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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 - La malinconia di un temporale ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 - Un piano di due settimane ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 - Goten no. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 - Dividi con me questo peso ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 - Finirà tutto bene? ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 - Tutto il mio amore ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 - La malinconia di un temporale ***
La malinconia di un temporale
Gocce di pioggia
cadevano sulla sua pelle, non lasciando in tutto il suo corpo una
minima parte non soggetta a quel gettito d’acqua che
tralasciava scorgere le giovani forme.
Correva nel bosco in
preda alla paura che l’assaliva, il suo jet l’aveva
abbandonata proprio a pochi metri dalla casa dei Son, sentiva il suo
corpo tremare al ricordo di ciò da cui fuggiva.
Cadde tra
l’erba bagnata, imbrattando di fango la t-shirt,
strappò con ferocia un fascio d’erba,
l’acqua piovana che percorreva il suo viso si mescolava alle
lacrime amare che esprimevano la sua pena.
“Dannazione!”,
sbraitò la ragazza.
Lasciò che
il dolore si sfogasse in quel pianto rumoroso, mentre i suoi singhiozzi
si facevano via via più intensi, appoggiò la
fronte sulla terra fredda, ciò che era accaduto qualche ora
prima ritornò insistente nella sua mente.
Chiacchierava
al telefono con la sua amica Pan, discorrendo sulla sua prima giornata
di lavoro come assistente alla Capsule Corporation, quel lavoro non
faceva per lei, ma in mancanza di altro aveva dovuto accettare di buon
grado la proposta del fratello, inoltre Trunks la pagava lautamente e
questo le permetteva di soddisfare i suoi piccoli sfizi.
Il
fragore di un tuono, la destò dalle sue lamentele,
“Credo che dovremmo rimandare la nostra uscita. Il tempo non
promette bene.”, commentò Bra, osservando le nubi
nere che oscuravano il cielo.
Ma
l’amica non rispondeva, “Pan?”, nessuna
risposta: solo un silenzio inquietante.
Agganciò
la cornetta del telefono, notando che intorno a lei si era creato il
buio totale, “Giusto a titolo informativo,
c’è qualcuno che si è accorto che
è andata via la corrente?”, domandò
Bra, infastidita per aver interrotto la telefonata con la figlia di
Gohan e Videl.
Ignorata
dalla sua famiglia, l’ira crebbe, “E’
inutile che facciate finta di niente! Lo so che siete tutti occupati a
fare qualcosa di meglio, anch’io lo ero fino a quando
improvvisamente c’è stato questo
black-out!”
Le
risposte si facevano attendere, e Bra percorrendo il corridoio che
portava alla camera da letto della madre cominciava a preoccuparsi,
poteva comprendere il silenzio del padre che non dava peso a tali
piccolezze, ma sua madre e suo fratello le avevano sempre dato ascolto,
“Mamma, insomma, non puoi fare nulla?”
La
porta della stanza venne spalancata, la sua vista poté
spaziare su delle figure distese sul pavimento, un brivido la percorse
quando riconobbe i suoi genitori stesi nella camera, privi di sensi.
Il
suo primo istinto fu quello di raggiungere suo padre e sua madre,
cercando di scuoterli da quel torpore da cui erano stati colti,
“Mamma! Papà!”, la sua voce risuonava
nella stanza, l’apprensione cresceva nel momento in cui si
accorse che non davano segni di risposta.
“Divertente,
vero?”, una figura avanzò verso la ragazza: non
era un terrestre, aveva delle sembianze che non riconosceva.
“Chi
sei tu?! Sei stato tu a far del male ai miei genitori?”,
strepitò Bra, provando un rancore mai provato per quel
individuo che sghignazzava davanti alla giovane.
“Oh,
ma non ci sono solo loro.”, la schernì, mentre
richiudeva la porta, facendo cadere a terra il corpo di Trunks.
La
ragazza accorse dal fratello, strisciando verso di lui,
“Trunks! Ti prego, svegliati!”, lo pregò
Bra, sentendo per la prima volta il desiderio che suo fratello si
svegliasse solo per dirle qualche parola di presa in giro.
Ma
non successe. Il ragazzo non si mosse.
Una
lacrima bagnò il viso di Bra, il sangue prese a scorrere
nelle sue vene con velocità, i suoi occhi dipingevano la
rabbia, “Non dovevi farlo!!”, urlò Bra,
scatenando con quella reazione il ghigno dell’alieno.
“Sentiamo,
cosa vorresti farmi? Non hai la minima speranza di vincere contro di
me, ed anche se ci riuscissi, avresti perso l’unico modo per
risvegliare i tuoi familiari.”, concluse, lasciando che la
giovane mezzosangue si calmasse.
“Vuol
dire che puoi risvegliarli?”, gli domandò
speranzosa.
“Certamente,
ma solo se tu farai quello che ti dico.”, annunciò
l’alieno.
Bra
si inginocchiò ai piedi di quel extra-terrestre, che aveva
tra le mani la vita delle persone a lei più care,
“Farò quello che vuoi, ma risvegliali!”
Sorrise
malignamente, ormai la vendetta era pronta, avrebbe potuto punire colui
che aveva ucciso i suoi fratelli, “Uccidi Goku e i suoi
figli.”, le ordinò.
Aveva provato a
convincerlo a cambiare idea, a dirgli che lei non era
un’assassina, che non poteva far morire un uomo che le aveva
fatto quasi da nonno e padre, salvando più volte la Terra da
minacce negative, non poteva uccidere Goku né tanto meno
Gohan, il padre della sua migliore amica, e poi c’era Goten.
Già, Goten. Quel ragazzo così disperato da
cercare una fidanzata in qualsiasi momento, che l’aveva vista
crescere e diventare una donna matura, ma che conosceva di lei ogni sua
debolezza, riuscendo a strapparle un sorriso quando un ragazzo la
lasciava, usando sempre la scusa che lei pretendesse troppo.
Ma lui non aveva
sentito ragioni, voleva la morte di quei uomini a tutti i costi.
Corse sconsolata verso
l’unica porta che le era amica: casa Son.
Il cuore le batteva
forte, non riusciva a contenere la tristezza di dover mentire, eppure
c’era in gioco la vita della sua famiglia.
La porta si
spalancò, lasciando un Goten sorpreso a quella visita,
“Bra!”
La ragazza
rabbrividì alla voce dell’amico che aveva
pronunciato il suo nome con tanta innocenza e tanto stupore, ma
l’immagine di suo fratello steso sul pavimento la scosse dai
suoi pensieri, “Posso entrare?”
Sono qui con una nuova storia, non so neanche io perché ho
cominciato a scrivere questa nuova fanfiction visto che non so quando
potrò continuare a scriverla considerati i miei impegni,
però avevo questa immagine in mente e non ho resistito. Voi
che ne dite? Ne vale la pena di proseguire, cercando di trovare un po'
di tempo per scriverla?
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 - Un piano di due settimane ***
Un piano di
due settimane
Le gocce
d’acqua scivolava sulla sua pelle, evidenziando il suo stato
disordinato, i capelli completamente bagnati che le adornavano il viso,
le davano un aspetto selvaggio, che Goten colse immediatamente,
rimanendo stordito davanti a lei.
“Goten, chi
è?”, la voce della madre lo scosse dalle sue
fantasie, arrossì, si vergognava dei pensieri che gli
vennero in mente in quel momento così inappropriato.
Si sbrigò a
risponderle, “E’ Bra.”
Chichi raggiunse il
figlio, rimanendo sbalordita alla vista della ragazza, “Bra!
Come sei zuppa!”, affermò Chichi, invitandola ad
entrare.
Bra, ostacolata dai
suoi vestiti impregnati d’acqua, seguì goffamente
la madre di Goten che la condusse nella sua stanza.
“Prima di
tutto, ci vuole qualcosa di asciutto.”, prospettò
la donna, aprendo le ante dell’armadio.
Esaminò con
attenzione il suo guardaroba, “Hmm..non credo che i miei
vestiti ti possano stare bene.”, concluse Chichi, continuando
a scrutare tra i suoi abiti.
“Chichi, non
preoccuparti. Mi va benissimo qualsiasi cosa.”, rispose Bra,
percependo l’affanno della donna.
Le si illuminarono gli
occhi alla vista di una veste ripiegata in un angolino
dell’armadio, “Questo è di
Pan.”, proferì, porgendole un pigiama rosa
decorato da orsetti.
In una situazione
diversa, avrebbe sicuramente rifiutato quel indumento, troppo infantile
per il suo senso estetico, eppure in quel momento avrebbe veramente
indossato qualsiasi vestito le fosse capitato sott’occhio,
poiché ciò che portava era la veste di un
indebito supplizio.
Le aderì
perfettamente alle sue affascinanti curve, Goten dovette trattenersi
dal commentare, ingoiando la saliva con fatica, cercando una qualche
sorta di refrigerio dal caldo che percepiva.
“Ti calza a
pennello!”, commentò soddisfatta Chichi.
Bra si guardava nello
specchio, volteggiando su sé stessa, sorrise: non era
così male come aveva pensato qualche istante prima.
Alzò lo sguardo verso la porta, dove era rimasto Goten ad
osservarla, il ragazzo era stato rapito dai suoi leggiadri movimenti,
ma nel momento in cui fu scoperto non poté che cercar di
nascondere il suo comportamento, sillabando una scusa credibile,
“Eh..sì, ti sta molto bene. Pan..cioè,
è una fortuna che Pan l’abbia lasciato
qui.”
Un complimento simile
in un’altra circostanza non le sarebbe sfuggito, aveva
ascoltato tante volte tali adulazioni da ragazzi passati, ma quando era
Goten ad ammirarla era completamente differente la sua reazione, ogni
sua parola rivolta specificamente a lei le suscitava un emozione
sincera, però ora aveva sulle spalle delle
responsabilità che non poteva dimenticare.
Chichi la fece
accomodare sul letto, desiderava sapere cosa aveva spinto la figlia
della sua migliore amica a raggiungere quel posto isolato nel bel mezzo
di un temporale serale, “Cara, allora?”
La ragazza fissava un
punto indefinito nella stanza, sapeva cosa dovesse dire,
l’alieno le aveva spiegato il piano per filo e per segno, ma
le mancava il coraggio di attuarlo.
Si
appoggiò sul davanzale della finestra, respirando
l’odore della pioggia, “I miei fratelli sono morti
qui, sai?”, le rivelò l’extra-terrestre.
Percepì
una nota di tristezza in quelle parole, ma si accorse ben presto che la
sua mente era oscurata da una sola parola: vendetta.
“Chi
sei?”, gli domandò, stanca di dover combattere con
dei dubbi impellenti che le colmavano la mente.
“Il
mio nome?”, la guardò con uno sguardo gelante,
pieno di disprezzo, “Mi chiamo Freezer Junior.”
Quel
nome penetrò a fondo i meandri del suo cuore, quel individuo
era un discendente di una di quelle stirpi sanguinarie, avevano
distrutto pianeti e pianeti, schiavizzando popolazioni intere, per poi
uccidere anche loro, servi fedeli.
Lo
guardò con disgusto, ripugnata dalla sua sola
presenza,“Cosa vuoi? Sei venuto a finire il lavoro dei tuoi
fratelli?”
Un
ghigno si dipinse sul volto dell’alieno, “Se pensi
che mi interessi distruggere la misera razza dei Saiyan, ti
sbagli!”
Si
stiracchiò, lasciando libera la finestra, avvicinandosi alla
figlia di Vegeta, le sollevò con la mano il mento,
“Non fare quella faccia. Non ti farò del male se
farai quello che ti dico.”
Bra
gli sputò senza remore, “Mi fai schifo!”
Quel
gesto lo innervosì, Freezer Jr. la scaraventò con
violenza sul pavimento, “Non hai capito bene, carina. Qui,
comando io. E se vuoi riavere i tuoi genitori sani e salvi dovrai
seguire i miei ordini.”
La
ragazza si rialzò, massaggiandosi il braccio, “Io
non sono una guerriera o cose simili come mio padre o Goku..non avrei
speranze di ucciderli.”, gli fece presente Bra.
Ridacchiò,
scatenando lo stupore di Bra, ma cosa voleva fare? Quali erano le
intenzioni di quel extra-terrestre, che non conosceva cosa volesse dire
avere un cuore?
“Pensi
che sia così stupido?”, le domandò.
Freezer
Junior sfilò dal suo mantello una lunga siringa, la porse
alla ragazza, che esitò a riceverla, “Non farmi
arrabbiare di nuovo.”, le consigliò
l’alieno, consegnandole quel oggetto, “Vi
è contenuto un liquido speciale, frutto di ricerche e studi
sul vostro DNA. Una sola goccia iniettata nelle vostre vene vi
farà capitolare.”
La voce di Chichi la
risvegliò dai suoi tormentati ricordi, “Bra, stai
bene?”, si preoccupò la donna.
Bra si
affrettò a cancellare i timori della madre di Goten,
“Sono solo un po’ stanca..è stata una
giornata lunga quella di oggi.”
La donna si
rilassò, e anche Goten che era rimasto turbato dal
comportamento della ragazza tirò un sospiro di sollievo.
Bra prese coraggio,
cercando di non tradire le sue menzogne con un tono di voce insicuro,
“Chichi, i miei genitori ed anche Trunks sono partiti! Hanno
deciso di farsi una bella vacanza.”, scusa poco credibile, ma
non aveva saputo inventarsi niente di meglio.
Goten avanzò
nella stanza, incuriosito dall’informazione ricevuta,
“Strano. Trunks, non mi aveva detto niente.”
“E’
stata una decisione improvvisa! Ma sai che Trunks e la mamma si sono
impegnati tanto per l’azienda recentemente..era ora che si
godessero un po’ di pace.”, finse nuovamente.
Chichi
sorvolò sulla stranezza della decisione che aveva preso
parte della famiglia Briefs, sapeva che l’amica amava vivere
qualche imprevisto ogni tanto, “Bella idea che ha avuto
Bulma! Ma come mai non sei partita anche tu, cara?”
“Beh, ho da
poco iniziato il lavoro alla Capsule Corporation..”,
spiegò Bra.
Chichi la interruppe
entusiasta del comportamento della ragazza, “Hai proprio la
testa sulle spalle! Non come qualcuno che conosco che non riesce ancora
a trovare una moglie.”
Goten colse
l’allusione della madre, “Ancora con questa
storia?”, si indispettì il ragazzo, assumendo un
colore roseo sulle guance.
Chichi rise di gusto
all’espressione del figlio, rivolgendosi poi di nuovo a Bra,
“Resta da noi quanto vuoi, cara.”
“Grazie.
Resterò giusto due settimane.”, proferì
la ragazza, rammentandosi delle parole di Freezer Jr., “Ti
dò due settimane di tempo, se non riuscirai
nell’obiettivo entro questo termine, dì addio alla
tua preziosa famiglia.”
Ringrazio di cuore Pink_Videl e Angela3 che hanno lasciato il loro
parere, mi è di grande aiuto e di incoraggiamento. Ancora
adesso infatti mi trovo in difficoltà a scrivere questa
fanfiction, a causa di impegni universitari, ma la consapevolezza di
sapere che c'è qualcuno che vuole leggere la mia storia mi
porta a cercar di trovare del tempo libero per scrivere e proseguire.
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 - Goten no. ***
Goten no.
L’oscurità
della camera, illuminata dalla sola luce lunare, le diede la
possibilità di ritornare sé stessa, senza alcuna
maschera.
Sospirò. Era
riuscita a mantenere in piedi quella messa in scena, ma ora che era
sola in quella stanza sentiva il duro peso delle sue menzogne.
Lo sguardo si
posò sul letto, dove aveva posato la sua borsetta, la
aprì con un gesto indifferente, soffermandosi alla vista di
quel oggetto che le era stato consegnato dall’alieno.
Gli ordini impartiti
erano ancora freschi nella sua mente, nessun dubbio su come agire o
cosa dire: era stato pianificato tutto.
Il
sangue le si era raggelato a quelle parole, lui poteva ucciderli,
sapeva però che mostrarsi spaventata non sarebbe servito a
nulla, avrebbe solo aumentato la presunzione di quel essere,
“Se sei così preparato, perché non
compi la tua vendetta con le tue stesse mani?!”
Freezer
Jr. mostrò un ghigno sul volto, “Non mi crederai
davvero così ingenuo? Mi offendi con queste tue
parole.”
Bra
non comprese le insinuazioni di Freezer Jr., ma quest’ultimo
fu pronto a rispondere ai suoi dubbi: “I miei fratelli,
Freezer e Cooler, hanno sottovalutato la forza dei Saiyan e hanno perso
miseramente contro Kakaroth.”
Fissò
la ragazza con malevolenza, “Anche se ho i mezzi per
eliminarli, non ho nessuna possibilità di potermi avvicinare
a loro.”
Le
sfiorò le labbra con un dito, Bra rabbrividì a
quel contatto, avrebbe voluto ribellarsi a quel subdolo alieno, eppure
la ragione le consigliava di sopportare la sua presenza per amore dei
suoi familiari, “Ma tu..loro si fidano di te. Sei una di
loro. Non sarà difficile per te, colpirli in un momento di
debolezza.”
Lo
disprezzò con tutta sé stessa, come poteva
sfruttare la fiducia che nutrivano i Son nei suo confronti per
danneggiarli così amaramente?
“Comincerai
con il più piccolo dei figli di Goku.”,
progettò Freezer Jr., assaporando in quei attimi il momento
in cui avrebbe potuto osservare il volto di Kakaroth distorcersi dal
dolore.
La
ragazza non poté non reagire d’istinto,
“No! Goten, no!”, il suo cuore aveva parlato per
lei, sapeva che non sarebbe riuscita a muovere neanche un dito contro
di lui.
L’alieno
scosse la testa in segno di biasimo, “No, no. Ancora con
questo atteggiamento impertinente?”, la afferrò
per un braccio, incutendole terrore con il suo gelido sguardo.
“Dimmi,
perché lui? Tu vuoi uccidere Goku, cosa c’entrano
i suoi figli?”, gli domandò insistentemente Bra,
mantenendo lo sguardo fisso alla sua imperturbabilità.
La
caparbietà della ragazza lo disorientò per un
breve istante, per molti anni aveva dovuto trattare con la razza dei
Saiyan, conosceva bene il loro orgoglio e la loro tenacia sino al punto
di morte, però quella ragazza non era altro che una
mezzosangue, eppure possedeva la stessa fierezza e
combattività degna di chi possedeva lo spirito della stirpe
di quei guerrieri nelle vene.
“Voglio
che Goku soffra! Deve comprendere cosa vuol dire perdere il sangue del
suo sangue! Sarà una vendetta lenta e dolorosa.”,
sghignazzò Freezer Jr.
Ed ora si ritrovava a
sottostare ai comandi di un alieno che la disgustava, costretta a
scegliere tra una famiglia che era quasi la sua ed una che le
apparteneva dalla nascita, “Non potrò mai
farlo.”, riconobbe Bra, lasciando che le parole cadessero
nella vuota stanza.
Ma il rumore della
tenda che si discostava smentì la sua solitudine,
coprì la bocca con una mano alla vista del ragazzo che
entrava nella camera, quel gesto inconsueto non la sorprese,
però la sua apparizione era avvenuto nel momento
più inadatto, “Ma cosa fai qui?”
Goten avanzò
di qualche passo verso la sua figura, lasciando che la luna si
riflettesse delicatamente sulla sua pelle, “Tu ci hai
nascosto qualcosa.”, affermò serio.
La ragazza si
sentì tentennare a quelle parole, possibile che la sua
sceneggiata fosse stata già scoperta?
Cercò di
rimediare, “No..ti sbagli. Non vi ho nascosto nulla. Tu non
sai nulla della vacanza, perché Trunks non voleva che tu lo
seguissi..sai, una crociera è il luogo ideale per trovare
nuove ragazze. Per una volta voleva riposarsi, senza sentirti parlare
di una nuova conquista.”, il suo tono si faceva sempre
più lieve, trasformando il dubbio del ragazzo in una
certezza convinta.
Goten la prese per un
braccio, lo stesso braccio con cui l’aveva afferrata
bruscamente Freezer Jr., a quel contatto non poté fare a
meno di scostarsi repentinamente.
Quel piccolo gesto
bastò a fargli capire che le sue supposizioni fossero
fondate, non era stata solo un impressione, “Bra, non hai
capito che non mi importa sapere dove sia andato a spassarsela Trunks?
Ora c’è un’unica persona che mi importi
veramente. E quella persona sei tu.”, disse Goten preoccupato
per la ragazza.
Bra sussultò
a quelle parole, le erano arrivate dritte al cuore, ferendola ad ogni
ricordo che l’aveva portata a casa Son, la voce non accennava
a farsi sentire, non aveva il coraggio di confessargli il piano in cui
era stata intrappolata.
Il ragazzo, constatando
che la giovane non aveva nessuna intenzione di svelargli il suo
malessere, la incitò: “Dimmi la verità,
Bra. Ti ascolterò.”
Devo dire che sono rimasta sorpresa dalla tua recensione, Lorigeta.
Sono onorata ad essere riuscita ad incuriosirti con la mia fanfiction,
questo perché io seguo le fanfiction che scrivi ed ammiro il
tuo modo di scrivere, la trama di ogni tua storia, i tuoi personaggi
così fedeli all'anime e al manga, ti considero una delle
migliori scrittrici.. Spero che continuerai a seguirla, come spero che
chi ha cominciato a seguirmi continui a farlo. Alla prossima.
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Capitolo 4 *** Capitolo 4 - Dividi con me questo peso ***
“Dividi
con me questo peso”
“Dimmi la
verità, Bra. Ti ascolterò.”, le parole
riecheggiavano con persistenza nella sua mente, confessargli la
verità avrebbe trasformato la realtà in un
presente ancor più pericoloso di quanto lo fosse in quel
momento, eppure una parte di lei, nei meandri del suo cuore pulsava
velocemente, tentandola a rivelargli ciò che nascondeva.
“Bra.”,
la richiamò il ragazzo, attendendo la sua decisione.
La osservò
nell’oscurità della stanza, quel viso tormentato
dai suoi problemi non poteva rimanere insensibile al grido silenzioso
d’aiuto reclamato dalla giovane. Lei, la piccola Bra,
l’unica ad aver intenerito il più duro dei cuori,
quello del principe dei Saiyan, ed aver ammaliato con un solo sguardo
lui stesso, Goten, il ragazzo che batteva tutti i record in fatto di
ragazze frequentate, ma nonostante la forte attrazione che provava nei
suoi confronti non si era mai permesso di toccarla, provava un immenso
rispetto, la conosceva bene e si conosceva bene, per questo non voleva
imbarcarsi in una storia che avrebbe potuto ferirla. Gli piaceva il suo
volto spensierato, l’allegria di una donna che ancora
conserva in sé la ragazzina di un tempo, però
quando coglieva in lei un minimo di tristezza, non riusciva a fare a
meno di intromettersi, come in quel momento.
“Non si
tratta di un ragazzo..”, tentò ad indovinare,
stando attento alle sue reazioni, “Hai litigato con i tuoi?
Magari, volevi andare con loro.”
Quelle parole la
colpirono duramente, avrebbe preferito che i suoi genitori fossero
partiti per una vacanza, che piuttosto l’amara
realtà che Goten non riusciva ad immaginare.
“Conoscendoti,
però, non è neanche questo..è qualcosa
di più grave.”, concluse, donandole un sorriso
rassicurante, lei era cosciente di potersi fidare di Goten, ma quello
che non sapeva era se fosse giusto coinvolgerlo in quella lotta che
stava combattendo lei in prima persona.
La ragazza
indietreggiò di qualche passo, aveva bisogno di aiuto,
eppure c’era qualcosa dentro di lei che le impediva di
confessargli la verità, “No, Goten. Non
è niente.”
Mentì di
nuovo, quanto le pesavano quelle bugie, quanto avrebbe voluto
rifugiarsi in delle braccia sicure che le avrebbero dato la forza per
combattere in nome di quella giustizia che le aveva insegnato la madre
sin da quando era bambina.
Il ragazzo le si
avvicinò, scuotendola da quello stato di trans,
“Basta con le bugie! Sei fin troppo brava a mentire, ma con
me non attacca!”
Il blu dei suoi occhi
si perse nelle sue iridi scure quanto l’oscurità
di quella stanza, ma un attimo di razionalità la fece
rinsavire, a cosa serviva metterlo al corrente della sua morte?
Voltò il viso, lasciando che il ragazzo rinunciasse al suo
scopo, era duro agire in quel modo, però sapeva che era con
le spalle al muro, non aveva altre vie per salvare la sua famiglia.
Goten la
lasciò libera dalla sua presa, costringerla a farsi aiutare
non serviva a nulla, probabilmente Bra non si fidava abbastanza per
dividere il suo fardello con lui.
Si mosse verso
l’uscio, incrociando ancora una volta il suo sguardo,
“Trunks probabilmente farebbe di meglio.”
Il suono di quel nome
la devastò, crollò seduta sul pavimento,
lasciò che il suo cuore trovasse uno sfogo a quel dolore che
la stava lacerando.
Non avrebbe mai
sospettato che le sue parole le avrebbero provocato quel effetto,
eppure non era sorpreso, si inginocchiò di fronte a lei,
scostando le sue mani dal viso, anche con quel faccino spaurito e
distrutto la trovava immensamente bella, più affascinante di
qualsiasi ragazza che aveva mai frequentato, perché lei non
chiedeva aiuto, forse per orgoglio o per questione ereditaria, ma lei
era solita combattere da sola, anche nella sofferenza, la sua
ostinazione era lodevole.
Le asciugò
una lacrima, sfiorando la guancia umida, “Dividi con me
questo peso.”
Non ci riusciva, questa
volta non era in grado di sopportare tutto da sola, aveva bisogno di
contare su qualcuno.
Si aggrappò
alla manica della felpa che lui indossava, lo scrutò,
raccogliendo il coraggio che le rimaneva, “I miei non sono
partiti..e neanche Trunks.”, confessò,
“Un alieno..”
Il ragazzo non
riuscì a non interromperla per lo sbalordimento,
“Un alieno?”, non credeva che dopo
l’ultimo combattimento avrebbe ancora sentito parlare di
forze malvagie, forse si erano goduti troppo a lungo quella pace
apparente.
“Il fratello
di Cooler e Freezer: Freezer Junior.”, si strinse ancora di
più alla stoffa di quel indumento, cercando in quel
contatto, che non voleva perdere, il sostegno che le mancava.
Non credeva a quello
che stava ascoltando, erano ancora vivi i discendenti di quella stirpe
sanguinaria, ancora più spietata dei Saiyan?
“Non so bene
come abbia fatto..ma..”, una lacrima solcò la sua
gota, ogni parola le risultava un immagine chiara e viva nella sua
mente.
Aveva saputo
più del necessario, ora sapeva cosa tormentasse la ragazza,
“Vuole noi. Andremo, allora, nella tana del lupo.”,
concluse, alzandosi da terra e dirigendosi verso l’uscita.
“Goten!”,
gridò ancora inconsapevole di ciò che stesse
succedendo.
Il ragazzo si
voltò, sorridendole, “Tranquilla. Noi, Saiyan,
siamo duri a morire.”
Quelle parole la
lasciarono spiazzata, non aveva il coraggio di confessargli il piano di
Freezer Jr., non poteva dirgli che avrebbe dovuto ucciderlo, la
vergogna le impediva di proferir altro, c’erano stati momenti
in cui aveva preso la decisione di sottostare agli ordini di quel
perfido alieno.
Goten lasciò
la stanza, mentre le lacrime scendevano copiose sul suo viso,
batté il pavimento con i suoi piccoli pugni, “Che
vigliacca! Vigliacca..non sono altro che una vigliacca!”
Grazie a tutti quelli
che hanno recensito, specialmente Lorigeta, ancora non mi sembra vero
che tu stia seguendo questa fanfiction.
Ps. angela3, non ti
preoccupare. Hai recensito nel capitolo precedente a questo e questo
è l’importante. ^__^ No, scherzo!
L’importante è che ti piaccia e che voglia seguire
ancora questa mia storia.
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Capitolo 5 *** Capitolo 5 - Finirà tutto bene? ***
Finirà tutto bene?
Attraversava il
corridoio della casa in cui era nata e cresciuta, accompagnata dal
battito insistente del suo cuore, sarebbe davvero finita bene?
Poteva scrutare con la
coda dell’occhio i visi seri e determinati dei Son, e non da
meno era la giovane Pan, che si era intestardita a venire con loro,
appresa la notizia.
Aveva nascosto la
verità anche alla sua migliore amica, la ragazza che le era
stata spesso accanto, anche nei momenti più difficili, ma
ancora adesso non riusciva a mostrarsi per quello che era: la ragazza
che aveva avuto l’intenzione di uccidere quei Saiyan che le
avevano porto la propria mano senza pretendere nulla in cambio se non
un sorriso.
Se suo padre fosse
venuto a conoscenza di quei fatti, l’avrebbe rinnegata come
figlia, avrebbe preteso che Bra risolvesse la situazione con le sue
stesse forze, senza andare a mendicare aiuto, specialmente da Kakaroth.
Deglutì a
fatica a quel pensiero, la verità era che non aveva potuto
fare a meno di aggrapparsi al solido sostegno che le aveva offerto
Goten, non desiderava nient’altro che quella storia finisse
al più presto.
Il cigolio della porta
che si apriva al tocco di Goku, la rese nervosa, più di
quanto lo era qualche istante prima, e se qualcosa fosse andato storto?
Cosa ne sarebbe stato dei suoi genitori?
Il terrore si
insidiò nel suo cuore alla vista dei genitori distesi sul
letto, mentre suo fratello era adagiato ad una poltrona, in un angolo
della stanza.
I richiami dei suoi
amici nei confronti dei familiari, privi di sensi, non ebbero nessun
effetto, era stata un’ingenua a pensare che Freezer Jr. si
sarebbe potuto arrendere ad un suo volta faccia.
Nella sua mente
ritornò viva la minaccia che le aveva proferito
l’alieno: “Qui,
comando io. E se vuoi riavere i tuoi genitori sani e salvi dovrai
seguire i miei ordini.”
Un brivido la percorse,
si avvicinò con foga ai suoi genitori, “Dimmi che
sono ancora vivi.”, pregò Gohan che era avanzato
verso di loro per accertarsene.
Il suo sorriso la
rassicurò, “E’ tutto a posto. Sembra che
stiano facendo un lungo sonno.”, commentò Gohan.
Poté tirare
un sospiro di sollievo, a quanto pareva lui non si era ancora accorto
della loro presenza.
“Sarà
meglio perlustrare tutta la casa.”, propose Pan, appoggiando
una mano sulla spalla dell‘amica, in segno di conforto.
Goten le
lanciò un ultimo sguardo, prima di lasciare la stanza, non
avrebbe voluto lasciarla sola, ma c’erano delle
priorità che si era promesso a sé stesso: avrebbe
salvato la sua famiglia.
L’arietta che
penetrava nella camera dalla finestra, le scompigliava leggermente i
capelli, sarebbe finita bene, era questo il pensiero a cui si imponeva
di credere.
Ma un brutto
presentimento le si era attanagliato nella mente, e non le permetteva
di riacquistare il suo solito ottimismo.
Una mano le
afferrò il collo, sbattendola alla parete, non
poté non riconoscere quello sguardo freddo.
Distinse un evidente
ghigno dipinto tra le sue labbra, “La principessina voleva
tradirmi.”
Cercò di
divincolarsi dalla stretta presa, ma la sua forza non poteva superare
quella di Freezer Jr., sussurrò con voce flebile,
“Hai fatto male a mostrarti.”
La coda di Freezer Jr.
le sfiorò il suo viso, provocandole una sensazione di
ripugnanza, “Non mi crederai così
stupido?”, le domandò, senza lasciarle il tempo di
rispondere, “No, non lo credi. Altrimenti, non saresti
ricorsa all’aiuto di quei Saiyan, avresti risolto la faccenda
di persona. Ma loro non mi possono fare niente. Spiacente per te, ma ho
organizzato questo piano fin ai minimi dettagli e tu lo porterai a
termine.”
La presa si
allentò, Bra si toccò la gola, percependo ancora
la sua pelle su di lei, “Non dovresti esserne così
sicuro. Ti ho ingannato già una volta, niente può
impedirmi dal farlo di nuovo.”
L’alieno
scosse la testa, “No, no. Sono sicuro che veder morire uno
dei tuoi familiari ti convincerà.”, gli disse,
avanzando verso Trunks.
L’istinto
prevaricò sulla razionalità, l’amore
che provava per suo fratello le diede la forza di reagire,
“No!”, strinse i denti, trattenendo le lacrime che
erano sul punto di bagnarle il viso, “Okay, farò
come vuoi tu. Eseguirò i tuoi ordini.”, si
rassegnò Bra, disobbedendo all’orgoglio che
l’aveva pregata di non cedere.
Freezer Jr. sorrise
compiaciuto, “Non ti darò un’altra
possibilità, quindi farai bene a non tradire una seconda
volta la mia fiducia.”
Bra annuì
amareggiata, non aveva alternative d’uscita, non poteva
opporsi, si sarebbe odiata per tutta la vita ma almeno avrebbe saputo
che la sua famiglia era fuori pericolo.
L’alieno le
si avvicinò con uno sguardo malizioso, “Non ti
sarà difficile sedurre Goten. E quando lo avrai sotto il tuo
controllo lo colpirai alle spalle.”
Dei passi veloci gli
fecero capire che era il momento di scomparire, “Niente
trucchetti, principessa.”, le disse prima di dissolversi in
una nube scura.
Goten apparse,
lasciando trasparire sul suo volto un velo di preoccupazione,
“Ti ho sentita urlare.”, ammise.
Era inutile raccontare
una sola bugia con lui, avrebbe capito all’istante che
nascondeva la verità, così si limitò
ad esprimere solo ciò che veramente desiderava,
“Voglio tornare a casa. Non ce la faccio a restare
qui.”
Il ragazzo
assentì, le porse la sua mano, ma Bra sembrò
colta da uno stato di inquietudine, nella sua mente continuavano a
ripetersi senza fine le parole di Freezer Jr., “Non ti sarà difficile
sedurre Goten..Non ti sarà difficile sedurre Goten..Non ti
sarà difficile sedurre Goten.”
“Bra, stai
bene?”, le chiese Goten, sporgendosi verso di lei.
Poteva rispecchiarsi
nei suoi occhi, e ciò che vedeva la spaventava: una ragazza
pronta a calpestare i suoi principi.
Cercò di non
farsi scrupoli, considerando Goten un ragazzo qualsiasi, uno dei tanti
che aveva avuto solo per farsi bella di fronte alle sue amiche, un
ragazzo per cui non provava nulla, si ripeté a sé
stessa.
Lo baciò,
assaporando in quelle labbra una dolce sensazione: appagamento, eppure
non poteva abbandonarsi a quelle emozioni che le battevano contrastanti
nel suo cuore.
Si staccò da
quel contatto, osservandolo guardarla con incredulità,
leggeva nei suoi occhi sentimenti sinceri, mentre nella sua mente la
sua parte innamorata gridava a squarciagola, “Non fidarti di
me, Goten.”
Sono dispiaciuta di non
aver aggiornato prima d’ora, ma
l’università e l’esame di teoria di
lunedì della patente (passato tra l’altro, e ne
sono veramente felice) mi hanno impedito di continuarla, comunque
ringrazio di cuore tutti coloro che stanno seguendo questa fanfiction,
mi hanno fatto estremamente piacere le vostre recensioni, davvero.
Spero che continuerete a seguirmi. Un bacione.
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Capitolo 6 *** Capitolo 6 - Tutto il mio amore ***
Tutto il mio
amore
Scrutava il cielo
notturno, cercando di cogliere una luminescenza maggiore di quella che
le offriva la luna, così bianca in tutta quel
oscurità.
Con un gesto spontaneo,
pigiò sul tasto per accendere la radio, era solita ascoltare
della musica quando sentiva che un peso la stava per schiacciare.
Io ci
sarò, quando vorrai
Sarò
nascosto tra mille ricordi ma non mi vedrai
Socchiuse gli occhi,
ricordando le piacevoli ore che avevano trascorso insieme in passato,
mentre le lacrime offuscarono la vista. Quanto si sarebbe disprezzata
dopo aver attuato quel maledetto piano?
Strinse leggermente la
stoffa del vestito che indossava, lasciando intravedere la pelle rosea
delle sue gambe.
I passi che provenirono
da un angolo della casa, la risvegliarono, coprendosi con pudore, la
parte che poco prima era più visibile.
Goten si sedette
accanto a Bra, non la guardò neanche per un istante, rapito
dall’immensità di quel cielo.
“Bra, quello
che è successo..”, proferì Goten con
l’intenzione di chiarire i suoi sentimenti una volta per
tutte.
Aveva nascosto,
soppresso con tutte le sue forze quel ostinato pensiero che lo
tormentava, assillato da ostacoli come la differenza
d’età che vacillava tra i due, dodici anni che
avevano fatto da cuscinetto in ogni occasione in cui il suo istinto di
uomo si presentava.
Ma quel bacio, quel
breve contatto, aveva mandato all’aria ogni buon proposito
che in tutti quei anni aveva con insistenza riproposto a sé
stesso, ripetendo a sé stesso il legame che li univa:
l’amica di sua nipote, la sorella del suo migliore amico, una
ragazza che era praticamente di famiglia, non avrebbe mai potuto
svelare i suoi sentimenti alla luce di quei fatti precedenti.
Ti
parlerò, mi penserai
Ma ora la situazione
era cambiata. Non aveva la forza per resistere ancora a quella ragazza
che lo aveva ammaliato da tempo.
“Bra,
dobbiamo parlare.”, disse determinato.
Rabbrividì a
quelle parole, illuderlo, ingannarlo, sapeva che le sarebbe costato
caro.
Si allontanò
da lui, facendo qualche passo in più, quello che provava nei
confronti di sé stessa era un odio profondo, non aveva mai
visto così nettamente ciò che era giusto da
ciò che era sbagliato. Adescarlo in quella trappola, avrebbe
infranto ogni piccola briciola di rispetto che provava per
sé stessa. Ma come poteva salvare in altro modo la sua
famiglia?
Gli porse la mano verso
la sua direzione, un gesto che le aveva evitato di parlare, di
mentirgli, sperando disperatamente che ciò alleviasse la sua
colpa.
Il ragazzo strinse la
sua mano, afferrandola con una mossa rapida per i fianchi.
Avrebbe mandato al
diavolo ogni logica razionale per ascoltare solo quella del suo cuore,
sapeva bene che l’emozione che percepiva, avvertendo la pelle
di Bra a stretto contatto con la sua, non l’avesse mai
provata. Non si sarebbe tirato indietro, avrebbe affrontato ogni
avversità che si fosse posta davanti a loro con la
consapevolezza che avrebbe vissuto a pieno quel sentimento, che lo
lasciava senza fiato ad ogni suo lieve tocco.
I baci di Goten,
passionali ed ardenti, la disorientarono, come sarebbe riuscita a far
tacere quel batticuore?
“Lasciati
andare.”, le sussurrò Goten
all’orecchio, provocandole un forte brivido.
L’avrebbe
amato, si sarebbe illusa di vivere in quel amore sincero, dimenticando
che ci sarebbe stato un dopo, delle conseguenze.
Gli avrebbe donato
tutta sé stessa, senza timori, perché quella era
l’unica cosa che avrebbe potuto dargli prima di morire.
Si mosse in punta di
piedi, raccogliendo i vestiti che erano sparsi sul pavimento della
camera di Goten.
Spostò il
suo sguardo verso la luna che ancora illuminava quel cielo notturno,
l’unica testimone alla manifestazione dei loro sentimenti.
Si rivestì
in fretta, stando attenta a non svegliare il ragazzo, che aveva un
espressione serena sul suo viso.
Non era riuscita a
dimostrarsi fredda, a non farsi coinvolgere in quel amore, che
l’aveva colta alla sprovvista, non era riuscita a sedurlo
come aveva voluto. Ora, il suo cuore gli apparteneva, non avrebbe
dovuto far l’amore con lui, si ripeté mentalmente,
rimproverandosi al gesto sconsiderato che aveva compiuto.
Sollevò la
borsetta, osservando per un istante quel arma che le era stata
consegnata. Scosse la testa, non avrebbe potuto farlo. Non ne era in
grado.
Impresse il suo volto
per l’ultima volta, prima di scomparire dalla sua vita e da
quella di qualsiasi altra persona che la conoscesse. Stava scappando
dai suoi problemi, era vero. Ma non poteva agire altrimenti, non
avrebbe potuto uccidere il ragazzo che amava dal profondo del cuore.
Non sapeva cosa sarebbe successo con quella sua decisione, eppure era
sicura che quella fosse la scelta più giusta che poteva
prendere, i suoi familiari ne sarebbero stati fieri, lo sapeva.
Si allontanò
a passi leggeri da quella casa, che le aveva mostrato il vero amore,
accompagnata dalla luce lunare di quella notte.
E nel
silenzio di un ultimo istante lontana sarai.
*crediti
testo della canzone: Manuel Aspidi - Soli a metà
Mi scuso del mostruoso
ritardo che ho fatto questa volta, purtroppo un po’ la
stanchezza che ne deriva in questo periodo, un po’ gli
impegni che mi hanno assorbito completamente, mi hanno preso ogni
possibile tempo libero, e così mi sono ridotta a scrivere
nei piccoli momenti di tempo che avevo..quindi, se vi sembra discontinuo, mi dispiace.
Comunque sia, rinnovo i
miei ringraziamenti verso chi avrà ancora voglia di
recensire e commentare nonostante il capitolo che ne è
uscito.
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