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di sheeransbeer
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 'love' ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***







'Cinque, sei, sette, otto' urlò Felix.
Feci in tempo a sistemare la scarpetta e iniziai la diagonale. Non dovevo farmi prendere dall'asia o non sarei mai stata ammessa alle selezioni per il Gran Saggio Finale.
'Tira su quelle gambe!' urlò ancora più forte.
jetè, gran-batman e pa-de-vals ripetevo nella mia mente temendo di sbagliare e di sfumare così l'ultima possibilità.
Finii in modo pulito ma lo sguardo di Felix non prometteva bene.
'Se non ti dai da fare finirai a fare la cassiera! Hai un sogno? E cerca di farlo avverare per Dio!' urlò ancora.
Quanto lo odio.
'Non c'è bisogno di essere così scorbutici!' dissi.
'Non rispondere! Ringrazia il fatto che tua madre è stata una grande ballerina ai sui tempi, altrimenti non saresti accettata in nessun corpo di ballo.'
'E tu ringrazia mia madre che ti riempe le tasche di soldi per prepararmi alle selezioni anche se non sei minimamente capace di insegnare!' urlai.
'Come osi?!' disse avvicinandosi pronto a darmi uno schiaffo.
'Ehi ehi, Felix, non vorrai colpire una donna?' disse poi qualcuno dalla porta.
'Ehi Haz.. lascia perdere ahahah e tu, puoi andartene' disse poi rivolto a me.
Mi voltai in fretta e corsi negli spogliatoi ma prima di lasciare la sala quel ragazzo che mi aveva risparmiato uno schiaffo mi sorrise.
Sarà stato uno degli amici bastardi di Felix.
Tutti i suoi amici sono stronzi alcolizzati che appena vedono una ragazza detta 'scopabile' accendono i sensori e iniziano a corteggiarla e a farla ubriacare per poi portarla a letto.
Dopo essermi fatta la doccia mi misi dei jeans, una maglia nera e il cappotto e dopo aver controllato di aver tutto nella mia borsa lasciai la palestra dirigendomi verso i parcheggi.
Fui poi sconvolta nel trovare lo stesso ragazzo di prima appoggiato alla fiancata della mia macchina.
'Ciao.' disse sorridendo.
'Cosa vuoi?' chiesi mettendomi davanti a lui.
'Non sono qui per stuprarti se è quello che pensi, e non so perchè ma lo pensano in molte ahahah' disse muovendosi lentamente verso di me.
'A ok, allora cosa vuoi?' chiesi.
'Non ci conosciamo già?' chiese sorridendomi ancora di più.
'Ehm.. no, cos'è questo un'altro modo che usate voi ragazzi per avvicinare le ragazze?'
'No no, sono serio. Se non sbaglio ci presentò circa quattro anni fa tua cugina.. che stava con Felix no?' disse.


*Flash-back* 
'Dai Rox! Vieni con me alla festa!' mi stava pregando Jane da mezz'ora.
'Ma perchè?' chiesi
'Ci sarà Felix e alcuni suoi amici!' disse lei.
'Oh Zia Rose neanche vuole che stai con lui! E' troppo grosso!' dissi
'Infatti non lo sa! Ti prego ti prego ti pergo!'
Dopo un'altra mezz'ora acconsentii.
Mia cugina è uno strazio.


'Ehy Jane! Meno male che sei venuta!' urlò Felix appena entrammo a casa sua.
Della serie, 'Ciao, esisto anche io'.
'Oh si ahahah. Ah Felix lei è Roxanne.. la conosci no? Non fa lezione con te?' chiese Jane guardandomi.
Come se si fosse accorto adesso della mia esistenza sul pianeta si girò e mi rivolse un sorriso.
'Ah si, è vero.' disse per essere gentile e poi tornò a guardare Jane.
'E dov'è il tuo amico?' chiese lei.
'Harry? Ah emm.. eccolo. HEY HARRY!' urlò chiamando verso di noi un ragazzo riccio che si aggirava con un bicchiere di birra in mano.
'Dimmi.' disse lui.
'Ti presento la mia ragazza.' disse Felix ammiccando a Jane.
Si strinsero le mani e poi lui guardò verso di me.
'E tu chi sei?' chiese sorridendomi.
Aprii la bocca incapace di parlare.
Vedendo che non usciva alcun suono Jane si presentò al posto mio.
'Lei è mia cugina Roxanne.' disse
'Ah, piacere Harry.' disse porgendomi la mano.

*fine Flash-back*

'Ti ricordi?' disse bloccando i miei pensieri.
'Ah.. ehm si, si.' dissi tornando alla realtà.
'Bè ora devo andare a lavoro, ma comunque mi ha fatto piacere rivederti.. Poi ti mando un messaggio' disse allontanandosi velocemente.
'Ma non hai il mio numero!' dissi voltandomi nella direzione in cui correva.
Lui si girò ridendo.
'Non preoccuparti di questo.'


***



 

 

Roxanne (Nina Nesbitt)
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Harry (Harry Styles)
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Felix (Alex Pettyfer)
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Jane (Lucy Hale)
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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***




 




Salii in macchina meditando ancora sulle parole di Harry.
'Non preoccuparti di questo' pronunciato con quella sua voce un po' roca, quasi tagliente, risuonava ancora nella mia mente.
Perchè aveva il mio numero?
Stavo iniziando ad agitarmi.
Misi in moto la macchina, cercando di pensare a tutt'altro anche se comunque la mia vita non ha molto di interessante su cui pensare.
La mia vita è sempre stata un ciclo: casa, scuola, danza. 
E' per questo che non ho molti amici o un ragazzo. Non ho il tempo per una vita sociale ed ora che la scuola è finita e mi sono distaccata un po' di più dalle manie ossessive di mia madre Jane cerca di farmi uscire e 'vivere la vita', anche se le ho ripetuto migliaia di volte che non ho bisogno di niente finchè poso sperare di arrivare al Gran Saggio Finale e lei ogni volta alza gli occhi al cielo.
Sinceramente Jane è una delle persone più importanti che ho.


 

***



Arrivai in fretta a casa di mia cugina per aiutarla con i preparativi del suo matrimonio.
Jane è sempre stata una ragazza frettolosa ed ha sempre creduto nell'amore.. in tutto.
Mi ripeteva 'l'amore c'è in ogni cosa che facciamo' quando eravamo al liceo ed io venino rifiutata dai ragazzi.
Ho sempre odiato questo suo positivismo esagerato. Vede il mondo tutto rosa, non c'è mai qualcosa di male in quello che ci succede secondo lei e non so se sia un bene visto che molto spesso nelle sue relazioni non si accorgeva che veniva trattata malissimo e presa in giro. Una volta Felix la fece aspettare quattro ore davanti un locale in un quartiere poco raccomandabile e molti pensarono che fosse una prostituta. Quando arrivò si inventò la ridicola scusa di un ingorgo sulla statale e Jane come una stupida ci credette facendo credere ancora di più a Felix che poteva fare quello che voleva con lei, finchè poi non venne il giorno che lui provò a portarla a letto.
Jane aveva sedici anni e lui diciannove quando si misero insieme.. era chiaro che lui voleva solo la sua verginità da collezzionare insieme alle altre serate da una botta e via che aveva collezionato nel tempo.
Fortunatamente dopo di Felix Jane ha iniziato a capire cosa voleva davvero in una relazione e Tom sembra essere fatto per lei, non l'ha mai trattata male come facevano gli altri ed è stato forse questo a convincerla a fare il grande passo con lui a soli ventuno anni.

'Ah Rox eccoti finamente, sto diventando matta con tutti questi inviti' disse non appena varcai la porta del suo pulitissimo salone.
Pogiai la borsa vicino alla porta e andai a sedermi sul morbido divano bianco, sprofondando la testa nel cuscino.
Inevitabilmente mi uscì un sospiro dalla bocca.
'Cosa c'è?'
'Sono distrutta. Felix mi sta rovinando la vita.' risposi.
'E' molto cattivo con te? Intendo, dopo che l'ho lasciato?' chiese preoccupata.
'E' sempre stato uno stronzo tranquilla, non è colpa tua. Oggi per poco non mi dava uno schiaffo'
'Cosa?!' chiese lei lasciando del tutto perdere i lustrini e i fiocchetti che stava cercando di attaccare ai biglietti.
'Si ma non mi ha toccata perchè è arrivato un ragazzo.. Harry' dissi accennando un leggero rossore sulle mie guancie.
'H-harry? Mi pare di averlo già sentito..' disse lei pensierosa
'Stava alla festa di Felix.. quattro anni fa.'
'Ah si quella a cui ti ho portato.'
'Per lo più mi ci hai trascinato.' dissi agrottando la fronte.
'Ahahaha già.. è cambiato? Voglio dire, quando l'abbiamo visto aveva diciassette anni no?'
'Si bè è più muscoloso e la voce è più da uomo ma..'

Il mio discorso venne interrotto dal suono del mio telefono.

'Che fai piccola? x H.'

I miei occhi inevitabilmente si spalancarono lasciando trasparire un'espressione sconvolta sul mio volto.
'Chi è?' chiese Jane notando la mia alterazione.
'E'.. è Harry' dissi.
'Ha il tuo numero?' 
'Si ma.. non so come!' dissi guardandola preoccupata.
'Bè rispondi no?'  
'Stai fuori? E se in quattro anni è diventato uno stalker o un killer?' 
Il mio battito cardiaco iniziò ad accelerare.
'Ma ti pare?!' rispose lei indispettita.
'Si. Io non rispondo, col cavolo che mi immischio in questa storia.' dissi posando il telefono sul tavolo davanti a noi.
Non l'avessi mai fatto..


Jane guadò il telefono e subito dopo guardò me per poi prenderlo ed iniziare a correre per scappare da me.
'Jane no!' dissi mentre la rincorrevo su per le scale, ma lei era molto più veloce di me grazie anche alle sue gambe lunghe così si chiuse nel bagno lasciandomi sola nel corridoio.
'No dai Jane ti prego!' dissi mentre spingevo sulla porta per farla aprire.
'Mi ringrazierai un giorno.' disse poi riaprendo la porta e riconsegnandomi il telefono.
Subito andai a vedere i messaggi inviati

'Pensavo a te. xx R.'

Chiusi gli occhi cercando di trattenere ogni mio istinto omicida verso Jane che stava ridendo davanti a me.
'Sei sempre stata una cazzona!' dissi riscendendo le scale con dei passi pesanti.
'Oh ma dai, almeno inizi ad uscire con qualcuno.' disse lei dietro di me.
'Ma non ne ho bisogno! E' la stessa cosa che ripetevo ogni giorno a mia madre, ed è perchè lei non capiva che sono andata a vivere da sola!' dissi sporfondando nuovamente sul divano in salone.
'E fai male. Sei giovane e bella. Vivi la tua fottuta vita!' disse tornando a spillare lustrini sugli inviti.
Come da manuale no? 'vivi la tua vita.'
Spostai lo sguardo dal suo corpo per controllare di nuovo il telefono

'Bene, stasera ti porto fuori a cena, piccola. Non accetto un rifiuto visto che so dove abiti. x H.'

Guardai Jane.
Lei mi sorrise.
'Se non fosse che ti voglio bene saresti già pronta per andare al cimitero.' dissi.

***

Cercai evitare il pensiero della terribile serata che si prospettava anche quando fui a casa mia ma mi riusciva impossibile con tutti i messaggi di Harry.
La cosa carina era che comunque stava cercando di conoscermi un po' chiedendomi cose sulla mia vita privata e io gli facevo altrettante domande ma non avevo il coraggio di chiedere come avesse avuto il mio numero e il mio indirizzo.
Non volevo sfumare l'idea che mi stavo facendo di lui, e le sue risposte mi sembravano sincere anche se non so dirlo con certezza visto che fin'ora non ho mai avuto una coversazione così con un ragazzo.

'Ora ti lascio per prepararti. Mi raccomando mettiti un vestito. x H.'

Leggendo i caratteri sullo schermo le mie guancie diventarono leggermente rosa. Un vestito sarebbe stata l'ultima cosa che avrei indossato in una situazione del genere e con tutti i doppi sensi che a volte trasparivano nei messaggi di Harry.
Così mi alzai e mi posi davanti il mio armadio aperto cercando di ripescare qualche top che mettevo raramente in occasioni importanti visto che quasi sempre portavo le calze chiare e il body nero.
Dopo aver scelto accuratamente ciò che mi sarei messa filai nel bagno per farmi la doccia.
Il getto dell'acqua calda riusciva sempre a rilassarmi e mentre sfregavo la mia pelle con la spugna blu era come se mandassi via anche le preoccupazioni della giornata. Era un momento che amavo.
Notando l'ora sulla mia radiosveglia mi accorsi di essere in ritardo così asciugai in fretta i miei capelli biondi lasciandoli leggermente umidi  e mossi per fare ancora più in fretta.
Infilai il top, i jeans e le scarpe e mi diressi verso il mio tavolino del trucco, accanto alla finestra.
Mentre applicavo minuziosamente il mascara nero sulle mie lunghe ciglia il telefono squillò, segno che Harry mi aveva mandato un altro messaggio.

'Non truccarti troppo, piccola. Mi piacciono le ragazze acqua e sapone, sono più facili da baciare. x H.'
Subito mi sporsi dalla finestra per vedere un ragazzo appoggiato ad una macchina nera i cui capelli ricci venivano scossi leggermente dal vento. Vedendomi spuntare dalla finestra lui tolse un braccio dall'incrocio davanti al suo petto e mi salutò.
Ricambiai con un leggero sorriso e tornai all'interno della camera.
Non so perchè ma mi agitava sapere che mi stava guardando, chissà poi da quanto tempo.
Chiusi le tende e mi posi davanti allo specchio e come se stessi cercando un po' di coraggio ripetei nella mia mente 'non ti succederà nulla Rox' 

 

***
 

Scesi in strada dopo aver chiuso accuratamente la porta.
Subito mi ritrovai il corpo di Harry accanto al mio.
'Sei bellissima.' disse 
'G-grazie.' non potevo evitare di balbettare.
Con il suo braccio sopra le mie spalle mi porto dritto verso la sua macchina.
'Ma dove andiamo?' chiesi.
Lui si giro verso di me.
La sua altezza era inpressionante, e d'altronde si sa che le ballerine sono piccole e minute.
Rise.
'E' una sorpresa Rox.' disse

...



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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***






Mi spinse direttamente nella sua macchina e non volendo mi scappò un gridolino.
'Scusa.. so di non essere per niente delicato.' disse lui sentendo il mio disagio.
'N-no tranquillo..' dissi agganciando la cintura.
'Perchè balbetti?' mi chiese mettendomi una delle sue forti mani sulla spalla.
I suoi occhi impalarono i miei cercando di scrutare ogni segreto più profondo che tenevo dentro. Erano quasi ipnotici..
Invece di parlare cominciai a guardarmi molto interessata lo smalto chiaro che portavo.
'Sei così..' stava per dire con una punta di fastidio ma poi si fermò, tolse la mano dalla mia spalla e mise in moto la macchina.
'Così?' chiesi mettendo da parte l'imbarazzo.
La sua mano mi toccò leggermente il mento per farmi girare verso di lui. Avevo paura, lo ammetto. Non avevo mai tenuto uno sguardo con un ragazzo per più di tre secondi, quando alla mensa della scuola un ragazzo mi raccolse un libro che mi era caduto dalle mani.
'..strana.' concluse.
Abbassai immediatamente lo sguardo a quell'affermazione. Non eravamo neanche usciti dal parcheggio che già mi considerava strana.
'Si bè..  è stato bello conoscerti, ci si vede.' dissi slacciando la cintura pronta a scendere ma poco prima di toccare la maniglia della portiera la sua mano mi bloccò il polso.
'Se non fossi stata strana probabilmente non ti avrei chiesto di uscire.' disse sorridendomi dolcemente per confortarmi, ma sinceramente non sapevo se prenderlo come un complimento. Era così nuova per me quella situazione.
Quasi come se fossi stata una bambina, Harry si protese verso di me per riprendere la cintura all'altro lato della mia spalla. I nostri visi erano a pochi centimetri di distanza ed involontariamente chiusi gli occhi. Sentii la sua risata risuonare nella macchina mentre mi allacciava la cintura. Aveva una risata roca, quasi impossibile da riprodurre ma facile da riconoscere.

 

Se mi chiedeste dove eravamo o quanto tempo era passato non saprei rispondervi, quella parte della città mi era totalmente nuova.
'Spero che ti piaccia la pizza.' disse aiutandomi a scendere dal suo enorme suv.
'Oh io amo la pizza.' dissi sitemando una ciocca di capelli che involontariamente aveva coperto la mia vista.
Eravamo davanti ad un locale con una fila impressionante all'esterno che attendeva che il bodygard lasciasse libero il passaggio.
'Non riusciremo mai ad entrare..' dissi appoggiandomi alla fiancata dell'auto guardandomi lo stomaco che si lamentava per l'assenza di cibo.
'Ahahahahah non sai chi hai davanti.' rispose Harry prendendomi una mano e tirandomi dietro di sè.
'Ehy Bob' disse Harry facendo un segno con e dita al grosso ragazzo che era davanti alla porta del locale.
'Mr. Styles' rispose lui spostandosi leggermente per lasciarci passare mentre tutti quanti ci guardavano male per aver saltato la fila.
'..hai ragione, non so chi ho davanti.' dissi a bassa voce pensando che Harry non sentisse ma evidentemente aveva sentito benissimo visto che si era completamente voltato verso di me.
Le guancie si colorarono di rosa per la figuraccia che avevo appena fatto.
'E vorresti scoprirlo?' mi chiese mettendo una ciocca dei miei capelli biondi dietro l'orecchio.
'Sono qui no?' dissi sorridendo leggermente.
Quelle tre parole avevano illuminato gli occhi di Harry. Gli avevo dato campo libero in un certo senso, ora sapeva che non ero con lui contro la mia volontà.
'Fantastico.' disse portandosi al mio livello per lasciarmi un morbido bacio sulla guancia.
Non passò troppo tempo che ci ritrovammo seduti e con due pizze margherite fumanti davanti a noi.
Vedendo tutti quella quantità di carboidrati mi ricordai degli avvertimenti che mi dava sempre Felix: 'le ballerine non mangiano mai pane, pasta e simili'. e mentre Harry si tagliava una grande fetta io rimasi ad osservare il mio piatto non sapendo cosa fare.
'Cosa c'è?' chiese lui mentre assaporava quel capolavoro di cucina.
'Io.. ehm, non posso mangiarla.' dissi appassando lo sguardo sulle mani intrecciate davanti al mio grembo.
Harry probabilmente aveva capito qual'era il problema. Si protese verso il mio piatto e ne tagliò un quarto.
'Sono sicuro che Felix non dirà niente per un quarti di pizza, e se lo fa.. ci parlo io.' disse facendomi l'occhiolino.
Assaporai così quella porzione che mi aveva ritagliato Harry. Era la pizza più buona che avevo mai mangiato a Londra. 
'Sembri in estasi ahahah' disse Harry prendendomi in giro.
'Vorrei vedere te dopo mesi e mesi che non mangi nemmeno un pezzetto di pane!' dissi fulminandolo con lo sguardo.
Rise ancora.
Ero davvero così divertente?

***

Finito di mangiare il mio quarto di pizza non cer la facevo più a tenermi dentro tutte quelle domande senza risposta.
'Senti.. chi ti ha dato il mio numero?' chiesi giocherellando con la forchetta. 
'Uh..' uscì dalla sua bocca, colto alla sprovvista.
Vedendo che il mio sguardo si faceva sempre più interrogativo Harry posò l'ultima fetta di pizza che aveva in mano quasi stesse cercando una scusa plausibile.
'..Felix.' disse poi alla fine, scegliendo la strada della verità.
Neanche sapevo che Felix avesse il mio numero.
'E il mio indirizzo?' chiesi ancora.
Vedevo che Harry stava iniziando ad innervosirsi davanti ai miei occhi. 
'Sempre Felix.' disse.
..Felix ha il mio indirizzo?
'Ah..' dissi tornando a giocherellare con la forchetta.
'Non sei arrabbiata vero?' chiese Harry immediatamente, pogiando la sua mano sopra la mia, ma a quel tocco mi ritrassi indietro involontariamente.
Non l'avevo fatto per chissà quale motivo ma vidi sparire l'entusiasmo dagli occhi di Harry piano piano.
Fece un colpo di tosse e si alzò dal tavolo, lasciando anche l'ultima fetta di pizza nel piatto.
'Alzati, ti riporto a casa.' disse senza guardarmi. Feci come aveva detto temendo che mi sgridasse come si fa con i bambini capricciosi.
D'un tratto era diventato freddo, quasi stesse sopportando a fatica la mia presenza,
'T-tutto bene?' chiesi quando eravamo entrambi seduti nella macchina ma tutto ciò che otteni fu un lungo silenzio, interrotto qualche volta dal rombo del motore.

 
Parcheggiò l'auto esattamente nello stesso posto dove si trovava quando era venuto a prendermi, ma non scesi subito dal veicolo.
Lo sguardo di Harry era fisso davanti a lui, le sue mani stringevano forti il volante di pelle nera ma quando pogiai la mia mano su di esse per fargli allentare la presi sentii come qualcosa di diverso in lui. Il suo sguardo di addolcì immediatamente vedendo il mio viso avvicinarsi al suo.
Le mia mando si intrecciò facilmente alla sua che ormai aveva lasciato completamente il volante. Eravamo così vicini che i nostri respiri si fondevano in un unico scambio d'aria.
'R-rox?' chiese lui interrogativo.
'Oh Styles, perchè balbetti?' chiesi io divertita. Sul viso di Harry comparve un grande sorriso contornato da delle fossette adorabili sulle guancie.
Stava per protendersi per baciarmi ma posi una mano tra noi.
'Scusa..' dissi chiudendo gli occhi, ma Harry di tutta risposta prese la mano che ci divideva e baciò il suo dorso.
'Ti chiamo domani.' dissi allontanandomi sempre di più e scogliendo l'intreccio delle nostre mani.
Non rispose, ma semplicemente mi sorrise e sapevo dentro di me che quel sorriso significava molto.

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***






Entrai dentro casa ancora tremante di emozioni e sentimenti.
Stava davvero per succedere qualcosa dentro quella macchina? Come fosse stata una scintilla, non so spiegarlo ma avevo uno dei sorrisi più grandi che avevo mai fatto, sul mio volto.
L'unica cosa che ancora mi faceva pensare era il suo strano comportamento, dopo averlo rifiutato al ristorante. Era diventato di ghiaccio..
Iniziai a salire le scale per recarmi nella mia stanza, togliendo mano a mano ogni indumento del mio corpo e lasciandolo comodamente nel corridoio. Amo vivere da sola, nessuno che ti rimprovera, nessuno che ti disturba e soprattutto niente mamma.. 
Mia madre è la 'grande ballerina' Joanne Kingsley, la vincitrice di premi e premi per le sue doti classiche.
Rimase incinta di me a 24 anni, segnando cos' la fine della sua carriera nei teatri, ed è forse per questo che spesso mi sento più un peso che una benedizione.
'Se potessi ancora ballare..' dice spesso, non ricordando che sono io ad averle impedito di continuare, e forse è anche per questo che mi ha obbligata a seguire la sua strada, quasi volesse finire di fare ciò che lei non aveva potuto.
Il punto è che io non gliel'ho impedito, ed ora mi trovo incastrata fra la sua voglia di ballare e la mia voglia di vivere, ma non potrei mai deluderla, non dopo tutti i sacrifici che ha fatto per crescermi da sola e, anche se l'80% delle volte è una rompipalle che mi ha portato a vivere da sola, le voglio bene.
Mio padre? Non so chi sia.
Mia madre una volta, esausta dalle mie continue ricerche di informazioni, mi aveva rivelato che è un noto coreografo ma che, sapendo di me, ha lasciato Londra. Bello spirito paterno, ma non ne sento la mancanza.
Come potrei senitre la mancanza di qualcuno che non si è preso le proprie responsabilità? 

Ancoro con il sorriso sulle labbra, tirai da sotto il cuscino del letto matrimoniale il mio pigiama e mi infilai sotto le coperte.
'Se non fossi stata strana probabilmente non ti avrei chiesto d'uscire.'
Le parole di Harry battevano a tamburo ancora nella mia testa, lasciandomi sveglia tutta la notte a rigirarmi nel letto. Mai capitata una cosa simile prima d'allora ed era.. strano. E' questo l'unico aggettivo che mi viene in mente, strano. Come mi aveva definita Harry, e mi sforzavo di capire che cosa intendesse..
Forse aveva avuto così tante ragazze barbie uguali che si era stancato e voleva provare una nuova 'preda'? Ad un tratto mi tornò alla memoria un ricordo..

*flash-back*
'Jane vado un attimo al bagno, mi gira la testa.' dissi sovrastando il suono martellante della musica house. Jane per tutta risposta fece un cenno con la testa mentre ballava con Felix.
Mi distaccai così da quel gruppo di ragazzi che si agitava confusamente sulla pista da ballo e iniziai a salire le scale della lussuosissima villa di Felix, trovandomi poi nel corridoio indecisa su quale porta aprire.
'Mah, proviamole tutte..' dissi tra me e me.
Aprii così mano a mano le porte che avevo davanti ed in ognuna di queste c'erano un ragazzo e una ragazza che pomiciavano. 'Cristo scusa!' dissi quando davanti mi ritrovai qualcosa più di una pomiciata..
Alla fine trovai il bagno, con all'interno Harry intento a fumare una sigaretta. 
'Oh scusa..' dissi dopo aver focalizzato che era lui.
'No tranquilla.' disse sorridendo e buttando la sigaretta fuori dalla finestra.
'Vuoi?' chiese porgendomi il pacchetto di chersterfield blue.
'Ehm no, non fumo' dissi iniziando a guardare in giro per la stanza.
'Eh.. voi ballerini, così attaccati alle regole.' disse lui sottovoce rimettendo il pacchetto nella tasca posteriore dei jeans.
'Che ne sai che faccio la ballerina?' chiesi, trovando alquanto imbarazzante quella situazione.
'Me l'ha detto Fel.' rispose lui.
Felix parla di me.. con i suoi amici?!
Al quel punto la situazione si era pietrificata. Noi due in piedi, in silenzio.
'Sei carina sai?' disse poi, rovinando quell'attimo di quiete. Non seppi cosa rispondere, così rimasi in silenzio a guardare le mie converse nere, ed è a quel punto che Harry provò ad avvicinarsi, spingendomi sempre più verso il muro piastrellato.
'Sei molto carina.' continuò lui e vedendo la mia riluttanza provò ad avvicinare il suo viso al mio ma io con una mossa veloce scivolai via dal poco spazio che si era creato fra di noi.
'N-non toccarmi ok? Non sono una delle tante puttanelle che vi portate in giro tu e Felix!' dissi poi come se l'achol che avevo nelle vene cominciasse a far sentire la propria presenza.
Con sguardo incredulo Harry si spostò di nuovo di fronte a me. '..Dicono questo di me?' chiese.
'Si.' risposi secca e, non reggendo più quel confronto uscii dalla stanza, lasciandolo solo con i suoi pensieri.
*fine flash-back*


 Mi sollevai di botto dal letto.
Ecco perchè si era impressionato tanto, allora. Avrà pensato che per me lui è ancora lo stesso, e sicuramente ci è rimasto male come la prima volta.
'Cristo..' dissi alzandomi dal letto e fiondandomi nel corridoio per recuperare la mia borsa che avevo lasciato insieme a tutto il resto dei miei indumenti.
Scesi velocimente alla lettera della rubrica e spinsi sulla cornetta verde accanto al nome Harry.
Uno squillo.
Due squilli.
Tre e poi eccola, la sua voce ancora più roca. Stava sicuramente dormendo.

'Pronto?'
'Harry?'
'Eh? Rox? E' già mattina?'
'No no.. volevo scusarmi.'
'Per cosa?'
'Per quello che ti ho detto alla festa, quattro anni fa'
'.. la cosa del puttaniere?'  Sapevo che quello che avevo detto aveva scavato un proprio posto nella memoria di Harry.
'..si. Ti prego perdonami. So che forse il mio comportamento ti ha fatto ripensare a quello che ti ho detto ma devi capire che avevo sedici anni, ero.. stupida.' 
'E tu dovevi dirmelo alle tre e mezza del mattino? chiese ironico mentre rideva.
'Ahahah, si scusa anche per questo.' 
'Tranquilla.. per tutto' disse dolcemente.
'Ok.. buonanotte allora.' 
'Buonanotte honey' rispose attaccando poi il telefono.
Rimasi per un po' seduta nel corridoio, con la luce dello schermo del mio cellulare che mi illuminava il viso.
Non avevo mai fatto qualcosa di così impulsivo.. anzi di solito sono una persona razionale. Poche ore con Harry mi avevano fatto questo?

***
 

Fui svegliata dal suono intermittente della mia sveglia. Il '07:30' rosso lampeggiava sullo schermo ricordandomi che sarei dovuta andare in palestra per le prove con Mr. Buon umore. Non c'è modo più brutto di cominciare una giornata.
Feci colazione e mi lavai in fretta pronta per essere in strada alle 08:00 con il borsone della palestra sul sedile accanto a me e la musica a palla che usciva dalle casse dell'auto.
 'MY LIFE WOULD SUCK WITHOOOUT YOU!' cantavo a squarciagola, agitando i miei lunghi capelli.

Non feci in tempo a parcheggiare che Felix era fuori dalla palestra a braccia incrociate con l'aria di essere furioso.
'Hai la minima idea di che ore sono?!' chiese infastidito.
'Si.. scusa.' risposi legando frettolosamente i miei lunghi capelli.
'Scusa un cazzo! Entra subito' disse spingendo forte sulla mia schiena.
Sbuffai leggermente entrando nei camerini per cambiarmi. Tra tutti i ragazzi che mia madre poteva scegliere non poteva scegliere insegnante peggiore di Felix.

Entrai in sala ed iniziai a riscaldarmi alla sbarra, curando ogni minimo particolare della mia linea, come voleva Felix.
'La puntualità è importante.' disse poi ponendosi accanto a me, osservando i miei movimenti.
'Lo so, ma ieri sono uscita con Harry e..' 
'Harry? Ti ha chiesto di uscire?' chiese lui interrompendomi.
'Mm si..' risposi distrattamente mentre osservavo allo specchio la curva della mia schiena nel cambrè. 
'Cerca di andare più giù..' disse Felix mettendo le sue mani sul mio bacino. A quel contatto un brivido mi attraversò la schiena. In quattro anni che seguivo le lezioni di Felix non mi aveva mai toccato per spiegarmi un movimento.. mai.
Iniziai a fissarlo negli occhi, ed incredula vidi spuntare un sorriso sul suo volto, ma quel momento fu interrotto da un colpo di tosse. Entrambi ci girammo verso il punto da cui proveniva quel suono.
'Ah, ciao Harry..' disse Felix togliendo le mani dal mio corpo e, vedendo che Harry si avvicinava sempre più, ci lasciò soli. 
Abbandonai ogni tipo di posa classica che avevo preso alla presenza di Harry così vicina a me.
'Buongiorno, non dovevi chiamarmi?' chiese lui dandomi un morbido bacio sulla guancia.
''Giorno. Lo so scusa, mi ero completamente dimenticata che dovevo venire qui.' 
'Infatti non trovandoti a casa sono venuto qui.' ammise sorridendo.
'Ah ok. Senti se vuoi vai a fare un giro, io finisco alle 10:00' dissi pogiando una mano sul suo braccio.
'ehm, ok.. Ti vengo a prendere alle 10:00 in punto.' disse con una punta di fastidio, e poi posando il suo sguardo su di Felix, capii che era dovuto a lui la sua irritazione.
Lo riportai alla realtà lasciandogli un bacio sulla guancia, ma vidi la sua collera crescere mentre usciva dalla sala.



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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***






HARRY'S POV
Forse si notava che ero un tantino infastidito, Rox mi ha dato quel bacio per calmare la furia delle mie emozioni. Ma non riesco a capire tutto ciò. Felix è mio amico giusto? 

In teoria non dovrei preoccuparmi di lui, visto che è stato proprio lui a mettermi in guardia su di lei.

'E' lunatica.. e neanche tutto questo granchè.'  furono le sue parole quando cercai di raccogliere più informazioni su di lei. Furono queste le prime parole su di lei, ancora prima di dirmi come si chiamava.
O forse l'aveva detto per mettermi su un'altra strada?

Stiamo parlando di Felix, e posso essere certo al 100% che è una cosa che farebbe senza problemi pur di scoparsi una ragazza. 

Che schifo.
E' una cosa che mi ha sempre dato fastidio di lui, ma la vita è sua e tutto sommato è simpatico, ma non riesco ad accettare che la gente mi giudichi come lui solo perchè ci vedono insieme.

Questo fa la gente, ti giudica senza conoscerti. Sempre.

Lo ha fatto anche Rox, a quella festa, ma lei è stata l'unica che, avendo capito come sono in realtà, si è scusata e che comunque non cerca di.. andare via da me.
Lei non andrà via, lo so.
Tutto questo turbinio di pensieri però non mi tolsero l'unica e inevitabile domanda dalla mia testa: cosa faccio? O meglio, cosa faccio con lei?

ROX'S POV

Una sola parola era sufficiente per descrivere Harry in quel momento: geloso.
Ed è davvero incomprensibile per me visto che non c'è nulla tra noi. Un bacio sulla guancia, una telefonata e un'uscita non sono niente..
'Rox, concentrati.' mi risvegliò dai miei pensieri la voce di Felix.
'Si scusa..' dissi riprendendo la mia precedento posizione in arabesque, ma notai che alla mia risposta Felix soffocò una risata.
'Cosa c'è?' chiesi imbarazzata.
'Te l'hanno mai detto che chiedi troppe volte scusa?'
'E' un male?' 
'Si, ti lasci mettere i piedi in testa. Vivi in fretta, muori giovane, dimetica il passato e vai avanti, si vive solo una volta. Questa è la mia filosofia di vita, e non include il chiedere scusa. Poi si sa che Harry si fa valere sulle ragazze..' mi disse facendomi l'occhiolino, come se dovessi cogliere un doppio senso.
Non risposi, ma ciò che mi aveva detto mi diede da pensare alla sera precedente.

Forse ,chiamando Harry solo per chiedergli scusa, gli avevo dato l'impressione di essere ai suoi piedi?
Oppure, al contrario, avevo dato l'idea di essere una smidollata?
L'aria intorno a me improvvisamente si fece calda, ogni movimento più pesante e il cuore iniziò ad accelerare nel mio petto.
'Ei tutto ok?' chiese Felix, accorgendosi del mio malessere.
'..no, vado a bere un bicchiere d'acqua, torno subito.' dissi uscendo di fretta dalla sala e correndo nello spogliatoio.
Bevvi un lungo sorso d'acqua e cercai di fare respiri profondi, ma l'idea di Harry, dei pensieri che si era fatto di me, mi agitava ancora di più.
Controllai l'ora sull'orologio appeso al muro: 9:54
Il tempo è volato, e normalmente sarei stata felicissima di tornare a casa e passare il resto della giornata senza Felix, ma questa volta, sapendo che all'uscita ci sarebbe stato Harry ad aspettarmi, avrei preferito fare altre 5 ore di lezione con Felix.
'Rox! Puoi cambiarti, finiamo qui.' mi urlò Felix da dietro la porta, che era accuratamente chiusa.
Velocemente mi feci la doccia e mi vestii.
Cosa avrei detto ora a Harry, se l'unica idea di lui che avevo era quella di un ragazzo che si approfitta di me?
Mi guardai allo specchio mentre rimuovevo le forcine dai capelli, e non facevo altro che caricare la mia mente di supposizioni e possibilità su ciò che intendeva Felix e su ciò che voleva fare Harry.
Con un sospiro, quasi rivivendo la sera prima quando stavo per uscire di casa, caricai la mia borsa sulla spalla ed uscii dalla palestra, trovando Harry e Felix a parlare, ma la loro conversazione si congelò non appena varcai la porta.
Stavo per unirmi a loro quando Felix trascinò Harry più lontano da me per continuare la loro conversazione senza che io sentissi nulla.
Il mio sguardo interrogativo ogni tanto incorciava quello vuoto di Harry, che sembrava non fare nemmeno caso a quello che stava dicendo Felix.
'Ciao honey' disse poi Harry mettendosi di fronte a me e congedando Felix.
'Ciao..' dissi mentre fissavo Felix, che tornava dentro la palestra.
Harry mi tolse la borsa dalla spalla e se la pose sulla propria spalla.
'Andiamo?' chiese distogliendo la mia attenzione.
'Dove?' 
'A fare colazione' rispose sorridendomi. Prese la mia mano per tirarmi vicino a se e, trovandomi poi al suo fianco, mi avvolse gran parte della schiena con le sue braccia lunghe.
Camminammo fino a trovarci sulla strada principale dove c'era un Forno che emanava un profumo di pane e dolciumi assuefante.
Con cura, Harry continuò a stringermi anche all'interno del forno ma, riluttante, mi lasciò quando iniziai a divincolarmi.
Harry mi guardò stranito ma feci finta di niente, avvicinandomi al bancone per vedere meglio le paste che vendevano.
'Hai scelto?' chiese Harry.
'Ehm, si un cornetto semplice, il più piccolo che hanno.' dissi sedenndomi ad un tavolo vicino.
Non passò molto tempo che Harry tornò con un vassoglio, portando il mio cornetto, due bignè alla crema e due caffè.
'Mangi davvero poco.' disse mettendomi davanti il piattino con sopra il cornetto.
'E tu troppo' risposi, osservandolo mentre ingurgitava uno dei due bignè.
Cominciai a mangiare in silenzio, staccando piccoli pezzi con le mani.
'Non hai fame?' chiese lui, vedendo la mia riluttanza nel portare il cibo alla bocca.
'No non è quello..'
'Che ti ha detto?' sbottò poi lui, come se avesse già capito quale fosse il problema.
'A te cosa ha detto?' chiesi, posando definitivamente il cornetto sul piatto.
Il mio sguardo era duro, e Harry ricambiava.
'..mi ha detto che devo lasciarti stare, ed è buffo, visto che è lui ad avermi dato il tuo numero.' rispose con un sorriso di sfida sulla faccia.
La mia bocca fece una leggera smorfia a quella rivelazione. Felix non deve impicciarsi.
'Invece a te cosa ha detto?' chiese lui con lo stesso sorriso.
'Praticamente ha confermanto ciò che pensavo quattro anni fa.' dissi.
A quell'affermazione i lienamenti di Harry si fecere più duri, e la vena che aveva sul collo si fece più nitida.
Il suo volto si fece più rosso, quasi stesse per esplodere e urlare tutti gli insulti che, ero certa, stavano attraversando la sua mente.
'La domanda ora è: ci credi ancora?' mi chiese bruscamente.
Aprii la bocca per rispondere ma la richiusi velocemente, non sapendo cosa rispondere.
A quell'azione Harry si alzò dalla sedia e velocemente uscii dal forno.
Non sapendo cosa fare decisi di fare la prima cosa che mi passava per la testa, seguirlo. Raccolsi la mia borsa ed uscii altrettanto in fretta.
'Harry!' urlai.
Lui era già dall'altro lato della strada quando si bloccò, restando voltato di spalle.
Attraversai la strada e velocemente mi posi davanti a lui.
'Rox, non può andare così. Devi decidere, ci credi o no?' disse senza guardarmi.
'I-io.. non lo so.' dissi.
'Risposta sbagliata.' disse lui spostandomi di lato e continuando  camminare si allontanò sempre più.
'Aspetta!' urlai ancora una volta e questa volta fu Harry a tornare verso di me, con un'espressione scura in volto.
'Se non ti fidi devi lasciarmi stare ok?' disse forte.
'Ma io non credo nè a te nè a Felix, voglio solo cercare di scoprire da sola come sei. Non ho bisogno che qualcuno mi dia consigli, faccio da sola..' dissi fissandolo negli occhi verdi.
'Quindi vuoi correre il rischio di essere definita una delle altre di Styles?' chiese, e notai che nelle sue parole c'era una punta di amarezza.
Essere definito un puttaniere lo facea stare molto male.
'Vivi in fretta, muori giovane, dimetica il passato e vai avanti, si vive solo una volta.' dissi alzandomi in punta di piedi e lasciando un morbido bacio sulle sue labbra carnose.
Le braccia di Harry si strinsero forte intorno al mio bacino. Mi staccai solo per la curiosità di vedere la sua espressione, e con piacere vidi uno dei più bei sorrisi comparire sul suo viso.
'Lo prendo per un si.' disse sfiorando la punta del mio naso con il suo.




                                                    Harry Styles♥


                                                    Alex Pettyfer

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***






Rimanemmo fermi a respirare il profumo l'uno dell'altro non so per quanto, ma la cosa certa era che quel momento era perfetto, anche se ci trovavamo in mezzo al marciapiede, con le persone che ci passavano accanto. Forse neanche si erano accorti di noi; il mondo adesso va così veloce che se non ti adegui rischi di rimanere schiacciato da chi cerca di sorpassarti.
E' per questo che tutti vanno sempre di corsa, tra casa, lavoro, scuola e amici. Non hai mai un vero momento per stare con te stessa, ma non voglio finire come chi non sa godersi la vita. Soprattutto ora che alla mia vita si è aggiunto Harry.
'Vuoi venire a casa mia?' mi chiese poi Harry.
'Ehm, i-io..' le parole non volevano uscire. 
Gli avevo appena detto che avrei cercato di fidarmi di lui, ma la paura che sotto sotto lui fosse proprio come Felix mi impediva di vedere la sua come una proposta innocente.
'Insomma?' chiese sorridendo.
Mi guardai un atimo intorno, come per cercare una via di fuga, ma poi tornai a guardare nelle profonde iridi verdi difronte a me.
'..certo.' risposi, intrecciando le mie dita alle sue.

***
 

Arrivammo in un quartiere un po' fuori dal centro.
La cosa che mi colpii era che le case erano tutte ben tenute, con giardini curati dove si potevano intravedere aiuole di svariati colori e che, nonostante Harry fosse un uomo, la sua casa era esattamente curata come le altre.
Mentre scendevo dalla sua macchina avevo ancora la bocca aperta. 
I miei sensi poi furono scossi da un profumo ancora più buono di quello di Harry. Respirai a pieni polmoni quell'odore, sentendomi subito riscaldata dentro.
'Ti piace quest'odore?' chiese Harry.
'Oh, si tantissimo. Da dove viene?' 
Rise leggermente mentre si passava le dita tra i ricci disordinati.
'Dal mio giardino.' rispose, indicando una casa tra le altre.
Mi avvicinai subito per vedere meglio quale fosse la fonte dello straordinario odore, notando poi un'aiuola di fiori rossi, bianchi, gialli e viola.
'Sono primule, belle vero?' disse Harry pogiando una mano sulla mia schiena.
'Sono stupende. Hanno un odore buonissimo.' risposi, sporgendomi sempre di più dalla staccionata per sentire meglio quell'odore.
D'un tratto Harry apri il cancelletto e mi tirò dietro di lui, portandomi proprio difronte all'aiuola.
Si chinò poi per esaminare meglio i fiori, cogliendone poi uno di un viola brillante.
'Ecco..' disse mentre sistemava con cura il fiorellino tra i miei capelli.
Con tocco delicato esaminai quel nuovo accessorio e notai che un grande sorriso si aprì sulla bocca di Harry.
'Cosa c'è?' chiesi, sentendo il rossore apparire sulle mie guancie.
'Ti sta bene, primrose' rispose, lasciando un morbido bacio all'angolo della mia bocca.
Entrammo poi dentro casa, e questa era altrettanto curata quanto il suo giardino. Camminai lentamente sul parque, non lasciandomi sfuggire nessuno particolare di quell'ambiente.
'Harry ma.. hai per caso dei camerieri?' chiesi ammirando ancora lo straordinario ordine attorno a me.
'No ahahah, perchè?' chiese mentre posava le chiavi della macchina e il portafoglio su un tavolino accanto all porta.
'Perchè qui è tutto così pulito e ordinato. Se vedessi casa mia ti metteresti paura.' dissi entrando nel soggiorno.
Non sono mai stata ordinata, pogio tutto dove capita ed è per questo che molto spesso mi perdo le cose.
'Ma io ho un segreto.' disse Harry mentre mi seguiva nei miei spostamenti.
'Ah si? E quale?' chiesi fermandomi.
'Oh no, mi prenderesti in giro.' disse lui voltandomi in modo che fossi esattamente davanti a lui.
'Dai ti prego, non lo dirò a nessuno.' dissi facendo un po' gli occhi dolci.
Harry si guardò attorno come per confermare che fossimo solo noi due e poi si chinò così che la sua bocca fosse proprio all'altezza del mio orecchio.
'Mia madre, ogni tanto, viene qui e mi aiuta a fare le pulizie.' disse a bassa voce.
Ora si spiegava tutto.
'Aaah hai capito Styles! Ahahahah è tua madre che ha piantato le primule?' chiesi stuzzicandolo con le braccia.
'Si, fa la fioraia fuori città' rispose soffocando qualche risata.
Soffre il solletico, buono a sapersi.
'Bè, dille che amo la tua aiuola.' dissi allontanandomi per esaminare il resto della casa.
Entrai nella cucina e anche questa era perfettamente in ordine.
Mi appogiai così al bancone, godendo della quiete che il quartiere in cui ci trovavamo offriva.
'T-ti va di salire di sopra?' chiese poi Harry mentre mi guardava dalla porta.
A quella domanda mi si formò un blocco allo stomaco.
'In camera tua?' chiesi, iniziando a giocherellare con le mani.
'Si.. ma se non vuoi, tranquilla.' disse lui, evitando di guardarmi negli occhi.
A quella risposta il nodo del mio stomaco si sciolse. Harry era anche più imbarazzato di me in quel momento.
Mi avvicinai cauta a lui, finchè i nostri bacini non fossero completamente attaccati, per poi alzarmi in punta di piedi per ritrovare il contatto di prima con la sua bocca.
Potevo scandire bene il suono dei miei battiti cardiaci contro il suo petto.
Non volevo lasciare che quel nostro momento finisse, così iniziai a spostarmi verso le scale, tenendo bene vicino a me le nostre bocche.
'Vuoi fare le scale così?' chiese Harry tra un bacio e l'altro.
Risi leggermente, premendo la mia fronte contro la sua coperta dai ricci.
'Ti fai intimidire da un paio di scalini?' chiesi, facendogli salire le scale al contrario.
Per tutta risposta Harry mi sollevò da terra, portandomi fino alla cima e lasciandomi poi per ricominciare a baciarmi.
'Tolto il problema.' disse sfilandosi la felpa e lasciandola cadere a terra.
Le sue mani si posarono sulle spalle, spingendo giù il mio giacchetto, ma velocemente fermai le sue intenzioni.
'N-no Harry..' dissi, rovinando totalmente quel momento.
Stavo per riscendere le scale quando mi ritrovai di nuovo a ciondolare con i piedi all'aria.
'Lasciami!' dissi battendo i pugni sulla sua schiena, che ora era coperta solo da una leggera maglia bianca che lasciava intravedere la posizione di ogni vertebra.
Il mio comando fu ascoltato quando arrivammo alla camera da letto di Harry.
'Rox, tranquilla, non voglio farti nulla che non sia di tuo piacere.' disse Harry togliendosi le converse bianche.
'Prima mi piaceva.. ma non sono pronta per il dopo. Nel senso che..'
'Ho capito.' disse Harry interrompendo il mio discorso.
Mi lasciò poi sola nella stanza per andare a cambiarsi. Iniziai così ad esaminare anche quella camera.
Era leggermente più disordinata delle altre, segno che lì la madre non aveva autorità. Le mura erano di un candido bianco, solo su di un lato era appesa una bacheca con delle foto. La curiosità si impossessò di me, così mi avvicinai di più per vedere i particolari di ogni foto.
In ognuna Harry aveva qualcosa di diverso e si poteva notare bene quanto fosse cresciuto.
La mia attenzione poi si fissò su una foto.
Era la casa di Felix, ed era la festa di quattro anni fa. 
C'ero io in quella foto. Io con Jane, Felix e Harry. Non mi ricordavo minimamente di quella foto.
'Quella è una delle mie preferite.' disse Harry riemergendo dal bagno.
Si era messo un paio di pantaloncini grici e una maglia nera.
'Non mi ricordavo di avere una foto con te.' dissi tornando a fissae la foto.
'Eri leggermente ubriaca quella sera.' disse Harry abbracciando la mia vita da dietro.
'Non è vero!' protestai.
Poi ricordai. Cercavo il bagno perchè dovevo vomitare.
'Oh forse è vero..' mi corressi.
'Vuoi che ti dia un paio di pantaloncini?' mi chiese pogiando la testa sulla mia spalla.
'Uhm no no, sto bene così.' risposi.
'Ok..' disse staccandosi e infilandosi nel letto. Continuava a fissarmi come se dovessi imitare i suoi movimenti.
'Rox non devo stuprarti..' disse Harry con una punta di fastidio.
In fretta mi tolsi le scarpe per andare a stendermi accanto al corpo caldo di Harry. Non appena mi sentì vicina a lui la sua mano si intrecciò alla mia.
'Posso.. chiederti una cosa?' chiesi poi.
'Spara.'
'Quante ragazze hai avuto?' la mia domanda arrivò come un fulmine a ciel sereno.
'Ehm.. tante.' rispose sincero.
A quella rivelazione alzai il mio busto sui gomiti.
'Tante?!' chiese stupita.
'Non è colpa mia se ho cercato tante volte l'amore ma ogni volta si è rivelato una storiella da niente.' disse mettendosi anche lui sui gomiti.
'E stai provando anche con me? Cosa sono una scommessa?!' chiesi infastidita.
'Certo che no! Rox tu.. sei diversa, te l'ho già detto.' rispose.
'Spiegami il senso!'
Quella ricerca di informazioni lo stava mettendo in difficoltà.
'Nel senso che io avevo smesso di credere all'amore dopo tutte le delusioni che ho preso. Poi ho rivisto te e.. una scintilla si è accesa di nuovo in me.' rivelò.
Sono sicura che non ha mai detto ciò a nessuno. Non ha mai rivelato la situazione del suo cuore fin'ora e, tenendosi tutto dentro, ha iniziato a non credere più nell'amore.
'Tu invece?' chiese.
'Io? Io sono sempre stata da sola.' dissi tornando sdraiata.
'Veramente?' chiese stupito Harry.
'Si.. ed è per questo, forse, che non sono pronta. Devo fare le cose con calma, sono stata rifiutata così tante volte che anche io ho iniziato a smettere di credere nell'amore.'
'Io ti farò credere di nuovo.' disse Harry, stendendosi anche lui.
'No non puoi. Non puoi fare niente, sono così, il mio cuore è incartato.' 
'Io posso fare qualunque cosa per te.'



 
 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***






HARRY'S POV

Svegliarsi e ritrovarsi senza quella persona che fino a poco fa era accanto a te, fa male. Ho detto qualcosa che l'ha irritata forse?
E poi dove è andata se la sua macchina è ancora al parcheggio della palestra?
Ha voluto fare tutto il viaggio a piedi? Ma il quartiere non è sicuro se si è soli, e specialmente se si è Rox.
Mi passo nervosamente le mani fra i capelli ma quel movimento non fa che portarmi angoscia invece che calmarmi.
Sono le 12:43, almeno non è buio fuori.. ma non posso restare con il dubbio.
Mi alzo e asco fuori dalla camera per andare a prendere il cellulare che avevo lasciato nell'ingresso di casa, ma le mie intenzioni vengono distorte da una leggera musica proveniente dalla stanza dall'altro lato del corridoio.
E'.. è il mio pianoforte.

Velocemente metto un piede davanti l'altro fino a ritrovarmi con la faccia spiacciata alla porta per sentire meglio.
E' senza dubbio il mio pianoforte.
Apro lentamente la porta per non farmi sentire, e davanti a me si apre la vista di Rox intenta a spingere quei tasti neri e bianchi.
Sfortunatamente la porta fa un cigolio e lei smette di suonare quella musica celestiale.
'Ah ti sei svegliato..' disse lei tornando ad esaminare i tasti sotto le sue dita.
'Si.. quando mi sono addormentato?' chiesi avvicinandomi allo strumento.
'Quasi subito..'
'Ah. Come ci sei finita qui?'
'Ero stanca di stare a letto così ho pensato di curiosare un po' e ho trovato questo pianoforte. E' magnifico.. Lo sai suonare?'
'Me la cavo. Tu sei brava invece.' dissi sedendomi poi vicino a lei sullo sgabello.
'E' da tantissimo che non suonavo. Me l'ha insegnato Jane, giusto per farmi fare qualcosa che non fosse ballare'
'Che cosa stavi suonando prima?'
'Ehm.. una canzone dei McFly, li conosci?'
'Si, qualche canzone..' ammisi.
I McFly sono una band molto popolare nel Regno Unito e hanno inciso molti dischi, tra cui anche delle raccolte  come 'The Greatest HIts' o una cosa del genere.
Mi ricordo che qualche volta mia madre si metteva a cantare 'Star girl' a scuarciagola quando la passavano alla radio. Forse Rox troverebbe più interessante mia madre di me se le dicessi che conosco solo Star girl.
'Questa è Bubble Wrap.' disse lei, riproducendo il motivetto di prima.
'E' molto bella, ma ha delle parole?' chiesi, stuzzicandola un po'.
Volevo sentire la sua voce.
'Certo ma.. non sono brava a cantare.' disse arrossendo.
'Oh dai, così capisco come fa la canzone, ti prego.' 
La sua bocca si allargò leggermente in segno di insicurezza.
'Non ti arrabbiare se poi si rompono i vetri.' disse lei tirandosi su per bene le maniche della sua maglia.

I wish I could Bubble Wrap my heart,
in case I fall and break apart,
I'm not God, I can't change the stars,
and I don't know if there's life on Mars,
but I know you hurt people that you love and those who care for you,
I want nothing to do with the things you're going through.

this is the last time,
I give up this heart of mine,
I'm telling you that I'm
a broken man who's finally realised.
you're standing in moonlight,
but you're black on the inside.
Who do you think you are to cry?
This is goodbye.


La sua voce era quella di una dea, ne sono sicuro.
Non avevo dubbi, lei era una dea.

Mi guardò stranita dopo aver terminato quella strofa, e io non facevo altro che rimanere a fissarla con stupore.
'Bè?' chiese poi, stufa di quel silenzio.
'Hai una voce spettacolare. Davvero, è bellissima.' dissi prendendole la mano.
'Naah, lo dici solo perchè mi vuoi bene..' disse alzandosi dallo sgabello.
Bene? Non credo che fosse con esattezza quello il sentimento che provavo per lei.
'No sono serio.' dissi alzandomi anche io e seguendola per il corridoio.
'Dovresti farlo di professione.' continuo a dirle.
'Cosa? Ahahah l'unica cosa che farò di professione, se ci riesco, è la ballerina e lo sai.' disse rimettendosi nel letto.
'Non per tua volontà però.' risposi accomodandomi accanto a lei.
Quelle parole l'avevano colpita, perchè sapeva che avevo ragione.
'Fa lo stesso..' rispose legandosi i capelli in una coda disordinata.
'Posso chiederti una cosa?' chiesi girandole leggermente la testa per far si che i nostri occhi si incrociassero.
'Certo.'
'Tu mi vuoi bene?' 



ROX'S POV

Bella domanda.
Un si potrebbe fargli capire che io non lo considero come qualcosa di serio.
Un no potrebbe fargli capire che non mi piace.
Un non lo so forse è più opportuno, ma veramente non lo so?
Tutto sta andando così veloce che non riesco a capire cosa provo.
Si, mi piace baciarlo ma mi piacerebbe fare ciò che c'è dopo? Una relazione seria?

'Credo di si..' risposi, grattandomi nervosamente la spalla destra.
'Ah..' uscì dalla bocca di Harry.
Ecco, risposta sbagliata.
'Non fraintendermi, sai che mi piaci.' dissi tirandomi su di lui in modo d'avere la mia faccia proprio sopra la sua.
Il suo sguardo vagava per la stanza, cercando di non farlo incrociare con il mio.
'Harry?' faceva finta che non ci fossi.
'Ora basta..' dissi alzandomi e ponendo le mia gambe ai lati del suo bacino e le mie mani ai lati della sua testa.
Le sue mani si posarono automaticamente sulle mie cosce.
'Prova ad ignorarmi così.' dissi con la faccia ad una distanza quasi impercettibile dalla sua.
'Mi stai provocando Rox..' rispose, sfiorando il suo naso con il mio.
'Non capisco perchè tu abbia tutta questa fretta, Harry.' dico
Con uno scatto veloce mi gira, trovandomi così sotto di lui.
'Non mi piace andare lento.' disse facendomi l'occhiolino e poi liberandomi da quella presa.
Sesso.
Quella era l'unica cosa a cui stava pensando Harry in quel momento.
'Dove vai?' chiesi tirandomi su.
'A preparare il pranzo honey' rispose dal corriodio.
Ok, decisamente honey era un modo per farmi sciogliere.


***
 

Iniziai a scendere le scale solo dopo che un odore di prelibatezze arrivò fino alla camera di Harry.
Quando mi presentai sulla porta della cucina trovai Harry con grembiule bianco intento a mettere nei piatti della pasta.
'Sei delizioso in versione chef.' dissi sedendomi ad uno dei sgabelli difronte al bancone.
'Io sono delizioso sempre.' rispose facendo una mossa provocante.
'Si concordo..' dissi quasi bisbigliando, ma sono certa che Harry abbia sentito, visto che le sue guancie si colorarono di un  rosa tenue.
'Dai mangia.' mi disse mettendomi davanti il piatto.
Altri carboidrati. 
Harry sta progettando di farmi uccidere da Felix, sono sicura.
'Un attimo.' dissi prima che la sua forchetta arrotolasse gli spaghetti.
Presi il suo piatto e vi versai la maggior parte della mia porzione.
'Diventerai pelle e ossa se non mangi.' disse esaminando di nuovo il mio pasto.
'Se mangio troppo poi dimmi come fa il mio compagno a sollevarmi nei balletti.'
'Cosa? Qualcun'altro ti.. tocca?' 
'Si Harry, ma tranquillo, il 99% dei ballerini fa parte dell'altra sponda.' risposi assaporando un boccone.
'E Felix fa parte di quel 1%.' disse quasi sconfortato.
'E quindi?'
'Niente..' rispose, mangiando voracemente.
'Hai paura di Felix?' chiesi stringendo la sua mano.
Le sue iridi verdi improvvisamente mi fissarono con uno sgurado accigliato.
I suoi respiri si fecero più pesanti e la sua stretta si fece più forte.
'Mai.' rispose.
'..geloso.' dissi, finendo la mia misera porzione.
'Cosa? Io. Geloso di Felix?' il suo sguardo si fece ancora più duro difronte alla mia eresia.
'Si, tu. Proprio tu, Styles.' confermai alzandomi per lavare il mio piatto.
'Rimagiatelo.' disse Harry che si era spostato dietro di me, bloccandomi davanti al lavandino.
'E se non lo faccio?' dissi girandomi verso di lui.
'Ti conviene scappare, allora.' rispose con un ghigno.
Velocimente scivolai dalla sua presa e iniziai a correre per le scale.
Sentivo il respiro di Harry sul mio collo ma sono sempre stata veloce e questo mi ha permesso di rifuggiarmi nella sua stanza.
'Ma guarda, sei in trappola.' disse, chiudendo la porta.
'Posso buttarmi dalla finestra.' risposi sfidandolo.
'Te lo impedisco.' disse abbracciandomi e iniziando a lasciare morbidi baci nell'incavo del mio collo.
'Oh Haz, come sei possessivo.' dissi spingendolo verso il letto.
'Lo sono sempre stato, anche da bambino. Quando una cosa mi piaceva era mia e di nessun'altro.'
'Pensa quanto stessi simpatico agli altri bambini allora.' dissi, ritrovandomi di nuovo sopra di lui, intenta a baciare e a mordicchiare il suo collo.
'Almeno nessuno ha mai toccato la mia ragazza, anche all'asilo.' disse baciandomi sulle labbra.
'Peccato che non stessimo all'asilo insieme.' conclusi, abbandonandomi accanto a lui.
La sua mano si strinse alla mia, come se avesse paura che ricominciassi a correre.
'Harry?'
'Si?'
'Devo andare da Jane.' dissi accarezzandogli la guancia.
'Uh uh' annuì.
'Devi portarmi a riprendere la macchina.' dissi, lasciandogli un bacio dove fino a poco prima lo stavo accarezzando.
'Oh ok, a patto che ti porti io da Jane.'

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***








'Ok, è qui.' dissi indicando una casetta con un cancello nero.
'Ok, aspetta che parcheggio.' rispose Harry.
'Non devi per forza entrare, la mia era solo una proposta.' dissi accarezzandogli la mano sul volante.
'Tranquilla, voglio rivedere Jane' disse sorridendo e rimettendo le chiavi in tasca.
Jane ovviamente non sa di questa visita, non volevo stressarla ulteriormente però.. quando ha visto Harry non nascondo che è diventata rossa e mi tirava delle frecciatine continue.

'Sei matta! Tu sei proprio matta! Hanno inventato il cellulare lo sapevi?' mi stava sgridando in cucina mentre avevamo lasciato solo Harry nel soggiorno.
'Ma che ti importa? Non è Felix, è Harry.'
'Cosa centra? Lo sai che sono stressata, gli ospiti in questo momento non mi servono.'
'Sei tu che mi hai messo in questa situazione, mi dovevo vendicare.' dissi incrociando le braccia.
Jane non rispose e se ne tornò in soggiorno con tre lattine di coca cola tra le mani, ma sono sicura che nella sua mente stesse urlando tutti i peggiori insulti che conosceva.
'Allora, Harry, come ti trovi di nuovo a Londra?' chiese Jane, passando la lattina a Harry.
'Bene, cioè è come l'ho lasciata quattro anni fa quindi, bene.'
'Ma dov'è che eri andato?' 
'A Sheerness, con la mia famiglia' (NB. Sheerness è una cittadina della contea del Kent, in Inghilterra.)
'Sheerness? Com'è?'
'Diversa.'
Immaginatevi tutto questo scambio di informazioni tra Jane e Harry ed io, seduta su una poltrona che mi gusto il loro botta e risposta come fosse una partita di tennis.
'Che lavoro fai?' chiese ancora Jane. E' peggio di un polizziotto, santo Dio.
'Ehm.. lavoro in un magazzino, da Harrods. Devo portare pacchi, catalogarli e ecc.' rispose con un po' di vergogna.
'Perchè fai così?' chiesi, intromettendomi per la prima volta nella loro conversazione.
'Perchè non è esattamente uno dei lavori più belli. Sollevo pacchi, sistemo casse e basta. Niente di speciale.'
'Almeno ti ha fatto uscire dei bicipiti da paura.' disse Jane bevendo l'ultimo sorso della sua coca cola.
'Ehm, si credo di si.' rispose con le fosette sulle guancie. Posò poi il suo sguardo su di me, ma non disse nulla ed io mi limitai a stare zitta come lui, ma non passò molto tempo prima che la coca cola facesse effetto, così fui costretta ad alzarmi per andare al bagno.
Sinceramente lasciare Harry e Jane da soli non mi piaceva, non per chissà quale motivo, ma semplicemente sapevo che Jane non sarebbe stata zitta.

In fretta tornai in soggiorno e sembrava che nulla fosse cambiato, tranne che Harry stava soffocando una risata.
Agrottai lo sguardo mentre riprendevo il mio posto, cercando di capire se ridesse di me o di qualcosa che aveva detto Jane.
'Vabbè, dolcezze se dovete andare.. andate.' disse Jane, interrompendo le mie riflessioni.
'No.' risposi in fretta.
'No?' chiese dubbioso Harry, fissandomi di nuovo.
'Cioè si, ma.. non dobbiamo vedere i cataloghi per i vestiti da sposa? Mi hai fatta venire qui apposta!'
'No, tua madre ha detto che vuole essere presente. Li guardiamo Lunedì prossimo, da Barkley.'
Barkley è una delle catene di abiti da sposa più belle, e anche una delle più costose.
'Ah..' questo significava che ero libera per il pomeriggio.
'Bè allora.. ciao' disse Harry alzandosi e tirandomi per la mano.
'Ciao, divertitevi.' rispose Jane facendomi l'occhiolino.
Ecco. 
Ancora una volta sono vittima dei piani contorti di Jane.

***


'Dove stiamo andando?' chiesi correndo per tenere il passo di Harry.
'Prima di tutto andiamo a ripredere la tua macchina. Poi..'
'Poi?'
'Non lo so, stiamo insieme.'
Tutto questo 'stare insieme' sta diventando strano. Di cosa dobbiamo parlare? Gli ho chiesto praticamente tutto quello che mi passava per la mente. Forse era il suo turno? 
Risalii in macchina cercando di pensare alle sue possibili e future domande, ma ogni volta mi ritrovavo a non sapere la risposta.
Lui ogni tanto mi guardava, e soffocava una risata.
'Il fatto che ti faccio ridere senza motivo sta diventando stancante.' dissi sospirando.
'Ehy honey cosa c'è?'
'C'è che voglio sapere cosa ti ha detto Jane!'
'Jane? Nulla.'
'Non mentire, per favore.'
'Sei così..'
'Si sono strana lo so! Me l'hai fatto capire, non serve che lo ripeti!' dissi alzando più di quanto avessi voluto la voce.
'Stavo per dire bella, dovresti farmi finire le frasi, primrose' rispose, accenando al fiore viola che avevo ancora tra le ciocche dei capelli.
'Ok, scusa. Ma dimmi cosa ti ha detto.' dissi, togliendo il fiore e pogiandolo sul cruscotto della macchina.
'Mi ha detto che è stata lei ha combinare il nostro primo appuntamento.' rispose parcheggiando.
Eravamo arrivati alla palestra e non me ne ero nemmeno accorta.
'Ah.. ti dispiace?' chiesi, rimpiangendo di aver alzato la voce.
'Certo che no, anzi, tutt'altro.' disse baciandomi sulle labbra.
Non gli lasciai il tempo di provare ad insediare la sua lingua nella mia bocca e velocemente lo spinsi via.
E rise. 
Ancora.
Ma cosa sono? Una ragazzina per lui? Cazzo, non può andare avanti così.
Velocemente mi tirai su e mi misi seduta sulle sue gambe con il busto appoggiato al suo, tanto che i nostri nasi si sfioravano.
'Ridi ancora?' chiesi.
'Perchè altrimenti?'
'Mi stai sfidando? Non sono una bambina.' risposi allontanandomi ma tenendo le mie braccia intrecciate dietro la sua nuca.
'No certo, sei solo un po'.. innocente.' disse con un sorriso beffardo.
Innocente? 
Cristo, ho vent'anni, non possono pensare che sono innocente. 
Mi spinsi su di lui, baciandolo freneticamente e lasciando spazio alla sua lingua per farla intrecciare alla mia. 
Le sue mani strinsero forte il mio bacino e le mie si spostarono sul suo petto, non lasciando mai che le nostre labbra si staccassero.
Fu poi Harry a spingermi via da lui.
'C-cosa c'è che non va? H-ho sbagliato qualcosa?' chiesi, pensando che il problema fossi io.
'No honey, ma non posso stare in apnea per molto.' rispose accarezzandomi la guancia.
In effetti non mi ero accorta che avevo bisogno anche io di aria, ma certe volte capita che la persona che è con te diventi l'ossigeno che ti tiene in vita.

***


'Questa sei tu?' chiese Harry mostrandomi una delle foto che tengo sul tavolino di cristallo in soggiorno.
Dopo il nostro momento di fuoco avevo ripreso la mia macchina ed siamo venuti a casa mia. La vicina ci ha salutato con un bel 'Oh Roxanne, finalmente un ragazzo! Pensavo fossi lesbica'
Dannata gattara. Ovviamente Harry è arrossito ed io più di lui.

'Si sono io, a quattro anni.' risposi guardando la foto.
'E questa è tua madre?' chiese indicando la donna accanto a me.
'Si.' risposi con un po di freddezza.
Sicuramente, di lì a poco, Harry mi avrebbe fatto la domanda che ho sempre evitato, anche a scuola.
'E.. tuo padre?'
Appunto.
'Non lo conosco.' risposi.
'Oh.. em, mi dispiace.' disse ripogiando la foto dove era prima.
'A me no. Se ne è andato quando ha saputo che mia madre era incinta. Non sento la sua mancanza.' dissi sedendomi sul divano con le braccia incrociate davanti al petto.
'Posso chiederti un'altra cosa?' disse Harry sedendosi accanto a me.
'Chiedi e basta.'
'Ti va di..' e si bloccò
'Di?'
Silenzio. Non può fermarsi, così. E' come far vedere una caramella ad un bambino e poi negargliela.
'Oddio parla!' dissi alzandomi per andare in camera mia.
'Sei tu.' disse velocemente.
'Sono io cosa?'
'Tutto quello che chiedo, sei tu. Non voglio svegliarmi la mattina con la preoccupazione di non averti più con me. Non voglio stare a pensare constantemente che da un giorno all'altro tu possa chiamarmi e dirmi che non vuoi vedermi, parlarmi. Tutto quello che chiedo è che tu non abbia bisogno di nient'altro che sia più di ciò che posso darti io. E non voglio che nulla si metta in mezzo a quello che stiamo passando. Perchè tu sei sempre nella mia testa, ma sto perdendo me stesso solo per trovare un posto nella tua testa.'
Improvvisamente vidi Harry sotto un'altra luce.
Tutto quello che mi ha detto stamattina, che è solo un uomo che ha cercato molte volte l'amore, è vero.
Vederlo così, quasi vulnerabile, ha innescato qualcosa in me. Mi stava chiedendo di non deluderlo come le altre e di dire subito se voglio andare avanti.
'Io.. sono tua.' dissi in un sussurro.
A quella risposta gli occhi di Harry scattarono su di me e si avvicinò come se volesse capire se è un sogno, oppure sono veramente io quella che ha parlato.
'Veramente?'
'Si, sono tua.' confermai.
La testa di Harry si appoggiò nell'incavo del mio collo mentre mi stringeva forte a sè ed è uno dei più bei momenti, perchè ho la sensazione che quando il suo corpo mi mantiene al sicuro, il mondo si fermi e stia a guardare per un po'.
'Grazie.' disse poi Harry, rompendo il nostro silenzio.
Ed è qui che mi sono accorta che Jane mi ha fatto uno dei più bei regali che potesse mai farmi.
Mi ha regalato una persona per cui vale la pena avere il proprio battito cardiaco accelerato.





harry you beautiful angel..



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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***






Nuovo giorno, nuova vita.
Una vita.. felice.
Si, posso dire di essere felice con Harry, fin'ora basiamo il nostro rapporto sulla fiducia reciproca, anche se certe volte mi riesce difficile.
Quando camminiamo per strada le ragazze si voltano per guardarlo come se fosse nudo, poi guardano me cercando di capire il motivo per cui uno come Harry abbia scelto una come me.
Non sono una top model, non ho nulla di speciale, eppure Harry ha scelto me.

'Se non sei troppo occupata con i tuoi pensieri ti sarei grato se completassi la sequenza.' dice Felix con il suo solito comportamento scossante.
'Si ecco..' dissi preparandomi.
'Oh..' disse stupito.
'Oh cosa?'
'Non hai detto scusa..'
'Mi hai detto di non dirlo' risposi sulla difensiva.
'Già, ma non pensavo che facessi quello che dico.' disse accarezzandomi la guancia destra.
Aveva sfoderato uno dei suoi sorrisi che di solito fanno sciogliere le ragazze, ma io rimasi impassibile.
'Qualcosa non va?' chiese notando la mia indifferenza.
'Io..' stavo per dire ma mi bloccai. Cosa dovevo rispondere? 
'Niente.' dissi poi.
Finii la sequenza evitando di continuare la conversazione con Felix, ma ad un tratto mi ritrovai schiacciata contro il muro. Il peso di Felix era troppo per il mio esile torace.
'Felix..' dissi in un sussurro. Era come se non avessi forza per muore anche un solo dito.
Lui non ci fece caso e continuò a baciarmi lungo il collo, per poi seguire la scollatura del body.
'Felix!' urlai. Mi ero riesvegliata da quello stato di incoscienza.
'Cosa c'è? Vuoi che andiamo a casa mia?' chiese passando le sue dita dietro alla mia schiena.
'No. No io..'
'Tu?'
'Sto.. con Harry.' dissi.
'In che senso?'
'Nel senso che esco con Harry e.. insomma c'è qualcosa tra di noi.' dissi, non certa di poter definire il nostro rapporto come qualcosa di davvero serio.
La mia era un'affermazione innocente, ma d'un tratto vidi nei suoi occhi la rabbia che le mie parole gli avevano suscitato. La sua stretta dietro alla mia schiena si fece più forte, le sue unghie iniziarono a premere nella mia carne e il suo peso su di me aumentava sempre più.
'Felix, mi stai facendo male.' dissi spingendo sulle sue braccia per fargli allentare la presa sulla mia pelle.
'Lo so bellezza, consideralo un marchio.' disse staccandosi. 
Velocemente mi girai per guardare il mio riflesso sullo specchio: strisce rosse di sangue si intrecciavano sulla mia schiena.
'Mi hai rovinata!' gli urlai.
Un danno di quella portata avrebbe lasciato sicuramente qualche cicatrice, e per il Gran Saggio devi essere l'immagine della perfezione.
'Oh no tesoro, quelle guariranno sul tuo corpo, ma ti lasceranno un ricordo nella testa. Il mio.' rispose facendomi l'occhiolino.
'Tu sei matto!' dissi dandogli una spinta sui pettorali.
Di colpo la sua mano si avvolse entrambi i miei polsi costringendomi ad inginocchiarmi difronte a lui.
'Tu dici? Bè mettiamola così: se non vuoi vedermi diventare una bestia, ti conviene chiudere la tua fottuta bocca e tornare domani per il tuo allenamento giornaliero. Chiaro?' disse per poi lasciarmi i polsi.
Quel movimento fu più forte degli altri, così persi l'equilibrio e mi ritrovai completamente a terra. Rimasi in quella posizione, cercando di trovare un po' di sollievo per la schiena grazie al parque fresco.
Felix se ne era andato.
Mi guardai di nuovo nello specchio, notando anche le nuove macchie viola sui miei polsi. Felix aveva lasciato su di me più di un semplice marchio.
Aveva lasciato in me la paura.

***


Camminai quasi a scatti, tremavo ad ogni minima contrazione dei miei muscoli. Sentivo leggere gocce di sangue scendere dai solchi sulla mia schiena. I miei piedi si toccavano fra loro mentre salivo le scale di legno scuro di casa mia.
Come al solito lasciai cadere la giacca e la borsa nel corridoio per dirigermi subito nel bagno.
Nello specchio vidi il mio riflesso: il volto pallido, scandito da brividi e dalle lacrime che avevo versato mentre guidavo.
Iniziai a spogliarmi, togliendo cautamente il body.
Sulla parte posteriore era difficile non notare le righe simmetriche di un rosso vivo.
Tolsi poi le forcine dai miei capelli, lasciandoli ricadere sulle mie ferite. Sentivo la pelle bruciare ad ogni movimento della schiena. Anche il più impercettibile mi causava dolore.
Entrai nella doccia, lasciando che il getto d'acqua calda ripulisse il sangue sulla mia schiena.
L'acqua ai miei piedi si tinse di un leggero rosa.
Non so bene quando ho iniziato a piangere, ma ad un certo punto non riuscivo più a distinguere le mie lacrime dalle gocce d'acqua calda.
I segni sui polsi si erano fatti più vividi, quasi impossibili da non notare, ma presi comunque la mia amata spugna blu, strofinando come al solito la mia pelle per mandare via anche i ricordi.
Quando uscii dalla doccia mi misi di nuovo davanti allo specchio per guardare la mia schiena.
Il sangue si era fermato, ma la pelle era ancora arrossata.

'Rox!' 
Il tempismo di mia cugina è qualcosa di fantastico.
'J-jane..' risposi per farle capire dove fossi.
Sentii il suono dei suoi passi sul pavimento, mentre saliva le scale e infine, davanti alla porta del bagno.
'Devi aiutarmi a scegliere le bomboniere.' disse aprendo la porta, ma la vista della mia schiena riflessa sullo specchio le fece dimenticare qualsiasi tipo di pizzo, ricamo e fiore da applicare sulle sue bomboniere.
'Che hai fatto?' chiese avvicinandosi per guardare meglio i segni sulla mia pelle.
'Niente.' dissi avvolgendo il mio corpo nell'asciugamano.
'Niente? Rox, Cristo Santo, ti hanno violentata?' chiese.
Il suo labbro superiore tremava leggermente, segno che era davvero preoccupata.
'E'.. non è niente.' dissi cercando di aggirare il suo corpo per uscire dal bagno.
'Non dirmi che è stato.. Harry?' chiese. Ora anche la sua voce aveva iniziato a tremare.
'No! E non devi dirgli nulla!' dissi.
'Aspetta! Allora è stato.. è stato Felix!' disse.
Il mio sguardo probabilmente le aveva fatto capire la verità. Cercai a forza di non piangere ancora, ma quando Jane mi abbracciò scoppiai in un pianto isterico sia per il dolore delle ferite, sia per il pensiero di ciò che aveva detto Felix.
'Denuncialo.' disse lei.
'No.. no io farò finta di niente.' risposi, dirigendomi finalmente in camera mia.
'Almeno dillo a Harry!' disse seguendomi.
'No chiaro? Se lo dico a Harry probabilmente Felix farebbe del male anche a lui!' 
'Dillo a tua madre allora..' disse, cercando in tutti i modi di trovare una soluzione.
'A che scopo? Per farla preoccupare?' 
'Potrebbe licenziare Felix.' disse.
'Si, e questo farebbe arrabbiare ancora di più Felix.'
'Ma cosa gli hai fatto?'
'Niente, ci ha provato ma non intendeva farmi male. Però..'
La mia schiena fu scossa da dei brividi mentre ricordavo la rabbia impressa negli occhi di Felix.
'Però?'
'Lui.. si è arrabbiato quando ho detto che sto con Harry..'
In quel momento, il telefono prese a squillare.
Corsi verso la mia borsa che avevo lasciato nel corridoio e tirai fuori il cellulare.
'Pronto?'
'Ehy honey! Non dovevo passare a prenderti io in palestra?' chiese Harry.
Mi era completamente passato di mente.
'Oh si hai ragione, ma abbiamo finito prima..' dissi
'Ok, sei sola?'
'No c'è Jane.'
'Bene.' 
'Perchè?'
'Perchè.. ho ricevuto un messaggio e pensavo fossi nei guai.' disse.
Io non gli avevo mandato nessun messaggio e nemmeno Jane l'aveva fatto.
'U-un messaggio di chi?'
Passò qualche secondo prima che Harry parlasse di nuovo.
Ora la sua voce era più roca, più dura.
'Felix.'


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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***







Il mio battito cardiaco divenne più veloce.
Felix.
Un nome, un fottuto nome era abbastanza per farmi entrare in un incubo.
'Cosa ti ha detto esattamente?' chiesi cercando di sembrare calma, come al solito.
'Che si è rotto uno specchio e ti sei fatta male ma non sei voluta andare al prontosoccorso.'
Figlio di puttana.
'Ah.. si bè, sto bene.' dissi, seguendo la bugia di Felix.
'Posso venire da te?' chiese.
Merda. Non posso mentirgli in faccia, non posso fargli questo.
'Rox?'
'Eh, si si, ti aspetto qui.' risposi e attaccai.
Avevo meno di venti minuti per autoconvincermi che la bugia di Felix fosse la verità, dovevo sembrare il più calma possibile, ma solo la vista di quegli occhi verdi capaci di scrutarti l'anima mi faceva pensare sempre di più che avrei dovuto dire solo la verità.
Cominciai a piangere di nuovo. Lo stress della situazione mi stava facendo male molto di più di quanto non stessero già facendo le ferite sulla schiena.
Ancora cinque minuti.
'Rox io vado e.. cerca di fare la cosa giusta tesoro.' disse Jane baciandomi sulla fronte.
'Proverò..' dissi prima che lasciasse la mia stanza.
Una volta che fui sola tirai fuori dall'armadio la biancheria, un paio di pantaloni di una tuta e un maglione largo grigio. Infilai tutta di fretta e iniziai a spazzolare i capelli ancora bagnati cercando di rilassarmi sempre più ad ogni colpo di spazzola.
'Rox!'
Quell'urlo fu così inaspettato che la spazzola mi cascò dalle mani.
'Si Harry, sono di sopra.' dissi uscendo dal bagno.
Rimasi a guardarmi i piedi nel corridoio. Se avessi potuto fermare il tempo in quell'istante l'avrei fatto.
'Ehi.' disse Harry spostandomi la testa per farmi guardare in alto.
'Ciao.'
'Tutto ok?'
'Oh, si.. si' dissi giocherellando con le dita.
'Non credo..' disse lui prendendomi una mano per farmi avvicinare a lui.
Improvvisamente mi ricordai dei segni sui polsi, così abbassai le maniche del maglione fino a coprire quasi tutta la mano.
'Dove ti sei fatta male?' chiese dolcemente.
'..sulla schiena, ma è tutto ok.' dissi cercando di cambiare discorso.
'Posso vedere?' chiese prendendo la fine del maglione.
Panico.
Era evidente che le mie ferite non erano state fatte da un vetro, ma che cosa potevo inventarmi?
'ehm, oh... si' dissi portandolo in camera da letto.
Lui mi seguì senza fare storie e chiuse accuratamente la porta dietro di noi.
Mi misi proprio davanti a lui, distante qualche passo, e poi mi sfilai il maglione da sopra la testa, rimanendo così in reggiseno. Lentamente poi mi voltai, lasciando che il suo sguardo si posasse sulla mia schiena marcata.
Potevo sentirlo, potevo sentire sulla mia pelle ogni movimento delle sue iridi verdi studiare i segni della mia schiena.
'Harry?' chiesi ancora di spalle.
Delicatamente una sua mano mi spostò i capelli bagnati su una spalla, scivolò lungo il mio braccio e mi tirò vicino a sè.
Si era seduto sul bordo del letto e mi fece sedere proprio sopra le sue ginocchia, in modo che la mia schiena stesse all'altezza del suo viso, così iniziò a percorrere i segni doloranti con le labbra e a lasciare morbidi baci su di essi.
Ogni bacio lasciava un po' di calore sulla mia pelle, mentre la sua stretta sul mio bacino riusciva a confortarmi.
'Sai che non ti credo, vero?' disse poi Harry.
Non risposi, congelata da quell'ultima domanda.
Ad un tratto la sua stretta mi sembrò tutt'altro che confortante, anzi era più un modo per non farmi scappare.
'Harry lasciami.' dissi con forza.
'Dimmi la verità.' 
'Ok, ma lasciami.' dissi.
La sua stretta si fece più lenta così mi alzai e mi infilai di nuovo il maglione, ma prima che riuscissi a coprire i polsi Harry mi bloccò.
'E questi?' chiese, tutt'altro che calmo.
'Io..'
'Chi è stato?'
Non riuscivo a collegare il cervello, dalla bocca mi uscivano solo suoi senza senso. Un nome, Felix.
'F..'
'Felix.' disse quasi come una conferma che come una domanda.
'Ehm si, ma ti prego, fai finta di niente.'
'Come posso fare finta di niente Rox? Come posso stare a guardare mentre tu sanguini?'
'Ti sto solo chiedendo..'
'Mi stai chiedendo di lasciare impunito Felix, quando invece dovrebbe essere rinchiuso.'
'Non era tuo amico?'
'Ho sempre odiato il suo comportamento con le ragazze a prescindere dal fatto che è mio amico. Ti ricordi come trattava Jane?'
'Si ma è diverso! Lui..'
'Lui cosa Rox? Non capisco come tu possa giustificarlo!'
Immaginatevi due persone che urlano. Noi avremmo potuto farci sentire fino alla luna.
'Non lo sto giustificando! All'inizio ci stava solo provando ma quando gli ho detto che, bè insomma, io ho un qualcosa con te il suo sguardo si è fatto più duro ed ha iniziato a graffiarmi.'
Harry fece una pausa, come se volesse capire fino in fondo il senso delle mie parole.
'Harry, ti prego, anzi ti scongiuro, non fare niente. Lascia correre e vedrai che passerà..' dissi armeggiando con i capelli.
Harry uscì dalla stanza per poi ritornare con un asciugamano. Si posizionò dietrò di me e iniziò a strofinare delicatamente i miei capelli per asciugarli.
'Rox io.. credo che il nostro qualcosa sia importante, ed è proprio per questo che cercherò di fare finta che la bugia di Felix fosse anche solo minimamente convincente, ma ti giuro che se trovo anche solo un piccolo livido sul tuo corpo nessuna delle tue dolci parole potrà calmarmi.'
'Allora dovrai guardare a fondo ogni centimetro della mia pelle.' dissi voltandomi.
'Oh potrei fare uno sforzo per te.' disse maliziosamente.
Avvolsi le mie braccia intorno al suo collo per lasciargli un bacio sulle labbra, lasciando che tutta la freddezza che si era creata fra di noi durante quella conversazione, sparisse.
'Inizo subito se vuoi.' disse spingendo la sua fronte contro la mia.
'No Styles, ora voglio solo dormire' dissi notando l'ora sull'orologio. 22:13
'Ok honey.. peccato.' rispose stringendo con una mano il mio sedere.
Stava per uscire dalla stanza quando lo bloccai stringendogli una spalla.
'Harry.. non lasciarmi sola.'
Si girò e accarezzò i miei capelli, ormai asciutti.
Fin'ora Harry aveva provato più volte a convincermi a passare la notte con lui ma avevo sempre rifiutato per non rovinare il nostro rapporto, ora invece volevo passare più tempo possibile tra le sue braccia, convinta che quello è l'unico posto dove posso essere sempre al sicuro.
Sorrise, capendo quanto fosse importante per me restare con lui quella sera.
'Ok, ma vieni tu a casa mia.' disse.
'Ok ehm..'
'Non è un obbligo, lo sai vero?'
'Si si, è solo che non voglio restare sola questa notte.'
'Hai paura?'
Domanda da un milione di sterline.
'Si.' confessai.
A quell'affermazione Harry mi strinse in un abbraccio. Respirai a pieni polmoni il suo profumo, cercando di non badare al dolore delle ferite.
'Rox ci sono io qui, non devi più avere paura.' disse
'Il problema è che c'è anche lui.' 
'Basta ora, andiamo.'

***

'Se vuoi tu puoi dormire sopra, io dormo sul divano' disse Harry mentre attraversavamo il suo ingresso.
'No no dormo io sul divano.' dissi.
'No, non discute.' disse stringendomi forte sotto un suo braccio.
Quel movimento anche se innocente aveva fatto scorrere un brivido lungo tutta la mia spina dorsale.
'Scusa.' disse subito Harry accorgendosi della mia tensione.
'No non è niente.' risposi
'No non è vero. Aspetta vado a prendere il kit dell'emergenze.' disse lasciandomi nel soggiorno.
Tornò poco dopo con una scatola di plastica arancione tra le mani.
'Harry davvero non ce n'è bisogno.' dissi.
'Shh, vieni qui e sdraiati sulla pancia.' disse indicandomi il divano.
Senza fare ulteriori obiezioni mi sdraiai come aveva detto. Mi tirò su il maglione e iniziò a passare un batuffolo imbevuto di disinfettante sulle ferite.
'Penso che queste ferite facciano più male a me che a te.' disse Harry.
'Perchè?'
'Perchè per te è dolore fisico, a me invece fa male il cuore.' disse applicando una garza sulla schiena.
'Puoi rialzarti.' 
Mi tirai di nuovo su coprendo la schiena.
'Harry non voglio che tu stia male, ed è anche per questo che non voglio che tu dica qualcosa a Felix.'
'Pensi che potrebbe fare del male anche a me?'
Mi gettai tra le sue braccia cercando di mandare via l'immagine di Harry che sanguina a terra.
'Harry se ti dovesse accadere qualcosa per colpa mia io non lo sopporterei!'
'Wow.'
'Cosa?'
'Hai detto una delle cose più belle che potessi mai dirmi, anche se sostieni che quello che c'è tra di noi è solo qualcosa'
'Lo so e mi dispiace, ma non voglio affrettare le cose. Scusa davvero.'
'Ehy ehy, non te ne faccio una colpa. Non mi importa.' disse mettendmi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Strinsi ancora più forte le braccia intorno al suo torace.
'Grazie.' dissi.
'Grazie a te. Ora sali su, io vado a prendere delle coperte.' disse.
'No.'
Si girò colpito.
'Harry, vuoi dormire con me?'






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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***







Forse ero stata troppo precipitosa con quella domanda, Harry era rimasto senza parole. Continuava ad aprire la bocca per iniziare una frase ma poi la richiudeva. Sembrava un pesce. 
'Ehm..' questo era tutto quello che aveva da dire.
'Harry, fa niente.'
'No no, non fraintendermi, è solo che..'
'Che?'
'..Non me lo stai chiedendo solo per accontentarmi, vero?'
In verità non so se lo stessi facendo più per me che per lui, ma forse l'unico vero motivo era che non volevo rimanere sola.
'No Harry, ti voglio con me, stanotte.' risposi con un leggero sorriso.
Cautamente si avvicinò e accarezzò dolcemente il mio viso.
'Riesco a leggere la paura nei tuoi occhi. I tuoi bellissimi occhi.' disse sorridendo.
'Non trattarmi come una bambina, ti prego. Ho paura.' dissi fermando la sua mano.
'Pensi che Felix verrà qui, stanotte?'
'Certo che no, ma ho paura di restare sola con i miei pensieri per tutta la notte..' confessai.
'Non posso salvarti da te stessa.'
'Puoi provarci, non credi?' dissi alzandomi in punta di piedi per baciarlo sulle labbra.
'Oh.. potrei distrarti.' disse tra un bacio e l'altro.
'Ottima idea.' dissi.
A quel punto il mio corpo fu sollevato da terra e le mie gambe si intrecciarono dietro il bacino di Harry.
'Sei così.. leggera.' disse mentre mi portava al piano superiore.
'Grazie.'
'Non era un complimento. Sul serio, sei pelle e ossa.'
'Harry, sul serio vuoi parlare della mia dieta mentre sono avvinghiata a te?' chiesi sarcastica.
'Mi preoccupo solamente.' affermò.
'Puoi preoccuparti domani?' chiesi pogiando di nuovo i piedi sul pavimento.
'Certo honey'. disse chiudendo la porta della sua camera da letto.
Restammo un attimo in silenzio, guardandoci uno difronte all'altro, poi d'un tratto notai il mio abbigliamento. Quel maglione non era il massimo della comodità.
'Harry.. puoi prestarmi una maglia?' chiesi rompendo il silenzio fra di noi.
'Oh certo.' rispose, sparendo poi dietro un'altra porta.
Riemerse poi da quello che, suppongo, fosse il suo guardaroba, con una maglia bianca tra le mani.
Anche lui si era cambiato, ora portava una canottiera nera e un paio di pantaloncini da basket dei Los Angeles Lakers.
'Ecco.' disse porgendomi la maglia.
'Grazie.' dissi prendendola.
Mi sfilai velocemente il maglione buttandolo poi a terra e al suo posto infilai la maglietta di Harry. Sfilai poi anche le vans dai miei piedi, sentendo la freschezza del pavimento attraverso i calzini.
Quando guardai la mia immagine riflessa sui vetri della finestra notai che quella maglia era pressapoco trasparente.
'Harry?'
'Si?' chiese con l'aria colpevole.
'L'hai fatto apposta, vero?' chiesi indicando il mio busto.
'No..' rispose soffocando una risata.
'Stupido.' dissi tirando le coperte del letto.
'Ho solo pensato che il.. bianco ti dona molto.' disse infilandosi insieme a me tra le lenzuola.
'Certo Haz...' dissi mentre cercavo una posizione che non risultasse scomoda per le ferite.
'Ti fa male molto?' chiese, notando il mio disagio.
'Un po'.. non riesco a trovare una posizione comoda!' dissi con in nervi a fior di pelle.
'Ti aiuto.' disse tirandomi il braccio per farmi appoggiare sul suo petto.
Praticamente Harry si era trasformato nel mio cuscino, ma la cosa non mi dispiaceva, potevo sentire il battito costante del suo cuore e il suo profumo.
'Sei comodo, Harry.' dissi chiudendo gli occhi.
'Oh grazie, non me l'hanno mai detto.' rispose accarezzandomi i capelli.
Non so dopo quanto notai che il movimento della sua mano non si fermava, così dedussi che ancora non stesse dormendo.
'Non dormi Harry?' chiesi alzando la testa per guardarlo in faccia.
'No, non riesco a dormire se non prendo una tazza di tè, ma non mi va di scendere in cucina e lasciarti qui.' disse sorridendo delicatamente.
'Scendo io.' dissi alzandomi.
'Rox, lascia perdere.' mi urlò, ma ero già uscita dalla stanza.
Con fretta arrivai in cucina e cominciai ad aprire cassetti e sportelli per trovare il tè.
Alla fine lo trovai dietro dieci barattoli di marmellata all'arancia.
Wow, gli piace la marmellata dissi tra me e me mentre spostavo tutti quei barattoli di vetro.
Accesi poi il bollitore e mi misi seduta sul bancone di legno, aspettando che la lucina rossa diventasse gialla, ma visto che tra i tanti cassetti che avevo aperto avevo trovato anche dei biscotti, iniziai a spalmare sopra alcuni di questi della marmellata, giusto per non stare senza far niente.
Quando la lucina diventò gialla riempii una tazza verde con il tè e la misi sopra un vassoio su cui avevo appoggiato anche il piatto con i biscotti.
Non so per quale grazia divina non rovesciai tutto mentre salivo le scale, ma quando entrai nella stanza di Harry lo trovai seduto alla finel del  letto.
Appena chiusi la porta con il piede la sua testa scattò verso di me.
'Pensavo che..'
'Che fossi scappata dalla finestra?' chiesi posando il vassoio sulla scrivania di Harry.
'In un certo senso si..' disse avvicinandosi a me e posando le sue mani sui miei fianchi.
'Ecco a te.' dissi porgendogli la tazza fumante.
'Non dovevi, Rox.' 
'Shh, volevo fare anche solo una minima cosa per renderti felice.' dissi porgendogli anche uno dei biscotti.
'Hai trovato la marmellata eh?' chiese mordendo il biscotto.
'Si. Harry davvero, cosa ci fai con tutta quella marmellata?' chiesi assaggiado anch'io un biscotto.
'La mangio quando sono giù di corda e mi ricorda l'infanzia, tutto qui.' rispose tornando verso il letto.
'Però è buona.' dissi seguendo i suoi movimenti.
'Lo so.' rispose ridendo.
Tornammo nella posizione di prima, ma questa volta Harry sorseggiava anche il tè che gli avevo preparato, e proprio mentre alzava il braccio per portare alla bocca la tazza verde, notai una stellina.
'Harry hai un tatuaggio?' chiesi spingendo le mani sul suo petto per alzarmi.
'Ehm, si, l'ho fatto poco prima di partire, quattro anni fa.' disse posando la tazza vuota sul comodino.
'E' bello.' dissi toccandogli il braccio.
Al mio tocco Harry contrasse il muscolo. Risi, tastandogli il braccio.
'Dai Rox, ora dormiamo.' disse tirando sopra la mia schiena le coperte.


***


Aprii gli occhi, disturbata dalla leggera luce che entrava dalle finestre e che faceva intravedere la polvere nell'aria.
Delicatamente mi tirai sui per guardare il volto di Harry.
Era bellissimo in quello stato di incoscienza, con i sui ricci disordinati e le labbra leggermente socchiuse.
Notai che le braccia di Harry durante la notte si erano strette intorno al mio bacino, come per tenere sotto controllo ogni mio movimento, infatti poco dopo aver mosso la gamba gli occhi di Harry si aprirono, trovando i miei.
'Buongiorno.' disse sistemandomi i capelli dietro le orecchie.
'Buongiorno a te.' dissi.
Stavo per baciarlo quando nella stanza irrupe una donna dai capelli scuri.
'Harry quando ti decidi a sistemare e a..' stava dicendo ma si bloccò.
Le sue guancie si tinsero di rosso per l'evidente imbarazzo.
'Oh Cristo.. oh emh cioè..' iniziò a balbettare.
'Mamma! ESCI.' disse scandendo bene l'ultima parola.
La donna velocemente uscì richiudendo dietro di se la porta.
Non volevo crederci. La madre di Harry mi aveva appena trovata a dormire nello stesso letto di suoi figlio.
Mi coprii la faccia maledicendomi.
'Rox tranquilla.' disse spostandomi le braccia.
'Mi dispiace.' dissi.
'Non devi dispiacerti, è lei che ha la brutta abitudine di non bussare mai.' disse alzandosi dal letto.
Mi tirai su pogiando il mio peso sui gomiti.
'Perchè ti ha già trovato insieme ad altre ragazze?' chiesi con gelosia.
Per tutta risposta ricevetti una sonora risata mentre Harry si dirigeva verso il bagno.
Mi alzai anch'io e mi infilai di nuovo il mio maglione, lasciando però sotto la maglia di Harry.
'Harry.. perchè è qui?' chiesi mentre allacciavo le scarpe.
'Te l'ho detto che mi aiuta a fare le pulizie.' disse uscendo dal bagno.
'Ah giusto.' dissi ricordando la prima volta che Harry mi portò a casa sua.
'Vieni, te la presento.' disse prendendomi per mano e tirandomi dietro di sè.




oh lord..

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Credo che non ci sia momento più imbarazzante di quando incontri la madre del tuo.. ragazzo.
Non ero pronta per una situazione del genere. Come ci si comporta in questi casi? 'Piacere sono Roxanne' e poi? 'Ah si mi hai appena trovata a letto con tuo figlio ma tranquilla non abbiamo fatto nulla da farti prendere un infarto'. 
'Harry non credo che sia il momento adatto..' dico mentre cerco di oppormi alle sue spinte.
'Perchè?' chiese ridendo.
'Perchè.. dai ci ha trovati insieme a..'
'A dormire Rox, stavamo solo dormendo. Non credo che dovrebbe scandalizzarla il fatto che dormiamo.' conluse Harry.
'Si però.. mi vergogno.' confessai.
'Sei la prima ragazza che presento a mia madre, piuttosto dovresti sentirti onorata.' disse Harry incoraggiandomi a fare gli ultimi scalini.
Trovammo la madre intenta a spolverare tutti gli scaffali della libreria in soggiorno.
'Ehm.. buongiorno cari.' disse notando la nostra presenza nella stanza.
'Buongiorno mamma. Lei è Roxanne.' disse Harry indicandomi.
'Piacere.' dissi con un filo di voce e porgendole la mia mano.
'Piacere bella, io sono Mary, la madre di Harold.' disse lei stringendo la mia mano.
'Harold?' chiesi con una punta di divertimento.
'Ehm, si. Harold è il mio nome completo ma praticamente mi ci chiama solo mia madre, e mia sorella, per prendermi in giro.' disse sedendosi sul divano.
Improvvisamente mi ero resa conto di conoscere solo l'Harry di adesso, ma non quello del passato.
'Ah..' 
'Harold.. Harry, se vuoi vengo domani.' disse la madre spostando un vaso per pulire il tavolo.
'No non si preoccupi, ora me ne vado.' risposi al posto di Harry.
Alle mie parole lui mi guardò perplesso e anche un po' deluso.
'Ah ok, allora intanto vado a pulire la cucina.' disse Mary e sparì, lasciandoci da soli.
'Dove devi andare?' chiese Harry che ne frattempo si era rimesso in piedi.
'..Da Felix' risposi con amarezza.
Harry sgranò gli occhi e strinse automaticamente gli occhi a quel nome.
'No.'
'Si Harry, se non vado si accorgerà che c'è qualcosa che non va.'
'Vengo con te.'
'No.'
'Perchè?'
'Ti manderebbe via..'
'No se lo stendo con un destro.'
'No Harry, non devi fare niente per provocarlo.'
Alla fine cedette ai miei rifiuti.
'Ok, ma ti porto io e ti vengo anche a riprendere.'
'Non hai un lavoro?' chiesi.
'Non oggi. Non per te.'
Il fatto che lui mi mostrasse ogni giorno, ogni ora e ogni secondo che lui teneva veramente a me non faceva altro che far crescere il senso di colpa in me per non trattarlo allo stesso modo. Faccio finta che non mi importi abbastanza, anche se dentro muoio un po' alla volta con la preoccupazione che possa accadergli qualcosa per colpa mia.
Felix è un pazzo, ma i pazzi si assecondano, così salutai la madre di Harry e, insieme, arrivammo alla palestra. Avevo già preso la mia borsa con dentro il body, le scarpette e tutto il resto, così mi diressi velocemente verso gli spogliatoi, lasciando però Harry e Felix a parlare.
Cercai di fare il più in fretta possibile, ma quando tornai in loro presenza avevano finito la conversazione.
'Forza Rox, entra dentro..' mi disse Felix cercando di sembrare il più cordiale possibile.
'Ok..' dissi ma prima di obbedire ai suoi ordini mi avvicinai a Harry e lo salutai con un bacio molto appassionato.
Harry, quando ci staccammo, mi guardò come per dire 'Brava, lo stiamo provocando' ma riuscivo a vedere anche un po' di preoccupazione nei suoi occhi verdi.

***

 

La lezione inizò normalmente. Provai più volte il pezzo da portare al Gran Saggio Finale, e stranamente Felix non fece nessun commento acido, anzi, si complimentò anche.
Stavo andando tutto bene, finchè non mi ritrovai stesa a terra sotto il peso di Felix. Si muoveva così velocemente, incredibile..
'Stammi a sentire stronzetta, io voglio che quel bastardo del tuo ragazzo non venga qui ok? Mi da altamente al cazzo che lui si immischi nei miei affari.' disse
'Ha insistito, io non volevo che mi accompagnasse..' dissi piagnucolando.
'Bene. Fagli capire meglio il concetto.' disse.
I nostri visi erano ad un soffio di distanza, così premette con forza le sue labbra sulle mie. Vedendo che io mi opponevo alle sue intenzioni, la sua mano scivolò sulla mia coscia, strappò la calza e si avvicinò alla mia vagina.
'Felix, ti prego..' dissi.
'Lascialo.' comandò.
'Cosa?'
'Lasica Harry, altrimenti non sai cosa potrei fare a te e a lui.'
Non dissi nulla, così Felix si alzò e, ancora una volta, mi lasciò ansimante a terra.
'Se entro stasera non lo lasci.. vedrai.' disse prima di uscire definitivamente dalla stanza.
Mi alzai anche io, cercando di riparare con la mano il danno fatto ai miei collant, ma questo non bastò. Harry, che mi stava aspettando, capì che mi era successo qualcosa non dallo squarcio nelle mie calze, ma dal mio volto scavato e dalle mie gambe tremanti.
'Cosa ti ha fatto?' chiese immediatamente.
Non parlai, ma come risposta alzai la mano che copriva l'enorme taglio nei collant, lasciando intendere a Harry.
Nel suo sguardo riuscii a vedere l'odio più profondo che albergava in Harry.
Stava per andare da Felix ma lo bloccai.
'No. Non ha fatto nulla, tranquillo. Andiamo.' dissi, portandolo con me negli spogliatoi.
'Rox, deve pagarla.'
'Ha detto che se non ti lascio entro stasera farà del male sia a me che a te. Di me non me ne frega nulla, potrei resistere cent'anni, se questo servisse a proteggere te.'
'Dovrei essere io a proteggerti, dannazzione!' disse alzando la voce.
'E invece sono io a proteggere te. Per questo..'
'No Rox, non dirmi che..'
'Si Harry. E' meglio se non ci vediamo più..' dissi, ma scoppiai in un pianto.
'Lo so che non è quello che vuoi!' disse Harry avvicinandosi di più a me.
'Qualche volta quello che vogliamo non è giusto.'
'Non gli permetterò di portarti via da me, Rox.' disse. Credo che stesse trattenendo a forza le lacrime.
'Devi lasciarmi andare.'
'No! Troveremo un rimedio.'
'Cosa vuoi fare? Scappare?'
'No, io non scappo mai.'
'Io non voglio lasciarti, Harry..'
'E allora resta con me per sempre, o almeno resta con me per ora.' disse prendendo le mie mani.
Mi tirai su sopra le punte e lo baciai. 
'Vieni, ti riporto a casa' disse prendendomi in braccio e baciandomi il collo di tanto in tanto.
'Harry?'
'Si?'
'Amo il modo in cui riesci a farmi cambiare idea.' dissi e lui, a quella rivelazione, mi sorrise nel modo più sincero possibile.

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It have haters who doesn’t even know how much hurts when they insults and telling you that you trying lie your own fans. It’s terrible when some people can’t understand that how much you’re trying make about the people who loves you REALLY and you love them from all of your heart…. 
 

Spazio Autrice:
SCUSATEMI, SO CHE E' CORTISSIMO.
MI DISPIACE DAVVERO.
MI FARO' PERDONARE, GIURO.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***



 





'Vuoi che resti a dormire qui con te stanotte?' chiese Harry chiudendo accuratamente la porta d'ingresso di casa mia.
'Ehm.. non so, se non ti disturba..' dissi.
Harry era fin troppo gentile e disponibile con me, non volevo diventare un peso, ma in quel momento ero più fragile di un vaso di cristallo.
'Non mi disturba.' rispose sorridendo.
Non so perchè, ma c'era qualcosa in lui che mi calmava, sembrava che sapesse sempre cosa fare, io invece mi facevo prendere dal panico.
'Ok.' dissi salendo le scale. Harry mi seguì fino al piano superiore, ma il suo sguardo era assente, come se stesse ragionando bene su qualcosa.
'C'è qualcosa che non va?' chiesi, interrompendo così i suoi pensieri.
Si girò con aria interrogativa. 'Ehm, no... no' rispose.
'Senti ma, posso dirti una cosa?'
'Dimmi.' disse.
'Stamattina.. io ho avuto la strana sensazione di non conoscerti.. voglio dire, non sapevo nemmeno che ti chiamassi Harold o che avessi una sorella.' dissi imbarazzata.
'..E cosa vorresti sapere?'
'Non so, raccontami un po' della tua infanzia, della tua famiglia.' dissi sorridendo.
Stranamente quell'argomento non sembrava piacergli molto.
'Ehm.. mia madre si chiama Mary Cox, ho una sorella di 24 anni, si chiama Cassandra ma tutti la chiamano Cassy e vive ancora a Sheerness.' disse.
'E tuo padre?'
'Morto.' rispose secco.
'Oh mio Dio.. ehm, scusa non lo sapevo.' dissi nell'imbarazzo più totale.
'Tranquilla, è successo tre anni fa.. ci sto facendo l'abitudine.' disse, ma la verità era che non ci era abituato per niente.
'Ma perchè vi siete trasferiti a Sheerness quattro anni fa?' chiesi
'Perchè.. papà doveva lavorare.'
'Che lavoro faceva?'
Forse erano le troppe domande, o forse era il fatto che stessi parlando troppo del suo passato, resta il fatto che Harry era molto infastidito da quella conversazione.
Le nocche delle sue mani diventarono bianche per quanto forte stesse stringendo i pugni.
'Harry.. non dobbiamo per forza parlarne, se vuoi facciamo altro' dissi cercando di prendergli le mani per farlo calmare.
'No.. devi sapere.' disse.
'Va bene, allora dimmi.' dissi calma.
'Mio padre.. commerciava droga. E' morto in un conflitto a fuoco. Ci siamo trasferiti a Sheerness perchè lì.. come dire, il mercato è più remunerativo.' disse.
'Voi non lo sapevate, vero?' chiesi.
'No.. l'abbiamo scoperto quando, nel bel mezzo della notte, un polizziotto è venuto a informarci che papà.. era morto. Noi pensavamo facesse il cassiere.' disse.
Ormai si poteva notare benissimo l'amarezza nelle sue parole.
'E perchè tua sorella vive ancora lì?'
'Sta con uno.. tale e quale a mio padre.' rispose disgustato.
'E.. e a lei sta bene?' chiesi stupita.
'Non lo so, non ci parliamo più. Io e mamma ci siamo ritrasferiti qui, lei no. Starà meglio così..' disse.
 D'un tratto sembrava che la temperatura nella stanza fosse scesa sotto zero.
'Vabbè.. parliamo d'altro.' dissi, accarezzandogli una guancia. Entrambi ci sedemmo sul letto, iniziando a parlare del più e del meno, o di cose strane su di noi.
'Sei attaccato ad un oggetto?' chiesi.
'Mm, credo a questo.' rispose, mostrandomi un ciondolo a forma di areoplanino di carta.
'Oh ma è bellissimo.' dissi toccandolo.
'..è l'ultimo regalo che mi fece mio padre.' disse, rimettendolo al sicuro sotto la maglia.
'Tu?' chiese poi.
'Ehm.. sembra strano, ma alla mia spugna blu.' risposi.
'E perchè?' chiese ridendo.
'Non so, ahahah, quando sono giù di morale mi faccio una doccia e sembra che, strofinando la pelle, vadano via anche i problemi.' risposi.
'No la voglio anche io la spugna magica!', disse imitando un bambino.
'No, è mia.' dissi con lo stesso tono.
'Ah si eh?' fece, per poi iniziare a farmi il solletico.
'No no Harry, ti prego ahahaha smettila!' urlavo mentre mi contorcevo sotto di lui.
'Ok, ma solo perchè sei tu.' disse, baciandomi sulla fronte.


Il resto della giornata passò velocemente. E' incredibile quanto voli il tempo quando sei.. felice.
Stavo così bene con lui che non mi ero nemmeno accorta di portare ancora il body e le calze strappate.
'Harry, vado a farmi la doccia.' dissi, staccandomi dalle sue braccia.
'Ok..' disse, con la stessa aria pensierosa di prima.
'Vuoi dirmi cosa c'è che non va?' chiesi infastidita.
'Rox, io non voglio fargliela passare liscia a Felix, non ancora.' disse alzandosi anche lui in piedi.
'Mi pare che ne avessimo già parlato.'
'Questo non significa che a me sta ancora bene.' 
'Harry, sei impossibile quando fai così.' dissi andando in bagno e lasciandolo solo nella mia camera.
'Non si tratta di essere impossibili, si tratta di essere giusti. E' giusto che lui la paghi.' disse chiudendo la porta del bagno dietro di sè.
'No. Non è così, e sai che se tu provi anche solo a provocarlo lui ti farà del male.. ci farà del male.'
'O forse cambierà idea! Cavolo Rox come fai a non capirlo? Lui si sente libero di fare quello che vuole!'
'E lascagli fare quello che vuole!' dissi urlando.
'No. Non quando quello che vuole fare lui è..'
'Dillo! Avanti dillo che l'unica cosa che vuole fare è portarmi a letto!'
'Perchè fai così?' 
'Così come?'
'Fai finta che non ci siano problemi, quando invece ci sono.' 
'Semplicemente perchè riesco a gestire i miei problemi.' risposi.
Quella frase accese una scintilla dentro Harry.
'A certo, tu fingi che i problemi vadano via semplicemente sfregandoti la pelle con una cazzo di spugna! Ma se vuoi, vediamo se funziona anche adesso!' disse, e così mi prese e mi fece entrare nella doccia, spingendomi forte contro il muro. Aprì il getto dell'acqua, e in un secondo ci ritrovammo completamente bagnati. Non lo avevo mai visto così violento, aveva perso il controllo di sè. 
Non disse nient'altro, rimase lì a guardarmi negli occhi, mentre le sue braccia erano tese ai lati della mia testa. La maglietta che aveva addosso si appicicò ai suoi addominali scolpiti e i suoi ricci eraro stati tirati indietro per non oscurargli la vista.
'Rox, lascia che io ti protegga.'
'No Harry, lascia che io protegga te.'

***


Harry riusciva a far cambiare idea a me, ma anche io riuscivo a far cambiare idea a lui.
Era appena ritornato da casa sua, molto più asciutto, ma vedevo che non avrebbe ceduto alle mie suppliche ancora per molto.
Stavo per corregli incontro, quando il suono del mio telefono mi distrasse.

00:00, al pub 'Midcake', vieni sola.
-Felix


'Chi è?' chiese Harry.
'E' Jane.. niente di che.' risposi, riponendo il telefono nella tasca dei pantaloni.
'Ok.. ho fame, mangiamo?' chiese lui.
'Si, però.. è meglio se ordino una pizza. Non ho pane, pasta, latticini o qualsiasi cosa che supero lo 0,09% di grassi.'  dissi prendendo il telefono di casa per telefonare al Take Away infondo alla strada.
'Sei pelle e ossa.' disse Harry.
'Lo so..' risposi.

Dieci minuti dopo arrivarono le nostre pizze fumanti, così ci sedemmo entrambi al bancone in cucina.
Inutile dire che Harry mangiò 3/4 della mia pizza più la sua, lamentandosi ancora di quanto fossi magra.
'Harry ti prego, mangia e zitto.' dissi, stanca.
Finimmo di mangiare in silenzio. 22:04
'Andiamo su?' chiesi, sperando che Harry abbandonasse quell'aria triste e allo stesso tempo infastidita.
'Ok..' ripose, prendendo la mia mano.
Salimmo lentamente le scale e ado ogni scalino cercavo di stringergli più forte la mano. 
'Che presa..' disse sorridendomi.
'Almeno hai sorriso.' dissi.
'Già..' fece, sistemando una delle mie ciocche bionde, dietro l'orecchio.
'Dormiamo?' chiesi.
'Ok.' rispose.
Si tolse le scarpe e lentamente arrivò fino alla camera da letto.
'Non sembri molto felice di rimanere qui.' dissi.
'Io sono felice di stare con te, sapere che tu sei con me anche mentre dormo è una delle cose più belle.' rispose mentre scostava le coperte dal letto.
'Anche per me è così, mi sento al sicuro.' dissi mettendomi vicino a lui.
Per un attimo mi guardò, poi le sue palpebre iniziarono a chiudersi fino a cadere in un sonno profondo. 23:23
'Bene Rox, esprimi un desiderio.' dissi a me stessa.


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Capitolo 14
*** Capitolo 14 'love' ***







 Lentamente scivolai da sotto le coperte, stando attenta a non intruppare le lunghe gambe di Harry.
Senza fare rumore mi infilai di nuovo le scarpe e la giacca di Harry. Anche se questa era quattro volte la mia taglia non mi importava, almeno avevo un qualcosa di Harry con me. Insiprai forte il profumo che era rimasto sul tessuto e rimasi a guardare quell'angelo addormentato nel mio letto.
La bocca leggermente socchiusa, il braccio sinistro allungato dove poco prima c'era il mio corpo e i ricci disordinati. Era lui, che stavo cercando di salvare.
Mi ha fatto ben capire che sono stata la prima a farlo credere di nuovo nell'amore, non posso lasciare che soffra ancora.
Camminai in punta di piedi fino ad arrivare alla fine delle scale dove recuperai, sul tavolino, le chiavi della mia auto. Erano proprio affianco a quelle di Harry, così presi anche le sue.
'Così se ti svegli non andrai a cercarmi.' dissi a tra me e me.
Aprii la porta ed uscii, ma ogni passo che muovevo faceva crescere in me quel senso di ansia che ti viene quando sai di stare per fare una gran cazzata.


Guidai fino al posto che mi aveva indicato Felix e mi parcheggiai vicino l'entrata, in caso di una fuga immediata.
Da quel punto potevo vedere bene Felix all'interno, intento a bere una birra. Era l'unico nel pub.
'Nessun testimone eh Felix..' dissi ancora a me stessa.
Mi feci coraggio e scesi dal veicolo, stringendo sempre più forte la giacca di Harry al mio corpo.
Non feci in tempo a varcare la soglia che già lo sguardo di Felix era guizzato verso la mia direzione. Avendo una vista migliore notai che sul tavolo davanti a lui erano pogiate altre quattro bottiglie di birra vuote.
'Puoi avvicinarti, non sono abbastanza lucido per fare qualsiasi cosa che non sia rimanere seduto a bere qui.' mi disse lui, così mossi dei passi incerti verso l'altra sedia accanto alla sua.
'Siediti.' ordinò. Presi la sedia e la scostai il più lontano possibile da quella su cui era seduto lui.
'Styles ti ha lasciata venire?' chiese retorico.
'Non sa che sono qui.' risposi secca.
'Bella mossa.' disse.
'Felix cosa vuoi da me e Harry?' chiesi.
'Io vi odio, lo dico con tutta sincerità.' rispose, sorseggiando altra birra.
'Perchè? Cosa ti abbiamo fatto?'
'Avete quello che nella mia vita non c'è mai stato. L'amore.' rispose.
Sono sicura che se non fosse stato per le cinque birre non si sarebbe mai aperto in tal modo con me.
'Non è colpa mia se tu hai sempre preferito le ragazze da una botta e via.'
Una debole risata gli uscì dalle labbra.
'Vedi? Non capisci, come non ha mai capito nessuno. Voi credete che io sia felice, che la mia vita sia sempre stata perfetta, in una villa super lussuosa, ma la verità è che non sapete proprio niente di me.'
'Forza, fammi conoscere il vero Felix.'
Fece una pausa come per valutare se fosse una buona idea parlarmi del suo passato, ma alla fine credo che abbia lasciato parlare l'achol.
'Voi avete sempre visto il ragazzo bello, con tanti amici e una casa da fare invidia a tutti, ma quando le feste finivano e in quella casa restavamo solo io e la mia famiglia l'atmosfera non era delle migliori. Mio padre non ha mai accettato la mia scelta di studiare la danza classica. Mi picchiava. Sai, aveva paura che l'unico figlio che era stato ingrado di creare in uno dei giorni in cui era sobrio fosse gay. E picchiava anche mia madre, perchè diceva che era colpa sua se io volevo diventare un ballerino. La sera della festa a cui sei venuta con Jane.. mi ha  fatto veramente male. Di solito mi faceva qualche livido, ma quella sera aveva bevuto più del solito. Così iniziò a picchiarmi forte, mia madre cercava di fermarlo ma ogni volta che provava ad avvicinarsi riceveva uno schiaffo da mio padre. Andò avanti a lungo, ma poi ci fu il colpo di grazia. Mi disse 'Figliolo io lo faccio per te, un giorno mi ringrazierai', e così, con tutta la forza che aveva in corpo, mi schiacciò la gamba destra. Quando mi risvegliai ero all'ospedale con due costole incrinate, una gamba rotta e un biglietto sul comodino. 'Ci mancherai. Baci, mamma.' e puff, erano spariti. Non ho potuto ballare per sette mesi, così la mia possibilità di entrare in una compagnia è sfumata per sempre. Tua madre è stata l'unica a permettermi di insegnare, perchè sapeva e sa tutt'ora che io sono fatto per la danza classica. Solo mio padre non lo capiva..' 
Quando finì di raccontare la mia faccia era sconvolta mentre i suoi occhi erano diventati lucidi.
'Felix io.. mi dispiace tanto, ma solo perchè non hai avuto quello che meritavi dalla vita non puoi distruggere i sogni degli altri.' dissi.
'Non è così. Io SO di meritare di più, ma invece tutto quello che è stato tolto a me è stato dato a Harry. Una famiglia che lo ama, una fidanzata che lo ama..'
'Non sono la sua fidanzata.' dissi.
'Ma guardati, sei così desiderosa di amore che ne hai paura.' disse disgustato.
'Se cerchi amore perchè non provi a fare il serio con le ragazze?'
'Perchè.. ho paura di diventare come mio padre.'
'Felix, tu già sei come tuo padre. Stai distruggendo la vita mia e di Harry come lui faceva con la tua.' dissi alzandomi.
'Quindi suppongo che non hai intenzione di lasciarlo, vero?'
'Esatto, e parlerò con mia madre. Non ti voglio più come insegnante.' dissi poco prima di uscire.
'Ho molti assi nella manica, Rox. Tu non ne hai idea.' 

***
 

Rimisi in moto la macchina decisa ad allontanarmi il più velocemente da Felix.
L'unica cosa che volevo fare in in quel momento era gettarmi tra le braccia di Harry e sentire il suo calore sulla pelle.
Passavo accanto ad altre macchine, a persone ubriche reduci della serata. 
Tutto mi sembrava annebbiato. Felix non si sarebbe mai fermato, questo è sicuro. E non ce l'ha con me principalmente, ma con Harry.
Pensa che la sua vita sia perfetta, ma in verità crede all'apparenza. Nessuno sa che la famiglia di Harry , ora, è tutt'altro che perfetta.
Resta il fatto che non mi sarei mai immaginata tutto quello che Felix mi ha raccontato.
Mi ricordo il periodo che ha portato il gesso alla gamba, ma ha sempre detto a tutti che aveva fatto un'incidente con la macchina e tutti ci hanno sempre creduto, però non ho mai notato la mancanza dei genitori. Chissà dove sono ora..
Dovrebbero vergognarsi. 
Sicuramente è anche colpa loro se ora Felix è così.. assetato di amore.
Ero all'inizio della via che portava a casa mia, ma i miei pensieri furono interroti dalla vista di un ragazzo che correva sul marciapiede a maniche corte.
Impossibile da confondere. Fermai in fretta la macchina e scesi.
'Harry!' urlai.
Il ragazzo che quasi aveva svoltato l'angolo grazie alle sue gambe lunghe, si voltò a quel richiamo.
La sua faccia era straziata, aveva la preoccupazione dipinta in volto.
Quando riconobbe la mia figura esile, con i capelli biondi al vento, iniziò a correre verso di me e io feci altrettanto e mi gettai tra le sue braccia.
'Rox, pensavo che ti avesse rapita, che fossi scappata per andare da lui, non so.. che non fossi più mia.' disse stringendomi con tutta la forza che aveva.
'Tranquillo Harry, io sarò sempre tua.' dissi per tranquillizzarlo.
'Promettilo.' disse allontanandosi un po' per vedere bene il mio volto.
'Lo prometto.' risposi.
'Non lasciarmi mai più solo nella notte.' disse.
'Mai.'
Ora che sentivo meglio il suo corpo contro il mio notai che stava tremando.
'Hai freddo?' chiesi.
'Sai com'è, qualcuno mi ha rubato la giacca.' rispose ridendo.
'Ah si, scusa.' dissi ridendo.
'Tranquilla, voglio che la tenga tu.'
'Ok.'
Ci stavamo muovendo verso la macchina, cercando di condividere la grande giacca.
'Rox?'
'Si?'
'Davvero.. sarai mia per sempre?'
Mi alzai sulle punte e lo baciai forte sulla bocca. 'Sempre.' sussurai, come se quello fosse il nostro piccolo segreto.

Tornammo a casa.
'Sai, mi sono sentito perso, quando non ho sentito più il tuo corpo accanto al mio.' disse Harry.
'Mi dispiace averti fatto preoccupare' dissi.
'Ma dove sei andata?'
'Da Felix. Gli ho fatto capire che non ho intenzione di stare ai suoi ordini.'
'E lui?' un po' irritato dal fatto che gli avevo nascosto i miei piani.
'Ha detto che ha molti assi nella manica..'
'E' uno psicopatico.' 
'Tu sapevi che il padre lo picchiava?' chiesi.
Harry rimase stupito quanto me a quella rivelazione.

'No, te l'ha detto lui?'
'Si.. lo picchiava perchè non voleva che facesse il ballerino. Picchiava anche la madre.'
'Se picchiava una donna allora sappiamo da chi ha ripreso Felix.'
'Ha detto che è geloso di te.'

'In che senso?'
'..Ha detto che è geloso della tua vita, perchè hai conosciuto l'amore.. anche in famiglia, cosa che lui non aveva.'
'Questo perchè lui non sa.'
'E' quello che ho pensato anche io..'
'Però fa bene ad essere geloso del nostro amore.'
'Perchè?'
'Noi abbiamo qualcosa che nessuno può avere. Di incredibili storie d'amore, favole in cui principi e principesse vivono felici e contenti insieme ce ne sono tante, ma meglio di noi non c'è niente.'
'E tu di storie ne hai provate tante eh?' chiesi stuzzicandolo.
'Abbastanza. E non sono mai corso a cercare nessuna delle mie tante storie durante la notte, per di più senza giacchetto.' rispose abbracciandomi.
'Che onore Haz.' dissi.
'Ritieniti fortunata.' 
'So di esserlo.' risposi e lo baciai. Misi il mio braccio dietro il suo collo e incrociai le mie gambe dietro il suo bacino.
Forse era tutta la furia delle passioni di quel momento, non lo so bene, ma salimmo nella mia camera da letto e ci unimmo definitivamente, cercando di assaporare bene tutto l'amore che avevamo e che Felix non avrebbe mai potuto provare.



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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***






Mi svegliai di soprassalto.
Un altro incubo.

Felix che massacra Harry.

Non posso avere paura anche di dormire, lui non può farmi anche questo.
Guardai il mio corpo. Ero completamente nuda, così mi alzai e infilai degli slip e una maglia abbastanza larga da ospitare due Rox.
Guardai poi la figura angelica addormentata accanto a me. Era incredibile quanto potesse essere bello anche quando è incoscente. E come se avesse sentito il mio sguardo studiare ogni suo centimetro di pelle, aprì gli occhi e mi sorrise.
'Buongiorno honey' disse Harry.
'Giorno.' replicai, sedendomi di nuovo sul letto.
'Ti sei già vestita?' chiese, come se la cosa lo dispiacesse.
'Si..' risposi imbarazzata.
'Rox, non devi vergognarti di quello che abbiamo fatto.'
'L'amore, Harry. Quello che abbiamo fatto è l'amore.' dissi correggendolo.
'Già.. era la tua prima volta?'
'Sei la prima persona che ho baciato, risponditi da solo.' dissi baciandolo delicatamente sulle labbra.
'T-ti ha fatto male?' chiese.
'Un po'.'
'Mi dispiace.'
'Cosa? Non è colpa tua.' dissi ridendo.
'..mi dispiace comunque.'
Gli accarezzai il volto e poi mi alzai, dirigendomi verso la porta. Era incredibile quanto tenesse a me.
'Dove vai?'
'A fare una doccia, tu rivestiti.' risposi.
'E se volessi restare nudo?' chiese con un po' di malizia.
Mi girai a guardarlo. Aveva assunto una ridicola posa provocatoria, come i modelli delle riviste.
'Non mi dispiacerebbe, Harry.' rivelai.


Stavo per entrare nella doccia quando Harry entrò nel bagno, ancora senza vestiti.
'Harry!' dissi, mentre le mie guancie diventavano più rosse di un tramonto.
'Che c'è? Sei tu che mi ha detto che non ti dispiaceva se rimanevo nudo.' disse.
'Si ma..'
'Oh andiamo! Dopo una notte così ti vergogni?' chiese.
'..No però vestiti!' 
Non potreste mai immaginare quanto fossi imbarazzata in quel momento, riuscivo a guardarmi solo i piedi.
'Certo, dopo la doccia.' rispose facendomi l'occhiolino.
'Harry, aspetta che la faccia prima io!' dissi mentre cercava di abbracciarmi.
'Non vorrai sprecare così tanta acqua, vero?'
'Invece si.'
'Mi dispiace, o accetti la mia offerta o niente doccia oggi.' disse entrando nella doccia.
'No dai, ho bisogno di farmi una doccia.' dissi guardandolo mentre regolava il getto dell'acqua.
'E allora perchè non entri?' chiese con un ghigno sul volto.
Rimasi ad osservare quella situazione: io. Harry. Nudi. Nella stessa doccia.
'Si vive solo una volta' aveva detto Felix, così per una volta seguii un suo consiglio e mi gettai tra le braccia bagnate di Harry.
'Brava ragazza.' disse lui.
'Grazie, ma la spugna blu è mia.' dissi schizzandolo con l'acqua.
'Ahahahah ok, mi piace come compromesso.' rispose, iniziando a baciarmi il collo, per scendere poi sulla spalla.
'Rox' disse.
'Si?'
'Ti amo.' 
Mi voltai per guardarlo bene negli occhi. I suoi capelli erano tirati indietro sotto il peso dell'acqua. Le sue mani si posarono sui miei fianchi, tenendomi sempre più vicina a lui.
'No Harry. Ora, mentre siamo nudi nella doccia, ti amo non vale.' dissi
'Hai paura di innamorarti di me?'
'No, io sono già innamorata di te, ma non mi fido di quelle due parole.' risposi, mentre con le mani giocavo sul suo petto.
'Se non sei pronta a dirlo è ok..'
'Questo non cambierà il nostro rapporto, giusto?' chiesi, cercando di farlo guardare dritto nei miei occhi.
'Certo che no, sarai sempre la mia primerose.' rispose baciandomi sulla fronte.



'Che facciamo oggi?' chiese Harry, che finalmente si era rivestito e mi aveva raggiunto in cucina.
'Ma non lavori mai?' chiesi.
'Non questa settimana.'
'Ah.. ok.'
'Quindi, cosa facciamo?'
'Io.. vorrei farti conoscere mia madre.' risposi.
A quella risposta Harry si irrigidì.
'Perchè?' chiese.
'Bè, io ho conosciuto tua madre, è giusto che anche tu conosca la mia.'
'Ma è diverso.. io non piaccio mai alle madri.'
'Preoccupati di piacere a me.' dissi facendogli l'occhiolino come aveva fatto lui nel bagno.
'Ehy, da quando sei così.. provocante?' chiese avvicinandosi a me.
'Non devo per forza fare la parte della ragazza innocente per sempre.'
'Certo, ma non cambiare Rox. Tu mi piaci per come sei, non per come dovresti essere.'
'Ah si, giusto. Ti piace la mia stranezza.'
'Pensa che noia se di te mi piacevano gli occhi!' disse scherzando.
Ridemmo insieme.
'Almeno so che non sei uno che pensa solo al culo o alle tette.' 
'..Su questo non sono d'accordo.' rispose palpandomi il sedere.
'Giù le mani!' dissi ridendo, mentre scacciavo via la sua mano.
'Che cattiva.' fece il broncio.
'Oh, andiamo. Guido io.' dissi spingendolo verso l'uscita di casa mia.

***




'Non sono psicologicamente pronto.' disse mentre parcheggiavo davanti casa di mia madre.
'Che femminuccia.' dissi.
'Che stronza.' replicò.
'Di cosa hai paura?'
'Non so, parlami di tua madre, almeno so qualcosa.'
'Ehm.. vediamo.. si chiama  Joanne Kingsley, è bionda, bassina.. insomma sono io vecchia.'
'Carattere?'
'E' la versione stronza di Dolores Umbridge. Hai presente? Quella di Harry Potter.'
'Quella vestita di rosa, che da ordini a tutti e vorresti vedere morta più di Voldemort?' chiese preoccupato.
'Esattamente.'
'Merda.'
Tranquillo, anche se ti mordesse, sei vaccinato.' dissi prendendogli una mano per incoraggiarlo a scendere dall'auto.



Aprii la porta di casa con la mia vecchia chiave, e al suo interno trovai tutto come era prima che andassi via. Il mio disordine sembrava ancora più disordinato guardando la casa di mia madre. Non c'era una cosa fuori posto, nemmeno un millimetro di polvere sui tavoli o sulle librerie.
'E' molto.. ordinata.' osservò Harry.
'Credo che quando si annoi faccia le pulizie.' dissi.
'Allora si annoia spesso.'
Entrammo nel soggiorno, e anche lì regnava la stessa pulizia dell'ingresso.
'Mamma?' urlai.
'Roxanne?!' urlò un'altra voce.
'E' in cucina, andiamo.' dissi a Harry, tirandolo dietro di me.
Attraversammo un lungo corridoio. Ad ogni passo la stretta di Harry sulla mia mano si faceva più forte, così mi voltai per guardarlo. Il suo sguardo era serio come non mai.
'Tranquillo.' dissi
Ancora pochi passi, e poi eccola lì, mamma.. con Felix.


   
 

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***






HARRY'S POV

Rimasi immobile, nel punto esatto dove Rox mi aveva lasciato.
Anche lei era ferma, mentre stringeva saldamente la mia mano destra. Non si aspettava di vedere Felix.. nemmeno io me lo sarei mai aspettato.
La donna continuava a guardarci, prima me e poi Rox, diventando sempre più accigliata.
Era proprio come l'aveva descritta Rox: bionda, magra.. la sua versione più adulta. Ma erano diverse. Lei aveva una postura più impostata, quasi sull'attenti, con il mento alzato e le spalle ben abbassate tanto da poter notare con chiarezza le linee delle clavicole.
Al suo fianco c'era Felix.
Lui aveva un'aria più sbattuta, i capelli scompigliati e le occhiaie evidenti facevano capire che non doveva aver passato una notte piacevole.
Il suo sorrisetto però ricordava quello di un bambino: colpevole.
Anche lui ci guardava, ma più di me fissava Rox, così le strinsi ancora più forte la mano.

'Mamma?' chiese poi con esitazione Rox, rompendo così il silenzio che si era creato nella stanza.
'Ciao Roxanne.' rispose con calma la donna. Era fin troppo calma.
'Che ci fa lui qui?' chiese Rox, indicando Felix con la mano tremante.
'Oh, Felix mi stava raccontando una storia molto divertente.' rispose la donna, muovendosi verso di noi.
'Mi stava appunto dicendo che..' continuò lei, allungando un braccio verso l'intreccio della mia mano con quella di Rox. 'che.. sei un po'..' riprese, pogiando le sue lunghe dita sul mio polso. 'sei un po' distratta, in questo periodo' concluse, sottolineando la parola distratta, e, infine, spingendo il mio polso via, facendomi così perdere il contatto con il corpo di Rox.
Mi girai per guardare la mia ragazza, ma la donna si interpose, coprendo con la sua altezza la figura di Rox.
'Tu chi sei?' chiese, diretta a me.
Questa volta aveva usato un tono non molto.. calmo.
'I-io.. sono Harry.' risposi, cercando di limitare il balbettio.
'Lui è il mio ragazzo, mamma.' disse Rox.
'Stai zitta.' urlò la donna, facendola somigliare sempre più a un generale dell'esercito.
Rox fece come aveva detto.
'Cosa vuoi da Roxanne?' chiese ancora la donna, sempre rivolta a me.
'N-niente.. voglio solo stare con lei.' risposi.
'Bè questo non è possibile, mi dispiace.' disse la donna.
'Perchè?' chiesi stupito.
'Perchè lei non può permettersi distrazioni, a differenza tua lei ha un futuro.' rispose questa volta Felix.
'Non ti ho chiesto niente.' dissi secco.
Ora il sorrisetto di Felix si era trasformato in una smorfia, per essere stato appena affrontato.
'Buono Felix.. ci penso io.' disse la donna, cercando di redarguire il suo amichetto.
Si spostò di nuovo, lasciandomi la possibilità di poter vedere la figura di Rox.

'M-mamma.. qualunque cosa ti abbia detto non devi crederci.' intervenne ancora Rox.
'Oh, allora non è vero che questo ragazzo è sempre con te, che ti fa fare tardi alle lezioni?' disse la donna bionda, posizionandosi affianco a Felix.
'E' capitato solo una volta.' rispose Rox.
'Una volta è anche troppo.' disse Felix.
'Tu non dovresti proprio parlare. Hai raccontato anche quello che hai fatto a Rox?' chiesi io.
Lo sguardo di Felix si fece più sottile, diretto verso me.
'Si me l'ha detto, carino. Impara a farti gli affari tuoi.' rispose la donna.
'E lei approva?' chiesi io, sempre più stupito.
'Qualche graffio non è nulla, rispetto a quello che mi ha fatto suo padre.' rispose lei, difendendo ancora le azioni del ragazzo che aveva accanto.
'Lui è pazzo!' disse Rox.
'E' solo innamorato, cara.' disse la madre.
Quella conversazione stava prendendo sempre più un aspetto agghiacciante.
Non solo la madre di Rox credeva aFelix, ma riusciva anche a difenderlo.
'No.. io non voglio credere a quello che stai dicendo, mamma. Basta. Io lascio la danza, se lui continua a stare qui.' disse Rox.
'Tu non lasci proprio niente.' disse le donna.
'Tu dici?' chiese retorica Rox, poi prese con forza la mia mano e inizò a correre lungo lo stretto corridoio di prima, con me al seguito.

'Torna qui Roxanne Amelia Kingsley!' urlò sua madre, ma Rox la ignorò, dirigendosi sempre più a passo spedito verso l'uscita.
'Rox!' dissi io, mentre correvo dietro la sua esile figura.
'Zitto Harry, e sali in macchina.' mi ordinò lei, mentre con il telecomando apriva l'auto.

***

La vedevo mentre cercava, con tutta la buona volontà che aveva, di trattenere le lacrime, ma più lo faceva e più i suoi occhi diventavano rossi.
'Rox.. piangi.' dissi, mentre la guardavo girare freneticamente il volante.
'Harry, mi dispiace che tu abbia dovuto conoscere mia madre così. Non pensavo che Felix..' disse.
'Tranquilla.' risposi, con calma.
'Ora.. non posso restare a casa mia. Ti porto a casa e poi andrò da Jane.'
'No. Tu vieni con me.'
'No.. no. Se poi vengono a casa tua io..'
'Non sanno dove abito, Rox. E' più sicura casa mia, di quella di Jane.'
'Ma..'
'Niente storie, andiamo.' dissi, fermando ogni sua protesta.
'Ok.. però devo andare a prendere dei vestiti..' disse lei.
'No no, vai verso casa mia. Te li faccio prendere da un mio amico, tanto c'è la chiave sotto il vaso, vero?' dissi tirando fuori dalla tasca dei miei jeans il telefono.
'Si..'
'Cosa gli dico di prendere?' chiedo mentre sento il suono acustico nell'orecchio.
'Ci sono delle borse nel ripostiglio accanto al bagno. Digli di metterci tutto l'armadio.. e le scarpe.' rispose.
'..Ok' risposi, soffocando una risata.

***

ROX'S POV


Bussarono poi alla porta.
Harry velocemente si alzò dal divano e andò ad aprire.
'Ehy! Grazie Finn' disse.
Era arrivato il suo amico, con le mie borse.
'Figuarti amico.' rispose un'altra voce, così mi alzai per conoscere la persona con cui stava parlando Harry.
Appena varcai la porta mi ritrovai davanti un ragazzo più basso, rispetto a Harry, ma con un sorriso che riusciva a illuminare la stanza.
'Ciao, io sono Finn Collins.. e questa roba credo sia tua.' disse lui, riferendosi alle quattro borse che teneva tra le mani.
'Io sono Roxanne Kingsley, ma chiamami Rox. Ah e grazie mille, davvero' dissi, togliendogli una borsa.
'Nessuno problema, ci sono sempre per aiutare un amico come Harry.' disse lui, pogiando il resto delle borse sul divano.
'Lui è il mio migliore amico.' disse Harry.
'Lavora con te?' chiesi.
'Cosa? Ahahahah no.. il mio lavoro è niene in confronto al suo' rispose Harry.
'Sono un fisioterapista..' disse Finn.
'Wow.. ha ragione Harry allora.' dissi.
Senza volere avevo appena screditato il mio ragazzo davanti al suo migliore amico.
Loro scoppiarono a ridere, mentre io iniziai a diventare rossa in faccia.
'Grazie honey, sei sempre un amore.' disse Harry, baciandomi all'angolo della bocca.
'Oh.. non sfottermi.' dissi, così Harry iniziò ad abbracciarmi e a baciarmi, incurante del fatto che il suo migliore amico era ancora in nostra compagnia.
'Siete carini.. insieme.' disse Finn.
'Grazie, amico.' rispose Harry.
'..Resti a cena?' chiesi.
'..Si volentieri.' rispose Finn.
'Ecco, tu chiama Jane.. alla cena ci pensa lo Chef Styles.' mi disse Harry.
'Okay, Chef.' risposi, baciandogli il collo.



Joanne Kingsley (Charlize Theron)



Finn Collins (Sam Claflin)



SPAZIO AUTRICE

Allora, mi scuso inizialmente per il ritardo nel postare il capitolo, ma sono stata davvero molto impegnata.
Poi vorrei ringraziare chi segue sempre la mia storia, chi l'ha messa nelle seguite/preferite/ricordate e chi recensisce.
Davvero, lasciate una recensione, mi fa piacere sapere cosa pensate della mia storia.
Detto questo vi ricordo che il mio account di twitter è @sheeransbeer, se mi cercate sono lì.
bye bye xx.

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


 

 


'Pronto?'
'Jane!'
'Rox! Dove cavolo sei?' 
Praticamente stava urlando. Si preoccupa sempre troppo per me.
'Da.. sei sola?' chiesi. Magari mia madre l'aveva raggiunta.. o peggio, Felix.
'Si perchè?' chiese.
'Per precauzione. Comunque sono da Harry, puoi raggiungerci?' 
'Certo, dammi l'indirizzo. C'è qualcosa che non va vero? Tua madre ha chiamato mia madre e.. ha detto che sei scappata.' disse Jane.
Tipico di mia madre, cercare rinforzi. Non so perchè si stia comportando così, di solito i genitori stanno dalla parte dei figli, dovrebbe essere sempre così, ma questa volta lei è contro di me.. contro la mia vita.
Ma la verità è che so benissimo cosa ha, ha paura che anche io mandi tutto all'aria.. sempre perchè lei non ha avuto la possibilità di finire la sua carriera come voleva.
E' colpa mia no?
Io non le ho permesso di continuare a fare la ballerina.. e anche mio padre.
Forse, la verità è che mi odia come odia lui. Entrambi abbiamo cambiato la sua vita.. in peggio.
'Rox? Dammi l'indirizzo' disse poi Jane dall'altro lato del cellulare, risvegliandomi dai miei pensieri.
'Oh si, scusa. Rathford Street n.17' dissi.
'Ok, arrivo subito.' disse Jane.
'E cosa dirai a Tom?' chiesi.
'Oh.. già. Tranquilla, poi ti dico..' disse lei e poi riattaccò.
Erano poche le possibilità che quel 'Tranquilla poi ti dico' potesse stare a significare qualcosa di buono, e chissà perchè io andavo sempre a pensare al peggio, in ogni fottuta situazione.
Rimisi il cellulare nella tasca dei jeans e tornai in cucina, dove Harry si era messo un ridicolo gembriule con scritto sopra 'Lo Chef di casa', mentre Finn aveva acceso il televisore e stava guardando una partita: Tottenham - Arsenal

'Chi vince?' chiesi, sedendomi accanto a Finn.
'L'Arsenal, ma prima della fine il Tottenham gliene fa tre di gol, fidati.' rispose lui sorridendomi.
'Ti piace il calcio?' chiesi.
'Io vivo di calcio, è diverso.' rispose ridendo.
Mi girai verso di Harry per delle spiegazioni.
'Lui è il fisioterapista personale dei calciatori del Chelsea.' disse Harry.
'Davvero? Allora sei bravo!' dissi, rigirandomi verso Finn.
'Me la cavo.' rispose.
'Hai chiamato Jane?' chiese Harry, mentre metteva su l'acqua per la pasta.
'Si, sta arrivando.' risposi.
'Che si mangia, Chef?' chiese Finn.
'Pasta.. carbonara.' rispose Harry.
'Amo, la carbonara.' dissi.
'Anche io' rispose Harry sorridendomi.
Sarei rimasta a guardarlo per ore, giorni, mesi. In lui c'era qualcosa di incredibilmente tranquillizzante. Era capace di farmi dimenticare ogni problema della mia vita.
'Stasera voglio una porzione grande.' dissi alzandomi per abbracciarlo.
'Uh, non hai paura della cellulite?' chiese Harry per sfottermi.
'Non più, cretino' risposi scompigliandogli i ricci.
'Oh oh, cosa vedo. Harry Edward Styles si fa toccare i ricci da una ragazza. Ahia, questa brucia.' disse Finn.
'Lei può.' rispose Harry, dandomi una pacca sul sedere.
'Ehy!' protestai.
'Che c'è?' chiese ridendo.
'Non toccarmi il culo!' risposi, ridendo anche io.
'Oh scusa, non ho resistito.' rispose lui, abbracciandomi più forte di prima.
'Ok. Senti ma.. quindi tu non fai toccare i tuoi capelli dalle ragazze?' chiesi, giocherellando con uno dei suoi ricci.
'No è che.. le altre li prendevano più forte. Tu sei delicata, mi piace così.' rispose lui, mettendomi una ciocca di capelli biondi dietro l'orecchio.
'Oh, se ti piace continuo.' dissi, con un po' di malizia.

'Ehm.. non per fare il guastafeste, ma l'acqua bolle.' disse Finn, interrompendo il nostro momento. Proprio mentre mi staccavo da Harry bussarono alla porta.
'Sarà Jane.' disse Harry.
'Si, vado ad aprirle.' dissi, correndo per il corridoio.
Aprii la porta e quella che mi ritrovai davanti era una Jane diversa.
'Che hai fatto!?' chiesi tirandola dentro per permettere alla luce dell'ingresso di illuminarle meglio il viso.
'..Diciamo che Tom.. quando beve non è molto calmo.' disse lei, cercando di nascondere il suo occhio nero.
'Ti ha menato?!' chiesi sempre più preoccupata.
'Si.. doveva scaricarsi. Ho chiamato la polizia. Lo hanno portato non so dove.' disse lei con un filo di voce.
'Oh Jane, mi dispiace molto.' dissi stringendola forte tra le mia braccia.
'E' tutto ok. Ovviamente il matrimonio è.. annullato.' disse, posando la borsa e la giacca sull'attaccapanni.
'Non era quello giusto.' dissi, prendendola per mano.
'Già, ma sono stanca di capitare sempre con persone sbagliate.' disse lei, seguendomi per il corridoio.
'Dai su non ci pensare.' dissi.
'Il fatto è che io odio gli uomini!' urlò lei, non appena eravamo entrate in cucina.
Forse avrei dovuto dirle prima che oltre ad Harry c'era anche Finn, così le avrei risparmiato una figura di merda da oscar.
Non appena aveva visto Finn era diventata tutta rossa in volto, mentre lui e Harry erano scoppiati a ridere.
'Sei sicura di odiarci?' chiese Finn, mettendosi vicino ad Harry. Avevano assunto una ridicola posa da statue, con due sorrisi enormi.
'Scusatemi, cioè.. non ce l'avevo con voi.' rispose Jane.
'Comunque, lei è Jane, mia cugina. Jane, lui è il migliore amico di Harry, Finn.' dissi, cercando di cambiare discorso.
I due si strinsero la mano e iniziarono subito una loro conversazione, escludendo me ed Harry.
'Che ha fatto Jane all'occhio?' mi chiese Harry.
'Tom, il suo ex. Dovevano sposarsi ma.. lui l'ha picchiata.' risposi.
'Che figlio di puttana.' rispose Harry, scolando la pasta.
'Già, ma sono contenta che sia venuta qui, almeno si distrae. Poi con Finn..' dissi.
'Con Finn cosa?' chiese lui con gelosia.
'Niente. Dico solo che.. con lui è facile distrarsi.' risposi.
'Si bè.. è gay.' disse Harry.
'Cosa? Non è possibile.' dissi.
'Infatti non è gay, ma tu sei mia.' disse lui.
'Oh ma che gelosone!'
'Non sono geloso, ma tu resti mia.' replicò, lasciandomi poi un bacio sulle labbra.
'Stai tranquillo Styles, pare che lui sia interessato più a mia cugina che a me.' dissi, mentre li guardavo ridere e scherzare.
'Meglio così... A TAVOLAAA!' urlò poi, mettendo bene in mostra la pentola con la pasta dentro.

***

Finito di cenare tornammo in soggiorno, iniziando a parlare del più e del meno, ma alla fine ci ritrovammo a parlare di Finn.

Aveva 23 anni, era nato a Ipswich, nella contea del Suffolk (NB è il lugo di nascita delll'attore Sam Claflin) e aveva quattro fratelli maggiori.
Dopo aver finito gli studi si è trasferito a Londra. Inizialmente giocava nelle giovanili del Chelsea, ma un grave incidente lo ha tenuto fermo per più di un anno, così il Chelsea lo ha assunto come fisioterapista, visto che si era laureato con il massimo dei voti. Non è fidanzato, per gioia di Jane,  e ha un cane, Bobo.
Non avendo più domande da fargli, Jane poi si rivolse a me.
'Rox ma.. mi spieghi perchè tua madre dice che sei scappata?' chiese.
'Ho portato Harry a casa sua per farglielo conoscere, ma l'ho trovata in compagnia di Felix. Mi ha detto che devo lasciare Harry, che devo concentrarmi sulla danza, così sono corsa via.' risposi.
'E tu gliel'hai detto cosa ti ha fatto Felix?' chiese Jane.
'Non ce n'è stato bisogno, giel'ha detto Felix, ma.. come dire, lei approva.' disse Harry.
'Cosa? Stai scherzando vero?' chiese Jane stupita.
'No, purtroppo è così. Le ho detto che lascio la danza e sono scappata via. Finn mi ha portato la mia roba da casa mia, non posso stare lì.'
'Hai paura?' chiese Jane.
'Certo! Felix sa dove abito, e sinceramente mi sento più al sicuro con Harry che da sola.' risposi.
Harry era seduto accanto a me, così mi prese e mi fece sedere sopra di lui, così da potermi abbracciare meglio.
'Qui non ti toccherà nessuno, lo giuro.' mi disse.
'Lo so.' risposi.

nel frattempo..

'Che farai?' chiese il ragazzo, mentre accendeva una sigaretta.
'Qualcosa mi inventerò.. sai che ho buone idee.' rispose la donna, cercando di sistemare i suoi capelli biondi.
'Sei così sexy, Jo.' disse Felix, baciandola sulla bocca.
'E tu puzzi di fumo. Sai che lo odio.' rispose lei.
'Si scusa, vado a fumare in balcone.' disse lui alzandosi dal letto.
'Magari rimettiti le mutande.' disse la donna.
'Ehy Jo, ho in mente un piano.' rispose Felix, facendo finta di non sentire le parole di Joanne.
'E quale?' chiese lei, rimettendosi il reggiseno.
'Distruggere lui, così da far soffrire lei.'
'E' mia figlia, non voglio ucciderla.'
'Tranquilla, non le succederà niente fuori. Le si spezzerà solo il cuore. Tanti piccoli pezzi.' disse Felix, tirando fuori dalla tasca della giacca che aveva buttato a terra, un coltellino.
'..mi piace come idea.' disse Joanne, o come la chiamava lui, Jo.



harryyy you… your dimple





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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***







Erano passate settimane dal nostro spiacevole incontro con mia madre e Felix, eppure nessuno dei due si era fatto vivo.
Nessuno dei due si era messo sulle mie tracce, non avevano nemmeno chiamato la polizia per denunciare la mia scomparsa.
Non so quanto essere contenta di questo, da un lato poteva significare che non dovevo più avere paura, che avevano lasciato perdere ogni tentativo di allontanarmi da Harry, ma poteva anche significare che stavano prendendo tempo. Tempo per elaborare un piano.
Anche Jane aveva perso ogni genere di contatto con mia madre, al contrario aveva cominciato a vedersi con Finn giornalmente.
Di Tom non si sapeva nulla, solo che era in progione per uso di sostanze stupefacenti.
Quando Jane l'ha scoperto si è vergognata così tanto che non è più uscita di casa per una settimana, ma aveva comunque la compagnia di Finn e la mia, anche se ci parliamo solo per telefono, quando lei non può venire qui da Harry. Lui non si fida a lasciarmi uscire da sola e visto che deve lavorare capita spesso che mi chiuda dentro casa.
Ormai le pulizie gliele faccio io al posto di Mary, visto che ho molto tempo libero, ma non mi lamento. Non c'è cosa più bella di stare 24 ore su 24 con Harry. Mi fa sentire bene.
E' diventato lui la mia spugna blu.



'Harry, ti prego, fammi uscire oggi.' lo implorai mentre si infilava i suoi jeans.
'No.. dove vuoi andare?' chiese lui.
'Non lo so, da qualsiasi parte! Ti prego oggi c'è il sole, non mi va di stare tappata dentro casa.' dissi guardando vuori dalla finestra.
Finalmente Aprile aveva iniziato a farsi più caldo.
'Rox, non mi fido. Se poi ti succede qualcosa?' disse Harry accarezzandomi una guancia.
'Allora portami con te!' dissi.
'Cosa? Vuoi che ti porto a lavoro?'
'Si! Dai almeno faccio qualcosa!' dissi con una voce fastidiosamente da bambina.
'Ma starai comunque al chiuso, lavoro in un magazzino, non al parco.' disse lui, cercando di sistemarsi i capelli.
'Va bene, basta che esco da qui. Ti giuro è noioso dopo un po'..' dissi mentre aprivo l'armadio per cercare qualcosa da indossare.
'E' noioso perchè manco io, honey' mi disse lui, facendomi l'occhiolino.
'Si, Haz, proprio così.' risposi sfottendolo.
Infilai degli shorts e una maglia larga dei Ramones, il tutto completato dalle mie vans bianche. 
'Molto Rock.' commentò Harry, guardando il mio aspetto.
Lui invece indossava i jeans con una maglia bianca semplice e delle converse tutte sporche.
'Tu invece sembri un muratore.' dissi.
'Ehy! Almeno sono un muratore figo.' rispose lui abbraciandomi.
'Uh uh, credici.' dissi, sfottendolo sempre di più.
'Dai, andiamo.' disse lui, abbandonando quel discorso, segno che per la prima volta avevo vinto io.


***
 

'E questo è.. lo schifo dove lavoro.' disse Harry, mostrandomi un enorme stanza polverosa e piena di casse di legno. Eravamo proprio sotto i grandi magazzini Harrods.
'Bè, dai.. non è male.' dissi, mentre mi scrollavo dal piede una ragnatela.
'Si.. certo.' rispose lui indossando una buffa giacca simile a quella dei pompieri.
'E quella?' chiesi indicando l'indumento.
'Oh, si. E' la mia uniforme. In caso qualcosa prenda fuoco.' rispose Harry.
'Ah..' dissi, guardandomi attorno.
'Tu siediti lì, io devo iniziare a catalogare un carico arrivato ieri.' disse lui, indicandomi una cassa di legno alta quasi quanto me.
'Harry, non ci arrivo lì sopra.' dissi, guardandomi con imbarazzo le scarpe.
Improvvisamente i miei piedi si alzarono da terra, per ritrovarmi seduta sull'enorme cassa.
'Grazie, sei bravo come ascensore.' dissi, baciando Harry sulla bocca.
'E' il mio talento nascosto.' rispose lui, ricambiando il bacio, per poi allontanarsi verso un gruppo di ragazzi grossi e muscolosi che sollevavano scatole e casse come se fossero fatte di polistirolo.
Pensavo che sarebbe stato divertente uscire un po', ma la verità era che tutto quello che potevo fare era contare le goccie di sudore che cascavano dalle fronti di quegli uomini muscolosi. In confronto a loro Harry era un bambino.
Ogni tanto mi guardava preoccupato, ma fingevo di essere felice, per non farlo sentire in colpa.
Non so quanto passò, ma la mia situazione di quasi coma fu risvegliata dal suono della campanella, segno che era inizata la pausa pranzo.
Harry tornò verso di me, più sporco, con qualche riga di polvere sulle guance, ma bello come sempre.
'So che ti sei annoiata, non nasconderlo.' disse.
'No.. va bene, davvero.' dissi.
'Io non ho fame.. tu?' mi chiese con uno strano ghigno in faccia.
'..No, perchè?' risposi, con curiosità.
'Bene.' disse, e come so pesassi meno di una piuma, mi tirò giù dalla casse e mi tirò dietro di sè, mentre con le sue lunghe gambe correva tra i vari corridoi creati dalle file di casse e scatole.
Era peggio di un labirinto, finchè poi non fermò in un punto ben nascosto e molto lontano da dove mi trovavo prima.
Iniziò a baciarmi, a toccarmi, mostrando tutta la passione e la lussuria che aveva dentro.
Feci altrettanto, facendogli cadere dalle braccia l'ingombrante giacca per lasciar respirare la sua pelle abbronzata.
Poi la sua mano scese fino ai miei pantaloncini, così fui costretta a fermarlo.
'Harry.. vuoi farlo qui?' chiesi.
'..Se non vuoi.' rispose, staccandosi da me.
'No io voglio.. ma non qui.' dissi.
Si riavvicinò a me, ma questa volta mise le sue mani sotto le mie cosce, alzandomi da terra.
Le mie gambe si incrociarono dietro il suo bacino, mentre la mia schiena ora pogiava ad una delle casse.
Non facemmo altro che baciarci, sentendoci l'un l'altro.
Ogni tanto Harry staccava le sue labbra dalle mie, e mi guardava, sorridendo.
Gli chiesi perchè faceva così, e lui rispose che voleva solo guardare la cosa più bella che aveva mai avuto, e io arrossivo mentre lo diceva.

***


Tornammo a casa verso la sera.
Dopo aver finito il suo turno, Harry mi aveva portata su, ai veri magazzini e aveva insistito per comprarmi una bellissima collana di Tiffany: un a chiave d'argento faceva da ciondolo.
'Custodiscila come se fosse la chiave del mio cuore.' mi aveva detto, mentre me la metteva al collo.
Avevo cercato di fargli capire che non avevo bisogno di una collana, ma non c'era stato modo di fargli cambiare idea.

Sarebbe stata una giornata perfetta, ma Dio non lascia mai che qualcosa sia 'perfetto'.



'Rox, tu mi ami?' chiese Harry, così.. di botto, mentre giocherellava con un bicchiere di vetro. Era mezzo vuoto, ma dentro c'era ancora qualche goccia di un liquido marroncino.
Whisky.
'Perchè me lo chiedi?' chiesi.
'Perchè.. io ti amo, lo sai. Ma tu non me lo hai mai detto.' disse.
'Ah perchè ora per dimostrare che ami qualcuno devi dirglielo in faccia 'ti amo' ?' chiesi infastidita.
'No, ma sarebbe gradito.' rispose Harry, con il mio stesso tono.
'Harry, te l'ho già detto..'
'Si! Lo so, vuoi andare piano, ma qui a forza di andare piano stai solo cercando di prendere tempo. Tu non mi ami.' disse, alzanodosi dal divano.
Perchè aveva bevuto?
'Harry, sei ubriaco.'
'Non sono ubriaco. E non cercare di cambiare discorso.' disse con rabbia.
'Harry, sono qui! Credi che se non ti amassi starei qui?' chiesi, alzandomi dal divano.
'No.. tu stai qui solo perchè hai paura che Felix ti stupri.' disse, andando verso la cucina.
L'aveva detto veramente? 
'Cazzo Harry, perchè hai bevuto?' chiesi seguendolo.
'Faccio quello che voglio.' rispose, mentre si riempiva un altro bicchiere con il liquido marroncino.
'No, non ti fa bene.' dissi, togliendogli dalle mani la bottiglia.
'Dammela!' urlò Harry, strattonandomi per prendere l'alcolico nelle mie mani, ma lo fece così forte che cascai a terra, facendo rompere in mille pezzi la bottiglia.

In un attimo rividi la lucidità negli occhi di Harry.
Si precipitò verso di me per aiutarmi, ma più allungava le sue mani verso di me più strisciavo indietro, per sfuggirgli.
'Rox, scusa.. non bevo mai è che..'
'Cosa? Volevi farmi conoscere questo lato di te?' dissi, mentre mi toglievo dai vestiti i pezzi della bottiglia.
'No.. mi è arrivato un messaggio e non ci ho capito più niente, ho preso il whisky e basta.' disse, sedendosi accanto a me.
Vedermi a terra gli era bastato per fargli passare la sbronza.
'Un messaggio di chi?' chiesi, stendendomi completamente a terra, cercando di dimenticare quello che era appena successo.
'Di Felix.' rispose, stendendosi anche lui, e abbracciandomi forte.






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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***






 

'Dammi il telefono.' dissi con una voce impassibile, mentre eravamo ancora stesi sul pavimen freddo della cucina.
L'odore del Whisky si era sparso nell'ambiente, rendendo pesante ogni mio respiro.
'Cosa intendi fare?' mi chiese Harry, mentre guardava fisso il soffitto.
Ora la sua voce no aveva nessun tono espressivo, come se non provasse più nessuna emozione.
Mi tirai su e mi sedetti sopra il suo bacino, cercando di farlo guardare dritto nei miei occhi, ma più gli mostravo il marrone ambrato delle mie iridi, più lui mi negava il verde smeraldo delle sue.
'Harry, tranquillo.' dissi, avvicinando la mia bocca alla sua, ma fermandomi prima che si toccassero le nostre labbra.
'Mi dispace.' disse, ma questa volta mi guardò dritto negli occhi, lasciandomi vedere quanta tristezza ci fosse nei suoi. Stava trattenendo le lacrime.
'Harry va bene, non sono arrabbiata con te.' dissi, accarezzandogli una guancia per farlo tranquillizzare ancora di più.
'Davvero, non bevo mai, ma quel messaggio..'
'Harry, dammi il telefono.' replicai, ma questa volta il ragazzo obbedì al mio ordine senza fare domande.
Sbloccai facilmente il suo iphone per poi andare a rovistare tra i messaggi ricevuti.

Ciao Harry. Ti starai chiedendo perchè ho sprecato il mio tempo per scriverti un messaggio, no? 
Bè, sappi che, nel nome della nostra vecchia amicizia, ho voluto farti un favore.
Voglio farti aprire gli occhi, amico.
Credi davvero che Rox si nasconda a casa tua perchè ti ama?
No, fratello. La verità è che ha paura.
Paura che io arrivi nella notte e che.. capisci cosa intendo, no?
Per questo non è voluta rimanere a casa sua, per questo le servi.
Lei non ti ama, non ti vuole. Sei solo un ragazzo abbastanza muscoloso che farebbe qualunque cosa per lei, ma fidati che lei non farebbe nulla per te. Sei una marionetta nelle mani di Rox.
Potrai non credermi, lo so, ma io ho preferito metterti in guardia su quello che stai facendo.
Ma d'altronde sei sempre stato quello che veniva usato dalle ragazze.

-Felix



Più leggevo i caratteri sullo schermo e più non capivo cosa significassero.
C'era così tanto odio in quel sms, così tanta perfidia, che mi rimaneva difficile non pensare che tutte quelle parole non facessero parte di un piano ben costruito.
Soprattutto la parte finale, una vera pugnalata al cuore, per Harry.
Spostai il telefono dalla mia visuale, per vedere che Harry si stava mordendo il labbro inferiore, facendo del suo meglio per non scoppiare a piangere.
Mi alzai da quella posizione, liberando così anche Harry.
'Cosa fai?' mi chiese, mentre armeggiavo ancora con il suo cellulare.
'Chiamo Felix.' risposi, per poi avvicinare l'iphone all'orecchio.

Pochi secondi ed eccola, la voce che mi tormentava ancora nei miei incubi.
'Pronto?'
'Ciao, brutta testa di cazzo.' esordii.
'Oh, non sei Harry.' disse Felix con una nota di compiacimento nella voce.
'No, genio. Senti, te lo dico per l'ultima volta: esci dalla mia vita. Chi ti da il diritto di dire quelle cose a Harry? Sai che non lo sto usando, e soprattutto sai che quel messaggio era diretto più a ferire Harry che ad aiutarlo. Complimenti, bel piano, ma non funziona così il gioco.' dissi.
'Oh, tu quindi credi che sia un gioco? Bene allora, giochiamo.' rispose Felix.
'Va a farti fottere.' dissi, per poi attaccargli in faccia.
Harry mi guardò con aria interrogativa.
Mi avvicinai a lui e lo abbracciai, cercando di confortarlo il più possibile.
'Ascoltami, non devi credere a quel messaggio, faceva parte del piano per allontanarci. Pensavo che lo avresti capito da solo.' dissi, alluntanandomi.
'Lo so e non so perchè ho pensato che quelle parole fossero vere. Ho dubitato di te, e mi dispiace molto.' disse lui, dietro di me.
Sospirai.
Era così, infatti. La cosa più dolorosa non era che Harry mi aveva accusata di non amarlo, ma che aveva preferito dare credito a qualcun'altro sul nostro amore.
Mi guardai i piedi, per poi inziare ad aprire ogni sportello, dispensa o cassetto dela cucina.
'Cosa cerchi?' mi chiese Harry, mentre osservava i miei movimenti.
'Ti sto aiutando.' risposi, mentre trovai quello che cercavo: un armadietto pieno di alchol.
Vodka, whisky, birra. Non importava cosa fosse, presi tutto quello che conteneva l'armadietto, per poi avvicinarmi al lavandino e svuotare tutti queli liquidi dall'odore forte.
Harry si avvicinò a me e iniziò a svuotare con me le bottiglie di vetro.
'Grazie.' disse, interrompendo quel silenzio.
'Promettimi che non berrai più.' dissi.
'Lo prometto.' rispose.
Lascia passare qualche secondo, ma alla fine mi sorse una domanda spontanea.
'Se non bevi mai, perchè hai così tanti alcolici a casa?' chiesi.
'Io non bevo, ma organizzo feste.' rispose, questa volta mi sorrise.
'Ah.. ora si spiega tutto.' dissi, facendogli anche io un sorriso.

Svuotata anche l'ultima bottiglia ci dirigemmo verso la camera da letto, anche se nessuno dei due aveva veramente sonno.
Iniziai a spogliarmi dei miei vestiti definiti 'rock' da Harry, rimamendo solo in biancheria intima.
Harry fece lo stesso, per poi avvicinarsi a me e iniziare a giocare con il mio nuovo ciondolo.
'Sono sicuro che oggi non ti ho dato molti motivi per custodire il mio cuore.' disse, mentre con le mani mi teneva vicina a sè.
'Tu mi dai sempre ottimi motivi per custodire il tuo cuore.' risposi, pogiando le mani sul suo petto nudo.
'Anche quando sbaglio, tu sei pronta a perdonarmi.. è per questo che ti amo.' disse, pettinando una mia ciocca bionda.
'Lo so Harry, ma smetti di chiedermi se ti amo. Un giorno lo dirò per mia volontà, e vedrai che sarà meglio così.' dissi.
Le sue mani iniziarono ad accarezzare la mia schiena, soprattutto dove c'era la cicatrice.
Uno dei graffi di Felix era più profondo degli altri, così da non poter rimaginarsi del tutto.
'E quel giorno, ti prometto che Felix la pagherà per tutto ciò che ti ha fatto.' disse Harry, per poi lasciare un bacio sulle mie labbra rosee.
La passione si impossessò subito dei nostri corpi, per fare così ciò che non avevamo fatto nel magazzino.
La sua pelle abbronzata contro la mia bianca.
I suoi capelli scuri contro i miei biondi.
Le sue iridi di smeraldo contro le mie d'ambra.
Eravamo due opposti, ma, come con le calamite, più cerchi di allontanare due opposti, più loro trovano il modo di ricongiungersi.

***


'Giorno.' mi svegliò la voce di Harry.
Dopo aver preso confidenza con la luce del mattino, riuscii a mettere a fuoco la figura del ragazzo.
Si era rvestito, ma oltre a un vassoio con sopra due muffin e del succo d'arancia sopra, portava in mano anche una bellissima primula rossa.
'E' per me?' chiesi, mentre legavo i miei capelli lunghi in una coda.
'Certo, primrose.' rispose, lasciando il vassoio accanto me e mettendo il fiore tra le mie ciocche bionde.
'Grazie.' dissi, baciandolo sulla bocca.
Iniziai a mangiare uno dei due muffin, mentre Harry mangiava l'altro.
'Che ore sono?' chiesi.
'Le 11:30' rispose lui.
'Non devi lavorare?' chiesi stupita.
'No, mi sono preso un giorno.' rispose sorridendomi.
'Oh..' dissi, mentre finivo di mangiare il mio muffin.
In quel momento il cellulare di Harry prese a squillare, così si alzò dal letto per rispondere alla chiamata.

'Pronto?' disse.
Il suo aspetto felice e spensierato mutò immediatamente, lasciandomi pensare al peggio.
'..Va bene. Arrivo subito.' disse poi dopo un paio di minuti, per poi riattaccare.
La sua espressione era seria, lasciando capire che era preoccupato.
Come lo ero anche io.






SPAZIO AUTRICE:
So che è corto, che l'ho postato tardissimo e mi dispiace, in questo  periodo sono davvero molto impegnata, ma mi fa piacere che riceva sempre molte recensioni positive. Grazie ancora a chi non si stufa mai di questa storia.
vi ricordo che su twitter sono @sheeransbeer, quindi se volete chiedermi qualsiasi cosa io sono lì.
bye bye xx.

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***







Il gelo calò nella stanza. Harry era in piedi alla fine del letto, e sembrava che tutta la felicità che avesse mai provato gli fosse stata strappata via dal corpo.
Continuava a guardare il pavimento, mentre con una mano si massaggiava la tempia destra.
Non era Felix.
Se fosse stato Felix a chiamarlo, Harry non sarebbe stato così preoccupato.
C'era qualcos'altro che non andava.
Mi alzai dal letto e mi infilai una delle tante magliette poggiate sulla poltrona all'angolo della stanza, poi mi avvicinai ad Harry, cercando di fargli alzare lo sguardo verso di me.
'Chi era?' chiesi con voce cauta, ma con una nota di ansia.
Harry sollevò il volto, così da potermi guardare dritta negli occhi.
Esitava a rispondermi, non sicuro se fosse la cosa giusta da fare. 
'Harry?' domandai, con un filo di voce. Iniziai ad accarezzargli il braccio destro per cercare di tranquillizzarlo.
'Mia sorella..' rispose con una voce un po' rauca, seguita da due colpi di tosse.
Mi aveva parlato poco della sorella. Sapevo che si chiamava Cassandra e che viveva ancora a Sheerness con un tizio.. diciamo poco raccomandabile. E sapevo anche che era da molto che non si parlavano, perchè lei aveva fatto la scelta di non seguire la famiglia, e forse questa cosa non era mai andata giù a Harry.
'E' successo qualcosa?' chiesi ancora più preoccupata.
'Non lo so. Mi sta aspettando ad un bar in centro. Dev'essere successo qualcosa.. non ci sentiamo da tanto, se non fosse una cosa seria non mi avrebbe chiamato, ma soprattutto non sarebbe arrivata fino a Londra per parlarmi.' rispose Harry, che aveva iniziato a rovistare nell'armadio per cercare qualcosa di pulito da mettere.
I suoi movimenti erano scattosi, mentre il suo petto si alzava ed abbassava ad un ritmo troppo veloce rispetto al normale.
'Tua madre sa che è qui?' chiesi mentre osservavo i suoi spostamenti.
'No. E finchè non so di cosa si tratta non deve sapere nulla.' rispose, infliandosi una maglietta blu.
Continuava a muoversi nella stanza, ma sembrava che lo facesse senza un vero motivo, senza uno scopo. Era l'agitazione, si era impossessata del corpo di Harry.
'Harry..' dissi in un sospiro.
'Cosa!?' chiese con nervosismo.
Fui colpita da quel suo scatto, tanto che isintivamente feci un passo indietro, ma poi mi avvicinai ad Harry e lo abbracciai, pogiando la testa sul suo petto. Il suo cuore batteva così forte che, se tutto il mondo si fosse fermato per un secondo e fosse rimasto in silenzio, l'avrebbe sentito chiaramente.
'Harry, mi dispiace. Mi fa male vederti in questo stato.' dissi, mentre ero ancora attaccata a lui.
'..Poi dicono di me che non so amare.' disse lui, staccandosi da me e andandosi a sedere alla fine del letto.
Ora all'agitazione e alla preoccupazione si era aggiunta la tristezza.
'Tu credi a quello che dicono?' chiesi, sedendomi accanto a lui.
'No, ma fa male sapere che, per quanto tu provi ad essere una brava persona, la gente vedrà sempre il peggio di te. Io sono quello che ha cambiato tante ragazze. Significa che non so amare, e forse è vero. Sono uno stupido.' rispose.
'Cosa? Harry, questo è assurdo. Amare la persona sbagliata non vuol dire essere stupidi. Semplicemente vuol dire che hai amato qualcuno troppo stupido per apprezzare quello che aveva.' dissi.
'..Forse.' disse, alzandosi poi dal letto.
'Ora vado, tu resta qui, tornerò il prima possibile.' disse, poco prima di lasciare la stanza.
'Ok. Ah Harry?'
'Si?'
'Grazie per amarmi.' dissi, accennando un sorriso.
Quella piccola frase, seppur semplice, era bastata per far rinascere un sorriso sul volto di Harry.
'Nessun problema.' rispose, lasciando poi defnitivamente la stanza.



***




HARRY'S POV

Raggiunsi il posto che mi aveva indicato Cassy.
Un bar piuttosto frequentato, ma non troppo esposto.
Voleva parlarmi in privato, ma voleva che ci fossero anche dei testimoni.
C'era decisamente qualcosa che non andava.
Entrai nel locale e iniziai a guardarmi intorno, ma di Cassy non c'era nessuna traccia.
'Non mi riconosci?' chiese poi una ragazza dietro di me.
Era alta, castana e con gli occhi verdi.
Aveva un grande sorriso in volto, ma non era la ragazza che ricordavo.
'Cassy..' dissi, con una nota di amarezza nella voce.
'..Non sembri felice di vedermi.' disse lei, notando il mio comportamento.
'Non lo sono, infatti.' risposi.
Il fatto che fosse arrivata fino a Londra per vedermi significava che era nei guai e che come al solito dove risolvere tutto io.
'Oh.. pensavo che..'
'Cosa? Cassy lo sappiamo entrambi che ormai non abbiamo più niente da dirci, e se adesso tu vuoi parlarmi significa che qualcosa non va. E' sempre stato così. Anche quando c'era papà, a te non fregava nulla della famiglia, ma quando c'era un problema sei sempre corsa da noi perchè ti serviva aiuto.' dissi.
La sua espressione diventò subito colpevole, riconosceno la verità nelle mie parole.
'Ti prego, sediamoci. Questa volta ho capito di aver sbagliato.' disse lei, indicandomi un tavolo tra gli altri.
La seguii, mettendoci poi a sedere uno difronte all'altro.
'..Noti qualcosa di diverso in me?' chiese, agitando i suoi capelli.
'Non sei più mora.' risposi, senza il minimo interesse.
'Già. Vedi Harry, ho dovuto cambiare qualcosa, per lasciare il passato. Rupert, il ragazzo con cui stavo a Sheerness..'
'Quello che spacciava.' puntualizzai.
'..Si, lui. Ora è in prigione. Lo hanno preso mentre vendeva un grosso carico di.. non so esattamente cosa fosse. Il fatto è che non avevo più nessuno, lì. Mi sono resa conto di aver sbagliato a non venir con voi, così adesso sono qui, per ricongiungermi a te e alla mamma.' disse.
'Cosa ti fa pensare che noi vogliamo ricongiungerci a te? Ci hai abbandonati. Hai preferito un drogato alla tua famiglia!' dissi, alzando più di quanto volessi il tono della voce.
Cassy si guardò intorno, notando che molte persone si erano voltate verso di noi.
'Harry, ti prego. Me ne vergogno tantissimo, ma nella vita tutti compiono degli errori.' disse, quasi bisbigliando.
'E io devo sempre fare la parte di quello che perdona?' chiesi.
Lei non rispose, si limitò a guardarmi con sguardo triste, ma sapeva che non avevo tutti i torti.
'E' ok, Harold.'
'Harry.'
'..Harry.'


Sarei potuto andarmene, lasciarla lì da sola, a compatirsi.
Avrei potuto fregarmene di tutto, ma il fatto è che io non sono così.


Mi alzai dalla sedia e Cassy fece lo stesso, guardandomi con aria interrogativa.
'Sei pur sempre mia sorella.' disse, per poi abbracciarla.
Cassy scoppiò in lacrime e, tra un singhiozzo e l'altro, non faceva altro che dirmi grazie.
'Dai, smetti di piangere. Ti porto a conoscere una persona.' dissi, spingendola verso l'uscita.
'Chi?' chiese, mentre con la manica della felpa si asciugava il rimmel colato.
'La mia ragazza.' risposi, sorridendo.



Inutile dire che quella mia risposta aveva innescato un vortice di eccitazione e di curiosità in Cassy.
Per tutto il nostro viaggio in macchina non fece altro che tormentarmi con centinaia di domande, una più strana dell'altra.
'Come si chiama?' chiese.
'Roxanne, ma tutti la chiamano Rox.' risposi.
'Anni?'
'Diciannove.'
'Aspetto?'
'Oh, Cassy adesso la vedi!' dissi un po' stufo.
'Oh dai dammi qualche anticipazione.' rispose lei ridendo.
'..Fa la ballerina, oh forse è meglio dire faceva.' dissi. 'Perchè faceva?'
'..Lunga storia.' risposi. 'Spiegati.' disse lei.
'Uff te l'hanno mai detto che sei petulante?' chiesi retorico. '
mm, no. Dai dimmi di più.' rispose lei.
'..E' la ragazza più bella e più dolce che abbia mai conosciuto.' risposi, con un sorriso.
'Ooooh, il mio fratellino si è innamorato! Oh Harold quanto sei carino!' disse lei, allungando una mano e scompigliandomi i capelli.
'E tu sei matta. Tanto matta.' dissi io, mentre parcheggiavo l'auto davanti casa.



***




ROX'S POV
*poco prima*


Era passata quasi un'ora, e di Harry non c'era ancora nessuna traccia.
Come ogni giorno che ero sola a casa, mi buttai sul divano del soggiorno ed iniziai a fare zapping sfrenato tra i canali della tv, non sapendo cosa vedere.
La mia mente era troppo preoccupata per interessarsi ai programmi di giardinaggio che mandano di solito al mattino.
Volevo sapere perchè la sorella di Harry fosse tornata.
Perchè aveva bisogno di Harry, ma soprattutto cosa avesse deciso di fare lui.
Aiutarla o ignorarla?
Non sapevo darmi una risposta certa, visto la mia conversazione con Harry poco prima che uscisse.
Tutti i miei pensieri vennero interrotti poi dal suono del campanello.
Era strano che Harry non si fosse portato con sè le chiavi, ma comunque mi precipitai ad aprire la porta.
'Hai scordato le chiavi amore?' chiesi mentre aprivo la porta.
'Non proprio, amore.'









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SPAZIO AUTRICE:
anche questo capitolo è corto, e mi dispiace molto, ma oggi non avevo molta voglia di aggiornare anche s ho dovuto, visto che molto probabilmente avrei dovuto farvi aspettare molto tempo. Il fatto è che una ragazza mi ha contattato dicendomi che la mia fanfiction è una copia di Dark. Ora, io adoro Dark, ma penso che questa storia sia molto diversa, soprattutto per il personaggio di Harry. Qui è molto più.. vittima, in un certo senso. Non so se riesco a spiegarmi bene, resta il fatto che però mi è veramente dispiaciuto. Ci metto l'anima in questa storia, e vedere tutti i miei sforzi sprecati così mi ha fatto male. Se c'è qualsiasi cosa che non vi piace nella storia per favore ditemelo, ci tengo molto. Colgo l'occasione invece per ringraziare che non si perde mai un capitolo. Grazie :)


-sheeransbeer

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


 

 



E' stato come un pugno in faccia. Forte e disorientante.
Non me ne resi conto subito.
Aprii la porta, così, senza rifletterci, e davanti mi ritrovai lui.
Il mio incubo.
Biondo, alto, e con un sorriso sulla faccia. 
Un sorriso per niente confortante.


'Come mai quella faccia così sorpresa, amore?' chiese, con un ghigno malefico in volto.
Mosse subito un passo verso di me ma senza pensarci due volte chiusi la porta.
Il ragazzo oppose resistenza, riuscendo a tenerla aperta.
Vedendo che la mia forza non era nulla contro la sua abbandonai ogni vano tentativo di tenerlo fuori casa ed iniziai a correre.
Non avevo un'idea precisa su dove andare, i miei piedi si muovevano da soli.
Salii le scale a due a due e mi precipitai verso la camera di Harry.
Il ragazzo biondo era proprio dietro di me, potevo sentire il suo alito alla menta sul mio collo.
Con uno scatto chiusi la porta e mi ci poggiai contro con tutto il mio peso, anche se non era molto.

Lui rise dall'altro lato del legno.
Una risata vuota, malefica.
'Amore, davvero pensi che una porticina da quattro soldi possa proteggerti da me?' chiese retoricamente.
Non risposi, cercando di pensare alla mia mossa successiva.
Più mi guardavo attorno e più mi rendevo conto di non avere una via di fuga.
Ero in gabbia, e  mi ci ero messa da sola.
Il ragazzo dall'altro lato iniziò a battere i pugni sulla porta, facendola vibrare sotto il mio corpo.
Ad ogni vibrazione del legno i miei occhi si riempivano sempre più di lacrime.
Ero sola.
Indifesa.
Morta.


'Andiamo Rox!' urlò il ragazzo.
Mi sedetti ai piedi della porta, cercando di frenare sempre più le mie lacrime.
'Apri la porta Rox!' continuò.
Sapevo di non avere nessun Piano B.
L'unica cosa che potevo fare era pregare.
Pregare per me.
Per Harry.
Perchè sapevo che se in quel momento era toccata a me, poi sarebbe toccata a lui.
Non potevo far altro che piangere ancora di più al pensiero del corpo straziato di Harry, sotto il peso di Felix.
'Apri la porta, puttana!' urlò ancora il ragazzo, dal corridoio.
Così mi allontanai dalla soglia e inizia ad indietreggiare verso il letto. Stava per entrare.
'Apri questa fottuta porta Rox!' urlò più forte.
Scoppiai in un pianto isterico.
Era la fine.
Uno di quei momenti in cui senti di non avere più un futuro, una scelta.
'E va bene, tesoro. L'hai voluto tu.' disse quasi con dolcezza.
Poi ci fu silenzio, seguito immediatamente dal rumore del legno spaccato.
E poi eccolo. Felix.

'Ciao, Rox.' disse, avanzando lentamente verso di me.
'Felix ti prego, ti scongiuro..' iniziai a piagnucolare, indietreggiando sempre di più.
'Cosa?' chiese, scoppiando in un'altra risata.
'Ti prego. Per favore lasciami stare!' urlai.
Ormai avevo le spalle al muro.
Game Over, Rox.
'Tranquilla non sono qui per ucciderti. Sei solo un pacco. E devo portarti a destinazione.' disse, avanzando ulteriormente.
Adesso era ad un palmo di distanza da me. L'odore dolciastro del suo profumo era nauseante.
'Chi mi vuole?' chiesi secca, facendo scomparire la Rox impaurita. 
'Oh, non vuoi che ti rovini tutta la sorpresa, vero?' rispose, accarezzandomi una guancia.
'Bastardo. E' mia madre che ti ha mandato vero?'
'Jo è stata molto.. precisa, con i suoi ordini. Non posso toccarti, se non per farti entrare a forza nella macchina.' 
'Tu non puoi toccarmi, io si.' dissi, colpendolo poi forte al naso.
Appena vidi la sua figura muscolosa accasciarsi a terra iniziai a correre.
Dovevo scappare.
'Troia!' urlò Felix, evidentemente contrariato.
Mi girai un secondo, ritrovandomi l'imponente figura del ragazzo dietro di me.
Forse gli avevo rotto il naso. Il suo viso era ricoperto da del sangue appiccicoso.
Continuai a correre giù per le scale.
Ero quasi arrivata alla porta, solo pochi metri di distanza, quando poi mi sentii tirare dalla nuca.
Felix si era aggrappato ai miei capelli, tirandoli con tutta la forza che aveva.
'Ora tu vieni con me, chiaro?' mi urlò nelle orecchie.
Annuii, non avendo abbastanza fiato per rispondere.



***





HARRY'S POV


'Dai sbrigati! Sono sicuro che ti piacerà tantissimo!' dissi, mentre aprivo la porta di casa.
'Oddio Harry, stai calmo!' rispose Cassy, mettendosi al mio fianco.
'Non so, sono frenetico! E' la prima ragazza che ti presento e.. E' quella giusta.' dissi, cercando di nascondere il mio sorriso da ebete.
'Oh ma guardalo, il mio fratellino è un romanticone.' disse lei, pizzicandomi una guancia.
'Piantala.' dissi, spingendo la porta.
Mi diressi subito verso il soggiorno, pensando di trovare, come al solito, Rox che guardava un film. Invece non c'era nessuno, solo un rumore di sottofondo proveniente dalla tv.
'Starà dormendo..' dissi a Cassy.
Così salii velocemente le scale e mi precipitai in camera da letto. 
Vuota. La porta spaccata.
Il mio cuore iniziò a martellarmi nel petto, le mani presero a sudare e il respiro si fece pesante.
'Rox?' urlai, ma non ricevetti risposta.
Il mio battito cardiaco accellerò ulteriormente.

Harry, calmo. Non può essere successo quello che pensi. No. 

'Harry che succede?' chiese Cassy, che mi aveva raggiunto al piano superiore.
'..Non lo so.' risposi, tirando fuori il cellulare dalla tasca.
'Harry mi stai facendo preoccupare.' disse Cassy, cercando di capire che cosa fosse successo.
'Senti vai di sotto e restaci, chiaro? Devo fare una telefonata.' risposi con rabbia, tanto che Cassy rimase colpita dai miei modi, ma obbedì lo stesso al mio comando.
Aprii la rubrica, fino a trovare il numero di Rox.
Nessun segnale. Era spento.
Allora salii nella lista dei contatti, fino alla F.
Felix.


'Pronto?'
'Dov'è Rox?' chiesi subito furente.
'Oh ti sei perso la fidanzatina, Haz?' chiese, accompagnando la domanda con una sonora risata.
'Vaffanculo. Dimmi dov'è.' dissi
'Non è un problema mio, se non riesci a gestirti una relazione.' rispose con sfrontatezza.
'Perchè tu invece sei un grande esperto di relazioni, no? Dimmi dove l'hai portata.' 
'Tranquillo, è con la madre, ma ti sconsiglio vivamente di andare a riprendertela. Ma se vuoi fare una brutta fine, prego, fai pure.' 
'Taci. Non ho paura nè di te nè della madre di Rox.' dissi, scendendo le scale.
'Dovresti, credimi.' 
'Mi fate schifo. Siete degli psicopatici.' 
'No, Harry. Noi ti stiamo salvando, credimi. Ora l'abbiamo portata via da te. Per salvarti. Se verrai a riprendertela non credo che.. vivrai a lungo.' 
'Uccidimi, fai quello che vuoi. Ma prima che tu possa strappare l'ultimo briciolo di vita dal mio corpo, io riuscirò a riprendermi Rox. E' una promessa.' dissi e terminai la chiamata.

'Chi era?' chiese Cassy, che evidentemente aveva sentito l'ultima parte della conversazione.
'Nessuno. Tu resta qui, io devo andare da una parte.' dissi, riprendendo le chiavi della macchina.
'Cosa? Harry, non ci sto capendo niente! Spiegami questa situazione!' disse lei, seguendomi nell'ingresso.
'Tu resta qui, al mio ritorno ti spiegherò tutto.' dissi, chiudendo poi la porta di casa dietro di me.
In quel momento non avevo tempo di raccontare la storia della mia vita negli ultimi quattro mesi.
L'unica cosa che mi importava adesso era Rox.
Dovevo salvarla.


***


ROX'S POV


Entrai nella mia vecchia camera da letto.
Tutto era come l'avevo lasciato quando decisi di andare a vivere da sola.
Tutto tranne l'atmosfera.
Non c'era più quella felicità e quel conforto che si hanno a casa propria.
Ora mi trovavo in una prigione, sorvegliata da mia madre.

Le mie foto alla parete, il sorriso immancabile sul mio volto, ora era solo uno stupido ricordo.
Mi sentivo come se tutti i bei momenti, le risate e i pianti di gioia, fossero stati cancellati per sempre dalla mia vita. E non avrei ma più potuto provare qualcosa di simile.
Perchè?
Perchè le cose brutte succedono sempre alle persone buone?
Perchè ci insegnano che il bene vince sempre il male, se non è mai così?
Favole e miti di eroi che vincono i cattivi, sono solo stupidaggini create da un mondo crudele.
I buoni soccombono.
i cattivi trionfano.



'Rox?'
Joanne entrò nella camera, come ai vecchi tempi, quando mi veniva a chiamare per dirmi che era pronta la cena.
'Cosa vuoi?' chiesi, dandole le spalle.
'Voglio solo parlare.' rispose, mettendosi davanti a me.
'E io non voglio, oppure la mia volontà non conta per niente?' 
'No, certo che conta, tesoro. Siediti, dovrai solo ascoltarmi.' disse, spingendomi poi con delicatezza verso la fine del letto.
Una volta seduta, mi strinse in un abbraccio, muovendosi dolcemente come si fa con i neonati.
'Ascoltami, Rox. Ora tu penserai di essere in trappola, di non avere più una scelta. Ma vedila come se tu non te ne fossi mai andata via di qui. Tutto quello che è successo fin'ora è stato solo un brutto sogno, da cui io e Felix ti abbiamo risvegliata.' disse.
'E tu credi che Harry resterà a guardare?' chiesi retorica.
'Lo spero, perchè altrimenti diventerei molto cattiva.' disse, affondando le unghie nella carne del mio polso. 'E tu non vuoi che diventi cattiva, vero?' 
'Mi stai facendo male.' dissi, cercando di far scivolare il polso dalla sua presa.
'E questo è niente, tesoro.' rispose, per poi uscire dalla stanza.
Guardai i segni rossastri sulla mia pelle, e le lacrime cominciarono a scendere sul mio viso, bagnando così le nuove ferite.


Peggio che in prigione.
Ero all'inferno.




                                                

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***




 

 


 

HARRY'S POV

Salii in macchina cercando di pensare ad un piano d'attacco, ma ogni idea che mi passava per la mente si rivelava solo un'assurdità. Avrei potuto peggiorare le cose e metterla in pericolo più di quanto non fosse già.
Non potevo però restare con le mani in mano. Loro avevano la mia Rox. Era come se stessero trattenendo con la forza una parte della mia anima. 
Mi sentivo spaccato a metà.
Sfrecciavo accanto a case e negozi, pur sapendo di girare a vuoto. Non avevo una meta.
Andare a casa della madre di Rox era troppo imprudente, e sicuramente non avrebbe cambiato le cose.

'Pensa Harry. Pensa' dissi a me stesso mentre ero fermo al semaforo. Le mie mani stringevano saldamente il volante difronte a me, le nocche diventarono subito più bianche, e i miei occhi si strinsero in due fessure sottilissime.
Tutto quello che aveva detto Felix.. il fatto che il rapimento di Rox era un avvertimento per me, mi stava facendo girare la testa.
Questo significava che Felix e Joanne era pronti a tutto pur di soddisfare le loro ambizioni pretenziose.
Ma cosa vogliono davvero?
Felix vuole Rox per sè, ma è solo uno stupido capriccio, una ripicca nei miei confronti.
Joanne.. vuole che Rox faccia la ballerina, ma io non gliel'ho mai impedito.
Allora qual è veramente il problema?
Sono semplicemente io?
Sono io, forse, la causa di tutti i miei mali?

I miei pensieri furono risvegliati dal suono dei clacson dietro di me, che mi incitavano ad attraversare l'incrocio, così spinsi freneticamente il piede sull'acceleratore.
Potevo andare solo in un posto: a casa di Jane.

***




Da dove mi trovavo, per arrivare a casa di Jane, di norma ci avrei messo trentacinque minuti. Questa volta invece ci arrivai in meno di un quarto d'ora. Avevo infranto un po' di regole della strada per fare più in fretta, ma a mali estremi, estremi rimedi.
Tolta la chiave mi precipitai verso la porta di legno bianco su cui era affissa un la bocca di un leone da cui pedeva il battente della porta.
Ignorai completamente quella decorazione e iniziai a picchiare con le mani sulla porta, finchè non si presento una Jace stupita ad aprirmi.
'Ah sei tu, pensavo fosse.. Felix.' disse, lasciandomi lo spazio per entrare dentro.
'C'è anche Finn?' chiesi, cercando di mantenere un tono non troppo allarmato.
'Si, è in cucina.. Cosa succede, Harry?' chiese lei, mostrandosi sempre più preoccupata.
'Hanno preso Rox.' risposi, dirigendomi a passo svelto verso la cucina.
Non potevo vedere la faccia di Jane, ma il suo silenzio era abbastanza per descrivere le sue emozioni.
Appena varcai la soglia della cucina vidi Finn seduto al bancone di legno scuro intento a leggere una rivista di sport. 
'Amico.' dissi, questa volta con un tono quasi supplichevole.
Come se lo avessi appena svegliato, mi guardò con sguardo assente.
'Ehy, fratello. Cosa hai?' chiese, notando il mio fiatone.
'Hanno preso Rox.' dissi di nuovo, mentre camminavo su e giù davanti al lavandino.
'Cosa? Chi?' chiese, abbandonando del tutto la sua rivista.
'Felix. E Joanne, la madre di Rox.' risposi.
Il mio battito cominciò ad accelerare.
Raccontare quello che era successo era veramente doloroso.
Il silenzio cadde nella stanza, intervallato solo dal rumore delle mie scarpe e dai respiri pesanti di Jane.
Fu proprio lei, però. a parlare di nuovo.
'M-mia zia l'ha rapita?' chiese.
'Il lavoro sporco l'ha fatto fare a Felix, lei controlla Rox. L'ha rinchiusa a casa sua.' risposi, fermando la mia marcia.
'..Cosa facciamo?' chiese Finn, guardando prima me e poi Jane.
'Non lo so, sono venuto qui perchè non sapevo cosa fare! Andare a casa della madre di Rox mi sembrava troppo rischioso.' risposi.
'Si, poteva mettere le cose peggio. Ma io non so cosa fare!' disse Jane, che nel frattempo si era seduta su una delle sedie. Forse se non l'avesse fatto sarebbe caduta al suolo per la troppa preoccupazione.
'Potremmo portarla via durante la notte.' suggerì Finn.
'Cosa? No sarebbe rischioso. Per non parlare del fatto che quella casa ha più allarmi della Casa Bianca.' disse Jane.
'Davvero?' chiesi.
'Si, mia zia ha paura dei ladri.' rispose Jane, rilassandosi un po'.
'Ok.. altre proposte?' chiese Finn, rendendosi conto che la sua prima idea era stata scartata.
'Io sono dell'idea che non dobbiamo fare niente.' rispose Jane.
'Cosa? Sei matta? Rox penserà che l'abbiamo abbandonata!' protestai.
'Fammi finire! Non dobbiamo fare niente PER ORA. Loro abbasseranno la guardia, e allora potremmo cercare di intervenire.' ribadì Jane.
'No, non voglio aspettare! Non voglio lasciare Rox sola!' dissi, alzando un po' la voce.
'Harry, è la soluzione migliore.' disse Finn.
'Oh certo, appoggia l'idea della tua ragazza.' dissi, acido.
'No, appoggio l'idea più intelligente.' rispose lui con naturalezza, come se non avesse notato il mio tono nel rispondergli.
'Bè io non sono d'accordo, e se non volete aiutarmi interverrò da solo.' dissi, rifutando sempre di più l'idea di Jane.
'Harry, stai calmo. Siediti e parliamone.' disse lei, facendomi cenno di sedermi alla sua sinistra.
Feci come aveva detto, per non sembrare sgarbato. In fondo volevano solo aiutarmi.

 

***



Passamo il resto del pomeriggio a discutere sul da farsi. Eravamo seduti al bancone della cucina, mentre su un foglio scrivevamo le idee meno stupide che potevano salvare Rox.
Io proponevo di andare a parlare con la madre di Rox, Jane proponeva di lasciare che lei andasse a trovare Rox, per capire in che condizioni era, mentre Finn voleva rispondergli con la loro stessa moneta.
'Rapiamo Felix.' disse.
'Che? Ma ti pare?' risposi scettico alla sua proposta.
'Perchè scusa? Potrebbe darci delle informazioni, no?' 
'Primo: è alto 1.85, non credo che sia molto facile da rapire. Secondo: sarebbe capace di stenderti in tre secondi. Terzo: A mia zia non importa nulla di Felix, quindi non ci aiuterebbe a salvare Rox.' gli rispose Jane.
Finn sembrava evidentemente ferito dal secondo punto.
'Guarda che faccio Kick-boxing, non sono tanto facile da stendere..' rispose, sentendosi superiore.
'Resta comunque un'idea stupida, quindi non la scriviamo sulla lista.' dissi, cercando di cambiare discorso.
'Quindi?' chiese Jane.
Proprio mentre stavo per parlare il mio telefono prese a squillare.

'Pronto?'
'Harry, dove sei?'
Era Cassy.
'Cassy, non rompere. Resta a casa e non ti muovere, tornerò il prima possibile giuro.' risposi.
'Ma vuoi spiegarmi almeno cosa sta succedendo?' chiese ancora.
'Ora non posso parlare. Ci sentiamo dopo.' risposi, attaccandole in faccia.
'Chi è Cassy?' chiese Jane incuriosita.
'Mia sorella.' risposi, rimettendo il mio iphone nella tasca dei jeans.
'Hai una sorella?' chiese Finn stupito.
'Si bè.. non è così importante da sapere.' risposi, sentendomi i loro occhi addosso.
'No.. siamo solo migliori amici, non è importante.' disse Finn, offeso sempre di più.
'Amore, mi farò perdonare.' dissi, accarezzandogli una guancia e facendogli l'occhiolino.
'Si.. Styles queste cose teniamocele per noi.' disse, stando al gioco, mentre Jane sembrava indispettita dalla situazione.
'Se la finiste di fare i gay mi fareste un grande piacere.' disse lei, strappandomi il foglio dalle mani.
Noi due scoppiammo a ridere, mentre il rossore si faceva sempre più evidente sull guancie di Jane.

Quel momento venne interrotto di nuovo dalla suoneria del cellulare.
'Cassy ti ho detto di aspettare!' urlai, solo che a chiamare non era Cassy.












 

SPAZIO AUTRICE:
so che è corto, ma è già un miracolo che sia riuscita a postarlo. Con le vacanze aggiornerò più spesso, prometto.
Comunque girando su tumblr ho trovato questo fotomontaggio:

E' DESTINO AHAHAHHAHAHAHHAHAHAHAH.
lasciate una recensione, mi fa piacere leggere i vostri commenti.
bye bye xx

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***








 

'H-harry?'
Il mio nome, pronunciato da quella voce così candida ed innociente, era qualcosa di magico. Riuscivo a sentire il calore, in quelle cinque lettere. Un calore che riscaldava il mio cuore.
'Harry ti prego, parlami.' disse ancora quella voce.
Amavo la sua voce, era sempre allegra, riusciva a farmi nascere un sorriso. Ora però era priva di ogni sentimento, era statica, come un robot.
'..Rox, come stai?' dissi finalmente, con una voce più rauca del solito.
Finn e Jane mi rivolsero subito delle occhiate apprensive. Sui loro volti era dipinta la preoccupazione per Rox, e la compassione per me.
'Bene.. più o meno. Senti.. devo parlarti di una cosa e non ho molto tempo. Sto telefonando di nascosto da mia madre.' disse, fredda.
La stavano già cambiando. Stavano uccidendo la vera Rox, per creare un burattino senza anima.
'Dimmi, farò di tutto per te.. già sto organizzando qualcosa con Finn e Jane.' dissi.
'E' proprio di questo che ti volevo parlare, Harry. Non devi fare assolutamente niente, dimenticami.' rispose lei.
Quelle parole arrivarono come una pugnalata, forte e decisa verso il cuore. 
'Cosa?' chiesi, cercando di autoconvincermi ad aver sentito male.
'Hai capito, Harry. Devi fingere che tutto quello che c'è stato fra di noi sia stato solo un sogno. Non devi venire qui. Non devi cercare di portarmi via. Inizia un'altra vita.. fallo per me.' disse, questa volta però, sentii un singhiozzo soffocato dall'altro lato del telefono.
'Perchè mi chiedi questo? Io ti amo, lo sai. Non posso fingere che tu non esista.' dissi, mentre, a poco a poco, la mia vista si annebbiava.
Non piangere, Harry.
'Non rendere tutto più difficile, per favore. Non voglio che tu venga qui, chiaro? Voglio, anzi, vederti felice con qualcun'altro.' disse.
Ora la sua voce era piena di tristezza e malinconia.
Lei che non era mai triste.
Lei che, quando mi svegliava al mattino, mi metteva felicità solo a guardarla.
'Come si può amare la luna dopo aver visto il sole?' chiesi, quasi in un lamento.
Jane ora era tra le braccia di Finn.
Stava piangendo.. per me.
'..Anonymous.. è il mio film preferito.' disse lei, ancora più malinconica.
'Lo so.. me lo hai fatto vedere circa venti volte.' replicai, con una leggera risata.
'Harry, davvero.. almeno provaci.' 
'..Provare a non amarti è la cosa più difficile che potessi mai chiedermi, Rox.' dissi, ancora rauco.
'Mi dispiace.' rispose, per poi attaccare, lasciandomi con quel leggero suono nell'orecchio.
Posai poi il telefono sul bancone, per poi scoppiare in un pianto isterico.
Non è vero che gli uomini non piangono.
Quando ti portano via l'unica cosa bella della tua vita, anche gli uomini versano lacrime.

Sentii poi una mano salda sulla mia spalla.
Era Finn.
'Amico, mi dispiace tantissimo.. ho intuito che..'
'Rox mi ha lasciato.' conclusi io, al suo posto. 
Avevo bisogno di ripetere quelle quattro parole ad alta voce per concincermi che fosse vero.
Jane si avvicinò a noi, per poi abbracciarmi calorosamente.
'Credo che questa.. possa anche sparire.' disse poi, accartocciando la lista dei 'piani di salvataggio.' 
La guardami mentre si dirigeva verso la pattumiera. 
'Se c'è qualsiasi cosa che posso fare per te.. basta chiedere.' disse Finn, tendendo sempre la mano sulla mia spalla.
Mi girai per guardarlo nelle sue iridi dorate, vendendo solo e soltanto una grande tristezza in esse.
'Grazie amico, ma credo che l'unica cosa che farò, adesso, sarà tornare a casa, spiegare tutta questa storia a Cassy e poi andare a dormire, sperando di non risvegliarmi mai più.' dissi, alzandomi lentamente dallo sgabello.
'Vuoi che ti accompagni io a casa?' chiese Finn mentre mi dirigevo verso l'ingresso.
'No no.. sto bene. Ci si vede.' dissi, chiudendomi poi la porta di legno bianco alle mie spalle.
Il sole all'esterno stava tramontando, perdendo del tutto il suo calore, così come il mio cuore.

 

***



Si dice che il tempo, quando si è annoiati, passi lentamente.
Quelle tre settimane, mi erano sembrate lunghe mesi.
Mi ritrovavo a pensare sempre a Rox. A cosa stesse facendo, a come procedessero le cose.. 
Certe volte mi chiudevo nella mia stanza, e mi mettevo a fissare quell'unica foto che avevo con Rox, alla festa di quattro anni prima.
Osservavo ogni particolare dei suoi capelli, del suo viso, del suo corpo.
Rimanevo lì per ore, finchè poi non entrava Cassy per portatmi fuori. Diceva che non mi faceva bene stare sempre a casa, a rimuginare su tutto.
Avevo smesso perfino di andare a lavoro. Ma per fortuna non ero veramente solo.
Quando tornai a casa, la sera della mia conversazione con Rox, raccontati tutto, dal principio, a Cassy.
Lei non disse nulla, si limitò ad abbracciarmi forte fra le sue braccia. Sapeva che in quel caso le parole non avrebbero potuto significare niente per me. Avevo solo bisogno di qualcuno.. di una spalla su cui piangere.
Anche Finn qualche volta era venuto a trovarmi.
Facevamo quattro chiacchere, come sempre, ma non potevo fare a meno di notare che il suo sguardo era cambiato. C'era solo compassione, nei suoi occhi. Compassione mascherata da interessamento.
Jane invece era andata a trovare Rox, mi aveva detto Finn.
'Rox sta.. bene. Tutto sommato poteva stare peggio. Ora è come se n on se ne fosse mai andata di casa. Vive lì, la madre la accompagna alle prove dove la accoglie Felix. Finite le prove Felix l'accompagna di persona da Joanne. E poi il ciclo si ripete il giorno dopo. Joanne non la fa uscire, ma permette a Jane di andarla a trovare. Mi ha detto che Rox ha molti lividi sulle braccia, però. Non sa come se li sia fatti, ma ha notato che cerca di nasconderli.' erano state le sue parole.
Gli chiesi poi se Rox aveva accennato a me. 
Finn aveva fatto una pausa, e poi un grande sospiro. 'No, amico.. mi dispiace.' 
Logico. Aveva preso sul serio la storia del 'dimenticare'.
Io, invece, non ci stavno neanche provando. 
L'altro giorno, poi, in tv c'era Anonymous. Mi misi a guardarlo, tenendo in mano la foto di Rox. 
Cassy quando mi vide me la strappò dalle mani, dicendo che mi stavo autodistruggendo.
Come darle torto..
Ma infondo, è questo quello che siamo. Creature stupide, e incostanti, con un grandissimo talento per l'autodistruzione.

ROX'S POV


Tre settimane. E a me sembrava un'eternità.
Lui non si era fatto più sentire. Probabilmente aveva seguito il mio consiglio di trovarsi un'altra ragazza.
Anche Jane non mi aveva detto niente di lui, ma forse perchè io non gliel'avevo chiesto.
Non volevo rischiare di stare peggio. Pensare a lui sarebbe l'ultima goccia in un vaso che è già pieno fino all'orlo.

'Rox c'è Jane!' urlò mia madre dal piano terra.
'Arrivo mamma!' le risposi, alzandomi dal letto per poi scendere al piano di sotto.
Jane, come tutte le volte che era venuta a trovarmi, mi salutò con un abbraccio, come se volesse controllare che avessi tutte le ossa al posto giusto.
'Come stai?' chiese poi.
'Bene..' risposi, facendole segno di salire in camera mia.
Lei mi seguì senza fare obiezioni.
'Devo parlarti..' disse poi, dopo che ebbi chiuso la porta della stanza.
'Di cosa?' chiesi, riprendendo il mio posto sul letto.
'Di Harry.' 
A quella parola sgranai gli occhi, come se il mio cuore si sfosse trasformato in un pezzo di granito.
'Gli è successo qualcosa?' chiesi, preoccupuata.
'No.. ma Finn ha detto che è sull'orlo di una crisi. Ha detto che.. non è mai stato così triste per così tanto tempo.' rispose lei, sedensosi sulla poltrona rosa accanto alla scrivania.
'..In che senso?' chiesi. Nella mia mente si fece spazio un'immagine di Harry, chino sul lavandino e con una lametta in mano, da cui gocciolava del sangue.
'Nel senso che ha smesso di andare a lavoro.. quando è a casa passa il tempo a osservare una tua foto. La sorella fa quel che può per farlo distrarre..' disse, sempre più amareggiata.
'..Pensavo che si fosse trovato una nuova ragazza.' confessai, sentendo sempre di più un peso nel petto.
'Credo che non riuscirà mai più ad amare qualcuno..' disse lei, distogliendo lo sguardo da me.
'Mi stai per caso dando la colpa?' chiesi accigliata.
Si, sono stata io a lasciarlo, ma l'ho fatto per il suo bene.
'No.. ma penso che dobbiate incontrarvi.' rispose.
'Cosa? Sei impazzita? Lo sai che mamma mi tiene sotto controllo 24 ore su 24. Per non parlare di Felix. Sai come mi sono fatta questi lividi? Gli ho risposto male, più di una volta.. e lui mi ha preso per le braccia così forte che mi ha lasciato i segni. No, scordatelo. Non posso rischiare.' dissi categorica.
'Ma devi strare tranquilla. Io e Finn abbiamo pensato a tutto.Vi faremo incontrare di nascosto.' replicò lei, abbassando la voce.
'Come?' 
'Dirò a tua madre che vieni al cinema con me, Finn si occuperà di Harry. Ovviamente vi faremo inctrare in un luogo appartato.. tipo al porto.' rispose, quasi sussurrando.
'Mia madre non se la darà mai a bere.' dissi.
'Stai tranquilla, honey.' disse lei, imitando i movimenti di Harry.
Sorrisi a quelle parole.
Forse fu proprio la parola 'honey' a convincermi e ad accettare la proposta di Jane. Avevo bisogno di sentire di nuovo la voce di Harry.


 

                         


             

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Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


 








‘Bene, preparati, diamo il via la piano La Scappatella degli Innamorati’ mi disse Jane battendomi con la mano sulla spalla per farmi alzare dal letto.
‘Scommetto che l’hai deciso tu il nome’ risposi, dirigendomi verso l’armadio.
‘Si capisce?’ chiese lei ridendo.
‘Si, sei prevedibile’ risposi, iniziando a spostare le stampelle.
‘Capita. Ora chiamo Finn per dirgli di andare da Harry.’ Disse lei, tirando fuori dalla borsa il suo blackberry nero.
‘Aspetta.. Harry non sa nulla?!’ chiesi sconcertata.
‘Certo che no! Te l’ho detto che Finn avrebbe pensato ad Harry!’ rispose lei, come se la cosa fosse ovvia.
‘Perché non gliel’avete detto subito?’ chiesi, dimenticandomi del tutto del mio abbigliamento.
Jane mi guardò come se stessi chiedendo perché l’acqua è bagnata.
‘Perché avrebbe rifiutato! Andiamo, lo sai benissimo che lui non vuole metterti in pericolo, e farti scappare non rientra nella sua lista dei ‘modi per proteggere Rox’’. Rispose, portandosi il cellulare all’orecchio.
‘E come pensi che riuscirà Finn a farlo uscire?’ chiesi. Harry non è certo la persona che si fa convincere facilmente, soprattutto sei non è di ottimo umore.
‘Ah, non è problema mio. Ho detto a Finn che se non ci riesce può anche scordarsi di fare.. vabbè hai capito, quindi se non lo convince ci rimette lui.’ Rispose, sempre con il telefono vicino all’orecchio.
‘Non funzionerà.’ Dissi, avvicinandomi di nuovo all’armadio aperto.
‘Abbi un po’ di fede.’
 

***

 
HARRY’S POV
 
‘Cassy, vai ad aprire alla porta’ dissi, rimanendo sdraiato sul divano mentre qualcuno bussava fragorosamente alla porta.
Non avevo intenzione di muovermi nemmeno di un centimetro. Ormai avevo perso interesse in ogni cosa. Mi bastava rimanere sul sofà di pelle bianca a guardare telenovelas argentine e a piangere perché Enrique ha tradito Consuelo con Marta.
‘Sfaticato. Se continui così non sarai più in grado di muovere i muscoli se non quelli delle mani per cambiare canale.’ Rispose lei, dirigendosi verso l’ingresso.
Ormai Cassy non faceva altro che rimproverarmi.
Distruggi la tua vita così e bla bla bla. Inutili chiacchere da donna.
Il fatto è che non sto distruggendo io la mia vita. Ci ha pensato l’amore.
 
‘E’ Finn!’ urlò Cassy dal corridoio.
‘Fallo venire qui.’ Risposi, mettendomi in una posizione un po’ più presentabile.
Indossavo ancora il pigiama, ma essendo il tramonto forse dovrei dire ‘già il pigiama’.
‘Amico, alzati da quel fottuto divano e vieni con me.’ Esordì Finn entrando nella stanza.
‘E chi sei tu per dirmi quello che devo fare?’ risposi, guardandolo con risentimento.
‘Sono una delle poche persone che tiene a te e che non ce la fa più a vederti così. Andiamo! Ormai indossi solo il pigiama, non ti fai la barba da una settimana e ha smesso di andare a lavorare. Non ce la faccio più, sto male io per te, quindi ora mi fai il santo piacere di alzare quel tuo bel culo dal divano, di andarti a fare una doccia e di vestirti.’ disse, togliendomi il telecomando dalle mani e spegnendo la tv. ‘Ah, ed è meglio se bruci quel pigiama, ci è cresciuto il muschio sopra.’ Aggiunse, rivolto a Cassy.
‘Non intendo fare niente di tutto ciò.’ Risposi, accomodandomi meglio sul divano.
Finn mi guardò come se avessi appena dato della puttana a Jane. ‘Non costringermi a farti male.’ Disse.
‘Sto qui.’ Risposi, sfidandolo.
Si mosse così velocemente da lasciarmi senza fiato. Eppure non ero così leggero da sollevare. Sta di fatto che mi portò fino alla mia camera da letto sulla sua spalla, poggiandomi senza un minimo di delicatezza sul mio letto.
‘Sei un bastardo.’ Risposi, sistemandomi i ricci.
‘E tu un cocciuto. Vatti a lavare, o serve che ti ci metto io nella doccia?’ chiese retorico.
‘Lo so, sono uno spettacolo nudo, ma non mi serve il pubblico.’ Risposi, prendendo un paio di mutande dalla cassettiera e dirigendomi verso il bagno.
‘Ti aspetto qui, amore’ disse lui, con una voce poco eterosessuale.
Per tutta risposta mi girai e alzai il dito medio.
 
 
Entrato nel bagno mi guardai allo specchio.
Era come se per tutto questo tempo non avessi notato la mia barba ispida e le mie occhiaie scure.
Lasciai stare il mio aspetto e mi infilai nella doccia.
L’acqua calda era un sollievo per la mia pelle. Iniziai ad insaponarmi i capelli e il corpo, notando poi una spugna blu attaccata al gancio sulla parete.
..Rox.
Non mi ero reso conto che l’avesse lasciata qui.
La presi tra le mani e la portai vicino al naso. Profumava di zucchero a velo e di pompelmo. Lo stesso odore che mi riempiva le narici la mattina, quando a svegliarmi era Rox.
Se l’amore avesse avuto un profumo, sarebbe stato quello.
 

***

 
Dopo essermi asciugato e dopo aver fatto la barba, uscii dal bagno, trovando Finn immerso in una conversazione al telefono. Appena mi vide però congedò la persona con cui stava parlando e ripose il suo cellulare nella tasca posteriore dei jeans.
‘Chi era?’ chiesi interrogativo, mentre cercavo una maglietta pulita da mettere.
‘Nessuno. Forza sbrigati!’ rispose, schioccandomi le dita per incitarmi a fare più in fretta.
‘Devi stare molto calmo.’ Dissi, infilandomi poi una maglietta verde scuro e dei jeans stretti.
‘Ancora non mi hai detto dove andiamo.’ Aggiunsi, infilandomi anche le mio converse bianche.
‘Ah giusto. Non so, pensavo di andare al Funky Buddha’ rispose, non molto sicuro delle sue stesse parole.
‘E perché?’ chiesi stupito. Finn odiava ogni locale in cui la musica superasse il livello di ‘sottofondo’.
‘Mah, così.. tanto per cambiare’ rispose, sorridendo leggermente.
‘..Lo sai che sei poco convincente, vero?’ chiesi, recuperando il cellulare che era sommerso dalle miriadi di  fazzoletti sul comodino.
‘L’importante è che ti faccio uscire, il resto è superfluo.’ Rispose lui, spingendomi verso il corridoio.
‘Aspetta le chiavi della macchina!’ dissi, mentre lottavo contro la sua forza.
‘Non servono, guido io.’ Rispose, indicandomi poi le scale come per dire ‘forza, scendi.’
 
 
 
 
 
‘Sai che il Funky Buddha è nell’altra direzione?’ chiesi, mentre sfrecciavamo davanti a case e negozi chiusi.
‘Oh davvero? Peccato. Vabbè, ormai siamo qui..’ disse lui, fingendo di essere preoccupato.
‘Qui dove? Hai una minima idea di dove siamo?’ chiesi, guardando l’ora sull’orologio. 23:15
‘Certo! Siamo a nel quartiere di Stratford.’ Rispose lui, come se la cosa fosse logica.
‘E che cosa ci facciamo qui?’ chiesi, non capendo che intenzione avesse Finn.
‘Un giro.’ Rispose con naturalezza.
‘Ma sei idiota? Un giro nel quartiere più isolato di Londra?’ domandai, mentre mi sporgevo dal finestrino.
‘Fidati, è un bene che sia isolato.’ Rispose lui, mettendo la freccia per entrare in un parcheggio.
‘Ci fermiamo?’ chiesi, sempre più interrogativo.
‘Si. Oh almeno ti fermi tu.’ Rispose, sorridendomi.
 
 
 
 
ROX’S POV

 
Ci misi poco più di dieci minuti per prepararmi.
Al contrario Jane passò oltre quaranta minuti a cercare di convincere mia madre a lasciarmi uscire.
Non faceva altro che ripetere frasi come ‘ti prego zia’ ‘non succederà nulla’ ‘è per farla distrarre’ e cose del genere.
Mamma invece rispondeva sempre e solo con un NO secco.
Quando poi si unì anche Felix alla loro conversazione, la cosa volse a nostro favore.
Inspiegabilmente, Felix convinse mia madre a farmi uscire, dicendo che mi faceva bene.
Sia io che Jane rimanemmo a bocca aperta davanti al quel comportamento, ma non volendo perdere l’occasione Jane mi prese per un braccio e si precipitò fuori casa.
 
Ormai era buio pesto, saranno state le 22:30
Salimmo sull’auto e in un batter d’occhio ci ritrovammo sulla strada che portava al quartiere di ‘Stratford’. Lì non c’erano locali o discoteche, quindi non c’era molto movimento in giro.
‘Che ti ha detto poi Finn?’ chiesi, ripensando alla telefonata di Jane.
‘Che Harry si stava preparando per uscire. Dai che ci siamo quasi!’ rispose, mentre entravamo in un parcheggio poco illuminato e molto, anche troppo, isolato.
‘E’ questo il luogo che avresti scelto?’ chiesi, non credendo ai miei occhi. Sarebbe stato perfetto per la scena di un film horror.
‘Si perché, non ti piace? Io lo trovo magnifico. Non rischiate di incontrare qualcuno, almeno.’ Rispose, spegnendo il motore dell’auto.
‘Si ma.. non c’è nessuno! Siamo solo noi due in questo parcheggio disperso chissà dove! Potrebbe arrivare un maniaco, non so..’ dissi, notando che la mia voce si stava facendo un po’ più acuta.
‘Ma stai tranquilla! Finn ed Harry saranno qui a momenti.
A momenti non è abbastanza presto!’ risposi, mentre mi guardavo intorno in cerca di ogni minimo movimento.
‘Rilassati.’ Rispose lei, tirando più in giù lo schienale del sedile.
‘Chiama Finn! Chiedigli dove sono.’ Dissi, girandomi completamente verso di lei.
‘No, Harry capirebbe qualcosa. Tutto quello che devi fare è aspettare.’ Rispose lei, chiudendo leggermente gli occhi.
 
Finalmente poi verso le 23:30 si presentò un’altra Range Rover nel parcheggio.
Svegliai Jane con una gomitata. ‘Svegliati cazzo!’ dissi, iper agitata.
‘Ma che..? Ah era ora.’ Disse lei scendendo dall’auto.
‘Ma che cosa fai?’ chiesi seguendola. Poi vidi anche le portiere delle altra macchina aprirsi.
Da una ne scese Finn, e dall’altra, come una visione angelica, Harry.
 
‘Rox? FINN MA CHE COSA SUCCEDE?’ chiese lui, più rabbioso delle mie aspettative.
‘Ehi, ti ho fatto un favore.’ Rispose lui, che intanto aveva raggiunto Jane.
‘Mettendo in pericolo Rox! E mentendomi!’ disse lui, che ignorava il mio sguardo.
‘Harry calmati. Siamo qui, ormai. Godiamoci questo momento, no?’ chiesi io, avvicinandomi a lui.
‘Mi hai lasciato.’ Rispose lui, senza la minima voglia di toccarmi.
‘Sai benissimo che sono stata costretta! Non farmelo pesare ancora di più!’ dissi, ferita.
Sul suo viso apparse poi un’espressione di risentimento.
‘..Si, lo so. Scusa.’ Disse, allungando poi le sue braccia verso di me.
‘Mi sei mancata.’ Disse, sfiorando il mio naso con il suo.
‘Anche tu.’ Risposi, mettendogli le mani dietro al collo.
‘Noi andiamo, vi lasciamo una macchina. NON MUOVETEVI DI QUI.’ Disse Finn, seguendo Jane nella sua macchina, per poi lasciarci soli.
Anche noi ci chiudemmo nella macchina di Finn, iniziando a parlare e a scherzare come ai vecchi tempi.
‘Perché non hai mai chiesto di me a Jane?’ chiese poi Harry.
‘Perché pensavo che ti fossi trovato un’altra ragazza.’ Risposi, giocherellando con le mani.
‘E perché scusa?’ chiese lui stupito.
‘Non so.. avevo quest’idea in mente.’ Dissi, vergognosa.
‘Non sei così facile da rimpiazzare, honey.’ Disse, alzandomi il mento per permettermi di osservare le sue iridi smeraldo.
‘Oh ti prego ridillo.’ Dissi, avvicinandomi di più al suo viso.
‘Cosa?’ chiese lui, non capendo a cosa mi riferissi.
Honey. Adoro il modo in cui lo dici.’ Confessai, sempre più vicina.
‘..Honey. disse lui, per poi baciarmi come mai aveva fatto prima.
 
Fummo interrotti poi da un’altra macchina che entrava nel parcheggio.
Non era però la Range Rover di Jane, anche se comunque rimaneva familiare.
D’un tratto mi si gelò il sangue nelle vene.
‘H-Harry..’ dissi, incapace di completare la frase.
‘Cosa?’ chiese lui preoccupato.
‘Q-quella è.. oh Dio. Quella è la macchina di Felix!’





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Capitolo 25
*** Capitolo 25 ***







Dicono che la morte sia più dura per chi sopravvive. Per chi ha sempre vissuto per una ragione. Non c'è niente che tu possa fare, arrivata a quel confine.
E dicono che la morte sia l'unica cosa veramente giusta in questo mondo. Non importa chi sei, cosa hai fatto durante il corso della tua vita. Alla morte, siamo tutti uguali. In vita, g
li uomini malvagi sopravvivono alle loro gesta. I buoni, invece, vengono sepolti insieme alle loro ossa. E perchè non la morte, piuttosto che una vivente tortura?
Forse è questo l'unico scopo che abbiamo. Morire.
Morire per trovare la pace. Morire per vivere finalmente.
Perchè la nostra non è vita. E' solo una prova a tempo per vedere chi dura più a lungo.
E forse Dio ha inventato la morte per farsi perdonare la vita.



 
"Più dolce sarebbe la morte se il mio ultimo sguardo
avesse come orizzonte il tuo volto. E se così fosse,
mille volte vorrei nascere per mille volte ancor morire."

-William Shakespeare




 
 'Harry.. Harry è lui! E' lui!' urlavo dentro la macchina. L'ambiente si stava facendo stranamente soffocante. Harry non muoveva un muscolo. Aveva la mascella serrata, i pugni chiusi tanto da far diventare le nocche bianche. Guardava fisso l'auto nera nel parcheggio, come in trans.
'Harry dì qualcosa per favore!' urlai, scrollandogli un braccio. Il mio battito cardiaco stava accelerando sempre più e la testa aveva preso a girare. Harry continuava a fissare davanti a sè gli abbaglianti della macchina nera. Stava pensando a qualcosa da fare. A qualcosa di stupido da fare.
'Rox.' disse poi, voltandosi verso di me. Ora i suoi occhi erano impossibili da decifrare. Non c'era nemmeno una sfumatura di una qualsiasi emozione. Erano vuoti e spenti.
'Promettimi che qualunque cosa succeda, tu rimarrai qui. Non voglio che tu scenda dall'auto, intesi?' aggiunse poi, prendendo il mio viso tra le mani.
Ero incapace di rispondere. Incapace di aprire la bocca e di urlare.
Non potevo restare a guardare, qualsiasi cosa succeda.

Harry continuava a fissarmi, in attesa di un mio segno di vita. Le sue mani erano fredde. La sua bocca era contratta in una smorfia di dolore. Dolore che a stento riusciva a nascondere.
'Non posso..' dissi, mentre una lacrima rigava la mia guancia sinistra.
'..So che ci riuscirai.' disse lui, lasciandomi poi un bacio dove la lacrima si era fermata, per poi scendere dal veicolo.

Non appena mise piede sull'asfalto, Felix scese dalla sua Range Rover.
Portava un soprabito nero e dei jeans strappati sulle ginocchia. I capelli erano leggermente in disordine, ma il sorriso era sempre quello.
Malefico, senza un briciolo di allegria.
Harry camminava a passi ben distesi, fino ad arrivare a un metro di distanza da Felix.
Non riuscivo a vedergli il volto. Forse l'aveva fatto di proposito per non farmi decifrare le sue parole.
Felix lo fissava con attenzione, ogni tanto lanciava anche delle occhiatacce verso me, fregandosene delle parole di Harry.
Poi accadde in due secondi.
Harry completamente accasciato a terra, il sangue ricopriva il suo volto, e Felix sopra di lui che si massaggiava la mano.

In quel frangente, una botta di adrenalina si riversò nelle mie vene. Mi precipitai fuori dall'auto arrivando poi affianco al corpo agonizzante di Harry.
'Ciao Rox.' disse Felix, che osservava i miei movimenti mentre cercavo di soccorrere il riccio.
'Rox.. vai via.' disse invece Harry, dopo aver riprese stabilità sui suoi piedi.
Un fiotto di sangue si riversava dal suo naso, mentre lui cercava di tamponarlo con la mano.
'Sei uno stronzo.' mi rivolsi a Felix, facendo finta di non avre sentito gli ordini di Harry.
'Faccio solo il mio lavoro.' rispose lui, allontanandosi da noi come se volesse avere una migliore visuale.
'Lavoro?' chiesi incredula. 'E tu questo lo chiami lavoro?'
'Ogni cosa che mi pagano per me è un lavoro. E questo, aggiungerei, tua madre me l'ha pagato assai bene.' rispose lui, mostrando sempre il suo ghigno.
'Mamma ti ha..' iniziai a dire, ma poi le parole mi morirono in gola. Harry intanto era riuscito a fermare l'emorraggia.
'Credevi davvero che Joanne ti avrebbe lasciata uscire senza una precauzione?' chiese lui, evidentemente divertito.
'..Mi ha fatta seguire!' dissi io, capendo cosa intendeva Felix.
'Bingo.' rispose lui, ridendo.
'Perchè?' chiese poi Harry.
Felix lo guardò come se la domanda lo infastidisse profondamente.
'Ancora non lo hai capito Haz? Sei tu, il problema. Tu hai fatto distaccare Rox dalla danza. Solo tu.' rispose lui.
'Lui non ha nessuna colpa. Ho deciso io di lasciare la danza e indovina perchè! Perchè un pazzo maniaco si è divertito a farsi le unghie sulla mia schiena!' urlai, non reggendo più la tensione.
'Bè, forse sono stato un tantino violento, ma tutto è sempre riconducibile a lui.' disse, indicando Harry.
'Idiota, sei tu che mi ha dato il numero di Rox.' replicò Harry al mio fianco.
Felix sembrò veramente infastidito dall'appellativo che aveva usato Harry per chiamarlo.
'..Non è questo il punto.' rispose lui.
'Il punto è che sei invidioso!' gli urlò in faccia Harry.
La situazione stava degenerando. Il volto di Felix si stava facendo sempre più rosso di rabbia.
'Io, invidioso di uno come te? Ma per favore, non hai mai raggiunto niente nella vita. Sei sempre stato il secondo in tutto e non sei mai riuscito a trovare una ragazza che ti amasse veramente per quello che sei. Hai sempre solo cercato di imitarmi.' disse lui, come se si stesse togliendo un peso.
'Non avrei mai cercato di imitarti. Sei solo un puttaniere che è in cerca sempre di una ragazza nuova da usare e poi da buttare via.' replicò Harry, stringendo sempre di più i pugni.
Felix sgranò gli occhi a quelle parole. 'L'amore è per i deboli.' 
'No, l'amore è per tutti. I deboli sono quelli che vivono senza. Quelli come te.' risposi, guardandolo dritto negli occhi.
Harry mi guardò come se avessi fatto meglio a stare zitta. Evidentemente avevo toccato un'argomento sensibile per Felix.
'Io non ho bisogno di sciocchezze come l'amore.' rispose lui, con una voce più rauca.
'Io si, però.' dissi, prendendo la mano di Harry.
'No Rox. Tu hai bisogno di me. Io posso darti tutto quello che vuoi!' urlò Felix.
Quello, era il vero problema.
Non che io avessi lasciato da parte la danza.
O meglio sì, era quello il problema, ma più di tutto che l'avessi fatto per stare più tempo con Harry.
E Felix non lo accettava. Si sentiva abbandonato come quando i suoi genitori se ne erano andati.
Stava rivivendo le stesse emozioni di un tempo.
'Quello di cui io ho bisogno è Harry.' risposi, stringendogli più forte la mano.

A quelle parole le pupille di Felix si dilatarono, come quelle dei leoni quando individuano la loro preda.
Allora si mise una mano nella tasca destra del soprabito, tirandone fuori una pistola beretta nera, puntandola dritta verso noi. Verso Harry.
'Felix.. Felix mettila via! Ti scongiuro..' iniziai a dire, mentre muovevo dei passi all'indietro.
'Hai detto che l'unica cosa di cui hai bisogno è Harry. Ma se lui non c'è più, avrai bisogno di qualcos'altro, no?' disse, tendendo sempre di più il braccio.
'No! Felix mettila via!' ripetei.
Harry era diventato un blocco di marmo, incapace di muovere anche un solo passo.
'Rox, togliti.' disse Felix, mentre metteva l'indice destro sul grilletto.
'No aspetta! Verrò con te. Farò qualsiasi cosa. Lo giuro, non opporrò resistenza.' dissi, mettendomi davanti al corpo di Harry.
Quella mia affermazione tolse il respiro sia a Felix che a Harry.
'Veramente?' chiese Felix.
'Rox no.. non voglio.' disse Harry. Mi voltai per guardarlo negli occhi. 'E' l'unico modo.' risposi, per poi voltarmi di nuovo verso Felix.
Iniziai a muovere dei passi lenti nella sua direzione, fino a trovarmi a metà tra i due.
Felix mi guardava speranzoso, mentre Harry fissava l'asfalto.
Pochi passi, e poi mi ritrovai dietro il corpo di Felix, che aveva abbassato il braccio con la pistola.
Stavamo per salire sulla sua auto quando Harry chiamò Felix a gran voce.
'Ti dico un'ultima cosa. Potrai anche avere Rox, ora, ma lei non ti amerà mai. Proverà sempre e solo repulsione. Nessuno può amarti, Felix.' disse, sfoderando un ghigno.
Instintivamente presi tra le mani la collana che mi aveva regalato Harry da Harrods. Lo sguardo di Felix si fece più sottile.
L'angolo destro della bocca si alzò in un'espressione di rabbia pura, accompagnato poi dal sonoro colpo di pistola.













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Capitolo 26
*** Capitolo 26 ***








 

Cadde a terra, proprio come un burattino a cui hanno tagliato i fili. Una macchia color rosso scuro iniziò ad allargarsi sotto di lui, mentre lo sguardo rivolto al cielo notturno si faceva sempre più vitreo. La mano che si era portato alla spalla destra stringeva con forza la maglia, mentre dalle labbra dischiuse uscivano dei lenti e leggeri gemiti di dolore.
Mi mossi subito per correre verso di lui, che non era tanto più lontano da me, ma Felix, più veloce, mi cinse la vita con un braccio, in modo da tenermi ferma davanti al suo corpo.
'Lo vedi Rox?' chiese, mentre con la mano che teneva ancora la pistola mi accarezzava i capelli biondi. 'Rox..' continuò a dire, con una voce viscida e melliflua.
Sentivo il suo fiato caldo accarezzarmi la nuca, ma non era piacevole. Dei brividi cominciarono a salirmi su per la schiena, facendo irrigidire ancora di più il mio corpo.
'Ecco.. se non fai cazzate magari ci torni viva a casa.' concluse Felix, lasciando un bacio nell'incavo del collo. Iniziò poi a tirarmi con sè verso la Range Rover, mentre il corpo di Harry restava lì sull'asfalto, scosso leggermente da dei brividi.
Iniziai a urlare. Mi divincolavo con tutta la forza che avevo, affondavo le unghie nella carne del braccio di Felix, ma lui non mollava la presa. Improvvisamente poi ricordai alcune lezioni di autodifesa fatte a scuola durante il secondo anno. 
Con forza pestai il piede di Felix con il mio, quel tanto da fargli allentare un po' la presa sulla mia vita, per permettermi così di girarmi e di tirargli un pugno dritto sul naso. Indietreggò di qualche passo, così ne approfittai per correre verso la macchina di Finn e prendere il cellulare. In fretta digitai il numero di Jane e altrettanto in fretta lei mi rispose.
'Rox?!' chiese lei allarmata, dall'altro lato del telefono.
'C'è Felix!' dissi, senza tante cerimonie, per poi riattaccare il telefono. Felix si era rimesso in piedi, mentre con la mano libera si massaggiava la faccia.
Con piacere notai di avergli rotto il naso. 'Brutta mossa, Kingsley.' disse lui, mentre si avvicinava.
'Felix, stanno arrivando Jane e Finn e probabilmente anche la polizia. Ti consiglio di rimanere dove sei.' dissi, allontanandomi dalla macchina.
'Mi bastano due secondi per darti una botta sulla testa e per caricarti sulla Range Rover. Ho tutto il tempo che voglio.' disse lui, facendosi sempre più vicino.
Presi di nuovo a correre, tornando vicino al corpo di Harry. Con uno scatto Felix arrivò dietro di me, afferrandomi per i capelli e buttandomi a terra.
'Harry, se sei ancora vivo, ora assisterai a uno spettacolino.' disse lui, che intanto si era posizionato sopra di me, con le gambe ai lati del mio bacino.
Harry fece un lamento più acuto, segno che aveva capito a cosa si riferiva Felix.
Iniziai a divincolarmi ancora di più sotto il suo peso, facendo irritare ancora di più Felix, che mi tirò uno schiaffo per farmi stare ferma. 'Ora farai ciò che ti dico, chiaro?' disse, bloccandomi le mani sopra la testa. Con un ghigno si avvicinò, iniziando a baciarmi e a mordermi il labbro inferiore. 
Sapeva di birra e di fumo. Con le labbra poi scese, iniziando a lasciare morsi e baci lungo il collo. Girai il volto verso Harry, trovandolo nella medesima posizione, intento a fissarci. Il suo sguardo era sempre più vuoto, come quello delle bambole di porcellana, mentre la pozza di sangue sotto di lui rifletteva la forma della luna. Scoppiai a piangere e a singhiozzare. Non per ciò che Felix mi stava facendo, ma per Harry. Morire e vedere come ultima cosa la scena della tua ragazza che viene stuprata. Come se avesse letto i miei pensieri, Harry chiuse gli occhi, in un'espressione di pura sofferenza.
Felix scese più in giù, iniziando a fare cerchi con la lingua lungo la scollatura della mia maglia. Ormai avevo smesso di sentire i brividi. Ero diventata un blocco di marmo, fermo e gelido sotto il peso di Felix.
In un secondo poi, il corpo del ragazzo biondo si accasciò, rimanendo sopra di me come un peso morto. Aprii di nuovo gli occhi per trovare Finn in piedi con un ombrello a fiori rosa e verdi in mano. 'Scusa il ritardo.' disse lui, aiutandomi a scgusciare da sotto a Felix. Finn gli strappò dalle mani la pistola, gettandola via, nell'oscurità del parcheggio, mentre Felix rimaneva a terra, svenuto per la botta alla testa.
'Carino l'ombrello.' dissi, mentre mi asciugavo le lacrime con il polso. 'Già. Jane aveva solo questo in macchina.' rispose lui, mentre rimaneva a fissare Felix.
Lo lasciai lì a fare la guardia e mi precipitai accanto a Jane, che si era seduta vicino a Harry mentre cercava di tamponargli la ferita. Felix lo aveva preso alla spalla destra, notai con un colpevole piacere.
'Jane, chiama l'ambulanza.' dissi, mentre con la mano accarezzavo il volto imperlato di sudore di Harry. Jane annuì, lasciandoci poi soli per avvicinarsi a Finn.
Felix si era svegliato. Ora era appoggiatò alla ruota della sua macchina, con Finn davanti che lo teneva sotto controllo.
La mia attenzione fu poi richiamata da un sibilo leggero. 
'Rox..' diceva Harry, in un lamento quasi impercettibile.
'Harry sono qui. Non temere, ora ti portiamo in ospedale. Starai meglio, vedrai.' dissi, stringendogli la mano.
Lui ricambiò la stretta, mentre con l'altra mano continuava a tenersi la spalla ferita.
'Rox.. ti amo.' disse, rivolgendomi un sorriso pieno di sofferenza.
'Ti amo anche io, Harry.' dissi, restituendogli il sorriso.
In quell'attimo mi era sembrato così vivo.. 
Poi chiuse gli occhi, lasciandomi la mano, e smettendo di respirare.


***


HARRY'S POV

Aprii gli occhi, notando subio il bianco anestesico delle pareti, e un viso sorridente nella mia visuale.
'Buongiorno dormiglione.' disse, la ragazza, che non riuscivo a mettere a fuoco. Vedevo tutto sfocato, come soperto da una leggera nebbiolina.
'..Rox?' chiesi, tirando a caso. Ma quella non era la voce di Rox. La sua era molto più calda e seducente.
'No Harold, sono tua sorella.' disse lei, pizziacandomi la guancia. Finalmente riuscii a visualizzare con chiarezza il suo volto. Era pallida, e delle occhiaie scure erano visibili sotto gli occhi, anche se aveva cercato di coprirle con il correttore.
'..Non chiamarmi così.' dissi, mettendomi a sedere con uno scatto. La testa prese a girare, scoprendo che avrei fatto meglio a rimanere sdraiato.
'Ei, vacci piano. Sei rimasto fuori-uso per due giorni.' disse Cassy, aiutandomi a mettermi comodo.
'Ho dormito due giorni?' chiesi stupito. 'Si, bella addormentata.' rispose lei, sedendosi su una poltrona accanto al letto.
Di istinto mi portai una mano alla spalla destra, scoprendola fasciata e dolorante.
'Tranquillo, il proiettile era uscito dalla spalla. Ti hanno solo ricucito.' disse lei, mentre si legava i capelli in una coda alta.
Cominciai a ricordare. 
Felix, la pistola.. Rox in lacrime.
Sembrava successo mille anni fa, ma il ricordo era ancora vivo nella mente.
'Dov'è Rox?' chiesi ansiosio.
L'unica cosa che poteva farmi stare bene, in quel momento, era la sua presenza nella stanza. Il suo profumo dolce, la sua voce delicata. Tutto di lei, era meglio di una medicina.
'L'ho mandata a casa. E' stata sempre qui, non ha mai chiuso occhio. Jane l'ha portata a casa sua. A proposito, avevi ragione. E' molto carina.' rispose Cassy, sorridendo.
'Già, non era certo questo il modo che mi ero immaginato per farvi conoscere.' dissi, ridendo.
'L'importante è che sei ancora qui per riderci sopra.' replicò lei, mettendosi più comoda sulla poltrona.
'..E Felix?' chiesi, con astio.
'La polizia l'ha portato via. Invece la madre di Rox è sparita.' rispose. 'Nel frattempo che ti operavano Jane e Finn mi hanno raccontato tutto sin dall'inizio.' aggiunse, tenendo incrociate le mani davanti al petto.
'Ah.. anche loro sono andati via?' chiesi. 
'No, loro sono andati a prendere un caffè.' rispose, alzandosi dalla poltrona.
'Dove vai?' chiesi, seguendo i suoi movimenti.
'Vado a chiamare il dottore. Non vorrai restare chiuso qui dentro ancora?' chiese retorica mentre varcava la porta.
Guardai fuori dalla finestra. Stranamente c'era il sole, coperto di tanto in tanto da qualche nuvola di passaggio.
Appoggiai di nuovo la testa sul cuscino chiudendo gli occhi. 
Era finita. Era veramente finita.


***


ROX'S POV

Appena Jane mi aveva accompagnato a casa, mi ero buttata sul divano, assaporando la morbidezza dei cuscini.
Negli ultimi giorni non avevo fatto altro che restare seduta sulla poltrona accanto al letto di Harry, tenendogli le mani fra le mie, sperando che da un momento all'altro si fosse svegliato. Finn ogni tanto prendeva il mio posto, permettendomi di andare a mangiare qualcosa al bar dell'ospedale. Cassy poi  mi convinse a tornare a casa per qualche ora per riposarmi. 
Non avrei mai voluto conoscerla in una situazione del genere, ma si era rivelata una ragazza fantastica. Mi aveva consolata ed era stata per me una spalla su cui piangere. Assomigliava moltissimo ad Harry e a sua madre. Avevano la stessa sfumatura di verde negli occhi.
Anche Mary era venuta in ospedale, ma non aveva detto molto; si era limitata ad abbracciarmi, ma potevo capirla. Cosa si dice in situazioni del genere? 'Non preoccuparti, non è colpa tua se hanno sparato a mio figlio.'?

I miei pensieri furono poi scossi dal suono del campanello.
Il cuore mi salì in gola per un attimo, poi mi rilassai, ricordando che Felix era stato messo in prigione.
Mi diressi lentamente verso l'ingresso, notando nello specchio che aveo un aspetto pressappoco orribile. I capelli erano in disordine, la pelle pallida su cui risaltavano le occhiaie nere e le labbra screpolate. Ma non mi importava. Dopo una notte del genere credo che nessuno ne sarebbe uscito in ordine.
Aprii la porta senza curarmene, trovandomi davanti Harry, bello come non mai.
'..Sei morto e sei diventato un angelo?' chiesi, guardandolo con stupore.
Lui rise alla mia domanda, facendosi poi in avanti per entrare.
'Ti sembro un angelo?' chiese, con la sua solita voce bassa, mentre chiudeva la porta. Mi prese poi una mano e la poggiò sul suo petto, permettendomi di sentire il calore della carne e il battere del suo cuore.
'Forse sei umano..' dissi, sorridendo leggermente. Mi avvicinai a lui, incorciando poi le mani dietro alla sua nuca. 'Sono contenta che tu sia vivo.' dissi, alzandomi in punta di piedi per non sentirmi tanto bassa.
'Sono indistruttibile, honey.' rispose, baciandomi delicatamente sulle labbra. 'Mi dispiace per quello che ti ha fatto Felix.' aggiunse poi, diventando più scuro in volto.
'Non pensiamoci più, ormai è acqua passata.' risposi, mettendo le mani sulle sue spalle.
A quel movimento Harry fece una smorfia di dolore. Avevo dimenticato della ferita. 'Scusa, mi dispiace.' dissi, sollevando subito le mani.
'Tranquilla.' rispose, alzandomi poi da terra. Incrociai i piedi dietro al suo bacino, mentre con lentezza si muoveva verso il soggiorno più luminoso dell'ingresso.
'..Volevo chiederti una cosa.' disse poi, muovendosi ancora, diretto verso il giardino.
'Chiedi.' dissi, mentre lasciavo dei baci nell'incavo del suo collo.
Arrivati di fuori in giardino lasciò le mie gambe, facendomi toccare di nuovo il terreno.
'..me lo sono immaginato, o tu mi hai detto che mi ami, l'altra sera?' chiese, arrossendo in volto.
Feci un sorriso imbarazzato, prendendogli poi la mano destra e incrociando le mie dita con le sue.
'No.. l'ho detto veramente.' dissi, guardandolo dritta nelle sue iridi verdi.
Harry fece uno dei suoi grandi sorrisi, contornati dalle splendide fossette. 'Puoi ridirlo?' chiese, avvicinandosi al mio volto.
Fece prima un'espressione di negazione, scuotendo teatralmente la testa, per poi baciarlo appassionatamente. 'Ti amo, Harry.' 
'Ti amo, Rox.' replicò lui, baciandomi di nuovo.
Il sole riscaldava la nostra pelle, e tutto intorno a noi sembrava che si fosse fermato, gustandosi il nostro momento. Era arrivato, finalmente. Il preciso istante in cui capisci di poter ricominciare a vivere senza alcuna preoccupazione, perchè la storia triste che ti sei lasciato alle spalle è conclusa. Ora, ci siamo solo io ed Harry.
Io, Harry e l'infinito.



THE END

 

                                                                       
                                                                

 


 

SPAZIO AUTRICE
E così, questa storia è finita. Lo so, non sono tanti capitoli, ma secondo me sono giusti.
Invece di fare 100 capitoli che magari diventava qualcosa peggio di Beautiful ho preferito fare qualcosa di corto, ma di sensato.
Non temete, non sarà la mia ultima storia, quindi se volete potrete seguire le mie prossime fanfiction.
Spero davvero che questa vi abbia emozionato tanto quanto me e mi pare di aver raggiunto un ottimo punto. 26 capitoli e ancora nessuna critica (:
Ora vi saluto, se volete parlare con me contattatemi su twitter, sono @sheeransbeer, oppure su tumblr, dove sono rinocyrus.
Alla prossima, vi voglio bene xx.

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