I tempi cambiano

di ilcorvo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Questa storia comincia in tempi molto, molto difficili dove eravamo arrivati in una situazione di totale caos. Il periodo di questo caos era un periodo dopo Cristo ai tempi dei grandi Re. C’era un Re in particolare che era temuto da molti altri Re degli altri paesi, in Irlanda. In questo paese molto allegro e vivace di nome Credd c’era una popolazione di cento persone. Il Re per quanto era temuto era molto crudele perché chiedeva troppo assai denari alla popolazione e gli unici soldi che avevano erano quelli della lavorazione dei campi, quindi avevano il minimo giusto; un giorno di pioggia da lontano si vede un viaggiatore vestito tutto di stracci intrecciati nel corpo fino a coprirgli il viso, si vedevano solo gli occhi e aveva un bastone da pellegrino e una bisaccia dietro le spalle e dei sandali di cuoio d’asino, più si avvicinava e più si vedevano i particolari di questo personaggio. Un bambino, vedendolo, rimase molto meravigliato dicendo “Wow”. Il personaggio disse “Bambino, dov’è il castello? Me lo sai indicare?” il bambino rispose “Salendo sempre più sopra e quando vedi una lunga scalinata, lassù troverai il castello. Ma è meglio che non ci andate, signore, se non volete rischiare troppo” Ma il viandante guardando quel bambino, aprì la sua mano e dalla sua mano spuntò un pezzo di pane e lo diede al bambino, ringraziandolo dell’indicazione. Il viandante proseguì il suo percorso, però il bambino non ebbe il tempo di ringraziarlo del pane, perché il viandante era scomparso. L’unica cosa che vide il bimbo fu una scia di polvere che si sollevò. Il bambino non si arrese solo perché non lo vedeva e cominciò velocissimo come il vento seguendo le impronte del viandante che erano rimaste nel terreno perché pioveva. Però si accorse anche che il viandante riapparve in una locanda. La locanda si chiamava Le Fiamme di Giadra . Il bambino entrando nella locanda osservò tutte le persone e finalmente vide il viandante seduto in fondo coi piedi distesi su un’altra sedia che fumava uno strano strumento a forma di aquila in legno. Il bambino il tempo che si stava per avvicinare al viandante una signorina bionda come il sole cogli occhi limpidi come l’acqua del mare, alta e con le labbra rosse come una rosa rossa si avvicina al viandante. Il viandante lo osservò e capì in quel momento che non era lì per offrirgli qualcosa ma per ucciderlo. In quel momento la signorina uscì dalla cintura un’ascia sotto il poncho con una velocità impressionante che spostò tutti gli altri tavoli con quella forza. Il tempo che stava colpendo il viandante egli subito uscì dalle sue mani una spada magica. Colpendo l’ascia si spezzò in mille pezzi e i pezzi dell’ascia si scagliarono contro la ragazza che cadde su un tavolo e dopo qualche secondo si rialzò, e uscì i suoi aculei ma dall’altra sua mano del viandante uscì un grande scudo dorato e come stemma aveva un leone aggressivo e dal quel grande scudo dal viso del leone si sentì il ruggito del leone. Quella forza del ruggito del leone fece volare la ragazza su un altro tavolo ancora. Il locandiere della locanda prese un fucile dicendo “Se dovete distruggermi il locale è meglio che andate fuori che se insistite a distruggermi il locale chiamo il gendarme” e così i due guerrieri uscirono fuori dalla locanda però essendo che il viandante uscì buttando un sacchetto coi soldi scusandosi uscì ma invece la signora gli sperò un aculeo sulla testa e morì. Pronti a combattere di nuovo cominciarono a spararsi sempre più strumenti vari letali, cominciò intorno fra di loro a popolarsi la gente per vedere quello che stava succedendo. L’ultimo colpo fra tutte e due fu un pugnale per il viandante che colpì la signorina sulla gamba, si avvicinò a lei piano piano e le disse “Se proprio volevi uccidermi sappi che un’ascia non basta perché realmente vai contro un destino già deciso che vuol dire la morte. Io sono l’incarnazione del dio, il figlio di Dio del cielo” La ragazza rispose “Se volevi realmente eliminarmi come io volevo fare con me, hai sbagliato tutte cose pure tu, perché io sono la dea della Guerra e per eliminarmi ci vuole qualcosa in più”. In quel momento il bambino si mise in mezzo e disse “Non vi potete eliminare a vicenda, mi dispiace perché io son o il presente, il passato e il futuro presente” In quel momento fu tempesta, assai tempesta, fulmini e saette e in quel momento il bambino si trasformò in un gigante e fece tornare la ragazza da dove era venuta, ovvero dalla foresta oscura con un grande pezzo di albero gigantesco. Il viandante disse “Perché ti sei messo in mezzo, dio dei Giganti?” E il bambino rispose “Io l’ho fatto perché non è il momento della tua guerra contro le dee della guerra che per giunta non sono solo una persona ma sono più guerriere in varie epoche diverse” Il viandante finalmente rispose “Io mi chiamo Gherin e sono uno dei figli del dio del cielo. Una volta avevo dei fratelli ma purtroppo nelle guerre passate sono caduti in battaglia” Il Bambino si trasformò di nuovo normale dicendo “Quando le prime stelle si uniranno fra di loro sarà il momento della lotta fra il bene e il male” Il viandante già disse “Già questa storia da altri dei l’avevo sentita dire e succederà questa cosa quando il sole diventerà nero, il giorno che la Terra comincerà a tremare e i terreni cominceranno a far uscire la lava, sarà il giorno finale fra bene e male”. Il bambino scomparve come il tuono. Il viandante continuò il suo percorso arrivando finalmente dopo una giornata lunga e tempestosa arrivò alla scalinata. Finalmente salendo i centoquaranta scalini, lui, per riprendersi, bevve una bevanda magica che lo fece ritornare in forze che aveva perso durante la lunga camminata. E il brutto tempo se ne andò via tornando il sereno. Finalmente vedendo il grande castello salì da un rampicante spinoso. Finalmente arrivando in cima c’erano due leoni con una piccola differenza: una parte draghi e una parte leoni, con la punta a forma di freccia. Il tempo che i leoni attaccarono questo straniero il viandante uscì la sua lancia dalla punta avvelenata e con un colpo solo tagliò loro le gole balzando oltre le loro teste e schizzando tanto sangue. Entrando vide che c’era un lungo percorso e tanti labirinti, li superò senza difficoltà. Dopo il labirinto c’era un varco con scritto da decifrare delle lettere in elfico. Decifrando queste lettere c’era scritto “Chi varca quest’arco attraverserà un’altra parte di un’altra città parallela” . Lui entrò e attraversò varie porte parallele con una velocità impressionante, uscì da una grande cascata che si è aperta in due e si ritrovò osservando un bosco fatato. La storia continuerà la prossima volta…

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Il viandante si fermò osservando la foresta, velocemente però si spostò dietro un albero perché sentì dei passi molto pesanti, allo stesso tempo sentì pure delle voci e da due alberi molto grossi uscirono due giganti che fra di loro si stavano battendo distruggendo metà foresta. Essendo che il forestiero odiava totalmente i giganti si sollevò con una velocità impressionante uscì due lame da dietro la sua schiena e con un colpo solo divise a metà i due giganti che crollarono a suolo, con un sonoro boom. E con la forza della mano sua prese l’energia dei due giganti; in quel momento i corpi di essi diventarono polvere. Il pellegrino percorrendo varie salite ripide della foresta arrivò a una grande grotta. Si è calato dentro la grotta che era molto stretta con gli spuntoni e stando attento a non fare troppo rumore a colpire questi spuntoni si trascinò pian piano fino in fondo alla grotta. Sotto c’era un laghetto puro dove lui posò la sua bisaccia, le sue armi, si spogliò e si tuffò. Andò nelle profondità e trovò una vecchia cassaforte antica. Con la forza della sua mente la aprì e là dentro c’erano tante monete d’oro. In una di queste monete c’era disegnato uno strano simbolo di una dea: la dea dell’amore e dell’odio. Lui raccolse con la sua forza tutte le monete e le fece scomparire. Queste monete riapparvero nel suolo. Lui ritornò nel terreno e si riposò, appoggiando la bisaccia sotto la nuca. Passarono ore. Arrivando alla sera si svegliò, si rivestì e risalì sopra nella foresta. Salendo in cima a un vecchio albero vide il panorama che era uno splendore fra farfalle di varie razze. Uccelli di vario genere e suoni che sentiva da lontano col suo orecchio molto acuto, sentì anche un suono molto forte che sembrava un suono di una chiamata. Questa chiamata sentendola capì da dove veniva. Lui velocissimo corse verso una foresta più ampia facendo volare tutto ciò che incontrava, finalmente arrivò a un vecchio castello e là vide lo stesso stemma della moneta che aveva visto. Con la forza del vento spostò quella pesantissima porta del castello. Dentro questo grande castello vide tantissimi quadri appesi di vari anni quanto era antico il castello. Alcuni si muovevano. Uno dei quadri si staccò dal muro e si avvicinò al pellegrino. In quel momento dal quadro uscì un suo strano personaggio dal cappello nero, una cravatta nera e una camicia nera con mani nere e occhi azzurri quanto i cristalli che disse “Tu viandante sei arrivato al capolinea perché nessuno può andare dalla dea dell’amore e dell’odio senza passare davanti a me il Quadro della Sofferenza”. Il viandante non si spaventò per niente e fece una risata dicendo “Se tu vuoi farmi paura realmente non ci sei riuscito perché tra poco in pochi secondi sarai tu ad implorarmi pietà” e in quel momento una grande luce che uscì dal viandante bruciò il quadro facendolo diventare polvere e si sentì la sofferenza totalmente in fondo alle tenebre. Tremò totalmente tutta la foresta e il castello e sprofondò arrivando fino in fondo alle dee malefiche. Fu un momento che da lì dopo l’urlo del quadro misterioso disse “Passa, per me puoi passare” . Il viandante finalmente arrivò dalla dea, si inchinò dicendo “Ho un dono per te, mia bellissima regina”. La regina era contenta del dono. L’unica cosa che non era felice era che si era tutto il suo regno dalla foresta al castello era sprofondato dal diavolo che tutti temevano: Fabius de Fabis, dal più tenebroso di tutti i regni oscuri, che basta nominarlo che tutti tremano solo al pensarlo quando passa il suo tornado e il terremoto sotto i loro piedi e fu il momento che i tempi cambiarono in una maniera impressionante, il cielo si scurì e gli animali morirono e il mondo diventò tutto di ossa. -Fine del secondo episodio-

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Questa storia dei tempi che cambiano diventerà una leggenda che sarà narrata in tutti i libri per bambini e per adulti perché la fantasia non è altro la nostra mente che si immagina posti, luoghi, personaggi e combattimenti e amori lasciati e amori che vengono che cambiano in continuazione, facendo un percorso dove ti porterà sempre più lontano e crescendo sempre più come fantasia e quindi la fantasia per quanto tu puoi crescere non ti lascerà mai. Ora il viandante doveva arrivare a decidere il suo destino, se rimanere per sempre per il suo amore o sempre portargli doni fino a quando il giorno del suo cambiamento sarà indirizzato da un’altra parte per una nuova avventura. Il viandante (sicuramente voi lettori volete sapere il suo nome della terra, quindi il suo nome è Castel). Castel incamminandosi nella sua decisione di scegliere di salutare la sua amante con tutto che il suo cuore gli comandava di rimanere ma purtroppo non poteva farlo per scelta perché il suo destino era sempre quello di vagare da un posto a un altro. Salutò la sua bellissima dea e scomparve nel nulla, lasciando solo una scia di petali di fiori rossi, rosso come il sangue del cuore. Uscendo dalla foresta il viandante si accorse che stava cominciando a grandinare, lui velocemente arrivò nel paese che ora purtroppo era abbandonato totalmente e circondato da spettri, buoni e cattivi. Lui si preparò per arrivare nell’ultima montagna delle Ultime Lacrime di cristallo. -Fine Terza Parte-

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