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di eli_rogers
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo capitolo ***
Capitolo 2: *** Secondo capitolo ***



Capitolo 1
*** Primo capitolo ***


 Dopo dieci lunghissimi anni era finalmente tornata a casa. Quando aveva appena 7 anni, a causa del lavoro di suo padre, si era trasferita in Italia, per poi tornare nel suo paese d’origine: una piccola cittadina fuori Manchester. Ricordava con affetto la sua infanzia: interi pomeriggi passati al parchetto, il ghiacciolo in estate e quel piccolo bambino, suo vicino di casa, con i ricci del quale non si ricordava mai il nome.
Con un colpo di fortuna erano riusciti a ricomprare la casa venduta anni fa; una grande villetta a due piani con il giardino davanti e dietro “Ohhh, c’è ancora la mia altalena!” disse Jane non appena uscì sul retro dopo aver sistemato le sue cose nella nuova camera, era una cosa incredibile di come in quegli anni si fosse dimenticata di tanti dettagli che rigirando per casa le venivano in mente come ad esempio le impronte delle sue mani e di quelle del piccolo vicino sullo steccato intorno al giardino.
Si era iscritta nell’unica scuola superiore presente nella piccola cittadina per frequentare l’ultimo anno. Non appena uscì di casa per il suo ultimo primo di scuola si aprì anche la porta della casa accanto e ne uscì un ragazzo alto con un fisico asciutto, indossava una camicia sopra una maglietta bianca e un semplice paio di jeans, ma la cosa che più di tutte la colpì furono i capelli, il ragazzo aveva dei bellissimi capelli ricci; quando lo vide lo riconobbe “Harry!” disse a bassa voce ricordandosi il nome del suo vecchio amico.
Lo osservò camminare lungo il vialetto che collegava casa sua alla strada per poi raggiungere un gruppetto di altri ragazzi che lo aspettavano all’angolo della strada e quasi per istinto lo seguì desiderosa di capire come era diventata la sua vita.
Appena raggiunsero la scuola si riprese da quella specie di stato di trance che l’aveva spinta a seguire il ragazzo e poi il suo gruppo di amici; la vista della scuola quasi la spaventò, era diversa dalle scuole che era abituata a frequentare: questo era un grande edificio, considerate le dimensioni delle case attorno e della cittadina nella sua totalità, aveva uno stile quasi moderno ed era pieno di studenti, vedendoli si chiese da dove sbucassero fuori perché da quando era arrivata, quasi due settimane prima, non aveva visto così tanti ragazzi e così tante ragazze.
Stava tornando a casa pensando al giorno passato a scuola appena finito: aveva gentilmente declinato l’invito delle cheerleader di diventare una di loro, era già diventata la cocca dell’insegnante di italiano a causa della sua permanenza in terra italica e aveva riallacciato i contatti con vecchie amicizie. Il suo fiume di pensieri fu interrotto da una voce la chiamava “Ei! Ei! Aspettami!” si volse e vide il riccio correrle incontro “Io…ti…conosco…vero?” disse mentre riprendeva fiato “Penso di si” rispose Jane con un sorriso “Ti ho visto oggi a scuola per la prima volta, ma il tuo volto mi è familiare…” lasciò la frase a metà sperando che la ragazza fosse in grado di chiarirgli il dubbio che da quasi tutto il giorno gli teneva occupata la mente “Giocavamo insieme quando eravamo piccoli” rispose Jane sempre con il sorriso “Ah ecco!! Adesso mi ricordo! Ma come mai ad un certo punto sei sparita?” “Mi sono trasferita per il lavoro di mio padre, ma ora sono tornata” “Capisco…e quanto sei stata via?” “Dieci anni” “Wow! Sono tanti! Hai già conosciuto qualcuno?” “Ho incontrato delle mie ex compagne delle elementari” “Se vuoi qualche volta potremmo uscire insieme…per farti vedere com’è cambiata la città ovviamente!”  si precipitò ad aggiungere il ragazzo “Mi farebbe piacere” rispose Jane cercando di trattenere una risata “Io sono arrivata, ci vediamo domani vicino” “A domani mia cara vicina!”
Entrando in casa le scappò un sorriso e sua madre, che stava trafficando in casa, lo notò “Ciao tesoro, com’è andata oggi?” “Molto bene, grazie. Ho incontrate delle ragazze che facevano le elementari con me e mi sono anche ricordata il nome del nostro vicino!” esclamò con un tono così trionfante che fece ridere sua madre “Harry, che caro ragazzo. Ho parlato con sua mamma e abbiamo deciso di fare una grigliata insieme così magari potete parlare un po’”

La mamma di Jane ed Anne, la mamma di Harry organizzarono la grigliata per il sabato sera invitando quasi mezzo vicinato, intanto Harry e Jane facevano tutti i giorni la strada per tornare a casa dopo scuola parlando del più e del meno.
Sabato sera arrivò portandosi a casa di Jane una marea di gente. “Stark, hai una casa enorme!” disse Liam, un amico di Harry, sbalordito “Grazie” rispose la ragazza. Jane passò la prima parte della serata con Harry e i suoi amici, ma quando arrivò il cibo, i ragazzi si attaccarono alla griglia per riuscire a prendere gli spiedini, le costine e tutto ciò che c’era di commestibile; Harry rimase con Jane e si nascose dietro di lei dopo che la faccia era diventata bianca cadaverica “Cosa ci fa lei qui?” chiese il riccio indicando una ragazza bassina che si guardava intorno con uno sguardo perso nel vuoto “Penso che abiti nel quartiere, perché?” “Perché lei non dovrebbe essere qui! Continua a seguirmi ovunque vada e qualunque cosa faccia!” rispose con tono spaventato “Vieni scappiamo via!” disse trascinando la ragazza che rideva per la reazione di Harry.
Arrivarono in cucina “Poveretta, però. Magari lei ti ama con tutta l’anima e tu la tratti così” disse Jane provando una certa pena per la ragazza di prima “Oh no! Ti assicuro che le interessa solo qualcosa e non è affatto innamorata”  “E come fai ad esserne così certo?” “Me l’ha detto lei” “Ah bé, allora chiedo perdono” “Cambiando discorso, parlami un po’ delle tue avventure amorose, parliamo sempre di me ma io voglio conoscerti meglio” La guardò con uno sguardo così penetrante che lei dovette distogliere lo sguardo “Non c’è niente di interessante da sapere” “Ma io voglio sapere!!!” “No” “Daiii!!!!” Passarono una buona mezz’ora così quando la ragazza finalmente cedette “Ok, allora, ho avuto qualche ragazzo..” “Quanti?” “Non ti interessa” “D’accordo” si arrese subito dopo che lei gli aveva lanciato un’occhiataccia “Ma mi sono innamorata solo di un ragazzo. Si chiamava Lorenzo e frequentavamo la stessa scuola, ero completamente innamorata di lui ma mi vedeva solo come un’amica. Dopo un po’ di tempo mi sono dichiarata e ci siamo messi insieme ed ero così felice! Mi sembrava di toccare il cielo con un dito! Ma tutte le cose belle hanno una fine e il mio sogno idilliaco finì quando lui ammise di non provare sinceri sentimenti nei miei confronti e che, in realtà, era innamorato di una mia compagna di classe” Rimasero in silenzio per un po’ quando Harry disse “Mi dispiace, se avessi saputo…” “Tranquillo, sono ancora viva e vegeta” disse lei alzando lo sguardo che aveva tenuto basso per tutto il racconto rivelando gli occhi velati di lacrime, subito fu accolta tra le braccia di lui “Ti giuro che se becco un’altra persona che ti fa soffrire in questo modo la riempio di botte” e lei si beò di quell’abbraccio e assaporando l’affetto che traspariva da quelle parole.

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Capitolo 2
*** Secondo capitolo ***


Pantaloni, maglietta e coda. Jane era pronta per andare a fare jogging come ogni domenica mattina. Uscì dalla porta e una ventata gelida l’accolse, era appena iniziato Novembre e si era dimenticata che in Inghilterra poteva far così freddo. Si fece coraggio e iniziò a correre. Le piaceva correre, le dava la possibilità di pensare liberamente e avere la possibilità di vagare con la mente non le faceva sentire la stanchezza, inoltre era un ottimo metodo per scaricare la tensione. Dopo un’ora passata a correre intorno al vicinato vide Harry intento a sbirciare dentro casa attraverso una finestra “Ei!” lo chiamò “Cosa stai facendo?” “Ah, ciao! Io stavo…uhm…mia mamma ha dimenticato una teglia e…volevo vedere…magari l’hanno presa per sbaglio…” “Tu mi stai dicendo che spiavi dalla finestra per vedere se c’era la teglia di tua mamma?” “Certo! Perché non ci credi?” “Ci credo, ci credo, la cosa che mi stupisce è che tu non abbia suonato il campanello” disse ridendo “Non volevo disturbare” disse a bassa voce Harry guardando la strada “Non avresti disturbato nessuno comunque” aggiunse la mora dirigendosi verso casa seguita dal riccio “I miei sono usciti stamattina presto e io ero fuori a correre. Vuoi entrare a fare colazione?” Gli occhi del ragazzo si illuminarono “Mi farebbe molto piacere” “Accomodati pure” disse lei indicando il tavolo della cucina pieno di ogni ben di Dio “Vado a farmi una doccia veloce. Torno subito”
Harry era pieno, aveva mangiato quasi tutto quello che c’era in tavola quando scese Jane indossando un paio di jeans e un maglioncino asciugandosi i lunghi capelli castani con un asciugamano “Quando ho detto che potevi servirti non intendevo che potevi mangiarti il mondo” osservò la ragazza alquanto sorpresa di tutto il cibo che il riccio era riuscito a mangiare “Avevo solo un po’ fame” “Alla faccia di un po’ di fame!” scoppiò a ridere Jane continuando “Per punizione mi accompagni a fare colazione al bar. Vado ad asciugarmi i capelli” Fu di ritorno dopo una decina di minuti pronta per uscire e si diressero verso un bar in centro.
Jane stava tranquillamente mangiando la sua brioches guardando fuori quando notò qualcuno “Harry! C’è Kate!” disse al ragazzo che si voltò immediatamente. Kate era una loro compagna di scuola, una delle più popolari: capelli biondi, occhi azzurri, alta, magra, intelligente e capo delle cheerleader; Harry aveva una cotta paurosa per lei, ma non riusciva a farsi avanti sebbene fosse considerato uno dei ragazzi più carini della scuola. “Harry, cosa stai facendo qua? Valle a chiedere di uscire!” gli ordinò Jane “Cosa? Sei pazza? Lei esce solo con gli sportivi, sai quelli che fanno sport…” “Harry, so cosa sono gli sportivi, ma quello che tu non sai è che se non vai lì fuori con le tue gambe ci ti trascino io, capito?” “Ok ok, ora vado ma non ti arrabbiare” disse sulla difensiva. Jane lo seguì con lo sguardo controllando che non tornasse indietro per una mancanza di coraggio improvvisa; quando tornò dentro al bar era raggiante “Domani pomeriggio usciamo!” “Cosa ti avevo detto?” rispose la ragazza contenta per lui.

“Posso venire un attimo a casa tua?” Il messaggio di Harry l’aveva spaventata e si chiedeva cosa fosse successo quando suonò il campanello “Mamma è Harry fallo salire!” urlò a sua madre che era andata ad aprire; meno di cinque minuti ed Harry era in camera sua “Cos’è successo? Tutto bene?” chiese lei preoccupata “Non è andata” rispose lui sconsolato “Cosa non è andato?” “L’appuntamento, è stato un disastro! Lei è troppo intelligente per me, non riuscivo ad essere me stesso e continuavo a sparare una cavolata dietro l’altra. Ho mandato tutto a puttane” “Non dire così, magari non era la mossa giusta uscire subito con lei quando a scuola vi parlate a malapena” “Dici?” si intromise lui ironico “Abbiamo sbagliato, ma rimedieremo” disse lei convinta “Domani tu la saluti e inizi a parlare con lei e, mi raccomando, ogni giorno dovrai parlare con lei, così vi conoscete meglio” “Non mi vorrà più parlare dopo oggi” “Smettila di essere così pessimista! Ti avrà preso per il tipo simpatico che sei” gli sorrise per infonderli coraggio “E ricordati che domani devi essere bello bello” “Ma io sono sempre bello bello” disse Harry riprendendosi dal suo stato di depressione “Anche la modestia e tra le tue caratteristiche, vero? Ci vediamo domani!” “A domani! E, Jane?” “Si?” “Grazie” disse il riccio abbracciando l’amica “Figurati” rispose lei con il volto appoggiato alla sua spalla.

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