Il ritorno di Darkrai

di Justice Gundam
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Una nuova città ***
Capitolo 3: *** Segreti e misteri ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Il ritorno di Darkrai-01

POKèMON: IL RITORNO DI DARKRAI

Una fanfiction di Pokèmon scritta da: Justice Gundam

 

Rinunzie legali: Pokèmon non appartiene a me, ma alla Nintendo, a Satoshi Tajiri e a tutti gli affiliati. Ho scritto questa storia perchè mi andava, senza fini di lucro, perciò godetevela!

Salve a tutti, amici vicini e lontani... sono tornato da una stupenda vacanza in Giappone, e sono di nuovo qui a scrivere le mie amate fanfiction! Quella che vi apprestate a leggere è il mio primissimo tentativo di scrivere una fanfiction sul gigantesco mondo di Pokèmon! Esatto, dopo Digimon, Sonic X e MegaMan NT Warrior / Battle Network, anche questa serie riceve le mie attenzioni! E poi, tra non molto, conto di riprendere a lavorare sulla mia fanfiction di Super Robot Wars, che è in sospeso già da molto tempo. Mi sono venute un sacco di idee che voglio implementare...

Questa fanfiction è stata pubblicata già tre anni fa su questo sito, con il titolo di 'Il ritorno di Darking'. Alora, avevo creato un Pokèmon originale, appunto Darking, come Pokèmon Leggendario dell'Oscurità... ma ora che tale Pokèmon esiste ufficialmente, ho modificato opportunamente la mia storia. Il misterioso Darkrai appare nel decimo film di Pokèmon, 'Dialga vs. Palkia vs. Darkrai'... ma chissà se mai vedremo questo film in Italia! Considerate questa storia come la vostra migliore opportunità di vederlo in azione!

Un avvertimento: ho intenzione di usare i nomi giapponesi per i personaggi umani, e i nomi occidentali per i Pokèmon. Mi trovo meglio così... Quindi, eccovi una piccola lista di 'traduzioni':

 

Ash --> Satoshi

Misty --> Kasumi

Brock --> Takeshi

Jessie --> Musashi

James --> Kojiro

Gary --> Shigeru

Prof. Oak --> Prof. Ookido

Delia --> Hanako

Infermiera Joy --> Infermiera Joi

Agente Jenny --> Agente Junsa

 

E se ce ne saranno altri... ve lo farò sapere nelle note introduttive di ciascun capitolo!

Questo è tutto! Preparatevi ad immergervi, una volta di più, nel colorato mondo di Pokèmon!

Buon divertimento!

 

PROLOGO

 

Monte Diamond, più di diecimila anni fa.

Se qualche essere umano avesse potuto essere presente, avrebbe comunque avuto difficoltà a trovare le parole per descrivere ciò che stava accadendo: le forze della natura sembravano aver deciso di scatenare tutta la loro furia su quella località, avvolgendo cielo e terra in un turbine di gelo, fulmini, fuoco e oscurità che stava devastando la zona.

Intere sezioni della montagna erano state abbattute dalla forza degli elementi, della vegetazione circostante non rimaneva altro che qualche scorza d’albero bruciata, e interi fiumi e corsi d’acqua erano evaporati o erano stati deviati, mentre il cielo veniva illuminato a giorno dalle esplosioni che si susseguivano. Tra gli accecanti bagliori, quattro Pokèmon dotati di poteri incredibili si stavano dando battaglia, in uno scontro che avrebbe determinato il futuro del pianeta.

Tre dei combattenti avevano l’aspetto di maestosi uccelli da preda, ma questa era l’unica cosa che avevano in comune. Il primo, uno stupendo quanto gigantesco airone di colore azzurro, con un grande ciuffo di piume più chiare, quasi bianche, sul petto, una composizione di penne simile ad un diadema azzurro a tre punte sulla fronte, un corto becco grigio e dotato di una lunga coda simile a quella di un fagiano, sembrava diffondere gelo tutt’attorno a sé. Aveva uno sguardo intenso, accentuato ulteriormente dal colore rosso dei suoi occhi che contrastava con il bianco della tempesta di neve che infuriava attorno a lui.

 

-- Informazioni PokèDex --

Pokemon n° 144 - Articuno - Ghiaccio / Volante

Uno dei tre Miraggi Alati, le sue ali hanno il potere di congelare l'aria, trasformando le particelle d'acqua in essa disperse in neve o ghiaccio. Vive sulle montagne più alte, e pare che appaia agli sfortunati che si sono persi tra le vette congelate per condurli alla salvezza.

 

Il secondo era un enorme uccello rapace dal becco affilatissimo ed insolitamente affusolato, con un corpo angolare di colore giallo e ali dal bordo frastagliato dello stesso colore, dietro le quali si trovava un altro paio di ali più piccole e completamente nere. Il suo corpo era avvolto da un’aura di fulmini crepitanti, e ogni volta che sbatteva le ali, un potente suono tonante rimbombava attraverso il cielo infranto dalla furia della battaglia.

 

-- Informazioni PokèDex --

Pokemon n° 145 - Zapdos - Elettro / Volante

Il secondo dei tre Miraggi Alati. Può manipolare l'elettricità a suo piacimento, e si pensa che possa essere trovato soltanto in mezzo a violenti temporali, i cui fulmini gli conferiscono potere. Anche quando non attacca, le sue ali provocano un frastuono simile al rombo di un tuono.

 

Il terzo assomigliava molto alla leggendaria fenice, ed in effetti era un gigantesco uccello, simile ad un gru di dimensioni spropositate, che era letteralmente avvolto da ardenti fiamme arancioni. Il suo corpo era di un'arancione più chiaro, il suo becco era corto ed appuntito, e nei punti in cui si sarebbero dovute trovare le piume, c'erano invece lingue di fuoco che saettavano furiosamente, illuminando tutta la zona attorno al loro proprietario di guizzanti lampi infuocati.

 

-- Informazioni PokèDex --

Pokemon n° 146 - Moltres - Fuoco / Volante

Può creare e manipolare il fuoco a propria volontà, ed emette costantemente scariche di braci ardenti dalle ali. Se in qualche modo viene ferito, può rigenerarsi immergendosi nella lava di un vulcano. E' una creatura sfuggente, essendo il terzo e ultimo dei Miraggi Alati.

Ma il quarto Pokèmon Leggendario, colui contro il quale i primi tre stavano combattendo... quello aveva un aspetto innaturale ed alieno che avrebbe lasciato sbalordito chiunque lo avesse potuto vedere: era una sorta di inquietante spettro, nero come il petrolio, e attorno al suo corpo fluttuava una sinistra coltre di tenebre, terribile a vedersi. La parte superiore del suo corpo era collegata a quella inferiore, che sfumava nel nulla dopo un breve tratto, da una vita corta e stretta che gli dava una peculiare forma a clessidra, e la sua testa era coperta da una sorta di lungo e stretto cappuccio bianco che celava quasi tutto il suo volto, tranne i suoi glaciali occhi azzurri e privi di pupille. Le sue braccia a forma di mazze erano dotate di artigli e apparivano muscolose, con alcune parti sbrindellate. Uno stranissimo collare rosso, la cui forma ricordava parecchio la mascella inferiore di un animale carnivoro, circondava il suo corto collo.

 

-- Informazioni PokèDex --

Pokemon n° 491 - Darkrai - Oscurità

Il Pokèmon Leggendario dell'Oscurità. E' in grado di far cadere le sue vittime in un sonno eterno e controllare i loro sogni, facendo loro vivere incubi allucinanti. Nonostante il suo aspetto, e la sua abilità di passare attraverso gli oggetti solidi, non è un fantasma.

 

Le quattro creature stavano dando fondo a tutti i loro poteri, nel disperato tentativo di sconfiggere la fazione avversaria. Il Miraggio Alato del Ghiaccio aprì le sue magnifiche ali, e dal suo becco partì un raggio congelante diretto verso il Pokèmon Leggendario dell’Oscurità, ma quest’ultimo si difese alzando una barriera di energia attorno al proprio corpo, dopodichè rispose sparando una raffica di raggi neri contro i suoi tre avversari, che si sparpagliarono nel tentativo di evitarli.

"Non funziona." disse il Miraggio Alato del Fuoco, la voce simile al ruggito di un incendio. "I poteri di Darkrai sono più grandi di quanto pensassi."

"Dobbiamo trovare un modo di fermarlo." proseguì il Miraggio Alato del Fulmine, cercando di tenere lontano Darkrai con scariche di energia elettrica scagliate dalle sue ali, che però non sembravano infliggere troppi danni allo spettrale Pokèmon oscuro. "Se lo lasciamo fare, renderà suoi schiavi sia gli esseri umani che i Pokemon."

"State perdendo il vostro tempo, Miraggi Alati." rispose Darkrai, con voce sibilante e minacciosa, che ricordava molto l'ululato di un raggelante vento invernale tra le vette di una montagna. "I vostri poteri non sono sufficienti per distruggermi."

"Non è nostra intenzione distruggerti." ribattè Articuno, il Miraggio Alato del Ghiaccio, la cui voce suona dolce e cristallina, in grande contrasto con quelle imperiose dei suoi colleghi e con quella sinistra e sussurante dello spettro nero. "Come noi, anche tu, Darkrai, rappresenti un elemento fondamentale al mantenimento dell’equilibrio su questo pianeta. Ma tu sembri esserti dimenticato dell’importanza che hanno tutti gli altri elementi, e vuoi che il tuo, l’Oscurità, domini su tutti. Non possiamo permettertelo: un simile squilibrio avrebbe gravi conseguenze sull’ecosistema di questo mondo."

"Pensate che me ne importi qualcosa?" fu la risposta di Darkrai "Quando vi avrò sconfitti e avrò piegato i vostri elementi al mio volere, più nulla sarà in grado di ostacolarmi. DARK VOID!"

Come per dare forza alle sue affermazioni, Darkrai scagliò un potentissimo attacco, creando una sfera di tenebre dai suoi occhi e facendola sfrecciare ad alta velocità contro i suoi avversari. Il Dark Void colpì Zapdos, strappandogli uno strillo di disappunto e facendogli perdere l'equilibrio per qualche secondo. Per fortuna, il rapace elettrico riuscì a riprendersi in tempo per sbattere le ali e riprendere quota.

"Individualmente, non possiamo fare molto. Solo unendo i nostri poteri saremo in grado di sconfiggerlo." disse Moltres. Zapdos scosse la testa per scacciare lo stordimento, poi volò al fianco di Articuno e Moltres, che sembravano prepararsi ad un nuovo attacco.

"Questa volta non mi sfuggirete." sentenziò Darkrai, accumulando energia per colpire di nuovo. Delle sfere di oscurità iniziarono a danzare attorno al suo corpo in maniera minacciosa. I tre Miraggi Alati se ne accorsero, e iniziarono a disporsi in modo da difendersi alla meglio.

"Siete pronti a ricevere questo attacco? Temo che non sarà uno scherzo." commentò Zapdos, iniziando a muovere le ali più lentamente, tracciando delle strane forme nell’aria, come per usare qualche magia. Al suo fianco, Articuno e Moltres stavano facendo la stessa cosa.

"DARK VOID!" esclamò all’improvviso Darkrai, facendo erompere dai palmi delle sue mani artigliate un raggio di energia nera diretto verso Articuno, Zapdos e Moltres. La scia di energia oscura proseguì il suo tragitto e colpì i tre Uccelli Leggendari, esplodendo con un rombo assordante e sprigionando una coltre di tenebre che sembrò trasformare il giorno in notte in un raggio di diversi chilometri. Darkrai strinse i suoi occhi inumani, osservando con gioia maligna il risultato del suo attacco...

...per poi trasalire quando i tre Uccelli Leggendari suoi rivali emersero dall’esplosione completamente illesi, ciascuno circondato da una sfolgorante barriera composta dai rispettivi elementi. Troppo sorpreso per reagire, il Pokèmon Leggendario dell’Oscurità non riuscì a reagire in tempo quando Articuno lanciò un attacco Ice Beam contro di lui, colpendolo in pieno petto. Zapdos e Moltres continuarono l’offensiva, sferrando rispettivamente un attacco Thunder e un Fire Blast. Tutti i colpi raggiunsero il bersaglio, e Darkrai venne scagliato a terra, rimanendo stordito sul suolo devastato dalla battaglia.

"Dobbiamo approfittarne adesso, compagni." commentò Moltres, cominciando a volteggiare in circolo sopra l’avversario, tracciando nell’aria degli strani simboli. Gli altri Uccelli Leggendari non se lo fecero ripetere, e in un attimo iniziarono a loro volta la strana danza aerea che Moltres stava eseguendo. Sul terreno, Darkrai si era rialzato, scuotendo la testa per schiarirsela.

"No!" strillò rabbiosamente, capendo quello che volevano fare i suoi avversari. "Che cosa vi salta in mente? Non potete farmi questo!"

"Possiamo." rispose freddamente Articuno, senza interrompere la sua danza. "Le tue ambizioni non stanno portando altro che rovina e distruzione all’umanità, ai Pokemon e all’intero pianeta. Finchè non ti sarai reso conto dell’importanza che ha ogni singolo elemento alla conservazione dell’equilibrio, resterai imprigionato nella dimensione senza tempo che stiamo creando."

Non appena Articuno finì di scandire l’ultima parola, una colonna di luce dorata squarciò il cielo e discese sul Pokèmon Leggendario dell’Oscurità, avvolgendolo completamente. Darkrai si contorse e si agitò, tentando di alzarsi in volo e sfuggire alla sua condanna, ma non poteva fare più nulla. La luce dorata crebbe di intensità, fino a trasformarsi in un accecante lampo di energia, insostenibile alla vista.

"Qu... questa me la pagherete!" urlò Darking, lottando ancora per liberarsi "Non crediate di aver vinto! Troverò un modo per liberarmi e dominare questo mondo! Ho tutto il tempo che voglio... tutta... l’eternità..."

Il Pokèmon Leggendario dell’Oscurità lanciò uno strillo di rabbia mentre il suo corpo veniva risucchiato nella prigione magica che Articuno, Zapdos e Moltres avevano creato unendo i loro poteri, e in breve tempo scomparve, lasciandosi dietro i suoi tre rivali, e un paesaggio devastato ed irriconoscibile, che fino a poco prima era stato una vallata rigogliosa, e della quale ora restavano niente più che scheletri di alberi brucianti e rocce frantumate, con lente spirali di fumo nero che si levavano cupe verso il cielo. Qualche pallido raggio di sole cominciò a filtrare attraverso le nubi temporalesche, come se lo stesso astro vitale fosse restio a mostrarsi dopo quell'apocalittico scontro tra titani.

"E’ tutto finito... almeno per ora." disse Zapdos, mentre lui e i suoi compagni terminavano la loro danza e atterravano su un costone di roccia.

"Già... purtroppo aveva ragione." proseguì Moltres, osservando tristemente il paesaggio sconvolto dalla furia degli elementi. "Non è una questione di se. E’ una questione di quando."

 

 

CONTINUA...

 

Note dell’autore: Allora, come vi sembra come antefatto? Non mi aspetto che sia venuta un granchè come storia, ma spero che vi piacerà. Ho scelto Pokemon per la mia prima fanfiction in quanto è una serie sulla quale è facile scrivere storie, e anche perché sono un grande fan del gioco (dell’anime un po’ meno, ma vabbè... ;P)

In ogni caso, nel prossimo capitolo ritroveremo i personaggi che conosciamo, e la storia inizierà ad entrare nel vivo... continuate a seguirmi, mi raccomando, e soprattutto recensitemi! Sono apprezzati sia i complimenti che le critiche (costruttive, se possibile!). Oh, già... per chi ama le storie d'amore, e so che sono molti nella sezione Pokèmon, aspettatevi un pò di buon vecchio Pokèshipping (ovvero Satoshi/Kasumi... ovvero Ash/Misty!) più avanti nella storia! Con questo, direi che ho concluso! Alla prossima!

Justice Gundam


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Capitolo 2
*** Una nuova città ***


Il Ritorno di Darkrai-02

Il ritorno di Darkrai

Una fanfiction di Pokèmon scritta da: Justice Gundam

 

Salve, ragazzi! E' passato un pò di tempo da quando questa storia è apparsa su questo sito... ma finalmente sono riuscito a districarmi tra tutti i miei impegni e aggiornarla! A proposito, mi pare di vedere che il primo capitolo ha avuto molto successo! Bene, questo vuol dire che il secondo sarà accolto ancora meglio! Lo dico perchè in questo capitolo rivedremo i personaggi a noi cari, e la storia comincerà a delinearsi...

Ma non disperdiamoci troppo in presentazioni! Ho un sacco di recensioni a cui rispondere... quindi, cominciamo subito!

KillKenny: Ehilà! E' sempre un piacere sentirti! La tua lunga attesa è finita, amico, il capitolo 2 è qui davanti ai tuoi occhi, e pronto per essere letto! Per la Pokèshipping ci vorrà un pochino, ma arriverà...

Ila: Non preoccuparti, il terzo grado non mi dà alcun fastidio! Sì, sì, ho proprio visitato il Giappone, ed è stato uno dei viaggi più belli della mia vita! Spero di tornarci, un giorno... Per quanto riguarda la storia, ecco qui il capitolo 2! E spero che per il prossimo mi ci vorrà meno tempo... chiedo scusa per il ritardo, ma ho avuto altre priorità, sia come fanfiction che come vita reale!

Butterfly89: Ciao! Ho visto che la mia storia è tra i tuoi preferiti, e di questo ti ringrazio infinitamente! Spero che il resto della storia sia all'altezza delle tue aspettative... in questo capitolo non accadrà molto se non il ritorno in scena di Satoshi e co., e l'introduzione di un nuovo personaggio... ma ti assicuro che ci aspetta un bel pò di azione e di avventura! Per quanto riguarda Darkrai... hehehee... vedo che il nostro spettro leggendario è già abbastanza popolare anche tra i fan italiani!

Crazy Dark Queen: Per il ritorno di Darkrai, aspettati pure un bel pò di confusione! Azione e romanticismo è un pò l'accoppiata vincente, per me, quindi stai sicura che vedremo entrambe le cose!

Love92: Grazie mille anche a te per la recensione! Ecco il nuovo capitolo, e vedrò di far uscire il 3 il prima possibile! (Purtroppo, in questo periodo sto avendo più esami del previsto...)

Vivi: Immaginavo che tu non potessi mancare... Hehehehee... Sì, la mia storia si svolgerà a Johto, e molti dei personaggi che hai menzionato non appariranno... ma ti informo che sto già progettando un seguito per questa fanfiction, che farà incontrare tutti i nostri personaggi di Pokèmon preferiti! A proposito, grazie anche per le traduzioni! Di alcune avevo proprio bisogno...

P.S.: Davvero Noland ha catturato Articuno? Hmmm... mi pare strano che l'anime abbia permesso ad un QUALUNQUE personaggio di catturare un Pokèmon leggendario...

 

Questo è tutto! Godetevi il secondo capitolo, e buon divertimento!

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Capitolo 2 - Una nuova città

 

Molti, moltissimi secoli dopo, nel presente... la grande battaglia che si era svolta tra i tre leggendari rapaci e il terribile Darkrai ormai non era altro che un ricordo, talmente sbiadito da non sembrare più nemmeno reale. Una leggenda tramandata in vari modi, ma ormai considerata non più realistica di una favola per bambini. Il mondo era molto cambiato, in tutti quegli anni... e grandi città e metropoli sorgevano là dove una volta si estendevano pianure sconfinate, montagne e deserti inospitali. E con esso, erano cambiati anche la razza umana, e i Pokèmon che lo abitavano...

Ma qualcuno... qualcuno continuava a non essere tanto scettico circa i racconti sulla grande battaglia tra Darkrai e i potenti titani alati. Qualcuno SAPEVA che le cose erano DAVVERO andate così, in quei tempi remoti, e aveva le prove per dimostrarlo a chiunque fosse così scettico da non crederci.

E tra questi, c'era una persona che non vedeva l'ora di approfittare di questa leggenda per i suoi scopi egoistici...

 

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Regione di Johto, era presente.

Appoggiata tranquillamente sulle coste di un mare che in quel momento era liscio come l'olio, talmente puro che in esso si riflettevano la luna quasi piena e le miriadi di stelle che punteggiavano il cielo, la cittadina di Prussia City non era molto diversa da molte delle città di quella regione del pianeta. Di medie dimensioni, non piagata dalla frenesia che caratterizzava metropoli come Goldenrod City o Saffron City (nella regione del Kanto), era composta principalmente da casette al piano terreno, immerse nell'oscurità della notte. Dotata dei principali comfort che era lecito aspettarsi da una città dell'era moderna, oltre che di una piccola palestra che, pur non essendo ufficialmente riconosciuta dalla Lega di Johto, aveva comunque la sua fama, questa piccola città costiera era considerata da molti un bel posto in cui vivere... e certamente, a guardarla così, non lo si sarebbe dubitato. Non un suono proveniva dagli edifici, nè dalla spiaggia che si estendeva placidamente appena fuori dal centro abitato, se non il frinire dei grilli e delle cicale. Le tenebre della notte avevano immerso Prussia City in un'atmosfera quasi magica, irreale.

Peccato solo che il rumore di una barca a motore, proveniente dall'oceano che si estendeva senza fine di fronte alla città, arrivasse tutt'a un tratto a spezzare l'atmosfera!

Il rombo delle eliche, tra due chiari baffi d'acqua, accompagnò l'imbarcazione, una barca di piccole dimensioni a forma di Remoraid, finchè essa non giunse ad una certa distanza dalla spiaggia, al che qualcuno ebbe finalmente l'idea di spegnere il motore e fare cessare quell'irritante ronzio! Immediatamente, il silenzio calò di nuovo sulla costa... ma questa volta, il canto degli insetti non si fece più sentire, quasi che anche essi stessero partecipando alla concitazione del momento. Pareva che il mondo circostante trattenesse il fiato, in attesa di qualche spettacolo...

E finalmente, dopo quello che voleva essere un intervallo di silenzio drammatico, un paio di figure si ersero sullo scafo dell'imbarcazione a forma di Pokèmon remora, stagliandosi contro la luna... e le loro voci spezzarono la fitte coltre di silenzio!

"Preparatevi a passare dei guai, stiamo entrando in scena!" declamò la voce di una ragazza, chiara e sicura di sè, tinta da un accenno di vanità.

"Dei guai molto grossi, la festa si scatena!" le fece eco una voce maschile altrettanto convinta. I due misteriosi individui iniziarono quindi ad intonare il duetto che ormai era loro prassi recitare di fronte a qualsiasi loro vittima... e che, in realtà, era più fonte di imbarazzo per i malcapitati, che non di paura!

"Proteggeremo il mondo della devastazione!"

"Uniremo tutti i popoli nella nostra nazione!"

"Denunceremo i mali della verità e dell'amore!"

"Estenderemo il nostro potere fino alle stelle!"

Un proiettore, giunto da chissà dove, illuminò la figura femminile, che si rivelò essere una ragazza alta dai lunghi capelli fucsia e dell'apparente età di diciassette o diciotto anni, con il rossetto sulle labbra, gli occhi azzurri, la versione femminile della divisa bianca del Team Rocket (composta da top e minigonna con tanto di stivali alti e guanti neri) e un contegno fiero e sicuro di sè!

"Musashi!" si presentò la rossa, le braccia guantate incrociate sul petto.

Come da programma, un altro proiettore illuminò la figura che le stava al fianco... un ragazzo della stessa età, anche lui con la divisa del Team Rocket (chiaramente, la versione maschile, anche se camuffarsi da donna non gli era del tutto estraneo...), capelli azzurri un pò lunghi e a caschetto, lineamenti fini e leggermente effeminati, con una splendida rosa rossa nella mano destra! In quel momento teneva il fiore alzato davanti al viso, nell'atto di annusarlo.

"Kojiro!" disse il ragazzo, alzando leggermente i suoi occhi verdi verso un pubblico immaginario.

La ragazza dai capelli rossi eseguì un'elegante piroetta su sè stessa, e tese la mano destra verso la luna. "Team Rocket, pronto a partire alla velocità della luce!"

"Arrendetevi subito, oppure preparatevi a combattere!" concluse il ragazzo dai capelli azzurri. Muovendo il braccio davanti a sè, fece volare in aria qualche petalo di rosa che fluttuò leggero prima di toccare le acque ora immacolate del mare.

A conclusione di tutta la scena, un Meowth apparve, sempre da chissà dove, in mezzo ai due individui e alzò le zampette in aria, quasi fosse pronto a saltare sulla vittima! "Meowth! Proprio così!"

"Wobbuffet!" esclamò una stranissima creatura azzurra con gli occhi perennemente chiusi, la bocca a zig-zag e una coda nera con un altro paio di occhi stralunati, spuntando fuori dal nulla proprio dietro il Meowth parlante e facendo una sorta di saluto militare!

L'intera scena cadde nel silenzio. Mentre il ragazzo di nome Kojiro e il Meowth parlante restavano fermi nella posa plastica in cui avevano terminato la loro bizzarra presentazione, la rossa di nome Musashi iniziò a ridacchiare nervosamente e a stringere in maniera convulsa le dita della mano guantata, in un maldestro tentativo di tenere a freno la rabbia... Rabbia che poi esplose violenta sul Wobbuffet che era saltato fuori alla fine dell'ormai famoso 'grido di battaglia'!

"Grrrr... STUPIDO PIUMINO!" ringhiò Musashi, afferrando il suo Wobbuffet e sollevandolo di peso fino a portarselo davanti alla faccia. Kojiro e Meowth, che avevano fatto un passo indietro impressionati dall'ira della loro compagna, poterono giurare che i canini di Musashi si erano trasformati in un paio di zanne triangolari, e una venuzza pulsante le era apparsa sulla tempia! "Ci era venuto tutto così bene! Ci eravamo allenati per un giorno intero per fare un'entrata in scena così spettacolare... avevamo curato ogni minimo dettaglio... e tu dovevi rovinare la tensione drammatica! Cosa hai da dire a tua discolpa, eh? Sentiamo un pò!"

Come se non avesse capito, il Wobbuffet non cambiò di una virgola la sua espressione e rispose ancora una volta con il suo verso gracchiante. "Wobbuffet..."

"Sigh... io mi arrendo..." mormorò desolata Musashi, riappoggiando il suo Wobbuffet sul fondo dell'imbarcazione. "Questo Wobbuffet è così stupido che non riesco neanche ad arrabbiarmi seriamente con lui... ora capisco cosa deve passare la mocciosa con il suo Psyduck..."

"Va bene, va bene... non facciamola tanto lunga!" miagolò Meowth, agitando la zampetta per dire che non era il caso di perdere tempo con simili stupidaggini. "Piuttosto, voi due, mi spiegate come mai abbiamo lanciato il grido di battaglia qui, quando non c'era nessuno ad assistere? Credevo che il nostro scopo fosse quello di introdurci furtivamente, in città!"

Ritrovando la sua solita espressione vanitosa, Musashi chiuse gli occhi, sorrise, alzò il dito indice e lo mosse davanti al proprio viso come per dire di no. "Ah-ah! Mio caro Meowth, ormai dovresti saperlo, no? E' una questione di principio!" spiegò, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

"Appunto!" le fece eco Kojiro. "Il Team Rocket non può entrare in azione senza il grido di battaglia! E' una tradizione che non si può cambiare!"

Meowth alzò gli occhi verso il cielo stellato, con espressione rassegnata. "Ooookay, se lo dite voi... certo che, con tutta la confusione che avete fatto, se nessuno in città si è accorto di noi, o è un miracolo, o l'autore di questa fanfiction è un nostro fan e ci sta rendendo le cose più facili!" commentò. "Ma bando alle ciance. Allora, ragazzi, sappiamo bene qual è il piano, no?"

"Certamente!" rispose Kojiro in tono eccitato. "Anzichè andare a prendere il Pikachu dei mocciosi, aspettiamo che sia lui a venire da noi! Anche se la palestra di questa città non è riconosciuta dalla Lega di Johto, non credo che il moccioso si farà scappare l'occasione!"

"Se i nostri calcoli sono giusti... domani i mocciosi dovrebbero arrivare a Prussia City!" esclamò Musashi, sbattendosi un pugno sul palmo della mano. "E la prima cosa che faranno, conoscendoli bene, sarà andare a sfidare la capopalestra! Noi saremo là pronti, ad aspettare... e una volta che avranno finito di combattere, e i loro Pokèmon saranno stanchi, noi interverremo, cattureremo Pikachu e i Pokèmon della capopalestra e ce la fileremo! Sai i salti di gioia del capo, quando vedrà che gli abbiamo portato dei Pokèmon così forti?"

"Ci darà sicuramente un aumento... e un aumento di quelli come si deve!" esclamò Kojiro, iniziando a sognare ad occhi aperti. "Aaaah, finalmente, dopo tanto tempo passato per la strada, al freddo e al gelo, finalmente potremo goderci un pò la vita!" Il ragazzo congiunse le mani davanti a sè, e subito una miriade di stelline dorate iniziò a luccicargli attorno!

"Niente più razioni da viaggio! Finalmente potremo fiondarci in un ristorante a cinque stelle e mangiare tutto quello che ci va!" proseguì Musashi, con i pugni stretti davanti a sè e gli occhi luccicanti a quel dolce pensiero!

Anche Meowth, che di solito era l'elemento razionale di quel terzetto di sgangherati, si fece prendere dall'atmosfera di trionfo! "E io finalmente tornerò ad essere il preferito del capo... al posto di quel Persian da quattro soldi!" esclamò, immaginando sè stesso accoccolato sulle ginocchia del suo capo, e il Persian di cui sopra stramazzato a terra con gli occhi trasformati in spirali e tre lunghi segni di artigli sulla faccia! "Forza, ragazzi, riprendiamo la marcia! Prussia City ci aspetta!"

"Ricevuto!" esclamò Musashi mentre riavviava il motore. "Questa volta, il Team Rocket farà il colpo della sua vita!"

"Wobbuffet!" esclamò di nuovo Wobbuffet, facendo un altro saluto militare, mentre il motoscafo-Remoraid proseguiva la sua corsa verso la spiaggia di Prussia City...

 

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La mattina dopo, con il sole ben alto nel cielo e l'orologio che si avvicinava a mezzogiorno, un noto gruppetto di allenatori di Pokèmon si stava avvicinando a Prussia City, essendo appena uscito dalla foresta vicina, e si stava preparando ad una nuova avventura... senza minimamente sospettare che in quell'occasione avrebbero trovato molto più di quanto stavano cercando! In testa al gruppo, stava un ormai familiare ragazzino dai capelli neri scompigliati, con un berretto rosso in testa e un Pikachu seduto sulla spalla... e negli occhi di entrambi si leggeva l'eccitazione per quella che, loro immaginavano, sarebbe stata un'altra nella lunga lista delle loro vittorie!

"Aaaaah! E finalmente, raggiungiamo una nuova città!" esclamò Satoshi, stiracchiandosi con energia e godendosi la sensazione del caldo sole sul viso. Il giovane allenatore della lega di Kanto, ora in procinto di affrontare quella di Johto, aveva da poco superato la sfida di Mikan e dei suoi Pokèmon acciaio, e non vedeva l'ora di mettersi alla prova un'altra volta e ottenere la sua settima Medaglia! "Allora, Pikachu, che dici? Anche oggi, ci aspetta una nuova avventura... e ne usciremo a testa alta come sempre!"

"Pi-ka-chu!" esclamò in tono di approvazione il topolino elettrico, con un pugno sollevato in aria e la coda a forma di fulmine dritta dietro di sè. Delle piccole scintille elettriche stavano danzando attorno alle sue guance rosse, emettendo uno sfrigolìo appena percettibile, segno che il simpatico Pokèmon era caricato al massimo!

"Come al solito, non perdi occasione per scaldarti, eh, Satoshi?" chiese scherzosa una ragazzina dai brillanti capelli rossi legati in una coda laterale e vestita in top giallo, bretelle, pantaloncini blu e scarpe rosse, che era uscita in quel momento dalla foresta tenendo in braccio un Togepi dall'aspetto vivace. "Oggi, poi, mi sembri persino più carico del solito! E' perchè senti già il profumo della tua settima Medaglia?". La dinamica ed estroversa Kasumi, ultima di quattro sorelle e capopalestra di Cerulean City, aveva accompagnato Satoshi fin dal traballante inizio del suo viaggio, dopo che il Pikachu del ragazzo le aveva inavvertitamente distrutto la bicicletta nel tentativo di difendersi da uno stormo di Spearow arrabbiati... e in tutti quei mesi si era rivelata un'ottima compagna di squadra, sempre pronta a dare il suo supporto, e a frenare i bollenti spiriti di Satoshi quando questo alzava un pò troppo la cresta!

Come in accordo con quello che la sua 'mammina' aveva detto, Togepi mosse le piccole mani, ed emise una serie di acuti cinguettii. "Briii! Togebriii!"

"Heehee... puoi dirlo forte, Kasumi! Ora che mi mancano solo due Medaglie, sono ad un passo dall'entrare nella Champions League di Johto, e quindi non vedo l'ora di completare la serie!" rispose allegramente il ragazzino, sfregandosi la nuca con una mano, per poi rivolgersi al terzo membro del gruppo, che seguiva lui e Kasumi dando di tanto in tanto un'occhiata alla guida che teneva in una mano. "A proposito, Takeshi... ci puoi dire qualcosa di questa città? C'è qualcosa di interessante qui?"

Un ragazzo dalla pelle scura, con i capelli quasi neri e appuntiti, vestito in abiti meno appariscenti e con la peculiarità di tenere perennemente gli occhi chiusi, rispose prontamente alla domanda del suo giovane amico. "Beh, Satoshi... ti interesserà sapere che questa città si chiama Prussia City, ed è sede del gruppo Aldebaran, un gruppo di studio di Pokèmon antichi e misteriosi. Pare che la capopalestra di questa città, Miyu, sia uno dei membri più importanti di questa organizzazione!" spiegò Takeshi, il più grande e il più maturo del gruppo, e per conseguenza anche il più affidabile... se si esclude la sua tendenza ad innamorarsi di ogni ragazza carina su cui posava il suo sguardo, in particolare le infermiere Joi e le agenti Junsa!

L'ultima frase catturò l'attenzione del giovane campione. "Hai detto... una capopalestra? Fantastico! Questo significa che potrò già vincere la mia settima Medaglia!" esclamò, già eccitato al pensiero. Kasumi, al suo fianco alzò leggermente gli occhi al cielo. Tipico di Satoshi, esagitarsi così quando c'era in ballo una sfida con i Pokèmon...

Takeshi, tuttavia, provvide subito a spegnere il troppo entusiasmo di Satoshi. "Ehm... sì, con l'unico problema che questa palestra non fa parte ufficialmente della Lega di Johto. Quindi, non hanno Medaglie da conferire..." proseguì il giovane allevatore. "Non so perchè, ma la capopalestra Miyu ha rinunciato alla sua membership nella Lega, e il suo posto è stato preso da un'altra palestra..."

Satoshi, Pikachu, Kasumi e Togepi assunsero un'espressione piuttosto sorpresa. Dopotutto, fare parte di una lega ufficiale di allenatori di Pokèmon era universalmente considerato un grande onore, e pochi avrebbero volontariamente rinunciato, a meno di motivi di forza maggiore...

"Davvero?" chiese il moretto, un pò deluso... ma il suo proverbiale ottimismo ritornò una frazione di secondo dopo, e Satoshi si aggiustò il frontino del berretto con piglio sicuro. "Oh, beh, poco male! Vorrà dire che sfrutterò l'occasione per scaldarmi un pò in vista della prossima palestra! Dopotutto, un pò di allenamento in più non guasta mai, giusto?"

"Pikaaaa!" esclamò Pikachu, in completo accordo con il suo allenatore. Il roditore giallo a righe nere si era già preparato mentalmente alla battaglia, e non ci avrebbe rinunciato per niente al mondo!

"Hehee... Ma sentitelo, proprio tu che dicevi che non avevi bisogno di tanti allenamenti per la Lega di Kanto!" lo prese amichevolmente in giro Kasumi. Satoshi le rivolse una breve occhiataccia, ma la ragazzina dai capelli rossi aveva già distolto la sua attenzione da lui e stava facendo una domanda a Takeshi. "A proposito, Takeshi-kun... non si sa, per caso, che tipo di Pokèmon usi questa Miyu?"

"Questa è un'altra cosa molto interessante..." rispose Takeshi, ripiegando la guida e infilandosela in un taschino del gilet. "La palestra di Prussia City è specializzata in un altro tipo di Pokèmon scoperto da poco, esattamente come il tipo Acciaio che usava Mikan. Miyu allena Pokèmon di tipo Oscurità. Vi ricordate di quel branco di Houndour che abbiamo incontrato un pò di tempo fa? Ecco, quelli erano dei Pokèmon di questo tipo!"

"Ugh... non faccio fatica a crederlo..." mormorò Satoshi con un leggero brivido di paura. L'incontro con gli Houndour non era stato esattamente una passeggiata, visto che i misteriosi Pokèmon oscuri si erano rivelati piuttosto ostili nei loro confronti. Per un attimo, l'idea di confrontarsi con dei Pokèmon di quel tipo gli sembrò poco attraente, poi...

"Beh, comunque... non importa chi sia il mio avversario!" esclamò poi, ritrovando la sua solita baldanza. "Io, Pikachu e gli altri abbiamo superato ogni sfida, fino a questo momento, e non ci tireremo indietro davanti a questa! Forza, ragazzi! Si va a Prussia City! Aspettami, Miyu, stavolta hai trovato chi ti darà del filo da torcere!"

"Pika pika!"

"Hey, aspetta, Satoshi! Non andare così veloce!"

E così, Satoshi e Pikachu riprendevano di buona lena la strada che li conduceva a Prussia City, seguiti a breve distanza dai loro inseparabili compagni di squadra... e diretti verso una nuova, straordinaria avventura!

 

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La prima fermata del gruppo di Satoshi era stata, ovviamente, il centro medico Pokèmon, per far riposare i loro Pokèmon stanchi per la lunga camminata e permettere loro di riprendere le forze in vista dell'imminente - o almeno, così Satoshi credeva - battaglia con Miyu. Non appena il terzetto di ragazzi varcò le porte scorrevoli della struttura medica, si trovò subito davanti una piccola sala d'aspetto meticolosamente pulita ed ordinata, con vari allenatori e Pokèmon che, come loro, approfittavano del posto per rilassarsi un pò... e tre individui in impermeabile e cappello di feltro dai colori neutri, in perfetto stile gangster degli anni Trenta, seduti su una poltrona appoggiata al muro, intenti a leggere dei giornali senza badare eccessivamente a quello che accadeva attorno a loro. Come era la norma in ogni centro Pokèmon che avevano visitato nel corso del loro viaggio, Satoshi e i suoi compagni videro l'infermiera Joi al banco, intenta a collezionare le PokèBall che gli altri allenatori porgevano loro e porle nella macchina medica, che guariva i Pokèmon in pochi secondi da qualsiasi afflizione.

"Oh, buongiorno!" li salutò l'infermiera dai capelli rosa (molto probabilmente, una lontana parente di qualche altra Joi che viveva in un'altra città...). "Siete nuovi di qui, suppongo. Prego, in cosa vi posso essere utile?"

Inutile dirlo, la reazione di Takeshi fu quella di fiondarsi di fronte al banco del Pokèmon Center, mettersi in una posa da perfetto latin lover con un ginocchio appoggiato per terra, e prendere delicatamente le mani della sorpresa Joi, guardandola con occhi trasformati in cuoricini rosa pulsanti! "Oh, Joi, splendida creatura... io ti chiedo solo, quando il tuo turno è finito, se volessi sederti con me in riva a questo splendido mare, ad ammirare le stelle che decorano il cielo notturno... Owwww!"

L'ultima esclamazione di Takeshi fu dovuta al fatto che l'irritata Kasumi gli si era avvicinata, gli aveva preso un orecchio tra il pollice e l'indice della mano sinistra e aveva tirato verso di sè, allontanando la testa dell'esperto di Pokèmon Roccia dal viso di quella che doveva essere la sua prossima conquista. Anche questa, in effetti, era prassi comune in ogni Pokèmon Center che visitavano, o ad ogni ragazza circa dell'età di Takeshi che incontravano! "Comincia con l'ammirare queste stelle, conquistatore! Torna alla realtà, prima di fare paura a qualcuno..." sbottò, per poi rivolgersi all'infermiera con un sorrisetto di scuse. "Hehee... voglia scusare, il mio amico è sempre un pò... estroverso, quando si tratta di ragazze!"

"Ehm... nessun... nessun problema, figurarsi..." mormorò stupita Joi, sbattendo gli occhi un paio di volte. "Allora, dicevamo... siete qui per far riposare un pò i vostri Pokèmon, immagino..."

Satoshi e Pikachu si fecero avanti, e il topolino elettrico balzò giù dalla spalla del suo allenatore e sul banco del Pokèmon Center per salutare la giovane infermiera con un gesto della zampina. "Pika!" esclamò, evidentemente rispondendo di sì per Satoshi.

"Sì, è proprio così!" proseguì il giovane campione, mentre iniziava a consegnare le sue cinque Pokèball. "Siamo qui per far riposare i nostri Pokèmon per qualche oretta... visto che dopo abbiamo tutta l'intenzione di andare alla palestra e sfidare Miyu!"

Joi accettò le Pokèball di Satoshi, facendogli un leggero inchino, e le portò alla macchina medica... poi rispose all'affermazione del ragazzo in una maniera che per lui fu una sgradita sorpresa. "Per guarire i tuoi Pokèmon, si fa in un attimo! Sfortunatamente però..." proseguì, incupendosi appena un pò. "Temo che al momento la palestra sia chiusa. Appena ieri sera, Miyu-chan è partita dopo averci lasciato poco più che qualche parola di saluto..."

Satoshi corrugò la fronte, e anche Pikachu, Kasumi, Togepi e Takeshi sembrarono sorpresi della cosa. "C-come... come sarebbe a dire, partita?" chiese Satoshi, con un tono che suonava più come una protesta che come una domanda.

Joi alzò le spalle, estendendo i palmi delle mani per dire che non ne sapeva più di loro. "Sarebbe a dire che... è passata di qui, giusto per assicurarsi che i suoi Pokèmon fossero in perfetta forma, ha detto che doveva allontanarsi per qualche giorno, ed è partita! Non ha neanche detto per quale motivo se n'è andata... del resto, non è mai stata una molto espansiva..." spiegò. "Mi dispiace di non potervi essere più utile di così..."

"Si figuri... nessun problema..." rispose Kasumi, poi si rivolse a Satoshi con un sospiro. "Beh, Satoshi, Pikachu... mi sa tanto che dovrete rinunciare all'idea di sfidare la capopalestra!"

Ma... era cosa ormai risaputa che quando Satoshi si metteva in testa qualcosa, era più facile mettere K.O. un Alakazam con un Magikarp che fargli cambiare idea...

"Nemmeno per sogno!" esclamò il giovanissimo allenatore, sbattendosi un pugno sulla mano. "Io sono venuto qui per sfidare la capopalestra, ed è questo che farò! Se non è qui in città, allora andrò a cercarla finchè non la troverò e non avrò avuto modo di sfidarla!"

"Ugh... perchè mi aspettavo che avrebbe detto una cosa del genere?" borbottò la ragazza dai capelli rossi, ormai abituata a certe uscite del suo migliore amico.

"Ehm... Non vorrei sembrarti pessimista, Satoshi, ma non credi che sia un'idea un pò azzardata?" chiese Takeshi, il suo lato razionale ritornato a galla dopo la fulminea sbandata di appena qualche secondo prima. "Non sappiamo nulla di lei, e non sappiamo neanche cosa sia andata a cercare fuori città... potrebbe essere qualcosa di importante, e in questo caso saremmo un impiccio per lei. Non ci conviene, se proprio desideri combattere con lei, fermarci qui a Prussia City per qualche giorno, e poi quando ritorna... Eh?"

"Già, mi sembra la cosa migliore..." commentò Kasumi.

Un consiglio assolutamente logico e ragionevole, molti avrebbero convenuto. Ma Satoshi non era conosciuto come uno che ascoltava la ragione tanto spesso...

"Già... e secondo voi, quando tornerà? Magari tra qualche settimana... o tra qualche mese, addirittura! Non ci possiamo mica fermare qui tanto a lungo... no, ragazzi, ho deciso! Andrò a cercare Miyu! Chiederemo in giro informazioni, e la seguiremo!" esclamò il ragazzino, più deciso che mai.

Takeshi sospirò. Per quanto lui e Satoshi fossero amici per la pelle, bisognava dire che a volte era necessaria una bella pazienza... "Potremmo anche farlo, in teoria... il problema è, dov'è che andiamo a chiedere informazioni? Stando a quello che dice Joi, questa Miyu non è una che potrebbe aver parlato a molti di dove andava." fece notare.

Fu Kasumi a suggerire un'idea. "Hmm... Takeshi, hai detto che questa Miyu è un membro di un gruppo di studio di Pokèmon... un gruppo abbastanza importante se non ricordo male... Forse, se andassimo a chiedere agli altri membri di quel gruppo, qualcosa ci saprebbero dire..." propose.

"Volete dire... il gruppo Aldebaran?" chiese Joi, appena tornata dopo aver ritirato le Pokèball di Satoshi. "Beh, se è quello che cercate, vi posso aiutare senz'altro! La loro sede si trova in centro città, è uno degli edifici più moderni. Non potete confonderlo, l'ingresso è affiancato da un paio di statue di Pokèmon leggendari! Se volete passarci più tardi, il centro è aperto al pubblico fino alle sei di sera!"

"Perfetto, abbiamo tutto il tempo... Grazie mille, infermiera Joi!" rispose Satoshi. Il ragazzino ricevette le sue Pokèball, contenenti i suoi Pokèmon ormai completamente riposati, poi le aprì facendone uscire i rispettivi occupanti. "Okay, ragazzi, uscite pure! E' ora di pranzo!"

Non appena le Pokèball si furono aperte, delle scie di luce bianca ne uscirono e colpirono il pavimento... e immediatamente, negli stessi punti in cui erano atterrate, si materializzarono gli altri cinque Pokèmon di Satoshi: Chikorita, un animaletto quadrupede con una larga foglia verde sulla testa che non attese neanche un istante prima di andare ad accoccolarsi sulla gamba del suo allenatore (con suo lieve imbarazzo); Cyndaquil, una sorta di topolino con il ventre dorato e il dorso nero percorso da fiamme scarlatte; Totodile, un piccolo e vivace coccodrillo bipede con le squame azzurre e una cresta rossa che gli scendeva lungo la schiena; Heracross, un enorme scarabeo blu con un lungo corno che si reggeva sulle due zampe posteriori; e Noctowl, una sorta di gufo dai grandi occhi e dalle piume dorate che scintillavano leggermente alla luce del sole. Ognuno di essi emise il proprio tipico verso al momento dell'apparizione, con voce chiara e decisa come se volessero scaricare un pò della loro ritrovata energia!

"Hahahahaa! Hey, ragazzi! Un pò di calma, adesso si mangia!" rise divertito Satoshi, mentre Pikachu si balzava nuovamente sulla spalla dopo aver ricevuto anche lui le dovute cure del Pokèmon Center. "Okay... allora diamo da mangiare ai nostri Pokèmon, mangiamo qualcosa anche noi, e poi vediamo di scoprire qualcosa alla sede di questo Alde... comesichiama... Vi va bene?"

"Si chiama Aldebaran, Satoshi... ma non importa, va bene così!" rispose Kasumi. "Se devo essere sincera, sono anch'io incuriosita da questa storia..."

Mentre Satoshi e il suo gruppo si radunavano ad un angolo del centro medico per dare da mangiare ai loro Pokèmon, non notarono il terzetto di individui in impermeabile e cappello che alzavano gli sguardi dai giornali che stavano leggendo, e li guardavano di sottecchi da dietro le lenti dei loro occhiali da sole... solo in quel momento si sarebbe notato, se si fosse stati alla giusta distanza, che uno di essi aveva i capelli azzurri, uno era in realtà una ragazza dai lunghi capelli rossi... e uno di essi era insolitamente piccolo e aveva gli occhi esageratamente grandi per il suo viso... da felino!

"Hey, ragazzi, avete sentito anche voi?" mormorò Meowth, cercando di non farsi sentire da nessun altro.

Musashi annuì leggermente. "Certo che abbiamo sentito, Meowth... la capopalestra non è in città, e i mocciosi stanno andando a cercarla... questo ci complica un pò le cose..."

"Adesso mi spiego come mai la palestra era chiusa..." aggiunse Kojiro. "Beh, ragazzi, e adesso che si fa?"

"Li si segue, no? Che domanda banale!" rispose irritata Musashi. "Al momento giusto, interverremo noi, e porteremo via sia Pikachu che i Pokèmon di questa Miyu! Il nostro piano ha subito soltanto... una piccola revisione!"

"Ooookay... speriamo che sia soltanto questo..." mormorò il Pokèmon felino, con uno sgradevole presentimento riguardo a come sarebbe andata a finire questa storia. "Non so perchè, ma ho come la sensazione che ci stiamo imbarcando in qualche guaio..."

"E non fare il guastafeste, Meowth!" sbottò Musashi. "Solo perchè c'è stato un piccolo contrattempo, non significa nulla! Vedrai, porteremo a termine la missione... e il capo ci ricompenserà come meritiamo!"

Meowth sospirò. Se avesse avuto un dollaro per ogni volta che aveva sentito quella frase dalle labbra della rossa, sarebbero stati più ricchi del loro capo... "E va bene, come vuoi tu..." rispose, tenendo d'occhio Satoshi, Kasumi e Takeshi che, seduti ad un angolo del Pokèmon Center, davano da mangiare ai loro Pokèmon. "Io mi auguro che sia davvero come dici... ma, sinceramente, comincio a pensare che questa nostra infallibile idea non sia poi così infallibile..."

 

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Nel frattempo, in un corridoio di una caverna scarsamente illuminata...

"Che succede, Night Sky? Hai trovato qualcosa?" chiese la voce pacata di una giovane ragazza dai lunghi, lisci capelli neri, allorchè il Pokèmon che aveva fatto uscire si fermò improvvisamente in mezzo alla strada, fiutando l'aria. Si trattava di una ragazza sui sedici anni dall'espressione tranquilla e leggermente cupa, che indossava un elegante abito tutto nero, lungo quasi fino alle caviglie e dalle maniche lunghe orlate di bianco, con sopra un corpetto bianco immacolato, e portava dei nastrini rossi legati sopra i gomiti e attorno al colletto impeccabilmente tenuto. Le sue scarpe nere, anch'esse lucide e ben tenute come il suo vestito, facevano un lieve rumore sul pavimento di roccia, ad ogni suo passo.

Il suo Pokèmon, una sorta di maestoso incrocio tra una iena e un lupo, con un lungo e lucido mantello grigio-nero, annusò l'aria attorno a sè e abbaiò un paio di volte, emettendo il suo verso distintivo. "Might! Might!" abbaiò, indicando un piccolo anfratto tra le rocce. La ragazza dall'aspetto dark allungò la mano verso il Pokèmon canino e gli fece una carezza, con un sorriso appena accennato, poi guardò nella stessa direzione del suo compagno e allungò l'altra mano verso altre Pokèball nascoste sotto un risvolto del suo abito.

"Ottimo lavoro, Night Sky. Sembra che ci stiamo avvicinando alla meta..."

 

CONTINUA...

 

Note dell'autore: Chiedo scusa per il ritardo. Non solo sono preso con gli esami, ma la mia connessione ad Internet ha scelto proprio la serata del 9 Settembre per saltare, e adesso la devo reinstallare da capo! In effetti, sto pubblicando la miastoria da un altro computer... purtroppo, finchè le cose non si saranno un pò sistemate qua attorno, potrò aggiornare le mie fanfiction solo sporadicamente... ma dopo il 18, mi auguro che la mia connessione sia di nuovo a posto, e allora potrò scrivere e aggiornare quanto voglio, almeno per un paio di settimane... Sigh... quanto è dura la vita di noi scrittori...

Questo è tutto quello che dovevo dire! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, e vi lascio alle recensioni! Ciao!

 

Justice Gundam

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Capitolo 3
*** Segreti e misteri ***


Il Ritorno di Darkrai-03

Il Ritorno di Darkrai

Una fanfiction di Pokèmon scritta da: Justice Gundam

Salve! E' passato un pò di tempo dall'ultima volta... ma ora che ho riorganizzato la mia tabella di marcia giornaliera, posso dedicare un pò più di tempo alla mia fanfiction di Pokèmon! Recentemente, ho seguito gli episodi della nuovissima serie animata in televisione... e devo dire che, nonostante l'assenza di Kasumi e la presenza di Shinji, alias Paul, che è simpatico come un pugno sui denti, è una serie molto bella, e soprattutto mi ha dato un sacco di ispirazione su come portare avanti la mia storia! Bene, ragazzi... proseguiamo il nostro viaggio nel paese di Johto, dove ci aspettano i misteri della capopalestra Miyu e della sua ricerca! Cosa ci sarà dietro? E quali segreti scopriranno Satoshi e i suoi compagni nella sede del gruppo Aldebaran?

Ci sono un pò di domande, lo so... e altre se ne aggiungeranno presto! Ma prima di reimmergerci nell'immenso mondo dei Pokèmon, rispondiamo come da copione alle vostre recensioni!

KillKenny: Grazie del bel voto! Io non parlerei esattamente di doti profetiche... più che altro, credo che il povero Meowth ormai sia così abituato ai consueti fallimenti del Team Rocket, da fiutare subito quando le cose iniziano a mettersi male...

Sigh... se solo Musashi lo ascoltasse... è l'unico di quella banda di sgangherati ad avere un pò di buon senso!

Crazy Dark Queen: Benissimo! Grazie mille, sono contento di essere riuscito a mantenere i personaggi in-character (è una delle cose a cui tengo di più...) e di aver creato una storia che sembra interessante! Il Team Rocket... beh, loro sono un pò l'anima del cartone, e mi sembrava giusto fare un buon lavoro soprattutto con loro! E Prussia City... beh, in realtà non mi sembra di aver avuto poi così tanta inventiva con questa città! Semplicemente, ho pensato che sarebbe stato bello ambientare l'inizio di questa storia in una città sul mare... come a dire che quello era l'inizio dell'ennesimo, straordinario viaggio di Satoshi e compagni! Davvero Miyu ti è piaciuta? Heheheee... in effetti volevo dare l'idea di un personaggio un pò gotico, misterioso e al tempo stesso elegante... e per il suo design, mi sono ispirato a Kanako Urashima (la sorella adottiva di Keitaro) di Love Hina e, in minor parte, a Samantha Manson del cartone animato Danny Phantom (famosissimo negli Stati Uniti, ma da noi praticamente sconosciuto). Il suo Pokèmon... era abbastanza ovvio che fosse un Mightyena! E' un tipo di Pokèmon che, pur non essendo molto forte, è molto popolare... ed è perfetto come Pokèmon di tipo Oscurità per una come Miyu!

Grazie ancora dei complimenti, e spero scuserai l'ulteriore ritardo! Sai com'è, università e tutto... e poi sto giostrando altre fanfiction! :p

Vivi: Bentornato! Heheheee... sì, in effetti, ho pensato che quella battuta ci stesse, giusto per sottolineare la comicità del mitico Team Rocket!

Sisisì, quella ragazza è proprio Miyu! Il mio ragionamento è stato proprio lo stesso che hai fatto tu.. visto che finora nessun gioco di Pokèmon ha un Gym Leader di tipo Oscurità, perchè non crearne una io? Spero che mi sia riuscita bene... E sì, Mikan è proprio Jasmine!

Oooops, questa deve essermi sfuggita! Cavolo, ho dei ricordi un pò sbiaditi di quella parte del viaggio a Johto... comunque vedrò di correggere la cosa al più presto! Grazie della dritta, e spero che ti godrai il resto della storia!

Oh, a proposito... hai poi ricevuto la mia mail? Scusa per il ritardo, ma non riuscivo ad accedere alla mia casella di posta!

Ila: In effetti, quando ho iniziato a scrivere la storia, ho cercato di ricreare un pò l'atmosfera fiabesca dell'anime... non c'è nulla come un episodio di Pokèmon per rilassarsi e ridere un pò... se escludiamo, ovviamente un film di Bud Spencer! :D

Grazie mille dei complimenti, e spero che il nuovo capitolo non sia arrivato poi troppo tardi! Ancora grazie... e non preoccuparti! Sono sicuro che un giorno avrai anche tu la possibilità di fare un bel viaggio in Giappone!

Lele 91: Benvenuto/a a questa fanfiction... e grazie per i complimenti! Cerco di fare del mio meglio... ecco, finalmente il Capitolo 3 è pronto! Spero che l'attesa non sia stata troppo lunga... ma come ho detto, ho avuto i miei impegni!

Butterfly89: E grazie infinite anche a te! Per qualche motivo, mi riesce particolarmente facile centrare i personaggi di Pokèmon, e magari anche svilupparli! Come ho già detto... sì, la misteriosa ragazza è proprio Miyu! Che segreti nasconderà, e come si troveranno coinvolti Satoshi e gli altri in tutto questo? Lo scopriremo presto... grazie ancora per i complimenti sullo stile, e per aver inserito la mia storia tra i tuoi preferiti! Vedrò di non deluderti con i prossimi capitoli! Ciao!

Ci siamo tutti? Sì? Okay, allora, non credo ci sia altro da dire, se non... che lo spettacolo riprenda!

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Capitolo 3 - Segreti e misteri

"Ottimo lavoro, Night Sky..." si complimentò la ragazza dall'aspetto gotico, allungando una carezza sulla testa al suo Pokèmon. "Sembra che ci stiamo avvicinando alla meta... Allora, hai detto che qui attorno c'è una di quelle chiavi, vero?"

Il Pokèmon della misteriosa allenatrice, una creatura stupenda nonostante l'aspetto gotico, simile ad un incrocio tra un lupo e una iena, con un folto mantello grigio che diventava nero sul dorso, sulle zampe, sopra la testa e sugli zigomi, uggiolò soddisfatto... poi, si mise di nuovo a fiutare l'aria, probabilmente alla ricerca di eventuali pericoli. Le sue zampe scattanti, dotate di corti artigli triangolari, grattavano il terreno di roccia grezza mentre i suoi occhi dalle pupille rosse, nei quali brillava un lampo di fierezza, e le sue orecchie triangolari scandagliavano l'ambiente in ogni direzione. Già da quei rapidi e decisi mvimenti, un osservatore abbastanza accorto avrebbe potuto facilmente capire che si trattava di un Pokèmon ben addestrato, che aveva già una notevole esperienza in combattimento. E il suo modo di fare diretto, senza preamboli e quasi brutale avrebbe sicuramente scoraggiato più di un potenziale sfidante!

-- Informazioni PokèDex --

Pokèmon n° 262 - Mightyena - Oscurità

Questi Pokèmon vivono in branchi guidati da un maschio alfa, e usano un complesso linguaggio di ringhii, latrati e ululati per comunicare tra loro, anche a grandi distanze. Tendono ad essere indipendenti, ma sono molto fedeli con gli allenatori che riconoscono essere esperti.

Avvicinatasi al muro della caverna, la misteriosa ragazza riprese il suo contegno cupo e illeggibile, mentre con le mani cercava qualcosa nella sezione che la sua Mightyena aveva appena indicato. "Grazie mille, Night Sky... senza il tuo aiuto non sarei riuscita a trovare questa chiave... adesso, però, resta lì e controlla bene che non ci siano visitatori indesiderati. Non possiamo permettercene proprio ora che siamo così vicini al nostro obiettivo, non sei d'accordo?" disse, sempre con quella voce tenue e apparentemente priva di emozioni, gli occhi neri che scandagliavano la roccia alla fioca luce emessa da alcune tremolanti luci artificiali.

La Mightyena si voltò leggermente verso la sua allenatrice, e dalle sue fauci si levò un secco verso che suonava come un sì. "Might!" abbaiò, facendo un cenno di assenso alla sua allenatrice prima di sedersi sul terreno e iniziare a fare la guardia come un cane fedele. La ragazza annuì a sua volta, permettendo ad un sorriso quasi invisibile di graziare le sue labbra... poi, si rimise al lavoro, scostando polvere e muschio dal muro con dei decisi gesti di quelle mani apparentemente delicate. Un osservatore che fosse stato presente avrebbe chiaramente potuto percepire che, nei modi della ragazza in nero, c'era una certa urgenza, e forse anche un sospetto di paura... e questa sua impressione non sarebbe stata certo erronea! In effetti, la capopalestra Miyu di Prussia City, specializzata in Pokèmon di tipo Oscurità proprio come il suo Mightyena, sapeva bene che non poteva permettersi errori, e che se non avesse fatto in fretta, il mondo intero avrebbe pagato le conseguenze del risveglio di un terrore ancestrale... doveva fare il più velocemente possibile, ed evitare di essere scoperta da certe persone senza scrupoli di sua conoscenza...

"Per adesso, mi serve una sola di queste chiavi..." mormorò tra sè, mentre continuava a scandagliare il muro con gli occhi acuti e le mani pallide, dalle dita affusolate. "Anche se quelle canaglie avessero tutte le altre, senza quest'unica che avrò in mano io, non gli servirà a niente. Certo, questo vorrà dire che mi daranno la caccia per mari e monti, ma al momento credo che sia questa la cosa migliore da fare... Hey, un momento! E questo che cos'è?"

Miyu fece un sobbalzo per la sorpresa, e lasciò cadere per una frazione di secondo quella sua maschera che celava alla perfezione i suoi sentimenti, quando qualcosa di freddo attraversò la sua mano sinistra, appena passata sopra una crepa nella roccia. Incuriosita, e al tempo stesso un pò eccitata, la capopalestra di Prussia City tirò fuori quello che sembrava essere un piccolo scalpello da una tasca del corpetto bianco che indossava, e iniziò a puntellare con attenzione la parte del muro dove la sua mano era passata un istante prima. Con dei lievi ma decisi colpi dati di punta, la ragazza iniziò ad incidere man mano la parete della caverna... e andò avanti per almeno un minuto, prima che dalla fessura così ricavata si dipartisse un raggio di fredda luce violacea, che le raggiunse gli occhi facendoglieli sbattere per il fastidio. Immediatamente, la Mightyena di nome Night Sky drizzò le orecchie e si voltò verso la sua allenatrice, come se il misterioso oggetto che stava emanando quella strana luce esercitasse una certa attrattiva anche su di lei...

"Sì, non c'è alcun dubbio..." mormorò la ragazzina dai capelli neri, mentre dalla fessura nella roccia fuoriusciva una piccola sfera di cristallo violaceo, non più grande di un limone, che irradiava una strana luce violacea. "Questa è una delle chiavi che servono per... Molto bene, la prima parte del nostro compito è stata completata. Per adesso, la situazione è a nostro favore... ma questo significa che tra non molto ci saranno alle costole. Non possiamo permettere che questa chiave cada nelle loro mani, sarebbe un disastro per tutti... dobbiamo allontanarci il più possibile da qui, prima che ci raggiungano..."

Night Sky si avvicinò alla sua allenatrice, e annusò con circospezione lo strano, luminoso gioiello viola che stava nella sua mano. "Might!" abbaiò, quasi volesse esprimere assenso.

In perfetto silenzio, Miyu si rialzò e infilò con attenzione la sfera in una tasca del suo elegante vestito nero... poi, con un cenno alla sua Mightyena, si allontanò lungo il corridoio, ripercorrendo la strada che l'aveva portata in quel luogo...

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Proprio come Satoshi e i suoi compagni avevano compreso ad una prima occhiata, la città di Prussia City era davvero un posto carino. Ben attrezzata e abbastanza moderna, ma lontana dagli stili di vita chiassosi di certe metropoli che avevano visitato in passato, era abitata dalle persone e dai Pokèmon più svariati, e l'atmosfera che si respirava era quella di una città molto attiva, ma allo stesso tempo accogliente. Era quasi ironico, riflettè ad un certo punto Takeshi, che la palestra di Prussia City si specializzasse in Pokèmon di tipo Oscurità...

Tuttavia, i ragazzi non erano là per fare i turisti, ma per cercare la sede centrale del gruppo di ricerca Aldebaran, in modo da chiedere notizie circa la capopalestra Miyu, misteriosamente allontanatasi dalla città.

"Okaaaay... allora, stando alle informazioni che Joi ci ha dato, la sede centrale del gruppo Aldebaran dovrebbe essere qui vicino..." riflettè ad alta voce Kasumi, per poi rivolgere un sorriso materno al piccolo Togepi che le stava tra le braccia, e che stava ammirando estasiato lo spettacolare panorama che gli stava attorno. "Hey, Togepi, ti piace questa città? E come potrei darti torto, è un posto così grazioso..."

"To-ge-briiii!" rispose il piccolo Pokèmon, muovendo le zampette anteriori su e giù mentre i suoi occhi divoravano il mondo attorno a lui...

Anche Satoshi e Takeshi dovevano ammettere che Prussia City non era male come posto, ma il giovane allenatore di Pallet Town non era esattamente dello stato d'animo di godersi il panorama. Erano lì per cercare la sede centrale del gruppo Aldebaran, non certo per fare i turisti! "Sì, dovrebbe essere proprio da queste parti... dobbiamo cercare un edificio di fronte al quale si trovano le statue di due Pokèmon leggendari, ma io, sinceramente, non ne vedo..." disse Satoshi, mentre si guardava attorno.

Pikachu, appollaiato come era sua abitudine sulla spalla del suo allenatore, improvvisamente colse con lo sguardo qualcosa che gli fece accendere una lampadina in testa. "Pika! Pika, chu!" squittì, indicando con un cenno della zampina un edificio un pò lontano rispetto a dove si trovavano loro. Quel gesto attirò l'attenzione di Satoshi e dei suoi amici, che si voltarono verso il piccolo roditore elettrico.

"Pikachu? Che succede, c'è qualche problema?" chiese il ragazzino dai capelli neri. Il suo primo Pokèmon rispose con un cenno della testa, e continuò ad indicare quel punto in lontananza. "Pika pi! Pika pikachu!"

"Mi sembra che abbia trovato quello che stiamo cercando..." riflettè Takeshi, guardando nella direzione che Pikachu stava indicando... e vedendo che, in effetti, ad una certa distanza da loro, si trovava un edificio che, a quella distanza, poteva facilmente essere scambiato per un qualsiasi Pokèmon Center o Pokèmon Market, visto che ne condivideva la struttura compatta con il tetto a cupola e un'insegna a forma di Pokèball sopra la porta d'ingresso. Inoltre, era soltanto un pò più grande dei negozi che si vedevano sparsi qua e là per la piazza centrale...

Tuttavia, ad un'occhiata un attimo più accorta, si sarebbero potute notare le due grandi statue, ciascuna raffigurante un Pokèmon simile ad un drago, che ornavano l'ingresso: si trattava di Pokèmon imponenti e maestosi, ancora di più dei tre Miraggi Alati e di Lugia, i Pokèmon Leggendari che Satoshi aveva a suo tempo salvato da un collezionista senza scrupoli di nome Jiraldan...

"Beh, ragazzi... mi sa che abbiamo trovato il gruppo Aldebaran!" concluse Takeshi con un'alzata di spalle e un sorriso ironico.

Satoshi annuì... poi, chiaramente impaziente di sapere dove fosse andata la capopalestra che intendeva sfidare, si avviò a passo spedito verso l'edificio, voltandosi soltanto per un momento per incitare i suoi amici. "E allora, cosa aspettiamo? Forza, andiamo a chiedere un pò di informazioni! Su, ragazzi, non restate indietro!" esclamò, ormai già distante dai suoi stupiti compagni. Inutile, per quanto fosse un grande amico e un ragazzo dal cuore d'oro... a volte Satoshi si comportava in maniera così infantile che ci voleva una enorme pazienza!

"Hey, Satoshi! Aspetta un momento, non lasciarci indietro!" esclamò Kasumi, affrettandosi dietro il suo amico assieme a Takeshi...

Quando finalmente il trio di allenatori fu arrivato davanti alla sede di Aldebaran, non resistettero alla tentazione di fermarsi un attimo ad ammirare le due statue poste ciascuna ad un lato dell'ingresso principale, in fondo ad un corto vialetto di ghiaia costeggiato da file di piccoli arbusti in fiore. Erano davvero due Pokèmon dall'aspetto impressionante, simili ad incroci tra un drago e un dinosauro, e coperti da corazze naturali abbastanza spesse da farli sembrare delle fortezze ambulanti, complete di creste e spuntoni che davano loro un aspetto ancora più aggressivo. Quello a sinistra era quadrupede, con la testa allungata, tozze zampe dagli artigli cortissimi, una piastra d'armatura con una gemma incastonata a coprirgli il torace, e una strana 'pinna' a forma di ventaglio posta alla base della coda, trasversalmente alla spina dorsale. L'altro drago, quello sulla destra, stava invece in piedi sulle zampe posteriori, e aveva un collo lungo e molto robusto e un paio di ali a ventaglio che gli fuoriuscivano dalla schiena, oltre che un paio di robuste spalliere, anch'esse decorate con gemme circolari, a coprire la parte superiore delle sue braccia. L'espressione di entrambi era molto feroce, e dalle posizioni in cui si trovavano, sembrava quasi che stessero per attaccarsi a vicenda...

"Non ho mai visto questi due Pokèmon prima d'ora..." commentò Satoshi, fermandosi davanti alle due statue e ammirandole con curiosità. "Takeshi, Kasumi... voi, per caso, ne sapete qualcosa di più?"

La ragazzina dai capelli rossi alzò le spalle e scosse la testa, e anche l'aspirante allevatore di Pokèmon diede una risposta negativa. "Sinceramente no, Satoshi... questi sono due Pokèmon completamente nuovi, per noi..." rispose Takeshi. "Ma magari qualcuno di Aldebaran ne sa di più..."

"Infatti... siete capitati proprio nel posto giusto, se vi interessa sapere qualcosa di più di Pokèmon leggendari! E questi che vedete sono due Pokèmon leggendari della regione di Sinnoh: Dialga, dominatore del tempo; e Palkia, signore dello spazio."

I tre amici e i loro Pokèmon vennero sorpresi da una voce signorile, dal tono distinto, che arrivò da dietro di loro. Voltandosi, Satoshi e i suoi compagni di viaggio videro la persona che aveva parlato in piedi a pochi metri da loro, come apparsa dal nulla: era un signore che si stava probabilmente avvicinando alla sessantina d'anni, con i capelli e i baffi grigi, e vestito elegantemente, con giacca e pantaloni neri, una bombetta in stile inglese a nascondere in parte la sua chioma un pò rada, scarpe marroni ben lucidate, e una cravatta dai coloro sobri sopra la sua camicia bianca. Teneva sotto il braccio destro una specie di registro dalla copertina ricoperta di plastica, e stava guardando i tre ragazzi con una sorta di divertita curiosità, e un sorriso educato per metà nascosto dai suoi folti baffi. "Buongiorno, ragazzi. Immagino che siate giunti da poco a Prussia City." esordì, togliendosi il cappello e facendo un breve inchino da perfetto gentleman. A guardarlo così, lo si sarebbe detto un professore, o comunque un personaggio di alto livello.

"Oh... ehm... buongiorno, signore!" rispose Satoshi, voltandosi verso il nuovo arrivato. "Sì, in effetti... siamo degli allenatori di Pokèmon in viaggio per la regione di Johto! Il mio nome è Satoshi, e vengo da Kanto... da Pallet Town, per l'esattezza... e questo è Pikachu, il mio migliore amico!" aggiunse poi, indicando con gli occhi il piccolo Pokèmon giallo che gli stava sulla spalla. "Piacere di conoscerla!"

"Pi-ka-chu!" si presentò il simpatico roditore elettrico, alzandosi dritto in piedi con la coda fieramente sollevata.

"Il mio nome è Kasumi, e vengo da Cerulean City. Oh, e sono una grandissima fan dei Pokèmon d'Acqua!" proseguì la ragazzina dai capelli rossi... per poi indicare con affetto il Togepi che teneva in braccio. "E quello che lei vede è Togepi, il mio Pokèmon preferito!"

Il cucciolo di Pokèmon dai misteriosi poteri battè tra loro le piccole mani, salutando a modo suo. "Togebriiiiii!".

E, proprio in quel momento, una della Pokèball che Kasumi portava nel suo zaino si aprì da sola, un piccolo raggio di luce rossa ne uscì, con grande sorpresa del nuovo arrivato, e si depositò sul terreno, facendo materializzare un familiare Pokèmon simile ad una papera gialla, con una corta codina, mani e piedi palmati, e una testa piuttosto grande rispetto al corpo, con un lungo becco piatto e un paio di occhi tondi ed inespressivi. Le sue mani erano appoggiate sulla testa, come se il Pokèmon avesse costantemente il mal di testa, e dal suo becco uscì il suo caratteristico verso. "Psy-ay-ay..." si lamentò Psyduck, guardando lo stupito signore con aria melensa, mentre Kasumi emetteva un sospiro rabbioso e si appoggiava a sua volta una mano sulla fronte.

"Ehm... quello... è un altro dei suoi Pokèmon, signorina?" chiese l'uomo, un pò confuso.

"Sigh... purtroppo sì... le presento Psyduck!" rispose lei, ripescando la sua Pokèball dallo zaino e attivandola per farci rientrare l'irritante papero psichico. "Non mi chieda come abbia fatto a diventare uno dei miei Pokèmon, perchè sinceramente non so neanch'io come ci sia riuscito..."

Una breve risata da parte di Satoshi, Pikachu e Takeshi seguì alla buffa scenetta, prima che anche l'esperto di Pokèmon Roccia facesse la propria presentazioni. "E per finire, ci sono io. Il mio nome è Takeshi, e sono di Pewter City. Aspiro a diventare un bravo allevatore di Pokèmon. E' un piacere per noi conoscerla, signor... ehm... signor...?"

"Toshiyuki. Sono il professor Toshiyuki, e sono il direttore del gruppo Aldebaran. Al vostro servizio, signori." rivelò l'anziano.

Satoshi sgranò gli occhi davanti a quella inaspettata sorpresa. "C-cosa? Lei... lei è il direttore di questo gruppo di ricerca?" chiese stupito. "A-allora... beh, allora sì che potrebbe darci una mano! Eravamo venuti in città per sfidare la capopalestra, Miyu, che è anche lei membro di questo gruppo... ma al Pokèmon Center, l'infermiera Joi ci ha detto che era andata via per motivi suoi!"

"Quindi, il qui presente Satoshi, che ha la pazienza di una Beedrill in gabbia..." ironizzò Kasumi, ignorando lo sguardo irritato del suo compagno. "...ha pensato bene di venire qui a chiedere sue notizie, così da poterla raggiungere e sfidare!"

"Appunto..." rispose Satoshi, guardando di sottecchi la ragazzina dai capelli rossi. "Comunque, visto che lei è il direttore di Alde... comesichiama... vorremmo chiederle: per caso lei conosce la capopalestra Miyu?"

Il professor Toshiyuki sgranò leggermente gli occhi e annuì. "Miyu? Perbacco, se la conosco! Miyu è mia nipote!" rispose, cogliendo tutti di sorpresa. "Fin da piccola, è sempre stata interessata alle leggende dei vari continenti di questo mondo, e ai Pokèmon misteriosi e ammantati di dicerie... quindi, non appena le è stato possibile, le ho permesso di entrare a far parte del nostro gruppo di ricerca. Da allora è sempre stata un valido aiuto ai nostri studi!"

"Davvero?" chiese Takeshi, sinceramente interessato. "E... per caso, adesso sa dove è andata?"

Il direttore del gruppo Aldebaran si sfregò il mento con il pollice e l'indice di una mano. "Hm, hm... Miyu-chan non è una che parla molto, e anche a me ha raccontato le cose soltanto per sommi capi... però, vi posso dire che tutto è iniziato qualche giorno fa, mentre stavamo svolgendo delle ricerche su dei reperti provenienti dal monte Diamond..." rispose, per poi fare cenno ai cinque amici di seguirlo all'interno. "Ad ogni modo, vi inviterei ad accomodarvi all'interno. Lì potremo discutere con più calma... e soprattutto, senza il timore che qualche malintenzionato ci ascolti!" L'ultima parte venne pronunciata con voce sussurrata, appena percettibile, e con un tono di segretezza che Satoshi e i suoi compagni trovavano piuttosto inquietante...

"Malintenzionati? Che vuol dire con questo?" chiese il ragazzino di Pallet, a cui fece eco un confuso "Pika, pika?" da parte del suo fedele topolino elettrico.

L'anziano studioso si guardò attorno... poi, non vedendo nulla di sospetto nelle vicinanze, tirò un breve sospiro di sollievo e si mosse verso l'entrata, le cui porte automatiche scivolarono di lato non appena le telecamere poste sopra di esse lo inquadrarono. "Per adesso non posso essere più specifico, ma è una cosa di cui mia nipote mi ha parlato, e potrebbe rappresentare un pericolo per tutti noi... venite dentro, che vi racconto ogni cosa..."

I ragazzi, un pò stupiti, videro il direttore del gruppo Aldebaran superare le porte scorrevoli e incamminarsi nel corridoio principale della sede, e per qualche istante restarono fermi al loro posto senza fare commenti. Fu Kasumi, dopo un pò di imbarazzato silenzio, a rompere il ghiaccio. "Un pericolo... per tutti noi? Cosa avrà voluto dire?"

"Non ne ho la più pallida idea..." rispose Satoshi. "Ma ora mi rendo conto che c'è molto più in ballo che una semplice gara in palestra... Comunque, ora che siamo nel ballo, è un pò tardi per tirarci indietro. Pikachu, tu che cosa dici? Te la senti di imbarcarti in questa faccenda?"

Il topolino elettrico illuminò le guance, attorno alle quali crepitarono delle scintille elettriche, e dalle sue labbra uscì un verso che esprimeva la sua determinazione ad accompagnare il suo migliore amico. "Pika!" esclaamò, facendo fare un largo sorriso a Satoshi.

"Sapevo di poter contare su di te, amico mio!" lo ringraziò, per poi rivolgersi agli altri suoi compagni di viaggio. "E voi, ragazzi? Ve la sentite? Forse sarà un pò pericoloso..."

Kasumi sospirò e alzò le spalle. "E' proprio perchè potrebbero esserci dei rischi che siamo ancora più decisi ad accompagnarti... non è così, Togepi?" chiese la ragazzina al suo cucciolo di Pokèmon, che rispose con una serie di allegri cinguettii. "Dopotutto, se non ti venissimo dietro, chi è che ti impedirebbe di cacciarti nei guai come è tua abitudine, eh?" L'ultima frase venne accompagnata da una breve risata che però non nascondeva un certo nervosismo... Dopotutto, ogni volta che si imbarcavano in qualche avventura del genere, finivano sempre per trovarsi invischiati in qualcosa di enorme... come la storia di Mewtwo, il disastro che il collezionista Jiraldan aveva provocato cercando di catturare i tre Miraggi Alati e Lugia, e il mistero degli Unown, di Entei, e di quella bambina di nome Molly...

"Come hai detto tu, Satoshi, sembra esserci qualcosa di importante dietro la scomparsa di Miyu..." proseguì Takeshi. "Immagino che sia il caso che ti accompagniamo anche noi!"

Satoshi fece un segno dell'okay ai suoi amici. "Perfetto! Allora forza, andiamo a sentire dal professor Toshiyuki le cose come stanno!"

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Mentre Satoshi e i suoi amici scomparivano dietro le porte di ingresso del centro ricerche, non sapevano di essere seguiti a distanza da un canocchiale che faceva leggermente capolino tra le fronde di un albero, e dal paio di occhi verdi che stavano dietro le lenti, appartenenti ad una familiare ragazza dai lunghi capelli fucsia con addosso l'uniforme del Team Rocket. Musashi, dopo essersi assicurata che i tre amici e i loro Pokèmon fossero entrati, staccò gli occhi dal binocolo e li sbattè meravigliata, chiedendosi cosa andassero i 'mocciosi' a fare in un posto come quello...

La voce di Meowth, arrampicato su un ramo vicino, si sporse leggermente verso la sua collega. "E allora, Musashi, qual è la situazione? Cosa stanno cercando di fare, quei tre?"

"Mah, ne so quanto te, Meowth..." ribattè la rossa. "Si sono fermati a parlare con un signore, e adesso sono entrati là dentro... forse hanno scoperto qualcosa riguardo la capopalestra di questa città..."

Altre fronde si spostarono vicino a lei, e la testa dai capelli azzurrini di Kojiro emerse dal fogliame... goffamente mimetizzata con dei segni di colore neutro sulle guance e dei rami tra i capelli! "E noi, Musashi, che cosa facciamo, intanto? Ci travestiamo e diamo un'occhiata là dentro?"

La rossa ci pensò un pò su. "Hmmm... forse non è una cattiva idea, potremmo scoprire qualcosa di interessante. Sai, Kojiro, credo proprio di dover dire che per una volta hai detto qualcosa di intelligente..."

Gli occhi del ragazzo dai capelli violetti si illuminarono leggermente, e dei petali di rosa rossa fluttuarono comicamente attorno a lui, per sottolineare il fatto che in quel momento si sentiva orgoglioso. "Hm... Bene, alla fine anche le mie idee vengono valorizzate!" commentò... prima che Musashi, tornando rapidamente quella di prima, passasse un dito sopra i segni di cenere che il ragazzo si era fatto sugli zigomi, lasciandogli un lungo segno nerastro ad attraversargli verticalmente la guancia!

"Prima però vedi di smetterla con queste pagliacciate! Abbiamo già i nostri problemi, senza che tu attiri ulteriore attenzione su di noi!"

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L'interno della sede centrale del gruppo Aldebaran non era esattamente come Satoshi e i suoi compagni si erano aspettati un centro di ricerca. Il corridoio di ingresso nel quale stavano procedendo, seguendo il professor Toshiyuki, era sì meticolosamente pulito ed ordinato, come ci si sarebbe potuti immaginare... ma allo stesso tempo, l'arredamento era vivace, con mobili abbastanza sgargianti e moderni, piante ornamentali sparse qua e là, e l'occasione Pokèmon o membro del gruppo di ricerca che andava da una stanza all'altra, superando alcune porte scorrevoli con tanto di sensori di movimento. Guardandosi attorno, Satoshi, Pikachu, Kasumi, Togepi e Takeshi distinsero chiaramente alcuni Voltorb, Growlithe, Squirtle, Mankey... persino un Dratini appollaiato sulla spalla di una giovane in camice bianco, e due o tre piccoli Pokèmon simili a lupacchiotti dall'arruffata pelliccia grigia che diventava nera sulla punta del muso e sulle zampe. Dalle loro bocche uscivano dei piccoli canini che davano loro un aspetto aggressivo, ma al tempo stesso più carino, e i loro piccoli nasi rossi fiutavano con entusiasmo l'aria attorno a loro. Immediatamente, il poco familiare odore del gruppo di Satoshi raggiunse le loro narici, e i Pokèmon lupacchiotti si avvicinarono a loro incuriositi.

"E questi che Pokèmon sono? Che carini!" esclamò Kasumi, piegandosi verso di loro. Anche Togepi sembrava entusiasta di conoscere i nuovi Pokèmon, per quanto questi ultimi rimanessero un pò guardinghi.

"Non ne ho idea... mai visti Pokèmon come questi! Satoshi, il tuo Pokèdex dice qualcosa?" chiese Takeshi al ragazzo dai capelli neri.

Satoshi estrasse la sua fidata enciclopedia elettronica, e ci diede un'occhiata. "Adesso te lo dico subito... hmmm... Poochyena... sì, in effetti non mi sembra di aver mai sentito parlare di questo tipo di Pokèmon..."

-- Informazioni PokèDex --

Pokèmon n° 261 - Poochyena - Oscurità

Forma pre-evoluta di Mightyena. Un Pokèmon piccolo ma aggressivo, che cerca di mordere tutto quello che gli sembra commestibile. E' estremamente tenace, pur non essendo molto coraggioso, e usa il suo acuto olfatto per individuare la preda anche a grandi distanze.

"Oh, quelli..." disse il professor Toshiyuki, voltandosi verso il gruppo dopo aver salutato alcuni suoi colleghi. "Mia nipote Miyu, pur amando tutti i Pokèmon, ha una certa preferenza per quelli di tipo Oscurità... quei cuccioli li ha trovati un giorno, qualche mese fa, nella foresta qui vicino, e li ha praticamente adottati! Ora questi piccolini sono un pò la mascotte del nostro gruppo di ricerca!"

"Sua nipote ha davvero degli ottimi gusti, per quanto riguarda i Pokèmon..." commentò Kasumi, mentre grattava la testa ad uno dei Poochyena...

Non l'avesse mai fatto. Di punto in bianco, il lupacchiotto grigio alzò la testa, aprì le sue piccole fauci dai canini appuntiti... e le richiuse sulla mano della ragazzina dai capelli rossi, prendendola come in una morsa!

Per qualche secondo non accadde nulla, e Satoshi, Pikachu e Takeshi non poterono fare altro che guardare meravigliati la loro amica e il Poochyena che si guardavano come imbambolati... poi, Kasumi gettò uno strillo acuto e si afferrò la mano offesa, che aveva già cominciato a gonfiarsi e a diventare rossa come il fuoco!

"AAAAAAHIAAAAAA! Altro che cuccioletti! Questi fanno MALEEEEEE!" strillò Kasumi con gli occhi comicamente sparati fuori dalle orbite, mentre si soffiava sulla mano. Il direttore di Aldebaran ridacchiò un pò tra sè della buffa scenetta, poi si avvicinò ai Poochyena che si erano messi sulla difensiva e fece per calmarli...

...ma in quel momento si rese conto che non ce ne sarebbe stato bisogno. Togepi era sceso dalle braccia della sua 'mamma' poco prima che lei venisse morsa... e aveva cominciato, come niente fosse, a parlare a cinguettii con i Poochyena, come una persona normale si sarebbe intrattenuta a parlare con un vecchio amico! I lupacchiotti, ancora poco sicuri, lo annusarono per qualche secondo (cosa che sembrò divertire molto il cucciolo di Pokèmon...), e infine, gettando da parte la loro naturale insicurezza, si sedettero sul posto e si unirono uno alla volta alla conversazione, emettendo piccoli guaiti ed uggiolii!

"Sigh... beato te, Togepi, che riesci a fare subito amicizia..." sospirò Kasumi, la cui mano era tornata alle dimensioni normali.

Il responsabile del gruppo di studio, ignorando le risate a mezza bocca e i commenti stupiti di qualche ricercatore che si era fermato a guardare la scena, si avvicinò al gruppo di amici facendo un mezzo sorriso. "Chiedo... scusa per il comportamento un pò turbolento di questi cuccioli! E' che a volte non sono molto socievoli con chi non conoscono... Il tuo Togepi, piccola, è il primo di cui si sono fidati così, a prima vista... se escludiamo Miyu-chan."

Satoshi sghignazzò tra sè e diede una piccola gomitata a Kasumi. "Sarà che quei Poochyena hanno capito a fiuto che tu sei un maschiaccio violento, non è vero, Kasumi?" chiese retoricamente... per poi fare una piccola smorfia di dolore quando la rossa sollevò un piede e lo abbattè sul suo!

"Hmph! Villano." sentenziò la ragazzina, con il naso in aria e una comica venuzza pulsante che le appariva sulla fronte, mentre Satoshi stringeva i denti e diventava rosso in viso per il dolore.

"Ahioooo! Lo vedi che mi dai ragione?" gemette il ragazzo saltellando sul piede destro, mentre Takeshi, Togepi e Pikachi scuotevano la testa di fronte all'ennesimo battibecco tra i due...

Con un leggero colpo di tosse, il professor Toshiyuki richiamò l'attenzione dei ragazzi. "Eh-hm... comunque, per tornare a noi... se mi seguite, vi posso portare nel mio studio. Vi farò vedere quello che ha fatto prendere a mia nipote la decisione di partire..." disse lo scienziato.

"Giusto... perdoni l'interruzione!" si scusò Takeshi, ricevendo in cambio un gesto della mano che voleva dire che non c'era bisogno di scuse. "Okay, ragazzi, venite! Forse adesso sapremo qualcosina di più..."

"Arriviamo!" esclamò Kasumi, mentre si chinava per prendere in braccio Togepi. "Okay, Togepi, scusa tanto, ma dobbiamo proprio andare! Saluta i tuoi nuovi amici... e magari digli che la prossima volta non mi mordano, okay?"

"Bri!" rispose Togepi con un cenno della testa, per poi rivolgersi ai cuccioli di Poochyena e agitare la zampetta verso di loro, in segno di saluto. "Bri, bri, toge-toge briiii, togebri! Bri, togebriii togebri!" cinguettò, traducendo nella buffa lingua dei Pokèmon quello che la sua mamma adottiva aveva detto. I Poochyena, dopo aver ascoltato fino alla fine, risposero con un acuto coretto di guaiti. "Pooch, pooch, pocch, yena!" esclamò il primo di loro, muovendo la testa affusolata in su e in giù per dimostrare accordo.

Dopo che anche Satoshi e Pikachu ebbero salutato i lupacchiotti grigi, il terzetto di amici seguì il professore attraverso l'atrio di ingresso del gruppo di ricerca, ricevendo i saluti e i benvenuti di altri membri di Aldebaran, e oltre un paio di porte scorrevoli che li portarono in un lucido corridoio le cui pareti erano decorate con dei grafici esplicativi, molto probabilmente legati alla storia o alla geografia del continente di Johto. Comunque, prima che i ragazzi avessero il tempo di ponderare queste cose, il loro accompagnatore si fermò davanti ad una piccola porta in legno chiaro, e tirò fuori un mazzo di chiavi, inserendone una nella serratura. "Bene, ragazzi... siamo arrivati! Questo è il mio studio, se volete vi potete accomodare." disse, aprendo la porta con un paio di giri di chiave e spalancandola, per poi fare cenno ai ragazzi di entrare.

"Ehm, grazie..." Un pò imbarazzato dalla formalità e dalla disponibilità del ricercatore capo di Aldebaran, Satoshi entrò per primo, con passo un pò incerto, nello studio, guardandosi attorno: era una stanza abbastanza piccola, arredata in uno stile un pò retrogrado che contrastava nettamente con la modernità del resto dell'edificio, e si sentiva un forte, per quanto gradevole, odore di legno provenire dalla scrivania e dall'armadio sul lato opposto. Le uniche concessioni alla modernità presenti erano una televisione, piazzata sopra un mobiletto vicino alla scrivania, e alcuni strumenti tecnici di misurazione posti ordinatamente su di essa, la cui funzione Satoshi non voleva neanche iniziare ad immaginare. Affissi sui muri, si trovavano altre cartine di Johto, complete di grafici e simboli... e ora che aveva più tempo per guardare, il giovane allenatore di Kanto si rese conto che si trattava di cartine che indicavano la diffusione di certi Pokèmon rari.

"Non sarà molto moderno, questo studio... però devo dire che è carino!" commentò Kasumi, mentre lei, Togepi e Takeshi seguivano il loro amico e il suo fedele topolino elettrico nello studio e iniziavano a guardarsi attorno. "Va bene, professore, ci dica pure. Cos'è quella cosa di cui lei ci voleva parlare?"

Toshiyuki entrò per ultimo nello studio e camminò lentamente, con una certa gravità sottolineata dal suo atteggiamento formale verso la scrivania, dove appoggiò i suoi registri e ne estrasse alcuni documenti. "Ecco... venite pure, ragazzi, vi faccio vedere di cosa si tratta..." esordì, appoggiando i fogli sul tavolo. Quando Satoshi e i suoi compagni si avvicinarono, videro che si trattava, per la maggior parte, di grafici dall'aria abbastanza complessa, che rappresentavano ora una montagna, con tanto di suddivisione in strati della crosta terrestre, ora una mappa topografica di Johto con alcuni punti segnati in rosso... e così via. Di questi fogli, tuttavia, uno attirò più di tutti la loro attenzione - la fotocopia di un libro di testo sulla quale troneggiavano i disegni, in bianco e nero, di tre Pokemon alati molto familiari ai ragazzi... e di altri tre Pokemon dall'aspetto felino, uno dei quali i ragazzi avevano già visto e affrontato in passato!

"Hey, ragazzi, guardate un pò!" esclamò Satoshi, ad occhi spalancati, ricordando bene il suo incontro-scontro con il collezionista fuori di testa Jiraldan. "Quelli... quelli non sono i famosi tre Miraggi Alati? Articuno, Zapdos e Moltres?"

"Pikachu!" esclamò Pikachu con allarme. Se erano coinvolti dei Pokèmon leggendari in tutto questo, allora potevano stare certi che sarebbero state grane!

Anche Takeshi, se avesse potuto spalancare gli occhi, avrebbe avuto la stessa espressione dell'amico più giovane. "Accidenti, Satoshi, hai perfettamente ragione! E quei tre Pokèmon sotto, se non vado errato, sono i tre Felini Leggendari della regione di Johto! Suicune, Raikou ed Entei, giusto, professore?"

"Esattamente..." rispose l'uomo, il cui contegno, i ragazzi notarono, si era fatto improvvisamente più grave, come se qualcosa lo tormentasse. "E a queste creature è legata una leggenda che trova le sue radici in un tempo di cui gli esseri umani si sono quasi dimenticati... il tempo in cui questo mondo è stato terrorizzato dall'inspiegabile attacco di un Pokemon che fino a quel momento era stato buono e gentile..."

Toshiyuki guardò i tre ragazzi, che gli restituirono lo sguardo desiderosi di sapere cosa avrebbe detto in seguito. Tutti e tre erano già stati catturati dalla storia che il professore stava raccontando, e non vedevano l'ora di ascoltare il seguito. Lo scienziato fece una breve pausa, non sapeva neanche lui se era per raccogliee i pensieri o per creare un pò di suspence...

...e infine, quasi con un sospiro, pronunciò il nome fatale.

"E il suo nome era... Darkrai."

----------

"Allora, come stanno andando le ricerche? Avete trovato altre chiavi?"

"No, dottoressa, purtroppo ancora nessun risultato. Anzi, abbiamo perso il contatto con la terza chiave, di cui pure, fino ad un attimo prima, conoscevamo l'ubicazione."

"Sicuramente si tratterà di quella mocciosetta intrigante... bah, non importa, per adesso è una minaccia secondaria. Due chiavi le abbiamo già noi, e questo è già qualcosa... concentratevi sulle rimanenti tre, e fate in modo che cadano nelle nostre mani. Una volta che le avremo, penseremo alla nostra amichetta Miyu."

"Certamente, dottoressa. Damien e Nagi sono già all'opera. Riferirò quanto avete detto, e farò in modo che trovino anche le ultime tre chiavi."

"Molto bene, Alan. Confido che voi, e gli altri membri del Team Shadow, farete un buon lavoro. Puoi andare, e vedi di non deludermi!"

"Può starne certa, dottoressa."

Un paio di labbra tinte con il rossetto, appartenenti ad un'avvenente figura in camice bianco dai capelli scuri a caschetto, e gli occhi purpurei che scintillavano dietro le lenti di un paio di occhiali, si sollevarono in un ghigno sinistro.

"Quando Darkrai sarà nelle mie mani... sarò io la più grande allenatrice di Pokèmon di tutti i tempi!"

CONTINUA...

Note dell'autore: E finalmente, dopo lunga assenza, ritorna la mia storia di Pokèmon! Come ho detto, adesso mi sono organizzato una nuova tabella di marcia giornaliera, con la quale spero di riuscire ad aggiornare più velocemente le mie fanfiction...

Abbiamo intravisto i cattivi di questa storia, e Satoshi e i suoi compagni stanno per conoscere la leggenda che sta dietro agli eventi della mia fanfiction... e che, per certi versi, accompagnerà anche il resto della mia saga di Pokèmon! Ebbene sì, perchè anche di questa serie ho intenzione di scrivere una serie di fanfiction! Ho veramente troppe idee per la testa, eh? Diavolo, a volte penso che dovrei darmi una regolata... Naaah, scrivere è troppo divertente!

Non ho altro da dirvi, per adesso... spero che questo capitolo, nonostante la lunga attesa, sia stato soddisfacente! E vedrò di aggiornare più rapidamente la prossima volta... e magari inserire una scheda tecnica dei nuovi personaggi! A partire da Miyu, che è un personaggio originale di cui vado particolarmente fiero! Ciao!

Justice Gundam

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