La memoria del cuore.

di CharlieMadison1
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6. ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7. ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8. ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9. ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10. ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. ***


Capitolo 1.
Le principesse gemelle ancora una volta erano uscite dal regno Solare prendendo la mongolfiera senza chiedere il permesso. Appena Lulu andò a controllare se le due ragazze stessero facendo gli esercizi con i loro istruttori, vide che non vi era traccia e così chiamò immediatamente la governante. La vecchia Camelot iniziò a lamentarsi ed urlare. Ma d'altro canto, sapeva anche che era inutile arrabbiarsi con loro, perché quelle due sarebbero rimaste sempre due bambine. Anche se, la speranza che un giorno le due principesse meno principesche di Wonder diventassero le più principesche, ardeva nel cuore della signora.
Intanto sia Fine che Rein erano all'interno della mongolfiera insieme al loro amico Poomo, che suggeriva loro sul come comportarsi una volta arrivate nel regno della Goccia.
Ma sia che la rossa che la turchese non lo stavano a sentire e stavano tra loro a chiacchierare chiedendosi come mai Mirlo avesse chiesto loro aiuto.
«Magari è stato Eclipse,» esordì Rein, «forse ha rapito Narlo e ancora non ha detto niente a sua madre per la sua severità e ci ha chiesto di aiutarla.»
Appena Rein aveva pronunciato il nome di Eclipse, lo sguardo e l'attenzione di Fine diventarono più intensi. Anche lo stesso Poomo, che dapprima stava rimproverando le gemelle, era diventato più serio: «Beh, la principessa Mirlo è una principessa matura e se ha chiesto urgentemente di vedervi...» Continuò il piccolo folletto bianco.
«No.» Disse Fine.
«No?» Domandarono in coro sia Poomo che Rein.
«Io..io me lo sento. Eclipse non è un cattivo ragazzo.»
«Principessa Fine.» Iniziò a parlare Poomo cercando di fare ragionare la rossa: «Ti ricordo quello che ti era successo nella foresta della paura? Se io e Rein non ti avessimo raggiunto cosa avresti fatto?»
«Non cambio idea, Eclipse non è un cattivo ragazzo.» Disse sicura affrontando con lo sguardo quello di Poomo.
Ci fu silenzio e per un po' sia Rein e Poomo rimasero con bocca taciuta.
Una volta arrivati a destinazione, facendo naturalmente un'atterraggio degno delle principesse meno principesche di Wonder, Fine, Rein e Poomo andarono di corsa da Mirlo.
«Ciao Mirlo.» Dissero entrambe con il fiato corto: «Dicci che problema c'è?» Continuò Rein. «Ciao ragazze, che sorpresa!» Disse Mirlo con il fratello Narlo in braccio: «Ma che problema? Io non ho nessun problema.» Continuò la ragazza guardando le gemelle in modo confuso.
«E la lettera?» Domandò Fine estraendo la lettera con sopra il timbro del regno e mostrandola alla principessa.
«Fine, Rein quella lettera non ve l'ho mandata io.» Disse seria. Le ragazze si guardarono con ara interrogativa.
Mirlo decise dunque di invitare le ospiti a prendere un tazza di thé per potere chiarir meglio la situazione dato che poi avevano fatto un lungo viaggio per giungere fino a qui.
Ovviamente per Fine fu difficile controllarsi vedendo subito quei deliziosi dolcetti e Rein si sentiva imbarazzata per tanta spudoratezza da parte della sorella. L'unica cosa di cui si sentiva rassicurata era l'assenza del suo amato principe Bright.
Mentre Fine si ingozzava letteralmente dei dolci, Rein spiegava la situazione all'amica e cominciò a rilevarle anche i propri dubbi, sul fatto che possa essere stato lo stesso Eclipse ad aver mandato quella lettera.
«Rein.» Disse Fine richiamando la sorella: «Non è stato Eclipse.»
«Fine...» Soffiò Rein: «Vuole rubarci il potere di Prominence.»
Fine non seppe come rispondere e abbassò gli occhi. Naturalmente su questo fronte aveva perfettamente ragione la sorella ma come farle capire che si sbagliava e che in realtà dietro a quella faccia da duro, dietro a quella maschera di freddezza, Eclipse era un bravo ragazzo?

«Beh, ragazze. Oramai che siete qui, perché non rimanete un altro un po'.» Propose la principessa. Le due sorelle accettarono e rimasero nel regno della Goccia.
Il pomeriggio passò velocemente e arrivò il momento di salutarsi ma appena le due ragazze stavano per salire nella mongolfiera il vagito di Narlo si fece sentire sempre più. Una cameriera del regno arrivò e disse : «Il principino! Il principino!»
Le ragazze andarono subito a controllare e una strana figura si trovava proprio dentro alla stanza.
«ECLIPSE!» Urlò Rein: «Lascialo andare immediatamente, sei un farabutto!» Poi si rivolse verso Fine che era ferma lì impalata : «Vedi sorellina, Eclipse è cattivo! Se la prende anche con un bambino!»
«Quello non è Eclipse!» Rispose Fine freddamente.
«Appunto.» Disse una voce maschile interrupendo quella situazione di caos : «Io sono dietro di voi, principesse.»
Le due ragazze si voltarono e videro che effettivamente Eclipse era dietro di loro poggiato allo stipite della porta.
Sul volto della rossa si increspò un sorriso raggiante mentre Rein dubitava ancora sull'identità di quel ragazzo troppo impudente secondo lei.
Fine e Rein si lanciarono uno sguardo d'intesa e si trasformarono in principesse scintillanti e grazie al prezioso e potente potere di Prominence riuscirono a salvare il piccolo Narlo.
La misteriosa figura sparì e allo stesso modo anche Eclipse ma, prima che se ne andasse Fine gli afferrò il polso e lo fece voltare dicendo : «Tu non sei cattivo vero?»
Eclipse si voltò minimamente verso Fine e la guardò con aria dura come aveva sempre fatto, poi spostò il suo sguardo verso la gemella che invece, guardava lui duramente.
Il ragazzo non rispose e con un gesto rapido si liberò dalla presa, andandosene lasciando Fine amareggiata e delusa. Anche perché si era perfettamente accorta dello sguardo che aveva dato alla sorella.
Finalmente le due principesse del regno Solare poterono partire e rientrare quindi, a casa. Non sapevano che al loro ritorno la vecchia Camelot le aspettava, volenterosa più che mai di punirle e assegnare loro i compiti che non avevano fatto.
Durante il viaggio Fine era assente e sia Rein e Poomo se ne erano accorti.
«Fine..» Iniziò Rein, avvicinandosi alla sorella e prendendola per mano.
«E' tutto ok.» Rispose la sorella sorridendo. «Dai adesso balliamo!» Esclamò la rossa.
Le due gemelle iniziarono a ballare una delle loro particolari danze lasciando a Poomo il compito di guidare la mongolfiera.
«Lo sapete che dovete fare ancora i compiti?» Disse con tono minaccioso Camelot mostrando loro una mucchia enormi di libri.
«Li facciamo più tardi.» Disse Rein.
«Siamo stanche.» Concluse Fine. E come due saette entrambe si catapultarono a letto.
Una volta sistematesi e coricate si diedero la buonanotte sebbene sia Fine che Rein non avessero sonno. «Perché credi che Eclipse non sia un cattivo ragazzo?» Domandò Rein alla sorella.
Fine non volle rispondere anche perché non lo sapeva neanche lei perché sentisse ciò.
«Capisco.» Continuò la turchese: «Però io rimango della mia idea. Penso sempre che Eclipse non sia un ragazzo sui cui fidarsi.»
«Ma quante volte ti ha salvato sorellina?» Disse Fine con tono pacato.
«Beh..»
«Buonanotte.» Concluse Fine.
«Buonanotte.» Rispose Rein.

Fine aveva già capito che ad Eclipse interessava la sorella e non lei. E questo le faceva male e non poco.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. ***


Capitolo 2.
Il giorno successivo Fine si svegliò di mattina presto e mentre la sorella dormiva beata sussurrando il nome del principe Bright. La rossa decise di fare un giro prima di partire per il party delle principesse organizzato nel regno della Luna.
Appena la principessa fu fuori dal palazzo andò a girovagare nei giardini del regno tra rose, girasoli e tanti altri fiori.
Il suo primo pensiero non poté che andare ad Eclipse. Continuava a pensare ai suoi occhi, ai suoi modi freddi e distaccati che aveva nei suoi riguardi. Ma perché doveva comportarsi così, infondo cosa aveva fatto lei? Forse quel giorno, quando erano nella foresta della paura lei era stata troppo appiccicosa e questo gli aveva dato fastidio. O forse...
«Oh, Fine smettila a pensare a queste stupidaggini!» Si disse sottovoce cercando di distogliere la propria attenzione da lui, ma le fu difficile. Infatti alzò lo sguardo verso il cielo e non poté che paragonare il colore del cielo a quello dei suoi occhi.
La ragazza decise di rientrare al castello e prepararsi. Sia Poomo che Rein furono sorpresi nel vedere Fine già sveglia la mattina e si domandarono a vicenda se Fine non avesse la febbre o se fosse realmente lei. La rossa disse che non aveva niente ma quel ''niente'' per Rein fu un segnale che la fece sospettare.

Tutte le principesse dei setti regni del pianeta Wonder giunsero nel regno della Luna ad accoglierle c'era la principessa Milky.
«Non mi sorprendo che Fine e Rein siano in ritardo!» Esclamò Altezza acidamente, aprendo il ventaglio e iniziando a farlo muovere davanti a sé.
«Lo sai anche tu che sono fatte così, vedrai un giorno diventeranno molto più mature rispetto a te!» Disse Lione rimproverando la bionda che lanciò un'occhiataccia alla ragazza.
Dopo diverso tempo d'attesa finalmente arrivarono anche le principesse Fine e Rein, proprio prima della loro entrata per presentare i propri fiori che loro stessi avevano coltivato.
«Ecco le principesse Fine e Rein del regno Solare!» Esordì la regina Maria. Le due giovani si inchinarono davanti al loro pubblico e mostrarono le loro creazioni floreali; quella di Fine fu un sole fatto di girasoli mentre quella di Rein fu un cuore fatto di ciclamini blu.
In quel preciso istante però Milky iniziò a diventare balbettare e fare confusione e tutti gli invitati cominciarono a bisbigliare e iniziare a dire maldicenze. improvvisamente le luci si spensero e tutto divenne buio.
Si sentì cadere qualcosa o forse qualcuno ma non si riusciva a vedere pressoché nulla.
Una volta riaccese le luci, la regina Maria era sparita.
«Mamma!» Esclamò arrabbiato Shade. Il cobalto doveva rimanere più attento, sapeva che poteva succedere qualsiasi cosa a quell'evento. Ma adesso non era il momento di incolparsi, doveva passare all'azione. Doveva prima riuscire ad andarsene senza che i presenti si accorgessero della sua assenza, il problema comunque persisteva. Lui era comunque il principe e non poteva lasciare Milky da sola ma non poteva neanche permettere che succedesse qualcosa a sua madre. Il ragazzo si guardò intorno, spaesato; doveva trovare qualcuno a cui affidare la situazione così che da poter entrare in azione nei panni di Eclipse.
Dapprima pensò a Bright, ma non riusciva a fidarsi troppo di lui, era poco coraggioso per i suoi gusti, Auler? Anche lui non aveva abbastanza troppe esperienza nel gestire queste cose. Tutti figli di re e regine che facevano ogni cosa per loro.
«Dada-dadadada!» Disse Milky.
«Hai avuto un'idea fantastica!» Sussurrò Shade all'orecchio della sorella. Il cobalto si voltò verso le gemelle e chiamò Rein. La turchese si avvicinò verso il ragazzo, il quale spiegò che doveva rimanere qui a fare da guardia mentre lui si assentava per andare a cercare la madre. «Principe Shade, perché io? Potevate chiederlo al principe Bright...o Auler!» Esclamò Rein.
«Mi fido di te.» Disse solamente allontanandosi. Fine intanto rimase lì, da sola ad osservare loro due che confabulavano tra loro. Fu un duro colpo per la rossa vederli insieme e così affiatati. Ancora una volta Shade/Eclipse aveva scelto la sorella e non lei. Fine già da molto tempo pensava che in realtà il misterioso Eclipse e il principe del regno della Luna fossero la stessa persona, ma non era riuscita a trovare delle prove sufficienti per sostenere la propria tesi.
In quell'attimo follia Fine prese una decisione: quella di seguire Shade. Senza che sua sorella se ne accorgesse la ragazza cominciò a pedinare il cobalto che aveva un passo molto rapido. Infatti per la rossa fu difficile riuscirlo a seguire senza che facesse rumore e per più di una volta Shade si era voltato ma fortunatamente Fine non si fece scoprire.
Aveva parlato troppo presto. Shade una volta presso alla sua stanza si fermò di scatto e si voltò, beccando Fine che inutilmente tentava di nascondersi dietro a qualche pilone del corridoio.
«Vattene.» Ordinò freddo lanciando un'occhiataccia alla ragazza.
«Dove vai?» Domandò la rossa senza dare peso a ciò che Shade gli aveva chiesto di fare.
«Ti ho detto di andartene.» Ripeté lui scocciato.
«No. Io rimango qui, finché tu non mi darai delle risposte.»
«Ti sembra un momento per chiacchierare questo?» Controbatté Shade inarcando il sopracciglio. Il ragazzo stava perdendo la pazienza. Non capiva come una ragazza come Fine riuscisse a farlo arrabbiare. Lui era sempre stato un ragazzo piuttosto tranquillo invece con lei, tutto cambiava.
«No, ma...» Sussurrò Fine triste. Ancora aveva fatto la mossa sbagliata, ancora una volta aveva detto qualcosa che non andava detto. «Scusami.» Aggiunse e se ne andò. Mentre camminava lungo corridoio, che prima aveva percorso con speranza di trovare domande alle sue risposte, Fine sperava, ancora, che Shade la rincorresse, che la fermasse e le dicesse che lui avrebbe risposto ad ogni sua domanda.
Niente di tutto ciò che lei voleva, accadde.
Fine rientrò in sala e subito cercò lo sguardo della sorella che però era impegnata nel cercare di tenere tranquilli e calmi gli invitati. Lei, sì che era matura. Non si era fatta coinvolgere dai propri sentimenti, era rimasta fredda e teneva i nervi saldi. Non era egoista come lei, che aveva preferito lasciare tutto per andare da lui.
«Principessa Fine! Non ti vedevo più in giro, dove sei stata?» La voce di Bright interruppe i pensieri della rossa che fece un balzo all'indietro dallo spavento.
«Bright!» Esclamò, «oh, avevo un po' di fame.» Aggiunse massaggiandosi la pancia.
«Rein è bravissima.» Disse Bright. Per la prima volta il principe del regno dei Gioielli pareva interessarsi alla turchese. «Sta facendo un ottimo lavoro.»
Fine stava per rispondere ma nuovamente le luci si spensero e quando la luce tornò Rein era sparita.
In quel momento nuovamente la situazione di panico tornò e quella calma che l'azzurra era riuscita a creare con tanta fatica si spezzò.
«Venite fuori!» Urlò una voce maschile, «Venite immediatamente fuori, vi ordino!»
Eclipse spuntò improvvisamente dal nulla.
«E' me che volete?» Domandò minacciosamente.
«Vogliamo la gemma del regno della Luna e di quella di tutti gli altri regni!» Rispose una voce. Eclipse aveva già capito di chi si trattava ma non poteva farsi scoprire. Roman avrebbe capito che lui era il principe Shade e questo gli avrebbe causato non pochi problemi. Una nube di fumo apparve e una volta dissolta il cancelliere Roman fu ai pressi di Eclipse. I due iniziarono a discutere vivacemente.
Fine in quel momento si accorse che sotto al trono della regina c'era una specie di botola socchiusa. Capì che il rapitore, per la fretta non l'aveva chiusa per bene e che quindi probabilmente sia la regina Maria che sua sorella erano lì dentro.
«Bright,» Chiamò con un filo di voce l'amico che si voltò subito verso di lei. «Vedi quella botola?» Indicò il posto cercando di non farsi beccare da Roman.
«Sì.»
«Devo riuscire ad entrarci ma senza che il cancelliere mi scopra. Quindi fa qualsiasi cosa così da potermi avvicinare.»
La botola si trovava dietro al cancelliere mentre Fine e Bright si trovavano di fronte a lui.
«Qualsiasi cosa?» Ripeté Bright.
«Sì.» Disse Fine sicura, senza rendersi conto di che cosa sarebbe successo. Bright fu davanti a Fine e posò la sua fronte su quella della ragazza: «Tu sarai ben nascosta da me.»
«Ci scoprirà così.»
«No. Con questa confusione che c'è, non si accorgerà di noi.» Fu così che Fine e Bright si avvicinarono alla botola senza che Roman li scoprisse.
Fine entrò nella botola e trovò la regina Maria svenuta e Rein che la stava tenendo tra le braccia mentre una figura minacciosa le minacciava. Stava scendendo ma la rossa scivolò e cadde proprio sulla persona incappucciata.
«Fine, ci hai salvato!» Urlò Rein dalla gioia.
«Dai Rein, che si fa, ci si prova?»
«Certo!»
Le due gemelle pronunciarono la formula magica e si trasformarono. Usando la magia sistemarono l'intera situazione e riportarono ordine alla cerimonia.
Lo stesso Roman capendo che per lui sarebbero stati guai, cominciò a scappare ma Eclipse lo bloccò con la sua frusta e chiamò le guardie per arrestarlo.
Tutto parve tornare alla normalità e la cerimonia proseguì. Alla fine la regina Maria decise di premiare Rein che con il suo coraggio aveva dimostrato di essere forte nel momento del bisogno. Fu Shade a consegnarle il premio, allacciandole la preziosa collana.
Ci fu un intenso sguardo di intesa tra i due. Fine se ne accorse e ancora un'ennesima fitta colpì il suo cuore.
«Secondo me, dovevi esserci anche tu accanto a Rein.»
«Grazie Bright, ma è giusto così.»
«Fine...» Il biondino guardò la rossa e la vide triste e l'abbracciò di slancio. Rein impietrì vedendo quella scena.
«Perché Fine?»


Ecco il secondo capitolo! Spero vi piaccia. Ringrazio chi ha letto e segue la fic.
Un bacio
PiccoloKoala.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. ***


Capitolo 3.
Il ritorno dal regno della Luna fu silenzioso e Poomo tentava di fare parlare almeno una delle due gemelle, ma senza successo.
Fine si sentiva delusa e amareggiata per il comportamento che aveva avuto Shade, mentre Rein era arrabbiata perché Bright aveva abbracciato la sorella e non lei.
Appena le due principesse giunsero a casa, ci fu una gran festa proprio per onorare la vittoria di Rein.
Elsa e Toulose erano molto fieri che almeno una delle due avesse vinto qualcosa.
Nonostante i festeggiamenti durarono per parecchio tempo e sulla tavola erano stati serviti i piatti migliori, l'umore delle due festeggiate non rallegrava affatto.
«Io vado in camera mia.» Disse Fine alzandosi dalla tavola.
«Che c'è sorellina, ti ha dato fastidio che abbia vinto io e non tu?» Domandò Rein rimanendo composta accanto a lei, mentre si puliva la bocca con un fazzoletto.
«Assolutamente no!» Si difese l'altra, alzando il tono di voce. «Sono davvero felice che tu abbia vinto. Ma il motivo è un altro.»
«Perché Bright ti ha abbracciato?» Chiese Rein. «Ti stava consolando?»
«Non lo so, penso di sì.»
«Bene.» Anche Rein si alzò dalla tavola e guardò Fine, con rabbia. Poi spostò lo sguardo verso i genitori e senza aggiungere nient'altro Rein se ne andò.

Le due ragazze non si parlarono per diversi giorni, sia alle lezioni di piano dove entrambe dovevano suonare insieme, sia per quanto riguardava lezioni di cucina e altro. I sovrani tentarono di farle riappacificare ma con nessun risultato.
Un giorno, mentre Rein era seduta davanti allo specchio e si stava pettinando i propri lunghi capelli, si ritrovò a fare pensieri alquanto strani e bizzarri.
Pensò che forse lei non aveva alcuna possibilità con il principe Bright e che, probabilmente forse era meglio lasciare perdere. Bright aveva avuto occhi solo per Fine, fin dal primo party delle principesse, che si era organizzato nel regno Solare.
Forse doveva rassegnarsi e arrendersi. Forse doveva accettare che per Bright lei non sarebbe mai stata qualcuno.
Entrambe le principesse non si recavano più nei singoli regni insieme, come era d'obbligo reale ma ognuno andava da sola.
I sovrani degli altri regni fecero sottolineare questa cosa ad Elsa e Toulose.
Una sera, dopo quasi una decina di giorni dal litigio, Fine e Rein vennero chiamate dai propri genitori proprio per parlare di questa situazione che stava iniziando davvero a degenerare.
«Lo sapete, perché siete qui, vero?» Cominciò Toulose con calma.
Le ragazze annuirono in silenzio. «Figlie mie,» esordì Elsa «non posso permettere che le mie uniche figlie non si parlino. Voglio che voi facciate pace.»
Le due dirette interessate arricciarono il naso. Si guardarono con aria di sfida ma poi sia sul viso della rossa che della turchese spuntò un sorriso e iniziarono a ridere. Come potevano litigare già a dodici anni, per giunta per dei ragazzi?

La mattina seguente le ragazze si prepararono per andare nel regno dei Mulini a Vento dove si sarebbe svolto l'ultimo party delle principesse. Per quell'occasione sarebbe stata premiata, la principessa danzante più brava.
«Fine, Rein. Sono felice che abbiate fatto pace.» Disse Poomo facendo partire la mongolfiera «Non fatemi più preoccupare, però.»
Ma sia Fine che Rein non stavano ascoltando quello che Poomo stava dicendo. Mentre il piccolo folletto bianco faceva un monologo serio e profondo, esclamò: «Avete preso gli abiti da cerimonia?»
Le due sorelle si guardarono e dissero che non avevano preso niente. Il povero Poomo sbiancò e cadde depressione. Pensò di ritornare indietro ma avrebbero fatto tardi all'evento.
«Siete due irresponsabili! Va bene, questa è una sfida contro il tempo, farò io stesso i vostri vestiti! Ma Grace, perché mi hai affidato due smemorate come queste due?»
«Dai Poomo,» disse Rein avvicinandosi al mostriciattolo e afferrandogli la guancia «Infondo tu ci vuoi bene.»
«Vero Poomo?» Aggiunse la sorella, prendendo l'altra guancia del folletto.
Il viaggio fu allegro e spensierato o almeno così si pensava.
Rein provava ancora del rancore nei confronti della sorella, non riusciva ad accettare che proprio lei fosse la preferita dal suo Bright.
Mentre Fine cercava di non pensare al fatto che Shade, che per lei era anche Eclipse, si interessasse a sua sorella. E pertanto fingeva che tutto andava bene.
Sì entrambe fingevano.

Al regno dei Mulini a Venti le principesse, partecipanti all'evento che presto si sarebbe svolto, stavano parlando sottovoce chiedendosi se qualcuno aveva già idea del proprio accompagnatore.
«Allora ragazze, avete già scelto il vostro lui?» Domandò curiosamente Sophie.
«No, purtroppo!» Esclamarono tutte le principesse. Per tutte le ragazze, era la prima volta che dovevano ballare in coppia, specialmente affiancati da un partner con cui si potesse creare una specie di affinità e intesa.
Tutte le principesse, o quasi avevano in mente di chiedere di ballare o a Bright o a Shade. Di Bright si sapeva che era uno dei migliori ballerini, ma Shade, lui era conteso dalle fanciulle proprio per il suo fascino magnetico.
«Principe Bright!» Urlarono Lione e Mirlo.
«Principe Shade!» Gridò Sophie.
Una risata che non si poteva non riconoscere interruppe quei gridi. «Bright, mio fratello ballerà ovviamente con la sottoscritta.»
«No.» Disse Bright «Sarebbe troppo facile così. Cercati un partner come le altre principesse.»
In quel momento, nella sala entrarono Fine e Rein. Gli occhi di Bright si illuminarono appena vide la rossa e facendosi spazio tra le ragazze si precipitò verso di lei.
«Ciao Fine.»
Anche Shade si era accorto che era arrivata la principessa Rein e il ragazzo andò da lei.
«Shade, credevo che non avresti partecipato a questo evento.» Affermò Rein.
«Infatti non sono il tipo, ma non potevo lasciare che mia sorella, Milky stesse qui da sola. E' pure sempre una bambina.» Rispose Shade.
Fine si accorse di quanta tranquillità e intesa che ci sia tra i due. La ragazza sospirò amareggiata e ripose la sua attenzione verso il biondino: «Ciao, Bright.»
Rein e Shade rimasero a parlare da parte mentre Fine e Bright si allontanarono e chiacchierarono pure loro.
«Fine, hai già pensato con chi ballare?» Domandò Bright, speranzoso di poter ricavare una risposta affermativa da parte della ragazza.
«Non credo che parteciperò.»
«Come mai?»
«Non so ballare.» Aggiunse tristemente. Il biondino si accorse dello stato della rossa. «E' per Shade, vero?»
«No! No, assolutamente no. E' una giornata un po' storta, tutto qui.» Fine si sentì terribilmente in imbarazzo. Era la prima volta che trattava di un argomento del genere con una persona che non fosse Rein.
«Ti piace,» sussurrò: «Vero?»
I due occhi color fuoco si incrociarono intensamente per un breve istante, poi la ragazza abbassò lo sguardo e ammise di provare un certo interesse per lui.
«Ma a lui piace Rein.»
«Lo so.»
«E a Rein piace Shade.» Fine quando sentì quelle parole, rabbrividì. Possibile che lui non si era accorto l'interesse che sua sorella aveva per lui?
Voleva rispondergli ma Rein fu proprio alle spalle di Fine e Bright.
«E' questo che pensi?» Domandò Rein «Pensi, che io sia innamorata di Shade, eh?»
Bright non ebbe il tempo di rispondere che le lacrime di Rein iniziarono a rigare sul suo volto: «Sii felice, Bright.»
«Rein!» Urlò la sorella.
«Non ti avvicinare!» Gridò e se ne andò, piangendo.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4. ***


Capitolo 4.
Fine rimase ferma, vedendo Rein allontanarsi sempre più. La ragazza si sentiva in colpa, poteva dire a Bright che in realtà sua sorella provava qualcosa per lui, poteva non farsi consolare da lui. E invece, no.

La ragazza cominciò a piangere in silenzio, cercando di trattenere il singhiozzo che scaturiva il pianto ma le fu impossibile. Una mano si poggiò sulla spalla della ragazza e ancora una volta, Bright le fu accanto.
Fine con un gesto della mano spostò la sua e se ne andò. Facendo rimanere il biondino da solo, che tentò di parlare nuovamente con Fine, ma iniziò a correre e in un attimo, sparì.
Intanto Poomo aveva finito di cucire i vestiti e girava qua e la con gli abiti in mano, tentado di ritrovare quelle due. Girovagava in ogni stanza del castello e in qualche senso, il piccolo folletto si sentiva una specie di ladro, infondo non si trovava neanche a casa sua. Dopo aver setacciato quasi una ventina di stanze, trovò Rein seduta a terra, chinata su se stessa e accanto a lei, c'era il principe Shade.
«Principessina Rein!» Esclamò Poomo, preoccupato! «Che è successo?»
«Niente di così importante.» Disse la ragazza senza mostrare il proprio volto all'amico.
Poomo cercò di ritrovare risposte da Shade ma lui lo guardò male e se ne andò.
«E' per Shade che voi state male?»
Rein, finalmente incrociò gli occhi di Poomo e cominciò a raccontargli cosa era successo. Disse che dopo aver litigato nuovamente con Fine, se ne era andata piangendo e incontrò casualmente Shade, che tentò di calmarla. Shade era rimasto accanto alla ragazza, in silenzio. «Fino al mio arrivo.» Concluse Poomo.
«Rein, Poomo!»
«Principessa Fine!» Gridò il folletto, mentre Rein si alzò immediatamente da terra.
«Rein, per favore...» Disse Fine.
«Cosa? Non me ne devo andare? Sai, ho imparato anch'io a farmi consolare, da Shade.»
Fine deglutì e si sentì mancare il respiro ma questo non era il problema. Rein non capiva che per lei Bright era solo un amico e che non pensava affatto di rubarglielo. Anzi, sperava tanto che Bright e sua sorella diventassero una coppia.
«Rein a me non interessa Bright.»
«Lui non la pensa così.»
«Perché stiamo litigando di nuovo?»
«Sei tu che vai di nuovo tra le braccia di Bright!»
«Cosa?»
«Sì.»
Improvvisamente si sentì un urlo e si videro degli uomini incappucciati di nero che stavano correndo verso la direzione delle principesse. Dietro di loro c'era Eclipse che stava seguendo loro. «Principesse, usate Prominence!»
Fine guardò Rein ma la sorella non voleva affatto collaborare. «Rein, hai sentito che ha detto Eclipse?»
«Io non faccio quello dice che quello!»
«E vorresti fare quello che dice Bright?»
«No!»
Le due gemelle cominciarono a litigare, tirando in mezzo discorsi senza neanche un senso. Ma pur di andare una contro l'altra, tutto era lecito.
«Grazie mille, principesse!» Esclamò Eclipse con tono di sarcasmo.
«Sorellina, ma chi vuoi Eclipse o Shade?»
«Eclipse e Shade sono la stessa persona!» Precisò la rossa. «Perché me lo chiedi?»
«Shade è un vero principe, al contrario di Bright.» La tristezza con la quale pronunciò il nome dell'amato, rattristì anche lei.
«Rein,» chiamò la sorella «a me non interessa affatto il principe Bright.» La turchese si fece accoccolare dalla sorella e cominciò a piangere.
«Scusa, Fine. Scusami.» Diceva.
«Non ti preoccupare.» Le rispondeva la sorella, dandole amorevoli pacche sulla schiena.
Le due ragazze fecero pace. Ed usarono il potere di prominence, aiutando così Eclipse.

Le danze ebbero inizio e le due principesse decisero di ballare insieme, lasciando a bocca aperta i presenti. I sovrani del regno provarono un po' di rabbia nel vedere così tanta spavalderia nel loro gesto, ma notando l'armonia e la gioia che si era creata attorno, il re decise di tacere e di sorvolare su questo fatto.
Shade alla fine ballò con la timida Mirlo, mentre Bright danzò con Lione.
I padroni di casa premiarono Milky e Narlo, che con la loro spontaneità e semplicità infantile avevano reso l'atmosfera ancora più magica.
Le due ragazze stavano tornando a casa e durante il loro viaggio, non poté che nascere un dialogo.
«Eh,» Sospirò Rein.
«Che c'è sorellina, avresti voluto ballare con il principe Bright?»
«Ma lui, non mi vorrebbe mai come ballerina!» Esclamò la turchese. Spostò il proprio sguardo da quello di Fine e lo rivolse verso il paesaggio che c'era fuori dal finestrino della mongolfiera.
Rein si sentiva strana. Si sentiva incompleta, nonostante tentasse di non provare rancore nei confronti della sorella, le era difficile.
Pensava che se lei non fosse nata, le attenzioni del suo amato sarebbero rivolte solo a lei. Pensava che lei avrebbe potuto primeggiare in ogni campo, dalla cucina, alla danza, dai fiori anche nello sport, dove lei non era molto pratica.
Invece, doveva condividere tutto con lei, fare insieme con lei. Loro erano sorelle, per giunta gemelle! E dovevano anche salvare Wonder?
«Fine, tu mi odi?» Rein in quella domanda, così bizarra che aveva posto alla sorella, sperava di trovare una giustificazione del suo odio per la sorella. Ma sapeva che lei, mai avrebbe risposto sì, neanche se le facessi del male, in qualsiasi forma, lei sarebbe rimasta sempre generosa. Con chiunque.
«Che domande, sorellina! Io non ti odierei mai e poi mai!»
Rein sorrise e prese la mano di Fine. «Non odiarmi, mai.»

Le giornate sembravano volare. Una giornata si passava da Lione, un'altra da Mirlo e così via. Le principesse continuavano nella loro lotta contro il male. E sempre più diventavano forti, responsabili e mature.
Dopo diversi anni, Fine e Rein sconfissero il male, liberando finalmente Wonder da quella presenza maligna che stava indebolendo la benedizione del sole.
Gli scrigni solari tornarono alla principessa Grace, mentre Poomo rimase accanto alle due giovani oramai quasi maggiorenni.
Nell'occasione di celebrare la vittoria delle nostre eroine, una scena sconvolse l'animo di una fanciulla, che da quel momento non avrebbe più riacquistato sanità mentale. O forse no.
Il principe Bright era in ginocchio davanti a Fine con un cofanetto blu in mano, all'interno della scatola un anello brillava.
«Principessa Fine. So, che non siamo fidanzati e so anche voi non provate qualcosa per me. Ma vi prego, datemi la possibilità di corteggiarvi! E' passato tanto tempo dal nostro primo incontro, ma lo ricordo come se fosse ieri. Non ho mai potuto dimenticare i vostri occhi. E mai, potrò amare un'altra donna.»
Rein aveva in mano dei bicchieri, che le scivolarono e caddero a terra. Il rumore di quei bicchieri ruppe quella bolla magica che si era creata dai due.
Fine si voltò verso Rein e la vide che stava piangendo. La ragazza dai lunghi capelli azzurri cadde in uno stato di trance. Le sue labbra si muovevano ma non si capiva cosa effettivamente stesse dicendo.
«Presto, qualcuno chiami un dottore!» Esclamò Elsa, «Bright, Fine. E' meglio che voi usciate da qui.» continuò la donna riferendosi ai due giovani, che senza proferire parola si allontanarono.
Fine scoppiò a piangere e senza volerlo finì tra le braccia di Bright. «E' colpa mia, Bright! E' colpa mia!» Diceva la rossa, senza smettere di piangere.
«No, piccola. Dai, magari stava pensando a qualcos'altro. Oppure è stata l'emozione o forse...» Bright nonostante la scena fosse chiarissima, non capiva.
Fine lo inzittì e gli spiegò tutto, rivelandogli anche dei sentimenti della sorella.
Bright rimase sorpreso e cominciò a comprendere tanti dei suoi comportamenti.
Il biondino prese la mano della rossa e disse: «Io amo te, non lei.»


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Capitolo 5
*** Capitolo 5. ***


Capitolo 5.
Erano già passate diverse settimane da quando Rein era stata ricoverata in un ospedale psichiatrico. La salute mentale della ragazza era precaria e i medici avevano consigliato alla famiglia di non andarla a trovare. In quel momento forse era meglio lasciarla da sola.

I dottori aggiunsero che solo in caso di una sua volontà, avrebbero permesso di parlarle, altrimenti niente.
Quando Fine venne a sapere della terribile tragedia, cambiò anche lei. Capì che era colpa sua se la propria sorella gemella si trovava in quello stato. Già, se lei non fosse mai stata sua sorella, magari Bright non si sarebbe mai interessato a lei e non avrebbe fatto quella dannata proposta di matrimonio.
Si trovava in camera sua, in piedi davanti all'enorme finestra della camera. Guardava il paesaggio fuori con aria malinconica; poggiò un mano sul gelido vetro e pensava alla sorella. A quanto dolore lei stava patendo per causa sua.
Poi spostò il suo sguardo verso quel cofanetto e si diresse sul comò su cui era poggiato. Prese la scatolina tra le mani e lo guardò: «Questo anello doveva essere per Rein, non per me.»
Fine si sentiva in colpa e il pensiero di essere la causa della sofferenza della gemella, la rattristava. Ma effettivamente cosa poteva fare?
Di certo non poteva accettare le particolari attenzioni da parte di Bright, quindi gli doveva assolutamente spiegare la questione e poi doveva aiutare sua sorella.

Nel frattempo, mentre Fine era indaffarata nel cercare il principe Bright, all'ospedale dove era stata ricoverata Rein, un misterioso medico la visitò. La ragazza appena vide quel ragazzo, sussultò e capì immediatamente che si trattava di qualcuno che lei conosceva, ma chi?
«Principessa Rein.» La chiamò lui dolcemente. L'azzurra era in trance ed era abbagliata da quella visione celestiale che si prostrava proprio davanti ai suoi occhi.
«Principe Shade.» Disse la turchese riconoscendo il giovane. Il ragazzo sorrise compiaciuto, anche se sapeva che non era il momento di sorridere.
«D'ora in poi, io sarò il tuo psicologo. Se vuoi guarire, dovrai raccontarmi ogni piccola cosa. Anche quella più stupida...»
«Così da dovere tornare in quel stupido castello, a vedere le nozze tra mia sorella e chi amo?» Domandò lei in maniera retorica. «Mai.»
Shade rimase a guardare Rein che si alzava dal letto bianco e che si dirigeva verso il balcone della propria stanza. Le grandi finestre erano spalancate e le tendi bianche si muovevano grazie al vento che entrava, facendo ondeggiare anche i lunghi capelli di Rein.
«Amare qualcuno, significa anche sapersi mettere da parte e accettare che questa sia felice.» Disse con tono solenne Shade.
«E dover rinunciare al proprio sogno?»
«Qual'è il tuo sogno, allora?»
«Amare, ed essere amata.»
«Vuoi entrambe?»
«Sì.»
Shade capì che doveva tirarsi indietro, poiché comprese che non avrebbe mai avuto ciò che lui voleva da lei.
Nel frattempo Fine aveva trovato il principe Bright, che era venuto a fare visita ai sovrani, proprio venendo a sapere della principessa Rein.
Quando la rossa incrociò Bright, lo sguardo della ragazza divenne duro e freddo. Era colpa sua se stava succedendo tutto ciò, se lui avesse preferito Rein e non lei...
«Principessa Fine!» Esclamò lui gioioso.
«Non ti avvicinare!» Gridò lei: «E' colpa tua, ti odio Bright!» Urlò dalla rabbia e se ne andò piangendo.
Non ce la faceva più a tenersi tutto dentro. Voleva soffocare in quel momento, addormentarsi e svegliarsi mai più da quel baratro di dolore.
Ma Bright non fece scappare la donna che amava. No. La inseguì, la rincorse e le afferrò il polso.
«Lasciami immediatamente.» Sibilò lei.
«No. Non ti lascerò, mai.» Strinse la presa e attirò Fine a sé, abbracciandola. Fine continuava a dimenarsi, ma era inutile sfuggire. Le braccia del biondo stringevano forti il corpo di Fine e lei non riusciva a scappare, purtroppo.
«Ti ho già detto di odiarti, Bright. Cosa diavolo vuoi ancora?» Domandò Fine con il viso appoggiato al petto del biondo.
«Voglio poterti conquistare.» Rispose lui poggiando il mento sul capo della rossa.
«Non ci riuscirai.»
«Perché?»
«Perché nel mio cuore c'è già, qualcun altro.» Sussurrò liberandosi, finalmente, da quella morsa.

Il senso di colpa che assillava continuamente l'animo della rossa, era una continua tortura lenta e dolorosa. La giovane tentava di distrarsi ma con scarsi successi. Non riusciva a darsi pace e voleva assolutamente fare qualcosa.
Così ebbe l'idea di uscire con Bright, travestendosi da sua sorella.
-Sono sicura, che una volta dimessa mia sorella, Rein sarà felicissima di vedere il suo principe tra le sue braccia!- Pensò Fine.
La rossa, allora, prese un paio di lenti a contatto e le indossò, cercò un parrucca e qualche abito della sorella...
Voilà, Rein era tornata.
Il destino volle che quel giorno, quando doveva incontrarsi con Bright, il principe Shade andasse a fare visita al castello del regno solare, per informare i genitori della turchese che la sua salute stava migliorando. E che probabilmente, presto gli altri medici l'avrebbero dimessa.
Fu un incontro sfortunato, almeno per Fine. Quando la ragazza notò con chi era andata a sbattere contro, le si gelò il sangue nelle vene e appena Shade capì che quella non era Rein, trascinò la furfante in un posto tranquillo così da poter discutere.
«Chi diavolo sei!» Urlò lui.
Fine abbassò il capo, delusa dal fatto che non l'avesse riconosciuta. La ragazza tolse la parrucca e i lunghi capelli rossi le caddero morbidamente sulle spalle.
«Adesso mi riconosci?»
«Fine?» Domandò sorpreso. «Che...»
Fine gli spiegò il suo piano e la reazione di Shade fu rabbia: «Me lo dovevo aspettare da una ragazzina immatura come te.» Disse freddo.
«Che cosa?»
«Pur di sentirti in pace con te stessa, faresti di tutto. Non capisci che se fai così, continui a ferire Rein!»
«Non è vero! Io lo faccio per lei!»
«Smettila di fare la santa e l'eroina. Affronta la realtà. Se vuoi renderla davvero felice, sposati Bright. Così lei avrà il cuore in pace, e potrà guardare avanti. E perché no, potrebbe trovare qualcuno che la renderebbe felice!» Esclamò Shade.
«Non posso. Non posso sposare chi non amo.» Si difese Fine mentre le lacrime le cominciarono a rigare sul volto.
«Capisco il dolore di Rein, capisco perché lei soffre.» Proseguì Fine:«E sai perché?» Chiese la rossa mentre una lente a contatto le scivolò via: «Perché fa male vedere chi si ama, amare qualcun altro.» Sussurrò abbassando lo sguardo.
«E chi è?» Domandò Shade scettico.
«Ancora non l'hai capito?» Continuò lei con il capo basso, alzò leggermente gli occhi ma la vergogna e l'imbarazzo che stava vivendo in quel momento, per Fine era troppo. Così corse via, lasciando Shade solo mentre osservava la figura della rossa diventare sempre più piccola.

Il tempo passava e sembrava che Rein stesse guarendo sotto le cure di Shade. Tra i due si stava instaurando un rapporto stabile e profondo.
Un giorno come un altro, Rein e Shade si trovarono a scambiare qualche chiacchiera, come era abitudine.
L'azzurra era seduta sul letto mentre il cobalto gli era accanto.
«A volte, penso che sarebbe stato meglio se mi fossi innamorata di te, sai.» Confessò la turchese guardando intensamente Shade.
Il ragazzo sospirò e alzò lo sguardo verso la soffitta: «Rein, non voglio essere un rimpiazzo. E poi sto capendo molto di più, conoscendoti. E ho capito, che non potrò mai essere come Bright. Tu vuoi qualcuno che io non potrò mai reincarnare.» Spiegò il giovine.
«Sapevo che avresti detto così. Infatti, non mi vedo stare con un musone come te. Mi chiedo cosa vede mia sorella, in te!» Rein si tappò la bocca con le mani. «Non calcolare ciò che ti ho detto.» Continuò lei goffamente.
«So già che Fine è innamorata di me. Me l'ha detto.»
«E tu cosa hai risposto?» Chiese Rein.
«Non ho avuto il tempo di farlo.»
«E se l'avessi avuto?»
«Beh...» Shade non ebbe il tempo di concludere la frase, perché un'infermiera entrò nella stanza dove erano i due giovani.
«Presto, c'è un'emergenza. La principessa Fine...»


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Ecco questo è il capitolo nuovo! Dunque, spero che vi sia piaciuto questo “strano” seguito. Onestamente non so dirvi che coppie saranno, potrebbe essere una bluemoon o una red. O forse all'inizio è una blue e poi si conclude con una red. Non lo so. Anyways spero che vi sia piaciuto e grazie a chi ha riletto la storia.
Un beso
Piccolokoala.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6. ***


Capitolo 6.
Sia Rein che Shade si catapultarono nella stanza dove era stata ricoverata Fine. Appena Shade vide la ragazza coperta da numerose macchie di sangue sul suo corpo, non permise alla azzurra che le era dietro, di poter vedere la gemella.
«Che sta succedendo!?» Gridò la turchese volendo sapere anche lei, giustamente. Shade chiamò un'infermiera e le chiese di riportare la ragazza nella sua stanza.
Una volta fatto, Shade chiese agli altri medici cosa fossero successo. Ma non furono loro a spiegargli la dinamica dei fatti, bensì Bright.
«Stavo andando a cavallo e notai che Fine era intenta a buttarsi giù per un burrone. Appena capii delle sue intenzioni, cercai disperatamente di salvarla...»
Shade non diede il tempo al biondo di continuare: «E tu pensi, che io creda a ciò?» Domandò lui assottigliando lo sguardo che puntava verso l'altro ragazzo.
Bright sosteneva lo sguardo ma con meno tenacia rispetto a quella di Shade.
«E' e' la verità.» Balbettò il biondo.

Passarono diverse ore da quando Fine era entrata in quella sala di chirurgia e la luce rossa in cima a quella porta non voleva proprio spegnersi. Shade non faceva altro che fissarla e chiedersi soprattutto cosa fosse successo.
Pensò che Fine non era il tipo che avrebbe gettato la propria vita e questo ovviamente sottolineava il fatto che Bright avesse mentito; in più non capiva questa specie di sfortunati eventi che avevano colpito proprio le due principesse del regno.
Prima Rein e adesso pure Fine.
Questa non era semplicemente una coincidenza.
Probabilmente qualcuno stava puntando al regno Solare.
Il cobalto sentì un rumore e si guardò attorno spaesato, notò con grande piacere che la luce rossa si era spenta. Le porte vennero aperte e uscirono diversi medici e infermieri che stavano trasportando il letto di Fine.
«E' un miracolo che sia ancora viva.»
«Già, pensavo davvero che non ce l'avrebbe fatta.»

Shade seguì i medici e chiese loro riguardo alla situazione di Fine.
«Quando quel ragazzo biondo portò la ragazza, pensai subito che non ce l'avrebbe fatta.» disse onestamente: «ma la missione di un dottore è proprio quello di salvare il proprio paziente.» concluse con una nota d'orgoglio; «Comunque le ferite di quella ragazza erano particolari e strane. Aveva gravi ferite vicino agli occhi, le labbra, al petto e sui fianchi ed infine tagli piuttosto profondi sul collo.» Aggiunse.
«Però adesso non è in pericolo di vita?» Domandò il cobalto.
L'uomo scosse la testa prima verso destra e poi verso sinistra. Il blu chiese se potesse visitare la ragazza e gli fu concesso.
Shade una volta nella stanza della rossa, notò che il suo viso era bendato sugli occhi e aveva una maschera attaccata alla bocca che la aiutava a respirare.
Il giovane cercò di fare meno rumore possibile per evitare di svegliarla. Si sedette su uno sgabello che era accanto al letto e cominciò ad osservare Fine che giaceva su quel letto.
La giornata, che dapprima era bella splendente con un sole radioso, si era fatta buia e tetra. I nuvoloni che stavano coprendo il cielo, avrebbero fatto nascere un bel temporale.
Shade capì che non doveva assolutamente stare lì, e doveva assolutamente fare qualcosa. Forse come prima cosa doveva rassicurare Rein e dirle che Fine adesso era fuori pericolo. Così fece.
«Non voglio che le succedi qualcosa di male. E' sempre pur mia sorella.»

Passarono diversi giorni prima che Fine aprisse gli occhi. Non c'era dì che Shade passasse a trovarla. E ogni giorno le lasciava una rosa bianca.
9.
Furono in tutto 9 le rose che contò Fine una volta sveglia. Si trovò quei deliziosi fiori nel vaso che era accanto al letto su cui era seduta.
I medici avevano appena tolto le bende alla ragazza e le stavano facendo diversi controlli agli occhi per vedere se era tutto apposto.
Shade entrò con la decima rosa e fu sollevato nel vedere che la ragazza stava bene. Il ragazzo prima di parlarle, prese un grosso respiro e socchiuse le labbra ma prima che il cobalto potesse parlare, Fine gli chiese: «Chi sei?»
Shade rimase fermo e impalato.
Se quello era uno scherzo, beh era di pessimo gusto.
Era impossibile che lei non si ricordava di lui.
Si passò la mano sinistra, che era quella libera, sul viso; poi lanciò un'altra occhiata a Fine ma lei lo guardava con aria innocente e leggeva in quei occhi sincerità.
Però il cobalto era ancora incredulo e non sapeva se fidarsi al cento per cento delle parole della rossa.
«La ragazza ha perso la memoria.» Commentò freddamente il medico entrando nella stanza. «Gli eventi degli ultimi dieci anni se non di più, sono stati cancellati dalla sua memoria.» Shade trascinò l'uomo fuori dalla camera e si fece spiegare tutto con attenzione.
«E non c'è possibilità di fargliela tornare?»
«E' quasi impossibile.» Decretò il dottore.
«Ma lo sa che ci deve provare!» Il tono di voce del ragazzo cominciò ad aumentare sempre più; «Non si rende conto! Sia Fine che Rein sono delle principesse! Devono tornare ai loro compiti reali. Chi dovrebbe tenere le redini del regno eh? Prima Rein e adesso anche Fine. Siamo sicuri che non siate voi medici ad aver architettato tutto ciò?» Gridò prendendo per il colletto del camice del medico.
Shade era colmo di rabbia e si sentiva impotente di fronte alla sfortuna.
Non gli piaceva vedere soffrire qualcuno, anche si trattava del proprio peggior nemico. Lo sapeva perché era consapevole del dolore che si provava mentre una persona ti abbandonava, lentamente. Mentre tu stai fermo lì a guardare.
Shade non voleva questo.
Il cobalto sussultò sentendo una mano sulla spalla e vide che era Bright.
«Calmati.»
«Calmarmi? Ma te ne rendi conto? Ti rendi conto di cosa sta succedendo!» Urlò, lasciando l'uomo. Poi il silenzio.
Furono le parole del medico a rompere quell'atmosfera: «Probabilmente adesso Fine si sente una bambina e gli ultimi ricordi risalgono a quando aveva otto o nove anni. Ci vorrà tempo per spiegarle la particolare situazione che sta attraversando e soprattutto ci vuole una persona con sangue freddo che sappia dialogare con lei.» Era ovvio che l'uomo si stesse riferendo a Shade ma quest'ultimo era piuttosto dubbioso.
«Posso provare io!» Esclamò Bright.
«No. Non è il tuo mestiere, questo.» Rispose il dottore.
Shade guardò il medico e annuì facendo cenno con la testa.

Il ragazzo andò da Rein e le spiegò quanto successo alla sorella ed evitò di dirle che Fine aveva perso la memoria. Aggiunse che per un periodo non sarebbe venuto a farle visita e che se volesse, ci sarebbe qualcun altro a farle compagnia.
«Chi sarebbe?»
«E' solo un damerino.»
«Bright!?»
Il diretto interessato entrò nella stanza e vide Rein seduta sul letto. «Se vuoi..»
«Non voglio essere un rimpiazzo.» Dettò legge la turchese. Quest'ultima avrebbe voluto che lui rimanesse, ma non voleva essere un peso. E soprattutto non voleva essere un peso per lui.
Bright rimase in silenzio. Non sapeva come rispondere e soprattutto non sapeva rispondere a se stesso. Che le importava di Rein?
In fondo lui amava Fine e allora perché era lì.
Forse pensava davvero che Rein fosse un rimpiazzo.
Shade intanto non volle rimanere in quella stanza un po' troppo piccola per tre persone e si avviò verso quella di Fine.
Una volta lì vide la rossa sdraiata a letto che stava guardando verso la finestra.
«Ciao.» Salutò Shade.
La ragazza si voltò verso il giovane e sorrise di rimando: «Ciao.»
«Come stai?»
La tranquillità e la calma erano le chiavi per il successo. In quel momento Shade pensava a come creare un rapporto di confidenza con lei.
Infatti si ricordò delle parole dette dal medico: «Non è detto che sia impossibile farle tornare la memoria. Ma chissà, forse Fine si ricorderà stando vicino alle persone care...»
Shade sapeva che non c'era nessun altra persona che poteva stare vicino a Fine; i genitori erano occupati con il regno. Rein sarebbe stata la più adatta ma anche lei era messa male e poi c'era Bright...
Il cobalto sospirò e si rese conto che non stava affatto ascoltando le parole della rossa. Sorrise e annuì facendo cenno con la testa.
«Allora domani mi porti a fare un giro fuori?»
«Cosa?» Domandò lui.
«Sì, hai fatto sì con la testa. Voglio andare fuori! Sono stanca di stare in questo letto!»
Shade, se fosse stato il vecchio Shade, in quel momento avrebbe ripreso Fine e si sarebbe arrabbiato con lei. Ma non poteva permettersi di avere modi bruschi nei suoi confronti. E allo stesso tempo non poteva accettare ogni suo capriccio.
«Trovi noioso parlare con me?»
«Sì.» Disse lei gonfiando le guance.
«Bene, io non ti porto da nessuna parte.» Controbatté Shade incrociando le braccia. Lui sapeva come comportarsi con i bambini; e in quel momento Fine era una bambina.
«Sei cattivo!» Brontolò lei.
«D'accordo.» Sbuffo contrariato Shade alzando le mani.
«Quindi domani mi porti?» Domandò lei con gli occhi con una luce particolare negli occhi.
«Ho detto che sono d'accordo sul fatto che io sia cattivo.» Precisò con nota arrogante.
«Sei super cattivo, allora.»
Shade non capiva il motivo per cui stesse lì e stesse facendo compagnia a lei. Forse era il senso di colpa e il rimorso che lo stavano spingendo a fare tutto ciò, o forse era la compassione che provava per lei?
In quel preciso momento davanti agli occhi di Shade si formarono delle strane immagini. Si vedeva un uomo piuttosto avanti con gli anni, che era seduto su una sedia di legno e davanti a sé aveva un tavolo di legno. Su quel tavolo vi era un piatto di ceramica vuoto. Alle spalle di quell'uomo c'era un enorme finestra e la luce filtrava dai vetri. Non riusciva a vedere bene il volto della persona ma percepiva che triste.
Accanto a quella sedia e quel tavolo c'era un letto vuoto e quelle rose bianche appassite.
Shade sbatté le palpebre più volte e Fine preoccupata gli chiese cosa aveva.
«Forse un insetto.» Rispose lui portandosi le mani agli occhi.

Shade non sapeva che le immagini che lui aveva visto erano il suo futuro.










Ecco questo è il nuovo capitolo. E' un po' più lunghetto lo so. Ma quando mi faccio trascinare delle idee, non mi riesco più a fermare.
Sembra che la voglia di scrivere sia tornata. Proseguendo, ho delle idee molto carine per la storia. E niente. A chi segue e legge la storia, prometto (anche se so di non essere molto affidabile) di cercare di rendere la trama interessante e ricca. Qualora non lo fosse, non esitiate a mostrarmi il vostro punto di vista. Apprezzo critiche poiché, mi permettono di avere una visuale più aperta.
Per il resto ringrazio davvero chi legge, chi commenta e chi ha messo la ff. tra le seguite/ricordate/preferite.
Un'ultima cosa, ho deciso che la ff. sarà una RedMoon.
Non è vero, devo dirvi ancora un'ultimissima cosa e poi sparisco per domande o curiosità c'è la mia pagina facebook (si è tornata) o il mio profilo.
Un beso.
Agente PiccoloKoala.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7. ***


Capitolo 7.
Non l'avrei mai detto, ma la compagnia di Fine non era così male come inizialmente pensavo. Ogni giorno le facevo visita e passavamo molto tempo insieme. Parlavamo, scherzavamo e ci conoscevamo. La cosa che però, mi pesava sullo stomaco era il fatto che lei si comportasse come una bambina, malgrado le avessi spiegato che aveva avuto un incidente e che aveva perso la memoria. Le avevo anche detto che era possibile recuperarla ma, non le avrei garantito il successo.
«Perché dover recuperare i ricordi vecchi?» Mi aveva detto. «Ne costruirò di nuovi, ancora più belli.»
Rimasi sorpreso dal sentire quella frase. E mi domandavo se questo era un modo per non volersi ricordare qualcosa di brutto del passato, o era perché adesso Fine aveva una mentalità infantile.

Oggi avrei portato Fine a fare un giro nei giardini del regno Solare. Camelot mi aveva rivelato, che in passato sia Fine che Rein trascorrevano parecchio tempo a giocare lì, e che adoravano fare numerose ghirlande di fiori per poterle regalare ai loro genitori.
Speravo che una volta giunti nel posto, Fine potesse ricordare qualcosa del suo passato. Anche se ero dubbioso su ciò.
La giornata era più soleggiata del previsto e faceva anche piuttosto caldo e non vi era nessuna nuvola in cielo. Avevo fatto bene a scegliere proprio oggi per uscire.
Stavo trascinando la sedia a rotelle di Fine e la vedevo come si agitava e come entusiasta di vedere quei fiori così colorati, quando improvvisamente Fine si fermò di un tratto e abbassò il capo.
Preoccupato mi misi davanti a lei, chinato e le chiesi come stava.
«Quando avevo litigato con Rein, mi ero messa a piangere su quei gradini.»
Spalancai le iridi notando che una goccia salata, era caduta sul dorso della mano stretta a pugno.
Avevo appena fatto rievocare dei ricordi amari per lei.
«Scusami.» Sussurrai alzandomi. «Forse è meglio rientrare. Così ti calmi.» Continuai cominciando a spingere la carrozzina dall'altra parte.
Non era mia intenzione quella di farle riaffiorare dei momenti tristi del suo passato. Avevo pensato che avrebbe vissuto qualcosa di piacevole e invece, la avevo fatto piangere.
«Ma io voglio rimanere.» Disse chiaramente, asciugandosi il viso. «Voglio fare delle ghirlande con i fiori!» Si voltò proprio per sottolineare la propria volontà.
«Ma non sei triste?»
«Lo sono. Ma voglio comunque stare qui.»
Fine mi stava mangiando con lo sguardo ed era incredibile quanto fossero brillanti quegli occhi. Avevano una strana luce e mi convinsero di rimanere un altro po' di tempo in quel giardino.
Annuì semplicemente e vidi Fine alzarsi dalla sedia.
«Sei impazzita!?» Le gridai prendendola per i fianchi e mettendola di nuova a sedere: «Sei debole fisicamente. Non ce la fai a camminare.»
«E come faccio allora? Io voglio sedermi sul prato e giocare con i fiori!» Piagnucolò.
Adesso che ci pensavo la sedia a rotelle non poteva essere trascinata in mezzo a tutte quelle piante, avrei finito di rovinare tutto il giardino.
Guardai ancora con attenzione, sperando di trovare un piccolo sentiero privo di erbe e fiori ma nulla.
«Ehi ma che fai?» Urlò Fine.
«Ti prendo in braccio e ti metto a sedere sul prato. Con la carrozzina rischi di calpestare e distruggere tutto.» Le spiegai tranquillamente.
«Era un'offesa per caso?»
«Non ti arrabbiare. Dovresti ringraziarmi, piuttosto.» Le dissi poggiandola sul prato, mentre io mi sedetti su quei gradini.
Chissà se Fine sarebbe riuscita a recuperare la memoria. Certo, il fatto che si fosse ricordata quel fatto, era un punto a suo favore, ma chi gli diceva che avrebbe fatto mente locale di altri ricordi?
Alzai gli occhi al cielo e diedi uno sguardo veloce al cielo, controllando se si fossero formate delle nuvole. Fortunatamente non vi era traccia dello zucchero filato bianco, così tornai a guardare Fine...
Sgranai gli occhi quando vidi due ragazzi. Una somigliava moltissimo a Fine e l'altra persona ero io.
Balzai in piedi con le pupille sgranate. Che diavolo stava succedendo?
Decisi di avvicinarmi a loro ma quando li sentii parlare, mi bloccai all'istante.

«E' una splendida giornata, oggi.» Commentò la rossa, continuando a lavorare sui fiori e levando la ghirlanda al cielo per poi poggiarla sulla testa del ragazzo accanto.
«Ecco che sono diventato re.» Esclamò gioioso con una nota di sarcasmo.
«Beh, allora devi fare anche un discorso da re.» Aggiunse la fanciulla incitando il giovane, che si tirò su e parlò: «Sudditi del regno, vi prometto che sarò un re saggio. E cercherò sempre di fare il meglio per voi. Insieme alla mia regina,» porse la mano verso Fine: «vi renderò felici.»
«Che discorso senza senso!» Rispose la ragazza prendendo la mano del cobalto: «Dovevi essere più convincente, sai.»
«Provaci tu, allora!» Controbatté l'altro, mettendo la collana di fiori sul capo della rossa.
«Dunque sudditi!» Gridò: «Mi impegnerò ad esaudire ogni vostra richiesta. Lavorerò sodo per voi e per i vostri figli. E un giorno potete dire, Fine è stata una grande regina!» Concluse urlando.
«Se dici così, ti prenderanno per una presuntuosa. Sai piccola regina presuntuosa!» Shade cominciò a prenderla in giro.
«Non è vero! Non sono presuntuosa. Quello semmai sei tu.» Si voltò di spalle con le braccia incrociate. Lei sapeva che a momenti avrebbero fatto la pace a modo 'loro'.
«Ripeti ciò che hai detto.» Il tono di Shade era cambiato improvvisamente diventando duro e freddo.
Fine si irrigidì immediatamente. E si girò per guardare Shade che la fissava con aria divertita.
«Mi hai fatto paura!»
«Vendetta.» Sussurrò dandole un bacio sulla fronte per poi abbracciarla.
«Sei cattivo.»




-Se solo potessi cambiare la realtà che sto vivendo, di certo tornerei indietro nel tempo. Cambierei il mio presente e forse potrei essere di nuovo felice.
-E' ciò che vuoi?
-Sì.










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E ho aggiornato anche oggi! Yeah! Beh, finché non comincia la scuola, cercherò di aggiornare il più possibile. Voglio lavorare prima su questa, perché ho tante idee e temo che mi possano scappare! u.u
Proseguendo ho già in mente come fare svolgere la storia. Vorrei potervi rivelare tutto, ma si scoprirà piano piano.
Spero che la storia continui a piacervi.
E che ringrazio chi ha letto la storia fino a qui, chi l'ha commentata e chi l'ha messa tra le seguite/ricordate e preferite.
Vi lascio i link della pagina fb e del profilo sempre sul social network blu. E niente, al prossimo capitolo.
Agente PiccoloKoala.


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Capitolo 8
*** Capitolo 8. ***


Capitolo 8.
«Shade sei totalmente impazzito?» Urlò Bright già fuori di senno, appena scoprì che il cobalto voleva organizzare una specie di festa nel regno della Luna.
«Perché saresti contrario alla mia idea?» Domandai di rimando. Certo, non ero il tipo che amava partecipare a questo tipo di eventi, ma pensando alla frase di Fine: «Perché dover recuperare i vecchi ricordi? Ne costruirò di nuovi, ancora più belli.» Mi sentii in obbligo di fare qualcosa per lei e poterla aiutare.
«Le principesse Fine e Rein stanno vivendo una situazione difficile e tu, vorresti essere così frivolo?»
«Avresti un'idea migliore?» Chiesi. «So, che una persona quando si trova sul letto d'ospedale, si stanca e si domanda se un giorno, quella attesa avrà mai fine. Non è piacevole provare quella sensazione...» Mi fermai guardando la porta chiusa di Fine. A momenti si sarebbe svegliata e anche oggi avrei trascorso la giornata con lei.
Notai Bright fissarmi e non aggiunse nient'altro.
Onestamente non volevo che quel dialogo morisse lì, avrei voluto sapere qualcosa su di lui e Rein.
Ultimamente la turchese non si confidava più con me, come faceva un tempo. Sarà perché la stavo trascurando per via di Fine.

-Anche se accadono degli imprevisti, non potrai cambiare il tuo destino. Sappilo.
-Sarò condannato a stare da solo fino alla fine dei miei giorni?

Recentemente avevo passato diverse notti senza dormire. Non che facessi incubi, ma sentivo delle voci, come se quelle frasi dette mi coinvolgessero direttamente. Non capivo che senso avessero e il continuare a pensare mi rendeva stanco.
Pure Fine se ne era accorta e più volte mi aveva chiesto di non venire a farle visita, se non mi sentivo bene. Ogni volta le dicevo che andava tutto bene, e che non si doveva preoccupare.
Però quel giorno, ero così esausto e fiacco che non riuscii a tenere gli occhi per molto tempo.
«Shade!» Gridò Fine, scrollandomi le spalle, cercando di svegliarmi.
Udii ancora la sua voce fino ad addormentarmi proprio.

Era notte fonda, e la luna splendeva limpida nel cielo; oltre al luminoso astro che vi era in quel manto blu quasi nero, c'erano milioni se non miliardi di stelle a fare compagnia alla sfera argentata. Due figure camminavano insieme lentamente, tenendosi per mano.
«Si chiamerà Shine.» Disse una voce femminile fermandosi in mezzo alla strada, toccando il pancione piuttosto evidente.
«E se fosse maschio?» Domandò un uomo, invece, poggiando anch'egli la propria mano sul ventre della donna.
«Eclipse.» Rispose con tranquillità.
Shade non capiva chi fossero quelle due persone che stavano parlando tra loro; era buio e anche quella fioca luce che proveniva grazie alla luna, non gli permetteva di scorgere i volti dei due; però i loro timbri gli erano così famigliari. Era sicuro che gli avesse sentititi già da qualche altra parte. E poi perché proprio il nome Eclipse?
«Non devi lasciarmi, hai capito.» Continuò il giovane.
«Te-te lo prometto.» Disse balbuziente.

Mi alzai di scatto come una molla e posai la mia mano sulla fronte, notando che era sudata. Avevo il respiro affaticato, come se quel sogno mi avesse prosciugato le energie.
Che diavolo di visioni stavo avendo?
Senza senso, ecco.
Notai che ero sdraiato su un letto e che non c'era nessuno in quell'enorme stanza. Mi ricordai, poi che ero con Fine e che poi mi ero addormentato.
Probabilmente mi stavo facendo trascinare troppo da questa situazione. Perché mai stavo trascorrendo così tanto tempo con Fine?
Perché dovrei aiutarla a recuperare la memoria? Perché non potrei stare con Rein?
Da quando avevo cominciato a stare con quella golosona, non stavo passando dei momenti belli. Avevo visioni strane, voci che mi rincorrevano durante la notte. Tutto ciò mi stava rendendo debole.
D'un tratto di nuovo i miei occhi cominciarono a vedere qualcosa che non era più la stanza che mi stava circondando.
Stringevo una mano, e poi vidi una chioma rossa. Spalancai gli occhi quando capii che si trattava di lei.
Stava male.
Era sofferente.
Mi guardava con gli occhi stanchi e con quello sguardo mi stava comunicando:-Non ce la faccio più.-
Stavo per parlare, ma d'un tratto la voce di Bright mi riportò in quella camera.
«Bel addormentato, buongiorno.»
Non risposi al sarcasmo di Bright e mi alzai dal letto, dirigendomi verso l'uscita.
«Fine sta dormendo. Mentre tu eri qui, sia Fine che Rein sono svenute improvvisamente. I medici sono intervenuti immediatamente; adesso stanno bene e si stanno riposando. Ti consiglio di rimanere qui.» Disse con tono serio il biondo.
Avevo ancora la mano poggiata sul pomello della porta e rimasi bloccato nel sentire le parole di Bright.
Non poteva essere coincidenza.
Stavo cominciando a pensare che sia Fine che Rein, fossero legate a me, ma come?

Shade non sapeva assolutamente che tutto ciò che stava vivendo in quel mondo, era una seconda possibilità per lui. Lui non si ricordava di aver accettato di poter cambiare il suo passato per poter essere di nuovo felice.
-Shine, tesoro vuoi sapere come papà ha conosciuto la tua mamma?-
-Sì.- Rispose la bambina.
-Sai, papà e mamma prima non andavano molto d'accordo. E spesso io ero freddo con lei. Però passando del tempo insieme, ho cominciato a guardarla sotto un'altra luce, fino ad innamorarmene. Aiutai la mamma e Rein a sconfiggere il potere oscuro, frequentammo la stessa scuola. Un giorno decisi di farmi avanti e le chiesi di uscire. Devi sapere che la mamma fin da sempre è stata un gran golosona. Ed è stato il mio unico rivale in amore.-
-La mamma ha voluto bene solo a te?-
-La mamma vuole bene a tutti, poi io sono stato fortunato.-
-Avrei voluto conoscerla.- Confessò la bambina rattristandosi. Il padre vedendola giù di morale continuò a raccontare, spiegandole che Fine era una ragazza sempre forte e coraggiosa e che se aveva paura di mostri e fantasmi, affrontava le difficoltà con il sorriso.
-Il sorriso?-
-Sì. Shine, tu hai lo stesso sorriso della mamma.-
-Davvero?-
-Sì.-
I due continuarono a parlare, fino a quando la bambina esausta si addormentò sulle gambe dell'uomo.
I giorni successivi Shine si allontanava spesso dal castello e andava a fare delle gite e andava molto nel regno Solare. Le piaceva camminare in quei giardini di fiori, che alla mamma piacevano tanto. In quei momenti la bambina si rattristava e guardava il cielo. Si chiedeva se quel mondo, era quello giusto per lei, per suo padre e per la mamma.
Papà le disse che la mamma si ammalò proprio quando lei era nel suo pancino. E per questo motivo che lei non c'era più.
Papà soffriva per questo, però non le mostrava mai le sue lacrime. Lei, voleva aiutarlo ma come?
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Hola!
Ecco il nuovo capitolo! Spero vi piaccia.
Ringrazio chi ha commentato lo scorso capitolo, chi ha messo la fic tra le seguite, ricordate e preferite.
Come sempre la pubblicità per pagina fb.
Non ho niente altro da aggiungere.
Quindi passo e chiudo.
Agente PiccoloKoala.




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Capitolo 9
*** Capitolo 9. ***


Capitolo 9.
Tutto oggi doveva essere perfetto. Non potevo permettermi di sbagliare. La festa che si sarebbe svolta qui, nel regno Solare, doveva essere una tra le più belle. Così Fine avrebbe avuto un bel ricordo.
Almeno, era questo il mio obiettivo.
Speravo davvero che gli sforzi fatti, nell'organizzazione e di tenere il party al segreto di Fine e Rein, potesse dare i risultati augurati.
Mi guardavo attorno, dove tutti gli addobbi e i decori erano già belli posizionati sulle mura; il lungo cartellone con sopra scritto 'Siate forti, principesse!'; e le due poltrone vuote.
Teoricamente su quei troni ci dovevano essere Bright e Fine, oppure io e Rein.
Fai una festa per Fine, e poi speri di sederti sul trono insieme a Rein. Da che parte stai?
Bella domanda.
Sapevo che quando ero con Fine, sentivo qualcosa avvolgermi il cuore, che poi ti riscaldava e tutto, stranamente diventava colorato, pieno di luce. Sapevo che con Fine mi arrabbiavo tantissimo, che diventavo nervoso e che poi stavo male, perché mi comportavo male con lei.
Però allo stesso tempo, quando ero con lei, la paura dentro di me era costante. Era come se io non dovessi stare con lei, perché era sbagliato.
Fissai ancora quei troni davanti a me e un abbaglio di luce mi colpì gli occhi. Come se quel giorno era speciale. Come se quel giorno fosse successo qualcosa di più importante e significativo, di un semplice party.
Abbandonai quella strana sensazione che mi stava assalendo e andai da Bright a chiedergli come stessero andando le cose.
Allora qui in cucina è tutto pronto?” Domandai.
Diciamo di sì.”
Anche tutte le porzioni extra per Fine.” Dissi piatto.
Ma che canaglia! Pensi davvero che Fine possa ingozzarsi così tanto?”
Sì.” Risposi innocentemente: “Lo so perché fa così anche mia sorella Milky.”
Va beh, ma Fine ha avuto l'incidente e...”
Il fatto che lei non ricordi il passato, non significa affatto che sia cambiata la sua natura. Se prima Fine era gentile, generosa e golosona. Lo è anche adesso.” Risposi.
Vidi Bright con gli occhi sgranati e parecchio incredulo. Perché mai aveva quella dannata espressione?
D'accordo Shade. Ma non scaldarti tanto Ok?”
Presi respiro e lanciai un'occhiata omicida all'intero staff della cucina, compreso a Bright. E molto infastidito uscii dalla stanza.
Ero nervoso e non capivo di tale stato d'animo. In fondo si trattava di una semplice festa, un modo per stare felici e stare insieme. Condividere un momento di gioia...

Ti dona il bianco.” Disse Bright.
Io ero davanti allo specchio con un abito da cerimonia bianco. Mi stavo allettando quella stupida cravatta, che mi stava stringendo un po' troppo il collo.
Aspettate un momento! Perché diamine ero vestito in quel modo?
Congratulazioni Shade.” Continuò a dire Bright sorridente.
E' presto da fare le congratulazioni. Finché lei non mi dice sì, davanti all'altare..” Vidi Bright fare una faccia perplessa ma poi scoppiò in una fragorosa risata.
Eh, l'amore è proprio arrivato!” Esclamò Bright con ghigno malefico.

Mi portai la mano sulla fronte e mi controllai se avessi la febbre. Non potevo continuare ad avere queste visioni. Mi sembrava quasi di vivere in due mondi paralleli.
Dovevo tranquillizzarmi. Decisi così di andare da Fine, per vedere come stava. Una volta lì, notai che era in piedi davanti alla finestra, esposta al sole che brillava.
Oh, ciao Shade.” Disse sorridendo vedendomi entrare.
Ciao Fine.”
Pensavo che oggi non saresti venuto. Mi avevano detto che eri occupato.” Fine si sedette sul letto e mi chiese di sedermi accanto a lei.
Adesso non lo sono più.”
Andiamo da qualche altra parte?” Domandò con aria sognante.
Dopo.”
Uffa, ma io voglio andare adesso. Vedi fuori c'è il sole!” Esclamò indicando la finestra.
Sospirai vinto. Sapevo che Fine mi avrebbe torturato finché non avessi detto di sì.
Così uscimmo dall'ospedale e andammo a fare un giro nei giardini. Ultimamente Fine riusciva a camminare e non aveva più bisogno della carrozzina.
Mi piacciono i girasoli.” Affermò mentre osservava proprio un girasole. Mi ricordai della festa del Regno della Luna e di quello che era successo in occasione di quell'evento.
Perché?” Domandai. Chissà magari vedendo quel fiore, a Fine suscitava qualcosa.
Sono belli.” Rispose e poi strappò quel fiore e lo prese tra le mani: “Voglio un girasole gigante.”
Lo potrai avere.”
E come?” Domandò.
Prendendo dei semi speciali, piantandoli nella terra e facendoli crescere con amore e dedizione.”
Mi aiuti?”
Certo.”
Il fatto che Fine si ricordasse del girasole gigante che aveva portato per quella festa, era un punto in più. Ero ottimista in quel momento. Qualcosa mi diceva che Fine ce l'avrebbe fatta a ricordare.
E una volta che si sarà ricordato tutto, pensi che le cose tra due cambino? Ti devo ricordare, che gioco di parole, che sei sempre stato antipatico con Fine.
Chiusi gli occhi per non pensare alla verità, e riportai la mia attenzione a Fine. Forse se ricordasse tutto, le verrebbe in mente anche il mio comportamento. E del dolore che le avevo procurato fino all'incidente.
Sei pensieroso.” Disse Fine.
Stavamo rientrando all'ospedale e le dissi che si doveva preparare e fare bella, perché avevo una sorpresa per lei.
Quando pronunciai la parola sorpresa, nei suoi occhi si formò una luce di felicità e di contentezza che era difficile da descrivere. Sembrava quasi che Fine avesse visto per la prima volta, un dolce che prima non aveva mai assaggiato.
Sì, pensavo a stasera. Dai su, vai a sistemarti. Ci vediamo dopo.”
Mi farai da accompagnatore?”
Se non hai qualcun altro, sì.”
Fine mi sorrise e la vidi allontanarsi tranquillamente. Controllai che fosse entrata nella stanza.
Prima di tornare a castello, andai dal medico curante di Fine e gli chiesi per quanto tempo ancora Fine e Rein dovessero stare in ospedale.
Sono entrambe molto più autonome. Sia le condizioni di Fine che quelle di Rein, sono molto più stabili. Da domani possono tornare a casa, chissà le proprie mura possono aiutarle ancora di più.”
Adesso potevo essere più tranquillo.
Avevo un motivo in più per festeggiare; per celebrare il rientro delle principesse.

Il tanto atteso momento arrivò. Le due gemelle, Fine e Rein varcarono dopo tanto tempo, la soglia del proprio castello.
Quando le loro scarpette rispettivamente rosa e blu, posero piede sulla superficie dorata del pavimento, le luci che prima erano spente che rendevano tetra la sala, si accesero.
Sorpresa!” Gridarono all'unisono i presenti.
Bentornate, ragazze!” Aggiunsero poi.
Le festeggiate si guardarono attorno un po' impaurite, ma vedendo tanta serenità si sciolsero anche loro. Intanto una melodia dolce e ideale per essere ballata, cominciò a diffondersi nell'enorme sala.
Il principe Bright si avvicinò a Rein, le baciò il dorso della mano e chiese di ballare.
Intanto Fine si trovava davanti a tutti quei deliziosi dolci che attendevano solo di essere divorati.
Ma la rossa si era dimenticata che aveva una degna rivale nel campo di ghiottoneria. Infatti Milky arrivò e mangiò quasi tutti i dolci preparati e lasciò la povera Fine senza niente.
Uffi, ma volevo mangiarli io!”
Non ti preoccupare.” Disse Shade. “Ci sono delle porzioni extra in cucina.”
Ma posso andare in cucina?”
Ti accompagno io.”
Anche quel giorno, Fine e Shade andarono in cucina insieme per mangiare qualche altro dolcetto preparato dai cuochi di corte. E questo perché Milky si era mangiata la torta nuziale degli sposi. Si tenerono per mano e corsero insieme in quei corridoi.
Shade si ricordò di quegli attimi e si bloccò all'istante.
Che c'è Shade?” Domandò Fine.
Shade si guardava ancora attorno e il cuore non faceva altro che battere velocemente nel suo cuore.
Non ti ricorda niente, questo posto?” Rispose Shade, facendo un'altra domanda.
La rossa osservò quel corridoio, i tappeti rossi, le mura d'oro, i piloni...
C'era un ragazzo nascosto dietro ad un pilone. Aveva gli occhi color ghiaccio...”
Anche Fine cominciò a ricordare qualcosa di strano e si ritrovò ad essere in uno stato di trance.

Fine si trovava, per sua sfortuna, sotto le grinfie di sua sorella Rein e Altezza. Amiche e sorelle che avevano accompagnato la rossa, fino a quel giorno.
Le due ragazze si divertivano ad acconciare i capelli ribelli color cremisi di Fine, oppure a truccarla. Sia Rein che Altezza avevano un compito assolutamente importante, e non potevano permettere di fare brutte figure. Purtroppo Fine non era di molto aiuto alla turchese e alla bionda.
La rossa non faceva altro che agitarsi ogni volta che Altezza mettesse un filo di matita negli occhi di Fine, mentre Rein era disperata con quei capelli color vermiglia!
-Sei impossibile, Fine! Cerca di non lamentarti e seguire ciò che ti diciamo! Lo facciamo per il tuo bene. Non vorrai mica, spaventare Shade! Poverino, appena solleverà il velo dirà:'Io non conosco assolutamente questo mostro!'- Disse Rein.
-Lui non mi chiamerà mai mostro. Siete solo invidiose!- Rispose Fine con aria fanciullesca.
-Onestamente preferisco Bright.- Commentò Rein.
-E io Auler.- Continuò Altezza.
-Non capite niente di uomini.- Riprese Fine.
-Certo, Fine. L'importante che ci credi tu.- Controbatté Rein.
Fine volle rispondere ancora, ma sapeva che non poteva continuare a perdere tempo. Doveva essere la più bella quel giorno.
Perché beh, quel giorno Fine e Shade si sarebbero sposati.

I due giovani, dopo essere stati in cucina e aver fatto razzia di dolci, rientrarono in sala dove la musica era anche padrona della sala.
Fine si sentiva strana e non capiva affatto da dove venissero quelle immagini. Cominciò a pensare che tutto doveva essere legato a quell'incidente, dove lei aveva perso la memoria.
Fine, vuoi ballare?” Fine si svegliò e riportò i propri occhi su quelli di Shade e sulla mano che le stava porgendo.
Non so ballare.” Rispose lei timidamente.
Fidati, che sai.” I due si sorrisero a vicenda, complici di quel ballo.
Fine si sorprese nel vedere che ancora non aveva pestato il piede del suo partner, mentre Shade pensava a quanto sarebbe bello se Fine si ricordasse tutto e in quel momento, l'unica cosa che desiderava era stare insieme a lei.
Non si spiegava perché, ma qualcosa gli diceva che era lei quella giusta, e anche se la paura era costante, Fine lo avrebbe reso felice.

-Vuoi cambiare desiderio?
Shade sentì una voce. Una voce di una bambina.
-Chi sei?
-Shine. Adesso però rispondi alla mia domanda.
-Sì.
Rispose Shade istintivamente. Il cobalto non sapeva assolutamente che cosa aveva desiderato prima, eppure a quella domanda rispose con un semplice: sì.
-Rosa rossa o rosa blu?
-Rossa.



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Salve!
Da quanto tempo vero?
Oggi è una giornata splendida. Certo, con la nebbia. (Sono una contraddizione vivente.) -.-
Avevo intenzione di aggiornare prima con questa fic, ma diciamo che la voglia, il tempo non me l'hanno permesso. Però, nonostante tutto sono qui.
CHIEDO VERAMENTE SCUSA PER L'AGGIORNAMENTO FATTO COSI' TARDI.
Però per farmi perdonare, ho fatto il capitolo un po' più lungo, e spero anche interessante da leggere.
Ci sono tante dinamiche da chiarire: uno l'incidente di Fine, due il cambiamento di rotta di Bright e anche quello di Shade. Ma per lui ci saranno altri ricordi che gli faranno capire quanto sia dolce e coccolosa Fine. E cosa altro?
Come sempre ringrazio veramente voi lettrici, che siete tanto buone, che mi seguite sempre, che leggete i miei capitoli e che qualche anima dolce, li commenta anche.
Poi ringrazio chi ha messo la fic tra le seguite/preferite e ricordate.
E per quanto riguarda 'La principessa brutto anatroccolo' dovrei aggiornare anche quella presto ma non prometto niente :P
Per il resto, portiate pazienza. E' che questo è il mio ultimo anno alle superiori e voglio andare bene così ho tanti crediti per la maturità. u.u Quindi non sarò regolare per gli aggiornamenti. Va beh, adesso vado, come sempre vi lascio i link per pagina feisbuc, profilo feisbuc.
Alla prossima. (Si augura!)




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Capitolo 10
*** Capitolo 10. ***


La Memoria del Cuore.

Capitolo 10.

Shade stava rivivendo il momento in cui Fine, accompagnata dal padre Toulose, percorreva il tappeto rosso e quando i due giovani, di fronte a Dio si sarebbero promessi il loro eterno amore. Ricordava quel rosso vermiglio dei capelli di Fine che si intravedeva dal velo bianco; quella mano stretta al braccio del padre che la rassicurava sorridendo; dell’abito bianco che avvolgeva il corpo della sua amata, del bouquet che lei teneva stretto tra le mani.

Sorrideva mentre lei si avvicinava lentamente al suo cospetto.

Rein e Bright, che erano i due testimoni, si lanciavano sguardi complici e avevano entrambi un sorriso radioso stampato in volto. Non lo avrebbero mai detto, ma sia Bright sia Rein erano invidiosi che Fine e Shade si sarebbero sposati prima di loro; anche perché non c’era stato neanche un misero fidanzamento ufficiale, cosa che la turchina e il biondo avevano fatto!

Il matrimonio della coppia più impossibile del reame non era per niente atteso, anzi. Non si poteva di certo immaginare che il misterioso principe del regno della Luna e la principessa più golosona di Wonder, sarebbero convolati a nozze. Questo evento fu proprio un fulmine a ciel sereno.

La cerimonia nunziale ebbe inizio e Shade aprì gli occhi di scatto, guardandosi intorno, ansioso.

Si sedette sul letto e portò la mano sulla propria fronte sudata. Era notte fonda e dall’enorme finestra a qualche passo dal letto del giovane, filtrava la luce della luna. Poggiò i piedi sul tappeto e si diresse in bagno. Non accese la luce e rimase a osservare la propria figura allo specchio.

Solo gli occhi chiari facevano un po’ di luce nel buio.

Sospirò affranto e stanco.

Anche durante la festa gli vennero delle strane visioni  che riguardavano proprio il matrimonio  con Fine. Shade iniziò ad intuire che i flashback che stava avendo e l’incidente di Fine e Rein potevano essere collegati. Però la faccenda gli sembrava surreale e non capiva come qualcosa del genere fosse successo.

 

In luogo lontano e disperso, dove la luce del sole non si mostrava da tanto tempo oramai, una piccola bambina correva tra le vie dei resti della corte. Un enorme edificio che aveva la forma di un castello, era distrutto e non presentava più la maestosità e l’eleganza che in passato aveva. La natura si era ripresa il proprio potere, tornando ad occupare il terreno ovunque poteva.

Le enormi sequoia secche e gli altri alberi privi delle loro chiome, davano al paesaggio tristezza e malinconia. Il buio era padrone di quella desolazione.

La giovane fanciulla dagli occhi color cielo e i capelli color fuoco, cercava di scappare da colui che gli stava dando la caccia.

I piedi nudi pestavano il fango, le pietre fredde e appuntite, l’erba bagnata e lei fuggiva e cercava di andare lontano. Non voleva farsi catturare e dover essere vittima della solitudine e della paura. No. Lei voleva vivere, voleva stare con sua mamma e con il suo papà. Quello buono però.

Già, perché il padre di Shine era caduto nell’oscurità, nella malinconia e nella tristezza. Lui odiava Fine perché aveva frantumato il suo cuore, lo aveva abbandonato e lasciato solo, con una figlia da crescere.

Shade odiava Fine, perché lui la amava e lei amava lui.

Shade odiava Fine perché lui si era innamorato. Voleva cancellare i propri ricordi dalla sua mente e poter ricominciare da capo. Voleva vivere un’altra felicità, ma Shade non sapeva che la felicità del cuore non si poteva dimenticare. Questa sarebbe sempre rimasta, anche se nascosta.

 

La bambina cadde a terra e si sbucciò un ginocchio. Le gambe molli e deboli si dovevano alzare e dovevano correre, ma non ne avevano ancora la forza.

Non voleva mollare adesso che mancava così poco. Poco a che papà si sarebbe ricordato tutto, poco a che lui si sarebbe innamorato di nuovo della mamma, poco al risveglio.

Shade si avvicinò alla bambina e si chinò verso di lei, porgendogli la propria mano.

-Se tu non ci sarai più, tutto questo finirà e non sarai più costretta a soffrire, sai.-

-Quello che soffre sei tu, non io. Ed io continuerò ad esistere, finché papà continuerà a vedere quei sogni e volere la rosa rossa.-

-Stai imponendo la tua volontà, lo sai? Ma pensi che lui voglia veramente tornare con Fine? Sapendo poi del dolore che vivrà?-

-Se lui non avesse voluto, non avrebbe di certo quelle visioni. E non sono io ad imporglielo.-

-Stai sconvolgendo il normale corso degli eventi. Lui aveva fatto una scelta, quella di tornare indietro nel tempo e di non innamorarsi di Fine, ma di Rein. Però tu sei entrata nel mondo degli essere umani e hai fatto avvenire quell’incidente.-

-Sto sconvolgendo il normale corso degli eventi perché vedo mio padre star male. Vedo nei tuoi occhi dolore, solo perché hai avuto il coraggio di vivere. Non avere paura, non del dono più grande.-

-Tu non sai cosa provo io.- Gridò imponente la figura maschile alzandosi da terra ed estraendo dalla fodera la propria spada. Allungò la lama affilata argenta e la pose sotto al mento della bambina.

-Vorresti davvero uccidermi?-

-Sì.-

-Fallo se ciò ti renderà felice. Io volevo solo aiutarti, papà.- La lama della spada scese giù sul collo della ragazzina, lasciando un filo di sangue come segno.

Il braccio tentennò nel dare il colpo di grazia a sua figlia, ma alla fine Shade non ebbe il coraggio di colpire ed uccidere il frutto dell’amore tra lui e Fine.

-Vattene, prima che ti faccia veramente male.-

La bambina si alzò da terra e con sguardo malinconico e sofferente si allontanò da lui. Ad una decina di metri di distanza, si voltò ancora indietro e osservò suo padre guardare per terra. Aveva un sguardo perso nel nulla.

Shine si fece una promessa: la prossima volta che si sarebbero incontrati, sarebbe stato nell’altra dimensione, insieme alla mamma.

 

La mattina successiva, nel castello del Regno Solare, la vita e l’allegria sembravano essere tornate. La vecchia Camelot assieme a Lulu con il suo impeccabile taccuino, tentavano a fatica, di far svegliare le due principesse.

Tutto sembrava davvero come tanti anni fa, quando Fine e Rein erano ancora delle bambine, che scappavano in mongolfiera, insieme a Poomo, per nuove avventure.

Camelot in quel momento, mentre osservava la stanza delle giovani con occhi lucidi, si augurava di tornare indietro nel tempo e poter salvare le ragazze da ciò che avevano vissuto dopo quella proposta di matrimonio da parte di Bright.

Se quest’ultimo si fosse innamorato di Rein e se i sentimenti di Fine fossero stati corrisposti, tutto questo dolore non sarebbe mai stato vissuto.

La vecchia governante scosse la testa e nel mentre stava per chiamare il nome delle due principesse, le due sorelle si sedettero sul letto, levarono le braccia in alto e si stiracchiarono un po’:-Buongiorno Camelot, buongiorno Lulu.- Esclamarono all’unisono.

-Hai visto, oggi non hai dovuto gridare come al solito per farci svegliare!- Sorrise raggiante Rein.

-Ho fame, che c’è per colazione?- Brontolò invece Fine.

 

Dopo tanto tempo la famiglia del regno Solare si trovava riunita per mangiare insieme. La tavola era ricca di varie cibarie e Fine aveva gli occhi sgranati, aspettando il momento in cui avrebbe potuto gustare quella prelibatezze. Rein, invece accanto a lei, si stupiva di come la sorella, nonostante gli anni, continuasse a comportarsi come una bambina. Certo sapeva che per via dell’incidente, la rossa credeva di avere dieci anni, ma sapeva anche che se avesse avuto venti, la ragazza avrebbe comunque fatto così.

-Sono così felice di essere qui.- Disse poi la turchese:-Dopo tanto tempo essere a casa con la mia famiglia.-

Proprio quando Rein finì di parlare Fine cadde dalla sedia, priva di sensi.

 

            Shade e Bright appena seppero della notizia, giunsero subito da Elsa e Toulose e chiesero di Fine.

Shade era quello risentito di più anche se non aveva proferito parola riguardo all’accaduto.

-Non è normale.- Commentò il biondo:-Solo ieri l’altro le principesse sono rientrate a castello e oggi questo.-

-E’ una maledizione.- Sospirò affranta Elsa facendosi consolare tra le braccia del marito. Mentre i presenti si chiedevano cosa poteva essere successo e si facevano le proprie ipotesi, il cobalto entrò nella stanza dove Fine stava riposando. Senza fare troppo rumore, andò a sedersi accanto alla ragazza, sul bordo del letto.

-Possibile che non sei destinata a vivere felice?- Sussurrò flebile mentre la mano fredda di lui, spostò la frangia color vermiglia dalla fronte.

Si umettò le labbra e osservò quel viso dolce e morbido, quei capelli mossi sparsi sul cuscino, quelle lunghe ciglia nere e quelle labbra rosee.

-Non so se mi senti.- Cominciò a dire:-Ma penso che ci sia qualcuno che ci vuole insieme. E che da soli, noi non possiamo proprio stare.-

Respirò pesantemente cercando le parole giuste da dire, consapevole che lei, probabilmente non lo stava ascoltando.

-Tante volte ti ho sognata, sai Fine. E noi eravamo insieme. Ci amavamo e ci eravamo sposati e avevamo avuto una bambina.- Si fermò ancora e alzò gli occhi verso la soffitta:-Ma poi ho visto delle rose appassite e tu non c’eri, più come non c’era più.-

-Shine.- Sussurrò Fine.

Shade sgranò gli occhi e prese la ragazza tra le braccia e la cominciò a scrollare:-Fine!-

Bright, Rein e gli altri sentendo la voce di Shade più alta, entrarono anche loro nella stanza della ragazza.

-Che fai Shade!- Urlò Rein:-Non toccarla così violentemente!-Disse ancora in modo categorico.

Il ragazzo fece come disse Rein.

-Ma che ti è saltato in mente? Da te non mi aspettavo proprio, un comportamento così immaturo e istintivo.- Affermò la turchese.

Anche Bright rimproverò il ragazzo e lui ascoltò con silenzio.

-Avete finito?- Chiese poi il cobalto scocciato.

-Adesso fai anche il duro?- Riprese Rein, anche lei scocciata.

Shade non rispose, ma lanciò semplicemente uno sguardo di sfida all’azzurra.

-Sembrerà assurdo, ma da quando Fine ha avuto quell’incidente misterioso, dopo che Rein è andata in ospedale, io sto avendo delle visioni.-

-Ho paura che dobbiamo mandare anche Shade dallo psichiatra.- Esclamò sarcastico Bright.

-Niente battute ironiche.-

Shade proseguì nel suo racconto, dando sempre più consistenza alle sue parole, con descrizioni ricche di particolari.

-Sei sicuro di vedere queste cose dopo l’incidente di Fine?- Domandò Toulose.

-Sì.-

-E cosa credi che dobbiamo o possiamo fare? Perché sta succedendo tutto questo?- Chiese poi Elsa.

Shade sospirò e abbassò il capo:-Non lo so, purtroppo.-

 

-Mamma, credi nell’amore?- Fine si trovava nei giardini del regno Solare, passeggiare allegramente sotto i raggi del sole.

Sentì questa voce infantile e si voltò.
Vide una bambina con un vestito bianco, più che altro sporco e quindi beige, sciupato. Sulla stoffa vi erano numerose macchie di fango. Le ginocchia sbucciate e i piedi scalzi.

I capelli erano in disordine e il viso era sporco, ma i suoi occhi color cobalto erano brillanti e vivaci, pieni di speranza.

-Perché mi chiami mamma?-

-Perché sei tu la mia mamma.- Rispose lei semplicemente:-Non hai risposto però alla mia domanda.- Continuò la ragazzina, sorridendo.

-Beh è presto per dire se credo nell’amore.-

-E se ti dico Eclipse?-

-Quel ragazzo misterioso? Non è il mio tipo! E io non credo a queste sciocchezze.- Affermò arrossendo poi.

Fine si sentiva strana e aveva il cuore che stava battendo così velocemente che temeva che tra poco le sarebbe scoppiato. Chiuse gli occhi per non pensarci e quando li riaprì, si ritrovò nella foresta della paura.

Gli alberi secchi, la nebbia fitta e quella sensazione di freddo. Sapeva di non essere sola lì. Sentì una voce maschile per lei familiare:-Si è fatto buio, è meglio fermarci qui.-

Fine guardò quel ricordo come se lo avesse vissuto ieri. Di quando aveva poggiato, per un dolce errore, la propria mano su quella di Eclipse. Quando i suoi occhi si erano incatenati ai suoi e quella strana sensazione che le aveva preso di mira, il cuore, lo stomaco e la mente.

Ancora un altro ricordo, di quando sua sorella gemella dubitava sull’identità di Eclipse, di quando Shade aveva preferito ballare con Rein, piuttosto che lei. Di quando nel labirinto del regno dei Mulini a Vento, Shade era venuto a salvarla.

-Ti ricordi quando tu e papà avevate litigato perché papà era geloso?- Domandò Shine. Fine e sua figlia erano di nuovo in quei giardini pieni di graziosi fiori color vita.

La ragazza scosse la testa.

-Meglio così. Mamma devi stare con papà, perché se no, papà starà male.-

-Ma lui vuole bene a mia sorella.- Confessò tristemente lei.

-Quindi preferisci non stare più con lui?-

Fine abbassò la testa:-No!- Gridò con forza.

 

            Le voci si stavano facendo sempre più chiari e spalancai gli occhi. Mi sedetti meccanicamente sul letto. Mamma, papà, Bright e mia sorella sgranarono le proprie iridi e la voce di Shade si fermò di colpo.

Mi dava le spalle però dopo si voltò verso di me.

Gli sorrisi:-Ricordo tutto, Shade.-

 

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***Note Finali***

Salve ragazze. Sì, potete cantare Alleluja, o caricare i vostri fucili per ammazzarmi all’istante. E’ da un po’ che non aggiorno, lo so -.-

Non vi voglio promettere niente, con aggiornamenti veloci e rapidi, però cercherò di fare il possibile.

Ringrazio chi legge e spera in un aggiornamento di questa storia, chi la commenta e chi l’ha messa tra le preferite seguite e ricordate.

Vi saluto.

Agente speciale PiccoloKoala.

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11. ***


La memoria del cuore.

Capitolo 11.

Sgranai gli occhi incredulo nel vedere Fine, diversa. Non me lo sarei aspettato che così di punto in bianco, lei avrebbe riacquistato la memoria. Forse derivava dal fatto che avevo riconosciuto un possibile legame tra me e lei e questo aveva portato ad un avvicinamento alla soluzione.

-Davvero sorellina?- Chiese entusiasta Rein che si avvicinò cautamente a lei. –Quindi ti ricordi della proposta di matrimonio di Bright e di…- La turchina non concluse la frase e aspettava che la gemella le rispondesse, proprio per metterla alla prova.

-Hai sofferto molto per causa mia. Lo so.- Rispose lei attirando la ragazza a sé e abbracciandola.

-Anche tu sei stata male.- Riprese poi Rein.

-Siamo sfortunate in amore.- Affermò poi sorridente Fine.

Sì. Mi sentivo strano nel vedere quella Fine, così matura e sicura. Sembrava quasi diversa.

Non per fare il guastafeste, ma adesso Fine si sarà ricordata di quelle volte che l’hai fatta piangere, sai.

Stupida coscienza.

-Eravamo così preoccupati per te, tesoro!- Gridò la madre andando dalla propria figliola.

Prese il viso della ragazza tra le mani e lo guardò con fierezza:-Sono contenta che stai bene.- E la abbracciò caldamente.

Toulose osservava con occhi lucidi la scena e decisi di lasciare in pace il quadretto familiare, trascinandomi dietro Bright.

-A me questa cosa non quadra proprio.- Confessò il biondo.

-In che senso?- Chiesi.

-Perché io ero innamorato di Fine, e dovrei essere al settimo cielo nel vederla di nuovo grande, però sento che c’è qualcosa che non va. Sembra che lei si sia risvegliata proprio per te.-

-Non ti sto seguendo.- Tentavo di capire il ragionamento, piuttosto contorto, di Bright.

-E’ come se tutto fosse successo apposta. Cioè mi sono dichiarato a Fine e Rein finisce in ospedale. Tu con il tuo comportamento ostico nei confronti di Fine, perde la memoria. Viviamo questa situazione difficile e poi tutto torna alla normalità. Però io non provo più qualcosa per Fine e tu non disprezzi più Fine.-

-Quindi?-

-Forse stiamo vivendo una storia alternativa a quella originale, che però non riesce a concludersi quindi torna al punto di partenza, dove c’era un vero equilibrio.- Finì serio Bright incrociando le braccia e fissando i miei occhi, aspettando una mia risposta.

-Ti do ragione. Però non riesco a capire ancora il perché? Perché sta succedendo tutto questo?-

 

Shine osservava tutta la scena con il sorriso stampato. Sapeva che a breve sarebbe dovuta entrare in scena e che avrebbe dovuto sistemare le cose. Però voleva ancora divertirsi un po’ e vedere la sua mamma e il suo papà insieme.

Il problema era che non aveva abbastanza tempo.

Doveva ringraziare la Fortuna, perché grazie a quest’ultima era riuscita a far tornare le cose come dovevano essere. L’unica cosa che sarebbe cambiata nel destino dei suoi genitori, era il finale. Fine e Shade avrebbero vissuto la loro vita, come era giusto che fosse.

In quel momento però Shine si chiese come mai la mamma fosse morta dopo averla fatta nascere? In fondo lei non aveva mai avuto problemi di salute, anzi!

Il suo pensiero venne letto, quasi come se la bambina lo avesse detto ad alta voce, ed una bella donna dai lunghi capelli azzurri e gli occhi color verde acqua parlò:-Perché doveva soffrire.-

Shine dilatò le iridi blu cobalto e si voltò di scatto verso la figura che la aveva affiancata:-Che stai dicendo?- Gridò poi alzandosi in piedi.

La ragazza si avvicinò sempre più verso Shine e le sue mani gelide e fredde toccarono il mento della ragazzina, facendola rabbrividire:-Sei proprio un impiccio.- Proseguì.

-Che diamine c’entri tu?- Chiese la rossa arrabbiata.

-Lo stesso potrei chiederlo a te, sai. Tuo padre è proprio un pappamolle, non ha avuto il coraggio di ucciderti. Cosa che invece io possiedo.-

Dal lungo mantello che indossava, la giovine estrasse un pugnale:-Uccidendoti, Fine morirà all’istante mentre io potrò scegliere se stare con Shade, che tornerà ad amarmi come non mai o Bright.-

-Se come dici tu, tutto tornerà alla fase dell’incidente, beh Bright continuerà ad amare la mamma.-

-Razza di impertinente! Non parlare.-

Rein con un gesto istintivo e rapido, prese il collo della bambina e con le dita lunghe e sottili, lo cominciò a stringere.

Con la mano libera puntò il pugnale verso di lei. E quando tutto sembrava davvero finito per Shine, un’ombra fugace apparve sulle due figure.

L’esile braccio della bambina fu preso dal padre e rivolgendosi a Rein disse:-Definirmi pappamolle è maleducato. E poi sarò io ad ucciderla, quindi non togliermi questo onore!-Estrasse la sua spada e la puntò proprio contro la turchese.

-Adesso vuoi fare il dannato e l’eroe allo stesso tempo. Patetico.- Controbatté l’altra spostando con il palmo della mano l’arma, facendosi un piccolo taglio sulla mano.

Il cobalto ne sembrò risentito di quell’affermazione, tant’è che non rispose affatto, anzi rimase cupo e in silenzio.

-Dammi la bambina e la finiamo qui. Pensavo che l’avresti uccisa prima che a Fine tornasse la memoria, invece non l’hai fatto. Contavo su di te, sai.-

-E’ l’unica cosa che mi rimane di lei.- Confessò in un sussurro.

Fu una frase forte la sua e quelle parole avevano avuto un caro prezzo per il suo orgoglio. Lui non l’avrebbe mai permesso, però Shine era un ricordo di lui e Fine. Era sicuro al cento per cento, che se Fine avesse visto una cosa del genere, lo avrebbe odiato per sempre. Sua moglie aveva dato la propria vita per la sua. Lei desiderava ardentemente quel bambino. Shade si ricordava ogni momento che Fine aveva passato nel discutere su Shine, di quanto la avrebbe viziata, di quanti dolci le avrebbe fatto assaggiare, delle avventure che avrebbe vissuto e di quante volte madre e figlia avrebbero parlato, male di lui, Shade. Per scherzare, naturalmente.

-Papà.- La flebile voce della sua bambina riecheggiò nelle orecchie del cobalto.

Mosse il capo verso il basso:-Tranquilla.- Disse affettuosamente accarezzando i capelli secchi della fanciulla.

-Ho bisogno di fazzoletti. Per favore dei fazzoletti!- Esclamò ironicamente la turchese:-Avete finito? Beh, ho due idioti da uccidere.-

Shade rimase attonito e sorpreso nel sentire nella voce della donna, così tanto disprezzo. Strinse gli occhi e con tono minaccioso si avvicinò a Rein:-Sei patetica.-

-Parla quello. Quello che non ha mai accettato la morte della sua bella, quello che ha preferito cambiare il destino per essere felice. Sei un egoista che ha paura di affrontare le proprie scelte. Quindi qui, il patetico sei tu, non io.-

Shade si morse le labbra sentendo la verità bruciare dentro se. Avrebbe voluto rispondere ma rimase in silenzio.

 

Ricordai di quando volli fidanzarmi di Rein e di quando sapevo perfettamente dei sentimenti di Fine, ma che preferii lasciarla e cercare qualcosa di meglio. Forse la mia punizione nacque da quel mio capriccio, dal mio desiderio egoistico di non accettare il mio destino.

Perché continui a guardarmi con quei occhi pieni di speranza, nonostante io ti stia facendo soffrire? Perché nonostante io stia con lei, tu mi sorridi ancora? Ho calpestato il tuo cuore, l’ho distrutto. E lo sto continuando a fare, sebbene io conosca i tuoi sentimenti.”

Perché quando si ama qualcuno, si desidera semplicemente la sua felicità.” Sussurrò lei. La sua voce era debole e rotta dal pianto. La osservavo mentre si distruggeva quelle labbra carnose con i suoi incisivi.

Abbassò lo sguardo e la frangia color vermiglia non mi permise di vedere quei occhi lucidi.

Dovresti andare avanti e trovare qualcuno che potrebbe amarti.” Consigliai cominciando ad avviarmi verso l’entrata della sala. Oggi si sarebbe celebrata il fidanzamento ufficiale mio e di Rein.

La sentii sospirare rumorosamente: “Dovrei.” Ripeté.

Era strana l’atmosfera che si c’era tra di noi. E per la prima volta mi sentivo fuori luogo. Non mi sarei mai immaginato di vivere un qualcosa di così strano con lei. Eppure era così.

Fine era semplicemente la sorella pasticciona, goffa e mangiona di Rein, che mi aveva confessato di amarmi.

Così di punto in bianco.

Non farla soffrire.” Aggiunse dopo un po’ mentre stavo per varcare la soglia dell’enorme portone.

Mi voltai un attimo per poter scorgere quello sguardo, ma la vidi semplicemente allontanarsi.

Fu un gesto spontaneo, quello di rincorrerla.

Fine!” Gridai il suo nome: “Fermati!” Dissi ancora afferrandole il polso.

Lasciami andare. Devo rifarmi il trucco.” Soffiò a stento.

Non ti sei mai truccata tu!” Affermai deciso facendola voltare verso di me.

Che ne sai tu!” Esclamò. Ci fu uno scambio di sguardi fugaci.

So che tra te e tua sorella, l’unica che si interessa è Rein.”

Scontato.” Sospirò lei: “Rincorrendomi mi stai dando speranza, lo sai.”

Lo faccio per il bene di tua sorella. So che ci starebbe male se non ci fossi.” Risposi prontamente. Ed era vero.

Giusto per la felicità della persona amata, tutto è lecito. Pure frantumare i sentimenti di un’altra persona.”

In amore tutto è lecito.” Sottolineai io lanciandole un'occhiata fredda.

Fine mi guardò intensamente negli occhi. Poi con un movimento rapido, mise la sua mano dietro alla mia nuca e mi trascinò a se. Fu rapido ciò che successe dopo.

Un lieve bacio a stampo sulle mie labbra.

Mi guardò ancora e poi si divincolò da me, lasciandomi da solo nel corridoio.

Rientrai frastornato perché non capivo perché lei mi avesse baciato.

Dannazione lei sapeva che oggi mi sarei fidanzato e lei che fa? Mi baciava.

Come facevo adesso ad affrontare Rein?

Ok, che erano sorelle gemelle ma non potevo vedere Fine al posto suo.

Rein venne da me con un enorme sorriso stampato in viso: “Sono così felice io.” Disse e mi baciò.

Sapeva di strano quel bacio, sembrava così vuoto.

Merda.

Stavo pensando a lei e non alla mia ragazza!

Rein mi guardò con quei occhioni verdi e mi chiese cosa avessi: “Ti vedo strano oggi, sai.”

Un po' agitato.” Non potevo stare qui dovevo chiarire con lei: “Scusami. Torno subito.”

Le dissi e andai a cercare Fine. Perché stavo correndo in questo corridoio per quella chioma rossa invece di stare con Rein.

E in quel momento capii che Rein era un rimpiazzo che non potevo scegliere la turchese, solo per me. Perché sarebbe stato solo una bugia, per me.

 

-Ti ricordi adesso, vero papà?- Disse la figlioletta al padre.

Shade si risvegliò dalla sua assenza e annuì facendo cenno con la testa.

-Pensavo di aver cancellato dalla memoria, Fine però lei c'era sempre stata, dentro al mio cuore.-

-Già, qualunque cosa possa succedere la memoria del cuore ti porterà sempre dal tuo grande amore. Sempre.- Ripeté Shine.

-Tutto ciò è frutto della mia fantasia?- Domandò il cobalto alla ragazza.

-Non solo della tua, papà. Volevo aiutarti a sconfiggere il male e la tua paura. Adesso mi devi promettere di non lasciare la mamma..-

-Promesso, tesoro.-

L'ultima cosa che vide Shade in quel mondo fu il sorriso tanto uguale della figlia.

Il ragazzo si svegliò e il primo suono che udì, fu il vagito di un bambino.

Congratulazioni vostra altezza, sua moglie ha dato alla luce una bellissima bambina!” Disse sorridente la donna.

Mia moglie?” Chiese sospettoso.

Stia tranquillo, lei sta più che bene! Venga, può entrare e vederla!” Proseguì entusiasta la donna.

I due varcarono la soglia della stanza e vide Fine che giaceva sul letto. Preoccupato corse da lei.

Fine!” Gridò.

La rossa aprì gli occhi e strinse la mano a quella di Shade: “Hai visto, ce l'ho fatta! Non ti ho lasciato.”

Lui sorrise.

Hai visto Shine, è bellissima, come te.” Continuò a parlare Fine.

Probabilmente avrà preso, da te.” Rispose Shade baciando la donna sulla fronte.

Un'altra donna che aveva aiutato Fine durante il parto, portò la neonata dai genitori, annunciandola: “Ecco la principessa più bella.”

Shade aveva un sorriso a trentadue denti una volta che la accolse tra le sue braccia.

Era felice perché non aveva rinunciato al suo futuro e non aveva rinunciato alla vita che aveva da sempre desiderato.

Aveva imparato ad accettare qualsiasi situazione, anche la più difficile e non temeva la tristezza poiché sapeva che qualcuno gli sarebbe rimasto sempre accanto.

 

The End

 

 

 

 

 

 

 

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