Il raccomandato

di la luna nera
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Finalmente a Parigi ***
Capitolo 2: *** Dalle stelle alle stalle ***
Capitolo 3: *** Se non ci fosse Dario..... ***
Capitolo 4: *** Attimi per noi ***
Capitolo 5: *** Quando si ama davvero..... ***
Capitolo 6: *** Sotto il cielo del Qatar ***
Capitolo 7: *** Torna da me..... ***
Capitolo 8: *** Dalle ceneri ***
Capitolo 9: *** Un velo di mistero ***
Capitolo 10: *** Luci e ombre ***
Capitolo 11: *** ....solo perché ti amo. ***



Capitolo 1
*** Finalmente a Parigi ***


FINALMENTE  A  PARIGI
 

 
Ely stava finalmente per realizzare il suo sogno: andare a Parigi!!! Ok ,si trattava sempre di un viaggio di lavoro, ma avrebbe visto comunque la Ville Lumière con i suoi occhi e non su riviste o cartoline. L’unica nota stonata era l’accompagnatore: quell’odioso, stra-raccomandato, insopportabile Gabriel, il suo collega di ufficio. Lavoravano insieme da un paio di mesi oramai, da quando il signor Rinaldi titolare della Golden, lo aveva assunto nonostante il periodo non proprio favorevole che la loro piccola azienda orafa stava attraversando. Si venne poi a sapere da Elena, la segretaria super pettegola, che si trattava del solito raccomandato dalla famiglia facoltosa alle spalle, alla quale non si poteva negare un favore da niente, ……insomma, il classico pidocchioso figlio di papà che  non aveva mai sopportato! E a peggiorare le cose Gabriel aveva preso il posto di Dario, il suo migliore amico-collega, in ufficio! Ulteriore motivo per detestarlo ancora di più.
 
L’altoparlante dell’aeroporto invitò i passeggeri del volo per Parigi all’imbarco, Ely e Gabriel presero i loro posti a bordo e velocemente si trovarono sopra le nuvole.
Si stavano recando a Parigi per rappresentare l’azienda per la quale lavoravano al “Bijoux Expo”, l’evento che ogni due anni propone le ultime scintillanti novità nel campo dell’oreficeria in giro per il mondo.
Elisabetta, per gli amici Ely, era una ragazza piuttosto semplice: capelli castani non molto lunghi con qualche  piccola mèche, occhi scurissimi da cerbiatta, apparentemente forte e dal carattere deciso, amante dei colori scuri, jeans, anfibi militari e maglie con i teschi. Da quando aveva avuto la fortuna di trovare lavoro, si era comprata un piccolo appartamento, conquistando così la sua indipendenza dalla famiglia di mamma e papà. Riusciva a cavarsela grazie agli extra dei viaggi in giro per il mondo, altrimenti tutto quello che guadagnava se ne sarebbe andato in rate del mutuo, tasse e bollette. Pareva  una ragazza che sapeva il fatto suo, testarda e determinata a non farsi mettere i piedi in testa,  ma in realtà si era costruita una corazza per mascherare la sua fragilità interiore, dovuta alle molte fregature subite in passato, una su tutte la storia avuta con il suo ex, Valerio, troncata proprio il giorno del suo trentesimo compleanno…
Il motivo? Il gatto di mamma aveva il raffreddore perciò doveva accompagnarli dal veterinario… Pazienza se lei aveva sgobbato tutto il giorno per organizzare al meglio cena e dopo cena, alla mamma non si poteva dire di no! Era stata più che comprensiva, capiva che la perdita di suo padre cinque anni prima era stata  un duro colpo per lui e sua madre, ma doveva riprendere in mano la sua vita ed andare avanti! Più che glielo diceva, più lui si tirava indietro! Persino per la festa di San Valentino! Valerio aveva prenotato per due alla trattoria “Da Alfredo”, menù romantico di pasta e fagioli come primo, salsicce alla brace come secondo e a rendere ancora più dolce la serata, l’altro tavolo prenotato quella sera ospitava il locale gruppo di caccia al cinghiale…. Ciliegina sulla torta: la trattoria si trovava giusto di fronte a casa di mamma, la quale per tutta la durata della cena si era impegnata a lavare il terrazzo, controllando in ogni momento quello che facevano.
Valerio le aveva promesso una serata indimenticabile e c’era riuscito!
Ora tutto questo apparteneva al passato. Era stata dura, ma era riuscita a raccogliere i cocci di quella storia e gettarli nell’immondizia.
Gabriel invece era l’aitante rampollo di una facoltosa famiglia di banchieri, un tipo abituato sempre al meglio del meglio… Soldi a palate, auto sportiva, vacanze da sogno, un curriculum di latin lover degno di Casanova in continuo aggiornamento… Aveva lavorato in una delle banche di famiglia fino a poco tempo prima, poi era stato costretto a lasciare “spontaneamente” il posto per un ,ehm, problemino di natura sessuale con alcune colleghe….. Così papà lo aveva sistemato alla Golden con una paio di telefonate….. Conoscete la storia, no?
 
L’aereo atterrò all’aeroporto parigino con qualche minuto di ritardo. Velocemente i due raggiunsero l’hotel per un rapido relax e a metà pomeriggio fecero il primo sopralluogo allo stand loro assegnato per l’esposizione. Il prezioso carico di gioielli fu consegnato poco dopo il loro arrivo da personale armato fino ai denti e velocemente disposto per l’evento che avrebbe aperto i battenti fra poco meno di ventiquattro ore.
Ely dovette ammettere a se  stessa che Gabriel ci sapeva davvero fare…. Poco prima del suo arrivo in azienda, il capo ne aveva decantato le qualità a non finire: mente super brillante, grande esperto di marketing internazionale a fronte dei master ottenuti nelle migliori università del pianeta, perfetta padronanza di tre lingue straniere e le solite storielle di circostanza. Però sotto alcuni aspetti le cose corrispondevano a verità. Quando se lo vide comparire davanti per la prima volta, Gabriel non era affatto come se lo immaginava: aveva qualche anno più di lei, occhi di un azzurro spiazzante e capelli castano chiaro, tenuti a bada da un’intera confezione di gel, giacca e cravatta impeccabili e neanche un filo fuori posto. Il suo viso sembrava serio e composto, forse per la circostanza…. Troppo perfetto un tipo così! Nonostante ciò, cocciuta e testarda com’era, non voleva avere che rapporti di lavoro con quello. Non sopportava le persone che si beccano il meglio del meglio solo perché figli d’arte. E lui era uno di quelli.
Le sue colleghe la pensarono subito diversamente, ma questa è un’altra storia.
 
Calò il sole su quel primo giorno francese. Ely, nonostante la stanchezza accumulata durante il viaggio, non riusciva a prendere sonno per l’eccitazione di trovarsi in a Parigi. Uscì sul terrazzo della sua stanza e rimase incantata nel bearsi della meravigliosa vista sulla città….. una città tempestata di luci e sovrastata dalla Tour Eiffel illuminata a giorno… e poi le gotiche arcate di Notre Dame, l’imponente Arc de Triomphe, il candore del Sacré-Coeur, ….. Fotocamera alla mano, scattò quante più foto poteva per rendere immortali quegli scorci tanto sognati.
Gabriel, la cui stanza era adiacente a quella di Ely, uscì pure lui sul balcone per ammirare il panorama… “Con quella ottieni poco. Te ne scatto qualcuna io.” Tirò fuori una di quella super macchine fotografiche da professionisti e iniziò a immortalare la città.
Ely osservò i due apparecchi… il suo microbo contro il mastodonte… “Non disturbarti, so accontentarmi di quello che ho.”
“Parigi è sempre una scoperta. Questo sarà il mio ventesimo soggiorno qui, ma non mi stancherei mai di tornarci.”
Venti volte a Parigi?! Quello stronzo non mancava mai occasione di mostrarsi superiore! Ely preferì tenersi dentro la risposta e lasciarlo perdere…. Continuò a scattare foto per conto suo prima di buttarsi sul letto, chattare con Dario e abbandonarsi al sonno.
 
Mattino successivo! Il giorno dell’inaugurazione del “Bijoux Expo” era arrivato.
Detestava farlo, ma in occasione di eventi come quello, Ely doveva rinunciare al suo look abituale per sceglierne uno molto più elegante. Indossò quell’abito nero confezionatole da sua madre, collo alto, senza maniche e gonna al ginocchio. In piedi le solite scarpe col tacco non molto alto ed i capelli raccolti dietro la nuca. Un filo di trucco sul viso e due gocce di profumo. Uscì di camera e dalla porta acanto alla sua, uscì Gabriel. E non era il Gabriel che si aspettava: pantaloni blu notte piuttosto strettini, camicia celeste chiaro, giacca tenuta sull’avambraccio, niente cravatta e soprattutto capelli liberi dal gel…. Liberi di farlo apparire diverso….. diverso dal solito….insomma, un gran figo! Pure lui era rimasto stupito dalla sua collega e continuava a fissarla a bocca aperta….
“Beh? Cos’è ‘sta faccia?”
“Sei….sei…irriconoscibile! Stai benissimo così….”
“Detesto i finti complimenti, perciò risparmiateli.” Disse visibilmente imbarazzata dirigendosi verso l’ascensore.
“Guarda che dico sul serio!” La rincorse salendo in ascensore un attimo prima che si chiudessero le porte. “Ely non ti sto prendendo in giro!  E’ solo che… insomma, porti sempre abiti…ehm…”
“Abiti da sfigata, mentre oggi mi sono vestita da supergnocca?” Gli sorrise con aria di sfida.
“Non sono proprio i termini che intendevo però…..”
In quel momento si aprì la porta dell’ascensore ed Ely si fiondò fuori per cercare di seminarlo barcollando vistosamente su quelle maledette scarpe e si trovò gli occhi di una ventina di persone addosso….. La sua insicurezza prese il sopravvento ed il gesto di Gabriel di prenderla sottobraccio per raggiungere il taxi che li attendeva fuori della hall, fu tanto provvidenziale quanto inaspettato. Fino a che non furono a bordo della vettura, tennero gli occhi dei presenti appiccicati addosso.
A bordo del taxi non volò una mosca fino a destinazione.
I giorni del “Bijoux Expo” stavano per iniziare.
 
“Mesdames et Monsieurs, voilà la nouvauté de l’an: la collection Edelweiss!”
E un autentico nugolo di femmine si avventò su di lui! Se era per ammirare i gioielli o chi li proponeva non era ben chiaro….. Fatto sta che il loro stand fu uno dei più visitati dell’esposizione…. Le possibili opportunità di vendita su nuovi mercati erano ben concrete. Ely dovette ammettere che buona parte del successo era da attribuire a Gabriel…. Aveva quello charme unico che con tre occhiate lanciate per bene, riusciva a convincere quasi tutte le signore! E a lei non restava che curare la parte prettamente tecnica e amministrativa per concludere i nuovi contratti di fornitura.
Giunse la penultima sera. Nonostante la stanchezza, Ely volle approfittare del clima mite per fare due passi sugli Champs Elysées, magari sul lungo Senna o bere qualcosa in qualche locale tipico francese. Aveva talmente tanta voglia di scoprire la città in notturna che evitò di togliersi l’abito elegante per guadagnare tempo. Chiuse la porta della camera d’albergo e…..
“Dove pensi di andare a quest’ora?” Gabriel si affacciò alla sua porta, avendola sentita uscire.
“In giro per fatti miei.”  
“E’ pericoloso andare in giro da sola in certe zone di notte.”
“E allora? So difendermi!”
“Non fare la sciocca! Non sai che là fuori c’è di tutto? Spacciatori, rapinatori, stupratori….”
“Se stai cercando di spaventami per convincermi ad andare a letto presto, ti sbagli di grosso!”
“Allora non mi lasci altra scelta.”
“Cioè?”
“Vengo con te.”
“Scordatelo! Io a passeggio con te non ci vengo manco morta!”
“Non fare la bambina capricciosa!” Indossò la giacca e chiuse la porta. “Dai, ti faccio fare il più bel giro di Parigi della tua vita.”
Ely si sentì afferrare sottobraccio e si lasciò guidare verso l’ascensore. Non era del tutto convinta di voler girare per la città con lui…. “Senti un po’…ma che programma avresti in mente? Non è che mi porti  a mangiare ostriche e bere champagne per poi finire al Moulin Rouge?!” Chiese con una punta di veleno.
“No, pensavo a qualcosa tipo…. Crepes con la Nutella e gita in bateau-mouche. Poi se vuoi anche dello champagne non c’è problema… Ma niente ostriche per favore! Le odio!”
Non si aspettava una cosa del genere da uno come lui! Fuori dall’ambiente di lavoro Gabriel si trasformava totalmente. “Ok, vada per il tuo programma…..” Rispose accettando con enorme stupore l’allettante proposta.
Mangiarono delle stratosferiche crepes sugli Champs Elysées con l’Arc de Triomphe a far loro da sfondo… Poi si diressero verso la Senna per imbarcarsi su quei battelli che ti fanno scoprire la città da un punto di vista unico nel suo genere……  La mini-crociera stava per partire. Qualche brivido iniziava a percorrerle la schiena… un po’ per il leggero venticello, un po’per l’emozione. Gabriel da dietro appoggiò le mani sulle sue spalle, facendola lentamente avvicinare a sé.
“Preparati alla scoperta della meravigliosa Parigi…” Le sussurrò a pochi millimetri dall’orecchio. Ely fu tutta un brivido. Si voltò verso di lui, ritrovandosi quella faccia bellissima e maledetta a cinque centimetri dalla sua. Fortunatamente il battello iniziò a muoversi, facendoli barcollare e troncando sul nascere quell’attimo così imbarazzante.
 
E se si fosse sbagliata sul suo conto?
 
Navigarono sotto la Tour Eiffel e brevemente raggiunsero l’Ile de la Cité, su cui sorge maestosa Notre Dame, e l’ile Saint Louis, le circumnavigarono e fecero ritorno al porticciolo da cui erano partiti. Gli occhi di Ely brillavano come non mai. Vista dalla Senna, la città era di una bellezza indescrivibile…..
Ci sarebbe tornata, oh si che ci sarebbe tornata! Magari con l’amore della sua vita!
 
“Champagne?” Gabriel, appena scesi dal bateau-mouche, ne aveva acquistato una bottiglia. “Brindiamo al nostro primo viaggio insieme!” Propose sorridendole.
“Non so cosa ci possa essere da festeggiare, però… ok, beviamocelo tutto d’un fiato!”
“Bevi per dimenticare?”
“Si, bevo per dimenticare che la prima volta a Parigi mi è toccata con te.”
“Devo prenderlo come complimento?” Iniziò a farle gli occhi dolci e le baciò la mano.
“Fa’ pure. Ma mettiti bene in testa una cosa: non ci provare con me! Non credere che ti assecondi come le nostre colleghe solo perché sei “figlio d’arte”….”
“Cosa vuoi dire?”
“E dai, sappiamo tutti perché lavori con noi alla Golden nonostante i tempi difficili!”
Rimase ammutolito.
“Elena ha le orecchie degne di una parabola satellitare. Sa tutto di tutti e non riesce a tenere nulla per sé per più di tre secondi. Già prima del tuo arrivo sapevamo tutto.”
Gabriel non si aspettava una cosa del genere….
“Che fai ora? Hai perso la lingua?”
“No, è solo che…. Non pensavo di essere così famoso…. E tu… tu sei forse l’unica persona vera lì dentro… Sei l’unica che ha avuto il coraggio di dirmi certe cose in faccia senza mezze misure.”
“E quindi? Vuoi farmi licenziare?”
“Assolutamente no. Vorresti lasciarmi solo soletto fra le grinfie delle tue colleghe affamate?”
“Di’ la verità, non ti dispiacerebbe, eh?”
Si misero entrambi a ridere. La risata di Ely era troppo contagiosa….meravigliosa, intrigante e sensuale allo stesso tempo….
 
Quella bottiglia di champagne finì rapidamente… Gabriel intuì che la sua collega non era abituata a bere tantissimo… Iniziava infatti ad essere un po’ troppo “arzilla”, rideva senza motivo, accusava piccole vertigini, …non era ubriaca, ma quasi! Chiamò quindi un taxi perché li riaccompagnasse in hotel.
Giunse nella sua camera e la sdraiò sul letto. Ely era in una sorta di dormiveglia…
“Mi gira la testaaa….. anzi,… è la stanza che gira…… Gabriel fermati….. giri pure tu….”
Lui la stava fissando. Non aveva mai notato prima di allora quanto fosse bella…. La sollevò dal letto, mettendosela seduta sulle gambe, lasciò la testa di lei appoggiarsi sulla spalla. Le spostò i capelli dal viso, le accarezzò una guancia….  Senza mai staccarle gli occhi di dosso.
Ely percepì qualcosa…
“Che fai..?”
“Me lo dai un bacio?”
“…Un….bacio?”
Era troppo sotto l’effetto dello champagne per reagire con lucidità. Gabriel la baciò con una dolcezza tale che lui per primo si stupì. La sua mano, dal viso di lei, iniziò lentamente a spostarsi verso il collo, poi su un seno caldo e morbido….. Ely non reagiva, ma partecipava attivamente ricambiando quel bacio con passione. Quella mano riprese il suo cammino, giungendo sul ginocchio sinistro. Da lì si intrufolò sotto la gonna, toccando piano piano quella pelle calda velata dal collant nero, e proseguendo oltre… L’unico ostacolo era solo un piccolo pezzo di stoffa chiamato biancheria…. Allontanò le sue labbra da quelle di Ely….
Era sua, in suo pieno possesso.
Qualsiasi cosa avesse voluto fare, lei non avrebbe reagito in nessun modo…..
 
 
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Ehilà! Buonasera a tutti!
Questa è la nuova storia che ho scritto… Spero qualcuno apprezzi!  : )
 
L’inizio magari non è una bomba, ma forse il finale del capitolo vi ha lasciato una piccola curiosità….
Gabriel sarà così str. da andare avanti o bloccherà quella mano?
Se qualcuno ha voglia di lasciare un commentino….  : D
Ciaoooo!!!
 
 
PS. Vi piacciono le crepes con la Nutella?! 
 

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Capitolo 2
*** Dalle stelle alle stalle ***


  
 
DALLE STELLE ALLE STALLE
 

 
Era in suo totale possesso, sola, indifesa, attaccabile…. La sua mano era ferma lì, a pochi millimetri dall’elastico della sua biancheria. La guardò nuovamente in quei sottilissimi occhi scuri quasi completamente chiusi…
E la sua mano si bloccò.
Perché?
C’era qualcosa che gli stava impedendo di concludere la serata con il sesso.
Ma cosa?!
In tutta la sua onorata carriera di amateur non aveva mai avuto un attimo di esitazione.
E allora perché si era fermato?
Perché non riusciva ad andare avanti?!
Forse perché si trattava di Ely…
La fissò nuovamente, percorse con lo sguardo ogni millimetro del suo viso….  No, non poteva fare una cosa del genere a lei…. Lei sempre così vera e schietta, lei con la quale nonostante i primi contrasti era riuscito a scambiare qualche battuta non finalizzata esclusivamente alla seduzione….  L’aveva baciata approfittando della sua poca lucidità…
E si era fermato.
Si, perché non aveva mai baciato con quell’intensità le ragazze che si era portato a letto per sfizio….  Le aveva scopate e basta.
Ma con lei non ci riusciva….
L’aveva baciata, si, senza essere capace di andare oltre.
E per lui era un chiaro campanello d’allarme.
Spostò la coperta, la posizionò sul materasso, la coprì, la baciò sulla fronte e la lasciò dormire.
 
Gabriel tornò in camera sua, convinto di aver fatto la cosa giusta e si buttò sul letto.
 
 
L’indomani sarebbe stato l’ultimo giorno del “Bijoux Expo” e di conseguenza l’ultima serata a Parigi. Alle 20:00 l’esposizione chiuse i battenti e i due giovani furono di nuovo liberi di buttarsi nella Ville Lumière in notturna. Ely poté finalmente indossare gli abiti a lei più congeniali…. Quanto aveva sentito la mancanza dei suoi adorati jeans, gli anfibi militari, la felpa con teschio e spade…..! Si guardò allo specchio: quella era la Ely che conosceva!
Uscì di camera. Gabriel ancora non c’era. Provò a bussare alla sua porta…
“Ehi, sei ancora lì?”
“Si, entra, faccio in un attimo.” Lui aprì la porta e lei se lo ritrovò davanti in mutande! Di quelle a calzoncini belle aderenti…. Insomma che lasciano poco all’immaginazione!
Ely sentì un’improvvisa vampata di caldo africano…. Le parole stentavano ad uscirle dalla gola…..
“Che fai lì impalata? Entra dai! E chiudi la porta che fa freddo!”
“N-no…. Ti …ti aspetto qui….!” E chiuse velocemente quella porta!!
Si portò le mani sulla faccia mentre mille pensieri più o meno arditi iniziavano ad affollarle la mente…. Ammazza quant’è bono!
“Eccomi, scusa se ti ho fatta aspettare….” Uscì da quella porta più bello che mai: jeans chiari piuttosto stretti, felpa bianca…. Ely non voleva ammetterlo, ma più che lo conosceva meglio, più che le iniziava a piacere quell’odioso raccomandato figlio-di-papà maledettamente figo! Doveva cercare di far in modo che non sospettasse nulla…. In fondo da uno come lui c’era da aspettarsi poco: sapeva fin troppo bene che era un incallito donnaiolo…. Aveva lasciato il suo lavoro in banca per le troppe scappatelle con le colleghe e in poco più di due mesi alla Golden aveva già ripreso l’attività con le “tre grazie” Elena, Ombretta e Roberta.
Nonostante le piccole crepe che sentiva aprirsi dentro di sé, non voleva cedere al suo fascino. Il suo orgoglio glielo impediva.
 
Deglutì ricacciando indietro quanto visto poco prima ed uscirono fuori dall’hotel.
“Questa è l’ultima sera a Parigi e dobbiamo godercela appieno!”
“Già…. L’ultima sera e poi si torna a casa….” Che tristezza….
“Allora dai! Andiamo a divertirci!!”
La prese per mano trascinandola per strada, esattamente come due ragazzini alla ricerca di puro divertimento! Camminando con lei per le strade di Parigi, Gabriel si sentiva bene, felicemente a suo agio, libero e sereno. Ely non ci capiva più nulla! Quando era partita lo odiava a morte…. Mentre ora trovarsi con lui nella città più romantica del mondo lontano da tutto e da tutti, le pareva un sogno….. E il cuore le batteva sempre più forte.
Dopo una serata fra crepes, musica, artisti di strada e locali caratteristici, si soffermarono sul terrazzo del Trocadéro dal quale si gode di una vista stupenda sulla Tour Eiffel…. Si sedettero l’uno accanto all’altra.
“Ecco, questo è l’ideale per concludere in bellezza la mia prima visita a Parigi.” Gli occhi di Ely brillavano come le migliaia di luci della torre.
“Già. E purtroppo ne hai vista solo una minima parte.”
“Eravamo qui per lavoro, te lo sei dimenticato?”
“Un po’ si, devo essere sincero!”
“E fra due giorni saremo di nuovo in ufficio…. Che pizza…”
“A chi lo dici….”
“Eppure a te il divertimento non manca lì!”
“Che vuoi dire?”
“Andiamo….. sono cose tue e delle nostre colleghe….”
“No! Ora tu parli e mi dici tutto!”
“Beh…. Si insomma…. Intendo le tue avventure galanti con Roberta, Elena ed Ombretta….”
“Cosa ti hanno raccontato?!”
“Non l’hanno raccontato solo a me… Lo sanno tutti in ufficio….tranne Rinaldi….”
Gabriel iniziò a sbiancare, minacciandola imitando una pistola con la mano… “Parla…”
“D’accordo.” La sua voce si stava facendo sempre più maliziosa  “…dunque …inizierei da Roberta… la nostra quarantenne-zitella-macchina-del-sesso… Ha raccontato che siete usciti insieme 3-4 volte a settimana e avete fatto del sesso estremo per tutta la notte a casa sua in tutti i modi possibili…. Hai usato il tuo gingillo in ogni sua parte anatomica… Lo avete fatto a letto, sotto la doccia, sul divano, appoggiati all’asse da stiro, sulla lavatrice, davanti alla TV,…. Una media di 7-8 rapporti super completi a notte!” Trattenendo le risa, riprese fiato osservando la faccia di lui che stava assumendo un’espressione a metà fra lo stupito ed il compiacente  “….Poi passerei ad Elena…. Con lei invece lo fai in ufficio, nella stanza della fotocopiatrice…. Almeno cinque volte al giorno! Il suo compagno non la soddisfa gran ché, ma tu si, stando alle sue parole! E racconta pure di avertelo fotocopiato, così non ne sente la mancanza e può ammirarlo quando vuole!” Disse divertita indicandogli il basso ventre. “Ombretta invece ti ha rinchiuso nello stanzino delle scope e…. avete fatto moltissime pulizie da brava mogliettina premurosa quale si spaccia! Anche lei non si è risparmiata fra strofinaci e detersivi…  Chissà come te lo ha lucidato! Sicuramente più di quello del cornuto di suo marito!” E scoppiò a ridere divertita.
“Cioè ….fammi capire… Sono andate a sparare tutto questo in giro?!”
“Oh si! E non solo! Se vuoi posso pure elencarti tutta la tua biancheria intima, voglie o nei che hai addosso, includendo anche le cicatrici!”
“Però! Non hanno omesso nulla!”
“Neanche una virgola…. E potrei descriverti in modo molto particolareggiato anche il tuo….coso… insomma… Hai capito no?”
“Oh…. E comunque non è un coso comune, è di prima qualità!.” Era abituato a molto, ma quelle tre oltre ad aver fatto un resoconto dettagliatissimo, avevano anche amplificato le cose!
“Per carità, non oserei mai dubitarne! Comunque voglio farti i complimenti! Avere una ventina di rapporti sessuali al giorno con tre affamate come quelle non è cosa da poco!”
Spiazzato! E da una ragazza dal sorriso luminoso e divertito! “Beh, si me la cavo egregiamente…. Anche se venti volte al giorno è un po’ troppo….”
“Che? Non hai il fiato?!”
“Ma che dici?!” Diventò rosso come un pomodoro
“Allora è così che ti tieni in forma, confessa!!!”
“Ma non è vero niente!! Anzi..”
Iniziò a punzecchiargli la pancia e a prenderlo in giro. “Casanova! Casanova fuori allenamento!!!!! Ah-ah! Ora lo racconto a tutti!!!”
“Dai, smettila! Mi fai il solletico!!!” E pure lui cominciò a farle altrettanto.
Si misero a stuzzicarsi come due ragazzini, fra risate e piccole prese in giro. Ely non avrebbe mai immaginato che fosse un tipo così brillante, sotto tutti gli aspetti! Fu un’autentica sorpresa! Certamente pensare di avere una storia con lui andava  oltre ogni aspettativa…. Visti i precedenti, forse in una donna vedeva solo un oggetto per deliziare il suo membro…..
Gabriel dal canto suo stava vivendo degli attimi totalmente nuovi, non era mai riuscito a ridere e scherzare così con una ragazza! Fino ad allora le aveva solo sedotte, portate a letto e troncato tutto lì….
La “lotta” continuava. Ely si ritrovò distesa in terra, con lui sopra… Una manciata di centimetri divideva le punte dei loro nasi. Sentiva forte l’impulso di baciarlo… Lo voleva, ma non poteva farlo…. Gabriel non doveva sospettare che anche lei iniziava a cedere al suo fascino…. La sua testardaggine glielo impediva.
“Senti, che ne dici di festeggiare con una bottiglia di champagne?” Quei due fanali azzurri non si schiodavano da lei.
“Noooo…. Ti prego! Ieri sera ne ho bevuto troppo….”
“Ahahahah!!! Si, eri quasi completamente sbronza!!”
“Mamma mia…. Ho dormito come un sasso e quando mi sono svegliata avevo ancora mal di testa!”
“Però sei stata fantastica.”
“Cosa vuoi dire?!” Si alzò di scatto.
“Eri piuttosto arzilla e ti ho dovuta accompagnate in camera tua perché non stavi in piedi.”
Nei suoi occhi si materializzò il terrore. “Continua.” Strinse un pugno, pronta a sferrarglielo in faccia se avesse detto ciò che temeva.
“Eri terribilmente sexy…. Con quell’abito nero mi sei piaciuta subito, ma senza stavi molto meglio.”
Schivò il pugno bloccandole il polso. “L’abbiamo fatto ed è stato stupendo, credimi. La miglior scopata della mia vita.” Si ritrovò con le braccia serrate, strettissima a lui che le stava dietro.
“Porco….maiale schifoso…. Hai approfittato di me in quelle condizioni! Io ti….”
“Ehi, tranquillizzati! Non lo saprà mai nessuno. Ed è piaciuto un sacco ad entrambi…”
Con un violento impeto di rabbia Ely riuscì a sferrargli un calcio nei gioielli di famiglia e lo mise k.o. “Sei un bastardo maledetto…. Per un attimo ho creduto di essermi sbagliata sul tuo conto, credevo pure di essermi…..bah! Che idiota sono stata! Vaffanculo! Di tutto cuore!”
Se ne andò, lasciandolo lì dolorante e rientrò in hotel con un taxi.
 
Rannicchiata sul letto, scoppiò in un pianto amarissimo…. L’ennesima delusione, l’ennesima spina nel cuore…. Si, ok, se l’era cercata, con uno come lui se lo doveva aspettare, ma arrivare ad approfittarsi di lei mentre era brilla proprio non se lo sarebbe mai immaginato. Stronzo si, ma a tutto c’era un limite! Almeno lo pensava fino a poco fa.
Era tardi, ma forse Dario era ancora sveglio…. Provò a chiamarlo… Il cellulare squillava a vuoto…
Forse stava dormendo o forse finalmente era riuscito a concludere con quel tipo di cui le aveva parlato un paio di settimane fa…. Già, che stupida… L’altra sera glielo aveva confidato in chat…
Peccato, parlare con un amico le sarebbe stato utile….. Si asciugò le lacrime e guardò fuori dalla finestra…. Non provava più la meraviglia della prima sera, in lei qualcosa si era spento.
Sentì chiudere la porta della stanza accanto: il maiale era rientrato. Il solo pensiero che si trovasse al di là di quella parete le faceva senso… Ma come può uno che si definisce “uomo” abbassarsi a tanto!?
Rabbrividì.
Aveva approfittato di lei cogliendo l’occasione della sua poca lucidità…. Era stata forse troppo ingenua e conosceva il suo limite di tolleranza degli alcolici…. Però pensava che un minimo di fiducia potesse meritarsela… E quel porco invece era entrato in lei con l’inganno, quasi come se l’avesse violentata! Si accasciò in un angolo ricominciando a singhiozzare. Non voleva farsi sentire da lui, non voleva dargli la soddisfazione dell’ennesima sua vittoria con una donna. Trovò la forza di rialzarsi, entrò in bagno e riempì la vasca di acqua calda e bollicine…. Forse una bagno l’avrebbe aiutata un po’, le avrebbe lavato via quell’odiosa sensazione che sentiva appiccicata al suo corpo, quella repulsione, quel ribrezzo….. Ma non quell’odio verso di lui che le stava esplodendo dal profondo.  
 
 
All’aeroporto, in attesa del volo che li avrebbe riportati a casa, non ci furono occhiate o scambi di parole fra i due. Ely stava ascoltando Bon Jovi con le cuffiette proprio per evitare qualsiasi contatto con il suo collega. Doveva ancora iniziare a smaltire la rabbia che covava dentro.
Una volta a bordo, prese il suo posto, si voltò verso il finestrino e una volta fra le nuvole finse di dormire. Gabriel, seduto accanto a lei, la fissava sperando di riuscire a rompere quel muro creatosi fra di loro. Aveva dormito pochissimo la notte precedente…. Che idiota era stato nel raccontarle quella stupida bugia! Doveva imparare a riflettere prima di parlare, era uno di quei difetti che in passato lo avevano cacciato spesso nei guai, quel maledetto difetto che doveva imparare a gestire a tutti i costi. Ely gli piaceva davvero, ma non sentiva il pulsante desiderio di portarla a letto e basta. C’era qualcosa in quella ragazza che non aveva mai scovato in nessun’altra. Forse era il suo fare così semplice e spontaneo, la sua risata cristallina, la sua dolce ingenuità, il suo affrontare la vita con la giusta grinta…. Insomma poteva fare un bell’elenco delle qualità di Ely che lo avevano colpito. E lui, da perfetto deficiente, l’aveva ferita con una maledetta bugia. Ma perché diavolo gliel’aveva raccontata?! Forse per farsi grande, per pavoneggiarsi, per sentirsi dire “bravo” come accaduto con altre donne…..
Ma Ely era Ely.
Punto e basta.
Aveva sbagliato alla grande con lei e doveva pagarne le conseguenze.
Ma non avrebbe gettato la spugna. Mai!
 
Rientrati in città, si separarono senza dire una parola. Ely prese l’autobus che l’avrebbe condotta finalmente a casa. Gabriel invece scelse il taxi, chiedendo all’autista di seguire il mezzo pubblico in cui era salita lei.
Appena giunta a destinazione, Ely scese in compagnia del suo ingombrante bagaglio, mentre il cielo stava iniziando a coprirsi di nuvole minacciose. Aveva dato le chiavi di casa a Dario perché la controllasse in sua assenza, con il patto di poterla usare in caso di bisogno, ma senza distruggerla. Provò quindi a chiamarlo…. Il cellulare squillava ma nessuno rispondeva. Fantastico! La perfetta conclusione di una due giorni da incorniciare! Provò ad insistere ripetutamente…. Niente.
A peggiorare le cose dal cielo iniziavano a scendere le prime gocce di pioggia.
E quel deficiente non rispondeva ancora!!!!
 
I suoi capelli stavano iniziando a bagnarsi e Dario ancora non si trovava. Cominciava ad essere davvero stanca…. Le ultime ore a Parigi, il viaggio, il pensiero che ancora le faceva venire i nervi a fior di pelle e tutta l’umidità che stava iniziando a penetrarle nelle ossa….
Improvvisamente qualcuno mise un ombrello sopra la sua testa….
Si voltò. “Tu?!”
“Sei tutta bagnata…”
“Sono affari miei.”
“Ely ascoltami…”
“Cosa vuoi ancora da me?! Vuoi raccontarmi tutti i dettagli della nostra scopata visto che ero talmente sbronza da non ricordare nulla?!”
“Lascia che ti dica una cosa!”
“Io con te ho chiuso! Mettitelo bene in quella tua testaccia! Non voglio più avere niente a che fare con te!”
“Ma noi lavoriamo insieme!!!”
“Beh…. Mi cercherò un nuovo lavoro….”
“Aspetta, lascia che ti dica quello che….”
In quel momento il telefono di Ely squillò. Era il numero della sua vicina di appartamento….
“Carla, che succede?”
“Scusa se ti chiamo tesoro, ma dal tuo appartamento stanno venendo dei rumori strani…. Sentiamo scorrere l’acqua….”
“Cazzo, qualcuno è entrato in casa mia!!!!” Panico. “Arrivo subito!!”
Riattaccò il telefono, afferrò la valigia, raggiunse lo stabile e si precipitò su per le scale del palazzo. Con lei alcuni condomini e Gabriel, che non era riuscito a dirle quello che veramente era accaduto.
 
 
 
********************************************************************************
 
Eccomi di nuovo qua!
Spero di aver incuriosito qualcuno….
Riusciranno a chiarirsi Ely e Gabriel?
Ai più attenti forse non sarà sfuggito il dettaglio su Dario…. Farà la sua comparsa nel prossimo capitolo, quindi vi aspetto!!!! Se qualcuno intanto vuole commentare….. : D
Spero di non deludervi!
Ciao!!!!
 

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Capitolo 3
*** Se non ci fosse Dario..... ***


 
SE NON CI FOSSE DARIO…..
 

 
Giunta davanti alla porta del suo appartamento, effettivamente sentiva degli strani rumori e l’acqua scorrere… Era quasi sicura che ci fosse la doccia in funzione…. Non c’erano segni di scasso, quindi chiunque fosse entrato, lo aveva fatto usando le chiavi.
 E l’unico in possesso delle chiavi era Dario….
“Chiamiamo i vigili del fuoco per sfondare la porta?” Chiese la signora Carla.
In quel momento l’acqua smise di scorrere. Ely iniziò a bussare con vigore. Vuoi vedere che quel cretino si era chiuso in casa sua con…  In quell’attimo la porta si aprì: davanti a lei Dario in accappatoio rosa, tutto bagnato e dietro di lui un ragazzo….anch’esso in accappatoio e anch’esso bagnato.
“Oh… Ciao Ely…. Bentornata….” Dietro l’amica, contò quattro-cinque signore di mezza età e il fighetto del lavoro. Tutti con occhi e bocca spalancati. Tutti tranne Ely!! Lo buttò indietro con due spintoni ed entrò in casa sua come un tornado sbattendo la porta in faccia a tutti i ficcanaso sul pianerottolo.
“Ma che cazzo ti è saltato in mente?!”
“Ehm…. Lui è Loris…”
“Non me ne frega un cavolo!!! Ora mi spieghi tutto!!!! Che accidenti…?!”
“Beh, stamani sono venuto con lui per aprire le finestre di casa tua…. Così per cambiare aria prima del tuo rientro e…..”
“E avete pensato bene di darvi alla pazza gioia in casa mia!!! Sotto la mia doccia!!!!”
“Dai, non fare così!!”
“E c’era bisogno di ululare come dei lupi mannari?! Vi hanno sentiti tutti!!!!!”
I due si guardarono in faccia…. “Ci siamo….ci siamo lasciati un po’…..andare….”
“Un po’?! Sembravate alle olimpiadi del sesso!!!”
“Scusa tesoro…. Ma siamo così innamorati…..”
E come poterlo controbattere? Lui e quegli occhioni da cucciolo…! Sospirò… “Va bene, per questa volta passi. Ma la prossima almeno ditemelo!”
Dario le schioccò due baci nelle guance. “Lascia almeno che puliamo il bagno.”
“E’ il minimo per sdebitarvi. Ora vado a cambiarmi, sono tutta bagnata….”
“Aspetta!!!!”
Ely si voltò. “Non è che per caso la mia camera…..”
“Ehm, senti… perché non….”
Appena aperta la porta della sua stanza, la ragazza cacciò un urlo!!!! Il suo sofficissimo letto era totalmente sottosopra!!!! Coperte, lenzuola, cuscini…tutto all’aria!!!!!
“Siete due disgraziati….!!”
“Rimettiamo tutto in ordine noi….”
“Me lo auguro…. Fra un’ora voglio la mia casa come l’avevo lasciata..”
Si cambiò velocemente, afferrò le chiavi di casa e uscì, lasciando i due piccioncini ai lavori domestici. Come chiuse la porta alle sue spalle, si trovò puntati addosso gli occhi delle vicine (e pure quelli di Gabriel).
“Tutto bene?” La signora Carla moriva dalla curiosità.
“Che è successo?”
“Ehm…Eh, è tutto a posto…”
“Ma chi sono quei due?!”
Imbarazzo totale “….Amici!”
Le signore non sembravano soddisfatte della semplice spiegazione….
“Chiedo scusa, ma io e la mia collega avremmo una riunione in ditta adesso,….con permesso!”
Gabriel la prese per mano e se ne andarono. Quello ne studiava una più del diavolo! La scusa del meeting aziendale non avrebbe alimentato ulteriori pettegolezzi!
Che già fioccavano in abbondanza.
 
Sotto lo stesso ombrello, con la pioggia che scendeva leggera, si incamminarono verso il parco a pochi isolati di distanza. Al centro c’era un piccolo bar. Si sedettero e ordinarono due aperitivi.
 Non si erano ancora scambiati una sola parola.
 
Trascorsi quasi dieci minuti di silenzio di tomba, Gabriel fece il tentativo….
“Posso conferire con te senza rischiare la castrazione?”
Un’occhiataccia. “Vedrò di trattenermi, ma non garantisco. Avanti, spara.”
“Ho inventato tutto.”
“Cosa?”
“La storia della nostra scopata mentre eri ubriaca… Non abbiamo fatto niente.”
Si alzò di scatto incredula. “Che cosa?!?!?!?!”
“E’ così, lo giuro. Ti ho solo dato un bacio innocente.”
“Sei uno stronzo!! Quante vuoi raccontarmene ancora?!”
“E’ la verità Ely!”
“Ma per chi mi hai presa?! Non ti bastano quelle tre?! Perché io?! Cosa ti ho fatto?!”
“Tu non mi credi?!”
Si allontanò di pochi metri da lui che prontamente le andò dietro. All’improvviso lei si fermò, si voltò e si avvicinò a lui con le sensuali movenze di una gatta. Appoggiò le mani sul petto di lui, con l’indice ed il medio destri “camminò” su di lui solleticandolo fino ad aggrapparsi al colletto della camicia. Avvicinò di più il suo viso e sfoderò una voce terribilmente sexy.. “Certo che ti credo, tesoro, esattamente come la Fata Turchina crede alle storielle di Pinocchio.” E gli sferrò una dolorosa ginocchiata nei gioielli di famiglia. “Un piccolo pro memoria per ricordarti che a me i tuoi giochino non piacciono.”
Girò i tacchi, ehm, il carroarmato degli anfibi e se ne andò, lasciandolo per la seconda volta in due giorni solo e dolorante.
 
Era quasi passata un’ora, sperava ardentemente di poter tornare in possesso della sua casetta.
Salendo le scale non sentiva più nulla…. Né rumori, né chiacchiere dei vicini…. Sentiva solo il battito incerto del suo cuore. Odiava e non odiava Gabriel, voleva credere alle sue parole di poco fa ma qualcosa glielo impediva, lo trovava affascinante e bastardo allo stesso tempo….
Insomma, nella sua testa c’era una confusione pazzesca.
Aprì la porta del suo appartamento.
Dario era da solo e la casa perfettamente pulita e sistemata.
La abbracciò . “Scusa….”
“No, scusa tu…. Sono stata un po’ troppo aggressiva forse….”
La osserva… “Va tutto bene? Hai l’aria strana….”
“Effettivamente….  Vieni, mangiamo qualcosa insieme che ti racconto…”
 
Ely raccontò tutto quello che era accaduto, i suoi dubbi, le sue perplessità e le sue reazioni sessualmente pericolose…
“Gli hai sferrato due calci nelle palle in due giorni?! Ma sei impazzita?!”
“Non avrei dovuto….ma l’ho fatto… In quei momenti avevo perso il lume della ragione…”
“Ti rendi conto che quello se vuole ti sbatte in mezzo alla strada?!”
“Lo so… Mi sono cacciata in un bel guaio… Tu che avresti fatto al posto mio?”
“E’ una situazione difficile, lo ammetto….. Ma con certa gente c’è poco da fare…. Il coltello dalla parte del manico ce l’ha chi ha il potere, chi ha i soldi…. Uno come lui può fare quello che gli pare.”
“Hai ragione….. Credi che dovrei scusarmi con lui anche se la colpa di tutto è la sua?”
“Si…. E prima lo fai, meglio è.”
“Hmm….” Si rannicchiò in un gomitolo. “Vedi, la cosa assurda è che il Gabriel che ho scoperto a Parigi, non somiglia affatto a quello che conosciamo al lavoro! E’ un ragazzo incredibile, fantastico, meraviglioso e… Insomma, piacerebbe anche a te!”
“Forse, ma a te piace davvero. O no?”
Gran bella domanda! “Devo.. fare…. Chiarezza …. Credo…” Già! Molta chiarezza! “Tu invece parlami di Loris!” Dribblato l’argomento Gabriel!
Al suono di quel nome, gli occhi di Dario si accesero come due fanali nella notte. “E’ quello giusto, credimi…. E’ perfetto per me… ci capiamo, ci divertiamo, ci amiamo….”
Lo abbracciò compiaciuta. “Sono veramente felice per voi. Erano mesi che non ti vedevo così estasiato! …..ma la prossima volta che volete stare in intimità in casa mia, dimmelo prima!” E gli sferrò un cuscino in faccia.
Nacque così una “violenta” guerra a suon di piume e risate. Cosa c’è meglio di un amico vero per ritirare su il morale?
Ely e Dario si erano conosciuti in fase di colloquio. Furono convocati lo stesso giorno per la selezione e fu “amore” a prima vista. Fortunatamente furono assunti entrambi in previsione del pensionamento dei colleghi che avrebbero sostituito. In più Dario era un creatore di gioielli formidabile. La collezione “Edelweiss” che aveva riscosso tanto successo a Parigi era solo l’ultima della sue idee geniali. La sua spiccata sensibilità lo portava a lasciarsi ispirare dalla natura e ne estrapolava ogni dettaglio, ogni attimo, ogni sussurro, per creare oggetti che immancabilmente centravano nel segno. Quel lavoro per lui era stato provvidenziale. Quando la sua famiglia lo scoprì omosessuale, lo sbatté per strada nel giro di poche ore. Erano molto benestanti e vantavano fra i loro parenti alcuni esponenti ecclesiastici. Nonostante tutte le belle parole sulla tolleranza, un gay in famiglia era una macchia di peccato da nascondere.
Per alcuni tempi si era arrangiato da amici, mantenendosi e contribuendo con piccoli lavoretti saltuari, fino al grande passo verso la Golden.
 
Ely non voleva trattenerlo oltre. Percepiva benissimo il desiderio del suo amico di tuffarsi di nuovo fra le braccia del suo Loris… Così lo lasciò andare dal ragazzo che gli aveva stregato il cuore.
Riordinò velocemente, indossò il pigiama, si mise sul suo soffice letto che tanto le era mancato ed accese il suo computer portatile per scaricare tutte le foto scattate a Parigi e controllare la posta elettronica.
Man mano che le foto passavano dalla fotocamera al computer, davanti ai suoi occhi rivedeva tutto quello che aveva vissuto nella capitale francese, momenti belli e momenti …meno belli. Una immagine aveva catturato un’espressione di Gabriel tutta particolare: lui appoggiato ad uno degli espositori con i gioielli con lo sguardo sfuggitamene rivolto verso di lei che stava fotografando lo stand espositivo. Come lo vide Ely sentì un tuffo al cuore…. Ma perché stava capitando a lei? Perché quello doveva essere così maledettamente affascinante e disgraziatamente bastardo?! Per un attimo le tornò alla mente quando gli aveva aperto la porta di camera e se lo era trovato davanti in mutande….stupendo…… E subito sentì caldo…..
Forse era stata troppo impulsiva con lui, a detta dei maschietti il colpo nelle “parti basse” è terribilmente doloroso… Ma in quei momenti proprio non si era saputa controllare… Prima dice di averlo fatto con lei mentre era ubriaca, poi smentisce categoricamente…affermando di averla solo baciata. …Istintivamente assaporò le sua labbra… Chissà com’era stato quel bacio…..
Era accaduto sul serio?
Dove stava la verità?   
Aprì la posta elettronica… Fra le tante pubblicità da cestinre, vide una mail di Gabrile con un file allegato… Esitò un attimo prima di aprirla.
Ciao Principessa! E’ lo stronzo che ti scrive. Spero tu legga queste righe prima di eliminare tutto. Riconosco di aver sbagliato a raccontarti quella stupida bugia, sono testardo ed impulsivo, lo sai. Volevo farmi grande e invece mi sono ridotto ad un verme che striscia davanti a te chiedendoti scusa… Non è molto elegante farlo via computer, ma per me è estremamente più sicuro…  Vorrei tornasse tutto come prima, vorrei che ti fidassi di me, che credessi alle mie parole, perché per me tu sei speciale davvero…. Ed io di donne me ne intendo. Tu vai oltre tutto.
Buonanotte principessa.  Gabriel”
E in quel file allegato c’era una sua foto. Bellissima. Eterna. Incredibile. Ecco perché la chiamava “Principessa”! Gabriel aveva elaborato un fotomontaggio con l’immagine di lei sovrapponendola ad un panorama notturno di Parigi, una di quelle foto scattate dal balcone dell’hotel la prima sera. Ricordò il momento in cui l’aveva fotografata con quel collier in oro bianco e diamanti raffigurante la Stella Alpina… Stava mostrando a potenziali clienti il meraviglioso gioiello e l’effetto che fa indosso “ad una bella ragazza” come lui aveva detto… Prima che lo riponesse nell’espositore, l’aveva bloccata e fotografata….. “Sembri Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany” le aveva sussurrato.
E i brividi si impossessarono di lei all’istante.
 
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A qualcuno per caso piacciono i primi tre capitoli?
Cosa ne pensate di questo rapporto un po’ confuso fra Ely e Gabriel?
 
Un grazie speciale a ladyathena e LanuovaGossipGirl1993!  
 

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Capitolo 4
*** Attimi per noi ***


ATTIMI PER NOI
 
 
Spente le luci sulla kermesse francese, il lavoro riprese con la consueta routine. Ely aveva qualche timore nel tornare in ufficio e trovarsi di nuovo faccia a faccia con lui.
Prima di varcare la soglia, inspirò profondamente e come entrò, lo vide in versione “Gabriel da lavoro” con Ombretta appollaiata come un avvoltoio sulla spalliera della sua sedia.
“Buongiorno…”
“Buongiorno Ely.” Le rispose lui con un sorriso enigmatico.
L’avvoltoio si limitò solo ad un acido “ciao”.
Si sedette al suo tavolo ed avviò il computer. Con la coda dell’occhio osservava ogni minimo movimento di quell’anaconda che con la scusa di controllare alcuni ordini e verificare le fatture emesse cercava di attorcinarsi a lui sbattendogli il suo prosperoso seno in faccia in continuazione. Una scena veramente penosa… Una donna sposata con due pargoli al seguito che si veste e si comporta come una  ragazzina per far colpo sul collega figo!
Tentò di ignorarli…. Impresa quanto mai difficoltosa. Ogni istante il suo sguardo si posava su di  lui, riportandolo prontamente sul monitor quando Gabriel sembrava voltarsi verso di lei. Andò avanti così per ore. In quell’ufficio c’era un via vai continuo! Usciva Ombretta ed entrava Roberta, poi Elena, di nuovo Roberta e così via. Insomma, a metà pomeriggio ancora Ely non era riuscita a restare neanche cinque minuti sola con lui per tentare di mettere insieme un discorsetto per scusarsi. E per ringraziarlo di quella foto…..
 
Erano quasi le 17:00 e come per miracolo in ufficio c’erano solo loro. Ely si alzò da sedere, fece qualche passo, lui la guardò, sempre quella faccia dall’espressione indecifrabile…..
“Senti Gabriel….”
Squillò il telefono di lui.. “Scusa…”
Magnifico… Ora che era riuscita a spiccicare mezza parola da sola con lui….
“Rinaldi vuole vederci nel suo ufficio.”
Che cosa?! “Ah… Vengo subito…”
Prima di entrare nella stanza del capo, l’occhio poco raccomandabile di Elena li scrutò con attenzione.
“Ragazzi, voglio complimentarvi con voi per i risultati che avete ottenuto a Parigi! Era da tempo che non concludevamo tutti quei contratti di fornitura! Tu sei stato fenomenale, ragazzo mio! E insieme formate proprio un’accoppiata vincente!”
Detto così, per Ely sembrava quasi una presa in giro….
Rinaldi proseguì. “Fra un mese circa dovrebbe esserci un evento nella zona del Golfo Persico. La sede non è stata ancora definita a causa dell’instabilità dell’area, ma avrei intenzione di mandarvi laggiù a rappresentare la nostra società. Il mercato arabo è molto appetitoso e alla luce dei vostri successi recenti, tenterei il colpo. Che ne dite?”
I due si guardarono in faccia… Gabriel era notevolmente più sereno di lei, che invece nutriva qualche perplessità… Quella zona purtroppo aveva conosciuto fatti di sangue, ed aveva un po’ paura che potesse accadere qualcosa…
“Per me non ci sono problemi.” Gabriel era tranquillissimo.
“Bene, allora studieremo tutti i dettagli dell’evento quando avremo notizie più precise dagli organizzatori.”
Ely non era stata presa neanche in considerazione. Era evidente che contava quanto il due di briscola fra quei due….  Motivo in più per affrettarsi a chiedere scusa a Gabriel per i due, ehm, colpetti….
Prima che uscissero dall’ufficio, Rinaldi comunicò loro che fra qualche giorno si sarebbe recato a Zurigo per concludere un affare e che avrebbe portato uno di loro con sé, molto probabilmente il ragazzo, così si sarebbe fatto un po’ le ossa.
I due rientrarono in ufficio senza scambiarsi una parola.
 
Era l’ora di uscire ed Ely non aveva trovato il coraggio di dirgli nulla.
Scese le scale con Dario che le stava raccontando di Loris e dell’idea che avevano di fare una vacanza in Giappone prima possibile…. E che questo gli aveva fatto venire in mente una linea di gioielli ispirata al paese del Sol Levante!
“Ehi, di’ un po’, gli hai parlato?”
“No.”
“Che aspetti?! Vuoi che ti faccia licenziare?!”
“Non ho avuto l’occasione di farlo perché….perchè….”
“E allora fallo ora!” In quell’istante Gabriel uscì dal cancello dell’azienda.
“Ma sei scemo?! Non so da che parte cominciare!!”
“Trovala!” Si rivolse al ragazzo. “Vi lascio soli. So che dovete parlare..”
“Ehi, no! Aspetta!!” Stronzo pure lui! Anche se gay, in fondo era sempre un uomo!
Dario si allontanò nella luce del tramonto.
 
Ely e Gabriel rimasero soli.
“Allora? Devi dirmi qualcosa?”
Lei finalmente lo guardò. “Io…volevo… ringraziarti della foto…”
“Figurati. Sono felice che ti sia piaciuta.”
“E poi…. Volevo…. Volevo  ….scusarmi con te per quello che è successo….” Wuff! Detto! Con lo sguardo appiccicato al marciapiede, ma glielo aveva detto!
“Oh,…” Non se lo aspettava!
“Ti giuro che non accadrà mai più!!!” Lo pregava con le mani giunte. “Te lo giuro!!!”
“Lo spero bene!” Si portò la mano lì come a volerlo proteggere. “E’ doloroso e pericoloso! Tu questo non lo sai, sei una donna… Ma credimi, ho visto tutte le stelle del cielo in quei momenti.”
Si morse il labbro inferiore, gli occhi preoccupati… “Scusa….”
“Dai, non ce l’ho con te…. Non posso avercela con te.” Le sorrise.
“Davvero?” Il suo viso si illuminò.
“Stai tranquilla. Sono io quello che deve farsi perdonare… In fondo me la sono cercata.” Ammise divertito. “E quindi se ti va, ti invito a cena!”
“Come?” Stupore! “A cena?!”
“Si,…. Sono quasi le sette di sera….!”
Ely fece una ricognizione mentale del suo frigorifero: vuoto come la dispensa…. “Ok…”
“Dovrai accontentarti di poco…. Mi ero quasi completamente dimenticato che oggi è lunedì e i ristoranti sono chiusi.”
“Oh, tranquillo. Mi accontento di poco. Mi basta anche solo un panino e qualcosa da bere! Non costo tantissimo!”
“Bene, allora andiamo?” Le porse il braccio.
Con una leggera esitazione lo accettò e si avviarono verso il parco sottobraccio, mentre i lampioni iniziavano ad accendersi.
La scena non era passata inosservata. Un’ombra aveva visto tutto dalle finestre della Golden.
 
I due, seduti ad un tavolino coperto da una tovaglia a quadretti rossi, avevano appena finito di mangiare. Si erano scambiati pochissime battute, un po’ per l’imbarazzo, un po’ per l’appetito. Ely, nonostante tutto aveva molte insicurezze dentro di sé e sentiva ancora rabbia per quello che aveva (o presumeva di avere) subìto, ma doveva cercare di controllarsi. Gabriel era pur sempre un raccomandato intoccabile e potenzialmente pericoloso….
Lui doveva cercare l’equilibrio giusto per avere a che fare con lei. Era un donnaiolo di prim’ordine e fino a qualche sera fa i suoi approcci (sessuali e non) erano sempre andati a segno.
Ma ora le cose stavano prendendo una strada nuova.
Ely gli piaceva, ma in maniera diversa dal solito. Quella sua risata cristallina gli risuonava in testa in ogni momento come una musica, quel suo sorriso era come il primo raggio di sole del mattino… C’era qualcosa di assolutamente nuovo e diverso in lei.
La fissava. E non riusciva a smettere.
Lei se n’era accorta. E moriva d’imbarazzo!!! Doveva rompere il ghiaccio ad ogni costo!!! Altrimenti sarebbe esplosa!
“…Allora? …che ne pensi… del viaggio in medio oriente?”
“Eh?... Ah, quello…” Si era appena svegliato dalla contemplazione. “Interessante…”
“Sei stato anche in quella zona?”
“Sono stato sul Mar Rosso… Lì mai.”
“Io ho un po’ paura…. Insomma, ogni tanto si sentono notizie di attentati….”
“Tranquilla, perché dovrebbe accadere proprio a noi? Ci staremo solo il minimo necessario e torneremo a casa in un batter d’occhio.” Le prese una mano e i brividi raggiunsero ogni parte della ragazza rapidamente. “E poi ci sarò io con te.”
Gli sorrise. “….Grazie…”
“Allora….. Amici come prima?”
“Si, ma a una condizione: voglio sapere tutto quello che è successo veramente quando ero sbronza….”
“E cosa rischio?” Si portò istintivamente la mano sui genitali.
“Niente, te lo giuro su tutto quello che vuoi.” Non gli avrebbe torto un capello, magari a fatica, ma questa volta si sarebbe controllata.
“D’accordo, mi voglio fidare….. Dunque… siamo tornati in hotel in taxi e ti ho riaccompagnata in camera tua… ti ho distesa sul letto e…..”
“E???”
“E mi sono reso conto…. Che sei davvero bella…”
Spiazzata.
“Ti ho dato un bacio…. E ho allungato un po’ la mano…”
Deglutì. “Un po’…quanto?”
“Sotto….la gonna….”
Ely afferrò il bicchiere pieno di Coca-Cola e la bevve tutta d’un fiato. Doveva mantenere la parola data e non sferrargli un altro calcio! A costo di esplodere lei stessa!
“Ma mi sono fermato, lo giuro!!!!” I suoi occhi erano sinceri, anche se un po’ spaventati. “Io…io… non so cosa mi abbia fermato, ma non sono riuscito ad andare avanti…. Con altre ragazze non avrei esitato a concludere… Con te non ce l’ho fatta…. E questa è la verità, non c’è altro davvero.”
“E allora perché mi hai raccontato quell’altra stronzata?”
“Perché… volevo fare lo spaccone… Ha sempre funzionato… Fino all’altra sera…”
Lei chinò la testa fino a sentirla sulle ginocchia per buttare fuori tutta la rabbia…. Contò mentalmente fino a dieci per una, due, tre volte….. Gabriel iniziava a preoccuparsi….
Finalmente alzò la testa… Inspirò profondamente e “Ok. Grazie della sincerità.” Accennò un mezzo sorriso. “La prossima volta che ti salta in mente di fare una cosa del genere con me, voglio essere sobria, è chiaro? Così posso difendermi!”
“Chiarissimo.” E sfoderò uno dei suoi sorrisi da guinness dei primati….
Devastante!
 
Lasciarono il locale in cui avevano cenato. La serata era piacevole e fare due passi nel parco era un vero toccasana….
“Toglimi una curiosità…. Ma tu con quante donne sei stato?”
“Veramente?”
“Odio le persone false e bugiarde…”
“Beh, più o meno… un centinaio!”
Ely si fermò di scatto. “Co-cosa?! Cento?!” A poco più di trent’anni?! Altro che Casanova!!
“Ma con qualcuna sono stato varie volte!”
“Ah….” Capirai…..
“E tu?!”
“…..Io?” Imbarazzo….
“Io ho cantato. Ora tocca a te!”
“Ehm… diciamo che non sono al tuo livello…..”
Le spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio. “Sei ancora ferma a zero?”
“No!” Quasi offesa.. “Ma…. Quelli che ho avuto…sono stati da grandicella…”
“E immagino che l’ultimo sia stato quello che hai piantato perché troppo cocco-di-mamma?”
“Come fai a saperlo?!”
“Conosci meglio di me le nostre colleghe….”
“Ah, già….”
“Ti hanno raccontato tutto di me…. E a me tutto di te!”
“Naturale….” Fece qualche passo con le mani in tasca, allontanandosi un po’da lui.  “Sai, sono sempre stata considerata una cozza invisibile… Forse è stata anche un po’ colpa mia…. Non mi è mai piaciuto mettermi in mostra, mi sono sempre considerata un gradino sotto le amiche con cui uscivo… Non ho una taglia abbondante di reggiseno, magari qualche chilo di troppo, e poi …..non posso certo considerarmi una gran figa….”
“Ehi…” Le si avvicinò prendendole delicatamente il mento fra il pollice e l’indice. “Chi l’ha detto che non sei una gran figa?”
Le loro facce si stavano pericolosamente avvicinando. Ely non credeva che stesse accadendo proprio a lei! Possibile che uno bello come lui potesse vedere una ragazza e non una cozza in lei?! Tremava al solo pensiero di baciarlo, il battito del suo cuore aumentava secondo dopo secondo, la saliva si stava prosciugando…… Ed eccole. Ecco che quelle labbra calde e passionali stavano iniziando a sfiorare le sue…. Come le sentì, Ely sussultò e qualcosa di sconosciuto suonò un campanello nella sua testa.
“No, scusami…… scusami…..” Si allontanò da lui senza un perché…. Tre dita sulle labbra. “Scusami Gabriel, ma…. Non posso….non posso….”
“Cosa significa che non puoi? Non ti sto portando a letto….”
“Lo so ma…. Sta succedendo tutto troppo in fretta…. E per me anche un bacio è una cosa seria.”
“Anche per me. Infatti non ho mai baciato quelle che mi sono scopato per divertimento. Quelle tre befane incluse….”
“Appunto…. Con loro hai concluso… Io non voglio fare la loro stessa fine….”
“E non succederà. Non voglio portarti a letto…. Non con la sola intenzione di spassarcela. Se e quando accadrà, sarà perché entrambi lo vogliamo….. E sarà bellissimo, ne sono sicuro……”
“Ti prego, basta così!” Stava per scoppiare a piangere. “Io…io non ce la faccio, va bene? Non riesco neanche a pensare di baciare uno che si è scopato un centinaio donne e che probabilmente ne avrà altrettante! Non ce la faccio a fidarmi….”
“Ely…..”
“Scusami….” Si  asciugò una lacrima. “Grazie per la cena. Buonanotte.”
E se ne  andò.
 
Sotto la luce del lampione, Gabriel sentì dolore. Non il dolore lancinante di una calcio nei gioielli, ma un dolore ancora più profondo….perchè gli veniva dal cuore.
 
Si stava innamorando di lei.
 
Dell’unica donna che lo avesse mai rifiutato.
 
 
********************************************************************************
Ely ha le idee troppo confuse….. Gabriel non gli è indifferente, ma ha mille paure e non riesce ancora a seguire la voce del suo cuore.
Voi che fareste al posto suo?
C’è qualche anima romantica che ha voglia di lasciare un commentino piccolo piccolo? 
 

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Capitolo 5
*** Quando si ama davvero..... ***


QUANDO SI AMA DAVVERO…..
 
 
Cosa può esserci di più pericoloso di tre belve gelose del proprio territorio di caccia?
Elena, Ombretta e Roberta avevano captato che Gabriel nutriva una spiccata simpatia verso Ely, cosa che poteva rivelarsi un ostacolo per le loro idee perverse. Non perdevano occasione di mostrarsi disponibili con lui in ogni frangente, in modo che la ragazza vedesse e si tradisse con qualche scatto di gelosia. Ely però era ben allenata a tenere tutto dentro di sé. Ogni volta che si era presa una cotta per qualche ragazzo, nascondeva sempre i suoi sentimenti. Essendo considerata “cozza” sarebbe stata il bersaglio perfetto per le prese in giro di chiunque, avrebbe messo in imbarazzo il “malcapitato” e non avrebbe mai più avuto il coraggio di guardarlo in faccia per il resto dei suoi giorni. E quell’assurda situazione si stava ripresentando ad anni di distanza e con persone le quali, data l’età, dovrebbero dimostrare di avere sale in zucca.
 
E poi, come poteva mostrarsi gelosa se lei per prima era confusa su Gabriel?!
 
Il giorno precedente il viaggio a Zurigo, Elena ebbe la “brillante” idea di commettere un piccolo errore di distrazione nella prenotazione dei biglietti ferroviari…. Affermò di aver capito male su chi doveva accompagnare Rinaldi e così il documento di viaggio venne emesso a nome di Elisabetta Leoni anziché Gabriel Di Montebello. Tante moine fece e tante storie raccontò, che per evitare ritardi o sovrattasse, fu deciso che sarebbe partita la ragazza con il boss. Così quella sera dovette soffermarsi in ufficio per preparare la trasferta.
Le tre amate colleghe gongolarono all’idea di aver raggiunto il loro scopo: una giornata intera senza  Rinaldi, senza la cozza e con il maschione a loro completa disposizione. Già lo pregustavano…..
 
“Resti ancora al lavoro?”
“Si…. Ho appena finito di controllare le ultime scadenze di consegna e…. devo ancora guardare cosa presentare domani…..” Sbuffò
“Tieni.” Gabriel le porse dei fogli. “E’ l’agenda di lavoro che avevo preparato per il viaggio.”
“Oh, ti ringrazio….” Ma perché doveva essere sempre così maledettamente carino e gentile?
“Guarda.” Si mise dietro la sua sedia. “Qui ci sono gli indirizzi dei clienti da visitare con la relativa merce da proporre…. Qui i codici e questo è il campionario …. Ecco qua!”
Faticava vistosamente nel focalizzare la sua attenzione su quelle carte. Dire che aveva la pelle d’oca era poco! Il suo profumo la stava avvolgendo completamente, sentiva il suo respiro che le solleticava l’orecchio destro ed il calore emanato dal suo corpo ……
Ma.
C’era quel maledetto campanello che le era suonato in testa l’altra sera, quando stava per baciarla…. Lo spettro delle sue possibili scappatelle la spaventava un po’ troppo. E quello che poteva darle Gabriel non era ciò che cercava in un uomo.
Si alzò. “Grazie….” Prese i fogli e li ripose nella sua borsa.
“Ehi, va tutto bene?”
“Si, tranquillo. Anzi… insomma….”
“E’ per l’altra sera, vero?”
Bersaglio centrato! “Beh, in effetti ….si.” Non riusciva a guardarlo in faccia. “Il fatto è che….”
“No, no….. ascolta… Fa’ finta che non sia accaduto niente, d’accordo? Credo sia meglio per entrambi…”
“Si, forse hai ragione… Però…”
In quella, una voce provenne dal corridoio. “Gaaabrieeel!!!!!! Abbiamo bisogno di teeeee!!!!”
“Un attimo!!” E ora quelle che diavolo volevano?!
“Va’ da loro… E’ meglio per tutti….” Prese la giacca ed uscì.
Naturalmente quella era solo una scusa per allontanarlo da lei…. Non era di vitale importanza sapere la sua opinione sul locale più in voga fra il “Fitz” o il “Mulino”…
Quando rientrò in ufficio, Ely non c’era più. Perciò uscì anche lui dal lavoro.
Davanti al cancello dell’azienda c’era invece Dario, con l’aria più agguerrita che mai.
“Senti bello, io e te dovremmo scambiare due paroline.”
“Sei preoccupato per Ely?”
“Si, hai indovinato. Stalle lontano!”
“Perché dovrei? Sei mica geloso?”
Spiritoso….. “Lei per me è come una sorella e non posso tollerare che tu la faccia soffrire per le mille avventure galanti che puoi aver avuto e che potresti avere in futuro!”
“Tranquillizzati Dario. Anche se non abbiamo gli stessi gusti sessuali, sai come funziona quando si è innamorati sul serio.”
“Che intendi?”
“Io l’amo. Questa volta  non è una cosa passeggera.”
“Non ti credo. Con quelle tre non ti sei risparmiato. Non farle del male o te la vedrai con me.”
“Una volta forse era così, ma ora è tutto diverso.”
Dario non rispose, era scettico, ma negli occhi di Gabriel vedeva quella sicurezza e lucidità che iniziavano a mettergli in testa qualche dubbio.
“So che non mi credi e non posso biasimarti. Sta succedendo per la prima volta anche a me…. Perché lei è unica e speciale. Ma questo tu lo sai….” Alzò la mano destra e lo salutò. “Ci vediamo.”
Se ne andò, lasciando Dario spiazzato davanti a quel cancello.
 
Il giorno dopo dunque Ely partì per Zurigo con il capo.
E, come dice il proverbio, quando il gatto dorme i topi ballano!
Le “tre grazie” arrivarono in ufficio di buon ora armate di brioches, cornetti alla crema, cappuccini, caffè….
Ed avevano portato tutto nell’ufficio di Gabriel.
“Ehi, ma….”
“Buongiooooornooooo!!!!!” Un coro degno dell’Opéra!
“Che ci fate qui? C’è una riunione non programmata?”
“Ma no!!! Ti abbiamo portato la colazione!!”
La colazione?! C’era tanta di quella roba da poterci sfamare un reggimento!
“Ah-ehm…. Io vi…. Vi ringrazio del pensiero, ma in genere al mattino prendo solo una caffè…”
“Non ti preoccupare… prima o poi avrai pure fame….” Ombretta sfoderò l’occhio super malizioso.
Si era vestita da panterona super sexy apposta per l’occasione: leggins neri aderentissimi, stivali modello Pretty Woman, mini abito leopardato super aderente che le arrivava poco sotto il fondo schiena (bello consistente). Iniziò ad avvicinarsi a lui con passo da felino, impossessandosi con le mani dei suoi pettorali. Prontamente Elena chiuse la porta. Pure lei indossava abiti più adatti ad una cena al ristorante che ad un giorno di lavoro: jeans elasticizzati, stivali con tacco 12 (per supplire ciò che la natura non diede), camicia bianca-carta-velina con i bottoni aperti per metà e ciondolo a forma di corno scaccia-sfiga preciso fra i seni, tenuti su da un super push-up…. Roberta si avvicinò da dietro, stampando quella sua mano vogliosa sul fondo schiena di lui, facendola proseguire a passettini verso la cintura ed intrufolandosi davanti, dove già Ombretta premeva con entusiasmo.
Fino a qualche settimana fa, Gabriel non avrebbe chiesto altro per trascorrere una bella giornata in ufficio senza il capo: otto ore (straordinari esclusi) di super sesso sfrenato con tre femmine degne di un locale a luci rosse! Ora si sentiva come una mosca impigliata in una ragnatela, con i predatori lì, belli pronti a farla fuori!!!
“Oh! Oh! Giù le mani belle!!” Riuscì a divincolarsi dalle loro grinfie non senza fatica.
“Ehi, tesoro, fai il prezioso oggi?”
“Guarda che non so quando potrò ricreare un’occasione come questa per spassarcela come vogliamo…”
“Che cosa?!”
“Sono stata brava a mandare via contemporaneamente Rinaldi e la sfigata…. Così sei tutto nostro!”
“E ora, su, non farti pregare…. Farlo con te è stata la cosa più eccitante della mia vita…..”
“Dai,….sfilati quei pantaloni!! Abbiamo scommesso sulla tua biancheria… Chi ha indovinato le mutande che indossi, scopa per prima…”
Con uno scatto da centometrista, Gabriel riuscì a raggiungere la porta, uscì e le chiuse dentro. Quella sua faccia sconvolta andò a sbattere contro Dario….
“Beh? Troppo lavoro oggi?”
In quel momento, si aprì la porta ed uscirono le tre donne…. Silenziose ed indispettite.
“Oh si, hai decisamente troppo lavoro da sbrigare….”
“No, non è come credi!”
“Ah no?”
“Vieni nel mio ufficio.”
Come lo vide entrare in quella stanza con Dario, Roberta, contrariata per non aver concluso gli urlò dietro. “Te la fai coi gay ora?! Con lui dopo la sfigata??!! Sei proprio caduto in basso!!”
Non fu degnata di risposta. Gabriel chiuse a chiave la porta, per tentare di avere un po’ di privacy.
“Senti, so che ti sto antipatico e che mi spaccheresti volentieri la faccia…. Credo però che ti sia già dimenticato quello che ti ho confidato ieri sera…..”
“Che sei innamorato di Ely? No, me lo ricordo bene. Forse sei tu che l’hai dimenticato…”
“Non credo proprio.”
“E allora che ci facevi chiuso qui dentro con quelle?! Facevi una spuntino hard?!” Ribatté indicando i vassoi con i cornetti.
“Questo sarebbe il mio ufficio! Dove io lavoro! Quelle tre pervertite si sono intrufolate qui per saltarmi addosso!! E non è stato facile per me uscirne fuori!”
“Oh-oh! Cosa c’è? Le femminucce non ti piacciono più?”
Gabriel si avvicinò a Dario.“Senti, in passato ne ho combinate di tutti i colori, ok? Adesso amo Ely! Capito? Amo Ely! E non potrei mai pensare di guardare o sfiorare un’altra donna!!”
“Voglio solo che tu non le faccia del male.”
“E’ l’ultima cosa che mi passa per la testa. Sappi che non l’ho portata a letto. A Parigi ne avrei avuto anche l’opportunità, ma non l’ho fatto.”
“Si, me l’ha raccontato. E spero vivamente che sia così.”
“Se non l’amassi veramente, stamani mi sarei già scopato quelle tre là fuori. Credimi, Dario...”
“Mi resta difficile…..”
“Capisco…. Comunque….” Doveva cercare la sua fiducia. “Fammi una cortesia. Ad Ely le tue creazioni piacciono da impazzire… Puoi creare un anello di fidanzamento che sia degno di lei?”
“Cosa?!”
“Hai capito bene. Non so se lei mi amerà mai un giorno…. Ma se e quando accadrà, voglio essere pronto. Tu la conosci meglio di me, sai cosa può piacerle…. Per questo ti chiedo il favore….”
Dario non se l’aspettava. Restò qualche secondo senza dire niente, preso alla sprovvista da una tale domanda. Che Casanova si fosse veramente ravveduto? Certo, Ely aveva quella bellezza interiore e quella semplicità che conquistavano chiunque la conoscesse meglio…. Ed effettivamente quando erano stati insieme a Parigi poteva essere successo davvero…..
“E va bene. Voglio provare a fidarmi. Ma ti tengo d’occhio. E come te li ha tirati lei due calci nelle palle, te li tiro anch’io se la fai soffrire.”
“Grazie.” Sorrise.
Dario in quel momento capì come la sua amica aveva iniziato a cedere al suo fascino.
Si avvicinò alla porta, poi si voltò di nuovo verso di lui. Perplesso. “Beh, io vado. Ci vediamo!”
Come uscì, Dario si trovò la muraglia rosa davanti, più agguerrita che mai! “Ehi, qui ci sono clienti per te!!!”
Gabriel le vide e si fiondò sulla porta per chiuderla a chiave!!!!
Tutto il giorno così! Lui assediato in quella stanza da tre femmine affamate che aspettavano una sua minima incursione in corridoio per saltargli addosso e deliziare i sensi. Non fu capace di uscire neanche per andare in bagno!
 
Erano quasi le 18:00 quando le sentì allontanarsi dalla porta…. Forse avevano desistito o forse era tornato Rianldi….
Con lei… 
Qualcuno stava tentando di entrare nel suo ufficio… Temeva che fossero sempre loro, hai visto mai, potevano far finta di essersi allontanate perché abbassasse la guardia…..
Sentì bussare… “Gabriel, sei lì?”
Era Ely!! Si precipitò ad aprire. La lasciò entrare e vedendola, il suo viso esplose in un sorriso smagliante.
“Sempre sotto assedio, eh?” Lo prendeva in giro, mentre si sedette un attimo sulla sua sedia. Notò i vassoi con i resti della colazione. “E tutta questa roba? Hai dato una festa senza di me?” Rideva.
“Ma dai….”
Rise ancora con più gusto. “Dario mi ha detto tutto.”
“Tutto cosa?”
“Che sei stato fra le loro grinfie per tutta la giornata. E che ti sei dovuto chiudere qui a chiave per riprendere fiato!”
“No!! Non è vero!! Ti ha raccontato un sacco di balle!!!”
“Ahahahah! Dai, sto scherzando! Le hai dribblate come un centravanti!” Lo guardò con ammirazione. “E visto che sei stato così bravo, ti ho portato un regalino dalla Svizzera.”
“Davvero?”
“Si…. Spero di aver indovinato i tuoi gusti… Non so se il cioccolato fondente ti piace…” Gli mostrò un piccolo cofanetto con dei cioccolatini che aveva comprato prima di partire da Zurigo.
“E’ in assoluto il mio preferito.” Con la mano passò sopra la confezione e rapidamente si spostò sulle dita di lei, accarezzandole delicatamente.
Gabriel era dolcissimo in momenti come quello…..
Magari….magari aveva deciso davvero di dare un taglio netto alla sua vita passata…
Magari poteva provare davvero ad uscire con lui, così per rendersi conto di come si comportava….
 
In quell’istante sulla porta dell’ufficio apparve Rinaldi che assisté alla scena.
Sul suo viso un’espressione cupa e minacciosa.
Se ne tornò in ufficio senza dire una sola parola.
Ely incominciò a preoccuparsi. Sapeva bene che il capo non tollerava flirt fra i suoi dipendenti e poco fa l’aveva beccata in un situazione ambigua con Gabriel.
E fra i due l’unica a poterne pagare le conseguenze era lei.
E infatti dopo dieci minuti, Elena, uscendo, passò di lì e invitò Ely a recarsi nell’ufficio di Rinaldi. Con un sorriso maligno e soddisfatto che non lasciava ben sperare…..
 
 
 
“Lettera di richiamo ufficiale per atteggiamenti impropri con i colleghi sul posto di lavoro.”
“Che cosa?!” Gabriel balzò dalla sedia non appena Ely, rientrando in stanza, gli mostrò il foglio.
“Un’altra di queste e mi fa fuori.”
“Gli spacco la faccia io a quello!!!” Strinse i pugni.
Si precipitò fuori dall’ufficio, ma Ely lo bloccò afferrandolo per un braccio.
“Calmati. Non peggiorare ulteriormente le cose.” Lo fissò negli occhi. “Ricordati che qui l’intoccabile sei tu. Qualsiasi cosa tu voglia fare per difendermi, le conseguenze prima o poi ricadono su di me.” Riprese le sue cose. “Dai, andiamo via.”
Un auto controllo ammirevole! Lui al suo posto avrebbe preso quello per il colletto e l’avrebbe sbattuto al muro senza tanti complimenti!
 
 
“Quando non conti niente devi subire e basta…. anche se hai ragione. Probabilmente piangerò tutta la notte con il mio cuscino, ma….. supererò anche questa.”
“Avrebbe dovuto richiamare anche me….”
“Te?! Dai, non scherzare! Anche se ti avesse sorpreso con i pantaloni abbassati, non ti avrebbe fatto nulla….”
Giunsero sotto il portone del palazzo in cui viveva Ely.
“Quello che più mi preoccupa è che se perdo il lavoro dovrò tornare a vivere con i miei! Chi me lo paga il mutuo?!”
“Fai tutto da sola?!”
“Certo! Mia madre fa la sarta occasionalmente, mio padre è in pensione e già loro devono mantenere mio fratello che ancora studia… Non voglio pesare sulle loro tasche…” Vedendolo sbalordito, Ely capì che tutte quelle cose non esistevano nell’ambiente in cui lui aveva sempre vissuto.
“Benvenuto nel mondo reale Gabriel….”
E sparì nell’androne del palazzo.
 
 
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Voglio concludere il capitolo con un frase tratta da “LOST” dei COLDPLAY.           
 
You might be a big fish
In a little pond,
Doesn’t mean you’ve won
‘cause along may come a bigger one.
And you’ll be lost!
 
Se continuerete a seguire la storia, prima o poi capirete il senso di questa frase.
 
Ah, preparate le valigie! Nel prossimo capitolo partiremo per un viaggio molto particolare. Sarà lo spartiacque fra il prima e il dopo…
 A presto!!!!! 

 

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Capitolo 6
*** Sotto il cielo del Qatar ***


SOTTO IL CIELO DEL QATAR
 
 
Contro ogni aspettativa e nonostante la lettera di richiamo, la partecipazione all’evento nell’area del Golfo Persico di Ely a fianco di Gabriel fu confermata.
Così si ritrovarono di nuovo a partire insieme per un fine settimana sotto il sole caldo del Qatar.
 
Ma questa volta era tutto diverso.
Al loro primo viaggio lo odiava, ora…..
Detestava l’idea di andare a Parigi con lui, mentre adesso salire su quel volo mano nella mano…..
L’altra volta non fece che guardare fuori dal finestrino per evitare il suo viso, mentre ora sbirciare nei suoi occhi era un bisogno primario….
Si sedettero ai loro posti, allacciarono le cinture e velocemente decollarono.
L’idea di un fine settimana lontano da tutto e da tutti tranne che da lui era quanto di meglio Ely potesse sperare per far chiarezza su quello che formicolava nel suo stomaco….
 
A peggiorare le cose ci si era messo pure Dario, il quale le aveva regalato un completino intimo proprio per l’occasione
 
Giorno prima della partenza!
Dario e Loris si trovavano in un locale in centro. Avevano deciso di fare un piccolo regalino ad Ely in occasione del suo viaggio in oriente…
“E cosa le vorresti comprare?”
“Qualcosa di veramente speciale!”
“Tipo?”
“Lei non è la ragazza dalle solite cianfrusaglie …. Le piacciono cose particolari, ma questa volta vorrei esagerare!”
“Hm… Allora facciamo così. Pensiamo un po’….se dovessimo andare via io e te per un fine settimana tutto nostro, cosa dovrei mettere in valigia?”
“Oh, un sacco di belle cose…. Ad esempio mi piace tanto quella tua canottiera bianca con il disegno delle ciliegie…. Quella che ti sta stretta stretta…..”
“E a me invece piace la tua biancheria colorata….”
“Potrei regalarle una cosa del genere….”
“Qualcosa di intimo?” Loris pensò un istante. “Secondo me il colore più azzeccato è il nero per una ragazza. Magari trasparente o di pizzo….”
“Non so se è il genere che piace a lei….”
“Perché non glielo chiedi allora?” Indicò fuori. Ely stava passeggiando con l’attenzione divisa fra le vetrine dei negozi…
“Così rovinerei la sorpresa… Però… pensandoci bene se mi presento davanti a lei con un perizoma super trasparente sarebbe capace di strangolarmi…. Ok, andiamo!!”
Uscirono dal locale e raggiunsero Ely la quale effettivamente era in giro per cercare qualcosa di carino per il viaggio.
Dario era un consulente di moda eccezionale ed avevano fatto spesso shopping insieme. Ma quando lo vide entrare in un negozio di biancheria femminile iniziò a preoccuparsi….
Quando la commessa vide entrare lei seguita da due ragazzi, fece subito la faccia iper maliziosa e iniziò a riempire il bancone con capi degni di un sexy shop…. I due ragazzi osservavano divertiti la faccia di lei che cambiava colore in continuazione…passando dal rosso al viola e viceversa a seconda del tipo di merce proposta…. 
Per mettere la parola fine a quel momento così imbarazzante, Ely scelse un completo …normale… senza tanti fronzoli e decisamente meno trasparente di quanto la commessa si aspettasse.
Prima di tornare ognuno sui propri passi, Dario abbracciò la sua amica…
“Sono sicuro che questa volta ti divertirai molto con lui….. C’ho parlato nei giorni scorsi e credo che in fondo sia un bravo ragazzo… Sii felice e pensami quando sarai fra le sue braccia con indosso quello che ti ho regalato…”
 
 
 
Nel ripensare a quanto accaduto il giorno prima, Ely si sentiva ancora più emozionata e terribilmente agitata! Chissà come sarebbe stato quel viaggio….in una località esotica, lontano da tutti, da sola con lui….
Lo guardò, lui la guardò e le sorrise…
Stavano per atterrare. Come a cercare sicurezza, gli strinse la mano… Lui ricambiò la stretta e portò quella mano sulle sue labbra.
Era bellissimo….. Tutto era bellissimo…. Lui, i suoi gesti, il suo sorriso, i suoi occhi…. Era totalmente schiava del suo charme, della sua dolcezza, della sua simpatia….. Peccato per tutte quelle avventure galanti…. Doveva imparare ad accettarle come una parte di lui che non sarebbe più tornata….. forse!
 
L’aeroporto era affollatissimo di gente…
Salirono velocemente sul bus navetta che li avrebbe condotti all’hotel nel quale avrebbe anche avuto luogo la piccola esposizione di gioielli.
Era un lussuoso “cinque stelle” e a loro era stata assegnata una suite… Quasi imbarazzante!
 
Ely si chiuse nella sua camera ed iniziò a disfare i bagagli…
Poco dopo sentì scorrere dell’acqua… Gabriel era sotto la doccia… Si guardò allo specchio e notò il suo viso leggermente rosso…
Cosa c’era che la tratteneva ancora?
Ogni momento Gabriel era nei suoi pensieri, era il suo chiodo fisso, era l’alba e il tramonto di ogni sua giornata….
E lui era al di là di quella parete, sotto la doccia, con l’acqua che gli scorreva su quel corpo che aveva visto a Parigi e che aveva trovato eccitante come non mai….
Si morse il labbro inferiore….
E se facesse finta di entrare in bagno per errore?
E se chiudesse gli occhi per entrare di corsa sotto la doccia con lui?
Aiutooo!!!
Lo voleva!! Lo voleva!!!
Il suo cuore stava per impazzire e il suo corpo iniziava a chiedere…..
Si tolse i pantaloni, la felpa e restò con solo una maglia tipo fruit sopra la biancheria…  
Basta! Non ce la faceva più!
Aprì la porta della sua camera e si piantò davanti a quella del bagno.
Il suo respiro si era fatto tremendamente affannoso.
Nell’eccitazione di quei momenti, non si era resa conto che Gabriel aveva chiuso l’acqua….
Afferrò la maniglia…. Uno, due, tre…
Spalancò la porta, lui era lì che stava per uscire. 
Fu un attimo: tanta fu la sorpresa e la rapidità inaspettata di quel gesto che entrambi persero l’equilibrio: Gabriel finì a terra con l’accappatoio aperto e lei sopra, i loro corpi totalmente a contatto….
Il viso di Ely, a non più di cinque centimetri dal suo, era viola dall’imbarazzo, la bocca aperta ed incapace di pronunciare qualsiasi suono, gli occhi spalancati e pieni di vergogna…..
Lui invece aveva una faccia piuttosto divertita, sorridente, compiacente….
“Ehi, vuoi farlo qui?” Le sussurrò con voce calda e sensuale…
“…..No, non è come pensi!” Che figura!!!!!
“Hm, un vero peccato.”
Con una mano le bloccò la schiena impedendole di alzarsi.
Continuava a fissarla negli occhi per trasmetterle tutto l’amore che gli stava consumando l’anima.
Ely era ipnotizzata. Sentiva solo il calore umido dei loro corpi, il loro respiro, il battito dei loro cuori.
 
“Ti amo Ely… come non ho mai amato prima….” Si impossessò delle sue labbra che tremavano…  Quel pizzico di esitazione svanì in un battito di ciglia e la sentì abbandonarsi completamente a lui.
Le loro lingue si cercavano, chiedevano, trovavano, amavano…. Le loro braccia non volevano abbandonare quella dolcissima stretta tanto desiderata.
Gabriel accarezzava quella schiena coperta solo da un leggero tessuto di cotone, percependo brividi in ogni centimetro. Si spostò più in basso e la sua mano raggiunse l’interno cosce. Sentì chiaramente gemiti di piacere provenire dalla sua gola… Ed il respiro iniziò a farsi più incalzante. Come allontanò il suo viso da Ely, lesse negli occhi di lei un desiderio che voleva esplodere……  Le sfilò quella maglia, facendola restare solo con la biancheria, con quel completino nero bordato di bianco che Dario le aveva regalato prima di partire. L’abbracciò di nuovo e sentì le sue mani intrufolarsi sotto l’accappatoio, percorrendo con le dita la sua schiena, mentre le sue labbra assaggiavano ogni millimetro del suo collo.
Si sollevò da terra, si alzò con lei sempre ancorata al suo corpo e si spostarono in camera….
La adagiò sul letto, la guardò di nuovo in quegli occhi che lo avevano stregato….
“Ti amo…”
Ely lo trascinò su di sé, gli strappò via l’accappatoio….
Lo voleva, lo desiderava, ed ora finalmente aveva trovato il coraggio di farlo suo.
Ogni dubbio, ogni paura, ogni esitazione scomparvero sotto quelle calde carezze…. Mai troppo accese, ma dolci come il miele, delicate come la brezza di primavera, meravigliose come il sole al tramonto…..
Ely fremeva sotto quei baci che la facevano sentire finalmente una donna, ogni centimetro della sua pelle bruciava sotto la fiamma della passione che Gabriel aveva incendiato e che continuava ad alimentare in maniera sublime……
 
E finalmente l’amore fu liberato.
 
Entrambi avevano gli occhi umidi per l’indescrivibile felicità, per aver raggiunto insieme il punto più alto del piacere, per essere riusciti a  liberare dai loro cuori un sentimento vero e puro come il cristallo più trasparente.
 
 
Ely teneva la testa appoggiata sulla spalla di Gabriel che le accarezzava dolcemente i capelli…
La baciò delicatamente. “ …Fra un quarto d’ora dovremmo essere all’inaugurazione….”
“….Hm…. io non ci voglio andare…..”
Sorrise. “Dai, ricordati che siamo qui per lavoro….”
Sbuffò.
Un bacio leggerissimo e Gabriel lasciò quel letto…. Per lui, nonostante le sue esperienze passate, era come fosse stata la prima volta…e abbandonare quel giaciglio fu pesantissimo….
Aveva fatto l’amore con la donna della sua vita.  
Quella ragazza era incredibile!! Lo faceva volare come nessuna aveva mai fatto prima! La sua dolce ingenuità, la sua imbranata semplicità lo riempivano di felicità e gioia di vivere.
Era unica, per questo l’amava.
 
“Andiamo?” Le porse il braccio.
Era più bello del solito quella sera, o almeno così le pareva….
Era tutto più bello, più magico, diverso dalle altre volte….
O forse era lei ad esserlo?
Uscirono dalla camera e si diressero verso l’ascensore. Entrarono. Erano soli.
“Un paio di ore e poi ci lasceremo di nuovo tutto alle spalle….” Un bacio veloce.
La porta dell’ascensore si aprì all’improvviso e dovettero vestire nuovamente i panni dei semplici colleghi di lavoro.
Ely lo guardava nascondendosi dietro i suoi occhi…. Era raggiante quella sera nel conversare con tutti quegli sceicchi…. Lei se ne stava nell’ombra come aveva sempre fatto, aspettando che tutte le luci si spegnessero su quella prima serata, che tutto tornasse come prima e che Gabriel venisse a prenderla per mano, la portasse fuori e riprendessero da dove avevano dovuto interrompere.
 
Era quasi mezzanotte quando i battenti si chiusero sul primo giorno della piccola esposizione….
Gabriel raggiunse Ely, la prese per mano…. Scorse nei suoi occhi scuri quelle gocce di timidezza che la rendevano unica. Scesero nella hall, intenzionati a trascorrere quella loro prima sera esotica affacciati sul mare prima di rituffarsi l’uno fra le braccia dell’altra.
 
Uscirono dall’ascensore, fecero pochi passi mano nella mano e si scatenò l’inferno.
 
Una violentissima esplosione proveniente dall’esterno mandò in frantumi tutti i vetri dell’edificio.
 
In una frazione di secondo tutte le persone presenti furono investite da migliaia di pezzettini di vetro, schegge, cocci, polvere, detriti….scaraventati a terra da una violentissima onda d’urto.
I due giovani fecero un volo di alcuni metri giù per i gradini che conducevano alla sala da pranzo. Gabriel strinse Ely a sé come a volerla proteggere in quegli attimi terrificanti ed interminabili. Cadendo a terra, sbatté violentemente la testa sul pavimento e perse i sensi.
La ragazza terrorizzata avvertì un dolore lancinante alla spalla sinistra quando tentò di alzarsi da terra, era incapace di muoverla.  
Era frastornata.
Non riusciva a realizzare quanto era accaduto, non aveva perso conoscenza e guardandosi intorno le pareva di essere nel bel mezzo di un incubo: urla, pianti, sangue….tanto sangue, persone a terra….forse morte? O solo svenute?
E pure le sue mani erano sporche di sangue…. La sua camicia bianca ora aveva delle sfumature che andavano dal rosso al rosa al marrone….
Stava iniziando a tremare…..
Da fuori proveniva un sinistro bagliore….erano fiamme! Le pareva di sentire anche il suono delle sirene…. Vigili del fuoco? Ambulanze? Polizia?
Stentava ad essere razionale….
Ma cos’era accaduto?!
A fatica riuscì a sedersi, si guardò un po’attorno con aria smarrita e…..
Dietro di lei vide il peggiore dei suoi incubi: Gabriel disteso a terra in una pozza di sangue.
Tutto in quell’attimo maledetto sembrò crollarle addosso.
Era vivo?
Era morto?
Non lo sapeva, non lo capiva…..
Sulla sua fronte una goccia di sangue scorreva lentamente fino a terra.
Con le poche forze che le erano rimaste, Ely provò a chiamarlo, a svegliarlo, a fargli aprire gli occhi…
Fu tutto inutile.
Gabriel non dava segni di vita.
Tentò di nuovo una, due, tre, dieci, cento volte a farlo tornare da lei……
Nooo!!!! Nooo!!!!!
Non poteva finire così quando era appena cominciata! Non poteva abbandonarla in quel modo! Doveva darle di nuovo quei baci che l’avevano fatta sognare! Doveva amarla ancora come era accaduto poche ore prima! Doveva sentirlo tremare fra le sue braccia ingenue ed innamorate! Doveva restare con lei, per lei, insieme a lei!!!!!! Gabriel non poteva andarsene!!!!!!
 
Con le ultime forze che scovò dentro di sé, cominciò ad urlare quanto più poteva, nella speranza che qualcuno la sentisse nonostante il caos…..
 
Al limite dello sfinimento, vide finalmente due uomini avvicinarsi.
Li avevano trovati… 
Li raccolsero per portarli in ospedale……
Stremata da tutto, anche lei perse conoscenza.
 
 
 
********************************************************************************
 
 
A volte le occasioni vanno colte al volo.
Perché forse non si ripresenteranno mai più.
 
Gabriel sopravvivrà?
 
 
 
Vi chiedo un commentino… anche tre parole…
Vorrei riuscire a capire se sono stata in grado di trasmettervi emozioni….
Per me sarebbe molto importante per andare avanti…
E mi farebbe immensamente piacere anche solo per scambiare due chiacchiere con voi che state leggendo la mia storia.
 
Grazie!
 
La Luna Nera (Cristina) 

 

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Capitolo 7
*** Torna da me..... ***


 
 
TORNA DA ME….
 
 
Italia, un paio di ore dopo.
 
Nel monolocale di Dario, un groviglio di coperte e lenzuola si stava muovendo…..
“Dai…. Un’altra volta, ti prego…..”
“Vieni qui….Dio, come ti amo…..”
“Ora tocca a me…. Mi piace troppo quando mi stai sopra….”
“Oh si…. Si…”
“Così….. ah…..ah….”
“Sei fantastico….  !”
“Ah…. Ecco ….si….ci sono…..”
“Anche io…. Anche io…..”
 
Proprio sul più bello, squillò il telefono.
“Ahunf…. Bastardo…..Chi rompe a quest’ora?”
“Lascialo perdere…. Vieni qui, ti voglio un’altra volta…..”
Un bacio focoso… “Hmm, scusa… se non smette di squillare non ci riesco….. Tieniti pronto…. Mando a cagare chiunque sia e torno subito da te…”
Dario prese il ricevitore. “Pronto! Si può sapere chi è a quest’ora?!....... Si sono io… E lei?..... Come?!......  Si… Certo….” Il suo viso sbiancò in una frazione di secondo. “Co….cosa…..? …..E’ uno scherzo, vero?.... ……..Ahm….si… ….. Va…. Va bene….. Grazie…..A…a dopo…..”
Riattaccò.
Muto.
Sconvolto.
“Chi era?” Loris aveva capito che era successo qualcosa di grosso. “Dario che c’è?!”
Il ragazzo, senza dire una parola, prese il telecomando della televisione, la accese e si sintonizzò sul canale delle news no stop.
E stavano dando quella notizia: “….E’ di poco fa la notizia di un attentato terroristico nel Qatar, per la precisione nella capitale Doha. Dalle frammentarie informazioni sembra ci siano alcuni cittadini italiani coinvolti nell’esplosione. L’Unità di Crisi del Ministero degli Esteri è già al lavoro per contattare eventuali nostri connazionali presenti nel paese e verificarne le condizioni. Tentiamo un collegamento telefonico con il nostro corrispondente…..  ……Niente, purtroppo dalla regia mi dicono che non è al momento possibile……  Andiamo quindi avanti con il giornale e vi terremo ovviamente aggiornati sull’attentato che c’è stato circa due ore fa in Qatar. Se giungeranno altre notizie, vi aggiorneremo immediatamente…..”
“Dario…. Non dirmi che…”
“Ely e Gabriel stavano nell’hotel davanti al quale è esplosa la bomba….”
“O mio Dio….”
“Ancora non si sa che fine hanno fatto….”
Loris si portò una mano davanti alla bocca….  I suoi occhi stavano iniziando a gonfiarsi di lacrime….. Solo un giorno fa Ely scherzava con loro andando in giro per negozi, arrossendo quando la commessa del negozio di biancheria le mostrava mini perizoma super sexy, credendo che le servissero per serate da urlo con loro….
Ed ora quella sua risata poteva essere stata spazzata via da una maledetta bomba…..
Lei era laggiù.
E Gabriel con lei.
Diceva che l’avrebbe protetta.
 
Che cosa gli era successo?
Che fine avevano fatto?!
 
Squillò di nuovo il telefono.
Dario rispose…. “Si…. Salve……” Seguirono lunghi secondi di silenzio. “Va bene, la ringrazio… Buonanotte….”
Riattaccò.
“Allora?!”
“Ely è rimasta ferita, ……….ma se la caverà.”
“E Gabriel?”
“Sembra stia lottando fra la vita e la morte…..” Gli occhi di Dario erano vitrei, incollati a quello schermo sperando che da un momento all’altro apparisse la scritta “candid camera”….
Loris lo abbracciò stretto. Rimasero in quel modo per tutta la notte, senza dire o fare altro….
Solo con la speranza che quel telefono squillasse di nuovo e portasse notizie migliori.
 
Ospedale di Doha, Qatar
 
Ely era stata trasportata in clinica con Gabriel e con le tante altre persone rimaste ferite nell’esplosione. Purtroppo c’erano state anche delle vittime, il numero ancora non era definitivo.
La ragazza era stordita e stravolta…. Non riusciva a capire niente, tanta era la confusione e la concitazione di quegli attimi…. Con gli occhi tentava di rendersi conto di quello che stava avvenendo, cercava Gabriel…. L’ultima volta che lo aveva visto prima di perdere i sensi, era su una barella improvvisata da alcune persone, probabilmente personale dell’hotel, che li avevano soccorsi e fatti arrivare in ospedale prima possibile.
E ora dov’era?
Perché nessuno le diceva nulla?
Girò leggermente la testa verso sinistra…. Aveva la spalla ingessata… Quando glielo avevano messo quel coso?
Nell’altro braccio una flebo… e poi bende, qualche cerotto e piccole ferite a non finire…..
Entrò un’infermiera…. Le disse qualcosa in lingua araba…..
Ma cosa? Forse le portava notizie di Gabriel….  
Era vivo? Sentì uscire una lacrima dagli occhi…..
Mamma, papà…. Quanto mi mancate! Dario…… 
Entrò l’infermiera di prima seguita da un’altra donna dai lineamenti occidentali….. Ely le sentì parlare…. La donna le somministrò delle gocce, la guardò in viso con aria serena….
Poco dopo Ely si addormentò.
 
Dormì per un numero imprecisato di ore….
 
Aprì a fatica gli occhi. Dalla finestra velata dalle tende filtrava molta luce….
Era giorno.
Quanto aveva dormito?
Dove si trovava con precisione?
Era in un ospedale, si, ma quale?
E poi, Gabriel dov’era?!
Sentì una lacrima rigarle il viso….
Pochi minuti dopo entrò la donna che aveva intravisto prima di addormentarsi seguita da un uomo, un distinto signore, anch’egli dai lineamenti occidentali.
“Bene, ti sei svegliata finalmente…. Come ti senti, cara?” Percepì un forte accento inglese.
Non ricevette risposta. Ely si sentiva terribilmente stordita.
Parlò l’uomo. “Mi chiamo Giovanni Ferrarese e sono un funzionario dell’Ambasciata d’Italia in Qatar. Lei è la signorina Leoni Elisabetta, giusto?”
Annuì lievemente con la testa.
“Bene, possiamo confermare il suo nome fra i feriti escludendola definitivamente dalla lista dei dispersi e delle vittime accertate…”
Al suono di quelle parole, dalla gola di Ely uscì un suono rauco e quasi impercettibile.
Poi trovò la forza di pronunciare qualche sillaba…. “Ga…bri…”
Rispose la donna. “Gabriel Di Montebello è il ragazzo che stava con te, vero?”
Occhi terrorizzati la fissavano in silenzio.
“E’ vivo, ma non è ancora fuori pericolo. E’ stato sottoposto ad un delicatissimo intervento neurochirurgico per  bloccare l’emorragia cerebrale….. Tecnicamente l’operazione è riuscita, ma per dichiararlo fuori pericolo dobbiamo attendere 24 ore e vedere come supera il decorso post operatorio.”
La ragazza chiuse gli occhi che si gonfiavano di lacrime.
Il suo Gabriel era in pericolo di vita.
No, era tutto un incubo!!
Ora avrebbe riaperto gli occhi e si sarebbe trovata nel letto dell’hotel, magari con lui che le faceva il solletico per svegliarla, che la rimproverava perché erano in ritardo per la colazione o per l’apertura della mostra dei gioielli…..
Gabriel non poteva morire!
Erano finalmente riusciti ad amarsi dopo mille dubbi!
Lui aveva imparato cos’era l’amore vero, lei aveva superato le paure che le impedivano di abbandonarsi a lui….
Gabriel non poteva morire!
Avevano una vita insieme davanti a loro, una vita da costruire, da progettare, da portare avanti!
Non appena tornati in Italia, avrebbero iniziato a vivere insieme nel suo appartamento, l’avrebbero arredato per due e poi chissà! Avevano mille progetti in mente!
Gabriel non poteva morire!
 
Il funzionario e la donna si scambiarono alcune parole, l’uomo scrisse qualcosa ed uscì dalla stanza. La tipa invece restò e si sedette accanto al letto.
“Mi chiamo Stephanie Swan, sono un medico ortopedico inglese. Lavoro qui da anni, mi sono specializzata in Italia, per questo conosco bene la tua lingua.”
Finalmente qualcuno che non parlasse arabo!!
“Sai quello che è accaduto?”
Ely ne aveva una minima idea, ma non la certezza.
“C’è stato un attentato rivendicato poco fa dai talebani…. Hanno piazzato un’autobomba davanti al vostro hotel e l’hanno fatta saltare in aria alla chiusura della mostra, proprio quando la gente iniziava ad uscire….. Ci sono state un sacco di vittime…”
Orribile.
“Il tuo collega, Gabriel, ha sbattuto violentemente la testa ricadendo a terra…. Tu hai riportato una lussazione alla spalla sinistra che ti abbiamo già sistemato…. Certo, dovremo tenerti ancora un po’ qui in osservazione, ma te la caverai velocemente e potrai tornare presto in Italia.”
No, escluso a priori. Senza Gabriel non si sarebbe mossa di un metro!
“La tua famiglia è già stata raggiunta dall’Unità di Crisi, comunque se vorrai, più tardi potrai chiamare tu stessa.”
Si, più tardi lo avrebbe fatto. Avrebbe chiamato anche Dario, ma ora la sua priorità era un’altra. Raccolse tutte le forze che lentamente le stavano tornando. “Mi porti da lui….. La prego….”
La dottoressa si meravigliò. “Sei debole ancora… E poi lui sta in rianimazione….”
“…Per favore…” I suoi occhi erano gonfi di lacrime…..
Rifletté una attimo. Ebbe come la sensazione che fra loro ci fosse qualcosa di forte. Le avevano detto che si trovavano in Qatar per lavoro, erano colleghi, ma probabilmente qualcosa le era sfuggito.
Uscì e rientrò poco dopo con una sedia a rotelle. Aiutò Ely a sedersi, la coprì e la condusse velocemente da lui.
 
E lui era lì, disteso sul letto, in coma farmacologico. Respirava con la mascherina, aveva una flebo al braccio, era attaccato ad una macchina che ne monitorava i parametri vitali, la sua testa fasciata, le sue mani immobili……
Una mano si appoggiò sulla spalla della ragazza, si voltò e di fronte a lei si pararono gli occhi verdi della dottoressa Swan. “Dimmi la verità: voi non siete semplici colleghi di lavoro…”
Ely mosse debolmente la testa…. “Io…. Lui…. E’ la mia vita…..”
Sorrise commossa. “Allora devi stare con lui. E’ risaputo che la vicinanza della persona amata fa miracoli…” Le fece indossare uno quei camici sterili e la accompagnò dentro quella stanza.
“Parlagli, cerca di fargli sentire che sei qui con lui…. Sono sicura che può capire che non l’hai abbandonato….”
“Grazie……” Accennò un piccolissimo sorriso.
 
Quando restò sola con lui, lo prese per mano…. Per quella mano che l’aveva stretta, accarezzata, eccitata… ma che ora era immobile. Cercò di giocherellare con le sue dita, mentre dai suoi occhi scendevano lacrime mute di dolore ed angoscia. Si sentiva vuota, impotente, inutile…..
Ogni tanto dalla sua bocca uscivano piccole sillabe incomprensibili, forse le avrebbe sentite, forse no, ma avrebbe sicuramente percepito il calore del suo cuore.
 
Ora più che mai ne aveva la conferma: lui era tutto.
La sua vita da ora in avanti avrebbe avuto un senso solo accanto a lui.
 
 
 
********************************************************************************
 
 
La vita di Gabriel è appesa ad un filo.
 
Secondo voi, quel filo si spezzerà?
Cosa mi dite? Attendo almeno una recensione….
 
E poi ve lo dirò.
 
La Luna Nera (Cristina) 

 

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Capitolo 8
*** Dalle ceneri ***


 
Piccola nota introduttiva: ho deciso di suddividere il capitolo in due parti.
Nella prima parte ci troviamo ancora in Qatar ed ho cercato di renderla più intensa (almeno ci ho provato!) ed ho preferito “staccarla” dalla seconda perché ha la funzione di tramite per la parte finale e che quindi è meno ricca di emozioni.
 
Un GRAZIE  gigantesco a Change_Your_Life!!!!  ; )
Buona lettura!
 
 
DALLE CENERI
 

 
-Prima Parte-
 
 
“Ehi, non devi piangere. Lui deve sentirti forte, non debole!”
Al suono di queste parole Ely si voltò. La dottoressa Swan aveva la faccia serena e tranquilla, cercava di trasmetterle tutta la forza di cui aveva bisogno in quei momenti così duri.
“Sai, quando ero ragazza ho perso una cugina…. Fu investita sulle strisce pedonali da un pirata della strada…. Rimase in coma per tre settimane e poi se ne andò…. La cosa che più mi sconvolse fu che i medici non permisero a nessuno di starle vicino…. La lasciarono sola in quella stanza a morire… Sentendo i familiari vicini forse poteva salvarsi…. Forse no…. Chi può dirlo ormai?” Una forte commozione si stava impossessando della voce della dottoressa. “Per questo voglio che tu gli stia vicino…. E per questo sono diventata medico: non voglio che cose del genere si ripetano… Almeno in mia presenza. Però devi essere forte tu per prima. So che è difficile, ma devi trovare dentro di te la forza di non piangere. Fagli sentire la tua voce come se foste a fare una passeggiata, parlagli delle cose più assurde, cerca di rammentargli tutti i motivi per cui deve vivere… Coraggio, io sono con te e sono certa che ce la farai.”
 
Erano passati alcuni giorni dall’attentato. Ely era riuscita a parlare con la sua famiglia tranquillizzandola sulle sue condizioni di salute. Aveva sentito anche Dario… si era preso un bello spavento!
I medici stavano lentamente riducendo le dosi dei medicinali che tenevano Gabriel in coma farmacologico. Stavano tentando di farlo uscire da quel sonno profondo.
 
Lei era lì, in quel lembo di terra sospeso fra oriente ed occidente…..
Era lì per lavorare con il suo collega del quale si era perdutamente innamorata dopo averlo odiato per degli stupidi pregiudizi.
E si erano amati.
E come si erano amati!
A volte il destino è talmente buffo da non prenderlo quasi sul serio…
Sembra voglia prendersi gioco di te, metterti alla prova, porti di fronte alle cose o alle persone più assurde.
E tu che fai?
Le accetti o ci vai a sbattere contro?
 
Ely aveva dapprima deciso di tirare su un muro fra di loro, fra quel tipo che si era ritrovata in ufficio per chissà quali favori, un tipo che si era subito dato da fare con quelle tre arpie di colleghe, un tipo talmente odioso che a Parigi le aveva fatto uno di quegli scherzi da rischiare grosso, molto grosso……
E invece il vero Gabriel era un altro. Era un ragazzo come molti altri, proveniente, si, da una famiglia molto benestante, ma che non faceva pesare la sua posizione. Se in un primo momento tentava di fare lo spaccone anche con lei, credendola oca e superficiale come la maggior parte delle ragazze che frequentava, si era ben presto ricreduto ed aveva iniziato a guardarla in modo diverso. In un modo che dapprima lo aveva quasi spaventato, poi incuriosito e infine conquistato. Solo con lei era riuscito ad instaurare un delizioso rapporto di amicizia, poteva scherzare, parlare del più e del meno senza calarsi nei panni del Casanova….
E ora per colpa di un maledettissimo attentato rischiavano di perdersi. Dopo essersi appena trovati.
 
Ely si rannicchiò su quella sedia, avvolta dalla coperta, sola in quella stanza con lui…
E la sua mente iniziò a viaggiare….
“Sono una donna…. Non sono più la ragazzina scema di una volta…. Non mi faccio più mettere i piedi in testa dalle persone che mi circondano…. Ora sono una donna….. Una donna che non vuole perdere il suo uomo….  E che deve trovare la forza di superare questo baratro…. La vecchia Elisabetta non esiste più. Io ora sono nuova… E lo devo a te…. Che mi hai fatto capire che non bisogna restare schiavi dei pregiudizi e delle apparenze….. Che la mia testardaggine mi stava facendo perdere il tesoro più prezioso che la vita potesse offrirmi… Io sono forte.  E non piangerò. Ricaccerò dentro tutte le lacrime che mi stanno affogando l’anima, perché quando ti sveglierai dovrai vedermi sorridere. E sorriderò….. perché tornerai da me…. Certo che lo farai! Io e te abbiamo una vita davanti…. Vero, Casanova?.... Te lo ricordi? A Parigi ti chiamavo così…. Ti prendevo in giro e…. quante risate ci siamo fatti!! E quante crepes con la Nutella!!! Dobbiamo rifarlo appena possibile…. Quando eravamo sul bateau-mouche ripromettevo a me stessa di tornarci con l’amore della mia vita…. Non pensavo di esserci già in quel momento…. E’ buffo, vero? Però vorrei riviverlo…. E non per lavoro…. Pensa, una settimana tutta nostra in quella romantica città…… E poi ci sono un sacco di bei posti dove potremmo andare…. Ma ti devi svegliare…. Altrimenti dovrò stare a tormentarti incessantemente fino a che non avrai riaperto gli occhi… Fino a che non mi dirai…”Ehi, ma quanto chiacchieri?!” ..... Svegliati per favore….”
La sua mano non aveva mai lasciato quella di Gabriel. Giocherellava con le sue dita, ne solleticava il dorso come se potesse servire in qualche modo ad infastidirlo e farlo svegliare…….
Ma ancora dormiva….. Il suo cuore funzionava, i suoi polmoni stavano facendo il loro dovere, a fatica ma ci riuscivano…. E il suo cervello, ancora intorpidito, iniziava a dare qualche segno di attività in ripresa….
Nessuno voleva sbilanciarsi, ma qualche briciola di ottimismo in reparto si respirava.
 
Però ancora lui dormiva.
 
E i giorni passavano.
 
Ely non voleva mai lasciare quella stanza, non si curava di niente e di nessuno, neanche della madre di Gabriel arrivata con la pretesa di trasferire il figlio in Italia in una clinica privata per offrirgli le migliori cure nonostante fosse da incoscienti pensare di muoverlo in quelle condizioni…..
“Darling, devi riposare un po’….Se continui così, crollerai….”
“Lei mi ha detto di stargli vicino…. E io di qui non mi muovo….”
“Dormi almeno qualche ora…. Nella stanza dei medici c’è un piccolo letto da campo… Sdraiati per qualche ora…”
“E se dovesse svegliarsi?”
“Ti chiamerò immediatamente.”
Ely non voleva andarsene… “No, io rimango qui dottoressa….. Dormirò su questa sedia se avrò sonno…. La prego, non mi mandi via.”
“Il vostro amore deve essere fortissimo….”
“…e pensi che è nato giusto la sera dell’attentato…. Fino a qualche settimana prima, non lo sopportavo….”
La dottoressa sorrise ed abbracciò la ragazza. Poi uscì dalla stanza.
Era stanca, stremata…. Ma non voleva arrendersi! Doveva superare la stanchezza, anche se le palpebre si facevano sempre più pesanti….pesanti….pesanti….
Crollò addormentata.
 
Non seppe per quante ore. Ma dormì.
 
 
“Ehi, Elizabeth! Wake up!” Qualcuno la stava svegliando… “Wake up!”
Ancora addormentata, tentò di tirarsi su con l’unico braccio utilizzabile…. “Ma…. Che è….”
“Tesoro, ce l’hai fatta….” Mise a fuoco la faccia che le stava davanti…. Era la Swan…
“Dottoressa…..”
“Guarda….” Le indicò Gabriel. Con gli occhi aperti.
“Oddio…..” Si precipitò da lui incredula… cadendo quasi dalla sedia….
La guardò negli occhi finalmente… E realizzò. Sorrise leggermente, ma in quel movimento quasi impercettibile c’era la fine di un incubo e la certezza che i miracoli a volte accadono davvero.
Non doveva piangere…. Non doveva piangere….. Non doveva piangere…..
Al diavolo!!!! Un lacrima uscì dai suoi occhi.
Lo accarezzò con quella mano…. Sentiva la barba cresciuta sul suo viso in quei lunghissimi giorni… Ma cosa poteva fregargliene della barba?! Gabriel era vivo!!! E si era svegliato!!! L’aveva riconosciuta!!!
“…Bentornato…..” Due enormi lacrime ora le rigavano il viso. Troppa era la tensione accumulata, lo spavento, le mille paure…. Il terrore di non rivedere più quei suoi occhioni azzurri….
Come spinto da una forza misteriosa, Gabriel mosse il braccio sinistro e portò la sua mano su quella di lei… Sorrise di nuovo….
Era vivo.
E lo sarebbe rimasto.
Ely gli diede un leggerissimo bacio… Le sue labbra ne avevano troppo bisogno…
Gabriel trovò la forza di sussurrare qualcosa….. “Ely….. Grazie…..”. E anche nei suoi occhi si formarono le lacrime….
 
La Swan aveva assistito alla scena dall’esterno, sorrideva compiaciuta. A volte quella forza misteriosa chiamata amore, non necessariamente fra uomo e donna, è più potente della scienza medica. Combinando le due cose spesso si ottengono risultati impensabili!
E di nuovo ne aveva avuto la conferma. Sorrise di nuovo e con le mani nelle tasche del camice si avviò in corsia per visitare i suoi pazienti.
 
I giorni che seguirono furono costellati di continui miglioramenti. Gabriel aveva ripreso a parlare sempre con minor difficoltà. Ely gli aveva raccontato tutto quello che avevano vissuto dato che, essendo privo di sensi, lui non aveva visto niente. E magari era anche un bene!
Gli ulteriori accertamenti medici non riscontrarono danni evidenti a seguito dell’esplosione. Fisicamente dunque tutto bene e perciò, dopo un paio di settimane da quel micidiale weekend, poterono fare ritorno in patria.
Un pezzo del loro cuore però era rimasto laggiù. Per la dottoressa Swan.
 
 
-Seconda parte-
 
 
Appena atterrati all’aeroporto, furono accolti calorosamente dalla famiglia di Ely, Dario e Loris, la madre ed il fratello di Gabriel (il padre era a Strasburgo per lavoro….). C’era pure Rinaldi a far da comparsa e con tutti loro molte autorità locali.
Velocemente i ragazzi furono trasferiti al policlinico per gli accertamenti di rito e per poter escludere definitivamente qualsiasi complicazione.
I medici di Doha avevano fatto un lavoro eccellente!
Il ragazzo venne presto portato in una struttura privata dove avrebbe trascorso il periodo di riabilitazione, dove sarebbe stato sottoposto ad esami più approfonditi e sarebbe stato seguito dai migliori fisioterapisti in circolazione.
La ragazza invece se ne tornò per qualche giorno a casa dei genitori. Purtroppo, avendo perso i sensi per pochissimo, ricordava troppo bene tutto quanto e non riusciva ancora a stare da sola…. Prima di rientrare al lavoro sentiva di dover affrontare un percorso psicologico per tentare quantomeno di metabolizzare l’accaduto. Si, aveva tirato fuori una forza notevole che forse neanche lei pensava di possedere, ma assistere ad un evento del genere, vedere Gabriel praticamente morto era stato troppo….
 
 
Erano trascorsi una trentina di giorni dal loro rientro in Italia. Ely era riuscita a tornare a casa sua, grazie anche all’aiuto di Dario e Loris che non l’avevano mai abbandonata. Era stata dura, ad ogni modo la “nuova Ely” ci stava riuscendo. Gabriel era ancora in riabilitazione. Si sentivano ogni tanto, ma si erano mai potuti vedere…. Quella clinica era troppo esclusiva e riservata, quasi al pari di un convento di clausura e la famiglia di lui non gradiva un eccessivo via-vai. Esigevano la massima tranquillità e discrezione. Qualche volta Ely si era pure fatta accompagnare sotto l’elegante edificio, sperando di vederlo almeno durante l’orario delle visite. Ma inspiegabilmente  non le fu mai permesso di varcare l’ingresso della clinica. Aveva come l’impressione che ci fosse qualcosa sotto…. Magari la famiglia Di Montebello non gradiva intromissioni particolari…. Però almeno ad un minimo accenno sulle sue condizioni di salute aveva il diritto!
C’era qualcosa sotto?
Quasi sicuramente si. Una cugina di Loris lavorava come infermiera in quella clinica e confermò la presenza di Gabriel, ma a lei risultava dimesso. Insomma, dal loro rientro dal Qatar aveva trascorso solo due settimane in ospedale! E lui continuava a dire di essere sempre ricoverato!
Perché?
 
 
Fisicamente la ragazza si era ripresa bene. Le ferite erano guarite, il gesso le era stato tolto e con alcune sedute di fisioterapia la spalla era tornata come nuova. La sua mente però era ancora sotto sopra. Il momento di tornare al lavoro era arrivato e il pensiero di varcare di nuovo la porta di quell’edificio la terrorizzava a morte. Lo psicologo che la stava seguendo, aveva tentato di prepararla al meglio per il rientro in ufficio, ma quando quella mattina la sveglia suonò, Ely tremava nel suo letto….
“No….no…. Io non ce la faccio ad andare lì….. Non voglio… Ho paura…. Gabriel non c’è…. Ma ci sono quelle…. Gabriel non c’è…… E io non voglio raccontare nulla….. La bomba è scoppiata davanti a me…. La bomba….. la bomba…. Gabriel…. Tutti i feriti……  Cadaveri….. Morti….. Noooooo!!!!!!” Abbracciò il cuscino è scoppiò in lacrime.
Dario per certi versi era un indovino e giusto pochi minuti dopo si presentò a casa sua. Quanto mai gradito e provvidenziale…. Ely piangeva. C’era qualcosa nella sua mente che collegava la Golden con quello accaduto in Qatar….. Certo, erano andati lì per lavoro, ma nessuno poteva immaginare che i talebani avessero deciso di colpire proprio loro….
Dario la aiutò a vestirsi, a pettinarsi e ad uscire di casa. Salirono in metropolitana sempre tenendosi per mano e velocemente raggiunsero l’ingresso dell’azienda.
“Io… io… non ce la faccio…. Forse è meglio che torni dal medico… e mi faccia dare un’altra settimana di malattia….”
“E cosa pensi di ottenere facendo così?”
“La tranquillità che mi serve per entrare lì dentro e vedere la sua scrivania vuota!”
“No, tesoro mio! Tu ora vieni con me a lavorare! Non puoi sempre fuggire, per questi primi giorni starò io con te in ufficio, poi dovrai ricominciare a camminare da sola!” E la trascinò su per le scale tenendola sempre per mano. Detestava essere duro con lei, ma in quel momento Ely aveva bisogno di essere spronata, non compatita.
“Ti prego Dario, lasciami andare via!!!!” Stava per ricominciare a piangere.
“Ely, devi farti forza e devi farlo per lui. Quando tornerà da noi, deve trovare la ragazza che lo ha aiutato a svegliarsi dal coma, quella grintosa e determinata che lo ha fatto innamorare e non una piagnucolona così! Di quelle ce ne sono già abbastanza!”
Forse Dario aveva ragione…. Era inutile rimandare quel momento in continuazione. In quei terribili giorni dopo l’attentato era riuscita a sentirsi diversa, nuova, sicura di sé ed aveva intuito che si, i miracoli possono pure accadere, ma a volte bisogna essere noi i primi a dar loro una spinta….
E per lei la spinta si chiamava Gabriel.
Ma Gabriel non c’era.
E non sapeva dove si trovava.
 
Salì le scale con Dario e, con un po’ di timore, afferrò la maniglia della porta d’ingresso ed entrò.
 
 
*******************************************************************************
 
Ci sono alcuni punti oscuri intorno a Gabriel…. Che succederà?
 
Non so se sono riuscita ad essere all’altezza delle vostre aspettative…
So che non è facile trasmettere emozioni quando si scrive….. Lo sanno fare quelli bravi e non credo di rientrare in questa “cerchia”!
Comunque se qualcuno mi fa sapere…..
 
A presto
La Luna Nera (Cristina) 

 

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Capitolo 9
*** Un velo di mistero ***


UN VELO DI MISTERO
 
 
 
L’atmosfera era strana per lei…. Le pareva quasi irreale, eppure in quelle stanze aveva trascorso gli ultimi anni della sua vita….eppure nell’aria c’era qualcosa di insolito. Si guardava attorno smarrita.
Fu Dario a condurla nel suo ufficio, a farla sedere alla sua scrivania e ad avviarle il computer. Come guidata dall’istinto rivolse lo sguardo verso l’altra scrivania, quella di Gabirel.
Vuota.
Ancora non aveva aperto bocca.
Sentiva provenire dal corridoio il rumore della macchina del caffè, contornata da quelle odiose voci delle tre colleghe….  Scomparvero totalmente quando comparve il capo sulla porta del suo ufficio.
“Bentornata al lavoro!”
“….Grazie….” La sua voce tremava leggermente.
“Era ora che ti decidessi! Qui non facciamo beneficenza, se vuoi mantenerti il posto, devi dimostrare di meritartelo!”
La ragazza non rispose.
“Vedi di rimetterti in pari, ci sono talmente tanti arretrati che dovrai trattenerti ben oltre il normale orario di ufficio! E ora al lavoro! Hai già perso troppo tempo!”
Non appena Rinaldi uscì da quella stanza, Ely cominciò a tremare più forte… “Mi sembra di essere in uno di quegli incubi che faccio da settimane….” Si strinse fra le sue braccia.
“Quello non ha un briciolo di umanità!”
“E’ fatto così, lo conosci. Per lui esistono solo il lavoro ed il profitto….”
“Bastardo…. Prima o poi gli si ritorcerà tutto contro, me lo sento.” Accese il computer di Gabriel. “Oh, a proposito! Sai che nell’ultima settimana abbiamo avuto un paio di visite della Guardia di Finanza?”
“Ah si?”
“Forse è per questo che è più nervoso del solito e…..Oh! …..Vieni un po’ qui…”
Ely si alzò quasi a fatica e lo raggiunse: sul desktop del computer di Gabriel  c’era una loro foto di Parigi! Come vide quell’immagine la ragazza sentì un fortissimo nodo alla gola e i suoi occhi iniziavano a gonfiarsi di lacrime…. “Non sai quanto mi manca…..”
“Tornerà da te molto presto, me lo sento…… Non è uno stronzo come credevo all’inizio…”
“No, è una persona fantastica…. Sotto ogni aspetto…” Ripensò all’istante al calore percepito fra le sue braccia, alla dolcezza dei suoi baci e delle sue parole…. E a quando finalmente aveva fatto l’amore con lui….. Giusto in tempo prima dell’inferno…. Stava continuando a tremare….
“Ehm…. Senti, ho fatto alcuni progettini per degli anelli. Dai un’occhiata!” Era decisamente il caso di cambiare discorso e Dario ne approfittò per farle inconsapevolmente scegliere quell’anello di fidanzamento che Gabriel gli aveva chiesto di realizzare tempo fa.
Ely osservò quei disegni con attenzione. “Accidenti a te! Ma come diavolo ti vengono in mente queste cose?! Io…. Sei un mago!!!”
“Ti piacciono?”
“Altrochè! Questo qui poi è una favola!” Indicò un anello con un brillante rotondo dalle tenui sfumature rosa, circondato da brillanti più piccoli, di colore bianco, dalle forme di foglioline e attaccate a tre fasce d’oro rispettivamente bianco, giallo e rosso. Dario sorrise soddisfatto: la sua amica si era appena scelta l’anello di fidanzamento!
 
La prima giornata di lavoro era passata. L’ostacolo più difficile era stato superato.
Con il trascorrere del tempo, Ely aveva come la sensazione di essere tornata indietro di mesi: Dario in ufficio con lei, Elena sempre con l’orecchio teso nella speranza di sentire l’ultimo pettegolezzo da riferire a destra e a manca, Roberta perennemente a caccia di maschi e Ombretta a piangersi addosso per qualunque cosa…..
Tutto insomma stava lentamente tornando nella norma.
Mancava solo Gabriel.
Sarebbe stato rischioso per lei se si fosse scoperta la loro relazione? In fin dei conti Rinaldi non ammetteva flirt fra dipendenti e lei aveva già ricevuto una lettera di richiamo…. Forse rischiava grosso, forse con Gabriel alle spalle no….. Chi poteva dirlo?
Si erano sentiti spessissimo negli ultimi tempi e stava decisamente meglio. Diceva pure di essere pronto per tornare al lavoro, ma stranamente ancora quel momento non era arrivato. Per di più continuava ad affermare di trovarsi ancora in clinica. Cosa che non corrispondeva al vero.
 
 
Finché un giorno arrivarono alla Golden due agenti della Finanza con un Carabiniere.
Si chiusero nell’ufficio di Rinaldi e ci restarono per quasi due ore. Dall’esterno Elena tentava continuamente di sentire cosa si stavano dicendo. Parlavano a voce bassa, senza urlare, come se volessero nascondere qualcosa… C’era puzza di bruciato.
I tre uomini uscirono e poco dopo furono convocate Ombretta e Roberta.
Ma ancora da quella stanza non era trapelato nulla di interessante. Elena se ne stava appiccicata alla porta nel disperato tentativo di sentire qualche parola. Tutto inutile.
Quando la piccola riunione terminò, i tre lasciarono l’azienda senza dire nulla a nessuno.
Ed Elena, da brava segretaria tuttofare, moriva dalla voglia di sapere tutti i retroscena per poter aiutare il suo datore di lavoro!  ………aiutare a modo suo, è ovvio!
 
Gabriel ancora non si era fatto vivo. Ely tentava di chiamarlo, ma ora più di prima trovava il cellulare spento oppure squillava a vuoto.
Perché faceva così?
Possibile che dopo tutto quello che era accaduto fra di loro non volesse più vederla o sentirla?
Che ci fosse qualcosa di scottante sotto?
Oppure il vizio del Casanova non si era mai assopito del tutto?
I dubbi nella sua mente si facevano sempre più grandi….
Ed iniziava a temere di essere stata fregata per l’ennesima volta.
 
Dopo una settimana tutti questi interrogativi iniziarono a ricevere risposte.
Quel mercoledì mattina infatti si aprì la porta d’ingresso della Golden ed entrò Gabriel in splendida forma, seguito dal maresciallo della Guardia di Finanza e dei Carabinieri.
Come lo vide Ely si alzò di scatto muovendosi nella sua direzione. Lui a gran fatica le fece cenno di tornare al suo posto e si diresse con i due uomini nell’ufficio di Rinaldi.
Tutti restarono senza parole.
Cosa voleva dire?
Sbigottiti, i dipendenti si guardavano in faccia: cosa c’era sotto?
E Gabriel, era solo un semplice raccomandato o c’era dell’altro dietro la sua persona?
Quella più smarrita ovviamente era Ely. Tornato dal Qatar, segregato in una clinica in riabilitazione… almeno così le aveva detto, e poi se lo ritrovava in ufficio in piena forma seguito dai militari!!!
Circa venti minuti dopo Rinaldi uscì dal suo ufficio scorato dagli altri che stavano con lui. Prima di uscire si voltò verso i suoi dipendenti. “Vado a scambiare due parole con questi signori. Continuate pure a lavorare.” Poi lanciò un’occhiata verso Ombretta e Roberta, un’occhiata esplicita per loro. Sapevano bene cosa fare e quello era il segnale per dare il via all’operazione.
Ely non ci stava più! Si avvicinò a Gabriel giusto un attimo prima che uscisse dietro agli altri e gli bloccò la mano. “Che diavolo sta succedendo?”
“Scusa….. Al momento opportuno saprai tutto. Ora non posso parlare….” E se ne andò senza aggiungere altro.
Quell’episodio fu lampante: dietro la faccia apparentemente affascinante e pulita di Gabriel se ne nascondeva un’altra.
Quale?
 
 
Lunedì, circa mezz’ora prima della pausa pranzo.
Gabriel si ripresentò in ufficio per riprendere il lavoro, comportandosi come se nulla fosse accaduto.
Come si sedette al suo tavolo, Ely chiuse la porta e gli si piantò davanti, decisa come non mai a venire a capo di tutti i misteri. “Allora?”
La fissò senza rispondere. Si sentiva divorato dai sensi di colpa per tutto quello che non aveva potuto dirle. Si alzò e la raggiunse, le prese le mani. “Ti chiedo scusa…..”
“Cosa?!” Incredula!! “Mi chiedi scusa?! …io….io non ti capisco!!! Sei stato in bilico fra la vita e la morte, sei sparito chissà dove per settimane intere, credevo fossi in ospedale ma non era così!!!! Ci siamo appena visti in tutto questo tempo, poi ricompari all’improvviso con quelli e mi chiedi solo scusa?!”
“Lo so…. E’ poco, ma sotto c’è roba che scotta e…. qui non posso parlare…. E’ troppo rischioso.”
“Gabriel…così mi spaventi…. Ma chi sei tu veramente?”
“Sono quello che si è innamorato di te…. E tu sei…”
“Sono la scopata numero 101 della tua collezione, vero? Che idiota sono stata a credere che facessi sul serio…”
“Io faccio sul serio!”
“Come posso credere alle tue parole!? Non so neanche chi sei!!! Continui a girare intorno all’argomento senza affrontarlo mai direttamente!!! Credevo ti fidassi di me!!!!”
“Io mi fido di te, ma ti dirò tutto quando sarò nella condizione di poterlo fare!” Sibilò fra i denti. Vicino alla porta del loro ufficio iniziavano ad esserci troppe orecchie indiscrete.
“Mi hai deluso Gabriel…..”
“Tesoro, non dire così, non prendere decisioni affrettate….”
“Leoni!!!! Subito nel mio ufficio!!!” Una voce sinistra risuonò come un tuono in quell’ufficio. Rinaldi la stava chiamando.
E ora cosa c’era?
Aveva forse scoperto quella specie di rapporto non meglio definito fra lei e Gabriel?
 
Passarono solo quindici minuti.
Gabriel la vide comparire sulla porta…. Sembrava un cadavere.
“Porca puttana… Che è successo?!”
Con un filo di voce Ely rispose… “Mi ha licenziata…..”
“Che cosa?!” In quelle due parole sputò tutta la rabbia che covava dentro. Si alzò di scatto e come un uragano irruppe nell’ufficio di Rinaldi.
“Si può sapere che cazzo ti frulla nel cervello?!” A stento si trattenne dall’afferrare il boss per il collo.
“A cosa ti riferisci?” Calmo, pacato ed indifferente.
“Perché l’hai licenziata?!”
“Non sono affari tuoi.”
“Ora tu mi dici tutto, brutto bastardo!”  Ringhiò sbattendo con violenza un pugno sul tavolo.
Quello lo guardò con stupore e gli rispose con strafottenza. “Ha creato un danno economico all’azienda e non so se sarò in grado di ripararlo. E chi rompe, paga. Intanto mi trattengo la sua liquidazione, poi potrei anche chiederle un risarcimento….”
“Tu stai scherzando con il fuoco! Quello che spari è tutto da dimostrare!”
“Cosa ne sai tu?! Sei sparito per settimane intere e ti ripresenti qui con queste pretese?! Ricordati che qui ancora comando io!!!!”
“Si, ma per poco!! Ti sei messo contro la persona sbagliata!!” Prima di uscire da quella stanza, si voltò verso di lui. “Ricordati che io posso rovinarti con un semplice schiocco di dita. Prendendotela con Ely, è come se te la fossi presa con me. Stai attento.” Sbattè violentemente la porta e tornò in ufficio.
Ely non c’era più.
Arrivò Dario di gran lena… “Che è successo?! Dov’è lei?!”
“Il bastardo l’ha licenziata!”
“Cosa?!”
“E credo se ne sia andata….” Afferrò la giacca e si precipitò giù per le scale con Dario.
Giunti in strada cominciarono a guardarsi intorno, cercandola, cercandola, cercandola……
Dopo la batosta del Qatar dalla quale ancora non si era ripresa del tutto, ora su di lei si era abbattuto un altro fulmine…..
“So io dov’è! C’è un solo posto in cui si rifugia nei momenti neri!” Dario la conosceva troppo bene e infatti dopo una breve corsa, trovò Ely seduta sotto il vecchio ciliegio che da decenni fa da cornice alle scalette che conducono al laghetto del parco.
“Eccoti finalmente…. Sapevo di trovarti qui.”
Ely sollevò la testa. Vide Dario. E dietro di lui Gabriel.
Aveva gli occhi consumati dalle lacrime.
In un istante tutti i sacrifici fatti per costruirsi la vita erano stati cancellati via da parole scritte su di un foglio di carta……..
 
 
********************************************************************************
 
 
Di nuovo GRAZIE a change_your_life per la sua recensione!  ; )
 
E a tutti voi, si, anche a te che stai leggendo adesso, che ve ne pare della storia?
Manca poco al finale ed ho voluto aggiungere un pizzico di mistero….
Che fareste al posto di Ely se la persona che amate si comportasse in quel modo?
Cosa ci sarà veramente sotto?
 
Un abbraccio
La Luna Nera 

 

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Capitolo 10
*** Luci e ombre ***


LUCI E OMBRE
 
 
“Scusatemi….. Ho voglia di stare da sola……”
Dario l’abbracciò forte. Non l’avrebbe abbandonata per tutto l’oro del mondo.
E pure Gabriel.
“So che dovrei farmi forza… Che devo superare anche questa…. Ma quando è troppo è troppo…. Io non ce la faccio più…”
“Non dire così amore mio….” Gabriel le prese le mani. Le strinse forte e le baciò.
“Proprio tu mi dici questo?” Non sapeva più cosa pensare di lui.
“Senti Ely… Io non so cosa ti ha raccontato quel bastardo, ma so che posso aiutarti più di quanto immagini….”
“E chi sei tu per poterlo dire con questa sicurezza? Un mago?” Accennò un sorriso denso di tristezza. “Non mi hai mai detto un cavolo…..Cosa sono tutti i misteri degli ultimi giorni….”
“Lo so. E ti chiedo perdono. Ma non voglio coinvolgerti nella battaglia contro Rinaldi che sto portando avanti. Ti dirò tutto quando quel delinquente sarà dietro le sbarre.”
Dario si era tenuto in disparte, ascoltando con attenzione quanto si stavano dicendo. Aveva intuito che la presenza di Gabirel alla Golden non era solo una scappatoia dai suoi guai sessuali precedenti. Forse c’entrava anche quello, ma il vero motivo era un altro.
Ely si alzò. Li guardò entrambi, poi con voce fredda vuotò il sacco. “Sono stata accusata di aver creato un buco di trecentomila euro nei conti della società a causa di un mio errore nell’inserire un ordine. Nessuno se ne sarebbe accorto e Ombretta ha emesso le relative fatture contestate dal cliente. Per cui risulta una certa cifra in ingresso che in realtà non verrà mai pagata. E la colpa me la sono presa tutta io…. Mi ritiene ancora sotto choc per l’attentato, magari tutti i medicinali che secondo lui assumo mi hanno annebbiato il cervello… E chissà quali altri danni potrei fare! Mi considera una pazza. Per questo mi ha sbattuta fuori.” Si voltò verso la strada e fece qualche passo. “Questo è tutto. Io ora me ne vado a casa. Devo fare i conti con quanto mi è rimasto sul conto corrente. Senza liquidazione non posso sperare di andare avanti per molto….” E se ne andò asciugandosi una lacrima.
 
Gabriel e Dario rimasero lì, senza dire una parola. Rifletterono su quanto aveva raccontato Ely.
“Trecentomila euro….. La cifra non è casuale. E’ stato studiato tutto a tavolino.” Gabriel ne era certo.
“Tu lo sapevi?!” Ringhiò Dario.
“Di questa storia no! Ma sotto c’è molto più di quanto tu possa immaginare!” Strinse i pugni. “E se per colpa mia Ely ne paga le conseguenza, è ora di agire! Non posso più stare con le mani in mano!”
“Parla! Se c’è da spaccare il viso a qualcuno, io sono con te! E se la colpa è tua, non ti farò sconti! Se non ti hanno ammazzato i talebani lo farò io!”
“Calmati e siediti. Che non ti sto simpatico lo so, come so che non ti fidi di quello che provo per Ely. Però questa volta credimi, ti prego. E insieme risolveremo ogni cosa.”
“Va bene. Ora spara.”
“Sono venuto a lavorare alla Golden perché in alcune banche di proprietà della mia famiglia ci sono dei conti piuttosto consistenti…. Molti dei quali riconducibili a Rinaldi o persone molto vicine a lui. Ci sono dei movimenti di denaro troppo strani e da alcune indagini è emerso il fortissimo sospetto che sotto ci sia il traffico di stupefacenti.”
Dario rimase a bocca aperta.
“Erano solo sospetti, mancavano le prove. Perciò, approfittando del mio forzato allontanamento dalla banca in cui lavoravo, mi sono fatto assumere alla Golden per studiare la situazione più da vicino e trovare la prova schiacciante del coinvolgimento di quello stronzo nel traffico di droga dal sud America.”
“E ci sei riuscito?”
“Si. Sono riuscito a piazzare delle microspie nel suo ufficio. Con Elena non ho avuto problemi, un paio di scopate e ho scoperto dove custodisce la chiave della stanza di Rinaldi. Le ho fatto spifferare tutto quello che dovevo sapere su di lui. E poi ho scoperto dell’altro! Sapevi che Roberta è una delle sue amanti?”
“Cosa?!” Dario era incredulo! “Quello non ha mai tollerato relazioni lì dentro!!!”
“Eppure è così. E Ombretta, per arrotondare lo stipendio…… faceva degli straordinari soprattutto al sabato…. Incentrandosi sul sesso orale.”
“Ed Elena non ha mai scoperto nulla?!”
“Evidentemente no.” Fece una breve pausa. “Insomma la mia missione è stata un successo. L’unico imprevisto, per altro stupendo, è stato Ely. Non immaginavo potesse esistere una persona meravigliosa come lei. Non so se si possa considerare un errore l’essermi innamorato di lei, ma è successo. E lo rifarei senza esitazione.” La sua voce era ferma e decisa. “Ho quasi la certezza che sia rimasta vittima di un gioco più grosso di lei là dentro. E dimostrerò che quell’errore non l’ha mai fatto. Sono sicuro che hanno inscenato tutto questo per farla fuori per i sentimenti che nutro nei suoi confronti. ”
“Conta pure su di me.” Dario, sorridente e deciso, gli porse la mano in segno di alleanza.
“Grazie.”
 
 
Passarono un paio di giorni.
Gabriel era solo in ufficio. Tentava di chiamare Ely, ma era come se lei non volesse più sentirlo, né vederlo…. Temeva fortemente una sua ricaduta psicologica. L’unico gancio a sua disposizione era Dario che fra l’altro gli aveva consegnato il famoso anello. E che gli aveva consigliato di studiare per bene le mosse da fare prima di tornare di nuovo da lei.
Ma ancora non era giunto il momento.
Prima qualcuno doveva pagare il conto.
E per quello il momento era giunto.
Lavorando con il computer che era stato di Ely, Gabriel scovò finalmente la prova dell’innocenza della ragazza. Qualcuno aveva inserito l’ordine errato, ma di sabato! Giorno in cui lei non poteva trovarsi lì! A confermare la cosa, sapeva benissimo che al sabato mattina si recava dallo psicoterapeuta! C’era pure l’alibi! E grazie alle sue indagini, sapeva molto bene chi veniva in azienda con Rinaldi al sabato per fare gli straordinari…..
I conti iniziavano a tornare.
 
Squillò il suo cellulare, era il maresciallo dei Carabinieri. Stava venendo a mettere la parola fine a certe attività di Rinaldi.
 
“Gabriel…. Accomodati… Posso offrirti qualcosa?” Che faccia tosta!
Sfoderò un sorriso sicuro. “Voglio solo godermi lo spettacolo in prima fila.”
“Cosa vuoi dire?”
“Intanto ho le prove che hai licenziato Ely con uno sporco giochetto ordito da te con quelle zoccole di là per farla fuori.”
“Hai le prove, eh? E chi me lo garantisce,hm? C’è la mia parola contro la tua.”
“Oh no. Se ti dico che ho le prove, vuol dire che ce le ho. E tu ora ne pagherai le conseguenze. Hai sbagliato a metterti contro di me.”
“E chi saresti tu? Qui comando io se te lo sei dimenticato!”
“Comandi tu, ma ancora per poco.” Sogghignò. “Conosci il detto “Allevarsi la serpe in seno?” Lo conosci?”
Rinaldi si alzò. E in quel momento la porta del suo ufficio si apri, lasciando entrare i Carabinieri.
“Tu!!!! Eri tu la talpa!!!! Mi hai tradito!!!!”
“Ho solo svolto il compito che mi è stato assegnato. Dovevo fornire la prova che tu sei il “pesce grosso” del commercio di droga dal sud America e che usavi i conti della Golden per riciclare il denaro. Quei trecentomila euro scomparsi sono stati trovati in contanti a casa tua. Stavi per concludere un grosso affare…. Peccato sia saltato. E troppo facile far ricadere la colpa su Ely. Quello ti è stato fatale.”
“Ti sei scopato anche quella?!”
“Non sono affari tuoi.”
E i Carabinieri lo portarono via sotto lo sguardo esterrefatto degli altri dipendenti.
Con Rinaldi dietro le sbarre, che ne sarebbe stato della Golden?
 
 
Ely stava raccogliendo i cocci della sua vita.
Più che tentava di rialzarsi, più il destino sembrava remarle contro. Inoltre da quando aveva iniziato quella sorta di relazione con Gabriel, le cose erano ulteriormente precipitate. In un paio di anni  era riuscita a conquistare la sua indipendenza, si era comprata un appartamento, lo aveva arredato a modo suo,….. Si riteneva soddisfatta insomma! Purtroppo però la realtà ora stava cambiando: la sua solidità economica iniziava a sgretolarsi. I soldi per pagare il mutuo non c’erano più. L’unica soluzione era trovare velocemente un nuovo lavoro… Più facile a dirsi che a farsi!
Quindi non restava che una cosa da fare: vendere l’appartamento e tornare a vivere con la sua famiglia.
A trent’anni suonati, dopo aver acquistato la propria indipendenza, essere riuscita a farsi una vita per conto suo, in quell’ultimo gesto vide spegnersi l’ultimo bagliore dei suoi sogni.
Seppe poi da Dario gli ultimi risvolti giudiziari  del suo ex datore di lavoro. Il ragazzo non le raccontò nulla della seconda faccia di Gabriel, riteneva più opportuno che si chiarissero fra loro. Magari il momento ancora non era arrivato, era solo questione di tempo.
Ma quei due erano fatti per stare insieme.
 
Erano passati non più di due giorni dalla messa in vendita dell’appartamento, quando Ely apprese dall’agenzia che si era presentato già un acquirente. E incredibilmente offriva più di quanto richiesto! Non era interessato a vedere l’immobile, voleva solo concludere l’atto nel minor tempo possibile. Evidentemente ne aveva forte necessità. Ely non sapeva se gioirne o meno….. Avrebbe guadagnato un sacco di soldi in più, ma si sarebbe dovuta separare dal suo ambiente prima di quanto immaginasse….
Seppur a malincuore, accettò l’offerta.
 
 
Alle 18:00 di quel venerdì aveva l’appuntamento dal notaio per il rogito.
La sua casa, quasi ex, era già stata privata della maggior parte degli arredi. Restavano solo il letto, il divano e la cucina, che probabilmente sarebbe rimasta lì. Tutto era già sistemato negli scatoloni che entro un paio di giorni avrebbe portato via. In camera sua, alla parete, c’era quello specchio con il quale era solita parlare…. E che le era stato di provvidenziale aiuto nei primi momenti di psicoterapia. Il medico che l’aveva seguita le suggeriva di fermarsi ogni tanto a parlare con se stessa, le avrebbe fatto bene vedere la sua immagine per quel lavoro di auto convincimento….
Forse era il caso di riprovare quella tecnica prima di andare dal notaio… Anche solo per non sciogliersi in lacrime al momento della firma…..
“E’ strano…..  E’ strano trovarsi qui a parlare di nuovo con me stessa….. Forse… no, anzi, questa è l’ultima volta che posso farlo…. Mi mancherai specchietto mio….. Pensare che all’inizio non ti volevo! Non volevo vedere la mia brutta faccia!!.....” Sorrise con malinconia. “C’è stato solo un momento in cui la mia faccia non mi sembrava più così brutta….. E tu lo sai qual è, vero? ….si, esatto…. Quando pensavo a lui…. Non posso negare che mi manca…. Lo credevo uno stronzo, ma  è stato l’unico che mi ha amata per quella che ero….. per quella che sono….. E anche io lo amo, …nonostante tutto… Forse sono sempre stata troppo miscredente nei suoi confronti…. Però lui c’è sempre stato, anche se in fondo c’è una parte di lui che ancora non conosco…. E non ha mai preteso nulla da me…. Questo devo riconoscerlo….. E mi ha fatta crescere…. Ha tirato fuori da me una forza che non pensavo di possedere….. e non posso tornare indietro. Non posso tornare ad essere la persona che ero.” Respirò profondamente un paio di volte e si alzò in piedi. “Lo dimostrerò a tutti. Ho perso il lavoro per una cosa che non ho fatto? Bene! Farò valere le mie ragioni! Devo vendere la casa? Appena potrò, me ne comprerò un’altra! Devo essere forte!  E dopo questo grande passo, ne farò un altro…. Tu lo sai a cosa mi riferisco, vero specchietto delle mie brame?” Strizzò l’occhio alla sua immagine riflessa ed uscì.
 
Si era data la giusta carica per affrontare l’atto di compravendita, soffocando dolorosamente il senso di angoscia legato all’ultimo suo brandello di indipendenza.
Giunse davanti all’elegante portone dello studio notarile, entrò e scelse di fare le scale anziché usare l’ascensore…. Salendo di gradino in gradino, il suo battito cardiaco aumentava sempre di più. Ebbe l’istinto di rallentare…. Come se in quel modo potesse allontanare il momento della firma…..
 
Terzo piano.
Entrò.
La segretaria la accolse con un sorriso gentile e cortese.
La invitò ad accomodarsi nello studio del notaio.
Era tutto pronto.
L’acquirente c’era.
Mancava solo lei.
Fece un respiro profondo, afferrò la maniglia ed entrò.
 
 
 
*****************************************************************************
 
La vita di Ely sembra si stia sfasciando attimo dopo attimo.
Lo “specchio magico” le avrà dato la giusta carica per affrontare davvero quell’ultimo atto?
E soprattutto, chi sarà il misterioso acquirente?
Nel prossimo capitolo, che poi sarà l’ultimo, tutti i nodi verranno al pettine!
 
E se qualcuno ricorda la frase tratta da “Lost” dei Coldplay che ho menzionato alla fine del capitolo 5…….
 
 
Grazie infinite a tutti quelli che hanno seguito o inserito fra i preferiti questa storia e in particolare GRAZIE a change_your_life_  per le sue recensioni! 

 

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Capitolo 11
*** ....solo perché ti amo. ***


....SOLO PERCHE’ TI AMO
 

 
“Cos’è? Uno scherzo?!”
Sulla sedia davanti al notaio c’era Gabriel.
“Prego signorina, si sieda.”
“Chiedo scusa…. Lui è l’acquirente?!”
“Certo!” Rispose il notaio. “Vogliamo concludere?”
Incredula…. “Come puoi farmi questo?... Proprio tu….” Le era rimasto solo un filo di voce.
“Signorina, ho altri appuntamenti dopo!!! Vogliamo stipulare il rogito oppure no?”
“Oh,…. Mi perdoni….. Prego….” Si sedette finalmente.
Ancora incredula.
E il notaio iniziò a leggere l’atto di compravendita.
Ely quasi non lo seguiva.
Chiunque si sarebbe aspettata, tranne Gabriel come acquirente del suo appartamento….
Più che cercava di trovare la forza di rialzarsi, più il destino sembrava volerla mettere alla prova.
Ma questa era troppo. L’uomo che amava e che diceva di amarla stava comprando la sua adorata casetta.
Perché?!
C’era qualche altra faccia nascosta dietro quella che conosceva? O presumeva di conoscere?
Il notaio terminò la lettura del contratto e presentò loro i documenti da firmare.
Qualche traccia d’inchiostro su quel pezzo di carta e tutto sarebbe finito.
Con una lieve esitazione, Ely firmò.
Ora la sua casa apparteneva a Gabriel.
Non aveva avuto il coraggio di guardarlo in faccia.
 
Era tutto finito.
 
Ely stava per alzarsi, quando il notaio aggiunse “Bene, la prima parte del rogito è conclusa. Ora passiamo alla seconda parte dell’atto….”
“Prego?” La ragazza si stupì notevolmente. Guardò il notaio e finalmente anche Gabriel.
“Dunque…. Il signor Di Montebello Gabriel quale proprietario dell’immobile in oggetto, nel pieno possesso delle sue facoltà, trasferisce la piena proprietà del suddetto appartamento alla signorina Leoni Elisabetta….” E proseguì con tutte le varie annotazioni….
Ely si voltò verso di lui con la bocca aperta per l’incredulità e lo stupore. Gabriel ricambiò quello sguardo. Il suo non era stupito, ma portava in sé un misto di amore, speranza e richiesta di perdono. Si sentiva in colpa per tutto ciò che non le aveva potuto rivelare…. E sperava in quel modo di rimediare almeno in parte.
Il notaio porse loro l’atto.
Anche su quel documento c’era bisogno della sua firma.
E l’esitazione fu maggiore.
In fondo al suo cuore l’orgoglio la incitava a non accettare.
Ma c’era anche qualcosa che invece le urlava di firmare.
Gabriel le strinse l’altra mano… Ti prego Ely, firma….
Si guardarono negli occhi.
Attraverso quella stretta di mano lei percepì un calore unico.
Fu la spinta che le diede la forza di firmare di nuovo…..
Questa volta era tutto concluso.
E in maniera incredibile.
Davvero.
 
Finalmente uscirono dallo studio.
 
“Perché l’hai fatto?”
“Perché era giusto così.”
Piegò l’angolo destro della suo bocca verso l’alto. Si sentiva vuota. Non sapeva cos’altro aggiungere.
“So che ce l’hai con me perché non ho potuto dirti certe cose…. Ma…. Ho solo voluto proteggerti. Quando si ha a che fare con i trafficanti di droga c’è poco da scherzare.”
“Cosa? Trafficanti di droga?!” Quel dettaglio le era sfuggito.
“Rinaldi era la mente dell’organizzazione che abbiamo smascherato. Per questo sono venuto alla Golden…. Era tutto calcolato…. Tranne il fatto che mi sarei innamorato di te.”
Fece una lunga pausa.
“Non ti chiedo niente… Se non mi vuoi, se non ti fidi di me, di quello che sono e di quello che sono stato….non m’importa. Voglio solo che tu sia felice…. Grazie a te ho capito tutti i miei sbagli, ho capito che con l’amore non si scherza….e bisogna stare attenti anche con il sesso….  Mi hai fatto diventare un uomo nuovo…. E te ne sarò grato per sempre.”
Da lei non uscì una sola parola.
Era bloccata da un nodo alla gola enorme.
Gabriel le accarezzò il viso. “Promettimi che sarai felice….” Si avvicinò a lei. Desiderava ardentemente di baciarla un’ultima volta….ma si fermò. Sarebbe stato troppo difficile smettere.
E forse era meglio che quel bacio restasse per sempre come un desiderio mai realizzato.
Ely lo guardò un’ultima volta.
“Grazie….” Con un filo di voce….
Prima di allontanarsi da lui.
 
 
Rientrò in casa. Casa sua.
Si, lo era ancora.
Ed il suo conto in banca non stava più in rosso. Anzi.
Entrò in camera e si sedette sul letto. Davanti allo specchio “magico”.
Lo fissava senza dire una parola. Stava cercando di metabolizzare tutto quello che era accaduto.
Istintivamente si strinse nelle proprie braccia…. Percepiva dei brividi strani. Ma non erano di freddo…. O meglio, si trattava di quel brivido gelato che solo quel calore particolare poteva scacciare…. E dentro di sé lo sapeva.
Pensava che per colpa sua avesse perso tutto…. Ma non era così.
Nella sua mente c’era il pressante desiderio di volare fra le sue braccia…. Se lo era ripetuto prima di andare dal notaio…. E perché si era tirata indietro? Forse perché non immaginava che lì ci fosse lui….. Forse perché vedendolo, avrebbe voluto prenderlo a calci come una volta? Quella ragazzina testarda si stava rifacendo viva? Quella che lo considerava solo uno stupido raccomandato donnaiolo incallito? E la nuova Ely dov’era
 
La sua mente aveva bisogno di chiarezza.
Restò lì.
Ferma.
Immobile.
Davanti allo specchio.
Per capire.
E tirare fuori dal profondo quella risposta.
 
Poi finalmente la luce si accese.
 
Afferrò il cellulare e digitò quel numero.
 
 
Quando Gabriel entrò in quell’appartamento, lei era in piedi, al centro della stanza.
Una stanza quasi totalmente vuota.....
Lui chiuse la porta. A piccoli passi Ely gli andò incontro. Come fu davanti a lui, appoggiò le mani sulle sue spalle, si alzò sulle punte dei piedi e gli diede un leggerissimo bacio sulle labbra…..
“…Scusami…. Scusami se non sono riuscita a fidarmi subito di te….” La sua voce tremava. “Io voglio stare con te…. Solo perché ti amo…. E non posso fare altrimenti….”
Gabriel l’accolse fra le sue braccia per non farla andare via mai più.
In un attimo tutti quei brividi scomparvero.
Si sciolsero in un meraviglioso bacio….
Senza staccare mai le mani da lui, Ely lo trascinò in camera…sul letto…e lo accolse sopra di sé.
 
Averlo era una necessità.
Averla era un bisogno primario.
 
Si lasciò sfilare quella maglia e quei pantaloni senza esitazione…. Infilò la sua mano fra i bottoni della camicia, per assaporare quel calore unico, per sentire il suo cuore battere ogni momento più forte. E liberò dagli abiti quel corpo che desiderava, mentre lacrime di una gioia liberata iniziarono finalmente ad uscire dai loro occhi
Gabriel iniziò ad assaporare ogni centimetro del suo collo… Ricordava fin troppo bene quanto le piaceva…. E infatti dalla bocca di Ely non uscivano che sospiri di piacere…. Sospiri che aumentavano quando le sue labbra iniziarono a spostarsi più in basso, fino a raggiungere il seno…
Baci pieni d’amore, mai volgari.
Con le dita iniziò a percorrere la schiena di lui… Quel solletico lo accendeva di brividi!
Lo sbatté sul letto. Si posizionò sopra di lui.
Per la prima volta in vita sua aveva la certezza di non provare il minimo imbarazzo nel mostrarsi completamente nuda.
E per la prima volta in vita sua aveva in mano le redini del gioco…  E Gabriel voleva giocare….
Si distese sopra di lui, pelle contro pelle, e cominciò a baciarlo dappertutto. Lui si sentiva in paradiso…. Mai nelle sue precedenti esperienze aveva raggiunto tanto…. Le sue morbide labbra percorrevano ogni millimetro del suo corpo e le sue calde mani lo accarezzavano…. Strinsero forte l’elastico delle sue mutande e lo liberarono da quell’ultimo indumento.
 
Presero a muoversi ritmicamente come in una danza perfetta, fatta di piacevolissime sensazioni, come se null’altro ci fosse attorno a loro.
Era meraviglioso.
Non c’era altro da aggiungere.
 
 
Quella notte scivolò via come un volo di gabbiani che sfiora le onde del mare al tramonto.
Ely e Gabriel erano cresciuti insieme, raggiungendo in pochi mesi ciò che nessuno di loro due avrebbe mai immaginato.
 
 
Si era fatto giorno.
Si svegliò sola in quel letto.
Poco dopo vide entrare Gabriel in camera con il vassoio della colazione…Le diede un tenerissimo bacio….
“Wow… La colazione a letto….”
“Spero di aver indovinato i tuoi gusti… Caffè?”
“Grazie..” La ragazza prese la tazza che stava capovolta sul piattino e come la sollevò, vide un anello.
Quell’anello!
Lo riconobbe all’istante!
Non sapeva cosa fare o dire dall’emozione! Era letteralmente rimasta a bocca aperta.
Guardò Gabriel, sentiva di avere gli occhi umidi…. Lui sorrideva soddisfatto. Il suo piano era riuscito.
Gabriel lo prese e glielo infilò al dito pronunciando la fatidica domanda: “Mi vuoi sposare?”
Ely non rispose. Spostò quel vassoio e si gettò fra le braccia del suo futuro marito.
 
E la colazione?
Beh, fu rimandata a più tardi!
 
 
 
EPILOGO

 
 
Dopo pochi mesi di convivenza, Ely e Gabriel convolarono a nozze.
 
Concluse le indagini, la Golden fu rilevata dai neo-sposi seppur con qualche difficoltà ed il  posto di amministratore fu offerto a Dario. Era lui l’anima dell’azienda. Senza il suo estro creativo quel successo non sarebbe mai stato raggiunto.
Roberta se ne andò poco dopo quasi di sua spontanea volontà…. Con il capo omosessuale e l’altro con la moglie alle calcagna le mancava il divertimento….
Elena fu trasferita in ufficio con Ombretta, poiché il posto di segretaria fu soppresso. Fra quelle due non era mai corso buon sangue e dovettero faticare non poco per “convivere” nello stesso ufficio.
 
Ely e Gabriel continuarono ad occuparsi di marketing. Viaggiarono molto sia per lavoro che per piacere.
Si fermarono solo quando a mettersi in viaggio fu una cicogna.
 
 
*****************************************************************************
 
 
E qui termina l’avventura!
Non so se sono riuscita a strapparvi qualche sorriso, qualche emozione…o qualche sbadiglio di noia.
 
Ad ogni modo voglio ringraziare tutti quelli che per caso o per curiosità hanno seguito la storia di Ely e Gabriel, in particolare Change_Your_Life_, fatinaviola91, ladyathena, Laux, Lucia92, Lulket, Carrow99 e Honey_GossipGirl1993.
 
Un grazie speciale va a Change_Your_Life_ e a tutte le sue recensioni che mi hanno spinta a concludere la storia!!!!
Per caso anche le altre graditissime lettrici vogliono lasciare un commentino piccolo piccolo?  ; )
 
Alla prossima!!!  …forse!
 
La Luna Nera
(Cristina) 

 

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