With or without you.

di millab33
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. ***


With or without you - Capitolo 1
 

 

«Fatina mia, se Babù è una streghetta e Vì non lo è, le due sorelle devono essere divise. Le giovani streghe ricevono un'educazione speciale, diversa da quelle delle bambine senza poteri. I Nonmagici non possono conoscere i riti, gli incantesimi, le arti segrete delle streghe: crescere una streghetta e una nonmagica nella stessa casa è vietato.»


Quella mattina, come del resto ogni mattina, Vaniglia si era svegliata con il sole che batteva sul suo viso. Lasciava sempre le tende aperte, per potersi svegliare in quel modo, fin da quando era bambina. Fin da prima del vuoto di memoria.
Si stiracchiò, e si alzò in piedi. La sua camera era piccola, ci entravano a malapena il letto, un armadio e la grande scrivania, piena zeppa di quaderni di scuola e di magia, e delle sue matite colorate. In un angolo della scrivania, nel barattolo che emanava un buon profumo di more, Felì, la sua fata-tata, dormiva ancora.
Vaniglia decise di non svegliarla. In fondo, presto avrebbe dovuto imparare a fare a meno della sua fatina, in quanto mancavano pochi giorni al compimento dei suoi quindici anni, giorno in cui l'incarico di Felì sarebbe scaduto. La ragazza scosse la testa per non pensarci, e, ancora in pigiama, scese le scale per andare a fare colazione. Dalle scale, sentì sua zia Lillà che canticchiava in cucina, e sorrise. Sì, quella sarebbe stata una bella giornata.
«Buongiorno Babù.» La salutò la zia, utilizzando il suo soprannome, del quale Vaniglia non conosceva la provenienza. Babù, le sembrava il nome di un orsetto di peluche. Ma ogni volta che lo chiedeva alla zia, lei rispondeva vagamente, per poi cambiare discorso. Era uno di quei misteri che la ragazza sapeva di non poter svelare.

«Buongiorno zia!» Rispose allegramente, prendendo una fetta di pane, burro e marmellata, ed addentandola con gusto.
«Sei ancora in pigiama? Ti conviene sbrigarti, Jim sarà qui a momenti!»
A sentire il nome del fidanzato, il volto della giovane s'illuminò, e, con ancora la bocca piena, corse al piano di sopra, svegliando con il gran baccano anche la fatina dentro il barattolo. Vaniglia e Jim si erano conosciuti quando, cinque anni prima, Vaniglia e la zia si erano trasferite ad Aberdurville, dopo la morte dei genitori di lei, in un incidente in cui erano state coinvolte anche loro due, ma di cui la ragazza non ricordava assolutamente nulla. 
Aberdurville era un posto piccolissimo. Tre case in tutto, quattro più la loro. E non c'era più spazio per nulla. Jim aveva vent'anni, e viveva da solo, dato che i suoi nonni, che l'avevano cresciuto, erano morti. Nelle altre due case abitavano un vecchio maestro, da cui Vaniglia andava ogni giorno a fare lezione, ed una coppia molto giovane, con due bambine, di cinque e tre anni. 
Non c'era nient'altro, se non le montagne per cacciare e il mare per pescare. O per andare in barca, pensò Babù. Sì, perché quel giorno era domenica, e Jim le aveva promesso una gita per mare. In preda all'euforia - era sempre contenta, quando doveva vederlo - Vaniglia buttò tutti i suoi vestiti sul letto, rendendosi conto che non ce n'era uno, uno solo, con cui lui non l'avesse vista. Sbuffò. Erano questi i problemi a vivere in un paesino così piccolo. Magari Sarah aveva qualcosa da prestarle. 
Ancora in pigiama, si affacciò alla finestra, e spiccò il volo, puntando verso la casa di Sarah ed Edmund, dopo aver avvisato Felì. Atterrò dritta nel loro giardino, dove Christiane e Becky erano già sveglie e giocavano. Le corsero incontro, allegramente.

«Babù, Babù, giochi con noi?»
«Mi piacerebbe, Christiane, ma oggi proprio non posso. Mamma è già sveglia?»
Come chiamata da chissà quale stregoneria, Sarah uscì con in mano i cappelli per le sue bambine. Era ossessionata dal fatto che potessero prendere un'insolazione. Glieli mise in testa, e solo allora parve accorgersi di Vaniglia.

«Ti serve qualcosa, tesoro?» Sorrise.
«Oggi Jim mi porta in barca, e volevo mettere qualcosa di speciale, solo che i miei vestiti...»
Sarah la interruppe con un gesto della mano e con una risata, facendole cenno di entrare in casa. Vaniglia stava per esplodere di gratitudine. Le mostrò una decina di vestiti così belli, che alla fine non sapeva quale scegliere. Ma il tempo stringeva.

«Quello verde!» Esclamò alla fine, prendendo un abito leggero, adatto per quella giornata autunnale. Che fortuna che lei e Sarah avessero la stessa taglia! Con un bacio sulla guancia alla donna, uscì velocemente e, sempre volando, tornò nella sua camera. Indossò il vestito, notando come metteva in risalto il colore dei suoi occhi, e spazzolò i biondi capelli color biondo pane. Ed in quel momento sentì bussare alla porta della sua camera.
«Avanti!»
Jim entrò, e come al solito era bellissimo, ancora più bello di quando l'aveva conosciuto. E sì che l'era sembrato stupendo. Lui viveva con sua nonna, di poco più anziana di sua zia, e l'aveva accolta con un sorriso raggiante, dandole il benvenuto ad Aberdurville. Vaniglia era spaventatissima, ma gli occhi da cerbiatto di Jim le avevano dato la sensazione di essere a casa. E  aveva saputo per certo che lui l'avrebbe sempre difesa e tenuta al sicuro.
E così era stato. Non che ad Aberdurville ci fossero poi pericoli così gravi, ma Jim le era sempre stato vicino.

«Sei pronta, Babù?»
Lei annuì, e posò la spazzola sulla scrivania. Gettò un'occhiataccia a Felì che, per la forza dell'abitudine, la stava seguendo, e si precipitò fuori casa con il suo ragazzo. 
La giornata era un po' nuvolosa, ma faceva caldo, quindi non si preoccuparono di portare coperte e cose del genere. Il sole batteva sull'acqua, e Vaniglia era grata che Jim, per una volta, avesse rinunciato a portarsi dietro la canna da pesca da lui inventata, che uccideva più pesci di quanti poi ne potessero mangiare in realtà. Una vera crudeltà, secondo lei. E poi, perché dovevano uccidere dei poveri animali, se lei poteva far crescere piante anche sulle rocce?
Passarono una bella giornata, e non si accorsero del cielo che andava piano piano rannuvolandosi. Se ne accorsero solo quando le prime gocce di pioggia  iniziarono a cadere.

«Forse è meglio tornare indietro.» Commentò Jim divertito, facendo ridere anche lei.
Ma la risata durò poco, perché non fecero in tempo a tornare indietro, che un temporale si abbattè furioso su di loro. La barca andava alla deriva, ed erano spaventatissimi. Jim la attirò a sé, mormorandole che sarebbe andato tutto bene, ma per la prima volta in vita sua, Vaniglia non si sentiva al sicuro, pur essendo con lui.
La barca andò miracolosamente avanti per un tempo infinito, prima di capovolgersi. E poi, la ragazza non vide più niente.

Ei voi! Spero vi piaccia, anche se non è ancora successo niente di che. La trama è un po' complessa, ma ricapitoliamo: Le gemelle non potevano crescere insieme, ma d'altronde Vaniglia e Pervinca possono essere divise? Io non credo. Allora l'hanno fatto lo stesso, ma qualcuno nel villaggio ha tradito, e il consiglio dei Saggi ha punito severamente la famiglia Periwinkle, uccidendoli. Tomelilla ha ottenuto di salvare sé stessa e Vaniglia, ma in cambio la ragazza - e tutto il villaggio - ha perso la memoria di quanto è accaduto.
Dopo sarà più interessante, ma spero che già da ora inizierete a leggere e a farmi sapere cosa ne pensate. Per l'aggiornamento, non so quando ci sarà, dipende anche dalle vostre opinioni, ma in ogni caso prima di una settimana. Un bacio!.<3

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. ***


With or without you - Capitolo 2

 
 
«Vaniglia...Vaniglia, svegliati!»
Conosceva la voce che la stava chiamando, ma non riusciva a capire di chi fosse. L'aveva già sentita, però. Senza aprire gli occhi, cercò di raggiungere con la mente il momento in cui aveva sentito quel suono un po' brusco, ma così dolce.
Aveva dodici anni, ricordò, ed era andata a fare una gita sui monti dietro Aberdurville, con Jim. Era scivolata su una roccia, ed era caduta. Si era aggrappata ad uno sperone di roccia, mentre il vuoto si stagliava sotto di lei.
Era il tramonto, avrebbe potuto volare, ma la paura di cadere era più forte, e Jim non si vedeva.

«Non essere stupida!» Le aveva detto quella voce, da qualche parte nella sua testa «Non essere stupida e vola, Babù.»
E lei aveva volato.
Anche in quel momento, decise di ascoltare la voce. Aprì gli occhi.
Se li stropicciò, trovandoseli in questo modo pieni di sabbia. Ecco dov'era, su una spiaggia. Ma Jim? 
Lo notò poco più in là, ancora steso a terra, gli occhi ancora chiusi. Le salì il cuore in gola. Il petto di lui si muoveva ritmicamente su e giù. Sospirò di sollievo, andandogli vicino.
Non sapeva cosa fare, lo scosse piano. Lui si mosse appena, socchiuse gli occhi. La vide e sorrise.

«Che bel modo di svegliarsi da un incubo.» Sussurrò, e anche lei sorrise.
Cercò di non pensare alla situazione in cui si trovavano. Persi chissà dove, su un'isola probabilmente deserta e senza un modo per andarsene. Lei, Vaniglia, poteva volare, ma di certo non trasportare anche Jim. Come avrebbero fatto a tornare a casa? E se non ci fossero più tornati?
Con un nodo alla gola pensò alla zia, a Felì, che di lì a pochi giorni se ne sarebbe tornata al Regno delle Rugiade d'Argento. E se lei non l'avesse salutata? Pensò a Sarah, a Becky e Christiane. Aveva promesso alle bambine che avrebbe giocato con loro. 

«Dove siamo?» Chiese Jim.
Lei scosse la testa.

«Non lo so...»
Lui si mise seduto, si guardò intorno. Poi si alzò. Le prese la mano.

«Beh, cerchiamo di scoprirlo.»
Vaniglia sorrise, annuì. Di nuovo, con lui non aveva paura. Sapeva che, finché gli fosse stato possibile, Jim l'avrebbe protetta. E poi, ad essere sincera, quel posto non la spaventava. Aveva un ché di familiare.

«Da che parte andiamo?» Le chiese lui.
Vaniglia guardava il bosco. Si sentiva attratta da tutto quel verde, magari avrebbero trovato una casetta di qualche taglialegna che li avrebbe ospitati, gli avrebbe spiegato il modo per tornare a casa, e poi...

«Nel bosco non c'è nessuno. Andate dall'altro lato, verso il villaggio.»
Ancora quella voce. Sentirla due volte nello stesso giorno, nel giro di pochi minuti era veramente assurdo! E poi, che ne sapeva lei, che c'era il villaggio da quella parte?

«Andiamo Babù, fidati di me.»
«Andiamo di là.» Disse Vaniglia, indicando con un dito alla sua destra. 
Nella direzione opposta a quella del bosco. La voce nella sua testa si concesse una risata di soddisfazione. Sì, stava decisamente impazzendo.
Lei e Jim s'incamminarono. Camminavano silenziosamente, un po' spaventati. Avevano vissuto tutta la loro vita (Vaniglia, almeno, tutta la vita che riusciva a ricordare) confinati tra quattro case, mare e montagne. Solo quella spiaggia era lo spazio più grande che avessero mai visto.

«Chi siete?»
Avevano appena lasciato la spiaggia, imboccando un sentiero, quando una voce proveniente dall'alto li terrorizzò. Alzarono lo sguardo, e videro un ragazzo biondo che li guardava severamente, ma con una punta di divertimento. Aveva ad occhio e croce l'età di Jim.

«Noi...» Iniziò Vaniglia, incerta, ma il suo fidanzato la interruppe.
«Abbiamo fatto naufragio. Io sono Jim Burium, e lei è la mia fidanzata, Vaniglia Dei Sentieri. Sarebbe così gentile da indicarci il metodo più veloce per tornare ad Aberdurville?»
«Aberdurcosa?» Il ragazzo storse il naso, facendo un salto dall'albero e dando la mano a Jim «Piacere, Grisam Burdock. E non conosco il posto da cui venite. Però posso portarvi al villaggio, magari lì qualcuno lo sa.»
Allora c'era davvero un villaggio, pensò Vaniglia. Era buffo che quella voce, che in fondo sapeva non essere altro che la sua coscienza, sapesse più cose di quante ne sapesse lei. Sapesse cose che non poteva sapere.
Jim intanto stava chiacchierando con il ragazzo, lo ringraziava per la disponibilità e spiegava come lui e Vaniglia si fossero trovati in quella situazione.
Veramente una brutta situazione, commentava il ragazzo, che in breve tempo aveva fatto amicizia con il fidanzato. Vaniglia ricordava il modo in cui, appena arrivata ad Aberdurville, Jim si era subito fatto volere bene. Aveva quindici anni, ed una gran voglia di lasciare il paese, di vedere il mondo. Di innamorarsi di una bella ragazza, di sposarla e di vivere con lei in un paese dove i suoi figli avrebbero potuto avere degli amici.
Ed invece aveva incontrato una bambina di dieci anni che non ricordava niente della sua vita, l'aveva aiutata a crearsene una nuova, e pian piano si era innamorato di lei. A volte pensava anche di scappare, ma Vaniglia era troppo fragile, troppo preziosa, sarebbe sfiorita velocemente, come il fiore di cui portava il nome. 
Jim ricordava che da piccolo sua nonna gli parlava dei fiori che lui non aveva mai visto. Il fiore di vaniglia, lo sapeva benissimo, fiorisce solo per un giorno, poi si chiude alla sera e non si riapre più. E Jim faceva di tutto per non far mai calare la sera su di lei.
Anche in quel momento, le sorrise e le strinse la mano, infondendole una fiducia inaspettata. Ne sarebbero usciti, sì.
Intanto il ragazzo biondo parlava a raffica. Vaniglia lo trovava simpatico.

«Ed è anche carino.» Le fece notare la voce.
Babù dovette trattenere a stento una risata, il suo subconscio aveva notato al cosa prima dei suoi occhi, ma doveva ammettere che sì, il ragazzo era veramente carino.
Sì, anche carino, ammise mentalmente.

«Però non farti strane idee, devi starci lontana.» Brontolò la voce, in tono quasi minaccioso. Probabilmente quelli erano i suoi sensi di colpa nei confronti di Jim. Ovvio che ci sarebbe stata lontana, a lei importava solo del suo ragazzo. La voce emise un sospiro sollevato.
Nel frattempo, avevano superato un  po' di case, e si trovavano decisamente in un luogo abitato. Stranamente, non c'era nessuno in giro.

«C'è stato un pericolo draghi, e mi hanno mandato in avanscoperta. Sono tutti nelle case, ma Naim stava solo facendo un giretto, dovrei avvertire che non c'è nulla di cui preoccuparsi.» Spiegò Grisam, sollevando le spalle.
Vaniglia rabbrividì. Un drago? Eppure quel nome l'aveva già sentito.
Finalmente raggiunsero una piazza. Al centro c'era una quercia enorme, e tutt'intorno varie botteghe e negozi. Ad Aberdurville non c'era nulla del genere. Vaniglia sapeva che era questo che voleva Jim, un villaggio così.
Ma lei non poteva starci, era troppo diversa. La gente avrebbe trovato strane le sue magie, allo stesso modo in cui gli abitanti di Aberdurville all'inizio erano stati diffidenti verso le due streghe e la fata, comparse dal nulla.
Grisam si girò verso di loro, allargò le braccia e sorrise.

«Benvenuti a Fairy Oak.»
E Vaniglia -  non seppe mai se fu il nome o il fatto che non fosse stato Grisam, ma la Quercia, a pronunciare quelle parole - sentì una stranissima sensazione allo stomaco.

Ciao ciao ciao! Vi è piaciuta *-* Cioè okkei, niente di che. Due recensioni, una preferita ed una messa tra le seguite. Beh, che dire? Grazie!
Grazie a _SimoErato_ che è stata la prima a recensire, a LadyEloredane per averla messa tra le seguite e ad Aleinadp per aver recensito e messo tra le preferite. Siete fantastiche *----*
Beh, fatemi sapere che ne pensate anche di questo capitolo, continuerò prima possibile. Un bacio!.<3

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. ***


With or without you - Capitolo 3

 

«La...La quercia ha parlato?»
Jim sembrava sconvolto, ma Vaniglia in un primo momento non ci fece caso. Fairy Oak, Fairy Oak, Fairy Oak. Nella sua testa risuonavano queste parole, e non sapeva come impedire alla sua testa di esplodere.
Anzi, in realtà non sapeva neanche il perché della sua reazione, lei che di solito era così calma e razionale. In fondo era solo un nome. Fairy Oak. Quercia Fatata. Ci stava anche bene, era ovvio che il paese si chiamasse così.
Grisam parve mortificato, aveva la faccia di chi non ha calcolato qualcosa. Si battè una mano sulla fronte.

«Giusto! Scusatemi, forse avrei dovuto dirti che...Beh...A Fairy Oak siamo un po'...Speciali, ecco.»
«Speciali.» Commentò Jim sottovoce, poi sul suo viso si allargò un sorriso, rivolgendosi alla ragazza «Speciale, ecco la parola giusta per te!» Poi tornò a rivolgersi a Grisam «Anche Vaniglia è speciale, anche se di certo non saprebbe far parlare un albero.»
«A me nessuno mi fa parlare.» Commentò l'albero, con il profondo vocione ed un tono offeso «Parlo fin da quando ero un germoglio, giovanotto.»
Jim osservò affascinato la grande quercia, ma Grisam sembrava molto più interessato a Vaniglia. La guardava con gli occhi che quasi brillavano, come se fosse un animale raro. Babù si sentì a disagio.
«Sei una strega?» Esclamò il ragazzo, emozionato.
Vaniglia annuì, facendo apparire per dimostrazione di quello che diceva un fiore nel palmo della sua mano.
«Della luce, a quanto sembra.» Commentò il biondo, per nulla impressionato.
Prima che Vaniglia potesse fare la domanda, la voce le ricomparve nella testa.
«Esistono streghe del buio e della luce. Quelle come te, della luce, hanno il potere di creare, quelle del buio hanno il potere di distruggere.»
Vaniglia non ricordava questa lezione, ma a quanto pareva ne aveva parlato con la zia, se quel pensiero le si era formato in testa. Certo che la sua coscienza, memoria o quel che era avrebbe potuto anche presentarsi prima, quando la zia Lillà la sgridava per non aver imparato alla perfezione la lezione! Le sarebbero serviti, quei colpi di fulmine.
Annuì al giovane. Anche se non ricordava di aver mai sentito nulla in proposito, lei era assolutamente una strega della luce. E, a quanto pareva, non era l'unica.
«Esistono davvero altre streghe?» Esclamò, emozionata.
Grisam annuì, compiaciuto.
«Qui a Fairy Oak Magici e Nonmagici convivono da sempre. Ma in realtà noi streghe e maghi siamo di più, formiamo i due terzi della popolazione. E tu...» Si girò verso Jim «Sei un mago?»
Il ragazzo scosse la testa, quasi mortificato, quando il biondo, all'improvviso parve ricordarsi di una cosa importante. Ancora una volta si battè una mano sulla fronte - Vaniglia si chiese se il suo fosse un vizio - e corse a suonare la campana che era appesa ad un ramo della quercia.
Immediatamente, da una delle botteghe che circondavano la piazza un uomo con barba e capelli rossi aprì le porte del proprio negozio, facendo un cenno di saluto a Grisam.
«Era ora che suonassi il cessato allarme, ragazzo!»
Il ragazzo rise, poi tornò ad occuparsi della sua opera di accoglienza. 
«Non dovresti avvertire gli altri?» Chiese Jim, stupito.
«La campana è magica. L'hanno sentita in tutto il villaggio.» Spiegò.
Infatti, poco dopo, iniziarono ad arrivare diverse persone, alla spicciolata. Tra questi una donna alta e snella, bionda, a cui subito Grisam corse incontro, facendo cenno ai due forestieri di seguirlo.
«Oh, il mio bambino, tutto solo lì fuori a combattere i draghi. Tutto bene, tesoro?»
Grisam sorrise imbarazzato, annuendo, e poi tossì e fece cenni col capo, per far notare alla madre la presenza di Jim e Vaniglia, che osservavano la scena un po' intimoriti.
«E loro chi sono?» Chiese la donna, con una punta di meraviglia nella voce, ma senza aggressività.
Vaniglia fece una piccola riverenza, e poi tese la mano alla donna.
«Vaniglia Dei Sentieri. E lui è Jim Burium, di Aberdurville. Siamo finiti qui per sbaglio, vorremo tornare a casa.»
La donna prese la mano, e si presentò a sua volta.
«Marta Burdock. Aberdurville, avete detto? Dovrò chiedere a Vic se l'ha mai sentito, io non so proprio dove sia.» Ridacchiò, e poi fece cenno al figlio di andare.
«Grisam, tu vai ad aprire la pasticceria, io porterò i tuoi amici da tuo padre, e vedremo.»
Vaniglia e Jim si separarono a malincuore dal biondo che li aveva accolti, e seguirono Marta nel percorso inverso a quello che la donna aveva appena fatto.
Vic Burdock era un uomo magro ed alto come la moglie, con due meravigliosi occhi azzurri che sfortunatamente non aveva trasmesso al figlio, che però sfoggiava il grigiore della madre. Accolse i due ragazzi con entusiasmo, ed ascoltò la loro storia. 
Anche lui, però, purtroppo, non sapeva dove fosse il paese da cui provenivano. Non riuscì a trovarlo neanche sulla cartina.
«Aberdurville è molto piccola. E' una spiaggia, pù che un paese.» Spiegò Jim.
Sembrava elettrizzato. Vaniglia sapeva che l'idea di rimanere lì non gli dispiaceva più di tanto. Non aveva nulla da perdere, lei era l'unica cosa che gli era rimasta.
Babù invece aveva sua zia, anche se, dal momento in cui aveva sentito la quercia parlare, aveva iniziato a pensare che forse quel paese poteva essere il posto adatto a lei, a loro.
«Beh, per ora potete restare qui, ragazzi.» Stava dicendo Vic «Gli amici di mio figlio sono anche amici miei.»
Vaniglia sentì la gratitudine uscirle da ogni poro della pelle. Era così buona la gente, in quel posto! In quel momento entrò in casa una ragazza con una lunga treccia castana. Aveva gli stessi occhi di Marta e di Grisam, e i ragazzi pensarono fosse la sorella di quest'ultimo.
Scoprirono dopo pochi secondi che invece Flox Pollimon - una ragazza decisamente espansiva, che in poco gli raccontò tutta la sua vita - era la cugina del biondo. Anzi, qualcuno l'aveva visto? Ah, alla pasticceria, avevano detto? L'avrebbe raggiunto subito. Ma forse era meglio portare anche loro. Non stava bene lasciare gli ospiti da soli, proprio per niente. Volevano andare? Lei ne sarebbe stata contenta.
In breve Vaniglia e Jim si ritrovarono a pregare che quella ragazza la smettesse di parlare. Però la trovavano divertente, e simpatica. 
«E' anche una grande amica.»
Suggerì a Vaniglia la vocina. E lei si ritrovò a pensare che fosse vero.

Ed eccomi qui! Spero che anche questo capitolo vi piaccia. Entra in scena Flox, signore e signori. Piano piano tutti gli altarini vengono scoperti. Penso che abbiate capito tutti che la voce non è affatto la coscienza di Vaniglia, no?
Beh, alla prossima, spero vi stia piacendo. Un bacio forte forte.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4. ***


With or without you - Capitolo 4

 

I giorni passavano velocemente, tra voci nella testa e gente del villaggio troppo indiscreta. 
Ormai tutti conoscevano Aberdurville, ma nessuno sapeva come arrivarci, in quel puntino sperduto da qualche parte nel mondo.
Era arrivato il giorno del compleanno di Vaniglia. Oh, lei, presa com'era dalle ricerche del suo paese, neanche se ne ricordava, ma Jim sì, e decise che avrebbe fatto di tutto per rendere speciale quel trentuno ottobre.

«Allora ragazzi.» Aveva esordito, dopo aver radunato tutti quelli che in pochi giorni erano diventati suoi amici «Domani è il compleanno di Babù...E' un po' giù di morale, e vorrei fosse una bella giornata, per lei.» 
I ragazzi erano entusiasti. Se Jim era diventato loro amico attraverso il suo modo di fare amichevole, Vaniglia, pur essendo chiusa e silenziosa, aveva colpito certamente i loro cuori.
Grisam era il più emozionato. Quella ragazza l'aveva conquistato, in qualche modo. Vedeva in lei qualcosa di speciale.

«Se deve essere speciale» stava dicendo intanto Flox «Allora bisognerà chiamare Shirley. Lei è fantastica ad organizzare feste.»
Jim non sapeva di chi si stesse parlando, ma udì dei mormorii di approvazione da tutti i ragazzi di quella che a Fairy Oak veniva chiamata la "Banda del Capitano". Uno in particolare, Thomas Corbirock, s'illuminò letteralmente, balzando in piedi e complimentandosi con Flox per la bella idea.
Anche Grisam sembrava d'accordo.

«Andrò a chiamarla io.» Annunciò Tommy, facendo ridere un po' tutti, ma in modo affettuoso. Jim aveva imparato che, a Fairy Oak, nessuno era cattivo con gli altri.
«Quante storie, per organizzare la festa di una tizia che neanche conosciamo!»
Nessuno, ovviamente, tranne Scarlet Pimpernel.
La ragazza - Jim non riusciva a capire come facessero gli altri a sopportarla da tutta la vita - storse il naso e alzò gli occhi al cielo.

«Si dà il caso che nessuno ti abbia inclusa nella preparazione, Pimpernel!» Esclamò Flox, stringendo i pugni irritata «E a dirla tutta, non sei neanche invitata.»
Scarlett chiuse la bocca, mantenendo quell'espressione impettita.
La giovane Pollimon, con un sorriso soddisfatto, si rivolse a Jim, mettendogli una mano sulla spalla.

«Tranquillo Jim, qui a Fairy Oak siamo bravissimi ad organizzare feste, penseremo a tutto noi. Tu pensa solo a tenere occupata Vaniglia.»

Jim trovò Vaniglia sotto Quercia. Chiacchierava con lei, accarezzandole il tronco. Si fermò un attimo ad osservarla, poi si avvicinò.

«Buongiorno amore.»
Vaniglia si girò e gli sorrise, mandandogli un bacio sulla punta delle dita. Intanto, Quercia stava parlando.

«Sei sicura» Diceva, con un tono profondo e un po' confuso «Che non sei mai stata qui a Fairy Oak?»
La ragazza ridacchiò, scosse la testa.

«Non ricordo niente dei miei primi dieci anni di vita. Ma se così fosse, qualcuno si ricorderebbe di me, non credi?»
Quercia dovette ammettere che Vaniglia aveva ragione. Jim le stampò un bacio sulla guancia e fece una carezza alla corteccia del grande albero.

«Oggi la Banda deve fare una missione segreta.» Le disse «Che ne dici se ce ne stiamo un po' io e te?»
Il volto di Babù si illuminò, e battè le mani.

«Alla spiaggia! Andiamo alla spiaggia di Arran.»
Se Jim non sopportava quel posto, che gli ricordava quei brutti momenti in cui non sapevano dove fossero, la spiaggia di Arran era l'unico luogo di Fairy Oak che Vaniglia, invece di limitarsi a tollerare, amava con tutta sé stessa.
Il ragazzo annuì.

«Posso venire con voi..?» 
Una vocina, quella di Margherita Bugle, fece abbassare lo sguardo ad entrambi. 
La bimba li fissava con i suoi occhioni nocciola. Indossava un vestitino azzurro che le stava un'incanto. Era irresistibile. Vaniglia lanciò uno sguardo al fidanzato, che annuì con un sospiro.

«Ovvio che puoi venire con noi.»
Vaniglia prese la bambina in braccio, avvisarono la signora Bugle di non preoccuparsi e i tre raggiunsero la spiaggia. Jim la guardava che rideva e giocava con Margherita, come tante volte l'aveva vista fare con Christiane e Becky. In quei momenti non pensava niente di particolare, ma adesso un pensiero gli balenò nella mente:
Lui voleva che Vaniglia fosse la madre dei suoi figli. E si rese conto che forse lui non sarebbe bastato per scacciare i fantasmi di un passato che non riusciva a ricordare, ma dei bambini sì. Forse era quella la soluzione. Non subito, certamente. Ma dopo un po'.
Non fece neanche in tempo a compiere il pensiero, che una mano gli si posò sulla spalla. Sussultò.

«Grisam! Che ci fai qui? Non dovresti essere con gli altri a preparare...» Abbassò la voce, lanciando uno sguardo a Babù, che ancora non si era accorta di nulla «A preparare la festa?»
«Gli altri sapranno cavarsela benissimo, così mi sono preso una pausa.» Si sedette sulla sabbia, ed invitò l'amico a fare altrettanto «Stavo pensando una cosa, Jim.»
«Che pensavi?»
«Ogni minuto che passa, sono sempre più convinto di conoscere Babù.»
Jim sollevò le spalle.

«Vale anche per me. Ma nessuno la conosce davvero. Neanche lei. E, fidati, ho avuto sei anni per accorgermene.»
Il biondo scosse la testa.

«Non hai capito. Non intendevo quello. Intendevo conoscere Babù prima.»
«Intendi che hai conosciuto Vaniglia prima dell'incidente? Sai chi era? Conosci la sua famiglia?»
Jim sembrava nervoso, e allo stesso tempo euforico. Forse c'era un altro modo per scacciare via i fantasmi. 

«Non lo so...Non me lo ricordo, e mi sembra assurdo, ma quando sono vicino a lei provo una stranissima sensazione di deja vu.»
«Forse conosci qualcuno che le assomigliava. Tu non hai sentito Quercia prima, le ha chiesto se fosse mai stata a Fairy Oak, anche lei si è confusa.»
Stavolta toccò a Grisam sollevare le spalle, mentre tutti e due guardavano la ragazza che correva sulla sabbia.


«Tanto non mi preendi!» 
La vocetta della piccola Bugle le riempiva le orecchie, la testa. Sembrava che qualcosa le stesse esplodendo nel cervello, che picchiasse per uscire. 
Tornò indietro nel tempo.
Vide sé stessa, sé stessa da bambina. Aveva i capelli corti, sua zia non gliel'aveva mai detto. E indossava i pantaloni. Correva, correva. Correva e rideva.

«Tanto non mi prendi, Babù!»
Forse non era lei. Lei non poteva chiamarsi da sola. Eppure le assomigliava così tanto.

«Vedrai, Pervinca, vedrai!»
La testa le pulsava dolorosamente. Una vocetta più dolce aveva esclamato queste parole, nella sua testa pungenti come spilli. 
Pervinca, chi era Pervinca?
Cadde.


Quando videro Babù cadere, sulle prime risero un po'. Anche Margherita rise. Erano convinti che fosse inciampata. Poi notarono che non si rialzava più.
Grisam si alzò in fretta, e corse verso di lei. Jim lo seguiva a ruota.

«Che è successo Mita?» Chiese il biondo, rivolgendosi alla bambina.
Lei sollevò le spalle, con gli occhioni pieni di lacrime.

«Non lo so, non lo so! Correvamo e poi bum! Non sono stata io, non sono stata io.»
Jim le accarezzò la testolina.

«Lo sappiamo che non sei stata tu, tesoro. Adesso andiamo a casa, d'accordo?»
Margherita annuì, mentre Grisam prendeva Vaniglia in braccio.

«Ma che fai?» Chise Jim, in tono seccato.
«Non è il momento per fare il geloso, Burium. La porto dal dottor Chestnut. Tu porta Margherita a casa, intanto.»
Ed iniziò a correre. Jim strinse i pugni, arrabbiato. Guardò la bambina e si rilassò. Grisam cercava solo di essere gentile, solo quello. 
Prese Margherita e la portò a casa. La bambina continuava a fare domande, lungo la strada, e lui rispondeva come meglio poteva.
Incontrò Acanti per strada.

«Jim, ma che ci fai qui? Non dovevi teneve Vaniglia lontana dal paese?»
Jim spiegò brevemente cos'era successo, consegnò al ragazzo la sorellina e chiese indicazioni per raggiungere la casa del dottre. 
Quando arrivò, Vaniglia dormiva ancora, ma il dottore disse che stava bene. Uno dei due, se voleva, poteva restare con lei per la notte.

«Resto...Resta, volevo dire resta. Resta Jim, che è il fidanzato.» Balbettò Grisam, poi uscì, con un'espressione mortificata e confusa. 
Jim si sedette sul letto, e accarezzò il viso di Vaniglia. Era ancora più bella, quando dormiva.


«E' mezzanotte.» Le sussurrò la vocina «Auguri.»
Vaniglia si rigirò nel sonno, cercando un modo per rispondere. I pensieri non uscivano, si sentiva intorpidita.

«Auguri anche a te.» Disse infine.
Ma non sapeva bene perché l'avesse detto.

Ciao ciao ciao! Vi prego, perdonatemi se potete! c_c non riuscivo proprio ad andare avanti, davvero! Mi bloccavo a quando Vaniglia proponeva di andare alla spiaggia di Arran, dopo niente. Ho anche provato ad eliminare quel pezzo, ma continuavo a non avere idee. Dunque, chiedo umilmente scusa, e spero che non mi abbandoniate. cwc Ah, spero anche che vi piaccia, questo capitolo, fatemi sapere. Un bacio forte forte, e a presto!
Ps: Prima che mi uccidiate: no, Grisam non si sta innamorando di Vaniglia. Lasciatemi fare uwu

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