Our Summer ☼

di missaretta97
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***



	
	

 

Our Summer

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Capitolo 1.

 

 

 

 

In casa mia regnava il caos esattamente da tre settimane. Ma oggi era il primo giorno delle vacanze estive, e speravo vivamente che con l'estate alle porte questa confusione sarebbe cessata. Tornavamo tutti da un luogo orribile, in cui tutti gli adolescenti vengono torturati con verifiche, interrogazioni, compiti a casa, e qualunque altra attività che obbliga a sforzare il proprio cervello. Questo posto si chiama scuola, e non c'è bisogno che aggiunga altro.

Ma mi sbagliavo quando pensavo che mi sarei riposata tutta l'estate.

Mia mamma, Anna, si sarebbe sposata ad ottobre di quest'anno con un nuovo uomo: Richard Tomlinson. Ma lui, o per dire meglio loro, si erano già trasferiti a casa mia da tre settimane. Perché ho detto il pronome "loro"? Beh, ve lo spiego subito. Lui, che si sarebbe sposato con mia madre, aveva 3 figli. Si chiamavano: Louis, Zayn e Niall. Erano dei veri casinisti: da quando erano arrivati in casa non c'era più stato un momento di pace. Zayn, forse il più calmo, per modo di dire, era anche il più vanitoso. E a me i vanitosi non erano mai andati a genio. Niall era forse il più dolce.. almeno era quello che credevo. Ma era un mangione unico, e finiva sempre col finire la mia colazione prima che arrivassi a tavola. Louis invece,era semplicemente tremendo. Non dovevo abbassare la guardia nemmeno un secondo con lui. O mi sarei potuta ritrovare i capelli di un altro colore.. o peggio: mi sarei potuta ritrovare calva. Ma di loro sapevo poco e niente, e sinceramente non mi importava più di tanto, visto che non li sopportavo. Mi bastava sapere che erano maschi e che avevano tutti e tre 19 anni, come mio fratello e due in più di me.

Ebbene si, da come avrete capito non ero figlia unica. Avevo un fratello, Liam, e una sorella di nome Kelly. Ero molto legata a loro. Liam era il mio fratellone ed era stra-mega protettivo nei miei confronti e in quelli di Kelly.. ma non ci potevo fare niente, eravamo le sue sorelline.

Kelly invece aveva 4 anni, ed era dolcissima. Aveva dei lunghi capelli biondi lisci con una frangetta che le rendevano il viso ancora più paffutello. Io, a suo contrario, avevo dei capelli marroni chiari, senza frangia ed mossi. Ma entrambe avevamo due occhioni azzurro mare. Cosa che nostro fratello, Liam, ci invidiava.

In quel momento ero ancora sdraiata sul mio letto, con gli occhi chiusi, mentre abbracciavo il mio cuscino e cercavo di riaddormentarmi. Erano appena le otto e mezza e solitamente al sabato dormivo fino alle dieci. Ma improvvisamente un rumore assordante proveniente dalla camera accanto mi fece sobbalzare. La camera di Zayn. Quel cretino aveva appena acceso la radio e aveva messo la musica a tutto volume.

"ZAYN!" urlai sbattendo dei pugni contro il muro che divideva le nostre stanze. "ABBASSA QUESTA CAZZO DI MUSICA!" esclamai isterica. Non ero molto cordiale alla mattina: avreii potuto sbranare tutta la mia famiglia se avessi avuto la luna storta.

Lui abbassò la musica come gli avevo gentilmente chiesto. E sottolineo il gentilmente. "Oddio, finezza portami via!" urlò lui in risposta.

Mi preparai a rispondere, ma in quel momento sentii la voce di mia mamma provenire dalla cucina. "Ragazzi venite tutti qui!"

Io che ormai ero seduta sul letto mi lasciai cadere a peso morto con la schiena sul materasso e sospirai. Mi stirai, poi con molta fatica, scesi dal letto e infilai le mie ciabatte. Mamma non ci chiamava mai tutti insieme a meno che non ci dovesse avvertire di qualcosa di importante. Ma sinceramente, quella mattina, il primo giorno di vacanza estiva, cosa aveva di tanto importante da dirci?

Arrivai in cucina e vidi Kelly in braccio a mia mamma, mentre si stava strofinando un occhietto. Le diedi un bacino sulla guancia, poi mi andai a sedere sulle gambe di Liam. Niall, era seduto su una sedia e stava mangiando dei biscotti, e visto che non avevo fatto ancora colazione, decisi di fregargliene uno. Louis e Zayn, invece erano appena scesi e si appoggiarono agli stipiti della porta.

"Bene, ora che ci siete tutti, possiamo parlarvi.." disse Richard. Mia mamma gli sorrise e continuò. "Questa famiglia è un caos totale.. ma non riuscite a comportarvi civilmente tra di voi? Insomma siete una famiglia adesso, non potete odiarvi!"

"Quindi per cercare di salvare questo matrimonio.." disse Richard indicando se stesso e mia madre. "Questa famiglia.." disse poi. "Abbiamo deciso di passare tutta l'estate in montagna!"

CHE COSA?? No, ho capito male, non è vero? Stavi solo scherzando, eh Richard??

"Vogliamo che imparate ad andare d'accordo, e siamo più che certi che qui, in questa casa, non ci riuscireste mai!" esclamò mia madre.

"NO, ve lo scordate che io vengo in montagna con voi!" esclamò Zayn. Louis annuì. "Anch'io! Io non mi muovo da questa casa!"

"Sono d'accordo con loro!" esclamai io. "Visto, abbiamo già una cosa in comune!"

Mia madre mi guardò male. "No, abbiamo già deciso! Domani partiremo, andremo a passare l'estate in un cottage.. che vi piaccia o no!"

 

 

Dopo quella notizia, salii le scale per andare in camera mia. Mi lanciai sul letto e soffocai un urlo nel cuscino. Mi ero già organizzata con le mie amiche per tutta l'estate. Avevamo deciso di andare tutti i giorni al mare e di uscire ogni sera. Ci eravamo già comprati dei nuovi costumi! E invece, arriva la grande idea di mia madre e Richard, e BOOM! Niente più uscite con le mie amiche, niente più mare.. niente di niente! Sarò bloccata con la mia famiglia in qualche paesino sperduto in mezzo ai boschi. O peggio ancora, la casa potrebbe essere isolata da tutte e su una cima di una montagna, come Heidi!

No, io non voglio finire come quella povera bambina! Non voglio diventare tanto rincoglionita da vedere le pecorelle che mi salutano e i monti che mi sorridono!

Aprii la bocca per gridare, ma l'urlo che si sentì non appartenne a me. Era di Niall. Poverino, da quando era arrivato in casa mia, non l'avevo mai sentito urlare. Era strano vederlo arrabbiato. Era sempre così tranquillo e carino. Però adesso non fraintendetemi, non è che piaccia, semplicemente lo sopporto più degli altri due. L'unico che andava d'accordo con tutti era Liam. Ma d'altronde mio fratello ha un cuore d'oro.. è impossibile arrabbiarsi con lui.

Sospirai e presi il mio cellulare sul comodino e scrissi un numero che sapevo a memoria. Quello della mia migliore amica. Debby.

"Hey Debby, sono Sarah!" dissi senza lasciarle il tempo di pronunciare una sillaba.

"Hey Saree!" esclamò lei. Debby è fantastica. Ha i miei stessi gusti, è solare, divertente e davvero carina. E' alta quanto me, ha gli occhi color nocciola e i capelli biondi. Ma non di quel biondo chiaro simile al bianco, quello che sembra finto. No, il suo biondo si avvicina molto al colore del grano. Insomma, solo guardarla mi illumina la giornata.

Oddio, quanto sono poetica. Sarà per colpa di quella stupida notizia. Se alla fine dell'estate mi ritroverete a leggere la divina commedia o a fare la saputella.. vi prego di fucilarmi.

"Ho una brutta notizia!" esclamai poi.

"Nooo! Non dirmi che hai perso il nuovo costume!" disse lei allarmata. "Come faremo? Oggi volevo già andare al mare con te!" piagnucolò lei.

Io ridacchiai. Ho dimenticato di dirvi che è anche molto melodrammatica. "No, tranquilla, quello è ancora nel mio armadio.. E' una cosa molto più grave!" Esclamai.

"NO ODDIO! E' scomparso Zayn??" urlò lei dall'altro capo del telefono e io fui costretta ad allontanarlo dal mio orecchio per non diventare sorda. "Dobbiamo fare qualcosa, dobbiamo andarlo a cercare!" si agitò lei.

"Zitta Debby. Zayn non è scomparso, è ancora nella sua camera fare chissà che cosa.." sospirai. "E poi quella non sarebbe una 'brutta' notizia.." sbuffai.

Lei rimase in silenzio per alcuni secondi, poi continuò a parlare. "Si, hai ragione.. pff.. quella sarebbe una 'bella' notizia, giusto?" borbottò lei.

"Si, Debby, sarebbe fantastico!" dissi convinta. "Beh, la brutta notizia è che vado in vacanza" Sospirai.

"Oh, ma che tragedia!" disse lei sarcastica.

"Tutta l'estate in montagna con la mia famiglia." Continuai, e mi preparai alla sua reazione.

"Cosa?? Oddio, non possono farlo! Come farò senza di te per tutta l'estate??" la sentii lamentarsi per cinque buoni minuti. Tipico suo. "Chiamerò la mafia cinese, tranquilla! Non potranno obbligarti a fare quello che non vuoi!" disse sicura di se.

Io scoppiai a ridere. "Ahah, sicuramente.. Devo fare le valigie adesso, ci sentiamo più tardi, ok?" sospirai. Dopo che lei mi mormorò un 'si' e ci salutammo chiusi la chiamata. Presi la valigia, l'appoggiai sul letto e l'aprii. Bene, mi porto tutto l'armadio? Si, mi porto tutto l'armadio. A lavoro!

Prima di tutto, il carica batterie del cellulare. Vi immaginate, se lo dimenticassi? Tragedia colossale. Iniziai a cercarlo in tutti i cassetti e mensole che avevo in camera, ma non lo trovavo.

Decisi di scendere al piano di sotto. Arrivai in salotto e "TROVATO!" Era sopra il tavolino in centro alla sala. Feci per tornare in camera mia, ma dalla cucina sentii la voce di mia madre, così mi fermai ad origliare.

"Sei sicuro che ci sia posto?" domandò lei.

"Certo, un posto in più per quel ragazzo lo troviamo!" le rispose Richard. "E poi il cottage è enorme!"

"Per quale ragazzo??" esclamai io immediatamente. Loro si girarono verso di me.

"Un amico di Louis.." iniziò mia mamma. "E' stato l'unico modo per farlo venire" Sopirò.

"Si chiama Harry Styles.." disse Richard. "Lo conosci?" disse guardandomi. Ovvio che lo conosco. E posso dire sinceramente che lo odio dal profondo del mio cuore. Lui vedendo che non gli rispondevo, continuò a parlare. "Harry è.." iniziò ma non lo lasciai continuare la sua frase.

"Un coglione!" esclamai irritata. Mia madre mi guardò male. "Modera le parole signorina!"

"Non è giusto!" protestai. "Questa doveva essere una vacanza di famiglia, no? Non è giusto!" ribadii.

"Se lui viene con noi, viene anche Debby!" esclamai, poi guardai Richard. "Per favore" borbottai.

Mia mamma sospirò. "Forse.." Io sorrisi soddisfatta. I forse di mia mamma si trasformavano sempre in si.

 

 


 

Ecco una mia nuova storia.. anche se non è nuova, perché l'avevo scritta quest'estate!

Ma ho pensato di postarla anche qui, giusto per non farla marcire nel mio computer, e di rompere le palle anche a voi con un'altra mia storia xD

Spero che questo inizio vi sia almeno un po' piaciuto, e che non sia stato tanto orribile d'avervi bloccato la crescita (?)

Se volete lasciate una recensione, mi farebbe molto piacere!

Un bacio <3

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


 

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Capitolo 2.

 




 

Quel pomeriggio lo passai a prepararmi la valigia. O meglio dire, le valige. In tutto erano quattro. E meglio non raccontare la balla del -è solo il minimo indispensabile- perché non era vero. Avevo praticamente svuotato l'armadio e il porta scarpe. E questa era solo la parte dei vestiti. Avevo riempito un'intera valigia solo per le altre cose. Tra queste non potevano mancare: il computer, con tutti i miei porta cd, per tutti i film che avevo, i miei libri, perché io adoro leggere, la mia amata chitarra, il mio occorrente per pitturare, e infine quello che non manca mai in una borsa di una ragazza: i trucchi. Anche se non ero una che li usava molto.. solo nelle occasioni speciali. Perché ero dell'idea che non servisse il trucco per rendere bella una ragazza, ogni ragazza è bella proprio per come è. Però alla fine avevo deciso di portarli lo stesso pensando che magari mi sarebbero potuti serviti per qualche scherzo.
Presi le valigie, una alla volta, e le misi accanto alla porta della mia camera, però lasciando lo spazio per poterla aprire. La cosa che già mi preoccupava era di come sarei riuscita il giorno dopo a scendere le scale con quelle in mano. Ma non era l'unica cosa che mi preoccupava. Una certa persona girava nella mia testa. Harry Styles, per non fare nomi e cognomi.
Allora, visto che lo avrò nominato già molte volte, e avrà fatto da protagonista a molti dei miei omicidi, una breve sua descrizione sarebbe d'obbligo.
A prima vista si pensava fosse un angelo caduto dal cielo. Ma non bisognava lasciarsi ingannare dall'aspetto, lui di angelo non aveva proprio niente. Forse l'unica cosa sarebbero stati gli occhi. Verde ghiaccio credevo, non l'avevo mai guardato dritto negli occhi, sinceramente. L'avevo solo visto poche volte quando veniva a casa nostra. Aveva i capelli ricci e marroni, poi era ben.. come dire, 'costruito'. Insomma, madre natura si era impegnata con lui. Eccetto per una piccolissima cosa: il cervello. Quello si era proprio dimenticata di metterglielo. Nel quartiere aveva la reputazione di donnaiolo. Credo che si fosse fatto tutte le ragazze di quella zona. Ogni settimana aveva una ragazza diversa, ma non avevo mai visto una ragazza piangere dopo essere stata scaricata da lui. Dicevano che riusciva a lasciarle senza il minimo sforzo e rimanendo sempre 'dolce'. Non era cattivo, dicevano. No, era solo attratto da qualunque cosa camminasse e avesse un buco.
Sospirai rumorosamente, pensando che avrei passato tre mesi con lui attorno. "Beh, Sarah, ti resta da sperare che non ti calcoli minimamente." Disse la parte più saggia di me. Uscii da camera mia e andai a cercare Liam, mi serviva un appoggio morale. Attraversai il corridoio e superai tre porte prima di arrivare a quella di Liam. Quella di Zayn, di Louis, e quella di Niall. Spalancai la porta del mio caro fratellone e lo beccai in una chiamata amorosa con la sua fidanzata Danielle.
"Danielle lo sai che ti amo!" disse lui al telefono. "Ti prometto che ti chiamerò tutti i giorni!" Esclamò lui. Io sorrisi. Mi piaceva molto Danielle, e insieme erano proprio una bella coppia.
"Ora devo andare, ci sentiamo, un bacio!" disse poi chiudendo la chiamata.
Io mi sedetti sul suo letto a gambe incrociate. "Danielle lo sai che ti amo!" Cercai di imitare la sua voce.
"Quanto sei scema!" esclamò lui. Io lo guardai male. "Non sono scema!" ribadii afferrando un cuscino e colpendolo dritto in faccia.
"Questo non dovevi farlo!" disse lui guardandomi con un sorriso vittorioso. Io indietreggiai capendo quello che voleva fare. Ma lui mi aggrappò per i fianchi e mi fece sdraiare sul letto, poi per tenermi ferma si sedette sopra il mio piccolo corpo e iniziò a farmi il solletico.
"Oddio, Basta Liam!!" Scoppiai a ridere a muovermi come una matta. "L-lasciamiiii!!" urlai scalciando. Sentii Liam scoppiare a ridere, ma senza l'intenzione di smettere.
"Ho sempre creduto che fossi isterica.." disse Zayn appoggiato con una mano allo stipite della porta. Solo a quel punto Liam mi lasciò stare. "E questa ne è la prova!" concluse Louis a braccia conserte.
Feci una smorfia. "Almeno io non ho bisogno di qualcuno che completi le mie frasi.." dissi, "Che c'è? Dovete essere in due per riuscire ad insultarmi?"
"Uhh, grande Sarah!" esclamò Niall arrivando. Io sorrisi soddisfatta.
"Grazie Niall!" lo guardai, poi sospirai. "E tu Louis, proprio Harry dovevi invitare?" Lo guardai male.
"Si, proprio lui." mi sorrise. "Che c'è, hai paura di cadere nella sua trappola, e innamorarti di lui?"
"Ma per chi mi hai preso? Non sono così scema!" dissi incrociando le braccia sotto il petto.
"Ah ma davvero?" disse Zayn ironico. Lo guardai subito male.
"Taci tu!" sbottai. Mi girai verso Liam e gli diedi un bacio sulla guancia, poi mi alzai dal suo letto e raggiunsi la sua porta.
"Dove vai?" mi chiese lui curioso.
"Ad invitare Debby.." E me ne andai.
 
 
 
"Drin. Driin,. Driiiiiin." Io aprii gli occhi di scatto dallo spavento, e poi capii che era solo l'allarme della sveglia. Subito allungai una mano sul comodino, per spegnerla. Era un rumore assordante. Mi ricordai che molte volte avevo avuto il forte desiderio di lanciarla fuori dalla finestra, per farla smettere. Ma quelle mattine la sveglia suonava rigorosamente alle sette meno dieci, mentre questa mattina erano le cinque e mezza. Mi sarei volentieri risdraiata, con la testa sotto il cuscino per non sentire il baccano dalle altre stanze, e mi sarei riaddormentata.
Ma non potevo farlo. Quella mattina saremmo partiti verso.. Verso? Sinceramente non sapevo dove andavamo. Sapevo solo che sarà stato in montagna e per tutta l'estate.
"Sveglia, sveglia ragazzi!" urlò mia mamma, e sentii il rumore dei suoi passi, segno che stava ancora salendo le scale. Io gemetti e affondai la testa nel cuscino. "Dai su, ragazzuoli, sveglia!" urlò nuovamente bussando ad ogni nostra rispettiva porta di camera. Il modo migliore per farsi odiare già alle prime ore del giorno.
Mi stirai e finalmente mi alzai. Aprii la porta e la vidi accanto alla porta di Zayn. "BASTA! Sono sveglia!" urlai e lei si fermò, mi guardò e sorrise soddisfatta. In quel preciso momento Zayn aprì la porta di camera sua. Uscì fuori e incrociò le braccia sotto il petto nudo. Si, nudo, indossava solo un paio di boxer.
"Andate ad urlare da un altra parte! Stavo cercando di dormire!" si lamentò lui.
Io non gli lasciai il tempo di aggiungere altro che mi mettei ad urlare. "Cacchio, Zayn! Ti costava tanto metterti una maglietta?"
Lui si guardò, poi sorrise e alzando solo un sopracciglio rivolse il suo sguardo verso di me. "Oh, buongiorno isterica! Dormito bene?"
Gli feci un finto sorriso. "Oh certo. E buongiorno anche a te cretino" Mia madre ci guardò male a tutti e due.
"Scendete, mangiate qualcosa e preparatevi. Di corsa!" disse con tono autoritario indicandoci le scale con un braccio. "Louis, Liam, Niall! Muovetevi anche voi!" disse poi.
Oh, ma che bel risveglio. Chi non vorrebbe essere svegliato così tutte le mattine.
Una volta in cucina, e dopo che furono arrivati anche tutti gli altri, bevemmo una tazza di latte ciascuno che ci aveva preparato prima mia madre. Stranamente in quella manciata di minuti non litigammo. Ma sarà stato perché eravamo tutti ancora mezzi addormentati e concentrati nella nostra colazione. Bevvi l'ultimo sorso e posai la tazza sul lavandino. Guardai l'orologio che avevo al polso, e quello segnava le sei meno un quarto. E in pochi minuti sarebbe arrivata Debby.
Velocemente salii le scale per arrivare in bagno e farmi una doccia alla velocità della luce. Poi andai in camera mia e indossai i vestiti che mi ero preparata la sera prima. Un paio di pantaloncini beige e una maglietta rossa. Presi il mio paio di Toms e me li misi. Anche quelle erano rispettivamente di colore rosso. Raccolsi i capelli in una coda disordinata ed ero pronta. Dopo essermi guardata velocemente allo specchio uscii da camera mia e vidi Kelly giocare in mezzo al corridoio con le sue bambole. Mi avvicinai e le sorrisi.
"Lelly Kelly, tesoro, cosa fai ancora in pigiama?" le chiesi accovacciandomi per essere alla sua altezza.
Lei si strinse nelle spalle. "C'è ancora buio.. e Kim non va a letto se non ci vado anch'io!" disse lei indicando la sua bambola. Si, la bambola si chiamava Kim. Gliela avevo regalata io a natale dell'anno scorso, e le era subito piaciuta.
"Tesoro, devi cambiarti, tra poco partiamo.." dissi prendendola in braccio e andando verso camera sua.
"Ma Kim deve dormire..!" esclamò lei afferrando la bambola. Io sospirai, ma fortunatamente Liam uscì dal bagno in quel momento e ci passò accanto.
Sorrisi. "Guarda Kelly, ci penserà Liam a far addormentare Kim, ok?"
"Davvero?" disse lei entusiasta. Io annuii e fermai Liam con un braccio. Kelly corse verso di lui e le mostrò la bambola. "Mi aiuti a farla dormire, fratellone?" gli chiese lei con voce dolce.
"Si, fratellone.. aiutala anche a cambiarsi, per favore.." cercai di imitare il suo stesso tono di voce.
"Ma che.." disse lui confuso. Ma il campanello di casa suonò e non lo feci finire.
"E' arrivata Debby!! Scusa ma non posso aiutarti!" esclamai e corsi giù le scale, evitando di cadere all'ultimo gradino, gridando "APRO IO!" e arrivai dritta alla porta con un sorriso a trentadue denti pronta ad abbracciarla. "Deb.." Il mio urlo si fermò e il mio sorriso svanì lentamente. Ma non riuscii a fermarmi nel lanciarmi tra le sue braccia.
"Ciao Sarah! Che accoglienza!" Disse lui sorridendo. Si, lui. Era arrivato Harry.



CIAOOOO :3
bene, (ma che bene, qui va tutto male D:) lo so che l'inizio di questa storia faccia molto schifo, ma credetemi quando vi dico che con il tempo migliora.
Voglio ribadire che l'avevo scritta questa estate e che sinceramente, ora non mi piace molto come scrivevo.
Mi scuso per il capitolo precedente; non l'avevo riletto e non mi ero accorta dei verbi sballati.
SORRY.
Grazie a 
__Fearless__Nana_99 e _Sun1D
che hanno recensito il primo capitolo. 

Mi farebbe molto piacere una vostra opinione su questo capito;
Un bacio<3

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


 

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Capitolo 3.



 

 

"Oh ma che accoglienza, Sarah!" disse con un sorriso strafottente. Io mi staccai velocemente dalle sue braccia e lo guardai male. Era arrivato Harry, e non si sarebbe tolto dalla mia vista per tre interi e lunghissimi mesi. Ma che fortuna. Non mi bastava vivere con quattro fratelli, no ci voleva pure il quinto rompiscatole. Per fortuna avrei avuto Debby al mio fianco. La mia unica ancora di salvezza, dopo Kelly. Ma sinceramente l'idea di passare i pomeriggi a giocare con lei e le sue bambole non mi entusiasmava tanto.
"Taci Styles!" sbottai e lo fulminai con lo sguardo. Lui però continuò a sorridere. Quell'odioso sorriso non voleva togliersi dalla sua faccia. Mi faceva venire il nervoso. Ma che cavolo si sorrideva? Avrebbe dovuto passare l'estate insieme alla mia famiglia! Io al posto suo sarei scappata! "E togliti quel fastidioso sorriso dalla faccia!" borbottai.
"Oh ma che caratterino, ragazza!" esclamò Harry entrando in casa trascinandosi dietro una valigia. Zayn in quel momento passò per il salotto e ci guardò con sguardo divertito.
"L'ho sempre detto che è isterica!" disse Zayn facendo un cenno verso di me. Harry mi guardò e ridacchiò.
"Taci anche tu cretino!" dissi a Zayn incrociando le braccia al petto. Era ufficiale ormai, io ero isterica per lui e lui era cretino per me. "E tu, Styles, vai da Louis che è meglio!" dissi, ma in quel preciso momento Louis scese le scale e corse da Harry.
"Hazza, finalmente!" disse lui salutandolo con una stretta di mano, per poi toccarsi con i petti. I ragazzi.. sono così infantili. "Vieni ti aiuto a portare la valigia in macchina!" gli disse poi, il riccio annuì e prendendo in mano la sua valigia uscì fuori di casa.
Io sospirai: avrei dovuto anch'io portare le mie quattro valigie in macchina.
"Liam!" lo chiamai, salendo le scale di corsa. "Fratellone, lo sai che ti voglio bene?" dissi una volta trovato, guardandolo dal basso verso l'alto perché ero un pochino più bassa di lui.
Lui sospirò. "Che vuoi questa volta?" Io sorrisi.
"Mi aiuti a portare le valigie di sotto?" lui mi guardò leggermente scocciato.
"Quante sono?" chiese poi sospirando. Io feci un sorriso angelico. "Quattro." mormorai. "No!" esclamò lui. "Dai, fratellone, ti prego, prego!!" lo pregai facendogli gli occhi dolci.
"E va bene.. lo sai che non resisto a quella faccia!" si lamentò lui entrando in camera mia per prendere con una mano una valigia e con l'altra mano un'altra. Caspita se era forte! Io, invece, mi limitai a prendere una valigia a volta. La presi in braccio, stringendola con tutte e due le braccia, ma era talmente alta che mi copriva quasi tutta la vista. Nel corridoi riuscii a vedere Louis che usciva con Harry da camera sua. Li ignorai e iniziai a scendere le scale. Era un impresa molto difficile con quel mattone in mano e con poca visuale. Ma fortunatamente arrivai quasi alla fine.
"Sarah, attenta a..- iniziò Harry, ed io automaticamente mi girai verso di lui che era ancora al piano di sopra. Ma appoggia male il piede per terra e caddi con la valigia sopra di me. "All'ultimo gradino!" esclamò poi guadagnandosi un'occhiataccia da parte mia, e una fragorosa risata da parte dei ragazzi. Niall, ancora ridendo, spostò la valigia e mi porse la mano, ma io la ignorai e mi alzai da sola.
"Grazie Harry!" dissi sarcastica.
"E' stato un piacere!" rispose lui sorridendo. Zayn e Louis risero nuovamente, e mi preparai ad insultarli. Ma il campanello della porta suonò ed andai ad aprire lasciandoli alle loro scemenze, non dopo avergli mostrato un mio bel dito medio.
"Debby! Finalmente!" Esclamai io lanciandomi tra le sue braccia. Lei ricambiò il mio abbraccio.
"Saree!!" esclamò. Poi si staccò e si guardò in torno. C'erano Louis e Zayn che ridacchiavano ancora, mentre Harry era appoggiato con la schiena al muro. Niall e Liam invece, erano seduti sul divano nel salotto. "Sono in paradiso??" disse con una strana luce negli occhi. Io mandai indietro la testa.
"Debby ti prego!" sbuffai, ma non feci in tempo a pronunciare altro che improvvisamente la voce di Richard risuonò in tutta la casa. "Su, tutti in macchina! Si parte!"
 
 
 
Eravamo tutti in macchina da tre ore. Tre lunghissime e snervanti ore. Eravamo tutti e dieci stretti in una macchina. La macchina che aveva noleggiato Richard era davvero grande. Sapete quelle macchine a otto posti? Beh, era una di quelle, anche se poi noi eravamo in dieci. Ma non era stato così complicato farci stare tutti. Sia io che Debby eravamo magre e stringendoci un po' riuscivamo ad occupare un solo posto. E infine Kelly stava in braccio a mia madre, e così facendo c'eravamo stati tutti. Ma adesso, dopo tre ore chiusa in quella macchina e senza la possibilità di muoverci, stavo cominciando a sclerare.
Accanto a me, come già detto, sedeva Debby, e quest'ultima stava con il viso vicino al finestrino, lasciandomi schiacciata da quei bestioni. Infatti, dall'altro lato, avevo vicino Harry e Louis, così in successione. Stavano ascoltando entrambi la musica con le cuffie, ma il volume era talmente alto che le note delle canzoni si mischiavano e rimbombavano in tutta la macchina. Ma naturalmente non ascoltavano la stessa canzone, e quindi il risultato fu un rumore assordante e privo di senso. Giuro, un altro minuto in più e gliele avrei buttate fuori dal finestrino. Stavo letteralmente invidiando Zayn, che nonostante quel baccano stava riuscendo a dormire. Io anche se ci avessi provato non ne sarei stata capace con tutto quel casino. Perché non c'erano solo Harry e Louis con i loro ipod; se fosse stato solo quello sarebbe stato tutto meno snervante. C'era anche Niall, che stava giocando ad un gioco sul suo cellulare. Ma quel gioco includeva una di quelle melodie sceme e snervanti. Sapete quelle che fanno "lalala, lalalaaa..??" No, ok. Non riesco a spiegarmi. Ma credo di aver reso l'idea. Liam invece stava cercando di leggere, ma credevo che avrebbe rinunciato presto perché Zayn si era addormentato con la testa sulla sua spalla, e ad un movimento sbagliato di mio fratello, sarebbe potuto cadere e svegliarsi. Ed infine c'era Kelly che ad ogni minuto, esattamente ogni minuto, chiedeva dove eravamo. Niente di più stressante. E come se non bastasse tutto questo, mi scappava pure la pipì. E quindi con me che muovevo le gambe incessantemente, l'unica sana di mente in quella macchina sembrava Debby. Mi girai verso di lei. Stava osservando attentamente Zayn dormire con un sorriso in faccia. Ok, l'unica sana di mente ero io.
"Sai, sei raccapricciante tesoro.." le sussurrai in un orecchio. Lei arrossì e si voltò immediatamente verso di me.
Mi guardò per una buona manciata di secondi prima di rispondermi. "Non ci posso fare niente se è bellissimo quando dorme". Io per poco non scoppiai a ridere, e per la sua frase dolce feci finta di vomitare, aprendo la bocca e avvicinandoci un dito. Lei mi guardò male e mi fece il broncio. Così ridacchiai e le diedi un bacio sulla guancia.
"Siamo arrivati??" chiese nuovamente Kelly. Ed ecco che lo chiedeva per l'ennesima volta.
“No, tesoro, me lo hai appena chiesto!” disse mia madre con un tono di voce quasi scocciato. E la capivo benissimo, poverina.
"Ho fame!" si lamentò Niall mettendo il suo telefonino nella tasca posteriore dei suoi pantaloni. Richard sbuffò ma non disse niente. Così pensai che fosse opportuno che mi lamentassi anch'io.
"Mi scappa la pipìì!!" esclamai. Kelly scoppiò a ridere e mia mamma sospirò.
Debby mi si avvicinò con il viso. "Ahh, quindi è per questo che non riuscivi a stare ferma!" Esclamò poi.
Io mi portai una mano in fronte. "Ma quanto sei perspicace!" dissi sarcastica, e appoggiai la testa al sedile davanti.
"Pshhh!" sussurrò qualcuno al mio orecchio. Spostai subito la testa da quella posizione per riuscire a vedere chi fosse stato. E mi ritrovai davanti alla mia faccia quella di Harry.
Lo guardai male. "Ma tu non stavi ascoltando la musica??" sbottai e lui si strinse nelle spalle in riposta continuando a sussurrare i suoi "Pshhh"
Improvvisamente rallentammo fino a fermarci. "Su, scendete, siamo ad un autogrill. Fate quello che dovete fare, ma muovetevi!" esclamò Richard. Io non me lo feci ripetere due volte che lanciai sia Louis che Harry fuori dalla macchina e corsi verso il bagno trascinandomi Debby dietro. Sentii Louis scoppiare a ridere, ma non mi importò.
Una volta che ebbi finito, “ispezionai” con Debby l'autogrill. C'era la parte del cibo, con le patatine, le caramelle e i cioccolatini (dove incontrammo Niall), poi la parte dei libri, con le cartine geografiche e qualche libro vecchio da un secolo. E infine c'era la parte dei giocattoli. C'erano dei pupazzi di peluche che rappresentavano degli animali, e se venivano premuti nella pancia facevano un verso. Ne presi uno in mano pronta a comprarlo ma Debby me lo impedì. Così ci comprammo un pacchetto di caramelle gommose e ci dirigemmo in macchina dove ci attendevano altre due intere e intense ore di viaggio.



 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


 

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Capitolo 4.


 

Le ultime due ore di viaggio non furono migliori di quelle precedenti. Io e Debby dopo pochi minuti tirammo fuori dalla mia borsa le caramelle gommose, ma Harry e Niall vedendoci ce le rubarono e se le finirono tutte. Ed fu così che si scatenò la prima rissa in macchina. Modo migliore per svegliare finalmente il bel addormentato nella macchina. Per gli amici Zayn, e per me cretino. E quest'ultimo essendosi saltato l'autogrill perché dormiva ci fece fermare un altra volta perché doveva fare i bisogni. Ma finalmente arrivammo. Uscimmo dall'autostrada ed io schiacciai completamente Debby per riuscire a guardare fuori dal finestrino. Eravamo in una valle, le montagne si alzavano intorno a noi ed io mi sentivo sempre più piccola sommersa da tutto quel verde. Queste montagne non si potevano paragonare a quelle che c'erano a casa mia. Queste erano dieci volte più alte, e le nostre a loro confronto sarebbero potute passare per colline. Richard prese una stradina ed io con la faccia contro il finestrino guardavo fuori curiosa.
"Siamo arrivati adesso?" chiese nuovamente Kelly. Io sorrisi, volevo chiederlo anch'io quella volta.
"Si, siamo arrivati tesoro!" Le rispose nostra madre. Kelly strillò e battè le mani contenta. Anch'io ero contenta di essere arrivata. Ma non fraintendetemi, la mia felicità non era dovuta perché eravamo arrivati, ma solo perché finalmente uscivo da quella prigione di macchina. Richard prese una strada che attraversò un immenso prato verde poi dopo una buona manciata di minuti, si fermò.
"Su, scendete! Siamo arrivati!" Esclamò. Scendemmo tutti dalla macchina e mi stirai le braccia. Poi, mi avvicinai a Louis e a Niall che avevano già aperto il cofano, per prendere le valigie. Non prestai molta attenzione alla casa, perché sinceramente non credevo mi sarebbe piaciuta. Cercai, piuttosto, di riuscire a portare due valigie alla volta. Ero talmente impegnata che quasi non mi accorsi che Debby mi stava chiamando.
"Cosa Debby?" le chiesi. Le non mi rispose e non mi guardò. Rimase a fissare un punto davanti a se. Così curiosa, alzai lo sguardo. Stava guardando la nostra casa. Oddio, più che casa quella era una villa! Era enorme, con un bellissimo giardino, e l'entrata era chiusa da un cancelletto. Non aveva una vera propria forma, era quasi irregolare, ed era di pietra.
"Oh, mio dio!" esclamammo in coro io ed Harry. Ci guardammo, ma poi allontanai subito lo sguardo. Richard sorrise e appoggiò una mano sulla mia spalla, e l'altra su quella di Debby.
"Bella. vero?" disse poi.
"Se è bella?? Questa casa non è bella.. è di più!! Cioè è fantastica!" esclamò lei facendo scoppiare a ridere Richard.
"E sul retro c'è anche la piscina.." disse poi come se niente fosse. Noi ragazze strillammo e lui sorrise. "Su, portate la valigie dentro che poi dividiamo le stanze." Noi tutti facemmo come ci era stato detto e in meno di dieci minuti eravamo tutti nel salotto della sala, seduti sul divano per organizzarci in quale camera dormire e con chi.
"Niall e Liam potrebbero condividere la stanza.." iniziò mia mamma. "E Sarah e Debby anche, visto che sono le uniche femmine.." continuò Richard. Noi annuimmo. "Così rimangono Louis, Harry e Zayn che potrebbero stare tutti e tre insieme.."
"Va bene!" rispose Louis.
"Io dormirò con voi?" chiese Kelly a nostra madre e a Richard. Loro annuirono. "Si, dormirò con la mamma!!" esultò lei saltellando facendoci scoppiare tutti a ridere. Poi tutti si alzarono, e presero le loro valigie per portarle nelle loro rispettive camere. Tutti ad eccezione di me e di Harry. Io avevo deciso di aspettare che quel traffico sulle scale fosse cessato per portarci le mie. Non volevo ripetere la caduta di questa mattina. Una caduta al giorno bastava e avanzava.
"Hey Sarah.." mi chiamò Harry. Io feci un verso in risposta per fargli capire che lo stavo ascoltando, ma non pronunciò niente ancora. Lo sentii spostarsi sul divano fino ad raggiungermi. Poggiò una sua mano sul mio fianco e avvicinò le labbra al mio orecchio. Sentii il suo respiro schiantarsi sul mio collo e i suoi ricci farmi il solletico. "Sai, credo che questa notte verrò a farti visita.." sussurrò con voce roca, sempre con le labbra sul mio orecchio.
Io mi allontanai di scatto. "Spera solo di arrivarci a stasera" sbottai e mi alzai dal divano, per riformare quella distanza obbligatoria che ci doveva essere tra di noi.
Lui sorrise e si sistemò i ricci con la mano destra. "Mi sono sempre piaciute le difficili.." disse facendomi l'occhiolino. Poi prendendo la sua valigia come niente fosse, salì le scale. Io dal salotto lo guardai. Ah, quanto lo odiavo!
 
 
 
 
Sapete quelle mattine, quando appena svegli, si vorrebbe rimanere tutto il giorno nel letto, abbracciati al cuscino, fregandosene di tutto e di tutti? Beh, questa era una di quelle. Avrei voluto disconnettermi da questa numerosa 'famiglia' che mi ritrovavo, senza preoccuparmi di quello che avrebbero potuto fare. Quella notte l'avevo passata cercando di tenere un occhio aperto solo per stare allerta. Dopo la battutina di Harry del pomeriggio precedente, mi ero preoccupata di riuscire a trovarmelo nel letto nel mezzo della notte. Ma fortunatamente, quel cretino, aveva preferito dormire. Si sarà sicuramente appisolato e magari si sarà anche dimenticato. E poi, insomma, cosa sarebbe venuto a fare qui con me? E sottolineo, con me. Ero lontana un miglio dalle ragazze che lo circondavano, e sinceramente ne ero anche fiera. Io ero una ragazza molto più semplice, e anche molto sensibile e dolce, anche se molte volte non se ne accorgergeva. Ma tra l'altro.. come faccio a essere dolce con quei razza di cavernicoli?
Improvvisamente sentii una mano accarezzarmi la spalla scoperta; pensai subito che fosse Debby che cercava di svegliarmi. Ma questa mano iniziò a scendere, a scendere fin troppo. E questo mi fece subito capire che non poteva essere Debby. Spalancai gli occhi e mi alzai con la schiena sul letto, ritrovandomi seduta. Indovinate, un po'? Era quel coglione di Harry.
"HARRY! Ma che cavolo fai?!" urlai, spingendolo per allontanarlo da me.
Lui mi guardò e mi rivolse un sorriso malizioso. "Sono venuto a svegliarti.."
"Levati quel sorriso dalla faccia!" sbottai. "E dove cavolo è Debby?" chiesi poi.
Lui alzò le spalle. "In bagno, credo.." borbottò. "Su dai, scendi, stiamo facendo tutti colazione!" e dopo avermi detto questo si allontanò dal mio letto e fece per uscire dalla porta. Solo in quel momento mi accorsi di cosa aveva indosso. O insomma, forse meglio dire, di cosa non aveva. Indossava solo un paio di boxer, e menomale che almeno quelli li aveva.
"Harry! Santo cielo, una maglietta?? Copriti, cavolo! C'è una minorenne in questa casa!" Urlai, riferendomi a Kelly, la mia povera sorellina di 4 anni, che doveva assistere a queste visuali già di prima mattina. Anche se mi preoccupavo più delle mie azioni. Lo sentii ridere, ma non mi rispose e non tornò nemmeno indietro. Aveva la camera, insieme a Louis e a Zayn, proprio difronte alla mia e di Debby, quindi la maglietta non aveva proprio intenzione di mettersela. Sbuffai, e mi alzai. Ormai, ero più che sveglia. Beh, insomma.. dove aveva detto che era Debby? Sono un caso perso! Indossai le ciabatte e uscii dalla camera per andare in cucina. Avevo deciso di muovermi anch'io, o altrimenti la mia colazione se la sarebbe finita Niall, come era solito ogni mattina.
Corsi in cucina, pronta a coglierlo in fragrante mentre allungava il suo braccino verso il mio delizioso croissant fumante che aspettava solo di essere mangiato da me. Ma non fu quello che vidi. No, in cucina c'erano cinque e dico cinque, ragazzi in boxer e la mia dolce sorellina in braccio a uno di loro, Liam, e la mia cara amica Debby impalata con la bava alla bocca. Ma potevo mettere la mano sul fuoco che non era per i croissant, ma bensì per quei cinque ragazzi snaturati. Ma, dico, solo io pensavo che dovevano coprirsi? C'è una bambina piccola in mezzo a loro! 
E' solo me, o fa terribilmente caldo oggi?
"RAGAZZI!! Ma esiste la parola maglia nel vostro vocabolario??" esclamai io, entrando. "Insomma, copritevi! Ci tengo alla mia vista!!" spostai lo sguardo su Debby. "E anche alla sua salute!" dissi indicandola. I ragazzi si guardarono e scoppiarono a ridere.
"Ma buongiorno isterica" disse Zayn avvicinandosi a me sorridendo. "Sai, dovresti provare a bere qualche camomilla, ogni tanto.. diventeresti più dolce!"
Gli feci un finto sorriso. "E tu prova a farti del pane e fatti tuoi.. diventeresti più sopportabile!" sbottai.
Louis si avvicinò a me e mi circondò le spalle con un braccio. "Sarah, Sarah, Sarah.. smettila di lamentarti e goditi la vista.."
Io incrociai le braccia al petto. "Si, Louis ha pienamente ragione!" disse Debby fissando con costanza i ragazzi. Perfetto, Debby mi aveva abbandonato. Così decisi che per quella mattina vi avrebbe fatto compagnia Kelly. Mi avvicinai a Liam, che la teneva in braccio e feci per prenderla io. Lui me l'allontanò.
"E no cara, finché non mi saluti come si deve Kelly non te la do!" disse mostrandomi la guancia. Io sorrisi e gli diedi un dolce bacio sulla guancia. "Adesso si che va meglio!" esclamò sorridendo soddisfatto, poi mi passò Kelly e me la sbaciucchiai tutta. Era la mia piccolina. Mia e di Liam. Ma più mia.
"Hey, anch'io voglio essere baciato così!" Esclamò Harry.
"Sogna, sogna!" dissi io lasciandolo perdere.
"Oh, ma nei miei sogni non ti limiti a questo.." ribadii lui. Giuro lo avrei strozzato. Non lo avevo mandato a quel paese solo perché c'era Kelly.
"Hey, Hazza contieniti, è mia sorella!" brontolò Liam. Così li lasciai perdere, e uscii dalla cucina.

 

 



 


IN MY PLACE, IN MY PLACE,  were lines that i couldn't change... *modeColdplayon*
Buongiorno :3
Ma schifo di capitolo è questo? >.< Insomma, non accade quasi niente :P
Ma tranquille, tra alcuni episodi inizierà la vera storia **
Intanto in questi capitoli presento tutta la perversione di Harry OuO
Harry pervertito,
Sarah isterica,
I ragazzi solo in boxer (*-*) di prima mattina (c'è io mi prenderei un'infarto, ne sono sicura. Il mio cuore è troppo debole, non credo riuscirebbe a vedere tutta quella perfezione in un colpo solo.),
Debby imbambolata,
e Kelly l'unica normale che è pure seduta in braccio a Liam **
bene, ora me ne vado perché sto scrivendo solo cavolate.
C'è non riesco a smettere, però.
Dovete fermarmiiiiiii...
no, aspettate! 
GRAZIE PER LE RECENSIONI **
non sapete quanto mi facciano piacere <3
Se vi va recensite anche questo *faccina dolce*
Bene, ora me ne vado veramente.
CIAO!! *saluta con la mano*
<3
 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


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Capitolo 5.


 

 Dopo aver lasciato i cinque ragazzi più la mia migliore amica, ormai in trans, in cucina aiutai Kelly a lavarsi e a cambiarsi. Aveva ancora il pigiama con le paperelle, così le feci indossare un vestitino a fiori e delle scarpette. E poi, per finire le feci due codine; era dolcissima pettinata così.
"Su, adesso puoi andare a giocare!" dissi alzandomi in piedi mentre lei si mise a correre per il corridoio. Per vestirla, e per essere all'incirca alla sua altezza, mi ero inginocchiata davanti allo specchio, e vedendo la mia immagine riflessa, realizzai che anch'io mi sarei dovuta andare a lavare e a cambiare. Avere solo una canottiera e dei pantaloncini corti non era il modo giusto per girare per casa in mezzo a cinque ragazzi con gli ormoni impazziti. Anche se poi, non dovrei preoccuparmi di loro, perché sono, anche se acquisiti, miei fratelli. Dovevo solo guardarmi le spalle da Harry, una persona sola. Anche se poi, avere a che fare con lui è come cercare di addomesticare un leone affamato. Debby è quella messa peggio di me. Lei non aveva nessun legame famigliare con quei cinque cretini. Ed io l'avevo lasciata da sola in mezzo a quei ragazzi dagli ormoni impazziti. Oddio, che razza di migliore amica sono?
"Debby, Debby!!" Esclamai scendendo di corsa le scale, stando attenta a non volare per terra come era mio solito fare. O ero imbranata io, o gli scalini ce l'avevano con me: erano queste le mie ipotesi. Girai l'angolo per arrivare in cucina, così la chiamai un'altra volta. "Debby! Deb-- Aiah!!" esclamai ritrovandomi con il sedere per terra. Oh, bene, ero imbranata io. Ma questa volta, Harry aveva contribuito. Mentre stavo entrando, lui stava uscendo, e visto che stavo correndo ci sono finita contro e siamo caduti tutti e due per terra come sacchi di patate. Ma, questo non bastava però. Eh, no, se dovevo cadere dovevo farlo per bene, io. Lui aveva in mano un bel bicchiere d'aranciata, e dove sarebbe caduta quella bevanda se non sulla mia canottiera?
"Ah, Sarah, sei tutta appiccicosa..!" disse lui alzandosi leggermente da sopra il mio corpo. Si, mi ero dimenticata di dire questo piccolissimo particolare. Lui era finito sopra di me, e non aveva ancora niente che gli copriva il petto.. e le gambe. Lo spinsi con forza e mi alzai a mia volta.
"Ma va!" dissi spazientita, mentre un coro di risate ci guardava divertito dalla cucina. "Liam, almeno tu che sei mio fratello.. smettila di ridere!" mi lamentai allargandomi la maglietta che ormai si era appiccicata al mio corpo, facendo vedere quello che non doveva essere visto.
"Non è colpa mia se sei imbranata, sorellina!" disse sorridendo, ed io gli feci il broncio. Non riusciva a resistere a quando gli facevo gli occhi dolci. "Aw, ma ti voglio bene lo stesso!"
"Vuoi che ti aiuti Sasi??" mi chiese Debby chiamandomi con il mio ennesimo soprannome, indicandomi la canottiera. Io annuii. "Andiamo di sopra, allora!" Mi prese per la mano e mi trascinò su per le scale.
Appena misi piede in camere lei chiuse la porta alle sue spalla e incrociò le braccia sotto il petto. "Spiegami una cosa.." iniziò e io la guardai. "Possibile che spero una cosa e quella capita a te??" disse alzando il volume della sua voce. Io la guardai stranita.
"Se volevi essere bagnata d'aranciata.." iniziai io ma lei mi fece stare zitta.
"No, io volevo essere appiccicata a uno di loro!" fece il labbruccio, "Insomma, awn era sopra di te!" Io la guardai mentre fantasticava e scoppiai a ridere.
"Niente di emozionante!" dissi, e prima che lei potesse replicare entrai in bagno. Dopo pochi minuti ero pronta, così uscii dal bagno per raggiungere Debby in camera nostra, quando la voce di mia madre echeggiò in tutta casa.
"Ragazzi, mi fate un favore??" E in risposta ricevette un lamento da parte di tutti noi che lei prese come un si. "Potete andare a fare la spesa? Qui non abbiamo niente!"
"Al primo che si prepara gli lascerò guidare la macchina!" Continuò Richard, cercando di motivare i maschi. Si i maschi, io non avevo ancora la patente.
Niall sbucò da camera sua, insieme a Liam, già vestito e lavato. "La guido io!" disse poi afferrando le chiavi che Richard teneva in mano.
"Noo!" urlò Louis uscendo dalla stanza saltellando mentre cercava di infilarsi i jeans. Cosa molto difficile, visto che stava già indossando le scarpe. "Ma io sono tuo figlio!" esclamò quasi disperato a suo padre, mentre Harry e Zayn che lo seguivano non smettevano più di ridere.
"Anche Niall lo è.." ribadì Debby trattenendo una risata. Lui corrugò la fronte. "Già.. è vero^^"
"Sarah, tieni la lista.. ricordati di prendere tutto!" disse mia madre mettendomi la lista della spesa nella tasca dei miei pantaloncini.
Io annuii. "Su, su muoversi!" Esclamò Niall afferrando Debby per i fianchi facendola arrivare alla porta d'ingresso.
 
Una volta arrivati al supermercato più vicino, Niall parcheggiò la macchina nell'unico posto all'ombra di tutto il piazzale. A me non capita mai tutta questa fortuna. Scesi dalla macchina, afferrai la borsa sul sedile e iniziai ad incamminarmi verso l'ingresso con tutti i ragazzi dietro. In quel momento sembrava che fossi più grande io di loro. E vi ricordo che ho due anni in meno..
Entrammo dentro il supermercato e subito ci accolse un'ondata di aria fresca. Mi guardai intorno, per ispezionare il negozio: era enorme. Non c'era solo quello di alimentari, ma anche quelli di vestiti, di elettronica e di musica. Oddio, avrei dovuto portarmi più soldi dietro. Ma sarei assolutamente entrata lo stesso in quello dei vestiti.. i completi mi sembravano davvero carini anche se li avevo visti di sfuggita. Mi girai verso i ragazzi, ma non li vidi più: al mio fianco era rimasta solo Debby.
"Ma dove sono spariti?" le chiesi guardando da ogni direzione, ma niente, non li trovavo. Strano, perché quei cinque non passavo tanto inosservato.
Lei alzò le spalle, "Sono corsi via appena entrati.." disse poi. Io scossi la testa.
"Quanto sono infantili.." borbottai tra me e me, poi afferrai Debby per il braccio. "Su, almeno noi muoviamoci a comprare questa poche cose.." dissi prendendo in mano la lista.
Circa mezz'oretta dopo, avevamo già finito e caricato i sacchetti in macchina, ma ritornammo dentro per andar ad tirare per le orecchie i ragazzi, e tornare a casa. Esatto, non ci erano fatti ancora vivi. Se fosse stato per me, li avrei lasciati li e sarei tornata a casa, ma non avevo ancora la patente, e Debby, essendo troppo buona, non me lo avrebbe permesso.
"Sarah, prima di cercarli.. andiamo in questo negozio?" mi chiese Debby quasi implorante. Io acconsentii e entrammo. Iniziai ad guardare diverse maglie, finché Debby mi mostrò due vestiti davvero carini.
"Proviamoceli!" dissi afferrandone uno, e girandomi dall'alto opposto per andare verso i camerini, ma la mia goffaggine mi fece sbattere contro qualcuno. Sempre la solita, non cambierò mai. "Oddio, scusa!" esclamai allontanandomi velocemente da quella persona. Quest'ultima si girò dal mio lato e mi sorrise. "Sono un'imbranata!" borbottai.
"Non preoccuparti!" disse lei. "Sono anch'io imbranata, è come se avessi due piedi sinistri!" continuò lei. Era strano pensare che lo fosse anche lei. Era bellissima, sembrava una modella: alta, capelli mossi, due bellissimi occhi marroni, e aveva le curve ai punti giusti. Decisamente molto più bella di me. Ed io sono una a cui non gliene mai importato niente del suo aspetto.
"Oh, credimi," iniziò Debby, "Lei è molto peggio di te!" disse poi indicandomi, guadagnandosi una mia occhiataccia e una risata da parte della ragazza perfetta.
Poi quest'ultima ci guardò sorridendo. "Sono Eleanor, piacere" disse porgendoci la mano. Sia io che Debby gliela stringemmo sorridendole.
"Sarah!" dissi.
"Ed io Debby!" disse lei, ma poi il suo sorriso iniziò a sbiadirsi quando i suoi occhi misero a fuoco un punto dietro il corpo di Eleanor. "Sasi, ma non sono i ragazzi?" chiese poi indicandomeli.
Io strinsi gli occhi, come per vedere meglio. "Si sono loro!" esclamai, "E ci stanno guardando.." iniziai, "No, mi correggo, la stanno guardando!" continuai indicando Eleanor.
Si avvicinarono tutti verso di noi, e una volta arrivati Louis circondò il mio collo con un braccio, mentre Zayn appoggiò una mano sul fianco di Debby. Conoscendola, questione di qualche minuto e sarebbe svenuta.
"We, ragazze!" esclamò Louis.
Tolsi il suo braccio dal mio collo e lo guardai stranamente. "Da quando tutta questa confidenza?"
"Da quando hai conosciuto questa bellezza di ragazza!" disse lui facendo arrossire Eleanor. "Sono Louis!" si presentò, e a ruota fecero tutti lo stesso.
"Hey, ma non ne manca uno?" disse Debby guardandoli uno per uno.
"Già, abbiamo perso il coglione.." mormorai io. "beh, meglio così no?" esclamai facendo un sorriso angelico.
Louis mi guardò male. "Harry è lì!" disse indicandolo. E in effetti lo vidi, e come al solito era appiccicato ad una ragazza. Così mi avvicinai  pronta a trascinarlo per le orecchie.
"Tuo padre deve essere stato un ladro... "disse lui, avvicinandosi al viso della ragazza, "Perché ha rubato due stelle e le ha messe al posto dei tuoi occhi." la ragazza arrossì ed io decisi che quello era il momento giusto per rovinargli tutto. Era così vomitevole.
"STYLES!" urlai. "A quante persone hai intenzione di dirla questa frase?" lo sgridai avvicinandomi.
Loro si girarono e continuarono a guardarmi. "Non credi che sia meglio se cambiassi il tuo repertorio?" lo guardai. "Stai diventando banale bello mio.." continuai, nonostante gli sguardi mortali di Harry. "Va bene una, due volte.. ma questa è la quarta a cui glielo dici.."
"COSA?" Esclamò la ragazza ed io cercai di non farmi scappare una risata.
"No, sta mentendo, lo giuro.." esclamò Harry, "Sei la prima a cui lo dico"
"Su, Styles, muovi quel culo, e andiamocene, ti stanno aspettando tutti!" Lo afferrai da un braccio. "E scusalo ragazza, ma è fatto così!"
"Ti odio!" mi mormorò Harry dopo esserci allontanati.
"Oh, anch'io!" sorrisi soddisfatta.

 
Ancora soddisfatta per la figura di merda che avevo fatto fare ad Harry, scesi dalla macchina con un grande sorriso stampato in faccia. Presi un sacchetto dal cofano e mi avvicinai all'entrata di casa, frugando nella mia borsa per la chiave. Agli altri sacchetti ci avrebbero pensato i ragazzi. Mentre camminavo sentii un rumore pesante di passi, poi una mano mi circondò la vita e i dei riccioli sfiorarono il mio collo quando avvicinò il suo viso al mio. Chi poteva essere se non Harry?
"Non pensare che la passerai liscia.." mi sussurrò con le labbra appoggiate al mio orecchio.
"Cos'è una minaccia, Styles?" gli chiesi quasi acida.
Lui sorrise. "No, ti sto solo dicendo di guardarti le spalle.." disse ancora bisbigliando nel mio orecchio. Io rabbrividii, ma fortunatamente lui non se ne accorse. Non avevo idea del come mai lo feci, perché non avevo paura! Poi si allontanò dal mio corpo per avvicinarsi ad Louis, ed io mi sentii più leggera, come se mi fossi tolta un peso dallo stomaco.
"Grazie ragazzi, siete dei tesori!" disse mia madre, quando fummo entrati tutti e le avemmo portato tutti i sacchetti in cucina. Lei ne prese uno e incominciò a svuotarlo. "Chi mi aiuta a.." neanche le lasciammo il tempo di finire la frase che scappammo tutti in salotto. "Beh, fa lo stesso.." mormorò dopo. "Hey, ragazzi, uscite questo pomeriggio?" ci chiese poi alzando il volume della voce.
"No!" gli rispose subito Louis. Beh, a me forse sarebbe piaciuto fare un giro insieme a Debby per il centro, guardare qualche vetrina, e mettere gli occhi su dei ragazzi che avremmo potuto incontrare.. Una volta, incontrammo un ragazzo davvero bello in una gelateria: alto, moro, occhi verdi, magro, aveva un solo orecchino.. insomma era figo. Quel giorno io e Debby lo passammo a seguirlo per la città. "E anche te Sarah! Oggi devi assolutamente rimanere a casa!" urlò Louis.
"Cosa?" chiesi urlando a mia volta. Insomma, se volevo uscire, uscivo! Chi era lui per impedirmelo?
"Dai ti prego, devi rimanere!" disse poi avvicinandosi con una faccia quasi implorante. "Sto messaggiando con Eleanor.. e l'ho invitata qui.." continuò.
Io lo guardai confusa. "Va bene, ma che centro io..?" chiesi. "Comunque strano che ti abbia già dato il suo numero.."
"Emm, è qui che entri in gioco tu.." dissi passandosi una mano tra i capelli. "Lei non l'ha dato a me, l'ha dato a te.." Disse poi mostrandomi il cellulare. Mi correggo, il mio cellulare. "Quindi, tecnicamente l'hai invitata tu qui.."
Sbuffa, scocciata. Beh, non fraintendetemi, a me Eleanor mi stava simpatica, ma mi scocciava il fatto che sarei dovuta rimanere a casa. "Louis, dammi il cellulare!" gli ordinai, e velocemente me lo misi in tasca.
"Ah, una piccolissima cosa.. Ha detto che porta con se anche sua sorella!" disse poi correndo in camera sua.
Il pomeriggio non ci mise molto ad arrivare, quando non feci altro che stare in camera mia a parlare con Debby e a cercare di immaginare le mosse di Harry. Si, avete capito bene.. stavo ancora pensando a cosa potesse farmi! Presto si fecero le tre di pomeriggio, e arrivarono, puntuali come il passare dei secondi, Eleanor e sua sorella. Erano due ragazze bellissime, decisamente troppo belle. Eleanor mi abbracciò e poi fece lo stesso con Debby.
"Ciao ragazze!" ci salutò lei sorridente. "Lei è Anita, mia sorella!" disse presentandocela.
"Io sono Debby.. e lei è Sarah!" disse poi indicandomi. Io sorrisi e le strinsi la mano. In men che non si dica i ragazzi erano già tutti intorno a noi.
"Eleanor!" esclamò Louis afferrandola delicatamente per un braccio. "Ciao! Ti va una nuotata in piscina?" E senza darle il tempo di rispondere, la portò con lui nel giardino sul retro.
"Bene, Anita.." le sorrisi. "Questo è Liam," lo indicai, "Lui è Zayn, Niall, e questo è Harry.. E quello che ha appena rapito tua sorella è Louis!"
"Piacere!" disse lei, Niall le sorrise e le prese la mano per baciarcela dolcemente, facendola arrossire.
"Visto che siete già tutti in costume.." dissi guardandoli dalla testa ai piedi, "E' meglio se me lo vado a mettere anch'io!"
"Non preoccuparti, ci penso io ad Anita!" disse Niall facendole l'occhiolino. Era proprio questo che mi preoccupava!
Così presi Debby per mano e ci dirigemmo verso le scale per arrivare in camera nostra, quando Harry allungò un piede per farmi inciampare, ma mettendogli una mano sulla spalla riuscii a tenere l'equilibrio.
"Ma quanto sei infantile!" borbottai togliendo la mia mano dal suo corpo. Lui non mi rispose, ma continuò a guardarmi con un sorriso sulla faccia. Era strano come sorriso, quasi furbo. Non mi piaceva per niente.




 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


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Capitolo 6.
 


Ah, lo odiavo. Si lo odiavo, era insopportabile. Di chi parlavo? Beh, ovviamente di un certo ricciolino, con un sorriso strafottente, uno sguardo furbo e con un nome che iniziava per 'h' e finiva per 'arry'. Quel sorriso non riusciva ad lasciare la mia mente, e l'unica certezza che avevo era quella di tenermi sempre allerta. Così io e Debby indossammo velocemente il costume, mettendomi anche una maglietta sopra, per poi scendere al piano di sotto da tutti gli altri.
Vidi le ragazze già nel loro costume, così mi tolsi la maglia appoggiandola su una sdraio, e mi avvicinai a loro. "Bene, vedo che siete sopravvissute!" dissi sorridendo, loro si guardarono e ridacchiarono.
"Già, vedete? Sono ancora tutta integra!" disse Anita, lanciando un'occhiata furtiva al biondino.
Io e Debby ci guardammo e ridemmo leggermente. "Beh, attenta, Niall non ha ancora messo niente in bocca da pranzo.." iniziò Debby. "Non si sa mai che gli viene la voglia di morsicarti!" continuai io strizzando un occhio. Lei arrossì e sorrise imbarazzata, facendoci scoppiare tutte e tre a ridere.
"Vedo che vi state divertendo senza di me, qui.." disse Louis appoggiando un braccio sul mio collo, e l'altro su quello di Eleanor. Io glielo dolsi 'dolcemente'.
Intanto si erano avvicinati tutti i ragazzi, mettendosi in torno a noi. Ed erano tutti esclusivamente in costume. Cosa che fece brillare gli occhi alle ragazze, e mandare Debby quasi in iperventilazione perché Zayn si trovava ad un centimetro da suo corpo. A me, ormai non facevano nè caldo nè freddo, insomma: dopo aver sclerato mezza mattina perché giravano tutti in boxer per casa, credevo di essermi abituata a quella vista. O circa.. pensai guardandoli, sono pur sempre una femmina.
"Vi va una nuotata?" chiese Liam. I ragazzi, comprese Eleanor e Debby, annuirono, mentre io ed Anita ci guardammo come per dirci che non ne avevamo voglia.
"Beh, tuffatevi voi, io e Anita ci prendiamo un po' di sole!" dissi io. Louis alzò le spalle e prese velocemente in braccio Eleanor per poi lanciarsi in piscina insieme a lei. Zayn afferrò la mano di Debby, avvicinandosi al bordo, e quest'ultima al suo toccò arrossì come un peperone, per poi si voltarsi verso di me con un enorme sorriso. Aw, la mia migliore amica era stracotta. E lui sembrava non notare quello che le causava la sua vicinanza. Zayn era un ragazzo sveglio, ma in queste situazioni, beh.. non è che capisse tutto al volo!
Anita si sdraiò su una sdraio, ed io mi avvicinai a quella dove prima avevo appoggiato la maglia. La presi per sdraiarmi, ma appena la alzai vidi una cosa lunga ed verde sul lettino. Guardai meglio e capii che era un serpente. Avevo una paura matta dei serpenti; non riuscivo neanche a guardarli!  "AHH!" Urlai e lanciai la maglia d'impulso. I ragazzi si voltarono tutti verso di me con sguardo preoccupato. "Oddio un serpente!! Aiuto, toglietelo!" Strillai allontanandomi dalla sdraio e indicandolo con una mano. Avevo la fobia dei serpenti, ne avevo una paura matta.
Liam corse verso di me preoccupato, conoscendomi visto che era mio fratello, e cercò qualcosa per toglierlo da li. Niall si avvicinò al lettino e una volta lì, lo guardò. Riuscivo a leggere la confusione nei suoi occhi. Poi allungò una mano verso quel rettile. "Ehi, Sarah.." incominciò lui prendendolo in mano, ed io automaticamente feci un passo all'indietro. "E' finto!" continuò facendolo girare tra le sue mani.
"C-cosa??" balbettai io, calmandomi. "E' finto?" chiesi quasi supplicante. Lui annuì ed io sospirai di sollievo. Ma quello che non mi quadrava era chi fosse stato.. come non detto! Sentì la fragorosa risata dell'unica persona in disparte. Quel riccioluto mi guardava ridendo come uno scemo, tenendosi una mano sulla pancia.
"HARRY!!" urlai e lo guardai con viso assassino. "MA IO TI UCCIDO!" sbraitai. Lui smise di ridere e mi guardò quasi preoccupato.
"Dai, era solo un piccolo scherzo.." mormorò lui.
"Piccolo scherzo??? Ho la fobia dei serpenti, stupido!" urlai, lui indietreggiò ed io iniziai ad rincorrerlo.
"Ma io non lo sapevo!!" cercò di giustificarsi lui, ma non gli diedi importanza.
"Vai a farti fottere, Harry!" Lo rincorsi, mentre lui cercava di nascondersi dietro i corpi degli altri.
"Ma si vogliono sempre così bene, quei due?" sentii chiedere da Eleanor.
"Eh già.. si vogliono bene, tanto quanto possono volersene un gatto e un cane!" le rispose Louis.
Io intanto ero riuscita a mettere alle strette Harry. Era arrivato al bordo della piscina, ed io gli stavo davanti. Feci per spingerlo dentro, ma lui si aggrappò alle mie braccia facendoci cadere insieme. Una volta salita in superficie, lo guardai male ed uscii. "Ti odio!"
Lui mi sorrise. "Certo, dolcezza!" disse facendomi l'occhiolino. Lo lasciai stare e raggiunsi Debby.
Me l'avrebbe pagata. Oh si, se me l'avrebbe pagata.
 
 

 
A parte quel piccolo incidente con Harry, potevo dire il pomeriggio insieme alle ragazze l'avevo passato bene. Si, mi ero divertita e anche se le conoscevo da poco -Anita e Eleanor- credevo di poterle già considerare amiche. Erano davvero simpatiche, e sembrava che anche a Debby piacesse la loro compagnia.
"Sarah, mi passi il sale?" mi chiese Liam, io allungai la mano, e una volta afferrato glielo passai. Erano circa le otto di sera ed stavamo cenando nel giardino della casa. Richard aveva acceso il barbecue e aveva preparato dei spiedini -che talaltro, io adoravo- e delle bistecche. E avevo fame, quindi diciamo che riuscii quasi a raggiungere il livello di Niall. Ho detto quasi, però. Lui era imbattibile in fatto di cibo, e per quanto mi sforzavo non riuscivo più a ingoiare un altro boccone.
"Oddio, sono pienissima!" esclamai posando una mano sullo stomaco e appoggiando la schiena allo schienale della sedia.
"E ci credo, hai mangiato come un maiale!" disse Zayn facendo poi un sorriso strafottente.
Io lo guardai male. "Taci tu!"
Mia madre sospirò. "Non so quante volte ti avrò detto di mangiare più piano.." scosse la testa. "Ti affoghi sempre nel cibo.. sii più femminile tesoro!" affermò dopo.
"Bhesf, chesf c'èsh dish malesf?" chiese Niall con la bocca ancora piena di cibo. Noi tutti lo guardammo stranamente, ed io scoppiai a ridere. La traduzione era "beh, che c'è di male?". Ed io gli davo pienamente ragione.
"Beh, niente se vuole diventare una balena!" disse Zayn rivolgendomi uno sguardo furbo. Io lo guardai male e gli alzai il dito medio.
Harry ridacchiò. "Sii più femminile tesoro!" disse poi imitando la voce di mia madre. Ahh, non lo sopportavo più. Perché Louis se lo era dovuto portare, perché? Cosa ti avevo fatto, eh Louis? Eh?? Ok, la parte melodrammatica di me, aveva preso il sopravvento. Così, per evitare di fare delle scenate, mi alzai da tavola.
"Io vado in camera mia!" esclamai, e subito dopo Debby mi raggiunse. Una volta in camera mi lanciai sul mio letto a pancia in sotto e Debby mi guardò divertita.
"Tu ed Harry siete una forza!" disse lei sorridendo.
"Non mettere mai più il mio nome e quello di Harry nella stessa frase!" dissi velocemente alzando la testa verso di lei. Lei sbuffò. "Ma smettila.." iniziò ma la interruppi. "No, sono seria." affermai. "E tu questa notte mi aiuterai a vendicarmi!" dissi facendo una risata malefica.
Debby mi guardò stranamente. "Te guardi troppi film, tesoro.."
 


Erano precisamente le due di notte quando decisi, che i ragazzi si sarebbero addormentati. Così feci un segno a Debby, per avvisarla che dovevamo entrare in azione. Lei si stropicciò gli occhi e annuii assonnata. Afferrai la pila, e l'accesi. Non dovevamo accendere la luce, altrimenti se ne sarebbero accorti. Mi tolsi le ciabatte per non fare rumore e uscii silenziosamente da camera nostra. E a differenza mia, che stavo in punta di piedi, Debby li trascinava.
"Shh.. fa più piano!" le sussurrai. "A proposito.. l'hai preso il pennarello indelebile che ti avevo chiesto?"
Lei annuì. "Anche se non ho ancora capito a che ti serva.." mormorò.
"Lo scoprirai presto.." Ed eccoci arrivate davanti alla porta dei ragazzi, quella di Harry, Louis e Zayn. "Adesso dobbiamo solo entrare, ci servirebbe una chiave, o magari una carta di credito.." iniziai. "Si possiamo usarla per sbloccarla..ma dobbiamo rinforzarla con un foglio di carta.."
Debby appoggiò la mano sulla maniglia della porta e l'aprii. "Oh molto semplicemente, ci basterà fare così.." disse riferendosi a quello che aveva appena fatto.
"Si, lo sapevo.." dissi, poi entrai e mi guardai intorno. Stavano tutti e tre dormendo nel loro letto, ed erano così belli. No, Sarah! Ma a che cosa pensi? Tu sei qui per vendicarti.
"Aw, ma hai visto che dolce la faccia di Zayn quando dorme?" mi sussurrò Debby eccitata. "Sembra un angioletto!"
Io scossi la testa. "Dammi il pennarello, va!" Lo presi e mi avvicinai lentamente al letto di Harry. Fortunatamente era sdraiato a pancia in su, così aveva il viso scoperto. Mi accertai che fosse bene addormentato e mi chinai verso di lui. Aprii il pennarello e iniziai a scrivere su una guancia. Lo feci con molta attenzione, poi finendo, mi allontanai e feci il giro del letto per arrivare bene all'altra guancia.
Appoggiai il pennarello, ma lui si mosse. Rimasi a fissarlo immobile, aspettando che si calmasse. Ma continuava a muoversi, così misi una mano dolcemente sulla sua guancia e gliela accarezzai. Ma cosa mi toccava fare! Continuai ad accarezzarlo dolcemente, fino a quando sul suo viso apparve un minuscolo sorriso -che anche se mi costava molto ammetterlo mi fece provare una strana sensazione allo stomaco- e si calmò. Finii velocemente e mi allontanai. Sorrisi soddisfatta: -vediamo come riuscirà ad ammaliare le ragazze conciato così!- pensai. 
Così mi avvicinai a Debby, che si stava addormentando accanto a Zayn, e dopo averla presa per un braccio, la feci correre verso camera nostra.

 


 
Toc, toc. Qualcuno bussò alla porta della nostra camera. Gemetti e feci un verso per far capire che potevano entrare. La porta si aprì e intravidi una testa dorata.
"Hey.. buongiorno Saretta.." disse il mio fratellone sedendosi al bordo del mio letto. Io lo guardai e gli sorrisi.
"Buongiorno Liam.." lo salutai strofinandomi un occhio, poi mi alzai con la schiena in modo da sedermi anch'io.
Lui mi baciò un guancia. "Mamma e Richard hanno deciso che oggi andiamo ad un lago.." iniziò lui, provocando un mio lamento. "Davvero?" sospirai. Lui ridacchiò. "Già.. quindi è meglio che ti alzi, e vai a farti una doccia, prima che la faccia Zayn!"
Io risi. Lui mi guardò sorridendo. "Dai su, sveglia anche Debby, e poi scendete, è pronta la colazione!"
Io annuii. "Va bene papà!" Poi mi alzai e mi avvicinai al letto di Debby, mentre Liam uscì da camera nostra. Lei dormiva come un ghiro, ieri sera l'avevo fatta rimanere sveglia fino a tardi. A proposito di ieri sera.. ero troppo curiosa di vedere la reazione di Harry nel vedere la sua faccia. Gli avevo disegnato un bel paio di baffi, e un adorabile pizzetto. Si, la mia fantasia alle due del mattino non era delle migliori.. ma era la prima cosa che mi era passata per la mente e l'avevo fatto.
Avvicinai lentamente il mio viso all'orecchio di Debby. "DEBBY SVEGLIATI!" urlai. Lei spalancò gli occhi e saltò giù dal letto spaventata. Io scoppiai in una fragorosa risata e lei mi guardò male. "ahah, oddio dovevi vedere la tua faccia!!"
"Se non ti volessi bene ti avrei già mandato a farti fottere!" borbottò lei.
"Oh, ma io ti voglio bene anch'io Debbuccia.." dissi mettendole un braccio intorno al collo. "Su, scendiamo, la colazione è pronta!"
 

Quando arrivammo erano già tutti in cucina, in boxer come al loro solito, e stavano bevendo la loro tazza di latte. C'erano tutti ad eccezione di Harry. Mi sedetti su una sedia e afferrai la mia tazza colma di latte e ci versai un goccio di caffè. "Dov'è Harry?" chiesi poi a Louis.
Lui alzò le spalle. "Dovrebbe scendere a momenti.." E come se lo avessimo chiamato sentii i suoi passi pesanti scendere le scale e poi intravidi la sua testa riccioluta.
"Giorno.." sbadigliò lui una volta entrato. Niall lo guardò e trattenne una risata, ma Harry sembrò non farci caso. Io e Debby ci guardammo e sorridemmo complici.
Harry si sedette a tavola e i nostri occhi erano incollati alla sua faccia. "Va bene che sono bello.. ma la smettete di fissarmi?" ci chiese lui al quanto infastidito e noi togliemmo tutti lo sguardo. "Zayn mi passi lo zucchero?" gli chiese Harry guardandolo. Zayn si morse il labbro inferiore, per cercare di non scoppiare a ridere, e glielo porse. Harry lo guardò stranamente.
"Che avete questa mattina tutti?" chiese poi infastidito.
"Ti sei già guardato allo specchio Hazza?" gli chiese poi Zayn retoricamente. Harry scosse la testa confuso. Così Louis gli mise un cucchiaio davanti agli occhi per fargli vedere il suo riflesso. Harry lo afferrò e cercò di guardarsi meglio. Si alzò di scatto dalla sedia e scappò in bagno.
Io e Debby scoppiammo a ridere come due sceme e ci scambiammo il cinque. Ah, il mio capolavoro.
Louis ci guardò. "Siete state voi?"
Io sorrisi. "Certo che sei perspicace caro mio.." dissi, e lui sbuffò.
"SAAARAAAAAHHHH!!!" sentii urlare dal piano di sopra. Io sussultai sulla sedia. Quel grido mi aveva spaventato.
Zayn mi guardò divertito. "Non vorrei essere in te, in questo momento.."
"Sarah! Che cavolo mi hai fatto??" mi urlò davanti alla porta della cucina.
"Ma non ti piace? Così mi offendi, eh!" dissi facendogli il labbruccio.
"Non si toglie! Con che cosa l'hai fatto?" disse strofinandosi con la spugna le guance.
"Con un pennarello indelebile" dissi con una voce angelica.
Lui mi guardò male. “Corri!"
E fu così, che mi alzai di scatto dalla sedia e mi misi a correre per tutta la casa mentre Harry mi inseguiva con un viso rosso di rabbia e nero di pennarello. Corsi per tutto il salotto, poi uscii fuori e facemmo circa quattro volte il giro della casa. Era una scena al quanto esilarante, contando che erano appena le otto di mattino e che lui mi stava seguendo in boxer. Sarei scoppiata a ridere se non fossi stata io la vittima; proprio come stavano facendo i ragazzi che ci guardano divertiti.
"Io l'avevo detto che Sarah e Harry sono una forza!" disse Debby.
Ma sfortunatamente Harry mi prese e mi sdraiò per terra. Si mise sopra di me e solo allora vidi che in mano teneva un pennarello.
"Emh.. c-cosa vuoi fare?" balbettai.
Lui mi sorrise, poi tolse il tappo al pennarello e mi pasticciò la faccia a sua volta, nonostante io mi dimenassi come una pazza.
"Donna baffuta, sempre piaciuta!" disse poi alzandosi da sopra di me. Da questo dedussi che avevo un bel paio di baffi anch'io.
 


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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***



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Capitolo 7.


Se quel giorno non era iniziato nel migliore dei modi, non era neanche migliorato. Il programma di quel giorno era di partire in mattinata verso una valle di cui non mi ricordavo il nome, camminare per un sentiero di montagna lungo circa un'ora e mezza per arrivare ad un lago, dove avremmo mangiato e poi saremmo tornati a casa nel tardo pomeriggio. Bello, vero? Sarebbe stato meno tragico se non avessi avuto la faccia impiastrata di pennarello. Oh, a proposito: ne io ne Harry eravamo riusciti a toglierlo.
"Io non esco!" protestai, passandomi una spugna umida sulla faccia.
"Neanche io!" ribadì Harry guardandosi allo specchio mentre sfregava sulle sue guanciotte.
"No signorini! Voi venite insieme a noi, che vi piaccia o no!" disse Richard con tono severo. "Non è colpa mia se siete talmente scemi da imbrattarvi la faccia di pennarello indelebile!" Aggiunse mia madre incrociando le braccia sotto il seno.
"Ha incominciato lei!" protestò Harry. Io lo guardai male, e gli feci la linguaccia. "Te lo sei meritato!" Vidi mia madre sospirare e poi uscire di casa insieme a Richard ed ai ragazzi.
"Non fatemelo ripetere un altra volta: muovete quel culo ed entrate in macchina!" urlò Richard con tono autoritario.
Il viaggio in macchina lo passai spiaccicata tra Debby e Niall con viso imbronciato, mentre Harry, tra Zayn e Louis, aveva nascosto la faccia nel collo di quest'ultimo. Non era il modo migliore per uscire, quello con dei enormi baffi. Infatti quando arrivammo dovettero letteralmente spingermi fuori, visto che non avevo la minima intezione di uscire dalla macchina.
"Su, prima arriviamo, prima mangiamo!" disse Richard. Niall annuì velocemente. "Su, muovetevi ragazzi!" Disse poi prendendo il sentiero, e noi tutti lo seguimmo.
 
"Ah basta, io non mi muovo di qui!" esclamai lanciandomi, una volta arrivata, sull'immenso prato verde. Louis ridacchiò e Liam si sedette accanto a me.
"Hai visto che bello qui?" Liam avvicinò il suo viso al mio, che era a contatto con l'erba umida. Io scossi la testa e poi mi alzai leggermente e diedi un occhiata intorno.
"Uau.." mormorai. Era stupendo questo posto e non me ne ero nemmeno accorta. Eravamo all'inizio di questo enorme prato, che circondava un bellissimo lago dalle acque di un azzurro così acceso che sembrava essere pitturato. E il tutto era ai piedi delle altissime montagne, che anche se era estate, erano ancora innevate nelle cime più alte. Il lago giocava da specchio, si divertiva a riflettere la loro immagine. Insomma, un vero proprio quadro.
"Minchia, Harry, hai visto quelle ragazze?" disse Zayn entusiasta mentre gliele indicava. Harry seguì il suo dito ed io feci lo stesso, curiosa. Erano tre ragazze in costume che stavano giocando a pallavolo.
"Uau uno spettacolo della natura!" esclamò Harry mentre Zayn gli appoggiò il braccio intorno al collo. Io mi sbattei una mano sulla fronte, e li guardai di sbieco. Pronto?? La natura ce l'avete davanti!! Il lago, le montagne, il verde!! Non quelle tre.. emh sgualdrine! Ah.. i maschi, e il loro irrilevante cervello!
"Mi dispiace dirtelo ma non ti filerà nessuna oggi, caro mio." Dissi appoggiando la testa alla spalla di Liam. Harry mi guardò male.
"Oh ma da che pulpito, signora baffuta!" disse poi con un sorrisetto. Io sbuffai e non gli risposi, e mentre i ragazzi si avviarono spavaldi verso le ragazze, io mi avvicinai a Debby.
"Ah, che rabbia!" esclamò Debby, "E se mi metto anch'io in costume, eh?"
Io risi, "Oh, siamo gelose, eh Debbuccia?"
Lei mi guardò imbarazzata. "Eh? Io..? Ma che.." la guardai male e lei abbassò lo sguardo. "..si!" ammise poi.
Io feci una sorriso furbo. "Che ne dici di farlo impazzire?"
Lei mi guardò confusa. "Eh? E come?"
"Vedrai.." dissi cercando di fare la misteriosa.
Intanto Zayn e Harry tornarono da noi sorridendo. "Abbiamo il loro numero!" disse Zayn a Louis con tono soddisfatto.
Mi morsi il labbro inferiore. Ma come fanno a farle cadere tutti ai loro piedi?
"Erano così sexy.." disse Harry cercando di avvicinarsi a Louis. Ma io allungai la gamba mettendogliela davanti al suo piede. Lui, ovviamente, non se ne accorse e inciampò cadendo sopra Niall che stava mangiando già il suo panino.
Sapevo di non aver avuto nessun motivo di farlo, ma mi era solo venuta la voglia di vederlo spiaccicato al suolo.
“Ti odio” disse lui alzandosi.
“Il sentimento è reciproco!” dissi facendogli l'occhiolino.
 
 
 
Mi raccolsi i capelli in una coda di cavallo e mi misi un cappellino in testa: erano le due di pomeriggio, una delle ore più calde della giornata, e il caldo si faceva sentire. Così io e Debby ne avevamo profittato per prenderci un po' di sole; ci eravamo tolte la maglietta -tanto tutti si erano "spogliati"- e ci eravamo sdraiate a riva del lago.
"Semplice, no?" dissi retoricamente. Avevo appena finito di raccontarle il mio piano, per far impazzire Zayn. Avrebbe funzionato sicuramente: era maschio e credo di poter conoscere bene la mentalità maschile. Insomma, abito insieme a quattro ragazzi, tra cui uno è mio fratello e gli altri tre sono fratellastri. Quindi, credetemi quando vi dico che impazziscono per poco.
"No, te lo scordi che vado a fare la civetta con lui!" disse lei con tono irremovibile.
"Dai, tanto quando vedi che inizia, emh come dire.. ad apprezzare, te ne vai lanciandolo a bocca asciutta!" le spiegai quasi implorante. "Dai, fallo!"
Lei incrociò le braccia sotto il seno. "No!" disse seria. "Anzi, perché non cerchi di andare d'accordo con lui, e magari di mettere una buona parola su di me?" mi chiese lei.
"Pff.. questa è bella! Io e Zayn.. amici?" dissi alzando un solo sopracciglio, e simulando una finta risata. "E' impossibile tesoro!"
Lei mi guardò e mi fece gli occhi dolci. Quello non era solo il punto debole di Liam, ma anche il mio. Entrambi non riuscivamo a resistere. Sopirai. "E va bene, ci proverò.." mormorai. "Però tu dovrai fare quello che ti ho detto io!"
Lei sbuffò. "Devo proprio?" Io annuii. "Assolutamente!" Mi alzai e le porsi una mano per aiutarla a mettersi in piedi, poi la spinsi leggermente verso i ragazzi, e le sorrisi di incoraggiamento.
"Sasi, Sasi!" esclamò Kelly correndo verso di me. "Mi prendi un gelato per piacere?" mi chiese lei saltellando vicino alle mie gambe, così la presi in braccio e annuii. "Ma dove?" le chiesi.
"Mamma ha detto che quel bar laggiù li vende!" Indicò un piccolo bar infondo al prato. Non ci avevo nemmeno fatto caso.
"Va bene allora!" dissi incamminandomi.
"Un cono al cioccolato per favore!" dissi una volta arrivata al signore dietro il balcone. Lui me lo porse, e dopo aver pagato glielo diedi a Kelly.
"Contenta?" le chiesi sorridendo. Lei annuì e affondò la sua bella faccina nel cioccolato. "Si!" esultò dopo. Io ridacchiai guardandola, si era sporcata il nasino. Era adorabile. "Grazie Sarah!" Mi sorrise lei. Io ricambiai il sorriso e la feci scendere dalle mie braccia. "Su, corri da mamma, e fatti pulire il nasino!" Lei annuì e fece come le avevo detto.
Mentre correva la seguivo con lo sguardo, ma poi mi soffermai su Debby. Era seduta accanto a Zayn e le aveva appoggiato un braccio intorno al collo e gli stava parlando di non so cosa. Ma da qui, sembrava che neanche lui sapesse cosa gli stesse dicendo, era più concentrato sul corpo della mia amica. Vedete? E' come vi avevo detto io. I maschi, sono un caso perso!
Aveva un sorrisino malizioso e solo lui sapeva cosa gli girasse per la testa. Povera Debby, cosa l'ho costretta a fare! Quest'ultima si avvicinò alle sue labbra, lui le appoggiò le mani sui fianchi, ma lei gli sorrise e dopo avergli sfiorato le labbra si allontanò. La faccia scioccata di Zayn era inestimabile. Vai ragazza!
"Hey Sarah.." mi disse Harry di fronte a me. Non mi ero neanche accorta di averlo davanti. Lo guardai, ma nemmeno il tempo di rispondergli che mi spinse ed io caddi all'indietro. Cercai ti tenere l'equilibrio ma non ci riuscii. No, dietro di me c'era Louis accovacciato. Ed io finii a gambe all'aria e con la schiena dentro il lago. Ma che cavolo!
"HARRY!! LOUIS!!" urlai.
"Si??" dissero loro in coro.
"Correte!" E fu così che li rincorsi per tutto il prato completamente fradicia sotto gli occhi divertiti di tutti i presenti.
 


"Oddio, che stanchezza!" Esclamai una volta entrata in casa. Non mi ero proprio stancata a stare tutto il giorno la, anche se la corsetta assatanata contro i ragazzi potevo anche evitarla. Mi aveva buttato giù il viaggio in macchina, più che altro. Mi lasciavano -i viaggi in macchina- sempre senza voglia di non fare nient'altro che lanciarmi sul letto e immergermi nei miei pensieri. Così decisi di andarmi a fare una fresca doccia per riprendermi.
"Vado a fare una doccia!" esclamai, avvertendo più che altro Zayn, perché se fosse andato prima lui, beh.. sarei riuscita ad entrare in bagno minimo dopo un'ora. Salii le scale per arrivare al secondo piano, ma mi superò mia mamma.
"Tesoro aspetta un attimo.." mi fermò, la vidi andare verso il suo bagno e dopo uscire con un flacone in mano. "Tieni, usa questo per toglierti quel pennarello.." disse, io lo afferrai e annuii. Me lo girai tra le mani, "E perché me lo dai adesso, e non questa mattina?" le chiesi.
"Volevo che capissi la lezione.." sorrise soddisfatta. "Ora muoviti a fare la doccia"
Così una volta in bagno inumidii un pezzo di cotone con quella specie di olio e sfregando il colore andò via. Sorrisi involontariamente, e decisi di non dire niente ad Harry. Si, lui doveva rimanere ancora così. Mi avrebbe dovuto implorare per dirgli come toglierlo.
Feci la doccia velocemente, e poi indossai un semplice vestito rosso. Uscii dal bagno ed entrai in camera mia e iniziai a parlare convinta che ci fosse Debby.
"Deb, indovina?" dissi eccitata, ma non aspettai che rispondesse che continuai a parlare. "Sono riuscita a togliermi il pennarello! Finalmente senza quei baffi di quel cretino di Styles! Che poi non li aveva disegnati neanche bene.." sospirai. "Certo che però mia madre poteva darmelo anche prima quel flacone!" Continuai a parlare a raffica senza guardarla, sedendomi sulla sedia accanto alla scrivania e prendendo la spazzola per pettinarmi i capelli.
"Oh ma davvero?" chiese. Ma che voce strana che aveva. Mi girai e la guardai. No mi correggo, lo guardai. Quella voce apparteneva a quel ricciolino di Harry che mi guardava furbo sdraiato sopra il mio letto mentre spupazzava un pupazzo.
"E che cavolo Styles! Avvertirmi che sei tu, no?" esclamai. "E poi questa è camera mia e di Debby, non hai il diritto di entrarci!"
Lui sbuffò. "Si, si va bene.." si fermò e poi mi rivolse un sorriso sghembo. "Prima stavi parlando di una cosa che mi interessava particolarmente.."
"Non so di cosa stai parlando.." dissi subito.
"Pensi che io sia così scemo?" mi chiese ed io lo guardai alzando un sopracciglio e rivolgendogli un sorriso divertito. "Va bene, non rispondere." sbuffò. "Dai, dammi quel flacone, e toglimi queste scritte dalla faccia!" esclamò poi.
Io scossi la testa. "No, no!" gli feci la linguaccia.
"Sarah!" disse severo. "Dai, non fare la bambina piccola!"
"Convincimi." dissi aspettando. Lui sorrise e mi si avvicinò.
"Come vuoi tu dolcezza.." Iniziò a far passare le sue dita sulla mia spalla, fino ad arrivare al collo.
"H-harry.. cosa stai facendo?" mormorai.
"Shh.." mi sussurrò lui avvicinandosi al mio orecchio.
Io rabbrividii, speravo solo che non se ne fosse accorto. E poi per quale strano motivo dovevo rabbrividire? E' quel cretino di Harry, Sarah! Mi rimproverai. Lui spostò i miei capelli dal collo, ed io mi alzai di scatto. "Va bene, hai vinto! Ti pulisco, ma te smettila di toccarmi!" esclamai andando in bagno. Lo sentii ridere, e alzai gli occhi al cielo. Quando tornai lo vidi seduto sul mio letto che mi aspettava. Mi sedetti accanto a lui e iniziai a pulirgli la faccia passando del cotone umido sulle sue guance, mentre lui non smetteva di guardarmi.
"Fatto!" dissi. Lui mi sorrise ma continuò a guardarmi senza spostarsi.
"Grazie, Sarah.." mormorò lui prendendomi la mano e accarezzandomela con il pollice. Sbagliavo, o mi aveva ringraziato? No, avrò capito male! Non avevamo mai parlato pacificamente noi due. Eppure quei suoi occhi verdi che mi scrutavano mi facevano sentire tanto piccola e l'unica cosa che riuscivo a pensare era a quanto sarebbe stato bello se mi fossi abbandonata a lui.. No Sarah! Dovevo smettere di pensare a queste cose; lui era uno sciupa femmine, quello era solo un trucco per essere più forte di me! E poi io lo odiavo, quindi dovevo allontanarmi subito.
"Saretta!" canticchiò Debby aprendo la porta di camera nostra. "Ops, ho interrotto qualcosa?" disse lei sorridendo mentre sia io che Harry ci girammo verso di lei. Io mi alzai di scatto.
"No, assolutamente niente!" borbottai.
"Se se, comunque di sotto vogliono giocare alla wii, che fate, vi unite a noi?" ci chiese poi.
Io annuii. "Perché no!" disse Harry alzando le spalle.



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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***



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Capitolo 8.



"E daii.. più veloce!" esclamò Zayn, cercando di incitare -inutilmente- il suo giocatore. Lui e Liam stavano giocando a Mario Kart, quando io, Debby ed Harry arrivammo in salotto. Erano quasi a pari merito, ma il mio fratellone, all'ultimo momento aumento la velocità e lo superò prima di toccare la linea del traguardo. "Ma noo.." si lamentò Zayn, e Liam ridacchiò.
"Ma si! E ho vinto anche questa!" Esultò poi.
"Non esultare troppo Payne!" disse Louis scherzando. Harry si sedette sul divano accanto a lui, e Debby dall'altro lato. "Ha ragione fratellone.. ti va una partita?" gli dissi sorridendo compiaciuta.
Lui sorrise divertito. "Mi stai sfidando sorellina?"
Zayn mi porse il telecomando ed io l'afferrai. "Ovvio!" esclamai.
La serata la passammo così: in salotto, a giocare con la wii, a prenderci in giro e a mangiare patatine. Naturalmente la partita la vinsi io, ed i ragazzi cominciarono a prendere in giro Liam, perché si era fatto battere da una femmina. Ma cos'è questa discriminazione contro le femmine? Ah, i maschi..
Ovviamente Harry, continuò ad essere quello di sempre, infatti non passavamo un momento senza sfotterci a vicenda. Io non sopportavo lui, e lui non sopportava me. Insomma, il nostro rapporto era perfetto nella sua imperfezione.
Così quella sera, verso le undici, andai a dormire salutando Debby con un bacio sulla guancia, e gli altri con un "Buonanotte!"
Mi stavo abituando ad avere quattro fratelli, e poi in fondo, ma molto infondo, avevamo imparato ad andare anche d'accordo. E poi per Debby, dovevo provare a farmi piacere Zayn, insomma, lei aveva accettato di farlo impazzire, ma io dovevo aiutarla a farli interagire nel modo giusto.
Il giorno dopo, mi svegliai carica come se fossi nel pieno delle mie forze. Ero tanto pimpante mentre entravo in cucina, che afferrai l'ultima brioche al cioccolato sul tavolo, prima che se la mangiasse Niall. "Buongiornoos mondoos!" esclamai prendendo un morso, e sporcandomi leggermente le labbra di zucchero a velo.
"Ciaos scleratass.." esclamò Harry ridacchiando. Io lo guardai male.
"Taci Harryss!" gli feci la linguaccia. Si, non era cambiato niente tra noi.
Niall rise. "Ti sei data allo spagnolo oggi?"
Io annuii. "Mais Oui!" gli risposi.
"Emmh, Sarah, quello è francese.." mi informò lui. Io lo guardai. "Si lo sapevo..^^"" gli feci un sorriso quasi imbarazzato, "Era per metterti alla prova.." dissi. Poi mi suonò il cellulare, segno che mi era arrivato un messaggio. Lo aprii e lo lessi. Era Eleanor, e mi aveva chiesto se sia io che Debby volevamo uscire con lei, così le risposi accentando.
"Bien Debby, Je vais with Eleanor in centro, vuoi venire with us?" le dissi. Louis scoppiò a ridere, e Zayn mi guardò stranamente, mentre Debby annuì.
"Oddio, adesso tre lingue insieme.." esclamò Harry al quanto scioccato. "Tu non stai bene, ragazza!" disse poi. Io lo guardai male, poi mi andai a preparare.
Passai il pomeriggio insieme alle ragazze, eravamo: io, Debby, Eleanor e Anita. Si era venuta anche lei. Mi stavano davvero simpatiche tutte e due. Riuscivi a parlare bene con loro: non erano come alcune ragazze che si fingevano amiche e poi ti criticavano alle spalle. Comunque passeggiando per il centro, entrammo in tutti i possibili negozi di vestiti e scarpe che incontrammo. Quindi, potrete capire benissimo che alla fine eravamo sommerse di sacchetti. Avevamo comprato circa cinque vestiti, dei pantaloncini, e due paia di scarpe a testa.
"Ragazze, vi va se domani venite da noi?" ci chiese Anita. "Potremmo fare una grigliata, che ne dite?" continuò Eleanor.
Io guardai Debby, per metterci d'accordo. "Possono venire anche i ragazzi.." borbottò Anita.
"Va bene, si, glielo chiederò!" le risposi.
Più tardi arrivammo a casa, e Debby spalancò la porta pronta a urlare 'siamo arrivate', ma io le misi una mano sulla bocca. Lei mi guardò stranamente, ed io le indicai Harry sdraiato sul divano che dormiva.
"E allora..?" mi sussurrò lei. "ti preoccupi per lui?" mi chiese sempre in un sussurro con un sorriso malizioso.
"Ma cosa vai a pensare.." sbuffai. "E che mi è venuta in mente un'idea.." mormorai, e poi corsi a prendere la panna dal frigo, e mi avvicinai ad Harry. Io sorrisi furbamente e gli spruzzai un bel po' di panna sulla mano che gli penzolava fuori dal divano. Poi gli passai leggera la mia mano sulla sua guancia in modo da fargli venire prurito, aspettando che alzasse la mano con la panna per toccarsi il viso. E l'alzò. Si, ma non toccò il suo viso. La sua mano si appoggiò sopra la mia faccia. Ed fu così che mi ritrovai piena di panna. Sentii Debby scoppiare a ridere, e poi vidi gli occhi di Harry aprirsi.
"Mi sottovaluti dolcezza.." disse sorridendo, poi passò un dito sulla mia faccia e se lo leccò. "Umm, buono!" esclamò alzandosi dal divano.
Ahh, ma come si permette?! Non lo sopporto!
 
 
 

"Ragazzi, su muovetevi! Dobbiamo essere li tra meno di quindici minuti!"
Infilai l'ultima scarpa saltellando fuori dalla mia camera, mentre Debby si stava ancora aggiustando il trucco. Io ero già pronta: stavo indossando dei semplici jeans, una maglietta bianca e una blazer nera. Qualche ora prima avevo informato i ragazzi dell'invito di Eleanor e di Anita, e loro avevo accettato entusiasti. Come biasimarli? Erano rimasti a corto di ragazze per decisamente troppo tempo, rispetto alle loro abitudini. Solo il mio dolce fratello, Liam, era seriamente fidanzato. La sua ragazza, che purtroppo era rimasta a casa, si chiamava Danielle, e stavano insieme da un anno. Ogni sera si sentivano, e rimanevano delle ore al telefono a parlare anche delle cose più inutili. Insomma, il mio Liam, non era solo un fratello perfetto, ma anche un fidanzato d'oro.
"Ecco siamo arrivati!" Disse Debby, indicando la casa di El e Anita a Zayn che stava guidando. Lui parcheggiò li vicino, e scendemmo tutti dalla macchina. Io mi aggiustai la giacchetta e andai a suonare al campanello. Mi aprì subito Eleanor, e appena mi vide mi sommerse in un caloroso abbraccio. "Sarah! Debby!" esclamò lei unendo anche Debby all'abbraccio.
Anita, accanto a noi, ridacchiò. "El, credo che preferirebbero respirare!"
Quest'ultima sciolse subito la presa. "Ops, scusate!" disse mortificata. "Ciao anche a voi ragazzi!" Dissero poi in coro le due sorelle.
I ragazzi fecero un cenno con la mano, e con la testa.
"Venite, staremo nel giardino sul retro!" disse Anita accompagnandoci alla porta finestra che si affacciava su un giardino davvero molto curato, con un grande tavolo apparecchiato per nove, e un barbecue posizionato sotto un grande albero.
"I nostri genitori ci hanno lasciato la casa libera, quindi dovremmo arrangiarci da soli!" continuò Eleanor.
A Louis comparve un sorriso malizioso. "Casa libera, dici?" Io lo guardai alzando un sopracciglio, e Eleanor gli tirò una pacca al collo.
Harry ridacchiò. "Louis, Louis, Louis.. non imparerai mai.."
Io lo guardai male. "Hazza, è meglio se tu non dai consigli.." sbuffai.
Lui si girò verso di me, ma continuò a parlare riferendosi a Louis. "Lo sanno tutti, che con le ragazze non bisogna mostrarsi pervertiti.."
Io incrociai le braccia sotto il seno, mentre continuavo ad ascoltare una delle sue perle di saggezza. "Bisogna essere dolci e romantici con tutte le ragazze.."
Io per poco non mi strozzavo con la saliva. "Si, infatti sei così dolce con me, Harold.." dissi sarcastica.
Lui mi rivolse un sorriso malizioso. "Questo perché farti innamorare di me non è nei miei piani.." disse semplicemente. "Se solo lo avessi voluto, tu ora saresti una delle tante.."
"Una delle tante?" borbottò Anita, guardandolo. Debby le appoggiò un braccio intorno al collo. "una delle tante che si è fatto.."
Io incominciai a tossire. "Sogna sogna, piccolo Styles.." Dissi cercando di nascondere il mio imbarazzo.
"Bene, avete fame?" Chiese Niall guardandoci tutti. Noi alzammo le spalle e annuimmo. "Allora, sedetevi che vi preparerò dei piatti deliziosi" Disse afferrando un forchetta e dirigendosi al barbecue.
Ero rimasta al quanto scioccata nel sapere che fosse in grado di cucinare. Avevo realmente pensato che la carne mi sarebbe arrivata bruciata. Ma invece era ottima. Passammo una serata diversa dalle altre, ma in senso positivo. Mi divertii moltissimo in loro compagnia. In compagnia di tutti, non mi riferivo solo a Eleanor e ad Anita. Si, avete capito bene. E' vero, quei cinque ragazzi sono: sfacciati, pelandroni, casinisti, infantili, e spesso mi fanno uscire dai gangheri.. ma -si, finalmente c'è un 'ma'- è proprio la loro stranezza a renderli unici. E sono abbastanza sicura che siete tutte d'accordo con me su di questo. E proprio ora, guardando Niall appoggiato con la testa alla spalla di Liam con le palpebre pesanti, e Zayn che cercava di toccarsi il naso con la lingua, pensai per la prima volta, che forse questa vacanza potrebbe essere stata la migliore che avessi mai passato.
 

Stavo iniziando a ricredermi su quei ragazzi. Avevo pensato che fossero tutti superficiali e infantili, ma mi sbagliavo. Insomma, dovevo anche capirli: si erano appena trasferiti a casa mia, avevano appena iniziato una nuova vita con una famiglia quasi estranea, e dovevano abituarsi a condividere la casa con me e mio fratello Liam. E se per me era stato tragico il loro arrivo, doveva essere stato altrettanto per loro. Mi ero fermata alla prima impressione, e avevo sbagliato. Esiste un proverbio: mai giudicare un libro dalla copertina. Ed io l'avevo completamente ignorato. Non avevo provato a conoscerli, a parlare civilmente con loro, e a capirli. Dovevo leggere quei libri, dovevo leggere affondo e capire ognuno di loro fino a riuscire a fare parte di un pezzo, anche se piccolo, della storia ancora incompleta della loro vita. Ero io quella che si era comportata da superficiale.
Così quando mi alzai quella mattina, decisi di girare pagina. Di cercare di rincominciare da capo con i miei fratellastri. Harry, era solo il migliore amico di Louis.. non era un mio fratellastro, quindi tutto il discorso sul problema di aver cambiato famiglia, con lui non c'entrava niente. Lui era proprio così di natura. Ma decisi, comunque, di provare a essere più gentile nei suoi confronti.. "No, meglio un passo alla volta: inizierò cercando di non stuzzicarlo più. Se farò finta di niente non troverà più gusto nel prendersi gioco di me." Almeno era quello che pensavo io.
Scesi le scale, e raggiunsi tutti al piano di sotto e sorrisi. “Buongiorno ragazzi!”
Diedi un bacio sulla guancia a Liam e a Debby, poi feci lo stesso con Niall, Louis e Zayn. Quest'ultimi mi guardarono abbastanza scioccati, ma scrollai le spalle e sorrisi ancora.
“Giorno..” mi salutò Zayn stranito dal mio comportamento. Ridacchiai: era così strano baciarli sulla guancia?
Improvvisamente mi sentii circondare la vita da un braccio muscoloso. Mi girai ed vidi Harry con un sorriso malizioso. A prima impressione, feci per allontanarmi e urlargli di togliersi quel fastidioso sorriso dalla faccia, ma mi ricordai del discorsi che mi ero fatta prima, e mi limitai ad un “cosa vuoi?” detto il più cordiale possibile.
“Non credi di aver dimenticato qualcosa?” Chiese sorridendo, indicando sua guancia destra. “Lo dai un bacetto anche al tuo adorato Harold?”
Io sbuffai. “E va bene, Styles..” Sospirai e velocemente appoggiai le mie labbra sulla sua guancia, lasciandogli un piccolo bacio, e mi allontanai subito.
“Ok, è completamente strana oggi..” disse lui scioccato. “Sei sicura di non essere malata?” mi chiese poi. Louis allora, si avvicinò a me e mi appoggiò una mano sulla fronte per sentire la mia temperatura.
“No, è fresca..” disse poi, togliendo la mano. “Sta bene!”
Zayn corrugò la fronte. “Non è che hai colpito la testa..” iniziò a dire ma io lo interruppi.
“Basta ragazzi, sto bene, ho solo pensato di darvi una possibilità, visto che dovremo vivere insieme..” iniziai. “Ma se volete, continuo a comportarmi come prima..”
Fu il turno di Niall ad interrompermi. “No! Mi piace questa nuova Sarah..” Io gli sorrisi e lui ricambiò.
“Awn, oddio che cosa dolce di prima mattina!” esclamò Debby mettendosi una mano sul cuore, mentre la inglobavo in un abbraccio. “Però adesso staccati, che mi viene il diabete!”
I ragazzi scoppiarono a ridere, e proprio in quel momento entrarono Richard e mia madre.
“Ragazzi, c'è venuta un'idea..” iniziò mia madre. Io la guardai e alzai un sopracciglio. Davvero? Un'altra? “Vi andrebbe di fare un po' di campeggio?” Noi tutti ci guardammo, e vidi Louis alzare le spalle, e Liam borbottare un “Perché no”
“Lo possiamo prendere come un si?” ci chiese, noi ci stringemmo nelle spalle. “Bene, allora visto che ormai avete accettato vi spieghiamo meglio..”
“Allora, l'idea è questa: oggi pomeriggio ci dirigeremo con la macchina fino a una valle, poi da li dovremo continuare a piedi. La camminata durerà due giorni..”
“Che cosa?!?” sbraitò Louis.
Ma Richard, sorvolò e continuò. “Dormiremo in delle tende, quindi dovrete attrezzarvi bene..”
“E facciamo tutto questo, per..” Disse Debby lasciando la frase in sospeso.
“Per stare tutti insieme, ovviamente..” disse mia madre, ed io la guardai di sbieco. “E perché poi, arrivati in cima, la vista sarà magnifica.. ah, un'ultima cosa, abbiamo solo tre tende, mettetevi d'accordo con chi dormire!” E detto questo andarono a prepararsi.
Harry appoggiò un braccio intorno al mio collo e avvicinò le sue labbra al mio orecchio. “Tu dolcezza, dormirai con me..”
Io rabbrividii inspiegabilmente. “Hey, hey, cos'è tutta questa confidenza?” Tolsi il suo braccio dal mio collo. “Beh..” iniziò lui ma lo interruppi.
“No, Styles, ho deciso che non ti infastidirò più, non che diventerò tua amica..” iniziai, “Dovrò vivere insieme agli altri, non insieme a te.. Quindi, perché sforzarsi tanto, quando non ti sopporto?”
Lui mi guardò negli occhi ma non mi disse niente. Poi scosse la testa, e se ne andò. 
Ero, forse, stata troppo dura?

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***



Our Summer

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Capitolo 9.



Sinceramente, quel pomeriggio con zaino in spalla e maniche ripiegate, non riuscivo a capire cosa mi infastidisse di più. Non sapevo se la mia stanchezza fosse a causa dei lunghi chilometri percorsi, o se era dovuta dal sole caldo che spendeva sopra le nostre teste, facendomi desiderare di accasciarmi sotto il tronco d'un albero e non alzarmi più. A proposito di alberi, c'erano un po' troppo pochi per i miei gusti in questo sentierino di montagna: non trovavo un po' d'ombra neanche se avessi pregato in arabo. Era dovuto all'altezza, ercai di fare un frase sensata, d'altronde tutti sanno che più si sale,  più la vegetazione diminuisce. E il sole, come a prendersi gioco di me, splendeva sempre più caldo. Cosa che mi fece seriamente pensare di fare la danza della pioggia in mezzo alla strada, con gli occhi di tutti puntati su di me. Ma mi trattenni: non per l'imbarazzo, ma perché pensai che sarebbe stato davvero un guaio camminare sotto un temporale. E comunque, constatai che la situazione peggiore sarebbe arrivata alla sera, quando avremmo dormito nelle tende. Devo ammetterlo, un po' di paura ce l'avevo: comprensibile visto che era la prima volta e che eravamo sperduti tra le montagne. Chi non vorrebbe trovarsi al mio posto? Pensai ironica.
"Debby, staccati per piacere.." si lamentò Zayn facendo un ennesimo passo in avanti, mentre la mia amica si era appoggiata al braccio di lui con l'intenzione di farsi trascinare. "Pesi!" Zayn allora, scosse un braccio, facendola staccare.
"Ma io sono stanca.." esclamò lei allungando il passo per potersi fare ancora trascinare. Ma stavolta, non si aggrappò al braccio, ma bensì allo zaino che aveva in spalla. Zayn sospirò ma non disse niente.
Io, non avendo un elastico -cosa molto furba da parte mia non averlo ricordato-, frugai nel mio zaino e trovai un cappello. Arrotolai i capelli tutti sopra il collo, e velocemente indossai il cappello, in modo da fermarli. Mi sentii già un po' meglio, ma non abbastanza. Così, per evitare un po’ di sole, cercavo di camminare tra le ombre degli altri. Si, si lo sapevo: molto maturo da parte mia. Decisi di mettermi dietro Harry, che con la sua testa riccioluta faceva più ombra, e cercai di andare a passo con lui. Prima il piede destro, poi il sinistro. Proprio come faceva lui.
Mentre stavo dietro di lui, osservandolo, un senso di colpa mi sommerse. Ero stata troppo dura con lui? Insomma, non credevo di avergli detto cose che non sapeva. Sapeva che non lo sopportavo, e il sentimento era reciproco. E allora perché avevo notato un velo di tristezza nei suoi occhi quella mattina? Non era lui che continuava a stuzzicarmi, e a sfottermi? Il nostro rapporto era giusto così. Io odiavo lui, e lui odiava me. Perché dovevo cercare di affezionarmi a lui, se poi una volta tornati a casa, a Londra, mi avrebbe dimenticato e non lo avrei più visto? Insomma, era il migliore amico di Louis e dei ragazzi, ma anche prima lo era, e non c'era mai stata un vera chiacchierata tra noi. Non che ora parliamo così tanto, però –pensai.
Mi ricordavo quando veniva a casa nostra: si intrufolava in camera di Louis, scherzava con i ragazzi, e non mi degnava di uno sguardo.
"Sarah, ma che stai facendo?" mi chiese Harry riportandomi alla realtà.
"Mm?" mugolai io, non capendo al volo a cosa si stesse riferendo.
Lui roteò gli occhi. "Perché mi stai così appiccicata e stai ricopiando i miei passi?"
Io mi fermai di botto cercando di non inciampare tra i miei piedi. "Non ti sono appiccicata!" dissi subito leggermente imbarazzata. Lui mi rivolse uno sguardo divertito, e io glielo ricambiai confusa. Poi capii: avevo negato troppo velocemente ed lui aveva notato il mio imbarazzo. "Ehm, cercavo di camminare dentro la tua ombra.." Lui scoppiò a ridere, e così fecero gli altri. Giuro, nella mia testa non sembrava tanto scema come risposta. Aveva anche senso. Ma detta ad alta voce, beh, no.
"Ragazzi, siete stanchi?" Ci chiese Richard interrompendo le loro risate.
"Se siamo stanchi ci chiedi??" Esclamò Debby guardandolo di sbieco.
"Papà, sono domande da fare??" esclamò Zayn. "Insomma, guardami! Ho praticamente Debby in braccio!"
"Ahah, suppongo che sia un si.." ridacchiò Richard. "Beh, allora credo che possiamo anche accamparci qui.." disse guardandosi intorno. Eravamo arrivati ad un prato di passaggio, ed era anche abbastanza grande. Notai infondo un'altra tendina già montata. Allora non venivano solo ai miei queste strane idee.
"Ci sono due tende per voi, e una per noi.." disse mia madre. "E visto che voi siete cinque e le ragazze due, uno di voi dovrà dormire con loro.."
Harry alzò subito la mano, ma Liam gli tirò una pacca sul collo. "Vado io, va bene?" disse poi, ed io annuii sollevata. Non sarei riuscita a superare una notte con Harry.
 

 
Io e Debby, con un fascio di ramoscelli tra le braccia, ci avvicinammo ai ragazzi, che stavano cercando di montare le tende, e appoggiammo il legname per terra formando un mucchietto. Debby poi, si sedette su un tronco, ed io la ricopiai, mettendomi al suo fianco. Rivolsi il mio sguardo ai ragazzi, che avevano quasi finito, ma la mia mente corse ad altro.
Erano già le sette di sera, e il cielo stava cominciando a oscurarsi. Ed il fatto non mi piaceva. Avevo già menzionato di aver paura, e non mi vergognavo a dirlo un'altra volta. Le montagne di notte sembravano quasi pericolose. Insomma, in quanti film, le persone muoiono nel bosco? C'è sempre la solita coppietta amorosa, lui si allontana e boom, arriva un vampiro e prima ammazza lei, e dopo lui. O viceversa.
Sinceramente, Sarah, mi sa che guardi troppi film. Mi rimproverai da sola, cercando di farmi riaffiorare il buon senso.
I miei, nel frattempo, avevano fatto amicizia con due signori che si erano sistemati per la notte a qualche metro da noi. Avevano parlato, e quei signori li avevano informati che un po' più lontano, camminando per circa due abbondanti ore si sarebbe trovato un rifugio, e loro erano intenzionati ad arrivarci per domani a mezzogiorno per mettere qualcosa di commestibile sotto i denti, così si offrirono di accompagnarci.
Non appena arrivò sera mangiammo quel poco che i miei avevano portato e poi andammo tutti nelle nostre rispettive tende.
"Debby, non pensi anche te che.." iniziai io, ma lei non mi lasciò finire. "Che questo posto metta i brividi, che sia spaventoso e che questa notte non riuscirò a dormire?" disse quasi più spaventata di me. "Si, lo penso anch'io.." balbettò. Io mi morsi il labbro inferiore per cercare di non ridacchiare.
"Su, mettiamo il pigiama prima che entri mio fratello!" esclamai lanciandole il suo e prendendo il mio. Liam, invece, si era andato a cambiare nella tenda dei ragazzi per lasciarci la giusta privacy. Noi ci cambiammo, e dopo poco arrivò Liam.
"Bene, dove dormo?" Ci chiese guardando i tre materassi gonfiabili, uno accanto all'altro.
"In mezzo!" esclamammo insieme io e Debby, lui ci rivolse un sorriso divertito e ridacchiò.
"Ahah, va bene.." disse poi lanciandosi sul materasso di mezzo e entrando dentro il sacco a pelo. Io e Debby ci sistemammo accanto a lui, io dal lato destro e lei da quello sinistro. Prima di sdraiarci ci guardammo negli occhi, e poi appoggiammo la testa sul cuscino.
"Buonanotte ragazze.." disse Liam chiudendo i suoi occhioni.
"Buonanotte Liam.." mormorò Debby. Io sospirai, poi guardandomi intorno, non pensai due volte a fiondarmi accanto a lui e stringerlo tra le mie braccia. "Notte, fratellone.."
Lo sentii ridacchiare e poi appoggiare una mano sulla mia. Bene, forse così sarei riuscita ad addormentarmi.. Debby rannicchiata in se stessa dentro il sacco a pelo sembrava volesse aggrapparsi anche lei a Liam, ma non si osava. Allora lui, accorgendosene, allungò un braccio anche verso di lei.
Finalmente sentii le palpebre pesanti e chiusi gli occhi, pronta ad accogliere un nuovo sogno.
Uuh. Uuh.
Aprì gli occhi. Poi sospirai, doveva essere stato solo un gufo. I gufi fanno questo verso, giusto? Richiusi gli occhi cercando di addormentarmi almeno questa volta. Infondo questo verso era cessato.
Crap.
Spalancai nuovamente gli occhi. Cos'era stato questa volta? Mi alzai leggermente con la schiena e scossi Liam con un braccio. Lui si lamentò in risposta. "Lo senti anche te?"
"No, torna a dormire Sarah.. te lo sarai immaginato." Io annuii e cercai di riaddormentarmi.
Crap. Crap.
No, non me lo sono immaginato. Mi sedetti e cercai di svegliare Debby. "Pss! Debby!"
"Cosa??" sussurrò lei aprendo gli occhi.
"Ho paura.." biascicai.
Uuh. Uuh.
Ci guardammo. "Sarà sicuramente il vento.." disse lei.
Improvvisamente la tenda s'illuminò. Io e lei ci girammo alla mia destra, e vedemmo un ombra riflessa sul lato della tenda. Restammo un momento in silenzio, ma quest'ombra si mosse e non sembrava un essere umano.
"AHHHHHHH!" Urlammo insieme io e Debby. Liam si alzò di scatto.
"Ma si può sapere, che avete da urlare?" Noi glielo indicammo. Ma non c'era più. Sentii un rumore: come se si stesse aprendo una cerniera. Poi capii. La cerniera della porta della tenda.
"Oddio, ho paura!" esclamò Debby. "Liam, aiuto!"
Ma ad un certo punto, sentii una risata. Una risata troppo familiare. Ed ecco che intravidi una testa riccioluta entrare dentro la nostra tenda, con appresso un altro cretino.
"HARRY! ZAYN!" urlò Debby.
"HARRY SEI MORTO!" sbraitai io lanciandomi addosso e lui e facendolo cadere per terra. Mi misi sopra di lui e lo riempii di pugni sul petto. E mi innervosivo, perché sembrava non sentisse niente. "Come hai potuto farlo?? Deficiente!"
"Oh, calma Sarah.. era solo un innocuo scherzo.." Disse fermandomi le mani e girandosi in modo da essere lui sopra di me. Io lo tolsi. "Andatevene!" Urlai.
Vi basta sapere che non se ne andarono facilmente.
 
 


Mi appoggiai un mano in fronte e chiusi un istante gli occhi. Gli altri camminavano dinanzi a me ed io li seguivo quasi trascinando i piedi. Avevo dormito poco la scorsa notte: un po' perché avevo paura, e anche per colpa di quello scemo dai capelli ricci, e il suo compagno d'avventura con i capelli che sfidavano le leggi della gravità. Harry e Zayn, per intenderci.
I due signori, di cui tra l'altro avevo scoperto i loro nomi, Paul e Simon, ci fecero da giuda, introducendoci il nome di qualche pianta ogni qual volta che le intravedevano a bordo della strada sterrata. Io neanche cercavo di rendermi interessata, avevo solo voglia di fermarmi per una mezz'oretta per recuperare il sonno perduto.
"Debby, spiegami.." Le presi la mano cercando di sostenere il suo passo. "Come mai tu sei così arzilla, mentre io sembro un zombie venuto sulla terra dall'oltretomba?"
Lei ridacchiò. "Non sono io quella che ha urlato contro Harold come una pazza, e insultandolo per quasi un'ora intera.." Io arrossii. Beh, non aveva tutti i torti, e il suo ragionamento non faceva una piega. "E poi, questa mattina ho bevuto due bicchieri di caffè.. e te sai come mi rende il caffè" disse divertita appoggiandomi una mano sul collo.
Eccome se lo sapevo. Una mattina, dopo aver bevuto troppa caffeina, era arrivata a scuola saltellando, dicendo che voleva bene a tutti, e invece di parlare normalmente, urlava. E la cosa peggiore era che non se ne accorgeva. Non oso immaginare che comportamento le potrebbe far tenere l'alcol, se era già così con un goccio di caffeina in più.
"Ho perso un piccolo particolare.. come sei riuscita ad averlo?" le chiesi.
Lei ridacchiò e si strinse nelle spalle, ma poi vedendo il mio sguardo serio, mi indicò Simon. "Me l'ha dato lui!" Sorrise.
Io sospirai: avrebbe fatto bene anche a me.
"Ragazzi vedete questa pianta?" Disse Paul soffermandosi e avvicinandosi a quel arbusto che aveva poco prima indicato.
"Guardate come sono belli i suoi frutti.." disse facendosene girare una tra le mani. "E pensate, sono anche commestibili!" Lo staccò e se lo mise tutto in bocca. "Mm, è dolcissimo!" Esclamò.
"Volete provarlo?" Chiese Simon guardando i ragazzi. Niall annuì e ne staccò uno a sua volta, ma invece di mangiarlo tutto d'una volta, ne diede un piccolo morso.
"Ragazzi, ma è buonissimo!" Esclamò ingoiando anche quella parte che gli era rimasta in mano. "Ragazzi, dovete assolutamente assaggiarlo..fidatevi!"
Louis storse la bocca. "Niall, te mangi praticamente tutto.."
"Si ma è buono davvero questo, su assaggiate e poi dite!" rispose lui, porgendone uno a Louis, uno a Zayn e un altro a Liam.
Io sospirai e mi guardai i piedi; il sole iniziava ad alzarsi nel cielo, e rendere tutto più caldo. Così pensai che era tempo di togliermi la felpa. Tirai giù la cerniera per aprirla, ma si bloccò a metà. Ah, la mia solita sfiga.
Riprovai più volte a farla scendere, ma niente. Cercai di rimandarla su, per farla sbloccare, ma era inutile. L'unica cosa che ero riuscita ad ottenere era solo la risata di qualcuno vicino a me. Non avevo bisogno neanche di guardarlo per capire chi fosse: Harry ovviamente.
"Sarah, Saretta.." disse sorridendo. "Hai bisogno d'aiuto?" Mi chiese mettendosi di fronte a me.
"No, faccio da sola." sbottai senza guardarlo in faccia. Il mio sguardo era rivolto a quella cavolo di cerniera della mia felpa. "E poi, del tuo aiuto ne faccio volentieri a meno" dissi sgarbatamente. Lo so, avevo detto che mi sarei comportata meglio con lui: ma era decisamente impossibile.
"Oh, questo è un duro colpo.." disse mettendosi una mano sul petto, proprio al punto del cuore. "Sei acida con me.." disse facendomi il labbruccio.
A questo punto gli rivolsi un frecciata con gli occhi. "Prova a farti qualche domanda sul perché, Styles.."
Lui sorrise. "Sai, ci ho già provato," iniziò. "Ma non riesco proprio a capire: io sono così dolce con te.."
Io scoppiai a ridere. "Davvero, questa è una delle battute migliori che abbia mai sentito.." Mi morsi il labbro soffocando il mio ridacchiare e provai per l'ennesima volta ad slacciare la cerniera.
Lui a quel punto sospirò. "Lasciami provare" Disse. Tolse le mie mani, poi piegò leggermente verso di lui la felpa per vedere meglio, abbassò la cerniera e con l'altra mano tolse la maglietta che era rimasta incastrata. Ed infine, con un colpo secco, slacciò la mia felpa. "Ecco fatto!" sorrise soddisfatto.
Io lo guardai, quasi stupita, ma poi scossi la testa e mi legai la felpa ai fianchi.
"Sai, adesso è il momento in cui dovresti ringraziarmi.." Disse mostrandomi la guancia.
Io sbuffai. "Grazie Styles!" Gli sorrisi e lo lasciai a guancia asciutta, iniziando ad camminare. Lo sentii sospirare e poi seguirmi. Ma ad un tratto mi fermai e lui mi finì contro.
"Perché ti sei fermata?" mi chiese confuso.
"Perché.." balbettai. "Ci siamo persi!" Dissi guardando davanti a me, dove mi sarei aspettata che ci fossero tutti gli altri. Ma invece, non c'erano. Eravamo rimasti solo io ed Harry, tra le montagne, completamente dispersi.





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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***



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Capitolo 10.

 

Immobile. Ero rimasta immobile, mentre tenevo gli occhi spalancati con sguardo vuoto davanti a me. Non riuscivo a credere di non vedere nessuno davanti a me. Mi sarei aspettata di vedere Louis che con una faccia incerta ingoiava l'ultimo pezzo di quel frutto che i signori Simon e Paul, gli avevo suggerito di assaggiare. Mentre Debby si legava i suoi capelli biondi in una disordinata coda di cavallo, e Zayn appoggiato a Liam mentre guardavano il povero Louis con sguardo divertito.
Ma mi sbagliavo. Davanti a me, invece di quella scena che speravo fosse reale, c'era solo la mia immaginazione. Un ondata di un leggero venticello, fece volare una foglia secca facendole passare la strada in orizzontale.
"Harry.." sospirai, cercandolo con la mano, come per convincermi che almeno lui non fosse sparito insieme agli altri. "Ci siamo persi.." Dissi, come per informarlo dell'accaduto, anche se era davvero evidente.
"Già.." Rispose lui, ingoiando la saliva rumorosamente. Forse perché come me, aveva troppa paura di rimanere li, o forse perché semplicemente ne aveva sentito il bisogno.
"Harry," iniziai guardandolo preoccupata. Gli scossi un braccio, per attirare la sua attenzione. "Cosa facciamo?"
Lui si volto verso di me e mi guardò dritto negli occhi. "Ed io che ne so?" disse lui quasi calmo.
Ma io, ormai non riuscivo più a trattenermi. Insomma, come faceva a essere così tranquillo? Ed fu perché non vidi più dalla paura che lo accusai.
"E' colpa tua, Harry!" esclamai. Lui mi guardò confuso. "E' colpa tua se siamo in questa situazione! Insomma, farti i cavoli tuoi ogni tanto, no?" Misi le mani sui fianchi, mentre sul suo viso iniziava a vedersi un rossore salire fino all'attaccatura dei suoi capelli. Segno che si stava arrabbiando.
"Colpa mia?" urlò lui, guardandomi come se mi volesse bruciare solo con la forza dei suoi occhi. "Mi stai accusando solo perché ti ho aiutato a sbottonarti la felpa? Mi dovresti ringraziare, invece!"
Io sbuffai. "Se non fosse stato per te, non avrei perso di vista il gruppo! Cavolo Harry, perché devi immischiarti sempre?" sbraitai. Il suo sguardo bruciava su di me. "Se non vi avessi lasciato stare ora saremo insieme agli altri!"
"Ma ti senti quando parli?" urlò. "Non senti che stai dicendo delle cavolate assurde?"
Io storsi la bocca e guardai per terra, vicino alla punta delle mie scarpe. Non risposi, la mia mente si stava sforzando di credere che non appena avrei alzato lo sguardo mi sarei ritrovata circondata dagli altri, mentre Simon e Paul ci spiegavano il territorio, e ci indicavano le strade da percorrere. Pensai che non appena sarebbero arrivati al rifugio, si sarebbero accorti della nostra assenza, e che sarebbero tornati a cercarci. Guardai l'ora: le dieci e un quarto. Avevano detto che sarebbero arrivati là verso mezzogiorno. Quindi all'incirca tra due orette. Mi ricordai quando Paul stava raccontando ai miei del rifugio, dove avremmo potuto avere un buon pranzo, e di quanto bello era quel posto. Si era soffermato sui dettagli di quel piccolo ristoro dicendoci che era grande, che offriva pasti caldi, e letti comodi, e poi si era dilungato sul percorso da intraprendere.
Un momento. Dissi fermandomi su questo particolare, e capendo mi mandai una mano sulla testa. Lui aveva spiegato la strada, ed io l'avevo completamente ignorato.
"Sono una emerita cretina.." imprecai stringendo i pugni. Harry a mio fianco trattenne una risata.
"Mi chiedevo quando te ne saresti accorta.." ridacchiò lui, facendo scorrere le mani nelle tasche dei suoi jeans.
"Zitto scemo.." lo fulminai con lo sguardo. "Mi sono accorta di una cosa.." iniziai, ma mi fermai sentendo un rumore. No, non era stato Harry a interrompermi, ma un fruscio proveniente dai cespugli li vicino.
Guardai Harry preoccupata. "Cosa è stato?" balbettai.
Lui alzò le spalle. "Sarà stato qualche animale.." disse facendomi spaventare ancora di più. Il fruscio aumentò, e intravidi un corpo lungo e viscido tra le foglie. Strillai.
"Cacchio, Harry, un serpente!" urlai lanciandomi addosso a lui. Gli circondai il collo con le braccia e lui mi prese dai fianchi, e per poi tenermi incrociai le gambe intorno alla vita.
"Sarah, tranquilla, non ti farà niente.." disse passandomi un mano nei capelli. Ed io a quel gesto stranamente mi calmai. "Guarda, non c'è più" Io annuii ma non guardai e mi strinsi più a lui, completamente assorta nelle sue carezze che trovai incredibilmente piacevoli e miracolose. Mi avevano rilassato all'istante, come nessuno aveva mai fatto prima..
Lui sospirò continuando a giocare con i miei capelli. Non erano le sue mani a farmi uno strano effetto. Era lui. Ma era talmente strano che alla fine mi staccai.
Lui mi guardò. "Come mai ti sei tolta?" mi chiese quasi dolcemente.
Gli ricambiai lo sguardo. "Perché il serpente se n'è andato.." gli risposi semplicemente.
 
 

 
Esisteva solo un aggettivo per descrivere quello che era appena successo: strano. Era strano che gli fossi saltata addosso, che lui mi abbia accarezzato i capelli stringendomi al suo corpo, che mi abbia parlato dolcemente e che io mi fossi sentita subito più tranquilla. E tutto questo dopo che ci eravamo insultati a vicenda, dopo che io gli avevo dato la colpa. Ma era ancora più strano, che, anche se mi costava molto ammetterlo, essere in quella situazione con Harry mi piaceva. Mi aveva fatto sentire protetta e sicura, e le sue parole dolci mi avevano calmato dalla vista del serpente.
E gliene ero molto grata. Ma era proprio per questo che poi mi ero staccata. Perché, anche se era stato un piccolo gesto, mi aveva scaturito tante emozioni contrastanti e quasi del tutto sconosciute al mio corpo. Non ero abituata a quel bruciore alla pancia, così fastidioso ma anche tanto piacevole. Avevo paura di quelle sensazioni, e in meno di un secondo mi ero staccata dalle sue braccia, imbarazzata.
Ingoiai la saliva e mi morsi il labbro inferiore mentre alzai lo gli occhi verso i suoi. "Grazie.." mormorai continuando a torturarmi il labbro, imbarazzata.
Lui mi sorrise. "Figurati.." mormorò passandosi una mano tra i capelli per mandarsi i ricci all'indietro. Io non riuscii a non guardarlo mentre faceva questo semplicissimo gesto -ma anche perfetto- con la mano, sentendomi sempre più spudorata. Così distolsi lo sguardo rendendomi conto che lo stavo fissando.
Presi un grande respiro e infilai le mani in tasca guardando il panorama che si riusciva a vedere da qui. Sarah, ma a cosa pensi? Mi chiesi da sola, alludendo ad Harry. Non puoi avere questi pensieri su di lui, è solo il migliore amico dei tuoi fratelli, che tu detesti con tutta te stessa. Non puoi cadere nella sua trappola come tutte le ragazze che sono state con lui. Tu sei diversa Sarah, non farti ammaliare da quei occhi ipnotizzanti, da quei riccioli sexy e da quel sorriso fottutamente perfetto.
"Non è bellissimo?" sentii una mano sulla mia spalla e un corpo accanto al mio.
"Si, è bellissimo.." dissi sovrappensiero, non facendo caso a cosa si riferisse, continuando ad immaginarmelo.
Un momento. Arrossii violentemente e mi girai verso di lui e mi sentii sollevata quando lo vidi osservare il panorama.
Poi lui si girò verso di me. "Prima mi volevi dire una cosa.. ricordi?" Mi chiese. Io lo guardai confusa. "Quando hai detto di essere di una cretina.." finì con un sorrisetto.
Io roteai gli occhi, poi capii. "Si," annuii mentre lui mi guardò aspettando che parlassi. "Ecco, Paul aveva raccontato ai miei che volevano arrivare ad un rifugio, era un percorso lungo due ore, ma sfortunatamente non l'ho ascoltato fino alla fine quando gli diceva le indicazioni.." spiegai, "Lo ribadisco, sono un vera cret.." Harry non mi lasciò finire che fece un sorriso a trentadue denti e mi sovrastò con la sua voce. "Sarah, sei un genio!" Esclamò afferrandomi entrambe alle mani e velocemente si appoggiò al mio corpo per lasciarmi un grosso e rumoroso bacio sulla guancia. Poi si staccò felice, lasciandomi stupita della sua reazione; chi se lo sarebbe aspettato?
"Ma.." mormorai confusa. Lui mi sorrise, quasi grato.
"Quella sera, mentre Paul spiegava ai tuoi, io avevo appena finito di montare la tenda, e mi ero sdraiato sull'erba a pancia in su: ero talmente stanco che mi sarei potuto anche addormentare.." raccontò.
Io lo guardai confusa. "Va bene, ma puoi dirmi cosa centra?" Lo interruppi.
"Lasciami finire!" disse. "Dicevo, ero li sdraiato, e non sapendo cosa fare, mi sono messo ad ascoltarlo.."
Io spalancai gli occhi, e sorrise felice. "Davvero? Quindi sai come arrivarci??" esultai.
Lui annuì e sorrise. "Si, oddio, su cosa aspettiamo?" urlai. "Si! si! Non dovrò passare i miei giorni dispersa tra i boschi! Si!!" Dissi frenetica trattenendomi dal saltare e battere le mani dall'eccitazione.
Lui rise. "Paul aveva detto che bisognava andare dritto verso est.." Mormorò, alzando lo sguardo.
"Est.. est, dove si trova l'est??" gli chiesi agitata.
"Sarah tranquilla, risolve tutto Harry.." mi fece l'occhiolino. "Basta guardare il sole.." iniziò, alzando la testa verso il cielo. "E' mattina, e si sa che il sole sorge a est, quindi essendo li.." lo indicò. "L'est dovrebbe essere da quella parte!" disse soddisfatto di se stesso.
Io sorrisi contenta. Saremmo arrivati al rifugio, e ci saremo riuniti agli altri.
"Allora, andiamo?" Mi chiese, poi senza aspettare la risposta iniziò a camminare verso il punto che aveva indicato prima. Io lo guardai: gli ero davvero grata. Ci aveva salvato. Se fosse stato per me, sarei rimasta li aspettando che qualcuno venisse a cercarci, o avrei intrapreso un sentiero tentando la sorte. Era la seconda volta nello stesso giorno, no mi correggo, nella stessa ora, che mi stupiva.
Lo raggiunsi correndo, e lo affiancai. Poi gli afferrai la mano destra. Vidi il stupore dipingersi sulla faccia, ma poi scosse la testa come per cacciarlo.
"Harry?" mormorai chiamandolo.
Lui fece un verso in risposta. "Mmh?"
"Grazie.." sussurrai. Non rispose, ma riuscii a vedere un piccolo sorriso formarsi sulle sue labbra.
 
 


 
Tutto quello che stava succedendo era stranissimo. Sapevo di averlo già detto, ma aver passato così tanto tempo insieme ad Harry senza esserci scannati a vicenda, beh, era alquanto assurdo. Se qualcuno mi fosse venuto a raccontare che io ed Harry saremmo andati d'accordo, anche solo per un giorno, gli avrei riso letteralmente in faccia dicendogli che molto probabilmente in quel momento non ci stava con la testa per dirmi una cosa del genere. Sembra esagerato, ma per me era così e credo che lo fosse anche per lui. Non pensavo che questa convivenza pacifica sarebbe durata a molto: anzi, non mi sarei stupita se già quel pomeriggio saremmo tornati al punto di partenza, insultandoci a vicenda. Era come se ci fossimo presi una pausa, una tregua. Insomma, dovevamo collaborare se non volevamo passare il resto dei nostri giorni sperduti chissà dove tra le montagne. Però dovevo dirlo: era stato dolce con me. Forse anche lui infondo aveva un lato dolce. In fondo in fondo, però.
E per la prima volta, non trovai niente da dirgli. Per la prima volta, mi stava anche simpatico.
Ah, ma è assurdo! Non posso pensare queste cose, non solo perché grazie a lui ci saremo salvati.Bene, gli ero grata, ma non cambiavo mica il mio comportamento nei suoi confronti per questo piccolissimo fatto.
Stavamo ancora camminando, ed ero sempre più stanca. E come se non bastasse quel sole era fastidioso. I suoi raggi arrivano dritti al mio corpo e bruciavano. Mi toccai le spalle, erano bollenti, e sperai che non fossi presa un'insolazione. E' orribile quando ci si brucia tanto da diventare rossi pomodoro, e da non riuscire poi più a dormire alla notte, perché in qualunque posizione ci si mette ci si sente pungere.
"Ah, non lo sopporto!" esclamai passandomi una mano sulla fronte, cercando di ripararmi gli occhi dal sole.
"Chi?" mi chiese confuso Harry, continuando a camminare.
Io sospirai facendo un passo più lungo degli altri per superare un masso al centro della strada. "Il sole.." borbottai.
Lui ridacchiò. "Oh, ma davvero?" mi chiese alzando solo un sopracciglio. Poteva sembrare carino quanto voleva, ma a me, quell'espressione mi infastidiva solamente.
"Già.." borbottai, superandolo di un passo, ma lui subito mi raggiunse, affiancandomi. "Fa troppo caldo, e sto sudando anche nei posti più insensati!" esclamai, facendolo scoppiare a ridere. Guardai di sfuggita la sua faccia, aveva uno strano sorriso stampato in faccia. Sempre il solito pervertito, pensai.
"Beh, vedila in questo modo," iniziò, mettendosi davanti a me, come se fosse lui che mi dovesse indicare la strada da percorrere. "Se non ci fosse stato, io non sarei riuscito ad indicare l'est, e saremmo ancora al punto di partenza.." continuò.
Si aveva la sua buona motivazione. Allungai il passo, per riuscire ad andare alla sua andatura, che improvvisamente si era fatta più veloce. "E poi, avresti preferito che piovesse? Immaginaci: dispersi, fradici, e senza un riparo."
Io sospirai. "Beh, se la metti in questo modo, potrei riuscire a conviverci.." borbottai, "E poi, il sole bacia i belli, no?" ridacchiai poi, più entusiasta.
Lui mi guardò. "No, il sole bacia i brutti, perché i belli li baciano tutti!" e dopo averlo detto, mi sorrise e mi diede le spalle.
"Cosa vuoi dire con questo Styles? Ti sei mai guardato allo specchio, eh?"
"Si, e posso dire sinceramente che sono un figo da paura!" disse facendomi l'occhiolino.
"Pff, sei solo un pallone gonfiato!" Esclamai.
Lui rimase zitto, ma sul suo volto rimase ancora un enorme sorriso soddisfatto. Ma che aveva da sorridere? Ahh, mi faceva venire i nervi.
Gonfiai le guance, e continuammo a camminare silenziosi. Solo dopo alcuni minuti decisi di parlare.
"Quanto manca Harry?" gli chiesi stanca, sforzandomi di non appendermi alla sua schiena e lasciarmi trascinare.
Lui corrugò la fronte. "Beh, è difficile da dire.." borbottò aspettando che gli arrivassi accanto. "Ma dovrebbe essere da queste parti.." Io annuii. "E' da più di due ore che camminiamo, ormai.." sospirò lui afferrandomi la mano.
Mi guardai intorno, confusa dal suo gesto. Come mai mi aveva preso per mano? Forse perché voleva aiutarmi a stare al suo passo, pensai, o forse perché semplicemente voleva incrociare le sue dita con le mie. No, impossibile, borbottai nella mia mente, e continuai a guardare davanti a me con sguardo vuoto.
E fu per questo che non riuscii a vedere una macchia rossa alla fine della salita. Mi accorsi solo di quella presenza quando quella tirò un urlo e iniziò a saltare.
"Sarah, ma la vedi anche tu?" Mi chiese confuso Harry indicandomi quella macchia con la mano libera. Io annuii.
"Chi è?" chiesi, quasi più a me che a lui.
"Una persona?" borbottò lui.
"Oh, non l'avrei mai detto.." mi portai la mano libera alla bocca. "Capitan ovvio!" esclamai dopo roteando gli occhi. "Intendo se lo riconosci.."
Lui scosse la testa, e all'improvviso vidi quella persona iniziare a correre verso di noi. 




 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***



Our Summer

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Capitolo 11.

 

Ridussi gli occhi a due fessure, per concentrare maggiormente la vista sulla persona che ci stava correndo incontro: volevo riuscire a vederle, o vedergli, il volto. Harry, al mio fianco, stava fissando anche lui quella persona, mentre la sua mano teneva ancora mia, con una presa forte e salda. Quasi come se non volesse farmi scappare. Quel ragazzo era un enigma!  Alcuni giorni si comportava come se mi odiasse, litigavamo dalla mattina alla sera, e altri giorni cercava di provocarmi perché si divertiva a infastidirmi. Poi, invece, c'erano dei momenti in cui prevaleva il suo lato tenero -facendomi stupire che ne avesse uno- ed io non capivo più niente.
"Sarah!!" sentii un urlo provenire da quella persona. "Harry!" esclamò. Io ed Harry ci guardammo; il suo sguardo era confuso. Ma il mio era sorridente; non avevo più dubbi su chi fosse quella persona. Avrei riconosciuto la sua voce tra mille.
"Debby!" esclamai, lasciai la mano ad Harry velocemente, e mi misi a correre verso di lei.
Ero stanca, è vero, ma ero talmente felice di essere arrivata che corsi come mai non avevo corso in vita mia. Le arrivai di fronte, e senza darle il tempo di pronunciare parola la strinsi in un enorme abbraccio.
"Sono così felice!" esclamai stringendola più a me.
"Dov'eravate finiti?" mi chiese velocemente. "Mi hai fatto prendere un colpo, Sarah! Avevo paura che non sareste più riusciti a trovarci! Gli altri hanno deciso di aspettarvi al rifugio, perché Simon aveva spiegato tante volte la strada da percorrere.. Io l'avevo detto agli altri di tornare indietro a cercarvi, ma ce ne siamo accorti troppo tardi della vostra assenza, e non vi eravamo riusciti a trovare! Cavolo, Sarah, ho avuto paura!" Si fermò un secondo per prendere un respiro, ed io ridacchiai: era agitatissima. "Cos'hai da ridacchiare? Io ti sto dicendo che mi hai fatto venire quasi un infarto, e tu ridi? Che diavolo di amica sei?" sbottò lei guardandomi male.
Io feci un sorriso angelico. "La tua migliore amica.." borbottai, e il suo sguardo si addolcì.
"Si, non posso negarlo.." mormorò. "Però, ti avverto" mi puntò il dito indice contro. "Se mi fai prendere ancora uno spavento del genere, migliore amica o no, ti ficco una carota su per il.."
"BEEP!" esclamai interrompendola. La guardai divertita, lei ricambiò e poi scoppiò a ridere.
Nel frattempo, Harry si era avvicinato a noi, con un enorme sorriso in faccia.
"Hey Debby.." disse poi lui facendole un cenno con la testa. "A me non mi saluti?" le chiese poi facendole un sorriso sghembo e allargando le braccia.
Lei roteò gli occhi. "Solo perché mi hai fatto preoccupare anche te!" disse lei per poi abbracciarlo. Lui ridacchiò e la strinse tra le braccia. Io rimasi a guardarli, fino a quando non sentii un urlo.
"HARRY!" Non avevo neanche bisogno di guardare chi fosse. Louis urlò nuovamente il suo nome, correndo seguito dagli altri tre. Harry non fece tempo a staccarsi da Debby che Louis gli si fiondò addosso sommergendolo in un abbraccio. "Hazza, mi hai fatto preoccupare!" borbottò poi spettinandogli i capelli.
Debby tossì. "Un piccolo aiuto..?" chiese alzando una mano. Zayn, ridacchiò e la aiutò ad alzarsi, liberandola da sotto i corpi pesanti dei suoi amici.
"Su, andiamo al rifugio.." disse Niall. "E' molto più bello di come pensiate, ve lo assicuro.." si rivolse sia a me che ad Harry.
Noi alzammo le spalle, e lo seguimmo. Arrivammo davanti a una casa, era in legno e si trovava al centro di due altissimi abeti. Entrammo dentro; subito all'entrata si trovava un ristoro, c'erano dei tavoli apparecchiati e delle persone erano già accomodate, mentre aspettavano le loro ordinazioni. Vidi alla fine della stanza una scala, anche questa in legno, che portava al piano superiore: dedussi che li si sarebbero trovate le stanze.
Liam appoggiò un braccio intorno al mio collo, e l'altro intorno a quello di Harry mostrandoci delle chiavi.
"Tenete, queste sono le chiavi della nostra stanza.." le diede in mano ad Harry. "Fatevi una doccia, e poi ci raccontate tutto.. noi vi aspettiamo fuori!" E detto questo uscì insieme agli altri. Io ed Harry ci guardammo, e poi ci dirigemmo verso la camera.
Lui aprì la porta ed io mi fiondai dentro lanciandomi sul letto.
Lo sentii ridacchiare, e poi chiudere la porta. Si avvicinò al letto e si sedette affianco a me.
"Vorrei stare qui per sempre.." borbottai stiracchiandomi.
Lui rise. "Allora io vado a farmi una doccia.." mormorò guardandosi intorno. "Ma il ricambio..?"mi chiese poi. Io alzai le spalle, e ispezionai la stanza con gli occhi. "Prova in quella borsa laggiù.." gliela indicai. Lui la prese, l'appoggiò su letto e l'aprì. Iniziò a frugarci dentro fino a quando ridacchiò. "Cavoli Sarah, ma questa è una quarta!" disse tenendo in mano un mio reggiseno. Io spalancai gli occhi e divenni rossa dall'imbarazzo. "Harry!! Fatti i fatti tuoi!!" esclamai prendendoglielo dalle mani, e spingendolo in bagno. "E muoviti a fare questa doccia, che devo farla anch'io!"
"Se vuoi possiamo farla insieme.." Esclamò.
"Nei tuoi sogni, Styles.." urlai, facendolo ridacchiare.
 
 

 
"No impossibile.." Debby si portò una mano sulla bocca, per cercare di camuffare il suo stupore. La bocca gli si era 'appena' spalancata dopo quello che le avevo detto.
"Credici, per quanto possa sembrare strano, è vero.." Mormorai distendendomi sulla sdraio, appoggiandomi comodamente con la schiena. Eravamo rimaste solo io e Debby ormai li fuori; gli altri erano rientrati dopo aver ascoltato sia me che Harry, curiosi e con lo stesso entusiasmo che avrebbero avuto se gli avessimo raccontato la trama di un nuovo sensazionale film appena uscito al cinema. Avevo già il titolo in mente: le avventurose avventure di Sarah e Harry. Riusciranno a sconfiggere il malvagio serpente e sopportare quel caldo atroce? Scopritelo dal 12 agosto, al cinema. Ok, no, non c'entrava niente, ma in ogni trailer che si rispetti, c'è sempre una domanda retorica alla fine. Insomma, almeno in tutti quelli che avevo visto io.
Ma tralasciando.. Avevo appena raccontato ad Debby dei piccoli dettagli -anche se poi tanto piccoli non erano- che avevo deciso accuratamente di evitare ai ragazzi.
"Riesci a immaginarti Styles, dolce?" le domandai, senza lasciarle poi il tempo di rispondere. "Insomma, è impossibile! E' come se mangiassi una peperetta, e invece di urlare e tossire per il bruciare alla gola, esclamassi Mmh, ma è dolcissima! Gnam!" Gesticolai cercando di farle capire il senso della mia metafora, e poi giusto per non essere ripetitiva esclamai: "Impossibile!"
Lei ridacchiò e si alzò con la schiena, per sedersi e girarsi di lato, in modo da essermi di fronte. "Già, è strano. Ma poi, scusa, non è conosciuto dalle ragazze, proprio per la sua dolcezza? E per il romanticismo?"
Io alzai un sopracciglio, e afferrai un bicchiere d'acqua fresca appoggiato sul un tavolino accanto a noi. Era carino, qui: c'erano tavolini, sedie e sdraio, come un bar vicino al mare, o in piscina. Solo che qui ne il mare ne la piscina c'erano. Eravamo sommersi dal verde. "Si, è dolce quanto un cactus nel sedere.." borbottai e presi un sorso d'acqua. Lei scoppiò a ridere. "E comunque sia, non voglio che cerchi di fare delle mosse false con me.." cercai di spiegarmi. "Insomma, ti immagini me e lui? Oddio, saremo come cane e gatto! Pensa se ci baciassimo! Ah, che cosa orrenda, stupida e raccapricciante!"
Lei rise. "A me non sembra.. potrebbe anche piacerti!" Mi guardò sospettosa, annuendo poi eccitata. "Si, si, ho ragione! Altrimenti perché lo staresti pensando?"
"Sei brava a girare la frittata, cara Debby.. Ma stai solo delirando, non mi piace Harry" Dissi prendendo un altro sorso d'acqua.
"Forse a te, potrebbe non piacere.." si soffermò un secondo. "Però a lui piaci, ne sono sicura..ti spoglia letteralmente con gli occhi.." Non la feci nemmeno finire di parlare che l'acqua che avevo in bocca finì tutta sul suo viso. La mia espressione era un misto tra il scioccato e lo sconvolto. "Ragazza che non pensa quando parla, cosa hai detto?". Mentre la sua era innocua, e anche schifata per via del mio sputo.
"Em, scusa Deb.." mormorai. "Però anche te, ma senti le cavolate che dici?"
Lei sospirò, e scosse la testa. "Lasciamo perdere, va.." Corrugò la fronte. "Sai dirmi che ora sono?"
"Le quattro.." Mormorai, "Quando continuiamo con questa camminata?" Le chiesi.
Lei si strinse nelle spalle. "Non lo so, voglio solo dormire in un letto questa notte.." Borbottò lei, ed io ridacchiai, ripensando alla scorsa notte, costrette a dormire in tenda e a subire lo scherzo di Harry e Zayn.
"Hai ragione.." Mi alzai, e porsi la mano. "Su, entriamo!" Lei l'afferrò e facemmo come appena detto. Dentro, i ragazzi stavano esultando per qualcosa a noi non nota. I miei genitori li guardavano sorridenti, e si accorsero solo della nostra presenza quando Debby tossì.
"A cosa devo tutta questa felicità?" Chiese quest'ultima appoggiandosi con un braccio al corpo di Zayn.
"Beh, perché forse, dico forse, torniamo a casa oggi.." Le rispose Louis rimanendo vago.
Io feci una faccia confusa. "Ma come? Insomma, sono le quattro di pomeriggio, non riusciremo ad arrivarci entro oggi!"
Liam sorrise. "E se vi dicessi che c'è una strada molto più corta?"
"E che tra dieci minuti passa una macchina che porta a valle?" Continuò Harry.
"Ti salterei in braccio e ti riempirei di baci!" Risposi alla sua domanda retorica. Harry mi guardò maliziosamente con uno strano sorriso stampato in faccia. "Allora vieni qui, piccolina!" Esclamò allargando le braccia.
Io alzai un sopracciglio e lo guardai di sbieco. "Stavo parlando con Liam.." Dissi.
Lui abbassò subito le braccia, e si morsicò il labbro inferiore, quasi imbarazzato. "Um, si, lo sapevo.."
Debby sorrise a trentadue denti. "Questo vuol dire che stanotte potrò dormire nel mio letto?" Guardò i ragazzi, e Niall le annuì sorridente. "Si, si, si!!" Urlò lei contenta, saltellando. "Si torna a casa!"
Noi la guardammo, e scoppiammo a ridere.
Basta escursioni per un bel po' di tempo.
 
 



Mi sciacquai la faccia sotto un getto d'acqua gelato, per riprendermi dal sonno. Sbattei le palpebre un po' di volte prima di afferrare l'asciugamano e asciugarmi delicatamente la faccia. Mi guardai velocemente allo specchio, e poi uscii dal bagno in una decenza quasi accettabile. Avevo raccolto i capelli in una coda di cavallo alta, lasciando che qualche ciocca ribelle mi cadesse sul viso, e infine avevo indossato un semplice paio di pantaloncini e una canottiera. Insomma, molto meglio dell'aspetto da zombie che avevo stamattina, e per quanto potesse essere comodo il pigiama, non potevo mica indossarlo tutto il giorno e girarci per casa. E diciamocelo, il mio pigiama era rosa con gli orsacchiotti, non sarebbe passato in osservato, e avrebbe attirato non solo l'attenzione dei ragazzi, ma anche le loro stupide battutine.
"Finalmente, Sarah, ci sei stata quasi mezz'ora chiusa li dentro!" esclamò Zayn, appoggiato al muro di fronte al bagno.
Io gli sorrisi. "Beh, ho imparato dal migliore!" Gli feci l'occhiolino, e lui sbuffò. "Comunque, buongiorno Zayn!" gli diedi un bacio sulla guancia e scesi al piano di sotto.
"Si, giorno.." mi ripose lui prima di chiudersi in bagno.
Quella mattina, finalmente aggiungerei dire, eravamo tornati alla normalità. Della sera prima avevo solo un vago ricordo, sapevo solamente che appena arrivata ero corsa in camera mia, mi ero buttata sul letto senza neanche cambiarmi, ed ero crollata. Però non riuscivo a spiegarmi come avessi fatto questa mattina a ritrovarmi nel mio pigiama. Bah, sarà stata sicuramente Debby, o forse pure io, anche se non me lo ricordavo.
Scesi le scale, e andai in cucina, trovandola seduta accanto a Niall e ad Liam e di fronte a Louis, mentre sorseggiava la sua tazza di latte fumante. "Giorno ragazzi!" Li salutai tutti.
"Giorno Saretta” dissero in coro sorridendomi. Io ricambiai il sorriso, versandomi un po' di caffè in un bicchiere, ne bevvi un sorso e affogai nei miei pensieri. Quella mattina, subito dopo alzata, mi era arrivato un messaggio da Eleanor, e dopo avermi insultato perché non mi ero fatta sentire per un bel po', mi aveva chiesto se oggi io e Debby, saremmo volute uscire con loro, a farci un giro in centro. Io avevo accettato, senza neanche aspettare che Deb mi dicesse di si. Questi giorni passati per le montagne, mi erano sembrati i più lunghi che avessi mai passato. Sembrava passato un secolo, dalla sera che avevamo mangiato a casa di Eleanor e Anita: la serata prima che partissimo per quella escursione. Eppure, anche se mi sembra un passato lontanissimo, era successo solo due giorni fa. Eravamo stati solo due giorni tra le montagne, ma sembravano i due giorni più lunghi che avessi mai vissuto, ma come biasimarmi, ne avevo passate di tutti i colori. Però so per certo, che  rimarranno impressi nella mia testa. Che tra un po' di tempo, tornerò indietro con la mente, rivivendo i migliori ricordi. Perché tra quelle montagne, io ed Harry avevamo fatto un passo in avanti verso la nostra irraggiungibile amicizia.
"Debby.." la chiamai una volta tornata alla realtà. Lei fece uno strano verso in risposta, con la bocca piena di latte. "Tra un po' arrivano Eleanor e Anita, usciamo con loro..quindi vatti a preparare!"
Lei ingoio un nuovo sorso. "Cosa? E tu me lo dici solo adesso?" mi rivolse uno sguardo quasi di rimprovero. "Mi spieghi come faccio a prepararmi se in bagno c'è Zayn? Cavolo, sappiamo tutti com'è fatto.. non ci uscirà in meno di mezz'ora!"
Io ridacchiai. "Prova a insistere.."
lei sbuffò. "Non cambierebbe niente.."
"E tu prova a sfondare la porta.." Dissi come se fosse la cosa più ovvia del mondo, e Debby uscì dalla stanza seguita a ruta dai ragazzi. Io posai il bicchiere nel lavandino e mi girai, ritrovandomi faccia a faccia, con un Harry Styles versione addormentato, con i capelli spettinati, occhi lucidi e con un paio di boxer neri. Lui mi alzò una mano come per saluto e si appoggiò con un fianco al lato della porta.
"Buonanotte.." dissi sarcasticamente, riferendomi al fatto che, dopo essersi lasciato andare ad un sospiro, aveva chiuso gli occhi.
Lui rise. "Simpatica.." Aveva una voce roca al mattino, e stranamente mi piaceva. Lo rendeva più.. ecco, non volevo dirlo, ma beh, lo rendeva più sexy.
Poi, si scostò dalla sua posizione e mi si avvicinò. Mi circondò il corpo con le braccia, come se mi stesse abbracciando da dietro, e appoggiò la testa sulla mia spalla. "Harry..?" mormorai. Lui borbottò, ma non si spostò.
Mi diede un piccolo bacio sul collo, lasciando poi le sue labbra li incollate. "Cosa stai facendo?" Balbettai cercando di allontanarmi.
"Hai un buon profumo.." disse sempre nella stessa posizione, facendo si che il suo respirò si schiantasse sul mio collo.
Iniziava a piacermi questo suo aspetto da addormentato di prima mattina..
No! Ma a cosa stavo pensando?
"Harry, non sai quello che dici.." Mi mossi di scatto, riuscendo a liberarmi della sua presa, e raggiunsi la porta che dava al salotto, ma quello che gli sentii pronunciare mi fece fermare di colpo.
"A proposito, adoro il tuo pigiama.." disse sorridendomi maliziosamente. Io mi girai e strabuzzai gli occhi, scioccata.
Cosa aveva detto?


 



Io e Debby stavamo passeggiando, insieme a Eleanor e ad Anita, per una via. Era la strada che passava per il centro, era pedonale, e ospitava i migliori negozi di tutta la città. Avevamo già qualche busta tra le mani, ma poca roba ancora. Gli occhi delle ragazze scrutavano tutti i negozi che vedevano, ma quelli di Debby non si limitavano solo a questo: era come se facesse una radiografia ad ogni ragazzo carino che ci fosse passato accanto. Mentre io ero quasi assente. Le seguivo, ma con la mente non c'ero. La mia mente vagava a quella mattina, ricordandomi di quello che era successo con Harry, e di come gli avevo risposto. La mia reazione era stata, beh come dire, esagerata? No, dai, come si era permesso a cambiarmi mentre dormivo? Non ne aveva il diritto!
"Adoro il tuo pigiama.." mi aveva detto con un sorriso malizioso. E quello mi aveva scaturito due diverse emozioni: prima la confusione, poi la voglia di riempirlo a pugni.
Così con tutta la finezza del mondo gli avevo chiesto: "Cosa cazzo hai detto?"
Aveva ridacchiato e mi si era avvicinato nuovamente. A proposito, quella mattina era stato strano: a parte la sua solita battutina, mi aveva dato un bacio sul collo. Ma cosa gli era preso? Insomma, un bacio sul collo! Bacio. sul. collo. Avete capito la gravità del suo gesto? Non doveva farlo, non doveva più permettersi di appoggiare le sue labbra su qualunque parte del mio corpo.
Anche se infondo... NO!
"Che adoro il tuo pigiama.." mi aveva risposto. "Mi piace il rosa, e poi quei orsacchiotti sono così carini.." Aveva continuato, avendo poi appoggiato le sue labbra sulla mia guancia baciandomela, e la sua mano mi accarezzò l'altra, facendola poi arrivare ai miei capelli.
"Togli quelle mani dalla mia faccia, Harry!" urlai togliendogliele velocemente. "Minchia, come ti sei permesso di cambiarmi?" Si, la mia finezza quella mattina era partita per un viaggio alle Hawaii.
"Non è colpa mia se ti sei addormentata completamente vestita, sul mio letto.." Mi aveva detto. 
Cosa?!
"Ripeti!"
"Non è colpa mia?" Io avevo scosso la testa.
"No, dopo!"
"Se ti sei addormentata?"
Chiusi gli occhi prendendo un respiro. "Più avanti"
"Completamente.." Aveva iniziato  lui, quasi divertito, ma l'avevo fermato. "HARRY!" avevo urlato, scocciata. “Sei un deficiente! E' impossibile che mi sia addormentata sul tuo letto!”
"No, sei corsa in camera mia e ti sei addormentata sul mio letto.. non è colpa mia se hai sbagliato stanza.."
Non sapendo cosa rispondergli ero rimasta a guardarlo, e poi dopo aver sentito sbraitare Debby contro Zayn, avevo deciso di lasciare la stanza.
Bene, alla fine, me l'ero cercata io. Ma cosa potevo farci se quando avevo sonno non collegavo il cervello?
 

"Allora, come sto?" Chiese Eleanor uscendo dal camerino.
"Sei stupenda ragazza!" Le rispose Debby, facendole l'occhiolino.
"Si, sorellina, sei bellissima, ma adesso possiamo andare a mangiare?" Disse Anita. "Ho fame!"
Noi ridemmo, e poi annuimmo dirigendoci verso un bar.
Una volta arrivate ci sedemmo in un tavolino all'aperto. "Volete ordinare ragazze?" ci chiese il cameriere.
Alzai gli occhi e lo guardai. Oddio, era stupendo. Era alto, aveva gli occhi azzurri, e i capelli neri che gli ricadevano sulla fronte. Quei capelli scuri, risaltavano ancora di più i suoi occhi, rendendoli più profondi. "Si, io un toast al prosciutto.." disse Anita.
"Anch'io!" disse Debby. Lui annuì.
"Io un hot-dog!" disse Eleanor.
"E tu, dolcezza?" Disse lui, guardandomi. Ho già detto che era stupendo?
"Em.. anch'io un toast.." Lui scrisse l'ordinazione, poi ci sorrise. "Arrivo subito!"
Le ragazze mi guardarono sorridendo maliziosamente. "Ma hai visto che carino??" esclamarono. Io diventai rossa, e distolsi lo sguardo, guardandomi intorno. Non l'avessi mai fatto. Intravidi cinque ragazzi in un tavolo poco più lontano dal nostro. Ebbene si, quei ragazzi erano i nostri ragazzi.
"Ragazze, guardate la.." glieli indicai. "Ma non sono loro?"
"Si sono loro.." disse Anita socchiudendo gli occhi.
"Ma che cavolo ci fanno qua?" esclamò Debby.
Io non ebbi tempo di insultarli che il cameriere di prima si avvicinò a noi. "Ecco a voi ragazze.." disse porgendoci le nostre ordinazioni.
"E questo è per te, dolcezza.." disse poi porgendomi un foglietto. Mi fece l'occhiolino e se ne andò.
Ma che caz...
Aprii il foglietto. C'era scritto un numero di telefono. Molto probabilmente il suo. Ma non feci in tempo a posarlo, che Debby me lo prese dalla mano. "Uhuh.. ti ha dato il suo numero di cellulare!!" esclamò ad alta voce, facendo girare la testa di tutti i presenti verso di noi. "Sarah, hai fatto colpo!" Urlò poi.
Io abbassai la testa imbarazzata, poi rialzai lo sguardo e incontrai un paio di occhi verdi, troppo familiari, che mi guardavano con una espressione indecifrabile. Rimasi a fissarlo immobile, fino a quando non lo vidi stringere i pugni e girarsi di spalle.
Ma cosa aveva Harry?


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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***



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Capitolo 12.
 

Erano un po' di giorni che la situazione nella nostra 'piccola' casetta in montagna era diventata -solo se possibile- ancora più strana. Erano diventati tutti più disponibili, dolci e rispettosi, mentre io mi sentivo come un pesce fuori dall'acqua. Si erano trasformati nella famiglia del mulino bianco, cosa decisamente impossibile secondo il mio punto di vista, perché famiglie così esistono solo nelle pubblicità o nei film. Ma mi ero dovuta ricredere. Erano, come dire, quasi perfetti. Ed io mi sentivo il pulcino nero della situazione. Quella che tornava tardi alla sera, che non sopportava mai nessuno e quella a cui non le andava mai bene niente. I ragazzi non mi sembravano più gli stessi. Erano calmi, e -mi ripeto- dolci e disponibili. L'unica spiegazione di questo cambiamento era pensare che fossero innamorati. O almeno io credevo così. A Louis, ogni volta che vedeva Eleanor, o che ne sentiva solamente parlare, gli si illuminavano gli occhi. Zayn cercava in ogni modo di rendere felice Debby; le preparava la colazione, anche se a sua insaputa, l'aiutava in qualunque circostanza, e lei gliene era grata. Anche a Debby piaceva Zayn, ma erano tutti e due talmente ciechi da non riconoscere che quei piccoli gesti che si scambiavano erano dovuti da un sentimento più forte dell'amicizia. Niall, invece, era forse il più 'astuto' degli altri. Con Anita andava tutto a meraviglia, e mancava poco che ci scappasse anche un bacio. E poi Liam, riusciva a stare delle ore al telefono per parlare con la sua dolce Danielle.
"Chi vuole dei pop-corn?" chiese Niall alzandosi dal divano. Louis e Liam esclamarono subito un si forte e coinciso, Zayn gli fece un cenno con la testa in risposta, mentre Harry la scosse, come per rifiutare.
"No grazie.." biascicò mentre masticava l'ennesimo orsetto gommoso e ne afferrava subito un altro, come per non farlo scappare dalla sua presa. Quel pomeriggio avevamo deciso di guardarci un film,  ma non lo seguii con attenzione; pensavo a tutt'altro. Pensavo a Daniel, e a questa sera.
Daniel è il cameriere che avevo incontrato giorni fa in un bar del centro. Quel cameriere bellissimo, dai capelli neri e gli occhi azzurri, che mi aveva lasciato il suo numero in un bigliettino. Al principio non volevo chiamarlo: avevo quasi deciso di far finta di niente. Ma le ragazze avevano insistito e forse avevano ragione: era più di una vita che non uscivo con qualcuno, che non mi interessava un ragazzo. E per loro era strano. Ma era davvero strano che non pensassi mai ad un ragazzo? Che non volevo apparire 'bella' solo per farmi notare da un 'lui'? Era così strano che mi sentivo già completa in questo modo? Avevo già troppi ragazzi nella mia vita, e non sentivo il bisogno di affezionarmi ad un altro. Cinque, bastavano e avanzavano.
Ma per Debby, Eleanor e Anita, dovevo 'vivere'. Così, quella sera avevo un appuntamento con Daniel.
"Harry mi passi un orsetto?" gli chiesi sporgendomi verso di lui.
Lui ingoiò quello che aveva in bocca, poi scosse la testa. "No" rispose poi semplicemente senza degnarmi di uno sguardo.
"Cosa?" Dissi confusa. "E perché no?"
"Perché sono miei, ecco perché!" Esclamò con un tono distaccato, come se volesse dare una fine a questa piccolissima discussione.
"Non fare il bambino piccolo, Styles!" borbottai. "Dammene uno!" Lo guardai alzando un sopracciglio e allungando una mano verso di lui.
"Stai zitta Payne!" Mi liquidò.
Quando dicevo che erano diventati tutti 'dolci e disponibili' avevo accuratamente escluso Harry. Lui era un cretino. Era diventato ancora più sgarbato nei miei confronti. Pensavo che da quando ci eravamo persi in montagna, ci fossimo avvicinati. Certo, non pensavo che saremmo diventati amici -no, quella è una parola grossa- ma pensavo che sarebbe diventato più pacifico con me. Ma evidentemente mi sbagliavo. Era peggiorato. Una volta almeno, quando mi faceva degli scherzi, sorrideva. Certo, rideva a mie spese, ma almeno si divertiva. Mentre adesso nel suo sguardo leggevo solo menefreghismo e disinteresse. Non sapevo cosa avessi fatto per renderlo così acido.
Allungai una mano, e velocemente gliene afferrai uno. Lui mi guardò male, e fece per riprenderselo, ma io me lo misi subito in bocca.
"Sei insopportabile, Sarah.." Sbuffò.
"E tu sei impossibile, Hazza.." Replicai.
"Smettila di chiamarmi così, lo sai che non mi piace!"
Alzai un sopracciglio. "Hazza, Hazza, Hazza..." dissi come se fosse una cantilena.
"Dillo ancora una volta e non sai quello che potrà capitarti.."
"Oh, ti sei incHAZZAto.."
Lui mi guardò male, e per poco non me lo trovai addosso con delle intenzioni poco buone. "Ragazzi smettetela!" Disse Liam cercando di calmarci.
Io sbuffai, e mi avvicinai all'orecchio di Harry. "Sei più acido in questi giorni.." Gli sussurrai.
"Chiediti il perché.." sussurrò anche lui.
"So che non mi sopporti" feci una pausa. "Ma prima non eri così.."
Lui con lo sguardo incollato alla tele, rimase in silenzio.
"Cosa ho fatto?"
Non rispose.
"Bene, non dirmelo..lo scoprirò da sola.." mormorai ancora al suo orecchio, per poi allontanarmi rubandogli un altro orsetto. Rosso, il suo preferito.
 


Se il vostro 'ragazzo' vi volesse portare fuori, e vi dicesse di indossare qualcosa di molto semplice, voi cosa avreste fatto? Avreste indossato la prima cosa nell'armadio o vi sareste curate nel miglior modo possibile? Beh, forse sareste rimaste semplici, ma impeccabili. Ed io cercai di fare proprio così. Scelsi dal mio armadio, un paio di jeans scuri, una camicia a quadretti azzurri e delle converse abbinate. Dopo essermi guardata un'ultima volta allo specchio decisi di essere pronta. Ma quella sera non ero l'unica che aveva un appuntamento. Anche Louis e Niall uscivano. La loro però era più un'uscita tra amici. La madre delle ragazze, aveva insegnato ad Anita un nuova ricetta, e lei moriva dalla voglia di mettersi all'opera. Così, sia lei che Eleanor ci avevano invitati a casa loro per assaggiarla. Ma per diversi motivi, avevano accettato solo Louis e Niall. Anche se ho il sospetto che l'abbiano fatto a posta, in modo da lasciarli soli. Fatto sta che a casa, ci rimasero solo Debby, Zayn, Liam e Harry. E contando che Harry, anche se era solo una palla al piede, era abbastanza tranquillo, e che Liam non si sarebbe fatto vedere per tutta la sera perché doveva chiamare Danielle, Debby e Zayn non si sarebbero accorti nemmeno della loro presenza. Erano rimasti praticamente da soli in quella casa.
"Louis sei un figo, porca carota!" dissi sorridendo, e facendolo ridacchiare. Quest'ultimo era semplicemente impeccabile nella sua camicia bianca e nei suoi jeans neri attillati. E lasciatemelo dire, gli rendevano il sedere ancora più sodo. Insomma, era un gran pezzo di gnoc.. era bellissimo.
"Ahah, lo so" mi rispose lui ammiccando. "Anche te non sei male, certo io sono molto meglio però!" disse scherzando.
"Vedo che la modestia è uno dei tuoi tanti pregi.." dissi sarcastica e fingendomi offesa.
Sentii Louis ridacchiare, e poi il peso di un braccio intorno al mio collo. "Lascialo stare, sei bellissima come sempre.." mi sussurrò quest'ultimo.
"Stai mentendo" borbottai.
"Non è vero!" disse lui baciandomi una guancia.
"Invece si" lo guardai. "Lo dici solo perché sono tua sorella, Liam!"
Lui rise. "Già forse sono un pochino di parte.." Mormorò divertito per poi avvicinarsi al frigo. Prese una bottiglia d'acqua, e se ne riempì un bicchiere.
"Cavolo Niall, è da mezz'ora che sei chiuso in bagno!" Sentii urlare dal piano di sopra. Quella era senza dubbio la voce di Harry. "Muoviti che devo farmi una doccia!"
E dopo aver sentito l'ennesimo "un attimo" di Niall, scese le scale frustato.
"Possibile che non riesco a farmi una santa doccia in pace oggi?" esclamò. Io e Louis alzammo le spalle, mentre Liam si limitò a guardarlo sorseggiando dell'acqua.
"E come mai siete tutti così ben vestiti?" ci chiese guardandoci dalla testa ai piedi, poi abbassò lo sguardo su se stesso, e quasi si sorprese a vedersi solo con un paio di pantaloncini della tuta.
"Harry, credimi, anche te così non sei niente male!" gli disse Louis strizzando un occhio, per poi guardarlo e scoppiare a ridere.
"Già!" disse Harry. "Ma vai anche tu con loro, Sarah?" mi chiese poi guardandomi, "Intendo a casa di Eleanor e Anita.."
Io scossi la testa. "No," dissi e lo vidi annuire mentre fece per dirigersi verso il salotto. "Ho un appuntamento!" continuai.
Lui si fermò di colpo, e si girò nuovamente verso di me. "Cosa?"
"Esco con qualcuno, lo capisci in questo modo?" gli chiesi sarcastica.
Lui sbuffò. "Non sono mica deficiente, ragazzina.." fece roteare gli occhi. "E che mi sembra strano pensare che tu abbia un appuntamento..Chi è lo sfigato?"
Io lo guardai male. "E' Daniel, il cameriere dell'altra volta.." gli risposi e aspettai la sua reazione. Insomma, ero fiera -se era la parola giusta da utilizzare- di uscire con lui. Era davvero un ragazzo bellissimo, e anche se ci avevo parlato poco, mi era sembrato simpatico.
Lui fece una smorfia. "Certo che deve essere messo davvero male per uscire con te.." disse poi andandosene finalmente in salotto.
"Sei uno stronzo Harry!" esclamai trattenendomi nel non dirgli parole molto più pesanti. Sapevo che scherzava, tra amici -anche se noi non ci potevamo definire tali- ci si prende in giro. Ma detto da lui sembrava così vero. E se avesse ragione? Se Daniel mi avrebbe scaricato perché non ero alla sua altezza? Insomma, lui è bellissimo, mentre io sono solamente...io.
Il suono di un clacson mi portò alla realtà. Confusa mi affacciai alla finestra, e vidi Daniel in moto davanti a casa nostra. Sorrisi involontariamente e feci per uscire, ignorando il "Ma chi cazzo è?" di Harry.
"Io esco!" urlai.
"Perditi!" mi rispose Harry cambiando canale alla tv.
Sospirai, e uscii. Mi avvicinai a Daniel e gli sorrisi.
"Sei bellissima" mi disse lui. "Pronta?" mi chiese poi. Io annuii, lui mi porse un casco e mi sedetti sulla moto. Per tutto il tempo mi sentii osservata, ma feci finta di niente. "Stringiti a me!" disse, io feci come mi aveva detto, e lui partì, allontanandosi da quella casa.
 
 

 
Socchiusi gli occhi e mi strinsi più forte a Daniel, ma lasciando sempre che un sorriso soggiornasse sul mio viso. L'aria fresca mi scompigliava i capelli anche da sotto il casco, mentre noi sfrecciavamo a tutta velocità tra le macchine ingorgate nel traffico di sera, fermandoci di tanto intanto a qualche semaforo rosso.
"Ho sempre desiderato salire sopra una di queste moto, Daniel!" esclamai ad alta voce, eccitata.
Lo sentii ridacchiare, nonostante il casco gli ovattasse le parole e il rumore degli altri veicoli gliele pacasse. "Allora credo dovrò darle una brutta notizia, signorina.." Nonostante fossi dietro di lui, capii che sul suo volto si era appena instaurato un sorriso.
"E perché mai?"
Lui invece di rispondermi subito, rallentò, fino a parcheggiare e a fermarsi. Scese dalla moto, e si tolse il casco. "Perché siamo arrivati a destinazione!" Disse poi, sorridendomi.
Io ricambiai il sorriso e scesi. Eravamo davanti a un locale, con una grande insegna luminosa che diceva "da Luigi". Era piccolo, ma per quanto potessi vedere, mi sembrava accogliente, e dalla folla che intravedevo dalle finestre, mi sembrava anche abbastanza famoso. Avrei mangiato bene, pensai soddisfatta mentre maneggiavo con la chiusura del mio casco.
Daniel, accanto a me ridacchiò. "Su, lascia fare a me!" Allungò un braccio, e con un movimento del pollice e dell'indice mi slegò il casco, e me lo sfilò, facendomi andare tutti i capelli davanti alla faccia. Gonfiai le guance, e con un gesto veloce mi nascosi delle ciocche ribelle dietro le orecchie.
"E' un ristorante italiano" mi informò lui, indicandomi l'entrata e facendo un passo in avanti. Io lo seguii, e annuii. "Spero ti piaccia il cibo italiano.."
"Scherzi, vero?" dissi sarcastica, e mentre entrammo una ventata di diversi aromi mi invase le narici, aprendomi una voragine nello stomaco, ricordandomi quanta fame avessi. "Io amo la cucina italiana!" esclamai, facendolo ridacchiare ancora una volta.
"Ho fatto bene, allora, a portarti qui.." Mi aiutò a sedermi in un tavolino apparecchiato per due, e poi si sedette nella sedia di fronte alla mia.
"Hai fatto benissimo, caro Daniel.." lo guardai furba. "Hai già un punto a tuo favore.."
Lui rise, e scartò un pacchetto di grissini, per poi portarsene uno alla bocca. La sua risata era davvero bella: era genuina, e trasmetteva felicità alla sola vista.
"Buonasera, signori, volete ordinare?" ci chiese un signore, che mi sembrava avere una quarantina d'anni. Era robusto, e aveva dei corti capelli neri pettinati all'indietro.
"Signori?" disse Daniel, aspettando che quel signore gli rivolgesse lo sguardo. "Da quando tutta questa formalità, Gigi?"
"Daniel! Non mi ero accorto che fossi tu!" esclamò quest'ultimo. "Da quanto tempo! Parlavo proprio oggi con Maria che era da un po' che non ti facevi più vedere, ma vedo che sei stato impegnato, eh?" Iniziò rivolgendomi uno sguardo furbo.
"Spiegami una cosa," si avvicinò a me, come se non volesse farsi sentire da Daniel. "Cosa ti attrae di lui? Insomma, diciamocelo, non è tutto questo splendore.."
"Gigi!" urlò Daniel, mentre io scoppiai in una fragorosa risata. "Devi sempre mettermi in imbarazzo tu?"
Lui sorrise. "Si, è mio dovere, sono o non sono il tuo padrino?" Gesticolò con le mani. "Comunque signorina, sono Luigi, ma chiamami pure Gigi!"
"Io Sarah, piacere!" Sorrisi. "Sei italiano vero? Anch'io ho delle origini italiane.."
Il suo volto si aprì in un enorme sorriso. "Mi piaci già ragazza!" Poi si rivolse a Daniel, "Vedi di non fartela scappare, tu!"
"Si, si Gigi. Ordinaci il solito, sono sicuro che piacerà anche a lei." Gigi scrisse qualcosa su un blocchetto, e poi se ne andò facendoci un cenno con la mano.
"E' simpatico.."
"Si, io direi impiccione, però.." fece una smorfia, poi però mi sorrise, come se gli avesse appena traversato la mente una grandiosa idea. "Ti va una partita a freccette?" Disse indicandomele con un cenno della testa. "Ti prometto che non sarò tanto spietato, eh, accetti?"
Io sorrisi, e mi alzai per andare a prendere una freccetta, lui fece lo stesso. "Chi perde, paga il gelato!" proposi, mentre lui tirò e fece 80 punti, per poi annuirmi soddisfatto. Io tirai a mia volta, guardai la freccetta volare fino ad impiantarsi nel cerchio in centro. 100 punti. Guardai l'espressione di Daniel: stupore puro, ma anche un pizzico di divertimento.
Inutile dirvi che la vincitrice fui io, e che alla fine lui fu costretto ad andare in una gelateria e a comprarmi un cono al cioccolato; il mio preferito. Ero stata benissimo con lui quella sera; mi ero divertita come non mi divertivo da tanto tempo. Non sapevo niente di sicuro su di noi, di cosa fossimo o di cosa provassimo; l'unica cosa certa era che questa non era l'ultima volta che saremmo usciti. Avremmo avuto tante altre serate da passare insieme. E infondo me lo aveva detto anche lui. O almeno è quello che avevo capito io, dopo che mi aveva baciato una guancia e mi aveva sussurrato un "Alla prossima, dolcezza". Così rientrai in casa sorridendo come un ebete, e urlai poi spaventata quando mi ritrovai Harry seduto sulla poltrona che mi guardava con disaccordo. Manco fosse mio padre!
"Dilettante.." borbottò. "Un bacio sulla guancia? Ti prego, un bambino di cinque anni avrebbe potuto fare meglio!"
"Fanculo Harry!" esclamai. "Sei solo geloso!"
Lui mi guardò, per poi andarsene in camera sua.



 

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***



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Capitolo 13.
 


“Sarah, porta qui il tuo fottuto culo!” Sbraitò Debby, con tutta la finezza del mondo, alle nove di mattina. Insomma, quale persona comunemente normale, si sarebbe messa ad urlare a quell'ora di mattina? Nessuna, ma evidentemente, la nostra cara Debby non era una “persona normale”. Ed io non avevo nessuna voglia di alzarmi dal mio comodo letto e iniziare una nuova giornata alle nove di mattina. Alle nove, ripeto, quando io consideravo l'alba tutte le ore prima di mezzogiorno. Ma la curiosità mi prevalse, e di controvoglia infilai le ciabatte e scesi al piano di sotto trascinando i piedi. La curiosità di che cosa, vi starete chiedendo. Bè, volevo sapere cosa avesse spinto Debby a chiamarmi a quell'ora, sapendo quanto mi piacesse dormire, e che ieri sera avevo fatto tardi. Anche se non potrebbe esserci una vera ragione: magari voleva solo che qualcuno le cucinasse delle uova strapazzate come solo io sapevo farle, o magari voleva che l'aiutassi a tener testa a quel deficiente di Harry.
O magari l'aveva solo morsa una tarantola. “Sarah!” urlò nuovamente.
“Arrivo, arrivo!” dissi esasperata. “Diventi sempre più fine, mi dicono!”
“E' quellfo che dicfo ifo!” farfugliò Niall mentre masticava l'ultimo morso alla sua brioche. “Tieni questa è per te!” me ne indicò una ancora intatta nel piattino in centro al tavolo. “Mm, grazie!” dissi afferrandola.
“Si, si, però muoviti, ingozzati, che siamo in un enorme ritardo!” Mm, cosa aveva messo nel latte stamattina? La varechina?
“In ritardo per cosa?”
“Come per cosa?” esclamò lei. “Non dirmi che ti sei dimenticata della gita al lago!”
Si, me n'ero dimenticata, ma avevo troppo cose per la testa in questi giorni! Il comportamento di Harry, l'appuntamento con Daniel.. il comportamento di Harry! Si, l'avevo già detto, ma l'avevo fatto a posta, in modo da valorizzarne la complicazione.
Perché quel ragazzo era un rebus. No, forse era meglio dire un cubo di Rubik. Quelli almeno, solo in pochi riescono a risolverli!
Ma non era solo complicato, era anche insopportabile. E irritante.
Si, avevamo fatto un passo in avanti, noi due. Già, ma dopo quelli ne avevamo fatti altri cinque all'indietro. Ma la colpa è solo sua.
“Certo che se lo è dimenticato, Debby..” borbottò riccioli d'oro. “E' troppo impegnata a fare pucci-pucci con quel cameriere!”
Capite cosa intendo, no? Era stato zitto tutto il tempo, e aveva aperto bocca solo per prendermi in giro. “Non è vero, smettila Harry!”
“Oh, già hai ragione.. lui ti bacia solo sulla guancia!” Ridacchiò.
Io feci un urlo quasi liberatorio. “Basta. Vado a cambiarmi!”
 
“Bene, ora spiegatemi come avete fatto a convincermi!” Sbuffai e afferrai al volo il gilet salvagente che mi aveva lanciato Eleanor.
“Perché infondo sai che non è un'idea tanto male..” disse Anita sorridendo, meritandosi una mia occhiataccia.
“Già, perché partecipare a una gara in canoa è sempre stato il mio sogno..” dissi sarcastica.
“Dai vedi il lato positivo..” iniziò Debby, mentre io la guardavo curiosa. “Sarai in coppia con Harry!” Continuò sorridente come se volesse sfottermi; ma che cavolo di migliore amica era? Ed fu così che le lanciai il salvagente in pieno viso, ma grazie alla mia mira pazzesca, non la sfiorai minimamente.
“Lato positivo un corno, Debby!” sbraitai arrabbiata.
“Calmati Sarah! Ci stanno guardando tutti..”
“Non mi importa!” incrociai le braccia sotto i seno. “Ma perché devo proprio io andare con Mr. Insopportabile??”
“Perché è l'unico che è rimasto..” disse Anita.
“E dai, una di voi potrebbe venire con me!” piagnucolai.
“Scusa, ma preferisco stare in coppia con Zayn, mi capisci?” Disse Debby, ed io sospirai.
“E io con Louis!” si affrettò a dire Eleanor. Così mi girai verso la mia ultima salvezza: Anita.
“Emm.. Niall mi ha chiesto se potevo stare con lui.. scusami..”
Sospirai, ma non feci in tempo a parlare che qualcuno mi afferrò dal braccio. “Su, andiamo!” Harry. Chi altro potrebbe avermi preso con così tanta delicatezza e parlato con così tanta dolcezza, se non lui?
“Mollami!”
“Allora muoviti! Dobbiamo cercare di collaborare, quindi voglio fare un po' di allenamento!” borbottò lui.
“Cosa stai insinuando? Guarda che sono brava!”
Lui sbuffò, quasi divertito. “Se sai andare in canoa quanto sai prendere la mira..” disse alludendo al mio tentativo di centrare la faccia di Debby. “Beh, siamo messi male!” Ridacchiò, e poi afferrandomi da sotto braccio mi trascinò verso la nostra canoa.
 

 
In quel momento ero.. sinceramente non sapevo proprio come mi sentivo. Ero arrabbiata -perché avevo dovuto collaborare con quel riccioluto-, ero felice -perché nonostante tutto avevamo ricevuto un trofeo- ed ero irritata -perché volevo esserlo-. E visto che 'arrelitata' (insieme dei tre aggettivi) non esiste, non riuscivo a trovare la parola giusta per raffigurarmi.
Dopo aver insultato Harry, sbattendogli in faccia che la sera prima avevo battuto a freccette Daniel, e che quindi non ero tanto male a prendere la mira, dovetti fare pratica con lui per la canoa. Non avevo colpito Debby, perché insomma, è mia amica, e non volevo farle male. Ma fatto sta che, se con la mira ero abbastanza brava, con la canoa ero abbastanza.. decente. No, ma chi volevo prendere in giro. Ero una merda. Facevo letteralmente schifo. Un bradipo monco avrebbe saputo fare di meglio.
Ma non è bellissimo quando qualcuno ha così tanta autostima??
E Harry se la prese con me. Perché per quanto si impegnasse a insegnarmi qualcosa, io non miglioravo di una piccola virgola. Era partito a spiegarmi dai concetti di base, e quando dico di base, erano veramente di base. Del tipo che iniziò con la frase: "Vedi, questo è un remo, devi impugnarlo e metterlo nell'acqua" Ma dico io, va bene che non ci prendevo molto, ma mi stava prendendo per cretina! E visto che mi stavo stufando della piega che aveva preso quella conversazione, avevo afferrato di scatto il remo, e senza lasciargli pronunciare "Andiamo verso quella parte.." avevo incominciato a remare dal lato opposto.
Il risultato? Avevamo girato in tondo, urlando, fino a quando non ero diventata talmente verde da fare invidia a Hulk, e lo avevo costretto a tornare a terra.
Morale della favola? La canoa non era decisamente il mio sport.
Ma allora vi starete chiedendo, "come avete fatto a vincere il trofeo?" Beh, questo era un mistero anche per me. Insomma, io non avrei dato un premio a una persona così negata. Ma si vede che erano delle persone talmente generose, e altruiste che avevano pensato di darlo a tutti, in modo da non far rimanere male nessuno. Come all'asilo, insomma. Alla fine anche i meno bravi avevano la loro caramella. E quando ci avevano dato il premio, avevo fatto un sorriso a trecentosessantadue denti e mi ero messa a saltellare per il prato canticchiando sotto gli occhi divertiti dei miei amici, e preoccupati di tutti gli altri presenti.
"Ho vinto il trofeo, ho vinto il trofeo, yee yeye yeah!"
Sentii Debby ridere, e immediatamente pensai come mai lei non ne avesse ricevuto uno che era stata migliore di me... Un momento! Magari no, magari ero stata anche migliore di lei e di Zayn. Avevo fatto meglio di loro! Non ci credevo, la mia autostima stava salendo!
La mia autostima è alle stell..
"Lo sai che quello è un trofeo di consolazione, vero?" Disse Harry con un sorriso strafottente.
La mia autostima è alle stalle.
Con una sola frase era capace di rovinare tutto, quello li. Non lo sopportavo. Non gli risposi solo perché l'avrei insultato, e non avevo voglia di vederlo correre a piangere dalla mamma.
"Comunque, prima che Sarah inizia a imprecare.." disse Louis divertito. "Vi va di andare al bowling questa sera?"
Mmmh. Dovrei controllare la mia agenda.
"Conta pure su di noi, Lou!" esclamò Eleanor, includendo nella sua frase anche Anita, me e Debby. Ma io non ne ero tanto convinta.
"Noi ci stiamo!" esclamarono i ragazzi.
"Io non ne ho tanta voglia.." dissi.
"No, tu devi venire!" esclamò subito Debby, quasi implorante.
"Emm.."
"Dai Deb, magari ha qualcosa di più importante da fare.." disse Harry con una punta di malizia. Giuro, gli avrei sputato in un occhio. La mia idea di quella serata era: gelato, film e computer. Relax totale. Ma no, invece dovevo uscire con questi qua! Non riuscivo mai a stare in pace io! E poi conoscendoli, si sarebbero tutti divisi a coppie, e mi sarei dovuta sopportare tutta la sera Harold.
A meno che..
"Posso invitare anche a Daniel?"
"Emmh, certo!"
"Allora contate anche su di me!" Sorrisi.
Magari non sarebbe stata poi così male quella serata.
 



"A destra Louis, a destra!" ripeté Eleanor indicandogli un parcheggio proprio di fronte all'entrata di una pizzeria. Quest'ultimo con una perfetta inversione si impossessò del parcheggio prima che una 'mini' rossa, davanti a noi, riuscisse a soffiarcelo. Louis parcheggiò soddisfatto, e questa ci suonò arrabbiata facendoci vedere il dito medio. Ah, la gente di oggi. Manco le avessimo rubato l'ultimo parcheggio rimasto libero nel giro di cinque chilometri... No aspettate, forse lo avevamo fatto. Beh pazienza, sopravvivrà.
"Sono un mito, sono un mito! Na na na, yeah yeah yeah" Esclamò Louis uscendo dalla macchina e scatenandosi in un balletto stravagante. Fortunato che in quel momento non stava passando nessuno per quella strada, altrimenti avrebbero pensato che fosse un pazzo scappato dal manicomio, ed io invece di essere scoppiata a ridere mantenendomi la pancia come stavo facendo ora, avrei dovuto fingere di non conoscerlo.
"Na na na, andiamo o vogliamo rimanere tutta la sera qui??" disse Liam guardandolo storto, mentre appoggiava un braccio intorno al mio collo. Prima di uscire, a Niall era venuta la grandiosa idea di fermarci a mangiare da qualche parte. Avevamo deciso una pizzeria, proprio a fianco al bowling, ed io avevo avvertito Daniel di incontrarci li.
"Yeeeaahh" esclamò Harry prendendo sotto braccio il suo caro migliore amico Lou, interrompendo il suo balletto al quanto imbarazzante.
"Hey Sarah.." mi chiamò Debby affiancandomi, e indicandomi una persona di spalle seduta sulla propria moto. "Ma quello non è.."
"Daniel!" esclamai non lasciandola finire. Quella persona si girò, e si rivelò essere proprio lui, in tutto il suo splendore. I capelli neri erano mossi da quel poco vento che c'era, gli occhi blu sembravano ancora su lucidi, e le sue labbra si erano appena aperte in un sorriso. In poche parole, era bellissimo.
"Sarah!" Esclamò lui a sua volta, salutandomi. Scese dalla moto, mise apposto il casco e si avvicinò a me, a noi, sorridente. "Credevo di essere in anticipo.." disse lui passandosi una mano tra i capelli. Io mi morsi un labbro e Debby si schiarì la voce.
"Ehm, no, abbiamo fatto ritardo noi.." mormorò quest'ultima rivolgendo uno sguardo storto a Zayn. Lui in tutta risposta alzò le mani come in segno di difesa. "Il signorino qui bello, è rimasto chiuso in bagno circa venti minuti per aggiustarsi il ciuffo!"
Zayn la guardò sorridente, mentre Debby gli rivolse uno sguardo strano, come per dirgli "Che c'è?" Lui allargò il sorriso. "Hai detto che sono bello!" Lei sospirò e roteo gli occhi, decidendo di non ribattere.
Daniel ridacchiò. "Non preoccupatevi.. " sorrise. "Comunque, non mi sono ancora presentato, sono Daniel, piacere!"
"Oh, ma noi lo sapevamo già!" disse la mia migliore amica guardandomi con un sorriso furbo. "Io Debby, e loro sono Eleanor e Anita" Disse poi indicandole.
"Louis," iniziò, poi indicò gli altri dicendo i loro nomi. "Zayn, Liam, Niall.."
Daniel strinse la mano a ciascuno di loro, fino poi fermarsi davanti al riccioluto, di cui non sapeva ancora il nome. "Tu sei.." iniziò aspettando che glielo dicesse.
"Affamato" rispose Harry. "Ci sbrighiamo ad entrare o devo aspettare ancora per molto?" borbottò entrando dentro la pizzeria.
Daniel mi guardò confuso. "Lascialo perdere.." l'assicurai io. "E' solo un pirla a caso di nome Harry.." Non riuscii di finire di parlare che mi arrivò un coppino sulla testa.
"Non insultarlo!" disse Louis. Io alzai gli occhi al cielo: guai a toccargli il suo migliore amico.
Niall raggiunse Harry dentro il locale, e subito si portò una mano sulla pancia. "Voglio assolutamente provare la pizza ai quattro formaggi ragazzi!"
Liam storse il naso. "Sei sicuro? Non sarà troppo pesante?"
"No, tranquillo, è buonissima" disse Daniel, "Io l'ho già mangiata e.."
"Ma te lo abbiamo chiesto?" Disse Harry scorbutico. "Ovvio che no, quindi evita!"
Daniel si azzittì, e io subito gli circondai la vita con un braccio. Lui avvicinò il suo viso al mio orecchio. "Non credo di essergli simpatico, al tuo amico.." storse le labbra.
Io sospirai e guardai Harry. Era strano, decisamente troppo strano. Di solito i suoi commenti li faceva con un sorrisino ironico, mentre quella sera nei suoi occhi c'era tutt'altro che divertimento. "Lui non è un mio amico.." mormorai abbassando lo sguardo.




 

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***



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Capitolo 14.


 

Potevo capire di non andare tanto a genio ad Harry. Capivo che non volesse passare tempo con me, e che avrebbe preferito passare l'estate insieme ad una, ehm tante, bionde. E non mi stupivo quando mi rispondeva male, o quando si divertiva a infastidirmi. E lo accettavo, ma quella sera ero arrivata al limite. Accettavo che facesse tutto questo a me, ma non riuscivo proprio a digerire che lo facesse a Daniel. Aveva passato quasi tutta la sera a guardarlo male e a sfotterlo. Non rispondeva mai a una sua domanda, e a ogni cosa carina che mi diceva, lui faceva una smorfia. Proprio non lo capivo. Daniel non c'entrava niente nell'odio che lui provava nei miei confronti. Era solo una questione tra me e lui, non poteva prendersela anche con Daniel.
La voglia di urlargli contro cresceva sempre di più.
"Vi va di fare una partita a squadre?" Ci chiese Louis allacciandosi le scarpe che aveva appena noleggiato.
"Si, perché no.." Accettò Eleanor.
Louis sorrise. "Bene, tu sarai nella mia squadra.." disse circondandole il collo con un braccio. "E voglio anche Harry!" Disse subito dopo.
Io roteai gli occhi, ok, non sarei stata in quel gruppo. Credevo proprio di stare insieme a Daniel, e Debby. Infatti fu così. Dopo pochi minuti eravamo già davanti alla pista, divisi, e pronti a giocare. Io, Daniel, Debby, Zayn e Liam contro Louis, Eleanor, Anita, Niall e Harry.
"Posso iniziare io?" disse Liam afferrando la palla in mano. Noi annuimmo e lui si avvicinò alla pista. Lanciò la palla facendola arrivare al centro, ma non caddero tutti: ne rimase ancora uno in piedi. Ma con il secondo tirò riuscì a colpirlo e a fare 'spare'.
"Cazzo, Liam, io ti amo!" Esclamò Debby saltando al in piedi e alzando i pugni al cielo, contenta. Liam scoppiò a ridere, come tutti del resto, o quasi tutti. "Hey!" disse dopo portandosi una mano sulla testa. "Perché l'hai fatto?" Disse rivolgendosi a Zayn, che l'aveva colpita sulla nuca.
Quest'ultimo contorse la bocca, fino a poi sorridere. "C'era una mosca.." borbottò, e Debby alzò gli occhi al cielo, ma io riuscii a vederle spuntare un piccolo sorriso.
"Harry, fai vedere di cosa sei capace!" urlò Louis, incitando l'amico, mentre quest'ultimo si lasciò scappare una risata.
"Ahah, va bene!" disse poi facendo le stesse identiche mosse di Liam: prese la palla e si avvicinò alla pista. Con un tiro perfetto centrò tutti i birilli, e rimase a guardarli cadere soddisfatto, capendo di aver fatto il primo strike di quella serata. Soddisfatto, abbassò la testa e si scompigliò i capelli, come era abituato a fare, e poi ci guardò sorridendoci. Sempre con quel sorriso talmente bello tanto quanto irritante. Va bene, dovevo ammetterlo. Mi piaceva il suo sorriso, era forse uno dei più belli che io avessi mai visto. Ma questo non cambiava assolutamente niente. Non era che solo perché l'avevo ammesso, mi sarei messa a elencargli tutti i pregi. Perché, capivo che il suo sorriso era irresistibile, che i suoi occhi verdi sembravano profondi tanto quanto un mare in cui è facile annegare, e che il suo corpo sembrava stato scolpito da un dio greco, ma era sempre Harry Styles, ed io e lui eravamo legati da un rapporto di odio reciproco.
"Su Daniel, tocca a te!" Disse Debby passandogli la palla. Lui annuì incerto, e si morse il labbro inferiore tenendo alta la concentrazione. Tirò e la palla prese il primo birillo, quello in mezzo, che cadde sopra tutti gli altri. Ma rimasero in piedi i birilli ai lati. Sentii una risata soffocata; chi poteva essere stato, se non Harry?
"Sei fregatoo.." disse con un tono da cantilena.
Io ruotai gli occhi. "Non starlo a sentire.." Lui annuì e sempre concentrato cercò di prendere quello a sinistra. Fece per tirare e..
"ACCIUU'!" Starnutì Harry portandosi una mano alla bocca, e facendo spaventare Daniel, in modo da farlo sbagliare: infatti la palla non ne colpì nemmeno uno.
"E che cavolo, Harry!" urlai, ma Daniel mi fece gesto di calmarmi, e così feci. "L'avresti sicuramente preso, se quel cretino non avesse starnutito!" borbottai. "L'ha fatto a posta!"
"Tranquilla, la partita è appena iniziata, avrò tempo di vendicarmi.." disse sorridendomi.
Io ricambiai e annuii. "Già, hai ragione.." dissi, e poi gli diedi un bacio sulla guancia.
"Aww, siete così.." iniziò ricciolo boy. "..disgustosi!" disse poi, facendo una smorfia.
‘Adesso basta, però! Mi ha rotto!’Ma proprio mentre mi stavo girando per urlargli contro, lo vidi rispondere al cellulare, e dirigersi verso il bagno con uno sguardo serio. Dovevo parlarci, cavolo! Volevo che la smettesse con quel comportamento.
Infatti subito aver tirato, mi girai verso gli altri. "Vado un attimo in bagno!" Li informai, e mi portai una mano tra i capelli, guardandoli per vedere se mi avessero sentito.
Vidi Daniel annuire, così strinsi le labbra, e mettendomi le mani in tasca mi diressi a cercare Harry.
Ma prima di tutto, dovevo cercare il bagno: era la prima volta che venivamo qui, e il mio senso dell'orientamento era completamente inesistente. 
Dopo aver girato a destra, continuai per un corridoio che dava a due grandi porte bianche, affiancate, e nominate "femmine" e "maschi". ‘Bene, e adesso dove lo trovo il coraggio di entrare nel bagno dei maschi? Quale scusa riuscirò ad inventarmi se un uomo mi dovesse vedere li? Di certo non potevo uscirci con: "Ops, ho sbagliato porta, che sbadata.." Perché, con tanto di cartello, solo un cretino potrebbe confondersi! E poi se non c'è neanche Harry? Insomma, entrerei li, farei una figura di merda, solo per niente.’ Così, sospirai, e decisi di aspettare di intravedere una testa riccia passare per il corridoio, e fermarla in tempo. Si, volevo assolutamente parlargli. Mi ero stufata del suo comportamento. Non poteva comportarsi così da.. scusate il termine, testa di cazzo. Era come se cercasse attenzione, e rispondesse male a tutti solo per essere notato. Come quando i bambini si mettono in bella mostra davanti alle amiche delle mamme. Uguale, solo che il suo scopo era solo quello di infastidirmi di più. E c'era riuscito. Stavo letteralmente scoppiando.
"Capisci il perché?" Sentii una voce molto familiare. Strabuzzai gli occhi, e mi mossi di scatto verso la porta dei maschi. "Ma cosa vai a pensare.. " Sentii un sospiro, e di colpo, appoggiai l'orecchio sulla porta, in modo da sentire meglio. "Tranquilla.."
Tranquilla? Stava parlando con una ragazza. Uau, ma come ero perspicace.
"Non posso venire questa sera, te l'ho già detto.." Mm, chissà cosa avrebbero dovuto fare.. Avrebbero dovuto sicuramente giocare a carte! Si, ne ero sicura. O a scacchi, perché no! "Perché sono bloccato al bowling, ecco perché!" esclamò lui. Sentii dei passi di sotto fondo. Sarà stato nervoso: io quando sono nervosa non smetto mai di camminare. "Certo che c'è anche lei.." Sbuffò. Anche lei? Mi domandai confusa, ma improvvisamente la porta si aprì ed io mi ritrovai a volare addosso a qualcuno. E già, quel qualcuno era proprio Harry. Ma che figura di merda. La porta si apriva all'indentro, e visto che ci ero appoggiata, era caduta sopra ad Harry che adesso se ne stava sotto di me, mentre mi guardava con una faccia confusa.
"Senti, Jessie, ti chiamo dopo.." Disse, e senza aspettare una sua risposta chiuse il telefono, tornando a guardarmi.
"Che fai, ti alzi?" Disse dopo guardandomi furbo. Io annuii e mi tolsi subito da lui.
"T-ti d-devo parlare.." balbettai. Ma davvero Sarah? Ma che ti prende? Un po' più di grinta!
"Che ci fai qui?" Mi chiese senza badare a quello che gli avevo appena detto io. Era molto probabile che non lo avesse neanche sentito.
Stetti in silenzio e mi morsi il labbro inferiore.
"Ti hanno mai detto che origliare le conversazioni degli altri è sbagliato?"
"Emmhh.."
"Cosa hai sentito?"
Minchia, cos'è questo, un terzo grado?!?"Ok, basta!" esclamai. "Devo parlarti!"
Lui alzò le spalle. "Va bene, però togliamoci da mezzo!" disse andandosi a sedere in un angolino.
Io lo raggiunsi e mi sedetti accanto a lui. "Ecco, emm.." Ma dove era finito tutto quel coraggio che avevo prima? Perché non riuscivo a dirgli niente?
"Ti muovi?" sbottò infastidito. "Non posso aspettare tutta la sera!" Fece una smorfia.
"E' proprio questo!" esclamai. "Mi sono stufata! Mi sono stufata di te! Di questo tuo comportamento, del tuo modo di sfottermi, dei tuoi insulti, del tuo modo di guardarmi! Perché anche se non sembra, mi fanno male queste piccole cose. Odio il modo in cui mi fai sentire, Harry! Stavo bene prima, ma poi sei arrivato e mi hai scombussolato la vita. E' difficile convivere con una persona che non ti sopporta. Mi era anche sembrato di poter riuscire diventare tua amica, quella volta in montagna. Ci stavo credendo, e poi però sei tornato come prima. Ed io non riesco proprio a capire come siamo tornati al punto di partenza! Capisco che mi odi, e lo sopporto, però non riesco ad accettare che adesso te la prendi anche con Daniel. E' una questione solo tra me e te. Quindi, continua ad odiarmi quanto vuoi, ma smettila di prendertela anche con lui.." Mormorai, abbassando lo sguardo.
Lui sospirò e mi alzò il mento con la mano per potermi guardare negli occhi. "Davvero credi che io ti odi?"
I suoi occhi verdi mi mandavano in confusione. "Non lo credo, lo so.."
"Allora non hai capito niente di me, Sarah.." Disse posando una mano sulla mia guancia.
C-cosa stava facendo? Perché iniziavo a balbettare e ad avere una strana sensazione alla pancia? Come se si fossero instaurati degli elefanti e avessero deciso di ballare in tango nel mio stomaco. Io non potevo provare questo. Non con Harry! Non con la persona che fino a pochi minuti prima avrei strangolato, o per lo meno insultato.
"Non è colpa mia se non sei bravo a esprimere i tuoi sentimenti, Harry.." Borbottai riallacciando il contatto dei nostri occhi. Si dice che non si commetterà mai lo stesso errore, ma dai suoi occhi non si scappa. Infatti mi ci persi ancora, annegando nel suo verde mare.
Lui sospirò e incominciò ad accarezzarmi la guancia, dove aveva precedentemente poggiato la mano. Era un gesto talmente semplice, quanto dolce. Era la prima volta che mi accarezzava. Era la prima volta che mi trattava bene. Era la prima volta che mi mostravo così aperta con lui. Si, perché mi avrebbe avuto in pugno se solo lo avesse voluto. Quei occhi e quel suo tocco mi avevano scombussolato, e solo uno sciocco non si sarebbe accorto di quanto mi faceva sentire bene.
Lo vidi accennare un sorriso. Ma non il solito sorriso strafottente e malizioso che mi mostrava sempre. No, quello era vero.
Forse gli era spuntato perché aveva notato l'effetto che aveva su di me. Era molto probabile. I miei amici dicono sempre che sono come un libro aperto, ma Harry, a parere mio, era come uno di quei antichi manufatti, scritti in lingue sconosciute e indecifrabili, di cui solo in pochi conoscevano il vero significato. E io non ero una di quelle: era troppo difficile riuscire a capire cosa gli passasse per la testa a quel ragazzo.
"Non è colpa mia." mi rispose. "Non devi fermarti alla prima impressione, devi imparare a leggere tra le righe.." Mormorò poi, sporgendosi verso il mio viso. Eravamo a pochi centimetri di distanza, e l'unica cosa che riuscivo a fare era fissare le sue labbra. Non so cosa mi stesse prendendo in quel momento. Era assurda come situazione. Lui, che credevo mi odiasse fino a pochi minuti fa, si stava pericolosamente avvicinando alle mie labbra. Ed io non lo stavo nemmeno fermando. Ma le sue labbra si schiantarono sulla mia guancia. Rimase fermo li, poi me la baciò dolcemente. Quando si staccò sentii il suo respiro scagliarsi contro il mio collo e mi irrigidii. Ma lui sembrò non notarlo, e senza dire niente si alzò facendo per andarsene.
"Harry, aspetta! Cosa intendi..?" cercai di chiedergli, ma n'era già andato. Sospirai e mi portai le mani al viso. Era stranamente caldo. Chiusi gli occhi: no, non potevo essere arrossita!
Andai in bagno, mi sciacquai la faccia e poi tornai dagli altri, comportandomi come se non fosse successo niente.
"Finalmente, Sarah!" Esclamò Debby, facendoli tutti girare verso di me. "Pensavo fossi caduta dentro il buco del cesso!" Gesticolò poi.
Zayn ridacchiò. "Sempre fine tu, eh Deb?"
"Già, la mia finezza è andata in vacanza ai Caraibi con la tua intelligenza, sai?" Lui alzò gli occhi al cielo e sbuffò.
"Hey Harry tocca a te!" Esclamò Louis.
"Di già?"
"Si, ti sei perso un bel po' di cose.. sempre al telefono stai!" borbottò. "Cosa voleva Jessie questa volta?"
Harry sorrise. "Geloso Tomlinson?"
Louis lo guardò. "SI!" esclamò poi facendoci scoppiare a ridere.
"Chi è Jessie?" Chiesi senza mostrare il mio interesse.
"Nostra cugina di terzo grado..." mi rispose Louis. "Quindi tecnicamente anche tua, adesso.."
"Ed è 'stranamente' fissata con Harry.." disse Zayn. Ah, va bene. Avevo scoperto di avere una nuova parente, che aveva una fissa per Harry. Cosa normalissima direi, certo, solo se evito di pensare che mi crea un certo.. fastidio. Vidi Harry guardarmi dalla pista, per poi girarsi a tirare quando si accorse di essere stato beccato. Inutile dirvi che aveva fatto un altro strike.
"Ah, e domani sera viene a mangiare da noi.." Disse poi andandosi a sedere accanto a Niall.
Oh, ma che gioia!



 

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***



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Capitolo 15.

 
Avevo sempre saputo di non essere una ragazza, come dire, da 'copertina'. Quelle che hanno con un corpo fantastico, e dei visi impeccabili. Sapevo che non potevo competere con loro. Ma non mi ero mai lamentata del mio aspetto, perché non mi era mai importato. Io ero io, e non potevo cambiare. E poi, sinceramente, a me erano sempre piaciuti i miei capelli scuri e miei grandi occhi da bambi. Ma appena avevo aperto la porta di casa, quel briciolo di autostima che avevo era andato a farsi benedire. Jessie, la cugina di terzo grado dei ragazzi -diventata 'sfortunatamente' anche mia parente- quella che aveva una fissa per Harry, era la tipica ragazza da cui sarei stata alla larga. Sapete quando a scuola incontrate la più popolare, quella bionda ossigenata, tutta vestita di rosa, e con una miriade di ammiratori dietro? Bene, io avevo sempre tenuto le distanze dalle persone così. Creava sempre meno problemi farsi i fatti propri, e tutto mi andava alla grande.
Ma grazie alla mia sfortuna, un nuovo prototipo di barbie si era instaurato in casa nostra con serie intenzioni. Ci avrebbe deliziato con la sua presenza per tutta la sera solo ed esclusivamente per il semplice fatto che gli mancava Harry.
Sarà stato il suo modo di vestire, o di atteggiarsi, ma non mi ispirava molta simpatia.
"Mm.. piacere, sono Sarah.." mi presentai porgendole la mano. Lei la guardò quasi schifata ed io la ritirai subito.
"Chi?" Disse acida.
"Emm.. io?" dissi confusa.
"No, chi te lo ha chiesto?" Fece una smorfia, poi mi superò entrando in salone. "Harry!!" Esclamò correndogli incontro.
Quest'ultimo stava appena scendendo le scale, spensierato, con tutta l'intenzione di lanciarsi sul divano e incollarsi alla televisione. Infatti la sua reazione fu esilarante: non appena sentì l'urlo, alzò il viso terrorizzato e vide Jessie correre verso di lui. Inizialmente fece una smorfia, quasi scocciato, ma senza aver il tempo di pensare se la ritrovò avvinghiata a lui come se fosse una cozza.
Oddio, ma questa da dov'era uscita? Insomma, capivo benissimo che non era esattamente un tipo timido, ma io non mi azzarderei mai a saltare addosso a un maschio in quel modo. Cioè, vi immaginereste me in braccio ad Harry urlandogli che mi è mancato?
Una scena del genere potrebbe accadere solo in un mondo parallelo, dove Debby sarebbe una ragazza fine, dove Niall odierebbe il cibo, e dove Harry sarebbe ancora vergine. Insomma, per intenderci, non potrebbe mai capitare. E poi, per dirla tutta, mi dava anche un po' fastidio.. Fastidio. Fa.sti.dio. Fastidio è diverso da gelosia. Io non ero gelosa, intendiamoci!
"Hey ragazzi, chi è l'oca avvinghiata ad Harry sulle scale?" Disse Debby uscendo dalla cucina con un sacchetto di patatine.
Zayn e Louis scoppiarono a ridere. "E' Jessie.." Le rispose Niall fregandole un manciata di patatine.
Lei si portò le mani alla bocca. "NO.." disse stupita.
"Si è lei, credo di saper riconoscere mia cugina.." Continuò Niall.
Debby alzò gli occhi al cielo. "Sembra una pu-"
"Debby!" la rimproverai.
Lei sbuffò. "Puffa! Sembra una puffa. Cosa pensavi che dicessi, eh?" Zayn scoppiò a ridere e le circondò il collo con un braccio.
"Su, andiamo a salutarla." Disse poi trascinandola con lui verso Jessie e Harry.
"Ciao Jessie!" disse Zayn.
"Zayn!" Esclamò lei sorridendogli. "Chi è questo schianto accanto a te? La tua ragazza?" Continuò lei, indicando Debby.
Quest'ultima aveva un'espressione indecifrabile. La bocca le si era spalancata, poi era talmente arrossita da sembrare un pomodoro. Zayn ridacchiò e le baciò una guancia, non migliorando la situazione. "No, è un'amica..".
"Sono Debby, piacere!" disse poi, una volta essersi ripresa, e allungandole una mano.
Jessie evitò la mano, e la strinse in un abbraccio. "Piacere mio!" Rispose lei.
Debby era ancora più sorpresa. Mentre io ero decisamente scioccata. Insomma, perché si comportava così? Perché a me mi aveva 'schifata' mentre a Debby se l'era abbracciata? Cosa le avevo fatto?
"Quando si mangia?" Disse Jessie toccandosi la pancia. "Ho una fame!" Sorrise.
Magari dovrei provare a darle una seconda possibilità. "Anch'io!" dissi.
Lei fece una smorfia guardandomi da testa ai piedi. "Si, ma non esagerare te. Si inizia a vedere un po' di pancetta, tesoro. Fai qualche sport, almeno?" Il mio sorriso si spense.
"Emm.."
"E tesoro, sai che sei pallida? Non sarai mica malata spero!" disse poi. Io mi morsi le labbra, e incontrai gli occhi di Harry. Quei suoi occhi tanto belli, che mi guardavano quasi dispiaciuti. Come se fosse colpa sua quello che mi stava dicendo Jessie. "Guardati hai due occhiaie!" Io chiusi gli occhi, cercando di trattenermi. Strinsi i pugni per darmi forza.
"Ho dormito poco." E dopo averlo detto mi allontanai dagli altri. Ma anche di schiena, riuscii a percepire la presenza di uno sguardo confortante, che vegliava su di me, come se non mi volesse abbandonare.
 

 
Era la prima volta che mi guardavo allo specchio in quel modo. Che fissavo i miei occhi, i miei capelli e il mio sorriso, disprezzandoli. Era orribile quella sensazione; non avevo mai dato importanza al mio aspetto. ma da quando una ragazza molto più bella di me, me lo aveva fatto presente, iniziava a pesarmi. Ma non volevo deprimermi. Ero solamente me stessa, e io stavo bene così. Non riuscirei nemmeno a immaginarmi con un corpo diverso.
Così quella sera, per non sentire più cattiverie di quel genere, solo rivolte esclusivamente a me, me ne andai in camera presto, con la scusa di avere sonno.
Era da mezz'oretta ormai che mi ero rintanata in camera, e la noia mi stava assalendo. Avevo acceso il computer, che poi avevo usato come stereo, avevo provato a leggere un libro, ma con scarsi risultati, perché mi distraevo con poco, e adesso stavo disegnando. Amavo disegnare, ma quella sera l'ispirazione tardava a venire.
"Ciao ragazzi.." sentii una voce provenire da sotto. "Sono stata bene con voi stasera!"
Spalancai le orecchie, per riuscire a sentire quello che Jessie stesse dicendo. "Anche noi" Le rispose qualcuno. Aveva la voce roca, ma sensuale. Capii subito che si trattava di Harry. Certo Harry, come ti saresti annoiato con lei sempre in braccio? Capivo il fatto che era da molto tempo che non uscisse con una ragazza, ma ridursi a quella specie di sanguisuga non mi sembrava una soluzione così positiva. Insomma, avrebbe dovuto cambiare. Avrebbe dovuto iniziare a mettere la testa a posto, e iniziare a trattare le ragazze come dei esseri umani, avrebbe dovuto capire che anche noi femmine, abbiamo dei sentimenti.
Ma forse aveva già iniziato. Forse con Jessie era una cosa seria. Con lei magari si sarebbe comportato bene. E io sarei stata felice per quel riccio: felice per la sua nuova relazione e perché avrebbe smesso di stuzzicarmi. Ma allora perché non riuscivo ad essere serena? Perché non riuscivo a vederlo con Jessie? O con qualunque altra ragazza? Perché sentivo una stretta allo stomaco ogni qual volta che lui pronunciava il suo nome?
"E Harry?" la sentii pronunciare. "Non farti desiderare, chiamami presto!"
Sentii una risata. "Certo, Jessie!"
Ed ecco ancora quella strana sensazione allo stomaco. Sentii la porta di casa chiudersi, e poi dei passi salire le scale. Ci misi poco a capire che stavano venendo in camera mia. Spalancai gli occhi, e velocemente scesi giù dalla sedia quasi lanciando la matita che avevo in mano sulla scrivania. Corsi verso il mio letto e mi ci infilai dentro chiudendo gli occhi per far finta di dormire. Sentii dei passi avvicinarsi alla mia stanza, per poi fermarsi improvvisamente.
"Sarah.." sussurrò qualcuno dopo aver schiuso la porta. Dalla voce capii che era Harry, ma rimasi con gli occhi chiusi. Lui sospirò poi entrò lo stesso chiudendosi la porta alle spalle. Si avvicinò al mio letto e si sedette sul bordo, in modo da essermi accanto, poi allungò un braccio, facendo arrivare la sua mano sulla mia guancia. Io ero irrigidita. Ero rimasta ferma immobile sotto il suo tocco.
Come mai mi faceva quell'effetto? Insomma, era Harry! Era solo il migliore amico dei miei fratelli, quello che non avevo mai sopportato. Eppure non capivo perché mi sentissi così debole. Non appena si avvicinava a me, mi immobilizzavo. Una volta non mi succedeva così.
"Mi dispiace.." sussurrò accarezzandomi. A cosa si riferiva? Ma non riuscii a pensare molto. Ero troppo concentrata sulla sua mano che passava delicatamente dalla mia guancia fino a sfiorare il mio labbro inferiore. Poi sentii una leggera pressione sulla fronte. Cavolo, mi aveva dato un bacio. Un bacio sulla fronte, ma pur sempre un bacio! Ma quello che non capivo era il motivo. Il motivo per il quale mi aveva dato il bacio e quello per cui era venuto qui. Sospirò e rimase a guardarmi fino a quando qualcun altro prese parola.
"Hey Harry.." Era Zayn. "Cosa ci fai qui?"
"Niente.." sussurrò facendo arrivare la mano ai miei capelli, per poi giocarci.
"Oh.." mormorò Zayn, come se avesse capito tutto da quel gesto. "Ti stava cercando Louis.."
Harry annuì. "Va bene.." E dopo averlo detto, annullò quel contatto con il mio corpo e uscì dalla mia stanza.
"Sarah?" Mi chiamò Zayn. Io tenni gli occhi chiusi. "Su, apri gli occhi. Lo so che sei sveglia!"
Come? Li aprii e lo guardai. Aveva un sorriso soddisfatto stampato in faccia. "Come lo sapevi?"
"Sai, non sei una brava attrice.." Mi guardò, poi ridacchiò. "Appena lui ti ha dato quel piccolo bacio sei arrossita e per poco non ti spuntava un sorriso!"
"No, non è vero..."
"Fidati, lo è!" esclamò. "Però tranquilla, Harry non si è accorto di niente.."
"Menomale.." borbottai.
Lui rise. "Comunque, mi dispiace per Jessie.. non starla a sentire, va bene?" Disse guardandomi negli occhi. "Fammi questo favore, non credere a niente di ciò che ti dice.. Sei bellissima Sarah, lei è solo invidiosa.." Continuò.
Io annuii e lo abbracciai. "Grazie Zayn.." Mormorai. "Mi fai un favore anche te?"
Lui annuì. "Se ti piace Debby, non aspettare troppo a dirglielo. Non voglio che tutto si complichi ancora di più."
Lui sospirò. "Va bene.." mormorò sciogliendo l'abbraccio.
 


Se qualche mese prima, mi avessero detto che sarebbe successo tutto questo, sarei stata la prima a salire in macchina per questa vacanza. Chi lo avrebbe mai detto che Louis, Niall e Zayn sarebbero diventati i ragazzi più dolci che avessi mai conosciuto? Che sarebbero diventati, insieme al mio fratellone Liam e a Debby, i miei punti di riferimento? Io sarei stata la prima a negarlo, ma invece ora mi ritrovavo ad affrontare la realtà. Una realtà che non avrei mai immaginato. Perché nonostante la loro dolcezza, stavo iniziando ad provare un certa simpatia nei confronti di Harry.
Non era, però, una semplice simpatia. Non era una di quelle 'ti ho perdonato e non ti odio più, possiamo essere amici?' No, certo che no. Perché anche se era tutto complicato fra di noi, era successo troppo velocemente. Fino a pochi giorni fa, ci insultavamo e ci stuzzicavamo come se fossimo cani e gatti. Mentre adesso mi sentivo così strana con lui. Così vulnerabile. E non ne capivo nemmeno il motivo. Il perché avessi quelle reazioni alla sola sua vicinanza era un mistero. Soprattutto perché era stato un cambiamento tanto radicale, quanto improvviso.
Dovevo mettermi in testa che lui era sempre Harry Styles. Quello che non mi sopportava, che si divertiva a farmi arrabbiare, che adorava mettermi in difficoltà, quello che... ieri sera mi aveva accarezzata e mi aveva baciata sulla fronte. Certo, dormivo e quindi in teoria non avrei dovuto saperlo, ma morivo dalla voglia di chiedergli delle spiegazioni. Ma non potevo certo spuntargli davanti al viso e dirgli sorridente: 'Hey, ti ricordi ieri sera? Quando mi accarezzavi? Ero sveglia! Perché mi hai chiesto scusa?'
No, certo che non potevo. Era tutto talmente assurdo che aspettavo uscisse Harry da un momento all'altro urlandomi 'Ci sei cascata! Davvero pensavi che fossi cambiato?' Il tutto accompagnato da un'amara risata. E questo mi faceva rivoltare lo stomaco, perché infondo io speravo veramente in questo nuovo Harry.
Mi piaceva.
Ed era sbagliato, perché io uscivo con Daniel. Anche se non avevamo fatto un primo passo, mi sembrava ingiusto nei suoi confronti. Non potevo pensare così costantemente ad Harry quando sapevo che Daniel provava qualcosa per me. Non come adesso: con Harry come pensiero fisso, e con un appuntamento con Daniel ai paraggi. Era tutto così sbagliato.
E poi Harry sembrava trovasi così bene con... Jessie.
Solo pensare a quel nome, mi fece fare una smorfia.
Mi guardai velocemente allo specchio, e aggiudicando questo vestito che stavo indossando, scesi al piano di sotto. Andai in cucina, mi riempii un e d'acqua e lo bevvi tutto d'un sorso. Poi mi andai a sedere sul divano, accendendo la televisione, aspettando che arrivasse Daniel a prendermi.
Cambiai interrottamente canale, fino a trovare 'The vampire diaries' e mi misi a guardarlo concentrata. Amavo quella serie tv, me l'aveva fatta scoprire un'amica, e già dal primo episodio mi era piaciuto Damon. Quindi si, facevo parte del team 'delena'.
"Ciao!" Mi salutò una voce roca sedendomi accanto. Io sussultai, perché non mi ero accorta della presenza di quel qualcuno, troppo concentrata nel guardare la tele.
"Mm.. ciao Harry" Borbottai, rivolgendogli un sguardo veloce, poi il silenzio ci avvolse. Non ci rivolgemmo più la parola: c'erano troppo cose da dirci, ma nessuno dei due voleva affrontarle.
Fu lui a rompere quel straziante silenzio. "Come mai sei vestita così?"
Mi girai dal suo lato, guardandolo. "Sai, potrei farti la stessa domanda.." Dissi alludendo al fatto che stava indossando solo un paio di boxer. E diciamo solamente che questa cosa non mi rendeva così tanto indifferente. Sinceramente, se non avessi avuto un briciolo di contegno, gli avrei sbavato davanti alla faccia, o almeno sarei rimasta a fissarlo intensamente. Cosa che stavo facendo. Mi morsi il labbro cercando di distrarmi. Cavolo Sarah, non puoi pensare in questo modo su Harry! Non quando esci con Daniel! Mi rimproverai.
Lui alzò le spalle. "Avevo caldo.." mi rispose sorridente. "Ma adesso rispondimi tu.."
Alzai le spalle, ricopiandolo. "Esco con Daniel." Dissi semplicemente.
Vidi il suo sorriso spegnersi. "Oh.."
"Già.." mormorai.
"Beh.."
"Cosa..?"
"Divertiti.."
"Certo.."
"Torni per cena?" Chiese infine. Avevamo iniziato a parlarci a stentoni. Era strano: niente battutina sulla mia uscita, o su Daniel. Cosa gli prendeva ad Harry?
"Credo di si." gli risposi.
"Bene.." disse, ed io annuii. "Divertiti"
"L'hai già detto.." gli feci notare.
Lui cercò di fare un sorriso. "Hai ragione!" Mi si avvicinò e mi diede un bacio sulla guancia. Mi irrigidii al solo contatto delle sue labbra, e il mio viso diventò immediatamente rosso.
Lui se ne accorse, e il sorriso di prima divenne più grande. Come uno di quelli che ero abituata a vedergli. Poi si alzò uscendo dal salotto, e non appena aprii la bocca per chiedergli dove andasse, sentii il clacson di una moto. Daniel era arrivato, ed io avevo più voglia di seguire Harry, che andarmene con lui.


 

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***



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Capitolo 16.

 

Mi sentii quasi obbligata ad uscire con Daniel. Ed era sbagliato, perché se due persone si frequentano è perché si trovano bene tra di loro, e vogliono passare sempre più tempo insieme. Si, mi trovavo bene con lui, andavamo d'accordo e lui era gentile nei miei confronti. Ma io ero confusa. Quando mi parlava, ero quasi assente. Pensavo ad altro: mi chiedevo se Zayn avesse fatto un passo avanti con Debby, se Louis stesse uscendo con Eleanor, e ad Harry. Già proprio lui. Mi chiedevo cosa facesse, se si annoiava o se pensava a me proprio come lo pensavo io, o se invece fosse in compagnia di Jessie.
"Beh.. eccoci arrivati.." Disse Daniel, non appena parcheggiò proprio di fronte a casa mia.
"Già.." Mormorai, scendendo dalla moto, poggiando le mani sulle sue spalle per aiutarmi, e mi sfilai il casco. "Em, grazie!" dissi porgendogli quest'ultimo.
"E di cosa? Grazie a te per aver passato questa giornata con me!" Disse guardandomi negli occhi.
"Figurati, mi fa piacere stare in tua compagnia" Gli sorrisi. Sapevo di mentire, ma mi dispiaceva. Non potevo mica dirgli che guardavo costantemente l'orologio sperando che le lancette si muovessero più velocemente.
Lui sorrise raggiante, e mi posò una mano dietro la schiena, per avvicinarmi al suo corpo. Si sporse con il viso, e vidi i suoi occhi puntare alla mie labbra. Non volevo baciarlo, ma non potevo neanche allontanarmi facendo finta di niente. Insomma, avrebbe capito che c'era qualcosa che non andava.
Si avvicinò sempre di più, e io ero sul punto di girare la testa, prima che le sue labbra toccassero le mie. Ma fortunatamente qualcuno aprì la porta di casa. Sia io che Daniel ci girammo di scatto verso l'entrata di casa. Vidi una chioma riccia spuntare dalla porta, poi tutto il corpo. Aveva la testa abbassata, ma poi quando alzò gli occhi e li puntò sui miei mi venne una fitta allo stomaco. Erano talmente chiari e lucidi che sembrava riuscissero a leggermi l'anima. Avrei voluto corrergli incontro, abbracciarlo e sussurrargli un grazie all'orecchio. Cosa che poi non feci, per non sembrare così disperata.
"Ciao, Harry!" Lo salutò Daniel rompendo il silenzio creatosi tra di noi. Riuscii a intuire dal suo tono che era scocciato.
Harry lo guardò e cercò di alzare gli angoli della bocca, ma il risultato fu tutt'altro che un sorriso. Somigliava più a una smorfia infastidita. "Si, ciao." Gli rispose poi. "Sarah.." Disse poi tornando con lo sguardo sul mio viso.
"Harry!" Esclamai più eccitata di quanto volessi dimostrare.
"Em, ho disturbato?" Chiese poi.
Io e Daniel ci affrettammo a rispondergli. "NO!" Sorrisi io. "SI!" Sbuffò lui. Poi ci guardammo veloci, fino a quando non tornai a rivolgere la mia attenzione a Harry.
"Va bene.. in qualunque modo, scusate.." Borbottò. "Comunque, Sarah, tua madre ti stava cercando.."
Annuii velocemente: tutto per uscire da quella situazione imbarazzante. "Cosa voleva?" Dissi avvicinandomi ad Harry.
Lui accennò un sorriso. "Voleva chiederti se quando avessi finito potresti aiutarla in cucina.."
Annuii, poco convinta. "Em, va bene.." mi girai verso Daniel. "Ci vediamo!" Dissi salutandolo con un bacio sulla guancia. Un semplice bacio sulla guancia che usavo come saluto con i miei amici. Mi venne in mente Harry: pensai come sarebbe baciargli la guancia. Aveva un viso talmente bello, da eterno bambino, e mi chiedevo quanto sarebbe morbida la sua pelle.
Daniel mi sorrise, poi indossò il casco, e dopo avermi fatto un cenno con la mano, partì lasciandoci solo il rumore del motore della sua moto.
Sospirai e mi girai verso l'entrata, sicura che ci avrei trovato Harry. Ma lui non c'era più. Era già scomparso dentro la casa. Il mio sorriso si spense, entrai in casa sospirando e mi diressi in cucina, per vedere cosa voleva mia madre.
"Oh, ciao tesoro!" Mi sorrise lei non appena mi ebbe visto. Si pulì le mani sul grembiule e afferrò un mattarello. Vidi dall'altro lato del tavolo Kelly tutta sporca di farina, e Debby accanto a lei che cercava di pulirla. Sorrisi a quella scena. "Ciao a tutti!" Salutai.
Debby alzò il viso e mi vide. "Eccoti finalmente!" Esclamò. "Tu sorella è un disastro a preparare la pizza, sai?"
Kelly fece una smorfia. "Non è vero!" Io risi, "Sei bravissima tesoro, la prossima volta però sporca anche Debby, va bene?" Le dissi ironica, mentre lei annuiva contenta.
"Hey!" Urlò Debby. "Cosa le metti in testa? Questa è capace a farlo veramente!" Mi madre rise.
"Bene, cosa devo fare?" Le chiesi.
"Ci vuoi aiutare?" chiese mia madre quasi sorpresa.
"Non volevi che ti aiutassi?" Chiesi confusa.
"Em, no.." Borbottò lei. Bene, quella di Harry era stata solo una scusa. Ma gliene ero grata.
"Dove sono i ragazzi?" Chiesi.
"Sono usciti a comprare le ultime cose.." Mi rispose Debby. "Tutti tranne Harry: diceva di essere stanco.."
"E' strano in questi giorni.. Lo vedo un po' giù di morale!" Disse mia madre.
Io sospirai. "Già.." mormorai.
 
 
 
Avevano ragione a dire che Harry fosse strano. Anche a me aveva dato la stessa impressione. Mi era sembrato giù di morale poco fa. I suoi occhi non avevano quella lucentezza divertita che li rendevano vivaci. Erano lucidi, si, ma di una lucidità più spenta, come se fosse stanco o triste. Guardare quei occhi mi aveva fatto girare lo stomaco. Mi era venuta una fitta al petto, e se non ci fosse stato nessun altro, non mi sarei trattenuta nell'ammirarlo senza pudore.
'Se penso all'inizio di questa vacanza, mi viene da ridere.' Odiavo il suo modo di essere perfetto, e il modo in cui io non riuscivo a trovargli nemmeno un difetto. Mi dava i nervi la sua bellezza. Mentre adesso mi sembrava una droga. Ne avevo quasi il bisogno. Avevo il bisogno di vederlo, anche una sola volta a giorno, e di perdermi nel mare dei suoi occhi. Era strano come fossi cambiata così velocemente. Avevo passato interi anni a non sopportarlo, e nel giro di due mesi era diventato il mio pensiero fisso.
"Hey Sarah, non mi hai ancora raccontato come è andata l'uscita con Daniel!" Esclamò Debby sbattendo le mani infarinate sul tavolo della cucina. "Racconta, tutto. ORA!" Continuò poi, alzando il volume della sua voce nell'ultima parola.
Io mi morsi un labbro e continuai a stendere la pasta della pizza nella teglia. "Em, cosa vuoi sapere?"
"Tutto, ovvio!" rispose incrociando le braccia sotto il seno.
"Beh, abbiamo camminato, e abbiamo parlato.." Mormorai.
"Che noia.." sbuffò. "Nient'altro?" chiese, ma io scossi la testa. Mi ero alquanto annoiata. "Di cosa parlavate?"
Io mi massacrai il labbro inferiore e borbottai. "Em, non lo so.."
"Come non lo sai?" Mi chiese poi con aria investigativa.
"StavopensandoadHarry" mormorai tutto con un fiato e a bassissima voce. Ma Debby mi sentì e scoppiò a ridere.
"Ahah, oddio hai un appuntamento con un ragazzo e tu pensi ad un altro?" disse tra una risata e l'altra. "E poi ad Harry? E' la prima volta che ammetti di provare qualcosa per lui, devo segnarlo sul calendario!" Disse eccitata.
"Ma smettila.." dissi spingendola leggermente. "E poi non ho ammesso proprio niente!"
"Si certo, Sarah.." Io sbuffai e tornai a concentrarmi sulla pizza. "E' esilarante come ti ostini a reprimere i tuoi sentimenti"
Abbassai lo sguardo. "Io non li reprimo, sono solo realistica. So che non cambierebbe niente, perché conosco Harry e il suo carattere. E' un ragazzo da una botta e via, non uno da relazioni serie." Farfugliai. "E poi io non gli interesso.."
Debby sospirò e mi accarezzo la schiena. Proprio in quel momento entrò mia mamma con Kelly in braccio. L'aveva accompagnata in bagno, per lavarle la faccia completamente bianca di farina. "Che succede?" ci chiese guardandoci. Io guardai Debby in cerca di aiuto.
"Mi stava raccontando dell'uscita con Daniel.."
Mia madre guardando la mia espressione, passò a conclusioni troppo affrettate. "Ma', tranquilla! Daniel è un ragazzo d'oro." Dissi, cercando di spiegarle. Lei mi guardò e annuì.
"Ed è davvero troppo dolce per me!" Dissi sincera. Mi sembrava orribile pensare che lo stessi illudendo.
Il rumore di una sedia trascinata per terra mi fece alzare gli occhi. Harry era entrato in cucina e si era accasciato sulla sedia, scivolando in giù con il sedere. Incrociai lo sguardo con il suo, e mi sorpresi quando lo vidi arrabbiato.
Quel ragazzo era lunatico. E' scorbutico, dolce, triste e poi di nuovo scorbutico. Chi lo capiva era bravo.
Non disse niente, si limitò a rimanere li seduto, a messaggiare con quel suo stupido cellulare, mentre noi cucinavamo.
Poco dopo, all'incirca dopo dieci minuti, sentii i ragazzi entrare in casa.
"Siamo arrivati!" Urlò Louis spalancando la porta.
"Quando si mangia?" Esclamò Niall precipitandosi da noi, con tutti gli altri dietro.
"Il tempo di metterle in forno." Gli rispose Debby. Zayn si avvicinò a lei, le circondò un fianco con un braccio e le baciò una guancia.
"Ecco la mia cuoca preferita!" Disse facendola arrossire. Io sorrisi guardando quella scena. Erano così carini.
"Io non mangio qui." Disse Harry. Mi girai verso lui, confusa.
"Perché?" Gli chiese Louis.
"Esco"
"Con chi?" Azzardai io, quasi imbarazzata.
"Fatti miei" Rispose scorbutico. Io abbassai la testa; ci ero rimasta male. Liam lo guardò male, e lui poi, forse dispiaciuto o scocciato, non saprei dire, sospirò. Mi guardò e fece un sorriso, intensamente falso. "Con una ragazza troppo dolce per me" Disse poi tra i denti, guardandomi dritto negli occhi.
 

 
Harry dopo un'oretta uscì di casa. Passò davanti alla cucina, mentre noi ci stavamo gustando la nostra pizza, alzò una mano per salutarci, si aggiustò i capelli e uscì di casa dicendo un "Esco!" abbastanza forte da permetterci di sentirlo. Noi, che stavamo parlando vivamente, fermammo le nostre conversazioni, e sentimmo sbattere la porta d'ingresso. Era uscito, senza di noi, per stare solo con una ragazza.
E' naturale, giusto? Ma, allora perché mentre ci pensavo mi veniva un stretta allo stomaco? Sospirai, rompendo il silenzio che si era creato tra di noi, e tagliai un pezzo di pizza lentamente. Era incomprensibile quel ragazzo; volevo sapere la ragione di quei suoi comportamenti così contrastanti. Perché so che non centravo niente con il suo umore, che non mi sarei dovuta preoccupare così tanto per lui, ma ci stavo male.
Stavo male quando mi evitava, quando mi trattava male o quando lo vedevo triste. Quando guardando il suo viso angelico, notavo che mancava il suo vero sorriso. Quello sentito dal cuore. Avevo iniziato ad amare il modo in cui allargava le labbra, facendosi nascere quelle adorabili fossette.
"Hey Louis.." Lo chiamai. Lui alzò la testa, e fece un verso in risposta.
"Tu conosci bene Harry, giusto?" chiesi un po' imbarazzata.
"Beh, modestamente è il mio migliore amico, e so qualunque cosa su di lui!" Si vantò, afferrò il suo bicchiere d'acqua, e se lo portò alla bocca.
"Perché si comporta così?" Chiesi semplicemente. Lui mi guardò dritto negli occhi, ma non si azzardò a rispondermi.
Fu Zayn a prendere parola al posto suo. "E' un brutto periodo, gli passerà" Disse. Decisi che non sarei andata avanti con le domande su di lui. Per quanto volessi sapere qualcosa in più, sembrava che nessuno potesse aiutarmi a capire.
Così rinunciai per quella sera. Mi alzai dal tavolo, dicendo di essere piena, e mi andai a stendere sul divano. Misi la testa sul poggi mano, e allungai le gambe negli altri posti. Presi il telecomando e girai tra i canali. Mi fermai su fox, trasmettevano teen wolf, ma non ci diedi molta retta.
Continuavo a viaggiare con la mente al piccolo discorso di prima. Volevo sapere cosa lo turbasse; quando vedevo una persona giù di morale, avevo l'istinto di aiutarla. Ero fatta così.
Ma quella volta era diverso: era anche un problema mio. Stavo male nel pensare che fosse uscito con una ragazza e che era arrabbiato con me.
Restai talmente troppo tempo a pensarci che inconsapevolmente mi addormentai.
Quando mi svegliai, mi strofinai gli occhi e mi guardi intorno. La televisione era spenta, come tutte le luci della casa, e avevo una coperta sul corpo. Saranno andati tutti a dormire, pensai. Ma per quanto tempo avevo dormito? Era sicuramente sera tardi, altrimenti non sarebbero già andati tutti a letto. Mi alzai dal divano, e decisi di andare in camera mia; se avessi continuato a dormire sul divano, il giorno dopo mi sarei ritrovata con il mal di schiena. Ma mentre feci per salire le scale sentii un rumore provenire da fuori. Sorvolai, ma questi rumori continuarono, ed iniziai ad avere un po' di paura.
Sembravano delle bottiglie frangersi al suolo, e un lamento di una o più persone. Non ne ero sicura: non riuscivo a distinguere i toni. Lentamente mi avvicinai alla porta di casa e ci appoggiai l'orecchio, mettendomi in ascolto. Quel lamento continuò, ma poi sentii parlare. Sembrava che cantasse. Ascoltai meglio quella voce e la riconobbi.
"Santissimi numi, Harry!" Esclamai aprendo di scatto la porta. Lo vidi seduto per terra, con la schiena contro il muro di casa e una bottiglia di birra in mano. Era ubriaco. Mi precipitai da lui e gliela tolsi. "Basta bere, Harry!"
Lui si lamento e si lanciò su di me, per prendere la bottiglia che tenevo nascosta dietro la schiena. "Ma io la voglio!" si lamentò.
"No, Harry, basta! Adesso entriamo dentro, va bene?" Dissi, facendomi passare un braccio in torno al collo, cercando di alzarlo. Lui barcollò e si appese a me. Lo portai dentro, e poi chiusi la porta. Lo feci stendere sul divano, posizionandogli un cuscino sotto la testa. Mi sedetti vicino a lui e gli passai una mano tra i capelli, accarezzandoglieli. "Ma come ti sei conciato.." Mormorai.
"Ti voglio bene Sarah.." disse cercando di alzarsi con la schiena per avvicinarsi a me, ma lo fermai, facendolo sdraiare nuovamente.
"Shh.. calmati" sussurrai.
"Ma io ti voglio veramente tanto bene, Sarah" Disse guardandomi negli occhi. Sospirai, gli accarezzai una guancia e lo coprii con la coperta.
"Tu mi vuoi bene?" mi chiese.
"Si.." mormorai. Lo vidi chiudere gli occhi e mi alzai. Feci per andarmene ma mi afferrò da un braccio.
"No... Rimani con me, ti prego!" disse. Annuii e mi risedetti, ma lui mi fece stendere accanto a lui e mi strinse con un braccio. Mi fece poggiare la testa sul suo petto, mentre lui l'aveva appena sopra la mia. "Perché l'hai fatto?" gli chiesi.
"Stavo male.." borbottò. Sentii il suo respiro schiantarsi sul mio collo, e rabbrividii.
"Si, infatti adesso stai bene, vero?" dissi sarcastica.
"Si, perché tu sei qui con me.." 



 

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***



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Capitolo 17.

 

 
La luce del sole che filtrava attraverso le finestre puntava dritto ai miei occhi. Era talmente fastidiosa che dovetti girare la testa dal latro opposto del letto, ma senza aprirli. Avevo sonno, e avrei voluto continuare a dormire. Ma improvvisamente, sentii un peso sul mio fianco che si fece più stretto, e un piccolo lamento addormentato, simile ad uno sbadiglio. Ed ero sicura di non essere stata io. Aprii gli occhi, e vedendo Harry mi ricordai subito della notte precedente: dopo aver cercato di calmarlo e di farlo ragionare, ero rimasta lì con lui pensando di andarmene quando si sarebbe addormentato. Ma ero rimasta fregata: mi ero addormentata prima di lui. Avevamo passato la notte insieme su un divano. E in più ero completamente aggrappata a lui: l'avevo sicuramente scambiato per un cuscino, come mostravano le mie mani attorno al suo corpo, in un gesto di abbraccio. Era sotto di me e subito pensai a quanto scomodo potesse essere con il mio peso addosso.
Ero ancora scossa dalle parole che mi aveva la sera prima. Era stato dolcissimo, talmente tanto che mi ero sciolta come un budino. Talmente tanto, che credetti fosse stato solo l'effetto dell'alcol. E questo mi intristì, perché io volevo che fosse stato vero. Che lui, come mi aveva detto, mi volesse bene e che si sentisse meglio avendomi accanto.
Ma ovviamente era impossibile. Perché? Per vari motivi. Perché quel pomeriggio mi aveva trattata male e mi aveva evitato fino alla sera. Non si era fatto più vedere, se non quando ci aveva salutato. E poi, perché era uscito con una ragazza.
Una ragazza, che io immaginai subito fosse Jessie. Anche se non dovrei esserne stata tanto sicura, visto che cambiava ragazza tanto quanto cambiava un paio di mutande. L'avevo sempre saputo, ma ora iniziava a farmi stare male. Ma il peggio era che si era ubriacato. Quando l'avevo visto in quelle condizioni mi era venuta una morsa allo stomaco.
'Come aveva fatto a ridursi così? Sembrava così trascurato..' Pensai mentre gli passavo delicatamente la mano sul viso, stando attenta a non svegliarlo. Aveva un viso angelico, da eterno bambino. Mi aveva distrutto vederlo così sciupato quella sera.
Lui scostò il viso, e io immediatamente ritirai la mia mano. Come se avesse sentito la mancanza del mio tatto, aprì gli occhi quasi sorpreso nel vedermi sopra di lui.
'Sicuramente non si ricorderà di ieri sera..' Pensai dispiaciuta.
"Em, ciao.." Borbottò lui, forse impacciato.
Io strinsi le labbra, e lo guardai. "Buongiorno Harry.." Gli risposi poi distogliendo lo sguardo dai suoi occhi. Ero già imbarazzata dalla situazione, se avessi continuato a guardarli avrei anche perso ogni briciola di possibilità di risultare normale.
"Perché, ehm.. ecco, siamo qui?" Chiese, indicando con la testa il salotto.
"Perché ieri sera ti sei ubriacato.." gli risposi semplicemente, quasi nascondendo il viso nel suo petto.
Lui sospirò, cosa che fece muovere anche me, visto che ero appoggiata a lui. Questo mi fece ricordare della nostra posizione e feci per alzarmi, ma il braccio di Harry attorno ai miei fianchi me lo impedì. Era diventato silenzioso, così decisi di abbandonarmi alla sua stretta, appoggiando nuovamente la mia testa sul suo petto. Almeno così non dovevo sostenere il peso del suo sguardo.
"Come ti senti?" Gli chiesi.
"Beh, bene.." Mormorò.
"Ieri sera eri ridotto uno straccio.." Sospirai, appoggiando la mia mano destra sopra il suo petto, proprio accanto al mio viso.
"Grazie" disse.
"Per cosa?" chiesi confusa.
"Per avermi aiutato. Non volevo ubriacarmi, ma è successo. Ho esagerato" Iniziai a muovere delicatamente la mano, come a volergli massaggiare quella parte del suo corpo.
"Non devi ringraziarmi Harry.."
"Si che devo. Se non mi avessi trovato sarei ancora perso chissà dove in questa città.." disse, prendendomi la mano e incatenando le sue dita con le mie. Non riuscii più a staccare gli occhi da quel contatto.
"Ti ricordi qualcosa di ieri sera?" gli chiesi dopo un momento di pausa. Volevo vedere se si ricordava quello che mi aveva detto. Speravo che me lo ripetesse. Che dicesse di volermi bene.
"No.." Disse. "..Come mi hai trovato? Insomma, come ci siamo finiti qui?"
"Ecco, ti ho sentito cantare fuori dalla porta, e ti ho trascinato dentro.. Solo che poi mi sono addormentata qui con te"
"Ah, capito!" Ridacchiò. "Senti, non ho detto niente di strano, vero?" chiese.
Beh, se 'ti voglio tanto bene' o 'mi sento meglio ora che sei qui' è strano, allora si. "No" Risposi poi.
"Sicura?" Disse storcendo le labbra, e dopo avermi visto annuire, continuò. "Ah, menomale! Di solito quando sono ubriaco dico di quelle cavolate che non puoi nemmeno immaginare!" Esclamò con tono divertito. 'Fidati Harry, riesco perfettamente a immaginare.' Sentii una stretta allo stomaco, e mi morsi il labbro inferiore. Quella poca speranza che avevo era andata a farsi benedire.
"Già, chissà che idiozie che dici.." dissi con voce acuta, a causa della tristezza. Proprio come quando mi veniva da piangere, e facevo di tutto per impedirlo. Mi alzai di scatto dal divano e dal suo corpo, allontanandomi dalla sala.
"Dove vai?" Mi chiese, ma io feci finta di non sentire.
Il non sentire risposta lo allormò.
"Sarah?" Mi chiamò nuovamente.
Facendo finta di niente, salii le scale che portavano alle camere da letto, sempre facendo attenzione a non svegliare tutti. Mi dispiaceva di essermi comportata così con Harry: avrà pensato di aver fatto qualcosa di sbagliato e io non volevo che lo credesse. Perché lui non aveva fatto niente, ero solo io la responsabile di quella mia tristezza. Ci ero rimasta male, ma avevo davvero creduto alle sue parole. Quelle bellissime parole che mi avevano mandato in brodo di giuggiole per quanto erano state dolci, ma che erano solo frutto di qualche birra di troppo. La colpa era solo mia. Mi ero costruita castelli in aria.
Poggiai la mano sulla maniglia della porta di camera mia, evitando di ascoltare la voce di Harry che mi chiamava numerose volte, ma non riuscii ad aprirla. Sospirai: ma per quale motivo Debby si era chiusa a chiave? 
Sentii un rimbombo di passi provenire dalle scale, e immaginai fosse Harry. Si era alzato, e voleva sicuramente una spiegazione per questo mio veloce cambiamento d'umore. Avrei dovuto agire normalmente, come se non mi importasse di niente. Proprio come avrei fatto qualche mese fa. A quel tempo, non mi sarei mai addormentata insieme a lui, per cominciare. E soprattutto non mi sarebbe nemmeno importato se lui mi avesse detto 'ti voglio bene'. Decisi, all'ultimo minuto, di andare in bagno per 'rifugiarmi' da lui. Ma non appena aprii la porta del bagno, fui afferrata da un braccio e strattonata all'indietro. Per la forza con cui mi aveva preso, mi schiantai sul suo petto. Lui mi afferrò dalla vita, molto più delicatamente ora, e mi scostò leggermente, in modo da riuscirmi a guardare negli occhi. I suoi mi fecero sentire impotente, quasi dipendente da lui, e mille farfalle presero a danzare per il mio stomaco.
"Em, devi andare anche te in bagno?" Gli dissi la prima cosa che mi passò per la testa, per cercare di alleggerire la tensione che si era creata tra di noi.
Lui mi guardò confuso, ma non era tutto quello che riuscii a leggere tra i suoi occhi. C'era qualcos'altro, un sentimento che non riuscivo bene a comprendere. "Smettila Sarah!" Esclamò.
"Di far cosa?" gli chiesi strattonandomi dalla sua presa.
"Di comportarti così!" Rispose subito dopo, trattenendo l'impulso di afferrarmi nuovamente.
"Così come?"
Lui emise un urlo disperato. "Di essere così distaccata!" Esclamò avvicinandosi a me, ed io quasi involontariamente mi ritrovai a fare dei passi all'indietro ogni qual volta che lui ne faceva uno verso di me, fino a ritrovarmi con le spalle al muro. "E così fredda! Come se non ti importasse niente di me, quando poi è tutt'altra cosa. Di mandarmi in confusione ogni volta che ti guardo e di farmi perdere le staffe. Mi hai cambiato Sarah, e non te ne sei nemmeno accorta. Mi hai reso migliore, anche se sei sempre stata all'oscuro di tutto."
Fece un ultimo passo in avanti, ritrovandosi addosso a me, quasi a farmi da blocco. "I-io.." balbettai, non sapendo cosa dire. Le parole mi erano morte in gola, a causa della sua vicinanza e di quello che aveva appena detto.
"Si, tu Sarah. Non avevo mai pensato che tu fossi così cieca. Non ti sei mai domandata del perché avessi smesso di infastidirti? O di prenderti in giro? No, ovviamente. Per te è normale aver smesso di scannarci a vicenda solo perché dovevamo convivere. Ma per me no, non lo è. Non avevo più la forza di farti nemmeno un innocuo scherzo. Tu non ti immagini nemmeno quante volte mi sia maledetto per pensare certe cose su di te. Ma è sbagliato: tu nemmeno mi sopporti!"
"No.." mormorai, mentre lui mi guardava come se stesse aspettando che andassi avanti. Sospirai e continuai. "No, non è vero che non ti sopporto. Io.. io.." Balbettai, e abbassai lo sguardo.
Non riuscivo a dirglielo. A dirgli tutto quello che provavo non appena sentivo pronunciare il suo nome. A quel vortice di emozioni che non mi abbandonava mai.
"Tu cosa, Sarah?" Disse avvicinandosi con il viso.
"I-io.. ecco.." Non riuscii a finire di parlare che lui mi bloccò. Si fiondò contro le mie labbra, baciandomele passionalmente. Una miriade di sentimenti mi percorsero, e inizialmente mi trovai spiazzata da questo suo gesto. Ero scioccata, ma poi mi abbandonai al suo tocco, ricambiando. Gli portai le braccia al collo, mentre lui le fece scendere fino ai miei fianchi. Le sue labbra erano morbidissime, e amavo la sensazione che mi fece avere. Desideravo non staccarmi più. Sarei voluta rimare così per sempre. Ma un rumore di una chiave mi fece sussultare, facendomi staccare dalle labbra di Harry. Lo guardai, il suo sguardo era troppo da sostenere dopo quello che era appena accaduto. Così mi girai verso chi ci aveva interrotti.
Vidi Zayn, in boxer, davanti alla porta di camera mia e di Debby che ci guardava strano.
"Em, mi fate entrare in bagno?" Borbottò mezzo assonnato. Io annuii ed insieme ad Harry ci togliemmo dalla porta. Rimasi perplessa un secondo. Cosa ci faceva Zayn in camera di Debby?
E sopratutto: Harry mi aveva veramente baciato?
 

 

Quella mattina erano successe troppe cose. Non era stata la tipica mattina, in cui la mia massima concentrazione era sullo stare attenta a non cadere dalle scale e cercare di avere la meglio sui miei occhi, che si richiudevano automaticamente. No, non lo era stato affatto. Quegli avvenimenti erano stati come una doccia fredda, mi avevano svegliato e ero diventata troppo agitata.
Si era formato un uragano dentro il mio stomaco, un vortice di emozioni che solo Harry era capace di crearmi. Quando quelle bellissime labbra avevano toccato le mie, mi ero completamente immobilizzata. Ero scioccata: non avevo mai immaginato potesse farmi provare queste emozioni solo con un bacio. Mi sentivo completa, come se fossi riuscita a toccare il cielo con un dito. Non pensavo che ne sarei diventata così dipendente. Infatti mi sentii spudorata quando, subito dopo esserci staccati, avrei voluto immergermi tra le sue braccia per continuare quella danza così passionale e dolce. Era diventato la mia droga, il mio ossigeno, non riuscivo più a farne a meno. Ma il mio carattere, mi fece creare una specie di maschera 'anti-sentimenti'. Non lasciava intravedere nemmeno una briciola di quello che provavo. Se non stupore. Solo confusione, e stupore. Ma nemmeno un goccia di piacere e di desiderio che avevo su di lui.
Qualche volta era un bene, mi lasciava scappare da situazioni imbarazzanti senza balbettare o arrossire. Certo, non ero una macchina. Ero solo brava a nascondere i miei sentimenti. Ma non era una cosa positiva in certi casi. E quel caso, era uno di quelli in cui sarebbe stato meglio aprirmi. Parlare con lui, e spiegarmi. Di renderlo partecipe di quello che stava succedendo nella mia testa, e nel mio cuore. Quest'iltimo batteva talmente forte, che pensai che potesse scoppiare.
Ma lui, i suoi occhi lucidi, erano come una lama. Erano fissi sui miei, quasi cercassero di riuscire a leggermi. Gli occhi sono lo specchio dell'anima, dicevano, e anche per me era così. Fu per questo che abbassai lo sguardo. I suoi erano talmente carichi di significato, che non riuscii a sostenerlo. Abbassai lo sguardo, portandolo sui miei piedi, trovando maggiore interesse nel guardare i miei calzini azzurri. Dondolai, spostando il mio peso da un piede all'altro. Ma improvvisamente, la sua mano si poggiò sulla mia guancia con un tocco freddo e delicato. Mi alzò il viso, ricollegando il nostro sguardo.
"Scusami.." Sussurrò a un centimetro dal mio viso. Sentii il suo respiro schiantarsi sulla mia pelle e rabbrividii.
"Scusami, per tutto quello che ti ho fatto, per piacere.." Mormorò. Io mi mossi ad annuire, ma lui mi fermò. "No, lasciami finire.." Sospirò. "Mi dispiace per tutto. Per tutto quello che ti ho fatto, a partire da quando ci siamo conosciuti a poco fa, quando ci siamo baciati. Non voglio che tu ce l'abbia ancora con me. So che non mi sono comportato nel migliore dei modi con te. Ma anche se a volte non lo dimostro, io ci tengo a te. Sei troppo importante per me, Sarah. Non riuscirei a essere in pace con me stesso se tu torneresti ad odiarmi. Perché sarebbe solo colpa mia. Non sai quanto faccia male sapere di non essere ricambiato. Sapere che io non sia tanto importante per te, quanto tu lo sia per me. Ma è così, e dovrei iniziare a farmene una ragione..."
"Harry.." incominciai, appoggiando la mia mano sulla sua, sopra la mia guancia, facendo intrecciare le nostre dita. "Io.."Continuai, ma il suo sospiro mi fermò.
"Dimmi solo che mi perdoni, per favore.." Disse quasi implorante.
Io annuii. "Si, certo che ti perdono Harry.. ti avevo già perdonato da molto tempo, ormai.."
Un piccolo sorriso si fece spazio tra le sue labbra. "Quindi, insomma... amici? Cioè, veri amici.. due persone che si vogliono bene, e cui piace passare tempo insieme.." Farfugliò lui.
Ed io, anche se un po' dispiaciuta, annuii. "Ovvio, Hazza.." Dissi sorridendo.
Lui ricambiò il sorriso, felice. "Grazie.." Mormorò, e dopo avermi schioccato un bacio sulla guancia se ne andò.
Sospirai: quella era una situazione in cui sarebbe stato meglio parlare. Perché lui aveva pensato che aveva fatto un errore nel baciarmi. Pensava che non mi fosse piaciuto, che lo avrei odiato. Ma si sbagliava, ed era colpa mia. Avrei dovuto parlare, e dirgli che anche io tenevo a lui, che era speciale per me, e che quel bacio era stato il più bello che avessi mai ricevuto. Ma ero rimasta zitta, e adesso non potevo fare altro che maledirmi per la mia stupida timidezza.
Però eravamo amici.. meglio che niente, no?
Chissà per quanto saremmo riusciti a resistere...
Il getto d'acqua della doccia mi fece ricordare di Zayn chiuso in bagno, e di conseguenza anche di Debby, ancora in camera. Così in meno di un secondo mi fiondai da lei, con tutta l'intenzione di svegliarla di fare quattro chiacchiere con lei..




 
 

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***



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Capitolo 18.

 
 
Visto che ormai la porta di camera mia era sbloccata, non ci misi molto a spalancarla facendola sbattere con il muro lì vicino. Mi fiondai dentro la stanza ed in un tempo inferiore ad un secondo mi chiusi gli occhi portandoci sopra le mani. Visto che conoscevo molto bene sia Debby che Zayn, sapevo altrettanto bene che non si sarebbero chiusi a chiave per un intera notte semplicemente per giocare a carte. Così per evitarmi una scena raccapricciante, mi coprii la visuale. Non volevo essere scioccata per il resto della mia vita. Sono cose belle, ed a volte fa piacere raccontarne, ma non è esattamente il massimo trovare in quelle condizioni la propria migliore amica.
"DEBBY! DEBBY!" Urlai richiudendomi la porta alle spalle, sempre tenendo gli occhi chiusi. "SVEGLIATI E FATTI TROVARE PRESENTABILE!" Continuai rimanendo immobile. La sentii borbottare qualcosa di incomprensibile. "Ci tengo alla mia vista, quindi ti prego, mettiti qualcosa addosso!"
Lei sospirò. "Sarah, è mattino presto, smettila di urlare a vai a rompere le scatole a qualcun'altro.." Mugolò. "Non hai un'altra migliore amica da assillare a quest'ora?"
Io le feci il verso. "No, e poi devo parlare assolutamente con te!" Dissi secca, dando maggiore tono alla parola 'assolutamente', per farle capire che non si sarebbe liberata presto di me. Avrebbe fatto prima ad ascoltarmi, che a cercare di mandarmi via.
"Mm, però non urlare almeno!" Disse con la voce impastata dal sonno.
"Ok, parlerò più piano" Sospirai. "Posso aprire gli occhi adesso?" Le chiesi.
Lei emise un verso confuso, quasi come se non sapesse di cosa stavo parlando. Dopo solo due secondi la sentii imprecare a bassa voce, e scaraventarsi giù dal letto rumorosamente. "No! Rimani un attimo ancora così!" Esclamò quasi allarmata. Io scoppiai a ridere, immaginandomi il suo imbarazzo. Dopo alcuni secondi, sentii sbattere dei cassetti e il cigolio del materasso, spesso dovuto a una mossa improvvisa. Me la immaginai lanciarsi sul letto per poi assumere una posizione naturale e disinvolta. E infatti, quando li aprii era proprio così. Si era infilata sotto le coperte, con la testa appoggiata sul cuscino, e rivolta verso di me. Non riuscii a trattenermi una risata.
"Tu non ti sei accorta di niente.." sussurrò. "Tu sei entrata, e mi hai trovato così..-iniziò indicandosi il pigiama- mentre dormivo, va bene?" mi chiese con un sorriso angelico.
Io la guardai con sguardo strafottente. "E va bene, bella mia." Dissi sorridente, sedendomi sul mio letto, che era proprio accanto al suo. "Non ti chiederò spiegazioni sul perché ti ho trovato in questo stato.."
Lei fece un sospiro di sollievo. "Fiù, grazie Sarah. Sai non immaginavo sarebbe stato così facile.." Farfugliò, ma la interruppi presto.
"Lascia che ti cambi la domanda..-iniziai, soffermandomi un secondo.- Lasci che ti chiedi perché questa mattina un certo Zayn, sia uscito da questa camera, apparentemente nostra, solo con indosso un paio di boxer." Dissi scrutandola, mentre lei iniziò ad arrossire. Le sue guance presero un colorito molto più roseo del normale, e se coprì con le mani.
"Io non ne so assolutamente niente.." Disse, evitando di guardarmi.
"Si, certo e io sono una deficiente!" Sbottai. "Dai Debby, racconta!" Esclamai entusiasta.
"Va bene, però calmati e lasciami parlare. E' un discorso lungo e complicato.."Disse, mettendosi in una posizione più comoda nel letto. Io annuii, ricopiandola.
"Bene, ieri sera, dopo che tu ti sei addormentata, Louis ha optato per vedere un film horror, e per non svegliarti siamo andati in camera loro. Niall aveva voluto svegliarti, ma Liam l'aveva fermato, dicendogli che eri troppo carina e non se la sentiva. Sue parole testuali. Ma non è dolcissimo tuo fratello?" Io sorrisi, e le feci segno di continuare. "Come ovviamente potrai immaginare, sono stata con il viso contro il petto di Zayn per tutto il film, e mi ero quasi addormentata. Così non appena finito, me ne andai in camera mia, dicendo che ti sarei venuta a prendere. Non volevo lasciarti tutta la notte sul divano. Ma Zayn si è offerto per accompagnarmi. Solo che poi ci siamo ritrovati in camera, da soli, di notte.. e beh, sai l'atmosfera.. mi ha baciato, ed è successo." Disse alquanto imbarazzata.
"Non è un discorso complicato.. insomma, molto semplicemente non ti sei trattenuta davanti a quel bell'imbusto di Zayn.." Dissi, e lei divenne rossa in viso.
"Non avete parlato, allora?"
Lei sospirò. "No.."
"Stai tranquilla che chiarirete subito!" La rassicurai.
Lei sorrise. "E te? Come hai dormito sul divano?"
"Non ho dormito così bene in vita mia!" sbottai senza pensare. Lei mi guardò confusa. "Sul divano?"
"Emm..." mormorai. "Sarah Payne! Parla!" Esclamò lei.
"Ecco..." Lei mi guardò. "Ho dormito insieme a Harry, lui mi ha baciato, ma siamo rimasti amici." Esclamai velocemente senza lasciare pause tra una parola e l'altra. Ma lei capì e tirò un urlo. "Come cacchio siete rimasti solo amici?! Ti ha baciato, Harry è innamorato di te Sarah! Cos'altro deve fare per fartelo capire?"
Io abbassai lo sguardo. "Anch'io credo di essere innamorata di lui.. ma ho paura di soffrire.." Sussurrai. Avevo paura che una volta tornati a casa lui avrebbe cambiato idea, e si sarebbe dimenticato di me. Infondo lui,era sempre Harry Styles.
 

 
Alla fine quella mattina, anche se lentamente, era passata lasciandomi più stanca del previsto. Erano successe così tante cose. Troppe da riuscire a tenermi dentro. Avevo finalmente ammesso a me stessa di essermi innamorata di Harry. Il suo carattere era tutt'altro che insopportabile -come avevo sempre pensato-, ma era dolce e sensibile. Talmente sensibile, che spesso notavo i suoi cambiamenti d'umore da un minuto all'altro. E questo mi rendeva ancora, sempre se possibile, più attratta da lui. I suoi occhi erano come la kryptonite. Erano talmente belli da fare male. Perché riuscivano a scovarmi l'anima, e a prendersi il mio cuore non appena li guardavo. Mi rendevano vulnerabile. Lui mi faceva arrossire solo con un sorriso, mi rendeva impotente solo con uno sguardo, la sua sola vicinanza mi provocava uno strana sensazione allo stomaco (comunemente chiamato come 'farfalle nello stomaco ’ ma le mie erano tutt'altro che farfalle: erano elefanti!), e il suo bacio mi aveva letteralmente fatto toccare il cielo con un dito. Mi aveva fatta sentire speciale. E come potevo dare un nome a tutte queste sensazioni, se non amore? Finalmente avevo capito di essere innamorata di lui. Finalmente avevo capito di essere totalmente e incondizionatamente dipendente da lui.
Ma nonostante tutto, lui si frequentava con Jessie e io con Daniel. Mi sentivo così orribile a uscire con lui, a dargli una speranza per un futuro noi, quando io non facevo altro che pensare a Harry. Non volevo dargli farse speranze. Non volevo fare il doppio gioco: non era da me. Piuttosto che ingannare una persona, io avrei preferito ingannare me stessa. Così, decisi che avrei parlato con Daniel. Gli avrei detto tutto: a partire dalla mia 'piccola cotta' per Harry. Sapevo che non era una semplice cotta, ma non potevo confessargli i miei sentimenti per una persona che non fosse lui, senza prima averla detta al diretto interessato. Ma questo non voleva mica dire che mi sarei dichiarata così semplicemente ad Harry. No, non credevo di averne il coraggio. Avevo paura di un suo rifiuto, e oltretutto la mia paura, quella di soffrire, occupava gran parte dei miei pensieri. Chi mi avrebbe detto che una volta a casa, lui non sarebbe tornato dalle sue 'amichette'?
Scossi la testa, cercando di cancellare questi pensieri e concentrarmi su quello che stavo facendo. Avevo appena convinto Debby a parlare con Zayn, e la mia curiosità mi fece avvicinare 'accidentalmente' alla camera dei ragazzi, dove loro stavano parlando.
"Oh, ciao Debby.." sentii dire da Zayn.
"Si, ciao.. ecco..beh," balbettò Debby imbarazzata.
"Oh.. già.." Mormorò Zayn. Ma cosa stavano facendo? Si parlavano a versi?
"Devo parlarti!" Esclamarono insieme, poi dopo un momento di silenzio scoppiarono a ridere. Bene, erano andati.
"Inizia te.." Mormorò Debby.
Zayn sospirò, e me lo immaginai avvicinarsi alla mia migliore amica, afferrandole dolcemente una mano. “Bene, da dove iniziare..” fece una pausa. “Beh, tu mi conosci Debby. Conosci la mia reputazione in fatto di donne: avrai sentito che le uso e che non ho mai avuto una storia sera. Ma voglio che tu sappia che non ti ho preso in giro. E' difficile da dire, perché è anche la prima volta per me. E' la prima volta che mi sento così con una ragazza. Mi hai sconvolto letteralmente, Deb. Ed io credo.. credo di amarti.”
Sentii un sospiro, forse di sollievo o di felicità, da parte di Debby. “Credo di amarti, anch'io Zayn” Disse lei, poi calò il silenzio. Rimasi li fuori dalla porta a cercando di capire a cosa era dovuto il silenzio, quando sentii un sospiro schiantarsi contro il mio collo. Rabbrividii all'istante.
“Hey” Sussurrò Harry. “Ti hanno mai detto che non si spia?”
Io mi staccai dalla porta, e lo guardai. “Era un questione altamente importante!”
Lui ridacchiò a bassa voce. “Beh, comunque, Louis ha chiamato Eleanor, e siamo invitati a casa sua, in piscina.. che fai, ci vuoi andare?” Mi chiese quasi speranzoso.
Io annuii, incerta. “Credo di si.. tu vieni con noi?”
“Si, vengo con voi!” disse, facendo un piccolo sorriso. Io lo ricambiai con uno molto più grande e contento. “Ti aspetto di sotto tra dieci minuti, va bene?” Mi chiese.
Io annuii. “Si!” Esclamai, mentre lui mi schioccò un bacio sulla guancia. Io chiusi gli occhi per assaporarmi meglio il momento. Quanto amavo quelle labbra!

Seguii Harry con lo sguardo mentre se ne andava, quasi ipnotizzata dal movimento dei suoi riccioli a ogni suo passo. Solo quando sparì dalla mia vista, mi ripresi, e corsi a cambiarmi. Mi sciacquai la faccia con dell'acqua fredda, per riprendermi e annullare qualunque piccola briciola di sonno rimasta, e indossai il mio costume a due pezzi preferito. Era blu elettrico, e aveva dei piccoli brillantini al centro del pezzo di sopra, e al bordo di quello di sotto, quasi a creare una sfumatura argentata. Raccolsi i miei capelli in una coda disordinata, fermando qualche ciocca ribelle con delle forcine, poi indossai una semplice canottiera e dei pantaloncini. Per ultima cosa, infilai un telo da mare nella mia borsa. Bene, ero pronta.
Mentre scesi, intravidi Debby per il corridoio, e la informai. Lei accettò subito, e mi chiese un minuto per prepararsi. Io annuii e scesi comunque. Trovai Harry sul divano del salotto, impegnato a trafficare con il suo telefono. Mi avvicinai a lui, sedendomi sullo stesso divano, ma mantenendo un po' di distanza dal suo corpo.
Impiegai più del dovuto a guardarlo: aveva solo dei corti pantaloncini color cachi, e una canottiera bianca. Nulla di strano penserete. Già, se togliamo il fatto che quella piccola maglia mi permettesse di intravedere il suo petto e mettesse in risalto le sue braccia muscolose. Sembrava me lo facesse apposta. Che si divertisse a vedermi soffrire, mentre mi imponevo di restare calma e di non saltargli addosso.
"Hey!" dissi, salutandolo. Lui alzò gli occhi dallo schermo del suo cellulare e mi sorrise, accorgendosi della mia presenza.
"Hey" rispose, schiacciando velocemente altri tasti, per poi bloccarlo e infilarlo in tasca.
"Con chi stavi messaggiando?" Gli chiesi curiosa. Lui serrò le labbra e mi guardò, più intensamente. Forse non avrei dovuto fargli quella domanda: non volevo che pensasse che fossi invadente.. Ma che andavo a pensare! Una volta non mi facevo tutti questi problemi. Va bene, mi ero innamorata, ma forse mi facevo troppo paranoie.
"Con Jessie" Mi rispose, semplicemente.
"Ah" Fu tutto quello che riuscii a dire. Ma volevo sapere di più. "Di cosa parlavate?" Gli chiesi, giocando con il bordo della mia canottiera.
Lui ridacchiò. "Mi dispiace Saretta, ma questo non puoi saperlo!"
"Ma sono curiosa!" dissi facendo gli occhi dolci, per farlo parlare. Cosa che non accadde.
"No, tu non sei curiosa, sei gelosa, mia cara!" disse divertito.
"Non è vero!" Dissi mettendo il broncio, fingendomi offesa. Lui mi baciò velocemente una guancia, e poi scoppiò a ridere di gusto.
"Eccomi, ho finito! Andiamo?" Esclamò Debby scendendo le scale. Harry le annuì. "Si adesso andiamo, un attimo solo.." le fece un gesto con la mano, poi prese un piccolo respiro. "LOUIS, ZAYN, NIALL, LIAM MUOVETEVI!" Urlò più forte che poté. Io e Debby lo guardammo strano, per poi girarci verso le scale quando quattro ragazzi si presentarono in tutta fretta da noi. Debby non riuscì a trattenersi una risata. "Bene, adesso possiamo andare!" Disse Harry riferendosi a Debby, e trascinandomi verso la porta di casa.
 


"Eleanor! Anita!" Esclamammo in coro sia io che Debby. Loro risero e ci abbracciarono. "Ciao ragazze!" Poi si staccarono sorridendo. "Ciao ragazzi!"
Quest'ultimi ricambiarono il saluto ed entrano in casa delle due sorelle, chiudendosi la porta alle spalle. Anita guardò velocemente Niall, per poi spostare lo sguardo verso gli altri, dondolandosi sui piedi. "Se volete, possiamo già andare in piscina!" Disse poi. Louis, non appena ebbe sentito la parola 'piscina', urlò un forte e marcato "Si!", per poi prendere in braccio Eleanor, appoggiandosela sulla spalla, e correre fuori nel giardino sul retro. Poverina, non se lo aspettava. Ma alla fine si unì anche lei alle nostre risate, contagiata da quella di Louis. Lui era così: ti trasmetteva tutta la felicità del mondo, anche solo con un sorriso. Non si poteva vedere un suo sorriso senza ricambiarlo. Era praticamente impossibile.
Niall, invece, si limitò ad afferrare la mano di Anita, per poi seguire le orme di Louis e Eleanor, mentre noi li seguivamo silenziosi. Io, una volta fuori, mi sedetti su uno sdraio vicino alla piscina, e mi tolsi i vestiti rimanendo in costume. Fecero lo stesso anche le ragazze, ma poi Debby fu trascinata in acqua da Zayn.
"Ahh! Zayn! Lasciami!" Urlò lei dimenandosi.
"Come vuoi!" Disse ridendo, e lasciandola cadere in acqua. Non appena lei riemerse lui si tuffò proprio accanto a lei, senza prenderla per un pelo.
"Zayn!" Esclamò. "Ma sei scemo? Potevi prendermi!" Quest'ultimo, divertito dalla situazione si avvicinò a lei, la quale iniziò a schizzarlo. "Sarah! Aiutami!" Io risi, e alzai le spalle. "Mi dispiace, ma preferisco prendere un po' di sole!" Le dissi scherzosa. Lei ancora schizzandolo, mi fece il verso. "Ma che cavolo di migliore amica sei, e-" Iniziò a insultarmi, quando Zayn l'afferrò dai fianchi e fece schiantare le sue labbra su quelle di lei. Io li guardai sorridendo, e mi sdraiai chiudendo gli occhi. Rimasi così per un bel po' di minuti, quando sentii una goccia cadermi sulla pancia. Confusa, aprii lentamente gli occhi, ritrovandomi Harry tutto bagnato accanto a me, che mi guardava con un sorriso furbo. Non feci in tempo a fermarlo che si sdraiò sopra di me, abbracciandomi, per bagnarmi tutta.
"Harry, sei freddo! E bagnato!" Esclamai. "Togliti!"
Ovviamente, non avrei mai voluto che si togliesse da sopra di me, infatti fui particolarmente felice quando sentii mormorare un "No, sono comodo!", sorridendo e stringendomi ancora di più tra le sue braccia.


 





 

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***



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Capitolo 19.

 
 Sinceramente, mettendo da parte che ero completamente fradici, senza essere entrata in acqua, avere Harry così vicino a me, non mi era poi così tanto dispiaciuto. Anzi, quando si era staccato avevo avuto l'impulso di afferrarlo e stringerlo nuovamente a me. Mi sarei mossa velocemente, circondandogli la vita e riabbracciarlo. Ma non l'avevo fatto: lui si era alzato, e dopo avermi mostrato un dolce e divertito sorriso, se n'era andanto dai ragazzi. Così avevo deciso di entrare finalmente anch'io in piscina, avvicinandomi alle ragazze. Eleanor e Anita, avevano legato con tutti noi. Soprattutto con Louis e Niall. Potevo riuscire a vedere la chimica scorrere tra di loro. Niall era davvero dolce, ed pensavo che Anita fosse proprio la ragazza giusta per lui. Era riservata, dolce e gentile. Quei due insieme avrebbero creato la coppia perfetta, come quelle delle favole. Una di quelle tante favole che raccontavo a Kelly prima di darle la buonanotte. Niall era il perfetto principe azzurro: pensai proprio che si fossero ispirati a lui per scrivere le parti del principe.
E Louis, beh.. era Louis. Lui era la ragione per cui si sorrideva. E questo era un dono, perché nessuno riusciva a rendere felice una persona così naturalmente come faceva lui. Eleanor aveva capito quanto speciale fosse, e si leggeva nei suoi occhi che il sentimento che provava nei suoi confronti non era solo semplice amicizia.
Ed io, per ultima, ero stata la ragazza più fortunata del mondo ad averli come fratelli. Già fratelli: io avevo quattro fratelli, e non un fratello -Liam- e tre fratellastri -Zayn, Louis e Niall-. Loro erano diventati troppo importanti per me, per etichettarli con la parola 'fratellastri'. Mi sembrava un dispregiativo quel termine, qualcosa che definiva un legame freddo e distaccato. Ma non era assolutamente così.
Più tardi, verso le sette di pomeriggio, tornammo tutti a casa. Salutai mia mamma, Richard e Kelly con un bacio sulla guancia a ciascuno e poi salii in camera mia seguita da Debby, mentre i ragazzi andarono nelle loro rispettive stanze.
"Ah, sono stanchissima! Ho così tanta voglia di dormire.." Borbottai, chiudendomi la porta dietro le spalle e lanciando la borsa che tenevo in spalla sul mio letto. Quest'ultima rimbalzò e rotolò fino a finire sul pavimento. Sospirai, ma non la rialzai. Debby, al contrario mio, sembrava iperattiva.
"Oh, animo ragazza!" Esclamò lei per poi fiondarsi davanti all'armadio. "Hai diciotto anni bella mia! Divertiti, vivi! Sei giovane, non sei mica una pensionata!"
Io sospirai, e mi lasciai cadere a peso morto, sopra il letto. Lei invece, prese velocemente il ricambio, e si diresse in bagno. Dopo nemmeno un minuto tornò in camera, con dei pantaloni della tuta e una maglietta. Fece sbattere la porta del bagno, provocando un forte rumore che mi fece sussultare.
"AH! Sto decisamente meglio così! Poi questi pantaloni sono così comodi!" Esclamò, aggiustandoseli.
Io sbuffai. "Bene, è ufficiale" Dissi calma. "Zayn ti ha dato alla testa!"
Lei mi fece una smorfia. "No, è che ho fame! Inizio a dare di matto quando ho fame.." Borbottò.
"Si, brava, cambia discorso." Dissi roteando gli occhi. "Su, parla. Cosa ti ha detto Zayn?"
Lei alzò un sopracciglio. "Come se non lo sapessi..."
"Si, ma voglio sapere di più.. insomma ti ha chiesto di essere la sua ragazza?" Le chiesi curiosa. Lei fece un piccolo sorriso imbarazzato, e il suo stomaco fece uno strano rumore. "Em, ho davvero fame! Corro a mangiare qualcosa!" Disse prima di precipitarsi fuori dalla nostra stanza.
Io sospirai. Mi guardai intorno, e decisi di andarmi a togliere il costume. Presi il ricambio dal cassetto del mio armadio e mi chiusi in bagno. Indossai dei leggins e una canottiera abbastanza larga. Posai il costuma nella roba da lavare e tornai in camera mia. Quando arrivai, vidi un ragazzo riccioluto alle prese con la mia chitarra. Io mi avvicinai confusa, e mi sedetti accanto a lui.
"Hey.." sussurrai. "Cosa fai?"
Harry alzò lo sguardo, e i suoi occhi incrociarono i miei. Poi si strinse nelle spalle. "Non è la prima volta che entro qui.. ma non l'avevo mai vista. E' tua?" Mi chiese alludendo alla chitarra.
Io annuii. "Si. E' la mia chitarra preferita. Adoro suonarla, mi rilassa" Lui mi sorrise dolcemente, porgendomela, ma io gliela lasciai tra le mani. "Tu sai suonarla?" Gli chiesi.
"No.." mormorò lui. "Però mi piacerebbe molto.. Sai, cantare e accompagnarmi con la chitarra"
"Sai cantare?"
"Ehm, da come dicono i miei amici, ho un bella voce.." Rispose imbarazzato.
Io gli sorrisi. "Devi assolutamente cantarmi qualcosa!" Dissi eccitata.
Lui ridacchiò. "Beh, forse un giorno.." Disse rimanendo vago. "Solo se tu mi farai sentire qualcosa"
Io sorrisi. "Forse.. un giorno" Gli risposi, copiandolo. Lui rise, ed io feci altrettanto. Poi allungò una mano verso il mio viso, mi portò un ciocca di capelli dietro l'orecchio e rimanemmo a guardarci negli occhi.
"Se vuoi posso insegnarti qualcosa io.." Mormorai, rivolgendo lo sguardo al manico della mia chitarra, ancora tra le sue grandi mani. Nonostante non lo stessi guardando, potevo sentire la sua felicità, e immaginarmi le sue labbra aprirsi in un sorriso a trentadue denti.
"Davvero lo faresti?" Mi chiese speranzoso.
"Certo, Harry." Gli risposi rivolgendo il mio sguardo nuovamente al suo viso, più bello che mai. Il suo sorriso era qualcosa di unico: era talmente dolce da riuscirmi a sciogliere, e in più io impazzivo per quelle sue piccole fossette che gli si creavano ai lati della bocca. Ma la cosa migliore, era quando sorrideva con gli occhi. Li rendeva ancora più belli e speciali di quanto già fossero.
"Grazie Sarah, non sai quanto mi rendi felice!" Disse eccitato lasciando la mia chitarra, per avventarsi su di me e avvolgermi in un caloroso e stretto abbraccio. Io quasi scioccata di tutta questa sua affettuosità, lo ricambiai facendogli passare le mani delicatamente sulla sua schiena.
"Attento alla mia piccola, però!" Esclamai alludendo alla mia chitarra, che non era caduta dal letto solo per un pelo, per il nostro avventato abbraccio. Lui ridacchiò, e staccandosi velocemente, mise la chitarra in un posto molto più sicuro sul mio letto. Poi mi guardò e accigliò un sorriso.
"Beh, quando iniziamo le lezioni?" Mi chiese eccitato.
"Quando vuoi..-gli risposi.- Se per te va bene, possiamo iniziarle anche adesso!"
"Ovvio che mi va!" Esclamò afferrando saldamente la chitarra tra le mani.
"Bene, la prima cosa più importate è saperla tenere nel modo giusto.. -iniziai guardandolo.- E questo lo sai già fare! Quindi possiamo già partire con un accordo!" Lui sorrise e annuì. "Il più facile è il 'mi', servono solo tre dita!" Esclamai, e per mostrarglielo mi alzai dal letto, viso che gli ero seduta di fronte, per andarmi a mettere dietro di lui. Posizionai le mie mani nei tasti giusti, schiacciando le rispettive corde per mostrarglielo. Lui annuì, e dopo che ebbi tolto la mia, lui ci mise la sua mano.
"Giusto?" Mi chiese. "Si. Ora, passa un dito sulle corde, per vedere se suona." Lui fece come gli avevo detto, e la melodia era perfetta.
Passammo la serata in questo modo: io gli mostravo gli accordi, e lui provava a copiarli. Non tutti gli vennero al primo colpo però, come è giusto che sia. A quelli più complicati gli avevamo riservato più tempo, ed io gli avevo spesso accompagnato la mano, e aiutato a fare più pressione dove gli serviva.
Era bellissimo stare in questo modo insieme ad Harry. Erano passate delle ore, e non ci eravamo allontanati di un centimetro l'uno dall'altro. Ero sempre seduta dietro di lui, circondandolo con le mie braccia, come se lo stessi abbracciando da dietro. Il mio viso era accanto al suo, e questo mi faceva letteralmente mandare su di giri. Amavo stare così con lui. Ed amavo ancora di più l'idea che era una delle prime volte che passavamo così tanto tempo insieme e in armonia.
"Sarah, davvero, non so come ringraziarti!" Disse poi, voltandosi verso di me con un bellissimo sorriso. Solo che nel girandosi, fece avvicinare ancora di più i nostri visi. Le parole mi morirono in bocca, e tutto quello che riuscivo a fare era fissare quelle sue labbra rosee, tanto vicine alle mie, quanto lontane. Si, perché erano vicinissime, ma allo stesso tempo non lo erano quanto avrei voluto io.
"Non c'è bisogno di ringraziarmi, Harry." Riuscii a dire sincera. Lo pensavo veramente: questo fatto di insegnargli chitarra, beh, portava dei vantaggi anche a me. E poi, insomma, mi stavo divertendo con lui. Amavo passare il tempo con lui.
Lui mosse la testa leggermente più avanti verso la mia, in modo da appoggiare delicatamente la labbra sulle mie. Fece tutto questo in un movimento estremamente lento, come se volesse chiedermi il permesso, lasciandomi il tempo di allontanarmi se avrei voluto. Ma io rimasi immobile, aspettando che facesse la prima mossa. Lui, allora, iniziò a baciarmi più deciso di prima, ma sempre dolcemente. Lasciò andare la mia chitarra su letto, e si girò, in modo da essermi completamente di fronte, e appoggiò le sue grandi mani sui miei fianchi. Io gli portai le mani al collo, ricambiando il bacio, che oramai poteva essere definito tutt'altro che innocente. Sembrava che il mio corpo e il mio cuore potessero scoppiare da un momento all'altro. Sembrava non fossero mai sazi di lui. Le mie mani iniziarono a vagare fino ai suoi capelli, e a giocare lentamente con i suoi riccioli.
Non avrei mai avuto la forza di allontanarmi, se il suo cellulare non avesse incominciato a suonare.
Ci misi tutta me stessa per staccarmi da quel meraviglioso bacio, e credevo fosse stato lo stesso anche per Harry, perché non appena ci separammo lui fece un sospiro alquanto scioccato. Tirò fuori dalla tasta dei jeans il suo cellulare, e il mio cuore perse un battito quando lessi il nome sullo schermo: "Jessie"
Mi sentivo corrodere dalla gelosia, e dalla vergogna. Si dalla vergogna, perché nella mia testa balenò subito un ulteriore nome: "Daniel".
 

 
Mi dispiaceva un sacco per Daniel. Per lui che era sempre stato dolce e disponibile nei miei confronti. Per lui che sperava qualcosa in noi, mentre io non facevo altro che pensare ad Harry. Perché, ovvio, ne ero innamorata. Ma mi vergognavo, perché era da tantissimo tempo che mi promettevo di parlare con Daniel, e chiarire che tra di noi non ci poteva mai essere più che semplice amicizia. 
Ma non avevo ancora mosso un dito. Forse per la paura di ferirlo, o forse per il semplice fatto di non sapere come dirglielo. Mi immaginavo di fronte a lui, mentre mi guardava felice, non sapendo che quello di cui dovevo parlargli gli avrebbe fatto perdere il sorriso. Non volevo deluderlo. Ma non volevo nemmeno dargli false speranze. Io non ero così.
Harry, non rispose subito al cellulare, prima mi guardò dispiaciuto facendomi passare dolcemente una mano sulla guancia, fino a portare una mio ciocca di capelli che mi cadeva sopra il viso, dietro ad un orecchio.
"Ehm, scusami." Disse poi. Io non gli risposi, e non annuii nemmeno, solo per il semplice fatto che non avevo capito a cosa si riferisse: se al bacio che avevamo appena condiviso -che io definivo fantastico- o se al suo cellulare che stava squillando.
Lui strinse le labbra a una linea sottilissima, dondolando impercettibilmente la testa, e abbassando lo sguardo. "Scusa -ripetè- Vado a rispondere, torno subito!" Continuò, poi si alzò dal mio letto, e lanciandomi un sguardo furtivo, uscì da camera mia.
Io sospirai, non appena aveva lasciato la stanza, mi ero sentita vuota, incompleta. Mi ero avvicinata così tanto a lui, da sentire quanto eravamo distanti. Questa frase non aveva nemmeno tanto senso, ma rispecchia esattamente come mi sentivo. Perché mi sentivo al settimo cielo e completa quando stavo insieme a lui, ma non appena si allontanava da me, realizzavo che tutto quello che ci aveva legato fosse stato solo frutto della mia fantasia, che li avessi provati solo io quei sentimenti disarmanti. Proprio come adesso, che rivolgendo lo sguardo al letto, vedevo solo una chitarra e dei fogli sparsi su cui erano annotati dei facili accordi. E quei momenti che avevamo passato insieme, sembravano dissolti nell'aria, come un vecchio ricordo. La stanza improvvisamente mi sembrò vuota, perché Harry non era li con me.
E così, sopraffatta da questi sentimenti, mi lanciai con la schiena sul letto, e guardai l'ora sulla sveglia appoggiata sul comodino. Iniziai a pensare che non sarebbe più tornato. Era passato un quarto d'ora da quando mi aveva detto che sarebbe tornato presto. "Torno subito!" Aveva detto. Non sapevo nemmeno per quale motivo gli avevo creduto, quando sapevo già esattamente che non sarebbe andata in quel modo. Perché ovviamente lo aveva chiamato Jessie, e lui non le avrebbe di certo spento il cellulare in faccia. Non alla sua cara Jessie.
Così, vedendo scorrere i minuti senza che lui entrasse da quella porta, decisi di mettere a posto, sapendo che non sarebbe più tornato per continuare la nostra 'lezione'. Misi la mia chitarra dentro la custodia in pelle nera, e posizionai i fogli al centro della scrivania. Aprii il mio armadio, presi il mio pigiama e lo indossai. Era solo un semplice pantaloncino corto bianco, e una maglietta a maniche corte azzurra. Poi, disfai il letto, e mi misi sotto le coperte, spegnendo la luce e accendendo solo quella da bajour. Feci per allungare un braccio verso un libro da leggere, quando sentii aprirsi la porta di camera mia. Velocemente mi tirai su con la schiena, in modo da sedermi, sicura di ritrovarmi Harry. Ma invece di vedere un testa riccioluta, vidi dei lunghi capelli biondi.
"Hey Sarah, cosa ci fai ancora sveglia?" Mi chiese Debby entrando, e andandosi a coricare sul suo letto.
"Non riesco a prendere sonno." Gli risposi semplicemente, evitando di parlarle della questione 'Harry'. "E te?" Le chiesi dopo.
Le si strinse nelle spalle. "Ero in salotto con Zayn." Mi rispose, appoggiando la testa sul cuscino, e facendo un piccolo sbadiglio.
Io sorrisi facendo per continuare la nostra breve conversazione, realizzando poi, che si era già addormentata. Così, spensi la luce e chiusi anch'io gli occhi, mormorando un "Buonanotte, Debby." anche se non lo avrebbe sentito.
Cercai in tutti i modi di addormentarmi, e ci sarei anche riuscita se solo non avessi sentito il rumore di una maniglia. Spalancai gli occhi, e guardai la porta spalancarsi lentamente. Riuscii a notare la figura immobile di Harry illuminata dalla luce del corridoio, incerto se entrare o meno nella nostra stanza. Sentii il suo sguardo su di me, e poi un rumoroso sospiro uscire tra le sue labbra. Riuscii a percepire molto in quel suo sospiro: era evidente che fosse dispiaciuto e che ci fosse rimasto male per non averlo aspettato. Ma d’altronde poteva anche capirmi, insomma non poteva pensare che sarei rimasta ad aspettarlo per mezz'ora. Poteva capire che dopo un po' avrei lasciato perdere e mi sarei messa a dormire. E dopo aver mormorato qualcosa che non riuscii a capire, se ne andò chiedendosi la porta alle spalle, e lasciandomi affogare tra i miei sogni.




 
 

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***



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Capitolo 20.

 


"Hey Sarah, sono venuto il prima possibile!" Ansimò Daniel, portandosi una mano sotto il petto, e facendo una lunga pausa per prendere fiato. "Mi hai fatto preoccupare prima. Cosa succede?"
Io gli feci un leggero sorriso, quasi di scusa per quello che gli stavo per dire. Quella mattina, dopo aver rimuginato ancora parecchio sul comportamento di Harry, ero arrivata alla conclusione che dovevo assolutamente eliminare quel piccolo contatto che si era creato con Daniel. Non mi interessava se Harry non provava nemmeno una briciola dei sentimenti che provavo io nei suoi confronti. Non credevo, anzi ne ero convinta, che sentisse nessuna delle mie sensazioni, che io definirei alquanto esagerate. Perché è impossibile che io rimanga fulminata ogni qualvolta che incontro i suoi occhi, che alla sua sola vicinanza mi iniziano a tremare le gambe e improvvisamente sembrano non riuscire a sostenere il peso del mio corpo.
Quindi, ero convinta di dire tutto questo a Daniel -non a Harry, non ne avrei avuto il coraggio- e mettere fine a questo nostro piccolo flirt.
Harry poteva pensare qualsiasi cosa su di me, o persino non considerarmi minimamente, poteva preferire cento volte Jessie a me, ma non mi avrebbe fatto cambiare idea. Io lo amavo, incondizionatamente da quello che provava lui.
Così quella mattina avevo mandato un sintetico messaggio a Daniel, su cui ci avevo scritto -Devo parlarti. E' urgente.- E nemmeno dopo cinque minuti me lo ero ritrovato fuori casa mia.
"Tranquillo, non è niente di grave!" Gli dissi, allontanandomi dalla porta, in modo da farlo entrare. "Accomodati"
Lui annuì incerto, e entrò in casa, io gli mostrai la strada verso camera mia e di Debby, e lui mi seguì. Era ancora mattina presto, ma Debby e Zayn erano già usciti, così non mi preoccupai di svegliarla.
"Bella questa camera." Disse sedendosi sul mio letto. Io gli sorrisi, e per creare un po' di distanza tra di noi, mi sedetti sul letto di Debby. Non appena mi guardò capii che era curioso e che cercava di incitarmi con lo sguardo di cominciare a parlare. Così lo feci.
"Sinceramente non so da dove iniziare.." Mormorai abbassando la testa verso i miei piedi coperti da un paio di calzini azzurri.
Lui sorrise cercando di convincermi. "Prova dall'inizio!" Ridacchiò. Io feci un sospiro divertito.
"Va bene, però promettimi che non ti arrabbierai." Gli dissi speranzosa e gli puntai un dito contro con fare autoritario.
"Tranquilla. Non mi arrabbierei mai con te. Sarebbe impossibile!" Esclamò fiducioso.
Io allora, prima di parlare strinsi le labbra a una linea sottile, e annuii. "Bene,-iniziai- Non sono mai stata del tutto sincera con te."
La sua faccia non trasmetteva emozioni, e forse era anche un bene, perché se avessi visto un po' di tristezza nei suoi occhi, non so se sarei stata capace di andare oltre. "Vorrei solo mettere in chiaro una cosa. Tu sei un ragazzo fantastico: sei dolcissimo, simpaticissimo, solare, un ottimo amico.. e lasciatelo dire, anche molto, molto figo. -Lui a quest'ultima affermazione ridacchiò, cosa che mi fece spuntare un sorriso sul volto.- Ma, .."
"Ma non sono Harry." Aggiunse lui, leggermente triste.
Io spalancai gli occhi, incredula. "Come lo sai?"
Fece una piccola risata amara. "Sei completamente dipendente da lui, da ogni suo gesto o comportamento. Vedo come lo guardi, e non è il tipico sguardo che rivolgi ad un semplice amico. Il tuo è uno sguardo da innamorata. Vedo come ti si illuminano gli occhi a sentire solo pronunciare il suo nome e di come tutto ti sembra sparire quando incroci i suoi occhi. E spesso, osservandoti, mi ritrovo a desiderare che tu, almeno per una volta, potessi guardarmi nello stesso modo in cui guardi lui. Ma so che sarebbe impossibile, perché ovvio, io non sono Harry."
Io sospirai. "Mi dispiace tanto, Daniel. Ma ogni parola che hai detto, è la pura verità. Sono innamorata di lui, e non volevo continuare a darti false speranze. Spero continueremo ad essere amici, però."
Lui sorrise, e si alzò dal mio letto, per venirsi a sedere su quello di Debby, proprio accanto a me. "Certamente, Sarah. Non ti libererai così facilmente di me." Disse, afferrandomi la mano.
"Grazie Daniel, sei un ottimo amico." Dissi. Mi venne naturale poi, lanciarmi tra le sue braccia per stringerlo in un abbraccio.
"Una piccola domanda -iniziai ancora stretta a lui- Si nota così tanto che sono innamorata di Harry?"
Lui rise e annuì. "Si, sei come un libro aperto. -iniziò.- Ma lui è cieco quanto una talpa, sembra non accorgersi praticamente di niente!" Adesso fu il mio turno di scoppiare a ridere. "Sai, sei bellissima quando ridi" Al sentire pronunciare quella frase mi fermai di scatto, e mi allontanai dalle sue braccia.
Ma non ebbi il tempo di rispondergli, che notai una persona in piedi davanti alla porta della camera. Anche visto di traverso, lo riconobbi dai suoi capelli inconfondibili. Era Harry, senz'alcun dubbio. La sua faccia era stanca, come se si fosse svegliato da poco, e non appena vide Daniel, il piccolo sorriso tra le sue labbra iniziò a sbiadirsi.
Dell'espressione serena della sera prima, non ce n'era più traccia. Il volto di Harry si trasformò in una smorfia infastidita, e le sue muscolose braccia gli scendevano rigide lungo il corpo, fino a terminare in due pugni stretti. I suoi occhi viaggiavano senza pudore da me a Daniel, e viceversa. Era arrabbiato, senz'alcun dubbio.
"Cosa ci fa lui qui?" Mi chiese a denti stretti, riferendosi a Daniel, ancora seduto accanto a me, che imbarazzato si passava una mano tra i suoi mori capelli.
Quest'ultimo, sentendosi chiamato in causa, gli rispose. "Ecco, sono venuto qui perché-"
"Non mi sembra di averlo chiesto a te. -disse Harry con una smorfia- Sto aspettando, Sarah."
Io incrociai le braccia sotto il seno, quasi infastidita quanto Harry. Non poteva comportarsi così: se avrebbe risposto male ancora una volta a Daniel, sarei scoppiata. "Non vedo come dovrebbe interessarti." Dissi semplicemente, guardandolo dritto negli occhi. Mossa sbagliata: quegli occhi erano una calamita, mi avrebbero fatto perdere la ragione.
"Eccome se mi interessa!" Disse sbattendo la porta dietro le sue spalle.
Daniel mi appoggiò una mano sul fianco, e si avvicinò con le labbra al mio orecchio. "Sarah..-disse con tono da rimprovero- Non farlo arrabbiare ancora!" Mi sussurrò. Harry notò subito quella improvvisa vicinanza, e notai stringere la mani in un pugno tanto da far gonfiare il suo bicipite.
"L'ho chiamato io." Gli risposi alla domanda, cercando di seguire il consiglio di Daniel. Harry mi continuava a guardare incitandomi a parlare. "Perché dovevo dirgli una cosa importante." Aggiunsi poi.
Lui serrò le labbra, e incrociò le braccia al petto. "E sentiamo, cos'è questa cosa così importante?"
Io sospirai. "Non posso dirtela!"
Lui fece una risata amara. "Non sono così scemo come credi, Sarah. Ho capito che c'è qualcosa tra voi due!"
"Oh no, -disse Daniel scuotendo la testa- Sei fuori strada. Stavamo solo parlando, amico!"
"Non sto parlando con te! -urlò Harry.- E non chiamarmi amico!"
"Non rispondergli così! -urlai in difesa di Daniel. -Ma ti rendi conto di quanto sei maleducato?" Dissi alzandomi dal letto e avvicinandomi a lui.
"Meglio essere maleducato che una doppiogiochista come te!" Esclamò avvicinandosi di un passo. Io spalancai gli occhi, ferita. Quelle parole erano come una pugnalata allo stomaco. Era lui il doppiogiochista qui, non io. Io avevo fatto di tutto per cercare di non ferire Daniel.
"Questo vallo a dire a una delle tue barbie, Harry. Sarah è la ragazza più sincera che conosca!"
Harry rise amaramente. "Allora, immagino che ti avrà già detto che ci siamo baciati due volte!"
Mi voltai velocemente verso Daniel, mostrandogli uno sguardo di scusa. Notai un velo di tristezza coprirgli il volto, ma lo cacciò subito con un piccolo sorriso. "Si me l'ha detto. Ma non ne sto facendo una tragedia come te!"
"Perché a me di Sarah importa, a differenza di te!" Esclamò Harry, poi mi voltò bruscamente verso di lui, visto che gli stavo mostrando le spalle. "Perché non riesco a sopportare che mi baci un'altra volta se poi corri dal tuo Daniel!"
"Ma quante volte devo dirti che tra me e lui non c'è assolutamente niente?!"
"Ma se cinque minuti fa eravate spiaccicati uno addosso all'altro!"
"Hai mai sentito parlare di un abbraccio amichevole?" Dissi. "E poi, scusa, non eri tu quello che ieri sera mi ha abbandonato per parlare con Jessie?"
"Non c'entra niente!" Esclamò lui.
"Già, non ha importanza avermi lasciata ad aspettarti, senza più tornare. -iniziai- Oh aspetta, mi avevi anche appena baciata!"
Harry sbuffò. "Era importante." Disse semplicemente, alludendo alla mia risposta precedente.
"Sei uno stupido, Harry Styles."
"E tu sei una stronza, Sarah Payne."
Io chiusi gli occhi, e feci un lungo sospiro. "Vattene!" Dissi indicandogli la porta.
 


Harry aveva esagerato. Non lo avevo mai visto così arrabbiato da quando ci siamo conosciuti. E lui non era esattamente il tipo da arrabbiarsi per una minima cosa. Quando non eravamo ancora amici, si ci insultavamo, ma sempre con un sorriso divertito sulle labbra. Mentre quella mattina riuscivo a leggere l'odio proveniente dal suo sguardo. Quel suo sguardo non trascurava nessuna emozione, era stato talmente potente che sembrò avermi rubato qualcosa di molto significativo, lasciandomi un vuoto dentro. E sapere che quell'odio era rivolto nei miei confronti mi fece rimanere ancora più male.
Non appena la porta di camera mia si chiuse, portandosi via con se Harry, delle stupide e amare gocce iniziarono a scendere dai miei occhi; prima lentamente, come se mi rigassero le guance, poi velocemente e sempre più frequenti, senza lasciarmi il tempo di asciugarle con le mani.
Ero frustata. Ero arrabbiata sia con lui che con me stessa. Ed ero ferita. Tutti questi sentimenti contrastanti mi fecero venire un forte mal di testa. Harry non si sarebbe dovuto comportare in quel modo, su questo non avevo alcun dubbio, ma non riuscivo a non rimproverarmi per aver anch'io usato un tono per niente socievole. E detestavo stare così male per uno che mi aveva dato della doppiogiochista. Anche se ero innamorata di questo qualcuno.
"Hey Sarah.. stai bene?" Mi chiese Daniel, avvicinandosi a me, che ero rimasta in piedi davanti alla porta. Io annuii, mentendo spudoratamente e asciugandomi le lacrime.
"Si.." Balbettai, per niente convincente. "Mi dispiace ti abbia parlato in quel modo..Harry intendo. Ti chiedo scusa da parte sua." Aggiunsi tirando su col naso.
"Hey, tranquilla.. non importa!" Mi disse dandomi un dolcissimo bacio sulla fronte.
Io sospirai, accennando un piccolo sorriso. "No, importa eccome! E' stato maleducato, e tu sei stato troppo buono da non rispondergli." Iniziai. "Sul serio, non so cosa gli sia preso; non l'ho mai visto così."
Lui sospirò, quasi divertito. "Fidati, io lo so. E non gli ho risposto perché avrei fatto esattamente la stessa cosa se fossi stato nei suoi panni."
"Cosa intendi?" Gli chiesi aggrottando la fronte.
"E' geloso Sarah." Esclamò sicuro. "E' geloso marcio. La gelosia è una brutta bestia; è per questo motivo che non mi sono arrabbiato con Harry. Quindi, fammi un favore, no anzi fallo a te stessa: non prendertela con lui, cerca di chiarire al più presto, ok?"
Io, dopo essere rimasta in silenzio per un buon minuto, annuii. "Va bene."
Lui sorrise. "Bene, così ti voglio! -Esclamò.- Ora dovrei andare, ma solo se mi prometti che starai bene, e smetterai di piangere."
"Te lo prometto" Dissi. Lui in tutta risposta mi baciò una guancia e mandandomi un saluto se ne andò via, dirigendosi verso casa sua.
Ormai rimasta sola, decisi di andare subito a parlare con Harry. Volevo avere la conferma che quello che mi aveva detto Daniel fosse vero. Scesi al piano di sotto, per cercarlo in salotto o in cucina, ma non lo vidi. Incontrai solo mia madre, Kelly e Richard in cucina. Così tornai al piano delle stanze, e andai nella camere di Luois, Zayn e Harry, sperando di trovarlo li. Ma la stanza era vuota, non c'era nessuno dei tre. Sospirai e rimasi appoggiata alla maniglia della porta della camera, con lo sguardo fisso all'interno, viaggiando con la mente tra i miei pensieri. Fino a quando la mia attenzione non fu catturata da un calendario appeso a una parete di quella stanza. '3 Settembre' Diceva. Quella data mi riportò alla realtà, come se mi avesse fatto fare un volo di diversi metri d'altezza. Settembre, ripensai, questo significava che l'estate era quasi giunta al termine, e che tra pochi giorni saremo tornati a casa. Mi prese un tristezza infinita: io non volevo andarmene. Non volevo abbandonare questa casa, dove avevo passato la migliore vacanza della mia vita.
"Hey, che guardi?" Mi chiese improvvisamente Liam, facendomi sobbalzare dallo spavento.
"Cercavo i ragazzi, -dissi- Sai dove sono?"
"Zayn è con Debby e Louis e Niall sono a casa di Eleanor e Anita. -Mi rispose- Sai che si sono messi insieme?"
"Davvero?" Sorrisi contenta. "Sono felicissima per loro. Fanno delle coppie bellissime!"
"Già, hai proprio ragione!"
"Si..-mormorai.- Sai per caso dov'è Harry?" Gli chiesi cercando di essere indifferente.
Lui si incupì. "No. L'ho visto uscire di casa, incazzato. Ma non mi ha detto dove andava; solo che sarebbe uscito per un po'."
Io annuii preoccupata. Speravo solo che non si sarebbe messo nei guai.

 

 

 

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***



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Capitolo 21.

 






Io l'ho sempre detto che mi preoccupo sempre troppo. Che viaggio sempre con la mente, pensando le cose più assurde e impossibili. E quel giorno ne era la prova. Ero stata tutta la mattina in pensiero per Harry. Era uscito di casa arrabbiato, senza dire a nessuno dove andava. E io non ero riuscita a comportarmi da indifferente. Forse perché ero troppo innamorata di lui, o forse perché semplicemente mi ricordavo di quello che aveva fatto una notte. Quando era uscito con Jessie, ed io l'avevo trovato fuori casa ubriaco marcio circondato da bottiglie di birra. Mi era preso un colpo al cuore non appena l'avevo visto in quelle condizioni. Mi era sembrato così trascurato e triste. E non volevo combinasse qualcos'altro del genere.
Ma come avevo già detto, io mi preoccupavo sempre troppo.
Harry era tornato subito dopo l'arrivo degli altri ragazzi. Io ero in salotto seduta accanto a Louis e a Niall, imponendo loro di raccontarmi di Eleanor e Anita, senza tralasciare nemmeno un dettaglio. Volevo sapere tutto: come glielo avevano chiesto, dove, e come avevano reagito le ragazze. E loro risposero a ogni mia domanda, sorridendo costantemente. Si riuscivano a vedere i loro occhi brillare dalla felicità.
"Era stato tutto fantastico, ieri sera. Loro erano bellissime; Eleanor aveva sempre il sorriso sulle labbra, e oddio, era stupenda." Disse Louis appoggiando anche la schiena al divano, e sospirando.
"E Anita era davvero eccitata. Quando gliel'ho chiesto non mi ha fatto nemmeno finire la frase che si era già lanciata tra le mie braccia!" Esclamò Niall, facendomi ridacchiare.
Erano innamorati persi; con un solo sguardo trasmettevano una felicità unica.
Parlare con loro mi aveva distratto momentaneamente dal pensiero di Harry. Fino al momento in vui lui aveva aperto la porta di casa, e aveva salutato tutti con un grande sorriso sul volto. Non c'era minima traccia della rabbia di qualche ora fa. Nemmeno un accenno.
E nonostante amassi il suo sorriso, luminoso e perfetto, mi fece una strana impressione. Cosa stava succedendo? Perché sorrideva in quel modo dopo quello che era successo?
Ma la giusta domanda, non era nessuna di quelle, era bensì 'cosa era esattamente successo?' Per Daniel era solo un attacco di gelosia, così mi aveva detto. Pensai che molto probabilmente Harry si fosse solo sentito usato, e per questo si era comportato in quel modo. Quindi per lui, forse, era stata solo una questione di orgoglio.
"Ciao ragazzi!" Esclamò Harry sedendosi accanto a noi sul divano. "Di che parlate?"
Io evitai di guardarlo negli occhi, ma la tentazione di perdersi in quel profondo mare era enorme.
"Le stavamo raccontando di ieri sera!" Gli rispose Louis circondandomi le spalle con un braccio. La faccia di Harry era confusa. "Ci siamo fidanzati, zuccone!" Aggiunse Niall, per poi scoppiare a ridere.
"Oh, sono felice per voi, ragazzi!" Esclamò Harry sorridendo. "E, ehm.. Sarah," Disse dopo, cercando di attirare la mia attenzione.
"Mm.." Borbottai in risposta, per fargli capire che lo stavo ascoltando.
"Scusa per prima. -Iniziò, avvicinandosi più a me.- Non so cosa mi sia preso." Disse guardandomi attentamente.
Ora la domanda mi sorgeva spontanea. Era per caso lunatico? No, insomma, spiegati ragazzo!
"Pace?" Mi chiese con un grande sorriso, e mostrandomi la sua mano destra. Io alzai gli occhi, e guardai prima la mano, poi lui e infine nuovamente la mano. Sospirai e annuii lentamente, per poi stringergliela delicatamente.
"Va bene. Pace." Mormorai prima di essere inglobata in un suo caloroso abbraccio.
"Oh menomale!" Esclamò lui."Mi hai tolto un peso! Sai che ti voglio bene, vero? Si lo sai, quindi non dimenticartene!" Aggiunse.
Io lo guardai stupita. Da quando mi mostrava tutta questa 'affettuosità'?
"Sai a questo punto dovresti dirmi 'Ti voglio bene anch'io Harry!'"
Io scossi la testa, sospirando. "Ti voglio bene anch'io Harry!" Dissi baciandogli velocemente una guancia. "Contento?"
Lui sorrise. "Molto!" Esclamò prima di alzarsi e dirigersi vero le scale.
"Ehm, Harry! Devo dirti una cosa!" Dissi girandomi di scatto verso di lui, ma era già arrivato al piano superiore. Volevo parlargli. Volevo dirgli che io non gli volevo solo bene, ma che lo amavo. Iniziavo a pensare che Daniel avesse ragione, e volevo averne la conferma da Harry. Volevo farla io la prima mossa, anche perché se avessi aspettato lui, beh.. l’anno successivo saremmo stati ancora nella stessa situazione. E poi, dove c'è scritto che devono essere i ragazzi i primi a dichiarasi?
"Puoi dirmela dopo? Mi devo fare una doccia!" Urlò lui per farsi sentire.
"Si, va bene." Gli risposi.
 

Non so dove avrei trovato il coraggio dirglielo una volta che me lo sarei trovata davanti. Essendo la fifona che ero, non riuscivo proprio a immaginarmi mentre gli dicevo che ero innamorata di lui. Non quando mi sarei ritrovata davanti a quei grandi e curiosi occhi verdi. Perché sapevo già che solo un suo sguardo mi avrebbe mandato in tilt, e non sarei più riuscita a formare una frase di senso logico.
Molte volte avevo sognato di essere una di quelle ragazze che non si fanno problemi su niente, e che non hanno paura di dire quello che pensano anche se questo le renderebbe ridicole.
Si, mi vergognavo tantissimo ad aprirmi in quel modo, esprimendo tutti i miei sentimenti a una qualunque persona, indipendentemente che questa sia Harry o meno. Era un problema che avevo con me stessa, e volevo riuscire a superarlo. Non potevo continuare ad arrossire non appena lo vedevo o lo sentivo solamente nominare. Raccontare di Harry a Daniel non mi era stato facile, ma dovevo dirglielo e in fondo sapevo che di lui potevo fidarmi ciecamente. Forse sarà stato proprio questo che mi aveva fatto aprire con lui.
Ma incondizionatamente se fosse così o meno, io dovevo parlare con Harry. Non potevo andare avanti così: non potevo aspettare che lui aprisse gli occhi, sperando di essere notata senza fare niente.
Avrei dovuto tirare fuori le palle, detto molto finemente.
"Dai che si forma anche la quinta coppia!" Esclamò Niall eccitato, mentre si lanciò a peso morto sul divano con la schiena, colpendo accidentalmente il petto di Louis, che era seduto proprio accanto a lui. Quest'ultimo fece una smorfia dal dolore, e se lo tolse da dosso con un mossa non tanto garbata. "Niall, attento quando ti muovi! -brontolò.- Hai la delicatezza di un elefante con un unghia incarnita e il mal di pancia in un negozio di cristalli!" Sbottò poi, sbruffando.
"I tuoi paragoni sono davvero molto toccanti, sai Lou?" Dissi ironicamente mentre scompigliavo i capelli a Niall, il quale stava guardando Louis con una smorfia offesa sulle labbra.
"Si lo so, molti mi dicono che potrei fare il poeta.." Disse con un sorrisetto, mentre raggiungeva il telecomando con la mano, per accendere il televisore. Subito ci invase il suono di una stupida canzoncina demenziale. Non feci in tempo a capire di cosa si trattasse, che Niall, esclamò "I Teletubbies!" indicando il televisore con un dito, come un bambino indicava delle caramelle. Louis rise, e scuotendo la testa divertito, cambiò canale ripetutamente alla ricerca di un programma interessante. Ma il suo piano di guardarsi la tele in pace, fu distrutto da me, che gli imposi di fermarsi. "Fermo! C'è dragonball!" Esclamai forse più eccitata di quanto lo era stato Niall. Amavo quel cartone, e nonostante sapessi tutte le battute a memoria, non mi sarei mai stancata di vederlo. "Se provi a cambiare, giuro che ti butto tutte le tue maglie a righe nell'immondizia!" Lo ricattai, e lui dopo aver rabbrividito, fece come di gli avevo chiesto 'gentilmente'.
"Beh, sempre meglio dei Teletubbies.." Sospirò lasciando il telecomando sul tavolino davanti al divano, e mettendosi più comodo su esso, nonostante io mi fossi appoggiata al suo corpo. "Zitto, e lasciamelo guardare in pace." Sintetizzai portandogli distrattamente una mano alla bocca.. Ma grazie alle mie grandi doti di coordinazione, gli coprii il naso.
Niall non riuscì a trattenersi che scoppiò a ridere, ma d'altronde quando mai lui non rideva? Non ebbi nemmeno il tempo di urlargli "Shh!" che un fastidioso rumore ci avvolse. Era il rumore del phone di Harry, che si stava asciugando i suoi folti capelli.
Bene, non sarei riuscita a guardare in santa pace nemmeno il finale. Infatti dopo pochi minuti, stavano già intonando le note della sigla finale.
"What's my destiny, dragonball!" Esclamai andando a tempo con la canzone. "Io so che tu lo sai, dragonball!" Sentii la voce di Zayn unirsi alla mia. Mi girai velocemente, solo per vederlo entrare in casa insieme a Debby.
"Perché c'è," Cantai io.
"Un drago che.." Cantò lui.
"Sia grande come te!" Cantammo insieme a squarcia gola, per poi fermarci e scoppiare a ridere non appena ci guardammo in faccia. Insieme alle nostre risate si unirono quella di Debby e dei ragazzi, compreso Harry che nel frattempo aveva finito di asciugarsi i capelli e si era aggiunto a noi, senza perdersi un secondo della nostra 'performance'.
Non appena lo vidi, mi cadde il mondo addosso. Aveva finito di farsi la doccia, e questo significava solo una cosa. Avrei dovuto confessargli i miei sentimenti.
"Hey Sarah, cosa dovevi dirmi?" Mi chiese lui, dopo un buon minuto.
Io arrossii e mi morsi il labbro inferiore imbarazzata. Avevo gli occhi di Debby addosso, che guardando la mia reazione capì esattamente tutto. Ma invece di rivolgermi un sorriso d'incoraggiamento, il suo sguardo era sbiancato, quasi preoccupata. Ma perché?
"Ecco.." Iniziai a rispondergli, quando Debby si intromise. "Sarah! Devo raccontarti una cosa!" Esclamò quest'ultima afferrandomi un braccio. "Ma veramente io.." Dissi guardando negli occhi Harry.
"E' davvero importante!"

Sbuffai e vedendo lo sguardo implorante di Debby, accettai. "Va bene.-sospirai non appena la vidi annuire frettolosa.- Cosa devi dirmi?" Le chiesi aspettando. Non volevo sembrarle distaccata, ma in quel momento non mi stava molto andando a genio il suo comportamento. Per la prima volta ero riuscita a raccogliere tutto il mio coraggio e a migliorare le mie aspettative, e lei mi fermava. Ed in più il suo sguardo preoccupato e agitato, non mi aiutava per niente, anzi mi aveva fatto capovolgere tutte le mie sensazioni, facendomi ritrovare la sicurezza acquisita sotto ai piedi.
"E' importante..-ripeté lasciando una breve pausa.- Preferirei parlarne a quattro occhi." Aggiunse poi facendo un cenno con la testa verso scale. Io sospirai e annuii, ma mentre feci per seguirla mi sentii prendere una mano con una stretta salda e delicata allo stesso tempo. Mi fermai di scatto, e mi voltai solo per scontrarmi fra le braccia e lo sguardo di Harry.
"Ma Sarah.. -iniziò Harry guardandomi dritto negli occhi.- Ed io? Insomma non dovevi parlarmi?" Disse lasciando traspirare la sua confusione da ogni parola pronunciata. E mentre lui mi guardava confuso, Debby mi rivolgeva uno sguardo supplichevole.
"Si, ti prometto che te ne parlerò dopo. -iniziai rivolgendomi a Harry.- Scusa, ma Debby mi sembra molto preoccupata.." Dissi velocemente, mentre gli davo le spalle per seguire finalmente Debby nella nostra stanza.
"Va bene, però muoviti perché sono curioso!" Lo sentii esclamare non appena Debby ebbe chiuso la porta.
Io mi sedetti sul mio letto, e vidi lei fare la stessa cosa.
"Qual è il problema?" Le chiesi incrociando le gambe in stile indiano. Lei mi rivolse un piccolissimo sorriso.
"Ehm.." mormorò lei cercando di iniziare il discorso.
"Immagino tu sappia cosa stavo per dire a Harry.- iniziai, e la vidi annuire in risposta. -Insomma, come non capirlo visto che ero diventata rossa quanto un pomodoro e non facevo altro che morsicarmi il labbro inferiore? Nemmeno fosse di cioccolato, santissimi numi!"
Lei ridacchiò, e mormorò distrattamente un "Già", quasi come se volesse farmi smettere di parlare.
Ma io non ci feci molto caso e continuai a pronunciare parole a raffica.
"Non puoi immaginare quanto coraggio abbia dovuto raccogliere per convincermi che è giusto che mi dichiari.- parlottai.- No, si forse lo avrai capito. Infondo sei o non sei la mia migliore amica?" Lei accennò a parlare ma io la sovrastai. "Si ovvio che lo sei: mi conosci meglio di me stessa! E poi, è meglio così.." Iniziai; sinceramente non sapevo perché mi stavo comportando in quel modo. Sarà stata tutta l'agitazione che avevo accumulato e mascherato che si era liberata. Si, forse era stato proprio così. "Che glielo dica, intendo. Non posso continuare a stare da parte senza fare nulla. Tentar non nuoce, giusto?"
"TU NON DIRAI ASSOLUTAMENTE NIENTE A HARRY!" Urlò lei poggiandomi una mano sulla bocca.
Io mi fermai immediatamente, e spalancai la bocca scioccata. "C-cosa? -balbettai- Perché?"
Lei sospirò e si guardò la punta delle sue scarpe, facendo dondolare lentamente i piedi. Ma dopo tutto questo non accennava a parlare.
"Qual'è il problema?" Le ripetei, ma questa volta non mi sarebbe bastato un 'Ehm' tirato.
"Jessie.." Sussurrò lei abbassando lo sguardo.
A solo sentir pronunciare quel nome mi cadde il mondo addosso: cosa centrava lei adesso? Perché doveva essere sempre in mezzo?
"C-cosa ha fatto?" Balbettai.
Lei alzò la testa, e incrociai i suoi occhi. Poi mi afferrò la mano, e iniziò a spiegarmi. "Poco prima di arrivare io e Zayn l'abbiamo incontrata per strada. Stava passeggiando non poco lontana da questa casa, stranamente felice. Dovevi vedere il suo sorriso, era inquietante.."
Ti prego, non dirmi quello che sto pensando. Per favore.
"Ci è venuta incontro, e dopo molti sorrisini finti, ci ha detto che era uscita con Harry e che stava tornando da casa nostra. Molto probabilmente l'avrà riaccompagnato.." Continuò. Io inghiottii rumorosamente la saliva, e annuii velocemente come per incitarla a finire.
"Ha detto che questa sera sarà a cena da noi, perché lei e Harry devono dirci una cosa." Mormorò, pronunciando esageratamente veloce ogni sillaba. Ma nonostante tutto, riuscii a comprenderla.
"Ah.." Dissi solamente.
Lei mi guardò triste. "Sarah.."
Io le feci un sorriso tirato. "Ecco perché Harry era così felice.."
"Mi dispiace.."
"Tranquilla Deb, anzi grazie per avermelo detto."




 

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***



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Capitolo 22.



Mia madre uscì dalla cucina, togliendosi i guanti da forno, e si avvicinò a me, che ero sdraiata sul divano, non appena sentì il campanello di casa. "Tesoro, potresti andare ad aprire la porta? -mi chiese cortese. -Dovrebbe essere vostra cugina Jessie.."
"Non ci puoi andare te?" Le dissi sbuffando, e con un tono poco cordiale. Sapevo che mi stava comportando male; mia madre non centrava niente con il mio stato d'umore, ma ero talmente arrabbiata con Jessie che quella sera, avrei risposto male a chiunque mi avesse parlato. Indipendentemente da chi fosse stato.
"No, devo andare a cambiare Kelly, vai te." Mi liquidò e se ne andò su per le scale verso camera sua, dove la mia piccola sorellina le aveva molto probabilmente messo a soqquadro l'armadio. Io sbuffai, e mentre mi alzai borbottai tra me stessa. "Quindi devo andarci io, perché ovviamente tutti gli altri non si fanno vedere, e il nostro caro Harry è troppo impegnato per andare ad aprire alla sua amorosa.." Feci una smorfia e lentamente aprii la porta di casa, ritrovandomi Jessie in piedi mentre si passava le mani sulle braccia come per riscaldarsele. Non appena mi vide, sul suo viso spuntò un sorriso strafottente, come se mi volesse urlare in faccia: 'Harry è il mio ragazzo! Alla faccia tua!' Con tanto di pernacchia alla fine. Io feci un piccolo sorriso, paragonabile a una smorfia, mentre lei entrava dentro casa.
"Ce ne hai messo di tempo ad aprirmi, stavo congelando!" Si lamentò strofinandosi le mani.
"E' già tanto che ti abbia aperto, non lamentarti.." borbottai, riandandomi a sedere sul divano, senza calcolare il verso confuso di Jessie che non aveva capito quello che avevo appena pronunciato. La vidi con la coda dell'occhio guardarsi intorno, come se stesse cercando qualcuno.
"Harry è di sopra." Dissi con tono freddo, senza voltarmi verso di lei.
La sentii ridacchiare, e i suoi passi avvicinarsi, per poi sedersi sul divano accanto a me. Ma che voleva ancora?
"Sei gelosa." Disse semplicemente, quasi divertita. Ha fatto la scoperta del secolo!
"No. -dissi scorbutica.- Mi stai semplicemente antipatica tu. Quindi fammi il favore di levarti dai piedi"
Lei però rise ancora, cosa che mi fece scoppiare. "Te ne vuoi andare? Vattene da Harry, o da chiunque vuoi, basta che stai lontana da me!" Esclamai, e lei se ne andò, ma sempre con quello stupido sorriso sul viso. Poco dopo sentii mia madre scendere, seguita da Richard, e con in braccio Kelly.
"Bene, noi andiamo. -Disse, mentre Richard aprì la porta.- La cena è già pronta. E mi raccomando non combinate casini." E dopo che mi vide annuire uscirono tutti e tre.
Io andai in cucina, e iniziai ad apparecchiare la tavola. Avevo fame, e volevo tenermi impegnata invece di pensare a quell'orribile situazione. Quando quel pomeriggio ero uscita da camera mia insieme a Debby mi ero ritrovata Harry che mi aspettava curioso. Cosa dirgli? Beh non potevo di certo dirgli che ero innamorata di lui quando si era fidanzato con quella. Lo avevo liquidato con un 'non era importante', e anche se non se l'era dato a bere, aveva annuito e non si era più fatto vedere.
Poco dopo scesero Zayn e Liam, che vedendomi apparecchiare mi aiutarono, e Debby che esclamò: "A tavola, è pronto!" chiamando tutti gli altri.
La situazione a tavola non era per niente migliorata, anzi era peggiorata per quanto era possibile. Jessie faceva gli occhi dolci a Harry, e lui glieli ricambiava felicemente. Debby la fulminava continuamente con lo sguardo e le faceva le smorfie non appena quella si girava, mentre Zayn cercava di calmarla. Louis e Niall guardavano la scena cercando di soffocare nel cibo dalle risate.
E poi c'ero io che non alzavo lo sguardo dal mio piatto, e Liam che ogni tanto mi rivolgeva dei sorrisi incoraggianti.
E come se non bastasse ogni volta che Jessie mi rivolgeva la parola, capivo tutt'altro di quello che mi aveva detto.
"Hey, Sarah -mi chiamò.- Ti stai corrodendo dalla gelosia.."
Io posai sgarbatamente la forchetta sul tavolo. "Ancora con questa storia?"
"Di che stai parlando? Ti ho solo detto se.." Farfugliò lei, ma la azzittii con un cenno della mano.
"Non me ne frega niente di voi due, mettitelo in testa!" Esclamai arrabbiata.
La vidi stringere la mascella. "Vuoi stare zitta?- urlò lei.- Ti ho solo chiesto se mi passi il sale!"
Io abbassai lo sguardo, mortificata. "Oh.."
"Già, 'oh..' Ma ovviamente tu non avevi capito niente perché sei gelosa marcia di me!" Continuò lei con tono alto.
"Ti ho già detto che non è vero! Io non sarò mai gelosa di te!" Esclamai incrociando le braccia al petto.
"Oh, invece si che lo sei. -iniziò. - Perché io ho Harry, mentre tu non lo avrai mai. Non si metterà mai con te, quindi mettiti la testa in pace!"
Nonostante la rabbia, quelle parole mi ferirono, perché infondo sapevo che erano vere. Come avevo fatto solo a credere che potessi piacergli? Mi ero solo illusa.
Improvvisamente sentii gli occhi lucidi e pungenti come se da un momento all'altro avrebbero fatto uscire delle lacrime salate.
Sentii lo sguardo di Harry addosso, ma non volevo girarmi a guardarlo. Perché se solo lo avessi fatto, se solo avessi incontrato i suoi occhi, non sarei riuscita a trattenere le lacrime.
"Hai ragione. -Dissi a bassa voce. -Hai ragione, io non potrei mai piacergli. E infondo l'ho sempre saputo, perché insomma, lui è Harry Styles!" Pronunciai il suo nome con una finta ammirazione, usando un tono quasi amaro. "Lui è Harry Styles, colui capace di far innamorare una ragazza solo con uno sguardo. Perché dovrebbe volere me? Io non sarò mai abbastanza per lui.  Non capisco come sia riuscita solo a pensarlo."
Jessie sembrava stranamente felice del mio sfogo, mentre lo sguardo di Harry era indecifrabile. Non ce la feci a non guardarlo, e infatti voltandomi verso di lui successe quello che avevo previsto. Una lacrima mi rigò lentamente la guancia destra, che io asciugai prontamente con la mano. Lui a quel punto si alzò velocemente dalla sedia, nello stesso instante in cui lo feci io.
"Mi sono solo illusa." Dissi vedendolo, quasi sfuocato, avvicinarsi a me.
"Sarah.." Esclamò lui cercando di afferrarmi una mano.
"Mi hai solo illusa." Dissi rivolgendomi a Harry e guardandolo l'ultima volta negli occhi, scappai dalla cucina.
 


 
Non volevo stare un minuto in più in quella cucina. Non volevo più comportarmi come se non fosse successo niente, quando era evidentemente il contrario. Non volevo più essere la ragazza che subiva e soffriva in silenzio, senza far valere i proprio sentimenti. Avevo tenuto tutto dentro cercando di sopprimere i miei sentimenti per decisamente troppo tempo. Fino a quel momento, quando non riuscendo a sostenere quella fastidiosa serata, ero esplosa, nel vero senso della parola. Come se mi fossi liberata di un grosso peso, riferendo indirettamente ad Harry tutto quello che volevo dirgli da quando abbiamo incominciato questa vacanza. O per meglio dire, da quando ho capito di essermi innamorata di lui. Ma nel mio sfogo, gli avevo fatto capire proprio questo, e non avendo il coraggio di sopportare il suo sguardo, avevo preferito fuggire da lui, e da tutti quegli occhi indiscreti che mi guardavano sconcertati. Nessuno di loro si sarebbe mai aspettato questa mia reazione, compresa me stessa. Fu proprio per questi motivi che scappai, dando libero sfogo a molte lacrime che erano rimaste intrappolate nei miei occhi per decisamente troppo tempo.
"Sarah.." Mi sentii chiamare da una voce così tanto a me cara, che mi fece solo aumentare il magone. "Sarah, ti prego fermati!" Esclamò Harry con voce rotta, lasciandomi immaginare dai suoi rumorosi passi che mi stesse seguendo. Ma io correvo. Lo ignoravo, e correvo via da quella casa, sorpassando la soglia della porta d'ingresso, senza rallentare un secondo.
Ma ritrovandomi nel nostro giardino illuminato solo dal chiarore della luna mi fermai improvvisamente. Ero stata ancora una volta una sciocca ragazzina; avevo agito impulsivamente e irrazionalmente. Cosa volevo fare? Scappare non era la soluzione giusta. I problemi vanno affrontati, ed io essendomi comportata in quel modo non ero stata matura.
Mi passai le mani sulle braccia sfregandole lentamente come se volessi riscaldarmi, e tirai sul col naso prima di sedermi sul prato del giardino di casa. C'era stranamente silenzio, e questo fortunatamente riuscì a calmarmi. Chiusi gli occhi e mi strinsi le ginocchia al petto, senza aver più voglia di tornare dentro. Avevo trovato una specie di rifugio li, ed era difficile per me uscirne. Ero sempre stata un po' codarda nel affrontare i miei errori, soprattutto se questi dipendevano dai miei sentimenti.
Nemmeno il suono di un respiro irregolare mi fece alzare la testa, nemmeno dei veloci passi che man mano diventavano sempre più lenti fino a fermarsi. Solo un suo triste sospiro, e il calore del suo corpo accanto al mio, mi fece aprire gli occhi solo per incontrare quel suo malinconico sguardo.
Occhi verdi ipnotizzanti, occhi nei quali mi ero già persa innumerevoli volte.
"Sarah, ti prego lasciami spiegare.." Mi pregò cercando disperatamente di afferrare le mie mani, che tutto facevano tranne che avvicinarsi alle sue.
"Non devi spiegarmi niente." Dissi semplicemente, mentre i miei occhi si rifiutavano di guardare un attimo in più i suoi, pretendendo una loro indipendenza.
Lui sospirò, e mi asciugò un'ultima lacrima solitaria. "Cosa mi dovresti spiegare, poi? Quando sarei io a dover dare delle spiegazioni a tutti. -Iniziai prendendo un respiro.- Soprattutto a te. Si, perché credo che tu abbia il diritto di sapere cosa passa nella mia testa. Soprattutto se tutti questi sentimenti riguardano te."
Lui chiuse gli occhi. "E se non fossi pronto? Se non fossi in grado di sostenere il tuo odio?"
"Dovrai ascoltarmi, perché so che se aspetterò ancora non riuscirò più a dirtelo perché mi mancherà il coraggio. E poi, perché dovresti pensare che io ti odia?" Gli chiesi confusa.
"Beh.." Iniziò, lasciando la frase in sospeso, non sapendo come continuare.
"Ascoltami, anche se mi hai illusa, io non riuscirei mai ad odiarti. Come potrei odiare la persona che mi fa sciogliere con uno sguardo? Che mi fa tremare le ginocchia appena mi si avvicina? Come potrei odiare la persona di cui sono perdutamente innamorata?" Dissi; la sua faccia era un misto di felicità e incredulità.
"C-cosa? Eh..?" Balbettò, fissandomi negli occhi.
"Si Harry, mi sono innamorata di te. Sarai felice; hai una nuova ragazza da aggiungere alla lista.." Dissi con un'ironica tristezza.
Ma lui sospirò, e improvvisamente mi sentii avvolta nelle sue braccia. "Si, sono felice" Disse senza esitazione. "Ma no per quello che pensi tu. Tu non sarai mai una delle tante, Sarah. Mai. Perché tu sei l'unica, tu sei la ragazza che amo. E si, sono felice, perché so che questo mio incontrollabile sentimento lo prova anche la ragazza che ha rubato il mio cuore." Disse poggiandomi le mani sulle guance. "Ti amo Sarah, non sai quanto!"
Io strabuzzai gli occhi, mentre il mio cuore si esibiva in pericolosi salti mortali. "Sei serio?"
"Mai stato più serio in vita mia." Disse, allontanandomi una ciocca di capelli che mi ricadeva sul viso.
Io rabbrividii al suo tocco, e una sensazione di calore mi percorse il corpo. "E J-jessie?" Balbettai. "Non è la tua ragazza?"
Le sue labbra si aprirono in un sorriso divertito. "Jessie.. è una grande amica, -iniziò ridacchiando alla mia smorfia appena creata.- E' una lunga storia, ma tranquilla non c'è assolutamente niente tra me e lei."
"Si, ma io vorrei saperla questa tua lunga storia.." Lui sospirò e si portò una mano tra i capelli imbarazzato, come se cercasse di prendere tempo per raccontarmelo.
"Oh, ma andiamo!" Sentii esclamare da Jessie che ci guardava dalla finestra. "Cacchio, un po' di palle Harry! E Sarah, non c'è niente tra me e lui! Quel cretino mi ha solo chiesto di aiutarlo a farti ingelosire!"
"C-cosa?" Mormorai scioccata. Harry mi guardava, un leggero colore rossastro si instaurò sulle sue guance. "E' tutto vero? -chiesi; lui annuì.- E perché l'hai fatto?"
"Perchè sono un codardo.." Mormorò, sovrastato da un'altra esclamazione di Jessie. "E un cretino! Oddio, quando ti decidi a baciarla??" Sbraitò quest'ultima, per poi essere fermata da Debby che le tappò con entrambe le mani la bocca. Io risi, mentre Harry mi guardò. Improvvisamente mi fermai, e nello stesso istante che incontrai i suo occhi, mi ritrovai a chiuderli assaporando dolcemente il sapore delle sue labbra sulle mie.
Ora era tutto perfetto: io e lui uniti da un bacio sincero, sempre più innamorati l'uno dell'altra.
 



 

Una risata contagiosa si liberò nell'aria facendomi scappare un piccolo sorriso. Il grande falò al centro del giardino illuminava tiepidamente la serata, ormai già oscurata e buia, aiutando la luna a regalarci una atmosfera quasi magica. Mi avvicinai al fuoco, per sedermi su un tronco posizionato di fronte, e allungando le mani verso le fiamme, le sfregai per riscaldarmele. Accanto a me Debby mi rivolse un sorriso per poi continuare a riscaldare un marshmallow con l'aiuto di un bastoncino. Zayn le si avvicinò lentamente, avvolgendola nelle sua braccia e facendola sedere delicatamente sulle sue cosce. Lei gli sorrise, e lui le baciò dolcemente una guancia in risposta. Era stata una scena talmente romantica che mi fece sorridere inconsciamente a mia volta.
Nel tronco vicino al nostro, sedevano Niall e Anita. La dolcezza sembrava regnare quella sera: lui aveva tra le mani la sua amata chitarra, e stava strimpellando qualche accordo, ma senza staccare gli occhi dalla ragazza, che sembravano essere incantati, come quella magica serata.
Tutto questo mi fece ricordare quella serata avvenuta all'inizio di tutta questa avventura. Quando eravamo andati a fare una escursione in montagna, e avevamo dovuto dormire in tenda. I ricordi si fecero piano piano più chiari, e cercai di immaginare ad occhi aperti quelle scene, facendomi ridacchiare al pensiero di quanto ero stata fifona quella notte. E capendo quante cose siano cambiate da quella volta, mi prevalse un sentimento di nostalgia. Ero ignara di tutto quello che mi sarebbe capitato, ignara dell'amore che tenevo nascosto al mio interno.
La risata contagiosa di Louis ci avvolse nuovamente, e girandomi riuscii a scorgerlo nell'esatto momento in cui uscì velocemente dalla porta di casa e si fece spazio tra Liam e Jessie che parlavano tranquillamente sorseggiando entrambi dai loro rispettivi bicchieri.
"Louis!" Esclamarono all'unisono i due, con un tono di rimprovero. "Me l'hai fatta quasi rovesciare!" Si lamentò Liam, mostrandogli il bicchiere riempito quasi fino all'orlo. Louis si girò, continuando a correre di schiena, iniziando ad esclamare un "Scusa!", ma che fu fermato non appena aprì bocca. Un ricciolino, che lo stava rincorrendo, gli saltò addosso, facendolo cadere di schiena per terra e finendogli sopra.
"Harry!" Esclamò l'amico, con una smorfia di dolore. "Togliti, mi hai sfracassato le costole!" Si lamentò, cercando di toglierselo da dosso.
Eleanor, e Jessie mi si avvicinarono ridendo. "Ragazze, lasciatevelo dire.." Disse Jessie sedendosi, insieme a Eleanor, sul mio stesso tronco. "I vostri ragazzi sono dei bambinoni!"
Io risi, e sentii Ele fare lo stesso. Avevo avuto da ricredermi su Jessie. Lei era una ragazza molto simpatica, non era per niente snob, e il fatto di essere ossessionata da Harry era un'enorme baggianata. Quel deficiente del mio ragazzo, aveva preferito inventarsi tutta quella storia complicata, invece che dirmi le cose in chiaro. Ed io che mi facevo i complessi perché non riuscivo a dichiararmi..; Harry era messo male quanto me, e forse anche di più. Beh, come si dice? Dio li fa, e poi li accoppia. Solo che non riuscivo ancora a credere di piacergli da quando avevamo iniziato questa vacanza. Mi sembrava impossibile.
Tutti quegli scherzi, quei baci scampati, quelle occhiate furtive.. erano perché gli piacevo. E pensare a quante volte io l'avessi insultato, e semplicemente detto che l'odiavo, mi si creò un vuoto al cuore. Mi sentii terribilmente incolpa, perché finalmente sapevo che anche se non lo dava a vedere lui ci soffriva. Ero stata un'emerita cretina. Non ero riuscita subito a capire quanto fosse speciale.
Ci avevo messo troppo a capire quanto amassi Harry.
"Già Louis è, e rimarrà per sempre un bambinone!" Esclamò Eleanor guardandolo, sorridente. "Ed io lo amo, proprio per questo!"
Io sorrisi, e annuii partecipe. "Lo stesso vale per me.." Iniziai, ritrovandomi gli occhi sia di Eleanor e Jessie addosso. "Che avete capito! Intendevo Harry, ragazze!" Sopirai e abbassai lo sguardo. "Non potete immaginare quanto lo ami.. Non ci sono parole per esprimere quello che provo." Dissi sinceramente alzando gli occhi per vedere le labbra delle due ragazze aperte in due enormi sorrisi.
Improvvisamente due mani mi afferrarono dai fianchi, e nell'istante esatto in cui mi voltai, le morbidissime labbra di Harry si posarono sulle mie, per poi baciarmele dolcemente. Si staccò leggermente, solo per riuscire a incrociare i nostri sguardi. "Ti amo Sarah. Ti ho sempre amato, e ti amerò per sempre." Mi sussurrò a fior di labbra, per poi unirle nuovamente in una danza passionale. Le sue mani si mossero sulla mia schiena, come per accarezzarla, mentre le mie gli presero dolcemente il viso, dove una si soffermò, e l'altra si diresse verso i suoi capelli per giocare con i suoi ricci. Lo sentii sorridere nel bacio, per poi rendere più forte la presa sul mio corpo, e avvicinarlo più al suo.
A quel punto non avrei più trovato la forza di allontanarmi, se non fosse stato lui il primo. Solo il rumore di colpo di tosse, sforzato aggiungerei, ci fece interrompere quel magico contatto.
"Harry, contieniti! -Esclamò mio fratello sedendosi accanto a Niall.- E' mia sorella, non voglio vederla mentre fa queste cose.." Aggiunse rabbrividendo leggermente alla fine.
La risata di Jessie si unì alla mia, mentre nel viso di Harry si formò un piccolo broncio. "Liam, tranquillo.." Disse poi, facendogli un gesto con la mano, in modo da non farlo ribattere.
Eravamo tutti intorno al fuoco, tutti ad eccezione dei miei e di Kelly. La mia piccola sorellina si era già addormentata, e mia madre e Richard, avevano deciso di rimanere in casa, e di darci il nostro spazio.
"Ragazzi, non riesco ancora a crederci..- Iniziò Debby attirando l'attenzione di tutti.- Domani si torna a casa.."
Zayn sospirò e le circondò la vita con un braccio. "Già anch'io.."
"Voi ragazzi come farete?" Chiese Jessie a Niall e a Louis. Anita e Eleanor abitavano li, e noi ce ne saremo andati il giorno seguente.
"Beh, ecco..- Iniziò Eleanor.- Abbiamo deciso di venire a vivere a Londra!" Continuò Anita, prima di essere fermata da un bacio di Niall.
Io sorrisi: ero felicissima, ovvio.. ma anche un po' nostalgica. Mi sarebbe mancata un mondo quell'estate. In quella vacanza ero cresciuta, avevo passato i momenti migliori della mia vita, e mi ero innamorata. Strinsi dolcemente la mano a Harry, e in quel momento esatto capii che non mi importava niente sul futuro. Non potevo sapere cosa sarebbe successo una volta arrivata a casa; l'unica cosa era sperare e lasciare tutto nelle mani del destino.
L'importate era il presente: io, Harry uniti da un dolce bacio, in quella magica notte.

 
Fine.

 
Buongiorno dolcezze :D
Scusatemi immensamente per il ritardo! Lo so, ci ho messo una vita per postare questo capitolo!
Ma è che sapendo che era l'ultimo la voglia di postare mi passava.. :(
Non mi sembra vero di non scrivere più su Harry e Sarah..
e a proposito di quei due: lo avreste mai immaginato?
Il nostro Harry era ancora più insicuro, e forse anche più innamorato, della nostra Sarah.
Aw, dolci loro.
Ma ora la storia è finita, ed io sono triste ç_ç
Mi ci ero affezionata!
SPERO VIVAMENTE CHE VI SIA PIACIUTA LA STORIA, E VOLEVO RINGRAZIARVI PER TUTTE LE VOSTRE FAVOLOSE RECENZIONI!
Grazie infinite a chi ha recensito, a chi ha messo la storia nelle seguite, preferite e ricordate, e a chi l'ha letta.
Davvero, non sapete quanto mi avete resa felice!
Grazie ancora!
Ed un ultima cosa.. ho iniziato a scrivere una nuova storia.. si chiama Look After You, ovviamente su i One Direction, e beh, è diversa da quelle che ho già scritto! Credo che l'inizierò settimana prossima.. sempre se vi fa piacere!
un bacio enorme, e grazie ancora!

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