Swimming Lessons di svegliaminiall (/viewuser.php?uid=97148)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. L'orgoglio che va subito a farsi fottere ***
Capitolo 2: *** 2. Sei già cotto, amico ***
Capitolo 3: *** 3. Ti piace? ***
Capitolo 1 *** 1. L'orgoglio che va subito a farsi fottere ***
Capitolo
1: L'orgoglio che va subito a farsi fottere
Perché
non ho imparato a nuotare da piccolo, come fanno tutti i bambini di
questo mondo?
Perché
i miei genitori non mi hanno mai iscritto ad un fottuto corso di
nuoto, di quelli dove all'inizio impari solo a stare a galla e a fare
le bollicine mettendo la testa sott'acqua? Insomma, quegli insulsi
corsi che fanno tutti i bambini! O meglio: tutti
tranne il sottoscritto.
Perché
non è normale che io, alla veneranda età di 20
anni, non sappia
nuotare, e - peggio ancora - abbia paura dell'acqua.
Già
quando ero un piccolo dodicenne mi sarei vergognato a prendere
lezioni - e più il tempo passava, più la cosa mi
imbarazzava -
figurarsi adesso che sono un ragazzo adulto! E come se non bastasse
il mio fisico è così esile che
rischierò di affogare non appena
metterò un solo dito in acqua, sarò lo zimbello
di tutti, già lo
so.
Il
problema è che ora sono stato costretto ad iscrivermi in
questa
fottuta piscina a causa dei management per un “corso
accelerato”
di nuoto.
Non
potevo restare estraneo alle attività subacquee ancora
per...un
centinaio d'anni? Nemmeno le fans si lamentano, la trovano una
caratteristica carina (anche se io non ne capisco il motivo); allora
perché cavolo vogliono sottopormi a questa tortura?!
Ah,
già, forse perché quell'idiota di Payne ha
accettato di partecipare
a quella stupida gara di beneficenza. E sarei anche stato d'accordo
se si fosse trattato di una partita di calcio – quelle che
organizzano tra di loro le star e i vari ricconi del mondo –
o di
rugby – avrei accettato pure quello, nonostante la mia
magrezza -
ma perché vogliono farci attraversare lo Stretto della
Manica a
nuoto? Nemmeno Liam ne è in grado (è da qualche
settimana infatti
che lo vedo allenarsi), figurarsi io.
Spero
solo che ci seguano con delle barchette,
anche di legno; ma all'occorrenza esigo
qualcosa di solido a cui potermi arpionare, che sia una botte, una
boa o un pezzo del Titanic.
Qualsiasi cosa.
Insomma,
ecco perché mi trovo qui, davanti a questa segretaria
orribilmente
lampadata che non smette di staccarmi gli occhi di dosso, ad
aspettare l'arrivo del mio nuovo istruttore. Privato,
ovviamente. Non avrei mai accettato di essere messo nello stesso
corso frequentato da bambini di quattro anni, già
è abbastanza
umiliante così.
«Direi
che possiamo entrare» mi dice esitante Harry, ovvero l'idiota
che ha
insistito per accompagnarmi alla mia prima lezione, giusto per farmi
sentire ancora più in imbarazzo.
«La
tizia ci ha detto di aspettare qui» rispondo io tornando a
guardare
la ragazza dietro al bancone.
«L'ha
detto solo per poterti ammirare ancora un po', amico»
risponde
sottovoce Harry, con l'aria di chi la sa lunga, «Fidati, io
le
capisco le donne».
Sorrido,
pensando a quanto sia alto il livello di idiozia del mio amico, ma
decido di seguirlo negli spogliatoi dopo aver ringraziato la
segretaria.
Dire
che vorrei non dover seguire Harry verso la mia tortura personale
è
riduttivo, sto seriamente prendendo in considerazione l'idea di
darmela a gambe. Cazzo, me la sto letteralmente facendo sotto.
Appoggio
il mio borsone verde su una panca di plastica e comincio a tirare
fuori il necessario per riuscire a superare indenne questo dannato
corso.
I
braccioli li ho lasciati a casa (anche se mi sarebbero stati utili),
sarebbero serviti solo a farmi sembrare ancora più ridicolo
di
quello che già sono. Gli occhialini da idiota, il tappa-naso
da
deficiente e il costume da pirla non sono però riuscito ad
escluderli dal mio armamentario. Solo a pensare a tutta l'acqua e
cloro che potrebbe finirmi negli occhi o nel setto nasale mi vengono
i brividi.
Dopo
essermi cambiato sotto lo sguardo divertito del mio
“amico” - se
così può essere chiamato il coglione che non
smette di ridermi in
faccia – sono pronto, e decido di darmi un'occhiata allo
specchio,
sperando che il risultato non sia penoso come temo. Prendo coraggio,
mi affaccio alla cornice riflettente e...orrore!
Chi è quell'alieno che mi sta guardando? Perché
quella cosa
non posso essere io, membro degli One Direction e sex symbol delle
ragazzine.
«Io da qui non esco»
affermo incrociando le braccia al petto e tornando a guardare Harry,
terrorizzato.
«Coraggio Zayn, non
fare la femminuccia» ridacchia Hazza. Che ottimo amico che
ho, ride
anziché aiutarmi nel momento del bisogno, il bastardo.
«Vaffanculo Styles,
ora ti faccio vedere io chi è la femminuccia»
ribatto
apparentemente deciso, ferito nell'orgoglio.
«Così si fa!» mi
incita Harry chiudendo il mio borsone dopo avermi lanciato le
ciabatte. Tutto ciò senza smettere di ridere, sia chiaro.
Così marcio fuori
dallo spogliatoio, come se stessi andando in guerra, e mi dirigo
verso le vasche, seguito dal cretino già pronto ad umiliarmi.
Cosa che fa non appena
raggiungo il centro dell'edificio.
«Zayn, voltati un
secondo» mi dice con finto tono indifferente. E...clic.
Un
flash improvviso mi abbaglia. Ma che cazz...?
«Harry metti subito
via quel dannato telefono!» comincio ad urlare «E
cancella quella
foto!» lo minaccio cercando di impossessarmi di
quell'aggeggio.
Santo cielo, sono sempre più patetico, per fortuna la
piscina è
quasi deserta.
«Questa la metto
subito su Twitter» ride lui invece.
Ma io lo uccido. In fin
dei conti chi mai potrebbe notare la sua scomparsa? Solo mezzo mondo,
già, proprio nessuno. «Non
oseresti, brutto pezzo di
mer...».
«Zayn Malik?» una
giovane voce femminile ma autoritaria richiama la nostra attenzione.
«Si» rispondo io
senza smettere di fissare Harry e il suo maledetto telefono.
«Bene. Stefania
Allegri, istruttrice di nuoto» si presenta la voce con uno
strano
accento straniero, anche se poco accentuato. E solo ora, sentite
queste parole, decido di voltarmi a guardare la proprietaria della
voce sconosciuta.
Oh.
Porca.
Troia.
Questa è la mia
istruttrice. La mia istruttrice.
Femmina.
E semplicemente
indescrivibile.
Il mio sguardo percorre
la sua figura a partire dalla punta dei piedi e pian piano si alza,
analizzando tutto il suo corpo, fasciato da un aderente costume
intero rosso. Un fischietto giallo è appeso al suo collo e
la sua
estremità è appoggiata proprio...sul suo seno. Oh
santo cazzo. Alzo
subito lo sguardo sul suo viso per evitare figure imbarazzanti.
Sono letteralmente
sotto shock, completamente abbagliato da questa figura. Da questa dea
mora dagli occhi azzurri, dall'aria mediterranea e dall'aspetto
perfetto per causare pensieri sconci.
E poi sono gli uomini
ad essere dei maiali? Cazzo se esistono ragazze così la cosa
mi pare
giustificata!
“Santo
cielo Zayn, controllati!”
Ecco, questa mi mancava: la parte razionale del mio cervello che mi
critica. Insomma, parlo anche da solo, ottimo.
La parte idiota del mio
cervello non riesce però a staccare gli occhi di dosso alla
ragazza
sconosciuta. O forse non proprio sconosciuta, visto che si è
appena
presentata. Un momento, come ha detto che si chiama? Torno a posare
il mio sguardo sul suo viso perfetto e mi accorgo così che
le sue
labbra – e che labbra! - si stanno muovendo. Un momento. Di
solito
quando delle labbra si muovono vuol dire che il loro proprietario sta
parlando, allora perché io non sento niente?
«Malik? Mi sta
ascoltando?» una mano mi passa davanti agli occhi, come per
farmi
tornare in me.
«Come? Cosa?» mi
risveglio, rendendomi conto della pessima figura che ho appena fatto.
Con la coda dell'occhio noto Harry che, spostatosi dietro alla
ragazza, ride senza contegno.
«Stavo
dicendo che verrà qui due ore al giorno per tutti i giorni
della
prossima settimana, in base ai suoi progressi decideremo se
sarà il
caso di prolungare gli allenamenti» mi spiega la dea
con aria professionale.
«Oh c-certo» annuisco
come un ebete. Santo cielo ma cosa mi sta succedendo?
“Tira
fuori le palle Zayn!”
Perfetto, la mia mente malata è tornata. Perché?!
Cazzo, io
sono quello che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno, io
sono quello che incanta la gente, io
sono il ragazzo di pietra che non si fa scalfire.
«Come hai detto di
chiamarti?» chiedo cercando di tornare in me e ostentando
indifferenza e spavalderia, anche se un po' ridicolizzata dalla voce
nasale che ho, dovuta dal tappa-naso.
«Stefania» risponde
lei sbuffando.
«Non sei inglese»
noto cercando di fare un po' di conversazione.
«Esatto» sbuffa
nuovamente «Ora, se hai finito con le domande,
cominciamo».
Okay, non è molto
socievole la ragazza. E il mio approccio non ha funzionato.
D'altra parte, conciato
in questo modo ridicolo, con ancora il tappa-naso e gli occhialini,
chi mai vorrebbe conversare con me? Però...okay che sembro
un
idiota, ma sono comunque Zayn Malik, cazzo!
A testa bassa seguo
Stefania verso la
piscina...olimpionica? Ma lo sa che non
so nuotare,
vero? Sa che non so nemmeno stare a galla? E mi porta già
dove non
si tocca? Questa è pazza!
Comincio a sudare
freddo, invidiando Harry che se ne sta bellamente seduto sulla
gradinata degli spalti.
Una volta raggiunto il
bordo-vasca Stefania si rivolge a me senza abbandonare la sua aria
professionale. Quanto è fredda e seria questa ragazza? Bah.
«Ora tu aspettami qui
che vado a prendere un po' di tavolette e tubi di gomma galleggianti
per non farti affogare» mi annuncia. Ma potrei giurare di
aver
intravisto un sorriso divertito, dietro a quegli occhi di ghiaccio.
Ecco, perfetto, manca solo che anche l'istruttrice si prenda gioco di
me e poi posso dire addio alla mia dignità. «Nel
frattempo togli
pure gli occhialini e il tappa-naso, finché sei fuori
dall'acqua non
ti servono» continua. Cos'è questa improvvisa
loquacità? E perché
io devo risultare sempre più patetico? Penso di aver fatto
più
figure di merda negli ultimi quindici minuti che in tutto il resto
della mia vita.
Ad ogni modo, tolgo gli
aggeggi inutili che mi stavano spappolando il viso e mi volto verso
Harry che – ma guarda un po' – sta
stranamente flirtando
con una ragazza bionda; meglio così, almeno non
vedrà le mie
fantastiche performances da nuotatore provetto.
Mi avvicino al terzo
degli otto trampolini che costeggiano il bordo-vasca e faccio per
lasciarvi affianco le ciabatte, quando, anziché appoggiare
il piede
sinistro sulle mattonelle del pavimento, lo metto inavvertitamente su
una...papera di gomma? Comunque sia, non ho il tempo di realizzare su
cosa il mio dannato piede sia scivolato, perché in meno di
due
secondi mi ritrovo con un dolore immane alla testa e...in acqua.
Il mio cervello non
connette, la botta che ho preso in testa deve essere stata ben forte
perché non vedo e non capisco più niente. Una
strana pressione mi
martella i timpani e il mio corpo non reagisce agli ordini che la mia
mente cerca di dargli. “Muovi le braccia”,
“Muovi le gambe”,
“Non ingoiare acqua”. Ma ormai l'acqua è
stata ingoiata e ha
invaso anche il mio naso impedendomi di respirare. Merda.
Morirò.
Non riesco a pensare ad altro. Non capisco se sono immobile, non
capisco se mi sto dimenando; il mio corpo non mi appartiene e la
testa mi scoppia.
Poi avverto una strana
pressione attorno al braccio destro e non capisco come ma una forza
diversa da quella opprimente dell'acqua, mi trascina verso l'alto, o
forse è il basso, non capisco più niente.
L'ultima cosa che
riesco a notare prima di perdere i sensi definitivamente sono due
bellissimi occhi di ghiaccio.
*
* *
Hola
bellezze! Si, lo so, nelle mie storie sviene sempre qualcuno! AHAHAH.
Okay, infatti so di avere già un'altra storia in corso, e
che è già
difficile aggiornarne costantemente una, ma mi è venuta
questa idea
e ho detto: proviamo! Allora, vi spiego un po' di cose: la prima
è che questa fanfiction sarà piuttosto corta
(8-12 capitoli al
massimo); la seconda è che non sarà una storia
impegnativa, ma una
semplice commedia per chi vuole rilassarsi un po'; la terza
è che so
che è alquanto improbabile la gara nello stretto della
manica, ma
facciamo finta che lo sia; la quarta è che...boh direi che
posso
fermarmi a tre :)
Come
al solito ecco qui l'abbigliamento dei protagonisti e di Hazza: Zayn,
Stefania e Harry.
E
se vi và questa è l'altra mia storia (un po'
più impegnativa, sul
riccio e che procede più a rilento), ma se volete passare mi
farebbe
molto piacere:
Father?
Campagna
di Promozione
Sociale
- Messaggio
No
Profit:
Dona
l'8%
del tuo tempo alla causa pro-recensioni.
Farai
felici milioni di scrittori.
Copia-incollate
questo messaggio ovunque vogliate!
Al
prossimo capitolo! Un abbraccio,
Vostra,
Kerzu.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** 2. Sei già cotto, amico ***
Campagna
di Promozione
Sociale
- Messaggio
No
Profit:
Dona
l'8%
del tuo tempo alla causa pro-recensioni.
Farai
felici milioni di scrittori.
Copia-incollate
questo messaggio ovunque vogliate!
Capitolo
2: Sei già cotto, amico
Il
nero che mi offuscava il cervello comincia a rischiararsi, la mia
mente è sempre più sveglia e cosciente e riesco
così a percepire
il mio corpo, seppur limitatamente. Perciò, oltre a prendere
coscienza di me, riesco a sentire uno strano fastidio alla gola, un
forte bruciore che mi tormenta.
Il
tutto è accompagnato da un'altrettanta strana pressione che
sento
sul naso, come se mi stessero impedendo di respirare. Già
faccio
fatica ad immettere aria nei polmoni tramite la bocca, chi è
che mi
tappa il naso?
Poi
percepisco un'ulteriore pressione...sulle labbra.
Una pressione non fastidiosa, anzi. Una pressione...
Apro
di scatto gli occhi, mi sollevo alla velocità della luce e
comincio
a tossire sputacchiando acqua che sa di cloro. Porca miseria che
schifo! E che male alla testa! La sento girare, come impazzita, e i
miei occhi non riescono ancora a mettere a fuoco la situazione.
Dopo
pochi secondi riesco però ad intravedere una figura davanti
a me
e...oh santo cazzo.
Perché
l'unica cosa che riesco a vedere è uno – splendido
– paio di
tette?
E
perché, pur avendo la mente ancora annebbiata, il mio amichetto
laggiù si è già ben
svegliato?
Distolgo
immediatamente lo sguardo per evitare figure imbarazzanti, lo rivolgo
sul viso della mia istruttrice che mi guarda preoccupata e poi lo
sposto ancora su...Harry?
«Amico,
come stai?» chiede quest'ultimo.
Come
sto? Beh, mi gira la testa, rischiando di affogare ho fatto la figura
di merda peggiore della mia vita, sono eccitato per aver visto solo
un fottuto paio di tette – coperte, per di più
– e mi brucia la
gola. «Bene» rispondo invece incerto.
Una
risata fuoriesce dalla bocca di Harry, che comincia a prendermi in
giro, ci mancava soltanto questa. «Ti giuro, vederti cadere
come
un'idiota è stata la scena più esilarante alla
quale io abbia mai
assistito in vita mia!» ride nuovamente il mio
“amico”.
«Si,
bene, tornatene dalla tua bionda» rispondo io in malo modo.
Non
poteva evitare di ridicolizzarmi davanti a tutti?
Non
appena si volta per andarsene l'istruttrice si rivolge a me.
«Sei
sicuro di stare bene? Se vuoi posso portarti all'infermeria»
propone
leggermente preoccupata.
«No,
davvero, sto ben...» sto per rassicurarla ma vengo interrotto
da una
voce maschile.
«Signor
Malik! Finalmente la conosco» un omone enorme mi si avvicina
per
stringermi la mano. Santo cielo, perché mi da del Lei?
Mi
mette in soggezione. «Sono il direttore di questa piscina,
non
capita spesso di avere una star tra i nostri clienti» si
presenta.
Gli
porgo la mano, facendo il modesto per non attirare ulteriormente
l'attenzione delle altre persone presenti nella struttura.
Poi
lo vedo rivolgersi a Stefania. «Signorina Allegri, esigo una
spiegazione, ha per caso lasciato il nostro cliente senza soccorso in
caso di necessità?».
Vedo
Stefania farsi seria. «Beh, Direttore, io stavo prendendo il
materiale e...».
«E
hai pensato bene di lasciare il signor Malik da solo?»
«No,
cioè...io...». La vedo in difficoltà,
probabilmente se mi fosse
successo qualcosa la responsabilità sarebbe stata sua.
«No,
Signore, Stefania era accanto a me quando sono scivolato, è
stata
una mia sciocca svista, perdoni questo piccolo imprevisto» mi
intrometto io, capendo che il direttore non l'avrebbe presa bene.
«Oh,
d'accordo, come si sente adesso? Signorina, accompagni il nostro
cliente all'ospedale, meglio non rischiare» decreta il
direttore.
«No
guardi, davvero, sto bene» ribatto io.
«Si
lasci almeno accompagnare nell'infermeria e salti la lezione di
oggi»
continua imperterrito, per poi ordinare a Stefania di accompagnarmi.
Ci
guardiamo entrambi con aria rassegnata, ma poi la ragazza mi fa segno
di seguirla, saluto il direttore e mi avvio verso l'infermeria.
I
primi minuti sono quelli più imbarazzanti: camminiamo per i
corridoi
deserti e né io né Stefania apriamo bocca. Mi
sento davvero idiota,
ma non so cosa dire.
La
prima ad interrompere quel silenzio imbarazzante è lei.
«Grazie per
avermi coperta, prima» sussurra «il capo sarebbe
stato capace di
licenziarmi».
«Figurati»
rispondo soltanto, infondo non ho fatto niente di così
importante.
«E
scusa, probabilmente non sarebbe successo nulla di tutto ciò
se
fossi rimasta» continua però lei.
«Davvero,
non è un problema, anzi! Così oggi salto la
lezione» rispondo
entusiasta, ricordandomi questo piccolo – e favoloso
– dettaglio.
Lei
ride, e giuro di non aver mai sentito una risata così bella
in vita
mia. «Tranquillo, ci sono ancora quasi due ore, volendo fai
in tempo
a riprendere l'allenamento» sorride beffarda, spalancando una
porta
gialla.
Io
la guardo sorpreso, stupito per il fatto che sto riuscendo a
dialogare con lei, inizialmente mi era sembrata così distaccata
e fredda. «Ora che ci penso, non mi sento ancora molto
bene» fingo,
sdraiandomi sul lettino dell'infermeria e causando un'altra risata da
parte della ragazza.
«Perché
non vuoi imparare a nuotare?» chiede poi curiosa, sedendosi
accanto
a me e porgendomi un borsa di ghiaccio prelevata dal freezer.
Rimango
sorpreso da quella domanda, sembra davvero interessata e non so cosa
rispondere.
«Beh,
io...» comincio imbarazzato «io ho paura
dell'acqua. E ho paura
dell'acqua perché non so nuotare. E non so nuotare
perché ho paura
dell'acqua. È un circolo vizioso che devo spezzare, ma non
voglio»
spiego sorridendo.
«Come
fai ad averne paura? L'acqua è...fresca, avvolgente,
rilassante» mi
contraddice lei.
«Forse
perché tu la vedi da un altro punto di vista, ma ognuno ha
le sue
paure. Magari tu sei cresciuta nuotando, da bambina. I miei invece
non mi hanno mai insegnato» ribatto.
«Credo
di aver imparato a nuotare a due anni» sorride, pensando al
passato
«vivevo in Italia, in un paesino sulla costa Toscana, era
bellissimo».
Sorrido
a mia volta, vedendola persa nei suoi ricordi, serena e bellissima.
Oddio,
perché faccio questi pensieri sdolcinati? Cosa mi sta
succedendo?
«Ci
sono stato in Italia!» dico per non pensare «ma non
al mare, tu
come mai sei venuta a vivere a Londra?» chiedo.
«Volevo
cambiare aria, essere indipendente. Ho tre fratelli maggiori che
vivono ancora in casa dei miei genitori e l'ho sempre trovato
squallido. Al liceo ho studiato lingue e amavo l'inglese, ho sempre
voluto trasferirmi in Inghilterra, così, finite le
superiori, sono
venuta qui» spiega come se niente fosse.
«Insomma,
eri la ribelle della famiglia» sorrido «da quanto
sei qui?»
«Quattro
anni» risponde lei sicura.
Quattro
anni? Un momento, le superiori si finiscono a diciotto o diciannove
quindi Stefania ha...ventidue-ventitré anni? Wow
è più grande di
me, non avrei mai pensato di poter stare con una ragazza più
grand...”Zayn,
dannazione, cosa c'entra questo?! Tu non starai con lei,
perché
semplicemente non ti interessa. La conosci da mezz'ora e già
pensi a
queste cose? Idiota.”
Ecco la mia metà di cervello razionale che torna a rompere i
coglioni.
«Togli
pure il ghiaccio, ora ti metto uno spray che fa miracoli» mi
dice
sorridendomi e avvicinandosi per studiare bene il bernoccolo.
«Hai
preso una gran bella botta, come cavolo hai fatto a cedere?»
chiede
poi ridacchiando.
E
io cosa faccio? Continuo a guardarla incantato, ora che mi è
così
vicina non riesco a staccarle gli occhi di dosso.
«Emm» balbetto
«sono inciampato su una papera di gomma» spiego
senza smettere di
guardarla.
«Su
una papera? Cosa?!» e la sua risata non tarda ad arrivare. Mi
piace
tantissimo il modo in cui ride, gli si forma una fossetta sulla
guancia destra, solo su quella, le brillano gli occhi e posso vedere
i denti perfetti e bianchissimi che compongono il suo sorriso.
Subito
comincio a ridere con lei che poi si ferma e mi guarda. «Come
si fa
ad inciampare su una papera e a rischiare l'osso del collo per esseri
inciampati in un modo tanto ridicolo?» ride.
«Senti,
Miss» mi fingo offeso «non siamo tutti come
te».
«Certo,
se fossimo tutti come me, il mondo sarebbe perfetto» scherza,
strappandomi un sorriso. Non pensavo che potesse rivelarsi tanto
simpatica, sono piacevolmente sorpreso.
Una
volta messo lo spray sulla mia – gigantesca –
botta, Stefania mi
propone di tornare in piscina a cominciare questo maledetto corso. E
io, davvero, provo a convincerla a non sottopormi a quella tortura,
la imploro in ogni modo possibile – beh, forse non proprio ogni
– ma ugualmente non riesco a convincerla, così
poco dopo sono
costretto a seguirla nuovamente verso le vasche.
«Almeno
non andiamo nella piscina olimpionica ma in quella dove si
tocca!»
gioco la mia ultima carta «infondo sono ancora sotto shock
per
l'accaduto» sorrido furbescamente.
Lei
mi guarda alzando un sopracciglio e senza – ahimè
– credermi, ma
– non so per quale oscuro motivo - accetta ugualmente la mia
proposta, ridendo ovviamente, e dirigendosi verso la piscina per
bambini. Che imbarazzo.
Okay
Zayn, calmati. Non sembri un deficiente, no. Sembri solo un pirla.
Perfetto.
Mi
sento come un bambino che non sa nuotare, con la mamma che gli
insegna. Perché in questo momento Stefania mi sta tenendo a
galla
reggendomi con le mani sul torace e la pancia, mentre io, a pancia in
giù sull'acqua (dove dovrei
galleggiare) sbatto i piedi provocando una miriade di schizzi e cerco
di muovere le mani in contemporanea. In poche parole: lei mi tiene su
e io mi muovo a caso. Non mi sono mai
sentito più in imbarazzo in tutta la mia vita, davvero. Voi
non
avete idea di quanto sia alto il livello di vergogna che sto provando
in questo momento.
Anche
perché – come se la situazione non fosse
abbastanza disperata –
Stefania non fa che ridere. È più di mezz'ora che
stiamo “nuotando”
e lei non ha smesso un secondo di ridere di me, facendomi sentire una
femminuccia incapace.
«Okay,
basta così, Zayn. Sei un caso perso!» sorride.
«Senti,
non ho mai nuotato in vita mia, cosa ci posso fare?» chiedo
retoricamente, scherzando anche se mi sento un idiota.
«Per
oggi può bastare, ci vediamo domani» mi sorride
lei.
La
saluto e poi mi dirigo verso Harry che, già pronto, mi sta
aspettando all'ingresso degli spogliatoi.
«Malik,
permettimi di dire una cosa» comincia subito Hazza non appena
mi
vede avvicinarsi a lui «lei è una figa e tu sei
già cotto, amico».
***
Si,
lo so, questo capitolo non convince neppure me. Si prendono subito
troppa confidenza l'uno con l'altra, vero? Boh. E poi non l'ho
neanche riletto perciò perdonate gli eventuali errori.
Comunque
sia, eccomi qua con questo capitolo che spero vi sia piaciuto, magari
ditemi una vostra opinione, ditemi se cancellare questo scempio o se
continuare questo scritto. Insomma: fatevi sentire! Ahahah.
L'abbigliamento
è ovviamente lo stesso del capitolo precedente, quindi
niente link.
Detto
ciò vi saluto e spero di risentirvi al prossimo capitolo!
Un
abbraccio a voi che recensite, che mettete tra le preferite (grazie
*-*), o che leggete in silenzio!
A
presto,
Lucia.
P.S:
Vi lascio con questa gif che AMO.
(guardate
come sono bello)
-
Z.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** 3. Ti piace? ***
Campagna
di Promozione
Sociale
- Messaggio
No
Profit:
Dona
l'8%
del tuo tempo alla causa pro-recensioni.
Farai
felici milioni di scrittori.
Copia-incollate
questo messaggio ovunque vogliate!
Capitolo
3: «Ti
piace?»
Esco
dallo spogliatoio alle 5 in punto e mi dirigo verso le vasche, pronto
per la mia seconda lezione di nuoto. Subito cerco con lo sguardo
Stefania e dopo qualche secondo la vedo, intenta a parlare con un
bagnino. Ma non un bagnino qualsiasi. Avete
presente quelli
dei film, biondi, occhi azzurri, con i capelli sempre perfetti e i
muscoli che sembrano disegnati da uno scultore? Ecco, uno così.
Lo
vedo guardare Stefania ammiccando e posarle una mano sul braccio. Che
cazzo fa? Come si permette? Ma è la reazione di lei che mi
lascia
ancora più sorpreso: lo guarda sorridendo, come un dodicenne
innamorata.
Perfetto.
Come ho mai potuto pensare di avere una possibilità con lei?
Perché
ormai è inutile negare: lei mi piace. Non vivo per lei,
però...diciamo che non è male. Ecco,
così va meglio. Anche perché
la conosco da ieri! Non può piacermi in tutti i
sensi,
non sarebbe una cosa normale.
“Ma
se hai passato tutto ieri sera a pensare a lei”.
Ehmm, taci coscienza di merda, non è vero.
Però
il mio cervello non ha tutti i torti, perché non
è una cosa normale
passare ore a guardare le sua firma sulla ricevuta dell'iscrizione
del corso di nuoto, fantasticando sulle sue dita, sulle sue mani, e
su quello che potrebbero
fare – ma che, purtroppo, non faranno mai – per poi
maledirmi per
aver soltanto pensato cose così perverse su una ragazza
sì bella e
provocante ma allo stesso tempo dall'aria innocente. Non so se mi
spiego, è che la mia mente non riesce a connettere.
Perché
quel cazzo di bagnino le ha preso la mano?!
E
perché lei non la ritira?!
È
un'ora ormai che “nuoto” con Stefania che mi
dà istruzioni
distrattamente. In compenso io credo di non essermi mai annoiato
tanto in vita mia. La vedo girarsi in continuazione verso quello
stupido bagnino palestrato, e questa situazione sta diventando
insostenibile.
«Ti
piace?»
le chiedo, prima
ancora di rendermi conto di aver davvero pronunciato queste parole ad
alta voce.
In
risposta lei mi guarda sorpresa e arrossisce vistosamente. In altre
circostanze l'avrei trovata una cosa dolce, in questo momento invece,
sento solo la rabbia che mi invade, come se l'arrossarsi delle su
guance fosse direttamente proporzionale alla mia gelosia.
«Steve?
Beh» balbetta «noi...usciamo da un po'»
conclude facendomi
rabbuiare.
«Ah»
dico semplicemente. Complimenti
per la rispostona, Zayn!
«C'è qualcosa che non
va?» mi chiede lei dopo qualche secondo, probabilmente
notando la
mia espressione corrucciata.
«No, solo...devo
andare, ci vediamo domani» rispondo uscendo dalla vasca.
«Zayn?» chiama lei
«Zayn, ma la lezione non è finita!». Io
però ignoro le sue parole
e mi dirigo verso l'uscita senza voltarmi indietro.
C'è un unico posto
dove posso andare: casa di Liam. Ed è proprio li che mi
dirigo
subito dopo aver lasciato quello stupido edificio azzurro.
Non appena il mio amico
apre la porta di casa sua lo guardo senza parlare, e lui capisce
tutto subito. Non dice niente, come me. Semplicemente ci sediamo sul
divano e dopo interminabili minuti di assoluto silenzio comincio a
raccontare tutto per filo e per segno.
«...e
la cosa più
assurda è che la conosco da soli due giorni! Due giorni, hai
capito?» concludo riprendendo fiato dopo questo mio monologo.
Liam sta zitto ancora
per qualche minuto, e io aspetto che se ne esca fuori con usa delle
sue solite perle di saggezza, cosa che infatti succede.
«Non importa se la
conosci da due giorni. Ti piace, Zayn, e si vede» sorride
«e
adesso, mio caro, torni in quella piscina del cavolo e le fai vedere
di che pasta sei fatto, dimostrale che sei meglio di quel bagnino
pompato».
E
mi sorprendo a pensare che Liam ha ragione. Devo farlo
perché sotto
sotto – ma molto sotto - so di essere meglio di quello Steve.
Ed è strano, perché non sono come i giornali e le
fans mi
dipingono. Non sono sicuro di me, affatto. So di essere bello, quello
si, ma caratterialmente mi ritengo una nullità. Noioso,
depresso,
antipatico. Ma se Liam e i ragazzi riescono a sopportarmi...forse
allora non sono così male, forse riuscirà a
sopportarmi anche
Stefania.
D'altronde è vero che
tentar non nuoce. Allora perché non provare?
Devo essere più
istintivo, e lo sarò. Devo essere più come Harry,
che si butta, che
ci prova, che viene rifiutato ma che non si arrende. Devo essere
più
come Liam, che ha fatto di tutto per convincere Danielle a uscire con
lui e che adesso sta assieme a lei da anni. Devo essere più
come
Louis che, pur stando con Eleanor, non smette mai di cercare di far
capire ad Harry i suoi sentimenti verso di lui, anche se quest'ultimo
non se ne accorge mai. Devo essere più come Niall, che
è solo, ma
che non gli interessa perché è fortissimo anche
se non
accompagnato.
Devo
essere più come loro, devo imparare dai miei fratelli.
Devo essere più forte.
«Liam, se non fossi
impegnato con Danielle, ti sposerei. Sappilo» dico ora
sorridendo.
Lui in risposta mi tira
una sberla sulla nuca e «Corri, cretino» mi
incoraggia.
Salgo
in macchina e mi
dirigo nuovamente verso quella stramaledetta piscina. È
passata
esattamente un'ora da quando me ne sono andato, quindi, se non
sbaglio, ora Stefania dovrebbe essere in pausa.
Parcheggio con calma
sotto l'ombra di un albero e mi dirigo a piedi verso l'entrata. Sto
per mettere piede nell'ingresso quando sento delle voci ovattate,
lontane.
«No...» la prima è
un lamento, strascicato, emesso da una voce femminile.
«Coraggio,
piccola» una risata maschile. Un tono di voce profondo,
insistente,
sporco.
Ma
cosa...?
Mi dirigo verso il
deposito dal quale provengono quelle voci e solo quando sono a pochi
passi da esso capisco a chi appartiene la foce femminile. È
Stefania. Ne sono certo.
In pochi secondi
raggiungo la porta e la spalanco, trovandomi davanti una scena
pietosa: quello schifoso bagnino, Steve, che tiene stretti i polsi di
Stefania e quest'ultima che, rimasta soltanto in intimo, cerca di
liberarsi dalla sua presa.
Io lo ammazzo.
***
SCUSATE.
Sono
imperdonabile, lo so. Ho
aggiornato con un ritardo IMMENSO e vi chiedo scusa. Come se non
bastasse, inoltre, non sono affatto soddisfatta di questo capitolo
–
a mio parere orrendo - quindi - ripeto – scusate.
Questo
capitolo è stato il più difficile da scrivere e
vi prometto che non
tarderò mai più così tanto con gli
aggiornamenti, giuro. Per
giunta non l'ho neanche riletto, quindi perdonate eventuali errori.
Spero
comunque che vi sia piaciuto e che mi lascerete qualche recensione.
Ricordatevi
che vi adoro, un abbraccio,
Luci.
P.S:
Una bella gif per voooi *-*
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=1754784
|