Degli Amici Speciali

di Ronnie Stregatto
(/viewuser.php?uid=285222)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Charizard ***
Capitolo 2: *** Venusaur ***
Capitolo 3: *** Pikachu ***
Capitolo 4: *** Blastoise ***
Capitolo 5: *** Snorlax ***
Capitolo 6: *** Meglio soprassedere ***



Capitolo 1
*** Charizard ***


Amava volare


Charizard amava volare. Amava la sensazione delle sue ali che fendevano il vento, la luce del sole che gli riscaldava il muso. Amava la sua libertà.
Detestava stare nella sua pokèball e per questo faceva molte storie quando il suo allenatore decideva di rinchiudercelo. E quel giorno si era impuntato con tutto se stesso.
Charizard e Red erano andati ad esercitarsi in una prateria deserta. L'allenamento per il pokèmon consisteva nel librarsi in volo e compiere una serie di acrobazie cercando di colpire con le sue fiamme tutta la frutta che il ragazzo, da terra, gli lanciava.
Fu un successo completo e Charizard era molto soddisfatto di se stesso.
Il momento di tornare in città arrivò troppo presto.
Red richiamò il suo pokèmon vicino a sé e fece il gesto di farlo rientrare nella pokèball. Charizard ringhió lievemente e si allontanò, portandosi fuori tiro.
"Che storia è questa?" chiese il ragazzo contrariato: certo, aveva sempre saputo che quello era il suo pokèmon più selvaggio ma non si aspettava un simile comportamento.
Per tutta risposta, il drago lo fulminó con i suoi grandi occhi grigi. Non voleva andarsene da quel paradiso, dove regnava una pace assoluta e il cielo era così azzurro e sterminato per tornare in una caotica e grigia città. Per ripicca si andò ad accomodare lontano, dando le spalle al suo allenatore che continuava a guardarlo stranito.
Red provò varie volte ad avvicinarsi a lui ma ogni volta Charizard si girava e lanciava un ruggito di avvertimento. Alla fine il giovane fu costretto ad arrendersi e si sedette con un sospiro seccato su un masso poco lontano, continuando ad osservare il suo pokèmon indisciplinato.
Passarono le ore senza che nessuno dei due muovesse un muscolo.
Passata l'ora di pranzo, lo stomaco di Charizard inizió a brontolare: aveva davvero fame ma il suo orgoglio gli impediva di andarsene da lì per cercare del cibo.
I gorgoglii prodotti dalla sua pancia raggiunsero anche Red che sorrise, appollaiato sul suo masso: quel pokèmon era davvero testardo. 'Ma è per questo che lo adoro' pensò divertito.
Il ragazzo frugó nel suo zaino e ne estrasse una confezione di Baccaliegia, le preferite di Charizard. Con un sorriso furbo la aprí e la sventoló un poco, in modo che il profumo delle bacche raggiungesse le narici del pokèmon. Capí di aver ottenuto la sua attenzione quando questo alzò la testa e gli rivolse uno sbuffo di fumo irritato.
Red sorrise, intenerito da quel pokèmon infantile che voleva fare il duro. Gli si avvicinò e gli posò una mano sulla schiena, tra l'apertura delle ali.
"So che non ti piacciono gli spazi piccoli ma non resteremo in città per molto. Devo sistemare alcune cose e poi ripartiremo verso altre regioni" disse accarezzando il collo del suo amico e portandosi davanti a lui, per guardarlo negli occhi. "Quindi ti propongo un affare: la confezione di Baccaliegia e un giro in volo a tutta velocità in cambio di un altro pó di pazienza da parte tua" propose alzando una bacca davanti al naso di Charizard e sfoggiando un sorriso furbo. "Che ne pensi?"
Il drago ruggí il suo assenso.

Charizard amava volare, amava la sua libertà. Ma dovette ammettere che anche quello scricciolo del suo allenatore non era poi così male.




NDA:
Ci tengo a precisare che questa ff mi è venuta in mente mentre stavo studiando matematica - e questo la dice lunga sull attenzione che ho prestato alla materia!
Questo per chiarire con chi - in questo caso 'con che cosa' - dovrete rifarvela per questa roba.
Saluti!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Venusaur ***


Caldi ricordi


Era una torrida giornata d'estate e Red stava dormendo, beatamente disteso sull'erba rinsecchita. Venusaur ossevava il suo allenatore, studiando i tratti di quella pulce di ragazzo con immenso interesse.
Il sole batteva implacabile sul giovane, che stava sudando copiosamente e si agitava. Per dargli un pò di sollievo, il pokèmon si avvicinò e gli fece ombra con una grande foglia che aveva evocato. Red sorrise nel sonno.
Venusaur emise un verso soddisfatto e osservò il cielo terso. La mente gli tornò a quel giorno. Faceva caldo proprio come allora.

Era una giornata terribilmente afosa e un piccolo Bulbasaur stava sguazzando allegramente in un laghetto vicino al bosco. Dopo essersi rinfrescato a dovere, uscì dall'acqua e tornò nel folto degli alberi. Gli piaceva quella penombra che le fronde dei rami regalavano agli abitanti del bosco.
Passeggió senza meta per qualche ora, mangiando qualche bacca lungo il cammino e giocando ad acchiappare con le sue liane quelle più alte.
La pace del bosco fu interrotta da uno stormo di Pidgey che passò sopra di lui. Bulbasaur guardò i pokèmon dirigersi alla sua destra a tutta velocità. Non aveva mai visto dei pokèmon comportarsi così: cosa sarà successo?
Con la curiosità e la spregiudicatezza che solo un cucciolo può avere, voltò la testa alla sua sinistra e si incamminó, deciso a scoprire la causa della fuga dei Pidgey.
Man mano che avanzava, sentiva l'aria farsi sempre più secca e calda. D'un tratto, da alcuni cespugli davanti a lui, spuntarono fuori dei Rattata che lo superarono con un balzo. Bulbasaur inizió a preoccuparsi: stavano scappando da qualcosa, qualcosa di vicino!
Tuttavia avanzò ancora, fino a trovarsi davanti ad un muro di fiamme!
Il calore era insopportabile e lui non sapeva cosa fare. Non riuscí più a ragionare con lucidità e scappò alla cieca, più veloce che poteva, terrorizzato. Ma era inutile: in una giornata calda e secca come quella, il fuoco si propagava velocissimo. In poco tempo fu circondato dalle fiamme.
Bulbasaur si guardò intorno freneticamente ma non vide nessuna via di fuga. Guaiva con tutto il fiato che aveva in gola il suo terrore mentre il fuoco gli si avvicinava sempre di più.
D'un tratto, un getto d'acqua si fece strada in quell'inferno e dal varco così creatosi emerse un giovane ragazzo accompagnato da un minuscolo Squirtle. La tartarughina continuò a irrorare acqua tutt'intorno a lei e al suo allenatore mentre quest'ultimo afferrò Bulbasaur e lo strinse al petto.
"Va bene, bella! L'ho preso! Andiamocene via!" esclamó il giovane mettendosi a correre, seguito dalla sua Squirtle.
Corse per molto tempo, riuscendo a scampare alle fiamme che vennero poi domate da dei vigili del fuoco accorsi sul luogo.
Il ragazzo lasciò andare Bulbasaur solo quando furono in salvo.
"Come ti senti, piccolino?" chiese Red, accovacciandosi accanto a lui e accarezzandogli la testa.
Il pokèmon emise un verso strozzato e saltò in collo al giovane, sdrusciando il naso sulla sua maglietta. Che paura aveva avuto!

Venusaur tornò a guardare il suo allenatore che continuava a dormire della grossa. Da quel giorno era rimasto sempre al fianco di quel piccolo umano coraggioso che gli aveva salvato la vita. Aveva deciso di sua spontanea volontà di seguirlo e non si sarebbe mai separato da lui. L'avrebbe aiutato in ogni sua impresa.
Con gentilezza, si accomodó accanto a Red, vegliando sul suo sonno, aspettando che si destasse.




NDA:
Eccomi di nuovo qui!
Questa volta la vittim... cioè il protagonista è Venusaur.
Che ne pensate?

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Pikachu ***


Che pazienza!


Pikachu non ne poteva più.
Non ne poteva più di quegli irritanti marmocchi. Perché Red doveva sempre andare in quel benedetto asilo e poi lasciarlo lì da solo con i bambini che lo trattavano come un pupazzo?
Quel giorno era successa la stessa cosa: erano andati all'asilo insieme, poi il ragazzo era sparito nel retro, con la giovane aiutante della maestra. E Pikachu era rimasto lì, tra quei marmocchietti che gli pizzicavano forte le guance, gli tiravano le orecchie e la coda e lo sballottavano di qua e di là.
Il povero pokèmon non ne poteva davvero più! Non poteva neanche sfogarsi lanciando dei fulmini perché, nonostante tutto, aveva un buon cuore e non voleva fare del male ai bambini.
Fortunatamente in quell'istante Red tornò a prenderlo, ponendo fine a quella tortura.
Lo prese in braccio. "Scusate piccoli ma Pikachu deve andare via ora" disse conciliante.
Dal gruppo di scolaretti si levò un coro di 'No!'.
Agitando la mano in segno di saluto, il giovane si incamminó sulla strada per la città.
"Non sono così male quei bambini, vero?" chiese Red, divertendosi a punzecchiare il povero Pikachu.
Il pokèmon gli scoccó un occhiataccia, poi salì sulla sua spalla con un agile balzo e trasse un profondo respiro.
"Pikachu?" domandò incerto il ragazzo.
Pikachu sorrise malevolo. Le sue guance rosse scintillarono pericolosamente. Con un grido, il pokèmon rilasció una scarica di elettricità che bruciacchió un pò i capelli di Red. Poi, con fare sdegnoso, saltò a terra e precedette il giovane lungo la via, il nasino all'aria.
Oltretutto quello scemo del suo allenatore faceva anche dell'umorismo!?



NDA:
Terzo capitolo: Pikachu!
È un pó diverso dal solito Pikachu coccoloso ma sinceramente a me piace di più così.
E Red ha una tresca con l'aiutante della maestra. Abbiate pazienza ma proprio non mi veniva in mente un altro motivo per farlo andare in un asilo.

*Diamo inizio al lancio di pomodori sull'autrice!*

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Blastoise ***


Determinazione


Blastoise era a terra, il suo corpo era pieno di ferite. Il Magmar del capopalestra la fissava impassibile dall'altro lato del campo.
"Basta così, Blastoise! Sei stata bravissima ma adesso fermati!"
La voce del suo allenatore la raggiunse da dietro.
"Smettila, riproveremo a battete Blaine un altro giorno!"
Per un momento il pokèmon accarezzó l'idea di arrendersi, chiudere gli occhi e riposare: era così stanca!
No! Doveva resistere! Doveva farlo per Red, che aveva passato tanto tempo ad allenarla con dedizione per quell'incontro, che contava su di lei! Doveva fare si che le fatiche del giovane non fossero state vane!
Con uno sforzo immane si alzò in piedi e si mise in posizione da combattimento.
"Blastoise?" chiese il ragazzo dietro di lei. "Sei sicura di farcela? Non devi affaticarti tanto, possiamo tornare un'altra vol..."
Il pokèmon si giró con un ruggito, squadrandolo da capo a piedi, quasi sfidandolo a finire la frase.
Red osservò la sua più testarda amica per qualche secondo. Poi sorrise, rassegnato. Non l'avrebbe mai spuntata con lei: faceva sempre quello che le pareva. "Va bene, continuiamo. Ho fiducia in te"
Blastoise si voltò soddisfatta verso Magmar. Osservandolo meglio, vide che anche lui era spossato: questo sarebbe stato l'ultimo attacco!
"Idropompa!" gridò Red, proprio nello stesso istante in cui Blaine ordinava: "Fuocobomba!"
I pokèmon agirono prontamente, una sparando un potente getto d'acqua dai cannoni posti sulla schiena, l'altro sputando una gigantesca stella infuocata dalla bocca.
Gli attacchi si scontrarono a metà campo, creando una cappa di nebbia che avvolse tutta la palestra.
Quando il vapore si diradó, Magmar era a terra.
Blastoise lanció un ruggito fiero. Aveva vinto! Aveva vint... No! Il pokèmon di tipo fuoco si stava rialzando! Cosa avrebbe dovuto fare per metterlo fuori combattimento? Oramai non aveva praticamente più energie!
Una volta in piedi, Magmar fece un passo in avanti, lanciando un ruggito minaccioso. Poi svenne.
Blastoise lo guardava attonita.
L'arbitro alzò una bandiera. "Magmar non è più in grado di combattere. Vince Blastoise! Il vincitore della sfida è Red!"
Mentre il pokèmon d'acqua era ancora intenta a osservare il nemico sconfitto, si senti abbracciare il dorso. La prima cosa che vide voltandosi fu il sorriso di Red.
"Sei stata bravissima!" si congratuló il ragazzo. Le accarezzó delicatamente il muso, soffermandosi su una ferita sotto il suo occhio. "Ma non farmi più preoccupare così, intesi?"
Blastoise emise uno sbuffo di consenso. Chiuse gli occhi, lasciando che il calore della mano di Red le scaldasse il muso.
Cosa non avrebbe fatto per quel ragazzo?



NDA: Quarto capitolo: Blastoise!
Non so che dire, quindi farò la classica domanda: che ne pensate?

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Snorlax ***


Il pisolino


Snorlax aveva sonno. Cadeva dal sonno, moriva dal sonno. Ma quando mai Snorlax non aveva sonno?
E cosa c'era di meglio di un bel pisolino dopo un lauto pranzo, specie in una bella giornata estiva come quella? Assolutamente niente! Niente di niente!
Si, decise Snorlax, avrebbe fatto un sonnellino. Già sentiva l'erba fresca del prato che gli solleticava la pelle, il sole che lo riscaldava dolcemente.
Si lasciò cadere di peso su quell'oceano verde, lasciandosi sfuggire un verso soddisfatto.
Un lieve venticello lo lambí piacevolmente, cullandolo.
"Snorlax!"
Una voce soffocata lo chiamava.
Il pokèmon la ignoró bellamente.
"Snorlax!"
Una voce soffocata tremendamente vicina.
Si guardò intorno, cercando la fonte di quel disturbo.
"Snorlax!"
Una voce soffocata tremendamente vicina che proveniva da sotto di lui!
Snorlax si alzò - con molta calma, naturalmente - e si voltò a guardare il punto in cui si era sdraiato: Red stava cercando di riprendere fiato dopo aver rischiato il soffocamento.
Quando recuperó una parvenza di respiro regolare, il ragazzo si mise a sedere e fulminó il suo pokèmon con un occhiataccia.
"Mai che tu guardi dove ti sdrai, eh?"




NDA:
Ok, questa è una cavolata! Non sapevo che scrivere su Snorlax e sono caduta nel banale.
Il povero Red mi odierá: prima fulminato, poi schiacciato... Uhuhuhuhuh!

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Meglio soprassedere ***


Meglio soprassedere


Red era disteso supino sulla schiena di Lapras che nuotava placidamente sulle onde del mare aperto.
Il cielo era terso e il sole riscaldava il viso del giovane che si lasciava cullare dalle movimento leggero del pokèmon.
"Cosa può esserci di più bello?" chiede il ragazzo con un sospiro soddisfatto.
'Conosco un posto meraviglioso, ancora più bello di una nuotata in mare aperto'
Per poco Red non cadde in acqua. Lapras aveva parlato?!
"C-come è possibile? I pokèmon non parlano la lingua degli umani!"
'Non sto parlando, sto comunicando direttamente nella tua mente'
"È impossibile lo stesso!"
'Credimi, è la verità'
Red strinse forte tra le dita il dorso di Lapras. Questa giró il collo sinuoso, guardandolo con la coda dell'occhio, cercando di rassicurarlo.
Il giovane fece un profondo respiro. "Va bene, non posso negare che tu mi stia parlando sul serio. Ma perché hai iniziato proprio adesso? Perché non prima? Inoltre, tutti i pokèmon possono comunicare telepaticamente?"
Gli sembrò che Lapras ridacchiasse. 'Quante domande! Allora, vediamo... No, non tutti i pokèmon possono comunicare con gli umani. Io sono un caso speciale. Ho iniziato a parlarti solo ora perché sei stato scelto'
L'allenatore la guardò interrogativo. "Scelto? Per cosa?"
'Per salvare il mondo dalla distruzione'
Red strabuzzó gli occhi. "Che cosa!?"
'Immagino di doverti spiegare per bene tutto quanto...'
"Tu credi?"
Lapras sorrise. 'So che è complicato ma cerca di seguirmi'
"Ci proverò. Tu racconta" disse il giovane sedendosi a gambe incrociate e raddrizzando la schiena.
'Devi sapere che lo scorrere del tempo è controllato da un certo pokèmon che abita un luogo chiamato Terra Nascosta...'
"Terra Nascosta? Non ne ho mai sentito parlare!"
'È un posto nascosto ai più. Ti prego di non interrompermi. Alla fine risponderò a tutte le tue domande'
"Va bene"
'Come dicevo, la Terra Nascosta è dove risiede il pokèmon del tempo: Dialga'
Red fece per aprire la bocca ma la richuse ricordando la promessa.
'Dialga controlla il tempo ma ultimamente sembra che sia successo qualcosa e il tempo ha preso a scorrere più lentamente. Gli umani non se ne sono accorti ma i pokèmon lo sentono. Se nessuno vi porrá rimedio, lo scorrere del tempo si bloccherà completamente'
Lapras scosse l'elegante testa. 'Mi domando cosa possa essere successo... Comunque sia, tu sei stato scelto, Red. Sei stato scelto per risolvere questo problema. Io sarò la tua guida fino alla Terra Nascosta e ti supporteró nel tuo viaggio. Cosa farai?'
Red, rimasto finora ad ascoltarla con la bocca spalancata, scosse la testa scoppiando a ridere. "Questa è la storia più fantasiosa che io abbia mai ascoltato! Prima di tutto, non esiste un pokèmon chiamato Dialga. Non viene nemmeno citato in nessuna leggenda. Secondariamente: che diavolo c'entro io in tutto questo? Perché sarei stato scelto?" disse tornando serio.
Lapras sembrò sorridere. 'Dialga esiste. Egli controlla il flusso del tempo. È l'incarnazione del tempo stesso. La sua leggenda è narrata in una regione molto distante da qui, dove esistono infiniti altri pokèmon di cui tu non hai neanche mai sentito parlare. Il mondo è incredibilmente vasto'
"Ok, mettiamo, per ipotesi, che questo Dialga esista sul serio... Io che c'entro in tutto questo?"
'Tu ami i pokèmon e questo ti rende la persona più adatta a conquistare la fiducia di Dialga' rispose serafica Lapras.
Red osservò il suo pokèmon con sguardo sospettoso poi fece spallucce. pensò.
"Va bene. Accetto! Che cosa dovrei fare?"

'Ecco, quella è la Terra Nascosta' disse Lapras nella mente del giovane allenatore. Questi stava ancora fissando sorpreso il mare scorrere veloce sotto di loro. Venti metri sotto di loro. Si, perché, quando aveva accettato, Lapras aveva iniziato a nuotare velocemente verso l'orizzonte e ad un certo punto il suo corpo si era staccato dall'acqua, iniziando a volare sopra di essa.
Red alzò lo sguardo e la sua bocca, già spalancata per la sorpresa, si aprí ancora di più. Davanti a lui si stagliava una grande isola galleggiante a mezz'aria. Era piena di vegetazione e al centro, su un'enorme zolla di riccia volante, si inalzava una maestosa torre blu scuro con striature rosso acceso lungo i muri. Era uno spettacolo!
'Dialga si trova in cima a quella torre chiamata Torre del Tempo'
"Mi puoi portare dritto lá?" 'In genere non potrei ma farò un'eccezione'
Lapras sorvoló la foresta fittissima da cui provenivano i versi di vari pokèmon. Red non aveva mai sentito suoni del genere.
Quando si avvicinarono alla Torre, il giovane trattenne il fiato: da vicino sembrava ancora più imponente.
'Purtroppo posso portarti solo fino a qui' disse Lapras, facendolo scendere davanti all'entrata della costruzione. 'D'ora in poi ti accompagneró come ho sempre fatto: come tuo pokèmon e combatteró con te'
"Va bene, capisco. Devo arrivare fino in cima, giusto?"
'Si'
"Allora sarà meglio metterci in cammino" concluse il giovane prendendo dalla cintura la Pokè Ball di Lapras.
'Fai attenzione. Lá dentro troverai molti pokèmon selvatici agguerriti' si raccomandó la sua amica mentre un fascio di luce rossa la avvolgeva, risucchiandola nella sfera.
"Ma guarda in cosa mi sono cacciato!" esclamó Red entrando nella Torre.
L'interno era un vero e proprio labirinto e più volte il giovane allenatore rischiò di perdersi. I pokèmon selvatici non aiutavano di certo! Non facevano altro che attaccarlo e inseguirlo. Il ragazzo voleva evitare di affaticare Lapras, in caso avesse avuto bisogno del suo aiuto contro questo fantomatico Dialga.
Così, tra sfiancanti corse per sfuggire ai pokèmon selvaggi, attacchi che gli avevano procurato varie ferite - fortunatamente lievi - su tutto il corpo e innumerevoli volte in cui si era perso, Red riuscì, piano dopo piano, a guadagnare la cima della Torre.
Quale spettacolo lo stava aspettando!
L'ultimo piano era costituito da un enorme salone senza tetto e questo permetteva di godere di una vista sconfinata su tutta la Terra Nascosta. In fondo alla sala, disposti a cerchio in alcune nicchie ricavate in un pannello di roccia, rilucevano sei oggetti misteriosi. Sembravano degli ingranaggi ma emanavano una specie di aura.
Ma la cosa più sensazionale di tutte era il gigantesco pokèmon che troneggiava in mezzo alla stanza. Era a quattro zampe, interamente blu con alcune strisce grige che percorrevano tutto il corpo. Al centro del petto aveva incastonato un diamante. Ruggiva sonoramente alzando la testa al cielo ma quando il ragazzo entrò, gli occhi rossi della creatura si posarono su di lui.
Red non potè fare a meno di deglutire e fare un passo indietro davanti a quel essere titanico. Per sentirsi più al sicuro, chiamó Lapras fuori dalla sfera.
"È-é lui Dialga?"
Lapras annuì. 'Si, lui è il Signore del Tempo'
'Umano! Cosa sei venuto a fare in questo territorio sacro?' Una voce risuonó nella mente di Red che osservò il pokèmon leggendario con gli occhi spalancati.
"Io... io sono stato mandato a capire perché il tempo si stia fermando in quasi tutte le regioni" balbettó il giovane, intimidito dallo sguardo perforante della creatura.
'Te lo dirò solo se mi batterai. Piccolo umano, pensi di avere il potere di affrontarmi e vincere?' disse il pokèmon mettendosi in posizione d'attacco.
Era una sfida. E Red non rifiutava mai le sfide!
"Sicuramente!" ribatté con rinnovata disinvoltura. "Lapras, te la senti?"
'Farò del mio meglio!'
"Allora vinceremo! Usa Surf!"
Obbedendo all'ordine del suo allenatore, Lapras generò un impressionate muro d'acqua che fece schiantare su Dialga. Questi ricevette i colpo senza spostarsi di un millimetro. Red percepí la sua fragorosa risata nella testa. 'Umano, pensi che questo basti a sconfiggermi?'
Il ragazzo digrignó i denti: quel colosso doveva avere un punto debole. Doveva trovarlo!
'Questo è un attacco!' e così dicendo il leggendario si lanció contro Lapras e la colpì con i suoi artigli che in quel momento risplenderono metallici. La sua avversaria si accasciò a terra.
"Lapras! Stai bene?" urlò Red, preoccupatissimo.
'Potrei stare meglio...' rispose il pokèmon. 'Ma posso continuare!'
L'allenatore sorrise. "Bene! Proviamo con questo: Geloraggio!"
Dalla bocca di Lapras scaturì un fascio azzurrino pieno di schegge di ghiaccio che andò a schiantarsi sul petto di Dialga. Questa volta, il leggendario accusò il colpo. Una zampa cedette e il pokèmon si ritrovò in ginocchio. Si rialzò furioso. 'Pagherete caro l'avermi fatto arrabbiare!'
Inizió ad accumulare energia e davanti al diamante sul suo petto si formò molto velocemente una sfera nera con sfumature violastre e giallognole. Al suo interno sembrava di intravedere un antico orologio.
Quando fu pronta, Dialga scagliò la sfera contro Lapras. Il pokèmon fu colpito in pieno e cadde a terra. "Lapras!" urlò Red accorrendo vicino alla sua amica. Nella mente sentiva la voce di Dialga. 'Fragortempo è il mio attacco più potente. Non si rialzerá. E ora tocca a te scomparire!'
'Non te lo permetterò!' Con uno sforzo immane il pokèmon azzurro si rimise in piedi e si parò tra Red e il leggendario. 'Non ti permetterò di fare del male al mio allenatore!'
"Lapras..." mormorò il giovane, preoccupato per la vita della sua amica.
'Cosa devo fare, Red?'
Il ragazzo si riscosse. Non poteva distrarsi! "Usa ancora Geloraggio! Fanne uno potente!"
'Ricevuto!' Lapras caricò di nuovo un raggio ghiacciato e lo scagliò contro Dialga. Questi, che non si aspettava un attacco così potente, non ritenne opportuno schivarlo e fu colpito in pieno. Il colosso crollò a terra con uno schianto e non riuscí a rialzarsi.
"Abbiamo vinto!" festeggiò Red. "Sei stata bravissima, Lapras!"
Il pokèmon traballò leggermente mentre sorrideva al suo allenatore.
Il ragazzo si avvicinò a Dialga. "Adesso puoi dirmi perché il tempo si sta formando?"
Il leggendario alzò lievemente la testa. 'Io...'
Freddo. Impossibilità a respirare.
Red aprí gli occhi di scatto e vide tutto sfocato mentre le cornee bruciavano per il contatto con l'acqua salata. All'improvviso si sentì tirare per il colletto della giacca e tornò in superficie. Trasse un profondo respiro sotto lo sguardo preoccupato di Lapras.
"Che è successo? Dove è Dialga? E la Terra Nascosta? Dove siamo? Lapras, tu lo sai?" esclamó Red guardandosi intorno spaesato.
Il pokèmon lo osservò, incerto sul da farsi. Di che stava parlando il suo allenatore? Forse aveva battuto la testa... Doveva portarlo in un ospedale?
Nel frattempo il ragazzo si era calmato e stava riordinando le idee. "Era tutto un sogno..." disse, stranito. "Tu non parli, vero Lapras?"
Il pokèmon scosse la testa, rassegnato. Quel ragazzo stava ancora vaneggiando. Con la bocca, lo prese per il colletto della giacca e se lo mise sul dorso. Poi prese a nuotare verso riva come se nulla fosse. Meglio soprassedere.



NDA:
Suonino le campane! Finalmente ho finito 'sta roba!
Si, ho impiegato tre settimane per scrivere 'sto troiaio.
Parta il Supremo Lancio di Pomodori!

P.S. Per la cronaca, questo sarebbe una specie di crossover con Pokèmon MD Esploratori del Tempo

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1751517