quel viaggio mi cambiò la vita..

di JonasFan_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I'm not so easy ***
Capitolo 2: *** si va a Los Angeles! ***
Capitolo 3: *** lost in Los Angeles ***
Capitolo 4: *** un incontro inaspettato ***
Capitolo 5: *** non preoccuparti, ci sono qui io. ***
Capitolo 6: *** I'm diabetic, Audrey ***
Capitolo 7: *** "ci rivedremo, vero?" ***
Capitolo 8: *** basta poco per innamorarsi. ***
Capitolo 9: *** first date. ***
Capitolo 10: *** he makes me feel strong. ***
Capitolo 11: *** let's go to the beach! ***
Capitolo 12: *** why is he lying? ***
Capitolo 13: *** "I like you, Audrey." ***



Capitolo 1
*** I'm not so easy ***


Mi chiamo Audrey, ho diciotto anni e non sono mai stata una ragazza estroversa, ho pochi amici perché penso che le persone di cui ti puoi davvero fidare sono poche.. sono una persona che si rifugia nella musica che è l'unica mia salvezza.
i miei genitori litigano sempre, quindi per non sentirli urlare metto le cuffie e mando tutto a fare in culo.
sono all'ultimo anno di superiori e sono una delle poche persone che non viene mai invitata alle feste, non sono il tipo che si ubriaca e fa l'amore con chiunque.
mi mantengo da sola lavorando in una caffetteria vicino casa, voglio raccimolare qualcosa per pagarmi l'università e non voglio dare troppe preoccupazioni ai miei.
come ho già detto non ho molti amici e non ho mai partecipato ad una gita, cosa di cui non mi vergogno affato.
questo è l'ultimo anno però, voglio scappare per una settimana da quello che considero un inferno: la mia vita reale. 
voglio divertirmi, almeno per una volta nella mia vita.
la gita è abbastanza costosa, si va a Los Angeles, ma lavoro già da un anno, dovrei farcela.
il giorno della partenza, che sembrava arrivare mai, è arrivato..

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Capitolo 2
*** si va a Los Angeles! ***


Eh già, il giorno della partenza è arrivato. Anche se può sembrare strano da parte mia, per come sono fatta, l’ho aspettato con ansia. Sono una di quelle persone che crede ancora nelle favole e nel lieto fine. La mia vita non è molto facile, come ho già detto, e pensavo “chissà, forse questa gita sarà la mia occasione, la mia ricompensa”..  Nella valigia non ho messo nulla di particolare, qualche t-shirt e qualche paio di  pantaloncini,  sono una ragazza abbastanza semplice e poi lì a Los Angeles fa sempre caldo, quindi quell’abbigliamento sarebbe andato bene.
Io abito a Milano, ma quella città è sempre stata il mio sogno più grande e finalmente stavo per realizzarlo.
L’emozione gioca brutti scherzi, stavo addirittura uscendo di casa senza la mia valigia. Arrivo in aeroporto, i miei compagni sono tutti presenti, aspettano me, la solita ritardataria! Ho tutti gli sguardi puntati addosso, che imbarazzo! Prima che l’aereo decollasse sentii  un nodo alla gola, stavo lasciando tutto per una settimana, e chissà, forse  la mia vita sarebbe cambiata.
Durante il viaggio rimango sola con il mio iPod, chiudo gli occhi per un attimo e boom! mi addormento. Al mio risveglio mi trovo all’aeroporto di Los Angeles. Scendo dall’aereo, prendo la mia valigia e andiamo in hotel. Le mie compagne di stanza sono due figlie di papà che mi disprezzano perché lavoro in una caffetteria e non ho amici, insomma.. le solite dive che ottengono tutto quello che vogliono senza muovere un dito. Decido di andare a fare una doccia approfittando del fatto che le due mie compagne sono andate a bere qualcosa..

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Capitolo 3
*** lost in Los Angeles ***


Dopo aver mangiato qualcosa decidiamo di andare a fare un piccolo giro in città. Come al solito cammino a testa bassa, da sola con il mio iPod. Sono l’ultima della fila, ad un certo punto alzo la testa e non vedo più la mia classe. Mi ero persa. Bene, un ottimo modo per cominciare: sola in una città enorme come Los Angeles. Continuo a camminare, magari riesco a trovarli, magari sono rimasta solo indietro.. Dopo aver camminato per più di un quarto d’ora capisco che forse è meglio chiedere informazioni. Mi avvicino ad un tizio per farlo, ma non mi degna di uno sguardo e se ne va. Ottimo! Continuo a camminare nervosa e triste quando vado addosso a qualcuno, non alzo neppure lo sguardo per vedere chi è, tanto.. cosa cambia? Poi mi sento dire “scusa, io..io non volevo”. La sua voce è la melodia più bella che io abbia mai sentito. Per una voce tanto dolce vale la pena superare la vergogna ed alzare lo sguardo. Rimango incantata, è il ragazzo più bello che io abbia mai visto in vita mia..

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Capitolo 4
*** un incontro inaspettato ***


Un ragazzo dagli occhi color nocciola, non troppo alto, muscoloso e con i capelli più belli che io abbia mai visto. Erano ricci e marroni, con un riccetto sulla fronte, è così dolce.. insomma, uno spettacolo. Sono imbambolata, bloccata da quell’immagine così splendida, non ho neppure la capacità di pensare a cosa dire. Dopo qualche secondo, che a me è sembrato un’eternità tanto ero imbarazzata, riesco solo a sussurrare qualcosa del tipo “no, no.. tranquillo, va tutto bene, è tutta colpa mia, ho la testa tra le nuvole, non volevo venirti addosso..” Mi guarda teneramente e dice: “che ci fai qui tutta sola?” Io riabbasso la testa e, con una faccia da cane bastonato  dico “mi sono persa..” Lui scoppia a ridere, probabilmente per il modo in cui ho parlato e io divento rossa per l’imbarazzo.. ma cosa ride questo? Nel frattempo però non riesco a smettere di pensare a quanto sia bello, non riesco a smettere di guardarlo, ha il sorriso più bello del mondo, uno di quei sorrisi contagiosi, uno di quei sorrisi che ti fanno stare bene solo a guardarli, così gli sorrido timidamente anch’io. Poi dico a voce bassa: “ero con la mia classe, ad un certo punto non li ho più visti, mi sono persa, non so cosa fare, non conosco questa città, non ci sono mai stata..” Non mi fa finire la frase e subito si offre di aiutarmi dicendo “stai calma, non preoccuparti, io abito qui, ti aiuterò a ritrovare la tua classe, vieni con me.”  Iniziamo a camminare, nessuno dei due parla finché lui interrompe il silenzio, si ferma e dice: “ah, comunque sono Nicholas, ma puoi chiamarmi Nick se vuoi!” “piacere..” rispondo. “E tu? Come ti chiami?”..

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Capitolo 5
*** non preoccuparti, ci sono qui io. ***


“io sono Audrey” rispondo.
“wow!”
“cosa?” chiedo un po’ imbarazzata.
“nulla, questo nome è così.. dolce. Un po’ come te.. e poi, perché sei così timida? non dovresti..”
“perché pensi che io sia timida?”
“non è così difficile capirlo, sai? Non parli, tieni sempre la testa bassa..”
Io non rispondo e continuo a camminare lasciandolo qualche passo indietro. Mi raggiunge e dice: “ehi ma.. ho detto qualcosa di sbagliato?”
“no, no, scusami ma è solo che sono un po’ confusa, ho paura di non ritrovarli. Perdonami, sono ansiosa, non so cosa fare, mi trovo qui con te, non ti conosco nemmeno, mi sono persa!”
 Parlo così velocemente che a fatica riesce a capirmi, poverino!
“ehi, ehi, ehi! Calma ok? Riuscirai a trovarli, anzi.. ci riusciremo. E.. per dimostrarti che vengo in pace ti accompagnerò a prendere un gelato” mi dice ridendo.
Ci riusciremo? Perché si preoccupa tanto per me? Nemmeno mi conosce, ma è carino da parte sua..
“guarda che non sono una bambina..” dico un po’ irritata.
“ma io si!” esclama sorridendo  “ e adesso andiamo!”
Mi prende per mano e mi porta con se.  Sono colpita, ha un modo di fare così dolce. E’ perfetto. Non lo conosco, ma con lui mi sento al sicuro, mi sento protetta, come se lo conoscessi da una vita.
Arriviamo in un bar, ci sediamo, lui chiama il cameriere e ordiniamo due gelati. Io ordino un gelato con cioccolato e panna, ma quando il cameriere arriva Nick si accorge che ha sbagliato la mia ordinazione..
“ehi, scusa.. la ragazza aveva ordinato un gelato con cioccolato e panna, non con cioccolato e basta!”
Il cameriere si scusa e va ad aggiungere la panna.
“ma Nick, non fa niente, davvero..”
“sssh.” Mi dice
Nessuno dei due dice una parola, così decido di rompere il ghiaccio io questa volta:
“parlami un po’ di te, dai.. quanti anni hai?”
“ho vent’anni e lavoro come commesso in un negozio di abbigliamento poco lontano da qui e tu?”
“io ho diciotto anni e lavoro in una caffetteria in Italia, nella mia città..”
“vivi da sola o con i tuoi?” domanda
“con i miei genitori e tu?”
“con i miei genitori e i miei tre fratelli”
Nel frattempo arrivano nuovamente i gelati..
“parlami dei tuoi fratelli, se ti va..” domado
“loro si chiamano Joe, Kevin e Frankie. Kevin e Joe sono più grandi di me, mentre Frankie è il piccolo di casa e tu? Sei figlia unica?”
“si..” rispondo.
Mentre mangio il gelato noto che lui non lo ha ancora toccato..

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Capitolo 6
*** I'm diabetic, Audrey ***


Incuriosita chiedo: “ehi, che succede? qualcosa non va?”
Lui risponde: “no.. tutto bene, perché?”
“se non ti piace il gelato dimmelo, andiamo via e prendiamo qualche altra cosa, non lo hai nemmeno assaggiato..” dico quasi per rassicurarlo.
Lui non mi risponde, mi guarda e abbassa la testa. E’ molto imbarazzato.. ma che succede?
 Dopo qualche secondo estrae dalla tasca un aggeggio, sembrava una penna e fa una piccola puntura sul dito, poi lo avvicina ad un altro oggetto che dalla forma strana, sembra un mp3.
 Non ci sto capendo nulla (come al solito), inizio a sentirmi a disagio (come al solito pt2). Probabilmente spera che io capisca quello che sta succedendo, probabilmente sta cercando di dirmi qualcosa, ma io continuo a chiedermi cosa stia facendo. Così rimango in silenzio aspettando che lui dica qualcosa..
Finalmente dopo un po’ si decide a parlare:
“Vedi..” comincia.. “io ti ho invitato a prendere questo gelato senza pensare a cosa sarei andato incontro.. Volevo aiutare te, ma non credo di aver aiutato me stesso..”
“non capisco..” dico confusa.
“io.. io sono diabetico Audrey. Ho appena controllato la mia glicemia, è molto alta. Non posso mangiare il gelato, altrimenti rischio di sentirmi male. Mi dispiace di averti fatto sentire a disagio, ma purtroppo è così.” Si alza senza dire altro e va a pagare il conto. Paga il conto e va via, io lo rincorro.
“Nick ti prego aspetta” dico correndo.
Nulla, non si ferma, così corro più forte e finalmente lo raggiungo, lo tiro per un braccio e lo faccio fermare. “Non correre mai più così perché mi sta venendo un infarto!” esclamo ancora con il fiatone ed un po’ imbronciata. Lui scoppia a ridere guardando la mia faccia. Vedendolo ridere il mio broncio si trasforma in un sorriso, non riesco a farne a meno!
Poi gli dico “ascolta Nick a parte l’infarto che sta per venirmi se non mi fermo un attimo, io volevo dirti che la tua malattia non è un motivo per il quale vergognarsi. Io non ti conosco molto, ma ho capito che sei una persona fantastica, per la quale vale la pena sorridere e correre ogni rischio. Sei uno dei ragazzi più belli che io abbia mai incontrato e non importa se ci sono momenti in cui non puoi mangiare un gelato o se ce ne sono altri in cui devi correre a comprarne uno perché la glicemia è troppo bassa, tu sei più forte di tutto questo, io ne sono certa.”
Ho detto tutto d’un fiato. Credo di non essermi nemmeno accorta del peso di quelle parole, di quello che significano, ho fatto uscire tutto quello che sentivo. Capisco quello che ho detto solo quando lo guardo in faccia. Ha un espressione stupita, mi guarda in modo strano. Oddio, che ho detto di sbagliato?..

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Capitolo 7
*** "ci rivedremo, vero?" ***


Non smette di fissarmi, così dico: “ok, so già di aver detto qualcosa di sbagliato, quindi vado via, ciao Nick”
Lui mi tira per un braccio e dice: “ma dove vai? Non hai detto nulla di sbagliato, anzi.. nessuno mi aveva mai detto queste parole, a parte mia madre, mio padre e mio fratello Kevin e sentirle dire da..”
“..da una persona che non sa nemmeno chi sei?”
“esatto.. è strano, ma bello.”
“so di non conoscerti e di non avere il diritto di dirti queste cose, ma è quello che sento, non sono riuscita a trattenermi e me ne vergogno tanto..”
Senza dire nulla mi abbraccia. In assoluto l’abbraccio più bello che abbia mai ricevuto in vita mia. Forse era semplicemente l’abbraccio che avevo sempre cercato. In quell’abbraccio ho trovato tutto il calore di cui avevo bisogno. Uno dei momenti più belli della mia vita, che però dura troppo poco.
Improvvisamente sento qualcuno che si schiarisce la voce: “mmh, mmh..”
Non posso crederci, non voglio crederci. sono riuscite a rovinare anche un momento come questo. Sono le due ragazze con cui devo dividere la camera in albergo.
“senti bellina, al posto di stare qui a fare la parte della vittima che si è persa, perché non ti dai una mossa che dobbiamo tornare in albergo?” dice una delle due con tono ironico.
Non ho il tempo di rispondere perché l’altra ragazza continua dicendo: “i professori e il resto della classe ti aspettano laggiù, sono ore che ti cerchiamo! Come se non l’avessimo capito che non ti sei persa ed è stata tutta una messa in scena per attirare l’attenzione di questo ragazzo! E direi che hai avuto anche buon gusto, complimenti cameriera!” dice ridacchiando
Non ho nemmeno la forza di rispondere, riescono sempre a spiazzarmi con le loro parole, con i loro gesti. perché devono essere così cattive?
Al mio posto risponde subito Nick: “siete completamente fuori strada, ragazze” dice “lei si è davvero persa, sono io che mi sono offerto di aiutarla.”
Una delle due si fa avanti e dice con un sorrisetto malizioso: “ah, comunque piacere, sono Ashley.”
“piacere.” Risponde Nick del tutto disinteressato.
Rimangono a fissare Nick per qualche secondo. Erano come imbambolate, il che è normale dato che Nick è bellissimo, ma che gatte morte!
“Vabbè, vogliamo andare?” dico irritata dal fatto che non gli staccavano gli occhi di dosso
“aspetta!” esclama Nick.
Mi prende la mano e dice: “ci rivedremo.. vero?
Io non rispondo, ma gli sorrido e faccio si con la testa.
 Lui sorride di rimando e dico: “tieni, questo è il mio numero”
“grazie, Adudrey..” dice dolcemente.
mi da un bacio sulla guancia e vado via insieme a quelle due.
Mentre cammino mi giro, lo guardo e gli sorrido..
Arrivate in albero finiamo di sistemare le nostre cose e poi andiamo a cena. Poi risalgo in camera e mi metto sul letto a pensare a quanto è successo.. ho davvero provato delle emozioni così forti? Non  mi sembra possibile, ma è successo. Per la prima volta mi sono sentita amata da qualcuno che conosco appena, strano.. ma vero.
Chissà cosa pensa di me, che impressione gli ho fatto. Possibile che mi sia innamorata in poco più di due ore? ..

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Capitolo 8
*** basta poco per innamorarsi. ***


Mentre tutti quei pensieri confusi occupano la mia mente tanto da farmi venire il mal di testa, si fa strada un pensiero chiaro e nitido: è il ricordo di mia nonna che un giorno, raccontandomi di come lei e mio nonno si sono conosciuti, mi disse che per innamorarsi basta un attimo, uno sguardo in mezzo al traffico, una parola detta tra la folla di un concerto, un gesto fatto quasi per caso..
“L’amore è imprevedibile” mi disse.. ti colpisce quando meno te l’aspetti, quando sei del tutto impreparata e distratta, quando pensi che ormai la vita non ti possa più regalare niente di speciale. E’ proprio questo che rende questo sentimento unico al mondo.”
 Quelle parole risuonano nella mia testa continuamente, ricordandola i miei occhi si gonfiarono di lacrime. Mia nonna era una donna fantastica, una donna forte come poche, l’unica persona alla quale mi ispiro ancora oggi. Quando è morta pensavo di non riuscire più a vivere senza di lei, pensavo che la mia vita fosse finita insieme alla sua. E invece eccomi qui, sdraiata su questo letto a farmi tremila domande.
 Sono così distratta da non sentire il telefono squillare,  è un numero che non conosco, non so se rispondere o meno.
Sono così agitata che il telefono finisce a terra e il pavimento fa pressione sul tasto di risposta. Improvvisamente sento qualcuno dire: “pronto Audrey?”  
Era una voce familiare, era la voce di un ragazzo..
Oddio, era Nick! Ero completamente paralizzata, immobile.. non sapevo cosa fare. E’ così che si sente una persona quando è innamorata? Probabilmente si.
Finalmente riesco a rispondere e dico: “Nick?”
“E chi sennò?” risponde ridendo.  “aspettavi la chiamata di qualcun altro? Ti disturbo forse?” mi dice con fare più serio.
 “no, assolutamente rispondo. Dimmi..”
“no, ecco.. io volevo..però non so se ti va..io..ehmmm.. che fai domani?” è così imbarazzato, non riesco a trattenere le risate
 “ahahah, Nick! Tanti giri di parole per chiedermi cosa faccio domani?”
Ma poi parlo proprio io, che per rispondere al telefono ho dovuto far cadere il telefono a terra, ma vabbè.. Comunque rispondo: “nulla, domani abbiamo la giornata libera per dedicarci allo shopping, perché?”
”no, nulla.. è che sono stato bene oggi, sai? Era da tanto che non mi divertivo un po’, che non passavo del tempo con qualcuno che non sa che..”
“che?”
Nel frattempo..

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Capitolo 9
*** first date. ***


..”no, nulla.. è che sono stato bene oggi, sai? Era da tanto che non mi divertivo un po’, che non passavo del tempo con qualcuno che non sa che..”
“che?”
Nel frattempo..x arrivano le mie due coinquiline:
“Audreyyyy,  ma dove sei? perché invece di parlare da sola o con chissà chi non ci dai una mano con questi panni sporchi?”
“ma che panni sporchi? Siamo arrivate oggi!” rispondo irritata
“che sciocca, per un attimo ho pensato che tu potessi capire che le persone con un po’ di personalità hanno bisogno di cambiare i propri vestiti almeno due volte al giorno, ma dimenticavo che tu non ne hai mai avuta una” dice ridendo Ashley
Ma chi si credono di essere queste?! Stavo per rispondere in modo poco educato quando dall’altra parte del telefono Nick dice: “Audrey? Che succede?”
“Nulla di preoccupante Nick, sono le mie carinissime coinquiline” dico con tono ironico “mi dispiace averti interrotto, cosa stavi dicendo, comunque?”
“nulla, nulla.. dicevo che ho voglia di vederti”
Quella frase mi fa  andare in iperventilazione.. ha voglia di vedermi?
“Audrey? Ci sei?”
“sisisisi, eccomi.. mh, anch’io” dico con un tono bassissimo
“come?”
“no, dico.. anch’io ho tanta voglia di vederti”
“fantastico!” esclama “ti vengo a prendere domani in albergo alle cinque?”
“per me va bene” dico entusiasta
“perfetto, a domani allora. Un bacio”
“un bacio” e chiudo.
Mi metto a letto, ma non riesco a prendere sonno.. Non ci posso credere, mi ha dato un appuntamento! Perché quello è un appuntamento, giusto?
Dopo 378925928 pensieri e dopo essermi fatta 923423742 paranoie sull’appuntamento di domani riesco finalmente ad addormentarmi..
La mattina dopo la sveglia suona molto presto, dobbiamo fare colazione ed uscire per visitare la città, dato che avremo il pomeriggio libero.
Facciamo ritorno in albergo per l’ora di pranzo. Dopo aver pranzato velocemente faccio una doccia e poi scelgo qualcosa da mettere. Non ho mai dato molto peso a trucchi e vestiti, ma questa volta è davvero importante. Voglio fare una bella figura con Nick, anche se so che la cosa migliore sarebbe essere me stessa.
Mancano dieci minuti alle cinque, sono pronta..
Alle cinque Nick mi chiama: “pronto?”
“ehy Audrey, ti sto aspettando giù.. scendi?
“mh, si.. arrivo!”
Ho davvero paura di sbagliare in qualcosa, ho paura di rovinare tutto, ma comunque scendo.. eccolo, è lì, bellissimo come sempre. Il finestrino della sua Mustang è abbassato ed ha il gomito sullo sportello. Ha degli occhiali da sole a goccia che si appoggiano dolcemente sul suo naso perfetto..

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Capitolo 10
*** he makes me feel strong. ***


Alla fine non ho indossato nulla di particolare, anche perché in valigia avevo messo degli indumenti semplicissimi che rispecchiano la mia personalità.
 Ho scelto dei pantaloncini a vita alta blu con una canottiera bianca sopra e degli stivaletti beige fino alla caviglia. Mi sono truccata leggermente, non voglio che Nick pensi di me che sono una persona superficiale che bada solo all’aspetto esterno e ho lasciato i capelli sciolti.
Comunque, una volta psicologicamente pronta per un evento per me così importante, mi avvicino alla macchina, lui se ne accorge, si leva gli occhiali da sole e scende dalla macchina:
“Ciao piccola” e mi da un bacio sulla guancia.
Mi ha chiamata piccola? Ho sentito bene? Ok Audrey, stai calma, non è niente..
Mentre cerco di mantenere la calma, cosa molto difficile in quel momento, Nick mi aiuta a salire in macchina aprendomi lo sportello, un gesto troppo carino asdfghjkl.
“Allora? Dove si va?” chiedo incuriosita.
“Non posso ancora dirtelo, è una sorpresa” mi dice sorridendo.
“Daai, dimmelo, sono curiosa!”
“Nno” mi dice con fare dispettoso
“Dai Nick, ti preeego” inizio ad urlare come una bambina capricciosa.
“Non se ne parla Audrey, dovrai aspettare un po’ prima di scoprirlo”
“Ok..” dico rassegnata ed un po’ imbronciata.
Per gran parte del viaggio non dico mezza parola, così Nick mi chiede:
“Cos’è, ti sei arrabbiata davvero?”
“No,  a dire il vero stavo solo cercando di indovinare dove stiamo andando” gli dico accennando un sorriso
“Tranquilla, lo scoprirai presto, non manca molto.”  Mi dice con fare rassicurante.
Anche se non c’era nulla di cui rassicurarmi in quel momento, ogni suo gesto, ogni sua parola, ogni suo sguardo, ogni suo sospiro, ogni suo tutto mi fa sentire nel posto giusto, mi fa sentire a casa.
Gli sorrido e continuiamo il nostro viaggio.
“Ora chiudi gli occhi”
“Cosa?” domando stupita
“Ho detto che è una sorpresa e deve esserlo fino infondo.”
Chiudo gli occhi e quando li riapro ho davanti un paesaggio bellissimo: mi ha portato al mare.
E’ una sorpresa magnifica, io amo il mare. Mi rilassa, mi aiuta a non pensare ai problemi e a stare in pace con me stesa. Il rumore delle onde mi trasmette tanta serenità.
“Oddio Nick, è bellissimo!” dico e subito dopo corro ad abbracciarlo.
Un abbraccio dettato dall’entusiasmo e dall’euforia del momento, ma di cui avevo davvero bisogno.
 Lo prendo per mano e insieme corriamo verso la spiaggia.
Arrivati in spiaggia..
“Adesso vieni con me”
Questa volta è lui che mi prende per mano e mi porta vicino ad una tenda.
“Entra!”
“L’hai costruita tu? Cioè, questa meraviglia è tua?”
“Si, vengo qui ogni volta che ho bisogno di un po’ di tranquillità, ogni volta che voglio stare da solo a pensare un po’”
“Wow Nick! E’.. è bellissimo!”
“Già.. Ma adesso entra!”
Entro e vedo che era già tutto pronto: c’erano stesi due teli e poi c’era un sacco di cibo.
“Nick ma.. è fantastico, non dovevi disturbarti così tanto davvero..”
“Figurati” mi dice sorridendo.
Non so esattamente a cosa ci porterà questo primo appuntamento, cosa succederà in questa giornata, so solo che non posso credere che abbia fatto tutto questo per me, è il gesto più carino che qualcuno potesse fare..

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Capitolo 11
*** let's go to the beach! ***


Lo so che può sembrare banale come cosa, ma sono una ragazza alla quale le piccole cose fanno sorridere, per la quale tutto quello che la gente considera “stupido” è importante.
In questo momento mi sento felice, mi sento amata. Amata da un ragazzo straordinario, da un ragazzo che conosco da pochissimo tempo ed al quale già mi sono affezionata enormemente.
Mentre penso a tutto questo non mi accorgo del fatto che sto fissando Nick probabilmente con una faccia da ebete rincoglionita, così lui me lo fa ironicamente notare:
“Allora? Restiamo qui a guardarci in faccia oppure ci facciamo un bagno?” mi chiede ridendo
Oddio, che vergogna! Sento il viso caldo, probabilmente sto arrossendo come un peperoncino, quindi abbasso la testa.
“Ehi, ma guarda che stavo solo scherzando.” Mi dice dolcemente. E allo stesso modo mi fa sollevare la testa poggiando la mano sotto il mio mento.
Io gli sorrido imbarazzata e lui senza dirmi nulla si leva la t-shirt e i bermuda e mi prende in braccio come un sacco di patate.
Io mi metto ad urlare: “Nick, ma.. Che stai facendo? Mollami!”
“no.”
“ho detto mollami o te ne pentirai!”
“nemmeno per idea” dice ridendo
Siamo già a riva, ma lui non si ferma e continua a camminare lentamente.
“Nick, non starai pensando di..”
“Di buttarti in acqua?”
“eh..”
“in realtà.. si!” e mi getta in acqua.
Bene, questa me la paga. Decido di rimanere sott’acqua per qualche secondo per vedere come reagisce.
Come previsto, dopo qualche secondo mi si avvicina per vedere che fine abbia fatto.
Mentre lui si abbassa io gli salto addosso.
“Audrey! Ma sei stupida, mi hai fatto spaventare.”
“Dovevo fartela pagare!” dico con fare indifferente
“Ah si?”
“Si”
“Bene!”
Mi prende di nuovo in braccio e si allontana di più dalla riva.
“No, dai Nick, non farlo”
Non ricevendo nessuna risposta da lui..
“Nick? Ti prego, giuro che non lo faccio più” dico ridendo
Senza rispondere improvvisamente mi lancia in acqua, ma stavolta mi raggiunge subito, mi afferra e mi abbraccia forte.
Mentre mi stringe mi sussurra: “Grazie..”
Io sciolgo lentamente l’abbraccio e gli rispondo: “Di cosa?”
“Era da tanto che non mi divertivo così, che non stavo così bene con una persona.. Ne avevo davvero bisogno.”
“Sono io che devo ringraziarti, se non fosse stato per te a quest’ora sarei in chissà quale strada di Los Angeles sommersa dal gelato aspettando che i miei compagni finiscano di fare shopping”
Lui scoppia a ridere e poi mi chiede: “Non ti piace fare shopping?”
“Si che mi piace, è solo che non posso permettermelo. Sai.. i miei genitori non guadagnano un granché come stipendio e anche se sono figlia unica non voglio creargli problemi, voglio che loro si prendano cura di loro stessi.. Quando ero piccola non mi hanno mai fatto mancare nulla e adesso voglio fare lo stesso con loro”
Mentre parlo noto che mi guarda dolcemente negli occhi.
“Che c’è? Ho tutto il trucco sbavato, vero? Colpa tua Nick, solo colpa tua!” dico scherzando
“Ma no, non è questo, tu sei sempre bellissima.. Sono le tue parole che mi hanno sorpreso. Non pensavo ci fosse ancora qualcuno che la pensa come te in questo mondo”
“Beh, mi hai trovata!” gli dico sorridendo
“Ne sono felice” dice ricambiando il sorriso
“Beh? Che dici.. si va a mangiare qualcosa?” chiedo entusiasta
“Certo, andiamo!”
Mi prende per mano e insieme raggiungiamo la riva.
Più questo pomeriggio va avanti, più continuo a pensare che questo ragazzo sia unico, unico in tutto: unico nei suoi sguardi, nel suo modo di parlare, nel suo modo di ascoltare, nel suo modo di sorridere, nel suo modo di relazionarsi con gli altri, unico nel suo modo di essere. Penso che abbia una strana capacità di far sorridere davvero la gente, o almeno, di far sorridere me.

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Capitolo 12
*** why is he lying? ***


“Pronto?” è mia madre. Finalmente la sento. In realtà l’ho sentita il giorno prima, ma mi manca così tanto.
“Mamma! Sei tu, finalmente!”

Parliamo un po’ del più e del meno, ma non mi va di raccontargli di Nick, almeno non davanti a lui. Mi tocca mentirle questa volta, glielo dirò in un altro momento.

Quando la telefonata finisce, Nick mi guarda e mi chiede:”Sei molto legata a tua madre, vero? Nel senso.. le vuoi molto bene, non è così?”
“Certo, io adoro mia madre è la persona a cui tengo di più in questo mondo!”
“Ma come, e io?” mi guarda facendo il musetto
“Ma cosa c’entra! Sei proprio scemo, Nick” dico ridendo
“Insomma, non sono una che non sa stare senza sua madre, ma non ho molti amici e con lei ho un rapporto speciale. Nonostante la difficile situazione in casa lei c’è sempre per me, ogni volta che sto male ed ogni volta che sono felice. Condividiamo momenti belli e brutti. Ogni volta che litiga con papà si sfoga sempre con me, piange anche. A me non piace ascoltare quello che mi racconta, non vorrei mai che litigassero, ma ehi, è mia madre e quello che sento di fare è ascoltarla, abbracciarla e dirle che tutto si sistemerà per il meglio perché merita di essere felice.”
Sei una ragazza speciale, Audrey. Riesci sempre a stupirmi, con le tue parole riesci sempre a farmi riflettere sull’importanza delle cose o delle persone. Sei incredibile, davvero”

In realtà quello incredibile è lui e non se ne accorge. Non si accorge che con le sue parole mi rende fiera di quello che sono, mi fa sentire bella dentro.

Non riesco a trattenermi e lo bacio. Lui non si tira indietro e si stende sul telo continuando a baciarmi. Poi appoggio la testa sulla sua spalla e lo sento canticchiare. Ha una bellissima voce.
“Cosa canti?” gli chiedo.
“Eh? Cosa?” dice impacciato.
Si alza di scatto scaraventandomi chissà dove.
“Nick, che ti prende? Ti ho solo chiesto cosa stessi cantando, mica ti ho chiesto di sposarmi!” dico ironicamente
“M-ma io non stavo cantando, ti sbagli, avrai sentito qualche vicino di ombrellone.”
Non posso non scoppiare  a ridere dopo quello che ha appena detto.
“Allora Nick, intanto siamo una tenda e poi non c’è un’anima qui fuori. Chi avrei dovuto sentire?”
“Non lo so, ok? Ma io non stavo cantando, caso chiuso!”
“Ok, allora sono diventata pazza. Scusami eh!”
Prendo i miei pantaloncini ed esco dalla tenda infuriata.

Ma che gli prende? Perché mente dicendomi che non era lui a cantare? Ho ascoltato perfettamente la sua voce per qualche minuto, non posso essermi sbagliata!
Sono arrabbiata, sono confusa, non capisco il motivo per cui si stia comportando così.

Mi accorgo di avere una sigaretta nella tasca dei pantaloncini. Non sono una fumatrice, ma quando sono nervosa o arrabbiata fumo una sigaretta per sfogare la tensione. Di solito lo faccio quando sento litigare i miei o quando vado male a scuola, stavolta è per lui. So che non è giusto, ma è l’unico modo che ho al momento.
Mi siedo sulla spiaggia, l’accendo e inizio a fumarla.
“Buttala”  dice Nick da dietro.
Non mi giro nemmeno a guardarlo.”
“Perché dovrei?”
“Perché non è così che si risolvono le cose”
“Infatti non sto cercando di risolvere, ma solo di sfogare la rabbia”
Si avvicina a me, prova ad accarezzarmi dolcemente, ma non glielo permetto.
“E’ tardi Nick, andiamo via.”

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Capitolo 13
*** "I like you, Audrey." ***


“E’ tardi Nick, andiamo via.”
“No.” mi risponde secco.
“Che cosa?” chiedo incredula
“Ho detto di no, non ti riporterò in albergo”
“E perché?”
“Perché sei arrabbiata e se lo facessi sono sicuro che non ti rivedrei più.”
“Ho detto che voglio andare via.”
“Smettila di fare la bambina, Audrey, non fai altro che complicare le cose.”
“Ah, e così sarei io la bambina? E tu invece, che ti rifiuti di ammettere che stavi cantando, cosa sei?”
“Ancora con questa storia? Ti prego, basta.”
“Senti, se non mi ci porti tu in albergo, chiederò un passaggio a qualcuno.”
Non mi risponde, così prendo le mie cose e vado via lasciandolo lì.


Poco dopo mi raggiunge e senza dire una parola sale in macchina.
Io faccio finta di non vederlo e lui dopo qualche minuto, con aria fredda e distaccata dice:
“Andiamo?”
“Ah, ti sei deciso?” rispondo
“Se vuoi che ti riporti in albergo vieni, altrimenti io me ne vado.”
Probabilmente non lo avrebbe fatto, non se ne sarebbe andato lascia domi lì da sola, ma è arrabbiato, lo noto dal modo in cui mi parla, dall’espressione del suo viso, dai suoi sguardi.
Salgo in macchina e sbatto la portiera per attirare la sua attenzione, ma a lui sembra non importare, è come se io fossi invisibile.


Per tutto il viaggio nessuno dei due dice una parola, silenzio totale finché il suo cellulare non squilla.
Lui lo sente squillare, guarda lo schermo per vedere chi è ma non risponde.
Io sono girata verso il finestrino, ma con la coda dell’occhio noto che mi sta guardando..
“Audrey..” la sua voce sembra più dolce e rilassata, deve essersi calmato.
“Che c’è, Nick?”
“Non andare via, non ritornare in albergo, vieni da me, dimentichiamoci di quel litigio, non voglio perderti.”
“Scusa ma non mi va, e poi devo ritornare in albergo altrimenti i miei insegnanti mi daranno per dispersa”
“Chi se ne frega!”
“A me importa Nick, a me! E’ possibile che conti solo quello che importa a te? Un po’ sei arrabbiato, un po’ ti calmi, posso sapere che ti prende?”
“Mi dispiace Audrey, davvero. Perdonami, sono stato uno stupido, mi sono comportato male, ti ho trattato male e non lo meriti.”
“Ci sono rimasta male Nick, davvero.”
“Lo so piccola, lo so..”


Intanto lui continua a guidare, io noto che la strada non è quella che porta all’albergo ma non dico nulla.
Arrivati davanti ad una casa enorme ci fermiamo.
E’ una casa bellissima, con un grande giardino pieno di fiori e di piante, con uno scivolo, un’altalena e una piscina enorme con intorno dei lettini per prendere il sole.
“Wow, è casa tua questa?” dico meravigliata
“Si, ti piace?” dice sorridendo
“Si, è molto bella.”
“E a me piaci tu, Audrey, tanto.”

Io abbasso lo sguardo per non fargli notare che sto arrossendo dalla vergogna.
Sono ancora arrabbiata, ma non posso nascondere che quello che ha detto mi ha resa la ragazza più felice della terra.


Intanto lui intreccia la sua mano alla mia, apre il grande cancello bianco ed insieme entriamo.
Entrati in casa arriviamo subito in soggiorno, una stanza molto grande e luminosa, dove sdraiato sul divano c’è un ragazzo che, appena ci sente entrare si alza e corre verso di noi.
E’ davvero molto carino, probabilmente sono una famiglia di bei ragazzi.
“Ciao, piacere, io sono Joe!” dice sorridendo
Deve essere molto simpatico.
Ricambio il sorriso e dico: “Io sono Audrey, piacere mio”
“Come immaginavo. Ciao Audrey, ascolto sempre le telefonate sdolcinate tra te e mio fratello, sorride come un ebete quando vi sentite o uscite insieme”
Io scoppio a ridere e Nick è rosso come un pomodoro dalla vergogna.
Sembra un cucciolo indifeso, mi fa un sacco di tenerezza, così d’istinto gli prendo la mano e lui stringe la presa.
Si sente a disagio, è normale, ma forse lui non sa che provo lo stesso, che anch’io sorrido come un’ebete ogni volta che mi chiama, che ci metto or per decidere cosa mettere quando dobbiamo uscire insieme, che mi fa sentire unica e mi fa stare bene.


“Sei sempre il solito, Joe!” e gli da una pacca sulla spalla.

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