Seoul's darkness

di lallinachan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


Esausta, era semplicemente esausta. Con un sospiro si rannicchiò sul sedile dell'auto cercando di dormicchiare nonostante gli strilli decisamente inquietanti che suo padre e i suoi “amici” stavano cacciando a pochi metri da lei. E dire che lei, tecnicamente, doveva affrontare i test del primo trimestre il giorno dopo. Come minimo avrebbe preso un bel 4 in ogni materia, come minimo. Come sempre era fuori ad orari impensabili perché suo padre doveva dare ordini e voleva che imparasse come gestire gli affari, cosa che a lei non interessava minimamente.
-Tesoro, sveglia!- con uno strillo soffocato ruzzolò giù dalla portiera ritrovandosi sdraiata sul cemento gelido.
-Mi...mi sono spaventata!- -Ho visto... andiamo a casa, su... sono le quattro del mattino e domani hai scuola- con uno sbuffo risalì sull'auto cercando di ignorare gli sguardi dei ragazzi radunati nel parcheggio, tutti sotto il controllo di suo padre, che la osservavano curiosi.
-Quei tipi sono inquietanti...- -Ma no! È che non li conosci, sono facce nuove, tutto qui...- chissà chi si era fatto uccidere questa volta per integrare così tante facce nuove.
-Sali in casa, su! Io devo parlare con una persona...- e come sempre si ritrovò ad entrare nella villetta tetra e con più sistemi di sicurezza del pentagono da sola, osservando ogni angolo in attesa di vedere qualche intruso mentre suo padre parlava con la solita guardia, avvertendola di fare ancora più attenzione perché erano in attesa di una risposta dal quartiere che avevano ottenuto.
Quando finalmente si trovò in camera sua fece per buttarsi nel letto ma metà letto era stato occupato da una figura decisamente poco familiare. Per un paio di secondi rimase immobile ad osservarlo. Nel buio riusciva solo a distinguere i capelli ricci e una figura magra addormentata sul suo letto.
-E tu chi cazzo sei?- con un gesto veloce recuperò la pistola che suo padre le aveva detto di tenere sempre con se e la puntò contro chiunque ci fosse nel letto.
-Allora? Chi diavolo sei?- con un gesto nervoso accese la luce trovandosi a scrutare il volto dolce di un ragazzo di circa la sua età che fissava spaventato la pistola che gli era stata puntata in faccia.
-Taeyeon! Metti giù quella cosa, non è un intruso! Mi sono dimenticato di avvertirti!- due secondi, altri due secondi e avrebbe sparato se non fosse stato per suo padre, altri due secondi e, presa dal terrore di avere una persona maledettamente pericolosa in casa, avrebbe fatto fuori senza troppi ripensamenti un ragazzino innocente.
-Scusa appa... chi è?- -Lui è uno di famiglia... i suoi genitori sono morti nella sparatoria di ieri sera e tu sai che noi la famiglia non la abbandoniamo mai, no?- -Certo... scusa tanto, non avrei dovuto spaventarti così...- il ragazzo rispose all'inchino arrossendo vistosamente.
-Molto bene, purtroppo in questa casa abbiamo solo due stanze quindi voi due dormirete insieme, tanto il letto è grande... fate pure conoscenza e tutto il resto... ah, se tocchi mia figlia sarò io a tirar fuori la pistola, chiaro?- non ci fu nemmeno il tempo di controbattere, come sempre, semplicemente la porta si chiuse di colpo lasciando i due in camera ad osservarsi.
-Io sono Lee Taeyeon, tu sei?- -Choi Jun Hong ma tutti mi chiamano Zelo...- aveva proprio un bel volto, persino mentre diventava di un imbarazzante rosso peperone.
-Mettiti nella metà verso la finestra, io dormo nell'altra metà... girati, devo cambiarmi!- senza nemmeno aspettare che si girasse sul serio si sfilò alla svelta i jeans e la camicetta per poi infilarsi la comoda tuta con la quale dormiva.
-'Notte- e si ritrovarono di nuovo al buio, lei sotto le coperte al caldo e lui seduto ad osservare nella penombra il volto della ragazza.
Era bella, era impossibile negarlo. Però aveva un'aria maledettamente pericolosa, persino mentre dormiva sembrava pericolosa. Le labbra carnose, leggermente schiuse lasciavano intravedere una fila di denti perfetti. Il volto non era del tutto rilassato nonostante fosse ovvio il suo essere già crollata nel mondo dei sogni, era contratto in un ghigno di sfida che aveva un che di maledettamente pericoloso. Con uno sbuffo si sdraiò sul letto cercando di stare il più lontano possibile dalla ragazza e cercò di addormentarsi di nuovo mentre le immagini della sparatoria della sera prima gli passavano davanti agli occhi come un film.
 
 
-Appa, questo pomeriggio a scuola c'è una cosa con gli insegnanti... verrai?- -Certo che no... ah, lui viene a scuola con te, sveglialo...- Taeyeon si diresse velocemente verso la sua stanza per poi spalancare la porta producendo un tonfo che fece cadere dal letto il ragazzo.
-Svegliati, devi andare a scuola... la divisa la ha mio padre... ti aspetto in giardino...- sarebbe arrivata in ritardo, sicuramente.
Con uno sbuffo si accese una sigaretta osservando i bambini del quartiere passare davanti al suo cancello, stupiti dalle guardie che suo padre aveva assunto. Guardie che oltretutto non erano nemmeno guardie ma erano spacciatori dal fisico scolpito e decisamente rissosi, tanto da incutere timore a chiunque. Un giorno quelle stesse guardie avrebbero risposto ai suoi ordini e lei non ne era poi così felice. Suo padre aveva ricevuto tantissime pallottole da quando era nata eppure era ancora vivo, tutto per mantenere il suo potere. Il ghigno della guardia di turno le gelò il sangue mentre lo osservava spaventare un bambino fin troppo curioso.
-Andiamo?- l'espressione del ragazzo la fece sorridere.
-Non hai mai fumato, vero?- -No...- e si notava, si notava tantissimo.
Bastava vedere l'espressione nauseata che gli si era dipinta in faccia quando aveva sentito l'odore del tabacco. Oltretutto su quel visino da angelo non ci vedeva per niente una sigaretta, nemmeno alla lontana.
-Dovrai farci l'abitudine... mio padre fuma sempre in casa...- l'altro annuì seguendola lungo le strade della città per andare verso la scuola che, a giudicare dalle divise, doveva costare un occhio della testa.
-Degli uomini ci stanno seguendo...- -Non farci caso, mio padre vuole che ci sia sempre qualcuno a controllarmi...- appena soli gli avrebbe spiegato come liberarsi di quegli idioti facilmente corruttibili.
-Questa è la scuola, c'è una sola classe per ogni anno... tu quanti anni hai?- -Sedici...- -Perfetto, allora sei nella mia classe... andiamo...- la folla di ragazzi si aprì per lasciarla passare, osservando sorpresi il suo accompagnatore.
-Non fare caso alla gente che ti fissa... dopo un po' ci fai l'abitudine... è che gli idioti che ci seguivano una volta hanno fatto vedere le pistole e da allora tutti hanno paura...- le dedicò uno sguardo allucinato.
Parlava di cose simili come se fossero cose che tutto il mondo sperimentava, come se chiunque avesse sempre una pistola in borsa, come se tutti i padri fossero dei pezzi grossi della criminalità di Seul.
-Chi è quel ragazzo?- l'unico ragazzo che non si era spostato per farla passare, l'unico ragazzo che lei aveva evitato.
-Lui? Lui è Bang Yongguk, meglio girare alla larga...- inutile spiegare perché si dovessero dare rispetto a vicenda, tanto Jun Hong sembrava già abbastanza spaventato e non era il caso di riempirgli la testolina riccia di nozioni sui vari clan di Seul.
Tutto il giorno passò così, lei si muoveva e lui la seguiva, lei si muoveva e tutta la scuola la faceva passare, tutti tranne quel ragazzo dai capelli rossi che le lanciava sguardi di sfida appena la avvistava, sguardi che erano sempre accolti da un ghigno di sfida della ragazza e un sistemarsi una ciocca di capelli dietro l'orecchio, mettendo in mostra un'orecchino con un pendente a forma di zanna che ogni volta faceva distogliere lo sguardo all'altro. Tutto il giorno così, tutto il giorno ad osservare i professori mentre cercavano di convincere la ragazza a togliersi le cuffie dell'ipod parlando con un rispetto che di solito si dedicava alle persone più grandi.
-Andiamo a casa...- non si era nemmeno accorto della campana che aveva annunciato la fine delle lezioni e quindi dei vari test che aveva svolto senza farsi troppi problemi.
-Sei un piccolo genio, eh?- -Nella mia scuola eravamo più avanti...- -Mmm... capisco... mio padre è venuto a prendermi, dovrà presentarci qualcuno...- e quando entrando in auto si trovarono faccia a faccia con Yongguk un'espressione di puro disprezzo si dipinse sul volto della ragazza.
-E questo che diavolo ci fa qui?- -Ehi, parla con rispetto! Noi non offendiamo chi è stato sconfitto, ricordatelo! Lui è il figlio dei Bang, l'altro ieri abbiamo vinto il loro quartiere e ora lui lavora per noi... i suoi genitori sono scomparsi nel nulla ma lui viveva già da solo, non è così?- l'unica risposta che ricevettero fu un grugnito.
-Mmm... come mai tutti questi orfanelli sperduti?- -Smettila, ti ho già detto di comportarti bene! Ora andiamo a casa, così potrete fare un po' di conoscenza...- il solito ghigno di sfida comparve sui volti dei due ragazzi mentre si scrutavano con l'aria di chi è pronto a tagliare la gola all'altro.
-Andate già d'accordo, visto? Ah, Yongguk, insegnerai a Zelo il mestiere, chiaro?- di nuovo un grugnito come unica risposta.
Appena arrivarono a casa tre donne in abiti decisamente succinti si avvicinarono all'uomo cominciando ad accarezzargli le spalle lanciandogli sguardi lascivi.
-Molto bene... noi quattro ci ritiriamo... Tae, portali in camera tua e cercate di fare conoscenza...- quelle ragazze dovevano essere poco più che maggiorenni.
Un senso di nausea la avvolse mentre faceva strada verso la sua stanza ai due ragazzi.
-Stronza, ridammi il mio orecchino!- non aveva nemmeno finito di varcare la porta prima di parlare.
-L'ho ottenuto in maniera leale, una sola pallottola dritta alla spalla, non è colpa mia se la tua mira lascia a desiderare...- -Ai tempi... ora se solo lo volessi potrei centrarti in fronte, proprio qui!- il dito del ragazzo fece pressione tre le sopracciglia dell'altra facendole arricciare il naso sottile.
-Non fai paura, sai? Sarai alto quanto vuoi ma io ho una pistola...- -Ah, davvero? Io invece ho un coltello, vogliamo vedere chi uccide prima chi?- con un gesto veloce entrambi tirarono fuori le armi ma lei fu più veloce puntandogliela dritta alla testa, poco sopra l'orecchio.
-Mi alleno da quanto ho sette anni, non ci pensare nemmeno- l'altro rimise via il coltello indietreggiando di un paio di passi. Era strafottente ma non stupido.
-Mmm... mi piacciono i ragazzi che sanno quando è ora di obbedire, sai? Se farai il bravo ti ridarò l'orecchino, anche se non capisco perché è così importante...- -Cagna!- l'insulto sibilato gli procurò uno schiaffo decisamente potente.
-Mio padre ti porta rispetto, io non sono obbligata, il rispetto te lo devi guadagnare, sono stata chiara?- -Cristallina...- non si era resa conto di quanto si fosse avvicinata al ragazzo finché non sentì il fiato caldo del ragazzo sfiorarle le labbra mentre sibilava la risposta.
-Perfetto, proprio come speravo... hai altro da dire? Io domani ho il test di storia- -Rivoglio il mio maledetto orecchino!- lei si limitò ad annuire mentre si sedeva alla scrivania e tirava fuori il libro.
 
*********   *********   *********
 
Stava congelando. Con uno sbuffo si mise a sedere sul muretto che faceva da recinto al parcheggio mentre attendeva che i clienti si avvicinassero ai due ragazzi in attesa davanti a lei.
-Zelo, hai la pistola a portata di mano?- il ragazzino annuì terrorizzato stringendo il calcio della pistola all'interno della tasca del suo giubbotto.
-Arrivano...- arrivavano sempre in gruppi di tre.
La luce dell'unico lampione illuminò i volti distrutti dei tossici mentre supplicavano per uno sconto agitando i pugni in aria. Il più giovane indietreggiò intimorito fino a scontrarsi contro le gambe della ragazza facendola sobbalzare. Alla vista del ragazzo terrorizzato scattò giù dal muretto mettendosi davanti al ragazzo come uno scudo nonostante ci fosse almeno una spanna di differenza.
-Avete dei problemi?- -Stanne fuori bimba, dobbiamo contrattare qui...- -Oh, ma potete contrattare con me, sapete? Sono più che sicura che troveremo un accordo!- un ghigno inquietante si dipinse sul volto mal illuminato della ragazza mentre avanzava di un paio di passi facendo indietreggiare i tossici.
-Allora? Avete qualcosa da dirmi?- quello che sembrava più grande scoppiò in una risata isterica mentre tirava fuori dalla giacca una mannaia.
-Carina... vuoi vedere una cosa?- con un gesto veloce tirò fuori la pistola puntandola dritta alla testa dell'uomo.
-Hai cinque secondi per sparire, i prezzi sono chiari, o hai i soldi o non compri, niente trattative. Uno... due...- gli uomini cominciarono a correre via sparendo in pochi istanti mentre gridavano insulti.
-Non hai proprio coraggio, eh? E dire che i tuoi erano anche bravi...- il ragazzino arrossì passandosi una mano tra i riccioli dorati.
-I miei genitori non volevano che facessi il loro lavoro... mi dicevano che io dovevo fare il ragazzino normale...- -Mi spiace per i tuoi genitori... purtroppo sono i rischi del mestiere... comunque non preoccuparti, finché non impari verrò con voi di nascosto... Bang, tutto ok?- il più grande imprecò sonoramente lanciando a terra il cellulare.
-Fanculo! Ho di meglio da fare, sparami se vuoi, tanto qui sta andando tutto a puttane!- per quanto gridasse c'era qualcosa che stonava, i suoi occhi erano completamente persi.
In un moto di umanità Taeyeon si avvicinò lentamente al ragazzo raccogliendo il cellulare ed osservando la lista delle chiamate. Sempre lo stesso numero di telefono, lo aveva chiamato almeno cento volte nell'ultima settimana. Osservò per un paio di secondi lo schermo, chiedendosi cosa diavolo vagasse nella testa di quel ragazzo tanto più grande di lei. C'era qualcosa che non andava, era ovvio.
-Cosa succede?- -Fatti i cazzi tuoi! Posso andare o mi sparerai?- con un sospiro si sistemò i capelli e lo osservò.
Gli occhi di colpo sembravano lucidi ed arrossati e lo sguardo sembrava vagare nel vuoto e le labbra gli tremavano vistosamente. Non sembrava il ragazzo strafottente che aveva visto a scuola, sembrava un ragazzo terrorizzato ed indifeso.
-Dove devi andare? Ti accompagno, ho l'auto...- non attese nemmeno una risposta, semplicemente tirò fuori dalla borsa le chiavi dell'auto e si avviò verso l'auto che aveva fregato a suo padre per poter uscire di casa indisturbata.
-Allora?- -Il quartiere che tuo padre ha ottenuto settimana scorsa...- l'auto partì con uno scatto cominciando subito a sfrecciare attraverso i quartieri.
-Allora, si può sapere che cazzo succede?- -Himchan... lo hanno ferito sicuramente...- una lacrima scivolò lungo la guancia del ragazzo mentre si mordeva nervosamente le unghie.
-Capisco... Himchan è il tuo...- -non sono cazzi tuoi....- sembrava aver perso la voce di colpo.
Dopo dieci minuti di corsa sfrenata erano davanti alla finestra distrutta di un negozio. I pochi pezzi ancora attaccati alla cornice erano pieni di buchi creati da proiettili. Con un salto il ragazzo scavalcò la cornice tagliandosi i jeans e le gambe. Non si curò nemmeno dei frammenti di vetro che si erano conficcati nella carne, semplicemente corse attraverso le stanze del negozio illuminato in cerca dell'altro ragazzo.
-Jun, vieni...- per poco non la sentì da quanto aveva parlato sotto voce.
Con un movimento veloce scavalcò a sua volta la finestra evitando di tagliarsi nonostante la gonna e seguì il rumore del fiato corto del ragazzo. Lo trovò in ginocchio a terra tra dei cocci di vetro, tra le mani aveva una maglietta insanguinata e bucherellata.
-Figli di puttana! Si può sapere che diavolo gli avete fatto? Rispetto per chi perde? Guarda la sua maglietta! Guardala! Sono fori di proiettili!- le vene sul collo del ragazzo si gonfiarono mentre gridava tutta la rabbia che aveva in corpo. Due fori precisi, entrambi ala spalla destra.
-Stai calmo, non sono ferite mortali... potrebbe essere soprav- le parole le morirono in gola.
Stava piangendo. Il ragazzo che l'aveva insultata, il ragazzo che non si faceva nessun problema a puntare una pistola in faccia ai clienti stava piangendo in silenzio mentre fissava la maglietta insanguinata.
-Stavate insieme?- lui annuì debolmente continuando a stringere la maglietta.
-Lo troveremo... non gli avrebbero mai toltola maglietta quindi se la deve essere tolta da solo... conosci un posto dove potrebbe essersi nascosto? O qualcuno che potrebbe averlo curato?- l'altro scosse la testa continuando ad osservare la maglietta come se il so ragazzo di colpo si potesse materializzare al suo interno.
-Jun, portalo in auto, andiamo a fare un giro nel quartiere...- il ragazzino annuì sollevando da terra il maggiore che venne trascinato via come una bambola di pezza.
-Fallo sdraiare sul sedile dietro, è sotto shock... tu siediti qui... forse ho un'idea...- l'unica persona da cui i feriti si potevano ritirare nel loro territorio.
Cinque minuti dopo erano arrivati e Jun la seguì continuando a sostenere il ragazzo che non aveva ancora lasciato andare la maglietta.
-Venite... OPPA!- un ragazzo che sembrava la versione maschile di Taeyeon aprì la porta facendo loro cenno di entrare.
-Che succede Taeyeon? Cosa vuoi?- -Come? Una sorella non può decidere di andare a trovare il suo fratellone? Mi manchi Taeil... comunque non sono qui per sentimentalismi... stiamo cercando un certo Himchan... dovrebbe essere senza maglietta... due spari alla spalla destra... lo hai visto?- -Seconda porta a destra, sta riposando ma starà bene...- appena entrati nella stanza Yonguk si pietrificò sulla porta ad osservare il ragazzo sdraiato nel letto.
-Allora? È lui?- -Chan...- Tae si limitò ad annuire trascinando fuori Jun per lasciare da soli i due.
-Taeil, vieni qui!- il ragazzo si avvicinò sfilandosi la maglietta insanguinata e lanciandola in un cestino pieno di altri stracci sporchi di sangue.
-Quando l'ho trovato era praticamente morto... il genio si stava trascinando per strada lasciando una scia di sangue... vuoi i nomi di chi è entrato nel negozio, vero?- -Ovvio... quello non sembra affatto un pezzo grosso, non dovevano sparargli e soprattutto non dovevano lasciarlo senza aiuto... vuoi che ti porti delle magliette pulite?- Taeil scosse la testa aprendo un cassetto ed infilandosi una maglietta bianca, coprendo finalmente la lunga cicatrice sul costato.
-Non so... immagino avesse dei legami con un pezzo grosso... da quel che ho capito fa il tatuatore e trucca le moto del quartiere... comunque sono stati quelli del gruppo di Kwon...- -Perfetto... so dove trovarli... ce la fai a tenere con te tutti e tre? Non voglio portare Jun, non ha ancora abbastanza esperienza... ah, l'altro ragazzo, quello con i capelli rossi... ha sicuramente le gambe piene di vetro e tagli, controllalo- nemmeno le rispose, semplicemente fece cenno a Jun di seguirlo.
-Vai, torno a prendervi domani mattina, fai in modo che quei due non se ne vadano, ok?- -Come vuoi... stai attenta, ok?- -Jun, io sono sempre attenta... ciao!- il ragazzino annuì osservandola andare via.
Un quarto d'ora dopo Taeyeon, completamente sola, sfondò la porta della casa dove Kwon e il suo gruppo si ritiravano. Gli uomini all'interno fecero per sparare ma appena la riconobbero si misero in ginocchio a terra con le mani dietro la schiena. Se c'era una cosa che adorava di Kwon e il suo gruppo era che erano ciecamente fedeli alla sua famiglia.
-Mmm... sapete di aver esagerato, vero?- tutti annuirono in silenzio continuando ad osservare il pavimento.
-E sapete cosa succede a chi esagera? Viene punito...- un brivido attraversò la schiena degli uomini mentre la sentivano caricare la pistola.
-Allora... chi è stato a dare l'idea di lasciare da solo quel ragazzo?- il più giovane di tutti, solo 18 anni, si mise in piedi ghignando.
-Quel cane è solamente un frocio che se la fa con il figlio del suo capo...- -Sai? Il figlio del loro capo adesso è sotto il nostro controllo quindi avete ferito una persona cara ad un nostro alleato... questo non va bene, lo sai, no?- un solo sparo e il ragazzo era a terra a contorcersi dal dolore.
-Portatelo dal medico... questa volta ha pagato solo lui, la prossima volta non farò sconti, chiaro?- gli altri annuirono prendendolo in braccio e correndo fuori.
Si era pure sporcata con gli schizzi di sangue. Con uno sbuffo si ripulì le gambe con le mani e si guardò in giro. Il divano della casa sembrava davvero vecchio. Dopo un paio di secondi lasciò dei soldi e un bigliettino sul tavolo. Compratevi un nuovo divano e offrite una birra all'idiota a cui ho sparato, spero abbia imparato la lezione

 

 

 

 

Ma come sono cattiiiiiiva :D

Abbiate pietà, sono settimane che non scrivevo ed è la prima FF che posto in questo fandom...

Questa FF nasce da svariati sogni contorti che ho fatto dopo aver passato settimane a guardare l'MV di One Shot (lo amo ^_^) e spero vi sia piaciuta... mi sento un po' babba perché di solito cerco di usare meno parolacce possibile mentre qui ogni due parole c'è una parolaccia (i'm sorry) quindi se vi da fastidio ditemelo :) se avete tempo mi piacerebbe leggere il vostro parere, che sia positivo o negativo, anzi, le critiche costruttive sono accolte a braccia aperte :)

Grazie mille per aver letto!

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PS: se per caso avete letto anche le mie altre FF chiedo scusa per il mostruoso ritardo ma giuro che adesso mi rimetterò a scrivere come si deve >-<

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Capitolo 2
*** 2 ***


-Muori! Muori!- un verso di disappunto annunciò la vittoria schiacciante di Taeyeon su Zelo.
-Sono la migliore, fattene una ragione! Ma Bang arriva o- la frase della ragazza venne interrotta dal suono del campanello che annunciava l'arrivo del tanto atteso Bang Yongguk.
-Ciao Bang... lui è...?- -Lui è Himchan, il mio...- -Sono il suo ragazzo- la voce allegra del ragazzo fece spuntare sul volto della ragazza un sorriso sinceramente divertito.
-Piacere... io sono Lee Taeyeon... vieni con noi?- -Già... Yongguk non si fida a lasciarmi da solo dopo quello che è successo... mi ha pure obbligato ad andare a vivere da lui... non che mi dispiaccia, eh!- il più alto sbuffò grattandosi la testa imbarazzato dalle troppe chiacchiere del suo ragazzo.
-Come vuole però mentre lavora tu stai con me, chiaro? Bang, se ci sono problemi sparisci con Himchan e Zelo, niente obbiezioni- l'altro si limitò ad annuire mentre entrava in casa per ripararsi dal freddo.
-Datemi dieci minuti per cambiarmi...- prima di andarsene osservò le gambe di Yongguk coperte solo dalle bende e un paio di shorts schioccando la lingua contro il palato.
-Che sia l'ultima volta che ti riduci così. Chiaro? Se ci sono problemi li risolviamo noi...- con un gesto seccato si tolse dal viso una ciocca di capelli per poi andare in camera a cambiarsi.
-Jun, hai visto i miei jeans?- -Tutti a lavare...- con uno sbuffo si tolse i vestiti ignorando alla grande il ragazzo assorto in una partita a pochi metri da lei.
Dopo dieci minuti esatti uscirono di casa, entrando nell'auto dove Himchan prese a parlare a raffica di una nuova moto da truccare. La cosa più sorprendente di tutte però era che Bang non solo lo ascoltava nonostante stesse sciorinando una sfilza infinita di fesserie ma sembrava anche interessato.
-Su, a lavoro! Tu vieni a sederti qui con me...- il ragazzo annuì seguendola verso il muretto dove si accomodarono in attesa di qualche cliente.
-Ma non hai freddo?- Taeyeon sorrise osservandosi per un paio di istanti.
Effettivamente un paio di short, delle calze a rete e degli stivali non erano precisamente un abbigliamento invernale, soprattutto se accompagnati da una canottiera e un maglione di lana tanto grande quanto leggero.
-Qui fa sempre freddo, non importa come ci si veste... Zelo, quello è per te!- un ragazzo dall'espressione furba entrò nel parcheggio spalancando le braccia come se si aspettasse un applauso.
-Allora? Cosa c'è Kwon? Non dai la degna accoglienza al tuo miglior cliente? Mi aspettavo come minimo il tappeto rosso dopo averti portato dieci clienti nuovi l'altro giorno!- quello doveva essere il chiacchierato Daehyun.
-Kwon non lavora più qui... l'abbiamo spostato perché ha fatto un casino...- il ragazzo si fermò di scatto osservando i due ragazzi mal illuminati in cerca della persona da cui poteva provenire la voce femminile, persona che in quel momento se ne stava comodamente seduta su un muretto, avvolta da un buio che la rendeva quasi indistinguibile.
-Chi cazzo siete? Siete degli sbirri?- -Stai calmo... sono solo i nuovi spacciatori, tutto qui... di cosa avevi bisogno bel faccino?- l'entrata in scena della ragazza venne accolta con un ghigno dal ragazzo che accorciò le distanze prendendole il mento tra due dita per osservarla meglio.
-Anche tu hai un bel faccino, sai?- -Molto gentile... Daehyun, giusto?- il ragazzo annuì sorridente per poi darle un sonoro bacio sulla fronte e lasciarla andare.
-Per servirla, mia cara....- -Il mio nome non ti interessa... coca, giusto?- l'occhiata di disappunto che le lanciò la fece ghignare divertita mentre faceva cenno a Jun di avvicinarsi.
-Puoi dire a lui di cosa hai bisogno...- -Kwon era più simpatico... e poi mi aveva promesso della torta!- uno sbuffo seccato accompagnò l'affermazione del ragazzo mentre un Jun decisamente timido si avvicinava al ragazzo per lavorare.
-Due dosi di coca... è roba buona, vero?- -Purissima...- il ragazzo annuì scambiando alla svelta i soldi con le dosi tanto desiderate.
-Allora, la mia torta?- -Certo che sei noioso, bel faccino! Se vuoi la torta dovrai aspettare fino alle quattro... poi ti offrirò questa torta- il ragazzo sorrise accomodandosi di fianco ad Himchan, provocando un moto di gelosia in Bang che gli si avvicinò a passo di carica con il chiaro intento di mettergli le mani addosso il prima possibile.
-Ehi, stai alla larga da lui se non vuoi che ti uccida!- -Tranquillo, ho tutto un altro culo in mente questa sera...- Daehyun si passò la lingua sulle labbra mentre dedicava un'occhiata lasciva a Taeyeon che in tutta risposta gli fece un educatissimo medio.
-Spostati, sto io in mezzo...- -Oh, ci sarà da divertirsi allora! Avrei preferito un'altra ragazza però- l'occhiata assassina gli gelò le parole in gola obbligandolo a spostarsi senza troppe storie.
Con un gesto veloce Taeyeon si accese una sigaretta lasciando che Himchan ne prendesse una a sua volta, il tutto sotto lo sguardo sorpreso del nuovo arrivato.
-Non sei troppo piccola per fumare?- -Certo... giro con degli spacciatori ma mi faccio problemi a fumare, mi sembra ovvio...- il ragazzo annuì notando l'ovvietà della risposta per poi abbassarsi per tirare la coca.
-Buona!- -Ovvio...-
 
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-C...cosa vuol dire che ci sarà uno scontro?- suo padre si passò una mano sul viso cercando di trovare un modo decente per spiegare la situazione.
-Vuol dire che il figlio dell'unico clan che ci potrebbe dare del filo da torcere si è iscritto alla tua scuola, accompagnato dall'assunzione di due nuovi bidelli che saranno sicuramente le sue guardie del corpo. Sei una ragazza intelligente, capisci da te che se quel ragazzo viene nella tua scuola sta ovviamente invadendo il nostro territorio e questo porterà a uno scontro armato...- certo che lo capiva, quello che non capiva era perché diavolo quel topo di fogna avesse osato invadere il suo territorio.
-Se lo vedo gli sparo...- -Non ci pensare nemmeno, gli starai il più lontana possibile proprio come facevi con Bang, chiaro? Cinque dei nostri sono già stati assunti dalla tua scuola, gireranno armati così non sarai mai in pericolo... inoltre da oggi pretendo che tu riprenda ad allenarti. Bang nel suo quartiere era conosciuto per essere molto bravo con i pugni, lui ti aiuterà con la difesa a mani nude... per gli spari e i coltelli c'è Kwon come sempre, tutto chiaro?- e lei che pensava di essersi liberata degli allenamenti estenuanti a cui suo padre l'aveva sottoposta per sette anni.
-Chiarissimo... 'sta sera posso uscire?- -Certo... fatti accompagnare da Bang e Zelo, non puoi più girare da sola...- con un gesto veloce la liquidò facendole cenno di andarsene mentre osservava una ragazza passeggiare per casa in tutta la sua esplosiva sensualità.
-Ashley, chiama le altre e raggiungetemi di là- la bionda annuì uscendo dalla stanza, seguita subito da una Taeyeon nauseata.
Suo padre era tante cose. Era un buon padre, era un buon capo ed era persino un brav'uomo quando non si trattava di affari ma non era decisamente dedito alle relazioni esclusive, non da quando sua madre era morta. Ci aveva messo due mesi a far apparire delle ragazze in casa dopo la morte di sua madre. Due mesi esatti, giusto il tempo per far sparire qualsiasi cosa ci fosse in casa che ricordasse anche solo alla lontana sua madre. Lei aveva salvato una foto per miracolo.
La cosa più preoccupante, o spaventosa a seconda dei punti di vista, però non era stata di certo quella, la cosa che le era rimasta più impressa era stata la morte atroce che aveva inflitto agli uomini che li avevano attaccati nel sonno proprio quando lui non era in casa. Lei, bimba di sette anni, aveva assistito ad ogni singola tortura che suo padre aveva inflitto a quegli uomini una volta catturati e ancora si ricordava ogni istante come se fosse il presente. Suo padre l'aveva obbligata ad assistere dicendole che un giorno sarebbe stata sola ad assistere a quegli spettacoli e quindi era meglio se si abituava subito. Un'altra cosa che si ricordava alla perfezione era sera in cui quei cani erano entrati in casa sua sfondando una finestra, si ricordava di essersi chiusa nell'armadio, terrorizzata dall'idea di poter essere trovata. Si ricordava degli strilli di sua madre quando era stata uccisa, si ricordava i suoi occhioni da cerbiatta di colpo freddi e spenti, il volto sporco di sangue come il corpo di suo fratello che si era salvato per miracolo. Una lunga cicatrice sul costato gli ricordava ogni giorno dello squarcio che gli avevano aperto senza pietà e di quanta fortuna avesse avuto a non rimetterci la pelle. Probabilmente era per quello che suo fratello appena ne aveva avuto la possibilità aveva rotto ogni legame con il padre. Un brivido di terrore le percorse il corpo mentre si lasciava trasportare dai ricordi, sbiancando visibilmente e cominciando a sudare freddo. Gli uomini che avevano ucciso sua madre erano sotto il controllo della famiglia del ragazzo che stava per incontrare a scuola, non poteva essere che così.
-Taeyeon, tutto bene? Dobbiamo andare a scuola...- l'espressione preoccupata di Jun la riportò violentemente alla realtà.
-Mmm? Sì, scusa. Mi ero distratta. Andiamo- nel giro di due secondi aveva afferrato lo zaino e si era infilata nell'auto che li stava aspettando fuori, obbligando il ragazzo a correrle dietro.
-T...tutto bene? Vuole qualcosa da bere?- -Accendetemi una sigaretta- gli uomini dentro l'auto si mossero nervosi, accendendole alla svelta una sigaretta che venne afferrata con decisamente poca grazia dalla ragazza.
-V...vuole altro?- -Voglio che stiate zitti- e finalmente il silenzio calò nell'auto.
Un quarto d'ora dopo stava camminando in mezzo al cortile, seguita da un Jun decisamente preoccupato e un Bang molto annoiato che però era stato obbligato a seguirla dappertutto come un'ombra.
-Bang, tu quanti anni hai?- i due ragazzi si guardarono sorpresi per un paio di secondi.
-Ventidue... perché?- -Quindi sei stato bocciato...- -Due volte... preferivo occuparmi degli affari di famiglia...- la faccia che Taeyeon aveva cercato per tutto quel tempo finalmente si fece vedere distogliendola dalle chiacchiere inutili che stava improvvisando per distrarsi.
Un ragazzo dai capelli castani fece la sua entrata nel cortile della scuola a testa bassa, seguito da due bidelli dall'aria inquietante. L'odio che le aveva corroso l'animo durante l'attesa di colpo si affievolì. Quello non era affatto il nemico che si era immaginata. Quel ragazzo dall'aria timida e leggermente impacciata non aveva niente a che vedere con i cani che erano entrati in casa sua anni prima. Le passò davanti, due metri. Sarebbe bastato un nulla per atterrarlo come aveva segretamente macchinato di fare in tutto quel tempo ma quando i loro sguardi si incrociarono lei non poté far altro che perdersi nello sguardo smarrito del ragazzo, studiandone gli occhi allungati e le labbra piene. Un secondo, avevano incrociato gli sguardi per un secondo e lei già stava perdendo di vista l'obbiettivo primario: distruggere lui e la sua famiglia prima che loro distruggessero la sua famiglia. Con un ringhio mal trattenuto scattò in piedi tirando un calcio alla panchina su cui si era accomodata, incrinando il legno di cui era fatta.
-Ehi, che succede?- -Era quello, ne sono certa... i due uomini che lo accompagnavano avevano delle pistole nella divisa- i ragazzi si scambiarono delle occhiate attonite mentre la osservavano avviarsi verso le scale senza dire niente.
-Ferma!- uno degli uomini di suo padre le sbarrò la strada, impedendole di fare la cavolata che sicuramente aveva intenzione di fare.
-Non gli avrei fatto nulla. Volevo solo vedere in che classe era...- -Ha un anno in più di te...- con un cenno congedò l'uomo tornando alla panchina dove gli altri due la stavano ancora attendendo in silenzio.
-Andiamo in classe...- Jun annuì passandole la cartella ed accompagnandola in classe dove la osservò buttarsi sul banco con aria seccata.
-Ti da così tanto sui nervi la sua presenza?- -Non quanto dovrebbe e questo è un problema...- quello era un maledetto nemico, punto e basta.
L'aria da ragazzino smarrito e timido non doveva distrarla come non doveva lasciare che un semplice contatto visivo la scombussolasse così tanto. Con un grugnito si mise le cuffie nelle orecchie lasciando che la musica a tutto volume le distendesse i nervi.
Dopo due ore di beata nullafacenza si mise in piedi facendo un cenno alla professoressa di lettere prima di uscire dall'aula e dirigersi verso il terrazzo per sgranchirsi un po' le gambe addormentate. Una volta in terrazzo si accese una sigaretta e prese ad osservare il cielo scuro, pronto a lasciar andare la prima nevicata dell'inverno in quella gelida giornata di dicembre. Sicuramente quell'anno suo padre non l'avrebbe portata a sciare. A metà sigaretta sentì la porta del terrazzo aprirsi e si ritrovò ad osservare il ragazzo di quella mattina, fossilizzato sulla porta. Rimasero in silenzio a studiarsi per un paio di secondi, evitando accuratamente di incrociare gli sguardi.
-Come ti chiami?- il ragazzo mosse appena la bocca sorpreso per poi fare due passi in avanti, lasciando che la porta si chiudesse alle sue spalle, confinandoli sul terrazzo.
-Moon Jongup...- Taeyeon annuì lentamente osservandolo tremare per il freddo.
-Quindi è il clan dei Moon... mmm...- ora ne aveva la conferma. Quel ragazzo era l'erede del clan che aveva ucciso sua madre.
-Tu sei Lee Taeyeon, vero? La figlia di Lee Hyunseung...- per un paio di secondi valutò l'idea di mentirgli ma tanto non sarebbe servito a nulla, in qualsiasi caso l'avrebbe scoperto comunque.
-Già... cosa ci fai qui?- entrambi sapevano benissimo che non si riferiva al terrazzo.
-Non lo so... mi ci hanno mandato i miei genitori...- non sembrava star mentendo, possibile che lui non sapesse perché era finito nella sua scuola, in fondo era così ovvio.
Se lui era in quella scuola, nel centro pulsante dei territori dei Lee, le macchine dei Moon potevano girare per tutto il territorio con la scusa di portarlo e riprenderlo da scuola, riuscendo così a scoprirne i punti migliori per attaccare.
-Capisco...- con un gesto stizzito spense la sigaretta senza distogliere lo sguardo dal volto infreddolito del ragazzo, evitando comunque di soffermarsi per più di una frazione di secondo sugli occhi.
-Immagino che tu invece ti sia fatta un'idea... in giro si dice che tu sia la degna erede di tuo padre...- un ghigno di scherno si dipinse sul volto della ragazza mentre faceva un paio di passi in avanti, spingendo il ragazzo verso la porta.
-Di te invece non ho mai sentito parlare, sai?- il ragazzo annuì lentamente osservandola mentre si avvicinava come un leone pronto ad uccidere la preda indifesa.
-Cosa c'è, non mi dirai che la mia presenza ti mette a disagio!- con uno scatto si spostò evitando di ritrovarsi spalle al muro e la osservò in silenzio mentre macchinava una risposta decente.
-Ovvio... io e te prima o poi ci incontreremo con delle armi in mano...- una frase simile stonava tremendamente abbinata al volto innocente del ragazzo.
-Sai, tra tutti i figli di clan che ho visto, tu sei quello meno... spaventoso...- o odioso.
-Le apparenze ingannano...- un sorriso divertito comparve sul volto della ragazza mentre studiava l'espressione falsamente sicura del ragazzo.
-Immagino di sì... ora devo proprio andare. È stato un... piacere parlare con te- gli fece un occhiolino veloce, gustandosi il volto del ragazzo mentre si imporporava, per poi correre giù per le scale verso la sua aula.
 
 
-Ehi, gli romperai il naso così!- il pugno della ragazza si fermò a pochi millimetri da distanza dal naso di un Bang decisamente esausto.
-Mmm... finiamola qui...- -Vieni qui bambola, mi prendo cura io di te!- le avances non troppo velate di Daehyun furono spente dalla manata che Youngjae gli rifilò assumendo un'espressione decisamente seccata.
-Hyung! Smettila!- -Cosa c'è Jae, geloso?- il ghigno di sfida del ragazzo diede alla testa al minore che gli rifilò un'altra manata sulla coscia riuscendo solo a far sorridere ancora di più Daehyun.
-Dio, quanto sei irritante!- quel sorriso gli dava alla testa in una maniera decisamente preoccupante.
-Come sei sensibile! Cosa c'è, ti è venuto il ciclo? Parlando di ciclo, anche Taeyeon mi sembra parecchio irritabile oggi!- la ragazza sobbalzò sorpresa rischiando di strozzarsi con l'acqua.
-Tu ti droghi! Sono nervosa perché quei topi di fogna in questo momento sono in giro per il nostro territorio, ecco perché sono nervosa!- in un moto di stizza lanciò la bottiglietta contro Daehyun, colpendolo in piena fronte e facendolo mugolare di dolore.
-Ma dopo tutto 'sto allenamento hai ancora la voglia di tirare con tutta questa forza?- -Per te questo e altro, Dae- quando mai aveva dato confidenza a quell'idiota.
Una settimana, lo conosceva da una settimana e lui già l'aveva spinta ai limiti dell'umana sopportazione.
-Me lo dai un bacino sulla bua?- -Neanche per sogno! Fatti consolare da Youngjae!- il ragazzo scattò in piedi dal divano allontanandosi dal suo hyung alla svelta.
-Uff... ma vi rendete conto che questa e casa mia e mi state insultando tutti?- -E io che ho fatto?- la testolina riccia di Jun spuntò da dietro il divano dove si era sdraiato per giocare in santa pace con l'ipod.
-Hai ragione, tu mi hai fregato l'ipod e basta, chiedo venia...- -Scuse accettate- evidentemente il ragazzo non era particolarmente abituato a riconoscere un tono sarcastico.
-Magari se tu evitassi di fare l'idiota ogni volta potrei anche decidere di trattarti come un essere umano...- -Qui nessuno capisce la mia arte! È come quando mi hanno arrestato per i graffiti!- il volto di Daehyun si atteggiò in una maschera imbronciata mentre incrociava le braccia al petto e sbuffava.
-Queste si chiamano molestie, non arte!- -Esagerata! Per due o tre complimenti! Come sei sensibile! Cos'è, il tuo fidanzato si arrabbia?- il ghigno divertito venne congelato da un'occhiataccia della ragazza che intanto si era seduta su un tavolo completamente in disordine.
-Ehi, il tuo sedere è sul mio tavolo!- -E la tua faccia davanti ai miei occhi, la vita è ingiusta!- la serie di linguacce che seguì al dialogo fu interrotta bruscamente da dei rumori poco rassicuranti dall'esterno.
-Zelo, porta via Himchan, Daehyun e Youngjae, veloce!- il ragazzo annuì scattando in piedi ed uscendo dalla porta del retro nel giro di pochi istanti.
-Bang, vai con loro o mi dai una mano?- -Resto qui...- pistole in mano aprirono la porta principale trovandosi davanti a cinque uomini dal volto coperto che, sicuramente, non erano lì per fare amicizia.
-Chi cazzo siete?- una goccia gelida di sudore colò lungo la tempia della ragazza mentre stringeva la pistola con tutta la forza che aveva.
-Non si trattano così gli ospiti signorina Lee!- di colpo prese a sparare velocemente contro i cinque uomini, cercando di evitare i proiettili che gli uomini stavano sparando praticamente solo verso di lei con il chiaro intento di metterla fuorigioco se non ucciderla.
Un ringhio sibilò tra le labbra della ragazza mentre con uno scatto si avvicinava ad uno degli uomini colpendolo esattamente al centro del petto. Il suono degli spari sembrava volerle far saltare i timpani e il cuore le batteva così forte che da un momento all'altro avrebbe sicuramente sfondato la sua cassa toracica. Un dolore lancinante alla spalla sinistra le annunciò la prima pallottola della sua vita mentre centrava miracolosamente il petto del secondo uomo.
Stava sudando freddo e la testa cominciava a girarle pericolosamente ma per una questione di onore doveva scacciare quei cinque ratti personalmente. Continuava a ricaricare la pistola e sparare, pregando che le munizioni le bastassero mentre gli altri si spostavano ad una velocità impressionante, ignorando i due corpi riversi a terra. Finalmente riuscì a colpire alla gamba un terzo, atterrandolo giusto in tempo per deviare un proiettile che le passò a pochi centimetri dalla testa. Solo due uomini, due uomini e poi poteva anche svenire se ne aveva voglia. Con un'occhiata si rese conto che Bang stava per rimanere senza munizioni e gli lanciò gli ultimi proiettili che le rimanevano, rimanendo così senza. Aveva due pistole puntate addosso e due proiettili, le possibilità che riuscisse a centrare entrambi gli uomini con precisione mentre sentiva la testa girare come una trottola erano pari a zero. Proprio quando stava per tentare l'impossibile i due uomini crollarono a terra esanimi, finendole addosso e facendola cadere a terra.
-Bang, prendila in braccio, dobbiamo correre via!- Jun e Daehyun avevano sparato.
Il ragazzo annuì sollevandola da terra ed avvicinandosi all'auto. Youngjae rientrò in casa velocemente per prendere le chiavi dell'auto che lanciò poi a Jun, quello più vicino al posto di guida. Le mani del più giovane tremavano vistosamente mentre cercava di inserire le chiavi nel quadro per accendere il motore dell'auto e correre via, rendendo inutili i suoi tentativi di accendere l'auto. Era più in panico lui della ragazza probabilmente, tanto che si ritrovò obbligata a cacciare un urlo per farlo tornare alla realtà.
-Jun, dai quelle cazzo di chiavi a qualcuno che sappia guidare!- le chiavi passarono velocemente ad Himchan che mise in moto subito, sfrecciando via appena tutti furono sull'auto.
-Fanculo! Quella era casa mia! Cazzo ci facevano in casa mia?- -Stavano cercando lei, ovvio! Devono averla seguita...- la voce di Himchan le arrivò ovattata e sperò seriamente che fosse solo per il fischio insistente che continuava a sentire per colpa dei proiettili e non per il sangue che continuava a perdere.
Lo stridio delle ruote sull'asfalto annunciò a Taeil, barricato nel suo studio abusivo, l'arrivo di un ferito. Con un sospiro si mise in piedi avvicinandosi alla porta dalla quale nel giro di due secondi fecero irruzione cinque ragazzi e sua sorella più svenuta che sveglia.
-Che diavolo...?- il ragazzo rimase pietrificato ad osservare la sua sorellina gocciolare sangue per alcuni istanti.
-Taeil o ti muovi o ti giuro che anche da morta torno per ucciderti!- la voce minacciosa stonava in maniera inquietante con il volto pallidissimo della ragazza.
-Sì, come vuoi... vieni con me ora...- con un gesto veloce la ragazza passò dalle braccia Yongguk a quelle di Taeil che la portò via lasciando i cinque ragazzi a fissarsi spaesati.
-Io non ci sto capendo nulla...- -Daehyun, a te la droga ha proprio distrutto il cervello!- il ragazzo sospirò grattandosi la testa imbarazzato mentre si buttava a sedere sulle sedie di quella sala d'attesa improvvisata.
-Te lo dirò in maniera semplice così capisci... quei cinque erano agli ordini dei Moon, fin qui ci arrivi?- -Non mi trattare come un idiota! L'avevo capito!- -Bravo! Ora arriva la parte ancora più semplice... quei cinque hanno pedinato Taeyeon e poi l'hanno attaccata...- Dae corrugò le sopracciglia osservando l'espressione seccata di Himchan.
-L'avevo capito, quel che non capisco è cosa centra lei con la guerra tra clan! Guarda Yongguk, lui era il figlio del capo nel suo clan ma nessuno è venuto a rompergli, mi sbaglio?- -No, i Lee sono arrivati, hanno puntato ai miei genitori e quando i miei sono spariti nel nulla hanno smesso di attaccare e hanno preso il controllo... effettivamente è raro che vengano attaccati i figli in questo genere di cose... i Moon stanno giocando sporco...- un silenzio carico di tensione calò nella sala mentre ognuno cercava di trarre le proprio conclusioni.
Dopo quasi due ore una Taeyeon ancora stordita dagli anestetici e dagli ettolitri di sangue persi fece la sua apparizione nella sala emettendo un verso di disappunto.
-Fa un male cane!- nel giro di mezzo secondo Jun le si lanciò addosso abbracciandola spaventato.
-Maledizione, la prossima volta col cazzo che me ne vado!- -Levati! Mi stai facendo male!- un sorriso divertito si dipinse sul volto dei ragazzi mentre la vedevano spingere via il ragazzo e sistemarsi meglio il braccio che suo fratello aveva fasciato per intero con l'intento di tenerla ferma.
-Taeyeon! Ti ho detto che devi riposarti!- l'urlo frustrato di Taeil venne completamente ignorato dalla ragazza che intanto aveva ripreso a bisticciare con Daehyun.
-Maledizione, non ascolti mai!- -Scusa oppa ma sta sera ho di meglio da fare... Jun, ce la fai a guidare fino a casa o devi farti venire un'altra crisi isterica?- il ragazzo boccheggiò un paio di volte preso alla sprovvista.
-Guido io...- le chiavi tintinnarono tra le dita di Himchan mentre si avviava verso l'auto.
-Taeyeon, per l'amor di dio, stai attenta!- -Tu ti dedichi a curare la gente e io sto in prima linea, appa lo diceva sempre che le pallottole sono solo incidenti del mestiere- il ragazzo annuì rassegnato guardando sua sorella e il gruppo di ragazzi entrare nell'auto per poi andare via sfrecciando.
 
L'entrata del gruppo di ragazzi in casa Lee fu accolta da un grido di terrore di una delle ragazze che per poco non svenne alla vista di tutto il sangue che si era impregnato nei vestiti dei ragazzi.
-Che cosa succ...Taeyeon! Che diavolo è successo?- la ragazza alzò la spalla sana lanciando un'occhiata omicida alla ragazza che aveva gridato, obbligandola a dileguarsi in pochi istanti.
-Mi sono beccata la mia prima pallottola... cinque sorci sono venuti ad attaccarci mentre eravamo a casa di Daehyun... si comincia...- -Stai bene ora?- la ragazza ridacchiò alla vista del padre che diventava più pallido persino di lei.
-Certo, Taeil è diventato proprio bravo! Io andrei a dormire ora... ti occupi tu delle ricompense? Hanno aiutato tutti...- l'uomo annuì osservando sua figlia e Jun sgattaiolare in camera come se nulla fosse.
Appena chiusa la porta si lasciò scivolare contro di essa fino a ritrovarsi seduta a terra, cominciando a tremare come una foglia. Era terrorizzata, maledizione se era terrorizzata.
-Tae... va tutto bene, ora va tutto bene!- l'abbraccio caldo del ragazzo fece diminuire il tremore mentre cominciava ad elaborare sul serio cosa diavolo era successo.
-Maledizione, ero in panico! Ero in panico! Faccio tanto la spaccona con i clienti e poi basta questo per farmi andare in panico!- -Ma ti senti? Basta questo? I clienti sono uno per volta, al massimo due attaccano e ci sono sempre altre due pistole vicino a te. Lì erano cinque uomini armati ed eravate in due! Hai sedici anni, non saresti umana se fosse andata diversamente! Io al posto tuo mi sarei beccato ben più di una pallottola alla spalla!- lei si limitò a scuotere la testa per riprendere il controllo.
-Dormiamo... domani abbiamo scuola...- un'ora dopo erano entrambi addormentati come ghiri.
Jun nel sonno la strinse appena, terrorizzato, persino mentre era tra le braccia di Morfeo, dalla possibilità di vedere la ragazza sparire dalla sua vita.
 
 
 
Ooooooh ma come sono brava ^w^
Ho già scritto il secondo capitolo! Probabilmente non è un orario raccomandabile per scrivere, soprattutto perché in questo capitolo ho introdotto la parte più importante della storia però sono troppo emozionata per aver non postare :D
Devo ammettere però che la parte della sparatoria mi sembra parecchio assurda però non avendo mai partecipato ad una cosa simile per ovvi motivi non penso di poter rendere meglio l'idea ^.^'
Magari è solo perché sono le due del mattino... bah bah
Passiamo alla parte più ficaH (con l'acca maiuscola perché è importante!): i ringraziamenti :)
*si sente come se fosse sul punto di fare un discorso per aver vinto l'oscar*
prima di tutto ringrazio tantissimo le persone che si sono fermate a leggere il primo capitolo, grazie mille ^^
Un mega grazie a glo91 per aver inserito questa storia tra le seguite e a BlueDiamond e a Cupecakes per averla inserita tra le preferite, grazie grazie grazie ^^
*Finito il discorso per l'oscar*
 
Detto questo vi lascio, spero che il capitolo vi sia piaciuto e spero di leggere i vostri commenti. Sia quelli buoni che le critiche sono accettatissime quindi vi prego di lasciarmi un parere, grazie ^^

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ps: per chi legge le mie altre FF... purtroppo il computer dove avevo i capitoli da postare è stato requisito quindi vanno riscritti da capo... spero di riuscire a postare presto >.<

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Capitolo 3
*** 3 ***


-Spostati!- la voce di Taeyeon risuonò per il cortile, attirando l'attenzione di tutto il corpo studentesco che si ritrovò ad osservare la ragazza che fissava con disgusto l'ennesimo regalo di Natale non desiderato.
-Ma... sunbae... questo io... l'ho comprato solo per te! L'ho fatto arrivare dalla Francia!- -E ci può anche tornare! Questa settimana sei il nono essere umano che cerca di regalarmi qualcosa, cominciate ad annoiarmi- il ragazzo annuì facendo un piccolo inchino per poi spostarsi e lasciar entrare la ragazza a scuola.
-Ehi, non ti pare di star esagerando?- -Zitto Bang!- il maggiore sospirò chiudendo di scatto l'armadietto delle scarpe.
-Finirai per farti odiare ancora di più... sbaglio o non hai nemmeno un'amica femmina?- -Non mi servono amiche a scuola, sto benissimo anche da sola... chi diavolo è?- con un ringhio si voltò sfoggiando l'espressione più seccata del suo repertorio prima di trovarsi ad osservare un Jun davvero spaventato che la fissava.
-Io... il mio armadietto...- -Scusa Jun...- con un sorriso gli diede un bacio sulla guancia per poi liberare lo spazio davanti all'armadietto del ragazzo, permettendogli così di infilarsi le scarpe della divisa.
-Jonguppie hyung sta preparando un regalo di Natale per una ragazza ma non mi vuole dire per chi è...- -Non mi interessa- il tono infastidito della ragazza allarmò Jun che cercò di trovare un altro argomento prima che Bang cominciasse a fare battutine.
-Cosa c'è? Sei forse gelosa del tuo bel timidone?- troppo tardi.
-Che cazzate vai dicendo? Piuttosto mi metto con Dae!- -Quindi non l'altro giorno quando lui stava giocando a calcio in canottiera non gli stavi fissando le braccia?- Taeyeon sospirò alzando un sopracciglio con aria scettica mentre riafferrava il suo zaino.
-Certo che no, devi essere cieco oltre che stupido per aver pensato una cosa simile!- -Se lo dici tu...- -Sunbae, p...posso parlarti un momento?- la voce sottile di un suo compagno di scuola interruppe il discorso facendola girare di scatto verso il ragazzino più piccolo che stringeva tra le mani tutte sudaticce un pacchettino colorato.
-Dimmi... il mio tempo è limitato e non ho intenzione di dedicarlo tutto a te...- -C...certo... ecco io... ti ho... ecco... tieni!- le mani del ragazzino scattarono velocemente in avanti, portando a pochi centimetri dal suo naso il pacchettino con un fiocchetto dorato.
-Cos'è?- -Ecco... io... Natale...- prese un respiro profondo, pronta a spezzare l'ennesimo cuoricino coraggioso della settimana ma due spalle muscolose si misero in mezzo interrompendo la chiacchierata.
-Moon! Io stavo parlando, sai?- -Tanto non sarebbe finita bene... e poi questo è il mio armadietto!- la voce del ragazzo quella mattina era meno timida del solito.
-Come sei irritante...- -Sunbae... ecco... se tu lo accettassi...- -Non l'hai capito? Non accetta i regali di nessuno!- il ragazzino sgranò gli occhi appiattendosi contro gli armadietti nel tentativo di svanire dalla vista di Jongup.
-Dammi questo pacchetto e sparisci...- il pacchettino ormai stropicciato finì tra le mani della ragazza mentre l'altro con un profondo inchino tornava in cortile.
-E tu, fatti i cazzi tuoi!- fece per fargli uno spintone ma Jun la afferrò per la vita trascinandola verso di se e sorridendo nervoso.
-Come mai sei così nervoso oggi, hyung?- -Non sono per niente nervoso!- lo sportello dell'armadietto sbatté con violenza mentre Jongup si allontanava con tutta l'aria di chi ha intenzione di uccidere un paio di persone.
-Come mai questo lo hai accettato?- -Dio Bang... non sono così stronza! Quello al massimo aveva tredici anni!- -Oh, la gelida Lee ha un cuore?- Taeyeon sbuffò dandogli un calcio mentre apriva il pacchetto.
-Allora? Cos'è?- -Un ciondolo per cellulari...- con un gesto seccato lo lanciò sotto gli armadietti insieme all'incarto.
-Non avevi detto di non essere così stronza?- -L'ho accettato, no? Dovrebbe farsi bastare questo...- il rosso si limitò ad annuire osservando il punto in cui Jongup era scomparso.
-Sai che Jonguppie hyung si è fatto gli orecchini?- -E questo cosa centra?- -Non so, ci stavo pensando...- fece per dargli uno spintone ma il ragazzo si aggrappò alla ringhiera delle scale sfoderando la sua espressione da cucciolo.
-'Sta sera Jonguppie hyung può entrare nei territori? Vogliamo andare alla sala giochi...- -Se te lo vuoi portare in giro non potete girare da soli... hai sentito Daehyun? Rischiate solo di essere pestati...- il minore annuì deluso prendendo a giocherellare con i bordi della giacca.
-Dei... vi accompagno io ma sappi che sarò armata e se il tuo amichetto mi da sui nervi lo pesto...- -Grazie! Grazie, grazie, grazie!- un abbraccio stritolatore la avvolse per tutte le tre rampe di scale che portavano al piano del liceo.
-Sì, come vuoi... ora pensa a studiare che abbiamo a verifica di matematica...-


-Jonguppie hyung! Taeyeon viene con noi, spero non ti dia fastidio!- il ragazzo sobbalzò osservando la figura di Taeyeon per qualche secondo, colto alla sprovvista.
-T...tranquillo... andiamo?- -Yes! Non vedo l'ora di provare tutti i giochi della sala!- le chiacchiere di Jun riempirono le strade di Seoul, lasciate vuote dalla pesante nevicata.
Taeyeon sospirò seguendo in silenzio i due ragazzi, guardandosi intorno nervosa in attesa dei ragazzi di cui gli aveva parlato Daehyun. Dopo poco più di due metri si accese una sigaretta, tirando quanto più fumo potesse nel tentativo di scaricare un po' di tensione. Zelo doveva essere su un altro mondo, totalmente ignaro dell'aria tesa che si era formata tra i due mentre lui continuava a parlare dei nuovi giochi che voleva provare. Taeyeon in quel momento avrebbe dato qualsiasi cosa per tornare a casa ma non poteva lasciare Jun a piedi e senza armi, solo con un nemico. Ancora non capiva perché diavolo avesse acconsentito, forse erano stati gli occhioni da cerbiatto del ragazzo.
-Taeyeon, oggi sei così silenziosa!- -Stavo pensando... sai, quella cosa che tu non fai mai!- in tutta risposta Jun le fece la linguaccia per poi cingerle le spalle con un braccio, obbligandola a stare in mezzo, praticamente attaccata alla spalla dell'altro.
-Comunque, hyung, hai deciso cosa regalare a questa ragazza?- -Sì...- gli occhi di Taeyeon e Jongup di incrociarono per pochi istanti mentre camminavano, lasciandole addosso una sensazione di disagio pressante che la spinse a stringersi contro il corpo del suo amico nel tentativo di trovare un po' di conforto.
-Ma la conosci da tanto?- -A dire il vero no, per niente...- -E allora perché le vuoi fare un regalo per Natale? Siete diventati amici subito?- tutto le diceva di scappare ma il braccio di Jun e la mano sulla sua spalla avevano una presa fin troppo ferma per darle la possibilità di sfilarsi e correre a casa o da Youngjae.
-No, mi odia...- si sentiva maledettamente osservata, doveva star sviluppando una qualche mania di persecuzione, per forza.
-E allora perché le fai un regalo?- -Perché... non lo so... so solo che è giusto così...- finalmente erano arrivati.
Appena dentro i due si lanciarono sulle console ridendo come dei matti, seguiti dallo sguardo scettico di Taeyeon che si era accomodata su una poltrona usata per un gioco d'auto e li stava osservando dal finto specchietto retrovisore.
-Lo consumerai se lo fissi ancora così...- per poco non cadde dal sedile.
-Yoo Youngjae! Mi hai spaventata! E io non stavo fissando nessuno...- -Ed è proprio perché non stavi fissando nessuno che non ti sei nemmeno accorta di esserti seduta accanto a me, vero?- il sorriso del ragazzo la rilassò appena, facendo apparire un sorriso leggero sulle labbra rosee.
-Come mai li hai accompagnati?- -Non volevo che Jun si facesse male... tu come mai sei qui?- in tutta risposta il ragazzo infilò una monetina nel gioco e prese a giocare, stringendo le labbra per la concentrazione.
-Pensieroso anche tu?- -Solo un po'... penso di essere sbagliato, contro natura...- l'auto sbandò appena finendo fuori pista, perdendo un paio di posizioni.
-E perché mai?- -Ragazze... ho diciotto anni e non ne ho mai avuta una e a dire il vero non ci tengo neanche... alla mia età dovrei essere pronto a dare un braccio per un bel paio di gambe, no?- la ragazza fece spallucce continuando ad osservare la gara dell'amico.
-Ci sono sempre eccezioni, no?- -Ma io non le guardo nemmeno le ragazze...- un'altra monetina finì nel gioco, facendo ripartire la partita.
-Ci credo, passi metà del tuo tempo ubriaco e l'altra metà a studiare...- -E sono tutto il giorno con Dae hyung e le sue ragazze...- quella frase aveva un gusto amarissimo che chiunque avrebbe colto.
-Youngjae, sai che anche se ci conosciamo da poco non ho nessun problema ad ascoltarti, vero?- -Lo so, per questo ti sto parlando... a dire il vero sapevo che Jun sarebbe venuto qui e per fortuna sei arrivata anche tu... io e Dae hyung abbiamo litigato...- le sopracciglia si aggrottarono, rovinando il viso normalmente sorridente e dolce.
-Cosa è successo?- -Mi ha preso in giro... mi stavo cambiando ed è piombato in stanza di colpo cominciando a prendermi in giro... non lo sopporto quando fa così...- l'auto cominciò a sbandare sempre più pericolosamente, palesando la vista appannata del guidatore.
-Ti da così tanto fastidio?-Taeyeon... cosa diresti se ti dicessi che... mi sono innamorato di un ragazzo?- la scritta GAME OVER prese a lampeggiare sullo schermo dove due secondi prima l'auto si stava schiantando contro una parete.
-Come si chiama?- -Jung Daehyun...- una lacrima dovuta al nervosismo scese lungo la guancia del ragazzo, venendo fermata dopo poco dall'indice di Taeyeon.
-Sei più carino quando sorridi, sai?- -Dae hyung dice che ho un sorriso da scemo...- -Dae per metà del tempo è fatto e l'altra metà è ubriaco, il suo parere non conta molto...- -Per me sì... e non va bene... a me dovrebbero piacere le ragazze... sai, le gambe, il seno... io non ci vedo nulla... le ragazze di Dae hyung girano in mutande per casa e l'unica cosa che mi incanta è il sorriso di Dae...- un sorriso dolce si dipinse sul volto di Taeyeon mentre andava a pizzicargli le guance, obbligandolo a sorridere.
-Da quanto va avanti?- -Non saprei... da sempre immagino... lui non si rende mai conto di nulla, ovvio...- una domanda scomoda prese forma nella mente della ragazza, premendo per uscire dalle labbra e dar vita ai suoi debbi.
-Jae, tu non sembri uno da droga o altro... hai cominciato per Dae?- -Avevo tredici anni... giriamo insieme fin da quando siamo piccoli, poi a quattordici anni lui è stato sbattuto fuori di casa e io l'ho seguito... quando vivi da solo e sei così piccolo è ovvio cedere a qualsiasi tentazione... però non rimpiango più di tanto la mia vecchia vita, mi è sempre piaciuto di più il tempo speso con lui che quello con la mia famiglia...- un semplice cenno di assenso arrivò dalla ragazza.
-Una vita, eh? Sei uno coraggioso, io non potrei sopportare di vivere con la persona che amo mentre si fa altre mille persone...- -Muoio dentro ogni volta... poi viene in salotto e mi sorride- avrebbe davvero voluto sorridergli e dirgli che era la cosa più dolce che avesse mai sentito una una rapida occhiata al falso specchietto retrovisore le fece accapponare la pelle.
-Scusa, guai in vista...- tra tutte le persone, proprio lui.
-Tu! Tu sei lo stronzetto che ha fatto sparare a Lee, vero?- le mani arrossate dal freddo afferrarono la felpa di Jongup, obbligandolo a mettersi in punta di piedi per non rimanere senza fiato.
Il nuovo arrivato fece per caricare un pugno ma due braccia sottili gli circondarono la vita, avvolgendolo mentre un profumo conosciuto riempiva l'aria intorno a lui.
-Taeyeon, piccola! Stai bene? Questo piccolo- -Tao oppa! Tranquillo, lui è con il mio amico... ho già fatto giustizia da me...- il pugno si rilassò andando ad accarezzare i capelli mossi della ragazza mentre con l'altra mano la stringeva di più.
-Mmm... come vuoi... come mai sei qui?- -Perché sapevo ci sarebbero stati problemi e non volevo che Jun si cacciasse nei guai... tu?- -Le voci girano... mi hanno chiamato e mi hanno detto dove trovare questo sorcio...- Jongup arricciò le labbra irritato, osservando come Taeyeon sembrasse maledettamente a suo agio nonostante fosse a pochi centimetri dalle labbra del nuovo arrivato.
-Tao oppa, ma tu dormi? Hai delle occhiaie...- -Ultimamente ho molto da fare con le corse e tutto il resto...- Jongup digrignò i denti nervoso voltandosi verso i vari giochi ed infilando una monetina nel primo gioco di guerra sotto mano.
Un senso di fastidio bruciante si stava impadronendo di lui. Un ringhio nervoso gli sibilò tra le labbra mentre centrava in piena fronte uno zombie, continuando a lottare per scacciare l'immagine di quei due appiccicati. Non capiva nemmeno perché gli desse fastidio. Taeyeon era bella, a lui piaceva fisicamente e non era tanto stupido da negarlo ma da lì ad essere geloso era un passo enorme e lui non era pronto ad ammetterlo, non in quel momento e non in quella vita.
-Oh, Jun! Non te l'ho presentato! Lui è Tao oppa, ci conosciamo da quando siamo nati...- il ragazzo annuì facendo ondeggiare i riccioli dorati e sorridendo amichevole.
-Piacere, io sono Choi Junhong...- -Hai il ragazzo quindi?- -No! No! Lui è praticamente il mio nuovo fratellino...-


-Allora... ciao!- si sarebbe presa a calci da sola.
Youngjae le aveva detto più volte che era un'idea del cazzo ma lei no, aveva deciso di mandare lo Zelo ormai nel mondo dei sogni a casa, scortato da Tao, e di accompagnare da sola Jongup al confine, ritrovandosi così a passare quasi mezz'ora ad osservare le spalle larghe mentre camminavano in silenzio.
-Ciao... ah, tieni!- le mani del ragazzo andarono ad un orecchio sfilandosi un orecchino ed allungandolo verso la ragazza.
-Avevo intenzione di dartelo a scuola ma non ho poi tutta questa voglia di farmi strillare contro davanti a tutti... è un regalo di Natale...- Taeyeon sgranò gli occhi osservando in silenzio l'orecchino.
-So che non ti conosco neanche ma... io non sono come la mia famiglia, solo questo...- le dita si sfiorarono appena mentre l'orecchino passava dal ragazzo e a lei, causando dei piccoli brividi e dei sorrisi imbarazzati.
-Grazie...- doveva dire qualcosa, non poteva semplicemente lasciarla così, con un orecchino e una frase che in confronto al discorso che si era preparato non valeva nulla.
Rimase in silenzio ad osservarla, cercando di trovare qualcosa da dire che non fosse particolarmente imbarazzante. Aveva le labbra viola, forse aveva freddo. Con un gesto veloce si sfilò la giacca per poi allungarla verso di lei, evitando di guardarla negli occhi.
-Copriti, questa sera fa molto freddo...- -E tu?- -Io sono un ragazzo, posso sopportare un po' di freddo...- lei rimase in silenzio ad osservare la giacca per qualche istante.
Nessuno aveva mai fatto una cosa simile per lei.
-Sei strano...- e lo era davvero.
Quello che aveva davanti era il suo nemico, un giorno si sarebbero trovati a puntarsi le pistole e anche lui lo sapeva. Eppure lui stava facendo una cosa tanto gentile, senza chiedere nulla in cambio. Non era normale per un ragazzo del suo giro. Nessun ragazzo che avesse a che fare con le cose che loro vedevano ogni giorno avrebbe fatto una cosa simile per lei, nessuno.
-Anche tu...- prima che potesse dire altro le mise la giacca sulla spalla e se ne andò, lasciandola lì a fissarlo ancora stordita da un gesto tanto semplice.


Scusate!!! Ci ho messo una vita a scrivere questo capito, oltretutto orribile... scusate ç_ç

So che è una scusa stupida ma la scuola mi sta davvero uccidendo e l'ispirazione è andata in vacanza, chiedo scusa >-<

Comunque volevo ringraziare ciaciachan, FY_Padfoot e jongops per aver inserito questa storia tra le seguite, Haru_ per averla inserita tra le seguite e le preferite e FrancescaLovatic27 e yeahbuddie per averla inserita tra le preferite, grazie mille ^^ Un mega grazie va anche a chi ha letto questa storia, grazie mille anche a voi, magnifiche personcine ^^

Come sempre mi farebbe davvero piacere sapere cosa ne pensate del capito, sia in senso positivo che negativo ^^

Detto questo vi lascio con Tao

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Capitolo 4
*** 4 ***


SD cap4 -Youngjae! Yah! Mollami!- la voce divertita di Daehyun risultava leggermente ovattata dal cuscino che l'amico gli aveva lanciato in faccia prima di saltargli sopra, cominciando a pizzicarlo ovunque come facevano da piccoli.
-Jae! Se mi lasci anche solo un livido ti strozzo!- -Tanto non sei capace di difenderti!- Youngjae suonò leggermente canzonatorio mentre continuava a fare il solletico all'amico che si stava contorcendo sul terreno in preda alle risate.
-Certo che non posso! Pesi tipo mille chili più di me! Come potrei difendermi?- una fitta dolorosa attraversò il petto del minore mentre scattava in piedi ed entrava in camera sbattendo la porta.
-Fanculo Daehyun!- dei tonfi continuavano ad arrivare dalla stanza, segno che Youngjae si stava sfogando lanciando in giro tutti gli averi del maggiore.
Con un sospiro si tolse il cuscino dalla faccia e rimase ad osservare il soffitto per qualche minuto, ascoltando i singhiozzi bassi di Youngjae. L'aveva fatto di nuovo, aveva fatto piangere il suo migliore amico di nuovo. Con uno sbuffo si mise in piedi ed afferrò le chiavi di riserva, avvicinandosi poi alla porta della stanza ed aprendola, trovandola stranamente non chiusa a chiave.
-Jae?- -Fottiti!- la risposta risultò leggermente spezzata dai singhiozzi, facendo digrignare i denti al maggiore.
-Dai Jae, non volevo, davvero...- -Non volevi cosa? Dirmi in faccia quello che pensi?- il letto scricchiolò appena, adattandosi al nuovo peso di Daehyun che stava osservando in silenzio il suo amico.
-Lo sai che non lo penso sul serio...- -Non mentire, ti conosco da sempre, so quando menti!- l'abbraccio caldo del maggiore lo fece sobbalzare, bloccando per qualche istante le lacrime.
-Babo! Non sto mentendo, dai! Lo sai che scherzo!- l'unica risposta che ricevette fu un piccolo singhiozzo.
-Dai, non piangere però! Mi sembra di essere tornato a tre anni fa! Devo difenderti ancora? Guarda che lo faccio, eh? Chi devo picchiare?- con uno scatto si mise in piedi cominciando a tirare pugni all'aria, saltellando in giro sotto lo sguardo ancora appannato di Youngjae.
-Allora? Devo picchiare chi è cattivo con te?- un flebile cenno di assenso fece sorridere il maggiore che si portò le mani al collo, inscenando una piccola zuffa con se stesso per poi crollare a terra trattenendo a stento le risate.
-E non prendere mai più in giro il mio babo, eh!- finalmente la risata di Youngjae riempì la stanza.
-Sono comunque offeso...- -Come sempre... mi farò perdonare! Vuoi ancora il gelato o sei troppo grande ormai?- e dita del maggiore andarono a ripulirgli le guance mentre aspettava una risposta.
-Sono troppo a dieta...- -Ma che dieta! Andiamo, ti offro un gelato...- -Sono le due del mattino...- un sorriso illuminò il volto del maggiore.
-Da piccolo non facevi così tante storie, sai? Muoviti, su!- dieci minuti dopo erano stretti nei loro giubbotti, persi per le strade di Seul in cerca di un locale aperto.
Youngjae sospirò non riuscendo a smettere di fissare il sorriso dolce che si era dipinto sul volto dell'amico. Daehyun era sempre dannatamente bello. La mente del maggiore però era presa da ben altri pensieri. Le immagini di loro da piccoli si susseguivano freneticamente nella sua mente, ricordandogli quante volte avesse portato Jae in giro per Seul per comprargli un gelato dopo aver picchiato qualche ragazzo che si era preso la libertà di insultare il suo amico senza pensare a lui. Tutti i gelati che seguivano a quelle risse avevano sempre avuto un sapore strano e non solo per il sangue che, puntualmente, gli colava dalle labbra spaccate dai pugni. Avevano un retrogusto dolce-amaro, come quelle risse. Era bello poter difendere il suo amico ma era maledettamente sbagliato il suo arrivare perennemente in ritardo, quando Jae era già rannicchiato a terra in lacrime. Si era sempre detto che avrebbe insegnato all'amico come si tiravano dei pugni veri eppure non lo faceva mai, tanto ci sarò sempre io si diceva sempre.
-Questa volta ti insegno sul serio come si fa a botte, così la prossima volta mi strozzi tu...- il minore sorrise divertito, continuando ad osservarlo.
Sapevano entrambi che mentiva. Daehyun amava essere il difensore di Youngjae e il minore non si trovava affatto male. Daehyun era sempre stato un tipo rissoso, aveva sempre preferito una bella rissa a una chiacchierata a cuore aperto. A dirla tutta il primo incontro con Youngjae era avvenuto con un pugno dritto allo stomaco del minore, colpevole di avergli rubato l'ultima fetta di torta in mensa. Per punizione erano stati obbligati a partecipare alla gara di scienze insieme e da allora non si erano più mollati, erano l'uno l'ombra dell'altro.
-Daehyun hyung! Ci sei? Entriamo sì o no?- il maggiore scosse la testa per riprendersi dai suoi pensieri ed entrò nel negozio, facendo sobbalzare l'anziana dietro al bancone, armata di mazza da baseball.
-S...siete qui per comperare?- -Ajumma, cosa ci fa lei qui da sola?- Daehyun scosse la testa divertito, osservando il sorriso amichevole che si era dipinto sul volto del minore mentre si avvicinava alla donna.
-Curo il mio negozio, mi sembra ovvio ragazzo! Cosa volevate?- -Due gelati al the verde... se mette giù la mazza magari posso anche avvicinarmi per pagare...- la donna annuì facendo ondeggiare la capigliatura cotonata ed appoggiando con un piccolo tonfo la mazza sul bancone.
-Sono 7215 won... grazie e arrivederci!- Youngjae fece un piccolo inchino, rispettoso come sempre, e corse fuori, inseguendo il suo hyung che era già uscito e stava già scartando il suo gelato.
-Hyung! Ma c'era anche il gelato alla vaniglia, perché non hai preso quello?- -Perché il the verde è il tuo preferito- un sorriso imbarazzato si dipinse sul volto del minore mentre si accomodava su una panchina insieme al suo hyung.
-Comunque ti offendi troppo facilmente quando si parla del tuo peso... sei bello così, davvero!- un brivido percorse il corpo del minore, facendogli cadere dalle mani il gelato che finì sul marciapiede.
-Babo, sempre a fare casino, eh! Tieni- il cono superstite passò dalle mani del maggiore a quelle di Youngjae, lasciando modo a Daehyun di accendersi una sigaretta.
-Tu ti ricordi il cielo di Busan? Io no... un po' mi manca- -Prima o poi dobbiamo tornare a farci un giro da quelle parti!- il maggiore annuì appena, continuando ad osservare il cielo dove si poteva vedere solo qualche stella per colpa delle luci della città.
-Andiamo a trovare Bang? Non abbiamo niente da fare...- -Va bene...- dopo qualche metro Youngjae sobbalzò spaventato dall'apparizione di un uomo ubriaco, andando a nascondersi di scatto dietro alle spalle dell'amico.
-Jae, sei un fifone... ehi, tu! Levati o ti uccido!- una scossa gli trapassò il corpo mentre le dita sottili di Daehyun andavano ad incastrarsi tra le sue.
-Vieni babo, sei sempre il solito fifone- Youngjae sorrise imbarazzato stringendo appena la presa sulla mano dell'amico, lasciando che credesse che fosse la paura a dettare la stretta.


*prende coraggio ed esce dal nascondiglio*
I'm sorry, è il capitolo più corto della storia dei capitoli corti ma... non so... il mondo doveva leggerlo (?)
Dato che nel capitolo scorso ho dato un paio di righe di spazio alla DaeJae ho pensato bene di lasciarmi prendere la mano e scrivere un capitolo intero (sempre che 3 pagine di word possano essere definite capitolo, bah...) comunque, spero che, nonostante la minuscolitudine (?) il capitolo vi sia piaciuto ^-^ I commenti sia negativi che positivi sono sempre ben accetti ^-^
Un mega grazie a
SerenaShawol483 che ha inserito la storia tra le preferite e alle personcine magnifiche che hanno letto il capitolo precedente, grazie :)
Detto questo vi lascio con la DaeJae e scappo ^_^



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Capitolo 5
*** 5 ***


 

 

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Casa Moon faceva paura, persino a lui che era nato e cresciuto tra quelle mura così tanto inquietanti. I quadri appesi alle pareti del lungo corridoio, che divideva le stanze da letto dalle stanze da hobby, sembravano seguirlo con lo sguardo altezzoso tipico dei ritratti dei suo familiari. Solo lui non aveva mai imparato a farlo, era più forte di lui, non riusciva ad avere quello sguardo altezzoso e spaventoso che tutti i suo parenti avevano nei quadri.

Lungo quel corridoio erano appese almeno otto generazioni dei Moon e solo e solamente le persone che erano nate con il cognome dei Moon ed erano maschi avevano diritto a vedere il loro ritratto a quelle pareti, normalmente erano primogeniti ma tra quei quadri c'erano anche persone che avevano ottenuto il loro posto alla parete liberandosi dei maggiori. Il suo di ritratto era stato staccato dalla parete quando sui fratelli maggiori avevano detto a chiare lettere che avrebbero preso il controllo degli affari e che quindi il ritratto del loro fratellino poteva benissimo andare nella sala da lettura insieme a tutti gli altri quadri scartati col tempo.

Era inutile fissare i quadri dei suoi fratelli, appesi proprio accanto alla porta della sua stanza, prima o poi doveva attraversare per forza quel corridoio inquietante se voleva arrivare in cucina e prendere un benedetto bicchiere d'acqua e del giaccio per l'occhio che non aveva la minima intenzione di sgonfiarsi o, quanto meno, di smettere di pulsare dolorosamente.

-Jongup, cosa ci fai in giro per casa a quest'ora?- l'odore pungente del sigaro di suo padre gli arrivò al naso quasi come un pugno, stoppandolo di colpo mentre vedeva il fumo avvolgerlo, segno che suo padre aveva deciso di alzarsi dalla sua comoda poltrona nello studio e l'aveva raggiunto.

-Avevo sete...- -Alle due del mattino? Dovresti bere di più durante il giorno...- il ragazzo annuì e fece per riprendere la sua strada ma il fumo lo avvolse di nuovo, facendogli capire l'intenzione di suo padre di parlare ancora.

-Sei poi riuscito a sapere qualcosa sulla figlia dei Lee?- -Non molto... so solo che si prende molta cura delle persone che lavorano per lei e che la rispettano molto per questo...- suo padre sorrise divertito, osservando la nuca di suo figlio mentre lo avvolgeva con l'ennesima nuvola di fumo.

-Proprio come suo padre, eh? I Lee si affezionano sempre troppo alle persone... ho sentito dire che hanno persino adottato un ragazzino che era rimasto senza genitori... sciocco, non credi? Nelle famiglie di un certo rango bisognerebbe concentrarsi sul portare avanti solo il meglio, non tutti- -Già... scusa, ho davvero molta sete- l'uomo annuì, rientrando nel suo studio, liberando così uo figlio dalla conversazione decisamente fastidiosa.

Lui non faceva parte del meglio per suo padre, era ovvio. Semplicemente lui era il figlio minore, quello che serviva come diversivo. I suoi due fratelli maggiori invece erano dei diamanti per suo padre, li adorava. Il più grande aveva un'abilità impressionante con le pistole e un bel po' di omicidi a sangue freddo sulle spalle, mentre l'altro era semplicemente il migliore quando si trattava di passare i confini senza farsi notare, rendendo facili i vari trasporti di merce, di qualsiasi tipo essa fosse. Lui invece era bravo a fare da pedina nei piani degli altri, punto e basta. Con uno sbuffo afferrò un bicchiere e lo riempì d'acqua, continuando a fissare sovrappensiero il rubinetto, dando così modo a suo fratello maggiore di avvicinarsi e sottrargli il bicchiere da sotto il naso.

-Sai, alla tua età se ero sveglio e in cucina a quest'ora era perché avevo appena finito di fare compagnia a qualcuna... però non vedo nessuna a farti compagnia...- tipico di suo fratello.

Con uno sbuffo prese un secondo bicchiere e lo riempì, prendendo finalmente un sorso d'acqua.

-Cosa c'è, ti imbarazza questo argomento?- -No, ho solo sete, punto e basta... e comunque anche tu mi sembri solo- il sorriso divertito di suo fratello si allargò e lui, nonostante gli stesse dando le spalle, lo poteva immaginare benissimo.

-Sarà a su un taxi ormai... e comunque, tu, il mio fratellino che dorme sempre, ti saresti svegliato per un misero bicchiere d'acqua? Non ci credo... che ci sia qualche bella ragaza a tenerti sveglio? Oppure stavi ancora facendo tardi con i videogames? Jongup-ah, perché non mi guardi in faccia? Ora che ci penso è da 'sta mattina che nessuno ti vede in faccia... che hai fatto?- era nei guai.

-Sono stanco, vado a dormire...- con un gesto nervoso si tirò su il cappuccio della felpa che usava come pigiama e cercò di sgusciare via senza farsi prendere da suo fratello.

-Fermo lì... Jonghyun, mi dai una mano?- al grido del fratello di mezzo il maggiore dei tre uscì dalla sua stanza e si avvicinò a passo annoiato, osservando per qualche istante la scena.

Jongmin teneva per il polso il minore che intanto aveva abbassato il volto, coprendolo il più possibile. Non ci voleva un genio per capire cosa fosse successo ma la noia era davvero tanta quindi decise di divertirsi un po' a spese del più piccolo.

-Che hai fatto Jonguppie? Le hai prese di nuovo?- con un gesto rude gli abbassò il cappuccio e gli afferrò il mento, obbligandolo ad alzare il volto mentre l'altro fratello lo afferrava per entrambe le braccia, obbligandolo a restare immobile.

-Ti hanno fatto proprio un bell'occhio nero... possibile che tu ancora non sappia difenderti? Dopo tutte le risse in cui sei finito?- Jongup sibilò un'imprecazione, arricciando il naso mentre Jonghyun gli inclinava il volto da un lato e dall'altro per osservare l'occhio livido.

-Sono stanco, lasciatemi in pace...- -Come sei lamentoso, fratellino! Scommetto che però non hai detto nemmeno una singola parola quando ti hanno picchiato, o sbaglio?- erano insopportabili e aveva sempre ragione, cosa ancora più irritante.

-Comunque, chi dobbiamo picchiare? Chi ha fatto del male al nostro fratellino?- -Nessuno... ho solo avuto una discussione con la squadra di basket della mia scuola...- -Domani ti accompagniamo a scuola... voglio proprio vedere chi ha conciato così il nostro fratellino, vero Jongmin?- il ragazzo annuì, lasciando andare Jongup, afferrando il suo bicchiere d'acqua e seguendo il maggiore attraverso il corridoio, lasciando il minore finalmente solo in cucina.

Con un gesto nervoso scagliò il bicchiere contro la parete, osservandolo mentre si frantumava e l'acqua al suo interno si espandeva su tutta la parete per poi colare a terra, formando una piccola pozzanghera. Doveva essere davvero stupido, ora come minimo aveva attirato l'attenzione di suo padre e lui di certo non si sarebbe proposto come suo difensore per il giorno dopo, anzi, probabilmente avrebbe rincarato la dose di botte. I Moon devono sapersi difendere, altrimenti sono un disonore per la famiglia.

-Jonguppie, tesoro, va tutto bene?- sua madre, i capelli arruffati per il sonno appena interrotto e gli occhi socchiusi, entrò in cucina, fermandosi per qualche istante ad osservare i pezzi di vetro a terra.

-Sei anche scalzo... aspetta un secondo, non ti muovere...- con un sorriso dolce si sfilò le ciabatte e le passò a suo figlio, zampettando subito dopo verso il ripostiglio più vicino e prendendo una scopa per raccogliere i pezzi di vetro.

Mentre ripuliva, lanciava delle occhiatine nervose a suo figlio, osservandolo di nascosto mentre si tirava su il cappuccio e prendeva a fissare le ciabatte rosa che non aveva indossato.

-Cosa succede? Come mai sei così nervoso? Per quell'occhio ci vuole della crema, siediti sul bancone che appena finisco qui vado a prendertela- -Eomma, non serve...- ovviamente non gli diede nemmeno ascolto, semplicemente finì di ripulire e si avviò verso il bagno, lasciandolo solo in cucina, seduto sul bancone come faceva quando aveva sette anni e non diciassette.

-Eccola qui... farà un po' male...- lui si limitò ad annuire, tanto ormai ci era abituato.

-Aspetta un secondo..... perfetto!- sua madre fece per avvicinarsi per dargli un bacio sulla guancia ma lui si tirò indietro, finendo per sbattere la testa contro la parete.

-Scusa, scusa... tutti i miei bambini ormai sono troppo grandi per dare un bacino alla loro mamma... vai a dormire ora, altrimenti arriverai stanco a scuola domani!- per obbligarlo ad andare a letto, spense la luce della cucina, lasciando la cucina illuminata solo dalla poca luce che arrivava dal corridoio.

-Jongminnie, Jonghyungie, a dormire anche voi! Ah, Jongminnie, io e te domani dobbiamo parlare delle tue frequentazioni notturne!- il ragazzo in questione sobbalzò, sgusciando via dalla stanza del maggiore per chiudersi a chiave nella sua, il più in fretta possibile nel tentativo di evitare sua madre.

Con un sospiro entrò nella stanza matrimoniale, richiudendosi la porta alle spalle, dedicando un ultimo sorriso materno al minore che stava andando in camera sua.

-Cos'è tutto questo casino?- -Nulla... vado a dormire...- con un gesto nervoso tirò i lembi del cappuccio per coprirsi meglio mentre passava davanti a suo padre, chiudendosi a chiave in camera giusto in tempo, precedendo i pugni di suo padre alla porta di pochi istante.

-Moon Jongup, apri questa maledetta porta o ti giuro che domani– -Domani non ti porterà a scuola in auto, ecco cosa succederà... yeobo, vieni a dormire, è tardi anche per te...- prima o poi avrebbe fatto una statua a sua madre che si stava ampiamente guadagnando il titolo di santa.

 

******   ******   ******   ******

 

-Si può sapere cosa hai oggi?- con uno sbuffo afferrò al volo l'ennesima provetta del laboratorio di scienze, evitando per miracolo che si schiantasse contro la parte.

-Cosa ho? Quell'idiota di Moon ha pensato bene di portarsi dietro anche i suoi due fratelli 'sta mattina, ecco cosa ho! Quei due idioti mi hanno vista mentre pestavo i deficienti che avevano pestato il loro fratellino... sa dio che idea assurda si sono fatti ora!- l'ennesima provetta volò in aria, schiantandosi questa volta esattamente al centro del petto di Bang.

-Davvero non capisco perché di colpo sei così nervosa...- un ringhio seccato anticipò il lancio dell'ennesima provetta.

-Non capisci? Fai due conti, loro sono in tre, io ho un fratello e Jun... secondo te non sarà necessario che anche loro partecipino? Peggio ancora, se mio fratello si rifiutasse, come sempre, di partecipare allo scontro, dovremmo chiedere l'aiuto anche di Tao, che a parte nelle corse e nel corpo a corpo non ha esperienza, e in questo modo, comunque, due persone che non volevo venissero coinvolte finirebbero per trovarsi ad affrontare uno scontro armato... l'unico modo per tirarli fuori dall'impiccio sarebbe far fuori Jongup nei primi dieci secondi di scontro, interrompendo così tutto prima che gli altri possano farsi del male...- -E allora fallo fuori subito... tanto la mira non ti è mai mancata, no?- la ragazza si immobilizzò un secondo.

Perché l'idea di ucciderlo a sangue freddo non le andava giù? Perché diavolo quella mattina aveva sprecato tempo e energie per difenderlo?

-Al diavolo... Moon mi complica la vita e basta, non vedo l'ora di liberarme– il cellulare prese a suonare, facendo sobbalzare i due quando l'inquietante suoneria si diffuse nel laboratorio di scienze.

-Jun deve aver cambiato di nuovo la mia suoneria... pronto?- -Signorina Lee... Choi Jun Hong è scappato, non riusciamo più a trovarlo, cosa dobbiamo fare?- che giornata leggera!

-Iniziate a pregare che non si sia fatto male, altrimenti ve la vedrete con me... esco a cercarlo, fate in modo che ci sia la mia moto all'entrata della scuola, vi do cinque minuti, non un secondo di più!- dall'altro lato della linea arrivarono delle grida nervose, tagliate poi da Taeyeon che lanciò anche il cellulare contro il petto di Bang.

-Allora, cosa è successo?- -Jun è corso via... vado a fare un giro per i quartieri, magari lo trovo...- con uno sbuffo si avviarono verso il cancello della scuola, scavalcandolo come se nulla fosse nonostante ci fossero almeno cinque professori a guardarli.

-Ehi, sei in ritardo tu, però!- -Ciao Tao! Lui è...?- -Un mio amico, mi ha aiutato a portare qui le due moto, ti accompagno... ho preso due caschi, così se lo trovi non devi andare in giro senza...- con un sorriso salì sulla sua moto, ignorando le occhiate sorprese che l'amico di Tao le stava lanciando mentre sibilava qualcosa in un qualche dialetto cinese.

-Dove sta andando?- -Non sono fatti tuoi, Moon... perché non torni dai tuoi amichetti? Ah, giusto... non ne hai!- nonostante l'insulto, un sorriso divertito si dipinse sul volto del ragazzo mentre si stringeva nella giacca della divisa.

-Devo scambiare un paio di informazioni con te... ho bisogno di sapere un paio di cose sui Lee...- un ghigno divertito apparve sul volto del maggiore.

-E cosa ti fa pensare che scambierei informazioni con te?- -Posso dirti dov'è tuo fratello...- il sorriso del maggiore si spense.

 

Erano quasi due ore che girava a vuoto per i suoi quartieri, le sue gambe, coperte solo da una tuta che le arrivava al ginocchio, erano congelate, come le sue mani. Con uno sbuffo svoltò per l'ennesima volta, chiedendosi dove potesse essersi cacciato quell'idiota. Aveva controllato ogni singolo vicolo, stazione, palazzo e parco ma del ragazzo nessuna traccia. Di colpo la moto di Tao si fermò, obbligandola a sbandare pericolosamente per evitarlo.

-Ma si può sapere cosa succede?- -Stiamo girando a vuoto, è introvabile... e se fosse tornato a casa tua? O a casa sua? Sai dove abitava?- la ragazza annuì lentamente, cercando di ricordarsi la strada per arrivare al vecchio quartiere di Jun Hong.

-Andiamo... se non è lì torniamo a casa...- Tao annuì, seguendola a pochi centimetri di distanza, giusto quei pochi che sarebbero serviti per fare una manovra d'emergenza per evitare di travolgerla.

Il quartiere dove viveva prima Jun era a dir poco spaventoso. Sembrava uno di quei quartieri che passano ai telegiornali quando parlavano di spaccio e droghe e probabilmente era uno dei quartieri che conteneva il maggior numero di clienti a giudicare dalle facce che riusciva a riconoscere lungo le strade.

-Hey, tu!- il ragazzo si fermò di colpo, emettendo un grido di terrore quando la moto della ragazza arrivò a pochi millimetri da lui.

-Hai per caso visto il ragazzo che di solito ti vende la roba? Dovrebbe essere da queste parti...- il ragazzo annuì lentamente, cominciando a spiegare come raggiungere la casa dove aveva visto il ragazzino l'ultima volta.

-Grazie... ricordami il favore la prossima volta, sarà un piacere ripagartelo!- il ragazzo annuì, stringendosi di più nella felpa logora e scolorita mentre osservava la ragazza sparire oltre l'angolo, seguita da un'altra moto.

Bastarono due minuti e lo trovarono, accovacciato sugli scalini all'entrata di una piccola villa completamente circondata dai nastri della polizia che stavano ad indicare un caso ancora irrisolto.

-Jun Hong!- con un movimento unico scese dalla moto, si sfilò il casco e si avvicinò al ragazzo, dandogli uno schiaffo per poi stringerlo in un abbraccio stritolante.

-Idiota, hai idea di quanto fossi preoccupata? Maledizione, non osare mai più scomparire così, ho perso almeno venti anni della mia vita mentre ti cercavo!- Jun non si mosse minimamente, restando inerme nell'abbraccio della ragazza.

-Tao, vai pure a dire agli idioti che per oggi sopravviveranno... grazie mille!- il ragazzo annuì, lanciando un'occhiataccia al ragazzino prima di risalire sulla sua moto ed andare via.

-Cosa è successo?- -I miei genitori... si sono fatti uccidere perché io non sapevo difendermi! Sono usciti e si sono fatti sparare perché così chiunque fosse non sarebbe entrato in casa, trovandomi! Tutto perché io non sapevo nemmeno come prendere in mano una maledetta pistola- la ragazza sospirò appena, cominciando ad accarezzare la schiena del ragazzo nel tentativo di farlo calmare.

Non sapeva che dire, consolare la gente non era di certo una sua qualità, anzi. L'unica decisione sensata che riuscì a prendere fu quella di lasciare che il suo amico si sfogasse sulla sua spalla, continuando ad accarezzargli la schiena senza dire una parola. Cosa si diceva di solito? Che tutto sarebbe andato bene? Che non era niente? Eppure non le sembrava il caso di dire cavolate simili. Non poteva di certo promettere che tutto sarebbe andato bene quando lei stessa stava morendo dentro per il terrore e non poteva di certo dire che la morte dei genitori del ragazzo fosse un niente.

-Jun, calmati dai... ti porto a casa, fa freddo, potrebbe cominciare a nevicare da un momento all'altro e tu sei solo in felpa- gli infilò praticamente a forza il casco, trascinandolo poi sulla moto che riprese vita con un rombo.

-Hai spaventato i figli dei miei vicini...- due bambini corsero in casa spaventati dal rumore, facendo ridacchiare Taeyeon.

-Succede... andiamo, dai!- con un altro rombo la moto prese ad avanzare velocemente attraverso le strade ghiacciate.

Probabilmente non era stata una buona idea prendere la moto con tutto quel ghiaccio in giro e ora che ci pensava a mente fredda non capiva nemmeno come fosse riuscita ad arrivare fino alla vecchia casa di Jun senza uccidersi. Dopo un bel po' di preghiere e di slittate sul ghiaccio arrivarono finalmente al cancello di casa Lee.

-Vai in camera, io metto via la moto...- e lo avrebbe fatto davvero se suo padre non le si fosse parato davanti, impedendole il passaggio.

-Come mai tu sei qui e non a scuola?- -Non mi sentivo bene e Jun e venuto a prendermi... vado in camera, mi metti via tu la moto?- con uno sbuffo l'uomo prese la moto e la trascinò nel garage, osservando sua figlia mentre rientrava in casa.

-Partita alla play?- Zelo annuì facendo ondeggiare i ricci ed afferrando un joystick.

-Bang?- -L'ho mollato a scuola... spero solo che alla fine non abbia preso a pugni anche lui Moon, non sembrava molto felice mentre gli parlava...- il ragazzo annuì inclinandosi di lato nel tentativo di far curvare l'auto del videogame.

 

 

Con un pugno distrusse l'ennesima vetrina nel laboratorio di scienze. Quando riabbassò il pugno sentì il sangue colargli lungo le dita, segno che le nocche erano state tagliate dai frammenti di vetro.

-Cosa devo fare?- si sentiva un idiota, era tutta la mattina che distruggeva il laboratorio di scienze e ancora non riusciva ne a calmarsi ne a prendere una maledetta decisione.

Con uno sbuffo si decise a raccogliere la sua borsa, scrollandola per togliere i pezzi di vetro, ed uscì dalla scuola, ringhiando a chiunque osasse intralciargli il passaggio.

-Ehi, ehi!- una mano afferrò il suo polso, facendogli emettere un sibilo decisamente nervoso.

-Hai due secondi per lasciarmi andare, poi ti sfondo di botte!- -E poi saresti molto molto single- gli occhi di Bang si allargarono appena riconobbe la voce del suo ragazzo.

-Ma che diavolo ci fai qui?- -Sì amore, anche a me fa piacere vederti! Anche io trovo fantastico il fatto che abbia mollato tutti i tatuaggi e le moto solo per venire a darti uno strappo a casa invece di farti arrivare esausto e congelato a casa come ogni giorno!- il rosso sbuffò osservando il suo ragazzo mentre tornava all'auto, gesticolando verso il nulla con tutta l'aria di chi ha bisogno di prendere a schiaffi qualcuno.

-E io dovrei anche seguirti di corsa? Channie, non è giornata!- -Beh, tu guarda, anche la mia giornata ha preso una brutta piega ora, sai? Tornatene a casa da solo!- la portiera dell'auto sbatté, precedendo di poco la partenza dell'auto.

Perfetto, doveva tornare a casa a piedi, con la mano sanguinante e, sfiga delle sfighe, stava cominciando a nevicare. Effettivamente non era stata un'idea geniale far arrabbiare Himchan ma lui come diavolo poteva indovinare che il suo ragazzo sarebbe venuto a prenderlo. Finalmente trovò una farmacia ed entrò, facendo sobbalzare la farmacista che stava pacificamente sistemando una pila di assorbenti.

-Oddio, ha bisogno di aiuto?- -Mi serve una benda...e questo pacchetto di assorbenti...- la ragazza avvampò di colpo, chiedendosi chi diavolo fosse la pazza che aveva chiesto ad un ragazzo del genere di prenderle degli assorbenti.

-Allora? Oppure hai intenzione di lasciarmi morire dissanguato nella tua farmacia?- la ragazza prese ad annuire velocemente, recuperando tutto ciò che il ragazzo le aveva chiesto.

-T...ti do una mano?- -Grazie ma passo... ciao, eh! Ah, dovresti ripulire questo negozio, ci sono macchie di sangue ovunque!- la ragazza sgranò gli occhi prendendo a guardarsi intorno, ignorando alla grande i soldi che Bang le aveva lasciato sul bancone prima di uscire.

Con uno sbuffo buttò a terra la scatola che conteneva la fascia, cominciando a fasciarsi come meglio poteva la mano, probabilmente facendo più danni che nulla. Le fasciature e le cose che implicavano una certa precisione erano roba più da Himchan che da lui. E poi, ora che ci pensava, come diavolo faceva a dare il pacco di assorbenti a Himchan senza farsi picchiare? Anche se a giudicare dagli sbalzi d'umore del ragazzo probabilmente ne aveva davvero bisogno.

-Bang Yongguk, sali in auto prima di morire congelato!- con uno sbuffo salì sull'auto, mollando sulle gambe del suo ragazzo il pacco di assorbenti.

-E questi? Sarà meglio per te che siano per tua sorella...- -No, sono per te... mi sa che ti sono venute le tue cose- l'auto sbandò pericolosamente mentre il moro si sporgeva verso Bang, dandogli uno schiaffo alla nuca.

-E io che sono venuto lo stesso a recuperarti... a casa di fascio decentemente la mano...- -Dio, sembri mia madre, non il mio ragazzo...- entrambi sorrisero divertiti.

-E tu sembri più un ragazzino dispettoso, la vita è dura- appena arrivati a casa il maggiore si lanciò verso il frigorifero, cominciando a cercare qualsiasi cosa fosse commestibile e possibilmente non scaduta, ma con la fame che aveva poteva anche accontentarsi.

-Mi passi una birra?- -Prima le priorità... il cibo...- gli occhi di Himchan si sgranarono mentre cominciava a macchinare che scusa usare per il fatto che la spesa fosse ancora al supermercato, sugli scaffali e non nel frigo.

-Ho voglia di cibo cinese, tu non hai voglia di cibo cinese?- -Ti sei dimenticato di fare la spesa di nuovo, vero?- con uno sbuffo richiuse il frigo e prese a fissare i vari volantini appesi al frigo in cerca di un maledetto take away che sembrasse minimamente invitante.

-Cibo cinese! Dai!- -Chiama tu... io vado a farmi la doccia...- un sorriso sornione si dipinse sul volto del moro mentre osservava il suo ragazzo infilarsi in bagno.

Dopo un paio di minuti, quando fu sicuro che il ragazzo fosse davvero sotto la doccia, si decise a seguirlo dentro, beandosi della vista che si trovò davanti.

-Vuoi un po' di compagnia?- sul volto dei due ragazzi si dipinse un sorriso ammiccante mentre prendevano ad osservarsi a vicenda.

-Datti una mossa- non se lo fece ripetere due volte.

Con dei movimenti veloci si sfilò i vestiti, entrando in doccia con Bang.

 

 

Saaaaalve!

Non voglio sapere quanto ci ho messo ad aggiornare, scusatemi ç_ç

Davvero! È solo che per qualche motivo assurdo ci ho messo secoli interi per scrivere questo capitolo... credo di averlo scritto e scartato almeno cinque volte... spero che almeno questa volta sia venuto bene T.T

Scusate!!!!!!

Detto questo, dovrei ringraziare per nome, cognome, codice fiscale e numero di passaporto le personcine magnifiche che nonostante l'epico ritardo hanno inserito questa storia tra le preferite/seguite/ricordate solo che... sono babba e non riesco più ad aprire le liste, indi per cui vi ringrazio così >-< comunque Grazie mille, saranghae *-*

Ora direi che vi lascio che è anche abbastanza tardi... scusate ancora per il ritardo ^^

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