Double ★ Star di Ruckia_chan (/viewuser.php?uid=268554)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** When the music became a prison. ***
Capitolo 2: *** Stupid boy! ***
Capitolo 3: *** Be or not be? ***
Capitolo 4: *** New people, dancing and stuff... ***
Capitolo 1 *** When the music became a prison. ***
Double ★ Star #1
Note
D'autore: Va bene. Sono un po'
agitata perché
questa storia sarà la prima che pubblicherò su
Efp >-<
*coff
coff *forse*coff
coff* :D
Spero
che vi piacerà e io mi impegnerò per farvela
piacere *anche se so
già che avrò parecchie difficoltà
°3°*.
Ringrazio
soprattutto la mia amica Licchan
(one-channnnnn!!! xD),
colei che mi ha fatto conoscere questo sito e che mi ha fatto
iscrivere... Grazie Licchan! <3
Ma
anche TREMILACINQUECENTO grazie a MatitaAppuntita,
colei che
mi ha incoraggiato a pubblicare, spero verrai a recensire! Grazie
mille davvero!
★★
Double ★
Star
When
the music became a prison.
Era
già da un po' che l'idea di scappare le ronzava per la
testa, ma
sfortunatamente c'era sempre qualcuno vicino a lei pronto a fermarla
o a far vacillare la sua scelta.
Ma
quel giorno nessuno l'avrebbe intralciata.
Dalle
urla che si sentivano per i corridoi era chiaro che lo stadio fosse
già gremito
di gente...
Da
dietro la porta del camerino - chiuso a chiave dall'interno -
riconobbe il suono familiare dei tacchi a spillo della manager, che
inesorabilmente si avvicinava.
Ora
o mai più
pensò, buttandosi dall'unica finestra della stanza.
Cadde
a terra rovinosamente sporcando il vestito e ferendosi un ginocchio,
ma ogni taglio era sopportabile pur di fuggire.
Tirò
fuori dalla tasca le forbici rubate alla sarta, iniziò a
tagliuzzare
il vestito facendolo diventare un abito meno sgargiante e prestigioso
e inforcò dei grandi occhiali da sole.
Passarono
nemmeno due minuti che degli acuti e disperati strilli si diffusero
per tutto lo stadio: la famosa idol Shine era sparita.
★★
Ormai
si era già allontanata abbastanza da quel luogo infernale,
ma ora un
problema molto più grande si stava facendo strada nei suoi
pensieri:
non aveva la minima idea di dove si trovasse.
Quella
città non la conosceva, l'avevano accompagnata lì
in limousine, era sempre stata abituata a essere scortata da almeno tre
bodyguard e
dunque non si era mai posta il problema di consultare una cartina
(che, tra l'altro, non sapeva nemmeno tenere in mano).
Imbronciata,
annunciò ad alta voce, quasi per convincersi: - Non
è colpa mia se
sono cresciuta in una teca di vetro! -, e così dicendo
tirò un
sonoro calcio a una lattina abbandonata sul lato della strada.
Fu
allora che l'occhio le cadde casualmente su una strana combriccola
composta da cinque ragazzi che in fatto di bellezza non avevano
assolutamente niente da invidiare a dei modelli.
Erano
vestiti in modo bizzarro e ognuno di loro portava sulle spalle uno
strumento musicale dentro l'apposita custodia.
Fu
allora che le venne una nuova idea: se li avesse seguiti sicuramente
sarebbe arrivata da qualche parte, senza contare che avrebbe potuto
confondersi con quei ragazzi e passare inosservata allo sguardo della
polizia che stava incominciando ad arrivare.
Con
molta disinvoltura si accodò al gruppo che sembrò
non farci caso.
La
parte più difficile è andata pensò
lasciandosi sfuggire un sospiro di sollievo; percorse ancora una o
due vie con loro, ma non riusciva a lasciarli per paura di perdersi
di nuovo.
Fu
allora che diede quella che si dice essere una “perfetta
facciata”
contro qualcosa o meglio qualcuno.
La
botta la fece volare all'indietro e sbattere - nuovamente - il
ginocchio per terra e prendendo una favolosa
schienata.
-
Ma che diavolo fate! Non sapete chi avete fatto cadere a terra,
maledettissimi idioti?! - avrebbe voluto urlare, ma quando
aprì gli
occhi non riuscì nemmeno a incominciare la frase che uno dei
cinque
le si avvicinò vertiginosamente e prese a squadrarla con uno
sguardo
truce che avrebbe intimorito un leone.
Qualcosa
bloccò i battiti del suo cuore.
CHE
PAURAAAAAA! deglutì
rumorosamente mentre tutte le membra del suo corpo si irrigidivano.
Da
quel momento in avanti la situazione prese una brutta piega: uno
dei ragazzi
la sollevò di peso e se la mise sulle spalle, qualcuno le
infilò la
testa
in un sacco e, mentre lei cercava disperatamente di divincolarsi,
scontrò qualcosa con la nuca perdendo i sensi.
★★
Zero
si lasciò cadere a peso morto sul divano e accese la
televisione.
Mentre
sgranocchiava uno snack una notizia lo fece riscuotere:
«...la
scomparsa della famosa idol, Shine, è avvenuta alle sedici.
L'ultimo
luogo in cui è stata veduta è il suo camerino.
Sempre più
accreditata l'ipotesi di sequestro di persona a scopo di ricatto ai
suoi genitori, importanti esponenti dello spettacolo.
Sono
state trovate, fuori dalla finestra da dove probabilmente il rapitore
è scappato, delle forbici da sarta...»
La
voce della giornalista divenne improvvisamente distante
poiché il
pensiero del ragazzo era già scivolato altrove.
Ma
allora mi ha preso sul serio...!
Thea
time ♪
Okaaaaaay...
fa pena. °-° Abbiate
pietà per la mia prima ff!!
Avrò
fatto un mucchio di errori e reso male l'idea, ma io non sono capace
a tralasciare troppi dettagli ç-ç
Però
sappiate che ci ho provato... e che col tempo migliorerò :)
spero
di non essere stata così pessima e spero vogliate recensire!
Scrivete pure tutto quello che volete! Sono disposta ad accogliere
tutte le vostre opinioni (comprese critiche), mi fareste molto
felice :)
With
much love,
Ruckia_chan ♪
ANNUNCIO
UFFICIALE: Evviva la migliore Beta del mondo! <3 Grassie Licchan
:D
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Stupid boy! ***
Double ★
Star
Stupid
boy!
Era
già da qualche ora che la ragazza era svenuta e ancora non
dava
cenno di svegliarsi.
E
se non avesse più aperto gli occhi? Non osava pensarci...
Il
capo e Sail lo avrebbero fatto fuori, Sail soprattutto.
Deglutì
rumorosamente passandosi le mani tra i disordinati capelli biondicci.
Ma
perché se erano stati loro
a volerla portare fino a casa doveva essere lui
a occuparsene? Sail l'avrebbe pagata, l'avrebbe pagata molto cara.
Si
voltò verso la ragazza, che se ne stava sdraiata supina
dormendo
tranquillamente.
Gli
occhiali da sole le coprivano più di metà faccia,
ma si intuiva
fosse piuttosto carina: i capelli ramati erano spettinati e gli abiti
tutti sgualciti; era mingherlina e slanciata, ma dal pugno che gli
aveva rigirato mentre stava cercando di dimenarsi doveva essere anche
abbastanza forte.
Quel
ricordo gli fece portare istintivamente la mano al bernoccolo dietro
la nuca.
Strinse
i denti e sbuffò rumorosamente.
★★
Cosa
l'aveva tradita? Cosa?
Non
poteva crederci.
Era
a un passo dal riuscire a scappare, quel tonto che la sorvegliava non
si era minimamente accorto che stesse recitando quando dormiva, era
davanti alla porta e cosa l'aveva tradita? Uno scricchiolio di quel
maledettissimo parquet!
Sbuffò
sonoramente: un po' per la delusione di aver fallito e un po' per
l'insopportabile voce del biondino che, da quando l'aveva sorpresa a
fuggire, aveva iniziato a strillare a più non posso.
Passò
neanche una manciata di secondi che un altro giovane entrò,
allarmato dalla voce dell'amico.
Il
biondino era uno spettacolo a dir poco ridicolo: urlava, si dimenava,
scalpitava guardandola male e facendole smorfie orribili.
Shine
si lasciò scappare un sorrisetto divertito.
Il
nuovo arrivato era un bel ragazzo; le si avvicinò
chiedendole
gentilmente: - è vero che hai provato ad aggredire il mio
amico? -
La
rossa rivolse uno tra i più terribili sguardi che seppe fare
al
bugiardo.
-
No - le sue parole suonarono fredde come il
ghiaccio.
Fu
allora che se ne accorse.
Quel
senso di paura che le attanagliava lo stomaco prima di svenire era
scomparso, sostituito da curiosità verso quei ragazzi
così diversi
da lei.
-
Lo sapevo, pura formalità - rispose cortese il ragazzo nuovo
per poi
aggiungere, rivolto al biondo: - lo sospettavo... vero Andrew? E ora
vai da Liam, ti aspetta in cortile; in quanto a te, mia dolce
fanciulla, seguimi verso la stanza che ho preparato -.
Lei
non se lo fece ripetere due volte:
lo
seguì in silenzio percorrendo lunghi corridoi a vetri che
davano
direttamente sul cortile.
Quello
che definivano cortile lei lo avrebbe definito
più parco
comunale: era una distesa senza fine di fiori, in mezzo al
prato
stava un enorme lago su cui si affacciava un salice immenso.
La
ragazza rimase incantata da quella visione: un prato così
grande,
che si ricordasse, non lo aveva mai visto.
Ma
qualcosa attirò la sua attenzione: vicino al salice spuntava
dall'erba un candido tavolo bianco reggente una teiera e un libro;
accanto ad esso,
seduto su una sedia,
c'era ancora un altro ragazzo -non lo vedeva molto bene- che stava
parlando con il biondino -parecchio arrabbiato-.
Trattenne
una risata.
Il
ragazzo davanti a lei le aprì una delle tante porte che si
affacciavano sul corridoio facendole cenno di entrare.
Shine
varcò la porta senza esitare: c'era un grande letto
matrimoniale,
una scrivania e un balcone sul giardino.
-
Hai notato Liam, vero? - le chiese il ragazzo.
-
No, ero incantata dal cortile - rispose distrattamente lei.
-
Capisco, lo ero anche io appena arrivata qui - le disse.
Qualcosa
suonò strano all'orecchio di Shine, ma non
realizzò subito cosa.
-
Scusa... puoi ripetere per favore? - chiese gentilmente al suo
accompagnatore.
Quello
sorrise: - Stavo dicendo che anche io ero incantata
appena
arrivata qui -.
In
un attimo comprese ogni cosa.
Un
brivido le scese lungo la schiena.
-
Parli di te al femminile..? - chiese cautamente.
La
risposta arrivò inaspettata:
-
Certo, come se no? -
Oddio...
cosa faccio ora? Una
fitta di nausea le fece girare la testa.
-
C-come? M-ma sei un... un... un u-uomo, ecco... -provò a
spiegare,
ma lui scoppiò in una risata cristallina.
-
Io un uomo? Non so se ritenermi offesa o divertita! - e così
dicendo
si sfilò con un gesto teatrale la corta parrucca rivelando
una
cascata di capelli neri.
-
Stupita? Il mio nome è Luna, piacere - le disse dolcemente
tendendole la mano.
-
Pia-piacere... - provò a rispondere Shine dandosi un
contegno, ma le
parole le morirono in gola.
★★
- Shou!
Shou! Apri la porta! - la voce stridula della manager gli ruppe i
timpani.
Lei
non capiva... Shine se ne era andata! Come poteva lui continuare a
cantare come se nulla fosse se Lei era sparita?
Come? E come
faceva la manager a continuare a lavorare così?
Ma
tutto questo non importava: lui avrebbe lasciato la manager urlare
fuori,la donna se ne sarebbe andata e il famosissimo Zero sarebbe
tornato a pensare solamente a come aveva potuto incoraggiare la sua
bella Shine a scappare.
Si
portò le mani fra i capelli.
Doveva
trovarla.
Thea
time ♪
Vaaaaaa
bbbbeeeennnneeeeee...
Ho un
po' di cose da dirvi, ma andrò con ordine:
1.
Chiedo perdonooooooo! Un mese per poi pubblicare un capitolo
così
breve! Vi prego! Non uccidetemi! •·.·´¯`·.·•
C'è
un motivo del mio ritardo!
Il
mio pc proprio quando avevo finito -circa 3 settimane fa- di
scrivere il secondo capitolo, si è misteriosamente (?)
resettato e
quindi ho dovuto riscrivermelo tutto... povera me...
2.
Mi
sono accorta di
non aver ringraziato abbastanza alcune persone nel capitolo scorso e
quindi rifarò tutti i ringraziamenti da capo :D
Un
grandissimissimissimo grazie:
-
A Licchan (Kikari_) -la migliore Beta del mondo-,
-
A Adri-chan (Rouge_san) e a Niki-chan (Minori_san) -le mie
“Andrew's
fan girls™”-,
-Naturalmente
a Azu-sensei (MatitaAppuntita) -con cui mi scuso per non avere
mantenuto ancora la promessa-,
-
A Purple_3 -che non ha recensito, ma mi ha resa tanto felice-,
-
E infine a una serie di persone che -purtroppo- non sono su EFP, ma
che un giorno -obbligherò- verranno a iscriversi!♥
Grazie
mille! ◕‿◕
3.
Questa è più una sfida... nello scorso capitolo
c'è
un'imprecisione non da poco, ma sembra essere passata completamente
inosservata agli occhi di tutti -miei compresi-, ebbene vi sfido a
rileggerlo e a provare a indovinare di cosa si tratta!
Con
il prossimo capitolo vi annuncerò qual'è,
prendetelo come un
gioco! :)
4.
E come ultima
cosa vorrei scusarmi di nuovo per il ritardo! :D
Con
il terzo capitolo mi impegnerò -ma non prometto nulla- a
pubblicare
un po' prima...
Detto
ciò mi scuso anche con la mia cara Beta, che nonostante il
mucchio
di errori nella prima stesura questo capitolo, lo ha corretto tutto
con infinita pazienza (che vi assicuro possiede di natura! xD) e che
mi ha fatto un mazzo tanto, dicendomi di stare un po' più
attenta e
prendendomi a pugni -stavolta nel vero senso della parola-! :3
Mi
sembra -e ho detto sembra-
di aver scritto tutto!
Quindi
vi saluto, spero vogliate lasciarmi una recensione e spero
continuiate a seguire Double Star! ~
♪
Un
enooooorrrrmmmeeee abbraccio,
Ruckia_chan♪
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Be or not be? ***
Double _ Star #3
Double ★
Star
Be or not to be?
Shine
sospirò silenziosamente sperando che quella tortura finisse
il prima
possibile.
- Da
dove vieni?
- Quanti
anni hai?
- Come
ti chiami?
Le
domande di quei ragazzi stavano facendole venire un nauseante senso
di colpa che le attanagliava lo stomaco per poi risalire in gola.
Non
aveva mai detto così tante bugie in un'unica volta.
Ricapitolando:
era una ragazza di diciassette anni da sempre in cerca di
libertà,
alla prima occasione era fuggita dalla casa dei genitori – fino
a qui la storia non è nemmeno così fasulla, si
disse -, viveva a
due isolati da lì, i suoi la maltrattavano tutto il giorno -
così
ho giustificato gli abiti mal ridotti e i vari lividi -, il
suo
nome non lo aveva mai saputo perché era sempre stata
costretta a
vivere chiusa in casa, a nessuno era mai importato di lei - andati
anche l'identità e la mia scarsa conoscenza della zona -
e non
era una ladra, semplicemente
li aveva seguiti sperando la potessero aiutare a trovare un alloggio
per un po' di tempo.
Sospirò
di nuovo, era così inverosimile che faticava a crederci pure
lei.
Le
reazione furono varie: Luna le sorrise dolcemente, Andrew trattenne
una smorfia e cercò -non riuscendoci- di limitarsi nel
tirarle una
occhiataccia.
“All'interrogatorio”
era presente anche il ragazzo che aveva visto di striscio nel
cortile: era lui il Liam che Luna le aveva menzionato con tanto
entusiasmo.
Shine
dedusse che lui fosse il capo di quella strana combriccola, infatti
ci fu un lungo silenzio e tutti si girarono verso di lui, come in
attesa di qualcosa; i suoi movimenti erano calmi e pacati, misurati
al millimetro.
Contemplò
un attimo i ragazzi per poi posare i suoi occhi chiarissimi su di
lei.
La
ragazza si irrigidì sulla sedia, iniziò a
contorcersi le mani con
rapidi movimenti e infine trovò la forza di affrontare
quello
sguardo di ghiaccio: gli occhi di Liam erano di un azzurro talmente
chiaro da avvicinarsi al bianco.
Qualcosa
dentro di lei mutò, quegli occhi così gelidi per
una frazione di
secondo le parvero meravigliosamente tranquillizzanti e allo stesso
tempo ipnotici; involontariamente abbassò lo sguardo
arrossendo
lievemente.
Sperò
con tutta la sua forza che gli enormi occhiali da sole, dai quali non
si era voluta separare neppure un attimo, nascondessero le emozioni
che lei non riusciva a celare allo sguardo altrui.
- Sai
cucinare o badare alla casa? - chiese lui.
Shine
scosse la testa. No, sono proprio negata.
- Sai
suonare uno strumento? - continuò.
Di
nuovo negò. È
troppo sospetto se dico che so suonarli tutti.
Il
giovane sospirò senza mascherare quanto gli dispiacesse.
- Immagino
che tu non abbia neppure una bella voce, vero? - mormorò.
- Infatti -
confermò lei senza la minima esitazione. Se
canto scoprono
immediatamente che sono una professionista ed è l'ultima
cosa che
voglio.
- Allora
mi spiace ma non puoi stare qui, noi accettiamo solo membri che
contribuiscano al bene del gruppo: è per questo che
riusciamo a
vivere in modo indipendente dal mondo esterno. Tutti i qui presenti
si stanno impegnando per raggiungere un obbiettivo: il debutto della
band nel mondo dello spettacolo e tu saresti un incomodo, ci
rallenteresti e basta. - Riprese fiato e continuò:
– questo
edificio un tempo era un ospedale e quando lo hanno abbandonato lo
abbiamo occupato noi, non abbiamo abbastanza soldi per comprarlo ma
con la scusa che lo teniamo in buono stato ce lo lasciano usare lo
stesso, per questo un membro che non aiuta non serve, capisci? -
questa volta aveva finito davvero.
Sul
viso di Andrew si dipinse un sorriso trionfante, mentre Luna teneva
gli occhi a terra, senza guardarla.
Liam
diede le spalle a tutti e fece per uscire ma fu interrotto da un
grido – Aspetta! Imparerò! - Shine gli aveva
afferrato un polso e
lo stava obbligando a guardarla, continuò – se ora
sono inutile
giuro che mi impegnerò e diventerò ciò
che serve a voi! Ti
prego... - gli lasciò il polso.
Lui
le diede di nuovo le spalle e si fece molto serio. - Sei certa di
quello che affermi? - lei annuì.
- Ok -
disse molto semplicemente, - sei dei nostri. - La sua voce ora era
molto più rilassata; - ben arrivata - si voltò
verso di lei e le
sorrise, poi uscì.
Shine
finalmente riprese a respirare, non era mai stata così
avventata.
Luna
le saltò al collo con grande slancio – ce l'hai
fatta! ce l'hai
fatta! - le strillò nelle orecchie con più
entusiasmo del dovuto e
la ragazza si ritrovò, con suo grande stupore, ad
abbracciarla a sua
volta.
Con
la coda dell'occhio scorse Andrew che usciva dalla stanza sbattendo
la porta e imprecando ad alta voce. Questa volta fu lei a sorridere
trionfante.
★★
Liam
si affacciò dalla finestra della sua stanza.
Erano
ormai quattro giorni che Elen - così Luna aveva
ribattezzato la
nuova arrivata - era entrata nel gruppo e ancora lui non si
capacitava di come aveva potuto prenderla con loro nonostante fosse
completamente inutile.
Le
avevano dato un paio di bermuda e una polo del biondino da mettere
che le calzavano enormi e non si era tolta per un secondo gli
occhiali da sole, neppure mentre dormiva.
Si
maledisse mentalmente: aveva ragione Andrew quando diceva che era
stato uno stupido, fu allora che lo notò.
Elen
e Luna erano sedute in giardino a intrecciare sottili steli di
margherite per formare due coroncine di fiori da mettere in testa,
l'erba arrivava fino alle loro spalle, sembravano felici.
Lui
era lì, dietro un albero, che le osservava in silenzio,
torturandosi
un ciuffo biondo di capelli; a un certo punto sorrise.
Andrew
che sorrideva? Guardando le ragazze?
Forse
aveva davvero sbagliato ad accettarla, chissà.
Concentrò
il suo sguardo su Elen che sorrideva a Luna, per un istante le sue
labbra si piegarono in una smorfia nascosta.
Elen
lo vide e lo salutò, ma lui le diede le spalle e chiuse la
finestra.
-
Cosa mi nascondi? - mormorò fra sé e
sé.
Thea
time ♪
Eccoci
qui per la terza volta :)
E con
mia grande vergogna devo ammettere...
Avevo
infatti promesso la pubblicazione del terzo capitolo con anticipo
ma, come nel mio stile, sono riuscita a pubblicarla in RITARDO!!
Perdono! Infinite
scuse!!
Avevo
promesso di svelarvi la soluzione del giochino che vi ho sottoposto,
ed eccola qui:
_Se
Shine (che si trovava dietro Andrew) ha sbattuto di faccia sulla sua
schiena, come è possibile che cadendo si sia ferita il
ginocchio e
contemporaneamente abbia preso una schienata a terra?_
Ancora
una volta ringrazio tutte le persone che mi hanno incitata a scrivere
un altro capitolo di Double Star e tra tutti la mia cara Beta
Licchan, Adri_cha, Nicki_chan, Azu_sensei e Purple_3!xD
Un
bacio a tutti!! ♪
Spero
perdonerete il mio colossale ritardo e che recensiate in tanti!
Recensite che fa bene alla circolazione del sangue scrivere!! xD
Saluti,
Ru_chan
♪
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** New people, dancing and stuff... ***
Double ★
Star
New
people, dancing and stuff...
Da
quando Luna l'aveva ribattezzata “Elen”, nome che
le piaceva
abbastanza, Shine si era sempre più velocemente abituata
alla sua
nuova vita.
La
mattina veniva regolarmente svegliata dalla sua amica, faceva le
commissioni in paese e aiutava nelle faccende domestiche –
che per
altro aveva scoperto molto divertenti -, il pomeriggio i ragazzi si
chiudevano fino a sera dentro lo stanzone che portava la scritta
“sala prove” incisa a caratteri minuti sulla
vecchia porta di
legno e la sera, libera per tutti, molte volte la passava con Luna in
giardino o in camera da sola.
In
quella vecchia casa sperduta nei campi nessuno veniva mai a bussare
alla loro porta se non il postino una volta al mese - da quanto le
aveva detto il biondino con orgoglio - e questo la faceva sentire
piuttosto tranquilla, nessuno l'avrebbe mai trovata lì.
Il
vecchio edificio si era dimostrato molto più grande di
quanto non si
fosse aspettata: era sviluppato su tre piani, il primo era composto
da cinque sale adibite rispettivamente a cucina, salone da
pranzo-area relax, un ampio ingresso e un enorme bagno; il secondo
ospitava quattro grandi camere da letto ciascuna con un piccolo bagno
indipendente e la sala “riunioni”-secondo salotto;
il terzo era
diviso in appena due stanze, la “sala prove”
(completamente
insonorizzata) e quella che doveva essere una vecchia aula di
musica-biblioteca, con tanto di pianoforte.
Le
due ragazze di diritto - come
aveva sostenuto Luna dopo lunghe liti con il biondino - si
erano appropriate di due camere indipendenti collegate tra loro da
una porta, mentre Liam e Andrew si erano accontentati -per
così dire- di una doppia, la restante camera-
anch'essa una
doppia- doveva essere una stanza ospiti, dedusse Elen.
★★
Quella
mattina fu diverso. Luna la svegliò con
più entusiasmo del
solito e a colazione al posto di buttarsi sul cibo- com'era la
routine- tutti erano stranamente concentrati su Liam.
Dopo
diversi minuti di silenzio generale il ragazzo si schiarì la
voce e
annunciò con fierezza: - abbiamo un lavoro -.
Le
reazioni furono diverse: Luna e Andrew iniziarono a urlare come pazzi
saltellando per la stanza, mentre Elen rimase in silenzio con gli
occhi inchiodati a quelli chiarissimi dell'albino, che facevano di
tutto per sfuggirle.
-
Dove, come e quando?! - chiese il biondino sbattendo i pugni sul
tavolo, del tutto incurante di aver appena rovesciato la tazza del
latte.
Liam
gli regalò un sorriso lupesco.
★★
Fu
così che Elen si trovò a camminare per la via
principale della
città vicina, tra le urla di Andrew e Luna.
-
ORA BASTA! È SOLO COLPA TUA SE CI SIAMO PERSI!
DOVEVAMO ANDARE A
SINISTRA, RAZZA DI DEMENTE! - urlava la ragazza.
-
PRIMO, DEMENTE A ME NON LO DICI! E SECONDO CI ARRIVEREMO, MA
DI
CERTO NON GRAZIE A TE! - rispondeva l'altro.
Mentre
quei due davano spettacolo ai passanti Elen cercò di
avvicinarsi a
Liam.
Era
da un po' di tempo che aveva notato una certa freddezza nel suo
comportamento, ma quando finalmente ebbe raccolto abbastanza coraggio
da dire qualcosa attirò la sua attenzione.
Verso
la fine della strada una ragazza con un giaccone blu si stava
massaggiando le tempie, affiancata da un giovane castano che
saltellava
sul
posto urlando e sbracciandosi
come un ossesso nella loro direzione.
Il
suo sguardo, tra il preoccupato e il sorpreso, dovette attirare
l'albino che, sorridendo, annunciò al gruppo:- ecco il mio
amico-.
Inutile
dire che i due litiganti non cessarono il loro battibecco.
Una
volta vicini al bar dell'amico di Liam, dove avrebbero lavorato per
il resto della giornata, la rossa si limitò a squadrare da
dietro
l'amica -che per l'occasione si sarebbe chiamata Ace nella
modalità
Boy-On- i due ragazzi del bar.
Il
castano non aveva smesso un attimo di parlare con Liam, dandogli
amichevoli pacche sulle spalle e la ragazza, che non sembrava averla
notata, stava esaminando tutti i presenti lanciando degli sguardi
gelidi a chiunque osasse
posarle gli occhi addosso.
Luna
continuava imperterrita nel prendersi con il biondino: - visto
Andrew? Avevo ragione io.-
-
Zitto va! Se non avessimo girato a destra come ho detto io non ci
saremmo mai arrivati qua! - fu la pronta risposta.
Elen
si stupì della facilità con cui tutti parlavano
della nera al
maschile senza esitare neppure un attimo; quel pensiero la distrasse
giusto il tempo da permettere all'amica di aggrapparsi alle sue
spalle mugugnando: - Uffa! Elen! Andrew fa il bullo...!
Fu
allora che la ragazza “Occhi di Ghiaccio” -come
l'aveva
soprannominata- si accorse di lei.
Puntò
i suoi occhi azzurri in quelli di Elen che si irrigidì,
cercando di
sfuggire allo sguardo indagatore di lei, ma per fortuna Occhi di
Ghiaccio aveva già cambiato obbiettivo, tirando per la
manica il suo
amico.
Lui
si voltò: -che c'è?- chiese, lievemente irritato.
-Invece
di stare ad amoreggiare con il tuo amico che ne dici di fare un po'
di presentazioni? - sbuffò decisamente seccata, senza
assolutamente
alcun imbarazzo.
Il
castano arrossì fino alle orecchie protestando debolmente
mentre
Liam annunciò: - Loro sono Andrew, Ace e Elen, la nuova
arrivata.
Infine io sono Liam, piacere di conoscervi - rivolto un po'
all'amico e un po' alla ragazza.
Il
castano sorrise a tutti, soffermandosi un attimo di troppo sulla
rossa, cosa che lo fece lievemente arrossire e che spinse Luna a
tirare una leggera gomitata nel fianco dall'amica.
-Io
sono Touya, mentre lei è Anis- si presentò con
gentilezza.
Naturalmente la ragazza non fu gentile per niente e si
limitò a
sbuffare.
Una
volta entrati nel locale il gruppo si lasciò sfuggire un
sussulto:
dire che stava cadendo a pezzi era un eufenismo.
Quel
posto era il locale più frequentato in assoluto, il
più economico
di tutta la città ed era costantemente
pieno di gente, a qualsiasi ora.
Questo
dovette irritare Anis, che disse acida: -Ci scusiamo se il locale non
è di vostro gradimento, Signori - e
completò l'azione
allontanandosi di gran carriera per abbandonarsi su uno sgabello poco
distante.
Calò
un silenzio imbarazzante che il castano, dopo aver chiuso la porta,
colmò in fretta iniziando a spiegare le regole di un buon
cameriere
e un'altra marea di cose che probabilmente nessuno ascoltò.
Dire
che è soporifero è dire poco... pensò
Elen, accorgendosi che probabilmente tutti stavano pensando la stessa
cosa, compresa Anis.
Luna
alzò la mano: - E se uno non volesse fare il cameriere?
-
Perché, che altro sapete fare? - domandò Touya,
incuriosito.
Andrew,
Liam e Luna si scambiarono uno sguardo d'intesa: - Suonare.
★★
La
rossa fissò con occhi sgranati il vestito che Anis le aveva
messo in
mano.
Stava
scherzando, vero? Ma
qualcosa la
convinse che la castana stesse facendo di tutto tranne che
scherzare.
-
N-nessuno mi ha detto che avrei dovuto indossare un vestito del
genere - provò a lamentarsi.
Anis
accarezzò il suo vestito da cameriera tutto pizzi e merletti
come
fosse stato un morbido gatto: - Stando alle parole del tuo amichetto
tu non sai fare nulla, perciò ho pensato che metterti in
ridicolo
ulteriormente non avrebbe fatto differenza - ghignò,
malefica.
Se
Elen avesse avuto una mazza ferrata fra le mani le avrebbe rotto i
denti probabilmente, invece si limitò a sbuffare: -
dov'è il mio
camerino?
Il
sangue le gelò nelle vene.
Cosa
diavolo aveva detto?! Si
maledisse mentalmente.
Si
portò le mani alla bocca, restando sorpresa davanti alla
reazione
della castana, che stava... ridendo?!
-
Il tuo ...camerino? Stai scherzando?! - sghignazzava Anis con le
lacrime agli occhi.
-
Eccolo, il tuo “camerino” - continuò a
ridacchiare indicandole
uno sgabuzzino senza porta.
La
castana ci si infilò, afferrò un asciugamano
sporco incastrandolo
nello stipite alto della porta a mo' di tenda e si cambiò,
uscendo
fiera del suo tempo.
Elen
era basita, entrò e si mise il ripugnante
abito facendosi aiutare nello stringere i lacci da Anis, riuscendo
miracolosamente a convincere quell'esagitata a lasciarle indossare
gli occhiali da sole.
Appena
uscite incontrarono Touya, anche lui cambiato nella sua uniforme da
cameriere, che fissò di nuovo troppo a lungo la cameriera
improvvisata.
Anis
dovette notarlo perché si posizionò fra i due,
schiaffeggiando il
malcapitato.
La
rossa però era distratta: il suo sguardo andava alla band,
che si
stava preparando per il concerto del pomeriggio; fu riscossa dai suoi
pensieri quando la castana la prese sottobraccio e la
trascinò
lontana affermando molto seria: - Non fare caso a lui, ha degli
sbalzi di ormoni quando vede una ragazza carina.
Era
un consiglio o una critica...?
Touya
sospirò e le sorrise da lontano, avviandosi verso i ragazzi.
-
Ormai sono quasi le otto. Avete tutta la mattina per organizzarvi e
fare tutte le prove che volete; lo spettacolo durerà tutto
il
pomeriggio -disse fissando l'orologio.
-
Grazie per l'ospitalità! - esclamò
“Ace” raggiante.
-
Ci
mancherebbe! Anzi, ci state facendo un favore, speriamo di attirare
più clienti - contraccambiò il cameriere.
-
E noi di diventare famosi!- concluse Luna facendo l'occhiolino a
Liam, che non si scompose.
Fu
così che il cartello venne girato.
-APERTO-
★★
Anis
richiamò Elen all'attenzione.
-
Che cosa? - domandò l'altra colta di sorpresa.
-
Le tre regole dei camerieri - ripeté lei senza nascondere
quanto
fosse scocciata.
-
Ah si! Quelle che mi hai detto prima! - schioccò le dita.
La
castana annuì. - Visto che sei nuova, lascia che ti aggiunga
qualcos'altro.
-
Ma veramente io... - lo sguardo corse alle decine di clienti che
affollavano il bar.
-
Mai entrare in cucina, nessuno sa cosa si cela lì dentro -
An
deglutì, - il che è parecchio inquietante; mai
chiedersi dove si
trova il capo, non sappiamo minimamente cosa faccia nel suo ufficio,
se sia veramente un ufficio o una videoteca per porno, e come faccia
a comparire d'ovunque e nei momenti più sbagliati; non fare
più di
tre caffè alla volta alla macchinetta altrimenti si impalla
- Elen
stava ascoltando con attenzione, stupendosi di quanto fosse strano,
misterioso e pericolante quel locale; - inoltre cerca assolutamente
di non - la castana spostò il suo sguardo oltre la spalla
della
rossa, e il suo viso sbiancò completamente, - ballare sul
bancone al
ritmo di musica...
Non
sono completamente scema... comunque grazie per la fiducia avrebbe
voluto risponderle, invece si limitò a un deciso: -Stai
tranquilla,
penso che ballare sarebbe l'ultima cosa che fa--
- si bloccò.
Le
parole si rifiutarono di uscire dalla gola e non seppe se ridere o
rintanarsi sotto un tavolo per la vergogna.
Fortunatamente
ci pensò Anis a fermare quello spettacolo imbarazzante.
-
TOUYA, COSA CAZZO STAI FACENDO SUL BANCONE?! - strepitò
battendo i piedi con rabbia, ma sembrava che il ragazzo non sentisse
una parola, impegnato come era a fingere di cantare e a muoversi come
“una vera superstar”.
Tutto
il locale aveva la loro attenzione, e la castana doveva esserne
consapevole perché il suo viso era rosso un
po' per
l'imbarazzo, un po' per la rabbia.
Trascinò
Touya giù dal bancone fino allo sgabuzzino, dove si mise a
urlare
più di prima, forse dimenticandosi che la porta non c'era
più,
sostituita da un misero asciugamano.
Così,
mentre alle sue spalle si sentivano urla più o meno
disperate, Elen
decise di invitare gli “spettatori” a tornare sulle
loro bibite
facendo cenno alla band di continuare a suonare.
Dopo
una decina di minuti i due uscirono dallo sgabuzzino e tornarono
silenziosamente alle loro mansioni.
La
rossa si avvicinò a Touya chiedendogli, comprensiva: -
allora? Cosa
ha detto?
Per
tutta risposta lui si massaggiò le tempie mormorando: - Ha
detto un
centinaio di parole, ma le uniche che ho veramente compreso sono
state “imbarazzo”,
“vergognati”, “figuraccia” e
“ti
farò passare una notte d'inferno”.
Elen
gli diede una leggera pacca sulla schiena e si allontanò,
lasciandolo a deprimersi da solo.
★★
Liam
rimase molto colpito da come la ragazza si stava sforzando di
apprendere quella quantità allucinante di informazioni che
la
castana le urlava in malo modo da un lato all'altro del locale.
In
un primo tempo aveva anche pensato di andare ad appendere al muro
quella scorbutica di Anis, ma sarebbe stato piuttosto strano visto
che era lui che da ormai diversi giorni evitava la rossa come la
peste...
Perché
lo facesse non lo sapeva, d'altronde non gli aveva fatto nulla, tutte
le volte prometteva che si sarebbe comportato normalmente, ma appena
se la ritrovava davanti doveva subito darle le spalle: aveva paura,
non sapeva di che cosa, però era certo si trattasse di
paura.
Fu
allora che ci fu un forte rumore, tutti si girarono verso Elen: il
vassoio che teneva in mano le era scivolato a terra e lei non dava
cenno di volerlo raccogliere.
Il
suo sguardo era fisso sul nuovo cliente entrato, un ragazzo dai
capelli color cenere e profondi occhi scuri, che si andò a
sedere
nell'angolo più remoto del locale.
La
rossa raccolse il vassoio scusandosi con i due clienti seduti al
tavolo accanto a lei, mentre Anis sgomitava tra la folla per
raggiungerla.
★★
Quando
Anis riusci ad arrivare da Elen, ella riuscì solo a
mormorare: -
panino al prosciutto crudo e bicchiere d'acqua al tavolo
ventitré.
La
castana non dovette notare l'insolito pallore della rossa, e neppure
il tremore nelle sue gambe.
La
diciassettenne la afferrò per una spalla. - Dove vai? Quel
cliente
ormai è tuo, e mi sembra parecchio interessato alla nostra
Elen
perciò... - prese un panino e riempì un bicchiere
d'acqua del
rubinetto, - ecco qua~- e la spinse nuovamente, guadagnandosi la
prima occhiataccia dalla rossa.
Forse
in circostanze diverse la ragazza si sarebbe accorta di come Anis
spiasse ogni suo gesto di nascosto, ma la sua testa era vuota, e lo
sforzo di parlare normalmente le stava costando più del
previsto.
Quando
il ragazzo le afferrò il polso il vaso traboccò,
e in preda al
panico riuscì solo a pensare come si sentisse impotente in
quel
momento, mentre cercava disperatamente di divincolarsi.
★★
Shou
guardò distrattamente il menù del bar, quando una
flebile voce lo
richiamò all'attenzione: - ho portato quello che ha ordinato.
Il
suo cuore cessò di battere.
Davanti
a lui una ragazza minuta dai lunghi capelli rossi e la divisa da maid
lo guardava con un certo timore da dietro un paio di occhiali da
sole.
Non
c'erano dubbi. Era lei.
-
Ma che maid carina! Ci conosciamo per caso? - chiese con noncuranza.
La
ragazza sussultò, negando con il capo e abbassando sempre
più lo
sguardo.
Shou
non l'avrebbe fatta scappare di nuovo: - sei sicura? Perché
io mi
ricordo di te - insistette.
Per
tutta risposta la rossa incassò ancora di più la
testa fra le
spalle, ma riuscì a mormorare: - la servo o lascio qui il
vassoio?
Il
ragazzo sbuffò, irritato, facendole cenno di servirlo, ma
senza
demordere: - sai chi sono io? - le chiese gentilmente - un modello e
un idol - le sussurrò all'orecchio mentre lei era intenta a
posare
il panino sul tavolo.
Elen
sobbalzò, stavolta più violentemente, mentre le
sue mani iniziavano
a tremare.
-
E se ti chiedessi di uscire con me? ~- le chiese lui con un mezzo
sorriso.
La
ragazza si sforzò di rimanere impassibile, si
voltò e fece per
allontanarsi.
Shou
fu più veloce e le afferrò un polso.
-
Non mi hai risposto, Shine - sussurrò malizioso.
★★
Anis
si avviò verso di loro a passo deciso e prese il polso del
ragazzo
con forza, facendo in modo che lasciasse la rossa.
-
Ha qualche problema signore? Desidera qualcos'altro? - lo
fissò con
sguardo glaciale. Il ragazzo deglutì.
-
No nulla, grazie - mormorò.
-
Meglio così - e mollò la presa, spingendo Elen
via.
Quando
furono abbastanza lontane, la ragazza si voltò e An
riuscì quasi a
vedere i suoi occhi: grandi e molto, molto chiari.
La
rossa sussurrò un tremante – grazie - e lei
sbuffò.
-
Lo stai dicendo come se ti avessi salvato la vita - e si
sforzò di
sorridere, mostrando solo un ghignò benevolo.
Per
alleggerire la situazione, An annuì e incrociò le
braccia al petto.
- D'accordo, la prossima volta non ti darò più in
pasto al primo
cliente che ti mangia con gli occhi, contenta? - per tutta risposta
ottenne un epico “facepalm”.
★★
-
Aaah - sospirarono contemporaneamente Touya, Anis e Elen,
abbandonandosi sullo sgabello più vicino. I ragazzi della
band
fecero lo stesso, sedendosi sul palco improvvisato e inspirando
profondamente.
Elen
decise di alzarsi e preparò tre bicchieri per i suoi
compagni: Luna
e Andrew li accettarono,mentre Liam si allontanò.
Anis,
che osservava la scena passivamente, gli gridò un - ehi,
Mistersimpatia! - dietro che non lo scalfì minimamente ma
fece
avvampare la rossa.
Dopo
questa sua uscita la castana si lasciò cadere all'indietro,
scontrando contro il freddo e duro bancone.
-
Ahi! In questa giornata le sfighe sembrano non finire mai –
borbottò la giovane che non aveva neanche la forza per far
girare lo
sgabello su se stesso e concedersi un po' di svago.
-
Sai, hai proprio ragione - ribatté abbattuto il castano.
Anis
si tirò su, mostrando il volto terrorizzato. - No, Tou, non
dirmi
che...
Touya
non seppe se essere contento o disgustato da quello che stava per
dire: - Sì, An: i bagni, subito.
La
castana lanciò un urlo di disperazione e si coprì
il viso,
teatralmente; poi, sembrò avere un'illuminazione e prese
Elen
sottobraccio.
-
Però lei mi aiuta - sogghignò felice.
Il
castano sospirò e mugugnando un - va bene - si
avvicinò al resto
del gruppo porgendo loro gli spazzoloni, mentre la rossa cercava di
ottenere una spiegazione da Anis.
Andrew
li fissò. - Ma noi non avevamo finito?-
Scosse
la testa. - Mi spiace, ma questa è la routine -
pronunciò ghignando
e facendoli deglutire.
Le
due ragazze si infilarono nel bagno e una smorfia di disgusto
deformò
il viso di entrambe.
-
Ma quante volte lo pulite, questo posto? - riuscì malapena a
chiedere la rossa, mentre un tanfo disgustoso le saliva per le
narici.
-
Una alla settimana, forse. È troppo tremendo - si
lamentò An
prendendo degli stracci e porgendogliene alcuni.
Elen
li prese con disgusto. - E allora perché non ti sei opposta?
- una
volta che il tuo “talento” sarebbe stato utile...
pensò
esasperata.
La
castana guardò male la porta da cui erano entrare.
-
Perché lui lo ha fatto l'ultima volta -
abbassò lo sguardo,
- e poi non è rimasto più lo stesso - disse in
tono melodrammatico
e misterioso.
-
Sì, certo. Meglio mettersi al lavoro - la liquidò
Elen, prendendo a
strofinare i lavabi, trattenendo orrende smorfie di disgusto.
I
minuti passavano, lentamente, e il silenzio assordante che regnava
nell'intero locale creava un'atmosfera tesa e faceva perdere ognuno
nei propri pensieri, troppo stanchi per dar loro una forma o un
limite.
E
fu proprio dopo una ventina di minuti che Anis udì qualcuno
cantare.
Elen,
troppo stanca per pensare a qualcosa di preciso, aveva incominciato a
canticchiare uno dei suoi ultimi pezzi da idol.
-
Elen ma tu... - lei si voltò e in un attimo
sbiancò, lasciandosi
cadere a terra tremante; fissava la castana con occhi sgranati. Una
goccia di sudore le scivolò dalla fronte e cadde sul costume
sporco.
La rossa si mosse lentamente all'indietro, scuotendo la testa
inconsciamente.
Anis
si fece brillante.
-
Tu hai una bellissima voce! Ti prego, un giorno andiamo tutti insieme
al karaoke!-
La
paura e il terrore dipinti sul volto dell'altra svanirono in un
attimo, trasformandosi in pura confusione.
-
No, cosa sto a chiedertelo, tanto l'ho già deciso: un giorno
tutti
al karaoke! - fischiettava tutta contenta la giovane, tornando al
lavoro.
La
rossa tirò un lungo sospiro di sollievo che fece alzare il
sopracciglio all'altra, mentre un largo sorriso le si dipingeva in
faccia.
★★
-
Mi raccomando Liam, cerchiamo di non perdere i contatti, okay? -
Touya sembrava sull'orlo delle lacrime.
-
Ma dai, quanti piagnistei: non sta per morire nessuno -
roteò gli
occhi Anis, sbuffando come al solito.
-
Sono d'accordo con la ragazza - annuì Andrew indicandola. -
Piantiamola qui che ho sonno.
Elen
si trattenne dall'andare dal biondino e girargli uno schiaffo.
Touya
era troppo tenero.
Il
castano, indicando la compagna e il batterista, sbuffò: -
certo che
quei due sono tremendi, se messi nella stessa stanza-.
Anis
alzò in alto il palmo e il biondino le diede il cinque,
entrambi
fieri di sé.
Elen
continuava a nascondersi dietro a Luna, se si fosse unita agli altri
avrebbe sicuramente pianto.
Erano
i suoi primi amici.
“Ace”
fissò i due ospiti negli occhi e, come se le avesse letto
nel
pensiero, sorrise: - Questo è solo un arrivederci!-
-
Purtroppo - borbottò la castana, ricevendo un forte
scappellotto.
-
Non datele peso: significa che le siete simpatici - spiegò
Touya
sorridendo, mentre Anis cercava di rimanere seriamente imbronciata.
-
Dunque, arrivederci. Dobbiamo assolutamente rifar- cercò di
concludere lui.
Un
– NO! - generalo lo interruppe, facendo
ridere di gusto
tutti i presenti. Il castano aprì la porta del locale.
-
È stato un piacere ospitarvi, spero tornerete nel nostro
modesto
locale - li salutò sorridendo.
Andrew,
con il suo solito garbo, sbuffò: - altro che modesto,
dovreste
proprio ristrutturarlo-.
-
Lo sappiamo ma - un alone nero cadde sul ragazzo, - non abbiamo
fondi...-
La
castana gli posò una mano sulla spalla: - ma, in fondo, a me
piace
così: decadente, malfamato e puzzolente-.
-
Certo che hai dei gusti strani... - mormorò il biondo,
facendo
sorridere l'intera combriccola.
I
cinque uscirono e salutarono i due un'ultima volta scuotendo le
braccia, poi Anis si ricordò improvvisamente di una cosa.
-
Allora la prossima volta al karaoke, ci conto eh,
Elen! - le
urlò dietro.
All'udire
la parola karaoke il volto di Touya
sbiancò: - no, il karaoke
no!
Con
un - alla prossimaaa! - i due si tirarono la porta
alle
spalle, lasciando la band sulla buia e desolata strada.
★★
Shou
era intento a sfregarsi le mani gelide per scaldarsele, quando dal
locale finalmente
uscì il suo obbiettivo.
Era
accompagnata da una strana combriccola di ragazzi, ma sembrava
inaspettatamente a suo agio.
Il
ragazzo non si fece distrarre e le si avvicinò.
-
Scusa, devo parlarti un attimo - le disse gentilmente prendendola per
le spalle e separandola dal gruppo.
Il
corpo di lei si irrigidì all'istante e il suo
voltò sbiancò
completamente.
Il
ragazzo biondo fu più veloce, si mise fra lui e la rossa,
allontanandola con uno spintone e afferrandolo per il bavero del
giubbotto: - che cosa vuoi da lei? - ringhiò.
Shou
sorrise beffardo: - sono il suo ragazzo e la voglio riportare a casa.
Il
biondino fece per girargli un pugno, ma un altro ragazzo intervenne:
- Andrew! Lascialo immediatamente! - ordinò, brusco.
Sorprendentemente
lui ubbidì, lasciandolo di malavoglia.
L'albino
gli si avvicinò: - cosa vuoi da Elen? - gli chiese
gelidamente
squadrandolo dall'alto in basso.
Elen...?
Ma
la ragazza non gli diede il tempo di rispondere:- s-si sarà
sbagliato, posso parlargli io..? - mormorò confusa e
tremante.
L'albino
le fece cenno di avvicinarsi e la prese sottobraccio: - parlagli da
qui, non posso lasciarti andare da sola - le disse.
Lei
annuì.
Shou
scoppiò a ridere freneticamente:- MI HAI DETTO CHE
NON MI AVRESTI
ABBANDONATO! - le urlò improvvisamente contro.
-
SECONDO TE TI AVREI DAVVERO SPINTO A VIVERE NORMALMENTE?
NON PUOI! TU NON FAI PARTE DI QUESTO MONDO, TU SEI SOLO UN SUO
STRUMENTO! - continuò, con sempre più foga.
Con
sorpresa di tutti Elen riuscì a bisbigliare: - io non ti
conosco,
devi esserti sbagliato...
Il
ragazzo imprecò ad alta voce, sparendo nella penombra e
mormorando
un confuso - ci rivedremo-.
Solo
allora Elen si lasciò andare, scoppiando a piangere
disperatamente.
Thea
time ♪
He he
he...vipregononuccidetemi!!!>____<
Questo
capitolo sarebbe dovuto uscire quest'estate, poi l'ho rinviato a
Settembre (causa vacanze) e -non so come- eccoci qua! xD
PREANNUNCIO
che non è solo colpa mia, ma anche della mia cara Beta
<3 [Ma
fanbrodati Sacchan D: NdBeta]
Ebbene
si! Quasto capitolo è particolarmente speciale: è
un crossover con
una storia inedita di Licchan :)
Sia
Anis sia Touya mi sono diventati molto cari, ho avuto la
possibilità
di leggere la loro storia – che molto presto non
sarà più inedita
ù__ù – e vi spoilero che in futuro ci
sarà sicuramente un altro
capitolo crossover ;3
Che
altro dire… ringrazia ancora una volta tutti coloro che mi
hanno e
continuano a sostenermi!
Mille
grazie a Licchan (Kikari_) -la migliore Beta del mondo-,
a
Adri-chan (Rouge_san) e a Niki-chan (Minori_san) -le mie
“Andrew's
fan girls™”-,
naturalmente a Azu-sensei (MatitaAppuntita).
a
Purple_3 che mi ha resa tanto felice dedicandomi una prima
preziosissima recensione! -il cielo non ha voluto xD-
e
infine a una serie di persone che, ripeto, -purtroppo- non sono su
EFP, ma che un giorno -obbligherò- verranno a iscriversi! ♥
grazie
mille! ◕‿ ◕
Un
ulteriore Mega Giga Enorme Largo Lungo Stratosferico Emisferico
Atuttotondo (?) GRAZIE a Licchan, amica sempre più cara, che
mi ha
permesso di creare un così interessante capitolo e che mi
sopporta
ancora sia su EFP che nella vita reale ;) […hai vinto,
ritiro il
“fanbrodati” u.u NdBeta]
Spero
continuerete a seguirmi e a recensire nonostante io sia una mezza
frana!♥
With
much love,
Ruckia_chan ♪
P.S.
Dal prossimo capitolo inizieranno tante belle canzoni~
Quindi se qualcuno di voi
può consigliarmi canzoni – con testo sensato,
voci maschili e femminili
alternate- sono tutte ben accette!!:)
Scrivetemi in privato o in
recensione titolo e autore, qualsiasi genere è ben accetto:3
Vorrei fosse un miscuglio di
canzoni e di generi differenti xD
Grazie
mille per la
disponibilità~
Un abbraccio e a presto -si
spera- ;)
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=1747372
|