Distorted

di _six_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** Cap. 1 ***
Capitolo 3: *** cap 2 ***



Capitolo 1
*** prologo ***


L’avevo fatto e ora non restava altro che aspettare. Speravo che tutto ciò che credevo non fosse vero,che fosse solo un brutto sogno e che presto mi sarei svegliata. Ero talmente nervosa che stavo piangendo, le lacrime mi scendevano sul viso senza che potessi controllarle, mio padre fuori dal bagno batteva il piede sul pavimento e ogni tanto sacramentava. Passarono dieci minuti ma non avevo il coraggio di guardare, avevo troppa paura perciò presi un gran respiro e mi avvicinai. Non pensavo a nulla, guardai con freddezza il test ma qualcosa dentro di me si ruppe quando vidi una cazzo di strisciolina rosa. Le gambe cedettero, caddi a terra portandomi dietro la tazza degli spazzolini che si frantumò a terra con un gran fracasso, ma non mi importava più nulla ormai. Rannicchiai le gambe contro il petto e cominciai a piangere come non avevo mai fatto, mai. Mio padre bussava e gridava.
-          Sam, apri ‘sta cazzo di porta! APRI! – bestemmiava e allungai un braccio facendo scattare la serratura. Entrò lasciando la porta spalancata, prese in mano il test e lo guardò incredulo, paonazzo. Per alcuni istanti rimase immobile poi lo scaraventò a terra con una rabbia mai vista. Non disse nulla, passava solo lo sguardo da me al test. Io avevo la testa nascosta tra le ginocchia e piangevo come una disperata, avevo la mente totalmente vuota. Dopo un tempo che non so descrivere mio padre finalmente aprì bocca, il suo tono non era normale era molto alterato, isterico ma almeno non stava urlando che era la cosa di cui avevo meno bisogno in quel momento.
-          Dio, Dio, Dio!! Cazzo Sam, Cazzo!! Tu, tu, tu sei. Fanculo, manco riesco a dirla sta parola. GUARDAMI QUANDO TI PARLO! – alzai lo sguardo, avevo gli occhi gonfi, rossi, il viso bagnato come i pantaloni, l’espressione stravolta e vuota. Non dissi nulla, avevo tante cose da dire, tantissime ma non ne volevano sapere di uscire, la gola mi bruciava e il nodo che mi sentivo non mi permetteva quasi di respirare. Mossi le labbra impercettibilmente, non riuscivo a fare nulla. Qualcuno entrò in casa, sapevo benissimo chi era,riconoscevo quella voce ovunque.
-          Sam? Dove sei? – fu mio padre a rispondere, lui si precipitò in bagno e rimase impietrito di fronte alla porta. Era pallido, inespressivo, sconvolto.  Balbettava cose senza senso, muoveva le labbra a caso. Mio padre si girò e a quel punto urlò veramente. Non voleva ascoltare quello che sava dicendo, dopo averlo fatto però uscì e tirò un cazzotto nello stomaco di Harry. Si piegò a metà e cadde a terra. Rimanemmo soli, incapaci di muoverci, increduli, terrorizzati.
 
Piacere sono Samantha Moss, ho 17 e sono INCINTA.

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HEI!! QUESTA è SOLO UNA PICCOLA INTRODUZIONE. HARRY, NON è HARRY DEGLI ONE DIRECTION, MI PIACE IL SUO NOME. BEH LASCIATE QUALCHE RECENSIONE E PENSO NON CI SIA PIù NULLA DA DIRE. :)

CIAAOO ;) ;)

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Capitolo 2
*** Cap. 1 ***


Guardai Harry negli occhi e lui gattonò fino a me. Pensavo che in quel momento mi stesse odiando e avevo la certezza che sarebbe stato così per sempre, invece mi cinse i fianchi con le braccia e mi abbracciò forte. Appoggiai la testa nell’incavo della sua spalla, distrutta. Lui sciolse l’abbraccio e raccolse una mia lacrima, a tenne sul dito e la fissai, era così pura, trasparente, che pensavo non fosse mia, doveva essere di un qualche angelo perché le mie, in quel momento non potevano essere che nere, macchiate di un crimine orrendo.
-         scusa – sussurrai. Mi guardò il volto e con le mani me lo asciugò. Poi dolcemente m prese la testa e l’appoggiò al suo petto, potevo sentire il suo cuore, non era calmo ma mi rilassava lo stesso.
-          Ora che facciamo? – quelle parole mi riempirono la testa, non lo sapevo. Cosa avrei fatto? Non ero nelle condizioni di pensare a nulla, volevo solo sparire dalla faccia della terra, persino morire.
Non dicemmo più nulla, restammo abbracciati, soli in casa. Mio padre quella notte non sarebbe tornato, l’avevo sentito prendere le chiavi e sbattere la porta con violenza, ma nn mi dispiaceva, solo avrei voluto che al suo posto ci fosse mamma.
Come pensavo papà non tornò quella sera e nemmeno quella successiva. Harry rimase con me, avvisando il suo coinquilino che per un bel po’ non si sarebbe fatto vedere e per fortuna non fece domande, non era un ficcanaso. Passai la notte sveglia e la mattina dopo ero uno zombie vivente. Vomitai un paio di volte, come succedeva da quasi tre settimane ormai. Harry mi consigliò di farmi una doccia e così feci, incapace ormai di pensare con la mia testa. Mi chiusi a chiave e levatami i vestiti restai nuda di fronte allo specchio. Guardai la pancia ma non si vedeva nulla, ero come sempre,magra e pallida, i capelli mori, mossi,corti e gli occhi color cioccolato più spenti che mai. L’acqua calda mi rilassò un pochino e i fece venire un gran sonno. Mi venne ancora da vomitare ma dopo essermi lavata mi sentii meglio. Infilai una tuta, misi un po’ di trucco e tornai in salotto dove il mio ragazzo, stanco quanto me, aveva preparato la colazione. Mi sedetti sul divano e lui accanto a me. Mi baciò dolcemente e mi fece uno strano effetto, convinta che non meritassi tutta questa comprensione dopo quello che avevo fatto, tutto questo amore, sentivo di meritare calci in culo e pietre in faccia, anche se sapevo che, in fondo, non era colpa mia, che non avrei dovuto essere triste perché un bambino è una delle cose più belle del mondo.   

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Capitolo 3
*** cap 2 ***


Mio padre non si presentò per le due settimane successive, non chiamò era letteralmente sparito. Harry per fortuna aveva un lavoro e cinque giorni alla settimana andava al negozio e prendeva i soldi sufficienti a comprare da mangiare.
 Una sera, di punto in bianco decisi che non avrei potuto restare un secondo di più in quella casa. Preparai le valigie e presi alcune cose dalla dispensa e dei soldi dalla cassaforte. Mio padre non sapeva che conoscevo la combinazione ma lo avevo osservato più volte, alla fine era semplicemente la data del loro matrimonio. Non l’aveva cambiata neppure quando avevano divorziato.  Harry prese la sua auto e andai con lui nel bilocale in cui viveva. Quando entrammo la prima cosa che vidi a parte un disordine cronico fu Freddy nudo. Mi coprii gli occhi e scoppiai a ridere, Harry divenne rosso e il ragazzo tranquillo andò a mettersi un asciugamano sulle zone intime.  Lasciai le valigie all’ingresso e mi sistemai sul divano. Freddy dopo poco ricomparse vestito e si sedette accanto a me.
-          Ei tesoro, ma che ci fai qui? – dimenticavo, Freddy era gay.
-          Ciao Fred. Mah, niente. Vuoi sapere l’ultima? – a Fred puoi dire tutto, lui ti ascolta senza scandalizzarsi e dà sempre ottimi consigli.
-          Dimmi, mi interessa – feci un bel respiro e lo dissi, forse con troppa naturalezza.
-          Sono incinta. – mi guardò e poi scoppiò a ridere.
-          Oh, beh complimenti tesoro! Harry questo bel cucciolotto sarà mica tuo?
-          Sì – rispose e ne sembrava orgoglioso.
-          Bene bene, un maschiuccio o una femminuccia?
-          Non … non lo so. – non ci avevo mai pensato in queste due settimane. Comunque da quando ero entrata in quella casa tutto mi sembrava molto meno faticoso.
Passai una splendida giornata. Freddy oltre ad essere un ottimo oratore cucinava davvero benissimo e mangiai un piatto delizioso. La serata passò altrettanto piacevolmente, solo quando fu il momento di dormire tutte le mie paure tornarono a galla. Rimasi sul letto, accanto a Harry che dormiva profondamente, a pensare. Di abortire non ne avevo la minima intenzione, non sarei mai stata capace di uccidere un altro essere umano, soprattutto se questo era mio e completamente indifeso. Forse avrei potuto darlo in adozione.  La mia mente si affollaa di forse, di domande alle quali non riuscivo a trovare una risposta che mi andasse bene.  Il mio cervello continuava a sfornare idee che venviano immediatamente scartate una dietro l’altra. Quando finalmente mi addormentai sognai di essere in un ospedale. C’erano dei medici sorridenti che tenevano in mano trionfanti un piccolo fagiolino. Io ero terrorizzata, poi il buio totale e la risata allegra e spensierata di un bambino. In fondo un puntino bianco si allargava sempre di più e comparve il giardino di casa mia, la mamma , il papà, il vecchio cane Zeg e io che correvo e ridevo felice ma ad un certo punto mia madre si alzò e cominciò a dirmi cose bruttissime. Io piangevo e lei continuava impassibile, mi attaccai alle sue gambe e l’abbracciai forte come spesso facevo quando era arrabbiata con me. Significava, scusa mamma, non lo faccio più, ma lei mi spinse via. Alla fine mi svegliai. Le lacrime mi riempivano il volto, avevo il fiatone e un conato di vomito mi fece praticamente cadere dal letto. Harry e Fred mi avvicinarono, Harry mi portò in bagno mentre Fred ripuliva dal vomito il pavimento.  Vomitai ancora, lui mi teneva i capelli indietro e con l’altra mano mi accarezzava dolcemente la schiena. Quando finii ero esausta , conciata da sbatter via, e mi sedetti sulle piastrelle fredde. Mi passai una mano tra i capelli e lui mi sciacquò il volto con un panno bagnato. Mi sedetti sul WC e mi accorsi che Fred ci stava guardando. Entrò timidamente e si accoccolò accanto a me.
-          Va meglio tesoro?
-          Si, grazie.  – mi fece un buffetto sulla guancia e mi disse che forse era maglio farsi una doccia. Harry mi coccolò un pochino e mi aiutò a lavarmi, dato che facevo un po’ di fatica a stare in piedi. Quando tornai a letto crollai definitivamente mentre lui rimase sveglio al mio fianco.

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MI SCUSO PER LA LUUNGA PAUSA E BEH, SONO RIUSCITA A SCRIVERE SOLO OGGI. SPERO CHE PIACCIA ANCHE QUESTO E NON C'è PIù NULLA DA DIRE SE NON RECENSITE!! 
CIAOOO :)

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