Unlike World Aerugo- For Boundaries of Amestris di Envy_Love (/viewuser.php?uid=27036)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo Primo ***
Capitolo 2: *** Capitolo Secondo ***
Capitolo 3: *** Capitolo Terzo ***
Capitolo 4: *** Capitolo Quarto ***
Capitolo 5: *** Capitolo Quinto ***
Capitolo 6: *** Capitolo Sesto ***
Capitolo 7: *** Capitolo Settimo ***
Capitolo 8: *** Capitolo Ottavo ***
Capitolo 9: *** Capitolo Nono ***
Capitolo 10: *** Capitolo Decimo ***
Capitolo 11: *** Capitolo Undicesimo ***
Capitolo 12: *** Capitolo Dodicesimo ***
Capitolo 1 *** Capitolo Primo ***
Capitolo Primo
-Sweet (?!)
Awakening-
Era
mattina appena fatta. La
sveglia suonava, e le coperte si muovevano scomposte. La ragazza sotto
di esse
mugugnava qualcosa di incomprensibile. Poi lanciò un colpo
alla sveglia accanto
a se, che cadde rovinosamente a terra. Poi si voltò ancora
una volta e si
chiuse a riccio nel piumone.
Odiava la mattina. Era l’unico
momento che veramente detestava: ma perché doveva esistere?
A che serviva? Bhè,
domande inutili quando sapeva perfettamente che doveva svegliarsi. Ma
almeno
cinque minuti si potevano aspettare, no? Solo cinque..
«Faycchaaaaaaaann!»
peccato che ci fosse sempre qualcuno a rompere le scatole di prima
mattina. Una
ragazza alta, dai capelli mori tinti, lunghi fino alle spalle, e gli
occhi
verdi, irruppe nella stanza in malo modo, aprendo la porta, rischiando
di
mandarla in frantumi al solo botto. «Avanti, è ora
di alzarsi, su!» come
risposta, le venne lanciata una scarpa in faccia. Anzi, più
che scarpa, era una
di quelle ciabatte di spugna di colore chiaro.. tipo sul rosa. Per
questo
lanciare fuori dalla finestra oramai era un hobby per lei.
«Faycchan? Mi
mostreresti qualche segno di vita?» altra ciabatta in faccia.
La denominata
“Faycchan” grugnì da sotto le coperte,
cercando di nascondersi quanto più
poteva. Non era bello stare sotto le coperte, a dormire, al
calduccio..? No,
eh?
«..’attene..»
disse appena la ragazzina, da sotto le coperte. Ma la mora non si
perdeva
d’animo, e corse a togliere le coperte da sopra la ragazza.
«’ATTENE!» ripeté
la ragazza, riprendendosi le sue coperte con l’ausilio di una
sola mano. La
mora non si diede per vita neanche questa volta, puntò i
piedi per terra e mise
le mani sui fianchi, prendendo una grande boccata d’aria e
assumendo un tono
piuttosto solenne.
«Fay
Tranen!» ordinò «Ti giuro che se non
scendi da quel letto entro tre secondi
prendo la cinghia e..»
«..shi,
shi.. come sempre, d’altronde..» fece quella,
muovendo appena la mano destra
verso l’alto «..alla fine le prendi sempre,
però..» sorrise, abbassando la mano
e riportando il braccio sotto il piumone, al caldo. Fay aveva corti
capelli
biondi, lunghi appena fino alla fine del collo, con le punte di un
forte color
ametista. Gli occhi erano lilla chiaro. Insomma, erano alquanto
bizzarri. La
pelle era chiara, le labbra rosee.
«Non
c’entra!!» fece la mora, sbuffando.
«Avanti,
Fantasy, smettila di fare la sorella maggiore quando ti
conviene..» sbadigliò
Fay, alzandosi a sedere e stiracchiandosi: indosso portava un pigiama
nero
pece, il suo colore preferito. «Mhh.. la Madre?»
chiese, osservando la sorella
«Ah, ma quella maledettissima fascia rossa non la togli
mai?» chiese, indicando
con le dita smaltate di nero la fascia della sorella: era rossa, con
una
fragola al centro.
«Sta
bene, mamma.» sospirò. Poi
s’irrigidì. «Ma che ti importa se
continuo a mettere
la mia fascia o no?! Bha!» disse, sbuffando.
«Mi
importa, invece!» disse Fay, osservando Fantasy
«Fanny, è orribile!» sbottò.
Quella la guardò maligna.
«Mai
come il tuo modo di vestire, nee-chan!» linguaccia. Punto
dolente: mai dire a
Fay cosa ne pensi del suo modo di vestire; potresti non uscirne vivo.
Difatti,
Fay scattò in avanti, tentando di graffiare il volto di sua
sorella con le
unghia lunghe. Quella schivò per un soffio.
«Non
ti permettere di criticare il mio modo di vestire!» disse,
scattando. Fanny le
fece la linguaccia «Ti odio, Fanny!» e si
alzò dal letto, spingendo fuori dalla
camera sua sorella «E non venite a cercarmi fino a
domani!» urlò, chiudendo la
porta a chiave e rigettandosi nel letto.
«Faycchan!
Apri!!!» urlò Fanny, sbattendo i pugni sulla porta
«Non ti dimenticare il
motivo per la quale ti ho svegliato!! Avanti!»
«Già
scordato, mi spiace!» urlò Fay, mentre
s’apprestava a vestirsi: indossava una
maglietta a righe orizzontali verde psichedelico e nero, un paio di
pantaloni
nero pece e sulle braccia un paio di guanti a rete, che le coprivano le
braccia
fino al gomito. L’ombelico era ben visibile, e spiccava un
piercing. Un minimo
brillantino nero, che di elegante non aveva nulla. Adornò le
varie ciocche di
capelli con perline. Qualcosa spiccò nella sua mente quando,
dopo le proteste
della sorella, spalancò la porta e corse fuori di casa
correndo, urlando
«Fantasy! Maledizione, perché non mi hai svegliata
prima?!»
«MA
IO L’HO FATTOOOO…»
Ed
eccola, finalmente. Fay era mezza morta per la corsa a tempo record che
aveva
fatto con Fantasy alle costole, che se la prendeva comoda. Era davanti
all’Haed
Quartier di West City, che ansimava, alzando lo sguardo ed osservando i
militari davanti a lei.
«E’
pronta, signorina Tranen?» le chiesero. Lei
continuò ad ansimare, chiedendo un
attimo di pausa, quando si alzò eretta e li fissò
seria.
«Sì.
Adesso sono pronta.» disse. Fantasy dietro di lei
lanciò un gridolino
d’esaltazione, seguendo la sorella all’interno
dell’Haed Quartier.
Finalmente
per lei era arrivato il grande momento: avrebbe sostenuto
l’esame per diventare
Alchimista di Stato, un ruolo che in quella città
ricoprivano solo i ricchi
alchimisti che potevano pagare con “bustarelle” i
loro superiori. Lei invece
no. Aveva deciso tutto da sola, e stava per sostenere l’esame
pratico con le
sue sole forze: doveva farcela, o sarebbe stata la vergogna di tutta la
sua
famiglia. E poi, aveva promesso a sua madre, piuttosto malata, che
avrebbe
superato quell’esame, anche se sapeva che sarebbe diventata
un arma umana, perché
avevano bisogno di soldi: fortunatamente la loro casa non era in
affitto, ma
comprata. O i problemi sarebbero stati ancora maggiori.
«Faycchan?»
la ragazza si voltò verso Fantasy, che la guardava scura in
volto «Io..»
cominciò «..buona fortuna.»
terminò. Sembrava quasi che non fosse riuscita a
finire la frase, come se volesse in realtà dire
qualcos’altro. Ma Fay non se ne
curò. Si voltò, abbracciò la sorella,
forte, e venne ricambiata.
«Grazie.»
rispose «Ce la farò. Ce la devo fare.»
disse, stringendo fra le mani la stoffa
della maglietta di Fanny.
«Provaci..»
disse quella.
«No,
Fanny.» la corresse «Io non ci provo.»
disse, seria, osservando la sorella che
inarcava un sopracciglio. «Io ci riesco!»
Faycchan- ehi! ^o^ come vi è parso il primo capitolo? spero che vi sia piaciuto, anche perchè continuerò a tempestare l'EFP con le mie fic di tutti i generi! ^O^ cooomunque.. bhè, la prima impressione di Fay e di Fanny qual'è stata? odiate qualcosa di loro? *_* me vuole sapere tutto quello che pensate su di loro, se non vi spiace! XD e sinceramente spero che non vi dispiaccia affatto.. comunque.. i personaggi di FullMetal Alchemist si vedranno a partire dal prossimo capitolo, questo era come se fosse un epilogo, ma è il primo e vero e unico capitolo ù_ù ci si vede al secondo!
ps- chi vuole contattarmi, il mio indirizzo msn è Fafy_Miriam_Hallo@hotmail.it ^_^ ci si vede!
Faycchan |
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Capitolo 2 *** Capitolo Secondo ***
Capitolo
Secondo
-BlackIce
Alchemist-
E
così aveva varcato l’ultima porta, con sua sorella
che la seguiva, pronta ad
affrontare l’ultima prova. L’esame teorico e
psicologico era andato a
meraviglia, perciò perché quello pratico doveva
andare male? Sfregò le mani
l’una sull’altra, facendosi un po’ di
caldo, dato che le mani erano a dir poco
ghiacciate.
«Prego,
venga avanti, signorina Tranen.» Fay fece qualche passo
avanti, sospirando.
Aggrottò le sopracciglia, mentre tranquillamente univa le
mani. Prendeva una
boccata d’aria, faceva una piroetta su se stessa e poggiava
le mani sul
terreno, tranquilla ed elegante. Non accadde nulla, o almeno
così pareva.
Scomparve
il sudore dalla fronte dei militari, scivolando tutto verso il terreno,
formando una sfera d’acqua attorno a lei. Unì
nuovamente le mani, poggiandole a
terra e facendo evaporare la sfera, che scomparve in pochi istanti. Si
alzò in
piedi, schioccò le dita e si creò una nuvola nera
sopra le teste dei presenti.
Un altro schiocco di dita e cominciò a grandinare. No, ho
errato, quella non
era grandine: erano purissimi pezzi di ghiaccio nero che cadevano dalla
nuvola
al posto di pioggia. I presenti ne furono a dir poco allibiti, anche se
alcuni
di quelli si fecero male a causa di quegli stessi ghiaccioli. Fay
unì le mani e
le alzò sopra la testa, facendo sparire con un fulmine lilla
la nuvola e il
ghiaccio. Quando riaprì gli occhi, fissava due pozze nere
davanti a lei.
«Mi
avevano detto che qui c’era una ragazza in grado di fare
tutto questo..» disse
«..aspetta dunque i risultati dell’esami, Fay
Tranen.» si voltò, e se ne andò a
passo svelto in mezzo ai militari. Sospirò, voltandosi verso
la sorella, che le
corse addosso. Un attimo prima di riuscire ad abbracciarla, Fay pose
una mano
davanti a se, per impedirle d’abbracciarla.
«Sono
esausta.» disse «Torniamo a casa, per
favore.» sentenziò.
Due
giorni dopo era tornata all’Haed Quartier, mani in tasca,
pensando che
probabilmente non ce l’aveva fatta. Appena fuori
dall’ingresso, appeso, vi era
un cartellone con elencati i nomi degli ammessi: erano solo in tre, e
fra
quelli riuscì a scorgere il proprio nome: Fay Tranen. Per un
attimo le si
illuminarono gli occhi, ed entrò di filato all’HQ.
Quasi correndo raggiunse
l’ufficio numero ventiquattro, dove davano la nomina
ufficiale. Vi entrò,
spalancando la porta, facendosi largo fra i vari scatoloni che
riempivano la
stanza.
«E
questo sarebbe un ufficio generale?» chiese, disgustata.
L’uomo davanti a lei
ridacchiò: aveva corti capelli neri e occhi del medesimo
colore, senza contare
che era davvero un bel uomo. «Che schifo..»
sentenziò alla fine. L’uomo si
sedette al suo posto, invitando la ragazza a sedersi di fronte a lui.
Poi gli
porse una busta, contenente alcuni fogli: in tutto questo non stava
dicendo
nulla. Fay la prese, ma non l’aprì. «Si
degni almeno di dire qualcosa, no?»
«Non
ce n’è alcun bisogno, Alchimista.»
rispose quello. «E con questo ora sei
ufficialmente un cane dell’esercito.»
Fay alzò lo sguardo. «Quanti anni hai, ragazzina?
Sai cosa vuol dire essere un cane
dell’esercito?» le chiese,
sospirando.
«Diciassette.»
rispose, secca. «Essere un cane
dell’esercito vuol dire essere, come dico io, uno
degli schiavi personali
di questo paese. Ma essere Alchimisti di Stato è un qualcosa
di forte che non
vuol dire soltanto “servire”, ma anche
“proteggere”.» spiegò
«E se anche mi
manderete in guerra, servirò e proteggerò questo
paese con tutte le mie forze e
il mio potere alchemico che sono riuscita ad ottenere.»
Aprì la busta,
tirandone fuori il prio foglio. Inarcò un sopracciglio,
leggendo le prime righe
con gli occhi. «Con il potere da me
conferitomi, io, Colonnello Roy Mustang, nomino Fay Tranen alchimista
di stato,
con il nome di “BlackIce Alchemist”..»
lesse, poi, ad alta voce. Si bloccò,
alzando lo sguardo verso l’uomo «E’ lei
Roy Mustang?» chiese. Quello annuì,
sorridendole «Hm.. “BlackIce”,
eh?» e sorrise. «Grande. Non chiedevo di
meglio.»
«Lo
accetti così di buon grado?» chiese
l’uomo inarcando un sopracciglio.
«Certo.»
rispose «Mi rispecchia.» spiegò. E
sorrise, ma non dolcemente come si addice ad
una brava ragazzina.
«Cos’è
che ti ha spinta a fare questa scelta?» chiese il
Colonnello.. «E’ partita da
te?»
«Sì,
Taisa. E’ partita da me.» rispose
«L’unica cosa che desidero per il momento
è
fare qualcosa di buono per questo paese. Niente di
più.» rispose. Roy Mustang
la guardò scioccato.
«Non
lo fai per soldi? Vita sociale? Aspirazioni a diventare Comandante
Supremo?»
chiese, inarcando un sopracciglio.
«No.
Anche perché non mi interessa una vita sociale e no, non ho
aspirazioni a
diventare Comandante Supremo.» disse «E poi, i
soldi che riceverò non
rimarrebbero in mano mia a lungo. Li manderò a mia madre,
che ha bisogno
urgentemente di un ospedale decente.» spiegò. Poi
si alzò, fronteggiando l’uomo
che si era alzato a sua volta. «Adesso mi scusi, Taisa. Ma ho
un treno da
prendere.» il Colonnello le porse una scatola. Fay
l’aprì, uscendo da essa
l’orologio d’argento. Sorrise, mettendolo poi in
tasca e attaccandolo con la
cinghietta alla cintura nera che portava. Fece il saluto militare.
«Non
ce n’è bisogno, BlackIce.» disse
«Ho un treno da prendere anche io.»
Faycchan- *_* sono arrivati due commenti! Ooohh.. e io che pensavo che non ne sarebbero arrivati proprio! XD
Bhè, ho aggiornato in super fretta, ma aggiorno ancora solo fra due giorni, con altri due chap *_* alla prossima, gente! ^O^
Ringrazio Gra666 e WinryRockbellTheQueen per aver recensito!! *_* Oohh.. my Grà, non speravo che TU la commentassi!! XD ci si vede, eeehh? *_*
Faycchan <3 |
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Capitolo 3 *** Capitolo Terzo ***
Capitolo Terzo
-Is My Sin-
Central
City, ventiquattro ottobre.
Fay e
Fanny camminavano l’una di fianco all’altra, senza
una meta precisa. La più
alta, Fanny, osservava Fay preoccupata, mentre quella fissava per
terra, mentre
continuava a camminare tranquillamente. Fay sospirò, Fanny
deglutì.
«Faycchan?»
tentò. La più bas.. la più giovane non
rispose. Fissava apaticamente per terra,
come se niente potesse farle sollevare lo sguardo. E sbuffava. Era
così oramai
da anni, e Fanny non aveva mai capito perché.
Tutto
da quando Fanny stava rischiando di morire affogata
nell’acqua.
«Faycchan?
Faycchan!» tentò ancora, mettendole una mano sulla
spalla. La destò, facendola
scattare ad osservarla. Fay inarcò un sopracciglio.
«Che
c’è?» chiese, interrogativa e alterata:
non le andava quasi di essere
disturbata.
«Io..
oh, bhè. Niente.» fece, scuotendo la testa
«Solo che ogni volta, nee-chan, sei
sempre così distaccata..»
«E’
una tua illusione ottica.»
«Non
ti riesce di mentire, nee-chan.»
«Dettagli.»
rispose quella, seccamente. Le seccava oramai tenere una conversazione
con la
sorella o con qualunque altra persona, almeno mentre questa pensava.
Pensando
pensando, finì con lo sbattere accidentalmente contro un
ragazzo, che gli diede
una potente spallata. Si sentì un rumore metallico forte e
deciso. Fay di quel
ragazzo vide soltanto la coda bionda, nient’altro.
«Faycchan!»
s’apprestò a rimproverare Fanny «Ma
perché non guardi la gente che sta
arrivando?! Chiedi scusa!»
«Ma
stà zitta..» disse Fay, mentre si voltava ad
osservare il ragazzo contro la
quale aveva sbattuto: occhi dorati, capelli del medesimo colore,
altezza più o
meno decente, volto da bambino. Fay inarcò un sopracciglio
«Stà attento a dove
vai, ragazzino..» disse, sprezzante verso di lui. Quello le
si accanì contro,
ma venne prontamente bloccato da un ennesimo ragazzo, dai capelli e gli
occhi
castano chiaro, alto poco più di lui.
«Chi
sarebbe la pulce ultra-iper-mega micro che non si può vedere
neanche con una
super lente di ingrandimento e che è più piccola
di una larva di formica, eh??
EH?? CHII????» Fay inarcò un sopracciglio.
«Accidenti..
persino gli schizzati dovevano capitarmi, oggi..» disse,
sospirando. Quello si
dibatté dalla presa dell’altro e le
tirò un destro. Con in medesimo braccio lei
bloccò il suo colpo, senza metterci né sforzo
né impegno. Solo, tese il
braccio. «Che cercavi di fare?» chiese, acida,
verso di lui «Vai ad attaccar
briga coi tuoi amichetti, idiota» e, con uno scatto in
avanti, lo fece volare
ad un metro di distanza: questo perché non ci aveva messo
forza. Si voltò,
riprendendo a camminare. Fanny la guardava preoccupata. Poi si
voltò verso i
due.
«S-Scusatela,
vi prego.. non.. non so cosa le è preso, oggi..»
disse, inchinandosi poco.
«V-Vi prego..» tentò ancora. Il ragazzo
più alto le sorrise.
«Non
preoccuparti, è già acqua passata.»
disse, sereno «Vero, nii-san?» disse,
scoccando verso il fratello uno sguardo omicida. Quello
sbuffò e annuì.
«Ah..
vi ringrazio.» sorrise lei. Poi si voltò,
raggiungendo velocemente la sorella
«Nee-chan, aspettami!»
«E
muoviti, lumaca!»
Si
erano fermate appena arrivate in una locanda. Fay e Fanny avevano due
camere
separate, in piani diversi, ma in quel momento erano entrambe nella
stanza di
Fanny.
Fay si
era tolta la maglietta, rimanendo solo in reggiseno: ma
d’altronde non aveva
altre possibilità. Afferrò delle chiavi inglesi e
altri attrezzi e sfiorò il
proprio braccio destro: era un automail. Cercò se vi erano
segni di
scheggiatura o altro, e alla fine notò diversi bulloni
lenti. Afferrò la chiave
inglese e, mettendosi in una posizione alquanto scomoda,
cominciò a trafficare
con essi. Gira, gira, gira. Strinse poco a poco tutti i bulloni,
così che non
si potesse rompere. Fanny la guardava.
«Mai
di andare da un buon meccanico, vero?» chiedeva, inclinando
il volto
lateralmente. Inutile la domanda: gli automail Fay se li costruiva da
sola. Non
aveva motivo alcuno di andare da terzi a farseli fare. Era abbastanza
brava per
conto suo, e se proprio non era in grado di pensarci da sola, prendeva
il primo
treno per Rush Valley e andava dal suo riparatore di fiducia. Quello
che le
aveva insegnato a costruire automail.
«Non
ne ho bisogno.» disse con disprezzo Fay. Era da un paio di
giorni che era così
distaccata e acida, ma pareva non accorgersene da sola. Mentre riponeva
le
chiavi inglesi e prendeva un panno e il lucido, la sorella scese dal
letto e le
andò vicina. A dieci centimetri dal suo volto, ad
osservarla. Fay spalancò gli
occhi, arrossendo senza motivo, voltandosi di scatto
dall’altro lato, lucidando
il proprio automail con innata tranquillità.
«Quand’è
che mi spiegherai come ti sei procurata quel braccio?» Fay
non colse la
domanda.
«Come?»
chiese.
«Intendo,
come hai fatto a perdere il braccio destro?» Fay rimase
immobile, fissando per
terra. Strinse i pugni, convulsamente. Abbassò lo sguardo,
mordendosi il
labbro. Sembrava quasi stesse per piangere, peccato non fosse nel suo
intento
farlo.
«E’
il mio peccato.» rispose, seria, alzando nuovamente lo
sguardo e continuando a
lucidare il proprio automail. «Non penso che ti
dirò mai come ho fatto. E’
meglio che tu non sappia.»
«Io
ho ancora molto da imparare.» disse Fanny «Ma so
riconoscere quando qualcuno fa
una trasmutazione senza cerchio alchemico. E tu lo fai da moltissimo
tempo.»
disse, sospirando e sedendosi normalmente per terra «Giusto
da quando stavo per
affogare nel lago, circa sei o sette anni fa.» disse,
incrociando le braccia al
petto, osservandola inclinando il capo.
«Sì.
E quindi?»
«C’è
un periodo senza ricordi, nella mia memoria.» disse Fanny,
sospirando «Da
quando ho rischiato di morire a due anni
dopo.» spiegò, sbuffando
«Perché?» Fay sospirò.
Continuò a lucidare
l’automail, ma questa volta più forte del solito:
rischiò di scheggiarlo o di
ammaccarlo, per la troppa forza impiegata.
«Che
vuoi che ne sappia io?» rispose secca, Fay
«Potrebbe essere che hai un periodo
di amnesia, no?»
«NO,
FAY, NO!» disse Fanny, scattando in piedi. «Non
puoi prendere tutto così alla
leggera, dannazione!» strinse i pugni, digrignando i denti
«Tu sai qualcosa che
io non so, e che non vuoi dirmi!
Ma
io ho il diritto di sapere!» Fay scattò in piedi,
fronteggiandola.
«E
invece no, Fanny.» disse, seria e acida. «Non ne
hai il diritto.» secca,
diretta, calma: questo modo di essere di Fay colpì
direttamente il cuore di
Fanny, alla quale vennero le lacrime agli occhi. «Non ho il
dovere di dirtelo.»
disse ancora. Altro tuffo al cuore. «E, specialmente,
non voglio dirtelo.» si
voltò,
prendendo le proprie cose da terra, issandosele sulle spalle e sulla
schiena.
Aprì
la porta, donando un’ultima occhiataccia acida alla sorella,
uscendo poi e
sbattendo in malo modo la porta. Fanny scivolò a terra,
lentamente, tremando.
Le vennero le lacrime agli occhi. Lentamente, poi, con un singhiozzo
più forte,
cominciarono a scendere, argentee e silenziose, così come
erano arrivate agli
occhi, come coltelli che tagliavano in due il suo cuore.
Così
come le sue parole.
|
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Capitolo 4 *** Capitolo Quarto ***
Capitolo
Quarto
-Dispute
Whitout Sense-
Era
corsa fuori dalla locanda, ed era rovinosamente scoppiata a piangere.
Il suo
autocontrollo non avrebbe retto ancora per molto, dunque meglio
sfogarsi prima,
e possibilmente non davanti a sua sorella. Era troppo orgogliosa per
fare
qualcosa del genere.
Aveva
indossato una maglietta, una felpa e un paio di guanti giusto prima di
lasciare
la locanda, e si era diretta dapprima a passo svelto, poi correndo,
all’Haed
Quartier di Central City. Aveva bisogno di sfogarsi, magari avrebbe
trovato
qualcuno con la quale allenarsi. E corse, dunque. Corse veloce,
scattando,
sembrava quasi che volasse.
Come
nell’andata, sbattè violentemente contro il
ragazzo biondo di qualche ora
prima. Spalla destra su spalla destra. E un rumore metallico li colse
entrambi.
Il ragazzo biondo si voltò, osservando la biondina correre
in direzione
dell’HQ.
«Aru-kun?»
fece lui «E’ una mia impressione o sta proprio
correndo in direzione dell’Haed
Quartier?»
«Non
è una tua impressione, nii-san. Sta proprio correndo in
quella direzione.»
Fanny
aveva ripreso la maggior parte delle sue cose, almeno quelle
necessarie, e si
era lanciata all’inseguimento di sua sorella minore. Cos’è che non voleva dirle? E
perché non voleva farlo? Erano tutte
le domande che si poneva, ma non vi poteva dare una risposta: purtroppo
era
troppo.. troppo.. troppo complicato.
O
forse era solo semplicemente troppo segreto? Non lo sapeva, ma in un
modo o
nell’altro doveva capire. Però..
Un’idea
si fece spazio nella sua mente, insinuandosi nei punti più
profondi dei
ricordi, cercando di combattere le domande. Insomma, aveva trovato una
risposta
tutta sua. Si fermò, lasciando cadere il necessario per
aggiustare gli automail
di Fay per terra. Fissava i suoi stessi piedi, immobile, in mezzo alla
folla.
Una lacrima scese silenziosa lungo la guancia.
No.
Non era possibile.
Non
voleva pensarlo.
Non
doveva.
Ma
era l’unica risposta che potesse dare a tutte quelle domande.
«Ehi,
tu!» i due ragazzi stavano correndo dietro Fay, che non
accennava a voler
fermarsi «A-Aspetta! Fermati un momento!!»
sbraitava il più basso.
«Smettetela
di seguirmi, maledizione!» urlava Fay «Lasciatemi
in pace! Non vi conosco!»
continuava ad urlare.
«Vogliamo
solo parlarti, stai fermaaaa!!» niente da fare. Non ne voleva
sapere di
fermarsi. Allora si fermarono i due, ansimando stanchissimi.
Un
razzo gli passò accanto: era Fanny che correva a tutta
velocità, con
l’attrezzatura sulle spalle, in lacrime. Li aveva raggiunti e
superati, e si
era parata davanti a Fay, bloccandola con un
“semplicissimo” pugno in faccia
che la face volare due metri addietro: ci aveva messo quanta forza
poteva. E
ora camminava in sua direzione, scura in volto, odiandola quasi. Fay
rimase
immobile a fissarla, mentre puliva un rivolo di sangue che le solcava
il mento:
lo sguardo pieno di una furia omicida che mai aveva sfoderato.
«Razza
di schifosa sorella..» bisbigliò Fanny. Avanzava
verso lei, ancora, fermandosi
a due passi dalla sorella stesa per terra «..penso che i tuoi
motivi siano più
che giusti..» e scattò avanti, togliendole
velocemente la felpa che indossava,
lasciandola in maglia, mettendo in bella mostra l’automail
fuori dal comune che
portava. «..per non volermi dire perché
hai un automail al posto del braccio e fai trasmutazioni senza cerchio
alchemico!» i due dietro di loro rimasero allibiti.
«Fantasy
Tranen..» fece Fay «..lasciami immediatamente
se non vuoi farti male.. credimi, ti conviene lasciarmi..»
«No,
invece!» disse lei «Avanti, nee-chan! Dimmi
perché soffro d’amnesia! Dimmelo,
nee-chan!» e la schiaffeggiò. Fay rimase col volto
di lato.
«Tu
cosa pensi, Fantasy?» disse quella, osservandola soltanto.
Fanny strinse i
denti.
«Cosa
penso.. COSA PENSO?!» urlò «PENSO CHE
SIA STATA TU A CREARMI, ECCO COSA PENSO!»
urlò. I due ragazzi si guardarono, allibiti. «Sono
sicura al cento per cento
che tutto quello che ricordo non sia mai realmente esistito! Penso che
in
realtà Fantasy Tranen non sia mai esistita, e che sia stata
TU a crearmi,
impiantandomi ricordi fasulli, cose che IO non ho masi vissuto!
Ammettilo,
schifosa sorella!» l’accusò
«AMMETTI CHE SONO IO IL TUO PECCATO, MALEDIZIONE!»
«…»
«E
NON STARTENE Lì ZITTA!» urlò. Fay la
osservava. Con uno spinto piuttosto forte
la catapultò a cinque metri di distanza. Si alzò,
e la guardò dall’alto.
«Mi
fai schifo, Fanny.» disse «Idiota, è
ovvio che tu sia esistita! Ed è ovvio che tu
non sia MAI morta!» urlò. «Ma devo
ammetterlo: sei il mio peccato.» disse,
sprezzante. A Fantasy vennero le lacrime agli occhi. «Sei il
mio peccato, e sai
perché?» disse, acida.
«Perché ti ho come sorella!» Fanny
rimase immobile.
«Fa..
Faycchan..»
«Ah, no,
eh! Adesso non cercare di raccogliere! Mi fai schifo, come puoi
davvero.. come
puoi davvero pensare che IO riesca a fare trasmutazioni senza cerchio
alchemico
solo perché.. solo perché ho trasmutato
te?! Idiota, non sono così scema da fare delle
trasmutazioni umane!» si
difese, odiandola. Quella si limitò a tremare, sempre di
più. «Tornatene alla
locanda, prendi le tue schifo di cose e vattene da Central!»
le ordinò. Benché
fosse la sorella minore, Fay riusciva ad imporsi tranquillamente su
Fanny,
anche se quest’ultima riusciva a schiavizzare gli altri ed
era una leader nata.
L’unica persona che non poteva contrastare era proprio Fay. La sua Fay.. «Ancora non so
perché
cavolo sei venuta qua assieme a me.» disse, sprezzante
«Tornatene a West City,
e torna a casa tua!» Fanny abbassò lo sguardo:
l’aveva davvero fatta infuriare
«Anzi, no, che dico!» disse, ridendo.
Tornò seria, d’un tratto «Tornatene ad
Aerugo, che fai più figura! Sparisci da Amestris,
perché se un giorno dovrò mai
rincontrarti peccherò di omicidio!» le
urlò contro «ADESSO VATTENE! SPARISCI
DALLA MIA VISTA!» Fanny si alzò di scatto,
correndo veloce verso la locanda,
andando a prendere le sue cose per tornarsene a casa.
Sarebbe
tornata al loro paese d’origine: sarebbe tornata ad Aerugo.
Aveva
sempre sognato di farlo, ma con Fay.
Ma,
questa volta, sarebbe tornata a casa da sola.
Faycchan- sono una fissata cronica di illusioni ottiche. Oramai non faccio altro che parlare di queste "illusioni ottiche" nelle mie fiction. Strano, eh? Pure al liceo, quando il prof mi becca a disegnare sul banco (eccerto, sennò che senzo andrebbe andare all'artistico?? XD), mi dice sempre "Non si disegna in classe, biondina con gli occhiali!"(non sa il mio nome.. nn lo ricorda mai! >.<) e io gli dico "non è vero, prof, non sto disegnando!" e lui "Ah, no? E come lo spieghi quel disegno sul banco?" e io "Disegno sul banco? Quale disegno sul banco?" e lui me lo indica. io lo guardo e dico "ma prof, sul banco non c'è niente!" lui mi guarda con furia omicida e mi urla contro "cerchi di prendermi in giro?! lo vedo benissimo!!!" e io, ovviamente "no, prof, non c'è niente, è una sua illusione ottica! ù_ù"
Insomma, il prof ogni volta si gira e se ne va, sbuffando: non è possibile infinocchiare La Fay ù_ù sono SEMPRE gli altri ad essere infinocchiati da LEI! ù_ù gwahahaa !! *_*
Okay, anche oggi lo spazietto dedicato a moi è terminato ù_ù Ringrazio di cuore fullmetalQUEEN che si è aggiunta a coloro che hanno letto la fiction, e la ringrazio dal profondo del my poFFeVo cuore per averla messa fra i preferiti ù_ù ti aDDoVVoHH Gemè!
Faycchan |
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Capitolo 5 *** Capitolo Quinto ***
Capitolo
Quinto
-Notice of
Departure-
Fay
strinse i pugni. Là di fianco a lei c’era la sua
personale cassetta degli
attrezzi per modificare o aggiustare l’automail. Il volto
basso e il volto
arrossato dalla rabbia, fissava per terra, maledicendo mentalmente
Fanny e
gettando bestemmie al vento. Poi si morse il labbro, per non esagerare
ulteriormente: avrebbe fatto spaventare i passanti. Afferrò
la cassetta con uno
scatto, rimettendosi addosso la felpa che qualche minuto prima la
sorella le
aveva tolto con uno scatto e si diresse velocemente verso il punto in
cui era
diretta: l’Haed Quartier di Central City.
«Ah..
ehm.. ragazzina?» tentò il biondino alle sue
spalle. «Potrei parlarti un
attimo?» chiese. Fay mise le mani in tasca, stringendo
convulsamente l’orologio
d’argento che le avevano dato pochi giorni prima. Si
fermò, voltandosi appena
ad osservarlo.
«Cosa
diamine vuoi?» gli rispose, acida. «Non ho tempo da
perdere con gente come te!»
«Perché,
cosa ti ho fatto?» disse quello, inarcando un sopracciglio
«Non ti avrò mica
fatto un qualche torto e l’ho scordato?» chiese,
osservando il fratello alla
sua destra.
«Non
ti ho mai visto.» rispose seccamente quella «Ma
dopo ciò che avete appena
sentito, non voglio avere niente a che fare con voi.» e
strinse ancora l’orologio
d’argento. Fece qualche passo avanti, a volto basso, quando
sentì un
«”Attenta!!”» alle sue spalle:
quando alzò il volto sbattè contro un uomo. Si
allontanò di scatto, osservandolo: Roy Mustang.
«E’
proprio destino, eh?» fece, ridacchiando.
«…
Taisa …» si limitò a dire, fredda nel
tono. Quello sbuffò.
«Perché
sempre questo tono distaccato nei miei confronti?» e la
guardò fintamente
triste «Non ti piace vedermi?»
«Vuole
la verità, Taisa?» chiese lei «Non la
posso proprio vedere.» disse,
furiosamente «Così come non voglio vedere quei due
dietro di me, adesso!»
«Ah,
non li vuoi vedere?» chiese, scoppiando a ridere. Fay lo
odiò, mentre i due
alle sue spalle inarcarono entrambi un sopracciglio.
«E’ davvero un peccato!» e
rise ancora, cingendo lo stomaco con le braccia.
«Perché
mai, Taisa?» chiese il biondo, avvicinandosi assieme al
fratello. «Che abbiamo
a che fare con questa, noi due?»
«Avete
in comune la prossima missione, FullMetal!» disse, tentando
di ricomporsi. Ci
riuscì, infine, mettendo le mani sulle di una Fay piuttosto
confusa e bloccata:
lo sguardo era fisso per terra, la bocca dischiusa per lo stupore.
«Oh, mi
dispiace tantissimo, BlackIce!» disse, sorridendole
«Ma pare che dovrai stare
con questi due ancora per un po’!»
«Ma
vaffan..» si morse la mano per starsi zitta. La sinistra,
quella di carne, non
la destra. «Cazzo!» sbottò infine.
«Perché,
scusa?» fece il più alto «Neanche ci
conosci e già ci odi?»
«Ma
stai zitto!» sbottò Fay. Poi alzò lo
sguardo. «Dove dovrebbe essere svolta,
‘stà schifo di missione?» chiese,
sbuffando. Si sottratte alla presa di Mustang
con uno scatto, e guardava lontano.
«C’è
una rivolta.» disse «Ad Aerugo.» i due
spalancarono gli occhi, Fay rimase
allibita. Fra le mani stringeva ancora l’orologio
d’argento, che in quel
momento le cadde di mano, scivolando per terra: non era attaccato da
nessuna
parte. Roy e gli altri due guardarono prima l’orologio
d’argento e poi lei. Fay
tremava. Sulle spalle teneva ancora la cassetta degli attrezzi: le
scivolò pure
quello. «BlackIce?» fece Roy, chinandosi alla sua
altezza, cercando di scorgere
qualche tratto di viso, purtroppo nascosto dai capelli.
«Tutto bene, BlackIce?»
fece ancora, inarcando un sopracciglio.
«No,
Taisa.» disse «Io.. Io non ci vado.»
«Come?
E perché mai?»
«Io..
là.. non ci torno.» disse ancora. Roy
osservò gli altri due.
«Aru-kun,
Edo-kun, voi sapete perché non ci vuole andare?»
chiese. Quelli scossero la
testa.
«La
conosciamo da pochissimo.» rispose Alphonse, il
più alto.
«Taisa,
non cerchi spiegazioni, non saprà darvele
nessuno.» disse «L’unica persona che
poteva dargliele, se né appena andata.» fredda.
Gelida. Acida. Una lama che
trafigge coloro che l’ascoltano.
«Ti
riferisci a tua sorella Fanny?» chiese Edward. Quella si
voltò di scatto,
tirandogli un pugno in pieno volto con l’automail. Quello
cadde a due metri di
distanza: non ci aveva messo tutta la sua forza possibile.
«Và a
farti fottere, razza di bastardo!» gli urlò contro
«Non ti azzardare a nominare
mia sorella!» urlò ancora. Era pronta a tirargli
un altro pugno, quando Roy la
tenne ferma per le braccia.
«BlackIce!
Stà ferma!» la trattenne, bloccandole le braccia:
si dimenò con le gambe,
cercando di colpirlo. Edward si alzò barcollante,
osservandola come se avesse
appena visto un fantasma: la odiò.
«Ma
che cazzo ti prende?!» disse, massaggiandosi la guancia
sinistra, quella
colpita. Fay lo guardava digrignando i denti, odiandolo, furiosa.
«Tu sei tutta
pazza!»
«No,
bastardo, sei tu che non ti devi permettere di chiamare mia sorella per
nome!» gli
urlò. Roy e Alphonse la guardavano allibiti, così
come Edward. Roy le fece
sbollire la rabbia facendole menar calci all’aria,
finchè non si liberò dalla
sua morsa. Riprese l’orologio d’argento e la
cassetta degli attrezzi e si morse
il labbro. «Tsk.. a mai più rivederci, razza di
bastardo!» sibilò, prendendo a
camminare veloce verso la locanda dove stava in quei giorni: doveva
riflettere.
Faycchan- ecco. lo sapevo che a qualcuno non sarebbe piaciuto il nuovo aspetto di Fay. Ma, purtroppo, dovete sopportarla!!! XD Ci vediamo al prossimo, ne! ^O^
Faycchan |
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Capitolo 6 *** Capitolo Sesto ***
Capitolo Sesto
-Envy,
Blackmail-
«Faycchaaaaaaaan!»
una nocetta stridula
riecheggiò alle orecchie di una ragazzina di appena dieci
anni. Si voltò, osservando
la causa di tutto quel rumore: una ragazzina dai capelli castano
chiaro, di
circa dieci anni, compiuti da poco assieme alla sorella, le correva
contro
sorridendole. Fay sbuffò, osservandola, scostando poi lo
sguardo sul libro che
aveva fra le gambe. Fanny le si attaccò al braccio destro,
strusciandovisi
sopra con sdolcinato affetto. Poi le diede un bacio a schiocco sulla
guancia. Fay
se la staccò di dosso, schifata.
«Che schifo, Fanny!» le disse, con
disprezzo «Le tue effusioni regalale a qualcun
altro!!» le disse, tornando al
suo libro, pulendosi la guancia baciata. Riprese a leggere con
più foga il
libro d’alchimia che le avevano regalato.
Lei e la sorella erano andate vicino ad
un lago, Fay per studiare e Fanny per divertirsi. La madre era rimasta
a casa,
poco più distante, per lavorare.
E Fanny giocava tranquillamente vicino al
lago, saltellando, cercando di afferrare una farfalla che svolazzava
là vicino,
ma troppo in alto.
Un salto più in alto degli altri.
E splash.
«Fanny, hai tirato un sasso in acqua?»
chiese Fay, alzando poi lo sguardo sulla sorellina. Spalancò
gli occhi, vedendo
la sorellina dimenarsi in acqua: nel punto dove era caduta
l’acqua era
piuttosto profonda. Gettò il libro di lato, correndole in
soccorso.
Ma appena fu davanti l’acqua si bloccò:
non sapeva nuotare..
Spalancò
gli occhi di scatto, fissando davanti a se e cominciando ad ansimare.
Si
asciugò la fronte dalle gocce di sudore che la imperlavano,
e si alzò a sedere.
Si guardò intorno, per poi stringere la propria testa con le
mani, forte. Si
chiuse a riccio, stringendo i denti.
«Maledizione..»
si disse «..ancora quel maledetto sogno..»
afferrò il bicchiere pieno d’acqua
che aveva sul comodino, bevve qualche sorso, per poi lanciare
furiosamente
l’acqua contro il pavimento e il bicchiere contro il muro.
Afferrò con forza il
cuscino, stringendolo fra le braccia, come se fosse l’unico
suo appiglio.
Strinse ancora una volta i denti, e strinse i pugni sul cuscino, forte,
quasi
volesse strapparlo. Afferrò le coperte e le tirò
su fino alle spalle, perché
sentiva freddo. Gli occhi socchiusi a fissare davanti a se. Osservavano
la
stanza, tranquillamente. Non si accorse della presenza di qualcun altro
nella
stanza.
«Salve,
BlackIce Alchemist..» Fay scattò a sedere,
osservando meglio la stanza: davanti
al suo letto c’era una sedia, sulla quale era scompostamente
seduto un ragazzo
dai capelli neri, riflessi verdi, e occhi color
dell’ametista, così simili ai
suoi occhi lilla e così identici alle punte dei suoi stessi
capelli.. erano
freddi, congelanti più del suo ghiaccio nero, gelidi, seri e
profondi come il
mare. Ne rimase incantata. «..che c’è?
Perché mi guardi così?» le chiese. La
voce l’incantò, destandola però dal suo
sguardo e scattando: si coprì
immediatamente con le coperte, gettando il cuscino dietro di se.
«Chi
sei? Come fai a conoscermi?» chiese, quasi spaventata: no, mi
sbaglio, era solo
curiosa. Non aveva paura praticamente di niente.
«Il
mio nome è Envy.» rispose quello, sorridendole
malizioso. Indossava vestiti
alquanto eccentrici, ma Fay non vi fece caso. «Sei
l’unica che è riuscita a
portare a termine una Trasmutazione Umana, complimenti.» le
sorrise. Quella
spalancò gli occhi.
«Hai
sbagliato persona, Envy.» disse lei. «Io non ho
fatto nessuna Trasmutazione
Umana.» Envy sospirò. Si alzò,
sedendosi alla punta del suo letto, più vicino a
lei.
«Ah,
ma sei proprio sicura?» chiese «No,
perché sai, mi hanno detto che proprio tu
hai applicato una Trasmutazione Umana riuscita su..» e
sostò, mentre sosteneva
lo sguardo irato di Fay, che nel mentre pensava ad un modo per
liberarsi di lui
«.. su tua madre, giusto?» chiese, avvicinandosi un
po’ al viso di lei. Erano a
dieci centimetri di distanza, i loro respiri si mescolavano, e Fay non
sopportò
oltre quella vicinanza: gli tirò un potente schiaffo sul
volto, ma tanto forte
da fargli rimanere il volto girato di lato.
Envy
rise.
«Che
ridi a fare, bastardo?!» gli inveì contro lei
«Ti sei avvicinato troppo a me,
senza motivo, e mi stai accusando di aver applicato una Trasmutazione
Umana su mia madre…»
strinse i denti, furiosa «Ma
io non l’ho fatto! Hai preso un abbaglio, di sicuro! Io
eccello nell’alchimia,
è vero, ma non sono tanto brava da riuscire ad applicare una
Trasmutazione
Umana!» sbottò. Quello le afferrò i
polsi, sbattendola violentemente contro il
letto sottostante a loro. Fay ebbe realmente paura, almeno per una
volta nella
vita: e adesso? «Lasciami..» sibilò,
mentre lui le andava vicino l’orecchio
destro con le labbra, facendola rabbrividire.
«E se
non volessi..?» sorrise, dandole un bacio sul collo. Lei
cercò di ribattere, ma
non ci riuscì. «Ascoltami bene,
BlackIce.» disse, serio, alzandosi e
guardandola dall’alto, ma senza lasciarla «Tu
domani partirai con Fullmetal e
suo fratello, e andrai ad Aerugo, intesi?» disse
«Io e i miei fratelli saremo
là per una lunga vacanza.. e tu ci dovrai essere. Me ne
accorgerò se non ci
sarai, capito?» disse, osservandola serio
«Collabora con noi, BlackIce. E noi
lasceremo in pace la tua cara sorellina..» e sorrise. Fay
invece tremò.
«Fa..
Fantasy..?» chiese, immobile. Envy annuì, semplice.
«L’abbiamo
presa in ostaggio.» sorrise lui «Se la vuoi
rivedere, vieni ad Aerugo..» si
abbassò verso il suo orecchiò, sussurrandole
«..e diventa mia..» si rialzò, la
baciò sulla guancia e, aprendo la finestra, si
lanciò fuori dalla locanda.
Fay
rimase immobile a fissare il soffitto così per come Envy
l’aveva lasciata.
Avevano
preso in ostaggio Fanny.. e, come se non bastasse, Envy le aveva
“ordinato” di
andare ad Aerugo, di collaborare con lui e.. di diventare sua.
Ma,
in che senso.. “diventare
sua”?
Faycchan- oggi ho litigato con mia sorella. Dovete sapere, che per scrivere questi capitoli e postarli, è sempre una lotta continua!
Perchè? Oh, bhè, ho un fratello e una sorella maggiori, e ogni volta che sono al computer cominciano a rompere le scatole, togliendomi a forza il computer. Fortuna almeno che qualche volta sono clementi, e che di questi tempi sono TUTTI tremendamente gentili!! XD Almeno mi tolgo il peso di dover postare le fiction!! ^O^
Mi scuso profondamente con fullmetalQUEEN, alla quale avevo promesso di poster Betrayal Pride e Imadoki Fullmetal.. sorry, davvero, ma non ho avuto il tempo, ieri mattina!! ç_ç tenterò di farlo nei prossimi giorni!!!
Ora, mi scuso profondamente perchè non posso rispondere alle recensioni. Solo, volevo dire a Blacklight, Fay ha un motivo per cui non vuole dare spiegazioni alla sorella. Non possiamo farci niente, anche io a volte fatico a capirla, anche se sono io che la strutturo: purtroppo anche per me è un personaggio complicato. Scusami, spero vivamente che ti toglierai i dubbi..
Ah! Per chi non l'avesse capito, io posto in questo ordine: un giorno sì, e due no. Un giorno sì, e due no. Capito? ^_^
Ringrazio i lettori nuovi e quelli vecchi che continuano a seguirmi, fiction dopo fiction! ^O^ grazie!!
Faycchan |
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Capitolo 7 *** Capitolo Settimo ***
Capitolo
Settimo
-What
Next?-
Non
aveva dormito più per il resto della notte. Stringeva il
cuscino fra le mani
furiosamente, tentando quasi di strapparlo per la rabbia. Poi aveva
affondato
il volto in esso e aveva cominciato a singhiozzare, ma non piangeva.
Aveva
perso tutte le lacrime tempo prima, e oramai poteva dire addio allo
sfogo dei
sentimenti.
Solo,
stava singhiozzando. Morse il cuscino per reprimere la rabbia che
provava in
quel momento: più che rabbia, sembrava odio, sembrava
tristezza. Chi si credeva
di essere quell’Envy? Che cosa voleva da lei?
Perché aveva rapito Fanny? Troppe
domande. Troppe poche le risposte. Troppo, e basta. Gli occhi di Fay
erano
arrossati, quasi avesse pianto, e in quelle pozze lilla erano comparse
venature
color dell’ametista, piccole scaglie che facevano intuire il
suo stato d’animo.
Stava odiando. Ma qualcosa in Fay era decisamente cambiato: primo, non
riusciva
a scordare Envy; Secondo, sentiva ancora il suo fiato sul collo;
Terzo.. arrossiva
al solo pensiero di Envy. Ma che le stava succedendo?
«No..»
bisbigliò, piano «..non sarà che
io..?» spalancò gli occhi, arrossendo di
botto. Afferrò con forza il cuscino e lo lanciò
nel punto in cui ore prima
sedeva Envy. «Cha cazzo vado a pensare?! Non se ne parla
proprio!» si disse,
convinta. Si alzò, osservando il proprio automail: il polso
era ammaccato.
Lentamente spalancò gli occhi, rimanendo allibita: erano
rimasti i segni delle
mani di Envy sull’automail, a quanto pare aveva stretto
fortissimo. Oppure era
solo che aveva una forza mostruosa? Strinse i denti, ancor
più irata di prima,
lanciando un urlo che a poco spaccava i muri. Dette un pugno al letto,
facendo
sì che il materasso di piegasse in due sotto la fora del
braccio di carne: come
faceva ad avere tutta quella forza, dite? Allenamenti estenuanti giorno
dopo
giorno, semplice.
«Fanculo..»
disse, abbassando il viso e cadendo in ginocchio davanti al letto,
incrociando
le braccia su di esso e facendo sprofondare il volto fra di esse.
Singhiozzò
nuovamente, almeno finchè qualcuno non si curò di
bussare alla porta.
Toc, toc.
Insistente.
Toc, toc.
«Chi
cazzo è?!» urlò rabbiosa Fay, alzando
il volto verso la porta. Il silenzio
pervase la stanza. Strinse i denti, facendo per alzarsi, quando una
voce
dall’altro lato della porta la bloccò.
«Sono
Edward..» Fay sospirò. Che cosa voleva quello,
adesso? «..posso entrare,
Tranen?» Fay spalancò gli occhi: l’aveva
chiamata per cognome o era una sua
impressione? Sospirò di nuovo, andando verso la porta e
aprendola, facendo
entrare Edward. «Ah.. ma disturbo?»
«Ma
và!» sbuffò Fay. Edward notò
il disordine nella stanza: il bicchiere distrutto
per terra, il muro macchiato d’acqua, il cuscino per terra
assieme alle
lenzuola. Da un altro lato c’erano la felpa di Fay e la
cassetta per gli
attrezzi. Edward si sentì in imbarazzo: non era mai stato
solo in una camera da letto con
una ragazza carina. Scosse la
testa, cacciando via
dalla mente pensieri sconci che quel Taisa di merda gli aveva appena
contagiato. «Perché sei venuto fin qui?»
chiese Fay, sedendosi su una sedia là
vicino. Edward si sedette sul letto, non avendo altri posti dove
sedersi.
«Ecco,
volevo chiederti scusa per ieri..» disse, mordendosi subito
dopo la lingua,
vedendo il disappunto sul volto di Fay. «..quando ho nominato
tua sorella..»
deglutì. Fay spalancò gli occhi, poi
scoppiò a ridere. Sul volto di Edward
comparve il disappunto più totale: perché stava
ridendo? «Ehi! Non c’è niente
da ridere!!» disse, sbuffando.
«Ahah!!
E tu ti sei fatto tutta questa strada nel bel mezzo della notte, solo
per
chiedermi scusa?» tentò di trattenersi: inutile.
Edward divenne improvvisamente
rosso fuoco.
«Ehm..»
fece, stringendo i pugni «..mi ha costretto
Alphonse..» confessò, abbassando il
volto. Fay si calmò.
«Tuo
fratello?» chiese. Edward annuì «Ma non
ce n’era bisogno!» assicurò,
sorridendogli «E’ una reazione che mi sorge
spontanea, quella di picchiare chi
chiama mia sorella per nome.. gelosia, mi sa.» disse, con
un’alzata di spalle «E
poi detesto quando qualche sconosciuto chiama per nome una di noi
due.» disse,
guardando poi fuori dalla finestra.
«Mi
togli una curiosità, Tranen?» chiese Edward,
assottigliando gli occhi. Fay gli
rivolse uno sguardo semplice «Quanti anni hai?»
«Diciassette.»
disse «Così come mia sorella. Siamo
gemelle.»
«Gemelle?»
il volto di Edward s’illuminò, Fay non capiva.
«Grande!» esclamò, sorridendole.
«Perché?
Che c’è di strano?»
«Niente,
ma siete le prime gemelle che conosco!» Fay inarcò
un sopracciglio.
«E
che c’è da esultare tanto, scusa?» non
capiva. Lo sguardo serio di sufficienza
comparve sul suo volto, senza capire ancora perché Edward
fosse così felice. «Mi
pare una cosa piuttosto normale, la nascita di gemelle. Piuttosto,
avresti
dovuto chiedermi qualcosa di più serio, no?»
«Hm..
in effetti qualcosa c’è.» disse Edward,
tornando serio, osservandola «Come mai
non vuoi andare ad Aerugo?» chiese, inclinando il volto di
lato. «Sei nata lì,
o sbaglio?» chiese.
«Sì,
io e Fanny siamo nate là.» confermò
«Ma non voglio tornarci perché.. bhè,
sono
successe varie cose che mi impediscono di tornarci. Ma altrettante mi
costringono a farlo.»
«Del
tipo?» Fay lo guardò: era uno sguardo tagliente,
come se fosse una lama appena
affilata. Edward ritrasse subito le sue parole «Ehm.. non
sono affari miei, afferrato
il concetto.» disse. «Comunque, non penso che il
Colonnello ti mollerà così
facilmente..»
«In
che senso, scusa?» chiese, alzando un sopracciglio. Edward la
osservò serio.
«Non
ti lascerà star qui, mentre io e Alphonse andiamo ad Aerugo.
E poi, vuole
mandarti là perché tu conosci la zona.»
e la guardò ancora, adesso tranquillo.
Portò una mano ai capelli, sulla nuca, legati a coda. Tolse
l’elastico,
cominciando a farsi la treccia.
«Perciò?» domandò, infine,
mentre legava con
l’elastico la sua opera.
«Perciò
cosa?» si era ritrovata a chiedere senza senso. Sapeva
perfettamente a cosa si
riferiva: perciò vieni sì o no? Ma
aveva
troppi pensieri per la mente: se fosse andata ad Aerugo, avrebbe
senz’altro
potuto salvare sua sorella, ma non voleva andarci! Ma infondo,
cos’era più
importante? Sua sorella o il suo maledettissimo e stupidissimo orgoglio?
«Vieni
sì o no?» Fay rimase con lo sguardo piantato per
terra, sottile, per poi alzare
di scatto la testa, verso di Edward.
«Vengo!»
|
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Capitolo 8 *** Capitolo Ottavo ***
Capitolo
Ottavo
-Light
Alchemist-
Erano
appena arrivati alla stazione di Ollen, una città al centro
dell’est di Aerugo.
Edward e Alphonse erano rimasti immobili a fissare la città
che si ergeva
davanti ai loro occhi: palazzi altissimi, officine, macchine moderne
diverse da
quelle di Amestris.. e nessun automail. Era tutto un mondo differente.
Fay
invece sentiva di provare ancora nostalgia per quella città.
Ollen, la sua
città natia. Solo pochi anni prima l’aveva
lasciata per andare ad Amestris con
la sorella, e ora.. bhè, ora si ritrovava nuovamente a casa.
Ad ogni passo la
nostalgia spariva, e l’aria pulita le inondava le narici e le
scompigliava i
capelli corti: il suo sguardo serio e composto, però,
tradiva la sua felicità.
Edward
e Alphonse si accorsero strada facendo che i passanti e gli uomini
dentro le i
negozi o i bar, la salutavano, e le ricambiava tranquilla i saluti.
Insomma, si
accorsero che tutti la conoscevano, e le conosceva tutti a sua volta.
Bizzarro?
No, semplicemente normale. Almeno per lei, che in quel luogo ci aveva
vissuto anni
e anni. Una voce alle spalle di Ed e Al li fece rabbrividire: era un
po’
stridula, ma composta ed educata, e una ragazza passò subito
in mezzo a loro,
abbracciando da dietro Fay.
«Faysaaaaaaaaaaaaaaan!!»
urlò quella. Tutti i coloro che in precedenza non
l’avevano salutata, si
voltarono stupefatti verso di lei, che arrossì per la
vergogna.
«..Jewell..»
sospirò Fay, voltandosi appena ad osservarla. La ragazza che
l’aveva
abbracciata aveva lunghi capelli rossi e riccioluti, e grandi occhi
castani che
brillavano. Non aveva gusti particolarmente bizzarri in fatto di
vestiti,
perché indossava una canottiera e un paio di semplici jeans
strappati: cose
comunque alla moda, in confronto ad Amestris.
«Oh,
Faysan! Da quanto tempo, non ci vediamo!!» e si
strusciò contro la sua schiena,
con affetto. Inutile dire che per Fay era più che
fastidioso: era una rottura.
Almeno così la vedeva lei. «Sei tornata qua per
restare, Faysan?? Eh??» chiese
Jewell, mentre gli occhi le si illuminavano dalla gioia.
«No,
Jewell, è solo per..» si bloccò,
pensando ad una scusa. Non poteva dirle che
era là in missione «..per una vacanza.»
«E
allora torni a casa tua o hai bisogno di essere ospitata??»
chiese quella. Fay
sospirò.
«Jewell,
io.. noi abbiamo dove
andare.» disse,
scoccandole uno sguardo serio. Poi osservò Edward e
Alphonse, rassegnata,
facendo loro segno di avvicinarsi. «Jewell.. sei pregata di
lasciarmi..» fece,
sbuffando sonoramente. Jewell ubbidì, ma comunque le stava
attaccata,
prendendola a braccetto.
«Oooh..
Però, Fay! Che amici carini che hai!» Edward e
Alphonse divennero
improvvisamente rosso fuoco. Jewell finalmente lasciò Fay,
per poi attaccarsi
al braccio di Edward, che la guardava imbarazzato.
«Waaaaahh.. per me tu sei il
più carinooo!!» Edward arrossì, se
possibile, più di prima «Vuoi essere il mio
ragazzo??» chiese Jewell con aria innocente. Fay
sospirò, coprendosi gli occhi
con una mano. Alphonse scoppiò a ridere, mentre Edward era
rimasto senza parole,
più che rosso in volto. Fortunatamente c’era Fay!
«Jewell..
non è roba per te, sei ancora troppo piccola.»
disse, osservandola di sbieco «E
poi, è molto più grande di te. Senza contare che
non lo conosci nemmeno, come
puoi fargli domande del genere?» la rimproverò.
Jewell si fece piccola piccola,
sempre attaccata al braccio di Edward.
«Ma..
scusa, Tranen, ma quanti anni ha?» chiese Edward,
osservandola sbalordito. Fay
sospirò.
«Undici,
Edward. Ha sei anni meno di te. O sette?» Fay fece per
pensarci.
«Sette,
Tranen. Ho diciotto anni, io!» sbuffò,
osservandola. Fay gli sorrise.
«Dettagli!
Avanti, andiamo..» si voltò, riprendendo a
camminare, cosa che fecero anche
Alphonse ed Edward, accompagnati dalla maledetta compagnia di Jewell,
che non
accennava a mollare il braccio del povero Edward, già
abbastanza sconvolto da
parte sua. Camminarono per ben mezzora, sotto la stessa routine con i
passanti.
Tutti la salutavano, e lei salutava tutti.
Si
fermarono solo quando arrivarono davanti ad una semplice casetta, forse
fin
troppo piccola. Ma, anche se sembrava piccola, era più
grande di quello che si
potesse pensare: aveva tre piani sotterranei inondati di pura luce.
Bizzarro,
eh? Ma l’alchimia poteva fare grandi cose. Oh, almeno,
l’alchimia di Luce
poteva fare tanto. Fay fermò il suo incedere, e fissava
l’entrata, che recitava
così:
“Chi
siete, e che cosa volete?
Se non siete nei seguenti nominativi, non
entrate!
Jewell Nefertari
Fantasy Tranen
Jacob Tranen”
Fay
abbassò lo sguardo, ridacchiando. Jewell la
guardò triste.
«Ah,
adesso la Madre non mi considera neanche più sua
figlia?» chiese, voltandosi
verso Jewell. «Si può sapere che cazzo le
è successo?» strinse i pugni,
assottigliando gli occhi in un’espressione irata, diretta
verso Jewell, che
abbassò lo sguardo, fissandolo per terra. Tremò.
«Ecco..
Light non vuole vedere altri se non Fanny, zio Jacob e me..»
Fay rimase
immobile.
«Light?»
domando, scettica. Jewell si tappò immediatamente la bocca,
osservandola con
gli occhi spalancati. «Non mi dirai che.. ha
davvero..» gli occhi le si fecero
piccoli dalla rabbia, per poi voltarsi e caricare un calcio potente
verso la porta
in acciaio davanti a lei.
«Fay!
Fay, aspetta, sta ferma!! Non lo fare!» niente. Andata. Fay
tirò un calcio alla
porta, talmente potente da farla volare verso l’interno,
piegata in due. E dire
che l’acciaio di Aerugo era tremendamente più duro
di quello di Amestris. Fay
entrò dentro, correndo a grandi falcate, scendendo veloce ai
piani inferiori,
seguita a ruota da Jewell, che cercava di fermarla e da Edward e
Alphonse, che
non sapevano cosa fare, ma che erano rimasti scioccati dalla forza
tremenda
sprigionata dal calcio di Fay. «FAY!!!!» urlava
Jewell, continuando a correre
verso quel tornado che era diventata Fay: sembrava peggio di una bestia
selvaggia. Scendeva a sette a sette i gradini delle scale, correva
molto
velocemente, apriva le porte con la forza di un leone: era una belva.
«MARIANNE
TRANEN!» urlò, spalancando l’ultima
porta. Una donna dai lunghi capelli biondi
si voltò verso di lei, osservandola: aveva un occhio lilla e
l’altro verde,
sembrava l’incrocio fra Fay e Fantasy. «CHE CAZZO
HAI FATTO IN MIA ASSENZA?!»
urlò, andandole vicina, afferrandola per il colletto e
sollevandola da terra. «E
RISPONDI, IDIOTA!» lo sguardo irato di Fay faceva
sì che gli occhi assumessero
leggere sfumature color dell’ametista.
«Io..
chi.. chi sei?» Fay spalancò gli occhi, dandole un
pugno in pieno volto.
«SAI
PERFETTAMENTE CHI SONO, RAZZA DI STUPIDA!» rispose
«SONO TUA FIGLIA!» digrignò
i denti, sotto lo sguardo stupito di Marianne.
«F..
Fay..?» fece, mentre una singola lacrima le solcava la
guancia destra. Fay si
trattenne dal picchiarla ulteriormente. «..ma tu.. eri.. eri
morta..»
«IO?»
disse ancora, alzando la voce «Io non muoio così
facilmente, Marianne!» disse,
gettandola per terra. «E così..» disse
abbassando lo sguardo «..ti sei
azzardata a diventare Alchimista Esclusiva del Governo, eh?»
«I-io..
Fa-Fay..» tentava di calmarla con la voce: neanche la madre
riusciva a
contrastarla. «..pensavo che fossi.. m-morta e
così.. i-io..» Fay inarcò un
sopracciglio.
«Tu?»
tentò. La madre scoppiò in lacrime.
«H-Ho..
ho tentato u-una.. u-una..» Fay capì al volo,
spalancando gli occhi.
«..hai
tentato una trasmutazione umana..?» rimase spiazzata. Se
davvero l’aveva fatto,
questo voleva forse dire che adesso.. circolava un Homunculus
dall’aspetto di
Fay? «Tu.. tu..»
«Perdonami,
Fay.. io.. volevo riaverti, e così.. ho..»
«Dimmi
che non l’hai nutrita, almeno..»
bisbigliò Fay, all’apice della rabbia
«..dimmi
che non l’hai fatto, Marianne!»
supplicò, cadendo in ginocchio. La osservava
scioccata, con la bocca socchiusa.
«..perdonami..»
Fay rimase immobile. «..mezzora fa ha sentito una presenza
forte e.. e.. è
scappata..» bisbigliò ancora, abbassando il volto.
Fay era rimasta immobile.
«..devo
sbarazzarmene..» sussurrò, rialzandosi
«..il più presto possibile..» si disse
ancora. Uno sbaglio non poteva essere punito neanche con la morte. Non
questo
genere. «Light Alchemist..» disse, chiudendo gli
occhi e calmandosi «..confido
nel fatto che tu ti renda conto che hai fatto una cazzata.»
si voltò, e non
disse più nulla.
Alphonse
ed Edward erano rimasti al secondo piano sotterraneo, e tremavano: non
avevano
idea di quello che potesse fare Fay a sua madre, e di certo non
volevano
scoprire la sua collera. Jewell era rimasta con loro, accucciata in un
angolo,
che ti stringeva le tempie, tremando visibilmente, molto più
di Edward e
Alphonse. Poco dopo, sulla soglia della stanza dove erano rifugiati,
comparve
una ragazza: capelli corti biondi con le punte lilla, vestiti bizzarri.
Era
Fay.
«Ho
risolto.» disse «..mi ha spiegato le sue
ragioni.» Jewell la osservò.
«L’hai..
lasciata viva?»
«Sì.
Non ti preoccupare, Jewell.» e le sorrise «Non
avevo voglia di far fuori
qualcuno.. non oggi.» a quelle parole, Edward e Alphonse
rimasero immobili a
fissarsi: cominciarono a tremare ancora di più. Quando
Alphonse voltò lo
sguardo su Fay, si accorse di qualcosa di diverso: gli occhi non erano
di quel
lilla luccicante.. erano viola scuro, e le pupille erano verticali e
sottilissime. Inoltre, sulla spalla sinistra, si intravedeva qualcosa..
una
sottospecie di simbolo. Quindi, connesse: quella non era la vera Fay.
«Dov’è
Fay?» disse, osservando la ragazza che lo osservava.
«Che
stai dicendo? Sono io, Fay!» disse, seria.
«Se
davvero sei tu.. dimmi, come mi chiamo io?» la
interrogò. Sul volto uno sguardo
beffardo che non gli si addiceva. Fay sorrise maligna.
«Hai
davvero un occhio attento..» sospirò
«..bravo. A quanto pare ti sei accorto che
non sono lei.. in base a cosa, mi chiedo?»
«Occhi
viola, pupille verticali, tatuaggio bizzarro sulla spalla
sinistra.» disse «Da
quel che vedo da qui, sembrerebbe un drago che si morde la coda, o un
serpente.
Da questo deduco che tu sia..» Edward spalancò gli
occhi.
«..un
Homunculus..?»
Faycchan- et-voilà! ^O^ altri due capitoli pronti x voi!! ..non vi fa paura Fay, vero? XD almeno, non il suo Homunculus.. giusto? O_O oddio.. XD ahahah.. non so dove mi sono uscite tutte 'stè cose, ma essendo una di quelle long-fic stile Betrayal Pride (e ti pareva, se non si finiva a parlare di nuovo di qll!! >.< ndHann)(shh!! >.< ndFay), ovvero di più di trenta capitoli.. (eh, sì, xk devo inserire un sacco di cose *__* mica è solo d'avventura, 'stà fic, eh! >_<).. bhè vedrete voi! *____* ghgh.. spero vi piaccia ancora la fic, dopo questo capitolo! XD
bye bye,
ringrazio tutti quelli che leggono le mie fiction senza commentare
ringrazio tutti quelli che leggono le mie fiction e commentano
ringrazio i lettori nuovi
ringrazio i lettori vecchi
e tutti quelli che continuano a sopportarmi, a seguirmi, a sostenermi.. e a guidarmi verso nuove fiction!
Faycchan |
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Capitolo 9 *** Capitolo Nono ***
Capitolo Nono
-Fake Fay-
Marianne
stava piangendo. Non era tristezza, ma felicità. La sua
schiena veniva scossa
da frequenti singhiozzi, e nel mentre continuava a tenere attivo il
processo
alchemico per inondare di luce tutte le camere. Altro singhiozzo, e la
luce si
spense. In tutte le camere, eccetto quella in cui si trovava Fay. La vera Fay. Allora si alzò di
scatto,
voltandosi verso destra, ove era disegnato il cerchio alchemico
“incaricato” di
fornire luce a tutto il posto. Corse su per le scale, trovandole
inondate di
buio, eccetto l’esatto punto in cui giaceva Fay: che le era
successo? Perché
era distesa sulla gradinata?
Le si
avvicinò prudente e silenziosa, salendo le scale,
osservandola: dalla bocca
usciva sangue, ma solo da là. In più, non
sembrava riportare fratture.
«..Fay?»
tentò. Le poggiò una mano sulla spalla destra, ma
la ritrasse immediatamente:
scottava. Ma nonostante questo, raccogliendo le forze, la
voltò ugualmente,
osservandola negli occhi. Erano chiusi, in un’espressione
serena. Era bizzarro
vedere come in uno stato di svenimento Fay potesse essere tanto serena.
Marianne la scosse, la schiaffeggiò, finchè Fay
non aprì gli occhi, e la
guardò.
«Che..
che è successo?» le chiese, stropicciandosi gli
occhi.
«E’
quello che vorrei sapere pure io, bambina mia.» disse
Marianne, osservandola «Eri
svenuta sulle scale, e.. bhè, hai sangue che ti esce dalla
bocca.» spiegò «E la
tua spalla destra scotta in una maniera allucinante: come
mai?» a quelle parole
Fay spalancò gli occhi, poi riabbassò il volto.
«Non
ti interessa.» e si alzò, schiva, risalendo la
scalinata «Dove sono gli altri?»
chiese, fermandosi e guardando Marianne, che la guardò
interrogativa: ah, già,
lei non sapeva che in quella casa circolavano anche Jewell e.. cazzo!
«Ma porca
troia!» sbottò, risalendo veloce le scale. Non
badò manco alla domanda che sua
madre le aveva posto con un filo di voce, quasi senza farsi sentire:
non le
interessava. Arrivata al secondo piano sentì un botto, e
vide il corpo di
Alphonse saettarle davanti, lanciato da qualcuno, sbattendo contro il
muro alla
sua sinistra. Rimase immobile a fissare davanti a se, per poi osservare
Alphonse, scioccata: che stava succedendo? Si voltò appena
in tempo per
schivare un Edward sanguinante che subiva la stessa sorte del fratello
minore. «Ma..
cosa..?» sussurrò, voltando lo sguardo verso la
sua alter ego.
«Oh,
dunque tu sar-» e cadde a terra, apparentemente priva di
vita. Fay inarcò un
sopracciglio, mentre Marianne la raggiungeva, e tremava alla vista
dell’alter
ego di sua figlia per terra.
«FAKE!»
urlò, gettandosi sull’Homunculus, soccorrendola.
La voltò, e la osservò negli
occhi che si erano misteriosamente fatti bianchi: che stava succedendo
a
quell’Homunculus? Sinceramente non lo sapeva nessuno, ma una
cosa era certa:
Fay, Edward, Alphonse e Jewell dovevano uscire da quella casa, e
subito. Si
voltò dunque verso Edward ed Alphonse, conciati malissimo,
entrambi distesi per
terra. Si voltò appena un attimo, in tempo per vedere Jewell
fiondarsi fra le
sue braccia, stringendola forte. Fay sulle prime decise che doveva
liberarsi,
poi invece ricambiò l’abbraccio. Jewell
cominciò a piangere.
«Shh..
calma, Jewell, ci sono io, adesso..» e lanciò uno
sguardo minaccioso verso
l’Homunculus immobile per terra. Probabilmente, Marianne
aveva utilizzato
qualcosa di Fay per crearla: forse una ciocca di capelli, o del
sangue.. «Marianne.»
disse, solo, mentre la madre le passava uno sguardo infuriato
«Sei solo
un’idiota. E basta.» disse, schifata.
Tentò di fare un passo, ma Jewell non
riusciva a muoversi.
«F-Fay..
p-per la paura mi si sono immobilizzate le gambe..» Fay le
sorrise
rassicurante: Jewell rimase incantata da quel gesto, almeno fin quando
Fay non
la prese in braccio, tranquillamente, quasi fosse una piuma. Poi si
diresse
verso Edward e Alphonse, inginocchiandosi vicino a loro, lasciando
Jewell per
un attimo di lato. Li osservò, e sospirò.
«…
tu, Homunculus.» disse voltando appena il volto di lato,
verso l’Homunculus.
Marianne la guardò al suo posto.
«Cosa
vuoi ancora da Fake?!» le sbottò, rabbiosa.
«Lei
hai dato quel nome?» fece, spalancando gli occhi, Fay. Fake,
uguale falso, o
falsa. Strinse i pugni «Mi fai schifo.» disse
ancora. Marianne voltò lo sguardo
per terra «Quando si sveglia, dille che un giorno
l’ammazzerò.» disse, seria «E
non perché è il mio Homunculus, a dire il vero
non mi interessa cosa è.» spiegò
«L’ammazzerò perché ha osato ridurre
così Edward e Alphonse.» serrò le
labbra, silenziosa. Si limitò a posare le
mani su quelle di Ed e Al, e a chiudere gli occhi, concentrandosi.
Una
luce rossastra l’avvolse, e avvolse anche i corpi dei due
ragazzi, donando
nuovamente loro colore. In tutto questo, Fay stringeva sempre di
più i denti,
abbassando sempre più la testa, tremando: ma non smetteva di
concentrarsi.
Quando
Edward e Alphonse aprirono gli occhi, Fay era distesa ai loro piedi,
svenuta, e
loro erano senza più ferite.
Aprì
gli occhi lentamente, voltando la testa lateralmente, ma li richiuse
quasi
subito, accecata dalla luce che le investì il volto.
Tentò di pararsi gli occhi
con le braccia, ma si accorse che erano legate al letto dove era
distesa. Così
tentò di aprire gli occhi, lentamente, abituandosi poco a
poco alla luce. Voltò
il viso a destra e a sinistra, per poi tentare di alzarsi a sedere
nonostante
le catene che le bloccavano polsi e caviglie.
Ci
riuscì, ma dovette rimanere in una posizione alquanto
imbarazzante. Confusa,
squadrava il posto: era sudicio, nero e logoro, mentre sopra la sua
testa
brillava la luce fortissima di una lampadina. Attorno a lei, nei muri,
erano
attaccate delle piccole fiaccole a illuminare il resto della stanza che
non
aveva abbastanza luce per brillare.
«Vedo
che ti sei svegliata..» e vide qualcosa brillare nel buio,
qualcosa che poco a
poco si avvicinava a lei. E infine definì i contorni di
quella persona: aveva
capelli neri dai bizzarri riflessi verdi, abiti strani, occhi viola e
uno
strano tatuaggio sulla coscia sinistra. Alzò un
sopracciglio, non capendo chi
fosse: non l’aveva mai visto.
«Chi
sei?» chiese, allora, cercando di riconoscerlo: niente, non
‘aveva mai visto.
«Ovvio
che non ti ricordi di me, dopotutto l’ultima volta che mi hai
visto è stato
poco prima di svenire.» e sorrise, maligno. Il tono di voce
non aveva niente di
rassicurante.. niente. «Comunque, io sono Envy.» e
le si avvicinò ancora,
mentre lei tentava di far forza con le braccia per liberare i polsi.
Poco
a poco stava sempre avanzando, e.. adesso era vicino. Troppo vicino.
Poteva
sentire il suo respiro sul collo, e poi sull’orecchio.
«Mia
cara Fantasy..» sussurrò Envy, appoggiato con una
mano dietro di Fanny, mentre
le alitava nell’orecchio «..sei il mio asso nella
manica, sai?» e sorrise,
allontanandosi, accorgendosi di aver causato il rossore più
totale sulle guance
di Fanny.
«A..
A che ti riferisci?» chiese, osservandolo. Aveva connesso di
essere stata
rapita.
«Mi
servi.» rispose semplice Envy, che si erse in tutta la sua
altezza «Mi servi
per avere Fay.» e le sorrise, malizioso e crudele allo stesso
tempo. Fanny tremò,
ed ebbe un bruttissimo presentimento. Cosa intendeva con..
“per avere Fay”?
«Che..
che vuoi farle?» chiese, con la voce tremante. Envy rise. E
Fanny ne rimase a
dir poco turbata «CHE VUOI FARLE, RAZZA DI ESSERE
SCHIFOSO?!» gli urlò contro:
come risposta, ricevette un colpo sulla nuca. Fanny cadde pesantemente
all’indietro,
svenuta.
«Voglio
farla mia.»
Faycchan- salve. lo so, ho un tremendo ritardo di postaggio (ò.O solo un giorno!! ndEd).. sorrytemi! solo che ho avuto problemi, si è risvegliata la mia parte Emo, e quindi ho dovuto uscire x comprare mille e più cose in Emo-style. Quindi mi fa schifo tutto, ma.. dettagli!
Le fiction sono pur sempre le fiction.. no? quindi, dividiamo vita privata da vita virtuale, che è meglio.. o rischio di fare confusione!
Che ne pensate di questo capitolo? Carino? Orribile? Decente? O fa semplicemente schifo?
Rispondete, che mi interesserebbe saperlo XD
SbAcIuZZ
Faycchan |
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Capitolo 10 *** Capitolo Decimo ***
Capitolo
Decimo
-Cancer-
Quando
Fay si svegliò, erano passati circa cinque giorni. Si
guardava intorno, alla
ricerca di qualcuno che conosceva, poi sentì uno strano peso
sullo stomaco:
adocchiò una Jewell serenamente addormentata. Sorrise,
alzando una mano e
carezzandole la testolina rossa, affondando la mano fra i morbidi
capelli
riccioluti.
Quel
gesto fece svegliare Jewell di scatto.
«FAY!»
urlò «FAYCCHAAAAAAAN!!» e
l’abbracciò, gettandovisi di sopra, di peso. Fay
tossì forte, Jewell si staccò, preoccupata,
osservandola. «Faycchan? Tutto
bene?» chiese, sull’orlo delle lacrime. Fay le
sorrise, dapprima dolce, per poi
tornare seria.
«Abbastanza,
sì. Ho solo perso molte energie, e..»
«..il
dottore dice che sei malata.»
disse, piano. Fay inarcò un
sopracciglio.
«Prego?»
non aveva sentito. Jewell abbassò il volto, sedendosi ai
piedi del letto di
Fay. «Scusa, Jejè, ripeti.» chiese,
tranquilla, tirandosi meglio a sedere.
«…il
dottore dice che sei malata.» disse, mentre una singola
lacrima le solcava la
guancia. Fay gliel’asciugò, osservandola scettica.
«Malata?
E di che?» chiese «E perché stai
piangendo? Non ce n’è motivo!» e le
sorrise.
Jewell l’abbracciò, scoppiando a piangere
più forte, lasciando Fay sempre più
allibita.
«CANCRO!»
urlò Jewell. Fay rimase spiazzata, senza parole.
«SEI MALATA DI CANCRO, FAY!»
urlò di nuovo. Fay cominciò a tremare.
«N-No..
non è vero.. no..» sussurrò, scuotendo
poco la testa, poco a poco sempre più
furiosamente «NON E’ POSSIBILE!»
urlò poi, stringendo i capelli all’altezza
delle tempie, abbassandosi fino a raggiungere le proprie gambe.
Singhiozzò,facendo
compagnia a Jewell, ma non pianse, a differenza sua.
Poi un
urlo solcò la notte.
Edward
faceva avanti e indietro per la stanza, Alphonse era disteso sul letto:
entrambi si stavano dannando l’anima.
«No..
Al, è colpa nostra..» disse Edward, facendo avanti
e indietro per la stanza,
ripetutamente, quasi volesse lasciare il segno dei suoi passi nel
terreno «..si
è beccata il Cancro per aiutare noi!»
affermò, mentre adesso si fermava e
cominciava a tremare. «Perché deve essere sempre
colpa nostra?» chiese,
abbassando il capo. Alphonse alzò il volto dal cuscino, e
osservò suo fratello.
«..è
colpa mia, Nii-san.» disse «..se solo fossi
intervenuto prima..» bisbigliò.
Edward scosse la testa.
«No,
Al. E’ anche colpa mia, che davanti ad un Homunculus ho
paura.» e lo osservò
triste, sorridendogli. «Dovrei solo prendere un po’
più di coraggio.»
«…»
Alphonse tacque. Non sapeva se
dirglielo o se non dirglielo.
Edward
lo osservava, e si accorse che qualcosa nel suo Nii-kun non andava.
«Al?
Tutto bene?» chiese, sospettoso. Al abbassò lo
sguardo.
«Nii-san,
è colpa mia. Non riesco a contrastarla.» disse,
sospirando. «Non so perché..
forse perché non ci riesco..
o forse perché
non voglio farlo..» si
mise a sedere,
e prese a tormentarsi le mani l’una con l’altra.
Edward non capiva. Lo osservò,
e Alphonse capì che voleva spiegazioni. «E-Ecco..
non riesco a spiegarlo bene,
ma.. n-non riesco a guardarla negli occhi..» disse,
mordendosi adesso il labbro
inferiore. Edward spalancò: che avesse intuito qualcosa?
«..quando la vedo..
ecco.. impazzisco.» confessò «Non riesco
a sostenere il suo sguardo, o a
parlarle decentemente.. oramai balbetto!» disse ancora.
Edward sbiancò,
semplicemente, cadendo di peso sulla sedia dietro di lui, osservando a
bocca
aperta il fratello minore. «E.. il mio cuore esplode! Non lo
sento più quando
mi parla, quando.. quando anche solo mi guarda!» Edward stava
per morire «..insomma,
Nii-san, io penso di..» Edward tornò se stesso,
magari sperando di non sentirsi
dire ciò che temeva «..io penso di essermi
innamorato di lei, Nii-san.»
…
«NII-SAN!!!!
NII-SAN, SVEGLIATI!!» urlò Alphonse, scattando in
piedi «JEWELL!! JEWELL,
EDWARD è SVENUTO!!!»
Faycchan- eccoci di nuovo. quanto tempo, eh?
Mi pare di avervi già annoiata coi miei fatti personali, quindi passo direttamente alla risposta per l'unica recensione ricevuta.
fullmetalQUEEN- ..perchè DEVI commentare? ò.ò nessuno ti obbliga, Gemè! Se vuoi, puoi anche fare a meno XD dopotutto, la maggior parte dei commenti è tua! comunque ottima osservazione: ebbene sì, Fay ha i suoi buoni motivi per essere così com'è. Purtroppo però, potrai vedere il tutto solo fra ancora qualche capitolo: al momento è fuori discussione farvi sapere ù__ù E poi avrai il tuo tempo per capirla, don't worry! ^_^ poooi.. ci vuoi mettere, forse?! incontrano una ragazza dalla forza addirittura SUPERIORE a quella di Envy che tira pugni e calci come fosse una pazza, e i nostri Edo e Aru non sarebbero dovuti rimanere traumatizzati? ù_ù comunque te sei cattiva ç__ç perchè nelle tue fic Envy muore sempre?? Nelle mie è praticamente sempre il protagonista negativo.. si notava, vero? XD dillo, dillo, dilloooohh!! >.< raramente l'ammazzo, perchè a lui ci tengo un shaccoooo ^ç^ (ò.ò sta qua sbava pure mentre sorride! ndEd) ^ç^
In quanto ad Al, è troppo serio in tutte le mie fictin ù.ù il fatto di fargli costringere Edo a scusarsi è una cosa che mi era venuta sul momento, non ci avevo manco pensato.. XD
e comunque sì, abbiamo una madre fuori di testa. Ma poi, come pensavi che avremmo potuto fermarla, se eravamo tutte e due ad Amestris? =_= (parlando in termini di fiction, ovvio) comunque DOVEVO fare che la madre combinava una qualche cazzata grave, sennò non potevo giustificare la presenza di Fake nella vita di Fay e Fanny, no? U_U in quanto a Jewell.. bhè, detto fra noi due, è praticamente (*se vuoi saperlo chiedimelo su msn, non ce la faccio a dirlo anche alle altre XD*).. capito? ^_^ e tranquilla, dato che sai che tipo di Shoujo è, non ci sarà MAI una JewellEdo.. MAI è_é e.. NO, NON PUOI UCCIDERLAAAHH!!! >__<
riguardo all'Homunculus nuovo.. bhè, non è proprio l'Homunculus di Fay, essendo lei viva e vegeta. è una sfaccettatura, senza i suoi ricordi, e senza il suo carattere. è totatlmente diversa, è come se fosse stata creata (stile Gluttony, ma con un'intelligenza propria[quantomeno c'è XD]).. capito? spero di sì XD
e, come avrai visto, tu sei apparsa nel capitolo scorso ù__ù
come vedi continuo velocemente (diciamo) ^__^ alla prox, ti lovvo verryHH mucHH ^O^
ATTENZIONE: cambio il tempo di postaggio- da ora in poi farò due giorni senza aggiornare, e uno sì, ma aggiornerò di un solo capitolo, in quanto mi viene ormai complicato continuare ad aggiornare di due in volta. Perdonatemi.
Faycchan |
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Capitolo 11 *** Capitolo Undicesimo ***
Capitolo
Undicesimo
-Crack, Break
A Heart-
Gli ostacoli
si superano.
E Fay
ce l’ha fatta anche questa volta, a superare tutto. Ha
superato lo shock del
Cancro: almeno per fortuna sua. Ma ennesimi ostacoli vengono aggalla
sempre
dopo, difatti restavano ancora due problemi: Fanny ed Envy. Per il
primo problema,
non sapeva proprio dove andare a beccarla. Per Envy.. bhè,
ancora non aveva
capito affondo cosa volesse dire.
Quel
giorno stava camminando per le vie di Ollen, tranquilla, da sola,
pensando a
cose sue. Edward e Jewell erano rimasti all’ospedale per Ed,
che non si sentiva
ancora del tutto bene dopo lo shock subito, mentre Alphonse
l’aveva seguita di
nascosto, deciso più che mai a confidarle tutto: voleva
dirle a tutti i costi
che l’amava.. o, per lo meno, che provava attrazione nei suoi
confronti. E perciò
camminava a venti metri da lei, con una rosa in mano, nascondendosi
quando gli
era possibile.. ovvero sempre.
Era
domenica, per fortuna sua, e a quanto pare era tutto piuttosto chiuso,
e la
gente a casa propria, a farsi i fatti propri.
Ma
Fay correva un pericolo che nemmeno si immaginava, difatti qualcuno la
osservava dall’alto di un palazzo. Sospetto che sappiate
perfettamente chi
fosse, vero? …no, non è Alphonse stile Spiderman
o Batman, ma un’altra persona.
L’avete capito adesso? Meglio così.
La figura
si lanciò dal tetto, finendole direttamente davanti,
facendola sobbalzare.
Squadrò un attimo la figura, per poi arretrare visibilmente,
spaventata.
«Ehilà,
Faycchan, da quanto tempo!» le sorrise, mentre Fay continuava
ad
indietreggiare. Si voltò, cominciando a correre: peccato che
qualcuno fosse più veloce
di lei, e
l’afferrò per il braccio, facendola voltare e
inchiodandola al muro al loro
fianco. «Eheh.. dove cercavi di andare..?» chiese,
malizioso, Envy. Le teneva i
polsi bloccati ai lati della testa, e la guardava fissa negli occhi.
Fay aveva
sul volto un’espressione di puro terrore, di paura. E dentro,
agonizzava.
«E-Envy..»
tentò «..V-Vattene..» tentò
ancora. Envy avvicinò le sue labbra a quelle di
lei, sorridendole malizioso. E nel mentre, scuoteva piano la testa, per
negarglielo. Da lontano, Alphonse vedeva.. tutto.
«No,no,
Faycchan.» disse «..sei troppo eccitante, come
potrei?» le chiese, sfiorando le
sue labbra con le sue. Fay scostò il volto di lato, in malo
modo. Strinse i
denti «Avaaanti, Faycchan.. collabora..» e,
prendendole entrambi i polsi con
una sola mano, le voltò il viso verso di se, avvicinandosi
ulteriormente. La
baciò.
Crack. Una
crepa.
«Mmmhgh!!»
si lamentò Fay, quando Envy le fece schiudere le labbra,
penetrando nella sua
cavità orale con la lingua. Strinse i pugni allora, cercando
di respingerlo:
causò un ulteriore peggioramento della situazione. Envy
spingeva con la bocca,
invadendola più del dovuto, ad occhi chiusi, violento. Fay
cercava soltanto di
respingerlo, anche facendo forza con le braccia. La distanza fra i due
era di
soli cinquanta centimetri, almeno nella parte del bacino. Ma Alphonse fraintese la situazione.
Crack.
Un’altra crepa.
«MMMMMMH!!!»
tentò Fay, stringendo gli occhi, quando Envy
annullò la distanza che li separava
anche col resto del corpo. La mano adibita a “tenere ferma
Fay”, le alzò il
volto verso l’alto, così da far venire meglio il
bacio: per lui, almeno. Fay
riuscì a liberarsi una mano, perché la presa di
Envy si era fatta più lenta, e
la posò sul suo petto, tentando di spingerlo via: ottenne
l’effetto contrario. Ma Alphonse
fraintese la situazione.
Crack. Un
pezzo che si stacca.
Envy
la sollevò da terra, liberandole le braccia, prendendola in
braccio, e passando
fra le sue gambe, per stare più comodo. Fay
cominciò a tempestarlo di pugni:
sul petto, nelle spalle, nelle braccia.. ma niente: non la mollava.
«E’
inutile, Faycchan..» cantilenò, mentre cambiava
lato per baciarla «..così
facendo mi ecciti ancora di più..» e sorrise,
riprendendo a baciarla, con più
foga di prima.
Era
questo che voleva dire, “diventare sua”? Alphonse
tremava di rabbia.
Crack. Un
altro pezzo che si stacca.
«Lasc-..»
tentò Fay, riuscendo a staccarsi da lui un secondo.
«..-ami..» riuscì a dire,
ancora, liberando ancora una volta la bocca, anche se poco. Envy
l’accontentò,
ma stacco da lei solo le labbra.
«Sai
che così non mi cambia assolutamente
nulla?» e le sorrise, sorreggendola ancora: Fay lo guardava,
odiandolo «Sai, la
voglia di farti mia non
m’è ancora
passata..» e sorrise ancora, minaccioso e malizioso. Fay
spalancò gli occhi,
dalla paura «E poi non venirmi a raccontare che, magari, non
t’è piaciuto
questo bacio..» e la guardò con sufficienza.
«Mi
fai solo schifo!» disse Fay, sprezzante, ritrovando il suo
coraggio «Lasciami,
e dimmi dove si trova Fan-..» la sua bocca venne nuovamente
sigillata da Envy,
che le mangiò praticamente le parole. E
ricominciò, finchè Fay non riuscì a
staccarsi di nuovo «SMETTILA!» urlò
«Mi fai schifo, smettila!» e tentava di
respingerlo ancora con le braccia. Envy sorrise «E no, non mi
piacciono affatto
questi schifo di baci! Vedi di farla finita e-..» stava per
tornare
all’attacco, ma Fay lo teneva ben fermo per le spalle
«..-e dimmi dov’è Fanny!»
gli ordinò, sprezzante, odiandolo. Quello inarcò
un sopracciglio, sorridendo
poi.
«Bhè,
ti va di fare uno scambio equivalente?» e la
guardò, serio e beffardo al tempo
stesso «Io ti dico dove tengo la tua cara sorellina, e te la
faccio incontrare
abbastanza spesso.. però, tu di devi concedere totalmente a me.» e le
sorrise. Fay lo guardò.
«Spiegati.»
gli disse, seria, stringendo i pugni.
«Eheh..
Faycchan.. sei davvero così ingenua?» le chiese,
quasi dolce «Oppure fai solo
finta di non capire, e in realtà hai l’anima di
una putta-..» pugno sul naso di
Envy, con solo un quarto della forza completa. Envy cadde a due metri
di
distanza da lei, massaggiandosi il naso.
«Mi
fai solo schifo!» ripeté, per la terza volta,
atterrando per terra «Non mi
concederò MAI a
te!» disse,
stringendo i pugni.
«Davvero?»
le chiese Envy, alzandosi a sedere. La guardava serio.
«Allora sospetto che non
t’interesserà sapere che la tua cara sorellina
Fantasy è in pericolo di vita,
eh?» disse. Fay tremò «E probabilmente
non ti interesserà sapere neanche che io
sono l’unico che può salvarla.. vero?»
fottuta. Dentro Alphonse cresceva una
rabbia inimmaginabile.
«Sei
un bastardo, lo sai?» disse Fay.
«Oh,
sì.. e ne vado pure fiero!» e si alzò
in piedi «Allora, accetti o lasciamo
morire la tua cara sorellina?» le chiese, avvicinandosi.
«..accetto..»
Alphonse spalancò gli occhi. Nella
voce di Fay c’era qualcos’altro oltre
l’odio verso Envy. Era qualcosa di.. più
dolce. Alphonse fraintese la situazione.
Crack. Una
crepa.
Crack. Un pezzo che si stacca.
Crack. Un cuore che si spezza.
Faycchan- Hola! ^O^ come va? tutto okay, spero! ^___^
ascoltatemi beeene.. quello che sto per dire è equivalente ad un suicidio da parte mia: posto una nuova fiction O_O
XD basta, okay, non ho molto da dire oggi.. vado a postare la nuova XD alla prossima!
Faycchan |
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Capitolo 12 *** Capitolo Dodicesimo ***
Capitolo
Dodicesimo
-Abandon-
Alphonse
continuava ad osservarla da lontano, mentre Envy la avvicinava a se, e
la
baciava lentamente.
E Fay
non si dibatteva, questa volta. Anzi, ricambiava abbondantemente, e ad
Alphonse
cadde la rosa dalle mani, shockato. Envy spinse Fay contro il muro, e
continuò
a baciarla, bloccandola ai lati con le mani. Ma questa fu una cosa non
proprio
gradita a Fay, che di contro aprì gli occhi e lo spinse via,
ma poco, giusto
quel che bastava per farlo staccare da sé.
«Vacci
piano.» disse, seria, mentre lui riprendeva ad avvicinarsi.
«Eh,
no.» rise «Tu fai quel che dico io, e ti devi
abituare alle mie
regole..» e sorrise, riprendendo a
baciarla, con più foga di prima. Sembrava quasi volere
sempre di più da quel
contatto, ne voleva fino alla nausea, fino alla morte. Ma Fay non
gradiva,
comunque, anche se ricambiava il bacio. Alphonse tremò,
finchè una lacrima
decise di abbandonare i suoi occhi, scendendo silenziosa lungo la
guancia: non
resistette più, prese la rosa da terra e uscì dal
suo nascondiglio, avanzando
verso Fay ed Envy.
«ADESSO
BASTA!» urlò. Envy si staccò subito da
Fay, voltandosi verso Alphonse,
inarcando un sopracciglio. Fay spalancò gli occhi,
osservando Alphonse.
«A-Alphonse?
Che ci fai qua?! Da qua-..»
«NON
IMPORTA, FAY!» urlò, furioso, avvicinandosi ancora
ai due. Fissava Envy come se
fosse l’unica persona che veramente, in diciassette anni di
vita, avesse
odiato. «Allontanati da lei.» gli disse. Era un
ordine, ma riferito in maniera
piuttosto pacata.. guardando allo stato d’animo del ragazzo.
Envy rise.
«Ma
sei scemo o cosa?» fece lui, afferrando Fay e stringendosela
al petto. Fay
divenne immediatamente rosso fuoco, Alphonse divenne livido dalla
rabbia «Lei è
mia!» affermò, serio, mentre Fay guardava
abbattuta negli occhi di Alphonse.
Era triste, ma non poteva sottrarsi. Non ora, non adesso.
«Ti
ho detto di lasciarla, Envy.» ordinò, sempre
calmo. Fay si morse il labbro
inferiore.
«Alphonse,
lascia perdere.» disse, poi, guardando per terra. Envy rise,
e lanciò un urlo
di vittoria, eccitato. «E’ inutile. E’
l’unica cosa che posso fare per rivedere
Fanny.» spiegò «Quindi ti prego
non-..»
«Fay,
forse non capisci la gravità di ciò che
dici!» disse, stringendo convulsamente
i pugni. Fay si fece lasciare da Envy, anche se un po’
impacciata.
«Sì
che lo capisco, Alphonse.» abbassalo sguardo, facendo qualche
passo verso di
lui. Alzando lo sguardo, Alphonse ebbe un tuffo al cuore: era triste,
il volto
leggermente arrossato, lo sguardo addolcito, un sorriso dolcissimo
sulle
labbra. E quell’espressione la faceva sembrare.. innamorata.
Ma innamorata di
chi? Di Envy? Di Alphonse? No.. nessuno dei due, di sicuro!
«Ti prego di
perdonarmi, Al..» sussurrò, afferrandogli una
mano, stingendola fra le sue,
abbassando ancora una volta il viso «..ma davvero, non posso
fare altrimenti.»
e una lacrima bagnò la mano di Alphonse. «Io tengo
a mia sorella come se fosse
la mia unica ragione di vita. Dovresti averlo chiaro, ormai,
no?» e rialzò il
volto, con lo sguardo serio e deciso: l’espressione dolce di
prima era
totalmente sparita. «Perdonami.» disse, infine
«Salutami Edward e Jejè, mi
raccomando.» e sorrise, restando seria. «Chiedi
loro di perdonarmi.» e si
voltò, dandogli le spalle. «E, ti prego, fallo
anche tu.» e fece un passo
avanti, almeno finchè Alphonse non strinse fra le mani la
rosa, parandosela
davanti.
«Fay,
aspetta!» Fay si voltò appena: Envy non disse
più niente, perché almeno un
ultimo momento voleva lasciarglielo. Fay rimase immobile a fissare
sbalordita
la rosa che Alphonse teneva fra le mani «A-Almeno.. porta
questa con te!» le
chiese, stringendo gli occhi. Fay sospirò. Posò
una mano su quelle di Alphonse,
ma non prese la rosa.
«Mi
ami, è vero?» chiese. Alphonse divenne rosso come
la rosa. Guardò Fay, che lo
guardava seria. Annuì.
«S-Sì..»
confessò, poi. Fay lo guardò tristemente.
«Per
quanto mi possa dispiacere, Al..» cominciò,
spingendo via la rosa, nuovamente
verso Alphonse «..amo qualcun altro.» e
lasciò le sue mani. Alphonse spalancò
gli occhi, lasciando scivolare la rosa per terra. Fay tornò
verso Envy,
sospirando. Non si voltò neanche verso Alphonse, non poteva:
se l’avesse fatto,
di certo non sarebbe andata via, e sarebbe rimasta con Edward e
Jejè, con
Alphonse e Marianne, ad inseguire Fake, magari a sedare la rivolta come
diceva
la missione! Ma invece no: doveva andare con Envy, anche se la cosa non
le
piaceva, e doveva per forza,
perché doveva
ritrovare sua sorella, Fanny. Cos’era più
importante? Fanny o qualcuno che
conosceva poco?
Optò
per la prima.
Envy
le mise un braccio attorno alle spalle, stringendola a sé.
Fay era come un
burattino: non capiva più niente, quasi, e non voleva
sentire altro che Envy.
Quest’ultimo la prese in braccio, scoccandole un bacio a
stampo sulle labbra,
per poi sorridere maligno verso Alphonse, e scattare, saltando, lontano
da lui.
Un tetto, poi un altro.
E
scomparve all’orizzonte, lontano dallo sguardo di un Alphonse
affranto e
distrutto moralmente, con Fay in braccio.
E
Alphonse cadde a terra, in ginocchio, afferrando la rosa dalla parte
dei
petali, stringendola forte: cominciò a staccare un petalo
dopo l’altro facendo
pezzi sempre più piccoli, così come il suo cuore:
decise allora che se si fosse
innamorato, non l’avrebbe rivelato prima della persona in
questione. Almeno
così, forse, non avrebbe sofferto.
Almeno,
così la pensava.
Ringraziamenti speciali!
Ringrazio di cuore tutti coloro che hanno aggiunto le mie storie fra i preferiti, ovvero:
CHIHIRO- Strappami Il Cuore; Unlike World Aerugo; Betrayal Pride
Death_Master- Strappami Il Cuore; Non uccidermi
SangoHachiko- Strappami Il Cuore; Il Calore di una Madre; il piacere del tradimento; Non uccidermi
Havoc_Fan- Il Calore di Una Madre; Tears
Lithia Del Sud- Il Calore di Una Madre; Raccontami una storia; Sin, L’essere imperfetto; Tears- Requiem For A Dreams; The Lechery Purpose
rinesango93- Il Calore di Una Madre; il piacere del tradimento; NoN SoNo Un GiOcAtToLo.. ; Betrayal Pride; Non uccidermi
Bad Girl- Il Piacere del Tradimento; Roy’S Reflexion; Yaoi Song-Fic; Faint; Non uccidermi
Millennia Angel- Il Piacere del Tradimento; Roy’s Reflexion
Revege- il piacere del tradimento; Non uccidermi
MellyVegeta- Love Pearl-Oggi più di Ieri e meno di domani; Betrayal Pride
BeautifulKirja- michigai; Non uccidermi
envy__chan- michigai; Raccontami una storia; Non uccidermi
chibi51- Rings.. promess;
fullmetalQUEEN (*_* Ti AmOOhHH!! *_*)- Rings.. Promess; Sin, L’essere imperfetto; Unlike World Aerugo; You.. My LIfe..; Betrayal Pride
Kaggi_Inu91- Rings.. Promess; You.. My LIfe
Kaggychan- Rings.. Promess
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ja_chan- Roy’S Reflezxion; Bratja ; Non uccidermi
andrea83_2007- Sabaku No Satomi
corvina300- Sabaku No Satomi
crazykikka- Sabaku No Satomi
KryKry88- Sabaku No Satomi
Krystal91- Sabaku No Satomi
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Kyah- Sin, L’essere imperfetto; Sai a chi assomigli?
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Lily123- Faint; Non uccidermi
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MiLiKa- Non uccidermi; Tienimi Per Mano
Grethy- Tienimi Per Mano
Kirara90- Tienimi Per Mano
Roy Mustang sei uno gnocco- Tienimi Per Mano
Miss Pink 87- Burnt Paper
Shioli- FullMetal Overdose
Non mi pare di aver scordato qualcuno.. ù.ù
alla prossima, e grazie ancora a tutti!
ps. io mi prendo una pausa x il postaggio! riprendo a fine dicembre circa, forse prima.. mi spiace davvero! ç___ç mi mancherete!
Faycchan |
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