La Vera vita ad Hogwarts

di 8WeirdSisters8
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una mattina imbottigliato per le scale ***
Capitolo 2: *** Le serre, il ragno e il tasso morto ***
Capitolo 3: *** L'oscura routine del salesiano ***



Capitolo 1
*** Una mattina imbottigliato per le scale ***


A WeirdSisters Fictions Production

 

Una mattina imbottigliato per le scale

 

Il ragazzo con i capelli corvini e gli occhi verdi si fermò sulle scale, dato che queste parevano aver deciso di voler fare un po’ di movimento. In senso letterale, s’intende.

Harry Potter guardò stancamente l’orologio da polso, ma si ricordò che questo era fermo da quando, un paio di anni prima, si era tuffato nel lago per la seconda prova del Torneo Tremaghi. Sapeva che sarebbe stato inutile prenderne uno nuovo…Dopotutto, quell’enorme somma di denaro in banca, di oscura provenienza ( Il Dipartimento per la Magia Fiscale, comunemente chiamato il Dipartimento dei Succhiasangue-senza-canini, stava ancora indagando se per caso il patrimonio che i genitori di Harry gli avevano lasciato non provenisse da un riciclaggio di denaro sporco delle cosche dei Goblin), tutto quel denaro, dicevo, doveva rimanere intatto e inusato, salvo che per comperare i libri di scuola. Quant’altro servisse, dai vestiti babbani allo spazzolino da denti, doveva essere procurato in altro modo. Gli occhiali, per esempio. Harry era della convinzione che non esistessero altri occhiali all’infuori di quelli rotondi, i quali, lasciatemelo dire, sono i veri eroi di questa storia: avevano resistito ai numerosi attacchi di Vold.. scusate, Colui-il-cui-nome-scandalizza-i-maghi-e-le-streghe-che-preferiscono-perdere-sette-righe-per-chiamarlo, dei suoi Mangiamorte (fra i quali spiccano Mangiafuoco, MangiaLumache e MangiaBalle), nonché di tutte le volte che il ragazzo con i capelli corvini e gli occhi verdi, preso da smania di suicidio, si era buttato nella mischia. Qui, in senso figurato stavolta.

Le scale di fermarono.

“Alla buon’ora”. Harry si voltò. Avrebbe riconosciuto quella voce fra mille….Quella magica, magnifica voce apparteneva a Ginny Weasl..No, un attimo….Dovevano essere gli occhiali, forse era finalmente giunto il momento di cambiarli….quello che vide non fu la sua adorata Ginny Weasley,  dea del Quiddicth e del suo cuore ma…..il viso del famoso ragazzo con i capelli corvini e (completate voi la frase) si contorse in una smorfia orripilata….Emily Bulstrode….la brufolosa, enorme Serpeverde Emily Bulstrode.  Come era potuto accadere??? Confondere la sua bellissima, astutissima, coraggiosissima Ginny con quel Troll? Harry e il suo migliore amico, il povero e rosso Ron Weasley avevano discusso tante volte della mostruosa Serpeverde. Secondo Ron infatti dovevano esserle grate, per aver attaccato, al loro primo anno, nel giorno di Halloween, Hermione mentre si trovava nel bagno delle ragazze al primo piano. Grazie a Emily, come tutti voi saprete di certo, quel giorno nacque il Trio che tutti noi amiamo.

Harry torno alla realtà. La Bulstrode lo aveva superato, ma le scale avevano ripreso a muoversi.

“Sogni i Dissennatori anche di giorno, sfregiato?” la melliflua e fredda voce del giovane Draco Malfoy gli giunse dalle spalle. Harry stavolta non si voltò. Magari non riconosceva la voce di Ginny, suo adorabile tesoro,origine e fine di tutti i suoi pensieri( Mr Riddle a parte), ma la voce di Malfoy la conosceva bene. Draco Malfoy, nonostante il nome molto virile, aveva un enorme complesso di Inferiorità, di cui erano a conoscenza tutti tranne lui stesso, naturalmente.

“Ehi, Potter sei sordo?” stavolta Harry si voltò. Contemporaneamente accaddero però diverse cose, per cui il nostro sveglio protagonista non poté far nulla: egli fu abbagliato dalla luce riflessa dagli ossigenati capelli di Malfoy, le scale si fermarono di nuovo, Malfoy e i suoi fidi e brillanti scagnozzi, intelligenti quanto uno schiopodo sparacoda può essere simpatico, lo superarono spingendolo e le scale ripresero a muoversi.

“E che puffola pigmea!” esclamò stavolta Harry. Ormai la colazione nella sala Grande starà finendo….Ron ed Hermione saranno in pensiero per lui…. Questi i pensieri del nostro eroe, il quale ignorava che i suoi due migliori amici, fra un insulto e l’altro, si lanciavano languide occhiate d’affetto, segni d’un amore inconscio che, di questo passo, sboccerà quando io e voi saremo molto molto molto molto vecchi.  I due comunque non sapevano che Harry era imbottigliato nelle scale e neppure se ne chiedevano la fine.

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Capitolo 2
*** Le serre, il ragno e il tasso morto ***


Capitolo II – Le Serre, il ragno e il tasso morto

                                  Capitolo II – Le Serre, il ragno e il tasso morto

 

Quando Harry riuscì finalmente a superare le scale, la Sala Grande era già vuota salvo che per un fantasma cui piaceva essere attraversato dai lunghi tavoli delle case. Harry s’affrettò verso le serre.

La prima lezione era infatti una fra le materie più significative del mondo magico: Erbologia. Entrò trafelato, borbottando uno < scusi > e andandosi a piazzare nel tavolo dove sedevano Ron, Hermione e Neville, recante una targhetta con scritto “All’occorrenza ruota di scorta”.

La professoressa Sprite, che a dispetto del nome non è una bibita gassata, iniziò a spiegare. Che cosa di preciso nessuno lo sapeva, eccetto naturalmente Hermione e Neville, che, come Harry sapeva, nutriva un’insana passione per l’Erbologia.

Nel mondo magico questa materia veniva considerata molto importante, anche se in effetti la sua valenza era limitata a due soli argomenti: da che Harry ricordava, le uniche cose studiate erano le Mandragole e il Tranello del Diavolo. Dato quindi il vastissimo programma le lezioni si svolgevano in una chiacchera generale, mentre la professoressa Sprite ondeggiava con grazia elefantina da un tavolo all’altro. Mentre Ron ed Hermione battibeccavano (“Preferirei andare al ballo con Piton, piuttosto”. “Sempre che decida di lavarsi i capelli, Hermione”) e Neville vegetava, Harry puntò la propria attenzione sulla professoressa.

Ella portava sulla testa uno strano cappello peloso che, se sottoposto ad un esame più attento, si sarebbe rivelato essere un tasso morto in via di decomposizione. Il nostro ragazzo dai capelli corvini e gli occhi  verdi fu distratto da un improvviso suono proveniente dal tavolo dei Serpeverde. Pansy Parkinson, aspirante valletta di Draco, stava ridendo. Ridendo mostruosamente. Tanto terribilmente la sua risata la rendeva simile ad una iena che l’astuta professoressa Sprite passò il successivo quarto d’ora ad interrogare gli studenti per capire chi avesse usato un così abile incantesimo di Trasfigurazione umana.

Dopo qualche minuto Ron, accanto ad Harry, lanciò un urlo. Harry accarezzò i suoi preziosi occhiali rotondi sistemandoli sul naso e vide la ragione per cui Ron aveva urlato: sul tavolo, furtivo e veloce, zampettava un ragno. Il terrore di Ron era ben visibile e questi iniziò a tremare in modo sconsiderato.

La professoressa Sprite gli gettò un’occhiata di commiserazione, anche se evitò di esprimere ad alta voce quel che pensava “ho perso vent’anni”. Prese il ragno fra le paffute mani, lo diede ad uno schifato Ernie Macmillan con l’ordine di portarlo ad Hagrid, amico di animali pericolosi e proprietario di un ospizio  per mostri incompresi.

Nel frattempo Hermione, sconvolta per quello che era accaduto a Ron e compreso il pericolo in cui il suo affezionato amico-e-qualcosa-di-più si era trovato, era scoppiata a piangere e gli aveva gettato le braccia al collo, segno di un inconfutabile amore represso che usciva fuori solo quando credeva di stare per perderlo e che si affrettava a scomparire in tutte le altre situazioni.

Harry sentì il mondo crollargli addosso: era evidente….loro due lo avrebbero escludo ed emarginato e lui sarebbe finito con Neville a parlare di piante con nomi latini ( a chi interessava come le chiamavano i Romani non è ancora ben chiaro) o con Hagrid a fare passeggiate nella Foresta Proibita (NB: proibita è un epiteto privo di senso logico dato che gli studenti, i professori, gli elfi domestici e i proseliti del Male vi hanno libero accesso) e a farsi chiamare “Puledro” dai Centauri i quali nel corso dei primi anni di Harry ad Hogwarts si erano evoluti da sagge creature ad animali psicopatici e violenti.

Il ragazzo dai capelli corvini e gli occhi verdi sospirò. Le sue spalle si piegarono visibilmente. Dopodiché la lezione finì. Mentre nel mondo babbano la fine di una lezione è annunciata dal suono della campanella, rimane un mistero come facciano gli studenti maghi a capire che devono sgombrare un’aula e recarsi in un’altra. Comunque la lezione finì, perché la professoressa Sprite “non agitare mai prima di aprire” raccolse le sua matite, i suoi guanti di Drago e il suo tasso se ne andò lasciando dietro di sé una lunga scia di terriccio.

Tutti iniziarono a mettere le proprie cose nelle borse, dato che, come sapete, ad Hogwarts non si usano zaini ma solo borse.

Ragazze e Ragazzi hanno borse.

Harry seguì Ron ed Hermione, che passato lo spavento e l’angoscia per la sorte del primo, avevano ripreso a litigare e fu seguito da Neville, il quale, una volta trovato un buon gruppo cui aderire senza che questo si lamentasse di lui o lo prendesse  in giro, era davvero difficile da seminare.

I raggi del sole ormai alto illuminavano le serre ormai vuote.

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Capitolo 3
*** L'oscura routine del salesiano ***


In primis, vorrei scusarmi per l’oltraggioso ritardo con il quale carico un nuovo capitolo di questa ff

In primis, vorrei scusarmi per l’oltraggioso ritardo con il quale carico un nuovo capitolo di questa ff.  Preciso che lo faccio per convenzione, dato che io stessa mi ritengo imperdonabile. Comunque sia, spero che lo Spirito natalizio scenda nei vostri cuori e li riscaldi, in altre parole abbia un notevole ascendente su di voi e sulle vostre capacità di perdono.

Detto questo ringrazio caldamente tutti coloro che hanno recensito i due (lontanissimi nel tempo) capitoli precedenti:

Nike87

ryota46

Lucy Light

Kattiva

Gaki

T@ti@ch@n

_AqUa PrInCeSs_

LaTerrestreCrazyForVegeta

LadyViolet

daphne_91

JiuJiu91

Grazie mille, vi invito a leggere il seguente capitolo e quelli che seguiranno (in un futuro spero abbastanza prossimo).

Spero anche che altri si uniranno a voi nel lasciare qualche commentuccio.

Mille baci, 44 Galeoni, 12 falci e 3 zellini.

E soprattutto Buon Natale.

 

WS

 

L’oscura routine del Salesiano

 

Ma il nostro amico dai capelli corvini e gli occhi verdi non poté godere a lungo dello sfavillante sole primaverile, poiché, come ogni eroe che si rispetti, non doveva solo sopportare i continui attacchi dei nemici ma doveva anche vedersela con i professori antipatici (eufemismo per bastardi), prevenuti e parziali, di modo che la sua vita fosse di poco preferibile all’inferno (e qui non sono nemmeno tutti d’accordo).

Doveva infatti lasciare il bel giardino di Hogwarts, dove generazioni intere di maghi e streghe avevano bazzicato e pomiciato indisturbati, data l’ampiezza, per dirigersi invece nei luridi, bui ed umidi sotterranei. Sì, ad Hogwarts infatti, essendo un tipico castello inglese, nei sotterranei non ci sono celle e prigioni ma si tengono perfino lezioni.

Seguito da Neville, quest’ultimo probabilmente in stato di trance, entrò al castello e scese in direzione della classe di….Pozioni, naturalmente. Sono sicura che i più svelti tra voi ci fossero arrivati da un pezzo, ed anche quelli che non lo avevano fatto si saranno prontamente finti svelti e avranno annuito con fare accondiscendente. Ad ogni modo, adesso gli uni e gli altri se la staranno ridendo.

Siccome la sorte non riteneva di essere stata abbastanza cattiva con Harry, aveva deciso che ogni volta che ci sarebbero state Pozioni, la lezione doveva  prolungarsi per due ore consecutive e, ovviamente con la speciale partecipazione degli amabili Serpeverde; e questo avviene, non so se ve ne siete accorti, sin dal primo anno di Harry ad Hogwarts.

Appena i nostri intrepidi amici si sedettero (sempre rigorosamente insieme, perché guai a far anche solo conversazione con altri: potrebbe nascondersi un Mangiamorte dietro ognuno di loro. L’unica volta che si sventrarono a far amicizia con qualcun altro scelsero Luna, il che la dice lunga sulle loro capacità nel campo delle relazioni sociali), il Professor Piton, il più temuto e odiato dagli studenti, fece la sua comparsa.

“Cinquecentosessantacinque punti in meno a Grifondoro” annunciò con voce fredda.

Ed aggiunse, accennando il suo solito sorriso ironico sulle labbruzze inesistenti “Punizione per Potter e Weasley: dalle due del pomeriggio voglio che squartiate i cuoricini dei pulcini di Hagrid, ne prendiate le fibre e ne facciate una ghirlanda da appendere alla mia scrivania; Paciok , una gallina potrebbe ritenersi fortunata in confronto all’entità esponenziale di idiozie che il tuo cervello riesce a partorire al secondo, quando non sei occupato a mangiare; signorina Granger, la tua arroganza nel voler rispondere alle mie domande va oltre ogni limite di sopportazione. Per la tua insolenza altri venti punti in meno a Grifondoro (che vi annuncio ora è esattamente a – 43 punti)”

Risatine ruffiane si alzarono dai Serpeverde, nemmeno un brontolio invece giunse dai Grifondoro: Harry, pur essendo diventato molto spavaldo con Piton negli ultimi tempi, stava pensando a Ginny e non aveva sentito granchè, Ron contemplava già la possibilità di vendere la ghirlanda per racimolare qualche zellino, Neville invidiava la gallina tremando da capo a piedi ed Hermione era intenta  a riempirsi gli occhi di lacrime. Gli altri Grifondoro si voltarono verso i nostri valorosi quattro emarginati e li guardarono con astio. Come si sa, comprendersi è difficile, ed io temo che i loro affezionati compagni di Casa non avessero compreso che i poveretti erano stati solo vittime dell’ingiustizia pitoniana, o non gliene importava, cosa piuttosto legittima, dato che tutta la nostra misera vita si aggrappa all’unico appiglio che dona noi dignità ed onore: i punti per la Coppa delle Case.

Una domanda nasce spontanea: e Silente? Il vecchio e saggio preside di Hogwarts non sembra essere consapevole della parzialità di uno dei suoi professori ed anzi gli dona fiducia incondizionata, come sia io che voi dovremmo sempre fare: d’altronde l’esperienza del giovane Harry insegna e il fatto che James e Lily siano stati traditi dal loro amico è solo un caso.

I nostri poveri studenti non sapevano che Silente dormiva profondamente, in seguito agli effetti delle droghe che Piton gli metteva regolarmente nella coppa durante i banchetti. Ma ricordatevi, abbiate fiducia in Severus Piton.

Sta di fatto che le droghe funzionavano magnificamente. Si può dire quello che si vuole, ma Piton ci sapeva davvero fare con le Pozioni…

La mente di Harry vagò, lasciando il pensiero dell’amata Ginny….In che cos’altro ci sapeva fare quel viscido idiota?

Di certo, si rispose, non nel vestirsi. Diciamolo. Va in giro vestito da prete salesiano. Vero è che ,data l’avvenenza del professore, difficilmente, anche se fosse andato in giro vestito con frac e vestito, avrebbe potuto rompere il voto di celibato che sembrava aver fatto.

La lezione procedeva lenta.

Dopo un quarto d’ora stavano pestando scarafaggi con un pestello. Harry non sapeva infatti se quest’oggetto era davvero alla pari con il calderone per importanza in pozioni o se faceva solo parte  delle maniacali e viscide intenzioni di Piton farglielo utilizzare tanto spesso.

Dopo un’altra mezz’ora stavano pestando coleotteri dorati della Mongolia Sud-Occidentale.

Dopo un’altra intera ora stavano pestando formiche. Infine, al termine della lezione (salutato da tutti con applausi, ovazioni, manifestazioni di giubilo, fuochi artificiali e parate commemorative) stavano finendo di pestare animali portatori di malattie infettive, fondamentali perché la loro pozione prendesse il bel colore rosato che Piton voleva che prendesse.

Ron sospirò rumorosamente quando vide che la sua pozione non era affatto rosa ma sul grigio spento, ed anche un po’ pastosa, in effetti. Motivo per cui la clessidra dei punti di Grifondoro toccò il minimo storico di -64 punti.

Non c’è che dire, il morale dei nostri amici era davvero a pezzi. Pezzi più o meno della stessa grandezza degli animaletti che avevano pestato durante queste due estenuanti ore.

Il pranzo si offriva ai loro occhi come unica consolazione dopo tanti disastrosi eventi.

 

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