New city, new life, new love...

di ChiaraColfer95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cambiamenti e sorprese ***
Capitolo 2: *** Nuovi incontri ***
Capitolo 3: *** Ricordi ***
Capitolo 4: *** Streghe cattive ***



Capitolo 1
*** Cambiamenti e sorprese ***


Se è vero che il buongiorno si vede dal mattino, probabilmente il fatto che ho combattuto tre ore con l’editor vuol dire che dovrei farmi gli affari miei e non pubblicare la storia, ma io sono più forte xD Perciò ecco qui il primo capitolo…
Hope you enjoy it! :)



-Chiara! Hai fatto?! Sono già in un ritardo pazzesco!-
-Un secondo, un secondo solo!- sbuffo infilando di corsa i pantaloni del pigiama e uscendo dal bagno.
-Perchè sei in pigiama?! Perchè non sei vestita! Avevi promesso che saresti venuta!-
-In realtà non ti avevo promesso un bel niente e poi questi eventi non mi piacciono. Lo sai, Chri, sono una persona riservata- rispondo accendendo la TV.
-Se non vieni non ti parlerò mai più!- esclama offeso.
-Un motivo in più per restare a casa- affermo scherzando. In risposta ricevo uno sguardo torvo  e adirato. -Va bene, va bene, mi preparo-
-Ti voglio bene!- mi urla mentre entro di nuovo in bagno rassegnata.

SEI MESI PRIMA...
-Il passaporto l'hai preso?-
-Si, mamma, tranquilla, ho preso tutto. Saranno venti volte che mi fai la stessa domanda.-
-Sono in ansia, lo sai. La mia bambina parte, non è facile da accettare, capiscimi.-
-Mamma, non ho più nove anni! Direi che sono cresciuta abbastanza.-
-Venti, trenta o ottant'anni, sarò sempre preoccupata per te!-
-Come vuoi, ma dobbiamo fare in fretta altrimenti l'aereo parte senza di me!-

Eccomi qua, vent'anni da poco compiuti, pronta ad affrontare il mondo esterno e il mio destino. Il mio sogno si sta finalmente realizzando!
Stringo forte tra le mani il mio biglietto aereo. Un addetto controlla il mio passaporto e poi mi lascia passare. Circa dodici ore di volo mi separano dalla mia nuova vita: Los Angeles sto arrivando!

-Tesoro, hai avvisato il tuo coinquilino?- domanda mia madre.
-Gli ho mandato un messaggio prima di uscire da casa, tranquilla.-
-Ma si può sapere chi è, come si chiama, di dove è?-
-Mamma, rilassati. Zio John ha detto che è una persona affidabile, in più chiunque chiede così poco per una casa così grande a Los Angeles può anche essere una serial-killer, non mi importa. Voglio solamente partire!-
-Così, non mi calmi affatto, però!-
-Sto scherzando! Devo imbarcarmi, ci sentiamo appena atterro- la stringo forte e le stampo un bacio sulla guancia -Ti voglio bene!-
-Anche io! Come mai Andrea non è venuto a salutarti?- domanda perplessa.
Solo sentire il suo nome mi provoca una fitta al cuore.
-Lui.. beh.. aveva da fare- rispondo titubante.
-Se ci fosse qualcosa che non va me lo diresti, vero tesoro?-
-Certo, mamma. Ci sentiamo più tardi!- mento, agitando la mano in segno di saluto.

Mi siedo al mio posto e osservo fuori dal finestrino. Nonostante tutto Roma mi mancherà da morire, i primi vent'anni della mia vita sono e restano tutti qui.
-Addio, amore mio...- sussurro decollando e osservando la città farsi sempre più lontana.

L'atterraggio si rivela molto più facile del decollo: l'eccitazione ha, ormai, preso il posto della malinconia. É arrivata l'ora di iniziare una nuova vita! Contatto mia madre e dopo innumerevoli rassicurazioni inizio la ricerca di un taxi che mi accompagni a casa. L'impresa si rivela più difficile del previsto, ma dopo circa mezz'ora sono seduta in un taxi cercando di resistere al caldo. Non credevo che a Luglio facesse così caldo a Los Angeles!
Durante il tragitto verso l'appartamento rifletto sulle fatiche ed ostacoli che ho dovuto affrontare per arrivare fin qui, che, nonostante tutto, mi hanno resa più forte e sono stati ripagati. D'altronde non è da tutti vincere un concorso e una borsa di studio per terminare gli ultimi tre anni di università a Los Angeles, no?!
Una volta arrivata a destinazione realizzo che niente è come mi aspettavo, che la casa che io consideravo abbastanza grande è, in realtà, enorme.
"Perchè mai una persona con una casa del genere dovrebbe voler affittarne una camera?! Che sia davvero un killer seriale?!" penso tra me titubante e timorosa.
-Lei, ragazza, è molto fortunata, sa?- mi dice il tassista nel momento in cui gli porgo i soldi.
-Perchè, mi scusi?- chiedo stupita.
-Davvero non sa chi vive qui?!- esclama alzando il finestrino, lasciandomi da sola con un'infinità di dubbi per la mente.
-Perchè dovei saperlo?!- chiedo ad alta voce.
Con le mani tremanti suono il campanello del cancello d'ingresso.
-Si?!- mi risponde una voce squillante.
-Sono io, Chiara, la ragazza di Roma- rispondo in un inglese discutibile per colpa dell'ansia.
-Oh, certo, entra!- afferma la stessa voce con entusiasmo.
Mi avvicino lentamente alla porta d'ingresso che si apre all'improvviso lasciandomi completamente senza parole.
-Oh mio...!- esclamo in italiano.
L'idolo della mia adolescenza, la persona che tutt'ora stimo di più al mondo è in piedi davanti a me, pronta ad ospitarmi in casa sua.
-Piacere, io sono...- si presenta allungando la mano verso di me.
-Oh, si, io so chi sei!- rispondo sconvolta, stringendogli la mano entusiasta e terrorizzata.
-Allora, benvenuta... coinquilina?-
-Scusa, il mio nome è Chiara ed è davvero un piacere conoscerti!- aggiungo imbarazzata.
Vivrò con Chris Colfer! Christopher Paul Colfer è il mio coinquilino, il mio padrone di casa!
Non riesco a crederci!

-John ti aveva descritta, ma non ti ha reso affatto giustizia!- afferma lui per sciogliere il ghiaccio.
"Zio John io ti amo!" esclamo tra me e me.
-Una sera mi ha parlato di te e del fatto che non trovavi una casa. Mi ha detto anche che avevi bisogno di trasferirti al più presto per ambientarti, quindi mi sono fatto avanti. Sai com'è, non so che farmene di tutto questo spazio!- mi spiega, quasi percependo le mie perplessità.
-Come.. Come conosci John?-
-Amici di amici. Mi è stato presentato ad una festa. É una persona magnifica! Quel suo accento, poi, è fantastico!- risponde sorridendo.
-Accento italiano- ricambio il suo sorriso, facendo attenzione a marcare il mio di accento italiano.
-Io e te ci divertiremo molto, ne sono certo!- sostiene chiudendosi la porta alle spalle.
Da quella magnifica giornata sono passati sei mesi. Mesi in cui ho tentato di ambientarmi nel migliore dei modi, di abituarmi alla presenza del mio idolo nella mia stessa casa. Mesi in cui lui ha imparato, con molte difficoltà, a pronunciare il mio nome. Mesi in cui da semplici estranei siamo diventati amici, quasi parenti.
-Allora?! Sei pronta?!- urla Chris dal soggiorno.
-Arrivo!- urlo in risposta, benedicendo mio zio e il fato per avermi fatta arrivare fin qui.


Buon venerdi sera popolo amante di fan fiction =)
Non so da dove sia venuta questa idea nè perchè, ma è venuta e non ho potuto fare a meno di metterla per iscritto e pubblicarla. Fatemi sapere che ne pensate, perchè mi piacerebbe molto continuarla, è tutto nelle vostre mani ;)
L'unica cosa sicura che posso dirvi per adesso è che ci sarà un po' (molto xD) CrissColfer anche se non è il tema centrale della storia :3
Aspetto i vostri giudizi :D
*ChiaraColfer95*

 

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Capitolo 2
*** Nuovi incontri ***


«Sei bellissima, tesoro» afferma Chris facendomi girare su me stessa.
«Anche tu non scherzi, Signor-Perfezione-Colfer. Credo proprio che ci saranno tanti cuori spezzati questa sera. C’è qualcuno in particolare su cui vuoi fare colpo? » chiedo ammiccando maliziosa.
Chris arrossisce imbarazzato. «Che cosa dici? Non… Non è vero!» risponde agitato.
«Ah, l’amore!» affermo afferrando il cappotto.
Chris sospira sollevato, poi aggiunge: «Dobbiamo fare presto, Darren sarà sicuramente sotto ad aspettarci».
«Come volevasi dimostrare caro Chris: non mi sbaglio mai!» esclamo fiera di me stessa e delle mie intuizioni.
«Ti prego non fare nulla che possa imbarazzarmi!» m’implora languidamente Chris.
«Perché ti ho mai messo in imbarazzo?» sostengo offesa. «Sempre! Comunque, lo sai, Darren è etero, quindi anche volendo…»
«Etero chi? Darren? Ti assicuro che sei più etero tu di lui»
«Dici?» domanda speranzoso.
«Mi pare di averti detto che non sbaglio mai, no?!» affermo dandogli un colpetto sulla spalla e spingendolo verso la porta.
Chris deglutisce profondamente.
«Ce la puoi fare, Chri!» affermo per incoraggiarlo.

Davanti al cancello di casa Colfer una limousine nera brillante è ferma da circa cinque minuti in attesa dell’arrivo dei padroni di casa. Un ragazzo è seduto all’interno. Nervoso e impaziente continua a giocare con i suoi meravigliosi ricci neri, che liberi dai panni del suo personaggio, possono finalmente respirare privi dei soliti quintali di gel.
“Prima o poi mi cascheranno per colpa di quella roba!” riflette per allentare la tensione.
«Che diamine!» esclama, poi, ad alta voce «Darren Everett Criss non puoi comportarti così! Quanti anni hai?! È solo uno dei tanti eventi, cosa potrà mai accadere?!»
Abbassa il finestrino per respirare un po’ d’aria fresca ed eccolo lì il motivo della sua ansia, in tutto in suo splendore.
Chris sorride alla vista del viso di Darren che spunta dalla macchina, ma il suo sorriso non fa altro che aumentare l’agitazione dell’altro. Darren ricambia il sorriso, sforzandosi di apparire il più normale possibile. Scende, poi, dall’auto per salutare Chris e Chiara, che assiste divertita alla scena.
«Hey, Darren! Ti trovo bene!» esclamo per smorzare la tensione.
«Io? Ma guardati: sei stupenda!» mi risponde con tono vivace, come se si fosse improvvisamente svegliato da un sogno.
“Questi due devono proprio muoversi!” penso mentre mi siedo nella limousine.
«Ma dimmi un po’» chiede Darren «Come mai è la prima volta che accompagni Chris? Ti sei persa tutti i ragazzi per sei mesi!»
«Il motivo sono proprio loro, in realtà. È stato già traumatico abituarmi a Chris, per non parlare di quando mi ha presentato “Blaine”. Sono una fan accanita di Glee io, sai. Non credo riuscirei a sopravvivere ad altre conoscenze» rispondo io tra le risate di Darren e Chris.
«Non c’è nulla da ridere!» affermo offesa.
«E quindi tu saresti una fan di Glee. Perché non me l’hai detto?» mi domanda, cercando di trattenere una risata.
«Per evitare questo. Per me è una cosa seria! Non riesco neanche a guardare un episodio se Chris è con me. In quei quaranta minuti Chris non è più Chris, esiste solo Kurt» spiego, cercando di non apparire del tutto pazza.
«E ovviamente hai una coppia preferita, immagino»
«Certamente!» esclamo seria ed entusiasta «Sono la perfezione fatta persona!»
«Ossia?» insiste incuriosito.
«Kurt e Blaine! Non dovresti nemmeno chiederlo!»
«Oh mio Dio, Chris come fai a vivere con lei?!» sostiene Darren sempre più divertito.
«Vi odio!»
«Ripetilo dopo» aggiunge Darren.
«Dopo cosa?» chiedo perplessa e incuriosita.

L’auto si ferma all’improvviso e dopo qualche secondo lo sportello dalla mia parte viene aperto. Una figura sfocata appare davanti ai miei occhi. Cerco di mettere a fuoco l’immagine e quando capisco l’identità della persona tutto ciò che riesco a dire è «Santa miseria!»
«Buonasera Grant!» lo saluta Darren, ammirando compiaciuto la mia espressione. «Cosa ti avevo detto?» sussurra, poi, rivolgendosi a me. Gli lancio un’occhiataccia in risposta.
«Oh, hey!» afferma Grant, accortosi della mia presenza. «Tu devi essere Chiara, la coinquilina di Chris, giusto?» aggiunge, entusiasta.
«Giustissimo!» rispondo imbarazzata.
«Non sai quante volte Chris ci ha parlato di te!» spiega, quasi comprendendo il mio stupore.
«Davvero?» chiedo a Chris con tono dolce.
«Certo, sei la mia migliore amica! Sono sei mesi che abitiamo insieme, ogni tanto qualcosa mi scappa».
«Ogni tanto?!» chiede ironicamente Darren.
«D’accordo, spesso» ammette Chris, alzando gli occhi al cielo rassegnato.
«Come quella volta che hai quasi bruciato la cucina per preparare dei biscotti» confessa Darren ridendo a crepapelle.
«Come osi? Prima di tutto non erano biscotti, ma la torta per il mio compleanno, che tu, per inciso, hai letteralmente divorato. Secondo, poi, si è solo leggermente bruciacchiato un canovaccio» rispondo contrariata.
«Dovevate vederla cercare di spegnere il fuoco senza far scattare l’allarme antincendio, che, ovviamente, è scattato lo stesso» aggiunge Chris, continuando a ridere.
«Come se ti fosse dispiaciuto avere quei due pompieri per casa, vero?!»
«D’accordo, ha vinto tu!»
Soddisfatta e fiera, comincio a guardare fuori dal finestrino mentre l’auto riparte.
«Pare proprio che qualcuno riceverà un premio stasera!» esclama Darren.
«Che premio?» chiedo interessata.
«Come puoi non saperlo? Grant riceverà il premio “miglior cattivo redento”!»
«Oh, congratulazioni!»
«Sebastian Smythe ha il suo fascino dopo tutto!»
«Oh, eccome!» esclamo involontariamente ad alta voce.
«Che cosa odono le mie orecchie?!» domanda Darren ridendo di nuovo.
«Intendevo dire che nonostante io lo abbia odiato perché, ovviamente, la Klaine non si tocca, penso che Sebastian sia un personaggio meschino ma interessante. Tutto qui» aggiungo, cercando di riparare alla figuraccia appena fatta.
«E così io sarei meschino?» chiede Grant sorridendo.
«Sebastian, non tu, non lo direi mai» rispondo paonazza per la vergogna.
Il resto del tragitto prosegue tranquillamente, con Darren, Chris e Grant che raccontano aneddoti dal set scherzando e ridendo, mentre io osservo dettagliatamente Grant, completamente affascinata e assorta.
Una volta arrivati alla festa, scendiamo dall’auto e mi ritrovo catapultata in un mondo estraneo ma sorprendente: tutti gli invitati sono vestiti elegantemente, gli uomini con i loro smoking e le donne con lunghi vestiti da sera o strizzate in abiti eccessivamente stretti e corti. Mi sento del tutto fuori posto con il mio semplice vestito di pizzo. Inizio a guardarmi intorno per cercare qualcosa che mi trasmetta sicurezza.
«È normale sentirsi fuori luogo. Non si è mai troppo abituati a feste del genere» dice Grant, sorridendomi e accorgendosi del mio disagio.
“Qualcuno gli ha mai detto che ogni volta che sorride nasce un piccolo e meraviglioso unicorno?!” penso, tentando di non sbavare.
«Chiara, devo comunicarti una brutta notizia!» dice Chris con tono affannato arrivando di corsa.
Mi volto preoccupata verso di lui che aggiunge «Hanno fatto confusione con i tavoli e ora il mio è tutto pieno»
«Non capisco Chris, che vuol dire?»
«Vuol dire che non staremo allo stesso tavolo. C’è una buona notizia, però, sarai seduta accanto a Grant» spiega dispiaciuto. «Grazie a Darren abbiamo trovato la  miglior soluzione possibile»
«Aspetta, è stato Darren a scegliere il mio posto?!»
«Si, perché?!»
Non faccio in tempo a rispondere che Chris viene trascinato via da uno dei tanti ospiti.
“Fantastico” penso “Ed io ero venuta qui per lui!”
«Chiara!» mi chiama Grant «Andiamo a sederci?»
«Oh Darren! Non so se ucciderti o sposarti in questo momento!» sussurro tra me e me, dirigendomi verso Grant.
«A quanto pare sei stata abbandonata. Poco male, ti farò compagnia io, tranquilla» afferma deciso, facendo l’occhiolino.
“Resisti Chiara, è solo una cena. D’altronde il fatto che Grant sia uno dei ragazzi più affascinanti che abbia mai incontrato è solo un dettaglio, giusto?!”.





Ecco qui il secondo capitolo! Prima di tutto ringrazio tutti coloro che hanno letto il primo capitolo, in particolare BrokenWings e Sayurifly per aver messo la storia tra le seguite, lo apprezzo molto ;D
Detto questo, buon weekend! Spero che il capitolo vi piaccia :3
*ChiaraColfer95*

 

 

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Capitolo 3
*** Ricordi ***


Mi siedo titubante nel posto accanto a Grant, tentando di passare inosservata e di non fare brutte figure con il resto degli sconosciuti invitati, quasi sicuramente persone importanti, che sono accomodati al nostro stesso tavolo. Grant si volta per lanciarmi uno dei suoi migliori sorrisi. Sorrido debolmente in risposta.

All’improvviso una figura riccioluta si avvicina sfoggiando un ghigno compiaciuto sul volto.
«Tutto bene?» domanda Darren rivolto a Grant.
«Alla grande, Dare. Tu e Chris come ve la cavate?»
«Abbastanza bene, se solo Chris non conoscesse ogni singola persona all’interno di questo edificio e non fosse rapito e sballottato di qua e di là ogni tre secondi. Oltretutto non ho ancora visto nessuno degli altri qui in giro, sto iniziando ad annoiarmi» protesta sbuffando.
«Oh povero Darren!» esclamo ironicamente io.
«Sei proprio una ragazza simpatica, Chiara!» scherza lui.
«Mai quanto te!» rispondo, assecondandolo.
«Mi pare di averti trovato un posto d’oro, non è così?»
«Oh sì, sì» replico tra il serio e l’ironico.
Grant mi lancia un’occhiata perplessa alla quale rispondo facendo cenno di lasciar stare.
«Credo proprio di aver visto qualcuno, perciò… addio!» esclama Darren allontanandosi di corsa.

«In che rapporti sei con Darren?» mi domanda Grant serio, cogliendomi di sorpresa.
«Siamo amici, se così si può dire dopo sei mesi di conoscenza» rispondo sorridendo.
«Oh credevo…» replica, completando la frase con un cenno d’intesa.
«No, no, no! Non so neanche se ha davvero una ragazza o meno, anche se, che resti fra noi, credo che Darren sia perfetto per Chris» affermo con occhi sognanti.
«Bene, sta diventando imbarazzante…» aggiungo, poi, tornata in me.
«Tranquilla, sono dello stesso parere, ma nessuno dei due vuole ascoltarmi» sostiene facendomi un occhiolino.

Improvvisamente il mio cellulare, poggiato sulla tavola, inizia a vibrare.
Chiamata in arrivo: Quel traditore del tuo ex ragazzo che non merita una risposta.
Probabilmente è stato un errore rinominarlo così vista l’espressione sconvolta e dubbiosa di Grant, ma come si fa a controllarsi in un momento di rabbia?
L’espressione di Grant si trasforma in una fragorosa risata.
«Sul serio?» mi chiede tra le risa.
«È l’unico modo che ho trovato per autoconvincermi a ignorare le sue chiamate» spiego afferrando il cellulare.
«Non vorrai rispondere?!» esclama di nuovo serio.
«Beh…» sussurro.
«No! Non si fa! Hai bisogno di una distrazione! Su, in piedi!» afferma alzandosi dalla sua sedia e porgendomi la mano.
«Che cosa vuoi fare?»
Mi tremano le mani e il cuore ormai è in iperventilazione. Lo stomaco comincia a brontolare.
“Sarò la fame” penso tra me e me. “Oppure…oh no!”
Sento come uno svolazzamento, un battito d’ali. L’ultima volta che ho sentito le farfalle nello stomaco non è andata molto bene.
“È la fame! Deve essere la fame! Dai, Chiara, da quanto lo conosci, un paio d’ore?!” tento di convincermi.
Grant, intanto, avvicina sempre di più la sua mano.
«Devo considerarlo un rifiuto?» dice, guardandomi con un’espressione interrogativa.
Decido di alzarmi lentamente: in questo momento vorrei evitare ulteriori giramenti di testa.
Rivolgo lo sguardo al cellulare lasciato vibrare sul tavolo e allo schermo che continua a illuminarsi.
«Quello resta lì!» afferma Grant autoritario.
Non riesco a pronunciare una singola parola, né a muovere le gambe, perciò mi lascio trascinare da Grant verso la pista al centro della sala.
Iniziamo a ballare una canzone già sentita, ma che, a causa dell’eccitazione e dello stordimento, non riesco a riconoscere.
Dopo cinque minuti, alla fine della canzone, Grant mi guarda fissamente e dice: «Sapevo di non essere un gran ballerino, ma non pensavo di essere tanto pessimo da lasciarti senza parole»
Mi sorride allegro.
«Scusa, è colpa mia, stavo riflettendo» mento per giustificarmi.
«Tranquilla, scherzavo» aggiunge sorridendo ancora.
Le gambe e le mani iniziano a tremarmi per colpa dell’ennesimo sorriso.
“Ok, ragazza, contegno! Sei una ventenne, non una dodicenne! Non importa che stai ballando con Grant-Strafigo-Gustin, devi darti una regolata!”
Inspiro ed espiro lentamente per rilassarmi e noto che funziona. Le mie mani sono tornate di una temperatura accettabile e le gambe svolgono di nuovo il loro compito di sostegno.
«Comunque, non sei per nulla un pessimo ballerino, anzi credo che tu sia il migliore fra i Warblers!» sostengo, tentando di smorzare la tensione.
«Wow, detto da una fan accanita delle New Directions è un gran complimento!» scherza lui.
«Se devo essere sincera, ho sempre preferito i Warblers ma shhh» replico, abbassando la voce e facendogli cenno di fare altrettanto «Chris non deve saperlo»
«Per carità!» ride lui «Anche se dovrebbe aspettarselo: i Warblers sono sempre più amati!»

Mentre continuiamo a chiacchierare, un’altra canzone finisce e la successiva non fatico a riconoscerla, mi è fin troppo familiare: “Mine” di Taylor Swift. Non una semplice canzone, ma la Canzone per eccellenza, con la “C” maiuscola. Mi ricordo perfettamente quella sera: Andrea ed io stavamo guardando Glee. Avevo deciso di fare un’eccezione e permettergli di guardare la puntata con me solamente perché era la 4x04, la puntata in cui Kurt e Blaine si sarebbero lasciati. Sapevo di non essere fisicamente e psicologicamente pronta per affrontarla da sola e avevo cercato conforto nel mio ragazzo. Mai scelta fu più sbagliata!
Durante la parte in cui Darren-Blaine cantava “Teenage Dream” io ero già in lacrime, ma Andrea era impassibile, non dava segni di reazione alcuna. L’ultima cosa che ricordo di quella terribile puntata è lo sguardo di Andrea che mi confessava di avermi tradito, mentre proprio “Mine” faceva da sottofondo. Ricordo di non avergli creduto subito, di aver pensato fosse uno de suoi soliti scherzi, di avergli detto di farla finita, ma ciò che ricordo meglio sono i suoi occhi. Seri. Fissi. Vuoti.
La sensazione di ribrezzo e di disgusto verso di lui e il suo gesto mi pervasero il corpo tanto da dover correre in bagno e dar di stomaco.
“Pessima scelta i peperoni a cena!” ricordo di aver pensato in quel momento.
Un rumore forte mi annunciò che Andrea aveva avuto la decenza di andarsene e lasciarmi da sola. Uscii dal bagno e mi sedetti di nuovo sul divano, posando il computer sulle gambe. Vidi e rividi la puntata fino allo sfinimento, scoppiando in lacrime tutte le volte che Santana cantava “Mine” a Brittany e rivivendo ogni volta la stessa scena e le stesse sensazioni di rabbia, odio e repulsione.

Senza neanche accorgermene, comincio a respirare affannosamente e gli occhi iniziano a inumidirsi.
“Non qui! Non davanti ad un ragazzo che si sta dimostrando così gentile ed interessato!”.
Le mie preghiere, però, sono inutili perché sento le prime lacrime rigarmi il viso.
Grant si accorge del mio cambiamento di umore e, senza pormi nessuna domanda, mi afferra la mano e mi trascina via.
Un’improvvisa folata di vento freddo mi riporta alla realtà e mi provoca una sensazione di benessere.
Grant mi guida verso una panchina, dove ci sediamo entrambi.
«Non sapevo ci fosse un parco» afferma per iniziare la conversazione.
Annuisco. «Nemmeno io, ma è bellissimo» replico, reprimendo le lacrime.
«Non è il solo» sussurra Grant.
«Ne vuoi parlare?» aggiunge, poi, ad alta voce.
Inizio, titubante, a raccontargli l’accaduto e noto la sua espressione facciale cambiare più volte: dallo stupore, passa allo shock, fino alla rabbia e al ribrezzo, quasi come se provasse le stesse emozioni provate da me quella sera.
Resta in silenzio qualche secondo e poi esclama: «Che stronzo!»
«Già…» concordo io.
«C’è qualcosa che posso fare?» mi chiede, poi, premuroso.
«Canta» rispondo seria.
«Cantare? Cosa?» domanda incredulo e divertito.
«Qualsiasi cosa, non fa differenza. Solo, canta!» gli rispondo sorridendo tra le lacrime.
Grant sfoggia un sorriso a trentadue denti ed inizia a intonare:

The sun goes down the stars come out,
And all that counts is here and now,
My universe will never be the same I'm GLAD YOU CAME.

You cast a spell on me, spell on me,
You hit me like the sky fell on me, fell on me
And I decided you look well on me, well on me,
So let’s go somewhere no one else can see you and me.

 
 
Bonsoir :D
Ho deciso di aggiornare in anticipo perché oggi non avevo nulla da studiare e mi sono sentita ispirata. Nonostante non abbia ricevuto alcuna recensione, né negativa, né positiva, ho deciso di continuare a pubblicare perché mi piace troppo scrivere e comunque ho notato che un po’ di persone hanno letto i precedenti capitoli. Ringrazio, pertanto, i lettori silenziosi e vi chiedo umilmente di lasciare un commentino, anche solo per dirmi che faccio schifo o che dovrei ritirarmi ;D
Vi ho rotto abbastanza, spero vi piaccia…
*ChiaraColfer95*

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Capitolo 4
*** Streghe cattive ***


La voce di Grant mi culla e lentamente le lacrime scompaiono per lasciar posto a un sorriso accennato.
«Sono riuscito nel mio intento!» afferma lui con tono soddisfatto.
Lo osservo qualche secondo in silenzio poi esclamo: «Grazie!»
Il mix di emozioni che sto provando è indescrivibile: la rabbia e il dolore per il ricordo di Andrea sembrano quasi sparite, mentre una sensazione di puro e sano benessere invade ogni singola parte del mio corpo. Da tanto tempo non mi sentivo così. Finalmente capisco il senso della tanto banale frase “sentirsi leggeri” che ricorre in ogni commedia romantica. Ma questa non è una commedia romantica, giusto? È la vita reale in cui una persona che conosci da qualche ora resta un semplice estraneo. Il fatto che sia estremamente gentile non vuol dire nulla. Allora perché vorrei disperatamente che significasse qualcosa? Non siamo in una favola, anche se, a quanto parre, abbiamo una strega cattiva. All’improvviso, infatti, mi torna in mente una vecchia foto che Grant aveva caricato su Istagram –si, lo so, fondamentalmente sono una stalker, ma che ci posso fare?!-. La foto in questione ritraeva Grant nella sua solita splendente bellezza insieme a una ragazza, uno schianto di ragazza in realtà. Qual era il suo nome?! Hilary? Holland? Hannah! Sì, sono piuttosto sicura si chiamasse Hannah. D’altro canto come potrebbe non essere fidanzato?!
L’entusiasmo si affievolisce sempre di più fino a diventare delusione.
“Per l’ennesima volta ti sei illusa, hai creato miliardi di film mentali e, ovviamente, ti sbagliavi. Brava Chiara, complimenti!” penso tra me e me, ma poi capisco di esagerare, che in fondo non sarebbe stato male avere un amico in più.

«Tutto ok?» domanda Grant, fissandomi perplesso.
«Oh sì, alla grande» rispondo lasciando da parte le mie riflessioni.
«Che ne dici di rientrare?» chiede ancora, porgendomi il braccio da afferrare. Sorrido in risposta e rientriamo così, sottobraccio e infreddoliti.
La serata procede tranquillamente, senza altri sconvolgimenti. L’unica pecca è il fatto di non aver passato nemmeno un minuto con Chris, che rivedo soltanto all’uscita.

«Hey, straniero!» esclamo avvicinandomi.
«Chi si rivede!» afferma lui, abbracciandomi. «Mi dispiace averti abbandonata oggi»
«Tranquillo, non è stata colpa tua. Adesso credo sia meglio se torniamo a casa…»
Mentre salgo in macchina con Chris, noto Grant in piedi all’ingresso che mi fa un cenno con la mano. Ricambio il gesto e gli sorrido.
«Qualcuno ha fatto colpo questa sera!» esclama eccitato Chris, fissandomi sconvolto.
«Che cosa dici?!» replico io, imbarazzatissima.
«Ma guardati! Sei diventata tutta rossa!» insiste punzecchiandomi.
«Anche volendo, è fidanzato…» sostengo, sospirando rassegnata.
«Fidanzato chi? Grant?! Ma se è libero come il vento!»
«E quell’Hannah?» domando piacevolmente sorpresa.
«Acqua passata e anche da parecchio, pensavo lo sapessi!»
Un barlume di speranza si accende dentro il mio cuore, mentre il cervello continua a ripetere di non illudermi, di non andare oltre, di restare con i piedi per terra. Ma la gioia è troppo forte tanto che non riesco a far a meno di sfoggiare un sorriso a trentadue denti per l’intero viaggio verso casa.

Quando entro in camera mia, mi lancio di peso sul letto ed emetto un sospiro pesante.  
«Non sarai già cotta?!» chiede Chris, entrando e sedendosi accanto a me.
Gli lancio un’occhiata come risposta.
«Capito, discorso chiuso. Che ne dici di una cioccolata calda e un film?»
«D’accordo, ma il film lo scelgo io!» affermo alzandomi all’improvviso dal letto e dirigendomi verso l’infinita raccolta di DVD che circonda la televisione del salotto.

La prima cosa che mi viene in mente aprendo li occhi è: “Che diavolo ci faccio nel letto di Chris? Ma, soprattutto, perché è appollaiato a peso morto sulla mia spalla?!” Poi ricordo: film, cioccolata, tardi, sonno, Chris a letto, stanchezza, nessuna forza di arrivare fino in camera mia. Non è la prima volta che dormiamo insieme, in realtà, ma era comunque molto tempo che non condividevo il letto con un ragazzo, anche e il ragazzo in questione è del tutto disinteressato al genere femminile.
Afferro il cellulare sul comodino e noto una notifica di Facebook sullo schermo: qualcuno mi ha taggato su una foto. Clicco per visualizzare e mi ritrovo davanti due volti sorridenti e felici. Io e Grant stiamo ballando spensierati e divertiti. Non poso evitare di sorridere alla vista di quell’immagine.
Un’altra notifica: Grant Gustin ti ha inviato una richiesta di amicizia. Accetto immediatamente, senza riflettere neanche un secondo.

Il suono del campanello interrompe la mia attività. Controllo l’orario: 09.25.
«Chi diamine rompe a quest’ora?!» affermo aprendo la porta e ritrovandomi a due millimetri dal volto sorridente di Grant.
«Co…cosa ci fai qui?» balbetto imbarazzata.
«Ho portato la colazione!» esclama con un sorriso smagliante, come se fosse la riposta più ovvia del mondo.
«Prego, entra…»
«Ma come, Chris non ti ha detto di avermi invitato? Sta per arrivare anche Darren, in realtà.»
«No, non me l’ha detto» rispondo, odiando e amando Chris allo stesso tempo.
«Beh, ormai ci siamo, quindi… Ho portato un sacco di cose buone!» prosegue lui con tono eccitato.
Gli faccio strada fino alla cucina e poi mi aiuta ad apparecchiare la tavola.
Salgo in piedi su una sedia per prendere altre due tazze dallo scaffale in alto quando, improvvisamente, perdo l’equilibrio. Due mani mi afferrano per i fianchi prima che io raggiunga terra. Mi tiene saldamente e mi posa lentamente. Lo guardo dritto negli occhi. I nostri visi sono a un paio di millimetri di distanza. Sento il suo alito caldo sul mio naso. Socchiudo gli occhi, pronta a ciò che spero accada. Percepisco le sue labbra molto vicine alle mie.
«Cosa sta succedendo qui?» esclama Chris assonnato, con una voce molto più acuta del solito, in piedi davanti allo porta della cucina.
“Se non fossi arrivato tu sicuramente qualcosa!” sostengo tra me e me, quasi maledicendolo.
Osservo Grant che, dissimulando, torna a occuparsi della colazione.
“Colfer questa me la pagherai!”



Buonasera ragazzi/e! Mi dispiace aver tardato la pubblicazione del nuovo capitolo e mi scuso anche per la brevità dello stesso, ma è stata una settimana incasinata :S. Spero vi piaccia!

Ah, devo ringraziare Gio Colfer 93, il mio primo dolce recensore :3
Al prossimo capitolo ;D
All my love,
*ChiaraColfer*

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