AL DI LA' DELLA RAGIONE

di magia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1- Attesa.. con sorpresa ***
Capitolo 2: *** - 2 - ***
Capitolo 3: *** 3 - Picncic al Lago Verde ***
Capitolo 4: *** 4- 'Strani cambiamenti' ***
Capitolo 5: *** 5 - ***
Capitolo 6: *** 6 "Inevitabile realtà" ***
Capitolo 7: *** 7 "Un giorno da dimenticare" ***
Capitolo 8: *** 8 "Faticoso controllo" ***
Capitolo 9: *** 9 "Migliore degli altri" ***
Capitolo 10: *** 10 "Inaspettato cambio di programma" ***
Capitolo 11: *** -11- ""Halloween"" ***
Capitolo 12: *** 12 "Cadere a precipizio" ***
Capitolo 13: *** 13 "Emozioni di Natale" ***
Capitolo 14: *** 14 ***
Capitolo 15: *** 15 "Chiarimenti... e complicazioni" ***
Capitolo 16: *** 16 - "Abuso di potere" ***
Capitolo 17: *** 17 "Obbligo o verità?" ***
Capitolo 18: *** 18 "Tra lampi e tuoni... noi!" ***
Capitolo 19: *** 19 "Paura d'amare..." ***
Capitolo 20: *** 20 - "Il coraggio di farlo..." ***
Capitolo 21: *** 21 "Odio & Amore" ***
Capitolo 22: *** 22 - "La Paura di Hermione" ***



Capitolo 1
*** 1- Attesa.. con sorpresa ***


AL DI LA' DELLA RAGIONE



- AL DI LA’ DELLA RAGIONE -


1 - Attesa… con sorpresa!




DOOONG… DOOONG… DOOONG…!!


Tre… Quattro… Cinque…


Il suono veniva da lontano, entrava dalla finestra aperta, leggero e impalpabile come il vento che lo accompagnava.


Harry contò i rintocchi, inesorabilmente lenti, dell’odioso campanile che, anche quel giorno, era l’unica cosa a tenergli compagnia.


Quei giorni così lunghi e senza fine, che sembravano scorrere a rilento, privi di senso e che aumentavano in lui un sentimento di oppressione che non aveva precedenti!


Perché? Perché ogni anno questa maledetta punizione? Che senso ha rimanere qui a Privet Drive con gente che mi detesta… anzi, mi odia! E’ una tortura per me e per loro!!’


Harry inforcò con rabbia gli occhiali appoggiati sul comodino e si alzò con frustrazione dal suo letto, che ormai lasciava sfatto da due giorni… Non aveva nemmeno più voglia di prendersi il disturbo di rifarlo! Tanto i suoi zii non sarebbero di certo entrati lì… Lo evitavano più che potevano (neanche avesse avuto la peste…) e lo chiamavano per i pasti solo perché così erano liberi di ringhiare disposizioni e dare ordini.


Non ce la faceva più! Cinque settimane, CINQUE!!


Essere rinchiusi ad Azkaban forse era meno peggio… Almeno, lì, avrebbe potuto parlare con qualcuno! Magari avrebbe potuto escogitare una fuga sicuramente più attuabile che fuggire dai suoi zii e da Privet Drive.


Il pensiero di Azkaban gli fece inevitabilmente tornare in mente Sirius, e gli occhi gli si inumidirono all’istante.


Perché era successo? Perché tutte le persone che lui amava erano destinate a morire? Perché anche Sirius aveva seguito i suoi genitori?


Perchè era morto? Almeno lui... l'unica persona più vicina a poter essere definita un parente... Avevano avuto così poco tempo per conoscersi! Eppure il suo legame con Sirius era stato qualcosa di unico, intenso, eccitante... e maledettamente troppo breve!

Strinse con forza i pugni e sfoderò un calcio al suo baule, rimediando solo un gran dolore fisico. Iniziò a misurare il perimetro della sua stanza (ed era davvero poco il tragitto che riusciva a fare!)... Ormai conosceva a memoria ogni centimetro del pavimento: una macchiolina lì… un segno là… il solito buco nel tappeto…


Era tutto dannatamente identico!


Iniziava a sentirsi soffocare. Guardò fuori dalla finestra, sperando che almeno Edvige fosse di ritorno… Ma era impossibile! Aveva scritto le lettere per Ron ed Hermione solo qualche ora prima e sapeva che il gufo non avrebbe fatto ritorno prima di notte.


Basta! Doveva uscire o sarebbe morto di claustrofobia!


Scese lentamente gli scalini, cercando di fare il meno rumore possibile, ma il penultimo gradino lo tradì scricchiolando sinistramente sotto il suo peso.


Merda!”, si lasciò sfuggire.


Gli zii erano piazzati sul divano (al quale Harry non poteva nemmeno avvicinarsi, ovviamente), davanti al televisore e con espressioni più ottuse del solito. Ma quel piccolo rumore riuscirono a sentirlo alla perfezione! Sembrava che avessero il sesto senso quando Harry si muoveva!


Ragazzo!”, tuonò zio Vernon, “Dove credi di andare?!”


Harry si immobilizzò davanti alla porta di casa: “Ehm… vado a fare un giro…”


Un giro? Che razza di espressione è?”


Harry arretrò di un passo, nel vedere lo zio che si alzava dal divano.


Non ce la faccio più di stare rinchiuso nella mia stanza… Ho bisogno d’aria!!”


E per far cosa? Combinare qualcun altro dei tuoi guai? Eh?! Se vuoi dell’aria, perché non apri la finestra?”


Un muscolo nella mascella di Harry si contrasse: “Perché non entra un filo di vento! E poi ho 16 anni, ormai! Non devo più rendervi conto di tutto quello che faccio!! Se voglio sgranchirmi le gambe devo ritenermi libero di farlo, capito!”, gridò, pieno di rancore.


Lo zio guardò la moglie, scuotendo la testa con rassegnazione: “E’ un caso irrecuperabile… Non è certo come il nostro piccolo Didino!”


Già, per fortuna!”, sibilò Harry a denti stretti.


Cosa hai detto?”


Harry aprì la porta: “Ci vediamo dopo…”, ed uscì rapidamente dal raggio d’azione di zio Vernon, sapendo perfettamente che quest'ultimo non avrebbe mai fatto una scenata al di là dello zerbino di casa!


Aria! … Finalmente…


Si cacciò le mani in tasca ed iniziò a camminare con passo veloce. Voleva allontanarsi in fretta da quel posto, e l’unica consolazione che aveva era l’attesa del ritorno di Edvige. Sperò con tutto se stesso che nelle risposte dei suoi amici, almeno ci fosse qualche indicazione su quando sarebbero venuti a prenderlo.


Doveva trattarsi di giorni, ormai!


Ma la cosa che lo mandava in bestia, più di tutte, era il fatto che Hermione fosse già alla Tana da una settimana! Perché ? PERCHE’ ?!


Perché lei poteva stare con Ron un’intera settimana più di lui? Sette lunghissimi giorni che lui aveva passato guardando il soffitto, rigirandosi nel letto, in preda ad incubi notturni dove rivedeva Sirius precipitare in quel velo che lo aveva inghiottito per sempre….


Perché ?


Loro si stavano sicuramente divertendo un sacco, in quel momento! A differenza sua, che come unico divertimento e svago aveva quello di fare due giri dell’isolato!


I suoi piedi lo portarono automaticamente al piccolo parco giochi che c’era vicino a casa. Immaginò di non trovarci nessuno, ma si sbagliava. Un gruppetto di ragazzi era posizionato in cerchio attorno … ad una ragazza.


Lasciatemi andare…” Harry sentì la sua voce debole.


Si avvicinò con cautela e non rimase affatto sorpreso di vedere che suo cugino Dudley faceva parte di quel gruppo di bulli.


Ah ah ah!! Guarda che se anche chiedi aiuto, qui non verrà nessuno!”


AH AH AH !!”, risero in coro gli altri.


E dai! Che ti costa fare quello che ti abbiamo chiesto?”, le domandò un ragazzo, cercando di toccarla.


Harry si avvicinò ancora di un passo, per vedere meglio. Erano in cinque, tutti maggiorenni, e la ragazzina non poteva avere più di 15 anni.


Lasciatemi stare… Vi prego!”


Eh no, carina… prima devi fare quello che ti abbiamo detto!”


Altre risate.


Harry, incapace di non intervenire davanti a quello spettacolo, uscì dalla siepe che lo nascondeva ed attirò la loro attenzione: “Ehi, razza di palloni gonfiati! Che state facendo?”


I cinque si girarono, colti di sorpresa.


Ma guarda un po’, è arrivato il ribelle con gli occhiali!”


Dudley lo guardò con occhi porcini: “Che ci fai qui? Torna a casa!”


Perché non ci torni tu? Papino e mammina non vedono l’ora di rimboccarti le coperte…”


Due ragazzi risero e Dudley li fulminò con gli occhi.


Harry se non vuoi prenderle, ti consiglio di andartene!”


Harry provò una scarica di adrenalina: “Oohh, ma che paura!!” Si tirò su le maniche della camicia e sollevò i pugni. “Avanti, provate a prendervela con me! Siete dei luridi infami… e non sapete fare altro che terrorizzare chi è più piccolo di voi!!”


I ragazzi si voltarono contemporaneamente verso Harry, con delle facce che non promettevano nulla di buono ed iniziarono a massaggiarsi le mani, con fare minaccioso.


Sei in cerca di guai, Harry?”


Ti sbagli: siete voi a rischiare grosso, questa volta!” disse a denti stretti Harry, facendosi sotto.


Ah ah ah! Ma non farmi ridere!”


Addirittura adesso non vi basta più infastidire i bambini… siete così vigliacchi da prendervela con le ragazzine indifese!”


E’ un po’ che non ci divertiamo con te, in effetti… Ma, evidentemente, ti siamo mancati!” disse uno alto più di Dudley.


No, la differenza è che adesso mi so difendere!” E, senza aspettare risposta, diede un sonoro pugno nello stomaco dello spilungone, che si piegò in due ed emise un lamento, un misto di stupore e dolore.


Gli altri rimasero un attimo increduli davanti a quella scena, ma la meraviglia durò poco: erano sempre cinque contro uno!


Un ragazzo più basso di lui, ma largo il doppio, chinò la testa e lo puntò come se fosse stato un toro, ed iniziò una rincorsa per dargli una zuccata. Ma Harry, rispetto all’anno prima, era diventato molto più agile, forte e con i nervi sempre in allerta… e in più aveva una gran voglia di scaricare la tensione accumulata per cinque settimane contro qualcuno.


Quindi si spostò velocemente di lato, e sfruttò la carica del ragazzo per dargli una pedata nel sedere e farlo atterrare come un sacco di patate nella terra secca e polverosa.


Un altro provò a colpirlo, ma Harry schivò abilmente il colpo e, prendendo in contropiede il malcapitato, gli sferrò un pugno sul naso, che emise un sinistro rumore di rottura.


Quello iniziò ad ululare dal dolore, portandosi le mani sul naso e facendo versi come uno scimmione.


Harry, col respiro affannato, si girò a guardare Dudley e facendogli un sorriso sollevò la camicia dal bordo dei pantaloni, dove si poteva scorgere la sua bacchetta.


Per te ho un trattamento speciale…”


Suo cugino, a quella vista indietreggiò con il panico negli occhi.


Ehm… ra-ragazzi… O-oggi… non… non è giornata! Andiamocene!!”


Gli altri, un po’ perché Dudley era il loro capo, un po’ perché erano già malconci, non se lo fecero ripetere due volte e preferirono dargli retta. Chi zoppicando, chi col naso che colava sangue, si allontanarono gridando insulti irripetibili e improperi di ogni tipo.


Harry rimase con i pugni sollevati in guardia finchè non li vide sparire dietro il cespuglio che delimitava la via. Rimase quasi deluso nel vederli dileguarsi così in fretta! La sua smania di muoversi non si era sfogata poi tanto… Anche se fare a botte con degli idioti simili non poteva certo ritenersi un’attività di cui andar fieri!


“…Grazie…”, disse una voce morbida alle sue spalle.


Solo allora Harry si ricordò della ragazza. Si girò del tutto, e la vide. Non si era sbagliato, era giovane, sicuramente più piccola di lui. Era mora, con i capelli che le arrivavano alle spalle, una frangetta sbarazzina e due occhi azzurri come il cielo.


Era davvero carina!


Ohh, ehm… f-figurati…” Harry si passò una mano tra i capelli, cercando di appiattirli perché sapeva che probabilmente in quel momento sparavano verso l’alto.


La sera prima, ancora una volta, aveva tentato di tagliarli… fallendo come sempre, visto che quella mattina si era svegliato e loro erano di nuovo lunghi e indomabili!


Tu sei Harry… vero?”


Lui la guardò con un misto di titubanza e prudenza: “…Sì. Ci conosciamo?”


Non so se ti ricordi di me. Io però mi ricordo di te: ti vedevo a scuola, quando eri più piccolo.”


Harry cercò di far mente locale, ma gli unici ricordi di quel periodo erano talmente pochi e brutti che la sua mente li aveva automaticamente archiviati nel cassetto ‘DA NON APRIRE MAI PIU’’’.


Scosse la testa, vergognandosi un po’: “No, mi spiace.”


Oh, non preoccuparti, lo immaginavo. Conosco bene anche Dudley, purtroppo… Lo odio!”


Harry sorrise: “Non dirlo a me! Devi stare lontana da quei mascalzoni…”


E’ che mi hanno seguita… Tu abiti con lui, vero? La tua casa è quella in Privet Drive?”


Non è casa mia, quella!”, disse Harry a voce un po’ troppo alta. “Comunque sì, sfortunatamente è mio cugino.”


La ragazzina si spolverò l’abito chiaro e corto, che portava ancora i segni delle manacce sporche dei suoi aggressori. Si sedette sull’altalena, iniziando a dondolarsi lentamente.


E’ strano. Mi ricordo di te fino ad un certo punto, poi… hai fatto il contrario di quello che fanno tutti i ragazzi.”


Che vuoi dire?”, chiese Harry andando a sedersi nell’altalena a fianco e facendosi oscillare piano.


Beh, di solito i ragazzi frequentano le scuole per tutto l’anno, e quando arriva l’estate… se ne vanno in vacanza. Tu, invece, sparisci per tanti mesi e torni solo quando è estate.”


Harry si guardò le punte dei piedi, che andavano avanti e indietro.


E’ che frequento una scuola fuori Londra… “


Ah sì? Quale scuola?”


Dubito che tu la conosca”, si affrettò a dire Harry, “è una scuola… speciale, come dice mio zio.”


Capisco…”, la ragazzina si voltò a guardarlo, con quei suoi begli occhi azzurri e gli sorrise. Harry si sentiva strano a parlare con una ragazza che non fosse Hermione… per di più babbana a tutti gli effetti!


Provò un fulmineo moto di nostalgia per Hermione, pensando che mancavano solo pochi giorni e finalmente l’avrebbe rivista.


La moretta si alzò all’improvviso e gli si mise di fronte. Adesso Harry era più basso, rispetto a lei. L’altalena interruppe il suo ondulare contro le ginocchia della ragazza.


Scusa…”, disse Harry timidamente.


Ora farò ciò che quei ragazzi volevano che facessi… Te lo sei decisamente guadagnato…”


E senza dargli tempo di rendersene conto, si chinò su di lui ed appoggiò le sue labbra su quelle di Harry, premendo leggermente ma con decisione.


Harry, che tutto si aspettava tranne che quello, dovette aggrapparsi alla catena per non cadere all’indietro. Quel gesto lo aveva lasciato sbigottito… e disorientato…


Ma lo rese molto felice… incredibilmente felice!


Sentì una sensazione di vertigine alla bocca dello stomaco… una specie di solletico.


Dopo qualche secondo lei si staccò, con un leggero rossore sulle guance. Harry, in fatto di rossore, la batteva sicuramente: se lo sentiva disseminato ovunque! Probabilmente anche i suoi capelli erano diventati di quel colore!


Lei fece un’espressione buffa, e si passò la lingua sulle labbra.


Sai di buono…”


Harry continuò a guardarla incredulo, con un’espressione non proprio intelligente e non riuscì a dirle niente.


Comunque io mi chiamo Greta… Domani pomeriggio alle cinque tornerò qui. Ciao…”, e scappò via facendogli un gesto con la mano.


Harry riuscì a malapena a sollevare la sua e a farle un sorriso a 32 denti.


Ma cosa cavolo era successo?!?!


Si passò la mano sulle labbra, ancora incapace di realizzare se era stato tutto vero. Una ragazzina… una ragazzina che nemmeno conosceva lo aveva baciato, così… semplicemente! Senza troppi problemi o complicazioni… solo per ringraziarlo!


Se ripensava al bacio scambiato l’anno precedente con Cho Chang, si sentiva ancora male! Era stato una vera catastrofe! E, decisamente, non lo aveva affatto aiutato a far crescere la sua scala personale di autostima!!


Ok, quello che Greta gli aveva dato non era stato un vero e proprio bacio… ma era stato sicuramente un contatto mooolto piacevole!


Fu con quel sorriso stampato in faccia che rientrò a casa degli zii, che lo accolsero con dei grugniti di disapprovazione.


Dudley è tornato già da dieci minuti!!!”, gli urlò con voce stridula zia Petunia. “Per punizioni andrai a letto senza cena!”


Harry non si preoccupò nemmeno di rispondere… Onestamente quella sera non aveva nemmeno fame! Salì lentamente le scale, fino a raggiungere la sua piccola stanza. Si lasciò cadere sul letto, intrecciando le mani dietro la nuca, e riuscì a rimanere così, unicamente a guardare il soffitto, finchè non sentì rientrare Edvige dalla finestra.


Con un balzo saltò giù dal letto, allungando il braccio per far atterrare il suo gufo, che aveva due lettere legate alla zampa.


Harry la ricompensò con delle dolci carezze sulla testa e con un pezzo di biscotto. Edvige ricambiò con una delicata punzecchiata all’orecchio.


Harry si distese nuovamente sul letto, finalmente felice! Quella strana giornata era iniziata in modo triste e sconsolato, ed era finita in maniera inaspettata e spettacolare!


Le lettere di Ron ed Hermione erano più o meno uguali. Cercavano di divertirsi e di non pensare a come era terminato l’anno precedente, godendosi le giornate di sole e facendo spesso delle gite. Un altro anno stava per iniziare e loro dovevano caricare le batterie per quello che li avrebbe aspettati.


Ron gli confermò che suo padre sarebbe andato a prenderlo dopo due giorni, di sera, e di tenersi pronto per le 21.00.


Sì, era stata decisamente una bella giornata!



* * *



Il giorno dopo, purtroppo, passò in modo altrettanto lungo e l’unica sua distrazione fu scendere a fare colazione (il suo stomaco rumoreggiava sonoramente a causa della cena saltata la sera prima) e il misero pranzo, composto da avanzi di pollo e da delle cose verdi e arancioni, che potevano essere delle verdure non meglio identificate.


Anche quel pomeriggio fu afoso e non si alzò nemmeno un po’ di vento. La sua stanza era una fornace e nonostante le due docce, si sentiva sempre irrimediabilmente accaldato. Fu tentato di sfidare le urla di zio Vernon e provare a fare la terza doccia della giornata (lo zio odiava qualsiasi spreco d’acqua… ma quel caldo era insopportabile!), tuttavia si limitò a rinfrescarsi sciacquandosi solo la faccia.


Harry, dal giorno prima, aveva ripensato spesso a quella ragazza che lo aveva baciato lasciandolo di sasso, e non riusciva a togliersi il sorriso di dosso ogni volta che ci rimuginava su.


Sviando l’attenzione degli zii, quel pomeriggio riuscì ad allontanarsi da casa senza che se ne accorgessero e alle 17.00 in punto era al parco, a dondolarsi con pigrizia sull’altalena.


Alle 17.05 la vide arrivare, sempre correndo.


Harry le sorrise e si alzò, sentendosi in difficoltà perché non sapeva cosa dire.


Ehm… ciao!”, provò con la cosa più semplice.


Ciao! Sei rimasto così da ieri?”, lo prese in giro, trovandolo nella stessa posizione del giorno prima.


Oh, no… Sono… sono arrivato adesso…”


Lei sorrise in modo birichino: “Stavo scherzando!”


Harry sorrise a sua volta, sentendosi maledettamente stupido.


Vuoi… vuoi fare una passeggiata?”, le chiese agitato, con l’impressione che lei fosse molto più sciolta e sveglia di lui.


Oh, no… Mi piace restare qui. E’ un posto tanto movimentato di mattina, ma a quest’ora fa troppo caldo… e non ci viene nessuno!”


Sì, ho visto.”


Harry, in effetti, sentiva piccole goccioline di sudore indesiderate imperlargli la fronte, adesso che lei lo guardava con quegli occhi così vivi.


Lei si sedette sul piccolo seggiolino e si diede una spinta per dondolare meglio.


Dimmi un po’, Harry…”


Lui la guardava, come ipnotizzato, andare avanti e indietro.


“…Sì…?”


Ce l’hai la ragazza?”


Harry sbattè le ciglia un paio di volte, in pieno panico.


Era davvero il colmo! Non aveva problemi a fare a botte da solo contro cinque ragazzi, ad affrontare Mangiamorte… a sfidare addirittura Voldemort! E adesso, di fronte ad una ragazzina più piccola di lui, si sentiva imbranato come un pulcino che muoveva i primi passi per la prima volta in vita sua!


Oh Dio! Che domanda difficile… Che cosa doveva risponderle? Di sicuro con Cho era finita, su questo non c’erano dubbi. Ma il suo cuore? Per chi batteva? Lui, già da tempo, si sentiva in uno stato confusionale a dir poco complicato!


I suoi 16 anni iniziavano a farsi sentire tutti… Nel senso che a volte, anche se non voleva, provava strane sensazioni all’inguine e un calore improvviso gli saliva fino al pomo d’Adamo, con l’impressione che quel calore lo soffocasse e che da qualche parte dovesse prima o poi uscire.


Proprio come in quel momento!


Harry notò che Greta portava una magliettina del colore dei suoi occhi, aderente e con le maniche corte. Un’aderenza che esaltava le sue giovani forme e lo attirava come una calamita. Aveva una gonnellina corta e delle scarpe da ginnastica, e ogni volta che l’altalena gli veniva vicino, la gonna le si alzava un po’, mandando Harry nella confusione più totale!


Ecco, esattamente la stessa sensazione che lo torturava ultimamente e sempre più spesso.


Gli capitava soprattutto di notte, ed Harry era sicuro che, durante quei sogni, non era certo Voldemort a fargli compagnia!


In più di un’occasione si era svegliato ed era dovuto correre in bagno, per limitare i danni che comunque aveva già causato.


E, la cosa più tragica ed allarmante (e che lo angosciava da morire!), era che gli sembrava di sognare Hermione… Ma lui, ogni volta, andava a rinfrescarsi la mente sotto l’acqua ghiacciata, convincendosi che non era possibile, che si stava sbagliando, che non era di certo Hermione ad entrare prepotentemente nei suoi sogni!


Dopo quella lunga attesa, Greta smise di muoversi in qua e in là e saltò giù dall’altalena: “Beh, evidentemente non ce l’hai! Altrimenti non ci avresti messo cinque minuti per rispondere!”


Harry tornò alla realtà, sentendosi arrossire ancora di più.


No… cioè sì! E’ che…”


Ho capito! Ti piace una ragazza ma non trovi il coraggio di dirglielo…”


Oh, no… NO! Non mi piace nessuna!”


Non devi mica vergognarti, sai?”


Io non mi vergogno affatto!”, disse a voce alta.


Meglio… Non essere arrabbiato, scusami se sono stata invadente…”, e gli si avvicinò di un passo, guardandolo in modo furbo.


Harry, giusto per dire qualcosa, le domandò: “E tu? …Ce l’hai il ragazzo?”


Non più, ci siamo lasciati da un mese…”


Harry la guardò incredulo. Forse non arrivava ai 14 anni ed aveva già avuto un ragazzo? Era decisamente più scaltra di lui !!


Come il giorno prima, gli si piazzò davanti e lo osservò con attenzione.


Hai degli occhi molto belli. Te lo hanno mai detto?”


Harry avrebbe voluto fare un passo in dietro, ma si impose di restare immobile.


Ah, sì… qualcuno.”


Lei lo stupì ancora una volta, alzandosi in punta di piedi ed appoggiando le mani sulle sue spalle per tirarsi su, e con tutta la naturalezza del mondo, lo baciò.


Questa volta però, il bacio fu più audace, e Greta si divertì a giocare con la lingua di Harry, completamente smarrito e ignaro sul dove mettere le mani.


Il senso di vuoto si fece subito sentire alla bocca dello stomaco, e per un secondo gli girò la testa. Le mani abbandonate lungo i fianchi, come un impacciato, goffo ed impreparato tredicenne!


Lei si staccò piano, con l’aria intenerita: “Sei così dolce…”


A-anche tu…”, ammise Harry, col cuore che gli batteva forte.


Puoi anche abbracciarmi, la prossima volta…”


Oh… ah… ehm, va bene…”


Ma era possibile che si dovesse far dare indicazioni da una più piccola di lui?!

Da imbranato era salito al gradino superiore di perfetto idiota!


Devo andare. Ci vediamo domani alle cinque?”


Harry annuì felice come un cagnolino.


Lei gli fece una carezza e lo salutò con la mano: “Ciao…”


Ciao…”, e rimase a guardarla mentre correva via.


Avrebbe voluto urlare dalla gioia, ma si limitò a sorridere come il giorno prima, anche se il sorriso era diventato largo più del doppio!


* * *



Il giorno dopo, Harry, al parco ci arrivò alle 16.30!


Era talmente tanta la voglia di rivederla…


La sera prima aveva mangiato con appetito, nonostante la brodaglia che gli zii avevano riservato per lui, e aveva sopportato con aria di sufficienza gli sguardi indagatori che i tre membri della famiglia gli avevano riservato.


Era andato a letto presto, ma non era riuscito a chiudere occhio fino a tarda notte. La sera successiva il signor Weasley sarebbe andato a prenderlo per portarlo alla Tana. E per la prima volta, da quando era a Prive Drive, aveva sospirato a quel pensiero, perché si era reso conto che non avrebbe più rivisto la sua amica Greta.


Si era rigirato inquieto nel letto, col pensiero di lei e non vedendo l’ora che arrivassero le 17.00 del giorno dopo! L’avrebbe salutata… e l’idea di baciarla di nuovo lo aveva agitato ancora di più.


Aveva fatto un sogno strano, indefinito ma piacevole, di cui quella mattina non ricordò più nulla, se non il fatto che riguardava Hermione.


Da più di mezz’ora si cullava, ondeggiando avanti e indietro, in attesa di vederla apparire dal solito ingresso, quando due manine piccole e fresche gli circondarono il viso, coprendogli gli occhiali.


Harry sollevò istintivamente le mani fino a toccare le sue, e lei, dopo avergli posato un bacio leggero sulla guancia, lo lasciò libero.


Si votò: “Ciao…”


Ciao Harry!”, lo salutò mostrando un sorriso radioso.


Harry si alzò dall’altalena girandoci intorno, e le si avvicinò timido: “Come stai?”


Bene, grazie, e tu?”


Una meraviglia. Vuoi… ti va se andiamo a prendere un gelato?”, le chiese ostentando una sicurezza che non provava.


Lei gli mise le mani intorno al collo: “No, grazie. Non mi va e poi non posso fermarmi molto…”


Oh…” Harry non nascose la sua delusione.


Possiamo andarci domani, se vuoi.”


Mi piacerebbe, ma… devo partire. Questo è l’ultimo giorno che possiamo vederci.”


Greta lo guardò con due occhioni dolci e tristi, staccandosi da lui: “Te ne vai di già…?”


Sì.”


Capisco. Peccato che abbiamo avuto così poco tempo per conoscerci.”


Sì, un vero peccato!”, ripeté Harry, sinceramente dispiaciuto.


E quando tornerai?”


Ci pensò su. Visto com’era finito l’anno scolastico precedente, e gli incontri che aveva fatto, chi poteva garantire il suo ritorno?


Mi auguro di farmi rivedere l’anno prossimo.”


Di certo, non per incontrare i suoi zii…


Lei gli prese la mano e lo trascinò dolcemente verso un angolo più riparato del giardino.


Mi mancherai…”


Harry sentì il rossore iniziare a partire dalla punta dei piedi, ed andare sempre più velocemente verso l’alto.


A-anche… tu…”


Un sorriso malizioso affiorò sulle sue labbra, e chiudendo gli occhi, protese la bocca verso di lui, in attesa di essere baciata.


Fantastico!


Catastrofico…


Harry si fece coraggio e le mise goffamente le mani sulle spalle, chinandosi per baciarla. Greta, con fare esperto, gli prese le mani e se le portò intorno alla vita, allacciandogli poi le sue braccia dietro la nuca e premendo il corpo contro quello di Harry.


Cavolo!


Il bacio fu più lungo del giorno precedente, e la testa di Harry girò come una trottola per tutto il tempo. Sentire quel corpo stretto contro il suo lo animò di nuove sensazioni e l’istinto lo avrebbe portato a rotolarsi nell’erba con lei…


Ma riuscì a non farlo e a dominare quella trepidazione che sentiva muoversi nei paraggi dei suoi pantaloni.


Harry iniziava a non capire più niente! Avrebbe voluto metterle le mani dappertutto, e contemporaneamente riuscire a prendere aria… ma senza staccarsi da lei. Il problema stava proprio nel fatto che iniziava a sentirsi in carenza di ossigeno. Con la sua scarsa esperienza, realizzò che per il momento era impossibile riuscire a respirare e baciare allo stesso tempo!!


Forse, ad Hogwarts, esisteva qualche vecchio manuale intitolato ‘PRIMI PASSI PER IMPARARE A BACIARE’


Oppure ‘UN BACIO AD EFFETTO IN TRE LEZIONI’


Altrimenti ‘BACIARE SENZA MORIRE’


Magari Hermione, che aveva letto così tanti libri, in cinque anni aveva visto un titolo simile…


Ma per fortuna fu Greta a decidere quanto lungo dovesse essere il bacio, e ad interromperlo quando Harry era ormai in completa apnea. Si sentiva un disastro!


E si sentì in dovere di giustificarsi.


Come avrai capito, non sono quello che si può definire…un grande esperto…”


Dio, che vergogna!


Oh… non sai quanto vorrei poterti insegnare meglio! Ma non devi buttarti giù così… non sei affatto male! E sei così dolce…”


Harry si guardò i piedi, vergognandosi troppo.


Lei raccolse la sua mano, che era abbandonata lungo il fianco, e inaspettatamente, se la portò sul cuore. Harry per poco non credette di svenire. Sentì le budella accartocciarsi tra di loro…


Lo senti, quanto mi batte forte il cuore?”, gli chiese Greta dolcemente.


Harry, per la verità, aveva tutti e cinque i suoi sensi concentrati su quella scena: - vista (gli occhi erano immobilizzati sul suo seno, che si sollevava e si riabbassava per la respirazione ansante), - udito (poteva sentire il suo respiro: corto e affrettato per l’emozione), gusto (sulla lingua aveva ancora il dolce sapore di Greta, che al momento del suo arrivo mangiava una caramella alla menta, ed il fresco sapore era passato dalla sua bocca a quella di Harry), - olfatto (alle sue narici arrivava, trasportato dal vento leggero, un fresco profumo di fiori, che lo inebriava), - tatto… Oddio! Il tatto era, in assoluto, quello che stava meglio!


Quella sensazione fisica della propria mano appoggiata davvero su di lei, e così vicina al suo seno… per poco non lo fece vacillare. Quel seno così tenero e soffice, ma allo stesso tempo pieno e fiorente. In quel momento sentiva tutto, in maniera intensa ed amplificata!


Ma i battiti del cuore di Greta… in tutta onestà, arrivavano un bel po’ dopo.


Ehm, sì…”, disse con poca convinzione.


E il tuo cuore? Batte forte come il mio?”


Decisamente, quello di Harry, per poco non gli schizzava fuori dal petto!


Lei allungò la mano per sentire, e il suo sorriso di approvazione contagiò anche Harry.


Wow, batte davvero forte…” Poi si incupì leggermente. “Non dirmi che non avevi mai… toccato una ragazza?”


Lui tolse a malincuore la mano dal suo petto e fece un passo indietro. Si sentiva talmente stupido in quella conversazione! Certo, era un povero pivello in fatto di ragazze, ma perché non gli chiedeva se sapeva volare? O quante partite di Quidditch aveva vinto in tutti quegli anni? Perché non gli domandava se era capace di far sparire un Dissennatore in meno di un minuto?


Le voltò le spalle, un po’ offeso dalla supremazia di Greta.


Lei si intenerì all’istante: “Scusami! Riesco sempre a farti rimanere male, ma non volevo, credimi! E’ che mi sembra così strano che un ragazzo carino come te, sia così… inesperto. Ma ti posso assicurare che questo a certe ragazze piace. A me, piace…”


Harry tornò a guardarla: “Davvero?”


Sicuro!”, e gli mise nuovamente le braccia intorno al collo. “Adesso purtroppo devo andare… è arrivato il momento dei saluti.”


Harry, superando se stesso, le circondò la vita e la strinse un po’. Cercò di non pensare alla paura e prese l’iniziativa, baciandola per un lungo momento.


Sei uno che impara in fretta, vedi?”, sorrise Greta. “Ti penserò per tutto il tempo… e l’anno prossimo sarò qui ad aspettarti!”


Harry ricambiò il sorriso teneramente: “Va bene…”, anche se in cuor suo, sapeva benissimo che in un lungo anno, tante cose sarebbero cambiate. Quasi sicuramente per lui… ma con la certezza più assoluta per lei! Chissà quanti altri ragazzi avrebbe fatto cadere ai suoi piedi!


Si diedero un bacio conclusivo e lei corse via, girandosi un’ultima volta e sventolando la mano.


Harry si sentì un po’ triste.


Greta era stata una fresca nuvola bianca estiva, arrivata velocemente e sparita con ancora più rapidità. Ma era stata un’esperienza nuova per lui, che aveva acceso o forse risvegliato, delle emozioni che erano pronte a crescere e maturare.


Tornò lentamente verso casa, tanto aveva già preparato tutto per la partenza, e gli restava ben poco da fare. Appena entrato, i suoi zii lo avvisarono che quella sera sarebbero usciti per andare a teatro, e non si risparmiarono nell'abbaiare ordini e divieti.


Non toccare nulla! Non permetterti di mangiare niente dal frigorifero! Guai a te se troviamo qualcosa che manca da casa! Fila a letto appena hai finito di cenare!”


Harry guardò sconsolato il suo piatto solitario che era appoggiato sul tavolo e che conteneva dei piselli bruciacchiati ed un hamburger rinsecchito.


Non preoccupatevi, non sarò più un disturbo per voi!”, rispose gelidamente.


Zio Vernon lo scrutò con gli occhi ridotti a due fessure sottilissime: “Che cosa vorresti dire?”


Esattamente quello che ho detto. Buonanotte!”, e salì gli scalini che lo portavano fino in camera sua. Gli zii, al loro ritorno, non lo avrebbero più trovato, e vedendo anche tutte le sue cose sparite, avrebbero capito che era tornato ad Hogwarts.


La sua coscienza era a posto. Comunque, il messaggio glielo aveva lanciato.


Quando sentì finalmente la porta di casa chiudersi, riuscì a rilassarsi e a finire di mettere via le ultime cose che aveva lasciato fuori. Pulì per bene la gabbia di Edvige e pregò il gufo di entrarci senza protestare.


Passò l’ultima mezz’ora a ripensare a Greta e a chiedersi se le sarebbe mancata…


Naah!


Non poteva certo paragonare quello che finalmente lo aspettava, e che aveva desiderato per cinque lunghissime settimane, con quegli ultimi tre giorni! Certo, quella ragazzina almeno gli aveva reso più sopportabile l’attesa, ma non poteva certo attribuire qualcosa di più a quella sensazione…

Ed era più che convinto che anche Greta si sarebbe presto dimenticata di lui!


Gli spuntò un sorriso sulle labbra al pensiero di tornare alla Tana, quella che sentiva essere quasi la sua vera casa… Ai giochi che avrebbe fatto con Ron, Hermione, i gemelli e Ginny… Al buon cibo della signora Weasley, ai divertimenti e alle passeggiate.


Poi pensò ad Hogwarts, la sua amata scuola! Ai suoi professori, alle gite che li aspettavano, alle partite di Quidditch… Voleva viversi i suoi 16 anni finalmente con un po’ di spensieratezza e senza l’angoscia di essere ucciso da qualcuno!


Ma chissà se ci sarebbe riuscito.

* * *

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Capitolo 2
*** - 2 - ***


AL DI LA' DELLA RAGIONE



- 2 -


Alla Tana ’




Harry era lì a rimuginare tra i suoi pensieri, quando sentì una specie di tonfo provenire dal salotto. D’istinto afferrò la bacchetta e scese velocemente fino al piano inferiore. Guardò attentamente in giro, senza però notare nulla di strano.


Vide che l’orologio segnava le 21.00 precise e si domandò se quel rumore poteva collegarsi al signor Weasley. Di solito era puntuale, ma non sapeva con quale ‘mezzo’ sarebbe venuto a prenderlo.


Passarono diversi minuti e qualcuno suonò il campanello. Automaticamente Harry prese di nuovo in mano la bacchetta, poi si avvicinò alla porta e chiese, con voce forte: “Chi è?”


Ah… Sì… Buona sera! Sono Arthur Weasley, sono venuto a prendere Harry… Harry Potter!”, gridò.


Harry si immaginò i vicini curiosi, nascosti dietro le tendine a fiorellini che sbirciavano verso casa Dursley... ad osservare un signore bizzarro, vestito in modo alquanto discutibile, e che urlava come se la sua voce dovesse oltrepassare una parete di granito, anziché una semplice porta. Non volle nemmeno immaginare che cosa avrebbero detto l’indomani allo zio Vernon!


Preoccupato per tutta l'attenzione che il nuovo arrivato stava attirando su di sé, spalancò la porta mettendosi un dito davanti alla bocca in segno di silenzio, e il signor Weasley gli rivolse un gran sorriso: “HARRY!!”, disse a voce ancora più alta.


Fu subito circondato dall’abbraccio paterno del mago, che Harry ricambiò con piacere, anche se contemporaneamente lo tirò dentro casa.


Figliolo, come stai?”, chiese esaminandolo con attenzione. “Beh, sei un po’ pallido, ma tutto sommato ti trovo bene! Per la barba di Merlino… in meno di due mesi ti sei alzato anche tu di parecchi centimetri! Ah, beati voi giovani! Sembra che basti l’aria per farvi crescere!”


Harry sorrise, felice di rivederlo. Ovviamente lo divertiva sentire quel fiume di parole che continuava a proferire, e allo stesso tempo vederlo guardarsi intorno con occhi curiosi ed insaziabili, attenti a scrutare tutti quegli oggetti babbani a lui ignoti.


Ehm, sto bene, grazie.”


Oohh… che cos’è quello?”, domandò come se fosse stato un bambino ingordo di sapere, indicando un microonde.


E’ un forno… un forno a microonde.”


Micr… cosa?”


M-i-c-r-o-o-n-d-e…”, ripeté piano Harry, divertito.


Ahh, che meraviglia! E quello?”, continuò puntando il dito verso una centrifuga per l’insalata.


Serve a lavare le foglie d’insalata e ad asciugarle in fretta… come una centrifuga.”


Ohh… Bellissimo, ingegnoso! Invece quell’altra cosa lì?” Il suo dito puntò febbrilmente il tritarifiuti.


Signor Weasley, vorrei tanto poterle spiegare ogni cosa, ma è già una benedizione che i miei zii questa sera non siano in casa… Direi che non è il caso di ritardare oltre, che ne pensa?”


Lui annuì, ma i suoi occhi registrarono ogni oggetto che non conosceva, guardandolo avidamente. Harry lo trascinò verso la scala, allontanandolo dalla cucina.


Piuttosto, con che cosa è venuto? Perché è entrato dalla porta?”


Il signor Weasley si riscosse: “Ah, ho provato ad usare la polvere volante, ma evidentemente il camino dei tuoi zii non è collegato con la metropolvere! Ho preso una brutta botta, prima”, e gli mostrò un bernoccolo che era già lievitato di tre centimetri.


Mi spiace…”


Oh, non preoccuparti! Per fortuna c’era il camino della signora Figg! Il suo è funzionante, anche se è una maganò. Ed è con quello che torneremo alla Tana!”


Harry non stava più nella pelle: “Vado a prendere i miei bagagli!”, e corse in camera sua. Tornò dopo trenta secondi, trascinandosi il baule e la gabbia con Edvige dentro, la quale sbatteva le ali contrariata dal maltrattamento.


Il signor Weasley si stava rigirando tra le mani il telecomando del nuovo televisore a cristalli liquidi.


Ehm, quello è meglio metterlo giù…”, e glielo tolse prudentemente dalle mani. “Io sono pronto!”


Bene, molto bene. Direi che Edvige può andare da sola, volando. Farle fare il viaggio attraverso i camini potrebbe renderla nervosa…”


Harry fu d’accordo e la liberò, sussurrandole con dolcezza: “Vai alla Tana, ci vediamo più tardi lì.”


Poi uscirono di casa, chiudendola, e percorsero i pochi metri che li separavano da quella della signora Figg. I gatti della vecchietta presero a strusciarsi contro le gambe di Harry, quando entrò, con gli occhi felini rivolti all’insù, osservando la gabbia (per fortuna vuota) di Edvige.


Accettò per sfinimento un biscotto che la signora continuava ad offrirgli con insistenza e finalmente il signor Weasley tirò fuori la piccola borsa contenente la polvere volante.


Vai prima tu, Harry”, gli disse porgendogliela.


Harry salutò educatamente la signora Figg e s’infilò nel camino, felice più che mai di lasciare finalmente Privet Drive. Prese una bella manciata di polvere volante e, gettandosela sui piedi, pronunciò scandendo bene le parole: “ALLA TANA!”, ed una fiammata verde lo avvolse.


Il viaggio, tutto sommato, fu abbastanza veloce anche se non particolarmente comodo. Come le altre volte, respirò fuliggine e altre schifezze, imbrattandosi ovunque, ed atterrò (non proprio con grazia) in casa Weasley.


Terminò la corsa scivolando fino a metà della stanza, dove (proprio in quel momento) stava passando Hermione. Involontariamente, si ritrovò a farle una specie di sgambetto, e a tirarla giù come se fosse stata un birillo.


Il piatto che lei aveva in mano volò per aria, cadendo a poca distanza da loro e frantumandosi con un gran baccano.


Harry riuscì solo a percepire che Hermione gli stava cadendo addosso e fece appena in tempo ad allargare le braccia che lei gli piombò sopra. Si ritrovò una massa di morbidi ricci ondulati, e che profumavano di vaniglia e fiori, a coprirgli il viso.


Dopo qualche secondo, Hermione sollevò la testa e i loro occhi si ritrovarono a pochi, pochissimi centimetri di distanza. Harry vide il riflesso delle fiamme nei suoi occhi nocciola, e per un attimo rimase rapito da quello sguardo così caldo e profondo.


Poi arrivò la percezione di tutto il resto. Il suo respiro dolce e delicato, la sua bocca leggermente aperta in un’espressione di stupore, il suo lieve peso, il suo corpo che aderiva così perfettamente al proprio… e il suo seno. Oddio! Da quando Hermione aveva il seno?


O meglio, era ovvio che avesse il seno, ma Harry non l’aveva mai notato, osservato… E di sicuro non l’aveva mai sentito premuto contro di sé!


Nessuno dei due si rese conto di quanto tempo trascorsero in quella posizione, ma ne rimasero entrambi decisamente scossi.


Fu la voce della signora Weasley a risuonare come una tromba alle loro orecchie: “HARRY!!”


I due ragazzi si guardarono confusi, e finalmente Harry riuscì a balbettare: “C-ciao Herm…ione!”


Lei superò molto più in fretta di lui l’imbarazzo, e con un gran sorriso lo abbracciò forte (maledizione, se prima si era fatto solo una vaga idea del suo seno, adesso ce l’aveva ben chiaro in mente!), e lo salutò con gioia: “… Harry!”


Ron, dall’alto, si affacciò con la testa sopra di loro, e pronunciò in modo affettato: “Hermione, non c’è bisogno di stritolarlo in quel modo!”


Lei, per tutta risposta, scoccò un sonoro bacio sulla guancia di Harry e gli fece un sorriso indimenticabile.


Ron aiutò Hermione a rimettersi in piedi, ed allungò una mano verso Harry per aiutare anche lui. Harry si alzò con un gran sorriso, e la stretta di mano si tramutò subito in un abbraccio caloroso e fraterno.


Ciao Harry! Iniziavi a mancarci troppo…”


Ciao Ron! Anche voi mi mancavate da morire!”


Improvvisamente, niente gli sembrò più bello che essere lì.


E il ricordo di Greta iniziò a diventare molto, molto pallido e lontano.


Passò un minuto e, con molta più grazia, arrivò anche il Signor Weasley.


Dopo qualche affettuosa pacca sulle spalle, i gemelli Fred e George corsero a salutarlo con altrettante strette di mano, ma furono allontanati da Molly Weasley, che prese Harry tra le braccia e quasi lo soffocò in uno dei suoi portentosi abbracci 'stritolacostole'.


Harry… Harry caro! Come stai? Fatti vedere!”, lo allontanò per un secondo, senza però staccare le mani da lui, e poi se lo riportò al petto. “Oh… non riesco a capire come possano i tuoi zii ridurti così alla fame!! Sei magro quasi quanto Ginny! La prossima volta vengo io a prenderti, così gliene dico quattro!”


In tutto questo, continuava a stringere Harry, che non osava reclamare nonostante iniziasse quasi a sentire dolore a furia di essere compresso in quel modo.


Mamma… mamma…? MAMMA !?!?”, gridò Ginny, “Così non lo fai respirare!”


Finalmente la signora mollò la presa e lo lasciò libero di buttare fuori l’aria: “Scusami… è che sono così in ansia per te…”


Harry si chiese perché, allora, non erano andati a prenderlo prima… Ma preferì lasciar perdere!


Ciao, Harry.”


Due fanali verdi (quasi quanto i suoi) lo catturarono ed Harry vide Ginny… decisamente cresciuta e notevolmente più carina rispetto al mese prima. Forse aveva ragione il signor Weasley: possibile che bastasse l’aria a far sviluppare così velocemente qualcuno? … E in maniera così… incantevole?


Harry rimase un attimo inebetito a fissare la massa di capelli rosso fuoco che attorniava il suo viso, poi si decise a rispondere.


Ciao G-Ginny…”


Tesoro, hai mangiato?”, gli chiese Molly.


Ehm, no, a dire la verità la mia cena non era per niente allettante…”


Oh! Magnifico! Ho fatto bene a preparare polpette in abbondanza! Ginny, aiutami ad apparecchiare per Harry!”


Lui la seguì con lo sguardo, mentre Ginny svolgeva il compito datole.


Allora, che si racconta dalle parti di Privet Drive?”, gli chiese Ron. “Tuo cugino assomiglia sempre ad un maiale?”


Harry rise ed annuì: “Sì, effettivamente lo ricorda molto…”


E quei mentecatti dei tuoi zii paranoici?”, domandò Fred.


Uhm, loro sempre peggio!”


Harry!”, lo rimproverò Hermione, “in ogni caso sono i tuoi zii, e tu devi comunque portare rispetto per loro…”


George, da dietro le sue spalle, si picchiettò l’indice sulla tempia, scandendo bene il labiale (pur senza emettere suoni), e dicendo in direzione di Harry: “Lascia perdere, è matta!!”


Su, forza Harry! Vieni ad assaggiare le mie polpette, e dimmi se sono buone come le ricordavi…”, lo chiamò Molly.


Harry, con lo stomaco che brontolava dalla fame, si sedette a tavola con vero piacere. Era passato molto tempo da quando non aveva fatto un pasto decente. Addentò la prima polpetta con vero godimento, e il suo sapore gustoso lo fece sorridere di gioia.


Quasi senza masticare la prima, se ne ficcò avidamente un’altra in bocca, e pronunciò in modo incomprensibile: “s - no bo - ni - ime…”


Molly lo guardò con amore infinito: “Bene! Ad essere sincera, questa volta ho avuto una valida collaborazione… Queste due streghette mi hanno aiutato. No, dico, alla loro età io avevo già conosciuto Arthur, e sapevo già fare un sacco di cose in casa!”


Hermione e Ginny si guardarono a vicenda, arrossendo leggermente, poi abbassarono gli sguardi.


Vedi, Ginny? Ad Harry piacciono le polpette… e tu adesso le sai fare! Puoi sempre conquistarlo prendendolo per la gola! Ah ah ah!!!”, e si sbellicò dalle risate.


MAMMA!” Il rossore di Ginny riuscì quasi ad uguagliare quello che ogni tanto raggiungeva il fratello maggiore.


Beh? Che cosa c’è di male? E’ ora che tu ed Hermione iniziate a pensare seriamente a queste cose… Alla vostra età, io…”


MAMMA!!”, urlò di nuovo Ginny, sempre più rossa, “I tempi sono cambiati… E né io, né Hermione abbiamo bisogno dei tuoi suggerimenti!”


In effetti Ginny non ha bisogno di consigli o indicazioni su questo argomento… non è vero sorellina?”, le disse con un sorriso ironico Fred.


Tu impicciati degli affari tuoi!”, ringhiò lei.


Perché? Che cosa vuoi dire?”, s’intromise Ron.


Niente!”, sentenziò Ginny, sventolandosi una mano davanti alla faccia.


Intendo dire che, nel caso tu non te ne fossi accorto, la nostra piccola Ginny non è più… poi così piccola! C’è mezza scuola che le fa la corte… E tu nemmeno te ne sei accorto!”


Ron strabuzzò gli occhi: “M-mezza… mezza scuola ?!”


Anche di più…”, rincarò George.


Ginny, col fumo che le usciva dalle narici, sbattè con rabbia sul tavolo il canovaccio che aveva in mano: “Siete i soliti idioti!”, e se ne andò furibonda.


Hermione la seguì, preoccupata, non prima però di aver fulminato i due gemelli con un’occhiata assassina e aver detto loro: “Quando imparerete a tenere quelle boccacce chiuse ?!”


I quattro ragazzi le seguirono con gli occhi. Ron, accaldato, si rivolse ad Harry: “Tu… tu ti eri accorto di… insomma, che Ginny è… cresciuta fino a questo punto?”


Harry, ancora un po’ turbato dallo sguardo che Ginny gli aveva riservato poco prima, non faticò a credere che altri ragazzi potessero averla notata. Ma non voleva certo far venire un infarto all’amico. Tentò di tranquillizzarlo.


Ma no… Non è cambiato nulla in lei…”


Fred e George lo scrutarono contrariati di sbieco: “Tanto lo sappiamo che lo dici solo perché Ron è un geloso – sospettoso – diffidente - irrecuperabile!”


Dimmi la verità!”, gli intimò Ron.


Harry si agitò sulla sedia: “Io… beh, sì, in effetti… Ginny è piuttosto cresciuta ultimamente, ma...”


Ron roteò gli occhi, guardandolo malissimo: “GINNY E’ UNA BAMBINA!!”


I gemelli dissero insieme: “NON E’ PIU’ UNA BAMBINA!”


Ron cercò conforto in Harry, il quale parlò prima di pensare: “Ron, ad essere sinceri lei ha solo un anno in meno di noi, in realtà non è più così piccola e…”


CHE COSA?!?” Ron strinse i pugni, interrompendolo di nuovo con rabbia crescente: “Beh, non credo proprio che qualcuno avrà il coraggio di avvicinarsi a lei, quest’anno!”, disse facendo scrocchiare sinistramente le nocche, prima di una mano e poi dell'altra.


I gemelli si guardarono, scuotendo la testa desolati. “Non potrai impedire per sempre che lei cresca… Prima o poi anche lei avrà una storia!”


Ginny è troppo piccola!”, ribadì lui.


La signora Weasley, che si era allontanata da un po’, tornò con un altro vassoio carico di polpette e patate.


Mangia, caro. E voi, avete finito di urlare? Perché avete fatto scappare Ginny in quel modo?”


Il tuo penultimo figlio non si vuole arrendere davanti all’evidenza”, disse Fred.


Ron incrociò le braccia sul petto, imbronciato ed incupito.


E poi, parli proprio tu!”, disse in tono d’accusa George, rivolto al fratello minore.


Lo scrutò con attenzione, girandogli intorno, come per studiarlo. Poi continuò: “Ultimamente hai un’aria piuttosto strana… Te ne stai lì, con lo sguardo da… triglia in amore! Non fai che sospirare…”


Guardandolo negli occhi, proseguì, senza pietà: “Ed è da dieci giorni che non stacchi gli occhi di dosso da Hermione!


Harry, che aveva ripreso a mangiare ed aveva la bocca bella piena, a quelle parole sentì una strana inversione nel flusso della sua respirazione, e l’aria invece che andare giù, gli tornò su.


Il boccone gli andò di traverso ed iniziò a tossire rumorosamente e a sputacchiare pezzettini di polpette da tutte le parti. Fred e George, con la scusa di aiutarlo, si divertirono a massacrarlo di pugni sulla schiena. Dopo cinque minuti di tortura, Harry riprese a respirare a fatica.


Harry si voltò verso Ron, il quale aveva gli occhi vitrei e il suo viso emanava un calore potente come quello di un fuoco che bruciava in pieno inverno.


“…C-cosa… mi-miseriaccia…. state di-dicendo?!”


Oh, avanti Ron! Pensi di ingannare proprio noi? Ti si legge in faccia che qualcosa è cambiato, negli ultimi tempi, nel tuo cuoricino!!” I gemelli iniziarono a fare facce sdolcinate e a sbattere le ciglia come forsennati.


Il rossore di Ron, ormai aveva raggiunto i livelli del colore dell’aragosta dopo 45 minuti di ebollizione!


Hhh… phfs… ohufs …”, bofonchiò incomprensibilmente Ron.


Cosa? Non abbiamo capito…”


V-voi… razza di … b-b… st…”, si morse le labbra, livido di rabbia.


I gemelli iniziarono a ridere a crepapelle.


Ha ragione Ginny! Siete davvero degli idioti!”, riuscì finalmente a dire Ron, cercando di risultare terribilmente offensivo e pregando di superare quel momento di terribile imbarazzo. Ma mentre i gemelli si tenevano la pancia ed erano piegati in due dal ridere, Harry inspiegabilmente non riusciva a trovare nulla di divertente nell'intera faccenda.


Provò ad abbozzare un sorriso, rimediando solo una smorfia inguardabile. Tornò a contemplare il suo piatto, infilzando una polpetta con inaspettata ferocia, ma, improvvisamente, si rese conto che non sarebbe riuscito a mandare giù nient'altro.


Ron - è - cotto!”

Ron - è - cotto!”

Ron - è - cotto!!!!” , canticchiarono in modo fastidioso i fratelli maggiori.


Non dite stronzate!”, s’innervosì Ron.


I due, a quel termine si bloccarono, si fissarono, e con un sorriso a 32 denti, gridarono:


Ron - è - innamorato!”

Ron - è - innamorato!”

Ron - è - innamorato!!!!”


A quel punto, accecato dalla rabbia, Ron prese ad inseguirli intorno al tavolo con espressione omicida, facendo roteare per aria i pugni.


Harry seguì la scena, e cercò con tutte le sue forze di ridere.


Si sforzò… si sforzò tantissimo!


Perché non rideva?


Doveva ridere!


Maledizione, solo fino a qualche mese prima si sarebbe sganasciato dalle risate!


Che cosa c’era di diverso quella sera? Perché non riusciva a trovare divertente il fatto che prendessero in giro Ron con quella cantilena?


Harry! Aiutami a bloccarli!”, gridò Ron.


E fu con estremo piacere che Harry allungò una gamba per fare lo sgambetto a George, che smise finalmente di canticchiare ‘Ron è innamorato’, e rotolò a terra, seguito subito dopo da Fred. Ron montò sopra di loro, iniziando a pestare pugni su ogni angolo libero che trovava.


Harry fece un passo indietro, quasi incredulo. Perché diamine lo aveva fatto?


Ron è innamorato… Ron è innamorato…


Quella tiritera riempiva la sua testa.


Harry, questa ce la paghi!!”, disse con voce strozzata Fred, che aveva le mani di Ron attorno al collo.


Adesso basta! Voi tre… HO DETTO BASTA!”, urlò con forza la signora Weasley. “Si può sapere che vi prende, oggi?”


I tre fratelli smisero di lottare e si sollevarono da terra, spolverandosi i pantaloni. Ron aveva i capelli per aria, mentre i gemelli persistevano ad avere un sorrisetto beffardo sulle labbra.


Harry sarà stanco morto. Ron, filate su in camera vostra a dormire! Fred, George, per punizione sparecchiate e lavate i piatti di Harry!”


Harry, sentendosi in colpa per quello che aveva fatto ai gemelli, provò a rimediare: “No, non è il caso. Li laverò io i piatti!”


Oh, no caro… Tu adesso vai a riposare. Tra poco arriveranno anche questi due birbanti! E guai a loro se li sentirò fiatare, capito?” disse minacciosamente in direzione dei due fratelli maggiori.


Ron ed Harry salirono le scale con le teste basse. Quando passarono davanti alla stanza delle ragazze, poterono sentire un leggero bisbigliare, che si interruppe immediatamente al loro passaggio.


Ron gettò una rapida occhiata alla porta: “Non abbiamo dato la buonanotte a Hermione. ...E a Ginny!”, si affrettò ad aggiungere.


Harry si fermò: “Oh... ah, ehm… non so… ma dici che…?” Non finì la frase perché notò con disappunto che le punte delle orecchie di Ron iniziavano a diventare rosse.


Lui sembrò pensarci un po’ su, poi si schiarì la voce e bussò.


Dopo qualche secondo, si sentì un debole “…Sì?”


Ron sorrise felice ed aprì la porta. Harry lo guardò incredulo…


Ehm, ciao… volevamo darvi la buonanotte…”, disse Ron entrando.


Harry lo seguì, un po’ impacciato. Sia Ginny che Hermione erano a letto, sotto le lenzuola e per fortuna con queste ultime tirate su, fino al collo.


Harry si appoggiò all’angolo della porta, e guardò Ron torturarsi una pellicina del pollice.


Hermione e Ginny si scambiarono una rapidissima occhiata, poi guardarono a turno prima Ron, poi Harry.


La mamma è furiosa con Fred e George… sono davvero due imbecilli!”, disse Ron, guardando solo Ginny. Ed Harry notò che non sembrava intenzionato a girare la testa a sinistra, dov’era sdraiata Hermione.


A differenza sua, invece, Harry fece scivolare lo sguardo sul lenzuolo leggero che ricopriva come un velo il corpo di Hermione, seguendo ed evidenziando con grazia le sue forme.


Oh Dio! Sbatté più volte le ciglia.


MA ERA IMPAZZITO?


Cosa diavolo aveva deciso di registrare la sua testa??


Si grattò la cicatrice, giusto per fare qualcosa, decidendo che mettersi la mano davanti agli occhi era l’unica cosa che poteva interrompere quella visione.


E l’hai capito solo adesso, che sono due imbecilli?”, chiese aspra Ginny.


No, lo so da sempre… ma stasera ne ho avuto l’ennesima conferma!”


Ginny scrollò le spalle, in un gesto di sufficienza.


Che cosa vogliamo fare, domani?”, chiese Hermione.


Sia Harry che Ginny si voltarono a guardarla… ma Ron rimase a fissare il letto di Ginny.


Non so… pensavo che a Diagon Alley ci potremmo andare sabato. Domani possiamo fare un picnic all’aperto!”, continuò con entusiasmo Hermione.


Sì, buona idea! Non lontano da qui c’è un bellissimo lago, non è vero, Ron?”, chiese Ginny.


Quasi colto di sorpresa, rispose: “Ah, sì”


Non ricordo, com’è che si chiama?”


Lago… Verde.”


Ah, sì, esatto! L’acqua è proprio trasparente e pulita… sembra verde!”


In questo breve scambio di battute, Ron non aveva mai guardato verso Hermione, continuando a trovare molto più interessante l’estremità del letto di sua sorella.


Harry corrugò la fronte: ma cosa accidenti gli prendeva?


Che cosa ne pensi, Harry?”, gli chiese Hermione, tirandosi un po’ più su e scoprendosi distrattamente una spalla (…nuda…).


Harry rimase spiazzato da quella vista, e la sua miopia, nonostante gli occhiali, gli fece automaticamente strizzare gli occhi per mettere meglio a fuoco quell’immagine.


Oh… ehm, per me va bene. Benissimo!”, rispose, confuso.


E tu… Ron?”


Solo a quel punto lui si decise a voltarsi verso di lei, e la stessa immagine che aveva colpito Harry, mise completamente al tappeto Ron, che sgranò gli occhi, e boccheggiò come se gli mancasse l’aria.


Ron?”, lo chiamò Ginny, preoccupata.


U-h-m- p-h-f-s… hhahh ehh… OK!”


Tutti e tre lo guardarono come se fosse matto.


Andiamo, Harry!!”, disse Ron improvvisamente, afferrandolo per il gomito e spingendolo fuori della stanza.


“ ’Notte…”, terminò Ron rivolto al letto di Ginny.


“ ’Notte”, risposero le due ragazze non capendo.


Ron si fiondò nella sua stanza, offrendo ad Harry solo il panorama delle sue spalle.


Harry non capiva, non capiva davvero cosa accidenti fosse successo al suo amico. Perché si comportava in quel modo così strano?


Chiuse la porta dietro di sé ed iniziò a svuotare in parte il suo baule, finchè non trovò un pigiama. Gettò un’occhiata verso Ron, che persisteva nel dargli le spalle mentre si toglieva i vestiti.


Ron…? E’ tutto a posto?”


Oh, sì! Tutto… tutto a posto…”. S’infilò il suo pigiama marrone con una bella ‘R’ ricamata sul davanti.


A me non sembra… E’ forse successo qualcosa che…”


Niente!”, rispose rapidamente Ron, prendendo il suo spazzolino da denti. “Vado in bagno!”, ed uscì di corsa.


Harry rimase perplesso a fissare la porta che si era chiusa in fretta.


Era evidente che c’era qualcosa che non andava!


Ma Harry non riusciva a capire che cosa fosse.


Ron sembrava imbarazzato, confuso, agitato… molto più del solito!


Forse era ancora turbato per quello che era successo a giugno, al termine del loro 5° anno scolastico, quando avevano dovuto lottare contro tutti quei Mangiamorte e il suo sistema nervoso era stato messo a dura prova.


Ma perché, allora, non glielo diceva? Erano amici, no? Lui gli aveva sempre detto tutto! …Anche le cose più incredibili…


Sapendo che il fratello era in questo stato, forse i gemelli volevano solo farlo distrarre, in fondo…


E poi Fred e George si erano sempre divertiti un mondo a prendersi gioco di lui! Quello era il loro modo di dimostrargli affetto.


Spogliandosi a sua volta ed infilandosi il pigiama, preferì non pensarci. Era stanco ed egoisticamente, non aveva voglia di impensierirsi per lui. Tutto sommato, tra fratelli, i litigi erano all’ordine del giorno!


Fu assolutamente di proposito, poi, che decise di ignorare le parole che aveva detto George.


è da dieci giorni che non stacchi gli occhi di dosso da Hermione ’


Non volle prendersi la briga o il disturbo di attribuire alcun valore a quelle parole.


Non significavano nulla!


Non volevano dire assolutamente niente!!


Sicuramente erano state dette per punzecchiare Ron, provocarlo, prenderlo in giro…


Ma non erano di certo vere!


Ah ah ah!


Per poco non c’era cascato anche lui… Ah ah ah!


Si ritrovò a ridere da solo, riuscendo finalmente a trovare la cosa maledettamente comica!


Ma certo! Era così!!


Adesso sì che poteva ridere… Quei due mattacchioni!


Ron tornò in camera, con un accenno di sorriso sulle labbra ma con gli occhi sfuggenti.


Non preoccuparti per Fred e George”, disse Harry con fare consolatorio, “lo sai che sono fatti così!”


Ron lo guardò, e la mano gli rimase bloccata nel gesto di sollevare le lenzuola.


C-come?”


Loro si divertono solo a prenderti in giro!”, disse prendendo a sua volta lo spazzolino da denti e indicando il bagno. “Arrivo tra poco.”


Andò a lavarsi i denti, sentendosi all’improvviso più sereno e sollevato. Quando però tornò in camera, trovò Ron a letto… apparentemente addormentato.



* * *


Il mattino seguente, Harry si svegliò finalmente riposato e ritemprato da una notte di sonno ininterrotto ed appagante. Era talmente stanco ed esausto, che nessuno (né Voldemort, né tantomeno ragazze…), aveva avuto il coraggio di disturbarlo mentre dormiva.


Il sole era già alto nel cielo, caldo ed invitante. Il cinguettio degli uccellini gli fecero compagnia mentre si stiracchiava pigramente nel letto, ed un profumo invitante gli solleticò il naso. Si girò verso il letto di Ron, ma vide che era vuoto.


Andò in bagno e si lavò, assaporando fino in fondo ogni minuto di quel primo giorno di vera vacanza.


Si sentiva finalmente felice, dopo giorni di dolore e di incubi. Il pensiero di Sirius e della sua scomparsa irreversibile lo aveva angosciato ininterrottamente provocandogli una sofferenza e una pena atroce.


Aveva pianto in silenzio, nascondendosi dagli sguardi indiscreti dei suoi zii e di suo cugino. Ma il dolore non lo aveva mai abbandonato… nemmeno per un momento. E Sirius non avrebbe certo voluto vederlo così triste!


Il suo spirito ribelle e combattivo doveva essere un esempio per Harry!


Ed Harry ce l’avrebbe messa tutta per rendere onore al suo Padrino… nonostante la Profezia, nonostante la consapevolezza di essere destinato a combattere una sfida all'ultimo sangue contro il più potente e crudele mago oscuro mai esistito.


Con quella pena nel cuore, si vestì con dei jeans sbiaditi ed una maglietta nera di un gruppo Rock babbano, e si costrinse a non pensare a Sirius, ma solo a divertirsi un po’ e a godersi quello che avrebbe potuto essere, forse, il suo ultimo giorno.


Sì, questa era la dura realtà. Voldemort voleva ucciderlo e a questo triste destino, lui non poteva sfuggire.


In cucina c’era un gran movimento, perché si erano già alzati tutti. I gemelli erano ancora seduti al tavolo a fare colazione, mentre Ron leggeva ‘ La Gazzetta del Profeta ’ (con un’espressione piuttosto ostile…) e le due ragazze aiutavano la signora Weasley a preparare dei sandwich.


Buongiorno, Harry!”, lo salutò Molly allegramente.


Buongiorno…”


Ci fu un coro di ‘ciao‘, al quale rispose.


Caro, lì c’è tutto il necessario per la colazione… Se vuoi dico a Ginny di servirti e…”


Ehm, no grazie, signora. Posso farlo da solo!”, si affrettò a dire Harry, vedendo Ginny già molto impegnata. Lei lo guardò riconoscente.


Harry si servì con del caffè ed iniziò ad imburrare un panino. Sorrise all’immagine che aveva di fronte: Hermione e Ginny erano state messe al lavoro senza troppa pietà, e la signora Weasley era sicuramente una casalinga esigente. Il suo sguardo cadde sui calzoncini corti che le ragazze portavano, e si ritrovò a fantasticare su una sua ipotetica moglie che la mattina gli preparava la colazione con amore.


Provò improvvisamente caldo e si costrinse a staccare gli occhi dai due fondoschiena che lo attiravano senza volerlo. Mandò giù una bella sorsata di caffè e nell’appoggiare la tazza, si accorse che Ron lo guardava.


Harry si sentì in difficoltà sotto quello sguardo indagatore.


Ehm… Qualcosa di interessante, sul giornale?”, domandò con noncuranza.


Ron riabbassò gli occhi sul quotidiano, facendo segno di no. “Quei bastardi Mangiamorte hanno avuto il loro processo e adesso saranno finalmente portati ad Azkaban! Per il resto non ci sono novità…”


Meglio! Spero proprio di passare questi ultimi giorni senza pensare a niente…”


Come per incanto, tutti si zittirono a quelle parole e non ci fu più nessun rumore di sottofondo a scandire il tempo. Tutti quanti sapevano perfettamente che Harry era molto provato, e che la perdita di Sirius lo aveva segnato profondamente.


Ron ruppe il silenzio: “Beh, sì… certo! Vedrai che sarà così. Insomma, ci aspetta un altro anno di fatiche ad Hogwarts, e adesso dobbiamo solo pensare a divertirci e a nient’altro!”


Giusto, fratellino! A proposito, avete finito con quei panini, voi due? E le cose da bere, le avete preparate?”, chiese Fred.


Ginny guardò male il fratello, mettendosi le mani sui fianchi nella tipica posizione che ricordava terribilmente ad Harry la signora Weasley: “Perché non vieni a darci una mano anziché perdere tempo?”


Ma io sto finendo di fare colazione!”


Beh, allora dovevi alzarti prima!”


E allora devi sgridare anche Harry!”


Ginny aprì la bocca, guardando Harry, ma la richiuse.


AH AH ! Non sai cosa rispondere, vero?”


Ginny strinse gli occhi, riducendoli a due sottilissime fessure: “Sai, sono spiacente di informarti che a te toccherà un solo panino, oggi…”


E no! Questo non vale!”


Vale eccome! Così impari a fare lo str…”


GINEVRA MOLLY WEASLEY!”, tuonò la madre, “non osare andare avanti!”


Ginny, come ultima risorsa, tirò fuori la lingua e rivolse al fratello una smorfia astiosa. Lui, di rimando, le sorrise in modo canzonatorio e fu necessario un nuovo intervento della mamma per farli smettere. Harry preferì terminare in fretta la sua colazione e sparecchiò la tavola con sollecitudine.


Hermione lanciò uno sguardo di disapprovazione verso i due gemelli ed alzò gli occhi al cielo. Harry le si mise di fianco per appoggiare i piatti nel lavello e notò la sua fronte corrucciata.


Non serve arrabbiarsi, lo sai che fanno sempre così…”, le disse Harry sorridendo e parlando a voce bassa per non farsi sentire.


Hermione inaspettatamente avvicinò il viso a quello di Harry, sussurrandogli in un orecchio: “Sì, ma adesso stanno oltrepassando il limite!”


Un brivido percorse Harry per tutta la schiena.


Quel soffio così leggero ed impalpabile lo aveva colto di sorpresa. Hermione si era alzata sulle punte dei piedi, e si era allungata verso di lui… in un gesto che aveva fatto centinaia di volte… Ma il suo respiro, così vicino al suo collo, quella voce appena mormorata… gli aveva fatto provare un brivido nuovo e sconosciuto.


Lei tornò alle sue mansioni, tagliando un altro panino, ed Harry rimase un attimo immobile a guardarla, a seguire i suoi gesti così delicati e un po’ inesperti. Le loro braccia si sfiorarono per una frazione di secondo, ed accadde di nuovo.


Harry sentì una strana scossa. Qualcosa di indecifrabile… e assolutamente inspiegabile!


Ecco, qualcosa di molto simile a quando aveva toccato il seno di Greta…


Accidenti, però! Un conto era toccare il seno ad una ragazza, un altro era sfiorare impercettibilmente il braccio della sua migliore amica!


C’era un abisso!


Non era, nel modo più assoluto, paragonabile!


La voce di Ron lo riscosse: “Ehi Harry, ti sei addormentato?!”


Era solo una sua impressione o gli era sembrato che il tono di Ron fosse un po’ pungente?


Ehm, no… ho finito.” Raggiunse l’amico al suo fianco.


Ok, se qui non serve altro, direi che potete iniziare a raccogliere le vostre cose e le borse per il vostro picnic. Fred, George!”, li chiamò Molly, “Voi porterete i cestini con le cose da mangiare e da bere.”


Agli ordini, mamma!”


Lei li guardò torva: “Vi ricordo che sono tutti sono sotto la vostra completa responsabilità! Siete i più grandi e qualsiasi cosa accadrà, ne risponderete voi… Siete in grado di gestire la situazione?”


Certo mamma!”, risposero in coro i due.


La signora Weasley si afflosciò leggermente sulle spalle: “Ne siete sicuri…?”


Assolutamente, mamma!” Altra risposta unanime.


Bene, allora aiutatemi a riempire i cestini.”


Tutti si diedero da fare per sistemare le ultime cose e riordinare la cucina. Erano in sei, ma avevano rifornimenti e viveri per almeno una dozzina di persone.


Harry guardò compiaciuto il gruppo, esaltato e felice come non gli succedeva da molto tempo, pronto a vivere quella splendida giornata di sole.



* * *











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Capitolo 3
*** 3 - Picncic al Lago Verde ***


Al di là della ragione

Ciao a tutti!

Come prima cosa, vorrei ringraziare di cuore tutti coloro che hanno letto questi primi capitoli, ma soprattutto ringrazio tutte le persone che hanno lasciato un commento.

Come per tutti gli “autori”, leggere una recensione (buona o 'cattiva') non può che aiutare a migliorare e a crescere, quindi GRAZIE! :-)

Questo è un capitolo speciale, che, ovviamente, spero vi piaccia.

Attenderò fiduciosa i vostri pareri...

Un bacio speciale a Stizy, J kira, Sabri, Marco, Jeralda, Granger e Summers...

ciao, a presto!! ^^




- 3 -


PICNIC al Lago Verde‘


Quando finalmente tutto fu sistemato, si riunirono nel giardino, pronti a partire. A Fred e George fu dato il carico maggiore, e i due poveretti si ritrovarono a dover portare i cestini con il pranzo e altre piccole borse con il necessario per la giornata da trascorrere fuori.


Harry, Ron e Ginny (liberi da pesi) impugnarono felici le loro scope; Harry si sentiva fremere dall’emozione e dalla voglia di volare! Era rimasto troppo a lungo senza provare quella magnifica ed incomparabile sensazione di libertà che gli dava il volo, e adesso si sentiva impaziente come un bambino alla Vigilia di Natale, pronto a scartare i regali sotto l’albero.


Hermione era l’unica a non avere la propria scopa e a guardarsi in giro con aria smarrita e preoccupata.


Non c’è problema”, disse Ginny, “ne abbiamo tantissime di riserva. Devi solo scegliere quella che ti piace di più!”


Oh… è che... non credevo dovessimo andare lì volando…”, disse con il panico negli occhi.


A tutti era nota l’avversione di Hermione per il volo. In quella materia raggiungeva appena la sufficienza: l’unica macchia nella sua brillante carriera scolastica, altrimenti perfetta.


Hermione si avvicinò riluttante all’armadio che conteneva le scope e increspò le labbra in una smorfia contrariata. Ginny le andò vicino per consolarla: “Se vuoi puoi prendere la mia ‘Follet-99-fantastica-per-principianti’ del mio primo anno… Non va molto veloce, ma è perfettamente funzionante e sicura!”


Hermione la prese con diffidenza, rigirandosela tra le mani, e solamente dopo un accurato studio si decise a salirvi sopra. Stringendo un po' troppo forte l’impugnatura, provò a darsi una leggera spinta con le gambe. La scopa rispose prontamente, sollevandosi di un metro e cogliendola del tutto alla sprovvista, tanto che Hermione si ritrovò a gridare terrorizzata.


No, no, no! E' da più di un mese che non volo! Dovrei prima fare un po’ di allenamento… non me la sento di fare un viaggio da sola!”


Ma non è un viaggio vero e proprio… è a soli dieci minuti da qui!”, disse Fred.


Beh, voi iniziate pure ad andare… io… io vi raggiungo non appena ho preso un po’ di confidenza…”


Gli altri si scambiarono occhiate incerte.


Secondo me non la vediamo più”, disse George con un ghigno.


Ron si fissò le mani e, senza guardarla, disse balbettando: “S-se vuoi… po-potremmo… sì, insomma… potresti… io… vo-volare con… me!”


Harry si voltò di scatto verso di lui, accorgendosi del rossore che era salito con prepotenza dal collo alle orecchie di Ron.


Ci fu un attimo di incredulo silenzio.


Ma Hermione aveva un'unica certezza, e questa certezza era che non avrebbe volato da sola!


Io… non saprei… Ma… sei capace di volare con un passeggero?”, gli chiese dubbiosa.


Ron raddrizzò le spalle, in un moto di fierezza: “Ehm… certo!”


Hermione preferì ignorare le espressioni perplesse che si scambiarono i restanti tre Weasley.


Ron guardò Hermione, innervosendosi ogni secondo di più, ed Harry si infastidì senza motivo a quella scena. Salì sulla sua Firebolt senza più guardare in faccia nessuno e si diede una forte spinta con le gambe. In pochi secondi si alzò altissimo nel cielo ed iniziò a volteggiare rapido. Fece un paio di giri della morte e si sentì leggermente più appagato.


Ehi, Harry! Non conosci la strada! Aspetta…” Fred saltò sulla sua scopa e lo raggiunse. Ginny e George lo imitarono, incoraggiando Hermione ad andare con Ron. A quel punto ad Hermione non restava molta scelta; chiuse gli occhi e in cuor suo iniziò a pregare senza sosta.


Quando Ron vide Hermione avvicinarsi a lui, sembrò perdere tutta la sua sicurezza e si paralizzò. Hermione mormorava preghiere a mezza voce, dandosi della pazza per aver accettato.


Sei… sicuro di esserne capace?”, chiese un’ultima volta.


Ron si limitò ad annuire, incapace di proferire parola. Montò sulla scopa e sentì le gambe tremare leggermente. Deglutì con uno sforzo enorme e disse: “Puoi… cioè… vuoi… stare dietro?”


Dimmi tu cosa preferisci”.


Lui ci pensò su e, visto il suo stato d’animo, decise che era meglio averla alle spalle, piuttosto che davanti.


Hermione si sentiva strana. Da quando era arrivata alla tana, Ron aveva iniziato a comportarsi in modo incomprensibile con lei. Sembrava essere sempre sul punto di dirle qualcosa, per poi rinunciare. Ed aveva la sensazione che lui fosse spesso in imbarazzo… In più, continuava a cogliere il suo sguardo su di lei. Ma cosa gli prendeva?


Si fece coraggio e scavalcò la scopa con un piede, mettendosi dietro di lui, poi gli appoggiò le mani sulle sue spalle, pronunciando con voce tremante: “Ti prego… vai piano!”


Ron, al contatto delle sue mani, sbiancò improvvisamente, iniziando a sudare.


Allora! Vi muovete voi due?”, urlò Fred dall'alto, e finalmente Ron si decise a partire.


Harry, nel frattempo, aveva continuato a compiere acrobazie per aria, come se fosse stato in astinenza da più di un anno. Gettò un’occhiata verso Ron, e l’unica cosa che vide, furono le mani di Hermione strette su di lui.


Per poco non perse l’equilibrio e si lasciò scappare un’imprecazione irripetibile. Poi, alle sue orecchie giunse la voce di Hermione che implorava Ron di andare più piano.


Stizzito, decise di non voltarsi più!


Arrivarono in dieci minuti come previsto, e il piccolo bosco che si affacciava sul lago era davvero incantevole! Il contrasto fra la brillantezza dell'acqua chiara e limpida, colpita dal sole, e il verde delle foglie, riusciva ad esaltarne maggiormente lo splendore. La delicatezza dei raggi che filtravano tra le foglie nella tenera ombra del bosco, lo lasciarono senza parole. Atterrarono con destrezza in una radura soleggiata, proprio vicino all’acqua trasparente e luccicante del lago.


Wow! Che spettacolo meraviglioso!”, esclamò Harry, sinceramente colpito dal colore dell’acqua, che effettivamente era smeraldino e trasparente. Era rapito dai riflessi cangianti dello specchio d'acqua.


Sì, qui è proprio bello… ci venivamo fin da piccoli. E poi, la cosa fantastica è che si può fare il bagno!”


Una smorfia di delusione si dipinse sul volto di Harry: “Ma io non ho il costume!”, protestò.


Quella testa bacata di Ron non ti ha detto di prenderne uno?”


No.”


Oh… Beh, non è un problema!” disse George con un ghigno ironico, “La McGranitt qualcosa di buono, in fondo, ce lo ha insegnato con trasfigurazione! Trasformeremo la tua immacolata biancheria in un costume da bagno!”


Ad Harry tornò il sorriso: “Ottimo!”


Ginny iniziò ad aprire i cestini e a stendere diversi plaid sull’erba, poi guardò pensierosa il cielo, non vedendo arrivare il fratello e l’amica.


Non sarà mica successo qualcosa?”


Harry sollevò lo sguardo e poco dopo poté sentire le urla di Hermione. Vide un puntino avvicinarsi e farsi sempre più grosso. “Eccoli”, disse con voce tesa.


La scopa di Ron era pericolosamente instabile, vibrava come se facesse fatica a rimanere orizzontale. Ron era completamente sbilanciato di lato e Hermione si reggeva a fatica con una mano artigliata sulla spalla di Ron e l’altra stretta intorno alla parte finale della scopa.


L’atterraggio non fu esattamente quel che si definisce leggero ed elegante: ricordava, piuttosto, il disastroso impatto di un meteorite... sia Ron che Hermione dovettero ringraziare qualche Mago in cielo per non essersi rotti l’osso del collo.


MAI PIU’!!”, gridò Hermione. “Non salirò MAI PIU’ su una scopa con te!”


Ron aveva un’espressione afflitta e colpevole, e le spalle talmente basse da ricordare spiacevolmente un cane bastonato.


Hermione si scansò da lui offesa, continuando a bofonchiare arrabbiata insulti e imprecazioni che Harry era sicuro lei non conoscesse neppure.


Harry raggiunse l’amico: “Si può sapere che cos’è successo?”


Lui scosse la testa sconsolato: “Io… credevo che non fosse poi così difficile… Pensavo di riuscirci! E poi, miseriaccia, è stata lei a mettere le mani sulla mia faccia per reggersi!!”, disse pieno di rabbia, “non è certo colpa mia se un paio di volte abbiamo rischiato di cadere!”


Harry sgranò gli occhi: “Ri-rischiato… quanto?”


Lui abbassò il viso, con espressione triste ed avvilita: “In effetti ci siamo andati molto… molto vicini.”


Harry tirò sommessamente un sospiro di sollievo, pensando al pericolo scampato, e tentò di consolare l'amico: “Dai, non preoccuparti… L’importante è che siate arrivati sani e salvi.”


Ma l’hai sentita, no? Ha detto che non vuole salire mai più su una scopa con me… MAI PIU’!”


Adesso… non pensarci”, cercò di rassicurarlo Harry, anche se nel profondo sentì nascere un’odiosa ed indesiderata punta di sottile felicità.



* * *



Con quel sole caldo e quel cielo azzurro, dopo pochi minuti ad Hermione tornò un sorriso radioso, e dimenticò la paura provata pochi attimi prima. Si divertirono come matti a farsi piccoli scherzi mentre preparavano le cose da mangiare ed attrezzavano l’area per il picnic.


Fred, dopo quattro tentativi infruttuosi (per fortuna sperimentati dietro la riservatezza di una siepe), riuscì finalmente a trasformare i boxer di Harry in una sorta di costume.


Quando Harry raggiunse gli altri (che avevano iniziato a togliersi le scarpe e si apprestavano a testare la temperatura dell’acqua con i piedi), Hermione gli rivolse uno sguardo canzonatorio, sollevando un sopracciglio.


Harry si sollevò appena la maglietta e si guardò il costume: in effetti non era particolarmente bello… ed era decisamente troppo stretto! Sotto quello sguardo attento di Hermione, si sentì incendiare il viso e riabbassò in fretta la maglietta, sinceramente in difficoltà.


Io avrei saputo fare certamente di meglio!”, sentenziò con superiorità, puntando il suo nasino impertinente verso il cielo.


Fred la guardò con ostilità: “Già, sicuro!”, le concesse, “Ma avresti anche rischiato di vedere i ‘gioielli’ di casa Potter…”


Magari era proprio quello che voleva!!”, sghignazzò George.


Harry si voltò verso Hermione e la vide arrossire violentemente.


Siete proprio due cretini… E quel costume è orribile! La McGranitt è stata troppo buona a farvi passare l’esame!”


Ma i fratelli maggiori di famiglia Weasley si erano già allontanati, spogliandosi del tutto e mostrando fisici muscolosi e ben sviluppati. Ron fece un bel respiro, si tolse pantaloni e maglietta, e mise in mostra un fisico molto più magro e mingherlino, rispetto a quello dei fratelli più grandi.


All’idea di togliersi i vestiti, i restanti tre provarono un misto di imbarazzo, timore, vergogna, sorpresa e curiosità… ma alla fine Ginny e Hermione si fecero coraggio e si sfilarono i calzoncini e le magliette che indossavano sopra i costumi.


Harry non riuscì ad impedirsi di spalancare la bocca. Era la prima volta che le vedeva con così poco addosso e… Santo Cielo! Erano uno spettacolo! Ginny era ancora un po’ acerba nelle sue forme, ma Hermione… Dio, Hermione era meravigliosa!


Non immaginava che sotto la divisa di Grifondoro lei nascondesse quel corpo così bello e sinuoso. Le gambe erano lunghe ed affusolate, la pelle delicata e già leggermente abbronzata. Il ventre piatto e un seno meravigliosamente perfetto.


In realtà Harry non aveva idea di come dovesse essere un seno perfetto… ma quello ne aveva tutta l’aria! Quel poco che aveva sentito con Greta era più simile a quello che Ginny esibiva con orgoglio. Ma gli occhi di Harry erano fatalmente ed inspiegabilmente attratti dalla ragazza con i capelli castani e che le ricadevano ondulati fino a metà schiena.


S’impose di chiudere la bocca per togliersi di dosso quell’espressione così inebetita e vogliosa. Era l’unico a non essersi ancora tolto la magla e vide negli occhi delle due ragazze un’attesa inespressa.


Seguì l’esempio degli altri, levandosi finalmente l'ultimo indumento riastogli, esibendo un fisico asciutto, ma tonico ed atletico. I duri allenamenti di Quidditch lo avevano reso più forte e i suoi muscoli iniziavano a venir fuori e a definirsi.


Certo, non erano ancora del tutto sviluppati, ma era decisamente sulla buona strada!


Ginny si lasciò sfuggire un “Ohh…” deliziato, mentre Hermione sbattè le ciglia un paio di volte e poi si voltò leggermente, come a nascondere il viso imbarazzato.


Allora? Si può sapere che cosa state aspettando? Quest’acqua è fantastica!!”


Harry si voltò a guardare Ron, accorgendosi con fastidio che stava ancora fissando Hermione e sembrava aver ricevuto l’incantesimo ‘Petrificus Totalus’, visto che era completamente paralizzato e aveva stampata in faccia un’espressione che diceva ‘Adesso posso anche morire felice’.


Le due ragazze furono raggiunte da uno schizzo d’acqua che George spruzzò verso di loro, ed emisero grida di stupore.


Aaahh, ma è freddissima!”, urlò Ginny.


Iniziò una vera e propria battaglia di spruzzi, tra le risate divertite, ed Harry si ritrovò completamente bagnato prima ancora di essere riuscito a mettere piede in acqua. Tolse gli occhiali e li appoggiò con cura ai piedi dell’albero più vicino. Nonostante la vista un po' debole, riuscì a distinguere abbastanza bene le figure e a raggiungere gli amici.


Ron, con gli occhi da pesce lesso, arrivò per ultimo e fu assalito da tutti e riempito di schizzi. I gemelli tentarono di annegarlo un paio di volte, e un nuovo (e alquanto sconosciuto), spietato Harry, li aiutò nell’operazione.


Dopo diversi minuti di gioco, Harry si accorse con disappunto di guardare sempre più spesso verso Hermione. Era una cosa che non riusciva a controllare! Ma non riusciva a capirne il motivo... Forse era semplicemente perché (per la prima volta) l’aveva vista con così poco addosso?


Fatto sta che la cosa lo rendeva parecchio nervoso, e ormai non poteva più fingere che questo non lo turbasse!


Accidenti, in fondo c’era anche Ginny… altrettanto bella e sensuale… Ma allora perché una forza più grande di lui lo obbligava a stare con la testa girata verso Hermione?


Doveva essere per colpa del caldo!


O forse semplicemente aveva passato troppo tempo da solo…. ??


No! Aveva capito! Ma certo... Era tutta colpa di Greta! Lei aveva acceso in lui un qualche interruttore, di cui, in effetti, ignorava persino l’esistenza…, e adesso era solo un po’ in tilt!


Doveva soltanto ritrovare quell’interruttore e spegnerlo!


Hermione emerse dall’acqua con la testa, e i capelli lisciati all’indietro la fecero sembrare più bambina. Dio, ma era sempre stata così bella?


Harry si immerse a sua volta sotto l’acqua, per smettere di fissarla. Era ghiacciata, ma con il caldo che faceva, era solo un piacere!


Ehi… Ehi, no!”, gridò ad un certo punto Ron. “Maledetti idioti… NOOO! Cosa state facendo?! EHI !! Il mio costume… NO! RIDATEMI IL COSTUME!!”


Fred fece uscire la mano dall’acqua, con la faccia trionfante e il costume di Ron che penzolava.


Questa me la pagate! Ridatemi SUBITO il costume!”


Scoppiarono tutti a ridere a crepapelle e Ron sembrò sul punto di mettersi a piangere: “Lo dirò alla mamma… Non vi darà mai più il permesso di uscire da soli!!”


Ma la minaccia andò a vuoto, perché quando Ron tentò di riacchiappare il suo costume, Fred lo lanciò verso George. Ron eseguì qualche bracciata scomposta e raggiunse l’altro fratello, che passò il costume ad Hermione. A quel punto, lui si bloccò, incapace di muoversi verso di lei.


Hermione… ti prego… dammi il costume…”, la supplicò.


No, mi dispiace! Così impari a farmi perdere dieci anni di vita con il tuo modo di volare!”, e tirò il costume a Ginny. Con la sorella, Ron non si fece scrupolo, e si tuffò al suo inseguimento, facendo in parte fuoriuscire il fondoschiena dall’acqua.


Grande ilarità generale!


Ginny, spaventata dalla foga con cui Ron la stava puntando, fece un lancio poco preciso, esattamente a metà tra Harry ed Hermione. Entrambi nuotarono per prendere il costume, ma arrivò prima Harry.


Hermione gli finì quasi addosso e lui poté sentire le sue morbide gambe sfiorarlo leggermente.


Brivido… ed arresto cardiaco!


Approfittando di quel momento di esitazione, con un sorriso Hermione allungò la mano e gli sfilò abilmente il costume dalle dita. Harry non se lo aspettava, assorto com’era a rimuginare sulle sue gambe.


Non vale, sono arrivato prima io!”, protestò Harry cercando di riprenderselo, ma lei fu agile e si voltò rapidamente, lasciandolo a bocca asciutta.


Hermione tentò di allontanarsi, ma l’orgoglio di Harry ebbe la meglio e con due bracciate la raggiunse, cingendole le spalle e ritrovandosi stretto a lei.


Fu un attimo.


Harry la tenne così per qualche secondo, e poté sentire il suo corpo (reso scivoloso dall’acqua), aderire al proprio.


La sua schiena liscia contro il suo petto… La vita stretta e i fianchi sinuosi premuti contro il suo bacino…


Lo stomaco gli si annodò e provò una vertigine che gli fece mancare il respiro.


Hermione si voltò e i loro occhi s’incontrarono.


Harry provò una sensazione che non aveva mai sentito prima: desiderò baciarla.


Ne fu scosso, turbato, sconvolto.


Anche Hermione sentì per la prima volta una strana emozione al cuore e la consapevolezza di essere stretta così da Harry la disorientò.


Si sentì frastornata, e le sembrò che il cuore le facesse una capriola all’indietro.


Dio, ma cosa stava dicendo?


Stavano solo giocando…


Non era niente…


Non era certo uno degli abbracci che le aveva dato Victor l’estate prima…


Era solo… era solo Harry… il suo amico Harry!


Rimase ipnotizzata da quegli incredibili occhi verdi (liberi dalle lenti che di solito lo proteggevano), resi quasi trasparenti dal riflesso del sole e dell’acqua. Verdi come il colore del lago nel quale si stavano abbracciando… Il cuore prese a batterle forte e si sentì indifesa sotto quello sguardo così intenso e dolce.


Le mani di Harry la stringevano ancora, ma il suo tocco era morbido e delicato, proprio come l’acqua che la stava accarezzando.


Ron arrivò come una furia, nuotando in modo disordinato e sollevando litri d’acqua. Si fermò a distanza di sicurezza (tanta da non consentire alla trasparenza del lago di far vedere le sue parti intime…) e allungò il braccio per recuperare il proprio costume.


Grazie, Harry! Tu sì che sei un amico! Per fortuna che c'è qualcuno di intelligente qui!”, disse offeso ed oltraggiato.


Harry, che non aveva avuto nessuna intenzione d’aiutarlo, ma semplicemente si era bloccato per l’effetto che gli aveva fatto Hermione, si ritrovò a balbettare: “…Oh… ehm… f-figurati… !”


A malincuore, fu costretto a sciogliere Hermione dall’abbraccio. Cercò ancora i suoi occhi, ma lei gli voltò le spalle e prese a nuotare sotto l’acqua, lontano.


Ron si accucciò per rimettersi il costume, continuando a mormorare tra i denti che si sarebbe vendicato, e che gliel’avrebbero pagata.


Dopo una buona mezz’ora di nuoto e giochi, uscirono sfiniti dall’acqua, e si stesero al sole per asciugarsi. Harry si lasciò cadere sul primo asciugamano che individuò (ancora non si era rimesso gli occhiali), ed assaporò con piacere i caldi raggi di sole che gli riscaldavano la schiena.


Veramente quello sarebbe il mio asciugamano…”, disse Hermione, tutta gocciolante e con i brividi sulla pelle.


Harry si sollevò sui gomiti: “Oh, no… scusa! Mi spiace… ormai te l’ho bagnato tutto…Avrei dovuto rimettermi subito gli occhiali!” Si guardò attorno per ricordare dove li aveva appoggiati.


No, beh… non preoccuparti. Resta pure lì, mi sdraio su questo a fianco. E poi… stai bene senza… le lenti. Ti si vedono meglio gli occhi…”


Hermione era abbastanza vicina perché lui potesse scorgere il suo leggero rossore.


Impacciata, avvicinò impercettibilmente l’asciugamano a quello di Harry e si distese a pancia in su, chiudendo gli occhi. Harry, ancora appoggiato sui gomiti, vide il freddo accumulato nell’acqua da Hermione, trasformarsi in pelle d’oca… Il costume bagnato lasciava davvero poco all’immaginazione e il suo seno faceva mostra di sé, turgido e sodo.


Seguì, con attenzione e desiderio, una goccia d’acqua colare dal pezzo di sopra del costume e percorrerle lentamente l’addome… La vide rotolare pigramente per qualche centimetro, fino ad arrivare dritta dritta al suo ombelico.


Mio Dio… Mio Dio…. MIO DIO!!!


Per fortuna Harry era a pancia in giù, e nessuno poté notare la sua incontrollabile erezione.


Dannazione, ma cosa gli stava capitando?


Era Hermione!


Si sentì disperato!


Preso dal panico, tuffò la faccia nell’asciugamano e sollevò le braccia, intrecciandole intorno al viso, quasi a nascondersi e a celare la vista di lei.


No, no… NO! Non andava bene per niente! Cosa diavolo erano quei pensieri?


Era Hermione… Hermione Granger! La sua migliore amica…


La stessa amica che centinaia di volte era arrivato a detestare per quell’aria così saccente, con quel mento sollevato all’insù in modo così rigoroso… e quell’espressione leggermente insolente, che la contraddistingueva.

La stessa amica che non ci pensava due volte a sventolare la mano in classe se sapeva la risposta esatta, anziché suggerirtela…


La stessa amica che però era anche tanto generosa… e non si risparmiava a rimanere sveglia nottate intere, pur di aiutarti con i compiti.

La stessa amica che aveva a cuore che lui studiasse, e diventasse un buon mago, e fosse diligente e preparato…


Quella stessa Hermione Granger, che era adesso distesa al suo fianco… incredibilmente bella e sbocciata come un fiore, perfetta in ogni particolare… e che lo stava mandando nella confusione più totale!


Per tutto il resto del giorno, Harry cercò di non pensarci, anche se aveva la spiacevole sensazione che ci fosse qualcosa che non tornava. E questa sensazione aumentava in modo esponenziale ogni volta che coglieva lo sguardo di Ron posato su di lei.


Era come se la studiasse di nascosto, intimorito. Poi, però, di colpo tornava allegro e divertente come se nulla fosse, e tutto passava… Ed Harry si convinceva che era tutto frutto della sua fantasia.


Mangiarono con appetito ed una voracità che solo i giovani possedevano, tanto che alla fine non rimase quasi più niente.


Ginny, mettendo in atto le sue promesse, fece sospirare ai gemelli la loro razione di cibo, e nacque un litigio senza precedenti, che fu domato solo grazie all’intervento di Harry e Hermione.


Ovviamente Fred e George, giurarono vendetta, e si misero a confabulare per architettare qualcosa che aveva tutta l’aria di essere tremendo.


Quando fu ora di tornare a casa, si ripresentò il problema di Hermione e della sua insofferenza al volo.


Ron tentò (con scarsa convinzione, in effetti) di farla salire nuovamente con lui, ma lei si rifiutò categoricamente. Harry non osava dire nulla, sperando che fossero gli altri a risolvere il problema.


Noi abbiamo tutte le borse e i cestini… e Ginny di sicuro non è capace di volare con un altro passeggero… Harry, non rimani che tu!”


Lui, che stava fischiettando mentre giocherellava con un sasso, si sentì chiamare in causa.


Ehm, come?”


Porterai tu Hermione a casa… non ci sono molte alternative. Su, forza! Avete preso tutto? Dimenticato qualcosa?”


Harry si decise a guardare Hermione, e la vide avvicinarsi con cautela: “Tu… tu lo sai fare, vero?”


Incapace di mentire, Harry sbattè le ciglia, sopra quelle incantevoli iridi verdi: “Vuoi che sia sincero?”


A quelle parole, lesse il panico negli occhi della ragazza.


Dài! Non fare così… Non sarà poi tanto diverso dall'andare da soli”, cercò di tranquillizzarla.


Lei sospirò: non sapeva bene il perché, ma Harry le ispirava molta più fiducia di Ron.


Montarono tutti sulle rispettive scope ed Harry si fece un po’ più avanti per lasciare lo spazio necessario ad Hermione per salire. Quando la sentì dietro di lui, quella strana agitazione prese a solleticargli nuovamente lo stomaco.


Lei appoggiò con delicatezza le mani sulle sue spalle, quasi avesse paura di fargli male. Ma se non si fosse tenuta più saldamente, sarebbe caduta nel giro di pochi secondi!


Ehm, magari… reggiti… su di me. Nel senso di…”


Hermione lo abbracciò, mettendogli le mani intorno alla vita: “…Così…?”, chiese titubante.


Il cuore di Harry uscì dalla sua sede naturale, e lo sentì girovagare da qualche parte, nelle vicinanze dello stomaco. Deglutì come se avesse respirato della sabbia.


Si girò per tre quarti verso di lei: “Ehm… sì, perfetto.”


Vai… piano…”, gli sussurrò, con la bocca vicinissima alla sua.


Il cuore adesso gli penzolava sotto le caviglie.


Sì…”, rispose a fatica.


Quando si preparò a partire, sorprese Ron che lo fissava con uno sguardo ostile e carico d’invidia. Gli venne spontaneo aprire la bocca per dire qualcosa, ma lui gli voltò le spalle e spiccò un volo improvviso.


Ci mancava solo Ron, adesso, e la sua competizione per chi era più bravo a volare!


Per un attimo, gli ricordò il quarto anno e la gelosia che si era scatenata in lui per il Torneo Tre Maghi…


Oh, ma Harry non sapeva di essere lontanissimo dal vero motivo per cui Ron lo aveva guardato con tanto astio e tormento.


Cercando di non pensarci (in quel momento aveva ben altri e più seri problemi!), chiese ad Hermione: “Pronta?”


Sì…”, rispose lei con un filo di voce.


Harry si diede una spinta con le gambe e la scopa si alzò senza problemi. Ci vollero solo pochi secondi per capire come gestire il viaggio ‘a due’, ed Harry si sentì subito sicuro. Quando raggiunsero una certa altezza, alzando la voce, le chiese: “Tutto bene?”


Hermione gridò: “Non lo so… sto tenendo gli occhi chiusi! Ma mi sembra che la scopa sia abbastanza stabile.”


Harry sorrise: “Apri gli occhi! Altrimenti non ti passerà mai la paura…”


No… NO! Mi spaventa troppo!”


“…Avanti, so che lo puoi fare… apri gli occhi…”, le disse con più dolcezza.


Hermione si sentiva già col cuore in gola per il fatto di essere stretta così ad Harry, ma provò a fare ciò che lui le diceva. Aprì in modo impercettibile gli occhi e il vuoto la terrorizzò: “AAAHHH !!!”


Istintivamente si strinse con più forza a lui, ed Harry provò un piacere smisurato… quasi lo stesso piacere che gli dava il volo.


Hermione, rassicurata da quel contatto, aprì nuovamente gli occhi, e rimase senza fiato nell'ammirare la luce rosso e ocra del sole ormai al crepuscolo, che inondava di una tenue luce arancione le poche nuvole presenti. Non aveva mai ammirato un tramonto sospesa in alto, nel cielo, e in effetti, era uno spettacolo per cui valeva la pena imparare a volare!


Harry cercò di andare piano, e di evitare acrobazie o movimenti troppo bruschi. Quando incontravano qualche corrente contraria e la scopa vibrava leggermente, poteva sentire Hermione schiacciarsi contro di lui e nascondere il viso contro le sue spalle. Non capiva ancora bene il perché, ma la cosa gli piaceva… gli piaceva un sacco!


Furono i dieci minuti più intensi ed emozionanti che Harry riusciva a ricordare di aver mai provato... non avrebbe voluto più atterrare!


Ma, rendendosi perfettamente conto che la testa gli stava giocando brutti scherzi, e che stava pensando a delle assurdità, tornò con i piedi per terra… in tutti i sensi! Cercò di farlo nel modo più dolce e soffice possibile, e fu orgoglioso del fatto che Hermione non protestò e non lo ricoprì di insulti come aveva fatto con Ron.


Com’è andata?”, le domandò Ginny, quando Hermione scese dalla Firebolt.


Decisamente meglio, rispetto all’andata…”, confessò sottovoce, cercando di non arrossire.


Harry notò ancora una volta lo sguardo contrariato di Ron, e se ne rammaricò. Le due ragazze corsero in casa per fare la doccia, mentre loro due rimasero indietro a riordinare le scope.


Gli dispiaceva vedere l’amico così abbattuto, e cercò di minimizzare la cosa.


Non hai idea di quanto abbia gridato anche con me! E’ proprio una fifona! Andavo pianissimo… proprio pianissimo, e non ha fatto altro che lamentarsi!”


Ron sollevò un sopracciglio, poco convinto: “Davvero?”


Ah, non puoi capire quanto! E’ stato un vero incubo doverla riportare indietro… Spero che non capiti più!” Scosse la testa, con aria contrariata. “Ti prego, Ron, cerca di migliorare, così la prossima volta non darai questa rottura di scatole a me!” E si mise a ridere, cercando di contagiarlo.


Sembrò funzionare, perché a quelle parole Ron abbozzò un sorriso pensieroso.


Ve-veramente si è… lamentata anche di te?”


Altroché! Dovevi sentirla… mi ha riempito di insulti! Fa venire il nervoso, no? Non sa nemmeno andare su una scopa e poi fa la prima della classe… Naah, le donne!”, e gli diede una gran pacca sulle spalle.


Ron ritrovò all’improvviso tutta la sua gioia e buonumore, tant’è che entrò in casa canticchiando.


Andarono a dormire tutti molto presto, cotti dalla stanchezza e dal sole, anche se Fred e George (ancora molto arrabbiati con Ginny), rimasero a confabulare nella cucina per alcuni minuti, sottraendo furtivamente degli ingredienti dalla dispensa, ad insaputa della signora Weasley.


Harry s’infilò sotto le fresche lenzuola e ripensò alla giornata indimenticabile che avevano trascorso: si erano divertiti e avevano giocato, mangiato e nuotato… tutto era stato perfetto e lui si era sentito finalmente felice! Si era sentito un ragazzo spensierato, normale… che si godeva i suoi 16 anni come qualsiasi altro adolescente.


Anche il turbamento che aveva provato nei confronti di Hermione, ora che la giornata era giunta al termine, gli sembrava una cosa da niente. Adesso poteva finalmente rilassarsi e lasciarsi trasportare in un dolce sonno ristoratore che lo abbracciò e lo cullò per tutta la notte.


Non gli sembrò vero, ma, anche quella notte, gli incubi e i tristi ricordi andarono ad tormentare qualcun altro, lasciandolo sereno fino al risveglio, che arrivò molte ore più tardi, e che lo colse con un raro sorriso sulle labbra.



* * *


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Capitolo 4
*** 4- 'Strani cambiamenti' ***


Al di là della ragione


Ciao a tutti!!

Una piccolissima parentesi per ringraziare INFINITAMENTE tutte le persone che hanno commentato... Grazie, grazie, grazie! Un bacio speciale a Stizy, Marco (bello e solitario maschietto che commenta!!), Goldbuble, Jerarda, Granger90, Sabri89 e J Kira... Spero di cuore che anche questo capitolo vi piaccia ed abbia il vostro consenso! ^^' A presto!!! ciao


- 4 -

Strani cambiamenti‘


Dopo la giornata passata al lago, la stanchezza e l’ozio ebbero la meglio, e quella dolce sensazione di relax li accompagnò per tutto il giorno seguente. Solo i gemelli sembravano estremamente impegnati, molto più del necessario, ed Harry li sorprese più volte a sussurrare sommessamente e a compiere strani movimenti vicino alla stanza delle ragazze.


Che cosa staranno combinando, quei due?”, chiese preoccupata Ginny, seguendo con lo sguardo Fred mentre raccoglieva degli attrezzi da lavoro. Lui incrociò il suo sguardo e le sorrise sornione.


Nulla di buono… questo è poco, ma sicuro!”, rispose Hermione che staccò gli occhi dalla Gazzetta del Profeta e si mise a sua volta a fissare accigliata i due gemelli.


Uhm, non preoccupatevi! Ieri sera ho raccontato a mamma di quello stupido scherzo del costume….”, disse Ron tetro. Ma poi aggiunse, con una punta di godimento: “E so che subito dopo ha fatto loro una bella lavata di capo! Staranno in punizione per tre giorni!” Il suo ghigno beffardo e vendicativo fu più che eloquente.


Ben gli sta!”, disse soddisfatta Ginny.


Harry li vide effettivamente impegnati in lavori di pulizia piuttosto pesanti, mentre loro quattro se ne stavano tranquillamente sdraiati in giardino, con l'unica occupazione di mangiare gelati e bere litri di succo di fragola ghiacciato.


La giornata trascorse veloce e serena, fino a quando fu ora di andare a dormire. Harry e Ron erano a letto da meno di cinque minuti, quando delle urla e dei lamenti giunsero fino a loro.


Ron si sollevò, allarmato: “Ma cosa miseriaccia….”


Harry era già balzato in piedi, vigile e con la bacchetta stretta in pugno: “Sembra che venga dalla stanza delle ragazze!”


Senza pensarci due volte, uscirono e raggiunsero la loro camera. Un inquietante e sgradevole odore giunse dalla fessura in basso, sotto la porta.


Bleah, ma cosa diavolo è questa puzza?!”, disse Ron con una smorfia.


Harry aprì la porta senza esitazione, rimanendo di ghiaccio di fronte ai corpi di Hermione e Ginny, stesi a terra. Un odore pungente e penetrante lo investì e d’istinto si portò il braccio davanti al naso per avere un minimo di protezione.


Si precipitò verso i corpi delle ragazze, che sembravano svenute. Ron aveva iniziato a tossire forte, ed era rimasto sulla porta, incapace di entrare.


Vado a chiamare i miei…”, disse a fatica, allontanandosi velocemente dalla stanza.


Harry spalancò la finestra, sperando in quel modo di ridurre almeno un po' la terribile puzza che riempiva la stanza. Ma era talmente intensa e penetrante, che iniziava a stordire anche lui.


Tornò su Hermione, sollevandole il capo: “Hermione… Hermione!”


Niente.


Restare lì dentro non li avrebbe di certo aiutati! La prese tra le braccia e la sollevò senza fatica, decidendo di portarla nella sua stanza. L’adagiò con delicatezza sul proprio letto, ed andò a spalancare le finestre in modo che l’aria fresca circolasse liberamente.


Tornò nell’altra stanza per recuperare il corpo di Ginny, ma vide che erano arrivati anche i suoi genitori (agghindati con stravaganti pigiami a stelle, e con tanto di cuffietta da notte…), seguiti da Ron. Tossivano tutti rumorosamente.


Si può sapere che cosa è successo?”, chiese allarmato Arthur, mentre il pompon della sua cuffia oscillava velocemente da destra a sinistra.


Non lo sappiamo! Siamo andati a dormire,ma dopo qualche minuto le abbiamo sentite gridare… poi devono essere svenute a causa di quell’odore così forte”, rispose Harry. “Ho portato Hermione nella nostra stanza e credo sia il caso di fare subito la stessa cosa con Ginny!”, aggiunse indicando il suo corpo con un gesto della mano, visto che rimanevano lì impalati a fissare loro figlia stesa a terra, senza decidersi a far qualcosa.


Oh, sì! Certo, certo!” Il signor Weasley la prese in braccio ed uscirono tutti. A Harry mancava il respiro e si sentiva quel terribile odore appiccicato addosso.


Misero Ginny nel letto di Ron e dopo qualche minuto, parve che le ragazze iniziassero a respirare meglio. Entrambe aprirono lentamente gli occhi: avevano facce sofferenti ed infastidite, ma dopo qualche colpo di tosse, Harry porse loro un po’ d’acqua fresca.


Come state? E… che cosa è successo?”, chiese preoccupato.


Fu Hermione a parlare per prima: “Non… non capisco… Stavamo andando a dormire, e quando ci siamo sdraiate nei letti… abbiamo sentito… come se qualcosa sotto di noi si fosse improvvisamente rotto… come se con il nostro peso avessimo frantumato… delle palle di cristallo, non so…” Un altro, forte colpo di tosse la scosse.


Anche Ginny si strofinò gli occhi, confusa e nauseata.


Harry fu colpito da un pensiero: dov’erano Fred e George, in tutto quel trambusto? C’era un’unica, ovvia, inequivocabile risposta.


Erano loro gli autori di quel disastro.


Harry non voleva essere il primo ad esporre i propri sospetti, ma Hermione, nonostante la testa annebbiata, ci arrivò molto più in fretta degli altri: “Dove… dove sono Fred e George? Possono essere stati solo loro!” E la vide stringere i pugni dalla rabbia.


Se è così, giuro che domani gli riempio la tazza di caffè di caccobombe!!”, disse Ginny furibonda.


Il signor Weasley cercò di prendere in mano la situazione: “Calmatevi… Non è detto che siano stati loro… magari stanno dormendo, e sono ignari di tutto…”


IGNARI? Oh, papà! Sembra che tu non conosca i tuoi figli! Quando si verifica qualche evento ‘strano’, ci sono sempre di mezzo loro!”,


A quel punto, tutti si alzarono per andare nella stanza dei gemelli. La signora Weasley aprì la porta, e il forte russare che ne uscì sembrò a tutti... un po’ troppo forte!


Lo sapevo!!”, urlò Ginny, scagliandosi contro il primo letto.


Entrambi i ragazzi si alzarono con rapidità dal letto, per scappare all'ira della sorellina.


Stavate dormendo, VERO?!”, tuonò la mamma.


No! Cioè… sì!”, rispose George, facendo il giro del letto per fuggire agli artigli di Ginny. Hermione, furibonda, si unì alla caccia, smaniosa di vendicarsi. Arthur cercò di fermare Ginny, che aveva pericolosamente impugnato la bacchetta, mentre Molly tentò di bloccare Fred, inseguito da Hermione, a sua volta rincorsa da Ron.


Dal momento che i gemelli potevano usare liberamente la magia, non si risparmiarono nello scagliare incantesimi di ogni sorta contro le due ragazze (riuscendo però solo a colpire un paio di volte il povero Ron), e la cosa fece aumentare la loro collera in maniera esponenziale.


La piccola stanza, già disordinata di per sé, scossa da tutto quel trambusto si tramutò ben presto in un disastro totale: La confusione regnava sovrana!

Harry non era intervenuto semplicemente perché era impossibile entrare nella stanza, e la cosa, tutto sommato, lo fece ridere di gusto.


Quella giornata, in effetti, era stata un po’ troppo ‘tranquilla’, per i canoni Weasley!


Dopo diversi minuti di inseguimenti e di insulti, la signora Weasley si arrese alla stanchezza e strillò con tutto il fiato che aveva in corpo:


A-D-E-S-S-O B-A-S-T-A !!!!


Come per incanto, tutti si immobilizzarono all’istante. Solo delle piume fuoriuscite dai cuscini ebbero il coraggio di terminare la loro lenta caduta verso il pavimento, e nessuno osò parlare.


Quand’è che ricomincia la scuola?! Non ne posso più di voi due!”, disse furiosa all’indirizzo di Fred e George.


Grazie all’intervento della professoressa McGranitt e all’influenza del professor Silente (senza contare le innumerevoli suppliche dei genitori), infatti, i gemelli erano stati riammessi a Hogwarts, anche se un intero anno di fatiche e di punizioni da scontare li attendeva al loro arrivo.


Manca ancora poco… mammina”, disse dolcemente George, usando di proposito quella parola, che di solito funzionava e riusciva a calmarla anche nelle situazioni più disperate.


E credi di cavartela con così poco? Chiamandomi ‘mammina’?”, sbraitò puntando l'indice accusatorio contro il naso di George e appoggiando l’altra mano stretta a pugno contro il fianco.


E’ tutta colpa di Ginny! Ieri è stata perfida con noi… ci ha ridotti alla fame! E la sua amica Hermione non ha dimostrato un minimo di pietà! Era giusto che sperimentassero la nostra nuova invenzione: ‘Bolle-pazze-che-strana-puzza’!!”, disse tutto orgoglioso.


Ah sì, eh? Adesso sarebbe colpa mia? Forse ti dimentichi che è tutta l’estate che…”


Basta!”, intervenne Arthur. “Ora filate tutti a letto!”


Io in quella stanza non ci torno! Ci vorrà un mese prima che l’aria torni respirabile lì dentro!”, disse Ginny offesa, incrociando le braccia sul petto e voltando la faccia dall'altra parte.


Fred, George! Con voi due facciamo i conti domani! Non voglio sentire nemmeno il più piccolo rumore uscire da questa stanza, sono stata chiara?!”


Sì, mammina…”, risposero all’unisono.


E non chiamatemi così!!”. Spingendo tutti fuori, la signora Weasley richiuse la porta alle sue spalle con un sonoro tonfo.


Si fermarono davanti alla porta chiusa della stanza delle ragazze, dalla quale continuava ad uscire un odore decisamente sgradevole.


Arthur si girò verso la moglie: “Ginny ha ragione… non possono dormire in questa stanza. La puzza è tremenda!”


Adesso sono troppo stanca, ma domani darò a quei due mascalzoni una bella ripassata con il mio battipanni automatico!”, rispose Molly, con un misto di rabbia e di sconforto.


“… Però, devo ammettere che i miei ragazzi stanno facendo notevoli progressi con i loro scherzi…”, aggiunse Arthur con un moto di orgoglio.


P-A-P-A' !! Potevamo morire… soffocate da quell’odore nauseante!!”, urlò Ginny, oltraggiata.


Certo, certo, cara… Ora andate a dormire.”


Come no? E dove?!”


Arthur guardò perplesso la moglie: “Ehm, sì, già… dove?”


Possono… cioè… da noi c’è posto…”, disse timidamente Ron.


Tutti si voltarono a guardarlo.


La nostra stanza è… grande abbastanza, per quattro letti…”, continuò, arrossendo fino alla punta dei capelli (il che, com’è noto, era assolutamente uno spettacolo bizzarro!).


Arthur, che nel frattempo moriva di sonno ed aveva spalancato la bocca in uno sbadiglio enorme, disse pieno di stanchezza: “Bene! Allora è deciso. Faremo apparire altri due letti per le ragazze!” Entrò nella stanza e con un rapido colpo di bacchetta, due letti si materializzarono tra quelli di Harry e Ron.


Per quanto grande, la stanza ora appariva parecchio affollata.


A-allora, buona… no-nooooootte”, concluse sbadigliando il signor Weasley, e sparì con la moglie dalla loro stanza.


“ ’Notte…”, risposero i quattro ragazzi, mentre la porta si richiudeva.


Rimasero per un momento a guardarsi l’un l’altro, non sapendo bene cosa fare. I letti occupavano gran parte dello spazio, e non ne rimaneva molto per muoversi. Ginny prese l’iniziativa e si buttò sul letto di destra, che era stato fatto apparire di fianco a quello di Ron, tutta contenta e lanciando uno sguardo sbarazzino a Harry.


Lui, solo in quel momento, parve accorgersi che le ragazze portavano corti pigiamini estivi, con tanto di fiocchetti, cuoricini e orsacchiotti.


Beh, grazie per l’ospitalità….”, disse leggermente imbarazzata Hermione, guardando Ron e sedendosi piano sul letto di fianco a quello di Harry.


Uhmfs… Figurati… E’… è un piace-re…”, farfugliò Ron, grattandosi la nuca, e sembrando un po’ deluso per la scelta dei posti che avevano fatto.


Voi avete sonno?”, chiese Ginny a pancia in giù, e facendo oscillare lentamente e con sensualità le gambe avanti e indietro.


Io no!”, disse prontamente Ron.


Io sì… abbastanza”, ammise Hermione.


Senza seguire un apparente filo logico, ma con crescente imbarazzo e goffaggine, Ron le disse all’improvviso: “E’ molto... carino… il tuo pigiama…”


Hermione lo guardò in modo indecifrabile, confusa: “Ah… grazie.”


Harry, a quel punto, oltrepassò Hermione e si distese sul suo letto con il viso incupito: “Io voglio dormire!”, disse un po’ troppo velocemente e con estrema freddezza.


Oh, di già?”, chiese Ginny delusa, sollevandosi sui gomiti per poterlo vedere meglio, al di là dell’amica. Ma Harry si era già tolto gli occhiali e si era messo con le mani intrecciate dietro la nuca a fissare il soffitto, rimpiangendo i bei tendoni che circondavano il suo letto ad Hogwarts.


In effetti, con questo fuori-programma, si è fatto un po’ tardi… Domani abbiamo un’altra lunga giornata che ci aspetta a Diagon Alley”, aggiunse Hermione sdraiandosi a sua volta sul letto e stiracchiandosi con una sensualità che catturò Harry e sconvolse Ron.


Ehm… sì, sì, certo, hai ragione. Allora… spengo la luce?”, domandò Ron, indeciso.


Sì”, rispose Hermione.


Allora… buonanotte…”, ma non si decideva a spegnere e Harry si sentiva sempre più nervoso.


Buonanotte…” Hermione aveva già chiuso gli occhi. Ron la guardò languidamente.


Buonanotte, Harry…”, gli disse Ginny, lanciandogli un’occhiata che a lui parve maliziosa… ma era senza occhiali, e forse aveva visto male.


“ ‘Notte…”


Ron finalmente si decise a spegnere la luce. Nella stanza filtrò il bianco dolce e perlaceo della luna, che quella sera era enorme e incredibilmente romantica.


Harry provò a chiudere gli occhi, anche se purtroppo era ben lontano dall'avere sonno. Nonostante avesse cercato di restare impassibile davanti al fatto di dividere la stanza con le ragazze, ad essere onesti, la cosa lo agitava parecchio.


Hermione era girata verso Ginny (i loro letti erano in mezzo, tra quello di Harry e quello di Ron), e dopo qualche minuto, le due ragazze presero a bisbigliare impercettibilmente. Era davvero impossibile capire cosa si stessero dicendo, ma Harry sentì chiaramente Ron sbuffare infastidito.


Ginny! Abbiamo detto che si dormiva”, brontolò.


Lei non rispose.


Dopo meno di un minuto, il loro mormorio riprese.


Ron sembrò seccarsi ulteriormente: “Un'altra parola e vi faccio cambiare di posto!”


Le due si ammutolirono... finché Ginny non emise una risatina traditrice. Ron si tirò su, contrariato.


Ok, io vi avevo avvisato!”


No, no! Non stavamo facendo niente! Non abbiamo parlato!!”


Parlare, ridere… è lo stesso!”


Non vale, tu hai detto ‘un'altra parola’, non ‘una risata’!”


Non m’importa un accidente!”, disse alzandosi e sollevandole il lenzuolo, “Avanti! Fila nel mio letto!”


Non ci penso nemmeno!”


Sono tuo fratello maggiore! Quindi farai quello che ti dico io! Forza, FILA!”


Ginny, abituata a dover subire la supremazia maschile in quella casa, si rassegnò, sconfitta. Si imbustò nel letto del fratello, voltandosi offesa contro il muro.


Ron, a differenza della sorella, adesso aveva un fantastico sorriso, largo tanto quanto la sua faccia! Non gli sembrava ancora vero… Poteva vedere Hermione e dormire al suo fianco!


Harry si costrinse a chiudere gli occhi per cercare di dormire… ma ogni suo sforzo sembrò vano. La presenza di Hermione così vicino, lo agitava più di quanto volesse ammettere. La sentiva respirare, piano e con regolarità. Si girò verso di lei, mettendosi su un fianco per poterla guardare meglio: il suo profilo era perfetto, regolare, dolce... il suo petto si sollevava e riabbassava lentamente... e illuminata dai raggi della luna, era semplicemente bellissima…


Fu tentato di rimettersi gli occhiali per riuscire a vederla con più chiarezza… Non erano molte le occasioni per poterla osservare senza farsi scorgere.


Poi, con enorme disappunto, vide il testone di Ron allungarsi ed emergere al di sopra della figura supina di Hermione e restare a guardarla imbambolato. Harry chiuse prontamente gli occhi, fingendo di dormire, anche se era quasi certo che a Ron non interessasse vedere lui, in quel momento.


Lasciò passare qualche minuto, poi riaprì gli occhi in due sottili fessure. Ron era sempre lì: addirittura, si era accomodato distendendosi su un fianco e puntellando la testa con il braccio, per godersi meglio lo spettacolo…


Ma che diavolo vuole?!?


Harry si sentiva orribilmente contrariato e infastidito. Che motivo aveva, Ron, di guardarla tanto?


Poi, però, si disse che anche lui era rimasto a fissare Hermione, non capendo bene il perché lo stesse facendo…


Dopo qualche minuto, Harry sentì trattenere un piccolo sospiro soffocato, e poi la voce di Hermione che sussurrava: “Ron… accidenti! …Mi hai fatto spaventare! Che cosa c’è…?”


Ron (se fosse arrossito o no, Harry questo non riuscì a vederlo), rispose bisbigliando a sua volta: “Ah… no… nulla. Vo-volevo solo capire se stavi bene… Insomma, se respiravi normalmente… o se quell’odoraccio ti desse ancora fastidio…”


Hermione lo guardò per qualche secondo, poi rispose dolcemente: “Ehm… grazie, sei gentile a preoccuparti…”


Sì, sì sono… molto… preoccupato, in effetti…”


Harry strinse inconsciamente tra le mani il suo lenzuolo.


Oh, ma non devi… Va molto meglio, ora…”


O-ok… allora… Buonanotte… Herm…”


HERM ???


“ ‘Notte… Ron…”


Finalmente Ron si decise a sdraiarsi nuovamente nel letto, e a Harry parve di vedere le labbra di Hermione stendersi in un sorriso.


Dio! Tutto questo non aveva senso!


Un’ira improvvisa s’impadronì di Harry, che iniziava a non capire davvero più niente!


Era sicuro che in altre circostanze Hermione si sarebbe infuriata se avesse sorpreso Ron a fissarla così, in piena notte! E poi, quel nomignolo… Herm… Lei non permetteva a nessuno di chiamarla così! Non lo sopportava!


Perché allora, non aveva replicato? Perchè non gli aveva detto niente??


Sentì Hermione muoversi nel letto e girarsi dalla parte di Ron. Di sicuro, adesso, si trovavano faccia a faccia….


Si rifiutò di continuare a guardare da quella parte, e assestando un pugno al cuscino, se lo sistemò sotto la guancia, girandosi a sua volta contro la parete e rimanendo per un tempo infinito a fissare il muro.


* * *


Fu una notte agitata un po’ per tutti, quella.


Ron quasi non era riuscito a chiudere occhio, perché il pensiero di avere Hermione così vicino lo aveva mandato completamente in subbuglio; aveva l’impressione che cuore e stomaco stessero facendo l’hoola-hop intorno al suo intestino!


Hermione aveva avuto per tutta la notte la strana sensazione di trovarsi tra due fuochi ardenti… nel senso che si era sentita davvero avvolgere da un calore anomalo ogni volta che si era voltata a destra, o a sinistra! E poi Ron… Ohh, Ron era così strano con lei! Quasi non lo riconosceva! Era… premuroso, attento… e la cosa la lasciava piuttosto scossa e turbata.


Harry, in tutto questo, si era svegliato più volte durante la notte, a furia di sentire sommessi sospiri d'ansia misti al rumore di corpi che si rigiravano inquieti nei letti.


Appena il sole fece la sua comparsa nella stanza, entrando dalla la finestra, decise di non restare un minuto di più a letto, e si alzò cercando di non fare rumore. Hermione era girata verso Ron, il quale era a sua volta steso su un fianco, verso di lei. Ma la cosa che impietrì Harry, fu la mano di Ron allungata sul letto di Hermione, come a cercare quella di lei.


Un lamento contrariato gli sfuggì senza volerlo dalle labbra, così preferì uscire definitivamente dalla stanza.


La signora Weasley lo accolse con un sorriso carico d’amore, mentre un buon profumo di torta al cioccolato si spargeva per la cucina.


Oh, Buongiorno Harry! Come siamo mattinieri oggi!”


Sì… non riuscivo a dormire…”


Uhmm, vuoi dire che non siete stati comodi, stanotte? In effetti, forse quattro letti sono un po’ troppi, lì dentro…”


Ah, no… non è un problema! Non è quello…”


La signora Weasley gli si avvicinò, e con dolcezza gli chiese: “E’ per via di Sirius, vero?”


Harry, nonostante odiasse mentire, si ritrovò ad annuire.


Caro… oh, caro!”, e in meno di un secondo fu circondato da un abbraccio poderoso e materno.


E’… è tutto a posto!”, farfugliò Harry non appena gli fu permesso nuovamente di respirare.


Molly si asciugò una lacrima con la parte terminante del grembiule, e gli versò del succo di frutta: “ E’ stata una perdita terribile… Davvero terribile! E tu, povero caro, devi aver sofferto così tanto!” Gli fece una carezza leggera sulla testa. “Ma non devi essere triste: lui non lo vorrebbe. Lo sai, vero?”


Harry si diede dell'infame per aver sfruttato quella scusa per giustificare la sua insonnia… Si sentì proprio uno schifo! Annuì appena alla signora Weasley.


Tieni, bevi adesso…. Uova e pancetta?”


Harry le sorrise, ed annuì di nuovo, incapace di aggiungere altro. Dopo un’oretta circa, iniziarono a scendere anche gli altri membri della famiglia e, con una punta di disagio, Harry notò che Hermione e Ron vennero giù insieme.


Fantastico!


I due si lanciavano occhiate furtive a turno. Quando Ron era sicuro di non essere visto, la guardava… Quando Hermione se ne accorgeva e ricambiava lo sguardo, lui prontamente riabbassava il proprio… in un balletto di ciglia e palpebre che non aveva precedenti!


Harry si costrinse a smettere di serrare le labbra e a distogliere gli occhi da quelle scene che gli facevano tornare su la colazione!


Molly mise le caraffe contenenti succo di zucca e d’arancia sopra il tavolo, e un bel recipiente di caffè fumante vicino alle omelette e al pane tostato.


Hermione fece per prendere del succo di zucca, ma Ron scattò prontamente come una molla, alzandosi prima di lei e prodigandosi a servirla.


Ohh… Grazie, Ron…”


Ah, ehm… figurati!”, disse versandosene poi un bicchiere anche lui, come a giustificare il gesto.


Harry, speranzoso, cercò con gli occhi gli sguardi di Fred e George, sicuro che lo avrebbero preso in giro dopo quell’inconsueta cortesia. Ma, con disappunto, notò che i due se ne stavano mesti mesti, a testa bassa e con gli occhi che imploravano misericordia alla madre, la quale non li aveva ancora salutati.


Anche Harry sembrò afflosciarsi sulla sedia, chiedendosi perché mai al mondo, a volte le cose sembravano andare di male in peggio!


Ginny era l’unica a mostrarsi apparentemente normale, e a comportarsi esattamente come gli altri giorni. Iniziò a chiacchierare allegramente con Harry, decidendo quali negozi visitare per primi a Diagon Alley, come se nulla fosse, e lui si ritrovò ad annuire e dire ‘sì'… 'certo'… e ‘a-hà', senza in realtà ascoltare una sola parola.


Ad un certo punto sentì Ron dire, tutto premuroso: ”Hermione, vuoi che ti imburri una fetta di pane?”


Harry, a quelle parole, si alzò dalla sedia tanto violentemente da farla quasi cadere all’indietro.


Ehm, scusate… Inizio a salire per prepararmi”, e si allontanò in fretta e furia verso la scala.


Entrò nella sua stanza e sbattè forte la porta, incrociando le braccia sul petto, con fare ostile. Accidenti! In quella stanza, adesso, non c’era nemmeno lo spazio per camminare!


Solo per il gusto di farlo, tirò un calcio contro la gamba del letto di Hermione, procurandosi un gran male e scaricando una fila di insulti a se stesso e al letto.


Non sapeva davvero il perchè… Proprio non lo capiva!


Ma quello strano comportamento tra Ron e Hermione lo infastidiva, come se una mosca continuasse a ronzargli intorno e gli tormentasse il naso!


Loro erano… diversi… e la cosa non gli piaceva! Non gli piaceva affatto!


Maledizione! Quei due si erano sempre ODIATI!!


Che cos’era tutta quella dolcezza improvvisa?


Che senso aveva? Durante il suo mese di assenza era successo qualcosa che Harry proprio non riusciva a percepire?


Cosa diavolo erano quei cambiamenti??


Decise di non pensarci più e, rovistando nel baule, tirò fuori dei jeans puliti ed una maglietta verde scuro, mettendoli sul letto. Si chiuse nel bagno e restò sotto la doccia finchè Ron non martellò contro la porta.


Ehi, è da un’ora che sei lì!! Hai finito?”


Sì, ora esco.” Harry avrebbe voluto tenergli il muso, fare l’offeso, manifestargli tutto il suo risentimento e sdegno… Ma poi pensò che non ne aveva nessun valido motivo!


Che cosa poteva dirgli? ‘Sei un idiota perché hai versato il succo di zucca ad Hermione?’


Oppure: ‘Ma è proprio necessario essere così dannatamente gentile e premuroso con lei ogni secondo??’


Naah, non aveva senso!


Così come non aveva senso o giustificazione la sua collera. E più ci pensava, più la cosa lo mandava su tutte le furie!


Stava forse impazzendo? Perché aveva quelle reazioni insensate?


Perché si sentiva come un invasato, incapace di restare lucido e calmo?


Oh, se soltanto ci fosse stato ancora Sirius… Lui sì che era bravo a capire le fasi della crescita! Un’ondata di tristezza lo sommerse, giusto per peggiorare ancora di più la situazione… Come se ce ne fosse bisogno!


Uscì dal bagno con un asciugamano legato in vita, imponendosi un fantastico sorriso stampato in faccia: “Scusa, Ron… non mi ero accorto di esserci rimasto tanto!”


Tranquillo, amico!” e con una sonora pacca sulle spalle bagnate ed un sorriso a 32 denti, Ron prese il suo posto nel bagno. Accidenti a lui e alla sua pacca, gli aveva fatto male!


Entrò nella sua stanza e s’immobilizzò sulla porta. Hermione e Ginny, intente a rifare i letti, rimasero a fissarlo imbambolate.


Ah… siete… qui…”


Hermione voltò subito la faccia, guardando fuori della finestra, mentre Ginny se lo spolpò letteralmente con gli occhi. “Sì, la nostra stanza è ancora inagibile…”, disse la rossa senza mostrare un minimo d’imbarazzo di fronte al corpo umido di Harry.


Quest’ultimo, inconsciamente, si strinse con maggior forza l’asciugamano intorno ai fianchi.


Non preoccuparti”, disse Hermione, dando un’ultima sistemata al letto ed afferrando Ginny per una mano, “scendiamo di sotto, così potrai vestirti con tranquillità.”


Nonostante le proteste soffocate di Ginny, Hermione la trascinò fuori e la porta si richiuse alle loro spalle.


Hermione, a differenza di Ginny, era rimasta turbata nel vedere Harry a torso nudo, nonostante lo avesse già visto così solo due giorni prima.


Dopo un’attesa che sembrava non dovesse finire mai, tutti e sei i ragazzi finalmente furono pronti a partire, vestiti con abiti babbani, il che dava loro un tocco di attrattiva in più.


Dopo quasi mezz’ora di suppliche, preghiere e scongiuri, infatti, Fred e George avevano ottenuto il permesso di andare a Diagon Alley, sotto giuramento che nulla di pericoloso o dannoso sarebbe successo.


Mi raccomando, vi aspetto per ora di cena… Non fate tardi, e soprattutto NON COMBINATE GUAI !!!” Ovviamente, quest’ultima frase aveva due destinatari ben precisi.


Arrivarono a destinazione dopo una buona mezz’ora di auto (guidata con l’aiuto della magia da Fred). Diagon Alley aveva sempre il suo incredibile fascino, le strade erano colorate e ricche di negozi, c’era gente ovunque e l’aria estiva dava proprio la sensazione di essere in vacanza.


Incrociarono diversi studenti di Hogwarts, facendo anche uno spiacevole incontro, che altri non era che Malfoy junior.


Uhmm… siete già in giro a rovinare il paesaggio, voialtri di famiglia Weasley! Ormai non c’è più nessun posto dove poter camminare tranquillamente!”, disse Draco spregevole e offensivo.


Sì, l’hai proprio detto! Su queste strade si incrociano le facce peggiori! Ma almeno uno della tua famiglia è stato assicurato alla giustizia!”, disse Ron, stranamente coraggioso.


Sta attento a te… rosso lentigginoso idiota che non sei altro!” Draco gli si fece pericolosamente vicino.


Ron non si tirò indietro, e avvicinò il viso al suo.


Ron, ti prego!”, lo supplicò Hermione, allontanandolo e tirandolo per un braccio.


Draco rise con arroganza: “Che razza di incapace! Sei talmente imbranato che devi farti difendere da una sporca Mezzosangue!”


A quel punto anche Harry strinse i pugni, affiancando l’amico: “Non ti basta doverti vergognare del tuo nome, Malfoy? Hai anche la presunzione di offendere gli altri?”


Ah… ci mancava il paladino di tutti gli sfigati dell’universo!”


Harry lo afferrò per la camicia, all’altezza del pomo d’Adamo, e vide Draco impallidire leggermente.


Ehi, ehi! Calmatevi adesso!”, intervenne Fred, “Siete sotto la nostra responsabilità, oggi, quindi niente problemi… da nessuno!”


Harry, al ricordo delle parole della signora Weasley, mollò la presa, guardando però Draco con rabbia. Lui si spolverò la camicia con aria infastidita e disgustata.


Non preoccuparti, Potter, ci vediamo tra qualche giorno… Devi solo portare un po’ di pazienza!”


Contaci Malfoy! Non vedo l’ora!”


Draco si allontanò, col suo passo fiero e austero.


Che razza di stronzo!”, disse Ron tra i denti.


Ron, lascia perdere! Con quello che è successo a suo padre non credo che quest’anno avrà ancora il coraggio di fare tanto lo sbruffone!”, disse Hermione seguendo con lo sguardo Draco mentre si allontanava. In effetti, anche gli altri notarono che il ragazzo era stranamente solo. Nessuno dei suoi fedeli amici era con lui.


Fred e George furono catturati da un nuovo negozio di scherzi, che aveva aperto da poco, e si incollarono con i nasi contro le vetrine.


Ehm, facciamo così…”, disse George, “ci ritroviamo qui, da 'White's Joke', verso le 16.00.”


Ginny li guardò con aria di rimprovero: “La mamma ha detto che dobbiamo stare insieme! Se combinate altri disastri….”


Oh, no, non preoccuparti! Abbiamo già da scontare punizioni per questa vita e per quella successiva! Non combineremo proprio niente… E’ solo che dobbiamo concludere degli ‘affari’.”


Hermione, Ron e Ginny si guardarono aggrottando le sopracciglia. Solo Harry poteva avere una vaga idea di quali affari si trattasse, ma preferì tenerlo per sé.


Allora, se non direte nulla alla mamma, promettiamo di portare ad ognuno di voi un bel sacchetto di dolci e caramelle!”, propose Fred.


Ron, al solo pensiero, si leccò le labbra, assaporando già le leccornie che li attendevano.


Ok, ma non fate danni!”, acconsentì.


Così si divisero, e i restanti quattro componenti del gruppo si ritrovarono a girare in lungo e in largo per Diagon Alley, curiosando qua e là per i negozi, ricchi di novità per gli studenti e per la nuova stagione scolastica.


Dopo ore di cammino, le ragazze iniziarono ad accusare la stanchezza. Ognuno di loro aveva almeno due sacchetti in mano, contenenti qualcosa di futile dentro. Solo Hermione aveva avuto il coraggio di comprare ben quattro libri (per di più extra, rispetto al programma scolastico).


Harry scosse la testa, quando vide Ron farsi convincere da Hermione a comprare: ‘Prontuario per ripassare tutti gli incantesimi che non siete riuscire a capire - (Fino ad ora…)'.


Guardò l’amico con aria di rimprovero. Se solo Hermione glielo avesse proposto l’estate precedente, Harry era sicuro che Ron si sarebbe fatto una bella risata, dicendo che lui non aveva bisogno di libri… visto che tanto poteva copiare da lei!


Ma probabilmente, Harry doveva definitivamente dire addio a quella parte di Ron che gli piaceva tanto!


Ad un certo punto, Ginny puntò il dito verso una caffetteria, tutta bordata di nastrini rosa e fiocchetti a forma di cuore, che a Harry fece venire in mente terribili ricordi.


Là…! Voglio andare là!! A Hogsmeade ho sempre sperato che qualcuno mi portasse da Madama Piediburro… E adesso che ha aperto una nuova filiale anche qui…. Devo assolutamente entrarci!!”


A Harry si contrasse lo stomaco: fece una smorfia che racchiudeva tutto il suo disgusto.


Ti assicuro che non è niente di speciale…”, le disse sconsolato.


Lei si voltò di scatto: “Ci sei già stato?! E quando??”


Uhm, è acqua passata”, rispose, sentendosi leggermente arrossire.


E’ andato a Hogsmeade l’anno scorso… con Cho! Era S. Valentino…”, disse senza troppi problemi Hermione.


Lui la guardò con risentimento, leggermente ferito dalla superficialità con cui lo aveva detto.


Con Cho Chang? Ci credo, allora, che non ti è sembrato nulla di speciale!!”, squittì la rossa, facendo ridere tutti, tranne, ovviamente, Harry.


Oh, dai! Anch’io ci voglio entrare…”, disse Hermione con una vocina mielata, guardando Ron.


Ron, decidendo anche per Harry, e con un’espressione decisamente ebete, annuì tutto felice: “Certo, certo che ci andiamo!”


Harry, irritato per quella scena tanto caramellosa da cariare i denti, finì per seguirli, anche perché decise di infischiarsene di tutto il resto e di soddisfare il suo unico bisogno primario di quel momento: bere una fantastica burrobirra ghiacciata!


Il locale, all’interno, non era molto diverso da quello di Hogsmeade, e a Harry si rizzarono i peli sulla nuca al ricordo della tragica ora che ci aveva passato con Cho.


Altre coppiette erano amorevolmente sedute, tenendosi per mano e scambiandosi effusioni di vario tipo, che andavano dal semplice bacio a vere e proprie palpatine eseguite di nascosto sotto i tavoli.


Harry (con estrema soddisfazione, ed una sensazione di trionfo che lo fece decisamente sentire meglio) vide Hermione sgranare incredula i suoi occhioni nocciola alla vista di una coppia che si baciava appassionatamente, con tanto di lotta di lingue, accompagnata da suoni inconfondibili, piccoli mugolii di divertimento e mani che si davano parecchio da fare.


Con lo stesso godimento, guardò Ron osservare terrorizzato la medesima coppia, e lo vide arrossire in modo spropositato, con la faccia di chi si chiedeva se sarebbe mai riuscito a rifare quelle stesse cose.


Eh, già, avevate proprio ragione! Valeva decisamente la pena di entrare in questo locale!”, sorrise Harry, davvero divertito.


Hermione e Ron distolsero lo sguardo dal tavolino e lo oltrepassarono, cercando un posto che potesse accoglierli tutti e quattro. Ma fu con disappunto che Harry realizzò che quel posto prevedeva l’ingresso di sole coppie… Non esistevano tavoli da quattro!


Ah, sì! Proprio un’ideona magnifica, questa!”, ribadì col sorriso.


L’unica persona che non sembrava affatto turbata o scoraggiata, era Ginny, che si era incollata al fianco di Harry, come a sottolineare che se proprio si dovevano dividere, lei sarebbe andata con lui.


Harry sentiva crescere sempre di più il suo piacere, tanto vedeva aumentare l’imbarazzo di Ron e Hermione. La cosa lo faceva divertire da matti!


Alla fine trovarono due tavolini liberi, abbastanza vicini da permettere di parlare insieme. Ron e Hermione si sedettero automaticamente uno di fronte all’altra, così a Harry non rimase che dividere il tavolo con Ginny (assolutamente raggiante!).


Harry tentò di avvicinare i due tavoli, ma questi, dopo pochi secondi, tornarono a separarsi di mezzo metro. Probabilmente era stato imposto un incantesimo affinché i tavoli rimanessero a debita distanza di sicurezza, tanto da permettere la giusta dose di intimità.


Giurando che non avrebbe mai più rimesso piede lì dentro, Harry nascose la testa dietro la lista delle bevande, giusto per avere una scusa per non dover vedere gli altri.


Riemerse da dietro la lista solo dopo diversi minuti, quando Ginny gli chiese cosa avesse deciso di prendere.


Uhmm, sì, per me una burrobirra con ghiaccio.”


Prontamente arrivò la cameriera a ritirare le ordinazioni. Ron, come sempre, esagerò, ordinando tre panini con doppia farcitura, due fette di torta ed una caraffa di succo di mirtillo.


Ginny parlava a ruota libera, felice più che mai di ritrovarsi in quella circostanza. Harry ogni tanto buttava lì qualche risposta, giusto per non essere troppo scortese ed evitare che capisse che non la stava nemmeno ascoltando.


In realtà continuava a seguire con molta attenzione il gioco di sguardi che c’era tra Ron e Hermione, il loro insolito imbarazzo, quel sorrisetto insensato sulle labbra… Per non parlare del ginocchio di Ron, che si sforzava inutilmente di arrivare a sfiorare quello di Hermione, il quale era ancora lontanissimo.


Ecco, tutta quella situazione stava letteralmente facendo uscire di testa Harry!


Ma cosa diavolo erano quegli atteggiamenti insensati?


Ron era un ammasso di inadeguatezza, di goffaggine ed insicurezza distribuita per 1 metro e 80 cm di altezza!


Era un imbranato, insicuro e maldestro ragazzone, al quale le donne non interessavano! Non gli era mai importato nulla di loro, maledizione! Perché, adesso, doveva fare lo splendido proprio con Hermione?


Hermione era la sua…


Era…


Dannazione! Hermione era la sua amica!


Non è vero, Harry?”, domandò Ginny.


Come risvegliandosi da un brutto sogno, sbattè le ciglia e si girò verso Ginny: “Ehm… sì, certo!”


Lei lo guardò contrariata “Sì, certo, che cosa? Ma mi stai ascoltando?”, chiese un po’ offesa.


Sì! E’ che ho un po’ di mal di testa…”, mentì.


Oh… ti fa male la cicatrice?”, chiese subito lei preoccupata.


Giusto per attirare l’attenzione di Hermione (che in quel momento sembrava proprio interessata a tutt’altro!), disse a voce alta: “Già, è da stamattina che la cicatrice mi brucia fastidiosamente!”


Attese una sua reazione, che giunse parecchio dopo quello che Harry si aspettava.


“… Hai detto che ti fa male? E da quando?”, chiese infatti Hermione dopo 30 secondi abbondanti, durante i quali Harry si consumò i denti a furia di stringerli.


La guardò con astio: “Da stamattina!”, ripeté contrariato, “Ma non credo sia nulla di grave…”


Hermione gli sorrise: “Meglio così, allora!”, e tornò a guardare furtivamente Ron.


Harry era senza parole! Hermione aveva appena ignorato una cosa che in qualsiasi altro momento avrebbe avuto la sua totale attenzione! Si era aspettato una frase tipo: ‘Devi dirlo subito a Silente!’… E non certo un arido ed indifferente: ‘Meglio così!’


Tracannò tutto d’un fiato la sua burrobirra, e riappoggiò il bicchiere con un po’ troppa forza, tanto da far sobbalzare Ginny (l’unica che ebbe una reazione, in effetti!).


Poi, inorridito, vide la mano di Hermione sostare senza un apparente motivo vicino alla caraffa di succo di mirtillo, e la mano di Ron avvicinarsi pericolosamente, mentre con aria indifferente guardava fuori della vetrata.


Non farlo….


Non farlo…


Cazzo non farlo!!


E prima che Ron riuscisse a sfiorare la mano di Hermione, Harry urtò il suo bicchiere, che rotolò sul tavolino e finì la sua corsa sul pavimento, fracassandosi rumorosamente.


Ops… scusatemi!”, disse passandosi la mano tra i capelli, scompigliandoli maggiormente.


Ginny, a quel gesto, sospirò affascinata.


Non vedo l’ora di tornare a giocare a Quidditch, sai, Harry?”


La cameriera si affrettò a riparare il bicchiere con un rapido movimento della bacchetta.


Sì, anch’io non vedo l’ora di poter giocare di nuovo… L’anno scorso quel brutto e odioso rospo della Umbridge non poteva farmi dispetto peggiore!”


Ma pensi che sia stata brava… ehm, voglio dire...io… nel sostituirti?”, chiese la rossa con timidezza.


Harry ripensò alle partite giocate da Ginny, e dovette ammettere che era stata proprio abile e battagliera!


Hermione, finalmente, sembrò degnarsi di ascoltare la conversazione, ed Harry provò l’improvvisa voglia di elogiare Ginny a dismisura.


Oh… Ginny… Dirti brava è riduttivo! Sei stata assolutamente fantastica! E poi, non pensavo che la divisa della squadra ti donasse così!”, le disse con un sorriso dolcissimo, guardando però Hermione in tralice.


Vide Hermione stringere leggermente le labbra (o si era sbagliato?).


Al contrario, Ginny si sciolse a quelle parole e dovette sforzarsi per non buttargli le braccia al collo. Si limitò ad arrossire in un modo che in fondo intenerì Harry, e gliela fece sembrare incredibilmente carina.


“…Grazie…”


Figurati, è la verità!”


A quel punto anche Ron sembrava improvvisamente interessato: “Vuoi dire… vuoi dire che altri ragazzi potrebbero averla notata?”, chiese allarmato.


Oh, Ron! Sei incredibile!”, s’intromise Hermione infastidita, “E’ ora che tu capisca che Ginny sta crescendo! Non resterà una bambina in eterno… E sicuramente è stata notata da altri ragazzi di Hogwarts!”


Poi, degnando Harry di un’occhiata appena, aggiunse: “… Ma Harry non conta… Lui non fa testo!”


Harry si ritrovò ad aggrottare le sopracciglia, incredulo: “Cos…?”


Non ho voglia di discutere di questo con mio fratello!”, disse Ginny con un’occhiataccia infastidita diretta a Ron.


Ok, inizia a farsi tardi… Tra poco Fred e George ci aspettano davanti a ‘White's joke’… è meglio se andiamo”, disse Harry alzandosi per primo.


Ginny lo imitò, alzandosi a sua volta. Ron e Hermione rimasero un attimo a guardarsi, poi seguirono gli altri.


Hermione tirò fuori delle monete per pagare la sua bibita, ma Ron appoggiò delicatamente la mano sopra la sua, per fermarla.


Lascia. Ehm… posso… offrirtelo io?”, le chiese non riuscendo però a guardarla negli occhi.


Anche lei abbassò lo sguardo e imbarazzata, rispose: “Ah, sì… certo. Grazie…”


Ron iniziò a frugarsi in tutte e quattro le tasche, tirando fuori da ognuna di esse monete e piccoli tagli di banconote. Sparpagliò alla rinfusa il denaro sul bancone, iniziandolo a contare e Harry non si perse lo sguardo un po’ contrariato di Hermione di fronte a quel disordine.


Allora, con una punta di orgoglio e soddisfazione, diede sfoggio del suo portafoglio nuovo, dal quale estrasse un’unica banconota e disse alla proprietaria: “Io pago il resto.”


Ginny, estasiata, lo ringraziò, ed iniziarono ad uscire dal locale.


Hermione e Ron arrivarono dopo qualche minuto, lei leggermente accigliata, lui rosso come un peperone, ed Harry lo sentì bofonchiare mortificato: “Certo, certo! La prossima cosa che farò, sarà comprare un portafoglio…”


Harry, tutto sommato, pensò che Ron era proprio un gran simpaticone…


E alla fine una sottile, anomala e pericolosa sensazione di soddisfazione si impossessò di lui.


* * *


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Capitolo 5
*** 5 - ***


Al di là della ragione

- 5 -

Solo sensazioni?‘


Trascorsero altre due settimane di vacanza, passate in quell’atmosfera inconsueta, caratterizzata da sentimenti in contrasto tra loro, divisi tra amicizia e gelosia, incertezza e tormento.


Harry, per la prima volta in vita sua, da una parte si sentiva felice di essere alla Tana, ma dall'altra parte, l'avere costantemente sotto gli occhi gli sguardi di Ron su Hermione, lo facevano stare maledettamente mele!


Era tutto così diverso rispetto alle estati precedenti!


Ma, all’apparenza, nulla era mutato e ogni cosa procedeva con la solita allegria: proseguivano i giochi, le gite, i divertimenti e gli svaghi.


Per tutto quel periodo Harry tentò di non pensare a nulla, cercando inutilmente di ignorare il cambiamento dell’atteggiamento che aveva notato in Ron e Hermione, decidendo di mettere definitivamente a tacere la sua inquietudine.


Purtroppo non riusciva a capire se anche lui stava cambiando, o semplicemente quel sentirsi diverso, era una diretta conseguenza dei mutamenti che incombevano sui suoi amici.


Non lo sapeva, non lo capiva… e ci stava male! Ogni volta che vedeva Ron comportarsi dolcemente con Hermione, gli si annodavano le budella! Sentiva spuntare dentro di sé una specie di enorme scimmione, che grugniva arrabbiato, che batteva forte i pugni sul petto, e che gridava disperato: ‘Hermione è mia!


Eppure, con la sensazione di avere una spada conficcata nel cuore, si rendeva conto che tutto questo non aveva assolutamente senso! Hermione non era sua…


Però…. però Ron non doveva usare tutta quella tenerezza con lei… Non doveva e basta!


Gli andava il sangue al cervello ogni volta che la vedeva arrossire per una gentilezza o un complimento di Ron. Lo faceva andare su tutte le furie!


Lo lasciava esterrefatto, sgomento… Hermione era sempre arrossita per rabbia… per stizza… o per imbarazzo, se veniva punta sul vivo. Poteva arrossire di vergogna, se non aveva una risposta pronta ad una domanda…


Ma non arrossiva per un complimento fattole da Ron, era inaudito! Non esisteva… non poteva essere vero!


E la rabbia di Harry non faceva che aumentare... a dismisura! Si sentiva come in una pentola a pressione, e capiva di essere arrivato al limite della sopportazione!


Ma la cosa che lo faceva deprimere ancora di più, era che Ron con lui si comportava in modo impeccabile, era l’amico di sempre! Anzi, la loro amicizia andava rafforzandosi ogni attimo di più. A parte i primi giorni, dove Ron sembrava in difficoltà a guardarlo negli occhi, adesso si mostrava più sciolto.


Ridevano, scherzavano… E divoravano con gli occhi la stessa ragazza!


Arrivò così anche l’ultimo giorno, prima della partenza per Hogwarts, e la signora Weasley iniziò a disperarsi all’idea di non rivederli per almeno quattro mesi.


Mamma, ti prego, non iniziare a frignare! Finalmente avrai tutta la libertà e la pace che sognavi…”


Sì… sì, ma voi… voi mi… mancherete da… mo-morire…”, singhiozzò.


Oh... mamma…” Ginny corse ad abbracciarla, consolandola con una carezza affettuosa sulla spalla.


Dai, forza! Andiamo in giardino a goderci l’ultimo giorno di vacanza e di sole….”, disse George uscendo. Uno dopo l’altro, anche i restanti fratelli ed amici lo seguirono fuori.


Fred lanciò una palla magica a Harry, con un tiro potente che lo fece sbilanciare all’indietro per riceverla.


Ehi!”, protestò il moro.


Coraggio, Harry, devi prepararti ai bolidi che i Serpeverde ti scaglieranno addosso quest’anno!”


Sì, hai ragione!”


Oh, insomma! Basta con il Quidditch!”, sbuffò Hermione, la quale era costretta a rimanere a guardare con il naso all’insù, ogni volta che loro giocavano e lei ne rimaneva esclusa.


Hermione ha ragione”, disse prontamente Ron, “non possiamo fare qualcosa che coinvolga anche lei?”


Fred e George si scambiarono un’occhiata inequivocabilmente derisoria: “Ma come siamo altruisti, ultimamente… fratellino!”


Ron (in meno di un secondo) partì col solito sguardo d’imbarazzo rivolto ai propri piedi, e Harry per l’ennesima volta in quelle settimane, cacciò le mani in tasca irritato, tirando un violento calcio ad un sasso.


Ok, ok… cerchiamo di fare qualcosa che accontenti tutti. Uhm… potremmo giocare a ‘palla acchiappa tutti’. Che ne pensi, Fred?”


Fantastico! E’ un po’ che non ci giochiamo! E anche in questo gioco bisogna tenere gli occhi ben aperti e avere i riflessi pronti. Ok, allora… formiamo due squadre da tre persone ciascuna.”


Io sto con Hermione!”, disse subito Ron.


Harry gli avrebbe volentieri scaricato addosso la palla che aveva in mano! Era convinto che nemmeno un bambino di tre anni avrebbe fatto le sue stesse scene!


Quasi con aria di rimbecco, disse sfidandolo: “E io voglio Ginny nella mia squadra!”


Perfetto. Fred, tu vai con Ron e Hermione, io starò con Harry e Ginny”, disse George. Poi aggiunse: “Le regole le conoscete, vero? E’ abbastanza simile al Quidditch, il principio è quello di segnare e di evitare che l’altra squadra segni. Valgono solo i lanci fatti con le mani. E se l’avversario ti tocca quando hai la palla in mano, allora bisognerà cederla. Vince la squadra che per prima arriva a dieci punti. Tutto chiaro?”


Con la bacchetta tracciò due righe opposte, che fungevano da porta. “Vale più o meno tutto per cercare di bloccare l’avversario, ma non siate troppo duri… soprattutto con Ginny e Hermione.


Ginny, con i pugni appoggiati sui fianchi, sollevò un sopracciglio con aria ribelle, ma, allo stesso tempo terribilmente affascinante e bisbigliò a Harry: “Io non sarò di certo tenera, con loro…”


Harry sorrise divertito per lo spirito agguerrito che caratterizzava la piccola Weasley, e non riuscì a trattenersi dal ridere e dal darle il ‘cinque’, tipico dei ragazzi babbani, e che lei non disdegnava.


Notò Hermione guardarli con aria indifferente, e sollevare ancora più in su il suo nasino perfetto ed impertinente.


Un fischietto comparve dal nulla e il suo suono acuto diede inizio al gioco.


Per diversi minuti il gioco fu piuttosto tranquillo, e tutti ebbero modo di prendere confidenza con i movimenti. Fu Ginny a segnare per prima, facendo goal a Ron, il quale andò avanti dieci minuti a protestare. Hermione si muoveva velocemente ed era brava ad intercettare la palla e a restituirla con prontezza. Harry tentò un paio di volte ad andarle vicino per rubargliela, ma lei, spaventata, la rilanciava subito verso Fred.


Un paio di volte Ginny fece delle entrate piuttosto dure su Hermione per rubarle la palla, ma rimediò solo dei falli per ‘gioco pericoloso’.


Harry segnò un altro punto e Ginny gli si buttò letteralmente addosso per festeggiare. Si ritrovò circondato dalle braccia della ragazza, e ricoperto di piccoli e rapidi bacini sul viso. Uno lo sfiorò appena sulle labbra… ma fu solo un attimo.


Hermione, a quella scena, strinse impercettibilmente le labbra, mentre ascoltava distrattamente le urla di Fred, che li spronava a giocare meglio.


Con un rapido scambio di passaggi, Harry e Ginny arrivarono presto alla meta e segnarono un altro punto.


Wow! Ginny, sei grande!”, le disse Harry, guardandola con ammirazione. Ancora una volta si scambiarono quel gesto con le mani, e Hermione si morse un labbro, sentendo una strana fitta al cuore nel vedere tutto quell'affiatamento.


Erano decisamente una coppia molto forte, e fu proposto di rimescolare le squadre, ma Ron si oppose con ostinazione.


Fred fece un tiro lungo, in direzione di Hermione, e lei si preparò a ricevere la palla, senza vedere che Harry le era di nuovo vicino. Tutti e due guardavano verso l’alto, ma Hermione si bloccò all’improvviso, e Harry senza volerlo, la investì letteralmente, cadendole addosso e trascinando entrambi per terra.


Si ritrovò disteso sopra di lei, abbracciato a quel corpo piccolo, dolce e sensuale. Sentì il suo profumo di vaniglia (così fresco e dolce) catturarlo e farlo prigioniero e, per un attimo gli venne voglia di tuffare il viso tra i suoi capelli, sparpagliati sul prato.


Sentì il corpo di lei schiacciato sotto di sé, aderire perfettamente al proprio… Dei pensieri sopiti e che a fatica aveva messo a tacere, si risvegliarono all’istante.


Erano talmente vicini…


Entrambi col fiato un po’ corto, per via della corsa, e con gli occhi ipnotizzati a fissare il colore caldo e intenso dell’altro.


Harry, per la seconda volta in pochi giorni, provò l’irresistibile voglia di baciarla, e dovette davvero ricorrere a tutto il suo autocontrollo per impedire alle sue labbra di posarsi su quelle dolci e morbide di Hermione.


Dio, cosa avrebbe dato per sfiorare la sua bocca!


Quasi senza rendersene conto, la strinse ancora di più a sé.


“…Tutto… tutto bene?”, le chiese dopo un po', trovando finalmente il coraggio di parlare.


Hermione sentiva il cuore batterle all’impazzata ed aveva l’impressione di essere ad un passo dallo smettere di respirare.


Sì…”, rispose in un soffio.


Perché, all’improvviso, Harry le faceva quello strano effetto? Era la terza volta che si ritrovava stretta tra le sue braccia, e per la terza volta le era sembrato di morire dall’emozione!


In fondo, lei e Harry, si erano abbracciati un sacco di volte durante tutti quegli anni di scuola! Per affetto, per gioia, per riconoscenza, per sollievo… Ma nessuno di quegli abbracci era mai stato così… intenso! Non aveva mai avuto l’impressione che Harry potesse essere qualcosa di più di un amico…


Ecco! Ora le sembrava di essere stretta da un uomo… che la voleva.


Questa sensazione la sconvolse! No… Oh, no!


A Harry non importava nulla di lei… in quel senso! Ne era certa. Ne era sicura. La cosa era evidente… indiscutibile!


Ma Harry non si decideva a spostarsi. Rimaneva lì, fermo a guardarla, incantato ed incapace di dire altro.

Si scambiarono uno sguardo imbarazzato.


Fu Ron a correre verso di loro, allarmato e contrariato.


Ehi, Harry! Ma che ti è preso? Non è mica un ragazzo da buttare giù in quel modo! Ti faccio notare che non stiamo giocando a bowling, e che Hermione non è un birillo! E poi... che ci fai ancora steso su di lei? Non vedi che la stai schiacciando? E’ così difficile tirarti su?!” Con la mano gli afferrò il braccio e lo staccò a forza da lei.


Harry allungò la mano per aiutare Hermione, ma Ron lo scansò arrabbiato, prendendo il suo posto e provvedendo lui stesso ad aiutarla.


Harry, d’istinto, strinse i pugni e fu solo per miracolo che non lo colpì.


Come stai?”, le chiese Ron ansioso.


Oh, non preoccuparti, Ron… è tutto a posto”, rispose Hermione massaggiandosi leggermente il palmo della mano, che aveva sbattuto a terra.


Te la senti di continuare a giocare?”


Ma certo, Ron! Non è... non è successo nulla!”, e guardò Harry (che non si era mosso di un millimetro), come a chiedergli una conferma.


Ron serrò i denti e gli passò accanto, urtandolo leggermente, poi tornò nella sua posizione.


Allora, voi due, si ricomincia a giocare?”, chiese Fred da lontano.


Sì!”, rispose Harry, facendo un cenno con la mano.


Poi tornò a guardare Hermione: “Scusami… non… non volevo farti male…”


Lei lo guardò, rimanendo ancora una volta incantata dal verde dei suoi occhi, così simile al colore delle tenere foglie che li circondavano.


Stai tranquillo. Non mi hai… fatto male…”, e gli sorrise in modo dolcissimo.


Ehm, bene… andiamo allora…”, e tornarono al centro del campo.


Caro Harry, quel fallo vi costerà un rigore!” disse gongolando Fred.


Sì, hai ragione…”


La squadra di Ron segnò il primo gol, dando così inizio alla rimonta.


Ron era piuttosto determinato, e lo dimostrò contrastando Harry per tre volte in modo eccessivamente duro. Lo buttò a terra senza complimenti, procurandogli un taglio sullo zigomo e un brutto graffio ad un braccio.


Ma Harry non protestò una sola volta. Si pulì il viso dal sangue che gli aveva sporcato la guancia e riprese a giocare senza fiatare.


Quando il punteggio raggiunse il 5 pari, Harry andò di nuovo vicino a Hermione, che aveva la palla, ma non poteva lanciarla a nessuno. Harry le si parò davanti, a meno di 30 centimetri, con le mani allargate per non farla passare e con i capelli arruffati.


Forza, Harry! Non può lanciarla a nessuno, perché qui ci siamo noi… Su, avanti…. Fatti sotto! Prendi quella palla!!”, gridò George da lontano.


Ma Harry sembrava quasi intimorito di avvicinarsi di più. Era come se avesse paura di non essere in grado di fermarsi in tempo, se l’avesse avuta ancora tra le braccia…


Hermione fece un passo verso destra, e lui la imitò. Fece finta di lanciare la palla a sinistra, ma Harry sapeva bene che non c’era nessuno per riceverla, quindi non si fece ingannare e si avvicinò ancora un po', per sfiorarla... ma non ebbe il coraggio di farlo.


A quel punto Hermione, vedendo il suo tentennamento, si mosse rapidamente per cercare di fuggire, ma quando gli passò di lato, Harry l’afferrò per la vita, trattenendola e stringendola forte a sé.


Ancora una volta, il tempo si fermò.


Ancora una volta, Harry avvertì la sua vicinanza modo quasi doloroso… il suo corpo, il suo profumo, i suoi occhi.


La palla cadde lentamente dalle mani di Hermione, che si rese conto di essere all’improvviso instabile sulle proprie gambe.


Ma che cosa le stava succedendo?


Perché si creava quell’elettricità, ogni volta che Harry le era vicino?


E perché il suo cuore batteva così forte?


Perché, proprio adesso?


Adesso che Ron sembrava finalmente guardarla con occhi diversi…


Non ci capiva più niente! Ron negli ultimi tempi era talmente adorabile con lei… Era dolce e sensibile, proprio come lei lo aveva sempre desiderato. Nonostante i frequenti litigi, gli voleva molto bene, e questo suo nuovo atteggiamento le aveva fatto provare delle emozioni diverse.


Ma Harry…. Harry non aveva mai dimostrato nessun interesse per lei!


Lui era qualcosa di troppo… irraggiungibile!


Harry la considerava solo la sua amica secchiona! Beh, sì, forse qualcosa di più… La sua migliore amica…


Ma non certo altro!


E allora perché, all’improvviso, tutto diventava così complicato quando erano vicini? Perché si sentiva sciogliere quando lui la guardava così profondamente e con tutta quella dolcezza?


Bravo Harry!!! Palla a noi!”, urlò trionfante George.


Harry si decise a scioglierla dall’abbraccio, e con un timido sorriso preferì allontanarsi da lei correndo.


La partita durò ancora parecchio, e tutti si batterono come se ne andasse della loro stessa vita. Grazie agli allenamenti di Quidditch, Ron era davvero migliorato con i riflessi, e man mano che il gioco proseguiva, diventava sempre più abile.


Arrivarono a 9 pari stremati dalla fatica, ma fu Ginny (agguerrita più che mai) a segnare per prima il goal della vittoria.


Esultarono di gioia, abbracciandosi ed urlando per il successo ottenuto, nonostante fossero tutti piuttosto malridotti.


Hermione si avvicinò a Harry: “Complimenti, bella vittoria!”, gli disse con un sorriso.


Lui, sporco di sangue e terra, col sudore che gli incollava la maglietta addosso e con i capelli che sembravano animati di vita propria, ricambiò il sorriso e lei si sentì morire.


No… complimenti a voi! Siete stati duri da battere! E poi… non immaginavo tu fossi così brava! Hai fatto due goal, e hai recuperato delle palle imprendibili! Per non parlare del fatto che non avrei mai pensato che tu fossi più agile e veloce di Grattastinchi!”


Risero entrambi, divertiti, mentre Ron li guardava con una certa irritazione e nervosismo.


Perché non hai mai pensato di giocare a Quidditch? Saresti perfetta… in tutti i ruoli!”


Lei arrossì leggermente, e la cosa fece inaspettatamente gonfiare il petto di Harry.


Lo sai che odio volare… non lo so fare bene.”


Beh, a quello si può sempre porre rimedio.”


E come?”


Potrei… insegnarti io…”


A quel punto Hermione (con un delizioso rossore sulle guance), non riuscì più a sostenere il suo sguardo, e abbassò gli occhi. Harry, se avesse avuto la coda del pavone, avrebbe fatto una ruota strepitosa!


Ron, per sua fortuna, non sentì quella parte di conversazione, e vedendoli ancora fermi, li chiamò a gran voce: “Ehi, voi due! Dobbiamo muoverci, ci sono i turni da rispettare per la doccia!”


Quindi salirono le scale di casa per andare in bagno, ma prima che si dividessero, Hermione allungò una mano per sfiorare delicatamente il viso di Harry, dove c’era il taglio sullo zigomo.


Ti fa male? Andrebbe medicato…”


Harry, sotto quel tocco, si sentì tremare. E non fu certo per il dolore.


Ah, no… è una sciocchezza!”


Sei sicuro?”


Certo. Ma... grazie.”


La seguì con gli occhi, mentre entrava in camera sua, e l’ultimo sguardo che si scambiarono, rimase impresso a fuoco in ognuno dei loro cuori.



* * *


La mattina successiva, il caos più totale regnava sovrano. Nonostante gli avvertimenti della signora Weasley, quasi nessuno aveva terminato i propri bagagli, e i ragazzi correvano come matti da una stanza all’altra per raccogliere da terra le ultime cose, gli ultimi libri, oggetti, dolci e indumenti che si trovavano ancora sparpagliati disordinatamente.


Arrivarono alla stazione di King Cross con soli tre minuti di anticipo rispetto all’orario di partenza dell'Espresso, e i sei ragazzi si catapultarono letteralmente dentro l’ultimo vagone del treno, pur di non perderlo.


Mentre Harry tentava di recuperare il suo piede (che gli era rimasto chiuso fuori dalle porte, le quali si erano serrate con uno scatto–tipo-ghigliottina ad un soffio dalla sua testa), i quattro Weasley si erano sporti dai finestrini per gli ultimi saluti alla mamma, che sventolava il suo fazzoletto, bagnato di lacrime e di apprensione.


Fu necessario qualche minuto per tornare ad una parvenza di ordine. Così, finalmente, trascinandosi dietro i bauli e gli animali, iniziarono a percorrere il lungo ed affollato corridoio del treno, alla ricerca di un posto per sedersi.


Sarà dura trovare uno scompartimento libero…”, disse Ron abbattuto.


Oh, non essere sempre così pessimista!”, lo sgridò Ginny.


Fred e George furono trattenuti a forza dagli amici nel primo scomparto, e furono salutati con grandi abbracci e pacche sulle spalle, accolti con meraviglia dopo il loro abbandono della scuola l’anno prima.


Harry invece, come ogni volta, fu salutato da sorrisi timidi ed impacciati, seguiti subito dopo da leggeri bisbigli nascosti dietro mani timorose di farsi riconoscere.


Era sempre stato così… Ogni anno, per qualche motivo, la presenza di Voldemort incombeva su Harry, come se i suoi lunghi e perfidi artigli fossero conficcati nella sua tenera carne, e lui non potesse fare niente per staccarseli di dosso.


L’ombra di Voldemort lo avrebbe sempre accompagnato, che gli piacesse o no.


Quel nome terribile, che solo pochi avevano il coraggio di pronunciare a voce alta, lo seguiva senza sosta, inesorabilmente…


E questa volta il ritorno di Voldemort era qualcosa di inconfutabile!


Era assodato, innegabile…


Era, purtroppo, tremendamente vero!


A maggior ragione, quell’anno, Harry era considerato l’eroe, l’unico che si era ritrovato faccia a faccia con il peggiore dei Maghi Oscuri, con il più forte… e il più crudele! E, soprattutto, Harry era riuscito ancora una volta a sfuggirgli.


In più, incombeva su di lui la responsabilità di questa ‘Profezia’, di cui tutti parlavano, ma di cui così poco se ne sapeva! L’alone di mistero non faceva che aumentare il fascino e la curiosità intorno a Harry, seguito da sguardi di ammirazione, ma anche di timore….


Le ragazzine, dal secondo anno in su, gli rivolsero sorrisi radiosi e saluti accompagnati da un gran sbattere di ciglia.


Harry si ritrovò a sua volta con un sorriso idiota stampato in faccia, maledicendo il ritardo con il quale erano arrivati alla stazione e che ora li obbligava a quella sfilata forzata, di cui avrebbe tanto volentieri fatto a meno!


Erano ormai arrivati oltre la metà del treno, quando videro uno scompartimento occupato da una sola persona.


Qui!”, disse subito Ginny, ma poi si bloccò con la mano sulla maniglia, che era arrivata ad aprire metà porta.


Oh, no! Ecco perché è vuoto… Malfoy!”, disse con il disgusto più totale.


Draco emerse dalla penombra nella quale aveva cercato conforto e rifugio, e le rispose con tono glaciale: “Stai tranquilla, Weasley… Nemmeno io dividerei qualcosa con te! A maggior ragione uno spazio così ristretto!”


Lei voltò la testa, offesa, ma poi, prima di richiudere la porta gli disse, tagliente: “Ti meriti proprio di restare solo come un cane!”


E’ sicuramente meglio che rimanere con una Weasley, te lo assicuro!”


Lei gli fece la linguaccia, ma non fece in tempo a vedere il gestaccio col quale rispose prontamente Draco.


Giunsero al penultimo scompartimento, disperati, quando videro dei posti liberi.


Oh, per la barba di Merlino! Era ora!”, disse Ron quando aprì la porta, ma rimase un attimo perplesso di fronte ad una ragazza dai capelli straordinariamente biondi e lunghi, sdraiata al contrario sui sedili, con le gambe all’insù, e la testa e i capelli che le penzolavano giù dal sedile di pelle.


Lu… Luna?”, chiese Ron, insicuro, torcendo il capo di lato, per vederla meglio in faccia.


Lei fece capolino da dietro il giornale che stava leggendo (nel senso giusto…).


Oh… eccovi. Mi stavo giusto chiedendo, in effetti, se vi avrei rivisto quest’anno”


Con un’eleganza d’altri tempi, ruotò su se stessa e riassunse una posizione ‘normale’. I quattro ragazzi capirono all’istante perché anche quello scompartimento era stranamente vuoto!


Ehm, possiamo sederci?”, chiese sbrigativo Harry, visto che con la coda dell’occhio aveva notato Cho avvicinarsi.


Oh, certo che sì!”, rispose lei, guardando con curiosità Ron.


Sistemarono i bagagli e Ron si mise prontamente di fianco a Hermione e di fronte a Luna. Harry (senza alcuna meraviglia) si ritrovò con Ginny di fronte, che si acciambellò con le gambe incrociate.


Luna continuava a fissare Ron in modo indecifrabile, come se stesse osservando un animale raro e assolutamente interessante. Dopo diversi minuti (durante i quali Ron si ammirò a lungo le unghie, in attesa che Luna distogliesse lo sguardo), finalmente lei disse: “Ronald… mi sembra che ci sia qualcosa di diverso, in te…”


Ron la guardò terrorizzato, deglutendo a fatica: “Cos… cosa… intendi per… di-diverso?”


Uhm… i tuoi occhi. Sono sempre stati azzurri?”


S-sì…”, rispose afflosciandosi contro il sedile.


Ma… sempre… così azzurri?”, insistette lei.


Ah… credo di sì…”


Non so… vedo una luce diversa. Va tutto bene?”


Certo che sentirsi fare quell’osservazione da una strampalata come Luna, che vedeva cose strane, e si comportava come la più spostata che esistesse nel mondo magico, non era proprio una gran bella cosa.


Con ansia sempre più crescente, Ron iniziò a tastarsi la faccia e il corpo.


No… no, io sto… bene…”


Luna gli si avvicinò fin quasi a sfiorargli la punta del naso con il proprio, e Ron senza staccare gli occhi dai suoi si ritrovò ad incrociarli verso il centro.


Uhm… sì, sì… proprio strano…”, continuò Luna, puntellandogli l’indice intorno al viso e picchiettando come per testarne la consistenza.


Ron rimase immobile, a meno di un centimetro da lei, occhi negli occhi, rosso come un peperone: “C-cos…”, farfugliò.


Hermione iniziò a sbuffare contrariata per quella specie di conversazione senza senso.


Ron hai intenzione di morire di crepacuore qui, davanti a tutti noi?”, chiese irritata.


Harry non riuscì a trattenersi dal ridere.


Ron, a quel punto, si tirò indietro.


Ma hai sentito che cosa ha detto?”, sussurrò sottovoce (come se non fosse ugualmente udibile), “Mi vede strano!!”


Beh, detto da una che sta seduta al contrario, non mi sembra poi molto allarmante!”, rispose Hermione, senza usare lo stesso riguardo nel parlare a bassa voce e facendo spallucce.


Luna ruotò il capo verso di lei, ricordando assurdamente a Harry la sua civetta Edvige: “Si... in effetti, anche tu sei strana, Hermione…”


Hermione, pizzicata, arrossì leggermente: “Fantastico! Dovrei forse preoccuparmi?”


Luna alzò un sopracciglio, come se le avesse fatto una domanda davvero sciocca: “Oh… lo sai bene da sola, se devi preoccupartene…”


Hermione aprì il suo giornale, con un gesto spazientito ed alzò gli occhi al cielo.


Comunque, leggere il giornale a testa in giù, fa aumentare la concentrazione e la memoria… Sai, per via del sangue che affluisce al cervello… Se vuoi provare anche tu…”, le suggerì Luna con fare esperto.


Hermione la guardò nel peggiore dei modi possibili: “Io non ho bisogno di aumentare proprio niente!”, e ricacciò la testa nella Gazzetta del Profeta.


Ron guardò Luna in modo bizzarro, e le bisbigliò: “Dici davvero? Cioè, leggere a testa in giù… Voglio dire... Funziona?”


Certo! Lo facevo sempre l’anno scorso, e ho passato tutti gli esami!”


Ron, che moriva dalla voglia di provare, afferrò un opuscolo abbandonato sul tavolino: ‘I dieci incantesimi d’oro per mantenere perfettamente il tuo prato’, e fece per ruotare a testa in giù, ma Hermione lo fulminò con un’occhiataccia: “RON!”


Ehm, io… volevo solo prov…”, ma non osò continuare e ripose l’opuscolo.


Luna restò con gli occhi incollati a quelli di Ron, come incantata da lui. E Ron (imbarazzato oltre il possibile) iniziò a grattarsi in rapida sequenza orecchie, fronte, nuca, ginocchio, mento, avambraccio e naso.


Harry non sapeva se ridere o preoccuparsi. Era risaputo che Luna fosse un po’ strana e piuttosto bizzarra, ma il fatto che avesse visto in Ron qualcosa di diverso (esattamente come lui, accidenti!), non lo rallegrava per niente!


Insomma, Luna poteva anche sembrare matta, ma secondo Harry era semplicemente una ragazza molto sensibile. Forse ‘troppo’ sensibile, e riusciva a captare cose che gli altri non vedevano.


E se Luna avesse capito prima degli altri che Ron era….


Era…


No! Harry non osava dirlo….


Non poteva…


O meglio… non voleva dirlo!


Ma se Ron era… davvero… innamorato?


Ecco! Lo aveva detto.


Scosse la testa, come a cacciare via quel pensiero.


Inevitabilmente, però, i suoi occhi tornarono a posarsi su Hermione, concentrata nella lettura del suo giornale… Oh, era così bella!


Un raggio di sole filtrava attraverso il finestrino, inondando il suo volto e passando attraverso i suoi occhi, del colore dell’ambra, che sembravano quasi risplendere d’oro! Perché non se ne era mai accorto?


E i suoi capelli… Mhmm… i suoi capelli! Le erano cresciuti molto, erano diventati più morbidi e ondulati. Ricordava perfettamente quella sensazione (come se avesse sfiorato la seta), nel momento in cui glieli aveva toccati quando le era finito addosso… Perché aveva sempre sottovalutato il suo lato femminile?


Come sentendosi pungere sulla tempia, si voltò alla sua destra, e vide Luna fissarlo attenta.


Harry abbozzò una specie di sorriso.


Accipicchia…. Deve essere contagiosa….”, disse lei perplessa.


Cosa?”, chiese Ginny.


La malattia di Ron. Anche Harry ne sembra colpito.”


Harry sgranò gli occhi: “Io non sono malato!”, disse subito.


Nemmeno io!!”, piagnucolò Ron, grattandosi il collo.


Oh, per l’amor del cielo, Luna! Perché li devi terrorizzare così!”, chiese esasperata Hermione, sbattendo il giornale sulle ginocchia.


Luna fece spallucce, offesa, chiudendosi in un silenzio rassegnato, senza però riuscire a trattenere una frase, che le sfuggì dalle labbra strette, ma che Harry captò a tratti: “…Proprio…lei… ne è … causa…”


Rimasero tutti in silenzio per un bel po', poi, con crescente inquietudine, Harry vide la mano di Ron allungarsi con finta disinvoltura verso la parte alta del sedile di Hermione, dove lei aveva appoggiato le spalle.


AH! RON! Ti va una bella partita a scacchi?”, chiese subito, a voce alta, incapace di trattenersi.


Ron rimase col braccio bloccato e sospeso per aria, poi, arrossendo, fece finta di stirarsi.


Ah, ehm… non… non mi va molto…”, disse rimettendo scoraggiato il braccio giù ed iniziando a guardare con interesse la rete portabagagli.


Dopo qualche minuto Hermione, senza staccare gli occhi dal giornale, si inclinò con noncuranza di lato, avvicinandosi leggermente verso Ron. Lui sembrò accorgersene, e (con assoluta padronanza), fece lo stesso.


Harry seguiva con nervosismo quel gioco di impercettibili movimenti. Con sgomento si accorse che le loro mani, in seguito a millimetrici spostamenti, si erano praticamente unite, mignolo contro mignolo.


La rabbia si impadronì di lui, come un falco si impossessa di un piccolo agnellino indifeso, e scattò in piedi, incapace di staccare gli occhi dalle loro mani, così dannatamente vicine.


Ginny lo guardò, stupita.


Che ti succede?”, gli chiese, allarmata.


Harry serrò le mascelle: “Vado a fare un giro!”


Ma ci siamo appena seduti…”, si lamentò lei.


Harry voltò le spalle a tutti, e mentre era sulla porta, disse: “Magari qui c’è qualcuno che vuole restare solo!”, ed uscì, richiudendo con stizza la porta scorrevole.


Si ritrovò a percorrere il corridoio del treno con la sensazione di essere quell'agnellino indifeso, artigliato da un rapace affamato e vorace.


Che cos’era quella morsa allo stomaco, che lo faceva stare così male?


Perché sentiva il disperato bisogno di allontanarsi, ogni volta che vedeva Ron guardare, toccare, o semplicemente stare vicino a Hermione?


E perché gli prudevano le mani e gli veniva l’improvvisa voglia di pestare a sangue qualcuno, per riuscire a dar sfogo alla sua ira?


C’era un’unica, dura e brutale risposta a quelle domande….


Era geloso.


Stramaledettamente…. … Irrimediabilmente GELOSO!


Ripensò agli sguardi che aveva scambiato con Hermione, alle sensazioni che aveva provato, e si diede dello sciocco.


Ma cosa si era messo in testa?


Che razza di cretino! Aveva solo frainteso… Quegli sguardi di Hermione non significavano niente! Non avevano nessun valore!


Imbecille che non era altro!


Quel solletico allo stomaco quando lei lo guardava… Quel calore che gli saliva rapido fino al collo quando per sbaglio la toccava… Quell’eccitazione insensata e fuori luogo che lo coglieva quando solo la sfiorava con gli occhi…


Niente!


Era stato solo lui , a sentirle, quelle cose!


Povero stolto, ottuso principiante!


A Hermione non importava un maledetto fico secco di lui!


Cosa ancora più sconvolgente….


A Hermione piaceva Ron.


Cazzo!


Non poteva più fare finta di niente… era così!


Merda!


La sua furia, ormai, dilagava senza sosta.


Senza accorgersene, diede spallate a destra e a sinistra per passare, facendo male a parecchi studenti che si arano allegramente fermati a chiacchierare.


“…Harry…”


Gli sembrò di sentire qualcuno lo chiamava, ma non aveva voglia di salutare nessuno.


Harry!”, questa volta non poté far finta di nulla, perché il suo nome era stato fatto a gran voce.


Si fermò, indeciso se voltarsi o meno, poi cedette e si girò.


Cho…”, sussurrò avvilito.


Lei fece mostra di un sorriso estasiato: “Ciao… Come stai?”


Ehm, bene, grazie… e tu?”


Tutto a posto, anch’io… Passata bene l’estate?”


Sì! Fantastica!”, disse per tagliar corto, in modo brusco.


Sei… arrabbiato?”, gli domandò Cho, titubante.


Ecco… sono di fretta.”


Lei corrugò la fronte. Sopra un treno, come si poteva andare ‘di fretta’??


Volevo solo dirti che… ti ammiro molto, per quello che hai fatto a giugno. Sei stato proprio forte.”


Non abbastanza, evidentemente, visto che la persona alla quale tenevo di più è morta!”, rispose con una cattiveria che lei non meritava.


Con orrore, vide gli occhi a mandorla di Cho riempirsi di lacrime.


Oh, no! Ti prego… non piangere… Scusami! Non volevo essere scortese…”


Ma una grossa lacrima non ne volle sapere delle sue preghiere, ed infischiandosene, rotolò giù. Due amiche di Cho si affacciarono dal loro scompartimento e videro la scena. Guardarono Harry piene di sdegno.


Magnifico!


Le mise una mano sulla spalla, per cercare di recuperare: “Scusa… ma è un periodaccio! Ci vediamo a scuola, eh?”


Lei annuì leggermente, con gli occhi carichi di sentimento per lui.


Harry batté in rapida ritirata, odiando quella situazione, quel treno e quelle persone.


Avrebbe solo voluto Sirius vicino a sé. Perché era andato tutto così male? La costrizione del treno lo fece stare ancora peggio. Sarebbe voluto scappare… e lì non lo poteva fare di certo.


Fece ritorno al suo posto quando ormai mancavano solo pochi minuti all’arrivo.


Harry! Ma dove sei stato per tutto il viaggio?”, gli chiese Ginny preoccupata.


Ecco… dei ragazzi mi hanno fermato perché volevano… sapere…”, ma non finì la frase, perché Hermione lo interruppe, alzandosi in piedi e mettendosi davanti a lui.


Harry, sei l’unico ad indossare ancora gli abiti Babbani!” osservò, contrariata.


Non ho voglia di cambiarmi”, rispose lui, secco.


Andiamo, non è il momento di fare i capricci...”


Io non sto facendo i capricci!


Se non ti sbrighi, arriveremo in ritardo! Forza, cambiati!” gli ordinò con aria di rimprovero.


Non darti pensiero! Non c’è bisogno di agitarsi così!”, ringhiò lui, fronteggiandola.


Hermione lo guardò sconcertata: “Io… non mi sto… agitando!”


Beh, si direbbe proprio il contrario!”


Il treno frenò bruscamente e si arrestò così all’improvviso, che Harry non riuscì ad evitare di piombarle addosso, trascinandola all’indietro sul sedile.


Istintivamente lei si aggrappò a lui per non cadere, e Harry la trattenne fra le braccia e le finì sopra.


Ancora una volta.


Ma perché, da quando si erano rivisti quell’estate, finivano sempre in quella posizione?


Oh, Dio! E adesso perché mai l'unica cosa a cui riusciva a pensare erano le sue labbra?


No, no, NO!


Dopo pochi secondi, due braccia forti e robuste lo tirarono su di peso: “Ehi, amico, tutto bene?”, gli chiese Ron, preoccupato.


Maledetto treno!”, rispose Harry, aggiustandosi la maglia.


Sì, hai ragione. L’anno scorso io ho preso una capocciata cosmica! Me la ricordo ancora…”, disse Ron ridendo e massaggiandosi la parte che si era ferito un anno prima. “Se mi guardi bene… ma davvero bene… forse trovi ancora il bernoccolo!”, e scoppiò a ridere.


Harry si lasciò contagiare dalla sua risata irresistibile, e Ron gli mise un braccio intorno alle spalle. Oh, accidenti! Come avrebbe mai potuto restare arrabbiato con Ron?


Si buttò il mantello della divisa sulle spalle, giusto per avere qualcosa di Grifondoro addosso, e scese dal treno con Ron, che non gli era mai sembrato così felice.


* * *

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Capitolo 6
*** 6 "Inevitabile realtà" ***


Al di là della ragione

Ciao a tutti!

Brevissima parentesi, dove voglio ringraziare di cuore chi commenta... in particolare:

Sabri89: Sei tanto dolce, e i tuoi commenti positivi mi fanno sempre un enorme piacere! Sono felice che il mio modo di scrivere e descrivere le emozione di Harry e Herm ti piacciano tanto! Grazie davvero! Attendo con ansia di sapere che ne pensi di questo cap, ok? Baci!

Granger 90: Cara, grazie per la tua recensione, mi fa sempre molto piacere sapere che te ne pare! Eh Ron è tanto felice perchè... aspetta di leggere questo capitolo! Tieniti forte, mi raccomando! E RESISTETE nella lettura! Hi hi hi.....Bacioni!

Goldbuble: Ciao! Hai ragione, hai ragione.... ma la pazienza è la virtù dei forti! Aspetta e vedrai! Un bacio e grazie anche a te!

Marco: Il mio adorato Marco!! Grazie, so che segui sempre con immancabile costanza, e di questo, ti sono grata. Ovviamente, aspetto di sapere il tuo parere anche qui.... Un bacio a presto!




- 6 -


Inevitabile realtà‘



Nonostante l’anno precedente si fosse concluso con l’annuncio definitivo ed inequivocabile del ritorno di Voldemort, l’ingresso a Hogwarts fu, come sempre, solenne e gioioso da parte degli studenti.


Gli allievi erano numerosi ed elettrizzati, anche se stanchi…. e soprattutto affamati.


Harry sorrise di tenerezza nel vedere i ragazzini del primo anno, intenti a guardarsi intorno con espressioni timide e spaventate. Cercò di ricordare se anche lui, al suo primo ingresso nella maestosa ed imponente Sala, avesse avuto quegli stessi occhi smarriti e pieni di timore.


No… Ohh, certo che no! A lui erano bastati pochi minuti per capire che nulla di quello che si era lasciato alle spalle (ovvero dieci anni di triste esistenza e di vita in comune con persone aride e odiose) poteva essere peggiore! E l’aver scoperto di essere un mago l’aveva talmente riempito di gioia ed eccitazione che quello stesso sentimento di euforia lo accompagnava ancora oggi che, per la sesta volta in vita sua, varcava la soglia della Sala Grande di Hogwarts.


Insieme a Hermione e ai quattro fratelli Weasley, Harry si avvicinò al loro affezionatissimo ed immancabile lungo tavolo Grifondoro, carico di emozione e pieno di entusiasmo.


Inaspettatamente, però, Hermione si sedette di fronte a Ron (il suo posto, in realtà, era sempre stato di fronte a Harry), rivolgendogli un sorriso timido e dolcissimo allo stesso tempo. Harry sentì improvvisamente un crampo mordergli lo stomaco e fu costretto a rivolgere lo sguardo verso il tavolo dei Serpeverde pur di non vedere Ron che gongolava sotto gli occhi da cerbiatta di Hermione.


Per un attimo, la vista di Malfoy e del vuoto che sembrava circondarlo, lo colpì. Non era esattamente isolato… ma era come se i compagni della sua casa si tenessero leggermente a distanza, quasi come se lui avesse avuto il raffreddore e nessuno volesse prenderselo.


Una sottile sensazione di godimento invase Harry, al quale bastò quella scena per smettere di pensare a Hermione e Ron.


Insomma… che si arrangiassero anche quei due! Avevano improvvisamente scoperto di amarsi alla follia?


Perfetto!


Magnifico!


Splendido…


A lui non importava niente!


Proprio niente…


Un accidente di niente!!


Quando il Cappello Parlante ebbe terminato di smistare nelle quattro case tutti i nuovi arrivati, questi si sedettero timidamente ai rispettivi tavoli, iniziando a chiacchierare in modo sempre più sciolto.


Ron rivolse lo sguardo verso Silente: “Wow! …Ma… ma chi… chi è q-quella… specie di… a-angelo?”, chiese balbettando e rimanendo poi con la bocca aperta.


Harry si voltò di 90 gradi seguendo la direzione del suo sguardo, che puntava dritto dritto al tavolo dei Professori. Quando posò gli occhi sulla ragazza seduta al fianco del Preside fu come se un getto d’aria fredda gli avesse improvvisamente mozzato il fiato!


Ebbe come la sensazione di aver mandato giù una gran quantità di acqua ghiacciata, rimanendo quasi paralizzato per lo shock.


Il suo cuore ebbe un sussulto… una specie di scarica elettrica istantanea. E tutto quel freddo si tramutò presto in un calore che lo avvolse da cima a fondo.


Mai donna più bella, era stata vista seduta al di là di quella barriera che delimitava la zona dei professori.


Harry si ritrovò ad avere la stessa espressione (decisamente poco intelligente) di Ron, con la bocca leggermente aperta e lo sguardo vacuo.


Lentamente, uno ad uno, i ragazzi del tavolo Grifondoro si misero a guardare tutti nella stessa direzione.


Si può sapere che cosa sono quelle facce da ebeti?”, chiese Hermione, decisamente contrariata, visto che lei aveva troppe teste che le coprivano la visuale e non riusciva a scorgere la persona che sembrava interessarli tanto.


N-no… è… è ancora meglio… di… un a-angelo…”, proseguì Ron, senza darle retta.


La giovane donna, oggetto di tante attenzioni, si voltò dalla loro parte come richiamata, e i suoi occhi (di un azzurro-blu quasi impossibile da descrivere) incrociarono per una frazione di secondo quelli di Harry. E lui… si sentì scuotere fin nel profondo dell’anima!


Durò solo un attimo, ma a Harry sembrò che quel contatto proseguisse all’infinito.


Era bellissima… Un viso soave, incantevole e dolce come quello di una veela. I lisci capelli biondi erano intrecciati dietro le spalle in un’acconciatura sofisticata, e che lasciavano intendere che dovevano essere piuttosto lunghi.


Harry? HARRY?!”, urlò Hermione. “Ti prego, almeno tu, rispondimi!”


Lui si riscosse leggermente, e guardò Hermione: “...Cosa...?”


Come ‘cosa’? Ma si può sapere che diavolo vi prende?”


Ginny arricciò le labbra in una smorfia contrariata: “Non ho la più pallida idea di chi possa essere, ma è di sicuro la più bella professoressa che Hogwarts abbia mai visto! Ed è decisamente la più giovane che abbia mai insegnato qui!”


Hermione allungò il collo, ma ancora non riusciva a vedere, così decise di alzarsi in piedi per poter esaminare la fonte di tanta curiosità.


Lo stesso stupore che aveva colpito gli altri, si dipinse anche sul suo volto, la stessa incredulità di fronte a quella bellezza senza precedenti.


Ginny scambiò uno sguardo rassegnato con Hermione, che tornò mollemente a sedersi sulla panca, pure lei con la bocca leggermente socchiusa.


Ehi, ma… ma si può sapere chi è… quello splendore?”, chiese Neville Paciock, con la medesima aria sognante che sembrava contagiare uno per uno tutti i ragazzi che volgevano lo sguardo verso il banco dei professori.


Hermione incrociò le braccia sopra il petto, con aria risentita e offesa, guardando malissimo sia Ron che Harry. Piano piano, il mormorio crebbe notevolmente e la curiosità si dipinse sui volti delle persone sedute ai lati delle quattro lunghissime tavolate.


Silente finalmente si alzò dal tavolo e, come di consueto, batté un cucchiaio contro il calice d’argento che era posizionato di fronte a lui.


Silenzio!”, disse a voce alta. La sala, come per incanto, si ammutolì. “Molto bene”, proseguì il professore con un sorriso paterno ed allargando le braccia. “Estendo il mio più affettuoso saluto di bentornato a tutti gli studenti che già conoscono la nostra tanto amata scuola, e do un caloroso benvenuto ai giovanissimi maghi che per la prima volta si trovano qui”. Fece un gesto che avvolse simbolicamente tutti.


Harry notò lo sguardo disgustato di Malfoy.


Vorrei con tutto il cuore poter fare un discorso sereno e rincuorante, ma non è nelle mie facoltà, sfortunatamente, al momento. L’anno passato si è concluso con dolorosi ritorni e drammatiche perdite che hanno colpito alcuni di noi…”, guardò Harry di sfuggita, poi riprese: “Ma posso affermare con certezza, che questa scuola sta preparando tutti voi ad affrontare e a combattere il male che sta dilagando senza sosta nel mondo magico. E, alcuni di voi hanno già dato prova di grande coraggio, forza e preparazione, dimostrando di non aver paura di niente… e di essere pronti a fronteggiare qualunque forza oscura si possa presentare loro.” A quel punto, fissò con orgoglio il tavolo dei Grifondoro.


Ron, tronfio e pieno di sé, si tirò su con le spalle, guardandosi intorno come a dire: “Ehi! Sono qui! L’anno scorso io ero al Ministero a lottare contro i Mangiamorte!”


Hermione gli mollò un calcio da sotto il tavolo, e Ron ululò dal dolore, facendo voltare mezza sala.


Ma un altro lungo anno di fatiche vi aspetta, e la vostra preparazione verrà ampliata e migliorata. A tale proposito, è con estremo piacere che vi presento colei che diventerà la vostra nuova insegnante di Difesa contro le Arti Oscure…”


Silente fece con cavalleria un gesto verso la ragazza che gli era seduta a fianco, la quale si alzò con grazia dalla sedia e chinò leggermente il capo.


Ho l’onore di presentarvi la professoressa Isabel Keen, che viene dalla lontana Norvegia, ed è stata a noi presentata direttamente dal Ministero della Magia”


Un applauso partì spontaneo dai tavoli, soprattutto da quella parte maschile delle varie case che andava dai 14 anni in su.


Hermione era sempre più furibonda e allibita, e guardava sconvolta Harry e Ron applaudire come se stessero assistendo ad uno spogliarello, piuttosto che alla presentazione di una nuova insegnante.


Ho sempre adorato quella materia, Harry! Proprio adorato!!”, sghignazzò Ron dando di gomito a Harry. “E quest’anno, a maggior ragione, sarà la mia materia preferita…”


Harry non aveva ancora staccato gli occhi di dosso dalla giovane professoressa, ed annuì sorridendo, convinto che Ron avesse incredibilmente ragione. Quell’anno Difesa contro le arti Oscure sarebbe stata sicuramente la materia più apprezzata dall’intera scuola.


Finita la presentazione, la professoressa Keen rivolse un sorriso dolcissimo alle quattro tavolate che si trovavano di fronte a lei, e tornò a sedersi con grazia. Una ciocca di capelli le sfuggì dalla elaborata acconciatura, così portò una mano all’orecchio per sistemarla, e Harry non poté fare a meno di notare un anello con uno smeraldo grande come un penny, brillare al suo anulare.


Dopo l'approvazione di Silente, finalmente diedero inizio alla sontuosa cena, che li tenne occupati per quasi due ore. Harry si ritrovò spesso a volgere lo sguardo verso il tavolo dei professori e, per ben due volte, sentì nuovamente quella scossa elettrizzante quando gli capitò di intercettare lo sguardo della la nuova insegnante.


Ron non fu da meno. Anche lui, come Harry, continuava a guardare verso la professoressa Keen e, nell'incrociare gli occhi con la ragazza, combinò dei veri e propri disastri sul tavolo.


Hermione era rossa in viso per la collera, e (indispettita come poche volte era capitato a Harry di vederla) terminò la sua cena prima degli altri, dicendo che per quella sera 'ne aveva avuto abbastanza'!


Harry e Ron la raggiunsero poco dopo nella Sala Comune, ritrovandola seduta sulla sua poltrona preferita, mentre sfogliava con finta pigrizia un libro dall'ambiguo titolo: 'Fin dove può arrivare il tuo autocontrollo '.


Ron smise all'istante di parlare della nuova professoressa, di elogiarne la bellezza e la grazia. Ma dopo pochi minuti, quando anche il resto dei Grifondoro raggiunse la stanza, l'unico argomento di conversazione fu quello della nuova arrivata.


All'ennesimo commento di Fred sul colore così intenso dei suoi occhi, e del biondo così lucente dei suoi capelli, Hermione richiuse il libro rumorosamente, sbattendolo con forza.


Insomma, la volete piantare con questa storia? Devo forse ricordarvi che state parlando di un'insegnante?”, urlò esasperata.


Tutti si zittirono all'istante. I bambini del primo anno rimasero a fissarla spaventati.

Ron si guardò con attenzione la punta delle mani e non osò fiatare.


Come al solito fu l'intraprendente Ginny a rompere il silenzio.


Beh, Hermione, non si può certo negare la sua bellezza... E' praticamente impossibile non commentare! Per non parlare del fatto che è così giovane. Non credo abbia molti anni più di noi.”


Sì, appunto!”, sottolineò Hermione con livore, “Mi chiedo proprio che cosa sia venuto in mente quest'anno a Silente! E' inaudito... inappropriato... insensato! Mettere una ragazzina sprovveduta ad insegnare una materia fondamentale come Difesa Contro le Arti Oscure... Inconcepibile!”


E chi te lo dice che è sprovveduta?”, le chiese Ginny.


Silente non può riporre la sua fiducia in una persone così giovane, non può!”, continuò Hermione a voce alta, ignorando Ginny.


Beh... Avrà avuto i suoi buoni motivi...”, tentò Ron, ma per risposta si beccò da Hermione un'occhiata malevola che lo incenerì.


Certo! Come no... Ottimi motivi! Destabilizzare delle menti già notevolmente provate come le vostre!”


Harry sorrise, sperando che il litigio tra i due continuasse all'infinito. Già si pregustava la loro lunga discussione, e lo confortò il pensiero che probabilmente alla Tana c'era stata solo una piccola parentesi di tregua... ma che in realtà il loro sentimento di perenne contrasto avrebbe avuto presto il sopravvento.


Si accomodò meglio sulla poltrona, pronto ad assaporare la scenata.


Resta il fatto che è proprio bella...”, disse George con occhi sognanti.


Di sicuro la più bella ragazza mai vista ad Hogwarts...”, ribadì con convinzione Dean.


Harry non ne era poi così sicuro. Pensò che quando si è innamorati, ai propri occhi la donna amata rimane in assoluto la più bella rispetto a qualunque altra.


Stava per dirlo, quando Ron lo sconvolse, giocando d'anticipo e tirando fuori un jolly inaspettato e di grande effetto: “Beh, io... Ehm, insomma... non credo. Voglio dire... io penso che nella nostra Casa, ad esempio... ci siano delle ragazze altrettanto belle... Bellissime, davvero! Una su tutte... io... l'ammiro da sempre...”


Harry faticò a non lasciare che la sua mascella gli cadesse verso il basso. Era incredulo di fronte all'audacia di Ron! Lo guardò arrossire come un pomodoro, ma sostenere con eloquente orgoglio lo sguardo di tutti, soprattutto quello di Hermione, che finalmente tramutò la sua espressione imbronciata in un fantastico sorriso.


Altro che gustarsi una bella litigata! Ron la stava spudoratamente corteggiando! Non riusciva a crederci... Hermione abbassò gli occhi per un attimo, con le gote leggermente arrossate.


La cena, in fondo allo stomaco di Harry, si divertì a fare un balletto non richiesto, causandogli un fastidiosissimo senso di nausea.


Tutti guardarono Ron di sottecchi, scambiandosi sorrisini e gomitate.


Improvvisamente seccato, Harry si alzò dalla sua tanto amata poltrona, rivolgendo a Ron un sguardo indecifrabile.


Io vado a letto!”, sentenziò rigidamente, aspettandosi che l'amico lo seguisse all'istante.


Ma, con suo sommo orrore, così non fu.


Io resto ancora un po' qui...”, sussurrò Ron, continuando a guardare Hermione, la quale si accarezzò i lunghi capelli, timidamente.


Harry strinse i pugni, senza nemmeno rendersene conto.


Bene. Benissimo! Buona notte!”, e salì le scale senza più voltarsi indietro.


Si precipitò in bagno, sbattendo con forza la porta alle sue spalle. Ci si appoggiò contro e si lasciò scivolare verso il basso.


Magnifico!


Finalmente Ron aveva trovato il coraggio di affrontare i suoi sentimenti, di guardare in faccia la realtà, e di non nascondere più quello che provava...


'E' così che stanno le cose, maledizione! Cos'altro mi aspettavo? Era logico che prima o poi succedesse... Era ovvio, cazzo!'


Harry si sentiva in uno stato di frustrazione senza precedenti.


'Devo essere felice per loro... Devo! E' quello che vogliono, no? Perchè dovrei stupirmi di questa cosa? E' tutta l'estate che vanno avanti così... non hanno mai smesso di flirtare... di cosa mi meraviglio?'


Per una frazione di secondo gli tornò in mente Hermione stretta tra le sue braccia, al lago verde... e allo sguardo che si erano scambiati... e al batticuore che aveva provato.


'Sono solo uno stupido! Un vero coglione, per dirla tutta! Era solo il frutto della mia immaginazione...'


Ma la cosa che lo fece stare peggio, fu quella inaspettata sensazione di angoscia che all'improvviso gli aveva attanagliato il cuore con ferocia.


L'agghiacciante sensazione di non poter più tornare indietro... di non poter più cambiare il corso degli eventi.

Per non parlare di quel terribile dolore che gli stava devastando le viscere, come se qualcosa lo stesse divorando dall'interno... Sentiva crescere un sentimento di rabbia e di impotenza, che lo soffocavano come le mura di una prigione.


Perchè Ron all'improvviso aveva deciso di innamorarsi proprio di Hermione? Perchè? E perchè non ne aveva parlato prima con lui? Che amico era? O credeva che Harry non fosse degno di ricevere le sue confidenze?


Si sollevò da terra, dando un pugno alla porta con tutta la forza che aveva.


Santo cielo! Era gelosia il nome che non si rassegnava a voler usare?


Con le gambe malferme si appoggiò al lavandino.


'Sono forse geloso di Hermione?', si domandò guardandosi allo specchio, senza in realtà avere il coraggio di essere onesto con il riflesso di se stesso, che gli restituiva uno sguardo smarrito.


'No... Non può essere! Certo che no!'


Ah ah ah! Gelosia? Ma che stronzata era mai quella?


La gelosia implicava un sentimento d'amore che doveva esserci alla base, e lui non provava nessun sentimento d'amore per Hermione. Affetto sì, certo. Stima profonda, simpatia... amicizia vera! Ma non amore.


Non amore...


E allora perchè si sentiva male da morire?!


Perchè aveva voglia di tornare di sotto e mollare un pugno al suo migliore amico? Perchè, all'improvviso, sentiva l'irrefrenabile desiderio di prendere Hermione tra le braccia e baciarla come aveva fatto con Greta?


Stava perdendo il controllo della situazione, e la cosa non andava affatto bene! Quando perdeva il controllo, combinava solo dei gran casini... e non poteva permetterselo! Sentì dei rumori provenire dalla stanza a fianco, e si decise finalmente ad uscire dal bagno.


Quando tornò nel dormitorio, un rapido sguardo gli bastò per constatare che il numero dei letti non corrispondeva al numero delle persone presenti nella stanza... e con un tuffo al cuore, si rese conto che l'unico letto ad essere rimasto vuoto, era proprio quello di Ron.


Si tolse i vestiti con una tale foga che quasi strappò la maglietta.


Ehi, amico, tutto bene?”, gli chiese Seamus preoccupato, ma lo sguardo killer di Harry lo fece ammutolire e gli fece capire che era meglio non continuare a fare domande.


Si infilò a letto, gettò gli occhiali sul tavolino a fianco ed intrecciò le mani dietro la nuca, restando a fissare il vuoto, in attesa di un qualcosa che nemmeno lui sapeva cosa fosse.


Quasi tutti erano andati a dormire, ormai, mentre i minuti sembravano scorrere al rallentatore. Quando la vista del letto vuoto di Ron gli risultò insopportabile, con un gesto brusco e stizzito chiuse le tende intorno a sé.


Cosa diavolo stavano facendo?


Perchè Ron non era ancora tornato?


Era tardissimo, ormai, e lui non aveva più motivo per restare giù!


Una vocina nella sua testa (piena di speranza), gli suggerì che forse, semplicemente, Ron e Hermione stavano chiacchierando... amichevolmente.

Quante volte era capitato anche lui? Era capace di rimanere per ore a parlare con Hermione senza rendersi conto del tempo che passava...


Sì, doveva per forza essere così.


Cercò di calmarsi, ma dopo aver contato febbrilmente fino a 1.374, decise che non avrebbe aspettato un minuto di più.


Dietro quelle tende si sentiva soffocare e, con un gesto improvviso, le spalancò ancora più irritato di prima.


Ok, sarebbe sceso! Magari era successo qualcosa... Forse avevano bisogno d'aiuto e non potevano avvisarlo...


Era quasi sul punto di scattare in piedi e di scendere di sotto, quando sentì dei passi salire sulle scale.


Rituffò la testa nel cuscino, chiudendo gli occhi e fingendo miseramente di dormire.


Seppur con gli occhi chiusi, le sue orecchie tese ed attente riconobbero il suono familiare di Ron mentre si spogliava, e si accorse che quest'ultimo stava facendo di tutto per ridurre al minimo il rumore.


Quando fu sicuro che l'amico fosse sotto le coperte, Harry aprì gli occhi in due sottilissime fessure, e il sorriso che vide dipinto sul volto di Ron non poté che confermare le sue peggiori paure.


Con un improvviso nodo alla gola, Harry si costrinse a chiudere gli occhi e a cercare di dormire... ma il sonno, per lui, quella notte non sarebbe mai arrivato.



* * *



La mattina dopo (stava appena albeggiando), Harry sollevò la testa dal cuscino con una strepitosa emicrania a fargli compagnia. Istintivamente, si girò a guardare Ron e, con sgomento, si accorse che l'amico non aveva ancora perso quell'espressione felice.


Lo stesso sorriso della sera prima era ancora incollato alla sua bocca.


Harry si sentì invadere da una rabbia insopportabile e da un odio ingiustificato nei confronti di Ron. Non sarebbe riuscito a rimanere in quella stanza un attimo di più.

Andò in bagno, trascinandosi sotto la doccia e sperando che l'acqua fresca gli infondesse la giusta energia per affrontare la giornata.


Si vestì senza degnare Ron di uno sguardo, cercando di ignorare il suo russare sommesso, costante e sereno.


Era prestissimo, e l'unica cosa che gli venne in mente di fare fu una lunga passeggiata intorno al lago. L'aria era fresca, e l'imminente cambio di stagione iniziava a far sentire il suo avvicinarsi. Si sedette sotto il solito albero, che tante volte lo aveva visto felice, altre volte pensieroso... ancora più spesso triste.


Cercò di capire che cosa gli stava succedendo, ma le risposte tardavano ad arrivare. Provava un miscuglio di sconosciuti ed indecifrabili sentimenti, che da una parte voleva ignorare, dall'altra allontanare. Era confuso, arrabbiato, stanco. Si portava sulle spalle un anno di fatiche...


La perdita di Sirius lo aveva straziato, e il suo ricordo significava dolore, tristezza, disperazione e rabbia.


Una rabbia feroce.


E adesso ci si mettevano anche Ron ed Hermione! I suoi amici... Ci mancavano solo loro a scombussolare la sua esistenza già fin troppo instabile e precaria! Sì, Hermione lo aveva sconvolto, invadendogli la testa con la sua presenza, costante, meravigliosa, ossessiva... ritrovandola più donna di quanto non avesse mai immaginato! Per non parlare delle emozioni che gli aveva fatto provare... lo perseguitava persino nei sogni!


E poi Ron, che da goffo ed impacciato ragazzone, si era improvvisamente trasformato in un macho virile e appassionato.... con ogni ormone del suo corpo pronto a gridare vendetta!


Prese un sasso da terra e lo lanciò con rabbia nell'acqua.


Fu allora che si accorse di una presenza che lo fissava dalla sponda opposta del lago.

Strinse istintivamente gli occhi per mettere meglio a fuoco, ma la sagoma (che gli era sembrata femminile) sparì nel nulla. Ma forse si era sbagliato, era troppo presto perchè ci fosse già qualcuno in giro come lui...


Rimase a lungo a fissare le calme acque del lago, scuro ed impenetrabile, che racchiudeva in sé strane creature e misteriosi suoni, finché un sommesso brontolio dello stomaco gli ricordò che era ora di mangiare qualcosa. Seppur controvoglia, si decise a tornare verso il castello. Una folata di vento freddo lo costrinse a chinare il capo verso il basso e ad affondare le mani nelle tasche dei pantaloni.


Non aveva idea di che ore fossero, ma le poche persone presenti nella Sala Grande gli fecero intuire che doveva essere ancora molto presto. Iniziò a fare la sua colazione, sfogliando pigramente una rivista di Quidditch che qualcuno aveva abbandonato sulla panca la sera prima.


Dopo quasi mezz'ora, come per istinto, sollevò gli occhi proprio mentre Ron ed Hermione varcavano il portone e, con una sgradevole sensazione di amaro in bocca, vide che erano maledettamente vicini. Guardò Ron sorridergli felice, e Hermione abbassare gli occhi con quello che sembrava essere imbarazzo.


Ehi, Harry! Mattinieri oggi, eh?”, disse Ron mollandogli la solita sonora pacca sulle spalle.


Harry, per tutta risposta, emise una specie di grugnito da cane affetto da rabbia. Ron rise di gusto, ma Harry non riuscì a trovarci proprio nulla di divertente. Posò per un attimo gli occhi su Hermione, la quale fu rapidissima a riabbassare i propri.


Harry riprese a sfogliare pigramente la rivista, ben intenzionato ad ignorarli. Ma Ron era carico come l'Hogwarts Express prima della partenza al binario 9 e ¾ di King's Cross, ed iniziò a parlare senza sosta, come un fiume in piena.


Dopo venti minuti di ininterrotto monologo, Ron guardò Hermione e si grattò la nuca, rassegnato all'insolito silenzio dell'amico.

Trasse un profondo respiro, come per prendere coraggio, e cominciò a diventare di un colore surreale.


Harry...?”


Il moro sollevò a fatica gli occhi dalla sua rivista: “..Sì..?”


Dopo un'altra accurata grattatina dietro le orecchie, Ron proseguì: “Ehm, ecco... noi... Cioè, io e.... ehm, Hermione, vorremmo... ecco, dirti una... cosa...”


Quella frase, così confusa, balbettata e a malapena sussurrata, riuscì a suonare terribilmente catastrofica. Improvvisamente, Harry sentì le pareti stringersi intorno a lui. Deglutì, faticando a trovare la voce, ma poi chiese, con finta noncuranza: “...Cosa...?”


Ci fu un lungo silenzio, poi Ron proseguì: “Ecco, ieri sera... io e... Hermione, siamo... come dire... abbiamo...”, guardò la ragazza, come in cerca d'aiuto, ma lei non raccolse la sua richiesta, e continuò a fissare imperterrita il tavolo.


Silenzio.


Sì...?”, lo sollecitò Harry, che iniziava a non respirare più tanto bene.


Ecco, abbiamo parlato e...”, la sfumatura del rosso sul viso di Ron raggiunse la tonalità di un pomodoro maturo.


E...?”, Harry, ormai, stava sudando freddo.


Ecco, noi... noi...”


Ancora silenzio.


Harry frenò l'istinto di afferrarlo per il collo. “C-O-S-A R-O-N?!”, chiese esasperato e al tempo stesso impaurito dalla possibile risposta.


E... e... CI SIAMO MESSI INSIEME!”, disse a voce alta, tanto da far girare le persone sedute ai tavoli vicini.


Per un attimo, tutto si fermò.


... Anche il cuore di Harry....


Dopo un tempo infinito, sentì il proprio organo vitale ripiombare con un unico, forte tonfo, doloroso e crudele, in fondo allo stomaco.


Senza nemmeno rendersene conto, strinse tanto forte il cucchiaio che impugnava, da far diventare bianche le nocche della mano. Per qualche secondo fu incapace di emettere anche un solo respiro.


E gli fu praticamente impossibile parlare.


Si rese conto che ora Hermione lo stava guardando, e si decise ad affrontarla, piantando duramente gli occhi dentro i suoi, come fossero state lance infuocate.


Hermione sostenne a fatica quel duello, uscendone decisamente sconfitta, e per la prima volta in vita sua, si sentì invadere da una sottile punta di paura nel vedere il colore degli occhi di Harry diventare così intenso.


La ragazza sbatté le palpebre, in difficoltà. Sentiva quegli occhi penetrarla duramente.


Con la sensazione di doversi quasi giustificare, ripensò a quello che era successo la sera prima con Ron. Lui era stato tenero, goffo... e le si era dichiarato all'improvviso.


Lei, infondo, ne era stata contenta. Ron era stato impacciato, divertente... e le aveva parlato con sincerità dei propri sentimenti. E lei aveva ceduto, quasi fosse stata una liberazione. Per tutta l'estate il ragazzo le aveva lanciato segnali fragili, inesperti, ma inequivocabili, e il sentimento di tenerezza che entrambi provavano era finalmente venuto fuori.


Ora, però, si sentiva stranamente a disagio nel reggere il confronto con Harry. Quello sguardo accusatorio la stava ferendo, e si sentiva quasi impaurita da quella forza magnetica. Perchè faceva così? Perchè, all'improvviso, il suo sguardo la faceva sentire terribilmente in colpa, in difetto, come se gli avesse fatto il torto peggiore della sua vita?

Inconsciamente, fece un movimento all'indietro, quasi a difendersi.


Che cosa significava quell'espressione risentita, offesa, cupa e sofferente?


Tra loro non c'era mai stato niente...


Lui... lui non aveva mai fatto niente!


Insomma, anche le settimane trascorse insieme erano state assolutamente normali...


Ma il pensiero delle volte in cui si erano guardati o sfiorati, anche solo accidentalmente, riaffiorò prepotentemente, e le fece di colpo mancare il respiro. Ripensò al batticuore provato quando lui l'aveva stretta tra le braccia, ai suoi incredibili occhi verde smeraldo e alla dolce lucentezza che vi si accendeva ogni volta che la guardava. Ripensò al suo odore, che sapeva intensamente di buono e di pulito... alla sua dolcezza, alla sua protezione, al suo aspetto, così ribelle, forte e magnetico.


Oh, no! Santo cielo, ma cosa stava dicendo? Loro erano solo amici! Harry era sempre stato circondato da ragazze che morivano per lui, ma a lui non importava nulla! A parte la breve parentesi con Cho (apparentemente insignificante), quel discorso sembrava non toccare la sfera delle cose importanti per lui...


Per lui non sono niente di più che un'amica... Di questo ne sono certa!


Harry finalmente le staccò gli occhi di dosso e, con uno sforzo immane, provò a pronunciare: “B-bene... sono... davvero felice per voi. Ottimo.”


Lasciò cadere il cucchiaio (che nel frattempo si era piegato in modo innaturale) nella tazza, e si passò il tovagliolo sulle labbra. Si alzò con difficoltà dal tavolo e disse, con voce malferma: “Se volete scusarmi... ho... di-menticato una cosa di sopra.”


La testa aveva preso a girargli vorticosamente, e il dolore che si portava dietro dalle prime ore di quella mattina aumentò a dismisura.


Salì piano le scale che portavano alla torre dei Grifondoro, senza nemmeno sentire le spallate dei compagni frettolosi e ritardatari che scendevano per fare colazione.


Rimase due lunghi minuti impalato a fissare il ritratto della Signora Grassa, senza però riuscire a pronunciare la parola d'ordine.


Ragazzo, la parola d'ordine... Per entrare, mi devi dire la parola.”


Ma Harry la guardava imbambolato, incapace di ragionare.


Caro... la parola d'ordine...”, disse la signora con uno sguardo preoccupato.


L'unico suono che però uscì dalle labbra socchiuse di Harry, fu qualcosa di molto simile a 'H-e-r-m-i-o-n-e'...


Harry, la parola d'ordine non è quella...”, disse preoccupata la donna nel ritratto.


Harry continuò a restare immobile, fissando la porta.


La Signora Grassa incrociò le braccia sul petto, pensierosa, poi disse: “Ma forse ho capito male... Sì, sì, credo proprio che prima tu abbia detto 'Fragole con Panna'...”, e la porta ruotò, aprendosi per lui.


Harry rientrò nella Sala Comune quasi trascinandosi, guardando di sfuggita il divano davanti al camino. Era lì che Ron si era dichiarato? Gli si avvicinò con occhi selvaggi, e per un folle attimo, si mise a tastare (quasi a fiutare) il divano rosso, come in cerca di qualcosa.


Poi si allontanò infastidito, e andò a chiudersi in bagno.


Si appoggiò con entrambe le mani ai bordi del lavandino, chinando la testa: “Ce la posso fare... Lo posso sopportare!”, disse a voce alta. “Non ne morirò certo...”


Poi si guardò allo specchio, provando quasi disprezzo per la propria immagine riflessa.


'Razza di bugiardo! Ma se non hai nemmeno il coraggio... anche solo di pensare a lei...!', disse duramente la voce della sua coscienza, priva di scrupoli e crudelmente vera.


Sospirò funereo, incapace di continuare a guardarsi in faccia. Lo specchio era un confronto troppo duro da reggere.


'Da mesi il suo pensiero ti sta schiacciando il cuore.... e tu non hai nemmeno la fierezza di ammetterlo con te stesso!'


Come la sera prima, sconfitto, si lasciò scivolare a terra con le spalle contro la parete, e si mise le mani tra i capelli.


Dio, cosa mi sta succedendo?”


Scosse la testa, per allontanare la voce del suo cuore, che gli sembrava urlare disperato.


Doveva essere felice per loro, non c'erano alternative, non c'erano vie d'uscita!


Da sempre, in fondo, il perenne litigare di Ron e Hermione nascondeva una sorta di sottile corteggiamento, era come se amoreggiassero senza volerlo ammettere. E adesso... finalmente erano stati onesti con loro stessi, molto più di quanto Harry fosse mai riuscito ad essere.


E lui, ormai, non poteva più permettersi il lusso di pensare a Hermione come a qualcosa che non fosse un'amica. Era così e basta!


Così e basta...


Il dolce profumo di Hermione, quasi vanigliato, lo avvolse come in un sogno, e il desiderio di lei si fece subito sentire.


No... NO!”, gridò, battendosi un ginocchio con rabbia.


Dopo un tempo che gli sembrò infinito, si rialzò, deciso a superare quello shock iniziale. Non era grave... non era successo nulla! Doveva farcela, per Ron, per Hermione, per se stesso!


'Non provo niente per lei... niente! E' solo una reazione stupida, di un ragazzino geloso che ha paura di perdere i suoi amici. Sono davvero un cretino!', si disse con fredda lucidità.


Si sciacquò il viso con l'acqua ghiacciata, risoluto più che mai a farsi passare quell'attimo di debolezza. “Ormai è tardi, Harry... qualsiasi cosa tu possa provare... è troppo tardi! Sono i tuoi migliori amici e si vogliono bene. E' la cosa migliore che puoi augurarti per loro!”, disse con fermezza, persuaso dal fatto che se avesse continuato a ripeterlo a voce alta, se ne sarebbe convinto più in fretta.


Sentì i rintocchi della campana e si accorse di essere terribilmente in ritardo per la prima ora di lezione con il Professor Piton.


Merda!”, si lasciò scappare, infilandosi la camicia nei pantaloni e cercando di riacquistare un po' di dignità. Si precipitò fuori dalla sua stanza, notando con panico che i corridoi erano già praticamente deserti.


Fantastico, era solo il primo giorno con Piton e già sentiva nell'aria la minaccia dei punti che sarebbero stati tolti alla sua Casa! Correndo per ridurre al minimo questa eventualità, discese come un pazzo le otto rampe di scale che portavano nell'atrio centrale, sterzò bruscamente a destra e voltò subito dietro l'angolo che portava all'ultima scala per scendere nei sotterranei.


Una voce, inattesa e sconosciuta, lo raggiunse alle spalle, cogliendolo di sorpresa: “Non si dovrebbe nei corridoi correre...”


Harry, interrompendo la sua corsa, frenò con una formidabile scivolata. Col fiatone si girò verso la voce femminile che lo aveva ripreso, e rimase ancor più senza fiato quando due occhi blu lo folgorarono incrociando i suoi.


... Oh... Pro-fes-so–res–sa Keen...”


Buonciorno. Posso conoscere chi sei...?”, domandò lei con gentilezza, avvicinandosi.


Sono... Harry... Potter.”


Gli occhi di lei, se possibile, divennero ancora più luminosi e splendidi: “Ohm... sì, sì... ho sentito di te parlare”, disse la ragazza con un accento strano e invertendo nuovamente la posizione del verbo”.


Harry sorrise per quell'insolito modo di parlare, ma cercò di non farlo vedere.


Dove vai, così di... ohm... sretta?”


Fretta”, la corresse automaticamente Harry.


Co-me?”


Fretta, si dice 'f-r-e-t-t-a', non 'sretta'..”, le sorrise, divertito.


La ragazza, incredibilmente bella nella luce del mattino, arrossì leggermente: “Ohm, io devo forse imparare meglio...”


No, no... va benissimo, professoressa...”, la rassicurò Harry.


Io non capire questo... professoressa... Non mi sento così... grande. Tu puoi chiamare me Isabel”, e rivolse a Harry un incredibile, magnifico sorriso.


Harry sbattè le palpebre, arrossendo violentemente, soprattutto perchè quella giovane ragazza, in effetti, tutto scatenava nella sua fantasia, tranne che l'immagine di un'insegnante.


Ehm, ecco... non posso, professoressa. Vede, lei... è... la mia professoressa...”


Sembrò delusa, ma poi sorrise di nuovo: “Oh, zverto... io capisco.”


Harry rise di nuovo: “Si dice 'certo', professoressa...”


Lei sorrise insieme a lui, poi disse: “Io credo tu faccia tardi, adesso.”


Il naso adunco di Piton e il suo brutto faccione si sovrappose a quello soave della professoressa Keen, e Harry si ricordò del motivo per cui stava correndo tanto.


Oh, sì, devo scappare! Sono in ritardo! Ci... vediamo, professoressa...”


Sì, Harry...”


Harry scese le scale quattro gradini alla volta, ritrovandosi nei bui sotterranei che portavano alla stanza di pozioni. Sfilò la borsa dalla spalle ed entrò nell'aula cercando di rendersi invisibile, visto che il professor Piton stava scrivendo alla lavagna e gli dava le spalle. Aveva quasi raggiunto il suo banco quando l'occhio gli cadde su Ron e Hermione (seduti maledettamente vicini), per la precisione sulla mano di Ron, che accarezzava timidamente quella di Hermione.


Harry, senza riuscire a staccare gli occhi dai due, non si accorse che i lacci della sua borsa gli erano finiti tra i piedi ed inevitabilmente, nonostante inutili e goffi tentativi di afferrare a vuoto l'aria, inciampò con un baccano colossale, finendo miseramente steso per terra.


Scoppiò una risata generale, e il commento di Malfoy lo colpì alle spalle come una pugnalata: “Potter, Potter... dura la vita, eh? Vai a fidarti degli amici!”


Harry lo fulminò con lo sguardo, mentre cercava di rialzarsi lentamente.


Draco continuò, imperterrito: “Cos'è? Ti si sono sbucciate le ginocchia? Beh, puoi sempre chiedere l'aiuto della tua mezzosangue, no?”


Fottiti, Malfoy!”, ringhiò Harry.


Bene, bene, bene... Potter! Ti sei degnato di unirti a noi questa mattina?”, sibilò Piton con la sua solita voce lenta e cadenzata. “Mi rincresce averti disturbato facendoti alzare così presto... a causa della mia prima ora di lezione...”


Harry si sedette con la testa bassa, nel suo nuovo banco, vuoto e solitario.


Dieci punti in meno per Grifondoro!”, sentenziò Piton con crudele godimento.


Harry non provò nemmeno a replicare, e tirò fuori il suo libro di pozioni, maledicendo la sua stupidità, rimproverando la sua debolezza e odiando quell'inizio d'anno così disastroso.


Avete 45 minuti per provare a comporre la 'pozione dissetante'. Potter, a te ne rimangono solo 35, visto che il concetto del tempo non rientra nelle tue priorità. E se, alla fine, il colore della pozione non sarà giallo come deve, altri 20 punti verranno sottratti alla tua casa.”


Ma come fac...”, sibilò Harry tra i denti, prima di essere interrotto dal professore, che sentenziò: “Altri cinque punti in meno, Potter. Vuoi continuare a parlare o pensi che sia il caso di iniziare a mischiare gli ingredienti?”


Harry gli lanciò uno sguardo omicida, che racchiudeva tutto l'odio e il rancore che provava in quel momento. Piton ricambiò l'occhiataccia, ma col sorriso sulle labbra.


Harry strinse il manico del suo calderone con forza e chinò il capo, sconfitto. Sentì su di sé lo sguardo dispiaciuto di Hermione, ma per tutta la lezione non si voltò mai dalla sua parte, non alzò mai gli occhi dal suo lavoro, quasi non respirò.


Nei 35 minuti che gli furono assegnati, Harry fece del suo meglio per raggiungere il risultato, e alla fine la sua pozione divenne di un colorino giallo tenue... ma pur sempre giallo!


Con orgoglio la imbottigliò, portandola trionfalmente verso Piton, che aveva la stessa aria contrariata di uno che aveva appena mandato giù un panino farcito con doppio strato di cacca di drago.


Ecco, professore, come da lei richiesto...”


Piton lo guardò pieno di sdegno, arricciando il naso di fronte al buon risultato ottenuto dal ragazzo. Harry allungò la mano verso la cattedra, ma proprio in quel preciso momento, sentì bisbigliare qualcosa alle sue spalle.


E l'ampolla di vetro, improvvisamente, gli sfuggì dalle mani, come se qualcuno gliel'avesse strappata di netto. Harry, senza capacitarsi del perchè, seguì come al rallentatore l'immagine della bottiglietta finire rovinosamente a terra e frantumarsi in mille pezzi.


Lo sguardo di Piton, da disgustato, si tramutò in vittorioso: “Temo, Potter, di dover considerare il tuo lavoro come 'non consegnato'... Venti punti in meno per Grifondoro!”


Con un rapido gesto della bacchetta, il professore fece sparire nel nulla i pezzi di vetro e quello che restava della pozione dissetante.


Harry serrò le mascelle tanto forte da sentire i propri denti fare rumore, ma non gli diede la soddisfazione di abbassare per un solo attimo lo sguardo. Lentamente gli voltò le spalle, dirigendosi verso il suo banco, e fu allora che vide il sorriso beffardo e sornione di Draco Malfoy.


Povero Potter... il destino si accanisce contro di te!”, poi, facendo un gesto con il capo, indicò il banco dove Ron e Hermione stavano assurdamente vicini e gli chiese: “Dì la verità... Ti brucia, eh?”


Non fu tanto il realizzare che era stato Malfoy a pronunciare l'incantesimo che aveva mandato in frantumi il suo lavoro, quanto quell'ultima frase detta con derisione, che gli fece letteralmente andare il sangue al cervello. La rabbia di Harry esplose all'improvviso, forte e implacabile.


Sei un bastardo, hai fatto cadere tu, la mia pozione!!”, gridò Harry, avventandosi su di lui.


Ma che stai dicendo? Io non ho fatto niente... tu sei pazzo!!”


La rabbia di Harry, se possibile, aumentò ancora di più. Tutta la nobiltà del duello con le bacchette andò decisamente a farsi benedire, e i duri anni di allenamento a fare a botte con il cugino ebbero l'inevitabile sopravvento: “Brutto figlio di Mangiamorte!”


Harry non farlo!”, gridò una voce, che gli sembrò tanto essere quella di Hermione.


Ma con un pugno portentoso colpì Draco in pieno viso, e il malcapitato crollò all'indietro, trascinandosi anche la sedia. Harry gli fu subito addosso e continuò a sferrare colpi finchè tre persone non lo tirarono su di peso per riuscire a separarlo dal biondo.


Ti conviene non farti più vedere nei paraggi, Malfoy!”, ringhiò Harry col fiatone e con i capelli arruffati.


Draco, col sangue che gli colava dal naso e che contrastava terribilmente con la sua pelle diafana, disse a fatica: “Lo sapevo… che eri pazzo... Ti dovrebbero rinchiudere ad Azka...”


Sta' zitto! Perchè non ci vai tu a far compagnia a tuo padre! E' quello il posto giusto per...”


Adesso basta!”, tuonò il professor Piton avvicinandosi, “Voi, accompagnate Malfoy in infermeria... e tu, Potter, in punizione. Stasera, da me, alle nove!”


La campana suonò e tutti si affrettarono a sgattaiolare via silenziosamente. Ron e Hermione provarono ad avvicinarsi a Harry, ma lui, senza nemmeno guardarli in faccia, raccolse la sua borsa ed uscì a testa bassa dall'aula.





* * *




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Capitolo 7
*** 7 "Un giorno da dimenticare" ***


Al di là della ragione

Piccola nota di ringraziamenti:

Ovviamente, a tutti coloro che hanno commentato, arriva un super bacio dritto dritto in fronte!! Grazie, infinite! Il vostro sostegno è per me fondamentale... In particolare, ci tengo a ringraziare:

Sparkling Angel: Wow, mi hai fatto arrossire, con i tuoi complimenti... GRAZIE! Sei dolcissima e non posso che essere onorata di averti tra le mie 'commentatrici.' E' sempre un piacere, per me, avere delle lettrici di spessore, e tu ne fai decisamente parte! Ebbene, sì, il rating rosso è giustificato, ma... io le cose le faccio un po' sospirare. Lungi da me il volermi fare pubblicità, ma... se hai voglia, mi farebbe piacere sapere che ne pensi dell'altra fic che ho scritto (Senza smettere di amarti)... Lì potresti divertirti davvero!

Ancora Graaaaaaaazie!!! Bacioni!

Sabri89: Fantastica Sabri, ciao! Bravissima! Hai colto nel segno in modo impeccabile tutto quello che volevo trasmettere, e il tuo acume e la tua sensibilità non possono che riempirmi di gioia e orgoglio! Grazie infinite per il tuo bellissimo commento e per i tuoi complimenti, che mi fanno piacere da morire! Non si prospetta un periodo esattamente facile per Harry, ma.... Bacioni!!!

Stizy: Dolcissima Amica Mia!! Lo sai quanto io tenga a te, e il tuo commento, come sempre, mi onora e mi riempie di gioia! Lo so, lo so.... Hermione e Ron... una vera sofferenza! Ma mi conosci, e il vero amore, alla fine trionferà... o no? :-)) Certo che sì! Baci !!! Tu quando aggiorni?!?!?

Jojipv: Ma ciao!! ^___^ Hi hi hi, hai ragione! Dura la vita, soprattutto quando Hermione decide di mettersi con Ron.....! Pensa al nostro povero Harry! Ahh, periodaccio, per lui! Ma non temere, ok? Grazie infinite per il tuo commento, sempre graditissimo e divertente! Un bacio grande e speciale per te!

Summers84: Ciao!! Sono felice di essere riuscita a trasmettere in pieno la frustrazione che prova il nostro povero Harry... E la nuova prof... Uhm, vedrai!! Grazie per il commento! A presto!

Granger90: Ciao Tesoro!! Quanto hai ragione, Harry si trattiene a fatica... E non lo aspettano tempi facili! Ma tu tieni duro e continua a leggere, mi raccomando, perchè le sorprese non finiscono qui!!! Grazie infinite anche a te per essere sempre presente! Un bacio grandissimo!

Marco: Stellina mia, quanto sei importante, con i tuoi commenti!! Grazie, grazie, grazie! Lo sai che ci tengo da matti all'unico ragazzo che commenta, quindi tieni alta la bandiera, ok??? Un bacione speciale per te, a presto!



- 7 -


Un giorno da dimenticare”


Quel giorno, iniziato in modo nefasto, proseguì come se non dovesse mai finire, e riuscì a peggiorare in modo catastrofico.


In rapida successione, Harry riuscì a prendersi:


- una ramanzina dalla professoressa Sprite per aver fatto sbadatamente cadere un vaso che conteneva l'Arboscello di Antermoia (rarissima pianta acquatica che cresceva solo in alcune zone del Lago Carezza, sperduto tra le alte montagne del Rotstein), e che gli costò 15 punti in meno per la sua Casa.


- Una predica memorabile dalla professoressa McGranitt, per aver fuso parzialmente la mano di Calì Patil insieme al piatto che lei gli stava tenendo, e che era da trasformare in una bottiglia di succo di mele. La conseguenza fu un'ora extra di ripasso dell'incantesimo, nel suo ufficio, quello stesso pomeriggio.


- Una paternale senza precedenti dal professor Vitious, perchè fece andare a fuoco mezza cattedra con un incantesimo partito inavvertitamente dalla sua bacchetta che, stretta tra ledita, si era animata di vita propria quando aveva visto la mano di Ron allungarsi e sfiorare il ginocchio di Hermione. Altri 20 punti furono sottratti dalla clessidra.


- Una filippica senza fine da Madama Bumb, perchè quel giorno, Harry proprio non ne voleva sapere di restare concentrato mentre volava, e per ben tre volte era riuscito a perdere l'equilibrio e rischiare di rompersi l'osso del collo. Per punizione, si sentì promettere che avrebbe saltato il primo allenamento di Quidditch.


- E persino Hagrid gli diede una sonora tirata d'orecchie per aver schiacciato senza accorgersene un'intera famiglia di piccoli 'Granchietti Zovencedi Velenosi dalle classiche tenaglie viola'. Ma fu l'unico ad avere un minimo di pietà e a risparmiargli un castigo.


Teso, amareggiato, e furioso col mondo intero, per poco non mollò un pugno a Ron, quando questo lo afferrò per un braccio, fermandolo prima che scendesse per la cena.


Harry...”


Che vuoi?!”, rispose il moro con rabbia.


Ehi, si può sapere che ti prende?”


Harry, con un gesto brusco e deciso, si liberò dalla stretta dell'amico: “Niente!”, disse con tono glaciale.


Il rosso ci rimase male: “Questo non è... niente!”


Lasciami perdere, Ron”, sentenziò Harry, scostandosi e iniziando a lanciare con rabbia i suoi libri nel baule.


Ma Ron gli andò dietro, imperterrito: “E' tutto il giorno che mi eviti!”


Ma che diavolo stai dicendo?”


Harry, non mi hai mai rivolto la parola!”


Perchè? Tu l'hai fatto?”


E come avrei potuto? Dimmi? Ogni volta che mi giravo a cercarti tu... non c'eri! Ti sei praticamente volatilizzato al termine di ogni lezione!”


Io non... Stai dicendo delle fesserie!”


Sto dicendo la verità!”


...Piantala!”


Perchè? Si può sapere perchè fai così?” gli chiese, prendendolo nuovamente per il braccio.


I compagni di stanza, vista l'aria che tirava, preferirono dileguarsi.


Così... come?”, chiese Harry a denti stretti, liberandosi dalla presa di Ron con un gesto ancora più deciso e disgustato.


Miseriaccia, Harry, sembri indemoniato! Fai paura... Si può sapere cos'è successo?”


Harry lo fissò, e poi riabbassò lo sguardo, fingendo di sistemare dei vestiti: “Proprio niente!”


Non credere di prendermi in giro!!”, disse Ron a voce alta.


Ti ho detto NIENTE!”, rispose Harry con lo stesso tono.


Beh, a me non sembra!”, gridò Ron.


Beh, si dà il caso che io non abbia voglia di parlarne con te!”, rispose Harry gridando più forte.


I due si studiarono per un lungo momento.


E'... per Hermione, vero?”, chiese Ron con la voce pericolosamente bassa.


Harry si paralizzò.


Avanti, dillo!” lo spronò il rosso.


Harry mandò giù il nodo che gli si era improvvisamente formato in gola: “Io... non ho niente da dirti!”


Forza! Ammettilo...”


Il moro a quel punto gli voltò le spalle, incapace di continuare a reggere il suo sguardo.


Sei proprio fuori strada”, disse dopo un tempo infinito, abbassando a sua volta la voce e trattenendo a fatica la rabbia.


Tu me lo devi!”


Harry si voltò a guardarlo selvaggiamente: “COSA? Io non ti devo proprio niente!”


Siamo amici, no?”, lo sfidò Ron, guardandolo dritto negli occhi.


Harry strinse forte i pugni: “Questo cosa c'entra?”


C'entra eccome!”


Stai dicendo un sacco di stronzate!”, dichiarò, furioso.


E allora dimmi cosa cazzo ti prende!” urlò Ron, esasperato.


A quel punto, Harry lo afferrò per la camicia, all'altezza del collo, stringendo forte.


Te l'ho già detto, sei diventato sordo? O devo spiegartelo in un altro modo... così forse lo capisci meglio?”


Ma ti senti? Stai diventando più stronzo di Malfoy!”, disse a fatica Ron, con la voce strozzata.


Solo allora, Harry si rese conto di quello che stava facendo, e quasi si spaventò. Mollò subito la presa: “Magnifico...” sussurrò.


Ron si massaggiò il collo, ma non diede peso al gesto dell'amico, quasi non ne avesse colto la gravità. Rimase coraggiosamente di fronte a lui e scosse lentamente la testa, guardandolo con una gentilezza che gettò Harry nella disperazione: “Io... io, ti capisco. Hai paura che io e Hermione possiamo escluderti, adesso... adesso che... sì, insomma, adesso che stiamo insieme...”


Stai sbagliando di grosso! Non ho paura proprio di niente, io!”, rispose Harry, disarmato dalla tenacia di Ron.


Per me e Hermione sarai sempre il nostro migliore amico, Harry, devi stare tranquillo. Noi staremo sempre insieme!”


Certo, soprattutto quando vi rotolerete avvinghiati sul divano!”


Ron ci pensò un po' su, poi disse, con un sottile sorriso: “Beh, in effetti, non proprio sempre...”


Senti, Ron, voglio solo essere lasciato in pace, ok?”


Ma perchè? Deve essere successo qualcosa... Dimmelo, ti prego...”


Insomma, hai finito con questo interrogatorio? Ti ho detto che sto bene! Sono solo stanco!”, ammise Harry, sfinito da quel confronto.


Harry, è appena il primo giorno, qui a Hogwarts... non puoi essere già stanco.”


Sono... stanco di questa giornata disastrosa!”


Ron lo guardò, sembrò riflettere a lungo, e improvvisamente scoppiò a ridere, lasciando Harry sgomento.


Beh, effettivamente non riesco a darti torto... Sei riuscito a battere tutti i record di PPT nella storia di Hogwarts!”


Harry aggrottò le sopracciglia: “Tutti i record di... cosa?


Di PPT, ovvero: Punizioni e Punti Tolti! Credo che fossero Fred e George a detenere il titolo...” Lo guardò con complicità e si arruffò i capelli dietro la nuca: “Nemmeno io sarei riuscito a fare di meglio in un giorno solo... Hai combinato un disastro dopo l'altro!”


Lo guardò quasi con ammirazione, e continuò: “Non avevi mai accumulato tanti rimproveri in una botta sola! E credo che Grifondoro non sia mai stata così sotto di punti in tutta la sua storia!!”, soffocò un'altra risata, poi aggiunse: “Però... Miseriaccia, Harry, che cazzotto memorabile che hai dato a Malfoy! Sei stato davvero grande!”


Si scambiarono uno sguardo cameratesco, complice, poi Ron continuò: “E la mano di Calì... fusa nel piatto... Strepitosa!! Per non parlare della sua faccia... Semplicemente fantastica!”


Harry rimase a guardare l'amico che aveva iniziato a sbellicarsi dalle risate, e inevitabilmente ne fu contagiato. Nonostante fosse proprio lui il motivo di tanto malumore, la sua risata era assurdamente coinvolgente e Harry iniziò a ridere a sua volta, sempre più forte, finchè non si ritrovarono a tenersi la pancia come due ragazzini.


Per un attimo tutto passò, tutti i suoi pensieri, tutta la sua rabbia, e angoscia, e... gelosia.


E capì che non poteva serbare rancore al suo migliore amico, proprio non poteva!


In fondo che colpa ne aveva, Ron, se si era accorto di amare Hermione e... ed era stato solo più veloce di lui nel confessarglielo?


E poi, cosa ancor più dura e difficile da accettare, ma chiara come il sole... Hermione lo ricambiava, no? Quindi per lui non c'era decisamente posto!


Avevano ancora le lacrime agli occhi quando Ron, all'improvviso, gli si mise di fronte e lo abbracciò. Harry rimase immobile, stupito da quel gesto inatteso.


Harry, scusami se non ti ho detto di lei...”


Harry si irrigidì ancora di più.


Vedi, io... non credevo che sarei mai riuscito a... sì, insomma... a dichiararmi, con Hermione...”, si scostò e sollevò gli occhi azzurri su quelli verdi dell'amico. “Ma... tu sei felice, per noi, vero?”


Ecco... erano arrivati al punto.


Harry adesso avrebbe dovuto mentire.


E mentire adesso, avrebbe significato dover continuare a farlo per il resto dei suoi giorni.


Il suo silenzio fece leggermente incupire Ron, che lo guardò, restando in attesa.


...Certo... certo che sono... felice per... voi”


Ron se lo strinse ancora una volta al petto, e mai come allora Harry si sentì più ipocrita. Abbracciava il suo migliore amico, ed in segreto, silenziosamente, amava la sua ragazza.


Quella situazione doveva finire.


Subito!


In fondo, Harry si era accorto di provare dei sentimenti per Hermione da poco... pochissimo!


Era ancora in tempo per riprendersi. Ci avrebbe sofferto un po', forse, ma poi gli sarebbe passata. La loro amicizia era più importante. Più importante di qualsiasi altra cosa.


Dai, ho una fame da lupi! Giù avranno già iniziato a magiare...”, disse Ron, e abbracciandolo saldamente per una spalla, lo condusse fuori.


Mentre si dirigevano insieme verso la Sala Grande, incontrarono Luna, che stava saltellando allegramente con una stravagante e alquanto vistosa acconciatura di capelli.


Ron, riconoscendola, fece per nascondersi dietro una statua, ma lei fu più veloce.


Ciao, Ronald! Ciao Harry!”


Ciao, Luna...”, rispose Harry, notando che Ron gli restava dietro, quasi ne avesse paura.


Andate a mangiare?”


Proprio così.”


Che combinazione! Anch'io!!”, disse, tutta felice.


Ma dai... guarda che strana coincidenza! Sono le sette e mezza... e tutti andiamo a mangiare!”, disse Ron con ovvietà e scuotendo la testa.


La ragazza sorrise beatamente, senza rendersi conto del fatto che Ron si stava burlando di lei.


Ron, quasi parlando da solo, disse: “Spero solo che non ci siano i fegatini di pollo, stasera! Li odio... Assomigliano tanto ad una poltiglia che mia madre dava da mangiare ai maiali! E' il cibo giusto per i Serpeverde... Sapete, ho visto Tiger mandarne giù una quantità infinita, e ora che ci penso, ricordava proprio uno di quei maiali!”


Luna scoppiò a ridere, e i suoi orecchini (realizzati con quello che sembrava essere fil di ferro e pezzettini di plastica colorata) iniziarono ad oscillare avanti e indietro.


Troppo forte!! Che ridere...!”


Ron guardò l'amico con aria perplessa, e si cacciò le mani in tasca, iniziando a camminare.


Ma dopo qualche passo, Ron tornò a guardare la ragazza con aria furtiva.


Luna, ma... cosa... ehm, che cosa hai fatto ai capelli?”, chiese allungando la mano e puntando timidamente un dito ad indicare la massa di capelli raccolta in modo così eccentrico.


Oh, te ne sei accorto!”, rispose lei sognante.


Ron rise di gusto: “E come avrei potuto non accorgermene?”


Altra grassa risata da parte di Luna: “Già, è vero.... come avresti potuto non notarmi...”


Ron si rabbuiò all'istante: “Non ho notato te, ho notato i tuoi...”


Ah, ah, ah!! Che spasso che sei, Ron...”, Luna si stava divertendo da matti, e Ron la guardò con un misto di stupore, meraviglia e curiosità.


Per me è tutta matta...”, sussurrò all'orecchio di Harry.


Sai, ieri ho visto la professoressa Keen, quella nuova, e aveva dei capelli così belli! Ho provato a raccoglierli come lei...”, ammise Luna, cercando di tornare seria.


Ron pensò al paragone, e sghignazzò nuovamente senza pietà: “Luna, la professoressa Keen è... una specie di veela... è... un angelo! E i suoi capelli sono 'magici'! La tua acconciatura sembra più... un nido di rondini venuto male... e che ha lottato per resistere ad un violento temporale!”


Luna si fermò, lo fissò per un secondo ed poi iniziò a ridere di gusto, lasciandolo spiazzato. Non era certo stato un complimento, il suo, eppure la ragazza sembrava non essersi offesa per niente.


Uuuh, Ron, che simpatico che sei! Mi fai sollazzare ogni volta! L'ho sempre detto che mi piacevi...”


A Ron andò di traverso la saliva, e per poco non s'ingolfò a furia di tossire.


Luna si affrettò a picchiettarlo sulla schiena, assicurandosi che tornasse a respirare normalmente.


E' tutto... a posto!”, la tranquillizzò Ron, arrossendo sotto quelle mani premurose e inaspettate.


Fu così che arrivarono in Sala Comune, e si unirono alle rispettive tavole. Luna salutò i due ragazzi e riprese a saltellare con noncuranza.


Certo che è proprio fusa, quella Luna...”


Sì, abbastanza. Però a me è simpatica! E' una ragazza buona... ed è molto sola.”


Già, ma non per questo mi sembra triste. Voglio dire: altri, al suo posto, forse si sarebbero già ritirati dalla scuola, ma lei... lei no! E' sempre col sorriso, spensierata... dolce....”, confessò Ron, quasi stupito dalle sue stesse parole.


Chi è spensierata e dolce?”, chiese Hermione, sbucando da dietro Ginny.


Harry, che l'aveva evitata per tutto il giorno, si ritrovò vicino a lei e per un attimo non seppe dove guardare.


Io... no, niente... stavo solo... era... E' stato Harry!”, farfugliò Ron, nel panico.


Il moro lo guardò torvo, e si sedette senza aggiungere una parola.


La cena si svolse apparentemente nella normalità, anche se Harry si ammutolì e non disse più nulla, mentre gli altri componenti della tavola continuarono la loro piacevole conversazione.


Per tutta la cena, Harry tentò di ignorare gli sguardi dolci che Ron lanciava a Hermione. Preferì fingere di non vedere i sorrisi che lei gli restituiva con timidezza, e si ostinò a non ascoltare i loro sussurri accompagnati da risatine soffocate.


Hermione sembrava prestare particolare attenzione a non lasciarsi andare troppo davanti a Harry, e ogni volta che Ron tentava un timido approccio, lei lo rimproverava con uno sguardo eloquente.


Qualche minuto prima delle nove, Harry salutò gli amici, come se nulla fosse, e si diresse verso i sotterranei di Hogwarts, percorrendo i corridoi freddi e bui che portavano nell'ufficio di Piton, dove avrebbe dovuto scontare la sua punizione.


Lui era lì ad aspettarlo, in piedi, con la sua solita aria contrariata e offesa.


Sembra che almeno stavolta tu sia arrivato puntuale... Potter!”


Che cosa devo fare?”, chiese Harry senza nemmeno salutarlo.


Ti sarei grato se mi chiamassi Professore, o Signore...”


Che cosa devo fare, professore?”


Molto bene. Diciamo che ho bisogno di un aiuto a ritrascrivere le etichette che distinguono le mie pozioni. Ovviamente, non potrai usare la magia... Credo che tu possa iniziare da qui”, e con un gesto rapido della mano, sfoderò la bacchetta e con questa aprì uno dei suoi tanti armadi. Dentro c'erano come minimo 300 ampolle e contenitori di ogni forma e colore. Le etichette erano vecchie, sbiadite, rovinate e consumate.


Per ognuna, dovrai prima ricopiarne il nome, poi, dovrai eliminare la vecchia etichetta e sostituirla.”


Da dove devo iniziare? .... Professore?”


Direi da quelle che stanno più in alto.”


Harry si arrampicò sulla ripida scala di legno, e prese la prima ampolla a sinistra, ricoperta di polvere e praticamente vuota.


Si mise a sedere e trascrisse su un'etichetta la complicata parola 'Philodestihus Amarihinto', nella sua scrittura più ordinata e chiara possibile, poi fece per attaccarla sopra quella vecchia.


Il professor Piton lo bloccò: “Prima devi togliere l'altra...”


Harry lo guardò perplesso, poi gli chiese: “E come dovrei fare, mi scusi?”


Oh, sono sicuro che troverai tu, il modo migliore per farlo...”, e con questo, si mise a sedere sulla sua poltrona ed iniziò a correggere dei compiti.


Harry tornò a guardare l'ampolla di vetro che stringeva tra le dita, cercando di dosare la forza per evitare di spaccarla. Con un dito, sfiorò la vecchia etichetta, che era tenacemente incollata al vetro. L'unica cosa che gli venne in mente di fare, fu iniziare a grattare con le unghie il pezzo di carta.


Certo non era un gran che, come metodo, ma almeno sembrava funzionare. Dopo mezz'ora però, si accorse con inquietudine che era solo alla seconda bottiglietta, e le sue dita erano già parecchio indolenzite.


Arrivò mezzanotte e Harry aveva 11 ampolle in attivo, e tutte le sue 10 unghie che iniziavano a sanguinare.


Il professor Piton non lo aveva degnato di un solo sguardo, e quando sentì il dodicesimo rintocco dell'orologio, guardò con aria disgustata il tavolo.


Il risultato del lavoro è misero e scadente. Ma cosa potevo mai aspettarmi, da te, Potter? Purtroppo sono certo che non mancheranno altre tue visite in questa stanza... Ora vattene!”


Harry, stanco, arrabbiato, mortificato e pieno di rancore, uscì con un 'buonasera' digrignato tra i denti.


Si trascinò verso la Torre dei Grifondoro, desiderando solo di lasciarsi morire sul proprio letto.


Attraversò come un automa il varco che portava alla sua Casa, passando accanto al divano insolitamente posizionato davanti al camino, il quale era stato acceso per il primo fuoco della stagione e portava ancora le tracce della brace rossa.


... E li vide.


Ron e Hermione.


Ron la stringeva, teneramente. Lei gli si era addormentata tra le braccia, come una bambina bisognosa di protezione, indifesa, dolcissima...


Quella vista, seppur durata solo il breve tempo di un battito di ciglia, lo sconvolse e lo ferì come se avesse ricevuto una coltellata in pieno petto.


'Sei felice per loro... non è vero, Harry?' Gli chiese cinicamente la sua coscienza.


Si guardò le mani sporche, piene di residui di colla e carta, misti a sangue... e si sentì la persona più infelice della terra!


Silenziosamente andò in bagno, si lavò e si lasciò poi cadere sul letto, stremato e vuoto, privato di ogni minimo barlume di gioia.


* * *


Fu una notte priva di sogni, di ricordi, di sensazioni o di riposo.


L'unica cosa che Harry capì, fu che se continuava a torturarsi in quel modo, ne sarebbe uscito distrutto. Molto più di qualsiasi incontro avuto con Voldemort!


Quella gelosia lo stava consumando e devastando.


Decise che se la sarebbe fatta passare, in un modo o nell'altro! Ci avrebbe messo tutto il suo impegno, tutta la sua buona volontà per non pensare più a lei, per non desiderarla... per non volerla più così intensamente.


Si alzò dal letto con la testa pesante e spettinata. Guardò Ron dormire e provò una profonda invidia, desiderando di poter essere lui quello che riposava serenamente, e il cui unico pensiero consisteva in quanti baci sarebbe riuscito a dare quel giorno a Hermione.


Poi scosse la testa, arrabbiato. Non era certo quello il modo migliore per prestar fede ai suoi buoni propositi.


Dopo qualche minuto, anche Ron aprì gli occhi e a fatica si sollevò dal letto, accompagnando un portentoso sbadiglio ad una stiracchiata della durata di 45 secondi.


Ciao Harry...”, biascicò.


...Ron.”


Con gli occhi ancora semichiusi, in slip e canottiera, Ron si diresse lentamente verso il bagno. Quando però aprì la porta, un secchio d'acqua ghiacciata lo investì in pieno.


A Ron si mozzò il fiato, e rimase paralizzato dalla sorpresa. Lo sghignazzare di Fred e George gli arrivò alle spalle, e lui si voltò con uno sguardo omicida: “S-siete... due... due veri stronzi!”, disse quando riuscì a riprendersi dallo shock.


Ehi, fratellino, che parole sono mai queste?”, rise Fred.


Ron si passò una mano sulla faccia, ancora sconvolto e con la pelle d'oca .


Vi meritereste ben di peggio! Idioti!”


Ma noi lo abbiamo fatto per te...!”, replicò George.


Come sarebbe a dire, per me?!”


Certo! Dovevamo aiutarti a placare... i tuoi bollenti spiriti...”, e scoppiò a ridere a crepapelle, imitato dal gemello.


Ron passò dal rosso pallido al rosso intenso in meno di un nanosecondo.


A Harry quella battuta non piacque per niente! Ron era già arrivato al punto di dover placare i suoi bollenti spiriti??


Razza di imbecilli...”


E dai! Non fare l'offeso, adesso... Piuttosto... spara! Com'è?”


Ron, gocciolante, fece un gestaccio osceno all'indirizzo dei fratelli, e afferrò un asciugamano.


Non te la sarai mica presa... Avanti! A noi puoi dirlo... Hermione si è fatta proprio carina, ultimamente...”, disse sognante Fred.


Mi sa che la doccia fredda dovreste farla voi, dementi che non siete altro!”


Uh, uh... fai il timido, adesso, eh? Ieri sera, però, non sembravi tanto timido!”


A Harry si ingarbugliarono le budella.


Ron, infuriato, si tolse una ciabatta e la lanciò con tutta la sua forza verso Fred, colpendolo in pieno. In pochi secondi ne seguì un'azzuffata strepitosa tra fratelli, che Harry si gustò pienamente, augurandosi che i gemelli mettessero fuori uso la bocca di Ron per almeno due settimane.


Ma, contro ogni sua speranza, Ron se la cavò solo con qualche graffio e niente più.


A lotta finita, Harry scese lentamente a fare colazione e dopo qualche minuto arrivò anche Ginny.


Ciao Harry!”, disse allegra come non gli era mai capitato di vederla prima.


Ginny...”


Come stai? Hai un'aria funerea, da ieri...”


Harry si infilò in bocca un'intera fetta di pane imburrata con tre centimetri di marmellata spalmata sopra, e si decise a rispondere solo dopo essere riuscito a mandar giù l'intero boccone.


Una meraviglia! E tu?”


Oh, benissimo anch'io, te lo assicuro...”


Come mai?”


Finalmente mio fratello si è accorto che era ora di smetterla di fare l'idiota e si è deciso a crescere! Quello stupido ha capito che annusare di nascosto le cose di Hermione non lo avrebbe portato da nessuna parte...”


A Harry andò di traverso il succo di mirtilli, e riuscì a sporcarsi la camicia appena messa. Ginny (ricordandogli terribilmente Hermione), pronunciò un 'Gratta e Netta' alla velocità della luce, e la macchia si dissolse nel nulla.


Cosa... cosa faceva, Ron?”, domandò Harry incredulo.


Ti prego, non dirgli che te l'ho detto, altrimenti mi uccide!”


Harry scosse lentamente la testa, incredulo e complice allo stesso tempo.


Già, è andato avanti per tutta l'estate, pensando che io non me ne accorgessi... ma è troppo imbranato!”


E... Hermione...?”


Oh, lei è ancora più impacciata di lui! Sai, è totalmente priva di esperienza, poverina... un vero disastro!”, sentenziò con fare esperto. “Pensa che con Victor si è a malapena scambiata qualche bacio!”


Harry, a quel particolare, sentì il proprio cuore inspiegabilmente più leggero, ma preferì non dirlo a Ginny.


Insomma,” Ginny addentò un pezzo di salsiccia, “detto tra me e te, non credo che quei due... Ron e Hermione, intendo... andranno molto lontano...”


A quel punto il cuore di Harry compì un 'doppio carpiato all'indietro' per la gioia.


Ah sì? E perchè?”


Perchè sono entrambi troppo ingenui e non sanno ancora quello che vogliono. Si sono semplicemente arresi ad un richiamo che la natura continuava a lanciare loro... Ma non durerà ancora per molto.”


Harry sorrise felice. Ginny era sicuramente la più esperta di tutti in materia, ed era una ragazza sveglia, perspicace, acuta e sagace. Magari aveva visto giusto...


Finalmente, con appetito ritrovato, finì la sua colazione pieno di ottimismo.


Ma quando li vide entrare, mano nella mano, ancora una volta non riuscì a tollerare la loro vista, e prontamente si alzò, con la scusa di un improvviso e fastidioso mal di pancia.


Fu il primo ad arrivare nella classe di Difesa contro le Arti Oscure, e con sorpresa vi trovò già la professoressa Keen, intenta a posizionare delle minuscole piume su ogni banco.


Harry tossicchiò.


Buongiorno, professoressa.”


Lei, senza voltarsi, rispose: “Buongiorno, Harry...”


Lui rimase di sasso, stupito per essere stato riconosciuto così velocemente. Fu tentato di chiederle come avesse fatto, ma lei si voltò e gli sorrise... e lui si sentì sciogliere come neve al sole.


Sei un poco in anticìpo, Harry”


Lui sorrise ancora una volta per quel suo accento così bizzarro, ed arrossì.


Sì, sono in a-n-t-ì-c-i-p-o”, disse scandendo bene la parola, in modo che lei capisse il posto giusto dove mettere l'accento.


Tu sei gentile a correggere me... spero i tuoi compagni capiscano mia piccola difficoltà, e non ridere troppo.”


Stia tranquilla, dubito che qualcuno oserà prenderla in giro.” E, in ogni caso, Harry avrebbe spaccato il naso a chiunque si fosse permesso di burlarsi del suo adorabile modo di parlare.


Harry rimase assorto a contemplarla, come fosse stata una magnifica statua da idolatrare. Per due volte lei si voltò a guardarlo con quei suoi occhioni blu, e Harry si sentì morire!


Era incredibilmente bella, e possedeva un fascino irresistibile. Muoveva le mani in modo elegante e raffinato, e Harry notò nuovamente il prezioso anello brillare al suo anulare.


Pian piano, anche gli altri studenti iniziarono ad entrare nella classe, e Harry si accorse che i ragazzi erano tutti sorridenti e curiosi. Come il giorno prima, Harry si ritrovò da solo nel banco, mentre Ron e Hermione erano appena dietro di lui, insieme.


Quando tutti si furono sistemati, la professoressa Keen prese la parola.


Buongiorno a tutti... Sono Isabel Keen, vostra nuova insegnante. Spero voi scusare me, per mio acènto straniero, ma io sicura voi capirete.”


Ad un bocconcino così, possiamo perdonare di tutto...”, disse Malfoy con occhi bramosi.


Harry si girò a guardarlo male, e Draco, per tutta risposta, indicò con la testa Hermione, e mosse la lingua in modo osceno.


Frenò l'impulso di saltargli addosso e riempirlo di pugni per la seconda volta in meno di ventiquattro ore, e si voltò nuovamente verso la professoressa Keen.


Io sapere voi essere molto bravi in questa disciplina... Anno scorso voi tutti promossi con ottimi voti... e io immaginare voi avuto molto buono insegnante.”


Neville alzò timidamente la mano.


Sì?”, chiese la Keen.


E' stato Harry... Harry Potter, ad insegnarci tantissime cose l'anno scorso. E' solo grazie a lui che abbiamo superato l'esame.”


L'insegnante si girò verso Harry, e lo guardò con una intensità che fu quasi fisica. Lui si sentì invadere da un calore sconosciuto, piacevole, inquietante, nuovo... e coinvolgente.


Complimenti a te, allora, Harry Potter...”


Harry si sentì incendiare il viso, ed abbassò lo sguardo.


Molto bene...Io volere testare vostro grado preparazione. Mettetevi in fila, e poi, scegliere voi cosa eseguire.”


Con un gesto elegante, trasformò la sua sedia in un fantoccio.


Questo essere utilizzato da noi, in Norvegia, per fare esercitazioni.” Puntò la bacchetta contro il petto del manichino e disse: “Remargin Colostrum”, e questo prese vita, animandosi.


Miseriaccia!”, disse Ron, con stupore.


Ora voi fare attenzione, perchè lui essere molto bravo, a difendersi...”


La classe, con orgoglio, si mise in fila ordinatamente, bacchetta alla mano, pronta a dimostrare la propria abilità.


Harry, solo per caso, finì in coda dietro Hermione, e cercò di restare impassibile di fronte ai suoi morbidi e lunghi capelli ondulati e a mantenere almeno mezzo metro di distanza da lei. Malfoy, due persone dietro di lui, diede una spinta con le braccia, e Lavanda finì addosso a Harry, che finì a sua volta contro Hermione. Per un attimo, il suo profumo lo invase, e quel contatto, seppur brevissimo, gli fece andare il cuore in gola.


Lei si girò, ma Harry fu più rapido, e con gli occhi rivolti al pavimento, mormorò un debolissimo: “...scusami...”


Quando arrivò il suo turno, Harry mirò al manichino che aveva di fronte e, immaginando che fosse Malfoy, lo incenerì con uno 'Stupeficium' portentoso, senza nemmeno dargli il tempo di respingere il suo schiantesimo.


La Keen annuì compiaciuta e attese che tutti tornassero ai rispettivi posti.


Molto bene. Io essere colpita da vostra preparazione. A qvuesto punto, io penso che voi essere già pronti per iniziare a fare quello che io voglio...” Lentamente, iniziò con eleganza a camminare tra i banchi, lasciando dietro di sé la scia di un dolcissimo profumo.


Tutti si erano ammutoliti, in attesa che lei parlasse.


Io credo essere arrivato per voi, momento di imparare a usare vostra mente.”


Ci furono delle esclamazioni di sorpresa e lei rivolse sorrisi rassicuranti a tutti.


Buono mago, e buona strega, hanno buone bacchette... Ma Graande Mago, sa fare magia senza usare bacchetta. Vostri poteri sono dentro di voi... E voi dovere solo capire bene come usare loro...”


La classe la guardava in estasi totale.


Nonostante la professoressa fosse giovanissima, e si potesse facilmente scambiare per una di loro, il suo carisma aveva qualcosa di possente, magnetico, prorompente!

Tutti la seguivano con un misto di attenzione, interesse, ammirazione, ossequio e venerazione.


Io avere appoggiato piccola piuma su ogni banco, davanti a voi. Essere cosa molto piccola, e molto leggera. Ora voi concentrate bene vostre energie su piuma e pensate solo a come fare per spostarla.”


In molti la guardarono perplessi.


Io ora mostrare come fare.” Si mise dietro la cattedra, al centro della quale era stata posizionata una piuma. Guardò la classe, chiuse gli occhi, e senza muovere assolutamente nulla, fece spostare la piuma verso l'alto.


Un coro di 'oohh' si levò nello stesso istante. La Keen aprì gli occhi e sorrise, lasciando che l'impalpabile oggetto si posasse nuovamente e con lentezza sul banco.


E' facile... dovete solo concentrarvi. Dovete volerlo... Avanti, provate”, li esortò.


Tutti si misero in posizione, stringendo forte gli occhi, vogliosi di dimostrare le proprie capacità.


Harry pensò che la scena doveva apparire davvero buffa! La maggior parte degli alunni, infatti, diede per scontato che strizzare in modo esagerato gli occhi, equivalesse a dimostrare un più alto grado di concentrazione.


Parecchi aggiunsero anche veri e propri sospiri e gemiti, come se stessero sollevando qualcosa di estremamente pesante, anziché un grammo scarso di materia.


Tiger, l'amico inseparabile di Malfoy, strinse talmente tanto gli occhi e trattenne tanto a lungo il fiato, che iniziò a diventare paonazzo. Il problema fu che a furia di sforzarzi in quell'intento, finì per non riuscire più a trattenere qualcosa d'altro... e tutta la classe lo poté sentire distintamente.


Ci fu uno scoppio di risate generale, e tutta la massa di concentrazione che si era creata, andò miseramente a farsi benedire.


Malfoy gli mollò uno scappellotto e si allontanò, disgustato.


Una volta tornata la calma, dovettero ricominciare tutto da capo. Quando la professoressa Keen passò vicino a Ron, lui, di nascosto, soffiò furtivamente per cercare di muovere la piuma, ma l'insegnante non si lasciò imbrogliare e, chinandosi su di lui, gli sussurrò all'orecchio: “Così non vale...”


A quel contatto ravvicinato, Ron per poco non svenne, e si beccò un calcio negli stinchi da parte di un'offesissima Hermione.


La lezione terminò senza che nessuno fosse riuscito a muovere di un millimetro la piuma.


Voi non dovere temere. Questo primo passo essere molto difficile. Voi molto bravi, molto concentrati. Ma ricordate una cosa: concentrazione essere dentro. Non necessario fare smorfie... o versi. Tutto funzionare meglio, se si è rilassati...”


Nonostante la lezione fosse finita, nessuno sembrava aver voglia di andarsene.


Voi provare ad esercitarvi, per prossima lezione. Io molto contenta del vostro lavoro.”


Seppur a malincuore, finalmente la classe iniziò a svuotarsi, e Harry ebbe come l'impressione che lo sguardo della professoressa lo seguisse fino all'uscita.


Ron, come la prima sera in cui vide la Keen, rimase con un'espressione sognante e felice. Dichiarò, senza ombra di dubbio, che aveva finalmente deciso cosa fare dopo Hogwarts... Avrebbe superato tutti gli esami necessari per diventare professore di Difesa contro le Arti Oscure!


Avete visto com'è brava? E... com'è professionale?”


Ron, lei è una professoressa!!”, ribadì per l'ennesima volta Hermione, esasperata e stizzita.


Ma è... talmente giovane! E' molto... brava, per essere una ragazzina.”


Hermione alzò gli occhi al cielo ed incrociò le braccia sul petto, nel classico atteggiamento di chi voleva porre fine all'argomento.


Per sua fortuna, Ron colse quella sottile sfumatura di collera, e si decise a cambiare discorso. “Ehm, Harry... oggi pomeriggio vuoi venire a studiare con noi?”


Lui era già pronto a trovare una scusa, ma poi si ricordò della litigata del giorno prima con l'amico, e decise che era arrivato il momento di mettere in pratica le sue convinzioni.


Ah... sì, certo.”


Ron sfoderò un sorriso radioso, e Harry preferì non curarsi dell'espressione stupita di Hermione.


* * *

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Capitolo 8
*** 8 "Faticoso controllo" ***


AL DI LA' DELLA RAGIONE

Note e ringraziamenti:


Marco: Dolcissimo Marco, hai assolutamente ragione! Lo scorso capitolo è stato un po' a senso unico e concentrato su Harry... Spero di essermi rifatta con questo! Ovviamente attendo tue notizie!! Grazie per esserci sempre! Buon 2008 bacioni!

Granger90: Carissima, mi auguro che questo capitolo soddisfi le tue richieste... Hi hi hi! Fammi sapere che ne pensi, mi raccomando! Baci, baci, baci e auguroni anche a te!!

Sabri: Ciao tesoro! Grazie mille, le tue recensioni sono sempre attente e particolareggiate, e la cosa mi riempie di gioia! Sei importantissima, per me e ti aspetto fiduciosa! Anche a te auguro bellissime cose per il 2008! Baaaaaci!

Stizy: La mia N° 1 !! Ciao stellina! Come sempre i tuoi complimenti finiscono direttamente nel mio cuoricino, che ha una sezione interamente dedicata a te! :-)) Grazie mille, come sempre. Spero tanto che questo cap ti piaccia... Fammi sapere, ok? Un augurio specialissimo per te! Baci baci!

Sparkling Angel: Ecco la mia “tosta”! :-) Hai ragione, anch'io rivedendo l'altro cap mi sono accorta di qualcosa che non andava, ma spero di aver recuperato con questo: Ovviamente il tuo occhio attento è per me di grande importanza e stimolo. Mi fai morire con le tue recensioni! Grazie e spero non mancherai anche in questo cap.

Baci e buon anno nuovo!

Goldbuble: Tranquilla, no problem! La tua recensione è sempre graditissima, e va bene qualsiasi cosa e in qualsiasi momento arrivi! Grazie infinite e mille baci anche a te! Auguri!!





- 8 -

'Faticoso controllo'


Trascorsero diversi giorni, dove Harry cercò di prestar fede alla promessa fatta, e si sforzò di passare con Ron e Hermione parte delle giornate, anche se la cosa gli costava uno sforzo incredibile.


Si sentiva nervoso, inquieto, teso... E, santo cielo, non era più riuscito a guardare Hermione direttamente negli occhi!


Era inutile. Non ci riusciva! Nonostante lo desiderasse con tutto se stesso... gli risultava praticamente impossibile! Temeva (e non a torto) di non essere in grado di trattenere la propria impulsività, la propria passione, ed era sicuro che il suo sguardo diretto sarebbe stato troppo eloquente e che tutta la sua rabbia e gelosia, sarebbero venute fuori in modo evidente.


Un pomeriggio, mentre studiavano pigramente in biblioteca, si ritrovò più volte ad osservare di nascosto il suo profilo, mentre lei era concentrata sul libro che aveva tra le mani.


Oh... com'era bella! Sarebbe rimasto per ore a guardarla di nascosto!


Ma ad un certo punto, questa soave visione, fu interrotta dall'intrusione di qualcuno... assolutamente non gradito. Con una fitta allo stomaco, vide Ron allungare una mano fino a raggiungere la spalla della ragazza, ed iniziare ad accarezzargliela delicatamente, mentre con aria annoiata continuava a leggere il libro di incantesimi.


Pur non capendo assolutamente nulla degli argomenti che aveva davanti, Harry s'impose di tenere gli occhi incollati sul suo libro e di ignorare quel fastidioso bruciore che aveva iniziato a torturarlo.


Purtroppo però, nonostante il suo impegno, riuscì a trattenersi dal guardarla solo due miseri e pietosi minuti. Poco dopo, infatti, come se una calamita lo attirasse con la forza di un ciclone, i suoi occhi tornarono furtivamente a posarsi sull'incantevole figura seduta di fronte a lui.


E lei... Oh! Per quanto Hermione cercasse di concentrarsi sul tema di pozioni, l'unica cosa che sentiva, era il turbamento che quello sguardo le provocava. Sentiva lo sguardo di Harry sfiorarla ad ogni passaggio, e lasciarle una scia incandescente, proprio lì dove si era posato. Sì, si sentiva bruciare. Letteralmente!


Perchè, santo cielo, continuava a fissarla in quel modo? Era come se quegli occhi le penetrassero l'anima. Era come se le accarezzassero fisicamente la pelle, tanto erano intensi!


Da quando lei e Ron si erano messi insieme, Harry aveva praticamente smesso di rivolgerle la parola. A fatica scambiava qualche convenevole con lei, e le rare volte in cui lo faceva, evitava di guardarla. Eppure, quando lei sembrava distrarsi, percepiva il suo sguardo scrutarla di nascosto.


Hermione proprio non riusciva a capire quello strano atteggiamento, e quando lei non capiva qualcosa, diventava nervosa. Perchè, ad esempio, quando lei sollevava il viso, lui mostrava l'indifferenza più totale e fingeva di studiare?


Perchè, dannazione, la torturava così?


Ecco, come adesso... Mi sta guardando. Lo sento!


Hermione sollevò gli occhi esattamente in quel momento, senza preavviso, incrociando per un attimo quelli di lui. Harry rituffò velocemente i propri sul Manuale di Storia della Magia, arrossendo come uno sciocco.


Accidenti!


Dopo qualche minuto, la voce di Hermione gli giunse con dolcezza: “Harry, scusa... mi passeresti l'inchiostro, per favore?”


Harry tenne ostinatamente gli occhi piantati sulla terza riga del libro, allungò la mano alla cieca, finchè incontrò la boccetta contenente il liquido nero e la sollevò, sperando che lei la prendesse senza aggiungere altro.


Rimase con la mano tesa per qualche secondo, poi, vedendo che Hermione non faceva niente, sollevò lo sguardo ed incontrò i suoi occhi nocciola, che rimasero incollati ai suoi. A quel punto, lei sorrise, distese la mano e gli prese la boccetta dalle mani, accarezzandolo intenzionalmente.


Grazie... Harry.”


Boom! Il cuore di Harry gli precipitò giù, in mezzo alle gambe.


Uhmpf... figurati...”


Ancora una volta provò a concentrarsi sul libro, ma la cosa gli risultò alquanto difficile, visto che la mano di Ron, adesso, aveva preso ad accarezzare una ciocca dei suoi capelli ondulati, con la quale il rosso si divertì a giocherellare maliziosamente con le dita. Quel gesto, così semplice ed intimo, fece crollare tutte le difese di Harry il quale, senza pensarci un secondo di più, si alzò all'improvviso dal tavolo, chiudendo con forza il libro.


I ragazzi, seduti di fronte a lui, lo guardarono con occhi stupiti ed interrogativi.


Oh, ehm... mi sono ricordato che Ginny mi aveva chiesto di farle vedere il mio doppio giro della morte! Avevamo appuntamento dieci minuti fa...”


Ron si meravigliò: “... Ma... i compiti?”


Beh, li finirò più tardi!”


Uhm, ok. Ricorda però che il prossimo al quale dovrai insegnare quella mossa sono io!”


Sì, certo! Buon... Buona continuazione, allora...”, ed uscì senza nemmeno riordinare la borsa, ma mettendosi alla rinfusa tutto sotto il braccio.


Camminò in fretta, senza in realtà sapere dove andare, ma con una rabbia che gli faceva compiere vere e proprie falcate.


Balle! Sei un povero illuso, Harry! Col cavolo che riesci a sopportarlo!

Dannazione... Lui... la accarezza proprio davanti a me!

Merda!


Un libro e delle piume gli scivolarono da sotto il braccio e una ragazzina del terzo anno di Corvonero si affrettò a chinarsi per aiutarlo.


Non toccare!”, ringhiò lui molto più duramente di quanto in realtà volesse. La giovane strega, confusa, lo guardò senza capire il motivo di quella risposta astiosa, e si allontanò offesa, lasciandolo solo.


Harry, con un gesto di stizza, spezzò in due la piuma che aveva tra le dita, e scaraventandola a terra, si allontanò come una furia dal corridoio.


Era fuori di sé, ma non voleva ammetterlo. Avrebbe voluto prendersela con qualcuno, ma sapeva perfettamente che se c'era qualcuno con cui avercela, era soltanto lui! Nel suo dormitorio gettò i libri nel baule, si levò la divisa di dosso e s'infilò un paio di jeans ed una felpa. Prese con forza la sua fedele Firebolt e si affrettò ad uscire dal castello, come se non riuscisse a respirare ed avesse bisogno d'aria.


Contro ogni regolamento, ignorando tutti i divieti che vigevano nella scuola, montò sulla scopa e si diresse verso la Foresta Proibita ad una velocità folle, schivando di pochissimo gli arbusti e gli ostacoli improvvisi che gli si presentavano davanti.

Dopo più di un'ora di volo sfrenato, sudato e distrutto dalla fatica, si trascinò verso l'ingresso del Castello, dove per poco non andò a sbattere contro la professoressa Keen.


Ohm, Harry! Ciao...”


Harry, con ancora la maglietta fuori dai pantaloni e col fiatone per l'ora di volo che lo aveva impegnato tanto, cercò di darsi un contegno, passandosi una mano tra i capelli spettinati: “... B-buongiorno, professoressa...”


Ah, io ti prego... Harry, tu devi chiamare me Isabel...”


Harry abbassò lo sguardo: “Io... io...”


Lei sorrise e guardò con ammirazione la sua Firebolt. “Cosa fai tu, fuori a qvuesta ora? E' tardi per fare esercitazione di volo, no?”


Ehm, sì... io... volevo...” Harry era in enorme difficoltà, non riusciva a guardarla negli occhi.


Lei lo stupì, allungando una mano e passandogliela delicatamente sotto il mento per fargli sollevare la testa.


Io vedere te sempre solo... e sempre così... trista! Davvero io non capire...”, lo scrutò a fondo con quegli occhi blu intenso, e Harry per poco non barcollò. “Ma ora è tardi. Tu vai tua Casa, ora.”


Ehm, ok... grazie, pro-f-s-sa”, farfugliò Harry, e lei gli sorrise con dolcezza infinita, poi gli sussurrò: “Isabel...”


Il ragazzo, sentendosi il viso incendiare, ricambiò il sorriso, poi si mise a correre verso il castello, confuso e quasi stordito da tutta l'aria presa sulla faccia per più di un'ora, e da quella professoressa così giovane, e che lo scombussolava in modo così viscerale.


Incontrò nuovamente Ron e Hermione durante la cena, e finse con loro una serenità che in realtà non provava, distribuendo sorrisi di finto consenso e piacere. Sentì più volte lo sguardo di Hermione posarsi su di lui, ma la ignorò di proposito, sforzandosi oltre ogni limite per evitare di cedere alla tentazione di guardarla.


L'unica cosa che riusciva a fare, era voltarsi dall'altra parte, e di conseguenza, incrociare lo sguardo con il tavolo dei professori, dove un'attenta e più bella che mai insegnante dai biondi capelli, era sempre pronta a rispondergli con un sorriso.


Subito dopo la cena Harry preferì evitare di restare in Sala Comune e si recò direttamente nel suo dormitorio, sperando che almeno lì ci fosse la tranquillità giusta per finire i compiti che aveva lasciato in sospeso nel pomeriggio, e si augurò di riuscire a cavarsela con un'ora di buono studio.


Finito anche il tema di astrologia, sbadigliò rumorosamente, desiderando solo di andare finalmente a dormire. S'infilò sotto le coperte, notando che quasi tutti i suoi compagni stavano lentamente rientrando nel dormitorio.


Si era quasi appisolato del tutto, quando gli venne in mente di aver lasciato incustodita la sua Firebolt all'ingresso della Sala Comune.


Oh, maledizione!”, si lamentò.


Combattuto tra la pigrizia di restare a letto e la volontà di alzarsi per la paura che qualcuno potesse portargli via il suo prezioso tesoro, decise di seguire il buon senso.

Borbottando tra sé e sé, si alzò a fatica dal letto e si trascinò verso l'altra stanza, notando che nella Sala Comune, il divano era stato posizionato nuovamente difronte al camino, dove alcune fiamme diffondevano una luce tenue e languida.


Un rumore insolito lo attirò. Sembrava non esserci nessuno, nella stanza, quindi proprio non riusciva a capire cosa potesse essere. Il rumore era come soffocato, dolce, quasi ad intervalli regolari.


Era... un sospiro?


Non sapeva. Era... delicato, angelico, scabroso, arduo, esigente... era un insieme di sensazioni, che Harry temeva e bramava allo stesso tempo.


Come una falena attirata dalla luce, Harry si diresse lentamente verso il divano, con la paura che gli premeva la gola, ma incapace di tirarsi indietro e di ignorare quel suono.


Si sporse oltre lo schienale e... Vide Ron sdraiato su di lei... su Hermione.


Sulla sua Hermione!


Un punteruolo si divertì a fare del cuore di Harry un orribile colabrodo.


Ron la stava baciano con passione, e le sue mani sembravano volerla toccare dappertutto.


La stava accarezzando e sfiorando con una dolcezza ed una urgenza che era tipica di chi aveva poca esperienza. Ron sembrava compiere uno sforzo enorme per riuscire a trattenersi dal strapparle i vestiti di dosso, e sospirava d'impazienza e di desiderio.


Harry rimase paralizzato, sconvolto, dolorante, ferito, offeso, dilaniato...


Se soltanto avesse avuto la forza di urlare, di reagire! Ma il suo grido di disperazione gli morì in gola, e la voglia di afferrare Ron e scaraventarlo lontano da lei, si tramutò in un inutile ed amaro passo indietro.


Chiuse gli occhi, turbato. Strinse i denti tanto forte da sentire male. Sentì crescere dentro di sé un sentimento di rabbia talmente intenso e devastante, che capì di doversi allontanare il più in fretta possibile.


Dio! Lo avrebbe ucciso, Ron!


La stava baciando...


Lui! Quella specie di sotto-uomo! Quel ragazzo imbranato e timido... la stava baciando...


Strinse i pugni con disperazione e sentì le proprie braccia tremare. Si allontanò, silenzioso come il più abile dei felini, ed uscì dal buco nel ritratto, sapendo bene che non avrebbe sopportato la vista del suo amico un secondo di più.


I corridoi erano deserti e lui si ritrovò a camminare a piedi nudi sopra il pavimento di pietra, crudelmente freddo e ruvido. Si diresse a testa bassa verso le scale, camminando come un fantasma, con un'unica immagine impressa a fuoco nei suoi occhi: Ron avvinghiato a Hermione!


Ehi, ehi, ehi!”, sentì esclamare.


Harry si bloccò all'istante.


Cosa ci fa lo sfregiato più sfigato della scuola in giro a quest'ora, fuori dal suo dormitorio?”


Harry alzò lentamente la testa, e si ritrovò davanti Malfoy e due dei suoi immancabili compagni. Fece per voltarsi dall'altra parte, ma il biondo lo apostrofò provocandolo: “Smidollato, sto parlando con te!”


Lasciami stare, Malfoy...”, rispose quasi in un sussurro.


Malfoy incrociò le braccia sul petto e ridendo insieme ai suoi amici, disse: “Ma come siamo carini, con quel pigiama...”


Vai al diavolo, stronzo!”


Lo sai che sono un Prefetto, e che posso toglierti i punti, vero?”


Sai che paura!”, rispose Harry digrignando i denti.


Draco lo scrutò con più attenzione: “Cos'è? Ti hanno fatto la bua?”, chiese con tono canzonatorio.


I due amici a fianco risero sotto i baffi, divertiti.


Uhm, no... aspetta! Da come sei vestito, si direbbe che qualcosa ti ha disturbato mentre dormivi come un angioletto... Fammi pensare”, si accarezzò piano il mento ancora acerbo. “Non mi dire che il tuo amichetto dai capelli rossi si è messo a fare certe cosucce sconce proprio davanti a te?”


Il silenzio di Harry fu molto più di una conferma, per lui, e il suo ghigno divertito si tramutò presto in una risata sprezzante e beffarda.


Non ci posso credere! Pel di carota te l'ha fatta sotto il naso, eh, San Potter?”, sghignazzò Malfoy con pungente sarcasmo, poi continuò: “Non dirmi che ti sei divertito a guardare mentre loro due...”


Il pugno di Harry lo colpì talmente all'improvviso e con una tale violenza, che Draco si ritrovò steso a terra ad un metro di distanza senza nemmeno accorgersene.


I due energumeni al suo fianco fecero scrocchiare le dita. Uno lo prese per le spalle, tenendolo fermo, mentre l'altro gli sferrò un pugno in pieno stomaco e, per una frazione di secondo, Harry sentì mancargli il respiro .


Ma la rabbia che aveva dentro era talmente forte ed incontenibile, che il suo stordimento durò solo un attimo. Si liberò agilmente dalla presa ed iniziò a pestare il bestione che aveva di fronte senza quasi rendersene conto. Malfoy, da codardo qual era, batté in rapida ritirata ed andò a chiamare Piton.


Dopo qualche minuto di dura lotta, Harry fu allontanato senza troppo riguardo da Piton con un incantesimo, e si ritrovò scaraventato contro il muro.


P – o – t – t – e – r...”, sussurrò a denti stretti. “Chissà perchè, non mi meraviglia che ci sia tu, in mezzo a questo disastro...”


Harry si pulì col dorso della mano il sangue che gli usciva dal labbro inferiore e, per la prima volta in vita sua, guardò Piton con aria beffarda e di sfida: “Almeno le darò un motivo per ridere, Signore, mentre mi osserverà scontare la mia prossima punizione!”


Vai in infermeria, arrogante che non sei altro! Io e te... faremo i conti domani!


Ma a quel punto, a Harry, non importava più nulla, di niente e di nessuno.


* * *


Il giorno dopo fu chiamato nell'Ufficio di Silente. Era da tantissimo tempo che non gli succedeva, ma Harry non riuscì a guardarlo in faccia.


Buongiorno, Harry.”


Buongiorno Professore.”


Gli occhi azzurri ed incredibilmente penetranti dell'anziano mago, lo scrutarono a fondo.


Come vanno le cose, Harry?”


Harry, continuando a guardare per terra, disse con finta spavalderia: “Una meraviglia!”


Beh, sono contento per te...”


Dopo quella frase, calò un silenzio opprimente, dove Harry non osò smettere di fissarsi la punta delle scarpe.


Ma... mi giungono voci di un tuo inconsueto comportamento... Cosa mi dici, a riguardo?”


Harry provò a deglutire, sentendo all'improvviso la gola secca e indolenzita.


Ehm, ecco... io... Niente!”


Come sarebbe a dire, niente? Ti prego di correggermi se sbaglio, ma mi sembra proprio di aver visto i rubini della Clessidra di Grifondoro insolitamente in negativo...”


Il vecchio mago attese che Harry dicesse qualcosa ma, visto l'ostinato silenzio in cui si era rinchiuso il ragazzo, continuò: “E... sempre che non mi abbiano riferito male... ho saputo che sei stato messo in punizione da cinque professori...”


Altra attesa, altro silenzio.


... E si vocifera che tu abbia mandato tre persone (oh, perdonami la puntualizzazione: quattro, contando anche te) in infermeria...”


Harry poteva sentire su di sé lo sguardo intenso del Preside, che lo studiava con attenzione.


Il tutto in meno di un mese...”, aggiunse con dolcezza.


Harry continuò imperterrito a tenere lo sguardo basso e i pugni contratti. Cos'altro poteva fare? Forse gridargli in faccia che stava impazzendo di gelosia? Che, se avesse potuto, avrebbe fatto sparire per sempre il suo migliore amico dalla faccia della terra? Che avrebbe lanciato la maledizione senza perdono su Piton e su quella specie di parassita emaciato di Malfoy?


Solo l'incantevole professoressa Keen sembra essere molto interessata a te, e non fa che elogiarti...”


Harry arrossì violentemente, colto alla sprovvista.


E... i tuoi amici ? Come stanno Ron e Hermione?”


Harry per un attimo chiuse gli occhi, cercando di non pensare all'immagine di Ron sopra Hermione, mentre la baciava con passione.


... Non hai nulla da dirmi... in merito?”


Harry strinse più forte le mani.


Proprio nulla...?” insistette il Preside.


Harry, a quel punto, alzò gli occhi e, con una rabbia troppo a lungo trattenuta, urlò: “Cosa diavolo vuole che le dica? Che cosa vuole che ne sappia, io? Perchè non lo chiede direttamente a loro, come se la passano, eh? Sono sicuro che stanno benissimo! Decisamente meglio di me!”


Silente, senza scomporsi, intrecciò le lunghe dita nodose sotto il mento, e ad Harry sembrò di scorgere un sottile sorriso.


E' questo, Harry? E' questo, che ti turba?”


Harry non voleva ammetterlo. Non poteva. E non lo avrebbe di certo fatto con lui! Proprio con la persona che lo conosceva così nel profondo, nell'anima... Che sapeva ogni sua debolezza, che capiva con un solo sguardo ogni suo turbamento.


Posso... andare... Professore?”, chiese impassibile, evitando ancora una volta di rispondere e sentendo un doloroso nodo alla gola.


Silente attese un altro lungo momento, prima di decidere, poi, molto lentamente, annuì.


Harry non se lo fece ripetere due volte e quasi scappò fuori dal suo ufficio. Gli bruciava, gli bruciava da morire! Non avrebbe voluto essere così trasparente, maledizione! Era così facile capire quanto fosse in pena e tormentato?


Sentiva urlare dentro di sé una voce disperata, piena di furia e di frustrazione. Sarebbe voluto andar via da Hogwarts, lontano da tutto e da tutti.


Quel giorno saltò le lezioni.


Non si finse né malato, né altro... semplicemente, sparì nel nulla.


Una rabbia nuova e un sentimento di rancore finora a lui sconosciuti, gli attanagliavano lo stomaco, facendolo sentire malissimo, incompreso e solo. Non voleva più stare così male! Era una sensazione orribile...


Iniziò a camminare a lungo e senza meta, fermandosi solo un paio di volte per riposare, osservando il cielo diventare sempre più scuro. Percorse chilometri e, senza rendersene conto, si ritrovò circondato dall'ombra più cupa della Foresta Proibita, dove un freddo anomalo e penetrante lo avvolse senza pietà. Sinistri rumori e strani scricchiolii gli fecero accapponare la pelle.


Inconsciamente aumentò il passo.


I rumori erano misteriosi ed oscuri e Harry si rese conto di non essersi mai spinto così nel profondo della Foresta... Una sottile paura lo pervase.


Ma la sua frustrazione ed esasperazione riuscirono ad avere la meglio, trasformandosi nella tipica spavalderia di chi sfida l'ignoto anche se in realtà prova una terribile angoscia.


Ma sì! Chi se ne frega... non m'importa un accidente! Se anche dovesse assalirmi la peggiore delle creature malvagie, non mi interesserebbe nulla! Anzi, per dirla tutta, non fregherebbe niente a nessuno!


Avanti!”, urlò al vuoto, girando lentamente su se stesso, come ad affrontare invisibili fantasmi, “Perchè nessun mostro viene ad aggredirmi, eh?”. Una nebbiolina di umidità sembrò circondarlo in modo ancora più intenso.


Nessuno?! Non c'è proprio nessuno che abbia voglia di farsi un bocconcino prelibato? Sono ancora giovane, ho carne fresca...”, barcollò all'indietro, stanco, ed iniziò a ridere delle proprie idiozie. Poi, una specie di ululato inquietante lo fece ammutolire, e si ritrovò ad stringere tra le dita tremanti la sua bacchetta.


Il buio e il freddo si fecero, se possibile, ancora più fitti, e l'unica cosa che gli venne in mente, furono gli occhi caldi e del colore del miele di Hermione. Strinse i pugni.


Maledizione!”, gemette con rabbia, e diede un calcio alle foglie secche e morte che erano ai suoi piedi. L'ululato si ripeté, questa volta più vicino, e Harry si voltò di scatto. Due occhi gialli e affilati lo scrutarono con malvagità da dietro un cespuglio, e a Harry si gelò il sangue nelle vene. Tutta il suo coraggio si ridusse all'istante in una microscopica briciola, e la bacchetta tra le sue dita tremò leggermente.


C-chi... chi è?”, disse piano.


Il ringhio che gli giunse di risposta lo fece indietreggiare ancora di un passo. Sentì la bestia muoversi tra i cespugli e Harry, senza pensarci due volte, iniziò a correre a perdifiato, sentendosi inseguire inesorabilmente.


L'animale, una specie di lupo-cinghiale con zanne lunghissime e la bava alla bocca, si stava avvicinando sempre di più, al punto che Harry capì che non avrebbe avuto molte speranze di seminarlo con la semplice corsa. Allora si girò per affrontarlo, seppur con il cuore in gola e con le gambe poco stabili.


Ti... conviene... starmi lontano!”, disse ansimando ad alta voce.


Per tutta risposta la bestia emise una specie di ruggito sommesso, e poi fu un attimo: il suo balzo fu talmente rapido ed improvviso che Harry lo percepì con un secondo di ritardo. Istintivamente sollevò il braccio destro per difendersi, e fu la sua salvezza, perchè l'animale lo azzannò senza pietà, ferendolo in modo serio. La bacchetta gli scivolò dalle dita e la forza dell'impatto lo spinse all'indietro.


Harry lottò per qualche minuto con tutte le sue forze, riuscendo miracolosamente ad evitare di essere morso una seconda volta. Ad un certo punto rotolò sulla schiena finchè a tentoni riuscì a recuperare la bacchetta e a puntarla contro l'animale che stava aprendo minacciosamente le sue fauci per azzannarlo nuovamente.


Stupeficium!!”, gridò con rabbia, puntandogli contro la bacchetta, ed una luce rossa scaturì dall'estremità del bastoncino dall'apparenza innocuo, colpendo in pieno l'animale e facendolo ricadere inerte all'indietro.


Harry rimase a terra, respirando a fatica e con la bocca aperta, continuando a fissare quell'enorme mostro che era sbucato fuori dal nulla e che non si era fatto ripetere due volte quanto potesse essere invitante ed appetitosa la sua carne. Si guardò il braccio insanguinato: iniziava a fargli un male atroce, e se non avesse ricevuto le cure adeguate, avrebbe rischiato di peggiorare la situazione.


Facendosi forza, a fatica, si risollevò da terra e guardò in direzione del Castello. Anche se era il posto dal quale voleva fuggire, inevitabilmente capì che se non voleva morire dissanguato, era l'unico nel quale poteva tornare, in quel momento. Così, con la bacchetta impugnata saldamente nella mano sinistra, lentamente, tornò indietro.


Impiegò un tempo infinito per ripercorrere la Foresta Proibita in senso opposto, e ad ogni passo si sentiva sempre più debole e stanco. La luce dell'alba filtrò pian piano attraverso i rami degli alberi che iniziavano ad essere sempre più radi, fino a che, finalmente intravide in lontananza le alte guglie del castello.


Ancora un passo... ancora uno...


Poi tutto diventò buio e l'ultima cosa che percepì, fu la terra fredda e dura ai suoi piedi.


* * *


Harry... HARRY! Per la barba di Merlino! Ragazzo, che hai fatto??”


Hagrid fece cadere la legna che aveva in mano e si precipitò sul corpo di Harry, insanguinato e riverso a terra. Lo sollevò con delicatezza e senza fatica lo portò all'altezza del suo petto.


Ma cosa...? Per Diana, Harry... Come hai fatto a ridurti così? Che ci facevi nella Foresta Proibita? Silente! Quando lo viene a sapere Silente! Chi ce lo dice, adesso? Che guaio! Dirà che non ho saputo vigilare bene... Arcibacco, Harry!”


Harry riprese i sensi solo diverse ore più tardi, e al suo risveglio poté sentire i raggi di un sole tiepido filtrare attraverso la finestra leggermente aperta.


Si guardò intorno, dischiudendo gli occhi a fatica. Vedeva male, a causa della sua miopia, e si puntellò sul gomito per cercare di sollevarsi. Fece per allungare la mano alla ricerca degli occhiali, ma il dolore gli strappò un lamento di sofferenza.


Aspetta... ti aiuto io...”


Una voce dolce, delicata e preoccupata giunse alle sue orecchie. Harry era ancora troppo stordito e dolorante per associare un viso a quella voce. Due mani delicate gli accarezzarono i lati del viso, mentre lo aiutavano a riacquistare la vista.


Harry, con la mano sinistra si sistemò meglio gli occhiali, e per un brevissimo istante sfiorò le sue mani.


Era Hermione... e il cuore gli si fermò.


La ragazza aveva il viso tirato, preoccupato e ansioso.


E dopo neanche un secondo, inaspettatamente, se la ritrovò addosso, circondato dalle sue braccia. I suoi lunghi capelli ondulati, morbidi e profumatissimi lo avvolsero, solleticandogli il naso. Hermione lo strinse forte, e lui sentì il proprio cuore piombargli infondo allo stomaco. Oh, cosa avrebbe dato per avere il coraggio di ricambiare il suo abbraccio...


Hermione... Hermione! Lascialo... Così lo soffochi!”, disse la voce di Ron.


Ma la voce era lontana. Lontana anni luce! Harry assaporò quel contatto con tutto il suo corpo, con tutto se stesso, con un desiderio represso.


Lei, troppo presto, si allontanò con delicatezza, e Harry finalmente si decise a guardarla... Erano tantissimi giorni, troppi, che i loro occhi non entravano in contatto diretto. Sì, finalmente, la guardò...


Dio, com'era bella!


I suoi occhi assetati, furono ricompensati dopo tanta arsura, e si riempirono di lei.


La sfiorò, con lo sguardo, dappertutto... ogni centimetro del suo viso, delle sue braccia, del suo...


Ehi, amico!”, lo chiamò Ron, riportandolo alla realtà, “Come stai? Sì, insomma... ci hai fatto prendere un bello spavento, quando non ti abbiamo visto rientrare ieri sera! Dove diavolo ti eri cacciato?”


Harry si sforzò di smettere di fissare Hermione e si girò verso Ron, rivolgendogli un debole sorriso: “Io... non mi sono reso conto... del tempo, e...”


Miseriaccia, Harry! Quest'anno tu sei parecchio strano, lasciatelo dire... Sparire così nel nulla! Non presentarti alle lezioni... Non è da te!”


Ron! Che modi sono? Lascialo stare... non vedi com'è debole?”


Certo che lo vedo!”, rispose Ron risentito. Poi si cacciò in bocca una manciata di caramelle dall'aria estremamente zuccherosa e continuò: “A proposito, Hagrid ha detto che quei graffi e quei due buchi che ti ritrovi nel braccio sono un regalino del 'Lupus Inganno', rarissimo esemplare ormai in via d'estinzione, che da anni non si faceva vedere nella Foresta Proibita! Ti sei spinto parecchio in là, eh?”


Sì... evidentemente”, rispose Harry, sfiorandosi il braccio dolorante.


Ron lo guardò con tanto d'occhi, ammirato e un po' invidioso.


Io sarei morto di paura! Credo che non sarei riuscito a percorrere nemmeno cento metri, da solo, lì dentro!”


Io... Non me ne sono... reso conto”, ripeté lui, debolmente.


Oh, Harry! Sono morta dalla paura, quando l'ho saputo stamattina!” intervenne Hermione, allungando una mano e posandogliela senza pensarci sulla sua coscia.


Harry seguì la direzione di quelle dita delicate, e percepì il calore della sua mano che oltrepassava la leggera trapunta distesa sopra di lui. Un pensiero proibito si dipinse nella sua testa ed arrossì involontariamente. Hermione sembrò accorgersene e ritirò in fretta la mano.


Ehm... bene, forse, forse è il caso di lasciarti riposare un po', ora. Madama Chips ha detto che entro questa sera starai decisamente meglio, e già domani potrai tornare alle lezioni. Ho ricopiato i miei appunti anche per te...”, lo tranquillizzò Hermione alzandosi dalla sedia.


Beato te, oggi ti salti due ore con Piton!” sospirò Ron.


In compenso avrò da scontare altre ore di punizione...”, disse Harry cupo.


Già, dimenticavo che hai dato un'altra ripassata a Malfoy... Fico! Ma... se non sono indiscreto... che ci facevi in giro così tardi?”


Come se avesse ricevuto uno schiaffo in pieno viso, Harry ricordò il motivo per il quale aveva riversato la sua rabbia su Malfoy. Per un secondo, incontrò gli occhi di Hermione e il dolore nel suo petto si fece ancor più acuto. Rimase inesorabilmente zitto, fissandosi la fasciatura.


Uhm, forse ho capito,” fece Ron con aria complice e misteriosa. “Ehi, non dirmi che... non dirmi che stavi andando ad un appuntamento segreto... Vuoi dire che... finalmente hai una ragazza!?”, sghignazzò in modo impertinente.


Hermione lo fulminò con lo sguardo.


Non sai quanto sei distante dalla realtà!”, rispose Harry con un po' troppa durezza.


Ron smise di ridere all'istante: “Oh, capisco... Beh, ci vediamo più tardi, Harry, ok?”


Certo, a dopo”


Hermione gli si avvicinò di un passo: “Hai... bisogno di qualcosa?”, gli chiese.


Lui la guardò in modo indecifrabile.


Di te...


No, nulla. Grazie...”, rispose, invece.


I due ragazzi uscirono, e Harry rimase per un tempo infinito ad osservare la porta che si era richiusa alle spalle di Hermione, cercando di captare ancora un po' del suo profumo.


Poi si lasciò cadere all'indietro, assaporando e rivivendo quel breve contatto che c'era stato tra loro. Oh... quanto la voleva! Il cuore gli faceva male in modo incomprensibile, e il sospiro che uscì dalla sua bocca, racchiuse tutta la sua frustrazione e dolore.


Quel giorno venne a fargli visita anche Hagrid, che non gli risparmiò una ramanzina piuttosto severa sul suo comportamento.


Harry, mi deludi! Anche i bambini del primo anno sanno perfettamente che è proibito andare...”


... Nella Foresta Proibita! Sì, lo so, Hagrid!”, disse seccato Harry.


Forse non ti è chiaro cosa ci hai rischiato, lì dentro!”


Lo so, lo so...” ripeté Harry un po' spazientito da tutti quei rimproveri.


Il Lupus Inganno avrebbe anche potuto ucciderti! E' una belva feroce, quella! Non ci importa mica, a quella, che sei ancora un ragazzino.”


Non sono più un ragazzino!”


Invece sì, visto come ti comporti!”


Oh, Hagrid, ti prego... Ho capito! Non ho bisogno di avere anche te contro!”


Chi? Chi è contro di te?”, disse offeso e meravigliato, “Chi può essere contro Harry Potter?”


Un sacco di gente!”


Ma tu sei il bambino sopravviss....”


BASTA! Basta con questa storia del bambino sopravvissuto! Io voglio essere un ragazzo normale! Come tutti gli altri! Non voglio che la gente abbia paura di me, o che mi idolatri, o che mi invidi, o che mi reputi diverso!”, gridò Harry con i pugni chiusi e sentendo una fitta di dolore al braccio.


Nessuno ti reputa diverso...”, disse piano Hagrid.


E allora perchè alla mia età non ho ancora una ragazza?”


Gli venne fuori così, senza motivo, e Hagrid rimase a fissarlo ammutolito ed imbarazzato. Si rigirò le mani enormi, una dentro l'altra, impacciato.


Ecco... ecco, io... Non è che io ci sono molto bravo... in queste cose... Magari dovresti... chiedere ai tuoi amici... A Ron, a Hermione... Lei è così graziosa, dolce...”


Harry si sarebbe voluto dare un pugno! Ma cosa gli era venuto in mente di dire?


Oh, Hagrid! Scusami! E' colpa... della medicina che mi ha dato Madama Chips, non so quello che dico...”, si scusò imbarazzato Harry.


Hagrid si alzò: “Sì, meglio che tu ti riposi, adesso. Ma guarda che non scherzavo, prima! La Foresta Proibita si chiama così proprio perchè...”


... è proibita...”, concluse Harry con un sorriso. “Ho capito. Scusami ancora, Hagrid”


Sì, oh... beh, ciao! Cerca di stare bene, ok?”


Ok. Grazie, Hagrid”


Il gigante si allontanò pesantemente e, ad ogni suo passo, il letto di Harry tremò leggermente. Si sentiva sempre più confuso, nella testa. Ma cosa gli era saltato in mente di dire?


Perchè non ho una ragazza?”


Stava uscendo fuori di testa! Non c'era altra spiegazione...


Il pensiero di Hermione era un chiodo fisso, ormai, per lui. Capì che c'era un unica soluzione, per dimenticarla: trovarsi un'altra distrazione.


In quel momento entrò Ginny. Un'esplosione di colore, di vivacità e di allegria.


Ciao Harry!”


Oh, Ginny... ciao.”


La ragazza portava una minigonna decisamente corta, e che metteva generosamente in mostra le sue gambe chiare e lisce.


Perfetto! Proprio quello di cui ho bisogno...


Come stai? Hai un'aria piuttosto imbronciata...”


Ehm... sì, in effetti, non hanno fatto che sgridarmi, fino a pochi minuti fa”, ammise il moro.


Beh, non c'è che dire: tu i guai li attiri come calamite!”, sorrise Ginny, e Harry provò un'improvvisa voglia di ridere con lei.


Già!”


La rossa si sedette senza esitazione sul bordo del letto, vicino a lui, ed osservò la vistosa fasciatura: “Fa male?”


Ora non più.”


Sei davvero forte, lo sai? A scuola non si parla che di te, e dell'incredibile mostro che hai affrontato e sconfitto...”, sorrise ancora, piena di ammirazione.


In realtà è stato solo un caso che non mi abbia ucciso, te lo assicuro!”


Oh, beh, ma questo tu non dirlo! Ci sono almeno una decina di ragazze che muoiono dalla voglia di venirti a trovare... Ma dal momento che so quanto la cosa ti dia fastidio, ho detto che ti avrei dato io simbolicamente un bacio, da parte loro!”


Harry sbattè le palpebre, come se non avesse capito bene, e Ginny si chinò su di lui, posandogli un bacio fugace sulla guancia.


Il viso di Hermione gli riempì gli occhi, facendolo tremare. Dannazione! Anche in un momento come quello... l'unica cosa alla quale riusciva a pensare, era Hermione!?


Quando Ginny fece per rialzarsi, indispettito, lui la trattenne con la mano sinistra e chiuse gli occhi, avvicinandosi per baciarla nuovamente... questa volta sulle labbra.


Ma lei, con gli occhi spalancati, indietreggiò, turbata.


Harry...” sussurrò.


Lui riaprì gli occhi, confuso a sua volta. Non riusciva a crederci, Ginny si era tirata indietro... non voleva baciarlo.


Io... scusami, Ginny...”


La ragazza lo guardò quasi dispiaciuta.


No... nulla. E' che... Oh, Harry, non sai per quanto tempo io... avrei voluto... Ma... proprio oggi, Ritchie Coote, mi ha chiesto di mettermi insieme a lui. Mi ha invitato al Ballo di Halloween che ci sarà tra qualche settimana...” Ginny abbassò gli occhi, arrossendo vistosamente.


Harry sarebbe voluto sprofondare! Si sentiva talmente stupido!


Per anni aveva dato per scontato che quella ragazza fosse innamorata di lui... che gli sarebbe bastato fare un gesto... e lei sarebbe caduta ai suoi piedi. Oh, quanto si sbagliava! Ginny era sicuramente restata moltissimo tempo ad aspettarlo, ma adesso era cresciuta, era esigente, era incredibilmente carina, e Harry era forse uno dei pochi ad essersene accorto così tardi!


Sono... contento per te. Ti prego, scusami, non so cosa...”


Non preoccuparti. Mi onora che tu abbia desiderato farlo...”


Harry si sentiva terribilmente in imbarazzo.


Anche se...” disse Ginny scrutandolo a fondo, “ho come l'impressione che tu...”


C-cosa...?”


Uhm, non so... ho come avuto la sensazione che... Oh, niente! Solo una sensazione.”


Harry restò impalato a guardarla mentre si rialzava dal letto e si dirigeva verso la porta.


Cerca di rimetterti in forza. Sono sicura che non farai fatica a trovare una ragazza da baciare per il ballo!”, gli strizzò l'occhio con fare birichino e se ne andò con un sorriso.


Magnifico! Davvero magnifico! Che idiota!”, disse a voce alta e, afferrando il cuscino, se lo mise sul viso per coprire un rossore che non lo avrebbe abbandonato per un bel po'.


Il giorno dopo tornò in classe, col braccio appeso al collo ed una serie di sguardi curiosi che non facevano che seguirlo dappertutto. La professoressa Keen lo accolse con un sorriso dolcissimo ed una carezza delicata sul braccio.


Ohm, Harry! Io così preoccupata per te! Tu essere stato molto sciòco ad andare da solo in Foresta Proi...”


Non accadrà più”, tagliò corto lui, incapace di sopportare l'ennesima osservazione. Era stanco di sentirsi dire le stesse cose, persino da lei.


Lei lo fissò in modo penetrante e lui si ritrovò a guardarsi il braccio.


Io capire che tu essere stanco che tutti dire te stesse cose... ma potevi rischiare di morire. Magia ha bisogno di te, tu essere buon mago... E' un pecàto farsi male inutilmente.”


Colpito dalle sue parole, Harry sollevò gli occhi, incontrando quelli blu intenso della ragazza. Come faceva a sapere esattamente quello che stava pensando? Era forse in grado di leggergli la mente?


L'insegnante fece un sorriso, e a Harry sembrò che lei annuisse... ma altri studenti avevano iniziato ad entrare in classe e anche lui fu costretto a sedersi al suo posto. Come la volta prima, delle piume leggere erano state posizionate sui banchi e la Keen propose agli studenti di provare a concentrarsi per ripetere l'esercizio della prima lezione.


Voi dovete capire che vostra mente essere potente, molto potente. Molto più potente di quanto voi immaginare. Essere umano, uomo... o mago che sia... usare mente solo al 20% delle sue possibilità. Io voglio insegnare voi ad usare tutta vostra potenzialità.”


Malfoy diede di gomito al suo compagno di banco: “E lei, professoressa, quanto la sa usare, la sua fantasia...”, chiese in modo assolutamente malizioso e provocatorio.


La ragazza ricambiò il suo sguardo con un sorriso angelico: “Oh, io avere moltissima fantasia, Draco...”, poi i suoi occhi scesero all'altezza del bacino del biondo. Un'espressione insoddisfatta si dipinse sul volto della ragazza, che aggiunse, sollevando un sopracciglio: “Peccato, però, che spesso la realtà sia alquanto deludente...” e tornò a fissare Malfoy negli occhi, il quale avvampò come mai gli era successo in vita sua.


Harry e Ron si scambiarono uno sguardo di sottecchi, poi, incapaci di trattenersi, scoppiarono a ridere, seguiti dal resto della classe.


Ehi, Malfoy... ti dona un po' di colore...”, sghignazzò Ron.


Sta zitto, lenticchia!”, grugnì Malfoy, livido di rabbia e di vergogna.


Harry guardò con ammirazione la giovane professoressa, che con una sola frase era riuscita a zittire quella specie di surrogato di Mago Oscuro.


Forse fu per questo, o forse fu perchè, semplicemente, riuscì a raggiungere il giusto grado di concentrazione, ma quando la classe si mise al lavoro per cercare di sollevare la piuma con la sola forza della mente, Harry sentì una strana energia nascere dentro di sé, ed una forza intensa sembrò riscaldargli tutto il corpo.


Provò una sensazione stranissima, perchè nonostante avesse gli occhi chiusi, era in grado di vedere la piuma sollevarsi senza fatica, e muoversi a suo piacimento. Lo stava forse immaginando? Era vero? Doveva aprire gli occhi? Ma l'esclamazione di stupore di Seamus gli diede la risposta.


Cavolo, Harry! La... la tua piuma!”


L'intera classe si voltò dalla sua parte, e lui si decise ad aprire gli occhi, ritrovandosi la piuma sospesa proprio davanti al suo naso.


La Keen gli fu subito vicino, e appena Harry sbattè le palpebre, la piuma ridiscese lentamente verso il basso.


Oh... Harry... Tu essere riuscito davvero a stupire me, oggi! Qvuesta essere grande impresa...”, disse con dolcezza l'insegnante. “Qvuesto capitare molto raramente... di solito ci vuole molto, molto più tempo!”


Il solito fortunato!”, bofonchiò Ron incrociando le braccia sul petto, pieno di invidia.


Hermione si avvicinò di un passo: “Ti sbagli, Ron. Quello di Harry è istinto, predisposizione, talento...” lo corresse lei, piena di ammirazione.


Se non fosse che Potter ha scritto in faccia di essere ancora vergine, finirei col pensare che si porta a letto la prof!”, digrignò Malfoy tra i denti.


A quelle parole, Harry si girò come una furia, con la bacchetta pronta a colpire, stretta nel pugno, ma la professoressa alzò una mano imperiosamente, e i due si limitarono a lanciarsi sguardi di fuoco.


Harry, tu non volere ancora finire in infermeria, vero? Io non capire cosa Draco voleva dire, ma sarò felice di sentire sua spiegazione davanti a Preside.”


Malfoy impallidì tutto ad un tratto: “No, io... non ho detto niente!”


Oh, sì! Tutti abbiamo sentito... Ma io felice di imparare vostri modi di dire. Professore Silente anche lui molto curioso. Se io scoprire che qvuesta cosa essere ofensiva per me, Draco, tu farai brutta, davvero brutta figura.”


La lezione giunse al termine con il cuore di Harry gonfio di gloria, lo sguardo di Ron che lo perforava di invidia, ed un'espressione sognante di Hermione.


Oh... Come hai fatto? Ti prego, dimmelo!”, lo supplicò la ragazza, una volta fuori dall'aula.


Io... non lo so. Mi sono concentrato...”


Anch'io mi sono concentrata!”, rispose lei, offesa da quella banalità.


E' stato come se... lo volessi. Lo volessi davvero.”


Ma anch'io volevo sollevare la piuma!”, puntualizzò indispettita.


Hermione, dopo tutti questi anni non ti sei ancora arresa di fronte all'evidenza che a Harry le cose accadono anche quando lui non lo vuole? E Harry nemmeno se ne accorge! E' più forte di lui! Non è possibile che gloria e fama stiano lontano da lui... nemmeno per un minuto!”


A Harry non sfuggì il tono aspro e tagliente di Ron.


E questo cosa diavolo vorrebbe dire?”, chiese Harry con fare bellicoso.


Nulla! Assolutamente nulla! Solo che sei riuscito ancora una volta a farti fare un complimento da quello schianto della Keen...senza neanche volerlo!”


Uno schianto... cosa?!”, domandò Hermione puntando le mani sui fianchi.


Ehm, no, volevo dire....”


Ancora con questa storia, RON!”, urlò risentita la ragazza.


Ma quando videro la professoressa Keen avvicinarsi a loro, smisero di parlare.


Harry, ancora molto bravo per oggi. Dopo che avrò portato Draco dal Preside, io vorrei vedere te, nel mio ufficio...”


Harry restò impalato a fissare l'insegnante per diversi secondi, poi, grattandosi la nuca, disse un debole: “...Certo...”


Hermione fu costretta a chiudere con una mano la bocca di Ron, che era rimasta aperta in una espressione di totale sbigottimento di fronte a quell'invito. Poi lanciò a Harry uno sguardo totalmente contrariato.


I tre ragazzi seguirono la professoressa e il Serpeverde sparire dietro l'angolo.


Lo vedi? No, dico... Hai visto? Ti ha chiesto di andare nella sua stanza. Così... come se nulla fosse!!”, disse Ron, ancora incredulo.


Nel suo ufficio, Ron, non nella sua stanza! Ed è un'insegnante... Avrà bisogno di qualcosa”, rispose Harry, cercando di minimizzare la cosa.


Hermione lo fissò per un lungo momento.


Allora cerca di tenerlo a mente”, sentenziò con freddo distacco la ragazza, sollevando con aria indispettita il mento, voltando loro le spalle ed allontanandosi.


Ron si cacciò le mani in tasca: “Sappi solo che riesci ogni volta a farmi rosicare di gelosia! E, quando torni, esigo che tu mi racconti tutto... nei minimi dettagli!”


Ti assicuro che non ci sarà nulla da raccontare...”, rispose Harry sconsolato, pensando che se c'era uno che moriva di gelosia, tra i due, quello era decisamente lui.



* * *


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Capitolo 9
*** 9 "Migliore degli altri" ***


Al di là della Ragione

Note autore:

Carissimi tutti... Inutile nascondervi la gioia che mi date con le vostre preziosissime recensioni!

Grazie di cuore per i vostri complimenti, per le vostre bellissime parole e per le emozioni che dite di provare nel leggere la mia storia... Non potreste farmi regalo più grande!

Spero, ovviamente, che anche questo nuovo capitolo vi piaccia... e vi prometto che nuove emozioni vi aspettano!!!

Vorrei ringraziare anche questa volta ognuno di voi... uno per uno, ma il tempo ahimè, oggi è decisamente tiranno, e mi dispiace di non poterlo fare, ma...

Harmonia, riru, 8x4 (e qui una parentesi la devo aprire perchè siete tutte new entry nelle recensioni, e a voi va un GRAAAAAAAAAAAZIE speciale!!), e poi: argentlam, goldbuble, sabry89, stizy, granger90, marco, sparkling Angel, jerada e summers84... A tutti voi un bacio specialissimo, pieno del mio affetto più grande!

Siete tutte mitiche!

Grazie e buona lettura!





- 9 -

Migliore degli altri”


Harry bussò delicatamente contro la porta dell'ufficio della Professoressa Keen.

Ufficio che, in tutti quei lunghi anni, aveva imparato a conoscere molto bene. Per un motivo o per l'altro, quella stanza lo aveva visto protagonista in diverse occasioni... sembrava impossibile, per lui, restarne lontano.


Avanti”, rispose una voce angelica.


Harry emise inconsapevolmente un sospiro ed aprì piano la porta. La stanza era diversa da come la ricordava dalla sua ultima visita, che risaliva all'anno prima, quando ancora c'era la Umbridge. Era accogliente, calda, semplice, e con un tocco di raffinatezza che Harry non riusciva a capire da cosa dipendesse. Ad una prima occhiata, comunque, sembrava la stanza di una ragazza qualsiasi, e non certo di una insegnante.


Certo, c'era un'ampia zona riservata ad una quantità incredibile di libri e pergamene, ma nel complesso, sarebbe tranquillamente potuta passare per la stanza di Hermione!


Buongiorno, Professoressa...” la salutò. Nel sentirlo usare ancora una volta quel termine, un'espressione di delusione si dipinse sul viso della ragazza. Harry chiuse lentamente la porta alle sue spalle.


Ciao Harry”, rispose lei avvicinandosi, ritrovando comunque il suo immancabile sorriso.


Harry rimase al centro della stanza, rigido come una statua di marmo.


Come stare tuo braccio?”


Oh, molto meglio, grazie...”


Prego, acomòdati”, disse lei indicandogli una poltrona dall'aria comoda.


Ehm.. no, grazie”, rispose impacciato.


Perchè?”, chiese avvicinandosi a lui di un altro passo.


Oh, io... non mi va”, rispose banalmente Harry.


Posso offrire te qualcosa da bere?”


Harry si decise finalmente a rivolgere gli occhi su di lei. Santo cielo.... era bellissima!


In difficoltà, e terribilmente in imbarazzo, si guardò i piedi.


... No, grazie, Professoressa.”


Oh... tu chiamare me Isabel, per favore...” Fece un mezzo giro intorno a lui, ed inavvertitamente gli sfiorò una mano con la propria.


Harry deglutì, sentendo improvvisamente caldo.


Sicuro di non volerti sedere?”


No, davvero. Grazie. Posso... posso sapere di cosa ha bisogno, Pr..f...s-a?”


La ragazza trattenne un sorriso: “Ohm, io volere solo parlare un po' con te.”


L'agitazione, se possibile, crebbe ancora di più.


E... di cosa?”


Tu non... ohm... intonfinare?”


Vuol dire... indovinare?”, provò a corregerla Harry.


Ohm... esàtàmente...”


Ecco, veramente, no.”


Lei gli si mise di fronte, e lo costrinse ad abbassare gli occhi su di lei: “Ok, come tu preferire. Io volevo parlarti del grande risultato di prima, durante lezione. Forse tu non aver capito bene cosa hai fatto.”


Sì, certo che l'ho capito...”, rispose Harry, sollevando lo sguardo e iniziando a fissare la finestra, dritto davanti a sé.


Lei gli fu ancora più vicina, e Harry poté quasi sentirne il calore.


Io penso di no... Esercizio fatto in classe, essere molto difficile. Tantissimi maghi non riuscire a fare néméno dopo anni di pratica. Tu essere riuscito alla seconda volta che tu provato... Qvuesto essere unico!”


Io non ho fatto nulla di particolare... Forse... forse è stata solo fortuna, e...”


Ohm... Non credo!”, disse in fretta lei.


Harry poteva sentire il suo profumo. La sentiva al suo fianco, ma era terrorizzato all'idea di voltarsi e guardarla.


Io nutro grandi speranze per te. Io sicura tu saprai presto fare molte cose... cose che néméno tu immagini.”


Ma io non...”


Tu non devi avere paura!”, lo interruppe lei con dolcezza: “Io capire che tu essere spaventato, ma non...”


Io non sono spaventato!”, disse Harry guardandola di nuovo negli occhi.


Ma io avere questa impressione... e io difficilmente sbagliare.”


Profess...”


Isabel...”, lo interruppe nuovamente lei, allontanandosi un po'.


Voglio dire, io non so fare delle magie diverse dagli altri miei compagni”, provò Harry.


Tu avere forse visto altri studenti sollevare la piuma, senza bacchetta?”


No, ma...”


Dunque qvuesto significa che tu essere migliore degli altri, no?”


Non necessariamente!”


A no? Guarda qvuesto, allora...”


All'improvviso, sentì muoversi una sedia, e lui ci si ritrovò seduto sopra, senza nemmeno rendersene conto.


Poi, sempre senza sentire emettere una sola parola, o veder compiere il minimo movimento, la sua bacchetta gli si sfilò dai pantaloni, ed andò dritta dritta a posarsi sulla scrivania.


Harry era disorientato: “Ma... cosa...?”


La sentì ridere, allora si voltò a guardarla, un po' indispettito.


Vedi, io non ho fatto nulla...”, sollevò le mani, con fare innocente: “Io avere usato solo pensiero.” Lo guardò con ancora più intensità, e dichiarò: “Tu puoi fare lo stesso.”


Il moro non ne era affatto convinto.


Avanti, prova a riprendere la tua bacchetta...”, lo invitò lei.


Accio...” disse Harry senza riflettere, ma poi si rese conto che senza la sua bacchetta, non sarebbe riuscito a fare nulla.


Non sono capace!”, disse sconfortato.


Tu provare ancora...”


Io... non sono così bravo come crede!”, disse Harry con aria ribelle, alzandosi dalla sedia e facendola quasi cadere, tanta era la sua foga.


Tu ancora non conoscere tua potenzialità.”


Io so benissimo quali sono i miei limiti!”


Harry sentiva crescere il disappunto. Perchè tutti si aspettavano grandi cose da lui?


Tutti noi avere limiti, ma pochi, avere potere.”


Io non voglio il potere!”


Certe cose non si scelgono, Harry. Io non avere scelto di essere migliore di altri, ma essere così!”


Harry la guardò negli occhi, e sentì che lei lo ricambiava in modo intenso. La sua bellezza era qualcosa di unico.


... io non voglio... essere migliore...”


Ma lo sei! Possibile che tu non capire? Essere talmente e... e-fidente!”


Evidente”, la corresse in automatico Harry.


Sì... evidente...”, rispose lei, arrendevole. Harry, ammaliato dal suo meraviglioso viso e dai suoi occhi blu come il mare, non riuscì a trattenersi dal sorriderle.


Prova...”, disse ancora lei.


A far cosa?”


Quello che vuoi...”


Harry, in quel momento, fu assalito dall'unico vero pensiero viscerale e folle che aveva: baciarla. Ma di sicuro, quello non poteva farlo! La guardò quasi di nascosto, e poté scorgere in lei un lieve rossore.


Oh, Dio! Aveva forse capito? No, non poteva essere! Forse... forse, era davvero in grado di leggere il pensiero! Sarebbe voluto sparire!


Senza quasi riflettere, fissò intensamente la poltrona che lei gli aveva offerto poco prima e, provando a concentrarsi rapidamente, desiderò spostare la poltrona fino alle gambe della professoressa, e di farla sedere sopra, così come aveva fatto lei con lui.


Accadde tutto molto in fretta, quasi come se non fosse lui a farlo, ma la poltrona si spostò, andando esattamente dove lui voleva, e l'insegnante, come spinta da una mano invisibile, ci si posò sopra.


Harry spalancò la bocca. Accidenti! C'era riuscito!


La Keen, presa alla sprovvista, emise un'esclamazione di stupore.


Poi, con un sorriso trionfante, si girò a guardarlo.


Io non essere stata.... quindi immagino essere stato tu...!”


Harry ricambiò con un sorriso smagliante: “Forte!!”


Hai visto...? Tu essere molto bravo...”


Profes...”


Isabel... Io ti prego! Chiamami Isabel...”


Harry, troppo felice per non accontentarla, pronunciò il suo nome con un misto di timidezza e dolcezza: “...Isabel...”


Grazie. E' difficile per me spiegare... ma io non sentire me una insegnante. Voglio dire... fino a poco tempo fa, io essere uguale a te, in una scuola, ad imparare... Io essere come te, Harry, in molti sensi.”


Cosa vuole... ehm, cosa vuoi dire?”


Che io capire te. Molto bene!” La ragazza abbassò lentamente la testa, ed il suo sguardo si fece triste e cupo all'improvviso.


Io essere sempre stata molto sola, per colpa della mia bravura.” Si alzò dalla poltrona ed iniziò a camminare lentamente per la stanza. Harry la seguì con lo sguardo, ammirando la sua bellezza.


Perchè?”


Oh, io non sapere... Purtroppo mondo della magia essere duro, certe volte. Ma quando io ero solo una bambina, sapevo fare cose che grandi non riuscivano, e molti... troppi dottori avere cercato di studiare e di capire me.” La ragazza si guardò le mani, con uno sguardo tristissimo.


Io finire sette anni di scuola in soli tre. Avere fatto specialisaziòne in tre paesi difersi, e avere imparato molte cose... ma io avere fatto quasi tutto da sola.”


Lo guardò intensamente negli occhi: “Io essere difersa, Harry, come te.”


Harry strinse forte i pugni: “Io non sono diverso!”, esclamò con rabbia.


Tu credi... ma questa essere verità. Gente considerare te diverso... che tu lo volere o no. Io dire te questo, perchè non voglio che tu soffri, perchè io sapere cosa vuole dire... Io avere visto te sempre solo, e trista... Io capire cosa provi.”


Io non sono diverso...”, ripeté Harry, questa volta più debolmente.


Tu essere grande Mago, Harry, e tu sapere questo. Anche io sapere questo... e ammirare molto te.”


Ma io non so fare nulla di così speciale!”, protestò lui.


Lei gli si mise di fronte, e sollevò i suoi occhi blu su di lui. “Tu avere più volte affrontato Mago Oscuro... Voldemort...” Harry la guardò con ammirazione per essere riuscita a pronunciare quel nome senza il minimo segno di paura.


La ragazza continuò: “Tanti maghi adulti, molto più grandi di te, non osare tanto. Tu sai fare incantesimi molto bene, e ora tu dimostrare me che inizi a capire come usare mente... Io insegnerò te a usare magia non solo con bacchetta, ma anche con pensiero, perchè tu essere speciale.”


Rimasero per alcuni secondi a fissarsi, senza parlare.


Harry, magia essere meravigliosa, ma essere anche molto pericolosa. E' facile cadere in suo fascino, in suo richiamo... Essere quasi una seduzione, una atraziòne...”


Att... attrazione...”, la corresse ancora una volta, seguendo come ipnotizzato la sua mano mentre sistemava una ciocca di lunghi capelli biondi.


Sì... tu dovrai stare molto atènto, Harry, perchè numerose saranno le tentazioni. Io so cosa significa, e io porto questo anello per ricordare tutti i giorni chi sono, e cosa non voglio essere...”


Harry meditò su quelle misteriose parole, guardandola dall'alto della sua statura. Provava un misto di sentimenti contrastanti per quella ragazza, ed era combattuto tra il fascino di quello che lei gli stava dicendo, e la paura delle conseguenze che questo comportava. Il suo anello verde smeraldo, brillò al suo anulare.


Io voglio solo dire che... che tu potere sempre contare su di me, Harry.”


Harry la guardò con attenzione: era deliziosa. Ed era così giovane, in effetti. Poteva facilmente essere scambiata per una sua compagna di scuola. Nonostante la sua indiscussa bravura, sembrava anche molto indifesa, in quel momento.


Grazie... Isabel. Anche... tu, puoi contare su di me...”


Lei gli sorrise in modo dolcissimo ed allungò una mano per sfiorargli un braccio.


Io questo lo so. Ora vai, tuoi amici saranno curiosi di sapere perchè restare così a lungo qui...”


Oh, non c'è problema... I miei amici saranno sicuramente impegnati a fare altro!”, disse con amarezza.


Tu soffrire molto, vero? ... Mi dispiace.”


Harry sollevò lo sguardo, ma preferì non proseguire il discorso.


Ehm, allora, ci vediamo in classe.”


Sì, certo. Grazie per essere venuto, Harry.”


Grazie a lei... ehm, a te.”


Ohm, Harry. Io capire se in classe tu non volere chiamare me Isabel. Lo farai soltanto quando saremo soli, se vuoi.”


Ah, va bene. Allora... ciao.”


Ciao Harry, a domani.”


Harry uscì dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle. Si sentiva frastornato, confuso, strano. Si sentiva come se avesse bevuto cinque bicchieri di whisky incendiario, gli girava la testa... Non capiva! Era l'effetto di essere restato per tutto quel tempo da solo con Isabel?


Isabel...?


Era davvero giusto chiamarla con tutta quella confidenza? Beh, era stata lei a chiederglielo, no? Aveva talmente insistito! E poi, era così dolce, e carina... Si sentiva attratto da lei, in un modo incomprensibile. Ma, in fondo, chi, non era attratto da lei?!


Con aria sognante tornò nella Sala Comune, e proprio non si accorse che Hermione era davanti all'ingresso, praticamente accovacciata ai suoi piedi, che raccoglieva delle pergamene finite in terra.

Lei invece lo vide entrare e notò il suo sguardo distratto, per cui fece per alzarsi, ma era troppo tardi. “Harry atten...”


Senza rendersene conto, Harry inciampò su di lei, finendole addosso.


Ahhh... AHI !”, esclamò Hermione dolorante, distesa sotto di lui.


Harry si sollevò sugli avambracci, stretti intorno al corpo di lei.


Oh... Hermione! Scusa, scusa!” Scattò in piedi, e si affrettò ad aiutare anche la ragazza.


Ma non mi hai vista?!”, chiese indignata Hermione, passandosi una mano sulla gonna per darsi una sistemata.


Ehm, no, scusami.”


E a cosa stavi pensando?”


A nulla, io...”


Nulla? Ah! Non ti sei visto! Sembravi sotto l'incantesimo 'confundus'!”, ringhiò avvicinando inaspettatamente il proprio viso a quello del moro, come per verificare di persona.


Harry indietreggiò leggermente: “Io non sono sotto nessun incantesimo!”, ribatté, offeso.


Allora si può sapere dove sei stato fino ad ora?”, chiese Hermione con una punta di velenoso astio nella voce.


Ecco, ero da Is... dalla Keen, come vi avevo detto.”


Tutto questo tempo?!?”, lo investì ancora lei.


Sono rimasto solo dieci minuti...”


Guarda che è passata più di mezz'ora!”


Harry guardò in direzione di Ron, in cerca d'aiuto, ma il rosso affondò maggiormente la testa tra le spalle. Sapeva fin troppo bene cosa significava passare sotto “L'Uragano Hermione”.


E si può sapere che cosa aveva di così urgente da dirti?”, gli chiese puntando le mani sui fianchi stretti.


Beh, lei... voleva solo parlarmi della lezione...”


E non poteva aspettare a farlo domani? Magari incontrandoti nei corridoi, o in classe, o in refettorio??”


No, vedi, lei voleva solo...”


Cosa? Eh? Un'insegnante così non può compiere una leggerezza simile!”


Così, come?”


Così.... così... Carismatica! Con l'ascendente che ha sui ragazzi!”


Guarda che abbiamo soltanto ...”


Parlato! ... Sì, sì, certo!”, lo interruppe lei con aria beffarda, sventolando la mano.


Harry era sbigottito.


Ma si può sapere che ti prende?!”, chiese iniziando ad innervosirsi.


Non doveva invitarti nel suo ufficio!”, sentenziò con decisione, iniziando a camminare avanti e indietro per la stanza.


Non mi ha invitato! Insomma, detto così sembra qualcosa di... Voleva solo parlarmi!”


Poteva farlo davanti a tutti!”


Hermione, sei completamente fuori stra ...”


Io lo so come sono certe ragazze!”, tuonò lei interrompendolo per l'ennesima volta.


Ma cosa stai dicendo? Sei tu la prima a ribadire continuamente che lei è solo un'insegnante e...”


OH, MA IO HO VISTO COME TI GUARDA!”, urlò Hermione smettendo di camminare e stringendo i pugni. Poi si bloccò, come se le mancasse il respiro, rendendosi conto di quello che aveva appena detto.


Oddio! Ma cosa le era saltato in mente di fare?


Urlare in quel modo: 'Ho visto come ti guarda?'


Era forse impazzita? Non lo sapeva... nemmeno lei capiva perchè le erano uscite quelle parole, così, di getto...


E perchè mai si sentiva così agitata, arrabbiata e nervosa?


Harry ammirò il riflesso dorato dei suoi occhi fiammeggianti, insieme a quello dei suoi lunghi capelli, e capì che nessuna Professoressa Keen avrebbe mai retto il paragone con la bellezza quasi selvaggia, sensuale, dolce e forte di Hermione.


Oh... quanto avrebbe voluto baciarla, in quel momento!


Quasi non prestò attenzione alle parole che la ragazza si era appena lasciata scappare, perchè vide Ron alzarsi ed avvicinarsi a lei, abbracciarla con tenerezza e sfiorarle un braccio per addolcirla: “Dai, Herm... calmati.”


Lei scosse leggermente la testa, tentando di riacquistare la sua solita padronanza.


Quello che voglio dire, è che...”


Harry, follemente geloso delle braccia che la stavano circondando, disse di getto: “Tu non devi dirmi proprio niente!”


Rimasero a fissarsi per un lungo momento, poi, Hermione arrossì vistosamente e, voltandogli le spalle, fuggì verso i dormitori femminili.


Harry la seguì con gli occhi, costretto a trattenersi dal correrle dietro.


Oh, non farci caso”, disse Ron, con un'alzata di spalle, “Con me lo fa almeno due volte al giorno! E' più forte di lei... Deve prendere di mira qualcuno e sgridarlo! A volte lo fa assolutamente senza motivo, te lo garantisco!” Incrociò le braccia sul petto e si lasciò cadere sul divano, stendendo le lunghe gambe fino a toccare il bracciolo opposto.


Harry chiuse gli occhi, reprimendo un sospiro.


Non prendertela, non ne vale la pena... E' il suo spirito da 'so tutto io', che lotta ostinatamente per venir fuori! Mi ci gioco l'intera raccolta di figurine sulle 'streghe più sexy dell'universo', che finirà per fare l'insegnante... E' troppo istintivo, in lei, fare paternali a destra e a manca, mettere i puntini sulle 'i', con quell'aria da maestrina... Lei deve chiarire-puntualizzare-spiegare-rimarcare-precisare-mettere-a-fuoco... tutto! Ti dirò, a volte litighiamo per niente... mi fa montare una rabbia...!” Ron tirò fuori dalla tasca dei jeans un avanzo appiccicoso di gomma gommosa e se lo cacciò in bocca.


Altre volte, però, è così dolce...”, aggiunse il rosso continuando il suo monologo. “Pensa che l'altra sera eravamo proprio qui, su questo divano... Sì, insomma, la stavo... ehm, baciando... e...”


Harry scattò in piedi: “Ok, Ron! Ho capito! E' tutto a posto, non c'è problema”, lo interruppe. Non avrebbe sopportato anche una descrizione dei loro momenti di tenerezza! Proprio no!


Ron si frugò nelle tasche, in cerca di qualche altro rimasuglio, poi si rassegnò e si mise le mani dietro la nuca.


Ehi, a proposito... A me lo puoi dire...”, si girò a guardare l'amico con fare complice e attese. Poi si tirò su dal divano: “...Allora?”


Cosa?!”, chiese Harry, con la testa da un'altra parte.


Come cosa? Com'è andata dalla Keen? Che ti ha detto? Com'è la sua stanza? E lei? Eh...? Com'è, lei? Com'è senza la divisa da insegnante? Mhmm... deve essere uno spettacolo!”


Harry lo guardò con insofferenza: “Oh, Ron... ti prego! Non ti ci mettere anche tu!”


Come? Ehi... avanti! Io non sono Hermione! Io sono un uomo... e certe cose tra amici si raccontano!”


Ma io non ho niente da raccontare! La Keen mi ha solo detto che... ho delle potenzialità, e che cercherà di insegnare a tutti come usare la forza del pensiero, oltre che una bacchetta!”


Ma... ma...”, Ron si guardò in giro, come in cerca delle prole giuste, “Non hai visto... che so, qualche centimetro delle sue caviglie...? Oppure... uhmm... non sei riuscito a capire che taglia di reggiseno porta?”


Harry si voltò esterrefatto verso l'amico, afferrò un cuscino e glielo scagliò addosso. “Ma tu sei malato!”, gli urlò, seppur con un sorriso sulle labbra.


Io non sono malato! Sono assolutamente normale! Quella ragazza è... troppo bella! Oh, se solo mi guardasse come guarda te...”


Isabel non mi guarda in nessun modo!”


Ron sgranò gli occhi: “I - s - a - b - e - l ? ? ?”, ripeté incredulo, restando a bocca aperta. “E da quando la chiami per nome??”


No, io... è stato solo un caso... voglio dire, lei me lo ha chiesto, ma...”


Ron fece un sorrisetto malizioso, guardandolo come chi la sa lunga: “Sì...sì...”


Oh, piantala, Ron!”, e gli rifilò un'altra cuscinata.


Guarda che io sono solo invidioso...”, disse il rosso, prendendo a sua volta un cuscino e tirandeglielo addosso.


Invidioso...? E di cosa?”


Beh, darei qualsiasi cosa per entrare nella stanza della Keen, per poter toccare le sue cose... vedere com'è nel privato...”


Nel privato?? Tu sei proprio matto!!”, e la battaglia di cuscini continuò a lungo, fino a che Harry non si sentì sfinito ed appagato.


Quando i due si furono calmati, rimasero per un lungo momento senza parlare. Poi, Harry sentì il bisogno di dire: “Non devi invidiarmi, Ron... non ho davvero nulla per cui essere invidiato. Forse non ti rendi conto della fortuna che hai.”


L'amico lo guardò con affetto: “Dai, Harry, non fare così... Lo sai che la mia famiglia ti vuole bene come se anche tu ne facessi parte...!”


Harry ricambiò il suo sguardo d'amicizia, profondo e sincero: “Grazie...”, ma preferì non dire, che lui si riferiva a tutt'altra cosa.


* * *


Hermione per un paio di giorni si rese quasi invisibile, vergognandosi come una ladra per quella reazione fuori luogo che aveva avuto. Per due notti aveva faticato a prendere sonno, continuando a rimuginare sulle sue stesse parole.


Ho visto come ti guarda...

Ho visto come ti guarda!


Accidenti! Aveva davvero detto quelle parole a Harry?


Possibile che non fosse riuscita a trattenersi in tempo? Non poteva, una volta tanto, tacere e tenere per sé i suoi pensieri, anziché buttare fuori tutto quello che le passava per la testa? Era davvero così importante, fargli quella scenata? E lei? Che diritto aveva di pensare quelle cose? Harry era libero di comportarsi come meglio riteneva, no?


E poi... magari era vero che la professoressa Keen gli volesse solo fare i complimenti... Chissà quante altre centinaia di volte, altri studenti erano stati chiamati dai professori! Perchè le dava così fastidio che fosse stata proprio la Keen a fare quel gesto?


Quella ragazza era troppo giovane, maledizione!


Ed era decisamente troppo bella!


Ma a lei, infondo, cosa importava? Harry era cresciuto, ormai... Non aveva certo bisogno che lei lo mettesse in guardia da eventuali pericoli...


Lui non è abbastanza obiettivo, in questo caso! Come può restare ragionevolmente sereno, con una ragazza come quella che lo riempie di complimenti?”, si chiese a voce alta.


Tentò di ripetersi all'infinito che tutta quella rabbia, nasceva solo dal sentimento di amicizia che nutriva per Harry... e da nient'altro!


... Sono solo preoccupata per lui ...


Ma era davvero sincera con se stessa?


Era solo questo che la faceva stare così male?


Con la testa affollata da mille pensieri, e intenta a porsi mille domande, si diresse verso la biblioteca, carica di libri e pergamene.


Accidenti, era in ritardo sulla sua tabella di marcia! Aveva già perso dieci preziosi minuti di studio. Affrettò il passo, voltò l'angolo e, senza accorgersene, andò a sbattere contro qualcosa di forte, alto e muscoloso. Perse leggermente l'equilibrio e le cose che teneva impilate sulle braccia, precariamente in bilico, finirono inevitabilmente a terra.


Oh, no! Che disastro! Ma non guardi dove vai?!” Si chinò frettolosamente per raccogliere i libri, poi, con aria imbronciata, sollevò i suoi occhi sulla figura che l'aveva investita e che a sua volta, si era chinata per aiutarla.


S'immobilizzò: “Harry...”, disse in un soffio.


Her... mione...”, rispose lui, a fatica. “Scusa, io... non ti ho vista!” Erano due giorni che lei lo evitava, non rivolgendogli quasi la parola e, adesso, si ritrovavano uno di fronte all'altra, a meno di trenta centimetri di distanza.


Oh... no, scusami tu! ... Andavo di fretta!”


Per un attimo, entrambi rimasero immobili a fissarsi, folgorati a vicenda dallo sguardo intenso dell'altro.


Compiendo uno sforzo enorme, Harry abbassò gli occhi, timoroso che lei potesse capire il suo stato d'agitazione, e che potesse sentire i battiti del suo cuore, il quale sembrava impazzito.


Iniziò a raccogliere i libri, poi, nel prendere una pergamena, lei gli posò piano una mano sulla sua. Il cuore di Harry fece una capriola. Sollevò gli occhi su di lei.


Hermione aveva uno sguardo così dolce...


Harry, io... volevo scusarmi per l'altro giorno.”


Lui restò immobile a guardarla, poi, le fece un sorriso. “Non c'è problema... non devi scusarti di nulla.”


No... io... Ecco, non volevo urlare in quel modo, ma... E' colpa di Ron!”, inventò, così, su due piedi.


...Ron...?”


Hermione prese l'ultima pergamena e si alzò in piedi. Harry, ritrovandosi a fissare imbambolato le sue gambe, si sollevò a sua volta.


Ehm, sì! Mi rende nervosa... Non fa che mangiare schifezze disgustose, e poi... mi lascia residui appiccicosi dappertutto!”


Harry non riuscì a trattenersi dal sorridere, e lei lo imitò.


No, davvero... non era mia intenzione comportarmi così.”


E' tutto a posto, sul serio.” Senza pensarci, allungò una mano e fece una cosa che mai si sarebbe aspettato: le accarezzò il viso.


Hermione s'immobilizzò, sgranando gli occhi. La scossa che aveva sentito a quel contatto, così delicato e dolce, le aveva fatto trattenere il fiato.


Harry ritrasse lentamente la mano, sconvolto forse ancora più di lei dal suo stesso gesto. Avrebbe voluto dire qualcosa, ma le parole gli morirono in gola.


Fu lei a parlare, sentendo le guance scottarle come il fuoco: “Ora... sono... in ritardo! Devo andare... Ciao!”


Ah... Sì, certo! Allora... ciao”


La vide correre via, a testa bassa e con i libri stretti tra le braccia. La seguì fino all'ingresso della biblioteca, con uno sguardo carico di tormento e desiderio, contemplando e ammirando la sua bellissima figura.



* * *


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Capitolo 10
*** 10 "Inaspettato cambio di programma" ***


Al di là della ragione

Note autore:

Carissimi tutti... mi inchino profondamente di fronte al vostro affetto! Grazie, immensamente GRAZIE per i numerosi commenti... che ovviamente aspetto FIDUCIOSA ANCHE PER QUESTO CAPITOLO!!!!!!! :-)) In particolare, il mio cuore scoppia per:

JERADA: Wow, mi fai arrossire... e sono stra felice che ti sia piaciuto così tanto! Questo cap è... non anticipo nulla, ma aspetta e vedrai! Grazie ancora e un bacio!

GRANGER90: Carissima!!! Ho aggiornato prima che ho potuto... anche se in ridardo... Sorry! Ma spero di farmi perdonare con questo cap.... so sweet! Bacissimi!

MAXIMILLIAN GRANGER: a-r-i-w-o-o-w !! Ben venuta/o !! Grazie infinite per il bel commento, mi ha fatto molto piacere. Spero di continuare a soddisfare le tue aspettative... ;-) Fammi sapere che ne pensi, ok? Grazie grazie! !

8X4: ehhhh bacio ancora no, ma......................... :-))) Grazie per il sostegno e per il commento! A questo punto voglio sapere che te ne pare di questo, ok?? 1 bacio anche a te!

MARCO: Ciao... mio adorato Marco! Sono molto curiosa di sapere cosa te ne pare di questo capitolo... come sempre il tuo parere è diventato per me fonte di ispirazione! Grazie per il tuo bellissimo commento! E tu quando aggiorni??!?!?! Baciiii !

STIZY: Dolcissima ciccina mia!!!!!!! Quanto mi mancano le nostre lunghe chiacchierate! Grazie per il tuo preziosissimo supporto e sostegno. Sei la mia n° 1, non dimenticarlo mai, ok? Ti aspetto!

HARMONIA: Ciao! Occhio lungo e perspicace, il tuo.... :-)) Ma questo cap, è dedicato sono ai nostri due piccioncini..... Grazie del commento!

SABRI89: Mamma mia, che piacere leggere le tue recensioni! Grazie, stella! Sono così felice che ti piaccia la mia storia..... Spero continui a seguirla con tutto il tuo entusiasmo! Grazie e mille baci anche a te!

JOJIPV: Ed ecco anche te.... Un grazie conclusivo per dirti che sono felice del tuo commento favorevole e della tua presenza importantissima! Mi fa davvero piacere sapere che la storia ti piace.... GRAZIE!!!!!!



A tutti, buona lettura!







- 10 -

Inaspettato cambio di programma”





Allora...? Con chi ci vai?”, chiese Ron con la bocca piena di cioccolato, sdraiato sul suo letto.



Uhm?”, rispose Harry dal davanzale sul quale si era era rannicchiato, voltandosi a guardare l'amico.



Con chi ci vai?”, ripeté Ron.



Dove?”



Come dove?? Al Ballo di Halloween! In giro non si parla d'altro!”



Aah... Il Ballo di Halloween! Adesso Harry capiva perchè, improvvisamente, ragazzine di ogni età non facevano che girargli intorno dalla mattina alla sera, senza risparmiare sorrisini e cortesie...



Tornò a guardare fuori dalla finestra, per ammirare quel magnifico tramonto che colorava di rosso il cielo.



Allora? Non me lo vuoi dire?”, chiese curioso Ron.



Uhmpf, veramente non ci ho ancora pensato... A dirtela in tutta onestà, nemmeno mi interessa.”



Ron si tirò su dal letto, preoccupato: “Ehi, amico, tutto bene? Si può sapere che ti prende?”



Niente...”, rispose Harry, guardando il riflesso del sole che moriva nel Lago Nero.



Tu non me la racconti giusta... Sei strano!”, disse Ron scrutandolo con occhi indagatori, ridotti a due fessure.



Solo perchè non ho ancora deciso a quale ragazza chiedere di venire al ballo?”



Uhm, non lo so... te ne stai lì, a guardare fuori... E a fare sospiri! Non sarai mica innamorato?!?”



Harry trasalì leggermente.



Ma cosa dici?!”, rispose con un sorriso, decidendosi finalmente a guardarlo in faccia.



Beh, non ci sarebbe niente di male!”



Già... Peccato che sono innamorato della tua ragazza!



Ron, sto solo guardando fuori dalla finestra...”



Ok, ok! Ma... secondo me, è la Keen che si intrufola nella tua testolina, senza chiederti il permesso! Potresti invitare lei, al ballo...”, propose con aria furba.



Certo, come no!”, rispose Harry, accartocciando un foglio di carta e tirandoglielo addosso.



Ron sorrise divertito, poi fece un sospiro beato, intrecciando le braccia dietro la testa e tornando a sdraiarsi sul suo letto.



Ahh... che meraviglia! Una volta tanto, non ho questo problema! Niente ansia da prestazione... Niente tachicardia... Niente balbettamenti-da-immaturo-brufoloso... E Hermione sarà bellissima!”



Harry guardò l'amico, poi abbassò gli occhi e sussurrò: “Sì... ne sono sicuro...”



Ron scartò un'altra cioccorana, e l'afferrò al volo, prima che questa balzasse via.



Puoi invitare Cho...”, provò a dire ancora, con la bocca piena.



Oh, no, grazie! Direi che... con lei ho chiuso.”



Ron rimuginò un po' sulla cosa, poi aggiunse: “Beh, puoi sempre chiedere a mia sorella! Lei è in 'cotta-perenne-per-te'!”



Harry ripensò a quando aveva provato a darle un bacio, e a come lei si era allontanata. Si grattò la fronte, leggermente in difficoltà: “Ehm, no, io non credo...”



Ron si tirò di nuovo su dal letto: “Cosa vuoi dire?”



Ecco... Ginny è una ragazza meravigliosa, e molto esigente... Ma credo che si sia stancata di aspettarmi! E... non ti arrabbiare, ma credo che abbia un ragazzo.”



La cioccorana andò di traverso a Ron, che iniziò a tossire rumorosamente.



C-O-S-A ??”



Dai, Ron, non fare così... Ginny è cresciuta! Anche tu, voglio dire, hai la ragazza, e sei solo un anno più grande di lei.”



Ron tornò a respirare con estrema fatica. Si incupì e si mise a sedere, appoggiando sconsolato le guance sui propri pugni.



Hai ragione, hai ragione... lo so che hai ragione! Ma io sono suo fratello maggiore... Devo vegliare su di lei.... Ho la sua responsabilità!” Iniziò a tamburellare nervosamente le dita sul ginocchio. “E... chi sarebbe questo fidanzato?”



Oh, non sarò certo io a dirtelo!” sorrise Harry. “Sono sicuro che presto lo vedrai con i tuoi occhi.”



Grazie tante!”



Qualcuno bussò alla porta, e dopo pochi secondi, una cascata di capelli ondulati e il viso più bello di Hogwarts si affacciò nella stanza.



Oh, scusate... vi disturbo?”, chiese timidamente Hermione, guardando Harry.



No, entra!”, disse Ron, imbronciato.



Hermione si accorse del suo malumore, e provò a lanciare una rapida occhiata a Harry. Cos'era successo?



Harry scosse la testa, facendo spallucce. Tentò di non dar peso al profumo di vaniglia che aveva accompagnato l'entrata della ragazza. E cercò di sorvolare sulla sua spettacolare bellezza, valorizzata ancor di più dalla luce ocra che filtrava dalla finestra, e che rendeva i suoi naturali colori ambrati, ancora più vivi e luminosi.



Ron, tutto bene?”, gli chiese sedendosi accanto a lui, sul letto, e prendendolo per mano.



Harry perse il sorriso e distolse lo sguardo.



Certo, come no!”, rispose con una specie di ringhio il rosso.



Hai fatto i compiti? Oggi non ti ho visto sostare per più di cinque minuti in biblioteca...”



Ho problemi più seri, in questo momento!”



Sarebbe a dire?”



Harry mi ha appena detto che Ginny... Ginny, capisci??”



Hermione aggrottò le sopracciglie: “Sì...?”



Beh, pare... sembra.... o, almeno, dicono...”, s'interruppe, col labbro inferiore che gli tremava leggermente.



Cosa, Ron?”



La mia Ginny... piccola...”



Ron, insomma! Mi fai preoccupare! Harry, che cosa gli hai detto?!”



Harry tornò a guardarla, perdendosi in quel viso così dolce. Quando era preoccupata le si formava una specie di impercettibile ruga, sulla fronte. E le sue labbra... si schiudevano in modo così sensuale...



Harry!”, lo richiamò lei.



Hermione non capiva. Perchè la guardava in quel modo? Si sentiva in imbarazzo sotto quello sguardo così intenso. Era come se...



Oh, no! Ma cosa accidenti le veniva in mente!



Ehm, io... gli ho solo detto... la verità...”



Ginny ha... UN RAGAZZO!” esclamò Ron, con fare drammatico. “Ti rendi conto...?”



Hermione si portò le mani alla bocca, incredula davanti al fatto che Ron fosse venuto a saperlo.



Si girò e fulminò Harry con lo sguardo: “Non ci posso credere!”, disse stizzita.



C-cosa...?”, chiese Harry, intimorito.



L'hai fatto!”, disse Hermione, alzandosi ed avvicinandosi a lui.



Harry scese dal davanzale, e fece un passo a sua volta: “Che cosa?”



Gliel'hai detto!!”



Harry guardò Ron, che sembrava in preda ad una crisi d'ansia e scuoteva la testa come se avesse ricevuto la notizia peggiore della sua vita.



Ma... ma io... Me lo ha detto Ginny! Che c'è di male?”



Hermione mise le mani sui fianchi e disse con tono di rimprovero: “Oh... Andrà su tutte le furie, quando verrà a saperlo!”



Non capisco, qual è il problema?”



Doveva restare segreto!”



Segreto? E perchè mai?”



Perchè SI'!”, disse indispettita, quasi battendo un piede a terra.



Ma... che risposta è?”, Harry le si mise di fronte, vicinissimo.



Non si doveva sapere!”



Non ci vedo nulla di male!”



Evidentemente loro non volevano che si sapesse, no? Insomma, Ginny mi aveva fatto giurare di non dirlo a nessuno, tantomeno a Ron! E adesso... vengo a scoprire che lo sa già! E' un disastro...”



Harry, in tutto questo, non poté fare altro che osservarla incantato. Lei gli parlava... e l'unica cosa alla quale lui riusciva a pensare, erano le sue labbra, e alla folle idea di afferrarla per le spalle e baciarla.



Hermione, ancora una volta, si sentì in imbarazzo sotto quello sguardo rovente e penetrante. Perchè, santo cielo, Harry la guardava così!

Si sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, poi incrociò le braccia sul petto.



Ma mi stai ascoltando?!”



Harry si riscosse: “Ehm... sì, certo! Ma continuo a non capire cosa ci sia di così grave...”



Hermione, scossa per il modo impertinente col quale lui l'aveva guardata, disse, fremendo: “Oh, voi uomini siete proprio limitati, certe volte! Siete incredibili! Appartenete decisamente ad un altro pianeta!”



Qui ti sbagli! E' l'universo femminile, che segue un senso tutto suo...”



E' inutile, è una battaglia persa! Tu non puoi capire!”



Oh, insomma, Hermione! Perchè mai quei due non dovrebbero voler dire che stanno insieme?”



Perchè... perchè... Oh, non lo so, il perchè! Magari si vergognano.... O hanno paura... Oppure...”



Harry, a quel punto, l'afferrò per le braccia, stringendo forte le mani, e avvicinando il proprio viso al suo, le disse in un sussurro: “Io so solo che quando si ama qualcuno, l'unico desiderio che si ha, è quello di urlare al mondo intero il proprio amore!”



Hermione sgranò gli occhi, colpita dall'intensità di quelle parole, di quello sguardo, e di quelle mani che la stringevano con tanta forza. Gli occhi di Harry sembravano ancora più verdi e luminosi, tanto erano ardenti e brillanti.



Mai come in quel momento, Harry desiderò baciarla.



Hermione, mai come allora, lo trovò incredibilmente bello.



Per quello che sembrò ad entrambi un tempo infinito, rimasero a fissarsi, come ipnotizzati e attratti dall'elettricità di quell'istante.



Harry dovette compiere uno sforzo notevole per convincersi a lasciarla andare. Si obbligò ad allentare la presa, e la morsa delle sue mani, si trasformò in una delicata carezza, prima di arrendersi e fare un passo indietro.



Scusa...”, le sussurrò.



Hermione si abbracciò, massaggiandosi piano il punto dove lui l'aveva trattenuta.



Ron, parve non accorgersi di nulla, e quando Harry si voltò verso di lui, lo vide con la testa tra le mani, a ciondolarsi come se avesse da risolvere un problema matematico di enorme difficoltà.



Hermione cercò di tornare in sé, e di non dar peso a quello che era appena successo.



... In fondo... cos'era successo? Nulla. Assolutamente nulla!



E allora perchè le era sembrato che quelle parole fossero dirette a lei? Perchè aveva avvertito una nota di disperazione, nella sua voce? Possibile che si fosse sbagliata?

Lo conosceva talmente bene.... lo capiva così in fretta! Le bastava guardarlo negli occhi, o sentire la sua voce leggermente incrinata... Harry aveva qualcosa di diverso, di questo ne era certa! Ma cosa... cosa lo turbava così?



Questo significa che si sposerà presto...”, decretò Ron, interrompendo quell'attimo di magia.



Harry e Hermione lo guardarono contemporaneamente.



Cosa vuoi dire?”, chiese Hermione.



Beh, se ha un ragazzo, si dovrà sposare! Io lo so come sono i giovani di oggi... Vogliono tutto e subito... E se Ginny ha deciso di fare questo passo... è giusto che sappia quali sono le conseguenze!”



Hermione lo guardò, incredula: “Ma Ron, ha solo 15 anni! Non puoi pretendere che pensi già a sposarsi!”



Allora non doveva fidanzarsi!”



Ron, tua sorella è troppo giovane... Non sarà certo il primo ragazzo col quale si bacia a determinare la sua vita!”



E allora non si doveva baciare affatto!”



Non riesco a credere alle mie orecchie! Ron, è solo un bacio! Due persone non si sposano solo perchè si baciano!”



Non mi interessa! Ormai è tardi! Già... Chi ci dice, che non è irrimediabilmente tardi?!”, disse Ron con fare drammatico.



Hermione era letteralmente sconvolta. “E questo... pensi che questo valga anche per te? Voglio dire, anche noi ci siamo baciati...”, disse con un miscuglio si sentimenti contrastanti.



Oh, beh, ma che c'entra? Io sono un uomo... per me non vale!”, dichiarò lui senza riflettere, decisamente troppo in fretta.



A quel punto, Hermione strabuzzò gli occhi e gli puntò contro un dito accusatorio: “E QUESTO COSA VORREBBE DIRE??”



Ron, solo a quel punto parve rendersi conto del significato delle sue parole, ed iniziò ad arrossire: “Ehm... no, aspetta, io... volevo dire che... cioè... Noi uomini, sì, insomma... dobbiamo... così, fare... come dire... delle esperienze...”



Ronald Weasley! Sei uno schifoso maschilista!”, gli urlò, come una furia.



Ma no... aspetta...”



Ma Hermione si era allontanata con tre falcate, ed era uscita sbattendo con forza la porta.



Ron rimase a fissare la parete per qualche secondo, poi disse: “Non la sopporto, quando fa così! Non bastano i problemi che ho già! Ci si deve mettere anche lei!”



Ron, forse ti sei dimenticato che lei è la tua ragazza... Forse non si aspettava che tu le dicessi che a te è concesso fare 'esperienza', solo perchè sei un uomo...”



Beh, ma... di fatto, noi...”



Se vuoi un consiglio, vai subito ad implorare il suo perdono...”



Non ci penso neanche! Ho solo detto quello che penso... Anzi, il fatto che lei abbia avuto un breve e fugace flirt con Viktor Krum, mi infastidisce non poco... Eppure, ci sono passato sopra, non le ho detto niente! Voglio dire, lei mi piace ugualmente!”



Lasciatelo dire, Ron, sei un po' retrogrado, quando ti ci metti!”



Lui sembrò restarci male, senza però capire perchè mai tutti si accanissero contro di lui.



Non le va mai bene niente, di quello che faccio! Ce l'ha con me!”, bofonchiò sconsolato.



Ron, non dire sciocchezze!”



Te l'assicuro... ce l'ha con me!”



Harry tornò a sedersi sul davanzale, vicino alla finestra, e si mise nuovamente a guardare fuori. Tra le nuvole e il colore ambrato del cielo, immaginò il viso di Hermione.



* * *



La tanto attesa festa per Halloween, giunse molto più in fretta di quanto Harry si aspettasse, e fu così che arrivò il giorno del ballo, senza che Harry avesse avuto il tempo, o la voglia, di invitare alcuna ragazza.



Come ogni volta che Hogwarts si preparava ad un evento, nell'aria si poteva sentire l'elettricità e l'euforia che il ballo portava inevitabilmente con sé. I ragazzi si facevano più audaci, e le ragazze sembravano diventare più tolleranti e generose, lanciando sguardi languidi e complici.



Era ormai pomeriggio inoltrato e Harry, con fare annoiato, cercava di finire il compito di pozioni, mentre Ron si divertiva a far fare delle capriole al rospo di Neville con la bacchetta.



Proprio non ti capisco... Avresti potuto invitare chiunque... Chiunque! Nessuna ti avrebbe detto di no! E tu che fai? Te ne vieni al ballo da solo.... Non ha senso!”



Ron, come te lo devo dire? Ormai quelle che piacciono a me sono già occupate... E poi, non m'importa! Tanto non so ballare...”



Ma tutti vedranno che sei l'unico a non avere una dama!”



Harry fece spallucce: “Tanto indosserò una maschera... il ballo è a tema, no?... Nessuno si accorgerà di me, o meglio, nessuno noterà la mia 'non-compagna'.”



Ron individuò dei biscotti dall'aria ghiotta ed invitante, appoggiati sul tavolo, e smise di infastidire il povero rospo, che ne approfittò per dileguarsi: “Uhmm... sai di chi sono?”



Harry sollevò gli occhi dalla sua pergamena, scrutò i biscotti e scosse la testa.



Oh, beh, tanto meglio! Allora li posso mangiare senza sensi di colpa!” Ne prese uno, lo annusò con fare da intenditore ed un sorriso gli si dipinse sul viso: “Ah, sembrano buonissimi!”



Mandò giù il dolce senza quasi masticarlo, accompagnando il gesto con un mormorio di puro godimento: “Uhmm... de-li-io-so!” Ne prese altri tre, che sparirono ben presto nella sua bocca.



Ne uoi u-o? S-no bo-ni-sci-mi!”, farfugliò Ron, con la bocca strapiena.



Harry lo guardò aggrottando le sopracciglie: “No, grazie...”



Non sciai che ti pe-v-di!”



Harry scosse la testa e finì di scrivere la sua frase.



Forse... forse puoi ancora chiederlo a Luna”, disse mandando giù l'ennesimo boccone. “Non capisco proprio il perchè, ma pare che nessuno l'abbia ancora invitata. Eppure è una ragazza talmente simpatica! E poi... io la trovo anche carina...”



A quel punto, Harry tornò a guardarlo e si accorse che l'amico era arrossito e si era voltato, come per nascondere un improvviso imbarazzo. Appoggiò la piuma sul tavolo e cercò di osservarlo meglio.



Beh, sì. Luna è sicuramente una ragazza 'particolare'... Se non fosse che vive in un mondo tutto suo, sono sicuro che riscuoterebbe parecchio successo! Ha un viso molto dolce... ed è perspicace, oltre che essere carina ed intelligente.”



Ron annuì, sorridendo felice di trovare qualcun altro che la pensasse allo stesso modo. Con un dito accarezzò il bordo del tavolo, con aria distratta: “Certo, è naturale che... insomma, che io ci vada con Hermione, al ballo...”, aggiunse arrossendo nuovamente. “Ma se... voglio dire, se fossi da solo... probabilmente lo chiederei a lei!”



Harry per poco non cadde dalla sedia! Cercò di studiarlo con maggiore attenzione: che cosa significava quell'atteggiamento così strano? Era stata una sua impressione, o i suoi occhi si erano illuminati in modo insolito?

Possibile che Ron si sentisse attratto da Luna? Che quella luce nascondesse qualcosa di più profondo?



Naah!



Con Hermione al proprio fianco, Ron non poteva neanche lontanamente permettersi di desiderare un'altra! Di certo si era sbagliato...



Tornò a fissare il proprio tema: accidenti, era maledettamente corto! Si arrovellò per altri dieci minuti, dove riuscì ad aggiungere a malapena due righe. Ma al sesto rintocco dell'orologio della torre, si rese conto che si era fatto decisamente tardi, e doveva comunque iniziare a prepararsi.



Insospettito dal silenzio di Ron, che, con il suo eterno borbottio, solitamente gli ricordava una vera e propria 'pentola di fagioli', si sporse verso il divano, ma non lo vide. La Sala Comune era completamente vuota: tutti i Grifondoro erano nelle rispettive stanze per vestirsi. Arrotolò la sua pergamena e si stiracchiò pigramente.



Ron?”, chiamò.



Niente.



Ehi, Ron, dove sei finito? Sarà meglio iniziare a prepararsi...”



Un debole lamento gli giunse da dietro una colonna. Si diresse verso la fonte di quel mormorio e vide Ron sdraiato a terra.



Ron?!”, lo chiamò, correndo verso di lui.



Aah, che dolore! Mhmm... che male! Uhi uhi uhi! Harry... aiutami... ti prego!”



Ma che ti prende? Cosa ti succede?”



La... mia... pancia.... Ahi, che sofferenza!”



Harry aiutò Ron a tirarsi su, e il rosso si abbandonò contro l'amico.



Ron, per l'amor del cielo! Cosa hai?”



Ho... bisogno... di andare... in bagno!”



Harry non se lo fece ripetere due volte, lo afferrò saldamente e lo sollevò quasi di peso, trascinandolo verso il bagno.



Ron era decisamente pallido, e sudava freddo.



Non capisco, fino ad un minuto fa stavi benissimo...”, disse Harry. Poi, riflettendo meglio, ricordò di aver visto i gemelli Fred e George aggirarsi dove c'erano i biscotti.



Oh, no! Ron, forse è meglio se ti porto in infermeria...”



No, no, no! Non... credo che riuscirei... a fare un solo... passo. Harry, scusa, ma... devo proprio andare in bagno!”, e senza aspettare risposta, si chiuse la porta alle spalle come una furia.



Harry corse nel suo dormitorio, dove Fred e George stavano ridendo allegramente, nel vedersi mascherati per la festa che li aspettava da lì a poco.



Ehi, ragazzi! Per caso sono una vostra invenzione quei biscotti che erano sul tavolo in Sala Comune?”



I gemelli si scambiarono uno sguardo furbo, paragonabile a quello di due faine: “Sì... certo! Sono i nostri biscotti 'dolcetto-scherzetto'! Ci sono costati un intero giorno di lavoro, ma abbiamo riservato una bella sorpresa per quei buffoni di Serpeverde!”, e sghignazzando si scambiarono un gesto babbano con le mani, facendole schioccare.



Magnifico! C'è solo un piccolo problema: Ron se li è praticamente mangiati tutti!”, disse Harry allarmato.



Fred e George smisero all'istante di ridere: “COSA?”, chiesero insieme.



Proprio così, maledizione! Perchè nessuno lo ha avvisato?”



Fred, dovevi farlo tu!”, si arrabbiò George.



Eh, no, carino! Dovevi farlo TU!”, rimbeccò Fred. “Lo sai quanto è goloso quello sciocco! Era compito tuo metterlo in guardia!”



Guarda che avevamo deciso che glielo avresti detto tu!”



Ma se io ho avvisato tutti gli altri, come...”



Ok, ok...!”, disse Harry a voce alta. “Che effetto hanno... questi biscotti?”



Accidenti! Erano la nostra super invenzione per la festa! Un biscotto che fosse sia dolcetto... che scherzetto! Basta mangiarne uno per garantirsi più di un'ora sulla tazza del bagno!”



Harry sospirò preoccupato: “Credo ne abbia mangiati almeno una dozzina...”



Che idiota!”, esclamò Fred.



Sei tu l'idiota...”



No, è colpa tua!”



Guarda che sei tu che...”



Adesso basta! Ma come fa vostra madre a sopportarvi!!”, disse esasperato Harry, interrompendoli. “Ditemi soltanto se devo chiamare Madama Chips!”



No, tanto non potrebbe fare niente. L'unica cosa da fare... è assicurarsi di restare saldamente attaccato al water...”



Contro la sua stessa volontà, George scoppiò a ridere, imitato dal fratello.



Siete davvero incorreggibili!”, li apostrofò Harry, ma un sorriso affiorò anche sulle sue labbra. Tornò verso il bagno, e provò a bussare.



Ron, come stai?”, gli domandò, attraverso la porta.



Harry... Un disastro! Ho provato ad alzarmi... ma non sono riuscito a fare più di due passi senza...”



Sì, sì... Non c'è bisogno di spiegarmi nulla! I biscotti sono opera di Fred e George, e temo tu non abbia molte speranze di uscire dal bagno prima di domani mattina...”



Quei due... farabutti! Canaglie! Mascalzoni! .... Ahi... che male! Oh, ma quando li becco!”



Ron, posso... posso fare qualcosa?”, provò a dirgli Harry.



... No... proprio no!”



Vuoi che vada a chiamare Madama Chips?”



No, non sopporterei di dover mandare giù uno dei suoi intrugli! ...Ah, ma me la pagheranno, questa volta!”



Ron, se vuoi resto... qui dietro...”



No, Harry! Davvero, non è il... caso. Però devi farmi un.... Uhi, uhi.... Aspetta un attimo...”



Silenzio. Harry non sapeva se ridere o preoccuparsi seriamente.



Ron...?”



Devi farmi un favore...”, riprese, “... devi portare tu Hermione al ballo...”



Harry si paralizzò.



C-come...?”, chiese in un sussurro, avvicinando la testa alla porta.



Ti prego, Harry... Se dovesse rinunciare al ballo per colpa mia... non me lo perdonerebbe mai!”



Harry rimase immobile a fissare la porta di legno.



Portare Hermione... al ballo...



Dovremo ballare insieme...

La potrò toccare...

E stringerla tra le braccia, sentire il suo profumo...



Harry... ci sei ancora?”



Ehm... sì!”



Ti prego... è un uomo in punto di morte... a chiedertelo!”



Sì, certo, Ron... Non preoccuparti. Ma, tu... sei sicuro di non aver bisogno di me... o magari vuoi che ti chiami Hermione...”



NO! No, per carità! ... Credo.... che.... resterò... chiuso qui dentro... per un bel po'...”



Ehi, Harry!”, lo chiamò Dean, “manchi solo tu! Sono scesi già tutti...”



Vai, Harry, per pietà! Altrimenti Hermione ucciderà prima me, poi te...”



Ok. Allora... vado. Cerca di riprenderti.”



Harry andò velocemente nell'altro bagno, si cambiò in fretta e indossò dei jeans, una camicia bianca e si gettò un mantello nero sulle spalle. Prese la maschera che aveva preparato per il ballo e la guardò perplesso. Non era nulla di così 'spaventoso' come il tema forse richiedeva... In realtà era una semplice mascherina nera, che gli copriva solo la parte superiore del viso, lasciando scoperta la bocca. Due fessure gli permettevano di vedere e lasciavano trasparire il verde dei suoi occhi. La indossò e scese.



L'ingresso della scuola era un via vai di persone, ma quasi tutti i Grifondoro si trovavano già nella Sala Grande.



Vide Ginny in compagnia del suo ragazzo, e Fred con la sua Angelina.



Harry, sei tu?”, chiese Fred, titubante.



Sì...”



Non c'è che dire... I tuoi occhioni verdi, così, risaltano ancora di più!”, sorrise.



Ehm, avete... avete visto Hermione?”, chiese Harry per cambiare discorso.



Hermione è in ritardo!”, disse Ginny, agitata più che mai, e incredibilmente carina, nel suo costume di strega d'altri tempi. “E non sa ancora che Ron sta male e... che stasera non avrà un cavaliere!”

Beh... ecco, veramente Ron mi ha chiesto di...”



Ginny si voltò di scatto, e lo guardò in modo curioso: “Cosa?”



Di accompagnarla io, al ballo.”



Ah... davvero? Beh, tanto meglio, no?” e gli sorrise con aria furba. “Anche tu, infondo, eri senza... dama.”



Veramente, io...” Harry si sentiva in difficoltà.



La McGranitt è già passata due volte a rimproverarci. Forza, Ginny, almeno noi che siamo al completo possiamo iniziare ad andare. Harry, ti conviene andare a chiamarla, altrimenti qui inizierà tutto senza voi due!” gli disse Fred.



Harry annuì e si voltò per tornare verso la loro torre, ma poi si bloccò.



Ma io non posso salire al dormitorio femminile!”, rifletté a voce alta.



Oh, non preoccuparti, certo che puoi farlo!” rispose Fred con l'aria di chi la sapeva lunga.



Sarebbe a dire?”



Questi furboni di professori hanno gettato ogni sorta di incantesimo, su quelle scale, pur di non permettere ai ragazzi di salire, ma hanno dimenticato quello più banale: ti basterà pronunciare un “Petrificus Totalus, e le scale eviteranno di trasformarsi in un odioso scivolo!”



Harry e Ginny lo guardarono increduli.



E tu come fai a saperlo!?”, domandò la rossa, oltraggiata da quella rivelazione.



Sei troppo piccola, sorellina, per certe cose...”



Ginny mise le mani sui fianchi: “Fred Weasley! Quando lo dirò a mamma...”



Tu non farai proprio nulla! Altrimenti io le dirò di quella volta che...”



Ma Harry si era già stancato di sentirli litigare e si diresse verso la sua torre.



Entrò in Sala Comune con il cuore che gli martellava nel petto, e le gambe che sembravano fare più fatica del solito a reggerlo in piedi. Si sentiva teso, emozionato, confuso e terrorizzato allo stesso tempo.



Si bloccò davanti alle scale che portavano al dormitorio femminile. Per la prima volta in vita sua, mise un piede sul primo scalino ed istantaneamente, i gradini si appiattirono formando una scivolosissima salita impossibile da percorrere.



Tolse il piede ed attese che la scala tornasse nella sua forma originale.



Quando questo accadde, con un sorriso, tirò fuori la sua bacchetta e pronunciò: Petrificus Totalus!”



Riprovò ad appoggiare il piede e... gli scalini rimasero immobili!



Wow!”



Felice più che mai, iniziò a salire di corsa.



Ma a metà della scala si bloccò, improvvisamente incupito.

E se gli avesse detto di no? Magari Hermione non aveva intenzione di andare con lui, al ballo...



Ti stai forse dimenticando che Hermione è fidanzata con Ron?

Sarà terribilmente in pena per lui!

Chi ti dice che accetterà di venire con te?



La sua coscienza, ancora una volta, aveva parlato senza che lui lo volesse... Ma preferì ignorarla e decise di continuare a salire. Come per i ragazzi, alla fine della scala c'erano le porte dei dormitori.



Bussò su quella centrale, attese pazientemente, ma nessuno gli rispose. Provò con quella di destra.



...Sì...?”



Ehm... Her- mione, sono...”



Vieni, vieni! Presto!”, rispose lei, sbrigativa, ignorando di chi fosse quella voce.



Harry fece un sospiro ed aprì piano la porta. La stanza era molto simile a quella dei ragazzi, se non fosse stato per una miriade di cose rosa e a forma di cuore che erano sparpagliare sui vari letti e appese un po' ovunque. Porta foto che ammiccavano, sveglie che mandavano baci, poster giganti di 'maghi-rock-star' che ballavano, fiori profumati e morbidi peluche da ogni parte! Le ragazze erano decisamente più disordinate!



La stanza era poco illuminata e Harry si guardò intorno, in cerca di Hermione. Poi, un sospiro d'esasperazione lo attirò verso il retro della stanza.



Lei era di spalle, con i capelli leggermente raccolti, intenta ad infilarsi un orecchino pendente. Indossava un lungo ed elegante abito da sera, nero e aderente, che la fasciava in modo incredibilmente sensuale. Le sue forme erano perfette! Il nero aggiungeva un tocco di seduzione alla sua timida bellezza.



E... Oh, Dio! Il vestito era ancora parzialmente slacciato, e le lasciava una generosa parte di schiena scoperta... e visibile ai suoi occhi.



Santo Cielo! ...Santo Cielo!! Sono in ritardo, sono in ritardo! Non mi succede mai, accidenti! Perchè proprio stasera? Scusa, mi puoi aiutare, per favore? Da sola non riesco ad allacciare il vestito, e le altre ragazze se ne sono già andate via tutte... Accidenti! Non trovo più l'altro orecchino, eppure li avevo messi qui... Ah! Eccoli! Oh, accidenti”, disse per la terza volta, “saranno già tutti nella Sala Grande! Ron sarà furibondo!”



Harry, da dietro le sue spalle, la vide riflessa nello specchio che lei aveva davanti, mentre si passava del lucidalabbra in modo inconsapevolmente eccitante.... Era meravigliosa!



Mi aiuteresti col vestito, per favore?”, chiese di nuovo.



Harry si avvicinò di un passo, e solo in quel momento, Hermione, sollevò gli occhi sull'immagine che vedeva dallo specchio.

Ai suoi occhi, apparve una figura alta, scura, e con una maschera nera sul viso.



Soffocò un piccolo grido e si voltò di scatto, portando le mani alla bocca.



Harry si diede dello stupido per essersi dimenticato di togliere la maschera. Cercò di tranquillizzarla: “Hermione... non aver paura, sono io...”



Hermione, riconoscendo la voce, strinse gli occhi, come per metterlo meglio a fuoco e chiese, assolutamente incredula: “HARRY?”



Il ragazzo si sollevò la maschera sulla testa, lasciando scoperto il suo viso: “...Sì”



Hermione era esterrefatta. Fece un passo indietro e si appoggiò con una mano al tavolino per non cadere: il cuore aveva preso a batterle all'impazzata: “Ma... cosa... ci fai, tu, qui...?”



Harry lasciò scivolare il suo sguardo sulla scollatura del vestito della ragazza, che esaltava il colore quasi perlaceo della sua pelle, ed evidenziava in modo discreto il suo seno giovane e florido. Cercò di mantenere il sangue freddo, e s'impose un certo autocontrollo: “Ecco... Non ti allarmare, ma Ron non è stato bene: ha mangiato dei dolci opera di Fred e George, che gli hanno causato un terribile mal di pancia. Ma non è nulla di grave, stai tranquilla”, si affrettò a rassicurarla. Poi, sentendo il rossore che lo tradiva, aggiunse: “Solo che non riesce a venire al ballo e... ha chiesto a me di accompagnarti. Sempre che tu... che tu lo voglia.”



Senza volerlo, abbassò gli occhi, incapace di guardarla un minuto di più senza che la voglia di fissare la sua scollatura avesse il sopravvento.



Il tempo che lei impiegò per rispondere gli sembrò infinito. Le sue speranze iniziarono ad affievolirsi.



Cosa ti aspettavi? Che ti dicesse: “Sì, non vedo l'ora di ballare con te!”...?



Hermione si sentiva leggermente stordita, disorientata e confusa. Ron non stava bene, e non l'avrebbe accompagnata al ballo... Ma l'unica cosa che la sua testa aveva registrato, era che Harry le aveva chiesto di andarci con lui...



Lo guardò e si rese conto di quanto fosse bello! E... Santo Cielo! Quel sorriso timido, dolce e così sensuale... le faceva girare la testa!



Harry si schiarì la voce, e sollevò di nuovo gli occhi su di lei: “Se non te la senti di venire... lo capisco. Ma ti assicuro che per Ron, al momento, non si può fare nulla. Era... molto dispiaciuto di non poterti accompagnare stasera, e... capisco se preferisci non venire con me.”



Hermione fece un passo verso di lui: “Oh, no... No! Io... sarei felice di venire con te. Ma sei sicuro che a lui non dispiaccia? Voglio dire, magari ha bisogno di qualcosa...”



Non credo che qualcuno possa fare alcunché, al momento. Gli ho chiesto se voleva che tu andassi da lui, ma lui si è rifiutato... categoricamente!”



Hermione si accigliò e incrociò le braccia sul petto: “E' incorreggibile! E' un disastro! E' mai possibile che non sappia resistere davanti a niente? Eppure ci è cresciuto, con quei due mascalzoni... dovrebbe avere imparato ben più di una lezione! E invece no! Lui, appena vede una cosa dolce, se la deve cacciare in bocca senza pensare a quello che gli può causare!”



Harry la osservava estasiato. Nonostante fosse arrabbiata, era stupenda! E con quel trucco appena accennato era a dir poco intrigante... Lei lo guardò all'improvviso, e lui cercò di ricomporsi, togliendosi quel sorriso idiota dal viso.



Va bene, allora... Verrò al ballo con te”, decise.



Il cuore di Harry sembrò improvvisamente esplodergli nel petto, tanta era la gioia! Hermione aveva accettato, sarebbero andati al ballo insieme!



Ridimensiona la cosa! Non è che tu l'hai invitata e lei ti ha detto di sì! E' solo un caso: tu sei senza una ragazza, e il tuo migliore amico (nonché suo fidanzato) è steso... ops, meglio: 'accasciato k.o.' su un gabinetto!



Bene, allora... andiamo?”, le chiese, giusto per mettere a tacere quella voce che continuava imperterrita a ronzargli nella testa.



Oh! Io devo solo finire di... allacciare il vestito. Ma da sola non...”



Ti aiuto io!”, disse prontamente Harry, mostrando un autocontrollo che era ben lontano da ciò che provava realmente.



Hermione lo guardò intensamente negli occhi, poi, lentamente, si voltò e gli mostrò le spalle parzialmente nude.



Harry deglutì a fatica e, sollevò le mani tremanti. Con una mano prese la cerniera a metà della sua schiena, e l'altra gliel'appoggiò sulla vita stretta, per aiutarsi a chiudere l'abito.

Nel sollevare le cerniera, il suo indice accompagnò il movimento e fece una leggera carezza tra le scapole della ragazza.



Un caldo improvviso gli partì dallo stomaco ed arrivò velocemente al suo viso. Chiuse gli occhi per un attimo, ed assaporò quel brevissimo contatto con la pelle liscia ed incredibilmente morbida di Hermione.



Nello stesso istante, lei trattenne il respiro, provando un brivido improvviso.



Era stata una carezza, quella?



Oh, ma no, no! Certo che no!!



Hermione, datti una calmata! E' solo Harry... Harry! Ti ha invitato unicamente per fare una cortesia a Ron... La sua è soltanto gentilezza!



Si voltò in fretta e Harry riaprì gli occhi. Per fortuna, la stanza era in penombra, e Hermione non si accorse dello sguardo carico di desiderio di Harry.



Bene, allora... possiamo andare...”, disse lei, rendendosi conto all'improvviso di quanto fossero vicini.



Sì, certo.” Harry la guardò e si schiarì la voce, poi, cercando di non arrossire, sussurrò: “Ehm... volevo dirti che... sei molto... bella, stasera.”



Hermione, per un attimo, credette che il suo cuore si fosse fermato. Sentì lo sguardo di Harry sfiorarla con dolcezza, percepì il suo imbarazzo nel mormorare quel complimento e le sembrò di vederlo arrossire. Ma la parte razionale ed inflessibile di lei, la convinse che era stato solo il gioco di luci delle candele a rendere il viso di Harry così carico di ardore. Gli sorrise, cercando di non far tremare le labbra: “Grazie, Harry.”



Harry iniziava a sentirsi nervoso ed il pensiero di essere lì, solo con lei, nel suo dormitorio, con quell'atmosfera così surreale lo fece sragionare.



Andiamo!”, disse in fretta. Uscirono dalla stanza e Harry con la testa persa in mille pensieri, fu il primo a mettere il piede sui gradini, quando...



FFFHRRRRH...

Le scale si appiattirono e formarono uno scivolo ripidissimo. Harry cadde di peso all'indietro e il suo fondoschiena ebbe la peggio. Ruzzolò goffamente fino in fondo alla scala e per un attimo rimase stordito ed incredulo.



Razza di imbecille! Che figura!



Harry?! Tutto bene?”, chiese preoccupata Hermione dall'alto.



Ahi... Dannazione! Che idiota!”, imprecò Harry, massaggiandosi la schiena, dolorante.



Non appena la scala tornò percorribile, Hermione si precipitò giù.



Oh, Dio! Ti sei fatto male? Ti sei rotto qualcosa?”



Harry si rialzò nascondendo una smorfia di dolore, e le sorrise: “Tutto a posto... Maledetta scala!” disse.



Rincuorata dal fatto che fosse ancora tutto intero, Hermione non riuscì a soffocare una risata argentina.



... Scusa... scusami se rido, ma... Avresti dovuto vederti! Hai fatto un volo...!”



Sì, immagino...”



A proposito, ma come hai fatto a salire? Per voi ragazzi è impossibile...”



E' una lunga storia”, disse Harry frizionandosi la parte dolorante, “ma pare che Fred e George conoscano tutti i trucchi del castello... persino quello di beffare le scale che portano nelle stanze delle ragazze!”



Hermione si rabbuiò: “Oh, ma questo è gravissimo!! Io sono un prefetto e...”



Harry si pentì di averle confessato quella cosa: “Lascia stare, Hermione... Si è trattato di un'eccezione... Non accadrà più. Ora dobbiamo sbrigarci, si è fatto davvero tardi!”



Sì... va bene”



Arrivarono fin quasi alla scalinata che portava alla Sala Grande, quando Hermione, un po' indecisa, gli chiese: “Posso farti una domanda?”



Ma certo...”



... Come mai, tu... non hai invitato nessuno?”



Harry, senza riuscire a guardarla negli occhi, rispose, evasivo: Beh, non ho... non ho trovato nessuna ragazza da invitare...”, buttò lì, come se nulla fosse.



Come sarebbe a dire? C'erano almeno due dozzine di ragazze disposte a qualsiasi cosa, pur di venire al ballo con te!”



Harry si fermò e cercò di non tradirsi, mentre arrossiva e farfugliava: “Ecco... io non... Quelle che interessavano a me, erano già... già impegnate.”



Ma dai...? Proprio tutte?”, chiese lei, guardandolo con attenzione.



Beh, non è che ce ne fossero poi tante, che mi piacevano...”



Oh, possibile che non ne sa rimasta... nemmeno una?”



Ehm, sembra proprio di no...”, rispose calandosi la maschera sulla faccia per non far vedere il rossore ormai indomabile.



Hermione, insaziabile, continuò: “E, dimmi, chi avresti voluto invitare?”



A quel punto, Harry iniziò a farsi prendere dal panico.



E adesso cosa le dico?

Ora lo capisce! Dannazione, ORA LO CAPISCE!!



Maledizione! Perchè mai gli faceva tutte quelle domande? Guardò speranzoso verso la folla che riempiva la Sala Grande e, indicandogliela, disse:C'è parecchia confusione, vero?”



Anche Hermione si girò verso la Sala e i suoi occhi si ingrandirono per lo stupore e la gioia: “Santo Cielo... Che bello! Quanta gente... e che bei vestiti! Oh, Guarda Marcus Flitt com'è buffo! Oh, Katie Bell è elegantissima! Andiamo, presto!!”



Harry, felice che lei si fosse momentaneamente distratta, e sperando di essersela cavata, la seguì con entusiasmo verso l'ingresso della sala, e verso la festa che li attendeva.





* * *



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Capitolo 11
*** -11- ""Halloween"" ***


Al di là della ragione

Carissimi tutti, ciao!

Sono commossa da tutti i vostri numerosi commenti e un grazie di cuore lo voglio dire ad ognuno di voi! In particolar modo:

SUMMERS: Hi hi hi! .... Un po' di gelosia? Beh, leggi, leggi... poi mi fai sapere, ok? 1000 grazie e tantissimi baci!!

JERADA: Ciao! Mi hai fatto morire con il tuo commento! Hai ragione, dove sta scritto che sia sempre l'uomo a dover fare la prima mossa? Ma qui, la nostra amica, non è messa per niente bene... Grazie della recensione, bacioni!

STIZY: La mia adorabile Stizy!! Grazie, piccola, per il tuo bellissimo commento... Sei sempre speciale! Prometto di scriverti presto! Un bacio grande!

GRANGER90: Ciao Fantastica Granger! Che ridere che mi hai fatto, col tuo commento! Sei stata simpatica e dolce allo stesso tempo... Grazie, apprezzo molto la tua presenza e sono felice che il mio Harry addirittura “non ti faccia dormire!”. Pensa che io elaboro le cose che poi scrivo... solo di notte! ;-)) Baci!

ARGENTLAM: Ehilà, ciao!! Me molto felice :-))) Soprattutto sono contenta che il tutto ti sia piaciuto! Aspetterò con ansia il tuo prossimo commento! Tanti tanti baci!

MARCO: .................................. ciao!............................. Carissimo Marco, grazie grazie grazie del tuo commento! Soprattutto grazie per essere così gentile da farlo sempre su entrambi i siti... lo apprezzo molto! Ahhhh, l'amour.... riusciranno i nostri eroi a combinare finalmente qualcosa? ..... Lo sai, io sono decisamente complicata, certe volte! Fammi sapere che te ne pare, ok? Un sacco di baci!

JOJIPV: Ciao 'stelassa'... come si dice da queste parti! Mi inchino e ti ringrazio di cuore per il tuo preziosissimo commento! Ah, se è per questo, in me troverai sempre un'alleata fedele ed irremovibile: Evviva Harry + Herm !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

SPARKLING ANGEL: Mamma mia! Che commento strafico!!!!!!!!! Grazie, oltre ad avermi fatto enormemente piacere, mi hai letteralmente fatto morire dal ridere!!! Che forte che sei! Grazie infinite e........ morire di gelosia? Beh, qui non so chi ne scoppia di più! Please, fammi sapere...............! Ok??? taaaaaaaaaaanti baci!!!!!!

SABRI: Dolcissima Sabri, ciao! Un grazie speciale anche a te e le mie scuse per questo ritardo...... spero di farmi perdonare con questo capitolo! Ti mando un bacio ENORME!!!!!!!!!!!!!!!!! Grazie a presto!

8x4: Ciao... Sei, in assoluto, quella col nome d'arte più originale che conosca! Un giorno mi dirai che significa? Ad ogni modo, carissima 8x4, il mio Grazie per te e grande come un 32!!!!!!!!!!!! :-))) Spero tantissimo che il cap ti piaccia, ed attendo fiduciosa il tuo parere! Baci !

SALLULLA: Ciao!!! Molto lieta di conoscerti! Grazie infinite a te per la tua recensione e per i complimenti.... molto, molto apprezzati! Ti aspetto con il prossimo, allora! Bacioni!!

MIONE 86: Ciao, e benvenuta anche a te! Sono strafelice che ti sia venuta voglia di iniziare a leggere questa storia, e soprattutto che ti sia piaciuta tanto! Sei la benvenuta e ti aspetto fiduciosa! Baciotti!


A tutti, buona lettura!







- 11 -


Halloween”



La musica aveva iniziato a diffondersi per tutto il castello, le risate e gli scherzi degli studenti erano un continuo susseguirsi. Quando Harry e Hermione oltrepassarono l'ingresso, rimasero senza fiato per l'emozione! Tutta la Sala era illuminata solo dalle luci delle candele, posizionate all'interno di centinaia di zucche arancioni, che riempivano l'enorme spazio e galleggiavano sospese nel vuoto.


Oh, Harry... E' meraviglioso!”, disse Hermione sognante.


Anche Harry era rimasto colpito da quella luce così particolare. L'arancione dominava ovunque, in tutte le sfumature che andavano dal giallo al rosso, e che rendevano l'atmosfera quasi surreale.


Diversi amici e compagni iniziarono a salutarli e in pochi parvero prestare attenzione al fatto che non fosse Ron ad accompagnare Hermione, ma che al suo fianco ci fosse Harry.


Raggiunsero il resto dei Grifondoro e Hermione fu ricoperta di complimenti.


Hermione, devo ammettere che... il nostro Ron si è proprio scelto la ragazza più carina! Sei uno schianto!” disse George con gli occhi che percorsero il suo elegante abito, partendo dalla scollatura fino a raggiungere lo spacco sulla coscia.


La ragazza che lo accompagnava gli mollò una gomitata, offesa.


Grazie, George”, rispose Hermione abbassando lo sguardo. Non era certo abituata a vestirsi in quel modo né, tantomeno, a ricevere tutti quei complimenti, e la cosa la metteva estremamente in imbarazzo.


La musica era molto bella e i gemelli, prendendo le rispettive dame, iniziarono a ballare senza perdere un attimo di più: “Ehi, meglio darsi da fare! La festa non durerà per sempre!”


Anche Ginny, dopo aver lanciato un ultimo ed intenso sguardo a Harry, si decise ad accettare l'invito di Ritchie ed iniziò a muoversi con grazia tra le braccia del fidanzato.


Harry li seguì con lo sguardo mentre si allontanavano, realizzando di essere rimasto drammaticamente solo con Hermione. Accidenti, si sentiva morire! Con quale coraggio sarebbe riuscito a chiederle di ballare?


Ehm, vuoi... “


'Ballare... ballare... b-a-l-l-a-r-e!' La sua testa glielo stava gridando col megafono, ma la lingua gli si accartocciò, facendo invece uscire un difficilissimo: “... b – be - re qualcosa...?”


Hermione lo guardò con una punta di delusione, ma annuì timidamente.


Ok, aspettami qui.”


Si allontanò da lei, cercando di tornare a respirare normalmente e di togliersi quel sorriso forzato dalla faccia.


Imbecille! Calmati, dannazione! Pensa solo a mantenere la calma... e a divertirti!


Si mise in fila per prendere da bere, e dopo qualche minuto di paziente attesa, percepì come dell'elettricità nell'aria. Si voltò e sentì qualcosa sfiorargli delicatamente il braccio: era la seta di un abito soffice, che apparteneva alla ragazza al suo fianco. Sollevò lo sguardo a ripercorrere quelle forme così sinuose, e il biondo dorato dei capelli della professoressa Keen lo abbagliò.

Harry aveva la maschera sugli occhi e lei parve non accorgersi di averlo al proprio fianco.


Ehm... professoressa...?”


La ragazza si voltò, ed Harry rimase imbambolato a fissare quel viso così dolce e incantevole. Accidenti, con i capelli sciolti e con quel vestito era deliziosa!


Lei si avvicinò titubante, e chiese: “... Harry?”


Sollevandosi nuovamente quella stupida maschera dal viso, annuì e la salutò: “Salve!”


Ohm, ciao! Esserci così tanta confusione, qui! Io non ti avevo visto...”


Non c'è problema. Stasera, con tutti questi travestimenti, non è facile riconoscersi... A proposito, lei...” s'interruppe, poi, guardandosi intorno e abbassando la voce, si corresse: “...tu non ti sei mascherata con qualcosa di 'spaventoso'?”, scherzò Harry.


Come no... Io avere provato!” La ragazza fece un piccolo giro su se stessa e si indicò: “Questo essere migliore risultato, per me, per essere 'oribile'...”, rise lei.


Harry l'ammirò con generoso apprezzamento, e disse di getto: “Oh, no... ti assicuro che è impossibile renderti orribile!” Subito dopo, sentì l'imbarazzo impossessarsi di lui.


Credo sia un complimento, questo, quindi grazie...” Isabel si portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e Harry rimase catturato da quel movimento e dalla luce splendente del suo anello.


E' da qualche giorno che volevo dirti... che stai migliorando molto, con la nostra lingua. Non commetti quasi più imprecisioni...”


Il sorriso della ragazza si fece ancora più ampio: “Dici davvero?”


Certo! Il tuo accento è sempre... leggermente 'nordico', ma ti assicuro che è estremamente piacevole.”


Oh, Harry... sei così gentile...”


Era il turno di Harry per l'ordinazione e visto che lui sembrava essersene dimenticato, il cameriere glielo ricordò: “Ehi ragazzo, allora, cosa prendi?”


Ehm , Isabel, tu cosa gradisci?”


Visto il tema... del succo di zucca, direi...”


Ok, allora tre succhi di zucca.”


Tre?”, domandò Isabel.


Sì, uno è per... Hermione”


Una strana luce passò negli occhi della ragazza, ma fu solo un attimo.


Ohm, capisco. E' con lei che... sei al ballo?”


Ecco, Hermione doveva andarci con Ron, ma lui... non si è sentito bene, così ha chiesto a me di accompagnarla” rispose, pieno di imbarazzo.


Vuoi dire che... altromenti, non avresti avuto una... ragazza?”


Harry si sentiva sempre peggio. Ma perchè questo argomento sembrava interessare tanto gli altri? Prese un bicchiere col succo e glielo porse, poi prese gli altri due e si allontanarono leggermente dalla folla.


Non mi interessava... Voglio dire, il ballo....”, rispose evasivo.


Oh, io amo così tanto balàre... Purtroppo, però, con mio ruolo di insegnante... nessuno mi ha invitata...” La ragazza sembrò intristirsi.


Se Harry non avesse avuto in mano i due bicchieri, l'istinto l'avrebbe portato ad abbracciarla.


Sono sicuro che riceverai tantissimi inviti, stasera”, cercò di tranquillizzarla.


Uhm, io non credo... Nessuno avermi detto ancora niente...”


E' che molti ragazzi sono timidi. Ma basta guardarti intorno.” Harry fece un rapido giro con gli occhi, e poté scorgere un sacco di giovani che ammiravano la professoressa, e non appena lei si voltò, questi abbassarono gli occhi.


Visto?”, sorrise Harry.


La ragazza lo guardò con occhi dolcissimi: “So di avertelo già detto, ma io soffrire per questa differenza che mi è stata imposta! Io... sentirmi come voi altri ragazzi, non una professoressa! Ma purtroppo qui mio ruolo essere questo, quindi...”


E questo cosa significa? Che tu non puoi ballare?” Harry rise. “Non preoccuparti, ti inviterò io!”, disse senza pensarci due volte. Quella ragazza lo attirava, lo intimidiva, lo incuriosiva e lo faceva sentire strano... gli ispirava una sensazione inspiegabile e che non riusciva a comprendere.


Gli occhi di Isabel si illuminarono: “Davvero...? Tu mi... inviterai?”


Certo!”, rispose Harry con una sicurezza che in realtà non provava.


Si misero a ridere e solo in quel momento Harry vide Hermione che li osservava, a pochi passi di distanza.


...Hermione...”


Pensavo fosse successo qualcosa! E' da dieci minuti che ti aspetto!”, disse contrariata, lanciando uno sguardo di fuoco alla professoressa.


Ohm, scusa, Hermione... Essere colpa mia... Io avere tratenùto Harry”


Harry si sentì mortificato. Con un gesto di stizza gettò via la maschera. Come aveva potuto dimenticarsi di Hermione e lasciarla sola per tutto quel tempo? Ma era una cosa strana: ogni volta che Isabel gli era vicino, era come se il tempo si fermasse, come se tutto il resto svanisse.


Hermione sentiva una rabbia anomala pungerle lo stomaco. Possibile che ci fosse sempre di mezzo quella professoressa? Possibile che ogni volta, per un motivo o per l'altro, si trovava sempre vicino a Harry? Possibile che non capisse che in quella scuola lei era una insegnante... e basta?


Hermione scusami! C'era un po' di fila e stavo salutando la profes...”


Non c'è problema!”, lo interruppe lei, accigliata. “Fai pure quello che vuoi, tanto io... ho già ricevuto tre inviti a ballare!” mentì, voltando loro le spalle.


Hermione, aspetta! Ehm, ci vediamo dopo... professoressa.” Harry si ritrovò ad inseguire Hermione con i due bicchieri colmi di succo di zucca in mano, scartando abilmente decine di persone e riuscendo miracolosamente a non rovesciarne neppure una goccia.


Hermione finalmente si fermò vicino ad una delle grandi finestre e Harry poté appoggiare i bicchieri.


Hermione, mi dispiace, davvero...”


Lei, non pensando di essere stata seguita, fece per allontanarsi di nuovo, ma Harry la trattenne per un braccio: “Si può sapere che ti prende? Ho solo salutato...”


Forse nessuno ti ha insegnato le buone maniere! E' una questione di educazione! Se vieni con una ragazza al ballo, non è carino mollarla dopo neanche tre minuti e farti ritrovare con un'altra!” e con uno strattone si liberò dalla presa di Harry.


Hermione, mi sono fermato solo un attimo...”


UN ATTIMO? Siete rimasti un tempo infinito a ridere insieme!” replicò Hermione con voce stridula.


Eravamo entrambi in coda e stavamo solo scambiando due chiacchiere... Era da sola e...”


Anch'io ero da sola!” protestò con rabbia, sentendosi pericolosamente sull'orlo delle lacrime.


Oh, santo cielo, ma cosa le stava succedendo?


Ginny fu attirata dalla voce della ragazza e, notando quella scena, si avvicinò per un attimo all'amica e le disse con aria di rimprovero: “Hermione, calmati. Non sei per nulla carina quando fai l'isterica...”


Hermione, a quelle parole, cercò di dominarsi e di riprendere il controllo della situazione.


Ginny preferì sparire alla svelta e Hermione tornò a guardare Harry, che era al suo fianco e la guardava dispiaciuto.


Ma sei forse impazzita? Che motivo hai di fare questa scenata? Harry è stato gentile e ti ha invitata solo per non lasciarti da sola, ma lui è libero di parlare e stare con chi vuole! Chi sei, tu, per fargli una piazzata del genere?


Hermione, sentendosi male dalla vergogna, abbassò gli occhi nocciola e scuotendo la testa mormorò delle scuse: “Io... non volevo perdere il controllo... solo che... sono preoccupata per Ron e questo mi fa essere un po' più nervosa del solito. Scusa, Harry.”


A quel punto, scorgendo un luccicore nei suoi occhi, Harry si sentì malissimo. Quella doveva essere una serata speciale, l'aveva invitata al ballo per poter stare con lei, per farla stare bene, e non certo per vederla piangere!


Sentì un'aurea di invincibile coraggio impossessarsi di lui. Le si mise di fronte. Con un dito le sollevò il mento in modo che i loro occhi si potessero incontrare e le disse in un sussurro: “No, sono io a doverti delle scuse. Ma la professoressa Keen mi ha fatto una tale pena... E' giovane come noi, eppure si ritrova sola e isolata solo perchè in questa scuola è entrata come insegnante. Le ho promesso di invitarla per un ballo, più tardi, ma prima devo farmi perdonare da te...”


Hermione era ipnotizzata dai suoi occhi verdi e magnetici: “Non... non hai nulla di cui farti perdonare...” Come se fosse in un sogno, vide il moro avvicinarsi ancora di più, circondarle la vita con un braccio e sfiorarla appena, quasi avesse paura di toccarla.


Vuoi... ballare con me...?”, le chiese chinandosi vicino al suo orecchio.


Hermione trattenne il fiato.


Poi, con un filo di voce, rispose timidamente “...Va bene...”


Harry raccolse la sua mano abbandonata lungo il fianco e la fissò come mai aveva fatto prima, iniziando a trasportarla al ritmo lento e dolce della musica che riempiva l'aria.


Hermione sentiva il cuore esploderle nel petto, tanto era emozionata. Harry la cingeva con una tale delicatezza che sembrava temesse di farle male.

Mai, nemmeno per un solo istante, le tolse gli occhi di dosso mentre ballavano.


Hermione lo seguiva nei lenti movimenti, circondata da quelle braccia forti e gentili, incapace di non ricambiare l'intensità del suo sguardo, e aggrappandosi a lui come se fosse in bilico su un precipizio.


Nessuno, mai nessuno l'aveva fatta sentire così! Era come se le stesse lanciando con tutto il suo corpo centinaia di messaggi... Sì, ma... quali?

Era mai possibile che le stesse solo chiedendo scusa per averla lasciata sola? Oh, Dio, Hermione non aveva mai provato quelle emozioni... neppure con Ron!

Perchè il suo cuore sembrava impazzito?

Perchè si sentiva sciogliere sotto lo sguardo così caldo di Harry?


Harry, pur non avendo bevuto neppure un sorso d'alcool, si sentiva euforico come se nulla al mondo potesse fargli del male. Si sentiva forte, felice... e tenere Hermione fra le braccia lo rendevano appagato come mai in vita sua gli era capitato d'essere!


Poteva sentire le sue morbide forme, accarezzare la sua pelle vellutata, respirare il suo profumo fresco e dolce, intrecciare le dita con le sue...


La musica cessò e i due ragazzi si fermarono, senza però smettere di fissarsi. Harry, sull'onda della follia di quel momento, ora non desiderava altro che poterla baciare. Non sapeva bene che cosa stesse succedendo e, col fiato corto, si chinò su di lei...


Ma guarda un po' che razza di infame! E così lo sfregiato cerca di soffiare la mezzosangue al povero lenticchia!” disse, tagliente come una lama, Draco Malfoy alle loro spalle.


Entrambi trasalirono, come se all'improvviso fossero stati colti da una doccia gelata, facendoli risvegliare da quel sogno meraviglioso. L'incantesimo si era spezzato tanto in fretta come si era creato, e sia Harry che Hermione si scostarono, disorientati.


Cos'è, Potter, hai boicottato il tuo migliore amico per portargli via la ragazza?”


Punto sul vivo, Harry strinse i pugni e con un passo si fece pericolosamente vicino al biondo: “Malfoy, hai voglia di farti un giro in infermeria anche stasera?”


Oh... Ma quanto sei diventato audace, Potter...”


A differenza tua, vigliacco che non sei altro!” Harry, furibondo, gli si mise a tre centimetri di distanza.


Guarda che non ci metto niente a scagliarti una maledizione...” disse Malfoy, arretrando però di un passo.


Avanti! Provaci... codardo!”


Hermione si mise tra i due, cercando di dividerli. “Harry, ti prego! Lascia perdere...”


Ah, ah, ah! Anche tu a farti difendere da lei... Certo che tu e lenticchia siete proprio due mezze seghe!”


Quanto ci scommetti che se continui a parlare ti faccio finire la festa appeso per un piede alla torre di astronomia?”, disse Harry a denti stretti.


Uuhh, che paura!”


Harry, fulmineo, estrasse la bacchetta.


Harry no! Ti prego, lascialo stare! Malfoy sei proprio un idiota!” disse con rabbia Hermione, prendendo Harry per una mano ed allontanandolo dal biondo.


E io devo ammettere che tu, mezzosangue, stasera sei proprio un bel bocconcino da mangiare...” rispose Malfoy guardandole il seno con fare libidinoso.


A quelle parole, Harry partì come una scheggia e buttò Draco a terra, pronto a sferrargli un pugno, ma l'intervento di Fred e George fu provvidenziale, in quanto evitò che si creasse una scazzottata coi fiocchi.


Harry, se non ti dai una calmata i Grifondoro rischiano di perdere altri punti, e non possiamo proprio permettercelo... che dici?”, lo ammonì George, allontanandolo di peso dal biondo.


Harry si divincolò dalle braccia di George e cercò di rimettersi in ordine, spolverandosi il vestito e guardando di traverso Malfoy.


Non preoccuparti, Potter, presto ci sarà un'altra occasione per pareggiare i conti....”


Ma certo... non vedo l'ora!”


Malfoy si allontanò e la piccola folla che si era creata per curiosare si sciolse.


Siamo su di giri stasera, eh, Harry?” gli disse Fred.


Malfoy riesce a farmi davvero perdere il controllo!” rispose secco Harry, senza avere il coraggio di guardare in direzione di Hermione.


Oh, non credo sia solo il problema di Malfoy...”, disse maliziosamente Ginny, sbirciando di sottecchi Hermione.


La ragazza abbassò gli occhi, ancora turbata per la sensazione che aveva provato solo fino a pochi attimi prima.


E se Draco non li avesse interrotti? Era stato il frutto della sua immaginazione, o Harry... la stava per baciare?


Scosse la testa, confusa e allarmata. Santo Cielo! Non poteva essere! Harry non avrebbe mai provato a fare una cosa del genere! C'era Ron, e poi... Loro erano... amici... Ormai era stanca di continuare a ripeterselo... ma sembrava che la sua testa non potesse fare a meno di questa litania!


Harry si passò una mano sulla faccia, stanco di quella tensione.


Dio, c'era mancato poco che baciasse Hermione... Ma cosa diavolo gli stava prendendo? Hermione era la ragazza di Ron! La reazione violenta con Malfoy era nata perchè sapeva che in fondo Draco aveva ragione... Sembrava non aver aspettato altro che quello: che Ron stesse male per provarci con lei! Che razza di miserabile!


Ehi, Hermione, ti andrebbe di... fare un ballo con me?”, le chiese timidamente George.


Hermione, troppo turbata per tornare a sostenere lo sguardo di Harry, accettò volentieri quell'invito inaspettato, felice di togliersi momentaneamente dall'impaccio di doverlo affrontare.

Harry la seguì con gli occhi, combattuto tra il desiderio di mollare un pugno anche a George per avergliela portata via, e sul ringraziarlo per averlo fatto. Li osservò ballare insieme, e prestò particolare attenzione a dove si posava la mano impertinente del ragazzo.


Subito dopo quel ballo, Zacharias Smith di Tassorosso le chiese di poter ballare insieme. Harry iniziava ad innervosirsi. Non si erano accorti che era venuta accompagnata, a quel ballo?


Tornò a prendersi da bere, ma questa volta ordinò un whisky incendiario.


Mi spiace, ragazzo, ma gli alcolici sono proibiti.”


Harry alzò le spalle e si accontentò della bevanda che gli porse il cameriere. A mo' di squalo, si mise a passeggiare intorno alle coppie che ballavano, senza mai perdere di vista Hermione, che sembrava essersi ripresa dall'attimo di defajance di prima.


Poi, una ragazza che lo fissava con insistenza al di là della pista, catturò la sua attenzione. Era Isabel, sola, in un angolo.

A Harry si strinse il cuore. Com'era possibile che nessuno l'avesse ancora invitata? Era incredibile! Poi, a conferma di quanto già sapeva, notò almeno una dozzina di ragazzi che la guardavano quasi di nascosto, desiderando di poterla invitare ma palesemente privi del coraggio per farlo.


A quel punto, Harry fece il giro e la raggiunse. Il viso della ragazza si illuminò.


Ciao, Harry!”


Harry, sicuro del fatto che nessuno potesse sentirlo, la salutò con lo stesso calore, continuando a darle del tu: “Ciao, Isabel...”


Io avere visto te ballare con Hermione, prima. Siete una coppia molto bella...”


Harry si ritrovò a fissarsi un minuscolo puntino della camicia.


Si vede che siete molto... amici. Anche se...”


Harry sollevò lo sguardo, con fare interrogativo: “...?...”


Anche se... si perscepìsce una eletriscità molto forte, tra di voi.”


Harry arrossì involontariamente. Si affrettò a dire: “Io e Hermione siamo molto amici. Molto. Ma lei è fidanzata con Ron.”


E tu, Harry? Non senti il bisogno di una fidanzata?”


Harry non era dell'umore per parlare di questo. Soprattutto non voleva parlarne con lei.


Ehm, avevo promesso di invitarti a ballare.... Ti andrebbe?”


Isabel sorrise piena di gioia. “Sì! Molto volentieri!”


Magnifico!”


Non appena la musica iniziò di nuovo a far ballare le coppie nella sala, Harry fece un piccolo inchino alla professoressa e le prese con dolcezza una mano. Lei ricambiò il gesto, chinando il capo con una regalità d'altri tempi e si fece circondare dalle braccia del ragazzo. Harry poté sentire su di sé gli sguardi di mezza sala, visto che in tantissimi avrebbero voluto fare quel gesto, ma nessuno, ancora, aveva osato tanto.


Isabel era una ragazza stupenda, e Harry si sentì fortunato a poterla stringere in quel modo, anche se in cuor suo, l'unica con la quale avrebbe voluto continuare a ballare, era Hermione. Mentre ballavano, un paio di volte si ritrovò vicino a Hermione (che in quel momento ballava con Andrew Kirke) e scambiò con lei un rapido sguardo. Notò che Hermione aveva un'espressione infastidita e, quasi di riflesso, allentò l'abbraccio distanziandosi leggermente dalla professoressa.


La musica non durò che qualche minuto, al termine della quale, Harry ringraziò la ragazza per avergli concesso quell'onore.


Oh, no, Harry. Sono io che ringrazio te. Io avere apprezzato molto questo tuo gesto!”


Harry le sorrise: “E' stato un piacere, per me, te lo assicuro...”


Come per incanto, un ragazzo del settimo anno si fece avanti con imbarazzo, ma, nonostante la goffaggine, le chiese di poter ballare con lei.


Harry ne fu sinceramente contento, e la salutò con un breve cenno del capo.


Tornò ad ispezionare la sala, ma di Hermione non c'era traccia. La cercò in mezzo alla pista da ballo, tra le persone che chiacchieravano allegramente, tra coloro che erano seduti ai tavoli: niente.


Un'alta musica iniziò a far volteggiare nuovamente le coppie, ma Hermione non si vedeva da nessuna parte. Per tre volte, fece il giro della Sala, uscendo anche nel corridoio che dava sull'ingresso. Non c'era! Con una certa apprensione, Harry tornò a fare il quarto giro della Sala e, corrugando le sopracciglia, si fece serio: ma dove diavolo si era cacciata?


Passando di fianco ad una finestra socchiusa che dava su un balcone, guardò distrattamente da quella parte, e una figura esile e slanciata (che si intravedeva appena nella penombra) catturò la sua attenzione. Era lei.


Dava le spalle alla grande finestra, guardava verso il lago e stava appoggiata con i gomiti sul parapetto in granito della balconata. Una leggera brezza le muoveva i capelli ondulati, che le accarezzavano dolcemente le spalle.


Harry le si avvicinò piano, da dietro.


Hermione...”


La ragazza irrigidì le spalle, come se si fosse spaventata, ma non si voltò.


Ehi, tutto bene?”, le chiese Harry, mettendosi di fianco e restando a fissare il suo profilo.


Hermione s'impose un sorriso e cercò di cacciare indietro le lacrime che premevano forte per uscire.


Ciao Harry”, disse con occhi sfuggenti.


Il moro non capiva. “Ero preoccupato, non ti ho più vista nella sala, non sapevo dove fossi...”, disse un po' adombrato.


Ehm, scusa. Io... avevo bisogno di un po' d'aria”, si affrettò a mentire lei.


Certo, cos'altro poteva dire?! Quale altra scusa avrebbe potuto inventare?

Non poteva certo dirgli quello che in realtà aveva provato alla vista di lui che stringeva la professoressa Keen!


Dio! C'era rimasta malissimo! Anche se Harry le aveva anticipato che le avrebbe chiesto di ballare... non era pronta a vederli insieme... cosi!

Ma poi... così come?


Harry aveva solo ballato con un'altra, così come lei aveva accettato l'invito di altri tre ragazzi! Cosa... che cosa la turbava così? Perchè continuava a soffrire pene indicibili, ogni volta che vedeva Harry vicino ad un'altra ragazza? Le sembrava di impazzire, le sembrava di morire! Non capiva più niente... e sentiva che il cuore le si spezzava!


Non avrebbe dovuto accettare l'invito di Harry...

Ron stava male, era solo... e lei aveva preferito andare alla festa! La confusione e il contrasto di sentimenti che provava, le stavano facendo perdere la testa!


Hermione, non stai bene?”, chiese Harry preoccupato, vedendo gli occhi di lei brillare in modo così intenso.


Ecco, non so... cioè, sì! Sono... sono preoccupata per Ron. Forse... forse è meglio che...”


Harry fu preso dal panico: “Cos...? Vuoi... già rientrare?”


Ehm, credo di sì... Sì! Buonanotte”, rispose la ragazza col cuore in gola, non riuscendo a sopportare un minuto di più quel peso che le stava schiacciando il petto.


Gli passò a fianco, sfiorandolo.


Harry si sentì disorientato: non voleva che andasse via! Senza pensarci, la trattenne per il polso. E in quel preciso istante, anche il cuore di Hermione si fermò.


No, aspetta...” le sussurrò disperato.


C-cosa...?”


La musica arrivò ancora una volta alle loro orecchie, ma questa volta si trattava di un dolcissimo lento, di quelli che erano impossibili da ballare, se non abbracciati come due innamorati.


Sono stato... un pessimo cavaliere, stasera... Mi dispiace. Abbiamo ballato una sola volta...”


Non importa. Voglio andare da Ron!”, disse Hermione in fretta, più per paura di quella situazione, che per reale volontà.


Balliamo solo questa...”, le chiese quasi supplicandola.


Si guardarono finalmente negli occhi, e Hermione si sentì invadere da un nuovo calore. Restò immobile, non sapendo cosa dire.


Harry, facendosi coraggio, le prese le mani e se le portò dietro la nuca, poi cinse i suoi fianchi sottili. Hermione sentì il cuore mancarle un battito.


Questa volta le braccia di Harry la toccarono con una intensità ben diversa dalla precedente. Si sentiva uno sciocco ad aver perso tanto tempo prezioso! Le mani, strette intorno alla sua vita, si avvicinarono ancor di più, tanto che anche con il resto delle braccia poteva sentire il suo corpo. Appoggiò delicatamente la guancia sulla sua fronte, e dopo una prima reazione di rigidità, sentì Hermione rilassarsi leggermente.


Harry allargò i palmi delle mani, in modo da avvolgerla e poterla sentire meglio. La musica era lenta e romantica, e loro si muovevano appena in quello spazio ristretto. Harry provava una voglia irresistibile di accarezzarla dolcemente, e dovette far forza su di sé per non cedere a quella tentazione.


Quando Hermione gli appoggiò la testa sul petto e si strinse di più a lui, Harry si sentì morire!


Oh, che cosa avrebbe dato per poter fare ciò che desiderava!


La musica cessò troppo in fretta, per riprendere con qualcosa di più movimentato ma, né Harry, né Hermione, a quel punto furono in grado di sentirla.


Lentamente, i due si separarono e Hermione sollevò gli occhi su quelli del moro. Un brivido le percorse la schiena, nello scorgere quello sguardo così carico di desiderio.


Harry notò la sua pelle d'oca. “Hai... freddo?”, le chiese con voce roca.


Un po'...”


Prontamente si tolse il mantello e glielo mise intorno alle spalle. Le loro mani si sfiorarono...


Il cuore di Hermione sembrava impazzito, tanto le batteva forte!


E Harry... Santo cielo! Harry stava male, da quanto la voleva!


Hermione si sentiva frastornata, debole, smarrita... Ma che cosa le stava succedendo? Possibile che ballare con Harry le facesse quell'effetto?

Doveva riprendere il controllo della situazione. Subito!


In effetti, forse è meglio che io rientri...”, disse facendo un passo verso la porta-finestra.


Quando Hermione lo ebbe superato, lui chinò il capo, remissivo.


Respirando a fatica, le disse: “... Sì, certo... Ti accompagno io.”


Oh, no! Non c'è bisogno, Harry, davvero.” Fece per togliersi il mantello, ma lui le bloccò le mani.


Insisto! Ti accompagno su. Questo tienilo finchè non sarai al caldo”, disse, improvvisamente serio.


Ma non voglio farti perdere la festa...”


Non perdo proprio nulla!”


Harry le aprì la porta, facendola passare davanti a sé. Tenne gli occhi rivolti a terra, perchè gli faceva troppo male guardarla. Si sentiva disperato all'idea che lei volesse tornare da Ron... Avrebbe preferito stringerla ancora... e dirle quello che lei gli faceva provare...


Ma Hermione era stata chiara: aveva detto basta. Voleva Ron.


Percorsero le scale in silenzio, con solo il rumore della seta dell'abito di Hermione a riempire quel vuoto. Entrarono nella Sala dei Grifondoro e Hermione si sentiva a disagio con quel silenzio opprimente che li avvolgeva.


Hermione si fermò al centro della Sala e, non sentendo più Harry al suo fianco, si voltò.


Si era fermato anche lui. Se ne stava con le spalle appoggiate ad una colonna, vicino alla scalinata che portava al dormitorio femminile, con le braccia incrociate sul petto ed uno sguardo indecifrabile.


Se vuoi salire e vedere come sta Ron, io... aspetterò qui.”


Hermione, nonostante il mantello di Harry ancora sulle spalle, provò un nuovo brivido, ma questa volta fu per la freddezza che sentì nella voce del ragazzo.


Ehm... sì, magari mi fermo solo un attimo, ma...”


Un rumore di passi li fece voltare, e con enorme stupore videro scendere Luna dal dormitorio maschile.


Oh, buffo! Siete tornati...”, disse Luna sollevando un sopracciglio e grattandosi distrattamente il mento.


L-Luna...?”, disse incredula Hermione, non capendo.


La ragazza dai biondi capelli si fermò qualche secondo ad osservare una ragnatela che si era formata in un angolo, nella nicchia vicino alla finestra. Poi fece spallucce e continuò a scendere le scale.


Vedendo che Hermione era ancora lì impalata, in attesa che lei parlasse, le sorrise e disse: “Oh, ero... così preoccupata, per Ron! Quando non l'ho visto, alla festa, ho pensato che i Fagolosi Zannuti avessero colpito anche lui! Ma, a quanto pare, la sua indisposizione è solo la conseguenza di una specie di indigestione tossica.”


Ma tu... ”


Ero alla festa, ma era una tale noia! Nessuno ha apprezzato il mio vestito da Nexus Raptor, nonostante le zucche ne siano infestate! Tu li conosci, vero? Sono degli esserini talmente simpatici... Oh, ma Ron ha riso così tanto, quando gliel'ho spiegato!”


Vuoi dire che... eri in camera sua?”


Certo! Una ragazza di Tassorosso (che sta appiccicata a Lee Jordan come fosse marmellata), mi ha detto la vostra parola d'ordine: 'Zenzero Al Latte'... e così, eccomi qui!”


E... sei rimasta... tutto questo tempo... sola con... lui?


Ovviamente! Gli ha fatto talmente piacere... Tra parentesi, Hermione, non è stato per nulla carino lasciarlo solo in quel modo! Ma una volta che l'ho rassicurato sul fatto che i Fagolosi non lo avevano colpito, si è sentito molto più sollevato...”


Hermione, indispettita, le disse con aria pungente: “Beh, sono contenta che la tua supervisione lo abbia tranquillizzato!”


Oh, sì! Non sai quanto gli abbia fatto piacere la mia compagnia! Tanto alla festa io non ci sarei rimasta... Tutta quella zucca mi irrita i pori.” Si diede una grattatina al braccio e, sorridendo beata, sventolò la mano: “Ora devo proprio andare. Ron sta dormendo, e non credo sia il caso di disturbarlo... è così provato! Buonanotte, a domani.”


Finì di scendere la lunga scala e gettò uno sguardo a Harry, che era rimasto con le spalle appoggiate alla colonna: “Oh, Harry... sei davvero molto carino, stasera!” Gli si avvicinò fin quasi a sfiorargli il naso e sussurrò: “Lasciatelo dire: con Hermione formi proprio una bella coppia!”


Harry sgranò gli occhi e ritrovandosela praticamente addosso, istintivamente si ritrasse indietro, incontrando però il muro e prendendo una sonora capocciata.

Non ebbe il coraggio di dire nulla e Luna, con un ultimo “Ciao, ciao!” e la sua solita andatura spensierata, uscì dal ritratto, lasciandoli soli.


Hermione, serrando le labbra, vide il varco richiudersi e una sensazione d'indignazione s'impadronì di lei.


Vuoi... salire...?”, chiese Harry, senza guardarla.


Hai sentito, no? A quanto pare Ron ha già avuto chi gli ha dato la buonanotte! Credo proprio che andrò a dormire!”, gli passò a fianco, senza guardarlo. Poi si bloccò, appena prima di salire e, girandosi verso di lui, fece scivolare il mantello lungo le braccia.


Harry era ad un passo da lei e prese l'indumento dalle sue mani, incapace di sorvolare sugli occhi lucidi della ragazza.


Lei, orgogliosa come non mai, sollevò con fierezza il viso: “Grazie, Harry... ho passato delle ore deliziose, in tua compagnia. Sei stato... davvero molto gentile, ad accompagnarmi al posto di Ron, e... ed è stato un piacere... Voglio dire, grazie per la serata. Mi sono divertita! Sì, insomma, è stata una bella festa, anche se... Infondo, dopotutto, abbiamo ballato... Beh, io e te non molto, ma... Quello che intendo dire è che... mi spiace averti fatto interrompere la festa prima del tempo, non volevo, ma poi...” Harry la zittì, posandole l'indice sulle labbra.


Basta. Non devi dirmi nulla.” Le sfiorò delicatamente il viso, morendo dalla voglia di baciarla.


A fatica, continuò: “Sono io che ti ringrazio... e che mi scuso per non essere stato all'altezza di questo ballo, o... non essere stato il cavaliere che ti aspettavi. Ma... sono certo che Ron saprà recuperare presto.”


Hermione sentì crollare tutte le sue difese. Sofferente, scosse la testa, combattuta tra le mille emozioni che stava provando, turbata dal brivido che il tocco della sua mano le aveva causato. Avrebbe voluto dirgli mille cose... spiegargli l'agitazione che sentiva dentro di sé, e dirgli che le era sembrato di volare, quando avevano ballato e lui l'aveva tenuta stretta tra le braccia. E avrebbe voluto... che lui continuasse a guardarla per sempre in quel modo... e che non smettesse più di accarezzarla...


Sei pazza! Non sarai mai in grado di dirgli queste cose! ... Ma soprattutto che diritto avresti, per farlo?!


Harry non riusciva a smettere di fissare le sue labbra: “Allora... buonanotte, Hermione”, disse in un soffio.


Hermione abbassò gli occhi, sentendosi improvvisamente mancare. Il cuore le esplodeva nel petto.


Sì, grazie... buona... notte anche a te...”


Ma Harry continuava a fissarla con insistenza.


Ora la bacio...

Ora la bacio!


Mosse un passo verso di lei.

Appoggiò una mano tremante sulla sua spalla nuda.

Hermione spalancò gli occhi, col fiato corto, il petto che le si abbassava e sollevava velocemente...


Harry poteva sentire il proprio cuore battere all'impazzata, quasi dolorosamente. Una vertigine che partiva dal centro del suo corpo e correva in tutte le direzioni.


Lentamente, molto lentamente, si chinò su di lei guardandola negli occhi. Dischiuse le labbra per baciarla e Hermione si sentì morire.

Un attimo prima che le loro labbra si sfiorassero, Hermione fu presa dal panico, e voltò impercettibilmente il viso di lato... e Harry sentì la pelle vellutata della sua guancia.


NO! no...


Furioso ed avvilito, Harry si allontanò, cercando di leggere nel miele dei suoi occhi il senso di quel rifiuto.


Hermione, io... “


Ma Hermione, disperata, si voltò iniziando a salire le scale....


Corrile dietro! Codardo... inseguila!


Ma le sue gambe si rifiutarono di andare avanti, tanto si erano fatte rigide, tanta era la paura che all'improvviso gli aveva artigliato lo stomaco. Provò a muoverle, ma erano di gesso. E intanto lei si allontanava sempre di più...


Hermione...” sussurrò in modo impercettibile.


Ma non gli rimase che guardarla andar via, così, senza fare nulla.


Restò un tempo infinito a fissare il punto esatto dove lei aveva voltato l'angolo, sperando inutilmente che tornasse indietro. Ma non fu così.


Rassegnato e con i pugni contratti, si decise a tornare nella sua stanza, svuotato, privo di forze e con una irrefrenabile voglia di urlare.


Hermione entrò nella sua stanza reggendosi a fatica. Si appoggiò alla porta nascondendo il viso tra le mani, e un singhiozzo di disperazione le sfuggì dalle labbra.


Oh, Dio, ma cosa mi succede?!”, si chiese con angoscia.


Si portò le mani sul cuore e premette forte, nella speranza che i suoi battiti impazziti si placassero almeno un po'.


Sentiva ancora il calore delle labbra di Harry, proprio lì dove si erano appoggiate. E se non si fosse spostata? L'avrebbe davvero baciata sulle labbra? Si sfiorò la guancia con la mano che le tremava.

Lei non ne aveva avuto il coraggio... e la paura e il rimorso avevano vinto!


Perchè Harry la faceva sentire così? Perchè aveva quella terribile confusione in testa? Lei era la ragazza di Ron! Aveva deciso di mettersi con lui! E allora perchè non riusciva a smettere di pensare a Harry? Perchè si sentiva incendiare ogni volta che lui la guardava? Perchè, dannazione, all'improvviso le sembrava che nessuno mai al mondo fosse più bello di lui?


Il pensiero di Ron, si fece prepotentemente vivo. Lui, così timido e goffo, tenero e dolcissimo... in un attimo si sentì tremendamente in colpa!


Si stava comportando in modo ignobile, nei suoi confronti! Lo aveva lasciato da solo nel momento del bisogno ed aveva avuto persino il coraggio di indispettirsi per un gesto di cortesia da parte di Luna che era andata a trovarlo....

E poi...


Dio! ... E poi aveva provato gelosia per aver visto Harry ballare con un'altra ragazza... Questo era inconcepibile!


Basta! Una volta per tutte, doveva mettere la parola fine a quella situazione. Non c'era altro da fare...


Sarebbe stata alla larga da Harry, così si sarebbe schiarita le idee, e i suoi sentimenti d'affetto per Ron sarebbero emersi senza più ombra di dubbio!

Fingendo una determinazione che non provava, si tolse i vestiti e si guardò allo specchio: “Non devo più pensare a lui! Non devo più pensare a lui!”


Si lavò il viso un numero infinito di volte... fino a che l'acqua non cancellò le lacrime che inspiegabilmente avevano preso a scendere senza che lei potesse far niente per fermarle.


* * *

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Capitolo 12
*** 12 "Cadere a precipizio" ***


Al di là della ragione

Note autore: Carissimi tutti, sono commossa dal vostro affetto e dalle vostre recensioni! ^^ Mi serve un'intera pagina solo per ringraziarvi tutti, quindi... questa volta ho scritto due righe alla fine del cap.

Un bacio ed un grazie a tutti coloro che avranno voglia di continuare a leggere e lasciare il loro preziosissimo commento!



- 12 -

Cadere a precipizio”


La notte, per Harry, trascorse senza sogni, senza riposo, senza sonno, ma solo con il pensiero, fisso e costante, di aver tenuto Hermione tra le braccia. Non si era neppure spogliato... i suoi vestiti profumavano ancora di lei... e lui non avrebbe mai più voluto toglierseli di dosso!


Un mugolio giunse dal letto accanto al suo e Harry si voltò a guardare Ron, aggrovigliato nelle lenzuola stropicciate, che testimoniavano una notte passata non proprio serenamente.


Ehi, Har-ry... ciaaao”, farfugliò il rosso, sbadigliando.


Ciao Ron, come ti senti?”


Il ragazzo si passò una mano sull’addome, massaggiandoselo e facendo una smorfia di dolore: “Credo che se avrò ancora la forza di reggermi sulle gambe, la prima cosa che farò sarà compiere un fratricidio, togliendo dalla faccia della terra due esseri inutili come Fred e George! Poi, probabilmente, il bagno vedrà ancora il mio fondoschiena...”


Harry riuscì a sorridere.


Ma tu che ci fai nel letto... ancora vestito? E' finita così tardi la festa?” chiese Ron adombrandosi leggermente.


Oh, no... è che... mi sono addormentato senza rendermene conto”, mentì.


Ron provò a sollevarsi, facendo con la faccia almeno tre tipi di espressioni diverse.


Beh, allora? Racconta: com'è andata ieri sera?”


Harry, controvoglia, si rassegnò ad alzarsi, rendendosi conto di non poter tenere addosso ancora per molto gli stessi abiti della sera prima. Poi pensò alla risposta migliore da dare a Ron.


Tutto... tutto bene”, disse sbrigativo, senza guardarlo.


E' stata divertente la festa? E la musica? C'erano tutti? ... E Hermione...? Oh, sarà stata bellissima!”


Sì, lo era. Era... stupenda!”, rispose Harry, ancora prima di rendersene conto. Si alzò del tutto e diede le spalle all'amico, iniziando lentamente a slacciarsi i bottoni della camicia. La sfilò dalle braccia e, sentendosi dannatamente simile a Ron, l'annusò morbosamente ancora una volta. C'era il profumo di lei.... così intenso, buono, e che gli penetrava la testa.


Si è... arrabbiata molto...? Voglio dire, per il fatto che non l'ho accompagnata io...”


Harry, a torso nudo, si girò verso Ron. “Era molto preoccupata per te... All'inizio non voleva venire. Ma le ho detto che non avrebbe potuto fare nulla per te, in quel momento.”


Già, me la sono vista brutta! Ho due dementi, per fratelli. Due dementi incoscienti!”


E tu dovresti evitare di mangiare tutto quello che ha l'aria di essere commestibile.”


Accidenti, quei biscotti erano buonissimi!”


Harry non era sicuro che l'esperienza appena fatta gli sarebbe servita di lezione...


Ma a che ora siete tornati?”, chiese Ron, con insistenza.


Harry lo guardò dritto negli occhi, pronto a studiare in ogni minimo dettaglio la sua reazione: “Ti eri appena addormentato... Luna stava giusto scendendo dalle scale, quando siamo rientrati.”


Ron spalancò gli occhi e il suo viso si colorò istantaneamente di un rosso porpora.


Per un lungo minuto, sembrò sul punto di avere un collasso. Boccheggiò in modo disperato e poi rimase a fissare il vuoto.


Se vuoi un consiglio, Ron, ti suggerisco di toglierti quell'espressione idiota dalla faccia,” disse Harry, provando una strana mescolanza di sentimenti per l'amico.


Oh... ah... Ehm, s-sì... già, L-Luna... ehm, lei è solo... si è fermata solo... pochi, pochi minuti... Io... Oddio! He-Hermione... l'ha vista...?”


Ti ho voluto avvisare prima apposta, così sarai preparato quando la dovrai affrontare...” Harry ancora non sapeva perchè glielo aveva detto. Di sicuro sarebbe stato molto più divertente, per lui, gustarsi la scenata che era certo ci sarebbe stata da lì a poco.


Harry, mi devi aiutare! Te lo giuro... io... non sapevo che lei sarebbe salita qui in camera mia! Cioè, ecco, è stata molto gentile, mi ha fatto piacere vederla.... Insomma, ero solo, tutti si stavano divertendo, e lei... lei ha pensato a me, al fatto che stavo male, che potevo aver bisogno di qualcosa...”


Calmati, Ron. Sono certo che Hermione non ne farà una tragedia. Non preoccuparti, vedrai che non succederà nulla”, cercò di tranquillizzarlo Harry, anche se, in cuor suo, nutriva la segreta speranza che accadesse l'esatto contrario.


Ron continuava a rifiutarsi di scendere a fare colazione, non volendo affrontare Hermione. Così Harry andò giù per primo, e quando vide Hermione seduta al tavolo, intenta a leggere il suo giornale mentre faceva colazione, ebbe un tuffo al cuore.


La festa della sera prima, adesso, sembrava così lontana. Ma Hermione... continuava ad essere talmente bella! E il ricordo dell'emozione che aveva provato quando aveva cercato di baciarla, gli fece risvegliare immediatamente tutti i suoi istinti. Deglutì, sperando di trarne un qualche conforto, ma servì a ben poco.


Ciao Hermione”, la salutò sorridendole e sedendosi di fronte a lei.


Lei sbattè le ciglia e rispose con un timido sorriso: “Buongiorno, Harry.” Poi tornò a dedicare la sua attenzione alla prima pagina della Gazzetta del Profeta, lasciando Harry perplesso a fissare i suoi capelli.


Ehm, dormito bene...?”


Sì, grazie. Benissimo”, rispose lei senza guardarlo e sorseggiando un po' di caffè.


Silenzio.


Ti sei alzata presto...?”


A-àh...”, annuì lei, continuando a leggere e mordendo una fetta di pane tostato.


Harry continuava a ripensare a quel bacio non dato... Alle volte che aveva stretto il cuscino tra le braccia, immaginando che fosse lei... E a quanti sospiri le aveva dedicato.


E... tu come stai? Ieri sera...”


Te l'ho detto, Harry... Tutto bene!”, lo interruppe lei, sfuggendo ancora una volta il suo sguardo.


Il moro rimase zitto qualche minuto, perplesso. Poi, speranzoso, continuò: “Sai, mi stavo chiedendo... magari, oggi pomeriggio, se ti andava... potevamo ripassare insieme quell'incantesimo che la McGranitt...”


Mi dispiace, Harry!” lo bloccò ancora lei, con voce malferma: “Ma... ho già un impegno. Io... proprio non posso!”


Hermione sentiva le lacrime premere con forza per uscire, ma questa volta vinse lei quella dura battaglia. Doveva essere forte, non doveva cedere alla tentazione di guardarlo negli occhi, in quegli occhi che la riscaldavano come un fuoco, che la mandavano nella confusione più totale, che la facevano dubitare... dei suoi sentimenti e di quello che provava per Ron.


La sera prima era stato tutto un errore. Tutto!

Oh, era stato stupendo... ballare con lui, essere guardata in quel modo, essere stretta in maniera così dolce... E persino quelle labbra che l'avevano sfiorata sulla guancia... Che quasi...


Accidenti, ma era stato tutto assolutamente sbagliato!


Doveva porre rimedio a quella situazione il prima possibile. Subito! ...O sarebbe stato irrimediabilmente tardi.


Confuso e risentito, Harry iniziò a servirsi la colazione, cercando di capire il perchè di quella insopportabile freddezza. Solo poche ore prima, in quella stessa stanza, avevano ballato insieme, stringendosi in modo dolce e tutt'altro che amichevole...


E poi... Dannazione, non lo aveva capito che aveva cercato di baciarla?!

Come poteva essere così distaccata, ora?


Ron... si è svegliato. Sembra stare meglio”, disse a denti stretti, giusto per interrompere quel silenzio così fisicamente ingombrante.


Oh, il mio tesoro!”, esclamò Hermione, staccando finalmente gli occhi dal giornale. “Allora salgo a vedere come sta.” Si alzò e prima di correre via, disse in modo assolutamente frettoloso ed anonimo: “Grazie, Harry”.


Se Hermione gli avesse dato uno schiaffo, probabilmente gli avrebbe fatto meno male!


La seguì con lo sguardo, resistendo alla tentazione di correrle dietro e scuoterla con tutte le sue forze. Che cosa diavolo significava quel comportamento? Perchè era stata così fredda? E perchè non lo aveva nemmeno guardato in faccia?


Perchè lo aveva trattato così?


E poi... Harry si aspettava che Hermione fosse furibonda con Ron per quello che era successo la sera prima, visto che Luna aveva passato parte della serata con Ron... E invece, lo aveva addirittura chiamato TESORO!


La colazione, adesso, era l'ultima cosa che voleva! Una sensazione di rabbia s'impadronì di lui, in modo violento e feroce.


Ma che razza di comportamento era? La sera prima c'era mancato poco che si baciassero sul serio... e ora? Hermione pensava forse di poter giocare così con lui? Un momento lo guardava con occhi languidi, dolci, ed era tenera fin quasi a torturarlo... e un attimo dopo, mostrava il distacco più totale?


Si alzò di scatto dal tavolo, assalito da una rabbia viscerale ed incontenibile, desiderando di poter dar sfogo a quella nuova ira. E l'occasione gli passò a meno di un metro di distanza proprio in quel momento, quando Malfoy, sfoggiando due ragazze al suo fianco, gli fece un sorrisetto falso e infido, canzonandolo: “Povero Potter... Sedotto e abbandonato? Ah ah ah! Mi sa tanto che sei rimasto solo, stamattina, o sbaglio?”


Harry fu tentato di rovesciargli il contenuto del suo bicchiere sulla testa.


Il biondo indicò le ragazze che erano con lui e lo provocò: “Beh, se ne vuoi una, basta chiedere!”


Di sicuro farei un favore a loro, visto chi sono costrette a frequentare!”


Ah ah ah! Quanto ti deve rodere... Mi fai quasi pena!”


Perchè non vai a farti un giro con le tue nuove amichette, Malfoy?”


Cos'è? Ti vorresti unire? Tanto, ormai, sei abituato a fare il terzo incomodo, no?”


Fu allora che, in cuor suo, Harry pensò intensamente: “Stronzo! Spero che ti si rompa una gamba!”


... E, incredibilmente, in meno di un secondo... accadde.


Draco si piegò in modo innaturale, iniziando a gridare di dolore e a contorcersi per terra.


Le due ragazze, al suo fianco, gridarono per lo spavento e si chinarono su di lui per soccorrerlo: “Draco! Draco! Qualcuno chiami Madama Chips!”


Harry, sgranando gli occhi, fece un passo indietro, impaurito da quello che era appena successo.


Mio Dio, sono stato io?

No, no... Non è possibile... Io l'ho solo pensato!

Non volevo...

O meglio, volevo, ma non credevo che...


La folla curiosa si mise in cerchio, e Harry venne spintonato avanti e indietro per poter vedere meglio. Lui indietreggiò, sperando di rendersi invisibile agli occhi degli altri.


Incredulo e spaventato, si allontanò dalla Sala Grande. Una volta fuori, iniziò a correre a testa bassa verso la sua torre, sconvolto. Cos'era successo? Possibile che fosse bastato il suo pensiero a spezzare la gamba di Malfoy?


Oh, no! Non ho di certo questa forza!

Io... con la mente sono solo riuscito a sollevare una piuma...

Non posso essere stato in grado di fare questo!

Non sono stato io!

Non sono stato io!


Entrò come una furia nella Sala Comune, interrompendo un tenero bacio tra Hermione e Ron.


Magnifico!


Harry sentì crescere a dismisura quella pericolosa sensazione di rabbia, un freddo si impadronì di lui e un brivido gli percorse la schiena.


Scusate!” disse col tono più duro che riuscì a trovare.


Ehi, Harry... Che ti succede? Hai la faccia stravolta” gli disse Ron con aria preoccupa.


Proprio nulla!”


Harry...”


Non fate caso a me, continuate pure! Ora vi lascio... soli!”


Hermione gli lanciò uno sguardo severo, ma Harry la ignorò.


Andò nella sua stanza, prese la sua preziosa amica Firebolt e quando scese, non degnò i due neppure di uno sguardo.


Ormai, volare, era l'unica cosa che riuscisse ad appagarlo, e a farlo sentire sufficientemente soddisfatto!


Per fortuna era domenica e non c'erano lezioni, così avrebbe potuto sfinirsi a furia di sferzare l'aria e combattere contro il nemico invisibile che lo stava devastando: la gelosia!


Una volta fuori, in giardino, l'aria fredda lo fece sentire meglio. Voltò a destra in direzione del lago, quando all'improvviso si sentì afferrare da due paia di braccia forti e robuste. La sua Firebolt gli cadde di mano e, confuso, cercò di liberarsi da quella morsa.


Ehi, che diavolo volete?!” chiese all'indirizzo di Tiger e Goyle, che lo stavano letteralmente trascinando verso un punto più isolato.


Malfoy ha detto che gli hai lanciato un incantesimo!”


Io non ho fatto nessun incantesimo!” protestò, cercando di divincolarsi.


E come spieghi la sua gamba spezzata?”


Non sono stato io! Lasciatemi!!”


Certo, come no! Se l'è fatto da solo...”


Malfoy è talmente idiota che potrebbe benissimo essergli partito un incantesimo!”


Non dire stronzate! E sta' fermo! Ora ti daremo noi una bella lezione...” sghignazzò Goyle.


Harry puntò i piedi con più forza e i due si bloccarono, non riuscendo ad andare avanti oltre. Il moro approfittò di quell'attimo di stupore e si divincolò con rapidità dalla presa di Tiger, estraendo la bacchetta.


A quel punto, riconoscendo un lampo di pura cattiveria nei suoi occhi, i due lo guardarono con più timore. “Ehi, che c-cosa vuoi fare...?”


Proprio niente... farete tutto da soli!” Con lo sguardo duro, per la prima volta in vita sua, Harry puntò la bacchetta sui due e pronunciò: “Imperius!


I due bestioni si irrigidirono come fossero stati due burattini e Harry provò una gioia malvagia, che non gli apparteneva. Ne fu invaso, quasi sedotto, e quella nuova sensazione di potere lo avvolse come le spirali di un serpente.


Molto bene... che ne dici, Goyle, di dedicare al tuo amico un bel 'Exulcero'... eh?”


Goyle, eseguendo alla lettera, prese la sua bacchetta e, puntandola verso l'amico, disse forte: “Exulcero!


La fattura pungente causò delle brutte irritazioni sulla pelle di Tiger, come se fossero state delle ustioni. Il ragazzo iniziò a lamentarsi, ma prima che potesse fare qualsiasi cosa, Harry gli ordinò: “E ora tocca a te! Direi che puoi ricambiare il favore di Goyle con un fantastico 'Glacius'!”


Come se fosse stata una marionetta, Tiger puntò a sua volta la bacchetta contro Goyle e gridò: “Glacius!


Un gelido raggio fu emanato dalla bacchetta, che colpì in pieno il ragazzo alto e corpulento, congelandolo in pochi secondi. Tiger iniziò a piagnucolare e a lamentarsi, ma di tutto questo Harry se ne infischiò, ignorando i due e lasciandoli alle loro sofferenze.


Con un sorriso trionfante, raccolse la sua scopa volante e proseguì la sua camminata, come se nulla fosse successo. Dopo pochi metri incontrò Marcus Belby di Corvonero, che aveva visto la scena e lo osservava ora con timore: “Harry... ma... hai usato la maledizione... Imperius!”


Perchè, hai qualche problema? Erano in due contro uno e avrebbero fatto lo stesso a me, se non mi fossi difeso!”


Sì, ma... loro sono Tiger e Goyle... tu, tu sei...”


Lo so chi sono! Non c'è bisogno che me lo ricordi! Se vuoi un consiglio, fatti gli affari tuoi!”


Il ragazzo, disorientato da quell'insolito atteggiamento di colui che aveva sempre considerato come un eroe, lo guardò allontanarsi perplesso.


Harry, infastidito, salì sulla Firebolt e sparì alla velocità della luce. Provava un miscuglio di sentimenti e di emozioni, una rabbia mista a frustrazione.

E, soprattutto, aveva la consapevolezza di avere una nuova forza, decisamente nociva e dannosa, che sentiva sbocciare e fiorire dentro di sé come un frutto proibito e pericoloso.


Era forse questo il potere? Era associabile solo al male? Di una cosa era certo: quella sensazione di potere era bella... ed era come se non gli bastasse, e ne volesse sempre di più.


Dopo un'ora di volo sfrenato ed incosciente, Harry atterrò vicino al lago, mentre Susan Bones di Tassorosso stava facendo una passeggiata.


Col fiatone e piuttosto scompigliato, la salutò: “Ciao, Susan”.


La ragazza, fattasi molto carina ultimamente, lo salutò con timidezza e sorpresa: “Ciao... Harry”.


Che ci fai, tutta sola?”


Oh, facevo... una passeggiata, giusto per approfittare degli ultimi raggi di sole. E tu?”


Sì, anch'io. Ma preferisco volare, finchè il tempo lo consente.”


Ma non fa freddo, così in alto?”


Harry, sentendosi stranamente invincibile, prese coraggio e le disse: “Beh, se si è in due, il freddo si sente molto meno! Se... hai voglia di provare a fare un giro, non hai che da chiederlo...”


Susan, che di certo non si aspettava quella proposta, arrossì e sgranò gli occhi. Soprattutto la stupì il fatto che fosse proprio Harry Potter, solitamente indivisibile dai i suoi amici Hermione e Ron, a fargliela.


Dici... proprio a me?”


Certo!”


Oh, mi piacerebbe...”


Ok, vieni. Passa dietro e... mi raccomando, devi stringerti forte!”


Stai tranquillo, mi stringerò eccome!”, rispose lei, sognante.


Quando furono pronti, Harry spiccò il volo con eleganza e sentì la ragazza abbracciarlo con forza. Fu un volo non impegnativo, dove Harry si limitò a gustare il piacere di essere abbracciato da una bella ragazza. Mentre compiva una piccola virata, con la coda dell'occhio, vide Ron e Hermione tenersi dolcemente per mano, mentre camminavano intorno al lago.


Senza rendersene conto, strinse con rabbia il manico della scopa e fece un piccolo giro della morte. Susan gridò dalla paura, e si aggrappò di più a lui. Harry decise di atterrare poco lontano da dove si stava dirigendo la coppia.


Quando toccarono terra, Susan aveva il fiato corto ed era rossa in viso per l'emozione.


Oh, Harry, grazie! E' stato bellissimo! Io da sola non sarei mai riuscita a fare quell'acrobazia! Ogni volta che ti vedo giocare a Quidditch, mi chiedo come fai a restare incollato alla scopa, durante le tue capriole a mezz'aria! E ora, grazie a te, l'ho provato anch'io!”


Harry, che l'unica cosa a cui era interessato si stava lentamente avvicinando a loro, disse a voce alta: “Figurati, Susan, il piacere è stato tutto mio!”


Oh, come posso ringraziarti? Le mie compagne moriranno di invidia, quando lo sapranno...”


Beh, se proprio vuoi ringraziarmi, un modo ci sarebbe...” E quando sentì che Ron e Hermione erano dietro di loro, prese Susan per le spalle e si chinò su di lei, dandole con forza un bacio sulle labbra.


Harry non fu in grado di capire chi, dei tre, rimase più sconvolto dal gesto, se Susan, Ron o Hermione.


Seppe solo che il gelo che seguì, gli diede una gran soddisfazione.


Quando si separarono, ancora incredula, Susan sospirò un “Ohh...” deliziato e, con un sorriso che le andava da una parte all'altra del viso, si allontanò salutandolo, felice più che mai.


Ha-Harry...?” domandò Ron, incredulo.


Ah, ciao, Ron.” Poi guardò Hermione e, con un sorriso trionfante, la salutò lentamente: “Hermione... Bella giornata, vero?”


Hermione lo fissò esterrefatta, incapace di proferire parola. Harry aveva baciato quella ragazza come se nulla fosse, quasi a sfregio.

Era stata una provocazione?

Era stato un gioco?

Era stato un pessimo scherzo?


Seppe solo che aveva visto un Harry completamente diverso da quello che conosceva, un Harry che l'aveva sfidata, con quel saluto, con quella frase detta con una freddezza che non faceva parte di lui.


Harry chinando il capo, voltò loro le spalle e se ne andò, più solo che mai.


* * *


Dopo aver trascorso la giornata nell'ombra di se stesso, poco prima di cena, Harry scese nella Sala Comune, insolitamente deserta e silenziosa. Si era appena seduto sulla sua poltrona preferita, quando Hermione entrò come una furia.


Harry! Eccoti, finalmente! Si può sapere dove ti eri cacciato? E' tutto il giorno che ti cerco!” lo rimproverò Hermione con occhi di fuoco.


Il moro, togliendo lentamente i piedi dal bracciolo, la guardò con aria di sfida: “Evidentemente non mi hai cercato abbastanza bene...”


Hermione strinse le labbra, ma cercò di mantenere un freddo distacco: “Non mi sembra questo il momento di fare lo spiritoso! Da questa mattina ci sono tre persone in infermeria, e tutte e tre dicono di esserci finite a causa tua!”


Harry si girò dall'altra parte, con fare annoiato: “Hanno detto delle balle.”


Come sarebbe a dire?!”


Sarebbe a dire che io non ho fatto niente.”


Harry! Ma non ti rendi conto? Quello che è successo è gravissimo! Hanno accusato te!”


Te l'ho già detto, io non c'entro...”


E dove sei stato, per tutto il giorno?”


Fatti miei!”, rispose Harry secco.


Non credo proprio! Le accuse nei tuoi confronti sono gravissime... Hai aggredito due persone...”


Fantastico!” la interruppe lui, “Adesso sono io che aggredisco due stronzi come Tiger e Goyle... Ma non farmi ridere!”


Allora dimmi che cosa ci facevi vicino al lago, proprio dove sono stati trovati?”


Perchè mai dovrei venirlo a dire a te?”


Hermione gli andò vicinissima, come una leonessa: “Harry, tu mi devi dire che cosa ti sta succedendo!”


Harry scattò in piedi, obbligandola a fare un passo indietro: “Perchè? Tu che ci facevi, vicino al lago, eh? Non mi sembra che tu fossi intenta a studiare, o sbaglio?! Ormai passi ogni minuto della tua giornata con Ron, quindi non venirmi a dire che sei preoccupata per me o per quello che faccio!”


Cosa... cosa ti sta succedendo...?”, chiese ancora lei, con voce tremante.


Non mi sta succedendo niente che ti debba interessare!”


Questo non è giusto!”, disse esasperata Hermione, con i pugni stretti.


Cosa? Che cosa non è giusto?! Non devo più dirti tutto quello che faccio!”


Guarda che io non voglio sapere tutto quello che fai!”


E allora togliti dalla faccia quell'espressione da crocerossina dispiaciuta! Non ho bisogno del tuo aiuto!”


Lei sgranò gli occhi, offesa da quelle parole e da quel comportamento astioso.


Io... io lo dico per te... Non sono affatto...”


Lasciami in pace, Hermione! Hai sicuramente di meglio da fare... no?”


Io sono tua am...”


Ah, smettila!”, la interruppe lui, prima che potesse pronunciare la parola 'amica'. Non lo avrebbe sopportato. “Perchè non vai a torturare qualcun altro?”


Hermione era sconvolta: “Io... non... torturo ne-nessuno...”


Harry fece una risata amara: “Ah, ma non lo vedi? Sei talmente piena di te che nemmeno te ne rendi conto! Sei esasperante, petulante e saccente! La gente ti dice di sì perchè la prendi a sfinimento!”


Hermione sentì le lacrime salirle prepotentemente agli occhi: “Come ti permetti! Io... non...”


Dimmi un po', chi ti dà il diritto di ergerti a giudice? Chi sei, tu, per dire cosa è giusto o sbagliato per me? Non mi sembra di aver chiesto né il tuo parere, né il tuo consiglio!”


Non è questo! Io non voglio giudicarti!”


Harry con un passo le si mise di fronte e con tutta la cattiveria di cui fu capace, disse a denti stretti: “E allora cos'è? Ti sei stancata di giocare a fare la maestrina con Ron? O semplicemente sei stufa di passare ogni minuto della tua giornata in qualche angolo buio di Hogwarts a pomiciare e a sbaciucchiarti con lui?!”


Lo schiaffo, forte e improvviso, arrivò prima che lui potesse rendersene conto.


Rimase col viso di lato e sentì la sua guancia bruciare intensamente. Afferrò le mani della ragazza, stringendole forte i polsi, tanto da strapparle un lamento: “Non... farlo... mai più!”


Hermione lo guardò con aria di sfida, sollevando il mento: “Cosa fai, adesso mi minacci?”


Harry strinse più forte i suoi polsi sottili, finchè lei non gemette e disse tra i denti: “Mi stai facendo male...”


ALLORA STAI LONTANA DA ME! Torna... dal tuo Ron.” Le lasciò andare le mani e la ragazza si massaggiò i polsi doloranti.


Hermione non poteva credere che lui l'avesse trattata in quel modo. Non riusciva a capire come Harry potesse tenere un comportamento tanto diverso... Solo la sera prima...


Scosse forte la testa, decisa a non arrendersi.


Harry... ti prego! Sono preoccupata per te... A scuola non si parla d'altro. Hanno... hanno detto di averti visto usare la maledizione Imperius... Io... ho paura che...”


ADESSO BASTA!!” gridò lui con fare pericoloso “Qualsiasi cosa sia, non ti riguarda più! Lasciami in pace e VATTENE!”


Per Hermione, quelle parole, furono più dolorose dello schiaffo che gli aveva dato.

Prima che le lacrime raggiungessero i suoi occhi, si voltò ed uscì di corsa dalla Sala.


Harry si portò una mano sul viso, che ancora scottava di passione e di orgoglio.


Accidenti a te, Hermione!”, sibilò tra i denti, dando un pugno ad una lampada e facendola cadere a terra in mille pezzi.


Incapace di restare lì dentro, e rifiutandosi di scendere per cena, prese a girovagare per i corridoi deserti e cupi del castello. Uno spirito di pura ribellione lo aveva assalito in maniera irreversibile, a partire dalle sue viscere fino ad arrivare dritto al cuore.


Ripensò alle dure parole gridate senza pietà ad Hermione, e si sentì morire di dolore. Come aveva potuto essere così crudele, con lei?


Ti odio! Perchè hai scelto Ron?

... Perchè non hai scelto di amare me...?

Ti odio... ti odio!


Si portò le mani al viso, sospirando dalla frustrazione.


... E ti amo... così tanto!


Maledizione, ma cosa stava succedendo? Perchè tutto era così difficile?


Senza rendersene conto, si ritrovò vicino alla stanza della Professoressa Keen.


Ma cosa ci faccio, qui?


Lui non voleva farlo, eppure la sua mano si mosse e bussò alla porta della professoressa.


Avanti”


Harry entrò: “Ehm, ciao...”


Un caldo sorriso lo accolse all'interno della stanza: “Ciao, Harry. Ti stavo aspettando.”


Harry si stupì di quelle parole. Chiuse la porta alle sue spalle e si sedette sulla sedia che lei gli indicò.


Mi stavi aspettando...?”


Sì. Io avere sentito cose strane su di te, oggi, e avere bisogno di ascoltare tua versione.”


Io non ho nulla da dire”, rispose subito lui, sulla difensiva.


Non credere di potere ingannare me, Harry. Forse tu puoi fare con altri, ma non con me”, e lo scrutò a fondo, tanto da fargli abbassare lo sguardo.


Oggi tre ragazzi sono finiti in infermeria... e danno la colpa a te.”


La mia bacchetta è a vostra disposizione. Nessun incantesimo di cui loro sono vittime è stato lanciato dalla mia bacchetta”, si difese Harry.


Oh, ma io e te sappiamo bene che non solo da bacchetta possono uscire incantesimi...”


Harry si alzò, pronto ad uscire: “Scusami, ma non sono in vena di sollevare piume, stasera!”


Non usare quel tono con me! Io sono sempre tua insegnante!”


Harry si bloccò, mettendosi a ridere di gusto: “Come, come? Ah, adesso ti sta bene essere la mia insegnante?” Le andò molto vicino: “Ma se non hai fatto altro che ripetermi che non ti sentivi una professoressa, e che tu eri una ragazza come tutte le altre? ... Quasi mi hai implorato di chiamarti per nome!”


Io l'ho fatto perchè riconoscere in te qualcosa di speciale... Qualcosa che anch'io ho sempre avuto!”


E cosa sarebbe?! L'unica cosa che ci accomuna è la solitudine! Non molto, direi!”


Non è vero, Harry! Tu sei molto più simile a me di quanto immagini!”, gli disse con trasporto, afferrandolo per un braccio.


Ascolta, solo perchè ho avuto la fortuna di spostare...”


Non è stata fortuna, quella!”, lo interruppe Isabel a voce alta. “Tu hai grandi potenzialità!”


Oh, basta! Ancora con questa storia!”


Lei gli si mise di fronte e disse in un soffio: “Ok, allora adesso io dimostrare te...”


Harry arretrò impercettibilmente, perdendosi nei suoi occhi, del colore cobalto del mare.


La voce di Isabel entrò all'improvviso nella sua testa.


'Baciami...

Baciami...'


Harry lo poté sentire, distintamente. Chiaro come se lei avesse parlato, come se fosse uscito direttamente dalle sue labbra.


Peccato, però, che... lei non aveva aperto bocca!


Dio!”, si lasciò scappare Harry, incredulo.


'Avanti, Harry, baciami! So che essere quello che vuoi... L'hai voluto fin dal primo momento...'


I- Isabel...”, mormorò.


Cosa c'è, Harry? Dimmi, cosa hai sentito?”


Io... io. No, devo essermi sbagliato!”


Non hai che un modo, per capirlo...” sussurrò la ragazza, più dolce che mai.


Harry si leccò le labbra e la guardò, desiderando ardentemente di seguire quello che la sua testa gli aveva detto.


Oh, ma cosa stava succedendo? Poteva davvero sentire i pensieri di Isabel?


'Hai paura, Harry?'


Di nuovo. Lei non si era mossa, non aveva proferito parola, eppure Harry aveva sentito perfettamente la sua voce.


E' uno scherzo?!”, chiese con rabbia, scostandosi da lei.


Di cosa stai parlando? Io non avere fatto nulla”, rispose lei, con la calma più assoluta.


Harry prese a camminare per la stanza, provando a smettere di fissarla.


'Tu hai potere, Harry... che tu lo voglia o no...'


Eccolo! Era successo di nuovo! Si voltò fulmineo verso la ragazza e la vide sorridere. La raggiunse e l'afferrò per le braccia, scuotendola con forza: “Cosa mi stai facendo?!”


'Io non sto facendo nulla, Harry. Questo dimostrare solo che tu essere in grado di leggere mia mente... senza usare incantesimo Legilimens...'


Harry lasciò ricadere le braccia lungo il corpo, esausto e sconcertato da quello che aveva appena provato. Si passò le mani tra i capelli, spaventato e affascinato nello stesso tempo.


Vuoi... vuoi dire che... sono riuscito a leggere il tuo pensiero?!”


Harry...” sussurrò Isabel, vicinissima a lui. “Non devi avere paura. Tu essere molto fortunato ad avere predisposizione per qvuesto grande potere.” Con la delicatezza di un soffio, gli accarezzò piano una mano. “Ma devi usare anche tanta attenzione, perchè potere della mente essere pericoloso, se usato male.”


Harry le fissò la bocca, attratto dalle sue labbra che questa volta si erano mosse ed avevano parlato.


Dimmi la verità, Harry. Con me puoi essere sincero. Hai usato mente per fare incantesimi a Draco e suoi amici?”


Harry abbassò la testa, sentendosi improvvisamente in colpa.


Io... non volevo. Non me ne sono nemmeno reso conto... Non credevo che accadesse davvero, quando ho pensato alla gamba di Malfoy! E poi... con Tiger e Goyle... era come se... non fossi io ad usare quell'incantesimo!”


Per questo io avvisare te, Harry. Problema del pensiero, è che lui corre veloce, molto più in fretta di mano con bacchetta. Bisogna imparare a domare, soprattutto a dominare pensiero, perchè...”, lasciò la frase in sospeso.


...Perchè...?” chiese Harry, parlando pianissimo.


Oh, Harry...” la mano della ragazza strinse il suo braccio ancora più forte. “Perchè chi riceve qvuesto dono, avere predisposizione per Magia Oscura! La rabbia, la gelosia... loro essere sentimenti che alimentano Magia Oscura come vento alimenta fuoco! E' giusto che tu sappia qvuesto...”


Harry, a quelle parole, indietreggiò intimorito: “Magia... Oscura...?”


Sì, Harry. Voldemort ha iniziato così... proprio come te.”


Quel paragone ghiacciò il sangue nelle vene del ragazzo, che sentì la mano di Isabel ustionargli la pelle come se fosse stato un tizzone ardente.


C-cosa...? Io non... non sono come lui!”


Non ho detto questo. Ma tu devi stare molto attento, perchè Magia Oscura riesce a plasmare anche menti più forti e solide.”


Sei... sei tu, che continui a spingermi ad imparare!”


No, ti sbagli, Harry. Tuo potere essere dentro di te, ed io avere solo fatto conoscere lui meglio.”


Allora non mi interessa! Non voglio avere nulla che mi accomuni a Voldemort! Forse tu non lo sai, ma ha ucciso i miei genitori! Come puoi pensare che io voglia qualcosa che mi faccia anche solo lontanamente assomigliare a lui?!”


Io avere già detto a te una volta: tu non puoi scegliere questa cosa. Appartiene a te, non puoi fare altro che assecondarla.”


Sbagli! Io non la asseconderò mai!”


E allora perchè hai usato mente con Draco?”


NON SONO STATO IO!” dichiarò Harry, pieno di frustrazione. “Non ho usato la magia! ... Non ero io...”


Tu guardare me negli occhi, e dire la verità!”


Te la sto dicendo!”


Non è vero!”


Sì che è vero! E' successo da solo!”


Dimmi, Harry, anche la Maledizione Imperius è venuta fuori da sola?!”


Harry si sentì percorrere da una scarica di adrenalina. La fissò negli occhi e, esasperato, confessò: “NO! L'ho voluto, dannazione!”, gridò con i pugni stretti, provando un terribile nodo alla gola.


Isabel lo guardò con infinita dolcezza e, inaspettatamente, gli fece una carezza: “Oh, quanto sarà difficile, per te... Tua lotta interiore essere così grande!”


Harry si sentiva soffocare: quelle rivelazioni lo avevano turbato profondamente. Provò l'improvviso bisogno di uscire.


E' meglio che io vada, ora...”, disse, incapace di restare ancora nella stanza di quella ragazza, che lo sconvolgeva ogni volta di più. Lei annuì e lo seguì fino alla porta.


Sì, certo, io capire. Ma ti prego di ricordare che io sono qui, sempre, per qualsiasi cosa tu...”


Dimmi solo...”, la interruppe Harry, non avendo però il coraggio di continuare la frase.


Cosa?”


No, niente.” Harry aprì la porta.


Cosa, Harry?”


Harry si fissò le mani. Si vergognava troppo. “Buonanotte, Isabel.”


Vuoi sapere perchè ti ho chiesto di baciarmi?”, domandò lei, candidamente.


Harry sgranò gli occhi ed arrossì, incapace di reggere il suo sguardo.


Era solo... una provocazione, Harry. Un modo per attirare tua attenzione”, disse lei con occhi però pieni di malizia.


Un'ombra di delusione passò sul volto di Harry: “Certo. Allora... buonanotte.”


Si scambiarono uno sguardo indecifrabile.


Buonanotte, Harry.”


Quando la porta si richiuse, Harry rimase immobile per un lungo momento.


Magia Oscura...

Dannazione, quello che aveva fatto era simile a ciò che anche Voldemort faceva!


Anche lui, allora, si era sentito così solo, così infelice, così pieno di rancore?

La persona che più odiava al mondo, era davvero così simile a lui?


Solo la vergogna e l'orgoglio gli impedirono di mettersi a piangere disperatamente.


E Isabel? Quali misteri racchiudeva la sua figura? Come faceva a sapere tutte quelle cose? Come poteva conoscere così bene quelle sensazioni? Anche lei le aveva provate? E perchè lo tentava in modo così forte? L'attrazione che provava per lei era intensa e contrastante. Si sentiva confuso da lei e dal suo magnetismo.


Ancora non sapeva come, ma era riuscito a leggere nella sua mente... O, almeno, lei glielo aveva permesso. Ma ciò che era riuscito a leggere, a quanto pareva, non corrispondeva alla realtà. Amareggiato e a testa bassa, si allontanò con le mani affondate nelle tasche.


Forse era per disperazione, o forse perchè si illudeva che in quel modo avrebbe dimenticato Hermione più in fretta... ma baciare Isabel, quella sera, era l'unica cosa che desiderasse fare.


* * *

Eccomi a Voi!!!

Allora...? Che ve ne pare? Ahi ahi ahi ! Quanta sofferenza per i nostri eroi! :-)) Ma il bello arriverà, prometto!

Goldbuble: Se ti è sembrato triste lo scorso capitolo, mi sa che con questo rischio il linciaggio!!!!!! No, ti prego.... abbi pietà di me! Ti assicuro che ci sarà del tenero, tra H/Hr.... non disperare! Grazie infinite della rec e un bacio!!

Ramiza: CIAOOOO !! che bello!! Una nuova amica! Sono davvero felice del tuo commento e che la mia storia ti abbia preso al punto di leggerla 'tuta d'un fiato' !!! Ne sono orgogliosa! Grazie davvero... a presto, allora!

Sabri89: Come sempre, mi inchino alle tue lunghe e particolareggiate recensioni.... GRAZIE!!! Sei fantastica! Come vedi, in questo cap, sembra che Hermione abbia fatto la sua scelta....................... Ma sarà davvero così ??????????? Hi hi hi.... Chi può dirlo? Aspetta.... seguimi..... e tra poco lo scoprirai! Grazie mille, bambolina, alla prossima! ... spero!!! Baci

Jerada: Carissimo (giusto? Mi pare di capire che sei un *maschietto *).... grazie, grazie della recensione, stra-gradita! :-) che dire.... come vedi, qui le cose si incasinano e i misteri si infittiscono (almeno spero!)... Ma non preoccuparti, il nobile sentimento dell'amore non può non emergere! E' questione di poco... ormai! Un bacio grande e ancora grazie!!

Marco: Ecco il mio affezionatissimo Marco.... Abbiamo chiacchierato a lungo, e già sai quanto ti stimo, apprezzo.... e quanto mi rendano felice le tue recensioni e il tuo appoggio. Un grazie speciale a te! ... Ovviamente muoio di curiosità per sapere cosa pensi del capitolo...... !! Bacio!

Sallulla: Ciao dolcezza!! Mi spiace, anche questa volta ti ho fatto aspettare un pochino.... Ma spero di essermi fatta perdonare (Oddio, visto il capitolo mi sa che mi stai mandando degli accidenti grossi come una casa!!).... Harry e Hermione sembrano proprio intenzionati a chiudere la loro amicizia..... o no?... Fammi sapere che ne pensi, ok? Grazie mille e un bacio grandissimo!

Granger90: ^____^ .... mi hai fatto sorridere col tuo commento :-))) Dopo questo cap mi sa che rischio davvero un agguato sotto casa! Ma non temere, presto tutto andrà a posto!! Grazie del tuo affetto e dei tuoi complimenti, che mi fanno davvero piacere! Un bacione a presto.

Stizy: Ciao mia adorata N° 1 !!! Ciccina mia dolce, piaciuto il cap? Un po' di tempesta.... ma dopo arriverà il sereno?? :-) Grazie del tuo enorme affetto, sappi che è ricambiato alla GRANDE!!! Ti abbraccio forte! A presto

Jojipv: Ehilà, bellezza! Ebbene sì.... più ci si impunta per cercare di dimenticare qualcuno, e più si ottiene l'effetto contrario.... Ne so qualcosa.... Altrimenti come farei a descrivere tanto bene certe situazioni???? :-))) Ti aspetto con un commento, mi raccomando! Baci baci!

Argentlam: Grande! Mi fa sempre molto piacere trovarti.... Grazie per esserci e spero tanto che anche questo cap ti sia piaciuto... Ti aspetto sempre! Un bacio di cuore!

Maggie92: MA CIAOOOO!!!! Sono troppo felice di leggere il tuo commento! Grazie infinite, davvero! Spero tanto che il tutto continui a piacerti.... I batticuori sono assicurati, con me.... ;-)) A presto e un bacione grande!

Morgana85: WOW WOW WOW.... Me molto felice!! Arrossisco sempre davanti a tanta dolcezza! Grazie infinite, Morgana, ti assicuro che il regalo lo hai fatto tu a me, lasciandomi il tuo commento! Grazie, spero di trovarti ancora! Un bacione a prestissimo!

8x4: Ciao MITICA!!! Mannaggia, spero di non averti deluso con questo cap che è un po' burrascoso.... Ma è solo la premessa al grande amore, tranquilla! Grazie infinite e un bacio anche a te! p.s. Troppo forte la spiegazione del tuo nome d'arte.... Fantastico! Sei un leoncino??? Anch'io! ;-) segno di fuoco, eh? Ciao!

Mione86: ciao stellina.... come vedi la faccenda è ancora un po' lunga.... Ma io adoro quando loro si 'scontrano'.... è solo un modo diverso per esprimere il loro infinito amore, credimi! Bacioni e grazie infinite!!!!

Sparkling Angel: Ed ecco la super Mitica per eccellenza........... Ti adoro. L-E-T-T-E-R-A-L-M-E-N-T-E ! Grazie di cuore, leggere le tue recensioni è sempre un vero piacere.... un attimo di godimento puro! Sei dolce, simpatica, attenta, riflessiva, acuta e mi fai scompisciare dalle risate! Per cui ti becchi un super bacio da Magia, tutto per te! Davvero, sei troppo forte e mi onora il fatto che tu stia seguendo la mia fic con tanta passione e con tanta costanza! Grazie del tuo affetto e della tua presenza....

Sei grande! Un bacio a presto!!




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Capitolo 13
*** 13 "Emozioni di Natale" ***


Al di là della ragione

Ciao a tutti!!!

... Sono a dir poco onorata da tanto affetto dimostrato nei miei confronti... e non posso che ringraziare ognuno di voi!

Quindi, Vi dedico questo capitolo, sperando che vi piaccia taaaaaaaanto :-))

Per chi ha recensito, un bacio specialissimo e un saluto a fine capitolo....

Buona lettura, amici!




- 13 -

Emozioni di Natale”


Hermione si sentiva come una bomba ad orologeria, pronta ad esplodere. Avrebbe voluto gridare, piangere... avrebbe voluto poter prendere Harry... e riempirlo di pugni!


Soffriva tremendamente per il violento litigio che aveva avuto con lui. L'odio che Harry le aveva mostrato erano qualcosa di assurdo, insensato.

Le parole che le aveva detto quella sera l'avevano offesa profondamente, ferita nell'anima, come se una lama rovente gliele avesse incise in modo indelebile nel cuore.


Oh, e quello sguardo! Così duro, glaciale... e crudele! Non era possibile, che quello fosse Harry! Lo stesso Harry che solo la sera prima...

Mai, mai e per nulla al mondo, il suo Harry avrebbe deliberatamente usato quel tono con lei! Era sempre più convinta che qualcosa di terribilmente grave e pericoloso stesse succedendo.


Certo, a dispetto del suo stesso orgoglio, doveva ammettere che la mattina dopo il ballo non era certo stata tenera, con lui! Aveva usato una freddezza che nulla aveva a che fare con quello che aveva realmente provato durante la festa...

Ma se non avesse agito così, avrebbe rischiato di entrare in un vortice senza fine e senza via d'uscita!


Lei era la ragazza di Ron, aveva fatto la sua scelta! Harry non poteva entrare nel suo cuore in modo così inaspettato e travolgente!


Non poteva e basta! Era stata costretta ad usare quel freddo distacco, con lui...


Si avvicinò alla finestra e rimase a fissare il cielo grigio, incrociando le braccia sul petto.


Un improvviso groppo alla gola la obbligò a confrontarsi con la propria immagine riflessa nel vetro.


Dì la verità, Hermione...

Sii onesta con te stessa!

Perchè, nonostante tutto il tuo impegno, di notte non riesci a chiudere occhio neppure per un minuto, senza che il viso di Harry oscuri i tuoi pensieri senza pietà?!


Si portò una mano sul cuore, cercando di calmare i battiti disperati.


Sarebbe davvero bastato restargli lontano, per dimenticarlo?

Sarebbe stato sufficiente questo, per toglierselo dalla testa?

Oh, non ne era affatto sicura!


E poi... Lasciarlo solo in quel momento si stava dimostrando estremamente pericoloso. Era sempre più convinta che la Professoressa Keen fosse in qualche modo coinvolta, e la cosa non la tranquillizzava affatto.


* * *


Dalla violenta discussione avuta con Hermione, Harry innalzò un muro impenetrabile intorno a sé. Evitò qualsiasi forma di chiarimento o spiegazione, e si rinchiuse in un mondo tutto suo, fatto di fantasie e sogni irrealizzabili, di isolamento e oppressione.


Era arrabbiato col mondo intero, lo vedeva come una macchina ingiusta e ostile. Rancore e gelosia erano quasi gli unici sentimenti che lo accompagnavano, misti ad una frustrazione senza fine.


Harry cercava Hermione con lo sguardo, continuamente. Poteva restare ore a fissarla mentre studiava, o quando si passava con inconsapevole sensualità la piuma sulle labbra, con una lentezza che lo faceva assurdamente eccitare. Oppure, se la camicetta le si apriva leggermente, il suo collo riusciva ad allungarsi in modo del tutto innaturale, pur di riuscire a scorgere un centimetro in più della sua candida pelle.... Ma se il caso voleva che rimanessero soli nella stessa stanza, allora lui faceva di tutto per evitarlo.


Hermione, inconsapevole di quel fuoco ardente, al contrario non sopportava più quella che per lei era gelida cortesia, e si sentiva morire ogni volta che Harry le passava a fianco e inavvertitamente la sfiorava, dandole l'impressione di ignorarla completamente.


La loro era una lotta senza senso, un farsi male reciproco e gratuito.

Si ostinavano a condurre una guerra fatta di sguardi e parole non dette, di passione segreta e repressa, ma era una guerra che in realtà celava un amore incontenibile.


L'orgoglio, però, era più resistente di quanto entrambi pensassero immaginare, e li stava facendo impazzire di reciproco, inconfessabile desiderio.


Nonostante questa lenta tortura, il tempo sembrò passare in un baleno e presto arrivò anche Natale.


Harry, convinto delle proprie ragioni e, a meno che non ne fosse costretto, cercava di ridurre al minimo le occasioni per restare solo con Hermione e Ron, pur essendo consapevole di aver raggiunto uno stato di isolamento mai provato prima!

Continuava ad osservare Hermione di nascosto, senza farsi vedere, detestandola e desiderandola allo stesso tempo, diviso da sentimenti contrapposti che lentamente lo stavano logorando.


Lei, non meno combattuta, percepiva perfettamente quello sguardo duro e penetrante, perchè la faceva tremare, e perchè sembrava rimproverarla in continuazione. Stava malissimo per il freddo distacco col quale a malapena le rivolgeva la parola, e ogni volta che si trovava a meno di trenta centimetri da lui, le sembrava di sentire il proprio cuore uscirle dal petto.


Dopo l'episodio di Draco, Silente aveva chiamato il ragazzo nel suo ufficio, chiedendogli ancora una volta quale fosse il problema, ma Harry non era riuscito a cacciare fuori nemmeno una parola. Silente aveva provato in ogni modo a farlo aprire, ma Harry si era dimostrato un osso decisamente duro, e nonostante l'affetto che provava per l'anziano professore, il suo inconscio sembrava prevalere sul suo cuore.


La neve, col suo candore e con la sua ovattata sensazione di morbidezza, aveva ormai ricoperto tutta Hogwarts e i terreni circostanti. Moltissimi studenti si stavano preparando a lasciare la scuola per raggiungere le proprie famiglie, e passere con loro le feste di Natale.


Harry, proprio non riesco a capire perchè tu non voglia venire alla Tana con me e Hermione...!” gli disse Ron durante la colazione, la mattina della partenza.


Te l'ho già detto, Ron. Qui ho da fare un sacco di cose! Con Piton che mi mette in punizione ogni due giorni, sono rimasto indietro con diverse materie, ed è meglio se ne approfitto per recuperare un po'. E poi...”


Cosa?”


Sì, insomma... è giusto che tu e Hermione restiate da soli, no?!” disse con aria duramente sarcastica.


Oh, non dire sciocchezze!”, esclamò il rosso. Attese un attimo e con un'alzata di spalle, continuò: “Con Hermione poi, ultimamente non faccio che litigare! ... Non la capisco! Voglio dire, sembra così fredda! Ad esempio, io... vorrei... andare oltre, il bacio!”


Harry si voltò a guardarlo con occhi assassini: “...Ah sì...?”


Beh, mi sembra normale, no? Invece, lei... Riesce a trovare sempre qualche scusa!”


Harry cercò di mascherare il suo nervosismo mandando giù una lunga sorsata di succo d'arancia, poi attese con rabbia che Ron continuasse.


Ho parlato con un sacco di ragazzi e... Beh, mi hai capito, no? Insomma, quasi tutti l'hanno già fatto, ecco! Voglio dire, abbiamo sedici anni! Invece, io, ancora non sono nemmeno riuscito a toccarle in modo decente... il seno!”


Harry faticò a mandar giù il boccone che stava masticando con furia eccessiva, sentendolo poi ricadere nello stomaco come se fosse stato un macigno pesante.


...Ah sì... !?!”, ripeté a denti stretti.


Già! Ma non credo che tu sia messo meglio di me, al riguardo! O sbaglio?”, sghignazzò Ron con prudenza.


Beh, in fatto di ragazze mi batti alla grande, se è per questo...”


Ron si gongolò per qualche secondo, pensando che almeno in una cosa, era riuscito a superare l'amico. Dopo un po' tornò serio, e proseguì: “E poi... ultimamente non fa che sgridarmi! Nemmeno mia madre mi rimprovera quanto fa lei!”


Anche se gli costò uno sforzo enorme, Harry tentò di consolarlo: “Sono sicuro che lo fa perchè ti vuole bene...”


Uhmpf... Sarà...”, bofonchiò cacciandosi in bocca un'intera fetta di pane, ricoperta di burro e marmellata.


Harry percepì il profumo di Hermione prima ancora di sentirne la voce, alle sue spalle.


Ciao!” li salutò la ragazza.


Harry si voltò, incrociando lo sguardo con lei per una frazione di secondo. Il cuore prese a battergli più forte nel petto: “Ciao, Hermione.”


Ron, ti manca ancora molto? Le valigie sono già pronte nell'atrio principale, e Fred e George ti stanno aspettando da più di cinque minuti...”


Sì, ora arrivo... Harry, sei sicuro di non volerci ripensare? Quando mamma non ti vedrà arrivare, andrà su tutte le furie!”


Ehm, saluta tantissimo i tuoi genitori da parte mia... E scusami con loro. Ci vediamo al vostro rientro.”


Si alzarono entrambi e si strinsero affettuosamente in un abbraccio fraterno.


Hermione fece un passo verso di lui e Harry abbassò lo sguardo fino ad incontrare i suoi occhi nocciola.


Buon Natale, Harry...”, gli disse con una dolcezza che lo fece crollare.


Grazie. Buon Natale anche a te, Hermione...”


Vincendo una lotta interiore, si chinò freddamente su di lei e le sfiorò una guancia con la propria. Quando fece per sollevarsi, d'impulso Hermione appoggiò le mani sulle sue spalle e lo trattenne per qualche secondo, baciandolo con le labbra sull'altra guancia.


Entrambi sentirono il proprio cuore esplodere in mille pezzi.


Perchè stai tremando, Hermione?


A Harry non sfuggirono i suoi occhi umidi, e una sensazione d'impotenza si impossessò di lui.

Un ultimo saluto con le mani e i due sparirono dalla sua vista.


La fame si era dissolta nel nulla. Basta, svanita la voglia di fare colazione!


Con i pugni stretti, Harry abbatté il resto della colazione che giaceva sul tavolo, rovesciando piatti e bicchieri e facendo un gran fracasso. Trattenendo un grido di rabbia iniziò a salire le scale che portavano ai piani superiori. Per uno strano scherzo del destino, una scala decise di cambiare proprio in quel momento, ruotando di 90° e posizionandolo esattamente di fronte ad una finestra, che si affacciava sul giardino. Harry vide i Weasley che caricavano la loro macchina volante con i bagagli, ed ammirò un'ultima volta l'esile figura di Hermione, bellissima nel suo cappottino blu, ornato sulle maniche e sul collo da una morbida pelliccia bianca.


Lei, come richiamata, alzò lo sguardo sulla finestra e lo vide. Rimasero a fissarsi a lungo, quasi sfidandosi a chi abbassava gli occhi per ultimo. Alla fine, col capo chino, Harry si costrinse ad allontanarsi dalla finestra, perdendo miseramente quella battaglia. Gli faceva troppo male vederla andar via, e con il cuore che sanguinava di dolore, tornò nella torre dei Grifondoro.


Nel pomeriggio, scese in giardino per fare una passeggiata solitaria, ma incontrò Isabel, che lo accolse con un dolce sorriso.


Ciao Harry! Credevo di essere la sola ad essere rimasta qui...”


No, siamo rimasti in due...”


Beh, tua compagnia essere sempre molto piacevole, per me.”


Da quando Isabel aveva raccontato meglio a Harry cosa implicava l'uso di quel suo 'potere', tra loro il legame si era fortificato ancora di più, e il tempo che passavano insieme per affinare le sue tecniche, era sempre maggiore.


Tu, invece? Non torni a casa per queste feste?”, le chiese Harry, sfiorandole un fianco, mentre camminavano vicini.


Oh, no... Casa mia essere troppo distante, e poi...”


Poi...?”, chiese Harry con dolcezza.


Ohm, io non essere molto... in buoni rapporti con mia famiglia”, confessò Isabel, abbassando lo sguardo.


Harry si stupì di quella rivelazione: “Davvero? Mi spiace...”


Camminarono fianco a fianco, in silenzio, poi Harry disse: “Sarà che io una famiglia non ce l'ho più, e mi manca da morire! Non puoi proprio fare nulla, per recuperare il rapporto?”


Io... non credo, no...”


Mi dispiace”, ripeté.


Io spero di avere presto una famiglia mia. Tutta mia...” e sollevò i suoi occhioni blu sul moro.


Ehm, vedrai che sarà così”, disse Harry, cercando di non arrossire sotto lo sguardo intenso di lei.


Anche tu, lo vuoi, Harry?”, gli chiese, fermandosi.


Sì, certo...”, rispose imitandola. “Ognuno di noi, lo desidera.”


Io sicura che tu... avrai tante ragazze... innamorate di te...”


Adesso, riuscire a non arrossire, era praticamente impossibile!


Oh, beh... No. Insomma... non credo proprio! Io...”


Isabel fece una risata argentina: “Tu essere così buffo, quando ti imbarazzi!”


Harry si scompigliò i capelli, rendendosi inconsciamente ancora più attraente. “Ah, grazie!”


Io notare spesso che le ragazzine sospirano, quando tu passi!”


Harry si cacciò le mani in tasca e riprese a camminare: “Già! Probabilmente ragazzine del primo anno. Sai che conquiste! Il mio rivale, in questo caso è Malfoy! Il che, è tutto dire!”


Non fare il modesto! Io mi riferisco a ben altre ragazze. Soprattutto... una, molto vicina.... a te.”


Harry sentì il proprio cuore sbattere violentemente contro il costato.


Credo tu sia parecchio distante dalla realtà... Chiunque sia la persona a cui ti riferisci...!”


Io sapere solo che...”


Potter!” La voce di Piton tuonò alle loro spalle.


Isabel si voltò insieme a Harry, e rivolse un freddo sorriso al suo collega.


Buonasera, Severus.”


Il Professore squadrò la ragazza dall'alto al basso, non nascondendo il proprio disappunto nel vederla insieme alla persona che più detestava nella scuola.


Buonasera a te, Isabel. Non sei costretta a dare retta a quello che ti dice questo ragazzino”, le disse freddamente.


Oh, Harry aiutare molto me con vostra lingua. Grazie a lui, ho imparato a correggere molti errori.”


Beh, mi dispiace interrompere questa interessante e preziosissima lezione, ma Potter tra cinque minuti deve essere da me per scontare l'ultima punizione che ha in sospeso. E' già alquanto sgradevole doverlo vedere tutto l'anno... in più devo sprecare il mio tempo anche durante le vacanze!” disse a denti stretti, tutt'altro che con gentilezza.


Non c'è problema. Io sicura che troveremo altre occasioni, vero, Harry?”


Ehm, certo p-r-o...fessoressa Keen”


Piton si scostò per far passare Harry, come se il ragazzo fosse stato un orribile e disgustoso animale, poi, rivolto ad Isabel, fece un lieve cenno del capo in segno di saluto.


'Che fantastico inizio di vacanza!', pensò amaramente Harry, mentre seguiva a testa bassa il Professor Piton.


* * *


La mattina seguente, le lunghe tavolate nella Sala Grande erano praticamente vuote, fatta eccezione per pochi, sporadici studenti che non erano tornati a casa per le vacanze.


Ciao, Harry!”, lo salutò allegramente Luna, sedendosi di fronte a lui. “Immagino che sia libero, qui!”, disse sghignazzando da sola alla propria battuta.


Ciao, Luna!” la salutò Harry, felice di vedere un viso amico. “Non sbagli, è libero... Accomodati pure...”


La ragazza allungò la mano e, senza porsi il minimo problema, prese il piatto di Harry colmo di latte e cereali, ed iniziò tranquillamente a mangiare, come se fosse stato suo.


Ti credevo alla Tana, con Ron e Hermione...”, disse con la bocca piena, mentre masticava di gusto.


Harry fissò lo spazio rimasto vuoto sul tavolo, dopo che Luna gli aveva sottratto il piatto. Con fare rassegnato prese una fetta di pane tostato. “Oh, no. Non questo Natale. Non mi andava...”


Peccato! Secondo me ci si diverte un sacco, a casa dei Weasley...”, disse con aria un po' sognante.


Harry ripensò a tutte le cose divertenti che in effetti capitavano in quella famiglia, all'aria sempre allegra che regnava, al buon cibo che non mancava mai, all'affetto di tutte quelle persone...


Sì, ma non fa per me. Non più...”


Luna, dopo aver ingollato tutto d'un fiato l'intero bicchiere di succo di mele di Harry, posò rumorosamente la tazza e scrutò con attenzione il moro. Lentamente si prese una ciocca di capelli ed iniziò ad arrotolarla col dito indice, stringendo gli occhi in due sottili fessure per osservarlo meglio.


Harry sbattè le ciglia e, istintivamente, si ritrasse all'indietro.


Che c'è...?”


Uhmm, Harry... La situazione è ben più grave di quanto pensassi!”


Harry, sentendosi studiato come se fosse stato sotto una lente d'ingrandimento, abbassò gli occhi, grattando con l'unghia un punto imprecisato nel tavolo di legno.


Memore del discorso che la ragazza aveva fatto sul treno all'inizio dell'anno, le disse: “Guarda che io non sono affetto da nessuna malattia!”


Luna piegò leggermente il capo di lato, alzò le spalle e riprese a mangiare una fetta di torta ricoperta di panna montata. Terminando il dolce a tempo di record, e con della panna finitale sul naso, dichiarò: “Oh no, Harry. Non è una malattia vera e propria, la tua, ma... lasciatelo dire: metti addosso i brividi, ultimamente...”


Harry la guardò stupito: “Davvero? ...Magnifico!”


Uhm, già, proprio così! Sai... dopo quello che hai fatto a quei due Serpeverde, gli studenti di Hogwarts credono sia meglio stare alla larga, da te!”


Io non ho fatto nien...” iniziò, ma fu subito interrotto.


Oh, Harry! Non pensare di darmela a bere! Certo, quelle specie di scimmioni vestiti da maghi Serpeverde non stanno simpatici nemmeno a me, ma quello che è successo è molto grave. Tu hai fatto loro del male... Hai usato degli incantesimi che sono proibiti... La gente ha paura, di te, Harry....”


Harry sentì un improvviso gusto amaro in bocca. Era vero: da qualche tempo la gente lo evitava. Quando lui passava, gli altri quasi si scansavano, o si allontanavano senza motivo. In biblioteca, quando andava a studiare, misteriosamente tutti quelli seduti al suo tavolo, con una scusa o con l'altra, si alzavano e se ne andavano via.


Abbassò la testa, provando un senso di nausea.


Oh... se ti fa piacere, però... le ragazze impazziscono per te! Letteralmente! Nei bagni si sente di tutto! Alcune dichiarano di aver passato con te parecchie sere.... e sono pronte a giurare che le tue 'prestazioni'.... uhmm, sì, mi sembra proprio che abbiano usato quella parola... siano alquanto 'm-e-m-o-r-a-b-i-l-i' !!”


Harry, deglutendo a fatica, per poco non soffocò.


Pare che tu sia stato con almeno 18 ragazze... E... oh, beh, sembrano tutte molto soddisfatte!”


MA – NON – E' - VERO !!” esclamò Harry, oltraggiato.


Lei lo guardò meravigliata: “Oh... eppure i loro racconti sono così particolareggiati... Tra te e Draco non so chi sia il più ambito! Dicono che hai un'aria così misteriosa... e che tu sia così... d-o-t-a-t-o... può essere?”


Harry era paonazzo, e non sapeva se era più per la rabbia o per la vergogna: “Ti assicuro... che sono solo un mucchio di fesserie! Io non sono stato con nessuna!”


Che strano... anche Hermione va su tutte le furie quando sente le altre ragazze fare questi commenti... e se ne va sempre via indignata...”


Fantastico! Ci mancava solo 'Hermione-la-casta-illibata-morigerata-moralista-bacchettona-controllata'... convinta che lui se la spassasse con altre ragazze!


Harry abbassò le spalle, sconsolato ed avvilito.


Dai, non fare così... Sono convinta che sia tutta colpa dell'Alga Sprizzulina... Alcune zone del Castello ne sono infestate! Deve trattarsi per forza di quello!”


Harry riuscì a sorridere: “L'Alga... che cosa? Oh, Luna! Sei davvero unica!”


Un Gufo piccolo e piuttosto agitato entrò da una finestra aperta, svolazzando freneticamente e puntando con decisione in direzione di Harry. Il moro riconobbe Leo, il Gufo di famiglia Weasley. Tra le piccole zampette, Harry intravide qualcosa di rosso e dall'aria per niente rassicurante: era una Strillalettera.


Leo lasciò cadere la Strillalettera proprio davanti al suo naso, costringendolo a spostare in tempo la caraffa del caffè, per evitare che la lettera ci finisse inzuppata dentro.

Fino all'ultimo sperò che il destinatario non fosse lui, rifiutandosi di prenderla in mano, ma la lettera, animata di vita propria, ebbe un sussulto e si aprì, trasformandosi in una bocca parlante, dalla quale uscì la voce tuonante di Molly Weasley:


HARRY JAMES POTTER!!

Con estremo dispiacere ho appreso che quest'anno pensavi di non trascorrere da noi il Natale...

Beh, non sia MAI detto che TU passi il Natale da SOLO!!

Se hai bisogno di ripassare qualche materia, non c'è problema!

Hermione si offrirà volentieri per darti una mano!

E NON PENSARE NEANCHE LONTANAMENTE DI AVERE POSSIBILITA' DI SCELTA!

Domattina, a quest'ora, Arthur verrà a prenderti con la sua auto volante, e TU dovrai farti trovare pronto!”


La lettera sembrò schiarirsi leggermente la voce e poi, con più dolcezza, si rivolse a Luna:


Oh, Luna... Ciao, cara!

Ovviamente l'invito è esteso anche a te, visto che ho saputo che tuo padre è all'estero per un lungo servizio giornalistico...

Nemmeno tu resterai sola, tesoro, non temere! E poi... Ron, ha insistito tanto!

Allora vi aspetto domani per pranzo...

Pasticcio di lasagne, arrosto al latte e patate al forno... con doppia razione di torta al cioccolato!

Non potete dire di no!

A domani!”


La voce gracchiante e perentoria farfugliò dei saluti... finchè la lettera, per autocombustione, svanì nel nulla lasciando solo delle tenui tracce di fumo.


Visto che la Sala era quasi completamente vuota, la voce 'soave' di Molly, aveva rimbombato come se fosse stata amplificata a mille. Probabilmente si era sentito fin fuori le mura di Hogwarts.


Sulle labbra di Luna si dipinse un sorriso smagliante: “...Ha proprio detto: 'Ron ha insistito tanto...?' ”, chiese Luna.


Così pare”, rispose Harry, pensieroso.


Ohhh... Io adoro il pasticcio di lasagne!”


Io non vengo!”, disse Harry, risoluto.


Non puoi dire di no, Harry James Potter. Hai sentito, no? Credo che la Signora Molly sarebbe capace di presentarsi qui in persona... e prenderti pubblicamente a sculacciate, se ti rifiutassi di andare da loro!”


L'immagine non divertì Harry neanche un po'.


Beh, io vado a preparare le valigie! La giornata non poteva iniziare meglio di così!!”, disse Luna raggiante, e saltellando si allontanò dal tavolo.


Già... proprio non poteva!” , si lamentò Harry a denti stretti.


Il giorno seguente, puntualissimo, Arthur Weasley arrivò alla scuola con la sua auto volante, pieno di sorrisi e distribuendo gran pacche sulle spalle.


Harry, Harry.... Molly non ti avrebbe mai perdonato se non fossi venuto! Vedrai che un po' di riposo gioverà anche a te.”


Certo... non ne dubito...” e quelle furono le uniche parole che Harry pronunciò per tutto il viaggio, a differenza di Luna, che parlò a sufficienza per tutti e tre.


Quando arrivarono alla Tana, l'entusiasmo di tutta la famiglia riuscì quasi a contagiarlo. Le mani a tenaglia di Molly rischiarono di spezzargli due costole, tanto fu energico il suo saluto; i tre fratelli Weasley gli riempirono le braccia di regali e di dolci buonissimi, rassicurandolo sul fatto che erano frutto delle loro ultime invenzioni 'assolutamente innocue e con incredibili effetti benefici per il corpo'.


Tutto quell'affetto e quel calore, sciolsero in modo istantaneo la freddezza nel cuore di Harry, che nascondeva il suo disperato bisogno d'amore sotto una maschera di finta durezza.


Ginny lo abbracciò, sinceramente felice di averlo anche quel Natale sotto gli occhi (almeno quello... se lo poteva concedere!), e regalandogli un bacio prolungato sulla guancia... a confine con le labbra!


E poi...


In disparte, un po' più lontana rispetto agli altri, c'era lei...


Con la testa leggermente rivolta verso il basso, ma con gli occhi nocciola da cerbiatta che lo cercavano con insistenza... Hermione.


Ciao Harry. Alla fine... sei venuto.”


Già. Pare non abbia avuto molta scelta...”, disse abbozzando un sorriso e scompigliandosi i capelli sulla nuca, nel tipico gesto di quando era imbarazzato.


Ehm, Luna, sono... cioè, siamo... molto felici che tu sia riuscita ad unirti a noi....”, disse Ron, farfugliando la frase senza riuscire a nascondere il rossore.


Sì! Proprio così, cara!” disse Molly, felice più che mai. “Una valida strega come te... Che l'anno scorso ha tanto contribuito nella lotta contro Tu-Sai-Chi...”, accompagnò le parole con una calorosa carezza sulle spalle.


Oh, Signora Weasley, le assicuro che è stata una delle esperienze più intense ed eccitanti della mia vita, quella!! Peccato che i Mangiamorte siano esseri così assolutamente disgustosi!”


Molly la guardò un po' stranita, poi le sorrise ed allargò le braccia, chiamando tutti: “Su, forza! Entriamo in casa, che qui con tutta questa neve stiamo gelando! Le patate sono quasi pronte...”


* * *


I giorni successivi furono dedicati al riposo, al mangiare e al divertimento puro, visto che Fred e George vollero a tutti i costi provare ogni singolo, stravagante, nuovo e bizzarro oggetto da loro ideato, e che da lì a pochi giorni sarebbe stato lanciato sul mercato.


Si divertirono come matti a bersagliare le ragazze con un susseguirsi di scherzi, provando una grande soddisfazione quando la malcapitata in questione era Luna. Lei era la prima a trovarli esilaranti e spassosi, e non mancava mai di ridere a crepapelle, contagiando chiunque le stesse vicino.


Harry, inaspettatamente, si rilassò molto più di quanto potesse immaginare, perchè l'atmosfera unita e calda dell'intera famiglia era qualcosa che a lui mancava profondamente.

Tutto l'amore che lo circondava servì a lenire il suo stato di perenne sofferenza, e anche il rancore che provava per Hermione lentamente iniziò ad affievolirsi.


Quella vicinanza 'forzata' con lei si rivelò una medicina terapeutica. Averla sotto gli occhi ogni minuto, poter sederle a fianco, stretto a lei perchè era la Signora Molly ad ordinarglielo, vederla ridere alle sue battute, restare vicini per scaldarsi meglio davanti al fuoco... Gli sembrava di essere tornato indietro nel tempo, quando la poteva guardare senza sentirsi in difetto, quando ancora non sapeva di essere così disperatamente innamorato di lei.


E poi... nonostante la sua ferma volontà di restare impassibile di fronte ad eventuali manifestazioni di tenerezza tra lei e Ron, con sua somma sorpresa, notò che i due si cercavano poco, davvero pochissimo.


Gli abbracci di Ron erano sempre più freddi e sporadici, e Hermione non faceva che rimproverarlo su ogni cosa.


Ron, hai ripassato almeno una materia, oggi?”

Ron, allora?! Lo sai che non sopporto quando ti metti le dita nel naso!!”

Ron, quante volte devo dirti che i piatti li devi mettere nel lavello, e non lasciarli dove ti capita?!”

Ron, hai finito di fare i dispetti a Grattastinchi?!”

Ron, insomma, lo vuoi capire che le tue mani appiccicose non vanno d'accordo con i miei capelli?!?”


.... E così via!


Harry non riusciva a trattenersi dal ridere ogni volta che li sentiva litigare (certo, stando ben attento a non farsi vedere!), anche perchè quelle loro discussioni gli mancavano immensamente. Per troppo tempo ne era rimasto senza!


Durante quegli interminabili tre mesi, la loro relazione fatta di baci, carezze e paroline dolci, erano stati solo fonte di atroci mal di stomaco, per lui, tanto che la gelosia gli aveva corroso le pareti del cuore!

Bastava un loro attimo di tenerezza a farlo piombare nella disperazione più totale.


Ma era con una certa attenzione che, adesso, osservava Ron... Ogni tanto lo vedeva lanciare occhiate furtive verso Luna, sorridere stupidamente per qualsiasi cosa lei dicesse, e guardarla con occhi colmi di simpatia.


Simpatia...

Già, perchè di questo si trattava, no... ?

Simpatia...

solo... simpatia...


Dai! Forza!” gridò Fred, destandolo improvvisamente dai suoi pensieri.


Cosa?”


Stanotte c'è stata un'abbondante nevicata, e oggi splende un magnifico sole! Potremmo sfinirci tutto il giorno a giocare a palle di neve!”


OHHH !! Che fantastica idea!” sorrise Luna, battendo le mani. “Forse non lo sapete, ma gli gnomi dei giardini, quando nevica, disseminano la loro saliva (che è altamente terapeutica e di buon auspicio) per tutto il terreno, sputacchiando ripetutamente.”


Che schifo!” disse Ginny, disgustata.


Oh, no! E' un rito antichissimo, e pare renda oltremodo fertili le terre e dona protezione a chi ci passa sopra!”


Hai sentito, Ron? A quanto pare, dobbiamo farti rotolare in mezzo alla neve!” sghignazzò Fred.


Voi non mi farete rotolare proprio da nessuna parte!”, disse Ron a voce alta, ma palesemente preoccupato.


Beh, questo è tutto da vedere...”, lo sfidò George. I due fratelli maggiori gli si avvicinarono con fare minaccioso.


Non provateci nemmeno! Mamma....? MAMMA!!”


Ma era troppo tardi. Uno lo aveva afferrato per le braccia, mentre l'altro tratteneva a fatica i suoi piedi, che scalciavano come quelli di un puledro ribelle.


No, poverino... Così gli fate male...”, provò a dire Luna, allarmata.


Oh, stai tranquilla, Luna! Ron è abituato! ... In fondo, a lui piace!” disse Ginny, contenta di non essere lei la vittima dell'agguato.


Fuori! Non voglio che facciate danni qui in casa!” urlò la signora Weasley dalla cucina, allungando il collo per controllare, ignara del fatto che da lì a poco si sarebbe scatenata una vera e propria battaglia.


Uscirono tutti di casa, e dopo una plateale 'dondolata' avanti e indietro, accompagnata da un coro di: “Uno.. due... tre!”, Ron fu buttato senza troppi complimenti su un cumulo di neve fresca, nel quale scomparve completamente.


Dopo alcuni secondi di immobile apnea, il rosso ne uscì, completamente ricoperto di neve e fumante di rabbia: “Brutti-stronzi-degenerati-ignoranti-imbecilli!! Questa me la pagate!”


Uh, uh... che paura!”, se la rise di gusto George.


Fu l'inizio della fine.


Il bombardamento di palle di neve che ne seguì, ridusse i ragazzi bagnati fradici nel giro di pochi secondi, ma questo non impedì loro di divertirsi come matti!


Harry, in assoluto, fu quello più agile a schivare le palle di neve e praticamente riuscì a non farsi colpire da nessuno. Rimase ad osservare Ron e Luna, vittime designate dei restanti fratelli Weasley, divertendosi come da parecchio non gli succedeva, quando all'improvviso, una palla di neve lo colpì in pieno viso.


Dopo lo shock iniziale, Harry si pulì e si guardò intorno in cerca dell'autore di quel gesto: con suo sommo stupore vide Hermione e sentì la sua inconfondibile risata cristallina.


Harry la guardò a sua volta con un sorriso, e le sussurrò: “Ti conviene metterti in salvo...”


Hermione emise un piccolo grido, ma non se lo fece ripetere due volte, ed iniziò a fuggire sul terreno insidioso e ricoperto di neve. Harry cominciò ad inseguirla, con l'unico desiderio di raggiungerla e ricoprirla di neve.


Non ci volle molto per recuperare la distanza che li separava, e Harry in pochi metri le fu subito vicino. Hermione si accorse che la sua via di fuga era giunta al termine, visto che la strada finiva, lasciando il posto ad una ripida discesa.


Nel voltarsi per controllare la distanza che la separava da Harry, non si accorse di essere praticamente al limite della strada, e quando il ragazzo l'afferrò per la vita, fu troppo tardi.

Perse l'equilibrio e, inevitabilmente, Hermione trascinò Harry a terra con sé, rotolando lungo la discesa, in una lenta e rovinosa caduta.


Harry, istintivamente, con una mano tenne Hermione abbracciata per la vita, mettendole l'altra intorno alla testa per proteggerla da eventuali colpi.


Quando la corsa finì, rimasero immobili e storditi per alcuni secondi, cercando di capire se erano ancora tutti interi e se riuscivano a respirare, nonostante fossero ricoperti di neve. Hermione era finita sopra di lui e, sebbene ormai si fossero fermati da parecchio, lei continuava a restargli aggrappata come se avesse paura di staccarsi.


Poi, lentamente, sollevò la testa dalla spalla di Harry, dove si era rifugiata e dove avrebbe voluto restare per sempre. I suoi lunghi capelli erano bagnati dalla neve, ed alcuni candidi fiocchi erano imprigionati tra quei morbidi ricci ondulati.


Harry la guardava, immobile, assetato di lei ed incantato dalla sua bellezza, pura come la neve che li circondava.


Hermione poteva sentire le sue mani... Harry la stringeva con dolcezza, con timore, con venerazione...

E la desiderava...


Oh, poteva mai essere desiderio, quello?


I loro cuori battevano veloci, al ritmo istintivo della stessa musica.


I loro respiri, caldi ed irregolari, si tramutarono in piccole nuvole di vapore, mischiandosi tra di loro tanto erano vicini.

I loro occhi, reciprocamente attratti e incapaci di smettere di fissarsi.


Harry aveva della neve sul viso, sulle ciglia... e Hermione non riuscì a trattenersi dal muovere una mano tremante e passargli delicatamente le dita sugli occhi, in una lenta carezza, per pulirlo da quei fiocchi che si erano posati su di lui, senza chiederne il permesso.


Quel gesto, così dolce ed intimo, lasciò entrambi senza fiato. Harry la strinse più forte, guardandola con occhi colmi d'amore.

Sollevò la testa, cercando di avvicinarsi piano a lei...


EHI?! CI SIETE? TUTTO A POSTO? VI SIETE FATTI MALE??”


La voce di Ron che urlava come un matto, arrivò appena in tempo per fermare Harry sul nascere, ed interrompere ciò che sembrava essere destinato a non arrivare mai. La delusione gli fece provare quasi un dolore fisico.


Dio!


Hermione si leccò le labbra, e lui sentì l'eccitazione crescere a dismisura. E quella posizione non lo aiutava di certo a mantenere il controllo!


...Ehm, stai bene...?”, le chiese con voce roca.


Hermione, scossa dai sentimenti e dalle emozioni che stava provando, riuscì a malapena ad annuire.


Ron, Luna e Ginny discesero quel pezzo di collina, rischiando di scivolare a loro volta, finchè non li raggiunsero.


Purtroppo quel momento di illusorio contatto fu destinato a finire, e Hermione e Harry furono aiutati a rimettersi in piedi.


Vi siete fatti male?”, chiese premurosamente Luna.


No, è... tutto a posto...”, rispose Harry, spazzandosi via la neve dai vestiti e guardando Hermione solo di sfuggita.


Per fortuna Ginny si è accorta che siete scivolati...”, disse Ron, tutto contento.


Già... per fortuna...”, ripeté Hermione.


Harry la guardò, iniziando a farsi assalire da rabbiosi dubbi. Mille domande iniziarono a torturarlo in modo fastidioso: che cosa voleva dire? Che fortunatamente erano stati interrotti? Che altrimenti, se Harry fosse andato avanti, se avesse fatto quello che intendeva fare... sarebbe stato un terribile, imperdonabile errore?


Idiota! Illuso! Imbecille che non sei altro! Te lo vuoi mettere in testa o no, che Hermione è fidanzata con Ron?!


Ron guardò verso l'alto, in direzione della strada e seguì con gli occhi la traccia lasciata dalla loro caduta: “Per la barba di Merlino! Che volo!”, commentò. “Hermione, sei sicura di non esserti fatta male?”


Oh... no, grazie. Sto bene...”


Ron le si fece più vicino ed iniziò a tastarla con confidenza dappertutto: “Beh, se vuoi... potremmo andare in camera mia e... controllare meglio....”, le disse con un sorrisino malizioso.


Hermione abbassò la testa, arrossendo, e Harry strinse i pugni, ringhiando: “Mi pare ti abbia detto che sta bene, no?”


Ron si meravigliò di quelle parole dette con rabbia e a denti stretti, ma preferì sorvolare. Afferrò la mano di Hermione e quasi la trascinò via, lontano da lui.

E Harry, geloso come non mai, dovette resistere alla tentazione di inseguirlo e strozzarlo con le proprie mani.


Lo sapeva, non ne aveva nessun diritto... ma la gelosia lo divorava, corrodendo il suo stomaco come una di quelle odiose pozioni di Piton.


* * *


I giorni di vacanza alla Tana volarono decisamente in fretta, e fu subito tempo di tornare a Hogwarts.


Durante la prima lezione di Difesa contro le Arti Oscure di inizio anno, Harry diede sfoggio dei suoi incredibili miglioramenti, lasciando i suoi compagni a bocca aperta per l'ammirazione e per l'invidia. Ormai era in grado di compiere numerosi incantesimi utilizzando solo i suoi occhi.


Ehi, Potter, dì la verità...”, gli sussurrò Malfoy da dietro una spalla, mentre uscivano dall'aula. “Tu e la Keen ve la spassate in privato, vero? ... E sono sicuro che la nostra 'maestrina' non ti fa vedere solo quello che solitamente si studia sopra una scrivania, eh?”, ghignò il biondino con fare malizioso.


Harry, rigido come una statua alla vista di Ron che si chinava a baciare Hermione sull'orecchio, rispose: “Fottiti, Malfoy! Il tuo è proprio un chiodo fisso, eh? Se la cosa ti fa così tanta fantasia, perchè non vai in bagno a sfogare la tua invidia?!”


Draco fece una smorfia amara e se ne andò dalla parte opposta. Ma Harry nemmeno se ne accorse. L'unica cosa che riusciva ad attirare la sua attenzione era Ron che provava in tutti i modi a baciare Hermione in un angolo, e lei che, alla fine, glielo permetteva...

Solo dopo, finalmente, Ron se ne andò verso l'aula di Divinazione.


Bravo, Harry! Oggi in classe tu essere stato molto bravo.”


Harry si girò in direzione della voce, e vide Isabel. “P-ro...fessoressa...”


Ohm, che ne dici, di passare da me tra qualche minuto? Io volere mostrare a te una cosa.”


Harry si chiese se la ragazza avesse sentito e soprattutto capito lo scambio di battute che c'era stato con Malfoy. L'occhio gli cadde su Hermione, che li guardava da lontano, contrariata. Di riflesso, senza pensare, rispose: “Sì... sì certo, la raggiungo subito!”


Da quando si erano riavvicinati in occasione del Natale, il suo rapporto con Hermione si era trasformato in qualcosa di incomprensibile. L'incoerenza dei suoi sentimenti lo lasciavano sfinito e consumato. Harry la bramava, la detestava, la desiderava, la odiava, la voleva, la disprezzava, la cercava, la evitava... Non riusciva a restare lontano da lei, eppure, quando erano insieme, fingeva di ignorarla.

Un momento la trattava bene, ma gli bastava vederla con Ron per riuscire a diventare la persona più odiosa della terra.


Molto bene. Io aspettare te, allora.”


Quando Harry fu di nuovo solo, Hermione gli andò vicino: “Un'altra lezione privata?”, gli chiese con tono glaciale e infastidito.


Può darsi... Forse vuole solo verificare il mio livello dopo tanti giorni di vacanza...”, rispose lui, provocatoriamente.


Ma non hai Divinazione, adesso?”


Uhm, sì, ma tanto la Cooman nemmeno se ne accorge, se non ci sono...” rise Harry, con aria insolitamente strafottente.


Harry, è sbagliato!” disse lei a denti stretti, voltandosi un attimo per assicurarsi che la Keen fosse lontana.


Cosa c'è di sbagliato, Hermione?” chiese lui sgarbatamente, dal momento che continuava a rivedere l'immagine di Ron mentre le solleticava l'orecchio con la lingua.


Tutto! Non vedi che la gente ti guarda con sospetto? Non capisci che così stai creando un abisso tra te e gli altri compagni?”


Non è certo colpa mia se 'gli altri' non sono al mio livello!” rispose con aria volutamente presuntuosa.


Hermione avrebbe voluto prenderlo a pugni.


Harry, non è.... normale.... che una professoressa si comporti così! Va bene avere il proprio pupillo, ma lei...”


Harry si fermò di scatto, e Hermione gli finì addosso, sbattendo contro di lui.


Lei... cosa? Ti sei forse dimenticata che anche Lupin mi dava lezioni extra per imparare a difendermi? Allora, però, non mi sembravi tanto contraria! Cos'è che ti dà tanto fastidio, eh?” le domandò a voce alta, chinandosi su di lei.


Hermione aprì la bocca per ribattere, ma le parole le morirono in gola. Ciò che pensava, e che soprattutto provava, era oltremodo inconfessabile, quindi preferì richiudere la bocca e limitarsi a soffrire in silenzio.


Se l'era ripromesso, no?

Non avrebbe più dovuto intromettersi nella vita di Harry!

Lei... aveva scelto Ron...


Ma il pensiero di Ron che cercava di baciarla le fece chiudere gli occhi per il fastidio.


Oh! Si sentiva così disperata! Scosse la testa, prigioniera delle sue scelte e dei suoi tormenti.


Harry la osservava con un misto di sentimenti, diviso tra l'amore che provava per lei e la terribile voglia di ferirla.


Scusami, ma ora devo proprio andare... mi aspetta qualcosa di meglio di tutto questo!” Le voltò le spalle e, a testa bassa, si diresse verso la stanza di Isabel.


Con rabbia, Hermione strinse tra le braccia il libro di 'Rune Antiche' e rimase a lungo a fissare le sue larghe spalle, che sembravano sopportare tutto il peso del mondo.


* * *



MORGANA85: Ciao! Sono contenta che tu abbia 'apprezzato' la rabbia di Harry nello scorso cap... Lui era parecchio inc....to, di conseguenza era abbastanza inevitabile che prima o poi scoppiasse! Diciamo che qui... inizia a sciogliersi un po' di più! Attendo fiduciosa le tue impressioni! Grazie infinite!!!!!!!!!!!!!! Baci


STIZY: La mia stellina... sempre presente e dolce come il miele!! Come ti è sembrato questo cap? Ti ha soddisfatto? Spero proprio di sì! Grazie per i tuoi complimenti e per il tuo affetto!!!! Un bacio speciale a te!


CERES88: Ehilà, ciao!! Ben venuta... sono stra felice di conoscerti! :-)) E sono ancora più felice per la tua bellissima recensione e per tutti i complimenti che mi fai... Spero davvero di meritarli!! Sono onorata di essere addirittura tra i tuoi preferiti... che emozione! Beh, a questo punto ti cercherò con particolare attenzione nelle recensioni!!!!! Grazie, davvero! Un bacio grande a te!


SABRI89: Carissima, me commossa dalle tue parole!! :-))) Grazie, sei un vero tesoro! Ebbene sì, nell'altro cap Harry ha quasi superato la 'soglia del non ritorno'... a momenti compie una strage! :-) ... Ma l'amore per Hermione lo fa letteralmente 'sbarellare'!!! Ahhhh, l'amour! Tenetevi forte per il px cap!! Baciotti


JERADA: Ehi... ciao 'maschio 22enne fino a prova contraria!' LOL !! Sono molto felice di questa tua presenza... tra tante donne! E' davvero un onore (oltre a Marco) avere un altro ragazzo che recensisce, visto che siete così rari!!! ... Almeno nel mondo delle ff (e delle recensioni). Ma sto dilungandomi... perchè ci tengo in modo particolare a ringraziarti per il tuo commento e per essere così costante nel seguire la mia storia. Grazie! A proposito... seguo con piacere la tua fic... ma è ferma da tantissimo! Quando aggiorni??? Ti pregooooooo !

Baci!


GOLDBUBLE: hi hi hi.... Forte la tua rec, mi hai fatto troppo sorridere!! Contenta? In questo cap Harry si è ripreso alemo un pochino?.... ;-) Spero sia stato di tuo gradimento!! Grazie, come sempre, per la tua costanza ed il tuo affetto! Ci tengo un sacco a te!


ARGENTLAM: Splendore!! ciao! Ma grazzzzzie ! Fa sempre un estremo piacere ricevere i tuoi complimenti... Aspetta che mi gongolo ancora un po'!! :-)) Davvero, non ho parole per ringraziarti abbastanza! Troppo buona.... ma sappi che mi onora sapere che la mia fic ti piace tanto! Kisssssss !


GRANGER90: ciao tesoro!! Grazie grazie grazie anche a te!! Ehhh, sta prof è una bomba ad orologeria.......... Ma non dico altro! Allora ti è piaciuta la scorsa litigata? E questo piccolo riavvicinamento? Fammi sapere, mi raccomando!!! Mille baci!


SPARKLING ANGEL: Ohhh!! Che splendida recensione! Ma quanto sono felice?? Sono contenta che anche tu abbia capito la furia devastante che logora Harry, e il suo amore che diventa inevitabilmente rabbia! Bene, bene.... ho una fedele alleata, allora, nel prorogare all'infinito il loro amore...??

Noooo, scherzo!! :-)) Grazie, veramente, per tutte le tue parole! Tanti baci


SALLULLA: Tesorino, già lo sai che occupi una parte importante nel mio cuore.... vero? grazie, grazie infinite!! Volevo ringraziarti anche perchè sei talmente gentile, dolce e carina da lasciare più di una recensione, e questo (davvero) non è da tutti!!! Sei unica e mi rendi felice sempre una volta di più!! :-)))) Dai, per quanto riguarda la fic, spero di aver recuperato un po' con questo cap.... o no? Fammi sapere ;-) Un bacio grande!


8X4: Ecco anche il mio leoncino!! :-) ciao!! E già..... il nostro Harry tra un po' tira le craniate sul muro!! Poverino, devo dire che lo faccio soffrire parecchio! Ma anche Hermione non è messa tanto bene, anzi! Tempi duri la aspettano....................... Ciao!!!


PENNY PINK: .... ehm.... è consentito arrossire...? GRAAAAZIE !! Ma come sono felice!!! Una nuova amica! Ciao e benvenuta! Sono onorata dalla tua recensione, e soprattutto sono felice che questa storia ti abbia addirittura tenuta incollata al pc (poveri occhi....) per leggerla tutta! :-D Grazie, anche perchè lasciare il vostro pensiero è il regalo più bello che potete farmi! Allora.. alla prossima, ok? Baciiiiiii !


KAMURA86: Ciao! Do il benvenuto anche a te! Ragazza di poche parole, ma concise e che arrivano dritte dritte al cuore! :-)) Con la stessa intensità, ti dico GRAZIE!! Spero di leggere ancora le tue impressioni! A presto


JOJIPV: Ed ecco anche te... immancabile ed importantissima!!!!! ciao! Bene, bene, sono contenta che alcuni di voi apprezzino questo Harry così... ribelle e un po' duro! (Sìììììììììì !!) :-D .... Anche se con questo cap, credo si sia sciolto un pochino, o no? Fammi sapere (ti prego!!) che te ne pare, ok? Grazie per la tua rec... FONDAMENTALE!!! Baci baci!


MAGGIE92: ciaooooooooooooo !! :-D Ebbene sì, sono INCREDIBILMENTE crudele......... lol !! Mi ha fatto sorridere il fatto che sia venuto fuori 3 volte! Evidentemente eri parecchio arrabbiata con me! :-))) Sono riuscita a farmi perdonare??? Spero di sì !!! Ciao stellina, grazie mille della rec! Un bacio a prestooooooooooooo !







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Capitolo 14
*** 14 ***


Al di là della ragione


-14 -


Confessioni”



Harry entrò nella stanza di Isabel con una tale familiarità che riuscì quasi a provarne vergogna. Praticamente, ormai, lo faceva quasi tutti i giorni e il loro feeling era sempre più intenso. Gettò con rabbia il suo zaino in un angolo della stanza e si lasciò cadere sul divano.


Cos'è successo, Harry?”, gli chiese la ragazza, capendo subito che qualcosa non andava.


Harry incrociò le braccia sul petto e si mise a guardar fuori dalla finestra: “Niente!”


Isabel versò il tè caldo che aveva appena preparato, porgendogli poi la tazza fumante: “Tue cucchiaìnì, giusto?”


Harry si voltò a guardarla, e la dolcezza di quel viso lo calmò all'istante: “Grazie, Isabel...”


Allora, cosa c'è che non va?”, gli chiese nuovamente.


Harry sapeva bene che la ragazza era in grado di leggere i suoi pensieri, ma questa volta non voleva. Grazie alle sue numerose lezioni, Isabel gli aveva insegnato come fare per chiudere il pensiero agli altri, quindi, si concentrò per creare uno scudo.


Lei sollevò un sopracciglio, delusa, ma non disse nulla.


Harry si complimentò con se stesso per il buon risultato. E per poco non gli venne da ridere, pensando alle inutili lezioni di Occlumanzia fatte con Piton...

Con lui i risultati erano stati alquanto deludenti... Già, chissà perchè?!


Hai litigato con qualcuno?”, domandò lei con noncuranza.


No. Ma sono diventato piuttosto intollerante, ultimamente!” rispose il moro mescolando il tè per far sciogliere meglio lo zucchero.


Si tratta di Hermione, vero?”, gli chiese a bruciapelo Isabel. Harry, stupito dal suo acume, temporeggiò preferendo bere, invece di rispondere.

Mandò giù un lungo sorso della bevanda bollente, rischiando di ustionarsi la gola.


Isabel rimase a fissarlo senza abbassare lo sguardo, e Harry si sentì improvvisamente privato delle sue difese.


Lei... ti piace così... tanto?”, continuò imperterrita Isabel, pur notando il suo disagio.


Harry arrossì violentemente: “Io... io... Cosa vuoi dire? Ti ho già detto che lei sta con Ron!”


Sì, ma tuoi occhi guardano lei con una luce che...”


Hermione è solo un'amica!”, mentì lui, interrompendola con rabbia.


Ma io vedere in te così tanto dolore... E vorrei fare qualcosa.”


Grazie per l'offerta, ma non credo tu possa fare niente.”


Io posso aiutare te a essere più forte. A essere superiore a questo! Tu essere una persona così buona... Troppo buona! Devi imparare a chiudere tuo cuore... a chi non sa capirti e a chi non sa... amarti...”


Harry sentì improvvisamente tutto il calore del tè salirgli fino al viso ed incendiarlo. Si scambiarono una lunga occhiata, e Isabel appoggiò con dolcezza una mano sulla sua.


Sai, anch'io essere sempre stata vista come una mosca bianca... Ero la prima in tutto, e qvuesto spesso dava fastidio. A 15 anni io avere fatto degli esami speciali per entrare a far parte del Ministero di mio Paese. Hanno profato a mantenere la cosa secreta, ma è stato praticamente impossibile... Mi sentivo quasi un fenomeno da bàràcone.” Si guardò le mani, rigirandosele nervosamente una con l'altra. Harry seguì quel movimento con attenzione, aspettando che lei continuasse.


Purtroppo, Harry, ci si sente soli... Terribilmente soli! Anche qvuelli che erano amici si comportano in modo strano, e diventano gelosi, isolandoti in modo crudele. Io lo so... Potere essere bello... Potere fare sentire forte... fare sentire grande... ma fare sentire anche dràmàticamente solo!”


Gli occhi zaffiro della ragazza si incupirono, acquistando una intensità che mise i brividi addosso a Harry. Le sue parole, ancora così piene di mistero e fascino, lo allarmavano e incuriosivano al tempo stesso.


Ci sono tante cose che tu non sapere di me...” continuò Isabel, agitandosi sulla sedia.


Io so solo che sei un'insegnante fantastica, bravissima! Riesci a tenere l'attenzione di venti studenti incollata su di te...”


No, Harry. Non è qvuesto che voglio dire. Io... prima di essere chiamata qui.... Ohh!”


Isabel... Tutti abbiamo un passato...”, provò a dire Harry, notando quella insolita angoscia.


Harry, io... mi vergogno tanto, ma...”


Harry, istintivamente, allungò il braccio e le sfiorò una spalla, in un gesto che voleva essere di conforto: “Isabel... se non te la senti di...”


Lei scosse la testa con forza: “No! Per troppo tempo ho tenuto qvuesto dolore dentro... Io... ho così bisogno di qvualcuno che capisca...”


Harry continuò a farle delle piccole carezze con la mano, intristito dalla sua sofferenza, finchè con un po' di coraggio, Isabel iniziò a raccontare.


Allora vivevo ancora con i miei genitori, e qvuesto dava loro la presunzione di poter decidere per me... Il nostro nome, purtroppo, apparteneva da cenerazioni a famiglie di Maghi Oscuri, e...” s'interruppe, ma Harry attese con dolcezza.


Poi, nascondendosi il viso tra le mani, Isabel scoppiò in un pianto improvviso, che lasciò Harry disorientato.


Isabel... non... fare così...”


Lei emise un singhiozzo di disperazione e scosse ancora la testa, come per cancellare quel brutto ricordo.


Loro... i miei genitori... Oh! E' orribile, ma loro... l'anno scorso... mi hanno promessa a Voldemort!”


Harry sgranò gli occhi, incredulo: “Cosa...?!”


Sì... Io essere entrata al Ministero a loro insaputa, ma la mia fama mi ha sequita nonostante io avere cercato di evitarlo... Mio patre diceva che miei poteri non potevano essere sprecati in quel modo! E così... convinto di fare la cosa più ciusta per me... ha offerto me a... Lui...”


Harry, sperando di aver frainteso, le chiese: “Vuoi dire che... ti hanno fatto... lavorare per lui?”


Lei sorrise senza gioia, ed una lacrima le scivolò lentamente lungo la guancia: “No... no, Harry... Voglio dire che mi hanno offerta a lui... in sposa.”


Harry si irrigidì. Non riusciva ad immaginare niente di più orribile! Non aveva parole per esprimere il suo disappunto e la sua rabbia.


Come... come hanno potuto... farti questo?” chiese disgustato


Ohm, loro pensavano di agire per mio bene. E io cretevo di non essere abbastanza forte da rifiutare...”


Harry aveva mille domande da farle, ma non sapeva fino a che punto poteva spingersi. Lei, senza bisogno di parole, lo capì, e con uno sforzo estremo, confessò: “Lui mi ha tenuta un mese con sé... in un posto ignoto, abbandonato, inesistente agli occhi della gente. Era così freddo... e isolato!”


Un brivido percorse la schiena di Harry.


Mi costringeva per giorni interi a subire incantesimi... cercando di insegnarmi a migliorare... Diceva che qvuesto era unico modo per imparare.” Con eleganza si asciugò un'altra lacrima, e Harry dovette trattenersi dallo stringerla fra le braccia.


Lui... lui mi ha regalato qvuesto.” Allungò la mano affusolata, mostrando lo splendido smeraldo che le adornava l'anulare “...In segno della sua... benevolenza. E con qvuesto anello, ha pensato di poter fare di me ciò che voleva.”


Isabel arrossì, ma guardò Harry direttamente negli occhi, mentre con voce tremante diceva: “Voldemort voleva un erede... a tutti i costi! Io mi sono ribellata, ho lottato, l'ho implorato, ma lui... mi ha violentata. Molte... molte volte. E' stato... terribile!”


A quelle parole, una rabbia feroce mista a repulsione esplose nel petto di Harry, che si alzò con la voglia di spaccare qualcosa, con il folle desiderio di evocare quell'essere malvagio e poterlo affrontare lì, subito, ed ucciderlo con le proprie mani!


Maledetto bastardo! Lurido... infame!”, disse a denti stretti. Poi tornò a sedersi vicino a Isabel, incapace di trovare parole sufficientemente adatte per poterla consolare.


Ci saremmo dovuti sposare dopo un mese, ma sono riuscita a fuggire. Grazie a lui, sono diventata più forte, 'immune' alla sua crudeltà, ho esulato i suoi incantesimi... e sono sparita!”


Oh, Isabel... deve essere stato atroce! Io... io spero solo, un giorno, di poterlo affrontare, e di fargliela pagare!”


Sì, io sicura tu riuscirai a fare qvuesto...” disse la ragazza, ritrovando nuovamente il sorriso.


Harry fissò lo splendido smeraldo. “Posso chiederti una cosa?”


Sì...”


Perchè lo porti?”, e col viso fece un gesto ad indicare il suo anello.


Isabel sollevò la mano, e nei suoi occhi sembrò passare una luce strana: “Io... non riesco a separarmene. E' strano, è... folle... ma io lo tengo per non dimenticare...”


Harry pensò alla sua cicatrice, e per la prima volta si sentì davvero molto simile a lei. Aveva un'altra domanda, da farle, ma non sapeva come affrontare l'argomento. Lei, ancora una volta, fu abile a leggere dentro di lui.


No, Harry. Per fortuna non ci sono state conseguenze alle sue violenze. Nessun essere è stato concepito. Io... sarei morta, piuttosto! Mi sarei uccisa....”


Il ragazzo era sconvolto. Non credeva possibile che una donna, così giovane e delicata, avesse potuto sopportare quel dolore. “Mi dispiace, Isabel. Mi dispiace che tu abbia dovuto subire tutto questo...”, disse Harry con dolcezza.


Grazie, Harry... Per qvuesto io voglio che tu impari a essere forte. Più forte di quanto sei già... Perchè tuoi amici ti abbandoneranno, prima o poi. E' brutto, è inciusto, ma sarà così! Potrà anche accadere che loro arriveranno a odiare, te... E tu non potrai fare afìdamènto che su tue forze.”


Gli si fece più vicino, sul divano, e Harry ne ammirò la bellezza. Voleva consolarla... abbracciarla e donarle un po' di quel calore che a lei sembrava essere così assurdamente negato. Allungò un braccio fino a posarglielo piano sulla spalla...


Toc Toc...


Qualcuno bussò alla porta, e Harry scattò in piedi come se all'improvviso il divano avesse preso fuoco.


Isabel si passò una mano sul viso, cercando di ricomporsi: “Ohm... avanti...”


Ron, imbarazzato e goffo, si affacciò alla porta, facendo saettare gli occhi da una parte all'altra della stanza, morbosamente curioso e affascinato: “Ehm, sa-salve professoressa!” Con un sorriso ebete si lisciò i capelli.


Ciao, Ron...” lo salutò Isabel. Harry, tutt'altro che amichevole, gli rivolse un'occhiataccia infastidita.


Ecco... io... scu-scusate il di-disturbo, ma...”


Entra pure, Ron. Posso offrirti una tazza di tè? E' ancora caldo.”


Ron emise una specie di rumoroso ghigno compiaciuto, e Harry represse la voglia di fargli del male.


Uuh.. gra-grazie!” Poi, però, notando lo sguardo killer di Harry, si grattò l'orecchio e si affrettò ad aggiungere: “Ehm, no... forse è meglio di no...”


Beh, almeno puoi entrare, no?”, gli chiese dolcemente Isabel.


Ron, a testa bassa, fece un passo avanti, ma con gli occhi curiosi, mentalmente, annotò ogni più piccolo particolare.


Cosa c'è, Ron?”, gli chiese Harry senza troppe cerimonie.


Ecco, è... è stata Hermione ad insistere! La lezione della Cooman è iniziata già da un po', e Hermione mi ha chiesto... di venirtelo a dire, così, nel caso te ne fossi dimenticato...”


Isabel si irrigidì visibilmente, ma disse: “Ohm, Harry, io cretevo tu essere libero... Ha ragione la tua amica, è meglio che tu vada a lezione...”


Harry sembrò riflettere, poi, a malincuore, raccolse il suo zaino da terra e si avviò verso la porta: “Grazie... professoressa. Ci vediamo con più calma.”


Sì, non preoccuparti. Grazie Ron, per essere passato, ma... la prossima volta, dì pure a Hermione che può venire lei direttamente.”


A Harry non sfuggì il suo tono vagamente polemico e risentito. Seguì Ron fuori dalla porta e insieme si diressero verso la Torre di Divinazione.


Wow! Per le chiappe di Merlino, Harry, ma quanto è carina?! Oh... io... Mi ha offerto una tazza di tè! Ti rendi conto?” Ron sembrava al settimo cielo.


Harry, immerso nei suoi pensieri, continuava a pensare alla sconvolgente confessione che lei gli aveva fatto, al male che aveva dovuto subire, alla disperazione che doveva aver provato.


Hai visto? Non aveva la solita divisa da insegnante... aveva una camicetta così sexy! E la gonna?!? Credo che arrivasse fin sopra il ginocchio! Hai notato le gambe? Ohh.. Le hai notate, vero?!”


Harry si girò a guardare l'amico, irritato: “No,Ron! Non ho notato tutte queste cose!”


Come? COME?! Non posso crederci! E' troppo bella perchè tu non l'abbia notata!”


Harry, ancora amareggiato e scosso per ciò che lei gli aveva detto, lo incenerì con una sola occhiata: “Ma è mai possibile che tu non riesca a pensare ad altro?! Insomma, hai una ragazza meravigliosa, bellissima, e che tutti ti invidiano! Come puoi rivolgere i tuoi pensieri ad altre?!”


Ron rimase leggermente spiazzato e per un po' non seppe cosa dire.


Te l'ho detto...”, bisbigliò dopo un po', con le mani affondate nelle tasche. “Hermione ed io... non so... è così diversa! Sembra sempre così distante...”


Harry cercò le parole giuste da dire, ma era troppo confuso e frustrato per pensarci. E poi... a lui non doveva interessare! Erano problemi loro!


Hermione... non era più affar suo.


* * *


Per due lunghi giorni Harry non riuscì a darsi pace, continuando a ripensare alle terribili cose che Isabel aveva dovuto subire: torture, violenze, malvagità. Un concentrato di crudeltà che avrebbe messo alla prova chiunque.


Harry sentiva crescere sempre di più il suo disprezzo e la sua rabbia verso Voldemort.

Non faceva che ripetersi che prima o poi quel mostro l'avrebbe pagata, anche per tutto il male che aveva fatto a tanta gente innocente.


Quando guardava Isabel, adesso, provava un sentimento di tenerezza e di affetto, e avrebbe voluto poterle dare un po' di quell'amore che probabilmente lei non aveva mai conosciuto.


Ad un passo da lui... ma perennemente in ombra, Hermione osservava l'ulteriore avvicinamento dei due con disperata gelosia, sentendosi impotente e imbavagliata, impossibilitata ad intervenire.

Con la stessa determinazione di un felino che osserva attentamente il suo avversario, non mancava di notare gli sguardi ammiccanti che la Keen lanciava a Harry!


Erano pieni di malizia... Ne era sicura!

Era come se loro dividessero un segreto... come se fossero diventati ancora più intimi. E la cosa, per Hermione, era peggio di un tormentoso supplizio!


Ron, devi assolutamente parlare a Harry!”, sentenziò Hermione il pomeriggio seguente, misurando la stanza camminando in modo irrequieto avanti e indietro, con le braccia incrociate sul petto.


Ron, che si stava leccando gustosamente le dita dopo aver mangiato un pacchetto di patatine magiche, non sembrò nemmeno sentirla, e si mise a dondolare sulla sedia dov'era seduto, cercando di restare in equilibrio.


Hermione, quasi isterica per quell'indifferenza, allungò un piede e fece inclinare pericolosamente la sedia all'indietro. Ron, nonostante il tentativo di non cadere, dopo aver agitato le braccia inutilmente nel vuoto, finì per crollare all'indietro, rovinando a terra.


MA-SEI-IMPAZZITA?!”, sbraitò incredulo, con le gambe ancora sopra la testa.


E tu mi stai ascoltando?” urlò lei.


Il rosso si alzò dolorante, e massaggiandosi il fondoschiena la guardò malissimo: “Non ti avevo sentito!”


Un conto è sentire, un conto è capire, Ron! E tu non fai né l'uno, né l'altro!”


Ascolta, non è colpa mia se oggi hai preso solo una 'O' in trasfigurazione, e non una 'E'!” disse risentito, “...io manco l'ho mai vista, una 'O'!”


Cosa diavolo c'entra, questo?! 'Oltre ogni previsione' è un voto più che accettabile, per me! Ma qui non stiamo parlando dei miei voti!”


Ah no? E allora perchè sei così scontrosa?”


Perchè tu sei completamente indifferente a ciò che ti circonda, Ron! Sei disinteressato, egoista, distaccato... non ti accorgi di nulla! Non ti accorgi che Harry sta creando un rapporto anomalo con la Keen! Che praticamente non ci rivolge più la parola! Che lo stiamo perdendo! E soprattutto non ti accorgi che io...” s'interruppe appena in tempo.


Stava per lasciarsi scappare una realtà inconfessabile.

Stava per dirgli che non era più sicura di quello che provava per lui...


Un improvviso nodo alla gola le impedì di continuare a parlare. Ron, raddolcito dai suoi occhioni lucidi, le si fece vicino e l'abbracciò, dandole delle carezze sulla testa che Hermione paragonò a quelle che lei dava a Grattastinchi.


Su, su... vedrai che il prossimo compito prenderai una fantastica 'E'...”, la consolò il rosso.


Hermione, disarmata dalla sua ottusità e privata della forza di urlare, fece un debole sorriso e si scostò in fretta da lui.


Non ha capito assolutamente nulla!


Sì, certo. Magari... vado a fare due passi...”


Ron annuì tutto contento e si mise a trafficare con una scatola, dalla quale tirò fuori un curioso pendolo. Iniziò a farsi oscillare davanti agli occhi quella specie di amuleto formato da piume. Poi, vedendo lo sguardo perplesso di Hermione, si giustificò: “Ehm, si tratta di piume di 'Troken'... me le ha regalate Luna... servono a stanare gli 'OGM'...”


Hermione nemmeno si diede la pena di capire cosa fossero gli 'OGM', e tantomeno perse tempo ad arrabbiarsi per l'assurdità di quell'oggetto inutile.


Si avvolse nel suo mantello invernale e si diresse verso il lago, pensierosa e triste. Febbraio stava quasi terminando, e le giornate tendevano ad allungarsi. Nonostante questo però, un vento freddo ed impietoso la investì appena fuori dal portone e ,con mani tremanti, fu costretta a chiudersi meglio nel mantello.

Preferì dirigersi dove il parco era illuminato dai deboli raggi di sole, che racchiudevano comunque la promessa di una primavera imminente.


Era arrabbiata e delusa, ma soprattutto era confusa dal sentimento che ormai non poteva più negare di provare. Harry era praticamente diventato un chiodo fisso, per lei, e nonostante la sua ferma volontà di rifiutare l'evidenza, non riusciva proprio a smettere di tormentarsi per lui.


Non passava minuto, nella sua giornata, senza che il pensiero di Harry non le invadesse la testa: qualsiasi cosa era legata a lui.

...Tutto.


Se faceva colazione, nel prendere una fetta di pane tostato, le veniva in mente che lui adorava la marmellata di mirtilli. E che il succo... doveva rigorosamente essere di zucca.

Mentre indossava quella maglietta leggermente scollata, non poteva fare a meno di ripensare alla volta in cui lui, inavvertitamente, le aveva rovesciato sopra la salsa per l'arrosto a casa di Ron.

Se prendeva in mano i suoi appunti, ovunque poteva trovare la sua calligrafia, che le chiedeva suggerimenti perchè non aveva capito qualcosa durante la lezione.

Se faceva un determinato percorso, inevitabilmente ripensava alle volte in cui ci era passata con lui, alle risate che si erano fatti, alle volte che le loro mani si erano sfiorate camminando tanto vicini....


Arrivati a questo punto, non poteva più mentire a se stessa! Per lui provava molto più di un semplice sentimento d'amicizia! Il cuore le faceva male, quando pensava a lui.... e questo ormai accadeva senza tregua.


Vergognandosi come non le era mai successo prima, pensò a quanto lo desiderava...

Di notte, pensava a lui... al suo corpo... e lo immaginava senza nulla addosso.

Arrossendo imbarazzata, nascose ancora di più il volto nel mantello.


Rimpiangeva le volte in cui erano stati vicini, quando si potevano abbracciare, guardare....

Si struggeva di gelosia nel vederlo ora tanto vicino alla Keen!


E si incupì ancora di più, al pensiero di Ron. Era inutile continuare a negarlo: con lui non aveva funzionato.

Semplicemente.


Aveva accettato il suo goffo corteggiamento, credendo di provare amore per lui.... ma così non era stato. Uno sguardo di Ron non era minimamente paragonabile ad un'occhiata intensa e profonda di Harry.


Una sua carezza, non arrivava nemmeno lontanamente ad eguagliare la sensazione di fuoco che le lasciava Harry quando la toccava...


E i baci di Ron... non avevano nulla di romantico! Era troppo... impetuoso, e credeva che la bocca di Hermione fosse una cavità da esplorare in ogni angolo più remoto e il più velocemente possibile! All'inizio poteva esserle sembrato divertente, ma con l'andare del tempo era arrivata a non lo sopportarlo più!


Oh, certo... non poteva immaginare come sarebbe stato baciare Harry, purtroppo!

Per ben due volte lui... era stato sul punto di farlo, tuttavia un bacio non c'era mai stato.

Ma le era bastato sentirsi stringere dalle sue braccia, per sentirsi morire...

Le era bastato sentire il suo dolce respiro vicino alla bocca, per credere di volare.

Le era bastato vedere la sua dolcezza rivolta ad un'altra, per sentire il proprio cuore frantumarsi!


Camminava a testa bassa, stretta nel suo mantello, afflitta e tristissima, sola e desolata, quando sentì una risata poco lontano da lei. Il sole, seppur tenue, le feriva gli occhi, e con una mano si fece ombra per vedere meglio.


Con un tuffo al cuore riconobbe Harry che camminava fianco a fianco con la professoressa Keen, le loro mani che quasi si sfioravano, i loro corpi così vicini.

Si stavano dirigendo verso di lei.


Cavolo!


Hermione fu presa dal panico e trovò riparo dietro un grosso salice piangente, cercando di rendersi invisibile trattenendo il fiato.


... Ah ah! Avevi proprio ragione, Isabel... E poi non hai visto la faccia di Piton quando gli ho consegnato la 'Pozione antidolorifica calmante' prima di tutti gli altri! Grazie al tuo consiglio di aggiungere le foglie di malva, la pozione è diventata istantaneamente di un blu brillante, ed è stato semplicissimo prepararla!” Harry rideva felice... e la guardava con occhi colmi di gratitudine.


Hermione non riusciva a credere alle sue orecchie: le stava dando del tu... e l'aveva chiamata per nome!


Ohm... Io non avere fatto nulla. Tu essere solo stato molto bravo a ricordare mio... sucèrimennto!”


S-u-g-g-e-r-i-m-e-n-t-o” la corresse Harry scandendo lentamente la parola.

Si fermarono uno di fronte all'altra, a pochi passi da Hermione che nascosta dietro l'albero.

E anche il cuore di Hermione si fermò nel riconoscere tanta intimità e tanta malizia.


Isabel sorrise divertita, seguendo il movimento della bocca di Harry con estrema attenzione.

S-u-g-g-e-r-i-m-e-n-t-o...”, ripeté piano, fissando il ragazzo con intensità e muovendo la bocca in modo provocatoriamente sensuale.


Harry deglutì.

Isabel si umettò le labbra.

Hermione affondò le unghie nella corteccia dell'albero.


Harry, a quel punto, smise di sorridere ed iniziò a guardare la ragazza con una nuova passione. Il sole la illuminava, rendendo la sua figura quasi argentea. I suoi occhi, con la luce intensa che li colpiva, erano diventati di un azzurro quasi trasparente.

Isabel poteva percepire il suo desiderio... e lo ricambiava.


Sei... sei così bella...”, si lasciò scappare Harry in un sussurro, incapace di trattenersi.


Oh, Harry! Tu essere così dolce... e...” s'interruppe.


Lui la guardò negli occhi.


'... Harry, io vorrei così tanto baciare te...'


La voce di Isabel era penetrata nella sua testa, senza che lui ne facesse richiesta.


Sgranò gli occhi, turbato.


Le aveva nuovamente letto nel pensiero...?

Il moro, dopo tante ore passate a studiare come imparare ad usare bene il potere della mente, non aveva più dubbi che fosse così!


In quei mesi aveva imparato che non era così facile riuscire a penetrare una mente, a maggior ragione se la persona che si aveva di fronte, consapevolmente o no, opponeva comunque una sorta di 'resistenza'. Aveva imparato che Isabel, in questo, era straordinaria...


Quindi restò pietrificato quando quelle parole entrarono nella sua testa, leggere, dolci ed invitanti.

Anche perchè, ormai.... baciare Isabel, era quello che desiderava fare da moltissimo tempo!

Ogni notte si illudeva che concentrando tutte le attenzioni su di lei, dedicandole tutte le sue fantasie, l'ossessione per Hermione pian piano si sarebbe affievolita.


Isabel...” sussurrò.


Harry poteva sentire il proprio desiderio farsi sempre più intenso e fisico.


Non gli importava niente! Che lei fosse un'insegnante, che fosse pericoloso, che fosse sbagliato... La voleva baciare! E lei voleva la stessa identica cosa!


Si avvicinò di un passo, dominandola con la sua altezza. Isabel piegò il capo all'indietro, offrendo senza esitazione la sua bocca. Harry sollevò una mano, accarezzandole dolcemente il viso, ed infilò le dita tra i suoi lunghi capelli argentei.

Con delicatezza si chinò su di lei, chiuse gli occhi, e la baciò.


Una battaglia si scatenò nel corpo di Harry. Tutti i sensi sembrarono andare in collisione: il desiderio fisico per Isabel, che inevitabilmente si scontrava con la voce del suo cuore, il quale gridava il suo amore per Hermione e rivendicava l'ingiustizia di quel gesto.

La cicatrice gli bruciò impercettibilmente, e il viso di Hermione si insinuò prepotentemente nella sua mente. Disorientato, si staccò dalla ragazza.


Hermione assisté alla scena con la sensazione che qualcosa le facesse a pezzi il cuore, dolorosamente, irrimediabilmente. Si accorse di aver portato una mano alla bocca per soffocare un gemito di pura disperazione. Il terreno sotto di lei sembrò aprirsi all'improvviso, dandole l'impressione di cadere in un precipizio senza fine.


D'istinto si aggrappò all'albero, graffiandosi la pelle delicata.


Il bacio era durato poco, forse solo qualche secondo, ma per Hermione il tutto si era svolto al rallentatore, con drammatica lentezza, ed ogni istante di quella visione le aveva lacerato profondamente l'anima.


Credeva di essere una persona forte.

Credeva di essere forte abbastanza da sopportare qualsiasi cosa.

Qualsiasi cosa, tranne che quello!


Vedere Harry baciare quella ragazza in modo così tenero... era stato come ricevere una pugnalata in pieno petto. Lui era stato romantico, nella sua timidezza, e dolce da sciogliere qualsiasi cuore....


Il tempo sembrava essersi fermato, per lei, così come i battiti del proprio organo vitale. Dopo un tempo infinito, quando si rese conto di non avere più ossigeno nei polmoni perchè aveva smesso di respirare, Hermione si accorse di tremare.

Non appena le gambe glielo permisero, capì di non poter restare un attimo di più lì, e l'unico desiderio fu quello di allontanarsi il più in fretta possibile.


Nascose il proprio viso sotto il cappuccio del mantello e indietreggiò, tenendo gli occhi fissi sulla coppia ancora abbracciata. Un ramo si spezzò sotto i suoi piedi, e il rumore tradì la sua presenza. Hermione si immobilizzò, ma solo per un attimo, giusto il tempo per decidere cosa fare.


E le restava una sola possibilità: fuggire all'istante!

Si voltò ed iniziò a correre, disperata.


Harry, sentendo il rumore molto vicino a lui, si separò del tutto da Isabel, arrossendo come un ragazzino: “...Io... mi dispiace, Isabel...”, disse stupidamente.


Lei lo fissò con occhi pieni di dolcezza e carichi di passione, tanto da imbarazzarlo.


Harry rivolse uno sguardo allarmato verso la figura incappucciata che fuggiva: “Credo che qualcuno ci abbia visto...” disse irrequieto.


A me non importa. E poi... non credo dovremo temere quella persona.”


Chi era?” chiese subito Harry “L'hai vista?”


Lei fece uno strano sorriso: “Te l'ho detto... nessuno di cui preoccuparsi.”


Harry cercò di ricambiare il sorriso, ma fu sorpreso da un brivido di freddo. Ripensò al bacio che si erano appena scambiati e alla sensazione che aveva percepito.

Ne fu deluso.


Da tempo, ormai, si era imposto di togliersi Hermione dalla testa e, per fare questo, aveva concentrato tutte le sue attenzioni su Isabel.


Per quanto sbagliato potesse essere, si era illuso di poter cancellare Hermione, sostituendola con l'insegnante.

Per settimane non aveva fatto che sognare un suo bacio... ma adesso che era arrivato, si era reso conto che a parte una reazione puramente fisica, non gli aveva trasmesso niente.


Nessuna emozione, se non una strana sensazione di freddo nel cuore.

Un freddo glaciale... perchè solo Hermione possedeva quel fuoco che riusciva a scaldarlo.


Percepì la mano di Isabel prendergli la sua, e stringerla in attesa di essere ricambiata. Harry si rese conto di dover dire qualcosa e ricambiò automaticamente un timido sorriso, sentendosi malissimo.


Io... ti chiedo scusa, davvero!” disse con voce insicura, capendo all'improvviso che nulla era più sbagliato di quello che aveva appena fatto.


Lei aggrottò le sopracciglia: “Harry... per me è stato bellissimo...”


Harry si passò una mano tra i capelli, sentendosi sempre peggio.


Ehm... certo, anche per me,” mentì. “Solo che... forse non dovevo...”


Ohm, no! Non dire così! Io... non posso più nascondere a te mio sentimento... io... provo qualcosa di importante, per te...”


Harry, all'improvviso, sentì tutto il peso di quelle parole investirlo come un'onda ghiacciata che gli tolse il fiato.


Isabel...”


No, Harry, io capisco che tu essere preoccupato per la situazione, ma io...” abbassò timidamente gli occhi e le sue guance di porcellana si colorarono di rosa.


Isabel...”, ripeté Harry, con una nota di panico nella voce.


Harry, io credo di essermi innamorata di te...”


Ecco. Quello che più temeva, quello che non voleva sentirsi dire... era arrivato.


Secco, doloroso e tagliente come una frustata.


Quello che inizialmente aveva creduto e sperato potesse essere un'ancora di salvezza per lui, improvvisamente gli sembrò essere troppo pesante per essere sopportato, e capì che la cosa lo avrebbe inevitabilmente trascinato nel nero più profondo.


Provò a deglutire, rendendosi conto di avere la salivazione azzerata. “... Io...”


Lei sollevò teneramente una mano e gliela posò con dolcezza sulle labbra: “Schht... non dire niente. Non voglio turbare tuo cuore... Tu devi solo sapere che io... essere qui per te, sempre. Io ti aspetterò.”


Harry si sentiva troppo male per riuscire a proferire anche una sola, e fu capace solo di fare un sorriso molto più simile ad una smorfia, che ad una manifestazione di gioia.


* * *


Hermione correva per i corridoi di Hogwarts senza sapere dove andare, con gli occhi sgranati ma incapace di versare anche una sola lacrima.


L'immagine di Harry che baciava la Keen era qualcosa che le era rimasto impresso come il negativo di una fotografia, e sebbene si ostinasse a cercare di cancellare quella visione, sapeva benissimo che non ci sarebbe riuscita.


Voltò in un angolo a caso, ritrovandosi improvvisamente a pochi passi da Ron e Luna, seduti su una delle tante panche che adornavano i muri del castello. Si bloccò di colpo, col fiato corto e lo sguardo smarrito.


Ron era chino su di lei, intento a parlarle e a farle quella che sembrava essere una goffa carezza rassicurante.


... non devi ascoltare quegli stupidi di Serpeverde! Loro si divertono a prenderti in giro, ma non sono nemmeno lontanamente degni di paragonarsi a te...” le stava dicendo Ron, con fare consolatorio.


Poi, non appena si rese conto dell'apparizione improvvisa di Hermione, Ron emise una specie di ululato disperato e spostò in fretta le sue mani, come se le spalle di Luna fossero diventate improvvisamente roventi.


Luna le rivolse un sorriso innocente e tranquillo, che le morì però sulle labbra non appena riconobbe l'espressione disperata dell'amica.


Oh, ciao Hermione...”


Hermione rivolse uno sguardo vuoto alla coppia, indifferente al fatto che fossero per l'ennesima volta insieme e vicini.


... C-ciao...”, rispose in automatico.


Ron si agitò sulla panca, distanziandosi con finta indifferenza da Luna.


Cos'è successo, Hermione?”, le chiese Luna con occhi indagatori.


Io... io... no. Va tutto... tutto b-bene...”


Ron si spostò ancora di più sulla panchina, rifugiandosi all'estremità opposta di dove stava Luna. Con l'aria di chi aveva scritto in faccia di essere maledettamente colpevole, farfugliò: “Ehm, Hermione, ecco, vedi, noi... Luna, cioè... io. Noi stavamo... Hai presente quelle macchie che ci sono...”


Ron, io... vado su alla Torre”, disse lei, senza ascoltarlo.


No, aspetta. Guarda che io e Luna stavamo solo...”


Ron, non mi interessa. Davvero! Scusatemi...”


Hermione, non devi fraint...”


TI HO DETTO CHE NON MI INTERESSA!” gridò Hermione con gli occhi finalmente lucidi di pianto.


Luna si alzò e andò vicino a Hermione, come se intendesse annusarla.


Ron... Lasciala in pace. Hermione non sta affatto bene... ”


Hermione si voltò verso Luna e vide la ragazza scrutarla con una tale intensità da farla sentire praticamente nuda.


Devo andare!” Hermione, senza aspettare risposta, riprese a correre, sparendo in un altro corridoio.


Oh, ancora questa storia dei voti!” bofonchiò Ron, incrociando le braccia sul petto con fare scocciato.


Luna gli gettò uno sguardo di rimprovero: “Ma quali voti...? Sei lontano anni luce, Ron! Hermione... sembrava incredibilmente disperata... E se la vuoi sapere tutta, il motivo della sua disperazione non sei nemmeno tu!” Con aria pensierosa fissò il punto in cui lei era sparita.


E' solo gelosa perchè mi ha visto... qui, con te...” disse Ron con incredibile coraggio.


Non essere così presuntuoso... Anche un lombrico ricoperto di peli verdi capirebbe che quelle lacrime non sono per te.” Si girò a guardarlo meglio, sollevando un sopracciglio e facendo un'espressione leggermente delusa: “Ti credevo più acuto....”


Lui si rabbuiò maggiormente e il rossore iniziò a salirgli dal collo fino a raggiungere la punta delle orecchie.


Ad Hermione sembrava di affogare. Avrebbe voluto gridare, fuggire... poter liberare la sua rabbia!

Rimpianse il fatto di non essere brava come Harry, invidiando la sua abilità nel saper volare così bene. Almeno quello era un modo per sfogarsi!


Benché il castello fosse enorme, il fatto di esservi rinchiusa dentro e di dover condividere quelle stesse mura con Harry e Ron le davano un senso d'angoscia mai provato prima!


Harry aveva baciato la Keen... Dio, l'aveva fatto davvero!

Ancora non riusciva a crederci.

Sembrava un incubo.... Un terribile incubo!


La cruda realtà di quella immagine la perseguitava senza sosta, provocandole un dolore simile ad una scarica elettrica.


Doveva arrivare a questo per capire di essere disperatamente innamorata di lui?

Doveva per forza sbattere a muso duro contro una realtà così dolorosamente devastante?


Si morse il labbro inferiore, fino a quando sentì il gusto metallico del sangue.


... E Ron? L'improvvisa indifferenza per lui la lasciò sconvolta quasi quanto la presa di coscienza dei sentimenti che provava per Harry.


La loro relazione era qualcosa che da tempo tutti si aspettavano, e alla fine Ron e Hermione si erano quasi arresi di fronte a questo volere superiore, a questa condizione che tutti si ostinavano a reclamare.


Ma la cattiva riuscita di questo intento, era ormai evidente a tutti.

Loro, decisamente, non erano fatti per stare insieme!


Il loro affetto era un dato di fatto, era inconfutabile, indiscutibile!

Ma era un volersi bene fraterno, fatto di litigi e rappacificazioni, dispetti e coccole che si susseguivano alla velocità della luce.


Non avevano niente a che fare con la passione bruciante che lasciava sconvolti, all'ansia che non faceva dormire, ai sospiri che toglievano serenità... Nessuna di queste emozioni aveva mai afferrato il cuore di Hermione, trascinandola in pensieri proibiti per Ron.


La rabbia e il dolore che Hermione provava erano tanti e tali da impedirle di piangere. Non una sola lacrima era ancora scesa dai suoi occhi.... e adesso le sembrava di impazzire!


Si rifugiò in una delle tante stanze in disuso nel castello. Era buia e polverosa ed un fantasma, disturbato dalla sua presenza, se ne andò via offeso da quella inaspettata invasione.


Era piena di oggetti accatastati e ormai inutili: vecchi libri, paioli rotti, scope inutilizzabili, stoviglie sbeccate... Si mosse in mezzo a tutti quegli oggetti con una sensazione di impotenza che la fecero gemere di disperazione.


Prese un vecchio bicchiere di vetro verde scuro e, con tutta la forza che aveva in corpo, lo scagliò a terra. Un'esplosione di vetri si liberò intorno a lei, spargendosi ovunque e facendo un chiasso incredibile.


La sua furia fu leggermente appagata da quel gesto inconsulto. Rompere qualcosa e fare tutto quel fracasso la placò temporaneamente. Il suo sguardo corse ad una altro calice, alto e di cristallo pesante: perfetto!


Come prima, lo afferrò e questa volta puntò verso un armadio al quale mancava un piede d'appoggio. Prese la mira e... Boom!

Ruppe tutto quello che le capitò sotto mano, fino a quando le forze non la abbandonarono e sentì che qualcosa le aveva provocato un taglio sulla gamba.


Incurante del sangue che iniziava a colarle, Hermione si accovacciò a terra, col cuore che le scoppiava di infelicità. Raccolse le ginocchia al petto, abbracciandole strette ed iniziando a cullarsi in quel silenzio polveroso e solitario.


....


Harry tornò in Sala Comune con l'aria di chi aveva fatto il più grosso sbaglio della sua vita.


Nel preciso istante in cui aveva baciato Isabel, aveva capito di commettere un terribile errore.


Certo, non aveva una grande esperienza a riguardo, ma baciare Greta e Cho gli aveva comunque trasmesso qualcosa. Con Isabel... era stato strano. Era stato diverso. Si era sentito incupire... si era sentito infelice!


Inutile negarlo... Sapeva perfettamente il perchè: chiudendo gli occhi, aveva inutilmente sperato ed immaginato di baciare Hermione, e la consapevolezza che non fosse così, lo aveva fatto star male.


Maledizione! Sei un perfetto idiota!

Come hai potuto fare una simile cazzata? Isabel si è innamorata di te... e probabilmente si aspetta che tu ricambi gli stessi sentimenti.... !


Si lasciò cadere sul divano, davanti al camino, ed iniziò a fissare le fiamme che splendevano e riscaldavano la Sala Comune.


E tu cosa provi, Harry...?

Per chi diavolo batte il tuo dannatissimo cuore?


Ron entrò nella stanza poco dopo di lui, e lo raggiunse sedendosi mollemente sul divano.


Come te la passi?”, chiese il rosso, guardando il suo viso cupo.


Uno schifo, grazie, e tu?” rispose Harry senza staccare gli occhi dalle fiamme.


Valgono le parolacce? ... Secondo me rendono meglio l'idea...”


Certo che valgono... Se vuoi ne ho una dozzina pronte all'uso da suggerirti, e che mi frullano proprio ora per la testa!”


I due ragazzi rimasero a lungo in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri. Poi, non riuscendo a resistere, Harry chiese: “Dov'è Hermione...?”


Uhm, non lo so! Credo non stia bene.” rispose Ron con irritante indifferenza.


Come non sta bene? Cosa le succede?”


Uff... E' sempre più arrabbiata, ultimamente! Io... io...” Ron sembrava combattuto e Harry attese che continuasse.


Il rosso abbassò gli occhi, prese un bel respiro e disse, tutto d'un fiato: “Harry, io non so se ho fatto la cosa giusta, a mettermi con lei!”


Il cuore di Harry perse un colpo.


Si girò verso l'amico, con lo stomaco chiuso: “Cosa... c-che cosa vuoi dire?”


Ecco, noi... siamo troppo diversi! Troppo! Con questo non voglio dire che non mi piaccia... Lei è stupenda! Ma... non c'entriamo niente, noi due! E' come mettere il miele sugli Hot-Dog!!”


Harry rimase a fissarlo incredulo.


E poi... te l'ho già detto. Sembra che non le vada nemmeno di baciarmi, ormai! Io vorrei saltarle addosso ogni tre minuti, e lei non fa che scappare. Credo di non piacerle più...”


Harry aveva il cuore in subbuglio, che sembrava volergli uscire dal petto.

Da una parte voleva restare indifferente a quelle rivelazioni tanto inaspettate, ma dall'altra, i sentimenti che provava per Hermione gli impedivano qualsiasi tentativo di freddezza.


Ron incrociò le mani dietro la nuca, appoggiandosi con le spalle al divano.


Harry, tu sei mio amico, vero?”


Certo...”, rispose Harry, confuso da quella domanda e cercando di restare lucido.


Se ti confesso una cosa, starai dalla mia parte... vero?”


Harry si tirò su, in modo da poter guardare Ron negli occhi: “Cosa c'è?”


Harry... credo di essermi innamorato di Luna!”


Seguì un gelido e lungo silenzio, carico di tensione, stupore ed imbarazzo. Harry non riusciva a credere alle proprie orecchie.


C-cosa...?” sussurrò.


Oh, lei è così particolare! E' vero: è bizzarra, stramba, diversa, buffa... Ma mi piace da morire! E' così dolce, e buona! Andiamo d'accordo, mi fa ridere... e soprattutto lei ride con me! Non mi sgrida se faccio qualcosa che non le piace, riusciamo a divertirci per cose più sciocche... E poi i suoi occhioni blu.... mi fanno sognare!”


Harry, in tutto questo, riuscì solo a pensare ad Hermione. Possibile che Ron non sembrasse nemmeno un po' preoccupato per lei?

Harry riusciva solo a pensare alla disperazione della ragazza, e quasi non sentiva le parole che Ron sparava a raffica.


... quindi ultimamente io e Luna stiamo un po' di più insieme. E' davvero una forza, sai?”


E... Hermione?” chiese Harry con una rabbia che controllava a fatica.


Oh, beh.... lei... lei se ne farà una ragione! Si riprenderà presto!” disse Ron facendo spallucce, con imbronciato distacco.


A quel punto Harry sentì montare una furia indomabile. Afferrò con entrambe le mani il collo della camicia di Ron e quasi lo sollevò di peso.


E pensi di cavartela così facilmente...?”, digrignò tra i denti.


...Ha...a-r-r-y...” balbettò a fatica Ron.


Che intenzioni hai, con lei?” gli chiese incollando il naso a quello del rosso.


...la-scia-mi... n-o-n... res-pi-ro ...”


Harry mollò leggermente la presa, almeno per permettere a Ron di non morire.


Come pensi di comportarti con Hermione?” ripeté Harry, preoccupato.


Lei... credo che lo abbia capito... da sola....”


Cosa vuol dire, esattamente, 'credo'?”


Vuol dire che... anche lei... ha capito di... non amarmi..”


Harry strinse ancora più forte la presa e Ron tentò una debole ribellione.


Harry... mi stai... facendo male!”


Il moro lo guardò con occhi pieni di cattiveria, e lo allontanò con rabbia. Si passò una mano tra i capelli, nervoso, poi avvicinò nuovamente in modo minaccioso la propria faccia a quella di Ron e gli sussurrò gelidamente: “Ti giuro che se la fai soffrire...”


Ron sgranò gli occhi, spaventato dallo sguardo omicida di Harry. Poi, una volta che il moro si fu allontanato, e rassicurato da un po' più di distanza tra di loro, balbettò: “Io, io... non farei m-mai... s-soffrire, Hermione! E' una cosa... che abbiamo capito e-entrambi. Non ci amiamo p-più! O... forse n-non è mai stato amore...”


E adesso dov'è?!” chiese Harry, preoccupato.


Non lo so... Lei... ha visto me e Luna su una panchina...”


Harry si avvicinò di nuovo, pericolosamente, e Ron si affrettò a dire tutto d'un fiato: “MA-NON-STAVAMO-FACENDO-NIENTE!!!”


Sei proprio uno stronzo, Ron!”


No, Harry, te lo giuro... Pansy stava prendendo in giro Luna... ed io semplicemente sono intervenuto per difenderla! Mi è... venuto spontaneo.... Così, la stavo solo consolando! Ti giuro che non ci stavo facendo niente! Non so se Hermione ha pensato male, ma stava già piangendo, quando è arrivata!”


Piangendo?


Beh, non proprio, ma Luna ha detto che era disperata.... e che di certo non ne ero io la causa! Luna ci azzecca sempre, te lo assicuro!”


Harry si sentiva prudere le mani, e dovette compiere uno sforzo sovrumano per riuscire a non prendere a pugni Ron, o far sì che non gli partisse qualche maledizione accidentalmente.


Ron pensò bene che era meglio alzare i tacchi e preferì allontanarsi dall'amico, che sembrava essere impossessato da Voldemort in persona.


Harry attese per tutto il resto del pomeriggio, ma di Hermione non si vide nemmeno l'ombra.


Quando tutti furono andati a dormire, l'unico ancora sveglio, davanti al camino e alla fiamma morente, era rimasto solo Harry, in angoscia per quella misteriosa sparizione.


Dov'era Hermione? Cosa le era successo? Perchè era sparita nel nulla?



* * *



Jerada: Carissimo, lieta di emozionarti con le mie “scivolate” sulla neve! :-) e che mi dici di questo cap? Ovviamente non vedo l'ora di sapere che ne pensi... Aspetterò con ansia l'aggiornamento della tua storia (confesso... è un po' che non controllo!). Accipicchia!!! Ma quante cose fai?!?!? ;-D A PRESTO!


Rani (o Ceres): Ciao!! Beh, se ti vengono istinti omicidi con la Keen... non posso che darti ragione! Non ti dico io quando devo scrivere.... LOL ! Ad ogni modo, mi può solo far piacere di arrivarti fino a questo punto! Me felice!! Spero che con tutto il mio ritardo, nel frattempo la febbre ti sia passata! Bacioni!


Morgana85: Cara Morgana, le tue parole mi hanno riempito di gioia! Grazie... sono pazzamente felice che la fic ti piaccia!! Grazie di cuore, davvero!


Goldbuble: ... I'm sorry..... niente bacio per H/Hr... anzi!!! Catastrofe! :-) Attendo impaziente di sapere il tuo giudizio!!! E scusami tanto per questa lunga attesa! Baci baci baci!


Stizy: Adorata ciccina mia, posso venire a trovarti e ricoprirti di baci?????? :-D Grazie, come sempre il tuo affetto costante mi aiuta ad andare avanti.... E' un piacere per me poterti regalare qualche emozione! A presto!!!!!


Argentlam: Ciao!! :-)) Spero di cuore che il capitolo sia stato all'altezza delle tue aspettative.... Ti preeeego! Fammi sapere se ti è piaciuto!! Lo sai che ci tengo in modo particolare a te! ;-) Bacioni a presto!


Jojipv: Carissima Giorgia, ciao! Allora....? Esaudita la tua richiesta? Che dici...? Si è ingelosita la nostra Hermione? Mi sa tanto che sta letteralmente BRUCIANDO di gelosia!!!! :-) Ebbene sì, sei Fondamentale!!! A presto tesoro!


Sallulla: Mitica la mia Sallulla! Ormai sono troppo legata a te! :-D Come farei senza le tue recensioni quasi quotidiane??!?! Lo sai che mi rendi troppo felice con i tuoi messaggi? Mi spiace averti fatto aspettare così tanto! Ma spero che il cap ne sia valsa la pena! 1 bacio GRAAAAAAAAANDE!


Granger90: Ciao Stella! Argh..... temo il tuo giudizio.... Spero di non averti deluso con questo bacio tra Herm e Isabel! Ma.... un po' di pepe ci voleva, no? E adesso.................................................................... !!!!!!!! Bacioni a presto!!!!!!!!!!


Sabri89: ... WOW.... mi hai letteralmente fatto sciogliere col tuo commento... Ma GRAZIE! Troppo buona, dolcissima Sabri! Mi auguro di meritarli davvero i tuoi complimenti! Ad ogni modo, ogni volta mi fai un regalo immenso! 1 bacio a te!

8x4: Dolcissima bambolina, ciao! Allora...? che te ne pare? Delusa? Arrabbiata? E il bello deve ancora arrivare!! Spero che ti sia piaciuto il cap... davvero! Grazie di tutto, a prestissimo! bacioni


Maximillian G: Carissimo Maximillian..... Grazie a te per le tue parole e per aver voluto andare avanti a leggere. Mi fa immensamente piacere trovare il tuo nome tra le recensioni, e mi riempi di gioia ogni volta! Spero che il cap non ti abbia annoiato... o che sia stato troppo melenso per te! ;-) E spero di ritrovarti ancora... Ti assicuro che leggere le tue storie è stato costruttivo ed interessante, e ripeto che mi sono piaciute tantissimo, quindi, non posso che rinnovarti i complimenti! Un bacio a presto, spero!


BellaWitch: Ma ciao!!!!!!!!! Sono strafelice che tu mi abbia “ritrovato” qui.... Grazie! E grazie del commento! Purtroppo su Acciofanficion ci ho rinunciato! Troppo burocratici e lunghi! Spero di cuore di continuare ad appassionarti così! Un bacio a presto!


Sparkling Angel: Ed-ecco-la-mitica-per-eccellenza !!!!! :-) Felicissima di leggere la tua recensione, grazie, dolcezza! ;-) Che dire..... sono in ansia! Non vedo l'ora di sapere le tue impressioni su questo capitolo.... argh, spero ti sia piaciuto!!! ^^' Ad ogni modo, mi inchino al tuo giudizio e qualsiasi cosa andrà benissimo! :-D UN SUPER BACIOOOOOOOOOO !


Luxcis: Ehm..... Ciao! Grazie e benvenuta/o! Non so se sei m/f.... Ad ogni modo, sono davvero felice di avere un nuovo lettore! Ovviamente spero di riuscire ad appassionarti sempre di più! Grazie infinite per le rec, sei un tesoro! A presto!!!










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Capitolo 15
*** 15 "Chiarimenti... e complicazioni" ***


Al di là della ragione

Note autore:

Un caloroso GRAZIE a tutti voi che continuate a leggere e seguire questa ff!

Un profondo inchino a chi mi regala il suo pensiero... E un doveroso commento è per voi, a fine capitolo!

A tutti 1



- 15 -


Chiarimenti... e complicazioni”



Harry non riusciva a darsi pace! Cos'era successo a Hermione? Perchè non era ancora rientrata? Sì alzò dal divano per l'ennesima volta, iniziando a camminare in su e in giù per la Sala, guardando la porta ogni tre passi, nella vana speranza che da un momento all'altro si aprisse e il viso di Hermione facesse la sua comparsa.


Poi, all'improvviso, si bloccò.


Ma che idiota! Perché non ci ho pensato prima!


Con una corsa andò in camera sua, facendo attenzione a non svegliare i suoi compagni di stanza. Gettò un'occhiata di disapprovazione verso Ron, che dormiva beatamente e russava in modo imbarazzante. Frugò in fretta nel suo baule fino a quando trovò quello che cercava: la Mappa del Malandrino!


Scese di nuovo in Sala Comune e si accovacciò a terra, davanti al camino e alle sue fiamme morenti, sussurrando alla pergamena: “Giuro di non avere buone intenzioni!”


Quando la Mappa si aprì, strinse gli occhi per cercare di vedere meglio e notò centinaia di piedi ordinatamente sistemati nei vari dormitori. Si mise con pazienza a leggere i nomi di ognuno, scrutando con attenzione ogni centimetro del foglio consumato, nella vana speranza di trovare il nome di Hermione da qualche parte.


Vide qualcosa muoversi al secondo piano e con aria di rimprovero scosse laa testa infastidito: era Draco che compiva delle acrobazie insieme ai piedi di Martha Lisseny, una ragazzina di Tassorosso del quarto anno.


Cercando di ritrovare la concentrazione, Harry proseguì nella sua ricerca. Vide altre tre coppie fuori dai propri dormitori e ne rimase colpito: non immaginava di certo che ci fosse tutto quel via vai, di notte!


Niente! Anche al secondo piano non c'era!

Ordinò alla Mappa di mostrargli il terzo piano, decisamente più tranquillo e solitario. Stava quasi per passare oltre, quando si accorse di un piccolissimo puntino solitario, in una stanza che non aveva mai notato.


Avvicinò la mappa al viso per leggere meglio, e il suo cuore ebbe un sussulto nello scorgere il nome di Hermione.

Era immobile. Sola.

Cosa stava facendo?


Senza pensarci due volte, afferrò il mantello dell'invisibilità e si fiondò fuori dalla porta. Andava talmente veloce e faceva così tanto rumore che per ben due volte rischiò di essere scoperto da Gazza che sembrava particolarmente in forma, quella sera!


Era preoccupato, sentiva che c'era qualcosa che non andava. Era come se i suoi sensi, maggiormente sviluppati dal continuo allenamento con Isabel, fossero in allerta ed irrequieti.

Salì due gradini alla volta finchè, bacchetta alla mano, raggiunse la porta oltre la quale era segnalata la presenza di Hermione.


Abbassò piano la maniglia ed entrò con cautela, evitando di fare rumore. La stanza era completamente buia e filtrava solo un po' di luce lunare dalla finestra. Gli ci vollero alcuni secondi per adattarsi a quell'oscurità, e alla fine scorse una figura rannicchiata a terra.


Lumos!”, sussurrò, e dalla punta della sua bacchetta si diffuse una tenue luce.


Hermione, spaventata da quella inaspettata presenza, soffocò un piccolo grido, tirandosi su a fatica.


Hermione...”


Harry!!.”


Rimasero immobili per qualche secondo, fissandosi a vicenda e con i rispettivi cuori che infuriavano nel petto.


Poi Harry deglutì e gettò una rapida occhiata a quell'ambiente polveroso: “Cosa ci fai, qui?” le chiese preoccupato.


Lei era troppo sconvolta dalla presenza di Harry in quella stanza per realizzare che la gamba le stava facendo dannatamente male. Si sentiva debole, sola, triste, impaurita... aveva freddo... e il suo primo istinto fu quello di mettersi a piangere e di gettargli le braccia al collo, farsi stringere da lui e poter finalmente sentire quel calore che tanto desiderava. Poi, però, il ricordo del bacio che aveva dato alla Keen si impossessò di lei, facendole incupire il volto.


Ebbe una specie di capogiro. Si era alzata troppo in fretta... e la gamba le faceva male da morire.


Cosa... che cosa vuoi?”, chiese a sua volta, ignorando la domanda che lui le aveva posto ed usando il tono più duro che riuscì a trovare.


Hermione, è l'una di notte! Nessuno ti ha più visto da oggi pomeriggio ed io... ero... ero preoccupato!”


La ragazza, se ne avesse avuto le forze, probabilmente si sarebbe messa a ridere.

Harry preoccupato? ... Per lei?

Dopo quello che aveva visto?


Non c'è nulla di cui preoccuparsi, te lo assicuro! Voglio... voglio solo restare...” Un altro capogiro la colse alla sprovvista, facendola barcollare.


Hermione, cosa ti succede? Sei pallidissima... Non ti senti bene?” chiese allungando una mano per toccarle una spalla.


Seppur malferma sulle gambe, Hermione fece un passo indietro, scansandosi rabbiosamente.


Hermione...?” sussurrò provando nuovamente a sfiorarla, preoccupato da quel comportamento.


Non mi toccare!” ringhiò lei. “Voglio restare sola!” Poi sentì una fitta acuta alla gamba e assunse un'espressione di dolore. Istintivamente si chinò verso il basso, per toccarsi la ferita che le bruciava in modo incredibile.


Harry seguì il suo gesto, e con orrore vide una chiazza di sangue a terra.


Dio, Hermione! Che ti sei fatta?!” esclamò spaventato. Abbassò la bacchetta per far luce sulla gamba ferita e vide un taglio profondo appena sopra il ginocchio, dal quale continuava ad uscire sangue. Solo in quel momento si accorse di centinaia di pezzi di vetro che li circondavano: la stanza sembrava essere passata sotto un uragano.


Ma che diavolo è successo? Come hai fatto a procurarti quel taglio? Dobbiamo andare subito da Madama Ch...”


Io non vado da nessuna parte!” lo interruppe lei. Poi, guardandolo gelidamente, sentenziò: “Ti ho già detto che non è nulla di cui preoccuparsi! E adesso.... ti pregherei di lasciarmi sola!”


Harry strinse i pugni: “Non dire sciocchezze! Sei ferita... e se non medichi immediatamente quella ferita...”


Ti ho detto di NO!!” ripeté Hermione a voce alta.


Il ragazzo si costrinse a parlare con calma: “Hermione, non mi sembra questo il momento di fare...”


LASCIAMI-IN-PACE!”


Senza ascoltarla, le afferrò la mano con decisione e la tirò verso di sé: “Vieni con me!”


Hermione sentì il cuore mancarle un battito quando lo vide così vicino e sentì la sua mano stringerla in quel modo tanto possessivo. Era così facile perdersi in quegli occhi tanto intensi...

Ma il suo irremovibile orgoglio ebbe la meglio, e sollevando con spavalderia il mento verso l'alto, si liberò con uno strattone da quella morsa e disse a denti stretti: “IO NON VENGO DA NESSUNA PARTE!”


Harry stava iniziando ad arrabbiarsi. Dovette fare un notevole sforzo per cercare di dominarsi. Fece un profondo respiro: “Fammi vedere quel taglio!” le ordinò con autorità, abbassandosi fino a terra.


Lei sgranò gli occhi, tentando di indietreggiare inutilmente. Si sentiva malissimo, la gamba le doleva e bruciava sempre di più, e i capogiri le stavano dando il tormento.


Lui, preoccupato, si inginocchiò ai suoi piedi e le si avvicinò maggiormente, cercando di farsi luce con la bacchetta.


Hermione si ribellò a quel gesto, tentando di nascondere la ferita: “Non è nulla! Ti ho detto che voglio restare da sola!”


Lui, piegato sulle ginocchia, ignorò le sue proteste ed allungò una mano, sollevandole la gonna sopra il ginocchio.


Oltraggiata da quella invadenza e animata di puro spirito di ribellione, lo schiaffeggiò con forza: “N-o-n m-i t-o-c-c-a-r-e !”


Seguì un attimo di immobilità. Il ragazzo strinse forte i denti e soffocò un gesto di rabbia. Sentendo la guancia bruciare, si tirò su e l'afferrò per le spalle: “Hai perso un sacco di sangue e chissà da quante ore! Se non verrai curata al più presto...” ma le parole gli morirono in gola, perchè vide Hermione chiudere gli occhi e perdere i sensi, afflosciandosi tra le sue braccia.


Se non l'avesse tenuta saldamente per le spalle, probabilmente sarebbe caduta a peso morto in avanti.


Hermione, Hermione!” gridò.


Senza pensarci due volte la sollevò tra le braccia e, senza fatica, la portò fuori da quella stanza. Raggiunse l'infermeria a tempo di record e miracolosamente senza farsi scoprire da nessuno.


Adagiò delicatamente la ragazza sul letto, e la vista di tutto quel sangue che le ricopriva la gamba lo gettò nel panico. Andò in cerca di Madama Chips e non si arrese finchè la donna non gli andò ad aprire la porta, avvolta da una vestaglia a fiorellini arancioni e con una ridicola cuffia in testa.


Presto, Madama Chips! Hermione Granger... in infermeria! Si è ferita una gamba... Ha perso molto sangue, e credo sia svenuta!”


La donna, allarmata, lo seguì senza discutere.


Come ha fatto?” gli chiese, mentre trotterellava dietro di lui.


Vorrei proprio saperlo! So solo che c'erano un sacco di vetri a terra...”


Uhm... spero non abbia perso troppo sangue.”


Ne ho visto parecchio!”


Va bene, va bene... Ora vediamo!”


Entrarono in infermeria e la donna ispezionò subito la ferita. “Uhm... brutto taglio. Bruttissima emorragia! Deve aver reciso qualche vena femorale superficiale.”


Cosa... cosa vuol dire? Guarirà, vero?”


Lei lo ignorò, iniziando a trafficare con mani esperte, mescolando il contenuto di varie boccette, che man mano tirava fuori da armadi diversi.


Hermione era incredibilmente pallida e scossa da brividi.


Non è grave... vero?”


Lei sembrava non sentirlo, e l'intruglio che stava preparando aveva l'aria di essere terribilmente pungente, visto che dopo l'aggiunta di un ulteriore ingrediente, prese a fumare e sfriggere, emettendo un rumore sinistro.


Non le farà male... quella cosa...?”


Lei si fermò, puntando le mani sui fianchi e guardandolo nel peggiore dei modi: “Signor Potter, non è certo girandomi intorno e dandomi il tormento che aiuterà la Signorina Granger a riprendersi! Mi sta facendo perdere del tempo prezioso! Il sangue è una delle cose più difficili da far replicare! Quindi, adesso, se ha finito con le sue inutili domande, la pregherei di allontanarsi!”


Io... sì, certo! Ma la prego, la supplico, mi dica che sta bene...”


Le sembra una persona che sta bene?? Certo che NON STA bene! E ora, se non le spiace, la inviterei ad a-n-d-a-r-s-e-n-e!”


Sì, certo... Io... aspetterò qui fuori.”


Basta che se ne vada!”


Harry indietreggiò lentamente allontanandosi dal letto di Hermione, ma senza mai staccare gli occhi da lei. Seguì con attenzione i movimenti di Madama Chips mentre le sollevava delicatamente la gonna, scoprendole le gambe affusolate. Rimase silenziosamente nell'ombra, in un angolo della stanza, e quando l'infermiera iniziò a toglierle i vestiti di dosso (nonostante la tentazione di guardare fosse molto forte), per rispetto voltò il viso dall'altra parte.


Non si mosse da quel metro quadrato per tutta la notte, restando pazientemente in attesa che gli venisse detto qualcosa. Osservò l'infermiera scrivere qualcosa su una pergamena ed affidarla al proprio gufo, (che se ne stava beatamente appollaiato nella sua nicchia e risultò alquanto contrariato dal compito inaspettato): “Porta il messaggio a Silente, in modo che avvisi anche gli altri”, la sentì sussurrare.


E fu solo la mattina seguente che finalmente Madama Chips gli permise di avvicinarsi.


Hermione, con un piccolo lamento, aveva aperto piano gli occhi, guardandosi intorno con aria confusa.

Harry era ad un passo da lei, desideroso di poterla toccare, anche solo per un minuto, ma bloccato dalla presenza dell'infermiera e dalla sua autorità.


Stia tranquillo, signor Potter. Ora sta meglio... si è stabilizzata. Ma se l'è vista brutta!”


In quel momento entrò Ron, con la faccia assonnata e preoccupata: “Co... come sta Hermione?”


Madama Chips non gli badò e continuando a guardare Harry, proseguì: “Quel taglio era molto profondo, e avrebbe potuto causarle danni ben più seri di quanto abbia fatto. Se lei non l'avesse portata qui, a quest'ora sarebbe potuto essere troppo tardi. Ha perso molto sangue e ora è estremamente debole... Quindi,” e guardò con severità i due ragazzi vicino al letto, “evitate di farla stancare!”


Poi si girò verso Hermione, facendole un rapido sorriso: “Il peggio è passato, signorina Granger. Ora deve solo riposare.... Eh, dimenticavo di dirle una cosa: ringrazi il signor Potter... gli deve la vita!” e con questo se ne andò.


Rimasti soli, Harry poté finalmente guardare Hermione negli occhi, accarezzarla con lo sguardo e comunicarle solo attraverso quello tutta la pena che aveva nel cuore, cercando di trasmetterle in pochi secondi di contatto visivo quell'amore che a fatica era costretto a soffocare.


Ma Hermione voltò il viso dall'altra parte, troppo arrabbiata, troppo ferita... troppo disperata. Sentiva che quello sguardo era in grado di penetrarla e aveva paura che lui capisse la sua sofferenza per un amore non corrisposto, sapendo che quel confronto era troppo duro per essere sostenuto.


Ron, indispettito dall'elettricità palpabile che si era creata tra i due, si mise davanti a Harry e prese con dolcezza la mano di Hermione: “Ehi... come stai?”


Lei tornò a girarsi verso Ron, cercando di sorridere, ma provando solo una gran voglia di piangere: “... Bene...”


Io... l'ho saputo solo stamattina, quando sono venuti ad avvisarmi...”


Harry e Hermione rimasero zitti.


Come hai fatto a procurarti quel taglio?” chiese con un piccolo broncio.


Hermione aveva le labbra sigillate.


Si può sapere cos'è successo?” continuò Ron, nonostante Hermione fosse visibilmente in difficoltà.


Ron, lasciala stare... Hai sentito Madama Chips, no?” intervenne Harry.


Sì, ma... “ il rosso guardò con cipiglio verso Harry: “Tu...! Madama Chips ha detto che se non fosse stato per te a quest'ora... Dove l'hai trovata? Come hai fatto a...?”


Harry era consapevole del fatto che la verità sarebbe stata difficile da spiegare... e da accettare. Abbassò gli occhi e con sorprendente facilità, mentì: “Avevo dimenticato di consegnare un lavoro a Piton entro la serata... e sono uscito per farglielo trovare in aula...” Harry guardò Hermione di sfuggita, notando i suoi magnifici occhioni nocciola puntati su di lui. “...E quando sono tornato, ho visto Hermione a terra, ferita. Deve aver urtato un vaso senza accorgersene, e con quello si è tagliata... Era svenuta, quando l'ho trovata.”


Oh... Hermione! Ma come hai fatto?” le chiese ancora Ron.


Ecco... io... In effetti ho fatto tardi in biblioteca ed ero stanca... Ricordo solo di aver inciampato in qualcosa e di aver sentito male alla gamba....” rispose lei, mantenendo la versione di Harry.


Beh, per fortuna che Harry ti ha vista!” disse Ron dando una pacca all'amico e guardandolo a quel punto con riconoscenza.


Harry rivolse gli occhi su Hermione, fissandola a lungo.


Perchè queste bugie, Hermione....? Cosa stavi facendo, davvero?

Da cosa... o da chi, ti stavi nascondendo?


Bene! Allora vado a dare la buona notizia a Luna!” disse tutto contento Ron.


Harry contrasse un muscolo della mascella.


Ehm... lei era così preoccupata...!”, disse Ron per giustificare tutto quell'impeto.


No, Ron... non te ne andare!” lo supplicò Hermione.


Stai tranquilla... io... tornerò dopo. Ora cerca solo di riposare.” Si liberò dalle mani della ragazza, che cercavano inutilmente di trattenerlo.


Ron si sentiva una merda! Beh, ovviamente si era preoccupato moltissimo per Hermione, ma adesso che aveva visto che stava bene, non vedeva l'ora di correre da Luna!

Nonostante tutta la sua vigliaccheria, si rendeva conto che non poteva tirare avanti ancora per molto quella situazione... Non appena Hermione si fosse ripresa... in qualche modo.... le avrebbe parlato.


Si chinò su di lei, posandole un casto e distaccato bacio sulla fronte.


Hermione chiuse gli occhi, inizialmente delusa e amareggiata per quel gesto così freddo.

Poi il suo orgoglio ferito si riscosse: “Meglio!Un finto bacio sulle labbra non lo avrebbe proprio tollerato...


Harry, tu che fai?” chiese il rosso sulla porta.


Vai pure... ti raggiungo tra poco.”


Ron uscì e Hermione si sentì morire! Non voleva restare sola con lui... Non ne aveva le forze!

Sentiva le lacrime premere per venir fuori, sentiva un peso schiacciarle il cuore... e sentiva la presenza di Harry incombere su di lei.


Come ti senti?”


Lei attese un attimo, prima di rispondere: “Mi fa un po' male...” disse con la voce di una bambina impaurita.


Mi hai fatto preoccupare da morire...” confessò lui, incapace di trattenersi.


Hermione si sentiva sull'orlo di un precipizio, divisa tra la rabbia, l'orgoglio e l'amore.

Quella inaspettata dolcezza da parte di Harry la disorientava... Tutta quella sua attenzione... non la capiva!


Ma come in un incubo, continuava a rivederlo mentre baciava dolcemente la Keen... e questo le rendeva insopportabile la presenza del ragazzo al suo fianco. Chiuse gli occhi, cercando a fatica di trattenere una lacrima prima che questa le sfuggisse dal ciglio.


Sentì un movimento, e quando riaprì gli occhi, vide Harry seduto sul letto di fianco a lei, vicinissimo.


Hermione si sentiva in trappola... senza vie di fuga.


Adesso mi vuoi dire cos'è successo... veramente?” le chiese con dolcezza.


Lei sbatté le ciglia, col cuore che le martellava nel petto.


Io... non ho voglia di parlarne.”


Harry non riusciva a resistere a quegli occhi lucidi, così impauriti e dolci. Sapeva, ne era certo, che Hermione stava soffrendo per Ron, per il suo atteggiamento così freddo e distaccato, per il suo improvviso interessamento a Luna... e per il suo dannato egoismo infantile.


Doveva proprio amarlo disperatamente, per stare così male!


Dio! Cosa avrebbe dato per poterla abbracciare... e consolare! Non poteva sopportare di vederla in quello stato! Avrebbe voluto poter alleggerire il suo cuore... sollevarla da quella pena! Provava rabbia nei confronti di Ron per il male che le stava facendo! Non riusciva a farsi una ragione del comportamento dell'amico, e soprattutto non sopportava di vederla così disperata!


Non immaginava di certo che il tormento della ragazza dipendeva solo ed unicamente da lui!


E' per Ron che stai così male, vero?” domandò appoggiandole una mano sulla sua.


Hermione provò una scossa a quel contatto, sentendo il calore della sua mano infiammarla oltre ogni immaginazione.


..R-ron?” chiese lei non capendo.


Harry sapeva quanto lei fosse intelligente e perspicace, ed era certo che dopo la confessione che Ron gli aveva fatto la sera prima in Sala Comune, anche Hermione avesse ormai capito che il suo ragazzo provava dei sentimenti per un'altra persona... E l'idea che adesso Hermione stesse così male lo faceva impazzire!


E' da lui che ti stavi nascondendo, no?”


Hermione scosse la testa, turbata: Ron? Lei nemmeno ci stava pensando, a Ron!


Avrebbe voluto prendere a pugni Harry, e gridargli: 'Che diavolo c'entra Ron? Sei tu... SEI TU!... che mi fai star male! Sei tu che hai baciato la Keen... davanti ai miei occhi!'


Ma non lo poteva fare...


Era imprigionata in un letto, con un unico desiderio: poter scappare! Lontano da Harry...


Harry le si fece improvvisamente più vicino, chinandosi su di lei.


Hermione schiacciò la testa indietro, contro il cuscino, sgranando gli occhi e trattenendo il respiro.


Stai tranquilla... vedrai che andrà tutto bene. Sono certo che Ron... capirà l'errore che sta commettendo.” disse Harry maledettamente vicino...


Hermione si perse nel verde dei suoi occhi.


Errore...? Ron...? Ma cosa stai dicendo, Harry?

A me non importa più niente di Ron!

NON E' LUI CHE AMO!


Ecco! L'aveva detto! Finalmente Hermione era stata onesta con se stessa... Aveva ammesso quello che provava realmente per Ron... niente, se non amicizia.

Perchè Harry non capiva che era per lui che stava così male? Perchè non capiva che stava morendo di gelosia per lui?


Harry lottò contro la voglia di chinarsi ancora un po' di più su di lei... La sua bocca era così vicina, invitante... dolce. Non riusciva a smettere di fissarla...


La porta si aprì all'improvviso, facendo sobbalzare Harry.


Due occhi blu e penetranti come lame lo inchiodarono a quel letto.


Isa... Professoressa Keen...” mormorò Harry, alzandosi in fretta dal letto.

Lei, stranamente, non aveva nulla di dolce nel suo sguardo. I suoi occhi erano gelidamente infiammati, impossibili da descrivere.


Harry! Io immaginare tu essere qui... Si dice tu avere salvato vita a tua amica, ieri notte...” disse l'insegnante avvicinandosi fino a loro.


Le due ragazze si guardarono con reciproca diffidenza.

Hermione poteva sentire tutta l'ostilità della professoressa concentrata su di lei.


Ecco, io...” farfugliò Harry, sentendosi tremendamente in imbarazzo, ora, di fronte a lei.


Isabel posò freddamente lo sguardo sul letto: “Io volevo vedere come tu stavi, Hermione... E sapere se potevo fare qvualcosa per te...” disse con distacco.


Grazie... ma non serve. Adesso sto meglio...”


Isabel tornò a sfidare lo sguardo di Harry. I suoi occhi sembravano tristi e sofferenti. “Harry... allora io aspettare te a lezione... più tardi.”


Sì... sì, certo.”


Non farci più preoccupare, Hermione... mi raccomando!”


Hermione non sapeva bene il perchè, ma quelle parole sembravano nascondere una velata minaccia.


Con un'ultima occhiata risentita, Isabel uscì con tutta la sua regalità dalla stanza.


Hermione vide il ragazzo seguire con lo sguardo l'insegnante, e si sentì follemente gelosa anche di quell'occhiata furtiva.


Non c'è bisogno che tu resti qui! Io... sto bene.” gli disse con indifferenza, mentre lui era ancora voltato in direzione della porta.


Harry si girò a guardarla. Senza pensarci si chinò sul letto ed appoggiò le mani ai lati delle sue spalle, immobilizzandola: “Dimmi la verità... Cos'è che ti ha sconvolto al punto da farti fuggire in quel modo, rinchiudendoti in una stanza abbandonata?”


Lei sgranò gli occhi, sentendo il cuore martellare forte nel suo petto.


Davvero vuoi sapere cosa mi ha sconvolto? E tu, allora, dimmi perchè hai baciato la Keen, Harry...? Dimmi perché?!


Harry si concentrò maggiormente: voleva leggerle nella mente, doveva capire...


Lei si sentiva imprigionata, impaurita... non riusciva a reggere quello sguardo, che sembrava in grado di spogliarla e di mettere a nudo la sua anima.


Harry... ti prego. Per favore... sono molto stanca... Lasciami riposare...” Lo supplicò lei, chiudendo gli occhi e voltando il viso di lato.


Ad Harry bastarono quelle poche parole per desistere all'istante da quell'abuso. Le guardò ancora una volta le labbra... Dio, come avrebbe voluto baciarla! Ma le sembrava così fragile e indifesa. Si arrese e lentamente la liberò dalla prigione in cui l'aveva stretta.


Certo, come desideri tu... Posso... posso fare qualcosa per te?”


... No...”


Si guardarono a lungo, uno sguardo fatto di mute parole, impossibili da pronunciare, ricco di sentimenti, carico di emozioni intense.


Bene... Allora... ci vediamo più tardi...” la salutò Harry, voltandole le spalle.


Lei lo vide allontanarsi e sentì una tristezza infinita, provando un incomprensibile senso di abbandono.

Harry!” lo chiamò quando era ormai sulla porta.


Sì?”, rispose lui, gli occhi pieni di speranza.


Io volevo...”


... Sì...?”


... Dirti... grazie.”


Un altro lungo silenzio.


Grazie per non aver detto niente a Ron.....”

Lui la guardò a fondo, denudando la sua anima, tanto da farle abbassare lo sguardo. “Figurati...”, disse piano.


Lei tornò a guardarlo: “E poi... Grazie per ieri sera. Se tu non fossi arrivato in tempo, io...” si guardò le mani tremanti.


Lui fece un triste sorriso e serrò la mano intorno alla maniglia: “Ci sarò sempre, per te... ricordatelo.” E con questo richiuse lentamente la porta alle sue spalle.


Le lacrime, calde e amare, presero finalmente a scorrere sul viso di Hermione, che con tutta la sua disperazione nascose il viso nel cuscino, sperando che il suo grido d'infelicità venisse in qualche modo attutito.


* * *


Harry si sentiva a pezzi: non aveva chiuso occhio tutta la notte, ed era stremato dalla stanchezza e dai pensieri. Era preoccupato per Hermione e avrebbe voluto uccidere Ron con le proprie mani per quello che le stava facendo.


E poi... c'era Isabel... Oh, i suoi occhi erano così indecifrabili! Sembrava essere arrabbiata per qualcosa.... ma cosa?


Passò davanti alla sua stanza, e nella mente... si sentì chiamare.


Cazzo! Ho le allucinazioni? O Isabel mi sta chiamando veramente?


Si guardò intorno, ma il corridoio era vuoto: mancava quasi mezz'ora alla prima lezione. Provò a bussare con poca convinzione, ma fu proprio Isabel ad aprirgli.


Fece appena in tempo a chiudere la porta che venne attirato all'interno della stanza dalle sue mani morbide ed affusolate.


Harry...” sospirò Isabel con un lamento.


Lui la guardò. Il risentimento sembrava essere sparito dai suoi occhi. Aveva l'aria un po' scossa, come se avesse appena finito di correre, con alcune ciocche di capelli che le erano sfuggite dai fermagli.


Sembrava preoccupata, tesa... ma era bellissima!


Va tutto bene?”, le chiese allarmato.


No!”, rispose in fretta lei.


Perchè?”


Perchè?! Sì, tu hai ragione... Perchè? Anche io domandare a me.... e non sapere cosa rispondere! Io sapere solo che...”, un altro sospiro di tormento, “... che non vedevo l'ora di incontrarti, questa mattina!”


Harry abbassò gli occhi, sentendosi in difetto, aspettando che quel momento interminabile passasse.


Tu sembrare molto stanco”, gli disse poi con dolcezza.


Sì! ... Lo sono... Sono a pezzi, ho sonno... E ho un'intera giornata di studio che mi aspetta!”


Isabel si addolcì maggiormente: “Ohh... vieni qui... Hai bisogno di riposare un poco...” Con gentile autorità lo prese per mano e lo accompagnò sul divano, dove lo fece sedere. Poi, con pochi e rapidi gesti fece apparire una tazza di caffè fumante e dei biscotti.


Mangia qualcosa... ti aiuterà.”


Lo stomaco di Harry reclamava cibo dalla sera precedente e alla vista dell'invitante colazione, non seppe resistere: “Grazie...”


Mangiò di gusto i biscotti e bevve il caffè, provando subito un appagamento fisico. “Grazie, davvero! Almeno reggerò un paio d'ore senza crollare.” Ripose la tazza.


Figurati...” gli sorrise lei.


Harry si rilassò un po' di più sul divano, stendendo le gambe e ammirandola con più calma.


La ragazza, intenerita, allungò una mano e tolse una briciola che gli era rimasta vicino al labbro. Harry si irrigidì leggermente per quel gesto, imbarazzato da quella confidenza. Poi il tutto si tramutò in una dolce carezza e i loro sguardi si immobilizzarono nei reciproci occhi.


Lei, senza parlare, gli si fece pericolosamente più vicino, sul divano.... La sua mano, lenta e dolce, proseguì la carezza dal viso fino a scendere sulla spalla. Gli occhi della ragazza si allargarono di stupito piacere non appena tastarono la consistenza di quei muscoli duri, e si lasciò sfuggire un piccolo sospiro.


Harry rimase immobile sotto quel tocco delicato, osservando le espressioni che il viso di Isabel man mano assumeva.

I suoi occhi, di un blu profondo come il mare, s'intensificarono nell'inconfondibile espressione del desiderio, e senza più esitare si fecero ancora più vicini.


Harry li osservava ipnotizzato, incapace anche solo di sbattere le ciglia... finchè, inaspettatamente, sentì le sue calde labbra sfiorarlo con dolcezza.


Chiuse gli occhi, non riuscendo ad opporre resistenza, e si lasciò accompagnare all'indietro dalle abili mani di Isabel. Con estrema malizia, Isabel insinuò la sua lingua morbida e dolce tra le labbra di Harry, che la accolse senza protestare.


Il bacio si prolungò per un tempo che Harry non seppe quantificare, diventando sempre più esigente ed impetuoso. Le mani della ragazza erano un continuo passare dal torace, al collo, ai capelli. Non sapeva se era per la stanchezza o semplicemente per lo sconforto che provava, ma quelle mani calde che gli accarezzavano i capelli mentre lo baciava, erano una specie di ipnotico cullare, al quale lui si abbandonò completamente.


E presto il suo corpo reagì nel modo più naturale ed istintivo, sentendo l'esigenza di prendere il comando della situazione. Si allontanò per riprendere fiato da quel bacio appassionato, si sistemò meglio mettendole una mano intorno alla vita, e con una piccola rotazione se la portò sotto di sé, facendola sdraiare.


Isabel sembrò gradire oltre modo quella decisione e si lasciò sfuggire un gemito di piacere, soprattutto quando sentì il peso di lui schiacciarla contro il divano.


Harry si sentiva confuso.... Mentre baciava Isabel sentiva nel profondo una tristezza infinita, un dispiacere molto simile a malessere. Ma il coinvolgimento fisico che stava provando in quel momento, era in netto contrasto con i suoi sentimenti. Era un ragazzo di sedici anni, che non si era mai trovato così a stretto contatto con una donna... e stava sentendo i suoi ormoni letteralmente impazzire!


Con una mano osò farle una timida carezza sulla schiena.... fino a risalire pian piano sul davanti e sfiorarle i bottoni della camicetta. Lei si protese verso di lui, invitandolo a continuare. A Harry non sembrava vero...


Si staccò per poterla vedere: Dio! Era così seducente.... una vera tentazione!


Impacciato, le slacciò i primi bottoni ed infilò la mano tremante nell'apertura, toccandole il seno pieno. Un'ondata di eccitazione lo travolse, offuscandogli i pensieri.


Oh.... Harry...” sospirò la ragazza, piena di desiderio. Gli mise una mano dietro la nuca, infilando le dita tra i suoi folti capelli e lo attirò verso di sé. Ma il bacio fu rapido e lei quasi gli morse il labbro, poi lo sospinse dolcemente verso il suo collo... e poi più giù.


Lui sentì l'esigenza di premere maggiormente il bacino su di lei, e a sua volta emise un gemito di piacere. Sentiva la testa annebbiata, come se il suo corpo decidesse per conto proprio.


Lei inarcò la schiena e fece un movimento talmente bello che Harry credette di non resistere. Aveva così poca esperienza in fatto di sesso che per lui, riuscire a trattenersi, stava diventando un vero problema.

Dovette fermarsi un attimo, altrimenti, se lei avesse continuato a muoversi in quel modo, sarebbe catastroficamente venuto.


Dopo un po', su invito di lei, iniziò a baciarle la zona sotto la clavicola, fino a scendere sull'apertura della camicia. Con una mano, Harry concluse il lavoro iniziato poco prima, e finì di slacciare completamente l'indumento, sfilandoglielo del tutto.


Era rimasta col reggiseno, e Harry sgranò gli occhi alla vista di tanta bellezza. Come un assetato di fronte ad una vasca colma di acqua fresca e dolce, abbassò la testa sul suo seno, baciandolo e assaporando ogni centimetro di quella pelle morbida e delicata.


Isabel lo voleva da impazzire! Continuava ad ansimare, ripetendo il suo nome all'infinito. Allungò una mano, desiderosa di andare oltre, e gli toccò la gamba. Poi, leggera come un soffio, proseguì la sua carezza fino al suo inguine.


Ahhh...”, si lasciò sfuggire Harry, stupito dall'intenso piacere che quel semplice gesto gli aveva causato.


Tornò a baciarla sulla bocca, ma poi.... l'immagine di Hermione lo folgorò. Improvvisa ed impietosa.


La testa gli ronzava... tutto stava succedendo troppo in fretta.


Ma cosa sto facendo?

Cosa ci faccio qui?

Hermione è ferita... in infermeria, distrutta! E io sono qui che a momenti faccio l'amore con un'altra?


Cristo! Era lei che stava immaginando di baciare!


Aprì gli occhi e la vista di Isabel, bellissima, appassionata, disponibile e invitante lo fece tentennare. Poi sbattè le ciglia e distese un braccio per sollevarsi dal divano: “Isabel...”


Anche lei aprì gli occhi e lo guardò con sguardo bramoso. Gli afferrò la camicia, tirandolo nuovamente verso di sé.


No! Aspetta...” la implorò.


Cosa...?” chiese lei, non capendo.


Io... è meglio di no...”


Isabel si incupì: “Meglio di no, cosa?”


Non... non dobbiamo andare oltre” rispose a fatica, allontanando la sua mano e tornando a sedersi sul divano. La testa aveva preso a fargli un male cane, e si passò le mani sulla faccia per cercare un po' di sollievo.


Harry... Io... ti prego! Dammi un altro bacio...” chiese Isabel, accarezzandogli la gamba con le sue lunghe dita.


Il ragazzo si alzò dal divano. La vide semi sdraiata, i capelli sciolti, le guance leggermente arrossate ed uno sguardo che implorava solo di essere amata. Harry dovette distogliere l'attenzione da lei e dall'eccitazione che provava in quel momento. Sapeva che non era quello il momento, né il luogo... né, forse, la persona giusta.


Isabel, sei... fantastica! Ma adesso sarebbe sbagliato. Io... mi sconvolgi, mi piaci, mi confondi... Ma abbiamo moltissimo tempo...” cercò di dire con un minimo di razionalità.


Un lampo di ostile risentimento passò negli occhi della ragazza. Era arrabbiata, delusa, offesa... ma durò solo un attimo. Subito dopo, lei si sollevò e si passò una mano tra i capelli, cercando di ricomporsi. Con grazia si infilò nuovamente la camicetta, allacciando piano i bottoni e Harry si sentì arrossire.


Certo... Io capire. Spero di non essere sembrata... troppo... autace”


Harry non seppe cosa dire. Di sicuro, non si era mai trovato in una situazione simile... Le sorrise, cercando di farsi passare l'agitazione, e a sua volta si diede una sistemata.


No, è tutto a posto, ma... Scusami se... Insomma, mi dispiace di non... ”


Non mi devi chiedere scusa, Harry! Io capire...”


Adesso è meglio che vada...”


Va bene” rispose con un sorriso.


Harry uscì in fretta dalla stanza, turbato e confuso, con ancora il membro dolorosamente rigido.


Voltò l'angolo e incontrò Ginny.


Ciao, Harry!” lo salutò la ragazza.


Ginny...”


“Ho saputo di Hermione.... Come sta? Stavo andando a trovarla e...” S'interruppe e lo osservò con più attenzione: “Ma da dove vieni? Cosa ti è successo? Sembri... sembri....” la rossa non trovava la parola giusta, ma aveva bene in mente come identificare quello stato di sconvolgimento. Poi, con un rapido calcolo, si accorse che nel corridoio dal quale lui proveniva, c'era un'unica porta... ed era quella della Professoressa Keen.


Sgranò gli occhi, incredula, allibita.


Ecco, io... non ho dormito! Sono stato tutta la notte in infermeria.... Hermione ora è sveglia e il peggio sembra essere passato” disse in fretta Harry, temendo quegli occhi così perspicaci e svegli.


.... Uhm... sì.... certo...” disse con poca convinzione.


Io... io vado a farmi una doccia, prima delle lezioni...”


Certo... Io vado a salutare Hermione, allora....”


Ok!”, disse in fretta lui e con un cenno della mano, si allontanò correndo.


La rossa rimase a fissarlo di schiena, e poi tornò a guardare la porta dell'insegnante, assalita da mille dubbi e mille domande... desiderosa di poter condividere i suoi dubbi e i suoi sospetti con la sua più cara amica: Hermione Granger.


Infatti, quando entrò in infermeria, trovò Hermione sveglia e la salutò con un caldo sorriso. Dopo essersi accertata che l'amica stesse meglio, non riuscì a trattenersi dal dirle: “Sai, ho incontrato Harry.... poco fa....”


Hermione si fece immediatamente più attenta.


Certo che è stata una vera fortuna che ieri sera ti abbia vista!”


Il viso di Hermione si addolcì e con un sospiro, ammise: “Già... se non fosse stato per lui.... Madama Chips ha detto che sarei anche potuta morire!”


L'amica si sedette sul bordo del letto e le prese la mano, facendole una carezza.


Quando ho bisogno... lui c'è sempre...” continuò con sentimento Hermione.


Ginny, del tutto ingiustamente, provò una punta di gelosia, e questo la spinse ancora di più a riferirle ciò che aveva visto: “Sai... mi ha detto di essere stato qui tutta la notte...”


Hermione sorrise maggiormente, commossa dal ricordo degli occhi di Harry al suo risveglio, all'apprensione che vi aveva letto dentro, alla paura che gli aveva segnato il viso.


Solo che poi...” la rossa lasciò di proposito la frase in sospeso.


Cosa?”.


Oh, è così strano.... in realtà lui... sembrava così... sconvolto!”


Hermione sorrise compiaciuta: “Sì, poverino... si è spaventato tantissimo, per quello che mi è successo. Aveva paura che... era terrorizzato che ci fossero delle conseguenze gravi...”


Beh, io veramente non mi riferivo a questo...”


Hermione aggrottò le sopracciglia: “A cosa, allora?”


In tutta onestà, era come se... Oh, come posso spiegarti? Harry era turbato, sconvolto... come se avesse appena finito di rotolarsi su un prato insieme ad una ragazza, ecco!” disse la rossa in fretta.


Hermione si pietrificò. Cosa diavolo stava dicendo, Ginny? Cosa stava insinuando?


Non... capisco, cosa... cosa vuoi dire?”


Ecco, vedi, Hermione... Lui proveniva dal corridoio dei professori... proprio dove c'è la stanza della Keen! Sai... tutte quelle cose che dice Malfoy.... su loro due...” Ma appena detta quella frase, se ne pentì immediatamente, visto che gli occhi di Hermione si dilatarono, velandosi di lacrime.


Non riusciva a credere alle sue orecchie.

Harry era stato dalla Keen...

Subito dopo averla lasciata... era andato da Lei !

E Ginny... Dio! Ginny aveva detto che aveva l'aria stravolta, di uno che aveva appena....


Oh... ma magari mi sono sbagliata....”, soffiò Ginny abbassando la testa per nascondere il rossore.


Hermione rimase con lo sguardo fisso nel vuoto, incapace di parlare. Ricordava fin troppo bene il bacio che aveva visto dare da Harry alla Keen. Ancora le bruciava negli occhi. E dopo che aveva visto l'insegnante quella mattina... e gli sguardi che si erano scambiati, non aveva dubbi che i due si fossero successivamente incontrati.


Provò un forte dolore al cuore, acuto come quello di un punteruolo che strazia la più delicata delle superfici.


Ginny, ora, era in difficoltà. La baciò frettolosamente e si alzò, andando verso la porta. “Scusa... magari è meglio se adesso ti lascio riposare...”, disse sentendosi vergognosamente in colpa. Il fatto era che nonostante avesse un fidanzato... continuava a provare qualcosa per Harry, compresa una forte gelosia per come lui guardava Hermione.


Hermione annuì “Certo, grazie della visita...” Quando la porta si fu chiusa, tornò a sdraiarsi e nascose il viso sotto le coperte.


* * *


Grazie alle cure di Madama Chips e al riposo, la gamba di Hermione guarì nel giro di pochi giorni e lei fu subito in grado di tornare a lezione.


La ragazza preferì glissare con tutti il vero motivo di quella breve assenza.

Soprattutto, il suo ostinato orgoglio e il suo accanito rancore, la portavano matematicamente dalla parte opposta di dove si trovasse Harry.


La mattina seguiva con il massimo della concentrazione tutte le lezioni possibili ed immaginabili (anche quelle non sue), evitando chiunque, e durante i pomeriggi trovava rifugio nella biblioteca deserta, sicura che neppure lì qualcuno la potesse disturbare.


Anche quel pomeriggio si era rintantata in quell'ambiente silenzioso, protetta e sicura di quella solitudine, per potersi concentrare nelle sue letture. Leggermente zoppicante, ad un certo punto si alzò per riporre un libro voluminoso al suo posto. L'aria era immobile e silenziosa. I caldi raggi del sole filtravano attraverso la finestra, illuminandola. A sua insaputa (semi nascosto dietro una colonna), Harry la osservava in controluce, ammirandola in tutta la sua bellezza, seguendo il profilo delle sue morbide linee illuminate dai raggi.


Dio, quanto la desiderava!


I vecchi libri polverosi mossero migliaia di pulviscoli che, illuminati dai raggi di sole, iniziarono a danzare attorno alla sua figura in un lento e morbido movimento, rendendola quasi eterea.


Hermione si alzò in punta di piedi, allungandosi e cercando di prendere un libro che stava una fila più su rispetto a quello che aveva appena riposto. Lui la raggiunse nel silenzio più totale, mettendosi alle sue spalle, vicinissimo a lei...


Ti serve aiuto...?”, le chiese in un sussurro, vicino al suo orecchio.


Il cuore della ragazza si fermò perdendo un battito, per poi riprendere a palpitare come un matto. Nel breve spazio tra la libreria e il corpo di Harry, ruotò su se stessa ritrovandosi a pochi centimetri da lui.


Harry...” mormorò.


Sono stato un folle a desiderare di baciare e... toccare un'altra.... Come ho potuto farlo?


Come stai...?” le chiese, giusto per distrarsi dalle sue labbra.


Io... bene... Meglio, grazie.”


Harry continuava a restare senza motivo a pochi centimetri da lei, obbligandola ad appiattirsi contro la libreria per riuscire a guardarlo in faccia.


In un silenzio imbarazzato, Hermione si guardò disperatamente intorno, sperando di scorgere qualcuno. Ma con quella giornata di sole, dopo tanta pioggia, erano ben pochi coloro che aveva deciso di restare rinchiusi nel Castello.


Io... cosa ci fai, qui?” gli chiese stupidamente.


Ti cercavo... E' da giorni che mi sfuggi.”


Lei sgranò gli occhi, oltraggiata ancora una volta dalla sua supponenza, offesa dalla sua sfacciataggine. Ma come si permetteva? Chi si credeva di essere? Era arrabbiata e ferita per quello che aveva visto solo pochi giorni prima. Per non parlare di quello che le aveva detto Ginny! Ancora non riusciva a credere che Harry, il suo Harry si fosse comportato in modo tanto disdicevole... con un'insegnante!


Non ho nulla da dirti...”, disse puntando le mani sul suo petto, nel vano tentativo di allontanarlo. Ma Harry era una roccia e non si spostò neppure di un centimetro.


Che cosa credi di fare? Evitarmi per sempre?” le chiese in un sussurro, prendendole i polsi e stringendoli leggermente.


Hermione si sentì morire!


Quasi provò un dolore fisico allo stomaco tanto le si stava ingarbugliando. Uno sfarfallio senza tregua le toglieva il respiro.


Fammi passare...”, ordinò con disperata autorità, iniziando a non reggere più quello sguardo così penetrante.


Lui la osservò per un lungo istante, fermandosi in tempo prima di cedere alla tentazione di chinarsi su di lei e baciarla.


Sì, certo... Ma prima ti aiuto a prendere il libro che cercavi...”


Avanzò di un passo, facendo aderire leggermente il proprio corpo al suo. Con studiata lentezza lasciò che i loro corpi si sfiorassero....


Hermione poté sentire il suo inconfondibile profumo di pulito. Harry, a sua volta, inspirò la sua dolce fragranza, fresca e delicata, che avrebbe voluto poter assaporare con le labbra! Allungò la mano e prese il libro che lei voleva, restando il più a lungo possibile vicino a lei.


Poi, inevitabilmente, si separò da lei, porgendole il volume con un sorriso e facendo un passo indietro.


Grazie”, disse Hermione senza guardarlo. Obbligandolo a spostarsi, lo oltrepassò e tornò a sedersi. Si passò una mano tra i capelli, come per riportare la situazione in ordine e sotto controllo.


Harry la seguì, ostinato: “Allora... mi vuoi dire perchè hai questo atteggiamento?”


Spudorato-ignobile-miserabile-stronzo!


Non so di cosa tu stia parlando”, rispose aprendo il libro e sistemandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.


Ecco, io... mi chiedevo...”


Lei continuò a sfogliare rumorosamente le pagine, irritata dalla sua insistenza.


Hermione, non sopporto di vederti soffrire in questo modo!” disse tutto d'un fiato, senza avere il coraggio di guardarla negli occhi.


Ipocrita! - Pensò Hermione indignata – Bugiardo! Schifoso egoista!


Sono preoccupato... e voglio sapere come stai...”


Furiosa, smise di girare a vuoto le pagine ed incollò gli occhi ai suoi: “Ahh! Sei davvero molto gentile! Ma non occorre che tu stia in pena per me!” disse con finto sarcasmo.


Il moro si stupì di quella risposta astiosa, e continuò imperterrito: “Tu e Ron vi siete parlati? Voglio dire.... Siete riusciti a chiarirvi? Lui ha capito che...”


... Eh, no! NO! Questo non lo avrebbe proprio sopportato!


Oh, Harry!” disse a voce alta, chiudendo con un tonfo il grosso libro. “Cosa c'entra Ron? Perchè mi stai assillando in questo modo?” domandò con rabbia.


... Come perchè? Io... ti vedo star male... Sei inquieta, turbata...”


Non farmi ridere, Harry!”, lo interruppe con foga. “Mi sembra che ultimamente le tue distrazioni siano decisamente più interessanti dei miei problemi, no?!” ringhiò.


Lui la guardò stupito, non capendo cosa intendesse dire.


A cosa ti... riferisci...?”


Hermione fu tentata di riempirlo di pugni e lo fulminò con lo sguardo: “A NIENTE!” gridò alzandosi e facendo per allontanarsi.


Ma lui fu veloce ad afferrarle il polso e a bloccarla prima che scappasse via: “Dove stai andando? Aspetta!”


Lasciami immediatamente, Harry!” cercò inutilmente di divincolarsi dalla sua presa.


Eh, no! Tu adesso mi dici cosa significa!” La sua pazienza era arrivata al limite.


Non c'è niente da dire...” ruggì con disprezzo “Hai fatto le tue scelte, mi sembra!”


Harry era sbigottito. Perchè Hermione ce l'aveva tanto con lui? ...Non era forse Ron, la causa della sua rabbia e della sua disperazione? Stava soffrendo di gelosia per l'amicizia che stava nascendo con Luna, no...?


Lei si liberò con uno strattone da quella morsa che le stava artigliando il polso, e con un gesto di stizza prese la borsa che era abbandonata a terra.

Si diresse a passo veloce verso l'uscita, afferrò la maniglia ed aprì appena la porta, ma fu raggiunta in un attimo da Harry, che allungò la mano e richiuse violentemente la porta davanti al suo viso.


Adesso mi dici cosa cazzo vuol dire questo atteggiamento!”, disse arrabbiato, continuando a tenerla imprigionata con il braccio teso.


Era stufo, stufo marcio di quell'ambiguità, di quel comportamento ostile e polemico.


Se sei arrabbiata con Ron, perchè ti comporti così con me?!”


Gli occhi di Hermione scintillarono di collera: “Ron? RON? Oh, ma la vuoi piantare di nasconderti dietro Ron?! Smettila! Basta!” Sembrava una leonessa ferita. “Vuoi la verità?? Ron non ha il coraggio di dirmi che tra noi è finita! LUI NON MI AMA PIU'!” Gli occhi le si velarono di lacrime e con le labbra tremanti, disse in un sussurro: “Ed io, forse.... non l'ho mai amato!”


BOOM!


Botta al cuore!

Forte... fortissima!


Ma vuoi sapere qual è la cosa più buffa? E' che non riesco nemmeno ad avercela con lui!” Una lacrima vinse la sua resistenza e le scivolò lungo la guancia. “Già... non è con lui che ce l'ho! Ce l'ho con ME STESSA! Sono io... Sono io che sbaglio sempre tutto!”


Harry, nella sua ostinata cecità, era convinto che lo spirito di protezione di Hermione volesse tutelare Ron ancora una volta.

Certo! Lei non sapeva che il suo ragazzo si stava innamorando di Luna, e questo lo fece arrabbiare oltre il dovuto.


Ron è uno stronzo! Lui... non merita di essere difeso in questo modo! Tu non sai...” ma si interruppe, improvvisamente combattuto tra il sentimento d'amore che provava per lei, e quello di amicizia che sentiva per lui.


Lei lo guardò sdegnata: “Ma come ti permetti? Con che coraggio dici queste cose?! Perchè non provi a farti un maledetto esame di coscienza, una volta tanto? Perchè non abbassi quella disgustosa maschera di finto perbenismo che ti porti incollata addosso?”


Harry si sentì investito dall'onda d'urto di quelle parole, dette con rabbia ed amarezza. Sbatté le ciglia incredulo e scosso, incapace di reagire a quelle accuse precise e dirette.


Mi hai deluso, Harry! Profondamente!” Sollevò la mano e con fastidio si liberò dal braccio del ragazzo che la teneva incollata al muro.


Aspetta!” la supplicò a voce alta: “Ma cosa vuoi dire...? A cosa ti riferisci?” chiese disorientato.


Lei gli restituì uno sguardo duro e ferito: “Sii onesto, almeno per una volta... Avanti, ammettilo... se ne sei capace!” attese pochi secondi, e poi continuò con un sorriso pieno del disprezzo più assoluto: “Hai baciato la Keen, Harry! ... Se non peggio! Te lo devo proprio ricordare? Lei è.... è un'insegnante! Dovresti vergognarti!!” disse gelidamente. E con questo se ne andò, lasciandolo solo alle sue colpe e responsabilità.


Sentì i suoi passi allontanarsi velocemente, finchè il silenzio lo avvolse.


Merda!


Quelle ultime parole lo avevano colpito come una fucilata, secca e dritta al cuore.


Hai baciato la Keen! Se non peggio! Lei è un'insegnante! Dovresti vergognarti!


Era Hermione...

Era lei ad averli visti, in giardino...

E sembrava conoscere molto più di quanto lui tentasse disperatamente di nascondere.


Rimase a lungo a fissare la porta chiusa, finchè si abbandonò con le spalle contro il muro e si lasciò scivolare fino a terra, per restare un tempo infinito con la testa tra le mani.



* * *



Argentlam: Ciao carissima! Sei, come sempre, davvero gentile... Ed io non posso che essere felice che il capitolo ti sia piaciuto! Ehh..... I sentimenti di Hermione sono descritti bene? Sarà che ci sono passata??? :-)) LOL Ancora grazie!!

Rani of the Artich: Aiuto! ciao..... temo il tuo giudizio! Se nel capitolo precedente eri arrabbiata.... chissà adesso! Beh, come puoi capire... nella mia testolina frullano le 'peggio cose' , e quindi questo tasto (Keen+Harry), seppur dolente, doveva essere toccato. Ma spero comunque, che il tutto sia stato di tuo gradimento.... Attendo fiduciosa il tuo giudizio! 1 bacio!

Luxcis: Arghh! Scusami se ho pensato ad un maschietto! :-)) Sei un tesoro, e spero che anche questo 15° cap ti sia piaciuto! Ovviamente fammi sapere, ok? Grazie!!!!

Sabri89: Dolcissima Sabri..... ancora sicura che si tratti solo di tenerezza? O al nostro Harry sta andando in fumo il cervello?? Ahi, che brutti scherzi che ci gioca il cuore..... :-) Ma non dico di più! Hermione è in una valle di lacrime... col cuore a pezzi! Ma è una tosta, non temere! Ti pregooooooo, fammi sapere cosa te ne pare!!!!!!!! Grazie, come sempre, per la tua costante presenza e per il tuo fondamentale sostegno! 1 bacione!

Stizy: Ciao Ciccina mia!! :-D Sono sempre felicissima di poterti regalare emozioni.... ne sono onorata! E poi... chi di noi non c'è passato, ahimè? Ma l'importante è cogliere sempre degli insegnamenti! :-)) Non so se questo capitolo sia stato un vero e proprio chiarimento.... ma perlomeno, la nostra Hermione, qualcosa ha tirato fuori! Anche se deve ancora sfoderare gli artigli! Grazie, come sempre, del tuo fondamentale supporto! BACIONIIIIIII !!

Jerada: Ciao! Grazie per il 'grande capitolo'!! Caspita, mi hai anticipato la sorpresa.... alla Mappa del Malandrino ci avevo pensato, ma volevo aspettare questo cap per poter descrivere meglio la scena...! :-) Ad ogni modo, spero di aver soddisfatto le tue aspettative ^^'. Un cazzotto a Ron? Ma anche due! Che ne dici? Grazie della tua presenza costante, è un vero onore, per me! 1 bacio a presto!

Marco: Ecco il mio... fondamentale e preziosissimo Marco! Grazie della lunga e dettagliata recensione, è sempre importante per me! Allora, Harry è in completa confusione... e di sicuro, la Keen sa bene come approfittarne! Ma Hermione, seppur col cuore a pezzi, è una battagliera! A te devo un ringraziamento speciale, per il tuo aiuto, per la tua costanza, per il tuo sostegno... e per la tua amicizia! Grazie!

dolcepuffa: Ma ciao!!! Come sono felice di avere una new entry (in fatto di recensioni)!! Grazie, sono stra felice di avere tanti lettori che seguono con passione questa fic! Ma di sicuro, il fatto di lasciare la propria 'testimonianza', rende reale e concreto il gradimento, quindi ti ringrazio tantissimo per aver fatto il 'passo in più', e di aver recensito! Spero sinceramente di trovarti ancora! :-) Bacioni!

8x4: Wow!! Ciao, stellina! Che bella recensione, grazie! Non è sicuramente un compito facile quello di riuscire a trasmettere emozioni... Quindi il tuo complimento me lo prendo TUTTO e me lo spupazzo per un bel po'! Grazie di cuore! Anche tu, che sei sempre costantemente presente, ti meriti un bel bacio in fronte! SMACK !!!!!!!! :-)) A presto!

morgana85: Dolcissima Morgana, sei davvero un tesoro! Non ho parole per ringraziarti delle tue parole, e l'unico modo che ho, è cercare di continuare a fare del mio meglio per scrivere questa fic! Mi auguro che questo capitolo ti sia piaciuto, e che il mio lavoro non ti deluda mai! Un abbraccio forte! ciao!!!

Sallulla: S-e-i i-l m-i-o m-i-t-o !!!!!! :-D Ciao, bella tusa! Non ti nascondo che aspetto sempre con ansia i tuoi commenti, che mi regalano sempre un sorriso e mi fanno un enorme piacere! Grazie di cuore! Chiedo ancora scusa per il ritardo del capitolo precedente.... e mi auguro di essere andata meglio questa volta! Hai visto giusto, e spero che questo ultimo capitolo ti sia piaciuto.... che te ne pare???? :-) Attendo, come sempre, il tuo giudizio! GRAZIE ! Baci!

granger90: Tesoro mio, ciao! ... Morire, resuscitare, morire.... 'Aaaspita!! ME POTENTE!! :-)) No, scherzo, sono solo estremamente felice di essere riuscita a regalarti tutto questo bombardamento di emozioni!! :-D ... E con questo capitolo???? Ad emozioni come stiamo? ^^ Palpitato il cuoricino? Grazie di tutto!! un bacio a presto!

goldbuble: Ciao!!! In realtà, Ron.... ancora non l'ha lasciata..... Ma.... :-))))) ^^ Grazie mille per la tua dolce recensione e per il tuo affetto! Spero di essere stata un po' più veloce con l'aggiornamento, questa volta! Aspetto con ansia il tuo parere, mi raccomando!! Kisses

BellaWitch: Oh, cara! Ma figurati, per me è stato solo un piacere... e ci tenevo veramente a ringraziarti! E anche la tua super recensione di questa volta mi ha riempito di gioia! Gnam, gnam.... che scorpacciata di complimenti! grazie.... :-) In effetti, inserire personaggi nuovi non è mai facile (vedi Keen), e sono contenta che 'nel bene o nel male', il risultato ti sia piaciuto. Arrivati a questo punto, che te ne pare?? Come puoi capire... qui la cosa si fa seria! Conto sulla tua prossima recensione! Tantissimi baci!

Harmonia: Ciao! Che bello 'ri-leggere' il tuo nome! Era un po' che ti aspettavo :-)) E' vero, nel precedente capitolo sembrava che fossimo arrivati + o - a chiarire le situazioni, ma adesso....? Hi hi hi.... Adesso è un bel macello... (dal quale riuscirò ad uscire??? AIUTO!!!). Grazie della rec!! A presto, spero! ciao

PikkolaGrandefan: W-O-W ....... Cavolo, grazie! Concisa, ma EFFICACE!! Che splendido commento.... ne sono onorata! Spero di trovarti ancora... e grazie di cuore! ciao ciao!








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Capitolo 16
*** 16 - "Abuso di potere" ***


Al di là della ragione

Avviso ai lettori:

Ciao a tutti!

In questo cap ci sarà una piccola scena 'hot'... E' solo una mia premura avvisare, visto che comunque il Rating è rosso...


Come sempre, ci tengo tantissimo a ringraziare tutte le persone che continuano a seguire questa storia, anche chi solo legge...

Ma un doveroso ringraziamento è per coloro che lasciano con tanta costanza ed affetto le loro recensioni! Siete fantastici!

E per ultimo (... ma solo in senso figurato! ^^) un grazie enorme a Marco per il suo sostegno ed il suo aiuto!

A fine cap, ovviamente, un pensierino per voi!

Bacioni a tutti!!

Magia



- 16 -

Abuso di potere”



Hermione non credeva di essere stata capace di farlo... Proprio non ci credeva!

Santo cielo, aveva confessato di non amare più Ron... e proprio a Harry! Si rifugiò nella sua stanza, gettandosi sul letto ed abbracciando forte il cuscino rosso, a forma di cuore.


Dio mio, devo essere impazzita!

Perchè ho detto tutte quelle cose a Harry... Adesso sa che l'ho visto con la Keen! Che errore terribile!


In questo modo si era resa vulnerabile e.... Oddio, aveva fatto la figura dell'isterica gelosa!

E se Harry avesse intuito qualcosa? Anzi, peggio: se avesse capito, senza più ombra di dubbio, che era disperatamente innamorata di lui?!

Passare per la povera amica non ricambiata e col cuore a pezzi era l'ultima cosa che voleva!

Ohh... Non se lo sarebbe mai perdonato!

Prese a pugni il cuscino, riuscendo solo in parte a sfogare la sua frustrazione.


Guardò fuori dalla finestra: il cielo era tappezzato di nuvole rossastre, colorate dagli ultimi raggi di sole della giornata. Sospirò: si sentiva così triste!


Adesso, ripensando a quello che era successo in biblioteca, si vergognava da morire! Con che coraggio aveva tirato fuori quelle parole?


Ma era stato più forte di lei.... Non riusciva più a reggere quella disonestà da parte di Harry! Fingeva di esserle amico, di essere preoccupato per lei... E invece non gli importava nulla! Niente di niente!


L'unica cosa che era riuscito a fare, era innamorarsi di una professoressa della Scuola, andando contro ogni regola, al di là della ragione e del buonsenso!


Santo cielo! Purtroppo era maledettamente gelosa... e se soltanto avesse potuto, avrebbe fatto qualsiasi cosa per eliminare la Keen dalla faccia della terra! Ma aveva ben poche armi contro la ragazza più bella dell'intero mondo magico, così carismatica, dolce, e maledettamente brava! E che soprattutto, a differenza sua, aveva avuto il coraggio di dichiararsi a Harry!


Si sentiva arrabbiata col mondo intero! Sarebbe voluta sparire... e per un folle momento pensò addirittura di abbandonare la scuola. Oh, non avrebbe sopportato di assistere nuovamente ad un bacio tra Harry e Isabel! Non l'avrebbe proprio retto!


E poi c'era Ron... Cosa doveva fare, con lui?!


Adesso, finalmente, aveva capito che non era la simpatia nata con Luna a ferirla, bensì l'aver realizzato che per lui provava indifferenza.


Il suo intuito femminile ormai l'aveva messa in guardia da parecchie settimane: anche per lui i sentimenti erano cambiati... Quella di Ron nei suoi confronti era solo una inutile e cocciuta ostinazione... Lei era stata un obiettivo da raggiungere e da portare a casa.

Sì, certo, si volevano bene.... e lui poteva andare in giro col petto gonfio di soddisfazione, mostrandola come un trofeo.


Ma era amore, quello?

Avevano mai parlato, seriamente?

Avevano mai discusso con ardore sulle reciproche convinzioni, difendendole ad oltranza?

Avevano mai provato a conoscersi, veramente?


No, no, no! La loro era stata una resa reciproca. Un atto dovuto, che tutti si aspettavano. Ma non c'era mai stata la passione, la complicità, la serenità....


E forse Ron, adesso... per la prima volta, con Luna stava scoprendo davvero quei sentimenti.... quelle emozioni che facevano tremare al solo pensiero!


Ma Ron era troppo codardo per ammetterlo, e soprattutto per dirglielo.


Dovevano parlare. Era arrivato il momento di farlo! Non aveva più senso restare insieme a lui... Lo doveva fare per onestà.... almeno con se stessa. Ma non voleva affrontarlo in Sala Comune, dove rischiavano di incontrare Harry: decise quindi di mandargli un messaggio via gufo, col quale gli chiedeva di incontrarsi alle 19 all'ingresso del portone.


Ron, non poco stupito per quell'insolita richiesta, si presentò puntuale all'appuntamento, ma con una gran paura di quello che lo aspettava.


Ehm, ciao Hermione...” disse grattandosi la fronte, che aveva già raggiunto un discreto colore rosso.


Ciao, Ron. Ti va di fare due passi?”


Sì, sì, certo!”, si affrettò a rispondere, terrorizzato dal contraddirla.


L'aria fredda della sera li colse alla sprovvista, ed Hermione si strinse meglio la sciarpa al collo. Ron aveva le mani affondate nei pantaloni, e dopo un attimo di indecisione, allungò goffamente un braccio per cercare di ripararla dal freddo. Lei non protestò, ma dopo qualche metro in direzione del lago, si fermò.


Credi che basti questo, per farci restare insieme?”


Ron tolse in fretta la mano dalla sua spalla, e con la punta dei piedi iniziò a spostare un sasso da destra a sinistra.


Ecco, Hermione... io... non so. In effetti, è da qualche giorno che... volevo parlarti...”


Hermione sollevò un sopracciglio. Avrebbe voluto essere arrabbiata, con lui, ma proprio non ci riusciva.


Sono tutta orecchie”, lo invitò.


Ron boccheggiò, cercando di trovare le parole giuste: “Ecco, vedi... Tu mi piaci un sacco, Hermione, te lo giuro! Io... era da un'infinità di tempo che ti morivo dietro! Per me sei un ideale, una guida.... ti ammiro e ti stimo.... ma io...”


Hermione aveva gli occhi lucidi, ma non sapeva il perchè.

Forse, semplicemente, il fatto che fosse lui il primo a concretizzare con delle parole un pensiero comune, ora, le dava un certo senso di smarrimento.

Infondo lo aveva sottovalutato: seppur a fatica, si stava dimostrando lui il più onesto e sincero... Lei si era resa conto di non amarlo da molto tempo, eppure non aveva trovato il coraggio di dirglielo.


Sai... io credo che la nostra amicizia... alla fine... sia più forte... di...di...” non riuscì ad andare oltre, timoroso di ferirla.


Gli venne in soccorso con uno sguardo dolce: “Grazie, Ron. Grazie per essere stato tu il primo ad avere avuto il coraggio di dirlo.”


Il rosso sollevò gli occhi, aggrottando le sopracciglia.


Ecco, vedi... Anch'io, da qualche tempo, ho capito che tra di noi non poteva funzionare...” confessò a sua volta Hermione.


Ron sembrò tornare a respirare, buttando fuori tutta l'aria che fino a quel momento aveva trattenuto.


Dici sul serio? Allora... non mi odi?”


Lei sorrise, riuscendo a trovare quel momento dolcemente comico.


No, Ron... non ti odio.”


Lui tornò ad abbassare lo sguardo, sentendosi comunque in colpa per quello che provava segretamente per Luna.


Con delicatezza, Hermione gli accarezzò un braccio: “Sai, trovo che Luna sia una ragazza molto fortunata.”


Ron divenne talmente rosso da illuminare l'intero giardino.


Hermione, non devi pensare male... Noi... te lo giuro, io non...”


Ron, non devi dirmi niente. Purtroppo so bene che il cuore a volte può giocarci strani tiri... Spero solo che tu stia bene... te lo meriti.”


Ron la guardò pieno di riconoscenza e preso da un'impeto di affetto, l'abbracciò forte, tenendola stretta per un lungo momento. Con quel semplice gesto, fu come se il ragazzo avesse aperto gli argini di una diga, incapace di contenere anche una sola ulteriore goccia, e Hermione iniziò a piangere in silenzio, sicura del fatto che Ron non avrebbe fatto domande.



* * *



Hermione si rinchiuse in se stessa, cercando di evitare Harry il più possibile. Non poteva accettare quel comportamento irresponsabile! Era profondamente arrabbiata con lui, offesa dall'interessamento che mostrava per la Keen... e follemente gelosa del rapporto e della confidenza che si era instaurata tra loro!


Harry, al contrario, non faceva che cercarla, dispiaciuto per quello che la ragazza pensava di lui, desideroso di poter chiarire al più presto, ansioso di sapere come stava, visto che tutti ormai erano a conoscenza del fatto che si era lasciata con Ron.


La cosa lo stupiva, lo esaltava, lo sconvolgeva, lo inebriava... e allo stesso tempo lo terrorizzava!

E adesso? ... Cosa avrebbe fatto?

Mille pensieri gli passavano per la testa...

Adesso era libera...

Sola...


Già, ma dopo le parole che gli aveva urlato contro, non c'era ancora stata la possibilità di confrontarsi e chiarirsi.


Hermione... hai un attimo?”, le chiese subito dopo una lezione di trasfigurazione.


Ah, sei tu... No, mi spiace... devo andare! Ginny mi aspetta per ripassare pozioni”, mentì cercando di sfuggire il suo sguardo. Raccolse i suoi libri tra le braccia ed iniziò a camminare.


Beh, allora potremmo fare più tardi!” propose, seguendola su per le scale a chiocciola.


Io... non so, Harry! Sono molto impegnata. Ho perso dei giorni preziosi, in infermeria, e devo ancora recuperare parte delle lezioni.” Svoltò a destra, decisa, in direzione della classe del Professor Ruf.


Lui fiutò immediatamente la bugia ed aggrottò le sopracciglia, ferito.


Ok, allora... domani?”


Domani ho promesso di studiare con...”


Harry l'afferrò per un braccio, interrompendo la sua camminata.


Hermione, insomma, ti devo parlare!” disse con autorità.


Lei, con occhi duri e fiammeggianti, lo squadrò piena di ostinato disprezzo: “E credi che basti ordinarlo ad alta voce, per ottenere quello che vuoi?!”


Harry, a fatica, sostenne il suo sguardo, così severo e pieno d'accusa.

La odiava quando lo trattava così!

Odiava quella sua aria di sfida!

Odiava quell'espressione spavalda!

Odiava quando lo guardava con tanto freddo distacco!


Oddio... ma quanto l'amava!


L'avrebbe voluta prendere, baciare con la forza, e implorarla di amarlo... come lui amava lei!


Hermione posò i suoi occhi ribelli da cerbiatta ferita sulla mano che la tratteneva con forza, e quasi con disgusto sussurrò: “Mi dispiace, Harry, ma io non ho nulla da dirti... E ora, per favore, lasciami andare...”


Quelle parole gli fecero male, più di qualsiasi altro dolore fisico che avesse mai avuto la sfortuna di sentire sulla propria pelle.


Fu costretto ad allentare la presa e Hermione scostò il braccio, voltandogli le spalle ed allontanandosi a testa alta. Harry mosse un passo seguirla, incapace di arrendersi a quella situazione, ma poi si accorse di essere al centro del corridoio e di avere decine di occhi puntati su di lui che lo osservavano curiosi.


Strinse i pugni e si obbligò a lasciar perdere.


Un'onda di risentimento, impetuosa e crudelmente nociva, prese a crescere dentro di lui. Provò una forte rabbia, una violenta furia che sentiva logorargli il cuore.


Le parole di Isabel presero a martellargli nella testa: “Purtroppo, Harry, ci si sente soli... Terribilmente soli! Anche qvuelli che erano amici si comportano in modo strano, e diventano gelosi, isolandoti in modo crudele.”


Era davvero così? Era quello? Hermione aveva smesso di essergli amica?

Dopo tutto quello che c'era stato tra di loro e che li aveva tanto uniti? Dopo tutte le avventure che avevano condiviso?

Perchè? Cosa voleva?

Lei, infondo, era stata insieme a Ron per tutti quei mesi!

Perchè lo giudicava, adesso?

Era forse invidiosa che lui fosse più bravo di lei?


Tutti i discorsi di Isabel fatti sulla solitudine, l'emarginazione e sull'essere diversi, iniziarono ad opprimerlo.

Provò una forte collera, simile a quella che lo aveva assalito tanto tempo prima, quando aveva rotto la gamba a Malfoy, quando aveva usato una Maledizione Senza Perdono senza neppure rendersene conto!


Dei bambini del primo anno gli passarono a fianco e, nel vedere quegli occhi verdi brillare di una luce malefica, scapparono letteralmente via e lui non fece nulla per cercare di tranquillizzarli.


I giorni che seguirono furono i più nefasti che Harry avesse mai vissuto. La sensazione di incomprensione, di oppressione e di frustrazione non era mai stata così forte, in lui. Tutti, tutti sembravano guardarlo con occhi pieni di odio e invidia e lui, di certo, non era dello spirito per porgere l'altra guancia...


Iniziò a comportarsi nel peggiore dei modi, usando una strafottenza che a lui era sconosciuta e che faceva inorridire Hermione. In classe arrivava sempre più in ritardo, non prestava mai attenzione durante le lezioni e sedeva in modo scomposto e assolutamente irritante.


Piton, quella mattina, nel vederlo arrivare dopo degli altri, non fu certo clemente con lui e lo provocò: “Quale onore... signor Potter! Seppur con quindici minuti di ritardo, anche oggi ci degna della sua presenza... Dieci punti in meno per Grifondoro!” sibilò con la parte sinistra del labbro leggermente sollevata, a testimonianza del suo piccolo godimento.


Vaffanculo....” mormorò in risposta il moro, a fior di labbra.


Il professore perse il sorriso canzonatorio che aveva stampato in faccia, e il suo ghigno si trasformò in una smorfia di stupore: “Hai detto qualcosa?!” chiese aggrottando le sopracciglia.


Ehm, no... no! Sono dovuto passare da... Silente!”, mentì.


Hermione si voltò indignata: era una bugia!!


Harry si sedette nell'ultimo banco, in fondo alla classe, gettando malamente lo zaino a terra e stravaccandosi sulla sedia. Si guardarono per una frazione di secondo, durante il quale Hermione cercò di trasmettergli tutta la sua ostilità. Lui sostenne lo sguardo, ricambiandola in modo glaciale... finchè lei, arrossendo, abbassò gli occhi.


Allora”, proseguì Piton, richiamando l'attenzione. “Come vi stavo dicendo, questa è una pozione molto difficile e complicata. Per facilitarvi, ho già posizionato gli ingredienti sui vostri tavoli...”


Oh, ma che pensiero gentile!” sghignazzò Harry, appoggiando un piede sul tavolo.


Piton si irrigidì e lentamente si voltò a guardare il ragazzo con disprezzo: “Potter, sei sempre stato un piccolo arrogante maleducato, ma oggi stai superando i limiti! Altri venti punti in meno!” disse gelidamente.


La classe emise un'esclamazione di sconforto.


E sai che cosa me ne frega!” rispose Harry con insolenza.


Hermione tornò a guardarlo, sgranando gli occhi, incapace di credere a ciò che vedeva e sentiva.


Come ti permetti...? Razza di strafottente presuntuoso insolente?” Con tre falcate veloci il professore arrivò in fondo alla classe ed abbassò il suo naso aquilino su quello di Harry: “Credi di essere spiritoso, POTTER?! Vediamo se con una settimana di punizioni continuerai a divertirti allo stesso modo!”, lo minacciò con nervosismo. Poi, voltandogli le spalle, dichiarò: “Altri 50 punti in meno per Grifondoro!”


Harry fissò le sue spalle con odio: “Per me può togliere tutti quei cazzutissimi sassolini verdi dalla clessidra! Non m'interessa un accidente di niente!” rispose con aria di sfida Harry, mettendo giù la gamba dal tavolo. “Tanto la 'Pozione Millefiori Sigillante' la so preparare anche senza il bisogno della sua spiegazione!”


Piton lo guardò con occhi stravolti: come osava parlargli in quel modo? Ma soprattutto, come faceva a conoscere il nome della Pozione? Lui ancora non l'aveva detto! Sbatté le ciglia e con la bocca aperta restò a fissarlo, incredulo. Potter aveva usato il 'Legilimens', non potevano esserci altre spiegazioni! Ma come aveva fatto... se ne sarebbe accorto!


Harry si divertì un mondo a guardare la faccia di Piton così stralunata e furiosa... Sembrava che avesse ingoiato palate di sterco di Troll!


Potter, come... come osi....?” disse a fatica il professore.


Già... me lo chiedo anch'io! Come oso restare ancora in questa classe, dal momento che è totalmente inutile per me, la sua lezione!”


L'intera classe (Malfoy compreso) era sbigottita, senza parole. Harry se la godeva da matti! Vedere tutte quelle facce stupite e in parte ammirate, lo faceva sentire bene. Con ulteriore spavalderia fissò il suo calderone, che in meno di un secondo prese a bollire. Senza bisogno di toccare nulla, con assoluta padronanza, ordinò agli ingredienti di mischiarsi insieme, nell'ordine giusto, velocizzando i tempi... e sotto gli occhi di una classe disorientata ed allibita, preparò alla perfezione la Pozione che il professore ancora non aveva nemmeno iniziato a spiegare.


Riempì l'ampolla di quella sostanza verde smeraldo, molto simile al colore dei suoi occhi, e la porse a Piton: “E ora, se non le spiace, mi dia quella fottutissima 'E' di Eccezionale!” ordinò con autorità Harry.


Il professore di Pozioni, per la prima volta, indietreggiò di un passo, assolutamente meravigliato e intimorito da quel comportamento.


Poi la rabbia lo riscosse, e digrignando i denti lo apostrofò: “Con che coraggio ti rivolgi a me in questo modo, Potter?! Sei sospeso per una settimana dalle lezioni! Dovrai fare due ore in più, ogni giorno, di compiti supplementari! Dovrai ricatalogare tutti i libri contenuti nel laboratorio di pozioni! Dovrai ripulire, ogni giorno, tutti i calderoni dei tuoi compagni! E... ogni volta che mi vedrai, abbasserai quella tua testa dura, chiedendomi scusa per la tua insolenza!”, urlò con occhi di fuoco. “E adesso esci!!”


Harry continuò a guardarlo con aria di sfida per un lungo momento, poi raccolse il suo zaino e uscì dalla classe, nel silenzio più assoluto.


Hermione lo vide uscire con un sorriso beffardo sulle labbra, ma il suo sguardo era il più triste che gli avesse mai visto addosso.


* * *


Ron! Ron, per l'amor del Cielo! Devi parlare a Harry!!” gemette Hermione al termine della lezione, aggrappandosi alla sua camicia.


Il rosso la guardò con occhi preoccupati, cercando di tranquillizzarla.


Hermione, aspetta!” si liberò dalla morsa delle sue mani, massaggiandosi il punto dove lei l'aveva stretto con tanta foga. “Calmati... non fare così!”


Ohh, ma non hai visto Harry? Non hai sentito quello che ha detto?!” gridò con le lacrime agli occhi.


Certo che l'ho visto! Uno spettacolo del genere non credo che si ripeterà mai più, qui ad Hogwarts!”


Mio Dio, ma cosa gli succede? Perchè fa così?!”


Io non ne ho proprio idea...”


Ti supplico, Ron, devi farlo ragionare!” Hermione gli prese nuovamente la mano.


Lui cercò di sorridere e di mostrarle una sicurezza che non provava affatto: “Ehm... certo... va bene. Io, ci proverò, anche se....”, deglutì rumorosamente, “in questo momento, il nostro Harry, non mi sembra particolarmente predisposto al dialogo....”


Non importa! Devi scoprire cosa gli sta succedendo... Magari ha bisogno d'aiuto, e non vuole chiederlo!”


Ron non ne era affatto sicuro, ma non avrebbe sopportato una scenata isterica da parte di Hermione.


Ok, ok... proverò a parlargli!”


Grazie, Ron!” esclamò gettandogli le braccia al collo. “Sei un vero amico!”


Ron era ancora piuttosto 'sensibile' al corpo di Hermione, ed arrossì violentemente quando sentì le sue forme premute con forza su di lui. Cavolo, nemmeno quando erano stati insieme si era mai lasciata andare in quel modo!!


Ehm... va bene... Per te questo ed altro....”


Hermione lo guardò commossa e gli scoccò un bacio sulla guancia. Lui si passò la mano sulla nuca, scompigliandosi i capelli e facendo una risatina sciocca.


Hermione era seriamente preoccupata... sconvolta! E aveva paura...

Harry non era in sé!

C'era qualcosa che lo stava deviando, che lo stava portando lontano da loro... da lei!

Doveva essere sotto l'influenza di quella professoressa, non c'erano dubbi!

E la cosa la faceva infuriare!


Nel pomeriggio Ron andò alla ricerca dell'amico per tutta la scuola, non riuscendo però a trovarlo da nessuna parte. Come ultimo tentativo, provò ad andare nel giardino e finalmente lo vide.


Ehi, ciao Harry!” lo salutò, mentre il moro se ne stava seduto in completa solitudine sulla sponda del lago, illuminata dal sole di marzo.


Harry smise di giocare col suo boccino, che si ostinava a lanciare e a far ruotare da una mano all'altra, nell'inutile emulazione di suo padre. Si sollevò del vento freddo, che scompigliò i capelli ad entrambi.


Ah... ciao.”


Ron, senza essere invitato, si sedette accanto a lui e domandò: “Che ci fai, qui, tutto solo?”


Harry seguì quel movimento con mal celato nervosismo: “Esattamente questo: vorrei restare solo! O a me non è concesso?”, chiese con astio.


Di certo Ron non si distingueva per il suo coraggio, e a quelle parole fu tentato di voltarsi e tagliare la corda. Ma a quel punto non sapeva se temere di più Harry o la furia di Hermione per aver miseramente fallito il suo tentativo di farlo ragionare.


Ehm, bella giornata, vero?”


Gli occhi verdi del ragazzo si sarebbero tranquillamente potuti confondere col colore dell'erba che lo circondava. Ridusse questi ultimi in due sottilissime fessure: “Sei venuto qui per parlare del tempo?”


Oh, ecco... Uhm, non necessariamente....”


E allora che vuoi?”


Da quando ti dà fastidio la mia presenza?” chiese Ron, leggermente risentito.


Il moro contrasse un muscolo della mascella, ma non rispose.


Harry... insomma, che ti succede...?” tentò di dire, con un timido sorriso.


Proprio nulla!” rispose a denti stretti, dopo un lungo momento.


Beh, a me non sembra...”


Si può sapere a cosa ti riferisci?” ringhiò.


Ecco... ecco io... A niente.”


Allora evita di aprire la bocca a vanvera!” strappò dei fili d'erba e se li passò nervosamente sulle labbra.


Ron lo guardò di sottecchi, sentendosi sempre peggio. Poi respirò a fondo: “Non sopporto di dover essere io a fare questa parte, ma lasciatelo dire: stai peggiorando in modo irreversibile!”


La risata del moro mise i brividi addosso a Ron.


Ma che cazzo stai dicendo?”


Ron aggrottò le sopracciglia: “Oh, ma non ti senti, quando parli? Dici le parolacce, sei maleducato, a scuola ti rendi antipatico peggio di Malfoy!”


E con questo?”


Con questo non ti riconosco più! Nessuno ti riconosce più!”


Harry strinse i pugni: “Lo sai che c'è di nuovo, caro Ron? C'è che non me ne frega niente! Non voglio più piacere a nessuno!” Incrociò le braccia dietro la nuca e si distese sull'erba, come a porre fine a quell'inutile conversazione. Si mise a fissare il cielo, limpido, sereno e azzurro... così lontano da come si sentiva in quel momento!


Hermione sta soffrendo!” disse Ron all'improvviso, giocando la sua ultima carta.


Harry si irrigidì leggermente, ma durò solo un attimo: “E questo dovrebbe fare la differenza?”


Certo! Cazzo, Harry! Solo qualche settimana fa a momenti non mi hai ucciso perchè ti ho detto che non volevo più stare con lei! ... E adesso non t'importa più niente, se ti dico che sta male per TE?!?”


Harry si sollevò con rabbia: “Non dire stronzate! A Hermione non frega un accidente, di me! Non gliene è mai fregato!”


Questo non è vero! ...E lo sai benissimo! E' la tua migliore amica!”


Per lui fu peggio che ricevere un pugno in pieno stomaco. Rimase in silenzio per alcuni secondi, metabolizzando quelle parole.


E tu, Ron? Cos'è... ti sei improvvisamente trasformato nel paladino della giustizia?” gli chiese con rancore.


No! Ma se proprio lo vuoi sapere, sappi che nemmeno io sopporto di vedere Hermione soffrire! E quando fai lo stronzo, allora diventi davvero odioso! ... Forse non te ne sei ancora reso conto, ma la soglia della stronzaggine l'hai superata da un bel pezzo! Ti stai trasformando nell'idiota più coglione che si sia mai visto in tutta Hogwarts!” esplose Ron con foga.


Harry sentì montargli la collera e si alzò in piedi, minaccioso: “Vuoi fare a pugni?”


Ron lo imitò. Deglutì, indietreggiò, ma sollevò i pugni tremanti: “Se proprio non possiamo farne a meno...”


A Harry sarebbe bastato pochissimo, per fargli male... Guardò l'amico dritto negli occhi, e vi scorse la preoccupazione, ma anche un sentimento d'amicizia che in quel momento era più forte della paura.


Sollevò il pugno destro, pronto a colpire, e vide Ron strizzare gli occhi e voltare leggermente il viso, in attesa di quel cazzotto che gli avrebbe fatto dannatamente male. Harry ne rimase sconvolto: Ron era pronto a riceverlo, ad immolarsi sull'Altare della Patria, in nome della loro amicizia.


Sbatté gli occhi, disorientato da quell'arrendevolezza. Sentì un usignolo cinguettare poco lontano da loro... il sole che li illuminava... il lago che rispecchiava l'azzurro del cielo.

Cristo, ma cosa stava facendo?


Abbandonò le braccia lungo il corpo, sconfortato, e si lasciò mollemente cadere all'indietro, tornando a sedersi sull'erba fresca e passandosi una mano sulla faccia.


Scusami...” sussurrò piano.


Ron aprì prima un occhio, poi l'altro. Dopo aver realizzato che non sarebbe stato percosso, buttò fuori l'aria che da circa un lunghissimo minuto stava inconsapevolmente trattenendo, ed abbassò a sua volta i pugni.


Miseriaccia, Harry! Perchè ti comporti così?!”


Io... non lo so... Merda!” La sua voce aveva un chè di disperato. Mise la testa tra le mani e si scompigliò ancora di più i capelli.


Parlò dopo un lungo momento di silenzio, con la voce che era quasi un sussurro: “E' come se.... a volte è come se non fossi io a comandare il mio corpo... e la mia testa! E' devastante, sono succube di qualcosa che è più forte di me! Non lo so, Ron, che cosa mi stia succedendo! E poi... mi sembra che le cose intorno a me... le persone... tutto mi sia contro!”


Ma non è così! Io ci sono sempre... e anche Hermione!”


Non è vero! Lei mi odia!” scattò iroso.


Ma che diavolo stai dicendo? Hermione non ti odia!”


E' così Ron, tu non lo sai... ma è così!”


Ron gli si mise vicino, dandogli una leggera pacca sulle spalle: “Senti, a tutti capitano i momenti no, e tu evidentemente ci stai sprofondando dentro! Ma ne verrai fuori... ne sono sicuro!”


Harry si voltò verso l'amico, sentendo un moto d'affetto per lui... Era parecchio che non gli succedeva, e provare di nuovo quel sentimento così limpido, lo fece commuovere.


Hai ragione... forse è solo un momento...” si sforzò di dire con un sorriso.


Ron ricambiò: “Certo!”


Ma, nel profondo, Harry sentiva un conflitto di sentimenti ed emozioni, sempre più in contrasto tra loro.


Ehi, a proposito... Come cavolo hai fatto a spiazzare Piton in quel modo?! L'hai fatto secco come una mosca spiaccicata contro il vetro!”


Harry perse immediatamente il sorriso.


Già, come aveva fatto? Com'era riuscito a sapere in anticipo ciò che Piton non aveva ancora spiegato?


Era da quella mattina che se lo stava chiedendo ma, ancora, non era riuscito a darsi una risposta.


* * *


Passò qualche giorno e Harry, ancora una volta, si ritrovò a dirigersi a lezione di Difesa contro le Arti Oscure in completa solitudine.

Ron, dopo essersi tolto dal cuore il macigno che portava il nome di “Hermione”, passava ogni minuto che aveva a disposizione con Luna, anche se (aveva confessato in assoluta segretezza a Harry) non aveva trovato ancora il coraggio di farsi avanti con lei.


Harry si trovava in una nuova fase di ribellione, strana e assolutamente indecifrabile, difficile da capire. Passava da attimi di disobbedienza pura a momenti di tranquillità, dove la sua naturale indole buona e gentile sembrava riuscire a prevalere.


Odiava segretamente Ron per aver avuto la sfacciata fortuna di essere stato insieme ad Hermione per tutti quei mesi, e di avere avuto successivamente il coraggio di lasciarla. In altri momenti il sentimento d'amicizia e fratellanza che provava per lui lo facevano andare oltre, facendolo comunque sperare che riuscisse a trovare la strada giusta per potersi dichiarare a Luna.


Con Hermione... si intensificava sempre di più il desiderio che provava per lei, ma allo stesso tempo, l'indifferenza che lei gli mostrava, lo gettavano nella disperazione più totale e devastante.

Questa cosa lo stava facendo impazzire!

Di notte pensava ai modi più svariati per poterle parlare, per poterla avvicinare... toccare.

Ma quando ci provava, anche solo andandole vicino, lei, immancabilmente, gli puntava addosso due occhi duri e accusatori, che lo offendevano e lo facevano infuriare!


Di conseguenza, si ritrovava a sfogare tutti i suoi istinti con una compiacente Isabel, che era sempre pronta ad accoglierlo con le sue morbide labbra.


Ma, per fortuna, un campanello d'allarme simile ad una sirena gli strillava nelle orecchie prima che i baci si trasformassero in qualcosa di più pesante... riuscendolo sempre a fermare in tempo.


Anche se il suo corpo lo tradiva inesorabilmente, dopo un po' la sua mente riusciva in qualche modo a tornare lucida e a far sì che non si perdesse completamente in ciò che l'insegnante gli offriva in modo incredibilmente facile ed invitante.


Buonciorno a tutti!” salutò Isabel con un sorriso, entrando in classe.


Gli occhi blu cobalto dell'insegnate incrociarono subito quelli verde smeraldo di un Harry particolarmente attento. Gli passò accanto con studiata lentezza, sfiorandolo dolcemente con la mano che era intenzionalmente abbandonata lungo il fianco. Poi, con la stessa mano, sistemò una ciocca dietro l'orecchio e si passò sensualmente l'indice sulle labbra. I due si scambiarono un lungo sguardo audace, carico di maliziose promesse.


Ad Hermione non sfuggì quel breve attimo di complice intesa e, furente di rabbia, non riuscì a trattenersi dall'esclamare a voce alta: “Che sfrontati! E' incredibile! ... Non si è mai vista una tale sfacciataggine... Vergognoso!”


Harry, colto sul fatto, abbassò immediatamente lo sguardo, sentendosi tremendamente in colpa e dannatamente stupido. Isabel invece, arcuò un sopracciglio.


Qualcosa non va, Hermione?” chiese con gentilezza l'insegnante.


La ragazza le rivolse uno sguardo indignato: “Ecco, vede, professoressa... Mi è sorto il dubbio di aver sbagliato classe... visto che non riconosco più certe persone, e i ruoli che queste hanno!” Lanciò uno sguardo pieno di risentimento a Harry, poi continuò, tagliente come una lama: “Credevo che fossimo a lezione di Difesa contro le Arti Oscure... Professoressa!


Infatti, lo siamo...”, rispose Isabel con fredda indifferenza, voltandole le spalle ed iniziando a scrivere col gessetto sulla lavagna.


Oh, allora proprio non capisco questa sensazione di 'Ormoni in Libertà' che si respira da quando siamo entrati!”


Alcuni compagni soffocarono delle risatine e Harry si girò a guardarla incredulo.


L'insegnante si bloccò con la mano a mezz'aria, posò il gessetto e tornò a fissarla: “Ohm.... molto bene, Hermione. Efiténtémente tuoi sensi stanno cercando di impegnarsi oltre le loro possibilità... e tu perscepire cose sbagliate. Ma io apprezzare molto tua buona volontà.” I suoi occhi divennero due fessure blu.


Harry sentì un brivido e, con ansia crescente, guardò prima una, poi l'altra.


Per questo io voglio premiarti. Prego, sali qui... vicino a me...”


Hermione sbattè le ciglia, e Harry fu sicuro di averla vista tremare impercettibilmente. La ragazza afferrò la bacchetta e lentamente si alzò dal suo banco, dirigendosi al centro della classe.


Ohm, direi che ormai essere arrivato per te momento di provare a non usare bacchetta... no?”


Hermione si irrigidì. Maledizione! Con la bacchetta riusciva a sentirsi minimamente al sicuro... ma così...


Cosa aspetti? Non avrai per caso paura... vero?” chiese con voce sottile l'insegnante.


Si sbaglia di grosso, Professoressa Keen! Io non ho affatto paura!” le rispose sollevando il mento e guardandola con fierezza.


Ottimo. Allora... vieni.”


Hermione mosse un passo, insicura, finchè non la raggiunse.


Visto che tu essere così brava a perscepire le cose... puoi provare a fare un incantesimo....”


Hermione la guardò, restando in allerta, ma assolutamente ignara sul da farsi.


Isabel duellò con lei in una battaglia silenziosa, fatta solo di soli sguardi e di attesa. L'intera classe restò immobile, aspettando che una delle due facesse qualcosa.


Ohm... non sai fare... n-i-e-n-t-e...?” chiese Isabel dopo un minuto, con un sorriso canzonatorio sulle labbra rosse.


Harry vide le mani di Hermione stringersi a pugno, finchè le nocche divennero bianche.


Veramente lei non mi ha detto cosa devo fare!”, si difese con rabbia.


Ah, ah...”, rise. “Come? Io avere detto di scegliere tu, quello che vuoi.... Più di così?”


Hermione iniziò a sentire l'ansia crescere sempre di più. “Io... io non...”


Su, avanti... Non è difficile! Io lasciare a te possibilità di fare qualunque cosa!”


Hermione provò a concentrarsi, focalizzando tutta la sua rabbia sull'insegnante. La odiava! Un bello schiantesimo era quello che più di ogni altra cosa desiderava fare. Si impegnò al massimo, ci provò con tutte le sue forze... ma senza una bacchetta, Hermione si sentiva come senza mani...


Era troppo difficile, per lei, e di sicuro lo stato di agitazione nel quale si trovava non l'aiutava di certo! Provò un'ultima volta a pensare 'Stupeficium... Stupeficium!' , ma il risultato fu un alito di vento che si mosse in direzione della Keen.


La bionda non riuscì a trattenersi ed una risatina beffarda le scappò dalle labbra: “E' tutto qui... quello che sai fare...?”


Harry abbassò gli occhi, sentendo una fitta di dispiacere colpirlo dritto al cuore. Questo non era giusto! Non doveva trattare Hermione in quel modo...

Era combattuto!

Avrebbe voluto dire qualcosa, ma si sentiva in difetto nei confronti di entrambe.


Ohm... magari tu potere provare con qualcosa di più semplice...”, continuò la Keen, mortificandola. Sembrò pensarci su, poi disse: “Magari un banale incantesimo 'Lumos'...?”


Hermione iniziava a sentire le lacrime salire irrimediabilmente verso l'alto dei suoi occhi! Tentò disperatamente di concentrarsi sulla luce che emanava una candela, implorando alla fiamma di aumentare... Ma nulla accadde.


... Che peccato! Eppure questo essere un incantesimo così semplice!”


Io non...”


Io credo che sia meglio tu usare tua ora in classe per seguire ed imparare la lezione, invece che pensare ad altre cose!” la interruppe Isabel. “Quando dovrai affrontare dei nemici, come pensi di difenderti?” continuò con severità la bionda.


Hermione ricambiò il suo sguardo con rabbia, raggiunse il banco, impugnò la propria bacchetta ed esclamò con orgoglio: “Avrò questa, e allora saprò combattere!”


Ci fu un attimo di silenzio, poi... ad Isabel, bastò guardare intensamente Hermione...

La sua bacchetta venne sfilata da quelle mani tremanti, senza che Hermione nemmeno avesse il tempo di accorgersene.

Poi l'insegnante fece un leggero movimento con la testa, ed Hermione si ritrovò distesa a terra, come se un'onda d'urto l'avesse scaraventata in giù.


Ahhh!” Hermione cadde all'indietro sbattendo contro un banco, incredula e offesa, dolorante e ferita nell'orgoglio.


Un sorriso vittorioso si dipinse sul viso della Keen.


Harry sgranò gli occhi: questo era davvero troppo!


Ma cosa ha fatto!!” esclamò alzandosi in piedi. Senza pensarci due volte, raggiunse Hermione, le mise un braccio intorno alla vita e la aiutò a sollevarsi leggermente.


Come stai...? E'... tutto a posto?”


Hermione aveva lo sguardo umiliato, ma era anche dannatamente spaventata.


Cosa credeva di fare?!”, urlò Harry rivolto alla Keen, pieno di rabbia.


Nulla di grave, non preoccuparti. Questo solo dimostrare che bacchetta non sempre essere veloce come noi vorremmo... Tu sai bene, qvuesto, no?”


Harry sostenne il suo sguardo penetrante.


'Questo non dovevi farlo, Isabel!'


'E' solo colpa sua! Non doveva dire quelle cose!'


Dopo quello scambio di 'pensieri' (solo loro), restarono ancora un attimo a fissarsi, poi Harry distolse gli occhi dai suoi e tornò a guardare Hermione.


Ce la fai ad alzarti?”


Hermione si sentiva scossa, e il fatto che Harry fosse intervenuto in sua difesa le fece salire le lacrime agli occhi. Dio, quanto le mancava! Avrebbe voluto gettargli le braccia al collo e potersi stringere a lui. Abbassò appena lo sguardo e sorrise timidamente: “Ci provo...”


Aspetta, ti aiuto io...”


Le prese un braccio e se lo passò intorno al collo, poi le mise una mano intorno alla vita, abbracciandola con possesso, e la tirò su.


Isabel seguì la scena con attenzione, misurando ogni centimetro di corpo che le mani di Harry toccavano... furente di gelosia.


Quando Hermione fu di nuovo in piedi, con il viso a pochi centimetri di distanza, Harry le sorrise con dolcezza: “Mi dispiace... spero che non ti sia fatta male...”


Il cuore della ragazza perse un battito e i suoi occhi nocciola si fusero con quelli verdi di lui: “No... ora va meglio. Grazie.”


Non è successo nulla di così grave!” disse la Keen incollerita, stringendosi le mani una contro l'altra. “Potete tornare ai vostri posti!”


Harry la fece sedere, poi tornò al proprio banco.


La prossima volta, Hermione, tu cercare di pensare bene a quello che dici! Io volere solo dimostrare che tu essere ancora molto, molto indietro! Mi dispiace, ma questa prova di oggi mi costringe a mettere un voto negativo su tuo giudizio! 'S': scadente!” Sentenziò con durezza.


Harry si voltò e vide gli occhi di Hermione lucidi di lacrime, ma lei riuscì stoicamente a trattenerle e a non piangere.


Oh, no! Questo era proprio ingiusto! Hermione era bravissima... anche in quella materia! Non meritava un voto così basso e soprattutto non aveva senso tutta quella cattiveria. Tornò a guardare l'insegnante, incredulo che fosse la stessa ragazza che solo il pomeriggio precedente aveva usato con lui una dolcezza senza confini...


Quando la lezione ebbe fine, Harry tornò da Hermione e le mise una mano sul braccio: “Come stai? Ti fa male qualcosa? Hai... bisogno di andare in infermeria...?”


Hermione avrebbe voluto gridare tutta la sua indignazione, tutto il suo sconforto e soprattutto avrebbe voluto scuotere Harry da quello stato di trance in cui sembrava di essere caduto! Fu assalita dalla frustrazione, perchè si sentiva con le mani legate... impotente!


Eppure, adesso, nel vederlo di nuovo così gentile e preoccupato... tutto sembrava svanire nel nulla! Le bastava riassaporare la sua naturale dolcezza, rispecchiarsi in quei magnifici occhi, così sinceri e limpidi, per dimenticare in un attimo quello che era successo. Il cuore le esplose di felicità per quelle poche parole premurose...


E' tutto a posto, Harry.... Grazie.” gli sorrise.


Per Harry, rivedere il sorriso sulle labbra della ragazza che amava, era il regalo più bello che potesse ricevere... Oh, cosa avrebbe dato per poterle dire quello che provava... e fare ciò che sentiva!

Abbassò gli occhi, arrossendo.


Mi.... mi dispiace per quello che è successo...”


...Anche a me.” Silenzio. “Ma... cercherò di sopravvivere.” Hermione aveva bisogno di parlargli e cercò di raccogliere le idee, seppur con difficoltà visto che la mano di Harry, sul suo braccio, le bruciava come se fosse stata di fuoco. Il cuore le batteva forte... Era passato un secolo da quando si erano scambiati l'ultima frase cordiale, e il loro rapporto così unico e speciale, ad Hermione mancava come l'ari!. Avrebbe voluto poter dimenticare tutti i loro rancori, le discussioni, e il dolore che aveva provato e che ancora la faceva soffrire in modo indicibile...


Ma la dura realtà spaventava Hermione più di qualsiasi altra cosa! Quello che era successo in classe l'aveva terrorizzata! Quella professoressa, dal viso così angelico, dai modi tanto gentili, dalla bellezza eterea e fatale, secondo Hermione in realtà nascondeva qualcosa di terribile e nocivo.


Vedeva Harry.... il suo Harry.... perdersi lentamente in un vortice che lo stava cambiando, che lo stava rendendo diverso, danneggiandolo in modo irreversibile.


Harry...”, iniziò con voce debole. “Hai visto quello che è successo....?”


Sì, certo...” rispose irrigidendosi all'istante e togliendole la mano dal braccio.


Sono preoccupata! E' un fatto gravissimo... Un'insegnante non dovrebbe comportarsi in quel modo...”


Lei voleva solo dimostrarti che la bacchetta non sempre è sufficiente per difendersi!”


Questa professoressa non mi convince, Harry! E' come se... se ci fosse qualcosa di sbagliato, in lei...”


Harry sentì come uno smottamento interiore, una battaglia di emozioni e di sentimenti che si scontravano tra di loro. Una fitta alla testa lo colse all'improvviso ed istintivamente si strofinò la fronte, come per calmare il dolore.


I suoi occhi tornarono ad adombrarsi, diventando di un verde scuro: “Lei... non voleva! Sono sicuro che non voleva farti male!”


E' questo che pensi? Che fosse solo una 'dimostrazione' della sua bravura?” chiese con rabbia Hermione. Poi, con gli occhi lucidi aggiunse: “Anche come si comporta con te.. credi che sia giusto?!”


Lei... non...”


Ho paura, Harry! Non è normale quello che fa! Possibile che tu non te ne renda conto?!”


Ti stai sbagliando!”


Oh, ma come fai ad essere così cieco?!”


Lei è... speciale! Non è affatto cattiva! E' solo molto sola, incompresa! Tu.... tu non la conosci...”


Hermione si maledisse, pentendosi subito per quell'attimo di cedimento che aveva avuto. Come poteva essersi illusa che Harry capisse?!


Strinse i pugni e disse a voce alta: “Ma certo! Tu la conosci molto bene, non è vero?!” Sorrise con un sarcasmo che le costò tantissimo: “La conosci profondamente... Decisamente meglio di chiunque altro!!” Lo guardò piena di rancore e si voltò, allontanandosi.


Aspetta!”, la implorò, cercando inutilmente di trattenerla per un braccio.


Lei, col cuore a pezzi e piena di rabbia, si liberò dalla sua mano: “Ahh, lasciami! Ti stai rendendo ridicolo!” Detto questo lo lasciò solo in mezzo al corridoio, ammutolito e furioso.


Cazzo! Avrebbe voluto spaccare qualcosa! Perchè aveva giustificato Isabel in quel modo?! Era forse impazzito? Isabel era stata crudele, abusando del suo potere e della sua posizione... l'aveva visto con i propri occhi! Aveva fatto male ad Hermione gratuitamente.... la ragazza che amava! L'unica...


Eppure l'aveva difesa a spada tratta? Ma cosa gli stava succedendo?


Pieno di fervore, si diresse verso la stanza di Isabel: era giunto il momento di parlarle! Per colpa sua si era ritrovato ancora una volta a litigare con Hermione.... e non poteva più sopportarlo!

Lui l'amava, dannazione! Perchè era tutto così complicato? Perchè non poteva essere come qualsiasi altro ragazzo della sua età, libero di dichiarare il suo amore alla persona che desiderava segretamente da tutti quegli anni?


Isabel aveva su di lui un effetto sempre più pericoloso. Lo disorientava, come una bussola che all'improvviso perdeva il proprio polo di riferimento, sconvolgendo le sue già scarse e fragili certezze.


Bussò con decisione alla porta ed entrò senza attendere risposta.


Isabel sembrò stupirsi di quella visita inaspettata, ma lo accolse con un sorriso smagliante: “Harry...”


Ehm... Isabel...”


Vieni!”


Harry le si avvicinò, cercando di mantenere una certa freddezza, ma gli bastò vedere quegli occhi dolci e grandi, di un colore così raro e intenso... per perdercisi dentro e sentire tutte le sue certezze crollare nel giro di un secondo.


Harry distolse lo sguardo: “Isabel... perchè?”


Perchè, cosa?”


Perchè con Hermione ti sei...”


Lei gli posò un dito sulle labbra, sorridendogli con dolcezza: “Schht... non dire niente...”


Harry deglutì: “Ma...”


E' da quando sono entrata in classe, stamattina, che desidero baciarti...” lo accarezzò con una mano sulla guancia.


Lui la fermò dolcemente: era difficilissimo riuscire a mantenere la lucidità, con lei.


Lo so... ma dobbiamo parlare...”


Ora non ho voglia di parlare...” rispose sorridendo maliziosamente.


Ma dobbiamo! Io...”


No... non adesso... Ho un regalo per te...”


Senza rendersene conto, se la ritrovò addosso. La ragazza lo schiacciò contro la parete, gettandogli le braccia al collo e premendo forte le labbra sulle sue.


I-sa-b... “ provò a farfugliare Harry, stupito da quel gesto. Tentò di afferrarle le mani da dietro la nuca e di sciogliersi da quell'abbraccio, ma lei dischiuse le labbra e il bacio divenne profondo ed esigente.


Gli passò le mani tra i capelli, provocandogli dei brividi di piacere. Sospirò deliziata e fece scorrere le mani sul suo petto, finchè prese fra le dita il suo maglione e con un gesto veloce glielo fece togliere. Harry si ritrovò gli occhiali storti e di lato. Lei, sorridendo divertita, glieli posizionò meglio e riprese a baciarlo con passione.


Harry sentiva la testa girargli come una trottola, come se fosse stata in balia di una tempesta. Rispose istintivamente al bacio, ma solo per pochi secondi, finché non riuscì a staccarsi da lei.


Isabel... Aspetta!” La fermò, causandole un piccolo broncio.


Oh, Harry... quando non siamo insieme non faccio che pensare a te...” disse con occhi tristi.


Lui tentò di riprendere il discorso: “Ascoltami, stamattina...”


Stamattina... quando lei ha detto quelle cose... Mi è venuta una rabbia incredibile!” lo interruppe furiosa. “E tu essere anche andato ad aiutarla!”


Isabel, lei... era nettamente in svantaggio, contro di te! Perchè l'hai trattata così?”


Non mi importa se lei essere in sfantacio! Dopo quello che è successo in questi giorni... tra noi... io credevo che tu saresti stato con me!”


Harry si sentiva morire. Era una catastrofe! Doveva assolutamente fare qualcosa, porre rimedio a quello che aveva innescato. Ma cosa?!


Certo, Isabel gli piaceva... gli piaceva tantissimo. Fin dal primo momento tra loro si era creata un'elettricità senza precedenti, un feeling ed un'attrazione esplosiva, una reazione a catena che però ora gli stava lentamente facendo perdere il controllo e la razionalità. Era come se fosse stregato!


Con Isabel si era trovato in sintonia, sembrava davvero che la loro solitudine li accomunasse e che le terribili esperienze reciproche li unissero fatalmente...

Ma lui era innamorato di Hermione! Ormai non aveva più alcun di dubbio!


Nei giorni precedenti aveva commesso un terribile errore... Si era gettato tra le braccia di Isabel, cercando un appagamento che con Hermione non aveva...


Ma gli era bastato baciare l'insegnante per capire che non era amore, quello che provava, ma solo una attrazione puramente fisica, un istinto basso e vile che lo aveva spinto a cercarla...


Isabel... Devi ascoltarmi...” tentò di dire, ma gli occhi della ragazza si fecero di fuoco.


Non dire niente! Noi siamo fatti per stare insieme, Harry... non l'hai ancora capito?!”


Isabel....”


Lei tornò a baciarlo, in modo sensualissimo... Gli mise le mani dietro la nuca, e con la lingua iniziò una dolce e lenta tortura sulle sue labbra, accarezzandolo in modo eccitante.


Harry sospirò, arrabbiato col suo corpo che non era in grado di resistere a quell'eccitazione, che si faceva sempre più forte. Continuando a baciarlo, come se stessero ballando, lei lo spinse dolcemente facendolo camminare all'indietro e conducendolo in un'altra stanza, oltre una porta che non aveva mai varcato.


...Dove...?” tentò di dire Harry, aprendo gli occhi.


Ohm... qui staremo più comodi...”


Le abili mani di Isabel gli stavano facendo perdere la ragione. Harry ad un certo punto sentì un ostacolo dietro le sue gambe e la ragazza, sospingendolo dolcemente, lo fece cadere all'indietro, finendo sul letto.


No, Isabel!”, protestò debolmente.


Lei lo guardò con malizia e lo aiutò a risalire il letto, per stare più comodo.


Ti prego, dobbiamo parlare! Devo dirti quello che io...”


Le labbra della ragazza tornarono a zittirlo con abilità, mentre le sue mani lo accarezzavano dappertutto. Harry cercò di tirarsi su, ma lei gli si mise a cavalcioni e gli fece mettere le mani ai lati della testa.


No, Isabel! Adesso basta!” protestò.


Accadde tutto molto in fretta, perchè Harry si sentì afferrare da mani invisibili e legare da corde leggere come la seta. In pochi secondi si rese conto di essere bloccato al letto, impossibilitato a muoversi, grazie ad un incantesimo della ragazza.


Ma cos...?”


Isabel tornò a baciarlo con dolcezza sul collo, mordicchiandogli l'orecchio e accarezzandogli la testa, mentre per lui era praticamente inutile qualsiasi tentativo di movimento.


Isabel, cosa stai facendo...?” chiese Harry confuso e completamente in balia di lei e dei suoi gesti.


Harry... io sono innamorata di te... dal primo giorno in cui ti ho visto! E anche tu lo sei...”


Il moro la guardò stralunato: “Isabel... io... tu mi piaci. Mi piaci davvero, ma....” Fu interrotto da un nuovo bacio, dolce, eccitante...


Serrò i pugni e tentò inutilmente di muovere i polsi: “Isabel, ti prego! Dobbiamo parlare...”


Lei gli si strinse addosso, facendo aderire le sue forme al corpo di lui. Si mosse in modo seducente, continuando ad accarezzarlo. Muoveva il suo bacino in un gioco lento e ritmico e Harry iniziava a non connettere più: “Aspetta! Fermati...”


Ignorando le sue proteste, con occhi maliziosi, gli allentò la cravatta fino a togliergliela del tutto. Gli slacciò i bottoni della camicia, allargando gli occhi allo spettacolo dei suoi pettorali scolpiti. Con la mano sfiorò la sua pelle calda e giovane, sospirando di piacere, finchè non sfilò la camicia dai pantaloni.


Lentamente, si chinò sul suo petto, iniziando a baciarlo con labbra roventi di passione, finchè Harry si ritrovò ad ansimare.


Dio mio, Isabel...” sussurrò, mordendosi le labbra. Non voleva cedere.... voleva resistere a quella bocca così abile nel regalargli sensazioni, ma era dannatamente difficile!


Poi la ragazza fece una cosa che lo sconvolse: mosse con delicatezza una mano verso il suo inguine e lo toccò proprio lì, in modo dolce e... incredibilmente bello! Harry gemette di piacere, incapace di trattenersi.


Lo vedi...? Anche tu mi desideri... io lo so...” e lo baciò, mentre con una mano tornava a massaggiare la sua erezione.


Isabel... liberami le mani...” la supplicò Harry, cercando di non sragionare. Era la prima volta che una ragazza lo toccava così, e lui era seriamente sull'orlo di perdere il controllo.


Oh... non prima di averti fatto capire quanto tu mi piaci...” Isabel prese a dargli una serie di piccoli baci su tutto il collo, facendo aumentare sempre di più il suo desiderio. Con maestria gli fece delle tenere carezze sul torace, mugugnando di piacere al contatto dei suoi giovani muscoli.


Harry era frastornato e sentiva il proprio corpo tradirlo irrimediabilmente. Con le mani imprigionate ai lati della testa, non poteva far altro che tentare una debole ribellione, seppur priva di qualsiasi efficacia.


No... non ti agitare...”, gli sussurrò lei a fior di labbra, “...il bello deve ancora venire...”


Isab...”, ma Harry non fu in grado di continuare, visto che con delicatezza lei aveva iniziato a slacciargli i pantaloni.

Trattenne il respiro.


Non può farlo veramente...

Non può farlo veramente!!


E invece la mano audace della ragazza, con estrema lentezza, gli abbassò piano la cerniera.


ISABEL!”, gridò disperatamente.


Lei sorrise, guardandolo con innocenza: “Sì...?”


Ti prego! Aspetta, non farlo! Non... così!”


Tra poco mi suplìcherai di non smettere....”, e con questo si abbassò nuovamente sul suo petto, distribuendo baci e leccando dolcemente la sua pelle, scendendo sempre più giù e facendolo fremere.


Isabel gli abbassò del tutto i pantaloni e Harry sollevò la testa: vide il viso della ragazza avvicinarsi ai suoi genitali.


Cazzo! Adesso muoio!


A quel punto Harry si guardò intorno alla ricerca disperata di qualcosa con cui potersi aiutare a liberare.

Per quanto le mani di Isabel gli stessero facendo perdere completamente la ragione, non voleva che fosse lei a fare quelle cose.


Liberami da questo incantesimo, Isabel!”, le ordinò.


Ma la ragazza non gli diede ascolto e il sorriso malizioso e compiaciuto che aveva sulle labbra, sembrava darle maggiore convinzione che quello che stava facendo venisse decisamente apprezzato.


L'eccitazione di Harry lo stava tradendo in modo inequivocabile, e il tessuto teso dei boxer ne era la prova tangibile.

La ragazza gli mise le mani intorno ai fianchi ed avvicinò la bocca alla punta della sua erezione, poi, dolcemente, gli diede un bacio attraverso il cotone della biancheria.


Cazzo! Mi sta facendo impazzire!


Harry piegò il busto in avanti... sentendosi scoppiare.


No... NO!


Dio, Isabel! Ti prego... fermati!”, la supplicò a parole, mentre il suo sesso implorava follemente di continuare.


Quando lei fece per abbassargli anche i boxer, Harry si ribellò con decisione, e in qualche modo riuscì a concentrare tutte le sue energie sulle proprie mani.


FINITE INCANTATEM!” Pensò con tutte le sue forze.


Con notevole freddezza e determinazione, incredibilmente, si liberò dal sortilegio.


Fece appena in tempo a bloccare le mani dell'insegnante, prima che queste prendessero il sopravvento, e la obbligò a guardarlo, facendole sollevare il viso.


Ma cosa diavolo pensi di fare, Isabel?!, le domandò con rabbia, scuotendola.


Lei lo contemplò compiaciuta: “Ohm, non so bene come si dica in vostra lingua...”

Harry era esterrefatto.


Ma... non puoi!”


Io sicura che tu apprezzare....”, disse con fare malizioso.

Harry, tremendamente in imbarazzo, la prese per le spalle e la fece sollevare. Poi raccolse i suoi pantaloni e scosse la testa.


Non così, Isabel... Non voglio!” Si alzò dal letto, semi svestito e sconvolto.


Lei ridusse gli occhi a due fessure sottilissime: “TU PIACE QUELLO CHE IO FATTO!”, disse sbagliando la grammatica della frase in modo evidente, tanto era arrabbiata.


Non è questo... Ma non puoi legarmi al letto con un incantesimo e farmi...”, s'interruppe, passandosi una mano tra i capelli, turbato. “Cristo, Isabel! Ci siamo baciati, è vero. Tu mi piaci e anch'io credevo di provare qualcosa, ma...”


NON DIRE NIENTE!” lo interruppe con aggressività la ragazza. “...Tu potresti pentire!”, lo minacciò.


Ascoltami, ti prego! Io mi sento confuso e...”


Cosa tu credi? Che io comportare così con chiunque?”, domandò offesa, scendendo a sua volta dal letto.


No, certo! Ma quello che voglio dirti è che i miei sentimenti sono...”


Basta! Non voglio sentire! Io sicura che tu amare me! Lo so...” e con lo sguardo furente e velato di lacrime, uscì dalla stanza.


Harry rimase imbambolato a fissare la porta, sconvolto e con la mano destra ridicolmente stretta in vita per tenersi i pantaloni.


Dio Santo, che casino!


Si allacciò i pantaloni e la camicia, poi si passò le mani sulla faccia, sconvolto, incredulo e sfinito.


Come cazzo faccio, adesso, ad uscire da questo disastro?


Mollò un calcio alla prima cosa che gli capitò a tiro ed uscì a sua volta dalla stanza. Di Isabel non c'era più traccia. Doveva andare via da lì! Uscì dall'appartamento facendo sbattere la porta con violenza.


Il destino, dispettoso e beffardo, fece apparire Draco da dietro il corridoio.


Magnifico! Ci mancava solo Malfoy!


Il biondino, nel vederlo uscire dalla stanza dell'insegnante, con il viso stravolto e la camicia fuori dei pantaloni, si bloccò restando immobile e con la bocca aperta. Poi fece un ghigno di derisione: “...Che gran figlio di puttana, Potter!” disse con un misto di rabbia e invidia.


Gira al largo, Malfoy...” soffiò.


Ma certo! Ora ho la conferma delle mie teorie... Ne hai fatta di strada, eh?”, lo provocò il serpeverde.


Vaffanculo!”


Ehi, guarda che per la prima volta, riesco quasi a provare ammirazione per te!” ghignò.


Mi prendi in un pessimo momento e se vuoi un consiglio, ti suggerisco di levarti di torno!” disse il moro passandogli accanto senza guardarlo.


Lui scosse la testa e mantenne quel fastidioso sorriso sulle labbra: “Avanti, Potter, raccontami.... come lo fanno le norvegesi?”


Fottiti!” ringhiò in risposta, voltando in un corridoio deserto.


Uhmm... Chissà che numeri... con quella boccuccia! E dimmi un po'... è riuscita a battere la Granger?”


A quelle parole Harry gli mollò un pugno talmente fulmineo che Draco non riuscì nemmeno a vederlo. Si ritrovò disteso a terra e col labbro sanguinante.


La verità fa male, eh, Potter...?”, disse a fatica il biondo dopo un po', cercando di sollevarsi dal pavimento di pietra.


Quando ti stancherai di rompermi i coglioni, Malfoy?”


Ah! Mi diverto troppo... Sei talmente patetico!”


E tu sei un lurido bastardo, capace solo di nascondersi dietro la sottana di sua madre e il potere di suo padre!”


Questo non lo dovevi dire!”


Ne nacque una scazzottata senza precedenti, dove Harry, per la prima volta, quasi non si difese. Si lasciò pestare a sangue, convinto del fatto che una punizione fosse quello che più si meritava, che fosse il giusto castigo per essersi lasciato andare con Isabel, pur provando dei sentimenti d'amore per Hermione.


Il risultato fu un taglio sul sopracciglio e svariati lividi e contusioni disseminati su tutto il corpo, che appagarono Harry più di qualsiasi cosa, tanto che alla fine disse ad un altrettanto sanguinante Draco: “Grazie, Malfoy, ne avevo proprio bisogno!”




* * *


Dolcepuffa: Evvai!!! Il tuo entusiasmo è contagioso.... per cui ti ringrazio di cuore per essere così spumeggiante! 1 bacio a te!


Morgana85: Mammina mia... che super recensione che mi hai fatto! Mi hai lasciata senza parole, commossa e a dir poco felice! Grazie, sei davvero molto buona e per me è un onore quello che mi dici! Spero di essere stata all'altezza delle tue aspettative... :-)) Ti abbraccio forte!


Goldbuble: Hi hi hi.... anche se parziale, la tua recensione è sempre presente! ;-) Ed io ti ringrazio............. immensamente! Visto? Questa volta l'aggiornamento è arrivato stra-super-puntuale!!! O no?!?!? Bacioni!


Jojipv: Ciao cara! Mi sto ancora fustigando per il mio ultimo imperdonabile errore... Scuuuuusa! Ma ti ho scritto un piccolo commento a seguito della tua precedente recensione (spero tu l'abbia visto). Ad ogni modo, carissima Giorgia, sei moooolto acuta e mi fa piacere che presti particolare attenzione a tutto! Spero di cuore che anche questo cap sia stato di tuo gradimento......... Attendo fiduciosa tuoi commenti!! 1 super bacione!


Summers84: Ciao!! Grazie infinite per il tuo commento...... Arfh, arfh, arfh.... E adesso sono io a morire di curiosità nel sapere cosa te ne pare di questo capitolo!!!!!!! Fammi sapere, ok? bacio!


Rani of the Artic: Nooooo.... ti prego! Non mi minacciare con un 'Non volevo commentare'.... Ne potrei morire, sai???? :-)) Anche perchè dopo questo capitolo, mi sa che rischio di perderti sul serio!! No, dai..... Giurin giuretto che Harry è solo 'momentaneamente' ormonalmente r-i-n-c-o-g-l...... (non vado oltre!)... Arriveranno tempi migliori!! Anzi, non sai cosa vi aspetta!! :-D Piaciuto Ron che finalmente ha il coraggio di mollare Hermione?? 1 beso e 1000 volte grazie, dolcezza!


Argentlma: A-i-u-t-o.... Temo il tuo commento... Non mi uccidere, dopo questo cap.. ti prego!! :-) No, scherzi a parte, nonostante l'agguato ed il sopruso della Keen... spero che la storia continui a piacerti e coinvolgerti come ha fatto fino ad ora! Ti ringrazio per la costanza con la quale mi dimostri il tuo affetto! A presto, stella!!!


PennyPink: LOL, mi hai fatto davvero divertire, con la tua recensione!! :-D Sei stata fantastica e ti ringrazio infinitamente per tutto quello che hai scritto! Anche se a questo punto, temo che il tuo istinto omicida nei confronti della Keen si sia trasformato in qualcosa di concreto... e visto che la Keen non la puoi andare a prendere.... verrai a prendere me! *__* No, don't worry! Tutto tornerà al posto giusto.....! Ancora grazie ed un bacio grandissimo!


Luxcis: Ciao Bella!! Sai com'è.... temevo per il mio povero collo, così mi sono affrettata e ho cercato di aggiornare nelle due solite settimane.... ^__^' :-) PIACIUTO IL CAPITOLO?!?!??!?!?!? Dimmi di sì, ti preeeeeeeeeego !! Grazie infinite di tutto! A presto ed un bacio!


Granger90: Ciao!!! Prima di tutto AUGURI per il tuo compleanno (anche se, perdonami, di preciso non so quand'è...)! Seconda cosa.... aiuto! Ma perchè tutti mi minacciate di morte!??!? :-)) Visto com'è andato questo capitolo, mi sa che le minacce diverranno presto realtà! HELP! No, ma ci tengo a tranquillizzarvi: ogni tassello andrà nel posto giusto! Promesso! Grazie della recensione e tantissimi baci!


Sparkling Angel: Ahhh.... carissima! Grazie, grazie, grazie!!! Sei un mito, come sempre! Adorabile, strepitosa e grande recensione! Grazie!! Ogni volta le tue puntualissime e dettagliate note mi fanno sollazzare! Mi divertono e mi commuovono per quello che dici e per tutti i complimenti che mi fai... Non ho parole! :-)) Mi rendi felice, orgogliosa e ancora più carica nel cercare di fare sempre meglio! Ti abbraccio forte! A presto!


Stizy: Ecco la mia ciccina dolcissima per eccellenza! Grazie stellina mia per la tua preziosa recensione, che non manca mai! Lo sai quanto ci tengo alla mia n°1, e sono felice che la storia (seppur burrascosa) ti continui ad emozionare. Eh, lo so bene quello che vuoi dire... Ma tu tieni duro, ok??? :-)) Per ora, 1 bacio grandissimo a te!


Sabri89: Ciao bambolina! Ebbene sì, qui sono tutti un po' allo sbando.... Poveri noi! Harry sembra ormai ragionare solo ed unicamente con una parte ben specifica del suo corpo.... e la cara professoressa Keen sa bene come approfittarne! Riusciranno, i nostri eroi, ad uscire da questo pasticcio?? :-)) Continua a seguirmi, che ci tengo tantissimo, ok? Grazie immense anche a te! Baci baci!


Sallulla: Carissima, ciao! Non preoccuparti di eventuali ritardi.... lo dici a colei che l'ultima volta ha fatto passare 3 settimane prima di postare!!! Spero di aver recuperato con questa volta... E, soprattutto, spero che il capitolo ti sia piaciuto! Che ne dici???? Ci siamo quasi... ci siamo quasi! Grazie per la tua presenza (doppia.... e stra gradita!!!!!!!!!!!!!) Ti aspetto con le prossime! bacionissimi!


8X4: Ciao dolcezza! :-)) Grazie della recensione e di tutti i complimenti che ogni volta mi fai! Che dire.... spero di meritarli! Tu sei un tesoro ad esserci sempre! Ti abbraccio e ti aspetto al prossimo capitolo! Bacioni!


Marco: .... Tesoruccio.... Ciao! Ma come farei, senza di te?? Ti dico, ancora una volta, un grazie sincero e che a fatica riesco a contenere! Sei sempre importantissimo, per me, e il tuo aiuto mi fa enormemente piacere! Ci sentiamo... presto! Bacio!





p.s. NON DITEMI CHE HO PERSO I MIEI DUE COMMENTATORI *MASCHIETTI* (Jerada e Maximillian)..... Ohhhhhh, che terribile sofferenza!! :-((




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Capitolo 17
*** 17 "Obbligo o verità?" ***


Al di là della ragione


- 17 -

Obbligo o verità?”



Dopo essersi fatto medicare brevemente da Madama Chips, Harry fece una lunga passeggiata intorno al lago, pensieroso ed incupito. Tutto stava diventando sempre più difficile!

Se prima aveva dei dubbi su cosa stesse succedendo, adesso poteva quasi dirsi certo che era una vera catastrofe!


Era furioso con se stesso per non essere stato capace di impedire ad Isabel di prendere il sopravvento, e detestava la vigliaccheria del suo corpo, che non era riuscito a resistere a quelle abili mani...


E poi... cosa ancor più grave, si odiava per non essere in grado di amare Hermione alla luce del sole come aveva fatto Ron, e di essere così meschino da nascondersi dietro mille scuse e giustificazioni assurde.


Era un vile, era un codardo!

Ed era dannatamente stanco...


Tornò in Sala Comune quando ormai era buio e una volta oltrepassato il ritratto, vide che la stanza era vuota... fatta eccezione per Hermione, che se ne stava seduta sul divano consumato con le gambe raccolte vicino al petto, davanti al fuoco, intenta a scrivere su una pergamena. Si guardarono per alcuni secondi, restando immobili.


Hermione nel vederlo, sentì il cuore batterle forte, combattuta tra l'odio e l'amore, la rabbia e la preoccupazione. Fu tentata di raccogliere i suoi appunti ed andarsene, senza nemmeno rivolgergli la parola o, peggio ancora, ignorarlo come se nemmeno esistesse.


Ma sapeva di non poterlo fare. E, soprattutto, il suo orgoglio ebbe un moto di ribellione: 'Tu non hai nulla da nascondere o di cui vergognarti!'


Da una parte sentiva di provare un forte rancore nei suoi confronti, ma dall'altra, sapeva di amarlo profondamente, ed era certa che lui avesse bisogno del suo aiuto.


Lo detestava per come si era comportato fino a quel momento, per l'arroganza che aveva dimostrato e soprattutto per la sfrontatezza di aver iniziato un rapporto con la professoressa Keen. Sapeva di non avere prove concrete sulla loro relazione, ma le era bastato assistere a quel bacio in giardino... o al continuo gioco di sguardi che c'era sempre tra loro!


E poi, il suo intuito, non l'aveva mai tradita!


Ma era altrettanto vero che dopo l'episodio avvenuto in classe, dove la Keen l'aveva umiliata e attaccata, Harry non aveva esitato a soccorrerla, intervenendo in sua difesa. E a lei era bastato quel gesto per farle ritrovare il suo amato Harry, dolce, sensibile... il vero Harry!


Quando la raggiunse al centro della stanza e la luce del camino gli illuminò meglio il volto, si accorse della ferita al sopracciglio.


Oddio, Harry! Che ti sei fatto?” chiese allarmata, alzandosi e mettendoglisi di fronte. Sollevò una mano per toccarlo ma lui si ritrasse, scostando il viso di lato.


Non ho voglia di parlarne!” rispose secco.


Hermione abbassò la mano, amareggiata.


Perchè fai così...?”


Già... perchè faceva così? Perchè da quando era iniziato quel maledetto anno, per lui era più facile trattarla male che confessarle il suo amore?


La penetrò con lo sguardo, stringendo i pugni e controllandosi a fatica.

Quanto la voleva! ... E com'era difficile continuare a mentire...


Non faccio proprio niente!”


Hermione avrebbe voluto schiaffeggiarlo! Scuoterlo con forza e obbligarlo a guardarla negli occhi come faceva un tempo.


Sì, invece! Sei così diverso dall'Harry che conoscevo... Da quello che consideravo un amico... da quello che...” s'interruppe, a causa di un nodo che le si era improvvisamente formato in gola.


Cosa, Hermione?” chiese con un tono aspro e privo di pietà. “Siete sempre tutti così bravi a giudicarmi! Sapete tutti cosa aspettarvi da me, vero?! Nessuno però si prende la briga di chiedermi come sto veramente!” disse con rancore.


Hermione aveva gli occhi lucidi perchè vedeva il suo tormento e ne soffriva. La loro amicizia si stava sgretolando, il loro orgoglio li stava allontanando. Il rancore che provavano era un tarlo pericoloso e nocivo, che lavorava incessantemente facendo diventare sempre più grande il divario che c'era tra loro. E la gelosia che provavano uno per l'altra, li stava distanziando irrimediabilmente.


E va bene... Dimmi, allora: come stai, Harry...?” gli chiese Hermione dopo una lunga pausa e con una dolcezza che lo fece crollare. Era così vicina... Gli sarebbe bastato allungare una mano, per poterla toccare.


I suoi riflessi ambrati erano resi ancora più intensi dalla luce del camino.


Harry si costrinse a distogliere lo sguardo da lei e si abbandonò sul divano, passandosi una mano tra i capelli corvini: “Sono stanco... sfinito! ... Non ce la faccio più!” ammise in un soffio.


Hermione avrebbe voluto dirgli delle parole di conforto, poterlo abbracciare... ma la linea che li univa, adesso, era talmente sottile che temeva di fare un passo falso, di sbagliare ancora una volta.


Gli si sedette di fianco, piano: “Harry... ti prego.... Non sopporto più di vederti così! Devi tornare in te!” gli sussurrò debolmente.


Lui, con la testa tra le mani, si voltò a guardarla. Hermione aveva uno sguardo supplichevole, dolce... e incredibilmente bello! Era talmente vicina... e il divano così invitante.


Ma un lampo improvviso gli offuscò la vista, causandogli un forte dolore. “Aahhh...” si lasciò sfuggire.


Harry! Che ti succede...?” chiese preoccupata Hermione, appoggiandogli una mano sulla gamba.


A quel contatto inaspettato, Harry scattò in piedi, sentendo che il suo autocontrollo iniziava a vacillare. Si massaggiò le tempie per lenire il dolore sentito pochi istanti prima, ma che stava già svanendo.


E' meglio che vada a riposare un po'...” disse con voce debole.


Hermione si alzò a sua volta, pensierosa: “Sì, certo. Hai... bisogno di qualcosa?” gli chiese timidamente.


Finalmente Harry le sorrise, regalandole un attimo di felicità.


No, ma... grazie.”


Lo seguì con lo sguardo mentre si allontanava, struggendosi di pena per lui.


Harry, a fatica, si trascinò nella sua stanza, col volto di Isabel nella mente che lo assillava e che non gli dava tregua.


Basta! Così non poteva continuare...

Era giunto il momento di porre fine a quella storia!

Storia, relazione... Harry non aveva idea di come chiamare quel disastro nel quale si era cacciato.

Ma conosceva bene il suo nome: Isabel!


Si distese nel letto, incrociando le mani dietro la nuca ed iniziando a fissare la parte alta del baldacchino, drappeggiato di velluto rosso scuro. Era dolorante ed ammaccato per i pugni presi, ma continuava a meditare sul da farsi.


Finalmente iniziava a capire che così non poteva più andare avanti!

Quella situazione gli stava drammaticamente sfuggendo di mano e doveva chiarirla una volta per tutte!


Qui non si trattava più di una semplice infatuazione tra alunno ed insegnante... Non era più una questione di una professoressa invaghita del suo miglior pupillo....


Questa era una vera e propria ossessione morbosa, una relazione malsana e che non aveva nessun futuro, dal momento che lui non provava niente per Isabel! Quello che era successo con lei quella mattina, nella sua stanza, lo aveva spaventato... e forse gli era servito per rendersi conto della pericolosità della situazione.


Per non parlare di come si era comportata con Hermione! L'aveva trattata con una cattiveria gratuita ed ingiustificata!

Possibile che fosse gelosa di lei? Era questo che Isabel voleva dimostrare? Che solo lei poteva stargli vicino?


Strinse i denti e si passò una mano tra i capelli, irrequieto.


Ripensò con calma ai mesi trascorsi, al lento avvicinamento che c'era stato tra loro... e a come tutto sembrava essere avvenuto per caso... Ma più ci pensava, e più si rendeva conto che dietro sembrava esserci la tela di un ragno abilmente tessuta. Quando si trovava con lei, era come se perdesse il controllo di sé, della sua lucidità.


Sentì nuovamente una fitta acuta alla testa e si toccò la fronte con nervosismo.


Certo, Isabel gli aveva confessato il drammatico passato che l'aveva segnata in modo tanto crudele, ma era come se grazie a questo cercasse di far leva su di lui, sul fatto che entrambi fossero dei predestinati. I discorsi che gli ripeteva senza sosta erano una specie di lavaggio del cervello!


E poi... Dio, Isabel aveva cercato di approfittare di lui, contro la sua volontà!

Era un uomo, ormai, e sapeva bene che l'istinto naturale di trovarsi con una donna compiacente era spesso più forte della ragione più solida... chiunque sarebbe stato in seria difficoltà!


Ma lui amava Hermione...

Lui l'amava disperatamente, e sopra ogni altra cosa!

Non voleva nessun'altra, anche se gli veniva offerta su un piatto d'argento!


In più, e cosa ancor più grave, si rendeva conto che a causa di Isabel, stava irrimediabilmente perdendo Hermione...


Avrebbe parlato ad Isabel! Questa volta lo avrebbe fatto sul serio! A costo di obbligarla ad ascoltarlo in mezzo ad altra gente. Gli dispiaceva ferirla e l'ultima cosa che voleva era farle del male... Ma se questo era il prezzo da pagare per avere Hermione, beh, lo avrebbe fatto!


La mattina seguente Hermione scese in Sala Grande e vide Harry seduto al tavolo, mentre faceva colazione da solo.


Raccolse tutto il suo coraggio e mosse un passo all'interno della sala rumorosa ed affollata. Ormai la notizia della scazzottata tra lui e Malfoy si era diffusa velocemente, anche perchè Harry aveva un vistoso cerotto sul sopracciglio, mentre Malfoy era ancora disteso nel letto dell'infermeria.


Hermione gli si sedette di fronte, ma scostata di un posto.


Ciao.”


Al suono di quella voce Harry sollevò lo sguardo, sentendo una fitta acuta al sopracciglio che contava ben tre punti di sutura.


Eccola... Finalmente era arrivata. Dalla sera prima non aveva fatto che contare i minuti in attesa di rivederla. Dio, quant'era bella! Portava la solita divisa, la solita camicetta (slacciata di tre soli bottoni, ma sufficienti a fargli immaginare le cose più scandalose), il solito maglioncino, la solita gonna a pieghe... eppure ogni volta, ai suoi occhi, riusciva ad apparire sempre più splendida!


Ciao...”, rispose costringendosi a staccarle gli occhi di dosso e a tornare a fissare la sua tazza di caffè nero e fumante.


Hermione, nel vederlo, sentì una stretta al cuore... che le bruciò intensamente.


Amore, rabbia, dispiacere, desiderio.... neppure lei sapeva quello che provava!


Sapeva solo che le erano bastati quei pochi minuti passati insieme la sera prima per renderla felice e per tornare a sentirsi viva!


Sapeva solo che non era mai stata così male in vita sua, che le mancava il loro rapporto, la loro amicizia, il loro affetto, la loro sintonia...


Sapeva solo che soffriva da morire e che non ce la faceva più!


Come va l'occhio... ?”, chiese preoccupata.


Harry le sorrise e Hermione credette di non averlo mai visto così bello, nonostante quel taglio che lo rendeva (se possibile) ancora più affascinante.


Quella mattina si sentiva decisamente meglio e le rispose con più dolcezza: “Come uno che ha visto il pugno destro di Malfoy da distanza molto ravvicinata per oltre mezz'ora...”


Si può sapere, stavolta, cosa ti ha detto per scatenare questa sciagura?”, gli chiese arrabbiata, non riuscendo a trattenersi dal rimproverarlo.


Harry si sentì gelare: ora sì che si era nei guai!

Cosa accidenti poteva dirle?

'Sai, Malfoy mi ha visto uscire dalla stanza della Keen con i vestiti sottosopra e mi ha chiesto se me l'ero spassata?!'


Si maledisse! Doveva inventarsi qualcosa!


Ecco, lui... è il solito provocatore. Ed io non sono riuscito a trattenermi.”


.... Ma cosa ti ha detto?” insistette.


Merda!


Ehi, ragazzi, ciao!!”, li salutò Ron, non riuscendo a nascondere l'entusiasmo nel vederli seduti insieme allo stesso tavolo.


Ron!” rispose Harry con gioia.


Da dietro le sue spalle sbucò Luna, che indossava un eccentrico abitino multicolore ed un cappello in tinta, con una lunga piuma verde, alquanto vistosa, e che ogni volta che ondeggiava emetteva un misterioso cinguettio.


Ciao ragazzi! Avete visto che magnifica giornata?! Sono sbocciati tutti i 'Palustri Scutellari' di Hogwarts! Sono splendidi!!” esordì piena di euforia.


Frriiiiuuu-frriiiuuu! - il suo cappello gorgheggiò allegro.


Harry nascose un sorriso, poi le chiese: “Ti hanno suggerito loro questo abbinamento di colori?”


Oh, no!! L'abito e il cappellino sono frutto di un accurato lavoro... devo ringraziare lo Scardaccione Peloso!”


Ehm, Luna... non è necessario spiegare ogni cosa...” disse Ron, toccandole timidamente un braccio ed invitandola a sedersi al loro tavolo.


Uhm... sì, certo.” Si sedette di fianco a Ron ed iniziò a sgranocchiare dei cereali. “Eppure sono convinta che se anche loro prendessero coscienza di tutti gli esseri viventi di Hogwarts e dei benefici che possono trasmettere, starebbero decisamente meglio! Guarda Hermione, per esempio...”


La ragazza, sentendosi chiamata in causa, si aggiustò inconsciamente i capelli: “Ehm... cosa?”


Tu, Hermione... Proprio tu! E' da molto che ti osservo: quello sguardo così triste... quell'aria infelice! Sei preoccupata molto più di quanto tu voglia tentare di nascondere... Per non parlare del tuo cuore malinconico ed inconsolabile... I messaggi che manda sono potenti come rulli di tamburi amplificati da casse stereo babbane!!”


Hermione sgranò gli occhi e senza nemmeno rendersene conto si portò una mano sul cuore, come per mettere a tacere quel rumore che anche lei sentiva in modo assordante.


Cos...? Oh, Luna!” tentò di sorridere. “Ti sbagli di grosso, io non...”


Ad esempio”, la interruppe di nuovo la bionda stringendo gli occhi e fissando il ragazzo che contava più cicatrici in attivo di tutta la scuola, “Tu, Harry.... Non lo senti, quel rullo di tamburi?!”


Harry arrossì come uno sciocco e gettò uno sguardo fugace verso Hermione: “Ah... ecco, io...”


Guarda che sono messaggi costanti-forti-e-chiari!!” Sorrise e bevve un sorso di succo d'arancia direttamente dal bicchiere di Hermione che, alzando gli occhi al cielo, non provò nemmeno a fermarla.


Si mise ad accarezzare la sua lunga piuma verde con fare pensieroso e, continuando a guardare Harry, proseguì: “Ma forse... quel nuovo taglio che hai sopra l'occhio.... nasconde qualcosa di interessante!”


No!”, si affrettò a dire lui. “E' solo il risultato di un litigio con Malfoy...”


Oooh! Uhm... Vuoi dire che anche a Draco piace Hermione?!”


Tre paia d'occhi, a quella frase, si allargarono increduli, e Harry sentì i punti tirargli e fargli un male cane!


Dio! Ci mancava Luna e il suo modo d'interpretare ciò che gli altri evidentemente non riuscivano a cogliere con altrettanta facilità!


Frriiiiuuu-frriiiuuu! - Il suo cappello trillò di nuovo.


Luna... credo proprio tu sia fuori strada....”, le disse Ron con voce paziente.


Eppure, Harry, sono convinta che se tu prendessi qualche goccia di 'Pumila Nidularium'...”


Ok, ok! Magari la lezione di filosofia degli esseri che popolano Hogwarts la facciamo la prossima volta, eh? Che ne dici?”, intervenne Ron in soccorso dell'amico. “Ora mangia questo...”


Guarda Ron che bastano solo poche gocce!” Ma poi vide il piatto che il rosso le offriva. Fece spallucce e cacciò un dito nella crema di mirtilli che ricopriva il dolce sotto il suo naso. “E va bene! Che continuino pure questo stupido gioco-al-massacro-degli-ottusi, allora!”


Ron fece un sorriso imbarazzato e scosse leggermente la testa: “Ehm... non fateci caso! E' da un po' che vaneggia su argomenti che sinceramente faccio fatica a capire...”


Harry, nel sollevare la tazza per bere il suo caffè, incrociò lo sguardo di Luna, che gli strizzò l'occhio con fare d'intesa. La bevanda gli andò di traverso, rischiando di farlo morire! Iniziò a tossire disperatamente e Ron corse in suo aiuto, battendogli la schiena e causando l'ilarità di Hermione.


Quella risata fresca e spontanea fu un toccasana per il suo cuore! Oh... com'era bello sentirla felice! Per un breve istante, tutto sembrava essere tornato alla normalità....


Ok, ok... va meglio, grazie!” disse con un ultimo colpo di tosse, sollevando la mano in segno di ringraziamento.


I quattro iniziarono finalmente a fare colazione, felici di quel momento di quiete.


Ron, con la bocca colma di cibo, bofonchiò: “Allo-a, Hav-vy... Hev-mone! Fofse anco-a non lo sauete, ma il noschtro Hagrid schtà o-a-ni-a-ndo una iiita!”


Ehh??” chiese Hermione orripilata nel vedere il cibo masticato nella bocca del sue ex fidanzato.


Schtavo di-endo....” tentò di ripetere il rosso.


RON!! FINISCI PRIMA DI MANDARE GIU' IL BOCCONE!” gridò Hermione, esasperata e disgustata.


Lui, con le orecchie basse, mandò giù l'intera palla di cibo aiutandosi con del succo di zucca, e dopo aver realizzato di essere riuscito ad inghiottirlo senza strozzarsi, disse: “Ehm, scusate.... Dicevo che forse voi due ancora non lo sapete, ma il nostro Hagrid sta organizzando una cosa davvero strafiga!”


E sarebbe?” chiese Harry curioso.


Una gita!”


Luna batté felice le mani, galvanizzata dalla bella notizia. La piuma del suo cappellino, ondeggiando avanti e indietro, emise l'ennesimo: Frriiiiuuu-frriiiuuu-frriiiuuu!!


Una gita?” chiese Hermione. “E dove?”


Qui sta il bello! Si tratta di andare via per ben due giorni... Andremo a vedere una specie di 'Riserva dei Giganti', un territorio tutto loro, dove vivono nel loro stato naturale... Brrr, mi vengono i brividi solo a pensarci! Ma deve essere una cosa unica! E poi, almeno, per due giorni non faremo lezioni qui!!” Fece un sorriso a 32 denti e tornò a mangiare la sua fetta di torta.


Non sarà pericoloso?” chiese Hermione, leggermente incupita.


Oh, beh... ovviamente li vedremo da lontano! Ma Hagrid domani ci darà tutti i dettagli!”


Harry fu sinceramente felice di quella bella notizia: sentiva l'esigenza di ricominciare, in qualche modo... e questa, di sicuro, era un'ottima occasione.


Con la coda dell'occhio vide entrare Isabel, col suo portamento fiero e la sua bellezza che lasciava la scia quasi fosse stato un profumo. Cercò con insistenza il suo sguardo, ma la ragazza lo ignorò per tutto il tempo della colazione.


Harry, a quel punto, tentò un contatto mentale.


'Isabel....'


Niente.


'Isabel, mi senti?'


La ragazza continuò a conversare con la professoressa di Rune Antiche senza mai voltarsi dalla sua parte.


'Ti prego, Isabel... dobbiamo parlare!”


Ad Hermione non sfuggì quel comportamento da parte di Harry e si rabbuiò, sospettosa.


Harry provò ancora svariate volte, ma la professoressa, anche quando gli passò accanto per uscire dalla Sala, non lo degnò neppure di uno sguardo.


Al termine della giornata finalmente la rivide in giardino, mentre passeggiava da sola. Parlarle senza nessuno intorno era sicuramente più rischioso, ma doveva farlo! Le corse dietro per qualche metro, chiamandola: “Isabel!”


La ragazza affrettò il passo, andando verso delle piante più alte.


Isabel!!” provò nuovamente, a voce più alta.


La ragazza si voltò appena, ma scomparve dietro un cespuglio e lui la perse di vista. A quel punto, gli fu impossibile ritrovarla.


Merda!” imprecò tra i denti, strappando stizzito le foglie di una pianta.


* * *


La mattina seguente, Hagrid radunò le classi che avrebbero partecipato alla gita-studio, tutto contento ed entusiasta come un bambino un po' troppo cresciuto.


Silenzio.... ehm, su... fate i bravi!!” disse richiamando l'attenzione di tutti quei ragazzi. Quando ebbe ottenuto un po' di quiete, provò a parlare: “Ok, ok... Molto bene! Allora, come ci ho già detto a qualcuno ieri, è importantissimo che voi, come maghi, conosciate bene anche le creature che popolano il nostro mondo magico.” Si grattò la barba cespugliosa, mentre tutti gli studenti lo guardavano con un misto di curiosità e ansia. Lui, con un sorriso ingenuo, continuò: “Beh, dico io: perchè non portare questi ragazzi in un posto che è veramente unico?” Sorrise col suo faccione dolce e guardò gli alunni.


Un ragazzo di serpeverde alzò la mano: “E dove sarebbe questo posto?”


Oh, ecco... è un posto assolutissimamente segretissimo.... ai piedi della Montagna 'Dente del Drago'! Ci vuole una super autorizzazione speciale... ma finalmente ci è stata concessa questa possibilità! É un posto lontano... E mica tutti ci possono andare, sapete??”


Perchè?” chiese Ginny.


Beh... quello è un posto rarissimo! La magia, lì, non funziona!”


Oohh...!” fecero gli studenti in coro.


Sapete che i Giganti hanno dovuto lottare tantissimo per ottenere un po' di rispetto... e loro hanno ancora molta paura dei maghi! Quindi hanno isolato quel territorio, che è solo loro... e lo hanno reso immune dalla magia! Non ci si può materializzare, nessuna bacchetta funziona, lì!”


E allora noi come faremo ad arrivarci?” chiese Malfoy con spavalderia, nonostante il suo taglio sul labbro, frutto della rissa di due giorni prima.


Beh, ecco... Silente mi ha detto che potremo usare un Nottetempo... modificato in modo che possa farci stare tutti, e che vada al doppio della velocità normale... che, come sapete, è già parecchio velocissima!” Rise contento.


Ma non sarà pericoloso, visto che non potremo usare la magia?”


Oh, no! Non avrete di che preoccuparvi... loro sanno che noi andremo.... Silente ci ha parlato. Dovremmo solo rispettare certe regole, e non darci fastidio!”


A me sembra inutilmente assurdo!” disse Malfoy incrociando le braccia sul petto, con fare annoiato e sostenuto.


Anche i Giganti meritano il tuo rispetto, Draco! Sono certa che ci divertiremo un sacco!” disse Luna, piena di entusiasmo.


Ehm, molto bene! Allora, la partenza è fissata fra tre giorni. Si partirà presto... e ci impiegheremo diverse ore... Ma sono sicuro che vi piacerà, questa esperienza!”


Hagrid non vedeva l'ora di dimostrare ai suoi allievi che anche i Giganti potevano convivere nel mondo magico, e quale migliore occasione poteva esserci, se non quella di farli vedere nel loro habitat naturale?


Nella scuola c'era una grande euforia per quell'evento così unico, e solo parte degli studenti erano stati selezionati per partecipare alla gita. Erano le classi del settimo anno di Grifondoro, Serpeverde e Corvonero e alcuni studenti del sesto anno, tra cui Ginny. La professoressa Sprite avrebbe accompagnato Hagrid per l'occasione e il clima generale era decisamente festoso.


Ma Harry aveva un conto in sospeso da risolvere e quel pomeriggio, mentre usciva dalla stanza di Piton dopo aver concluso le sue due ore di punizione, finalmente vide Isabel di spalle, poco lontana da lui, affiancata da tre studenti del terzo anno.


Erano due giorni che tentava inutilmente di parlarle, ma lei riusciva sempre a svanire nel nulla.


Professoressa Keen!” la chiamò.


La vide irrigidirsi vistosamente ed interrompere la sua camminata. Essendo con altra gente, a quel punto non poteva più far finta di niente. Si voltò molto lentamente, e gli rivolse uno sguardo freddo ed offeso.


Ehm, buongiorno...”


Ciao, Harry.”


Le posso parlare un attimo?”


Lei guardò i tre studenti al suo fianco: “Come tu potere vedere, sono impegnata.”


Per favore... è importante!” insistette lui.


Ohm, io sicura che tu puoi aspettare!” e gli voltò le spalle.


Lui la trattenne per un braccio: “Insisto!” Poi guardò i tre compagni con fare minaccioso, facendoli spaventare.


Professoressa... noi, noi tanto ci vediamo tra poco in classe! Arrivederci!” e se la diedero a gambe.


Erano quasi all'ingresso dell'aula di Difesa contro le Arti Oscure, ma gli studenti che continuavano a passare, non sembravano accorgersi di loro.


I due si guardarono a lungo, poi la ragazza gli disse, in modo più dolce: “Vieni nella mia stanza...”


Harry, come a comando e quasi senza rendersene conto, mosse un passo per seguirla. Ma poi scosse la testa, opponendosi: “No! Restiamo qui!”


Lei sgranò gli occhi, ma tentò ancora: “Sono certa che staremo meglio...”


Isabel, no! Dobbiamo parlare, e dobbiamo farlo qui!” La prese per un braccio e la condusse in un posto più appartato e nascosto, lontano da occhi indiscreti.


La ragazza ridusse gli occhi a due fessure, incupendosi di colpo: “Io non credere sia il caso!”


E invece sì! E questa volta dovrai ascoltarmi fino in fondo!” disse con veemenza Harry. “Isabel, io... ti devo delle scuse e...”


Non voglio ascoltarti!” lo interruppe stringendo i denti e voltandogli le spalle.


Tu devi!” tuonò Harry obbligandola a voltarsi.


Io... cosa...?” chiese lei in un sibilo.


Ti prego... Isabel! Mi dispiace... non puoi capire quanto! Io... ho commesso molti errori, e quello più grave l'ho fatto con te!” Le si avvicinò ancora un po'. Era combattuto e dispiaciuto, ma per quanto gli dolesse farlo, doveva andare fino in fondo ed essere sincero.


Le prese una mano e gliela accarezzò con dolcezza: “Tra noi non può continuare... mi dispiace...”


Cosa... vuoi... dire?” chiese la ragazza con una punta di panico nella voce.


Voglio dire che... sono mortificato per quello che è accaduto l'altro giorno. Non doveva succedere! Non sarebbe mai dovuto succedere niente tra di noi! Oh, ti scongiuro, non fraintendermi! Con te mi sono trovato bene... benissimo! Sei una ragazza fantastica ma io... ho commesso l'errore di dimenticare che tu sei un'insegnante. Mi sono lasciato andare con te, ma non avrei dovuto!”


Delle lacrime iniziarono a velare i suoi begli occhi blu.


Basta! Ti prego, Harry... non dire altro...” lo supplicò.


Harry si sentiva malissimo! Ma doveva dirle la verità.


Non puoi capire quanto mi senta in colpa, Isabel, te lo giuro! Non meriti di essere trattata come ho fatto io...”


Lei, disperata, senza dare nell'occhio si aggrappò alla sua camicia, stringendo forte i pugni: “Ti prego... non dirlo...” ripeté.


Non voglio trovare delle scuse... e poco importa se ero disperato! Sono stato un vile, un ipocrita... e ho approfittato della situazione!”


Oh, Harry... ma io ti amo! Perchè tu non capire....?”


Harry si sentì gelare il sangue nelle vene. Le prese nuovamente le mani tra le sue e, sussurrando appena, mormorò: “Perdonami Isabel... perdonami, ti prego! Ma io non amo te... Non sei tu, la ragazza che desidero...”


Lei, turbata, si scostò da lui, con gli occhi lucidi e con le labbra tremanti.


Isabel...”


Un gruppo di ragazze passò lì vicino, senza accorgersi della tempesta che si stava scatenando a pochi metri da loro. Isabel si passò una mano sotto occhi, cancellando la traccia di una lacrima che le era sfuggita dal ciglio.


... E' Hermione... vero?”


Harry deglutì, ignaro del danno di quella rivelazione: “Sì... E' lei che amo più della mia stessa vita!”


Isabel chiuse gli occhi, come se quelle parole l'avessero trafitta come una lama. Si irrigidì vistosamente e quando riaprì gli occhi, Harry vide che erano diventati duri come la pietra.


Mi dispiace, Isabel... te lo giuro...”


La ragazza riaprì gli occhi, e Harry sentì un brivido corrergli lungo la schiena.


Anche a me, Harry... tu non immaginare neanche quanto!” Con quelle ultime fredde parole, a testa alta, si allontanò con tutta la sua regalità.


Harry la seguì con lo sguardo, mortificato per il dolore che le stava causando, inconsapevole del reale pericolo nel quale adesso si trovava.


* * *


Arrivò il giorno della partenza e Harry si sentiva finalmente più sereno, con un peso in meno sul cuore. Tornava a guardare Hermione con occhi nuovi, limpidi e pieni di un amore segreto e appassionato. Quando la vide arrivare, con indosso dei jeans decisamente più aderenti del solito, una maglietta bianca ed un maglioncino blu scuro gettato sulle spalle, con lo scollo a V, le sembrò bellissima! Anche la maggior parte degli altri studenti era vestita alla babbana, con jeans e felpe alla moda. Harry non era da meno, e i suoi jeans leggermente strappati, con una maglietta nera aderente e che risaltava il colore dei suoi occhi, non passarono di certo inosservati.


Ginny se lo divorò con gli occhi, facendo provare un moto di gelosia ad Hermione.


Tutti i partecipanti erano pronti e puntuali alla partenza. Risposero all'appello, iniziando a salire sul Nottetempo, il quale era stato modificato per l'occasione. Esternamente sembrava il solito Bus rosso a tre piani, ma una volta dentro, lo spazio diventava dieci volte più grande, con posti a sedere, divani, piccoli salottini, bagni, e nei due piani superiori erano stati predisposti i letti per dormire.


I Serpeverde si posizionarono in fondo all'autobus, lontani dagli occhi vigili dei due insegnanti. Il gruppo dei Grifondoro si sistemò nella parte centrale, mentre i Corvonero presero posto nelle prime file. Il viaggio ebbe finalmente inizio e, durante la prima ora, molti ne approfittarono per dormire ancora un po', mentre altri leggevano e alcuni, addirittura, cantavano.


Col trascorrere della seconda ora, il gruppo di Serpeverde iniziò ad annoiarsi e a diventare irrequieto... facendo la cosa che gli riusciva meglio: sfottere gli altri.


Ehi, Lovegood! Ma come ti sei conciata, oggi?”, le chiese con un ghigno Tiger, scatenando l'ilarità di tutti i suoi compagni.


La ragazza, tutta contenta, ammirò compiaciuta il suo pantalone che si interrompeva al ginocchio, azzurro acceso, e la sua camicetta viola, piena di frange che le penzolavano un po' ovunque. “Ah! Ti piace? Grazie!”


No, forse non l'hai capito... Ti stiamo dicendo che sei più ridicola del solito!”


Ehi, attento a come parli!” intervenne Ron, alzandosi dal suo posto.


Perchè, lenticchia...? Altrimenti ci riempi di incantesimi?! Ah, ah, ah! Ma non farci ridere!” disse Malfoy con fastidiosa derisione.


No, Malfoy! Perchè altrimenti vengo lì io, a spiegartelo meglio!” disse Harry, alzandosi a sua volta.


Hermione lo trattenne, tirandolo per un braccio: “Lasciate perdere!”


Quello stronzo inizia a rompere presto, oggi!” disse Ron, bellicoso.


Non lo capite che vi vuole solo provocare? Se succede qualcosa, sarà Hagrid a passare dei guai!” disse lei, cercando di farli ragionare.


Harry, a quelle parole, rilassò i muscoli e le sorrise: “Hai ragione...”


Lei si sentì sciogliere.


La risata canzonatoria di Malfoy li fece voltare: “Certo che ti fai proprio comandare come un burattino!”


Harry lo guardò male: “Fottiti!”, rispose con rabbia, tornando a sedersi.


Le donne hanno decisamente un pessimo effetto, su di te...”, continuò a provocarlo con una risatina.


Il moro strinse i denti, ma cercò di restare calmo.


Non è forse così, Potty? Riescono a farti fare qualsiasi cosa... vero?”


Harry contò fino a dieci, evitando di rispondergli.


Malfoy attese ancora un po' col suo ghigno divertito sulle labbra e poi concluse: “Sei proprio una mezzasega, Potter!”


Harry a quel punto perse tutti i suoi buoni propositi e si alzò dal posto, seguito anche dagli altri compagni.


Malfoy, mi sembra che tu sia appena uscito dall'infermeria... Devo darti un altro assaggio dei miei pugni?!”


Oh... ma quanto siamo spavaldi! Perchè invece non facciamo una cosa più divertente, sfregiato?!”


Tipo appenderti fuori dal finestrino?” propose Harry. Ron, Fred e George se la risero di gusto.


No, tipo fare un gioco...” lo sfidò.


Luna allungò il collo: “Oh, sì! Che bello!! Un gioco! Io ci sto!”


Lascia perdere, Luna...”, disse Ron, placando il suo entusiasmo.


Su, lenticchia! Sono certo che ti divertirai un sacco anche tu!” ghignò ancora il biondo.


Già, me lo posso immaginare!”


Ah! Lo sapevo che eravate dei conigli...!” disse con disgusto Draco.


Ehi, guarda che se c'è una cosa di cui noi Grifondoro possiamo andare fieri è il nostro coraggio!”


Sì, infatti... lo vedo! Lasciate perdere... Siete solo dei codardi!” Tutti i Serpeverde scoppiarono a ridere, e i Grifondoro si guardarono a vicenda, offesi dall'insulto.


Ok, ci stiamo!” disse Harry, meravigliando tutti.


Harry...” disse Hermione in un soffio.


Di cosa si tratta?” chiese il moro, senza dar tempo agli amici di reclamare.


Molto bene, Potter... Riesci ancora una volta a stupirmi! E' un gioco molto semplice... e divertente: 'Obbligo o Verità'...” sorrise con malizia.


Ron sgranò gli occhi, iniziando ad arrossire ancor prima di aver capito di cosa si trattasse.


Ehm... Harry... sei... si-sicuro?” sussurrò il rosso all'orecchio dell'amico.


Harry conosceva bene la velenosità dei Serpeverde, e sentì tutto il suo coraggio abbandonarlo all'istante.


Merda!


Ripensamenti... Cuor di Leone?” disse tutto divertito Malfoy.


Certo che no! E, nel caso te ne fossi dimenticato, ti ricordo che il vigliacco per eccellenza sei tu, Malfoy!”


Bene... staremo a vedere!”


Erano una ventina in tutto, mischiati tra le varie case. I Serpeverde sicuri e spavaldi, mentre gli altri erano piuttosto ignari di quanto li attendeva.


Si posizionarono in cerchio, chi seduto in terra, chi sui divani, chi su delle poltroncine.


Allora, il gioco è molto semplice: a turno bisogna scegliere se accettare di fare qualcosa, oppure di dire la verità. Nel primo caso... beh, siamo sotto gli occhi di tutti, quindi vedremo fino a che punto arriva il nostro coraggio... Nel secondo caso, in assenza di Veritaserum, faremo un incantesimo... e chi non dirà la verità.... inizierà a grattarsi senza ritegno come se fosse pieno di pulci!”


Oddio, che cosa disgustosa!” disse Ginny.


Allora ti conviene dire sempre la verità... piccola Weasley!” disse Draco guardandola con occhi provocatori.


Lei sollevò il naso, sfidandolo.


Sono certo che mi divertirò parecchio...” le disse il biondo fissandole il seno, poi continuò: “Ovviamente saremo divisi in squadre: Serpeverde, Grifondoro e Corvonero. Ogni volta che qualcuno accetterà la sfida di Obbligo o Verità, verranno guadagnati 30 punti. In alcuni casi l'Obbligo coinvolgerà terze persone... e se queste accettano, guadagneranno anche loro 15 punti. Come ultima cosa: l'abbandono o il rifiuto del gioco da parte dei partecipanti costerà 50 punti a volta! E' tutto chiaro?”


Nessuno rispose e Draco lo prese per un sì. Pronunciò l'incantesimo di Verità su ognuno dei ragazzi seduti intorno a lui.


Ok, allora possiamo cominciare...” disse con lo sguardo divertito ed iniziando a studiare le ragazze sedute intorno a lui. Queste, al contrario, lo fissarono terrorizzate. “Direi che si può partire con qualcosa di semplice... Lavanda Brown, per esempio... Obbligo o verità?”


Lei, arrossendo e temendo la cattiveria di Malfoy, rispose: “Ehm... verità...”


Uhm, molto bene... Dimmi.... Di che colore porti le mutandine, oggi?”


Gli occhi di Lavanda si allargarono stupiti e oltraggiati, e le sue gote divennero rosse all'istante: “Oh...!”


I Serpeverde scoppiarono a ridere per il suo imbarazzo ed Hermione incrociò le braccia sul petto, con aria di sufficienza: “Solo tu, Malfoy, potevi inventarti un gioco tanto stupido!”


Il biondino la fissò in modo penetrante e con un sorriso malizioso, disse: “Attenta, Granger! Magari più tardi toccherà proprio a te, mostrarmi le tue...”


Fu il turno di Hermione di arrossire vistosamente. Harry contrasse i muscoli della mascella e dovette controllare a fatica uno schiantesimo che nella sua mente si era già formato ed era pronto a partire.


Avanti, Brown! Non abbiamo tutto il giorno! Altrimenti dovrò considerare la risposta come non data...”


Io... e va bene: rosa!” confessò abbassando gli occhi.


Mhmm... carine! Molto bene, ti sei meritata i tuoi 30 punti. Ora sta a te, puoi fare tutto quello che vuoi...”, le propose maliziosamente il biondo.


Ma la ragazza trasse un sospiro di sollievo e si rivolse a Roger Davies di Corvonero: “Obbligo o verità?”


Lui la guardò con occhi timorosi e rispose: “Verità.... anche per me...”


Lei gli sorrise e con bontà chiese: “Ok, quale materia preferisci, a Hogwarts?”


Roger si rilassò alla domanda clemente, ma non riuscì a nascondere un certo rossore quando disse: “Ecco... Difesa contro le Arti Oscure...”


Alcuni ragazzi sorrisero ed una voce tagliente gli chiese a bruciapelo: “Dì la verità: è perchè ti piace la Keen?”


Lui, rosso come un peperone, rispose troppo in fretta, senza pensare: “NO!” e nel giro di pochi secondi, iniziò a grattarsi come un forsennato. Scoppiò una risata generale e numerose dita lo puntarono, per mettere ancora più in evidenza il fatto che aveva appena mentito.


Beeeeep! Mi spiace per lei, signor Davies, ma è appena stato squalificato dal gioco! Persi i primi cinquanta punti...”


Il ragazzo, continuando a grattarsi, si mise a lato, sconsolato per essere così banalmente caduto nel tranello.


Ok, continuiamo. Tocca a te, Pansy... Obbligo o verità?” le chiese Draco.


Lei, con occhi vogliosi, rispose: “... Obbligo...”


Bene, allora... devi toccare chi vuoi tu... su una parte del corpo a tua scelta...”


Lei, felice del regalo, passò in rassegna i ragazzi intorno a sé, ma poi tornò a guardare il suo preferito per eccellenza. Andò verso il biondo e, sconvolgendo tutti, gli fece una lenta carezza sulla gamba, fino a sfiorargli maliziosamente l'inguine.


Uhuu.... Pansy!” sospirò Draco, guardandola con intesa.


Alcuni fecero delle risatine, ma i restanti Grifondoro e Corvonero, sgranarono tanto d'occhi, arrossendo per loro.


Bene... con questo giochetto ci hai fatto guadagnare 45 punti... Brava! Allora tocca di nuovo a me...” squadrò le facce che lo circondavano e si fermò su Ron: “ “W-e-a-s-l-e-y...” scandì lentamente.


Argh... ehm... sì?!” Era già un peperone.


Malfoy sorrise sotto i baffi: “Obbligo o verità?”


Oh, ecco... verità!” esclamò, credendo fosse il male minore.


Sei ancora innamorato della Granger?” gli chiese a bruciapelo.


Tutti si immobilizzarono, in attesa della sua risposta. Lui sembrò lottare con un mostro che voleva uscirgli dalla bocca e, dopo un po', disse: “Non proprio... Mi piace, ma non l'amo più...” confessò con estrema fatica.


Hermione questo già lo sapeva, e quindi non ci rimase male come Malfoy sperava. Ron tirò un sospiro di sollievo per il pericolo scampato e per aver fatto guadagnare i primi 30 punti alla sua squadra.


E bravo lenticchia... dici la verità! Sta a te, allora... Vediamo fin dove ti porta la fantasia!” lo invitò.


Ron, infastidito da quell'atteggiamento provocatorio e strafottente, di rimando puntò gli occhi sullo stesso Draco: “Visto che oggi sei con la lingua così sciolta, Malfoy, vediamo cosa farai tu: Obbligo o verità?” gli chiese ringhiando.


Verità... Weasley!” disse con aria di sufficienza.


Ah-ah! Allora sono proprio curioso di sapere chi è, per te, la ragazza più sexy della scuola!” gli chiese con aria di sfida e un ghigno vittorioso stampato sulla faccia, credendo di averlo messo in difficoltà con quella domanda.


Malfoy, incredibilmente, sorrise ancora di più e con studiata lentezza si grattò il mento, con aria assorta: “Beh, a onor del vero... in questo ultimo anno mi sono ricreduto su parecchie cose... ehm, come dire.... su alcune doti naturali 'sbocciate' del tutto inaspettatamente!” Il gruppo lo fissò, in attesa che continuasse.


Lui, posando gli occhi su Hermione e Ginny, sembrò tentennare appena, ma durò solo un attimo. Si schiarì la voce e a fatica proseguì: “Ma qui mi si chiede di dire la verità, caro lenticchia... e quindi, a questo punto, non posso proprio nasconderti che...”


Ron deglutì, iniziando a temere la risposta. Il biondo se ne accorse e il suo godimento aumentò ancor di più quando concluse: “Non posso nasconderti che è una bella lotta ma, in tutta la scuola, quella che mi fa più sesso di tutte è proprio la tua sorellina Ginny!”


I tre maschi Weasley rimasero a bocca aperta. Quando Ron ebbe registrato il significato di quelle parole, Harry fece appena in tempo a bloccarlo, prima che i suoi pugni incontrassero gli zigomi di Draco.


Calmati, Ron!” gli disse piano.


Tutti i Serpeverde iniziarono a ridere sotto i baffi, tranne la Parkinson, che sembrò restarci peggio dell'intera famiglia Weasley. Ginny scrutò Malfoy senza scomporsi e con un sorrisetto canzonatorio gli disse: “Attento a non sfinirti troppo con l'immaginazione, Malfoy! Anche perchè, poveretto te... dovrai accontentarti solo di quella!”


Ginny!!”, la rimproverò Hermione, scandalizzata.


Lo vedremo, Weasley...” rispose Draco, sfidandola.


Ok, ok... passiamo oltre!” disse George per chiudere l'argomento.


A quel punto era il turno di Ginny, che con un'ultima occhiataccia bellicosa a Draco, si guardò intorno e si soffermò su Luna, chiedendole: “Obbligo o verità?”


Ohh... verità, direi!”


Ok...” La rossa si mise un dito sotto il mento e sollevò gli occhi, alla ricerca della domanda migliore. Poi sorrise e le chiese: “Sei innamorata di qualcuno, in questo momento? E se sì, a quale casa appartiene?”


Lei sorrise come un angelo e con molta tranquillità, rispose: “Oohh... molto più che innamorata! E sono orgogliosa che lui sia un Grifondoro!”


Ron diventò rosso come un peperone ed iniziò a studiare attentamente le cuciture del divano sul quale era seduto. Ci furono parecchie risatine di sottofondo, ma nessuno andò oltre.


Finché furono i Grifondoro o i Corvonero a porre le domande, il gioco proseguì in maniera decisamente platonica, mantenendo tutti più o meno sullo stesso punteggio. Ma ad un certo punto, Malfoy esclamò: “Che palle! Mi sto annoiando con queste domande da bambini dell'asilo! Lo scopo del gioco è mettere in difficoltà l'avversario, riuscendo ad eliminare gli altri, non certo quello di agevolarli!”


Era il turno di Fred, che a quel punto gli disse con aria di sfida: “Ok, Malfoy! Visto che ci tieni tanto, vediamo se riesco a farti abbandonare il gioco: obbligo o verità?”


Lui, solleticato dalla gara, rispose: “Obbligo!”


Bene! Allora devi... dare una carezza ad Hermione!” disse di getto.


Metà del gruppo si ammutolì.


Draco assunse un'aria infastidita e si agitò nervosamente sul divano: “Oddio... questa sì che è una vera punizione!”


Fred sorrise vittorioso: “Ti arrendi?”


In effetti, accarezzare una Mezzosangue è un valido motivo per rinunciare!”


Allora rinunci?!” disse speranzoso.


Neanche morto!” sentenziò Draco.


Il sorriso di Fred si spense immediatamente mentre Draco, al contrario, fece una smorfia divertita e con aria annoiata si alzò dalla sua poltrona: “Forza, vieni... Granger!”


Io non vengo da nessuna parte!” disse lei arrabbiata, fulminando Fred con gli occhi per aver avuto quella pessima idea.


Andiamo, Hermione! A questo punto se non accetti tu, perderemo dei punti preziosi!!” la spronò Ginny.


Io non...”


Non dargli la soddisfazione di tirarti indietro!” continuò la rossa, combattiva.


Hermione strinse i denti e si rivolse al Serpeverde: “E va bene! Ma io non mi muovo di qui!”


Peggio per te, Granger...” le disse Draco avvicinandosi e sedendosi al suo fianco, sul divano. Lei si irrigidì ancor di più quando lo vide studiare divertito il suo corpo, come a scegliere con cura quale parte toccarle.


Ehm... Ho detto una carezza!” si affrettò a precisare Fred, preoccupato.


Certo, Weasley... Ma non hai detto dove...”


Hermione lo incenerì con gli occhi: “Vedi di fare in fretta, Malfoy!”


Eh no, cara mezzosangue! A questo punto me la voglio proprio godere...”


Harry, che era lì vicino, lo guardò malissimo e gli disse ringhiando: “Guarda che se fai lo stronzo, poi te la dovrai vedere con me!”


Tu che vuoi, Potter?! Questo è un gioco, e le regole le ho dette chiaramente a tutti. Se non le stava bene, poteva rinunciare, no? O mi confermate di essere dei codardi?” chiese in modo provocatorio, guardando sia Harry che Hermione.


No! Non siamo dei codardi! Su, muoviti!” disse Hermione, sollevando la testa e porgendogli la guancia nella segreta speranza che si limitasse a toccarla lì.


Uuhh... ma quanta fretta! Non vedi proprio l'ora di essere finalmente toccata da qualcuno che ci sappia fare, eh?”


Lei incrociò le braccia: “Escludo che questa persona possa essere tu!” gli rispose seccamente.


Draco rise divertito ed allungò una mano per separare le braccia che lei teneva saldamente sul petto: “Non essere così... rigida... Lasciati andare, mezzosangue!”


Harry, attento come una pantera, seguiva i movimenti che il Serpeverde compiva con studiata lentezza.


Hermione, con vero coraggio, attese che lui decidesse dove sfiorarla e poi chiuse gli occhi senza protestare quando Draco, con la mano aperta, gliela posò piano sul seno, stringendo appena e facendole una carezza lunga ed inaspettatamente delicata.


A Harry si accartocciarono le budella e, non potendo intervenire, strinse i pugni fino a farli tremare.


Wow, Granger... Complimenti! Non immaginavo che...”


Piantala Malfoy!” gli disse scostandosi infastidita. Lui continuò a ghignarsela, tornando al proprio posto.


Fred sussurrò delle scuse: “Hermione, io... pensavo che si sarebbe ritirato... piuttosto che toccarti!”


Ron gli tirò un calcio negli stinchi, offendendolo con parole irripetibili.


Mangiando dolci di ogni tipo e bevendo succhi di frutta freschi, il gioco proseguì tra risate e momenti di vero e proprio panico, diventando spesso audace e facendo confessare le cose più private.


Ad un certo punto a Harry fu chiesto quante ragazze avesse baciato e lui, abbassando gli occhi, confessò che in tutto erano quattro.


Agitandosi sulla poltrona, ripensò al bacio dato a Cho Chang durante il quinto anno, a quello dato a Greta quell'estate, a quello dato a Susan Bones di Tassorosso per fare ingelosire Hermione.... e per finire a tutti quelli che si era scambiato con Isabel....


Ron lo guardò con tanto d'occhi, curioso e offeso per non essere mai stato reso partecipe di quella confessione. “E chi diavolo sono, queste quattro?!” gli sussurrò stizzito all'orecchio, ma Harry fece finta di non sentirlo.


Hermione, non meno stupita da quella risposta, sentì la voce di Ginny al proprio orecchio che mormorava: “Sarei proprio curiosa di sapere se la Keen è tra quelle quattro...”


Lei cercò di restare impassibile, anche quando sentì lo sguardo di Harry posarsi su di sé.


Altre domande impertinenti furono poste ai vari partecipanti:

Chi ti piace di Corvonero?”

Sei mai andato oltre il bacio?”

Ti sei mai imboscato?”

Qual è il tuo sogno proibito?”

Fai mai sesso da solo?”


Man mano che le domande diventavano provocanti ed audaci, la gente abbandonava il gioco...


Successivamente a Ron fu chiesto di passare una mano tra i capelli di Luna. Lui, seppur morendo di vergogna, non si tirò indietro e con evidente piacere si preparò a compiere il gesto.


Tutto rosso e con la mano che tremava come una foglia, le si fece più vicino. Lei gli sorrise con dolcezza e disse: “Questo gioco mi piace proprio un sacco!”


Ehm... sì, anche a me...” rispose impacciato Ron. Infilò le dita tra i suoi lunghi capelli biondi, accarezzandole la testa e sentendo il cuore andare come un matto. Non avrebbe mai smesso e solo quando Tiger lo derise dicendogli: “Ehi, lenticchia! Ci stai prendendo gusto??”, si decise a scollarsi di dosso quel sorrisino ebete e a ritrarre la mano.


Al giro successivo Hermione dovette riconoscere Harry tra sette ragazzi... bendata!

Con gli occhi coperti da un foulard nero, iniziò timidamente a tastare spalle, braccia, volti... Quando arrivò a quello di Harry, lo capì subito. Era morbido, dolce... e poi il suo profumo lo avrebbe riconosciuto fra mille! Sapeva di buono, di pulito...


Si soffermò più del necessario, con lui, approfittando di quella scusa per poterlo toccare con lentezza, gustando ogni secondo.... Aveva dei muscoli così forti, ben disegnati e scolpiti. Erano così vicini...


Harry, a sua volta, poteva guardarla da vicino... era bella da togliere il fiato! Era bendata, ma il suo viso era libero, liscio e setoso. Poteva contare le sue efelidi e sentire il suo respiro su di sé...


E' lui... Harry...” disse Hermione in un sussurro, togliendosi la benda. La prima cosa che vide furono i suoi occhi verdi, intensi e carismatici. Arrossì leggermente sotto quello sguardo e tornò al suo posto.


Quando arrivò il turno di Ginny, i Serpeverde non furono di certo clementi con lei: “Weasley, dovrai... passare la lingua sull'orecchio di Malfoy!”


Ginny strabuzzò gli occhi, scandalizzata: “CHE COSA?!”


Draco intrecciò le mani dietro la nuca e distese le gambe su un tavolino basso: “Ehi, babbanofila dai capelli rossi, cosa credi... che a me faccia piacere? Avanti... perchè non ti ritiri, così risparmi un'inutile perdita di tempo a entrambi?!” disse con finta indifferenza.


Io-non-mi-ritiro!” disse con aria selvaggia, puntando i pugni sui fianchi.


Peggio per te, Weasley! Che ridere... Lo sai che grazie a questo ti sfotterò per il resto dei tuoi giorni, vero?” disse Draco sorridendo compiaciuto.


Ginny strinse gli occhi in due fessure sottilissime: “Certo Malfoy che sei ridotto davvero male! Ma non credere che io abbandoni il gioco! Non te la do, questa soddisfazione!”


Avanti allora, Weasley.... Fammi divertire!”


A quel punto, per lei, divenne una sfida personale: “E va bene... l'hai voluto tu, rinsecchito strafottente d'un Malfoy!” Con calma gli si sedette di fianco e Draco tolse le gambe dal tavolo, guardando il resto del gruppo con aria rassegnata ed insofferente. Lentamente Ginny gli passò una mano tra i capelli biondi e sottili, sostenendo il suo sguardo finchè non fu lui ad abbassarlo. Poi, con molta delicatezza, avvicinò la bocca al suo orecchio e soffiò piano, provocando dei brividi inaspettati al giovane.


Lo torturò per alcuni secondi fino a quando, con la premessa di alcuni impercettibili baci, tirò fuori la lingua e con una sensualità senza eguali, gli leccò piano il lobo con movimenti dolci e gentili, fino a risalire in alto e divertendosi a giocare con l'orifizio.


Draco gemette di piacere, arrossendo vistosamente e stringendo le gambe per nascondere la sua inattesa eccitazione.


Ginny continuò quel dolce tormento finchè decise di smettere proprio sul più bello e Draco si lasciò sfuggire un lamento.


Furetto... A quanto vedo è da un po' che sei in astinenza! E adesso cerca di non correre in bagno!”


Il ragazzo, ancora stordito da quello che aveva provato, la guardò con occhi vacui e non seppe cosa rispondere, con grande soddisfazione della rossa, che vinse decisamente quel duello.


Dopo questo, toccò ad altri due Corvonero abbandonare il gioco, che avevano iniziato a grattarsi senza sosta per aver mentito alle domande impertinenti della Parkinson.


Ok, a quanto pare siamo rimasti in pochi... Allora tocca di nuovo a me...” disse minaccioso Malfoy, una volta ritrovata la sua freddezza.


Potter... la fortuna ti sta oltremodo assistendo! Dimmi un po': Obbligo o verità?”


Harry sostenne il suo sguardo, ma temeva le domande di Malfoy, quindi rispose: “Obbligo!”


Oh... molto bene!” sollevò un sopracciglio e continuò: “Voglio proprio vedere se riesco a metterti in difficoltà!”


Harry attese con pazienza finchè il biondo, sorridendo, gli disse: “Dovrai baciare per un minuto la Granger... sulla bocca!”


Harry sentì una specie di vertigine partirgli dallo stomaco e arrivare dritta dritta fino al cuore.

Hermione sgranò gli occhi. Si sentì avvampare e il cuore parve fermarsi all'improvviso.


Seguì un lungo silenzio, durante il quale Hermione rivolse lo sguardo a Harry, che era seduto due posti più in là, leggermente voltato. Lui non si mosse, non la guardò, non cercò il suo consenso... e dopo un tempo che sembrò infinito, disse: “Va bene.”


Il cuore di Hermione riprese a battere come un forsennato e a quel punto si rese conto cosa significassero quelle parole.


Baciare Harry... Baciare Harry!


Dopo tutto quel tempo, dopo averlo sognato tanto...


Sentì uno sfarfallio allo stomaco e l'agitazione iniziò a crescere in lei. Harry si alzò e le si mise di fronte, allungando una mano per invitarla ad alzarsi.


Hermione rimase immobile, paralizzata.


Dio mio... Dio mio! E adesso cosa faccio?!


Ginny, con un misto di invidia e divertimento, la sospinse leggermente. Hermione, senza avere il coraggio di guardarlo e con gli occhi rivolti al pavimento, a fatica prese la sua mano, che era calda, forte e sicura, e si alzò.

Draco, proprio di fronte a loro, si sistemò meglio sul divano, pronto a godersi lo spettacolo.


Timidamente Harry appoggiò le mani sulle sue spalle, tirandola piano verso di sé. La sovrastava con la sua altezza e Hermione si ostinava a tenere la testa rivolta verso il basso, non osando alzare lo sguardo.


Harry provò una tenerezza infinita... sembrava così impaurita!

Le mise un dito sotto il mento, obbligandola dolcemente ad alzare la testa e finalmente i loro occhi si incontrarono, scatenando una tempesta di emozioni.


Avevano paura... entrambi.

Ma lo desideravano più di qualsiasi altra cosa... Tutti e due!


Harry deglutì. Non era in grado di capire come si sentisse... era tutto così strano! Quella situazione, l'atmosfera, il modo...

Ma baciare Hermione era tutto quello che desiderava fare da moltissimo, troppo tempo!


Per due volte era stato ad un passo dal farlo, senza però avere mai il coraggio di andare fino in fondo e adesso, grazie ad uno stupido gioco, si ritrovava con la ragazza che desiderava da sempre, proprio davanti a sé!


Hermione lo guardava smarrita, al contrario di Harry che mai come in quel momento si era sentito sicuro di qualcosa.


Oh, quant'era bella!

A quel punto Harry aveva solo paura di non essere in grado di fermarsi...


Avanti, Potter! Non è mica difficile... E poi tu dovresti essere un esperto, ormai... o sbaglio?” lo provocò Draco.


Harry non si prese nemmeno il disturbo di rispondergli, troppo concentrato sulla bocca di Hermione, sul suo profumo, sui suoi occhi ambrati.


La tirò gentilmente ancora un po' verso di sé e la sentì irrigidirsi.

Le sorrise.

Lei si sciolse...


Harry sentiva il proprio cuore sbattere contro la cassa toracica, quasi volesse uscire. Si rese conto che stava trattenendo il respiro e provò a rilassarsi: chiuse gli occhi e con una delicatezza infinita si chinò su di lei, posando piano le labbra sulle sue.


Il tempo si fermò.


Hermione sgranò gli occhi, incredula che stesse succedendo veramente. Ma poi si rese conto che nulla di più dolce potesse esistere al mondo delle labbra di Harry e chiuse gli occhi anche lei, perdendosi nel mare dei battiti del suo cuore, impazzito di emozione.


Harry assaporò piano quelle labbra, che aveva sognato ed immaginato almeno un milione di volte, rendendosi conto che la realtà delle sensazioni che stava provando in quel momento, non poteva nemmeno lontanamente eguagliare la sua fantasia.


Era morbida, dolcissima... buona come il migliore dei sapori che Harry avesse mai sentito in vita sua!


Dischiuse leggermente le labbra per assaporare meglio il suo dolce nettare e Hermione, a quel gesto, si sentì morire. Lo assecondò, aprendo appena la bocca, e Harry la strinse più forte con le mani.


Non fu in grado di capire quanto tempo fosse passato, ma a lui sembrò comunque troppo poco, e quando la voce di Malfoy disse: “Direi che può bastare, Potter!”, lo maledisse mille volte!


Non era stato un vero e proprio bacio, o meglio... non erano andati fino in fondo come Harry avrebbe voluto, ma era la cosa più bella che gli fosse mai successa fino a quel momento!


A malincuore Harry le lasciò libere le braccia e fece un timido sorriso, indietreggiando di un passo.

Hermione vacillò leggermente e sbattè più volte le palpebre, come per realizzare che non era stato un sogno. Harry tornò al proprio posto e Hermione si ritrovò come una sciocca in mezzo al cerchio e sentì la risata canzonatoria di Malfoy che le diceva: “Guarda che il bacio è finito!”


Fece appena in tempo a sedersi che il Nottetempo, con una brusca frenata, si arrestò all'improvviso. La voce potente di Hagrid arrivò dalla testa dell'autobus e gridò, tutto contento: “Ragazzi!! Forza, raccogliete le vostre cose... Siamo arrivati!”




* * *



Sallulla: Caraaaa!! :-)) Scusami, perdoooono per questo ritardo!! Spero di essermi fatta perdonare con questo capitolo... Volevi uccidere la Keen....? Beh, a quanto pare il nostro Harry ha finalmente trovato il coraggio di affrontarla. Ma.... (ARGH!! Mi spiace, ma non posso anticiparti proprio nulla!) Hi hi hi... E adesso??? Che mi dici di questo cap?? Sono stracuriosisssssima di sapere se ti è piaciuto... NO, DICO... SI SONO BACIATI!! Anche se... il bello deve ancora venire! Mi raccomando, ti aspetto fiduciosa! :-))

Argentlam: Eccoci! Anche tu avevi istinti omicidi verso la Keen... spero che per il momento si siano placati...!??! Ora immagino che la tua attenzione si sia indirizzata verso altro, o sbaglio? Hi hi hi! Ehm... Felice della gita? Sono in trepidante attesa di sapere le tue impressioni!! Grazie immense del commento!! bacioni!

Morgana85: Wowwowwowoowowo! Acciderbola, con le tue recensioni mi fai sciogliere come un un ghiacciolino in piena estate! Grazie, incommensurabile lettrice appassionata e squisita! Scusa per il ritardo... ma, sono sincera, il capitolo semplicemente non era ancora scritto!! (poooovera me!!) Adesso sono io che muoio di curiosità per sapere cosa te ne pare.................................... :-D Aspetto, aspetto, aspetto!! Baci immensi!

Dolcepuffa: Ma ciaaaao! Col tuo super commento, ricco di punti esclamativi, hai addirittura sforato i margini di EFP !!! LOL !! :-D che dire, se non un altrettanto GRAZZZIE enorme?? Per il momento la t***a norvegese (mi hai fatto morire, con queste parole!) l'abbiamo momentaneamente accantonata... Contenta?? E poi... di questa gita che mi dici?? Spero tu abbia gradito! :-) Ancora grazie e bacionissimi a te!!

Maximillian Granger: Eccoti, eccoti!!! Che bello.... Ero già timorosa di averti perso... Grazie di avermi dato un segno! :-D Ebbene sì! Il caro Harry ha gli ormoni che ormai lo fanno sragionare, ma, perlomeno, adesso ha bene chiaro in testa CHI vuole! E questo capitolo, ti è piaciuto?? Lo sai che non avrò pace finchè non troverò la tua recensione, vero?? :-)) L'aspetto fiduciosa, naturalmente! ...Va bene se nel frattempo sto qui buona buona a scodinzolare in paziente attesa?? ;-) 1 Bacio!

PennyPink: Nooo.... ti prego! Non voglio farti piangere!! Sigh! Soprattutto dopo la tua graditissima e lunghissima recensione! Spero di essermi fatta perdonare con questo super dolcissimo capitolo... O NO ?!?!!!???!?!??! La Keen è decisamente famelica e infoiata.... e alquanto pericolosa! Diciamo che riesce a tirare fuori il peggio di Harry! Ma... per il momento, gustati sto capitolo bello zuccheroso... in attesa del prossimo, ancora più dolce! Grazie infinite delle recensioni e della stima! Un abbraccio grande! :-))

Rani of the Artich: Mille volte grazie per la recensione, stellina bella! Mi spiace aver causato tanta rabbia con questa Keen.... In effetti è stata alquanto approfittatrice, nello scorso capitolo! Ma... Harry le ha detto che non è lei che ama, no? .... Hi hi hi! E adesso si sta tuffando con un doppio carpiato direttamente nel cuore della sua Hermione!! Attendo... estremamente fiduciosa... di sapere il tuo parere su questo nuovo capitolo, così squisitamente dolce! O no?????????? :-D Tantissimi baciotti!

Jojipv: Ciao bel tesoro! Aahhh... chiedo venia io per aver arrecato tanta rabbia con il precedente capitolo! Lo so, lo so... la Keen... sembrava una specie di amantide vogliosa! (eh eh eh !) Ma il nostro Harry sembra voler concentrare (finalmente) le sue attenzioni su qualcuno molto più vicino a lui! Arfh arfh arfh.... che mi dici di questo capitolo? Piaciuto...? Dì di sì, dì di sìììì.... Ti prego!!! :-D Grazie delle tue parole, sempre gradite e attese! Tanti bacioni a te!

Luxcis: Adorata creatura! Ciao! Sono sempre molto felice di trovarti! Grazie di cuore per il tuo sostegno :-)) Devi sapere che anch'io amo molto Ron, soprattutto quando cerca di riportare alla ragione un moretto di nostra conoscenza! Hermione e Harry, come al solito, sono divisi tra orgoglio e amore.... Mi auguro che anche questo capitolo sia stato di tuo gradimento.... Lo spero davvero!! Per il momento, ti abbraccio in attesa di leggere una tua nuova e stra super gradita recensione!!!! baciiiiii

Granger90: EVVIVA... EVVIVA... CHI HA COMPIUTO I 18 ANNI!!!! Taaanti auguuuuuri a teee, taaaanti auguuuuuri a teee!! :-D Scusa se te li faccio solo tramite questa risposta alla tua adoratissima recensione, ma ahimè ero in arretrato con il capitolo... tanto da postare con questo enorme ritardo! Spero di essermi fatta perdonare.... Allora....?!??!? Ti è piaciuto?? Incrocio tutto quello che si può incrociare e spero di cuore di sì!! Ti mando un bacio virtuale per il tuo compleanno, ma soprattutto 18 M-E-G-A-T-I-R-A-T-E-D-I-O-R-E-C-C-H-I-E!!! :-)) Ciao tesorino!!!

Summers84: Ciao dolcezza! Bene, sono contenta che la scena con Piton ti sia piaciuta!! Sei una delle poche che l'ha citata e sono contenta se l'hai apprezzata, anche perchè non è stato affatto facile scriverla! :-P E la Keen.... mi sa che hai ragione! Grazie del commento, bacioni!

Sabri89: Ciao piccola! Ovvio che sì!! Le tue recensioni mi riempiono di gioia, oltre che gonfiare come un pallone il mio petto!! Hai proprio ragione, la Keen è stata malefica, abusando del suo potere sia con Harry che con Hermione! Ma... che ne dici? Adesso i nostri due piccioncini sembra proprio che abbiano altri pensieri, per la testa, no?? :-))) Spero di cuore che il capitolo ti sia piaciuto e non vedo l'ora di leggere il tuo parere! Grazie infinite della tua dolcezza e costanza! Ti abbraccio!

8x4: GRAAAAAAAAAAAAAAAZIE !!! E' sufficiente, questo, per trasmetterti tutto il mio riconoscimento?? :-)) Davvero, ti adoro! Sei gentilissima e troppo buona! Ma i tuoi complimenti non possono che farmi piacere, ovviamente! E spero di avere un minimo esaudito le tue richieste/preghiere con questo capitolo decisamente di A-V-V-I-C-I-N-A-M-E-N-T-O! C'è stato persino un pseudo bacio..... anche se quello vero.... deve... ancora.... Hi hi hi hihhihihihihihi!!!!!!!!!!!! Per ora, un bacio grandissimo a te!

Goldbuble: Sei una grande!! Sempre fantastica! :-)) Grazie infinite della bella recensione... La Keen ti autorizzo a toglierla dalla faccia della terra... ma mi sa che c'è una lunga lista d'attesa! *__* E adesso? Aaahhh... potrei morire, in attesa del tuo giudizio!! Fammi sapere, che io aspetto, ok?? :-) mille bacioni!! A presto!

Marco: .................................... ed eccoci anche a te! Grazie infinite per la tua lunga ed attenta recensione che, come sai, ho gradito particolarmente. Ti ho già scritto una spataffiata enorme di parole su MIT, e quindi non ti annoio oltre, ma sappi che il tuo sostegno, appoggio, amicizia, affetto, costanza, aiuto, simpatia, e tutto quello che mi dai, sono e restano impagabili, per me! Ti bacio!



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Capitolo 18
*** 18 "Tra lampi e tuoni... noi!" ***


Al di là della ragione

Note autore:

Allora… dire che sono commossa oltre ogni immaginazione per il vostro affetto… è dire poco!! Sono emozionata e felice, e per questo ringrazio ognuno di voi!

Ringrazio le quasi 2800 persone che hanno letto questa Fanfiction e, ancor di più, ringrazio le 71 che l’hanno messa tra i preferiti…

Grazie, immensamente, a tutti coloro che mi lasciano delle recensioni e mi danno lo stimolo per continuare a scrivere! A tutti voi, dedico questo capitolo!

P.S. Gioia dei miei occhi…. A fine cap un grazie speciale a te!

 

 

- 18 -

“Tra lampi e tuoni... noi!”

 

 

Con la tipica confusione che caratterizzava ogni gita, gli studenti scesero dal Nottetempo gridando e ridendo. Ad Hagrid e alla professoressa Sprite ci vollero diversi minuti prima di riuscire a ristabilire l'ordine e dopo aver ricontato per cinque volte il numero dei ragazzi, Hagrid si ritenne finalmente soddisfatto.

 

“Un attimo di attenzione, per favore”, disse il mezzo gigante a voce alta. “Iniziate a camminare in fila... ordinatamente. Raggiungeremo una radura tra qualche centinaio di metri...”

 

Hermione si sentiva ancora frastornata per l'emozione che il bacio di Harry le aveva causato e continuava ad appoggiare la mano sul cuore nell'inutile tentativo di calmarne i battiti. Le voci allegre intorno a lei era come se non esistessero... Seguiva gli altri solo perché veniva sospinta, ma continuava a rivivere quei sessanta secondi come se si trovasse in un sogno.

 

Il bacio di Harry era stato delicato come una carezza, appena accennato, puro e dolce come se avesse avuto paura di farle male...

Oh! Era stato meraviglioso! Troppo breve... per gustarlo in pieno!

 

I baci di Ron erano sempre stati goffi, maldestri e irruenti... Non avevano mai avuto nulla di tenero! Ma quel breve contatto con Harry l'aveva fatta volare!

Sorrise tra sé e sé, arrossendo come una ragazzina.

 

Oddio, Harry mi ha baciata... Harry mi ha baciata!

Chissà cosa ha provato lui...?

Probabilmente niente!

... Malfoy lo ha sfidato, e lui ha accettato il gioco...

Punto.

Già...

Altrimenti non mi avrebbe mai baciato, questo è certo!

Ohh, il cuore mi batte ancora come un pazzo!

Cosa starà pensando, adesso, Harry?

Mi giro...?

Mi giro...?

... Che paura...

Ok, mi giro!

 

Si voltò giusto un attimo... Lui la stava guardando.

 

Ommioddio!

 

Altra scossa al cuore. Si sentì arrossire ancora di più e si passò una mano sulla guancia, cercando di riprendere il controllo della situazione.

 

Harry non riusciva a toglierle gli occhi di dosso... Averla finalmente baciata era la cosa più bella che gli fosse mai successa! E voleva farlo ancora... e ancora! E meglio... e più a lungo... e per sempre!

 

Si leccò un'altra volta le labbra, per trovare ancora le tracce di lei, di quel magnifico sapore, di quella dolcezza infinita, di quella linfa vitale.

 

“Ehi, Potter! Cos'è quell'aria distratta? Stai ancora fantasticando?!” lo provocò con una spinta Draco.

 

Harry si girò verso di lui, ma lo ignorò di proposito. In fondo doveva un favore a Malfoy per il bacio che gli aveva regalato con Hermione... e preferì lasciare stare.

 

“Silenzio!” disse a voce alta la professoressa Sprite.

 

Ron, al contrario, lo apostrofò con fare litigioso: “Malfoy... hai ancora il coraggio di parlare! Visto che la matematica non è un'opinione, ti ricordo che alla fine vi abbiamo battuto di 75 punti! Per cui, furetto-emaciato-dai-capelli-biondi, ti conviene stare con quella lingua arrotolata tra i denti!”

 

La professoressa Sprite allungò il collo: “Ho detto silenzio!”

 

“Ohh... lenticchia! Fai  lo spaccone, adesso? Ma non parlarmi di lingue... ho ancora bene in mente quella di tua sorella  che si diverte a giocare col mio orecchio! Uhmm... che delizia!” ghignò.

 

Ron scattò come una molla, ma Harry riuscì a bloccarlo appena in tempo: “Lascialo perdere, Ron!”

 

“Serpeverde dei miei stivali! Ripetilo ancora e...”

 

“Cosa, Weasley?! Non mi sembrava poi così dispiaciuta, la piccola Ginny, di dedicarmi le sue attenzioni!”

 

“Non montarti la testa, Malfoy!” intervenne la rossa, che era due file più avanti affiancata da Hermione.

 

“Ad ogni modo il gioco non è ancora finito... Stasera possiamo continuarlo, se vuoi...” le disse con fare malizioso il biondo.

 

“Ci hai preso proprio gusto, eh, furetto?” gli rispose Ginny a metà tra l'offeso e il compiaciuto.

 

Il biondo, rendendosi conto di essersi tradito troppo facilmente e pronto a difendere il suo nome e la sua reputazione, disse con aria di scherno: “Purtroppo per te, Weasley, nonostante il tuo sangue puro, non mi sono ancora abbassato a fare della beneficenza!”

 

“Guarda che semmai sono io che...”

 

“BASTA! Laggiù, in fondo! Se sento ancora qualcuno parlare inizierò a togliere punti a tutti!!” urlò la professoressa Sprite.

 

I ragazzi si rimisero a camminare senza più parlare, ma Harry con la coda dell'occhio non faceva che gettare sguardi sulla ragazza che camminava poco più avanti di lui, con i capelli lunghi, castani ed ondulati più belli che ci fossero in tutta Hogwarts.

 

Oh, cosa avrebbe dato per poterci tuffare le mani dentro!

 

Arrivarono alla radura e Hagrid e la professoressa Sprite spiegarono ai ragazzi tutte le precauzioni che da quel momento in poi avrebbero dovuto adottare.

 

“Come vi accennava il vostro insegnante Hagrid, siamo finalmente entrati nel territorio dei Giganti. Quella che ci hanno fatto, è una concessione speciale ed unica. I maghi qui non sono i benvenuti e quindi in nessun modo, e ripeto: N-E-S-S-U-N  M-O-D-O, dovrete arrecare loro disturbo. Dovrete parlare il meno possibile e soprattutto a bassissima voce! Sono stata chiara?!” disse con una certa autorità la Sprite.

 

Le classi annuirono, decisamente attente, anche perché vedersela con un gigante non era proprio una passeggiata e tutti erano a conoscenza della pericolosità di quelle creature, se si arrabbiavano...

 

“Ricordatevi che le vostre bacchette non funzioneranno... quindi è inutile che proviate ad usarle! Sono assolutamente armi innocue, per loro!” Attese un po', in modo che le parole entrassero bene in testa, poi proseguì: “Avrete l'occasione di osservarli, seguirli e studiare i loro comportamenti, le loro abitudini... Scoprirete tantissime cose interessanti e sono certa che molti pregiudizi verranno smentiti!”

 

I due professori andavano avanti e indietro per assicurarsi che tutti stessero seguendo attentamente le loro parole.

 

“Questo, oltre ad essere un territorio che ospita i Giganti, è una zona fertile e ricca di piante ed erbe magiche, quindi uniremo anche lo studio di alcune rarissime radici e frutti che si trovano solo qui!”

 

Ron si grattò svogliatamente l'orecchio: “Uff.. ma questa non doveva essere una gita?!”

 

“Ron, sei tu che l'hai presa per una vacanza! In realtà è un'importantissima occasione di studio e sicuramente un'esperienza unica!” lo rimproverò Hermione con aria saccente.

 

“Uhm... solo lei può trovarci qualcosa di bello nello studio... Per giunta quando si è lontani da scuola!”

 

Fu così che, armati di blocchi per appunti, ampolle per raccogliere campioni e apparecchiature che assomigliavano decisamente alle macchine fotografiche babbane, gli studenti iniziarono a seguire un sentiero per raggiungere l'accampamento dei Giganti.

 

Il sole splendeva sopra le loro teste e la lunga camminata iniziò a stancare gran parte dei ragazzi.

 

“Manca ancora tanto?!” chiese annaspando Goyle per l'ennesima volta, il cui sovrappeso era alquanto imbarazzante.

 

“E piantala di lamentarti sempre!” lo sgridò Draco, la cui fronte era incredibilmente priva del minimo segno di sudore o fatica.

 

“No, ragazzi, quasi quasi ci siamo arrivati! Non manca mica molto, sapete?... Su, da bravi, fate ancora uno sforzo che tra pochino siamo arrivati! Siete stati super bravi e nella prossima radura formeremo una specie di accampamento per mangiare un sacco di cose buone!” disse Hagrid, felice come non lo avevano mai visto.

 

Poco dopo, infatti, si sistemarono in uno spazio molto bello, ricco di vegetazione bassa, su una collina che si affacciava proprio sopra il campo principale del gruppo di Giganti che si apprestavano ad osservare. I ragazzi parlavano fitti e a voce bassa per evitare di disturbare, ma ogni tanto qualche scoppio di risa era inevitabile.

 

Fecero una pausa e mangiarono una quantità enorme di cibo che gli elfi di Hogwarts avevano preparato con reverenza e devozione.

 

Dopo la tappa per rifocillarsi, ripresero il lavoro di osservazione e studio, ammirando il sistema organizzativo che i Giganti adottavano per dividere i ruoli, le mansioni, la conduzione e la gerarchia che c'era all'interno della comunità.

 

Annotarono scrupolosamente ogni tipo di erbe e radici che venivano utilizzati da quegli esseri così inquietanti e suggestivi allo stesso tempo.

 

Gli studenti ne rimasero comunque affascinati e colpiti.

 

“Molto bene...”, sussurrò Hagrid non troppo forte ma in modo sufficiente da farsi sentire da tutti. “A questo punto, come ci avete potuto vedere, ognuno dei giganti… ma proprio ognuno ognuno… ha il suo ruolo, dentro il gruppo. Adesso vi dividerete in coppie... e ad ogni coppia verrà assegnato il compito di seguire un gigante in particolare, annotando tutto quello che fa. Mi raccomando, ci dovete stare parecchio attenti! Attentissimi... Non ci dovete dare noia, per nessunissimo motivo!”

 

“Miseriaccia! ...Io mi sto già strizzando di paura!” disse Ron con la solita espressione terrorizzata.

 

“Oh, non preoccuparti, Ron! Ci sarò io con te!” disse Luna tutta raggiante. “Ho chiesto al professor Hagrid di metterci insieme... Sai, io conosco un sacco di parole del linguaggio dei giganti! Mio papà me lo ha insegnato quando avevo solo quattro anni!” concluse con un sorriso felice.

 

“Ah... splendido! Adesso mi sento molto più sicuro!” disse Ron con un timido sorriso.

 

“Su, forza... Le coppie saranno...” Hagrid iniziò con l'elenco degli studenti che erano stati abbinati per la ricerca.

 

“Dean Thomas con Pansy Parkinson... Draco Malfoy con Ginny Weasley...”

 

Ginny sgranò gli occhi: “Oh, ma questa è proprio una congiura!” A Draco si formò un sorrisetto divertito sulle labbra.

 

“Harry, tu farai coppia con Hermione.” L'elenco dei nomi proseguì, ma Harry smise di seguirlo: il suo cuore aveva perso un battito.

 

Si girò verso di lei, guardandola finalmente negli occhi, visto che da quando l'aveva baciata non aveva ancora avuto il coraggio di farlo direttamente.

 

Lei si portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio e si morse il labbro inferiore, scarabocchiando qualcosa su un foglio e fingendo un'indifferenza che era lontana anni luce da quello che provava realmente. Harry andò verso di lei, sorridendole in modo disarmante.

 

Santo cielo! ... Perché mi sorride così? 

Non gli basta avermi fatto perdere dieci anni di vita, con quel bacio?

Adesso vuole anche attentare al mio sistema nervoso?!

 

“Bene... ehm, sei pronta?”

 

“Ho un po' paura, ma... sì.”

 

“Non devi aver paura! E poi, se non ricordo male... tu riscuoti un certo successo, tra i giganti!” le disse ridendo.

 

“Oh! Ti ringrazio, ma il genere non mi interessa!” sorrise anche lei.

 

Entrambi parlarono con una tranquillità che in realtà non provavano, come se il bacio che si erano dati fosse una cosa assolutamente insignificante e fatta solo per battere Malfoy....

 

Ohh... ma i loro cuori galoppavano di trepidazione e i loro occhi erano vivi di emozione trattenuta!

 

“Allora, Harry, Hermione... voi dovrete seguire quella mamma con il suo cucciolo. E' molto piccolo, quindi la madre sarà parecchio protettiva e dovrete stare particolarmente attenti.” Hagrid fece una pausa e poi richiamò l'attenzione di tutto il gruppo: “Adesso ascoltatemi: il sole non durerà ancora per molto e presto sarà buio... quindi avrete al massimo un'ora, poi ci ritroveremo tutti qui e torneremo al Nottetempo. Avete capito bene?”

 

“Va bene!”, dissero in coro i ragazzi. Harry e Hermione raccolsero i propri zaini, pieni di cibarie, bibite e pergamene, e si apprestarono a seguire la mamma col 'bambino', come detto da Hagrid.

 

Gli studenti iniziarono a sparpagliarsi, anche perché i giganti avevano tantissime attività da svolgere all'interno della loro comunità. Il bambino che dovevano seguire Harry e Hermione era decisamente vivace e la sua mamma, che aveva un casco cespuglioso di capelli sulla testa, non sembrava particolarmente felice di stargli dietro, anche perché la tendenza del piccolo (sempre che così si potesse definire), era quella di scappare!

 

L'andatura di quei colossi si stava dimostrando parecchio impegnativa da seguire per i due Grifondoro, e spesso si ritrovavano a dover fare delle vere e proprie corse.

 

“Accidenti se va, quel frugoletto!” ansimò Harry col fiatone, mentre trottava dietro alla coppia.  Hermione sorrise.

 

“Spero... un... arfh, un doma-ni... arfh...”, s'interruppe per scavalcare una grossa pietra ed aiutare Hermione a fare altrettanto, poi proseguì: “... Che mio fi-glio... non  cor-ra  così veloce!”

 

Il sudore gli imperlava la fronte e Hermione si immaginò la scena di Harry che giocava con il suo futuro bambino, e sentì il cuore scoppiarle nel petto.

 

La mamma gigante e il piccolo, al loro passaggio, facevano strage di arbusti e vegetazione.

 

Harry si girò un attimo indietro e scrutò il cielo, poi disse pensieroso: “Ci stiamo allontanando parecchio... forse troppo...”

 

“Oh, non preoccuparti!” lo rassicurò Hermione. “Io ho un ottimo senso dell'orientamento!”

 

Il bambino finalmente si decise a fermarsi sulla sponda di un piccolo fiumiciattolo, iniziando a giocare con l'acqua. Incredibilmente, la mamma, si accovacciò vicino a lui, iniziando a giocare come qualsiasi mamma avrebbe fatto col proprio bambino.

 

Anche Harry e Hermione si fermarono poco distanti da loro, nascondendosi dietro una grossa pietra, approfittandone per riprendere fiato.

 

“Che dolci...” disse Hermione con un sorriso, sporgendosi per guardarli meglio.

 

“Sì, molto” assentì Harry. Si passò il dorso della mano sulla fronte e si guardò ancora una volta intorno. “Non mi sembra che fossimo passati di qui, prima...”

 

“No, infatti. Noi siamo venuti dalla parte opposta.”

 

Nel frattempo la mamma gigante aveva iniziato a lavare il piccolo, e i due ragazzi annotarono diligentemente le varie fasi e il comportamento della coppia sotto di loro.

 

Ad un certo punto il piccolo, con una risata che non aveva assolutamente nulla di dolce, immerse la mano nell'acqua, gettandone una grossa quantità addosso alla madre, la quale reagì piuttosto animatamente, lanciando un lamento che sembrava quasi un ruggito: “WWAAARRGGHHH!!”

 

Hermione si tappò le orecchie, spaventandosi da morire.

 

Il piccolo, non da meno, guardò la madre con due occhioni grossi come due palloni da rugby e scoppiò in un pianto isterico, iniziando ad allontanarsi di nuovo.

 

“Oh, no! Il bambino sta scappando... Dai, seguiamoli!” disse svelta Hermione, raccogliendo le sue cose.

 

“Ehm... Hermione, a quest'ora dovevamo già essere di ritorno! Non vorrei che ci stessimo allontanando troppo!” disse Harry ancora una volta.

 

“No, li seguiremo ancora solo per un po'...”

 

Per oltre dieci minuti corsero come dannati per non perderli di vista, finché la mamma non riuscì ad acchiappare il piccolo birbante. Il correre dei giganti provocava dei veri e propri terremoti ad ogni passo e restare in equilibrio per i due ragazzi diventava quasi un'impresa!

 

Il sentiero che stavano percorrendo Harry e Hermione stava rapidamente scendendo e Harry calcolò che da lì a poco sarebbero arrivati allo stesso livello dei due colossi.

 

“Hermione!”, la chiamò, tirandola per un braccio.

 

“Cosa?!” chiese lei, in un sussurro.

 

“Fermati! Dobbiamo assolutamente tornare indietro, adesso! E' passata più di un'ora e non ce la faremo mai a tornare in tempo!”

 

“Ma non abbiamo portato a termine il nostro compito!”, si lamentò la ragazza guardando sconsolata gli appunti.

 

“Ci sono delle nuvole che non mi piacciono per niente, Hermione, e tra poco questa strada si congiungerà con quella di sotto! Se continuiamo così credo che tra poco quei due simpatici bestioni ci vedranno...”

 

“Oh, non preoccuparti, sono convinta che siano innocui... Guarda! Adesso la mamma lo sta coccolando! Sono così teneri...” rise allegramente e si sporse dalla stradina che sovrastava di qualche metro i due giganti sotto di loro.

 

“Hermione, sta' attenta! Il terreno qui è sabbioso e sembra instabile...” disse Harry, cercando di tenerla per un braccio.

 

“No, Harry, guarda... Non può succedermi proprio.... AAAAAHHHH!!!!” non riuscì a terminare la frase perché il terreno sotto di lei franò leggermente, facendole perdere l'equilibrio e trascinandola verso il basso.

 

Harry fece appena in tempo ad afferrarle la mano: “HERMIONE!!”  Si buttò a terra per riuscire a reggerla, mentre lei, con le gambe, penzolava ad una quindicina di metri dai due giganti che, incuriositi e spaventati, osservavano quell'esserino che si dimenava come una farfalla.

 

“Aaahh... Aiutami! Harry...”

 

“Cazzo!” Imprecò lui. Si aiutò con entrambe le mani per cercare di farla risalire. “Stai tranquilla... ci sono io! Adesso ti tiro su...”

 

Il bambino puntò il dito su quella cosa che si muoveva e che lo attirava incredibilmente: “HUURG !!”

 

Hermione con la coda dell'occhio, vide la mamma fare un passo verso di lei: “Oddio! Harry...”

 

“Merda!” Harry tirò con tutte le sue forze, ma la posizione era alquanto scomoda e non riusciva a trovare un appiglio per fare leva. In più Hermione si agitava come una matta, non aiutando di certo l'operazione. “Hermione... cerca di ... poggiare i piedi su... qualcosa!”

 

“Cos...?!” Ma un altro passo della mamma fece tremare la terra intorno a loro e Hermione sentì solo qualcosa che la strappava via dalle mani di Harry.

 

“Aaahh!” urlò, disperata.

 

“HERMIONE!!” gridò lui. Si tirò su, guardando con sgomento la mamma gigante che teneva la ragazza sospesa nel vuoto, offrendola al bambino, come fosse stato un uccellino tra le sue mani.

 

“Porcaputtana!” imprecò disperato. Senza esitare, si lanciò giù come un forsennato dalla discesa che lo separava dai due bestioni sotto di lui, ruzzolando e ferendosi in diverse parti del corpo.

 

Zoppicando, arrivò fino ai piedi della madre, ed iniziò a colpirla con dei pugni all'altezza della caviglia, che era grossa quasi quanto un tronco d'albero: “LASCIALA!! LASCIALA IMMEDIATAMENTE!!”

 

La mamma lo guardò con occhi indifferenti e mollò Hermione nelle mani del bambino, che rise soddisfatto ed emise un nuovo: “HUURG!!”, ancora più felice.

 

Hermione cercava di trattenere le lacrime, ma Harry poteva sentire le urla che tradivano la sua paura. Il bambino era attratto dai lunghi capelli della ragazza e cercava di toccarla incuriosito, tentando invano di afferrarli tra le sue dita enormi ma fallendo miseramente nell'impresa. Le sue risate era quanto di più inquietante Harry avesse mai sentito!

 

“EHI, NON LA TOCCARE!!  LE FAI MALE!” Harry, non sapendo cosa fare, tirò fuori la bacchetta e gridò: “Accio Hermione!!”... ma non accadde nulla.

 

“Merda!”

 

Certo... gli insegnanti altro non avevano detto che... le bacchette erano totalmente inutili!

 

Il bambino appese Hermione a testa in giù, tenendola precariamente per un piede.... sospesa a dieci metri da terra.

 

“NO!!  NON COSI' ... RIMETTILA GIU'!!” gridò ancora.

 

Il bambino se la rigirò tra le mani come fosse stata un pupazzo.

 

“BRUTTO BESTIONE, LASCIALA!!” gridò ancora il ragazzo.

 

A quel punto, la madre, infastidita dallo sbraitare di Harry, alzò il piede e tentò di schiacciarlo, come fosse stato una formica.

 

“HARRY!!” gridò Hermione per avvisarlo... salvandolo appena in tempo da una terribile fine. Harry infatti si gettò a terra, rotolando di lato e schivando il grosso piedone, che lo mancò per un soffio.

 

Adesso ti faccio vedere io, razza di prepotente!

 

Harry si concentrò al massimo delle sue forze, con tutte le sue energie, con tutto quello che aveva in corpo: Posala a terra... posala a terra!

 

Il bambino si bloccò all'improvviso, fissandolo con i suoi occhioni grossi e neri... come se si fosse imbambolato!

 

Lasciala andare... subito!

 

Non seppe come fece... seppe solo che ci riuscì. Il bambino, molto lentamente, abbassò il braccio e quando toccò terra, aprì piano la mano, liberando Hermione.

 

La ragazza, scossa e con le lacrime che le rigavano il viso, indietreggiò senza perdere di vista i due giganti finché non sentì le mani di Harry afferrarla saldamente.

 

“Hermione...”

 

“Harry!!” Si voltò e gli gettò le braccia al collo, singhiozzando forte.

 

“Ohh... ho avuto così tanta paura!”

 

Harry la strinse forte a sé, respirando tra i suoi capelli quel profumo tanto buono, dimenticando che erano in balia di due esseri enormi e per nulla tranquilli.

 

Infatti, a quel punto la madre perse tutto quel poco di dolce che aveva, assumendo un'espressione piuttosto risentita. Era probabilmente in procinto di fare qualcosa, quando un tuono spezzò il silenzio, rimbombando in modo violento nella valle.

 

Hermione gridò spaventata e Harry le mise un braccio intorno alle spalle.

 

“Che succede?!” chiese la ragazza in panico.

 

Videro la mamma gigante sollevare il suo faccione e annusare l'aria, scrutando il cielo come per capire cosa stesse accadendo. Poi, dimenticandosi completamente dei due ragazzi ed ignorandoli come se non fossero mai esistiti, prese il suo cucciolo per un braccio e senza troppa delicatezza se lo mise sulle spalle, iniziando a correre come una matta.

 

Il suo pesante movimento fece tremare la terra in modo violento, tanto da far cadere malamente Harry e Hermione.

 

Un altro tuono si sentì in lontananza e Harry, imitando la mamma gigante, sollevò il viso, osservando dei nuvoloni neri e veloci che non promettevano nulla di buono. Aiutò Hermione ad alzarsi, prendendola per un braccio.

 

“Stai bene?!” le chiese preoccupato.

 

“S..sì! Soprattutto ora che quei due se ne sono andati...”

 

“Dobbiamo muoverci! Temo stia arrivando un temporale memorabile!”

 

Harry iniziò a camminare, ma dovette fermarsi a causa di un dolore lancinante alla gamba, che fino a quel momento aveva ignorato.

 

“Aaahh!”

 

“Harry?! Che cosa...?”

 

“La gamba... dannazione!” entrambi videro il grosso taglio sulla sua coscia, che sanguinava.

 

“Oh...!” Hermione si portò le mani alla bocca.

 

Doveva esserselo fatto quando si era praticamente buttato giù dal dirupo per raggiungere Hermione.

 

“Non preoccuparti, non è nulla...” Tornò a guardare il cielo minaccioso e un gocciolone, grosso quanto una noce, gli bagnò la fronte.

 

“Oh, no! Non può piovere adesso...” disse Hermione nel panico.

 

Ma un fulmine squarciò il cielo, seguito a breve da un tuono pauroso... e dopo meno di trenta secondi, una pioggia senza precedenti si abbatté su di loro.

 

“Maledizione!” imprecò Harry. “Vieni, presto... dobbiamo tornare al Nottetempo!”

 

“Ma gli altri sono nella radura, dalla parte opposta!” gridò Hermione per sovrastare il rumore della pioggia, che cadeva con violenza.

 

“Non riusciremo mai a tornare fino a loro... Dobbiamo provare a raggiungere l'autobus da qui!”

 

“Ma non sappiamo la strada...”

 

Un altro fulmine illuminò il cielo, che si era fatto improvvisamente buio come la notte.

 

“Vieni, Hermione!” le ordinò il ragazzo, prendendola per un polso e trascinandosela dietro. Lei non protestò ed iniziò a correre al suo fianco.

 

In pochi minuti si ritrovarono bagnati fradici, sperduti in mezzo al nulla... in balia di tuoni e fulmini.

Harry si fermò un secondo per riprendere fiato, cercando un punto di riferimento, qualcosa che li potesse orientare... Ma era tutto dannatamente buio e uguale!

 

“Proviamo da questa par...”

 

BOOOM!

 

Il tuono fu fortissimo e costrinse Harry a fermarsi di nuovo. Se non trovavano un riparo al più presto, rischiavano qualcosa di peggio di un semplice raffreddore. In lontananza scorse un grosso albero, che sembrava avere una cavità. Era sempre meglio di niente...

 

“Hermione, dobbiamo ripararci!” gridò per riuscire a farsi sentire.

 

“Sì...” rispose lei, visibilmente provata.

 

La guidò verso il riparo improvvisato e la sospinse all'interno di quello che in realtà era uno spazio decisamente stretto.

 

“Se ci stringiamo un po'... ci staremo tutti e due...” disse Harry infilandosi dentro a sua volta, strisciando contro la parete ruvida della cavità buia. C'era un forte odore di muschio, intenso e pungente.

 

I due ragazzi si ritrovarono uno di fronte all'altra. Avevano il fiato corto, ed erano bagnati fino alle ossa. Hermione aveva paura... ma il solo fatto di essere con Harry, le dava la forza di non disperare.

 

Erano vicini, incollati. Forse non lo erano mai stati... così tanto!

Il cuore le batteva forte e poteva sentire il respiro affannato di Harry accarezzarle la pelle con dolcezza.

 

Harry la guardò: i capelli erano schiacciati sul suo viso... era meravigliosamente bella! 

Hermione si sentì arrossire e nascose per un attimo il viso contro il suo petto. Lui le accarezzò impercettibilmente un braccio.

 

La folle idea di baciarla di nuovo iniziò a muoversi sinuosa nella sua mente ma, con un boato infernale, un fulmine cadde a pochi metri da loro, colpendo ed incenerendo un albero poco distante.

 

Hermione gridò e si strinse con più forza al corpo di lui.

 

Harry mise definitivamente a tacere ogni barlume di istinto sessuale che lo aveva momentaneamente annebbiato e si riscosse.

 

Mio Dio! Qui rischiamo di morire!  

 

Le afferrò la mano: “Non preoccuparti, andrà tutto bene! Troveremo un riparo migliore... Tu non lasciarmi mai, capito?” disse incoraggiandola, sorpreso dal proprio desiderio di proteggerla.

 

La ragazza, seppur tremando per il freddo, annuì con determinazione.

 

Iniziarono a correre nuovamente sotto la pioggia, ignari di dove si stessero dirigendo, guidati solo dall'istinto di sopravvivenza e dall'incoscienza. Giunsero in  fondo ad un campo incolto e girarono verso destra, sbucando in un ampio sentiero. Lo seguirono alla cieca, speranzosi che li conducesse al Nottetempo, ma dopo aver corso a lungo, con sgomento si resero conto di essere finiti in un campo ancora più grande e buio del precedente.

 

La temperatura era scesa notevolmente e intorno a loro altro non c'era che terra fredda e tenebre fino a perdita d'occhio. Ad ogni respiro, Harry sentiva l'aria gelida penetrargli nella gola come la lama di un coltello.

 

Hermione camminava veloce davanti a lui, ma all'improvviso si fermò e Harry andò a sbatterle contro.

 

“Che succede?” le chiese.

 

“Guarda! ...Là...” puntò il dito contro una macchia scura.

 

“Cosa...? Non vedo niente!”

 

“Là, proprio di fronte a noi! Mi sembra ci sia qualcosa... forse è una capanna...”

 

Harry strinse gli occhi e nel buio scorse qualcosa di un nero ancora più intenso. “Ok, proviamo...” disse in fretta.

 

Raggiunsero quello che sembrava essere un rifugio vecchio e abbandonato, forse un riparo di guardiacaccia... Tastando il decrepito muro di mattoni, Harry trovò quella che sembrava essere la porta d'ingresso in legno. Tentò di aprirla, ma un lucchetto arrugginito la teneva saldamente chiusa.

 

Impugnò la bacchetta, allontanandosi di un passo: “Alohomora!” gridò.

 

Non successe nulla e Hermione emise un gemito di sconforto.

 

“ALOHOMORA!” urlò ancora più forte.

 

Niente.

 

“Merda!” imprecò Harry sotto la pioggia scrosciante. Infilò la bacchetta nella tasca posteriore del jeans e disse ad Hermione di allontanarsi. Prese una piccola rincorsa e diede una spallata alla porta di legno, la quale scricchiolò con un lamento, cedendo leggermente.

 

“Il legno sembra essere vecchio e marcio... Dovrei riuscire ad aprirla...” disse Harry con un debole sorriso. Ci riprovò di nuovo, e il lucchetto sembrò mollare ancora un po'. Al quarto tentativo, finalmente, il legno cedette e la porta si aprì.

 

Hermione sorrise felice. Harry diede un piccolo calcio all'anta e scrutò con diffidenza all'interno, ma era praticamente impossibile vedere qualcosa da fuori.

 

“Direi che non abbiamo molte alternative...” sospirò il moro.

 

Hermione annuì e aggrappandosi al suo braccio, lo seguì all'interno del rifugio, chiudendosi la porta cigolante alle spalle. Inciamparono contro degli ostacoli indistinguibili ed attesero che gli occhi si abituassero a quel nuovo ambiente. Dopo un po', riuscirono a farsi una vaga idea di quello che li circondava: sembrava essere un covo in disuso, ma era meno peggio di quello che poteva apparire dall'esterno.

 

Harry si aggirò nella stanza polverosa, urtando un tavolo, alcune mensole e degli oggetti sparpagliati un po' ovunque. Poi si accorse che c'era un camino, e visto com'erano bagnati, gli sembrò una benedizione!

 

“Guarda, Hermione, forse riusciremo ad accendere un fuoco... Adesso cerco della legna così potremo asciugarci...”

 

“Sì... h-ho.. fred..do!” disse lei, battendo i denti. 

 

Harry andò in perlustrazione degli oggetti di cui riusciva a vedere solo il contorno, finché in terra, poco lontano, riconobbe quella che sembrava essere della legna: “Eccola!”  Con cura la posizionò nel camino, insieme a dei vecchi fogli di giornale.

 

Speranzoso, tirò fuori la bacchetta e ordinò: “Flagramus!”

 

Nessuno degli oggetti nel camino, però, accennò a scaldarsi.

 

“Lacarnum Inflamare!!”, disse con più convinzione.

 

Niente...

 

Imperterrito e cocciuto puntò per la terza volta la bacchetta contro il camino: “Incendio!!”

 

Nemmeno una reazione...

 

“Cazzo!”

 

“Ha... Harry... La ba-bacchetta non fu-funziona....” gli ricordò Hermione, infreddolita e sfinita.

 

E adesso come diavolo lo accendo?!

 

“Proviamo a vedere se troviamo dei...  dei fiammiferi... o qualsiasi cosa che provochi una fiamma!”

 

La ragazza ubbidì, iniziando a tastare alla cieca sopra il camino e sulle mensole, ma dopo un'inutile ricerca si arresero entrambi.

 

Harry vide Hermione abbracciarsi il corpo tremante con le mani, appoggiarsi contro la parete e scivolare lentamente a terra. Tirò su col naso, nell'inutile tentativo di nascondere le lacrime. Fuori il temporale non accennava a diminuire e la pioggia e i tuoni continuavano ad  essere assordanti.

 

Harry le andò vicino ed allungò un braccio fino a toccarla: “Ok.... stai tranquilla, adesso ci penso io!”

 

Tornò al camino e chiuse gli occhi per alcuni secondi, focalizzando tutta la sua rabbia ed ogni sua energia sugli incantesimi che conosceva. Si concentrò come Isabel gli aveva insegnato... raccogliendo tutti i suoi pensieri sul caldo, sulle fiamme, su quella dannatissima legna...  e dopo un po', come in un sogno, quest'ultima prese fuoco. Un sorriso vittorioso si dipinse sul suo viso.

 

“Ohh...!” esclamò Hermione, incredula. “Ma... come... hai...?”

 

Harry attese un paio di minuti prima di rispondere, controllando che il fuoco avesse preso bene: “Non lo so...” ammise poi con sincerità. “L'ho imparato con... la professoressa Keen.”

 

Ad Hermione, a quel punto, poco importava! Era infreddolita e batteva i denti da quasi un'ora, quindi quelle fiamme furono per lei come manna dal cielo.

 

“... Vieni qui vicino...” le disse Harry piano, con un misto di dolcezza ed imbarazzo. Lei non se lo fece ripetere due volte e si inginocchiò con le braccia protese verso la fonte di calore.

 

Con il piacevole suono del legno che scoppiettava mentre ardeva, restarono in silenzio per qualche minuto, assaporando quella meravigliosa sensazione di calore che le fiamme lentamente sprigionavano.

 

Erano storditi dal freddo preso ed erano scossi dai brividi che continuavano a provare a causa degli abiti zuppi d'acqua. Harry si girò a guardarla per un attimo e si accorse che tremava, poi tornò a fissare le fiamme. Anche lui aveva la pelle d'oca e con indosso quella roba bagnata, si rese conto che non si sarebbero mai scaldati.

 

Dopo alcuni secondi d’indecisione, si voltò dalla sua parte e guardandola negli occhi, disse: “Senti, io... credo che sia il caso di... toglierci questi vestiti...”

 

Hermione sgranò gli occhi, pietrificata.

 

“C-come...?” domandò a fatica.

 

“Ehm... stai tremando, hai le labbra quasi viola... ed io non sono certo messo meglio! Se non ci scaldiamo di più, rischiamo una polmonite, se non peggio!”

 

Hermione era talmente irrigidita dal freddo che quasi non riusciva a muovere le mani. “S-sì... hai ra-gione.” 

 

Provò a muoversi con evidente difficoltà, ma le sue mani congelate sembravano rifiutarsi di staccarsi dal corpo. “Ho paura di non avere... nemmeno la forza per... farlo...” ammise in un soffio.

 

Harry indugiò qualche secondo poi, deglutendo, disse in un sussurro: “Ok... lo farò io...” Avanzò con le ginocchia ancora un po' e le si mise di fronte, scostandole piano le braccia che erano serrate intorno al corpo.

 

Si svolse tutto con estrema lentezza, come se fossero in un sogno.

 

Harry, senza mai staccarle gli occhi di dosso, iniziò a spogliarsi per primo, abbassandosi la zip della felpa grigia, fecendola scivolare dalle spalle e rimanendo con la maglietta nera. Poi allungò le mani tremanti verso i fianchi di Hermione e toccò il bordo del suo maglioncino blu. Lo prese tra le dita e lo strinse, sollevandoglielo piano. La maglietta bianca che indossava sotto le si era incollata addosso come una seconda pelle e Harry lottò per non abbassare lo sguardo.

 

Anche Hermione lo guardava, come se una calamita la tenesse legata a lui.

Oddio... sentiva che stava per morire!

 

E non per il freddo... o per il temporale... E nemmeno perché erano sperduti in mezzo al nulla...

Ma perché...

Semplicemente perché lui la stava spogliando!

 

Harry tornò ai propri indumenti. Afferrò la maglietta ed incrociando le braccia sulla testa, si liberò del tessuto freddo e bagnato, rimanendo a torso nudo. Hermione a quel punto rimase colpita dal suo fisico asciutto e liscio, che si era fatto ancora più muscoloso di quanto ricordasse. Sbatté le ciglia e cercò di restare calma.

 

Ma quando le mani di Harry tornarono a posarsi su di lei, sentì i battiti del proprio cuore aumentare a dismisura.

 

Harry si accorse di essere eccitato. Come non lo era mai stato in vita sua!

Lei era indifesa e fragile come un fiore delicato... meravigliosa! 

E lui la voleva!

Da sempre...

Adesso.

 

Come aveva fatto poco prima, le prese la maglietta tra le dita e con uno sguardo che sembrava quasi supplicarla, attese il suo tacito consenso per finire di spogliarla. Gli occhi di lei, caldi e immensi, parlarono al suo posto, accettando la sua richiesta e Harry, facendole sollevare le braccia, le tolse delicatamente anche la maglietta.

 

Harry deglutì e fece scivolare lo sguardo sul suo corpo, come se solo con quello riuscisse ad accarezzarla in modo impalpabile.

 

Mio Dio... è stupenda!

 

Il suo reggiseno bianco e semplice, con un sottile profilo ricamato, le copriva un seno adolescente e pieno.

Ohh... Harry lo ricordava bene, il suo seno, da quando lo aveva ammirato l'estate precedente! Quante volte lo aveva richiamato alla memoria, nell'intimità del suo letto!

 

Ma adesso l'irresistibile voglia di toccarlo, di sentirlo nelle sue mani, si fece quasi travolgente.

 

Sollevò gli occhi ed incontrò quelli nocciola di lei.

 

Non arrossire! Non arrossire!

Stai calmo... Harry stai calmo!

 

Avevano la pelle umida di pioggia e Harry la trovò eccitante da morire!

Tentò di deglutire un'altra volta e guardando verso il basso, prese un bel respiro per farsi coraggio. Si portò le mani ai jeans, slacciandosi impacciato il bottone, abbassò la zip e dopo aver tolto scarpe e calze, iniziò a sfilarsi i pantaloni fradici.

 

Rimase solo con i boxer neri, corti ed aderenti, come quelli che usavano i ragazzi della sua età e si ritrovò a benedire quella semi oscurità che nascondeva il suo stato di evidente subbuglio.

 

Hermione ammirò il suo corpo perfetto, provando un nuovo brivido... stranamente non dovuto al freddo...

 

Harry, col cuore che gli andava a mille e senza dire una parola, la prese per la vita e fece scorrere le dita fino al bottone dei suoi pantaloni. Glielo slacciò ed attese.

Lei non protestò.

 

Fece scorrere la zip verso il basso... piano.

Hermione lo lasciò fare.

 

Dio  mio...   DIO  MIO!

 

Lei, per facilitarlo, si adagiò all'indietro appoggiandosi sui gomiti e Harry completò quello che aveva iniziato, togliendole calze, scarpe e sfilandole del tutto i jeans.

 

Era rimasta solo con la biancheria intima... Ohh... che visione sublime!

Le mutandine avevano lo stesso profilo ricamato sul bordo superiore e sul centimetro di tessuto che le circondava la vita, come fosse stato un ornamento per esaltarne ancora di più le curve sinuose e lisce.

 

E adesso?!

 

Rimasero immobili, senza sapere cosa fare.  O meglio... Harry ne aveva una vaga idea, ma cercò di dominarsi e di ragionare.

 

Ok, si erano scambiati un bacio... ma era stato solo per gioco!

Lui avrebbe voluto ripetere quella meravigliosa esperienza il più presto possibile, ma...

 

E se Hermione non aveva provato le sue stesse sensazioni? In fondo si era lasciata da poco con Ron...

Magari pensava ancora a lui...

 

E allora perché lo guardava con quegli occhi così dolci?

Perché, finalmente, riusciva a sentire quel famoso rullo di tamburi che Luna tanto decantava?

O si stava immaginando tutto?

 

Dio, quant'era difficile!

 

Il fuoco gettava luci calde su di lei, rendendola bella oltre ogni immaginazione. I suoi naturali colori nocciola erano evidenziati e messi in risalto. La voleva, la voleva! Come riuscire a restare calmo, freddo e distaccato?

 

Hermione si coprì leggermente con le mani, iniziando a sentirsi come penetrata da quello sguardo indagatore che Harry non smetteva di avere.

 

Lui si umettò le labbra: “Magari... magari stendo i vestiti, in modo che asciughino prima...” disse giusto per interrompere quel silenzio che lo stava assordando.

 

Si alzò, raccolse i vestiti e li appese in qualche modo su degli appigli di fortuna. Ora che il fuoco illuminava la stanza, si rese conto che su un ripiano c'erano due coperte dall'aria estremamente invitante. Sorrise: “Guarda Hermione!”

 

Le prese e le portò vicino al camino. Una la distese sotto di loro e l'altra la utilizzò per coprire entrambi, cercando di avvolgere i due corpi.

 

“Grazie, Harry...” disse debolmente Hermione, che era ancora disorientata dal ricordo della sensazione che aveva provato quando le sue dita l'avevano sfiorata, spogliandola.

Cercò di coprirsi meglio con la coperta, e nel farlo toccò il corpo di Harry. Lui sentì che stava tremando.

 

“Se vuoi avvicinarti... magari riusciamo a scaldarci meglio...” disse con la voce malferma.

 

Hermione si sentì morire. Il cuore le faceva quasi male dalle continue emozioni che stava provando. Si morse impercettibilmente le labbra, come se fosse indecisa se osare tanto, ma poi si accovacciò al suo fianco e si strinse a lui, passandogli un braccio attorno ai fianchi e affondando il viso nel collo del ragazzo, godendo istantaneamente di quel piacevole calore.

 

Ecco.

 

Harry, adesso, poteva morire felice!

 

Lui le cinse le spalle, avvicinandosela ancora di più. L'istinto irrefrenabile era quello di sdraiarsi su di lei, ma già in quella posizione non sapeva per quanto tempo sarebbe stato in grado di resistere...

 

Il temporale imperversava su di loro senza concedere un minimo di tregua e Harry sentiva Hermione sobbalzare ad ogni tuono. Ma grazie al reciproco calore dei corpi, lentamente sentì che almeno aveva smesso di tremare.

 

“Certo che Malfoy e i Serpeverde fanno dei giochi proprio strani, per divertirsi, eh...?” chiese Harry, giusto per dir qualcosa.

 

Il riferimento al gioco le fece immediatamente tornare in mente il bacio che si erano scambiati e si sentì arrossire: “Oh, ecco... già! Un vero idiota!”

 

“Mi dispiace che ti abbia... beh, sì, insomma... che ne abbia approfittato!” disse lui, non meno imbarazzato.

 

“Non c'è problema... Voleva metterci in difficoltà, ma siamo stati più forti noi!”

 

“Gli avrei volentieri spaccato il naso!” ammise lui, ricordando quella mano che la palpava sfacciatamente.

 

“Ci ha pensato Ginny a metterlo decisamente K.O.!” sorrise lei.

 

Harry attese qualche minuto, poi la guardò di sfuggita e farfugliò: “Hermione... Spero che... che il bacio di stamattina... n-non ti abbia...”

 

Santo cielo!! L'ha detto! L'ha nominato!

 

“Cos...? Oh, no! Non... c'è problema...” rispose lei, agitandosi.

 

“N-non ti ho nemmeno chiesto se... se volevi accettare... io...”

 

“Davvero! Non c'è problema!!” disse ancora lei, nel panico più totale e col cuore che batteva forte.  “Infondo era... era solo... un gioco!”

 

“Già, solo... un gioco.” ripeté lui a voce bassa e serrando le mascelle.

 

Un lampo illuminò la notte e dopo pochi secondi arrivò anche il tuono, fortissimo. Hermione chiuse gli occhi e appoggiò la testa sulle ginocchia.

 

Harry aggiunse della nuova legna e il fuoco riprese ad ardere con vigore. Restarono in silenzio per un po'.

 

“Come... ti senti?” le chiese lui quando il respiro di entrambi tornò ad essere regolare.

 

“Ora meglio... decisamente meglio!” si voltò finalmente a guardarlo, ma erano talmente vicini che rischiò di trovarsi con la sua bocca a meno di tre centimetri.

 

“E tu, come stai, Harry?”  Lo sguardo penetrante di Hermione lo mise a nudo, molto più di quanto aveva fatto lui togliendosi i vestiti.

 

Il ragazzo tornò a fissare il fuoco, adombrandosi leggermente, perché conosceva bene quel tono accusatorio e sapeva perfettamente che le sue domande non erano mai fatte a caso.

 

“Sto bene anch'io... Il freddo sta passando.”

 

La guardò negli occhi, perdendosi nel suo calore. Il fuoco era dolce e piacevole, e sembrava tenere loro compagnia con la sua voce seducente.

Quella situazione era quanto di più invitante potesse esistere al mondo, per baciare una ragazza...

 

Tentò di tornare alla realtà e di domare 'colui-che-non-gli-stava-facendo-capire-più-niente' e che si trovava in una parte imprecisata tra le sue gambe!

 

“Lo sai che non è questo, che intendevo...” mormorò seria.

 

“E allora cosa intendevi...?”  chiese con voce debole.

 

Hermione si fece coraggio. Probabilmente non avrebbero mai più avuto un'occasione come quella per parlare: “Vorrei solo sapere se sei finalmente tornato l'Harry di sempre... degli anni scorsi, di questa estate... di prima che conoscessi la Keen, insomma!” disse tutto d'un fiato, chiudendo gli occhi.

 

“Cosa c'entra Isabel?” chiese adirato, sentendosi punto sul vivo.

 

Hermione sentì lo stomaco stringersi. “Ah... già. Dimenticavo che tu la chiami per nome...” disse con tristezza.

 

Harry si maledisse per la sua imprudenza e passò al contrattacco. “Non è questo! Voglio dire... è stato un anno difficile, e lei mi è stata vicina!”

 

Hermione riuscì a bloccarsi appena in tempo, prima che una velenosa cattiveria le uscisse dalle labbra.

 

“E dovevi per forza cercare questo aiuto in una insegnante...? Non hai pensato ai...  ai tuoi amici?!” chiese risentita.

 

Harry si girò di scatto, con un lampo di cattiveria negli occhi: “Quali amici?! Se la memoria non m’inganna, i miei due migliori amici sono stati per gran parte dell'anno impegnati a fare altro!!”

 

Lei si sentì ferita a quelle parole. Rimase a lungo in silenzio, poi quasi sussurrando disse: “Potevi... trovare una ragazza...”

 

Harry a quel punto strinse i pugni: “Certo! La cosa più facile di questa Terra! Infatti fanno la fila, per mettersi con me!”

 

Nel vedere quel broncio fanciullesco, Hermione provò una tenerezza infinita e lo guardò con occhi colmi d'amore: “Oh, possibile che tu non capisca, Harry? Sei una specie di guerriero, che vive costantemente sul filo del rasoio... Per la gente sei un eroe! Tutti si aspettano che tu salvi il mondo, e sanno che potresti morire da un momento all'altro...” Fece una piccola pausa, stringendo gli occhi: “E sei ambito, bramato, desiderato... potresti trovare altre donne...  E'  faticoso amare uno come te!” disse di getto.

 

Lui sentì una scossa al cuore.

 

Perché quelle parole sembravano essere dette da chi quei sentimenti li provava in prima persona?

 

Hermione arrossì violentemente e si strinse di più la coperta addosso, non avendo il coraggio di continuare a guardarlo dopo quello che si era lasciata sfuggire.

 

“Pensi sia... così difficile, stare con me?” le chiese lui con voce roca e incredibilmente vicina.

 

Oddio!  Cosa gli dico?  'Guarda che Io non desidero altro, che stare con te?!'

 

“Non ho detto questo!” il cuore le stava esplodendo nel petto, sentiva il fiato corto e aveva paura di continuare a parlare. “Io sono... tua amica e... ho condiviso tutto, con te... e...” 

 

Harry sentiva che lo stomaco gli si stava stringendo  e che il cuore gli stava salendo  in gola... 

 

“E...?” le chiese avvicinandosi.

 

“E... e... nonostante tu sia stato odioso, in certi momenti... accidenti a te, mi sei mancato!” ammise in un soffio. 

 

A quelle parole, Harry scrutò a fondo nei suoi occhi ambrati, bisognoso di guardarla...

Non resisteva più!

Doveva farlo...

 

Scivolò di lato e le si mise di fronte, con i propri occhi che scintillavano di passione. La coperta gli si aprì sul petto. Hermione non capiva più niente, aveva il cuore in tumulto e temeva di non reggere quell'emozione.

 

“Chissà dove sono gli altri...?”  disse debolmente, per cambiare discorso.

 

Harry fece il sorriso più dolce che Hermione gli avesse mai visto: “In questo momento non mi interessa un accidente di niente, di dove sono gli altri...”

 

La ragazza fece per dire qualcosa, ma lui glielo impedì, chinandosi su di lei e chiudendole la bocca con le proprie labbra. Una sensazione calda e delicata li avvolse e fece svanire come d'incanto tutto il gelo e il terrore provati in quella serata  burrascosa.

 

Hermione chiuse gli occhi, colta alla sprovvista, e sentì il battito del proprio cuore arrivare lontanissimo e dopo un tempo infinito. Harry le prese il viso tra le mani e premette le labbra più forte sulle sue, sentendo un fremito di eccitazione risvegliarsi in lui. Questa volta l'avrebbe baciata sul serio... come desiderava fare da sempre.

 

Dischiuse la bocca e con estrema dolcezza passò la lingua sulle sue labbra, facendogliele aprire piano. Le loro lingue si incontrarono senza fretta, timidamente, come in un delicato passo di danza, iniziando a muoversi in una reciproca scoperta.

 

Hermione provò la sensazione più bella che avesse mai sentito!

 

Mai... mai, nella sua vita, aveva provato un'emozione così devastante e coinvolgente, appassionante e stupefacente come un bacio così intenso. Harry la baciò piano, lentamente, con una dolcezza che lei non aveva mai provato, facendola eccitare come mai le era successo prima.

 

Harry aveva le mani affondate nei suoi capelli, il respiro corto... e sembrava facesse di tutto per dominare un impeto che dentro lo stava facendo impazzire.

 

A fatica si separarono, barcollando leggermente, sconvolti e increduli, impazienti di rifarlo subito. Si guardarono negli occhi, ma non dissero nulla... Non ce n'era bisogno.

 

Già… Per quel bacio non c'era stato bisogno di scuse!

Non avevano dovuto nascondersi dietro un gioco...

Harry l'aveva baciata perché lo voleva, perché lo desiderava ardentemente!

E lei si era sentita sciogliere il cuore!

 

Le sorrise e si chinò nuovamente su di lei, baciandola con la stessa tenerezza di prima. Fece una leggera pressione su di lei, non incontrando resistenza, e quindi la sospinse piano all'indietro, facendola sdraiare.

 

Anche se lo desiderava con tutto se stesso, non osò mettersi sopra di lei ma, appoggiato sui gomiti, continuò a baciarla a lungo, come se non riuscisse a credere che il suo sogno si stava avverando... che lo stava facendo veramente! Per lui era uno scoprire tutto dal principio... scoprire lei... e niente poteva sembrargli più bello!

 

Hermione non resistette alla tentazione di passargli le mani tra i capelli ed accarezzarlo sulla schiena. Harry gemette ed interruppe il bacio, guardandola negli occhi. Poi, cautamente, fece scorrere la mano dal viso alla spalla, accarezzandola con gentilezza, proseguendo sul suo braccio... fino ad arrivare al suo fianco. La mano solleticò la ragazza, che sorrise.

 

Harry a quel punto trovò il coraggio di farlo e si spostò col busto sopra di lei.

 

Ohh.... che sensazione meravigliosa!

 

Pelle su pelle...  un contatto poetico ed idilliaco...

 

La baciava, la sfiorava con mani timide ed inesperte, desiderose di imparare tutto, di lei...

Guidato da una forza ed un istinto più forti di lui,  con prudenza mosse anche il resto del corpo, fino a ritrovarsi sdraiato sopra di lei. Combaciavano alla perfezione, come se fossero stati creati solo per quello.

 

Dio, Harry sentì un calore partirgli da qualche parte imprecisata del corpo e sconvolgergli il cervello.

 

Hermione provò piacere nel sentire quel peso su di lei, credendo di morire dal desiderio. I loro baci si fecero più audaci e passionali, carichi di intenso ardore bisognoso di essere soddisfatto.

 

Harry era visibilmente eccitato ed Hermione questo lo percepiva, lo sentiva bene...

Anche lei, lo era.

E la cosa incredibile, era che non se ne vergognava affatto! Era la cosa più naturale e bella che avesse mai provato!

 

Harry lottò per restare fermo, ma avere sotto di sé Hermione lo stava facendo impazzire di desiderio, e l'istinto di muoversi alla fine ebbe il sopravvento. Premette il bacino contro quello della ragazza, che seguendo l'istinto dell'amore, si inarcò leggermente.

 

Ora muoio...

 

Harry iniziò a muoversi piano, spingendo con dolcezza su di lei, incapace di resistere a quel richiamo di passione. Il tutto accompagnato da baci languidi, sensuali ed eccitanti carezze.

 

Hermione assaporava quelle labbra, così morbide e delicate, che non avrebbe mai voluto smettere di gustare e di baciare, e che le stavano letteralmente facendo perdere la testa. E poi… era inebriata dal profumo della sua pelle liscia, dai suoi muscoli forti e sodi, da quelle mani che la sfioravano con timore e reverenza.

 

Harry continuava ad accarezzarla con una tenerezza infinita, osando sempre di più, spingendosi ad esplorare parti del suo corpo sempre più proibite. Passò dolcemente una mano sul suo seno, pieno e delicato, accarezzandolo in modo sensuale. Hermione sospirò di piacere.

 

Avevano il fiato corto e Harry non riusciva a non gemere ogni volta che lei sollevava il bacino.

Lo fece ancora... e ancora... e ancora...

 

“Hermione!” disse all'improvviso, bloccandole i fianchi con le mani.

 

Lei trattenne il sospiro che aveva in gola: “... Sì...?” disse a fatica.

 

“Io... ti prego, fermati...” la supplicò.

 

Lei lo guardò con occhi curiosi e ingenui. “Perché...?”

 

“Se... se continuiamo così... io...”

 

“Cosa...?”

 

“Io credo di... di non resistere...”

 

Lei arrossì, stupendosi di essere arrivata fino a quel punto di intimità, con lui, senza quasi rendersene conto. Fatta eccezione per la biancheria, si può dire che erano praticamente nudi… si stavano baciando con una passione bruciante... e se Harry non si fosse voluto fermare...

 

“No... cioè, sì! Sì, certo... io... scusami...”

 

A Harry era dolorosamente costato dirle di fermarsi, ma stava succedendo tutto dannatamente in fretta, troppo... Come se la passione trattenuta per un intero anno dovesse scatenarsi ed esplodere tutta insieme quella notte.

 

E lui non voleva...

Non voleva rubarle qualcosa di così prezioso ed unico, solo perché la circostanza di ritrovarsi quasi nudi li aveva fatti avvicinare, facendo loro perdere il controllo.

 

“Non devi scusarti... sono io che...” Harry abbassò la testa, cercando le parole giuste da dire.

 

“Hai ragione, Harry...” disse Hermione, ritrovando lentamente la sua lucidità.

 

“E' tutto così... strano... io...”

 

'Io ti amo da morire!'    Avrebbe voluto urlarle... 

 

Ma se lei non provava la stessa cosa?

E se si era lasciata andare solo per quella situazione surreale nella quale si erano ritrovati?

Mille dubbi iniziarono a torturarlo come un castigo.

 

“Non devi... dire niente, Harry...” Hermione si passò una mano sulla faccia, come per riprendersi da quel turbamento, così nuovo per lei, e così sconvolgente. Appoggiò la testa sul pavimento duro e chiuse gli occhi, confusa.

 

Harry, ancora sopra di lei, la guardò.

 

Oh, no... ma cosa ha capito...?

Non avrà pensato che io non volessi... continuare...

 

I capelli erano sparpagliati intorno al suo volto splendido, rendendola bella come solo lei riusciva ad esserlo.

 

Harry l'accarezzò con una dolcezza infinita e lei riaprì gli occhi, interrogativi. Sul tetto, adesso, si sentiva il rumore della pioggia, molto più leggera e dolce.

 

“Spero di essere riuscito a scaldarti...” sussurrò, guardandola negli occhi.

 

Lei avrebbe voluto dire qualcosa... fargli mille domande, ma sentì la bocca rifiutarsi di parlare.

La sua mente era troppo confusa e deliziata.

Era impossibile per lei, in quel momento, ragionare con lucidità.

Perché, accidenti, le parole la abbandonavano proprio quando ne aveva più bisogno?!

 

Si limitò ad annuire, come una sciocca.

 

“Adesso stai tranquilla, non ci può più succedere niente. Cerca di dormire... Io starò qui con te, e andrà tutto bene.” Le accarezzò ancora i capelli e suggellò quelle parole con un lungo e dolce bacio.

 

Hermione si abbandonò tra le sue braccia, colpita e commossa da quella tenerezza, dal ritrovare finalmente la dolcezza infinita del ragazzo di cui si era perdutamente innamorata!

 

Si lasciò cullare dalle sue mani, che la coccolavano con una sensibilità senza fine.

 

“Harry...” sussurrò prima di addormentarsi, stretta tra le sue braccia, nel calore del loro amore soffocato e non confessato, nella notte più importante che avessero mai vissuto.

 

Harry la continuò a sfiorare con reverenza e passione trattenuta, mentre la osservava prendere sonno, pieno di amore e desiderio.

 

“Voglio... voglio solo restare così, con te... per tutto il tempo che ci rimane...”, sussurrò tra le labbra, convinto che lei dormisse. “Credo di non avertelo mai detto, ma... sei bellissima, Hermione. E lo penso ogni volta che ti guardo di nascosto, ogni volta che ti sfioro, ogni volta che i tuoi occhi incontrano i miei, ogni volta che mi parli, ogni volta che mi sorridi, ogni volta che ti arrabbi... Non so se è per la situazione in cui ci siamo ritrovati, o se è perché stasera è successo... questo... So solo che avrei voluto dirtelo da molto tempo, e mi maledico per non averlo mai fatto prima.”

 

Hermione sentì quelle parole confuse... 

Anche se non fu in grado di distinguere se si trattasse di sogno o realtà.

 

 

*   *   *

 

 

Marco:  Marchino mio adorato! Hi hi hi... neppure Draco ha saputo resistere alla tentazione di toccare Hermione! Ma non preoccuparti, nella mia testolina Harry gli ha fatto un occhio nero, per aver osato tanto!! (altro che dizionario!!) Grazie infinite per tutto quello che fai per me! Sei un tesoro! E non mi stancherò mai di dirtelo!! kiss

Sallulla: Dolcezza senza fine, ciao! Sono sempre felice, quando vedo le tue recensioni! Grazie! Mi fai sorridere  e sei sempre dolcissima!! Per non parlare della tua squisita simpatia! :-) Allora, se nello scorso capitolo ti ho fatto battere il cuoricino per un bacio appena accennato.... per questo aggiornamento, cosa mi devo aspettare?!?! Spero solo cose belle! ... Mi auguro di cuore che ti sia piaciuto!! Naturalmente, aspetto il tuo parere!!!!!!!!!!!!!  Grazie davvero! Beh... ovviamente ti adoooooro anch'io! ;-)

Morgana85:  Ciao bel tesoro!!  Ehm... wow, che super-fantastica-emozionante recensione!! Grazie infinite per le tue bellissime parole, e  non sai quanto sono contenta di averti trasmesso delle emozioni! Ehhh, già, che dilemma soffrire per amore! Chi, di noi, non c'è passato?!?!?!?? (se vedo solo una mano alzata, potrei iniziare a fumare dal naso!!!)  E i nostri due piccioncini ci stanno proprio facendo sospirare! Ma..... dimmi la verità!  Che capitoletto romantico vi ho regalato?? :-)  A-L-M-E-N-O  S-P-E-R-O  ^^'   Grazie della recensione, e sappi che sei semplicemente fantastica anche tu!  BACIIIII    

Sabri89:  Carissima Sabri, sono oltremodo commossa dalla tua recensione… Ahhhhhh!!  E’ proprio  vero, Harry e Herm sono fatti per stare e restare insieme… sempre!  Però…………..  Non posso dire niente! Spero solo che questo capitolo, doooooolce come da te richiesto, ti sia piaciuto così come è piaciuto a me! Inutile dirti che ASPETTO FIDUCIOSA IL TUO PARERE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! J Draco e Ginny… non so! E’ venuto fuori un po’ da solo, man mano che scrivevo. Sono felice che vi sia piaciuto!! E per finire la Keen  Ce la siamo davvero levata di torno?????????? Mah!  Grazie infinite di esserci sempre! Ti abbraccio forte!   

Rani of the Artich:  Ciao stellina bella!  Ebbene sì, il bacio nello scorso capitolo… non è stato un sogno, è successo veramente!  E anche quello che hai letto in questo capitolo, è TUTTO VERO!! Allora??? Cosa te ne pare? Muoio dalla voglia di saperlo!! Malfoy… ehh, lo confesso: piace tanto anche a me! La Keen…. Chi può dirlo?? Aspetta e vedrai! Non preoccuparti assolutamente per la recensione, non era affatto corta!! Anzi, sei stata come sempre un tesoro e ti ringrazio tantissimo!! Ok, spero che ti sia divertita tanto con i tuoi amici!! :-D  Ti aspetto fiduciosa e ti mando un bacione!!

Jojipv: Bene, bene… ME STRA-FELICE!! Se lo scorso cap ti è piaciuto… questo??? AAHHHH, lo voglio sapere!!!!!!!! J Mi spiace un sacco di essere così lunga con gli aggiornamenti, hai ragione (avete ragione….), ma purtroppo tra poco inizierò un nuovo lavoro e…. AIUTO!! Spero di riuscire ad avere ancora il tempo di scrivere!! No, tranquilli tutti: anche a costo di scrivere di notte, prometto che scriverò sempre! Ancora grazie, dolcezza! 1 bacio enorme!!!

Rinslet : Ehm, ciao!! Grazie infinite per la recensione, davvero! Sono felicissima che il capitolo ti sia piaciuto… Perdonami se faccio una figuraccia, ma sei  nuova?? Se la risposta è affermativa, allora BEN VENUTA!!  Se invece mi avevi già lasciato un commento, allora imploro PERDONO e ti chiedo scusa per la figuraccia! Alla prossima, spero!! baci

Argentlam:  Hi hi hi!! Quanto è vero! Il gioco ‘Obbligo o verità’ è saltato fuori proprio per caso, ripensando ad un gioco sciocco fatto durante le gite scolastiche (aiuto, secoli fa, ormai!!), ma mi sembrava comunque carina l’idea… E poi, altrimenti, sti due non lo avrebbero mai fatto il passo di darsi un fatidico primo bacio!! J Felice che ti sia piaciuto! Alla prossima, ti aspetto fiduciosa! Baciiiiiiiiiiiiiiiii

Goldbuble:  Carissima!! Beh, sicuramente qui c’è stato un bel passo avanti, che ne dici?? Mi auguro che ti sia piaciuto il capitolo… davvero! Niente più mezze frasi… o mezze carezze, no? Qui si sono lasciati andare un po’ di più! J  … Gradito?!??!?!?!? Grazie infinite della tua presenza, come sempre! A presto!! ciao

Granger90:  Ciao!! Sei sempre estremamente gentile e dolce, con me… grazie!  In effetti Draco è stato fonte di grande ispirazione, nello scorso capitolo! Che dire? Sono ansiosa di sapere il tuo giudizio su questo…. E non vedo l’ora di leggere il tuo pensiero! Grazie  per esserci sempre! Ti abbraccio forte!

8x4: Ohhh, che bella recensione! Grazie, tesoro! Eh, in effetti questo bacio l’ho sospirato pure io…  E Draco mi è stato di grande aiuto! Come sempre, adesso è il mio turno di essere in trepidante attesa di sapere il tuo giudizio su questo ulteriore ‘passo avanti’ tra i due… J Ti aspetto, ovviamente! Grazie ancora, a prestissimo! Bacio

Maximillian Granger: Ehilà, Max!! J Ops… Mi sono resa conto che la mia richiesta di sapere la tua opinione poteva risultare vagamente supplichevole-minacciosa (lol), e me ne dispiace! Ovviamente mi devi lasciare un commento se puoi… e soprattutto se ti fa piacere!  J  Oh, beh, poi… Sappi solo che se non mi lascerai una (anche solo) piccolissima, microscopica recensioncina…. beh, allora verrò a cercarti, e poi sarò costretta ad ucciderti! …….. ;-) S-C-H-E-R-Z-O !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!   Ti ringrazio sinceramente (e qui sono assolutamente seria!!)  per le belle parole che mi hai detto. Grazie. Di cuore!

BellaWitch:  Hi hi hi! Mi hai fatto morire dal ridere, col tuo commento! Ovviamente, grazie infinite! E……… che cosa te ne pare di quello che è successo?!?!??!??!? Aspetto… di sapere! Un bacio grande!       

Dolcepuffa: Evviva, evviva! Già… finalmente si sono baciati! Era ora… dopo 17 capitoli!!!  E da qui in poi…. Argh, non posso dire nulla! Bocca cucita! J Non ho parole per ringraziarti di tutte le cose meravigliose che mi hai detto…. Sei dolcissima e non posso che provare a ringraziarti cercando di scrivere sempre meglio e di provare a trasmettere le emozioni che sento io quando scrivo! Ti abbraccio stretta stretta!

Luxcis:  Ahhh… che meraviglia leggere le tue recensioni!! Grazie splendore!! Sono commossa…. ç__ç  Hai ragione, sono sempre tremendamente in ritardo! Perdooooono!  Ma intorno a questo pc… non hai idea del miliardo di cose che ci sono da fare!  E ti confesserò una cosa… Non ho scritto nemmeno una riga del nuovo capitolo!! Disperazione!!!!!!!!! Povera, povera me! Menomale che ho voi… che mi spronate! Grazie ancora, e spero a presto! Un bacio super per te!

PennyPink: Mammina mia…. Cara Penny… la tua recensione mi ha fatto sciogliere come un ghiacciolino sotto un caldo sole! Grazie grazie grazie!! Troppo buona, estremamente dolce e gentile… non ho parole! Sei un vero tesoro! Chiedo scusa anche a te per il ritardo di questa pubblicazione, ma mi auguro che questo capitolo sia stato sufficientemente dolce, tenero, romantico e ‘da batticuore’ da far dimenticare i giorni di attesa! Bacioni!

Lights: Carissima Lights, ciao!  Anche se ti ho già ringraziato in modo pseudo diretto tramite mail, ci tengo a darti un benvenuto ‘ufficiale’ tra coloro che leggono le mie storie… BEN ARRIVATA!! J  Mi ha fatto un immenso piacere leggere le tue recensioni, e soprattutto ti ringrazio per avere avuto la voglia di recensire anche ‘Senza smettere di amarti’, visto  che è una FF conclusa da parecchio, ormai, e sono davvero pochi quelli che lasciano un commento a storia finita. Quindi a te un doppio (ma che dico, doppio….. multiplo all’ennesima potenza!! J) ringraziamento per le tue bellissime parole, per i tuoi complimenti e soprattutto per esserti ‘sacrificata’ a leggere tutto d’un fiato… chissà che occhi stanchi, alla fine!! Concludo con l’augurio che anche questo capitolo ti sia piaciuto, e che fiduciosa di trovarti ancora! Un bacio grandissimo!   

Stizy: La mia n° 1 per eccellenza…. Ciao, stellina mia adorata! Piccola, ti assicuro che non c’è problema… Io so quanto tu sia impegnata (soprattutto in questo periodo), quindi non ti devi assolutamente preoccupare! Ti ringrazio infinitamente per avere avuto comunque la voglia e il tempo di recensire… lo apprezzo davvero moltissimo!  Spero di cuore che questa giornata passata nella terra dei giganti ti sia piaciuta…  J E la notte passata insieme…..?? Beh, so che questi saranno giorni di fuoco, per te, ma spero che tu riesca comunque a leggere questo capitolo! Io ti penserò e farò il tifo per te! Ti abbraccio fortissimo!!!!!        

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Capitolo 19
*** 19 "Paura d'amare..." ***


Al di là della ragione

Note autore:

Prima di tutto, chino il capo e chiedo venia per questo lunghissimo ritardo………  SORRY!! Tempi durissimi per la sottoscritta! Seconda cosa, ringrazio dal profondo del cuore ognuno di voi, perché siete tantissimi ed io semplicemente vi ADORO!! Di certo non mi aspettavo questo successo…

Grazie a chi legge, e farei un monumento a coloro che recensiscono! J Grazie ai numerosissimi che mi hanno messo tra i favoriti…. E alle migliaia di persone che hanno letto questa storia… Non ho parole! 

Dopo questa lunga attesa, ecco finalmente il nuovo capitolo… che spero non vi deluda. Anzi, ora più che mai ho bisogno della vostra attenzione e del vostro appoggio! Spero continuiate ad esserci sempre tutti!

Come sempre… i ringraziamenti a fine cap! Buona lettura!

 

 

- 19 -

“Paura d’amare”

 

 

La scomparsa di Harry e Hermione aveva gettato tutti nell’agitazione più totale. Il fatto che non fossero rientrati, e soprattutto che si fosse scatenato quel temporale senza precedenti, aveva creato un vero e proprio momento di panico.

 

Con sgomento avevano visto tornare al campo la mamma gigante con il suo ‘piccolo’ appeso al collo come fosse stata una scimmietta, ma di Harry e Hermione nessuna traccia. Li aspettarono per diversi minuti ma, visto che il tempo peggiorava sempre di più, la professoressa Sprite aveva preso in mano la situazione e aveva diviso gli studenti in piccoli gruppi, iniziando a farli tornare al punto di ritrovo. Hagrid e alcuni ragazzi, però, si erano ostinati a volersi fermare per continuare a cercarli.

 

Preoccupati, avevano organizzato una piccola squadra per perlustrare meglio la zona. Tra coloro che si erano offerti per dare una mano c’erano Ron, Luna, Ginny e i gemelli, Neville e Angelina.

 

“Ehi, piccola Weasley… Perché non torni indietro con noi sul Nottetempo? Lì è molto più caldo e confortevole…” le gridò Draco da sotto la pioggia, prima di seguire l’ultimo gruppo diretto verso l’autobus.

 

La rossa, col viso bagnato e i capelli incollati al volto, si girò a guardarlo con un misto di rabbia e piacere. Draco, per tutto il giorno, le era stato vicino per svolgere il compito affidato dai professori, e non aveva smesso nemmeno per un minuto di punzecchiarla e corteggiarla in modo rude e dolce allo stesso tempo.

 

“Sono troppo preoccupata per i miei amici, Malfoy!” gli gridò di rimando con un sorriso. “E poi ricordati che non sono una femminuccia, io! Preferisco dare una mano a cercarli!”

 

Draco si sentì un vigliacco. Lei era una ragazza, eppure si stava sacrificando per cercare i suoi amici… a differenza sua, che preferiva rifugiarsi nella comodità dell’autobus. Il suo orgoglio ribollì come una pozione all’interno di un calderone.

 

“E va bene, Weasley! Non sia mai che un Malfoy permetta ad una giovane fanciulla di batterlo in fatto di coraggio! Verrò con te… Tanto ormai facciamo coppia fissa, no?”

 

I suoi amici Serpeverde spalancarono le bocche. Ma non fu nulla in confronto alla faccia sbigottita e terrorizzata che fece Ron!

 

Ginny arrossì sotto lo sguardo truce del fratello.

 

“Non ti disturbare, Malfoy!” disse Ron ringhiando. “Non vorremmo che con tutta quest’acqua sciupassi il tuo prezioso ciuffo dorato!”

 

I due si scambiarono un’occhiata di sfida: “Lenticchia, guarda che il mio aiuto l’ho offerto a tua sorella per puro spirito cavalleresco, visto che oggi ci hanno forzatamente fatti restare insieme! Mi sembra giusto portare a termine il compito assegnato, tutto qui!”

 

Ginny preferì dare un taglio a quell’assurda conversazione, anche perché si stavano bagnando inutilmente: “Volete finirla, voi due?! Stiamo perdendo del tempo prezioso!”

 

Draco fece un ghigno vittorioso e snobbando deliberatamente Ron, gli diede le spalle e seguì la rossa.

 

Con l’attrezzatura da campo, si procurarono dei teli per ripararsi dalla pioggia e Draco ne tagliò uno abbastanza grande da ospitare sia lui che Ginny. Le andò di fianco e l’avvolse sotto la mantella improvvisata, stringendola a sé.

 

Ginny non ci poteva credere! Ma cosa accidenti era preso, quel giorno, a Malfoy?!

 

“Avanti, Weasley, fatti più vicina…”

 

Lei sollevò indispettita il suo nasino all’insù: “Direi che per oggi abbiamo superato di gran lunga i ‘confini-dei-nostri-reciproci-spazi-vitali’, Malfoy!”

 

“Beh… non mi sembra che ti sia dispiaciuto poi così tanto, starmi vicino…!”

 

Stizzita, iniziò a camminare: “Ti ricordo che SIAMO STATI COSTRETTI A STARE VICINI !!” e tirò con forza il tessuto dalla sua parte.

 

“Weasley… così finirai per farmi bagnare tutto!”  disse correndole dietro.

 

“Non ti ho certo chiesto io di venire qui!”

 

Draco la bloccò all’improvviso e Ginny sbatté contro di lui, che era solido come una roccia.

 

“Bambolina dai capelli rossi… In effetti, ancora non riesco a capire cosa tu mi abbia fatto… So solo che non riesco a starti lontano!”

 

Ginny spalancò i suoi occhioni (solitamente maliziosi) e rimase di sasso a quelle parole. Nonostante il buio che li circondava, lo sguardo di Draco era splendidamente vivo e luminoso, e la stava fissando in modo assolutamente nuovo e sconvolgente. Stretti sotto quel mantello, rimasero immobili a fissarsi per un lungo momento.

 

Poi, Ginny lo vide chinarsi pericolosamente su di lei. Sbatté le ciglia, presa dal panico, e puntò le mani sul suo petto, allontanandolo.

 

“CHE COSA SEI VENUTO A FARE, QUI? A DARE UNA MANO… O A PRENDERTI GIOCO DI ME!?” urlò arrossendo per l’imbarazzo e in preda alla confusione più totale.

 

Lui sorrise beffardo, soddisfatto nel vederla così turbata e sconvolta.

 

“Mhmm…. Mi piaci quando arrossisci…”

 

“Piantala di fare l’idiota!” gli disse come una furia. “Altrimenti te ne puoi tornare dai tuoi amici!”

 

“Ok… ok! Non fare così… Hai ragione… baciarti sotto questa pioggia sarebbe molto romantico, ma oltremodo scomodo….” disse con malizia.

 

Lei sentì il cuore perdere un colpo e se lui non l’avesse tenuta per un braccio, probabilmente sarebbe crollata a terra. Scosse la testa, incredula e meravigliata dalla sua audacia. Si allontanò e il biondo le corse dietro per non perdere il riparo del mantello, con un sorriso sornione dipinto sulle labbra.

 

Iniziarono tutti a gridare a squarciagola i nomi dei due ragazzi, rimanendo per oltre mezz’ora sotto la pioggia nella vana speranza di trovarli. Ma quando si resero conto che era del tutto inutile, si rassegnarono a tornare al Nottetempo e riprendere le ricerche il giorno successivo.

 

*   *   *

 

Harry non aveva idea di che ora fosse, sapeva solo che era ancora molto presto.

 

Gli occhi gli facevano male a causa della mancanza di sonno. Già… non era riuscito a dormire neanche un po’. E come avrebbe mai potuto? Il cuore non si era ancora stancato di andare come un pazzo, di battere furiosamente contro la sua cassa toracica nell’inutile tentativo di uscirgli dal petto.

 

Ogni singola emozione, ogni sensazione provata durante quelle ore gli era penetrata nella pelle come se gli fosse stata marchiata col fuoco! Le carezza che si erano dati, i baci che si erano scambiati, il calore reciproco nel quale si erano rifugiati… Sembrava impossibile, eppure era successo davvero!

 

Hermione era lì, tra le sue braccia… calda, serena, magnifica!

E lui, per tutta la notte, non aveva smesso un solo momento di fissarla, nutrendosi di quell’immagine incantevole e… eccezionale.

 

Una fitta acuta gli attraversò la testa.  Di nuovo.

Durante la notte gli era successo un paio di volte e Harry aveva attribuito quel dolore alla stanchezza.

 

Ma adesso, con l’arrivo del giorno, capiva con sgomento che si trattava unicamente di paura.

Temeva ‘il domani’, e avrebbe voluto che quella notte continuasse all’infinito.

 

Adesso, sentiva che quella fitta d’ansia si stava lentamente trasformando in un vortice di puro panico, fatto di dubbi ed incertezze.  

 

Era come se sentisse su di sé una spada di Damocle… Più guardava Hermione, più cresceva in lui la consapevolezza che l’illusione della gioia provata per quelle poche ore non sarebbe durata ancora per molto, che presto tutto sarebbe finito… Non ci sarebbe mai stato un seguito a ciò che era accaduto la sera precedente.

 

Hermione era la sua migliore amica!

E lei non provava nulla di diverso dal semplice affetto!

 

Vide le prime tenui luci dell’alba entrare timidamente dalla finestra e rischiarare piano la stanza.

 

Strinse forte i pugni.

Non voleva.  No, accidenti… non voleva!

 

Luce significava realtà… significava cancellare le ombre nelle quali si era sentito tanto sicuro, tanto coraggioso!

Con la complicità del buio aveva osato andare oltre… andare al di là della loro amicizia.

Con l’aiuto dell’oscurità si era tolto quell’insopportabile maschera da amico che era costretto ad indossare ogni santissimo giorno, ed era finalmente stato se stesso, un ragazzo innamorato della sua migliore amica, e libero di poterglielo dimostrare.

 

Ma, adesso, luce voleva dire verità.

Ed il pensiero angosciante che lei non ricambiasse i suoi stessi sentimenti iniziò a martellargli nella testa con prepotenza e con una insistenza sempre più pressante.

 

Dio, voleva tornare indietro nel tempo, voleva avere ancora l’intera notte per poter guardare Hermione senza sentirsi in difetto, senza provare vergogna o paura…

 

Voleva ancora quella penombra che gli aveva permesso di osare qualcosa che adesso, ripensandoci, lo spaventava da morire.

Il rimorso era il più terribile degli stati d’animo!

 

E se ho sbagliato tutto?

Dio Santo!

Cos’ho fatto…?

 

Si sfregò la faccia con una mano, preoccupato. La paura gli stava corrodendo lo stomaco.

 

Non mi sono limitato ad un semplice gesto d’affetto per incoraggiarla o rassicurarla… non mi sono accontentato di abbracciarla in modo fraterno… Certo che NO! Non appena ho visto Hermione senza vestiti… le sono saltato addosso come il peggiore dei sedicenni famelici!

Non sono nemmeno riuscito a dirle che sono pazzamente innamorato di lei… che la desidero da sempre…  e che fino a poco tempo fa ero follemente geloso di Ron!

Niente!! Sono solo riuscito a toglierle i vestiti di dosso e baciarla senza nemmeno darle il tempo di capire cosa stesse succedendo!

Lei era letteralmente terrorizzata da quel temporale, in balia di quella circostanza… in balia di me!

Ed io ho subito approfittato della situazione…

Sono veramente una merda!

 

Nonostante i suoi desideri si fece sempre più chiaro e un raggio di sole fece capolino dalla finestra. Come una lunga mano silenziosa e leggerissima, accarezzò il corpo di Hermione, illuminandola e rendendola quasi pura, celestiale.  

 

Harry guardò con angoscia verso la vecchia finestra: ancora qualche minuto e tutto sarebbe diventato intensamente vivo e reale!

 

Restò un tempo infinito a toccarle i capelli setosi, a sfiorarla delicatamente con le dita. Dannazione! Hermione era bellissima… e lui stava di nuovo perdendo la sua lucidità!

Distolse lo sguardo. Adesso era giunto il momento di fare i conti con la verità.

 

Ho sbagliato tutto!

Non dovevo baciarla!

Hermione non prova le stesse cose che provo io, questo è certo!

Per lei sono solo un amico…

Solo un amico!

Sono stato un pazzo!

 

Il bel volto di Isabel fece la sua comparsa, improvviso ed indesiderato.

 

Oh, Dio…!

 

Si passò nuovamente la mano sulla faccia e scosse la testa infastidito. Hermione dormiva ancora profondamente.

 

Cercò di non svegliarla e facendo meno rumore possibile, scivolò di lato ed uscì da sotto la coperta. Gliela sistemò meglio sul corpo e nel rialzarsi sentì la gamba dolergli nel punto in cui si era ferito. Era un taglio lungo, ma non sembrava particolarmente profondo. Osservò le tracce di sangue rappreso e pensò che il suo cuore probabilmente non avrebbe mai smesso di sanguinare, che il dolore faceva parte di lui, e che lo avrebbe accompagnato per sempre. Quel momento di pace che aveva vissuto era stato una pura illusione.

 

Nel camino c’era ancora della brace accesa e lui rinvigorì il fuoco aggiungendo dei ceppi di legna.

Avvolto dal silenzio, raccolse i suoi abiti sparpagliati intorno alla stanza e lentamente si rivestì. Nel farlo, dei pensieri s’insinuarono contro la sua volontà, iniziando a torturarlo.

 

Di nuovo, quella voce simile alla sua coscienza iniziò a parlare dentro di lui:

Toglitelo dalla testa…

Se credi che Hermione sia innamorata di te, allora sei solo un povero illuso!

Non puoi certo sperare che dei baci e qualche carezza estorti a tradimento ti dimostrino qualcosa!

Sei nato per soffrire…

Per essere solo…

A te la felicità non è concessa…

Solo Isabel ti può capire…

 

Ed eccola di nuovo: Isabel. Bellissima e dolce mentre lo baciava, mentre lo guardava con passione, mentre passeggiava al suo fianco, mentre rideva con lui, mentre lo consolava, mentre lo capiva…

 

“Oh, maledizione, basta!” disse a voce alta, nervoso.

 

Hermione si mosse piano, sotto le coperte, stiracchiandosi leggermente. Si svegliò con un sorriso.

 

Cos’era quella sensazione meravigliosa?

Cos’era quella serenità che sentiva nel profondo?

Cos’era quella percezione di benessere?

 

Era forse felicità?

 

Aprì piano un occhio, e poi l’altro. La stanza era illuminata da un sole caldo e che risplendeva nel cielo. E lei si sentiva magnificamente bene!

Il ricordo di quello che era accaduto la sera precendente la fece arrossire sotto la coperta ed uno sciocco sorriso le illuminò il volto. Oh, che vergogna!  Si rannicchiò ancora un po’, gustandosi quel gradevole calore.

 

Ma dopo un po’, una fastidiosa punta d’ansia s’insinuò dentro di lei, assolutamente non richiesta e alquanto sgradita.

Un’improvvisa inquietudine s’impossessò del suo cuore, togliendole il sorriso dalle labbra.

Dov’era, Harry?

Stava forse ancora dormendo?

Cosa si sarebbero detti?

Aveva paura di girarsi… anzi, era terrorizzata!

 

Ok, adesso cerca di darti una calmata!

 

Le morbide labbra di Harry le tornarono in mente, e sentì il rossore salirle al volto.

Dio… era stato tutto così… così… incredibile!

Così bello… e dolce!

 

Harry l’aveva baciata… baciata sul serio… con intensità e passione, con trasporto e sentimento!

L’aveva accarezzata teneramente.

L’aveva toccata con timidezza e ardore…

L’aveva stupita, meravigliata… e resa la persona più felice del mondo!

 

E poi… stremata dalle emozioni, si era addormentata tra le sue braccia forti e sicure.

Un ricordo confuso riaffiorò alla sua mente.

Lui le aveva detto qualcosa!

Oh, erano delle parole bellissime…. Perché non riusciva a ricordarle?!

Se le era forse immaginate?

Era stato solo un sogno?

 

Si leccò le labbra, imbarazzata al ricordo dei baci che si erano scambiati.

Nonostante morisse letteralmente di paura, adesso non poteva far altro che provare ad alzarsi ed affrontare la realtà.

Si tirò su piano, scoprendosi una spalla nuda, e lo vide.

 

Lui era in piedi, fermo, che la guardava. Appena i loro occhi entrarono in contatto Harry abbassò in fretta lo sguardo, fissandosi le mani. Poi finì di vestirsi. Si tirò su la zip della felpa e prese coraggio.

 

“Ciao…” le disse piano.

 

Lei sorrise timidamente, ma lui non se ne accorse, visto che continuava a guardare verso il basso.

 

“Ciao…” rispose la ragazza incupendosi leggermente e coprendosi la spalla.

 

“Come… come stai?”

 

“Bene…”

 

“Senti, io…”

 

Lei attese.

 

Harry mandò giù dell’aria a vuoto. Doveva farlo. Era meglio dirlo in fretta, e subito: “Hermione, io… mi… mi dispiace per… ieri sera!”

 

Silenzio.

Hermione sbatté le lunghe ciglia, non capendo.

 

Mi dispiace per ieri sera…

Mi dispiace per ieri sera…

Mi dispiace per ieri sera!!

 

Cosa diavolo voleva dire?!?!

 

Lo guardò confusa e si strinse di più la coperta addosso.

 

Harry non riusciva a togliersi dalla testa l’immagine di Isabel che continuava a ripetergli quanto fosse sbagliato quello che aveva fatto con Hermione! Era inutile! Era più forte di lui…  La testa gli stava scoppiando e lui non capiva più niente!

 

Aveva davvero commesso un errore nel baciare la ragazza che amava?  Hermione davvero non provava nulla per lui??

 

Hermione cercò di deglutire, ma nessuno dei comandi che tentava di lanciare al proprio corpo sembravano essere registrati.

COSA ACCIDENTI SIGNIFICAVA:  Mi dispiace per ieri sera?!

 

“Harry… cosa…?”

 

“Io… ti chiedo scusa! Non volevo approfittare della situazione, devi credermi… Eravamo entrambi sconvolti ed infreddoliti, frastornati e completamente confusi, sperduti in mezzo al nulla! Ieri sera io… noi… siamo stati impulsivi, ma… Faremo finta che non sia successo niente!”   Ecco.   Lo aveva detto.

 

Hermione sgranò gli occhi e sentì quelle parole penetrarle il cervello e il cuore come se fossero stati degli aghi acuminati. Non si rese conto di avere gli occhi lucidi e senza riuscire a proferire nemmeno una parola, seguì i suoi movimenti mentre le raccoglieva i vestiti e glieli allungava con freddo distacco.

 

“Io… esco qui fuori, così… potrai rivestirti con calma.”

 

Hermione sentì un brivido freddo correrle lungo la schiena ed un senso di abbandono senza precedenti la invase.

Non poteva credere alle parole che aveva appena sentito…

Non dopo quello che c’era stato tra loro!

Con che coraggio aveva pronunciato quella frase così anonima e distaccata? Perché Harry aveva quello sguardo così duro e impassibile?

 

Un gemito disperato le uscì dalla bocca, ma lo percepì molto tempo dopo, come se quella scena stesse scorrendo al rallentatore.

 

Tentò di ragionare, di respirare con calma, di trovare qualcosa di razionale nelle parole che si era sentita dire.

Ma come poter dare un senso a quella freddezza?

Una cosa era senz’altro vera: erano stati impulsivi… Ma lei aveva solo seguito il suo cuore!

Santo cielo, lei lo amava… disperatamente!

 Mentre una lacrima le scivolava sul viso, guardò le coperte nelle quali avevano dormito, nelle quali si erano stretti e scaldati…

 

Era stato solo quello, per Harry? Dividere delle coperte ed abbracciarsi per scaldarsi?

E i baci, allora?

Perché l’aveva baciata?

Perché l’aveva spogliata divorandola con gli occhi, mostrando un desiderio che non era certo frutto della confusione!

 

Si asciugò con rabbia quelle lacrime amare, passandosi il dorso della mano sulle guance, come una bambina ferita. Indossò nuovamente gli abiti della sera prima, ancora leggermente umidi e un nuovo brivido le fece accapponare la pelle.

 

Guardò la legna ardere lentamente nel fuoco e si accovacciò per qualche minuto, nel vano tentativo di trovare calore e conforto. Una rabbia improvvisa le salì dal cuore.

Ancora una volta Harry era riuscito a rovinare tutto!

Per un misero giorno si era mostrato dolce, premuroso… meraviglioso!

 

E poi?

 

Basta! Gli era bastato dire quelle parole fredde e prive di sensibilità per distruggere tutto quello che a fatica aveva riconquistato.

Raccogliendo tutto il suo coraggio sì alzò da quella posizione e, con un’ultima occhiata alla stanza, uscì dalla capanna.

 

Harry era appoggiato con le spalle contro un albero, un ginocchio sollevato e piegato sotto di sé, lo sguardo triste e severo.

Hermione provò una stretta al cuore… Dio! Dovevano parlare!

Dovevano chiarire…

Non le sembrava possibile che per lui quello che era successo non significasse nulla!

 

Harry era immerso nei suoi pensieri, strano e confuso.

Perché aveva detto quelle cose ad Hermione?

Lui l’amava… eppure adesso nella sua mente regnava la confusione più totale, e più ci pensava, più si convinceva che per Hermione quello che era successo tra loro non avesse significato nulla. Non sapeva perché, ma qualcosa più forte di lui lo stava convincendo che a causa di quei baci, ora lei mettesse in discussione la loro amicizia.

 

E temeva di perderla. Anzi, ne era convinto. E l’idea lo terrorizzava!  Le aveva chiesto scusa… ma sarebbe arrivato anche a implorare il suo perdono, se fosse stato necessario! Temeva che quello che aveva fatto l’avesse offesa, o ferita, o… che mettesse a rischio il loro rapporto.

 

Hermione era la cosa più importante per lui… e non avrebbe rischiato la sua amicizia per nulla al mondo!

 

Quando trovò il coraggio di guardarla di nuovo, vide che aveva gli occhi arrossati.

 

Merda!

 

Qual era il motivo di quelle lacrime? Era forse rabbia? Provava rimorso? Forse si era sentita in qualche modo ‘usata’? E ora si sentiva offesa, oltraggiata?

 

Hermione aveva un nodo alla gola e con le gambe malferme fece un passo verso di lui.

 

Harry, compiendo uno sforzo sovrumano, cercò di guardarla con distacco e di parlare con freddezza: “Mi… mi dispiace per ieri sera… davvero Hermione. Non so cosa mi sia successo e ti chiedo scusa per quello che ho fatto… ma ti assicuro che non accadrà mai più.”

 

Le spalle di Hermione s’incurvarono leggermente in avanti, come se quelle parole le avessero provocato un male fisico, come se quella frase avesse un peso troppo grande per essere sopportato.

 

“Faremo… finta di niente!” sentenziò il ragazzo sentendosi un verme, mentre lo diceva.

 

Colpo di grazia!

 

Lei si accorse di avere le unghie conficcate nei palmi delle mani.

Era tutto lì, quello che aveva da dirle? Che gli dispiaceva? Che era stato un errore? E che sarebbe bastato far finta che non fosse mai successo? Era davvero convinto che bastasse così poco per rimarginare lo squarcio che le aveva provocato nel cuore?

 

“Tu sei… sei d’accordo, no?”

 

Un senso di rabbia e d’impotenza la invase e il suo orgoglio ferito ebbe un moto di ribellione. Deglutì e sollevò il mento, fiera come una Grifondoro, dignitosa come una principessa.

 

“Certo, Harry.” Strinse i denti e si obbligò a sorridere: “Sì! Credo proprio che tu abbia ragione, sai…? E’ stato indubbiamente uno sbaglio, un errore… una cosa assolutamente da dimenticare!” Lo disse con gli occhi lucidi, con la voce che le tremava nella gola, e con una sensazione di freddo nel cuore.

 

Ma era riuscita a dirlo. Si era fatta forza ed era riuscita a dirlo, anche se mai nulla al mondo era stato più falso di quello che aveva appena fatto.

 

Basta. Niente di più. Poche parole per cancellare tutto.

 

Non riuscì a sostenere un secondo di più il suo sguardo. Piena di rabbia e tristezza gli voltò le spalle ed iniziò a camminare, seguita immediatamente da lui. Si diressero lentamente verso nord, ripercorrendo in senso contrario il sentiero che la sera prima li aveva condotti fino a lì, fino a quella capanna che per poche ore era stata il loro rifugio, il loro paradiso, la loro illusione.

 

Harry le camminava a fianco, guardandola continuamente di nascosto e cercando di non farsi vedere… Hermione era una maschera impassibile. Il viso era serio e la sua espressione indecifrabile. Si sentì uno schifo, come il peggiore dei codardi! Fino all’ultimo aveva sperato che fosse lei la prima a confessargli di amarlo! Che gli dicesse qualcosa… che si opponesse alla sua pretesa.

 

‘Faremo  finta di nulla…’

 

Ma come aveva potuto chiederle questo? Come sarebbero riusciti a far finta di nulla?!

Dio, lui la desiderava… la desiderava disperatamente!

E lei lo aveva baciato con altrettanta passione! Possibile che si fosse sbagliato?

Eppure non aveva battuto ciglio quando le aveva chiesto di dimenticare.

Anzi, aveva detto di essere d’accordo…

Che era stato tutto un errore…

Una cosa assolutamente da cancellare!

 

Maledizione!

 

Lui era stato uno schifoso ipocrita opportunista, su questo non c’erano dubbi…

Ma si era illuso, fino alla fine, che potesse accadere un miracolo. Una parola… uno sguardo… gli sarebbe bastato anche il più piccolo segno da parte di Hermione… qualsiasi cosa! E sarebbe caduto ai suoi piedi, implorando il suo perdono per essere stato così vigliacco da aver paura… Per non avere avuto il coraggio di dichiararle tutto il suo amore…

 

Ma non lo vedi?

E’ tanto semplice: LEI NON TI AMA!

Altrimenti te lo avrebbe fatto capire, no?

E invece ti ha detto che è meglio dimenticare!

Non le importa niente di te… NIENTE!

 

Abbassò la testa, come un condannato a morte, ferito e deluso, odiando se stesso e il mondo intero.

 

Hermione, anche se era a pochi centimetri da lui, si sentiva dall’altra parte del mondo, lontana anni luce, straziata e umiliata da quella situazione, dalle parole che si era sentita dire.

 

Aveva voglia di urlare, di scappare lontano, lontanissimo da lui!

Avrebbe dato qualsiasi cosa per cancellare il suo errore… Si maledisse per non essere stata capace di resistere a quelle labbra, a quelle dolci carezze, al suo calore che riscaldava più di un fuoco!

 

“HAAAARRY….!!  HERMIOOOONE!!”

 

I due ragazzi trasalirono e si bloccarono, guardandosi in silenzio.

 

“E’ Hagrid!” disse Hermione dopo un po’, con gli occhi colmi di speranza.

 

La voce era lontana, ma non era stata un’illusione.

 

“HAAAARRY….!!  HERMIOOOONE!!”

 

Harry annuì felice. “Sì, è lui!” Si portò le mani alla bocca per cercare di amplificare la propria voce e gridò con tutto il fiato che aveva in corpo: “HAAAAGRID!!”

 

I loro richiami si ripeterono un paio di volte, finché le rispettive voci divennero sempre più vicine e forti.

 

Dalla fitta boscaglia di fronte a loro finalmente emerse il testone del mezzo gigante che, quando li vide, esplose in un’esclamazione di pura felicità: “Ooohh… Harry! Hermione!!”

 

“Hagrid!” Hermione corse disperatamente verso di lui, bisognosa di un abbraccio sincero, confortevole e rassicurante come solo quello di Hagrid poteva essere. Scoppiò a piangere, incapace di trattenere un minuto di più tutte le lacrime che fino a quel momento aveva faticosamente ricacciato indietro.

 

“Ron vieni! Li ho trovati!” La manona di Hagrid continuava ad accarezzare con una delicatezza sorprendente la testa della ragazza.

 

“Miseriaccia, Harry! Stavolta ho avuto paura di perdervi sul serio!” esclamò il rosso sbucando da un cespuglio e abbracciando forte l’amico.

 

Harry ricambiò l’abbraccio, felice di rivederlo.

 

“Ragazzi, che paura che ci avevamo!!” mugolò Hagrid, tirando fuori un enorme fazzoletto a quadretti e soffiandosi rumorosamente il naso.

 

“Come avete fatto a sopravvivere al disastro di ieri sera!!” chiese Ron fissando i due amici.

 

Hermione avrebbe preferito affrontare un plotone d’esecuzione, piuttosto che rispondere a quella domanda e si fissò le mani. Harry, dopo un attimo d’interminabile silenzio, disse: “Ecco, noi… siamo stati fortunati. Abbiamo trovato un rifugio poco lontano da qui… una vecchia capanna abbandonata.”

 

“Oh, sia ringraziato il cielo!” esclamò Hagrid, asciugandosi l’ennesima lacrima. “Eravamo così preoccupati!!” piagnucolò.

 

“Preoccupati, Hagrid?” gli fece il verso Ron. “Tu eri letteralmente fuori di testa!!” Ti abbiamo dovuto fermare in tempo prima che litigassi con dieci giganti, dopo aver sbraitato come un pazzo accusandoli di essersi mangiati i tuoi piccoli amici!”

 

Harry riuscì a sorridere.

 

“Quando ho visto quella mamma e il suo bambino tornare tutti agitati… ho pensato un sacco di cose brutte… Credevo che… vi avessero fatto del male! Abbiamo provato a cercarvi tanto…. Persino Malfoy ci ha aiutato…. Ma poi intorno a noi è esploso quel finimondo… Oh, Harry! Ci ho avuto così tanta paura!”

 

“Anche noi, l’abbiamo avuta…” si lasciò sfuggire Hermione in un sussurro.

 

“Oh, avanti Hermione! Dopo tutti questi anni non hai ancora imparato che finché sei con Harry non hai nulla da temere?!” gongolò il rosso.

 

Visto che nessuno dei due, però, accennava a sorridere, Ron richiuse automaticamente la bocca e fece scattare il viso prima da una parte, poi dall’altra, soffermandosi poi su Hermione e scrutandola con più attenzione. Era seria come una sfinge e dai suoi occhi trapelava una tristezza senza precedenti.

 

“Ehm… è tutto a posto…?”

 

“Certo!” esclamarono insieme sia Harry che Hermione.

 

Ron corrugò le sopracciglia e fece un’espressione pensierosa: “…Uhmm…”

 

Hagrid percepì tutta la tensione del momento e si sfregò le manone una dentro l’altra: “Bene! Io penso proprio che in questo postaccio ci siamo rimasti anche troppo… Allora… direi che possiamo andare… Ci sono tutti i vostri compagni che sono preoccupatissimi!”

 

“Sì… è meglio… andare.”

 

Per fortuna il fitto parlare eccitato di Ron riuscì a coprire il silenzio glaciale ed ingombrante che c’era tra Harry e Hermione. Dopo un tempo infinito raggiunsero la radura con il Nottetempo parcheggiato e sia la professoressa Sprite che tutti i loro compagni li accolsero con gioia.

 

“Ehi, ma che fine avevate fatto?!”

 

“Come avete fatto a sfuggire a quei due bestioni?”

 

“Dove vi siete rifugiati?”

 

“Come fate ad essere asciutti con l’acqua che è venuta giù?!”

 

Furono assaliti da mille domande, alle quali nessuno dei due aveva voglia di rispondere. Harry si prese la responsabilità di fare da portavoce, visto che Hermione si era chiusa in un silenzio tombale. Raccontò di come avevano seguito la coppia di giganti, di come si erano allontanati senza rendersene conto, di come il temporale li aveva colti alla sprovvista, e di come si erano infine persi in mezzo a quella terra inospitale.

 

Guardando di sfuggita Hermione, Harry disse della capanna, e di come erano riusciti ad accendere un fuoco, sorvolando sia sul fatto che lo aveva fatto senza usare la magia, e soprattutto tralasciando il particolare che aveva spogliato Hermione e l’aveva scaldata col proprio corpo.

 

A quel racconto, Hermione sentì il cuore farle male in modo inatteso, e senza dire una parola salì sull’autobus per nascondere le lacrime che le erano salite agli occhi.

 

Harry la seguì con lo sguardo e sentì a sua volta un peso schiacciargli il cuore.

 

Dopo un altro po’ di confusione, i professori decisero di anticipare il ritorno ad Hogwarts e dopo qualche debole protesta, si rassegnarono a risalire tutti sull’autobus.

 

Harry passò di fianco ad Hermione e fu tentato di sedersi nel sedile vuoto accanto a lei. Sembrava così dannatamente triste! Era rannicchiata sulla poltroncina, con le gambe raccolte vicino al busto e le braccia che le stringevano forte, la testa appoggiata al vetro e lo sguardo perso nel nulla.

 

Magari… magari stava ripensando a ciò che si erano detti. Magari, quei baci, non erano stati poi così insignificanti per lei… Magari le erano piaciuti… Magari aveva voglia di parlare…

 

Mosse una gamba per infilarsi nello spazio del sedile, ma Malfoy gli passò accanto e gli diede una spallata: “Potter… Potter! Non ti è bastato passare tutte quelle ore con la tua mezzosangue? Vuoi continuare a giocare a fare l’amichetto del cuore?”

 

Harry gli rivolse uno sguardo truce: “E tu non hai proprio niente da fare se non rompere le palle a me?!” ringhiò.

 

“Uh ùh… ma come siamo suscettibili! Vuoi dire che la tua amichetta ieri sera non è caduta fra le tue braccia? E’ riuscita a resistere al tuo incredibile fascino? Non ha esaudito… i tuoi desideri?!”

 

“Gira al largo, Malfoy!”

 

“Ehi, Granger… e così hai fatto la preziosa ieri sera, eh? Solo che poi mi rendi lo sfregiato un po’ troppo nervoso…”

 

Hermione aprì la bocca per rispondere, ma ne uscì solo un debole lamento. Si accorse di non riuscire a parlare da quanto il dolore le serrava la gola.

 

“Avanti… perché non ci raccontate che cosa avete combinato per tutto quel tempo…?”

 

“Malfoy non sono tutti dei maniaci come te!” disse con aria indispettita Ginny alle sue spalle.

 

Il biondo abbassò lo sguardo, nascondendo un leggero sorriso.

 

Harry guardò Ron con aria interrogativa e lui scosse la testa, affranto e preoccupato: “Dopo ti racconto….” Disse con aria afflitta.

 

“Su, sedetevi tutti, adesso… Stiamo per partire!” Disse Hagrid dalla testa dell’autobus.

 

Ron prese l’amico per il braccio e lo trascinò con sé nelle poltroncine appena dietro Hermione. Harry lo seguì senza protestare: da dov’era riusciva comunque a vederla senza farsi accorgere.

 

Il Nottetempo partì lentamente e Harry guardò fuori dal finestrino quel luogo che per poche ore gli aveva dato la possibilità di stare vicino alla ragazza che amava come avrebbe desiderato fare per sempre. Più si allontanava da quel territorio e più si dava dell’idiota.

 

Perché era andato così in confusione, con lei? Baciarla e toccarla lo aveva mandato completamente in tilt!

Hermione era la ragazza che voleva, no? La desiderava da sempre… ed era riuscito a baciarla come non gli sarebbe ricapitato mai più nella vita…

Maledizione, perché allora si era fermato?

Perché le aveva detto che era stato tutto un errore?

Non era vero!

Era stata la cosa più giusta e sensata che avesse mai fatto in vita sua, accidenti!

 

No, non è così!

Lei non ti ama, povero illuso!

Per lei sei solo un amico, e con quello che hai fatto per poco non hai rovinato anche l’amicizia che c’è tra voi!

 

Come una goccia cinese, quella voce gli perforava la testa ogni volta che pensava ad Hermione, come se volesse far allontanare il pensiero da lei. Si sfregò la fronte, infastidito, e tornò ad ammirare il suo profilo, illuminato dal sole che le seguiva i lineamenti regolari ed incantevoli. Ginny le si era seduta a fianco e sussurrava in modo fitto, lanciando di continuo sguardi fugaci in direzione di Draco Malfoy, che fingeva indifferenza, ma che in realtà fremeva ogni volta che la rossa volgeva lo sguardo dalla sua parte.

 

Ron riservò un’occhiata omicida verso il biondo e fece una faccia disgustata.

 

“Ieri sera quella specie di ‘grissino-pallido-dai-capelli-biondi’ ci ha provato con mia sorella!” disse con una certa ripugnanza.

 

Harry distolse lo sguardo da Hermione e si voltò verso l’amico: “Che cosa?”, chiese incredulo.

 

“Uhmm… già!” mugugnò infastidito. “Non dirmi niente! Mi sembra di vivere un incubo!”

 

Il moro guardò in direzione di Malfoy e vide che, seppur mostrasse autocontrollo, in realtà i suoi occhi di ghiaccio si trasformavano in fuoco ogni volta che Ginny (con studiatissima noncuranza) incrociava il suo sguardo.

 

“Oh, cazzo!” si lasciò scappare Harry.

 

“Ah! Io ho detto ben di peggio, se è per questo!” ammise Ron. “Ti rendi conto?! Con mia sorella!! E lei…? Sembra incredibile, lei lo allontana a parole… ma io ho la netta sensazione che in realtà il suo corpo sia tutto un gran gridare di !!”

 

Harry non sapeva perché, ma la cosa lo faceva sorridere. I Malfoy… con i Weasley! Mai, mai nulla di più opposto si sarebbe potuto vedere insieme…

Ma chi poteva dirlo…? Magari avrebbero formato la coppia più felice del mondo!

Molto più di lui… così imbranato, così codardo da non essere nemmeno capace di confessare i propri sentimenti a Hermione!

 

Harry tornò a osservarla, stringendo gli occhi in due fessure bramose.

 

“E tu..?”, gli chiese a bruciapelo il rosso.

 

“Ehm… io… cosa?”

 

“Tu… tu! Perché siete così strani, voi due?” domandò con fare inquisitorio, indicando con la testa Hermione.

 

“Nulla.”

 

“… N-u-l-l-a…?”

 

“Esatto.”

 

“Hermione sembra turbata…”

 

“Beh, lo è. Ieri sera era molto spaventata. C’è mancato poco che un fulmine ci colpisse. E poi…”

 

Ron si fece più attento, tirandosi un po’ più su dal sedile: “E poi….?”

 

“Niente. Solo che è stata una notte strana.”

 

Strana… perché?” gli occhi di Ron si stavano assottigliando sempre di più.

 

“Non lo so… solo strana”, disse Harry a bassa voce, temendo che lei potesse sentirlo.

 

“Harry, che cosa succede?”

 

“Ron, non lo so! Vorrei solo… che non fossimo amici!” 

 

Il rosso sgranò gli occhi e lui abbassò la testa.

Chissà… magari, se non fossero stati amici, avrebbe avuto il coraggio di dichiararsi senza farsi tutti quegli scrupoli!

 

“Ma che diavolo vai dicendo, Harry?!”

 

Harry si maledisse per aver aperto bocca. “Oh, Ron… sono a pezzi! Non ho dormito per niente… Magari provo a farlo un po’ qui, ti spiace?”

 

“…No, ma… io non ti capisco!”

 

“Hai ragione… Faccio fatica persino io…!”

 

Ron abbozzò un sorriso, ma riconobbe la stanchezza sul viso dell’amico e preferì lasciarlo riposare, in modo da poter dedicare tutta la sua ostinata attenzione su un biondino che era seduto qualche posto più in là, e che anche in quel momento era incomprensibilmente voltato verso sua sorella.

 

*   *   *

 

Arrivarono alla scuola nel pomeriggio inoltrato e Harry si svegliò dopo aver dormito per la maggior parte del viaggio. Hermione aveva ascoltato distrattamente il racconto di Ginny, che parlava senza sosta di come Draco, il giorno prima, l’aveva spudoratamente corteggiata, arrivando persino a presentarsi nell’area destinata alle ragazze, cercando di attirare la sua attenzione in tutti i modi e bla, bla, bla….

 

Si sentiva col cuore distrutto e per tutto il tragitto aveva cercato di non voltarsi a guardare Harry. Ma un paio di volte non aveva resistito e si era girata, morendo di dolore nel vederlo addormentato, bellissimo… e assolutamente indifferente a lei.

 

Si strinse le braccia intorno al corpo, come se sentisse ancora quel freddo che aveva provato la sera prima, quando ancora non era stata stretta dal suo corpo. Scosse la testa, sentendo un nodo stringerle la gola.

 

Ok, Hermione, vuol dire che vivrai di ricordi per il resto della tua vita!

Hai avuto il tuo momento di gloria… Accontentati di quello!

 

Harry glielo aveva detto chiaro e tondo: dovevano dimenticare! Già… lui forse ci sarebbe riuscito, ma lei di certo no!

 

Fuori dalla scuola c’erano tutti gli altri studenti che erano usciti per accoglierli.

Anche la professoressa McGranitt e il Preside erano usciti per sapere com’era andata e Hagrid e la professoressa Sprite raccontarono a grandi linee il motivo del loro rientro anticipato.

 

“Beh, immagino sarete parecchio stanchi per il lungo viaggio e per la spiacevole avventura”, disse Silente con un sorriso sornione. “Parleremo domani. Ora andate pure…”

 

Gli studenti si divisero nelle rispettive case e Malfoy bloccò Ginny afferrandole una mano, prima che iniziasse a salire la scala che portava ai piani superiori.

 

“Piccola Weasley… volevo solo dirti che… mi sono divertito parecchio, in questi due giorni. Non avrei mai immaginato che il dover trascorrere forzatamente del tempo con te sarebbe stato così… interessante!” le disse sfoderando un sorriso mozzafiato.

 

La rossa sollevò il mento, austera e sdegnosa: “Non hai bisogno di toccarmi, per parlarmi!” disse togliendo stizzita la mano dalla sua.

 

“Beh, Grifoncina…. forse non sono stato molto chiaro, ma… Quello che voglio dirti è…”

 

“Ci vediamo, Malfoy!” lo interruppe lei senza dargli la possibilità di continuare e voltandogli le spalle per lasciarlo da solo, stupito e incredulo.

 

Lui strinse i denti offeso e, guardandosi intorno, si passò una mano sul lungo ciuffo biondo per ridarsi un contegno. Ginny si allontanò con le gambe che le tremavano per l’emozione e la paura che proava allo stesso tempo…

Ma un sorriso vittorioso le si dipinse sulle labbra.

 

Il gruppo di Grifondoro si diresse silenziosamente verso la propria torre, e quando furono  a metà percorso, videro la professoressa Keen in cima alla scala, scura in volto e con le braccia conserte. I ragazzi si bloccarono, salutandola.

 

“Salve professoressa!” esclamarono in coro.

 

Lei fece un debole sorriso per risposta, ma scendendo le scale puntò dritta verso Harry.

 

“Come state?” chiese in generale, ma parlando solo a lui.

 

Ron gongolò nell’averla così vicina, appoggiandosi ad intervalli regolari prima su un piede, poi su un altro: “Oh, professoressa! E’ stato fantastico e terribile allo stesso momento! E’ un posto così affascinante e misterioso! Noi…”

 

“Io essere stata così in pena per te!” disse lei senza ascoltare Ron, ma rivolgendosi con un sussurro a Harry.

 

Harry la guardò dritto negli occhi: “Stiamo tutti bene. Non c’era motivo di preoccuparsi!”

 

Lei si accigliò, indispettita: “Non c’era motivo di preoccuparsi?!” ripeté incredula a voce più alta, scrutando a fondo negli occhi di Harry. Sembrava sapere esattamente cosa fosse successo la notte precedente in quella capanna abbandonata.

 

Ad Hermione, Isabel riservò uno sguardo severo, durissimo e accusatorio, tanto da farla indietreggiare di un passo, tanto da darle la sensazione che una mano l’allontanasse fisicamente, tanto da farla sentire quasi sporca. La guardò piena di rabbia, come se Hermione fosse stata un insetto fastidioso.

 

“C’era motivo di preoccuparsi eccome! Se non fosse stato per me a quest’ora…” Ma si interruppe, non finendo la frase.

 

A Harry non sfuggì lo sguardo d’odio che aveva lanciato a Hermione e gli si gelò il sangue nelle vene. Che cosa significava ‘Se non fosse stato per me…’?

 

Poi la sua mante si mise a lavorare in fretta, a ripensare alla sera precedente, al fatto di essersi fermato proprio quando era ad un passo dall’avere Hermione, alle parole che non avevano smesso di torturarlo fino a quel momento, senza dargli tregua…

 

Era stata lei… ERA STATA LEI!

Ne era quasi certo!

 

Si girò verso Hermione e la vide col viso teso e arrabbiato.

 

Oppure davvero non provava nulla per lui?

Dio! La testa gli stava scoppiando!

 

Isabel fece uno strano sorriso e Harry preferì distogliere lo sguardo.

 

“Sarà meglio che torniamo nella nostra Casa. Arrivederci.” Disse freddamente.

 

Lei si scostò di lato per farli passare e Hermione sentì gli occhi di Isabel seguirla fin quando non svoltarono l’angolo e bruciarle la schiena come se lanciassero fuoco.

 

Entrati nella Sala Comune, quasi tutti si abbandonarono sui divani, stanchi e bisognosi delle comodità del castello.

 

Harry avrebbe voluto poter parlare con Hermione, ma lei sembrava essere distante da tutti. Si era rinchiusa in un silenzio ostile, e Harry sapeva bene di esserne la causa. La consapevolezza di farla stare così male gli causò una dolorosa fitta allo stomaco.

 

Lei scambiò giusto un paio di parole con Ginny e poi salutò sommariamente i suoi compagni. I loro occhi si cercarono per un istante e, quando si incontrarono, sentì una scossa percorrerle il corpo. Deglutì e si voltò per salire nel suo dormitorio.

 

Lui con un passo la raggiunse e la trattenne per un braccio.

 

“Hermione…”

 

La mano la teneva saldamente e lei fece scivolare lo sguardo su quelle dita lunghe, forti e allo stesso tempo così dolci e delicate… che l’avevano accarezzata e sfiorata con tanto sentimento.

 

No, maledizione! NO!

 

“Cosa c’è?” gli chiese con tutto il distacco che riuscì a simulare.

 

“Io… Come stai?” le chiese con una dolcezza che le sciolse il cuore.

 

Ripensò alle parole che lui le aveva detto tanto duramente quella mattina, e facendosi forza rispose: “…Bene…”

 

“Ne sei sicura…?”

 

“Certo. Perché me lo chiedi?!” gli riservò un’occhiata piena di risentimento: “Era questo che volevi sentirti dire, no?”

 

Lui la guardò disperato.

 

NO!! Non era questo che voleva! Non era la risposta che sognava!

 

Così come aveva fatto Ginny con il peggiore dei suoi nemici, anche Hermione scostò il braccio in modo brusco e col cuore che le stringeva la gola.

Allo stesso modo, voltò le spalle a Harry e si allontanò da lui.

 

Anzi… per dirla tutta, scappò letteralmente via da lui!

Lo odiava! Con tutte le sue forze!

Come si permetteva di chiederle come stava?

 

Aveva fatto e disfatto tutto da solo! Che diavolo voleva, adesso, da lei?!

Per poche ore l’aveva fatta sognare… l’aveva fatta sentire la persona più importante al mondo… Per poi infrangere e distruggere tutto in meno di un secondo!

 

Corse nel suo dormitorio e si richiuse la porta alle spalle con un tale tonfo da far tremare i vetri spessi e pesanti. Infelice come la più triste delle persone sedotte e abbandonate, si lasciò cadere sul letto e, prendendo a pugni il cuscino, si morse le labbra per non cedere alla tentazione di versare altre lacrime.

 

“Ti odio! …TI DIO!!” prese il cuscino a forma di cuore e scaraventò il malcapitato contro l’armadio, causando la rottura di un’ampolla di profumo che aveva incontrato nel tragitto.

 

“Non voglio rivederti mai più! MAI PIU’ !!”

 

Chi… odi con tutta questa passione… così simile all’amore? Chi, se posso sapere, non vuoi rivedere mai più?” le domandò la voce di Luna alle sue spalle.

 

Hermione trasalì. Era convinta di essere sola.

 

“Che ci fai, qui?!”, chiese per risposta Hermione, sollevando la testa arruffata dal cuscino.

 

“Oh! Ron mi ha supplicato di fargli un favore.”

 

Hermione si tirò su del tutto, cercando di ridarsi un contegno: “Quale favore…?”

 

“Ohh… si tratta di fare degli scongiuri sopra il letto di Ginny…”

 

“Degli… che cosa??” chiese Hermione, incredula.

 

“Uhmm… tu ieri sera non c’eri, ma Malfoy ha ronzato attorno a Ginny in modo decisamente sospetto! Proprio come se non vedesse nessun’altra ragazza che lei! E’ come se gli fosse improvvisamente esploso tutto l’amore del mondo!”

 

Hermione ripensò all’espressione deliziata di Draco mentre Ginny gli stava vicino.

 

“Oh, lo so io cosa gli è esploso, a quello!” scattò.

 

“C-o-s-a   c-o-s-a  c-o-s-a?!?” volle sapere Luna con gli occhi improvvisamente tondi come due palle da tennis.

 

“Niente, lascia stare!”

 

“Insomma, fatto sta che Ron è seriamente preoccupato per sua sorella. Direi che è decisamente sull’orlo della disperazione… sembra un condannato a morte! E’ terrorizzato che possa nascere qualcosa tra i due, e mi ha pregato di cospargere il suo letto con dei semi di Boamis. Sono in grado di allontanare anche i corteggiatori più accaniti, sai?”

 

Hermione la guardò perplessa.

 

“Uhm, hai ragione… temo che ormai, per quei due… non ci siano più molte speranze! Anche i semi di Boamis a questo punto possono fare ben poco! … Troppo tardi!”

 

Hermione fece un debole sorriso, ma nel giro di tre secondi, gli occhi le si riempirono nuovamente di lacrime.

Perché? Perché tutti erano destinati ad essere felici? Tutti… tranne lei!

Persino Ginny… con un improponibile Draco Malfoy!

 

Luna le si avvicinò come se stesse osservando una pietra preziosa e rarissima: “Oh, Hermione! Non fare così… A te è riservato qualcosa di unico e speciale, non temere!” disse accarezzandole la testa.

 

Hermione, troppo bisognosa di una spalla amica sulla quale piangere, superò tutte le sue riserve su Luna e scoppiò in lacrime, gettandole le braccia al collo e bagnandole di lacrime la maglietta.

 

E Luna la lasciò sfogare, continuando a cullarla come fosse stata una bambina, finché anche l’ultima lacrima non fu versata.

 

*   *   *

 

Sallulla: Cara… cara Sallulla mia!  Eh, già… si erano baciati… E sono stata felicissima di averti fatto emozionare con lo scorso capitolo. MA ADESSO???!  Dopo questo passo indietro…. e le mille incertezze che attanagliano il nostro Harry, spero di non aver scatenato la tua ira funesta! J No, tranquilla! È tutto sotto controllo… niente panico!  Presto, molto presto (lo prometto), ci saranno grandi emozioni!!!!!!!!!!!!! J  Io non posso che ringraziarti per le tue dolcissime parole e per il tuo affetto! Bacioni!

Stizy: Mia adorata ciccina! Nonostante ormai ci conosciamo da tantissimo tempo (e lo sottolineo… visto che per me è un onore…), e ci siamo scambiate pensieri, complimenti, emozioni, coccole, elogi, affetto e tutto il resto… con le tue dolci parole  RIESCI SEMPRE AD EMOZIONARMI!!!!!!!!!!! *_*  Grazie, tesoro ! Anche tu sei UNICA ed importantissima per me! Lo scorso capitolo è stato molto intenso… ma le tue previsioni erano giuste: lo sai che io le cose mica la faccio subito facili !! J  Spero tanto di non deluderti, e che tu ci sia sempre!  Grazie, grazie del tuo appoggio! A prestissimo e… TVBBB!!

Morgana85: Dolcissima Morgana, ciao! Oh…. Che bella recensione che mi hai lasciato!! Sei io ho fatto emozionare te,… tu hai fatto altrettanto con me! J  Eh già! I temporali hanno un potere speciale…. Creano una elettricità unica! Ma il giorno dopo (come a lungo specificato…. forse troppo…?? °__°  ) con la luce i dubbi vengono tutti a galla!!  ODDDDDIO!!!!!!!!!!  Ma non temere…. Nuovissime emozioni sono lì… pronte ad uscire! Grazie di cuore di tutto… sei davvero importante per me! 1 bacio a te!

Jojipv: Giorgia!!!! J Carissima! Ehm… bene, bene!  La tua solita perspicacia aveva già rizzato le antennine… come hai potuto vedere, quella gran pu* * *  (OPS…)  , dicevo, la Keen non sembra essere proprio una fatina, in questo momento! Ma grandi sorprese vi aspettano! Io, per il momento, non posso che dirti un grazie enorme per esserci sempre! Ti abbraccio forte!

Argentlam: LOL !! Che ridere che mi hai fatto!! J Hai ragione… 20 capitoli di sospiri…. Per poi q-u-a-s-i-c-o-n-c-l-u-d-e-r-e…. e ora siamo punto e a capo! Non mi uccidere… please!  Tranqui! No Panic!  Le cose si rimetteranno a posto……………………………………  o no………??????? J  Ti riempio di baciotti!!!!!!!!!

Francy_Malfoy: Ciao!! J  Come al solito vorrei evitare figuracce, ma credo sia la prima volta che trovo il tuo nome: e quindi ti do il benvenuto! E’ che (RINGRAZIO IL CIELO!!!) siete tantissimi, e riuscire a ricordare tutti non sempre è facile! Ad ogni modo ti ringrazio tantissimo per il tuo entusiasmo e per avermi scritto! Ciao a presto!      

Dolcepuffa: Ciao romanticona!!!!!!!! J  Hi hi hi!! Anch’io sono una super romantica e dico EVVIVA L’AMORE!!! Ma, da scrittrice, devo per forza metterci un po’ di pepe… o no? Spero di leggere presto il tuo commento. Un bacio grandissimo a te!

Sabri89:  Sabriiiiiiiiiiiii !!  Le tue recensioni sono sempre un piacere per gli occhi… e per il mio cuoricino!! Grazie, grazie davvero! I tuoi commenti mi onorano e mi sono d’aiuto per cercare di fare sempre meglio! Ti ringrazio infinitamente per tutte le belle parole che mi hai dedicato e spero sinceramente che questo capitolo non ti abbia deluso….  Ma era necessario questo passaggio! Ora non posso che chiederti di aspettare… e cercare di fare del mio meglio per scrivere una continuazione che sia degna di essere chiamata così! Ti aspetto fiduciosa… come sempre! A presto! 1 bacio

 

Lights: Ciao stellina mia dolce!!!  Ma che ripetitiva?!?!?!??! Nooo!! Non lo sei mai, anzi!! Io (affamata come sono!) non posso che apprezzare ogni tua singola parola, e ti assicuro che ne farei delle gran scorpacciate, senza limiti!!! :-D  Quindi i miei ringraziamenti sono proporzionati ai tuoi elogi, che mi hanno riempito di gioia! Grazie e ancora grazie della tua costanza! Ti aspetto alla prossima, naturalmente!! J  Ti abbraccio forteeeeeeee!

Pandora91: Arfh.. arfh… arfh…. Aspetta che mi sto sventolando come una forsennata per riprendermi dall’emozione della tua recensione… GRAAAAAAAAAAAZIE!!!!!!!!!  Oooohhhh!! Che onore! Tu, Pandora… mi hai scritto! Ho letto alcune delle tue storie e anch’io ti ammiro molto come scrittrice e ti faccio i miei più sinceri complimenti !  Ahimè questo tempo tiranno e che scorre troppo velocemente, fa impazzire un po’ tutti, e quindi il fatto che tu mi abbia lasciato il tuo commento mi riempie davvero di gioia e ti ringrazio dal profondo del cuore! Mi hai detto delle parole molto belle e spero che tu continuerai a seguire questa ff.  Ti mando un bacio grande! A presto, ciao!!! J

Maximillian Granger: Ciao!! Un doveroso ringraziamento a te per la tua recensione!  Apprezzo molto la tua sincerità e di sicuro cercherò di impegnarmi sempre al meglio per non cadere nel banale o nel prolisso. Spero di riuscire a migliorare ogni volta, e soprattutto i consigli  sono un grande aiuto, quindi ti ringrazio!  Questo è un capitolo un po’ strano… non so che effetto ti abbia fatto! Ovviamente, a questo punto, spero di conoscere il tuo parere! J  Ancora grazie, un abbraccio.

BellaWitch:  AAAHHH!!!  Dolore!  No, non sono impazzita! Semplicemente sento le tue urla…. E gli accidenti che mi stai mandando…. O no? J  Tu che aspettavi il risveglio il giorno dopo… e la loro prima notte….   ARGH! Delusa? Sigh, spero di no!  Ma, come dicevo, questo è un capitolo di transizione….  Porta pazienza, ti preeeeeego!!!!  Spero ti sia piaciuto comunque!  ^__^’   Fammi sapere!! Mille bacioni, e grazie, come sempre, della tua preziosa presenza! Ciao!!

8x4: Tessssssoro!!! J  Mannaggia…. Spero tanto che questo capitolo ti sia piaciuto! Qui tutti a dirmi di quanto è stato bello e dolce quello precedente…. Ed io, adesso, temo i vostri giudizi!! HELP!  Scherzi a parte, mi auguro sinceramente che ti sia piaciuto il capitolo, anche se forse è diverso da quello che ti aspettavi… Fammi sapere, ok?? A te un bacio speciale!

Goldbuble:  Ecco, ecco! Una che ci aveva visto giusto!! In effetti la cara Isabel ancora non ci ha messo lo zampino…. Chissà cosa farà?!?!? J  Io spero solo che continuerai a seguire la ff con tutta la costanza e l’affetto che mi hai dimostrato fino ad ora!! Grazie, dolcezza! Un bacione!!!

Marco:  Adorado…. Marco! Zì, zì, zì…. So bene cosa pensi… Ma ti ringrazio dal profondo del cuore per essere sempre presente… in mille modi! Sei importantissimo, per me, e spero di non deluderti mai!  Il tuo aiuto e il tuo appoggio sono fondamentali, e quindi parte di tutto questo, lo devo a te. GRAZIE, stellina mia! Baciiiiiiiiii J

Luxcis:  Carissima Luxcis…. Chiedo venia per questo enorme ritardo! Ahimè non vado più a scuola da moooolto tempo, e i motivi del ritardo nel postare sono dovuti ad un nuovo lavoro, che mi prosciuga anche l’anima!! (POVERA ME!!). Ad ogni modo, spero che questo capitolo ti sia piaciuto, anche se probabilmente ti aspettavi qualcosa di diverso…. Delusa?? °__°  Ohh, spero di no!!  Fammi sapere, please! Ti aspetto fiduciosa, come sempre! Per il momento, un super bacio a te!

PennyPink: MAMMINA MIA… Penny! Che recensione mozzafiato che mi hai fatto!! Sono oltremodo commossa, ed emozionata, e onorata, e…..  *__*  Grazie, non riesco a trovare altre parole se non GRAZIE! Sei dolcissima!  E adesso che ho scritto questo capitolo un po’ di passaggio… ho una gran paura di deluderti! Mi auguro che non sia così, e che tu abbia apprezzato anche questo. Naturalmente non posso anticipare nulla, ma posso solo dirti di avere fiducia, e che le emozioni non sono di certo finite qui! ;-)  Ti aspetto ancora, e ti ringrazio davvero per tutte le cose meravigliose che hai detto… sei un angelo! Un bacione specialissimo…. Come te!

Ciao!

PikkolaGrandefan:  Che dire…….. GRAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAZIE!!!! J  Baciiiii!

 

 

 

 

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Capitolo 20
*** 20 - "Il coraggio di farlo..." ***


Al di là della ragione

Ciao carissimi!

Dopo questa lunga estate, ma soprattutto dopo una lunga attesa, finalmente riesco a postare il mio nuovo... intenso... e speciale capitolo! Spero, come sempre, che vi piaccia e che vi regali tante emozioni!

Confido, una volta di più, nel vostro affetto, nella vostra sincerità, nel vostro sostegno e nella vostra amicizia!

Un grazie doverosissimo a tutti voi che leggete... Ma porto nel cuore coloro che lasciano il loro segno con le bellissime recensioni, regalandomi parole indimenticabili!

A fine cap, i ringraziamenti d'obbligo! Vi voglio bene!!! J

 

 

IMPORTANTISSIMO!!

Questo capitolo lo dedico a Dalastor, caro amico, grande artista, ottimo scrittore, e autore di  Granger Girls.

Nella speranza di poter (…al più presto, su questo sito) continuare a leggere le sue bellissime storie!

Ma per i suoi fan ed amici, avviso che i Nuovi capitoli di Granger Girls li troverete da lunedì 1 settembre su:    http://dalastor-fanfic.blogspot.com/

 

- 20 -

“Il Coraggio di farlo…”

 

 

 

Harry quella notte dormì poco… e male.

 

Il ricordo di ogni singola emozione provata con Hermione gli provocava delle stilettate dritte al cuore, e ogni scossa equivaleva a un dubbio atroce.

 

Davvero Hermione non provava nulla per lui?

Com’era possibile?

Era forse quello il motivo del dolore che leggeva nei suoi occhi?

Si sentiva tradita come amica? Pensava che il loro rapporto di amicizia, dopo quello che era successo, si sarebbe compromesso per sempre?

 

O in tutta quella confusione c’era veramente lo zampino di Isabel?

 

Si rigirò nel letto, nervoso, tornando per l’ennesima volta in posizione supina. Appoggiò il braccio sulla fronte, stringendo il pugno. Cazzo, era riuscito a rovinare tutto!

 

Il suo rapporto con Hermione era sempre stato qualcosa di speciale, unico, straordinario!

A loro bastava guardarsi, per capirsi!

Non avevano bisogno di parole, era sempre stato tutto dannatamente semplice tra loro!

 

Si sfioravano col pensiero, si accarezzavano nell'anima, si capivano, erano complici. C’era un filo invisibile che li univa costantemente… era magnifico!

Ma da quando era entrato in gioco l’amore, era cambiato tutto!

Ogni cosa era diventata estremamente complicata e difficile!

 

L’inquietudine e i dubbi lo stavano logorando… e il silenzio di Hermione lo stava uccidendo! Era peggiore di qualsiasi punizione, lo feriva più di mille parole.

E poi le mancava da morire! Aveva una disperata voglia di vederla…

Dovevano parlare! E dovevano farlo al più presto!

 

Irrequieto, si tirò su dal letto e andò in bagno per fare una doccia. Il getto d’acqua fredda gli fece mancare il respiro per un attimo, ma servì a schiarirgli del tutto le idee e a svegliarlo definitivamente.

 

Mise un’abbondante quantità di doccia schiuma nella mano e iniziò ad insaponarsi il corpo muscoloso, godendo della sensazione della schiuma morbida che gli scivolava pigra lungo il corpo e che gli accarezzava lentamente la pelle liscia.

 

Si lavò i capelli massaggiandosi la testa e chiuse gli occhi quando cacciò quest’ultima sotto il getto d’acqua tiepido. Mentre teneva gli occhi chiusi pensando ad Hermione, il volto di Isabel si insinuò senza che lui volesse e quasi si spaventò per quell’intrusione non richiesta nella sua mente.  

 

Spalancando gli occhi, provò la fastidiosa sensazione di essere osservato.

 

“Dio! Ma questa è una persecuzione!!” esclamò contrariato. Si passò una mano sulla faccia, ma della schiuma gli entrò ugualmente negli occhi, bruciandogli terribilmente e facendolo imprecare.

 

“Merda!”

 

Adesso non poteva sentirsi sicuro nemmeno sotto la doccia! L’impressione di essere spiato era fortissima, e quell’invasione nella sua intimità lo faceva impazzire di rabbia!

Finì di sciacquarsi in fretta e uscendo dalla doccia si mise subito un asciugamano intorno ai fianchi per coprirsi.

 

Rivolse uno sguardo cupo allo specchio, come se al di là di esso ci fosse un occhio nascosto che lo studiava a sua insaputa.

 

Così com’era, con solo l’asciugamano allacciato intorno ai fianchi e gocciolante d‘acqua dai capelli e dal corpo, tornò nel dormitorio ed incrociò Ron che lo salutò con uno sbadiglio: "…. 'giorno…"  farfugliò distratto.

 

Poi lo osservò meglio: “Ehi! Avevi fretta di uscire dal bagno?”

 

Harry si frizionò i capelli con un asciugamano: “Ah, guarda… Lascia perdere!” rispose accigliato.

 

“Che c’è?”

 

“Niente! A parte il fatto che mentre facevo la doccia ho avuto l'impressione che qualcuno mi spiasse dal buco della serratura!”

 

Ron si lasciò andare ad una risata divertita e dandogli una pacca sulle spalle gli disse: “Ah ah! Sei il solito esibizionista!”

 

Harry sorrise a sua volta, anche se la sensazione degli occhi di Isabel puntati addosso non lo aveva abbandonato nemmeno per un minuto!

 

Si vestì in fretta, imponendosi di chiudere la mente a qualsiasi intrusione e focalizzando la sua attenzione unicamente su Hermione. Aveva bisogno di vederla! Al più presto! Nonostante si fossero lasciati da poche ore, gli mancava il contatto con lei! E poi… dovevano parlare di quello che era successo.

 

La paura di affrontarla, il giorno prima, gli aveva troncato le gambe e il coraggio, facendolo comportare in modo vigliacco. Ma il tumulto che sentiva dentro di sé doveva essere chiarito, doveva essere domato. E solo vedendola e guardandola negli occhi sarebbe riuscito a sciogliere i propri dubbi.

 

Ron gli chiese di aspettarlo per scendere a fare colazione e lui, fremendo, iniziò a ripensare alle ore che aveva passato con Hermione, riassaporando ogni momento, sentendo che anche il solo ricordo riusciva ad agitarlo e sconvolgerlo.

 

*

Hermione si era svegliata prestissimo, dopo una notte difficile e persa in sospiri, affollata di pensieri ed immagini: Harry che la baciava teneramente, Harry che l’accarezzava con dolcezza, Harry che la spogliava senza staccarle gli occhi di dosso… Oh! Se lo strazio che provava nel cuore non l’avesse uccisa prima, allora di sicuro l’avrebbe resa più forte!

 

Era scesa per fare colazione prima di chiunque altro, bisognosa di solitudine, desiderando un po’ di tranquillità. Voleva evitare l’interrogatorio delle sue amiche, bramose di conoscere ogni minimo dettaglio sulla loro avventura del giorno prima.

Le veniva la nausea!

 

Era intenta a sorseggiare il suo caffè quando lo vide entrare, con Ron. Restò con la mano sollevata a mezz’aria, non riuscendo però a mandar giù la bevanda calda.

 

Harry, con i capelli ancora umidi per la doccia, la cercò subito con gli occhi, finché la trovò, incatenandola a sé con uno sguardo intenso e penetrante. Hermione sentì il panico impadronirsi di lei e questo le impedì di essere abbastanza veloce da alzarsi per tempo.

 

Fingendo un'indifferenza che non provava, appoggiò lentamente la tazza sul tavolo e quando i due ragazzi le si sedettero di fronte, aprì con la mano tremante il manuale di Rune Antiche, concentrando tutta la sua attenzione sull’insieme di lettere nere.

 

“Buongiorno, Hermione!” la salutò allegramente Ron.

 

“Ciao…” sussurrò piano Harry.

 

Lei, senza sollevare lo sguardo, rispose con un gelido: “Ciao!”

 

“Anche tu mattiniera, vedo!” continuò il rosso con un sorriso compiaciuto, mentre riempiva contemporaneamente una tazza con del succo di frutta e il  piatto con delle uova fritte.

 

“…  Già, a quanto pare!” sfogliò il libricino, senza in realtà leggere una sola parola.

 

Il profumo di Harry le arrivò dritto al naso, e da lì si diramò come una scarica elettrica al suo cervello ed al suo cuore.

 

Perché?  Perché, accidenti, quel ragazzo sapeva così dannatamente di buono?!

 

“Come… stai?” le chiese Harry, non sapendo cos’altro dire.

 

All’inizio fu tentata di ignorarlo deliberatamente, ma la rabbia ebbe subito il sopravvento e sentì crollare i suoi propositi nel giro di pochi secondi: chiuse il libro con un tonfo e si alzò di scatto, allontanando la panca con uno stridio rumoroso.

 

“Mai stata meglio, grazie!” disse con la voce decisamente più acuta di quanto volesse. Si odiò, per quello.

 

“Che fai? Te ne vai già?” le chiese Ron, pucciando una salsiccia in una salsina arancione. 

 

“Vado di fretta!” rispose stizzita lei, raccogliendo sotto il braccio i suoi libri e caricandosi la borsa sulla spalla.

 

“V-vai  di  fletta… doue?” chiese il rosso con la bocca piana. “Mancano anco-a  qua-anta  minuti alle le-ioni…. E c’è anco-a  mezza scuola che do-v-me!” E cacciò in bocca una cucchiaiata di cereali.

 

Hermione fremeva di indignazione al pensiero di tutto quello che aveva dovuto sopportare a causa di Harry. Ma questa volta era arrivata al limite: decise che non si sarebbe fatta rovinare ulteriormente la vita per colpa sua. Sarebbe andata avanti, in qualche modo…

 

Guardò di sfuggita Harry e rispose, a denti stretti: “Vado di fretta… dalla parte opposta di dove va lui!”

 

Ron era troppo concentrato a sentire il rumore delle proprie mandibole che ruminavano come quelle di un criceto per capire quello che lei aveva detto, e vide solo che si allontanava a testa alta. Ma Harry le sue parole le aveva sentite… le aveva sentite eccome!

 

Si alzò a sua volta dalla panca, pronto a correrle dietro, ma la mano di Ron lo bloccò fulmineo. Harry tentò di liberarsi, ma il pugno che stringeva la sua camicia era saldo e determinato.

 

“Lascia perdere, Harry! Dammi retta! Probabilmente avrà le sue cose…” sentenziò, come se bastasse solo quello a giustificare qualsiasi comportamento. “Quando è così… è meglio non insistere, o rischi di trovarti con un incantesimo orticante senza neanche rendertene conto!”

 

Harry in quel momento si riteneva troppo codardo per protestare e con i pugni stretti si lasciò cadere mollemente sulla panca. Ancora una volta ebbe la sensazione di essere un povero imbecille, smidollato e vigliacco!

 

Durante la mattinata la incrociò altre tre volte, ma ad ogni tentativo di avvicinarla, Hermione o si faceva trovare indaffaratissima in qualcosa di assolutamente improrogabile, oppure riusciva a svanire magicamente (!!) nel nulla.

 

La cosa lo stava innervosendo più di quanto volesse ammettere.

 

Subito dopo pranzo andò agli allenamenti di Quidditch e per due ore si sfinì a furia di volare come un pazzo sulla scopa.

 

“Harry!! Ti è dato di volta il cervello?! Ma che ti prende, oggi?!” gli gridò Fred dopo essere stato schivato e quasi buttato giù dal moro, che gli era passato vicinissimo per inseguire il boccino d’oro ad una velocità inaudita.

 

Harry frenò con tutte le sue forze, facendo impennare la scopa nella manovra.

 

“Cosa?!” chiese col fiato corto per lo sforzo di dominare la sua Firebolt.

 

“Mi sei passato a meno di un millimetro, accidenti a te!”

 

“Era tutto calcolato!” rispose con calma.

 

“Questo lo dici tu!! Ma io per poco non sono morto d’infarto!”

 

“Ok, scusami!” tagliò corto lui. Non aveva voglia di discutere. In effetti, quel giorno, si stava spingendo oltre il limite!  Ma la tensione che provava era alle stelle!  A quel punto finì gli allenamenti con più calma, cercando di rilassarsi.

 

Le giornate si stavano allungando e il caldo si faceva sempre più intenso.

 

Con i capelli umidi e le gocce di sudore che dalle tempie scendevano pigramente  lungo il suo profilo, si diresse verso gli spogliatoi. Poco lontano vide Hermione che passeggiava con Beth, una ragazzina mora del quinto anno, che ambiva a diventare caposcuola come lei.

 

Harry sentì il proprio cuore aumentare i battiti ed allungò il passo per raggiungerle.

 

“Ciao!” le salutò, con ancora un po’ di fiatone.

 

Hermione spalancò gli occhi, immobilizzandosi. La ragazzina più piccola sbatté gli occhioni (quasi a forma di cuore, dopo aver riconosciuto Harry) ed arrossì vistosamente.

 

“Ciao Harry!!”, squittì Beth con una vocina  i-p-e-r-c-a-r-i-o-s-a.

 

Hermione strinse istintivamente al petto il libro che aveva in mano, quasi a difendersi.

Dio! Quanto era bello! Persino con quelle gote arrossate per lo sforzo degli allenamenti, con quei capelli selvaggi ed indomabili, con quegli occhi verdi che risplendevano di luce propria… sembrava un adone.

 

Si costrinse a guardare verso il castello: “Oh, molto bene! Allora vi lascio!” disse in fretta.

 

“Ma come, Hermione?! Avevi promesso di spiegarmi cosa fare per raggiungere più in fretta il livello di capoclasse!” piagnucolò la ragazzina.

 

“Mi dispiace, ma ora devo andare al corso di ‘DIFESA-CONTRO-GLI-IMBECILLI-INCOERENTI-DISONESTI-SFRONTATI-ED-ARROGANTI’!”

 

Harry aprì la bocca, e se non fosse rimasto troppo scosso per il senso di quelle parole, si sarebbe messo a ridere.

 

Beth corrugò la fronte e chiese: “Oh! E’ un corso nuovo? Dove lo tengono? Serve ad ottenere più punti??”

 

Ma Hermione aveva già voltato le spalle e senza aggiungere una parola si era allontanata come un soldato che punta il suo obiettivo dall’altra parte del mondo!

 

La ritrovò solo a pomeriggio inoltrato, quando scese in sala comune dopo essersi riposato un po’. Hermione era seduta nella sua poltrona preferita, con le gambe raccolte al petto, intenta a scrivere su una pergamena appoggiata sulle ginocchia.

 

Harry le si sedette quasi di fronte, sul divano consumato e nel quale si lasciò sprofondare, osservandola di sottecchi. Hermione, con noncuranza, si passò lentamente la piuma sulle labbra a forma di cuore, rosse e carnose, la cui sola vista risvegliava in lui mille sensazioni.

 

Il grattare del suo pennino era quasi ipnotico e Harry si rese conto che sarebbe potuto restare così, fermo a guardarla, per un tempo infinito!.

Un gufo di servizio entrò dalla finestra aperta, puntando in direzione di Harry e lasciando cadere sul suo libro aperto un bigliettino ripiegato in quattro.

 

Tirandosi leggermente su, lo aprì e riconobbe la calligrafia di Silente:

 

‘Caro Harry,

mi farebbe piacere scambiare due chiacchiere con te e la signorina Granger sulla vostra esperienza vissuta nella terra dei Giganti.

Quando vi sarà possibile, vi aspetto con gioia nel mio ufficio.

Silente

P.S. Ho preparato dei biscottini all’amaranto e ribes rosso che sono una vera prelibatezza!’

 

Harry sorrise per la consueta originalità nel fornire la parola d’ordine… e, allo stesso tempo, ebbe l’assoluta certezza che avrebbero trovato veramente quei biscotti al loro arrivo.

 

Felice di avere finalmente una scusa per obbligare Hermione a guardarlo, si alzò e con un sorriso conciliante le si mise di fronte, facendole ombra.

 

Lei, senza fare una piega, si spostò leggermente di lato, in modo da poter ricevere più luce dalla finestra aperta.

 

Harry respirò per cercare di calmarsi. “….Hermione…?”

 

Neppure dopo essere stata chiamata, lei alzò  lo sguardo.

 

“Hermione?!” ripeté a voce più alta.

 

“Uhm…?” borbottò per risposta, mentre teneva gli occhi incollati al foglio, concentrata a sottolineare una frase.

 

Stai calmo… stai calmo!

 

“Ehm… Silente ha mandato un messaggio, chiedendoci di raggiungerlo nel suo ufficio.”

 

Con assoluta tranquillità e compostezza, continuando a scarabocchiare sul foglio, Hermione disse: “Ah… che peccato… ma ora proprio non posso!”

 

Harry si sgonfiò come un palloncino ed abbandonò le braccia lungo i fianchi: “Cosa significa che non puoi?”

 

“Quello che ho detto! Devo finire il compito di Artimanzia, adesso!”

 

Rimase per un lungo momento a fissarla e lei si sentì morire per ogni secondo passato sotto quello sguardo duro e indagatore.

 

“Va bene…”, si arrese. “Allora aspetterò che tu abbia finito, così andremo da lui”, e si rimise seduto sul divano, incrociando le braccia e osservandola con uno sguardo corrucciato.

 

Hermione si sistemò nervosamente una ciocca ribelle dietro l’orecchio, sfuggita dalla massa che aveva raccolto sopra la testa. Dio! Se non la smetteva di guardarla così, le sarebbe venuta una crisi isterica!

 

Dopo oltre mezz’ora, cambiò posizione, stiracchiandosi pigramente. Harry non si fece scappare l’occasione e scattò in piedi, andandole vicino.

 

“Hai fatto?” chiese speranzoso.

 

Hermione si decise a guardarlo: “NO! Non ho ancora… 'fatto' !”

 

Lui buttò fuori l’aria dal petto: “Come no? Ma Silente ci sta a spettando!”

 

“Oh, insomma, Harry! Perché non inizi ad andare tu, a questo punto? Anzi, facciamo proprio così! Inizia ad andare… io lo vedrò più tardi, da sola!

 

Harry accartocciò il biglietto tra le dita: “Ha detto che ci vuole vedere entrambi e… insieme!”

 

“Io credo proprio che non faccia nessuna differenza!”

 

“Certo che fa differenza!”

 

Hermione sbatté la mano sulla pergamena, esasperata: “Oh! E va bene, andiamo!” Non sarebbe riuscita a sopportare un minuto di più quegli occhi che le stavano incollati addosso senza darle un attimo di tregua!

 

Lo detestava! Lo odiava! Lo….

Santo Cielo! Non riusciva nemmeno a trovare delle parole abbastanza offensive da potergli urlare contro!

 

Ma chi si credeva di essere?! Come poteva comportarsi in modo tanto scostante?

Era un ipocrita! Ecco cos’era!

 

Spazientita, si alzò dalla poltrona e portandosi la mano alla testa, si sfilò dai capelli la matita che aveva usato per tenerli sollevati e raccolti. Questi le ricaddero a cascata fino a metà schiena, ondulati e morbidi, con alcune ciocche rese più chiare dal sole estivo.

 

A quel gesto, Harry provò un moto di eccitazione. Adorava, quando lo faceva! Provava l’irrefrenabile voglia di toccarle quella chioma folta, di avvicinare il viso ed inspirare quel profumo di frutta che emanavano.

 

Lei gli passò davanti, sfiorandolo appena e Harry si ritrovò a respirare più forte, in cerca di quel profumo.

 

Poi si ridestò e dovette fare una corsa per seguirla e riuscire a passare attraverso il buco, prima che questo si richiudesse alle sue spalle.

 

Hermione camminava a passo sostenuto, obbligandolo ad andare più veloce del solito per riuscire a starle dietro. Scesero le scale in silenzio, ma lui aveva bisogno di parlarle… E se non coglieva al volo quell’occasione, era certo che lei non gli avrebbe dato una seconda possibilità.

 

“Hermione…” iniziò.

 

La ragazza si mise a camminare ancora più veloce, aumentando il passo, costringendolo a fare lo stesso.

 

“Cos’è…? Una gara?” le chiese con un sorriso scherzoso, sperando di sciogliere un po’ la tensione.

 

Lei sollevò il mento, odiandolo con tutta se stessa, e continuò imperterrita a restare chiusa nel suo mutismo.

 

“Hermione, aspetta!”, le disse provando a fermarsi, “Ho bisogno di parlarti!”

 

A quelle parole, sentì il cuore mancarle un battito, ma decise di ignorarlo e, proseguendo nella sua camminata, si voltò indietro guardandolo con aria di sufficienza: “Mi sembra che non ci sia niente  di cui parlare”!

 

Harry strinse le mascelle e fu costretto a correre per raggiungerla.

 

“Hermione, ti prego! Fermati un attimo…” la supplicò.

 

Ma lei non sembrava intenzionata a dargli retta e, determinata a percorrere la strada più breve, svoltò a destra, infilandosi in un corridoio poco illuminato ma che fungeva da scorciatoia.

 

“Hermione, sto parlando con te!”  disse Harry a voce più alta e minacciosa.

 

La sua indifferenza lo fece fremere di rabbia e gli mandò il sangue al cervello…  gli fece scattare qualcosa nella testa, qualcosa che non sapeva dove lo avrebbe portato. Intravide una porta e senza pensarci due volte le tagliò la strada, l'afferrò duramente per il gomito e abbassando la maniglia ce la fece entrare a forza.

 

La stanza era un vecchio ufficio in disuso, con una luce fioca che entrava dalla finestra e la illuminava appena. Era decisamente piccola, ma a Harry non importava.

 

Hermione, incredula, lo guardò con occhi duri e arrabbiati e massaggiandosi il braccio dove lui l'aveva stretta, disse a voce alta: “Si può sapere che cosa ti prende?!”

 

Harry iniziò a respirare più in fretta, sentendo il proprio cuore battere all'impazzata.

 

Lei si guardò intorno con aria infastidita: “E questo cos’è? Uno scherzo?” chiese con rabbia.

 

"Hermione…" sussurrò debolmente.

 

"Insomma, è così difficile da capire? Non ho voglia di stare a sentirti, è chiaro?!  Mi sono stancata! Stancata sul serio!"

 

Harry le si mise di fronte, improvvisamente più vicino, austero come non lo era mai stato in vita sua.

 

Gli occhi verdi divennero ancora più intensi, quasi scuri, e lei ne ebbe per un attimo paura.

 

“Harry?!  Mi stai ascoltando? VOGLIO USCIRE SUBITO DA QUESTA STANZA!!"

 

"…No!"

 

Hermione aprì la bocca per protestare, ma lui la colse di sorpresa, afferrandola con forza per le spalle e facendole male. Harry non era mai stato così tormentato, sentiva il cuore battere furiosamente e la forza dei propri sentimenti scatenarsi impazziti.

 

Lei si liberò con uno strattone, sentendo il proprio respiro farsi irregolare… in un misto di rabbia e timore: "Fammi subito uscire di qui…” sibilò a denti stretti.

 

"No…" ripeté Harry, con le labbra che gli tremavano. "Mi dispiace Hermione, ma proprio non posso…" e le si avvicinò ancora di un passo.

 

Lei indietreggiò finché, smarrita, sentì la parete contro la schiena.

 

"Fermati…" gli intimò con voce debole.

 

Ma lui si fece ancora più vicino e senza dire una parola, col cuore che gli usciva dal petto, l'afferrò per le braccia, piegando il busto in avanti. Hermione sgranò gli occhi, col fiato improvvisamente corto.

 

 “C-che  cosa… fai…?”

 

“Devo… devo capire una cosa!”  Senza aggiungere altro, avvicinò il viso a quello di Hermione e si impadronì della sua bocca, baciandola con forza.

 

Nulla.  Non c’era dolcezza, non c’era grazia… e non c’era più paura!

C’era solo il disperato bisogno di baciarla, e di capire.

Capire se la prima volta che lo aveva fatto era stato un errore.

Capire se quello che gli stava facendo scoppiare la testa ed il cuore si chiamava davvero amore.

Capire se poteva rischiare tutto, la sua amicizia, il suo affetto, la sua stima… per il bisogno disperato di gridare che l’amava.

 

E soprattutto doveva capire se anche lei provava le stesse cose….

 

Premette il corpo addosso al suo, bloccandola contro il muro, e la baciò contro la sua volontà, forzandola e sentendo che quella era l'unica cosa che voleva fare. Con una rude carezza, portò le mani dalle spalle al suo viso e infilò le dita tra quei capelli che erano un’onda di  seduzione, che lo eccitavano ogni volta che li guardava, ogni volta che per sbaglio gli sfioravano le braccia quand'erano vicini, che lo invitavano ad essere toccati e stretti tra le mani.

 

La obbligò ad aprire le labbra e, con l’impazienza di un ragazzo innamorato e troppo a lungo trattenuto, la baciò con una passione che accese Hermione come un fuoco!

 

Le girava la testa, tanto da temere di cadere per terra! Era come se Harry la stesse trascinando in un vortice di sensazioni intense e nuove. Quella passione era una scoperta per lei… e per un breve istante si lasciò travolgere dall’istinto irrefrenabile di abbandonarsi al desiderio che provava per lui.

 

Per un attimo ricambiò quel bacio, con un bisogno quasi disperato, finché la  lucidità della sua ragione e l'irruenza della sua rabbia non ebbero il sopravvento: puntò con decisione le mani contro il suo petto, allontanandolo da sé con un gemito.

 

Rimasero fermi a guardarsi per qualche istante, poi Hermione alzò una mano e lo schiaffeggiò con tutta la forza che aveva.

 

“Cosa… che cosa credi di fare…?!” gli gridò col fiato corto.

 

Harry si portò una mano sulla guancia, che gli bruciava terribilmente: “Io…”

 

Hermione ripensò ai baci che le aveva dato solo poche ore prima in quella capanna, a come le aveva fatto credere di provare qualcosa, a tutte le emozioni che aveva vissuto sentendolo così vicino…  Ma soprattutto ripensò alle parole che le aveva detto senza pietà, subito dopo: 'dobbiamo dimenticare tutto!'

 

E le venne voglia di urlare!

 

"Come ti sei permesso?!  COME HAIOSATO!? " gridò tremante di rabbia.

 

Lui la scrutò in modo indecifrabile, a metà tra il deluso e lo smarrito, e la cosa fece irritare Hermione ancora di più. Sollevò i pugni ed iniziò a sfogare tutta la sua collera contro il suo petto, colpendolo con rabbia e tristezza, con disperazione e una resa totale.

 

"Sei un…  vigliacco!  Un prepotente arrogante! Un ipocrita!  Ecco quello che sei! Mi fai pena! Mi hai detto che era stato tutto un errore… e mi hai chiesto di far finta che non fosse mai accaduto nulla!   E poi…?  Come hai osato baciarmi ancora?!  Con che diritto?! Sei ridicolo!" strillò colpendolo forte.

 

Lui la lasciò fare per un po’, finché non le afferrò i polsi per allontanare le sue mani. Poi la immobilizzò e le mise le braccia con forza dietro la schiena, tenendola in modo da avere il suo viso vicino, i loro corpi resi bollenti dalla passione premuti uno contro l'altro, la sua bocca pronta per essere baciata di nuovo.

 

La guardò pieno di desiderio e chinò il capo, baciandola sulla gola, sul collo, sotto l'orecchio, in modo istintivo. Ad Hermione sfuggì un gemito, che racchiudeva disperazione e piacere insieme!

 

Ma era ferita e piena di rancore, e si sentiva bruciare dallo sdegno. Sentendo che Harry stava allentato la presa, riuscì a liberarsi dalla sua morsa, e si divincolò leggermente da lui.

 

"Come…. c-cosa… pensi di fare?!" disse tra i denti. Era così piena di risentimento che lo schiaffeggiò con rabbia una seconda volta. Lo schiaffo era stato forte e doloroso per entrambi, ma Hermione aveva troppa amarezza, per troppo tempo trattenuta, e che adesso era sul punto di esplodere.

 

Harry aveva la gola secca e non riusciva a parlare. Sentiva il proprio corpo tremare e riusciva solo a guardarla pieno di passione. Lei non gli aveva mai visto quello sguardo, i suoi occhi non erano mai stati così intensi.

 

Ma come una frustata, le tornò in mente la crudele indifferenza con la quale l'aveva trattata la mattina dopo il temporale e quell'incoerenza la offese profondamente…

 

Con indignazione lo afferrò per la camicia, stringendo forte i pugni: "Ma chi diavolo ti credi di essere, eh?  Pensi forse che io sia qui a tua disposizione? Pensi davvero di poter fare quello che vuoi, con me?!" Lo scosse con forza, aspettando una sua risposta.

 

Ma Harry restò in silenzio, ferito e al tempo stesso affascinato dalla sua ribellione.

 

"Sei un falso!  Un approfittatore ed ipocrita! Ma per chi mi hai preso? Dimmi !  Perché ti comporti così?!  DIMMELO!"  Gli ordinò colpendolo ancora.

 

Harry nemmeno li sentiva, quei pugni. L'unica cosa che sentiva, era la disperata voglia di gridare, di liberare finalmente la voce che dentro di lui urlava con rabbia da troppo tempo:

 

"Dio! Perché sono innamorato di te, Hermione!!" gridò con tutte le sue forze, quasi con rabbia.

 

Quelle parole rimasero sospese in aria per un tempo infinito.

 

Furono come l'eco di un'esplosione nitida e potentissima, che stordì entrambi.

 

Ad Hermione si fermò il cuore. Si sentì mancare il respiro, come se qualcosa l'avesse colpita con forza, intontendola e togliendole la lucidità.

 

Tremando per la tensione, Harry le mise una mano dietro la nuca, stringendole i capelli tra le dita e obbligandola a piegare la testa all'indietro.

 

"Non capisci? Dovevo farlo…" confessò finalmente con gli occhi velati di lacrime, chinandosi su di lei, labbra contro labbra, il respiro dolce e delicato. "Dovevo farlo, Hermione… Avrei dovuto farlo da moltissimo tempo!"  S'impossessò ancora della sua bocca, nonostante la sua rigidità, e la baciò con ardore e sentimento.

 

Hermione era frastornata, incredula, confusa… Che cosa le aveva detto Harry?

No…

Non poteva essere vero…

 

Si oppose a quel bacio, cercando debolmente di ribellarsi, ma i suoi inutili tentativi non durarono che qualche secondo e alla fine, smettendo di lottare, si abbandonò contro di lui.

 

A quel punto anche il bacio di Harry divenne più lento e dolce, e la mano che le stringeva i capelli si aprì in una morbida carezza.

 

Smisero di sfidarsi, abbandonarono l'orgoglio e il rancore, smisero di nascondersi, cessarono di essere amici… e semplicemente si arresero al volere del loro cuore.

 

Harry le prese dolcemente il viso tra le mani e gustò il suo sapore con più piacere e trasporto, accarezzandola con la lingua in un morbido massaggio, lento ed eccitante.

 

Quando trovò la forza di staccarsi, la guardò commosso e meravigliato, sconvolto da quello che aveva provato con quel bacio. Tornò a respirare e fu come tornare alla realtà. Si accorse che Hermione tremava.

 

Era stato così terribile?

 

"… Scusami!" disse con voce roca. "Dio, Hermione, scusami!" Strinse forte le mascelle, e voltò il viso di lato, come se quello che stava per dire gli costava uno sforzo incredibile.

 

"Scusami… se  non  sono  stato  capace  di  impedirlo!"  disse in un soffio, abbassando lo sguardo.

 

Hermione provava una sensazione di vertigine, un vortice folle che le prendeva contemporaneamente lo stomaco e il cuore. La testa le girava senza sosta e si ricordò di tornare a respirare dopo un lungo momento.  "Harry…"

 

"No! Non dire niente! Non è stata colpa tua!" Sollevò  gli occhi, incontrando quelli lucidi di lei  "…Non è certo stata colpa tua se... è successo!"

 

Harry scosse la testa, con un sorriso amaro: "Io… ci ho provato. Ho provato a resistere! Oh, ti giuro che ci ho provato, Hermione! Non avrei voluto, ma… è stato inutile!"

 

Hermione lo guardava con gli occhi sgranati, col cuore che le rimbombava nelle orecchie da quanto batteva forte, in piedi solo perché sorretta dalle braccia di lui.

 

Stava accadendo tutto talmente in fretta che credeva di aver sentito male, di aver frainteso, di essersi sbagliata! Ma gli occhi di Harry erano lucidi come se quell'emozione fosse troppo grande per essere contenuta, come se quelle parole stessero cogliendo di sorpresa anche lui, così come stavano folgorando lei…

 

Come se quel bacio dato inizialmente con forza fosse stato una liberazione, e gli avesse finalmente dato il coraggio di tornare a respirare la libertà.

 

Hermione barcollò e lui la strinse più forte.

 

"Hermione… Ti dirò tutto d'un fiato, perché giuro davanti a Dio che sto morendo di paura! E so che se non lo faccio adesso, probabilmente non avrò mai più il coraggio di dirtelo…" Abbassò per un attimo gli occhi, carichi di paura e desiderio e cercò di dominare il tremito che lo stava facendo fremere. "Io non so spiegarti quello che provo… Oh, vorrei davvero esserne capace, capace di esprimere quello che sento! Vorrei così tanto trovare le parole giuste da dire… Dio, ma so solo che ti amo!   Io…  ti amo da impazzire!" 

 

Hermione, senza accorgersene, trattenne il respiro.

 

'Sta calmo, cuore mio…'  ordinò.

 

Harry deglutì, sperando di trarne un po' di forza.

 

"Lo so che la nostra amicizia è qualcosa di inviolabile, che è sacra, e che in questo modo rischio di rovinare tutto, ma è da troppo tempo, ormai, che soffoco i miei sentimenti! E' da quando ti ho rivista l'estate scorsa alla Tana che non sono più riuscito a pensare a te come una semplice amica!"

 

Hermione si accorse di avere le lacrime agli occhi e cercò disperatamente di non piangere, sbattendo le palpebre, ma una le rimase impigliata fra le ciglia e Harry si chinò e gliela baciò con una dolcezza infinita.

 

"Perdonami se non sono stato capace di resisterti…", sussurrò, "Ma credo di averti sempre amato. Sempre."

 

Hermione aveva un nodo alla gola che le impediva quasi di respirare e si portò una mano sul cuore per cercare di lenire il dolore. Vibrava come una foglia, aveva un fiume di parole che le giravano in testa, ma si stavano drammaticamente accavallando una sopra l'altra e il risultato fu un perfetto mutismo impietrito.

 

"Perdonami, ti prego…." continuò lui, "Mi sono comportato in modo ignobile, con te! Avrei dovuto dirti subito quello che provavo… e invece sono stato un vigliacco!"

 

Si passò una mano tra i capelli e a fatica continuò: "Ho odiato profondamente Ron per averti corteggiato. Sono morto di dolore quando mi ha detto che vi eravate messi insieme… ed ero tentato di ucciderlo ogni volta che ti toccava… Ero follemente geloso di ogni minuto che passava con te!", scosse la testa, soffrendo. "Ma ho avuto paura… Paura di distruggere tutto, di perderti per sempre. E questa paura è ricaduta su di te, perché ti ha fatto soffrire! Ma ti giuro che ti amo… Ti amo come non ho mai amato nessuno!"

 

L'avvolse tra le sue braccia, stringendola con tenerezza e forza: "Scusami, scusami, scusami…" le sussurrò tra i capelli, vicino all'orecchio.

 

Hermione era frastornata da quelle rivelazioni e sentiva che il cuore le stava per scoppiare.

 

"Harry…" riuscì finalmente a sussurrare, debolmente.

 

Lui la guardò con occhi carichi d'attesa, agitato ed impaziente come un condannato che si appresta ad andare sul patibolo, con la segreta speranza di essere salvato da un ultimo gesto clemente.

 

" I-io… io…" farfugliò, soffocando un gemito e guardandolo imbronciata. "Lo vedi…? Io ti… ti detesto, quando fai così!"

 

Harry sentì la gola serrarsi in una morsa di dolore e gli sembrò di morire, aspettando il seguito.

 

"Ti detesto… e ti odio!" singhiozzò mentre una lacrima le scivolava sulla guancia. "Come fai ad essere così… terribilmente odioso e cattivo un momento… per poi uscirtene con una dichiarazione così dannatamente dolce?!"  Si passò il dorso della mano sugli occhi, tirando su col naso. "… E poi me lo spieghi come faccio, io, a non amarti?!"

 

Harry la guardò confuso: "Cosa… che cosa vuoi dire….?"

 

Lei provava troppa gioia per riuscire a ragionare con lucidità e sentiva il cuore in procinto di esplodere. Gli sorrise, con un sorriso aperto, sincero, profondo e finalmente onesto: "Ohh… Accidenti a te, Harry! Sei capace di uccidermi e di farmi rinascere in meno di un giorno… Ma nonostante questo…"

 

Gli prese le mani tra le sue, voltandogli lentamente i palmi ed accarezzandogli l'interno delicato e morbido. Poi se li portò alla bocca e li baciò con dolcezza. Sollevò i suoi occhi, che non erano mai stati così lucenti, così chiari, così belli, e gli disse molto semplicemente: "Anch'io ti amo, Harry… Ogni singolo istante di ogni mio giorno…!"

 

Harry sentì il sangue tornare a scorrere veloce nel proprio corpo, le vene pulsargli di vita e di gioia. Chiuse gli occhi per un momento, sigillando quello sguardo e quelle parole per sempre nel suo cuore, nella sua testa, nella sua anima.

 

Poi, quasi senza rendersene conto, le fu addosso, abbracciandola forte. Voleva toccarla ovunque, come per confermare che fosse tutto vero, che stava accadendo realmente… Era riuscito a dirle che l'amava! E lei… Dio, lei provava le stesse cose!

 

Si lasciò scivolare sulle ginocchia e, come un bambino, appoggiò la testa sul suo ventre, abbracciandole i fianchi e restando così per un lunghissimo momento. Si lasciò andare ad un gemito che era quasi un lamento disperato e liberatorio.  Lei rimase senza parole a quel gesto, e l'unica cosa che riuscì a fare, fu sollevare una mano e passargliela tra i capelli corvini, in una tenera carezza.

 

Lui sollevò il viso e la guardò con occhi dolcissimi, poi si alzò, e come aveva fatto la prima volta che l'aveva baciata, le mise un dito sotto il mento e si piegò su di lei, questa volta per baciarla con tutta la dolcezza di cui fu capace.

 

Fu delicato, gentile, appassionato, virile… e l'amò, con quel bacio. Le sue labbra erano morbide ma impetuose, e non si staccavano un attimo da lei. Passavano dalla sua bocca al suo collo, al suo orecchio, ai suoi occhi… per poi tuffarsi ancora e ancora sul bocciolo rosa e carnoso che erano le sue labbra.

 

Se i baci che si erano dati alla capanna erano stati il frutto della paura e dell'incertezza, adesso che entrambi sapevano ciò che provavano uno  per l'altra, la libertà di potersi amare si scatenò dentro di loro.

 

Hermione gli mise le braccia intorno al collo, stringendosi a lui, passandogli le dita tra i capelli, sentendo di essere la persona più felice al mondo.

 

Harry la baciò ancora, appoggiando le mani sulla parete e schiacciandola con più forza contro il muro, facendo danzare la lingua con quella di lei, in un movimento lento ed insaziabile, gemendo di piacere ogni volta che riprendeva respiro.

 

Poi, lentamente, fece scendere la mano fino al suo fianco, e glielo accarezzò piano. Era una carezza delicata e abile allo stesso tempo. Tirò il tessuto e fece uscire i lembi della camicia dalla gonna, finché non riuscì ad intrufolare la mano sotto, accarezzandole la pelle liscia. Hermione provò un brivido inatteso e trattenne il respiro, morendo dal desiderio.

 

La carezza era delicata e le scopriva centimetro per centimetro la pelle vellutata. Dal fianco, Harry risalì verso l'alto accarezzandola lentamente, ed arrivò al profilo del reggiseno. Con l'altra mano raggiunse i bottoni della camicetta, slacciandogliene uno. Non riusciva a trattenersi, voleva sentirla e sarebbe andato avanti all'infinito!  Le passò delicatamente una mano sul seno pieno e fresco e premette il bacino su di lei.

 

"Dio, Hermione! Sei bellissima, meravigliosa… Non capisco più niente…" disse Harry a fatica, sentendo l'inguine che gli doleva per la troppa eccitazione.

 

Hermione aveva il viso arrossato per il turbamento che provava e si passò una mano sul viso per cercare di riprendersi. Se credeva di aver provato delle emozioni irripetibili alla capanna, ora si rendeva conto che con Harry, ogni volta che la toccava, era un'emozione nuova,  che l'accendeva di passioni che nemmeno immaginava di avere.

 

Cercando di riprendere il controllo disse, debolmente: "Harry… sarà tardissimo… Silente ci starà aspettando…"

 

"Non m'importa niente! Né di Silente, né di nessun altro! Voglio restare in questa stanza per sempre, con te… solo con te! Per il resto della mia vita!" e le prese il lobo tra le labbra, leccandoglielo piano.

 

"Oohh… Harry! Aspetta… davvero… sarà passata più di un'ora…"

 

Harry chiuse gli occhi, sospirando e cercando di tornare a respirare con calma. Le sorrise ed annuì: "Hai ragione… questa volta sono sicuro che niente e nessuno riuscirebbe a fermarmi… a parte te!"

 

Hermione corrugò la fronte, non capendo cosa volesse dire.

 

Lui se ne accorse e si pentì di aver detto quelle parole. Ora non voleva proprio permettere alla sua mente di pensare a Isabel. "No… niente! Solo che hai ragione… E' meglio andare, adesso."

 

Hermione si guardò la camicetta sbottonata e che usciva scomposta dalla sua gonna. Timidamente si riallacciò il bottone e si lisciò i capelli: "Sono così sconvolta… da tutto questo! Non avrei mai immaginato che quello che provavo io, lo sentissi anche tu. Io non…" fece una pausa quasi sofferta. "Dopo quello che mi avevi detto ieri, ero sicura che tu non provassi niente, per me. E' stato terribile… mi sono sentita morire!"

 

"Hai ragione, Hermione! Sono stato il più vile dei codardi… E fuori dalla capanna, mentre ti chiedevo di far finta che non fosse mai successo nulla, in realtà nutrivo la segreta speranza che fossi tu a dirmi qualcosa… Con che pretesa!"

 

Ma Hermione non voleva ripensare a quel momento, e a quanto era stata male.

 

"Credo che andrò avanti per un bel po' a chiederti scusa…" continuò lui sorridendo.

 

Anche Hermione sorrise, piena di gioia e speranza: "Sei in debito di parecchi 'SCUSAMI-HERMIONE-IMPLORO-LA-TUA-PIETA' ', in effetti…." e scoppiarono a ridere insieme.

 

Harry la guardò col cuore colmo di felicità. Era così bello sentirla ridere… e ancora non riusciva a credere che tutto quello fosse successo veramente! Non riusciva a staccarle gli occhi di dosso, ammirando la sua bellezza, e ripetendosi all'infinito nella testa: 'Adesso è mia…  è mia, è mia!'

 

La prese per mano, andando verso la porta, ma quando posò la mano sulla maniglia, Hermione lo chiamò, con voce allarmata: "Harry!"

 

"Cosa c'è?"

 

"Aspetta…"

 

Lui si fermò e la guardò negli occhi, in attesa che parlasse.

 

"Ho paura…" disse lei in un sussurro.

 

Lui socchiuse gli occhi e le mise le mani ai lati delle braccia: "Di cosa, hai paura?"

 

"Di tutto…" rispose in un soffio, "Ho paura che uscendo da questa stanza svanisca nel nulla tutto quello che ho provato, quello che hai fatto, tutto quello che mi hai detto…"

 

Harry le sorrise in modo così sicuro e sereno che Hermione si sentì come avvolgere da una coperta calda e morbida, che le diede una sensazione di sicurezza meravigliosa.

 

Poté sentire la stretta di Harry farsi più forte.

 

"Non devi più avere paura. Non dovrai averla mai più! Ti giuro che non ti farò mai più soffrire, Hermione."

 

Con dolcezza la tirò verso di sé, stringendosela addosso e posandole un bacio delicato sulle labbra. Quando si staccò da lei, le accarezzò il viso e le prese nuovamente la mano, questa volta stringendogliela più forte.

 

"Cosa… cosa diremo, agli altri?"

 

"Che ho capito di non poter vivere un giorno di più senza di te!" ed aprì  la porta, affacciandosi verso quello che sentiva essere il loro nuovo futuro.

 

 

*    *    *

 

Con stupore si accorsero che l'orario della cena era stato ormai superato da un pezzo, e quando sentirono l'orologio battere le ventuno, facendo uno strappo alle regole, decisero di passare direttamente dalle cucine, dove Hermione fu accolta dagli elfi domestici come una regina.

 

Mangiucchiarono qualcosa velocemente, ebbri di gioia e scoppiando a ridere per ogni più piccola cosa, sentendosi forti ed invincibili. Era come se la forza di una calamita attirasse i loro occhi. Si completavano, si arricchivano, e più si guardavano, più capivano di essere una cosa sola, e di sentirsi finalmente felici perché erano insieme.

 

Con questa sicurezza si diressero verso la sala comune, mano nella mano, sereni.

 

Ma appena svoltarono nel corridoio del secondo piano, trasalirono di paura e si bloccarono all'improvviso, trovandosi la strada sbarrata da due occhi di ghiaccio, ma così potenti da riuscire ad incenerirli all'istante.

 

Era Isabel: impassibile, immobile e glaciale.

 

Harry, quasi guidato da un riflesso incondizionato, si mise protettivamente davanti ad Hermione, tenendola con una mano dietro di sé. Lui e Isabel incrociarono gli sguardi, e Harry si sentì percorrere da un brivido lungo la schiena.

 

Quasi nello stesso istante, sentì che lei tentava di penetrargli la mente, e lui la chiuse con una sicurezza che lo stupì.  Lei sorrise in modo beffardo, fino ad emettere una risata di gola, divertita e compiaciuta.

 

"Beh, non c'è che dire… Tu essere molto bravo! Ma tu credi bastare solo questo…?"

 

"Cosa vuole dire, professoressa?!" chiese Harry con diffidenza, dandole del lei e non riuscendo più a scorgere in quella splendida ragazza la minima traccia della purezza che aveva creduto di vedere all'inizio.

 

"Voglio dire che…" gettò uno sguardo disgustato verso Hermione, "Io sapere perfetaménte quello che tu prova a nascondere!"

 

Hermione corrugò la fronte e assunse un'espressione ostile, non capendo il senso di quelle parole.

 

Harry, invece, le capiva fin troppo bene: sapeva a cosa si riferiva e percepiva la sua collera e la sua gelosia. Un senso di inquietudine lo pervase, spaventandolo seriamente, ma sollevò  le spalle, come per dimostrare che in realtà non aveva paura.

 

Isabel li guardò serissima: "Voi essere fuori dalle vostre stanze! Dove crètète di andare, a quest'ora?"

 

"Noi… abbiamo fatto tardi… per studiare…" disse ingenuamente Hermione.

 

Isabel sollevò un sopracciglio, offesa per quella presa in giro da quattro soldi. "Venti punti in meno per te, razza di buciarta!" ringhiò.

 

Hermione sbatté le ciglia, stupita da quella reazione e Harry si accorse di avere i pugni stretti. Ma sapeva che mentire a Isabel era stata davvero una pessima mossa.

 

"Ci scusi, professoressa… Torniamo subito in Sala Comune." Disse Harry, conciliante.

 

"Lei, tornerà… Tu venire con me!" ordinò perentoria.

 

"No! Mi spiace, ma ora torniamo entrambi nella nostra Sala!" si oppose Harry.

 

"Tu non avere scelta! Ti devo parlare! Vieni!"

 

Harry sentì una forza trascinante, quasi indomabile, che gli fece staccare le mani da Hermione. Lui non voleva, ma era come se non fosse padrone del proprio corpo.

 

"Harry…" lo chiamò Hermione, non riuscendo a credere che la stesse lasciando davvero.

 

Harry, lottando contro la sua volontà, fece un passo in avanti.

 

"Oohh….  Eccovi, finalmente!!"  disse una voce forte e calda alle loro spalle.  Silente apparve dal corridoio laterale, con un sorriso sereno.

 

All'istante, la forza esterna che trainava Harry, si dissolse nel nulla e lui poté tornare vicino alla sua ragazza.

 

"Preside!" squittì Hermione, sollevata.

 

Isabel abbassò gli occhi, ritrovando la sua espressione più dolce.

 

"Avete ricevuto, oggi, il mio messaggio?" chiese, premuroso. 

 

Harry passò un braccio intorno alla vita di Hermione, tirandosela vicino e, raccogliendo la sua mano, gliela strinse forte.

 

A quel gesto inequivocabile, Silente arcuò le folte sopracciglia, la sua bocca si aprì in un sorriso e il suo viso assunse un'espressione meravigliata e felice insieme. Harry fu sicuro di scorgere nei suoi occhi azzurri e profondi un luccichio nuovo. Il preside si accarezzò la lunga barba bianca, con fare pensieroso, e poi sorrise loro, felice:

 

"Oh! Certo… certo! Ehm… che sciocco! Probabilmente Ambrogio (il gufo che vi ho mandato) ha sbagliato i destinatari! Ecco perché mi sono ritrovato due ragazzini di Corvonero del primo anno, al posto vostro!" rise divertito, guardandoli con affetto.

 

"Noi… stavamo tornando in Sala Comune, Signore", si affrettò a dire Harry, notando Isabel stringere i denti.

 

"Ah, sì! Siete fuori orario…" disse con un debole tono di rimprovero, ma che in realtà celava solo una grande nostalgia per una gioventù che lo aveva ormai abbandonato da molto tempo. "Immagino che la Professoressa Keen, qui, ve lo stesse giusto ricordando…"

 

"Ohm… sì… apùnto…" sì affrettò a dire lei, mansueta.

 

"Bene… allora andate! Ci vedremo con più calma la prossima volta! Io e la Professoressa Keen torneremo nella zona dei professori… non è vero, Isabel?"

 

"Ohm… certo!"

 

Harry e Hermione fecero un leggero cenno col capo e si diressero a passo spedito verso la Torre dei Grifondoro, senza più voltarsi indietro.

 

Hermione si fermò davanti al ritratto della Signora Grassa, con gli occhi velati di ansia. Harry le prese il viso tra le mani e la baciò dolcemente sulla fronte, sugli occhi e sulle labbra.

 

"Harry… che paura mi ha fatto la Keen!" confessò.

 

"Non devi aver paura di nessuno. Ci sono io adesso, con te!"

 

Lei gli sorrise, più serena: "E con i nostri compagni…?

 

"Non temere…. Andrà tutto bene!"

 

Lei annuì, felice. Oltrepassarono il varco, che si aprì alle parole "Budino allo zenzero", entrando finalmente nella Sala Comune.

 

Come ogni sera, all'interno della stanza regnava la confusione più totale: c'era chi ascoltava la musica, chi giocava agli scacchi magici, chi litigava, chi cercava di studiare, e chi si scambiava qualche tenerezza.

 

Ron chiacchierava con il solito gruppo di amici e fratelli, stravaccato su una poltrona, con le gambe che penzolavano da un bracciolo, mentre si rimpinzava di patatine magiche lanciandole in aria ed acchiappandole con la bocca.

Hermione sorrise al ricordo di quanto la cosa la facesse arrabbiare, un tempo, e delle litigate che ogni volta ne seguivano.

 

Il rosso, non appena li vide, sollevò una mano, agitandola per richiamare la loro attenzione. Harry e Hermione si avvicinarono.

 

"Ehi, voi due! Si può sapere dove  miseriaccia  vi  era-v…" si bloccò, con la bocca aperta e gli occhi sgranati per l'incredulità. Il suo sguardo rotolò dai loro visi alle loro mani, strette l'una dentro l'altra: "…va-te   cac-cia-ti…" terminò molto lentamente.

 

Harry sorrise divertito alla sua espressione sbalordita. Sollevò la mano unita a quella di Hermione, come per mostrargliela meglio.

 

"L'ho rapita…" disse con semplicità, "perché avevo bisogno di dirle una cosa che non potevo più  nasconderle."

 

Ron sbatté le ciglia un paio di volte, si alzò dalla poltrona e col panico negli occhi, molto lentamente, chiese: "E… s…sa-reb-be…?"

 

Harry, con la fierezza di un leone, disse: "Che l'amo più della mia stessa vita!"

 

La Sala si ammutolì e Hermione sentì tutti gli occhi puntati su di sé per un lungo istante.

Poi ci fu un improvviso scoppio di grida, applausi e risatine maliziose.

 

"Ron, per l'amor del cielo! Vuoi chiudere quella bocca?!" lo sgridò Ginny a voce alta.  Il rosso fece scattare la mascella verso l'alto, ma rimase muto, riducendo gli occhi a due fessure che fissarono Harry intensamente.

 

Gli altri si avvicinarono complimentandosi con loro, ma Ron rimase immobile.

Allora Harry lo guardò, in attesa che anche lui parlasse.

 

"Non so ancora se spaccarti la faccia o complimentarmi con te…" borbottò Ron dopo molto tempo.

 

Harry lo guardò meravigliato: "Cos…?"

 

"Ora capisco molte cose… davvero molte!" fece un'ulteriore pausa e poi riprese, con tono di rimprovero: "E posso solo dirti che sei stato un vero stronzo a farla soffrire così! Sappi che non ti permetterò di farle versare anche una sola ulteriore lacrima…"

 

"Ron!" esclamò Hermione, stupita.

 

Ma poi, come se finalmente si fosse tolto un gran peso dallo stomaco, tutto passò. Con la rapidità di un bagliore, Ron ritrovò il suo sorriso amichevole e solare, quasi commosso, e allargando le mani, gli ordinò: "E adesso vieni qui… e fatti abbracciare!!"

 

Harry si rilassò, ritrovandosi avvolto dalle braccia dell'amico, che accompagnò il gesto con le sue consuete pacche.

 

"Ecco cos'era quell'aria di mistero…" disse con fare esperto, dopo averlo lasciato libero dalla sua morsa.

 

"Aria di… cosa?" chiese Harry con un sorriso.

 

"Sì, sì…. Hai capito bene! Ultimamente…. lo dicevo, io, che eri strano! A dire il vero, è da parecchio tempo che sei strano!"

 

"Harry è il Re, degli 'strani'… se è per questo!" gridò Fred e tutti scoppiarono a ridere.

 

"Beh, diciamo che almeno Hermione ha fatto un passo avanti, no?  Fratellino, mi spiace per te, ma non potevi proprio reggere il confronte!!" si burlò di lui George.

 

"Andate al diavolo, voi due!" protestò Ron, diventando di un rosso porpora.

 

"Ma sì, dai…  Tanto lo sappiamo tutti che ormai hai altri pensieri… E sappiamo bene chi è che ti fa sospirare tanto, di notte…"

 

Ron  spalancò gli occhi, e il suo rossore divenne pericolosamente violaceo: "Vuoi tapparti quella boccaccia malefica?!" gridò indignato.

 

"Di sicuro la ragazza di cui sei innamorato ora… è decisamente più simile a te… Direi che siete comicamente sulla stessa lunghezza d'onda!" e seguì un altro scoppio di risa.

 

"Vai ancora avanti a parlare e TI UCCIDO!!"  gridò Ron con le vene del collo gonfie oltre l'inverosimile.

 

"E tu per quanto tempo ancora… pensi di continuare a chiuderti in bagno, invece di muoverti e farti avanti con lei?!"

 

Ron, a quelle parole, perse la ragione e si gettò sul collo di George, intenzionato sul serio ad eliminarlo fisicamente. Dopo qualche sano scambio di pugni e insulti irripetibili, tra le risate di tutti, i due furono separati.

 

Harry guardò Hermione sorridere raggiante e finalmente si rese conto di aver raggiunto la felicità che tanto disperatamente aveva cercato fino a quel momento.

 

Quando la salutò sulle scale, quella sera, le diede un lungo bacio appassionato, reso ancora più dolce dalle timide carezze che si scambiarono.

Harry si accese subito come un fuoco, e fu a fatica che Hermione riuscì a staccarsi da lui.

 

"Buona notte… amore mio…" le sussurrò teneramente, baciandole la mano.

 

"Buona notte… Harry."

 

"Grazie… di essere così speciale."

 

Lei soffocò una risata: "Ok… direi che sei sulla buona strada per farti perdonare…!"

 

Harry sorrise malizioso e le diede un ultimo bacio prima di allontanarsi.

 

Le fece un segno con la mano e si voltò iniziando a salire le scale che conducevano al proprio dormitorio. Col cuore ebbro di gioia e col sorriso stampato in faccia, raggiunse il suo pianerottolo.

 

La fitta acuta alla testa lo investì inaspettatamente, cogliendolo di sorpresa e tramortendolo con la forza di una violenta bastonata. Avrebbe voluto gridare dal dolore, ma non fece in tempo: l'urlo gli morì in gola e senza poter fare nulla per impedirlo, vide diventare tutto nero e non poté evitare al proprio corpo di finire duramente a terra.

 

 

*   *   *

 

 

Così come voi attendete i miei  cap, io aspetto le vostre recensioni e i vostri preziosissimi consigli e valutazioni…

 

Morgana85: Carissima, ciao! S-o-n-o  c-o-m-m-o-s-s-a !!  *__*  Come sempre, leggere le tue recensioni è un piacere ed una gioia per il mio cuore! Sembrano quasi una poesia… Grazie!  Sono felice che i miei Draco/Ginny ti siano piaciuti tanto… In effetti nel capitolo precedente mi sono divertita con loro! Di sicuro approfondirò questa relazione! ^__^  Ma in questo capitolo mi sono voluta dedicare al 100% ai miei due preferiti… E CHE TE NE PARE??!?! Hai proprio ragione… nella tua recensione hai saputo descrivere esattamente il legame unico che c’è tra loro… e finalmente se lo sono detto! Aluuura? Ti è piaciuto il fatidico  momento delle confessioni? Mi sono resa conto che dopo tutti i tira e molla che c’erano stati, rendere bene quel momento non era per niente facile… spero di esserci riuscita!  J  Non dico altro, se non un… TI ASPETTO! Baci

 

PikkilaGrandefan:  Ciao Cara! Grazie infinite per la tua recensione! Spero tanto di essermi rifatta con il nuovo capitolo… Hai proprio ragione, in ogni relazione ci sono alti e bassi… ma direi che adesso i nostri amati eroi sono decisamente in fase crescente!! O no? Un bacione a te!

 

BellaWitch: Dolcissima creatura… Grazie, grazie, grazie della tua presenza! Mi spiace per lo scorso capitolo… in effetti un po’ amaro! Ma spero che questo sia riuscito a farti emozionare…  ^^  Come vedi, la ‘cara’ Isabel riesce ad essere ancora tra i piedi… Pure troppo!! Attenderò fiduciosa le tue impressioi!! :-D Grazie, ricambio il bacione!

 

8x4: Mia… adoratissima… Vio…!! J Come stai, prima di tutto?? Argh, mi sa che ci siamo quasi al tuo grande evento!  Spero di averti fatto un piccolo regalo con questo nuovo capitolo, e soprattutto che ti sia piaciuto! Quantomeno si sono dichiarati!!!! EVVAI!! Era ora… dirai! J Quella fetente della Keen non molla, ahimè. E sarà un osso duro, temo! Ti faccio un mega in bocca al lupo per tutto… e spero che nonostante pannolini e biberon (doppi!!) tu possa continuare a seguirmi! Per il momento, un abbraccio GRANDISSSSSSSIMO!!!!!! Bacioni!

 

Lights: Ciao, splendore (di nome e di fatto!!) !!  Caspiterina, mi spiace averti fatto soffrire col precedente capitolo… Ma sono (quasi) certa di essere riuscita a farti tornare il sorriso con questo… o no?  Come vedi, Harry e Herm finalmente hanno messo da parte tutto quello che non era amore… facendo trionfare solo i loro sentimenti!  Ma… Hi hi hi… non posso dire niente! Bocca cucita! Tu, però, dimmi che ne pensi, ok? Attenderò il tuo parere, come sempre! Ti abbraccio forte!

p.s.  Grazie anche per i complimenti per Ginny e Draco…. Piacciono un sacco anche a me! :-D

 

Marco: Carissimo tesoruccio mio… Allora, grazie per la ‘polverizzazione’ virtuale! :-D  Ma spero di essermi fatta perdonare con questo capitolo, dove FINALMENTE le tue richieste (leggermente ‘insistenti’ …. LOL) sono state esaudite! Ti è piaciuto, almeno?? ^^ Dimmi si sì… ti prego! Ginny e Draco li ho trascurati, ma riappariranno, don’t worry!  Che dire… la tua ‘velata minaccia’ di venirmi a trovare, quasi quasi mi tenta! LOL!! Ma sono certa di averti appagato con questo capitolo… A te devo sempre un ringraziamento speciale per tutto l’appoggio che mi dai, senza il quale, probabilmente, questa storia non sarebbe mai cresciuta così.  Mi spiace per la lunga attesa… ma l’estate arriva per tutti, compresa me! Baciiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii  !!!!

 

Pandora91:  Ahhhhhhhh !! Quanto hai ragione!! Recensione con i fiocchi, come sempre!! … Mi hai fatto sorridere :-D  Maledetti uomini e i loro ripensamenti!!  Ma….  C-H-E   M-I   -D-I-C-I  A-D-E-S-S-O  D-I  Q-U-E-S-T-O  C-A-P-I-T-O-L-O ???  hi hi hi !! Non sono stati teneri da morire?? LOL  Grazie per la cascata di complimenti che mi fai… *__*  sono davvero commossa ed onorata!  E spero di non deluderti mai!  Ti aspetterò, per sapere le tue impressioni, ok? Tantissimi baci!

 

Argentlam: Ciao carissima!  Premetto che sono felice di averti ‘conosciuto’ meglio (Grazie Dalastor… sei mitico, oltre che bravo!)!  Mi hai fatto troppo ridere… ma hai ragione da vendere! Nello scorso capitolo Harry era stato davvero odioso!  Ma ora possiamo dire che si è fatto perdonare..???  Ti mando un bacione! a presto!

 

Sabri89:  Oohhh… tu vuoi proprio attentare al mio povero e  fragile cuoricino con le tue recensioni….  Non ho parole, davvero! E dirti solo Grazie mi sembra troppo riduttivo…   Ma hai fatto un’analisi perfetta della situazione, e sei riuscita a cogliere nel segno tutte le emozioni passate per la testa e per il cuore del povero Harry e dell’infelice Hermione!  Quindi, mentre leggevo le tue parole, sono rimasta così: °__°  (!!)  colpita in modo positivo per la tua sensibilità e bravura!  Ma come hai potuto vedere in questo nuovo capitolo, Harry non ha resistito molto in quella situazione, e finalmente (mi rendo conto di averlo già scritto più volte a caratteri cubitali…), ha avuto il coraggio di gridare il proprio amore…. Il coraggio di farlo, appunto!  Sono strafelice anche per tutti i complimenti che mi fai per Ginny, Draco, Ron e Luna. Come ho detto più volte, ognuno di loro è ‘nato’ quasi per caso, ed è cresciuto man mano che scrivevo… Menomale che il risultato è decente!

E non dire sciocchezze! Sono onorata di ricevere le tue squisite recensioni (Poemi… assolutamente graditi!!) e guai a te se la prossima volta ti limiterai!! :-D evviva la libertà di espressione!!  LOL  Ti saluto con un calorosissimo abbraccio! A presto e grazie!

 

Dalastor: Caro Dalastor… Prima di tutto ti ringrazio di cuore per la tua recensione… Riceverla è stato un onore, per me! So quanto tu lo faccia di rado, e quindi ne sono particolarmente orgogliosa! Spero sinceramente che il nuovo capitolo ti sia piaciuto, e sia stato all’altezza delle tue aspettative. La tua ultima frase mi ha commosso… grazie! Soprattutto un grande autore come te, deve poter continuare a scrivere come ha sempre fatto, continuando a regalarci tutte le emozioni che ci hai saputo dare fino ad oggi! Un abbraccio!

 

Stizy: Ecco la mia ciccina n° 1  preferita!!!! :-))) ciao!  Come sai bene, il tuo giudizio è fondamentale, per me, e sapere che nonostante i momenti ‘difficili’ la storia continui a piacerti, è per me motivo di vera gioia! Quindi, a maggior ragione, dopo questo zuccherossissimo capitolo, aspetto di sapere cosa ne  pensi…. Grazie per essermi sempre vicina! 1 bacio specialissimo!

 

Luxcis: Bel Tesoro, ciao! :-)  Graaazie!!  Ogni tua recensione è davvero un regalo, per me! Spero che questo nuovo capitolo ti sia piaciuto, e che piano piano ogni situazione si sbrogli…  Ho iniziato con Harry e Herm… ma naturalmente mancano ancora tanti nodi!! ^^ Confido nella tua pazienza e prendo quello che hai detto come una promessa: continua a seguirmi!!!! :-D Ancora grazie e tantissimi baci!

 

Goldbuble: Ciao Splendore! :-))  Tranquilla, non preoccuparti dei ritardi… L’IMPPORTANTE E’ CHE TU CI SIA!!!  Anzi, grazie per avermi nei tuoi pensieri appena di ritorno a casa!! LOL  Ehh… avevi ragione eccome!! E adesso che mi dici di questo nuovo capitolo? Ti aspetterò !! bacionissimi!

 

Jenny89: WOW… ciao!  E’ sempre una gioia immensa, per me, conoscere nuovi amici/lettori… quindi ciao e ben venuta!  *__* Grazie, sei davvero molto gentile e sono felice che la mia storia ti abbia ‘presa’ fino a questo punto!! :-D  Di sicuro sei riuscita ad inquadrare la situazione in maniera perfetta! Allora ti aspetto… a presto e grazie! baci

 

Jojipv:  Carissima Giorgia… AH !!  Sono io a chiedere venia, questa volta, per la lunga attesa….  Ma spero davvero che sia valsa la pena aspettare!  Mi dispiace se lo scorso capitolo ti ha fatto in qualche modo 'penare', ma…. Hi hi hi….  Credo proprio che adesso il tuo sorriso sia tornato a splendere!! ^^ … beh, almeno spero! °__°  Ti abbraccio fortissimo per esserci sempre e per non deludermi mai!  E ovviamente ti ringrazio dal più profondo del cuore! A prestoooooooo !!!!

 

Penny Pink: Ohhh….  Tu mi commuovi oltre l'inverosimile! Addirittura dall'Inghilterra… *__*  ME FELICE!!!!!!!!!  Grazie, grazie di cuore, carissima!  Spero che i 'problemi' siano definitivamente passati, e che tutto proceda per il meglio!  Io non ho parole per ringraziarti, e ti assicuro che la tua preziosissima recensione mi è arrivata dritta dritta al cuore, così come spero che questo capitolo sia arrivato a te!  L'attesa è stata lunga, lo so, ma il periodo estivo è sempre un po' intenso per tutti… J  Io ti dico ancora grazie, e non posso che salutarti con l'augurio di trovare presto le tue bellissime parole! Un bacio graaaaaaaaaaaandissimo!! A presto!

 

 

 

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Capitolo 21
*** 21 "Odio & Amore" ***


Al di là della ragione

Ciao a tutti!!

Vi chiedo scusa per questo enorme ritardo… non ho parole!

I miei aggiornamenti, purtroppo, ultimamente sono BIBLICI…. E questo mi fa sempre temere di non trovare più il vostro affetto e la vostra attenzione…

Ma spero di cuore che voi tutti ci siate sempre, anche perché per me siete importantissimi… e forse uno dei pochi stimoli che mi spinge a continuare a scrivere.

 

 

 

- 21 -

" Odio & Amore "

 

 

Nonostante fosse ormai quasi giunta l'estate, quella sera l'aria era insolitamente fredda e umida.

 

'Il luogo'  era quanto di più inospitale e desolato si potesse immaginare.

Come se ce ne fosse stato bisogno, una nebbiolina uniforme rendeva quel posto (praticamente insignificante agli occhi di qualsiasi babbano) ancora più sinistro e squallido.

 

Ovviamente non ci si poteva arrivare con l'uso della magia, ed il solo modo per raggiungerlo, era conoscerlo.

 

Isabel percorse la strada a lei tristemente familiare con un sentimento di rabbia e frustrazione, e man mano che il tragitto si riduceva, sentiva la morsa allo stomaco farsi più intensa.

 

Lo devo fare… lo devo fare!

Harry deve essere mio…

 

Non faceva che ripetersi nella testa quelle parole, come per convincersi maggiormente che stava facendo la cosa giusta. Ripensò agli occhi del ragazzo, così belli e intensi che quasi le impedivano di restare lucida. Quegli occhi che fin dalla prima volta che li aveva incrociati, le avevano fatto mancare il respiro.

 

Sorrise senza gioia: eppure era sempre riuscita ad essere così forte!

Lei, nel suo lavoro, era sempre stata impeccabile. Era stata addestrata a resistere a qualsiasi cosa. Le era stato insegnato a contrastare ogni tentazione. Con la forza, a furia di subire incantesimi durissimi e violenze fisiche, era stata preparata a non soccombere mai…

Con la sola forza del pensiero, lei era in grado di difendersi, di opporsi e di combattere.

Lei era diventata una macchina, fredda e calcolatrice.

 

Eppure… qualcosa non aveva funzionato…

O meglio, una sola, unica cosa…  con la quale non aveva fatto i conti:  innamorarsi di Harry Potter.

 

Il suo cuore, freddo ed irreprensibile, ebbe un leggero fremito.

 

Quella cosa non era stata programmata. Ed ora rendeva tutto più difficile…

 

Con una punta di ansia, si accorse di essere arrivata. Guardò le rovine abbandonate, l'erba che proliferava selvaggia tra quell'ammasso si sassi e polvere e i rovi scomposti  che facevano da contorno.

 

Ritrovò l'ingresso senza problemi.  Sapeva che Lui era lì, ad aspettarla.

 

Si addentrò tra quelle macerie e dopo pochi passi, un incantesimo trasformò le rovine in un luogo che si sarebbe potuto chiamare casa, se non fosse stato per quella sensazione di angoscia e di dolore che si respirava ad ogni metro percorso.

 

Le pareti erano rivestite con un tessuto scuro e consumato dal tempo, e l'aria sapeva di muffa e umido. Percorse ancora qualche metro, attraversando un lungo corridoio, finché si ritrovò in una sala circolare e appena più illuminata dal lieve tremolio di alcune candele.

 

"Eccoti… finalmente!", soffiò una voce gelida.

 

Isabel trasalì leggermente, non lo aveva visto.

 

Si voltò di tre quarti e non appena riconobbe il volto serpentesco e malvagio, chinò il capo e si appoggiò su un ginocchio, in una profonda reverenza.

 

"Mio Signore…" disse con voce delicata.

 

"E' sempre un piacere per gli occhi, la tua visione… non c'è che dire."

 

Isabel rimase a testa bassa, immobile. Poi, senza che lui facesse il minimo rumore, le fu accanto. Mettendole la bacchetta sotto il mento la obbligò a sollevare la testa.

 

"Ma quante cerimonie… mogliettina mia…" le sibilò in modo impercettibile.

 

Isabel, nonostante tutti i suoi sforzi per evitarlo, provò un brivido di disgusto.

 

"Uhmm… ancora non ti pieghi a me, eh?" Disse Voldemort con una sorta di piacere.  Poi, le sue labbra invisibili e quasi trasparenti, si stirarono in quello che voleva essere un sorriso: "Ma lo sai che questo mi stuzzica ancora di più, vero?"

 

Isabel sostenne il suo sguardo, impassibile e di ghiaccio, che non fu però sufficiente a celare la sua ripugnanza.

 

Lo schiaffo la colpì duramente sulla guancia chiara e delicata.

 

"Questo è perché voglio che prima o poi i tuoi occhi imparino a guardarmi con una fiamma diversa dalla semplice obbedienza…"  Sollevò la mano e la picchiò ancora: "E questo è perché ancora non sei riuscita a portarmi il ragazzo!"

 

Lei accusò i colpi senza fiatare. Era talmente abituata a subire quelle punizioni che nemmeno ci badò.

 

"Mi dispiace, mio Signore… Il ragazzo essere molto più forte di quanto io immaginare. Lui… lui avere imparato molto bene a controllare sua volontà… e non è facile, purtroppo, farlo passare dalla nostra parte."

 

"Hai avuto quasi un anno intero!" ruggì.

 

Isabel ripensò a tutti i momenti passati con Harry, alla sua tenerezza, e all'intensa attrazione che provava per lui.  Quella distrazione le costò cara.

 

Voldemort si adombrò e il suo sguardo si fece ancora più crudele: "Cos'è questo turbamento che non riconosco? A cosa stai pensando?!"

 

Isabel tentò di chiudere all'istante la mente.

 

"A nulla, mio Sign…"   Ma Voldemort mosse impercettibilmente la bacchetta e lei si ritrovò scaraventata contro una parete, trafitta da mille aghi acuminati.

 

"Sono riuscito a rendere la tua copertura praticamente perfetta, ingannando chiunque al Ministero! Le tue referenze sono ineccepibili! Persino quel vecchio insulso di Silente se l'è bevuta come uno stupido! Lui e la sua nobiltà d'animo! Le sue 'porte aperte' e la buona fede verso chiunque…!!" Assunse un'espressione piena di disprezzo, in un ghigno sadico.

 

Isabel sopportò il dolore fino a quando non cessò del tutto, e poi si ricompose con una certa dignità.

 

"E tu…?  sprechi ogni giorno in questo modo inutile! Il tuo obiettivo deve essere solo uno: Harry Potter!  Farlo convertire a Noi , al nostro potere superiore… e  portarlo da me! Non m'interessa come! Ma lo devi fare!"

 

"Certo… mio Signore…" rispose ubbidiente Isabel, sperando di uscire il prima possibile da quella stanza. Si sollevò con grazia, congedandosi con un inchino reverenziale… ma lui alzò la mano, paralizzandola con quel gesto glaciale.

 

"Non ho ancora finito… con te…"

 

Il resto della serata si confuse nella nebbia dell'orrore che Isabel portava nel cuore.

 

*   *   *

 

Harry si svegliò con un terribile mal di testa, e la sensazione di essere passato sotto un rullo compressore. Gli facevano male tutti i muscoli del corpo e quando tentò di muoversi, un forte capogiro gli diede le vertigini.

 

"Harry… Harry!" sentì chiamarsi.

 

Aprì lentamente gli occhi, provando fastidio per la luce, ma non appena mise a fuoco la persona che gli stava davanti, ritrovò immediatamente il sorriso.

 

"He.. Hermione… buon…giorno…!"

 

Lei sgranò gli occhi, sollevata, e si buttò su di lui per stringerlo in un abbraccio.

 

"Dio! Che paura, Harry!", gemette sulla sua spalla, piena di preoccupazione. "…Ma che ti è successo…?"

 

Harry si godette quell'abbraccio dolce e profumato, senza voler pensare ad altro.

Alle sue spalle vide fare capolino anche Ron, che gli rivolse un sorriso fraterno e lo salutò sollevando una mano.

 

Hermione si tirò su e gli fece nuovamente la domanda: "Harry, cos'è successo?"

 

Lui si portò una mano alla testa, cercando di nascondere il fastidio e la guardò con un sorriso: "Non ne ho la più pallida idea… ma sicuramente niente di grave, non preoccuparti" cercò di tranquillizzarla.

 

"Come niente di grave? Ti ho trovato svenuto per terra! Sembravi morto…" gli ricordò Ron, avvicinandosi al letto.

 

Già… il dolore era stato talmente forte da fargli perdere completamente i sensi! Ma non voleva preoccupare nessuno, men che meno Hermione! E non voleva pensare a quella che gli sembrava essere l'unica spiegazione… Era troppo amara e gli faceva paura.

 

"Credo sia stata solo la stanchezza…" minimizzò.

 

"Harry! Quella non era stanchezza!" Lo rimproverò Hermione, al limite dell'ansia.

 

Lui le prese le mani tra le sue e se le portò alle labbra, baciandole con dolcezza. Poi le rivolse un sorriso mozzafiato e Hermione si sentì sciogliere.

 

"Non ci pensare… è tutto ok, adesso. Ho solo voglia di iniziare questa nuova giornata con te… E il modo migliore per farlo, è questo…" Si sollevò dal cuscino, tirandosela allo stesso tempo più vicina, e la baciò piano sulla bocca.

 

Hermione, dimenticando tutto il resto, si lasciò trasportare da quel bacio dato con tanta tenerezza e passione insieme.  Ron, da dietro le sue spalle, allungò curioso il collo, come per gustarsi meglio lo spettacolo, ed Hermione percepì la sua presenza del tutto ingombrante e fuori luogo, in quel momento. Senza smettere di baciare Harry, allungò il braccio all'indietro e con la mano lo scacciò via.

 

"Ehm…  uhh! …Ah, ok!"   Ron si grattò distrattamente la nuca, diventando pericolosamente viola per l'imbarazzo.  "Allora io vi lascio un attimo da soli… Magari inizio a scendere per fare colazione, va bene? Vi aspetto tra poco… eh? Magari… ecco, giù. Sì, già, esatto!"

 

I due si separarono e gli rivolsero un sorriso divertito: "Sì, certo, Ron. Arriviamo subito."

 

Quando il rosso fu uscito dalla stanza, Harry l'attirò nuovamente a sé: "Ho voglia di stare un po' con te…" le confessò con dolcezza e desiderio.

 

Hermione abbassò gli occhi: "Sono qui…", rispose timidamente.

 

Lui le accarezzò piano una mano: "Intendo dire… da solo, con te…"

 

Hermione arrossì involontariamente. Anche lei lo desiderava, molto più di quanto osasse ammettere.

 

Harry cercò ancora le sue labbra, volendo un nuovo contatto, ma furono interrotti da Seamus, che entrò di corsa nella stanza per recuperare un libro dimenticato: "O-p-s. Scusate!!" disse guardandoli incuriosito e nascondendo una risatina ironica.

 

Hermione, colta sul fatto, scattò in piedi come se avesse preso la scossa. "Ok, Harry… allora ti aspettiamo giù!" , e morendo di vergogna corse via.

 

Il compagno di stanza guardò il moro facendogli l'occhiolino: "Eh…Ti capisco! Certo che si è fatta proprio carina, Hermione!"

 

Harry ricambiò con uno sguardo truce e decise finalmente di provare ad alzarsi dal letto, anche se l'operazione gli costò molta più fatica di quanto immaginasse.

 

Con la testa tra le mani, dolorante e confuso, provò a mettere a fuoco il ricordo della sera precedente, cercando di capire cosa avesse scatenato quel malore inaspettato, tanto intenso e reale da farlo crollare a terra. Ma nulla riuscì ad affiorare alla sua mente, se non il piacevole ricordo della morbida bocca di Hermione.

 

Un sorriso gli increspò le labbra, e il pensiero della dolcezza che lo aspettava gli fece dimenticare tutto il resto.

 

Non appena la rivide, una mezzora più tardi, l'unica cosa che desiderò fare fu toccarla, per stabilire ancora una volta che quella era la realtà. Passarono la prima parte della giornata "fisicamente obbligati" a partecipare alle lezioni, ma con il cuore, l'anima e gli occhi  virtualmente  incollati gli uni  agli altri.

 

"S-i-g-n-o-r   P-o-t-t-e-r !", digrignò tra i denti il professor Piton, dopo averlo sorpreso per l'ennesima volta girato dalla parte opposta rispetto a lui, intento a venerare con gli occhi Hermione, finalmente libero di non doversi nascondere.

 

Harry si voltò di scatto: "Ehm… sì?"

 

"Mi rincresce distoglierti da qualcosa di tanto interessante e coinvolgente, ma potresti dirmi  quale ingrediente manca, alla nostra pozione, per ottenere la consistenza giusta?"

 

Harry sbatté le ciglia, per tornare alla realtà: "Argh… Forse del miele…?", rispose di getto, senza pensare, visto che era l'unica cosa che gli veniva in mente guardando Hermione.

 

Piton strinse le labbra e dilatò le narici come un toro infuriato: "Miele?? Hai forse detto m-i-e-l-e ? Ti sembra che IO abbia MAI USATO DEL MIELE, nelle mie pozioni?!"

 

"Ahh… in effetti, no, professore… Ma forse dovrebbe prov…"

 

Hermione non riuscì a trattenere una risatina.

 

"Potter! Hai deciso di fare lo spiritoso, stamattina?! Dieci punti in meno per te!"

 

Harry era talmente raggiante che non gli importava niente di Piton, della sua pozione, del suo rimprovero, delle sue punizioni…  Guardava Hermione ed era felice. Guardava il suo amore… e questo gli bastava.

 

Al suono della campana che decretava la fine dell'ultima lezione, incurante di tutto e tutti, la prese per mano e, quasi correndo e con un sorriso felice, la portò fuori, vicino al lago.

Il cielo era limpido e il sole alto e caldo: l'estate era ormai alle porte ed Harry non si era mai sentito così appagato in vita sua.

 

Hermione sorrise, contagiata dal suo entusiasmo e dalla sua energia: "Che c'è…?", gli chiese curiosa.

 

"Dobbiamo festeggiare!"

 

"… Festeggiare… e che cosa?"

 

"Tutto! Ogni secondo che passo con te…  Il fatto che sei così incredibilmente bella! E che profumi di buono!" disse prendendole la mano e baciandogliela con dolcezza.

 

Hermione sentì uno sfarfallio allo stomaco e provò  l'incontrollabile desiderio di passargli le braccia attorno al collo, stringendosi a lui: "Anche tu sai di buono…  molto più di me!"

 

Harry se la strinse addosso, aspirando la sua fragranza talcata e le sussurrò all'orecchio: "Ti confesso che certe volte era una vera e propria tortura doverti stare vicino e non poterti toccare e respirare, come sto facendo ora…  Per questo dobbiamo festeggiare! Per la libertà e la gioia che provo…  E dobbiamo recuperare tutto il tempo perso a causa della mia stupidità!"

 

Allontanò leggermente il viso per poterla guardare negli occhi, quegli occhi color miele e tanto dolci che lo ipnotizzavano: "Posso… baciarti?" le chiese.

 

Il cuore di Hermione non si sarebbe mai abituato a quelle emozioni così intense e forti!

E il fatto che tutta quella dolcezza fosse riservata proprio a lei… e solo a lei, la faceva volare dalla gioia.

 

"Certo che puoi… non devi chiedere il permesso…" rispose con un sorriso, stupita da quella domanda.

 

"E' che non voglio sembrarti troppo… impaziente, o bramoso… Anche se ammetto di esserlo!"

 

"Devi fare quello che senti…" rispose lei con occhi dolci e caldi.

 

"Oh, Dio!" gemette, "Ti mangerei, da quanto ti desidero…." disse con la voce improvvisamente roca.

 

Hermione  arrossì suo malgrado e si ritrovò ad abbassare gli occhi. Non conosceva quel lato di Harry, così passionale e ardente.

 

Harry le prese il viso tra le mani con una gentilezza che la stupì, e con una carezza leggera l'attirò un po' di più a sé, finché le loro bocche si incontrarono.

 

Hermione sentì le sue labbra calde e morbide mandarle una scossa di piacere, che aumentò ancor di più quando queste si dischiusero e le loro lingue si incontrarono. Le mani di Harry affondarono nei suoi capelli, e il suo respiro si fece più veloce.

 

Rimasero incollati per un lungo minuto, con i corpi stretti l'uno all'altra, finché qualcuno, nel passare loro accanto, emise un fischio di compiacimento.  I due ragazzi si destarono da quel vortice di sensazioni e cercarono di ricomporsi brevemente.

 

"Qui c'è troppa gente…. per i miei gusti!" disse Harry prendendola per mano e tirandola dolcemente verso un punto del giardino più isolato e tranquillo. Cercò il riparo di alcune siepi discrete e trovò un angolo soleggiato e che allo stesso tempo li avrebbe protetti da occhi indiscreti.

 

La invitò a sedersi sull'erba morbida e profumata, e le si mise a fianco. Hermione gli sorrise felice, anche se ad un certo punto si impensierì, battendosi una mano sulla fronte e perdendo il buonumore. 

 

"Oh, no… mi stavo scordando che oggi  devo assolutamente andare in biblioteca almeno un'ora prima del solito per prendere il posto, visto che ci sarà il pienone dopo il tema da trenta centimetri che ci ha assegnato Piton! In più ho un mucchio di compiti da finire per prepararmi al compito di trasfigurazione della McGranitt! Per non parlare di domani: mi aspetta una lezione doppia di Rune Antiche, dal momento che abbiamo saltato quella della settimana scorsa… Accidenti!  Ah, già!! Dimenticavo che devo anche recuperare…"

 

Ma Harry le impedì di proseguire, chiudendole la bocca con un bacio improvviso.

 

"L'unica cosa che devi recuperare… sono questi…" le disse in un soffio, baciandola nuovamente sulle labbra, mentre con una mano la spingeva dolcemente all'indietro, finché lei non si ritrovò distesa sull'erba.

 

Harry non osava fare ciò che desiderava realmente, e si limitò a sdraiarsi sopra di lei solo con la parte alta del busto, appoggiandosi sui gomiti e continuando a baciarla con ardore. Le accarezzò i capelli, con una tenerezza che la fece sospirare, e con la lingua si divertì a giocare lentamente con la sua.

 

Hermione dimenticò all'istante la biblioteca, il tema di Piton e il compito in classe di trasfigurazione!  Nulla al mondo poteva essere più importante di quel momento, di quelle sensazioni meravigliose, del sentire il cuore di Harry battere tanto forte da sembrare che scandisse il suo nome.

 

Tum  -  Tum  -  Tum !

Herm… Herm… Herm!

 

Quel dolce battere era poesia per le sue orecchie. Ad ogni singolo, ma prezioso colpo, credeva di ricevere e condividere una piccola parte di lui.

Era questo che percepiva, mentre sentiva le sue mani timide scivolarle addosso, forti ma delicate, mentre la sua mente allontanava per la prima volta ogni più piccolo barlume di buonsenso.

 

Quel prato verde e soffice era una culla perfetta per ciò che stava accadendo. Un fresco alito di vento muoveva con dolcezza i capelli di Harry, tentando inutilmente di raffreddare quegli animi incendiati dalla passione tanto a lungo celata.

 

Ma lui si era perso… Perso in quella sensazione di calore intenso, perso nel dolce miele dei suoi occhi nocciola, così incredibili ed intensi che sembrano essere stati dipinti dal migliore artista per ultimare un volto perfetto. Con un dito ne seguì il contorno, accarezzandola dolcemente, fino a scendere con una lentezza esasperante lungo il collo… poi sempre più giù, fino a raggiungere il terzo bottone della camicetta  e causandole un brivido di piacere.

 

Hermione aveva il fiato corto, e questo causò in Harry maggiore eccitazione, rischiando di fargli scoppiare il cuore nel petto. Sentiva il proprio organo vitale pompare al massimo, facendo fluire il sangue nelle vene in modo irregolare!  Dio, quanto la voleva!

 

Ansimando e tremando dal desiderio, fece scivolare la sua mano lungo il fianco di Hermione, fino a stringerle la vita sottile. Poi, iniziò ad accarezzarla in modo languido e sensuale, spostando la mano un po' più in basso, fino a sfiorarle i glutei.

 

O-h-m-m-i-o-D-D-i-o!!

 

A quel contatto, la testa di Harry prese a girare e la sua fervida immaginazione galoppò scatenata. Sentì un caldo inatteso partirgli dall'inguine e salirgli fino al viso.

Hermione, non da meno, andando contro tutte le sue ferree regole, si  lasciò scappare un sospiro deliziato.

 

Harry risalì lentamente con la mano, accarezzandole la schiena, mentre con la bocca passava ad esplorare il suo collo profumato, che lo attirava incredibilmente. Le baciò con dolcezza quella pelle fresca e delicata, assaporando il suo sapore mielato.

 

Hermione si sentiva la testa annebbiata da quelle sensazioni nuove e piacevoli, capaci di farle dimenticare tutto il resto, soprattutto che fossero in un luogo (seppur riparato) pubblico.

 

Quando Harry, completamente in balia dell'eccitazione, le appoggiò una mano sul seno pieno e sentì i suoi capezzoli duri reagire all'istante, gemette di un doloroso piacere.

La accarezzò piano, timoroso di sembrarle troppo audace, ma… Dio! Avrebbe voluto stringere con più passione quel seno meraviglioso, sodo ed invitante.

 

Dovette compiere uno sforzo enorme per non lasciarsi andare, ed esercitare una notevole pressione sulla propria…  volontà, per non impazzire! Ma sentiva di essere quasi arrivato al limite.

 

Anche Hermione voleva sentire maggiormente il suo fisico muscoloso, e con delicatezza lo invitò a stendersi del tutto su di lei. Harry la guardò negli occhi, con un sorriso compiaciuto nel riconoscere una scintilla maliziosa in quegli occhi ambrati e intensi. Si impossessò ancora delle sue labbra carnose, leccandogliele in modo provocante, per stuzzicarla e farla accendere ancora di più. Lei, istintivamente, sollevò il bacino in cerca di un contatto ancora più intimo e una scossa di piacere li invase.

 

Poteva sentire il fiato di Harry spezzato, come se riuscisse a malapena a respirare, mentre le passava delicatamente la lingua vicino all'orecchio. Era eccitato e Hermione spalancò gli occhi, riconoscendo il suo sesso che premeva forte su di lei.

 

Non sapeva bene cosa fare…  o come ci si dovesse comportare in quelle situazioni… ma l'unica certezza che aveva, era di essere attirata in modo sconvolgente verso il corpo di Harry. Il fatto che lui la desiderasse in modo così… tangibile, la riempiva di uno strano orgoglio femminile. E poi… quella virilità così evidente la attirava troppo… la voleva toccare!

 

Morendo di paura, ma spinta da una curiosità fino a quel momento a lei sconosciuta, timidamente, allungò una mano verso il suo bacino.

Harry era troppo impegnato a baciarla per accorgersi che lei aveva smesso di passargli le mani tra i capelli…  Finché poi non sentì quella stessa mano accarezzargli istintivamente i fianchi… e scivolare piano tra i loro due corpi caldi, finché non trovò quello che cercava, esercitando una lieve pressione in un timida carezza...

 

Harry si lasciò sfuggire un gemito sorpreso, ma la sensazione della mano di Hermione che lo toccava, lo mandò in estasi. Premette dolcemente col bacino sulla sua mano, gustando quella sensazione di piacere, così intima e intensa.

Smise di baciarla, ma le posò le labbra vicino all'orecchio, sussurrando col fiato corto: "Ti amo… ti amo, Hermione…"

 

Lei sorrise imbarazzata: sapeva di  essere un disastro totale in fatto di seduzione e di arti amatorie! Non aveva mai fatto… nulla di simile, e mai si era spinta fino a quel punto. Le sole cose che la guidavano, erano l'istinto, l'amore… e il desiderio per lui.

 

Si sentiva ardere da una tale passione da spingerla ad accarezzarlo ancora sul rigonfiamento dei pantaloni, ma questa volta con una pressione leggermente più forte.

 

Harry ansimò di piacere: "Ohh, Hermione…" Con la mano che gli tremava, le toccò nuovamente il seno, desiderando di poter andare ben oltre.

 

Hermione provò un nuovo brivido d'eccitazione a quel contatto…

Ma…. Santo cielo! Non potevano spingersi fino a quel punto!

 

"Ha-rry…"

 

"Ohh… mmhm… s-sì…?" 

 

"Io… io credo che… forse è me-meglio se…"

 

Harry spinse leggermente su di lei, facendola sognare: "Oohh...  Harry!"

 

Il ragazzo aprì gli occhi e si rese conto che era pericolosamente arrivato al limite.

O si fermava in quel momento, o sarebbe stato drammaticamente troppo tardi.

 

Non era quello né il posto, né il momento giusto…

E anche se era durissima decidere di fermarsi, doveva farlo. 

 

"Scusami! Scusa… hai ragione…."  Le disse senza fiato, dovendosi fermare.

 

Hermione si mosse appena sotto di lui e per Harry fu peggio di una tortura. Strinse le labbra, cercando di pensare ad altro, anziché al suo basso ventre. Attese qualche secondo e poi disse, con voce roca: "Aspetta solo… un attimo…"

 

Lei sentì il rossore salirle al viso. Dio! Ma come potevano essersi spinti fin lì? Doveva essere completamente pazza! Sdraiata sull'erba, con Harry sopra di lei… a pochi passi da C-H-I-U-N-Q-U-E!

 

"Scusami Harry… Io non…"

 

Lui sorrise della situazione, comicamente buffa! Erano lì a chiedersi scusa…. Ma di cosa? Di provare delle emozioni incredibili e travolgenti? Di voler stare insieme? Di non desiderare altro che potersi baciare, toccare… e scoprire?

 

"Non ti devi scusare, Hermione, così come non lo devo fare io… Voglio dire, io ti… desidero! Ogni centimetro del mio corpo… non fa che cercare disperatamente il corrispondente del tuo! E non mi vergogno di questo!"

 

La guardò con una dolcezza che la disarmò e che fece crollare il suo irremovibile autocontrollo.

 

"Io ti amo, piccola streghetta… e non voglio altro che stare con te!"

 

Lei si sciolse.

 

"Oh, Harry! Anch'io lo… desidero…  Ma siamo in una scuola!!"

 

"Uhm… già! E il giardino è un posto decisamente troppo… pubblico!"

 

Hermione lo guardò seria e, dopo meno di un secondo, scoppiarono entrambi a ridere.

 

*   *   *

 

Ginny aveva marcato stretta Hermione per tutto il giorno, sperando di riuscire a trovarla un attimo da sola e poterle parlare con calma. L'aveva cercata con insistenza, ma Harry non l'aveva quasi mai lasciata sola, se non a fine pomeriggio, quando si era dovuto separare da lei per gli allenamenti di Quidditch.

 

Già…  Harry!

 

Lo sguardo della rossa, solitamente vispo ed allegro, si fece leggermente accigliato e risentito.

 

La sera prima la notizia l'aveva colta talmente di sorpresa che era rimasta incredula a fissarli, senza riuscire a complimentarsi con loro. Ancora stentava a crederci!

Harry e Hermione… insieme!

 

Fece una risata amara. Alla fine, il bel moro, era riuscito a superare le sue paure, e si era dimostrato molto più audace di quanto avesse mai immaginato.

Ginny cercò di allontanare la momentanea sensazione di risentimento che provava per i suoi due amici, e cercò di non pensare al fatto che Harry, per lei, non aveva mai osato muovere un solo passo.

 

Ma doveva provare ad essere felice per loro, senza farsi sopraffare dal quel fastidioso senso di gelosia che iniziava ad irritarla.

 

Era stata innamorata di Harry per moltissimo tempo. Decisamente troppo!

E cosa ci aveva guadagnato? Assolutamente nulla! Nulla a parte una gran sofferenza nel vedersi trattare sempre e solo come la sorella del suo migliore amico!

 

E poi… doveva essere onesta fino in fondo: quei due si inseguivano senza nemmeno rendersene conto! Si amavano da molto tempo prima che suo fratello Ron ci provasse con lei! Lo aveva capito già da molto tempo, forse ancora prima che lo capissero loro stessi.

 

Ricordava bene lo sguardo sofferente di Harry ogni volta che li vedeva insieme!

 

Passandosi nervosamente una mano tra i capelli rosso fuoco, scosse le spalle in un gesto di stizzita indifferenza. Ormai la cosa non la riguardava più!

Aveva ben altri pensieri, per la testa…

Pensieri molto più pericolosi ed assurdi!

 

Pensieri che non le davano pace, che la turbavano, che la sconvolgevano…. E che purtroppo avevano un nome ben preciso: Draco Malfoy!

 

Senza rendersene conto, si mise a fissare con uno sguardo corrucciato ed ostile una vecchia armatura del corridoio che portava in Sala Grande.

 

Probabilmente, se in quel momento non ci fosse stato Malfoy ad offuscarle la mente, la notizia di Harry e Hermione l'avrebbe fatta soffrire in maniera ben più cocente!

Ma…  Adesso c'era lui!

 

Draco… Draco… Draco!

 

Santo cielo! Che effetto catastrofico che le faceva pronunciare il suo nome!

E dire che il nome era la cosa che la sconvolgeva meno !

 

Lei lo… lo trovava… assurdamente affascinante!

Per non parlare della sua bellezza!

Dio! Perché era così incredibilmente delizioso?!  Una volta quell'aria boriosa ed arrogante le faceva saltare i nervi! I suo modi prepotenti ed altezzosi lo avevano sempre reso odioso ai suoi occhi!  Ma adesso… Ohh! Adesso le sembrava di morire ogni volta che si sentiva sfiorare dal suo sguardo!

 

Eppure

Maledizione!  Sapeva molto bene che la loro antipatia era reciproca!

Si detestavano!

Da sempre!

 

Lei lo… disprezzava! Anzi, peggio… lo odiava!

E allora cosa accidenti era successo per ritrovarsi a sognarselo di notte?

Cosa poteva essere mai…

 

"Ehi, Weasley! Perché hai quell'aria così seria e accigliata?" la interruppe dai suoi pensieri una voce profonda e tagliente alle sue spalle.

 

Ginny si voltò lentamente, sbattendo le ciglia almeno tre volte di fila, prima di avere la forza di parlare: "Ma - Mal..foy…"

 

"Ah ah ah!" rise in modo seducente il biondino, scrutandola a fondo. "Sembri una a cui hanno pestato i piedi…"

 

"I… piedi…?" chiese Ginny, confusa.

 

"Forse non te ne sei resa conto… ma stai fissando con odio quell'armatura da più di cinque minuti! Ti ha forse fatto un dispetto?" la canzonò con scherno.

 

Ginny percepì il rossore salirle in volto in maniera incontrollata e, forse per la prima volta in vita sua, si sentì in difficoltà nel trovare una risposta adeguata.

 

Con noncuranza Draco fece un passo verso di lei, aggiustandosi un ciuffo ribelle: "Non ti sei ancora ripresa dalla notizia, eh?  Dì la verità…."

 

"Ehm…  eh? Cos… Quale notizia…?" farfugliò, disturbata da quello sguardo indagatore.

 

Lui con un altro passo le fu vicinissimo, e chinandosi sul suo orecchio le parlò con un soffio leggero ma pungente: "Come 'quale notizia'? Quella che è sulla bocca di tutti!"

 

Ginny si ritrasse istintivamente all'indietro: "Non ho proprio idea di cosa tu stia parlando…" mormorò perdendosi nel grigio argenteo dei suoi occhi.

 

Lui sorrise divertito, consapevole dell'effetto T-I-L-T che faceva sulla rossa.

 

"Il tuo eroe… il bambino sopravvissuto… proprio quello per cui hai iniziato a sbavare da quando avevi undici anni! Alla fine ha scelto la tua migliore amica, e non te!"  le disse con eccessiva crudeltà.

 

La studiò con più attenzione, pronto a misurare la sua reazione. Voleva capire se era ancora innamorata di Potter… o se finalmente se l'era tolto dalla testa!

 

Lei si voltò di scatto, ritrovandosi pericolosamente vicina al suo viso… troppo vicina.

Ancora una volta si sentì arrossire sotto quegli occhi cristallini, accesi da una strana fiamma che non aveva mai notato. Il cuore prese a batterle impazzito, e si stupì quando sentì le dita sottili del ragazzo sollevarle il mento per poterla guardare meglio.

 

"Non dirmi che sei ancora… invaghita dello sfregiato?!" chiese con durezza, furioso per il sentimento di gelosia che iniziò a provare senza volerlo.

 

Ginny, incapace di sostenere quegli occhi ardenti, spostò lo sguardo sulle sue labbra contratte.

 

La sua naturale predisposizione alla ribellione ebbe un moto di fierezza e con un gesto di disprezzo si scostò da lui: "Levami le mani di dosso, Malfoy! E poi si può sapere, a te, cosa interessa?!"

 

Il ghigno di Draco diventò più amaro. Distolse lo sguardo sofferente e stringendo i pugni mentì: "Ah! Proprio nulla, pezzente!"

 

Ginny sentendo quell'odioso nomignolo, andò su tutte le furie. Si morse un labbro, dandosi della stupida: chissà perché nella sua mente, ma soprattutto nel suo cuore, aveva sperato in un'altra… assolutamente impossibile… risposta.

 

"Allora gira al largo da me e piantala di darmi il tormento!" gli gridò con rabbia.

 

"Darti il tormento… io?"

 

Ginny strinse le labbra, provando una svariata gamma di sentimenti, tutti insieme.

 

"Sì, tu! Si può sapere che accidenti vuoi, da me?! Ultimamente non fai che… guardarmi!  E la cosa mi irrita…  mi  rende nervosa!"

 

Draco la studiò perplesso. Si era augurato di farle ben altro effetto… 

Ma poi raddrizzò le spalle e l'orgoglio Malfoy si fece sentire: "Weasley, cerca di non provocarmi sul serio…  Fino a prova contraria sei tu, quella che non mi leva gli occhi di dosso!"

 

"C-H-E   C-O-S-A ? iiio  ?!"  Si mise le mani sui fianchi, ribollendo di rabbia e sentendosi in difficoltà. "Malfoy, negli ultimi tempi devi esserti dato alle droghe pesanti!"

 

'Già…  una droga di nome Ginny Weasley!' si ritrovò a pensare il biondo.

 

"Senti, piattola… Tu non hai nemmeno l'idea di cosa significhi veramente ricevere le mie 'attenzioni'…" sogghignò compiaciuto.

 

"Beh, se è per questo, non ci tengo proprio!", rispose offesa, guardandolo con risentimento.

 

"Ah! Non sai cosa ti perdi…."

 

"Ecco, hai detto bene! Non lo so… E non lo voglio sapere!!"

 

Furente, decise di allontanarsi da quella persona che aveva la capacità di scombussolarla oltre all'inverosimile.

 

Draco, vedendola andare via per l'ennesima volta, senza riuscire nel suo intento di 'fare conoscenza' come si era prefisso, si sentì offeso! La inseguì, afferrandola per un braccio e obbligandola a voltarsi.

 

"Eh no, Weasley! Non ci si comporta così… Non con me!"

 

"Sentiamo! E tu cosa avresti, di così speciale?"

 

Quelle parole ferirono duramente il suo orgoglio. Senza pensarci troppo, e senza troppa dolcezza, l'afferrò per le spalle e si chinò su di lei: "Questo!" disse con rabbia.

 

Avvenne molto in fretta, quasi per ripicca.  Draco le stampò un bacio sulle labbra con goffaggine e con la consapevolezza di tremare senza volerlo.


Era stato un contatto fulmineo, timoroso… insicuro…

 

Ma il cuore di entrambi era schizzato alle stelle e, dopo quella breve unione, si erano separati guardandosi a vicenda con occhi sbarrati.

 

Draco fece un passo indietro.

Accidenti!   Non doveva farlo!   Come gli era saltato in mente di baciare la Weasley?!  Come si era ridotto?!

 

Eppure una forza più grande di lui, un desiderio soffocato ed inespresso, questa volta aveva avuto la meglio…  aveva avuto il sopravvento!

 

Ginny aveva provato una scossa di adrenalina pura, un tremito di piacere misto a rabbia, di attrazione insieme a fastidio. Aveva avuto l'impressione che il tempo, per un breve attimo, si fosse fermato.

 

Poi reagì, nell'unico modo che conosceva.

 

Aprì la mano e scaricò uno schiaffo rumoroso sulla guancia del giovane mago, che ne rimase interdetto.

 

"Sei solo uno stupido ragazzino arrogante e viziato! Ecco quello che sei, Malfoy!"  gli gridò offesa.

 

Poi, tremando e senza dargli il tempo di ribattere, si allontanò da lui…

Lo vide massaggiarsi la guancia e bofonchiare qualcosa tra i denti, ma era troppo sconvolta da ciò che era appena successo per fermarsi a riflettere. Anche perché (seppur a malincuore) sapeva perfettamente che quella reazione era stata dettata unicamente dalla paura di cedere al suo fascino.

 

Il biondo rimase fermo a fissare la sua figura che se ne andava con passo deciso, ma allo stesso tempo con una carica di sensualità da lasciarlo senza fiato. I capelli rosso fuoco ondeggiavano sinuosi sulle sue spalle, e i fianchi  si muovevano in modo così… provocante!

 

Di colpo realizzò quello che la sua mente e la sua educazione impartita per anni, cercavano di non fargli capire: la voleva. La desiderava… da morire!  E più lei si negava, più in lui cresceva la smania di averla.

 

Si massaggiò ancora la guancia dolorante ed una luce di passione si accese nei suoi occhi.

 

'Oh… sì, cara Weasley… scappa, scappa! Ma tanto so già che presto non potrai più fare a meno di me…'  e lasciandosi andare ad una risata compiaciuta, si diresse dalla parte opposta alla sua.

 

Ginny, non appena ebbe voltato l'angolo, si abbandonò con le spalle contro il muro freddo. 

Merlino!!  Malfoy l'aveva baciata!

Aveva baciato lei! Una pezzente di nome Weasley!

Oh! Com'era stato… bello! E terribile… E umiliante…  E meraviglioso!

 

Si passò timidamente la punta delle dita sulle labbra, che sentiva ancora bruciare… Il cuore cessò di andare come un matto solo dopo parecchi minuti ed il rossore che sentiva scaldarle le guance passò solo dopo che fu andata in bagno per rinfrescarsi il viso…

Non prima, però, di essersi umettata le labbra per sentire un'ultima volta il suo sapore.

 

 

*

 

Harry e Hermione entrarono mano nella mano nell'aula di Difesa contro le Arti Oscure, senza accorgersi della professoressa Keen che li fissava con una tale intensità da essere quasi palpabile.

Isabel li seguì con lo sguardo, concentrata ed attenta, seria ed impassibile.

 

Hermione, con un ultimo sorriso a Harry, fece per sedersi al suo tavolo. Si lasciò andare all'indietro, sicura, ma in un attimo e  senza rendersene conto, si ritrovò con le gambe per aria e con il fondo schiena fortemente dolorante.

 

"Aahh!!" si lamentò.

 

Cosa accidenti era successo?!

 

Harry fu subito da lei per soccorrerla, chinandosi a terra: "Hermione, come stai?"

 

"Auch… mi fa… male qui…" disse con voce sofferente, massaggiandosi il coccige. "Non  so come, ma sono finita… a terra!"

 

"Eppure la tua sedia era…" Harry gettò un'occhiata alla seggiola, palesemente lontana rispetto a quello che avrebbe dovuto essere. D'istinto si girò verso Isabel: non poteva essere!

 

Strinse gli occhi, riuscendo a penetrare nella sua testa.

 

'Tua amica deve stare un poco più aténta….'  Lesse nella mente della ragazza.

 

Harry preferì ignorare quella ironia ed aiutò Hermione ad alzarsi: "Come va', Hermione? Hai bisogno di qualcosa…?"

 

La riccia sorrise: "Oh, non preoccuparti! Non è successo niente! Ero convinta che la sedia fosse proprio dietro di me, ma evidentemente mi sbagliavo…"

 

Harry allungò una mano, massaggiandola delicatamente nel punto che aveva battuto.

 

"Ohm… molto bene!" disse svelta la Keen, interrompendo il loro parlare. "Io penso che ora lezione può iniziare!".

 

Harry tornò al suo posto, senza però smettere di guardare Hermione con occhi pieni di dolcezza e con un sorriso carico di amore.

 

Isabel gli si parò davanti, impedendogli di continuare a guardarla, e poi si mise a passeggiare lentamente tra i banchi, tenendo in mano una serie di pergamene.

 

"Io avere corretto vostri compiti della settimana scorsa… Voi tutti essere stati molto bravi. Avete capito qvuello che io avere spiegato." Rivolse un sorriso compiaciuto agli studenti, mentre distribuiva loro i temi.

 

Si fermò all'altezza di Paciock, che divideva il banco con Hermione, e rivolse alla coppia uno sguardo leggermente accigliato: "Tutti i compiti sono stati eseguiti bene. Tutti, tranne… uno."

 

La classe rimase in attesa di sapere chi era il malcapitato.

Neville si guardò la punta dei piedi. Purtroppo era un disastro, anche in quella materia… ed era pronto a scommettere che l'unico ad aver sbagliato il compito, fosse lui. Con fare sconsolato si alzò, pronto a sentire la nota dolente.

 

"Mi… mi dispiace, professoressa…" farfugliò imbarazzato.

 

Lei lo guardò con un sorriso dolcissimo: "Oh, Neville… non essere tuo, il compito sbagliato…."

Gli occhi di Neville si illuminarono: "Ah no? Davvero?!"

 

"Ohm… tu avere fatto alcuni errori, ma tua votazione essere comunqvue sufficiente."

 

Paciock gongolò, mentre la Keen gli allungava la pergamena con una 'A' scritta bella in grosso.

 

Poi si rivolse ad Hermione, trattenendo a fatica uno sguardo trionfante: "Hermione… Granger. Io essere davéro molto dispiaciuta…. Ma tuo compito è stato… pessimo!!"

 

Un coro di 'Oohh!'  stupiti si levò dalla classe, per poi proseguire in un fitto borbottio.

 

Hermione, con gli occhi sgranati e con la mano tremante, prese il foglio che la Keen le porgeva con crudeltà.  Scorse un'orribile "D" di 'Desolante'... e le sembrò di ricevere una pugnalata nel cuore.

 

Com'era possibile?! Ricordava bene quel compito… e non era stato affatto difficile!

Senza riuscire ad impedirlo, sentì un'orrenda sensazione di rossore (dovuto per la prima volta in vita sua a vergogna pura) salirle in viso.

 

Il compito era pieno zeppo di correzioni e note al lato della pergamena, marcate con un colore rosso fuoco, e che rendevano il compito una macchia informe.

 

"Io penso che tu ultimamente hai perso di vista le cose importanti… non essere così?" le chiese con una voce eccessivamente dolce.

 

Hermione sbatté le palpebre, frastornata, e rivolse uno sguardo fugace verso Harry, che scosse lentamente la testa e le sorrise, cercando di tranquillizzarla.

Ma lei era…  incredula!

Per la prima volta aveva ricevuto un giudizio insufficiente. Abbassò gli occhi, mortificata e sentendo un nodo che le stringeva la gola.

 

"Ohm… io certa che tu essere ottima studentessa… e questo essere solo piccolo incidente di percorso." Le sorrise in modo accattivante. "Ma io voglio darti subito una possibilità per recuperare qvuesto  brutto voto… Su, avanti… vieni alla cattedra…"

 

Hermione scattò sull'attenti, pronta a dimostrare di conoscere perfettamente ogni risposta. 

Harry strinse le mascelle:  merda!

Il suo istinto lo aveva messo in guardia già da prima.

 

Isabel invitò Hermione a mettersi al centro, in modo che fosse ben visibile a tutti. Poi, con molta lentezza, iniziò a camminarle intorno, con fare falsamente tranquillo e che in realtà era piuttosto irritante.

 

"Allora… Hermione Granger… direi che potremmo iniziare con…" si mise un dito sotto il mento e guardò di sfuggita Harry, che per risposta strinse gli occhi   "…. Ohmm… una domanda molto sàmplice: Quale essere incantesimo di disarmo per ecélénsa?"

 

Hermione sorrise e aprì la bocca per rispondere, pronta, sicura…

 

Ma inaspettatamente la sua mente si oscurò. Come se all'improvviso le si fosse svuotata di tutto ciò che sapeva. Sbatté le palpebre, stupita. Poi scosse la testa, come per fare chiarezza.

 

Incantesimo di disarmo…  Incantesimo di disarmo…. Incantesimo di disarmo!

La so! La so benissimo! L'ho usato centinaia di volte….

 

Strinse gli occhi, concentrata, alla disperata ricerca della risposta.

Harry la guardava attento, continuando a ripetersi nella mente la risposta.

 

Nel mutismo generale, passò un interminabile minuto.

 

"Ohm… Hermione… Hai capito la mia domanda?"  chiese dolcemente Isabel.

 

"Sì! Sì, certo! Io… la so… ce l'ho… proprio sulla punta della lingua…"   Iniziò a sudare freddo. Si stava agitando per niente, dannazione! La risposta era talmente banale, scontata! Ma passò ancora del tempo, e lei non rispose.

 

Isabel alzò un sopracciglio: "Ok, non preoccuparti… si chiama 'Expelliarmus'… Essere un incantesimo abbastanza potente che serve per difendersi nei combattimenti: questo incantesimo disarma i nemici facendo volare lontano la loro bacchetta…"  disse con ovvietà.

 

Hermione arrossì vistosamente ed abbassò gli occhi, in difficoltà.

 

"Bene… allora magari tu puoi dirmi quale essere controincantesimo per difendersi da un attacco di media potenza…?"

 

Hermione si umettò le labbra: Certo che glielo sapeva dire! Dischiuse la bocca… ma esattamente come poco prima, tutto il suo sapere svanì nel nulla.

Sgranò gli occhi, incredula davanti al fatto che le stesse succedendo un'altra volta!

 

"Ehm.. "

 

Harry mormorò la risposta a fior di labbra, sperando che in qualche modo lei potesse sentila:  "Protego… PROTEGO!"

 

La professoressa Keen attese, pazientemente…  finché con un piccolo sospiro pronunciò: "Protego…"

Hermione abbassò le spalle, sconfortata, e i suoi compagni iniziarono a parlottare meravigliati.

 

"Ohm, vuoi forse provare la prossima volta?" le chiese con falsa cortesia Isabel, sapendo perfettamente che l'orgoglio di Hermione non avrebbe mai accettato quell'offerta.

 

"No!" protestò infatti, "Ho solo avuto un attimo di esitazione… ma quelle risposte le conosco! Le so tutte!" disse con foga.

 

"Molto bene. Allora saprai senz'altro dirmi a cosa serve uno schiantesimo, e come si invoca."

 

Hermione strinse i pugni, in tensione.

 

"Si chiama… si chiama… Oh…!" si passò una mano sulla fronte, esasperata. " E serve per… per…"

 

La professoressa incrociò le braccia sul petto, perdendo parte della sua dolcezza, e senza concederle altro tempo, sentenziò: " Stupeficium! E serve a far perdere i sensi alle persone!"

 

Si mise a camminarle nuovamente intorno, con lentezza: "E che colore emette, la bacchetta, quando si utilizza uno schiantesimo?"

 

"Il colore…?"

 

"Sì, il colore…"

 

"Ecco…" ma Hermione non fu in grado di rispondere e sentì le lacrime pungerle gli occhi.

 

Isabel interruppe la sua camminata, e voltando con noncuranza la schiena a Hermione si rivolse alla classe e disse: "…Rosso… naturalmente!"

 

Harry cercò di intercettare gli occhi di Hermione, e quando riuscì a catturarla, la supplicò di abbandonare quella stupida farsa. Ma lei sembrava talmente turbata dalla situazione che quasi non lo vide.

 

"E la controfattura, efficace per destare chi ha subito uno schiantesimo, come si chiama?"  continuò imperterrita la Keen.

 

Silenzio.

 

"Innerva!"

 

Hermione era sempre più sconvolta dal suo stesso silenzio, da quella nebbia che le offuscava la mente e che le paralizzava la lingua.

Isabel, a quel punto, alzò il tono della voce, sempre più incalzante, e prese a camminare più velocemente intorno a lei, quasi fosse stata uno squalo feroce ed affamato.

 

"Quali essere le tre maledizioni senza perdono?!"

Silenzio.

"Cosa essere un Rettilofono?"

Silenzio.

"Quali essere le caratteristiche dei Folletti della Cornovaglia?"

Silenzio.

"Cosa sono i Doxies?"

Niente.

"Dove si insidiano i Mollicci?! E con quale incantesimo si fanno sparire?"

Hermione ormai aveva le lacrime agli occhi…

"Cos'è un Dissennatore, Hermione Granger? In che modo si può sconfiggere?"

 "Quali sono le creature alate con la testa di drago e il corpo scheletrico e nero di un cavallo?"  Isabel continuava ad infierire con domande a raffica, senza pietà.

"Quale incantesimo si usa per…"

 

Harry non ci vide più!  Si alzò in piedi e gridò: "Adesso basta!"

 

Isabel si interruppe, voltandosi con dolcezza verso il ragazzo.

 

"Hermione conosce perfettamente tutte queste risposte!"

 

"Ohm…  io molto dispiaciuta di doverti contraddire, Harry…  Ma a me non sembra proprio che sia così…  Hermione avere fatto male suo compito, e io avere dato lei possibilità di rimediare…  con domande talmente banali, che essere alla base di formazione per qualsiasi mago. Domande che anche bambino di primo anno, sa. Purtroppo, io devo considerare qvuesta interògazione disastrosa… e devo dare il voto che si merita!"

 

Harry la guardò con occhi supplichevoli: "No… per favore… la prego!"

 

Ma Isabel, impietosa e severa, si rivolse ala ragazza: "Hermione, è… inaudito che tu non sappia queste cose basilari! Tuo voto essere una 'T ' !"

Con la grazia di una principessa, ma con lo sguardo cinico che tanto stonava su di lei, si sedette alla scrivania, annotando il voto su un registro. Poi sollevò la testa e, vedendo Hermione ancora in piedi, le disse con freddezza: "Su, cosa fai ancora lì? Vatti a sedere!"

 

Hermione, con le gambe malferme e gli occhi lucidi, tornò lentamente al suo posto. Ma rimase seduta per pochi secondi e poi, tremando, si alzò e chiese di poter uscire dall'aula.

 

Harry era furibondo! Seguì con gli occhi Hermione mentre usciva, e sentendo il bisogno di raggiungere all'istante la sua ragazza, alzò diligentemente la mano.

 

"… per questo motivo, quando voi trovarvi in situazione simile a quella che ho spiegato…  Ohm, sì, Harry?" chiese  la professoressa rivolgendo un sorriso al ragazzo che richiamava la sua attenzione.

 

"Posso uscire un attimo, per favore?" chiese educatamente.

 

Isabel si accigliò. "E per quale motivo?"

 

Harry sapeva bene che era del tutto inutile tentare di mentire. "Voglio vedere come sta Hermione!" rispose con aria di sfida.

 

"Ohm…  purtroppo tua amica, ormai, essere già troppo lontana. E poi non essere compito tuo, vedere come sta." Disse con sufficienza.

 

"Ma profes…"

 

"Ho detto di NO!" lo interruppe con rabbia, chiudendo definitivamente il discorso.

 

Harry strinse i pugni e detestandola con tutto se stesso, contò i minuti che lo separavano dal termine della lezione.

Quando l'ora finì, Harry scattò in piedi e fu il primo a dirigersi verso la porta. Passando accanto ad Isabel, non riuscì a trattenersi dal dirle: "Era proprio necessario farle questo?"

 

"A cosa ti riferisci, Harry?"

 

Lui strinse le labbra e calpestando il proprio orgoglio, conciliante, si chinò su di lei e sussurrò: "La prego… Hermione non merita quel brutto voto!"

 

Lei lo guardò con occhi pieni d'amore: "Oh… Harry! Basterebbe così poco… Vieni da me, più tardi…" lo invitò in modo dolce e sensualissimo.

 

Lui ebbe un capogiro e si tirò in dietro. "Come non detto! Arrivederci, professoressa!" disse con distacco, uscendo dall'aula.

 

Isabel sentì scagliarsi addosso tutta la forza di quel rifiuto, e tutta la potenza dell'amore che Harry provava per Hermione, anziché per lei…

 

E il suo odio, se possibile, crebbe ancora di più.

 

 

*   *   *

 

 

morgana85

Va beh, Morgana… ma tu mi vuoi proprio far commuovere fino alle lacrime, allora!! No… dimmelo!!?

Le tue parole sono… Poesia! E la recensione che mi hai lasciato è semplicemente stupenda! Oh! Grazie, stellina mia bellissima! Mi spiace tanto averti fatto aspettare tutto questo tempo… sia per lo scorso capitolo che per quest'ultimo….  Scusa scusa scusa!! Ormai dico sempre le stesse cose…  me ne rendo conto… sigh! Ma ho 23.418 cose da fare ogni giorno, e anche scrivere ed aggiornare diventa spesso difficile. Ti confesso che ho tanta paura che i miei amati lettori si stiano stancando di questa storia… e dei miei tempi così lunghi!

AAAHHH !!  Morirei di crepacuore, se qualcuno mi abbandonasse!  Spero con tutto il cuore che non accadrà! A te, dedico un bacio speciale di ringraziamento per tutta la tua dolcezza… Grazie, davvero! A presto  J

 

Lights

Adorata Lights, ciao!!!  E' sempre un piacere trovarti nelle recensioni! Anzi, oserei dire un ONORE, visto la tua bravura nello scrivere ff, soprattutto quella che ultimamente mi fa battere il cuore: H2…  STUPENDA!!

Quindi, ricevere i tuoi complimenti mi fa gonfiare come un galletto!! LOL Grazie, davvero… J

Sono felicissima che la dichiarazione di Harry ti sia piaciuta… e che l'atmosfera che si è creata ti abbia fatto emozionare! Bene, bene! Ehhh… la bella biondina che viene dal nord… in effetti  inquieta persino me… e ancora non ho idea di cosa combinerà! Ci sentiamo al più presto… con i tuoi fantastici segnali di fumo, ok?

Un abbraccio grandissimo!

 

Luxcis

Ohilà!! Ciao dolcezza! J  ma quanti complimenti!!  Beh, ovviamente non posso che esserne onorata, prostrarmi ai tuoi piedi e gridarti un GRAZIE  enorme! Spero tantissimo che anche questo cap ti sia piaciuto, anche se è un po' transitorio… ma non ti anticipo nulla, nella speranza che tu continuerai a seguirmi sempre! Baciiiiiiii!!

 

argentlam

WOWWOWWOWWOW!! Grazie carissima Argentlam! Sono felice che tutta l'intensità che ho sentito io nello scorso capitolo ti sia riuscita ad arrivare!  Aspetto con ansia anche i tuoi aggiornamenti, mi raccomando! Ancora grazie e…. Ci sentiamo presto, ok? ;-)  baciotti!

 

BellaWitch

Che dolce che sei, BellaWitch! Grazie… mi hai commosso con le tue parole, e mi hai resa felice! Mille volte grazie per l'emozione che hai regalato tu a me, leggendo la recensione… J Sei davvero un tesoro!!

In realtà questo capitolo, è un po' di assestamento… e mi rincresce averti fatto aspettare tanto…  Ma spero tanto che ti sia ugualmente piaciuto! :-D  Ti aspetto fiduciosa… e ti abbraccio fortissimo! A presto e ancora grazie della tua presenza sempre costante ed importantissima! Ciao!! ^__^

 

Sallulla

Ecco il mio dolcissimo terremoto di nome Sallulla!! LOL  ciao a te, cara! Non preoccuparti per la recensione dello scorso capitolo…  Mi hai solo spezzato il cuore, ma non fa nulla……………………………………………………………….. !!

:-D

Va' che scherzo, eh?!?  Non preoccuparti, sul serio!  Come dicevo ad inizio capitolo, purtroppo anch'io ci sto mettendo un'infinità di tempo ad aggiornare…  e spero con tutto il cuore che questo non sia motivo di abbandono da parte vostra… Sigh, ne morirei! 

Ma venendo alla storia… Me felice! Sono contentissima che i capitoli ti siano piaciuti fino a questo punto!

Ho gongolato per mezz'ora, quando ho letto la tua recensione…. :-D  Grazie, davvero! Il tuo parere è sempre molto prezioso, per me! Soprattutto con la valanga di complimenti che mi fai…  mi sei d'aiuto e di stimolo per cercare di fare sempre meglio! Grazie… grazie! Non finirò mai di dirtelo abbastanza! Un bacio grandissimo, a presto!  P.s.  Ti adoro anch'io!

 

Sabri89

Sabri, Sabri,  Sabri……  il mio povero cuoricino è debole, non lo sapevi? Ehm… ricevere tutti i tuoi complimenti, le tue parole meravigliose… essere ricoperta dall'immensità del tuo affetto e dai tuoi sentimenti così buoni…. tutto in un colpo solo… WOW non è mica da tutti riuscire a reggere tante e tali emozioni! LOL  GRAAAAZIE!!!!!!!!!  Hai la capacità di farmi commuovere ed emozionare, ogni volta! Grazie, dal più profondo del cuore! Ripeto, se continuo a scrivere (anche con queste pause lunghe ed imperdonabili….) è solo grazie a persone come te, che mi aiutano ad andare avanti… in molte cose. Non solo nel mondo della fantasia, ma anche e soprattutto nella mia vita reale… così difficile ultimamente…

Ma non voglio distogliere l'attenzione dalla cosa più importante: TU!!  Vorrei poterti ricoprire di baci per ringraziarti, e 'virtualmente parlando', immagina che ti abbia offerto una mega coppa di gelato al cioccolato, ricoperto di panna montata e granella di nocciole!!  E' abbastanza per dirti grazie?!?? LOL  Ti abbraccio, a presto!

 

 

Pandora91

Carissima Pandora… se qui c’è qualcuno di fantastico…. Ebbene, quella sei tu! LOL  Mi hai s-t-r-a-r-i-c-o-p-e-r-t-o di complimenti… *__* Argh! Spero di meritarli davvero! Ad ogni modo… sappi che hai preso il mio cuore e lo hai gonfiato a mo’ di canotto!! J Hai presente i materassini al mare?? Ecco, mentre leggevo il tuo commento, il mio cuore pian piano aumentava di volume!!  Grazie, cara!  Quel tuo ‘PERFETTO’ mi fa letteralmente gongolare!  Che dire… aspetto fiduciosa il tuo parere su questo ultimo capitolo, ok?

Ancora grazie ed un bacio a prestissimo!

 

goldbuble

ciaooooooo!!!!!!!! :-) L’unica cosa che posso fare, è chiederti scusa per il ritardo dell’aggiornamento… sigh! Scuuusa! Spero mi perdonerai…  e mi auguro che il capitolo sia di tuo gradimento! J Un bacione alla prossima!

 

marco

Mio adoratissimo Marco…  J  grazie per la tua importantissima recensione! Come sempre, sei il mio ‘faro illuminante’, e sei prezioso come l’aria, per me!! LOL!  Mi hai fatto morire con quel  “Nuova versione dei PROMESSI SPOSI” … °___°  Non so se prenderlo come un complimento oppure  no…  :-D Mi sento comunque onorata (ma spero vivamente che la mia storia non annoi….)  Ad ogni modo, prometto che non la tirerò ancora molto per le lunghe!  Aspetto di essere ‘massacrata’ al prossimo capitolo!! :-D Scherzo, ovviamente!

Io e te… tanto ci sentiamo prima che tu riesca a dire ‘magia’ !!   Bacio… super!

 

stizy

Ciao ciccina mia dolcissima!!  Grazie, grazie! Sei sempre un tesoro e non ho parole per ringraziarti! Come sempre, ci tengo moltissimo al tuo parere, visto che sei in assoluto la mia numero uno! J E tu, con le tue ff? guarda che non mi sono dimenticata… e aspetto sempre con ansia i tuoi aggiornamenti!  Ci sentiamo presto, un abbraccio grandissimo!!

 

dalastor

Carissimo Dal, a te va un ringraziamento speciale!  Come ti ho già detto, sono onorata di trovare una tua recensione, anche perché è tra le più belle che io abbia mai ricevuto… Grazie di cuore!  Sei uno scrittore che stimo profondamente, e ti auguro di realizzare presto ogni tuo sogno!  Un bacio a presto

 

Jojipv

Giorgiaaaaaaaaa!!!!!!!!!!  Ah, carissima!! Che ridere che mi hai fatto!!  Cos’è che avrebbe Isabel con Voldemort?????  Un…MASTRUZZO STRANO’ ?!??!?!  troppo bello questo termine!! Giuro che d’ora in poi lo adotterò! LOL J  Ad ogni modo… temo proprio che tu abbia ragione… per il momento non riusciamo a ‘levarcela’ di torno…  Ma abbi fede!  Ciao tesoro!!!

 

topgunforever

Oooohhh….Ciao Topgun! Me emozionata!!!  *__*  Grazie! Sono troppo contenta di ricevere una tua recensione! Tra le altre cose è molto bella e divertente, e ti ringrazio di cuore! Mi hai fatto dei complimenti stupendi, e spero di meritarli davvero… J  Ma almeno ho camminato a 3 centimetri da terra per tutto il giorno!!  Che dire… mi auguro di trovarti ancora e di continuare a sperare che la mia storia ti piaccia! Mille volte grazie ed un bacione!

 

I love you Draco

Ciao!! J  Ma che fantastica recensione! Grazie infinite! Sono felicissima di sapere che la mia storia ti abbia ‘presa’ al punto da spararti tutti sti capitoli in un colpo solo…. (POVERETTA TE!!!! LOL) Soprattutto perché questa è una Harry/Herm, e quindi, leggendo il tuo nome… deduco che il caro Harry viene decisamente dopo, rispetto a Draco! Ma spero di essere riuscita a farti piacere anche il mio Draco, così come lo immagino io…  E anche Voldemort è un personaggio assolutamente difficile (almeno per me…) da gestire, quindi ho sempre paura di fare brutte figure! Ad ogni modo, sono veramente contenta del tuo parere, e ti ringrazio mandandoti un bacione, con la speranza di trovarti ancora! Ciao a presto!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 22
*** 22 - "La Paura di Hermione" ***


Al di là della ragione

 

Ciao a tutti…

Allora, la premessa è che vi devo fare le mie scuse… profonde, sincere e SENZA FINE!!!

Mi dispiace, mi dispiace da morire per questo ritardo, ma ahimè la vita è strana, meravigliosa e ancora una volta mi ha assorbito in cose complicate, portandomi via un sacco di tempo, che ho dovuto purtroppo sottrarre al mio piacere più grande, ovvero scrivere!

Insomma, tutto questo per dirvi che, nonostante siano mesi che non aggiorno, lentamente ho concluso anche questo capitolo… che spero vi piaccia!

AAARGHHH!!!!!!!!!!  Sono letteralmente terrorizzata all’idea di non trovare più nessun lettore….

Me tapina triste ed infelice!

Spero di cuore che non mi abbiate abbandonato del tutto, e di ritrovarvi in tanti ed affettuosi come siete sempre stati fino ad oggi.

Un abbraccio a tutti e i ringraziamenti doverosi li troverete a fine capitolo!

Vi aspetto e dedico a tutti voi il capitolo!

Baci Magia

 

- 22 -

"La paura di Hermione"

 

 

Hermione uscì dall'aula di Difesa Contro le Arti Oscure reggendosi a fatica sulle gambe tremanti, finché, una volta fuori, iniziò a correre disperatamente.

Un nodo amaro le stringeva la gola, impedendole di urlare come avrebbe voluto. Le raffiche di domande della Keen continuavano a bersagliare la sua testa senza tregua.

 

Scosse il capo per allontanare quella voce melodiosa e crudele allo stesso tempo, e si mise a correre più veloce. 

Com'era stato possibile? Perché non era riuscita ad aprire bocca, durante la lezione?

 

Inspiegabilmente, notò che più si allontanava dalla classe di Difesa, più quel senso di oppressione l'abbandonava.

 

Si fermò solo quando raggiunse il punto più lontano del lago e finalmente poté liberare quelle lacrime amare che le bruciavano gli occhi.

 

"Io le sapevo, quelle risposte!" singhiozzò a voce alta, disperata.

 

Si accovacciò a terra, raccogliendo le gambe al petto. Nascose il viso, coprendosi la testa con le braccia, e lasciò scorrere le lacrime per un tempo infinito.

 

Appena finita la lezione, Harry corse in Sala Comune. Si sentiva fremere come se avesse avuto il fuoco sotto i piedi e mentre saliva le scale due gradini alla volta, imprecava tra sé e sé, tentando di dar sfogo all'ira che provava.

 

Come aveva potuto, Isabel, mortificare Hermione in quel modo?!  Si sentiva ribollire di rabbia e d'impotenza, e si diede per la millesima volta dell'idiota per aver commesso l'errore di oltrepassato i confini con lei… facendo dimenticare ad entrambi i rispettivi ruoli. 

 

Isabel era gelosa!  Follemente gelosa!

Gelosa al punto d'andare contro i doveri di educatrice, ed usare il proprio potere per vendicarsi e punire un'ignara Hermione.

 

Arrivò nella Sala Comune col fiatone, sperando di trovare la sua ragazza lì, ma di lei purtroppo non c'era traccia.  Chiese in giro se qualcuno l'avesse vista, ma Hermione si era allontanata quando le lezioni erano ancora in corso, per cui nessuno seppe dargli indicazioni.

 

Stava percorrendo per l'ennesima volta il corridoio dove si trovava l'Aula di Rune Antiche, dove lei avrebbe dovuto iniziare la lezione successiva, quando si sentì sfiorare un braccio.

Si voltò, speranzoso di incontrare gli occhi nocciola della sua amata, ma rimase completamente spiazzato quando incrociò, invece, gli occhi intensamente blu di Isabel.

 

"Oh…!"  gemette, deluso.

 

"Harry…"  mormorò la ragazza con voce debole e con lo sguardo disperato.

 

Harry cercò di dominare la sua ira: "Mi scusi, professoressa, ma vado di fretta!", soffiò con rabbia ed infastidito, muovendo un passo.

 

"Ti prego…  ti scongiuro, Harry! Io deve parlare con te!" lo implorò, trattenendolo per un braccio. Harry guardò la sua mano, candida ed affusolata, e si sentì a disagio. Indietreggiò e, cercando di ignorarla, le voltò le spalle. Si era allontanato di appena un metro, quando riconobbe il suono di un singhiozzo. Si immobilizzò e, a malincuore, tornò a voltarsi.

 

Isabel si era coperta il volto con entrambe le mani, e le sue spalle erano scosse dal pianto. Due ragazzine del terzo anno li videro e sgranarono gli occhi di fronte a quella scena: Harry Potter che stava facendo piangere la professoressa più carina e dolce della scuola!! 

 

Quando passarono al loro fianco, Harry sentì distintamente il commento: "Potter è veramente senza vergogna!  Si è messo con la Granger… e fa ancora lo stupido con la professoressa Keen! Roba da non credere! Che screanzato, che faccia tosta!"

 

Lo accusarono rivolgendogli uno sguardo severo e carico di rimprovero, scuotendo la testa indignate.

 

Harry, pieno d'imbarazzo, si avvicinò all'insegnante e le sussurrò tra i denti: "Per…favore! La smetta di dare spettacolo e si calmi!"

 

Ma lei, con le lacrime che le rigavano il viso, lo supplicò angosciata: "Perché tu fare così! Io chiedere a te solo di parlare…!" 

 

Un'altra coppia di studenti li vide e rimasero perplessi di fronte a quella scena. Harry, pur di togliersi da quella situazione, si decise ad assecondarla. Senza traccia di gentilezza, la prese per un gomito e la condusse un po' più in disparte: "E va bene!", cedette, teso, "Si può sapere cosa…  vuole dirmi, professoressa?"

 

Nello sguardo di Isabel per un attimo passò un lampo di collera. Poi parve imporsi dell'autocontrollo e distese i suoi lineamenti in un sorriso. Si asciugò il viso col dorso della mano, ricordandogli una bambina indifesa, e lo guardò con occhi dolcissimi.

 

Harry ne rimase leggermente turbato: si era scordato di quanto potesse essere bella!

 

"Io non capire questo tuo atteggiamento, Harry. Perché ti comporti in qvuesto modo con me?" Allungò nuovamente la sua mano, fino a sfiorarlo, e quel semplice contatto bruciò come fuoco vivo sulla sua pelle.

 

"Non mi comporto in nessun modo…" rispose con voce bassa, turbato da quella mano che lo teneva stretto.

 

"Allora tu non avrai problemi a parlare con me, no…?" sussurrò artigliandolo ancora più forte.

 

*

 

Hermione era ancora con le gambe raccolte al petto, quando l'immagine di Harry e della professoressa Keen  la colpì inaspettatamente, come una scudisciata.

 

Spalancò gli occhi, sorpresa e stupita. Cosa… che cos'era quella visione?

 

Forse aveva pianto troppo, e ora i suoi occhi stanchi le stavano giocando un brutto scherzo? Si portò le mani sulla faccia, sfregandosela leggermente. Ma nel momento esatto in cui richiuse gli occhi, quell'immagine si fece ancora vivida nella sua mente, come se stesse assistendo alla scena a pochi centimetri di distanza da loro.

 

Harry e la Keen erano in un corridoio ed Hermione li vide camminare piano, vicini, senza parlare. Proseguirono per un po', finché  si ritrovarono di fronte alla porta della stanza dell'insegnante. Isabel, facendo un sorriso malizioso, invitò Harry ad entrare e lui, dopo un breve tentennamento, la seguì all'interno.

 

Hermione riaprì gli occhi, disorientata. Cosa stava succedendo? Perché Harry era insieme a lei? Perché era entrato nella stanza della professoressa? Perché all'improvviso le era apparsa la loro immagine?

 

Si raddrizzò leggermente sull'erba, impaurita e disturbata da quella situazione. Sbatté gli occhi un paio di volte e si passò una mano sulla fronte, cercando di tornare in sé, ma la scena continuò.

 

Harry guardò la stanza familiare di Isabel e corrugò la fronte, confuso: "Perché siamo qui...?"

 

"Ohm… non preoccuparti. Io avere fatto solo perché così noi essere più a nostro agio."

 

"No, Isab… Professoressa! Non posso… e non voglio restare qui!" disse stringendo i pugni.

 

Gli occhi della ragazza si fecero tristi: "Perché? Perché tu non chiamare più me Isabel…?"

 

"Perché è sbagliato!"

 

"No che non lo è!  Almeno… prima non lo era…"

 

"Prof…"

 

"Non volere essere chiamata così da te!", urlò Isabel. " Io non essere professoressa, per te!"

 

Harry scosse la testa, stanco: "La prego.."

 

"No! Perché tu non capire…?" gli andò più vicino, con gli occhi lucidi ed uno sguardo meravigliosamente dolce. Si portò le mani ai capelli, che erano raccolti in una morbida acconciatura e, togliendo alcune forcine, li liberò sciogliendoli e facendoli ricadere lungo la schiena.

 

Era… bellissima! Questo non si poteva negare. La carica di sensualità che l'insegnante trasmetteva era qualcosa di unico, ed era praticamente impossibile resisterle.

 

E Harry… Harry sembrava non riuscire a toglierle gli occhi di dosso.

 

Hermione, nella sua 'visione ad occhi aperti', la vide arrossire sotto lo sguardo del suo ragazzo, che poco dopo le chiese: "Cosa voleva dirmi? Perché mi ha portato qui?"

 

"Io non risponderò, se tu non chiamare me Isabel!"

 

Lui sembrò lottare con se stesso per un po', finché, abbassando le spalle, cedette alla sua richiesta: "E va bene… Cosa volevi dirmi, Isabel…?"

 

Hermione sentì una stilettata al cuore.

 

Lei sorrise, dolcissima… stupenda. E, cogliendolo di sorpresa, s'inginocchiò ai suoi piedi. Harry la guardò sbalordito: "C-cosa… fai?"

 

Isabel gli abbracciò le gambe, appoggiandovi il viso, stringendolo con passione e tremando di sofferenza.

 

"Harry, io chiedo scusa se ho fatto qvualcosa che avere offeso te… Mi dispiace!"

 

Il mago era visibilmente in difficoltà ed Hermione sentì il proprio stomaco rivoltarsi come un calzino.

 

"Io chiedere scusa! Ma ti prego… non farmi questo! Tu non evitare me così! Io…  ti amo! Ti amo con tutta me stessa! Farei qualsiasi cosa, per te…" lo strinse ancora più forte.

 

Harry era a disagio, confuso e turbato da quel comportamento, come se provasse pena per lei. Si chinò, afferrandola per le spalle, e l'aiutò ad alzarsi: "Isabel, per favore! Non fare così… Questo non ci aiuta!" Senza fatica la tirò su, ritrovandosela addosso.

 

"Harry, dimmi…? Qvualsiasi cosa tu volere, io te la posso dare! Io essere disperata, senza di te! Mi manchi… Io avere bisogno, di te! Ti prego… ti scongiuro!!" gli accarezzò dolcemente il viso, e la fermezza di Harry sembrò vacillare leggermente.

 

Era semplicemente meravigliosa…  Il suo sguardo lo stava ipnotizzando.

 

Hermione si sollevò faticosamente da terra, con le gambe tremanti ed una mano stretta al petto, come se all'improvviso sentisse un dolore insopportabile!

Perché Harry si comportava con tutta quella confidenza con la professoressa? Che cosa significavano quelle parole?!   Aveva sentito bene?  Aveva parlato di  Amore….?!  Aveva detto che lui le…  mancava?!   E da quando erano entrati in gioco i… sentimenti? 

No! Non poteva essere!

Doveva esserci un errore!

 

Ma allora perché Harry non usciva immediatamente da quella stanza? Si muoveva con troppa familiarità, lì dentro!

Come poteva permetterle di… parlargli in quel modo, di toccarlo, in quel modo?

Perché non l'allontanava?  Perché non se ne andava da quel posto?

Perché non le gridava che era stata perfida e senza cuore con lei?

Perché Harry non la difendeva?

 

La mano di Isabel scivolò dalla sua guancia al collo, e dal collo alle spalle, e poi la carezza si fece esigente quando gli toccò il torace.

 

Hermione poteva sentire il respiro di Harry farsi più veloce.

Chiuse gli occhi, tappandosi le orecchie.

 

Mio Dio!  La ama…  la ama?!

 

La voce di Isabel, calda e suadente, era dolce ed ipnotica come il canto di una sirena: "Harry… io sapere quello che tu provare per me. Non devi più tentare di nasconderlo… è inutile. Così tu fare solo del male a te, a me…. E anche a tua amica…"

 

La ragazza fece scendere la mano verso il basso, rendendo la carezza una dolce danza sul suo corpo, sulla schiena, sui reni, e poi più giù.

 

Hermione notò un iniziale tentativo da parte di Harry di opporre resistenza, ma era visibilmente in balia della sua forza seduttrice.

 

Isabel raccolse la sua mano e se la portò sul seno, gemendo di un piacere finalmente liberato.

 

"Is-Isabel ! Cosa… stai facendo?! Isabel… ti prego! Lasc…" ma a quel punto la morbida bocca della ragazza gli impedì di finire la frase. Harry tentò ancora di ribellarsi, ma le labbra di Isabel, esperte e sensuali, bloccarono ogni tentativo di resistenza, facendolo rinunciare irrimediabilmente.

 

Hermione sgranò gli occhi, incredula a ciò a cui stava assistendo, sconvolta e piena d'angoscia.

 

"Harry…!!" gemette disperata.

 

Ma lui, ignaro di quel tormento, iniziò a baciarla con un trasporto nuovo e irrazionale e a muovere le mani sul suo corpo in languide carezze.

 

Ben presto si ritrovarono sul divano, Harry sdraiato sopra di lei, che gemeva vittoriosa di quegli istanti rubati.

 

Un nuovo senso di angoscia si impossessò del cuore di Hermione, schiacciandolo crudelmente tra dita fredde e malvagie. Gemette, portandosi una mano sul petto. Santo cielo! Harry era completamente in balia della professoressa Keen e ricambiava i suoi baci, come se si fosse improvvisamente dimenticato di lei!

 

Oh mio Dio! Ma cosa sta succedendo? E' un incubo!

 

Harry era incollato al corpo della sua insegnante, continuava a baciarla con passione, e con una mano infilata sotto la gonna, le accarezzò una gamba.

 

"Harry…  ti amo… ti amo!" sussurrò Isabel con sentimento.

 

Harry, accaldato e col fiato corto, ansimò: "Lo so, Isabel… e per quanto io tenti di nasconderlo a me stesso… anch'io ti amo!"

 

Hermione sbarrò gli occhi, esterrefatta. Poi, portandosi una mano alla bocca, li richiuse con forza, tentando inutilmente di sottrarsi a quella scena che la stava facendo impazzire di dolore. Si ritrovava ad assistere impotente a quelle immagini nitide, chiare… impossibili!  Non poteva essere vero… non poteva essere Harry, quello!

Non il suo Harry!

 

"Aahh!!" gridò portandosi le mani alla testa, scuotendola forte ed alzandosi da terra.

 

*

 

In quello stesso istante, nel corridoio trafficato dal via vai dei ragazzi che andavano a lezione, Harry riuscì a sottrarsi con fatica da quegli artigli che sembravano essere una morsa, e nel momento esatto in cui cessò il contatto, le immagini che stavano distruggendo il cuore di Hermione, s'interruppero.

Quella vicinanza non era durata che qualche secondo, ma Harry aveva potuto percepire tutta la potenza della sua magia bruciargli la pelle in modo intenso e violento.

"Cosa sta facendo?!" ringhiò Harry a denti stretti, fiutando che c'era qualcosa che non andava.

 

Il suo sorriso in apparenza dolce, ma che in realtà celava un ghigno vittorioso, si allargò in una smorfia di finta indifferenza: "Io…? Proprio niente…"

 

"CHE COSA HA FATTO?!" chiese Harry a voce più alta, incurante delle persone che passavano lì vicino.

 

"Io… non avere fatto nulla!"

 

"Perché ho la sensazione che non sia affatto così, allora?"

 

"Io non sapere cosa stai dicendo!"

 

Il sangue di Harry ribolliva, come se lo stesse avvisando del pericolo, e dovette compiere uno sforzo notevole per cercare di mantenere il controllo. "Ha fatto del male a Hermione?", le chiese scandendo lentamente le parole.

 

La ragazza strinse le labbra, rifiutandosi di parlare.

 

"Glielo dico per l'ultima volta: deve lasciare in pace Hermione! Sono stato chiaro!"

 

Isabel cercò di  toccarlo ancora, guardarlo con occhi addolorati e pietosi: "Harry… tu mi ami! Io lo so!" gemette disperata.

 

"No, dannazione! Non è così!!" rispose allontanandola da sé e facendola quasi andare a sbattere contro una porta di legno. "Possibile che non capisca? E'… sbagliato!" Strinse i pugni ed imprecò a denti stretti. "Maledizione!! Sono mortificato per quello che è successo all'inizio d'anno. Non volevo causarle dolore o illuderla in nessun modo!  Ma giuro su Dio che amo Hermione! Lei è… L'UNICA! La sola che io abbia mai amato, e che amerò per sempre!"

 

Isabel, affondò le unghie nel legno alle sue spalle, graffiandolo con apparente facilità.

Poi respirò per riprendere il controllo e si scostò una ciocca di capelli dal viso.

Lo guardò con occhi pieni di passione e desiderio, tentando inutilmente di  sedurlo.

 

 Harry scosse la testa, provando davvero pena per lei.

 

'Non servirà a niente…'     le disse col pensiero.

 

Lei raddrizzò le spalle, assumendo un'espressione tutt'altro che amichevole.

 

"Le chiedo solo di lasciare stare Hermione…"

 

"Io non ho fatto niente!" sentenziò, accigliata. "E poi…. tua amica  essere solo una incapace, sciocca e debole!"

 

"Non è certo umiliandola in classe che otterrà la sua rivincita! E non è così che avrà il mio rispetto!"

 

"Io non sapere di cosa tu parlare!" ripeté per l'ennesima volta Isabel stringendo gli occhi.

 

"Sarà meglio che sia davvero così! Se noto ancora qualcosa di strano intorno a lei, le garantisco che poi dovrà fare i conti con me!"

 

Harry si rese conto di stringere i pugni e, lanciandole un ultimo sguardo severo e preoccupato, cercò di ricomporsi e si allontanò.

 

Iniziò a correre non appena ebbe svoltato l'angolo, con un solo, unico pensiero fisso: trovare Hermione!

Infischiandosene della lezione di Erbologia, perlustrò senza risultato la Sala Comune,  e a quel punto si decise a cercarla nel giardino.

 

Fu quasi per caso che la vide correre lungo il lago, con le mani sul viso. La intercettò sbarrandole la strada e fermando la sua corsa: era spaventata e tremante.

 

"Oh Dio, Hermione! Finalmente!"

 

Lei lo guardò con quei suoi occhioni grandi e sinceri, che si riempirono immediatamente di panico e rancore.

 

"Amore…" gemette nel vederla ridotta così.

 

Lei corrugò la fronte e, presa dall'istinto battagliero che non l'abbandonava mai, iniziò a bersagliarlo di pugni.

 

Harry ne rimase stupito e cercò di afferrarle i polsi per fermarla: "Ahi !! Ma… cosa… fai…?"

 

"Aahh…!  NON MI TOCCARE!!"  gridò lei colpendolo forte sul viso.

 

"Merd… Hermione! Calmati!"

 

Ma nonostante i suoi tentativi, Hermione riuscì a liberarsi e prese a correre a testa bassa. Harry ci mise un attimo a raggiungerla e riuscì a bloccarla, afferrandola per la vita.

 

"Aaahh! Lasciami! Ti odio! Ma come… come hai potuto?!" singhiozzò.

 

"Hermione, santo cielo, ma che ti prende?"

 

"Cosa mi prende, eh?" gridò lei, offesa, cercando di colpirlo ancora.

 

"Hermione ti prego, calmati!" gemette a fatica, schivando uno schiaffo.

 

"Calmarmi? Dimmi dov'eri?! Eh…?"

 

Harry sentì un brivido freddo percorrergli la schiena. Quella reazione di Hermione non aveva senso.

 

"DIMMELO!!"

 

"Io stavo… cercando te!"

 

"Ah sì? Nella stanza della Keen?" urlò con le lacrime agli occhi.

 

Ma cosa diavolo stava dicendo?

 

"Hermione, si può sapere di cosa stai parlando?"

 

"Sto dicendo che sei un bugiardo ipocrita!"

 

"Perché dici questo…?"

 

Poi la paura si insinuò lentamente dentro di lui.  Cosa aveva fatto Isabel a Hermione? Non lo sapeva, ma di una cosa era certo: non era nulla di buono!

Isabel era una donna ferita ed arrabbiata e lui, purtroppo, era facilmente ricattabile per via della breve relazione che c'era stata tra loro.

 

Qualcosa, forse il suo istinto, o forse i suo poteri resi ora più forti, lo misero in guardia. Cercò di deglutire per prendere tempo.   E   adesso… ?

 

Si passò una mano tra i capelli.  Era molto semplice:  Adesso era arrivato il momento di dirle la verità.   Hermione era la sua ragazza… e non le avrebbe mai  più nascosto nulla!

 

"Hermione, adesso cerca di ascoltarmi, ti prego…"

 

"Io non voglio ascoltarti!  Non voglio che mi tocchi! E non voglio più restare qui! Non dopo quello che ho visto!"

 

Ecco! Lo sapeva…

 

"Cosa… che cosa hai visto, esattamente?"

 

"NON FARE FINTA DI NON SAPERLO!"  Altro schiaffo bruciante sul viso.

 

"Porc… Ti vuoi calmare?! Hermione, dimmi cos'hai visto!"

 

"Oh… e hai il coraggio di chiedermelo? Tu lo sai molto bene, non è vero?! Ma certo che lo sai, dal momento che eri con…  con… quella specie d'insegnante!!"

 

Improvvisamente ad Harry fu subito tutto chiaro: Isabel, oltre a manipolare la  sua testa, era riuscita a penetrare anche quella di Hermione, facendole chissà quale tipo d'incantesimo.

 

Buttò fuori l'aria, esasperato.

 

"Merda!  Non sai cosa avrei dato per risparmiartelo…"

 

Hermione sgranò ancora di più gli occhi: "ALLORA E' VERO!!" gridò. "Tu… tu l'hai baciata?! Le sei saltato addosso!! Dio! Non posso crederci!"

 

"Oh, calmati, ti prego! Hermione io, non so… non so che cosa hai visto! Ma ti assicuro che lei lo ha fatto apposta!"

 

Hermione tremava come una foglia e scuoteva la testa, ferita ed incredula.

 

Harry non resistette nel vederla così e la prese tra le braccia, stringendola forte al petto e cullandola come fosse una bambina.

 

Lei cercò di liberarsi dalla sua stretta, ma era impossibile sfuggire a quella morsa e, iniziando a singhiozzare, si arrese a quel calore tanto confortevole.

"Ti prego, Harry… dimmi che cosa sta succedendo…"

 

Harry continuò ad accarezzarla con dolcezza, per calmarla, e lentamente la condusse in un angolo tranquillo. La fece sedere a terra e le si inginocchiò di fronte, prendendole il viso tra le mani.

 

"…Ti devi fidare di me, adesso, ok?"

 

Hermione chiuse gli occhi, facendo scivolare sulla guancia un'altra lacrima di dolore.

 

Harry insistette, scuotendola con dolce fermezza e piantando gli occhi nei suoi: "Hermione, sei TU quella che amo! Non devi dimenticarlo mai, MAI! Non volevo darti anche questo dolore, ma è giusto che tu sappia tutto…"

 

Hermione si allarmò a quelle parole e lo guardò con occhi terrorizzati. Harry l'accarezzò nel modo più dolce e rassicurante che conosceva, e decise di mettersi a nudo, raccontandole tutto dal principio.

Trasse un profondo respiro e le rivolse uno sguardo carico d'amore.

 

"E'… complicato cercare di spiegare, ma farò tutto il possibile per essere sincero con te."  Prese un altro po' d'aria, sapendo che quello che stava per dire l'avrebbe ferita, ma sapendo altrettanto bene che nasconderle la verità non sarebbe servito a nulla. Anzi, cosa ancora peggiore, Isabel avrebbe potuto approfittarne.

 

"La scorsa estate, quando ho capito d'amarti, si può dire che il mio mondo ha iniziato ad andare al contrario. Tutte quelle che erano le mie certezze, sono sembrate crollarmi addosso all'improvviso: tu, che fino a poco prima, eri la mia migliore amica… ti sei improvvisamente trasformata in una persona che… ehm, sì, desideravo e bramavo con tutte le mie forze. Ti ho già detto quanto io abbia faticato ad ammetterlo anche con me stesso…"  l'emozione gli giocò un brutto scherzo, facendolo arrossire contro la sua volontà. " E quando sono finalmente riuscito a guardare in faccia la realtà… ho scoperto di essere follemente geloso del mio migliore amico, Ron, solo perché lui provava i miei stessi sentimenti per te e aveva avuto il coraggio di confessarteli per primo." Abbassò gli occhi, vergognandosi ancora per i pensieri omicidi che aveva fatto su di lui.

 

"Hermione, io… all'inizio non capivo cosa stesse succedendo, ma ero distrutto…. Tu mi avevi voltato le spalle, avevi scelto Ron, e lui mi aveva abbandonato. Mi sono sentito 'tradito' da parte di entrambi… e poi…"  Fece un'altra pausa e si rese conto di aver serrato i denti. Era difficile confessarle qualcosa di cui si vergognava tanto.

 

"E in quel periodo di confusione totale e di ostilità che provavo nei confronti di chiunque… c'è stata una persona che prontamente mi ha teso la mano." Risollevò lo sguardo: "E questa persona è Isabel."

 

Hermione tremò leggermente a quel nome, sentendo l'amaro in bocca.

 

Merda! Qui arrivava la parte più difficile.

 

Deglutì a fatica: " Ecco… io mi sentivo solo, incompreso, abbandonato! Ed ero furioso con te e Ron, per questo… Me ne vergogno, ma credo di essere arrivato persino ad odiarvi!"

Hermione ascoltava sofferente e triste, ma attenta.

 

"In quel momento Isabel ha saputo cogliere la mia debolezza, ed è stata abile ad esercitare tutto il suo magnetismo: aveva un fascino irresistibile, per me! Non voglio passare per vittima, per carità! Ero… quasi consapevole di quello che facevo, solo che… oh, Hermione! Te lo giuro… Non so se era un modo per attirare la tua attenzione, o se era per ripicca, ma ne ero affascinato in modo strano. Era così… carismatica! Lei sembrava l'unica in grado di capirmi, in quel momento."

 

Provò a guardarla negli occhi, e si accorse che erano lucidi di lacrime e dolore. Hermione sapeva perfettamente a cosa si riferiva. Come aghi crudeli che le torturavano il corpo, ricordava il dolore che aveva provato ogni volta che li aveva visti insieme, al fastidio che aveva sentito per la loro complicità quasi ossessiva, all'offesa che aveva subìto per la loro attrazione nociva.

 

"Io e Isabel… siamo stati… molto vicini."  Sussurrò piano Harry, e vide  Hermione chiudere gli occhi e trattenere il respiro. "Oh Dio! Non voglio farti altro male, ma quello che voglio dirti è che purtroppo sono stato un debole, ho ceduto alla sua bellezza e ho saputo solo seguire il mio corpo."

 

Hermione aveva ancora negli occhi il ricordo del bacio al quale aveva assistito, aveva nelle orecchie le voci dei suoi compagni che malignavano sulla loro presunta relazione, e i suoi sensi ancora bruciavano di sofferenza per quello.

 

"Mi dispiace, amore! Mi dispiace…"

 

Hermione scosse la testa, imponendosi di non piangere, e cercando in qualche modo di assimilare quello che Harry le stava dicendo. Si stava sforzando di dirle tutta la verità, compresa la parte più difficile. Le stava aprendo il suo cuore, confessandole la propria debolezza e ciò che aveva provato.

Infondo, anche lei aveva le sue colpe.

Non immaginando minimamente che lui l'amasse, non si era resa conto del male che gli aveva causato mettendosi insieme a Ron.

 

"Harry… anche a me dispiace… Io non avevo idea di ciò che provavi per me! L'ultima cosa che pensavo, era che tu potessi amarmi!"

 

Lui allungò una mano e le sistemò con dolcezza infinita una ciocca di capelli dietro l'orecchio: "Sono stato un folle a non accorgermene prima…  E sono stato un meschino a credere che Isabel ti potesse in qualche modo sostituire!"  Si chinò su di lei, posandole delicatamente le labbra sulla bocca.

Hermione si lasciò sfuggire un sospiro e Harry proseguì.

 

"Isabel mi adulava… diceva che ero speciale, come lei. Che solo lei poteva capirmi perché sapeva cosa significasse essere diversi. Diceva che io ero l'unico che poteva raggiungere il suo grado di bravura con la lettura della mente, con l'utilizzo di incantesimi non verbali potentissimi e che solo pochi conoscevano. Era come se… se volesse circuirmi, e per un po' c'è riuscita", confessò buttando fuori tutto il suo rimorso. "Quando ero solo con lei, mi sentivo diverso… come se ci fosse un Harry nuovo e ribelle, più forte, più cattivo e più consapevole delle proprie capacità, capace di farle venire fuori. Questa cosa all'inizio mi ha affascinato… ma poi ha iniziato a farmi paura."


Hermione si commosse nel vederlo così triste e tormentato.

 

"Credo che Isabel, poco fa, ti abbia trasmesso una 'visione' di qualcosa che in realtà costruiva lei con il pensiero… E' bravissima in questo! Ma giuro su Dio che nulla di ciò che hai visto corrisponde al vero!"

 

"Oh, Harry!" Hermione allungò una mano, facendogli una delicata carezza. "Ora non ho più dubbi! Mi basta guardarti negli occhi, per crederti…"

 

Harry fu sovrastato da un'ondata d'amore puro per quella ragazza che, ancora una volta, gli dimostrava piena fiducia, una resa totale, un amore senza confini. Le prese la mano nelle sue e gliela baciò con dolcezza infinita, per poi afferrarla per la vita e ricominciare a baciarla con tutta la passione che lo stava facendo bruciare.

 

Hermione, felice e finalmente più serena, si lasciò trascinare dal fervore del proprio ragazzo, facendosi adagiare sull'erba. I due si scambiarono un lungo bacio, dapprima dolce e delicato, ma che presto si trasformò in ardente e sensuale. Le mani di Harry accarezzavano lentamente il suo corpo, mentre le loro lingue si incontravano nel ballo sensuale che avevano imparato insieme.

 

Harry aveva il fiato corto quando si staccò dalla sua bocca, e la guardò tanto profondamente da farla sciogliere: "Sai cosa ti dico…?"

 

Lei ricambiò lo sguardo con quei suoi occhi ambrati e caldi: "…Cosa?"

 

"Che io e te abbiamo bisogno di restarcene un po' da soli…"

 

Hermione sentì il sangue fluirle più veloce nelle vene. "Ahh…  oh, sì… Lo penso anch'io!"

 

Harry sorrise nel vederle le guance imporporarsi: "Ehm, io intendevo dire che dovremmo fare qualcosa insieme, io e te, come… una coppia di fidanzati normali…"

 

Hermione avvampò, vergognandosi d'aver pensato a tutt'altro: "Ah! Ma sì, certo, certo!" rise nervosamente.

 

“Oh, ma ti assicuro che ho anche una voglia matta di stare insieme a te in quel senso…" le confermò con voce roca, avvicinandosi al suo orecchio. Lei assaporò i brividi che il soffio della sua voce le provocarono.

 

"Ti prometto che farò tutto quello che è nelle mie possibilità per farti stare bene… e per renderti felice, amore mio." La strinse tra le braccia e le solleticò l'orecchio con le labbra. Hermione provò un brivido di piacere, ma tentò di restare lucida.

 

"Harry…"

 

"Uhmm…?"

 

"Voglio imparare anch'io a difendermi!"

 

Harry, troppo concentrato sulla sua pelle morbida e profumata, non prestò attenzione a quelle parole: "Certo tesoro…"  e con la lingua iniziò ad assaporare il suo collo.

 

La ragazza si lasciò sfuggire un gemito deliziato, ma poi si riprese: "Dico sul serio! Anch'io voglio imparare a fare quello che fai tu!"  disse con convinzione.

 

"Oh, amore, giuro che ti insegnerò tutto quello che so… ci puoi contare! Non è molto… ma sono sicuro che impareremo insieme…" sussurrò lui con voce sempre più roca.

 

"Harry!! Sto parlando di imparare ad usare la mente!" esclamò Hermione a voce alta.

 

Il moro sbatté le palpebre, risvegliandosi all'istante e capendo finalmente il senso di quelle parole.

 

"Non voglio permettere mai più alla Keen di cogliermi impreparata! Voglio imparare a difendermi… e ad attaccare, se necessario!"

 

Harry pensò a quanto ammirava quella ragazza, a quanto invidiasse il suo spirito battagliero, alla sua energia, alla voglia di non arrendersi mai, ed un dolce sorriso gli illuminò il viso.

 

"Sei sicura di volerlo fare? Non è esattamente la cosa più piacevole del mondo lasciarsi penetrare la mente… e neppure farlo agli altri."

 

"…Fa male…?"

 

"Oh, no. Non in quel senso… E' più un malessere, come se ti sentissi in qualche modo violato. Forzare le menti altrui non è divertente… è un'invasione, un'intrusione… e alla fine ti senti come contaminato. E anche l'utilizzo di incantesimi più potenti e più pericolosi non sempre fa sentire bene. E' come se sentissi la forza del male farsi sempre più strada… è complicato, insomma!"

 

La strega aggrottò le sopracciglia, e delle rughe di preoccupazione le si formarono in mezzo agli occhi. "Ah…" sussurrò, perplessa.

 

Harry le sorrise con dolcezza: "Ma tu sei la persona più forte e straordinaria che io abbia mai conosciuto, e sono convinto  che, a differenza mia, non ti farai tentare da pensieri oscuri. Sono certo che saprai cogliere solo il meglio di questo potere, e soprattutto tutto questo ti servirà per difenderti! Non sopporto che Isabel o che nessun altro possa farti del male, o possa in qualche modo contaminare la tua mente…" Le passò una mano tra i morbidi capelli ondulati e giocò con un suo ricciolo. "Sarò felice di darti qualche lezione extra, amore… sarà divertente…." Si chinò su di lei, baciandola piano ed accarezzandole dolcemente il collo.

 

Hermione rispose al bacio, con trasporto e sentendo il cuore colmo di felicità.

 

"Dio, Hermione, quanto mi piaci!" disse Harry staccandosi. "Ma adesso, prima di pensare alle lezioni di Difesa, dobbiamo fare altro!"

 

"Cosa?"

 

"Per iniziare, ti porterò a Hogsmeade, dove trascorreremo una bellissima giornata, io e te… solo io e te!"

 

Gli occhi della ragazza si illuminarono per la gioia, pregustando la gita nel luogo che più amava, ma soprattutto al pensiero di poter finalmente passare una giornata intera con il suo più grande amore, serena e felice come qualsiasi altra adolescente della sua età.

Con un sorriso smagliante, gli gettò le braccia al collo, facendolo cadere all'indietro, tra risate piene di allegria e spensieratezza.

 

*  *  *

 

Il giorno dopo, come promesso, Harry portò fuori la sua Hermione, comportandosi come il migliore dei fidanzati, in modo galante e dolce, attento ad ogni sua richiesta, pronto ad esaudire ogni suo desiderio.

 

La ricoprì di attenzioni, le regalò dolci, le comprò un libro, la portò nella più romantica delle caffetterie, le offrì squisitezze di ogni genere…  il tutto intervallato da coccole, carezze, abbracci e baci mozzafiato.

 

"Oh, Harry! Non sono mai stata così felice!" gli disse di getto, con gli occhi scintillanti dalla gioia, una volta tornati ad Hogwarts.

 

"Ti assicuro che nulla al mondo mi fa stare meglio del renderti felice…" le sussurrò in risposta, prima di baciarla per la millesima volta.

 

Hermione gli si fece più vicina, sentendo il bisogno di un contatto più profondo, ed Harry si lasciò sfuggire un sospiro: "Mhmm… Hermione…"

 

"Cosa…?"

 

Harry infilò le dita tra i suoi capelli profumati ed avvicinò il proprio viso: "Ho voglia di stare con te…"

 

"Vuoi fare un'altra gita a Hogsmeade?" lo provocò.

 

"No, signorina… " s'impossessò delle sue labbra, bramoso di sentirle di nuovo. Gliele aprì dolcemente, insinuando la propria lingua e muovendola piano, amabilmente e con passione.

 

Erano seduti su un divano della Sala Comune, un po' in disparte e lontani da occhi curiosi. Harry, sentendo crescere il desiderio, si lasciò sfuggire un gemito e la fece sdraiare all'indietro, mettendosi col busto su di lei. La strinse tra le braccia e riprese a baciarla con sentimento, giocando con le sue morbide labbra e sentendo l'urgenza di qualcosa di più profondo del semplice sfiorarsi.

 

Hermione lo accarezzò sulle larghe spalle, sentendo sotto le dita i muscoli duri e tonici che formavano il suo corpo. Lo sentì fremere e la cosa inorgoglì il suo lato femminile.

 

"Dio, Hermione! E' davvero difficile resistere a questo…"

 

Lei sorrise compiaciuta e represse un sospiro. I loro giovani corpi rispondevano prontamente agli stimoli reciproci e alle sensazioni nuove che provavano… sentendo il disperato bisogno di avere di più.

 

Ginny gettò distrattamente uno sguardo nella loro direzione e, alla vista dei suoi due amici abbracciati sul divano, sgranò gli occhi. Harry continuava a piacerle… purtroppo non poteva farci nulla! E anche se in quel momento nella sua testa si accavallavano mille pensieri su un biondino che fino a poco tempo prima aveva detestato con tutte le sue forze, l'idea di avere sotto il naso il suo primo amore avvinghiato ad un'altra, le diede comunque l'orticaria.

 

"Ehmm.. ehmm…" tossicchiò con fare di rimprovero.

 

Hermione si raddrizzò immediatamente sul divano, e Harry si passò una mano tra i capelli che gli sparavano da tutte le parti.

 

"E va bene…  troveremo un'alternativa!" decise Harry, stringendo i denti.

 

"In che senso?"

 

"Nel senso che ho bisogno di stare con te… senza essere osservato di nascosto dagli altri!"

 

Hermione guardò Ginny e la vide voltarsi dall'altra parte, indispettita e contrariata. Poi la rossa si alzò dalla poltrona e, gettando all'indietro i capelli con aria di superiorità, si diresse verso l'uscita.

 

"Ehi, Ginny!! Dove vai a quest'ora?!", la rimproverò Ron con la bocca piena di torta al lampone, sputacchiando pezzettini in giro.

 

"Ah, non rompere!"

 

"G-Gi-n-ny… GINNY!!!!!" sbraitò infuriato, rischiando di soffocare.

 

Ma lei ignorò le sue proteste e s'infilò nel varco che fungeva da passaggio, il quale si richiuse immediatamente dopo alle sue spalle.

 

'Perché? Perché tutti devono essere felici?!?? Tutti tranne… ME!!' pensò disperata. Sentì una lacrima bruciarle gli occhi, e si mise a correre per i corridoi deserti e semi bui, illuminati solo dalle torce alle pareti.

 

Teneva le mani sopra gli occhi, per cercare inutilmente di trattenere quelle lacrime disperate, che non volevano saperne di restare dentro. Senza seguire una meta precisa, voltò a sinistra, senza guardare, e all'improvviso andò a sbattere contro qualcosa di solido e alto.

 

"Aaahh!" esclamò spaventata, vacillando pericolosamente all'indietro.

 

Una mano decisa le afferrò prontamente il braccio, stringendolo forte ed impedendole di cadere.

 

"Ohh…. Weasley, Weasley!" disse una voce tagliente ed irritata, rimettendola in piedi.

 

Lei alzò lo sguardo, ed incontrò due lame azzurre che le mozzarono il fiato: "…M- Malfoy…"

 

"Proprio io, insignificante ragazzina sciatta che infrange le regole!"

 

"Malfoy!!"

 

"Sì, quello è il mio nome, Weasley, e ultimamente l'ho sentito un po' troppo spesso, sussurrato dalle tue labbra…" la canzonò con derisione.

 

Lei sgranò gli occhi, sempre più colmi di lacrime, e si divincolò dalla mano che la teneva ancora stretta.

 

"Sei il solito presuntuoso arrogante! Io non sussurro proprio il nome di nessuno!"

 

"Ohh… sì che lo fai!" e scoppiò a ridere divertito.

 

"Vai al diavolo, idiota!"

 

"Forse ti dimentichi che stai parlando con un Prefetto, piattola!"

 

"E credi, con questo, di farmi paura?!"

 

"Sai benissimo che non puoi andare in giro per i corridoi a quest'ora!"

 

"Non me ne frega un accidente di niente!"

 

"Oh, sono certo che quando i tuoi compagni, per colpa tua, si ritroveranno con 30 sassolini color rubino in meno, allora sì che ti importerà!!"

 

"Sai dove te li puoi mettere, i tuoi sassolini?!"

 

Draco sgranò gli occhi, confuso: "Ehi, signorina! Che modo di esprimersi è mai questo? Da quando in qua usi parole come…" Poi si accorse dei suoi occhi umidi e s'interruppe di colpo. "Si può sapere perché diavolo stai piangendo?"

 

Lei si passò velocemente il dorso della mano sotto gli occhi e, trattenendo un singhiozzo, disse: "Non… non sto piangendo!"

 

"Certo che stai piangendo!" s'innervosì lui, "Le riconosco bene, le lacrime…"

 

"Fatti gli affari tuoi!!"

 

"Insomma, che ti prende stasera?"

 

"Niente che ti debba interessare!!" quasi gridò la rossa.

 

"Certo che mi interessa!"


"Ah! Non farmi ridere, specie di piccolo tiranno che non sei altro! Proprio tu, che godi delle disgrazie altrui!"

 

Draco si incupì e strinse i pugni: "Non con tutti…" sussurrò piano, "… e, soprattutto, non con te…"

 

"CERTO… COME NO!", ruggì. "…Ma se non hai fatto che offendermi fino a pochi secondi fa!?"

 

Draco sentì una fitta di rabbia, a quelle parole: "…Io… è che mi dispiace vedere una ragazza come te, piangere…"

 

"Nessuno ha chiesto il tuo aiuto, o la tua compassione! Men che meno io!"

 

A quel punto, il biondo, perse la pazienza. Le mise le mani sulle spalle e la tirò verso di sé: "Dimmi chi ti sta facendo soffrire così?"

 

Ginny sentì le mani di Draco come se fossero state roventi e si accasciò leggermente, sotto quella presa così salda: "Nessuno…"

 

Lui serrò forte le mascelle. Ancora non capiva il perché, ma vederla piangere gli causava un malessere che non aveva mai sentito prima. Quella che era sempre stata la sua nemica, improvvisamente, si era trasformata in una creatura meravigliosa ed indifesa, che gli scatenava sentimenti di protezione del tutto nuovi, per lui.

Per non parlare di quanto si sentisse attratto da lei!

Ah! Aveva dell'incredibile! Eppure… eppure, sentire quelle spalle delicate, sotto le sue dita, divise solo dallo strato sottile della sua camicetta, lo faceva andare completamente in tilt.

 

"Non dirmi che soffri ancora a causa di Potter?!" Senza pensare, la strinse maggiormente. "Quel quattr'occhi con la sindrome del salvatore del mondo mi ha davvero rotto le palle!"

 

Ginny, a quelle parole, per poco non scoppiò a ridere e distese le labbra in un sorriso spontaneo, trasformando la sua espressione da corrucciata a dolce.

 

"Harry non c'entra…" disse con un filo d'amarezza, ma sorridendo ancora all'espressione di Draco.

 

"Sei decisamente più carina, quando sorridi, piccola Weasley…" si lasciò sfuggire il mago.

 

Ginny sollevò lo sguardo, e realizzò quanto fossero vicini, e quanto le mani del ragazzo la stessero stringendo.

 

L'orgoglio di Draco si fece sentire con una debole zampata, suggerendogli di rimangiarsi le ultime parole. Ma ormai era troppo tardi.

E poi, mettendo da parte tutto ciò che non era la sua superbia, si rese conto che non era mai stato così sincero in vita sua. Non aveva mai provato prima quella sensazione meravigliosa di sentire il calore della pelle di un'altra persona e voleva sentirlo sempre di più.

 

Rimase con gli occhi incollato a quelli della rossa, sentendo un solo, unico desiderio: baciarla fino a rimanere senza fiato!

Tirò a sé la ragazza, finché non sentì il suo corpo premere contro il proprio.

Ginny si divincolò protestando, ma lui, con un movimento rapido della mano, l'afferrò per la vita e se la tirò nuovamente vicina.

 

Draco, per la prima volta in vita sua, era acceso da una passione nuova, da un desiderio dominante e che aveva la forza di un incantesimo potentissimo. La sentiva ansimare contro di sé, poteva sentire il profumo dei suoi capelli, che era… oh! … era buonissimo!

 

"Malfoy… " gemette Ginny col fiato corto, "Se ci tieni alla tua vita, levami subito le mani di dosso…"

 

Il biondo la guardò con occhi pieni di desiderio, con una intensità che fecero arrossire la giovane strega.

 

"Oh… oh… dolcissima Weasley… Di fronte a questa minaccia, non posso che risponderti che la mia vita non vale niente, ora che ti ho tra le braccia…" Sollevò una mano e gliela fece scorrere delicatamente sul viso, accarezzandole la fronte, i capelli, le labbra. "Sei una vera bellezza…" disse quasi stupito di non essersene mai accorto prima.

 

Fece scendere piano la mano sul mento, sul collo, e con finta noncuranza le sfiorò il seno. Ginny trattenne il respiro e sentì le proprie guance infiammarsi, e sentì il proprio corpo accendersi di desiderio.

 

"La-lasciami andare…" protestò. Ma nonostante quelle parole, non si staccò da lui, né tentò in alcun modo di fermarlo. Quella carezza era la cosa più bella che avesse mai sentito, e altro non desiderava che la sua mano continuasse ad sfiorarla per tutto il tempo che lui voleva.

 

Lui la tenne stretta, e il suo sorriso solitamente beffardo, si trasformò in un sorriso estasiato, meravigliato e compiaciuto. Con una mano proseguì la lenta carezza d'esplorazione, mentre le dita le sfioravano ancora il seno e scendevano ancora più giù, fino a circondarle nuovamente i fianchi. Poi, con tutta la dolcezza che gli riuscì, si chinò su di lei e la baciò.

 

Ginny non si oppose, troppo frastornata dalle emozioni che la stavano assalendo tutte insieme, e si abbandonò a quel calore nuovo e piacevole. Draco fu inaspettatamente dolce e delicato. La baciò piano, gustando il sapore di quelle labbra rosse e carnose, invitanti come un frutto proibito, muovendo la lingua lentamente e con sensualità.

 

Dopo un lungo minuto, il giovane mago la sciolse dall’abbraccio e si separò da lei, guardandola dritto negli occhi e facendola vacillare leggermente, come se il terreno sotto di lei si fosse mosso.

Poi la ragazza, destandosi da quel meraviglioso sogno, ricordò i rispettivi ‘ruoli’ nemici che avevano e, pronta a recitare il suo copione, mosse una mano per colpirlo, ma Draco le afferrò il polso, bloccandola: “Ferma…”, le sussurrò con voce suadente, “Non fingere che non ti sia piaciuto, Ginny… Se ti è piaciuto la metà di quanto è piaciuto a me, allora mi posso ritenere molto fortunato.”

 

La rossa sgranò gli occhi, non capendo se fosse più sconvolta per ciò che lui aveva detto, o se per il fatto che l’avesse chiamata per nome.

 

“Non chiedermi perché ti ho baciata… So solo che ne ho sentito il bisogno! …Un bisogno disperato!” Abbassò lo sguardo per un attimo, ma quando lo riportò all’altezza degli occhi della ragazza, era dolce come lei non lo aveva mai visto prima. “So che è contrario ad ogni regola non scritta che vige tra le nostre famiglie, ma non riesco più a far finta di niente. Tu mi piaci, Ginny Weasley… Per tutti i sortilegi della terra, tu mi fai letteralmente impazzire!”

 

*  *  *

 

Ringraziamenti:

 

Marco: Ciao Colonna portante della mia vita letteraria (…e non solo!!) !! Sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto… inutile dirti che mi auguro sia lo stesso per questo. Sai che i tuoi preziosi consigli sono per me fondamentali, e anche quando mi fai qualche ‘critica’ è sempre assolutamente costruttiva ed utile!

Quindi aspetto con ansia di sapere cosa te ne pare di quest’ultimo capitolo…  Un bacio grande, grande, grande!

 

Morgana85:  Carissima Morgana, ciao… dopo lunghi mesi ho riletto la recensione che mi avevi lasciato, e ti assicuro che sei stata tu a far commuovere me!  Mi fai dei complimenti stupendi, e spero sinceramente di meritarli. Grazie, sei sempre estremamente dolce e carina con me… e il tuo affetto è una cosa che mi riempie di gioia! Grazie infinite! Spero di poter contare ancora sulla tua presenza!  J Ti abbraccio forte!

 

Argentlam: Ciao carissima!! Grazie, sei sempre un tesoro e non ho parole per ringraziarti… Purtroppo ci ho messo una vita ad aggiornare, ma spero di cuore di trovarti ancora tra le mie lettrici preferite, e che continuerai a seguire la storia…  Tra l’altro ti chiedo scusa, perché sono in arretrato anche con la lettura del tuo ultimo capitolo!! Sono imperdonabile… perdonooooooooooo !! Ma prometto di mettermi in pari quanto prima! Un bacione !!

 

Luxcis: Grazie tesoro!! Spero davvero di trovarti ancora!!! Eh, sì… i due piccioncini ormai hanno gli ormoni alle stelle. Ma prometto che nel prossimo capitolo finalmente verrà resa loro giustizia! Ciao ciao!!

 

Jenny89: Ciao Jenny! Grazie mille del tuo incoraggiamento… sigh, spero di non averti deluso con tutta questa attesa… Un abbraccio e davvero grazie! ;-)

 

Lights:  Adoratissima Lights, ciaoooo!!  Ma come posso trovare le parole giuste per ringraziarti?? Sei davvero gentilissima e la tua recensione mi ha fatto davvero commuovere dalla gioia! Zì, zì… adesso arriva il bello tra le nostre amate coppie! Spero che anche in questo cap ti sia piaciuto l’incontro Ginny/Draco… che dire? Fanno davvero scintille, insieme! E per quanto riguarda Isabel… già, poveretta… MA E’ TREMENDA!!!

Senti, cara… ma tu quando aggiorni  H2?!?!?!? Ti preeeeeeeegoooo !!! Un bacio grandissimo, alla prossima!

 

Stizy: Ma ciao stellina mia!! Eccomi, finalmente… dopo secoli! Era davvero tantissimo che non aggiornavo, e mi spiace non riuscire mai a salutarti su MSN come vorrei… Piccola, spero mi perdonerai!!! Grazie per la bella recensione, sei un vero tesoro!!  Hai ragione, Isabel da una parte fa tenerezza… ma dall’altra mette paura persino a me… (!??!?!)  il che è tutto dire!!!!  J  Spero tanto che leggerai questo capitolo e non vedo l’ora di sapere che te ne pare! Ti mando un bacio ed un abbraccio grandissimo!!! Ciao ciao

 

Goldbuble: Ciaooooooo !!! Ebbene sì, sono passati 6 mesi, ma alla fine ce l’ho fatta!!!! Hai definito Isabel nel modo che forse più le si addice…. Ihihihih!  Aspetta e vedrai…! Oddio, chiedere di aspettare ancora è una bella pretesa, da parte mia, ma mi auguro ugualmente di trovarti sempre tra le mie adorabili lettrici!

Un bacione!

 

Topgunforever: AAAAAAAHHHHHHH !!  ciao!! J  Grazie carissima per la super recensione!! Hai ragione, hai ragione… Harry deve fare qualcosa, in difesa della sua Hermione! Ma, se hai letto questo capitolo, avrai visto che la stessa streghetta ha finalmente deciso di dire BASTA! Ora vuole imparare a difendersi, e speriamo in bene!! Di certo si prospetta un periodo… “scoppiettante” … ihihihi! Spero di trovarti con una nuova recensione, e nel frattempo di mando un bacino! Ciauz!

 

BellaWitch: Ma ciao bella!! Tesoro, mi rendo conto di essere ripetitiva, ma anche a te devo le mie più profonde scuse per il ritardo… I’m so sorry!!  Che dire? Spero tanto che tu stia seguendo ancora la storia, e spero di sapere che te ne pare!!! J Un bacio grande ed un grazie speciale!

 

I love you Draco: Ciao, spettacolo della natura!!! Ihihihih!!! Mi hai fatto morire dal ridere con la tua recensione, e ti ringrazio di cuore per tutti i complimenti che mi hai fatto… GRAZIE!! Orbene, la odiosa Keen, anche in questo capitolo, ha trovato il modo per rendersi insopportabilmente ripugnante! Ok, la farò morire in modo violento, come da te richiesto…  :- ))  Noooo… dai! Ancora non posso svelare nulla!  So che è una gran pretesa, da parte mia, ma tu continua a seguirmi, ok?? Lo spero tanto!!! Ti abbraccio e ancora mille grazie!!!!

 

Pandora91:  Ciao dolcissima Pandora! Sono felice che ti sia piaciuto lo scorso capitolo, e tu sei sempre davvero gentilissima con me… spero di cuore di meritare tutti i tuoi complimenti!!!

Ci credi se ti dico che quando scrivevo di Isabel che infieriva su Hermione stavo male anch’io?!??! Povera…

Scrivere di Draco e Ginny mi piace tantissimo, mi  “stimola” come coppia, forse proprio il fatto che inizialmente loro si detestano!! Fammi sapere se ti è piaciuto anche questo cap, ok?!?!? Baciotti!!!!

 

Sabri89:  Ed ecco la mia musa ispiratrice!!!  Ciao, dolcissima creatura! J  Allora… come prima cosa, sono io che devo ringraziare TE !! Sappi che la tua presenza costante e il tuo sostegno sono una fonte inesauribile di stimolo, per me. Come ho fatto con tutti, anche a te chiedo scusa per questo enorme ritardo, e l’unica cosa nella quale posso sperare, è che tu non mi abbia abbandonato….  SIGHHH….  WUEEEEEHHHHH !!! Ne morirei!!!! L  Davvero, spero che anche questo cap ti sia piaciuto e ti abbia entusiasmato come gli altri.

Per quanto riguarda gli sviluppi… ARGH! Ti dirò, faccio davvero fatica a fare pronostici!! Scrivo di getto e la storia si crea da sola… quindi è una sorpresa anche per me!! J  Spero tanto (ma TANTO TANTO TANTO!!) di trovare ancora le tue recensioni, e che tu non ti sia scordata di meeeeeeee!! J

 Un bacio grande e super sincero! A presto, ciao!!

 

Dalastor: Carissimo Dalastor, ciao! A te devo delle scuse doppie, perché (oltre a non aggiornare la mia FF), sono irrimediabilmente in ritardo nella lettura del tuo ultimo capitolo della tua super bellissima storia! SCUSAAAAAA !!!  Venendo alla tua recensione… WOW !!  sono rimasta così: O___O  Ma grazie! Che bella! Mi hai lasciata senza parole e mi ha fatto enormemente piacere! Ogni complimento, fatto da te, per me ha un  valore specialissimo, perché TU sei uno scrittore che io ammiro tantissimo! Ti mando un bacio, a presto… promesso!

 

8x4: CIAOOOOOOO TESORO MERAVIGLIOSAMENTE MERAVIGLIOSO!!! Non ci credo!! Hai trovato il tempo di recensire… nonostante tutte le 847526 cose che hai da fare!?!?!? ME ONORATA!  Ciao carissima mammina, come stai? Come stanno i tuoi stupendi bambini? Ops… forse qui non è il caso di dilungarmi in domande… e dovrei scriverti direttamente!!! Aspetta che mi tiro le orecchie da sola!!

Grazie infinite per la tua recensione… Mi ha fatto davvero piacere! Se potrai leggere anche questo mio ultimo aggiornamento, mi riterrò davvero onorata e felice!! Un bacio stellina, a te e ai tuoi meravigliosi Isaac e Jamie!!

 

Jacklyn: Ahhhhhhhhh!!!!!  Sono commossa… letteralmente! Benvenuta, carissima Jacklyn! Sono piacevolmente colpita dal fatto di trovare nuove lettrici di questa FanFiction, e sono davvero felicissima che la mia storia ti stia piacendo tanto! Spero che, nonostante questa lunga attesa, tu abbia portato pazienza e che riuscirai a recensire anche questo nuovo capitolo. Sei stata  davvero gentile e la tua recensione mi ha fatto sorridere e divertire! Spero tanto di accontentare presto le tue richieste! Un bacio affettuosissimo!! A presto!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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