cui aggrapparmi,
nulla che possa impedirmi di cadere. Basterebbe solo un alito di vento... e io
cadrei giù, di sotto, e mi perderei nel nulla più profondo. Eppure... eppure ora
è diverso, ho la sensazione di aver fatto un passo indietro anche se
probabilmente mi sono spostato solo di pochi millimetri. Matt... è finita, è
tutto finito, finalmente. E' come se adesso fossi più leggero, come se avessi un
peso in meno, e forse è così. Ma ci sono ancora tante cose che mi impediscono di
volare via, troppe. Un giorno... un giorno riuscirò a liberarmi di tutto, e
allora volerò via, volerò a casa, volerò dove non ci saranno più problemi, dove
tutto sarà migliore, finalmente...
*
Stai qui, seduto, con la testa poggiata sulla mia spalla e lo
sguardo rivolto a orizzonti lontani. Sei qui, accanto a me, sento il calore del
tuo corpo e il profumo di shampoo che emanano i tuoi capelli. Eppure non ci sei;
sei lontano mille miglia, in un luogo dove non posso raggiungerti, lontano da
tutti, in un mondo di cui non mi è concesso sapere. Che cosa stai facendo,
Gerard? Ti prego, ti prego dimmi che va tutto bene, per quanto è possibile.
Dimmi che ce la metterai tutta, che ci proverai, che andrai avanti e non ti
fermerai per questo. Devi farcela, non puoi lasciarti andare, non adesso.
*
Erano in auto da un'ora e Brian decise di fermarsi in una
stazione di servizio per una piccola pausa. Scesero tutti, anche Gerard, che
aveva più che altro bisogno di nicotina. Estrasse il pacchetto e si accese una
Marlboro. Era silezioso, perso nei suoi pensieri, e aveva voglia di piangere,
Gerard Way, e di urlare, e di spaccare qualcosa. La testa di Matt,
possibilmente. Lasciarlo era stata la decisione migliore, e andava fatto, anche
se adesso Gerard si sentiva una merda. Era normale, sentirsi così. Era normale
quella voglia di mandare tutto a puttane e andare via, tornare a casa per poter
ritrovare l'affetto delle persone care e la tranquilla vita di Belleville. Era
normale non aver voglia di parlare con nessuno, desiderare solo una bella
bottiglia di whisky e una camera d'albergo singola.
Era normale tornare a sedersi in silenzio e sorridere, sorridere
dentro, nel sentire Frank sedersi accanto a lui, sentire la sua presenza ed
esserne rassicurati.
Con la testa poggiata sulla spalla di Frank, Gerard guardò
fuori, e tamburellò nervosamente le dita sulla propria gamba. Era nervoso,
Gerard, ed era normale. In quel momento non aveva bisogno di parole di conforto,
di sguardi preoccupati come quelli di Mikey o Ray, della compassione di Brian.
Aveva solo bisogno di silenzio, del silenzio di Frank, del
silenzio pieno di parole di Frank. Delle mani di Frank sulle sue. Ma non lo
avrebbe mai ammesso, Gerard, di avere bisogno di lui. Con lui non aveva mai
avuto bisogno di troppe parole, ma adesso sembrava fosse diverso, sembrava
proprio che Frank non capisse, non riuscisse o forse non volesse capire.
Mikey continuò a lanciare sguardi preoccupati a suo fratello,
che continuava a tamburellare nervosamente le dita sulla gamba.
-Vado a parlargli-
-Tu resti dove sei-. Ray trattenne Mikey, che lo guardò
shockato.
-E perchè?-
-E' meglio così, per ora- disse il riccio seriamente. Il piccolo
Way sbuffò, contrariato.
-Allora picchio quel coglione- soffiò. Ray sorrise, lanciò una
veloce occhiata al batterista dietro di lui e tornò a dedicarsi a Mikey.
-Io direi che sarebbe meglio evitare, almeno per adesso. Ti
ricordo che stiamo per iniziare il tour- disse sorridendo.
-Uffa. E io che faccio? Come mi sfogo? A chi lo spacco il basso
in testa, eh?-
-Di certo non a me- disse prontamente Ray, pur sapendo che Mikey
il basso non lo avrebbe comunque toccato.
-E neanche a me, io vi servo- aggiunse Brian ridendo. L'aria era
più rilassata, almeno lì davanti. Dal suo posto esattamente al centro del van,
dietro Ray e davanti a Gerard, Matt sedeva in silenzio ascoltando musica. Era
incazzato, incazzato nero con Gerard e con quello stronzo di Frank che ora gli
stava sussurrando qualcosa all'orecchio. Era incazzato per il sorriso che Gerard
aveva dedicato al chitarrista, un sorriso incerto e tenero, un sorriso che prima
dedicava solo a lui.
Fanculo Gerard e fanculo il mondo.
Fanculo Gerard e fanculo la sua aria da cucciolo; fanculo i suoi
occhi dolci; fanculo le sue labbra così invitanti, fanculo il sapore della sua
pelle; fanculo, era solo colpa sua; era lui che aveva fatto la puttana
strusciandosi pubblicamente addosso a Frank.
Intanto Gerard continuava a sorridere dolcemente per quello che
Frank gli aveva detto e per il modo in cui glielo aveva detto, all'orecchio, in
un soffio, facendogli il solletico.
Una parola, Frank aveva detto una sola parola, e Gerard aveva
sorriso. Una sola parola.
-Meow...- soffiò ancora Frank al suo orecchio. Meow, era tutto
ciò che era venuto in mente di dire, e almeno aveva fatto sorridere Gerard, che
ora si strusciava il naso sulla sua spalla e continuava a tamburellare con le
dita.
Frank gli prese la mano, all'improvviso, e la strinse
dolcemente, facendo terminare il movimento nervoso. La strinse perchè ne aveva
voglia, e perchè in quel momento sembrava la cosa giusta da fare, e perchè era
bello potergli tenere la mano e accarezzarla, senza timore. Perchè quella mano
era nata, era stata creata semplicemente per intrecciarsi alla sua.
Gerard si calmò all'istante, come se quel semplice contatto
fisico potesse infondergli forza.
*
Erano in autostrada e in viaggio da più di due ore. Mikey
sonnecchiava tranquillamente accovacciato sul sedile. Matt aveva gli occhi
chiusi ma probabilmente era sveglio. Ray sedeva dietro a Brian e parlava con
lui.
-Quindi siamo diretti a casa, wow...-
-Già. Però volevo che fosse una sorpresa, quindi...-
-Tranquillo, Brian, non dirò nulla agli altri. Cavolo, si torna
a casa, non ci avrei mai sperato. Voglio dire, non credevo che saremmo partiti
da lì-. Ray sorrise.
-Sì. Bè, ho pensato che dato che il tour conterà un bel pò di
tempo magari vi avrebbe fatto piacere passare da casa, salutare i vostri prima
di andare- disse Brian guardandolo attraverso lo specchietto.
-Sì, è un'idea geniale, ne abbiamo bisogno...- mormorò Ray
votandosi poco dopo a guardare gli altri. Mikey, accanto a lui, russava. Sempre
il solito.
Gerard, invece, si era addormentato appoggiato a Frank, la mano
intrecciata nella sua, ed entrambi sorridevano flebilmente.
Gerard non capiva...
Ray tornò a parlare con Brian e si lasciò sfuggire un piccolo
sorriso al pensiero di rivedere Christa.
***
Wow, ce l'ho fatta! Sono riuscita a pubblicare il giorno di
Natale! Inutile dire che questo capitolo è il mio regalo per voi, guys, e spero
tanto che vi piaccia. Io lo adoro. Gerard che molla Matt... So long, honey, bye!
Addio, dasvidania, fanc**! Eh eh, me felice di essermi liberata di lui, almeno
in parte, ecco...
Isult (sei rimasta a bocca aperta?
contenta della svolta? spero di sì.. grazie, cara, un bacione!), SadSong
(grazie mille! graziegraziegrazie! spero che anche questo capitolo ti
piaccia, un bacio), Niamh15 (anch'io voglio prendere Matt a calci!!!
grazie, cute, alla prossima! un bacio), blinka (e ora che mi dici?? ecco
il regalo, honey, alla prossima, e un bacio), sakura_kinomoto (che bello,
il 18.. auguri! per me è una data importante, dato che ho finalmente smesso di
mangiare carne, quindi festeggiamo insieme, key? sì, lo so, Ray è un grande, io
lo amo con tutta me stessa! e ho anche trovato il sosia, qui nella mia città...
quel ragazzo è identico, gli mancano solo i capelli... bah... baci, carissima, a
presto!), missblack'92 (ommioddio che recensione... hai fatto un discorso
bellissimo, sul serio. io la penso come te, su tutta la linea. wow, mi hai
lasciata a bocca aperta... grazie mille, un bacio!), LovelyDead (honey,
non preoccuparti di essere sparita, capita a tutti. io lo faccio spesso... spero
sia tutto okay, comunque. grazie mille, al prossimo capitolo! un bacio).
AUGURI, DEARS! Wish ya a merry Xmas and a happy new year... Luv
ya all, B.
|
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Capitolo 16 *** I'm trying to let you know... ***
alessandro
I'm trying to let you know...
-Sveglia! Su, forza, svegliatevi, è ora di
scendere-
-Siamo già arrivati?- domandò Gerard con
gli occhi chiusi, la mano ancora stretta in quella di Frank. Quest'ultimo
dormiva ancora, o meglio, era in uno stato di dormiveglia e anche molto seccato
dal rumore e dalle urla di Brian.
-Sveglia, Frankie, siamo arrivati- mormorò
Gerard con un sorriso ancora assonnato.
-Mm... no, no-. Gerard rise e gli
scompigliò i capelli, dandogli anche un pizzicotto sul viso per svegliarlo un
pò. Frank aprì un occhio e lo guardò, scocciato.
-Uff. E va bene, sono sveglio- disse
sbadigliando. Gerard si alzò e lo tirò per un braccio, trascinandolo poi fino
agli altri.
Ray li salutò con un sorriso che gli andava
da un orecchio all'altro; Mikey sembrava uno zombie, proprio come Frank; Matt
scese velocemente non appena vide Gerard avvicinarsi; Brian era già fuori che li
aspettava, pronto a scaricare gli strumenti.
Quando Gerard scese si laciò sfuggire un
urlo di felicità.
-Siamo a casa! Siamo a Belleville!-. Sì,
erano proprio a casa. Davanti a loro c'era la loro abitazione; la casa dove
avevano vissuto , insieme, dove avevano provato giorno e notte, dove avevano
lavorato, e riso, e pianto, dove avevano condiviso tutto.
Gerard si avviò verso la porta insieme a
Mikey e quando la raggiunsero quella si aprì. Sulla soglia stava Elena, che
sorrideva felice; alle sue spalle c'era Jamia, dolce come sempre, e accanto a
lei c'era un'altra ragazza bruna, carina e dall'aria simpatica.
-Nonna!-. I fratelli Way abbracciarono la
donna con un sorriso che lei ricambiò amorevolmente.
-E' bello vederti, mi sei mancata tanto- le
disse Gerard sciogliendo l'abbraccio.
-Jamia...-. Frank corse incontro alla
ragazza e la tenne stretta a sè, mentre Ray era letteralmente avvinghiato
all'altra ragazza, quella dall'aria simpatica, e la baciava con passione.
-Frank, tesoro... dio, mi sei mancato da
morire!-. Jamia si lasciò sfuggire qualche lacrima di commozione, e lasciò che
il chitarrista le baciasse la fronte e le accarezzasse dolcemente i capelli.
Brian intanto aveva iniziato a scaricare
gli strumenti con l'aiuto di Matt. Loro non avevano nessuno da cui tornare, a
Belleville, nessuo che li aspettasse, nessuno da salutare.
Gerard lasciò sua nonna e andò da Frank.
-Ciao Jamia, è bello rivederti- disse
baciandole le guance. Lei sorrise, amabile.
-E' lo stesso anche per me- disse. Quindi
guardò Frank, un sopracciglio alzato, come se gli stesse ponendo una silenziosa
domanda.
-Grazie. Ora è meglio che dia una mano a
Brian. A dopo-. Il cantante li lasciò soli e la ragazza si voltò velocemente
verso Frank.
-Non glielo hai detto?- chiese a
bruciapelo. Lui scosse lentamente la testa. Jamia roteò gli occhi.
-Sei proprio stupido-
-Che vuoi-
-Vai ad aiutare gli altri, io devo andare
dalla signora Rush- e così dicendo la ragazza lo mollò lì ed entrò in casa.
*
-Com'è andato il viaggio? Matt, stai bene?
Ti vedo un pò pallido-. Elena servì il pranzo con l'aiuto di Jamia e Christa.
Gerard guardò il suo ormai ex-ragazzo e poi sua nonna. Lei non sapeva, non
poteva sapere, dopotutto si erano lasciati solo quella mattina.
-Sto bene, grazie- rispose il batterista
quasi controvoglia. La donna lo guardò attentamente, poi guardò il nipote.
Annuì.
-Certo-. Aveva un modo di fare, di
guardarti così strano. Sembrava sempre che riuscisse a leggerti nel pensiero,
che solo fissando i suoi occhi nei tuoi fosse capace di guardarti dentro.
Sembrava capisse e sapesse tutto.
E Gerard sapeva bene che era così.
Aveva un fiuto, sua nonna, un intuito
assolutamente fuori del normale. Era sempre in grado di capire cosa provavi
senza dirti neanche una parola, e riusciva a riconoscere una bugia anche a tre
miglia di distanza.
-Gerard, mi sembri stanco e sciupato. Non è
che hai lavorato troppo?- continuò Elena. Gerard scosse la testa.
-Sto bene, nonna, non ho lavorato
troppo-
-Cos'hai fatto, Frankie? Qui ci sei mancato
tanto, a me e ai ragazzi intendo. Più tardi potremmo andare a salutarli, che ne
dici?-. Jamia sorrise radiosa quando Frank le disse che andava bene. Gerard li
guardò e gli sembrarono una coppia fantastica, e avvertì una leggera morsa al
cuore quando pensò che lui non era stato così fortunato. Forse avrebbe trovato
l'uomo giusto, prima o poi, o forse era solo un'utopia. Dopo la storia con Matt,
Gerard aveva paura, paura di amare di nuovo, paura di dare tutto sè stesso e
veder ridurre in milioni di pezzi il proprio cuore. Aveva paua di soffrire
ancora.
-Gerard, dài una mano a sparecchiare-
intimò Elena alla fine del pranzo. Quindi, quando tutto fu sistemato si
riunirono in salotto per il caffè. Era un'abitudine che i fratelli Way avevano
ereditato dalla nonna, quella di sedersi tutti insieme a fine pasto, ed era
un'abitudine tipicamente italiana. Era una cosa bella però, riflettè Gerard,
perchè permetteva loro di trascorrere un pò di tempo in tranquillità, a parlare
un pò di tutto, come una famiglia.
-Gerard voglio parlarti-. Tutti si
voltarono verso Matt per poi seguire il suo sguardo, e poggiarono i loro occhi
su Gerard.
-No-
-"No" non è una risposta- continuò il
batterista.
Frank guardò Gerard, in attesa, col fiato
sospeso. Jamia guardò Frank e per un solo istante temette di vederlo alzarsi in
piedi e urlare. Elena guardò prima Matt, poi Jamia, Frank e Gerard con uno
scintillìo negli occhi castano-verdi.
-"No" è la mia risposta- disse il cantante alzandosi in piedi.
-Scusatemi, sono stanco. Ci vediamo dopo-
disse ancora voltando le spalle agli altri.
-Se attraversi quella porta mandi a puttane
tutto, Gerard. Non farlo, te ne pentirai- disse Matt, duro. Gerard non si voltò
neanche e iniziò a canticchiare.
-And you can cry all you want to, I don't
care how much-.Uscì, seguito dallo sguardo dei presenti.
-Vài- mormorò Jamia all'orecchio di Frank,
che non se lo fece ripetere due volte. Si alzò, e il silenzio innaturale della
stanza lo fece sentire tremendamente in imbarazzo.
-Che fai, vuoi andare a consolarlo?- disse
acidamente Matt, che si moderò nei termini solo per la presenza della signora
Rush.
-Và al diavolo- rispose Frank con
freddezza, e quindi uscì dalla stanza senza curarsi di nulla e di nessuno. Salì
velocemente le scale e si trovò di fronte alla porta della camera di Gerard.
Bussò ed entrò, lentamente, pronto a vedere l'altro versare lacrime amare, per
l'ennesima volta.
-Ciao Frank, entra-. Gerard era comodamente
e tranquillamente seduto sul suo letto, e fumava una sigaretta. Quando Frank
entrò gli sorrise e gli fece cenno di avvicinarsi.
-Che succede, Frank?-. Il chitarrista gli
si sedette accanto, alquanto stranito dal suo comportamento.
-Come... come stai, Gee?-
-Io? Benissimo, perchè?-
*
-Perchè Matt non si muove?-
-Non prova, non vuole provare- disse Ray
entrando nel garage. Gerard si morse un labbro.
-Ma che stronzo! Proveremo senza di lui,
allora- urlò Mikey prendendo posto. Ray e Frank si sitemarono per suonare.
Attaccarono con "Demolition Lovers", e in quel momento Brian li raggiunse e si
sedette ad ascoltarli, in silenzio.
Quando, in seguito, Ray fece partire la
chitarra di "Honey, this mirror isn't big enough for the two of us" Gerard diede
tutto sè stesso, cantò, urlò e si dimenò neanche fosse a un live. Quella fu in
assoluto la miglior prova della loro vita, e ancora oggi la ricordano con un
sorriso sulle labbra.
-Gerard... posso-posso parlarti?-. Frank si
avvicinò lentamente al suo vocalist. Le prove erano ormai finite, ed erano state
magnifiche. Nonostante l'assenza del batterista [non è neanche degno di essere
nominato... ndBlaise] e della batteria tutto era venuto fuori assolutamente
perfetto; causa forse proprio l'assenza di Matt.
Mikey si attardò a sistemare il suo Peavy
[scusate, so che è sicuramente una cavolata e che quasi certamente Mikes non
aveva un Peavy, ma al momento mi serve così... ndB] ma Ray, che aveva osservato
Frank, lo trascinò in casa con la scusa di un caffè, e il piccolo Way non se lo
fece ripetere due volte, caffè-dipendente quale era.
Brian era già andato via, probabilmente a
parlare con Matt.
-Cosa c'è, Frankie?-. Gerard gli si
avvicinò col suo solito passo felpato e lo guardò sorridendo. L'altro trattenne
il respiro per un istante. Era ora, doveva dirglielo, una volta e per tutte. Era
ora di chiudere quella storia, e magari aprirne un'altra.
-Frank che cos'hai, non ti senti bene? Sei
pallido-. Gerard gli accarezzò il viso con una mano e Frank sentì come un tuffo
al cuore, e poi una crescente tachicardia, e un caldo improvviso.
-Io...
no, sto bene . Gerard io... devo
dirti... oh, al diavolo!-. Frank lasciò perdere le parole e passò ai fatti. Si
sporse verso il suo vocalist e lo baciò, con dolcezza e passione insieme, e le
sue labbra stavano così bene lì che Frank non avrebbe mai voluto allontanarsi.
Eppure lo fece, e quindi guardò Gerard col fiato sospeso. L'altro si sfiorò le
labbra per un momento che sembrò eterno e poi guardò Frank.
-Frank io... cosa...-
-Stà zitto, okay? Non dire niente e fammi
parlare- esordì il chitarrista leccandosi il labbro inferiore e passandosi
nervosamente una mano tra i capelli, -Io ci ho provato, Gerard, ti giuro che ci
ho provato a vederti solo come un amico, ma non ci riesco. Ho provato a
lasciarti perdere, a non pensare a te in modo così ossessivo, però niente. Mi
dispiace, okay? Tu hai appena rotto con Matt e capisco che per te è un periodo
difficile, però dovevi sapere come mi sento-. Frank rimase qualche secondo in
silenzio, tremando impercettibilmente.
-Frank io... ma... Jamia- balbettò Gerard
totalmente spiazzato e confuso.
-Jamia è la mia migliore amica. Ha sempre
finto di essere la mia ragazza perchè i miei non sanno che sono omosessuale.
Senti Gerard- Frank lo guardò fisso negli occhi, -io capisco che probabilmente
tu mi vedi solo come un amico, e non voglio chiederti nulla. Non ti chiedo
niente, capisci, voglio solo che tu sappia tutto-
-Cosa...?-
-Cosa devi sapere? Ogni cosa- Frank si
lasciò sfuggire una risatina isterica, -Adoro i tuoi occhi, sono bellissimi. E
adoro il tuo sorriso, e quella fossetta che ti si forma sulla guancia, e trovo
che tu sia assolutamente adorabile quando ridi. E adoro il tuo viso, e i tuoi
capelli, e le tue mani, e... e... oh cavolo, sono ridicolo- mormorò infine
passandosi ancora le mani tra i capelli, prendendo a camminare nervosamente.
-Frank io...-
-Lascia stare, Gerard, non devi dire nulla,
è colpa mia, non dovevo neanche parlartene- intervenne il chitarrista che, dopo
avergli dedicato un ultimo sguardo, corse via laciandolo solo.
Gerard rimase lì, immobile, confuso.
Frank... quello che Frank gli aveva detto lo aveva sconvolto. Sconvolto, sì,
proprio sconvolto, se in bene o in male ancora non lo sapeva. Frank lo aveva
baciato, di nuovo, e non c'era traccia di vischio questa volta. Lui piaceva a
Frank, Frank non stava con Jamia, Jamia era solo la sua migliore amica. Troppe
rivelazioni tutte in una volta, e adesso Gerard era così confuso che sentiva la
testa scoppiargli.
Frank, il suo amico, quello che più volte
lo aveva consolato, che l'aveva fatto ridere, che lo aveva tirato su nei momenti
in cui lui stesso si era lasciato cadere... il suo Frank...
Mai e poi mai avrebbe immaginato una cosa
del genere, e ancora stentava a crederci. Era tutto così strano, così irreale...
Frank non gli aveva mai detto nulla. Sì, lo aveva baciato, una volta, ma lui
aveva semplicemente pensato che... cosa aveva pensato? Nulla, non era riuscito a
darsi una spiegazione. E quando era stato lui a baciarlo, sotto il vischio...
Si era sentito bene. E ogni volta che lui
era stato male Frank gli era sempre stato accanto. Quando avevano dormito per
terra nel bagno; quando erano rimasti abbracciati nel letto e Frank gli aveva
asciugato le lacrime; tutte le volte che lo aveva consolato, quelle in cui gli
aveva porto la sua mano; quando, il giorno prima, sul van gli aveva stretto la
mano per tranquillizzarlo e lo aveva fatto ridere...
Frank era sempre stato con lui, in ogni
momento. Frank, Frank, sempre Frank, solo Frank.
Dov'era Matt in tutti quei momenti? Perchè
non gli aveva mai chiesto scusa, perchè non lo aveva mai aiutato? Perchè l'aveva
solo avvicinato al precipizio?
Matt era uno stronzo, Frank il suo migliore
amico. Matt lo buttava a terra, Frank lo aiutava a rialzarsi. Matt non era
sensibile, Frank sì. Matt non lo capiva, Frank ci riusciva benissimo. Lui
adorava la cioccolata, Matt la odiava, e Frank la amava proprio come lui.
Dov'era Matt mentre lui combatteva contro i Gloriosi Grumi Gianduiosi?
Matt la mattina lo salutava con un
grugnito, Frank con un sorriso. Matt gli faceva pressione per scrivere i suoi
testi, Frank gli diceva sempre di prendersi tutto il tempo necessario e capire
cosa voleva dire. Frank amava la loro musica e i suoi testi, Matt era
semplicemente indifferente. Era a causa di Matt che Gerard aveva iniziato a
bere, ed era Frank che lo aiutava ad uscirne.
Matt era scontroso e permaloso, Frank
solare e divertente.
Frank era adorabile, anche vestito come un
pupazzo di neve.
Quando dormiva, quando rideva, quando
suonava; in ogni momento era fantastico, e Gerard lo sapeva, in fondo lo aveva
sempre saputo. Allora...
Confusione, solo confusione, e
poi...
*** Ta-dan! Eccomi
qui con un nuovo capitoletto. Che ne dite? Vi piace? A me ssìììì! Ecco che il
cervello di Mr Way inizia a camminare un pò [il criceto avrà oleato la sua ruota
e avrà ripreso a girarci su, chissà...]. Non mi dilungo tanto, ho una bella
crostata di mirtilli che mi aspetta e tante cose da scrivere. E i The Used in
testa [e nelle orecchie..ihih], soprattutto il pezzo di Take it Away dove dice
"Chemical Romance"... ah, che bei tempi quelli in cui ancora erano amici...
Okay, basta, la smetto di sproloquiare.
I Ringraziamenti!!!
CenereInafferabile: grazie mille!!! Non
vedevo l'ora- e anche voi, for sure- di pubblicare questo capitolo... grazie
ancora, e alla prossima!
SadSong: sìssì,
bye-bye Mattie... spero che anche questo capitolo ti piaccia! baci
blinka: la mia
Guendyyy!!! Che ne dici, cute?? quanto pagherei per poter vedere le vostre facce
a fine capitolo... ti piace?? natale bellissimo, comunque, passato in giro per
le strade della città coi miei friends... a presto, hunny!
chemical_kira: ha
parlato quella che quando scrive mi fa quasi piangere... grazie mille,
carissima! alla prossima!!! e aggiorna [anche se lo hai fatto solo poco fa].
-.-
Isult: Gee che
smette di fare il pirla, dici? Mah, vedremo... grazie millissime,
cara!
sakura_kinomoto:
che mi dici adesso? shocked too? anyIero, sì il meow era un miagolio,
tranquilla. E ssììì!!! Ho trovato un sosia di Ray, il viso è uguale, è solo un
pò più basso del Toro, ma è davvero carino, mi piace troppo! E devo
assolutamente conoscerlo. Sì, lo so, sono pazza... cerca, cerca anche tu e
vedrai che troverai [qui da me c'è anche Pseudo Frankie, che è il suo sosia solo
più alto, uno che ha gli occhi e la parte superiore del viso uguale a Jared Leto
e un ragazzino che somiglia taaantisssimo al Gerardo... solo che è piccolino,
però è tenero!]. Okay, cute, la smetto di sproloquiare (anche se Pseudo Ray
Rulez! -_^) e ti ringrazio infinitamente per le tue recensioni fantastiche. un
bacio!!!
Grazie a tutte, di cuore. Vi
adoro!!!!!!!!!!! (la mia prof di italiano mi ucciderebbe per tutti questi punti
esclamativi...)
|
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Capitolo 17 *** a ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria ***
alessandro
A OGNI AZIONE CORRISPONDE UNA REAZIONE UGUALE E
CONTRARIA
-Gerard, dov'eri finito?- domandò Mikey dal divano. L'altro lo
guardò, ancora chiaramente sconvolto.
-Dov'è Frank?- chiese. Ray alzò gli occhi dal suo giornale e lo
guardò.
-E' corso via, ha detto che aveva da fare con Jamia. Immagino
volesse comprare i preservativi prima della chiusura del market!- fece Mikey
allegramente. Gerard lo guardò male, malissimo, e gli voltò le spalle diretto in
camera sua.
Era sdraiato sul letto e stava fumando una sigaretta quando Ray
lo raggiunse.
-Hey Gerard, posso?-
-Sì, certo-. Il riccio prese posto sul letto accanto al cantante
e lo guardò per alcuni istanti prima di parlare.
-C'è qualcosa che non va?- domandò gentilmente. Gerard annuì e
tirò ancora dalla sigaretta.
-Io ho parlato con Frank- disse torturandosi il labbro
inferiore, -e lui mi ha detto... lui mi ha baciato, ecco-. Ray lo guardò,
serio.
-E questo e un male?- chiese. Gerard spalancò gli occhi.
-Come- io... io ho rotto con Matt, e Frank è il mio migliore
amico. E... e io credevo che fosse fidanzato con Jamia. E- e mi ha baciato,
capisci?-
Gerard spense la sigaretta ormai finita e tornò a guardare Ray,
e fu sconvolto dal sorriso sul volto dell'amico.
-Perchè ridi? Non c'è niente da ridere, Ray!-
-Non sto ridendo, sto sorridendo, Gee, è diverso. Perchè
non riesci a capire?-
-Capire? Capisco qual'è la differenza tra ridere e-
-No, no, non quello- Ray sorrise ancora e continuò, -pensa,
Gerard, pensa. Frank ti è sempre stato vicino, in ogni momento; quando piangevi,
quando eri ubriaco, quando ti sei fatto. Per non parlare dei baci-.
Gerard lo guardò, confuso più che mai.
-Mi hai detto tu stesso che lui ti ha baciato, una volta. E che
tu l'hai baciato sotto il vischio. E quando eri ubriaco mi hai chiesto di
accarezzarti i capelli , proprio come faceva lui. Te lo ricordi?-.
Gerard scosse lentamente la testa. No, non ricordava di aver
detto quelle cose a Ray, non ricordava nulla. Cavolo, aveva detto a Ray dei baci
con Frank... doveva essere davvero molto, molto ubriaco per farlo.
-Immaginavo che non lo ricordassi, è stato un pò di tempo fa. Se
lo avessi ricordato credo che le cose con Frank sarebbero gi\à cambiate da
tempo-
-Che vuoi dire?-. Gerard si sitemò meglio sul letto, attento.
Voleva sapere, voleva capire.
-Vuoi che ti rinfreschi la memoria?-. Gerard annuì e Ray
riprese a parlare, -bene. Allora... vi siete baciati sotto il vischio e Matt vi
ha scoperti. Quando Frank ti ha trovato ubriaco e fatto è rimasto con te tutta
la notte, e la mattina dopo vi ho trovati distesi in bagno, abbracciati-.
Il chitarrista si fermò un istante a riflettere e Gerard si accese
un'altra sigaretta. Sì, quello lo ricordava. Il bacio sotto il vischio era
stato... magico. Sì, magico. E la parte del bagno, ricordava anche quella. Aveva rimesso
pure l'anima, quella notte, e Frank gli era stato accanto. E si erano
addormentati insieme, abbracciati, e così erano rimasti per tutta la notte. Era
stata una bella sensazione.
-Quindi un'altra volta che eri ubriaco Frank è rimasto con te e
mi ha detto di andare a dormire, che ci pensava lui a te. E un'altra volta, un
pò prima di partire per New York, eri di nuovo ubriaco. Frank è corso via prima
che tu tornassi a casa, penso che non riuscisse a sopportare di vederti ancora
in quello stato. Ho mandato via Mikey, era davvero stanco per vederi tornare
ubriaco ancora una volta. Ricordi di cosa abbiamo parlato, quella notte?-.
Gerard scosse piano la testa, no, non ricordava. Frank era
scappato via.. . non era riuscito a sopportare ancora quella pietosa visione.
Non sapeva proprio come dargli torto. -Abbiamo parlato un pò, e poi mi hai
chiesto se riuscivo a tenere un segreto- continuò Ray guardandolo fisso negli
occhi, -ti ho detto di sì. Allora mi hai raccontato dei baci scambiati con Frank
e di uno in particolare-
Gerard attese che l'altro continuasse; era impaziente di sapere
cosa era successo, cosa aveva combinato.
-Mi hai detto di aver baciato Frank, e di averci provato
spudoratamente con lui. Mi hai detto che volevi farci sesso, Gerard, e che lui
ti aveva rifiutato. Mi hai chiesto se l'aveva fatto perchè eri brutto, o grasso.
Ti ho detto di no. Sinceramente ho pensato che lui non avesse accettato la
tua... proposta solo perchè eri troppo ubriaco per pensare seriamente e con la
tua testa; lo penso ancora. Ora, io non so cosa ti abbia detto Frank per
sconvolgerti così tanto, Gerard, ma lui ti vuole bene sul serio. Si vede da come
ti guarda, da come ti parla, dal fatto che è sempre presente. E dal fatto che
non gli importa nulla di soffrire, ma vuole solo che tu sia felice, lo ha
sempre voluto-
Gerard rimase a bocca aperta. Non ricordava di averci provato
così con Frank, non ricordava di aver parlato con Ray, non ricordava nessuna di
tutte quelle cose.
-Secondo me dovresti chiarirti un
pò le idee, Gerard. Frank ci tiene sul serio a te, ti chiedo solo di
non farlo soffrire, non se lo merita. Pensa bene a quello che provi, scavati
dentro e dài un nome ai tuoi sentimenti, una volta per tutte-.
Ray gli diede una pacca amichevole sulla spalla e si alzò dal letto.
Gerard era forse più confuso di prima. Dopo aver scoperto quello
che aveva fatto non sapeva più cosa pensare. Sapeva di provare qualcosa per
Frank, ma non si era mai posto il problema di pensare a cosa fosse in realtà.
Cosa pensava di Frank? Che era una persona fantastica, un ragazzo adorabile,
simpatico, intelligente, sensibile.
-Tu sai già cosa pensi di lui, Gerard- disse Ray fermandosi
sulla porta, -me lo hai detto tu stesso-. L'altro lo guardò, confuso.
-Cosa?- domandò.
-Quella volta che eri ubriaco e abbiamo parlato- Ray lo guardò,
-ti ho chiesto cosa provassi per Frank. Sai cosa mi hai risposto?-.
Gerard scosse la testa in un diniego.
-"And I would drive on to the end with you", testuali parole- e
con un sorriso Ray uscì, chiudendosi al porta alle spalle.
*
Gerard non scese a cena, quella sera. Rimase chiuso in camera
sua, con le sue fidate sigarette, a pensare. Prima il bacio di Frank e il suo
discorso confuso, poi Ray che gli aveva detto tutte quelle cose. E la sua testa
stava per scoppiare. Troppi pensieri che si accavallavano gli uni sugli altri,
troppe emozioni che sembravano girare come in un vortice nella sua testa. Ma il
ricordo e la sensazione delle labbra di Frank sulle sue prevalevano su tutto.
Frank, i suoi occhi, le sue labbra... era semplicemente fantastico. Tutto di
Frank era fantastico, e Gerard l'aveva sempre saputo. All ora perchè pensarci in
quel momento lo sconvolgeva?
-Stai impazzendo, Gerard- mormorò a sè stesso. Poi si voltò
verso la porta della sua camera, quasi temendo di vedervi qualcuno sulla
soglia.
Lo sai che parlare con la propria testa è il primo sintomo della
pazzia?
Frank. Quando quella notte Frank era entrato in camera sua di
soppiatto, gli aveva tirato su il morale. Era la notte in cui si erano scambiati
il loro primo bacio e-
-Frena, Gee, frena. Dio, sto diventando un sentimentale. E sto
pensando a Frank come se fossi una ragazzina inn-
Dillo, Gerard. Avanti, dillo.
Come una ragazzina inn-
No, non poteva essere così, era semplicemente assurdo. Lui non
poteva essere... sì, insomma, quello. Era troppo strano per essere vero.
Frank era il suo migliore amico, dannazione! Loro parlavano di tutto, ridevano
insieme, si divertivano.
Ma gli amici non si baciano in quel modo...
Dannata, fottutissima vocina interiore, perchè non la smetteva
di torturalo e andava un pò affanculo?
-We can take to the highway...-. Le parole gli uscirono
spontanee senza che lui se ne accorgesse, e riecheggiarono nella sua mente, a
lungo, con tanto di riverbero.
Quando hai scritto quella canzone, te lo
ricordi?, gli ripeteva la sua vocina.
-Stà zitta, stà zitta!- sbottò Gerard passandosi nervosamente le
mani tra i capelli. In ogni caso sì, lo ricordava bene il momento in cui aveva
scritto quella canzone. Era stato dopo che Frank lo aveva consolato
stringendogli le mani, dopo che Frank lo aveva portato allo Starbucks.
E ricordava benissimo quando, su quel piccolo palco di quella
bettola newyorkese, aveva cantato "Demolition Lovers", e quando aveva poggiato
la mano sul petto di Frank, i battiti velocissimi del suo cuore. E per un
istante i loro cuori avevano battuto insieme, ed era stato come se il tempo
avesse cessato di scorrere, in quel momento perfetto, per far sì che loro
vivessero quell'attimo fino in fondo.
-Oh merda...- mormorò Gerard, e la vocina dentro di lui sorrise.
Oh merda, sì!
*
-Gerard, finalmente! Pensavamo non uscissi più dalla tua
camera!- disse Mikey vedendo il fratello sulla soglia del salotto. Ray, Matt,
Jamia e Frank alzarono gli occhi e lo guardarono.
-Jam, forse è meglio andare, ti accompagno a casa- disse
quest'ultimo alzandosi in piedi.
-No, tu resti qui e mi ascolti, okay?- fece Gerard parandoglisi
davanti e bloccandolo.
Frank evitò di guardarlo negli occhi e rimase a fissarsi i lacci
delle scarpe, con una gran voglia di correre via, a gambe levate. \par Aveva
paura di quello che Gerard avrebbe potuto dirgli, aveva paura di soffrire
ancora, di sentire che era fuori dalla band perchè Gerard non poteva sopportare
quella situazione.
Gli occhi di tutti i presenti, intanto, erano fissi su di loro.
-Sai, Frank, io ho pensato molto a quello che è successo e non
sono riuscito a siegarmelo. Stà zitto e fammi parlare, Iero- fece Gerard,
bloccandolo, -dicevo. Ci sono tanti tipi di forze, al mondo. Fino a poco tempo
fa io ero come soggetto a delle forze apparenti, che non sono vere e proprie
forze. Nella fisica sono delle forze fasulle che in realtà non esistono, che ti
muovono avanti e indietro, che ti attraggono. Ecco, fino a prima io ero come un
corpo sul quale agissero le forze apparenti. Credevo di provare cose che invece
non c'erano, capisci? E stà zitto, dannazione, non ho finito-.
Frank, che non riusciva proprio a capire dove Gerard volesse
andare a parare, richiuse la bocca e attese. Mikey, Matt, Jamia e Ray guardavano
la scena e ascoltavano, perplessi. Neanche loro ci ca pivano molto.
-Ora, invece, ho capito cosa sono- riprese il cantante, -io sono
un corpo fatto di molecole, e le mie molecole ne attirano altre grazie alle
forze di attrazione, e per questo è successo tutto questo. Il vischio, oggi...
sai?, è tutta questio ne di attrazione di molecole. E c'è, inoltre, un'altra
legge importante nella fisica-
Ray sorrise, forse aveva capito, e se era così c'era davvero da
festeggiare perchè finalmente Gerard aveva tolto i paraocchi.
-Lo sapevi, Frank, che a ogni azione corrisponde una reazione
uguale e contraria?- domandò Gerard guardando l'altro fisso negli occhi.
Finalmente sapeva...
Frank scosse la testa; era così shockato in quel momento che non
riusciva a pensare a nulla, aveva persino dimenticato il suo nome...
-Ecco, ora lo sai. Tu hai compiuto l'azione, Frank Iero, e ora
ti aspetta la reazione...- mormorò Gerard per poi fiondarsi sulle sue labbra.
Gli altri guardarono la scena shockati, o almeno, Matt
e Mikey erano shockati; Ray e Jamia sorridevano.
Dopo qualche secondo i due si allontanarono e Frank aprì gli
occhi, e guardò Gerard, e avrebbe voluto urlargli un sacco di cose ma quello che
uscì dalle sue labbra fu solo una domanda.
-Perchè uguale e contraria?-. Gerard sorrise.
-Uguale perchè la reazione è stata un bacio, proprio come
l'azione. Contraria perchè ora sono io che ti ho baciato- disse poggiando la sua
fronte contro quella di Frank.
-Cazzo Frank, io ti-
-Mi sono perso qualcosa?- chiese Brian entrando in salotto.
Frank lo avrebbe volentieri
ucciso.
***
Allora... che ne dite?? Passo subito ai ringraziamenti, che c'ho
sonno...
Isult: anch'io voglio Bob... non vedo
l'ora che arrivi! grazie mille, alla prossima! kiss
Blinka: neanch'io vedo male Jam e Frank,
ma la fic è puramente Frerard, so... vedi che ho aggiornato presto, cute??
grazie, e un bacio!
Sakura_kinomoto: addirittura una serie
ripetuta di infarti... la tua stima conta moltissimo per me, grazie infinite! e
sì, ti lascio sposare quel capitolo, dai... per quanto riguarda i sosia, shan e
tomo non li ho ancora trovati ma il mio ex ragazzo somiglia a matt (per questo
l'ho notato... e siccome non avevo idea di come si chiamasse lo chiamavo Matt...
Wachter sei uno stronzo egoista!). ehm, okay. Vieni in questa sperduta città
della Sicilia quando vuoi, ti farò vedere i sosia... grazie, a presto! un
bacio
chemical_kira: dai, honey, che le tue
speranze non erano poi così tanto vane... un bacione!
SadSong: grazie, grazie, grazie! sei
gentilissima, come al solito! a presto, baci
MikeyWayForever: dai, che non ci rimane
poi così fregato... ^_^ grazie mille!
Mcrgirl: mille grazie anche a te! spero
che anche questo capitolo ti piaccia!
The_death_in_the_nightmare: che bello
averti ritrovata! Grazie per i complimenti, sei troppo buona! a presto, un
bacio!
Idra: la mia amichetta del cuore... sì,
Elena Lee Rush è proprio una donna fantastica! E comunque, continuerò per sempre
a cantarti le canzoni dei chimici al telefono (soprattutto the sharpest lives!).
Ci vediamo domani mattina at school, e non fare tardi!
LovelyDead: adesso non potrai perderti
più nessun aggiornamento! -_^ grazie mille di tutto, sei un tesoro! a
prestissimo, un bacione!
|
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Capitolo 18 *** take my fucking hand and never be afraid again ***
ld
Take my fuckin hand and never be afraid
again
-Buon giorno-. Gerard entrò in cucina
stropicciandosi gli occhi e rivolse un sorriso ai presenti. Brian, Ray e Mikey
sorrisero di rimando, Matt rispose con un grugnito e Frank... Frank rimase in
silenzio, non sapeva proprio cosa dire o fare. Sì, Gerard lo aveva baciato, ma
non avevano parlato, e lui non sapeva più nulla.
Gerard lo guardò e gli sorrise, poi gli si
avvicinò e lo baciò dolcemente sulle labbra, sussurrandogli anche all'orecchio
il buongiorno.
Frank non potè fare a meno di sorridere,
anche se comunque la situazione non gli era ancora chiara. In quel momento,
sinceramente, non gl'importava.
-Se ora iniziate a fare la coppietta giuro
che vi uccido- disse Mikey sorseggiando il suo caffè. Ray si schiaffò una mano
sul viso e un secondo dopo Matt era già fuori dalla stanza.
-Che ti prende, Ray?- domandò il minore di
casa Way, senza capire.
-Senti, non che Matt mi stia
particolarmente simpatico, ma è il nostro batterista, e sei pregato di avere un
pò di tatto, okay? Le cose con lui vanno già abbastanza male, e non voglio che
nascano altre liti- rispose il chitarrista. Gerard lo guardò, ma rimase in
silenzio.
-Tatto? Hai davvero detto quello che hai detto o stavo sognando? Stiamo
parlando di Matt, Ray, hai presente? Stronzo, ci ha sempre reso la vita un
inferno...? Quel Matt,
Ray? Tatto per lui?- continuò Mikey, sarcastico. Frank si lasciò sfuggire un
piccolo sorriso, e così anche Ray.
-Sì, Mikes, lo so, però non credo sia
opportuno mettere altra carne sul fuoco-
-Ray ha ragione, Mikes- intervennero
contemporaneamente Brian e Gerard. Mikey sbuffò pesantemente, incrociò le
braccia al petto e poi si dedicò al suo caffè.
-Fottuto capellone, ha sempre ragione lui-
borbottò strappando ai presenti una risata.
-Senti, Frank... ti va di fare un giro?-
domandò poi Gerard al chitarrista. Frank sorrise timidamente e annuì.
-Bene, allora vado a farmi una doccia e poi
andiamo- disse ancora il cantante prima di sparire di sopra.
-Ora tu mi spieghi-. Mikey puntò il dito
contro Frank.
-Cosa, Mikey?-
-Tutto. Voglio dire, io credevo che stessi
con Jamia e tu ti fai baciare da mio fratello. Cavolo, devo ammettere che sono
un pò confuso- continuò il piccolo Way sistemandosi meglio gli occhiali sul
naso.
-Aehm... vedi Mikes, io non sto con Jamia,
lei mi ha solo coperto con i miei, perchè io non sono ancora riuscito a dirgli
che... bè, sono gay, ecco- spiegò Frank torturandosi le mani.
-E con Gerard?-
-Gerard mi piace da sempre. Tuo fratello è
fantastico, sul serio. Bè, diciamo che ci siamo scambiati qualche bacio e poi,
ieri... bè, ecco, lo sai, no?-. Ray sorrise, Mikey annuì. La situazione non lo
sconvolgeva poi così tanto. Frank era mille volte meglio di Matt, in ogni caso.
-Come mai non mi hai mai detto di essere
gay?-. Frank sospirò.
-Io avevo paura che avresti potuto non
accettarmi come amico, vedi... molta gente mi ha mandato affanculo solo per
questo, e non volevo che succedesse ancora-. Si morse le labbra, gli occhi
bassi.
-Scemo che non sei altro, pensi che mi
sarebbe fregato qualcosa? Col fratello checca che mi ritrovo?- chiese allora
Mikey andando a scompigliargli i capelli. Frank sorrise, dolcemente.
-No, certo che no. Ma io non sapevo che tuo
fratello fosse gay, quando ci siamo conosciuti!-
-Wow, un bel casino degno di "Beautiful"-
intervenne Brian poggiando la sua tazza di caffè sul tavolo, -a me non
interessano le vostre storie, okay? Non sono omofobo, e se tu e Gerard state
bene insieme sono felice per voi. Vi chiedo solo di mantenere la situazione
normale, con il gruppo. So che avete avuto qualche scazzo con Matt, e so anche
che è lui che ha un carattere di merda, però vi chiedo solo -e lo chiedo a tutti
quanti- di non dargli ragioni per attaccare briga- concluse il manager
alzandosi. Quando passò accanto a Frank gli sorrise e gli diede una pacca sulla
spalla.
-Complimenti, amico, Gerard è una persona
fantastica- disse. Frank gli sorrise, grato, e quindi tornò a parlare con Mikey
e Ray.
-Sono felice che Gerard si sia dato una
mossa, comunque-
-Che vuoi dire?-. Frank guardò Ray, che
riprese a parlare.
-Bè, quando era ubriaco Gerard mi ha detto
qualcosa sul fatto che ci aveva provato con te. Ed era palese che provava
qualcosa, solo che non riusciva a capirlo-. Frank rimase a bocca aperta. Gerard
aveva parlato con Ray?
-Andiamo, Frank?-. L'oggetto della loro
conversazione fece capolino in cucina con un gran sorriso sul volto. Il
chitarrista salutò gli altri due e lo seguì.
*
-Ora lasciami parlare, okay? Ho un pò di cose da dirti- esordì Gerard
guardando Frank. Erano seduti in un piccolo cafè di Newark, lo stesso
cafè in cui si erano visti qualche tempo prima.
-Ieri pomeriggio, dopo che sei corso via
dalla sala prove, ho parlato con Ray e mi ha fatto ricordare alcune cose. Tipo
quando mi hai riportato a casa dal parco, o quando io... sì, bè, ti... ci ho
pesantemente provato con te. O quando io ero ubriaco e gli ho detto di
accarezzarmi i capelli come facevi tu. Io non ricordo di aver fatto tutte quelle
cose- Gerard sospirò, -e mi dispiace. Ray mi ha detto anche un'altra cosa...e
cioè che quando ero ubriaco mi ha chiesto cosa provassi per te, e io ho
risposto... sì, insomma... con un pezzo di "Demolotion Lovers"-.
Gerard rimase in silenzio a guardarsi le
mani. Frank ancora non parlava. Rimasero così per qualche minuto, ognuno perso
nei propri pensieri.
-Sai perchè me ne sono andato quando ci hai
provato con me?- domandò poi il chitarrista. Gerard alzò gli occhi dalla tazza
di caffè e lo guardò cuotendo la testa. No, non lo sapeva. Ray gli aveva detto
cosa ne pensava, ma comunque non sapeva cosa avesse provato Frank in quel
momento.
-Avrei davvero voluto stare con te, quella
notte, ma eri davvero troppo ubriaco e a provarlo è il fatto che non ricordi
nulla- continuò Frank. Gerard annuì e abbassò nuovamente lo sguardo.
-Mi dispiace- mormorò. L'altro gli si
avvicinò e gli prese il viso con una mano, lo costrinse a guardarlo e gli
sorrise, dolcemente.
-E' okay, volevo solo che lo
sapessi-
-Mm-mm. E io volevo farti sapere che mi
dispiace, perchè ci tengo a te e non volevo che soffrissi. Sono un alcolizzato,
Frank, un alcolizzato confuso. La storia con Matt mi ha distrutto, mi ha
avvicinato all'alcool ed è una via dalla quale è difficile uscire. Tu sei tutto
per me, Frank, e non voglio che tu stia male-.
Frank lo guardò, spiazzato, non si
aspettava una cosa del genere.
-Cosa vuoi dire, Gerard? Io non ho
intenzione di allontanarmi da te, se è questo che intendi. Non ti mollo, Gee,
non adesso, non ora che hai più bisogno di me- disse seriamente con un tono che
non ammetteva repliche. Gerard sospirò.
-Lo so, Frank. E' solo che... non so se
sono pronto per un'altra storia in questo momento, ora che ho chiuso con Matt,
e-
-Hey... hey guardami- Frank gli accarezzò
il viso e lo costrinse a guardarlo, di nuovo, -io non ti chiedo niente, ricordi?
Non ti chiedo una storia seria, non ti chiedo un anello o la tua anima, okay?-
rise dolcemente, -Io voglio che tu stia bene, e voglio stare bene insieme a te-.
Frank sorrise, ma Gerard sembrava ancora incerto.
-Lo sai che ci tengo a te, Frank, però...
io sono così incasinato che non ci capisco più nulla, e ho un bel problema con
l'alcool. E ho tanti problemi al momento, e-
-Gerard, smettila. Tutto si può risolvere,
e io voglio aiutarti a mettere a posto la tua vita-. Gerard accese una sigaretta
e Frank fece lo stesso. C'era qualcosa che non andava, era come se tra loro ci
fosse un enorme muro senza alcun appiglio per potercisi arrampicare.
Gerard aveva baciato Frank, ed era la cosa
che voleva di più al mondo, ma ora era confuso e aveva paura; paura di
allontanarsi da quel baratro che aveva davanti e poi ricaderci all'improvviso, e
tornare di nuovo a stare in bilico sul filo tra la vita e il dolore.
-Don't you dare, Gerard Way, non osare
neanche pensarlo-. Frank aveva capito, l'aveva capito guardando i suoi occhi
tristi e confusi, l'aveva capito da comesi tormentava le mani e il labbro
inferiore, dal bisogno che aveva della sua sigaretta. E Frank non lo avrebbe mai
lasciato fare, non ora che era riuscito a catturare la sua attenzione, non ra
che poteva finalmente averlo per sè, semplicemente non ora, non quando lui era
così fragile No, no e poi no.
-Aspetta Frank, ascoltami solo un secondo-.
Gerard sospirò pesantemente, la mano che stringeva la sigaretta tremava.
-Io non sono un tipo facile, okay? Non con
tutti questi cazzo di casini che mi porto dietro. E so che coinvolgerti in
questa situazione vorrebbe dire farti soffrire, e non è quello che voglio. Io
non voglio che tu stia male e proprio per questo vorrei lasciarti fuori, perchè
tu sei importante, e sei una persona fantastica, e non devi farti carico dei
miei problemi-
-Ma Gerard-interruppe Frank tirando ancora
dalla sigaretta. Gerard lo guardò e con un cenno della mano gli intimò di
tacere.
-Io sono in bilico, Frank, sull'orlo di un
precipizio, e non so se riuscirò mai a farcela. Basterebbe un soffio di vento a
farmi precipitare nel nulla e non voglio che tu cada con me. Stare con te
significherebbe avere qualcuno pronto a tendermi la mano nel caso io stessi per
cadere, ma ci sarebbe anche la possibilità di tirarti con me in quel cazzo di
baratro, capisci?-
-Gerard, taci- disse Frank guardandolo severamente, -non voglio più sentire
una parola. Ho deciso io di starti vicino, è una mia scelta. E se anche dovessi cadere sarei
con te-. Lo guardò dritto negli occhi.
Il bar intanto si riempiva di gente, si
svuotava e si riempiva di nuovo. Il tempo proseguiva il suo corso tranne che per
loro, fermi a quel tavolo e incuranti del resto del mondo.
-Guardami...-
-Ma Frank-
-Guardami, ho detto. E ora ascoltami bene-
esordì Frank spegnendo la sigaretta nel posacenere davanti a sè, -Io starò con
te, Gerard Way, che tu lo voglia o no. Prendi la mia mano-.
Gerard rimase immobile, indeciso. Non
voleva che Frank soffrisse, ma non voleva neanche vivere senza di lui, non ora
che aveva capito tutto. Guardò la mano tesa di Frank, la guardò a lungo e poi
fissò i suoi occhi in quelli nocciola del suo chitarrista.
-Prendi la mia cazzo di mano, Gerard-
continuò l'altro.
Fallo, Gerard, fallo . Dannatissima coscienza.
-Prendi la mia fottutissima mano, ho
detto-.
Il tono di Frank non ammetteva un "no" come
risposta. Gerard lo guardò ancora per quelli che sembrarono secoli, poi capì. E
fece quello che seppe essere la cosa giusta: prese la mano di Frank.
-E ora, Gerard, voglio che tu smetta di
avere paura, paura si te' stesso e dei tuoi problemi, paura di tutto, perchè io
non ti lascerò da solo, mai e poi mai-.
E instintivamente Gerard capì che quello
era il primo passo per allontanarsi dal precipizio, il primo di molti altri,
tanti piccoli passi che avrebbe percorso con Frank.
Take my fucking hand and never be afraid
again...
***
E fu così che le lettrici scoppiarono a
piangere, e si organizzarono per andare a trovare la Blaise e spezzarle le
gambine...
Allora, care, vi è piaciuto? Speo di sì.
*_*
Isult: la
spiegazione... diciamo che l'idea per il capitolo mi è venuta mentre si parlava
di fisica, ho ricordato le forze apparenti e... ecco cosa ne è uscito! Grazie
mille, a prestoo!!!
Blinka: grazie,
honey, sei un tesoro, come sempre! E questo aggiornamento è [quasi] degno di
Superman, dai...
Sakura_kinomoto: parlavi con il mio Gee... grave, direi!
Vabbè, forse non tanto dato che a volte io parlo con i miei poster per farmi
uscire qualche idea per i capitoli... okay, siamo ufficialmente due pazze... i
Matt portano sfiga, se ne vanno tutti [anche il mio "Matt"]... bah. E riguardo
ai ragazzi... fortuna?? Chi, io??? Io li trovo soltanto... grazie, cara, alla
prossima!
MikeyWayForever: se
odi la fisica e il mio esempio ti è piaciuto non posso che esserne onorata!
Grazie mille, a presto!
SadSong: la mia
canzoncina triste... grazie mille per i complimenti [che fanno anche accrescere
un pò il mio ego... XD], e sono felice che la storia ti piaccia tanto! A presto,
kisses
McrGirl: grazie,
grazie, grazie! Me commossa! *_* a presto!
The_death_in_the_nightmare: uccidere Matt, dici? Ma no, che fare il meccanico gli sta più che
bene... ahahaha... grazie mille anche a te, a presto!
LovelyDead: dai che
ho aggiornato anche prima del previsto... grazie mille, sis, sei fantastica come
al solito!
Grazie a tutti, e a presto! B.
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Capitolo 19 *** The first My Chem show ***
The first My Chem show
-Okay ragazzi, siete pronti?- domandò Brian, la maglietta a maniche corte che lasciava nude le braccia tatuate. Ray, rosso in viso, sorrise, e lo stesso fece Matt. Frank si lasciò sfuggire un singhiozzo e lasciò la lattina di birra sul tavolo. Gerard e Mikey si avvicinarono solo in quel momento, gli occhi lucidi, le guance rosse e la risata facile.
-Siete tutti ubriachi- fece Brian lasciandosi sfuggire un sorriso. Mikey rise di gusto e gli puntò contro un dito.
-Anche tu lo sei, ich- disse tornando subito a ridere.
-Okay, bene, siamo tutti un pò ubriachi- concesse il manager ridendo insieme al piccolo Way. Gerard intanto si era avvicinato a Frank e gli aveva preso la mano, e ridevano proprio come due bambini.
-Ragazzi, come vi sentite? A parte ubriachi- continuò Brian sbirciando attraverso le tende che li separavano dal palco. Matt adesso era silenzioso, un pò per Frank e Gerard, un pò per l'ansia. Gerard smise di ridere di colpo e si pose le mani sullo stomaco, proprio come Mikey.
-Sono terrorizzato- disse il cantante guardando i suoi compagni, -è il primo vero spettacolo, capite? Ho paura. E se qualcosa dovesse andare storto? E se non dovessimo piacere? E se-
-Basta Gee, calmati- lo fermò Frank dandogli un bacio sulla guancia. Erano terrorizzati, tutti quanti. Quella era la loro "prima volta", e tremavano come ragazzine ma non potevano farne a meno.
-Dai, ragazzi, andrà tutto bene- sorrise Brian cercando di allentare un pò la tensione che divorava le viscere dei presenti. In realtà lui se la stava facendo sotto dalla paura.
-Brian ha ragione. Forza, siamo bravi, abbiamo provato, siamo pronti. Ma trovatevi un altro bassista!- disse Mikey cercando di scappare via. Ray per fortuna lo aveva fermato in tempo e ora lo teneva stretto, così, tanto per evitare che scappasse ancora.
-I dont't wanna grow up...*- mormorò Gerard a se' stesso. Aveva paura, una fottutissima paura che gli stava distruggendo lo stomaco, e gli veniva quasi da vomitare, nonostante fosse digiuno. Era la stessa sensazione di quando, molti anni prima, si trovava dietro le quinte in attesa di salire sul palco per "Peter Pan". Già allora pensava che gli sarebbe piaciuto rimanere bambino perchè crescere voleva dire un sacco di problemi.
Ma era cresciuto, perchè è così che va la vita, e adesso salire sul palco gli stava creando tanti grossi problemi. Esibirsi davanti a un pubblico vero, non come in quella bettola di New York...
-Andrà tutto bene. E tu sarai fantastico-. Frank, sempre e solo Frank a dargli forza.
-E se drogassimo il pubblico?-
-Mikey non dire cazzate- fece Ray al piccolo Way, continuando a tenergli una mano sul braccio.
-Figo. Sarebbe forte-
-Brian!- esclamò Gerard ridendo.
-Che ho detto?- fece il manager aprendosi un'altra lattina di birra. Risero tutti. Quel semplice scambio di battute aveva notevolmente alleggerito la tensione e disteso l'atmosfera.
-Okay, adesso è ora di salire- dise Frank, le guance rosse per l'alcool.
-Io non voglio..!- piagnucolò Mikey strappando a tutti un'altra risata.
-Forza, Way, cammina-. Brian spinse Mikey verso il palco, seguito dagli altri. Matt fu il primo a entrare, seguito da Ray, Mikey, Frank e Gerard.
Brian rimase dietro le quinte con la sua birra e una gran quantità di dita incrociate.
*
-Ciao Newark!- disse Gerard rivolto al pubblico. Si lasciò sfuggire una risata e guardò Frank, che gli fece l'occhiolino. Aveva ancora paura, Gerard, ma stare sul palco lo rilassava. Sì, avrebbe dovuto essere l'opposto, ma lui era fatto così, un pò strano e un pò al contrario.
Stare sul palco con le luci, e il pubblico sotto di lui, e i suoi amici a dargli forza lo faceva sentire a suo agio.
"Forza Gerard, si va in scena" si disse mentalmente. Anche gli altri erano nervosi, proprio come lui, per la loro prima vera esibizione, ma insieme potevano farcela, insieme potevano superare ogni cosa... Gerard guardò Ray, che iniziò prontamente a suonare.
-You're not in this alone, let me break this awkward silence...-. Skylines and Turnstyles, la prima canzone che avessero mai composto. Gerard guardò il pubblico sotto di lui e nel farlo sentì una scarica di adrenalina attraversargli tutto il corpo: c'erano circa una settantina di persone- per lo più ragazzi- che saltavano e urlavano, e si divertivano. E conoscevano le canzoni.
-Ehilà Newark, come va?-. A fine canzone Gerard parlò un pò con la folla sottostante, che rispose con un boato. Frank sorrise.
-And if they get me and the sun goes down...-. Gerard lo guardò e poi tornò a fare la cosa che gli riusciva assolutamente meglio. Cantò, passeggiò un pò per il palco, dedicando al pubblico strane espressioni e smorfie varie.
-And you must keep your soul like a secret in your troat...-. Il suo volto ora esprimeva angoscia, quasi dolore, e una certa urgenza, anche. Si voltò verso Ray e guardò le sue dita vagare veloci sulla tastiera della chitarra. Era fottutamente bravo, davvero geniale. Le musiche che aveva composto erano semplicemente perfette, adrenaliniche o dolci a seconda dell'occasione. Gerard rimase a guardarlo per qualche minuto, rapito dal suo modo di suonare (**), e fu solo quando Frank gli si avvicinò che si risvegliò, per così dire, da quella sorta di trance.
-Someone get me to the doctor and someone call the nurse-. Frank era vicino, troppo vicino, Gerard poteva quasi sentire il suo calore...
-And someone buy me roses and someone burn the church...-
Frank smise di suonare, solo un istante, e Gerard sentì il proprio cuore battere velocissimo al solo pensiero di averlo lì vicino. E lo baciò. Solo uno sfiorarsi di lingue, ma in quel contatto Frank potè quasi sentire tutte le cose non dette, come se le mute parole di Gerard stessero urlando nelle sue orecchie, e nel suo petto, nella sua anima.
Quando Gerard interruppe il contatto fu come aumentare al massimo il volume della tv dopo averla lasciata muta per un pò. Le urla del pubblico lo investirono come un uragano in pieno petto e fu lo stesso anche per Frank che, dopo avergli rivolto un sorriso fugace, tornò al suo posto sul palco e iniziò a scatenarsi come se quel bacio gli avesse dato una carica estremamente eccitante.
E quando Ray iniziò a suonare "Honey this mirror isn't bigh enough for the two of us" Frank si buttò per terra e iniziò a girare sulla schiena aiutandosi con le gambe e urlando come un pazzo sotto lo sguardo allibito e divertito di pubblico e band.
Gerard lo guardò e sorrise, come se fosse stata la cosa più bella che avesse mai visto in vita sua. E quindi iniziò a cantare, e sentì gli occhi di Matt puntati su di se'. Ma adesso non gl'importava, non più. Matt non era più affar suo, non lo avrebbe più ferito, e Gerard sapeva di allontanarsi poco a poco da quel baratro.
-And you can cry all you want to, I don't care how much!-. Si voltò verso Matt e lo guardò intensamente. "Addio per sempre", sembravano dire i suoi occhi. Ma non provava rancore, Gerard, sarebbe stato inutile e lo avrebbe fatto solo sentire peggio.
Ray diede il meglio di se' stesso in "Headfirst for Halos" e quando iniziò a pizzicare le corde in un arpeggio Gerard lo guardò di nuovo. Ray Toro, il miglior chitarrista che avesse mai conosciuto. Ray, quello che lo aveva aiutato a capire cosa voleva veramente. Ray, che lo aveva aiutato a completare quella canzone...
-Hand in mine in to your icy-blues, and then I'll say to you we can take to the highway...-. I suoi occhi si posarono su Frank e il mondo attorno a lui sembrò sparire.
*
Quando scesero dal palco, ansanti e felicemente sudati, Brian li accolse con un sorriso e li abbracciò animatamente, ancora rosso in viso.
-Siete stati grandi, fantastici... chimici!- urlò. Loro sorrisero e sospirarono, rilassandosi un pò.
-Credevo di non potercela fare...- mormorò Mikey guardandoli tutti. Gerard ricambiò lo sguardo, stupito, e poi gli saltò addosso.
-Perchè non riesci a capire che sei davvero bravo, Mikes?- gli disse con un sorriso sincero. L'altro lo guardò, imbarazzato.
-E ora vi tocca la sign-line- sghignazzò Brian.
-Ah-ah, divertente Bri, davvero- fece Ray asciugandosi il viso con la propria maglietta. Mikey e gli altri risero.
-Non sto scherzando- Brian li guardò serio, -è stato allestito un angolo apposta-. I chimici si guardarono, shockati.
-Dici sul serio?- domandò Matt che spalancò la bocca quando Brian annuì.
-Brian, abbiamo inciso appena un cd e tu vuoi farci fare la sign-line? Ti rendi conto che non ha senso?- domandò Gerard guardando le profondità azzurre degli occhi del suo manager.
-Okay, può sembrare insensato, però va fatto. Dovete farvi conoscere, guys. E ora seguitemi- continuò Schechter. Ancora straniti i ragazzi lo seguirono, tranne Gerard che rimase indietro. Tirò Frank per un braccio e lo appoggiò contro il muro del backstage, bloccandolo col proprio corpo.
-Dove credi di andare?- soffiò sulle sue labbra, sentendolo fremere sotto di se'.
-Non lo so, dimmelo tu...-. Frank sorrise e gli scostò una ciocca ribelle dalla fronte.
-Sei stato grande, Frankie-. Gerard sorrise a sua volta e gli sfiorò le labbra con la lingua, che trovò subito la sua strada nella bocca del chitarrista. Era come avvicinarsi dopo essersi a lungo cercati, come stringere il premio dopo aver superato la prova. Come bussare alle porte del cielo e vederle aprirsi davanti ai propri occhi. E la lingua di Frank intrecciata alla sua era come una nuvola soffice in cui rifugiarsi, con caldo tepore familiare e intimo che ti avvolge facendoti sentire al sicuro.
Quando Gerard aprì gli occhi sprofondò nelle iridi nocciola che lo fissavano, splendenti di felicità.
-Sarà meglio andare- sussurrò Frank prima di baciarlo ancora.
-Sì, è meglio- disse Gerard quando si separarono, ma con un sorriso si appropriò di nuovo delle sue labbra, facendo aderire i loro corpi in una linea perfetta.
-Gerard! Frank!-. La voce di Brian li raggiunse e li costrinse a separarsi, questa volta sul serio. Si avviarono insieme, seppur a malincuore, e raggiunsero gli altri. Li trovarono seduti dietro a un tavolo, e una folla sorridente e felice stava davanti a loro, in attesa, mentre Brian stava in piedi accanto a Mikey.
-Era ora- disse non appena li vide. I due sorrisero, colpevoli, e presero posto sulle due sedie lasciate libere. Quando furono seduti videro un gruppo di ragazzine che li fissavano, ridevano e parlottavano concitate. Ma la cosa più divertente era il sorriso stirato, impacciato e imbarazzato sul viso dei loro compagni.
-Siete bravissimi. Io sono Mel, comunque- disse una ragazza bionda parandosi di fronte a Frank, e con un sorriso gli porse il cd, "I brought you my bullets, you brought me your love". Frank le sorrise, imbarazzato, e mormorò un flebile "grazie" mentre le firmava il booklet con il pennarello nero che aveva davanti. Gerard guarò la scena con occhi attenti.
-Come mai sul palco vi siete baciati?- domandò ancora Mel attardandosi a parlare con Frank.
Lui si morse le labbra.
-Perchè non passi avanti? Ci sono persone che aspettano- intervenne Gerard forse un pò troppo sgarbatamente. E con una punta di gelosia nella voce. La ragazza lo guardò, intimorita, e fece come le era stato suggerito.
Frank guardò il suo vocalist e gli sorrise; e chinandosi poi a raccogliere il pennarello che gli era casualmente caduto, soffiò al suo orecchio: "Geloso, Gee?"
-Da morire-. Anche Gerard sorrise.
***
*=I don't wanna grow up è la canzone referita di Gerard (così dice lui in "Life on the murder scene").
**= sempre in Life, Gerard parla del loro primo concerto (circa settanta persone, pubblico scatenato...) e dice di essersi bloccato a guardare Ray che suonava, e che era fantastico (un pò come mi sono bloccata io, sempre su Ray, a Milano... è un genio, quell'uomo!!!)
Ora, che dire... scusate il ritardo, ma la storia proprio non ne voleva sapere di uscire fuori dalla mia testa e mettersi su carta (causa anche la scuola che mi ha distrutto in cervello...). Spero di non avere problemi per i prossimi capitolo (o almeno non molti...). E adesso rispondo ai vostri commenti, che è la parte che preferisco (dopo i miei sproloqui... sono logorroica, eheh...)!
FrozenTear(wow, tutti i capitoli in un colpo solo...che coraggio... grazie mille, sono felice che la storia ti piaccia!), The_death_in_the_nightmare(grazie, grazie, grazie!!!), Niamh15(non fa nulla...ogni tua recensione è sempre molto gradita! grazie, Fede, alla prossima! baci), vampireknight(thanksss!!! *_*), sakura_kinomoto(la mia sakuraa! che bello, grazie mille dei complimenti! Eh sì, ci saranno ancora un bel pò di capitoli... XD kisses, a presto!), MikeyWayForever(*_* grasssiee!), blinka(grazie, hunny, grazie mille! E no che non è finita..! kisses!!!), Idra(oddio, really facevi quei rumorini?? aw. Pazza che non sei altro..! tattt), mcrgirl(grazie, tantissime graziee!!!), chemical_kira(tu sei troppo buona con me...mi fai commuovere..! eh, per la bert/gee ci vorrà un pò, temo..sono abbastanza incasinata già con questa..-_^ grazie, mia cara, grazie mille! baci), SadSong(questa storia durerà ancora un pò, mi sa, e quindi dovrai ancora sopportarmi..!-_^ grazie mille, arrivederci al prossimo capitolo!! :*), Isult(lo sai che gee si fa troppe paranoie... è fatto così, il ragazzo..eh sì, sono nati per stare insieme quei due! grazie, a presto, baci), LovelyDead(piccola donna malefica...frankie non ha i denti cariati, sugar, quello è gee, cheha mille otturazioni!!! XD ahah, sono impazzita, lo so...grazie, sis, perchè questa storia continua a piacerti *seghementali mode on*! a presto, Luv Yaa!!! ^_^).
Grazie infinite a tutti! Bye-bye! |
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Capitolo 20 *** Only go and fly ***
Only go and fly
Arriva sempre il momento in cui si deve lasciare qualcuno. Il momento in cui bisogna dire addio a tutto, alle abitudini, e andare avanti, a cercare la propria strada. Ma quel momento fa male, proprio perchè fa male dover lasciare qualcuno dietro di se'.
La vita è come un treno, e tu sei uno dei molti passeggeri. Quando nasci prendi quel treno, inconsapevolmente, e ti lasci trasportare in questo viaggio che non sai dove ti porterà, nè quanto potrà durare. E incontri tanta gente, persone che si portano dietro i loro bagagli e incrociano la tua strada solo per qualche fermata. Ti lasciano tanto, tutte quelle perone incontrate anche solo per caso, ti danno tanto e poi se ne vanno via, scendono a quella che è la loro fermata.
E tu resti solo, e rimpiangi di non aver più compagnia. Ma quello che non ti aspetti è che anche tu sei uno di loro, che incrocerai la vita di qualcuno e magari riuscirai un pò anche a cambiarla, e quando te ne andrai lascerai un piccolo vuoto.
E dovrai scendere alla tua fermata col tuo bagaglio che in origine era piccolo ma che grazie a tutte le persone che hai incontrato si è riempito un pò di più, e dovrai seguire la tua vita, e lasciare tutto per trovare la tua strada.
Gerard Way questo lo sapeva bene. Era arrivato a un bivio e doveva scendere dal suo solito treno per prenderne un altro.
Ma lasciare qualcuno dietro di se' era quello che gli faceva più male.
Avrebbe dovuto lasciare sua nonna, quella donna fantastica che gli aveva dato così tanto, e non sapeva quando avrebbe potuto rivederla. Elena, dal canto suo, sapeva bene che era arrivato il momento di separarsi, e che era proprio in quel momento che Gerard avrebbe deciso della sua vita.
I bagagli erano ammucchiati sul pavimento del salotto di casa Way, e tutti erano impegnati con i saluti.
Tutti tranne Brian e Matt, solo loro non avevano nessuno a cui dire addio.
Ray e Frank avevano salutato quella mattina le loro famiglie e adesso erano insieme agli altri, uno stringeva la sua ragazza, l'altro la sua migliore amica. Era difficile, dire addio. Era difficile pensare che non avrebbero potuto rivederle tanto presto, era difficile lasciare Belleville ancora una volta.
Mikey abbracciò un'ultima volta sua nonna e andò ad aiutare Brian e Matt con i borsoni, mentre Ray e Frank lasciavano le ragazze e iniziavano a caricare sul van bianco i vari scatoloni di cartone contenenti di tutto e di più.
Rimasero solo Gerard ed Elena in casa, lei sulle scale, il volto bello e saggio, i capelli neri raccolti e gli occhi troppo simili a quelli del nipote.
-Nonna, io-
-Shush-. Elena non lasciò che lui terminasse la frase e lo abbracciò, tenendolo stretto e cullandolo proprio come quando era bambino. Lui dal canto suo la lasciò fare, tentando di reprimere le lacrime che stavano bruciandogli gli occhi.
-Io sarò con te, sempre- mormorò ancora la donna prendendogli il viso e guardandolo dritto negli occhi. Lui annuì, sapeva che quella era la verità. Avrebbe voluto dire qualcosa, ma il nodo alla gola glielo impediva. E poi non avrebbe saputo cosa dire.
-Gee, scusa...- Frank fece capolino nell'ingresso, -è tutto pronto, dobbiamo andare...-
-Arrivo tra un minuto- mormorò il cantante e Frank se ne andò, lasciandolo solo. Gerard tornò a guardare Elena, e anche nei suoi occhi erano nascoste le lacrime.
-Ovunque sarai, qualsiasi cosa starai facendo... io sarò con te, non dimenticarlo mai- disse lei abbracciandolo ancora, un'ultima volta. Gerard inspirò profondamente, tentando di imprimere nella sua mente ogni particolare, ogni piccola cosa. Come il calore del corpo di sua nonna, il tremito che le percorreva le dita sottili. O il suo profumo.
Gerard era sempre stato innamorato del suo profumo, sin da quando era bambino. Elena profumava di menta piperita, un'aroma dolce e forte, proprio come lei. Non troppo forte, neanche troppo dolce, semplicemente... così. Sapeva di lei.
Elena lo guardò ancora negli occhi, solo per pochi secondi.
-Vola, Gerard, vola...- mormorò baciandogli la fronte.
*
Un altro posto, un altro concerto. Il viaggio era stato lungo e faticoso, estenuante, e i ragazzi erano a dir poco esausti. Erano nel backstage, tutti insieme. Gerard fumava nervosamente una sigaretta dopo l'altra; Mikey camminava su e giù, le mani a coprirsi la bocca come se stesse per rimettere; Ray continuava a fare i suoi esercizi di scioglimento per le dita*, anche lui molto nervoso; Frank stava accanto a Gerard, in silenzio, e fumava anche lui; Matt sedeva su una sedia e non sembrava aver voglia di parlare. E poi c'era Brian, il loro manager, il loro amico. Era nervoso quanto la band se non di più, erano i suoi ragazzi, dopotutto. Erano prima di tutto i suoi amici, e vederli su un palco faceva sempre un certo effetto.
Era nervoso, Brian, ma sapeva che, alla fine, sarebbe andato tutto per il meglio.
Frank prese la mano di Gerard e la strinse forte; l'altro lo guardò e l'ombra di un sorriso gli attraversò le labbra. Era il primo sorriso della giornata, da quando avevano lasciato Belleville. Frank si sciolse in quel sorriso, e sarebbe rimasto a guardarlo incantato per ore se solo Brian non avesse tossito rumorosamente.
-Ragazzi, è ora- aveva detto il manager. Annuirono tutti, e silenziosamente salirono sul palco. Il locale era più grande di quello di Newark nel quale si erano esibiti qualche giorno prima, ed era anche pieno di gente.
Frank strinse ancora più forte la mano di Gerard, e potè sentirlo fremere di paura ed eccitazione. Gerard lo baciò velocemente, e quel contatto sembrò infondergli la forza necessaria a superare la porta del backstage e prendere il suo posto sul palco.
-Vola, Gerard, vola...- mormorò il cantante un attimo prima di lasciare la mano di Frank e guardarlo sistemarsi insieme alla sua chitarra.
Era ora, avrebbe davvero cominciato a volare, e lei sarebbe sempre stata con lui per sostenerlo...
*
Gerard rimase ad ascoltare l'assolo di chitarra e si voltò verso Frank, che si stava rotolando per terra per la gioia di quattro ragazzine in prima fila davanti a lui.
Sorrise dolcemente nel vederlo così, grintoso e forte, per quella che era una parte di lui. Frank era anche fragile, e tenero, e dolce, e permaloso a volte, e altre si comportava proprio come un bambino, e altre ancora diceva o pensava cose così profonde che non potevano appartenere a un ragazzo della sua età.
Era un miscuglio di tante cose, Frank, un miscuglio di tanti sentimenti e tanti caratteri diversi; un miscuglio esplosivo che non lasciava assolutamente indifferenti. E questo Gerard lo sapeva bene. Sapeva che dal primo momento in cui il suo sguardo si era posato su Frank qualcosa dentro di lui era cambiato, come se quel ragazzo avesse risvegliato in lui tanti sentimenti vari e diversi, la voglia di essere migliore, la voglia di cambiare per qualcuno che davvero lo merita.
Frank era questo per lui, era tutto, era il motivo per cui sorrideva come un ebete durante la giornata; il motivo per cui era di buonumore al mattino e quello per cui faceva bei sogni la notte. Frank aveva cacciato via i suoi incubi, Frank era il suo sole, l'astro attorno al quale ruotava la sua intera vita.
Frank era Frank, ed era estremamente eccitante in quel momento...
***
*=ehm, gli esercizi di scioglimento con le dita sono per il basso, in realtà, ma anche i chitarristi possono farlo (io mi ci diverto un casino!!!). Questo capitolo è un pò di passaggio, ma mi serviva per ridare alla storia il tono iniziale, che aveva perso (anche se la Lovely la pensa diversamente... ahah). Thanks to:
blinka: anch'io amo quel capitolo di Life... è fantastico! E Ray Toro è davvero un dio, io lo amoo *_* Grazie, Guè, bacioni!
Isult: thank you so much, dear! Kiss
XanaX: anch'io inizialmente avevo pensato a quella dei Ramones, ma sinceramente non ne sono sicura... quando risento Gee per telefono ti faccio sapere!-_^
SadSong: grazie mille, troppo gentile! *_* baci, a presto!
LovelyDead: essì, cara sis, lo slash arriverà mooolto presto! Ma che te lo dico a fare... ti adoro, piccola pazza! ^_^
Mcr_girl: grazie, grazie, grazie! Me felice che la storia ti piaccia! Bacioni, alla prossima!
sakura_kinomoto: oddio, Regina delle Frerard?? Muoioo! Waa, la coroncina la voglio sul serio, però! Dev'essere troppo carina! Anche l'immagine del mio Raggio preferito che suona, yaayyyy! (io AMO Ray Toro, eh! E finalmente mi è stato presentato il suo sosia, eheh!)!! Mi rendi davvero orgogliosa di essere la tua fonte d'informazioni su Life, sai?? (beata te che hai trovato I brought you, qui da me anche se lo ordini te ne mandano un altro, bah... -.-) Il complimento è moooolto apprezzato, davvero, mi onori! *_* alla prossima, dear, kisses! (ps: come è andato l'esame?)
missblack'92: giusto, il Franco è di Gee, e non si tocca per nulla al mondo! Grazie mille, a presto!
ElfoMikey: grazie mille, davvero tantissime grazie! Chi è che non odia Matt (almeno in questa storia XD), eh?? Ancora grazie, baci!
Frozen Tear: grazie, sei troppo gentile! *_* alla prossima, baci!
E con questo la Blaise (che ieri sera è uscita vestita da Gerard nel video di "I'm not okay", dato che ha pure i capelli come Mr. Way... XXD) vi saluta, vi manda tanti bei bacioni e vi da appuntamento a molto presto!
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Capitolo 21 *** Touched for the first time... ***
Touched for the first time...
La serata era trascorsa velocemente.
Il concerto era andato benissimo, erano stati tutti grandiosi, e Gerard continuava a sorridere al solo pensiero di Frank sul palco. Era stato fantastico e si muoveva come un pazzo scatenato, era davvero divertente vederlo suonare.
E ora erano tutti insieme in un pub, a bere qualcosa per svagarsi un pò dopo la tensione per il concerto.
-Il nostro secondo concerto, ci pensate..?- continuava a ripetere Mikey, palesemente ubriaco. Ray accanto a lui sorrideva e annuiva, anche lui un pò in preda all'alcool. Matt era silenzioso, a volte parlava con Brian e altre taceva, guardando Gerard, torvo. Ancora non gli andava giù di essere stato mollato, ancora non poteva credere di essere stato rimpiazzato da un ragazzino.
Brian, dal canto suo, tentava di mantere la situazione normale e di restare almeno un tantino lucido, ma di lucidità in lui era rimasta solo quella dei suoi occhi.
-Gee... Voglio suonare ancora!- esclamò Frank facendo ridere gli altri. Tutti tranne Matt.
-Anch'io!-
-Pure ioo!-. Mikey e Ray si accodarono e iniziarono a canticchiare sommessamente qualcosa sul voler suonare ancora e per tanto tempo e fino alla fine dei giorni, amen. Erano comici, quei tre. Ubriachi fradici, sorridenti e con il viso tutto rosso. Uno spettacolo.
-Frank, andiamo, ti porto a dormire- fece a un certo punto Gerard che, incredibile a dirsi, era riuscito a non ubriacarsi. O almeno non troppo. Brian annuì e sorrise, voltandosi poi verso Mikey e Ray e unendosi al loro coretto.
-Naaa, io non voglio dormire, io voglio suonare!- ribattè Frank incollandosi al braccio di Brian e guardandolo con due occhioni che avrebbero fatto invidia a Bambi. Brian lo guardò e sorrise, lo stesso sorriso ebete che esibiva da tutta la sera.
Era andato tutto bene, i suoi ragazzi erano stati fantastici, e ora si meritavano un pò di riposo. A modo loro.
Ubriacarsi equivaleva a riposarsi, in quel momento.
-Dai Bambi, non attacca. Andiamo a dormire!- continuò Gerard tirando Frank per un braccio e costringendolo ad alzarsi. Quello, per tutta risposta, si voltò verso Mikey e lo implorò.
-Miikess, diglielo tu che io voglio restare con voi!-
-E' vero, Gerard, Frank vuole rimanere-. Dannato, piccolo Mikey Way, mai a farsi gli affaracci suoi!
Gerard sorrise, inquietante, e il fratello ammutolì di colpo. Frank invece continuò a piagnucolare, ignaro del pericolo incombente. Ray sorseggiò la sua birra e si mise comodo, pronto a godersi la scena. Matt si alzò e andò via, senza dire neanche una parola, e guadagnandosi così sguardi schifati e colmi di disprezzo da manager e chitarrista.
-Non avevi detto che volevi suonare, Frankie-candy?- domandò Gerard, zuccheroso, ignorando l'uscita del batterista e sorridendo in modo ancora più diabolico. Frank spalancò gli occhi e annuì vigorosamente. Ray si schiaffò una mano sul viso: come aveva fatto a cascarci? Facile, era ubriaco. Ma forse anche da sobrio non avrebbe fiutato il pericolo.
-Bene, Frankie, andiamo nella stanza del motel che Bri ha prenotato, la tua chitarra è lì, potrai suonare quanto vorrai...-.
Gerard era un bastardo manipolatore, quando voleva. E Frank ubriaco era abbastanza facile, poi, da convincere.
Il secondo chitarrista non si accorse degli sguardi e dei segnali che il piccolo Way gli rivolgeva, e si alzò velocemente con gli occhi che brillavano dalla felicità.
-Davvero posso suonare?- chiese lentamente. Gerard annuì e sorrise.
-Quanto vorrai...-
*
Quando Frank si svegliò, la mattina dopo, si ritrovò sommerso dalle coperte in un letto che non conosceva. Si mise a sedere e la testa minacciò di scoppiargli. Si accorse di aver addosso solo i boxer, e quando vide Gerard uscire dal bagno con solo un'asciugamano in vita iniziò a pensare. Il suo cervello ci mise molto a mettersi in moto, e nonostante questo Frank non fu comunque capace di ricordare cosa fosse successo la sera prima, dopo il concerto.
-'Giorno, Frankie-. Gerard gli sorrise dolcemente e lui lo guardò, perplesso e un tantino a disagio.
-Gee... senti... non è che noi... sì, bè, vedi...-. Gerard rise di gusto e si sedette sul letto ai suoi piedi; fissò i suoi occhi in quelli nocciola, pieni di dubbi e incertezze, e continuò a sorridere.
-No, Frank, non abbiamo fatto sesso. Non abbiamo fatto nulla, nulla di nulla, perchè tu eri ubriaco e non sarebbe stato giusto- disse tranquillamente e sorrise ancora quando vide l'altro esibirsi in un sospiro di sollievo.
-Mmh, bene, perchè se l'avessimo fatto io non avrei ricordato niente!- disse Frank ridendo. Si tolse le lenzuola e le coperte di dosso e si avvicinò a Gerard, baciandolo teneramente sulle labbra e sussurrandogli il buon giorno.
Gerard sorrise e approfondì il bacio. Le mani di Frank gli strinsero le spalle nude, avvicinando i loro corpi e facendoli aderire. Frank fece sdraiare Gerard sotto di se' e continuò a baciarlo, mentre sentiva crescere l'eccitazione.
Era così bello, Gerard, così perfetto. Accarezzò lentamente il suo torace candido senza mai interrompere il bacio, e sentì l'altro fremere al tocco gentile delle sue dita fredde. Le mani scesero giù, veloci, come dotate di vita propria, e superarono la barriera dell'asciugamano andando ad accarezzare l'eccitazione ormai evidente del cantante.
Gerard gemette nel bacio e si spinse un pò di più contro Frank, contro le sue mani, contro il suo corpo.
La luce del sole ormai sorto filtrava attraverso le tende chiuse illuminando il letto con qualche flebile raggio caldo.
Frank si separò dalla bocca di Gerard e iniziò a baciargli il petto bianco, bello e perfetto come una statua scolpita nel marmo più puro. Le sue mani slacciarono la tovaglia e Gerard rimase nudo sotto di lui.
Frank sentì l'eccitazione crescere, e aderì ancora di più al corpo dell'uomo sotto di lui, gemendo di piacere quando la sua erezione sfiorò l'altra.
Gerard intanto aveva deciso che i boxer di Frank erano un vero e proprio ostacolo, qualcosa che andava immediatamente tolto di mezzo, e così glieli sfilò lentamente, accarezzando il suo corpo. Con una mano avvicinò l'altro a se', e con l'altra iniziò a massaggiare l'eccitazione del chitarrista, che gemette.
Con un abile colpo di reni Gerard ribaltò le posizioni, trovandosi a cavalcioni su Frank. Era bellissimo, con gli occhi socchiusi baciati dai raggi del sole e le labbra semi-aperte in un sospiro. Il cantante continuò ad accarezzarlo, fino a che il piacere non lo invase del tutto. Frank lo guardò, riprendendo fiato, e sorrise in un modo così dolce che Gerard non l'avrebbe mai creduto possibile. Lo attirò a se' e lo baciò, con passione, trasmettendogli tutto il desiderio che aveva di lui. Aprì le gambe lasciando che Gerard vi si rannicchiasse in mezzo, portando i loro corpi a un nuovo contatto.
-Gerard, voglio che...- mormorò Frank, arrossendo un poco. Gerard lo capì, capì al volo cosa intendeva, eppure...
-E'... è la tua prima volta, Frank?- chiese quasi sottovoce. L'altro annuì e lo guardò dritto negli occhi.
Gerard allora sorrise. Frank stava per concedersi a lui, per la sua prima volta con un uomo, ed era una cosa magnifica. Frank era puro, incorrotto, ancora candido sotto quel punto di vista, e Gerard non potè fare a meno di pensare a quanto fosse fortunato in quel momento.
-Vuoi davvero che sia io?- mormorò ancora, quasi temendo la risposta. E se Frank non avesse voluto, se si fosse tirato indietro? Sarebbe stato lecito, era la sua prima volta, doveva poter essere libero di decidere con chi sarebbe dovuta accadere.
-Voglio che sia con l'uomo che amo...- rispose Frank in un sussurro. Gerard spalancò gli occhi, e arrossì violentemente, ma si riprese subito. Frank lo amava... e lui amava Frank. Cosa poteva esserci di più perfetto?
Le parole non avrebbero reso bene i sentimenti che lo sconvolgevano, e Gerard optò per i fatti. Baciò Frank, lo baciò a lungo e con dolcezza, lo baciò con tenerezza e passione, sperando di riuscire a fargli capire cosa c'era dentro di se'.
Poi lentamente lo preparò, entrando le dita in quel posto sacro e non ancora violato che era Frank, lo preparò a lungo mentre il mondo intorno taceva, come spento, soppresso dal rumore dei loro respiri ansimanti. Portò le sue gambe sulle proprie spalle e lo guardò bene, tentando di imprimere nella mente ogni dettaglio di quel momento magico.
E quando fu pronto entrò dolcemente dentro di lui, più dolcemente possibile, e rimase immobile a guardare il viso del suo chitarrista contrarsi in una smorfia di dolore. Rimase fermo dentro di lui per dargli modo di abituarsi a quella presenza estranea; rimase fermo dentro di lui godendo della sensazione di essere il primo a fare qualcosa del genere, qualcosa di speciale...
E Frank aprì gli occhi e lo guardò, pronto. Gerard riprese a baciarlo, e a ogni spinta si chinava su di lui per continuare a unire le loro labbra. Ogni spinta un bacio, ogni bacio un gemito, ogni gemito un alito d'amore che si spingeva sempre più in alto...
E insieme raggiunsero l'apice del piacere, urlando e sospirando, gemendo e sorridendo. Insieme ricaddero sul letto. Gerard abbracciò il suo piccolo Frank e chiese a chiunque lassù fosse stato in grado di ascoltarlo di fermare il tempo in quel preciso istante, perchè era tutto così perfetto da non sembrare reale.
E insieme si riaddormentarono, uniti da un filo invisibile e resistente. Insieme.
***
Angolinoo!!! Lo so che aspettavate da tanto, e spero che l'attesa sia valsa la pena... Sinceramente non ho idea di come sia venuta, ma spero davvero che sia buona, è in assoluto la prima scena di sesso che scrivo su questi due ragazzotti qua...
Ora, i Ringraziamentiii!!!
Isult: anche io amo Brian, è troppo figo quell'uomo, è bellissimo *__* grazie, alla prossima! baci
XanaX: lo so, ma conta che Matt uscirà dalla band, e le cose con i ragazzi non erano esattamente stupende... a quanto pare non andavano molto d'accordo... quindi mi dispiace, ma almeno in questa storia continuerà a comportarsi così, ogni tanto... grazie mille!
The_death_in_the_nightmare: grazie, grazie mille!
Idra31: lo so, lo so, anche se sono logorroica ho scritto poco... I'm so sorry! Grazie, amora, lo so che tutto quello che fai è perchè mi ami (anche se però non vuoi sposarmi, bastarda! -.-). Ti amo, eh?
sakura_kinomoto: no, no, non mi morire, che sennò poi ti perdi il resto della storia! XD Essì, ho finalmente conosciuto (oddio, me lo hanno solo presentato XD) il sosia di Mr Toro, che carino! Sono felice di essere riuscita a rappresentare bene il Franco, really... Grazie mille dei complimenti, e ne faccio tanti anche a te per il tuo bel voto! (i professori sono tutti bastardi.. o almeno la maggior parte! XD Mi raccomando, aspetto la coroncinaa!!! XXD). Alla prossima, e spero che questa "dose" sia buona!!! Kisses
blinka: sì che quel nano è un mito! ed è anche una troia, sul palco... XD grazie mille, hunny! alla prossima, baci!
SadSong: grazie, grazie mille! sei sempre gentilissima! baci
missblack'92: sì, vola gee, vola... era anche ora, no?? XD grazie, baci! a presto!
mcr_girl: tantissime grazie anche te, sei gentile! me commossa! alla prossima, cara, e baci!
E ora scappo, e mi sa che vado a cercare la Lovely e la uccido, sìsì... XD
Alla prossima, e grazie infinite a tutti, anche a chi legge solamente, è sempre e solo per voi che questa storia va avanti! |
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Capitolo 22 *** 22- the day after the dream ***
The day after the dream
Quando si svegliò, Frank si stropicciò lentamente gli occhi per poi poggiare lo sguardo sulla figura che dormiva beatamente accanto a se'.
Gerard.
Avevano fatto l'amore, ed era stato fantastico. Gerard era stato dolce, e aveva cercato di fargli meno male possibile, anche se la prima volta è comunque dolorosa. Gerard lo aveva baciato facendolo sentire in paradiso, e lo aveva fatto sudare come se fossero al centro dell'inferno.
Gerard lo aveva amato come mai nessuno avrebbe fatto, era stato il primo uomo a entrare in lui, e Frank sapeva che era una cosa troppo importante per entrambi.
Sorrise dolcemente e poggiò un delicato bacio sulla tempia del suo amante addormentato, avvicinandosi ancora di più al suo corpo nudo sotto le lenzuola e stringendolo forte, quasi avesse paura di vederlo scappar via da un momento all'altro. Ma Gerard non se ne sarebbe andato, non più, ormai. Gerard sarebbe rimasto, per lui, e lui lo avrebbe aiutato a superare tutto, a lasciarsi alle spalle la droga e l'alcool, a tornare lentamente a vivere.
Era ormai pomeriggio, i ragazzi di sicuro erano già andati a pranzo senza aspettarli, ma Frank non sembrava preoccuparsene più di tanto. Era stretto al suo uomo, all'uomo che amava... cosa poteva esserci di più bello?
Senza fare rumore si sporse lentamente verso il comodino, allontanandosi da Gerard, e prese il cellulare.
Lo accese e lo schermo si riempì immediatamente degli avvisi di messaggi e chiamate ricevute. Il ragazzo aprì la lista inbox.
Mikey e Ray gli avevano lasciato dei messaggi chiedendogli se lui e Gerard sarebbero andati a pranzo con loro, poi altri in cui dicevano che, dato che non avevano ricevuto risposta, sarebbero andati a mangiare senza aspettarli, e che avrebbero potuto trovarli allo Starbuck's più vicino.
Nei messaggi successivi, sempre Mikey e Ray gli comunicavano che stavano tornando al motel, e che si sarebbero visti all'ora di cena per lasciare le stanze e tornare nel bus per riprendere il viaggio.
Bene.
Un altro messaggio era di Jamia, che gli chiedeva come stava andando il tour e notizie su di lui, e ovviamente anche su Gerard. Sua madre, invece, aveva tentato di chiamarlo in mattinata, e non riuscendo a rintracciarlo gli aveva lasciato un messaggio in segreteria, dove chiedeva notizie di lui e dei ragazzi e gli portava i saluti di tutta la famiglia Iero.
Frank sorrise. La sua famiglia...
Era una di quelle famiglie strane, fatta di gente un pò matta e divertente che non riesci mai a capire come siano fatti realmente. La sua famiglia era una di quelle dove le persone che la compongono magari ti sembrano fuori di testa, ma che sotto sotto hanno un cuore grande così. Dove i parenti sono distratti, dimenticano magari la data del tuo compleanno, ma sono proprio loro alla fine che ti fanno capire il vero valore della vita. Sono proprio loro ad esserti accanto, in qualsiasi momento, perchè nonostante tutto loro non ti abbandoneranno mai, fino alla fine.
Perchè loro sono sì matti, ma ti amano dal più profondo del loro animo. Perchè ti possono anche sembrare distratti e distaccati, ma da te non si allontaneranno mai.
Perchè loro sono tutto il tuo mondo e la tua vita, perchè lo saranno sempre. Perchè ti amano e non ti chiedono nulla in cambio, e ti accettano così per come sei, perchè basta già il mondo a criticarti e a volerti cambiare.
La sua famiglia era il suo eroe, era così che Frank la pensava.
-Dove vai, tu...-. La voce roca di Gerard lo riportò alla realtà e lontano dai suoi pensieri, insieme alla mano del cantante che lo attirò a se' per poi baciarlo con passione.
Gerard strusciò il suo naso contro la guancia di Frank, contro la guancia morbida e fresca di Frank, e sorrise.
-'Giorno...- mormorò sulle sue labbra, facendo sorridere anche lui.
-'Giorno...- fece eco Frank baciandolo di nuovo.
Gerard si accoccolò contro il suo petto e prese a lasciare piccoli baci sulla sua pelle, tirandosi poi il lenzuono bianco fin sugli occhi, perchè la luce gli dava fastidio. E Frank rise.
-Che hai da ridere, tu..?-. La testa di Gerard fece capolino da sotto le coperte, gli occhi semi-chiusi per il fastidio della luce, le labbra stirate che si aprirono lasciando spazio a uno sbadiglio.
-Niente... è solo che sei tenero. E buffo- rispose il chitarrista fissando i suoi occhi in quelle profondità verdi che sembrarono risucchiarlo completamente al loro interno. Gerard storse la bocca, chiuse un occhio e tentò di tenere aperto l'altro per poterlo guardare meglio, con l'unico effetto di scatenare una nuova risata.
-Io buffo? Attento a come parli, ragazzino...- soffiò quindi Gerard salendogli addosso con un abile colpo di reni. Frank lo lasciò lì dov'era, perchè dopotutto ci stava davvero bene, e lasciò che incominciasse a baciarlo e ad accarezzarlo.
-Non è che tu sia questo grande uomo vissuto, eh...- disse dopo qualche secondo, ricominciando a ridere.
-Ah-ah, ridi pure, ma io sono pur sempre più grande di te!- rispose allora Gerard facendogli una smorfia degna del più infantile dei bambini.
-Ed è qualcosa di cui vantarsi?- fece allora Frank sorridendo, -tu avrai le rughe prima di me. I capelli bianchi prima di me. Gli acciacchi prima di me. Diventerai vecchio mentre io sarò ancora un ragazzino-
Gerard gli morse il collo e succhiò leggermente quel pezzo di pelle candida, lasciandovi un piccolo segno rossastro.
-Intanto io sono un uomo e tu sei un ragazzino..!- sussurrò scendendo a baciargli un capezzolo e strappandogli un sospiro.
-E che uomo...- sospirò Frank stringendolo di più a se'. Gerard sorrise e lo baciò, alzandosi poi così velocemente che Frank ci mise qualche frazione di secondo a capire che non era più sdraiato addosso a lui.
E quando lo vide camminare per la stanza non potè far altro che ammirare il suo corpo nudo e bianco, quei movimenti così fluidi e sensuali, quella grazia innata che il suo corpo sprigionava.
-G-gli altri hanno detto di vederci qui sotto alle otto, perchè dobbiamo lasciare le stanze e tornare in bus...- disse Frank, balbettando giusto un pochino, mentre Gerard si guardava intorno alla ricerca dei suoi vestiti che, nella foga, aveva gettato chissà dove.
Frank non potè fare a meno di pensare che Gerard nudo era davvero bellissimo.
E lui si girò, un paio di boxer neri in una mano e una maglietta nell'altra, e incontrò lo sguardo estasiato di Frank, che arrossì. Gerard rise gettando gli indumenti appena trovati su una sedia.
-Alle otto... mmh, abbiamo un bel pò di tempo...- disse, malizioso, dando le spalle al chitarrista e dirigendosi al bagno.
-Che intenzioni hai..?- chiese allora Frank, alzandosi dal letto, e credendo di sapere dove l'altro voleva arrivare.
Gerard gli riservò uno sguardo ancora più malizioso della sua risata ed entrò nel bagno, lasciando che le sue parole rimanessero nell'aria.
-Io faccio una doccia... magari la fai con me...-
Frank non se lo fece ripetere due volte.
*
I giorni trascorsero veloci.
La band visitò così tanti posti da perderne il conto, si esibì così tante volte da aver imparato ormai ogni virgola dello show. Si erano quasi abituati ai fan che, a fine spettacolo, chiedevano sempre foto e autografi, anche se ancora veniva difficile credere che quei ragazzi volessero proprio loro.
Il loro cd aveva fatto un pò il giro del mondo, era stato ascoltato da migliaia di persone, a molti era piaciuto, ad altri era indifferente, alcuni magari l'avevano odiato, ma loro continuavano comunque ad andare avanti, città dopo città, concerto dopo concerto, perchè quello era il loro sogno, e si stava finalmente realizzando.
Il pubblico,il palcoscenico, le esibizioni... era tutto vero, e stava capitando proprio a loro.
La cosa più bella era poter portare la loro musica in giro per le città, tra la gente; portare a tutti le loro emozioni, le loro note e le loro parole graffianti; dare agli altri qualcosa a cui potersi aggrappare nei momenti difficili, delle note che li facessero sorridere nei momenti tristi, qualcosa che facesse capire alla gente che i My Chemical Romance volevano fare quacosa che lasciasse il segno.
***
Ahem... *Plin-plon. Si pregano i gentili lettori di non linciare l'autrice per il suo immenso, enorme, orrendo ritardo nel postare il capitolo. La suddetta chiede perdono in ginocchio, sperando nella vostra misericordia. Grazie e arrivederci. Plin-plon*
Okay, sì... passo direttamente ai ringraziamenti, non voglio essere linciata (anche perchè non sono molto convinta di questo capitolo, ehehm...)
SadSong: sei sempre taanto gentile con me, me commossa! ç_ç grazie mille, alla prossima!<3
chemical_kira: eheh, Gerard è un bravo ragazzo, mia cara... XD e Frank è assolutamente un tenero cucciolo! Ok, basta sproloqui. Grazie, cara, spero che anche questo capitolo ti piaccia (e continua le tue storie, immediatamente! U_U). Baci
linkin park: grazieee! me felice che la scena ti sia piaciuta, e che non sia venuta un completo orrore come pensavo... a presto, baci <3
blinka: la guendy!!! ma che fine hai fatto? Perchè non pubblichi? Io devo leggeree!!! ç_ç okay, passiamo a noi... davvero non lo avevi capito? Eheh, meglio così, ti sei presa un bel colpo... XD Grazie mille, hunny, sei un tesoro! baci! xoxo
mcr_girl: io? Pazza? Io sono molto più che pazza, cara... eheh... il mio intento era quello di fare prendere un infarto a tutte voi lettrici..! eheh XXD grazie mille dei complimenti, un bacione!
Isult: ottusangolo... ahah, troppo bella, davvero! Eh, Matt è Matt, che ti aspettavi? (non vedo l'ora di sbatterlo fuori, yep!) Brian ruleggia e ruleggerà nei secoli dei secoli, e amen. u_u A presto, baci!
sakura_kinomoto: la mia sakura! Oddei che recensione! Eheh, Gerard è davvero un manipolatore, e si nasconde dietro a quel faccino d'angelo che si ritrova... eheh, bello lui! Ah, wow, anche tu eri con Brian e il mio Sonnyboy (che sarebbe Ray... ormai mi sono davvero perdutamente innamorata di quell'uomo, sissì *_* anche tu innamorata del Raggio?? Waa, che bello! Io lo amo, un giorno ci sposeremo e avremo tanti bei marmocchi coi capelli afro... eheh, sono proprio fuori, yep... lasciami perdere, va, che è meglio... XD)) a guardare storto Matt? Bello... ahahahah... XD Spero che queste dosi siano buone e ti piacciano, dove! Alla prossima, kisses xoxo
The_death_in_the_nightmare: eheh, e chi non vorrebbe vedere Ray brillo? (io lo preferirei ubriaco, così potrei manipolarlo a mio piacimento! XD) Eccoti accontentata con i pensieri del Franco, cara, spero ti piaccia! A presto, baci
Froken tear: essì, anche Matt ha fatto la sua parte, gli si deve riconoscere. I suoi pezzi di batteria sono assolutamente fantastici, davvero pieni di grinta, geniali, splendidi. E, dato che sono stati lui e Gerard a dare vita ai Chem... bè, anche questo merito gli va attribuito. Ma lui resta un cretino. u_u Grazie mille, alla prossima! kiss
E con questo la Blaise vi saluta, aggiungendo anche che andrà a recuperare gli aggiornamenti che si è persa/perderà a causa di quella dannata cosa chiamata "liceo". Brr, schifo... grazie a tutti, arrivederci al prossimo capitolo (mi sento tanto come le voci narranti dei cartoni animati, stile quella che c'era nell'ape Maia o in Lady Oscar... XXD)!
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Capitolo 23 *** Back home ***
Back home
I ragazzi erano tutti seduti attorno a un tavolino del bar dell'aereoporto di Chigago. Erano appena atterrati lì e Brian aveva insistito per fermarsi un attimo e per parlare con loro, per comunicare qualcosa di importante.
Ognuno di loro si chiedeva da ormai dieci minuti cosa il manager volesse dire, ma Schechter sembrava essersi rinchiuso in un ostinato mutismo e si limitava a guardarli, serio.
Il tempo per loro era volato, quelle tre settimane di tour erano passate così velocemente che i ragazzi non se n'erano quasi accorti. A ognuno di loro mancava la propria famiglia, vedere i propri cari, i propri amici.
A tutti mancava la routine. Alzarsi al mattino e sapere già cosa fare, dove andare, chi vedere. Svegliarsi a casa, passare la giornata al lavoro, al college o in giro per la strada. Tornare a casa per pranzo, stare insieme alla propria famiglia. Trovare ogni minimo ritaglio di tempo e dedicarlo alla musica, rilassarsi, divertirsi. Sapere già tutto.
Il tour, invece, li aveva sorpresi come un'onda in pieno petto sconvolgendo le loro vite e catapultandoli in un mondo assolutamente nuovo fatto di musica, di concerti e divertimento, ma governato anche dalla stanchezza.
In quelle tre settimane avevano girato un pò per l'America, portando la loro musica a chiunque volesse ascoltarla, portandosi dietro il loro enorme bagaglio di emozioni, sensazioni e ricordi; lasciando un pò di se' in ogni luogo visitato, e prendendo un pò di esso, ogni singola volta.
Ognuno di loro aveva dato il meglio di se' stesso, ognuno di loro si era messo in gioco, e ognuno di loro era riuscito a vincere la propria personale battaglia. E ognuno di loro si stava chiedendo cosa diavolo avesse Brian per essere tanto serio. Finalmente il manager si decise a parlare, e molto lentamente li guardò tutti, uno per uno.
-Ragazzi... la prossima settimana si torna a casa!- disse tutto d'un fiato mentre i ragazzi attorno a lui rimanevano in silenzio, spalancando occhi e bocca. Tutti pensarono di aver capito male, di aver preso fischi per fiaschi, perchè Brian non poteva aver davvero detto quello che aveva detto.
-Brian, cosa stai dicendo...?-. Fu Mikey a parlare, esprimendo il pensiero che accomunava i presenti. Il manager allora annuì energicamente e sorrise alle facce shockate dei suoi amici.
-Sì, si torna a casa, abbiamo fatto abbastanza per adesso, ora dovete riposarvi e concentrarvi bene, abbiamo del lavoro da fare. E un pò di meritato riposo prima di cominciare-.
Gerard guardò Frank, il suo Frank, e sorrise. Sarebbero tornati a casa, avrebbero dormito in un letto vero, avrebbero riavuto i comfort di una vita normale, avrebbero rivisto gli amici. E anche Frank sorrise, radioso, al solo pensiero di poter tornare a Belleville.
Frank che era così dolce e scatenato in ogni cosa che faceva, Frank che quando suonava sembrava che scopasse, Frank che era stanco di vivere per strada. Frank che aveva fatto l'amore con Gerard, e che dopo la prima volta l'aveva fatto ancora, e ancora, ogni volta come se fosse stata la prima. Frank che di Gerard ormai non poteva più farne a meno.
-Cazzo, sì!- esultò Ray all'improvviso facendo saltare in aria tutti gli altri. Cazzo sì, tornavano a casa.
Gerard non disse nulla e si limitò a sorridere, stringendo ancora più forte la mano di Frank sotto lo sguardo schifato e rabbioso di Matt.
*
-Cazzo Matt, vuoi smetterla di essere sempre così rompicoglioni?!- sbottò Ray chiudendo il volume della chitarra e guardando male il batterista. Mikey sembrava essere d'accordo con lui, come Gerard e Frank.
-Cazzo vuoi, Toro? Io sono come mi pare, e suono come mi pare!- rispose acidamente Matt dando un colpo con la bacchetta al raid, che si fece sentire nel piccolo garage, forte. Ray roteò gli occhi.
-Ma sei idiota o cosa?!- esclamò, -Dobbiamo fare "Honey..." perchè è da un pò che non la proviamo, e tu non puoi uscirtene con "Drowning lessons"!-
-Fanculo Toro-. Matt si alzò dalla sua postazione e uscì dal garage, mollando gli altri senza dire altro.
-Grandissimo pezzo di merda, io lo ammazzo!- urlò Mikey mettendo da parte il basso e facendo per rincorrerlo, ma venne prontamente fermato da Frank, che lo tirò indietro e lo costrinse a sedersi sul divano.
-Tu stai qui e non ti muovi, Michael James Way!- disse con fare minaccioso mentre Gerard lo affiancava.
-Ma io-
-"Ma" un corno, idiota!- Frank lo guardò duramente, -tu non ti muovi da qui. Primo, perchè non ne vale la pena. Secondo, Pellissier è almeno il doppio di te, e ti pesterebbe per bene se solo volesse-. Gerard annuì, cingendo la vita del suo ormai ragazzo con un braccio.
-Cazzo, Frank! Quello fa lo stronzo e noi dobbiamo sopportarlo in silenzio? Ti rendi conto che è una cazzata?- sbottò ancora il minore dei Way guardando il suo migliore amico. Ray si avvicinò a loro, dopo aver riposto con cura la sua chitarra.
-Mikes, Frank ha ragione. Lascia perdere- disse semplicemente. Mikey stava per protestare ancora ma Frank lo prese per un braccio e lo fece alzare, e con un sorriso dolce e festoso gli disse "Dai, andiamo, ti porto allo Starbuck's per un buon caffè!".
Mikey annuì, felice per la proposta ma comunque poco convinto.
-Questa è corruzione, Frank!- esclamò con un piccolo sorriso che la diceva lunga su quanto Mikey fosse corruttibile, se si trattava di caffè e Starbuck's.
Frank rise, baciò Gerard sulle labbra sussurrandogli un semplice "A dopo" e uscì con Mikey che ancora borbottava, irritato ma un pò meno di prima.
Ray sorrise e si sedette sul divano, servendosi prima una tazza di caffè appena fatto dalla caffettiera che avevano spostato in garage, per non lasciare Mikey a corto troppo a lungo. Gerard lo imitò, prese il caffè e si sedette vicino a lui.
-Proprio come ai vecchi tempi...- disse il riccio sorridendo.
-Già, come ai vecchi tempi...-.
-Sono felice, Gerard- disse poco dopo il chitarrista guardando l'amico.
-E sai perchè sono felice?-
-Perchè siamo riusciti a incidere un disco, e il nostro cd sta facendo il giro dell'America e non solo e perchè siamo stati in tour?- ipotizzò Gerard sorridendo e sorseggiando il caffè caldo. Ray rise.
-No... cioè, anche per quello, ma non solo- disse, -Voglio dire, sono felice che siamo riusciti a incidere, abbiamo realizzato il nostro sogno, adesso siamo musicisti con un cd appena sfornato. Ma sono felice perchè adesso la musica è tutto il mio mondo, perchè governa le mie giornate come e più di prima, perchè adesso quello che amo è diventato il mio lavoro-. Si prese qualche secondo per sorseggiare il caffè e guardò gli strumenti davanti a loro con uno scintillìo negli occhi.
-Sono felice perchè siamo insieme, perchè questo tempo passato in tour ci ha fatto diventare forse più amici di prima. Sono felice perchè quando siamo stati in tour sentivo sì la mancanza della mia famiglia, ma sapevo che voi eravate con me, e questo era fantastico-
Gerard sorrise dolcemente, erano le stesse sue sensazioni, le stesse cose che aveva provato lui. Rimase in silenzio, aspettando che Ray continuasse.
-E sono felice per te, Gerard. Perchè ti stai lasciando alle spalle tutta la merda in cui ti trovavi. Perchè hai Frank, perchè adesso stai bene-. Il chitarrista terminò il suo discorso con un sorrisetto sul volto e puntò i suoi occhi in quelli dell'amico. Gerard era sbalordito.
-Grazie, Ray...- disse flebilmente, -io... se non fosse stato per te sarei ancora in quella merda, amico. Grazie-
Ray annuì, adesso serio, e continuò a guardare il suo cantante. Rimasero seduti su quel divano per molto altro tempo, in silenzio, avvertendo solo la presenza dell'altro accanto a se'.
Entrambi sapevano esattamente che quello era uno di quei momenti così, uno dei momenti in cui non c'è bisogno di parole, in cui un silenzio può esprimere ogni cosa e risultare assordante; uno di quei bellissimi momenti che devi prendere così, senza doverli analizzare perchè sono giù perfetti per come sono.
*
-La cioccolata è pronta-
-Grazie, nonna-. Gerard prese la tazza bollente con entrambe le mani, stringendola un pò e ispirando il profumo delizioso che il contenuto scuro emanava. Elena si sedette di fronte a lui, composta e impeccabile come sempre, e un sorriso dolce fece capolino sul suo viso saggio.
-Micheal è passato questa mattina a trovarmi- disse guardando il nipote. Gerard annuì e sorseggiò la cioccolata aromatizzata al caramello che sua nonna gli aveva preparato.
-Ti avrà raccontato già tutto del tour...- disse poi con una punta di delusione nella voce. Elena sorrise.
-E' vero. Ma ciò non vuol dire che io non voglia sentire tutta la storia raccontata da te- disse facendo illuminare gli occhi del nipote, -Ognuno di noi è diverso, Gerard, e ognuno vede le cose in modo diverso. Quindi, ciò che ha raccontato Mikey non sarà uguale a ciò che dirai tu-
Gerard sorrise, felice. Sua nonna era la persona migliore del mondo, la donna più speciale che avesse mai conosciuto. Era cresciuto con lei sin da quando andava alle scuole medie, e a lei doveva tutto. Doveva l'uomo che era diventato, tutto ciò che aveva fatto; le doveva la band, il successo. A lei doveva la sua vita.
-Allora, Gerard, non vuoi raccontarmi cos'hai fatto quando sei andato via?- domandò gentilmente la donna guardando il nipote. Gerard annuì e iniziò a raccontarle ogni cosa, ogni posto che aveva visto, ogni canzone che aveva cantato, ogni singola emozione che aveva provato. Le raccontò dei ragazzi che apprezzavano la loro musica, di come avessero chiesto loro autografi e di come loro avessero acconsentito, con sorrisi imbarazzati.
E le raccontò ogni cosa di Frank, di come si era accorto di amarlo, di quanto tempo ci aveva impiegato a capirlo. Di come finalmente si erano messi insieme.
-Sei radioso, Gerard- disse Elena quando lui ebbe terminato il racconto ed esaurito le parole.
-Sei radioso come una stella che ha ritrovato la sua luce dopo un periodo buio-. Gerard rischiò quasi di commuoversi a quelle parole. Sua nonna lo conosceva meglio di chiunque altro, sapeva cos'avesse passato e sopportato nella sua vita, sapeva che quando stava con Matt era tutta un'altra storia, che quel ragazzo gli faceva solamente del male.
Finalmente l'aveva capito anche lui. Con un pò di ritardo, magari, ma ci era arrivato.
-Stavi cadendo e ti sei rialzato... sei stato coraggioso- mormorò ancora lei, mentre una piccola perla trasparente le solcava il viso.
-Nonna-
-Sto bene, sono solo felice per te- lo interruppe lei sorridendo e cacciando via quella piccola lacrima. Nei suoi occhi, però, Gerard riuscì a scorgere qualcos'altro, qualcosa che non sapeva spiegare e di cui poteva forse aver paura.
Ma quando lei tornò a sedersi, dopo aver riposto la tazza vuota nel lavello, quel qualcosa era sparito, sostituito dalla solita scintilla luminosa che adesso splendeva anche nei suoi occhi.
*
-Gee che fai, c'è freddo...-
Gerard si voltò e trovò il viso del suo amante dietro di lui, che lo guardava preoccupato.
-Niente, Frankie, fumavo una sigaretta-
-Cavolo, ma lo sai che ti fa male fumare così tanto? E poi c'è freddo- disse il chitarrista stringendosi nelle spalle e tremando un pò. Gerard rise.
-Dai, vieni qui...-. Lo prese per un braccio e lo strinse a se', coprendo entrambi con il plaid che si era portato dietro.
La casa era silenizosa a quell'ora della notte, tutti dormivano beati nei loro letti caldi. Tutti tranne loro due.
-Va meglio?- domandò Gerard gentilmente, beandosi del calore del corpo accanto al suo, e di quel profumo così tipico di Frank. L'altro, intanto, aveva smesso di tremare.
-Sì-
Rimasero abbracciati nella veranda per un pò, giusto il tempo di spegnere quella sigaretta e accenderne un'altra, giusto il tempo di prendere un altro pò di freddo e rischiare anche di prendere un raffreddore.
-Gee... mi dai una sigaretta?-. Gerard lo guardò, guardò i suoi grandi occhi nocciola e il suo viso dolce; guardò il suo sorriso e la sua aria da bambino; lo guardò pensando che tutto quello lo aveva salvato.
-Non dicevi che fa male fumare così tanto, e che fa freddo?- domandò parodiando le parole che il compagno aveva pronunciato precedentemente. Frank sbuffò e roteò gli occhi.
-Era prima. Ora voglio una sigaretta. Pretty please...-. Gerard sorrise e gli diede ciò che chiedeva, accompagnando il tutto con un bacio.
-E per il freddo?- chiese poco dopo. Frank lo guardò e sorrise, malizioso.
-Ti scalderò per bene quando saremo a letto...-
Gerard alzò gli occhi al cielo, giusto per nascondere quel sorrisino soddisfatto e voglioso che era comparso sul suo volto.
***
Rieccomi qui! Ho fatto in fretta, dai... XD
Spero che il capitolo vi piaccia, really. Sapete, ho una cosa da dirvi... ci stiamo avvicinando alla fine... non sarà una cosa immediata, comunque, quindi non preoccupatevi! XD
Ora passiamo ai ringraziamenti...
Sad song: grazie mille, sei fantastica, yep! E la scuola... argh, sì, assilla tutti! Maledetta... alla prossima, baci!
blinka: vedi di far tornare l'ispirazione, dear, perchè sai che ci sono tante fanreaders pronte a tagliarti la testa, no? Ahah, dai scherzo (ma non troppo...). Grazie per il commento, spero di aver aggiornato abbastanza in fretta! Kisses, hunny, a presto!
Isult: dai che un pò di Brian l'ho messo... ahah... tantissime grazie, davvero! E Matt... ... lascio in sospeso, per ora... XD grazie ancora, dear, alla prossima! Baci
The_death_in_the_nightmare: grazie, grazie, grazieee! Mi lusinghi, davvero, me commossa... ** grazie, davvero, mi fai felice! (io preferirei Ray ubriaco... so io cosa gli farei, eheh... *censured*) A presto! Baci-baci
mcr_girl: ti sei ripresa? Eheh... mille grazie anche a te, spero che la tua curiosità possa placarsi, per ora... XD baci
sakura_kinomoto: a te rispondo sempre per ultima, così deliro un pò... XD Dai, vedi che non ho ritardato molto... mi perdoni?? *me fa gli occhioni da Bambi* Eh no, direi che non puoi girare per l'università in preda a spasmi e tic, nonono. Il Frerard DEVE rimanere, anche se si sono sposati entrambi. FRERARD LIVES! Ho messo un pò più di Ray, in questo capitolo, e penso che penserò un pò di più anche a lui, da adesso, dato che l'avevo un pò messo da parte, il mio Raggio di sole! Ohoh, Ray adesso è tutto mio, yayyy (certo, c'è sempre Christa, ma io non sono gelosa!)!!! Ora passiamo alle cose serie... per quanto riguarda ciò che hai detto sui capitoli di passaggio, hai completamente ragione. Sono proprio quelli in cui metto un pò più di me, cerco di immedesimarmi un pò e di entrare nella mente dei miei personaggi. Ci metto un pò di me, come hai notato. Ad esempio, la famiglia di Frank... lui ha sempre considerato la sua famiglia il suo eroe, e così ho tentato di rendere un pò, ispirandomi alla mia famiglia (numerosa, incasinata, casinista e fantastica). Spero di fare un buon lavoro, yep! I tuoi poemetti, poi, non mi annoiano mai, anzi mi rendono immensamente felice! (Quindi continua così o sarò io a pescarti sotto casa...XD). Grazie infinite, davvero. Bacioni, <33
E con questo vi saluto, ci "vediamo" presto! Kisses, B. |
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Capitolo 24 *** Helena ***
Helena
-Gee...-
-Oh, Frankie, sì...-
Sospiri spezzati si levarono dai due corpi nudi e sudati, mentre i due cuori riprendevano lentamente il loro usuale battito. Frank si accoccolò tra le braccia del suo amante, un piccolo sorriso soddisfatto sulle sue labbra, socchiudendo gli occhi nocciola e beandosi dell'odore del corpo accanto al suo. Odore di uomo, odore di sesso. Odore di Gerard.
Gerard tirò su il lenzuolo, avvolgendo se' stesso e il compagno, stringendo poi Frank al suo petto e prendendo ad accarezzargli dolcemente i capelli castani.
-Gee...-
-Sì, Frankie?-
-Ti amo...-
Gerard sorrise e lo baciò.
-Anche io ti amo-. E insieme scivolarono tra le braccia di Morfeo.
*
Quando Frank aprì gli occhi, Gerard non era più accanto a lui. Controllò l'orologio sul comodino e non si stupì più di tanto nel vedere che segnava ancora le sei del mattino. Da un pò di tempo Gerard si alzava presto, prestissimo, e andava a sedersi fuori, in veranda, con una tazza di caffè fumante in mano. Portava sempre anche le sue sigarette e il quaderno che usava per disegnare o scrivere. E restava lì, in silenzio, ad ascoltare il rumore del vento e del suo cuore, in attesa del momento giusto e del soggetto giusto per poter scrivere.
Era ormai passato un anno dalla loro prima volta insieme, un anno bellissimo, pieno di risa e divertimento, ma anche di problemi. Matt. Sempre lui a polemizzare, sempre lui a contrariare gli altri, sempre lui che sbottava e se ne andava, mollandoli nel bel mezzo delle prove.
Nulla di nuovo, insomma.
Frank si alzò, infilò i jeans che aveva lasciato cadere sul pavimento la sera prima insieme alla sua felpa preferita, quella di The Nightmare Before Christmas, nera con la faccia di Jack stampata sul retro, e una manciata di zucche bianche e arancioni sulle maniche.
Scese di sotto, cercando di fare meno rumore possibile in modo tale da non svegliare gli altri, e filò dritto in cucina per servirsi del caffè. I ragazzi dormivano ancora -erano solo le sei, dopotutto!- e avrebbero continuato a dormire per un bel pezzo ancora, così fece con calma, e dopo un pò uscì nella veranda dove sapeva avrebbe trovato il suo uomo.
Già, il suo uomo. Stavano insieme. Gerard era suo, e lo sarebbe stato sempre.
Lo trovò seduto sullo scalino, la tazza di caffè poggiata per terra accanto a se' e il quaderno in mano. La sigaretta tra le labbra continuava imperterrita il suo percorso, mentre la cenere minacciava ormai di cadere. Ma Gerard non sembrava accorgersene. Era immerso nei suoi pensieri, in quel mondo tutto suo fatto di musica, frasi e colori, il mondo in cui si rifugiava quando aveva bisogno di liberare la mente, quando voleva scrivere.
E quando era in quel piccolo mondo perfetto, Gerard si eclissava.
Lasciava il mondo "normale", si estraniava fino al punto di non sentire neanche i rumori prodotti da ciò che lo circondava. Si immergeva nel suo universo parallelo dove esistevano soltantanto la musica, i sentimenti e i colori.
E Frank pensava che in quei momenti Gerard fosse davvero adorabile.
Rimase immobile sulla soglia, la tazza calda in mano, attento a non fare il minimo rumore per non disturbare il suo amante mentre era alle prese con le sue creazioni. Rimase semplicemente immobile a fissarlo, perchè era proprio in quei momenti che Gerard metteva a nudo la sua anima, che si mostrava per ciò che era realmente.
Un artista. Un'anima al tempo stesso fragile e forte, un'anima creativa.
Frank rimase immobile e in silenzio per un tempo indefinito, per quelli che avrebbero potuto essere secondi ma anche ore. Gerard, intanto, scarabocchiava sul suo quaderno, preso probabilmente dall'ispirazione, e solo quando terminò il suo lavoro alzò gli occhi dal foglio per rilassarsi e accendere un'altra sigaretta, dato che la precedente gli era morta tra le labbra.
Quando si voltò per prendere il pacchetto vide la figura del suo amante sulla soglia, attento, e sorrise dolcemente.
-Da quanto sei qui?- domandò invitando l'altro a sedersi accanto a lui. Frank bevve un sorso di caffè e lo sputò, schifato, nel vaso della pianta più vicina.
-Abbastanza perchè il caffè si sia freddato- rispose prendendo posto sul gradino. Gerard lo attirò a se' e lo baciò, dolcemente.
-Buon giorno- mormorò sulle sue labbra facendogli il solletico con le proprie. Frank rise.
-Che stavi facendo?- domandò, interessato, prendendo una sigaretta dal pacco di Gerard. L'altro accese le due sigarette, lasciò l'accendino nero per terra e prese il block.
-Uno schizzo, in effetti- rispose rigirandosi il quaderno tra le mani. Frank sorrise, incoraggiante.
-Eh, bè... diciamo che ho avuto un'idea- continuò il cantante aprendo il block e mostrando all'altro il disegno che aveva appena abbozzato.
-E' bello, Gee...- Frank lo guardò meglio, -ma perchè hai disegnato un uomo e una donna insanguinati?-
-Ecco... l'idea per il cd è questa, trattare la storia di due amanti, una storia che non vedrà un lieto fine. Potremmo trattarla, con le canzoni, seguendo una specie di percorso delle loro vite. Ma è solo un'idea...-
-E' fantastico, mi piace- lo interruppe Frank porgendogli il quaderno. Gerard sorrise, l'espressione felice mista a sorpresa.
-Davvero?- domandò sottovoce. L'altro annuì vigorosamente.
-Sì, davvero- rispose poco prima di baciarlo.
*
-Vado io!- urlò Mikey dal salotto di casa Way precipitandosi poi ad aprire la porta.
-Ciao nonna!- esclamò, felice, facendo entrare la donna e aiutandola a togliersi il cappotto. Jamia, dietro di lei, sorrise, amabile e dolce come sempre, mentre Frank le correva incontro e l'abbracciava calorosamente. Insieme, i quattro si spostarono in cucina dove trovarono Gerard alle prese con i fornelli e Brian seudto a guardarlo, mentre tratteneva le risate.
-Gee, guarda chi è arrivato!- esclamò Frank sorridendo. Gerard decise che la sua lotta contro il Maledetto Fornello Che Non Voleva Accendersi avrebbe potuto aspettare qualche minuto e così chiuse il gas, sotto gli occhi divertiti di tutti i presenti, e si diresse a salutare gli ospiti, accompagnato dalle risate del suo manager.
Abbracciò Jamia regalandole un bacio e un sorriso, e poi strinse forte sua nonna, baciandola su entrambe le guance.
-E' bello vedervi!- esclamò, -E tu! Smettila di ridere!- disse poi rivolto a Brian, che non riusciva a smettere di pensare alla lotta tra Gerard e il Maledetto Fornello.
-Agli ordini, capo!- rispose il manager, continuando a sorridere. Frank pensò che se avesse continuato in quel modo presto gli sarebbe venuta una paralisi facciale, e allora non avrebbe più potuto smettere di ridere per il resto della sua vita.
-Quando si mangia? Ho fame!- disse Mikey sedendosi a tavola, impaziente.
-Aspettiamo che Ray torni con Christa, Mikes- rispose prontamente Gerard facendo accomodare le due ospiti e servendo un bicchiere di vino per tutti.
Neanche dieci minuti dopo il campanello di casa Way trillò ancora e Frank andò ad aprire, tornando poi con il riccio e la sua ragazza. Dopo i saluti, erano tutti pronti per sedersi a tavola. Tutti tranne uno.
-Mikes, va a chiamare Matt, per favore- disse Gerard, che intanto era riuscito a vincere la sua lotta contro il Maledetto Fornello e aveva riscaldato la fonduta.
-Ma perchè io? Vacci tu!- disse Mikey, scocciato. Lui non aveva la minima intenzione di andare a chiamare quel rompiscatole di Pelissier, proprio non voleva farlo, e non l'avrebbe fatto, no.
-O vai a chiamare Matt o resti senza cena, Micheal James Way. Per non parlare poi della macchina del caffè...-. Negli occhi di Gerard si accese una scintilla inquietante, e non appena la vide Mikey capì che il fratello non stava scherzando. Si alzò e corse di sopra, tornando poco dopo con il batterista, immusonito e scontroso come sempre.
Dopo che Matt ebbe salutato gli ospiti -o meglio, dopo che ebbe rivolto loro qualche grugnito in segno di saluto- presero posto e iniziarono a mangiare, con gran sollievo di Mikey.
La cena trascorse tranquilla, senza troppe tensioni, tra sorrisi e parole gentili. Solo Matt restava in silenzio, chiuso nel suo mondo, estraneo a tutto il resto. D'altronde, che cosa poteva importare a lui della vita di Jamia o di Christa, che gliene fregava se la signora Lee Rush aveva comprato una nuova tovaglia natalizia? Niente, niente di niente.
Quindi tutti diedero una mano a sparecchiare, persino Matt -che fece il minimo indispensabile e andò a rintanarsi in salotto un momento dopo-, e Jamia e Christa si adoperarono per preparare il caffè.
Gerard e Frank avevano intavolato una discussione sulla saga di Harry Potter, e mentre il primo ribatteva la sua tesi ("E' solo un dannatissimo libro per bambini, la classica favola della buonanotte!"), il secondo difendeva i libri a spada tratta ("Non è solo un dannatissimo libro per bambini, Gee! Harry è un libro pieno di psicologia e pezzi di vita reale, con tutti i problemi che un adolescente può affrontare!"). Intanto Brian, Mikey e Ray avevano praticamente le scatole piene di quella discussione ("Sì, perchè un adolescente normale affronta draghi e fa magie, vero?" "Zitto, non capisci niente!"), e preferivano parlare di musica, di artisti e di band, cose piuttosto normali.
Ray ogni tanto si voltava a guardare la sua ragazza, quella brunetta dolce e simpatica, e si incantava a fissare ogni suo movimento, mentre preparava tranquillamente il caffè e chiaccherava placidamente con Jamia.
Quando il caffè fu pronto presero tutti posto in salotto, dove sorseggiarono il liquido caldo conversando e chiaccherando del più e del meno, fino a che l'ora fu tarda e arrivò il momento di andare a casa.
Ray uscì per primo insieme a Christa, per riaccompagnarla a casa. Frank e Jamia li seguirono, preferendo però fare due passi e dedicandosi del tempo per parlare e raccontarsi tutto quello che avevano fatto durante il periodo che avevano trascorso separati. Infine Gerard si offrì di accompagnare sua nonna a casa, anche perchè Mikey era un pò troppo ubriaco per farlo. Il vino aveva un certo effetto, su suo fratello.
Lasciò Brian, Matt e Mikes a casa, e salì in auto per arrivare fino a casa di Elena. Durante il tragitto parlarono molto, nonna e nipote, soprattutto dei progetti di Gerard per il futuro, progetti che comprendevano la musica e un nuovo album.
Quando l'auto si fermò di fronte quella casetta graziosa, Gerard notò che le luci erano accese.
-Aspetta in macchina, vado a controllare che sia tutto a posto- disse alla donna, che annuì e si slacciò placidamente la cintura di sicurezza. Quando Gerard arrivò davanti la porta e provò ad aprirla la trovò chiusa a chiave e la aprì, addentrandosi piano e senza fare rumore. Dopo un giro veloce e infruttuoso, fece cenno a sua nonna di raggiungerlo.
-Non c'è nessuno, devi aver dimenticato le luci accese- le disse quando furono entrambi dentro casa. Lei annuì.
-E' possibile, Gerard. Ero uscita prima che Jamia venisse a prendermi, avrò fatto in fretta e sicuramente ho dimenticato di spegnerle-
-E dov'è che eri andata, tu?- domandò allora il ragazzo con fare scherzoso. Ma quando incontrò gli occhi della donna il suo sorriso si spense all'istante.
-Gerard, devo dirti una cosa...-
*
-Ma dove diavolo è finito?! Io lo ammazzo! Non risponde neanche al cellulare!-
-Calmati Frank, vedrai che è tutto a posto- intervenne Brian, tentando di fermare il fiume di parole miste a insulti che fuoriusciva dalla bocca del chitarrista. Mikey era immobile, seduto sul divano, e la scena gli sembrava solo un terribile dejà-vu. Matt era in piedi, l'aria piuttosto calma, o forse era solo indifferente, mentre Frank camminava su e giù per la stanza, nervoso, irrequieto.
-Era tranquillo, era calmo, era qui! E ora non si sa più dove diavolo si sia andato a cacciare!- urlò ancora in evidente stato di agitazione. Ray non disse nulla, si limitò a guardarlo con aria pensierosa.
-Vedrai che è tutto a posto!- ripetè Brian dando a Frank una pacca sulla spalla. Ma non bastò a calmarlo.
-Può darsi che sia ancora a casa di mia nonna...- disse allora Mikey con tono poco convinto, e lo ripetè come a voler convincere se' stesso e gli altri.
-Vedi, Mikey ha ragione. Potrebbe essere ancora dalla signora Lee Rush-
-E allora perchè non la chiamiamo?- sbottò Frank che, quando ricevette sguardi e occhiate titubanti, riprese a parlare.
-Ve lo dico io perchè non la chiamiamo! Non la chiamiamo perchè Gerard potrebbe anche non essere lì!-
In quel momento si udì il rumore di chiavi nella toppa, e la porta si aprì e si richiuse dolcemente. Tutti attesero.
E Gerard fece capolino dalla porta del salotto, e li guardò tutti, uno per uno. Sembrava stanco.
-Ciao ragazzi... come mai ancora in piedi?- domandò solamente, la voce bassa. Brian e Mikey sospirarono di sollievo, mentre Frank gli si lanciava addosso e lo abbracciava violentemente.
-Non fare mai più una cosa del genere, Gerard, mi hai capito?! Ci hai fatto preoccupare, tutti quanti! Perchè avevi il cellulare spento? Dove sei stato? Che cosa hai fatto fino a quest'ora? Perchè non hai chiamato per avvertire che ritardavi?-
Gerard rimase attonito, con Frank tra le braccia, in silenzio. Se lo scrollò gentilmente di dosso e rispose pacatamente alle sue domande, mentre gli altri andavano a dormire.
*
L'aria fresca del mattino gli solleticava tutte le membra, ma lui non sembrava farci caso. Era seduto sul gradino, una sigaretta accesa in mano e un bloc notes nell'altra. Era stanco, stanchissimo, gli sembrava di avere più di mille anni sulle spalle...
Lasciò che la sua mente vagasse, libera e senza costrizioni, la lasciò andare perchè era giusto così. Perchè solo così poteva sentirsi meglio.
Un movimento alle sue spalle lo distrasse riportandolo al mondo reale, ma non si voltò, sapeva già chi lo aveva raggiunto. Sentì qualcosa sulle spalle -una felpa- e una mano battergli dolcemente.
Ray si sedette accanto a lui, senza dire una parola, e gli porse una tazza di caffè.
Gerard gli fece un cenno con la testa, ma seppe che poteva bastare. Sorseggiò la bevanda calda, non avvertendo però il calore spandersi per il corpo. Aveva freddo.
Continuò a tirare dalla sua sigaretta mentre l'altro ragazzo accanto a lui taceva. Non tentava neanche di sbirciare il quaderno.
Allora lui glielo porse, senza aspettarsi nulla in cambio, non una reazione, non una domanda su cosa fosse accaduto. E infatti così fu.
Ray lesse la pagina piena della calligrafia adesso poco ordinata e tremolante. Gli restituì il quaderno senza alcuna particolare espressione, solo, forse, un'ombra di preoccupazione sul suo viso chiaro.
Gerard schiacciò la sigaretta ormai finita sotto la scarpa, sorseggiò ancora il caffè e prese una nuova sigaretta.
-E' lei...- disse piano, la voce che tremava come tutto il suo corpo. Ray rimase in silenzio e attese.
-Sta male...- continuò l'altro mentre una piccola lacrima d'argento scendeva a bagnargli una guancia.
-Sta male e io non posso fare niente per lei...-. Tirò ancora una boccata dalla sigaretta, rigettando il fumo in una striscia insicura e tremula mentre una sfumatura chiara faceva capolino nel cielo scuro.
-Mikey lo sa?- chiese a un certo punto il riccio, sussurrando quasi non gli sembrasse giusto parlare in un'occasione tanto triste in cui lui era solo un intruso. Gerard scosse piano la testa, lasciandosi sfuggire un'altra piccola perla in cui era racchiuso tutto il suo dolore.
-Ho paura, Ray...- sussurrò poi, avvicinandosi di più all'amico e lasciando che questi lo abbracciasse.
E allora pianse, lasciò che le lacrime gli inondassero completamente il viso e che il dolore fluisse fuori dal suo corpo, lontano dal suo cuore. Pianse come un bambino, pianse perchè sapeva che era l'unica cosa che gli fosse rimasta in quel momento, pianse per non sentire quella vocina dentro la sua testa che continuava a ripetergli che sarebbe rimasto solo.
-Ray, voglio che mi aiuti con questa canzone...- disse Gerard dopo che ebbe abbandonato il calore delle braccia dell'amico. Accese ancora un'altra sigaretta, sotto lo sguardo attento del suo chitarrista.
Ray, dal canto suo, annuì.
-Non adesso, però, devi scrivere- mormorò prima di alzarsi e rientrare in casa.
Gerard rimase a guardare la porta chiusa per qualche istante, pensando che avrebbe voluto lavorare alla musica di quella canzone in quello stesso istante. Poi però rilesse il testo, la bozza che aveva scritto.
Ray lo conosceva meglio di se' stesso.
Pensò a sua nonna, pensò a quello che provava per lei.
Pensò a quante volte gli era stata vicina, a quante volte lo aveva aiutato a rialzarsi dopo una brutta caduta.
E in ognuno di quei momenti lei era lì con lui, ogni volta che cadeva, e tentava di tirarlo su dicendogli che le stelle non dovevano cadere e piangere, perchè le stelle sono troppo belle e luminose per spegnersi così... e lei stessa piangeva, in quei momenti. E allora lui smetteva di piangere solo per non vedere i suoi occhi farsi tristi e lucidi.
When every star falls, brought you to tears again...
-Non volevo farti piangere... non volevo farti soffrire... e non voglio andare avanti senza di te. Posso provarci, posso provare ad andare avanti, ma sapere che mi lascerai da solo è come una spada nel cuore...- mormorò tristemente, come se lei fosse lì e potesse sentirlo.
Like a blade you stain... well I've been holding on tonight...
Gli aveva sempre detto che la morte non è la cosa peggiore, sua nonna. Gli aveva sempre detto che se una persona muore questo non vuol dire che ci lasci per sempre. Gli aveva sempre detto che, quando qualcuno muore, resta a vegliare su di noi, fino al momento in cui lo si incontrerà di nuovo.
Ma quanto di questo era vero?
Se lei se ne fosse andata sarebbe rimasta a vegliare su di lui? Avrebbe continuato ad ascoltarlo, a stargli accanto?
Can you hear me? Are you near me?
Come poteva sapere che se lei lo avesse lasciato avrebbe continuato ad amarlo? Come poteva sapere se si sarebbero incontrati di nuovo?
Can we pretend to leave and then, we'll meet again...
Non poteva saperlo. Semplicemente non poteva. Non poteva essere sicuro.
L'unica sua certezza, al momento, era che lei lo avrebbe lasciato solo.
***
Fiuuu, che fatica! Finalmente riesco a postare... questo capitolo mi ha fatto sudare parecchio...
Spero di non aver combinato una cazzata... spetta a voi decidere...
SadSong: ecco qualche cosa in più su mrs Lee Rush... eh, anche se questa finisce io continuo a scrivere (devo soprattutto continuare l'altra long-fic... è abbastanza impegnativa! XD). Grazie mille, baci
mcr_girl: oddio, addirittura un mito...wow, me felice! ** grazie per i complimenti, sei sempre gentilissima! un bacio
Isult: eh, cara, Ray è il mio Raggio di Sole, dovresti saperlo! Per me lui è dio u__u comunque...mi dispiace di aver aggiornato così in ritardo *me si sta ancora fustigando*, ma la scuola mi porta via tantissimo tempo... grazie mille, se un tesoro! baci, alla prossima
The_death_in_the_nightmare: grazie, grazie, grazie! Non finirò mai di prostrarmi ai piedi di chi, come te, apprezza quello che scrivo e mi riempie di complimenti! ** ancora tantissime grazie, e spero che anche questo capitolo ti piaccia!
sakura_kinomoto: spero che i tic non ti siano tornati... chiedo perdono per il mio immenso ritardo, ma la scuola stressa, e questi capitoli sono abbastanza impegnativi, e non vorrei che venissero fuori male... mi fa davvero un piacere immenso sapere che questa storia riesce a emozionarti tanto, che i personaggi ti piacciono, che la trama non ti sembri banale, e che ti piaccia soprattutto il modo in cui rendo le parti introspettive, perchè per me sono le più difficili. Spero di continuare a fare un buon lavoro. Mi fa molto piacere anche il tuo commento sul dialogo tra Gerard e sua nonna, perchè sinceramente non credevo di essere riuscita a renderlo al meglio (e tranquilla, hai spiegato benissimo quello che intendevi dire! XD). Ma si sa, ogni scrittore non è mai pienamente convinto di ciò che scrive... quindi grazie mille, ogni tua recensione mi lascia con un sorriso sulle labbra e mi fa apprezzare un pò di più quello che scrivo... XD spero che continuerai a seguirmi anche dopo la fine di questa fic (tra l'altro, mi farebbe piacere se leggessi "Every rose has its thorn", che a mio parere ha uno stile migliore di questa... xD sempre se puoi/vuoi etc...), perchè mi dispiacerebbe perdere una lettrice come te, e tutte le tue recensioni complete e analitiche! XD Ora vado, che ho sproloquiato troppo... xD
Buona notte a tutti e grazie infinitamente per il supporto che mi date. B. |
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Capitolo 25 *** Three cheers ***
Three cheers
-Vieni qui...-. Gerard guardò il suo ragazzo e gli fece cenno di avvicinarsi.
Erano in sala di registrazione, in attesa degli altri componenti della band, palesemente in ritardo. Quel giorno avrebbero dovuto registrare l'undicesima traccia del loro secondo cd, ed erano, ovviamente, eccitati e felici.
Three cheers for a sweet revenge, il loro secondo successo.
La Parental Advisory ne aveva comprato i diritti, con la promessa di lanciarli -e per bene- in tutto il mondo.
Three cheers for a sweet revenge, la piccola, personale vendetta di Gerard Way sul mondo intero.
La sua vendetta e rivalsa su tutti quei ragazzi che a scuola lo avevano preso in giro e umiliato.
La sua vendetta su tutti quelli che pensavano che non ce l'avrebbe fatta, che non sarebbe riuscito a liberarsi dell'alcool e della droga.
La sua vendetta su quelli che pensavano fosse un fallito, solo uno in mezzo a tanti, solo un perdente tra gli altri, vincenti.
La sua vendetta su quelli che avevano criticato la sua omosessualità, che l'avevano condannata come peccato, puntando il dito ed elargendo giudizi da ipocriti perbenisti.
La sua vendetta sul mondo che tanto aveva odiato ma in cui era costretto a vivere.
E la sua rivalsa. Il suo rialzarsi dopo una brutta caduta e dimostrare al mondo il vero valore e la vera forza di Gerard Way. E non ce l'avrebbe mai fatta senza Frank.
Non sarebbe mai riuscito a rialzarsi se Frank non gli avesse teso la sua mano.
Non avrebbe mai potuto ricominciare a vivere se Frank non fosse stato accanto a lui.
Frank era stato la Speranza, la sua piccola, personale Speranza in un mondo migliore, in una vita migliore.
Frank era stato la Luce da seguire, quella Luce che ridona la vita a chi l'ha smarrita.
Frank era diventato la sua Vita. L'ossigeno nella sua aria.
-Che c'è, Gee?-. E ora Frank gli era di fronte, bello come non mai, dolce come solo lui poteva essere, radioso quasi più del sole.
Gerard rimase qualche istante in silenzio a guardarlo, contemplando quel dono che Dio o chi per lui gli aveva mandato. Chiunque fosse stato, Gerard non avrebbe mai potuto ringraziarlo abbastanza.
Frank lo guardò, in attesa, e Gerard non potè fare altro che sorridere. Gli poggiò delicatamente un dito sulle labbra, intimandogli di tacere, e lo fece sedere accanto a se'. Prese la sua mano e se la poggiò sul petto, proprio all'altezza del cuore, e lo guardò.
-E' per te che sta battendo adesso, è solo grazie a te che batte ancora...- mormorò Gerard chiudendo gli occhi e ascoltando i loro cuori che battevano all'unisono come due tamburi sincronizzati. Poteva sentire il cuore di Frank anche attraverso la pelle e i vestiti, anche senza toccare il suo corpo, poteva sentirlo chiaro e forte, perchè batteva per lui.
Frank non disse nulla, ma si sporse per baciare il suo amante.
Sapeva cosa Gerard volesse dire, lo capiva benissimo. Ed era la stessa sensazione che provava lui.
Il suo cuore batteva per Gerard, la sua intera vita ruotava attorno a lui, ed era solo quando lo aveva conosciuto che aveva iniziato a vivere davvero.
Nel momento esatto in cui aveva incontrato i suoi occhi il suo cuore aveva iniziato a battere all'impazzata, vivo per la prima volta. Aveva sofferto quando non poteva averlo, quando sapeva che il suo cuore apparteneva a un altro uomo, quando l'unica cosa che poteva fare era stargli accanto e prestargli una spalla su cui poter piangere.
Aveva sofferto quando Gerard soffriva, quando l'alc ool e la droga lo consumavano lentamente, quando la sua vita era sull'orlo di un burrone e lui non sapeva se avrebbe potuto farcela.
Grazie a Gerard aveva conosciuto il dolore e la sofferenza, e grazie a Gerard aveva conosciuto l'amore.
Senza di lui la sua vita sarebbe stata vuota, inutile, senza senso. Ma con lui era diverso. Nonostante avessero sofferto, erano stati felici. Avevano vissuto ogni istante come fosse il primo, o l'ultimo, e non si erano persi niente.
Insieme vivevano.
-Hey, ragazzi, basta smancerie, è ora di mettersi al lavoro!-
La voce di Brian li riportò al mondo reale, a quella stanza dove avrebbero dovuto registrare.
Aprirono gli occhi ma rimasero vicini, abbracciandosi, dedicando agli altri sguardi felici e un pò imbarazzati.
-Già, al lavoro...- mormorò Gerard, alzandosi e separandosi controvoglia da Frank.
Quel giorno, toccava a lui registrare. Aggiunta la voce, la canzone sarebbe stata pronta. Allora amen, finita questa sarebbe stato libero per un pò. Libero di stare con il suo Frank.
Prese posto in studio, davanti al microfono, e mise le cuffie con le quali avrebbe sentito la registrazione degli strumenti. Attese che gli altri si fossero sistemati nell'altra stanza, e allora Brian gli diede il via, sedendosi accanto ad Howard Benson -il loro nuovo produttore- mentre Gerard iniziava a cantare.
*
Dei colpi alla porta lo distrassero dalle sue riflessioni. Si alzò lentamente dal letto e andò ad aprire.
-Ray, ciao-
-Mi fai entrare?-
-Sicuro-. Quindi si fece di lato per farlo passare e dopo aver chiuso la porta tornò a sedersi sul letto. Si accese una sigaretta e attese che l'altro parlasse.
-Gerard, volevo parlarti- esordì il chitarrista con tono serio, guardando l'amico, quasi analizzando i particolari del suo viso. Gerard espirò il fumo e sorrise.
-Certo, altrimenti non saresti qui- disse tirando ancora dalla sigaretta, -c'è qualche problema?-
Ray lo guardò, pensieroso.
-In effetti sì. Dimmi che ti succede-. Gerard spalancò gli occhi per chiuderli un istante dopo. Quando li riaprì era il solito Gerard di sempre, con un sorrisetto sarcastico stampato sul volto e una sigaretta tra le dita.
-A me? Proprio un bel niente, amico. Tutto assolutamente normale-
-Smettila. Potrai anche darla a bere agli altri, ma non puoi fregare me- Ray si avvicinò all'amico e si sedette sul letto, -smettila di raccontare balle, Gee. Dimmi che ti prende, per favore-
Gerard si alzò dal letto, allontanandosi dall'altro ragazzo, e prese invece posto alla scrivania, dove spense la sigaretta ormai finita nel portacenere. I suoi occhi rimasero bassi per un istante, ma quando li puntò sul volto dell'amico sembravano lanciare fuoco e scintille.
-Ti ho detto che non ho niente- disse alzando le spalle. Ray, dal canto suo, continuò a guardarlo in attesa della vera risposta. Sapeva che Gerard gli stava raccontando balle, lo capiva subito quando mentiva. E poi, era da un pò di tempo che il suo cantante era diverso, cambiato. Strano.
Certo, a un'occhiata superficiale nessuno avrebbe notato la differenza. Ma lui non si limitava a guardare superficialmente, se si trattava dei suoi compagni di band. Riusciva quasi a vedere quella maschera che Gerard si stava costruendo, giorno dopo giorno. Vedeva che i suoi occhi erano velati ogni momento di più, per non far capire a nessuno come si sentisse in realtà. Vedeva quel sorriso apparentemente sincero sulle sue labbra non estendersi mai agli occhi. Vedeva che Gerard soffriva.
Ma non poteva far niente per lui, a meno che non fosse lui stesso a chiedergli aiuto.
Ed era straziante vederlo in quello stato, quasi peggio di quando prendeva droga ed era ogni giorno ubriaco. Era straziante intuire che qualcosa non andava e non poter fare niente, dover restare con le mani in mano a guardare quell'inesorabile e tremendo cambiamento.
E ancora più straziante era che nessuno, oltre lui, se ne fosse accorto.
Matt era la persona più odiosa del mondo con la capacità emotiva di una gallina, di certo non pensava molto a come potessero stare gli altri. Il fatto che stessero incidendo, poi, concentrava i suoi pensieri solo sulla musica e sul successo. Per non parlare del fatto che era l'ex fidanzato di Gerard, e per nulla al mondo l'avrebbe più guardato, osservato, o capito come prima. Non che prima ci riuscisse, comunque.
Mikey. Il caro piccolo Mikey era felice e distrutto allo stesso tempo. Si trovava sul confine sottile tra inferno e paradiso, e un solo soffio di vento l'avrebbe fatto precipitare, presumibilmente nel posto più caldo. La storia del cd lo mandava in estasi, lo riempiva di gioia e orgoglio. Ma la malattia di sua nonna gli impediva di godersi ognuna di quelle sensazioni. Da quando aveva scoperto di quella malattia, era cambiato. Stava soffrendo, ma almeno lui lo dava a vedere. Non faceva finta di essere forte, non sarebbe stato sensato. Mikey sapeva di star male e non si faceva problemi a parlarne. Si sfogava con loro, con i suoi amici, e sapeva che questo lo avrebbe aiutato a stare meglio.
E Frank... Frank era semplicemente ingenuo come un bambino, e la sua ingenuità gli permetteva di credere a qualsiasi cosa. E se si trattava di Gerard, Frank credeva a ogni sua parola. Perfino se gli avesse detto che gli unicorni esistono, che le fate e i folletti sono reali, Frank sarebbe stato disposto a credergli. Perchè Gerard non avrebbe mai potuto mentirgli. Ma Frank non conosceva ancora bene la natura cangiante di Gerard.
Pur di nascondere il dolore Gerard sarebbe stato disposto a tutto. A fingere per il resto della sua vita, a fingere con i suoi amici, con la sua famiglia, con il suo ragazzo... perchè se Gerard soffriva, allora si rintanava in se' stesso e lasciava tutti fuori; si chiudeva da solo con il suo dolore e cercava di metabolizzarlo, di affrontarlo. E alla fine non riusciva.
E Ray sapeva che quello che aveva davanti non era Gerard, era solo una maschera ben costruita per impedire a chiunque di violare la sua sofferenza.
E Gerard era un bravo attore.
-Gerard, perdio, smettila! Io lo so, so come ti senti, so che stai soffrendo. E so che parlarne ti farebbe bene. Guarda Mikey! Lui condivide il dolore perchè sa che se lo tenesse per se' impazzirebbe-. Gli occhi del cantante dardeggiarono, minacciosi, e il suo volto divenne una maschera di cera, immobile, impenetrabile.
-Se sei venuto per farmi la predica puoi anche andartene-. Ray lo guardò un istante. Gerard non gli avrebbe mai parlato così. Il vero Gerard non l'avrebbe fatto. Sarebbe stato un pò ostico, è vero, ma avrebbe parlato con lui, come era capitato in passato.
-Gerard, ti prego... non mandare tutto a puttane, di nuovo...- mormorò allora il chitarrista, uscendo dalla stanza e chiudendosi la porta alle spalle.
*
Era in ritardo, era maledettamente in ritardo e Brian l'avrebbe scuoiato vivo, ne era certo. Quel giorno toccava a lui registrare, ed era in ritardo. E in più aveva mal di testa. Correre in preda al mal di testa non è proprio il massimo.
Varcò velocemente le porte della casa discografica, e per poco non sbattè addosso a un ragazzo che portava il caffè, ma non c'era tempo per preoccuparsene. L'unica cosa importante era arrivare in studio entro cinque minuti, o Brian avrebbe mutilato il suo corpo e poi l'avrebbe dato in pasto ai pesci. Pescecani, per di più.
Corse all'ascensore e premette il pulsante, ma quando guardò bene vide che era ancora al quinto piano, e stava facendo fermate dappertutto. Non c'era tempo per aspettarlo. Tre piani di scale non erano poi troppi, in fondo.
E allora decise di prendere le scale. Le imboccò a tutta velocità, facendo volare molte carte che qualcuno teneva in mano. Non si curò neanche di ascoltare gli insulti che gli venivano rivolti, tanto se fosse morto non gli avrebbero cambiato poi la vita. Se invece si fosse salvato, avrebbe successivamente chiesto scusa al poveretto che aveva quasi investito.
Quando salì l'ultimo gradino e imboccò il corridoio del terzo piano era affannato e quasi certo di star per morire d'infarto, e sinceramente non poteva permetterselo. Certo, però, che morire d'infarto sarebbe stato meglio che morire per mano di Brian.
La porta della sala di registrazione era vicina, doveva solo correre per un altro paio di corridoi e poi sarebbe arrivato, ce l'aveva quasi fatta. Quasi. Mancava poco, pochissimo, solo un corridoio...
SBAM!
E certo, era ovvio. Come avrebbe potuto arrivare sano e salvo senza imprevisti così catastrofici? Sarebbe stato impossibile, avrebbe dovuto aspettarselo.
-Ma tu guarda che idiota! Guarda dove metti i piedi, tu!-. Un ragazzo dal'aria molto trasandata, coi capelli castani in disordine gli urlò contro, alzandosi in piedi.
-Scusa, mi dispiace, è che sono maledettamente in ritardo e vorrei vivere almeno fino a vedere l'album pubblicato, sai com'è...-. Così dicendo Gerard si alzò in piedi, e con un ultimo sguardo al ragazzo corse via, urlandogli ancora le sue scuse e salutandolo con la mano.
Quando varcò la soglia, trovò Brian ad aspettarlo. Un Brian molto incazzato, a dir la verità.
*
Erano tutti seduti in una piccola saletta, e aspettavano. Mikey si torturava le dita, in preda all'ansia. Matt guardava fuori dalla finestra, senza in realtà vedere nulla. Ray stava seduto in silenzio, e di tanto in tanto gettava un'occhiata a Gerard, tentando di capire cosa gli passasse per la testa in quel momento.
Gerard, dal canto suo, era seduto accanto a Frank, e gli stringeva dolcemente la mano. Gli parlava all'orecchio e sorrideva, sorridevano insieme, innamorati, felici.
Ma Gerard era un bravo attore, già. Il sorriso sulle sue labbra poteva essere convincente, certo, ma se si guardavano i suoi occhi li si poteva vedere tristi e vuoti, sofferenti.
Ray continuava a chiedersi per quanto Gerard sarebbe riuscito a mandare avanti quella commedia, prima di crollare del tutto, prima di cedere e lasciarsi andare a quel dolore sordo che gli attanagliava il petto e gli bloccava il respiro.
-Allora, ragazzi...- disse Brian, entrando al'improvviso nella stanza. Si alzarono tutti in piedi e lo guardarono, in trepidante attesa. Era il momento. Il momento di vedere, finalmente, il frutto del loro duro lavoro.
Howard Benson apparve subito dietro Brian, e sorrise, raggiante.
Ce l'avevano fatta.
Brian tirò fuori le mani da dietro la schiena, e tra esse stringeva cinque copie del loro cd. Ne diede una a ognuno e tutti iniziarono a guardarle, meravigliati dal loro stesso lavoro.
I disegni di Gerard stavano in copertina, anteriore e posteriore; nel booklet c'erano le loro foto e i testi delle canzoni. Era proprio un bel lavoro.
-E' fantastico!- trillò Frank, saltando addosso a Gerard e baciandolo violentemente. Mikey e Brian risero.
-Be', dovremmo fare uscire più spesso nostri cd, se è questa la tua reazione...- fece Gerard, malizioso, mentre Frank iniziava a prendere uno squisito colorito rossastro.
-Allora, congratulazioni, ragazzi! Ce l'avete fatta-. Brian si complimentò con ognuno di loro, dedicando a Matt solo una stretta di mano e abbracciando tutti gli altri. Erano i suoi ragazzi, ed erano forti. Avrebbero sfondato nel mondo della musica e avrebbero davvero dimostrato a tutti quanto valevano.
-E adesso?- chiese poco dopo Mikey, insicuro su cosa li aspettasse. Brian sorrise.
-Be', direi che vi siete meritati un pò di riposo- disse, ammiccando. Frank saltò giù dal grembo del suo ragazzo e iniziò a saltellare per la stanza, felice ed entusiasta di tornare finalmente a casa, e guadagnandosi occhiatacce dal batterista. Ma in quel momento poco gli importava, avevano finito di lavorare e tornavano a casa. E in più, era innamorato, e avrebbe avuto più tempo da passare con Gerard. Cosa poteva volere di più, in quel momento?
-Adesso si festeggia!- disse Gerard, esibendo un sorriso smagliante. Quando il suo sguardo incontrò quello di Ray, però, quel sorriso traballò sul suo volto, per poi tornare saldo qualche secondo dopo. Non avrebbe rovinato la felicità dei suoi amici e del suo ragazzo, non l'avrebbe fatto solo perchè in quel momento aveva qualche problema.
Loro erano felici, e se lo meritavano davvero. Ci sarebbe stato tempo, dopo, per i problemi. Adesso si doveva solo festeggiare.
***
Innanzitutto, chiedo immensamente perdono per questo assurdo, tremendo, imperdonabile (ma vi prego, perdonatemi!) ritardo. Lo so, sono meschina, stupida, cattiva, bastarda e quant'altro, perchè avrei dovuto aggiornare un bel pò di tempo fa e non l'ho fatto. A mia discolpa posso dire che gli ultimi mesi di scuola sono stati molto impegnativi, e che in quel periodo non sono riuscita a scrivere nulla. Poi, durante gli esami, è stato ancora peggio. Se anche volevo scrivere, per scaricare un pò la tensione, non ci riuscivo, perchè la mia piccola testolina era occupata solo dalle materie scolastiche e dall'ansia. Per fortuna, gli esami sono finiti e sono davvero libera. Era da un pò che cercavo di scrivere questo capitolo, ma purtroppo non voleva saperne di uscire, così mi ritrovo ad averlo completato solo adesso. Mi dispiace!!! Ma adesso sono qui, con un nuovo capitolo e con tanti (forse troppi xD) sproloqui... tutto come al solito, insomma!
sakura_kinomoto: mi dispiace per l'attesa, dear, ma spero ne sia valsa la pena! (almeno eri preparata, sapevi che avrei aggiornato presto xD) Le tue recensioni mi sono state molto utili, voglio che tu lo sappia. Ogni tanto tendo a lasciare da parte qualche personaggio che considero importante, lo faccio senza volerlo, perchè magari concentro la storia su altri personaggi. Ma le tue recensioni mi fanno "riprendere" e così corro a controllare i casini che combino, per poi tornare a dare il giusto spazio a ognuno dei personaggi, senza trascurarne nessuno. Quindi, Grazie! Mi fa un immenso piacere sapere che le parti introspettive sono le tue preferite, davvero, e non mi stancherò mai di ripeterlo, perchè sono sul serio quelle più difficili. Ma il tuo entusiasmo mi fa capire, ogni volta, di aver fatto un buon lavoro. Quindi, grazie anche per questo. La preoccupazione di Frank nello scorso capitolo, poi, mi serviva a darvi davvero dei flashback di quelli passati, per non farvi dimenticare cosa è successo, e come è iniziata e si è evoluta la storia (oddio, vi faccio pensare quello che voglio! aiuto! peggio del Big Brother! xD). Quindi, grazie della recensione, e grazie perchè continui a seguirmi nei miei progetti pazzoidi. Alla prossima *delirante* conversazione, caVa! Kisses!
jessromance: grazie mille dei complimenti, e sono felicissima che tu abbia commentato, subito dopo esserti registrata! Davvero, grazie!!! Spero che anche questo capitolo ti piaccia! Baci
Isult: essì, è un periodo duro per i fratelli Way, come si evince anche da questo capitolo, ma vedrai, passerà tutto! Dopotutto, loro sono forti! ^_^ Grazie mille dei complimenti, e adesso spero di poter aggiornare un pò più frequentemente (anche se ci sono le pratiche per l'università in mezzo...xD)! Grazie ancora, alla prossima! Bacioni
Sad Song: ehi, tranquilla... la fanfiction non è finita e io sono ancora qui (a intervalli di tempo ignobili, è vero, ma ci sono u__u)! Ho ancora qualche altro capitolo in serbo per voi, non preoccuparti, ci sono ancora tante altre cose da dire! Spero che qusto capitolo ti piaccia, really. Alla prossima, baci!!!
Will91: intanto, devo ringraziarti per aver letto questa storia in due pesanti blocchi, hai fegato, ragazza! Grazie per il supporto, e grazie per il commento, che giunge sempre più che gradito! xD Ti è piaciuto il particolare della fossetta sulla guancia di nonna e nipote? *adorante* Dear, tu sei... sei... occhei, non trovo l'aggettivo adatto, ma sappi che ti adoro! ** Ray e Gerard sono davvero bestest friends, non è una tua impressione. E' che stanno bene così, secondo me. E poi ci sono delle foto che mi hanno ispirato questa amicizia profonda e sincera, e be', forse è così o forse no, ma per me saranno sempre migliori amici! *love mode on* il momento della composizione...spero che ti sia piaciuto quello di Demolition, perchè finora è l'unico più attenzionato. Ma chissà, per il futuro... xD E poi, oddio... tra i tuoi preferiti... tra i tuoi preferiti... *sviene* dear, è un onore ** Quindi, in definitiva, ti ringrazio di tutto, e soprattutto di essere la mia beta, perchè ne ho bisogno, e avrò sempre bisogno di te! Grazie infinite, ti adoro! hugs da e per tutti xD |
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