Dreams and Nightmares

di Lockheed
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Harry - 1982 ***
Capitolo 2: *** Ron - 1986 ***
Capitolo 3: *** Neville – 1994 ***
Capitolo 4: *** Luna – 1993 ***
Capitolo 5: *** Harry – 1996 ***
Capitolo 6: *** Hermione – 1985 ***
Capitolo 7: *** Petunia – 1971 ***
Capitolo 8: *** Harry – 1984 ***
Capitolo 9: *** Bellatrix – 1986 ***
Capitolo 10: *** Ginny – 1993 ***
Capitolo 11: *** Draco – 1997 ***
Capitolo 12: *** Piton – 1977 ***
Capitolo 13: *** Lupin – 1975 ***
Capitolo 14: *** Arthur - 1980 ***
Capitolo 15: *** Merope -1927 ***
Capitolo 16: *** Tom Riddle – 1938 ***
Capitolo 17: *** Lupin – 1997 ***
Capitolo 18: *** Hagrid – 1944 ***
Capitolo 19: *** Sirius – 1982 ***
Capitolo 20: *** Alice – 1991 ***
Capitolo 21: *** Draco – 1996 ***
Capitolo 22: *** Minus - 1981 ***
Capitolo 23: *** Percy - 1996 ***
Capitolo 24: *** Silente - 1995 ***
Capitolo 25: *** Minerva - 1997 ***
Capitolo 26: *** Cho - 1994 ***
Capitolo 27: *** Lily - 1977 ***
Capitolo 28: *** Fenrir - 1968 ***
Capitolo 29: *** Lavanda - 1997 ***
Capitolo 30: *** George - 1997 ***
Capitolo 31: *** Silente - 1996 ***
Capitolo 32: *** Regulus - 1979 ***
Capitolo 33: *** Piton - 1981 ***
Capitolo 34: *** Pansy - 1997 ***
Capitolo 35: *** Narcissa - 1996 ***
Capitolo 36: *** Hermione - 1997 ***
Capitolo 37: *** Neville – 1997 ***
Capitolo 38: *** Luna – 1997 ***



Capitolo 1
*** Harry - 1982 ***


Harry, 1982

Una figura avvolta da un velo leggero si sta avvicinando. Una mano si protende verso la culla.
E’ una mano bella, affusolata, morbida, profumata.
Gli accarezza una guancia, poggiando le dita sulla sua pelle.
Lui allunga le sue mai, vuole vedere il volto di sua madre, vuole sentire il suo profumo.
Afferra il velo e lo tira.
Cade con un movimento dolce, volteggiando.
Un urlo in lontananza, ovattato, quasi silenzioso.
Passano attimi interminabili prima che il velo tocchi il pavimento.
Quando Harry solleva lo sguardo, due gelidi occhi rossi pieni di odio lo stanno fissando.
La mano, quella mano di un bianco perlaceo, preme sulla sua fronte, graffiandola con ferocia.





Nota: l'anno serve a darvi una collocazione spazio temporale per quanto riguarda l'età dei personaggi. ;)
Commentate che mi fate felice! ^^

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Capitolo 2
*** Ron - 1986 ***


Sorrise, prendendo in braccio un vecchio orsacchiotto di peluche.
Non era tanto morbido, e neanche tanto pulito. Però era il suo preferito.
Guardò i due bottoni diversi che aveva per occhi e gli sembrò che gli sorridesse.
Uno spiffero gelido si insinuò sotto la porta della camera. Si voltò, preoccupato.
La luce si era spenta, solo il chiarore della luna filtrava attraverso la finestra.
Un ticchettio leggero sul legno vecchio del pavimento.
Qualcosa di peloso gli toccò una guancia, facendolo sobbalzare.
Con un urlo di terrore, lasciò cadere l’enorme ragno nero che stava stringendo al petto.
Milioni di zampe lo avevano ricoperto, lo bloccavano, voleva correre fuori, ma non riusciva a uscire dalla stanza.
Gridò.

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Capitolo 3
*** Neville – 1994 ***


“Ciao, bel bambino. Chi sei?” mi saluta una voce.
Candida, pura, spensierata, allegra. Infantile.
“…Ciao” rispondo, esitante.
“Come ti chiami?” mi chiede curiosa.
“…Neville” sussurro.
“Che bel nome! Che cosa ci fai qui tutto solo?” mi domanda, sgranando gli occhi stupita.
“Sono…sono solo…venuto a trovarvi”.
La mia voce trema.
Un attimo di silenzio.
Un secondo di attesa interminabile.
Lei si volta, afferra una caramella e la scarta veloce.
Quando si gira di nuovo verso di me, sussulta di sorpresa.
“Ciao!” mi saluta allegra “Chi sei? …Vuoi una caramella?” aggiunge porgendomi l’incarto vuoto.
Lo prendo, lo metto in tasca.
Mi viene da piangere.
Vorrei sparire.

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Capitolo 4
*** Luna – 1993 ***


Camminava, scalza, nei freddi corridoi deserti di Hogwarts.
Era uscita perché doveva cercare qualcosa, ma non ricordava cosa.
Non riusciva proprio a ricordarlo, per quanto quel pensiero continuasse a volteggiare inafferrabile come una farfalla ai limiti della sua mente.
Inciampò in una copia del Cavillo, aperta per terra.
La raccolse, e scoprì che sotto c’erano gli occhiali caleidoscopici.
Se li mise in bilico sulla punta del naso.
C’erano tante porte, davanti a lei.
Tante porte grandi, di legno scuro.
Dagli spiragli usciva del fumo.
Mise le mani sulle maniglie e spinse.
Non si aprì.
Sentì un boato attutito dallo spessore della porta.
Scappò, i passi che rimbombavano nei mille corridoi deserti.

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Capitolo 5
*** Harry – 1996 ***


"Non c'è nessuna che voglio invitare" borbottò Harry, che cercava di pensare a Ginny il meno possibile, nonostante lei continuasse a sbucare nei suoi sogni in modi che gli facevano ringraziare il cielo che Ron non sapesse esrcitare la Legilmanzia...(Harry Potter e il Principe Mezzosangue)



I miei passi rimbombano rapidi sulle fredde mattonelle nere del corridoio.
Il buio è lacerato da lame di luce che filtrano da porte di legno scuro.
Altre porte, altre stanze.
Ma so che non sono quelle le stanze che sto cercando.
Vado verso la porta in fondo. L’ultima, davanti a me.
Ci arrivo correndo, i polmoni in fiamme, il cuore che mi martella il petto.
Sbatto con violenza contro il legno duro, e la porta si apre senza un cigolio.
Mi fermo, stupito.
Sento un profumo buono uscire dalla stanza.
Senza esitazioni, entro.
Dentro è buio e non riesco a distinguere niente.
Avverto una presenza, dietro di me.
Due mani si intrecciano alle mie, la sua voce mi sussurra piano.
“Ti stavo aspettando…”

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Capitolo 6
*** Hermione – 1985 ***


Stava colorando un disegno, i capelli crespi a nasconderle il viso.
La matita blu tremava nella sua mano, i tratti imprecisi sfuggivano dai contorni che delimitavano il lago che aveva disegnato vicino a un grande castello.
“Hermione, prendi la carota!!”
Un oggetto la colpì sulla spalla, e poi cadde a terra, con un tonfo.
Abbassò il capo, ancora di più. Il pugno si strinse intorno al pastello, la punta schiacciata sul foglio si ruppe con uno schiocco secco.
“Hermione! Perché non vuoi la carota? Con i denti da coniglio che ti ritrovi, è il tuo cibo preferito!”
Un altro colpo duro, in testa.
Hermione poggiò il pastello rotto sul tavolo.
Una lacrima silenziosa cadde sul foglio, nel lago, sfumandone i colori.

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Capitolo 7
*** Petunia – 1971 ***


C’era un treno. Un treno grande, rosso e nero, che sbuffava fumo e le metteva un po’ paura.
Vide il volto di sua sorella, gli occhi illuminati da una luce di meravigliato stupore.
Desiderò con tutto il cuore di essere al suo posto. Chiuse gli occhi e strinse i pugni.
Quando li riaprì, si trovava sul treno.
Era circondata da ragazzi come lei, e tutti le parlavano e le facevano domande e lei non aveva neppure il tempo di rispondere.
Sorrise, felice.
Vide un ragazzo dai capelli neri e l’aria un po’ strafottente avvicinarsi a lei.
Lanciò un sorriso radioso anche a lui.
“Ciao!” la salutò “Come ti chiami?”
“Lily” sentì una voce rispondere.
La sua voce.
Si guardò impaurita intorno.
Quella non era lei, quella non era la sua vita.
Chiuse gli occhi.
Quando li riaprì, il grande treno rosso stava sparendo tra dolci volute di fumo bianco.

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Capitolo 8
*** Harry – 1984 ***


"Anche in un sogno che ho fatto c'era una moto" disse Harry ricordando improvvisamente "e volava". (Harry Potter e la Pietra Filosofale)


Un lampo di luce verde.
Un dolore acuto alla testa.
Il silenzio, mentre il sangue pulsa rimbombando.
Poi, le fiamme.
Lingue di fuoco danzano volteggiando, abbracciando le tende, i tappeti, i mobili.
Raggiungono i bordi della culla e Harry le fissa, ipnotizzato.
Allunga le mani, per afferrarle.
Dal fuoco spuntano due mani gigantesche, che piombano su di lui e lo sollevano velocemente.
Spaventato, inizia a piangere, le grida che fendono l’aria.
L’uomo lo stringe al petto, la barba ruvida gli graffia il viso.
Sente il rombo di un tuono e poi l’aria fredda della notte gelargli il respiro.
Alza lo sguardo bagnato di lacrime e vede il volto concentrato dell’uomo, gli occhi umidi, ogni tanto lo sente sussultare.
Sopra di loro, la notte stellata si spalanca nella sua dolcezza.
Harry si addormenta, una mano che stringe una ciocca ispida di barba scura.

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Capitolo 9
*** Bellatrix – 1986 ***


C’erano tre persone, nella stanza buia.
Un uomo e due donne.
Due auror e una mangiamorte.
Con un ghigno di odio, la donna incappucciata mormorò un incantesimo.
Un lampo di luce accecante scaturì dalla bacchetta.
L’uomo si gettò sul corpo della donna, nel tentativo di proteggerla.
Un urlo si dolore straziante, l’uomo si contorceva a terra in preda a convulsioni.
Sorrise, beffarda.
Incrociò per un istante gli occhi della donna.
Vi scorse pietà e compassione, ma non rabbia, né desiderio di vendetta.
Puntò la bacchetta contro di lei.
Non oppose resistenza, i suoi occhi posati sulla sagoma dell’uomo accasciato al suolo tremante.
Non gridò. Il suo corpo sopportò il dolore a lungo.
Dopo un tempo infinito, la donna incappucciata interruppe l’incantesimo.
Incrociò per un istante gli occhi della donna.
Vi scorse pietà e compassione, ma non rabbia, né desiderio di vendetta.

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Capitolo 10
*** Ginny – 1993 ***


Guardò la copertina sgualcita del diario che teneva fra le mani.
La pelle nera che la rivestiva era morbida e liscia.
Aprì il diario, e vide ogni foglio ricoperto dalla sua sottile grafia.
Stupita, fece scorrere le pagine.
Nell’ultima, una scrittura diversa, frettolosa e distratta.
Grazie Ginevra.
Con uno scatto, richiuse il diario e lo buttò per terra.
Cadde e si aprì, in una pagina vuota.
Una lama di luce scaturì dal diario e l’avvolse.
Cadde nel vuoto, poi si schiantò dolorosamente contro il cemento.
La Camera dei Segreti.
Con un gemito di orrore vide Harry, steso scompostamente per terra.
Un sottile filo di sangue colava dalla bocca sul cemento grigio.
Alzò lo sguardo.
Tom Riddle torreggiava su di lui.
Un ghigno d’odio gli sfigurava il volto.



Mi sono resa conto solo ora di non aver mai risposto ai vostri commenti! Quindi, per prima cosa, GRAZIE!!! Perchè se ho continuato (e continuerò) a scriverli è stato soprattutto per merito vostro. Sono così contenta che vi siano piaciute! ^^
Una piccola puntualizzazione su questa FF, ma che vale anche per le altre. Siccome queste drabble raccontano sognie incubi dei personaggi, non sempre rispettano la trama originaria del libro. Cioè, il fatto che una cosa sia accaduta non esclude che qualcuno avrebbe voluto che andasse diversamente (XD ci si capisce in sta frase? E' un pò contorta XD...per farvi un esempio adesso mi viene quello di Piton che avrebbe voluto Lily (almeno secondo la mia visione, anche se non ho letto il settimo quindi non so se lì si spiega qualcosa) ma se l'è fregata James (mwhaha XD) ma avrebbe potuto sognare comunque di baciarla (bleah! XD)).
Vabbè, tanto per specificare, in questo sogno Ginny mostra semplicemente il timore di essere stata la responsabile della morte di Harry, perchè in pratica l'ha consegnato a Voldy. Penso che sia uno dei tanto punti di incontro tra Harry e Ginny. Entrambi sanno cosa vuol dire essere la causa della sofferenza di qualcuno.
Dopo questo papiro e un altro grandissimo GRAZIE, vi lascio continuare la lettura in santa pace! ^^ Un kiss!

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Capitolo 11
*** Draco – 1997 ***


"Credevano che sarei morto, e invece sono qui...e lei è in mio potere...Ho la bacchetta in pugno...Lei è qui, a chiedermi pietà..."
"No, Draco. E' la mia pietà, non la tua, che conta adesso."
(Harry Potter e il Principe Mezzosangue)



C’è un infinito cielo stellato, stanotte.
Non c’è neanche la luna.
Solo le stelle, illuminate da un fioco bagliore.
Il marchio nero.
Il serpente tra le sue faci si contorce, sinuoso.
Lo fissa, sperando di trovarvi coraggio. Sperando di trovarvi determinazione.
Ma la sua mano trema.
Stringe una bacchetta, puntata contro un vecchio.
Sorride, il vecchio. E’ un sorriso dolce.
Ha una mano tesa, il palmo rivolto verso di lui, come se volesse dargli una possibilità.
Di cambiare idea. Di tornare indietro.
Di pentirsi. Di essere perdonato.
Non teme la morte, il vecchio. Non teme l’oscurità. Non teme l’ignoto.
Con la bacchetta puntata, guarda il marchio nero, sperando di trovarvi aiuto.
Quello che trova, è solo paura.

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Capitolo 12
*** Piton – 1977 ***


Stava attraversando un corridoio affollato.
Con uno spintone scostò due ragazze che gli tirarono occhiate cariche di disprezzo.
Le ignorò, sorpassandole velocemente.
Raggiunse il giardino, lo attraversò di fretta, arrivò al lago.
Le placide acque rilucevano della luce del sole, la piovra muoveva languida e annoiata i lunghi tentacoli.
Chiuse gli occhi, inspirando profondamente.
Immaginò la mano calda di lei che gli si posava delicata su una spalla.
Pensò ai suoi occhi chiari che lo guardavano con dolcezza.
I raggi del sole che giocavano tra i suoi capelli.
Riaprì gli occhi, sentendo dei passi.
“Pitocchio, mi faresti la gentile cortesia di deambularti in qualche altro luogo del castello? Ho prenotato questo posto settimane fa.”
La sua voce, con la solita nota strafottente.
Si voltò con uno sguardo carico d’odio.
Intercettò gli occhi compassionevoli della ragazza.
Distolse lo sguardo, e si incamminò lento.
Nella mente, marchiata a fuoco, la pietà degli occhi verdi di lei.

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Capitolo 13
*** Lupin – 1975 ***


Buio e freddo in questa notte silenziosa.
Un lupo corre veloce, le zampe non lasciano orme sull’erba umida di rugiada.
Sta scappando.
Si ferma ansimando, il fiato condensa in nuvole calde.
Un’occhiata alla luna piena.
Poi, di nuovo correre.
Qualcuno lo insegue.
Sente occhi crudeli guardarlo e godere della sua sofferenza.
Ha paura, il lupo.
Paura di quello che diventerebbe se il mostro riuscisse a raggiungerlo.
Paura di ferire, paura di uccidere.
E’ solo.
Si ferma, di colpo, una zampa a mezz’aria.
Davanti a lui la sagoma nera di un albero, i rami pendenti assopiti nella notte.
Corre veloce, adesso, più veloce, sempre più veloce, le sue zampe accarezzano il terreno.
Si infila in un buco tra le radici del tronco, poi un corridoio ammuffito.
Il mostro è fuori, non può entrare, ma non se ne andrà, aspetta paziente.
Il lupo arriva in una stanza malmessa.
Col chiarore della luna vede il polveroso pavimento segnato da orme.
Zampe di cane. Zoccoli di cervo. Unghie di topo.
E’ solo?
No, si è sbagliato.
Non è solo.
Non lo sarà mai.



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Capitolo 14
*** Arthur - 1980 ***


Era il Ministro della Magia.
Aveva una grande chiave dorata, in mano.
La infilò nella toppa, e mentre apriva la camera blindata, si guardò nel riflesso del lucido metallo.
Quasi svenne di fronte allo spettacolo che si trovò di fronte quando la porta si spalancò silenziosa.
Galeoni. Montagne di galeoni scintillanti.
Esultò, saltellando in mezzo alle colonne pericolanti di monete.
Prese un sacco colmo di denaro e lo soppesò.
Era quella la vita che aveva sempre desiderato.
Decise di tornare alla Tana, e in un battito di ciglia arrivò nel giardino.
Entrò in casa, aprendo la porta con la grande chiave dorata.
Un silenzio innaturale lo accolse.
Dov’era Molly? E i ragazzi?
Non c’era neppure il profumo di sugo, anche se era ora di pranzo.
Il silenzio rimbombava, frastornandolo.
Guardò il sacco di monete. Ora, era diventato insopportabilmente pesante.
E quel mantello nuovo gli faceva prurito.
Lasciò cadere il denaro, sciolse il mantello.
Si guardò allo specchio e si vide nei vecchi vestiti rattoppati.
Dietro di lui, il riflesso di Molly gli sorrise dolce.

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Capitolo 15
*** Merope -1927 ***


La casa è vuota.
C’è solo una donna, in un angolo.
Sei tu?
Potresti essere morta, i tuoi occhi sbarrati, la pelle bianca come la neve.
Non un suono che attraversa le mura.
Solo un silenzio opprimente.
Le sue parole.
Rimaste sospese nell’aria un secondo interminabile, poi, svanite rincorrendo la sua ombra.
I suoi occhi. Ti hanno squarciato il cuore. Vorresti poter dimenticare il suo sguardo gelido.
Dov’è andato?
Hai sbagliato, adesso lo sai, ma era l’unico modo.
Maledici il giorno in cui gli diedi la pozione.
Ma a cosa serve ora pensarci?
Lui non c’è, non c’è più.
Se n’è andato.
Ma non ti ha lasciata sola. No.
La tua mano sfiora il grembo, mentre lacrime calde ti bagnano il viso.



Ciao!! Volevo di nuovo ringraziarvi tantissimo per i commenti che mi lasciate, perchè mi fanno davvero piacere! Soprattutto un immenso grazie alle lettrici che hanno la santa pazienza di lasciarmi sempre un commento, davvero non sapete quanto mi rende felice e mi aiuta! ^^
Volevo anche dirtvi, come forse avrete notato, che sto aggiornando un pò di meno. Questo perchè sto lavorando anche a qualche altra ideuzza per altre due ff, e quindi sto dedicando del tempo per organizzarmi per quelle perchè, essendo storie complete, sono più impegnative.
Grazie di tutto, aggiornerò il prima possibile! ^^ Un bacio,
Lockheed

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Capitolo 16
*** Tom Riddle – 1938 ***


Sei solo.
Osservi gli altri bambini alla partenza del treno per Hogwarts.
Ridono, piangono, si muovono frenetici.
Tu non sorridi, non hai nessuno a cui regalare un sorriso.
Non piangi, non hai nessuno a cui donare una tua lacrima.
Sei fermo, aspetti, con ansia, di salire sul treno.
Li osservi, con un po’ di compassione e una punta d’invidia.
Li vedi salutare, con baci e abbracci.
Genitori affettuosi, fratelli gelosi.
Tu, tu non hai nessuno a cui dire addio.
Solo la tua lurida vita reclusa tra le quattro mura di un orfanotrofio decadente.
Senti l’amore e l’affetto palpabili nell’aria colma di voci, bisbigli, urla.
Ti infastidisci. Perché?
Forse in fondo lo sai perchè fa così male.
Sei solo.
Sarai sempre solo.

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Capitolo 17
*** Lupin – 1997 ***


Riesci vederla, tra la folla.
I suoi capelli rosa ti fanno sorridere.
Ti corre incontro, poi si blocca.
Ha paura di te?
Vorresti dirglielo. Non aver paura, non temere. Non posso farti del male.
Ma dalla tua bocca escono solo guaiti.
Sei un lupo. Ma lei non scappa.
Si avvicina, ti sorride, dolce, con quella sua fossetta sulla guancia.
Intreccia la sua mano alla tua.
Dov’è finito il lupo?
Poggia le sue labbra morbide sulle tue.
Non c’è. Il lupo non c’è.
È in un angolo della tua anima.
E lei lo ama. Come ama te.
Perché non potrebbe amare te se non amasse anche lui.
Non devi più nasconderti.
Sfiori il suo naso con la punta del tuo, lei passa un dito su una tua cicatrice mentre ti prende il viso fra le mani e annulla ogni distanza.
Ti sembra di assaggiare un angolo di paradiso.



Mi emoziona sempre tanto leggere i vostri commenti. Oggi eccezionalmente ho postato due volte, questa mi è uscita di getto, anche se poi ho pensato che potrebbe venirci fuori qualcosa di bello anche se visto dal punto di vista di Tonks.
Comunque, se volete, potete farmi delle richieste, se vi interessa qualche personaggio che non ho ancora fatto. sarei contenta se riuscissi a soddisfarvi! ^^
Spero di riuscire a postare presto la prossima! Grazie infinite mie assidue lettrici!

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Capitolo 18
*** Hagrid – 1944 ***


Guardi il castello, è notte.
Ombre passano davanti alle finestre illuminate oscurandole.
Ti sembra di essere ancora lì dentro.
Chiudi gli occhi e senti le voci tintinnanti, il profumo dei tappeti, il calore del fuoco scoppiettante nel camino.
Ti manca la vita calda nella sala comune.
Ti manca il chiacchiericcio allegro che ti accoglieva appena entravi.
Ti mancano le lezioni, ti mancano i professori.
Adesso, adesso sei di nuovo solo.
Non hai una casa dove andare né qualcuno da cui stare.
Solo una capanna malmessa e un cucciolo da accudire.
Le tue speranze dimenticate.
I tuoi sogni in frantumi.
Schegge di vetro che ti lacerano l’anima.

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Capitolo 19
*** Sirius – 1982 ***


Vorresti urlare.
Vorresti gridare, sfondare a pugno chiuso i doppi vetri delle finestre.
Vorresti fermare l’uomo che sta puntando la sua candida bacchetta.
Ma le tue mani trapassano le finestre senza infrangerle e le tue urla sono sussurri silenziosi.
Puoi solo osservare, attraverso quelle pareti trasparenti di cristallo.
Un lampo verde ti acceca.
Un urlo di dolore ti strazia il cuore. Non capisci se quel grido sia uscito dalla tua bocca o da quella dell’uomo che ora giace a terra riverso.
Cadi a terra, in ginocchio, lacrime di rabbia ti rigano il volto.
Sferri un pugno al vetro e con un frastuono si rompe, lame fredde conficcate nella tua mano.
Ma non senti dolore. Solo il tuo cuore che pulsa di rimorso.
Ma ora è tardi.
Troppo tardi.



Uh ma come vi vizio! Due capitoli al giorno! Ma mi sento particolarmente ispirata, quindi pubblico! ^^ Grazie lettrici, vi mando un bacio! ;)

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Capitolo 20
*** Alice – 1991 ***


Ricordi?
C’era un bambino. Lo cullavi fra le braccia.
Il suo pianto, il profumo della sua pelle, le sue mani che si stringevano attorno alle ciocche dei tuoi capelli. Ti ricordano qualcosa.
Gli cantavi una ninna nanna. Avevi una voce melodiosa. Lui si tranquillizzava, il suo respiro si calmava e tu gli sorridevi, mentre le note fluivano leggere.
C’era un bambino. Lo ponevi nel lettino.
Le coperte rimboccate e un bacio sulla fronte.
Lui stringe la manina , non trova i tuoi capelli, non sente il tuo profumo.
Socchiude gli occhi, ti guarda.
Ricordi il suo sguardo?
Ti guarda, e la nenia lo trasporta tra nel dolce velluto dei sogni.
Lo guardi, e cerchi una risposta.
Chi è quel bambino?
Non lo sai.
Lo hai dimenticato.



Mi è venuta in mente questa oggi, ma sto lavorando anche su Lily e Silente, anche se i loro sogni li trovo più difficili da realizzare, soprattutto quello di Silente. Vedremo che verrà fuori... =) Grazie a tutte voi che avete commentato, siete state gentilissime! Un bacio, spero di riuscire ad aggiornare presto! ^^ Lockheed

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Capitolo 21
*** Draco – 1996 ***


Una lama di luce ferisce l’oscurità della stanza buia, rischiarando l’ombra di un uomo.
La sua pelle cinerea riluce di un biancore perlaceo.
La sua bacchetta è puntata sul tuo braccio, un sottile filo bianco vi si avvolge freddo.
Gemi, trattenendo un singhiozzo.
Gelidi aghi ti bucano la pelle, vorresti togliere il braccio ma la presa dell’uomo è ferrea, non puoi scappare.
Trattieni un grido, soffocandolo tra le pieghe del mantello nero, una lacrima di dolore ti sfugge sotto la maschera.
L’incantesimo si interrompe di colpo, ti accasci al suolo respirando affannosamente.
L’uomo ti osserva, uno sguardo di disprezzo dipinto sul volto.
La lama di luce rischiara il tuo braccio pulsante.
Il Marchio Nero che si contorce sinuoso.
È la tua maledizione.
La tua sconfitta.



Questo era nato come un nightmare di Narcissa, ma arrivata in fondo ho visto che non aveva senso e quindi l'ho riscritto tutto dal punto di vista di Draco. Non vi preoccupate, accontenterò presto le vostre richieste! ^^ Grazie per tutti i commenti! Un kiss!

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Capitolo 22
*** Minus - 1981 ***


Sei intrappolato nella casa che brucia.
Guardi le fiamme danzare divorando ogni cosa.
I muri si sgretolano, le assi si contraggono e implodono con un boato.
Il calore ti fa ardere la pelle, il fuoco si riflette nei tuoi occhi liquidi.
Vuoi uscire ma non trovi la strada.
Cammini veloce, devi scappare, scendi le scale, ti ritrovi in una stanza.
Ti fermi, interdetto.
C’è una culla, che dondola lieve, come sospinta dalle fiamme che non vogliono ancora lambirla.
Il tuo cuore accelera, cerchi frenetico una via di uscita ma i tuoi occhi si scontrano con quelli dell’uomo accasciato al suolo.
I suoi occhi sono spalancati nel vuoto.
Ansimando ti volti, scappi in mezzo alle fiamme che cercano di afferrarti come mani avide.
Ti sembra di sentire la sua voce accusarti.
Traditore.

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Capitolo 23
*** Percy - 1996 ***


Sei nel giardino della Tana. C’è freddo, vuoi entrare.
Bussi alla porta, ma nessuno ti apre.
Provi a chiamare, ma nessuno ti risponde.
Ti affacci a una finestra appannata, guardi la sala.
È la cena di Natale.
La tavola è imbandita a festa, i profumi dei piatti caldi si diffondo ovunque.
C’è la tua famiglia.
Molly sgrida ridendo i gemelli, Ron li guarda divertito, mentre s’ingozza con una coscia di pollo.
Ginny ride, con la sua risata tintinnante.
Bussi ancora, e ancora, e ancora, sempre più forte, ma non ti sentono, non ti vedono.
Ti volti e con un grido dai un pugno rabbioso al pupazzo di neve che dorme in giardino.
Corri via, scacciando con una mano le lacrime calde.
Non riesci ad ammetterlo.
Ti mancano.
Ti mancano come l’aria.



Buondì carissime lettrici! volevo informarvi che ho avuto qualche problemino di connessione e quindi non riuscivo a postare! Spero di aver sistemato tutto comunque! Grazie per tutti i commenti, come sempre, siete la mia forza!! ;)

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Capitolo 24
*** Silente - 1995 ***


Non avresti voluto che accadesse.
Senti una fitta al cuore, mentre lo guardi scaraventare ogni oggetto del tuo studio, che si schianta per terra con un frastuono.
Pezzi di metallo, schegge di vetro.
Senza forma, senza coerenza.
Come la sua vita adesso. È colmo di rabbia, di dolore, di frustrazione.
E la colpa è solo tua.
Quante cose gli hai tenute nascoste?
Ormai hai perso il conto.
La colpa è tua, solo tua.
Bugie. E adesso lui soffre ancora.
Dovevano preservarlo dal male, renderlo felice.
Ma a cosa è servito?
Hai sbagliato.
Solo una bugia?
Non giustificarti.
Non serve a niente.
Ormai è tardi.

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Capitolo 25
*** Minerva - 1997 ***


“Dovrai farcela senza di me”
La sua voce ti sussurra calde parole di conforto.
Riesci ad avvertire il suo tocco leggero su una spalla, lui è dietro di te.
Fai per girarti, ma la sua presa si rafforza, fermandoti.
“No, non voltarti”
Vorresti guardare i suoi luminosi occhi azzurri solo un’altra volta.
Vorresti solo potergli dire quanto ti manca.
Quanto ti mancherà.
Ma le parole sono bloccate, non riescono a uscire, sono lì, nel tuo cuore, che lottano cercando di abbattere le pareti della gabbia in cui sono rinchiuse.
Ti giri, di scatto, hai bisogno di vederlo un’ultima volta.
L’ufficio è vuoto.
Lacrime silenziose percorrono le rughe sottili del tuo viso.
Ti sembra ancora di sentire la sua mano calda sulla spalla.
Dovrai farcela senza di lui.

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Capitolo 26
*** Cho - 1994 ***


Ti fa così male.
Non riesci neanche a capire bene cosa, o dove.
Sai solo che vorresti morire.
I suoi occhi chiari sono fissi nei tuoi.
E qualcosa nella tua anima si lacera.
Spezzata, lembi di stoffa scuciti.
Non batte le palpebre.
Non muove gli occhi.
E la luce.
Quella luce.
È sparita.
Ingoiata nel profondo di quell’oceano che è stato di un azzurro abbagliante.
Un vortice cupo, adesso, che ha risucchiato anche te, con lui.
Lui non c’è, non c’è più.
I suoi occhi sono spenti.
La sua mano è fredda.
Non sai se riuscirai a ricucire gli orli sfilati del tuo cuore.
Ma ora, che importanza ha?
Vorresti solo essere morta con lui.

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Capitolo 27
*** Lily - 1977 ***


Dovrebbe essere mezzogiorno ma il sole non risplende.
Per un attimo ti chiedi il perché, ma il buio è così opprimente che l’aria sembra compressa e ti toglie il respiro. Non riesci a distinguere niente, a tentoni giri un angolo, e la luce guizzante di una candela rischiara di una debole luce il corridoio deserto.
I tuoi passi risuonano sulla pietra dura.
C’è un’ombra. Ti si avvicina veloce.
La luce tremante rischiara il suo viso.
Lo guardi e ti chiedi se lo devi mettere in punizione per essere fuori a quell’ora di notte.
Ma lui ti bacia prima che tu possa parlare.
E prima di lasciarti andare alla dolcezza delle sue labbra pensi che in effetti no, non puoi metterlo in punizione, perché non è notte, è solo il sole che per qualche misterioso motivo si è oscurato.
Lui poggia piano la fronte contro la tua, socchiudi gli occhi.
Attraverso le ciglia vedi i raggi del sole che avvolgono tutto di una luce morbida.
Forse, adesso, riesci a vedere quel è la tua strada.



Non sapete quanto mi dispiace aggiornare così poco, ma è un periodo un pò pieno e faccio davvero fatica a volte a trovare uno spazio di tempo per mettermi a scrivere anche solo una drabble. Sappiate che comunque ci tengo un sacco a non la finirò tanto presto (è una minaccia? XD) soprattutto da quando uscirà il settimo che di sicuro mi darà un sacco di spunti! Grazie per tutte le reensioni che mi fanno sempre tanto tanto piacere! ^^
Lockheed
Ps: quella su Lily la volevo fare dooolce perchè ho tanta voglia di dolcezza e il Natale mi ispira amore...bè, questo è il risultato! ^^

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Capitolo 28
*** Fenrir - 1968 ***


Carne.
Carne umana.
Succulenta carne di bambino.
La senti, il respiro roco che annusa avido l’aria.
È lì, vicina a te.
Ti basta solo aspettare un attimo.
E poi, poi potrai assaggiare il sapore dolce della sua tenera pelle.
Potrai bere il nettare profumato del suo sangue.
Eccolo, è qui, riesci a vederlo.
Grandi occhi spaventati e mani tremanti.
Ma a te cosa importa?
Devi solo fare il tuo lavoro. Vuoi solo la sua carne.
Non le sue grida, non le sue lacrime, non la sua paura.
Le urla ti fanno da colonna sonora, gocce calde ti bagnano il pelo.
Gli occhi scuri e bagnati ti guardano, trattenendo un singhiozzo.
Ma a te cosa importa?
Trattieni il debole corpo sanguinante per un attimo, forse è un abbraccio.
Poi lo getti a terra e fuggi via.
Forse, dopotutto, ha ancora importanza.



Nota: ho scritto questa FF pensando al bambino come se fosse Lupin, ma voi pensate quello che preferite! =)

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Capitolo 29
*** Lavanda - 1997 ***


Appoggiata a un albero, tra le mani un libro di Pozioni.
Volti meccanicamente le pagine, cercando frenetica una formula.
Pozione Polisucco.
I tuoi pensieri sfuggono, tornando furtivi da lui.
Vorresti solo esser la persona di cui lui ha bisogno.
Vorresti solo, per una volta soltanto, per un solo giorno o un solo istante, poter essere lei.
Lei, che è riuscita a rapire il suo cuore.
Quel cuore che, forse, non ti è mai appartenuto veramente, ma che adesso desideri, e vuoi, e cerchi, e di cui hai bisogno e che con tutta l’anima vorresti fosse tuo e solo tuo.
Ma lo sai, non basterebbe una formula, non servirebbe un incantesimo.
Smettila di tirare pugni rabbiosi contro quel muro invisibile di cemento.
Lui non si sfonderà, tu ti farai solo ancora più male. Rassegnati.
Le tue lacrime calde cadono sulla pergamena ruvida, l’inchiostro si sfuma, la formula si confonde.
No, non hai più speranza.

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Capitolo 30
*** George - 1997 ***


Odi gli specchi.
Li odi come non hai mai odiato nient’altro e nessun altro.
E adesso, adesso ne sei circondato, rinchiuso in quel labirinto di vetri che riflettono il tuo viso, i tuoi occhi, i tuoi capelli, le tue mani, le tue gambe.
Che erano anche i suoi.
Ovunque ti giri ti sembra di vederlo, è in ogni parte, dietro, davanti, sopra, sotto, di fianco.
Corri, sbattendo sui vetri freddi, cercando di non guardare quegli occhi, cercando di fuggire da quell’immagine che forse sei tu, o forse è lui.
Ma sotto i tuoi colpi gli specchi si incrinano.
Crepe sottile e poi, come un domino, si infrangono tutti.
Tra le lacrime bollenti guardi la scena.
È un tappeto di lame, un deserto di schegge.
Ora però va meglio.
Ora non dovrai più vedere il tuo viso. Il suo viso.
I tuoi occhi. I suoi occhi.
Fa ancora troppo male.



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Capitolo 31
*** Silente - 1996 ***


Cosa hai trovato?
È uno specchio?
Si, sembra uno specchio.
Visto di scorcio, però, vedi solo la cornice e uno spesso strato di polvere.
Ti avvicini, cauto.
Allunghi una mano e, con le dita, togli un po’ di polvere.
Un bagliore tenue si riflette nel punto che hai pulito.
E la vedi.
Il cuore ti sussulta, il respiro ti si spezza.
Vorresti fuggire ma i tuoi piedi non riescono a muoversi.
I suoi occhi dolci ti guardano.
Non c’è rimprovero, non c’è amarezza.
Con un dito le sfiori una guancia, una lacrima ti scende sul viso.
Vorresti solo poterle dire quanto stai male, quanto ti odi per quello che è successo.
Ma lei è solo un riflesso.
Puoi solo guardare quei suoi occhi chiari che hai spento.
E chiedere perdono a quel sorriso che le hai strappato.



Cosa vedono i miei occhi?? Cento recensioni e 19 anime che hanno messo queste drabbles tra i preferiti...wow, troppo bello per essere vero!!! *___*
Giunti a questo punto vorrei ringraziarvi tutti, dal primo all'ultimo, che avete recensito e letto queste drabbles, che spero dureranno ancora tanto e tanto e tanto (mi sono posta come obiettivo 50 drabbles ^^)!!!
Vi ringrazio infinitamente, senza di voi probabilmente mi sarei fermata alla prima!
A presto!! Un bacio! ^^
Lockheed

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Capitolo 32
*** Regulus - 1979 ***


Devi obbedienza al tuo Signore.
Si, obbedienza assoluta.
Devi prostrarti con le ginocchia nel fango e inchinarti con il viso nella polvere e la Sua bacchetta tesa a comandarti e il Suo ghigno sfrontato a deriderti.
Sei stanco.
Così stanco di cadaveri innocenti e sangue scarlatto che scorre in torrenti impetuosi.
Così stanco di sorrisi spenti come fiamme tremule sotto un acquazzone estivo.
Così stanco della luce che vedi fremere nei Suoi occhi.
Tieni lo sguardo celato, sotto il cappuccio del mantello.
I tuoi occhi trasudano odio.
La tua mente lavora, frenetica.
Tu, insulso burattino nelle mani del tuo Padrone, hai scoperto il suo segreto.
Sorridi, il volto che scivola nell’ombra della notte.
Forse morirai, ma non ti spaventa più.
Forse, in fondo, è questo che deve saper fare un vero Signore.



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Capitolo 33
*** Piton - 1981 ***


Morta.
La voce di Silente si rompe, cala un silenzio vibrante come una corda tesa che sta per spezzarsi, pesante come una coltre di nebbia gelida.
No, non è possibile.
Un istante e lei…lei non c’è più.
Di colpo, come una tormenta, ricordi impetuosi lottano per tornare alla tua mente.
Ma non ci saranno più le sue risate tintinnanti né le sue lacrime bollenti, né la sua voce dolce né i raggi del sole che giocano fra i sui capelli.
Niente più sguardi d’intesa né pagine di libri sfogliate dalla sua mano.
Niente più luce nei suoi occhi chiari, né parole di amicizia, né abbracci di conforto.
No, non è possibile.
Senti lacrime sgorgare senza che tu possa fermarle.
Cercando di ripeterti che no, non può essere vero.
Ma lo sai. Lo sai qual è la verità.
Quella verità che ti sta dilaniando il cuore.
Cosa ti è rimasto di lei?
Solo i suoi occhi, incastonati in quelli di un figlio che non ti appartiene.
E un patronus argentato, che forse non rinascerà.



Sono sempre più commossa dai vostri commenti sempre entusiasti. Mi riempie il cuore di gioia, quando leggo che le mie drabbles sono riuscite a trasmettervi dei sentimenti, delle emozioni. Perchè, lo continuo a ripetere e lo continuerò a dire per sempre, voi siete la mia forza! Grazie, davvero.

Lockheed

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Capitolo 34
*** Pansy - 1997 ***


Oh, certo, è così facile scegliere da che parte stare.
Basta guardarsi intorno.
Unirsi alle persone giuste.
Quelle che ti faranno arrivare in alto.
Quelle che ti insegneranno a calpestare tutto e tutti, pur di raggiungere i loro obiettivi.
Non è per niente difficile.
Certo che non è difficile.
Ma ora.
Guardi i grifondoro, i tassorosso e i corvonero alzarsi.
Le fronti aggrottate, le bacchette puntate su di te.
Stanno sbagliando loro, è ovvio.
Li guardi, rabbiosa, e gli volti le spalle, dirigendoti verso l’uscita.
Stanno facendo un errore.
Ti fermi e ti accorgi di essere sola.
Dalla porta aperta della stanza vedi tutti riuniti.
Non capisci.
Ti viene la tentazione di tornare in quella stanza.
La cacci via scuotendo la testa.
Qual è la parte giusta?

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Capitolo 35
*** Narcissa - 1996 ***


Il tuo bambino no!
Il tuo unico figlio!
Non può prenderlo, non può averlo!
Ti aggrappi disperata alle sue vesti e piangi e gemi e gridi, ma le tue urla si perdono in un silenzio ovattato.
Non può sentirti, non vuole sentirti.
Tiri la stoffa, ma è liscia come seta e sfuggevole come acqua.
Inciampi, cadi, e tra la polvere li vedi allontanarsi, il braccio protettivo del tuo Signore gli cinge le spalle come l’abbraccio di una tarantola velenosa.
Le tue lacrime cadono, si mescolano alla terra, nel fango.
Tuo figlio.
Se n’è andato.
Con Lui.
Dovresti essere contenta, dopotutto.
L’onore della famiglia.
Un altro Malfoy mangiamorte, al servizio dell’Oscuro Signore.
Ma no, non c’è niente di buono, niente di bello, niente di cui gioire.
Quello è l’Inferno.
E tu, tu sei impotente.
Come una goccia d’acqua fra fiamme ardenti.

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Capitolo 36
*** Hermione - 1997 ***


Corri, fra gli alberi grigi e verdi coi tronchi pieni di muschio.
Corri, con i piedi immersi nel fango e i capelli bagnati di pioggia.
Inciampando, cadendo, graffiandoti le ginocchia e le mani contro le rocce appuntite.
Gli occhi pieni di lacrime e la voce che spacca il silenzio.
Gridi, lo chiami, ma lui non risponde.
Dov’è?
Non lo vedi, non lo trovi.
Fuggito. Scappato.
Da te?
Non lo sai. Ti sembra di vedere lampi rossi in ogni direzione e ti giri, ti volti, piroetti, ma c’è sempre il nulla ad attenderti.
Cadi, un’altra volta.
Ma questa volta non trovi più la forza di alzarti.
Ti abbandoni fra le felci e la terra bagnata.
Vorresti solo sentire il tuo nome, mormorato da lui.
Ma è solo pioggia quella che senti battere leggera sulle foglie degli alberi.
Solo pioggia.
E passi leggeri.
“Hermione…”
E un sussurro.



Buon giorno lettori e lettrici! ^^
Da domani per una settimana sarò a Praga, quindi mi sarà impossibile aggiornare queste drabbles. Vi volevo ringraziare perchè avete saputo aspettare in tutto il lunghissimo periodo in cui non sono riuscita a scrivere nulla. Grazie davvero per tutte le recensioni e tutte le persone che hanno aggiunto queste drabbles ai preferiti (davvero non mi capacito di come possano essere così tante!). Mi stupite sempre. Grazie.
Siete la mia forza.

Lockheed

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Capitolo 37
*** Neville – 1997 ***


In mano stringi un vecchio cappello malridotto e una spada scintillante.
Dalla lama affilata gocciola sangue, lento, sull’erba, scandendo i secondi come un orologio rotto.
Macchia l’erba di nero, sangue maligno della serva dell’Oscuro Signore.
La sua testa giace riversa al suolo, la bocca spalancata e le fauci ormai immobili.
Gli occhi spenti e il respiro mozzato.
Alzi lo sguardo e ferma lì, c’è tua madre.
Ti guarda, con i suoi occhi grandi da bambina.
Ti guarda, e ti vede.
Ti vede, e sa chi sei.
Ti riconosce, figlio dimenticato, e ti viene incontro e si ferma e ti guarda e piange.
Ti abbraccia e le sue lacrime ti bagnano la spalla, e anche tu senti gli occhi pizzicarti mentre cerchi di trattenere le lacrime.
“Neville…” mormora.
Il tuo nome, pronunciato da lei come non ricordavi lo avesse mai fatto.
“Mamma”



Ok, lo so, devo farmi perdonare!! Scusate scusate scusate! Sono sparita dalla faccia della Terra e non mi sono più fatta sentire. Non credevo che esistesse davvero, ma avevo qualcosa tipo il blocco dello scrittore, e non riuscivo a mettere insieme tre frasi decenti. Secondo me è colpa della scuola che mi manda in tilt i neuroni! XD
Ma mi farò perdonare, promesso!
Un bacio grande, spero che per voi questo sia stato un bel periodo!

Lockheed ^^

Ps: la gita a Praga è stata bellissima, davvero, ci tornerei oggi stesso! ^^

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Capitolo 38
*** Luna – 1997 ***





La prigione è buia e umida, l’odore metallico dell’acqua che filtra tra i muri antichi ti entra freddo nei polmoni.
Sei sola. Muovi le mani, a tentoni nel buio, e cerchi di capire dove sei, ma le tue dita afferrano solo aria.
Hanno rapito anche tuo padre?
E se lo avessero ucciso?
Il tuo respiro di si blocca, incastrato in un ansito di paura.
Morto. Come la mamma.
No. No no no no no. Non potresti farcela senza di lui.
Chiudi gli occhi.
Respiri a fondo, tremi, urli.
Scavi nella tua mente, con violenza, finché non trovi un ricordo felice.
Rivedi il sorriso di tuo padre mentre ti insegna a riconoscere i Nargilli, rivedi la luce dei suoi occhi mentre ti mostra le sue creazioni, ricordi la sua fronte corrugata mentre ti guarda preoccpuato.
Lui è la tua famiglia.
E lo senti, lo sai, lo percepisci.
Sai che potresti riaprire gli occhi e scoprire che è morto ma adesso non cambierebbe più niente perché tanto tu lo sai.
Ti ama, e non ti abbandonerà mai.

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