Le 3 Nemesi

di _Ash
(/viewuser.php?uid=184394)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sorpresa! ***
Capitolo 2: *** Una notte...insolita! ***
Capitolo 3: *** L'annuncio del ladro bianco ***



Capitolo 1
*** Sorpresa! ***


LE TRE NEMESI


Conan Edogawa, Heiji Hattori, Kaito Kid

Erano le quattro del pomeriggio nella grande città di Tokyo, una giornata primaverile in cui l’aria era frizzante, ognuno era preso dalle proprie faccende, chi correva in macchina, chi usciva da scuola…
Ma poniamo l’attenzione ad un ufficio, posto al primo piano di uno stabile modesto con delle vetrate con incise le seguenti lettere:
“AGENZIA INVESTIGATIVA GORO”
All’interno vi era un uomo, capelli neri e baffetti, seduto alla sua scrivania piena di lattine di birra, con in testa la sua cravatta, che cantava allegramente, guardando alla Tv la sua cantante preferita.
“Yoko!!! Mia affascinante Yoko!!!” urlava al piccolo schermo, mentre l’ignara cantante continuava il suo show.
La porta dello studio si aprì, mostrando una ragazza diciassettenne dai lunghi capelli color nocciola, snella e con le curve ben disegnate, con indosso un paio di pantaloni bianchi e una maglietta a maniche corte arancione
“Forza Papà, andiamo..” disse scocciata vedendo l’uomo in che condizioni era.
“Nha? E dove? Io devo…hic…stare con Yoko!!” rispose lui ubriaco.
“Forza, prima che Conan torni a casa!” ribattè la figlia Ran, prendendolo di peso e trascinandolo fuori dalla porta.
Intanto, nella scuola elementare Teitan, un gruppo di bambini era intento a giocare a calcio nel campetto dietro la scuola, godendosi la bellissima giornata di sole.
“Dai, passa!” gridò un bambino con le lentiggini al compagno con gli occhiali che aveva la palla.
Il compagno si smarcò dall’avversario piroettando su se stesso e con un calcio deciso glie la passò e il bambino iniziò a correre verso la porta avversaria.
I compagni lo incoraggiavano a non fermarsi, mentre gli avversari urlavano alla propria squadra di fermarlo.
Il bambino ripassò il pallone al compagno di prima, il quale scartò facilmente gli avversari, prima a destra, poi a sinistra e infine tirò verso la porta: Era Goal!!
Conan Edogawa aveva segnato l’ultimo punto della vittoria.
“Evvai, siamo grandi!” urlò un bambino cicciotello.
Conan sorrise soddisfatto.

'Non è poi tanto male essere bambini…’ pensò con un sorriso soddisfatto, mentre la bambina con i capelli ramati lo vide di sfuggita, sorridendo anche lei.
“Bravi bambini! Su, ora andate a cambiarvi, la campanella sta per suonare!” annunciò il maestro di educazione fisica e loro si avviarono verso gli spogliatoi schiamazzando e parlando della partita.
Finalmente la campanella suonò e tutti i ragazzini iniziarono a uscire dall’edificio.
Un gruppo di cinque bambini, la squadra dei giovani detective, si avviò anch’essi, parlando del più e del meno
“Ragazzi, oggi abbiamo giocato forte!” dichiarò una bambina con il cerchietto in testa
“E’ vero, ci meritiamo un bel gelato!” disse Genta
“Possiamo andare dal Dottor Agasa, no?” propose Mitzuhiko.
Così i cinque bambini si avviarono verso la casa del vecchio inventore e dimora dell’amica Ai Haibara, che da un po’ di tempo viveva con lui.
“Oh, ciao ragazzi! Arrivate giusto in tempo per testare il mio ultimo gioco!” esclamò entusiasta il vecchio inventore, vedendo sulla soglia i bambini.
Entrarono tutti felici, fecero merenda con un bel gelato gustoso e rinfrescante e giocarono ai video game tutto il pomeriggio.
“Ragazzi, sono già le sei, forse ci conviene avviarci verso casa.” Fece notare Conan.
I bambini guardarono l’orologio appeso al muro della parete.
“Di già?” disse la piccola Ayumi dispiaciuta.
“Io mi stavo divertendo…” ribatté Genta.
“Potete tornare domani a giocare, se volete.” Disse Agasa ai bambini
“Davvero? Va bene!!” risposero in coro, felici come una pasqua.

‘hehe, come farli felici…’  pensò l’Edogawa.
“Allora noi andiamo, a domani!”
Il gruppo senza Ai, si avviò verso casa di Genta, poi quella di Mitzuhiko ed infime rimasero Conan ed Aiyumi. La bambina ne rimase felice, adorava quel bambino, le piaceva stare in sua compagnia, la faceva sentire al sicuro…ne era proprio cotta!
Quando giunsero a casa della bambina, si salutarono e Conan rimase da solo, verso la via di casa.
Rimase solo, con i suoi pensieri a fargli compagnia, ma in quel momento avrebbe preferito la compagnia dei suoi piccoli amici piuttosto.
Ormai la sua mente era sempre occupata da quell’organizzazione che l’aveva ridotto in quello stato.
La sua vita era da normale liceale, aveva i suoi interessi, la sua fama, la sua passione per Sherlock Holmes, il calcio, la sua migliore amica d’infanzia Ran…ma ora la sua vita si era come interrotta, come una linea retta interrotta, trasformata in una linea spezzettata…
Strinse i pugni più forte e si mise a correre per scaricare un po’ la tensione, fino a giungere a destinazione, ovvero la casa che ora lo ospitava: la casa di Ran e suo padre.
Il sole stava per scomparire, le ombre si erano allungate e tutto parve più cupo. Nessuno per strada e improvvisamente ebbe una strana sensazione.

‘Me lo sarò immaginato. Suggestione.’
Cercò di scacciare quei brutti pensieri e di prepararsi un bel sorriso da bambino che torna dopo un bel pomeriggio passato con gli amici. Salì le scale che portavano all’appartamento dei Mouri, aprì la porta e con la sua vocina salutò chi c’era in casa.
“Sono torna…” ma non poté completare la frase, che si ritrovò davanti un gruppo di persone che urlavano festanti:
“Sorpresa!!”

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Una notte...insolita! ***


 

Il bambino con gli occhiali fu colto di sorpresa, perché rimase imbambolato a fissare una ad una quelle facce sorridenti che conosceva molto bene.
“Bè, Non dici nulla?” chiese il giovane dalla pelle scusa con l accetto di Osaka.
“Heiji? Cosa ci fai qui??” chiese indicando l’interessato col ditino.
“Hehe, è lei la colpevole” rispose lui sorridente, indicando la ragazza dai capelli lunghi.
Lui si girò verso di lei
“Ultimamente mi sembravi un po’ giù e così abbiamo deciso di organizzare questa bella rimpatriata. Ti è dispiaciuto?” chiese lei con un tono dolce  cui Conan non sapeva resistere; la sua risposta fu un leggero “No, altroché!” cercando di essere più convincente possibile.
“Bene, allora io e Kazuha prepariamo la cena, voi sedetevi!” disse lei, prendendo l’amica sotto braccio e dirigendosi verso la cucina.
I due detective si sedettero per terra, di fianco ad un Goro intento a guardare la Tv davanti alla tavola.
La serata trascorse piacevolmente, tra buoni piatti a base di pesce, risate, battibecchi tra Heiji e Kazuha, e chiacchere di ogni genere.
Per la notte le ragazze avrebbero dormito insieme nella camera della Karateka, mentre Conan e Heiji avrebbero dormito in camera insieme a Goro, per la gioia di quest’ultimo:
“Vedete di non fare baccano e andare a letto presto!” fu il suo commento alla notizia.
"Vaaa benee!” risposero in coro i due ragazzi.
“Che bella la tua stanza Ran, è molto ordinata!” si complimentò l’amica.
“Grazie Kazuha!” rispose lei, lievemente imbarazzata.
Ran le sistemò un futon per terra di fianco al suo letto, si misero il pigiama e rimasero a chiacchierare al buio come non mai.
“A volte Heiji è proprio insopportabile! Pensa sempre a casi, casi casi…” si lamentò Kazuha sbuffando.


In quello stesso momento ad Heiji scappò uno starnuto.
“Raffreddore?” chiese il piccolo amico.
“No no, non credo..” ripose lui.
“Ti capisco, anche Shinici è così, sempre preso a fare il detective.”
“Già come va con Shinici? Si è più fatto vivo?”
“Mi chiama ogni tanto, ma è da tanto che non torna a casa.” Disse lei con un velo di malinconia.
“Cosa??”
“Be, ma a me non interessa, che giochi pure a fare il detective!” cercò di mascherare il suo dispiacere.

“Novità sull’organizzazione?” chiese Heiji, mentre si stava sistemando nel suo futon di fianco a quello di Conan.
Goro era già nel mondo dei sogni e russava come un trombone.
“Macchè, nessuna traccia…” rispose sconsolato il bambino già comodo e sdraiato sul suo futon, le braccia dietro la schiena e sguardo al soffitto.
“Ed è per questo che sei così?”
“Eh?” chiese voltandosi ed Heij prese a stuzzicarlo
“Ma come? La tua ragazza ti vede triste e ci invita qui per tirarti su, e tu fai il finto tonto?” a quelle parole il bambino divenne rosso .
“Ma…ma che dici? Non è la mia ragazza, smettila!” rispose scocciato voltandosi dall’altra parte per non farsi vedere.
“Lo sai, ora che siamo qui, da soli, io e te…” riprese in tono serio Heiji.
Lui si girò verso di lui, il suo sguardo piuttosto scocciato.
Delle risate povennero dalla stanza di Ran e così i due guardarono il muro.
Heiji si alzò dal materasso, aprì piano la porta della camera e a tentoni si diresse vero la porta della camera di Ran in punta di piedi, cercando di far  meno rumore possibile.
“Heiji..” cercò di chiamarlo il bambino sussurrando, alzandosi anche lui e avvicinandosi all’amico.
Con molta calma il liceale appoggiò l’orecchio alla porta per poter origliare, mentre Conan stette a fissarlo a braccia incrociate, imbronciato.

“In effetti anche Shinici si da un sacco di arie!” disse Ran con tono beffardo.
“Però come ti confessai, adoro quel suo sguardo quando riesce a risolvere un caso…” disse poi sorniona, pensando al suo solito sguardo soddisfatto.

Quest’ultima frase fece avvampare il piccolo Shinici rimpicciolito, che non sapeva se starsene fermo li impalato, oppure avvicinarsi alla porta per poter sentire meglio, mentre Heiji gli lanciò un occhiata maliziosa.

“Ti capisco! Anche Heiji è così. Però proprio non lo sopporto quando si da un sacco di arie e mi risponde male!”
poi si schiarì la voce:
“Hem hem…Secondo le mie deduzioni, il colpevole è senz’altro lui!” disse, facendo un imitazione del ragazzo del Kansai alla quale Ran si mise a ridere.
“…Si, e poi fa così: Sono Heiji Hattori, il miglior detective del mondo, hahaha!”  sentì Kazuha che  lo stava imitando, mentre Ran rideva.

La cosa lo fece infuriare parecchio e senza pensarci afferrò la maniglia della porta, quando Conan lo fermò tirandolo per i pantaloni.
“Heiji, fermo!”
“Ma sentitela!” disse alzando la voce.

Le ragazze smisero immediatamente di parlare, ma al posto del loro vociare allegro si sentirono dei passi e la porta si aprì quasi subito, rivelando una Kazuha furente, con Ran a suo seguito.
“Che-stai-facendo??” scandì bene quella domanda.
“Io? Niente, passeggiavo, perché?”
“Che?? Passeggiavi? Dì la verità, ci stavi spiando!!” urlò lei.
“Ho <> sentito quello che stavi dicendo su di me!”
“Si, e io ci credo…spione!” disse facendogli la linguaccia.

‘Oi oi, qui le cose si mettono male.’  Pensò Conan, così cercò di sgattaiolare via, ma fu fermato da una voce autoritaria
“Conan!? Dove stai andando?”
Lui si girò con uno sguardo misto tra l’innocente e pauroso, iniziando a sudare.
“Ranne-chan…” balbettò lui.
“Ci stavi spiando anche tu?”
“N-No, io…”
Lei s chinò a guardalo meglio e il bambino iniziò a sudare ancora di più.
“Dì la verità!”
“E’ stata colpa sua!” disse indicando l’amico, cercando di essere più innocente possibile.
Heiji sentendosi tradito si girò verso Conan fulminandolo con lo sguardo.
Lo prese per il pigiama e mise la sua faccia davanti alla sua.
“Hey, tu!”
“Ok, adesso basta.” Esclamò Ran prendendo il bambino e mettendolo a terra per la felictà di quest’ultimo.
“Filate-a-letto!!” urlarono le ragazze furiose ai due e loro ubbudirono correndo in camera, prima di assaggiare qualche colpo di karate.
“Questa me la paghi, lo sai vero?”
Il bambino si sistemò nel suo futon, dando le spalle all’amico.
“Ringrazia che siamo tutti interi.”
Heiji sbuffò, si sistemò sotto le coperte e cercò di addormentarsi.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** L'annuncio del ladro bianco ***




La mattina seguente tutti fecero colazione, ma c’era chiaramente un aria di tensione tra i ragazzi:
“Scusa Ran, carissima, mi passeresti la salsa?” chiese Kazuha a quest’ultima che guardò l’oggetto in questione situato più vicino ad Heiji che non a lei.
“C-certo…” rispose lei allungando a dismisura il suo braccio per poterlo afferrare.
“Ti ringrazio, sei gentilissima! Non come certa gente…” disse quest’ultima frase fulminando l’amico, il quale cercò di far finta di niente, continuando il suo pasto.
“Ne, Ranne-chan…questa zuppa è buonissima!” disse Conan in tono infantile, sentendosi minacciato subito dopo da un occhiataccia da Hattori.
“Grazie, Conan-kun.” Rispose lei sorridendo.
Dunque non cel’aveva con lui, pensò Conan sollevato.
“Già, il piccolo Conan ha ragione!” rispose Kazuha.
“Siamo in vena di moine eh?” scherzò Heiji con Conan, il quale gli assestò un calcio sul ginocchio da sotto il tavolo guardandolo male; il povero Heiji fece una smorfia di dolore mentre Conan, impassibile alla cosa, si mangiava la sua ciotola di riso in santa pace sotto gli sguardi fulminei dell’amico Hattori.
“Ragazzi, ma che succede?” chiese Goro e tutti lo fulminarono con lo sguado.
“C’è che abbiamo una spia, ecco.” Rispose Kazuha riferendosi ad Heiji.
“Cosa!? E dove? Vuole forse fa fuori l’infallibile detective Goro!?” iniziò in tono allarmato l’uomo sotto gli sguardi perplessi di tutti.

‘Hehe…’
“Su ragazzi, cerchiamo di goderci la giornata. Che ne dite se vi portassi a visitare la città?” propose Ran
“Per me va bene, Shopping sfrenato!!” urlò la ragazza con la coda di cavallo.
“Io passo.” Disse Heiji
“Eddai, ci divertiremo!” la supplicò Ran
“Lascialo perdere Ran…” rispose l’amica, mettendosi in bocca un altro po’ di riso.
“Conan, tu cosa vuoi fare?”
Il bambino guardò di sott’ecchi l’amico che continuava a mangiare, visibilmente indispettito.
“Be, io starò con Heiji ni chan!” rispose di nuovo in tono infantile. Non voleva certo lasciarlo solo in casa.
“Oh, ma che gentile...” Bisbigliò, guadagnandosi un altro calcio da sotto il tavolo.

 
Il pomeriggio le ragazze uscirono sotto un pioggierellina fitta, mentre Conan ed Heiji si misero a giocare a scacchi in ufficio di Goro, mentre quest’ultimo si leggeva il giornale seduto sulla sedia della scrivania con la Tv a basso volume.
“Neanche oggi nessun cliente…” si lamentò il detective rompendo il silenzio della stanza, non staccando gli occhi dal suo giornale.
“E…scacco!!!” trionfò Heiji alzando le braccia al cielo in segno di vittoria.
“Uffa…”
“Così impari!”
La piccola Tv stava trasmettendo un programma di cucina, quando s’interrppe e iniziò la sigla del telegiornale:
“Buongiorno e ben ritrovati, partiamo subito con l’ultima notizia del momento…” Annunciò la bella Encore Man leggendo dei fogli poggiati sul tavolino.
“…Sembrerebbe che oggi la polizia abbia ricevuto un biglietto da parte del famosissimo ormai, Kaito Kid…”
“K-Kaito Kiddo??” disse sbigottito Conan avendo prestato attenzione solo a quel nome.
I due detective si fiondarono alla scrivania per sentire meglio gli ultimi avvenimenti
“La notizia è stata rilasciata dallo stesso Signor Niwa, attuale proprietario della gemma che Kid intende rubare, ecco a voi il servizio.”
Pochi secondi e nello schermo apparve un giornalista vicino ad un uomo ormai cinquantenne, di corporatura robusta, vestito di tutto punto con un completo grigio e una camicia color prugna intravista sotto la giacca semi aperta.
L’uomo aveva dei folti baffi grigi, stesso colore dei capelli ben pettinati.
“Stamattina mi è arrivato questo messaggio da parte del ladro. Ho provedduto subito ad informare la polizia, la quale è intervenuta tempestivamente.” Spiegò l’uomo pacato.
“Hm…interessante…” commentò Heiji mettendosi una manosotto il mento.
“Già…” concordò l’Edogawa.
I due si guardarono con sguardo furbetto e capirolo che entrambi avevano avuto la stessa idea.
“Bene, noi usciamo…” disse Heiji avviandosi verso la porta seguito dal bambino, sperando di filarsla al più presto.
“Hey voi due! Dove credete di andare!?”
“Ma come? Non dirmi che  l’infallibile detective Goro, vuole farsi fuggire un occasione come questa!”
“Non è di certo compito mio acciuffare quel ladruncolo…il caso è nelle mani della polizia e di certo non riguara voi due ficcanaso!”
“Però riguarda…hem, dunque, come si chiama quell’ispettore…” fece finta di scervellarsi Hattori, guardando di sott’ecchi Conan.
“Parli di quel bravissimo ispettore con i baffetti? L’ispettore…Nakamory!?”
“Esatto! Lui sì che ha fegato…”

‘Cosa mi tocca dire…’
Pensarono all’unisono i due liceali.
Goro stava chiaramente per ribattere, quando il telefono dell’agenzia squillò e lui dovette rispondere:
“Pronto? Agenzia investigativa Goro…”
ascoltò attentamente la voce dall’altro capo che riconobbe appartenere all’ispettore Megure.
“Si…oh! Davvero?? Ma certo, corro subito!!” buttò giu il telefono, e con aria soddisfatta sistemandosi la giacca, si rivolse ai due ragazzi:
“L’infallibile detective Goro è stato chiamato urgentemente per il caso Kid; dunque era inevitabile poiché…” ma si rese conto di parlare al vento perché i due si erano dileguati senza che lui se ne accorgesse.
“Ma tu guarda!!”
 e mentre il detective con i baffetti imprecava contro i due detective, proprio loro in quel momento stavano correndo verso il loro nemico numero uno già pregustando il momento in cui si sarebbero trovati faccia a faccia…

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1752686