Unlike World Aerugo- For Boundaries of Amestris

di Envy_Love
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo Primo ***
Capitolo 2: *** Capitolo Secondo ***
Capitolo 3: *** Capitolo Terzo ***
Capitolo 4: *** Capitolo Quarto ***
Capitolo 5: *** Capitolo Quinto ***
Capitolo 6: *** Capitolo Sesto ***
Capitolo 7: *** Capitolo Settimo ***
Capitolo 8: *** Capitolo Ottavo ***
Capitolo 9: *** Capitolo Nono ***
Capitolo 10: *** Capitolo Decimo ***
Capitolo 11: *** Capitolo Undicesimo ***
Capitolo 12: *** Capitolo Dodicesimo ***



Capitolo 1
*** Capitolo Primo ***


Capitolo Primo
-Sweet (?!) Awakening-


Era mattina appena fatta. La sveglia suonava, e le coperte si muovevano scomposte. La ragazza sotto di esse mugugnava qualcosa di incomprensibile. Poi lanciò un colpo alla sveglia accanto a se, che cadde rovinosamente a terra. Poi si voltò ancora una volta e si chiuse a riccio nel piumone.
Odiava la mattina. Era l’unico momento che veramente detestava: ma perché doveva esistere? A che serviva? Bhè, domande inutili quando sapeva perfettamente che doveva svegliarsi. Ma almeno cinque minuti si potevano aspettare, no? Solo cinque..
«Faycchaaaaaaaann!» peccato che ci fosse sempre qualcuno a rompere le scatole di prima mattina. Una ragazza alta, dai capelli mori tinti, lunghi fino alle spalle, e gli occhi verdi, irruppe nella stanza in malo modo, aprendo la porta, rischiando di mandarla in frantumi al solo botto. «Avanti, è ora di alzarsi, su!» come risposta, le venne lanciata una scarpa in faccia. Anzi, più che scarpa, era una di quelle ciabatte di spugna di colore chiaro.. tipo sul rosa. Per questo lanciare fuori dalla finestra oramai era un hobby per lei. «Faycchan? Mi mostreresti qualche segno di vita?» altra ciabatta in faccia. La denominata “Faycchan” grugnì da sotto le coperte, cercando di nascondersi quanto più poteva. Non era bello stare sotto le coperte, a dormire, al calduccio..? No, eh?
«..’attene..» disse appena la ragazzina, da sotto le coperte. Ma la mora non si perdeva d’animo, e corse a togliere le coperte da sopra la ragazza. «’ATTENE!» ripeté la ragazza, riprendendosi le sue coperte con l’ausilio di una sola mano. La mora non si diede per vita neanche questa volta, puntò i piedi per terra e mise le mani sui fianchi, prendendo una grande boccata d’aria e assumendo un tono piuttosto solenne.
«Fay Tranen!» ordinò «Ti giuro che se non scendi da quel letto entro tre secondi prendo la cinghia e..»
«..shi, shi.. come sempre, d’altronde..» fece quella, muovendo appena la mano destra verso l’alto «..alla fine le prendi sempre, però..» sorrise, abbassando la mano e riportando il braccio sotto il piumone, al caldo. Fay aveva corti capelli biondi, lunghi appena fino alla fine del collo, con le punte di un forte color ametista. Gli occhi erano lilla chiaro. Insomma, erano alquanto bizzarri. La pelle era chiara, le labbra rosee.
«Non c’entra!!» fece la mora, sbuffando.
«Avanti, Fantasy, smettila di fare la sorella maggiore quando ti conviene..» sbadigliò Fay, alzandosi a sedere e stiracchiandosi: indosso portava un pigiama nero pece, il suo colore preferito. «Mhh.. la Madre?» chiese, osservando la sorella «Ah, ma quella maledettissima fascia rossa non la togli mai?» chiese, indicando con le dita smaltate di nero la fascia della sorella: era rossa, con una fragola al centro.
«Sta bene, mamma.» sospirò. Poi s’irrigidì. «Ma che ti importa se continuo a mettere la mia fascia o no?! Bha!» disse, sbuffando.
«Mi importa, invece!» disse Fay, osservando Fantasy «Fanny, è orribile!» sbottò. Quella la guardò maligna.
«Mai come il tuo modo di vestire, nee-chan!» linguaccia. Punto dolente: mai dire a Fay cosa ne pensi del suo modo di vestire; potresti non uscirne vivo. Difatti, Fay scattò in avanti, tentando di graffiare il volto di sua sorella con le unghia lunghe. Quella schivò per un soffio.
«Non ti permettere di criticare il mio modo di vestire!» disse, scattando. Fanny le fece la linguaccia «Ti odio, Fanny!» e si alzò dal letto, spingendo fuori dalla camera sua sorella «E non venite a cercarmi fino a domani!» urlò, chiudendo la porta a chiave e rigettandosi nel letto.
«Faycchan! Apri!!!» urlò Fanny, sbattendo i pugni sulla porta «Non ti dimenticare il motivo per la quale ti ho svegliato!! Avanti!»
«Già scordato, mi spiace!» urlò Fay, mentre s’apprestava a vestirsi: indossava una maglietta a righe orizzontali verde psichedelico e nero, un paio di pantaloni nero pece e sulle braccia un paio di guanti a rete, che le coprivano le braccia fino al gomito. L’ombelico era ben visibile, e spiccava un piercing. Un minimo brillantino nero, che di elegante non aveva nulla. Adornò le varie ciocche di capelli con perline. Qualcosa spiccò nella sua mente quando, dopo le proteste della sorella, spalancò la porta e corse fuori di casa correndo, urlando «Fantasy! Maledizione, perché non mi hai svegliata prima?!»
«MA IO L’HO FATTOOOO…»

Ed eccola, finalmente. Fay era mezza morta per la corsa a tempo record che aveva fatto con Fantasy alle costole, che se la prendeva comoda. Era davanti all’Haed Quartier di West City, che ansimava, alzando lo sguardo ed osservando i militari davanti a lei.
«E’ pronta, signorina Tranen?» le chiesero. Lei continuò ad ansimare, chiedendo un attimo di pausa, quando si alzò eretta e li fissò seria.
«Sì. Adesso sono pronta.» disse. Fantasy dietro di lei lanciò un gridolino d’esaltazione, seguendo la sorella all’interno dell’Haed Quartier.
Finalmente per lei era arrivato il grande momento: avrebbe sostenuto l’esame per diventare Alchimista di Stato, un ruolo che in quella città ricoprivano solo i ricchi alchimisti che potevano pagare con “bustarelle” i loro superiori. Lei invece no. Aveva deciso tutto da sola, e stava per sostenere l’esame pratico con le sue sole forze: doveva farcela, o sarebbe stata la vergogna di tutta la sua famiglia. E poi, aveva promesso a sua madre, piuttosto malata, che avrebbe superato quell’esame, anche se sapeva che sarebbe diventata un arma umana, perché avevano bisogno di soldi: fortunatamente la loro casa non era in affitto, ma comprata. O i problemi sarebbero stati ancora maggiori.
«Faycchan?» la ragazza si voltò verso Fantasy, che la guardava scura in volto «Io..» cominciò «..buona fortuna.» terminò. Sembrava quasi che non fosse riuscita a finire la frase, come se volesse in realtà dire qualcos’altro. Ma Fay non se ne curò. Si voltò, abbracciò la sorella, forte, e venne ricambiata.
«Grazie.» rispose «Ce la farò. Ce la devo fare.» disse, stringendo fra le mani la stoffa della maglietta di Fanny.
«Provaci..» disse quella.
«No, Fanny.» la corresse «Io non ci provo.» disse, seria, osservando la sorella che inarcava un sopracciglio. «Io ci riesco!»



Faycchan- ehi! ^o^ come vi è parso il primo capitolo? spero che vi sia piaciuto, anche perchè continuerò a tempestare l'EFP con le mie fic di tutti i generi! ^O^ cooomunque.. bhè, la prima impressione di Fay e di Fanny qual'è stata? odiate qualcosa di loro? *_* me vuole sapere tutto quello che pensate su di loro, se non vi spiace! XD e sinceramente spero che non vi dispiaccia affatto.. comunque.. i personaggi di FullMetal Alchemist si vedranno a partire dal prossimo capitolo, questo era come se fosse un epilogo, ma è il primo e vero e unico capitolo ù_ù ci si vede al secondo!
ps- chi vuole contattarmi, il mio indirizzo msn è Fafy_Miriam_Hallo@hotmail.it ^_^ ci si vede!

Faycchan

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Capitolo 2
*** Capitolo Secondo ***


Capitolo Secondo
-BlackIce Alchemist-

 
E così aveva varcato l’ultima porta, con sua sorella che la seguiva, pronta ad affrontare l’ultima prova. L’esame teorico e psicologico era andato a meraviglia, perciò perché quello pratico doveva andare male? Sfregò le mani l’una sull’altra, facendosi un po’ di caldo, dato che le mani erano a dir poco ghiacciate.
«Prego, venga avanti, signorina Tranen.» Fay fece qualche passo avanti, sospirando. Aggrottò le sopracciglia, mentre tranquillamente univa le mani. Prendeva una boccata d’aria, faceva una piroetta su se stessa e poggiava le mani sul terreno, tranquilla ed elegante. Non accadde nulla, o almeno così pareva.
Scomparve il sudore dalla fronte dei militari, scivolando tutto verso il terreno, formando una sfera d’acqua attorno a lei. Unì nuovamente le mani, poggiandole a terra e facendo evaporare la sfera, che scomparve in pochi istanti. Si alzò in piedi, schioccò le dita e si creò una nuvola nera sopra le teste dei presenti. Un altro schiocco di dita e cominciò a grandinare. No, ho errato, quella non era grandine: erano purissimi pezzi di ghiaccio nero che cadevano dalla nuvola al posto di pioggia. I presenti ne furono a dir poco allibiti, anche se alcuni di quelli si fecero male a causa di quegli stessi ghiaccioli. Fay unì le mani e le alzò sopra la testa, facendo sparire con un fulmine lilla la nuvola e il ghiaccio. Quando riaprì gli occhi, fissava due pozze nere davanti a lei.
«Mi avevano detto che qui c’era una ragazza in grado di fare tutto questo..» disse «..aspetta dunque i risultati dell’esami, Fay Tranen.» si voltò, e se ne andò a passo svelto in mezzo ai militari. Sospirò, voltandosi verso la sorella, che le corse addosso. Un attimo prima di riuscire ad abbracciarla, Fay pose una mano davanti a se, per impedirle d’abbracciarla.
«Sono esausta.» disse «Torniamo a casa, per favore.» sentenziò.

Due giorni dopo era tornata all’Haed Quartier, mani in tasca, pensando che probabilmente non ce l’aveva fatta. Appena fuori dall’ingresso, appeso, vi era un cartellone con elencati i nomi degli ammessi: erano solo in tre, e fra quelli riuscì a scorgere il proprio nome: Fay Tranen. Per un attimo le si illuminarono gli occhi, ed entrò di filato all’HQ. Quasi correndo raggiunse l’ufficio numero ventiquattro, dove davano la nomina ufficiale. Vi entrò, spalancando la porta, facendosi largo fra i vari scatoloni che riempivano la stanza.
«E questo sarebbe un ufficio generale?» chiese, disgustata. L’uomo davanti a lei ridacchiò: aveva corti capelli neri e occhi del medesimo colore, senza contare che era davvero un bel uomo. «Che schifo..» sentenziò alla fine. L’uomo si sedette al suo posto, invitando la ragazza a sedersi di fronte a lui. Poi gli porse una busta, contenente alcuni fogli: in tutto questo non stava dicendo nulla. Fay la prese, ma non l’aprì. «Si degni almeno di dire qualcosa, no?»
«Non ce n’è alcun bisogno, Alchimista.» rispose quello. «E con questo ora sei ufficialmente un cane dell’esercito.» Fay alzò lo sguardo. «Quanti anni hai, ragazzina? Sai cosa vuol dire essere un cane dell’esercito?» le chiese, sospirando.
«Diciassette.» rispose, secca. «Essere un cane dell’esercito vuol dire essere, come dico io, uno degli schiavi personali di questo paese. Ma essere Alchimisti di Stato è un qualcosa di forte che non vuol dire soltanto “servire”, ma anche “proteggere”.» spiegò «E se anche mi manderete in guerra, servirò e proteggerò questo paese con tutte le mie forze e il mio potere alchemico che sono riuscita ad ottenere.» Aprì la busta, tirandone fuori il prio foglio. Inarcò un sopracciglio, leggendo le prime righe con gli occhi. «Con il potere da me conferitomi, io, Colonnello Roy Mustang, nomino Fay Tranen alchimista di stato, con il nome di “BlackIce Alchemist”..» lesse, poi, ad alta voce. Si bloccò, alzando lo sguardo verso l’uomo «E’ lei Roy Mustang?» chiese. Quello annuì, sorridendole «Hm.. “BlackIce”, eh?» e sorrise. «Grande. Non chiedevo di meglio.»
«Lo accetti così di buon grado?» chiese l’uomo inarcando un sopracciglio.
«Certo.» rispose «Mi rispecchia.» spiegò. E sorrise, ma non dolcemente come si addice ad una brava ragazzina.
«Cos’è che ti ha spinta a fare questa scelta?» chiese il Colonnello.. «E’ partita da te?»
«Sì, Taisa. E’ partita da me.» rispose «L’unica cosa che desidero per il momento è fare qualcosa di buono per questo paese. Niente di più.» rispose. Roy Mustang la guardò scioccato.
«Non lo fai per soldi? Vita sociale? Aspirazioni a diventare Comandante Supremo?» chiese, inarcando un sopracciglio.
«No. Anche perché non mi interessa una vita sociale e no, non ho aspirazioni a diventare Comandante Supremo.» disse «E poi, i soldi che riceverò non rimarrebbero in mano mia a lungo. Li manderò a mia madre, che ha bisogno urgentemente di un ospedale decente.» spiegò. Poi si alzò, fronteggiando l’uomo che si era alzato a sua volta. «Adesso mi scusi, Taisa. Ma ho un treno da prendere.» il Colonnello le porse una scatola. Fay l’aprì, uscendo da essa l’orologio d’argento. Sorrise, mettendolo poi in tasca e attaccandolo con la cinghietta alla cintura nera che portava. Fece il saluto militare.
«Non ce n’è bisogno, BlackIce.» disse «Ho un treno da prendere anche io.»



Faycchan- *_* sono arrivati due commenti! Ooohh.. e io che pensavo che non ne sarebbero arrivati proprio! XD
Bhè, ho aggiornato in super fretta, ma aggiorno ancora solo fra due giorni, con altri due chap *_* alla prossima, gente! ^O^

Ringrazio Gra666 e WinryRockbellTheQueen per aver recensito!! *_* Oohh.. my Grà, non speravo che TU la commentassi!! XD ci si vede, eeehh? *_*

Faycchan <3

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Capitolo 3
*** Capitolo Terzo ***


Capitolo Terzo
-Is My Sin-

Central City, ventiquattro ottobre.
Fay e Fanny camminavano l’una di fianco all’altra, senza una meta precisa. La più alta, Fanny, osservava Fay preoccupata, mentre quella fissava per terra, mentre continuava a camminare tranquillamente. Fay sospirò, Fanny deglutì.
«Faycchan?» tentò. La più bas.. la più giovane non rispose. Fissava apaticamente per terra, come se niente potesse farle sollevare lo sguardo. E sbuffava. Era così oramai da anni, e Fanny non aveva mai capito perché.
Tutto da quando Fanny stava rischiando di morire affogata nell’acqua.
«Faycchan? Faycchan!» tentò ancora, mettendole una mano sulla spalla. La destò, facendola scattare ad osservarla. Fay inarcò un sopracciglio.
«Che c’è?» chiese, interrogativa e alterata: non le andava quasi di essere disturbata.
«Io.. oh, bhè. Niente.» fece, scuotendo la testa «Solo che ogni volta, nee-chan, sei sempre così distaccata..»
«E’ una tua illusione ottica.»
«Non ti riesce di mentire, nee-chan.»
«Dettagli.» rispose quella, seccamente. Le seccava oramai tenere una conversazione con la sorella o con qualunque altra persona, almeno mentre questa pensava. Pensando pensando, finì con lo sbattere accidentalmente contro un ragazzo, che gli diede una potente spallata. Si sentì un rumore metallico forte e deciso. Fay di quel ragazzo vide soltanto la coda bionda, nient’altro.
«Faycchan!» s’apprestò a rimproverare Fanny «Ma perché non guardi la gente che sta arrivando?! Chiedi scusa!»
«Ma stà zitta..» disse Fay, mentre si voltava ad osservare il ragazzo contro la quale aveva sbattuto: occhi dorati, capelli del medesimo colore, altezza più o meno decente, volto da bambino. Fay inarcò un sopracciglio «Stà attento a dove vai, ragazzino..» disse, sprezzante verso di lui. Quello le si accanì contro, ma venne prontamente bloccato da un ennesimo ragazzo, dai capelli e gli occhi castano chiaro, alto poco più di lui.
«Chi sarebbe la pulce ultra-iper-mega micro che non si può vedere neanche con una super lente di ingrandimento e che è più piccola di una larva di formica, eh?? EH?? CHII????» Fay inarcò un sopracciglio.
«Accidenti.. persino gli schizzati dovevano capitarmi, oggi..» disse, sospirando. Quello si dibatté dalla presa dell’altro e le tirò un destro. Con in medesimo braccio lei bloccò il suo colpo, senza metterci né sforzo né impegno. Solo, tese il braccio. «Che cercavi di fare?» chiese, acida, verso di lui «Vai ad attaccar briga coi tuoi amichetti, idiota» e, con uno scatto in avanti, lo fece volare ad un metro di distanza: questo perché non ci aveva messo forza. Si voltò, riprendendo a camminare. Fanny la guardava preoccupata. Poi si voltò verso i due.
«S-Scusatela, vi prego.. non.. non so cosa le è preso, oggi..» disse, inchinandosi poco. «V-Vi prego..» tentò ancora. Il ragazzo più alto le sorrise.
«Non preoccuparti, è già acqua passata.» disse, sereno «Vero, nii-san?» disse, scoccando verso il fratello uno sguardo omicida. Quello sbuffò e annuì.
«Ah.. vi ringrazio.» sorrise lei. Poi si voltò, raggiungendo velocemente la sorella «Nee-chan, aspettami!»
«E muoviti, lumaca!»

Si erano fermate appena arrivate in una locanda. Fay e Fanny avevano due camere separate, in piani diversi, ma in quel momento erano entrambe nella stanza di Fanny.
Fay si era tolta la maglietta, rimanendo solo in reggiseno: ma d’altronde non aveva altre possibilità. Afferrò delle chiavi inglesi e altri attrezzi e sfiorò il proprio braccio destro: era un automail. Cercò se vi erano segni di scheggiatura o altro, e alla fine notò diversi bulloni lenti. Afferrò la chiave inglese e, mettendosi in una posizione alquanto scomoda, cominciò a trafficare con essi. Gira, gira, gira. Strinse poco a poco tutti i bulloni, così che non si potesse rompere. Fanny la guardava.
«Mai di andare da un buon meccanico, vero?» chiedeva, inclinando il volto lateralmente. Inutile la domanda: gli automail Fay se li costruiva da sola. Non aveva motivo alcuno di andare da terzi a farseli fare. Era abbastanza brava per conto suo, e se proprio non era in grado di pensarci da sola, prendeva il primo treno per Rush Valley e andava dal suo riparatore di fiducia. Quello che le aveva insegnato a costruire automail.
«Non ne ho bisogno.» disse con disprezzo Fay. Era da un paio di giorni che era così distaccata e acida, ma pareva non accorgersene da sola. Mentre riponeva le chiavi inglesi e prendeva un panno e il lucido, la sorella scese dal letto e le andò vicina. A dieci centimetri dal suo volto, ad osservarla. Fay spalancò gli occhi, arrossendo senza motivo, voltandosi di scatto dall’altro lato, lucidando il proprio automail con innata tranquillità.
«Quand’è che mi spiegherai come ti sei procurata quel braccio?» Fay non colse la domanda.
«Come?» chiese.
«Intendo, come hai fatto a perdere il braccio destro?» Fay rimase immobile, fissando per terra. Strinse i pugni, convulsamente. Abbassò lo sguardo, mordendosi il labbro. Sembrava quasi stesse per piangere, peccato non fosse nel suo intento farlo.
«E’ il mio peccato.» rispose, seria, alzando nuovamente lo sguardo e continuando a lucidare il proprio automail. «Non penso che ti dirò mai come ho fatto. E’ meglio che tu non sappia.»
«Io ho ancora molto da imparare.» disse Fanny «Ma so riconoscere quando qualcuno fa una trasmutazione senza cerchio alchemico. E tu lo fai da moltissimo tempo.» disse, sospirando e sedendosi normalmente per terra «Giusto da quando stavo per affogare nel lago, circa sei o sette anni fa.» disse, incrociando le braccia al petto, osservandola inclinando il capo.
«Sì. E quindi?»
«C’è un periodo senza ricordi, nella mia memoria.» disse Fanny, sospirando «Da quando ho rischiato di morire a due anni dopo.» spiegò, sbuffando «Perché?» Fay sospirò. Continuò a lucidare l’automail, ma questa volta più forte del solito: rischiò di scheggiarlo o di ammaccarlo, per la troppa forza impiegata.
«Che vuoi che ne sappia io?» rispose secca, Fay «Potrebbe essere che hai un periodo di amnesia, no?»
«NO, FAY, NO!» disse Fanny, scattando in piedi. «Non puoi prendere tutto così alla leggera, dannazione!» strinse i pugni, digrignando i denti «Tu sai qualcosa che io non so, e che non vuoi dirmi! Ma io ho il diritto di sapere!» Fay scattò in piedi, fronteggiandola.
«E invece no, Fanny.» disse, seria e acida. «Non ne hai il diritto.» secca, diretta, calma: questo modo di essere di Fay colpì direttamente il cuore di Fanny, alla quale vennero le lacrime agli occhi. «Non ho il dovere di dirtelo.» disse ancora. Altro tuffo al cuore. «E, specialmente, non voglio dirtelo.» si voltò, prendendo le proprie cose da terra, issandosele sulle spalle e sulla schiena.
Aprì la porta, donando un’ultima occhiataccia acida alla sorella, uscendo poi e sbattendo in malo modo la porta. Fanny scivolò a terra, lentamente, tremando. Le vennero le lacrime agli occhi. Lentamente, poi, con un singhiozzo più forte, cominciarono a scendere, argentee e silenziose, così come erano arrivate agli occhi, come coltelli che tagliavano in due il suo cuore.
Così come le sue parole.

 



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Capitolo 4
*** Capitolo Quarto ***


Capitolo Quarto
-Dispute Whitout Sense-

Era corsa fuori dalla locanda, ed era rovinosamente scoppiata a piangere. Il suo autocontrollo non avrebbe retto ancora per molto, dunque meglio sfogarsi prima, e possibilmente non davanti a sua sorella. Era troppo orgogliosa per fare qualcosa del genere.
Aveva indossato una maglietta, una felpa e un paio di guanti giusto prima di lasciare la locanda, e si era diretta dapprima a passo svelto, poi correndo, all’Haed Quartier di Central City. Aveva bisogno di sfogarsi, magari avrebbe trovato qualcuno con la quale allenarsi. E corse, dunque. Corse veloce, scattando, sembrava quasi che volasse.
Come nell’andata, sbattè violentemente contro il ragazzo biondo di qualche ora prima. Spalla destra su spalla destra. E un rumore metallico li colse entrambi. Il ragazzo biondo si voltò, osservando la biondina correre in direzione dell’HQ.
«Aru-kun?» fece lui «E’ una mia impressione o sta proprio correndo in direzione dell’Haed Quartier?»
«Non è una tua impressione, nii-san. Sta proprio correndo in quella direzione.»

Fanny aveva ripreso la maggior parte delle sue cose, almeno quelle necessarie, e si era lanciata all’inseguimento di sua sorella minore. Cos’è che non voleva dirle? E perché non voleva farlo? Erano tutte le domande che si poneva, ma non vi poteva dare una risposta: purtroppo era troppo.. troppo.. troppo complicato.
O forse era solo semplicemente troppo segreto? Non lo sapeva, ma in un modo o nell’altro doveva capire. Però..
Un’idea si fece spazio nella sua mente, insinuandosi nei punti più profondi dei ricordi, cercando di combattere le domande. Insomma, aveva trovato una risposta tutta sua. Si fermò, lasciando cadere il necessario per aggiustare gli automail di Fay per terra. Fissava i suoi stessi piedi, immobile, in mezzo alla folla. Una lacrima scese silenziosa lungo la guancia.
No. Non era possibile.
Non voleva pensarlo.
Non doveva.
Ma era l’unica risposta che potesse dare a tutte quelle domande.

«Ehi, tu!» i due ragazzi stavano correndo dietro Fay, che non accennava a voler fermarsi «A-Aspetta! Fermati un momento!!» sbraitava il più basso.
«Smettetela di seguirmi, maledizione!» urlava Fay «Lasciatemi in pace! Non vi conosco!» continuava ad urlare.
«Vogliamo solo parlarti, stai fermaaaa!!» niente da fare. Non ne voleva sapere di fermarsi. Allora si fermarono i due, ansimando stanchissimi.
Un razzo gli passò accanto: era Fanny che correva a tutta velocità, con l’attrezzatura sulle spalle, in lacrime. Li aveva raggiunti e superati, e si era parata davanti a Fay, bloccandola con un “semplicissimo” pugno in faccia che la face volare due metri addietro: ci aveva messo quanta forza poteva. E ora camminava in sua direzione, scura in volto, odiandola quasi. Fay rimase immobile a fissarla, mentre puliva un rivolo di sangue che le solcava il mento: lo sguardo pieno di una furia omicida che mai aveva sfoderato.
«Razza di schifosa sorella..» bisbigliò Fanny. Avanzava verso lei, ancora, fermandosi a due passi dalla sorella stesa per terra «..penso che i tuoi motivi siano più che giusti..» e scattò avanti, togliendole velocemente la felpa che indossava, lasciandola in maglia, mettendo in bella mostra l’automail fuori dal comune che portava. «..per non volermi dire perché hai un automail al posto del braccio e fai trasmutazioni senza cerchio alchemico!» i due dietro di loro rimasero allibiti.
«Fantasy Tranen..» fece Fay «..lasciami immediatamente se non vuoi farti male.. credimi, ti conviene lasciarmi..»
«No, invece!» disse lei «Avanti, nee-chan! Dimmi perché soffro d’amnesia! Dimmelo, nee-chan!» e la schiaffeggiò. Fay rimase col volto di lato.
«Tu cosa pensi, Fantasy?» disse quella, osservandola soltanto. Fanny strinse i denti.
«Cosa penso.. COSA PENSO?!» urlò «PENSO CHE SIA STATA TU A CREARMI, ECCO COSA PENSO!» urlò. I due ragazzi si guardarono, allibiti. «Sono sicura al cento per cento che tutto quello che ricordo non sia mai realmente esistito! Penso che in realtà Fantasy Tranen non sia mai esistita, e che sia stata TU a crearmi, impiantandomi ricordi fasulli, cose che IO non ho masi vissuto! Ammettilo, schifosa sorella!» l’accusò «AMMETTI CHE SONO IO IL TUO PECCATO, MALEDIZIONE!»
«…»
«E NON STARTENE Lì ZITTA!» urlò. Fay la osservava. Con uno spinto piuttosto forte la catapultò a cinque metri di distanza. Si alzò, e la guardò dall’alto.
«Mi fai schifo, Fanny.» disse «Idiota, è ovvio che tu sia esistita! Ed è ovvio che tu non sia MAI morta!» urlò. «Ma devo ammetterlo: sei il mio peccato.» disse, sprezzante. A Fantasy vennero le lacrime agli occhi. «Sei il mio peccato, e sai perché?» disse, acida. «Perché ti ho come sorella!» Fanny rimase immobile.
«Fa.. Faycchan..»
«Ah, no, eh! Adesso non cercare di raccogliere! Mi fai schifo, come puoi davvero.. come puoi davvero pensare che IO riesca a fare trasmutazioni senza cerchio alchemico solo perché.. solo perché ho trasmutato te?! Idiota, non sono così scema da fare delle trasmutazioni umane!» si difese, odiandola. Quella si limitò a tremare, sempre di più. «Tornatene alla locanda, prendi le tue schifo di cose e vattene da Central!» le ordinò. Benché fosse la sorella minore, Fay riusciva ad imporsi tranquillamente su Fanny, anche se quest’ultima riusciva a schiavizzare gli altri ed era una leader nata. L’unica persona che non poteva contrastare era proprio Fay. La sua Fay.. «Ancora non so perché cavolo sei venuta qua assieme a me.» disse, sprezzante «Tornatene a West City, e torna a casa tua!» Fanny abbassò lo sguardo: l’aveva davvero fatta infuriare «Anzi, no, che dico!» disse, ridendo. Tornò seria, d’un tratto «Tornatene ad Aerugo, che fai più figura! Sparisci da Amestris, perché se un giorno dovrò mai rincontrarti peccherò di omicidio!» le urlò contro «ADESSO VATTENE! SPARISCI DALLA MIA VISTA!» Fanny si alzò di scatto, correndo veloce verso la locanda, andando a prendere le sue cose per tornarsene a casa.
Sarebbe tornata al loro paese d’origine: sarebbe tornata ad Aerugo.
Aveva sempre sognato di farlo, ma con Fay.
Ma, questa volta, sarebbe tornata a casa da sola.



Faycchan- sono una fissata cronica di illusioni ottiche. Oramai non faccio altro che parlare di queste "illusioni ottiche" nelle mie fiction. Strano, eh? Pure al liceo, quando il prof mi becca a disegnare sul banco (eccerto, sennò che senzo andrebbe andare all'artistico?? XD), mi dice sempre "Non si disegna in classe, biondina con gli occhiali!"(non sa il mio nome.. nn lo ricorda mai! >.<) e io gli dico "non è vero, prof, non sto disegnando!" e lui "Ah, no? E come lo spieghi quel disegno sul banco?" e io "Disegno sul banco? Quale disegno sul banco?" e lui me lo indica. io lo guardo e dico "ma prof, sul banco non c'è niente!" lui mi guarda con furia omicida e mi urla contro "cerchi di prendermi in giro?! lo vedo benissimo!!!" e io, ovviamente "no, prof, non c'è niente, è una sua illusione ottica! ù_ù"
Insomma, il prof ogni volta si gira e se ne va, sbuffando: non è possibile infinocchiare La Fay ù_ù sono SEMPRE gli altri ad essere infinocchiati da LEI! ù_ù gwahahaa !! *_*

Okay, anche oggi lo spazietto dedicato a moi è terminato ù_ù Ringrazio di cuore fullmetalQUEEN che si è aggiunta a coloro che hanno letto la fiction, e la ringrazio dal profondo del my poFFeVo cuore per averla messa fra i preferiti ù_ù ti aDDoVVoHH Gemè!

Faycchan

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Capitolo 5
*** Capitolo Quinto ***


Capitolo Quinto
-Notice of Departure-

 
Fay strinse i pugni. Là di fianco a lei c’era la sua personale cassetta degli attrezzi per modificare o aggiustare l’automail. Il volto basso e il volto arrossato dalla rabbia, fissava per terra, maledicendo mentalmente Fanny e gettando bestemmie al vento. Poi si morse il labbro, per non esagerare ulteriormente: avrebbe fatto spaventare i passanti. Afferrò la cassetta con uno scatto, rimettendosi addosso la felpa che qualche minuto prima la sorella le aveva tolto con uno scatto e si diresse velocemente verso il punto in cui era diretta: l’Haed Quartier di Central City.
«Ah.. ehm.. ragazzina?» tentò il biondino alle sue spalle. «Potrei parlarti un attimo?» chiese. Fay mise le mani in tasca, stringendo convulsamente l’orologio d’argento che le avevano dato pochi giorni prima. Si fermò, voltandosi appena ad osservarlo.
«Cosa diamine vuoi?» gli rispose, acida. «Non ho tempo da perdere con gente come te!»
«Perché, cosa ti ho fatto?» disse quello, inarcando un sopracciglio «Non ti avrò mica fatto un qualche torto e l’ho scordato?» chiese, osservando il fratello alla sua destra.
«Non ti ho mai visto.» rispose seccamente quella «Ma dopo ciò che avete appena sentito, non voglio avere niente a che fare con voi.» e strinse ancora l’orologio d’argento. Fece qualche passo avanti, a volto basso, quando sentì un «”Attenta!!”» alle sue spalle: quando alzò il volto sbattè contro un uomo. Si allontanò di scatto, osservandolo: Roy Mustang.
«E’ proprio destino, eh?» fece, ridacchiando.
«… Taisa …» si limitò a dire, fredda nel tono. Quello sbuffò.
«Perché sempre questo tono distaccato nei miei confronti?» e la guardò fintamente triste «Non ti piace vedermi?»
«Vuole la verità, Taisa?» chiese lei «Non la posso proprio vedere.» disse, furiosamente «Così come non voglio vedere quei due dietro di me, adesso!»
«Ah, non li vuoi vedere?» chiese, scoppiando a ridere. Fay lo odiò, mentre i due alle sue spalle inarcarono entrambi un sopracciglio. «E’ davvero un peccato!» e rise ancora, cingendo lo stomaco con le braccia.
«Perché mai, Taisa?» chiese il biondo, avvicinandosi assieme al fratello. «Che abbiamo a che fare con questa, noi due?»
«Avete in comune la prossima missione, FullMetal!» disse, tentando di ricomporsi. Ci riuscì, infine, mettendo le mani sulle di una Fay piuttosto confusa e bloccata: lo sguardo era fisso per terra, la bocca dischiusa per lo stupore. «Oh, mi dispiace tantissimo, BlackIce!» disse, sorridendole «Ma pare che dovrai stare con questi due ancora per un po’!»
«Ma vaffan..» si morse la mano per starsi zitta. La sinistra, quella di carne, non la destra. «Cazzo!» sbottò infine.
«Perché, scusa?» fece il più alto «Neanche ci conosci e già ci odi?»
«Ma stai zitto!» sbottò Fay. Poi alzò lo sguardo. «Dove dovrebbe essere svolta, ‘stà schifo di missione?» chiese, sbuffando. Si sottratte alla presa di Mustang con uno scatto, e guardava lontano.
«C’è una rivolta.» disse «Ad Aerugo.» i due spalancarono gli occhi, Fay rimase allibita. Fra le mani stringeva ancora l’orologio d’argento, che in quel momento le cadde di mano, scivolando per terra: non era attaccato da nessuna parte. Roy e gli altri due guardarono prima l’orologio d’argento e poi lei. Fay tremava. Sulle spalle teneva ancora la cassetta degli attrezzi: le scivolò pure quello. «BlackIce?» fece Roy, chinandosi alla sua altezza, cercando di scorgere qualche tratto di viso, purtroppo nascosto dai capelli. «Tutto bene, BlackIce?» fece ancora, inarcando un sopracciglio.
«No, Taisa.» disse «Io.. Io non ci vado.»
«Come? E perché mai?»
«Io.. là.. non ci torno.» disse ancora. Roy osservò gli altri due.
«Aru-kun, Edo-kun, voi sapete perché non ci vuole andare?» chiese. Quelli scossero la testa.
«La conosciamo da pochissimo.» rispose Alphonse, il più alto.
«Taisa, non cerchi spiegazioni, non saprà darvele nessuno.» disse «L’unica persona che poteva dargliele, se né appena andata.» fredda. Gelida. Acida. Una lama che trafigge coloro che l’ascoltano.
«Ti riferisci a tua sorella Fanny?» chiese Edward. Quella si voltò di scatto, tirandogli un pugno in pieno volto con l’automail. Quello cadde a due metri di distanza: non ci aveva messo tutta la sua forza possibile.
«Và a farti fottere, razza di bastardo!» gli urlò contro «Non ti azzardare a nominare mia sorella!» urlò ancora. Era pronta a tirargli un altro pugno, quando Roy la tenne ferma per le braccia.
«BlackIce! Stà ferma!» la trattenne, bloccandole le braccia: si dimenò con le gambe, cercando di colpirlo. Edward si alzò barcollante, osservandola come se avesse appena visto un fantasma: la odiò.
«Ma che cazzo ti prende?!» disse, massaggiandosi la guancia sinistra, quella colpita. Fay lo guardava digrignando i denti, odiandolo, furiosa. «Tu sei tutta pazza!»
«No, bastardo, sei tu che non ti devi permettere di chiamare mia sorella per nome!» gli urlò. Roy e Alphonse la guardavano allibiti, così come Edward. Roy le fece sbollire la rabbia facendole menar calci all’aria, finchè non si liberò dalla sua morsa. Riprese l’orologio d’argento e la cassetta degli attrezzi e si morse il labbro. «Tsk.. a mai più rivederci, razza di bastardo!» sibilò, prendendo a camminare veloce verso la locanda dove stava in quei giorni: doveva riflettere.

 




Faycchan- ecco. lo sapevo che a qualcuno non sarebbe piaciuto il nuovo aspetto di Fay. Ma, purtroppo, dovete sopportarla!!! XD Ci vediamo al prossimo, ne! ^O^

Faycchan

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Capitolo 6
*** Capitolo Sesto ***


Capitolo Sesto
-Envy, Blackmail-

«Faycchaaaaaaaan!» una nocetta stridula riecheggiò alle orecchie di una ragazzina di appena dieci anni. Si voltò, osservando la causa di tutto quel rumore: una ragazzina dai capelli castano chiaro, di circa dieci anni, compiuti da poco assieme alla sorella, le correva contro sorridendole. Fay sbuffò, osservandola, scostando poi lo sguardo sul libro che aveva fra le gambe. Fanny le si attaccò al braccio destro, strusciandovisi sopra con sdolcinato affetto. Poi le diede un bacio a schiocco sulla guancia. Fay se la staccò di dosso, schifata.
«Che schifo, Fanny!» le disse, con disprezzo «Le tue effusioni regalale a qualcun altro!!» le disse, tornando al suo libro, pulendosi la guancia baciata. Riprese a leggere con più foga il libro d’alchimia che le avevano regalato.
Lei e la sorella erano andate vicino ad un lago, Fay per studiare e Fanny per divertirsi. La madre era rimasta a casa, poco più distante, per lavorare.
E Fanny giocava tranquillamente vicino al lago, saltellando, cercando di afferrare una farfalla che svolazzava là vicino, ma troppo in alto.
Un salto più in alto degli altri.
E splash.
«Fanny, hai tirato un sasso in acqua?» chiese Fay, alzando poi lo sguardo sulla sorellina. Spalancò gli occhi, vedendo la sorellina dimenarsi in acqua: nel punto dove era caduta l’acqua era piuttosto profonda. Gettò il libro di lato, correndole in soccorso.
Ma appena fu davanti l’acqua si bloccò: non sapeva nuotare..

Spalancò gli occhi di scatto, fissando davanti a se e cominciando ad ansimare. Si asciugò la fronte dalle gocce di sudore che la imperlavano, e si alzò a sedere. Si guardò intorno, per poi stringere la propria testa con le mani, forte. Si chiuse a riccio, stringendo i denti.
«Maledizione..» si disse «..ancora quel maledetto sogno..» afferrò il bicchiere pieno d’acqua che aveva sul comodino, bevve qualche sorso, per poi lanciare furiosamente l’acqua contro il pavimento e il bicchiere contro il muro. Afferrò con forza il cuscino, stringendolo fra le braccia, come se fosse l’unico suo appiglio. Strinse ancora una volta i denti, e strinse i pugni sul cuscino, forte, quasi volesse strapparlo. Afferrò le coperte e le tirò su fino alle spalle, perché sentiva freddo. Gli occhi socchiusi a fissare davanti a se. Osservavano la stanza, tranquillamente. Non si accorse della presenza di qualcun altro nella stanza.
«Salve, BlackIce Alchemist..» Fay scattò a sedere, osservando meglio la stanza: davanti al suo letto c’era una sedia, sulla quale era scompostamente seduto un ragazzo dai capelli neri, riflessi verdi, e occhi color dell’ametista, così simili ai suoi occhi lilla e così identici alle punte dei suoi stessi capelli.. erano freddi, congelanti più del suo ghiaccio nero, gelidi, seri e profondi come il mare. Ne rimase incantata. «..che c’è? Perché mi guardi così?» le chiese. La voce l’incantò, destandola però dal suo sguardo e scattando: si coprì immediatamente con le coperte, gettando il cuscino dietro di se.
«Chi sei? Come fai a conoscermi?» chiese, quasi spaventata: no, mi sbaglio, era solo curiosa. Non aveva paura praticamente di niente.
«Il mio nome è Envy.» rispose quello, sorridendole malizioso. Indossava vestiti alquanto eccentrici, ma Fay non vi fece caso. «Sei l’unica che è riuscita a portare a termine una Trasmutazione Umana, complimenti.» le sorrise. Quella spalancò gli occhi.
«Hai sbagliato persona, Envy.» disse lei. «Io non ho fatto nessuna Trasmutazione Umana.» Envy sospirò. Si alzò, sedendosi alla punta del suo letto, più vicino a lei.
«Ah, ma sei proprio sicura?» chiese «No, perché sai, mi hanno detto che proprio tu hai applicato una Trasmutazione Umana riuscita su..» e sostò, mentre sosteneva lo sguardo irato di Fay, che nel mentre pensava ad un modo per liberarsi di lui «.. su tua madre, giusto?» chiese, avvicinandosi un po’ al viso di lei. Erano a dieci centimetri di distanza, i loro respiri si mescolavano, e Fay non sopportò oltre quella vicinanza: gli tirò un potente schiaffo sul volto, ma tanto forte da fargli rimanere il volto girato di lato.
Envy rise.
«Che ridi a fare, bastardo?!» gli inveì contro lei «Ti sei avvicinato troppo a me, senza motivo, e mi stai accusando di aver applicato una Trasmutazione Umana su mia madre…» strinse i denti, furiosa «Ma io non l’ho fatto! Hai preso un abbaglio, di sicuro! Io eccello nell’alchimia, è vero, ma non sono tanto brava da riuscire ad applicare una Trasmutazione Umana!» sbottò. Quello le afferrò i polsi, sbattendola violentemente contro il letto sottostante a loro. Fay ebbe realmente paura, almeno per una volta nella vita: e adesso? «Lasciami..» sibilò, mentre lui le andava vicino l’orecchio destro con le labbra, facendola rabbrividire.
«E se non volessi..?» sorrise, dandole un bacio sul collo. Lei cercò di ribattere, ma non ci riuscì. «Ascoltami bene, BlackIce.» disse, serio, alzandosi e guardandola dall’alto, ma senza lasciarla «Tu domani partirai con Fullmetal e suo fratello, e andrai ad Aerugo, intesi?» disse «Io e i miei fratelli saremo là per una lunga vacanza.. e tu ci dovrai essere. Me ne accorgerò se non ci sarai, capito?» disse, osservandola serio «Collabora con noi, BlackIce. E noi lasceremo in pace la tua cara sorellina..» e sorrise. Fay invece tremò.
«Fa.. Fantasy..?» chiese, immobile. Envy annuì, semplice.
«L’abbiamo presa in ostaggio.» sorrise lui «Se la vuoi rivedere, vieni ad Aerugo..» si abbassò verso il suo orecchiò, sussurrandole «..e diventa mia..» si rialzò, la baciò sulla guancia e, aprendo la finestra, si lanciò fuori dalla locanda.
Fay rimase immobile a fissare il soffitto così per come Envy l’aveva lasciata.
Avevano preso in ostaggio Fanny.. e, come se non bastasse, Envy le aveva “ordinato” di andare ad Aerugo, di collaborare con lui e.. di diventare sua.

Ma, in che senso.. “diventare sua”?



Faycchan- oggi ho litigato con mia sorella. Dovete sapere, che per scrivere questi capitoli e postarli, è sempre una lotta continua!
Perchè? Oh, bhè, ho un fratello e una sorella maggiori, e ogni volta che sono al computer cominciano a rompere le scatole, togliendomi a forza il computer. Fortuna almeno che qualche volta sono clementi, e che di questi tempi sono TUTTI tremendamente gentili!! XD Almeno mi tolgo il peso di dover postare le fiction!! ^O^

Mi scuso profondamente con fullmetalQUEEN, alla quale avevo promesso di poster Betrayal Pride e Imadoki Fullmetal.. sorry, davvero, ma non ho avuto il tempo, ieri mattina!! ç_ç tenterò di farlo nei prossimi giorni!!!

Ora, mi scuso profondamente perchè non posso rispondere alle recensioni. Solo, volevo dire a Blacklight, Fay ha un motivo per cui non vuole dare spiegazioni alla sorella. Non possiamo farci niente, anche io a volte fatico a capirla, anche se sono io che la strutturo: purtroppo anche per me è un personaggio complicato. Scusami, spero vivamente che ti toglierai i dubbi..

Ah! Per chi non l'avesse capito, io posto in questo ordine: un giorno sì, e due no. Un giorno sì, e due no. Capito? ^_^

Ringrazio i lettori nuovi e quelli vecchi che continuano a seguirmi, fiction dopo fiction! ^O^ grazie!!

Faycchan

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Capitolo 7
*** Capitolo Settimo ***


Capitolo Settimo
-What Next?-

 
Non aveva dormito più per il resto della notte. Stringeva il cuscino fra le mani furiosamente, tentando quasi di strapparlo per la rabbia. Poi aveva affondato il volto in esso e aveva cominciato a singhiozzare, ma non piangeva. Aveva perso tutte le lacrime tempo prima, e oramai poteva dire addio allo sfogo dei sentimenti.
Solo, stava singhiozzando. Morse il cuscino per reprimere la rabbia che provava in quel momento: più che rabbia, sembrava odio, sembrava tristezza. Chi si credeva di essere quell’Envy? Che cosa voleva da lei? Perché aveva rapito Fanny? Troppe domande. Troppe poche le risposte. Troppo, e basta. Gli occhi di Fay erano arrossati, quasi avesse pianto, e in quelle pozze lilla erano comparse venature color dell’ametista, piccole scaglie che facevano intuire il suo stato d’animo. Stava odiando. Ma qualcosa in Fay era decisamente cambiato: primo, non riusciva a scordare Envy; Secondo, sentiva ancora il suo fiato sul collo; Terzo.. arrossiva al solo pensiero di Envy. Ma che le stava succedendo?
«No..» bisbigliò, piano «..non sarà che io..?» spalancò gli occhi, arrossendo di botto. Afferrò con forza il cuscino e lo lanciò nel punto in cui ore prima sedeva Envy. «Cha cazzo vado a pensare?! Non se ne parla proprio!» si disse, convinta. Si alzò, osservando il proprio automail: il polso era ammaccato. Lentamente spalancò gli occhi, rimanendo allibita: erano rimasti i segni delle mani di Envy sull’automail, a quanto pare aveva stretto fortissimo. Oppure era solo che aveva una forza mostruosa? Strinse i denti, ancor più irata di prima, lanciando un urlo che a poco spaccava i muri. Dette un pugno al letto, facendo sì che il materasso di piegasse in due sotto la fora del braccio di carne: come faceva ad avere tutta quella forza, dite? Allenamenti estenuanti giorno dopo giorno, semplice.
«Fanculo..» disse, abbassando il viso e cadendo in ginocchio davanti al letto, incrociando le braccia su di esso e facendo sprofondare il volto fra di esse. Singhiozzò nuovamente, almeno finchè qualcuno non si curò di bussare alla porta.

 
Toc, toc.
Insistente.
Toc, toc.

 
«Chi cazzo è?!» urlò rabbiosa Fay, alzando il volto verso la porta. Il silenzio pervase la stanza. Strinse i denti, facendo per alzarsi, quando una voce dall’altro lato della porta la bloccò.
«Sono Edward..» Fay sospirò. Che cosa voleva quello, adesso? «..posso entrare, Tranen?» Fay spalancò gli occhi: l’aveva chiamata per cognome o era una sua impressione? Sospirò di nuovo, andando verso la porta e aprendola, facendo entrare Edward. «Ah.. ma disturbo?»
«Ma và!» sbuffò Fay. Edward notò il disordine nella stanza: il bicchiere distrutto per terra, il muro macchiato d’acqua, il cuscino per terra assieme alle lenzuola. Da un altro lato c’erano la felpa di Fay e la cassetta per gli attrezzi. Edward si sentì in imbarazzo: non era mai stato solo in una camera da letto con una ragazza carina. Scosse la testa, cacciando via dalla mente pensieri sconci che quel Taisa di merda gli aveva appena contagiato. «Perché sei venuto fin qui?» chiese Fay, sedendosi su una sedia là vicino. Edward si sedette sul letto, non avendo altri posti dove sedersi.
«Ecco, volevo chiederti scusa per ieri..» disse, mordendosi subito dopo la lingua, vedendo il disappunto sul volto di Fay. «..quando ho nominato tua sorella..» deglutì. Fay spalancò gli occhi, poi scoppiò a ridere. Sul volto di Edward comparve il disappunto più totale: perché stava ridendo? «Ehi! Non c’è niente da ridere!!» disse, sbuffando.
«Ahah!! E tu ti sei fatto tutta questa strada nel bel mezzo della notte, solo per chiedermi scusa?» tentò di trattenersi: inutile. Edward divenne improvvisamente rosso fuoco.
«Ehm..» fece, stringendo i pugni «..mi ha costretto Alphonse..» confessò, abbassando il volto. Fay si calmò.
«Tuo fratello?» chiese. Edward annuì «Ma non ce n’era bisogno!» assicurò, sorridendogli «E’ una reazione che mi sorge spontanea, quella di picchiare chi chiama mia sorella per nome.. gelosia, mi sa.» disse, con un’alzata di spalle «E poi detesto quando qualche sconosciuto chiama per nome una di noi due.» disse, guardando poi fuori dalla finestra.
«Mi togli una curiosità, Tranen?» chiese Edward, assottigliando gli occhi. Fay gli rivolse uno sguardo semplice «Quanti anni hai?»
«Diciassette.» disse «Così come mia sorella. Siamo gemelle.»
«Gemelle?» il volto di Edward s’illuminò, Fay non capiva. «Grande!» esclamò, sorridendole.
«Perché? Che c’è di strano?»
«Niente, ma siete le prime gemelle che conosco!» Fay inarcò un sopracciglio.
«E che c’è da esultare tanto, scusa?» non capiva. Lo sguardo serio di sufficienza comparve sul suo volto, senza capire ancora perché Edward fosse così felice. «Mi pare una cosa piuttosto normale, la nascita di gemelle. Piuttosto, avresti dovuto chiedermi qualcosa di più serio, no?»
«Hm.. in effetti qualcosa c’è.» disse Edward, tornando serio, osservandola «Come mai non vuoi andare ad Aerugo?» chiese, inclinando il volto di lato. «Sei nata lì, o sbaglio?» chiese.
«Sì, io e Fanny siamo nate là.» confermò «Ma non voglio tornarci perché.. bhè, sono successe varie cose che mi impediscono di tornarci. Ma altrettante mi costringono a farlo.»
«Del tipo?» Fay lo guardò: era uno sguardo tagliente, come se fosse una lama appena affilata. Edward ritrasse subito le sue parole «Ehm.. non sono affari miei, afferrato il concetto.» disse. «Comunque, non penso che il Colonnello ti mollerà così facilmente..»
«In che senso, scusa?» chiese, alzando un sopracciglio. Edward la osservò serio.
«Non ti lascerà star qui, mentre io e Alphonse andiamo ad Aerugo. E poi, vuole mandarti là perché tu conosci la zona.» e la guardò ancora, adesso tranquillo. Portò una mano ai capelli, sulla nuca, legati a coda. Tolse l’elastico, cominciando a farsi la treccia. «Perciò?» domandò, infine, mentre legava con l’elastico la sua opera.
«Perciò cosa?» si era ritrovata a chiedere senza senso. Sapeva perfettamente a cosa si riferiva: perciò vieni sì o no?  Ma aveva troppi pensieri per la mente: se fosse andata ad Aerugo, avrebbe senz’altro potuto salvare sua sorella, ma non voleva andarci! Ma infondo, cos’era più importante? Sua sorella o il suo maledettissimo e stupidissimo orgoglio?
«Vieni sì o no?» Fay rimase con lo sguardo piantato per terra, sottile, per poi alzare di scatto la testa, verso di Edward.
«Vengo!»

 

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Capitolo 8
*** Capitolo Ottavo ***


Capitolo Ottavo
-Light Alchemist-

 
Erano appena arrivati alla stazione di Ollen, una città al centro dell’est di Aerugo. Edward e Alphonse erano rimasti immobili a fissare la città che si ergeva davanti ai loro occhi: palazzi altissimi, officine, macchine moderne diverse da quelle di Amestris.. e nessun automail. Era tutto un mondo differente. Fay invece sentiva di provare ancora nostalgia per quella città. Ollen, la sua città natia. Solo pochi anni prima l’aveva lasciata per andare ad Amestris con la sorella, e ora.. bhè, ora si ritrovava nuovamente a casa. Ad ogni passo la nostalgia spariva, e l’aria pulita le inondava le narici e le scompigliava i capelli corti: il suo sguardo serio e composto, però, tradiva la sua felicità.
Edward e Alphonse si accorsero strada facendo che i passanti e gli uomini dentro le i negozi o i bar, la salutavano, e le ricambiava tranquilla i saluti. Insomma, si accorsero che tutti la conoscevano, e le conosceva tutti a sua volta. Bizzarro? No, semplicemente normale. Almeno per lei, che in quel luogo ci aveva vissuto anni e anni. Una voce alle spalle di Ed e Al li fece rabbrividire: era un po’ stridula, ma composta ed educata, e una ragazza passò subito in mezzo a loro, abbracciando da dietro Fay.
«Faysaaaaaaaaaaaaaaan!!» urlò quella. Tutti i coloro che in precedenza non l’avevano salutata, si voltarono stupefatti verso di lei, che arrossì per la vergogna.
«..Jewell..» sospirò Fay, voltandosi appena ad osservarla. La ragazza che l’aveva abbracciata aveva lunghi capelli rossi e riccioluti, e grandi occhi castani che brillavano. Non aveva gusti particolarmente bizzarri in fatto di vestiti, perché indossava una canottiera e un paio di semplici jeans strappati: cose comunque alla moda, in confronto ad Amestris.
«Oh, Faysan! Da quanto tempo, non ci vediamo!!» e si strusciò contro la sua schiena, con affetto. Inutile dire che per Fay era più che fastidioso: era una rottura. Almeno così la vedeva lei. «Sei tornata qua per restare, Faysan?? Eh??» chiese Jewell, mentre gli occhi le si illuminavano dalla gioia.
«No, Jewell, è solo per..» si bloccò, pensando ad una scusa. Non poteva dirle che era là in missione «..per una vacanza.»
«E allora torni a casa tua o hai bisogno di essere ospitata??» chiese quella. Fay sospirò.
«Jewell, io.. noi abbiamo dove andare.» disse, scoccandole uno sguardo serio. Poi osservò Edward e Alphonse, rassegnata, facendo loro segno di avvicinarsi. «Jewell.. sei pregata di lasciarmi..» fece, sbuffando sonoramente. Jewell ubbidì, ma comunque le stava attaccata, prendendola a braccetto.
«Oooh.. Però, Fay! Che amici carini che hai!» Edward e Alphonse divennero improvvisamente rosso fuoco. Jewell finalmente lasciò Fay, per poi attaccarsi al braccio di Edward, che la guardava imbarazzato. «Waaaaahh.. per me tu sei il più carinooo!!» Edward arrossì, se possibile, più di prima «Vuoi essere il mio ragazzo??» chiese Jewell con aria innocente. Fay sospirò, coprendosi gli occhi con una mano. Alphonse scoppiò a ridere, mentre Edward era rimasto senza parole, più che rosso in volto. Fortunatamente c’era Fay!
«Jewell.. non è roba per te, sei ancora troppo piccola.» disse, osservandola di sbieco «E poi, è molto più grande di te. Senza contare che non lo conosci nemmeno, come puoi fargli domande del genere?» la rimproverò. Jewell si fece piccola piccola, sempre attaccata al braccio di Edward.
«Ma.. scusa, Tranen, ma quanti anni ha?» chiese Edward, osservandola sbalordito. Fay sospirò.
«Undici, Edward. Ha sei anni meno di te. O sette?» Fay fece per pensarci.
«Sette, Tranen. Ho diciotto anni, io!» sbuffò, osservandola. Fay gli sorrise.
«Dettagli! Avanti, andiamo..» si voltò, riprendendo a camminare, cosa che fecero anche Alphonse ed Edward, accompagnati dalla maledetta compagnia di Jewell, che non accennava a mollare il braccio del povero Edward, già abbastanza sconvolto da parte sua. Camminarono per ben mezzora, sotto la stessa routine con i passanti. Tutti la salutavano, e lei salutava tutti.
Si fermarono solo quando arrivarono davanti ad una semplice casetta, forse fin troppo piccola. Ma, anche se sembrava piccola, era più grande di quello che si potesse pensare: aveva tre piani sotterranei inondati di pura luce. Bizzarro, eh? Ma l’alchimia poteva fare grandi cose. Oh, almeno, l’alchimia di Luce poteva fare tanto. Fay fermò il suo incedere, e fissava l’entrata, che recitava così:

 
“Chi siete, e che cosa volete?
Se non siete nei seguenti nominativi, non entrate!

 
Jewell Nefertari
Fantasy Tranen
Jacob Tranen”

 
Fay abbassò lo sguardo, ridacchiando. Jewell la guardò triste.
«Ah, adesso la Madre non mi considera neanche più sua figlia?» chiese, voltandosi verso Jewell. «Si può sapere che cazzo le è successo?» strinse i pugni, assottigliando gli occhi in un’espressione irata, diretta verso Jewell, che abbassò lo sguardo, fissandolo per terra. Tremò.
«Ecco.. Light non vuole vedere altri se non Fanny, zio Jacob e me..» Fay rimase immobile.
«Light?» domando, scettica. Jewell si tappò immediatamente la bocca, osservandola con gli occhi spalancati. «Non mi dirai che.. ha davvero..» gli occhi le si fecero piccoli dalla rabbia, per poi voltarsi e caricare un calcio potente verso la porta in acciaio davanti a lei.
«Fay! Fay, aspetta, sta ferma!! Non lo fare!» niente. Andata. Fay tirò un calcio alla porta, talmente potente da farla volare verso l’interno, piegata in due. E dire che l’acciaio di Aerugo era tremendamente più duro di quello di Amestris. Fay entrò dentro, correndo a grandi falcate, scendendo veloce ai piani inferiori, seguita a ruota da Jewell, che cercava di fermarla e da Edward e Alphonse, che non sapevano cosa fare, ma che erano rimasti scioccati dalla forza tremenda sprigionata dal calcio di Fay. «FAY!!!!» urlava Jewell, continuando a correre verso quel tornado che era diventata Fay: sembrava peggio di una bestia selvaggia. Scendeva a sette a sette i gradini delle scale, correva molto velocemente, apriva le porte con la forza di un leone: era una belva.
«MARIANNE TRANEN!» urlò, spalancando l’ultima porta. Una donna dai lunghi capelli biondi si voltò verso di lei, osservandola: aveva un occhio lilla e l’altro verde, sembrava l’incrocio fra Fay e Fantasy. «CHE CAZZO HAI FATTO IN MIA ASSENZA?!» urlò, andandole vicina, afferrandola per il colletto e sollevandola da terra. «E RISPONDI, IDIOTA!» lo sguardo irato di Fay faceva sì che gli occhi assumessero leggere sfumature color dell’ametista.
«Io.. chi.. chi sei?» Fay spalancò gli occhi, dandole un pugno in pieno volto.
«SAI PERFETTAMENTE CHI SONO, RAZZA DI STUPIDA!» rispose «SONO TUA FIGLIA!» digrignò i denti, sotto lo sguardo stupito di Marianne.
«F.. Fay..?» fece, mentre una singola lacrima le solcava la guancia destra. Fay si trattenne dal picchiarla ulteriormente. «..ma tu.. eri.. eri morta..»
«IO?» disse ancora, alzando la voce «Io non muoio così facilmente, Marianne!» disse, gettandola per terra. «E così..» disse abbassando lo sguardo «..ti sei azzardata a diventare Alchimista Esclusiva del Governo, eh?»
«I-io.. Fa-Fay..» tentava di calmarla con la voce: neanche la madre riusciva a contrastarla. «..pensavo che fossi.. m-morta e così.. i-io..» Fay inarcò un sopracciglio.
«Tu?» tentò. La madre scoppiò in lacrime.
«H-Ho.. ho tentato u-una.. u-una..» Fay capì al volo, spalancando gli occhi.
«..hai tentato una trasmutazione umana..?» rimase spiazzata. Se davvero l’aveva fatto, questo voleva forse dire che adesso.. circolava un Homunculus dall’aspetto di Fay? «Tu.. tu..»
«Perdonami, Fay.. io.. volevo riaverti, e così.. ho..»
«Dimmi che non l’hai nutrita, almeno..» bisbigliò Fay, all’apice della rabbia «..dimmi che non l’hai fatto, Marianne!» supplicò, cadendo in ginocchio. La osservava scioccata, con la bocca socchiusa.
«..perdonami..» Fay rimase immobile. «..mezzora fa ha sentito una presenza forte e.. e.. è scappata..» bisbigliò ancora, abbassando il volto. Fay era rimasta immobile.
«..devo sbarazzarmene..» sussurrò, rialzandosi «..il più presto possibile..» si disse ancora. Uno sbaglio non poteva essere punito neanche con la morte. Non questo genere. «Light Alchemist..» disse, chiudendo gli occhi e calmandosi «..confido nel fatto che tu ti renda conto che hai fatto una cazzata.» si voltò, e non disse più nulla.

 
Alphonse ed Edward erano rimasti al secondo piano sotterraneo, e tremavano: non avevano idea di quello che potesse fare Fay a sua madre, e di certo non volevano scoprire la sua collera. Jewell era rimasta con loro, accucciata in un angolo, che ti stringeva le tempie, tremando visibilmente, molto più di Edward e Alphonse. Poco dopo, sulla soglia della stanza dove erano rifugiati, comparve una ragazza: capelli corti biondi con le punte lilla, vestiti bizzarri. Era Fay.
«Ho risolto.» disse «..mi ha spiegato le sue ragioni.» Jewell la osservò.
«L’hai.. lasciata viva?»
«Sì. Non ti preoccupare, Jewell.» e le sorrise «Non avevo voglia di far fuori qualcuno.. non oggi.» a quelle parole, Edward e Alphonse rimasero immobili a fissarsi: cominciarono a tremare ancora di più. Quando Alphonse voltò lo sguardo su Fay, si accorse di qualcosa di diverso: gli occhi non erano di quel lilla luccicante.. erano viola scuro, e le pupille erano verticali e sottilissime. Inoltre, sulla spalla sinistra, si intravedeva qualcosa.. una sottospecie di simbolo. Quindi, connesse: quella non era la vera Fay.
«Dov’è Fay?» disse, osservando la ragazza che lo osservava.
«Che stai dicendo? Sono io, Fay!» disse, seria.
«Se davvero sei tu.. dimmi, come mi chiamo io?» la interrogò. Sul volto uno sguardo beffardo che non gli si addiceva. Fay sorrise maligna.
«Hai davvero un occhio attento..» sospirò «..bravo. A quanto pare ti sei accorto che non sono lei.. in base a cosa, mi chiedo?»
«Occhi viola, pupille verticali, tatuaggio bizzarro sulla spalla sinistra.» disse «Da quel che vedo da qui, sembrerebbe un drago che si morde la coda, o un serpente. Da questo deduco che tu sia..» Edward spalancò gli occhi.
«..un Homunculus..?»



Faycchan- et-voilà! ^O^ altri due capitoli pronti x voi!! ..non vi fa paura Fay, vero? XD almeno, non il suo Homunculus.. giusto? O_O oddio.. XD ahahah.. non so dove mi sono uscite tutte 'stè cose, ma essendo una di quelle long-fic stile Betrayal Pride (e ti pareva, se non si finiva a parlare di nuovo di qll!! >.< ndHann)(shh!! >.< ndFay), ovvero di più di trenta capitoli.. (eh, sì, xk devo inserire un sacco di cose *__* mica è solo d'avventura, 'stà fic, eh! >_<).. bhè vedrete voi! *____* ghgh.. spero vi piaccia ancora la fic, dopo questo capitolo! XD

bye bye,
ringrazio tutti quelli che leggono le mie fiction senza commentare
ringrazio tutti quelli che leggono le mie fiction e commentano
ringrazio i lettori nuovi
ringrazio i lettori vecchi
e tutti quelli che continuano a sopportarmi, a seguirmi, a sostenermi.. e a guidarmi verso nuove fiction!

Faycchan

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Capitolo 9
*** Capitolo Nono ***


Capitolo Nono
-Fake Fay-

 Marianne stava piangendo. Non era tristezza, ma felicità. La sua schiena veniva scossa da frequenti singhiozzi, e nel mentre continuava a tenere attivo il processo alchemico per inondare di luce tutte le camere. Altro singhiozzo, e la luce si spense. In tutte le camere, eccetto quella in cui si trovava Fay. La vera Fay. Allora si alzò di scatto, voltandosi verso destra, ove era disegnato il cerchio alchemico “incaricato” di fornire luce a tutto il posto. Corse su per le scale, trovandole inondate di buio, eccetto l’esatto punto in cui giaceva Fay: che le era successo? Perché era distesa sulla gradinata?
Le si avvicinò prudente e silenziosa, salendo le scale, osservandola: dalla bocca usciva sangue, ma solo da là. In più, non sembrava riportare fratture.
«..Fay?» tentò. Le poggiò una mano sulla spalla destra, ma la ritrasse immediatamente: scottava. Ma nonostante questo, raccogliendo le forze, la voltò ugualmente, osservandola negli occhi. Erano chiusi, in un’espressione serena. Era bizzarro vedere come in uno stato di svenimento Fay potesse essere tanto serena. Marianne la scosse, la schiaffeggiò, finchè Fay non aprì gli occhi, e la guardò.
«Che.. che è successo?» le chiese, stropicciandosi gli occhi.
«E’ quello che vorrei sapere pure io, bambina mia.» disse Marianne, osservandola «Eri svenuta sulle scale, e.. bhè, hai sangue che ti esce dalla bocca.» spiegò «E la tua spalla destra scotta in una maniera allucinante: come mai?» a quelle parole Fay spalancò gli occhi, poi riabbassò il volto.
«Non ti interessa.» e si alzò, schiva, risalendo la scalinata «Dove sono gli altri?» chiese, fermandosi e guardando Marianne, che la guardò interrogativa: ah, già, lei non sapeva che in quella casa circolavano anche Jewell e.. cazzo! «Ma porca troia!» sbottò, risalendo veloce le scale. Non badò manco alla domanda che sua madre le aveva posto con un filo di voce, quasi senza farsi sentire: non le interessava. Arrivata al secondo piano sentì un botto, e vide il corpo di Alphonse saettarle davanti, lanciato da qualcuno, sbattendo contro il muro alla sua sinistra. Rimase immobile a fissare davanti a se, per poi osservare Alphonse, scioccata: che stava succedendo? Si voltò appena in tempo per schivare un Edward sanguinante che subiva la stessa sorte del fratello minore. «Ma.. cosa..?» sussurrò, voltando lo sguardo verso la sua alter ego.
«Oh, dunque tu sar-» e cadde a terra, apparentemente priva di vita. Fay inarcò un sopracciglio, mentre Marianne la raggiungeva, e tremava alla vista dell’alter ego di sua figlia per terra.
«FAKE!» urlò, gettandosi sull’Homunculus, soccorrendola. La voltò, e la osservò negli occhi che si erano misteriosamente fatti bianchi: che stava succedendo a quell’Homunculus? Sinceramente non lo sapeva nessuno, ma una cosa era certa: Fay, Edward, Alphonse e Jewell dovevano uscire da quella casa, e subito. Si voltò dunque verso Edward ed Alphonse, conciati malissimo, entrambi distesi per terra. Si voltò appena un attimo, in tempo per vedere Jewell fiondarsi fra le sue braccia, stringendola forte. Fay sulle prime decise che doveva liberarsi, poi invece ricambiò l’abbraccio. Jewell cominciò a piangere.
«Shh.. calma, Jewell, ci sono io, adesso..» e lanciò uno sguardo minaccioso verso l’Homunculus immobile per terra. Probabilmente, Marianne aveva utilizzato qualcosa di Fay per crearla: forse una ciocca di capelli, o del sangue.. «Marianne.» disse, solo, mentre la madre le passava uno sguardo infuriato «Sei solo un’idiota. E basta.» disse, schifata. Tentò di fare un passo, ma Jewell non riusciva a muoversi.
«F-Fay.. p-per la paura mi si sono immobilizzate le gambe..» Fay le sorrise rassicurante: Jewell rimase incantata da quel gesto, almeno fin quando Fay non la prese in braccio, tranquillamente, quasi fosse una piuma. Poi si diresse verso Edward e Alphonse, inginocchiandosi vicino a loro, lasciando Jewell per un attimo di lato. Li osservò, e sospirò.
«… tu, Homunculus.» disse voltando appena il volto di lato, verso l’Homunculus. Marianne la guardò al suo posto.
«Cosa vuoi ancora da Fake?!» le sbottò, rabbiosa.
«Lei hai dato quel nome?» fece, spalancando gli occhi, Fay. Fake, uguale falso, o falsa. Strinse i pugni «Mi fai schifo.» disse ancora. Marianne voltò lo sguardo per terra «Quando si sveglia, dille che un giorno l’ammazzerò.» disse, seria «E non perché è il mio Homunculus, a dire il vero non mi interessa cosa è.» spiegò «L’ammazzerò perché ha osato ridurre così Edward e Alphonse.» serrò le labbra, silenziosa. Si limitò a posare le mani su quelle di Ed e Al, e a chiudere gli occhi, concentrandosi.
Una luce rossastra l’avvolse, e avvolse anche i corpi dei due ragazzi, donando nuovamente loro colore. In tutto questo, Fay stringeva sempre di più i denti, abbassando sempre più la testa, tremando: ma non smetteva di concentrarsi.
Quando Edward e Alphonse aprirono gli occhi, Fay era distesa ai loro piedi, svenuta, e loro erano senza più ferite.

 
Aprì gli occhi lentamente, voltando la testa lateralmente, ma li richiuse quasi subito, accecata dalla luce che le investì il volto. Tentò di pararsi gli occhi con le braccia, ma si accorse che erano legate al letto dove era distesa. Così tentò di aprire gli occhi, lentamente, abituandosi poco a poco alla luce. Voltò il viso a destra e a sinistra, per poi tentare di alzarsi a sedere nonostante le catene che le bloccavano polsi e caviglie.
Ci riuscì, ma dovette rimanere in una posizione alquanto imbarazzante. Confusa, squadrava il posto: era sudicio, nero e logoro, mentre sopra la sua testa brillava la luce fortissima di una lampadina. Attorno a lei, nei muri, erano attaccate delle piccole fiaccole a illuminare il resto della stanza che non aveva abbastanza luce per brillare.
«Vedo che ti sei svegliata..» e vide qualcosa brillare nel buio, qualcosa che poco a poco si avvicinava a lei. E infine definì i contorni di quella persona: aveva capelli neri dai bizzarri riflessi verdi, abiti strani, occhi viola e uno strano tatuaggio sulla coscia sinistra. Alzò un sopracciglio, non capendo chi fosse: non l’aveva mai visto.
«Chi sei?» chiese, allora, cercando di riconoscerlo: niente, non ‘aveva mai visto.
«Ovvio che non ti ricordi di me, dopotutto l’ultima volta che mi hai visto è stato poco prima di svenire.» e sorrise, maligno. Il tono di voce non aveva niente di rassicurante.. niente. «Comunque, io sono Envy.» e le si avvicinò ancora, mentre lei tentava di far forza con le braccia per liberare i polsi.
Poco a poco stava sempre avanzando, e.. adesso era vicino. Troppo vicino. Poteva sentire il suo respiro sul collo, e poi sull’orecchio.
«Mia cara Fantasy..» sussurrò Envy, appoggiato con una mano dietro di Fanny, mentre le alitava nell’orecchio «..sei il mio asso nella manica, sai?» e sorrise, allontanandosi, accorgendosi di aver causato il rossore più totale sulle guance di Fanny.
«A.. A che ti riferisci?» chiese, osservandolo. Aveva connesso di essere stata rapita.
«Mi servi.» rispose semplice Envy, che si erse in tutta la sua altezza «Mi servi per avere Fay.» e le sorrise, malizioso e crudele allo stesso tempo. Fanny tremò, ed ebbe un bruttissimo presentimento. Cosa intendeva con.. “per avere Fay”?
«Che.. che vuoi farle?» chiese, con la voce tremante. Envy rise. E Fanny ne rimase a dir poco turbata «CHE VUOI FARLE, RAZZA DI ESSERE SCHIFOSO?!» gli urlò contro: come risposta, ricevette un colpo sulla nuca. Fanny cadde pesantemente all’indietro, svenuta.
«Voglio farla mia.»




Faycchan- salve. lo so, ho un tremendo ritardo di postaggio (ò.O solo un giorno!! ndEd).. sorrytemi! solo che ho avuto problemi, si è risvegliata la mia parte Emo, e quindi ho dovuto uscire x comprare mille e più cose in Emo-style. Quindi mi fa schifo tutto, ma.. dettagli!
Le fiction sono pur sempre le fiction.. no? quindi, dividiamo vita privata da vita virtuale, che è meglio.. o rischio di fare confusione!

Che ne pensate di questo capitolo? Carino? Orribile? Decente? O fa semplicemente schifo?

Rispondete, che mi interesserebbe saperlo XD

SbAcIuZZ
Faycchan

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Capitolo 10
*** Capitolo Decimo ***


Capitolo Decimo
-Cancer-

Quando Fay si svegliò, erano passati circa cinque giorni. Si guardava intorno, alla ricerca di qualcuno che conosceva, poi sentì uno strano peso sullo stomaco: adocchiò una Jewell serenamente addormentata. Sorrise, alzando una mano e carezzandole la testolina rossa, affondando la mano fra i morbidi capelli riccioluti.
Quel gesto fece svegliare Jewell di scatto.
«FAY!» urlò «FAYCCHAAAAAAAN!!» e l’abbracciò, gettandovisi di sopra, di peso. Fay tossì forte, Jewell si staccò, preoccupata, osservandola. «Faycchan? Tutto bene?» chiese, sull’orlo delle lacrime. Fay le sorrise, dapprima dolce, per poi tornare seria.
«Abbastanza, sì. Ho solo perso molte energie, e..»
«
..il dottore dice che sei malata.» disse, piano. Fay inarcò un sopracciglio.
«Prego?» non aveva sentito. Jewell abbassò il volto, sedendosi ai piedi del letto di Fay. «Scusa, Jejè, ripeti.» chiese, tranquilla, tirandosi meglio a sedere.
«…il dottore dice che sei malata.» disse, mentre una singola lacrima le solcava la guancia. Fay gliel’asciugò, osservandola scettica.
«Malata? E di che?» chiese «E perché stai piangendo? Non ce n’è motivo!» e le sorrise. Jewell l’abbracciò, scoppiando a piangere più forte, lasciando Fay sempre più allibita.
«CANCRO!» urlò Jewell. Fay rimase spiazzata, senza parole. «SEI MALATA DI CANCRO, FAY!» urlò di nuovo. Fay cominciò a tremare.
«N-No.. non è vero.. no..» sussurrò, scuotendo poco la testa, poco a poco sempre più furiosamente «NON E’ POSSIBILE!» urlò poi, stringendo i capelli all’altezza delle tempie, abbassandosi fino a raggiungere le proprie gambe. Singhiozzò,facendo compagnia a Jewell, ma non pianse, a differenza sua.
Poi un urlo solcò la notte.

Edward faceva avanti e indietro per la stanza, Alphonse era disteso sul letto: entrambi si stavano dannando l’anima.
«No.. Al, è colpa nostra..» disse Edward, facendo avanti e indietro per la stanza, ripetutamente, quasi volesse lasciare il segno dei suoi passi nel terreno «..si è beccata il Cancro per aiutare noi!» affermò, mentre adesso si fermava e cominciava a tremare. «Perché deve essere sempre colpa nostra?» chiese, abbassando il capo. Alphonse alzò il volto dal cuscino, e osservò suo fratello.
«..è colpa mia, Nii-san.» disse «..se solo fossi intervenuto prima..» bisbigliò. Edward scosse la testa.
«No, Al. E’ anche colpa mia, che davanti ad un Homunculus ho paura.» e lo osservò triste, sorridendogli. «Dovrei solo prendere un po’ più di coraggio.»
«…» Alphonse tacque. Non sapeva se dirglielo o se non dirglielo. Edward lo osservava, e si accorse che qualcosa nel suo Nii-kun non andava.
«Al? Tutto bene?» chiese, sospettoso. Al abbassò lo sguardo.
«Nii-san, è colpa mia. Non riesco a contrastarla.» disse, sospirando. «Non so perché.. forse perché non ci riesco.. o forse perché non voglio farlo..» si mise a sedere, e prese a tormentarsi le mani l’una con l’altra. Edward non capiva. Lo osservò, e Alphonse capì che voleva spiegazioni. «E-Ecco.. non riesco a spiegarlo bene, ma.. n-non riesco a guardarla negli occhi..» disse, mordendosi adesso il labbro inferiore. Edward spalancò: che avesse intuito qualcosa? «..quando la vedo.. ecco.. impazzisco.» confessò «Non riesco a sostenere il suo sguardo, o a parlarle decentemente.. oramai balbetto!» disse ancora. Edward sbiancò, semplicemente, cadendo di peso sulla sedia dietro di lui, osservando a bocca aperta il fratello minore. «E.. il mio cuore esplode! Non lo sento più quando mi parla, quando.. quando anche solo mi guarda!» Edward stava per morire «..insomma, Nii-san, io penso di..» Edward tornò se stesso, magari sperando di non sentirsi dire ciò che temeva «..io penso di essermi innamorato di lei, Nii-san.»

«NII-SAN!!!! NII-SAN, SVEGLIATI!!» urlò Alphonse, scattando in piedi «JEWELL!! JEWELL, EDWARD è SVENUTO!!!»




Faycchan- eccoci di nuovo. quanto tempo, eh?
Mi pare di avervi già annoiata coi miei fatti personali, quindi passo direttamente alla risposta per l'unica recensione ricevuta.

fullmetalQUEEN- ..perchè DEVI commentare? ò.ò nessuno ti obbliga, Gemè! Se vuoi, puoi anche fare a meno XD dopotutto, la maggior parte dei commenti è tua! comunque ottima osservazione: ebbene sì, Fay ha i suoi buoni motivi per essere così com'è. Purtroppo però, potrai vedere il tutto solo fra ancora qualche capitolo: al momento è fuori discussione farvi sapere ù__ù E poi avrai il tuo tempo per capirla, don't worry! ^_^ poooi.. ci vuoi mettere, forse?! incontrano una ragazza dalla forza addirittura SUPERIORE a quella di Envy che tira pugni e calci come fosse una pazza, e i nostri Edo e Aru non sarebbero dovuti rimanere traumatizzati? ù_ù comunque te sei cattiva ç__ç perchè nelle tue fic Envy muore sempre?? Nelle mie è praticamente sempre il protagonista negativo.. si notava, vero? XD dillo, dillo, dilloooohh!! >.< raramente l'ammazzo, perchè a lui ci tengo un shaccoooo ^ç^ (ò.ò sta qua sbava pure mentre sorride! ndEd) ^ç^
In quanto ad Al, è troppo serio in tutte le mie fictin ù.ù il fatto di fargli costringere Edo a scusarsi è una cosa che mi era venuta sul momento, non ci avevo manco pensato.. XD
e comunque sì, abbiamo una madre fuori di testa. Ma poi, come pensavi che avremmo potuto fermarla, se eravamo tutte e due ad Amestris? =_= (parlando in termini di fiction, ovvio) comunque DOVEVO fare che la madre combinava una qualche cazzata grave, sennò non potevo giustificare la presenza di Fake nella vita di Fay e Fanny, no? U_U in quanto a Jewell.. bhè, detto fra noi due, è praticamente (*se vuoi saperlo chiedimelo su msn, non ce la faccio a dirlo anche alle altre XD*).. capito? ^_^ e tranquilla, dato che sai che tipo di Shoujo è, non ci sarà MAI una JewellEdo.. MAI è_é e.. NO, NON PUOI UCCIDERLAAAHH!!! >__<
riguardo all'Homunculus nuovo.. bhè, non è proprio l'Homunculus di Fay, essendo lei viva e vegeta. è una sfaccettatura, senza i suoi ricordi, e senza il suo carattere. è totatlmente diversa, è come se fosse stata creata (stile Gluttony, ma con un'intelligenza propria[quantomeno c'è XD]).. capito? spero di sì XD
e, come avrai visto, tu sei apparsa nel capitolo scorso ù__ù
come vedi continuo velocemente (diciamo) ^__^ alla prox, ti lovvo verryHH mucHH ^O^


ATTENZIONE: cambio il tempo di postaggio- da ora in poi farò due giorni senza aggiornare, e uno sì, ma aggiornerò di un solo capitolo, in quanto mi viene ormai complicato continuare ad aggiornare di due in volta. Perdonatemi.

Faycchan

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Capitolo 11
*** Capitolo Undicesimo ***


Capitolo Undicesimo
-Crack, Break A Heart-

Gli ostacoli si superano.
E Fay ce l’ha fatta anche questa volta, a superare tutto. Ha superato lo shock del Cancro: almeno per fortuna sua. Ma ennesimi ostacoli vengono aggalla sempre dopo, difatti restavano ancora due problemi: Fanny ed Envy. Per il primo problema, non sapeva proprio dove andare a beccarla. Per Envy.. bhè, ancora non aveva capito affondo cosa volesse dire.
Quel giorno stava camminando per le vie di Ollen, tranquilla, da sola, pensando a cose sue. Edward e Jewell erano rimasti all’ospedale per Ed, che non si sentiva ancora del tutto bene dopo lo shock subito, mentre Alphonse l’aveva seguita di nascosto, deciso più che mai a confidarle tutto: voleva dirle a tutti i costi che l’amava.. o, per lo meno, che provava attrazione nei suoi confronti. E perciò camminava a venti metri da lei, con una rosa in mano, nascondendosi quando gli era possibile.. ovvero sempre.
Era domenica, per fortuna sua, e a quanto pare era tutto piuttosto chiuso, e la gente a casa propria, a farsi i fatti propri.
Ma Fay correva un pericolo che nemmeno si immaginava, difatti qualcuno la osservava dall’alto di un palazzo. Sospetto che sappiate perfettamente chi fosse, vero? …no, non è Alphonse stile Spiderman o Batman, ma un’altra persona. L’avete capito adesso? Meglio così.
La figura si lanciò dal tetto, finendole direttamente davanti, facendola sobbalzare. Squadrò un attimo la figura, per poi arretrare visibilmente, spaventata.
«Ehilà, Faycchan, da quanto tempo!» le sorrise, mentre Fay continuava ad indietreggiare. Si voltò, cominciando a correre: peccato che qualcuno fosse più veloce di lei, e l’afferrò per il braccio, facendola voltare e inchiodandola al muro al loro fianco. «Eheh.. dove cercavi di andare..?» chiese, malizioso, Envy. Le teneva i polsi bloccati ai lati della testa, e la guardava fissa negli occhi. Fay aveva sul volto un’espressione di puro terrore, di paura. E dentro, agonizzava.
«E-Envy..» tentò «..V-Vattene..» tentò ancora. Envy avvicinò le sue labbra a quelle di lei, sorridendole malizioso. E nel mentre, scuoteva piano la testa, per negarglielo. Da lontano, Alphonse vedeva.. tutto.
«No,no, Faycchan.» disse «..sei troppo eccitante, come potrei?» le chiese, sfiorando le sue labbra con le sue. Fay scostò il volto di lato, in malo modo. Strinse i denti «Avaaanti, Faycchan.. collabora..» e, prendendole entrambi i polsi con una sola mano, le voltò il viso verso di se, avvicinandosi ulteriormente. La baciò.

Crack. Una crepa.
«Mmmhgh!!» si lamentò Fay, quando Envy le fece schiudere le labbra, penetrando nella sua cavità orale con la lingua. Strinse i pugni allora, cercando di respingerlo: causò un ulteriore peggioramento della situazione. Envy spingeva con la bocca, invadendola più del dovuto, ad occhi chiusi, violento. Fay cercava soltanto di respingerlo, anche facendo forza con le braccia. La distanza fra i due era di soli cinquanta centimetri, almeno nella parte del bacino. Ma Alphonse fraintese la situazione.
Crack. Un’altra crepa.
«MMMMMMH!!!» tentò Fay, stringendo gli occhi, quando Envy annullò la distanza che li separava anche col resto del corpo. La mano adibita a “tenere ferma Fay”, le alzò il volto verso l’alto, così da far venire meglio il bacio: per lui, almeno. Fay riuscì a liberarsi una mano, perché la presa di Envy si era fatta più lenta, e la posò sul suo petto, tentando di spingerlo via: ottenne l’effetto contrario. Ma Alphonse fraintese la situazione.
Crack. Un pezzo che si stacca.
Envy la sollevò da terra, liberandole le braccia, prendendola in braccio, e passando fra le sue gambe, per stare più comodo. Fay cominciò a tempestarlo di pugni: sul petto, nelle spalle, nelle braccia.. ma niente: non la mollava.
«E’ inutile, Faycchan..» cantilenò, mentre cambiava lato per baciarla «..così facendo mi ecciti ancora di più..» e sorrise, riprendendo a baciarla, con più foga di prima.
Era questo che voleva dire, “diventare sua”? Alphonse tremava di rabbia.

Crack. Un altro pezzo che si stacca.
«Lasc-..» tentò Fay, riuscendo a staccarsi da lui un secondo. «..-ami..» riuscì a dire, ancora, liberando ancora una volta la bocca, anche se poco. Envy l’accontentò, ma stacco da lei solo le labbra.
«Sai che così non mi cambia assolutamente nulla?» e le sorrise, sorreggendola ancora: Fay lo guardava, odiandolo «Sai, la voglia di farti mia non m’è ancora passata..» e sorrise ancora, minaccioso e malizioso. Fay spalancò gli occhi, dalla paura «E poi non venirmi a raccontare che, magari, non t’è piaciuto questo bacio..» e la guardò con sufficienza.
«Mi fai solo schifo!» disse Fay, sprezzante, ritrovando il suo coraggio «Lasciami, e dimmi dove si trova Fan-..» la sua bocca venne nuovamente sigillata da Envy, che le mangiò praticamente le parole. E ricominciò, finchè Fay non riuscì a staccarsi di nuovo «SMETTILA!» urlò «Mi fai schifo, smettila!» e tentava di respingerlo ancora con le braccia. Envy sorrise «E no, non mi piacciono affatto questi schifo di baci! Vedi di farla finita e-..» stava per tornare all’attacco, ma Fay lo teneva ben fermo per le spalle «..-e dimmi dov’è Fanny!» gli ordinò, sprezzante, odiandolo. Quello inarcò un sopracciglio, sorridendo poi.
«Bhè, ti va di fare uno scambio equivalente?» e la guardò, serio e beffardo al tempo stesso «Io ti dico dove tengo la tua cara sorellina, e te la faccio incontrare abbastanza spesso.. però, tu di devi concedere totalmente a me.» e le sorrise. Fay lo guardò.
«Spiegati.» gli disse, seria, stringendo i pugni.
«Eheh.. Faycchan.. sei davvero così ingenua?» le chiese, quasi dolce «Oppure fai solo finta di non capire, e in realtà hai l’anima di una putta-..» pugno sul naso di Envy, con solo un quarto della forza completa. Envy cadde a due metri di distanza da lei, massaggiandosi il naso.
«Mi fai solo schifo!» ripeté, per la terza volta, atterrando per terra «Non mi concederò MAI a te!» disse, stringendo i pugni.
«Davvero?» le chiese Envy, alzandosi a sedere. La guardava serio. «Allora sospetto che non t’interesserà sapere che la tua cara sorellina Fantasy è in pericolo di vita, eh?» disse. Fay tremò «E probabilmente non ti interesserà sapere neanche che io sono l’unico che può salvarla.. vero?» fottuta. Dentro Alphonse cresceva una rabbia inimmaginabile.
«Sei un bastardo, lo sai?» disse Fay.
«Oh, sì.. e ne vado pure fiero!» e si alzò in piedi «Allora, accetti o lasciamo morire la tua cara sorellina?» le chiese, avvicinandosi.
«..accetto..» Alphonse spalancò gli occhi. Nella voce di Fay c’era qualcos’altro oltre l’odio verso Envy. Era qualcosa di.. più dolce. Alphonse fraintese la situazione.

Crack. Una crepa.
Crack. Un pezzo che si stacca.
Crack. Un cuore che si spezza.




Faycchan- Hola! ^O^ come va? tutto okay, spero! ^___^
ascoltatemi beeene.. quello che sto per dire è equivalente ad un suicidio da parte mia: posto una nuova fiction O_O


XD basta, okay, non ho molto da dire oggi.. vado a postare la nuova XD alla prossima!

Faycchan

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Capitolo 12
*** Capitolo Dodicesimo ***


Capitolo Dodicesimo
-Abandon-

 
Alphonse continuava ad osservarla da lontano, mentre Envy la avvicinava a se, e la baciava lentamente.
E Fay non si dibatteva, questa volta. Anzi, ricambiava abbondantemente, e ad Alphonse cadde la rosa dalle mani, shockato. Envy spinse Fay contro il muro, e continuò a baciarla, bloccandola ai lati con le mani. Ma questa fu una cosa non proprio gradita a Fay, che di contro aprì gli occhi e lo spinse via, ma poco, giusto quel che bastava per farlo staccare da sé.
«Vacci piano.» disse, seria, mentre lui riprendeva ad avvicinarsi.
«Eh, no.» rise «Tu fai quel che dico io, e ti devi abituare alle mie regole..» e sorrise, riprendendo a baciarla, con più foga di prima. Sembrava quasi volere sempre di più da quel contatto, ne voleva fino alla nausea, fino alla morte. Ma Fay non gradiva, comunque, anche se ricambiava il bacio. Alphonse tremò, finchè una lacrima decise di abbandonare i suoi occhi, scendendo silenziosa lungo la guancia: non resistette più, prese la rosa da terra e uscì dal suo nascondiglio, avanzando verso Fay ed Envy.
«ADESSO BASTA!» urlò. Envy si staccò subito da Fay, voltandosi verso Alphonse, inarcando un sopracciglio. Fay spalancò gli occhi, osservando Alphonse.
«A-Alphonse? Che ci fai qua?! Da qua-..»
«NON IMPORTA, FAY!» urlò, furioso, avvicinandosi ancora ai due. Fissava Envy come se fosse l’unica persona che veramente, in diciassette anni di vita, avesse odiato. «Allontanati da lei.» gli disse. Era un ordine, ma riferito in maniera piuttosto pacata.. guardando allo stato d’animo del ragazzo. Envy rise.
«Ma sei scemo o cosa?» fece lui, afferrando Fay e stringendosela al petto. Fay divenne immediatamente rosso fuoco, Alphonse divenne livido dalla rabbia «Lei è mia!» affermò, serio, mentre Fay guardava abbattuta negli occhi di Alphonse. Era triste, ma non poteva sottrarsi. Non ora, non adesso.
«Ti ho detto di lasciarla, Envy.» ordinò, sempre calmo. Fay si morse il labbro inferiore.
«Alphonse, lascia perdere.» disse, poi, guardando per terra. Envy rise, e lanciò un urlo di vittoria, eccitato. «E’ inutile. E’ l’unica cosa che posso fare per rivedere Fanny.» spiegò «Quindi ti prego non-..»
«Fay, forse non capisci la gravità di ciò che dici!» disse, stringendo convulsamente i pugni. Fay si fece lasciare da Envy, anche se un po’ impacciata.
«Sì che lo capisco, Alphonse.» abbassalo sguardo, facendo qualche passo verso di lui. Alzando lo sguardo, Alphonse ebbe un tuffo al cuore: era triste, il volto leggermente arrossato, lo sguardo addolcito, un sorriso dolcissimo sulle labbra. E quell’espressione la faceva sembrare.. innamorata. Ma innamorata di chi? Di Envy? Di Alphonse? No.. nessuno dei due, di sicuro! «Ti prego di perdonarmi, Al..» sussurrò, afferrandogli una mano, stingendola fra le sue, abbassando ancora una volta il viso «..ma davvero, non posso fare altrimenti.» e una lacrima bagnò la mano di Alphonse. «Io tengo a mia sorella come se fosse la mia unica ragione di vita. Dovresti averlo chiaro, ormai, no?» e rialzò il volto, con lo sguardo serio e deciso: l’espressione dolce di prima era totalmente sparita. «Perdonami.» disse, infine «Salutami Edward e Jejè, mi raccomando.» e sorrise, restando seria. «Chiedi loro di perdonarmi.» e si voltò, dandogli le spalle. «E, ti prego, fallo anche tu.» e fece un passo avanti, almeno finchè Alphonse non strinse fra le mani la rosa, parandosela davanti.
«Fay, aspetta!» Fay si voltò appena: Envy non disse più niente, perché almeno un ultimo momento voleva lasciarglielo. Fay rimase immobile a fissare sbalordita la rosa che Alphonse teneva fra le mani «A-Almeno.. porta questa con te!» le chiese, stringendo gli occhi. Fay sospirò. Posò una mano su quelle di Alphonse, ma non prese la rosa.
«Mi ami, è vero?» chiese. Alphonse divenne rosso come la rosa. Guardò Fay, che lo guardava seria. Annuì.
«S-Sì..» confessò, poi. Fay lo guardò tristemente.
«Per quanto mi possa dispiacere, Al..» cominciò, spingendo via la rosa, nuovamente verso Alphonse «..amo qualcun altro.» e lasciò le sue mani. Alphonse spalancò gli occhi, lasciando scivolare la rosa per terra. Fay tornò verso Envy, sospirando. Non si voltò neanche verso Alphonse, non poteva: se l’avesse fatto, di certo non sarebbe andata via, e sarebbe rimasta con Edward e Jejè, con Alphonse e Marianne, ad inseguire Fake, magari a sedare la rivolta come diceva la missione! Ma invece no: doveva andare con Envy, anche se la cosa non le piaceva, e doveva per forza, perché doveva ritrovare sua sorella, Fanny. Cos’era più importante? Fanny o qualcuno che conosceva poco?
Optò per la prima.
Envy le mise un braccio attorno alle spalle, stringendola a sé. Fay era come un burattino: non capiva più niente, quasi, e non voleva sentire altro che Envy. Quest’ultimo la prese in braccio, scoccandole un bacio a stampo sulle labbra, per poi sorridere maligno verso Alphonse, e scattare, saltando, lontano da lui. Un tetto, poi un altro.
E scomparve all’orizzonte, lontano dallo sguardo di un Alphonse affranto e distrutto moralmente, con Fay in braccio.

 
E Alphonse cadde a terra, in ginocchio, afferrando la rosa dalla parte dei petali, stringendola forte: cominciò a staccare un petalo dopo l’altro facendo pezzi sempre più piccoli, così come il suo cuore: decise allora che se si fosse innamorato, non l’avrebbe rivelato prima della persona in questione. Almeno così, forse, non avrebbe sofferto.
Almeno, così la pensava.




Ringraziamenti speciali!
Ringrazio di cuore tutti coloro che hanno aggiunto le mie storie fra i preferiti, ovvero:
CHIHIRO- Strappami Il Cuore; Unlike World Aerugo; Betrayal Pride
Death_Master- Strappami Il Cuore; Non uccidermi
SangoHachiko- Strappami Il Cuore; Il Calore di una Madre; il piacere del tradimento; Non uccidermi
Havoc_Fan- Il Calore di Una Madre; Tears
Lithia Del Sud- Il Calore di Una Madre; Raccontami una storia; Sin, L’essere imperfetto; Tears- Requiem For A Dreams; The Lechery Purpose
rinesango93- Il Calore di Una Madre; il piacere del tradimento; NoN SoNo Un GiOcAtToLo.. ; Betrayal Pride; Non uccidermi
Bad Girl- Il Piacere del Tradimento; Roy’S Reflexion; Yaoi Song-Fic; Faint; Non uccidermi
Millennia Angel- Il Piacere del Tradimento; Roy’s Reflexion
Revege- il piacere del tradimento; Non uccidermi
MellyVegeta- Love Pearl-Oggi più di Ieri e meno di domani; Betrayal Pride
BeautifulKirja- michigai; Non uccidermi
envy__chan- michigai; Raccontami una storia; Non uccidermi
chibi51- Rings.. promess;
fullmetalQUEEN (*_* Ti AmOOhHH!! *_*)- Rings.. Promess; Sin, L’essere imperfetto; Unlike World Aerugo; You.. My LIfe..; Betrayal Pride
Kaggi_Inu91- Rings.. Promess; You.. My LIfe
Kaggychan- Rings.. Promess
meby138- Rings.. Promess
chibimayu- Roy’S Reflexion;
ja_chan- Roy’S Reflezxion; Bratja ; Non uccidermi
andrea83_2007- Sabaku No Satomi
corvina300- Sabaku No Satomi
crazykikka- Sabaku No Satomi
KryKry88- Sabaku No Satomi
Krystal91- Sabaku No Satomi
lollyna- Sabaku No Satomi
niwad- Sabaku No Satomi
tablith89- Sabaku No Satomi
Zenity- Sabaku No Satomi
Kyah- Sin, L’essere imperfetto; Sai a chi assomigli?
Envy_misako93- The Lechery Purpose
Keira tmnt- The Lechery Purpose
Envuccia- Yaoi Song-Fic
Jacky_dragon- Yaoi Song-Fic
Lynliss- Yaoi Song-Fic; Tienimi Per Mano
Lily123- Faint; Non uccidermi
Goddess Of Water- Betrayal Pride
Cass- Non uccidermi ; Tienimi Per Mano
Dimea- Non uccidermi; Tienimi Per Mano
Fanchan- Non uccidermi
Liselotte- Non uccidermi
MiLiKa- Non uccidermi; Tienimi Per Mano
Grethy- Tienimi Per Mano
Kirara90- Tienimi Per Mano
Roy Mustang sei uno gnocco- Tienimi Per Mano
Miss Pink 87- Burnt Paper
Shioli- FullMetal Overdose


Non mi pare di aver scordato qualcuno.. ù.ù
alla prossima, e grazie ancora a tutti!
ps. io mi prendo una pausa x il postaggio! riprendo a fine dicembre circa, forse prima.. mi spiace davvero! ç___ç mi mancherete!

Faycchan

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