I hear the beat of my heart getting louder whenever i'm near you

di _fix
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I ***
Capitolo 2: *** II ***
Capitolo 3: *** III ***
Capitolo 4: *** IV ***
Capitolo 5: *** V ***
Capitolo 6: *** VI ***
Capitolo 7: *** VII ***
Capitolo 8: *** VIII ***
Capitolo 9: *** IX ***
Capitolo 10: *** X ***
Capitolo 11: *** XI ***
Capitolo 12: *** XII ***
Capitolo 13: *** XIII ***
Capitolo 14: *** XIV ***
Capitolo 15: *** XV ***
Capitolo 16: *** XVI ***
Capitolo 17: *** XVII ***
Capitolo 18: *** XVIII ***
Capitolo 19: *** XIX ***
Capitolo 20: *** XX ***
Capitolo 21: *** XXI ***
Capitolo 22: *** XXII ***
Capitolo 23: *** XXIII ***
Capitolo 24: *** hei c: ***
Capitolo 25: *** XXIV ***
Capitolo 26: *** XXV ***
Capitolo 27: *** XXVI ***
Capitolo 28: *** XXVII ***
Capitolo 29: *** XXVIII ***
Capitolo 30: *** XXIX - Epilogo ***



Capitolo 1
*** I ***


 

≈I hear the beat of my heart getting louder whenever i'm near you    

      

 
 

 I 

 
  

Stranamente quella mattina la sveglia di Emma non aveva suonato,ma lei era maledettamente in orario.
La sua routine era troppo rigida per poter essere violata.Non perche' qualcuno lo imponesse,ma perche' si sentiva completa e perfetta.
Infilo' la camicia della divisa scolastica e scese di sotto per preparare la colazione.
La sua vita era perfettamente calcolata nei minimi dettagli.Tutto doveva essere seguito secondo una scaletta.
Tutto era perfetto.
Ma cio' che si celava dietro la monotona e meticolosa vita di Emma era piu' profonda di ogni storia. Piu' che profondo era misterioso ed oscuro,nonche' tanto doloroso da dover essere nascosto.
Emma non era stata mai cosi'.
Prima era una ragazza senza limiti di felicita',con una vita di eccessi positivi ma soprattutto piena d'amore.Giornate aperte dai baci soffici di una madre premurosa ed affettuosa. Giornate piene degli odori della cucina che le inondavano le narici.
Il profumo del caffe',del giornale appena pescato dalla terra bagnata del giardino. Del suono delle risate di suo fratello Ed.
Tutto spazzato via in un attimo. Un attimo di distrazione per un uomo qualunque,un uomo che inconsapevolmente aveva privato Emma del suo amore materno,nonche' suo amore piu' grande.
Nella sua vita mancavano da un po' le risate di Ed ed il profumo del caffe' mattutino.
Ora c'erano i compiti,gli impegni scolastici e l'immagine perfetta di una ragazza perfetta,sotto ogni aspetto esteriore.
«Buongiorno papa'» esclamo' appena vide la sua figura paterna emergere in tutta la sua bellezza nonostante l'eta'.
Certo i suoi quarantatre' anni erano un po' sciupati e piu' visibili,ma l'occhio azzurro ed il capello grigio si intonavano perfettamente con la carnagione chiara.
Rispose al saluto della figlia con un sorriso forzato.
Non perche' odiasse le parole di primo mattino,ma perche' la giornata si prospettava impegnativa piu' del solito.
William Boyle era il chirurgo piu' ambito della citta' nonche' il vedovo piu' gettonato dalle signore in cerca di ''vita giovanile''.
In poche parole la sua vita si divideva tra la famiglia e le avances di cinquantenni ritoccate.
«Em,oggi dovrei tornare piu' tardi del solito.La signora Adams ha un appuntamento alle sei per..»
«...Una dose doppia di botulino alle labbra.»Lo interruppe la figlia mentre sorseggiava il the appena preparato.«Prima o poi quella donna dovra' rassegnarsi ai suoi sessant'anni o si ritrovera' l'immagine di un canotto davanti lo specchio»
In effetti era vero. Entrambi risero di gusto,finendo la loro colazione.William prese la giacca per coprirsi dal vento gelido di Londra e schiocco' un bacio nei capelli della figlia.
Saluto' un Ed assonnato e chiuse la porta di casa.
«Buongiorno Ed»
Ed si strizzo' gli occhi per bene e mise a fuoco la cucina e l'immagine pimpante di sua sorella gia' in divisa alle sette e trenta del mattino.
«Giorno cucciola» le diede un bacio sulla guancia e prese a bere il suo latte scremato con cereali integrali ridotti in poltiglia.Il rapporto di Emma ed Ed non era un semplice rapporto fraterno. Il loro era un amore oltre i confini.Emma non ricordava un attimo della sua vita senza la presenza di suo fratello e ne voleva immaginarne altri senza di lui.
Per lei,Ed era il supporto che ormai mancava,l'amico maschio che non aveva mai avuto,la spalla fedele su cui piangere e sfogarsi.
Ma soprattutto il rifugio segreto dove rompere gli schemi e vivere la vita senza un ordine prestabilito.
«Non capisco perche' ti ostini a mangiare ancora questa roba e seguire questa dieta. Guardati,sei un figurino» sbuffo Em,guardando la faccia schifata del fratello che sorseggiava il suo latte. «Non ti piace nemmeno!»
«Io seguo la mia dieta come tu segui la tua agenda scolastica. E poi devo tenermi in forma per gli incontri di box»
«Altra cosa che io non capisco.» Emma sbatte' i pugni sul tavolo e poso' la sua tazza nel lavello «Lasciando correre che sono incontri pressoché clandestini..cosa ci trovi di tanto affascinante nel farti spaccare un labbro?»
Quando Emma incrociava le braccia a mo' di teiera,era segno di rabbia massima.Non concepiva quell'attivita' che molti osavano chiamare ''sport''.
Era troppo pericolosa per essere praticata ed inoltre era dolorosa. Ma spiegare tutto questo ad Ed era come insegnare ad un cane a miagolare. Assolutamente inutile.
«Non mi sembra cosi' pericoloso e finora non mi e' ancora successo nulla di grave..»
«..C'e' sempre una prima volta nella vita»
«Non capisco perche' devi augurarmi una cosa del genere,Em»
«E' solo che ho paura. Ho paura di perdere anche te e sai bene che non potrei reggere questo peso sulle spalle.» sussurro',sperando che il fratello non avesse capito nulla.
«Em,questo discorso e' insensato. Sia perche' non farmi partecipare agli incontri sarebbe impossibile..» Em aggrotto' le sopracciglia fra le braccia possenti del fratello.«..sia perche' io non ti lascero' mai e saro' sempre con te,finquando mi vorrai».
«Ti voglio bene,Ed.»
«Anche io Em,ma voglio avvisarti che si sono fatte le otto meno dieci e vorrei farmi una doccia»
Emma sferro' un pugno senza forza sul braccio del fratello che inizio' a divincolarsi dal dolore,provocando la risata della sorella fino alle lacrime.
 
 
«Em?» Il ragazzo chiamo' la sorella dalla doccia,sapendo gia' che si trovava nella sua stanza a sistemargli la divisa scolastica.
«Cosa c'e'?»
«Oggi viene il mio amico da Bradford e penso mangeremo a casa. Vado a prenderlo alla stazione alle undici circa,quindi torna a casa prima con Sophie»
«Certo,grazie per avermi avvisata prima»sbottò Emma.
«Te l'ho detto una settimana fa. E poi l'ultima volta che ho provato a cucinare la pasta nel microonde..»
«Non e' che hai cucinato,era un attentato al piccolo fornetto che e' saltato in aria»
«Comunque sia..»esclamo' Ed irritato,uscito dalla doccia. «Mangeremo a casa e pensavo potessi preparare la pasta che ti piace tanto.»
«Com'e' che si chiama l'amico tuo? Svein,Sain,Ziyn?»
«Si chiama Zayn,Zayn Malik.. E’ pakistano,ma vive a Bradford. E’ quel mio amico di penna. Ricordi?Inoltre è molto permaloso riguardo al suo nome»
«Uh..avremo un terrorista che gira per casa.Allegria portami via»
Ed la fulmino' con uno sguardo ed Emma sorrise.
«E' un tipo silenzioso e misterioso. Gli piace fumare e disegnare. Ma e' molto riservato su tutto cio' che gli riguarda.»
«Ma un amico normale non avresti potuto trovarlo?»
«Oh andiamo» prese la sorella sotto braccio,apri' la macchina con il telecomando automatico e chiuse la porta si casa dietro di se. «Sono sicuro che ti piacera'.»
«Lo spero.»
 
 

 




Yeah!
Posso rompere le scatole più di così? Cioè sto inondando questo fandom con le mie stronzate!
No sul serio,questa mi piace particolarmente,perchè non faccio la cogliona.
Ok forse mentre lo scrivo lo faccio,ma voi non lo potete sapere ehehe :)
Per chi già mi conosce,sa che scrivo un sacco di minc..cose intelligenti.
In realtà sono tutti sogni che faccio la notte. Perchè grazie a quei cinque ragazzi ora non posso sognare qualcosa che non comprenda anche loro.
E dato che avevo già fatto una storia su Liam e ne sto facendo una su Harry. Una OS su Louis.
Mi mancano solo Zayn e Niall.
Per Niall la storia è più contorta,quindi ci vorrà tempo.
OH DIO. SPOILER!
Basta.
Comunque ripeto che non sono seria abbastanza da fare un discorso senza rovinarlo.
Però in questa storia,Emma è una che non segue la vita come viene. Ma secondo uno schema.
Però misà che qualcuno le sconvolgerà la vita,trasformandola radicalmente.
Voglio assolutamente ringraziare 
PettyFer per il banner magnifico! *w*
Passiamo alle presentazioni! *Mii,ma sta venendo lungo sto angolino dell'autore*
Emma è rappresentata dalla bellissima Lucy Hale! Da me conosciuta grazie all'apparizione nei Maghi di Weverly.
Io la trovo fantastica davvero!
Nel ruolo di Ed,inizialmente avevo pensato a Sheeran *che amo perdutamente*
Però il contrasto rosso-castano fra fratelli non era dei migliori.
Quindi abbiamo Penn Badgley,o meglio conosciuto come Den Umphrey di Gossip Girl,che a mio parere è sexy!
Nel ruolo di papà Boyle ci sarà Mark Sloan, il famoso ''dottor Bollore'' di Grey's Anatomy.
*sbava sulla tastiera*
E infine nel ruolo di Bradford Boy,indovinate.. niente popodimeno di BradfordBoy!
O meglio conosciuto come Zayn Jawaad Malik.
Ora scappo definitivamente dopo aver scritto un mare di boiate e vi chiedo solo di amarla come la amo io.
E spero possiate apprezzare ciò che scrivo.
Un bacio forte e fatevi sentire.
-A



ps: Here are my other stories. If you want..
Wan't you to make me feel like I'm the only girl in the world.

Louis Tomlinson colpisce ancora.

You know..I think it's not wrong,it's just love.

Non eravamo amici,eravamo Scopa-Amici.

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Capitolo 2
*** II ***


 

≈I hear the beat of my heart getting louder whenever i'm near you    

      

 
 

 II

«Per l'amor del cielo,Sophie. Vuoi dirmi com'e' andata ieri sera?»
Emma stava seriamente perdendo la pasienza con l'amica che non si decideva a spiegare l'appuntamento della sera precedente.
«Non e' stato niente di che,te l'ho detto»sbuffo' Sophie,chiudendo con uno scatto l'armadietto e avvolgendo la sciarpa intorno al viso,per poter proteggerlo dal freddo pungente.
«Ed io ti ho ripetuto che non ci credo nemmeno un tantino»
I corridoi del McKinley High School non erano per niente riscaldati in quelle giornate di Novembre.
In effetti quel liceo non era per nulla funzionale,ma avere delle ottime basi per la formazione culturale era tutto cio' che serviva ad Emma.
Sophie arrossi' violentemente e l'amica capi' di aver colpito nel segno.
La ragazza non era mai stata un tipo audace ne' tantomeno estroverso come Emma.
Anzi,tendeva a rinchiudersi in se stessa in molteplici occasioni. Era piuttosto timida e riservata.
In effetti,estorcere qualsiasi tipo d'informazione dalle sue labbra sottili era un impresa piuttosto ardua.
Ma Emma riusciva sempre nel suo intento.
«Ok,hai vinto. Ti raccontero' tutto va bene?» sussurro',nonostante nessuno potesse sentirla con il chiacchiericcio di sottofondo presente nei corridoi.
Mancavano ancora cinque minuti all'inizio delle lezioni ed insieme si avviarono verso il giardino coperto del liceo.
Era li' che si erano conosciute,sulla terza panchina sulla sinistra.
Emma era impegnata a scrivere la bozza del suo nuovo tema per casa e Sophie era alla ricerca dell'aula di Chimica.
 

«C-ciao.»
Emma alzo' gli occhi e trovo' davanti a se una ragazza che la guardava intimidita.
I lunghi capelli biondi le ricadevano morbidi sulle spalle,riuniti solo in alto con due ciocche,in una treccia.
Un colore bianco latte padroneggiava sul corpo non coperto dalla divisa e due occhi verdi cristallini la scrutavano a malapena.
Le labbra sottili curvate in una smorfia imbarazzata e le lunghe gambe magre erano lasciate scoperte dalla gonna,obbligatoria anche in pieno Inverno.
«Posso darti una mano?» Emma sfoggio' uno dei suoi sorrisi migliori,di quelli che regalava a pochi.
Qualcosa in quella ragazza le ispirava fiducia e sincerita'.
«In realta' mi sono persa mentre cercavo l'aula di Chimica.» disse la ragazza bionda,abbassando lo sguardo sulle scarpe nuove intente a pestare la cicca di sigaretta sul terreno.
«Oh..capisco. Sei nuova?»
«Mi sono appena trasferita da Dorchester.»
Emma le sorrise di nuovo e la ragazza ricambio' timidamente.
«Se hai lezione con la professoressa Espburn,si trova nell'aula n°26,al secondo piano. E' l'unica con una crepa laterale,coperta da uno scotch verde.La troverai facilmente.»
«Oh,ma grazie mille. Davvero»
«Di nulla» Emma le porse la mano e prese la sua borsa per incamminarsi verso l'aula di Matematica. «Il mio nome e' Emma Boyle»
«Sophie Leyghton,molto piacere»
La sua stretta di mano era piuttosto forte e questo sorprese Emma.
Fece per andar via ma la voce sottile e tremolante di Sophie la blocco'.
«Emma?»
«Si?»
«Ti va..beh..di vederci per andare insieme a pranzo?»
Emma sorrise nuovamente ed annui con il capo. Quella ragazza le piaceva tanto.
 

«E' venuto con cinque minuti di ritardo,ma tanto ero ancora nella stanza tra cumuli di vestitini e magliette. Indecisa come al solito.» sbuffo' Sophie.
Un'altro brutto difetto.
Emma la incito' a continuare con un gesto secco del capo.
«Abbiamo mangiato italiano e lui si e' comportato decentemente. Nel senso che non ha ingurgitato la pasta con le polpette in due secondi,come solitamente fa a mensa.» Sophie si lascio' scappare un sorrisetto sognante mentre continuava a raccontare.«Poi siamo andati al parco vicino la metropolitana,difronte Sturbucks ed aveva preparato una panchina con delle luci soffuse intorno. Em,era incantevole»
«Posso immaginare,anche se non rientra nel suo stile» disse Emma,aggrottando la fronte.
«E invece lo ha fatto!» ribattè Sophie.« Comunque dopo aver dato da mangiare alle anatre ed aver chiacchierato,mi ha accompagnata a casa verso le undici,chiedendo in continuazione l'orario per non farmi finire in punizione. Non e' carinissimo?»
Emma annui e Sophie continuo'.
«Mi ha aperto lo sportello e mi ha accompagnato fin sotto il portico. Poi mi ha confessato di essere stato benissimo e mi ha baciata.»
Emma sgrano' gli occhi,incredula alle parole dell'amica.
«Cosa diav..Ti ha baciata?»
«Si,ed era un bacio vero. Quello con le farfalle,i formicolii ed il resto.Oh Em,penso di amarlo.»
«Tu hai sempre amato Niall e finalmente sta ricambiando e tutto questo grazie a chi?»
Sophie si slancio' verso Emma ed avvolse l'amica fra le sue braccia.
«Non ti saro' mai riconoscente abbastanza,Em»
In effetti era stato organizzato tutto grazie ad Emma.
Sophie aveva scoperto l'anno prima di avere una cotta per Niall James Horan,capitano della squadra di pallanuoto.
Nonostante le partite si svolgessero sempre in localita' calde,il ragazzo possedeva perennemente una carnagione chiara,dovuto dalle origini irlandesi.
Non era affatto male con i suoi occhi azzurro cielo e i suoi capelli biondo tinto.
Ovviamente Emma era stufa dei pianti depressi e delle osservazioni romantiche dell'amica sul biondino,ed aveva deciso di chiedergli un appuntamento.
Fortunatamente non era il classico tipo presuntuoso ed arrogante,anzi.
Aveva anche intuito la presenza di una cotta segreta per Sophie,che in effetti s'era rivelata la sera precedente in quel bacio.
«E quando uscirete la prossima volta?»
«In realta' mi ha invitata a sentire le sue canzoni,domani a casa sua.»
«Capisco.»Emma si portò le mani al mento,pensierosa. Sophie la guardò confusa e lei diede segno di aver avuto un lampo di genio.«Devo procurarti i preservativi o ne hai qualcuno?»
«Emma!» la ammonì Sophie,strillando e diventando rossa.
Emma ridacchiò divertita e si alzò per il suono della campana.
«Hai diciassette anni,mi sembra abbastanza lecito fare cose poco caste.» si giustificò ma Sophie incrociò le braccia ed alzò un sopracciglio.
«Comunque»urlo' Emma dalla porta dell'aula di letteratura «Oggi torno a casa con te prima,e ricordami dobbiamo passare anche al supermercato»
Chiuse la porta,prendendo posto nel suo fidato banco.
 
 

«Cosa hai intenzione di cucinare oggi?» chiese Sophie,mentre mandava giu' Haribo senza masticare.
«Ho pensato alla pasta con il prosciutto che mi piace tanto,quindi andiamo al reparto salumi. Oh prendo le birre»
Insieme si incamminarono verso il loro salumiere di fiducia,Jhon.
Era un uomo panciuto,con dei lunghi baffi neri da tricheco e le gote sempre rosse.
Dava una vaga impressione di Augustus Slurp,nella Fabbrica di Cioccolato.
«Ciao Jhon» dissero all'unisono le ragazze.
«Em,Sophie..come posso aiutarvi?»
«Vorrei del prosciutto a cubett..scusa»
L'ordinazione di Emma fu interrotta dal suono del cellulare: Ed.
Guardò l'orologio dietro di se e notò che era mezzogiorno e che lei era piuttosto in ritardo.
Prese per mano Sophie e si diresse alla cassa,correndo. Pagò in fretta le birre e si fece lasciare fuori casa sua dopo aver chiesto all'amica di restare.
Ma lei aveva declinato,per passare la giornata con suo padre.
Aprì furiosamente la porta di casa ed entro' in cucina.
«Sono a casa» urlo'.
Però si rese conto che il fratello era a pochi passi da lei e che quindi non c'era bisogno di urlare.
«Ehi Em,vieni ti presento Zayn» esclamò Ed.
La mano ambrata che toccò quella di Emma era terribilmente calda.Quando la prese,l'affanno della corsa svani' improvvisamente ed alzò lo sguardo per incrociare quello del ragazzo.
Emma seppe di aver sbagliato quando incatenò I suoi grandi occhi castani in quelli di Zayn.
Due occhi color pece la scrutavano attentamente,registrando ogni dettaglio avidamente,come se fosse l’unico appiglio rimasto in quella stanza.
Le ciglia folte e nere,davano un'aria ancora piu' misteriosa a quello sguardo. Il naso sottile finiva verso una bocca carnosa e rosa scuro,incurvata in una smorfia.
I capelli corvini sparati in una cresta stile Grease,conduceva a delle basette corte che introducevano un’ispida barbetta sul mento.
«Io sono Emma,molto piacere» disse la ragazza.
«Zayn» Il ragazzo rispose con voce bassa e profonda,ma allo stesso tempo maledettamente sexy.
Se un minuto prima Emma aveva pensato che sarebbe potuta nascere un'amicizia,si dovette ricredere quando il moro aprì nuovamente la bocca.
«E a quanto pare sei maledettamente in ritardo,e per di più senza cibo. Complimenti»
Emma incrociò le braccia e lo guardò in cagnesco.Lei e quel ragazzo non sarebbero andati mai d'accordo.






 

Yeah!
Quest'introduzione al mio piccolo spazio è orribile.
Anyway.. BradfordBoy è arrivato e misà che non ha fatto particolarmente colpo su Emma.
Fossi stata io avrei mandato a farsi fottere il carattere e gli sarei saltata addosso.
Ma..dettagli!
Nel primo capitolo c'è stata solo una recensione,e sinceramente ci sono rimasta male.
Capisco,è il primo capitolo!
E' per questo che spero con tutto il cuore di vederne almeno quattro a questo capitolo :)
Anche perchè vorrei sapere ciò che pensate di questa storia.
Se la amate o se vi è indifferente.
Quindi ricapitolando,continuo a quattro recensioni.
Per sollecitare la vostra curiosità,vi dico solo che ne prossimo ci sarà una sorpresina.
Ok basta.
Vado via ma prima vi lascio una foto di 
Sophie.
ps. Ci saranno altri accenni di Nophie! (?)
Un bacio forte e fatevi sentire.
-A

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Capitolo 3
*** III ***


 

≈I hear the beat of my heart getting louder whenever i'm near you    

      

 
 

 III
 

«No Sophie,tu non ti rendi conto» Emma camminava su e giù per la sua stanza tappezzata di un viola chiaro ed elegante.
Una grande scrivania padroneggiava nel lato destro,appena dopo la porta di massiccio legno chiaro.
Ma la parte migliore era la libreria. Piena di manoscritti della madre,che prima di morire aveva gelosamente conservato affinchè un giorno sua figlia potesse leggere ed innamorarsi della scrittura classica.
Inoltre era suddivisa in varie parti.
Nella parte centrale c’era uno scaffale più grande degli altri,una specie di mensola integrata in una libreria.
Su di essa c’erano le fotografie dell’infanzia felice della ragazza.
La prima foto ritraeva una bambina castana con dei grandi occhioni che mostrava lo spazio formatosi tra i denti,dovuto alla caduta di alcuni di essi.
Nella seguente c’era un ragazzino con sguardo vispo e dei capelli ricci ribelli che guardava contrariato l’obiettivo ed una bambina in tenuta sportiva,che ritraeva una smorfia divertita.
Nelle altre tre invece,gli anni erano decisamente passati.
In una c’era Emma sorridente,con sua madre e suo padre,in un campo da tennis. Molto probabilmente in una delle tante giornate estive,dopo un’estenuante partita vinta dalla madre,la quale adorava praticare quello sport.
Nell’altra invece c’era il letto della sua camera,con Sophie ed Emma rannicchiate.
Emma ricordava benissimo quella fotografia.
L’aveva scattata l’anno prima Ed,dopo la sua festa di sedici anni,quando entrambe,distrutte,erano cadute stremate sul letto senza neanche togliere le scarpe.
Nell’ultima invece c’era Emma,da sola. Con un aria più adulta,più austera e severa.
Era stata scattata dopo il suo cambiamento.
Nell’ala destra della libreria c’erano classici tipici della letteratura inglese.
Robinson Crusoe di Daniel Defoe,The time machine di H.G Wells,e varie opere che appartenevano alla madre di Emma.
Nel terzo scaffale,però,c’era il nome di Emma impresso in grassetto dorato per evidenziarne l’appartenenza.
Sopra vi era Romeo and Julliet di William Shakespeare.
L’amore incondizionato che Emma provava verso quelle righe,verso quella storia d’amore tormentato era qualcosa di unico.
Nell’ala sinistra invece,vi erano le opera attuali.
I capolavori di J.K Rowling,varie opere di Olly McCquiin e Le Cronache Di Narnia di C.S. Lewis,che faceva da contrasto alle opere serie e dettagliate.
«Appena varcata la soglia di casa,gli ho stretto la mano per fare conoscenza e lui cosa ha fatto?Mi ha detto che ero arrivata in ritardo e peraltro anche senza cibo. Ma dimmi tu? Come diavolo si permette con quell’aria da fighetto e quel tono strafottente! »
«Senti Emma calmati. Forse sarà stato il viaggio che l’avrà turbato oppure l’aria nuova di Londra. Fatto sta che devi calmarti e prenderla alla leggera.»
«Non posso promettermi niente,davvero.Comunque..devo andare,Ed mi sta chiamando. Ci vediamo dopodomani»
«Ciao Em,e mi raccomando»
Emma chiuse la chiamata e si infilò una canotta per scendere giù.
«Cosa vuoi Ed?»
«Io devo uscire con Celine,Zayn è di sopra che dorme e resterà qui per un paio di giorni.Casa sua è ancora in fase di costruzione e non ha dove dormire.»
«Sai,esistono dei palazzi enormi muniti di tante stanze comunemente chiamati Hotel»
«Emma smettila perfavore!» sbottò esasperato Ed. Quando Emma decideva di fare l’acida non c’era nulla che le facesse cambiare idea. Solitamente accettava positivamente le nuove amicizie o conoscenze,ma quel Zayn non le andava particolarmente a genio.
Ed si richiuse nel suo cappotto ed andò via.
Emma decise di prendere uno dei tanti film che erano sulla mensola alla destra del televisore e di passare il noioso Sabato pomeriggio sul divano.
Mentre le prime parole di ‘’Pretty Woman’’ risuonavano per l’ennesima volta nel grande salotto di casa Boyle,Emma si sedette compostamente sul divano bianco ma poco dopo si addormentò.
 


Pian piano Emma aprì gli occhi e mise a fuoco una televisione che ormai era spenta.
Alzò lentamente il capo e si riavviò una ciocca di capelli dietro l’orecchio,mettendosi a sedere.
I risvegli pomeridiani erano completamente diversi da quelli mattutina,ed Emma li detesteva.
Spesso si alzava anche nel verso sbagliato.
Quando di mattina si alzava per andare a scuola,era più pimpante ma soprattutto consapevole di ciò che avrebbe dovuto fare.
Diciamo che si alzava con una carica diversa.
Invece i risvegli pomeridiani la urtavano particolarmente,perchè il post risveglio predeva altra noia in casa.
Ma ciò che catturò l’attenzione di Emma,ancora frastornata per la dormita,fu la figura divertita che si ergeva nell’altra parte del divano.
Un ragazzo con la pelle ambrata della sfumatura del miele la guardava divertito.Per di più in boxer.
La malsana idea di passare le sue mani fredde su quella pelle scura prese possesso della mente di Emma,che con un gesto secco del capo la cacciò via.
Non era da una ragazza seria come lei,formulare questo tipo di idee.
«Cos’è?Avevi qualcosa nei capelli?»
«Sono affari tuoi,ragazzo?» rispose a tono Emma.
Nessuno doveva parlare con lei nei primi quindici minuti dopo il risveglio,ma sfortunatamente Zayn questo non lo sapeva.
«Svegliata dalla parte sbagliata del letto,Boyle?»
Emma si alzò senza rispondere al ragazzo che le stava sinceramente turbando il sistema nervoso e si diresse verso la cucina.
Prese una teiera e la riempì di acqua. Accese il fornello ed iniziò a prepararsi il thè.
«Una tazza anche per me» disse Zayn,seguendola in cucina poco dopo e prendendo posto in uno dei tanti sgabelli.
Emma ebbe lo stimolo di rispondergli che c’erano I bar e che non erano in uno di essi,ma decise,per l’incolumità di quel ragazzo,di lasciar perdere.
Alzò lo sguardo fuori la finestra e notò delle goccioline bagnare I vetri.
Un’altra giornata cupa e noiosa di Londra,si apriva in uno dei tanti temporali.
Emma non amava particolarmente le stagioni estive,anzi diciamo che odiava tutto ciò che era sudato ed appiccicaticcio.
Adorava sentire il rumore delle goccie tamburellare sui vetri della casa,l’odore stagnato della pioggia che si diffondeva nell’aria.
L’erba bagnata,le goccie che rinfrescavano le piante,I nuvoloni grigi che prendevano spazio nel cielo,coprendo il sole.
Non perchè fosse un tipo malinconico,ma perchè il misto di rumore e luce la affascinavano.
Un fischio assordante la richiamò dai suoi pensieri.
Aveva dimenticato l’acqua sul fuoco che ora però prendeva posto su tutto l’angolo cottura.
Iniziò a borbottare imprecazioni mentre la risata di Zayn si diffondeva nella stanza.
Prese la teiera e la lanciò nel lavandino,per poi pulire l’acqua caduta.
«Non sei brava nemmeno a preparare del thè » sbottò divertito Zayn.
Emma si girò infuriata e puntò un dito verso Zayn,avanzando pericolosamente verso di lui.
«Senti ragazzo..»
«Zayn» disse infastidito,mentre i suoi occhi ritornavano di nuovo insensibili e privi di emozione.
Ed le aveva accennato qualcosa riguardo al fatto che era permaloso sul suo nome,ma poco le importava.
«Qualunque sia il tuo nome. Sei comunque pregato di essere meno spiritoso e soprattutto di essere più silenzioso quando io ci sono in casa.Perchè se non lo avessi capito,non è che mi vai tanto a genio e dato che dovrai rimanere per un paio di giorni in questa casa,ti conviene non fare l’arrogante, ragazzo venuto da Bradford per distruggere il mio sistema nervoso»
Emma non si rese conto di aver alzato il tono di un’ottava e nemmeno di essere arrivata a cinque millimetri di distanza fra il suo corpo e quello del pakistano.
Il ragazzo non sembrava affatto turbato dal discorso di Emma,anzi un lampo di luce gli attraversò gli occhi inermi e subito comparì un sorrisetto malizioso sulle sue labbra.
Emma aggrottò la fronte ed indietreggiò,quando vide il corpo di Zayn muoversi velocemente verso il suo.
Le cinse i fianchi con le sue mani possenti ed Emma lo bloccò ad una distanza di sicurezza,ponendo le mani sulle spalle.
Appena le sue mani toccarono le spalle possenti del ragazzo,Emma non potè fare a meno di pensare che non c’erano altre spalle così calde al mondo che avesse voluto toccare per il resto della sua vita.
Divenne rossa per l’imbarazzo e allentò la presa.
«Dimmi un pò ragazza» Zayn si avvicinò all’orecchio di Emma e lei sobbalzò per quel gesto improvviso. Il respiro caldo del ragazzo provocò un brivido lungo la schiena di Emma. «Hai fatto questo discorso per mettere le distanze fra di noi che non ci conosciamo nemmeno da un giorno?»
«Non pensavo dovessi imboccarti le cose con il cucchiaino,Malik» sbottò acida Emma. Per qualche strana ragione ancora a lei sconosciuta,la vicinanza di quel ragazzo la rendeva particolarmente nervosa.
Gli occhi inespressivi del moro la scrutavano con una determinazione tale da far abbassare lo sguardo di Emma.
Ed era tutto così strano,perchè non si era mai sentita in soggezione ne tantomeno intimidita da qualcuno.
«E sai perchè vuoi mettere le distanze tra di noi?» sussurrò Zayn.
«Oh certo. A differenza tua,io quando parlo rifletto. Non ti conosco nemmeno da ventiquattr’ore ma ho capito benissimo che sei una persona arrogante e presuntuosa. Oltretutto devi tenere le manacce a posto». Con uno scatto,Emma si svincolò dalla presa di Zayn e si sedette su uno sgabello.
Emma avrebbe potuto giurare di aver visto comparire all’angolo della bocca del ragazzo un piccolo sorriso. Ma il viso di Zayn ritornò ad essere di nuovo inespressivo ed indecifrabile dopo pochi secondi.
«Che sciocchina» disse Zayn,beccandosi uno sguardo omicida da parte di Emma.
Era ufficiale che odiasse quel ragazzo. «Tu vuoi stare il più possibile lontana da me perchè hai paura di innamorarti»
Emma aggrottò le sopracciglia,lo guardo stranita e scoppiò in una sonora risata.
«Va bene. Forse sarà stato il viaggio a scombussolarti le idee,o sei davvero fuori di testa. In ogni modo» Emma si alzò e si avvicinò a Zayn. Quelle parole dovevano entrare nel suo cervello definitivamente.«Devi sapere che io non sono una di quelle stupide ochette che sei solito portarti a letto facilmente nella tua città o che conosci tu. E tantomeno non intendo diventare una di quelle.E poi,mettitelo bene in mente. Non m’innamorerei di te nemmeno se fossi l’ultima persona su questo mondo disponibile. Chiaro?»
Zayn sorrise per un istante,prima di avvicinarsi alla ragazza.
Le prese il mento con due dita e le fece sbarrare gli occhi. Sorrise ancora una volta prima di prendere il suo labbro inferiore fra le sue labbra rosee.
Dopo poco interruppe quel contatto e salì in camera.
Emma rimase lì,davanti al lavello. Portò le mani alla bocca e riuscì a sentire ancora il calore delle labbra morbide di Zayn.
Ora si che era decisamente furiosa e se non fosse stato per Ed che aveva appena varcato la porta di casa,sarebbe salita ed avrebbe compiuto un omicidio.




 

 

Yeah!
Questo fandom stava diventando troppo monotono e ho deciso di aggiornare
*amatemi*
In ogni caso,ho ricevuto tre recensioni all'ultimo capitolo,quando ne avevo espressamente chieste quattro
e sapete una cosa.
Sono più felice così!
Davvero ho letto delle belle parole sulla storia,anche nelle rimanenti tre.
Ovviamente spero sia solo l'inizio e che le recensioni aumentino.
Chiedo gentilmente alle lettrici silenziose una cosa.
Fatevi sentire,perchè mi rendereste davvero felici! *w*
In ogni caso,parliamo del capitolo.
Non ve l'aspettavate un gesto di Jawy eh?
In effetti è stata anche una sorpresa per me scriverlo,ma un Zayn sfacciato e diretto mi piace.
Non potevo non postarlo!
Comunque,questa è Celine *la ragazza di Ed,per chi non l'avesse capito* che in questa foto è con Emma
Clicca 
qui
Vi voglio più attive :)
Vi va di postare quattro recensionine,piccoline piccoline?
Misà che non piace a molti questa storia ♥
In ogni caso,vi lascio un bacio enorme e spero possiate passare nelle mie altre storie.
Fatevi sentire 
-A

Ps:Avete visto l'esibizione dei ragazzi alle Olimpiadi? *ma che razza di domande,certo che si*
E anche voi siete rimaste di merda senza l'assolo di Harry?
Anche voi siete morte quando Niall ha indicato la telecamera?
Io si! 

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Capitolo 4
*** IV ***


 

≈I hear the beat of my heart getting louder whenever i'm near you    
 

      

IV

 

Emma entrò a passo spedito nella scuola e si diresse verso il suo armadietto.
Quella mattina Zayn aveva fatto finta di niente,come se nulla fosse successo il pomeriggio precedente.
Emma non riusciva a capacitarsi ancora del perchè non l’avesse fermato o gli avesse dato uno schiaffo per ricambiare ciò che aveva fatto.
Era come se fosse rimasta paralizzata da quel gesto. In un certo senso il corpo di Zayn,i suoi occhi e le sue labbra l’affascinavano.
Scosse nuovamente la testa per mandar via quei pensieri.
Da quella mattina scuoteva incessantemente la testa,provocando altre risate da parte di Zayn,che lei aveva preferito ignorare.
La verità era che meno lo considerava,più velocemente quei pensieri sarebbero spariti dalla sua mente.
«Tutto bene?»
Emma chiuse con uno scatto l’armadietto ed alzò gli occhi,incrociandoli in quelli verde smeraldo dell’amico.
Harry Styles era il ragazzo più carino del suo liceo,nonchè sua vecchia fiamma.
Avevano avuto una relazione di circa un mese,ma Emma aveva sempre visto Harry come un amico,piu che altro.
Le sorrideva mostrando le sue adorabili fossette. Spostò I suoi capelli ricci con un gesto secco e riposò lo sguardo su quello di Emma.
«Meglio lasciar perdere»mormorò la ragazza. Prese a camminare verso la classe di Biologia seguita da Harry,quando intravide un ammasso di capelli corvini dall’altra parte del corridoio.
Zayn la fissava divertito mentre si avvicinava a passo svelto.
«Oh no..anche qui» Emma sospirò e chiuse gli occhi. Doveva mantenere la calma con quel ragazzo e soprattutto ignorare tutto ciò che facesse.
«Ciao zuccherino» Zayn le sorrise e lei emise un grugnito di risposta «Io sono Zayn,molto piacere» porse la mano ad Harry che prontamente ricambio.
«Io sono Harry,piacere mio»
«Presentazioni fatte?Bene»sbottò Emma,infastidita dalla presenza del moro.«Adesso possiamo andare. Malik.» salutò con un cenno del capo il ragazzo e girò I tacchi.
Fece per imboccare nuovamente il corridoio ma fu bloccata per un polso. Si girò e notò la mano di Zayn sul suo gomito.
Aggrottò le sopracciglia e chiese spiegazioni con lo sguardo.
«E’ meglio che vada..»annunciò Harry «Ci sentiamo dopo» rivolse un ultimo sorriso ad Emma e le schioccò un bacio sulla guancia.
Salutò Zayn con la mano ed andò via,lasciandoli soli.
Zayn continuava a fissare Emma insistentemente,senza mai abbassare lo sguardo.
«Allora?» aggiunse Emma «Cosa c’è?»
«Non so dove devo andare» spiegò Zayn.
«Non è affare mio»puntualizzò la ragazza e fece dietrofront,trovandosi però una vicepreside Milson troppo sorridente.
«Vedo che ha già conosciuto il signor Malik,Boyle.» disse,con un sorriso fin troppo largo per i gusti di Emma. In realtà non era per la situazione in particolare,ma era destinato a Zayn che la guardava impassibile.
Emma si accorse di questo particolare e richiamò l’attenzione della vicepreside su di lei con un colpo di tosse.
«Giusto» la Milson si recompose e riprese a parlare «Signorina Boyle,sarebbe così gentile da accompagnare il nuovo arrivato nella sua classe..»
«Biologia» esclamò Zayn. «Si,biologia» aggiunse la vicepreside.
‘’Non poteva esserci nulla di peggio in quella situazione. Anche in classe di Biologia doveva ritrovarselo’’ pensò Emma,ma si limitò solo a mostrare un sorriso alla vicepreside per liquidarla.
Prese Zayn per la manica e lo trascinò fino fuori l’aula di Biologia,poco distante da loro.
Oramai i corridoi erano praticamente vuoti e la campanella era suonata da un pezzo.
Strattonò Zayn nella sua direzione e gli puntò un dito contro.
«Stammi bene a sentire,sottospecie di umano.Io in questa scuola ho una reputazione che non voglio perdere. E non sarà certo grazie ai tuoi stupidi giochetti da quattro soldi che I miei voti caleranno o che inizierò ad andare dal preside. Quindi per intenderci,io non ti conosco e tu non conosci me. Intesi?» sbottò Emma piuttosto infastidita dalla situazione.
Quel ragazzo non avrebbe mai scombussolato la vita di Emma,e tantomeno lei avrebbe fatto di tutto per impedirglielo.
«Limpido come l’acqua» rispose Zayn,aprendo la porta dell’aula di Biologia ed entrando con nonchalance,portando una mano nei capelli corvini.
«Alla buon ora!»sbottò la professoressa Sheeran,raddrizzando gli occhiali sul naso adunco. In effetti Emma non provava alcun sentimento per quella donna che fosse minimamente paragonabile all’amore.Al contrario.
«Mi scusi tanto professoressa Sheeran,ma non trovava la classe e la vicepreside mi ha gentilmente chiesto di accompagnare il signor Malik» giustificò Emma,prendendo posto al suo fidato banco,vicino la finestra.
La sua era una posizione strategica.
Il suo banco era il terzo della fila,nè troppo Avanti nè troppo indietro.Quando la lezione diventava troppo pesante persino per lei,si perdeva in tutto ciò che accadeva fuori dall’istituto.
Accadeva di tutto nel giardino di quel liceo. Primi baci,dichiarazioni e litigi. Per non parlare delle cadute sul ghiaccio in pieno inverno.
«Quindi lei è il nuovo arrivato,giusto?»chiese la professoressa,distogliendo Emma dai suoi pensieri.
«Così sembra»
Maledettamente sfacciato,arrogante ed egocentrico. Non c’erano aggettivi migliori per definire Zayn Malik in quel momento.
«Bene signor Malik,prenda posto vicino Boyle e faccia silenzio» la professoressa indicò il posto di Zayn che regalò un sorriso sornione alla ragazza,che aveva gli occhi sbarrati per il discorso appena concluso.
Sapeva benissimo che era inutile controribattere e continuare quella discussione inutile,quindi si limitò a sopportare la presenza di Zayn.
 


«Sophie,ma dove diavolo sei?» urlò Emma,correndo per l’ennesima volta nel corridoio della scuola.
Sophie aveva appuntamento per il pranzo con Emma ma ritardava di ben dieci minuti.
Emma svoltò l’angolo,arrivando davanti la palestra. Intravide uno svolazzo di capelli biondo dietro il pilastro e si incamminò a passo deciso verso di lei,pronta con una ramanzina.
Quando arrivo in prossimità della palestra,si rese conto che non era da sola. Si ranicchiò dietro uno dei tanti pilastri e prese ad osservare la scena.
Niall e Sophie si guardavano intensamente negli occhi,mentre la mano di lui era posata sul fianco della ragazza.
Emma sorrise a quell’immagine. Dopo due anni,Sophie sorrideva felicemente ad un ragazzo e ricambiava uno sguardo pieno d’amore.
Improvvisamente il suo telefono vibrò ed aprì il messaggio appena arrivato.
‘’Che fine avete fatto tu e Sophie? Sono a mensa,venite. H’’
Emma non voleva interrompere lo scambio di sguardi di Niall e Sophie e di soppiatto,andò via e si diresse verso la mensa.
Harry si sbracciò a lungo per attirare l’attenzione di Emma,che dopo circa dieci minuti,riuscì ad intercettare.
«Ti davo per dispersa» Harry le sorrise e guardò dietro le sue spalle «Sophie?»
«Ha di meglio da fare» mormorò Emma «Si nutre di amore» spiegò meglio,alla visione delle ciglie aggrottate di Harry.
«In effetti ieri mi ha chiamato e mi ha detto di Niall» Harry spostò nuovamente I suoi capelli di lato ed iniziò a mangiare il pasticcio di carne,presente nel suo vassoio «Sembrava alquanto entusiasta.»
«Oh in effetti lo è» Emma aprì la sua insalata e ne mandò giù un boccone «Finalmente si sono entrambi dichiarati.. era ora!»
Ma il discorso dei due amici fu interrotto dalle risate stridule delle cheerleader,che in quel momento facevano la loro entrata trionfale in mensa,esibendo le loro minigonne attillate.
«Harry,chiudi la bocca che ti entrano le mosche!» sbottò infastidita Emma.
Più che altro non era per la bava di Harry,ma per il braccio che circondava le spalle di Elisabeth Johnson.
Elisabeth era la tipica capo cherladeer. I capelli lunghi e rosso fuoco le circondavano il viso di porcellana,che esibiva uno dei suoi sorrisi più falsi.
Era scorbutica,acida e maledettamente sicura di se. Era egocentrica e falsa,ciò che Emma odiava assolutamente.
Quando anche Emma faceva parte del gruppo delle cheerleader,erano addirittura due persone che si parlavano civilmente. Quando decise che i salti in aria e le gonne inguinali non erano per lei,Elisabeth divenne un estranea.
Un estranea che decise di renderle la vita un inferno.
In quel momento stranamente era diretta al suo tavolo ed Emma sapeva benissimo perchè.
Non era il sorriso di Elisabeth ad averla turbata,nemmeno la faccia sconvolta di Harry.
Ma il braccio che le circondava le spalle. Il braccio che apparteneva a Zayn.
«Ciao Harry,da quanto tempo non ci si vede» esclamò Elisabeth con voce stridula,correndo ad abbracciare Harry.
Zayn continuava a tenere gli occhi incatenati in quelli di Emma,che quella volta ricambiava senza timore.
Emma non voleva assolutamente far fraintendere a Zayn la situazione. Non era affatto gelosa di ciò che aveva fatto.
Lo riteneva solo immaturo e precoce. Un gesto sbagliato da parte del nuovo arrivato,che non sapeva infondo in ciò che si era cacciato.
«Oh Boyle,ci sei anche tu» aggiunse la rossa,facendo finta di notare Emma,che ricambiò con un grugnito misto di freddezza ed indifferenza
«Cosa vuoi Jhonson?» chiese. «Da quando mi chiami Jhonson?» ribattè lei.
«Da quando non ho nessuna ragione per chiamarti con il tuo nome.» ribattè Emma,guadagnandosi un occhiataccia da parte di Elisabeth.
Harry si interpose fra le due,esortando Emma a seguirla,ma lei non si mosse.
«Devo ancora finire di mangiare. Se non vi dispiace..» lasciò il discorso incompleto facendo intendere che la loro presenza non era gradita e riprese a mangiare la sua insalata.
«In ogni caso Harry,conosci Zayn?» disse Elisabeth,riavviandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
Emma continuava a divorare insalata mentre la situazione diventava tesa.
«Si,stamattina Emma me lo ha presentato» aggiunse Harry,rivolgendo lo sguardo alla ragazza seduta al suo tavolo che in meno di cinque secondi aveva finito la sua porzione di cibo.
«Ah quindi vi conoscete già..» disse con un pizzico di fastidio Elisabeth,intrecciando le sue dita in quelle della mano di Zayn,evidenziando la sua posizione.
«Con permesso,ho di meglio da fare» si congedò Emma,pulendo il suo vassoio ed uscendo dalla mensa.
La testa le pulsava incessantemente e quella situazione la infastidiva.
Zayn era maledettamente arrogante e presuntuoso,ma avrebbe potuto giurare che non era affatto stupido. Eppure aveva scelto la via peggiore per farsi notare.
‘’Non che ci voglia molto per notarlo,in effetti è carino’’ Emma cercò di mandare via quei pensieri e si riprese a massaggiare le tempie.
«Di questo passo ti verrà un torcicollo» Una voce calda le giunse alle orecchie,facendole voltare instintivamente la testa.
Zayn la osservava dall’alto verso il basso con un ghigno divertito dipinto sulle labbra rosee.
«Perchè mi hai seguita?»
«Non ho niente di meglio da fare.» si giustificò Zayn,portando la mano nei capelli.
«In effetti potresti abbracciare un’altro pò Elisabeth» puntualizzò Emma,scatenando una risata da parte di Zayn che si avvicinò pericolosamente.
«Non vorrai dirmi che sei gelosa?» chiese Zayn.
Emma aggrottò le sopracciglia. «Ma hai un criceto in prognosi riservata al posto del cervello,Malik?» disse «Non so quale complesso di egocentrismo ti hanno diagnosticato ma io non sono affatto gelosa» grugnì,incrociando le braccia.
«A me così sembra» soffiò a pochi centimetri dall’orecchio di Emma che prontamente si allontanò «Ecco perchè sei scappata via da mensa!»
«Allora sei stupido sul serio! Non capisci che hai trovato il modo peggiore per farti notare in questa scuola. Perchè caro,Elisabeth ti userà solo per I suoi scopi e poi ti butterà come una pezza vecchia»
«Chi ti dice che non lo farò io per primo?»
«Qualche presentimento riguardo alla tua prontezza di riflessi» sghignazzò Emma,guadagnandosi uno sguardo truce da parte di Zayn.
«Allora scommetti con me!» sputò Zayn. Emma lo guardò confusa,confermando le teorie sulla sua mente bacate.
«Oh per l’amor del cielo,Zayn» sbuffò Emma «Non mi reputerai talmente incosciente da trattare con te o tantomeno da accettare una cosa infantile come una scommessa?»
«In realtà ti dimostri più codarda che incosciente»
Emma sbuffò rabbiosa e lo incitò a continuare. «Porta al ballo chiunque tu voglia e dimostrami che non sei affatto gelosa di me. Io ci verrò con Elisabeth e tu con il tuo cavaliere. Ma bada a non dare segno di gelosia o ne pagherai le conseguenze»
«E sarebbero,Malik incuto terrore con le mie proposte stupide ed indecenti?» chiese Emma.
«Semplice. Sarai la mia ragazza e farai ciò che vorrò»



 


 

Yeah!
Ho aggiornato come promesso a quattro recensioni e devo dire che sono strafelicissima.
In effetti questo capitolo non mi piace particolarmente,quindi è di passaggio.
Però è probabilmente fondamentale,perchè c'è qualcosa..
La scommessa mi è uscita di getto mentre scrivevo HAHAHAHA.
Perchè chiaramente io non ho uno schema per l'andamento di questa storia :)
Mi viene tutto spontaneo ed al momento.
quindi perdonatemi *si nasconde dietro un cespuglio*
In ogni caso,il volto di Elisabeth è quello di 
Lindsay Lohan.
*Mi sembrava più adatto per un ochetta con le gambe aperte*
Senza offesa per le sue fan,sempre che ne abbia.
Anyway,anche Styleuccio ha fatto il suo ingresso,in tutta la sua bellezza.
Ed avrà un ruolo poco marginale in questa storia,
Quindi,occhi bene aperti,riflessi pronti *non c'azzeccano una minchia* e mani sulla tastiera.
Spero via sia piaciuto anche questa cacchina di capitolo.
Io smammo sennò mamma mi uccide sul serio e vi lascio con un graaaande bacio ♥
Fatevi sentire.
-A

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Capitolo 5
*** V ***


 

≈I hear the beat of my heart getting louder whenever i'm near you    
 

      

V
 

Emma prese posto in uno dei tanti sgabelli della cucina ed iniziò a mangiare la sua pasta.
Spesso alzava gli occhi per incontrare quelli di Zayn che puntualmente erano lì ad osservarla incessantemente.
Non le dava particolarmente fastidio,perchè ora tutto ciò che aveva doveva usarlo per vincere la scommessa e nulla l’avrebbe fermata.
Non era mai stata un amante delle competizioni,ma quando vi si trovava coinvolta riusciva a cacciare le unghie e a scoprire il lato che nessuno vedeva da un po’.
Zayn non avrebbe mai vinto.
Emma si lasciò sfuggire un sospiro divertito,richiamando l’attenzione di suo fratello Ed.
«Perchè ridi,Em?» chiese,facendo cadere la forchetta nel piatto e prendendo a massaggiarsi la pancia «E per la cronaca,questa pasta era buonissima,sorellina!»
Emma sorrise nuovamente «In realtà non ho una motivazione in particolare per ridere»disse prima di alzarsi e riporre il suo piatto nel lavello ed aprire l’acqua.
La richiuse e si girò sul posto con molta calma,incrociando le braccia sul petto.
Guardò Zayn «E’ solo che deve essere bello vincere in una competizione,non credi Zayn?» chiese rivolgendosi al ragazzo che continuava a guardarla con uno sguardo vago e vuoto.
«Bisogna saper scoprire le carte giuste al momento giusto,non credi?» rispose il moro,alzandosi a sua volta e riponendo il piatto nel lavandino.
Si trovavano a circa due centimetri di lontananza ma nessuno aveva intenzione di interrompere il gioco di sguardi nè tantomeno di allontanarsi.
«Bisogna essere abili giocatrici..»
«.. O giocatori!» aggiunse Zayn,allontanandosi di poco per mettere lo sgabello al suo posto.
Riprese il contatto visivo con la ragazza che ricambiò timorosamente.
Quel discorso stava decisamente prendendo una brutta piega e litigare dei propri problemi davanti ad Ed non sarebbe stata la cosa migliore da fare.
Incrociando nuovamente I suoi occhi,Emma sentì un brivido lungo la schiena.
Quegli occhi maledettamente ipnotici e scuri la rendevano sicuramente nervosa e lei non poteva farci nulla.
Era sicuramente dovuto al fatto che erano di una sfumatura vicina a quella del nero,ma alla luce sembravano castani.
In ogni caso erano pur sempre inespressivi e vuoti. Per questo la ragazza continuava a non spiegarsi perchè le suscitavano emozioni quando nemmeno questi ultimi le provavano.
Non si può trasmettere una cosa che non si ha.
Ed si schiarì la voce e spostò lo sgabello per alzarsi «Direi che è meglio se vado sopra..»
Emma fulminò con lo sguardo il moro e si diresse verso le scale «Non preoccuparti,stavo per andare via io» aggiunse,prima di voltarsi ed imboccare le scale.
Chiuse la porta della sua stanza e si adagio sul letto lentamente. Si tolse le scarpe e si allentò il bottone della camicetta scolastica.
Quella situazione doveva avere uno stratega. Lo stratega doveva essere lei.
Lei doveva domare quella battaglia fra lei ed il moro.
Avrebbe dovuto vincere a tutti I costi. Si passò una mano fra I capelli castani e chiuse gli occhi per circa un minuti.
Di scatto si alzò e si diresse nel grande bagno della sua camera. Si guardò allo specchio e iniziò a pensare a se stessa.
Infondo aveva degli occhi da cerbiatta invidiabili a chiunque. Il castano infondeva sicurezza e un senso di calore.
Inoltre li aveva sempre amati. Una ragnatela di ciglia si estendeva per tutta la lunghezza degli occhi e li contornava con il suo color nero,che le davano un’aria ancora più sicura.
La linea lunga e fine del naso le dava un aria da adulta che lei ammirava.
La bocca rosea era carnosa e piena.Amava passare il suo lucido protettivo,che era segno di eleganza ma anche di cura.
Non c’erano imperfezioni su quel viso da brava ragazza. Zayn avrebbe dovuta temerla non come un’avversaria temeraria e pericolosa.
Il suo timore maggiore sarebbe dovuto essere la sua finta timidezza ed il suo essere innocente.
«Cos’è ti guardi allo specchio cercando di capire come conquistare questo fusto di ragazzo?»
Emma roteò gli occhi e notò che Zayn era appoggiato allo stipite della porta,con un aria assolutamente tranquilla.
«Chi ti ha dato il permesso di entrare nella mia stanza?» grugnì,prima di spostarlo di lato per ritornare nella sua stanza. Zayn la segui con lo sguardo e poi si girò verso di lei.
«A mia discolpa posso dire che era semi aperta ed io ho approfittato» spiegò «In ogni caso mi dispiace tanto di aver violato la tua privacy.»
«In effetti sei stato carino a farti vedere. Avresti potuto approfittare della mia distrazione per cercare qualche indizio nella mia stanza» disse divertita Emma,sedendosi sul letto.
Zayn rise e la guardò con un sopracciglio alzato «Davvero mi reputi una persona capace di questo?»
«Beh in effetti» Emma sbattè le mani e si alzò nuovamente,aprendo la porta per incitare Zayn ad uscire «Che impressione positiva posso avere di un ragazzo che è appena arrivato nella mia scuola e si è già trovato il modo per arrampicarsi nella scala sociale?»
Zayn la raggiunse e la avvicinò a sè con un gesto rapido «Io ho molte altre potenzialità» soffiò a pochi centimetri dal viso della ragazza,che rimase impassibile.
Molto probabilmente Zayn era abituato ad avere decine di ragazzine in preda a tempeste ormonali pronte a saltargli addosso se solo avesse osato fare un gesto del genere,ma Emma era tutt’altro che queste ragazze.
«Tipo?» chiese,poggiando le mani sulle spalle di Zayn ed accarezzandole dolcemente.
La mascella di Zayn si contrasse improvvisamente e la schiena si irrigidì di colpo.
Emma in quel momento seppe di aver fatto la mossa giusta,perchè allargò un sorriso sornione e mosse ancora più lentamente le mani sulla schiena del ragazzo.
«Direi che io sono un vincitore nato ed ottengo spesso ciò che voglio. Quindi non ho bisogno di studiare la mia preda per catturarla»
«A quanto pare sei molto sicuro di te Malik,ma..» ribattè Emma,alzandosi sulle punte per arrivare all’orecchio di Zayn «Il silenzio è la miglior arma in battaglia,lo sapevi?»
Zayn sbarrò gli occhi e poi scuotè il capo,mostrando un sorrisetto all’angolo della bocca «Non ti facevo così .. combattiva,Emma»
«Quante cose non sai di me!» sbuffò la ragazza,prima che Ed comparisse sull’uscio della porta.
«Emh.. c’è Sophie al telefono» disse imbarazzato dalla situazione.
Emma sorrise ancora una volta a Zayn che era rimasto rigido sullo stipite della porta.
 
 



 
«Non voglio nemmeno sapere le condizioni di questa scommessa, Em » sbottò infuriata Sophie,mentre accartocciava violentemente il cartone della sua granita.
Emma alzò gli occhi al cielo e ne sorseggiò ancora un po’ della sua,prendendo posto sulla panchina.
«Non ti rendi conto che sei un irresponsabile?» sbottò l’amica «Da quando la conosci? Da quarantott’ore circa? E cosa fai.. una scommessa! Sei impazzita per caso?»
«Senti! Mi ha provocato da quando ha messo piede in casa mia e io non sarei rimasta lì a subirmi tutte le sue frecciatine,ok? Ho reagito prima che potesse aggiungere altro.» spiegò Emma.
Sophie sapeva perfettamente che aveva ragione la sua amica e che oramai il guaio era stato già fatto e che non si poteva più tornare indietro.
«E poi sarei risultata una codarda se non avessi accettato» aggiunse Emma,alzando il capo dell’amica e guardandola negli occhi « Non pensi,fiocco di neve?»
«Odio quando mi chiami così!» grugnì Sophie lanciando un occhiataccia divertita ad Emma che la abbracciò.
«Scusami se ti ho aggredita prima..» disse Sophie impercettibilmente,tra le braccia di Emma «E solo che mi sembra uno .. esperto.»
Emma rise e sciolse l’abbraccio «In effetti è un buon provocatore. Ma sai tu come potresti farti perdonare?»
Sophie scuotè il capo in segno di dissenso ed Emma sorrise.
«Raccontandomi per filo e per segno ciò che è successo con Niall oggi in palestra»
Sophie arrossì violentemente «Ci hai seguiti?» chiese con voce tremolante.
«Ma certo che no! Ti stavo cercando ed ho notato la sua mano sul tuo fianco..niente di più.»
Sophie riprese nuovamente il suo colorito abituale e si rivolse all’amica «Ti spiegherò solo se andiamo a comprare un’altra granita!»
Emma sbuffò e Sophie emise un gridolino,prima di prenderla e strattonarla verso la gelateria difronte al parco.
«Se poi non entrerò nel mio abito per il ballo,sappi che ti ucciderò» precisò Emma minacciosa e Sophie roteò gli occhi.
«Taci che hai un fisico perfetto!»
 


 

 

*********************************************************************************************

 


 
Emma sbattè violentemente un pugno contro la macchinetta del pianterreno.
«Mollami la mia barretta al cioccolato,immediatamente!» urlò infastidita. Quella mattina Sophie non era lì ad incoraggiarla e a provare le sue nuove mosse di karate contro quella stupida macchinetta che non si decideva a rilasciare lo spuntino di Emma.
«Problemi con la macchinetta,Em?»
«Oh ti prego Harry,dammi una mano!» supplicò Emma all’amico che si portò due dita al mento pensieroso. Emma aggrottò le sopracciglia.
«Fammi pensare» iniziò Harry «Aiutare o non aiutare un’amica traditrice che non parla al suo amico nonchè suo ex ragazzo della scommessa in atto alla quale ha preso parte? Tu cosa mi consigli?»
Emma gli sorrise e diede un ultimo pugno alla macchinetta che fece cadere la sua barretta. La scartò e prese a mangiarla. «Giuro che te ne avrei parlato»
«Ci sarà tempo..» disse Harry,guardandola entusiasta. Emma non capiva ciò che intendesse.
«In che senso?»
Harry cacciò due biglietti per un campeggio. Emma sapeva benissimo di cosa si trattava e soprattutto lo temeva da morire.
«No Harry,ti prego dimmi che non lo hai fatto davvero.»
Harry scosse la testa su e giù facendo aumentare la preoccupazione di Emma che si porto le mani al viso.
«Vorresti dire che quelli sono I biglietti per..»
«.. la gita annuale al Lee Valley Camping




 





 

YEAH!
Innanzitutto.. BUON COMPLEANNO DEMETRIA AMORE MIO DEL MIO CUORE *w*
IO AMO QUELLA DONNA ♥


Avevo scritto che molto probabilmente avrei postato tra Mercoledi e Giovedì.
Ma dato che mamma oggi era fuori dalle pa..scatole ed il computer era completamente deserto.
Ho approfittato per scrivere il capitolo *w*

#Amatemi!
In ogni caso,mi sono divertita un casino a scriverlo,davvero.
Cioè immaginatevi la faccia di Zayn e quella di Emma.
Esilaranti.
Forse è il primo capitolo di cui sono davvero soddisfatta uu
*Queste parole non ritorneranno spesso* HAHAHAHAHAHA
Comunque per chi non l'avesse capito,Emma detesta il campeggio.
Poi magari spiego meglio nel prossimo capitolo. E magari accenno anche l'appuntamento che,per la cronaca, Niall e Sophie dovevano tenere dopo l'incontro con Emma per la granita.
Ricordate? Sophie doveva andare a casa di Niall uu
Non li ho fatti scopare,don't worry. HAHAHA

#finezza portami via.
Comunque,ho delle notiziole.
Namber uan - Avete visto la foto di Perrie con la famiglia di Zayn? HAHAHAHAHAHAHAHA muoiiiio.
Namber tciu - Dato che penso che la relazione di Louis ed El è completamente falsa *mia opinione,pensate ciò che volete* si dice che 
probabilmente verso ottobre dovrebbero lasciarsi.
Facciano quello che vogliono :)
Io ho Emma e Zayn.
Ma soprattutto ho voi *w*
Sul serio,lasciate delle parole stupende e mi sorprendete sempre di più ♥
Dopo vi lascio un paio di link della mia storia in corso,se vi va passate :)
E poi *ordine da parte mio * dovete passare per questa storia stupenda di Hellen Styles che io adoro.
Davvero ne vale la pena. Basta cliccare 
qui.
Namber trii e poi vado via - mi hanno fatto un altro banner e sono maledettamente indecisa :S
Datemi la vostra opinione.
Fatevi sentire e per l'occasione.. STAY STRONG LIKE DEMI .
-A



Twittah                   Feisbuc 

* se volete essere aggiornati quando posto il nuovo capitolo,basta dirmi che seguite la storia ed io provvederò*





questo è l'altro banner di Jas__



Fatemi sapere ♥

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Capitolo 6
*** VI ***


 

≈I hear the beat of my heart getting louder whenever i'm near you    

     



VI
 

 

«Assolutamente no»
«Dai Emma» supplicò Harry,digitando il codice per un pacchetto di patatine mentre la ragazza continuava ad agitare l’indice in segno di dissenso «Ci andiamo ogni anno. Perchè quest’anno non dovresti venire con noi?»

«Prima di tutto,tu e Sophie participate ogni anno ed io resto beatamente a casa,a guardarmi i film natalizi buttata sul divano,mentre voi poveri inconscienti vi fate torturare dal gelo e dagli insetti. E poi vorrei ricordarti ciò che è accaduto l’ultima volta che sono venuta in campeggio cosa è successo»
Harry sbuffò sonoramente e ravviò lo zaino dietro le spalle,accompagnando Emma verso la classe di Trigonometria «Se ti riferisci alla mania di Louis di fare scherzi idioti,sei un pò antica. E’ cambiato e lo sai bene»
Emma corrugò la fronte «A me non sembra proprio..» mormorò,prima di sentire un urlo animalesco provenire dal corridoio.
Louis Tomlinson camminava a passo spedito – saltellava – per I corridoi e si sbracciava per essere notato dagli amici.
«Parli del diavolo..» aggiunse Emma,mostrando un sorriso di scherno all’amico che si incupì di botto.
Louis William Tomlinson,capo del comitato studentesco e burlone di fama mondiale,non sarebbe mai cambiato.
Ovviamente bisognava dire che era un bel ragazzo. I capelli sempre disordinati e castani gli davano un’aria più vispa e sbarazzina. Inoltre lo facevano sembrare più giovane di quanto lo fosse.
Perchè Louis era all’ultimo anno,ed era stato bocciato una volta per condotta.
Al terzo anno aveva frequentato gente non proprio affidabile ed era finito in un brutto giro di fumo ed alcool.
Poi conobbe Harry in detenzione e diventarono migliori amici. Non c’era Harry senza Louis,insomma.
Gli occhi azzurro oceano erano sempre illuminati da una luce gioiosa e la bocca fine sempre incurvata in un sorriso allegro e solare.
La storia di quella scuola non aveva mai avuto un ragazzo tanto carino quanto stupido,sfortunatamente.
In effetti gli scherzi di Louis potevano essere anche particolari e divertenti,ma ad Emma non piacque quando un orso  –maledettamente realistico-  l’aveva rincorsa per tutto il campeggio facendola rifugiare nell’edera velenosa.
Insomma,un paio di mesi in ospedale non facevano parte del periodo migliore della vita di Emma.
«Amico,potresti evitare di fare queste sparate» grugnì Harry,rivolgendosi a Louis «Io cerco di difenderti e tu fai il coglione per I corridoi!»
Emma scoppiò a ridere e Louis guardò entrambi,visibilmente confuso.
Non fece comunque caso alle parole di Harry e tornò a sorridere alla ragazza.«Harry mi ha detto che partirai per il campeggio alla fine della settimana»
«Non se ci sarai tu» rispose la ragazza,buttando la carta della barretta ormai finite «senza offesa»
Louis mosse la mano in aria,incurante del fatto che avrebbe potuto accecare qualcuno «Lo sai che non mi offendo. Comunque io non verrò»
Harry sorrise ad Emma che spalancò gli occhi. Ora non aveva più via di scampo.
«E p-perchè?» balbettò.
Louis scrollò le spalle e si appoggiò al muro con un braccio «Il comitato studentesco ha bisogno di me per organizzare il ballo di Natale.»
Emma inarcò un sopracciglio ed Harry iniziò a ridacchiare
Sbuffò « E va bene. Ho litigato con gli organizzatori e sono responsabile di tutto adesso. A me l’idea del rosso Babbo Natale non piaceva» si giustificò.
Harry ridacchiò e diede una pacca sulla spalla all’amica «Non vedo l’ora di sentire le tue urla per gli insetti nella tua tenda.»
«Taci Harry.»
 
 
 


 
«Per come sono state definite è evidente che le funzioni seno e coseno non sono indipendenti tra loro, ma in qualche modo legate…»
Emma sbuffò per l’ennesima volta e spostò il braccio di Zayn dalla parte di banco che apparteneva a lei.
Lui si girò e la guardò divertito,prima di strappare un bigliettino dal quaderno.
‘’Pensavo ti interessasse la lezione,miss perfettina’’
Emma lo guardò stranita e gli mimò un ‘’Non ho voglia’’ prima di tornare a guardare il giardino della scuola.
’Scusa tanto. Non pensavo avessi così paura di essere scoperta a messaggiare con un bel ragazzo’’
Emma,scocciata dal continuo picchiettare di Zayn sul suo braccio,decise di rispondere.
’Sfortunatamente sto messaggiando con un terrorista e non con un bel ragazzo. Se percaso dovessi avvistarne uno,fammi un fischio’’
Zayn rise e scrisse velocemente.
‘’Sappiamo entrambi che sono bellissimo’’
‘’Contento tu’’
‘’Infatti lo sono. Ma lo sarò completamente quando m’implorerai di stare con te’’
‘’Sogna Malik’’
‘’Sognare è bello,dovresti provarci anche tu’’
Emma si stava irritando dal comportamento di quel ragazzo,così aprì lentamente la finestra cercando di non far rumore e buttò la carta fuori dalla classe.
Zayn la guardò con gli occhi semichiusi «Perchè lo hai fatto? Mi stavo divertendo!»
«Non m’interessa. Segui la lezione anche se penso tu sia già esperto di seno e coseno» sbottò.
Dopo un’altro quarto d’ora infernale,tra spiegazioni incomprensibili ed occhiatine da parte di Zayn,l’ora di quella materia giunse al termine ed Emma si fiondò fuori dalla classe,incontrando Harry particolarmente allegro che avvolgeva con il braccio le spalle di Sophie.
«Oh grazie al cielo,siete qui» urlò Emma,ficcandosi sotto il braccio libero di Harry,provocando la risata di quest’ultimo.
«Giornata pesante?» chiese.
«Non puoi immaginare»
Si diressero a mensa e presero posto nel tavolo più lontano da orecchie indiscrete: Sophie aveva qualcosa da raccontare.
Dopo aver oltrepassato un Louis alquanto furioso che litigava per l’ennesima volta al cellulare con lo scultore di ghiaccio,si sedettero e presero a mangiare il loro pranzo.
Stranamente Sophie sprizzava gioia ed euforia da tutti I pori e senza dare il tempo agli amici di dire nulla,iniziò a parlare.
«E’ stato superpuntuale. Era sotto casa mia alle otto spaccate.Insomma è irlandese ma è preciso come un orologio svizzero» rise nervosamente e continuo,facendo a malapena delle pause per prendere fiato«Ok,non era divertente. Comunque,abbiamo mangiato una pizza a casa sua. Suo padre non c’era ma non abbiamo fatto niente. Mi ha suonato una canzone con la chitarra. E si. Suona divinamente. E’ un angelo di nome e di fatto. Giuro che ero sulle nuvole. Hai presente la nuvola di Goku?Beh,quella. Comunque mi ha confessato che quella canzone l’aveva composta per me qualche mese prima perchè aveva ed ha una piccola cotta. Capisci,ha una piccola cotta per me. Per me! Poi mi ha accompagnato a casa per le undici e mi ha dato un’altro bacio. Dio .. bacia da D I O.Io penso che ci sposeremo e faremo dei figli biondissimi e bravissimi come lui»
Emma ed Harry sgranarono gli occhi e poi scoppiarono a ridere. Sophie prese un respire profondo e si lasciò cadere sulla sedia.
Non era così euforica da quando era riuscita a toccare la giacca di Justin Bieber ad un suo concerto.
Ed era rimasta in trans per circa tre mesi.
Si vedeva lontano un miglio che era felice e che sarebbe rimasta così per circa.. tutta la vita.
«Direi.. un discorso degno di Oscar» disse Harry.
«Oh assolutamente» confermò Emma,sghignazzando ancora per la faccia sognante di Sophie.
«Ah» Harry richiamò l’attenzione di Emma,senza preoccuparsi del fatto che avrebbe potuto strozzarsi con la patatina che stava mangiando «La professoressa Espburn cercava Zayn. Mi ha detto di dirgli che è stato nominato per il capo accompagnatore maschile in gita»
«O ti prego. Anche in gita devo ritrovarmelo » si lagnò Emma.
Era decisamente un incubo quel ragazzo.  Lui ,la sua presenza,la sua stupidità e le stupide scommesse.
«Ti prego di farglielo sapere»
«Lo faro,promesso»
 
 

 

 

*********************************************************************************************

 
 
 
«Zayn» mormorò Emma,spalancando la porta della stanza degli ospiti in cui dormiva Zayn. Sfortunatamente era svanito nel nulla dopo la pausa pranzo e non era tornato nemmeno per cena.
Emma dopo aver fatto I compiti aveva ascoltato un po’ di musica,e molto probabilmente era rientrato quando lei non avrebbe potuto sentirlo.
Ma non era lì.
La stanza era stranamente in ordine ed era piena di oggetti che non appartenevano lontanamente alla ragazza.
Si avvicinò cauta alla scrivania del padre. Quella stanza fungeva da studio e per l’occasione da camera da letto.
C’erano vari dischi di Chris Brown,delle figurine,un paio di cuffie ed uno strano quaderno.
Presa da una strana curiosità,lo sfogliò avidamente.
Nella prima parte del quaderno c’erano strani disegni. Molto probabilmente dei tatuaggi.
Emma passò lentamente e con timore le dita su quei disegni. L’inchiostro nero con il quale erano impressi nella carta li facevano sembrare maledettamente realistici.
Sembravano quasi in rilievo.
Scorrendo le pagine,c’erano dei ritratti e dei disegni più conformi e reali.
Nella prima pagina erano raffigurate tre figure femminili. Tutte avevano il viso colorato di un rosa ambrato. Come la pelle di Zayn.
Tutte sorridevano a colui che probabilmente stava facendo loro il ritratto.
Nelle altre pagine erano presenti altri volti della stessa sfumatura del rosa. Tutti sorridenti e somiglianti a Zayn. Ma il disegno che impressionò particolarmente Emma,fu quello di una ragazza.
La ragazza in questione aveva lunghi capelli sciolti sulle spalle. Gli occhi coperti dalle mani e le labbra incurvate in una smorfia seria.
Era impaurita ma allo stesso tempo incredibilmente calma.
Qualcosa le diceva che in quella fotografia c’era lei,ma non riusciva a capire di cosa avesse paura.
«Cosa stai facendo?» Emma si girò di scatto facendo cadere il quaderno sul pavimento.
Zayn la guardava inespressivo dall’uscio della porta.
Era vestito interamente di nero e puzzava terribilmente di fumo.
«Perchè puzzi di fumo?»
«Perchè evidentemente fumo. Ma tu» ringhiò Zayn,avvicinandosi pericolosamente ad Emma «Cosa ci fai nella mia stanza?»
«Si da il caso che non sia la tua stanza finquando sei ancora in casa mia» ribattè Emma «E poi ti cercavo»
Zayn la guardò sorridente «E mi cercavi in un quaderno?»
Emma fece per rispondere ma Zayn fu richiamato da Ed,giù in salotto.
Il ragazzo gli schioccò un bacio sulla guancia e scese velocemente,seguito da Emma indignata da quel gesto.
«Ciao sorellina!» esclamò Ed,correndo ad abbracciarla«Io vado ad un incontro e viene anche Zayn. Non aspettarci alzata»
Zayn la guardò quasi intimorito,poi ritornò vuoto ed inespressivo come sempre.
Emma guardò il fratello scandalizzata ma lui si diresse fuori casa,lasciandola sulle scale con Zayn.
«Perchè vai anche tu?» mormorò Emma tremolante. Ciò che ne faceva Zayn della sua vita non le importava,ma stranamente aveva paura di lasciarlo andare con il fratello.
Zayn le rivolse un ultima occhiata,senza bisogno di parole. Cerco di infonderle sicurezza e di farle capire che tutto sarebbe andato bene,prima di chiudersi la porta alle spalle.
Emma ritornò nella sua stanza. Si avvolse nelle coperte e cercò di addormentarsi,consapevole del fatto che un brutto presentimento si faceva largo nei suoi pensieri.





 



 

Yeah!
Cacchio siamo già al sesto ed io non ho ancora concluso nulla in questa storia :/
No dico,avete sentito l'annucio dei ragazzi? *cherazzadidomande*
Se non sento ''Live while we're young'' entro il fine settimana.. penso morirò.
In Usa non si può sentire una minchia fino al primo settembre MUHAHAHAH
potere a noi uu
Comunque passiamo al capitolo.
Se proprio devo essere sincera,ho riso un casino rileggendo la parte di Sophie.
E' stracotta.
E ho anche avuto un po' di paura quando Zayn ha detto che sarebbe uscito con Ed.
Cioè.. gli incontri di box clandestini non sono uno scherzo eh!
La cosa bella è che io so quello che succedera e voi no.
Like a boss.
La smetto di sclerare e vi lascio esprimere le vostre opinioni che è meglio.
Ricordatevi di passare per la storia di 
zellie. *che mi aveva promesso di aggiornare oggi,giuro che ti picchio*
Ne vale davvero la pena.
Poi se volete cagare anche la mia cacchina,passate di 
qui

Ho ricevuto poche recensioni che esprimessero il parere sul nuovo banner di questa storia,quindi l'ho rimasto invariato.
Facciamo così.
Ve lo rimetto,così mi fate sapere.
Mi raccomando uu
Ho anche aggiornato prima solo per voi uu
*In realtà perchè era già pronto HAHAHA* no vabbè,solo per voi.
You're special.
Fatevi sentire. Un bacio ♥
-A


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Capitolo 7
*** VII ***


≈I hear the beat of my heart getting louder whenever i'm near you    

     



VII

 
 


Dei passi pesanti in corridoio fecero sobbalzare Emma,risvegliandola da incubi misti di dolore,botte e la ragazza con le mani sul viso.
Quel disegno l’aveva colpita particolarmente e non riusciva a cancellarlo dalla sua mente.
In un certo senso era inquietante e maledettamente misterioso.
Si alzò di scatto e si diresse verso la porta,lasciata semi aperta. Voleva assolutamente sentire quando sarebbero ritornati a casa. Si voltò verso l’orologio sul comodino e notò che erano le quattro del mattino.
Ed le avrebbe prese di santa ragione questa volta.
Nonostante le avesse raccomandato di non restare sveglia,era comunque sua sorella e non poteva sparire fino al mattino seguente.
Aprì del tutto la porta cercando di sembrare calma e guardò verso la rampa delle scale.
Si avvicinò lentamente per poter vedere chi fosse nel salotto ma non vide nessuno.
«Cosa fai ancora sveglia?»
Quando sentì la voce calda e preoccupata di Zayn si voltò di scatto ed incrociò gli occhi del ragazzo,che nonostante la penombra,brillavano in un modo magnifico.
Cerco di osservarlo meglio e solo in quel momento ammise a se stessa che Zayn era davvero bello.
La luce lunare che proveniva dalla finestra della sua stanza,risaltava I suoi occhi
Luminosi e profondi,che ora la scrutavano dettagliatamente.
Emma si recompose e si avvicinò furiosa «Ti sembra questo l’orario di tornare?»
«Non sei mia madre. Fatti gli affari tuoi» ringhiò Zayn.
Emma non riusciva a capire. Lei si preoccupava di ciò che sarebbe potuto accadere e lui la aggrediva. Per di più pochi secondi prima le era sembrato anche preoccupato del fatto che lei fosse ancora sveglia.
Emma battè il piede sul parquet del corridoio indignata,puntando un dito contro il petto di Zayn.
Quando toccò la magliettà ritrasse subito la mano. La stoffa della maglia era lacerata in quel punto e c’era un grande taglio sul petto di Zayn.
«Cosa è successo?» chiese preoccupata,con gli occhi sbarrati.
Aveva un brutto presentimento e sapeva che non sarebbe dovuto andare all’incontro.
In quei pochi giorni che era rimasto a casa sua,Emma aveva conosciuto una parte del carattere di Zayn.
Aveva capito che era un tipo testardo e maledettamente cocciuto.
Zayn si rabbuio di colpo ed abbassò lo sguardo verso il pavimento del corridoio. Emma lo guardò un ultima volta e poi lo trascinò in camera sua. Lo fece sedere sul letto ed accese la luce del bagno personale.
La luce scoprì un livido nero sull’occhio destro ed un altro taglio sulla guancia.
Emma scosse la testa e prese le medicazione,sotto lo sguardo di Zayn intento a guardarla.
In effetti non si poteva non guardarla. Emma aveva dimenticato di indossare la vestaglia ed ora girava per casa solo con la maglia a maniche lunghe dei Ramones gentilmente regalata dal fratello qualche anno prima,che arrivava a metà coscia lasciando scoperte le gambe lunghe e magre.
Quando Emma si rese conto che lo sguardo di Zayn vagava sul suo corpo,si sentì terribilmente in imbarazzo e cercò di abbassarsi la maglia più che poteva,con scarsi risultati.
Prese la confezione dei cerotti,l’ovatta ed il disinfettante e si sedette al fianco di Zayn.
Lo guardo prima di iniziare a medicarlo. Era messo male,ma nonostante tutto era comunque bellissimo.
Abbassò lo sguardo quando quello del ragazzo divenne insostenibile e prese a tamponare la ferita sul petto.
Non riusciva a lavorare con I fili della maglia che continuavano a posarsi sul taglio.
«Togliti la maglia» gli ordinò senza guardarlo in viso,rimanendo con il batuffolo di ovatta a mezz’aria.
Senza replicare,Zayn si tolse la maglietta sporca e la lasciò cadere sul pavimento mostrando il petto scolpito.
Emma divenne improvvisamente rossa in viso e nonostante la luce del bagno illuminasse fiocamente la stanza da letto,sentì una risata impercettibile del ragazzo.
«Io non ci trovo niente da ridere» sbraitò Emma,riprendendo a picchiettare sul petto di Zayn.
«Come sei permalosa e suscettibile,miss perfezione»
Emma alzò lo sguardo e lo incrociò con quello divertito di Zayn «Si da il caso che tu non sia nella posizione adatta per parlare. Guarda come ti sei ridotto! Tu e mio fratello siete due irresponsabili,stupidi ed incosc.. ma dov’è mio fratello?»
L’ultima parte della frase suonò in modo allarmante ed Emma scattò in piedi. Solo ora aveva ricordato che con Zayn c’era anche suo fratello e che non l’aveva visto rientrare.
Zayn non rispose subito ed Emma lo strattonò per le spalle,preoccupata «Dove cazzo è mio fratello?»
«E’ a casa della sua ragazza.Stasera ha scommesso troppo e uno lo ha sfidato. Non è andata come volevamo ed è finite tutto in botte. Lui ha avuto un pugno nello stomaco e mi ha detto di chiamare Celine per farci accompagnare a casa»
«Perchè diavolo non è venuto a casa,allora?»
Zayn si alzò di scatto «Ma ti sei vista? Sembri una belva. Critichi sempre tutti ed hai sempre da ridire. Ogni cosa che facciamo è sempre sbagliato. Ogni cosa che fanno gli altri è sempre sbagliato. Quello che fai tu è tutto giusto e perfetto. Giustamente sei tu quella che ha tutto sotto controllo,quella precisa e con la vita perfetta. La tua vita è una merda e la verità e che non riesci a lasciarti il passato alle spalle. Vivi sempre nell’ombra di scoprire cosa c’è al di fuori dei tuoi schemi.»
Ogni parola di Zayn era stata una pugnalata dritto al cuore di Emma.
Aveva colpito nel segno e non poteva negarlo. Aveva capito tutto.
Aveva capito i suoi timori e le sue paure nascoste. Era riuscito ad entrare nel muro che piano piano s’era costruita intorno per non essere debole e ferita.
«Fuori da questa stanza» sibilò Emma. Le lacrime erano pronte. Le sentiva calde e pungenti agli angoli degli occhi.
Sarebbe scoppiata tra pochi istanti.
Zayn non si mosse e cercò di avvicinarsi alla ragazza «Emma,io..»
«Vai via » urlò in preda alle lacrime. Spinse Zayn fuori dalla stanza sperando che uscisse anche dalla sua vita.
Aveva devastato tutto e soprattutto l’aveva resa debole.
Si lasciò cadere contro il muro e si portò le mani al viso. L’incubo peggiore di quella notte fredda si stava avverando e la ragazza con il viso coperto si stava impossessando del suo corpo.
Le mani proteggevano la ragazza dal mondo che la circondava. Aveva sempre avuto paura di affrontarlo direttamente e Zayn le stava facendo crollare tutte le protezioni lentamente.
Si abbandonò ad un pianto. Le lacrime non rigavano da tempo il suo volto ed ora era una liberazione.
Senti un peso dietro la porta ed intuì che molto probabilmente Zayn era rimasto vigile per controllare stesse bene.
Ma ormai le forze per mandarlo via erano svanite e decise di spazzare via quei pensieri una volta per tutte.
Si ranicchiò in un angolo e incatenò la testa fra le ginocchia.
Per la prima volta dopo un anno,Emma si stava lasciando andare.



******************************************************************************************************************



«Bella donzella,sveglia. E' giunta l'ora delle valigie»
Emma si alzò sui gomiti ed aprì lentamente gli occhi. Dopo poco riuscì a mettere a fuoco l'immagine di un Harry troppo pimpante per i suoi gusti.
Infondo erano solo le sette ed un quarto del venerdì mattina e lei..
«Harry ma sei demente» scattò in piedi e ricoprì velocemente il letto con la coperta «Perchè sei venuto così tardi?»
Harry ridacchiò «Non ti allarmare bella. La partenza è stata spostata alle nove e noi abbiamo circa due ore a disposizione per la tua doccia,i tuoi bagagli ed i tuoi complessi»
Ammiccò e lei grugnì qualcosa di incomprensibile. 
Nei giorni seguenti la sfuriata di Zayn,il ragazzo aveva sempre cercato di scusarsi con Emma ma lei aveva prontamente evitato ogni contatto quel ragazzo.
In verità,la sua presenza la metteva ancora più a disagio e già il fatto che ci fosse anche lui in gita,la rendeva particolarmente nervosa.
Entrò in bagno e si richiuse la porta alle spalle.
Aprì l'acqua calda e si fece massaggiare dal getto della doccia. Amava sentire l'acqua scorrere lentamente sulla sua pelle.
Le rilassava i muscoli e la faceva sentire bene.
Iniziò ad insaponarsi i capelli e a lavarsi il corpo. Improvvisamente sentì un tonfo provenire dalla sua stanza.
«Harry non toccare niente che non ti appartiene» urlò. 
Finì di lavarsi ed uscì dalla doccia,coprendosi con un asciugamano. Raccolse i capelli in una coda scomposta ed usci dal bagno.
La scena non era delle migliori.
Harry aveva fatto cadere la valigia dall'armadio e di conseguenza anche ciò che c'era all'interno. 
«Non dovevi prendere questa valigia,Harry» si lagnò Emma,raccogliendo i pupazzi sparsi sul pavimento.
In quella valigia aveva custodito tutto ciò che le apparteneva quando era piccola.
«Perchè hai quella faccia,Emma?» chiese Harry preoccupato,mentre si metteva a sedere sul letto.
Emma lasciò cadere un pupazzo nella valigia e sospirò. Vedere tutti quegli oggetti l'aveva turbata. Tutto le ricordava la madre e lei non avrebbe voluto essere triste di nuovo.
«Ho questa faccia perchè evidentemente è tardi» sbuffò Emma.
Harry rise «Per me va bene anche questo abbigliamento» disse malizioso.
Emma alzò gli occhi al cielo e gli lanciò un pupazzo nello stomaco,ordinandogli di mettere tutto in ordine e di prendere la valigia rossa in alto a destra.
Ritornò in bagno e si asciugò i capelli.



«Hai preso i fazzoletti?»
Emma sbuffò e passò la borsa ad Harry che la mise in macchina «Si papà.»
«La protezione per gli insetti»
«Non avrei non potuto»
William si avvicinò all'orecchio della figlia «Hai preso quelle cose per le tue.. cose?»
«Papà!» sbottò indignata. Era quasi maggiorenne e sapeva benissimo cosa portare e cosa no.
«Volevo solo sapere. Sai non sarebbe bello avere una macchia del genere sul..» si giustificò,ma Emma bloccò prontamente il flusso di parole imbarazzanti del padre.
Aveva un bel rapporto con Harry,ma era comunque un ragazzo e certi discorsi non dovevano essere fatti in quei momenti.
«Ho preso tutto»
«Fa la brava!» raccomandò,schioccandole un bacio sulla fronte.
«Sono brava»
Abbracciò il padre e salì in macchina. Harry mise in moto ed accese l'aria calda per riscaldare l'ambiente.
«Zayn sarebbe dovuto venire con Niall e Sophie»
Emma sbuffò «Non m'interessa!»
«Come siamo aggressivi,dolcezza» Harry rise ed Emma cercò di trattenere un sorriso.
«Campeggio,stiamo arrivando!» urlò prima di schiacciare l'acceleratore e partire.
Tutto sarebbe andato bene. O almeno e quello che Emma sperava.







 

Yeah!
Ho dovuto aggiornare oggi,anche se il capitolo sarebbe dovuto arrivare il 31.
Ringraziate tutti maliksmile che mi ha chiesto gentilmente tutto.
In effetti mi ha chiesto cosa succedesse troppo nei particolari e per disperazione ho aggiornato.
HAHAHAHAH 
Sei sempre tu Giusi uu
Comunque devo dire che molto probabilmente è il capitolo più brutto/bello che io abbia mai letto.
Da una parte mi piace da impazzire.
Cioè Zayn con quella sfuriata,l'aria selvaggia,la maglia strappata e le lacrime di Emma *cc*
Però dall'altra non mi convince.
In ogni caso sono partiti - dopo qualche casino - ma sono partiti.
Resteranno solo Venerdì,Sabato e Domenica. çç
Ma succederanno un paio di cose ehehe *-*
Basta.
Ho notato che siete diminuite çç
Che brutto così!
Dai fatevi sentire. Spero che questo capitolo via sia piaciuto (yn)
Un bacio a tutte e fatevi sentire.
-A
 


Ps_ Ho lasciato il primo banner perchè l'avete preferito.
Quindi .. rimarrà quello :) 

Wan't you to make me feel like i'm the only girl in the world
passate qui,è un altra mia storia. ;)

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Capitolo 8
*** VIII ***


≈I hear the beat of my heart getting louder whenever i'm near you    

     



VIII




Emma ed Harry arrivarono alla stazione e si diressero all’imbarco numero nove,dove l’intera scolaresca partecipante li aspettava.
Era una gita riservata solo a quelli degli ultimi due anni ed Harry e Sophie ne prendevano parte abitualmente.
Emma iniziò a sbuffare impercettibilmente imprecando di tanto in tanto. Harry se ne accorse e le sorrise.
«Ti prometto che andrà tutto a meraviglia» la rassicurò. Emma lo guardò in cagnesco.
«Spero per te che non ci sia nessun insetto mortale o qualche orso bruno in agguato o puoi definirti già morto»
Harry sghigniazzò e diede il cinque a Niall,che intanto li aveva raggiunti. Il biondo sorrise ad Emma e si offrì di portarle il bagaglio.
Emma guardò soddisfatta Niall prima di porgergli la sua valigia e poi si rivolse ad Harry.
«Queste sono le buone maniere che fanno della mia amica la ragazza più fortunata del mondo»
Harry sbuffò «E’ un ruffiano»
Entrambi risero ed Emma cercò una chioma corvina tra la folla. Doveva assolutamente sapere dove era Zayn per evitarlo.
Sobbalzò quando una mano calda si posò sulla sua spalla destra. Si girò lentamente cercando di apparire calma e sperando che non appartenesse al ragazzo.
Ma ovviamente era lui.
La guardava preoccupato. Le sue occhiaie erano evidenti e spaventose ed inoltre aveva lasciato incurato l’accenno di barba che ora risultava più evidente sul mento.
Anche in quella situazione e in quelle condizioni,Zayn era maledettamente perfetto.
Emma era scolvolta e preoccupata,ma non avrebbe dovuto lasciarlo a vedere. Doveva essere dura e fredda più che mai.
Zayn non avrebbe dovuto trapassare il suo limite di protezione più del dovuto. Si era spinto già troppo.
Scostò con un gesto secco la mano del ragazzo dalla sua spalla e lo guardò inespressivo.
«Cosa vuoi?»chiese.
«Parlarti e chiarire» disse atono. Emma si accorse che come sempre,c’era un velo di inespressività e durezza nella sua voce.
Probabilmente aveva capito le intenzioni di Zayn: Stava giocando al suo stesso gioco.
Non poteva però correre via ad ogni ostacolo. Prima o poi avrebbe dovuto affrontarlo e questo lo sapeva bene.
Si stava dimostrando infantile ed incosciente. Ed inoltre così lo induceva a capire che avva vinto e che soprattutto,aveva ragione.
Notò una di quelle cabine che solitamente erano usate per coloro che avevano il treno in ritardo e la indicò con un cenno del capo.
Zayn annui e si diresse in quella direzione,sotto lo sguardo indagatore di Harry,Niall e Sophie.
Emma si fermò un attimo dagli amici prima di raggiungere Zayn «Dobbiamo ‘’chiarire’’.Aspettatemi prima di salire sul treno,ok?»
Annuirono e lei si diresse verso la cabina dove Zayn era appena entrato.
Appena varcò la soglia,Zayn la spinse delicatamente in avanti e si mise davanti la porta,per chiuderla a chiave.
Quando Emma sentì la toppa della serratura scricchiolare,capì che Zayn l’aveva chiusa lì dentro.
O meglio. Li aveva chiusi li dentro.
Quello spazio non era tanto grande. Era minuscolo ed angusto. Massimo avrebbe potuto contenere un paio di persone.
«Perchè hai chiuso?» chiese indispettita la ragazza.
Zayn la guardò «Non usciremo di qui finchè non avrai accettato le mie scuse»
«E sentiamo»esordì Emma «Scusa per cosa? Per essere tornato alle quattro del mattino,completamente graffiato e mal ridotto?Per avermi offeso brutalmente solo per essermi presa cura di te?Per aver urlato senza senso e soprattutto fuori di te stesso?Scusa per questo?»
Stranamente mantenne un tono calmo e pacato. Le parole risuonarono ancora di più taglienti per Zayn,che solo in quel momento capì che forse era stato troppo diretto quella sera.
Si avvicinò lentamente alla ragazza,che cercò di trattenere le lacrime. Erano state una botta troppo dura e tagliente per lei,sentire ciò che era in realtà.
Aveva sempre cercato di nascondere quel lato di se ed ora era arrivato Zayn senza preavviso nella sua vita e stava sconvolgendo tutto.
Le alzò il mento abbassato e puntò il suo sguardo in quello della ragazza. Si abbassò lentamente verso di lei e raggiunse la sua fronte.
Ci posò un lieve bacio e poi la scontrò con la sua fronte,senza mai far staccare i loro sguardi.
«Scusami» sussurrò .
Emma trovò estasiante l’alito fresco di menta infranto sul suo viso. La vicinanza di Zayn la portò ad osservare i suoi lineamenti diritti e raffinati.
«Scusami se ti ho detto quelle cose. Scusami se le ho pensate. Scusami per essere stato irresponsabile e stupido. Maledettamente stupido. Non ero in me.»
Emma si fece scivolare lentamente quelle parole nel cervello,ascoltando attentamente il suono melodioso della voce di Zayn.
Solo dopo notò che,nonostante si fosse allontanato,le loro mani erano ancora intrecciate.
Le guardò per un attimo e notò che combaciavano perfettamente. Erano unite in un modo meraviglioso ed erano la cosa più bella che avesse mai visto.
Per quanto volesse ancora tenere il broncio,avrebbe dovuto perdonare Zayn.
Voleva perdonare Zayn.
Gli sorrise più sinceramente possibile e strinse la presa sulla sua mano.
«Scusami anche tu per averti mandato via in quel modo.»mormorò.
In un attimo Emma si trovò fra le braccia di Zayn. Le braccia forti e calde di Zayn che l’avevano avvolta in un abbraccio mozzafiato.
Improvvisamente la ragazza sentì un brivido scuoterle la schiena ed un calore interno.
Come un fuoco acceso. Un fuoco assolutamente inaspettato.
Impaurita da quelle sensazioni nuove,si staccò rapidamente dalla presa di Zayn e per rassicurarlo gli sorrise.
Si diresse fuori dallo stanzino e raggiunse gli amici,giusto in tempo per salire sul treno.
Prese posto vicino Sophie,in un’ala privata del treno,destinata al viaggio degli alunni.
Aprì velocemente il finestrino e di nuovo l’aria invernale di metà Novembre le investì il viso.
Il treno prese a muoversi e lei si sporse ancora di più ,osservando quella stazione che non avrebbe visto per tre giorni.
Non ritirò la testa quando l’aria,spostata dalla velocità del treno,divenne pungente ed insopportabile.
Sperava che almeno quel vento potesse scacciare via quelle sensazioni.
                                       
***
 
«Preparate le tende nell’aria apposita. Quella sulla destra. Ci vediamo tra due ore vicino al falò. Mi raccomando,state vicini» urlò la professoressa Espburn,in un tentativo assolutamente inutile di richiamare l’attenzione dei ragazzi in gita.
Harry cingeva i fianchi di Emma con le braccia. Sophie e Niall erano spariti ed Elisabeth continuava a stringere un Zayn altamente infastidito.
Emma sorrise a quella visione. In realtà provava un po’ di compassione per Zayn.
«Ragazza curiosona,sei gelosa?» sussurrò Harry,all’orecchio di Emma. La ragazza si divincolò dalla presa e gli diede uno schiaffo sulla spalla.
Harry mugolò e si massaggiò la parte schiaffeggiata. Emma ridacchiò.
«Cosa ti fa pensare che io sia gelosa?»
«Il fatto che quando lo guardi ti si illuminano gli occhi» spiegò Harry.
Emma arrossì violentemente. Ma perchè arrossiva? Non c’era niente per cui essere in imbarazzo.
Ma le parole di Harry le risuonarono maledettamente veritiere.
Tossicchiò «Emh,professoressa?Precisamente con chi siamo in coppia?»
La Espburn rivolse di nuovo l’attenzione ai ragazzi,nascondendo velocemente una bottiglietta di vetro luccicante. Tutti risero impercettibilmente.
Evidentemente sconvolta non capì cosa stesse succedendo,ma quando Emma la incitò con un segno del capo,ricordò che non aveva ancora dettato le coppie.
«Certo Boyle. Allora..» recuperò la lista delle coppie dalla borsa e si schiarì la voce «Styles e Payne»
Harry battè il cinque con Liam Payne,un ragazzo simpatico e gentile del quarto anno. Emma aveva provato a fare amicizia con Liam,qualche anno prima,ma aveva scoperto che era timido e solitario,nonostante fosse fidanzato con la Peazer.
Danielle Peazer,oltre ad essere la ragazza di Payne,era anche una delle ochette-schiave di Elisabeth Jonhson.
Povera ragazza.
Emma la conosceva bene e sapeva che non era fatta della stessa stoffa acida e presuntuosa,tipica delle cherleeader.
«Peazer e Jonhson» seguiì la professoressa «Malik ed Horan. Ma dov’è Horan?»
Emma divenne improvvisamente nervosa quando incrociò lo sguardo indispettito della professoressa.
Zayn accorse in suo aiuto «Lui e la signorina Leyghton sono andati a prendere la legna per il falò»
Emma mimò un ‘’grazie’’ e Zayn le sorrise.
«In ogni caso..» continuo la professoressa «Boyle e Leyghton ed infine Jonhes e Stuart»
Emma ringraziò il cielo ed il buon senso della professoressa,in quell attimo di lucidità per aver messo insieme lei e Sophie.
Almeno non avrebbe dovuto dividere la tenda con Elisabeth.
Vide un frusciò di capelli biondi e si diresse a passo spedito verso l’amica,visibilmente arrossata e confusa dalla situazione.
«Dove sei stata?» chiese autoritaria all’amica,che sobbalzò. Sophie cercò di aggiustarsi I capelli velocemente e di abbassare lo sguardo.
Emma sorrise «Sto scherzando. Dai montiamo la tenda!»
 
 
 
 
«Ma che fine ha fatto la professoressa?» chiese improvvisamente Danielle.
Erano tutti disposti intorno al falò,impegnati a mangiare la carne comprata da Liam ed Elisabeth nel supermercato distante due chilometri.
Qualcuno avrebbe pur dovuto fare la spesa,ed essendo stati i primi a terminare l’opera con la tenda,s’erano offerti volontari.
Certo il campeggio era sinonimo di natura,selvaggina e pesca. Ma sinceramente nessuno di loro avrebbe preferito rimanere a casa per una malattia non riconosciuta.
Montare la tenda era stato abbastanza facile. E gli sguardi di Zayn avevano divertito Emma,facendo passare il pomeriggio rapidamente.
Forse chi non s’era tanto divertito era stato Harry,che molteplici volte aveva combattuto con le corde della tenda.
«Si starà tracannando un altro po’ di wisky» rispose atono Harry,addentando un altro pezzo di carne «Direi che meglio di così non può andare!» esclamò,massaggiandosì la pancia e lasciandosi andare sul tronco che avevano disposto.
Emma guardò l’orologio e notò che erano le undici passate. Colpì Sophie con il gomito e le mostrò l’orario.
«Forse è giunto il momento di andare a dormire. Domani ci aspetta un escursione» puntualizzò Sophie,provocando una marea di lamenti.
Sbuffò «Poi domani mattina quando non vi alzerete,non dite che ve l’avevo detto!»
«Potremmo organizzare una festa!» esordì Harry ma Emma lo fulminò con lo sguardo.
«Potresti aspettare almeno a domani per una festa,non credi?»
Harry grugnì e si alzò,seguito dagli altri.
Si sentirono molti ‘’buonanotte’’ ed Emma improvvisamente iniziò a sentire freddo. La temperatura era improvvisamente calata ed il campeggio era diventato meno accogliente.
Entrò nella tenda e si girò,ma non trovò Sophie.
Guardò fuori dalla tenda e si accorse che una figura alta e snella si dirigeva verso di lei.
«Cosa ci fai qui,Malik?»
Zayn sorrise «Piacere mio di vederti!»
La scostò dall’entrata e si sedette su uno dei sacchi a pelo che c’erano nella tenda. Si strinse nella coperta e mandò un bacio volante ad Emma,che era rimasta all’entrata della tenda,visibilmente sconvolta.
«Cosa ci fai qua! Dovresti essere nella tua tenda!» disse troppo sonoramente. Zayn si alzò di scatto e le tappò la bocca con la mano.
«Non urlare! Niall mi ha implorato di far venire Sophie nella sua tenda. Lasciali vivere!» spiegò.
Emma corrugò le sopracciglia «Mi ha minacciato di buttare tutti i flaconi di gel per capelli!»
Emma aggrottò ulteriolmente la fronte e Zayn sbuffò «Non faranno nulla.promesso!»
La ragazza si stese sul suo sacco a pelo e rivolse le spalle a Zayn. Si rigirò nella coperta sperando che il freddo potesse andare via ma sentì solo altri brividi.
E la vicinanza di Zayn non aiutava.
Il ragazzo si stese vicino a lei ed avvicinò il suo sacco a pelo a quello di Emma,facendoli combaciare. Strinse il fianco di Emma con un braccio ed appoggiò il suo mento sulla sua spalla.
Il calore del corpo di Zayn la fece smettere di tremare ed Emma non potè non trovare quella vicinanza maledettamente appagante.
«Vuoi avere un pugno nello stomaco,Malik?» minacciò lei,provocando le risate di Zayn.
«Buonanotte» mormorò Zayn,senza lasciare la presa.
Per quanto la situazione fosse strana,Emma non se la sentì di controribattere e si addormentò tra le braccia di Zayn.
Emma dovette ammettere a se stessa che non aveva mai provato sensazione migliore.







Yeah!
Sono ritornata. Cioè sono passati solo pochi giorni da quando ho aggiornato l'ultima volta.
Solo che il capitolo era pronto e Giusi e Vincenza *Vi ammazzerò* mi hanno espressamente chiesto di aggiornare.
Dire minacciare è troppo brutto uu
In ogni caso ecco il capitolo.
Insomma.. emozionante,no?
C'è anche la Peazer HAHAHAHAH no.
Non sapevo chi aggiungere e la vedevo bene nelle cheerlader. Quindi..
Aniuai,hanno fatto pace *c*
Cioè Zayn è tipo qualcosa di diabetico. Perchè mio fratello non ha un amico del genere çç
Può darsi che c'è l'abbia,ma potrà avere minimo sette anni.
No alla pedofilia! No a Caroline Flack.
Scusate,ma sono giunti i miei giorni e dovrei anche studiare. Pff,certo!
Avevo da dirvi na'cosuccia. Ah si.
Tipo che siete diminuite? çç Cioè siete pochissime ultimamente.
Per questo non volevo aggiornare,però vi amo lo stesso. uu
Un bacio. Fatevi sentire,mi raccomando.
-A ♥

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Capitolo 9
*** IX ***


≈I hear the beat of my heart getting louder whenever i'm near you    

     



IX



Emma aprì lentamente gli occhi,incontrando la luce del sole.
Il tessuto verde militare della tenda faceva trasparire i raggi del sole che si andavano ad infrangere sul viso della ragazza.
Si alzò senza far svegliare Zayn e riposizionò il suo braccio al suo posto.
Quella notte aveva dormito sogni tranquilli e non si era svegliata nemmeno un secondo per controllare che nessuno entrasse nella tenda o che ci fosse qualche insetto nei suoi capelli.
La presenza di Zayn era rassicurante e soprattutto gradita.
Rispetto alla sera precedente,la tenda emanava un calore gradevole ed Emma chiuse gli occhi per gustarlo meglio.
Puntellò sui gomiti e si girò verso il ragazzo. I raggi solari del mattino illuminavano il viso di Zayn,mostrandone la parte migliore.
Il viso rilassato e calmo lo rendeva ancora più bello. L’accenno di barba gli conferiva un aria più adulta e vissuta,ma allo stesso tempo si coordinava perfettamente con il resto del viso.
I suoi occhi castani e liquidi erano chiusi e riposavano dolcemente. Emma scese con lo sguardo più in basso.
Il collo non era tanto grande,ma allo stesso tempo era raffinato e muscoloso.
Il braccio destro era ancora allungato verso Emma,posizione in cui era rimasto per tutta la notte. Quello destro era posato sul petto.
I muscoli dello stomaco e della pancia erano perfettamente curati . Segno che Zayn si allenava constantemente.
Il petto si alzava e si abbassava al ritmo dei respiri regolari.
Zayn era perfetto.
Era forse il più bel ragazzo che Emma avesse mai visto e tutto ciò la spaventava.
Non perchè fosse qualcuno di una bellezza immensa,ma perchè sarebbe potuta cadere ai suoi piedi in ogni attimo.
«Buongiorno dolcezza» mormorò Zayn,aprendo leggermente le palpebre per rivolgere uno sguardo divertito ad Emma,che improvvisamente aveva cambiato la direzione dello sguardo.
«Buongiorno a te» disse dolcemente. Infondo come avrebbe potuto vederla mentre lo stava osservando.
Zayn improvvisamente si alzò e gli schioccò un bacio sulla guancia. Emma sorrise.
«Non credere che tutti questi baci ti faranno vincere. Ti voglio ricordare che c’è ancora una scommessa in corso!» disse la ragazza divertita,alzandosi ed aprendo la tenda per guardare al di fuori di essa.
Il sole era ancora alto e dovevano essere le sei circa. Non c’era ombra ancora di nessuno.
Zayn si sbattè una mano sulla fronte e sospirò. «Hai proprio ragione. Ti stavo per lasciar vincere»
Emma sbarrò gli occhi e si girò verso il ragazzo sconvolta. In che senso la stava lasciando vincere.
Zayn notò lo sguardo sconvolto di Emma e la raggiunse. Ovviamente la superava di circa sette centimetri e dovette abbassarsi per raggiungere l’orecchio.
Emma rabbrividì.
«Non preoccuparti Emma. Non sono ancora geloso di te»
Prese la sua giacca e ritornò nella sua tenda,per svegliare Niall e Sophie.
Emma restò sul uscio della tenda in piedi. Le parole di Zayn l’avevano spiazzata.
Non era ancora gelosa di lei.
 
 


«Oggi faremo un’escursione per salire su quella montagna laggiù,vedete?» esclamò la professoressa,avvolgendosi nella sciarpa di lana.
Le condizioni climatiche erano variate nel giro di tre ore e faceva molto più freddo rispetto alla mattina.
Emma rabbrividì,nonostante avesse un paio di maglioni ed il cappotto a proteggerla.
Harry invece,era tutto pimpante dalla mattina ed era troppo eccitato per quell’escursione in montagna.
O come la definiva lui ‘’la parte migliore del campeggio’’
«Sarà bellissimo.» esclamò «Ho scoperto che nei paraggi ci sono anche altre scuole e che probabilmente anche loro oggi saliranno in montagna. Immagina Emma. Scuola,ragazze.. il paradiso insomma»
Emma sbuffò e gli diede uno schiaffetto dietro la nuca «Andiamo và,dongiovanni»
La ragazza si affiancò a Sophie e le accarezzò il braccio.
«Traditrice di un’amica che non sei altro,cosa hai fatto stanotte?» le chiese divertita. Sophie si girò con gli occhi sognanti ed abbracciò l’amica con energia,rischiando di farla cadere dal cammino abbastanza ripido.
Emma rise «Fiocco di neve,contieni l’euforia e raccontami cosa è successo dai»
Si allontanarono di poco dal gruppo e raggiunsero la fine della fila. Sophie si ravvio la sciarpa e prese a parlare.
«Quando Zayn è venuto ad avvisarmi che Niall voleva dormire con me,ho subito pensato che volesse arrivare al sodo. Certo sai bene che per me sfortunatamente non è la prima volta.»
Emma annui e le fece segno di continuare.
L’anno prima Sophie era andata in vacanza dal padre,in Francia. I suoi genitori erano separati e lei si divideva le festività.
Per quell’anno aveva deciso di passare le vacanze estive con il padre e quelle invernali con la madre a Londra.
Iniziò ad uscire con della gente del posto e tutti i giorni li passava con quella comitiva. Arrivato il quindici di Agosto,decisero di organizzare una festa sulla spiaggia con un falò.
L’alcool scorreva a fiumi e qualcuno aveva portato anche delle sigarette,che erano fatte di tutto tranne che di tabacco.
L’unico ricordo di Sophie dopo mezzanotte era stato un letto sconosciuto,una macchia di sangue sul lenzuolo e delle lacrime subito dopo.
«In ogni caso fu l’esperienza più brutta della mia vita e non ho voglia di parlarne» sospirò e si fermò un attimo. Emma le passo la mano dietro la schiena,per confortarla.
Non è una cosa bella essere sfruttata quando si parla della prima volta.
«Comunque ero terrorizzata. Anche perchè non mi ricordo nulla di cosa si provi in quella situazione. Niall era seduto nella tenda e mi aspettava ansioso. Gli ho spiegato tutta la situazione senza dargli il tempo di parlare. Insomma,sono partita come una furia. Come sempre!»
«E lui?»
«E lui non aveva intenzione di fare un bel niente,tranne che passare la notte con la sua ragazza!» la voce di Sophie era un misto tra vergogna ed esaltazione.
Emma non diede peso alla figura che aveva fatto l’amica. Gli occhi le brillarono ed abbracciò Sophie.
«Sei la sua ragazza! Capisci. La sua ragazza Sophie!»
«Porca miseria,lo so!» urlò,fra le sue braccia.
Non c’è felicità migliore che quella provata dalla tua migliore amica.
 
 


 

***

 
«Non ci saremmo dovuti allontare così tanto,Zayn!» sbraitò Emma.
Avevano perso la loro comitiva ed ora non sapevano dove andare. Maledetto Zayn e le sue idee temerarie.
«Ti ho detto che questa è la strada giusta» rispose Zayn a tono,cercando di farla calmare. Ma Emma sbatteva I piedi nella sabbia come se stesse pestando scarafaggi.
«Zayn sei un idiota!»
«Però tu sei venuta con me!» puntualizzò il ragazzo.
Emma alzò gli occhi al cielo «Sono dettagli»
«No sono cose che contano!» rispose Zayn «Saresti potuta rimanere con Sophie»
«Ti voglio ricordare che era occupata con Niall e poi la professoressa ci ha detto di stare vicini,in quanto caposquadra»
Zayn sorrise maliziosamente «Ed ovviamente hai trovato l’occasione giusta per stare vicina ad un ragazzo stupendo come me. Si lo so,non fare complimenti.»
«Non preoccuparti terrorista» disse Emma,con un velo di acidità nel tono di voce «Non oserei mai reputarti stupendo.Ma come fai ad essere così lunatico?»
Zayn corrugò la fronte e si fermò «In che senso lunatico?»
«Ieri eri tutto carino e cordiale ed oggi sei fastidioso come sempre!» sbottò,fermandosi anche lei di colpo.
Zayn aprì la bocca e la richiuse subito dopo.
Emma non ebbe nemmeno il tempo di sorridere che cadde rovinosamente in una buca profonda almeno una ventina di metri.
Zayn urlò e si diresse al buco della caverna. Ma la neve era troppo scivolosa in quel punto e Zayn si ritrovò a volteggiare nel nulla.
Dopo pocò cadde sui piedi,riuscendo a giostrare la situazione.
Emma era dolorante a terra e si teneva con le mani il ginocchio,ormai sanguinante.
Quella gita si stava rivelando un disastro.






 

Yeah!
Oggi sono particolarmente gasata,sul serio.
Ho sostenuto l'esame orale di greco (çç) e non ho sbagliato nemmeno una virgola.
E' scivolato insomma *c*
Quindi posso ritenermi ufficialmente promossa. Il che significa studio,studio ed ancora studio.
Il che implica più tempo per scrivere capitoli e meno frequenza nel postarli
I'm sorry t.t
Ieri notte ho messo appositamente la sveglia alle due e venti per guardare i VMA's ed alla fine,oltre al fatto che Justin non c'era e che nel complesso non sono stati un granchè
e che Mtv ha tagliato quasi tutta la diretta.
I ragazzi non hanno cantato LWWY -.-''
Quindi ho perso ore preziose del mio sonno a guardare per l'ennesima volta One thing. 
Fa nulla *c*
In compenso ho potuto guardare Louis che ieri sera,era letteralmente il sesso.
Per non parlare di Zayn tutto vestito nero e di Niall,e di Liam ed Harry.

Basta.
Comunque,ho notato che le recensioni stanno diminuendo a vista d'occhio.
Sto diventando noiosa? çç
Ci tengo davvero a questa storia,e voglio che la amiate anche voi.
In ogni caso spero vi facciate sentire. E se avete un po' di tempo passate anche qui,per l'altra mia storia su Harry ormai giunta a metà dell'opera.
Un bacio e fatevi sentire.
-A

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Capitolo 10
*** X ***


≈I hear the beat of my heart getting louder whenever i'm near you    

     



X



«Come stai?» esclamò Zayn preoccupato,avvicinandosi ad Emma.
La ragazza si teneva il ginocchio sanguinante ed iniziò a piangere per il dolore. Nella caduta aveva sbattuto con l’osso contro un ramo sporgente nella neve.
«Mi fa terribilmente male il ginocchio e l’o-osso della s-schiena» disse,singhiozzando. Oltre al dolore del ginocchio s’era aggiunto quello della schiena. Cadendo da venti metri era plausibile che si fosse fratturata qualcosa.
Zayn iniziò a cercare qualcosa nel suo zaino da viaggio e ne tirò fuori una sciarpa. L’avvolse intorno il ginocchio di Emma per fermare il flusso di sangue.
Il dolore non cessò,ma almeno non era esposto all’aria fredda di quel posto.
Emma si strinse ancora di più nella sua giacca ed iniziò a tremare violentemente. Zayn si tolse la giacca e gliela posizionò sulle spalle.
Emma lo guardò «No,tienila tu»
Ma Zayn rimase la giacca dov’era. Allora la ragazza cercò di muovere le spalle e la scrollò di dosso.
«Non fare l’idiota,Emma. Tieni la giacca!» le ordinò il moro,alzando la giacca dalla neve e scrollandola. La riposizionò sulle spalle di Emma.
«Perchè hai messo solo una maglietta?Perchè devi morire di freddo? Io sto bene!» esclamò Emma. Aveva ormai smesso di piangere e il sangue aveva finito di scorrere,lasciando però la ferita aperta.
Zayn non rispose e si calò verso il ginocchio di Emma. «Dobbiamo tagliare il pantalone della tuta,o prenderà infezione»
Emma scosse la testa «Non ci penso proprio! In quel caso morirei davvero di freddo» sbottò.
Zayn la guardò torvo e si passò una mano fra I capelli per mantenere la calma.
«Emma» mormorò avvicinandosi a lei e prendendole una mano «Prenderesti infezione. E’ comunque una ferita aperta e tenere lo stesso pantalone che hai usato durante la scalata,tra cadute e germi,non è un ottima mossa»
In effetti il ragionamento di Zayn,come sempre,non faceva una piega.
«Odio quando hai ragione» grugnì Emma e Zayn sorrise. Riprese a trafficare nello zaino  e ne cacciò un pantalone maschile di almeno tre taglie in più.
Zayn lo mostrò alla ragazza «Devo metterti questo»
«No,no e no» urlò Emma «Mi spoglio da sola e tu non guarderai!»
Zayn le sorrise «E come farai a spogliarti con una schiena dolorante ed un ginocchio malandato?»
Emma sbuffò e sbattè I pugni sulla neve. Zayn le si avvicinò e cercò di sbottonarle il pantalone.
Emma scansò le sue mani con uno schiaffo «Questo lo so fare anche io!»
Si sbottonò il pantalone. Zayn prese I bordi e tirò lentamente il pantalone giù,scoprendo le gambe lunghe della ragazza.
Emma avvampò e Zayn deglutì silenziosamente,distolse subito lo sguardo e cercò di fare il più in fretta possibile.
Quando il ragazzo sfiorò la pelle di Emma,sentì un brivido percorrerle la schiena. Zayn alzò gli occhi verso di lei e senza smettere di guardarla,le infilò il pantalone.
Le mise una mano dietro il sedere e la alzò lentamente,aiutato dalla ragazza che puntellò sui gomiti.
Erano a pochi centrimetri di distanza e la tensione si poteva tagliare in due con un coltello.
Quando però Zayn ebbe finito di vestirla,non si allontanò. Scostò la mano dal sedere della ragazza e salì sulla schiena,massaggiandola lentamente.
Emma sentì le forze abbandonarla quando Zayn iniziò a percorrerle la schiena con le lunghe dita.
Arrivò alla nuca a prese ad accarezzarle I capelli. Gli sguardi erano ancora incrociati e nessuno dei due aveva voglia di terminare quel gioco.
Zayn avvicinò lentamente il viso della ragazza al suo fino a quando le fronti non si toccarono.
«Se non vuoi che accada,fermami» la intimò Zayn,riprendendo a guardarla intensamente negli occhi.
Emma temette di essersi persa in quella distesa nocciolata e profonda che erano gli occhi di Zayn. Temette di non poter più rivedere la luce.
Ma soprattutto temette di provare qualcosa che andasse oltre l’odio. Qualcosa di maledettamente inverso e surreale.
Temette di non poter fare a meno del suo viso. Delle sue labbra. Del suo tono caldo e pacato,ma allo stesso tempo sensuale.
Annui e portò una mano nei capelli corvini di Zayn,poco sopra della nuca. Gli accarezzò I capelli come non aveva mai fatto.
Li trovò stranamente familiari. Ogni parte del suo corpo stava diventando una droga.
Una droga strana e pericolosa. Non riusciva a fare a meno di toccarlo,di guardarlo e di assaporarlo,anche solo con lo sguardo.
La mano di Zayn tremò nei capelli di lei,quando la ragazza annui flebilmente ed in modo quasi impercettibile.
Non voleva assolutamente che lui andasse via e che quel momento potesse essere rovinato.
Zayn appoggiò lievemente le sue labbra a quelle di Emma ed un fremito gli pervase il corpo. Come una scarica elettrica. Di quelle che ti emozionano e ti sconvolgono.
Iniziò un bacio casto,solo di labbra. Emma chiuse gli occhi per assaporare l’essenza di tabacco e menta delle labbra di quel ragazzo.
Zayn riusciva a sentire il sapore delle frittelle,sfumato da quello del dentifricio.
Era estasiante.
Quando però chiese il permesso,inumidendole le labbra con la lingua,il cellulare di Zayn prese a squillare.
Si staccarono con uno scatto,entrambi imbarazzati.
‘’Cosa stava succedendo?’’pensò Emma. Non era sicuramente da lei lasciarsi andare in quel modo.
E soprattutto con Zayn.
Non avrebbe mai dovuto ripetere un’azione del genere.
Anche se le sarebbe piaciuto da morire.
 
 

 ***

 

«Malik,potrebbe spiegarmi gentilmente com’è che è andata la storia?» disse la professoressa Espburn,visibilmente irritata.
Grazie alla chiamata di Harry,erano riusciti a rintracciare i ragazzi ed era stata chiamata la protezione alpina per recuperarli.
Emma era stata portata all’ospedale più vicino per essere medicata,ma aveva bisogno di cure specifiche per controllare la situazione e sarebbe dovuta tornare a casa al più presto.
Zayn sbuffò «Professoressa,per l’ennesima volta. Io e la signorina Boyle ci siamo allontanati per esplorare il paesaggio..»
La professoressa sospirò irritata «Certo.. il paesaggio!»
«In ogni caso» Zayn si schiarì la voce e continuò a parlare,cercando di non urlarle in faccia «Emma è caduta in quella specie di grotta o cosa diavolo era!»
«Moderì il linguaggio,signorino!» lo ammonì.
Zayn si stava arrabbiando,ma non poteva sfuriare con una professoressa. Harry arrivò dietro le spalle del ragazzo e gli diede una pacca ,per calmarlo.
«Professoressa,Emma è nella auto che abbiamo affittato» esordì Harry,guardando prima Zayn e poi nuovamente la professoressa.
«Ci vorrebbe qualcuno che la accompagnasse. Io non posso lasciarvi qui..»
«La accompagno io» si offrì Zayn,riavviandosi lo zaino in spalla. Prese il portafogli dalla tasca posteriore del pantalone e mostrò un foglio «Ho preso la patente due mesi fa.Posso farcela,non si preoccupi»
Dopo un attimo di esitazione,la professoressa lasciò andare Zayn e gli consentì di accompagnare Emma a casa.
 
 

Arrivati in ospedale,Zayn accompagnò Emma direttamente nella sua stanza. Nessuno dei due parlò durante il viaggio.
Emma si addormentò appena Zayn mise in moto. Il ragazzo di tanto in tanto si fermava per controllare che stesse bene e per guardarla.
Non aveva mai visto niente di più bello.
L’espressione che assumeva,dormendo,era la cosa più dolce e rilassante che avesse mai visto in vita sua.
Inoltre quando non lo istigava,era ancora più bella.
Aprì la porta della stanza e le diede una mano ad alzarsi. La accompagnò fino al lettino e la alzò per farla stendere.
Quando tutto fu apposto,si avviò verso la porta. Zayn si girò a guardarla.
«Grazie Zayn» esclamò senza guardarlo.
Zayn sorrise «Di niente piccola»
Stava per uscire quando Emma lo richiamò. Lui richiuse la porta e si avvicinò.
«Potresti fare un controllo anche tu» gli suggerì.
Zayn scosse la testa «Io sono apposto,non preoccuparti troppo per me» esclamò divertito e malizioso allo stesso tempo.
Il tempo della dolcezza era svanito di nuovo,lasciando posto all’eterna battaglia dei due.
Emma grugnì «Non mi preoccupo per te!»
«Non eri di questa opinione giù in quel dirupo,qualche ora fa!» la stuzzico Zayn,avvicinandosi.
Emma lo guardò sconvolta «Non mi è nemmeno piaciuto!»
Zayn le prese il mento con due dita. Le lasciò un bacio all’angolo della bocca e si stacco lentamente.
La guardò negli occhi «Bugiarda» sussurrò.
La salutò un’ultima volta con un cenno della mano e si chiuse la porta alle spalle.
Emma si portò instintivamente le mani alla bocca,dove il bacio di Zayn si era posato. Si lasciò cadere sul lettino e sospirò pensierosa.
Sentiva ardere quel punto e stranamente le piaceva.
 




 
Yeah!
Ho aggiornato presto eh! amatemi.
No è solo che ho scoperto che Martedì ho l'esame di Inglese ed inoltre Venerdì inizio la scuola.
Punto della situazione - Sono ancora a zero.
Davvero. Sono spacciata çç
Non so davvero come continuerà la storia,quando sarò morta. Avevo scritto i capitoli fino al decimo ma adesso siete fregate.
Vi dovrò lasciare. I'm sorry!
In ogni caso,qualcuno si è baciaaaaaaaaato. Questa cosa mi fa tanto Delfina in Flor o.o
Io odio flor.
Comunque parliamo del capitolo. A me è piasssciuto. Cioè si sono basssciati.
Ridete finchè potete donzelle,perchè una mezza idea di cosa succederà io ce l'ho :)
Malefica ON.
In ogni caso vi lascio con questo link (basta cliccare su questo. Genio '.') per la mia nuova storia in corso,che parla sempre di Jawakoso,ma con tematiche più dure.
Mi farebbe davvero piacere se passaste. So che ho altre due in corso,ma la aggiornerò meno frequentemente.
Soprattutto grazie mille DAVVERO per le recensioni allo scorso capitolo.
io vi amo.
Ah e @zellie se stai leggendo,sappi che se non aggiorni immediatamente,vengo fino a casa tua e mi rubo il tuo computer.
Pff u.u Spero che l'università stia andando bene. ;)
Un bacio a tutte e passate da Zayn,mi rrraccomando.
Fatevi sentire,sempre.
-A

 

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Capitolo 11
*** XI ***


≈I hear the beat of my heart getting louder whenever i'm near you    

     



XI
 




Emma si puntellò sui gomiti e si alzò lentamente dal lettino. Scese con cautela e si mise le scarpe.
La porta si spalancò con un botto,lasciando una visione di Sophie trafelata dall’affanno.
La ragazza la guardò e spalancò gli occhi.
«Emma Boyle,cosa diavolo stai facendo!» tuonò,avvicinandosi velocemente e spostandola con uno scatto sul lettino.
Emma le sorrise «Mi sto mettendo le scarpe,cosa ti sembra?»
«Sei piegata in due e non è ok! Ok?» la fulminò Sophie,chinandosi e mettendosi a gattoni per allacciarle le scarpe sportive.
Emma sbuffò sonoramente e si passò una mano fra i capelli,che avevano necessariamente bisogno di una lavata.
«E’ passata ormai una settimana,e mi sento rinata!»
Non era del tutto vero. Non si sentiva completamente rinata.
Le parole di Zayn le rimbombarono ancora più sonore nella testa e la fecero isolare dal mondo esterno.
L’avevano torturata per una settimana intera. Una lunga settimana durante la quale Zayn non si era fatto nè sentire nè vedere.
In effetti c’era rimasta male. Anzi malissimo.
Non vedere i suoi occhi profondi e scuri l’aveva resa una persona malinconica. Necessitava di sentire la sua voce calda e profonda. Sentiva il bisogno di litigare con lui e di sperare che prima o poi le sue labbra soffici si sarebbero riscontrate con le sue.
Lo schiocco delle dita di Sophie la distolse dai suoi pensieri e scosse la testa,cercando di allontanarli il più possibile.
Erano passati notti duranti le quali aveva cercato di capire quale sentimento provasse verso quel ragazzo.
Ancora odio?simpatia?rancore?indifferenza?
Ma sapeva benissimo la risposta esatta. Una risposta che la tormentava.Una risposta che lei avrebbe voluto fosse stata sbagliata.
Lei provava attrazione verso quel ragazzo,e non poteva fare niente per nasconderlo ancora.
«Cos’hai?» chiese Sophie,facendosi posto sul lettino e prendendole la mano. Il suo sguardo preoccupato fece mettere a disagio Emma.
Aveva sempre parlato di tutto con lei. Era un libro aperto. Ed infondo non c’era stata nessuna che l’aveva capita meglio di Sophie.
Emma sospirò «Niente»
Sophie sorrise e si riavviò i capelli dietro l’orecchio «Oh andiamo Emma!» la ammonì,sorridendole ancora «Non puoi dire niente,quando nei tuoi occhi si legge perfettamente che sei turbata da qualcosa! Sai bene che a me puoi dire tutto. Davvero!»
Emma cercò di guardare fuori dalla finestra. Ormai l’aria londinese era diventata grigia e cupa. Era quasi arrivata la fine di Novembre ed il ballo scolastico si avvicinava inesorabile.
Ripuntò il suo sguardo in quello di Sophie,che non aveva smesso un secondo di guardarla. Vi trovò sincerità e quel pizzico di familiarità che le era mancato.
Nonostante le continue visite del fratello e del padre,Emma sapeva che qualcosa non stava andando per il verso giusto.
Vedeva sempre qualcosa di negativo nel loro sguardo. Qualcosa che si avvicinava alla preoccupazione. Ma nonostante le insistenti domande,nessuno le aveva mai risposto.
«Come sta Zayn?» domandò a Sophie.
La ragazza si rabbuiò improvvisamente e distolse lo sguardo,iniziandosi a torturare le mani.
«Emma io..»
Le alzò il viso con due dita «Perfavore Sophie,dimmi come sta Zayn!» la implorò.
«Gli operai hanno concluso i lavori e Zayn è tornato a casa sua. Ed gli ha offerto il suo aiuto per aggiustare le sue cose,ma ha rifiutato gelido. Inoltre non si fa vedere a scuola da un paio di giorni e tuo fratello non lo sente molto frequentemente.»
Emma scattò in piedi e prese la sua roba,sotto lo sguardo indagatore di Sophie.
Zayn era andato via. Aveva lasciato la loro casa ed era scomparso nel nulla.
Ed Emma non riusciva a capire se fosse stata colpa sua. Se le sue parole in qualche modo l’avessero ferito. Se avesse fatto qualcosa di sbagliato.
Se il motivo per cui non parlava con i suoi amici era soltanto lei.
Si avviò seguita da Sophie,verso la macchina e nel viaggio non aprì bocca. Fu silenziosa anche quando aprì la porta di casa e non vi trovò nessuno.
Salì le scale aiutandosi con le stampelle,e raggiunse la ormai vecchia camera di Zayn.
Toccò la porta con la punta delle dita e la trovò maledettamente fredda e distante.
Nonostante fosse solo una porta,Emma si sentì male.
Male nel dover ammettere che Zayn non avrebbe più condiviso il suo stesso corridoio.
Non avrebbe percorso più i suoi stessi passi.
 
 

 ***

 
 
Emma sobbalzò quando una mano pesante si posò sul suo fianco. Girò lentamente il capo e si scontrò con due iridi verdi,che le sorridevano.
«Buongiorno splendore!» esclamò Harry,posandole un bacio sulla guancia. Emma sorrise flebilmente e posò i libri nell’armadietto.
Si resse sulle stampelle ed aiutata da Harry,imboccò il corridoio. Si guardò intorno nella speranza di scorgere nuovamente la cresta corvina di Zayn,ma dovette riabbassare lo sguardo delusa.
Quella mattina Zayn era ritornato a scuola,con una bruttissima cera. Harry aveva parlato con Sophie,e le aveva detto che era stato di poche parole.
Inoltre aveva cercato di evitarla per tutta la giornata.
Emma si sentiva vuota,delusa ed amareggiata. Niente l’aveva mai distrutta come il comportamento di Zayn.
E proprio non riusciva a capirlo.
Prima era così premuroso con lei. L’aveva in un certo senso salvata. Ma soprattutto l’aveva baciata.
L’aveva baciata in un modo così particolare,che era rimasto impresso nella mente di Emma.
Un ricordo che non sarebbe andato via facilmente. Un bacio indelebile.
Un bacio maledetto,regalato da una persona che ormai evitava anche il suo sguardo. Le sue parole e le sue attenzioni.
Senza rendersene conto,avevano varcato la soglia della mensa e migliaia di occhi s’erano improvvisamente voltati nella sua direzione.
Non era la prima volta che tutti la guardavano in quel modo. Aveva passato momenti peggiori dopo la morte di sua madre.
Ma colse nello sguardo di qualcuno,un misto tra paura e preoccupazione.
«Harry» mormorò,cercando di richiamare l’attenzione del riccio. Harry si girò verso di lei e la guardo interrogativa,incitandola a continuare.
«Perchè tutti mi guardano così?»
Harry deglutì «Dovresti sapere una cosa..»
Non ci fu il tempo di parlare che una mano tesa richiamò l’attenzione di Emma.
Alzò lo sguardo e notò che due occhi azzurri la scrutavano divertiti. In effetti quella ragazza che ora le sorrideva non era tanto male.
Se non fosse stato per il fatto che avesse un quintale di mascara sugli occhi e che la faccia fosse ricoperta da un velo spesso di fondotinta.
Emma doveva ancora capire se avesse il corpo cadaverico o la faccia troppo abbronzata.
Ma la cosa che la preoccupava di più non era il suo aspetto.
No affatto.
Era la sua mano intrecciata a delle dita troppo scure. Delle dita della stessa sfumatura caramellata della quale lei era attratta.
Le dita che appartenevano al ragazzo che la stava ignorando da quella mattina.
«Io sono Perrie,sono nuova. Molto piacere!» squittì la bionda,tendendo nuovamente la mano ed incitandola a stringerla.
Ma l’attenzione di Emma era rivolta totalmente al ragazzo moro,che guardava insistentemente il pavimento.
«Cosa significa Zayn?» sibilò quasi impercettibilmente. Perrie spostò lo sguardo dalla ragazza a Zayn e poi ritornò a sorridere ad Emma.
«Ah vi conoscete?» chiese ancora sorridente,mentre Zayn continuava a non guardare nessuno. «Io e Zayn stiamo insieme»
Fu in quel momento che Zayn alzò lo sguardo ed incrociò quello di Emma,che si riempiva lentamente di lacrime.







Ho paura a scrivere Yeah!
Il solito Yeah che apre il mio spazio autrice çç
Morta ragazza del suditalia tragicamente la sera del 16/09/2012. Si pensa ad un omicidio,commesso da delle lettrici imbestialite.
HAHAHAAH
domani misà che il mio giornale reciterà queste parole.
In ogni caso parliamo del capitolo. In realtà ho paura.
Mancava un pizzico di Perrie,ed eccovi accontentate :) Sono spiritosa,eh!?
Comunque avete scoperto che Zayn ha una relazione. E nonostante ciò ha baciato Emma.
Ebbbbè,ragazzo! Hai sbagliato.
Ma non temete. Se avete trovato questo capitolo triste,non potete immaginare la prima parte del prossimo capitolo.
Ps- Ho aggiornato presto eh uu. Penso di non poter aggiornare per un po' anche perchè dovrei scrivere i capitoli delle altre due mie storie in corso (
this and this)
E sinceramente ho l'ispirazione a zero. Poi si aggiungono anche i compiti che iniziano ad assegnare. E stiamo punto ed a capo.
Insomma una merda.
Cosa ne dite di farmi sapere com'è andato questo capitolo,lasciandomi una recensionina?
Andiamo,al nono capitolo ci sono state ben nove recensioni. Ed allo scorso solo quattro?
Mi fate deprimere çç
Inoltre voglio ringraziare non so chi,per aver segnalato la mia storia fra le scelte. 
Grazie,davvero. Sarebbe un sogno *c*
Un bacio a tutte e fatevi sentire,mi rrraccomando.
-A



Vi va di leggere questa One Shot deppprimente su Niall,che ho postato un po' di tempo fa? Mi farebbe piacere cosa ne pensate!
Basta cliccare
qui :)

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Capitolo 12
*** XII ***


≈I hear the beat of my heart getting louder whenever i'm near you    

     



XII

 



Io e Zayn stiamo insieme
Insieme come una coppia.
Insieme come due fidanzati.
Due ragazzi innamorati.
Due ragazzi che devono stare insieme. Uniti dal loro amore. Senza dar conto alle altre persone.
Emma sentì le parole di Perrie rimbombare milioni di volte nella sua mente. Sentì le lacrime pizzicarle gli angoli degli occhi. Vide davanti a se tutto annebbiato.
La mensa intera ormai era zittita e l’attenzione era rivolta al gruppetto che s’era formato all’entrata.
«Ho bisogno d’aria» sussurrò impercettibilmente ,prima di lasciare la presa sul braccio di Harry e reggersi ancora su una sola stampella.
Voltò le spalle,guardando sprezzante Zayn,per poi dirigersi fuori dalla mensa.
L’aria era ormai diventata troppo pesante.
Si diresse nel giardino e si lasciò cadere contro un albero,lasciando che le lacrime cadessero libere. Che si sfogassero.
Erano rimaste dentro per troppo tempo ed Emma ne aveva abbastanza.
Raccolse tutti i suoi ricordi peggiori e li cacciò via con quelle lacrime salate,che rigavano il suo viso ancora rosso di rabbia per la notizia.
Zayn era fidanzato. Zayn l’aveva usata. Zayn non era nulla.
Ma soprattutto Zayn non ricambiava e non avrebbe mai ricambiato i suoi sentimenti. La dura e maledetta verità ora le risultava più chiara.
Ormai tutto era venuto a galla e se non sarebbe stato scoperto ora,prima o poi sarebbe saltato fuori.
Guardo in alto e notò che il cielo era diventato ormai cupo. Si ranicchiò nella felpa della divisa scolastica e solo in quel momento sentì calore.
Il calore che le mancava da un bel po’. Un calore che la faceva stare bene.
Lo stesso calore che le avevano portato le mani di Zayn in tenda,quella notte al campeggio. Lo stesso calore che le aveva trasmesso giù al dirupo,con le mani delicate dietro la sua schiena.
Lo stesso calore che da un tempo indeterminato,condivideva con un’altra persona che non era lei.
Non riusciva ancora a capacitarsi di ciò che aveva fatto. Di ciò che aveva fatto a lei.
Era entrato nella sua vita come un mare in tempesta,scombussolandola completamente e stravolgendola.
Voleva solo che ora ne uscisse di soppiatto,senza far rumore. Senza che se ne accorgesse.
Che scivolasse via,il più lontano da lei. Come d’altronde,tutte le persone che le avevano voluta bene.
Tutti andavano via prima o poi e questo Emma lo sapeva.
Il rumore di passi pesanti la distolse dai suoi pensieri. Si spinse ancora di più verso l’albero e si alzò il cappucciò in modo tale da nascondere le lacrime.
Notò che però due scarponi le si erano posti davanti agli occhi e che una persona era in piedi davanti a lei.
«Mi dispiace» mormorò una voce. Anzi,quella voce. La voce che Emma non avrebbe più voluto sentire.
La voce che apparteneva a Zayn,l’ultima persona che avrebbe voluto vedere.
Zayn non ricevendo risposta,si sedette sull’erba semibagnata dalle gocce che avevano preso a scendere.
Londra era così. Imprevedibile. Problematica. Tempisticamente perfetta.
Non c’era cosa migliore della pioggia che potesse esprimere il disordine dentro di Emma. Da una parte l’odio verso Zayn che si faceva sempre più ampio e spazioso,per i segreti e le bugie.
Dall’altra la voglia irrefrenabile e soprattutto inaspettata di prenderlo a schiaffi per poi curarlo. Curarlo con amore. Curarlo con i baci caldi e roventi di entrambi.
La voglia di ripossedere ancora le sue labbra. Di sentirle completamente sue.
«Mi dispiace davvero Emma. Io..» tentò Zayn,ma fu interrottò da Emma,che si voltò bruscamente.
Gli occhi ormai arrossati dalle lacrime,lo guardavano sprezzante. Non c’era altra emozione se non il disprezzo e l’amara delusione.
L’ennesima delusione.
«Tu» esclamò Emma,scuotendo il capo e sorridendo amaramente«Tu avresti fatto bene a startene dentro. A capire da solo ciò che hai fatto. Tu avresti dovuto dirmi tutto di te il primo giorno in cui sei entrato nella mia casa ed hai scombussolato tutto. Tu avresti dovuto riflettere prima di abbracciare Elisabeth il primo giorno di scuola e poi parlare per sparare una delle tue tante cazzate. E poi cosa Zayn,eh? Una scommessa. Direi geniale. Tu forse avresti dovuto chiedere ad Harry di dormire con lui mentre Niall e Sophie erano insieme in tenda. Tu avresti dovuto evitare di cadere nel burrone con me. Tu non avresti dovuto baciarmi lì sotto. Tu avresti dovuto parlare Zayn,ma di cose importanti. Avresti dovuto dirmi che sei fidanzato,prima di baciarmi e di sparire per una settimana. Ma non l’hai fatto Zayn,non l’hai fatto. E sai una cosa,non voglio essere una marionetta del tuo stupido teatrino. M’ero ripromessa di non essere fragile,Zayn. Di essere sempre e comunque me stessa. Ma poi sei venuto tu. Tu che hai rovinato la mia intera vita,che prima di te era felice. Tu che hai scombussolato tutto. E credimi,non te lo perdonerò mai»
Emma si appoggiò all’albero dietro di se e si rialzò in piedi. Recuperò la stampella senza incrociare lo sguardo di Zayn e si avviò verso casa.
Le gocce iniziarono a scendere lentamente e si infransero contrò il viso di Emma. Forse almeno quelle avrebbero potuto scacciare via una volta per tutte l’amarezza
 

***


Emma aprì la porta di casa,posando le chiavi sul comodino. Lasciò cadere la borsa in un angolo e si buttò sul divano.
Affondò la testa nel cuscino e cacciò un urlo.
Doveva sfogarsi e soprattutto doveva cacciare le sue emozioni. Renderle libere una volta per tutte.
Emma lanciò un’occhiata all’orologio sopra il camino e notò che segnava le quattro del pomeriggio.
Aveva vagato per Londra tutta la giornata,da quando aveva lasciato Zayn sotto l’albero,a pensare sui suoi errori.
Come se l’avesse davvero fatto.
Emma sbuffò e si rialzò,mettendosi a sedere. Si sfilò la felpa e rimase solo in canotta.
Improvvisamente vide la figura di Ed emergere sull’ultimo scalino. Il ragazzo la guardò scandalizzata.
«Cosa ci fai a casa?» le domandò,avvicinandosi e sedendosi sul divano.
Emma lo guardò. Non voleva parlarne con suo fratello. Non voleva rendersi completamente debole.
Stava sbagliando tutto,però.
Era fragile con coloro che avrebbero potuto farle del male. Era dura con coloro che avrebbero potuto donarle del bene.
«Niente. Sono uscita prima da scuola» mentì Emma,salendo in camera,seguita subito da Ed.
Si buttò sul letto e fece posto al fratello,che la seguì. Ed la guardò insistentemente. Aveva capito che qualcosa in quella ragazza non andava.
In fin dei conti era pur sempre suo fratello.
«Sei proprio sicura che è tutto ok?» incalzò Ed,dandole una piccola gomitata.
Emma gemette e corrugò le sopracciglia «Mi hai fatto male!»
Ed rise divertito e si alzò dal letto,guardando per l’ultima volta sua sorella.
«Per qualunque cosa,ci sono» le disse,sporgendosi in avanti per schioccarle un bacio sulla fronte.
Quel momento fraterno fu interrotto da un picchiettio,proveniente dalla finestra.
Entrambi si girarono e notarono un Harry troppo sorridente. Emma si alzò ed aprì le imposte,per mettere al ragazzo di entrare.
Corrugò la fronte «Cosa ci fai qui? Soprattutto tutto elegante?»
Emma squadrò Harry e notò che oltre al papillon,aveva anche il completo blu notte che stesso lei gli aveva regalato lo scorso anno.
I capelli ingelatinati ed una rosa rossa nel taschino,in completo contrasto con la giornata cupa e triste che si presentava al di fuori di questa stanza.
Emma si sporse e notò una scala. Sorrise
«Cosa sei venuto a fare?» chiese nuovamente,ridendo ed asciugandosi ciò che rimaneva delle lacrime con la manica della felpa.
Harry trafficò nella tasca dei pantaloni e ne cacciò due biglietti color bianco panna.
S’inginocchiò ai piedi di Emma e le porse uno dei bigliettini. Sorrise.
«Emma Boyle. Faresti l’onore di accompagnarmi al ballo d’inverno della scuola più penosa di Londra,per illuminare completamente la sala da ballo!?»
Emma sorrise «Sono talmente bella da illuminare la sala da ballo?»
Harry scattò in piedi,indignato «Parlavo di me!»
Emma sbuffò e gli buttò le braccia al collo. Potè giurare di aver sentito un ‘’patetico’’ da parte di Ed.
Almeno era successo qualcosa di positivo in quella giornata.






Yeaaaaaaaaaaaaaaaaaah!
I'm back!
Ja sono passati solo TRE giorni e ho già pubblicato.
Solo TRE giorni e ben SETTE recensioni.
Io. vi. aaamo!
Ma non tanto. Tantissimo,sul serio.
In effetti avevo questo capitolo già pronto e quindi perchè aspettare?
*Per la felicità di Giusi,che continuerà a chiedermi cosa succederà nei prossimi capitoli*
Ma non preoccupatevi.. NON NE HO LA PIU' PALLIDA IDEA çç
No sul serio,ora la mia ispirazione è a zero. Meno di zero. Sotto zerissimo.
Quindi non scandalizzatevi se fra ispirazione assente e compiti,non mi farò vedere per un  bel po'.
Adesso passiamo al capitolo.
La prima parte è orrenda,deprimente,brutta e triste. Lo so!
Vi avevo avvisate.
Ma poi esce Harry che salva sempre le situazioni.
Cioè ditemi.. non è un amore. Il mio amore bello *c*
*certo alessia,creditelo tu!*
In ogni caso io smammo,che dovrei fare ancora i compiti ! ODIO LA SCUOLA!
Mi raccomando,continuate ad essere attive e fatevi sentire. E soprattutto passate
qui *è un ordine*
E' la storia della famosa Giusi,la mia amante segreta. Davvero ne vale la pena.
Un bacio a tutte
-A

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Capitolo 13
*** XIII ***


≈I hear the beat of my heart getting louder whenever i'm near you    

     



XIII





«Emma»
Nessuna risposta. La ragazza continuò a correre per il corridoio,per quanto la stampella potesse permetterlo. Cercò disperatamente con gli occhi l’aula di chimica e la individuò con lo sguardo.
«Emma!» continuò il moro,affrettando il passo e raggiungendola.
Emma sapeva benissimo che scappare non era un comportamento maturo,ma di guardare Zayn negli occhi proprio non ne aveva voglia.
Non aveva voglia di sprecare il suo fiato con un traditore. Nè tantomeno averci qualcosa a che fare.
Ma sfortunatamente la mano calda ed ambrata di Zayn si era posata sulla sua spalla prima che potesse svoltare l’angolo.
Emma sospirò e lo degnò di uno sguardo.
Perchè?
Perchè quel ragazzo riusciva ad emanare una forza d’attrazione così potente verso di lei. Perchè quando erano nel bel mezzo di un litigio,doveva assumere quell’espressione compassionevole e rammaricata,che tanto l’ammaliava.
Ma soprattutto perchè le faceva quell’effetto. Si era categoricamente promessa di nascondere quella maledetta attrazione,che frutti positivi,alla fin fine,non aveva ancora portato.
Ma proprio non riusciva ad ostacolarla.
Maledetto bacio. Se non fosse successo niente in quel momento Emma non avrebbe dovuto impedire alle sue mani l’istinto di toccare l’accenno di barba sul mento di quel ragazzo.
L’istinto di abbracciarlo,stringerlo forte a se per ricevere ancora quel calore che aveva amato.
La voglia irrefrenabile di possedere ancora una volta le sue labbra rosee e piene.
«Cosa vuoi?» mormorò,senza evitare di nascondere una nota acida. Non poteva mostrarmi debole.
Ancora.
Zayn sospirò e si passò una mano fra i capelli corvini. Con l’altra cercò quella della ragazza,sfiorandola leggermente.
A quel contatto,Emma rabbrividì e per un attimo la sua pelle calda le fece dimenticare tutto ciò che era successo.
La temperatura corporea di quel ragazzo era assurda. Erano pur sempre gli ultimi giorni di Novembre,e l’inverno era iniziato da un bel po’.
Emma ritrasse subito la mano,fredda e lo guardò atona.
«Voglio solo parlare e chiarire!»
Emma ridacchiò amaramente «Quale concetto della frase ‘’non abbiamo niente da dirci. Non te lo perdonerò mai’’ non hai capito,l’altro giorno?»
Zayn provò a parlare ma la ragazza lo bloccò con un gesto secco delle dita.
Iniziò a guardarlo in un modo mai fatto prima. Il suo sguardo non esprimeva caos o disordine,niente di tutto ciò.
Non esprimeva rabbia o il malsano istinto di fargli del male,per averle rotto quell’estremità di cuore che le aveva donato.
Il suo sguardo era pieno di dolore. Pieno di rancore. Pieno di qualcosa che fece rabbrividire anche Malik.
«La cosa sai cos’è,Zayn? E’ che sei talmente egoista ed egocentrico che non ti sei reso conto di aver ingannato me,ma anche la tua ragazza.
Non ti sei reso conto delle tue azioni. Non ti sei reso conto di ciò che ti ho detto l’altro giorno. E te lo ribadirò,mio caro ragazzo.»
Emma sentì le guance andargli a fuoco e la forza abbandonarle il corpo. Le lacrime iniziarono a farsi sentire agli angoli degli occhi,ed erano pronte ad uscire inesorabili.
Nonostante non fossero le parole che avrebbe voluto dire in quel preciso momento,raccumulò la forza ed il coraggio che le erano rimaste e lo guardò dritto negli occhi.
«Io non voglio più vederti Zayn. Mai più»
Girò i tacchi ed incurante degli studenti che davano di gomito passandole accanto,si trascinò nella prima aula vuota.
Lasciò che i singhiozzi riempissero ancora una volta l’aria.
 
 

 ***

 

Emma stringeva tra le mani quella lettera,sperando che fosse tutto falso.
«Cosa significa esattamente ‘’periodo di riabilitazione’’,papà?» squittì al microfono del telefono,che teneva in mano.
I suoi occhi sbarrati ed increduli osservavano ripetutamente e dettagliatamente quel pezzo di carta che stringeva nella mano sinistra,sperando di trovare un errore di battitura o l’intestazione sbagliata.
Sperava in un segno. Sperava che quella cura per le sue gambe non appartenesse a lei.
Emma sentì suo padre sospirare «Emma lo so che sarà dura,ma tra due settimane potrai avere le gambe completamente apposto. Se solo potessi fare di più,lo farei. Ma sono solo un chirurgo plastico e per di più sono a chilometri di lontananza da te.»
Emma deglutì e chiuse gli occhi. New York non le era sembrata mai più triste e desolante. L’aveva sempre ammirata,sempre definita una delle città più belli del mondo.
Ma adesso tratteneva suo padre,lontano dai suoi problemi. Lontano da lei.
Proprio adesso che ne aveva bisogno più di ogni altra cosa.
Salutò frettolosamente il padre e riguardò il foglio,che segnava la data odierna. Compose un numero sul cellulare e lo portò all’orecchio,sperando che almeno sentisse la suoneria.
«Pronto?» Una voce roca ed impastata dal sonno le rispose lentamente ed Emma sorrise.
«Styles! E’ possibile che dormi alle tre e mezzo del pomeriggio?»
Sentì Harry sospirare «E’ possibile che tu chiami a quest’ora?» si lagnò,ma Emma non ci fece caso.
«Mi chiedevo se .. » incalzò lentamente,con una voce persuasiva ma fu fermata da un urlo di Harry.
«Qualunque cosa sia è no! L’ultima volta che mi hai chiesto un favore con una voce simile,ho dovuto camminare per i corridoi scolastici con minigonna e rossetto rosso. La Bowman del terzo anno,ancora crede che io sia gay!» urlò,scatenando le risate di Emma.
«Ma no! Mi chiedevo se percaso oggi alle cinque,potevi accompagnarmi alla riabilitazione del ginocchio. Sai non è ancora apposto del tutto..»
Harry proprio non se la sentì di controribattere,nè di rifiutare quindi si limitò a mugugnare un ‘’si’’ e a chiudere la telefonata.
 
 


 
Emma afferrò la borsa sul divano e lanciò un’ultima occhiata all’orologio,che segnava le cinque precise.
Richiuse la porta di casa dietro di se e guardò verso il vialetto. Il freddo gelido le si stampo’ sulla faccia come una furia,e dovette avvolgersi nella sciarpa bianca per evitare di prendere freddo.
Amava follemente tutto ciò che fosse freddo,bagnato ed invernale. Amava Londra e i suoi pomeriggi grigi,da passare su un divano in compagnia di una chiacchierata ed una cioccolata calda.
Ricordò quando sua madre spesso si sedeva ed ammirava per ore il passaggio al di fuori della finestra.

 
«Mamma,cosa stai facendo?» squittì una piccola bambina,dagli occhi grandi e castani e i capelli boccolati estesi per tutta la lungezza delle spalle.
Emma strinse ancora di più il suo orsacchiotto di peluche e si avvicinò a sua madre,guardandola con quei suoi occhi da cerbiatta.
La signora Boyle smise di guardare fuori dalla finestra e rivolse uno sguardo alla bambina,rimasta in piedi allo stipite del divano.
Battè una mano sul posto libero accanto a sè e la incitò a sedersi. Quando fu seduta iniziò ad accarezzarle i capelli,ritornando a guardare fuori.
«Guarda Em. Guarda quante gocce cadono sulla finestra. Ti piacerebbe essere una goccia?»
Emma guardò sua madre stupita «No!» esclamò
«E perchè?» le chiese a sua volta,voltandosi verso di lei.
«Perchè guarda!» indicò la finestra,dove una gocciolina si andava a schiantare sul davanzale «Guarda,quella gocciolina è caduta. Adesso è morta!»
La signora Boyle rise «Ma pensa.. la pioggia scende leggiadra come una farfalla. Silenziosa. Scende quasi di soppiatto,come se non ti volesse disturbare. Scende sulle teste di chiunque. Senza distinzione. Non le interessa se sei bianco o nero,grande o piccino,biondo o moro. Scende sulla testa di chiunque.
Di cani con o senza le medagliette,sugli alberi del viale e quello della montagna. E cade anche su di te. Pensa alla freschezza della goccia di pioggia. Alla libertà che infonde la pioggia. Pensa a quante cose belle,come rendere uguali tutti,fa la pioggia.
E vuoi saperla una cosa?»
Emma annuì energicamente con il capo e sua madre sorrise. Le baciò la fronte e poi la guardò.
«La pioggia non muore mai. Quando cade sulla testa di qualcuno,significa che il momento di insegnare ad essere uguali è arrivato. E quella persona,sarà una persona migliore»
Emma guardò nuovamente verso la finestra. Poi scattò in piedi e si avvicinò,portando la mano sul vetro.
Così fredda. Così bagnata. Così equa
Si girò nuovamente verso il divano e sorrise a sua madre «Mamma,penso che la pioggia mi piaccia!»
  
 
Il suono di un clacson la distolse dai suoi pensieri,facendola ritornare alla realtà. Ma il suono che aveva appena sentito non apparteneva alla vespa rossa del suo amico.
E nemmeno alla macchina vecchiotta di sua madre,che era solito usare nei giorni di pioggià.
Bensì proveniva da una Range Rover rigorosamente nera,parcheggiata nel suo viale.
Il suo proprietario aprì lo sportello dell’auto,mostrando un paio di pantaloni neri.
La maglietta grigio scuro,delineava perfettamente la linea dei muscoli e la giacca nera coordinata con i pantaloni,le dava un’aria più sportiva.
I capelli corvini perennemente sparati in una cresta alta e lo sguardo imbarazzato la scrutava dettagliatamente,per capire le sue emozioni.
Emma sgranò gli occhi incredula,finchè un filo di voce riuscì ad oltrepassare le sue labbra serrate.
«Zayn?»






Yeah!
Sono una santa. Amatemi!
Ho trovato il tempo di aggiornare,dopo solo tre giorni.
CIOE' TRE GIORNI!
amatemi. uu
Comunque penso che non mi farò davvero sentire per un po'. E la nostra famossissima Giusi ve lo può confermare.
Questa settimana non è stata impegnativa come pensavo.
Ma invece la prossima è davvero strapienissima.
Inoltre dopo questo capitolo,sinceramente non so davvero cosa far succedere.
Quindi scusatemi çç
Comunque,Emma ha deciso di non parlare categoricamente con Zayn,ma ovviamente ci sta male.
Inoltre la riabilitazione di due settimane per il ginocchio,che durerà fino al ballo probabilmente,l'ha buttata giù maggiormente.
Ed indovinate Zayn lo straffottente cosa fa?
Si presenta a casa di Emma per accompagnarla.
Cioè dico. Perchè quando mi sono scorticata il ginocchio a pallavolo,il massimo che ho avuto è stato il mio allenatore ultra quarantenne çç
Comunque,la mia parte preferita è stato il ricordo della madre.
Ed il vostro? :P
E' da un po' che avrei voluto chiedervi delle cose,quindi rispondete!uu
mi raccomando,italiane! Trendate 
#ItalyNeedsOneDirection che è importante.
Cioè facciamoci notare uu
Ultima cosa e me ne vado. Passate
qui per la mia nuova storia in corso su Zayn *molto spinta* e qui per quella della mia amica Giusi.
Ne vale la pena :)
Per le lettrici di ''Wan't you to make me feel like i'm the only girl in the world'' ,in cui il protagonista è Harry.
Mi dovete assolutamente scusare ragazze. E' solo che è un capitolo impegnativo il prossimo
E davvero ho mille idee e nessuna giusta da sviluppare. Scusatemi ancora T.T
Vi lascio con un bacio e mi raccomando fatevi sentire.
ps- grazie per le recensioni allo scorso capitolo. Siete magnifiche! E grazie ad un'altra segnalazione per l'inserimento di questa storia nelle scelte.
Io che non sapevo nemmeno come si facesse a votare. E poi ho scoperto che basta cliccare in alto,su ''Segnala per scelte''
Grazie,davvero
-A

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Capitolo 14
*** XIV ***


≈I hear the beat of my heart getting louder whenever i'm near you    

     



XIV





Emma chiuse velocemente gli occhi e poi li riaprì,sperando che avesse la febbre o le allucinazioni.
Zayn non poteva essere davvero sotto casa sua in quel momento. Non aveva bussato e non era lì per accompagnarla al centro di riabilitazione.
Era solo frutto della sua fantasia,che sfortunatamente produceva delle immagini simili a quel ragazzo.
Ormai era un tormento.
Quando però riaprì gli occhi e focalizzò il viale,Zayn era ancora lì e la guardava intimidito quasi imbarazzato dalla situazione.
Si avvicinò lentamente,nonostante lo sguardo sconvolto di Emma,passò una mano fra i capelli e le sorrise timidamente.
«Ehi!»
Emma iniziò seriamente a dubitare delle sue capacità linguistiche. O almeno le opzioni potevano essere due.
O lei si esprimeva male seriamente o Zayn era talmente ottuso da non capire nemmeno una parola di ciò che lei dicesse.
Fece per parlare,ma il ragazzo la bloccò e le afferrò prontamente le mani,intrecciandole con le sue.
Un brivido tracciò la schiena della ragazza,facendole abbassare lo sguardo.
«Lo so. So che mi hai espressamente chiesto di stare il più lontano possibile da te. So che non vuoi vedermi»
Emma sorrise amaramente «Pensavo non mi sapessi esprimere..»
«Però..» continuò Zayn,alzandole il viso e facendo incrociare i loro sguardi.
Dio quanto le era mancato quello sguardo. Quanto le era mancato guardarlo e perdercisi dentro.
Quanto le era mancato assaporare quella liquidezza.
Deliziarsi di quel calore.
«Permettimi di accompagnarti e di stare con te. Ti prometterò che non farò nient’altro che aiutarti con gli esercizi. Starò completamente muto,lo giuro»
Emma avrebbe voluto dirgli che non gli bastavano le parole quando c’era lui. Non le bastavano i suoni della sua voce quando c’erano i suoi occhi.
«Perchè Harry non è qui?» chiese solamente,allontanando la sua mano da quella di Zayn.
Il ragazzo rimase per un po’ interdetto,ma forse capì che per riottenere la sua fiducia sarebbe dovuto andare piano.
«Dice che ha il mal di testa e per questo ha chiamato me.. dai che facciamo tardi!» le porse la mano,incitandola a seguirlo.
Emma di tutta risposta lo fulminò con lo sguardo e si diresse lentamente verso la macchina,aiutandosi con la stampella.
Conosceva fin troppo bene i mal di testa di Harry.
 
 
 
 
Uno squillo. Due squilli. Tre squilli.
Inutile.
Harry continuava a non rispondere.
‘’Cosa c’è,piccola?’’
Emma sbuffò. Ebbe lo strano instinto di lanciare lontano quel telefonino,dove lampeggiava ancora il messaggio di Harry.
Per colpa sua aveva dovuto subire il quarto d’ora di traffico più imbarazzante della sua vita,in compagnia di Zayn e le sue carinerie.
Inoltre s’era offerto anche di aiutarla a scendere dall’auto e adesso era a compilare i moduli per la riabilitazione.
Insomma,un pomeriggio da ricordare.
‘’E bisogna chiederlo? Questa non te la perdonerò mai,Harold’’
‘’Non chiamarmi Harold che lo odio. E poi ti ho fatto un favore e sono rimasto a casa con il mio mal di testa’’
‘’Certo Harold.. il mal di testa!’’
‘’Smettila’’

Emma ridacchiò ‘’Sappi che mi sto solo vendicando. Lentamente,ma lo sto facendo!’’
‘’Ti ho fatto solo un piacere’’
Emma sgranò gli occhi ‘’ Sei serio?’’
La risposta non tardò ad arrivare.
‘’Se non fossi stato serio adesso non saresti con me,a fare quegli esercizi che ti snervano tanto? Perchè si,lo so benissimo che ti snervano e li odi.
Come so benissimo che provi qualcosa di più verso quel ragazzo. Come so che dentro quella caverna,lì sotto è successo qualcosa di più.
Che inoltre ti è piaciuto. Emma,ti conosco meglio di chiunque altro e so benissimo cos’è quel luccichio che appare nei tuoi occhi quando lo guardi. Quel sorriso meraviglioso che si dipinge sulle tue labbra quando lo vedi arrivare. Le parole che non riescono a comporre le tue solite frecciatine. So cosa provi per lui e ti sto spronando a perdonarlo.
Perchè devi perdonarlo
’’
Emma ripercorse il messaggio premendo molteplici volte su e giù sulla tastiera. Harry aveva capito tutto.
Ma forse tutti tranne loro avevano capito tutto. Ed era arrivato al momento giusto per farle aprire gli occhi.
Il suo cambiamento. La sua debolezza. I suoi pensieri.
Tutto conducevano alla stessa soluzione. Zayn le piaceva,e non poco.
‘’Ti odio’’
Ripose il suo cellulare nella borsa giusto in tempo prima di accorgersi della presenza di Zayn dietro di lei.
«Andiamo?» le tese una mano,che lei afferrò titubante mostrando un sorrisetto accennato.
Forse avrebbe dovuto perdonare Zayn.
Avrebbe dovuto farlo per il suo cuore.
 
 
 
Zayn tirò la gamba più su ed Emma buttò la testa indietro.
Quegli esercizi risultavano più difficile del previsto e il dolore alla gamba continuava ad aumentare.
Come se qualcosa pulsasse e le picchiasse incessentemente sul ginocchio. Un dolore lancinante.
Guardò fuori dalla finestra e si accorse che era tutto buio.
«Zayn che ore so..» ma la frase fu interrotta da un suo gemito. Emma s’era issata sui gomiti per chiedergli l’orario,ma aveva spostato il peso sulle gambe e il ginocchio le faceva ancora più male.
Zayn iniziò a massaggiarle il ginocchio e si avvicinò ulteriormente a lei,che non si ritrasse ma poggiò anche la sua mano vicino quella di Harry.
Il ragazzo la guardò e poi intrecciò la sua mano. Le loro dita combaciavano perfettamente,come se fossero state create per unirsi.
Per stare insieme.
«Ti fa male tanto?» sibilò,accarezzandole la guancia con l’altra mano.
Emma annui impercettibilmente,cercando di godersi quel tocco che sarebbe sparito fra un attimo. Insomma,Zayn era ancora fidanzato.
Era colui che le aveva mentito. Che l’aveva ingannata.
Ma era la stessa persona che le piaceva da morire.
Eppure la mano di Zayn non andò via. Anzi rimase in quella posizione per un bel po’ di tempo. Era lì ed era la cosa più importante.
«Adesso sono qui.. se vuoi non andrò più via. Te lo prometto»
Emma sorrise nel sentire quelle parole. Decise che era ora di andare,quando già tutta la sala si andava man mano svuotando.
Si alzò lentamente,cercando di non inciampare. Afferrò la sua borsa e la giacca e si diresse verso la porta.
Guardò indietro e vide che Zayn stava infilando la giacca. Le sorrise.
Si avvicinò e l’abbraccio. Il suo calore. Il suo profumo.
Emma inspirò cercando di stamparlo nelle sue narici per sempre. Ma inutile.
Era già lì.
«Scusa» sussurrò fra i suoi capelli,prendendo ad accarezzarli.
Emma sciolse l’abbraccio e lo guardo negli occhi.
Non aspettava altro che quelle parole.








Yeah!
i'm back.
questo capitolo è carino ja.
e per dirlo io,ce ne vuole.
sono scucciolosi assai questi due. E poi Harry *c*
posso amarlo? certo che posso uu
inanzitutto voglio assolutamente ringraziare le
OTTO persone che hanno recensito lo scorso capitolo.
le
CINQUECENTOTREDICI che l'anno visualizzata
le
MILLEOTTOCENTOTTANTADUE persone che hanno letto la storia dal primo capitolo.
ma in particolar modo le
SESSANTA che la preferiscono,le DIECI che la ricordano e .. le MILLECENTOUNDICI persone che la seguono.
Grazie,davvero.
non sono mai stata così fiera di voi. non ho mai amato così tanto!
Grazie davvero tanto!
Sarebbe un onore comparire nelle popolari,ma chiedo troppo e mi basta così HAHAHA
mi bastate voi,davvero ♥
lascio a voi i commenti di questo capitolo, e ringrazio Giusi che mi inserisce sempre nel suo spazio autrice.

sei l'amore,giù. ♥
Ultima cosa e vi lascio da sole.
Ho pubblicato queste due storie. Ci sono particolarmente legata.
Questa è su Zayn *tanto per cambiare* e tratta tematiche n'pò delicate. Se vi va passate.
Questa invece è su Niall. E' un rapporto MOLTO complicato, e mi piacerebbe sapere cosa ne pensaste.
Anche perchè è nuova nuova nuova nuova uu
davvero,ci tengo.
grazie in anticipo e ricordatevi .

KEEPFIGHTING.
per chiunque,noi ci siamo.
Un bacio e fatevi sentire.
-A

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Capitolo 15
*** XV ***


≈I hear the beat of my heart getting louder whenever i'm near you    

     



XV








Emma ripescò il libro di letteratura inglese dal fondo dell’armadietto e posò al suo posto la borsa che aveva portato da casa.
Si riavviò la sciarpa dietro la nuca e continuò a frugare in quel disordine che le si presentava davanti agli occhi.
Era tutto così strano. Era strano come la presenza di qualcuno avesse potuto cambiare una persona.
Le sue abitudini. Le sue paranoie. I suoi progetti.
Insomma .. un po’ tutto.
Ed Emma si sentiva proprio così. Scombussolata,ma stranamente felice. Nonostante Zayn fosse entrato nella sua vita di soppiatto,era riuscito a sconvolgere completamente i suoi schemi monotoni e prefissati.
Nonostante non avesse mai dovuto competere con una persona così testarda come Zayn,Emma si sentiva bene.
E il suo armadietto ne era la prova evidente. Emma Boyle era sempre stata rinomata ragazza e studente modello di quello squallido istituto,senza riscaldamenti anche la seconda settimana di Dicembre.
Ma prima di tutto era una ragazza. Era stata una ragazza allegra e spensierata,fino al tragico incidente e dopo la morte della madre,aveva sempre avuto paura di permettere a qualcuno di entrare nella sua vita apparentemente perfetta.
Ma solo adesso notava che il caos le piaceva. Le andava bene essere disordinata,piuttosto che etichettare tutto ciò che le si parava davanti agli occhi.
Le andava bene prendere una A invece che una lode eccessiva ad un interrogazione sudata la sera prima. Le andava bene permettere a Zayn di entrare nella sua vita e cambiare tutto ciò che lei aveva appositamente creato per essere felice.
Le andava bene il sentimento che adesso provava per Zayn,che si spingeva oltre l’amicizia.
Ma nonostante tutto questo,il ballo era pericolosamente vicino e Zayn avrebbe dovuto accompagnare Elisabeth. Ma forse era giusto.
Lei era stata invitata da Harry,che infondo era sempre il suo ex ragazzo. E Zayn sembrava alquanto ostile nei suoi confronti da quando aveva saputo dell’invito.
«Domani ti passo a prendere alle otto?»
La figura di un ragazzo slanciato e riccio le si parò davanti. Harry la guardava attraverso quegli smeraldi verdi con un allegria mai vista prima d’ora.
Emma sorrise « Certo! » esclamò,prima di notare le braccia esili della sua amica Sophie farsi spazio fra la calca degli studenti.
«Fate. Passare.» grugnì ad alta voce,spostando a destra e manca ragazzi,che le imprecavano chissà quali parole contro.
Sophie arrivò affannata davanti all’amica e si piegò sulle ginocchia per prendere fiato. Emma rise sonoramente e si abbassò al suo livello,schioccandole un bacio sulla guancia. Sophie sorrise instintivamente ed il suo sguardo s’illuminò « Devo dirti una cosa importantissima!»
Emma annui emozionata. Il suo umore era perennemente allegro nell’ultima settimana e gli amici sapevano il perchè.
Infatti la voce della sua presunta cotta era arrivata alle orecchie indiscrete di Harry e Sophie,che però avevano mantenuto il segreto.
Sophie guardò prima l’amica e poi Harry,che intanto era rimasto immobile dov’era.
Harry le guardò confuso e poi,dopo che Emma ebbe corrugato le sopracciglia,sbuffò «Andiamo! Potete parlare anche con me presente»
« Sparisci Styles! » esclamò Sophie,spingendolo via con un gesto secco della mano ed avvicinandosi ad Emma.
« Si tratta del ballo e di Niall! » mormorò al suo orecchio,cercando di trattenere l’entusiasmo. Emma tentò di trattenere un gridolino eccitato,trascinando Sophie nel loro angolino segreto.
Che poi,trovandosi in un giardino,tanto segreto non era.
«Spiega tutto!» urlò Emma,prima che Sophie la zittisse portandole una mano sulla bocca.
«Fai silenzio!» si raccomandò,prima di sorridere «Allora..»
 
 
 
Sophie era stesa sul letto a guardare beatamente il suo film preferito. Insomma,chi non avrebbe voluto avere un Joe Jonas nella sua vita? E chi non avrebbe voluto essere Demi Lovato quando le cantava le note della canzone d’amore più bella di quei tempi.
Ma forse essere Sophie era meglio.
Soprattutto quando si aveva accanto un ragazzo meraviglioso come Niall Horan,che nonostante fosse il ragazzo più reclamato della scuola,aveva donato il suo cuore ad una ragazza come lei.
Le note dell’ultima canzone di Camp Rock furono interrotte da un rumore secco e fastidioso. Sophie girò di scatto la testa verso la finestra e notò che sul davanzale c’era un piccolo sassolino,al quale se ne aggiunserò altri due.
Essendo sola in casa,inizialmente ebbe paura. Ma quando sentì le note di una chitarra,sorrise e raggiunse la finestra.
Niall era lì,seduto sull’erba del suo giardino con un chitarra fra le mani e guardava verso l’alto. Quando Sophie apparve in pigiama,il suo sguardo s’illuminò e prese a cantare.
‘’Settle down with me and i’ll be your safety. You’ll be my lady’’
Sophie sentì gli occhi pizzicare e capì che le lacrime erano pronte ad uscire. Odiava se stessa in quel momento,perchè piangeva per la cosa più bella che potesse avere.
Amava il suo ragazzo come mai aveva fatto prima. E solo adesso riusciva a capire quanto la sua vita fosse fortunata.
‘’I was made to keep you body warm,but i’m cold as,the wind blows. So .. hold me in your arms’’
Quando Niall alzò gli occhi ed incontrò quelli lucidi di Sophie,decise che era il momento di esternare i propri sentimenti.
Ma Sophie non gli diede il tempo,perchè improvvisamente sparì dalla sua visuale. Corse giù per le scale,rischiando di inciampare nelle ciabatte ed aprì la porta di scatto.
Il freddo invernale la colpì in pieno viso,facendole lacrimare ulteriolmente gli occhi.

«Niall Horan,smettila di dire queste cose .. hai capito?» urlò Sophie. Ma Niall non si arrabbiò. Ne si smosse. Semplicemente sorrise.
Si avvicinò lentamente alla sua ragazza,dopo aver posato la chitarra. Le prese le mani e l’avvicinò a se.
Sorrise «Allora ti dirò che sarai la mia principessa. Ti dirò che sarò il tuo principe e che sarò con te per sempre. Ti dirò che sarai bellissima come ogni giorno. Ti terrò la mano quando entreremo in quella sala enorme,dove credimi,risplenderai. Ti sussurrerò all’orecchio che sei mia e che nessuno deve osare puntare gli occhi su di te. Ti accarezzerò i capelli quando ballerai con me. E ti dirò ancora una volta ciò che sento e che ti dirò adesso. Io ti amo Sophie. Ti amo»
Ed eccoli. Gli elefanti calpestare il suo stomaco. Le farfalle farsi un ennesimo giro. L’intestino contorcersi ancora una volta.
Insomma,Niall Horan faceva quell’effetto e Sophie non poteva farci nulla. Ma tutto ciò che accadeva nel suo corpo molto probabilmente erano l’ultimo dei pensieri della ragazza,quando la persona che amava aveva pronunciato quelle due parole.
Un sorriso sornione e sognante si allargò sul suo volto «Ti prego.. ripetilo»
«Cosa?»
«Quelle due parole di prima. Quelle cinque lettere che insieme compongono una frase bellissima»
Niall le accarezzò i capelli e si avvicinò ulteriolmente al suo volto «Ti amo» le soffiò a pochi centrimenti dalle sue labbra,prima di baciarla.
«Ti amo anche io,Horan»
 
 
Sophie per un attimo credette che la mascella della sua amica fosse lì per cascare,ma la sua emozione era evidentemente incontenibile.
Solo raccontarlo le faceva rivivere tutto. Ed era la sensazione più bella del mondo.
«Emma..» la richiamò Sophie,fra le risate,schioccandole una mano davanti agli occhi.
Emma si riprese e guardò intensamente Sophie. Poi si lanciò su di lei e la abbracciò,rischiando di toglierle il fiato.
« Sei felice? » le sussurrò fra i capelli,trattenendo le lacrime. La sua felicità era la priorità principale nella sua vita.
Era la sorella che non aveva mai avuto. La madre che adesso mancava. L’amore che aveva sempre voluto. Il bene che aveva sempre ricevuto e donato.
« Si » sibilò di risposta. Il giardinò s’era svuotato ed erano rimaste solo loro due. Le loro emozioni. Le parole non dette.
Le lacrime di gioia.
 
 


 

***




 
Sophie irruppe nella stanza,facendo sobbalzare Emma che era china sui libri per il compito di Chimica della settimana successiva.
«Dico ma sei pazza?» urlò Emma,alzandosi di scatto e correndo dall’amica per aiutarla. Sophie la ignorò completamente e lanciò metà dei vestiti che aveva comprato sul letto di Emma.
La ragazza la guardò stranita «Cosa dovrei farci con tutti questi abiti?»
Sophie sbuffò,facendole segno di sedersi con lei sulla parte di letto sgombra degli abiti «Devi trovare l’abito per il ballo..»
«Ma io ho quel..» tentò di dire Emma,prontamente bloccata dal dito di Sophie che le si parò davanti la bocca.
«Non oserai venire con un abito usato,vero?»
«Non è usato!» grugnì Emma,spostando i capelli «L’ho indossato solo una volta,per cinque minuti»
Sophie sbuffò «E’ usato!»
Emma decise di evitare di controribattere quando Sophie pescò un abito dall’ammasso,lanciandolo nella sua direzione.
«Insignificante»
Ne afferrò un altro.
«Troppo scuro»
«Troppo chiaro»
«E’ troppo corto,sembrerò Elisabeth!»
Sophie rise guardando l’espressione scandalizzata di Emma,che la seguì poco dopo. Improvvisamente il suo sguardo s’illuminò quando notò un abito in particolare.
Lo pescò rapidamente e lo mostrò a Sophie,che la guardò soddisfatta.
«E’ lui» esalò Emma,avvicinandosi allo specchio e raccogliendosi i capelli in una crocchia sfatta «E’ proprio quello perfetto»
«Minimo Zayn cadrà ai tuoi piedi appena metterai piede in quella sala,promesso» esclamò Sophie,ridacchiando.
Emma girò la testa su un lato,guardando meglio il vestito «Dici davvero?»
Sophie annui con foga «Ti piace davvero?»
Emma sorrise « Forse troppo..»
Entrambe sobbalzarono quando dei passi si fecero più rumorosi in corridoio. Solo poco dopo spuntò la testa di Zayn dalla porta lasciata aperta. E sembrava anche alquanto divertito.
«Io sono venuto a trovare Ed .. quindi ciao»
Sophie lo salutò con un gesto della mano e lo videro sparire nuovamente. Emma rimase immobile,fulminando con lo sguardo Sophie che intanto ridacchiava divertita.
«Giuro che se mi ha sentita,potrai dire addio al tuo matrimonio da sogno con il biondino!»





Yeah!
i'm back. 
so che avevate perso le speranze e mi avevate dato per dispersa,però eccomi qui.
che sfortuna eh çç
comunque doveva essere un capitolo di passaggio,ma è più lungo del solito.
La prima parte è in assoluto la mia preferita.
Inizialmente Niall avrebbe dovuto portarla a cena,ma poi sarebbe stato troppo romantico e quindi bleah!
invece no..
ha cantato kiss me di Ed Sheeran *c* ADORO QUEL RAGAZZO.
quindi amatelo con me uu
Insomma nel complesso è emozionante. Abbiamo capito che è passata una settimana da quando Emma ha finito riabilitazione.
Quindi il ginocchio è ok :)
Inoltre FINALMENTE ha chiarito i suoi sentimenti ed adesso si sente meglio. Più fragile,ma meglio.
Nel prossimo capitolo ci sarà il magnifico ballo ed anche una surprise :)
Inoltre vi farò vedere anche il bellissimo,veneratissimo e sceltissimo (?) abito di Emma. 
A me piace uu
Prima di lasciarvi,vorrei dedicare questo capitolo a due perzzone.
La prima parte romantica a
Giusi,che mi ha fatto venire l'ispirazione mandandomi il suo spezzone di capitolo dolcioso.
Quindi ccrazie giusi. Passate da lei che scrive benissimo uu
E poi la parte del ricordo di Sophie ad
Annarita,che anche lei ama Camp Rock. Anche io ho trovato la mia Lovato,ed è lei.
Quindi .. sei il cuore piccola Demi

Detto questo,vi ringrazio ancora una volta per essere così pazienti e per lasciare sempre magnifiche recensioni.
Inoltre grazie a Blinding_ che ha segnalato la mia storia per l'inserimento fra le storie scelte. GRAZIE DI CUORE.
Un bacio e fatevi sentire.
-A 

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Capitolo 16
*** XVI ***


≈I hear the beat of my heart getting louder whenever i'm near you    

     



XVI

 

*questo capitolo non è adatto alle fan accanite di questa storia,alle deboli di cuore e alle sostenitrici degli occhi di Zayn.
grazie per l'attenzione. chiedo scusa per la lunghezza *




Emma percorreva la sua stanza su e giù senza sosta. Erano le otto ed un quarto e di Sophie nemmeno l’ombra. Era maledettamente in ritardo e lei da sola non sarebbe riuscita a fare nulla.
Si passo ancora una volta le mani sulla gonna lunga. Totalmente inutile perchè aveva passato l’intera mattinata a stirare quel vestito con la paura che ci potesse essere qualche piega.
Sbuffo sonoramente prima di togliersi le scarpe. Tenere quei tacchi vertiginosi avrebbe solo aumentato il suo nervosismo e soprattutto il dolore ai piedi.
Stava seriamente prendendo in considerazione l’idea di non presentarsi al ballo. Zayn sarebbe arrivato in tutto il suo splendore,tenendo sotto braccio Elisabeth nel suo vestito microscopico.
E la cosa la urtava non poco.
«Posso?» la voce di Ed la fece voltare di scatto verso la porta,dove suo fratello faceva timidamente capolino.
Con un cenno della mano lo invitò ad entrare. Ed si sedette sul letto e battè sul posto vicino al suo,incitando sua sorella a sedersi vicino a lui.
Le circondò le spalle con un braccio e le posò un bacio sulla tempia «Nervosa?»
Emma mugulò qualcosa di incomprensibile e suo fratello rise. La strinse più forte a se ed Emma inserì la testa nell incavo del suo collo,ispirando profondamente.
Odiava non avere nulla da fare. Non essere in azione per qualsiasi cosa. Ciò la rendeva nervosa e soprattutto la spingeva a pensare.
E lei di pensare non ne aveva proprio voglia. Le ritornavano in mente le immagini decise del bacio con Zayn,della loro rappacificazione e dei loro sguardi pieni di ogni emozioni ma allo stesso tempo vuoti e spenti.
«A cosa pensi?» chiese improvvisamente Ed,fermando il flusso dei suoi pensieri. Emma lo guardò,alzando la testa per farlo meglio.
Dentro di se c’erano due ragioni contrastanti. Ed era amico di Zayn,e rivelare il suo ‘’segreto’’ sarebbe stato pericoloso. Ma d’altra parte era pur sempre suo fratello e sapeva benissimo che non avrebbe mai aperto la bocca.
Si sedette composta ed iniziò a torturarsi le mani «In realtà c’è qualcosa a cui penso .. da un po’»
Ed sorrise maliziosamente e spinse Emma con un colpo di spalla « Dimmi un po’.. Zayn c’entra qualcosa?»
Emma sbarrò gli occhi e saltò in piedi. Era impossibile,incredibile. Come diavolo faceva a sapere che ormai Zayn la tormentava giorno e notte?
«Tu come .. » sibilò,stringendo i denti. Era rabbiosa,ma non perchè Ed sapesse di tutto ciò che provava. Ma perchè l’ultima a capirlo era stata lei.
Che ingenua.
Ed scoppiò in una fragorosa risata «Andiamo Em! Si nota da metri di lontananza che quel ragazzo ti piace .. e non poco,oserei dire. E poi credi che mi sia fatto ospitare da Celine quella sera che c’hanno preso a botte? Secondo te far tornare a casa Zayn da solo con te,era una pura coincidenza?»
Emma corrugò la fronte e spalancò la bocca. Dopo poco si fiondò sul fratello e iniziò a solleticarlo e a picchiarlo amichevolmente,mentre le loro risate rieccheggiavano nella stanza da letto.
Era tutto un complotto insomma. Tutto contro di lei che era ancora ignara di tutto.
Tra le risate,nessuno dei due s’era accorto della presenza femminile sullo stipite della porta,che li guardava rassegnata.
«Non cambierete mai!»
Emma sbuffò «Finalmente sei arrivata!»
Sophie stringeva tra le mani una mini valigia,piena di cosmetici e accessori per i capelli per i quali Emma era completamente negata. Aveva buon gusto e nessuno lo metteva in dubbio,ma quegli affari rotondi e bollenti le avevano sempre fatto paura.
Ed si alzò e si sistemò la giacca nera pesante. Solo in quel momento Emma notò un particolare. Quella era la giacca che solitamente usava per gli incontri di box.
Scattò in piedi e puntò un dito contro il petto del fratello «No!»
Ed inizialmente la guardò confusa. Poi collegò il suo abbigliamento alla sua esclamazione,alzando gli occhi al cielo.
Sophie intanto era sparita in bagno ad armeggiare con il suo tesoro e solo dio sapeva quando ne sarebbe uscita.
«Non ti arrenderai mai,stupido di un fratello? Cioè sei un cretino solo a pensare di parteciparvi ancora! Non ti bastano le botte dell’altra volta?»
Ed sbuffò «Quelli erano dei coglioni!»
«Anche tu ti stai dimostrando tale!»
«Non preoccuparti » la rassicurò,accarezzandogli un braccio. Gli lasciò un bacio sulla tempia e gli fece l’occhiolino.
Sparì dietro la porta e poi ritornò di corsa «Avevo dimenticato una cosa»
Emma lo fulminò con lo sguardo. Per colpa sua sarebbe stata in pensiero tutta la serata. Come se non avesse la testa abbastanza piena di pensieri.
«Cosa?» grugnì. Ed le sorrise amabilmente prima di parlare.
«Buttati .. con Zayn»
Emma sbarrò gli occhi «Sei pazzo!»
Ed ammiccò «Non sono pazzo io .. ma Zayn»
Girò le spalle a sua sorella e dal corridoio Emma sentì un urlo,simile ad un ‘’ è pazzo di te’’.
Se davvero quella era la sua vita e le parole di Ed erano realmente vera,allora Emma sarebbe potuta morire felice anche in quel momento.
La sua felicità non esitò a dimostrarsi. Corse in bagno e strattonò Sophie per le spalle,continuando ad urlare.
Sophie la guardò indispettita e solo in quel momento si accorse che aveva già indossato il vestito.
Gli occhi le si fecero lucidi ed un sorriso sornione si dipinse sul suo volto,facendo fermare immediatamente Emma,che la guardò sconvolta.
«Perchè piangi?» chiese preoccupata.
Sophie si asciugò una lacrima teatralmente « E’ che sei così cresciuta e bella e .. insomma,Zayn ti amerà!»
Emma sorrise e le accarezzò i capelli,sbuffando poco dopo «Quanto sei scema»
«Ti voglio bene anche io» rispose Sophie,spingendola in bagno per aggiustarle i capelli.
 
 
 
«Allora?» chiese Emma,girandosi verso lo specchio «Come sto?»
La figura che regalava lo specchio di lei la fece rimanere a bocca aperta. I capelli le ricadevano sciolti sulle spalle fino a raggiungere l’altezza dei seni ed erano più vaporosi grazie all’effetto della schiuma. Erano di una morbidezza visiva spettacolare e non ci sarebbero stati grazie sufficienti per ringraziare Sophie.
Il suo sguardo era illuminato dal trucco leggero ed elegante,che regalava una sfumatura chiara sulla palpebra. Il mascara accentuava le ciglie e le rendeva più folte del solito,rendendo malizioso ed allungato il suo sguardo da cerbiatta.
Le sue labbra erano contornate da un velo di matita rosa carne,che dava una carnosità maggiore. Sciocchò le labbra e poi sorrise al suo riflesso.
Si aggiustò il vestito e passo una mano sulla lunghezza del giro vita. «Grazie! » sibilò all’amica che si limitò a fare spallucce e a sorridere radiosamente.
I suoi capelli lisci e dorati erano racchiusi in una coda fintamente scomposta,che lasciava cadere piccoli ciuffi di capelli ai lati delle orecchie,dove si nascondevano due minuscoli brillanti.
Il vestito celeste di Sophie le faceva risaltare il colore chiaro degli occhi e le rendeva il viso luminoso. Si strinse nella giacca di pelle elegante e si avviò verso la porta,mentre Emma sciacquava i denti con lo spazzolino.
Pulì in fretta le labbra per poi indossare le scarpe. Gettò una rapida occhiata allo specchio e sorrise compiaciuta. Afferrò la borsetta e si diresse verso Sophie,dopo aver preso la sua giacca.
«Niall sarebbe venuto con Harry?» chiese mentre scendeva cautamente le scale. Quelle scarpe avrebbero fatto una brutta fine nel corso della serata,era certo.
Sophie annui,prima di correre alla porta per aprire ai ragazzi che erano visibilmente in anticipo. Infondo erano solo le nove meno cinque.
Emma si affrettò a raggiungerla,aprendo la porta e mostrando due ragazzi in tenuta elegante. Harry aveva ingelatinato i capelli,lasciando cadere qualche ciuffo riccio sulla fronte. I suoi smeraldi verdi brillavano ulteriolmente alla luce lunare,che ormai faceva da padrona in quella serata fredda di Dicembre.
Niall invece aveva tentato di aggiustare i capelli compostamente,ma con scarsi risultati. Il suo aspetto era però dei migliori e quelle guance perennemente rosse lo rendevano ancora più carino.
Stringevano fra le mani entrambi una rosa. Una viola per Emma ed una blu per Sophie.
Harry e Niall dapprima sorrisero,ma la loro espressione si trasformò immediatamente in stupore.
«Voi.. insomma voi siete.. »
«Bellissime!» esclamò Harry,afferrando Emma per un braccio e trascinandola dolcemente verso la macchina. Le porse il fiore che lei allacciò al polso e le aprì lo sportello,dopo averle schioccato un bacio sulla guancia.
Notò che Niall era partito con Sophie e lui esitò prima di avviarsi. Guardò nuovamente Emma,con sguardo malizioso.
«Ci tieni proprio tanto a questo tizio,vero?»
Emma sorrise imbarazzata ed annui flebilmente «Parti e taci,Harry!»
«Con me però non sei mai stata così carina!» mugolò il riccio,ricevendo un buffetto amichevole da parte di Emma.
Fece partire la macchina e per tutto il tragitto furono accompagnate dalle note dei Coldplay,il gruppo preferito di Emma. Adorava i testi delle loro canzoni.
Così profondi e veritieri. Ma solo in quel momento si accorse che non sapeva affatto dove fossero diretti.
Si girò verso Harry «Ma precisamente dove si svolge il ballo?»
Abitualmente si svolgeva tutto nella palestra della scuola,ma essendo troppo grande e vuota,la musica sarebbe andata dispersa e sarebbe stata un disastro.
Poi Louis non l’avrebbe mai permesso ed Emma era sicura che avesse scelto un posto più che adatto.
Harry sorrise «Louis ha prenotato il Pacha per l’intera giornata di oggi e domani» esclamò esaltato «E’ una delle discoteche più esclusive di Londra,capisci! Ci sarà sicuro da divertirsi!»
«Si ma a base di alcolici?»
Harry bloccò improvvisamente la macchina e benedì che non ci fosse nessuno in strada. Guardò Emma scandalizzata «Tu,cosa ne hai fatto di Emma Boyle,casta e pura,ma soprattutto contraria agli alcolici! La rivoglio indietro!»
Emma sbuffò e poi sorrise,incitando Harry a ripartire. «Insomma sono un essere umano anche io»
 
 
Emma non si aspettava un ingresso trionfale del genere,ma tutti quegli occhi puntati su di lei adesso la facevano sentire a disagio.
Quel locale era forse meglio di quanto avesse immaginato. Le luci a neon davano l’impressione di essere in una distesa di nebbia arancione e verde. Tutto era illuminato fiocamente ma visibile al punto giusto.
Su un lato della sala c’era la postazione del dj,già occupata,che suonavano per le poche coppie che erano già scatenate in pista.
Se non fosse stato per le stupide voglie di gelato di Harry,sarebbero arrivati anche in perfetto orario. Invece avevano ritardato di venti minuti.
La pista da ballo era munita di luci piatte sul pavimento e ai lati c’erano ballerine –fortunatamente vestite- che ballavano in grandi bicchieri da cocktail.
Un lampadario gigante era appeso ad una parte di soffitto mobile,dalla quale poi sarebbe scesa la palla gigante con le luci integrati.
Insomma .. uno spettacolo. Emma ringraziò mentalmente Louis per quella festa magnifica.
Lo notò in lontananza avvinghiato ad Hannah Abbot del terzo anno. Sventolò la mano in segno di saluto e lui ricambiò prontamente.
Adocchiò un paio di amiche del suo corso di letteratura inglese che storserò le labbra quando videro il braccio di Harry cingerle le spalle.
«Un po’ gelosette le tue amiche.. »
Harry sorrise « Se ne faranno una ragione! Drink?»
«Non troppo forte,mi raccomando» spiegò Emma,prima di veder sparire Harry tra la folla createsi in pochi minuti.
Ma in tutto quel macello,riuscì a riconoscere un profumo in particolare,che apparteneva alla stessa persona che adesso le stava accarezzando i capelli.
Ispirò lentamente quel profumo finchè non le inebriò il cervello,gustandosi il tocco soave di quella mano.
«Sei magnifica» mormorò Zayn con voce roca,nei suoi capelli,prima di lasciarvi un tenero bacio.
Emma si girò verso di lui e sorrise timidamente. Zayn la guardava con sguardo passionale,come se volesse rendere quella ragazza tremendamente magnifica,completamente sua in quel momento.
Zayn ricambiò il sorriso e sentì dentro di lui un fremito. Un brivido che gli percorse la schiena rapidamente.
La sola vicinanza di quella ragazza lo metteva decisamente a disagio,e quella sensazione aumentò quando Harry si avvicinò ad Emma,catturando la sua attenzione e porgendogli un liquido rossastro.
«E’ solo un drink al pompelmo,alcolico» gli fece l’occhiolino ed Emma sorrise. Zayn strinse i pugni,facendo diventare le nocche bianche.
Per i suoi gusti,c’era troppa confidenza.
Si schiarì la voce per evidenziare la sua presenza ed Harry sobbalzò,prima di sorridergli e dargli una pacca sulla spalla destra.
«Ciao Zayn,come va?»
Zayn si aggiustò la giacca «Bene,grazie» grugnì.
«Ma guarda chi si vede!»
Emma quella voce l’avrebbe potuta riconoscere fra mille e per un attimo si chiamò stupida mentalmente. Come aveva potuto pensare che sarebbe potuta mancare.
Elisabeth si mostrava in tutta la sua cafonaggine,avvolta in un vestito verde cortissimo e un quintale di fondotinta per nascondere i buchi dell’acne.
Tanto ormai truccarsi per far sparire segni che i ragazzi non avrebbero mai visto perchè impegnati a fare altro,era inutile.
Harry le sorrise e Emma le rivolse una smorfia,salutandola con la testa.
 
Dopo circa un’oretta,il Pacha era completamente pieno di ragazzi traballanti e pieni di alcolici. Louis aveva disposto di alcune aree riservate. Almeno il bagno sarebbe stato pulito.
Ad un tavolo erano seduti Harry ed Emma,Sophie e Niall,Liam,Louis ed infine Zayn con Elisabeth.
Le ragazze di Liam e Louis erano a prendere dei drink,Niall e Sophie erano estraniati dalla conversazione,i due ragazzi discutevano di calcio ed Harry e Emma se la stavano spassando,un po’ brilli e soprattutto divertiti,sotto lo sguardo indagatore di Zayn
«E ricordi quando andammo in quella piscina enorme e tu perdesti il costume.. »
Harry rise «Che poi un bambino con gli occhiali l’aveva scambiato per la sua cuffia!»
Entrambi scoppiarono in una risata fragorosa,battendo le mani. Improvvisamente Harry scattò in piedi quando nella sala partì la canzone I gotta feeling che amava tanto.
Emma sgranò gli occhi «Adoro questa canzone!»
«Allora andiamo!»
Pochi secondi dopo si ritrovarono avvinghiati a ballare sulle note di quella canzone,che incitava i ragazzi a passare una bella serata.
Harry strinse a se Emma e quello fu la goccia che fece scoppiare Zayn. Si alzò velocemente e strattonò via il ragazzo da Emma.
Quando Harry si rese conto della situazione,era però troppo tardi perchè Zayn lo aveva steso con un cazzotto sulla mascella prima di scappare via.
Emma portò le mani alla bocca scandalizzata,cercando di aiutare Harry al quale sanguinava il labbro inferiore. Nella sala era sceso un silenzio imbarazzante e lei non riusciva a capire.
Ma Zayn aveva capito tutto. Adesso,sulla strada verso casa di Emma,dove avrebbe cercato di chiarire,finalmente stava ricomponendo il puzzle dei suoi sentimenti. Lui provava qualcosa per Emma che si spingeva oltre la semplice amicizia o il bisogno di una carezza.
 
 
«Io .. Harry sono mortificata!» provò a scusarmi Emma,ma Harry le sorrise amabilmente. Non c’era stato bisogno nemmeno di andare all’ospedale. Aveva disinfettato la ferita ed aveva accompagnato Emma a casa.
La ragazza provò di nuovo a parlare ma Harry la bloccò,portandole un dito sulle labbra. «Posso capire. Eravamo un po’ brilli e ci siamo lasciati andare. Lui ci tiene!»
Fu un altro colpo al cuore per Emma. Lui ci teneva,ma stava facendo tutto nel modo sbagliato.
Ed era furiosa. Chiuse lo sportello dell’auto e si incamminò a passo fermo verso casa,dove le luci erano accese.
Era presto per il ritorno di Ed e suo padre era ancora a New York. L’unico a sapere dov’erano le chiavi di riserva era Zayn.
Emma sbattè la porta di casa furiosamente e puntò un dito contro il petto di Zayn,ancora rosso in viso.
«Perchè lo hai fatto?» Era visibilmente fuori di sè in quel momento,e niente e nessuno l’avrebbe fermata.
«Non sono affari tuoi!» sbottò il moro. Emma sbarrò gli occhi e gli diede uno schiaffo. Le lacrime partirono incontrollate,iniziando a rigare le guancie.
«Io ti odio Zayn Malik. Ti odio per ogni cosa che fai. Ti odio per avermi rovinato questa serata. Ti odio perchè sei entrato nella mia vita senza preavviso. Ti odio perchè riesci a trafiggermi ogni volta che incateni il tuo sguardo al mio. Ti odio perchè mi fai sentire debole. Perchè mi fai sentire uno schifo. Ma soprattutto ti odio perchè dal primo giorno che ci siamo incontrati hai capito tutto. Ti odio perchè sono innamorata di te»
Un peso abbandonò il suo corpo. Adesso era libera.
Era Emma libera. Emma vuota di un peso attanagliante. Era Emma innamorata.
Zayn le prese il viso fra le mani ed insinuò con foga la sua lingua nella bocca della ragazza,che indietreggiò per lo scatto violento e passionale.
Finalmente assaporava Zayn. Lo sentiva vagare languidamente fra le sue labbra,cercare la sua lingua ancora e tentare di possederla.
Avrebbe voluto che quel momento non fosse mai finito. Che le labbra di Zayn non si fossero mai mosse dalle sue labbra. Che le sue mani non avrebbero smesso di accarezzarle i capelli. Non avrebbe dovuto incontrare il suo sguardo ora che era fragile ed innamorata.
Ma il telefono squillava insistente.
Si staccò imbarazzata e prese la cornetta,pigiando il tasto verde.
«Pronto?» esclamò flebile.
Una voce si chiarì la gola «Parlo con Emma Boyle?»
«Si,sono io. Ma chi è?»
«Salve,sono il dottor Philiph McConaghey,chiamo dall’ospedale»
Emma iniziò a tremare,mentre un brutto presentimento si faceva largo dentro di se.
«Suo fratello Ed è ricoverato in questo momento»





YEAH!
QUESTO CAPITOLO E' STATO PARTORITO!
ringrazio i gay Brian e Justin che mi hanno accompagnato prima di questo capitolo enorme.
Ringrazio il pacha. Ringrazio Harry per la sua eleganza.
Sophie per la sua eleganza. Emma per la sua stupidità. Niall per la sua ingenuità.
Elisabeth per la troiaggine. Louis per la sua genialità e Zayn per la sua impulsività.
Ma grazie a Beyoncè ed a ''I was here'' GRAZIE DI CUORE.
non so cosa scrivere. Sono ancora in trans per l'incredulità ed il sogno di questo capitolo.
Forse è uno dei più belli che io abbia mai scritto.
ah prima che dimentichi.
questo è l'abito di Emma.
Lascio quindi a voi i commenti. Siete il cuore,davvero ♥
Un bacio e fatevi sentire.
-A
ps. avrei dovuto aggiornare domani,ma sono piena di compiti e mi sono spezzata le unghie per scriverlo tutto. se non dovessi farmi viva,vuol dire che sono ancora sui libri.
questa è una
OS su Liam alla quale ci tengo davvero. Quindi passereste,piangereste e recensireste? VI AMO ♥

 

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Capitolo 17
*** XVII ***


≈I hear the beat of my heart getting louder whenever i'm near you    

     



XVII





Ogni essere umano ha attimi di sconforto. Attimi in cui pensa che la sua vita giri intorno ad un senso di nullità. Che non abbia un motivo per continuare ad andare avanti.
Ed è proprio in quegli attimi in cui ci si sente maledettamente scoraggiati,ci si sente deboli,da soli.
E si provano cose mai provate prima,come l’abbandono e la solitudine. In quei momenti pensi che il mondo stia risucchiando le tue forze,aiutandoti a farti cadere in un burrone senza via d’uscita,in cui niente più avrà senso.
Ed era sempre stato l’unico appiglio nella vita di Emma. Era sempre stato il fratello maggiore che tutte avrebbero voluto avere nella propria vita.
Alto,bello e dannatamente riccio. Un sorriso da mozzare il fiato e le parole giuste per le occasioni giuste.
Ma adesso che quel sorriso era scomparso,Emma si sentiva sola.
Lasciò cadere il telefono dalle mani,mentre la forza abbandonava lentamente le sue gambe. Si sentiva vuota ed inerme.
Apparentemente impassibile,mentre un vortice di emozioni si faceva spazio dentro di lei. E non c’entrava il bacio inaspettato di Zayn o la facilità con la quale si era donata a lui,ma adesso c’era la preoccupazione di poter perdere l’unica cosa che la spingesse ad andare avanti.
L’amore fraterno che le era rimasto.
Zayn la guardava preoccupato e stranito,come se Emma fosse presente in quel salotto ma con la mente fosse da un’altra parte.
Ed era ciò che realmente stava accadendo.
«Ed..» fu tutto ciò che uscì dalle labbra rosse della ragazza,come un suono flebile. Ma fu più che sufficiente.
Zayn prese per mano Emma e la trascinò fuori casa,chiudendosi velocemente la porta alle spalle senza curarsi di portare con sè le chiavi o altro.
Accese rapidamente il motore e saettò verso l’ospedale,dove il suo migliore amico era in pessime condizioni.
Ed era forte. Era maledettamente forte,e questo Emma lo sapeva. Ma non riusciva ancora ad affrontare la realtà. Una realtà in cui adesso suo fratello era in ospedale,legato a dei fili e forse chissà,combattendo per restare in vita.
Emma non riusciva a pensare ad altro. Era un maledetto irresponsabile,un idiota e lei non poteva sentirsi peggio.
Zayn parcheggiò l’auto ed entrambi scesero di corsa,avviandosi verso la porta d’entrata e lo sportello informazioni.
Sembrava quasi un telefilm. Due ragazzi giovani,reduci da una serata divertente e curiosa,ancora avvolti negli abiti dell’ultimo ballo.
Zayn con i capelli sconvolti,la cravatta slacciata e la camicia un po’ maltrattata. Emma con i capelli arruffati,le labbra ancora rosse ed un velo di preoccupazione dipinto sul volto.
«Ed Boyle» esclamò Zayn,catturando l’attenzione di un tipo alto e biondo dietro la scrivania bianca. Tutto in quell’ospedale ricordava ad Emma la sua infanzia,gli occhi dolci della madre che nascondevano una morte sempre più vicina ed una bugia per rassicurare la bambina che la stava guardando con occhi speranzosi.
«Chi,scusa?» sbuffò quasi scocciato,il ragazzo in divisa.
Emma si svegliò dallo stato di trans e divenne improvvisamente rossa in volto. Afferrò quel ragazzo per il colletto,nonostante la sovrastasse di qualche centimetro e puntò i suoi occhi di fuoco nei suoi intimiditi.
«Mio fratello è in chissà quale lurida stanza collegato a marea di fili,per chissà quale coglionata che avrà fatto stasera. Quindi tu e la tua aria di sufficienza potete benissimamente andare a farvi fottere,ma prima prendi quella maledetta cartella e dimmi dove cazzo è Ed Boyle!»
Era quasi diventata una situazione comica. Emma stava perdendo la pasienza e quel ragazzo lo aveva capito. Si affrettò a recuperare una cartella ed alzò un dito tremolante verso una stanza a destra.
Emma e Zayn s’incamminarono a passo svelto,entrando di botto e trovando Ed beatamente sdraiato su una brandina bianca.
Sul suo volto era dipinta un espressione beata,come se fosse estraneo a quella situazione. Emma si alzò il vestito e si riavviò una ciocca di capelli dietro l’orecchio,asciugando repentinamente una lacrima scesa sul viso.
Si posizionò sulla sedia libera vicino al lettino e notò che il fratello era bendato in fronte e in petto,all’altezza dei polmoni.Le lacrime presero a scendere incontrollate,cadendo anche sul petto nudo del fratello,dove Emma aveva poggiato la testa.
«Sei un coglione .. ma ti voglio bene» sussurrò flebilmente,prendendogli la mano e stringendola a se.
Ed,rimasto in uno stato di dormiveglia,riuscì a captare la parole e strinse la presa sulle dita della sorella,che alzò la testa e sorrise dolcemente.
Emma gli accarezzò i ricci e lo invitò a chiudere gli occhi per riposare. Ed accolse l’invito e riposò le palpebre,mentre le dita di Emma si muovevano lentamente fra i suoi capelli.
«Vado a parlare con il medico» esclamò Zayn,accarezzandole una spalla e lasciando un lieve bacio sulla guancia,prima di sparire fuori la porta.
Era incredibile come fosse così distante ma allo stesso tempo così presente. L’unica cosa che riuscì a pensare in quel momento,fu che le andava bene così e forse le sarebbe andato bene per sempre.
 
 


«Ehi .. siamo a casa»
Zayn strattonò dolcemente la ragazza che si era appoggiata sulla sua spalla ed aveva dormito per le restanti due ore,facendola sussultare lievemente. La sua espressione era un misto fra confusione e stanchezza. Quella serata l’aveva spossata profondamente.
Le palpebre ancora socchiuse e pesanti,nascondevano uno sguardo assonnato. Zayn la guardava dolcemente come se fosse l’ultima cosa da poter guardare in quella stanza. Il suo volto era la visione più bella che avesse mai avuto davanti gli occhi.
Emma si stiracchio,facendo scoccare le ossa intorpidite della schiena. Improvvisamente Zayn scomparve,per poi riapparire dallo sportello del passeggero. Emma si sentì sollevare e solo dopo riuscì a capire che Zayn l’aveva presa in braccio per portarla dentro.
Zayn spostò il peso della ragazza sulla spalla e le posò una mano sul sedere per issarla e permettere alla mano libera di aprire la porta d’ingresso. Emma ridacchiò ancora impastata dal sonno,per il gesto del ragazzo.
«Adesso non approfittarti di me» mormorò divertita Emma,mentre Zayn la trasportava dolcemente nel salotto di casa. Solo quando aprì gli occhi si accorse che quella non era casa sua. Un divano bianco padroneggiava nell’atrio e la luce illuminava le pareti accuratamente rivestite da una carta da parati a fantasia rossa,che richiamava la lampada nell’angolo.
Emma si vincoò dalla presa di Zayn e si avvicinò alla libreria. La toccò e sentì improvvisamente un senso di calore. Il mogano scuro di quella libreria le era maledettamente familiare.
«E’ tua .. »
Emma guardò Zayn confusa,mentre il ragazzo si avvicinava lentamente a lei. «Cosa intendi per mia?»
«Questa libreria me l’ha regalata Ed appena ha saputo che sarei venuto ad abitare qui .. era vostra»
Emma la scrutò dettagliatamente e poi ricordò. Quella era una delle sue vecchie librerie,una che aveva in camera quando era piccola. Sorrise al ricordo.
«Se vuoi puoi riprenderla..»
«No!» esclamò la ragazza,accarezzandogli una guancia dolcemente « Tienila tu,mi fa piacere»
Zayn scostò lentamente la sua mano dalla guancia,sostituendola con la sua. Gli spostò una ciocca di capelli caduta sugli occhi.
I loro cuori battevano all’impazzata,ma nello stesso momento. I rumori dei loro battiti rimbombavano all unisono. Emma si avvicinò al ragazzo,notando solo dopo che la sovrastava di parecchi centrimetri,nonostante i tacchi.
Sul volto di Zayn comparve un piccolo sorriso. Molto probabilmente dovuto allo stesso pensiero.
«Andiamo a dormire?»
Zayn le tese la mano e la guidò in una stanza a piano terra. Aprì la porta,mostrando un letto ad una piazza e mezza,coperto da un lenzuolo verde acqua. Era una stanza abbastanza semplice. Una scrivania all’angolo,una porta che probabilmente conduceva al bagno ed un paio di finestre,che ospitavano la luce lunare.
Emma guardò Zayn che le schioccò un bacio sulla fronte «Buonanotte. Mi trovi nella stanza affianco»
Ma Emma non lo lasciò andare via così facilmente. Afferrò il suo braccio e lo bloccò,facendolo girare nella sua direzione. Aveva bisogno della sua pelle calda,dei suoi baci,delle sue carezze e delle sue rassicurazioni.
Aveva bisogno di lui quella sera.
«Posso chiederti una cosa?»
Zayn annui «Puoi chiedermi ciò che vuoi»
«Resta con me.»
Zayn sorrise e le slacciò il corpetto del vestito,senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi che gli chiedevano di restare. Quando il suo vestito scivolò ai suoi piedi,Zayn la scrutò dettagliatamente. Il body nero avvolgeva le sue curve candidamente e la rendeva così fragile. Come una bambola.
Reprimette l’impulso di stringerla a se e iniziò a spogliarsi,mentre Emma raggiungeva il letto. Dopo aver riposto i loro vestiti sulla sedia,si stese sul letto e coprì i loro corpi con il piumone. Avvolse il fianco coperto della ragazza e percepì un brivido percorrergli la schiena. Sorrise.
«Come stai?»
Emma si girò nella sua direzione,notando che pochi centimetri la separavano dal volto ambrato di Zayn. Le pagliuzze dorate erano illuminate dalla luce lunare che filtrava dalle persiane abbassate in precedenza. L’odore di alcolici non era forte,ma quel poco che arrivava alle sue narici era meraviglioso.
Il suo sorriso poi. Era qualcosa di inspiegabilmente ammaliante ed il fatto che lo riservasse a poche persone,compresa lei,la lusingava.
«Insomma .. dopo una serata interessante ed un fratello sotto osservazione,direi che ho passato serate migliori»
Zayn mugolò qualcosa e chiuse gli occhi,stringendo ulteriormente al suo petto la ragazza. Emma lasciò un bacio sulla clavicola del ragazzo,stupendosi poco dopo del suo gesto spontaneo.
Non le era mai capitato di essere impulsiva,ma aveva seguito ugualmente l’istinto di baciare la pelle di quel ragazzo.
«Perchè hai picchiato Harry?» chiese improvvisamente,con voce roca. Guardò intensamente Zayn,alzando lo sguardo. Ma il ragazzo non aprì gli occhi,limitandosi a sorridere.
«Perchè mi hai detto quelle cose,prima che suonasse il telefono?»
Emma arrossì visibilmente e ringraziò che Zayn avesse gli occhi chiusi.
«Perchè è ciò che sento..» ammise più a se stessa,che a Zayn. Continuare a ripeterlo rendeva più effettivo il suo gesto. Zayn aprì gli occhi e la guardò dolcemente,ma come mai prima. Gli posò un lieve bacio a stampo sulle labbra e poi gli accarezzo i capelli con il naso.
Sorrise « Lo senti?»
«Cosa?»
«Il mio cuore» mormorò « Ti sta dicendo che è ricambiato»
Emma si strinse al petto del moro e sorrise sulla sua pelle,prima di cadere tra le braccia di Morfeo. Quella serata forse era stata la migliore di tutte.



yeah!
ho aggiornato prima,non sono un amore? *c*
inizio con il ringraziare tutte le centoventi persone che hanno recensito la storia! siete davvero bellissime.
quando ho iniziato questa storia,devo ammettere che non ero molto fiduciosa. Amavo la trama,ma pensavo che oltre a me nessuno l'avrebbe fatto.
E invece siete troppo belle,davvero.
ringrazio tutte le centoquarantuno persone che seguono la storia,le diciassette che la seguono e le settantanove che la preferiscono.
Siete davvero qualcosa di incredibile *c*
Ma parlando del capitolo.
Insomma,chi si aspettava che Ed andasse in ospedale? Nemmeno io AHAHAHAHAH
e che non seguo mai una scaletta e quando inizio a scrivere.. allora addio!
davvero ci vuole uno STOP categorico per fermarmi.
La seconda parte la trovo davvero dolce,ed io non sono un tipo romantico. Però Zayn ed Emma mi ispirano.
Molte forse si aspettavano una scopata veloce veloce ma dovrete aspettare. HAHAAH
ci proveranno,non ci riusciranno,poi ci riproveranno :P
Sto spoleirando!
approposito,dovevo dirvi una cosa. Allo scorso capitolo di sono state sei recensioni. Essendo abituata a tipo sette-otto recensioni a capitolo,devo essere sincera,ci sono rimasta male.
Era il capitolo della trama,quello più lungo ed importante çç
Forse non vi è piaciuto abbastanza? Lo aspettavate diverso?
In ogni caso spero che le persone che seguono/ricordano/preferiscono mi faranno sapere in questo capitolo o nello scorso.
Perchè poi mi deprimo çç HAHAHAHA
adesso vi lascio con questa one shot su liam che ho pubblicato qualche settimana fa ''
One more night''
E' un po' deprimentuccia,ma carina. Io sono soddisfatta HAHAHA
E vi lascio un spoiler.. vi va?
Un bacio belle e fatevi sentire,SEMPRE ♥
-A


***

«Quindi dovremmo dividerci in coppie,giusto?»
Il professore annui stanco. Era pur sempre la quarta ora di lezione ed i ragazzi erano ancora eccitati per la festa. Harry sorrise dall'altro capo dell'aula,strizzando l'occhio nella sua direzione.
Un gesto che non passo inosservato. Zayn alzò la mano di scatto,attirando l'attenzione dell uomo seduto alla cattedra.
«Si Malik?»
Zayn sorrise « Propongo di lavorare con Boyle per il progetto»
In quel momento tutti gli occhi si puntarono sulla ragazza mora,palesemente stranita dalla situazione. Insomma .. situazione interessante.

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Capitolo 18
*** XVIII ***


≈I hear the beat of my heart getting louder whenever i'm near you    

     



XVIII




La luce filtrava dalle persiane della stanza da letto di Zayn,mostrando due ragazzi che dormivano ancora beati nonostante la sveglia avesse suonato molteplici volte. Zayn prontamente aveva fermato quel rumore assordante e si era assopito di nuovo,lanciando uno sguardo alla ragazza che dormiva beata tra le sue braccia.
Gli occhi chiusi e le ciglia lunghe le regalavano una pacatezza in volto che era paradisiaca. Le labbra leggermente socchiuse ed arrossate erano talmente invitanti che Zayn dovette reprimere la voglia di baciarle con foga fino a renderle sue ancora una volta. I capelli disordinati e sparsi sulla fronte,ricadevano sulle spalle,fino all’attaccatura del reggiseno che copriva il busto di quella ragazza.
Zayn si meravigliò di come avesse resistito. La sua fama era sempre stata rinomata come donnaiolo e molte erano le tacche sul suo letto.
Basti pensare alle ragazze che era riuscito a portare a letto nella prima settimana di scuola. Ma forse questo Emma non lo sapeva ancora.
Erano dettagli inutili,completamente inutili da sapere,adesso che c’era quest’armonia nel loro rapporto. Adesso che l’amore regnava nelle loro vite.
Quando Emma sbattè gli occhi molteplici volte e sorrise alla visione di Zayn,decise di posare una mano sulla sua guancia per testare che quella fosse realmente la realtà. Una realtà con la quale s’era imbattuta forse troppo velocemente.
Che l’aveva colta di sorpresa,come se lei vivesse in un mondo tutto suo. Un modo fatto di sicurezze infondate,di paure inesistenti e il timore di amare di nuovo.
Quando le sue dita toccarono la pelle ambrata di Zayn,capì che tutto era vero. Che realmente dormiva seminuda nel suo letto. Che realmente c’erano stati dei baci. Che realmente il suo braccio le cingeva i fianchi e un sorriso si andava man mano dipingendo sul suo volto.
Emma si strinse ulteriormente al suo corpo quando Zayn si svegliò,e prese a lambirgli la carne del collo con le labbra,con la stessa audacia che faceva parte della vecchia Emma.
Quando Zayn sospirò,la ragazza ridacchiò e staccò le sue labbra,notando una macchia violacea.
«Direi che un buongiorno migliore di questo non l’avevo mai ricevuto»
Emma sorrise e guardò verso di lui. I suoi occhi avevano una luce particolare,stravolti dalla sorpresa ma dalla dolcezza allo stesso tempo « E’ per marchiarti,sai..»
Zayn la guardò confusa e lei puntellò sui gomiti per alzarsi. Lo guardò trascinando la coperta sul suo seno.
«Voglio far sapere al mondo che tu sei stato marchiato da me. Che in un certo senso quel affare che adesso sfoggi sul collo è mio. Che le mie labbra e i miei denti hanno fatto quel disegnino violaceo sulla tua clavicola. Che è frutto di un buongiorno dolce ed inaspettato anche per me. Insomma .. è per farti capire che mi appartieni.»
Emma si sbalordì per quelle parole. Ogni giorno,ogni minuto ed ogni secondo passato con Zayn la rendevano sempre più debole. Ma non riuscì a giustificare quel gesto spontaneo e quelle parole uscite quasi di getto,perchè le labbra calde di Zayn si ritrovarono sulle sue in una frazione di secondo.
Un bacio casto,per assaporare l’odore mattutino. Per conoscere la sua presenza e stamparla dentro di se,perchè adesso Emma sapeva che quella presenza ci sarebbe stata per sempre.
Quando però Zayn portò una mano sulla coscia della ragazza e la spinse a stendersi sotto di se per approfondire quel contatto,la sveglia suonò insistentemente facendo sobbalzare entrambi per lo spavento.
Emma sbarrò gli occhi e balbettò qualcosa,prima che Zayn potesse aprire bocca.
«Maledetta sveglia!» sibilò Zayn,lanciandola il più lontanto possibile. Emma scoppiò in una fragorosa risata prima di alzarsi dal letto e raccattare i suoi vestiti dal pavimento.
Corse via dalla camera e ne tornò poco dopo con una maglietta lunga ed un pantalone della tuta.
«Mi accompagneresti a casa,gentilmente?»
Zayn con un cenno del capo,indicò i vestiti,guardandola malizioso «Quei vestiti ti starebbero bene.. sai» esclamò con voce suadente,avvicinandosi a lei.
Emma sorrise e gli lanciò la maglia che aveva trovato sul pavimento. «Indossala e andiamo,dongiovanni!»
 
 
 
 
Zayn frenò bruscamente davanti il vialetto di casa Boyle e guardò impassibile la ragazza,che invece ricambiava lo sguardo trucemente.
«Corri come un maniaco,Malik!»
Zayn abbozzò un sorrisetto,avvicinandosi alla ragazza «Ieri però non mi chiamavi Malik»
«Smettila idiota!» esclamò divertita Emma,allontanandolo,premendo con le dita sul suo petto. Un tentativo che ovviamente fu nullo,perchè Zayn riuscì a fiondarsi sulle sue labbra e prendere a baciarla con più foga possibile.
Ma era stranamente un bacio anche dolce. Intenso,ma piacevole. L’ennesimo vortice di emozioni si scatenarono nel suo stomaco. Molteplici brividi le rigarono la schiena. Le sue mani si ritrovarono fra i suoi capelli ancora una volta.
Un’adrenalina assurda si faceva spazio dentro di lei,mentre Zayn perlustrava languidamente la sua bocca,cercando la sua lingua e giocandoci fino allo stremo.
Solo dopo pochi attimi si staccarono,senza nessuna intenzione però di farlo. Emma sorrise e guardò le labbra rosse di Zayn,che erano un palese invito ad un bacio.
«Io vado .. ci vediamo domani a scuola»
Zayn la bloccò per un braccio «No.. ti passo a prendere stasera»
Emma sorrise e posò un lieve bacio sulla punta del naso,prima di chiudere lo sportello ed avviarsi verso casa.
 
 

 
Emma si stese sull’erba soffice e si lasciò scompigliare i lunghi capelli dal vento. Ormai l’aria invernale si faceva sentire. Londra non era mai stata così scintillante.
Dovunque girasse gli occhi,le si illuminavano di gioia. Scatole,luci e pupazzi. Venditori di hot – dog erano stati rimpiazzati dai venditori di noccioline. Uomini tarchiati,avevano dipinto un sorriso dolce sul viso e porgevano ad ogni bambino sognante,un palloncino diverso.
Sorrise instintivamente nel vedere un bambino saltellare di gioia,per aver ricevuto un regalo a pochi giorni da Natale.
Era tutto questo che la rendeva felice. La semplicità. La cordialità. La disponibilità nel donare. Nel dare e nel non ricevere.
Amava Londra per questo. All’apparenza poteva sembrare fredda,distaccata e insensibile. Ma aveva un cuore.
Un cuore che aveva imparato ad amare.
«A cosa pensi?» il flusso dei pensieri di Emma fu interrotto dalla voce calda di Zayn. Il ragazzo si strinse nella sciarpa ulteriolmente e le porse delle noccioline,abilmente confezionate.
Emma ne afferrò una manciata e le portò alle labbra,masticandole lentamente.
Continuò a guardare il paesaggio che le si presentava.
Coppie di ogni età,tipo e colore passeggiava per le strade già affollate di per sè. Ma la cosa che la colpì maggiormente fu una coppia di anziani.
Entrambi avevano varcato la soglia della gioielleria più vicina,avvicinandosi al bancone dove un commesso sorrideva amabilmente.
Quello che presumibilmente doveva essere il marito della donna,si avvicinò ulteriolmente al commesso sussurrandogli qualcosa all’orecchio. Il ragazzo sorrise.
Quest’ultimo sparì poco dopo,ritornando con  una scatoletta argentata. La donna anziana portò le mani alla bocca e sorrise.
Il luccichiò dei suoi occhi incantò Emma,che iniziò a sorridere entusiasta,catturando l’attenzione di Zayn.
La guardò perplessa « Cosa ti fa ridere?»
«L’amore» esclamò Emma,puntando i suoi occhi cenere in quelli liquidi e nocciolati del ragazzo. Ogni volta che lo guardava capiva che ne era follemente innamorata.
Che qualcosa in lui la spingeva ad amarlo. La spingeva a perdersi perdutamente in ogni suo lineamento. In ogni suo sguardo.
Di vivere ogni suo battito. Ogni suo attimo.
Zayn le sorrise «L’amore eh?» si stese sull’erba ed ingoiò una nocciolina ancora calda – Dev’essere brutto-
Emma rimase spiazzata. Si girò verso di lui e lo guardò confusa.
Come poteva definire il sentimento più bello del mondo,una completa schifezza? Insomma,era inconcepibile.
«Perchè?» chiese acida,ritornando a guardare il cielo stellato. Ormai il cielo era diventato buio e la gente usciva dalle proprie case,per ultimare gli acquisti natalizi o per ammirare le vetrine.
Erano semplicemente uno spettacolo.
Zayn sorrise « Perchè è un casino. Confusionario. Complicato. E soprattutto porta un sacco di perdite»
Emma sospirò e si isso sulle braccia per guardarlo in viso «Allora solo perchè è difficile,tu non vorresti mai provarlo? Solo perchè è problematico,pensi che sia un’ottima scusa per evitare di sentirlo? Le persone vanno via comunque Zayn. Non c’è qualcosa che le fa restare. Che gli dia una ragione per rimanere al nostro fianco. Eppure ti facevo più temerario» esclamò,enfatizzando l’ultima frase con un sorrisetto sghembo dipinto sulle labbra.
Zayn a sua volta si alzò ed incatenò il suo sguardo in quello della ragazza.
«Forse è un casino,hai ragione. Ma hai anche ragione che è l’unico sentimento che tiene unite le persone. La gente non va via se non vuole. A meno che non abbia una ragione. Una ragione sincera e precisa,ma soprattutto inevitabile. L’amore è quel sentimento che tiene unite le persone. E ora so di avere una ragione per stare al tuo fianco»
Emma arrotolò intorno al suo dito un filo d’erba e sorrise,voltandosi da un’altra parte. Le gote le erano diventate completamente rosse ed era imbarazzata.
Insomma,quel discorso l’aveva emozionata e lusingata allo stesso tempo. Zayn aveva ragione ancora una volta,ed era riuscita a spiazzarla. Aveva tirato ancora una volta conclusioni affrettate e poi aveva lasciato che Zayn sconvolgesse tutto.
Si girò di nuovo verso di lui e gli rubò una nocciolina,l’ultima della confezione,portandola direttamente alle labbra ed ingoiandola.
Zayn sbarrò gli occhi e poi li assottigliò,formando un sorrisetto sinistro all’angolo della bocca. Emma indietreggiò pericolosamente quando lo vide avvicinarsi,ma fu troppo tardi.
Ormai le sue mani erano sui fianchi di Emma e la stavano torturando con il solletico,mentre la risata cristallina della ragazza eccheggiava per il parco isolato e freddo.
«Scusami,scusami» tentò di dire Emma,tra le risate e l’affanno,riuscendo a fermare Zayn,che divertito tornò al suo posto.
Si alzò con uno scatto e tese una mano verso la ragazza,incintandola ad afferrarla.
«Andiamo» ordinò dolcemente,issandola su.
Presero a camminare nella strada principale. Emma continuò a guardarsi intorno,ammirando nuovamente Londra ed i suoi negozi.
Ma la sua attenzione fu catturata da una vetrina in particolare. Esposto in bella mostra,c’era un cappello rosso fuoco,alla francese.
Su portava un cerchio,che racchiudeva le pieghe del cappello,tirandole magnificamente. Su di esso vi erano impresse le loro iniziali,e le sembrò strano.
Indicò il cappello e sorrise a Zayn,che si avvicinò per guardarlo.
«Guarda,ci sono le nostre iniziali!» esclamò,avvicinandosi ulteriolmente alla vetrina per osservarlo meglio. Oltre a rientrare completamente nel suo stile,Emma amava i cappelli e quello le sembrava proprio perfetto.
«Io preferisco quella giacca» disse Zayn,impassibile,indicando una giacca esposta qualche centimetro indietro.
L’ennesima giacca sportiva che Zayn amava follemente,era riposta su un manichino,poco dietro del cappello.
Emma sbuffò e lo trascinò via. «Andiamo,cambia un po’ style!» esclamò,sorridendo.
Zayn corrugò le sopracciglia «Così non vado bene?»
«Direi che sei perfetto..» mormorò Emma,guardando il terreno ed accelerando il passo,cercando di evitare lo sguardo divertito di Zayn.
Il ragazzo la raggiunse poco dopo e la tirò per un braccio,avvicinandola a sè. I loro petti si scontrarono ed Emma non potè non osservare che combaciavano perfettamente.
Erano semplicemente perfetti. Tutto era perfetto. Loro erano perfetti e creati per stare insieme.
Zayn finalmente era tutto ciò che le serviva per stare bene.
Il ragazzo portò entrambe le mani sul suo viso e l’avvicinò,senza smettere di guardarla intensamente.
«Non sarò mai perfetto quanto te..» soffiò a pochi centimetri dal suo viso,prima di schiudere le labbra e baciarla dolcemente.





yeah!
i'm back! presto,ma sono tornata.
anzi prestissimo,quindi non amatemi.. di più!
allora volevo dire innanzitutto che nello scorso capitolo avevo fatto una piccola anticipazione,ma sbagliata. Quella parte si troverà nel PROSSIMO capitolo.
Scusate per avervi confuso le idee,ma non avevo calcolato che il giorno dopo il ballo non si andasse a scuola HAHAHAH
i'm sorry :)
Per il resto cosa ne pensate del capitolo? Emma stile temeraria,yo! 
E poi nell'ultima scena non sono l'amore? cwc
proprio di questo parlavamo io e giusi. quando finirà (tipo tra un 6-7 capitoli) questa storia,l'unica cosa che potro' fare sarà impiccarmi.
HAHAHA seriamente.
Mi mancheranno tutti,e soprattutto voi.
approprosito di impiccagioni,volevo dedicare questo capitolo a giuseppina che mi ispira sempre con le sue entrate demoralizzanti ed a Anna Rita *ho scritto il nome STACCATO e con la MAIUSCOLA*
che se ne esce con le cose perverse e mi spinge a non farli scopare HAHA
è contraddittorio,ma ci provo gusto.
Ma credetemi .. ci riusciranno. tardi,ma ci riusciranno #spoiler.
adesso vado perchè ho già detto abbastanza. vi chiedo un'ultima cosa. vi andrebbe di passare per questa one shot? '
'Love is Equal''
è una presunta lettera che ha scritto Harry a Louis. Ero un po' depressa per alcuni insulti (sono una larry shipper) e mi andava di condividerli con questo fandom.
ringrazio tutte voi per le meravigliose recensioni allo scorso capitolo. vado di una fretta incredibile perchè i promessi sposi sono lì ad aspettarmi impazienti.
vorrei rispondere a tutte,davvero.
non è egoismo,ma non ho tempo! çç
scusatemi.
ps. ho cambiato il mio nick da ''imafuckinunicorn'' a ''_fix'' e resterà questo per sempre. quindi ringraziate la Demetria!
un bacio a tutte e fatevi sentire.
sciao bele

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Capitolo 19
*** XIX ***


≈I hear the beat of my heart getting louder whenever i'm near you    

     



XIX




«E mi raccomando,fa il bravo.»
Ed sbuffò «Ma vedi tu se devo farmi fare la predica ogni mattina da una marmocchia come te!»
«La marmocchia ti ha riportato a casa solo tre giorni fa,perchè eri in ospedale!» sbottò Emma,senza però nascondere un sorrisetto. Lasciò un lieve bacio sulla guancia del fratello e si incamminò verso Sophie,appoggiata al muretto dell’entrata.
«Ciao!»
Sophie annui con un cenno del capo,soffiando fra le mani. Il freddo di quei giorni era assurdo e forse sarebbe potuto diventare l’inverno più freddo di tutta la storia di Londra. Emma aveva la voglia incontenibile di entrare in quell’edificio e di ricevere un po’ di calore.
Ma poi realizzò che tutto in quella scuola funzionava tranne che il riscaldamento.
Prese l’amica sotto braccio e si alzò il cappucciò,per proteggere i capelli dal vento. Odiava quando si muovevano liberi e non stavano composti come aveva sistemato a casa.
Si prospettava una delle tante giornate noiose,prima delle vacanze di natale,che erano fortunatamente molto vicine. Mancavano solo due giorni alla vigilia e la scuola sembrava essere rinata nonostante il freddo.
Si sa che le buone notizie,come una settimana di ferie,sono sempre le migliori accette.
Trascinò lontano Sophie nel cafè più vicino. Quel giorno fortunatamente la lezione di Biologia sarebbe saltata e loro avevano un’ora libera per rinchiudersi in uno spazio angusto ma piacevolmente caldo.
Presero posto in uno dei tanti tavoli disponibili e fecero cenno al cameriere di avvicinarsi. In effetti quel cameriere aveva un viso familiare.
«Josh!» trillò Emma,alzandosi di scatto per abbracciare il suo amico di vecchia data. Lei e Josh erano vicini di casa quando ancora abitava nella periferia di Londra. Avevano praticamente vissuto insieme,poichè Emma era sempre a casa del bambino con le gote arrossate e piene e viceversa.
Ma del bambino non ce n’era più l’ombra. Un ragazzo con una chioma scura le sorrideva,stringendola tra le braccia possenti. La maglia bianca a maniche lunghe,troppo stretta,stringeva sui muscoli delle braccia evidenziando le ore servite per averli.
Due occhi azzurri la scrutavano attentamente ed un sorriso sornione era dipinto sul suo volto.
Emma si abbassò il cappuccio,dopo aver sciolto l’abbraccio «Da quanto tempo che non ci vediamo!»
«E’ vero» esclamò,grattandosi la nuca per poi sorridere nuovamente « Sei proprio uno schianto»
Emma arrossì lievemente e si riavviò la sciarpa per l’imbarazzo,tentando di nascondere il rossore sulle guance.
«Allora cosa vi porto?» esclamò,dopo aver battuto le mani. Sophie ordinò un frappuccino per entrambi e chiese gentilmente di alzare il riscaldamento.
Josh sparì fra la folla di persone che s’era creata in pochi minuti,lasciando le due ragazze sole.
«Allora .. »
Sophie la guardò truce « Allora dovrei dirlo io! Ci siamo sentite pochissimo ultimamente .»
«Scusami» sussurrò timidamente Emma,afferrandole la mano e stringendola alla sua. Sophie però rimase impassibile.
«Avrei voluto chiamarti ma forse chissà,eri troppo impegnata a sbaciucchiarti con il tuo Zayn davanti ad un film strappalacrime,dove lui ti tendeva la mano e tu la stringevi,tra le lacrime .. o sbaglio?»
Emma deglutì. Aveva passato il resto della settimana con Zayn , o meglio , avvinghiata a Zayn come se fosse l’ultimo appiglio rimasto su quella terra,trascurando la sua migliore amica. S’era comportata da schifo e ne era consapevole,ma sarebbe cambiato d’ora in poi.
Si slanciò verso la sua amica,ignorando il tavolo interposto fra loro,e l’abbracciò forte. Sophie inizialmente,riluttante,non ricambiò l’abbraccio ma Emma le portò una sua mano dietro la schiena,incitandola a stringerla
«Scusami,ho sbagliato e lo so » sussurrò fra i suoi capelli,lasciandole un bacio « Sei l’amica migliore che potessi avere e giuro che non ti trascurerò mai più,promesso»
Sophie sciolse l’abbraccio e la guardò con i suoi occhioni azzurri « Promesso?»
« Promesso fiocco di neve!» esclamò Emma,sorridendo.
Josh ricomparve al tavolo lasciando le ordinazioni. «E comunque non posso stare con Zayn..»
Sophie la guardò stranita e con uno scatto scostò il frappuccino dalle labbra dell’amica,scatenando i suoi lamenti.
«Ma io scherzavo riguardo la mia faccenda. Cioè non puoi lasciarlo per colpa mia .. ok,in effetti potresti. Perchè magari vuoi più bene a me che a lui,e quindi preferisci avere me nella tua vita. Oh te ne sarei riconoscente a vita e mi sentirei lusingata. Però dopo tutta questa fatica per farti capire che ti piaceva non puoi lasciarlo,cioè..»
«Ma cosa stai dicendo!?» urlò Emma,bloccando il flusso di pensieri inutili dell’amica «E’ una scommessa!»
Sophie bussò «Ancora scommesse.. ma non siete stanchi?»
«E’ divertente!» esclamò,sorridente.
 
 
 
Zayn si stiracchiò,afferrando con la mano destra il telecomando appoggiato sul bracciolo del divano,per spegnere la televisione. Tese il braccio sinistro dietro lo schienale ed afferrò la spalla di Emma,cingendola a se.
«Questo film è stato penoso!» esclamò in un sospiro,buttando via il telecomando.
Emma si girò a guardarlo «Ma se prima hai detto che ti piaceva!»
«Non sono coerente» informò Zayn,sorridendo e sporgendosi verso la ragazza per baciarla. Fuori il tempo minacciava pioggia e solo pochi secondi dopo alcune goccioline iniziarono a battere contro i vetri di casa Boyle.
Fortunatamente Ed era fuori con la ragazza e non c’era nessuno ad intralciare quello che si prospettava una serata interessante e romantica fra loro due. Ovviamente una situazione romantica spezzata dal commento fuoriluogo di Zayn.
Emma negò il bacio al ragazzo,scostando la testa ed alzandosi «Non riesci ad essere coerente?»
«No» esclamò Zayn,battendo sul divano per incitarla a tornare «Dai un bacio solo»
Emma lo guardò maliziosa «Non voglio darti nessun bacio..»
Zayn si alzò lentamente e la guardò languidamente. Emma odiava quello sguardo per il solo motivo che non riusciva a resistergli. Quel ragazzo non solo era perfetto in tutto ciò che faceva,diceva o pensava. Ma era anche maledettamente sexy.
Spesse volte s’era addormentato durante quei giorni ed ogni volta,al suo risveglio,i suoi capelli scomposti sulla fronte e l’aria assonnata portavano alla stessa conclusione.
Zayn era davvero un bel ragazzo ed Emma era molto fortunata ad averlo suo.
«Ah no?» le prese un polso ed iniziò a baciare le punta delle dita,per poi salire sul braccio. Quando giunse alla base del collo iniziò a lambire pezzi di carne con le labbra e con i denti,lasciando segni permanenti.
Solo quando un gemito innocente scappò dalle labbra della ragazza,sorrise ancora sul suo collo e si portò all’altezza dell’orecchio,spostanto i capelli con il naso.
«Scommettiamo?»
Emma sorrise e portò una mano sulla guancia del ragazzo «Scommettiamo che non riuscirai a stare senza i miei baci. I miei baci caldi e profondi. Quelli che vorresti avere tutto il giorno. Quelli di cui ne hai bisogno quando mi chiami e sei lontano e corri subito qui. Quelli che rubi quando Ed gironzola per casa,di nascosto. Sei sicuro?»
Zayn sorrise spavaldamente «E tu? Ci riuscirai?»
«Puoi contarci!»
Zayn rise «Il gemito di poco fa diceva esattamente il contrario,non pensi?»
Emma lo guardò torvo. Avrebbe vinto,come aveva fatto per la scommessa precendente. Lei vinceva sempre.
«Voglio ricordarti che quello incoerente sei tu,Zayn»
Gli lasciò un bacio a fior di labbra e si diresse verso la televisione,per spegnere il dvd rimasto acceso. Quando si chinò,Zayn notò che la sua maglia,rubata qualche giorno prima da casa sua,lasciava scoperte le gambe affusolate.
Passò una mano fra i capelli per calmare il nervosismo.
Zayn puoi farcela.
 
 
Sophie guardò scandalizzata l’amica e poi le si parò davanti,formando con le mani una croce «Cosa ne hai fatto della mia migliore amica casta ed innocente?»
«Sei impazzita?» esclamò Emma,ridendo di gusto e chiudendo la porta del bar dietro di se. Nel raccontare l’accaduto era passata l’ora libera ed era giunto il momento di affrontare la lunga ora di Chimica.
Sicuramente avrebbe assegnato qualcosa per tenere occupati gli studenti negli ultimi giorni prima delle vacanze,con la scusante ‘’Non dovete trascurare lo studio in visione delle festività Natalizie’’
Come se loro professori passassero il resto delle festività fra esperimenti chimici e libri di letteratura.
«Tanto sai meglio di me che nessuno di voi due riuscirà a resistere!»
Emma la guardò interrogativa e poi sorrise «Scommettiamo?»
Sophie roteò gli occhi e la trascinò dentro l’edificio scolastico,sperando di farle ritrovare la mente intelligente che aveva prima.
Ma prima di entrare furono bloccati da un Louis Tomlinson troppo festoso per la giornata così fredda. Un ragazzo così vecchio,con quel tempo così cupo,riusciva comunque ad avere l'energia di un bambino.
«Ciao donzelle!»
«Ciao Louis» risposero in coro,sorridendogli.
Louis sorrise a sua volta «Il 24 sera siete invitati al mio compleanno e non ammetto scusanti. Dovete venire!»
Porse loro due biglietti dorati con l'indirizzo del locale. I Tomlinson erano sempre stati rinomati come ricconi della città ed ovviamente una festa al Ministry Of Sound era qualcosa da poco. Insomma il locale più esclusivo di tutta Londra per un semplice compleanno.
«M-ma è il Ministry of Sound!» boccheggiò Sophie. Louis mosse le mani in dei gesti indefiniti,come se organizzare una festa del genere fosse alla portata di tutti i giorni.
«Cosa da nulla insomma. Allora .. ci sarete?»
Emma e Sophie si guardarono e poi sorrisero « Puoi contarci!»
Schioccò alle due ragazze un bacio forte sulla guancia e le abbraccio calorosamente,prima di sparire - saltellando - dietro l'edificio scolastico. Quel ragazzo era una forza.
 
 
 
 
Cioè davvero.
Davvero erano riusciti a sopravvivere quattro ore? Quattro ore in quell’inferno.
Ogni essere umano adolescente va a scuola e ci resta dentro dalle quattro alle sei ore,dipendentemente dai giorni. Ma chi uomo sano di mente avrebbe potuto lasciare la scuola e permettere ad una classe di morire prematuramente con quattro ore di Chimica.
Quando la notizia dell’influenza della Stevenson e Boowman era arrivata alle loro orecchie era decisamente troppo tardi per girare i tacchi e tornarsene sotto le coperte,ognuno nelle proprie case.
E chi avrebbe dovuto sostituire? Lui.
Il professore di Chimica.
Una tortura stile film dell’orrore sarebbe stata più piacevole.
«.. E questo era l’ultimo argomento della giornata!» Il professore si lasciò cadere sulla sedia,completamente esausto. Dalla classe si levò un sospiro di liberazione quando il gessetto aveva finito di scrivere sulla lavagna.
Forse qualcuno s’era addirittura addormentato,ma era plausibile. Quattro ore di Chimica erano una tortura,persino per Emma che aveva sempre avuto voti distinti ed attenzione massima durante le lezioni.
Se non fosse stata al secondo banco,forse avrebbe chiuso gli occhi per un’attimo anche lei.
Il professore sbattè le mani,richiamando l’attenzione della classe «Prima delle elogiate vacanze di natale,vorrei incaricarvi per un ultimo compito in classe.Ognuno di voi,insieme ad altri compagni,dovrà consegnarmi una relazione sull’argomento appena spiegato e riassumere brevemente in una presentazione multimediale il programma scolastico del primo quadrimestre. Intesi?»
La classè sbuffò sonoramente e partirono i mormorii poco entusiasti dalla notizia. Emma girò il volto verso la classe e notò che non tutti erano contenti dell’ultimo compito. In effetti nemmeno lei avrebbe voluto spendere il penultimo pomeriggio scolastico sui libri e soprattutto con qualcuno che non avrebbe gradito.
Notò la testa riccia di Harry qualche fila più in la e pensò di poter farlo con lui. Zayn non poteva essere disponibile per la scommessa e Sophie non seguiva quel corso. Era sempre stata predisposta per le materie scentifiche e seguiva le stesse lezioni,in modo più avanzato,con uno specializzando.
La sua attenzione fu attirata da una mano ambrata,issata in alto per ricevere attenzione.
Il professore la guardò « Prego Malik .. deliziaci con le tue idee innovative»
«Quindi dovremmo dividerci in coppie,giusto?»
Il professore annui stanco. Harry sorrise dall'altro capo dell'aula,strizzando l'occhio nella sua direzione. Emma ricambiò con un sorriso sornione,pensando a quanto la cosa avrebbe potuto dar fastidio a Zan.
Un gesto che appunto non passo inosservato. Zayn alzò la mano di scatto,attirando nuovamente l'attenzione dell uomo seduto alla cattedra.
«Ancora Malik?»
Zayn sorrise « Propongo di lavorare con Boyle per il progetto»
In quel momento tutti gli occhi si puntarono sulla ragazza mora,palesemente stranita dalla situazione. Insomma .. situazione interessante.
Se avesse potuto nascondere la testa nel terreno molto probabilmente l’avrebbe fatto. Girò lentamente la testa verso il ragazzo che aveva appena pronunciato quelle parole e vide nascere sul suo viso un sorriso sornione e malizioso allo stesso tempo.
Avrebbe voluto strangolarlo,ma l’attenzione era troppa. Il professore si schiarì la voce,richiamando la sua attenzione.
«Dipende se la signorina Boyle ha intenzione di mettere a rischio la sua m..»
«Voglio fare coppia con Malik!»esclamò Emma,interrompendo il professore che improvvisamente divenne incredulo e spalancò la bocca per la sorpresa.
«E’ sicura,davvero?»
Emma annuì. Voleva la guerra,e l’aveva trovata. Sapeva essere un vero osso duro quando voleva e Zayn non l’avrebbe spuntata.
 
 
 
 
Erano precisamente le cinque ed un quarto quando Zayn bussò sulla porta di casa Boyle. Il vento s’era finalmente calmato ed una brezza invernale aleggiava per le strade gelide di Londra.
«Arrivo» aveva urlato una voce dall’interno della casa,seguita subito dopo da dei rumori strani. Ma Zayn non aveva fatto caso a quei rumori e s’era nuovamente passato una mano nei capelli,per ravviare il ciuffo.
Aveva scelto una delle sue giacche migliori per quel pomeriggio,quella che stringeva sulle braccia per renderle più muscolose. Aveva appositamente scelto la maglia bianca,quella semi trasparente e quasi scollata,per lasciare scoperta la clavicola e le vene del collo.
Sapeva bene i suoi punti deboli e li avrebbe sfruttati per il meglio.
Era sceso solo qualche giorno prima per comprare l’acqua di colonia che entrambi avevano visto e che lei aveva tanto adulato. Insomma .. era impeccabile.
Emma aprì la porta,trafelata per la corsa. Indossava un maglione lungo,bianco ad altezza ginocchio ed era una visione paradisiaca per i suoi occhi. Zayn quasi rimase basito quando la vide sullo stipite della porta,con i capelli arruffati che le ricadevano sulle spalle.
Aveva usato il trucco sulle palpebre,quello della festa,che le rendeva lo sguardo più malizioso ed intrigante. Una mossa sleale,ma non da meno delle sue.
Le regalò un sorriso,prima di entrare e posare i libri sul tavolo da pranzo nella stanza accanto. Tolse la giacca posandola sul divano e si girò verso di lei,che intanto aveva chiuso la porta di casa.
«Ed non c’è?»
Emma sorrise « Dovrebbe tornare fra un quarto d’ora»
«Bene» Zayn battè le mani «Ti va di iniziare?»
«Certo» Emma spostò la sedia per sedersi ed accavallò le gambe,battendo sulla sedia vicino la sua per far sedere Zayn. Non doveva assolutamente perdere quella scommessa,anche perchè in quei pochi giorni s’era rivelata troppo debole.
Zayn prese posto ed iniziò a sfogliare le pagine del libro,cercando l’argomento del giorno. Ma il battito delle sue ciglia e le gambe accavallate perlopiù nude,erano una vera distrazione.
«Cosa hai fatto dopo scuola?» chiese improvvisamente Emma,spezzando il silenzio imbarazzante che s’era formato fra di loro. Zayn alzò lo sguardo dalle pagine e posò la mano calda sulla gamba della ragazza.
Sorrise «Sono stato a casa e poi ho chiamato una mia amica.. sai non abita qui»
Emma sentì il sangue ribollirle nel corpo ed improvvisamente divenne nervosa. Solo quando anche Zayn si accorse del suo improvviso rossore e le sorrise sghembamente,Emma capì di essere caduta nella trappola e che forse non aveva chiamato proprio nessuna amica.
Si ricompose,alzandosi in piedi ed avviandosi verso la cucina «E come sta? Sente la tua mancanza?»
«Eravamo molto amici sai .. è plausibile» urlò Zayn per farsi sentire dalla stanza accanto,mentre Emma apriva il frigorifero. Afferrò il succo di frutta e prese due bicchieri dalla mensola,portandoli nella stanza da pranzo.
La porse a Zayn che ringrazio sorridendole «Non ti da mica fastidio vero?»
«Ma certo che no!» esclamò Emma,prendendo posto e porgendo un bicchiere pieno di liquido rossastro. Amava l’arancia rossa ed amava il sapore aspro sulla lingua. «E tu oggi non ti sei offerto di tua spontanea volontà solo per non farmi passare un pomeriggio da sola con Harry,vero?»
Zayn deglutì ed alzò lo sguardo,posando il bicchiere ed assottigliando lo sguardo. «Perchè non dovrei fidarmi della mia ragazza?»
La mia ragazza.
La mia ragazza.
La sua ragazza.

La ragazza di Zayn Malik.
Emma,la ragazza di Zayn.
Quelle parole non suonavano provocatorie o maliziose. Non nascondevano nessuna sfida o frecciatina,erano maledettamente sincere. Erano le parole più belle che Emma avesse mai potuto sentire. Le parole che aveva pronunciato con una delicatezza e scioltezza mai vista prima.
Ma per Emma erano più che superficiali. Erano importanti perchè segnavano quel gioco di sguardi e baci come una cosa seria. Lei era la sua ragazza.
Gli apparteneva.
Si sporse con uno slancio verso il suo corpo e si mise a cavalcioni sulle sue gambe,sorretta dalla presa salda di Zayn che aveva poggiato le mani sui fianchi per issarla su.
Zayn sorrise quando Emma iniziò a lasciare una scia di baci sul suo viso. Sulla fronte,il naso e le guance.
Si avvicinò alle labbra piene del ragazzo avendo cura di non sfiorarle «Baciami» sussurrò.
Zayn sorrise «Vorrei .. ma perderei la scommessa. Fallo tu»
«Sono un’orgogliosa del cazzo e non permetterei mai di perdere. Però ciò che hai detto mi ha fatto sentire importante e lusingata e so di aver bisogno di un tuo bacio. So che adesso se non poserai le tue labbra sulle mie molto probabilmente impazzirò. Se non sentirò il tuo calore io ..»
Zayn la baciò,portando una mano dietro la sua nuca ed alzandosi in piedi. Emma rimase avvinghiata al suo bacino e si fece adagiare sul divano del salotto che avevano raggiunto in pochi secondi.
Il ragazzo puntellò sui gomiti per non pesargli e lasciò la nuca della ragazza per insinuarsi sotto la grande maglia bianca. Emma sentì un brivido percorrerle la schiena,ma non se ne curò più di tanto. Era impegnata a giocare con la lingua di Zayn,infilatasi bramosamente fra le sue labbra.
Fu solo quando la porta di casa sbattè per il vento che entrambi,rossi in viso per il bacio fogoso,saltarono in piedi. Si scambiarono uno sguardo prima di intravedere un Ed alquanto divertito sullo stipite della porta.
«Se fossero state tutte così le mie ricerche di Chimica,avrei preso sempre voti alti!» esclamò divertito,prima di imboccare le scale.
Si scambiarono uno sguardo confuso e poi Zayn le sorrise « Quando dici le parolacce non riesco a resisterti!»
«Hai perso però..» mormorò Emma,ricomponendosi ed alzandosi in piedi,afferrando Zayn per la maglia e tirandolo verso di se.
Zayn si sporse verso il suo viso,abbassandosi di qualche centimetro « Arriveranno anche le tue suppliche,piccola» esalò,prima di lasciarle un bacio a fior di labbra.








Yeah!
i'm back. avrei dovuto aggiornare domani ma lo avevo pronto,quindi perchè aspettare?
vi immaginavate una scopata,vero?
MUHAHAHAHAHAHAH
si lo so,sono un po' cattiva. ma sono incazzata con la vita oggi,particolarmente.
quindi me la sono presa con voi. mi dispy!
prima notizia. avete sentito little things? cwc DIO MIO,E' L'AMORE.
ringraziamo Ed Sheeran che è un poeta nato ed è l'amore mio soprattutto. Grazie Eddino,grazie.
seconda notizia. Un grazie particolarissimo va alle DODICI persone che hanno recensito lo scorso capitolo.
Voi non potete immaginare quanto mi rendereste fiera se lasciaste un numero simile ad ogni capitolo. mi fate sentire brava e capace di scrivere qualcosa.
e approposito .. parlando del capitolo.
Lo voglio dedicare ad Anna Rita e Giuseppina che mi ammazzeranno perchè non hanno ancora fatto sesso. arriverà il loro momento,promesso.
Nel prossimo capitolo ci sarà la festa di Luigino Tomlinsino che compirà gli anni #tantiauguri.
quindi ci sarà la festa ed il dopo festa mlmlmll
basta.
mi sono divertita molto a scrivere questo capitolo,davvero. Emma sta LEGGERMENTE ritornando ciò che era prima della morte della madre,cioè una ragazza normale. 
Intanto però Zayn parla di ragazze *ovviamente la ragazza che ha chiamato non esiste,era solo per farla ingelosire* però negli altri capitoli si parlava della prima settimana scolastica di Jawy che era stata un po' di fuoco!
Poi ne parlerò.
terza notizia. dopo aver pubblicato questo capitolo ci sarà il VENTESIMO e la storia piegherà verso la fine.
so che molte di voi si impiccheranno compresa me stessa,però non piangggete perchè non ho intenzione di stare con le mani in mano.
ho un paio di idee in cantiere che vi proporrò alla fine di questo Yeah!
per il resto vi ringrazio di tutto e spero di raggiungere un posto fra le popolari,perchè SEMBRA essere apprezzata questa storia.
Mi raccomando,fatevi sentire e Stay Strong.
Un bacio.


SONDAGGIO.
preferireste una storia con protagonista Zayn e tematica angeli.
Protagonista Louis e tematica vampiri.
oppure protagonista Niall e rapporto incestoso? *rapporto fra fratelli*
mi raccomando,fatemi sapere in tanti :)

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Capitolo 20
*** XX ***


≈I hear the beat of my heart getting louder whenever i'm near you    

     



XX
 

«Terminiamo quindi col dire che l’equilibrio chimico è una condizione di equilibrio dinamico che si ha quando i prodotti di una reazione chimica reagiscono a loro volta .. »
«.. fra loro riformando i reagenti di partenza,come verificato nell’esperimento prima effettuato nella sala di chimica»
Zayn chiuse il computer posto sulla cattedra e lanciò uno sguardo eloquente alla ragazza in piedi vicino a lui,che ricambiò divertita.
Il professore si destò dallo stato di incredulità e battè le mani,sorridendo.
«Eccellente! Direi l’esponimento migliore che io abbia sentito negli ultimi due anni. Complimenti davvero .. e Malik»
Guardò Zayn,che sbuffò scocciato. Era già abbastanza sufficiente che avesse collaborato per quel progetto al quale lui stesso aveva aderito spontaneamente. E di certe battutine sarcastiche riguardo il suo andamento scolastico non ne voleva proprio sentire.
Si girò verso il professore che sorrise titubante « Questo le alzerà la media»
Zayn inizialmente non capì,ma quando il messaggio arrivò al suo cervello sorrise. Almeno il primo quadrimestre sarabbe filato liscio grazie a quel progetto.
La campanella suonò e tutti si affrettarono ad uscire dalle classi.
Appena fuori dall’aula di chimica,Zayn afferrò Emma per i fianchi e la fece volteggiare sospesa a mezz’aria.
«Calma la tua euforia,Malik!» esclamò divertita,prima di ritornare con i piedi per terra e cingere Zayn dietro la nuca.
Si sporse verso di lei e le lasciò un bacio sulle labbra piene «E merito tuo,grazie!» mormorò,prima di approfondire quel contatto,insinuando la lingua fra le labbra rosee della ragazza. Emma sentiva le gambe cedere ogni qual volta che Zayn la sfiorava dolcemente o la baciava con foga. Era qualcosa di paradisiaco.
Uno schiarimento di voce fece sobbalzare i ragazzi,che si staccarano e si voltarono verso la direzione del suono. Harry sorrideva alla sua migliore amica,ancora con i libri in mano della lezione appena terminata.
Zayn corrugò le sopracciglia scocciato e salutò con un gesto del capo l’amico della ragazza. Era maledettamente orgoglioso per ammettere che aveva sbagliato,ma Harry era troppo buono per non perdonarlo.
Aveva capito che l’alcool forse era andato troppo al cervello e di aver esagerato un po’ quella sera,ma era la sua migliore amica infondo e le ostilità di quel ragazzo non avrebbero certo ostacolato la loro amicizia.
«Ciao Zayn» esclamò il riccio,sorridendogli. Zayn posò un bacio sulla guancia della ragazza,prima di sparire fra la calca degli studenti in corridoio,per dirigersi in mensa. Harry si rivolse ad Emma,allargando le braccia.«Posso abbracciare la mia migliore amica?»
Emma,senza aver bisogno di parole,si fiondò tra le braccia accoglienti di Harry,prendendo a massaggiargli la schiena con i polpastrelli,mentre il suo amico le accarezzava i capelli. Si sentiva bene fra quelle braccia. Harry e Zayn,dopo la sua famiglia,erano gli uomini più importanti della sua vita e perderli sarebbe stato straziante e doloroso.
«Scusalo ..» mormorò Emma,nascondendo la testa nel incavo del collo dell’amico,che ridacchiò «Scusalo davvero!»
Harry prese il mento dell’amica fra le dita e la costrinse ad incontrare i suoi occhi verdi. Non gli importava di ciò che la gente avrebbe potuto pensare di quel gesto o dei professori che li stavano guardando. O magari del regolamento che vietava severamente le effusioni in pubblico. Era la sua migliore amica,e poco gli importava.
«Tieni davvero a lui?»
Emma annuì «Più di quanto tu possa immaginare»
«Allora è tutto ok!» Harry sorrise ed abbracciò nuovamente Emma,che si strinse di più a lui. Era il ragazzo migliore del mondo ed era fiera di averlo nella sua vita.
«Harry?»
«Mh?»
«Ti voglio bene»
 

 ***

  
Emma riavviò per l’ennesima volta i capelli dietro le spalle,poi decise di prendere una di quelle mollette sul lavandino del bagno e fermarli dietro la nuca,per evitare che si sporcassero di trucco.
Intanto Sophie gemeva nella sua stanza accanto,cercando di infilare invano tutti gli oggetti nella sua pochette. «Questa borsa del cazzo è troppo piccola!»
Emma sghignazzò,posando il mascara nella trousse e sciogliendo i capelli. Quel completo le stava da incanto ed era stata una salvezza scovarlo nell’armadio. Pensava di aver perso quella camicetta ricamata sul petto,nera che le aveva regalato qualche anno fa Sophie. E poi adorava quella gonna corta color panna.
Forse i tacchi non erano stata la scelta migliore,ma almeno per quella sera avrebbe potuto soffrire. E poi aveva una strana sensazione dal momento in cui aveva lasciato la scuola ed aveva baciato Zayn per l’ultima volta,prima di andare a comprare il regalo con l’amica per la festa di Louis.
Le mancava terribilmente,nonostante fosse passata solo metà giornata. Ed ora era stranamente eccitata di rivederlo,come se non lo facesse da tempo. Aveva una voglia assurda di stringerlo fra le sue braccia,di baciarlo fino allo sfinimento in tutti i modi possibili. Di sentire le sue spalle grandi sotto i suoi polpastrelli e il suo respiro al tabacco e menta sul suo viso.
«L’amore fa brutti danni eh!» Emma girò di scatto la testa verso la voce,notando Sophie rossa in viso ridere sulla soglia del bagno. Corrugò le sopracciglia.
«Tu non sei da meno!» ribattè,scatenando la sua risata cristallina. Era perfetta,nel suo completo verde bottiglia,che le risaltava il color azzurro degli occhi. Il suo sorriso era poi smagliante ed era indelebile. Era sempre lì,da quando Niall era entrato a far parte della sua vita.
Era felice,come lei.
Il suono del clacson le fece riprendere. Emma sciolse i capelli e li ravvivò con un gesto delle dita,slegando i nodi che si erano formati alle punte. Si diresse verso la stanza dell’amica ed afferrò il cappotto e la borsa.
Percorsero il corridoio di fretta,giungendo alla porta,dove Sophie si arrestò di scatto. Emma la guardò stranita.
«Cosa c’è?»
Sophie sospirò,aprendo poi il cappotto e mostrando nuovamente l’abito «Come ti sembro? Ho qualcosa fuori posto?»
«Sei una meraviglia,fiocco di neve!»
Sophie sorrise ed aprì la porta di casa,imbattendosi con il vento gelido di Dicembre. Non avrebbe mai pensato di passare la vigilia di Natale in quel modo,o magari ad una festa con il proprio ragazzo.
Era sempre rimasta a casa,nonostante le feste scolastiche e gli inviti. Era solo che preferiva la stabilità,un fidato film ed una tazza di cioccolata fumante. Ma quest’anno era diverso e Sophie aveva maledettamente ragione quando diceva che l’amore faceva brutti danni.
Si sentiva finalmente se stessa ed era una sensazione nascosta da un po’ di tempo.
Si strinse nel cappotto,raggiungendo l’auto nera parcheggiata difronte casa dell’amica,dove Zayn era appoggiato allo sportello dell’auto. Indossava un pantalone stretto nero,con un paio di scarpe sportive.
La giacca era elegante e quel grigio risaltava i suoi occhi scuri,come la sua pelle ambrata. I capelli erano invece stati tirati ed ingelatinati. Non le era sembrato mai più bello.
Quando la vide,Zayn spalancò la bocca,avvicinandosi velocemente verso di lei e prendendola per un braccio.
«Non pensi che questa gonna sia troppo corta?» sibilò,riducendo gli occhi a due fessure.
Emma rise «Mi aspettavo un complimento migliore,ma lo prendo come tale.»
«Giuro che se qualcuno oserà guardarti troppo,gli stacco la testa!» mormorò,prima schioccarle un bacio sulle labbra. Si sentiva sempre stralunata quando le sue labbra toccavano quelle del ragazzo. Le ginocchia cedevano improvvisamente e la vista si offuscava.
Le faceva quel dannato effetto e non poteva far niente per ostacolarlo. Non voleva far niente.
Sophie salì nell’auto con il proprio ragazzo e dopo poco sparirono dietro l’angolo del vialetto,seguiti da Zayn ed Emma. Arrivarono subito al locale,e furono attratti dalla musica a palla che giungeva dal suo interno.
Improvvisamente ne uscì un Louis piuttosto esaltato,in un pantalone rosso ed una maglia bianca a maniche lunghe,dotata di bretelle. Era buffo nel complesso,ma la sua vivacità faceva sparire ogni dubbio. Era un eterno peter pan e sapere che era più che maggiorenne,era quasi inverosimile.
Si avvicinarono al festeggiato,salutandolo con un bacio oppure una pacca sulla spalla. Emma lo abbracciò.
«Sembra ieri che ti cacciavi nei guai,ed invece adesso compi gli anni!»
Louis sorrise «Entriamo che vi stavamo aspettando»
 
 
 
 
«Giuro che questo è l’ultimo drink!»
Emma corrugò le sopracciglia «Niall,hai ripetuto la stessa frase anche dieci drink fa!»
La festa era giunta ormai al termine ed erano rimasti fra di loro,per un ultima chiacchiera prima della chiusura. Fuori era ormai buio e le stelle erano alte in cielo.
Sophie sorreggeva,anche lei brilla,il biondo che ormai era offuscato dagli alcolici. Avevano bevuto forse troppo quella sera e per fortuna c’era chi avrebbe potuto accompagnarli a casa. Harry era sparito da un po’ con una biondina del terzo anno,salutando vivacemente il suo amico.
Gli unici rimasti erano loro,ed era ora di andare.
«Louis grazie per la bella serata ed ancora auguri!»
Louis la abbracciò «Ma di che! Ti voglio bene. Ci sentiamo domani per gli auguri di Natale»
«Puoi contarci»
Salutarono velocemente i rimanenti,e si avviarono verso l’auto. Zayn le sorrise,entrando in macchina ed accendendo il motore.
«E’ stata una bella serata..»
«E nessuno mi ha guardata troppo!» esclamò Emma,ridendo con il ragazzo.
Zayn le accarezzò il braccio,assumendo uno sguardo dolce «Ti va .. di dormire a casa?»
Ed eccola di nuovo la sensazione alla bocca dello stomaco. Quello sguardo,quel maledetto sguardo ammaliante che adesso era dipinto sul suo volto. La sua voce,le sue parole.
Era pronta per rendersi sua,era pronta per dormire con lui. Per stare con lui. Voleva andare con lui e stare fra le sue braccia.
Annui impercettibilmente,distogliendo lo sguardo per l’imbarazzo. Si sentiva lusingata da tutte le attenzioni che le riservava,da tutto ciò che diceva o faceva.
Lo amava.
 
 
 
Emma aprì la porta di casa e posò le scarpe in un angolo. Aprì un’imposta per permettere al vento invernale di entrare e spostare le piante.
Si posizionò davanti alla finestra e si godè l’aria pungente ma allo stesso tempo rilassante.
Si lasciò completamente andare ed allargò le mani,per permettere al vento di entrare anche nella sua camicia.
Zayn si avvicinò lentamente e le sfilò il cappotto,posandolo sul divano. Emma lo guardò e notò in lui qualcosa di diverso.
Era calmo. Aveva una pacatezza nei movimenti che abitualmente non mostrava.
«Così prenderai un raffreddore..» esclamò Zayn,sporgendosi in avanti per chiudere la finestra.
Si trovò nuovamente a pochi centimetri di distanza. Emma non potè non pensare che quella settimana le era piaciuta particolarmente.
Il posto in cui si trovava meglio era sempre dietro l’angolo. E non a caso possedeva degli occhi profondissimi e scuri come la pece.
Zayn la guardò intensamente,ma questa volta nessuno dei due si sentì in imbarazzo. Entrambi sentirono un fremito percorrerli. Un fremito di eccitazione pura.
Zayn guardò insistentemente le labbra della ragazza «Hai sonno?»
Emma dissentì con un movimento del capo.
«Hai freddo?» domandò ancora,ricevendo ancora una risposta negativa.
Emma spezzò quel gioco di sguardi e gli tese una mano,avviandosi verso le scale. Giunse davanti ad una camera ed accese la luce.
Entrò timidamente,sperando fosse quella giusta. Dai poster e dagli abiti sparsi sul pavimento,capì immediatamente che era la sua stanza.
Non vi era mai entrata prima,nonostante fosse stata a casa di Zayn molteplici volte. Il suo album era sulla scrivania ed una voglia improvvisa di aprirlo l’assalì. Scosse il capo.
«Che bella stanza»
«Grazie» mormorò di risposta,portandole una mano nei capelli. Emma chiuse gli occhi
« Stanca?»chiese, con voce bassa .
« Un po’.» ammise finalmente Emma stiracchiandosi le spalle.
Zayn iniziò a muovere le mani nei capelli ed Emma assecondò i movimenti, mostrando una tranquillità che assolutamente non provava.
Emma riusciva ad osservare attentamente le pagliuzze dorate negli occhi concentrati di Zayn.
Con delicatezza le spostò i capelli di lato, per poi posare le mani sulle sue spalle.
Lentamente iniziò a massaggiarle le spalle
La accarezzava con dolcezza, calma e gentilezza. Faceva una leggera pressione con i pollici, per sciogliere la tensione della ragazza.
Emma si sentì subito rilassata da quel tocco leggero.
« Chiudi gli occhi...» le sussurrò il moro all’orecchio.
Lei obbedì senza neanche riflettere.
Le mani del ragazzo sulle sue spalle e il suo respiro sul collo erano una delizia per i sensi.
Con le mani si fece avanti, dalle spalle passò ad accarezzare il collo di Emma, lentamente, sensualmente.
La bramosità con la quale voleva possedere il suo corpo in quel momento aveva raggiunto l’apice.
Zayn aveva paura di sbagliare tutto,con un movimento inaspettato ed inadatto. Lentamente ritrasse le mani dolci e delicate dalla nuca di Emma e si lasciò cadere sul letto.
Emma lo guardò per un attimo prima di parlare. La sua espressione era di una dolcezza unica ma era coperta da un velo di preoccupazione.
«Perché hai smesso?» chiese,curiosa la ragazza. Quei polpastrelli le stavano donando una calma mai provata prima.
Il desiderio faceva parte anche di lei in quel momento. Studiò ancora una volta il profilo di Zayn,intento a guardare fuori dalla finestra.
La mascella contratta da un’agitazione improvvisa lo rendeva maledettamente bello. La linea fine e lunga del naso rendeva il tutto perfetto e lineare.
Il profilo delle labbra rosee e carnose dava un accento orientale in più ad un viso perfetto già di per se.
Zayn era di un attrazione unica e lei non riusciva a farne a meno.
Forse era attratta in un modo che lei non aveva mai sperimentato.
La sua contemplazione fu distratta dal movimento di Zayn,che si voltò verso di lei ed incrociò il suo sguardo.
Zayn si avvicinò lentamente ,senza distogliere mai lo sguardo da quello pieno di desiderio della ragazza.
Emma chiuse gli occhi per assaporare meglio quel momento divino,ma le labbra di Zayn non si ritrovarono sulle sue.
Si chinò su di lei, sfiorandole la tempia con le labbra, per poi passare sulla guancia, il mento e il collo.
Zayn portò le mani alle guance della ragazza e cercò un contatto più approfondito,che Emma non esitò a permettere.
Emma sentì la forza abbandonare il suo corpo quando la lingua di Zayn si infilò tra le sue labbra ed iniziò a perlustrarle la bocca, languidamente.
Il suo profumo misto di alcool e tabacco le inebriarono la mente,rendendola incapace di pensare ad altro tranne che a Zayn che ora aveva delicatamente lasciato la sua bocca per occuparsi del suo collo.
Nessuno sapeva che era il suo punto debole. Ma Zayn..
Zayn aveva capito perfettamente come far perdere ulteriormente il lume della ragione a quella ragazza. Lasciava scie umide sul collo di Emma,marchiando più volte il suo passaggio.
La voglia con cui Emma voleva Zayn in quel momento non esitò a dimostrarsi attraverso un gemito.
Non poteva andare così.
Zayn la deliziava solo con il passaggio delle sue labbra esperte e morbide sul collo.
Continuando a baciarlo fece scorrere le mani fino al primo bottone della camicia, che venne completamente aperta in pochi secondi.
Il cuore di Zayn gli martellava nel petto, impazzito al tocco di lei, alle sue mani delicate che lo sfioravano con lentezza e sensualità.
Il ragazzo si sporse in avanti,costringendo Emma ad abbassarsi e posare la testa sul cuscino. Puntellò sui gomiti per non pesargli ed abbassò la camicia che ormai era solo un ostacolo.
Voleva sentire la pelle candida della ragazza sul suo petto. Voleva sentire la passione e la voglia con cui avrebbe voluto possederlo.
Voleva sentire i suoi seni accendersi di passione sotto il suo tocco soave e delicato. Voleva averla sua una volta e per tutte.
Zayn portò le sue mani al bordo della camicia di Emma. Staccò per un attimo le sue labbra da quello della ragazza e chiese il permesso di sfilargliela.
Aveva ancora paura della sua reazione.
Sapeva bene che odiava mostrarsi debole eppure Emma in quel momento era più fragile ed insicura che mai.
Era completamente sua e Zayn non avrebbe commesso nessuna azione stupida ed insensata per mandarla via.
Emma annui impercettibilmente e la privò di quell indumento,lasciandola completamente a petto nudo.
Quando l’indumento fu a terra, Emma si scostò da lui per fissare gli occhi nei suoi.
Gli occhi castani,liquidi e pieni di desiderio la scrutavano sotto le ciglia affaticate. Emma si stupì della forza di quel ragazzo. Si notava benissimo che ciò che voleva in quel momento era solo lei.
E si sentiva maledettamente lusingata.
Lo voleva più di ogni altra cosa al mondo. Tra le braccia di Zayn. Sotto il suo petto che si alzava e si abbassava irregolarmentea causa del piacere.
Lei stava bene. Stava bene con quello sguardo che vagava sul suo corpo e stranamente non era a disagio.
Zayn riprese a giocare con la lingua della ragazza con più bramosità possibile. Era qualcosa di inaspettato. Godere solo di un bacio.
Scese lentamente dal viso della ragazza e con le mani prese a massaggiare un seno,scoprendolo dal reggiseno ormai inutile.
La sentì sospirare quando la sua lingua iniziò a stuzzicarle la pelle sensibile, scostando leggermente il pizzo chiaro.
Premette la sua schiena con la mano destra contro il suo petto,mentre l’erezione pulsante di Zayn si faceva evidente al di sotto dei pantaloni.
Quel membro caldo e pulsante,ricco di passione e desiderio,risvegliò in Emma un istinto ormai nascosto.
I muri erano crollati definitivamente ed ora l’unica ancora di salvezza erano le labbra di Zayn.
L’amore di Zayn.
Gemette mentre le sue dita abili la privavano del reggiseno.
Erano entrambi a petto nudo, pelle contro pelle, le mani intrecciate e gli sguardi fissi uno nell’altro.
Non seppero dire per quanto tempo rimasero in quella posizione, prima di stringersi ulteriormente e appropriarsi l’uno della bocca dell’altro, continuando la loro eterna lotta anche in quel momento.
La lingua di Zayn entrò ancora prepotentemente tra le labbra di lei, accarezzando e facendo sua quella bocca che in quel momento non aveva frecciatine da rivolergli.
Emma affondò una mano tra i suoi capelli e sfregò il bacino contro quello del ragazzo.
Il baciò finì poco dopo per mancanza di ossigeno, ma le labbra arrossate di Emma lo invitavano a baciarle ancora, cosa che lui fece senza perdere tempo.
Zayn scese lentamente con le mani al bordo della gonna,giocando con l’elastico di quest’ ultima,senza mai staccare lo sguardo.
Emma lo implorò con un occhiata e lui si disfò velocemente ed abilmente della gonna,scorrendo le dita lunghe e fredde sulle gambe nude di Emma.
La scrutò per un attimo,prima di risalire al suo viso e baciargli ogni parte di esso.
Entrò sapientemente con due dita nell’intimità di Emma,facendola sussultare. Iniziò con movimenti circolari e poi sempre più a fondo,mentre gli ansimi della ragazza ed i battiti accelerati di entrambi erano l’unico suono che riempivano quella stanza piena di passione.
Zayn respirava velocemente, il petto si alzava e abbassava ritmicamente.
Emma non riuscì a mantenere lo sguardo nel suo, finendo per far scorrere le iridi dorate su quel torace tanto perfetto, gli addominali tesi e poi più giù, fino alla stoffa tirata dei pantaloni.
Emma ne aveva abbastanza di quel tocco che la stava portando al culmine.
Scese con le dita verso la sua intimità e sposto le dita di Zayn,incrociando di nuovo il suo sguardo.
Porto le mani al bordo dei pantaloni del ragazzo e iniziò a giocarci.
Zayn trattenne il respirò quando sentì quelle dita dannate toccarlo e stuzzicarlo.
Resistette pochi secondi, fin quando lei gli slacciò cintura e pantaloni.
Emma però non ebbe il coraggio di toccare ciò che per lei era nuovo. Aveva una maledetta paura di sbagliare.
Zayn scorse la preoccupazione negli occhi di Emma e si disfò dei pantaloni da solo,buttando sul pavimento anche i boxer.
Prese la sua mano e la portò lentamente verso la sua erezione pulsante,che adesso toccava il suo corpo ansimante sopra le lenzuola.
Emma capì il suo desiderio bramoso e decise di soddisfarlo,prendendo cautamente il suo membro e muovendosi con movimenti delicati su e giù,aiutata dalla mano di Zayn.
Quando i suoi occhi,dopo,si chiusero leggermente,capì di star facendo la cosa giusta ed aumentò il ritmo,scostando la mano ormai inutile del ragazzo.
Il ragazzo aveva mandato al diavolo ogni proposito di lucidità, lasciando libera quella passione che per molto tempo gli aveva bruciato l’anima e infiammato il cuore.
Zayn le spostò lentamente la mano e la baciò con possessione e desiderio, mentre le apriva le gambe e si posizionava tra di esse.
«Sei sicura»
Emma annui impercettibilmente,guardando fuori dalla finestra imbarazzata.
Emma rivolse il suo sguardo verso il viso del ragazzo sussurrò al suo orecchio. La paura di toccarla e farle del male si impossessò ancora di lui..
«Guardami» le ordinò,con un tono dolce ed autoritario mai sentito prima
I suoi occhi brillavano di preoccupazione e felicità e lei lo voleva.
Voleva renderlo suo.
«Sono sicura» affermò «Non farmi male» aggiunse.
Zayn catturò le sue labbra in un bacio,facendo sparire la preoccupazione che aveva invaso il suo intento.
Emma iniziò a gemere quando il ragazzo lentamente entrò in lei,unendo definitivamente i loro corpi.
Nonostante il ritmo fosse lento e delicato,Emma non riuscì a trattenere una lacrima che cadde silenziosa sulla guancia.
Zayn la strofinò via dolcemente con un dito e la pulì con un bacio.
Si abbassò col viso sul suo, le sfiorò le labbra e scese poi sul collo, mordendolo. Il piacere aumentava, e con esso le spinte, sempre più profonde.
Ad Emma girava la testa, qualcosa dentro di lei bruciava, come un’esplosione. Non poté negare di aver sentito un po’ di dolore quando Zayn si era spinto in lei, ma ora provava un piacere così intenso che aveva la mente annebbiata.
Da troppo tempo aveva desiderato sentirsi sua, essere sua, e finalmente stava accadendo.
Quando la sentì gemere di piacere, Zayn le afferrò i fianchi dando più forza ad ogni movimento. Ora le spinte erano decisamente più veloci e profonde, anche dolorose, ma estremamente piacevoli.
«Zayn..» supplicò Emma,al culmine del piacere.
Il ragazzo le regalò un sorriso prima di baciarla e ricominciare a muoversi. La strinse a sé, sentendo la morbidezza del seno contro il suo torace, mentre le unghie della ragazza gli lasciavano visibili segni sulle spalle.
Finalmente era lì, nel suo letto, ansimante di piacere sotto di sé. Non desiderava altro.
Le sue braccia erano una culla. Il ritmo del suo cuore era musica. Le sue labbra la sua brama.
Il suo amore il segreto proibito.
Zayn aumentò le spinte con più forza ed intensità, fin quando l’orgasmo li travolse come l’onda di un mare in tempesta.
Zayn era disteso accanto a lei, con gli occhi chiusi e il lenzuolo a coprirgli almeno i fianchi.
Era in pace con il mondo, la sola vista del viso rilassato del ragazzo la faceva sentire serena.
L’espressione rilassata dipinta sul volto ambrato di Zayn era la visione più appagante che Emma avesse mai potuto osservare.
Si girò verso di lui e si strinse fra le sue braccia forti. Zayn prese il lenzuolo e coprì i corpi di entrambi.
Lasciò un lieve bacio tra i capelli castani e dorati della ragazza e prese a massaggiarli con un ritmo regolare e delicato.
Con gli occhi chiusi e il battito cardiaco a livelli normali, Emma cadde in un sonno leggero, che sembrava aver preso anche il ragazzo che le aveva rubato il cuore.






Yeah!
MA DITEMI DAVVERO COSA SIETE? COSA?
TREDICI RECENSIONI? TREDICI RECENSIONI? VI FATE NON AMARE.. DI PIU'
ieri avete visti i ragazzi ad x-factor? cwc
IO NO.
ma lasciando perdere la mia depressione ed i momenti commoventi e le figure di merda di ieri con i ragazzi,parliamo del capitolo.
WE ARE THE CHAMPIONS. ALLELUIAH. HAPPY DAYS.
LALALA
hanno scopato. sanamente scopato.
Forse questa è la scena di sesso più bella/dolce/meravigliosa che io abbia mai scritto e ne vado anche fiera!
Di solito scendevo nei particolari , nell'altra storia , quindi scusate se Emma è sembrata troppo banale HAHAHAH
nel prossimo e nei prossimi però ci saranno belle sorprese. Questa situazione mi sta facendo venire il diabete uu
quindi spero vi sia piaciuta e vi ringrazio per aver votato il sondaggio. Ha vinto Zayn con tematica angeli.
Quasi quasi in questi giorni pubblicherò il primo capitolo già pronto :P

Questo era il vestito di Emma alla festa di Louis *che poi è finito sul pavimento mlmlm* e mi raccomando,fatevi sentire.
VI . AMO.
ps. questo capitolo lo dedico ad Eriketta,che si è cancellata da facebook e quindi verrà picchiata. Questa scena di sesso è per te uu
ed alle immancabili Giusi ed Anna Rita,che hanno sofferto davvero per avere questa scena. E poi a tutte voi,che mi sostenete SEMPRE!.
un bacio e fatevi sentire.

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Capitolo 21
*** XXI ***


≈I hear the beat of my heart getting louder whenever i'm near you    

     



XXI


 
 
 
 
La luce bianca illuminò il viso seminascosto di Emma,che si stiracchio poco dopo. Aprì lentamente gli occhi scontrandosi con la penombra che dominava nella sua stanza da letto.
Sbattè le palpebre molteplici volte prima di focalizzare l’immagine di Zayn nel suo letto,affianco al suo corpo nudo. Un sorrisetto le si dipinse sul volto.
La notte precedente aveva permesso a Zayn di prendersi ciò che la rendeva ancora una vergine. Era stato magnifico. Pieno di passione,bramosità ma soprattutto amore.
Non s’era mai sentita meglio prima. E solo adesso capiva che l’unico posto in quel mondo nel quale sarebbe voluta stare,erano le braccia di Zayn.
Spostò lentamente la mano di Zayn che le aveva poggiato sul ventre e si alzò dal letto,cercando di non svegliarlo. Lo guardò ancora una volta nella sua bellezza esorbitante.
I capelli disordinati ricadevano sulla fronte,asciutta delle gocce di sudore. Le palpebre chiuse gli donavano una pacatezza deliziosa e le labbra schiuse dipingevano quasi un mezzo sorriso sulle labbra.
Insomma,una visione appagante.
Prese una maglia larga ed un paio di slip dal cassettone e le infilò rapidamente prima di uscire dalla stanza e chiudersi la porta alle spalle.
Scese ancora con un espressione sognante sul viso,rischiando di inciampare sull’ultimo gradino. L’eccitazione del momento,l’ebbrezza di ciò che aveva provato e la felicità di essere stata con Zayn non era ancora svanita e non sarebbe svanita rapidamente.
Entro nella cucina e si fermò un attimo sull uscio della porta. Avrebbe voluto preparare qualcosa di speciale per Zayn. Qualcosa da ricordare.
Solo in quel momento si ricordò che era il giorno di Natale e che fuori stava nevicando. Si avvicinò di corsa alla finestra e vi posò una mano sopra.
I fiocchi bianchi scendevano lentamente verso il terreno ed erano proprio come li ricordava. Amava guardarli sul divano,davanti ad una tazza di cioccolata fumante. Ma quest’anno sarebbe stato diverso. Zayn sarebbe stato lì con lei.
Sbattè le mani come ad infondersi sicurezza e si diresse verso il frigorifero,sperando che la spesa settimanale,almeno,Ed l’avesse fatta.
Niente,zero sotto zero. Suo fratello era decisamente un idiota.
Lo maledì mentalmente e pensò a qualsiasi bar fosse aperto alle otto e trenta del mattino. O meglio,della mattina di Natale. Avrebbe fatto una figura da niente se Zayn si fosse svegliato e non avrebbe trovato niente.
Voleva dimostrarsi ospitale e ‘’ringraziarlo’’ in un certo senso. Intanto i suoi pensieri l’avevano trascinata fino al soggiorno ancora buio,per le tapparelle ancora chiuse.
Si guardò allo specchio,illuminato dalla finestra della cucina e si accorse che forse era stupida. Paranoie di primo mattino su qualsiasi demenzialità .. erano proprio da Emma Boyle.
Sorrise impercettibilmente tra se e se,massaggiandosi il fianco da sopra la felpa. Poi una lampadina le si accese nel cervello,quasi come nei cartoni animati. Aveva avuto un idea meravigliosa.
Quest’idea aveva il nome di Josh.
 
 
 

«Io ti chiedo immensamente scusa,Josh,davvero. E’ natale lo so,e mi dispiace. Mi dispiace così tanto. Io..»
Ma non potè finire la frase che Josh smorzò le parole con il rumore della saracinesca. Un tintinnio di frasi e un bacio caldo sulla guancia. I suoi occhi azzurro cielo,lasciati scoperti dalla sciarpa pesante,sorridevano a quella ragazza ormai impacciata con un cartoccio di frittele in mano e un paio di frappuccini nell’altra.
«Basta solo che non spifferi tutto al mio capo o addio posto di lavoro!»
Emma sorrise,avviandosi verso l’auto dell’amico,il quale si era offerto di accompagnarla a casa quando aveva composto il suo numero. Era stato davvero una salvezza,in tutti i sensi. Fortunatamente lavorare sodo in quel bar difronte la scuola aveva fruttato molti benefici,quale la fiducia del padrone,che gli aveva consegnato un paio di chiavi di riserva.
Aprì lo sportello e salì nell’auto,seguita poco dopo da Josh che accese rapidamente il riscaldamento,strofinando le mani su di esso.
«Allora» esclamò,sorridente «Come mai tutta questo bisogno di frittelle di primo mattino?»
Emma arrossì imbarazzata e lo incitò a partire,cosa che fece poco dopo. Josh la guardò prima di imboccare il vialetto e chiedere indicazioni per la sua casa.
«Sono per una persona!»
«Ah-ah!» urlò,battendo le mani sul volante e sorridendole maliziosamente «Allora anche tu fai le cose sporche,eh Boyle!»
«Ma smettila!» squittì Emma rigida,senza poter nascondere il suo sorriso imbarazzato. Fortunatamente a quell’ora del mattino le strade di Londra erano vuote e raggiunsero la sua casa in un batter d’occhio.
Scese dall’auto,facendo attenzione a non rovesciare il cibo e schioccò un bacio all’amico dal finestrino « Grazie ancora e buon natale Josh! »
«Buon natale a te,Em! »
Proseguì nel tratto di strada che la separava dalla sua casa e infilò le chiavi nella serratura,aprendo cautamente la porta di casa e sperando che Zayn non fosse ancora sveglio.
Sgattaiolò in cucina di soppiatto,come un ladro,e posò il cibo sul tavolo.
«Giorno!»
Si voltò di scatto,saltando e cacciando un gridolino. Zayn si stava strofinando gli occhi sullo stipite della porta e stava sbadigliando,ancora assonnato. La guardò sorridente,aspettando che si riprendesse dalla paura.
Emma si sfilò il cappotto,sfoggiando una mise leggera al di sotto di esso. «Mi hai fatto prendere un colpo!»
«Scusami.» mugolò Zayn,avvicinandosi alla ragazza e facendo scontrare il loro petti. Emma improvvisamente sentì caldo.
Forse era l’aria ancora assonnata,il tono di voce ancora impastato dal sonno o i capelli arruffati. Ma Zayn gli sembrava maledettamente dolce.
«Sento un buon odore .. frittelle?»
Emma gli sorrise « Si. Mi dispiace non averle potute preparare io,ma Ed non ha fatto la spesa.. è un incompetente,lo so. Ma..»
Capì di non aver più bisogno di dire altro quando le labbra soffici di Zayn si posarono sulle sue. Si unirono in un bacio lento,solo di labbra. Le sue sapevano ancora di sonno e di lei.
Entrambi sentivano di loro sulle labbra,ricordando la sera precedente.
«Non devi scusarti» sussurrò Zayn,ancora sulle sue labbra «Non ho bisogno di mangiare»
«Davvero?» balbettò Emma,sentendo le mani di Zayn farsi largo sotto la sua maglia.
Le sue dita iniziarono a formare cerchi sul suo ventre,sullo stomaco e poi,dietro la sua schiena,a scorrere lungo la colonna vertebrale e fermandosi di colpo all’estremità delle scapole.
«Potrei saziarmi di te» mormorò malizioso,ricevendo un sorriso imbarazzato da parte della ragazza,che si limitò a portare le mani sulle spalle nude.
La issò sul ripiano della cucina e iniziò a spogliarla lentamente,quasi torturandola di quel tocco che le era mancato abbastanza. Emma non potè sopportare quel tocco straziante sulla sua pelle e decise di disfarsi da sola degli indumenti,consumando qualche bacio fugace ma fogoso con Zayn.
Entrò in lei con una spinta dolce,sentendo poco dopo le unghie conficcarsi nelle spalle. Prese a torturare il suo collo con baci umidi e passionali,sapendo che non amava sentirsi osservata.
Raggiunsero l’orgasmo in pochi minuti,entrambi con la fronte imperlata di sudore nonostante ci fossero meno di cinque gradi fuori. Si guardarono negli occhi per poi assaggiarsi nuovamente ed unirsi per un’ultima volta in quella mattinata.
Gemiti,urla strozzate e sospiri. Riempirono la cucina della loro passione. Del loro amore.
«Buon natale» esclamò Zayn,poggiando la testa sul suo seno nudo. Emma prese ad accarezzare la sua chioma corvina,con gli occhi chiusi. «Buon natale anche a te»
 
 
 
 
 
Erano passate circa cinque ore da quando era entrata con le frittelle in casa sua. Cinque ore da quando Zayn aveva fatto sesso con le due volte nel giro di quindici minuti.
Erano passate cinque ore e avevano usato ogni angolo della casa per continuare a farlo.
Cadde stremata sul letto,coprendo il suo corpo nudo con il piumone bianco. Zayn l’avvolse tra le braccia e ispirò,intrufolando il naso nei suoi capelli.
«Menomale che prendo la pillola da quando ci siamo messi insieme .. o adesso sarei incinta!»
Zayn ispirò «Profumi di buono»
Emma si alzò ed incrociò le gambe. Guardò Zayn intensamente che a sua volta la raggiunse,seduto. Accarezzò i suoi capelli scompigliati dal sesso appena consumato e posò un bacio sulla sua fronte.
«Sei così bella»
Emma sorrise,ricambiando il suo bacio. «E tu hai un bel naso.»
«Anche il tuo non è male,sai. E poi hai delle belle labbra.. le morderei tutto il giorno»
«Le tue sono maledettamente invitanti»
Zayn si sporse maggiormente e le lasciò un bacio all’angolo della bocca,per poi alzarsi e sparire in bagno «Lo so!»
Emma sbuffò,sorridendo « Molto modesto!»
Il suo cellulare prese a vibrare. Un messaggio da parte di Harry.
‘’ Festa di Natale,stasera. Lo so che è poco preavviso ma non puoi di certo perderla! Buon Natale Em. xx –H’’
Emma posò il telefono sul comodino e raggiunse il suo ragazzo nel bagno,che si fissava allo specchio. Aggrottò le sopracciglia ma non volle chiedere di più. Aveva paura di ricevere qualche risposta troppo egocentrica.
Zayn la guardò «Cosa?»
«Ti andrebbe una festa di Natale?»








i'm back,bitcheeeeeees.
scusate,sono in iperventilazione per Take Me Home.
quelle canzoni sono lo scassus cwc
parlando del capitolo: ci sto prendendo gusto a fargli fare sesso sempre,eh? si lo so,non era divertente.
RINGRAZIO TUTTE PER LE RECENSIONI ALLO SCORSO CAPITOLO.
anche se speravo che le lettrici silenzzziose si facessero sentire. insomma,era quello atteso u_u
whenever .. cosa ne pensate della festa? ho notato che c'era troppa dolcezze e quindi pfft,che noia.
aspettatevi delle sorprese!
ringrazio tutte perchè seguite/preferite/ricordate/recensite la storia. siete davvero tante e belle ♥
ricordo il mio profilo twitter e facebook eeeeeeeeeeee..
vi lascio il primo capitolo della mia nuova stooria! *esulta*
ha vinto la storia di Zayn con tematica angeli,che prenderà il nome di Fix a Heart,interamente dedicata alla bella Anna Rita e alla mia Demetria Devonne.
mi raccomando recensite,recensite e strarecensite. l'ho postata per voi cwc
sciao belle e fatevi sentire.

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Capitolo 22
*** XXII ***


≈I hear the beat of my heart getting louder whenever i'm near you    

     



XXII




Afferrò l’ennesimo vestito dall’armadio e lo lanciò sul letto,dove giaceva già una massa indistinta di abiti. Sbuffò per l’ennesima volta,si stropicciò il maglione che le sembrava più attillato del solito e legò i capelli in una coda alta,per evitare che le ricadessero sugl’occhi.
«Cosa succede?»
Emma sobbalzò,girandosi di scatto verso la porta. Zayn calzava perfettamente in quella tenuta sportiva. Il ciuffo era curatamente laccato e stirato,cosicchè nemmeno una folata di vento forte avrebbe potuto scombinarlo.
E la felpa che indossava,quella rossa,era la sua preferita.
«Ecco appunto. Tu sei schifosamente meraviglioso con quella giacca e quel pantalone stretto,mentre io non riesco a trovare un maledettissimo vestito da mettere stasera»
Zayn rise « In realtà siamo già in ritardo »
Ma l’occhiataccia della ragazza e un ‘ non infierire ‘ sibilato,avevano fatto letteralmente cucire la bocca a Zayn,che aveva preferito scendere in salotto a chiacchierare con Ed.
Scese velocemente le scale,trovando il fratello della ragazza steso sul divano,con una birra rossa fra le dita e un programma di cucina in televisione.
Prese posto vicino l’amico,afferrando la birra dalle sue mani. Ed lo guardò.
« No,ma te l’avrei offerta comunque,eh! Fai .. »
Zayn sorrise,sorseggiando un po’ di liquido alcolico dalla bottiglia e indicando lo schermo piatto del televisore « Ti interessi anche di cucina? »
« Io adoro il cibo .. solo che non so cucinarlo!»
« Emma mi ha accennato qualcosa riguardo a un certo forno a microonde »
« Ehi! » sbottò,riprendendosi la birra « Quell’affare era già rotto e non è stata interamente mia la colpa! »
Dopo una risata ed un’altro sorso di birra,calò un silenzio alquanto imbarazzante. Ed e Zayn erano amici grazie ad un progetto delle loro scuole. Il fratello di Emma frequentava ancora l’ultimo anno di liceo,quando – sotto invito del preside – prese una delle tante lettere nel cesto e la lesse,sperando che quello spreco di tempo pomeridiano fosse servito a cercare qualcuno di intelligente.
Dopo aver letto le poche righe,strafottenti ma decise,sentì il bisogno di parlargli. Di scoprire di più su quel ragazzo o ragazza che s’era firmato come Z.
Iniziò a parlare con lui poche settimane a seguire,dopo aver buttato milioni di fogli e aver scritto milioni di frasi,parole e lettere che solo dopo essere finite,sembravano tutte banali. Voleva mostrarsi come uno interessante,come una persona da conoscere.
Poi improvvisamente aveva deciso di parlare della sua famiglia,di se stesso e del dramma che aveva sconvolto la sua vita. Mandò la sua fotografia ad un perfetto sconosciuto,sapendo in cuor suo che forse era la cosa migliore.
Passarono giorni,settimane. Forse anche un mesetto intero e del famoso Z. non ci fu risposta. Ed iniziò a temere che fosse tutta una fregatura,che i suoi dati personali compresa la fotografia erano finiti nelle mani di un chissà quale pervertito o agenzia segreta.
Era seriamente preoccupato quando bussarono alla porta della sua stanza di liceo privato,a Londra,dove il padre l’aveva mandato per studiare. Passò un intero pomeriggio a parlare con quel ragazzo dalla pelle ambrata,che riconobbe subito come il famoso corrispondente.
Il suo famoso amico di penna.
Solo quando andò via e Ed sentì un vuoto dentro di se,lui gli rivelò il suo nome : Zayn.
« Mi fa strano stare qui con il ragazzo di mia sorella. Se non fossi stato tu,pensa ti avrei già ucciso »
Zayn mugolò qualcosa di incomprensibile e prese a torturarsi le mani,sperando di sfogare e nascondere il nervosismo accumulato in quei minuti di silenzio imbarazzante. Ringraziò dio per aver fatto scendere Emma dalle scale,rossa in viso per la faticata ma terribilmente bella,avvolta nel suo abito color pesca e i tacchi – come al solito – vertiginosi.
Sorrise al ragazzo che la raggiunse,lasciando l’amico sul divano a godersi il programma di cucina.
« Non riportarmela incinta,grazie » gli urlò dietro,prima che potessero chiudersi la porta alle spalle.
 
 
 
 
 
 
 
« Quando mi hai detto di venire alla festa,non pensavo fosse a casa della Johnson! »sibilò Emma,prima di regalare un cazzotto alla spalla di Harry e sorridere alla ragazza,che aveva appena aperto la porta di casa.
Nel suo misero – trasparentissimo – vestito verde bottiglia e i suoi capelli cotonati,Elisabeth sfoggiava uno dei suoi sorrisi più falsi che esistessero su quella terra. Il rossetto rosa shocking,in completo contrasto con il resto dell’abbigliamento,colorava le labbra sottili. I capelli raccolti in una crocchia alta,erano ancora più rossi del solito e la sua aria falsa ed acida era ancora più fastidiosa delle altre volte.
« Boyle,sei uscita di casa .. è un onore averti qui »
Sorrise amaramente,mordendosi l’interno della guancia per evitare di rispondere e tirarle i capelli,stringendo il maglione di Harry il più possibile. Quello mugolò,sorridendo alla ragazza ancora sulla soglia di casa.
Voltarono tutti e tre la testa quando sentirono un rumore di passi pesanti dietro le loro spalle.
« Scusate,non ho trovato il parcheggio! »
« Zayn! » squittì Elisabeth,correndo nella sua direzione e lanciando le braccia al collo del moro che,visibilmente confuso, rimase inerme. Mentre le labbra della rossa baciavano quasi avidamente la guancia del ragazzo,Emma sentì il sangue ribollirle nelle vene per la gelosia.
Non era mai stata una tipa protettiva,ma non aveva ugualmente dimenticato il braccio ambrato circondare,solo il secondo giorno,le spalle di quella ragazza davanti a sè.
Zayn riuscì a scollarsi di dosso Elisabeth e le sorrise flebilmente,volgendo lo sguardo velocemente alla sua ragazza.
La raggiunse e le cinse un fianco con la mano,attirandola a se e catturando le sue labbra in un bacio veloce. Emma non riuscì a capire il senso di quel bacio. Non riuscì a capire se tutto era stato fatto per mostrare ad Elisabeth che stava con lei e che era la sua ragazza,o solo per ripicca. Per vendicare qualcosa che avevano trascorso insieme.
Sentì un brivido percorrerle la schiena e la testa girare leggermente. Poi il suono della risata della rossa e un sorriso del moro,troppo sornione per i suoi gusti.
Qualcosa non le quadrava sul serio. Qualcosa la rendeva paranoica,insicura e preoccupata.
« Io direi di entrare .. » propose Elisabeth,putando una mano verso l’interno dell’abitazione e incitando i ragazzi ad entrare. Ma Emma trattenne Zayn fuori,tirando un lembo della sua giacca.
Fece segno agli altri di avviarsi dentro e scuotendo il capo,per indicare a Zayn un luogo più appartato. Si sedettero su una panchina nel giardino di quella casa immensa. Sopra di loro un ciliegio sembrava quasi coprire le loro teste dal cielo e la luce lunare era spettacolare.
« Dobbiamo parlare » esclamò fredda Emma,cercando di raccimolare le parole che le confondevano la mente ed il cuore. Respirò profondamente ed accarezzò la mano di Zayn,che si era posata sulla sua qualche attimo prima.
« So cosa stai pensando. So che avrei dovuto parlare con Elisabeth di noi,ma non avrei voluto allarmarti. So che dirtelo sarebbe stato difficile,perchè avresti potuto fraintendere. Ma adesso se vuoi andrò da lei e chiarirò tutto. »
Emma sorrise,aggrappandosi al suo petto e stringendosi forte. Inalò l’odore di fumo e di acqua di colonia della sua maglia ed alzò il capo,per posare un bacio sulle labbra morbide di Zayn. Era stata una stupida a dubitare di lui.
Si sentiva a casa fra le sue braccia. Si sentiva bene con il suo respiro sulla pelle. Si sentiva se stessa quando era con lui.
« Scusami .. è solo che sono un po’ paranoica »
Zayn le accarezzò i capelli e si alzò di scatto,tendendole una mano « Facciamo sparire questa preoccupazione con un po’ di musica,dai! »
 
 
«Io» sprofondò sulla sedia «sono» sbattè una mano sulla fronte,spostando i capelli «stremata!» esclamò,prima di sfilare i tacchi e notare il resto delle persone ancora al centro del salotto.
Erano passate ben due ore da quando avevano messo piede in quella casa. E tra congratulazioni per la nuova coppia,musica alta e qualche drink di troppo,quella era la situazione.
Il ciuffo di Zayn sembrava aver perso vita qualche ora prima,lasciandoli così,selvaggiamente scomposti sulla fronte. La pettinatura semplice di Emma era ormai un miscuglio aggrovigliato di capelli e le gote erano rosse per il caldo,nonostante fosse il venticinque Dicembre e la temperatura di Londra fosse scesa sotto gli zero gradi.
La Peazer,sinuosa nel suo abito bianco lungo fino alle caviglie,li raggiunse sorridendo. Stranamente anche Liam,il suo ragazzo in mise elegante,sembrava un ragazzo normalmente socievole. Forse era l’aria natalizia a rendere tutti più buoni e sorridenti.
« Tra un po’ Elisabeth scarterà i regali e voi scambierete i vostri .. qualsiasi cosa dovete fare,fatela adesso »
Emma sorrise educatamente,prima di prendere la borsa al loro tavolo e lanciare un occhiata a Zayn « Faccio un salto al bagno. Devo essere un mostro così»
Ma Zayn,afferrandola per un polso ed impedendole di andare via,la fece ricadere sulle sue ginocchia. Le posò un bacio sulle labbra e le sussurrò « Per me sei bellissima così »
Arrossì,prima di scoccare un bacio volante e sparire nel corridoio,senza chiedere alcuna indicazione. Notò una luce accecante provenire da una stanza vicina e decise di chiedere informazioni per il bagno.
Ma quando le parole divennero più nitide ed i collegamenti più significativi,le sue gambe si paralizzarono,quasi se non volessero camminare mai più. Avrebbe preferito di gran lunga sentire altro,che la voce chiara e cristallina di Elisabeth,Marylin e Katlinn
« Oh andiamo,quanto pensi che dureranno? Pensi davvero che Malik abbia messo la testa a posto con quella tizia? E poi .. l’hai vista? Quell’aria da brava ragazza che non la da a bere nemmeno ad un cieco»
Una risatina ed un tintinnio di bicchieri « In effetti Kat,hai ragione. La prima settimana di scuola giravano varie voci sulle doti di Zayn .. e in qualità di ragazza più ambita,beh .. direi di aver sperimentato»
«Ti sei fatta Malik?» urlò una ragazza,che Emma distinse come Marylin. Era la solita bionda ossigenata,quella stupida ed ingenua,che faceva parte del solito trio solo per il bel faccino.
Un bisbiglio e quello che sembrava un mormorio confuso « Ciò che faceva mi lusingava. E non credere che le nostre notti siano finite lì .. »
Tutto ciò che riuscì a capire negli attimi seguenti Emma fu letteralmente sconvolgente e confuso. Le gambe cedettero al peso del corpo,la mente si appannò di ogni pensiero acquisito da quelle poche parole e gli occhi le si annebbiarono,mentre un vuoto immenso si faceva spazio nel suo stomaco.
Bugie. Troppe bugie. Tante bugie avevano alimentato quello che Zayn definiva il loro ‘’ amore ‘’.
Che alla fine,tanto vero non si era rivelato. Era solo una di quelle farse. Di quelle prese in giro tipiche dei film. Quelle storie drammatiche nelle quali la protagonista viene a sapere dalla nemica che il ragazzo l’ha tradita. Che la stessa persona che circa due secondi prima ti stringeva fra le braccia,ti baciava e ti trasmetteva il tuo amore,allo stesso tempo ti pugnalava alle spalle,nascondendosi dietro una maschera di falsità e vigliaccheria.
Raccimolò le forze e si diresse verso quella che si rivelò la cucina. Spalancò la porta,facendo sobbalzare le due bionde. Elisabeth sapeva benissimo che lei era dietro la porta,come se tutto quel discorso fosse stato studiato nei minimi dettagli.
« Lasciateci sole » aveva espressamente chiesto la rossa,sorridendo meschinamente alla figura femminile confusa ed allibita. Forse stava collegando i pezzi del falso puzzle,cercando di capire qualcosa.
Deglutì rumorosamente,cercando di apparire forte. Ma la sua fragilità era palpabile. Tutto di lei lampeggiava distruzione,rammarico e desolazione. Era spaventosamente vuota.
Inutile.
« Dimmi che ciò che hai detto non è vero. Che non hai mai ceduto alle sue lusinghe .. e che queste non ci sono mai state. Dimmi che Zayn non ha mai fatto niente con te » sibilò,evitando il suo sguardo.
Quando la rossa,dopo aver sghignazzato acidamente,s’era avvicinata al suo volto e le aveva preso il mento fra le dita,costringendola ad alzare lo sguardo,capì di essere fregata.
Avrebbe potuto nascondere a se stessa la propria amarezza,ma gli occhi non celavano nulla. Erano trasparenti. Pieni di dolore.
« Mi sembra di aver già parlato abbastanza Boyle .. non penso che ci sia bisogno di ripetere!» enunciò,con la tipica voce falsamente dispiaciuta. Perchè di quella situazione,l’unica a giovarne era Elisabeth,che lasciò la stanza piena di soddisfazione.
Lasciò da sola quella ragazza che,uscendo dalla porta sul retro e avvisando velocemente Harry,ritornò a casa,sperando che le lacrime scese repentinamente sul suo volto,potessero cancellare quell’amara delusione.
Zayn doveva sparire .. una volta e per tutte.




Yeah!
*si nasconde*
'' Quindicenne ragazza del sud,morta nel suo letto dopo un'attacco di cuore. Molto probabilmente una visita imprevista delle sue amatissime lettrici ''
E non ho messo l' amatissime solo per evitare che mi picchiate eh!
oh andiamo. era tutto troppo sdolcinuuuoso,quindi STOP.
un po' di allegria.
facciamo così,è meglio proprio non parlarne. anche perchè sono a corto di parole oggi,ho aggiornato solo per voi e per ringraziarvi * rullo di tamburi*
PER LE DUECENTOUNO RECENSIONI CHE HA AVUTO LA STORIA cwc
io vi amo? lo sapevate? beh adesso si.
no davvero,siete qualcosa di inspiegabile. Grazie di tutto.
Ringrazio peppa *che si firma così. Hai sbagliato a farlo la scorsa volta uu * che mi ha aiutato a partorire questo capitolo. Come? Solo ricordandomi che avevo una storia ancora in corso quando mi ha parlato di Emma.
HAHAHAH BASTA.
E poi volevo gentilmente chiedervi,oltre ad esprimere ciò che pensate di questa cacchina qua su che odierete,cosa ne pensate di questa storia su zayn che avete espressamente richiesto nel sondaggio.
'' Fix a heart ''
Spero possiate lasciarmi una rensionina,vi va?
mi  farebbe piaceeeere! 
vi lascio un bacio e con il solito FATEVI SENTIRE,me ne vò!

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Capitolo 23
*** XXIII ***


≈I hear the beat of my heart getting louder whenever i'm near you    

     



XXIII
 

La luce gialla del cellulare lampeggiò ancora una volta. Emma fece leva sul gomito e poi si girò dall'altro lato del letto per recuperare un fazoletto,nero di mascara e bagnato di lacrime versate.
Goffamente portò la mano sul comodino,afferrandolo in fretta ed asciugando repentinamente l'ennesima lacrima sulla guancia. Prese poi il cellulare e notò una delle tante chiamate di Zayn.
Quattro messaggi : Uno di Sophie,due di Harry ed uno di Zayn.
Non volle nemmeno aprirli,nè controllare il numero delle chiamate perse. Era stanca di tutto ciò che stava accadendo.
Ripensare alle parole di Elisabeth era farsi del male. Era peggio di una pugnalata alla schiena o uno di quei terribili mal di testa.
Aveva passato lo stesso tempo che aveva dedicato a lei,mostrandole attenzioni quando nemmeno si conoscevano,ad Elisabeth,rotolandosi fra le lenzuola. Sperava forse che la verità non sarebbe mai venuta a galla,tenendo il segreto?
Per lei adesso era solo l'esempio del passato. Qualcosa da dimenticare,in fretta. Sopportando il dolore.
Le aveva spezzato il cuore. Sapeva di lei,di come era fatta. Aveva usato la sua fragilità per sedurla ed averla sua. Avrebbe potuto avere chiunque,e invece aveva scelto lei,debole ed insicura. Aveva capito subito cosa si celava sotto quella maschera di durezza che si ostinava a mostrare alla gente. Aveva rotto I suoi muri. Era diventato stesso lui I muri del suo cuore.
E poi? Abbandonato. Rotto. Inutile.
Si sentiva così Emma che,un po' per il freddo e per I brividi,s'era ranicchiata fra le coperte,ignorando insistentemente il telefono di casa che squillava da quella mattina.
Ma il rumore era troppo squillante per essere sopportato. Si alzò,spostando di lato il piumone e scese le scale,inciampando su I suoi stessi passi. Uno zombie sarebbe potuto essere più carino di lei in quel momento.
Afferrò il cordless e lo portò all'orecchio,dopo aver pigiato il tasto verde. La voce calda di suo padre la rassicurò,parlandole dolcemente.
Sembrava quasi la stessa voce di Zayn,che le mancava già.
Sentì gli occhi pizzicare ma si promise di non piangere e cercò di concentrarsi sulla voce del padre,che intanto squillava dall’altra parte del telefono.
«Emma,mi stai ascoltando?»
Emma deglutì e cercò di sorridere,facendo ritornare la voce al suo stato normale « Scusami,ero distratta. Di cosa stavi parlando »
« Adesso devi prestare tutta la tua attenzione alle mie parole,sono davvero importanti »
Emma si trovò sconcertata da quelle parole. Suo padre non aveva mai usato un tono di voce così serio e severo. Sembrava qualcosa di cui aver paura,qualche notizia che avrebbe potuto sconvolgere la vita.
Mise da parte per un attimo I sentimenti e I pensieri che annebbiavano la sua mente in quel momento,e focalizzò la sua attenzione sulle parole che risuonavano dall'altro capo del telefono.
« Sai quanto vi voglia bene e quanto sia disposto a fare I sacrifici per voi. Vi ho sempre reso felici,o almeno spero»
Emma sorrise felice pensando a ciò che aveva appena detto suo padre. Avrebbe voluto stringerlo a se e ringraziarlo di tutto. Era il padre migliore di tutto il mondo,e milioni di grazie non avrebbero mai potuto esprimere la sua gratitudine.
Famiglie erano state abbandonate dopo perdite importanti,come la morte della propria madre. Ma suo padre aveva continuato a lottare per I suoi figli,nonostante fossero abbastanza grandi da poter badare,in qualche modo,a loro stessi.
Non s'era lasciato scoraggiare dalla situazione familiare. Aveva stretto I denti ed aveva lavorato tanto per renderli felice. E tutto questo solo per l'amore. Solo per loro.
Sperando che Emma la stesse ascoltando,suo padre continuò « Sono qui da un bel po' di tempo. L'ambiente mi piace,sono più disponibili di Londra. Sai .. mi hanno offerto un lavoro al Presbyterian..»
Emma si bloccò. I muscoli del suo corpo divennero improvvisamente rigidi. Non riusciva ad emettere alcun suono e milioni di pensieri si stavano affollando nella sua mente.
Non solo il New York Presbyterian era al primo posto fra gli ospedali più classificati ed operosi di New York,ma richiedeva I medici migliori di tutta la contea statunitense. Provenire dall'Inghilterra e riuscire ad entrare in quella che era una classifica a gruppo chiuso,era l'onore più grande. Era così maledettamente fiera di suo padre che tutto ciò che riusciva a fare era emettere stupidi gridolini eccitati.
Aveva faticato a lungo ed era un lavoro da non lasciarsi sfuggire.
Quando riacquistò la capacità della parola,si ricompose ed iniziò a parlare «Papà,sono super fiera di te. Non puoi immaginare la mia felicità » esclamò sorridendo. Era una gioia unica veder realizzata l'ambizione di una vita « Devi assolutamente accettare quel lavoro »
Poi tutto le si fece più chiaro. Accettare un lavoro di quel calibro,avrebbe comportato un trasferimento. E sicuramente non avrebbe potuto lasciare suo padre da solo,nè tantomento avrebbe potuto chiedergli di rinunciare al suo sogno per ritornare a Londra.
« Papà ..»
Sentì sospirare dall'altro capo del telefono « Dovreste trasferirvi qui a New York »
 
 
 
 
 
La porta di casa si spalancò di botto,lasciando la visione di un Ed trafelato dalla corsa. Dopo aver buttato le chiavi di casa sul comodino,era corso in cucina,da dove provenivano dei rumori.
Emma stava armeggiando con due birre fresche,cercando di aprirle. Una chiazza bianca sul pavimento lasciava intendere qualche incidente dovuto con la birra,ormai accartocciata,sul ripiano della cucina stessa.
Si avvicinò lentamente e tentò di parlare. Le parole si bloccarono in gola però,dopo aver visto le profonde occhiaie che le contornavano gli occhi e l'aria stanca,distrutta di chi non aveva dormito tutta la notte.
O di chi aveva appena ricevuto una notizia sconvolgente.
«Come stai?»
Emma fece spallucce,riempiendo subito gli occhi di lacrime. Non era mai stata così fragile ed insicura,come in quell ultimo periodo. Soprattutto nelle ultime ventiquattro ore aveva cacciato moltissime lacrime,ininterrottamente.
Si sentiva vuota e maledettamente spaesata. Era preoccupata per tutto.
La sua vita non era mai stata più incasinata prima di quel momento. La sua situazione sentimentale completamente stravolta. La sua vita ormai scombussolata da una richiesta che andava oltre le aspettative.
Ed,senza l'uso di parole,l'accolse fra le sue braccia e,stringendola a sè,inizio ad accarezzarle I capelli arruffati e ad accogliere le sue lacrime. Le ennesime.
«Sono stanca di tutto,Ed»
Ed sospirò,lasciando un bacio fra la massa indistinta dei capelli castani della sorella. Il legame che univa quella famiglia era indissolubile e vedere un componente di essa stare male era qualcosa di straziante.
Ed si sentiva male a vedere sua sorella in quelle condizioni.
Sciolse l'abbraccio e la guardò attentamente,tenendola salda per le spalle : I capelli corvini scendevano scomposti sulla fronte e sulle spalle,coperte solo da una felpa enorme per il suo corpo fragile ed esile. Gli occhi erano rossi e gonfi. Le lacrime avevano rigato e bagnato le guance rosse,esaltando lo stato d'animo di quella ragazza. La bocca presentava delle screpolature evidenti,dovuti ai morsi per trattenere I singhiozzi.
Non era il suo aspetto migliore,in nessuno dei casi. Era una visione straziante e triste.
Si accomodarono sul divano del salotto e presero a bere la birra lentamente,nel completo silenzio. Ed aveva appena iniziato a bere la sua quando sua sorella iniziò a parlare.
«Zayn mi ha tradita quando non stavamo ancora insieme,ma comunque sapevamo entrambi di essere innamorati. Da allora non so nemmeno se ha continuato a scopare con Elisabeth quando stavamo insieme,quindi ti lascio immaginare. Papà ha ottenuto un lavoro importantissimo a New York ed ha deciso di portarci entrambi lì,o almeno me. Mi ha detto che con la scuola potrebbe essere tutto accordato in pochissimo tempo,grazie ai miei voti alti che mi permetterebbero anche una borsa di studio. Quindi oltre a sembrare uno zombie,sono completamente a pezzi. Ho camminato per tutta Londra ieri notte ed ho raggiunto casa solo dopo tre ore di cammino,a Natale,da sola e per di più al gelo completo. Ho fumato e non ne vado fiera. Mi sento uno schifo e non so cosa fare»
Emma sentì quasi un masso cadere nel suo stomaco. Qualcosa di pesante lasciare il suo corpo. Quasi come una liberazione.
Adesso che aveva ammesso a se stessa,senza piangere,quali erano I suoi problemi, si sentiva quasi più libera. Bevve d'un sorso la birra,sotto gli occhi sbarrati del fratello.
«Sappi che non ripeterò niente di ciò che ho detto,perchè potrei scoppiare in lacrime»
Ed tossì « No,ho capito tutto. E' solo che non riesco a capire come sia potuto succedere .. così in fretta »
«Oh andiamo Ed» Emma sorrise amaremente,lasciando cadere la lattina di birra sul tavolino. L'aria di Londra fuori era diventata talmente pesante che I vetri s'erano appannati del tutto. La neve continuava a scendere,incessantemente,dietro di essa,andando a formare un cumulo bianco sul davanzale. «Le cose accadono perchè forse devono accadere. Non sono mai stata una credente di queste cose,del destino o roba del genere. Ma questi forse saranno segni»
«Posso chiederti una cosa banale?»
Emma annuì. «Come ti senti adesso?» chiese Ed.
Emma dapprima rimase allibita dalle parole del fratello,poi sul suo volto si allargò un sorriso per niente felice. Inarcò un sopracciglio e poi rise.
«Mi sento una merda.»
«Immaginavo»
Ricadde nuovamente un silenzio imbarazzante nel salotto di quella casa. Emma continuava a guardare fuori dalla finestra,sperando che I pensieri da soli potessero fare un po' di ordine. Gli unici rumori che riempivano l'aria erano I sospiri pesanti di entrambi,il sorseggiare di Ed e la neve che cadeva fuori dalla finestra.
Non aveva passato mai nessun natale peggiore di quello,con un cuore infranto ed una decisione difficile da prendere.
Aveva costruito castelli in aria sulla loro relazione,fondandosi sulla dolcezza delle azioni di Zayn,sui suoi occhi sinceri e le sue parole,che adesso le sembravano tutte bugie.
Ed finì di bere la sua birra e si avvicinò alla sorella,stringendola fra le braccia.
«Ho sempre temuto che qualcuno avrebbe potuto farti del male. Sempre. Ho sempre sentito il bisogno di difenderti e adesso mi sento completamente inutile »
Emma sorrise ed accarezzo il braccio che le cingeva il fianco «Non sei affatto inutile,Ed. Sei il fratello migliore che potessi desiderare»
«Il fatto è che sono troppo grande per cambiare vita adesso. So che sarebbe una rivoluzione drastica nella tua vita,ma ti consiglio di prenderti una pausa. Qualcosa che possa farti riflettere su ciò che senti,non credi?»
In realtà quello che Ed stava cercando di fare,era mandare Emma il più lontano possibile da quello che era pieno di ricordi. Continuando a rimanere nello stesso posto dove si sentiva abitualmente tradita ed abbandonata,tra persone che avrebbero potuto aiutarla ma non effettivamente cacciarla da quei pensieri,non era un'ottima mossa.
Allontanarsi da tutto e tutti,pensare a cosa fare sia nella sua vita,che nel suo cuore,mettendo un po' di ordine,era forse la cosa migliore.
E poi New York d'inverno,in quel periodo,sarebbe stato meraviglioso.
Emma sbuffò,ripensando alle parole del fratello. In effetti aveva ragione.
«E tu cosa farai qui?»
Ed sospirò,sorridendo «Cercherò Zayn e gli romperò la testa»
«Non faresti niente di insensato sapendo che potrebbe ferirmi» esalò Emma,girandosi verso di lui.
Ed divenne improvvisamente serio,guardando fisso sua sorella « Allora hai deciso?»
Emma annuì,ritornando a guardare fuori dalla finestra e sperando che quella fosse la soluzione ai suoi problemi.
 
 
 
Prese il suo cellulare e trafficò con I tasti per pochi secondi,prima di inviare un messaggio a Zayn.
'' Ho bisogno di parlarti. Ci vediamo da Starbucks per le cinque? –Emma''
Non aveva lasciato nessun cuore. Nè il solito ti amo,nè il suo nome abbreviato. Non voleva sembrare fredda,ma lo era.
Si avviò fuori casa,dopo aver preso la sciarpa ed il cappello dall'appendiabiti. Il freddo invernale la colpì in pieno viso,facendole raggelare I muscoli facciali. Tentò di sorridere e si avviò verso la macchina del fratello,parcheggiata dall'altro lato del viale.
Forse le avrebbe fatto bene. Forse sarebbe ritornata Emma.





SCUSATE!
Servirebbe uno scusate più grande di questo!
so di non aver aggiornato da un sacchissimissimo di tempo,per questo sono qui a farmi perdonare.
questo capitolo è proprio la depressione HAHAHAH
cioè abbiamo capito che Emma deve partire per dimenticare Zaynuccio e Ed rimarrà qua. Per un paio di capitoli parlerò di Emma a New York e ciò che succederà sarà emozionante cwc
però non spoilero niente.
insomma,ma state diminuendo? allo scorso capitolo ho ricevuto solo otto recensioni :(
forse vi sta scocciando la storia? forse non vi emoziona più.
davvero mi sta dispiacendo.
spero che non continuiate a diminuire e farvi sentire,come avete sempre fatto! 
dedico questo capitolo a Giusi ( che mi ammazzerà se non la farò finire bene ) e ad Anna Rita ( per la quale ho intrapreso una storia rossa mlmlml su Harry,che potete trovare
qui )
vi ringrazio di aver letto e vado a mangiare.
un bacio a tutte e come sempre,fatevi sentire!
sciao ♥

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Capitolo 24
*** hei c: ***


EHI C:

***


questo non è un capitolo ( ma no? ) infatti non inizia con il solito banner e il solito numeretto romano del capitolo successivo.
però sono qui per dirvi una cosa..


HAPPY CHRISTMAS!

so per sicuro che il capitolo non verrà pubblicato prima di natale ( sto ancora a zero o.o ) anche perchè non ho intenzione nè di scrivere,nè ispirazione :S
però tenevo davvero a farvi gli auguri di natale.
voglio ringraziarvi TUTTE!
da quelle che per la prima volta hanno aperto il link della mia storia,ed hanno iniziato a leggere il primo capitolo a quelle che sono giunte solo adesso che la storia sta per volgere al fine çç
ma dovete sapere che voi che recensite,seguite,leggete,preferite .. AMATE , questa storia,dovete essere ringraziate ogni minuto del vostro tempo.
mi rendete sempre più felice e fiera,quindi GRAZIE ancora.
davvero c:
vi voglio bene,tutte!
adesso vado,altrimenti con silent night in sottofondo e queste parole inizio a piangere. quindi ciao
_fix

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Capitolo 25
*** XXIV ***


≈I hear the beat of my heart getting louder whenever i'm near you    

     



XXIV



L'orologio segnava le cinque meno un quarto. Emma continuava a percorrere il perimetro del marciapiede impaziente da circa una mezz'oretta abbondante.
Non era facile,per niente,trovare le parole giuste.
'' Ciao Zayn,ho scoperto che scopavi allegramente con Elisabeth,forse anche quando ci provavi con me. Ho deciso di andare a New York da mio padre per evitare di pensarti. Ci si sente,ok?''
Magari non sarebbe stata una pessima idea. Emma scosse la testa,ripensando a quale pensiero stupido aveva formulato.
Voleva sembrare indifferente. Fredda. Quasi impassibile.
Ma sapeva di non esserlo.
Quella situazione,lasciando perdere che ne fosse la protagonista,la toccava particolarmente. Si era completamente donata a lui,in tutti i sensi.
Aveva permesso che i muri cadessero,che gli schemi fossero rotti e stravolti. Che lui si prendesse la sua dignità con la sua forza di volontà,che la rendeva rigida al mondo che la circondava.
Era quasi arrabbiata quando i suoi occhi intercettarono una figura alta e mora in lontananza,affrettare il passo e raggiungerla.
Era dannatamente perfetto,avvolto nel suo giubotto nero di pelle e la sua maglia di lana bianca. Non si era rasato,la barba sembrava ispida. Un impulso violento di correre verso di lui,afferrarlo per il viso e toccarla,prima di baciarlo prese possesso di lei. Emma la scacciò via con la stessa rapidità con la quale disegnò una smorfia sul suo volto.
Zayn si era avvicinato più del dovuto,e inebriandola con suo profumo,aveva tentato di abbracciarla – Ciao – sussurrò.
Ma Emma,simulando un colpo di tosse,si era scansata e aveva guardato quasi con gli occhi lucidi Zayn,prima di scusarsi. Una smorfia di incredulità si dipinse nei suoi occhi,ma sparì subito,lasciando spazio ad un sorriso rassicurante ed una mano che apriva la porta di Starbucks.
-Allora- esalò,prendendo posto in uno dei tavoli e facendo segno al cameriere di raggiungere il proprio tavolo – Piccola- aveva aggiunto,con un pizzico di maliziosità nel tono della voce.
Ciò non aiutava affatto. Emma si contorse sulla sedia,cercando di non pensare al suo viso. Alla sua espressione. Alle sue parole.
-Emh- aveva balbettato,guardando ancora una volta il menù. Scorreva con lo sguardo sulle parole,veloce,ma non riusciva a comprendere nulla. Non riusciva quasi a leggere,essendo consapevole che due occhi color pece la scrutavano,cercando di capire il problema del suo atteggiamento freddo. Scostato.
Tentennando aveva ordinato un semplice frappuccino con panna,aspettando poi l'ordine di Zayn con l'ansia più grande che avesse mai provato. Ma con un gesto secco della mano e qualcosa in più da scoprire,Zayn aveva congedato il giovane cameriere che,con l'aria quasi delusa,era ritornato al bancone.
Un silenzio imbarazzante piombò su quel tavolo. Emma continuava a tamburellare sul tavolo,incrociando talvolta le dita e torturando le pellicine. Zayn continuava a trapassarla con lo sguardo.
- Bel tempo eh,oggi..-
- Emma- sussurrò Zayn,quasi lagnoso – Cosa succede?-
Deglutì rumorosamente. Non era stata consapevole del fatto che avrebbe dovuto affrontare Zayn finchè non aveva trovato il suo volto dal un palmo dal suo naso.
Era così vicino. Le sue iridi dorate splendevano alla luce del lampadario,quando ormai fuori Londra ospitava il buio totale. Preoccupazione? Timore? Cosa lo preoccupava?
Non riusciva mai a capacitarsi dei suoi sentimenti fino in fondo,c'era sempre quel velo di inespressività in lui. Sempre qualcosa di distaccato.
- Io .. Beh insomma,n-noi dobbiamo parlare- Era riuscita a mettere insieme una frase di sei parole. Entusiasmante per una persona che aveva vinto un premio per il miglior discorso sulla libertà di pensiero ad un concorso nazionale. Esaltante.
- Di cosa?- aveva risposto,con lo stesso tono della prima domanda,Zayn,cercando di apparire tranquillo.
Apparire,ecco.
- Di una cosa .. importante.-
Zayn aveva alzato gli occhi al cielo,quasi spazientito. Non riusciva a comprendere quest'insicurezza. Non era mai stata insicura,mai. Non capiva davvero cosa nascondesse.
- E allora parla!- grugnì,tra i denti,serrando I pugni. Emma sconvolta,sbarrò gli occhi.
Fece segno al cameriere di avvicinarsi al tavolo ancora una volta. Lo guardò con tutta la decisione possibile.
- Tornerò più tardi per pagare il frappuccino che non berrò. Adesso dimmi dove posso trovare un uscita secondaria. E' urgente-
Quasi intimorito,quel giovane dagli occhi spaventati indicò con l'indice una porta chiusa dietro di loro. Emma si alzò,aspettando che Zayn la seguisse,e si avviò verso la porta.
Indignata,la richiuse dietro di se e guardò il ragazzo. –Io vengo a sapere delle cose e chi fa la parte dell'incazzato sei tu? Guarda,Zayn,non sei proprio nella posizione per farlo!-
- Cosa hai saputo,eh? Cosa?- La tensione poteva essere tagliata a metà con un coltello. Emma,ormai presa dalla foga del momento e dalla delusione che gli stava portando le parole di Zayn,sputò la verità.
-Tu osi anche chiedermi come ho saputo? Perchè non me lo dici tu cosa succedeva quando io a casa cercavo di capire cosa significavano i tuoi gesti,i tuoi mezzi baci e tu invece te la spassavi con qualsiasi ragazza? Perchè non parli tu?-
-Io..tu,insomma .. cosa stai dicendo?-tentenno,sconvolto e incredulo Zayn,deglutendo rumorosamente. Emma seppe di aver colpito quando i suoi occhi si ridussero a due fessure. Le sue labbra si mossero velocemente,sibilando qualcosa simile ad ''Elisabeth''
-Emma- tento,allungando una mano verso il suo viso. Emma la scosto' repentinamente,seria.
-Voglio solo sapere una cosa,Zayn- mormorò in un sussurro strozzato ed impercettibile,trattenendo le lacrime - Siete stati insieme ?-
Zayn si mosse sul posto,grattandosi la nuca -Ma era prima che ci mettessimo insieme,Em-
-Non chiamarmi Em. Il mio nome è Emma- gurgnì,a denti serrati - Ti ho detto : Siete stati insieme?-
Fu allora che Zayn capì che non ci sarebbe stata una via di fuga. Aveva sperato che quelle parole non fossero mai dette. Che quelle notti non fossero mai conosciute,perchè ormai insignificate.
Passate.
Ma il tradimento o almeno in quella situazione,qualcosa che sia avvicinava molto ad esso,era difficilmente perdonabile. Emma sentì il sangue ribollirle e le lacrime pizzicare gli occhi quando,a testa bassa,Zayn mormorò un 'si'.
Era quasi come se il mondo le fosse caduto addosso.
Come quando sai di dover capire una cosa,di dovertene fare una ragione ma nonostante sia doloroso,tu non vuoi affatto ragionarci.Chiuse gli occhi e spostò lo sguardo,per non mostrarsi debole.
Non ancora una volta.
Sentiva le lacrime rigare il suo viso freddo.Ogni lacrima scendeva lenta ed inesorabile,come un pugnale.
Doloroso.
Quando sentì le braccia di Zayn avvolgerla,non oppose resistenza alcuna. Lasciò che le lacrime bagnassero la sua maglia,le lacrime che stava versando per lui.
-Scusami- emise Zayn in un sussurro,fra i suoi capelli. Emma si staccò violentemente,colpendolo forte in viso.
Quando Zayn si portò,sconvolto,una mano sul viso,capì che la sua ira si era sfogata attraverso quel gesto. Sentiva quasi il suo corpo più leggero. Libero.
Era stanca.
-Non ne posso più delle tue inutili scuse. Sono stanca di perdonare sempre e solo i tuoi errori. Sono terribilmente esausta di dover sentirti dire ''scusa'' ogni volta che sbagli. Perchè alla fine sai chi ci va a perdere,Zayn? Solo e soltanto io. Io-
Non riuscì più a trattenere le parole,le lacrime,la voce e i sentimenti che provava in quel momento. Esternare tutto la faceva sentire meglio. Adesso capiva.
Rimuginava sulla sua vita,su ciò che accadeva. E lo faceva troppo. Continuava a tenere per se I suoi pensieri,I suoi sentimenti . Continuava a non parlare,a chiudersi a guscio per apparire forte ed evitare che qualcuno potesse ferirla ancora.
Ma era solo tutto sbagliato.
Si sentiva quasi meglio,quando tentò di imboccare la via che portava a casa per lasciare una volta e per tutte Zayn da solo,con i suoi pensieri e con i suoi sensi di colpa.
Una mano l'afferrò per un polso,costringendola a voltarsi. Due occhi color pece la scrutavano,ancora,sotto la lunga distesa di ciglia nere e folte.
Sembrava turbato ma allo stesso tempo arrabbiato. Lui non poteva permettersi di essere arrabbiato. Non lui.
Allentò la presa sul polso quando Emma tentò di divincolarsi,ma non la lasciò andare. – Tu non puoi capire ..- mormorò,avvicinandosi ancora di più al suo volto,senza interrompere il loro contatto visivo. Sentì il suo respiro caldo infrangersi sul suo volto,prima di alzare gli occhi e guardarlo a sua volta.
- Cosa devo capire Zayn? Che non ero troppo per te? Che ero un'ostacolo troppo grande da superare e che hai scelto la via migliore,e con lei anche Elisabeth? Solo questo posso pensare. Adesso lasciami andare,ti prego – sembrava quasi un lamento,una richiesta straziante. Non voleva andare via da Zayn. Non voleva che lasciasse il suo polso. Non voleva allontanarsi da lui.
Ma doveva.
Quando si girò ancora una volta,non volle guardare dietro di se. Non volle incontrare I suoi occhi neri ancora una volta. Non volle verificare che quel singhiozzo che aveva sentito,aveva fatto partire delle lacrime anche per Zayn.
Continuò per la sua strada,capendo per l'ultima volta che stava uscendo dalla sua vita.
Stava andando via da Zayn e con lui,stava lasciando anche il suo amore.
 
 
 
 
 

 ***

 
 
- Ritornerai?-
Emma sorrise,accarezzando la guancia bagnata di Sophie – Certo che lo faro. Ho solo bisogno di pensare,da sola –
- Ma noi .. insomma,noi possiamo aiutarti. Lo terremo lontano da te,potremmo fare di tutto per evitare che vi incontriate a scuola – aveva tentato Sophie,con voce tremolante. Ma Emma l'aveva fermata con un abbraccio. Più di mille parole erano racchiuse in quella stretta calda che adesso si scambiavano le due amiche.
Emma quasi doveva dare forza a Sophie,che non voleva per nulla al mondo lasciarla andare via.
Si girò poi verso Harry e Niall,correndo a salutarli. Accolse l'abbraccio che Harry le aveva offerto e si fece cullare dalle sue parole dolci.
- Non fare niente che io non farei. Non dire niente che io non direi. E soprattutto cerca di ritornare il più in fretta possibile,ti prego – disse,a bassa voce sporgendosi verso il suo orecchio.
Emma lo guardò – Lo farò,promesso – aveva poi risposto,prima di accarezzargli una guancia e lasciargli un bacio sopra. Si avvicinò a Niall,stringendolo a sè.
- Perchè scappi? –
-Non sto scappando – disse,sciogliendo l'abbraccio – O almeno non lo farò per sempre. Devo solo pensare un po' a me. Prenditi cura di lei – lo ammonì,indicando con il capo Sophie,ancora in preda alle lacrime.
Niall annuì nello stesso momento in cui l'altoparlante annunciò l'ultimo viaggio per New York. Prese I suoi bagagli e si diresse verso il gate,dove una hostess aspettava impaziente I passeggieri.
Guardò fuori dalla finestra,notando che il tempo si era stabilizzato. Dopo la pioggia malinconica del tardo pomeriggio,c'era un cielo blu scuro sereno.
Attraversando il gate,si voltò nuovamente. Non vide nessuno.
Sospirando,imboccò il lungo corridoio per l'aereo,sperando che quella lontanza fosse servita a stabilizzare anche il suo cuore.






yeah!
emh okay .. questo è forse uno dei capitoli più deprimevoli che io abbia mai scritto,sul serio çç
ho pianto. e non sto scherzando. nell'ultima parte ho davvero capito cosa sto facendo succedere ( cioè io che piango per la mia storia,ma bah! .-. ) e quasi volevo cancellare tutto.
però è così che deve andare.
ho stimato circa cinque capitoli ancora,compreso l'epilogo. ebbene si,la storia sta per finire.
spero solo che non essendo tutto così rosa e fiori,adesso le lettrici diminuiranno. non andate via ç_ç
adesso vado in un angolino a pensare come devo scrivere il prossimo capitolo,dove ci saranno delle belle cose.
ok non tanto belle. giù vi lascio un piccolo spoiler,però non allarmatevi.
mi raccomando,fatevi sentire. un bacio e BUON ANNO A TUTTE!
ciao ♥



spoiler.


''Non sapeva davvero se accettare un invito da un completo sconosciuto,appena incontrato in una stradina sperduta della grande mela. Riusciva solo a sentire una strana eccitazione alla bocca dello stomaco. Un'adrenalina assurda che la spingeva ad accettare.
Quando sibilo il suo ''si'',strozzato dal furore di ciò che stava accadendo,sul viso di quel ragazzo dagli occhi glaciali si dipinse un sorrisetto malizioso. Cacciò dalla giacca a vento un biglietto dorato con fantasie rosse e glielo porse.
- Questo è il biglietto,io sarò nel privè. Ci si vede,piccola-
Schioccò un occhiolino prima di sparire dietro l'angolo. Emma lo guardò sparire sotto i suoi occhi,mentre rigirava fra le dita quel biglietto invitante. Lo guardò : Lavo nightclub. ''

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Capitolo 26
*** XXV ***


≈I hear the beat of my heart getting louder whenever i'm near you    

     



XXV

 

Aveva permesso che andasse via. Che la sua mente fosse offuscata da pensieri sbagliati. Zayn si rigirò nel letto,avvolgendo le coperte intorno al suo corpo nudo. Aveva freddo,dentro. Si sentiva vuoto,inutile. Perso.
Si asciugò una lacrima con il polso e mise poi la mano sotto il cuscino,formando un piccolo rialzo e posandoci la testa sopra.
Voleva farsi del male. Prendersi a schiaffi per essere stato così stupido. Non avrebbe dovuto lasciarla andare via. Era scappata lontano da lui,senza che potesse farla ragionare. Ma come avrebbe potuto biasimarla.
Si era sentita offesa,usata. Umiliata.
Zayn avrebbe voluto spegnere il suo cervello,cancellare i pensieri e le immagini per evitare di riviverle.
Era sempre stato un idiota. Una persona inespressiva e distaccata. Fredda e qualcuno che cercava in ogni modo di allontanare le emozioni il più possibile,per il terrore di essere ferito.
Aveva preferito sempre usare che amare. Finché non aveva incontrato i suoi occhi,per la prima volta nella sua cucina. Trafelata dalla corsa per il ritardo,era entrata senza le buste della spesa.
I suoi occhi erano liquidi,color nocciola. Indimenticabili.
Era di una bellezza particolare. Non aveva bisogno di gonne inguinali,tette rifatte o labbra super truccate. Era bella semplicemente così.
E solo adesso che era andata via da lui,via da quella città piena di dolore solo per causa sua,capiva di amarla davvero.
E gli mancava. Più di quanto potesse mancargli la sua anima stessa.
Quando il cellulare iniziò a vibrare,lampeggiando il nome di sua madre,si costrinse a muovere le braccia per recuperarlo e portarlo all'orecchio.
«Pronto?» biascicò,cercando di sembrare una persona normale. Con un umore normale. Con una vita normalmente serena.
Ma Trisha non sembrava così serena dall'altro capo del telefono e dopo avergli annunciato che stava per giungere a Londra,con la voce rotta dalla rabbia,Zayn capì che i guai non sarebbero terminati in fretta.
 
 
L'aria calda,afosa. Il sole alto in cielo,giallo e splendente. Come una lampada sempre accesa. Come un riflettore puntato su ogni misero essere umano su quella terra.
Quando Emma uscì dall'aeroporto,seguita dal facchino con in spalla il suo bagaglio,non poté fare a meno di non spalancare la bocca.
New York era proprio come s'e l'era sognata. I taxi impazienti di percorrere le strade new yorkesi,la gente frettolosa di arrivare a lavoro e super preoccupata di non far arrabbiare il capo,con le dita incollate freneticamente ai tasti dei propri cellulari. I palazzi alti,anzi altissimi,che facevano da panorama ad una delle città più incredibili di quella terra.
Londra non era da meno,ma New York era da sogno. La vita di ogni film americano,delle tipiche donne in carriera,con lo sturbucks meno calorico tra le dita affusolate,gli occhiali da sole più costosi sugli occhi ed un sorriso,pagato sicuramente milioni dal dentista,sfoggiato in ogni momento.
«Lasci pure» esclamò sognante,rivolgendosi al facchino e mettendogli distrattamente una mancia nel pugno teso. Afferrò il bagaglio e subito si sentì meglio,sporgendosi ulteriormente su quel marciapiede grigio.
La tensione delle ultime ventiquattro ore sembrò svanire quando prese posto nel primo taxi che le si accostò di fianco. Salì senza indugiare. Il padre,sfortunatamente,non era riuscito ad ottenere un'ora libera per venirla a prendere. In compenso aveva l'indirizzo del'Hotel nel quale alloggiava.
«Allora» disse il taxista,in tenuta sportiva ed una ciambella stretta saldamente fra le mani,rivolgendole un sorriso rassicurante « Dove la porto,bella signorina?»
Emma sorrise imbarazzata. A Londra non avrebbe mai potuto aspettarsi un complimento del genere. Anche se amava la propria città immensamente,erano tutti così freddi e distaccati e lei,abituata a seguire meticolosamente ciò che si imponeva ogni mattina,non faceva nemmeno caso agli sguardi fuggenti attraverso lo specchietto che,quando capitava,il tassista londinese le inviava.
E fu quasi con uno squittio allegro che «Belvedere Hotel,sulla 48esima» annunciò,aprendo il finestrino ed inalando l'aria americana che le sparava i capelli dietro la testa.
Quando il taxi la posò fuori l'Hotel,Emma si sentì come una turista smarrita di fronte a tanta bellezza. L'entrata dell'Hotel era spettacolare. Il patriottismo americano,inoltre,era visibile in ogni squarcio di città. Vi erano due grandi bandiere americane sull'entrata dell'Hotel,rigorosamente grigio,con le vetrate scure e scorrevoli.
L'interno della reception offriva divanetti color porpora sui quali aspettare il proprio turno,mentre un tavolo intagliato di legno chiaro occupava due terzi dello spazio a disposizione. Una donna,almeno sui venticinque anni,le sorrideva allegra,nel completo di lavoro.
«Posso aiutarla?»
Emma si rivolse alla donna,cercando di camuffare la sua eccitazione «Si. Mio padre .. cioè,William Boyle ha prenotato una stanza qui. Ma lui non è in casa. Sa.. lui lavora in un ospedale importante qui a New York ed io sono venuta a trovarlo dall'Inghilterra. In realtà non è proprio una visita. Vorrei passare il capodanno qui,lontana dalla mia città e dal mio ormai ex fidanzato. E' un amico di penna di mio fratello,che per la cronaca è rimasto a casa,che è venuto a stare da noi per un po' ed io me ne sono completamente,incondizionatamente e follemente innamorata. Ma..»
Solo quando il rumore del telefono che squillava fece riprendere Emma dallo stato di trans in cui era entrata,si accorse del fatto che aveva appena parlato di una fase della sua vita estremamente riservata con una sconosciuta che,dopo aver ignorato la chiamata,aveva digitato qualche tasto sul computer ed aveva preso una chiave. Emma la guardò,rossa dalla vergogna fino alla radice dei capelli,mentre le porgeva le chiavi della sua camera.
Come inizio della sua ''nuova esperienza'' in quel continente,dopo aver spifferato i suoi complessi interiori ad una povera dipendente,non era male.
Era disastroso.
«Se vuole farò finta di non aver sentito nulla e mi limiterò solo a consegnarle le chiavi. Cosa dice?»
Emma annuì energicamente,prima di afferrare le chiavi e dirigersi verso le scale. Cercò di sbollire la rabbia e la vergogna,pestando con forza i piedi sulle scale e trascinando il più rumorosamente possibile la valigia su di esse. L'unica cosa che riuscì ad ottenere fu un fracasso infernale e qualche richiamo da qualche uomo che,giustamente,cercava di godersi la pace e la tranquillità di quel posto.
Posò la valigia nella stanza che ,come il resto dell'albergo,era spettacolare. Le pareti erano tamponate di colori caldi,fra l'ocra e il marrone chiaro. Vi era poi una parte divisa dal salotto – che contava un divano ampio,un tappeto abbastanza grande,una televisione a schermo gigante ed una libreria – che offriva la cucina ed un tavolo nero,in tinta con le pareti più scure della prima parte della suite.
Oltre un'altra porta,poi,c'era un letto a baldacchino ed un divano,che probabilmente nascondeva un letto pieghevole. Sulla scrivania bianca c'erano vari fogli che,esaminati,risultavano essere quelli di William. Emma decise di scendere per fare un primo giro della città.
A soli pochi isolati si ritrovò a Times Square,dove la gente camminava frenetica sui tacchi a spillo che riecheggiavano sul marmo dei negozi o nei loro completi succinti ed eleganti,abbottonati fino al collo e coperti da ampi giacconi di marca.
Le insegne luminose riuscivano ad attirare l'attenzione della maggior parte dei turisti anche di giorno,quando il sole,sebbene fosse inverno,splendeva come in una giornata di primavera.
Emma sorrise,guardandosi intorno,finchè non notò un angolo buio. Qualcosa che seppur sinistro,la tentò. Decise di dare una rapida occhiata.
- E' solo un vicolo- pensò,mentre camminava veloce verso la strada poco illuminata – Cosa potrà mai esserci-
Infatti,quando vi entrò,constatò che in realtà non c'era nulla da temere,se non qualche secchio d'immondizia e qualche topo morto qua e la che faceva decisamente ribrezzo.
Quando girò su se stessa per andarsene via,venne bloccata da una persona piuttosto alta,coperta da un cappuccio.
Inizialmente il suo corpo era scosso da spasmi di paura intensa. Insomma,New York era la città da sogno,da copertina di riviste e di tipici film strappalacrime,ma aveva anche i suoi difetti come qualsiasi città. E lei si era imbattuta,prima di ventiquattro ore,in uno di quelli.
Quando però quello che risultava essere un ragazzo,si abbassò il cappuccio dalla testa,Emma fu subito rassicurata.
Anche se i suoi occhi estremamente trasparenti ed azzurro-ghiaccio non erano del tutto calorosi,riuscì a fidarsi di quello sguardo divertito e malizioso.
Forse le ricordava qualcosa che cerca di dimenticare.
Scosse la testa,cercando di non affibbiare qualsiasi cosa che incontrasse sulla sua strada ai ricordi che cercava di dimenticare e rivolse la sua attenzione alla figura maschile che le si parò davanti.
Era bello. Indiscutibilmente bello. Ma non il suo tipo.
Alto,forse un metro ed ottanta,aveva dei capelli del marrone più scuro che avesse mai visto,a tratti neri. Sul viso sembravano esserci delle lentiggini chiare,che riuscì ad intravedere alla luce del sole che arrivava fioca in quel vicolo.
Gli occhi la scrutavano maliziosamente e le labbra screpolate erano increspate in un sorrisetto provocatorio.
«Cosa ci fa una bella ragazza come te in questo vico buio?» chiese,con la voce calda e rassicurante. Sembrava anche graffiata a tratti. Ma ad Emma questo non interessava.
«Non mi sembra siano affari tuoi ..»
«Jacob..sono Jacob» la informò,tramutando il suo sorrisetto malizioso in uno di sfida. Non capitava di incontrare caratterini del genere a New York,soprattutto da quando la minaccia Gossip Girl aveva influenzato la maggior parte della popolazione di sesso femminile che adesso cadeva in ogni trappola strategicamente sensuale.
E fu così che Jacob vide in quella ragazza una nuova sfida.
«Emma» rispose,senza mai distogliere lo sguardo da quello del ragazzo.
«Emma...non mi sembra di averti mai vista qui in giro»
Se quella era una tecnica di abbordaggio,Jacob doveva essere consapevole che stava fallendo sin da principio. Con lei questi giochetti non attaccavano.
D'altra parte non avrebbe potuto essere la turista nuova,giunta da meno di tre ore a New York,che padroneggiava già il territorio sfacciatamente come se fosse il suo.
Quindi si limitò a fare spallucce. Ovviamente mossa sbagliata che fece avvicinare maggiormente il ragazzo.
«So che non ci conosciamo,anzi ricorderai a stento il mio nome. Ti ho vista poco fa in piazza guardarti intorno. Quindi sei una turista..»
Colpita ed affondata.
«..Ma ciò non conta. Una festa,stasera. Ci stai?»
Se ci fosse stata una richiesta più esplicita di quella,allora Emma non la conosceva.
Non sapevadavveroseaccettare un invito da un completo sconosciuto,appena incontrato in una stradina sperduta della grande mela. Riusciva solo a sentire una strana eccitazione alla bocca dello stomaco. Un'adrenalina assurda che la spingeva ad accettare.
Quando sibilo il suo ''si'',strozzato dal furore di ciò che stava accadendo,sul viso di quel ragazzo dagli occhi glaciali si dipinse un sorrisetto malizioso. Cacciò dalla giacca a vento un biglietto dorato con fantasie rosse e glielo porse.
- Questo è il biglietto,io sarò nel privè. Ci si vede,piccola-
Schioccò un occhiolino prima di sparire dietro l'angolo. Emma lo guardò andar via sotto i suoi occhi,mentre rigirava fra le dita quel biglietto invitante. Lo guardò : Lavo nightclub.
 
 
 
Trisha guardava intensamente Zayn,con un misto di compassione e rimprovero,mentre girava freneticamente la matita tra le mani. Erano stati convocati quella mattina stessa nell'ufficio del preside,il quale avrebbe voluto parlargli del suo andamento scolastico.
Non era tranquillo,per niente. Ma non per ciò che stava per accadere. Era passato in quella situazione molteplici volte quando frequentava la scuola della sua città. Suo padre era sempre fuori per lavoro e a stento riuscivano a chiamarsi per gli auguri di Natale. Sua madre conosceva meglio gli uffici presidenziali delle scuole di Bradford che la sua cucina.
Tralasciando il fatto che Trisha fosse sempre fuori casa per un lavoro che impiegava la maggior parte del suo tempo,a Zayn non importava la sua presenza. Non riusciva a capire il perché della sua convocazione.
Tutte le volte che era stato in presidenza,un ammonimento,un sorriso pentito e gli occhi bassi gli erano sempre bastati per saltare l'ennesima punizione. Ormai c'era abituato.
Forse erano le scuole di Londra a vederlo in un modo diverso. Tutto così rigido e rispettoso delle regole.
Il preside entrò,portandosi dietro un odore pungente di dopobarba e sigaro di alta qualità. Zayn lo guardò torvo,mentre prendeva posto nella sua sedia ricamata di una stoffa porpora,in completo abbinamento con l'arredamento antico della stanza.
«Allora..» esclamò,estraendo dal cassetto un fascicolo bianco,con il suo nome stampato a grandi caratteri «Zayn Jawaad Malik,giusto?»
Zayn grugnì qualcosa di incomprensibile,ricevendo un'occhiataccia dalla madre che prontamente annuì,preoccupata.
Il preside lasciò che i suoi occhiali cadessero sul naso adunco,osservando il ragazzo «Tralasciando il fatto che sei irrispettoso delle regole,che fumi nei corridoi senza il minimo rispetto per i collaboratori scolastici e che spesso sei protagonista di maleducazione durante le ore di lezione » disse,con la voce autoritaria di un preside arrabbiato « Molte persone si sono lamentate di te,del tuo rendimento scolastico e del rapporto con gli studenti .. »
Zayn sbuffò «Ciò che faccio fuori dalla scuola,non è affare della scuola!»
«.. E anche del tuo linguaggio,direi. Zayn – permettimi di chiamarti con il tuo nome- la tua posizione non è delle migliori,e io come preside di questa scuola devo cercare di mantenere un livello alto fra gli studenti!»
Zayn ribollì dalla rabbia e puntò i piedi sul pavimento,guardando truce l uomo «Pensi piuttosto a questa merda di edificio che ormai cade a pezzi. Io me ne sbatto di ciò che pensano di me i professori. »
Trisha sembrava scandalizzata o sul punto di svenire quando Zayn terminò quella frase ed uscì velocemente dalla stanza. Prima di andar via,con la testa che gli scoppiava,fra i problemi scolastici e quelli che lo torturavano nella sua vita,sentì un urlo del preside e un singhiozzo della madre.
Non solo stava ferendo tutti coloro che lo attorniavano,ma adesso l'espulsione non gli sembrava tanto lontana.
 
 
Emma stava per tornare indietro,richiamando il taxi che l'aveva appena lasciata davanti alla discoteca,per starsene al calduccio nel suo letto d'hotel e piangere per un film strappalacrime in dvd. Poi ripensò a ciò che si era promessa prima di scendere dall'aereo,dopo ore ed ore estenuanti di pianti e ricordi.
- Riuscirai a dimenticarlo,Emma - aveva ripetuto fra sè e sè,scatenando anche qualche preoccupazione da parte delle hostess. Poteva sembrare decisamente fuori di testa o al massimo patetica. Ma poco le importava. - Divertiti,cerca di passare le festività natalizie migliori di sempre. Esci e cerca di non pensarci-
Annuì ricordando le sue parole decise e cercando di mantenere la promessa. Passò una mano sul vestito rosso privo di pieghe ed entrò a passo incerto nel locale. Dopo aver presentato il suo biglietto al bodyguard-armadio che si trovava fuori il club,entrò senza esitazioni chiedendo subito del privè.
Prima che potesse ammirare la bellezza di quel posto,si ritrovò un braccio intorno le spalle. Notò che era Jacob,con lo stesso sguardo malizioso e lo stesso sorriso provocatorio.
«Ciao» disse,squadrandola dall'alto in basso,e fischiando d'approvazione al suo abbigliamento. Emma,notevolmente infastidita ma allo stesso tempo lusingata,si riavviò i capelli dietro l'orecchio per nascondere il rossore improvviso. «Emma sei uno schianto! Vieni ti offro un drink»
La guidò fra la folla sudata e scatenata,raggiungendo il bancone più vicino. Ordinò qualcosa a lei sconosciuto mentre Emma si guardava intorno.
Quel locale era forse il più bello che avesse mai visto. Le tonalità fra il rosso,l'arancione ed il viola si intonavano perfettamente con le luci e l'atmosfera. Una palla gigante pendeva dal soffitto,girando lentamente ed emettendo strani giochi di luci colorate.
Passò la mano sul bancone di legno,toccando le rifiniture. Erano meravigliose,intagliate con la massima cura e creatività.
Insomma,uno spettacolo.
Prese a sorseggiare il cocktail ordinato da Jacob,quando si sentì osservata. Voltò lo sguardo verso il ragazzo e notò che era lui a guardarla. Gli sorrise.
«Sei proprio carina,sai?»
Emma ridacchiò,mandando giù un altro pò di alcolico «Grazie mille. Anche tu non stai male stasera!»
Improvvisamente il dj cambiò canzone,mettendone una più movimentata e con il ritmo ripetitivo ma piacevole. Jacob strabuzzò gli occhi,tirando Emma per un braccio e portandola al centro della pista. «E' la mia canzone preferita!» urlò,tentando di sovrastare la musica forte.
Iniziarono a ballare ed Emma sentì un fremito percorrerle la schiena. Si sentiva incredibilmente bene in quel momento.
Ma forse le cose non sarebbero andate così per sempre.





SCUSATE!

se ci fosse una scritta più grande,giuro che la metterei. sono imperdonabile lo so. adesso vi spiego
in pratica sono stata bannata per maleducazione in una recensione e per due settimane non  ho potuto aggiornare.
sembravo un'anima in pena,giuro çç
ma lasciando perdere questo ( anche perchè non ho niente da dire,se non scusate ancora ) parliamo del chapter! ùù
allora,Emma è arrivata a New York,ha incontrato Jacob ( che potete vedere
qui ) ed ha accettato l'invito a questa festa.
Intanto Zayn,rimasto a Londra,è stato espulso da scuola. In realtà ci sarebbe dovuto essere un'altra parte,nella quale Harry e Sophie cercavano di calmare Zayn che era supernervoso,che però rompeva una porta di un'aula. Ma non mi piaceva granchè!
So che non è uno dei capitoli migliori scritti da me,ma spero vi piaccia ugualmente.
Inutile avvisarvi che per un paio di capitoli le cose non andranno bene e sto decidendo ancora come farla finire HAHAHAH
( Giusi ed Anna Rita,so che non mi parlerete più se dovesse finire male,ma ci sto pensando!)
In ogni caso spero di ricevere il vostro parere sia sul capitolo,sia sul finale che dovrò scrivere! ( Mancano circa quattro/cinque capitoli compreso l'epilogo)
quindi vi lascio un bacio e un 'fatevi sentire' come al solito.
ps. grazie mille a tutte coloro che hanno recensito lo scorso capitolo! ♥


 

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Capitolo 27
*** XXVI ***


≈I hear the beat of my heart getting louder whenever i'm near you    

     



XXVI
 

Gli occhi di Emma si aprirono lentamente,mettendo pian piano a fuoco ciò che la circondava. La sua mente cercava di vagare attraverso i ricordi,tentando di riportare a galla il resto della serata precedente dopo il sesto mojito. Aveva rischiato seriamente di svenire in mezzo alla pista quando Jacob si era presentato con l'alcolico tra le mani. Ricordava solo di aver ballato con qualche persona conosciuta sul posto o completamente estranea,presa dalla mischia sudata e accaldata che componeva il pubblico di quella festa.
Poi .. nero totale. Non riusciva a mettere insieme i pezzi,né a formare un ricordo preciso. La testa le pulsava insistentemente ancora adesso che cercava di tenerla insieme con la pressione delle mani sulle tempie.
Era completamente distrutta. Aveva spesso sentito parlare dei postumi della sbornia,non riuscendo mai a capire quanto dolore potessero causare. E invece adesso,che li viveva in prima persona,non poteva far altro che ammettere che in effetti avevano ragione. Anzi,erano stati fin troppo cauti nel parlarne.
Sentiva la testa bollirle,scoppiarle per poi ricomporsi di nuovo. La gola secca e la lingua asciutta,come se non avesse più saliva a disposizione. Gli occhi le facevano un male assurdo e scontrarsi con la luce bianca che traspariva dalle tende cremisi,non era stata poi un'idea geniale.
Poi quasi come un lampo a ciel sereno,si rese conto che quella non era la sua stanza.
Del suo arrivo a New York ricordava tutto e sapeva bene che la sua suite non aveva quel colore di tende.
Quasi di scatto,si alzò dal letto,cadendo rovinosamente sul pavimento.
Non riusciva ancora a coordinare i comandi del cervello con il movimento delle braccia e delle gambe. Insomma,era una bambola di pezza spaesata in un posto che le faceva paura.
Aveva fatto qualcosa di sbagliato,se lo sentiva.
Il tonfo della caduta appena presa,aveva fatto svegliare l'altra figura che le dormiva accanto. Jacob,grattandosi platealmente l'ascella con fare disinvolto,senza quasi accusare nessun dolore o fastidio della sbornia,si era issato sulle ginocchia e piano si era messo in piedi.
L'aveva guardata e le aveva sorriso «Ciao tesoro»
La sua voce fu un tuffo al cuore. Sentì qualcosa sprofondare nel suo stomaco e cadere rovinosamente giù nella sua pancia,nel suo stomaco,aggrovigliandosi pericolosamente e strappandole  i polmoni,togliendole così la capacità di respirare.
Si sentiva distrutta al pensiero di aver passato la notte fuori casa. Di aver donato il suo corpo ad una persona che non potesse avere il suo cuore. Si sentiva stupida. Stupida .
Con gli occhi sbarrati,girò il viso,scontrandosi con il riflesso dello specchio a muro poco lontano. Il suo riflesso le faceva ribrezzo. Il suo corpo era nudo,coperto solo da una maglietta e un paio di slip. Ma nudo.
Non si sentiva Emma. Non riusciva a riprendere in mano la sua vita. Non la sentiva più sua adesso che concepiva ciò che aveva fatto.
Andare a letto con uno sconosciuto.
Jacob guardava la sua espressione stralunata,preoccupato. Si avvicinò,guadagnando uno sguardo vacuo e spento. Pieno di paura.
«Tutto bene?» chiese poi,sperando che l'espressione svanisse di colpo. Ma quando Emma si accorse che anche lui portava solo un paio di boxer,il suo cuore andò in frantumi.
Come se qualcuno l'avesse colpita nel profondo. Scoppiò in lacrime,scatenando un pianto isterico. Urlò talmente forte e a lungo,che temette di aver perso la voce per sempre.
Ma doveva rovinarsi. Ormai aveva rovinato tutto. Si faceva schifo.
Non si sarebbe mai perdonata.
Prese frettolosamente il vestito dal pavimento e senza guardare il ragazzo ancora preoccupato,sfrecciò fuori da quella stanza. Quella maledetta stanza.
 
 
 
«Emma sei un irresponsabile. Mi hai fatto penare stamattina. Ho chiamato la discoteca,sperando di non trovarti lì in condizioni penose. E mi hanno detto che non c'eri. Dove diavolo eri finita? Anzi sai cosa,non voglio nemmeno saperlo. Non uscire di casa stamattina o per te ci saranno duri provvedimenti,signorina. Intesi?»
Emma rispose flebilmente il suo ''si'' strozzato,con la poca forza rimasta e riagganciò tremolante. Si richiuse nuovamente nel suo pigiamone di lana,sperando che il respiro andasse via per sempre e che morisse fra quella morbidezza rosa.
Accese pigramente la radio,sperando che la musica potesse distrarla. Dopo tutto era quella sera sarebbe finito l'anno.
-Proprio in bellezza- pensò,chiudendo gli occhi e bloccando le lacrime fredde. La radio trasmetteva solo canzoni d'amore,così la spense con uno scatto della mano.
Si sentiva vuota. Inutile.
Aveva messo piede in quel continente sperando che potesse cambiare vita,abitudini e persone. Sperando che il suo cuore potesse trovare qualcun altro e dimenticare così Zayn.
Ma tutto ciò che era riuscita a fare era stata ubriacarsi e rovinare tutto.
Sentiva che la sua vita stava andando a rotoli con quella stupida vacanza. Sentiva i sensi di colpa mangiarle lo stomaco,la pancia e gli organi,fino al suo cuore già martoriato.
Non aveva più lacrime da versare. Parole da urlare. Pensieri da formulare.
Era vuota. Inutile.
Il telefonò squillò,facendola sobbalzare violentemente. Non aveva voglia di parlare con nessuno. Tantomeno di sentire la sua voce biascicare qualcosa di incomprensibile e riagganciare.
E soprattutto le lamentele più che giuste di suo padre,che l'aveva vista rientrare ad un orario indecente quella mattina.
Ma il rumore era troppo fastidioso per essere ignorato. Si portò pigramente verso il cordless,afferrandolo e portandolo all'orecchio.
«Pronto?»
«Emma,sono Ed.»
Una voce. Casa.
«Zayn è tornato a Bradford»





Yeah!
i'm back. sembrerà strano ma sono tornata.
e sono anche di poche parole oggi.
quindi preparate gli ombrelli che verrà a piovere. sono super stanca,ho scritto un capitolo misero ma era da troppo che non pubblicavo.
quindi eccovi il colpo di scena che spiegherò nel prossimo capitolo.
Emma ha fatto un pò la badgirl a new york.. :P
in ogni caso,spero che vi farete sentire con le recensioni anche se vi lascio questa merdina qui :S
Ringrazio tutte le ragazze che lo hanno fatto nello scorso capitolo ( undici recensioni,vi amo! ) e mi scuso con le lettrici di '' Maybe i'll be drunk again''.
Sono a corto di tempo e spazio per scrivere. E anche di idee.
perdonatemi!
un bacio enorme :*

 

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Capitolo 28
*** XXVII ***


≈I hear the beat of my heart getting louder whenever i'm near you    

     



XXVII




I suoi muscoli si bloccarono quasi contemporaneamente quando Ed parlò. Non le sembrò più nulla normale.
Non solo per il fatto che quella giornata entrava decisamente a far parte nella categoria delle sue peggiori. Ma per il semplice fatto che Zayn aveva rinunciato.
Non sapeva ancora nessuna spiegazione riguardo il suo ritorno a casa,ma una remota parte di se sperava vivamente che Zayn non tornasse a casa. Non abbandonasse i loro ricordi che,seppur pochi,vivevano in quella città. Fra le mura della scuola,della sua casa. I loro posti.
Il prato in cui per la prima volta Zayn aveva capito di amare davvero Emma. E il loro amore,abbandonato a se stesso come un cane lasciato in mezzo alla strada da un padrone poco responsabile e incurante dell'affetto del suo piccolo animale.
Si sentiva sola e vuota. Senza alcun appiglio,punto di riferimento. E mettere insieme ciò che aveva compiuto nelle ultime ventiquattro ore con l'arrivo della nuova notizia,non era il massimo della felicità.
Si sentiva a pezzi. Un completo straccio.
Ed,non ricevendo alcun tipo di risposta,riagganciò,pensando di aver sbagliato numero. Ma quando ricompose e la chiamata fu accettata,capì di non aver sbagliato.
«Emma,so che per te adesso è difficile,anche perché sei andata via per evitare di sentirne parlare,però mi sentivo in bisogno di dirtelo»
Emma deglutì «Hai fatto la cosa migliore. Ha detto qualcosa?»
«Più che dire Em,mi ha fatto capire. Mi ha fatto capire che tutto quello che avete passato insieme,esiste ancora. Per lui è stato un dovere lasciare questo posto pieno di ricordi. Non avrebbe voluto davvero. Era esausto e distrutto. Gli manchi»
Emma si sentì talmente in colpa che per un attimo pensò che il suo cuore si fosse davvero distrutto. Il respiro accelerò; Iniziò a respirare con fatica e si portò una mano sul petto per cercare di calmare il battito accelerato.
Annaspava. Voleva solo chiudere gli occhi per dimenticare tutto e tutti.
Gli  mancava e lei cosa faceva? La prima sera a New York tornava ad un orario indecente del mattino,dopo essersi svegliata nella stanza di un ragazzo conosciuto poche ore prima.
Era delusa di se stessa. Lei che aveva sempre criticato quel comportamento. Lei che aveva permesso a Zayn di entrare nella sua barriera ferrea dopo fatica,parole e delusioni e poi si era donata per un attimo di svago ad un completo sconosciuto.
«Em sei ancora lì?»
Fu in quel momento che Emma capì che era giunto il momento di agire. Per troppo tempo nella sua vita aveva lasciato che l'angoscia prendesse il sopravvento,lasciandola così cadere in una voragine profonda dalla quale uscire ogni volta,era diventato troppo difficile.
«Si,scusami Ed. Adesso so cosa devo fare»
Riagganciò prima che suo fratello potesse dire qualsiasi cosa e si girò intorno alla ricerca di un foglio di carta bianco ed una penna.
Lo trovò sulla mensola vicino il divano e prese a scrivere.
''Mi dispiace di averti delusa,ma adesso so qual è il mio posto e ciò che devo fare. Ti voglio bene papà''
Lo piegò in due parti e lo fermò sotto il vaso,sul tavolino nell'entrata,correndo poi nella stanza ed afferrando i primi abiti che le capitarono a tiro.
Li indossò velocemente,si spazzolò furiosamente i capelli e,prendendo la borsa,il passaporto e il biglietto del ritorno,spalancò la porta della camera,fiondandosi giù per le scale.
Scese i gradini il più velocemente possibile,pensando solo in quel momento che i voli erano ormai sospesi. Un groppo le bloccò la gola,ma deglutì rumorosamente,cercando di non pensarci.
«Ha bisogno di aiuto?»
Emma sobbalzò quando la receptionist,allarmata,la raggiunse in cima alle scale,tendendole una mano per aiutarla con la valigia e regalandole un sorriso rassicurante. Per quanto la sua azione potesse essere giusta,solo adesso le sembrava affrettata.
Forse Ed aveva capito male. Forse Zayn era andato via per dimenticarla. Per stare lontano da lei una volta per tutte.
Scosse la testa per cacciare via quei pensieri e chiese gentilmente alla donna di chiamarle un taxi per l'aereoporto.
La donna annuì e la lasciò nell'atrio,con la valigia un senso di agitazione che le perforava lo stomaco.



«Signorina,il taxi è qui fuori che aspetta»
Emma sorrise «Grazie mille»
Si congedò con un gesto secco del capo e si guardò un'ultima volta intorno,ammirando la bellezza di quel Hotel. Sorrise ancora una volta prima di uscire ed imbattersi nel freddo New Yorkese di fine Dicembre.
Un altro anno stava per finire. Sarebbe dovuto finire nel migliore dei modi.
Forse era ancora in tempo.
Assorta dai suoi pensieri,non si rese conto della figura che le si era parata davanti e cadde rovinosamente sul marciapiede,inciampando nei piedi del ragazzo e nelle rotelle della valigia.
Si massaggiò la tempia,sperando che non avesse riportato nessun graffio. Alzò gli occhi,incontrando due pozzi azzurri profondi.
«Jacob?» esclamò incredula.
Il ragazzo dall'aria spavalda,sicura di sè che aveva visto solo qualche ora prima aveva lasciato il posto ad un Jacob imbarazzato,quasi irriconoscibile.
Fra le mani aveva probabilmente,un mazzo di fiori,che ormai era caduto sul marciapiede grigio e spoglio di quella strada.
«Emma,dobbiamo parlare»
Emma roteò gli occhi,respirando profondamente «Se si tratta di questa mattina,è stato un grosso errore. Io sono innamorata di una persona e ho fatto un enorme sbaglio a lasciarmi andare così. Non ti conosco nemmeno e non metto in dubbio il fatto che tu sia un bravo ragazzo,ma adesso non ho tempo da perdere. Sono già maledettamente in ritardo per quel volo e se lo perdessi,solo Dio sa..»
Solo in quel momento si accorse che Jacob si grattava la nuca e sorrideva. Ma perchè Emma non trovava nulla di divertente in quella situazione?
«Mi spieghi cosa hai da ridere?» chiese,irritata.
Jacob le porse i fiori «Questi sono per scusarmi per stamattina. Evidentemente hai frainteso»
Silenzio. Emma non riusciva a capire. Afferrò i fiori,con gli occhi ancora sbarrati per la confusione.
«Io sono gay»
Emma spalancò la bocca. Jacob era gay? Ma ciò allora significava che..
«Ieri notte non abbiamo fatto sesso. Eri talmente ubriaca che non ti reggevi in piedi. Sei rimasta a casa con me,ti ho fatto vomitare un bel po' di alcolico e hai bevuto tanta acqua. Dopodichè ti ho spogliata e ti ho messo a letto,sperando che la mattina dopo avessimo potuto parlare. Pensavo avessi capito che fossi dell'altra sponda ma mi sbagliavo. Hai frainteso e sei scappata via. Non c'è stato assolutamente niente. E adesso sono qui a spiegartelo. Ti è chiaro?»
Emma sorrise,sollevata. 
Il suo cuore si era ricomposto. La sua anima era ritornata intatta. Il suo sorriso di nuovo sano.
Lo abbracciò talmente forte che temette di potergli rompere qualche costola.
«Come mi hai trovata?»
Jacob sorrise «Trucchi del mestiere»
Emma soffocò una risata,prima di ricordarsi del taxi parcheggiato davanti a sè.
«Adesso devo andare. Ti ringrazio molto,davvero. Jacob,grazie!»
«Non devi ringraziare me. Adesso vai,torna a casa e riconquista il tuo amore!»
Si,era ancora in tempo.




yeah!
vi siete fatta un idea completamente sbagliata su jacob uu
lui era gay fin dall'inizio HAHAHAH
mi è piaciuto leggere le sette recensioni ( anche se poche rispetto a sempre ) delle persone che tipo mi volevano già ammazzare.
Emma non ha fatto sesso con Jacob,don't worry!
comunque ho già deciso il finale di questa storia e ho stimato circa due/tre capitoli çç
non so se essere felice o triste per la conclusione di questa storia. in ogni caso sta per finire!
spero di leggere tante recensioni per questo capitolo. mi raccomando eh,fatevi sentire!
un bacio ♥

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Capitolo 29
*** XXVIII ***


≈I hear the beat of my heart getting louder whenever i'm near you    

     



XXVIII






L'altoparlante si accese con un suono metallico,facendo sobbalzare Emma per lo spavento. Nelle ultime due ore aveva corso con qualsiasi mezzo a sua disposizione per arrivare in fretta all'aeroporto,dove l'ultimo volo per Londra era stato cancellato.
Aveva poi aspettato svariati minuti,prima di riprendersi del tutto. L'anno stava per finire ed era plausibile che i voli fossero cancellati,nonostante le compagnie aeree mettevano a disposizione ancora i biglietti per un ultimo volo.
Dopo una lunga sfuriata con una povera impiegata rimasta seduta su quella piccola sedia di metallo girevole per svariate ore,era riuscita a trovare un posto liberatosi all'ultimo momento.
Se non era quello un segno del destino,non sapeva come altro interpretarlo.
Raccolse le sue borse,si strinse nella sciarpa e imboccò il lungo corridoio per l'aereo,mentre fuori l'aria si addensava e la nebbia avvolgeva le strade della grande mela.
Con uno sguardo malinconico,guardò dall'oblò dell'aereo,prima che questo partisse. Si alzò nuovamente per posare i bagagli nei posti appositi sopra il suo posto e ripescò un libro dalla sua borsa da viaggio.
Prima che se ne accorgesse,una donna aveva preso posto vicino il suo.
La guardò per un secondo e le bastò a capire chi fosse.
«Mamma?» esclamò sconvolta. Allungò istintivamente la mano verso il viso della donna dai tratti fini e raffinati. Toccò la linea sottile del naso e la fossetta delle labbra carnose,dipinte di un rosa antico,di un tenue perfetto per il suo incarnato chiaro.
La donna strabuzzò gli occhi e poi scostò delicatamente la mano di Emma,riportandola al suo posto. Sorrise «Piccola,mi avrai scambiato per qualcun altro. Non ti conosco»
Emma chiuse gli occhi e scosse la testa,sorridendo amara. Il suo era soltanto un vago ricordo. Un ricordo riaffiorato dalla parte più profonda del suo cuore.
«Si. Mi scusi,ha ragione» sussurrò,quasi flebilmente.
La donna le sorrise di nuovo e diede uno sguardo al libro caduto sulle gambe della ragazza. «L'ho letto anche io quel libro. E' stato emozionante sai? E' uno dei miei preferiti»
«Davvero?» esclamò Emma entusiasta,spostandosi bene sul sedile per guardare meglio la donna. Nonostante avesse qualche cosa di diverso,era completamente identica a sua madre e il solo guardarla la rendeva vuota dentro.
«Certo. La storia d'amore tormentata di Hugh e Maisie,le intromissioni di Augusta per evitare che la sua famiglia finisca sull'orlo del fallimento e la passione nascosta di Edward e sua madre per il giovane Micky. Uno dei romanzi più belli che io abbia mai letto.»
Emma rimase affascinata non tanto dal suo modo di parlare,dalla curva graziosa che prendeva forma quando la donna sorrideva in modo sghembo,ma dalle sue espressioni.
Stupore,aria sognante e ancora una tenacia mai vista. Pochi minuti e già avevano un libro in comune,un aspetto già conosciuto e tante curiosità nascoste.
« E tu ragazza?»
Emma ritornò alla realtà «Io cosa,scusi?»
«Tu sei innamorata?»
Emma deglutì. Provava indubbiamente qualcosa verso Zayn che andasse oltre la semplice amicizia,l'attrazione fisica e il piacere di stare insieme. Per lei Zayn era qualcosa che le era mancato per tanto tempo. Il punto di riferimento per ogni situazione,le braccia imponenti come mura di marmo dove rifugiarsi durante una tempesta e la coperta calda dove riscaldarsi quando fuori minaccia un uragano.
Le labbra soffici da baciare quando si è soli,quando si ha bisogno di affetto e quando si è felici,sorridendo labbra contro labbra per poi scoppiare a ridere senza senso. Il cuscino da prendere a pugni quando si è arrabbiati per poi farci l'amore ore ed ore,senza prendere fiato e senza distogliere mai lo sguardo.
La persona con la pelle ambrata e gli occhi liquidi,di una tonalità scura del marrone e le labbra piene,i capelli scomposti e l'aria sicura,l'odore inconfondibile della nicotina che ti entra anche nelle vene . La stessa persona che si guarda e si capisce senza l'uso di alcuna parola,senza versi o frasi. Semplicemente capendosi nel loro linguaggio.
Emma sorrise «Si. Direi che sono innamorata come mai prima.»
«E lui adesso dov'è?»
«Beh.. è un po' difficile da spiegare,sa. E' una storia lunga»
La donna si issò sulla schiena,posò le mani sulle gambe di Emma e la guardò intensamente «Devi capire che niente è impossibile,difficile da spiegare o inutile. Tutte le nostre azioni,quelle piccole e quelle grandi,quelle meno importanti e quelle di vitale importanza,fanno parte della nostra vita quotidiana. Poi arriva un giorno che una persona entra nella tua monotonia e la stravolge completamente,trovando lati nascosti che tu mai avresti pensato di possedere. Ed è in quel preciso momento che si ha paura di tutto. Di perdere le persone,la famiglia e gli amici. So che è difficile,nessuno ha mai detto il contrario. Ma amare non è impossibile e qualsiasi cosa sia successo,non è così grave. Tutto si può riparare una volta trovata la forza di volontà. Come un puzzle .. non pensi?»
Emma ricambiò lo sguardo con la stessa intensità e penso alle parole appena pronunciate da quella donna. Di tempo ce n'era poco e molto probabilmente,dopo il suo gesto improvviso,il puzzle sarebbe stato difficile da ricomporre. Ma era stata forte in altre situazioni ed era giunto il momento di esserlo di nuovo.
Molto probabilmente Zayn non l'avrebbe voluta vedere mai più,ma poco le interessava. Ciò che aveva appena capito le serviva per rimanere decisa. Bastava solo provare.
Sorrise alla donna e senza pensare alla sua azione,l'abbraccio come le aveva dettato l'istinto. Nelle sue braccia,nelle mani che si muovevano in carezze sulla schiena della ragazza e nel sorriso dipinto sulle labbra rosa,Emma ritrovò il calore familiare.
Quando scese dal quel aereo sentì di essere rinata. Si voltò per ringraziare quella donna per le parole spese ad incoraggiarla,ma non la trovò tra la folla.
Allora guardò verso la pista d'atterraggio e la vide,con il fazzoletto sul capo per l'aria umida di Londra e la valigia troppo piccola per contenere gli indumenti di un viaggio.
Nello stesso momento in cui decise di raggiungerla,lei si girò. Le sorrise,come una madre che sorride alla propria figlia,e sparì nel buio delle prime ore del mattino.
Emma allora capì cosa in realtà c'era in quell'abbraccio.
 
 
 
 
«Emma ti rendi conto che sono le quattro e trenta del mattino qui a Londra?»
Ed continuava ad imprecare dall'altra parte del telefono,mentre indossava la vestaglia e cercava le pantofole sparse per la stanza. Celine,spaventata,balzò dal letto ed indossò velocemente i pantaloni del pigiama.
Con un gesto della mano,Ed la rassicurò e le chiese di tornare a letto,mentre scendeva giù in cucina.
«Ed,lo so,non sono perdonabile. Ma ho bisogno della tua auto!»
Ed strabuzzò gli occhi e poi rise nervosamente «Tu sei malata!»
«Praticamente so guidare..»
«.. ma teoricamente non hai una patente valida e approvata dallo stato. Emma,non posso lasciarti correre questo rischio. »
«Ma devo arrivare a Bradford prima di domani mattina!» ringhiò Emma
«Bradford?! Dico,ma l'afa di New York ti è andata al cervello? Guidare a quest'ora,sulle strade inglesi non è sicuro. E nemmeno alcuni quartieri di Bradford lo sono.»
«Zayn non vive in un quartiere malfamato,Ed!»
Ed sbuffò «Lo so,ma bisogna passarci e non vogliono che rubino la mia auto!»
«Grazie per la considerazione fratellino»
«Sai cosa intendo. Domani mattina ne riparliamo con calma davanti una tazza di caffè fumante,quando sarai riposata e calma per chiarire. Okay?»
Poi Ed sentì un rumore metallico dall'altra parte del telefono,ma era qualcosa di troppo vicino per provenire dalla sala d'aspetto dell'aeroporto.
«Emma.. cosa stai facendo?»
Nessuna risposta.
«Emma?»
Un altro rumore metallico e poi il rombo di un motore.
«Ed,ti ricordi quando ogni volta che avevo bisogno di qualcosa,papà mi diceva che avrei potuto prendere in prestito la sua auto,ma poi lo negava e tu dicevi che se lo avessi fatto mi avresti coperta?»
«Non lo hai fatto davvero..»
«Ti voglio bene anche io»
Pigiò sul tasto rosso per interrompere la macchina e corse verso la fine del quartiere. Guardò nello specchio retrovisore giusto in tempo per lasciarsi alle spalle un Ed trafelato,che usciva dalla casa in vestaglia e pantofole ed alzava la mano verso l'auto in corsa.
 
 
 
 
Le cinque e un quarto del mattino.
Con il paraurti ammaccato e il lato sinistro dell'auto graffiato,Emma era riuscita ad arrivare a Bradford sana e salva.
Ed aveva provato a chiamarla milioni di volte,ma l'unica volta che aveva sentito la sua voce era troppo lontana per tornare indietro. Gli aveva chiesto l'indirizzo della casa di Zayn ed ora era con le nocche a due centimetri dalla porta di casa.
I capelli erano scomposti dal vento,il naso freddo dalle folate gelate e le nuvole di fumo,provocate dalle labbra aperte e screpolate.
La vista le si stava quasi annebbiando per il freddo. Era in quella posizione statuaria da circa un quarto d'ora ma non riusciva a trovare né la forza né il coraggio di muovere il polso e bussare alla porta di quella casa
Aveva paura di muovere le dita per bussare. Ma se avesse lasciato correre ancora una volta? Se avesse permesso che andasse via per sempre senza aver chiarito? Avrebbe ricostruito i suoi muri,sarebbe scappata ancora.
Non voleva vivere una vita di fughe.
Adesso era giunto il suo di momento. Decisa,prese un respiro profondo,ravviò i capelli dietro l'orecchio e bussò lievemente alla porta,poi più forte e decisa finchè non si aprì.
E il suo cuore perse un battito. Zayn si ergeva magnifico sullo stipite della porta. Prima un'espressione incredula dipinta sul viso : Le ciglia aggrottate,le labbra leggermente dischiuse e lo sguardo curioso di chi non ha mai visto una persona bussare alla porta nell'ora più strana della notte.
Emma prese un bel respiro e tentò di parlare. Ma la saliva bloccò le parole in bocca,incespicò e temette di aver perso l'uso della voce.
Zayn sorrise «Ciao.»
Ciao. Come se tutto ciò che era successo nei giorni prima non fosse rilevante. Come se la sua partenza non fosse mai esistita. Come se tutto fosse tornato alla normalità.
Poi notò il contrarsi del suo viso e gli occhi farsi lucidi e capì che era giunto il momento di essere forte. Non solo fisicamente,ma psicologicamente.
«Zayn.. io,insomma .. mi dispiace. Mi dispiace di essere scappata via così,mi dispiace di averti lasciato solo in questo periodo di merda. E si,ho detto merda. New York mi ha proprio cambiata. So che hai sbagliato,ma ho sbagliato soprattutto io. Con tutto quello che abbiamo passato insieme,non voglio lasciarti adesso. Non voglio perdere l'unica cosa che adesso davvero mi fa sentire me stessa. E Zayn,non posso permetterti di andare via. Di lasciare me e farmi ritornare a quel mostro indifferente che ero prima. Io ho bisogno di te. Credimi,Zayn io..»
Poi notò la sua espressione e smise di parlare per un attimo
«Emma aspetta..»
«No,ti prego fammi parlare. So che adesso sei arrabbiato con me e non posso fare altro che biasimarti,ma cerca di capire. Nella vita facciamo errori,siamo essere umani e saltiamo a conclusioni troppo in fretta. Ti do il permesso di insultarmi ad alta voce,di urlarmi nelle orecchie così che il concetto si stampi bene nelle vene. E si,magari può anche strattonarmi,me lo merito dopo tutto quello che ho detto e fatto. Ma ti chiedo solo di non lasciarmi adesso che ho trovato il mio posto. E quel posto è con te. Qui,adesso.»
«Emma»
«Si Zayn?»
«Emma… Emma..!»
E poi improvvisamente sentì la voce di Ed.







yeah!
io chiedo infinitamente venia per il mio assurdo ed imperdonabile ritardo.
mi odierete,lo so çç
però il capitolo è lungo .. il penultimo,ma è lungo.
eggià. il prossimo sarà l'ultimo e sono indecisa sull'epilogo.
la parte dell'incontro con il ''fantasma'' della madre mi è venuto all'improvviso,perchè era da un pò che non parlavo di lei.
spero vi sia piaciuta c:
per il resto,ed è qualcosa HAHAHHA ed emma è arrivata a bradford per scusarsi con zayn.
ma vi ho messo un ape in testa che vi ronza adesso. perchè sente la voce di ed?
dovete aspettare il prossimo per capire MUHAHAHAH
basta.
comunque dedico questo capitolo a tutte voi,che mi siete sempre accanto anche quando non recensite ma leggete silenziosamente (certo,preferirei che voi spendeste qualche parolina,però uu)
e lo dedico al mio angioletto. so che stai incazzata con me,me lo sento uu
spero di leggere tante belle recensioni. un bacio :*
ps. il libro di emma è ''una fortuna pericolosa'' di ken follett,il mio libro preferito cwc. 


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Capitolo 30
*** XXIX - Epilogo ***


≈I hear the beat of my heart getting louder whenever i'm near you    

     



XXIX





«Emma? Emma. Ti prego Emma,apri questi santissimi occhi!»
Ma perché diavolo continuava a sentire la voce di Ed? Era davanti a Zayn,sorrideva libera di un peso ed era pronta ad abbracciarlo,a morire fra le sue braccia forti e calde. E invece Ed continuava a chiamarla.
Poi iniziò a sentire male ad una spalla e si rese conto che qualcuno la stava strattonando.
Il suono della voce di suo fratello si fece più nitida e chiara quando aprì gli occhi,scontrandosi con la penombra della stanza.
Ed la guardava tenero dall'alto. Mosse le mani sotto di se e si accorse di essere su un divano. Il suo divano.
Quello di casa sua. Strabuzzò gli occhi e si grattò la nuca,portando il peso sulla schiena ed alzandosi lentamente. Si poggiò allo schienale e guardò suo fratello.
«Finalmente ti sei svegliata! Dormivi come un ghiro in letargo.. Non so nemmeno se i ghiri vanno in letargo!»
Emma lo guardò stralunata «Dormivo? Ma dov'è Zayn?»
Si guardò intorno e constatò che davvero era a casa sua. Fuori continuava a nevicare incessantemente e lei indossava la felpona smessa che usava come pigiama. Si toccò i capelli e notò che erano più arruffati del solito.
Alzandosi di scatto,fece per perdere l'equilibrio ma riuscì a tenersi in piedi. Si portò allo specchio e guardò la sua figura sconvolta.
I capelli ricadevano elettrizzati sulle spalle,due profonde occhiaie sotto gli occhi nocciola avrebbero potuto ospitare un autotreno e le sue guance erano completamente nere.
«Ma posso capire cos'hai? Che c'entra Zayn adesso?»
Emma si girò e raggiunse suo fratello,prendendolo per le spalle «Ma che giorno è oggi?»
«Ricordami di non farti bere mai più una birra in mia compagnia quando sei in queste condizioni » sbuffò Ed «E' il ventisei di dicembre,idiota! Ti sei frullata il cervello percaso?»
Il ventisei di dicembre? Impossibile. Era capodanno,aveva appena preso un aereo per Londra da New York. Insomma .. lei..
Lei aveva sognato tutto. Emma si era solo svegliata da un sonno infernale e lunghissimo,anche se,stando al tempo,aveva dormito al massimo due ore.
L'incontro con Zayn,la loro rottura,il suo pianto,il volo per New York,Jacob,la grande mela,la festa in discoteca e la sbronza. Il mattino seguente,le infinite paranoie e Jacob che risultava essere gay. La chiamata di Ed e la fuga di Zayn.
Tutto un sogno. Un sogno terribile.
Ed si scrollò sua sorella di dosso e la guardò negli occhi «Dimmi Emma.. fai uso di stupefacenti vero?» le chiese preoccupato,con l'ansia dipinta sul volto.
Emma rimase titubante per un secondo,decidendo fra le lacrime ed una risata fragorosa.
«E adesso perché ridi?»
Emma non riusciva a fermare la sua risata ormai incontrollabile «Non capisci Ed? Pensavo che fossi andata a New York,che avessi combinato un disastro e di essere anche ritornata per chiedere scusa a Zayn!»
«Ma tu mi hai detto che Zayn ti ha tradita!»
«Si ma capisci. Quelle parole erano frutto delle mie paranoie,delle mie insicurezze. Della mia testarda presa di posizione secondo la quale non posso fidarmi di nessuno. Ho fatto un sogno stranissimo,Ed e non sono sotto effetto di stupefacenti. Quel sogno mi ha fatto capire che non devo lasciarlo andare per nessuna ragione al mondo. Che Zayn è il ragazzo che ho sempre voluto e che mi starà accanto tutti i giorni della mia vita.»
Ed sobbalzò «Vuol dire che vi sposerete a diciassette anni? Dio,non ve lo permetterò!»
«Non intendevo questo. Volevo dire che lui è una persona speciale,e non importa se ha fatto o meno quello che mi ha detto Elisabeth ieri. Io amo Zayn come non ho mai amato nessun'altro a questo mondo e non posso permettermi di lasciarlo andare. Lo amo con i suoi lati negativi e quelli positivi. Lo amo con le sue cose giuste e quelle sbagliate. Amo Zayn»
Mille espressioni passarono sul viso di Ed,prima di soffermarsi su quella dolce e comprensiva «Molti dicono che se si ama troppo,bisogna lasciare andare una persona. Ma io adesso,per quanto il mio bene da fratello mi dica di farti rimanere qui ed evitare di poter essere ferita,ti lascio andare. Mi fido di voi»
Gli occhi di Emma divennero lucidi,ed abbraccio il fratello «Grazie!»
«Ti voglio bene»
Emma sorrise «Anche io»
Entrambi sciolsero la presa ed Emma si guardò nuovamente allo specchio,mentre Ed prendeva le chiavi della macchina. Suo fratello sbuffò,notando la sua faccia inorridita «Gli dirò che ti sei drogata e che ti ho vestita io,non ti preoccupare! Pensa,non hai bisogno nemmeno di recitare per sembrarlo!»
 
 
 
 
 
«Sei pronta?»
Emma sollevo lo sguardo dalle ginocchia coperte da un semplice leggins,si voltò verso suo fratello e spostò i capelli dal viso,riavviandoli dietro l'orecchio. Ricordava sempre a se stessa di essere pronta finalmente,ma nel profondo sapeva di non esserlo.
Zayn era arrabbiato per il suo comportamento,lo sapeva. Ma doveva farlo.
Doveva chiarire le sue paranoie,i suoi complessi mentali,le sue stranezze e doveva dirgli una volta e per tutte che era l'unica persona che voleva al suo fianco.
Si sporse verso il lato del guidatore e strinse il fratello al suo petto,più forte che poteva e sentì tutto il suo appoggio. Ed le accarezzò i capelli,stringendo piano sulla nuca e lasciando qualche bacio sulla guancia.
«Pensa al lato positivo delle cose. Per me Zayn ti ama da impazzire!»
Emma sbuffò «E se non dovesse perdonare il mio carattere»
«Nel migliore e nel più realistico dei casi,lui ti ama per come sei,indipendentemente dal tuo carattere. E se proprio tutto dovesse andare male,sappi che sono qui fuori,pronto a riempirlo di botte e super carico per una serata pizza e gelato post depressione!»
Emma sorrise e prima di scendere dall'auto,prese un bel sospiro,riempiendo i polmoni.
Si diresse con passo spedito verso casa di Zayn,pregando e sperando che tutto andasse per il meglio.
Prima di bussare alla porta,rivolse l'ennesimo sguardo a suo fratello,ma si accorse che aveva messo in moto l'auto ed era svoltato al vialetto. Prima di imprecare contro di lui,si rese conto che aveva voluto lasciare loro un attimo di intimità.
Bussò lievemente alla porta,poi si decise a pigiare sul campanello al lato destro,portando poi nuovamente le mani dietro la schiena e dondolandosi sul posto.
Passarono pochi minuti e di Zayn alcuna risposta.
Provò a bussare nuovamente,ma non c'era alcuna risposta dall'interno. Tese l'orecchio verso la porta,appoggiandolo sul legno massiccio e freddo. Nulla.
Sconsolata e sconfitta interiormente,fece per andarsene quando sentì il cigolio di una porta.
Prima che potesse girarsi,Zayn le afferrò un polso e la fece voltare. Il suo volto incavato sulle guance,la barba ispida sul mento e gli occhi dolci e liquidi le fecero torcere l'intestino e i polmoni. Si sentì annaspare per qualche momento. Era pronta.
Ebbe un tuffo al cuore quando sentì la sua voce «Emma» La sua sembrava più una preghiera,una supplica con un pizzico di sorpresa.
Emma si schiarì la gola «Zayn»
Il ragazzo si grattò la nuca e con un gesto ampio della mano la invitò ad entrare,aprendo maggiormente la porta d'entrata. Emma sibilò un flebile ''grazie'' prima di entrare in silenzio e con il capo chino.
«Zayn io.. devo parlarti!»
Zayn si mosse più veloce di lei,la prese per le braccia e la tirò a sé,facendo scontrare i loro petti. «Ti prego,fa parlare prima me. Lo senti vero? E' il battito del mio cuore. E' il battito del mio cuore che diventa più rumoroso ogni volta che sono vicino a te. Non mi era mai successo prima di adesso,mai,posso giurartelo. E lasciami spiegare per quell'inconveniente. Qualsiasi cosa ti abbia detto Elisabeth,posso giurarti che è falso. Si,siamo stati insieme ma ho sempre avuto il rimorso. Non sono mai riuscito a negare,a ripudiare il pensiero di te a casa,che aspettavi una mia chiamata o una mia parola. E' è una bella ragazza,si. Ma tu sei unica,sei qualcosa che ho sempre desiderato ma che non sono mai riuscito a trovare. E adesso che ti ho,mia.. O almeno,sperando che tu lo sia ancora,non posso fare altro che lottare per non lasciarti andare via. Emma ti prego,credimi. Sei l'essere più speciale su questa terra. Non.. insomma,non saprei come altro dimostrartelo»
Emma si svincolò dalla presa di Zayn il tanto necessario per guardare i suoi occhi. Gli stessi occhi che l'avevano desiderata,amata e voluta. Gli stessi che l'avevano ferita e distrutta. Gli stessi che adesso chiedevano,con un estrema sincerità,il perdono.
Emma sorrise,si buttò alle sue braccia e lo baciò.
Lo baciò,temendo che l'ossigeno potesse finire una volta e per sempre.
Lo baciò,come se non ci fosse un domani.
Lo baciò,come se fosse l'ultimo bacio di quella terra. L'ultimo sapore delle sue labbra carnose,del suo languido e vorticoso gioco di lingue.
Lo baciò,come se potesse provare nuovamente e per sempre quelle sensazioni che le bloccavano il battito cardiaco e la respirazione.
Lo bacio,come se potesse trasmettere il suo amore.
Quando si staccarono,entrambi affannati ma sorridenti,Zayn si strinse ad Emma.
«Allora non eri tornata per lasciarmi definitivamente»
Emma sorrise «Non lo farei mai.»
«Prima che iniziassi a parlare allora,cosa eri venuta a dirmi?»
«Ero venuta per dirti che ti amo»
 
 
 
 
 
 
 
 
 

— Cinque anni dopo —

 
 
 
 
«Niall,basta mangiare patatine che poi ti viene il mal di pancia e tocca a me stare lì a mantenerti la fronte!»
Niall sbuffa,diventando tutto rosso di botto «Grazie Sophie,ma ai tuoi amici non interessa sapere cosa faccio dopo le indigestioni!»
Tutti scoppiano a ridere,e prendo ad accarezzare la mano di Zayn al mio fianco. Lui mi sorride e noto quanto tempo sia passato,
La barba cresce a vista d'occhio,ma non faccio nulla per farlo cambiare. E' morbida al tatto ed ispida alla vista,ma è tremendamente piacevole.
La linea della mascella adesso ha assunto un aspetto più rigido e maturo,ma i tratti giovanili di un tempo sono ancora sotto la faccia da eterno passivo. Mi sorride,e mi accarezza a sua volta la mano,ruotando sulle nocche e scendendo verso le dita.
«E poi com'è finita?»
Mi giro alla mia sinistra e notò che Lizzie si muove impaziente sulle gradinate. Guardò verso la grande distesa verde davanti i miei occhi,e noto che i giocatori stanno sospendendo la partita per una pausa.
Il fischio dell'arbitro decreta la pausa stabilita e sui grandi schermi appaiono milioni di pubblicità,mentre i venditori di hot dog si affrettano a passare tra i tifosi di football,per vendere i loro snack.
«E poi zia Emma e zio Zayn si sono dati un lungo bacio»
Lizzie batte le mani «Come i baci che si danno mamma e papà? Quelli dei grandi?»
«Si,tesoro… quelli dei grandi»
Mi volto verso Zayn che mi fa cenno con la mano di guardare verso il tabellone. Notò che un grande cuore è stampato all'interno di esso e ci riprende entrambi in diretta. Sorrido.
Lo stadio inizia ad incitare un nostro bacio e mi sporgo verso di lui. Zayn fa altrettanto e porta la sua mano sulla mia nuca.
Ci scambiamo un lungo bacio,che sempre durare un'eternità. Quando ci stacchiamo,Lizzie è ancora al mio fianco che esalta,enfatizzando il tutto con gridolini e frasi incomprensibili.
Sono ancora a due millimetri dal volto di Zayn «Ti amo» gli sussurro sulle labbra.
«Mi amo anche io»
Soffia indispettita e lui sorride «Shh,piccola scherzavo. Ti amo»








YEAH!
faccio la persona allegra solo per non piangere. cioè.. è finita çç
FINITA!
si alla fine era un sogno. NEW YORK UN SOLO E FOTTUTISSIMO SOGNO.
alcune di voi mi hanno scoperto,e non ve lo perdonerò mai uu
comunque spero vi sia piaciuto l'epilogo. a me si ajichlaiòegcàeoa
*piange*
adesso devo lasciare questa storia,cazzus.
VOGLIO RINGRAZIARE TUTTE VOI,LETTRICI SILENZIOSE,CHE AVETE PIANTO,RISO,SCLERATO CON ME SENZA MAI DIRMELO.
VI AMO.
VOGLIO RINGRAZIARE TUTTE LE CENTOQUARANTASEI PERSONE CHE HANNO AGGIUNTO QUESTA STORIA FRA I PREFERITI
VI AMO.
VOGLIO RINGRAZIARE TUTTE LE TRENTA PERSONE CHE HANNO RICORDATO QUESTA STORIA
VI AMO.
VOGLIO RINGRAZIARE TUTTE LE DUECENTOQUARANTASETTE PERSONE CHE HANNO SEGUITO QUESTA STORIA
VI AMO.
E TUTTE VOI,DUECENTOTTANTOTTO PERSONE,RAGAZZE,RAGAZZI,CANI,DELFINI,CAVALLI E MAMMUT,CHE AVETE RECENSITO I VENTINOVE CAPITOLI DI QUESTA STORIA
.


spero di essere arrivata al vostro cuore,di essermi presentata bene sottoforma di Emma,di essermi fatta amare ed odiare.
se vi ho annoiate,non era mia intenzione.
mi mancherete e vi amo. basta.
ps. lizzie è la figlioletta di ed akhcòoahcòoaegcòa
ps2. se volete continuare a seguire le mie storie,qui c'è la mia nuova long su louis (''not different'') tratta l'emancipazione della donna araba. ci tengo molto.
spero vi piaccia.


OKAY ADESSO DEVO ANDARE A PIANGERE IN UN ANGOLINO.
CIAO 
_fix VI AMA ♥

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