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Il suono veniva da
lontano, entrava dalla finestra aperta, leggero e impalpabile come il
vento che lo accompagnava.
Harry contò i
rintocchi, inesorabilmente lenti, dell’odioso campanile che,
anche quel giorno, era l’unica cosa a tenergli compagnia.
Quei giorni così
lunghi e senza fine, che sembravano scorrere a rilento, privi di
senso e che aumentavano in lui un sentimento di oppressione che non
aveva precedenti!
‘Perché?
Perché ogni anno questa maledetta punizione? Che senso ha
rimanere qui a Privet Drive con gente che mi detesta… anzi,
mi odia! E’ una tortura per me e per loro!!’
Harry inforcò con
rabbia gli occhiali appoggiati sul comodino e si alzò con
frustrazione dal suo letto, che ormai lasciava sfatto da due giorni…
Non aveva nemmeno più voglia di prendersi il disturbo di
rifarlo! Tanto i suoi zii non sarebbero di certo entrati lì…
Lo evitavano più che potevano (neanche avesse avuto la peste…)
e lo chiamavano per i pasti solo perché così erano
liberi di ringhiare disposizioni e dare ordini.
Non ce la faceva più!
Cinque settimane, CINQUE!!
Essere rinchiusi ad
Azkaban forse era meno peggio… Almeno, lì, avrebbe
potuto parlare con qualcuno! Magari avrebbe potuto escogitare una
fuga sicuramente più attuabile che fuggire dai suoi zii e da
Privet Drive.
Il pensiero di Azkaban
gli fece inevitabilmente tornare in mente Sirius, e gli occhi gli si
inumidirono all’istante.
Perché era
successo? Perché tutte le persone che lui amava erano
destinate a morire? Perché anche Sirius aveva seguito i suoi
genitori?
Perchè era morto?
Almeno lui... l'unica persona più vicina a poter essere
definita un parente... Avevano avuto così poco tempo per
conoscersi! Eppure il suo legame con Sirius era stato qualcosa di
unico, intenso, eccitante... e maledettamente troppo breve!
Strinse con forza i pugni
e sfoderò un calcio al suo baule, rimediando solo un gran
dolore fisico. Iniziò a misurare il perimetro della sua stanza
(ed era davvero poco il tragitto che riusciva a fare!)... Ormai
conosceva a memoria ogni centimetro del pavimento: una macchiolina
lì… un segno là… il solito buco nel
tappeto…
Era tutto dannatamente
identico!
Iniziava a sentirsi
soffocare. Guardò fuori dalla finestra, sperando che almeno
Edvige fosse di ritorno… Ma era impossibile! Aveva scritto le
lettere per Ron ed Hermione solo qualche ora prima e sapeva che il
gufo non avrebbe fatto ritorno prima di notte.
Basta! Doveva uscire o
sarebbe morto di claustrofobia!
Scese lentamente gli
scalini, cercando di fare il meno rumore possibile, ma il penultimo
gradino lo tradì scricchiolando sinistramente sotto il suo
peso.
“Merda!”,
si lasciò sfuggire.
Gli zii erano piazzati
sul divano (al quale Harry non poteva nemmeno avvicinarsi,
ovviamente), davanti al televisore e con espressioni più
ottuse del solito. Ma quel piccolo rumore riuscirono a sentirlo alla
perfezione! Sembrava che avessero il sesto senso quando Harry si
muoveva!
“Ragazzo!”,
tuonò zio Vernon, “Dove credi di andare?!”
Harry si immobilizzò
davanti alla porta di casa: “Ehm… vado a fare un giro…”
“Un
giro? Che razza di espressione è?”
Harry arretrò di
un passo, nel vedere lo zio che si alzava dal divano.
“Non
ce la faccio più di stare rinchiuso nella mia stanza…
Ho bisogno d’aria!!”
“E
per far cosa? Combinare qualcun altro dei tuoi guai? Eh?! Se vuoi
dell’aria, perché non apri la finestra?”
Un muscolo nella mascella
di Harry si contrasse: “Perché non entra un filo di
vento! E poi ho 16 anni, ormai! Non devo più rendervi conto di
tutto quello che faccio!! Se voglio sgranchirmi le gambe devo
ritenermi libero di farlo, capito!”, gridò, pieno di
rancore.
Lo zio guardò la
moglie, scuotendo la testa con rassegnazione: “E’ un caso
irrecuperabile… Non è certo come il nostro piccolo
Didino!”
“Già,
per fortuna!”, sibilò Harry a denti stretti.
“Cosa
hai detto?”
Harry aprì la
porta: “Ci vediamo dopo…”, ed uscì
rapidamente dal raggio d’azione di zio Vernon, sapendo
perfettamente che quest'ultimo non avrebbe mai fatto una scenata al
di là dello zerbino di casa!
Aria! …
Finalmente…
Si cacciò le mani
in tasca ed iniziò a camminare con passo veloce. Voleva
allontanarsi in fretta da quel posto, e l’unica consolazione
che aveva era l’attesa del ritorno di Edvige. Sperò con
tutto se stesso che nelle risposte dei suoi amici, almeno ci fosse
qualche indicazione su quando sarebbero venuti a prenderlo.
Doveva trattarsi di
giorni, ormai!
Ma la cosa che lo mandava
in bestia, più di tutte, era il fatto che Hermione fosse già
alla Tana da una settimana! Perché ? PERCHE’ ?!
Perché lei poteva
stare con Ron un’intera settimana più di lui? Sette
lunghissimi giorni che lui aveva passato guardando il soffitto,
rigirandosi nel letto, in preda ad incubi notturni dove rivedeva
Sirius precipitare in quel velo che lo aveva inghiottito per sempre….
Perché ?
Loro si stavano
sicuramente divertendo un sacco, in quel momento! A differenza sua,
che come unico divertimento e svago aveva quello di fare due giri
dell’isolato!
I suoi piedi lo portarono
automaticamente al piccolo parco giochi che c’era vicino a
casa. Immaginò di non trovarci nessuno, ma si sbagliava. Un
gruppetto di ragazzi era posizionato in cerchio attorno … ad
una ragazza.
“Lasciatemi
andare…” Harry sentì la sua voce debole.
Si avvicinò con
cautela e non rimase affatto sorpreso di vedere che suo cugino
Dudley faceva parte di quel gruppo di bulli.
“Ah
ah ah!! Guarda che se anche chiedi aiuto, qui non verrà
nessuno!”
“AH
AH AH !!”, risero in coro gli altri.
“E
dai! Che ti costa fare quello che ti abbiamo chiesto?”, le
domandò un ragazzo, cercando di toccarla.
Harry si avvicinò
ancora di un passo, per vedere meglio. Erano in cinque, tutti
maggiorenni, e la ragazzina non poteva avere più di 15 anni.
“Lasciatemi
stare… Vi prego!”
“Eh
no, carina… prima devi fare quello che ti abbiamo detto!”
Altre risate.
Harry, incapace di non
intervenire davanti a quello spettacolo, uscì dalla siepe che
lo nascondeva ed attirò la loro attenzione: “Ehi, razza
di palloni gonfiati! Che state facendo?”
I cinque si girarono,
colti di sorpresa.
“Ma
guarda un po’, è arrivato il ribelle con gli occhiali!”
Dudley lo guardò
con occhi porcini: “Che ci fai qui? Torna a casa!”
“Perché
non ci torni tu? Papino e mammina non vedono l’ora di
rimboccarti le coperte…”
Due ragazzi risero e
Dudley li fulminò con gli occhi.
“Harry
se non vuoi prenderle, ti consiglio di andartene!”
Harry provò una
scarica di adrenalina: “Oohh, ma che paura!!” Si tirò
su le maniche della camicia e sollevò i pugni. “Avanti,
provate a prendervela con me! Siete dei luridi infami… e non
sapete fare altro che terrorizzare chi è più piccolo di
voi!!”
I ragazzi si voltarono
contemporaneamente verso Harry, con delle facce che non promettevano
nulla di buono ed iniziarono a massaggiarsi le mani, con fare
minaccioso.
“Sei
in cerca di guai, Harry?”
“Ti
sbagli: siete voi a rischiare grosso, questa volta!” disse a
denti stretti Harry, facendosi sotto.
“Ah
ah ah! Ma non farmi ridere!”
“Addirittura
adesso non vi basta più infastidire i bambini… siete
così vigliacchi da prendervela con le ragazzine indifese!”
“E’
un po’ che non ci divertiamo con te, in effetti… Ma,
evidentemente, ti siamo mancati!” disse uno alto più di
Dudley.
“No,
la differenza è che adesso mi so difendere!” E, senza
aspettare risposta, diede un sonoro pugno nello stomaco dello
spilungone, che si piegò in due ed emise un lamento, un misto
di stupore e dolore.
Gli altri rimasero un
attimo increduli davanti a quella scena, ma la meraviglia durò
poco: erano sempre cinque contro uno!
Un ragazzo più
basso di lui, ma largo il doppio, chinò la testa e lo puntò
come se fosse stato un toro, ed iniziò una rincorsa per dargli
una zuccata. Ma Harry, rispetto all’anno prima, era diventato
molto più agile, forte e con i nervi sempre in allerta…
e in più aveva una gran voglia di scaricare la tensione
accumulata per cinque settimane contro qualcuno.
Quindi si spostò
velocemente di lato, e sfruttò la carica del ragazzo per
dargli una pedata nel sedere e farlo atterrare come un sacco di
patate nella terra secca e polverosa.
Un altro provò a
colpirlo, ma Harry schivò abilmente il colpo e, prendendo in
contropiede il malcapitato, gli sferrò un pugno sul naso, che
emise un sinistro rumore di rottura.
Quello iniziò ad
ululare dal dolore, portandosi le mani sul naso e facendo versi come
uno scimmione.
Harry, col respiro
affannato, si girò a guardare Dudley e facendogli un sorriso
sollevò la camicia dal bordo dei pantaloni, dove si poteva
scorgere la sua bacchetta.
“Per
te ho un trattamento speciale…”
Suo cugino, a quella
vista indietreggiò con il panico negli occhi.
“Ehm…
ra-ragazzi… O-oggi… non… non è giornata!
Andiamocene!!”
Gli altri, un po’
perché Dudley era il loro capo, un po’ perché
erano già malconci, non se lo fecero ripetere due volte e
preferirono dargli retta. Chi zoppicando, chi col naso che colava
sangue, si allontanarono gridando insulti irripetibili e improperi di
ogni tipo.
Harry rimase con i pugni
sollevati in guardia finchè non li vide sparire dietro il
cespuglio che delimitava la via. Rimase quasi deluso nel vederli
dileguarsi così in fretta! La sua smania di muoversi non si
era sfogata poi tanto… Anche se fare a botte con degli idioti
simili non poteva certo ritenersi un’attività di cui
andar fieri!
“…Grazie…”,
disse una voce morbida alle sue spalle.
Solo allora Harry si
ricordò della ragazza. Si girò del tutto, e la vide.
Non si era sbagliato, era giovane, sicuramente più piccola di
lui. Era mora, con i capelli che le arrivavano alle spalle, una
frangetta sbarazzina e due occhi azzurri come il cielo.
Era davvero carina!
“Ohh,
ehm… f-figurati…” Harry si passò una mano
tra i capelli, cercando di appiattirli perché sapeva che
probabilmente in quel momento sparavano verso l’alto.
La sera prima, ancora una
volta, aveva tentato di tagliarli… fallendo come sempre, visto
che quella mattina si era svegliato e loro erano di nuovo lunghi e
indomabili!
“Tu
sei Harry… vero?”
Lui la guardò con
un misto di titubanza e prudenza: “…Sì. Ci
conosciamo?”
“Non
so se ti ricordi di me. Io però mi ricordo di te: ti vedevo a
scuola, quando eri più piccolo.”
Harry
cercò di far mente locale, ma gli unici ricordi di quel
periodo erano talmente pochi e brutti che la sua mente li aveva
automaticamente archiviati nel cassetto ‘DA
NON APRIRE MAI PIU’’’.
Scosse la testa,
vergognandosi un po’: “No, mi spiace.”
“Oh,
non preoccuparti, lo immaginavo. Conosco bene anche Dudley,
purtroppo… Lo odio!”
Harry sorrise: “Non
dirlo a me! Devi stare lontana da quei mascalzoni…”
“ E’
che mi hanno seguita… Tu abiti con lui, vero? La tua casa è
quella in Privet Drive?”
“Non
è casa mia, quella!”, disse Harry a voce un po’
troppo alta. “Comunque sì, sfortunatamente è mio
cugino.”
La ragazzina si spolverò
l’abito chiaro e corto, che portava ancora i segni delle
manacce sporche dei suoi aggressori. Si sedette sull’altalena,
iniziando a dondolarsi lentamente.
“E’
strano. Mi ricordo di te fino ad un certo punto, poi… hai
fatto il contrario di quello che fanno tutti i ragazzi.”
“Che
vuoi dire?”, chiese Harry andando a sedersi nell’altalena
a fianco e facendosi oscillare piano.
“Beh,
di solito i ragazzi frequentano le scuole per tutto l’anno, e
quando arriva l’estate… se ne vanno in vacanza. Tu,
invece, sparisci per tanti mesi e torni solo quando è estate.”
Harry si guardò le
punte dei piedi, che andavano avanti e indietro.
“E’
che frequento una scuola fuori Londra… “
“Ah
sì? Quale scuola?”
“Dubito
che tu la conosca”, si affrettò a dire Harry, “è
una scuola… speciale, come dice mio zio.”
“Capisco…”,
la ragazzina si voltò a guardarlo, con quei suoi begli occhi
azzurri e gli sorrise. Harry si sentiva strano a parlare con una
ragazza che non fosse Hermione… per di più babbana a
tutti gli effetti!
Provò un fulmineo
moto di nostalgia per Hermione, pensando che mancavano solo pochi
giorni e finalmente l’avrebbe rivista.
La moretta si alzò
all’improvviso e gli si mise di fronte. Adesso Harry era più
basso, rispetto a lei. L’altalena interruppe il suo ondulare
contro le ginocchia della ragazza.
“Scusa…”,
disse Harry timidamente.
“Ora
farò ciò che quei ragazzi volevano che facessi…
Te lo sei decisamente guadagnato…”
E senza dargli tempo di
rendersene conto, si chinò su di lui ed appoggiò le sue
labbra su quelle di Harry, premendo leggermente ma con decisione.
Harry, che tutto si
aspettava tranne che quello, dovette aggrapparsi alla catena per non
cadere all’indietro. Quel gesto lo aveva lasciato sbigottito…
e disorientato…
Ma lo rese molto felice…
incredibilmente felice!
Sentì una
sensazione di vertigine alla bocca dello stomaco… una specie
di solletico.
Dopo qualche secondo lei
si staccò, con un leggero rossore sulle guance. Harry, in
fatto di rossore, la batteva sicuramente: se lo sentiva disseminato
ovunque! Probabilmente anche i suoi capelli erano diventati di quel
colore!
Lei fece un’espressione
buffa, e si passò la lingua sulle labbra.
“Sai
di buono…”
Harry continuò a
guardarla incredulo, con un’espressione non proprio
intelligente e non riuscì a dirle niente.
“Comunque
io mi chiamo Greta… Domani pomeriggio alle cinque tornerò
qui. Ciao…”, e scappò via facendogli un gesto con
la mano.
Harry riuscì a
malapena a sollevare la sua e a farle un sorriso a 32 denti.
Ma cosa cavolo era
successo?!?!
Si passò la mano
sulle labbra, ancora incapace di realizzare se era stato tutto vero.
Una ragazzina… una ragazzina che nemmeno conosceva lo aveva
baciato, così… semplicemente! Senza troppi problemi o
complicazioni… solo per ringraziarlo!
Se ripensava al bacio
scambiato l’anno precedente con Cho Chang, si sentiva ancora
male! Era stato una vera catastrofe! E, decisamente, non lo aveva
affatto aiutato a far crescere la sua scala personale di autostima!!
Ok, quello che Greta gli
aveva dato non era stato un vero e proprio bacio… ma era stato
sicuramente un contatto mooolto piacevole!
Fu con quel sorriso
stampato in faccia che rientrò a casa degli zii, che lo
accolsero con dei grugniti di disapprovazione.
“Dudley
è tornato già da dieci minuti!!!”, gli urlò
con voce stridula zia Petunia. “Per punizioni andrai a letto
senza cena!”
Harry non si preoccupò
nemmeno di rispondere… Onestamente quella sera non aveva
nemmeno fame! Salì lentamente le scale, fino a raggiungere la
sua piccola stanza. Si lasciò cadere sul letto, intrecciando
le mani dietro la nuca, e riuscì a rimanere così,
unicamente a guardare il soffitto, finchè non sentì
rientrare Edvige dalla finestra.
Con un balzo saltò
giù dal letto, allungando il braccio per far atterrare il suo
gufo, che aveva due lettere legate alla zampa.
Harry la ricompensò
con delle dolci carezze sulla testa e con un pezzo di biscotto.
Edvige ricambiò con una delicata punzecchiata all’orecchio.
Harry si distese
nuovamente sul letto, finalmente felice! Quella strana giornata era
iniziata in modo triste e sconsolato, ed era finita in maniera
inaspettata e spettacolare!
Le lettere di Ron ed
Hermione erano più o meno uguali. Cercavano di divertirsi e di
non pensare a come era terminato l’anno precedente, godendosi
le giornate di sole e facendo spesso delle gite. Un altro anno stava
per iniziare e loro dovevano caricare le batterie per quello che li
avrebbe aspettati.
Ron gli confermò
che suo padre sarebbe andato a prenderlo dopo due giorni, di sera, e
di tenersi pronto per le 21.00.
Sì, era stata
decisamente una bella giornata!
* * *
Il giorno dopo,
purtroppo, passò in modo altrettanto lungo e l’unica sua
distrazione fu scendere a fare colazione (il suo stomaco rumoreggiava
sonoramente a causa della cena saltata la sera prima) e il misero
pranzo, composto da avanzi di pollo e da delle cose verdi e
arancioni, che potevano essere delle verdure non meglio identificate.
Anche quel pomeriggio fu
afoso e non si alzò nemmeno un po’ di vento. La sua
stanza era una fornace e nonostante le due docce, si sentiva sempre
irrimediabilmente accaldato. Fu tentato di sfidare le urla di zio
Vernon e provare a fare la terza doccia della giornata (lo zio odiava
qualsiasi spreco d’acqua… ma quel caldo era
insopportabile!), tuttavia si limitò a rinfrescarsi
sciacquandosi solo la faccia.
Harry, dal giorno prima,
aveva ripensato spesso a quella ragazza che lo aveva baciato
lasciandolo di sasso, e non riusciva a togliersi il sorriso di dosso
ogni volta che ci rimuginava su.
Sviando l’attenzione
degli zii, quel pomeriggio riuscì ad allontanarsi da casa
senza che se ne accorgessero e alle 17.00 in punto era al parco, a
dondolarsi con pigrizia sull’altalena.
Alle 17.05 la vide
arrivare, sempre correndo.
Harry le sorrise e si
alzò, sentendosi in difficoltà perché non sapeva
cosa dire.
“Ehm…
ciao!”, provò con la cosa più semplice.
“Ciao!
Sei rimasto così da ieri?”, lo prese in giro, trovandolo
nella stessa posizione del giorno prima.
“Oh,
no… Sono… sono arrivato adesso…”
Lei sorrise in modo
birichino: “Stavo scherzando!”
Harry sorrise a sua
volta, sentendosi maledettamente stupido.
“Vuoi…
vuoi fare una passeggiata?”, le chiese agitato, con
l’impressione che lei fosse molto più sciolta e sveglia
di lui.
“Oh,
no… Mi piace restare qui. E’ un posto tanto movimentato
di mattina, ma a quest’ora fa troppo caldo… e non ci
viene nessuno!”
“Sì,
ho visto.”
Harry, in effetti,
sentiva piccole goccioline di sudore indesiderate imperlargli la
fronte, adesso che lei lo guardava con quegli occhi così
vivi.
Lei si sedette sul
piccolo seggiolino e si diede una spinta per dondolare meglio.
“Dimmi
un po’, Harry…”
Lui la guardava, come
ipnotizzato, andare avanti e indietro.
“…Sì…?”
“Ce
l’hai la ragazza?”
Harry sbattè le
ciglia un paio di volte, in pieno panico.
Era davvero il colmo! Non
aveva problemi a fare a botte da solo contro cinque ragazzi, ad
affrontare Mangiamorte… a sfidare addirittura Voldemort! E
adesso, di fronte ad una ragazzina più piccola di lui, si
sentiva imbranato come un pulcino che muoveva i primi passi per la
prima volta in vita sua!
Oh Dio! Che domanda
difficile… Che cosa doveva risponderle? Di sicuro con Cho era
finita, su questo non c’erano dubbi. Ma il suo cuore? Per chi
batteva? Lui, già da tempo, si sentiva in uno stato
confusionale a dir poco complicato!
I suoi 16 anni iniziavano
a farsi sentire tutti… Nel senso che a volte, anche se non
voleva, provava strane sensazioni all’inguine e un calore
improvviso gli saliva fino al pomo d’Adamo, con l’impressione
che quel calore lo soffocasse e che da qualche parte dovesse prima o
poi uscire.
Proprio come in quel
momento!
Harry notò che
Greta portava una magliettina del colore dei suoi occhi, aderente e
con le maniche corte. Un’aderenza che esaltava le sue giovani
forme e lo attirava come una calamita. Aveva una gonnellina corta e
delle scarpe da ginnastica, e ogni volta che l’altalena gli
veniva vicino, la gonna le si alzava un po’, mandando Harry
nella confusione più totale!
Ecco, esattamente la
stessa sensazione che lo torturava ultimamente e sempre più
spesso.
Gli capitava soprattutto
di notte, ed Harry era sicuro che, durante quei sogni, non era certo
Voldemort a fargli compagnia!
In più di
un’occasione si era svegliato ed era dovuto correre in bagno,
per limitare i danni che comunque aveva già causato.
E, la cosa più
tragica ed allarmante (e che lo angosciava da morire!), era che gli
sembrava di sognare Hermione… Ma lui, ogni volta, andava a
rinfrescarsi la mente sotto l’acqua ghiacciata, convincendosi
che non era possibile, che si stava sbagliando, che non era di certo
Hermione ad entrare prepotentemente nei suoi sogni!
Dopo quella lunga attesa,
Greta smise di muoversi in qua e in là e saltò giù
dall’altalena: “Beh, evidentemente non ce l’hai!
Altrimenti non ci avresti messo cinque minuti per rispondere!”
Harry tornò alla
realtà, sentendosi arrossire ancora di più.
“No…
cioè sì! E’ che…”
“Ho
capito! Ti piace una ragazza ma non trovi il coraggio di dirglielo…”
“Oh,
no… NO! Non mi piace nessuna!”
“Non
devi mica vergognarti, sai?”
“Io
non mi vergogno affatto!”, disse a voce alta.
“Meglio…
Non essere arrabbiato, scusami se sono stata invadente…”,
e gli si avvicinò di un passo, guardandolo in modo furbo.
Harry, giusto per dire
qualcosa, le domandò: “E tu? …Ce l’hai il
ragazzo?”
“Non
più, ci siamo lasciati da un mese…”
Harry la guardò
incredulo. Forse non arrivava ai 14 anni ed aveva già avuto un
ragazzo? Era decisamente più scaltra di lui !!
Come il giorno prima, gli
si piazzò davanti e lo osservò con attenzione.
“Hai
degli occhi molto belli. Te lo hanno mai detto?”
Harry avrebbe voluto fare
un passo in dietro, ma si impose di restare immobile.
“Ah,
sì… qualcuno.”
Lei lo stupì
ancora una volta, alzandosi in punta di piedi ed appoggiando le mani
sulle sue spalle per tirarsi su, e con tutta la naturalezza del
mondo, lo baciò.
Questa volta però,
il bacio fu più audace, e Greta si divertì a giocare
con la lingua di Harry, completamente smarrito e ignaro sul dove
mettere le mani.
Il senso di vuoto si fece
subito sentire alla bocca dello stomaco, e per un secondo gli girò
la testa. Le mani abbandonate lungo i fianchi, come un impacciato,
goffo ed impreparato tredicenne!
Lei si staccò
piano, con l’aria intenerita: “Sei così dolce…”
“A-anche
tu…”, ammise Harry, col cuore che gli batteva forte.
“Puoi
anche abbracciarmi, la prossima volta…”
“Oh…
ah… ehm, va bene…”
Ma era possibile che si
dovesse far dare indicazioni da una più piccola di lui?!
Da imbranato era salito
al gradino superiore di perfetto idiota!
“Devo
andare. Ci vediamo domani alle cinque?”
Harry annuì felice
come un cagnolino.
Lei gli fece una carezza
e lo salutò con la mano: “Ciao…”
“Ciao…”,
e rimase a guardarla mentre correva via.
Avrebbe voluto urlare
dalla gioia, ma si limitò a sorridere come il giorno prima,
anche se il sorriso era diventato largo più del doppio!
* * *
Il giorno dopo, Harry, al
parco ci arrivò alle 16.30!
Era talmente tanta la
voglia di rivederla…
La sera prima aveva
mangiato con appetito, nonostante la brodaglia che gli zii avevano
riservato per lui, e aveva sopportato con aria di sufficienza gli
sguardi indagatori che i tre membri della famiglia gli avevano
riservato.
Era andato a letto
presto, ma non era riuscito a chiudere occhio fino a tarda notte. La
sera successiva il signor Weasley sarebbe andato a prenderlo per
portarlo alla Tana. E per la prima volta, da quando era a Prive
Drive, aveva sospirato a quel pensiero, perché si era reso
conto che non avrebbe più rivisto la sua amica Greta.
Si era rigirato inquieto
nel letto, col pensiero di lei e non vedendo l’ora che
arrivassero le 17.00 del giorno dopo! L’avrebbe salutata…
e l’idea di baciarla di nuovo lo aveva agitato ancora di più.
Aveva fatto un sogno
strano, indefinito ma piacevole, di cui quella mattina non ricordò
più nulla, se non il fatto che riguardava Hermione.
Da più di mezz’ora
si cullava, ondeggiando avanti e indietro, in attesa di vederla
apparire dal solito ingresso, quando due manine piccole e fresche gli
circondarono il viso, coprendogli gli occhiali.
Harry sollevò
istintivamente le mani fino a toccare le sue, e lei, dopo avergli
posato un bacio leggero sulla guancia, lo lasciò libero.
Si votò: “Ciao…”
“Ciao
Harry!”, lo salutò mostrando un sorriso radioso.
Harry si alzò
dall’altalena girandoci intorno, e le si avvicinò
timido: “Come stai?”
“Bene,
grazie, e tu?”
“Una
meraviglia. Vuoi… ti va se andiamo a prendere un gelato?”,
le chiese ostentando una sicurezza che non provava.
Lei gli mise le mani
intorno al collo: “No, grazie. Non mi va e poi non posso
fermarmi molto…”
“Oh…”
Harry non nascose la sua delusione.
“Possiamo
andarci domani, se vuoi.”
“Mi
piacerebbe, ma… devo partire. Questo è l’ultimo
giorno che possiamo vederci.”
Greta lo guardò
con due occhioni dolci e tristi, staccandosi da lui: “Te ne vai
di già…?”
“Sì.”
“Capisco.
Peccato che abbiamo avuto così poco tempo per conoscerci.”
“Sì,
un vero peccato!”, ripeté Harry, sinceramente
dispiaciuto.
“E
quando tornerai?”
Ci pensò su. Visto
com’era finito l’anno scolastico precedente, e gli
incontri che aveva fatto, chi poteva garantire il suo ritorno?
“Mi
auguro di farmi rivedere l’anno prossimo.”
Di certo, non per
incontrare i suoi zii…
Lei gli prese la mano e
lo trascinò dolcemente verso un angolo più riparato del
giardino.
“Mi
mancherai…”
Harry sentì il
rossore iniziare a partire dalla punta dei piedi, ed andare sempre
più velocemente verso l’alto.
“A-anche…
tu…”
Un sorriso malizioso
affiorò sulle sue labbra, e chiudendo gli occhi, protese la
bocca verso di lui, in attesa di essere baciata.
Fantastico!
Catastrofico…
Harry si fece coraggio e
le mise goffamente le mani sulle spalle, chinandosi per baciarla.
Greta, con fare esperto, gli prese le mani e se le portò
intorno alla vita, allacciandogli poi le sue braccia dietro la nuca e
premendo il corpo contro quello di Harry.
Cavolo!
Il bacio fu più
lungo del giorno precedente, e la testa di Harry girò come una
trottola per tutto il tempo. Sentire quel corpo stretto contro il suo
lo animò di nuove sensazioni e l’istinto lo avrebbe
portato a rotolarsi nell’erba con lei…
Ma riuscì a non
farlo e a dominare quella trepidazione che sentiva muoversi nei
paraggi dei suoi pantaloni.
Harry iniziava a non
capire più niente! Avrebbe voluto metterle le mani
dappertutto, e contemporaneamente riuscire a prendere aria… ma
senza staccarsi da lei. Il problema stava proprio nel fatto che
iniziava a sentirsi in carenza di ossigeno. Con la sua scarsa
esperienza, realizzò che per il momento era impossibile
riuscire a respirare e baciare allo stesso tempo!!
Forse,
ad Hogwarts, esisteva qualche vecchio manuale intitolato ‘PRIMI
PASSI PER IMPARARE A BACIARE’…
Oppure
‘UN
BACIO AD EFFETTO IN TRE LEZIONI’
Altrimenti
‘BACIARE
SENZA MORIRE’…
Magari Hermione, che
aveva letto così tanti libri, in cinque anni aveva visto un
titolo simile…
Ma per fortuna fu Greta a
decidere quanto lungo dovesse essere il bacio, e ad interromperlo
quando Harry era ormai in completa apnea. Si sentiva un disastro!
E si sentì in
dovere di giustificarsi.
“Come
avrai capito, non sono quello che si può definire…un
grande esperto…”
Dio, che vergogna!
“Oh…
non sai quanto vorrei poterti insegnare meglio! Ma non devi buttarti
giù così… non sei affatto male! E sei così
dolce…”
Harry si guardò i
piedi, vergognandosi troppo.
Lei raccolse la sua mano,
che era abbandonata lungo il fianco, e inaspettatamente, se la portò
sul cuore. Harry per poco non credette di svenire. Sentì le
budella accartocciarsi tra di loro…
“Lo
senti, quanto mi batte forte il cuore?”, gli chiese Greta
dolcemente.
Harry, per la verità,
aveva tutti e cinque i suoi sensi concentrati su quella scena: -
vista (gli occhi erano immobilizzati sul suo seno, che si sollevava e
si riabbassava per la respirazione ansante), - udito (poteva sentire
il suo respiro: corto e affrettato per l’emozione), gusto
(sulla lingua aveva ancora il dolce sapore di Greta, che al momento
del suo arrivo mangiava una caramella alla menta, ed il fresco sapore
era passato dalla sua bocca a quella di Harry), - olfatto (alle sue
narici arrivava, trasportato dal vento leggero, un fresco profumo di
fiori, che lo inebriava), - tatto… Oddio! Il tatto era, in
assoluto, quello che stava meglio!
Quella
sensazione fisica della propria mano appoggiata davvero
su di lei, e così vicina al suo seno… per poco non lo
fece vacillare. Quel seno così tenero e soffice, ma allo
stesso tempo pieno e fiorente. In quel momento sentiva tutto, in
maniera intensa ed amplificata!
Ma i battiti del cuore di
Greta… in tutta onestà, arrivavano un bel po’
dopo.
“Ehm,
sì…”, disse con poca convinzione.
“E
il tuo cuore? Batte forte come il mio?”
Decisamente, quello di
Harry, per poco non gli schizzava fuori dal petto!
Lei allungò la
mano per sentire, e il suo sorriso di approvazione contagiò
anche Harry.
“Wow,
batte davvero forte…” Poi si incupì leggermente.
“Non dirmi che non avevi mai… toccato una ragazza?”
Lui tolse a malincuore
la mano dal suo petto e fece un passo indietro. Si sentiva talmente
stupido in quella conversazione! Certo, era un povero pivello in
fatto di ragazze, ma perché non gli chiedeva se sapeva volare?
O quante partite di Quidditch aveva vinto in tutti quegli anni?
Perché non gli domandava se era capace di far sparire un
Dissennatore in meno di un minuto?
Le voltò le
spalle, un po’ offeso dalla supremazia di Greta.
Lei
si intenerì all’istante: “Scusami! Riesco sempre a
farti rimanere male, ma non volevo, credimi! E’ che mi sembra
così strano che un ragazzo carino come te, sia così…
inesperto. Ma ti posso assicurare che questo a certe ragazze piace. A
me,
piace…”
Harry tornò a
guardarla: “Davvero?”
“Sicuro!”,
e gli mise nuovamente le braccia intorno al collo. “Adesso
purtroppo devo andare… è arrivato il momento dei
saluti.”
Harry, superando se
stesso, le circondò la vita e la strinse un po’. Cercò
di non pensare alla paura e prese l’iniziativa, baciandola per
un lungo momento.
“Sei
uno che impara in fretta, vedi?”, sorrise Greta. “Ti
penserò per tutto il tempo… e l’anno prossimo
sarò qui ad aspettarti!”
Harry
ricambiò il sorriso teneramente: “Va bene…”,
anche se in cuor suo, sapeva benissimo che in un lungo anno, tante
cose sarebbero cambiate. Quasi sicuramente per lui… ma con la
certezza più assoluta per lei!
Chissà quanti altri ragazzi avrebbe fatto cadere ai suoi
piedi!
Si diedero un bacio
conclusivo e lei corse via, girandosi un’ultima volta e
sventolando la mano.
Harry si sentì un
po’ triste.
Greta era stata una
fresca nuvola bianca estiva, arrivata velocemente e sparita con
ancora più rapidità. Ma era stata un’esperienza
nuova per lui, che aveva acceso o forse risvegliato, delle emozioni
che erano pronte a crescere e maturare.
Tornò lentamente
verso casa, tanto aveva già preparato tutto per la partenza, e
gli restava ben poco da fare. Appena entrato, i suoi zii lo
avvisarono che quella sera sarebbero usciti per andare a teatro, e
non si risparmiarono nell'abbaiare ordini e divieti.
“Non
toccare nulla! Non permetterti di mangiare niente dal frigorifero!
Guai a te se troviamo qualcosa che manca da casa! Fila a letto appena
hai finito di cenare!”
Harry guardò
sconsolato il suo piatto solitario che era appoggiato sul tavolo e
che conteneva dei piselli bruciacchiati ed un hamburger rinsecchito.
“Non
preoccupatevi, non sarò più un disturbo per voi!”,
rispose gelidamente.
Zio Vernon lo scrutò
con gli occhi ridotti a due fessure sottilissime: “Che cosa
vorresti dire?”
“Esattamente
quello che ho detto. Buonanotte!”, e salì gli scalini
che lo portavano fino in camera sua. Gli zii, al loro ritorno, non lo
avrebbero più trovato, e vedendo anche tutte le sue cose
sparite, avrebbero capito che era tornato ad Hogwarts.
La sua coscienza era a
posto. Comunque, il messaggio glielo aveva lanciato.
Quando sentì
finalmente la porta di casa chiudersi, riuscì a rilassarsi e a
finire di mettere via le ultime cose che aveva lasciato fuori. Pulì
per bene la gabbia di Edvige e pregò il gufo di entrarci senza
protestare.
Passò l’ultima
mezz’ora a ripensare a Greta e a chiedersi se le sarebbe
mancata…
Naah!
Non poteva certo
paragonare quello che finalmente lo aspettava, e che aveva desiderato
per cinque lunghissime settimane, con quegli ultimi tre giorni!
Certo, quella ragazzina almeno gli aveva reso più sopportabile
l’attesa, ma non poteva certo attribuire qualcosa di più
a quella sensazione…
Ed era più che
convinto che anche Greta si sarebbe presto dimenticata di lui!
Gli spuntò un
sorriso sulle labbra al pensiero di tornare alla Tana, quella che
sentiva essere quasi la sua vera casa… Ai giochi che avrebbe
fatto con Ron, Hermione, i gemelli e Ginny… Al buon cibo della
signora Weasley, ai divertimenti e alle passeggiate.
Poi pensò ad
Hogwarts, la sua amata scuola! Ai suoi professori, alle gite che li
aspettavano, alle partite di Quidditch… Voleva viversi i suoi
16 anni finalmente con un po’ di spensieratezza e senza
l’angoscia di essere ucciso da qualcuno!
Harry era lì a
rimuginare tra i suoi pensieri, quando sentì una specie di
tonfo provenire dal salotto. D’istinto afferrò la
bacchetta e scese velocemente fino al piano inferiore. Guardò
attentamente in giro, senza però notare nulla di strano.
Vide che l’orologio
segnava le 21.00 precise e si domandò se quel rumore poteva
collegarsi al signor Weasley. Di solito era puntuale, ma non sapeva
con quale ‘mezzo’ sarebbe venuto a prenderlo.
Passarono diversi minuti
e qualcuno suonò il campanello. Automaticamente Harry prese di
nuovo in mano la bacchetta, poi si avvicinò alla porta e
chiese, con voce forte: “Chi è?”
“Ah…
Sì… Buona sera! Sono Arthur Weasley, sono venuto a
prendere Harry… Harry Potter!”, gridò.
Harry si immaginò
i vicini curiosi, nascosti dietro le tendine a fiorellini che
sbirciavano verso casa Dursley... ad osservare un signore bizzarro,
vestito in modo alquanto discutibile, e che urlava come se la sua
voce dovesse oltrepassare una parete di granito, anziché una
semplice porta. Non volle nemmeno immaginare che cosa avrebbero detto
l’indomani allo zio Vernon!
Preoccupato per tutta
l'attenzione che il nuovo arrivato stava attirando su di sé,
spalancò la porta mettendosi un dito davanti alla bocca in
segno di silenzio, e il signor Weasley gli rivolse un gran sorriso:
“HARRY!!”, disse a voce ancora più alta.
Fu subito circondato
dall’abbraccio paterno del mago, che Harry ricambiò con
piacere, anche se contemporaneamente lo tirò dentro casa.
“Figliolo,
come stai?”, chiese esaminandolo con attenzione. “Beh,
sei un po’ pallido, ma tutto sommato ti trovo bene! Per la
barba di Merlino… in meno di due mesi ti sei alzato anche tu
di parecchi centimetri! Ah, beati voi giovani! Sembra che basti
l’aria per farvi crescere!”
Harry sorrise, felice di
rivederlo. Ovviamente lo divertiva sentire quel fiume di parole che
continuava a proferire, e allo stesso tempo vederlo guardarsi intorno
con occhi curiosi ed insaziabili, attenti a scrutare tutti quegli
oggetti babbani a lui ignoti.
“Ehm,
sto bene, grazie.”
“Oohh…
che cos’è quello?”, domandò come se fosse
stato un bambino ingordo di sapere, indicando un microonde.
“E’
un forno… un forno a microonde.”
“Micr…
cosa?”
“M-i-c-r-o-o-n-d-e…”,
ripeté piano Harry, divertito.
“Ahh,
che meraviglia! E quello?”, continuò puntando il dito
verso una centrifuga per l’insalata.
“Serve
a lavare le foglie d’insalata e ad asciugarle in fretta…
come una centrifuga.”
“Ohh…
Bellissimo, ingegnoso! Invece quell’altra cosa lì?”
Il suo dito puntò febbrilmente il tritarifiuti.
“Signor
Weasley, vorrei tanto poterle spiegare ogni cosa, ma è già
una benedizione che i miei zii questa sera non siano in casa…
Direi che non è il caso di ritardare oltre, che ne pensa?”
Lui annuì, ma i
suoi occhi registrarono ogni oggetto che non conosceva, guardandolo
avidamente. Harry lo trascinò verso la scala, allontanandolo
dalla cucina.
“Piuttosto,
con che cosa è venuto? Perché è entrato dalla
porta?”
Il signor Weasley si
riscosse: “Ah, ho provato ad usare la polvere volante, ma
evidentemente il camino dei tuoi zii non è collegato con la
metropolvere! Ho preso una brutta botta, prima”, e gli mostrò
un bernoccolo che era già lievitato di tre centimetri.
“Mi
spiace…”
“Oh,
non preoccuparti! Per fortuna c’era il camino della signora
Figg! Il suo è funzionante, anche se è una maganò.
Ed è con quello che torneremo alla Tana!”
Harry non stava più
nella pelle: “Vado a prendere i miei bagagli!”, e corse
in camera sua. Tornò dopo trenta secondi, trascinandosi il
baule e la gabbia con Edvige dentro, la quale sbatteva le ali
contrariata dal maltrattamento.
Il signor Weasley si
stava rigirando tra le mani il telecomando del nuovo televisore a
cristalli liquidi.
“Ehm,
quello è meglio metterlo giù…”, e glielo
tolse prudentemente dalle mani. “Io sono pronto!”
“Bene,
molto bene. Direi che Edvige può andare da sola, volando.
Farle fare il viaggio attraverso i camini potrebbe renderla nervosa…”
Harry fu d’accordo
e la liberò, sussurrandole con dolcezza: “Vai alla Tana,
ci vediamo più tardi lì.”
Poi uscirono di casa,
chiudendola, e percorsero i pochi metri che li separavano da quella
della signora Figg. I gatti della vecchietta presero a strusciarsi
contro le gambe di Harry, quando entrò, con gli occhi felini
rivolti all’insù, osservando la gabbia (per fortuna
vuota) di Edvige.
Accettò per
sfinimento un biscotto che la signora continuava ad offrirgli con
insistenza e finalmente il signor Weasley tirò fuori la
piccola borsa contenente la polvere volante.
“Vai
prima tu, Harry”, gli disse porgendogliela.
Harry salutò
educatamente la signora Figg e s’infilò nel camino,
felice più che mai di lasciare finalmente Privet Drive. Prese
una bella manciata di polvere volante e, gettandosela sui piedi,
pronunciò scandendo bene le parole: “ALLA TANA!”,
ed una fiammata verde lo avvolse.
Il viaggio, tutto
sommato, fu abbastanza veloce anche se non particolarmente comodo.
Come le altre volte, respirò fuliggine e altre schifezze,
imbrattandosi ovunque, ed atterrò (non proprio con grazia) in
casa Weasley.
Terminò la corsa
scivolando fino a metà della stanza, dove (proprio in quel
momento) stava passando Hermione. Involontariamente, si ritrovò
a farle una specie di sgambetto, e a tirarla giù come se fosse
stata un birillo.
Il piatto che lei aveva
in mano volò per aria, cadendo a poca distanza da loro e
frantumandosi con un gran baccano.
Harry riuscì solo
a percepire che Hermione gli stava cadendo addosso e fece appena in
tempo ad allargare le braccia che lei gli piombò sopra. Si
ritrovò una massa di morbidi ricci ondulati, e che profumavano
di vaniglia e fiori, a coprirgli il viso.
Dopo qualche secondo,
Hermione sollevò la testa e i loro occhi si ritrovarono a
pochi, pochissimi centimetri di distanza. Harry vide il riflesso
delle fiamme nei suoi occhi nocciola, e per un attimo rimase rapito
da quello sguardo così caldo e profondo.
Poi arrivò la
percezione di tutto il resto. Il suo respiro dolce e delicato, la sua
bocca leggermente aperta in un’espressione di stupore, il suo
lieve peso, il suo corpo che aderiva così perfettamente al
proprio… e il suo seno. Oddio! Da quando Hermione aveva il
seno?
O
meglio, era ovvio che avesse il seno, ma Harry non l’aveva mai
notato, osservato… E di sicuro non l’aveva mai sentito
premuto contro di sé!
Nessuno dei due si rese
conto di quanto tempo trascorsero in quella posizione, ma ne rimasero
entrambi decisamente scossi.
Fu la voce della signora
Weasley a risuonare come una tromba alle loro orecchie: “HARRY!!”
I due ragazzi si
guardarono confusi, e finalmente Harry riuscì a balbettare:
“C-ciao Herm…ione!”
Lei superò molto
più in fretta di lui l’imbarazzo, e con un gran sorriso
lo abbracciò forte (maledizione, se prima si era fatto solo
una vaga idea del suo seno, adesso ce l’aveva ben chiaro in
mente!), e lo salutò con gioia: “… Harry!”
Ron, dall’alto, si
affacciò con la testa sopra di loro, e pronunciò in
modo affettato: “Hermione, non c’è bisogno di
stritolarlo in quel modo!”
Lei, per tutta risposta,
scoccò un sonoro bacio sulla guancia di Harry e gli fece un
sorriso indimenticabile.
Ron aiutò Hermione
a rimettersi in piedi, ed allungò una mano verso Harry per
aiutare anche lui. Harry si alzò con un gran sorriso, e la
stretta di mano si tramutò subito in un abbraccio caloroso e
fraterno.
“Ciao
Harry! Iniziavi a mancarci troppo…”
“Ciao
Ron! Anche voi mi mancavate da morire!”
Improvvisamente, niente
gli sembrò più bello che essere lì.
E il ricordo di Greta
iniziò a diventare molto, molto pallido e lontano.
Passò
un minuto e, con molta più grazia, arrivò anche il
Signor Weasley.
Dopo qualche affettuosa
pacca sulle spalle, i gemelli Fred e George corsero a salutarlo con
altrettante strette di mano, ma furono allontanati da Molly Weasley,
che prese Harry tra le braccia e quasi lo soffocò in uno dei
suoi portentosi abbracci 'stritolacostole'.
“Harry…
Harry caro! Come stai? Fatti vedere!”, lo allontanò per
un secondo, senza però staccare le mani da lui, e poi se lo
riportò al petto. “Oh… non riesco a capire come
possano i tuoi zii ridurti così alla fame!! Sei magro quasi
quanto Ginny! La prossima volta vengo io a prenderti, così
gliene dico quattro!”
In tutto questo,
continuava a stringere Harry, che non osava reclamare nonostante
iniziasse quasi a sentire dolore a furia di essere compresso in quel
modo.
“Mamma…
mamma…? MAMMA !?!?”, gridò Ginny, “Così
non lo fai respirare!”
Finalmente la signora
mollò la presa e lo lasciò libero di buttare fuori
l’aria: “Scusami… è che sono così in
ansia per te…”
Harry si chiese perché,
allora, non erano andati a prenderlo prima… Ma preferì
lasciar perdere!
“Ciao,
Harry.”
Due fanali verdi (quasi
quanto i suoi) lo catturarono ed Harry vide Ginny… decisamente
cresciuta e notevolmente più carina rispetto al mese prima.
Forse aveva ragione il signor Weasley: possibile che bastasse l’aria
a far sviluppare così velocemente qualcuno? … E in
maniera così… incantevole?
Harry rimase un attimo
inebetito a fissare la massa di capelli rosso fuoco che attorniava il
suo viso, poi si decise a rispondere.
“Ciao
G-Ginny…”
“Tesoro,
hai mangiato?”, gli chiese Molly.
“Ehm,
no, a dire la verità la mia cena non era per niente
allettante…”
“Oh!
Magnifico! Ho fatto bene a preparare polpette in abbondanza! Ginny,
aiutami ad apparecchiare per Harry!”
Lui la seguì con
lo sguardo, mentre Ginny svolgeva il compito datole.
“Allora,
che si racconta dalle parti di Privet Drive?”, gli chiese Ron.
“Tuo cugino assomiglia sempre ad un maiale?”
Harry rise ed annuì:
“Sì, effettivamente lo ricorda molto…”
“E
quei mentecatti dei tuoi zii paranoici?”, domandò Fred.
“Uhm,
loro sempre peggio!”
“Harry!”,
lo rimproverò Hermione, “in ogni caso sono i tuoi zii, e
tu devi comunque portare rispetto per loro…”
George, da dietro le sue
spalle, si picchiettò l’indice sulla tempia, scandendo
bene il labiale (pur senza emettere suoni), e dicendo in direzione di
Harry: “Lascia perdere, è matta!!”
“Su,
forza Harry! Vieni ad assaggiare le mie polpette, e dimmi se sono
buone come le ricordavi…”, lo chiamò Molly.
Harry, con lo stomaco che
brontolava dalla fame, si sedette a tavola con vero piacere. Era
passato molto tempo da quando non aveva fatto un pasto decente.
Addentò la prima polpetta con vero godimento, e il suo sapore
gustoso lo fece sorridere di gioia.
Quasi senza masticare la
prima, se ne ficcò avidamente un’altra in bocca, e
pronunciò in modo incomprensibile: “s - no bo - ni -
ime…”
Molly
lo guardò con amore infinito: “Bene! Ad essere sincera,
questa volta ho avuto una valida collaborazione… Queste due
streghette mi hanno aiutato. No, dico, alla loro età io avevo
già conosciuto Arthur, e sapevo già fare un sacco di
cose in casa!”
Hermione e Ginny si
guardarono a vicenda, arrossendo leggermente, poi abbassarono gli
sguardi.
“Vedi,
Ginny? Ad Harry piacciono le polpette… e tu adesso le sai
fare! Puoi sempre conquistarlo prendendolo per la gola! Ah ah ah!!!”,
e si sbellicò dalle risate.
“MAMMA!”
Il rossore di Ginny riuscì quasi ad uguagliare quello che ogni
tanto raggiungeva il fratello maggiore.
“Beh?
Che cosa c’è di male? E’ ora che tu ed Hermione
iniziate a pensare seriamente a queste cose… Alla vostra età,
io…”
“MAMMA!!”,
urlò di nuovo Ginny, sempre più rossa, “I tempi
sono cambiati… E né io, né Hermione abbiamo
bisogno dei tuoi suggerimenti!”
“In
effetti Ginny non ha bisogno di consigli o indicazioni su questo
argomento… non è vero sorellina?”, le disse con
un sorriso ironico Fred.
“Tu
impicciati degli affari tuoi!”, ringhiò lei.
“Perché?
Che cosa vuoi dire?”, s’intromise Ron.
“Niente!”,
sentenziò Ginny, sventolandosi una mano davanti alla faccia.
“Intendo
dire che, nel caso tu non te ne fossi accorto, la nostra piccola
Ginny non è più… poi così piccola! C’è
mezza scuola che le fa la corte… E tu nemmeno te ne sei
accorto!”
Ron strabuzzò gli
occhi: “M-mezza… mezza scuola ?!”
“Anche
di più…”, rincarò George.
Ginny, col fumo che le
usciva dalle narici, sbattè con rabbia sul tavolo il
canovaccio che aveva in mano: “Siete i soliti idioti!”, e
se ne andò furibonda.
Hermione la seguì,
preoccupata, non prima però di aver fulminato i due gemelli
con un’occhiata assassina e aver detto loro: “Quando
imparerete a tenere quelle boccacce chiuse ?!”
I
quattro ragazzi le seguirono con gli occhi. Ron, accaldato, si
rivolse ad Harry: “Tu…
tu ti eri accorto di… insomma, che Ginny è…
cresciuta fino a questo punto?”
Harry, ancora un po’
turbato dallo sguardo che Ginny gli aveva riservato poco prima, non
faticò a credere che altri ragazzi potessero averla notata. Ma
non voleva certo far venire un infarto all’amico. Tentò
di tranquillizzarlo.
“Ma
no… Non è cambiato nulla in lei…”
Fred e George lo
scrutarono contrariati di sbieco: “Tanto lo sappiamo che lo
dici solo perché Ron è un geloso – sospettoso –
diffidente - irrecuperabile!”
“Dimmi
la verità!”, gli intimò Ron.
Harry si agitò
sulla sedia: “Io… beh, sì, in effetti…
Ginny è piuttosto cresciuta ultimamente, ma...”
Ron roteò gli
occhi, guardandolo malissimo: “GINNY E’ UNA BAMBINA!!”
I gemelli dissero
insieme: “NON E’ PIU’ UNA BAMBINA!”
Ron cercò conforto
in Harry, il quale parlò prima di pensare: “Ron, ad
essere sinceri lei ha solo un anno in meno di noi, in realtà
non è più così piccola e…”
“CHE
COSA?!?” Ron strinse i pugni, interrompendolo di nuovo con
rabbia crescente: “Beh, non credo proprio che qualcuno avrà
il coraggio di avvicinarsi a lei, quest’anno!”, disse
facendo scrocchiare sinistramente le nocche, prima di una mano e poi
dell'altra.
I gemelli si guardarono,
scuotendo la testa desolati. “Non potrai impedire per sempre
che lei cresca… Prima o poi anche lei avrà una storia!”
“Ginny
è troppo piccola!”, ribadì lui.
La signora Weasley, che
si era allontanata da un po’, tornò con un altro vassoio
carico di polpette e patate.
“Mangia,
caro. E voi, avete finito di urlare? Perché avete fatto
scappare Ginny in quel modo?”
“Il
tuo penultimo figlio non si vuole arrendere davanti all’evidenza”,
disse Fred.
Ron incrociò le
braccia sul petto, imbronciato ed incupito.
“E
poi, parli proprio tu!”, disse in tono d’accusa George,
rivolto al fratello minore.
Lo scrutò con
attenzione, girandogli intorno, come per studiarlo. Poi continuò:
“Ultimamente hai un’aria piuttosto strana… Te ne
stai lì, con lo sguardo da… triglia in amore! Non fai
che sospirare…”
Guardandolo
negli occhi, proseguì, senza pietà: “Ed è
da dieci giorni che non
stacchi gli occhi di dosso da Hermione!”
Harry, che aveva ripreso
a mangiare ed aveva la bocca bella piena, a quelle parole sentì
una strana inversione nel flusso della sua respirazione, e l’aria
invece che andare giù, gli tornò su.
Il boccone gli andò
di traverso ed iniziò a tossire rumorosamente e a sputacchiare
pezzettini di polpette da tutte le parti. Fred e George, con la scusa
di aiutarlo, si divertirono a massacrarlo di pugni sulla schiena.
Dopo cinque minuti di tortura, Harry riprese a respirare a fatica.
Harry si voltò
verso Ron, il quale aveva gli occhi vitrei e il suo viso emanava un
calore potente come quello di un fuoco che bruciava in pieno
inverno.
“…C-cosa…
mi-miseriaccia…. state di-dicendo?!”
“Oh,
avanti Ron! Pensi di ingannare proprio noi? Ti si legge in faccia che
qualcosa è cambiato, negli ultimi tempi, nel tuo cuoricino!!”
I gemelli iniziarono a fare facce sdolcinate e a sbattere le ciglia
come forsennati.
Il rossore di Ron, ormai
aveva raggiunto i livelli del colore dell’aragosta dopo 45
minuti di ebollizione!
“V-voi…
razza di … b-b… st…”, si morse le labbra,
livido di rabbia.
I gemelli iniziarono a
ridere a crepapelle.
“Ha
ragione Ginny! Siete davvero degli idioti!”, riuscì
finalmente a dire Ron, cercando di risultare terribilmente offensivo
e pregando di superare quel momento di terribile imbarazzo. Ma mentre
i gemelli si tenevano la pancia ed erano piegati in due dal ridere,
Harry inspiegabilmente non riusciva a trovare nulla di divertente
nell'intera faccenda.
Provò ad abbozzare
un sorriso, rimediando solo una smorfia inguardabile. Tornò a
contemplare il suo piatto, infilzando una polpetta con inaspettata
ferocia, ma, improvvisamente, si rese conto che non sarebbe riuscito
a mandare giù nient'altro.
“Ron
- è - cotto!”
“Ron
- è - cotto!”
“Ron
- è - cotto!!!!”
, canticchiarono in modo fastidioso i fratelli maggiori.
“Non
dite stronzate!”, s’innervosì Ron.
I due, a quel termine si
bloccarono, si fissarono, e con un sorriso a 32 denti, gridarono:
“Ron
- è - innamorato!”
“Ron
- è - innamorato!”
“Ron
- è - innamorato!!!!”
A quel punto, accecato
dalla rabbia, Ron prese ad inseguirli intorno al tavolo con
espressione omicida, facendo roteare per aria i pugni.
Harry seguì la
scena, e cercò con tutte le sue forze di ridere.
Si sforzò…
si sforzò tantissimo!
Perché non rideva?
Doveva ridere!
Maledizione, solo fino a
qualche mese prima si sarebbe sganasciato dalle risate!
Che cosa c’era di
diverso quella sera? Perché non riusciva a trovare divertente
il fatto che prendessero in giro Ron con quella cantilena?
“Harry!
Aiutami a bloccarli!”, gridò Ron.
E
fu con estremo piacere che Harry allungò una gamba per fare lo
sgambetto a George, che smise finalmente di canticchiare ‘Ron
è innamorato’,
e rotolò a terra, seguito subito dopo da Fred. Ron montò
sopra di loro, iniziando a pestare pugni su ogni angolo libero che
trovava.
Harry fece un passo
indietro, quasi incredulo. Perché diamine lo aveva fatto?
Ron è
innamorato… Ron è innamorato…
Quella tiritera riempiva
la sua testa.
“Harry,
questa ce la paghi!!”, disse con voce strozzata Fred, che aveva
le mani di Ron attorno al collo.
“Adesso
basta! Voi tre… HO DETTO BASTA!”, urlò con forza
la signora Weasley. “Si può sapere che vi prende, oggi?”
I tre fratelli smisero di
lottare e si sollevarono da terra, spolverandosi i pantaloni. Ron
aveva i capelli per aria, mentre i gemelli persistevano ad avere un
sorrisetto beffardo sulle labbra.
“Harry
sarà stanco morto. Ron, filate su in camera vostra a dormire!
Fred, George, per punizione sparecchiate e lavate i piatti di Harry!”
Harry, sentendosi in
colpa per quello che aveva fatto ai gemelli, provò a
rimediare: “No, non è il caso. Li laverò io i
piatti!”
“Oh,
no caro… Tu adesso vai a riposare. Tra poco arriveranno anche
questi due birbanti! E guai a loro se li sentirò fiatare,
capito?” disse minacciosamente in direzione dei due fratelli
maggiori.
Ron ed Harry salirono le
scale con le teste basse. Quando passarono davanti alla stanza delle
ragazze, poterono sentire un leggero bisbigliare, che si interruppe
immediatamente al loro passaggio.
Ron gettò una
rapida occhiata alla porta: “Non abbiamo dato la buonanotte a
Hermione. ...E a Ginny!”, si affrettò ad aggiungere.
Harry si fermò:
“Oh... ah, ehm… non so… ma dici che…?”
Non finì la frase perché notò con disappunto che
le punte delle orecchie di Ron iniziavano a diventare rosse.
Lui sembrò
pensarci un po’ su, poi si schiarì la voce e bussò.
Dopo qualche secondo, si
sentì un debole “…Sì?”
Ron sorrise felice ed
aprì la porta. Harry lo guardò incredulo…
“Ehm,
ciao… volevamo darvi la buonanotte…”, disse Ron
entrando.
Harry lo seguì, un
po’ impacciato. Sia Ginny che Hermione erano a letto, sotto le
lenzuola e per fortuna con queste ultime tirate su, fino al collo.
Harry si appoggiò
all’angolo della porta, e guardò Ron torturarsi una
pellicina del pollice.
Hermione e Ginny si
scambiarono una rapidissima occhiata, poi guardarono a turno prima
Ron, poi Harry.
“La
mamma è furiosa con Fred e George… sono davvero due
imbecilli!”, disse Ron, guardando solo Ginny. Ed Harry notò
che non sembrava intenzionato a girare la testa a sinistra, dov’era
sdraiata Hermione.
A differenza sua, invece,
Harry fece scivolare lo sguardo sul lenzuolo leggero che ricopriva
come un velo il corpo di Hermione, seguendo ed evidenziando con
grazia le sue forme.
Oh Dio! Sbatté più
volte le ciglia.
MA ERA IMPAZZITO?
Cosa diavolo aveva deciso
di registrare la sua testa??
Si grattò la
cicatrice, giusto per fare qualcosa, decidendo che mettersi la mano
davanti agli occhi era l’unica cosa che poteva interrompere
quella visione.
“E
l’hai capito solo adesso, che sono due imbecilli?”,
chiese aspra Ginny.
“No,
lo so da sempre… ma stasera ne ho avuto l’ennesima
conferma!”
Ginny scrollò le
spalle, in un gesto di sufficienza.
“Che
cosa vogliamo fare, domani?”, chiese Hermione.
Sia Harry che Ginny si
voltarono a guardarla… ma Ron rimase a fissare il letto di
Ginny.
“Non
so… pensavo che a Diagon Alley ci potremmo andare sabato.
Domani possiamo fare un picnic all’aperto!”, continuò
con entusiasmo Hermione.
“Sì,
buona idea! Non lontano da qui c’è un bellissimo lago,
non è vero, Ron?”, chiese Ginny.
Quasi colto di sorpresa,
rispose: “Ah, sì”
“Non
ricordo, com’è che si chiama?”
“Lago…
Verde.”
“Ah,
sì, esatto! L’acqua è proprio trasparente e
pulita… sembra verde!”
In questo breve scambio
di battute, Ron non aveva mai guardato verso Hermione, continuando a
trovare molto più interessante l’estremità del
letto di sua sorella.
Harry corrugò la
fronte: ma cosa accidenti gli prendeva?
“Che
cosa ne pensi, Harry?”, gli chiese Hermione, tirandosi un po’
più su e scoprendosi distrattamente una spalla (…nuda…).
Harry rimase spiazzato da
quella vista, e la sua miopia, nonostante gli occhiali, gli fece
automaticamente strizzare gli occhi per mettere meglio a fuoco
quell’immagine.
“Oh…
ehm, per me va bene. Benissimo!”, rispose, confuso.
“E
tu… Ron?”
Solo a quel punto lui si
decise a voltarsi verso di lei, e la stessa immagine che aveva
colpito Harry, mise completamente al tappeto Ron, che sgranò
gli occhi, e boccheggiò come se gli mancasse l’aria.
“Ron?”,
lo chiamò Ginny, preoccupata.
“U-h-m-
p-h-f-s… hhahh ehh… OK!”
Tutti e tre lo guardarono
come se fosse matto.
“Andiamo,
Harry!!”, disse Ron improvvisamente, afferrandolo per il gomito
e spingendolo fuori della stanza.
“ ’Notte…”,
terminò Ron rivolto al letto di Ginny.
“ ’Notte”,
risposero le due ragazze non capendo.
Ron si fiondò
nella sua stanza, offrendo ad Harry solo il panorama delle sue
spalle.
Harry non capiva, non
capiva davvero cosa accidenti fosse successo al suo amico. Perché
si comportava in quel modo così strano?
Chiuse la porta dietro di
sé ed iniziò a svuotare in parte il suo baule, finchè
non trovò un pigiama. Gettò un’occhiata verso
Ron, che persisteva nel dargli le spalle mentre si toglieva i
vestiti.
“Ron…?
E’ tutto a posto?”
“Oh,
sì! Tutto… tutto a posto…”. S’infilò
il suo pigiama marrone con una bella ‘R’ ricamata sul
davanti.
“A
me non sembra… E’ forse successo qualcosa che…”
“Niente!”,
rispose rapidamente Ron, prendendo il suo spazzolino da denti. “Vado
in bagno!”, ed uscì di corsa.
Harry rimase perplesso a
fissare la porta che si era chiusa in fretta.
Era
evidente
che c’era qualcosa che non
andava!
Ma Harry non riusciva a
capire che cosa fosse.
Ron sembrava imbarazzato,
confuso, agitato… molto più del solito!
Forse era ancora turbato
per quello che era successo a giugno, al termine del loro 5° anno
scolastico, quando avevano dovuto lottare contro tutti quei
Mangiamorte e il suo sistema nervoso era stato messo a dura prova.
Ma perché, allora,
non glielo diceva? Erano amici, no? Lui gli aveva sempre detto tutto!
…Anche le cose più incredibili…
Sapendo che il fratello
era in questo stato, forse i gemelli volevano solo farlo distrarre,
in fondo…
E poi Fred e George si
erano sempre divertiti un mondo a prendersi gioco di lui! Quello era
il loro modo di dimostrargli affetto.
Spogliandosi a sua volta
ed infilandosi il pigiama, preferì non pensarci. Era stanco ed
egoisticamente, non aveva voglia di impensierirsi per lui. Tutto
sommato, tra fratelli, i litigi erano all’ordine del giorno!
Fu assolutamente di
proposito, poi, che decise di ignorare le parole che aveva detto
George.
‘ è
da dieci giorni che non stacchi gli occhi di dosso da Hermione ’
Non volle prendersi la
briga o il disturbo di attribuire alcun valore a quelle parole.
Non significavano nulla!
Non volevano dire
assolutamente niente!!
Sicuramente erano state
dette per punzecchiare Ron, provocarlo, prenderlo in giro…
Ma non erano di certo
vere!
Ah ah ah!
Per poco non c’era
cascato anche lui… Ah ah ah!
Si ritrovò a
ridere da solo, riuscendo finalmente a trovare la cosa maledettamente
comica!
Ma certo! Era così!!
Adesso sì che
poteva ridere… Quei due mattacchioni!
Ron tornò in
camera, con un accenno di sorriso sulle labbra ma con gli occhi
sfuggenti.
“Non
preoccuparti per Fred e George”, disse Harry con fare
consolatorio, “lo sai che sono fatti così!”
Ron lo guardò, e
la mano gli rimase bloccata nel gesto di sollevare le lenzuola.
“C-come?”
“Loro
si divertono solo a prenderti in giro!”, disse prendendo a sua
volta lo spazzolino da denti e indicando il bagno. “Arrivo tra
poco.”
Andò a lavarsi i
denti, sentendosi all’improvviso più sereno e sollevato.
Quando però tornò in camera, trovò Ron a letto…
apparentemente addormentato.
* * *
Il mattino seguente,
Harry si svegliò finalmente riposato e ritemprato da una notte
di sonno ininterrotto ed appagante. Era talmente stanco ed esausto,
che nessuno (né Voldemort, né tantomeno ragazze…),
aveva avuto il coraggio di disturbarlo mentre dormiva.
Il sole era già
alto nel cielo, caldo ed invitante. Il cinguettio degli uccellini gli
fecero compagnia mentre si stiracchiava pigramente nel letto, ed un
profumo invitante gli solleticò il naso. Si girò verso
il letto di Ron, ma vide che era vuoto.
Andò
in bagno e si lavò, assaporando fino in fondo ogni minuto di
quel primo giorno di vera
vacanza.
Si sentiva finalmente
felice, dopo giorni di dolore e di incubi. Il pensiero di Sirius e
della sua scomparsa irreversibile lo aveva angosciato
ininterrottamente provocandogli una sofferenza e una pena atroce.
Aveva pianto in silenzio,
nascondendosi dagli sguardi indiscreti dei suoi zii e di suo cugino.
Ma il dolore non lo aveva mai abbandonato… nemmeno per un
momento. E Sirius non avrebbe certo voluto vederlo così
triste!
Il suo spirito ribelle e
combattivo doveva essere un esempio per Harry!
Ed Harry ce l’avrebbe
messa tutta per rendere onore al suo Padrino… nonostante la
Profezia, nonostante la consapevolezza di essere destinato a
combattere una sfida all'ultimo sangue contro il più potente e
crudele mago oscuro mai esistito.
Con quella pena nel
cuore, si vestì con dei jeans sbiaditi ed una maglietta nera
di un gruppo Rock babbano, e si costrinse a non pensare a Sirius, ma
solo a divertirsi un po’ e a godersi quello che avrebbe potuto
essere, forse, il suo ultimo giorno.
Sì, questa era la
dura realtà. Voldemort voleva ucciderlo e a questo triste
destino, lui non poteva sfuggire.
In cucina c’era un
gran movimento, perché si erano già alzati tutti. I
gemelli erano ancora seduti al tavolo a fare colazione, mentre Ron
leggeva ‘ La Gazzetta del Profeta ’ (con un’espressione
piuttosto ostile…) e le due ragazze aiutavano la signora
Weasley a preparare dei sandwich.
“Buongiorno,
Harry!”, lo salutò Molly allegramente.
“Buongiorno…”
Ci fu un coro di ‘ciao‘,
al quale rispose.
“Caro,
lì c’è tutto il necessario per la colazione…
Se vuoi dico a Ginny di servirti e…”
“Ehm,
no grazie, signora. Posso farlo da solo!”, si affrettò a
dire Harry, vedendo Ginny già molto impegnata. Lei lo guardò
riconoscente.
Harry si servì con
del caffè ed iniziò ad imburrare un panino. Sorrise
all’immagine che aveva di fronte: Hermione e Ginny erano state
messe al lavoro senza troppa pietà, e la signora Weasley era
sicuramente una casalinga esigente. Il suo sguardo cadde sui
calzoncini corti che le ragazze portavano, e si ritrovò a
fantasticare su una sua ipotetica moglie che la mattina gli preparava
la colazione con amore.
Provò
improvvisamente caldo e si costrinse a staccare gli occhi dai due
fondoschiena che lo attiravano senza volerlo. Mandò giù
una bella sorsata di caffè e nell’appoggiare la tazza,
si accorse che Ron lo guardava.
Harry si sentì in
difficoltà sotto quello sguardo indagatore.
“Ehm…
Qualcosa di interessante, sul giornale?”, domandò con
noncuranza.
Ron riabbassò gli
occhi sul quotidiano, facendo segno di no. “Quei bastardi
Mangiamorte hanno avuto il loro processo e adesso saranno finalmente
portati ad Azkaban! Per il resto non ci sono novità…”
“Meglio!
Spero proprio di passare questi ultimi giorni senza
pensare a niente…”
Come per incanto, tutti
si zittirono a quelle parole e non ci fu più nessun rumore di
sottofondo a scandire il tempo. Tutti quanti sapevano perfettamente
che Harry era molto provato, e che la perdita di Sirius lo aveva
segnato profondamente.
Ron ruppe il silenzio:
“Beh, sì… certo! Vedrai che sarà così.
Insomma, ci aspetta un altro anno di fatiche ad Hogwarts, e adesso
dobbiamo solo pensare a divertirci e a nient’altro!”
“Giusto,
fratellino! A proposito, avete finito con quei panini, voi due? E le
cose da bere, le avete preparate?”, chiese Fred.
Ginny guardò male
il fratello, mettendosi le mani sui fianchi nella tipica posizione
che ricordava terribilmente ad Harry la signora Weasley: “Perché
non vieni a darci una mano anziché perdere tempo?”
“Ma
io sto finendo di fare colazione!”
“Beh,
allora dovevi alzarti prima!”
“E
allora devi sgridare anche Harry!”
Ginny aprì la
bocca, guardando Harry, ma la richiuse.
“AH
AH ! Non sai cosa rispondere, vero?”
Ginny
strinse gli occhi, riducendoli a due sottilissime
fessure: “Sai, sono spiacente di informarti che a te toccherà
un solo panino, oggi…”
“E
no! Questo non vale!”
“Vale
eccome! Così impari a fare lo str…”
“GINEVRA
MOLLY WEASLEY!”, tuonò la madre, “non osare andare
avanti!”
Ginny, come ultima
risorsa, tirò fuori la lingua e rivolse al fratello una
smorfia astiosa. Lui, di rimando, le sorrise in modo canzonatorio e
fu necessario un nuovo intervento della mamma per farli smettere.
Harry preferì terminare in fretta la sua colazione e
sparecchiò la tavola con sollecitudine.
Hermione lanciò
uno sguardo di disapprovazione verso i due gemelli ed alzò gli
occhi al cielo. Harry le si mise di fianco per appoggiare i piatti
nel lavello e notò la sua fronte corrucciata.
“Non
serve arrabbiarsi, lo sai che fanno sempre così…”,
le disse Harry sorridendo e parlando a voce bassa per non farsi
sentire.
Hermione inaspettatamente
avvicinò il viso a quello di Harry, sussurrandogli in un
orecchio: “Sì, ma adesso stanno oltrepassando il
limite!”
Un brivido percorse Harry
per tutta la schiena.
Quel soffio così
leggero ed impalpabile lo aveva colto di sorpresa. Hermione si era
alzata sulle punte dei piedi, e si era allungata verso di lui…
in un gesto che aveva fatto centinaia di volte… Ma il suo
respiro, così vicino al suo collo, quella voce appena
mormorata… gli aveva fatto provare un brivido nuovo e
sconosciuto.
Lei tornò alle sue
mansioni, tagliando un altro panino, ed Harry rimase un attimo
immobile a guardarla, a seguire i suoi gesti così delicati e
un po’ inesperti. Le loro braccia si sfiorarono per una
frazione di secondo, ed accadde di nuovo.
Harry sentì una
strana scossa. Qualcosa di indecifrabile… e assolutamente
inspiegabile!
Ecco, qualcosa di molto
simile a quando aveva toccato il seno di Greta…
Accidenti,
però! Un conto era toccare
il
seno ad una ragazza, un altro era sfiorare
impercettibilmente
il braccio della sua migliore amica!
C’era un abisso!
Non era, nel modo più
assoluto, paragonabile!
La voce di Ron lo
riscosse: “Ehi Harry, ti sei addormentato?!”
Era solo una sua
impressione o gli era sembrato che il tono di Ron fosse un po’
pungente?
“Ehm,
no… ho finito.” Raggiunse l’amico al suo fianco.
“Ok,
se qui non serve altro, direi che potete iniziare a raccogliere le
vostre cose e le borse per il vostro picnic. Fred, George!”, li
chiamò Molly, “Voi porterete i cestini con le cose da
mangiare e da bere.”
“Agli
ordini, mamma!”
Lei li guardò
torva: “Vi ricordo che sono tutti sono sotto la vostra completa
responsabilità! Siete i più grandi e qualsiasi cosa
accadrà, ne risponderete voi… Siete in grado di gestire
la situazione?”
“Certo
mamma!”, risposero in coro i due.
La signora Weasley si
afflosciò leggermente sulle spalle: “Ne siete sicuri…?”
“Assolutamente,
mamma!” Altra risposta unanime.
“Bene,
allora aiutatemi a riempire i cestini.”
Tutti si diedero da fare
per sistemare le ultime cose e riordinare la cucina. Erano in sei,
ma avevano rifornimenti e viveri per almeno una dozzina di persone.
Harry guardò
compiaciuto il gruppo, esaltato e felice come non gli succedeva da
molto tempo, pronto a vivere quella splendida giornata di sole.
Come prima cosa, vorrei
ringraziare di cuore tutti coloro che hanno letto questi primi
capitoli, ma soprattutto ringrazio tutte le persone che hanno
lasciato un commento.
Come per tutti gli
“autori”, leggere una recensione (buona o 'cattiva') non
può che aiutare a migliorare e a crescere, quindi GRAZIE! :-)
Questo è un
capitolo speciale, che, ovviamente, spero vi piaccia.
Attenderò
fiduciosa i vostri pareri...
Un bacio speciale a
Stizy, J kira, Sabri, Marco, Jeralda, Granger e Summers...
ciao, a presto!! ^^
- 3 -
‘PICNIC
al Lago Verde‘
Quando finalmente tutto
fu sistemato, si riunirono nel giardino, pronti a partire. A Fred e
George fu dato il carico maggiore, e i due poveretti si ritrovarono a
dover portare i cestini con il pranzo e altre piccole borse con il
necessario per la giornata da trascorrere fuori.
Harry,
Ron e Ginny (liberi da pesi) impugnarono felici le loro scope; Harry
si sentiva fremere dall’emozione e dalla voglia di volare! Era
rimasto troppo a lungo senza provare quella magnifica ed
incomparabile sensazione
di libertà che gli dava il volo, e adesso si sentiva
impaziente come un bambino alla Vigilia di Natale, pronto a scartare
i regali sotto l’albero.
Hermione era l’unica
a non avere la propria scopa e a guardarsi in giro con aria smarrita
e preoccupata.
“Non
c’è problema”, disse Ginny, “ne abbiamo
tantissime di riserva. Devi solo scegliere quella che ti piace di
più!”
“Oh…
è che... non credevo dovessimo andare lì volando…”,
disse con il panico negli occhi.
A
tutti era nota l’avversione di Hermione per il volo. In quella
materia raggiungeva appena la sufficienza:
l’unica macchia nella sua brillante carriera scolastica,
altrimenti perfetta.
Hermione
si avvicinò riluttante all’armadio che conteneva le
scope e increspò le labbra in una smorfia contrariata. Ginny
le andò vicino per consolarla: “Se vuoi puoi prendere la
mia ‘Follet-99-fantastica-per-principianti’
del mio primo anno… Non va molto veloce, ma è
perfettamente funzionante e sicura!”
Hermione
la prese con diffidenza, rigirandosela tra le mani, e solamente
dopo un accurato studio si decise a salirvi sopra. Stringendo un po'
troppo forte l’impugnatura, provò a darsi una leggera
spinta con le gambe. La scopa rispose prontamente, sollevandosi di un
metro e cogliendola del tutto alla sprovvista, tanto che Hermione si
ritrovò a gridare terrorizzata.
“No,
no, no! E' da più di un mese che non volo! Dovrei prima fare
un po’ di allenamento… non me la sento di fare un
viaggio da sola!”
“Ma
non è un viaggio vero e proprio… è a soli dieci
minuti da qui!”, disse Fred.
“Beh,
voi iniziate pure ad andare… io… io vi raggiungo non
appena ho preso un po’ di confidenza…”
Gli altri si scambiarono
occhiate incerte.
“Secondo
me non la vediamo più”, disse George con un ghigno.
Ron si fissò le
mani e, senza guardarla, disse balbettando: “S-se vuoi…
po-potremmo… sì, insomma… potresti… io…
vo-volare con… me!”
Harry si voltò di
scatto verso di lui, accorgendosi del rossore che era salito con
prepotenza dal collo alle orecchie di Ron.
Ci fu un attimo di
incredulo silenzio.
Ma Hermione aveva
un'unica certezza, e questa certezza era che non avrebbe volato da
sola!
“Io…
non saprei… Ma… sei capace di volare con un
passeggero?”, gli chiese dubbiosa.
Ron raddrizzò le
spalle, in un moto di fierezza: “Ehm… certo!”
Hermione preferì
ignorare le espressioni perplesse che si scambiarono i restanti tre
Weasley.
Ron
guardò Hermione,
innervosendosi ogni secondo di più, ed Harry si infastidì
senza motivo a quella scena. Salì sulla sua Firebolt senza più
guardare in faccia nessuno e si diede una forte spinta con le gambe.
In pochi secondi si alzò altissimo nel cielo ed iniziò
a volteggiare rapido. Fece un paio di giri della morte e si sentì
leggermente più appagato.
“Ehi,
Harry! Non conosci la strada! Aspetta…” Fred saltò
sulla sua scopa e lo raggiunse. Ginny e George lo imitarono,
incoraggiando Hermione ad andare con Ron. A quel punto ad Hermione
non restava molta scelta; chiuse gli occhi e in cuor suo iniziò
a pregare senza sosta.
Quando Ron vide Hermione
avvicinarsi a lui, sembrò perdere tutta la sua sicurezza e si
paralizzò. Hermione mormorava preghiere a mezza voce, dandosi
della pazza per aver accettato.
“Sei…
sicuro di esserne capace?”, chiese un’ultima volta.
Ron si limitò ad
annuire, incapace di proferire parola. Montò sulla scopa e
sentì le gambe tremare leggermente. Deglutì con uno
sforzo enorme e disse: “Puoi… cioè… vuoi…
stare dietro?”
“Dimmi
tu cosa preferisci”.
Lui ci pensò su e,
visto il suo stato d’animo, decise che era meglio averla alle
spalle, piuttosto che davanti.
Hermione si sentiva
strana. Da quando era arrivata alla tana, Ron aveva iniziato a
comportarsi in modo incomprensibile con lei. Sembrava essere sempre
sul punto di dirle qualcosa, per poi rinunciare. Ed aveva la
sensazione che lui fosse spesso in imbarazzo… In più,
continuava a cogliere il suo sguardo su di lei. Ma cosa gli prendeva?
Si fece coraggio e
scavalcò la scopa con un piede, mettendosi dietro di lui, poi
gli appoggiò le mani sulle sue spalle, pronunciando con voce
tremante: “Ti prego… vai piano!”
Ron, al contatto delle
sue mani, sbiancò improvvisamente, iniziando a sudare.
“Allora!
Vi muovete voi due?”, urlò Fred dall'alto, e finalmente
Ron si decise a partire.
Harry, nel frattempo,
aveva continuato a compiere acrobazie per aria, come se fosse stato
in astinenza da più di un anno. Gettò un’occhiata
verso Ron, e l’unica cosa che vide, furono le mani di Hermione
strette su di lui.
Per poco non perse
l’equilibrio e si lasciò scappare un’imprecazione
irripetibile. Poi, alle sue orecchie giunse la voce di Hermione che
implorava Ron di andare più piano.
Stizzito, decise di non
voltarsi più!
Arrivarono in dieci
minuti come previsto, e il piccolo bosco che si affacciava sul lago
era davvero incantevole! Il contrasto fra la brillantezza dell'acqua
chiara e limpida, colpita dal sole, e il verde delle foglie, riusciva
ad esaltarne maggiormente lo splendore. La delicatezza dei raggi che
filtravano tra le foglie nella tenera ombra del bosco, lo lasciarono
senza parole. Atterrarono con destrezza in una radura soleggiata,
proprio vicino all’acqua trasparente e luccicante del lago.
“Wow!
Che spettacolo meraviglioso!”, esclamò Harry,
sinceramente colpito dal colore dell’acqua, che effettivamente
era smeraldino e trasparente. Era rapito dai riflessi cangianti dello
specchio d'acqua.
“Sì,
qui è proprio bello… ci venivamo fin da piccoli. E poi,
la cosa fantastica è che si può fare il bagno!”
Una smorfia di delusione
si dipinse sul volto di Harry: “Ma io non ho il costume!”,
protestò.
“Quella
testa bacata di Ron non ti ha detto di prenderne uno?”
“No.”
“Oh…
Beh, non è un problema!” disse George con un ghigno
ironico, “La McGranitt qualcosa di buono, in fondo, ce lo ha
insegnato con trasfigurazione! Trasformeremo la tua immacolata
biancheria in un costume da bagno!”
Ad Harry tornò il
sorriso: “Ottimo!”
Ginny iniziò ad
aprire i cestini e a stendere diversi plaid sull’erba, poi
guardò pensierosa il cielo, non vedendo arrivare il fratello e
l’amica.
“Non
sarà mica successo qualcosa?”
Harry sollevò lo
sguardo e poco dopo poté sentire le urla di Hermione. Vide un
puntino avvicinarsi e farsi sempre più grosso. “Eccoli”,
disse con voce tesa.
La scopa di Ron era
pericolosamente instabile, vibrava come se facesse fatica a rimanere
orizzontale. Ron era completamente sbilanciato di lato e Hermione si
reggeva a fatica con una mano artigliata sulla spalla di Ron e
l’altra stretta intorno alla parte finale della scopa.
L’atterraggio non
fu esattamente quel che si definisce leggero ed elegante: ricordava,
piuttosto, il disastroso impatto di un meteorite... sia Ron che
Hermione dovettero ringraziare qualche Mago in cielo per non essersi
rotti l’osso del collo.
“MAI
PIU’!!”, gridò Hermione. “Non salirò
MAI PIU’ su una scopa con te!”
Ron
aveva un’espressione afflitta e colpevole,
e le spalle talmente basse da ricordare spiacevolmente un cane
bastonato.
Hermione
si scansò da lui offesa, continuando a bofonchiare arrabbiata
insulti e imprecazioni che
Harry era sicuro lei non conoscesse neppure.
Harry raggiunse l’amico:
“Si può sapere che cos’è successo?”
Lui scosse la testa
sconsolato: “Io… credevo che non fosse poi così
difficile… Pensavo di riuscirci! E poi, miseriaccia, è
stata lei a mettere le mani sulla mia faccia per reggersi!!”,
disse pieno di rabbia, “non è certo colpa mia se un paio
di volte abbiamo rischiato di cadere!”
Harry sgranò gli
occhi: “Ri-rischiato… quanto?”
Lui abbassò il
viso, con espressione triste ed avvilita: “In effetti ci siamo
andati molto… molto vicini.”
Harry tirò
sommessamente un sospiro di sollievo, pensando al pericolo scampato,
e tentò di consolare l'amico: “Dai, non preoccuparti…
L’importante è che siate arrivati sani e salvi.”
“Ma
l’hai sentita, no? Ha detto che non vuole salire mai più
su una scopa con me…
MAI PIU’!”
“Adesso…
non pensarci”, cercò di rassicurarlo Harry, anche se nel
profondo sentì nascere un’odiosa ed indesiderata punta
di sottile felicità.
* * *
Con quel sole caldo e
quel cielo azzurro, dopo pochi minuti ad Hermione tornò un
sorriso radioso, e dimenticò la paura provata pochi attimi
prima. Si divertirono come matti a farsi piccoli scherzi mentre
preparavano le cose da mangiare ed attrezzavano l’area per il
picnic.
Fred, dopo quattro
tentativi infruttuosi (per fortuna sperimentati dietro la
riservatezza di una siepe), riuscì finalmente a trasformare i
boxer di Harry in una sorta di costume.
Quando
Harry raggiunse gli altri (che avevano iniziato a togliersi le scarpe
e si apprestavano a testare la temperatura dell’acqua
con i piedi), Hermione gli rivolse uno sguardo canzonatorio,
sollevando un sopracciglio.
Harry
si sollevò appena la maglietta e
si guardò il costume: in effetti non era particolarmente
bello… ed era decisamente troppo stretto! Sotto quello sguardo
attento di Hermione, si sentì incendiare il viso e riabbassò
in fretta la maglietta, sinceramente in difficoltà.
“Io
avrei saputo fare certamente di meglio!”, sentenziò con
superiorità, puntando il suo nasino impertinente verso il
cielo.
Fred la guardò con
ostilità: “Già, sicuro!”, le concesse, “Ma
avresti anche rischiato di vedere i ‘gioielli’ di casa
Potter…”
“Magari
era proprio quello che voleva!!”, sghignazzò George.
Harry si voltò
verso Hermione e la vide arrossire violentemente.
“Siete
proprio due cretini… E quel costume è orribile! La
McGranitt è stata troppo buona a farvi passare l’esame!”
Ma i fratelli maggiori di
famiglia Weasley si erano già allontanati, spogliandosi del
tutto e mostrando fisici muscolosi e ben sviluppati. Ron fece un bel
respiro, si tolse pantaloni e maglietta, e mise in mostra un fisico
molto più magro e mingherlino, rispetto a quello dei fratelli
più grandi.
All’idea di
togliersi i vestiti, i restanti tre provarono un misto di imbarazzo,
timore, vergogna, sorpresa e curiosità… ma alla fine
Ginny e Hermione si fecero coraggio e si sfilarono i calzoncini e le
magliette che indossavano sopra i costumi.
Harry non riuscì
ad impedirsi di spalancare la bocca. Era la prima volta che le vedeva
con così poco addosso e… Santo Cielo! Erano uno
spettacolo! Ginny era ancora un po’ acerba nelle sue forme, ma
Hermione… Dio, Hermione era meravigliosa!
Non immaginava che sotto
la divisa di Grifondoro lei nascondesse quel corpo così bello
e sinuoso. Le gambe erano lunghe ed affusolate, la pelle delicata e
già leggermente abbronzata. Il ventre piatto e un seno
meravigliosamente perfetto.
In
realtà Harry non aveva idea di come dovesse essere un seno
perfetto… ma quello ne aveva tutta l’aria!
Quel poco che aveva sentito con Greta era più simile a quello
che Ginny esibiva con orgoglio. Ma gli occhi di Harry erano
fatalmente ed inspiegabilmente attratti dalla ragazza con i capelli
castani e che le ricadevano ondulati fino a metà schiena.
S’impose
di chiudere la bocca per togliersi di dosso quell’espressione
così inebetita e vogliosa. Era l’unico a non essersi
ancora tolto la magla
e vide negli occhi delle due ragazze un’attesa inespressa.
Seguì
l’esempio degli altri, levandosi finalmente l'ultimo indumento
riastogli,
esibendo un fisico asciutto, ma tonico ed atletico. I duri
allenamenti di Quidditch lo avevano reso più forte e i suoi
muscoli iniziavano a venir fuori e a definirsi.
Certo, non erano ancora
del tutto sviluppati, ma era decisamente sulla buona strada!
Ginny si lasciò
sfuggire un “Ohh…” deliziato, mentre Hermione
sbattè le ciglia un paio di volte e poi si voltò
leggermente, come a nascondere il viso imbarazzato.
“Allora?
Si può sapere che cosa state aspettando? Quest’acqua è
fantastica!!”
Harry
si voltò a guardare Ron, accorgendosi con fastidio che stava
ancora fissando Hermione e sembrava aver ricevuto l’incantesimo
‘Petrificus
Totalus’,
visto che era completamente paralizzato e aveva stampata in faccia
un’espressione che diceva ‘Adesso
posso anche morire felice’.
Le due ragazze furono
raggiunte da uno schizzo d’acqua che George spruzzò
verso di loro, ed emisero grida di stupore.
“Aaahh,
ma è freddissima!”, urlò Ginny.
Iniziò una vera e
propria battaglia di spruzzi, tra le risate divertite, ed Harry si
ritrovò completamente bagnato prima ancora di essere riuscito
a mettere piede in acqua. Tolse gli occhiali e li appoggiò con
cura ai piedi dell’albero più vicino. Nonostante la
vista un po' debole, riuscì a distinguere abbastanza bene le
figure e a raggiungere gli amici.
Ron, con gli occhi da
pesce lesso, arrivò per ultimo e fu assalito da tutti e
riempito di schizzi. I gemelli tentarono di annegarlo un paio di
volte, e un nuovo (e alquanto sconosciuto), spietato Harry, li aiutò
nell’operazione.
Dopo diversi minuti di
gioco, Harry si accorse con disappunto di guardare sempre più
spesso verso Hermione. Era una cosa che non riusciva a controllare!
Ma non riusciva a capirne il motivo... Forse era semplicemente perché
(per la prima volta) l’aveva vista con così poco
addosso?
Fatto sta che la cosa lo
rendeva parecchio nervoso, e ormai non poteva più fingere che
questo non lo turbasse!
Accidenti, in fondo c’era
anche Ginny… altrettanto bella e sensuale… Ma allora
perché una forza più grande di lui lo obbligava a stare
con la testa girata verso Hermione?
Doveva essere per colpa
del caldo!
O forse semplicemente
aveva passato troppo tempo da solo…. ??
No!
Aveva capito! Ma certo... Era tutta colpa di Greta! Lei aveva
acceso in lui un qualche interruttore, di cui, in effetti, ignorava
persino l’esistenza…, e adesso era solo un po’ in
tilt!
Doveva soltanto ritrovare
quell’interruttore e spegnerlo!
Hermione emerse
dall’acqua con la testa, e i capelli lisciati all’indietro
la fecero sembrare più bambina. Dio, ma era sempre stata così
bella?
Harry si immerse a sua
volta sotto l’acqua, per smettere di fissarla. Era ghiacciata,
ma con il caldo che faceva, era solo un piacere!
“Ehi…
Ehi, no!”, gridò ad un certo punto Ron. “Maledetti
idioti… NOOO! Cosa state facendo?! EHI !! Il mio costume…
NO! RIDATEMI IL COSTUME!!”
Fred fece uscire la mano
dall’acqua, con la faccia trionfante e il costume di Ron che
penzolava.
“Questa
me la pagate! Ridatemi SUBITO il costume!”
Scoppiarono tutti a
ridere a crepapelle e Ron sembrò sul punto di mettersi a
piangere: “Lo dirò alla mamma… Non vi darà
mai più il permesso di uscire da soli!!”
Ma la minaccia andò
a vuoto, perché quando Ron tentò di riacchiappare il
suo costume, Fred lo lanciò verso George. Ron eseguì
qualche bracciata scomposta e raggiunse l’altro fratello, che
passò il costume ad Hermione. A quel punto, lui si bloccò,
incapace di muoversi verso di lei.
“Hermione…
ti prego… dammi il costume…”, la supplicò.
“No,
mi dispiace! Così impari a farmi perdere dieci anni di vita
con il tuo modo di volare!”, e tirò il costume a Ginny.
Con la sorella, Ron non si fece scrupolo, e si tuffò al suo
inseguimento, facendo in parte fuoriuscire il fondoschiena
dall’acqua.
Grande ilarità
generale!
Ginny, spaventata dalla
foga con cui Ron la stava puntando, fece un lancio poco preciso,
esattamente a metà tra Harry ed Hermione. Entrambi nuotarono
per prendere il costume, ma arrivò prima Harry.
Hermione gli finì
quasi addosso e lui poté sentire le sue morbide gambe
sfiorarlo leggermente.
Brivido… ed
arresto cardiaco!
Approfittando di quel
momento di esitazione, con un sorriso Hermione allungò la
mano e gli sfilò abilmente il costume dalle dita. Harry non se
lo aspettava, assorto com’era a rimuginare sulle sue gambe.
“Non
vale, sono arrivato prima io!”, protestò Harry cercando
di riprenderselo, ma lei fu agile e si voltò rapidamente,
lasciandolo a bocca asciutta.
Hermione tentò di
allontanarsi, ma l’orgoglio di Harry ebbe la meglio e con due
bracciate la raggiunse, cingendole le spalle e ritrovandosi stretto a
lei.
Fu un attimo.
Harry la tenne così
per qualche secondo, e poté sentire il suo corpo (reso
scivoloso dall’acqua), aderire al proprio.
La sua schiena liscia
contro il suo petto… La vita stretta e i fianchi sinuosi
premuti contro il suo bacino…
Lo stomaco gli si annodò
e provò una vertigine che gli fece mancare il respiro.
Hermione si voltò
e i loro occhi s’incontrarono.
Harry provò una
sensazione che non aveva mai sentito prima: desiderò baciarla.
Ne fu scosso, turbato,
sconvolto.
Anche Hermione sentì
per la prima volta una strana emozione al cuore e la consapevolezza
di essere stretta così da Harry la disorientò.
Si sentì
frastornata, e le sembrò che il cuore le facesse una capriola
all’indietro.
Dio, ma cosa stava
dicendo?
Stavano solo giocando…
Non era niente…
Non era certo uno degli
abbracci che le aveva dato Victor l’estate prima…
Era
solo… era solo Harry… il
suo amico Harry!
Rimase ipnotizzata da
quegli incredibili occhi verdi (liberi dalle lenti che di solito lo
proteggevano), resi quasi trasparenti dal riflesso del sole e
dell’acqua. Verdi come il colore del lago nel quale si stavano
abbracciando… Il cuore prese a batterle forte e si sentì
indifesa sotto quello sguardo così intenso e dolce.
Le mani di Harry la
stringevano ancora, ma il suo tocco era morbido e delicato, proprio
come l’acqua che la stava accarezzando.
Ron arrivò come
una furia, nuotando in modo disordinato e sollevando litri d’acqua.
Si fermò a distanza di sicurezza (tanta da non consentire alla
trasparenza del lago di far vedere le sue parti intime…) e
allungò il braccio per recuperare il proprio costume.
“Grazie,
Harry! Tu sì che sei un amico! Per fortuna che c'è
qualcuno di intelligente qui!”, disse offeso ed oltraggiato.
Harry, che non aveva
avuto nessuna intenzione d’aiutarlo, ma semplicemente si era
bloccato per l’effetto che gli aveva fatto Hermione, si ritrovò
a balbettare: “…Oh… ehm… f-figurati…
!”
A malincuore, fu
costretto a sciogliere Hermione dall’abbraccio. Cercò
ancora i suoi occhi, ma lei gli voltò le spalle e prese a
nuotare sotto l’acqua, lontano.
Ron si accucciò
per rimettersi il costume, continuando a mormorare tra i denti che si
sarebbe vendicato, e che gliel’avrebbero pagata.
Dopo una buona mezz’ora
di nuoto e giochi, uscirono sfiniti dall’acqua, e si stesero al
sole per asciugarsi. Harry si lasciò cadere sul primo
asciugamano che individuò (ancora non si era rimesso gli
occhiali), ed assaporò con piacere i caldi raggi di sole che
gli riscaldavano la schiena.
“Veramente
quello sarebbe il mio asciugamano…”, disse Hermione,
tutta gocciolante e con i brividi sulla pelle.
Harry si sollevò
sui gomiti: “Oh, no… scusa! Mi spiace… ormai te
l’ho bagnato tutto…Avrei dovuto rimettermi subito gli
occhiali!” Si guardò attorno per ricordare dove li aveva
appoggiati.
“No,
beh… non preoccuparti. Resta pure lì, mi sdraio su
questo a fianco. E poi… stai bene senza… le lenti. Ti
si vedono meglio gli occhi…”
Hermione era abbastanza
vicina perché lui potesse scorgere il suo leggero rossore.
Impacciata, avvicinò
impercettibilmente l’asciugamano a quello di Harry e si distese
a pancia in su, chiudendo gli occhi. Harry, ancora appoggiato sui
gomiti, vide il freddo accumulato nell’acqua da Hermione,
trasformarsi in pelle d’oca… Il costume bagnato lasciava
davvero poco all’immaginazione e il suo seno faceva mostra di
sé, turgido e sodo.
Seguì, con
attenzione e desiderio, una goccia d’acqua colare dal pezzo di
sopra del costume e percorrerle lentamente l’addome… La
vide rotolare pigramente per qualche centimetro, fino ad arrivare
dritta dritta al suo ombelico.
Mio Dio… Mio
Dio…. MIO DIO!!!
Per fortuna Harry era a
pancia in giù, e nessuno poté notare la sua
incontrollabile erezione.
Dannazione, ma cosa gli
stava capitando?
Era Hermione!
Si sentì
disperato!
Preso
dal panico, tuffò la faccia nell’asciugamano e
sollevò le braccia, intrecciandole intorno al viso, quasi a
nascondersi e a celare la vista di lei.
No, no… NO! Non
andava bene per niente! Cosa diavolo erano quei pensieri?
Era Hermione…
Hermione Granger! La sua migliore amica…
La stessa amica che
centinaia di volte era arrivato a detestare per quell’aria così
saccente, con quel mento sollevato all’insù in modo così
rigoroso… e quell’espressione leggermente insolente, che
la contraddistingueva.
La stessa amica che non
ci pensava due volte a sventolare la mano in classe se sapeva la
risposta esatta, anziché suggerirtela…
La stessa amica che però
era anche tanto generosa… e non si risparmiava a rimanere
sveglia nottate intere, pur di aiutarti con i compiti.
La stessa amica che aveva
a cuore che lui studiasse, e diventasse un buon mago, e fosse
diligente e preparato…
Quella
stessa Hermione Granger, che era adesso distesa al suo fianco…
incredibilmente bella e sbocciata come un fiore, perfetta in ogni
particolare… e che lo stava mandando nella confusione più
totale!
Per tutto il resto del
giorno, Harry cercò di non pensarci, anche se aveva la
spiacevole sensazione che ci fosse qualcosa che non tornava. E questa
sensazione aumentava in modo esponenziale ogni volta che coglieva lo
sguardo di Ron posato su di lei.
Era
come se la studiasse
di nascosto, intimorito. Poi, però, di colpo tornava allegro e
divertente come se nulla fosse, e tutto passava… Ed Harry si
convinceva che era tutto frutto della sua fantasia.
Mangiarono con appetito
ed una voracità che solo i giovani possedevano, tanto che alla
fine non rimase quasi più niente.
Ginny,
mettendo in atto le sue promesse,
fece sospirare ai gemelli la loro razione di cibo, e nacque un
litigio senza precedenti, che fu domato solo grazie all’intervento
di Harry e Hermione.
Ovviamente Fred e George,
giurarono vendetta, e si misero a confabulare per architettare
qualcosa che aveva tutta l’aria di essere tremendo.
Quando fu ora di tornare
a casa, si ripresentò il problema di Hermione e della sua
insofferenza al volo.
Ron tentò (con
scarsa convinzione, in effetti) di farla salire nuovamente con lui,
ma lei si rifiutò categoricamente. Harry non osava dire nulla,
sperando che fossero gli altri a risolvere il problema.
“Noi
abbiamo tutte le borse e i cestini… e Ginny di sicuro non è
capace di volare con un altro passeggero… Harry, non rimani
che tu!”
Lui, che stava
fischiettando mentre giocherellava con un sasso, si sentì
chiamare in causa.
“Ehm,
come?”
“Porterai
tu Hermione a casa… non ci sono molte alternative. Su, forza!
Avete preso tutto? Dimenticato qualcosa?”
Harry
si decise a guardare Hermione, e la vide avvicinarsi con cautela:
“Tu… tu lo sai fare, vero?”
Incapace di mentire,
Harry sbattè le ciglia, sopra quelle incantevoli iridi verdi:
“Vuoi che sia sincero?”
A
quelle parole, lesse
il panico negli occhi della ragazza.
“Dài!
Non fare così… Non sarà poi tanto diverso
dall'andare da soli”, cercò di tranquillizzarla.
Lei
sospirò:
non sapeva bene il perché, ma Harry le ispirava molta più
fiducia di Ron.
Montarono tutti sulle
rispettive scope ed Harry si fece un po’ più avanti per
lasciare lo spazio necessario ad Hermione per salire. Quando la sentì
dietro di lui, quella strana agitazione prese a solleticargli
nuovamente lo stomaco.
Lei appoggiò con
delicatezza le mani sulle sue spalle, quasi avesse paura di fargli
male. Ma se non si fosse tenuta più saldamente, sarebbe caduta
nel giro di pochi secondi!
“Ehm,
magari… reggiti… su di me. Nel senso di…”
Hermione lo abbracciò,
mettendogli le mani intorno alla vita: “…Così…?”,
chiese titubante.
Il
cuore di Harry uscì dalla sua sede naturale, e lo sentì
girovagare da qualche parte, nelle vicinanze dello stomaco.
Deglutì come se avesse respirato della sabbia.
Si girò per tre
quarti verso di lei: “Ehm… sì, perfetto.”
“Vai…
piano…”, gli sussurrò, con la bocca vicinissima
alla sua.
Il cuore adesso gli
penzolava sotto le caviglie.
“Sì…”,
rispose a fatica.
Quando si preparò
a partire, sorprese Ron che lo fissava con uno sguardo ostile e
carico d’invidia. Gli venne spontaneo aprire la bocca per dire
qualcosa, ma lui gli voltò le spalle e spiccò un volo
improvviso.
Ci mancava solo Ron,
adesso, e la sua competizione per chi era più bravo a volare!
Per un attimo, gli
ricordò il quarto anno e la gelosia che si era scatenata in
lui per il Torneo Tre Maghi…
Oh, ma Harry non sapeva
di essere lontanissimo dal vero motivo per cui Ron lo aveva guardato
con tanto astio e tormento.
Cercando di non pensarci
(in quel momento aveva ben altri e più seri problemi!), chiese
ad Hermione: “Pronta?”
“Sì…”,
rispose lei con un filo di voce.
Harry si diede una spinta
con le gambe e la scopa si alzò senza problemi. Ci vollero
solo pochi secondi per capire come gestire il viaggio ‘a due’,
ed Harry si sentì subito sicuro. Quando raggiunsero una certa
altezza, alzando la voce, le chiese: “Tutto bene?”
Hermione gridò:
“Non lo so… sto tenendo gli occhi chiusi! Ma mi sembra
che la scopa sia abbastanza stabile.”
Harry sorrise: “Apri
gli occhi! Altrimenti non ti passerà mai la paura…”
“No…
NO! Mi spaventa troppo!”
“…Avanti,
so che lo puoi fare… apri gli occhi…”, le disse
con più dolcezza.
Hermione si sentiva già
col cuore in gola per il fatto di essere stretta così ad
Harry, ma provò a fare ciò che lui le diceva. Aprì
in modo impercettibile gli occhi e il vuoto la terrorizzò:
“AAAHHH !!!”
Istintivamente
si
strinse con più forza a lui, ed Harry provò un piacere
smisurato… quasi lo stesso piacere che gli dava il volo.
Hermione, rassicurata da
quel contatto, aprì nuovamente gli occhi, e rimase senza fiato
nell'ammirare la luce rosso e ocra del sole ormai al crepuscolo, che
inondava di una tenue luce arancione le poche nuvole presenti. Non
aveva mai ammirato un tramonto sospesa in alto, nel cielo, e in
effetti, era uno spettacolo per cui valeva la pena imparare a volare!
Harry cercò di
andare piano, e di evitare acrobazie o movimenti troppo bruschi.
Quando incontravano qualche corrente contraria e la scopa vibrava
leggermente, poteva sentire Hermione schiacciarsi contro di lui e
nascondere il viso contro le sue spalle. Non capiva ancora bene il
perché, ma la cosa gli piaceva… gli piaceva un sacco!
Furono
i dieci minuti più intensi ed emozionanti che Harry riusciva a
ricordare di aver mai provato...
non avrebbe voluto più atterrare!
Ma, rendendosi
perfettamente conto che la testa gli stava giocando brutti scherzi, e
che stava pensando a delle assurdità, tornò con i piedi
per terra… in tutti i sensi! Cercò di farlo nel modo
più dolce e soffice possibile, e fu orgoglioso del fatto che
Hermione non protestò e non lo ricoprì di insulti come
aveva fatto con Ron.
“Com’è
andata?”, le domandò Ginny, quando Hermione scese dalla
Firebolt.
“Decisamente
meglio, rispetto all’andata…”, confessò
sottovoce, cercando di non arrossire.
Harry notò ancora
una volta lo sguardo contrariato di Ron, e se ne rammaricò. Le
due ragazze corsero in casa per fare la doccia, mentre loro due
rimasero indietro a riordinare le scope.
Gli dispiaceva vedere
l’amico così abbattuto, e cercò di minimizzare la
cosa.
“Non
hai idea di quanto abbia gridato anche con me! E’ proprio una
fifona! Andavo pianissimo… proprio pianissimo, e non ha fatto
altro che lamentarsi!”
Ron sollevò un
sopracciglio, poco convinto: “Davvero?”
“Ah,
non puoi capire quanto! E’ stato un vero incubo doverla
riportare indietro… Spero che non capiti più!”
Scosse la testa, con aria contrariata. “Ti prego, Ron, cerca
di migliorare, così la prossima volta non darai questa rottura
di scatole a me!” E si mise a ridere, cercando di
contagiarlo.
Sembrò funzionare,
perché a quelle parole Ron abbozzò un sorriso
pensieroso.
“Ve-veramente
si è… lamentata anche di te?”
“Altroché!
Dovevi sentirla… mi ha riempito di insulti! Fa venire il
nervoso, no? Non sa nemmeno andare su una scopa e poi fa la prima
della classe… Naah, le donne!”, e gli diede una gran
pacca sulle spalle.
Ron ritrovò
all’improvviso tutta la sua gioia e buonumore, tant’è
che entrò in casa canticchiando.
Andarono a dormire tutti
molto presto, cotti dalla stanchezza e dal sole, anche se Fred e
George (ancora molto arrabbiati con Ginny), rimasero a confabulare
nella cucina per alcuni minuti, sottraendo furtivamente degli
ingredienti dalla dispensa, ad insaputa della signora Weasley.
Harry s’infilò
sotto le fresche lenzuola e ripensò alla giornata
indimenticabile che avevano trascorso: si erano divertiti e avevano
giocato, mangiato e nuotato… tutto era stato perfetto e lui si
era sentito finalmente felice! Si era sentito un ragazzo spensierato,
normale… che si godeva i suoi 16 anni come qualsiasi altro
adolescente.
Anche
il turbamento che aveva provato nei confronti di Hermione, ora che la
giornata era giunta al termine, gli sembrava una cosa da niente.
Adesso poteva
finalmente rilassarsi e lasciarsi trasportare in un dolce sonno
ristoratore che lo abbracciò e lo cullò per tutta la
notte.
Non gli sembrò
vero, ma, anche quella notte, gli incubi e i tristi ricordi andarono
ad tormentare qualcun altro, lasciandolo sereno fino al risveglio,
che arrivò molte ore più tardi, e che lo colse con un
raro sorriso sulle labbra.
Una
piccolissima parentesi per ringraziare INFINITAMENTE tutte le persone
che hanno commentato... Grazie, grazie, grazie! Un bacio speciale a
Stizy, Marco (bello e solitario maschietto che commenta!!),
Goldbuble, Jerarda, Granger90, Sabri89 e J Kira... Spero di cuore che
anche questo capitolo vi piaccia ed abbia il vostro consenso! ^^' A
presto!!! ciao
- 4 -
‘Strani
cambiamenti‘
Dopo la giornata passata
al lago, la stanchezza e l’ozio ebbero la meglio, e quella
dolce sensazione di relax li accompagnò per tutto il giorno
seguente. Solo i gemelli sembravano estremamente impegnati, molto più
del necessario, ed Harry li sorprese più volte a sussurrare
sommessamente e a compiere strani movimenti vicino alla stanza delle
ragazze.
“Che
cosa staranno combinando, quei due?”, chiese preoccupata Ginny,
seguendo con lo sguardo Fred mentre raccoglieva degli attrezzi da
lavoro. Lui incrociò il suo sguardo e le sorrise sornione.
“Nulla
di buono… questo è poco, ma sicuro!”, rispose
Hermione che staccò gli occhi dalla Gazzetta del Profeta e si
mise a sua volta a fissare accigliata i due gemelli.
“Uhm,
non preoccupatevi! Ieri sera ho raccontato a mamma di quello stupido
scherzo del costume….”, disse Ron tetro. Ma poi
aggiunse, con una punta di godimento: “E so che subito dopo ha
fatto loro una bella lavata di capo! Staranno in punizione per tre
giorni!” Il suo ghigno beffardo e vendicativo fu più che
eloquente.
“Ben
gli sta!”, disse soddisfatta Ginny.
Harry li vide
effettivamente impegnati in lavori di pulizia piuttosto pesanti,
mentre loro quattro se ne stavano tranquillamente sdraiati in
giardino, con l'unica occupazione di mangiare gelati e bere litri di
succo di fragola ghiacciato.
La giornata trascorse
veloce e serena, fino a quando fu ora di andare a dormire. Harry e
Ron erano a letto da meno di cinque minuti, quando delle urla e dei
lamenti giunsero fino a loro.
Ron si sollevò,
allarmato: “Ma cosa miseriaccia….”
Harry era già
balzato in piedi, vigile e con la bacchetta stretta in pugno: “Sembra
che venga dalla stanza delle ragazze!”
Senza pensarci due volte,
uscirono e raggiunsero la loro camera. Un inquietante e sgradevole
odore giunse dalla fessura in basso, sotto la porta.
“Bleah,
ma cosa diavolo è questa puzza?!”, disse Ron con una
smorfia.
Harry aprì la
porta senza esitazione, rimanendo di ghiaccio di fronte ai corpi di
Hermione e Ginny, stesi a terra. Un odore pungente e penetrante lo
investì e d’istinto si portò il braccio davanti
al naso per avere un minimo di protezione.
Si precipitò verso
i corpi delle ragazze, che sembravano svenute. Ron aveva iniziato a
tossire forte, ed era rimasto sulla porta, incapace di entrare.
“Vado
a chiamare i miei…”, disse a fatica, allontanandosi
velocemente dalla stanza.
Harry spalancò la
finestra, sperando in quel modo di ridurre almeno un po' la terribile
puzza che riempiva la stanza. Ma era talmente intensa e penetrante,
che iniziava a stordire anche lui.
Tornò su Hermione,
sollevandole il capo: “Hermione… Hermione!”
Niente.
Restare lì dentro
non li avrebbe di certo aiutati! La prese tra le braccia e la sollevò
senza fatica, decidendo di portarla nella sua stanza. L’adagiò
con delicatezza sul proprio letto, ed andò a spalancare le
finestre in modo che l’aria fresca circolasse liberamente.
Tornò nell’altra
stanza per recuperare il corpo di Ginny, ma vide che erano arrivati
anche i suoi genitori (agghindati con stravaganti pigiami a stelle, e
con tanto di cuffietta da notte…), seguiti da Ron. Tossivano
tutti rumorosamente.
“Si
può sapere che cosa è successo?”, chiese
allarmato Arthur, mentre il pompon della sua cuffia oscillava
velocemente da destra a sinistra.
“Non
lo sappiamo! Siamo andati a dormire,ma dopo qualche minuto le abbiamo
sentite gridare… poi devono essere svenute a causa di
quell’odore così forte”, rispose Harry. “Ho
portato Hermione nella nostra stanza e credo sia il caso di fare
subito la stessa cosa con Ginny!”, aggiunse indicando il suo
corpo con un gesto della mano, visto che rimanevano lì
impalati a fissare loro figlia stesa a terra, senza decidersi a far
qualcosa.
“Oh,
sì! Certo, certo!” Il signor Weasley la prese in braccio
ed uscirono tutti. A Harry mancava il respiro e si sentiva quel
terribile odore appiccicato addosso.
Misero Ginny nel letto di
Ron e dopo qualche minuto, parve che le ragazze iniziassero a
respirare meglio. Entrambe aprirono lentamente gli occhi: avevano
facce sofferenti ed infastidite, ma dopo qualche colpo di tosse,
Harry porse loro un po’ d’acqua fresca.
“Come
state? E… che cosa è successo?”, chiese
preoccupato.
Fu Hermione a parlare per
prima: “Non… non capisco… Stavamo andando a
dormire, e quando ci siamo sdraiate nei letti… abbiamo
sentito… come se qualcosa sotto di noi si fosse
improvvisamente rotto… come se con il nostro peso avessimo
frantumato… delle palle di cristallo, non so…” Un
altro, forte colpo di tosse la scosse.
Anche Ginny si strofinò
gli occhi, confusa e nauseata.
Harry fu colpito da un
pensiero: dov’erano Fred e George, in tutto quel trambusto?
C’era un’unica, ovvia, inequivocabile risposta.
Erano loro gli autori di
quel disastro.
Harry non voleva essere
il primo ad esporre i propri sospetti, ma Hermione, nonostante la
testa annebbiata, ci arrivò molto più in fretta degli
altri: “Dove… dove sono Fred e George? Possono essere
stati solo loro!” E la vide stringere i pugni dalla rabbia.
“Se
è così, giuro che domani gli riempio la tazza di caffè
di caccobombe!!”,
disse Ginny furibonda.
Il signor Weasley cercò
di prendere in mano la situazione: “Calmatevi… Non è
detto che siano stati loro… magari stanno dormendo, e sono
ignari di tutto…”
“IGNARI?
Oh, papà! Sembra che tu non conosca i tuoi figli! Quando si
verifica qualche evento ‘strano’, ci sono sempre
di mezzo loro!”,
A quel punto, tutti si
alzarono per andare nella stanza dei gemelli. La signora Weasley aprì
la porta, e il forte russare che ne uscì sembrò a
tutti... un po’ troppo forte!
“Lo
sapevo!!”, urlò Ginny, scagliandosi contro il primo
letto.
Entrambi i ragazzi si
alzarono con rapidità dal letto, per scappare all'ira della
sorellina.
“Stavate
dormendo, VERO?!”, tuonò la mamma.
“No!
Cioè… sì!”, rispose George, facendo il
giro del letto per fuggire agli artigli di Ginny. Hermione,
furibonda, si unì alla caccia, smaniosa di vendicarsi. Arthur
cercò di fermare Ginny, che aveva pericolosamente impugnato la
bacchetta, mentre Molly tentò di bloccare Fred, inseguito da
Hermione, a sua volta rincorsa da Ron.
Dal momento che i gemelli
potevano usare liberamente la magia, non si risparmiarono nello
scagliare incantesimi di ogni sorta contro le due ragazze (riuscendo
però solo a colpire un paio di volte il povero Ron), e la cosa
fece aumentare la loro collera in maniera esponenziale.
La
piccola stanza, già disordinata di per sé,
scossa da tutto quel trambusto si tramutò ben presto in un
disastro totale: La confusione regnava sovrana!
Harry non era intervenuto
semplicemente perché era impossibile entrare nella stanza, e
la cosa, tutto sommato, lo fece ridere di gusto.
Quella giornata, in
effetti, era stata un po’ troppo ‘tranquilla’, per
i canoni Weasley!
Dopo diversi minuti di
inseguimenti e di insulti, la signora Weasley si arrese alla
stanchezza e strillò con tutto il fiato che aveva in corpo:
“A-D-E-S-S-O
B-A-S-T-A !!!!”
Come per incanto, tutti
si immobilizzarono all’istante. Solo delle piume fuoriuscite
dai cuscini ebbero il coraggio di terminare la loro lenta caduta
verso il pavimento, e nessuno osò parlare.
“Quand’è
che ricomincia la scuola?! Non ne posso più di voi due!”,
disse furiosa all’indirizzo di Fred e George.
Grazie
all’intervento della professoressa McGranitt e all’influenza
del
professor Silente (senza contare le innumerevoli suppliche dei
genitori), infatti, i gemelli erano stati riammessi a Hogwarts, anche
se un intero anno di fatiche e di punizioni da scontare li attendeva
al loro arrivo.
“Manca
ancora poco… mammina”, disse dolcemente George, usando
di proposito quella parola, che di solito funzionava e riusciva a
calmarla anche nelle situazioni più disperate.
“E
credi di cavartela con così poco? Chiamandomi ‘mammina’?”,
sbraitò puntando l'indice accusatorio contro il naso di George
e appoggiando l’altra mano stretta a pugno contro il fianco.
“E’
tutta colpa di Ginny! Ieri è stata perfida con noi… ci
ha ridotti alla fame! E la sua amica Hermione non ha dimostrato un
minimo di pietà! Era giusto che sperimentassero la nostra
nuova invenzione: ‘Bolle-pazze-che-strana-puzza’!!”,
disse tutto orgoglioso.
“Ah
sì, eh? Adesso sarebbe colpa mia? Forse ti dimentichi che è
tutta l’estate che…”
“Basta!”,
intervenne Arthur. “Ora filate tutti a letto!”
“Io
in quella stanza non ci torno! Ci vorrà un mese prima che
l’aria torni respirabile lì dentro!”, disse Ginny
offesa, incrociando le braccia sul petto e voltando la faccia
dall'altra parte.
“Fred,
George! Con voi due facciamo i conti domani! Non voglio sentire
nemmeno il più piccolo rumore uscire da questa stanza, sono
stata chiara?!”
“Sì,
mammina…”, risposero all’unisono.
“E
non chiamatemi così!!”. Spingendo tutti fuori, la
signora Weasley richiuse la porta alle sue spalle con un sonoro
tonfo.
Si fermarono davanti alla
porta chiusa della stanza delle ragazze, dalla quale continuava ad
uscire un odore decisamente sgradevole.
Arthur si girò
verso la moglie: “Ginny ha ragione… non possono dormire
in questa stanza. La puzza è tremenda!”
“Adesso
sono troppo stanca, ma domani darò a quei due mascalzoni una
bella ripassata con il mio battipanni automatico!”, rispose
Molly, con un misto di rabbia e di sconforto.
“… Però,
devo ammettere che i miei ragazzi stanno facendo notevoli progressi
con i loro scherzi…”, aggiunse Arthur con un moto di
orgoglio.
Arthur guardò
perplesso la moglie: “Ehm, sì, già… dove?”
“Possono…
cioè… da noi c’è posto…”,
disse timidamente Ron.
Tutti si voltarono a
guardarlo.
“La
nostra stanza è… grande abbastanza, per quattro
letti…”, continuò, arrossendo fino alla punta dei
capelli (il che, com’è noto, era assolutamente uno
spettacolo bizzarro!).
Arthur,
che nel frattempo moriva di sonno ed aveva spalancato la bocca in uno
sbadiglio enorme, disse pieno di stanchezza: “Bene! Allora è
deciso. Faremo apparire altri due
letti per le ragazze!” Entrò nella stanza e con un
rapido colpo di bacchetta, due letti si materializzarono tra quelli
di Harry e Ron.
Per quanto grande, la
stanza ora appariva parecchio affollata.
“A-allora,
buona… no-nooooootte”, concluse sbadigliando il signor
Weasley, e sparì con la moglie dalla loro stanza.
“ ’Notte…”,
risposero i quattro ragazzi, mentre la porta si richiudeva.
Rimasero per un momento a
guardarsi l’un l’altro, non sapendo bene cosa fare. I
letti occupavano gran parte dello spazio, e non ne rimaneva molto per
muoversi. Ginny prese l’iniziativa e si buttò sul letto
di destra, che era stato fatto apparire di fianco a quello di Ron,
tutta contenta e lanciando uno sguardo sbarazzino a Harry.
Lui, solo in quel
momento, parve accorgersi che le ragazze portavano corti pigiamini
estivi, con tanto di fiocchetti, cuoricini e orsacchiotti.
“Beh,
grazie per l’ospitalità….”, disse
leggermente imbarazzata Hermione, guardando Ron e sedendosi piano sul
letto di fianco a quello di Harry.
“Uhmfs…
Figurati… E’… è un piace-re…”,
farfugliò Ron, grattandosi la nuca, e sembrando un po’
deluso per la scelta dei posti che avevano fatto.
“Voi
avete sonno?”, chiese Ginny a pancia in giù, e facendo
oscillare lentamente e con sensualità le gambe avanti e
indietro.
“Io
no!”, disse prontamente Ron.
“Io
sì… abbastanza”, ammise Hermione.
Senza seguire un
apparente filo logico, ma con crescente imbarazzo e goffaggine, Ron
le disse all’improvviso: “E’ molto... carino…
il tuo pigiama…”
Hermione lo guardò
in modo indecifrabile, confusa: “Ah… grazie.”
Harry, a quel punto,
oltrepassò Hermione e si distese sul suo letto con il viso
incupito: “Io voglio dormire!”, disse un po’ troppo
velocemente e con estrema freddezza.
“Oh,
di già?”, chiese Ginny delusa, sollevandosi sui gomiti
per poterlo vedere meglio, al di là dell’amica. Ma Harry
si era già tolto gli occhiali e si era messo con le mani
intrecciate dietro la nuca a fissare il soffitto, rimpiangendo i bei
tendoni che circondavano il suo letto ad Hogwarts.
“In
effetti, con questo fuori-programma, si è fatto un po’
tardi… Domani abbiamo un’altra lunga giornata che ci
aspetta a Diagon Alley”, aggiunse Hermione sdraiandosi a sua
volta sul letto e stiracchiandosi con una sensualità che
catturò Harry e sconvolse Ron.
“Ehm…
sì, sì, certo, hai ragione. Allora… spengo la
luce?”, domandò Ron, indeciso.
“Sì”,
rispose Hermione.
“Allora…
buonanotte…”, ma non si decideva a spegnere e Harry si
sentiva sempre più nervoso.
“Buonanotte…”
Hermione aveva già chiuso gli occhi. Ron la guardò
languidamente.
“Buonanotte,
Harry…”, gli disse Ginny, lanciandogli un’occhiata
che a lui parve maliziosa… ma era senza occhiali, e forse
aveva visto male.
“ ‘Notte…”
Ron finalmente si decise
a spegnere la luce. Nella stanza filtrò il bianco dolce e
perlaceo della luna, che quella sera era enorme e incredibilmente
romantica.
Harry provò a
chiudere gli occhi, anche se purtroppo era ben lontano dall'avere
sonno. Nonostante avesse cercato di restare impassibile davanti al
fatto di dividere la stanza con le ragazze, ad essere onesti, la cosa
lo agitava parecchio.
Hermione era girata verso
Ginny (i loro letti erano in mezzo, tra quello di Harry e quello di
Ron), e dopo qualche minuto, le due ragazze presero a bisbigliare
impercettibilmente. Era davvero impossibile capire cosa si stessero
dicendo, ma Harry sentì chiaramente Ron sbuffare infastidito.
“Ginny!
Abbiamo detto che si dormiva”, brontolò.
Lei non rispose.
Dopo meno di un minuto,
il loro mormorio riprese.
Ron sembrò
seccarsi ulteriormente: “Un'altra parola e vi faccio cambiare
di posto!”
Le due si ammutolirono...
finché Ginny non emise una risatina traditrice. Ron si tirò
su, contrariato.
“Ok,
io vi avevo avvisato!”
“No,
no! Non stavamo facendo niente! Non abbiamo parlato!!”
“Parlare,
ridere… è lo stesso!”
“Non
vale, tu hai detto ‘un'altra parola’, non ‘una
risata’!”
“Non
m’importa un accidente!”, disse alzandosi e sollevandole
il lenzuolo, “Avanti! Fila nel mio letto!”
“Non
ci penso nemmeno!”
“Sono
tuo fratello maggiore! Quindi farai quello che ti dico io! Forza,
FILA!”
Ginny, abituata a dover
subire la supremazia maschile in quella casa, si rassegnò,
sconfitta. Si imbustò nel letto del fratello, voltandosi
offesa contro il muro.
Ron, a differenza della
sorella, adesso aveva un fantastico sorriso, largo tanto quanto la
sua faccia! Non gli sembrava ancora vero… Poteva vedere
Hermione e dormire al suo fianco!
Harry si costrinse a
chiudere gli occhi per cercare di dormire… ma ogni suo sforzo
sembrò vano. La presenza di Hermione così vicino, lo
agitava più di quanto volesse ammettere. La sentiva respirare,
piano e con regolarità. Si girò verso di lei,
mettendosi su un fianco per poterla guardare meglio: il suo profilo
era perfetto, regolare, dolce... il suo petto si sollevava e
riabbassava lentamente... e illuminata dai raggi della luna, era
semplicemente bellissima…
Fu
tentato di rimettersi gli occhiali per riuscire a vederla con più
chiarezza… Non erano molte le occasioni per poterla osservare
senza farsi scorgere.
Poi,
con enorme
disappunto, vide il testone di Ron allungarsi ed emergere al di sopra
della figura supina di Hermione e restare a guardarla imbambolato.
Harry chiuse prontamente gli occhi, fingendo di dormire, anche se era
quasi certo che a Ron non interessasse vedere lui, in quel momento.
Lasciò
passare qualche minuto, poi riaprì gli occhi in due sottili
fessure. Ron era sempre lì:
addirittura, si era accomodato distendendosi su un fianco e
puntellando la testa con il braccio, per godersi meglio lo
spettacolo…
Ma che diavolo
vuole?!?
Harry
si sentiva orribilmente contrariato e infastidito. Che motivo
aveva, Ron, di guardarla tanto?
Poi, però, si
disse che anche lui era rimasto a fissare Hermione, non capendo bene
il perché lo stesse facendo…
Dopo qualche minuto,
Harry sentì trattenere un piccolo sospiro soffocato, e poi la
voce di Hermione che sussurrava: “Ron… accidenti! …Mi
hai fatto spaventare! Che cosa c’è…?”
Ron (se fosse arrossito o
no, Harry questo non riuscì a vederlo), rispose bisbigliando a
sua volta: “Ah… no… nulla. Vo-volevo solo capire
se stavi bene… Insomma, se respiravi normalmente… o se
quell’odoraccio ti desse ancora fastidio…”
Hermione lo guardò
per qualche secondo, poi rispose dolcemente: “Ehm…
grazie, sei gentile a preoccuparti…”
“Sì,
sì sono… molto… preoccupato, in effetti…”
Harry strinse
inconsciamente tra le mani il suo lenzuolo.
“Oh,
ma non devi… Va molto meglio, ora…”
“O-ok…
allora… Buonanotte… Herm…”
HERM
???
“ ‘Notte…
Ron…”
Finalmente Ron si decise
a sdraiarsi nuovamente nel letto, e a Harry parve di vedere le labbra
di Hermione stendersi in un sorriso.
Dio! Tutto questo non
aveva senso!
Un’ira
improvvisa s’impadronì di Harry, che iniziava a non
capire
davvero più niente!
Era
sicuro che in altre circostanze Hermione si sarebbe infuriata se
avesse sorpreso Ron a fissarla così, in piena notte! E poi,
quel
nomignolo… Herm…
Lei non permetteva a nessuno di chiamarla così! Non lo
sopportava!
Perché allora, non
aveva replicato? Perchè non gli aveva detto niente??
Sentì Hermione
muoversi nel letto e girarsi dalla parte di Ron. Di sicuro, adesso,
si trovavano faccia a faccia….
Si rifiutò di
continuare a guardare da quella parte, e assestando un pugno al
cuscino, se lo sistemò sotto la guancia, girandosi a sua volta
contro la parete e rimanendo per un tempo infinito a fissare il muro.
* * *
Fu una notte agitata un
po’ per tutti, quella.
Ron quasi non era
riuscito a chiudere occhio, perché il pensiero di avere
Hermione così vicino lo aveva mandato completamente in
subbuglio; aveva l’impressione che cuore e stomaco stessero
facendo l’hoola-hop intorno al suo intestino!
Hermione
aveva avuto per tutta la notte la strana sensazione di trovarsi tra
due fuochi ardenti… nel senso che si era sentita davvero
avvolgere da un calore anomalo ogni volta che si era voltata a
destra, o a sinistra! E poi Ron… Ohh, Ron era così
strano con lei! Quasi non lo riconosceva! Era… premuroso,
attento… e la cosa la lasciava piuttosto scossa e turbata.
Harry, in tutto questo,
si era svegliato più volte durante la notte, a furia di
sentire sommessi sospiri d'ansia misti al rumore di corpi che si
rigiravano inquieti nei letti.
Appena il sole fece la
sua comparsa nella stanza, entrando dalla la finestra, decise di non
restare un minuto di più a letto, e si alzò cercando di
non fare rumore. Hermione era girata verso Ron, il quale era a sua
volta steso su un fianco, verso di lei. Ma la cosa che impietrì
Harry, fu la mano di Ron allungata sul letto di Hermione, come a
cercare quella di lei.
Un lamento contrariato
gli sfuggì senza volerlo dalle labbra, così preferì
uscire definitivamente dalla stanza.
La signora Weasley lo
accolse con un sorriso carico d’amore, mentre un buon profumo
di torta al cioccolato si spargeva per la cucina.
“Oh,
Buongiorno Harry! Come siamo mattinieri oggi!”
“Sì…
non riuscivo a dormire…”
“Uhmm,
vuoi dire che non siete stati comodi, stanotte? In effetti, forse
quattro letti sono un po’ troppi, lì dentro…”
“Ah,
no… non è un problema! Non è quello…”
La signora Weasley gli si
avvicinò, e con dolcezza gli chiese: “E’ per via
di Sirius, vero?”
Harry, nonostante odiasse
mentire, si ritrovò ad annuire.
“Caro…
oh, caro!”, e in meno di un secondo fu circondato da un
abbraccio poderoso e materno.
“E’…
è tutto a posto!”, farfugliò Harry non appena gli
fu permesso nuovamente di respirare.
Molly si asciugò
una lacrima con la parte terminante del grembiule, e gli versò
del succo di frutta: “ E’ stata una perdita terribile…
Davvero terribile! E tu, povero caro, devi aver sofferto così
tanto!” Gli fece una carezza leggera sulla testa. “Ma non
devi essere triste: lui non lo vorrebbe. Lo sai, vero?”
Harry si diede
dell'infame per aver sfruttato quella scusa per giustificare la sua
insonnia… Si sentì proprio uno schifo! Annuì
appena alla signora Weasley.
“ Tieni,
bevi adesso…. Uova e pancetta?”
Harry le sorrise, ed
annuì di nuovo, incapace di aggiungere altro. Dopo un’oretta
circa, iniziarono a scendere anche gli altri membri della famiglia e,
con una punta di disagio, Harry notò che Hermione e Ron
vennero giù insieme.
Fantastico!
I due si lanciavano
occhiate furtive a turno. Quando Ron era sicuro di non essere visto,
la guardava… Quando Hermione se ne accorgeva e ricambiava lo
sguardo, lui prontamente riabbassava il proprio… in un
balletto di ciglia e palpebre che non aveva precedenti!
Harry si costrinse a
smettere di serrare le labbra e a distogliere gli occhi da quelle
scene che gli facevano tornare su la colazione!
Molly mise le caraffe
contenenti succo di zucca e d’arancia sopra il tavolo, e un bel
recipiente di caffè fumante vicino alle omelette e al pane
tostato.
Hermione fece per
prendere del succo di zucca, ma Ron scattò prontamente come
una molla, alzandosi prima di lei e prodigandosi a servirla.
“Ohh…
Grazie, Ron…”
“Ah,
ehm… figurati!”, disse versandosene poi un bicchiere
anche lui, come a giustificare il gesto.
Harry, speranzoso, cercò
con gli occhi gli sguardi di Fred e George, sicuro che lo avrebbero
preso in giro dopo quell’inconsueta cortesia. Ma, con
disappunto, notò che i due se ne stavano mesti mesti, a testa
bassa e con gli occhi che imploravano misericordia alla madre, la
quale non li aveva ancora salutati.
Anche Harry sembrò
afflosciarsi sulla sedia, chiedendosi perché mai al mondo, a
volte le cose sembravano andare di male in peggio!
Ginny
era l’unica a mostrarsi apparentemente normale, e a
comportarsi esattamente come gli altri giorni. Iniziò a
chiacchierare allegramente con Harry, decidendo quali negozi visitare
per primi a Diagon Alley, come se nulla fosse, e lui si ritrovò
ad annuire e dire ‘sì'… 'certo'… e ‘a-hà',
senza in realtà ascoltare una sola parola.
Ad un certo punto sentì
Ron dire, tutto premuroso: ”Hermione, vuoi che ti imburri una
fetta di pane?”
Harry, a quelle parole,
si alzò dalla sedia tanto violentemente da farla quasi cadere
all’indietro.
“Ehm,
scusate… Inizio a salire per prepararmi”, e si allontanò
in fretta e furia verso la scala.
Entrò nella sua
stanza e sbattè forte la porta, incrociando le braccia sul
petto, con fare ostile. Accidenti! In quella stanza, adesso, non
c’era nemmeno lo spazio per camminare!
Solo per il gusto di
farlo, tirò un calcio contro la gamba del letto di Hermione,
procurandosi un gran male e scaricando una fila di insulti a se
stesso e al letto.
Non sapeva davvero il
perchè… Proprio non lo capiva!
Ma
quello strano comportamento tra Ron e Hermione
lo infastidiva, come se una mosca continuasse a ronzargli intorno e
gli tormentasse il naso!
Loro
erano… diversi…
e la cosa non gli piaceva! Non gli piaceva affatto!
Maledizione! Quei due si
erano sempre ODIATI!!
Che cos’era tutta
quella dolcezza improvvisa?
Che
senso aveva? Durante
il suo mese di assenza era successo qualcosa che Harry proprio non
riusciva a percepire?
Cosa
diavolo erano quei
cambiamenti??
Decise di non pensarci
più e, rovistando nel baule, tirò fuori dei jeans
puliti ed una maglietta verde scuro, mettendoli sul letto. Si chiuse
nel bagno e restò sotto la doccia finchè Ron non
martellò contro la porta.
“Ehi,
è da un’ora che sei lì!! Hai finito?”
“Sì,
ora esco.” Harry avrebbe voluto tenergli il muso, fare
l’offeso, manifestargli tutto il suo risentimento e sdegno…
Ma poi pensò che non ne aveva nessun valido motivo!
Che cosa poteva dirgli?
‘Sei un idiota perché hai versato il succo di zucca ad
Hermione?’
Oppure: ‘Ma è
proprio necessario essere così dannatamente gentile e
premuroso con lei ogni secondo??’
Naah, non aveva senso!
Così
come non aveva senso o giustificazione la sua collera. E più
ci pensava, più la cosa lo mandava su
tutte le furie!
Stava forse impazzendo?
Perché aveva quelle reazioni insensate?
Perché si sentiva
come un invasato, incapace di restare lucido e calmo?
Oh, se soltanto ci fosse
stato ancora Sirius… Lui sì che era bravo a capire le
fasi della crescita! Un’ondata di tristezza lo sommerse,
giusto per peggiorare ancora di più la situazione… Come
se ce ne fosse bisogno!
Uscì dal bagno con
un asciugamano legato in vita, imponendosi un fantastico sorriso
stampato in faccia: “Scusa, Ron… non mi ero accorto di
esserci rimasto tanto!”
“Tranquillo,
amico!” e con una sonora pacca sulle spalle bagnate ed un
sorriso a 32 denti, Ron prese il suo posto nel bagno. Accidenti a
lui e alla sua pacca, gli aveva fatto male!
Entrò nella sua
stanza e s’immobilizzò sulla porta. Hermione e Ginny,
intente a rifare i letti, rimasero a fissarlo imbambolate.
“Ah…
siete… qui…”
Hermione voltò
subito la faccia, guardando fuori della finestra, mentre Ginny se lo
spolpò letteralmente con gli occhi. “Sì, la
nostra stanza è ancora inagibile…”, disse la
rossa senza mostrare un minimo d’imbarazzo di fronte al corpo
umido di Harry.
Quest’ultimo,
inconsciamente, si strinse con maggior forza l’asciugamano
intorno ai fianchi.
“Non
preoccuparti”, disse Hermione, dando un’ultima sistemata
al letto ed afferrando Ginny per una mano, “scendiamo di sotto,
così potrai vestirti con tranquillità.”
Nonostante le proteste
soffocate di Ginny, Hermione la trascinò fuori e la porta si
richiuse alle loro spalle.
Hermione,
a differenza di Ginny, era rimasta turbata nel vedere Harry a torso
nudo, nonostante lo avesse già visto così
solo due giorni prima.
Dopo
un’attesa
che sembrava non dovesse finire mai, tutti e sei i ragazzi finalmente
furono pronti a partire, vestiti con abiti babbani, il che dava loro
un tocco di attrattiva in più.
Dopo quasi mezz’ora
di suppliche, preghiere e scongiuri, infatti, Fred e George avevano
ottenuto il permesso di andare a Diagon Alley, sotto giuramento che
nulla di pericoloso o dannoso sarebbe successo.
“Mi
raccomando, vi aspetto per ora di cena… Non fate tardi, e
soprattutto NON
COMBINATE GUAI !!!”
Ovviamente, quest’ultima frase aveva due destinatari ben
precisi.
Arrivarono a destinazione
dopo una buona mezz’ora di auto (guidata con l’aiuto
della magia da Fred). Diagon Alley aveva sempre il suo incredibile
fascino, le strade erano colorate e ricche di negozi, c’era
gente ovunque e l’aria estiva dava proprio la sensazione di
essere in vacanza.
Incrociarono diversi
studenti di Hogwarts, facendo anche uno spiacevole incontro, che
altri non era che Malfoy junior.
“Uhmm…
siete già in giro a rovinare il paesaggio, voialtri di
famiglia Weasley! Ormai non c’è più nessun posto
dove poter camminare tranquillamente!”, disse Draco spregevole
e offensivo.
“Sì,
l’hai proprio detto! Su queste strade si incrociano le facce
peggiori! Ma almeno uno della tua famiglia è stato assicurato
alla giustizia!”, disse Ron, stranamente coraggioso.
“Sta
attento a te… rosso lentigginoso idiota che non sei altro!”
Draco gli si fece pericolosamente vicino.
Ron non si tirò
indietro, e avvicinò il viso al suo.
“Ron,
ti prego!”, lo supplicò Hermione, allontanandolo e
tirandolo per un braccio.
Draco rise con arroganza:
“Che razza di incapace! Sei talmente imbranato che devi farti
difendere da una sporca Mezzosangue!”
A
quel punto anche Harry strinse i pugni, affiancando l’amico:
“Non ti basta doverti vergognare del tuo
nome, Malfoy? Hai anche la presunzione di offendere gli altri?”
“Ah…
ci mancava il paladino di tutti gli sfigati dell’universo!”
Harry lo afferrò
per la camicia, all’altezza del pomo d’Adamo, e vide
Draco impallidire leggermente.
“Ehi,
ehi! Calmatevi adesso!”, intervenne Fred, “Siete sotto la
nostra responsabilità, oggi, quindi niente problemi… da
nessuno!”
Harry, al ricordo delle
parole della signora Weasley, mollò la presa, guardando però
Draco con rabbia. Lui si spolverò la camicia con aria
infastidita e disgustata.
“Non
preoccuparti, Potter, ci vediamo tra qualche giorno… Devi solo
portare un po’ di pazienza!”
“Contaci
Malfoy! Non vedo l’ora!”
Draco si allontanò,
col suo passo fiero e austero.
“Che
razza di stronzo!”, disse Ron tra i denti.
“Ron,
lascia perdere! Con quello che è successo a suo padre non
credo che quest’anno avrà ancora il coraggio di fare
tanto lo sbruffone!”, disse Hermione seguendo con lo sguardo
Draco mentre si allontanava. In effetti, anche gli altri notarono che
il ragazzo era stranamente solo. Nessuno dei suoi fedeli amici era
con lui.
Fred e George furono
catturati da un nuovo negozio di scherzi, che aveva aperto da poco, e
si incollarono con i nasi contro le vetrine.
“Ehm,
facciamo così…”, disse George, “ci
ritroviamo qui, da 'White's Joke', verso le 16.00.”
Ginny li guardò
con aria di rimprovero: “La mamma ha detto che dobbiamo stare
insieme! Se combinate altri disastri….”
“Oh,
no, non preoccuparti! Abbiamo già da scontare punizioni per
questa vita e per quella successiva! Non combineremo proprio niente…
E’ solo che dobbiamo concludere degli ‘affari’.”
Hermione, Ron e Ginny si
guardarono aggrottando le sopracciglia. Solo Harry poteva avere una
vaga idea di quali affari si trattasse, ma preferì tenerlo per
sé.
“Allora,
se non direte nulla alla mamma, promettiamo di portare ad ognuno di
voi un bel sacchetto di dolci e caramelle!”, propose Fred.
Ron, al solo pensiero, si
leccò le labbra, assaporando già le leccornie che li
attendevano.
“Ok,
ma non fate danni!”, acconsentì.
Così
si divisero, e i restanti quattro componenti del gruppo si
ritrovarono a girare in lungo e in largo per Diagon Alley, curiosando
qua
e là per i negozi, ricchi di novità per gli studenti e
per la nuova stagione scolastica.
Dopo ore di cammino, le
ragazze iniziarono ad accusare la stanchezza. Ognuno di loro aveva
almeno due sacchetti in mano, contenenti qualcosa di futile dentro.
Solo Hermione aveva avuto il coraggio di comprare ben quattro libri
(per di più extra, rispetto al programma scolastico).
Harry
scosse la testa, quando vide Ron farsi convincere da Hermione a
comprare: ‘Prontuario
per ripassare tutti gli incantesimi che non siete riuscire a capire -
(Fino ad ora…)'.
Guardò
l’amico con aria di rimprovero. Se solo Hermione glielo avesse
proposto l’estate precedente, Harry era sicuro che Ron si
sarebbe fatto una bella risata, dicendo che lui non aveva bisogno di
libri… visto
che tanto poteva copiare da lei!
Ma probabilmente, Harry
doveva definitivamente dire addio a quella parte di Ron che gli
piaceva tanto!
Ad un certo punto, Ginny
puntò il dito verso una caffetteria, tutta bordata di nastrini
rosa e fiocchetti a forma di cuore, che a Harry fece venire in mente
terribili ricordi.
“Là…!
Voglio andare là!! A Hogsmeade ho sempre sperato che qualcuno
mi portasse da Madama Piediburro… E adesso che ha aperto una
nuova filiale anche qui…. Devo assolutamente entrarci!!”
A
Harry si contrasse lo stomaco:
fece una smorfia che racchiudeva tutto il suo disgusto.
“Ti
assicuro che non è niente di speciale…”, le disse
sconsolato.
Lei si voltò di
scatto: “Ci sei già stato?! E quando??”
“Uhm,
è acqua passata”, rispose, sentendosi leggermente
arrossire.
“E’
andato a Hogsmeade l’anno scorso… con
Cho!
Era S. Valentino…”, disse senza troppi problemi
Hermione.
Lui la guardò con
risentimento, leggermente ferito dalla superficialità con cui
lo aveva detto.
“Con
Cho Chang? Ci credo, allora, che non ti è sembrato nulla di
speciale!!”, squittì la rossa, facendo ridere tutti,
tranne, ovviamente, Harry.
“Oh,
dai! Anch’io ci voglio entrare…”, disse Hermione
con una vocina mielata, guardando Ron.
Ron, decidendo anche per
Harry, e con un’espressione decisamente ebete, annuì
tutto felice: “Certo, certo che ci andiamo!”
Harry, irritato per
quella scena tanto caramellosa da cariare i denti, finì per
seguirli, anche perché decise di infischiarsene di tutto il
resto e di soddisfare il suo unico bisogno primario di quel momento:
bere una fantastica burrobirra ghiacciata!
Il locale, all’interno,
non era molto diverso da quello di Hogsmeade, e a Harry si rizzarono
i peli sulla nuca al ricordo della tragica ora che ci aveva passato
con Cho.
Altre coppiette erano
amorevolmente sedute, tenendosi per mano e scambiandosi effusioni di
vario tipo, che andavano dal semplice bacio a vere e proprie
palpatine eseguite di nascosto sotto i tavoli.
Harry (con estrema
soddisfazione, ed una sensazione di trionfo che lo fece decisamente
sentire meglio) vide Hermione sgranare incredula i suoi occhioni
nocciola alla vista di una coppia che si baciava appassionatamente,
con tanto di lotta di lingue, accompagnata da suoni inconfondibili,
piccoli mugolii di divertimento e mani che si davano parecchio da
fare.
Con lo stesso godimento,
guardò Ron osservare terrorizzato la medesima coppia, e lo
vide arrossire in modo spropositato, con la faccia di chi si chiedeva
se sarebbe mai riuscito a rifare quelle stesse cose.
“Eh,
già, avevate proprio ragione! Valeva decisamente la pena di
entrare in questo locale!”, sorrise Harry, davvero divertito.
Hermione
e Ron distolsero lo sguardo dal tavolino e lo oltrepassarono,
cercando un posto che potesse accoglierli tutti e quattro. Ma fu con
disappunto che Harry realizzò che quel posto prevedeva
l’ingresso di sole coppie…
Non esistevano tavoli da quattro!
“Ah,
sì! Proprio un’ideona magnifica, questa!”, ribadì
col sorriso.
L’unica persona che
non sembrava affatto turbata o scoraggiata, era Ginny, che si era
incollata al fianco di Harry, come a sottolineare che se proprio si
dovevano dividere, lei sarebbe andata con lui.
Harry sentiva crescere
sempre di più il suo piacere, tanto vedeva aumentare
l’imbarazzo di Ron e Hermione. La cosa lo faceva divertire da
matti!
Alla fine trovarono due
tavolini liberi, abbastanza vicini da permettere di parlare insieme.
Ron e Hermione si sedettero automaticamente uno di fronte all’altra,
così a Harry non rimase che dividere il tavolo con Ginny
(assolutamente raggiante!).
Harry
tentò di avvicinare i due tavoli, ma questi,
dopo pochi secondi, tornarono a separarsi di mezzo metro.
Probabilmente era stato imposto un incantesimo affinché i
tavoli rimanessero a debita distanza di sicurezza, tanto da
permettere la giusta dose di intimità.
Giurando
che non avrebbe
mai più rimesso piede lì dentro, Harry nascose la testa
dietro la lista delle bevande, giusto per avere una scusa per non
dover vedere gli altri.
Riemerse da dietro la
lista solo dopo diversi minuti, quando Ginny gli chiese cosa avesse
deciso di prendere.
“Uhmm,
sì, per me una burrobirra con ghiaccio.”
Prontamente
arrivò la cameriera a ritirare le ordinazioni. Ron, come
sempre,
esagerò, ordinando tre panini con doppia farcitura, due fette
di torta ed una caraffa di succo di mirtillo.
Ginny parlava a ruota
libera, felice più che mai di ritrovarsi in quella
circostanza. Harry ogni tanto buttava lì qualche risposta,
giusto per non essere troppo scortese ed evitare che capisse che non
la stava nemmeno ascoltando.
In realtà
continuava a seguire con molta attenzione il gioco di sguardi che
c’era tra Ron e Hermione, il loro insolito imbarazzo, quel
sorrisetto insensato sulle labbra… Per non parlare del
ginocchio di Ron, che si sforzava inutilmente di arrivare a sfiorare
quello di Hermione, il quale era ancora lontanissimo.
Ecco, tutta quella
situazione stava letteralmente facendo uscire di testa Harry!
Ma
cosa diavolo erano
quegli atteggiamenti insensati?
Ron era un ammasso di
inadeguatezza, di goffaggine ed insicurezza distribuita per 1 metro e
80 cm di altezza!
Era
un imbranato, insicuro e maldestro ragazzone,
al quale le donne non interessavano! Non gli era mai importato nulla
di loro, maledizione! Perché, adesso, doveva fare lo splendido
proprio
con Hermione?
Hermione era la sua…
Era…
Dannazione! Hermione era
la sua amica!
“Non
è vero, Harry?”, domandò Ginny.
Come risvegliandosi da un
brutto sogno, sbattè le ciglia e si girò verso Ginny:
“Ehm… sì, certo!”
Lei
lo guardò contrariata “Sì,
certo,
che cosa? Ma mi stai ascoltando?”, chiese un po’ offesa.
“Sì!
E’ che ho un po’ di mal di testa…”, mentì.
“Oh…
ti fa male la cicatrice?”, chiese subito lei preoccupata.
Giusto per attirare
l’attenzione di Hermione (che in quel momento sembrava proprio
interessata a tutt’altro!), disse a voce alta: “Già,
è da stamattina che la cicatrice mi brucia fastidiosamente!”
Attese una sua reazione,
che giunse parecchio dopo quello che Harry si aspettava.
“… Hai
detto che ti fa male? E da quando?”, chiese infatti Hermione
dopo 30 secondi abbondanti, durante i quali Harry si consumò i
denti a furia di stringerli.
La guardò con
astio: “Da stamattina!”, ripeté contrariato, “Ma
non credo sia nulla di grave…”
Hermione gli sorrise:
“Meglio così, allora!”, e tornò a guardare
furtivamente Ron.
Harry
era senza parole! Hermione aveva appena ignorato una cosa che in
qualsiasi altro momento avrebbe avuto la sua totale attenzione! Si
era aspettato una frase tipo: ‘Devi
dirlo subito a Silente!’…
E non certo un arido ed indifferente: ‘Meglio
così!’
Tracannò tutto
d’un fiato la sua burrobirra, e riappoggiò il bicchiere
con un po’ troppa forza, tanto da far sobbalzare Ginny (l’unica
che ebbe una reazione, in effetti!).
Poi, inorridito, vide la
mano di Hermione sostare senza un apparente motivo vicino alla
caraffa di succo di mirtillo, e la mano di Ron avvicinarsi
pericolosamente, mentre con aria indifferente guardava fuori della
vetrata.
Non farlo….
Non farlo…
Cazzo
non
farlo!!
E
prima che Ron riuscisse a sfiorare la mano di Hermione, Harry urtò
il suo bicchiere, che rotolò sul tavolino e finì la sua
corsa sul pavimento, fracassandosi rumorosamente.
“Ops…
scusatemi!”, disse passandosi la mano tra i capelli,
scompigliandoli maggiormente.
Ginny, a quel gesto,
sospirò affascinata.
“Non
vedo l’ora di tornare a giocare a Quidditch, sai, Harry?”
La cameriera si affrettò
a riparare il bicchiere con un rapido movimento della bacchetta.
“Sì,
anch’io non vedo l’ora di poter giocare di nuovo…
L’anno scorso quel brutto e odioso rospo della Umbridge non
poteva farmi dispetto peggiore!”
“Ma
pensi che sia stata brava… ehm, voglio dire...io…
nel sostituirti?”, chiese la rossa con timidezza.
Harry ripensò alle
partite giocate da Ginny, e dovette ammettere che era stata proprio
abile e battagliera!
Hermione, finalmente,
sembrò degnarsi di ascoltare la conversazione, ed Harry provò
l’improvvisa voglia di elogiare Ginny a dismisura.
“Oh…
Ginny… Dirti brava è riduttivo! Sei stata assolutamente
fantastica!
E poi, non pensavo che la divisa della squadra ti donasse così!”,
le disse con un sorriso dolcissimo, guardando però Hermione in
tralice.
Vide Hermione stringere
leggermente le labbra (o si era sbagliato?).
Al contrario, Ginny si
sciolse a quelle parole e dovette sforzarsi per non buttargli le
braccia al collo. Si limitò ad arrossire in un modo che in
fondo intenerì Harry, e gliela fece sembrare incredibilmente
carina.
“…Grazie…”
“Figurati,
è la verità!”
A quel punto anche Ron
sembrava improvvisamente interessato: “Vuoi dire… vuoi
dire che altri ragazzi potrebbero averla notata?”, chiese
allarmato.
“Oh,
Ron! Sei incredibile!”, s’intromise Hermione infastidita,
“E’ ora che tu capisca che Ginny sta crescendo! Non
resterà una bambina in eterno… E sicuramente
è
stata notata da altri ragazzi di Hogwarts!”
Poi, degnando Harry di
un’occhiata appena, aggiunse: “… Ma Harry non
conta… Lui non fa testo!”
Harry si ritrovò
ad aggrottare le sopracciglia, incredulo: “Cos…?”
“Non
ho voglia di discutere di questo con mio fratello!”, disse
Ginny con un’occhiataccia infastidita diretta a Ron.
“Ok,
inizia a farsi tardi… Tra poco Fred e George ci aspettano
davanti a ‘White's joke’… è meglio se
andiamo”, disse Harry alzandosi per primo.
Ginny lo imitò,
alzandosi a sua volta. Ron e Hermione rimasero un attimo a guardarsi,
poi seguirono gli altri.
Hermione tirò
fuori delle monete per pagare la sua bibita, ma Ron appoggiò
delicatamente la mano sopra la sua, per fermarla.
“Lascia.
Ehm… posso… offrirtelo io?”, le chiese non
riuscendo però a guardarla negli occhi.
Anche lei abbassò
lo sguardo e imbarazzata, rispose: “Ah, sì…
certo. Grazie…”
Ron iniziò a
frugarsi in tutte e quattro le tasche, tirando fuori da ognuna di
esse monete e piccoli tagli di banconote. Sparpagliò alla
rinfusa il denaro sul bancone, iniziandolo a contare e Harry non si
perse lo sguardo un po’ contrariato di Hermione di fronte a
quel disordine.
Allora, con una punta di
orgoglio e soddisfazione, diede sfoggio del suo portafoglio nuovo,
dal quale estrasse un’unica banconota e disse alla
proprietaria: “Io pago il resto.”
Ginny, estasiata, lo
ringraziò, ed iniziarono ad uscire dal locale.
Hermione e Ron arrivarono
dopo qualche minuto, lei leggermente accigliata, lui rosso come un
peperone, ed Harry lo sentì bofonchiare mortificato: “Certo,
certo! La prossima cosa che farò, sarà comprare un
portafoglio…”
Harry, tutto sommato,
pensò che Ron era proprio un gran simpaticone…
E alla fine una sottile,
anomala e pericolosa sensazione di soddisfazione si impossessò
di lui.
Trascorsero altre due
settimane di vacanza, passate in quell’atmosfera inconsueta,
caratterizzata da sentimenti in contrasto tra loro, divisi tra
amicizia e gelosia, incertezza e tormento.
Harry, per la prima volta
in vita sua, da una parte si sentiva felice di essere alla Tana, ma
dall'altra parte, l'avere costantemente sotto gli occhi gli sguardi
di Ron su Hermione, lo facevano stare maledettamente mele!
Era tutto così
diverso rispetto alle estati precedenti!
Ma, all’apparenza,
nulla era mutato e ogni cosa procedeva con la solita allegria:
proseguivano i giochi, le gite, i divertimenti e gli svaghi.
Per
tutto quel periodo Harry tentò di non pensare a nulla,
cercando inutilmente di ignorare il cambiamento dell’atteggiamento
che aveva notato in Ron e Hermione, decidendo di mettere
definitivamente a tacere la sua inquietudine.
Purtroppo
non riusciva a capire se anche lui stava cambiando, o semplicemente
quel sentirsi diverso, era una diretta conseguenza dei mutamenti che
incombevano sui suoi amici.
Non
lo sapeva, non lo capiva… e ci stava male! Ogni volta che
vedeva Ron comportarsi dolcemente con Hermione, gli si annodavano le
budella! Sentiva spuntare dentro di sé una specie di enorme
scimmione, che grugniva arrabbiato, che batteva forte i pugni sul
petto, e che gridava disperato: ‘Hermione
è mia!’
Eppure, con la sensazione
di avere una spada conficcata nel cuore, si rendeva conto che tutto
questo non aveva assolutamente senso! Hermione non era sua…
Però…. però
Ron non doveva usare tutta quella tenerezza con lei… Non
doveva e basta!
Gli andava il sangue al
cervello ogni volta che la vedeva arrossire per una gentilezza o un
complimento di Ron. Lo faceva andare su tutte le furie!
Lo
lasciava esterrefatto, sgomento… Hermione era sempre arrossita
per
rabbia… per stizza… o per imbarazzo, se veniva punta
sul vivo. Poteva arrossire di vergogna, se non aveva una risposta
pronta ad una domanda…
Ma non arrossiva per un
complimento fattole da Ron, era inaudito! Non esisteva… non
poteva essere vero!
E la rabbia di Harry non
faceva che aumentare... a dismisura! Si sentiva come in una pentola a
pressione, e capiva di essere arrivato al limite della sopportazione!
Ma la cosa che lo faceva
deprimere ancora di più, era che Ron con lui si comportava in
modo impeccabile, era l’amico di sempre! Anzi, la loro
amicizia andava rafforzandosi ogni attimo di più. A parte i
primi giorni, dove Ron sembrava in difficoltà a guardarlo
negli occhi, adesso si mostrava più sciolto.
Ridevano,
scherzavano…
E divoravano con gli occhi la stessa ragazza!
Arrivò così
anche l’ultimo giorno, prima della partenza per Hogwarts, e la
signora Weasley iniziò a disperarsi all’idea di non
rivederli per almeno quattro mesi.
“Mamma,
ti prego, non iniziare a frignare! Finalmente avrai tutta la libertà
e la pace che sognavi…”
“Sì…
sì, ma voi… voi mi… mancherete da…
mo-morire…”, singhiozzò.
“Oh...
mamma…” Ginny corse ad abbracciarla, consolandola con
una carezza affettuosa sulla spalla.
“Dai,
forza! Andiamo in giardino a goderci l’ultimo giorno di vacanza
e di sole….”, disse George uscendo. Uno dopo l’altro,
anche i restanti fratelli ed amici lo seguirono fuori.
Fred lanciò una
palla magica a Harry, con un tiro potente che lo fece sbilanciare
all’indietro per riceverla.
“Ehi!”,
protestò il moro.
“Coraggio,
Harry, devi prepararti ai bolidi che i Serpeverde ti scaglieranno
addosso quest’anno!”
“Sì,
hai ragione!”
“Oh,
insomma! Basta con il Quidditch!”, sbuffò Hermione, la
quale era costretta a rimanere a guardare con il naso all’insù,
ogni volta che loro giocavano e lei ne rimaneva esclusa.
“Hermione
ha ragione”, disse prontamente Ron, “non possiamo fare
qualcosa che coinvolga anche lei?”
Fred e George si
scambiarono un’occhiata inequivocabilmente derisoria: “Ma
come siamo altruisti, ultimamente… fratellino!”
Ron (in meno di un
secondo) partì col solito sguardo d’imbarazzo rivolto ai
propri piedi, e Harry per l’ennesima volta in quelle settimane,
cacciò le mani in tasca irritato, tirando un violento calcio
ad un sasso.
“Ok,
ok… cerchiamo di fare qualcosa che accontenti tutti. Uhm…
potremmo giocare a ‘palla acchiappa tutti’. Che ne pensi,
Fred?”
“Fantastico!
E’ un po’ che non ci giochiamo! E anche in questo gioco
bisogna tenere gli occhi ben aperti e avere i riflessi pronti. Ok,
allora… formiamo due squadre da tre persone ciascuna.”
“Io
sto con Hermione!”, disse subito Ron.
Harry
gli avrebbe volentieri
scaricato addosso la palla che aveva in mano! Era convinto che
nemmeno un bambino di tre anni avrebbe fatto le sue stesse scene!
Quasi con aria di
rimbecco, disse sfidandolo: “E io voglio Ginny nella mia
squadra!”
“Perfetto.
Fred, tu vai con Ron e Hermione, io starò con Harry e Ginny”,
disse George. Poi aggiunse: “Le regole le conoscete, vero? E’
abbastanza simile al Quidditch, il principio è quello di
segnare e di evitare che l’altra squadra segni. Valgono solo i
lanci fatti con le mani. E se l’avversario ti tocca quando hai
la palla in mano, allora bisognerà cederla. Vince la squadra
che per prima arriva a dieci punti. Tutto chiaro?”
Con la bacchetta tracciò
due righe opposte, che fungevano da porta. “Vale più o
meno tutto per cercare di bloccare l’avversario, ma non siate
troppo duri… soprattutto con Ginny e Hermione.
Ginny, con i pugni
appoggiati sui fianchi, sollevò un sopracciglio con aria
ribelle, ma, allo stesso tempo terribilmente affascinante e bisbigliò
a Harry: “Io non sarò di certo tenera, con loro…”
Harry sorrise divertito
per lo spirito agguerrito che caratterizzava la piccola Weasley, e
non riuscì a trattenersi dal ridere e dal darle il ‘cinque’,
tipico dei ragazzi babbani, e che lei non disdegnava.
Notò Hermione
guardarli con aria indifferente, e sollevare ancora più in su
il suo nasino perfetto ed impertinente.
Un fischietto comparve
dal nulla e il suo suono acuto diede inizio al gioco.
Per diversi minuti il
gioco fu piuttosto tranquillo, e tutti ebbero modo di prendere
confidenza con i movimenti. Fu Ginny a segnare per prima, facendo
goal a Ron, il quale andò avanti dieci minuti a protestare.
Hermione si muoveva velocemente ed era brava ad intercettare la palla
e a restituirla con prontezza. Harry tentò un paio di volte ad
andarle vicino per rubargliela, ma lei, spaventata, la rilanciava
subito verso Fred.
Un paio di volte Ginny
fece delle entrate piuttosto dure su Hermione per rubarle la palla,
ma rimediò solo dei falli per ‘gioco pericoloso’.
Harry
segnò un altro punto e Ginny gli si buttò letteralmente
addosso per festeggiare. Si ritrovò circondato dalle braccia
della ragazza, e ricoperto di piccoli e rapidi bacini sul viso. Uno
lo sfiorò appena sulle labbra… ma fu solo un attimo.
Hermione, a quella scena,
strinse impercettibilmente le labbra, mentre ascoltava distrattamente
le urla di Fred, che li spronava a giocare meglio.
Con un rapido scambio di
passaggi, Harry e Ginny arrivarono presto alla meta e segnarono un
altro punto.
“Wow!
Ginny, sei grande!”, le disse Harry, guardandola con
ammirazione. Ancora una volta si scambiarono quel gesto con le mani,
e Hermione si morse un labbro, sentendo una strana fitta al cuore
nel vedere tutto quell'affiatamento.
Erano decisamente una
coppia molto forte, e fu proposto di rimescolare le squadre, ma Ron
si oppose con ostinazione.
Fred fece un tiro lungo,
in direzione di Hermione, e lei si preparò a ricevere la
palla, senza vedere che Harry le era di nuovo vicino. Tutti e due
guardavano verso l’alto, ma Hermione si bloccò
all’improvviso, e Harry senza volerlo, la investì
letteralmente, cadendole addosso e trascinando entrambi per terra.
Si ritrovò disteso
sopra di lei, abbracciato a quel corpo piccolo, dolce e sensuale.
Sentì il suo profumo di vaniglia (così fresco e dolce)
catturarlo e farlo prigioniero e, per un attimo gli venne voglia di
tuffare il viso tra i suoi capelli, sparpagliati sul prato.
Sentì
il corpo
di lei schiacciato sotto di sé, aderire perfettamente al
proprio… Dei pensieri sopiti e che a fatica aveva messo a
tacere, si risvegliarono all’istante.
Erano talmente vicini…
Entrambi col fiato un po’
corto, per via della corsa, e con gli occhi ipnotizzati a fissare il
colore caldo e intenso dell’altro.
Harry, per la seconda
volta in pochi giorni, provò l’irresistibile voglia di
baciarla, e dovette davvero ricorrere a tutto il suo autocontrollo
per impedire alle sue labbra di posarsi su quelle dolci e morbide di
Hermione.
Dio,
cosa avrebbe dato per sfiorare la sua bocca!
Quasi senza rendersene
conto, la strinse ancora di più a sé.
“…Tutto…
tutto bene?”, le chiese dopo un po', trovando finalmente il
coraggio di parlare.
Hermione sentiva il cuore
batterle all’impazzata ed aveva l’impressione di essere
ad un passo dallo smettere di respirare.
“Sì…”,
rispose in un soffio.
Perché,
all’improvviso, Harry le faceva quello strano effetto? Era la
terza volta che si ritrovava stretta tra le sue braccia, e per la
terza volta le era sembrato di morire dall’emozione!
In fondo, lei e Harry, si
erano abbracciati un sacco di volte durante tutti quegli anni di
scuola! Per affetto, per gioia, per riconoscenza, per sollievo…
Ma nessuno di quegli abbracci era mai stato così…
intenso! Non aveva mai avuto l’impressione che Harry potesse
essere qualcosa di più di un amico…
Ecco! Ora le sembrava di
essere stretta da un uomo… che la voleva.
Questa
sensazione
la sconvolse! No… Oh, no!
A Harry non importava
nulla di lei… in quel senso! Ne era certa. Ne era sicura. La
cosa era evidente… indiscutibile!
Ma Harry non si decideva
a spostarsi. Rimaneva lì, fermo a guardarla, incantato ed
incapace di dire altro.
Si scambiarono uno
sguardo imbarazzato.
Fu Ron a correre verso di
loro, allarmato e contrariato.
“Ehi,
Harry! Ma che ti è preso? Non è mica un ragazzo da
buttare giù in quel modo! Ti faccio notare che non stiamo
giocando a bowling, e che Hermione non è un birillo! E poi...
che ci fai ancora steso su di lei? Non vedi che la stai schiacciando?
E’ così difficile tirarti su?!” Con la mano gli
afferrò il braccio e lo staccò a forza da lei.
Harry allungò la
mano per aiutare Hermione, ma Ron lo scansò arrabbiato,
prendendo il suo posto e provvedendo lui stesso ad aiutarla.
Harry, d’istinto,
strinse i pugni e fu solo per miracolo che non lo colpì.
“Come
stai?”, le chiese Ron ansioso.
“Oh,
non preoccuparti, Ron… è tutto a posto”, rispose
Hermione massaggiandosi leggermente il palmo della mano, che aveva
sbattuto a terra.
“Te
la senti di continuare a giocare?”
“Ma
certo, Ron! Non
è... non è successo nulla!”,
e guardò Harry (che non si era mosso di un millimetro), come
a chiedergli una conferma.
Ron serrò i denti
e gli passò accanto, urtandolo leggermente, poi tornò
nella sua posizione.
“Allora,
voi due, si ricomincia a giocare?”, chiese Fred da lontano.
“Sì!”,
rispose Harry, facendo un cenno con la mano.
Poi tornò a
guardare Hermione: “Scusami… non… non volevo
farti male…”
Lei lo guardò,
rimanendo ancora una volta incantata dal verde dei suoi occhi, così
simile al colore delle tenere foglie che li circondavano.
“Stai
tranquillo. Non mi hai… fatto male…”, e gli
sorrise in modo dolcissimo.
“Ehm,
bene… andiamo allora…”, e tornarono al centro del
campo.
“Caro
Harry, quel fallo vi costerà un rigore!” disse
gongolando Fred.
“Sì,
hai ragione…”
La squadra di Ron segnò
il primo gol, dando così inizio alla rimonta.
Ron era piuttosto
determinato, e lo dimostrò contrastando Harry per tre volte in
modo eccessivamente duro. Lo buttò a terra senza complimenti,
procurandogli un taglio sullo zigomo e un brutto graffio ad un
braccio.
Ma Harry non protestò
una sola volta. Si pulì il viso dal sangue che gli aveva
sporcato la guancia e riprese a giocare senza fiatare.
Quando il punteggio
raggiunse il 5 pari, Harry andò di nuovo vicino a Hermione,
che aveva la palla, ma non poteva lanciarla a nessuno. Harry le si
parò davanti, a meno di 30 centimetri, con le mani allargate
per non farla passare e con i capelli arruffati.
“Forza,
Harry! Non può lanciarla a nessuno, perché qui ci siamo
noi… Su, avanti…. Fatti sotto! Prendi quella palla!!”,
gridò George da lontano.
Ma
Harry sembrava quasi intimorito di
avvicinarsi di più. Era come se avesse paura di non essere in
grado di fermarsi in tempo, se l’avesse avuta ancora tra le
braccia…
Hermione fece un passo
verso destra, e lui la imitò. Fece finta di lanciare la palla
a sinistra, ma Harry sapeva bene che non c’era nessuno per
riceverla, quindi non si fece ingannare e si avvicinò ancora
un po', per sfiorarla... ma non ebbe il coraggio di farlo.
A quel punto Hermione,
vedendo il suo tentennamento, si mosse rapidamente per cercare di
fuggire, ma quando gli passò di lato, Harry l’afferrò
per la vita, trattenendola e stringendola forte a sé.
Ancora una volta, il
tempo si fermò.
Ancora
una volta, Harry avvertì la sua vicinanza
modo quasi doloroso… il suo corpo, il suo profumo, i suoi
occhi.
La palla cadde lentamente
dalle mani di Hermione, che si rese conto di essere all’improvviso
instabile sulle proprie gambe.
Ma che cosa le stava
succedendo?
Perché si creava
quell’elettricità, ogni volta che Harry le era vicino?
E perché il suo
cuore batteva così forte?
Perché, proprio
adesso?
Adesso che Ron sembrava
finalmente guardarla con occhi diversi…
Non ci capiva più
niente! Ron negli ultimi tempi era talmente adorabile con lei…
Era dolce e sensibile, proprio come lei lo aveva sempre desiderato.
Nonostante i frequenti litigi, gli voleva molto bene, e questo suo
nuovo atteggiamento le aveva fatto provare delle emozioni diverse.
Ma Harry…. Harry
non aveva mai dimostrato nessun interesse per lei!
Lui era qualcosa di
troppo… irraggiungibile!
Harry
la considerava solo la sua amica secchiona! Beh, sì, forse
qualcosa di più… La sua migliore
amica…
Ma non certo altro!
E allora perché,
all’improvviso, tutto diventava così complicato quando
erano vicini? Perché si sentiva sciogliere quando lui la
guardava così profondamente e con tutta quella dolcezza?
“Bravo
Harry!!! Palla a noi!”, urlò trionfante George.
Harry si decise a
scioglierla dall’abbraccio, e con un timido sorriso preferì
allontanarsi da lei correndo.
La partita durò
ancora parecchio, e tutti si batterono come se ne andasse della loro
stessa vita. Grazie agli allenamenti di Quidditch, Ron era davvero
migliorato con i riflessi, e man mano che il gioco proseguiva,
diventava sempre più abile.
Arrivarono a 9 pari
stremati dalla fatica, ma fu Ginny (agguerrita più che mai) a
segnare per prima il goal della vittoria.
Esultarono di gioia,
abbracciandosi ed urlando per il successo ottenuto, nonostante
fossero tutti piuttosto malridotti.
Hermione si avvicinò
a Harry: “Complimenti, bella vittoria!”, gli disse con un
sorriso.
Lui, sporco di sangue e
terra, col sudore che gli incollava la maglietta addosso e con i
capelli che sembravano animati di vita propria, ricambiò il
sorriso e lei si sentì morire.
“No…
complimenti a voi! Siete stati duri da battere! E poi… non
immaginavo tu fossi così brava! Hai fatto due goal, e hai
recuperato delle palle imprendibili! Per non parlare del fatto che
non avrei mai pensato che tu fossi più agile e veloce di
Grattastinchi!”
Risero
entrambi, divertiti, mentre Ron li guardava con una certa irritazione
e nervosismo.
“Perché
non hai mai pensato di giocare a Quidditch? Saresti perfetta…
in tutti i ruoli!”
Lei arrossì
leggermente, e la cosa fece inaspettatamente gonfiare il petto di
Harry.
“Lo
sai che odio volare… non lo so fare bene.”
“Beh,
a quello si può sempre porre rimedio.”
“E
come?”
“Potrei…
insegnarti io…”
A quel punto Hermione
(con un delizioso rossore sulle guance), non riuscì più
a sostenere il suo sguardo, e abbassò gli occhi. Harry, se
avesse avuto la coda del pavone, avrebbe fatto una ruota strepitosa!
Ron, per sua fortuna, non
sentì quella parte di conversazione, e vedendoli ancora fermi,
li chiamò a gran voce: “Ehi, voi due! Dobbiamo muoverci,
ci sono i turni da rispettare per la doccia!”
Quindi salirono le scale
di casa per andare in bagno, ma prima che si dividessero, Hermione
allungò una mano per sfiorare delicatamente il viso di Harry,
dove c’era il taglio sullo zigomo.
“Ti
fa male? Andrebbe medicato…”
Harry, sotto quel tocco,
si sentì tremare. E non fu certo per il dolore.
“Ah,
no… è una sciocchezza!”
“Sei
sicuro?”
“Certo.
Ma... grazie.”
La seguì con gli
occhi, mentre entrava in camera sua, e l’ultimo sguardo che si
scambiarono, rimase impresso a fuoco in ognuno dei loro cuori.
* * *
La mattina successiva, il
caos più totale regnava sovrano. Nonostante gli avvertimenti
della signora Weasley, quasi nessuno aveva terminato i propri
bagagli, e i ragazzi correvano come matti da una stanza all’altra
per raccogliere da terra le ultime cose, gli ultimi libri, oggetti,
dolci e indumenti che si trovavano ancora sparpagliati
disordinatamente.
Arrivarono alla stazione
di King Cross con soli tre minuti di anticipo rispetto all’orario
di partenza dell'Espresso, e i sei ragazzi si catapultarono
letteralmente dentro l’ultimo vagone del treno, pur di non
perderlo.
Mentre
Harry tentava di
recuperare il suo piede (che gli era rimasto chiuso fuori dalle
porte, le quali si erano serrate con uno scatto–tipo-ghigliottina
ad un soffio dalla sua testa), i quattro Weasley si erano sporti dai
finestrini per gli ultimi saluti alla mamma, che sventolava il suo
fazzoletto, bagnato di lacrime e di apprensione.
Fu necessario qualche
minuto per tornare ad una parvenza di ordine. Così,
finalmente, trascinandosi dietro i bauli e gli animali, iniziarono a
percorrere il lungo ed affollato corridoio del treno, alla ricerca di
un posto per sedersi.
“Sarà
dura trovare uno scompartimento libero…”, disse Ron
abbattuto.
“Oh,
non essere sempre così pessimista!”, lo sgridò
Ginny.
Fred e George furono
trattenuti a forza dagli amici nel primo scomparto, e furono salutati
con grandi abbracci e pacche sulle spalle, accolti con meraviglia
dopo il loro abbandono della scuola l’anno prima.
Harry invece, come ogni
volta, fu salutato da sorrisi timidi ed impacciati, seguiti subito
dopo da leggeri bisbigli nascosti dietro mani timorose di farsi
riconoscere.
Era sempre stato così…
Ogni anno, per qualche motivo, la presenza di Voldemort incombeva su
Harry, come se i suoi lunghi e perfidi artigli fossero conficcati
nella sua tenera carne, e lui non potesse fare niente per staccarseli
di dosso.
L’ombra di
Voldemort lo avrebbe sempre accompagnato, che gli piacesse o no.
Quel nome terribile, che
solo pochi avevano il coraggio di pronunciare a voce alta, lo seguiva
senza sosta, inesorabilmente…
E questa volta il ritorno
di Voldemort era qualcosa di inconfutabile!
Era assodato, innegabile…
Era, purtroppo,
tremendamente vero!
A maggior ragione,
quell’anno, Harry era considerato l’eroe, l’unico
che si era ritrovato faccia a faccia con il peggiore dei Maghi
Oscuri, con il più forte… e il più crudele! E,
soprattutto, Harry era riuscito ancora una volta a sfuggirgli.
In
più, incombeva su di lui la responsabilità di questa
‘Profezia’,
di cui tutti parlavano, ma di cui così poco se ne sapeva!
L’alone di mistero non faceva che aumentare il fascino e la
curiosità intorno a Harry, seguito da sguardi di ammirazione,
ma anche di timore….
Le
ragazzine, dal secondo anno in su, gli rivolsero sorrisi radiosi
e saluti accompagnati da un gran sbattere di ciglia.
Harry
si ritrovò
a sua volta con un sorriso idiota stampato in faccia, maledicendo il
ritardo con il quale erano arrivati alla stazione e che ora li
obbligava a quella sfilata forzata, di cui avrebbe tanto volentieri
fatto a meno!
Erano ormai arrivati
oltre la metà del treno, quando videro uno scompartimento
occupato da una sola persona.
“Qui!”,
disse subito Ginny, ma poi si bloccò con la mano sulla
maniglia, che era arrivata ad aprire metà porta.
“Oh,
no! Ecco perché è vuoto… Malfoy!”, disse
con il disgusto più totale.
Draco emerse dalla
penombra nella quale aveva cercato conforto e rifugio, e le rispose
con tono glaciale: “Stai tranquilla, Weasley… Nemmeno io
dividerei qualcosa con te! A maggior ragione uno spazio così
ristretto!”
Lei voltò la
testa, offesa, ma poi, prima di richiudere la porta gli disse,
tagliente: “Ti meriti proprio di restare solo come un cane!”
“E’
sicuramente meglio che rimanere con una Weasley, te lo assicuro!”
Lei gli fece la
linguaccia, ma non fece in tempo a vedere il gestaccio col quale
rispose prontamente Draco.
Giunsero al penultimo
scompartimento, disperati, quando videro dei posti liberi.
“Oh,
per la barba di Merlino! Era ora!”, disse Ron quando aprì
la porta, ma rimase un attimo perplesso di fronte ad una ragazza dai
capelli straordinariamente biondi e lunghi, sdraiata al contrario sui
sedili, con le gambe all’insù, e la testa e i capelli
che le penzolavano giù dal sedile di pelle.
“Lu…
Luna?”, chiese Ron, insicuro, torcendo il capo di lato, per
vederla meglio in faccia.
Lei fece capolino da
dietro il giornale che stava leggendo (nel senso giusto…).
“Oh…
eccovi. Mi stavo giusto chiedendo, in effetti, se vi avrei rivisto
quest’anno”
Con un’eleganza
d’altri tempi, ruotò su se stessa e riassunse una
posizione ‘normale’. I quattro ragazzi capirono
all’istante perché anche quello scompartimento era
stranamente vuoto!
“Ehm,
possiamo sederci?”, chiese sbrigativo Harry, visto che con la
coda dell’occhio aveva notato Cho avvicinarsi.
“Oh,
certo che sì!”, rispose lei, guardando con curiosità
Ron.
Sistemarono i bagagli e
Ron si mise prontamente di fianco a Hermione e di fronte a Luna.
Harry (senza alcuna meraviglia) si ritrovò con Ginny di
fronte, che si acciambellò con le gambe incrociate.
Luna continuava a fissare
Ron in modo indecifrabile, come se stesse osservando un animale raro
e assolutamente interessante. Dopo diversi minuti (durante i quali
Ron si ammirò a lungo le unghie, in attesa che Luna
distogliesse lo sguardo), finalmente lei disse: “Ronald…
mi sembra che ci sia qualcosa di diverso, in te…”
Ron la guardò
terrorizzato, deglutendo a fatica: “Cos… cosa…
intendi per… di-diverso?”
“Uhm…
i tuoi occhi. Sono sempre stati azzurri?”
“S-sì…”,
rispose afflosciandosi contro il sedile.
“Ma…
sempre… così
azzurri?”, insistette lei.
“Ah…
credo di sì…”
“Non
so… vedo una luce diversa. Va tutto bene?”
Certo che sentirsi fare
quell’osservazione da una strampalata come Luna, che vedeva
cose strane, e si comportava come la più spostata che
esistesse nel mondo magico, non era proprio una gran bella cosa.
Con ansia sempre più
crescente, Ron iniziò a tastarsi la faccia e il corpo.
“No…
no, io sto… bene…”
Luna gli si avvicinò
fin quasi a sfiorargli la punta del naso con il proprio, e Ron senza
staccare gli occhi dai suoi si ritrovò ad incrociarli verso il
centro.
“Uhm…
sì, sì… proprio strano…”, continuò
Luna, puntellandogli l’indice intorno al viso e picchiettando
come per testarne la consistenza.
Ron rimase immobile, a
meno di un centimetro da lei, occhi negli occhi, rosso come un
peperone: “C-cos…”, farfugliò.
Hermione iniziò a
sbuffare contrariata per quella specie di conversazione senza senso.
“Ron
hai intenzione di morire di crepacuore qui, davanti a tutti noi?”,
chiese irritata.
Harry non riuscì a
trattenersi dal ridere.
Ron, a quel punto, si
tirò indietro.
“Ma
hai sentito che cosa ha detto?”, sussurrò sottovoce
(come se non fosse ugualmente udibile), “Mi vede strano!!”
“Beh,
detto da una che sta seduta al contrario, non mi sembra poi molto
allarmante!”, rispose Hermione, senza usare lo stesso riguardo
nel parlare a bassa voce e facendo spallucce.
Luna ruotò il capo
verso di lei, ricordando assurdamente a Harry la sua civetta Edvige:
“Si... in effetti, anche tu sei strana, Hermione…”
Luna alzò un
sopracciglio, come se le avesse fatto una domanda davvero sciocca:
“Oh… lo sai bene da sola, se devi preoccupartene…”
Hermione aprì il
suo giornale, con un gesto spazientito ed alzò gli occhi al
cielo.
“Comunque,
leggere il giornale a testa in giù, fa aumentare la
concentrazione e la memoria… Sai, per via del sangue che
affluisce al cervello… Se vuoi provare anche tu…”,
le suggerì Luna con fare esperto.
Hermione la guardò
nel peggiore dei modi possibili: “Io non ho bisogno di
aumentare proprio niente!”, e ricacciò la testa nella
Gazzetta del Profeta.
Ron
guardò Luna in modo bizzarro, e le bisbigliò:
“Dici davvero? Cioè, leggere a testa in giù…
Voglio dire... Funziona?”
“Certo!
Lo facevo sempre l’anno scorso, e ho passato tutti gli esami!”
Ron,
che moriva dalla voglia di provare, afferrò un opuscolo
abbandonato sul tavolino: ‘I
dieci incantesimi d’oro per mantenere perfettamente il tuo
prato’,
e fece per ruotare a testa in giù, ma Hermione lo fulminò
con un’occhiataccia: “RON!”
“Ehm,
io… volevo solo prov…”, ma non osò
continuare e ripose l’opuscolo.
Luna restò con gli
occhi incollati a quelli di Ron, come incantata da lui. E Ron
(imbarazzato oltre il possibile) iniziò a grattarsi in rapida
sequenza orecchie, fronte, nuca, ginocchio, mento, avambraccio e
naso.
Harry
non sapeva se ridere o preoccuparsi. Era risaputo che Luna fosse un
po’ strana e piuttosto bizzarra, ma
il fatto che avesse visto in Ron qualcosa di diverso (esattamente
come lui, accidenti!), non lo rallegrava per niente!
Insomma,
Luna poteva anche sembrare matta,
ma secondo Harry era semplicemente una ragazza molto sensibile.
Forse ‘troppo’ sensibile, e riusciva a captare cose che
gli altri non vedevano.
E se Luna avesse capito
prima degli altri che Ron era….
Era…
No! Harry non osava
dirlo….
Non poteva…
O meglio… non
voleva dirlo!
Ma
se Ron era… davvero…
innamorato?
Ecco! Lo aveva detto.
Scosse la testa, come a
cacciare via quel pensiero.
Inevitabilmente, però,
i suoi occhi tornarono a posarsi su Hermione, concentrata nella
lettura del suo giornale… Oh, era così bella!
Un
raggio di sole filtrava attraverso il finestrino, inondando il suo
volto e passando attraverso i suoi occhi, del colore dell’ambra,
che
sembravano quasi risplendere d’oro! Perché non se ne
era mai accorto?
E i suoi capelli…
Mhmm… i suoi capelli! Le erano cresciuti molto, erano
diventati più morbidi e ondulati. Ricordava perfettamente
quella sensazione (come se avesse sfiorato la seta), nel momento in
cui glieli aveva toccati quando le era finito addosso… Perché
aveva sempre sottovalutato il suo lato femminile?
Come sentendosi pungere
sulla tempia, si voltò alla sua destra, e vide Luna fissarlo
attenta.
Harry abbozzò una
specie di sorriso.
“Accipicchia….
Deve essere contagiosa….”, disse lei perplessa.
“Cosa?”,
chiese Ginny.
“La
malattia di Ron. Anche Harry ne sembra colpito.”
Harry sgranò gli
occhi: “Io non sono malato!”, disse subito.
“Nemmeno
io!!”, piagnucolò Ron, grattandosi il collo.
“Oh,
per l’amor del cielo, Luna! Perché li devi terrorizzare
così!”, chiese esasperata Hermione, sbattendo il
giornale sulle ginocchia.
Luna fece spallucce,
offesa, chiudendosi in un silenzio rassegnato, senza però
riuscire a trattenere una frase, che le sfuggì dalle labbra
strette, ma che Harry captò a tratti: “…Proprio…lei…
ne è … causa…”
Rimasero tutti in
silenzio per un bel po', poi, con crescente inquietudine, Harry vide
la mano di Ron allungarsi con finta disinvoltura verso la parte alta
del sedile di Hermione, dove lei aveva appoggiato le spalle.
“AH!
RON! Ti va una bella partita a scacchi?”, chiese subito, a voce
alta, incapace di trattenersi.
Ron rimase col braccio
bloccato e sospeso per aria, poi, arrossendo, fece finta di stirarsi.
“Ah,
ehm… non… non mi va molto…”, disse
rimettendo scoraggiato il braccio giù ed iniziando a guardare
con interesse la rete portabagagli.
Dopo qualche minuto
Hermione, senza staccare gli occhi dal giornale, si inclinò
con noncuranza di lato, avvicinandosi leggermente verso Ron. Lui
sembrò accorgersene, e (con assoluta padronanza), fece lo
stesso.
Harry seguiva con
nervosismo quel gioco di impercettibili movimenti. Con sgomento si
accorse che le loro mani, in seguito a millimetrici spostamenti, si
erano praticamente unite, mignolo contro mignolo.
La rabbia si impadronì
di lui, come un falco si impossessa di un piccolo agnellino indifeso,
e scattò in piedi, incapace di staccare gli occhi dalle loro
mani, così dannatamente vicine.
Ginny lo guardò,
stupita.
“Che
ti succede?”, gli chiese, allarmata.
Harry serrò le
mascelle: “Vado a fare un giro!”
“Ma
ci siamo appena seduti…”, si lamentò lei.
Harry voltò le
spalle a tutti, e mentre era sulla porta, disse: “Magari qui
c’è qualcuno che vuole restare solo!”, ed uscì,
richiudendo con stizza la porta scorrevole.
Si ritrovò a
percorrere il corridoio del treno con la sensazione di essere
quell'agnellino indifeso, artigliato da un rapace affamato e vorace.
Che cos’era quella
morsa allo stomaco, che lo faceva stare così male?
Perché
sentiva il disperato bisogno di allontanarsi, ogni volta che vedeva
Ron guardare, toccare, o semplicemente
stare vicino a Hermione?
E perché gli
prudevano le mani e gli veniva l’improvvisa voglia di pestare a
sangue qualcuno, per riuscire a dar sfogo alla sua ira?
C’era un’unica,
dura e brutale risposta a quelle domande….
Era geloso.
Stramaledettamente….
…
Irrimediabilmente GELOSO!
Ripensò
agli sguardi che aveva scambiato con Hermione, alle sensazioni che
aveva provato, e si
diede dello sciocco.
Ma cosa si era messo in
testa?
Che
razza di cretino! Aveva solo frainteso… Quegli
sguardi di Hermione non significavano niente! Non avevano nessun
valore!
Imbecille che non era
altro!
Quel solletico allo
stomaco quando lei lo guardava… Quel calore che gli saliva
rapido fino al collo quando per sbaglio la toccava…
Quell’eccitazione insensata e fuori luogo che lo coglieva
quando solo la sfiorava con gli occhi…
Niente!
Era
stato solo
lui , a sentirle, quelle cose!
Povero stolto, ottuso
principiante!
A Hermione non importava
un maledetto fico secco di lui!
Cosa ancora più
sconvolgente….
A Hermione piaceva Ron.
Cazzo!
Non poteva più
fare finta di niente… era così!
Merda!
La sua furia, ormai,
dilagava senza sosta.
Senza accorgersene, diede
spallate a destra e a sinistra per passare, facendo male a parecchi
studenti che si arano allegramente fermati a chiacchierare.
“…Harry…”
Gli sembrò di
sentire qualcuno lo chiamava, ma non aveva voglia di salutare
nessuno.
“Harry!”,
questa volta non poté far finta di nulla, perché il suo
nome era stato fatto a gran voce.
Si fermò, indeciso
se voltarsi o meno, poi cedette e si girò.
“Cho…”,
sussurrò avvilito.
Lei fece mostra di un
sorriso estasiato: “Ciao… Come stai?”
“Ehm,
bene, grazie… e tu?”
“Tutto
a posto, anch’io… Passata bene l’estate?”
“Sì!
Fantastica!”, disse per tagliar corto, in modo brusco.
“Sei…
arrabbiato?”, gli domandò Cho, titubante.
“Ecco…
sono di fretta.”
Lei corrugò la
fronte. Sopra un treno, come si poteva andare ‘di fretta’??
“Volevo
solo dirti che… ti ammiro molto, per quello che hai fatto a
giugno. Sei stato proprio forte.”
“Non
abbastanza, evidentemente, visto che la persona alla quale tenevo di
più è morta!”, rispose con una cattiveria che lei
non meritava.
Con orrore, vide gli
occhi a mandorla di Cho riempirsi di lacrime.
“Oh,
no! Ti prego… non piangere… Scusami! Non volevo essere
scortese…”
Ma una grossa lacrima non
ne volle sapere delle sue preghiere, ed infischiandosene, rotolò
giù. Due amiche di Cho si affacciarono dal loro
scompartimento e videro la scena. Guardarono Harry piene di sdegno.
Magnifico!
Le mise una mano sulla
spalla, per cercare di recuperare: “Scusa… ma è
un periodaccio! Ci vediamo a scuola, eh?”
Lei annuì
leggermente, con gli occhi carichi di sentimento per lui.
Harry batté in
rapida ritirata, odiando quella situazione, quel treno e quelle
persone.
Avrebbe solo voluto
Sirius vicino a sé. Perché era andato tutto così
male? La costrizione del treno lo fece stare ancora peggio. Sarebbe
voluto scappare… e lì non lo poteva fare di certo.
Fece ritorno al suo posto
quando ormai mancavano solo pochi minuti all’arrivo.
“Harry!
Ma dove sei stato per tutto il viaggio?”, gli chiese Ginny
preoccupata.
“Ecco…
dei ragazzi mi hanno fermato perché volevano… sapere…”,
ma non finì la frase, perché Hermione lo interruppe,
alzandosi in piedi e mettendosi davanti a lui.
“Harry,
sei l’unico ad indossare ancora gli abiti Babbani!”
osservò, contrariata.
“Non
ho voglia di cambiarmi”, rispose lui, secco.
“Andiamo,
non è il momento di fare i capricci...”
“Io
non sto facendo i capricci!”
“Se
non ti sbrighi, arriveremo in ritardo! Forza, cambiati!” gli
ordinò con aria di rimprovero.
“Non
darti pensiero! Non c’è bisogno di agitarsi così!”,
ringhiò lui, fronteggiandola.
Hermione
lo guardò sconcertata: “Io… non mi sto…
agitando!”
“Beh,
si direbbe proprio il contrario!”
Il treno frenò
bruscamente e si arrestò così all’improvviso, che
Harry non riuscì ad evitare di piombarle addosso,
trascinandola all’indietro sul sedile.
Istintivamente lei si
aggrappò a lui per non cadere, e Harry la trattenne fra le
braccia e le finì sopra.
Ancora una volta.
Ma perché, da
quando si erano rivisti quell’estate, finivano sempre in quella
posizione?
Oh, Dio! E adesso
perché mai l'unica cosa a cui riusciva a pensare erano le sue
labbra?
No, no, NO!
Dopo pochi secondi, due
braccia forti e robuste lo tirarono su di peso: “Ehi, amico,
tutto bene?”, gli chiese Ron, preoccupato.
“Maledetto
treno!”, rispose Harry, aggiustandosi la maglia.
“Sì,
hai ragione. L’anno scorso io ho preso una capocciata cosmica!
Me la ricordo ancora…”, disse Ron ridendo e
massaggiandosi la parte che si era ferito un anno prima. “Se mi
guardi bene… ma davvero bene… forse trovi ancora il
bernoccolo!”, e scoppiò a ridere.
Harry si lasciò
contagiare dalla sua risata irresistibile, e Ron gli mise un braccio
intorno alle spalle. Oh, accidenti! Come avrebbe mai potuto restare
arrabbiato con Ron?
Si buttò il
mantello della divisa sulle spalle, giusto per avere qualcosa di
Grifondoro addosso, e scese dal treno con Ron, che non gli era mai
sembrato così felice.
Brevissima
parentesi, dove voglio ringraziare di cuore chi commenta... in
particolare:
Sabri89:
Sei tanto dolce, e i tuoi commenti positivi mi fanno sempre un enorme
piacere! Sono felice che il mio modo di scrivere e descrivere le
emozione di Harry e Herm ti piacciano tanto! Grazie davvero! Attendo
con ansia di sapere che ne pensi di questo cap, ok? Baci!
Granger 90:
Cara, grazie per la tua recensione, mi fa sempre molto piacere sapere
che te ne pare! Eh Ron è tanto felice perchè... aspetta
di leggere questo capitolo! Tieniti forte, mi raccomando! E RESISTETE
nella lettura! Hi hi hi.....Bacioni!
Goldbuble:
Ciao! Hai ragione, hai ragione.... ma la pazienza è la virtù
dei forti! Aspetta e vedrai! Un bacio e grazie anche a te!
Marco: Il
mio adorato Marco!! Grazie, so che segui sempre con immancabile
costanza, e di questo, ti sono grata. Ovviamente, aspetto di sapere
il tuo parere anche qui.... Un bacio a presto!
- 6 -
‘Inevitabile
realtà‘
Nonostante
l’anno precedente si fosse concluso con l’annuncio
definitivo ed inequivocabile del ritorno di Voldemort, l’ingresso
a Hogwarts
fu, come sempre, solenne e gioioso da parte degli studenti.
Gli allievi erano
numerosi ed elettrizzati, anche se stanchi…. e soprattutto
affamati.
Harry sorrise di
tenerezza nel vedere i ragazzini del primo anno, intenti a guardarsi
intorno con espressioni timide e spaventate. Cercò di
ricordare se anche lui, al suo primo ingresso nella maestosa ed
imponente Sala, avesse avuto quegli stessi occhi smarriti e pieni di
timore.
No…
Ohh, certo che no! A lui erano bastati pochi minuti per capire che
nulla di quello che si era lasciato alle spalle (ovvero dieci anni di
triste esistenza e di vita in comune con persone aride e odiose)
poteva essere peggiore! E l’aver scoperto di essere un mago
l’aveva talmente riempito di gioia ed eccitazione che quello
stesso sentimento di euforia lo accompagnava ancora oggi che, per la
sesta volta in vita sua, varcava la soglia della Sala Grande di
Hogwarts.
Insieme a Hermione e ai
quattro fratelli Weasley, Harry si avvicinò al loro
affezionatissimo ed immancabile lungo tavolo Grifondoro, carico di
emozione e pieno di entusiasmo.
Inaspettatamente, però,
Hermione si sedette di fronte a Ron (il suo posto, in realtà,
era sempre stato di fronte a Harry), rivolgendogli un sorriso timido
e dolcissimo allo stesso tempo. Harry sentì improvvisamente
un crampo mordergli lo stomaco e fu costretto a rivolgere lo sguardo
verso il tavolo dei Serpeverde pur di non vedere Ron che gongolava
sotto gli occhi da cerbiatta di Hermione.
Per
un attimo, la vista di Malfoy e del vuoto che sembrava circondarlo,
lo colpì. Non era esattamente isolato… ma era come se i
compagni della sua casa
si tenessero leggermente a distanza, quasi come se lui avesse avuto
il raffreddore e nessuno volesse prenderselo.
Una sottile sensazione di
godimento invase Harry, al quale bastò quella scena per
smettere di pensare a Hermione e Ron.
Insomma… che si
arrangiassero anche quei due! Avevano improvvisamente scoperto di
amarsi alla follia?
Perfetto!
Magnifico!
Splendido…
A lui non importava
niente!
Proprio niente…
Un accidente di niente!!
Quando
il Cappello Parlante ebbe terminato di smistare nelle quattro case
tutti i nuovi arrivati,
questi si sedettero timidamente ai rispettivi tavoli, iniziando a
chiacchierare in modo sempre più sciolto.
Ron rivolse lo sguardo
verso Silente: “Wow! …Ma… ma chi… chi è
q-quella… specie di… a-angelo?”, chiese
balbettando e rimanendo poi con la bocca aperta.
Harry
si voltò di 90 gradi seguendo la direzione del suo sguardo,
che puntava dritto dritto al tavolo dei Professori. Quando posò
gli occhi sulla ragazza seduta al fianco del Preside
fu come se un getto d’aria fredda gli avesse improvvisamente
mozzato il fiato!
Ebbe
come la sensazione di aver mandato giù una gran quantità
di acqua ghiacciata, rimanendo quasi paralizzato
per lo shock.
Il suo cuore ebbe un
sussulto… una specie di scarica elettrica istantanea. E tutto
quel freddo si tramutò presto in un calore che lo avvolse da
cima a fondo.
Mai
donna più bella, era stata vista seduta al di là di
quella barriera che delimitava la zona dei professori.
Harry si ritrovò
ad avere la stessa espressione (decisamente poco intelligente) di
Ron, con la bocca leggermente aperta e lo sguardo vacuo.
Lentamente, uno ad uno, i
ragazzi del tavolo Grifondoro si misero a guardare tutti nella stessa
direzione.
“Si
può sapere che cosa sono quelle facce da ebeti?”, chiese
Hermione, decisamente contrariata, visto che lei aveva troppe teste
che le coprivano la visuale e non riusciva a scorgere la persona che
sembrava interessarli tanto.
“N-no…
è… è ancora meglio… di… un
a-angelo…”, proseguì Ron, senza darle retta.
La
giovane donna, oggetto di tante attenzioni, si voltò dalla
loro parte come richiamata, e i suoi occhi (di un azzurro-blu quasi
impossibile da descrivere)
incrociarono per una frazione di secondo quelli di Harry. E lui…
si sentì scuotere fin nel profondo dell’anima!
Durò solo un
attimo, ma a Harry sembrò che quel contatto proseguisse
all’infinito.
Era bellissima… Un
viso soave, incantevole e dolce come quello di una veela. I lisci
capelli biondi erano intrecciati dietro le spalle in un’acconciatura
sofisticata, e che lasciavano intendere che dovevano essere piuttosto
lunghi.
“Harry?
HARRY?!”, urlò Hermione. “Ti prego, almeno tu,
rispondimi!”
Lui si riscosse
leggermente, e guardò Hermione: “...Cosa...?”
“Come
‘cosa’?
Ma si può sapere che diavolo vi prende?”
Ginny arricciò le
labbra in una smorfia contrariata: “Non ho la più
pallida idea di chi possa essere, ma è di sicuro la più
bella professoressa che Hogwarts abbia mai visto! Ed è
decisamente la più giovane che abbia mai insegnato qui!”
Hermione allungò
il collo, ma ancora non riusciva a vedere, così decise di
alzarsi in piedi per poter esaminare la fonte di tanta curiosità.
Lo stesso stupore che
aveva colpito gli altri, si dipinse anche sul suo volto, la stessa
incredulità di fronte a quella bellezza senza precedenti.
Ginny scambiò uno
sguardo rassegnato con Hermione, che tornò mollemente a
sedersi sulla panca, pure lei con la bocca leggermente socchiusa.
“Ehi,
ma… ma si può sapere chi è… quello
splendore?”, chiese Neville Paciock, con la medesima aria
sognante che sembrava contagiare uno per uno tutti i ragazzi che
volgevano lo sguardo verso il banco dei professori.
Hermione incrociò
le braccia sopra il petto, con aria risentita e offesa, guardando
malissimo sia Ron che Harry. Piano piano, il mormorio crebbe
notevolmente e la curiosità si dipinse sui volti delle persone
sedute ai lati delle quattro lunghissime tavolate.
Silente
finalmente si alzò dal tavolo
e, come di consueto, batté un cucchiaio contro il calice
d’argento che era posizionato di fronte a lui.
“Silenzio!”,
disse a voce alta. La sala, come per incanto, si ammutolì.
“Molto bene”, proseguì il professore con un
sorriso paterno ed allargando le braccia. “Estendo il mio più
affettuoso saluto di bentornato a tutti gli studenti che già
conoscono la nostra tanto amata scuola, e do un caloroso benvenuto ai
giovanissimi maghi che per la prima volta si trovano qui”. Fece
un gesto che avvolse simbolicamente tutti.
Harry notò lo
sguardo disgustato di Malfoy.
“Vorrei
con tutto il cuore poter fare un discorso sereno e rincuorante, ma
non è nelle mie facoltà, sfortunatamente, al momento.
L’anno passato si è concluso con dolorosi ritorni e
drammatiche perdite che hanno colpito alcuni di noi…”,
guardò Harry di sfuggita, poi riprese: “Ma posso
affermare con certezza, che questa scuola sta preparando tutti voi ad
affrontare e a combattere il male che sta dilagando senza sosta nel
mondo magico. E, alcuni di voi hanno già dato prova di grande
coraggio, forza e preparazione, dimostrando di non aver paura di
niente… e di essere pronti a fronteggiare qualunque forza
oscura si possa presentare loro.” A quel punto, fissò
con orgoglio il tavolo dei Grifondoro.
Ron,
tronfio e pieno di sé, si tirò su con le spalle,
guardandosi intorno come a dire: “Ehi! Sono qui! L’anno
scorso io
ero al Ministero a lottare contro i Mangiamorte!”
Hermione gli mollò
un calcio da sotto il tavolo, e Ron ululò dal dolore, facendo
voltare mezza sala.
“Ma
un altro lungo anno di fatiche vi aspetta, e la vostra preparazione
verrà ampliata e migliorata. A tale proposito, è con
estremo piacere che vi presento colei che diventerà la vostra
nuova insegnante di Difesa contro le Arti Oscure…”
Silente
fece con cavalleria un gesto verso la ragazza che gli era seduta a
fianco, la quale si alzò con grazia dalla
sedia e chinò leggermente il capo.
“Ho
l’onore di presentarvi la professoressa Isabel Keen, che viene
dalla lontana Norvegia, ed è stata a noi presentata
direttamente dal Ministero della Magia”
Un applauso partì
spontaneo dai tavoli, soprattutto da quella parte maschile delle
varie case che andava dai 14 anni in su.
Hermione era sempre più
furibonda e allibita, e guardava sconvolta Harry e Ron applaudire
come se stessero assistendo ad uno spogliarello, piuttosto che alla
presentazione di una nuova insegnante.
“Ho
sempre adorato quella materia, Harry! Proprio adorato!!”,
sghignazzò Ron dando di gomito a Harry. “E quest’anno,
a maggior ragione, sarà la mia materia preferita…”
Harry non aveva ancora
staccato gli occhi di dosso dalla giovane professoressa, ed annuì
sorridendo, convinto che Ron avesse incredibilmente ragione.
Quell’anno Difesa contro le arti Oscure sarebbe stata
sicuramente la materia più apprezzata dall’intera
scuola.
Finita la presentazione,
la professoressa Keen rivolse un sorriso dolcissimo alle quattro
tavolate che si trovavano di fronte a lei, e tornò a sedersi
con grazia. Una ciocca di capelli le sfuggì dalla elaborata
acconciatura, così portò una mano all’orecchio
per sistemarla, e Harry non poté fare a meno di notare un
anello con uno smeraldo grande come un penny, brillare al suo
anulare.
Dopo
l'approvazione di Silente, finalmente diedero inizio alla sontuosa
cena, che li tenne occupati per quasi due ore. Harry si ritrovò
spesso a volgere lo sguardo verso il tavolo dei professori
e, per ben due volte, sentì nuovamente quella scossa
elettrizzante quando gli capitò di intercettare lo sguardo
della la nuova insegnante.
Ron
non fu da meno. Anche lui, come Harry, continuava a guardare verso la
professoressa Keen
e, nell'incrociare gli occhi con la ragazza, combinò dei veri
e propri disastri sul tavolo.
Hermione era rossa in
viso per la collera, e (indispettita come poche volte era capitato a
Harry di vederla) terminò la sua cena prima degli altri,
dicendo che per quella sera 'ne aveva avuto abbastanza'!
Harry
e Ron la raggiunsero poco dopo nella Sala Comune, ritrovandola seduta
sulla sua poltrona preferita, mentre sfogliava
con finta pigrizia un libro dall'ambiguo titolo: 'Fin
dove può arrivare il tuo autocontrollo '.
Ron smise all'istante di
parlare della nuova professoressa, di elogiarne la bellezza e la
grazia. Ma dopo pochi minuti, quando anche il resto dei Grifondoro
raggiunse la stanza, l'unico argomento di conversazione fu quello
della nuova arrivata.
All'ennesimo commento di
Fred sul colore così intenso dei suoi occhi, e del biondo così
lucente dei suoi capelli, Hermione richiuse il libro rumorosamente,
sbattendolo con forza.
“Insomma,
la volete piantare con questa storia? Devo forse ricordarvi che state
parlando di un'insegnante?”,
urlò esasperata.
Tutti si zittirono
all'istante. I bambini del primo anno rimasero a fissarla spaventati.
Ron si guardò con
attenzione la punta delle mani e non osò fiatare.
Come al solito fu
l'intraprendente Ginny a rompere il silenzio.
“Beh,
Hermione, non si può certo negare la sua bellezza... E'
praticamente impossibile non commentare! Per non parlare del fatto
che è così giovane. Non credo abbia molti anni più
di noi.”
“Sì,
appunto!”, sottolineò Hermione con livore, “Mi
chiedo proprio che cosa sia venuto in mente quest'anno a Silente! E'
inaudito... inappropriato... insensato! Mettere una ragazzina
sprovveduta ad insegnare una materia fondamentale come Difesa Contro
le Arti Oscure... Inconcepibile!”
“E
chi te lo dice che è sprovveduta?”, le chiese Ginny.
“Silente
non può riporre la sua fiducia in una persone così
giovane, non può!”, continuò Hermione a voce
alta, ignorando Ginny.
“Beh...
Avrà avuto i suoi buoni motivi...”, tentò Ron, ma
per risposta si beccò da Hermione un'occhiata malevola che lo
incenerì.
“Certo!
Come no... Ottimi motivi! Destabilizzare delle menti già
notevolmente provate come le vostre!”
Harry sorrise, sperando
che il litigio tra i due continuasse all'infinito. Già si
pregustava la loro lunga discussione, e lo confortò il
pensiero che probabilmente alla Tana c'era stata solo una piccola
parentesi di tregua... ma che in realtà il loro sentimento di
perenne contrasto avrebbe avuto presto il sopravvento.
Si accomodò meglio
sulla poltrona, pronto ad assaporare la scenata.
“Resta
il fatto che è proprio bella...”, disse George con occhi
sognanti.
“Di
sicuro la più bella ragazza mai vista ad Hogwarts...”,
ribadì con convinzione Dean.
Harry non ne era poi così
sicuro. Pensò che quando si è innamorati, ai propri
occhi la donna amata rimane in assoluto la più bella rispetto
a qualunque altra.
Stava per dirlo, quando
Ron lo sconvolse, giocando d'anticipo e tirando fuori un jolly
inaspettato e di grande effetto: “Beh, io... Ehm, insomma...
non credo. Voglio dire... io penso che nella nostra Casa, ad
esempio... ci siano delle ragazze altrettanto belle... Bellissime,
davvero! Una su tutte... io... l'ammiro da sempre...”
Harry faticò a non
lasciare che la sua mascella gli cadesse verso il basso. Era
incredulo di fronte all'audacia di Ron! Lo guardò arrossire
come un pomodoro, ma sostenere con eloquente orgoglio lo sguardo di
tutti, soprattutto quello di Hermione, che finalmente tramutò
la sua espressione imbronciata in un fantastico sorriso.
Altro che gustarsi una
bella litigata! Ron la stava spudoratamente corteggiando! Non
riusciva a crederci... Hermione abbassò gli occhi per un
attimo, con le gote leggermente arrossate.
La cena, in fondo allo
stomaco di Harry, si divertì a fare un balletto non richiesto,
causandogli un fastidiosissimo senso di nausea.
Tutti guardarono Ron di
sottecchi, scambiandosi sorrisini e gomitate.
Improvvisamente seccato,
Harry si alzò dalla sua tanto amata poltrona, rivolgendo a Ron
un sguardo indecifrabile.
“Io
vado a letto!”, sentenziò rigidamente, aspettandosi che
l'amico lo seguisse all'istante.
Ma, con suo sommo orrore,
così non fu.
“Io
resto ancora un po' qui...”, sussurrò Ron, continuando a
guardare Hermione, la quale si accarezzò i lunghi capelli,
timidamente.
Harry strinse i pugni,
senza nemmeno rendersene conto.
“Bene.
Benissimo! Buona notte!”, e salì le scale senza più
voltarsi indietro.
Si
precipitò in bagno, sbattendo con forza la porta alle sue
spalle. Ci si appoggiò contro e
si lasciò scivolare verso il basso.
Magnifico!
Finalmente Ron aveva
trovato il coraggio di affrontare i suoi sentimenti, di guardare in
faccia la realtà, e di non nascondere più quello che
provava...
'E' così che
stanno le cose, maledizione! Cos'altro mi aspettavo? Era logico che
prima o poi succedesse... Era ovvio, cazzo!'
Harry si sentiva in uno
stato di frustrazione senza precedenti.
'Devo essere felice
per loro... Devo! E' quello che vogliono, no? Perchè dovrei
stupirmi di questa cosa? E' tutta l'estate che vanno avanti così...
non hanno mai smesso di flirtare... di cosa mi meraviglio?'
Per una frazione di
secondo gli tornò in mente Hermione stretta tra le sue
braccia, al lago verde... e allo sguardo che si erano scambiati... e
al batticuore che aveva provato.
'Sono solo uno
stupido! Un vero coglione, per dirla tutta! Era solo il frutto della
mia immaginazione...'
Ma la cosa che lo fece
stare peggio, fu quella inaspettata sensazione di angoscia che
all'improvviso gli aveva attanagliato il cuore con ferocia.
L'agghiacciante
sensazione di non poter più tornare indietro... di non poter
più cambiare il corso degli eventi.
Per non parlare di quel
terribile dolore che gli stava devastando le viscere, come se
qualcosa lo stesse divorando dall'interno... Sentiva crescere un
sentimento di rabbia e di impotenza, che lo soffocavano come le mura
di una prigione.
Perchè Ron
all'improvviso aveva deciso di innamorarsi proprio di Hermione?
Perchè? E perchè non ne aveva parlato prima con lui?
Che amico era? O credeva che Harry non fosse degno di ricevere le sue
confidenze?
Si sollevò da
terra, dando un pugno alla porta con tutta la forza che aveva.
Santo
cielo! Era gelosia
il
nome che non si rassegnava a voler usare?
Con
le gambe malferme si appoggiò al lavandino.
'Sono
forse geloso di Hermione?',
si domandò guardandosi allo specchio, senza in realtà
avere il coraggio di essere onesto con il riflesso di se stesso, che
gli restituiva uno sguardo smarrito.
'No... Non può
essere! Certo che no!'
Ah ah ah! Gelosia?
Ma che stronzata era mai quella?
La gelosia implicava un
sentimento d'amore che doveva esserci alla base, e lui non provava
nessun sentimento d'amore per Hermione. Affetto sì, certo.
Stima profonda, simpatia... amicizia vera! Ma non amore.
Non amore...
E allora perchè si
sentiva male da morire?!
Perchè
aveva voglia di tornare di sotto e mollare un pugno al suo migliore
amico? Perchè,
all'improvviso, sentiva l'irrefrenabile desiderio di prendere
Hermione tra le braccia e baciarla come aveva fatto con Greta?
Stava perdendo il
controllo della situazione, e la cosa non andava affatto bene! Quando
perdeva il controllo, combinava solo dei gran casini... e non poteva
permetterselo! Sentì dei rumori provenire dalla stanza a
fianco, e si decise finalmente ad uscire dal bagno.
Quando tornò nel
dormitorio, un rapido sguardo gli bastò per constatare che il
numero dei letti non corrispondeva al numero delle persone presenti
nella stanza... e con un tuffo al cuore, si rese conto che l'unico
letto ad essere rimasto vuoto, era proprio quello di Ron.
Si
tolse i vestiti con una tale
foga che quasi strappò la maglietta.
“Ehi,
amico, tutto bene?”, gli chiese Seamus preoccupato, ma lo
sguardo killer di Harry lo fece ammutolire e gli fece capire che era
meglio non continuare a fare domande.
Si
infilò a letto, gettò gli occhiali sul tavolino a
fianco ed intrecciò le mani dietro la nuca, restando a
fissare il vuoto, in attesa di un qualcosa che nemmeno lui sapeva
cosa fosse.
Quasi tutti erano andati
a dormire, ormai, mentre i minuti sembravano scorrere al
rallentatore. Quando la vista del letto vuoto di Ron gli risultò
insopportabile, con un gesto brusco e stizzito chiuse le tende
intorno a sé.
Cosa diavolo stavano
facendo?
Perchè Ron non era
ancora tornato?
Era tardissimo, ormai, e
lui non aveva più motivo per restare giù!
Una
vocina nella sua testa (piena di speranza), gli suggerì che
forse, semplicemente,
Ron e Hermione stavano chiacchierando... amichevolmente.
Quante volte era capitato
anche lui? Era capace di rimanere per ore a parlare con Hermione
senza rendersi conto del tempo che passava...
Sì, doveva per
forza essere così.
Cercò di calmarsi,
ma dopo aver contato febbrilmente fino a 1.374, decise che non
avrebbe aspettato un minuto di più.
Dietro
quelle tende si sentiva soffocare e,
con un gesto improvviso, le spalancò ancora più
irritato di prima.
Ok, sarebbe sceso! Magari
era successo qualcosa... Forse avevano bisogno d'aiuto e non potevano
avvisarlo...
Era quasi sul punto di
scattare in piedi e di scendere di sotto, quando sentì dei
passi salire sulle scale.
Rituffò la testa
nel cuscino, chiudendo gli occhi e fingendo miseramente di dormire.
Seppur con gli occhi
chiusi, le sue orecchie tese ed attente riconobbero il suono
familiare di Ron mentre si spogliava, e si accorse che quest'ultimo
stava facendo di tutto per ridurre al minimo il rumore.
Quando
fu sicuro che l'amico fosse sotto le coperte, Harry aprì gli
occhi in due sottilissime fessure, e il sorriso che vide dipinto sul
volto di Ron
non poté che confermare le sue peggiori paure.
Con un improvviso nodo
alla gola, Harry si costrinse a chiudere gli occhi e a cercare di
dormire... ma il sonno, per lui, quella notte non sarebbe mai
arrivato.
* * *
La
mattina dopo (stava appena albeggiando), Harry sollevò la
testa dal cuscino con una strepitosa emicrania a fargli compagnia.
Istintivamente,
si girò a guardare Ron e, con sgomento, si accorse che l'amico
non aveva ancora perso quell'espressione felice.
Lo stesso sorriso della
sera prima era ancora incollato alla sua bocca.
Harry si sentì
invadere da una rabbia insopportabile e da un odio ingiustificato nei
confronti di Ron. Non sarebbe riuscito a rimanere in quella stanza un
attimo di più.
Andò in bagno,
trascinandosi sotto la doccia e sperando che l'acqua fresca gli
infondesse la giusta energia per affrontare la giornata.
Si vestì senza
degnare Ron di uno sguardo, cercando di ignorare il suo russare
sommesso, costante e sereno.
Era
prestissimo, e l'unica cosa che gli venne in mente di fare
fu una lunga passeggiata intorno al lago. L'aria era fresca, e
l'imminente cambio di stagione iniziava a far sentire il suo
avvicinarsi. Si sedette sotto il solito albero, che tante volte lo
aveva visto felice, altre volte pensieroso... ancora più
spesso triste.
Cercò di capire
che cosa gli stava succedendo, ma le risposte tardavano ad arrivare.
Provava un miscuglio di sconosciuti ed indecifrabili sentimenti, che
da una parte voleva ignorare, dall'altra allontanare. Era confuso,
arrabbiato, stanco. Si portava sulle spalle un anno di fatiche...
La perdita di Sirius lo
aveva straziato, e il suo ricordo significava dolore, tristezza,
disperazione e rabbia.
Una rabbia feroce.
E adesso ci si mettevano
anche Ron ed Hermione! I suoi amici... Ci mancavano solo loro a
scombussolare la sua esistenza già fin troppo instabile e
precaria! Sì, Hermione lo aveva sconvolto, invadendogli la
testa con la sua presenza, costante, meravigliosa, ossessiva...
ritrovandola più donna di quanto non avesse mai immaginato!
Per non parlare delle emozioni che gli aveva fatto provare... lo
perseguitava persino nei sogni!
E poi Ron, che da goffo
ed impacciato ragazzone, si era improvvisamente trasformato in un
macho virile e appassionato.... con ogni ormone del suo corpo pronto
a gridare vendetta!
Prese un sasso da terra e
lo lanciò con rabbia nell'acqua.
Fu allora che si accorse
di una presenza che lo fissava dalla sponda opposta del lago.
Strinse istintivamente
gli occhi per mettere meglio a fuoco, ma la sagoma (che gli era
sembrata femminile) sparì nel nulla. Ma forse si era
sbagliato, era troppo presto perchè ci fosse già
qualcuno in giro come lui...
Rimase
a lungo a fissare le calme acque del lago, scuro ed impenetrabile,
che racchiudeva in sé strane creature e misteriosi suoni,
finché
un sommesso brontolio dello stomaco gli ricordò che era ora di
mangiare qualcosa. Seppur controvoglia, si decise a tornare verso il
castello. Una folata di vento freddo lo costrinse a chinare il capo
verso il basso e ad affondare le mani nelle tasche dei pantaloni.
Non
aveva idea di che ore fossero, ma le poche persone presenti nella
Sala Grande
gli fecero intuire che doveva essere ancora molto presto. Iniziò
a fare la sua colazione, sfogliando pigramente una rivista di
Quidditch che qualcuno aveva abbandonato sulla panca la sera prima.
Dopo
quasi mezz'ora, come per istinto, sollevò gli occhi proprio
mentre Ron ed
Hermione varcavano il portone e, con una sgradevole sensazione di
amaro in bocca, vide che erano maledettamente vicini. Guardò
Ron sorridergli felice, e Hermione abbassare gli occhi con quello che
sembrava essere imbarazzo.
“Ehi,
Harry! Mattinieri oggi, eh?”, disse Ron mollandogli la solita
sonora pacca sulle spalle.
Harry, per tutta
risposta, emise una specie di grugnito da cane affetto da rabbia. Ron
rise di gusto, ma Harry non riuscì a trovarci proprio nulla di
divertente. Posò per un attimo gli occhi su Hermione, la quale
fu rapidissima a riabbassare i propri.
Harry riprese a sfogliare
pigramente la rivista, ben intenzionato ad ignorarli. Ma Ron era
carico come l'Hogwarts Express prima della partenza al binario 9 e ¾
di King's Cross, ed iniziò a parlare senza sosta, come un
fiume in piena.
Dopo venti minuti di
ininterrotto monologo, Ron guardò Hermione e si grattò
la nuca, rassegnato all'insolito silenzio dell'amico.
Trasse un profondo
respiro, come per prendere coraggio, e cominciò a diventare di
un colore surreale.
“Harry...?”
Il moro sollevò a
fatica gli occhi dalla sua rivista: “..Sì..?”
Dopo un'altra accurata
grattatina dietro le orecchie, Ron proseguì: “Ehm,
ecco... noi... Cioè, io e.... ehm, Hermione, vorremmo... ecco,
dirti una... cosa...”
Quella frase, così
confusa, balbettata e a malapena sussurrata, riuscì a suonare
terribilmente catastrofica. Improvvisamente, Harry sentì le
pareti stringersi intorno a lui. Deglutì, faticando a trovare
la voce, ma poi chiese, con finta noncuranza: “...Cosa...?”
Ci fu un lungo silenzio,
poi Ron proseguì: “Ecco, ieri sera... io e... Hermione,
siamo... come dire... abbiamo...”, guardò la ragazza,
come in cerca d'aiuto, ma lei non raccolse la sua richiesta, e
continuò a fissare imperterrita il tavolo.
Silenzio.
“Sì...?”,
lo sollecitò Harry, che iniziava a non respirare più
tanto bene.
“Ecco,
abbiamo parlato e...”, la sfumatura del rosso sul viso di Ron
raggiunse la tonalità di un pomodoro maturo.
“E...?”,
Harry, ormai, stava sudando freddo.
“Ecco,
noi... noi...”
Ancora silenzio.
Harry frenò
l'istinto di afferrarlo per il collo. “C-O-S-A R-O-N?!”,
chiese esasperato e al tempo stesso impaurito dalla possibile
risposta.
“E...
e... CI SIAMO MESSI INSIEME!”, disse a voce alta, tanto da far
girare le persone sedute ai tavoli vicini.
Per un attimo, tutto si
fermò.
... Anche il cuore di
Harry....
Dopo
un tempo infinito, sentì il proprio organo vitale ripiombare
con un unico, forte tonfo, doloroso e crudele, in
fondo allo stomaco.
Senza nemmeno rendersene
conto, strinse tanto forte il cucchiaio che impugnava, da far
diventare bianche le nocche della mano. Per qualche secondo fu
incapace di emettere anche un solo respiro.
E gli fu praticamente
impossibile parlare.
Si rese conto che ora
Hermione lo stava guardando, e si decise ad affrontarla, piantando
duramente gli occhi dentro i suoi, come fossero state lance
infuocate.
Hermione sostenne a
fatica quel duello, uscendone decisamente sconfitta, e per la prima
volta in vita sua, si sentì invadere da una sottile punta di
paura nel vedere il colore degli occhi di Harry diventare così
intenso.
La ragazza sbatté
le palpebre, in difficoltà. Sentiva quegli occhi penetrarla
duramente.
Con la sensazione di
doversi quasi giustificare, ripensò a quello che era successo
la sera prima con Ron. Lui era stato tenero, goffo... e le si era
dichiarato all'improvviso.
Lei,
infondo, ne era stata contenta. Ron era stato impacciato,
divertente... e le aveva parlato con sincerità dei propri
sentimenti. E lei aveva ceduto,
quasi fosse stata una liberazione. Per tutta l'estate il ragazzo le
aveva lanciato segnali fragili, inesperti, ma inequivocabili, e il
sentimento di tenerezza che entrambi provavano era finalmente venuto
fuori.
Ora, però, si
sentiva stranamente a disagio nel reggere il confronto con Harry.
Quello sguardo accusatorio la stava ferendo, e si sentiva quasi
impaurita da quella forza magnetica. Perchè faceva così?
Perchè, all'improvviso, il suo sguardo la faceva sentire
terribilmente in colpa, in difetto, come se gli avesse fatto il torto
peggiore della sua vita?
Inconsciamente, fece un
movimento all'indietro, quasi a difendersi.
Che cosa significava
quell'espressione risentita, offesa, cupa e sofferente?
Tra loro non c'era mai
stato niente...
Lui...
lui non aveva mai fatto
niente!
Insomma, anche le
settimane trascorse insieme erano state assolutamente normali...
Ma il pensiero delle
volte in cui si erano guardati o sfiorati, anche solo
accidentalmente, riaffiorò prepotentemente, e le fece di colpo
mancare il respiro. Ripensò al batticuore provato quando lui
l'aveva stretta tra le braccia, ai suoi incredibili occhi verde
smeraldo e alla dolce lucentezza che vi si accendeva ogni volta che
la guardava. Ripensò al suo odore, che sapeva intensamente di
buono e di pulito... alla sua dolcezza, alla sua protezione, al suo
aspetto, così ribelle, forte e magnetico.
Oh,
no! Santo cielo, ma cosa
stava dicendo? Loro erano solo amici! Harry era sempre stato
circondato da ragazze che morivano per lui, ma a lui non importava
nulla! A parte la breve parentesi con Cho (apparentemente
insignificante), quel discorso sembrava non toccare la sfera delle
cose importanti per lui...
Per lui non sono
niente di più che un'amica... Di questo ne sono certa!
Harry
finalmente le staccò gli occhi di dosso
e, con uno sforzo immane, provò a pronunciare: “B-bene...
sono... davvero felice per voi. Ottimo.”
Lasciò
cadere il cucchiaio (che nel frattempo si era piegato in modo
innaturale) nella tazza, e si passò il tovagliolo sulle
labbra.
Si alzò con difficoltà dal tavolo e disse, con voce
malferma: “Se volete scusarmi... ho... di-menticato una cosa di
sopra.”
La
testa aveva preso a girargli vorticosamente, e il dolore che si
portava dietro dalle prime ore di quella mattina
aumentò a dismisura.
Salì piano le
scale che portavano alla torre dei Grifondoro, senza nemmeno sentire
le spallate dei compagni frettolosi e ritardatari che scendevano per
fare colazione.
Rimase due lunghi minuti
impalato a fissare il ritratto della Signora Grassa, senza però
riuscire a pronunciare la parola d'ordine.
“Ragazzo,
la parola d'ordine... Per entrare, mi devi dire la parola.”
Ma Harry la guardava
imbambolato, incapace di ragionare.
“Caro...
la parola d'ordine...”, disse la signora con uno sguardo
preoccupato.
L'unico
suono che però uscì dalle labbra socchiuse di Harry, fu
qualcosa di molto simile a 'H-e-r-m-i-o-n-e'...
“Harry,
la parola d'ordine non è quella...”, disse preoccupata
la donna nel ritratto.
Harry continuò a
restare immobile, fissando la porta.
La
Signora Grassa incrociò le braccia sul petto, pensierosa, poi
disse: “Ma forse ho capito male... Sì, sì, credo
proprio che prima tu abbia detto 'Fragole
con Panna'...”,
e la porta ruotò, aprendosi per lui.
Harry rientrò
nella Sala Comune quasi trascinandosi, guardando di sfuggita il
divano davanti al camino. Era lì che Ron si era dichiarato?
Gli si avvicinò con occhi selvaggi, e per un folle attimo, si
mise a tastare (quasi a fiutare) il divano rosso, come in cerca di
qualcosa.
Poi si allontanò
infastidito, e andò a chiudersi in bagno.
Si appoggiò con
entrambe le mani ai bordi del lavandino, chinando la testa: “Ce
la posso fare... Lo posso sopportare!”, disse a voce alta. “Non
ne morirò certo...”
Poi si guardò allo
specchio, provando quasi disprezzo per la propria immagine riflessa.
'Razza
di bugiardo!
Ma se non hai nemmeno il coraggio... anche solo di pensare
a lei...!',
disse duramente la voce della sua coscienza, priva di scrupoli e
crudelmente vera.
Sospirò funereo,
incapace di continuare a guardarsi in faccia. Lo specchio era un
confronto troppo duro da reggere.
'Da mesi il suo
pensiero ti sta schiacciando il cuore.... e tu non hai nemmeno la
fierezza di ammetterlo con te stesso!'
Come la sera prima,
sconfitto, si lasciò scivolare a terra con le spalle contro la
parete, e si mise le mani tra i capelli.
“Dio,
cosa mi sta succedendo?”
Scosse la testa, per
allontanare la voce del suo cuore, che gli sembrava urlare disperato.
Doveva
essere felice per loro, non c'erano alternative, non c'erano vie
d'uscita!
Da
sempre, in fondo, il perenne litigare di Ron e Hermione nascondeva
una sorta di sottile corteggiamento, era come se amoreggiassero senza
volerlo ammettere. E adesso... finalmente erano stati onesti con loro
stessi, molto più di quanto Harry fosse mai riuscito ad
essere.
E lui, ormai, non poteva
più permettersi il lusso di pensare a Hermione come a
qualcosa che non fosse un'amica. Era così e basta!
Così e basta...
Il dolce profumo di
Hermione, quasi vanigliato, lo avvolse come in un sogno, e il
desiderio di lei si fece subito sentire.
“No...
NO!”, gridò, battendosi un ginocchio con rabbia.
Dopo un tempo che gli
sembrò infinito, si rialzò, deciso a superare quello
shock iniziale. Non era grave... non era successo nulla! Doveva
farcela, per Ron, per Hermione, per se stesso!
'Non
provo niente per lei... niente! E' solo una reazione stupida, di un
ragazzino geloso che ha paura di perdere i suoi amici. Sono davvero
un cretino!',
si disse con fredda lucidità.
Si sciacquò il
viso con l'acqua ghiacciata, risoluto più che mai a farsi
passare quell'attimo di debolezza. “Ormai è tardi,
Harry... qualsiasi cosa tu possa provare... è troppo tardi!
Sono i tuoi migliori amici e si vogliono bene. E' la cosa migliore
che puoi augurarti per loro!”, disse con fermezza, persuaso dal
fatto che se avesse continuato a ripeterlo a voce alta, se ne sarebbe
convinto più in fretta.
Sentì i rintocchi
della campana e si accorse di essere terribilmente in ritardo per la
prima ora di lezione con il Professor Piton.
“Merda!”,
si lasciò scappare, infilandosi la camicia nei pantaloni e
cercando di riacquistare un po' di dignità. Si precipitò
fuori dalla sua stanza, notando con panico che i corridoi erano già
praticamente deserti.
Fantastico, era solo il
primo giorno con Piton e già sentiva nell'aria la minaccia dei
punti che sarebbero stati tolti alla sua Casa! Correndo per ridurre
al minimo questa eventualità, discese come un pazzo le otto
rampe di scale che portavano nell'atrio centrale, sterzò
bruscamente a destra e voltò subito dietro l'angolo che
portava all'ultima scala per scendere nei sotterranei.
Una
voce, inattesa e sconosciuta, lo raggiunse alle spalle, cogliendolo
di sorpresa: “Non si dovrebbe nei
corridoi correre...”
Harry,
interrompendo la sua corsa, frenò con una formidabile
scivolata.
Col fiatone si girò verso la voce femminile che lo aveva
ripreso, e rimase ancor più senza fiato quando due occhi blu
lo folgorarono incrociando i suoi.
“...
Oh... Pro-fes-so–res–sa Keen...”
“Buonciorno.
Posso conoscere
chi sei...?”, domandò lei con gentilezza, avvicinandosi.
“Sono...
Harry... Potter.”
Gli
occhi di lei, se possibile, divennero ancora più luminosi e
splendidi: “Ohm... sì, sì... ho sentito di
te parlare”,
disse la ragazza con un accento strano e invertendo nuovamente la
posizione del verbo”.
Harry sorrise per
quell'insolito modo di parlare, ma cercò di non farlo vedere.
“Dove
vai, così di... ohm... sretta?”
“Fretta”,
la corresse automaticamente Harry.
“Co-me?”
“Fretta,
si dice 'f-r-e-t-t-a', non 'sretta'..”, le sorrise, divertito.
La ragazza,
incredibilmente bella nella luce del mattino, arrossì
leggermente: “Ohm, io devo forse imparare meglio...”
“No,
no... va benissimo, professoressa...”, la rassicurò
Harry.
“Io
non capire questo... professoressa...
Non mi sento così... grande. Tu puoi chiamare me Isabel”,
e rivolse a Harry un incredibile, magnifico sorriso.
Harry sbattè le
palpebre, arrossendo violentemente, soprattutto perchè quella
giovane ragazza, in effetti, tutto scatenava nella sua fantasia,
tranne che l'immagine di un'insegnante.
“Ehm,
ecco... non posso, professoressa. Vede, lei... è...
la mia professoressa...”
Sembrò
delusa, ma poi sorrise di nuovo: “Oh, zverto...
io capisco.”
Harry
rise di nuovo: “Si dice 'certo',
professoressa...”
Lei sorrise insieme a
lui, poi disse: “Io credo tu faccia tardi, adesso.”
Il naso adunco di Piton e
il suo brutto faccione si sovrappose a quello soave della
professoressa Keen, e Harry si ricordò del motivo per cui
stava correndo tanto.
“Oh,
sì, devo scappare! Sono in ritardo! Ci... vediamo,
professoressa...”
“Sì,
Harry...”
Harry
scese le scale quattro gradini alla volta, ritrovandosi nei bui
sotterranei che portavano alla stanza di pozioni. Sfilò la
borsa dalla spalle ed entrò nell'aula cercando di rendersi
invisibile, visto che il professor Piton stava scrivendo alla
lavagna e gli dava le spalle. Aveva quasi raggiunto il suo banco
quando l'occhio gli cadde su Ron e Hermione (seduti maledettamente
vicini), per
la precisione sulla mano di Ron, che accarezzava timidamente quella
di Hermione.
Harry, senza riuscire a
staccare gli occhi dai due, non si accorse che i lacci della sua
borsa gli erano finiti tra i piedi ed inevitabilmente, nonostante
inutili e goffi tentativi di afferrare a vuoto l'aria, inciampò
con un baccano colossale, finendo miseramente steso per terra.
Scoppiò una risata
generale, e il commento di Malfoy lo colpì alle spalle come
una pugnalata: “Potter, Potter... dura la vita, eh? Vai a
fidarti degli amici!”
Harry lo fulminò
con lo sguardo, mentre cercava di rialzarsi lentamente.
Draco
continuò, imperterrito: “Cos'è? Ti si sono
sbucciate le ginocchia? Beh, puoi sempre chiedere l'aiuto della tua
mezzosangue,
no?”
“Fottiti,
Malfoy!”, ringhiò Harry.
“Bene,
bene, bene... Potter! Ti sei degnato di unirti a noi questa
mattina?”, sibilò Piton con la sua solita voce lenta e
cadenzata. “Mi rincresce averti disturbato facendoti alzare
così presto... a causa della mia prima ora di lezione...”
Harry si sedette con la
testa bassa, nel suo nuovo banco, vuoto e solitario.
“Dieci
punti in meno per Grifondoro!”, sentenziò Piton con
crudele godimento.
Harry non provò
nemmeno a replicare, e tirò fuori il suo libro di pozioni,
maledicendo la sua stupidità, rimproverando la sua debolezza e
odiando quell'inizio d'anno così disastroso.
“Avete
45 minuti per provare a comporre la 'pozione
dissetante'.
Potter, a te ne rimangono solo 35, visto che il concetto del tempo
non rientra nelle tue priorità. E se, alla fine, il colore
della pozione non sarà giallo come deve, altri 20 punti
verranno sottratti alla tua casa.”
“Ma
come fac...”, sibilò Harry tra i denti, prima di essere
interrotto dal professore, che sentenziò: “Altri cinque
punti in meno, Potter. Vuoi continuare a parlare o pensi che sia il
caso di iniziare a mischiare gli ingredienti?”
Harry gli lanciò
uno sguardo omicida, che racchiudeva tutto l'odio e il rancore che
provava in quel momento. Piton ricambiò l'occhiataccia, ma col
sorriso sulle labbra.
Harry strinse il manico
del suo calderone con forza e chinò il capo, sconfitto. Sentì
su di sé lo sguardo dispiaciuto di Hermione, ma per tutta la
lezione non si voltò mai dalla sua parte, non alzò mai
gli occhi dal suo lavoro, quasi non respirò.
Nei 35 minuti che gli
furono assegnati, Harry fece del suo meglio per raggiungere il
risultato, e alla fine la sua pozione divenne di un colorino giallo
tenue... ma pur sempre giallo!
Con orgoglio la
imbottigliò, portandola trionfalmente verso Piton, che aveva
la stessa aria contrariata di uno che aveva appena mandato giù
un panino farcito con doppio strato di cacca di drago.
“Ecco,
professore,
come da lei richiesto...”
Piton lo guardò
pieno di sdegno, arricciando il naso di fronte al buon risultato
ottenuto dal ragazzo. Harry allungò la mano verso la cattedra,
ma proprio in quel preciso momento, sentì bisbigliare qualcosa
alle sue spalle.
E l'ampolla di vetro,
improvvisamente, gli sfuggì dalle mani, come se qualcuno
gliel'avesse strappata di netto. Harry, senza capacitarsi del perchè,
seguì come al rallentatore l'immagine della bottiglietta
finire rovinosamente a terra e frantumarsi in mille pezzi.
Lo sguardo di Piton, da
disgustato, si tramutò in vittorioso: “Temo, Potter, di
dover considerare il tuo lavoro come 'non consegnato'... Venti punti
in meno per Grifondoro!”
Con un rapido gesto della
bacchetta, il professore fece sparire nel nulla i pezzi di vetro e
quello che restava della pozione dissetante.
Harry serrò le
mascelle tanto forte da sentire i propri denti fare rumore, ma non
gli diede la soddisfazione di abbassare per un solo attimo lo
sguardo. Lentamente gli voltò le spalle, dirigendosi verso il
suo banco, e fu allora che vide il sorriso beffardo e sornione di
Draco Malfoy.
“Povero
Potter... il destino si accanisce contro di te!”, poi, facendo
un gesto con il capo, indicò il banco dove Ron e Hermione
stavano assurdamente vicini e gli chiese: “Dì la
verità... Ti brucia, eh?”
Non fu tanto il
realizzare che era stato Malfoy a pronunciare l'incantesimo che
aveva mandato in frantumi il suo lavoro, quanto quell'ultima frase
detta con derisione, che gli fece letteralmente andare il sangue al
cervello. La rabbia di Harry esplose all'improvviso, forte e
implacabile.
“Sei
un bastardo, hai fatto cadere tu, la mia pozione!!”, gridò
Harry, avventandosi su di lui.
“Ma
che stai dicendo? Io non ho fatto niente... tu sei pazzo!!”
La rabbia di Harry, se
possibile, aumentò ancora di più. Tutta la nobiltà
del duello con le bacchette andò decisamente a farsi benedire,
e i duri anni di allenamento a fare a botte con il cugino ebbero
l'inevitabile sopravvento: “Brutto figlio di Mangiamorte!”
“Harry
non farlo!”, gridò una voce, che gli sembrò tanto
essere quella di Hermione.
Ma con un pugno
portentoso colpì Draco in pieno viso, e il malcapitato crollò
all'indietro, trascinandosi anche la sedia. Harry gli fu subito
addosso e continuò a sferrare colpi finchè tre persone
non lo tirarono su di peso per riuscire a separarlo dal biondo.
“Ti
conviene non farti più vedere nei paraggi, Malfoy!”,
ringhiò Harry col fiatone e con i capelli arruffati.
Draco,
col sangue che gli colava dal naso e che contrastava terribilmente
con la sua pelle diafana, disse a fatica: “Lo sapevo…
che eri pazzo... Ti dovrebbero rinchiudere ad Azka...”
“Sta'
zitto! Perchè non ci vai tu a far compagnia a tuo padre! E'
quello il posto giusto per...”
“Adesso
basta!”, tuonò il professor Piton avvicinandosi, “Voi,
accompagnate Malfoy in infermeria... e tu, Potter, in punizione.
Stasera, da me, alle nove!”
La campana suonò e
tutti si affrettarono a sgattaiolare via silenziosamente. Ron e
Hermione provarono ad avvicinarsi a Harry, ma lui, senza nemmeno
guardarli in faccia, raccolse la sua borsa ed uscì a testa
bassa dall'aula.
Ovviamente,
a tutti coloro che hanno commentato, arriva un super bacio dritto
dritto in fronte!! Grazie, infinite! Il vostro sostegno è per
me fondamentale... In particolare, ci tengo a ringraziare:
Sparkling
Angel: Wow, mi hai fatto arrossire, con i tuoi complimenti...
GRAZIE! Sei dolcissima e non posso che essere onorata di averti tra
le mie 'commentatrici.' E' sempre un piacere, per me, avere delle
lettrici di spessore, e tu ne fai decisamente parte! Ebbene, sì,
il rating rosso è giustificato, ma... io le cose le faccio un
po' sospirare. Lungi da me il volermi fare pubblicità, ma...
se hai voglia, mi farebbe piacere sapere che ne pensi dell'altra fic
che ho scritto (Senza smettere di amarti)... Lì potresti
divertirti davvero!
Ancora
Graaaaaaaazie!!! Bacioni!
Sabri89:
Fantastica Sabri, ciao! Bravissima! Hai colto nel segno in modo
impeccabile tutto quello che volevo trasmettere, e il tuo acume e la
tua sensibilità non possono che riempirmi di gioia e orgoglio!
Grazie
infinite per il tuo bellissimo commento e per i tuoi complimenti, che
mi fanno piacere da morire! Non si prospetta un periodo esattamente
facile per Harry, ma.... Bacioni!!!
Stizy:
Dolcissima
Amica Mia!! Lo sai quanto io tenga a te, e il tuo commento, come
sempre, mi onora e mi riempie di gioia! Lo so, lo so.... Hermione e
Ron... una vera sofferenza! Ma mi conosci, e il vero amore, alla fine
trionferà... o no? :-)) Certo che sì! Baci !!! Tu
quando aggiorni?!?!?
Jojipv:
Ma ciao!! ^___^ Hi hi hi, hai ragione! Dura la vita, soprattutto
quando Hermione decide di mettersi con Ron.....! Pensa al nostro
povero Harry! Ahh, periodaccio, per lui! Ma non temere, ok? Grazie
infinite per il tuo commento, sempre graditissimo e divertente! Un
bacio grande e speciale per te!
Summers84:
Ciao!! Sono felice di essere riuscita a trasmettere in pieno la
frustrazione che prova il nostro povero Harry... E la nuova prof...
Uhm, vedrai!! Grazie per il commento! A presto!
Granger90:
Ciao Tesoro!! Quanto hai ragione, Harry si trattiene a fatica... E
non lo aspettano tempi facili! Ma tu tieni duro e continua a leggere,
mi raccomando, perchè le sorprese non finiscono qui!!! Grazie
infinite anche a te per essere sempre presente! Un bacio grandissimo!
Marco:
Stellina
mia, quanto sei importante, con i tuoi commenti!! Grazie, grazie,
grazie! Lo sai che ci tengo da matti all'unico ragazzo che commenta,
quindi tieni alta la bandiera, ok??? Un bacione speciale per te, a
presto!
-
7 -
“Un
giorno da dimenticare”
Quel
giorno, iniziato in modo nefasto, proseguì come se non dovesse
mai finire, e riuscì a peggiorare in modo catastrofico.
In
rapida successione, Harry riuscì a prendersi:
-
una ramanzina dalla professoressa Sprite per aver fatto sbadatamente
cadere un vaso che conteneva l'Arboscello
di Antermoia (rarissima
pianta acquatica che cresceva solo in alcune zone del Lago Carezza,
sperduto tra le alte montagne del Rotstein), e che gli costò
15 punti in meno per la sua Casa.
-
Una predica memorabile dalla professoressa McGranitt, per aver fuso
parzialmente la mano di Calì Patil insieme al piatto
che lei gli stava tenendo, e che era da trasformare in una bottiglia
di succo di mele. La conseguenza fu un'ora extra di ripasso
dell'incantesimo, nel suo ufficio, quello stesso pomeriggio.
-
Una paternale senza precedenti dal professor Vitious, perchè
fece andare a fuoco mezza cattedra con un incantesimo partito
inavvertitamente dalla sua bacchetta che,
stretta tra ledita, si era animata di vita propria quando aveva visto
la mano di Ron allungarsi e sfiorare il ginocchio di Hermione. Altri
20 punti furono sottratti dalla clessidra.
-
Una filippica senza fine da Madama Bumb, perchè quel giorno,
Harry proprio non ne voleva sapere di restare concentrato mentre
volava, e per ben tre volte era riuscito a perdere l'equilibrio e
rischiare di rompersi l'osso del collo. Per punizione, si sentì
promettere che avrebbe saltato il primo allenamento di Quidditch.
-
E persino Hagrid gli diede una sonora tirata d'orecchie per aver
schiacciato senza accorgersene un'intera famiglia di piccoli
'Granchietti
Zovencedi Velenosi dalle
classiche tenaglie viola'. Ma fu l'unico ad avere un minimo di pietà
e a risparmiargli un castigo.
Teso,
amareggiato, e furioso col mondo intero, per poco non mollò un
pugno a Ron, quando questo lo afferrò per un braccio,
fermandolo prima che scendesse per la cena.
“Harry...”
“Che
vuoi?!”, rispose il moro con rabbia.
“Ehi,
si può sapere che ti prende?”
Harry,
con un gesto brusco e deciso, si liberò dalla stretta
dell'amico: “Niente!”, disse con tono glaciale.
Il
rosso ci rimase male: “Questo non è...
niente!”
“Lasciami
perdere, Ron”, sentenziò Harry, scostandosi e iniziando
a lanciare con rabbia i suoi libri nel baule.
Ma
Ron gli andò dietro, imperterrito: “E' tutto il giorno
che mi eviti!”
“Ma
che diavolo stai dicendo?”
“Harry,
non mi hai mai rivolto la parola!”
“Perchè?
Tu l'hai fatto?”
“E
come avrei potuto? Dimmi? Ogni volta che mi giravo a cercarti tu...
non c'eri! Ti sei praticamente volatilizzato al termine di ogni
lezione!”
“Io
non... Stai dicendo delle fesserie!”
“Sto
dicendo la verità!”
“...Piantala!”
“Perchè?
Si può sapere perchè fai così?” gli
chiese, prendendolo nuovamente per il braccio.
I
compagni di stanza, vista l'aria che tirava, preferirono dileguarsi.
“Così...
come?”,
chiese Harry a denti stretti, liberandosi dalla presa di Ron con un
gesto ancora più deciso e disgustato.
“Miseriaccia,
Harry, sembri indemoniato! Fai paura... Si può sapere cos'è
successo?”
Harry
lo fissò, e poi riabbassò lo sguardo, fingendo di
sistemare dei vestiti: “Proprio niente!”
“Non
credere di prendermi in giro!!”, disse Ron a voce alta.
“Ti
ho detto
NIENTE!”,
rispose Harry con lo stesso tono.
“Beh,
a me non sembra!”, gridò Ron.
“Beh,
si dà il caso che io non abbia voglia di parlarne con te!”,
rispose Harry gridando più forte.
I
due si studiarono per un lungo momento.
“E'...
per Hermione, vero?”, chiese Ron con la voce pericolosamente
bassa.
Harry
si paralizzò.
“Avanti,
dillo!” lo spronò il rosso.
Harry
mandò giù il nodo che gli si era improvvisamente
formato in gola: “Io... non ho niente da dirti!”
“Forza!
Ammettilo...”
Il
moro a quel punto gli voltò le spalle, incapace di continuare
a reggere il suo sguardo.
“Sei
proprio fuori strada”, disse dopo un tempo infinito, abbassando
a sua volta la voce e trattenendo a fatica la rabbia.
“Tu
me lo devi!”
Harry
si voltò a guardarlo selvaggiamente: “COSA? Io non ti
devo proprio niente!”
“Siamo
amici, no?”, lo sfidò Ron, guardandolo dritto negli
occhi.
Harry
strinse forte i pugni: “Questo
cosa c'entra?”
“C'entra
eccome!”
“Stai
dicendo un sacco di stronzate!”, dichiarò, furioso.
“E
allora dimmi cosa cazzo ti prende!” urlò Ron,
esasperato.
A
quel punto, Harry lo afferrò per la camicia, all'altezza del
collo, stringendo forte.
“Te
l'ho già detto, sei diventato sordo? O devo spiegartelo in un
altro modo... così forse lo capisci meglio?”
“Ma
ti senti? Stai diventando più stronzo di Malfoy!”, disse
a fatica Ron, con la voce strozzata.
Solo
allora, Harry si rese conto di quello che stava facendo, e quasi si
spaventò. Mollò subito la presa: “Magnifico...”
sussurrò.
Ron
si massaggiò il collo, ma non diede peso al gesto dell'amico,
quasi non ne avesse colto la gravità. Rimase coraggiosamente
di fronte a lui e scosse lentamente la testa, guardandolo con una
gentilezza che gettò Harry nella disperazione: “Io...
io, ti capisco. Hai paura che io e Hermione possiamo escluderti,
adesso... adesso che... sì, insomma, adesso che stiamo
insieme...”
“Stai
sbagliando di grosso! Non ho paura proprio di niente, io!”,
rispose Harry, disarmato dalla tenacia di Ron.
“Per
me e Hermione sarai sempre il nostro migliore amico, Harry, devi
stare tranquillo. Noi staremo sempre insieme!”
“Certo,
soprattutto quando vi rotolerete avvinghiati sul divano!”
Ron
ci pensò un po' su, poi disse, con un sottile sorriso: “Beh,
in effetti, non proprio sempre...”
“Senti,
Ron, voglio solo essere lasciato in pace, ok?”
“Ma
perchè? Deve
essere
successo qualcosa... Dimmelo, ti prego...”
“Insomma,
hai finito con questo interrogatorio? Ti ho detto che sto bene! Sono
solo stanco!”, ammise Harry, sfinito da quel confronto.
“Harry,
è appena il primo giorno, qui a Hogwarts... non puoi essere
già stanco.”
“Sono...
stanco di questa giornata disastrosa!”
Ron
lo guardò, sembrò riflettere a lungo, e improvvisamente
scoppiò a ridere, lasciando Harry sgomento.
“Beh,
effettivamente non riesco a darti torto... Sei riuscito a battere
tutti i record di PPT
nella storia di Hogwarts!”
Harry
aggrottò le sopracciglia: “Tutti i record di... cosa?”
“Di
PPT,
ovvero:
Punizioni e Punti Tolti! Credo che fossero Fred e George a detenere
il titolo...” Lo guardò con complicità e si
arruffò i capelli dietro la nuca: “Nemmeno io sarei
riuscito a fare di meglio in un giorno solo... Hai combinato un
disastro dopo l'altro!”
Lo
guardò quasi con ammirazione, e continuò: “Non
avevi mai accumulato tanti rimproveri in una botta sola! E credo che
Grifondoro non sia mai stata così sotto di punti in tutta la
sua storia!!”, soffocò un'altra risata, poi aggiunse:
“Però... Miseriaccia, Harry, che cazzotto memorabile che
hai dato a Malfoy! Sei stato davvero grande!”
Si
scambiarono uno sguardo cameratesco, complice, poi Ron continuò:
“E la mano di Calì... fusa nel piatto...
Strepitosa!! Per non parlare della sua faccia... Semplicemente
fantastica!”
Harry
rimase a guardare l'amico che aveva iniziato a sbellicarsi dalle
risate, e inevitabilmente ne fu contagiato. Nonostante fosse proprio
lui il motivo di tanto malumore, la sua risata era assurdamente
coinvolgente e Harry iniziò a ridere a sua volta, sempre più
forte, finchè non si ritrovarono a tenersi la pancia come due
ragazzini.
Per
un attimo tutto passò, tutti i suoi pensieri, tutta la sua
rabbia, e angoscia, e... gelosia.
E
capì che non poteva serbare rancore al suo migliore amico,
proprio non poteva!
In
fondo che colpa ne aveva, Ron, se si era accorto di amare Hermione
e... ed era stato solo più veloce di lui nel confessarglielo?
E
poi, cosa ancor più dura e difficile da accettare, ma chiara
come il sole... Hermione lo ricambiava, no? Quindi per lui non c'era
decisamente posto!
Avevano
ancora le lacrime agli occhi quando Ron, all'improvviso, gli si mise
di fronte e lo abbracciò. Harry rimase immobile, stupito da
quel gesto inatteso.
“Harry,
scusami se non ti ho detto di lei...”
Harry
si irrigidì ancora di più.
“Vedi,
io... non credevo che sarei mai riuscito a... sì, insomma... a
dichiararmi, con Hermione...”, si scostò e sollevò
gli occhi azzurri su quelli verdi dell'amico. “Ma... tu sei
felice, per
noi,
vero?”
Ecco...
erano arrivati al punto.
Harry
adesso avrebbe dovuto mentire.
E
mentire adesso, avrebbe significato dover continuare a farlo per il
resto dei suoi giorni.
Il
suo silenzio fece leggermente incupire Ron, che lo guardò,
restando in attesa.
“...Certo...
certo che sono... felice per... voi”
Ron
se lo strinse ancora una volta al petto, e mai come allora Harry si
sentì più ipocrita. Abbracciava il suo migliore amico,
ed in segreto, silenziosamente, amava la sua ragazza.
Quella
situazione doveva finire.
Subito!
In
fondo, Harry si era accorto di provare dei sentimenti per Hermione da
poco... pochissimo!
Era
ancora in tempo per riprendersi. Ci avrebbe sofferto un po', forse,
ma poi gli sarebbe passata. La loro amicizia era più
importante. Più importante di qualsiasi altra cosa.
“Dai,
ho una fame da lupi! Giù avranno già iniziato a
magiare...”, disse Ron, e abbracciandolo saldamente per una
spalla, lo condusse fuori.
Mentre
si dirigevano insieme verso la Sala Grande, incontrarono Luna, che
stava saltellando allegramente con una stravagante e alquanto vistosa
acconciatura di capelli.
Ron,
riconoscendola, fece per nascondersi dietro una statua, ma lei fu più
veloce.
“Ciao,
Ronald!
Ciao Harry!”
“Ciao,
Luna...”, rispose Harry, notando che Ron gli restava dietro,
quasi ne avesse paura.
“Andate
a mangiare?”
“Proprio
così.”
“Che
combinazione! Anch'io!!”, disse, tutta felice.
“Ma
dai... guarda che strana coincidenza! Sono le sette e mezza... e
tutti andiamo a mangiare!”, disse Ron con ovvietà e
scuotendo la testa.
La
ragazza sorrise beatamente, senza rendersi conto del fatto che Ron si
stava burlando di lei.
Ron,
quasi parlando da solo, disse: “Spero solo che non ci siano i
fegatini di pollo, stasera! Li odio... Assomigliano tanto ad una
poltiglia che mia madre dava da mangiare ai maiali! E' il cibo giusto
per i Serpeverde... Sapete, ho visto Tiger mandarne giù una
quantità infinita, e ora che ci penso, ricordava proprio uno
di quei maiali!”
Luna
scoppiò a ridere, e i suoi orecchini (realizzati con quello
che sembrava essere fil di ferro e pezzettini di plastica colorata)
iniziarono ad oscillare avanti e indietro.
“Troppo
forte!! Che
ridere...!”
Ron
guardò l'amico con aria perplessa, e si cacciò le mani
in tasca, iniziando a camminare.
Ma
dopo qualche passo, Ron tornò a guardare la ragazza con aria
furtiva.
“Luna,
ma... cosa... ehm, che cosa hai fatto ai capelli?”, chiese
allungando la mano e puntando timidamente un dito ad indicare la
massa di capelli raccolta in modo così eccentrico.
“Oh,
te ne sei accorto!”, rispose lei sognante.
Ron
rise di gusto: “E come avrei potuto non accorgermene?”
Altra
grassa risata da parte di Luna: “Già, è vero....
come avresti potuto nonnotarmi...”
Ron
si rabbuiò all'istante: “Non ho notato te,
ho notato i tuoi...”
“Ah,
ah, ah!! Che spasso che sei, Ron...”, Luna si stava divertendo
da matti, e Ron la guardò con un misto di stupore, meraviglia
e curiosità.
“Per
me è tutta matta...”, sussurrò all'orecchio di
Harry.
“Sai,
ieri ho visto la professoressa Keen, quella nuova, e aveva dei
capelli così belli! Ho provato a raccoglierli come lei...”,
ammise Luna, cercando di tornare seria.
Ron
pensò al paragone, e sghignazzò nuovamente senza pietà:
“Luna, la professoressa Keen è... una specie di veela...
è... un angelo! E i suoi capelli sono 'magici'! La tua
acconciatura
sembra più... un nido di rondini venuto male... e che ha
lottato per resistere ad un violento temporale!”
Luna
si fermò, lo fissò per un secondo ed poi iniziò
a ridere di gusto, lasciandolo spiazzato. Non era certo stato un
complimento, il suo, eppure la ragazza sembrava non essersi offesa
per niente.
“Uuuh,
Ron, che simpatico che sei! Mi fai sollazzare ogni volta! L'ho sempre
detto che mi piacevi...”
A
Ron andò di traverso la saliva, e per poco non s'ingolfò
a furia di tossire.
Luna
si affrettò a picchiettarlo sulla schiena, assicurandosi che
tornasse a respirare normalmente.
“E'
tutto... a posto!”, la tranquillizzò Ron, arrossendo
sotto quelle mani premurose e inaspettate.
Fu
così che arrivarono in Sala Comune, e si unirono alle
rispettive tavole. Luna salutò i due ragazzi e riprese a
saltellare con noncuranza.
“Certo
che è proprio fusa, quella Luna...”
“Sì,
abbastanza. Però a me è simpatica! E' una ragazza
buona... ed è molto sola.”
“Già,
ma non per questo mi sembra triste. Voglio dire: altri, al suo posto,
forse si sarebbero già ritirati dalla scuola, ma lei... lei
no! E' sempre col sorriso, spensierata... dolce....”, confessò
Ron, quasi stupito dalle sue stesse parole.
“Chi
è spensierata e dolce?”, chiese Hermione, sbucando da
dietro Ginny.
Harry,
che l'aveva evitata per tutto il giorno, si ritrovò vicino a
lei e per un attimo non seppe dove guardare.
“Io...
no, niente... stavo solo... era... E' stato Harry!”, farfugliò
Ron, nel panico.
Il
moro lo guardò torvo, e si sedette senza aggiungere una
parola.
La
cena si svolse apparentemente nella normalità, anche se Harry
si ammutolì e non disse più nulla, mentre gli altri
componenti della tavola continuarono la loro piacevole conversazione.
Per
tutta la cena, Harry tentò di ignorare gli sguardi dolci che
Ron lanciava a Hermione. Preferì fingere di non vedere i
sorrisi che lei gli restituiva con timidezza, e si ostinò a
non ascoltare i loro sussurri accompagnati da risatine soffocate.
Hermione
sembrava prestare particolare attenzione a non lasciarsi andare
troppo davanti a Harry, e ogni volta che Ron tentava un timido
approccio, lei lo rimproverava con uno sguardo eloquente.
Qualche
minuto prima delle nove, Harry salutò gli amici, come se nulla
fosse, e si diresse verso i sotterranei di Hogwarts, percorrendo i
corridoi freddi e bui che portavano nell'ufficio di Piton, dove
avrebbe dovuto scontare la sua punizione.
Lui
era lì ad aspettarlo, in piedi, con la sua solita aria
contrariata e offesa.
“Sembra
che almeno stavolta tu sia arrivato puntuale... Potter!”
“Che
cosa devo fare?”, chiese Harry senza nemmeno salutarlo.
“Ti
sarei grato se mi chiamassi Professore, o Signore...”
“Che
cosa devo fare, professore?”
“Molto
bene. Diciamo che ho bisogno di un aiuto a ritrascrivere le etichette
che distinguono le mie pozioni. Ovviamente, non potrai usare la
magia... Credo che tu possa iniziare da qui”, e con un gesto
rapido della mano, sfoderò la bacchetta e con questa aprì
uno dei suoi tanti armadi. Dentro c'erano come minimo 300 ampolle e
contenitori di ogni forma e colore. Le etichette erano vecchie,
sbiadite, rovinate e consumate.
“Per
ognuna, dovrai prima ricopiarne il nome, poi, dovrai eliminare la
vecchia etichetta e sostituirla.”
“Da
dove devo iniziare? .... Professore?”
“Direi
da quelle che stanno più in alto.”
Harry
si arrampicò sulla ripida scala di legno, e prese la prima
ampolla a sinistra, ricoperta di polvere e praticamente vuota.
Si
mise a sedere e trascrisse su un'etichetta la complicata parola
'Philodestihus
Amarihinto',
nella sua scrittura più ordinata e chiara possibile, poi fece
per attaccarla sopra quella vecchia.
Il
professor Piton lo bloccò: “Prima devi togliere
l'altra...”
Harry
lo guardò perplesso, poi gli chiese: “E come dovrei
fare, mi scusi?”
“Oh,
sono sicuro che troverai tu, il modo migliore per farlo...”, e
con questo, si mise a sedere sulla sua poltrona ed iniziò a
correggere dei compiti.
Harry
tornò a guardare l'ampolla di vetro che stringeva tra le dita,
cercando di dosare la forza per evitare di spaccarla. Con un dito,
sfiorò la vecchia etichetta, che era tenacemente incollata al
vetro. L'unica cosa che gli venne in mente di fare, fu iniziare a
grattare con le unghie il pezzo di carta.
Certo
non era un gran che, come metodo, ma almeno sembrava funzionare. Dopo
mezz'ora però, si accorse con inquietudine che era solo alla
seconda bottiglietta, e le sue dita erano già parecchio
indolenzite.
Arrivò
mezzanotte e Harry aveva 11 ampolle in attivo, e tutte le sue 10
unghie che iniziavano a sanguinare.
Il
professor Piton non lo aveva degnato di un solo sguardo, e quando
sentì il dodicesimo rintocco dell'orologio, guardò con
aria disgustata il tavolo.
“Il
risultato del lavoro è misero e scadente. Ma cosa potevo mai
aspettarmi, da te, Potter? Purtroppo sono certo che non mancheranno
altre tue visite in questa stanza... Ora vattene!”
Harry,
stanco, arrabbiato, mortificato e pieno di rancore, uscì con
un 'buonasera' digrignato tra i denti.
Si
trascinò verso la Torre dei Grifondoro, desiderando solo di
lasciarsi morire sul proprio letto.
Attraversò
come un automa il varco che portava alla sua Casa, passando accanto
al divano insolitamente posizionato davanti al camino, il quale era
stato acceso per il primo fuoco della stagione e portava ancora le
tracce della brace rossa.
...
E li vide.
Ron
e Hermione.
Ron
la stringeva, teneramente. Lei gli si era addormentata tra le
braccia, come una bambina bisognosa di protezione, indifesa,
dolcissima...
Quella
vista, seppur durata solo il breve tempo di un battito di ciglia, lo
sconvolse e lo ferì come se avesse ricevuto una coltellata in
pieno petto.
'Sei
felice per loro... non è vero, Harry?' Gli
chiese cinicamente la sua coscienza.
Si
guardò le mani sporche, piene di residui di colla e carta,
misti a sangue... e si sentì la persona più infelice
della terra!
Silenziosamente
andò in bagno, si lavò e si lasciò poi cadere
sul letto, stremato e vuoto, privato di ogni minimo barlume di gioia.
*
* *
Fu
una notte priva di sogni, di ricordi, di sensazioni o di riposo.
L'unica
cosa che Harry capì, fu che se continuava a torturarsi in quel
modo, ne sarebbe uscito distrutto. Molto più di qualsiasi
incontro avuto con Voldemort!
Quella
gelosia lo stava consumando e devastando.
Decise
che se la sarebbe fatta passare, in un modo o nell'altro! Ci avrebbe
messo tutto il suo impegno, tutta la sua buona volontà per
non pensare più a lei,
per non desiderarla... per non volerla più così
intensamente.
Si
alzò dal letto con la testa pesante e spettinata. Guardò
Ron dormire e provò una profonda invidia, desiderando di poter
essere lui quello che riposava serenamente, e il cui unico pensiero
consisteva in quanti baci sarebbe riuscito a dare quel giorno a
Hermione.
Poi
scosse la testa, arrabbiato. Non era certo quello il modo migliore
per prestar fede ai suoi buoni propositi.
Dopo
qualche minuto, anche Ron aprì gli occhi e a fatica si sollevò
dal letto, accompagnando un portentoso sbadiglio ad una stiracchiata
della durata di 45 secondi.
“Ciao
Harry...”, biascicò.
“...Ron.”
Con
gli occhi ancora semichiusi, in slip e canottiera, Ron si diresse
lentamente verso il bagno. Quando però aprì la porta,
un secchio d'acqua ghiacciata lo investì in pieno.
A
Ron si mozzò il fiato, e rimase paralizzato dalla sorpresa. Lo
sghignazzare di Fred e George gli arrivò alle spalle, e lui si
voltò con uno sguardo omicida: “S-siete... due... due
veri stronzi!”, disse quando riuscì a riprendersi dallo
shock.
“Ehi,
fratellino, che parole sono mai queste?”, rise Fred.
Ron
si passò una mano sulla faccia, ancora sconvolto e con la
pelle d'oca .
“Vi
meritereste ben di peggio! Idioti!”
“Ma
noi lo abbiamo fatto per te...!”, replicò George.
“Come
sarebbe a dire, per me?!”
“Certo!
Dovevamo aiutarti a placare... i tuoi bollenti spiriti...”, e
scoppiò a ridere a crepapelle, imitato dal gemello.
Ron
passò dal rosso pallido al rosso intenso in meno di un
nanosecondo.
A
Harry quella battuta non piacque per niente! Ron era già
arrivato al punto di dover placare i suoi bollenti
spiriti??
“Razza
di imbecilli...”
“E
dai! Non fare l'offeso, adesso... Piuttosto... spara! Com'è?”
Ron,
gocciolante, fece un gestaccio osceno all'indirizzo dei fratelli, e
afferrò un asciugamano.
“Non
te la sarai mica presa... Avanti! A noi puoi dirlo... Hermione si è
fatta proprio carina, ultimamente...”, disse sognante Fred.
“Mi
sa che la doccia fredda dovreste farla voi, dementi che non siete
altro!”
“Uh,
uh... fai il timido, adesso, eh? Ieri sera, però, non sembravi
tanto timido!”
A
Harry si ingarbugliarono le budella.
Ron,
infuriato, si tolse una ciabatta e la lanciò con tutta la sua
forza verso Fred, colpendolo in pieno. In pochi secondi ne seguì
un'azzuffata strepitosa tra fratelli, che Harry si gustò
pienamente, augurandosi che i gemelli mettessero fuori uso la bocca
di Ron per almeno due settimane.
Ma,
contro ogni sua speranza, Ron se la cavò solo con qualche
graffio e niente più.
A
lotta finita, Harry scese lentamente a fare colazione e dopo qualche
minuto arrivò anche Ginny.
“Ciao
Harry!”, disse allegra come non gli era mai capitato di vederla
prima.
“Ginny...”
“Come
stai? Hai un'aria funerea, da ieri...”
Harry
si infilò in bocca un'intera fetta di pane imburrata con tre
centimetri di marmellata spalmata sopra, e si decise a rispondere
solo dopo essere riuscito a mandar giù l'intero boccone.
“Una
meraviglia! E tu?”
“Oh,
benissimo anch'io, te lo assicuro...”
“Come
mai?”
“Finalmente
mio fratello si è accorto che era ora di smetterla di fare
l'idiota e si è deciso a crescere! Quello stupido ha capito
che annusare di nascosto le cose di Hermione non lo avrebbe portato
da nessuna parte...”
A
Harry andò di traverso il succo di mirtilli, e riuscì a
sporcarsi la camicia appena messa. Ginny (ricordandogli terribilmente
Hermione), pronunciò un 'Gratta
e Netta'
alla velocità della luce, e la macchia si dissolse nel nulla.
“Cosa...
cosa faceva, Ron?”, domandò Harry incredulo.
“Ti
prego, non dirgli che te l'ho detto, altrimenti mi uccide!”
Harry
scosse lentamente la testa, incredulo e complice allo stesso tempo.
“Già,
è andato avanti per tutta l'estate, pensando che io non me ne
accorgessi... ma è troppo imbranato!”
“E...
Hermione...?”
“Oh,
lei è ancora più impacciata di lui! Sai, è
totalmente priva di esperienza, poverina... un vero disastro!”,
sentenziò con fare esperto. “Pensa che con Victor si è
a malapena scambiata qualche bacio!”
Harry,
a quel particolare, sentì il proprio cuore inspiegabilmente
più leggero, ma preferì non dirlo a Ginny.
“Insomma,”
Ginny addentò un pezzo di salsiccia, “detto tra me e
te, non credo che quei due... Ron e Hermione, intendo... andranno
molto lontano...”
A
quel punto il cuore di Harry compì un 'doppio
carpiato all'indietro'
per la gioia.
“Ah
sì? E perchè?”
“Perchè
sono entrambi troppo ingenui e non sanno ancora quello che vogliono.
Si sono semplicemente arresi ad un richiamo che la natura continuava
a lanciare loro... Ma non durerà ancora per molto.”
Harry
sorrise felice. Ginny era sicuramente la più esperta di tutti
in materia, ed era una ragazza sveglia, perspicace, acuta e sagace.
Magari aveva visto giusto...
Finalmente,
con appetito ritrovato, finì la sua colazione pieno di
ottimismo.
Ma
quando li vide entrare, mano nella mano, ancora una volta non riuscì
a tollerare la loro vista, e prontamente si alzò, con la scusa
di un improvviso e fastidioso mal di pancia.
Fu
il primo ad arrivare nella classe di Difesa contro le Arti Oscure, e
con sorpresa vi trovò già la professoressa Keen,
intenta a posizionare delle minuscole piume su ogni banco.
Harry
tossicchiò.
“Buongiorno,
professoressa.”
Lei,
senza voltarsi, rispose: “Buongiorno, Harry...”
Lui
rimase di sasso, stupito per essere stato riconosciuto così
velocemente. Fu tentato di chiederle come avesse fatto, ma lei si
voltò e gli sorrise... e lui si sentì sciogliere come
neve al sole.
“Sei
un poco in anticìpo,
Harry”
Lui
sorrise ancora una volta per quel suo accento così bizzarro,
ed arrossì.
“Sì,
sono in a-n-t-ì-c-i-p-o”, disse scandendo bene la
parola, in modo che lei capisse il posto giusto dove mettere
l'accento.
“Tu
sei gentile a correggere me... spero i tuoi compagni capiscano mia
piccola difficoltà, e non ridere troppo.”
“Stia
tranquilla, dubito che qualcuno oserà prenderla in giro.”
E, in ogni caso, Harry avrebbe spaccato il naso a chiunque si fosse
permesso di burlarsi del suo adorabile modo di parlare.
Harry
rimase assorto a contemplarla, come fosse stata una magnifica statua
da idolatrare. Per due volte lei si voltò a guardarlo con quei
suoi occhioni blu, e Harry si sentì morire!
Era
incredibilmente bella, e possedeva un fascino irresistibile.
Muoveva le mani in modo elegante e raffinato, e Harry notò
nuovamente il prezioso anello brillare al suo anulare.
Pian
piano, anche gli altri studenti iniziarono ad entrare nella classe, e
Harry si accorse che i ragazzi erano tutti sorridenti e curiosi. Come
il giorno prima, Harry si ritrovò da solo nel banco, mentre
Ron e Hermione erano appena dietro di lui, insieme.
Quando
tutti si furono sistemati, la professoressa Keen prese la parola.
“Buongiorno
a tutti... Sono Isabel Keen, vostra nuova insegnante. Spero voi
scusare me, per mio acènto
straniero, ma io sicura voi capirete.”
“Ad
un bocconcino così, possiamo perdonare di tutto...”,
disse Malfoy con occhi bramosi.
Harry
si girò a guardarlo male, e Draco, per tutta risposta, indicò
con la testa Hermione, e mosse la lingua in modo osceno.
Frenò
l'impulso di saltargli addosso e riempirlo di pugni per la seconda
volta in meno di ventiquattro ore, e si voltò nuovamente verso
la professoressa Keen.
“Io
sapere voi essere molto bravi in questa disciplina... Anno scorso voi
tutti promossi con ottimi voti... e io immaginare voi avuto molto
buono insegnante.”
Neville
alzò timidamente la mano.
“Sì?”,
chiese la Keen.
“E'
stato Harry... Harry Potter, ad insegnarci tantissime cose l'anno
scorso. E' solo grazie a lui che abbiamo superato l'esame.”
L'insegnante
si girò verso Harry, e lo guardò con una intensità
che fu quasi fisica. Lui si sentì invadere da un calore
sconosciuto, piacevole, inquietante, nuovo... e coinvolgente.
“Complimenti
a te, allora, Harry Potter...”
Harry
si sentì incendiare il viso, ed abbassò lo sguardo.
“Molto
bene...Io volere testare vostro grado preparazione. Mettetevi in
fila, e poi, scegliere voi cosa eseguire.”
Con
un gesto elegante, trasformò la sua sedia in un fantoccio.
“Questo
essere utilizzato da noi, in Norvegia, per fare esercitazioni.”
Puntò la bacchetta contro il petto del manichino e disse:
“Remargin
Colostrum”,
e questo prese vita, animandosi.
“Miseriaccia!”,
disse Ron, con stupore.
“Ora
voi fare attenzione, perchè lui essere molto bravo, a
difendersi...”
La
classe, con orgoglio, si mise in fila ordinatamente, bacchetta alla
mano, pronta a dimostrare la propria abilità.
Harry,
solo per caso, finì in coda dietro Hermione, e cercò di
restare impassibile di fronte ai suoi morbidi e lunghi capelli
ondulati e a mantenere almeno mezzo metro di distanza da lei. Malfoy,
due persone dietro di lui, diede una spinta con le braccia, e Lavanda
finì addosso a Harry, che finì a sua volta contro
Hermione. Per un attimo, il suo profumo lo invase, e quel contatto,
seppur brevissimo, gli fece andare il cuore in gola.
Lei
si girò, ma Harry fu più rapido, e con gli occhi
rivolti al pavimento, mormorò un debolissimo: “...scusami...”
Quando
arrivò il suo turno, Harry mirò al manichino che aveva
di fronte e, immaginando che fosse Malfoy, lo incenerì con uno
'Stupeficium'
portentoso,
senza nemmeno dargli il tempo di respingere il suo schiantesimo.
La
Keen annuì compiaciuta e attese che tutti tornassero ai
rispettivi posti.
“Molto
bene. Io essere colpita da vostra preparazione. A qvuesto
punto, io penso che voi essere già pronti per iniziare a fare
quello che io voglio...” Lentamente, iniziò con eleganza
a camminare tra i banchi, lasciando dietro di sé la scia di un
dolcissimo profumo.
Tutti
si erano ammutoliti, in attesa che lei parlasse.
“Io
credo essere arrivato per voi, momento di imparare a usare vostra
mente.”
Ci
furono delle esclamazioni di sorpresa e lei rivolse sorrisi
rassicuranti a tutti.
“Buono
mago, e buona strega, hanno buone bacchette... Ma Graande
Mago, sa fare magia senza usare bacchetta. Vostri poteri sono dentro
di voi... E voi dovere solo capire bene come
usare loro...”
La
classe la guardava in estasi totale.
Nonostante
la professoressa fosse giovanissima, e si potesse facilmente
scambiare per una di loro, il suo carisma aveva qualcosa di possente,
magnetico, prorompente!
Tutti
la seguivano con un misto di attenzione, interesse, ammirazione,
ossequio e venerazione.
“Io
avere appoggiato piccola piuma su ogni banco, davanti a voi. Essere
cosa molto piccola, e molto leggera. Ora voi concentrate bene vostre
energie su piuma e pensate solo a come fare per spostarla.”
In
molti la guardarono perplessi.
“Io
ora mostrare come fare.” Si mise dietro la cattedra, al centro
della quale era stata posizionata una piuma. Guardò la classe,
chiuse gli occhi, e senza muovere assolutamente nulla, fece spostare
la piuma verso l'alto.
Un
coro di 'oohh'
si
levò nello stesso istante. La Keen aprì gli occhi e
sorrise, lasciando che l'impalpabile oggetto si posasse nuovamente e
con lentezza sul banco.
“E'
facile... dovete solo concentrarvi. Dovete volerlo... Avanti,
provate”, li esortò.
Tutti
si misero in posizione, stringendo forte gli occhi, vogliosi di
dimostrare le proprie capacità.
Harry
pensò che la scena doveva apparire davvero buffa! La maggior
parte degli alunni, infatti, diede per scontato che strizzare in modo
esagerato gli occhi, equivalesse a dimostrare un più alto
grado di concentrazione.
Parecchi
aggiunsero anche veri e propri sospiri e gemiti, come se stessero
sollevando qualcosa di estremamente pesante, anziché un grammo
scarso di materia.
Tiger,
l'amico inseparabile di Malfoy, strinse talmente tanto gli occhi e
trattenne tanto a lungo il fiato, che iniziò a diventare
paonazzo. Il problema fu che a furia di sforzarzi in quell'intento,
finì per non riuscire più a trattenere qualcosa
d'altro... e tutta la classe lo poté sentire distintamente.
Ci
fu uno scoppio di risate generale, e tutta la massa di concentrazione
che si era creata, andò miseramente a farsi benedire.
Malfoy
gli mollò uno scappellotto e si allontanò, disgustato.
Una
volta tornata la calma, dovettero ricominciare tutto da capo. Quando
la professoressa Keen passò vicino a Ron, lui, di nascosto,
soffiò furtivamente per cercare di muovere la piuma, ma
l'insegnante non si lasciò imbrogliare e, chinandosi su di
lui, gli sussurrò all'orecchio: “Così non
vale...”
A
quel contatto ravvicinato, Ron per poco non svenne, e si beccò
un calcio negli stinchi da parte di un'offesissima Hermione.
La
lezione terminò senza che nessuno fosse riuscito a muovere di
un millimetro la piuma.
“Voi
non dovere temere. Questo primo passo essere molto difficile. Voi
molto bravi, molto concentrati. Ma ricordate una cosa: concentrazione
essere dentro. Non necessario fare smorfie... o versi. Tutto
funzionare meglio, se si è rilassati...”
Nonostante
la lezione fosse finita, nessuno sembrava aver voglia di andarsene.
“Voi
provare ad esercitarvi, per prossima lezione. Io molto contenta del
vostro lavoro.”
Seppur
a malincuore, finalmente la classe iniziò a svuotarsi, e Harry
ebbe come l'impressione che lo sguardo della professoressa lo
seguisse fino all'uscita.
Ron,
come la prima sera in cui vide la Keen, rimase con un'espressione
sognante e felice. Dichiarò, senza ombra di dubbio, che aveva
finalmente deciso cosa fare dopo Hogwarts... Avrebbe superato tutti
gli esami necessari per diventare professore di Difesa contro le Arti
Oscure!
“Ron,
lei
è una
professoressa!!”, ribadì per l'ennesima volta Hermione,
esasperata e stizzita.
“Ma
è... talmente giovane! E' molto... brava, per essere una
ragazzina.”
Hermione
alzò gli occhi al cielo ed incrociò le braccia sul
petto, nel classico atteggiamento di chi voleva porre fine
all'argomento.
Per
sua fortuna, Ron colse quella sottile sfumatura di collera, e si
decise a cambiare discorso. “Ehm, Harry... oggi pomeriggio vuoi
venire a studiare con noi?”
Lui
era già pronto a trovare una scusa, ma poi si ricordò
della litigata del giorno prima con l'amico, e decise che era
arrivato il momento di mettere in pratica le sue convinzioni.
“Ah...
sì, certo.”
Ron
sfoderò un sorriso radioso, e Harry preferì non curarsi
dell'espressione stupita di Hermione.
Marco:
Dolcissimo Marco, hai assolutamente ragione! Lo scorso capitolo è
stato un po' a senso unico e concentrato su Harry... Spero di essermi
rifatta con questo! Ovviamente attendo tue notizie!! Grazie per
esserci sempre! Buon 2008 bacioni!
Granger90:
Carissima, mi auguro che questo capitolo soddisfi le tue richieste...
Hi hi hi! Fammi sapere che ne pensi, mi raccomando! Baci, baci, baci
e auguroni anche a te!!
Sabri:
Ciao tesoro! Grazie mille, le tue recensioni sono sempre attente e
particolareggiate, e la cosa mi riempie di gioia! Sei
importantissima, per me e ti aspetto fiduciosa! Anche a te auguro
bellissime cose per il 2008! Baaaaaci!
Stizy:
La mia N° 1 !! Ciao stellina! Come sempre i tuoi
complimenti finiscono direttamente nel mio cuoricino, che ha una
sezione interamente dedicata a te! :-)) Grazie mille, come sempre.
Spero tanto che questo cap ti piaccia... Fammi sapere, ok? Un augurio
specialissimo per te! Baci baci!
Sparkling
Angel: Ecco la mia “tosta”! :-) Hai ragione,
anch'io rivedendo l'altro cap mi sono accorta di qualcosa che non
andava, ma spero di aver recuperato con questo: Ovviamente il tuo
occhio attento è per me di grande importanza e stimolo. Mi fai
morire con le tue recensioni! Grazie e spero non mancherai anche in
questo cap.
Baci
e buon anno nuovo!
Goldbuble:
Tranquilla, no problem! La tua recensione è sempre
graditissima, e va bene qualsiasi cosa e in qualsiasi momento arrivi!
Grazie infinite e mille baci anche a te! Auguri!!
-
8 -
'Faticoso
controllo'
Trascorsero
diversi giorni, dove Harry cercò di prestar fede alla promessa
fatta, e si sforzò di passare con Ron e Hermione parte delle
giornate, anche se la cosa gli costava uno sforzo incredibile.
Si
sentiva nervoso, inquieto, teso... E, santo cielo, non era più
riuscito a guardare Hermione direttamente negli occhi!
Era
inutile. Non ci riusciva! Nonostante lo desiderasse con tutto se
stesso... gli risultava praticamente impossibile! Temeva (e non a
torto) di non essere in grado di trattenere la propria impulsività,
la propria passione, ed era sicuro che il suo sguardo diretto sarebbe
stato troppo eloquente e che tutta la sua rabbia e gelosia, sarebbero
venute fuori in modo evidente.
Un
pomeriggio,
mentre studiavano pigramente in biblioteca, si ritrovò più
volte ad osservare di nascosto il suo profilo, mentre lei era
concentrata sul libro che aveva tra le mani.
Oh...
com'era bella! Sarebbe rimasto per ore a guardarla di nascosto!
Ma
ad un certo punto, questa soave visione, fu interrotta
dall'intrusione di qualcuno... assolutamente non gradito. Con una
fitta allo stomaco, vide Ron allungare una mano fino a raggiungere la
spalla della ragazza, ed iniziare ad accarezzargliela delicatamente,
mentre con aria annoiata continuava a leggere il libro di
incantesimi.
Pur
non capendo assolutamente nulla degli argomenti che aveva davanti,
Harry s'impose di tenere gli occhi incollati sul suo libro e di
ignorare quel fastidioso bruciore che aveva iniziato a torturarlo.
Purtroppo
però, nonostante il suo impegno, riuscì a trattenersi
dal guardarla solo due miseri e pietosi minuti. Poco dopo, infatti,
come se una calamita lo attirasse con la forza di un ciclone, i suoi
occhi tornarono furtivamente a posarsi sull'incantevole figura seduta
di fronte a lui.
E
lei... Oh! Per quanto Hermione cercasse di concentrarsi sul tema di
pozioni, l'unica cosa che sentiva, era il turbamento che
quello sguardo le provocava. Sentiva lo sguardo di Harry sfiorarla ad
ogni passaggio, e lasciarle una scia incandescente, proprio lì
dove si era posato. Sì, si sentiva bruciare. Letteralmente!
Perchè,
santo cielo, continuava a fissarla in quel modo? Era come se quegli
occhi le penetrassero l'anima. Era come se le accarezzassero
fisicamente la pelle, tanto erano intensi!
Da
quando lei e Ron si erano messi insieme, Harry aveva praticamente
smesso di rivolgerle la parola. A fatica scambiava qualche
convenevole con lei, e le rare volte in cui lo faceva, evitava di
guardarla. Eppure, quando lei sembrava distrarsi, percepiva il suo
sguardo scrutarla di nascosto.
Hermione
proprio non riusciva a capire quello strano atteggiamento, e quando
lei non capiva qualcosa, diventava nervosa. Perchè, ad
esempio, quando lei sollevava il viso, lui mostrava l'indifferenza
più totale e fingeva di studiare?
Perchè,
dannazione, la torturava così?
Ecco,
come adesso... Mi sta guardando. Lo sento!
Hermione
sollevò gli occhi esattamente in quel momento, senza
preavviso, incrociando per un attimo quelli di lui. Harry rituffò
velocemente i propri sul Manuale di Storia della Magia, arrossendo
come uno sciocco.
Accidenti!
Dopo
qualche minuto, la voce di Hermione gli giunse con dolcezza: “Harry,
scusa... mi passeresti l'inchiostro, per favore?”
Harry
tenne ostinatamente gli occhi piantati sulla terza riga del libro,
allungò la mano alla cieca, finchè incontrò la
boccetta contenente il liquido nero e la sollevò, sperando che
lei la prendesse senza aggiungere altro.
Rimase
con la mano tesa per qualche secondo, poi, vedendo che Hermione non
faceva niente, sollevò lo sguardo ed incontrò i suoi
occhi nocciola, che rimasero incollati ai suoi. A quel punto, lei
sorrise, distese la mano e gli prese la boccetta dalle mani,
accarezzandolo intenzionalmente.
“Grazie...
Harry.”
Boom!
Il cuore di Harry gli precipitò giù, in mezzo alle
gambe.
“Uhmpf...
figurati...”
Ancora
una volta provò a concentrarsi sul libro, ma la cosa gli
risultò alquanto difficile, visto che la mano di Ron, adesso,
aveva preso ad accarezzare una ciocca dei suoi capelli ondulati, con
la quale il rosso si divertì a giocherellare maliziosamente
con le dita. Quel gesto, così semplice ed intimo, fece
crollare tutte le difese di Harry il quale, senza pensarci un secondo
di più, si alzò all'improvviso dal tavolo, chiudendo
con forza il libro.
I
ragazzi, seduti di fronte a lui, lo guardarono con occhi stupiti ed
interrogativi.
“Oh,
ehm... mi sono ricordato che Ginny mi aveva chiesto di farle vedere
il mio doppio giro della morte! Avevamo appuntamento dieci minuti
fa...”
Ron
si meravigliò: “... Ma... i compiti?”
“Beh,
li finirò più tardi!”
“Uhm,
ok. Ricorda però che il prossimo al quale dovrai insegnare
quella mossa sono io!”
“Sì,
certo! Buon... Buona continuazione, allora...”, ed uscì
senza nemmeno riordinare la borsa, ma mettendosi alla rinfusa tutto
sotto il braccio.
Camminò
in fretta, senza in realtà sapere dove andare, ma con una
rabbia che gli faceva compiere vere e proprie falcate.
Balle!
Sei un povero illuso, Harry! Col cavolo che riesci a sopportarlo!
Dannazione...
Lui... la accarezza proprio davanti a me!
Merda!
Un
libro e delle piume gli scivolarono da sotto il braccio e una
ragazzina del terzo anno di Corvonero si affrettò a chinarsi
per aiutarlo.
“Non
toccare!”, ringhiò lui
molto più duramente di quanto in realtà volesse. La
giovane strega, confusa, lo guardò senza capire il motivo di
quella risposta astiosa, e si allontanò offesa, lasciandolo
solo.
Harry,
con un gesto di stizza, spezzò in due la piuma che aveva tra
le dita, e scaraventandola a terra, si allontanò come una
furia dal corridoio.
Era
fuori di sé, ma non voleva ammetterlo. Avrebbe voluto
prendersela con qualcuno, ma sapeva perfettamente che se c'era
qualcuno con cui avercela, era soltanto lui! Nel suo dormitorio gettò
i libri nel baule, si levò la divisa di dosso e s'infilò
un paio di jeans ed una felpa. Prese con forza la sua fedele Firebolt
e si affrettò ad uscire dal castello, come se non riuscisse a
respirare ed avesse bisogno d'aria.
Contro
ogni regolamento, ignorando tutti i divieti che vigevano nella
scuola, montò sulla scopa e si diresse verso la Foresta
Proibita ad una velocità folle, schivando di pochissimo gli
arbusti e gli ostacoli improvvisi che gli si presentavano davanti.
Dopo
più di un'ora di volo sfrenato, sudato e distrutto dalla
fatica, si trascinò verso l'ingresso del Castello, dove per
poco non andò a sbattere contro la professoressa Keen.
“Ohm,
Harry! Ciao...”
Harry,
con ancora la maglietta fuori dai pantaloni e col fiatone per l'ora
di volo che lo aveva impegnato tanto, cercò di darsi un
contegno, passandosi una mano tra i capelli spettinati: “...
B-buongiorno, professoressa...”
“Ah,
io ti prego... Harry, tu devi chiamare me Isabel...”
Harry
abbassò lo sguardo: “Io... io...”
Lei
sorrise e guardò con ammirazione la sua Firebolt. “Cosa
fai tu, fuori a qvuesta
ora? E' tardi per fare esercitazione di volo, no?”
“Ehm,
sì... io... volevo...” Harry era in enorme difficoltà,
non riusciva a guardarla negli occhi.
Lei
lo stupì, allungando una mano e passandogliela delicatamente
sotto il mento per fargli sollevare la testa.
“Io
vedere te sempre solo... e sempre così... trista!
Davvero io non capire...”, lo scrutò a fondo con quegli
occhi blu intenso, e Harry per poco non barcollò. “Ma
ora è tardi. Tu vai tua Casa, ora.”
“Ehm,
ok... grazie, pro-f-s-sa”, farfugliò Harry, e lei gli
sorrise con dolcezza infinita, poi gli sussurrò: “Isabel...”
Il
ragazzo, sentendosi il viso incendiare, ricambiò il sorriso,
poi si mise a correre verso il castello, confuso e quasi stordito da
tutta l'aria presa sulla faccia per più di un'ora, e da quella
professoressa così giovane, e che lo scombussolava in modo
così viscerale.
Incontrò
nuovamente Ron e Hermione durante la cena, e finse con loro una
serenità che in realtà non provava, distribuendo
sorrisi di finto consenso e piacere. Sentì più volte lo
sguardo di Hermione posarsi su di lui, ma la ignorò di
proposito, sforzandosi oltre ogni limite per evitare di cedere alla
tentazione di guardarla.
L'unica
cosa che riusciva a fare, era voltarsi dall'altra parte, e di
conseguenza, incrociare lo sguardo con il tavolo dei professori, dove
un'attenta e più bella che mai insegnante dai biondi capelli,
era sempre pronta a rispondergli con un sorriso.
Subito
dopo la cena Harry preferì evitare di restare in Sala Comune e
si recò direttamente nel suo dormitorio, sperando che almeno
lì ci fosse la tranquillità giusta per finire i compiti
che aveva lasciato in sospeso nel pomeriggio, e si augurò di
riuscire a cavarsela con un'ora di buono studio.
Finito
anche il tema di astrologia, sbadigliò rumorosamente,
desiderando solo di andare finalmente a dormire. S'infilò
sotto le coperte, notando che quasi tutti i suoi compagni stavano
lentamente rientrando nel dormitorio.
Si
era quasi appisolato del tutto, quando gli venne in mente di aver
lasciato incustodita la sua Firebolt all'ingresso della Sala Comune.
“Oh,
maledizione!”, si lamentò.
Combattuto
tra la pigrizia di restare a letto e la volontà di alzarsi per
la paura che qualcuno potesse portargli via il suo prezioso tesoro,
decise di seguire il buon senso.
Borbottando
tra sé e sé, si alzò a fatica dal letto e si
trascinò verso l'altra stanza, notando che nella Sala Comune,
il divano era stato posizionato nuovamente difronte al camino, dove
alcune fiamme diffondevano una luce tenue e languida.
Un
rumore insolito lo attirò. Sembrava non esserci nessuno, nella
stanza, quindi proprio non riusciva a capire cosa potesse essere. Il
rumore era come soffocato, dolce, quasi ad intervalli regolari.
Era...
un sospiro?
Non
sapeva. Era... delicato, angelico, scabroso,
arduo, esigente... era un insieme di sensazioni, che Harry temeva e
bramava allo stesso tempo.
Come
una falena attirata dalla luce, Harry si diresse lentamente verso il
divano, con la paura che gli premeva la gola, ma incapace di tirarsi
indietro e di ignorare quel suono.
Si
sporse oltre lo schienale e... Vide
Ron sdraiato su di lei... su Hermione.
Sulla
sua
Hermione!
Un
punteruolo si divertì a fare del cuore di Harry un orribile
colabrodo.
Ron
la stava baciano con passione, e le sue mani sembravano volerla
toccare dappertutto.
La
stava accarezzando e sfiorando con una dolcezza ed una urgenza che
era tipica di chi aveva poca esperienza. Ron sembrava compiere uno
sforzo enorme per riuscire a trattenersi dal strapparle i vestiti di
dosso, e sospirava d'impazienza e di desiderio.
Harry
rimase paralizzato, sconvolto, dolorante, ferito, offeso,
dilaniato...
Se
soltanto avesse avuto la forza di urlare, di reagire! Ma il suo grido
di disperazione gli morì in gola, e la voglia di afferrare Ron
e scaraventarlo lontano da lei, si tramutò in un inutile ed
amaro passo indietro.
Chiuse
gli occhi, turbato. Strinse i denti tanto forte da sentire male.
Sentì crescere dentro di sé un sentimento di rabbia
talmente intenso e devastante, che capì di doversi allontanare
il più in fretta possibile.
Dio!
Lo avrebbe ucciso, Ron!
La
stava baciando...
Lui!
Quella specie di sotto-uomo! Quel ragazzo imbranato e timido... la
stava baciando...
Strinse
i pugni con disperazione e sentì le proprie braccia tremare.
Si allontanò, silenzioso come il più abile dei felini,
ed uscì dal buco nel ritratto, sapendo bene che non avrebbe
sopportato la vista del suo amico un secondo di più.
I
corridoi erano deserti e lui si ritrovò a camminare a piedi
nudi sopra il pavimento di pietra, crudelmente freddo e ruvido. Si
diresse a testa bassa verso le scale, camminando come un fantasma,
con un'unica immagine impressa a fuoco nei suoi occhi: Ron
avvinghiato a Hermione!
“Ehi,
ehi, ehi!”, sentì esclamare.
Harry
si bloccò all'istante.
“Cosa
ci fa lo sfregiato più sfigato della scuola in giro a
quest'ora, fuori dal suo dormitorio?”
Harry
alzò lentamente la testa, e si ritrovò davanti Malfoy e
due dei suoi immancabili compagni. Fece per voltarsi dall'altra
parte, ma il biondo lo apostrofò provocandolo: “Smidollato,
sto parlando con te!”
“Lasciami
stare, Malfoy...”, rispose quasi in un sussurro.
Malfoy
incrociò le braccia sul petto e ridendo insieme ai suoi amici,
disse: “Ma come siamo carini, con quel pigiama...”
“Vai
al diavolo, stronzo!”
“Lo
sai che sono un Prefetto, e che posso toglierti i punti, vero?”
“Sai
che paura!”, rispose Harry digrignando i denti.
Draco
lo scrutò con più attenzione: “Cos'è? Ti
hanno fatto la bua?”, chiese con tono canzonatorio.
I
due amici a fianco risero sotto i baffi, divertiti.
“Uhm,
no... aspetta! Da come sei vestito, si direbbe che qualcosa ti ha
disturbato mentre dormivi come un angioletto... Fammi pensare”,
si accarezzò piano il mento ancora acerbo. “Non mi dire
che il tuo amichetto dai capelli rossi si è messo a fare certe
cosucce sconce proprio davanti a te?”
Il
silenzio di Harry fu molto più di una conferma, per lui, e il
suo ghigno divertito si tramutò presto in una risata
sprezzante e beffarda.
“Non
ci posso credere! Pel di carota te l'ha fatta sotto il naso, eh, San
Potter?”, sghignazzò Malfoy con pungente sarcasmo, poi
continuò: “Non dirmi che ti sei divertito a guardare
mentre loro due...”
Il
pugno di Harry lo colpì talmente all'improvviso e con una tale
violenza, che Draco si ritrovò steso a terra ad un metro di
distanza senza nemmeno accorgersene.
I
due energumeni al suo fianco fecero scrocchiare le dita. Uno lo prese
per le spalle, tenendolo fermo, mentre l'altro gli sferrò un
pugno in pieno stomaco e, per una frazione di secondo, Harry sentì
mancargli il
respiro .
Ma
la rabbia che aveva dentro era talmente forte ed incontenibile, che
il suo stordimento durò solo un attimo. Si liberò
agilmente dalla presa ed iniziò a pestare il bestione che
aveva di fronte senza quasi rendersene conto. Malfoy, da codardo qual
era, batté in rapida ritirata ed andò a chiamare Piton.
Dopo
qualche minuto di dura lotta, Harry fu allontanato senza troppo
riguardo da Piton con un incantesimo, e si ritrovò
scaraventato contro il muro.
“P
– o – t – t – e – r...”, sussurrò
a denti stretti. “Chissà perchè, non mi
meraviglia che ci sia tu, in mezzo a questo disastro...”
Harry
si pulì col dorso della mano il sangue che gli usciva dal
labbro inferiore e, per la prima volta in vita sua, guardò
Piton con aria beffarda e di sfida: “Almeno le darò un
motivo per ridere, Signore,
mentre mi osserverà scontare la mia prossima punizione!”
“Vai
in infermeria, arrogante che non sei altro! Io e te... faremo i conti
domani!
Ma
a quel punto, a Harry, non importava più nulla, di niente e di
nessuno.
*
* *
Il
giorno dopo fu chiamato nell'Ufficio di Silente. Era da tantissimo
tempo che non gli succedeva, ma Harry non riuscì a guardarlo
in faccia.
“Buongiorno,
Harry.”
“Buongiorno
Professore.”
Gli
occhi azzurri ed incredibilmente penetranti dell'anziano mago, lo
scrutarono a fondo.
“Come
vanno le cose, Harry?”
Harry,
continuando a guardare per terra, disse con finta spavalderia: “Una
meraviglia!”
“Beh,
sono contento per te...”
Dopo
quella frase, calò un silenzio opprimente, dove Harry non osò
smettere di fissarsi la punta delle scarpe.
“Ma...
mi giungono voci di un tuo inconsueto comportamento... Cosa mi dici,
a riguardo?”
Harry
provò a deglutire, sentendo all'improvviso la gola secca e
indolenzita.
“Ehm,
ecco... io... Niente!”
“Come
sarebbe a dire, niente? Ti prego di correggermi se sbaglio, ma mi
sembra proprio di aver visto i rubini della Clessidra di Grifondoro
insolitamente in negativo...”
Il
vecchio mago attese che Harry dicesse qualcosa ma, visto l'ostinato
silenzio in cui si era rinchiuso il ragazzo, continuò: “E...
sempre che non mi abbiano riferito male... ho saputo che sei stato
messo in punizione da cinque professori...”
Altra
attesa, altro silenzio.
“...
E si vocifera che tu abbia mandato tre persone (oh, perdonami la
puntualizzazione: quattro, contando anche te) in infermeria...”
Harry
poteva sentire su di sé lo sguardo intenso del Preside, che lo
studiava con attenzione.
“Il
tutto in meno di un mese...”, aggiunse con dolcezza.
Harry
continuò imperterrito a tenere lo sguardo basso e i pugni
contratti. Cos'altro poteva fare? Forse gridargli in faccia che stava
impazzendo di gelosia? Che, se avesse potuto, avrebbe fatto sparire
per sempre il suo migliore amico dalla faccia della terra? Che
avrebbe lanciato la maledizione senza perdono su Piton e su quella
specie di parassita emaciato di Malfoy?
“Solo
l'incantevole professoressa Keen sembra essere molto interessata a
te, e non fa che elogiarti...”
Harry
arrossì violentemente, colto alla sprovvista.
“E...
i tuoi amici
?
Come stanno Ron e Hermione?”
Harry
per un attimo chiuse gli occhi, cercando di non pensare all'immagine
di Ron sopra Hermione, mentre la baciava con passione.
“...
Non hai nulla da dirmi... in merito?”
Harry
strinse più forte le mani.
“Proprio
nulla...?” insistette il Preside.
Harry,
a quel punto, alzò gli occhi e, con una rabbia troppo a lungo
trattenuta, urlò: “Cosa diavolo vuole che le dica? Che
cosa vuole che ne sappia, io?
Perchè non lo chiede direttamente a loro, come se la passano,
eh? Sono sicuro che stanno benissimo! Decisamente meglio di me!”
Silente,
senza scomporsi, intrecciò le lunghe dita nodose sotto il
mento, e ad Harry sembrò di scorgere un sottile sorriso.
“E'
questo, Harry? E' questo, che ti turba?”
Harry
non voleva ammetterlo. Non poteva. E non lo avrebbe di certo fatto
con lui! Proprio con la persona che lo conosceva così nel
profondo, nell'anima... Che sapeva ogni sua debolezza, che capiva con
un solo sguardo ogni suo turbamento.
“Posso...
andare... Professore?”, chiese impassibile, evitando ancora una
volta di rispondere e sentendo un doloroso nodo alla gola.
Silente
attese un altro lungo momento, prima di decidere, poi, molto
lentamente, annuì.
Harry
non se lo fece ripetere due volte e quasi scappò fuori dal suo
ufficio. Gli bruciava, gli bruciava da morire! Non avrebbe voluto
essere così trasparente, maledizione! Era così facile
capire quanto fosse in pena e tormentato?
Sentiva
urlare dentro di sé una voce disperata, piena di furia e di
frustrazione. Sarebbe voluto andar via da Hogwarts, lontano da tutto
e da tutti.
Quel
giorno saltò le lezioni.
Non
si finse né malato, né altro... semplicemente, sparì
nel nulla.
Una
rabbia nuova e un sentimento di rancore finora a lui sconosciuti, gli
attanagliavano lo stomaco, facendolo sentire malissimo, incompreso e
solo. Non voleva più stare così male! Era una
sensazione orribile...
Iniziò
a camminare a lungo e senza meta, fermandosi solo un paio di volte
per riposare, osservando il cielo diventare sempre più scuro.
Percorse chilometri e, senza rendersene conto, si ritrovò
circondato dall'ombra più cupa della Foresta Proibita, dove un
freddo anomalo e penetrante lo avvolse senza pietà. Sinistri
rumori e strani scricchiolii gli fecero accapponare la pelle.
Inconsciamente
aumentò il passo.
I
rumori erano misteriosi ed oscuri e Harry si rese conto di non
essersi mai spinto così nel profondo della Foresta... Una
sottile paura lo pervase.
Ma
la sua frustrazione ed esasperazione riuscirono ad avere la meglio,
trasformandosi nella tipica spavalderia di chi sfida l'ignoto anche
se in realtà prova una terribile angoscia.
Ma
sì! Chi se ne frega... non m'importa un accidente! Se anche
dovesse assalirmi la peggiore delle creature malvagie, non mi
interesserebbe nulla! Anzi, per dirla tutta, non fregherebbe niente a
nessuno!
“Avanti!”,
urlò al vuoto, girando lentamente su se stesso, come ad
affrontare invisibili fantasmi, “Perchè nessun mostro
viene ad aggredirmi, eh?”. Una nebbiolina di umidità
sembrò circondarlo in modo ancora più intenso.
“Nessuno?!
Non c'è proprio nessuno che abbia voglia di farsi un
bocconcino prelibato? Sono ancora giovane, ho carne fresca...”,
barcollò all'indietro, stanco, ed iniziò a ridere delle
proprie idiozie. Poi, una specie di ululato inquietante lo fece
ammutolire, e si ritrovò ad stringere tra le dita tremanti la
sua bacchetta.
Il
buio e il freddo si fecero, se possibile, ancora più fitti, e
l'unica cosa che gli venne in mente, furono gli occhi caldi e del
colore del miele di Hermione. Strinse i pugni.
“Maledizione!”,
gemette con rabbia, e diede un calcio alle foglie secche e morte che
erano ai suoi piedi. L'ululato si ripeté, questa volta più
vicino, e Harry si voltò di scatto. Due occhi gialli e
affilati lo scrutarono con malvagità da dietro un cespuglio, e
a Harry si gelò il sangue nelle vene. Tutta il suo coraggio si
ridusse all'istante in una microscopica briciola, e la bacchetta tra
le sue dita tremò leggermente.
“C-chi...
chi è?”, disse piano.
Il
ringhio che gli giunse di risposta lo fece indietreggiare ancora di
un passo. Sentì la bestia muoversi tra i cespugli e Harry,
senza pensarci due volte, iniziò a correre a perdifiato,
sentendosi inseguire inesorabilmente.
L'animale,
una specie di lupo-cinghiale con zanne lunghissime e la bava alla
bocca, si stava avvicinando sempre di più, al punto che Harry
capì che non avrebbe avuto molte speranze di seminarlo con la
semplice corsa. Allora si girò per affrontarlo, seppur con il
cuore in gola e con le gambe poco stabili.
“Ti...
conviene... starmi lontano!”, disse ansimando ad alta voce.
Per
tutta risposta la bestia emise una specie di ruggito sommesso, e poi
fu un attimo: il suo balzo fu talmente rapido ed improvviso che Harry
lo percepì con un secondo di ritardo. Istintivamente sollevò
il braccio destro per difendersi, e fu la sua salvezza, perchè
l'animale lo azzannò senza pietà, ferendolo in modo
serio. La bacchetta gli scivolò dalle dita e la forza
dell'impatto lo spinse all'indietro.
Harry
lottò per qualche minuto con tutte le sue forze, riuscendo
miracolosamente ad evitare di essere morso una seconda volta. Ad un
certo punto rotolò sulla schiena finchè a tentoni
riuscì a recuperare la bacchetta e a puntarla contro l'animale
che stava aprendo minacciosamente le sue fauci per azzannarlo
nuovamente.
“Stupeficium!!”,
gridò con rabbia, puntandogli contro la bacchetta, ed una luce
rossa scaturì dall'estremità del bastoncino
dall'apparenza innocuo, colpendo in pieno l'animale e facendolo
ricadere inerte all'indietro.
Harry
rimase a terra, respirando a fatica e con la bocca aperta,
continuando a fissare quell'enorme mostro che era sbucato fuori dal
nulla e che non si era fatto ripetere due volte quanto potesse essere
invitante ed appetitosa la sua carne. Si guardò il braccio
insanguinato: iniziava a fargli un male atroce, e se non avesse
ricevuto le cure adeguate, avrebbe rischiato di peggiorare la
situazione.
Facendosi
forza, a fatica, si risollevò da terra e guardò in
direzione del Castello. Anche se era il posto dal quale voleva
fuggire, inevitabilmente capì che se non voleva morire
dissanguato, era l'unico nel quale poteva tornare, in quel momento.
Così, con la bacchetta impugnata saldamente nella mano
sinistra, lentamente, tornò indietro.
Impiegò
un tempo infinito per ripercorrere la Foresta Proibita in senso
opposto, e ad ogni passo si sentiva sempre più debole e
stanco. La luce dell'alba filtrò pian piano attraverso i rami
degli alberi che iniziavano ad essere sempre più radi, fino a
che, finalmente intravide in
lontananza le alte guglie del castello.
Ancora
un passo... ancora uno...
Poi
tutto diventò buio e l'ultima cosa che percepì, fu la
terra fredda e dura ai suoi piedi.
*
* *
“Harry...
HARRY! Per la barba di Merlino! Ragazzo, che hai fatto??”
Hagrid
fece cadere la legna che aveva in mano e si precipitò sul
corpo di Harry, insanguinato e riverso a terra. Lo sollevò con
delicatezza e senza fatica lo portò all'altezza del suo petto.
“Ma
cosa...? Per Diana, Harry... Come hai fatto a ridurti così?
Che ci facevi nella Foresta Proibita? Silente! Quando lo viene a
sapere Silente! Chi ce lo dice, adesso? Che guaio! Dirà che
non ho saputo vigilare bene... Arcibacco, Harry!”
Harry
riprese i sensi solo diverse ore più tardi, e al suo risveglio
poté sentire i raggi di un sole tiepido filtrare attraverso la
finestra leggermente aperta.
Si
guardò intorno, dischiudendo gli occhi a fatica. Vedeva male,
a causa della sua miopia, e si puntellò sul gomito per cercare
di sollevarsi. Fece per allungare la mano alla ricerca degli
occhiali, ma il dolore gli strappò un lamento di sofferenza.
“Aspetta...
ti aiuto io...”
Una
voce dolce, delicata e preoccupata giunse alle sue orecchie. Harry
era ancora troppo stordito e dolorante per associare un viso a quella
voce. Due mani delicate gli accarezzarono i lati del viso, mentre lo
aiutavano a riacquistare la vista.
Harry,
con la mano sinistra si sistemò meglio gli occhiali, e per un
brevissimo istante sfiorò le sue mani.
Era
Hermione... e il cuore gli si fermò.
La
ragazza aveva il viso tirato, preoccupato e ansioso.
E
dopo neanche un secondo, inaspettatamente, se la ritrovò
addosso, circondato dalle sue braccia. I suoi lunghi capelli
ondulati, morbidi e profumatissimi lo avvolsero, solleticandogli il
naso. Hermione lo strinse forte, e lui sentì il proprio cuore
piombargli infondo allo stomaco. Oh, cosa avrebbe dato per avere il
coraggio di ricambiare il suo abbraccio...
“Hermione...
Hermione! Lascialo... Così lo soffochi!”, disse la voce
di Ron.
Ma
la voce era lontana. Lontana anni luce! Harry assaporò quel
contatto con tutto il suo corpo, con tutto se stesso, con un
desiderio represso.
Lei,
troppo presto, si allontanò con delicatezza, e Harry
finalmente si decise a guardarla... Erano tantissimi giorni, troppi,
che i loro occhi non entravano in contatto diretto. Sì,
finalmente, la guardò...
Dio,
com'era bella!
I
suoi occhi assetati, furono ricompensati dopo tanta arsura, e si
riempirono di lei.
La
sfiorò, con lo sguardo, dappertutto... ogni centimetro del suo
viso, delle sue braccia, del suo...
“Ehi,
amico!”, lo chiamò Ron, riportandolo alla realtà,
“Come stai? Sì, insomma... ci hai fatto prendere un
bello spavento, quando non ti abbiamo visto rientrare ieri sera! Dove
diavolo ti eri cacciato?”
Harry
si sforzò di smettere di fissare Hermione e si girò
verso Ron, rivolgendogli un debole sorriso: “Io... non mi sono
reso conto... del tempo, e...”
“Miseriaccia,
Harry! Quest'anno tu sei parecchio strano, lasciatelo dire... Sparire
così nel nulla! Non presentarti alle lezioni... Non è
da te!”
“Ron!
Che modi sono? Lascialo stare... non vedi com'è debole?”
“Certo
che lo vedo!”, rispose Ron risentito. Poi si cacciò in
bocca una manciata di caramelle dall'aria estremamente zuccherosa e
continuò: “A proposito, Hagrid ha detto che quei graffi
e quei due buchi che ti ritrovi nel braccio sono un regalino del
'Lupus
Inganno',
rarissimo esemplare ormai in via d'estinzione, che da anni non si
faceva vedere nella Foresta Proibita! Ti sei spinto parecchio in là,
eh?”
“Sì...
evidentemente”, rispose Harry, sfiorandosi il braccio
dolorante.
Ron
lo guardò con tanto d'occhi, ammirato e un po' invidioso.
“Io
sarei morto di paura! Credo che non sarei riuscito a percorrere
nemmeno cento metri, da solo, lì dentro!”
“Io...
Non me ne sono... reso conto”, ripeté lui, debolmente.
“Oh,
Harry! Sono morta dalla paura, quando l'ho saputo stamattina!”
intervenne Hermione, allungando una mano e posandogliela senza
pensarci sulla sua coscia.
Harry
seguì la direzione di quelle dita delicate, e percepì
il calore della sua mano che oltrepassava la leggera trapunta distesa
sopra di lui. Un pensiero proibito si dipinse nella sua testa ed
arrossì involontariamente. Hermione sembrò accorgersene
e ritirò in fretta la mano.
“Ehm...
bene, forse, forse è il caso di lasciarti riposare un po',
ora. Madama Chips ha detto che entro questa sera starai decisamente
meglio, e già domani potrai tornare alle lezioni. Ho ricopiato
i miei appunti anche per te...”, lo tranquillizzò
Hermione alzandosi dalla sedia.
“Beato
te, oggi ti salti due ore con Piton!” sospirò Ron.
“In
compenso avrò da scontare altre ore di punizione...”,
disse Harry cupo.
“Già,
dimenticavo che hai dato un'altra ripassata a Malfoy... Fico! Ma...
se non sono indiscreto... che ci facevi in giro così tardi?”
Come
se avesse ricevuto uno schiaffo in pieno viso, Harry ricordò
il motivo per il quale aveva riversato la sua rabbia su Malfoy. Per
un secondo, incontrò gli occhi di Hermione e il dolore nel suo
petto si fece ancor più acuto. Rimase inesorabilmente zitto,
fissandosi la fasciatura.
“Uhm,
forse ho capito,” fece Ron con aria complice e misteriosa.
“Ehi, non dirmi che... non dirmi che stavi andando ad un
appuntamento segreto... Vuoi dire che... finalmente hai una
ragazza!?”, sghignazzò in modo impertinente.
Hermione
lo fulminò con lo sguardo.
“Non
sai quanto sei distante dalla realtà!”, rispose Harry
con un po' troppa durezza.
Ron
smise di ridere all'istante: “Oh, capisco... Beh, ci vediamo
più tardi, Harry, ok?”
“Certo,
a dopo”
Hermione
gli si avvicinò di un passo: “Hai... bisogno di
qualcosa?”, gli chiese.
Lui
la guardò in modo indecifrabile.
Di
te...
“No,
nulla. Grazie...”, rispose, invece.
I
due ragazzi uscirono, e Harry rimase per un tempo infinito ad
osservare la porta che si era richiusa alle spalle di Hermione,
cercando di captare ancora un po' del suo profumo.
Poi
si lasciò cadere all'indietro, assaporando e rivivendo quel
breve contatto che c'era stato tra loro. Oh... quanto la voleva! Il
cuore gli faceva male in modo incomprensibile, e il sospiro che uscì
dalla sua bocca, racchiuse tutta la sua frustrazione e dolore.
Quel
giorno venne a fargli visita anche Hagrid, che non gli risparmiò
una ramanzina piuttosto severa sul suo comportamento.
“Harry,
mi deludi! Anche i bambini del primo anno sanno perfettamente che è
proibito andare...”
“...
Nella Foresta Proibita! Sì, lo so, Hagrid!”, disse
seccato Harry.
“Forse
non ti è chiaro cosa ci hai rischiato, lì dentro!”
“Lo
so, lo so...” ripeté Harry un po' spazientito da tutti
quei rimproveri.
“Il
Lupus
Inganno
avrebbe anche potuto ucciderti! E' una belva feroce, quella! Non ci
importa mica, a quella, che sei ancora un ragazzino.”
“Non
sono più un ragazzino!”
“Invece
sì, visto come ti comporti!”
“Oh,
Hagrid, ti prego... Ho capito! Non ho bisogno di avere anche te
contro!”
“Chi?
Chi è contro di te?”, disse offeso e meravigliato, “Chi
può essere contro Harry Potter?”
“Un
sacco di gente!”
“Ma
tu sei il bambino sopravviss....”
“BASTA!
Basta con questa storia del bambino sopravvissuto! Io voglio essere
un ragazzo normale! Come tutti gli altri! Non voglio che la gente
abbia paura di me, o che mi idolatri, o che mi invidi, o che mi
reputi diverso!”, gridò Harry con i pugni chiusi e
sentendo una fitta di dolore al braccio.
“Nessuno
ti reputa diverso...”, disse piano Hagrid.
“E
allora perchè alla mia età non ho ancora una ragazza?”
Gli
venne fuori così, senza motivo, e Hagrid rimase a fissarlo
ammutolito ed imbarazzato. Si rigirò le mani enormi, una
dentro l'altra, impacciato.
“Ecco...
ecco, io... Non è che io ci sono molto bravo... in queste
cose... Magari dovresti... chiedere ai tuoi amici... A Ron, a
Hermione... Lei è così graziosa, dolce...”
Harry
si sarebbe voluto dare un pugno! Ma cosa gli era venuto in mente di
dire?
“Oh,
Hagrid! Scusami! E' colpa... della medicina che mi ha dato Madama
Chips, non so quello che dico...”, si scusò imbarazzato
Harry.
Hagrid
si alzò: “Sì, meglio che tu ti riposi, adesso. Ma
guarda che non scherzavo, prima! La Foresta Proibita si chiama così
proprio perchè...”
“...
è proibita...”, concluse Harry con un sorriso. “Ho
capito. Scusami ancora, Hagrid”
“Sì,
oh... beh, ciao! Cerca di stare bene, ok?”
“Ok.
Grazie, Hagrid”
Il
gigante si allontanò pesantemente e, ad ogni suo passo, il
letto di Harry tremò leggermente. Si sentiva sempre più
confuso, nella testa. Ma cosa gli era saltato in mente di dire?
“Perchè
non ho una ragazza?”
Stava
uscendo fuori di testa! Non c'era altra spiegazione...
Il
pensiero di Hermione era un chiodo fisso, ormai, per lui. Capì
che c'era un unica soluzione, per dimenticarla: trovarsi un'altra
distrazione.
In
quel momento entrò Ginny. Un'esplosione
di colore, di vivacità e di allegria.
“Ciao
Harry!”
“Oh,
Ginny... ciao.”
La
ragazza portava una minigonna decisamente corta, e che metteva
generosamente in mostra le sue gambe chiare e lisce.
Perfetto!
Proprio quello di cui ho bisogno...
“Come
stai? Hai un'aria piuttosto imbronciata...”
“Ehm...
sì, in effetti, non hanno fatto che sgridarmi, fino a pochi
minuti fa”, ammise il moro.
“Beh,
non c'è che dire: tu i guai li attiri come calamite!”,
sorrise Ginny, e Harry provò un'improvvisa voglia di ridere
con lei.
“Già!”
La
rossa si sedette senza esitazione sul bordo del letto, vicino a lui,
ed osservò la vistosa fasciatura: “Fa male?”
“Ora
non più.”
“Sei
davvero forte, lo sai? A scuola non si parla che di te, e
dell'incredibile mostro che hai affrontato e sconfitto...”,
sorrise ancora, piena di ammirazione.
“In
realtà è stato solo un caso che non mi abbia ucciso, te
lo assicuro!”
“Oh,
beh, ma questo tu non dirlo! Ci sono almeno una decina di ragazze che
muoiono dalla voglia di venirti a trovare... Ma dal momento che so
quanto la cosa ti dia fastidio, ho detto che ti avrei dato io
simbolicamente un bacio, da parte loro!”
Harry
sbattè le palpebre, come se non avesse capito bene, e Ginny si
chinò su di lui, posandogli un bacio fugace sulla guancia.
Il
viso di Hermione gli riempì gli occhi, facendolo tremare.
Dannazione! Anche in un momento come quello... l'unica cosa alla
quale riusciva a pensare, era Hermione!?
Quando
Ginny fece per rialzarsi, indispettito, lui la trattenne con la mano
sinistra e chiuse gli occhi, avvicinandosi per baciarla nuovamente...
questa volta sulle labbra.
Ma
lei, con gli occhi spalancati, indietreggiò, turbata.
“Harry...”
sussurrò.
Lui
riaprì gli occhi, confuso a sua volta. Non riusciva a
crederci, Ginny si era tirata indietro... non voleva baciarlo.
“Io...
scusami, Ginny...”
La
ragazza lo guardò quasi dispiaciuta.
“No...
nulla. E' che... Oh, Harry, non sai per quanto tempo io... avrei
voluto... Ma... proprio oggi, Ritchie Coote, mi ha chiesto di
mettermi insieme a lui. Mi ha invitato al Ballo di Halloween che ci
sarà tra qualche settimana...” Ginny abbassò gli
occhi, arrossendo vistosamente.
Harry
sarebbe voluto sprofondare! Si sentiva talmente stupido!
Per
anni aveva dato per scontato che quella ragazza fosse innamorata di
lui... che gli sarebbe bastato fare un gesto... e lei sarebbe caduta
ai suoi piedi. Oh, quanto si sbagliava! Ginny era sicuramente restata
moltissimo tempo ad aspettarlo, ma adesso era cresciuta, era
esigente, era incredibilmente carina, e Harry era forse uno dei pochi
ad essersene accorto così tardi!
“Sono...
contento per te. Ti prego, scusami, non so cosa...”
“Non
preoccuparti. Mi onora che tu abbia desiderato farlo...”
Harry
si sentiva terribilmente in imbarazzo.
“Anche
se...” disse Ginny scrutandolo a fondo, “ho come
l'impressione che tu...”
“C-cosa...?”
“Uhm,
non so... ho come avuto la sensazione che... Oh, niente! Solo una
sensazione.”
Harry
restò impalato a guardarla mentre si rialzava dal letto e si
dirigeva verso la porta.
“Cerca
di rimetterti in forza. Sono sicura che non farai fatica a trovare
una ragazza da baciare
per il ballo!”, gli strizzò l'occhio con fare birichino
e se ne andò con un sorriso.
“Magnifico!
Davvero magnifico! Che idiota!”, disse a voce alta e,
afferrando il cuscino, se lo mise sul viso per coprire un rossore che
non lo avrebbe abbandonato per un bel po'.
Il
giorno dopo tornò in classe, col braccio appeso al collo ed
una serie di sguardi curiosi che non facevano che seguirlo
dappertutto. La professoressa Keen lo accolse con un sorriso
dolcissimo ed una carezza delicata sul braccio.
“Ohm,
Harry! Io così preoccupata per te! Tu essere stato molto
sciòco
ad andare da solo in Foresta Proi...”
“Non
accadrà più”, tagliò corto lui, incapace
di sopportare l'ennesima osservazione. Era stanco di sentirsi dire le
stesse cose, persino da lei.
Lei
lo fissò in modo penetrante e lui si ritrovò a
guardarsi il braccio.
“Io
capire che tu essere
stanco che tutti dire te stesse cose...
ma potevi rischiare di morire. Magia ha bisogno di te, tu essere buon
mago... E' un pecàto
farsi
male inutilmente.”
Colpito
dalle sue parole, Harry
sollevò gli occhi, incontrando quelli blu intenso della
ragazza. Come faceva a sapere esattamente
quello che stava pensando? Era forse in grado di leggergli la mente?
L'insegnante
fece un sorriso, e a Harry sembrò che lei annuisse... ma altri
studenti avevano iniziato ad entrare in classe e anche lui fu
costretto a sedersi al suo posto. Come la volta prima, delle piume
leggere erano state posizionate sui banchi e la Keen propose agli
studenti di provare a concentrarsi per ripetere l'esercizio della
prima lezione.
“Voi
dovete capire che vostra mente essere potente, molto potente. Molto
più potente di quanto voi immaginare. Essere umano, uomo... o
mago che sia... usare mente solo al 20% delle sue possibilità.
Io voglio insegnare voi ad usare tutta
vostra
potenzialità.”
Malfoy
diede di gomito al suo compagno di banco: “E lei,
professoressa, quanto la sa usare, la sua fantasia...”, chiese
in modo assolutamente malizioso e provocatorio.
La
ragazza ricambiò il suo sguardo con un sorriso angelico: “Oh,
io avere moltissima fantasia, Draco...”, poi i suoi occhi
scesero all'altezza del bacino del biondo. Un'espressione
insoddisfatta si dipinse sul volto della ragazza, che aggiunse,
sollevando un sopracciglio: “Peccato, però, che spesso
la realtà sia alquanto deludente...”
e tornò a fissare Malfoy negli occhi, il quale avvampò
come mai gli era successo in vita sua.
Harry
e Ron si scambiarono uno sguardo di sottecchi, poi, incapaci di
trattenersi, scoppiarono a ridere, seguiti dal resto della classe.
“Ehi,
Malfoy... ti dona un po' di colore...”, sghignazzò Ron.
“Sta
zitto, lenticchia!”, grugnì Malfoy, livido di rabbia e
di vergogna.
Harry
guardò con ammirazione la giovane professoressa, che con una
sola frase era riuscita a zittire quella specie di surrogato di Mago
Oscuro.
Forse
fu per questo, o forse fu perchè, semplicemente, riuscì
a raggiungere il giusto grado di concentrazione, ma quando la classe
si mise al lavoro per cercare di sollevare la piuma con la sola forza
della mente, Harry sentì una strana energia nascere dentro di
sé, ed una forza intensa
sembrò riscaldargli tutto il corpo.
Provò
una sensazione stranissima, perchè nonostante avesse gli occhi
chiusi, era in grado di vedere la piuma sollevarsi senza fatica, e
muoversi a suo piacimento. Lo stava forse immaginando? Era vero?
Doveva aprire gli occhi? Ma l'esclamazione di stupore di Seamus gli
diede la risposta.
“Cavolo,
Harry! La... la tua piuma!”
L'intera
classe si voltò dalla sua parte, e lui si decise ad aprire gli
occhi, ritrovandosi la piuma sospesa proprio davanti al suo naso.
La
Keen gli fu subito vicino, e appena Harry sbattè le palpebre,
la piuma ridiscese lentamente verso il basso.
“Oh...
Harry... Tu essere riuscito davvero a stupire me, oggi! Qvuesta
essere
grande impresa...”,
disse con dolcezza l'insegnante. “Qvuesto
capitare molto raramente... di solito ci vuole molto, molto più
tempo!”
“Il
solito fortunato!”, bofonchiò Ron incrociando le braccia
sul petto, pieno di invidia.
Hermione
si avvicinò di un passo: “Ti sbagli, Ron. Quello di
Harry è istinto, predisposizione, talento...” lo
corresse lei, piena di ammirazione.
“Se
non fosse che Potter ha scritto in faccia di essere ancora vergine,
finirei col pensare che si porta a letto la prof!”, digrignò
Malfoy tra i denti.
A
quelle parole, Harry si girò come una furia, con la bacchetta
pronta a colpire, stretta nel pugno, ma la professoressa alzò
una mano imperiosamente, e i due si limitarono a lanciarsi sguardi di
fuoco.
“Harry,
tu non volere ancora finire in infermeria, vero? Io non capire cosa
Draco voleva dire, ma sarò felice di sentire sua spiegazione
davanti a Preside.”
Malfoy
impallidì tutto ad un tratto: “No, io... non ho detto
niente!”
“Oh,
sì! Tutti abbiamo sentito... Ma io felice di imparare vostri
modi di dire. Professore Silente anche lui molto curioso. Se io
scoprire che qvuesta
cosa essere ofensiva
per me, Draco, tu farai brutta, davvero brutta figura.”
La
lezione giunse al termine con il cuore di Harry gonfio di gloria, lo
sguardo di Ron che lo perforava di invidia, ed un'espressione
sognante di Hermione.
“Oh...
Come hai fatto? Ti prego, dimmelo!”, lo supplicò la
ragazza, una volta fuori dall'aula.
“Io...
non lo so. Mi sono concentrato...”
“Anch'io
mi sono concentrata!”, rispose lei, offesa da quella banalità.
“E'
stato come se... lo volessi. Lo volessi davvero.”
“Ma
anch'io volevo sollevare la piuma!”, puntualizzò
indispettita.
“Hermione,
dopo tutti questi anni non ti sei ancora arresa di fronte
all'evidenza che a Harry le cose accadono anche quando lui non lo
vuole? E Harry nemmeno se ne accorge! E' più forte di lui! Non
è possibile che gloria e fama stiano lontano da lui... nemmeno
per un minuto!”
A
Harry non sfuggì il tono aspro e tagliente di Ron.
“E
questo cosa diavolo vorrebbe dire?”, chiese Harry con fare
bellicoso.
“Nulla!
Assolutamente nulla! Solo che sei riuscito ancora una volta a farti
fare un complimento da quello schianto della Keen...senza neanche
volerlo!”
“Uno
schianto... cosa?!”, domandò Hermione puntando le mani
sui fianchi.
“Ehm,
no, volevo dire....”
“Ancora
con questa storia, RON!”, urlò risentita la ragazza.
Ma
quando videro la professoressa Keen avvicinarsi a loro, smisero di
parlare.
“Harry,
ancora molto bravo per oggi. Dopo che avrò portato Draco dal
Preside, io vorrei vedere te, nel mio ufficio...”
Harry
restò impalato a
fissare l'insegnante per diversi secondi, poi, grattandosi la nuca,
disse un debole: “...Certo...”
Hermione
fu costretta a chiudere con una mano la bocca di Ron, che era rimasta
aperta in una espressione di totale sbigottimento di fronte a
quell'invito. Poi lanciò a Harry uno sguardo totalmente
contrariato.
I
tre ragazzi seguirono la professoressa e il Serpeverde sparire dietro
l'angolo.
“Lo
vedi? No, dico... Hai visto? Ti ha chiesto di andare nella sua
stanza. Così... come se nulla fosse!!”, disse Ron,
ancora incredulo.
“Nel
suo ufficio,
Ron, non nella sua stanza!
Ed è un'insegnante... Avrà bisogno di qualcosa”,
rispose Harry, cercando di minimizzare la cosa.
Hermione
lo fissò per un lungo momento.
“Allora
cerca di tenerlo a mente”, sentenziò con freddo distacco
la ragazza, sollevando con aria indispettita il mento, voltando loro
le spalle ed allontanandosi.
Ron
si cacciò le mani in tasca: “Sappi solo che riesci ogni
volta a farmi rosicare di gelosia! E, quando torni, esigo che tu mi
racconti tutto... nei minimi dettagli!”
“Ti
assicuro che non ci sarà nulla da raccontare...”,
rispose Harry sconsolato, pensando che se c'era uno che moriva di
gelosia, tra i due, quello era decisamente lui.
Carissimi
tutti... Inutile nascondervi la gioia che mi date con le vostre
preziosissime recensioni!
Grazie
di cuore per i vostri complimenti, per le vostre bellissime parole e
per le emozioni che dite di provare nel leggere la mia storia... Non
potreste farmi regalo più grande!
Spero,
ovviamente, che anche questo nuovo capitolo vi piaccia... e vi
prometto che nuove emozioni vi aspettano!!!
Vorrei
ringraziare anche questa volta ognuno di voi... uno per uno, ma il
tempo ahimè, oggi è decisamente tiranno, e mi dispiace
di non poterlo fare, ma...
Harmonia,
riru, 8x4 (e
qui una parentesi la devo aprire perchè siete tutte new entry
nelle recensioni, e a voi va un GRAAAAAAAAAAAZIE speciale!!), e poi:
argentlam,
goldbuble, sabry89, stizy, granger90, marco, sparkling Angel, jerada
e summers84...
A tutti voi un bacio specialissimo, pieno del mio affetto più
grande!
Siete
tutte mitiche!
Grazie
e buona lettura!
-
9 -
“Migliore
degli altri”
Harry
bussò delicatamente contro la porta dell'ufficio della
Professoressa Keen.
Ufficio
che, in tutti quei lunghi anni, aveva imparato a conoscere molto
bene. Per un motivo o per l'altro, quella stanza lo aveva visto
protagonista in diverse occasioni... sembrava impossibile, per lui,
restarne lontano.
“Avanti”,
rispose una voce angelica.
Harry
emise inconsapevolmente un sospiro ed aprì piano la porta. La
stanza era diversa da come la ricordava dalla sua ultima visita, che
risaliva all'anno prima, quando ancora c'era la Umbridge. Era
accogliente, calda, semplice, e con un tocco di raffinatezza che
Harry non riusciva a capire da cosa dipendesse. Ad una prima
occhiata, comunque, sembrava la stanza di una ragazza qualsiasi, e
non certo di una insegnante.
Certo,
c'era un'ampia zona riservata ad una quantità incredibile di
libri e pergamene, ma nel complesso, sarebbe tranquillamente potuta
passare per la stanza di Hermione!
“Buongiorno,
Professoressa...” la salutò. Nel sentirlo usare ancora
una volta quel termine, un'espressione di delusione si dipinse sul
viso della ragazza. Harry chiuse lentamente la porta alle sue spalle.
“Ciao
Harry”, rispose lei avvicinandosi, ritrovando comunque il suo
immancabile sorriso.
Harry
rimase al centro della stanza, rigido come una statua di marmo.
“Come
stare tuo braccio?”
“Oh,
molto meglio, grazie...”
“Prego,
acomòdati”,
disse lei indicandogli una poltrona dall'aria comoda.
“Ehm..
no, grazie”, rispose impacciato.
“Perchè?”,
chiese avvicinandosi a lui di un altro passo.
“Oh,
io... non mi va”, rispose banalmente Harry.
“Posso
offrire te qualcosa da bere?”
Harry
si decise finalmente a rivolgere gli occhi su di lei. Santo cielo....
era bellissima!
In
difficoltà, e terribilmente in
imbarazzo, si guardò i piedi.
“...
No, grazie, Professoressa.”
“Oh...
tu chiamare me Isabel, per favore...” Fece un mezzo giro
intorno a lui, ed inavvertitamente gli sfiorò una mano con la
propria.
Harry
deglutì, sentendo improvvisamente caldo.
“Sicuro
di non volerti sedere?”
“No,
davvero. Grazie. Posso... posso sapere di cosa ha bisogno,
Pr..f...s-a?”
La
ragazza trattenne un sorriso: “Ohm, io volere solo parlare un
po' con te.”
L'agitazione,
se possibile, crebbe ancora di più.
“E...
di cosa?”
“Tu
non... ohm... intonfinare?”
“Vuol
dire... indovinare?”,
provò a corregerla Harry.
“Ohm...
esàtàmente...”
“Ecco,
veramente, no.”
Lei
gli si mise di fronte, e lo costrinse ad abbassare gli occhi su di
lei: “Ok, come tu preferire. Io volevo parlarti del grande
risultato di prima, durante lezione. Forse tu non aver capito bene
cosa hai fatto.”
“Sì,
certo che l'ho capito...”, rispose Harry, sollevando lo sguardo
e iniziando a fissare la finestra, dritto davanti a sé.
Lei
gli fu ancora più vicina, e Harry poté quasi sentirne
il calore.
“Io
penso di no... Esercizio fatto in classe, essere molto difficile.
Tantissimi maghi non riuscire a fare néméno
dopo anni di pratica. Tu essere riuscito alla seconda volta che tu
provato... Qvuesto
essere unico!”
“Io
non ho fatto nulla di particolare... Forse... forse è stata
solo fortuna, e...”
“Ohm...
Non credo!”, disse in fretta lei.
Harry
poteva sentire il suo profumo. La sentiva al suo fianco, ma era
terrorizzato all'idea di voltarsi e guardarla.
“Io
nutro grandi speranze per te. Io sicura tu saprai presto fare molte
cose... cose che néméno
tu immagini.”
“Ma
io non...”
“Tu
non devi avere paura!”, lo interruppe lei con dolcezza: “Io
capire che tu essere spaventato, ma non...”
“Io
non sono spaventato!”, disse Harry guardandola di nuovo negli
occhi.
“Ma
io avere questa impressione... e io difficilmente sbagliare.”
“Profess...”
“Isabel...”,
lo interruppe nuovamente lei, allontanandosi un po'.
“Voglio
dire, io non so fare delle magie diverse dagli altri miei compagni”,
provò Harry.
“Tu
avere forse visto altri studenti sollevare la piuma, senza
bacchetta?”
“No,
ma...”
“Dunque
qvuesto
significa che tu essere migliore degli altri, no?”
“Non
necessariamente!”
“A
no? Guarda qvuesto,
allora...”
All'improvviso,
sentì muoversi una sedia, e lui ci si ritrovò seduto
sopra, senza nemmeno rendersene conto.
Poi,
sempre senza sentire emettere una sola parola, o veder compiere il
minimo movimento, la sua bacchetta gli si sfilò dai pantaloni,
ed andò dritta dritta a posarsi sulla scrivania.
Harry
era disorientato: “Ma... cosa...?”
La
sentì ridere, allora si voltò a guardarla, un po'
indispettito.
“Vedi,
io non ho fatto nulla...”, sollevò le mani, con fare
innocente: “Io avere usato solo pensiero.” Lo guardò
con ancora più intensità, e dichiarò: “Tu
puoi fare lo stesso.”
Il
moro non ne era affatto convinto.
“Avanti,
prova a riprendere la tua bacchetta...”, lo invitò lei.
“Accio...”
disse Harry senza riflettere, ma poi si rese conto che senza la sua
bacchetta, non sarebbe riuscito a fare nulla.
“Non
sono capace!”, disse sconfortato.
“Tu
provare ancora...”
“Io...
non sono così bravo come crede!”, disse Harry con aria
ribelle, alzandosi dalla sedia e facendola quasi cadere, tanta era la
sua foga.
“Tu
ancora non conoscere tua potenzialità.”
“Io
so benissimo quali sono i miei limiti!”
Harry
sentiva crescere il disappunto. Perchè tutti si aspettavano
grandi cose da lui?
“Tutti
noi avere limiti, ma pochi, avere potere.”
“Io
non voglio il potere!”
“Certe
cose non si scelgono, Harry. Io non avere scelto di essere migliore
di altri, ma essere così!”
Harry
la guardò negli occhi, e sentì che lei lo ricambiava in
modo intenso. La sua bellezza era qualcosa di unico.
“...
io non voglio... essere migliore...”
“Ma
lo sei! Possibile che tu non capire? Essere talmente e...
e-fidente!”
“Evidente”,
la corresse in automatico Harry.
“Sì...
evidente...”, rispose lei, arrendevole. Harry, ammaliato dal
suo meraviglioso viso e dai suoi occhi blu come il mare, non riuscì
a trattenersi dal sorriderle.
“Prova...”,
disse ancora lei.
“A
far cosa?”
“Quello
che vuoi...”
Harry,
in quel momento, fu assalito dall'unico vero pensiero viscerale e
folle che aveva: baciarla. Ma di sicuro, quello non poteva farlo! La
guardò quasi di nascosto, e poté scorgere in lei un
lieve rossore.
Oh,
Dio! Aveva forse capito? No, non poteva essere! Forse... forse, era
davvero in grado di leggere il pensiero! Sarebbe voluto sparire!
Senza
quasi riflettere, fissò intensamente la poltrona che lei gli
aveva offerto poco prima e, provando a concentrarsi rapidamente,
desiderò spostare la poltrona fino alle gambe della
professoressa, e di farla sedere sopra, così come aveva fatto
lei con lui.
Accadde
tutto molto in fretta, quasi come se non fosse lui a farlo, ma la
poltrona si spostò, andando esattamente dove lui voleva, e
l'insegnante, come spinta da una mano invisibile, ci si posò
sopra.
Harry
spalancò la bocca. Accidenti! C'era riuscito!
La
Keen, presa alla sprovvista, emise un'esclamazione di stupore.
Poi,
con un sorriso trionfante, si girò a guardarlo.
“Io
non essere stata.... quindi immagino essere stato tu...!”
Harry
ricambiò con un sorriso smagliante: “Forte!!”
“Hai
visto...? Tu essere molto bravo...”
“Profes...”
“Isabel...
Io ti prego! Chiamami Isabel...”
Harry,
troppo felice per non accontentarla, pronunciò il suo nome con
un misto di timidezza e dolcezza: “...Isabel...”
“Grazie.
E' difficile per me spiegare... ma io non sentire me una insegnante.
Voglio dire... fino a poco tempo fa, io essere uguale a te, in una
scuola, ad imparare... Io essere come te, Harry, in molti sensi.”
“Cosa
vuole... ehm, cosa vuoi dire?”
“Che
io capire te. Molto bene!” La ragazza abbassò lentamente
la testa, ed il suo sguardo si fece triste e cupo all'improvviso.
“Io
essere sempre stata molto sola, per colpa della mia bravura.”
Si alzò dalla poltrona ed iniziò a camminare lentamente
per la stanza. Harry la seguì con lo sguardo, ammirando la sua
bellezza.
“Perchè?”
“Oh,
io non sapere... Purtroppo mondo della magia essere duro, certe
volte. Ma quando io ero solo una bambina, sapevo fare cose che grandi
non riuscivano, e molti... troppi dottori avere cercato di studiare e
di capire me.” La ragazza si guardò le mani, con uno
sguardo tristissimo.
“Io
finire sette anni di scuola in soli tre. Avere fatto specialisaziòne
in tre paesi difersi,
e avere imparato molte cose... ma io avere fatto quasi tutto da
sola.”
Lo
guardò intensamente negli occhi: “Io essere difersa,
Harry, come te.”
Harry
strinse forte i pugni: “Io non sono diverso!”, esclamò
con rabbia.
“Tu
credi... ma questa essere verità. Gente considerare te
diverso... che tu lo volere o no. Io dire te questo, perchè
non voglio che tu soffri, perchè io sapere cosa vuole dire...
Io avere visto te sempre solo, e trista...
Io capire cosa provi.”
“Io
non sono diverso...”, ripeté Harry, questa volta più
debolmente.
“Tu
essere grande Mago, Harry, e tu sapere questo. Anche io sapere
questo... e ammirare molto te.”
“Ma
io non so fare nulla di così speciale!”, protestò
lui.
Lei
gli si mise di fronte, e sollevò i suoi occhi blu su di lui.
“Tu avere più volte affrontato Mago Oscuro...
Voldemort...” Harry la guardò con ammirazione per essere
riuscita a pronunciare quel nome senza il minimo segno di paura.
La
ragazza continuò: “Tanti maghi adulti, molto più
grandi di te, non osare tanto. Tu sai fare incantesimi molto bene, e
ora tu dimostrare me che inizi a capire come usare mente... Io
insegnerò te a usare magia non solo con bacchetta, ma anche
con pensiero, perchè tu essere speciale.”
Rimasero
per alcuni secondi a fissarsi, senza parlare.
“Harry,
magia essere meravigliosa, ma essere anche molto pericolosa. E'
facile cadere in suo fascino, in suo richiamo... Essere quasi una
seduzione, una atraziòne...”
“Att...
attrazione...”, la corresse ancora una volta, seguendo come
ipnotizzato la sua mano mentre sistemava una ciocca di lunghi capelli
biondi.
“Sì...
tu dovrai stare molto atènto,
Harry, perchè numerose saranno le tentazioni. Io so cosa
significa, e io porto questo anello per ricordare tutti i giorni chi
sono, e cosa non voglio essere...”
Harry
meditò su quelle misteriose parole, guardandola dall'alto
della sua statura. Provava un misto di sentimenti contrastanti per
quella ragazza, ed era combattuto tra il fascino di quello che lei
gli stava dicendo, e la paura delle conseguenze che questo
comportava. Il suo anello verde smeraldo, brillò al suo
anulare.
“Io
voglio solo dire che... che tu potere sempre contare su di me,
Harry.”
Harry
la guardò con attenzione: era deliziosa. Ed era così
giovane, in effetti. Poteva facilmente essere scambiata per una sua
compagna di scuola. Nonostante la sua indiscussa bravura, sembrava
anche molto indifesa, in quel momento.
“Grazie...
Isabel. Anche... tu,
puoi contare su di me...”
Lei
gli sorrise in modo dolcissimo ed allungò una mano per
sfiorargli un braccio.
“Io
questo lo so. Ora vai, tuoi amici saranno curiosi di sapere perchè
restare così a lungo qui...”
“Oh,
non c'è problema... I miei amici saranno sicuramente impegnati
a fare altro!”, disse con amarezza.
“Tu
soffrire molto, vero? ... Mi dispiace.”
Harry
sollevò lo sguardo, ma preferì non proseguire il
discorso.
“Ehm,
allora, ci vediamo in classe.”
“Sì,
certo. Grazie per essere venuto, Harry.”
“Grazie
a lei... ehm, a te.”
“Ohm,
Harry. Io capire se in classe tu non volere chiamare me Isabel. Lo
farai soltanto quando saremo soli, se vuoi.”
“Ah,
va bene. Allora... ciao.”
“Ciao
Harry, a domani.”
Harry
uscì dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle. Si
sentiva frastornato, confuso, strano. Si sentiva come se avesse
bevuto cinque bicchieri di whisky incendiario, gli girava la testa...
Non capiva! Era l'effetto di essere restato per tutto quel tempo da
solo con Isabel?
Isabel...?
Era
davvero giusto chiamarla con tutta quella confidenza? Beh, era stata
lei a chiederglielo, no? Aveva talmente insistito! E poi, era così
dolce, e carina... Si sentiva attratto da lei, in un modo
incomprensibile. Ma, in fondo, chi,
non era attratto da lei?!
Con
aria sognante tornò nella Sala Comune, e proprio non si
accorse che Hermione era davanti all'ingresso, praticamente
accovacciata ai suoi piedi, che raccoglieva delle pergamene finite in
terra.
Lei
invece lo vide entrare e notò il suo sguardo distratto, per
cui fece per alzarsi, ma era troppo tardi. “Harry atten...”
Senza
rendersene conto, Harry inciampò su di lei, finendole addosso.
“Ahhh...
AHI !”, esclamò Hermione dolorante, distesa sotto di
lui.
Harry
si sollevò sugli avambracci, stretti intorno al corpo di lei.
“Oh...
Hermione! Scusa, scusa!” Scattò in piedi, e si affrettò
ad aiutare anche la ragazza.
“Ma
non mi hai vista?!”, chiese indignata Hermione, passandosi una
mano sulla gonna per darsi una sistemata.
“Ehm,
no, scusami.”
“E
a cosa stavi pensando?”
“A
nulla, io...”
“Nulla?
Ah! Non ti sei visto! Sembravi sotto l'incantesimo 'confundus'!”,
ringhiò avvicinando inaspettatamente il proprio viso a quello
del moro, come per verificare di persona.
Harry
indietreggiò leggermente: “Io non sono sotto nessun
incantesimo!”, ribatté, offeso.
“Allora
si può sapere dove sei stato fino ad ora?”, chiese
Hermione con una punta di velenoso astio nella voce.
“Ecco,
ero da Is... dalla Keen, come vi avevo detto.”
“Tutto
questo tempo?!?”, lo investì ancora lei.
“Sono
rimasto solo dieci minuti...”
“Guarda
che è passata più di mezz'ora!”
Harry
guardò in direzione di Ron, in cerca d'aiuto, ma il rosso
affondò maggiormente la testa tra le spalle. Sapeva fin troppo
bene cosa significava passare sotto “L'Uragano
Hermione”.
“E
si può sapere che cosa aveva di così urgente da
dirti?”, gli chiese puntando le mani sui fianchi stretti.
“Beh,
lei... voleva solo parlarmi della lezione...”
“E
non poteva aspettare a farlo domani? Magari incontrandoti nei
corridoi, o in classe, o in refettorio??”
“No,
vedi, lei voleva solo...”
“Cosa?
Eh? Un'insegnante così
non
può compiere una leggerezza simile!”
“Così,
come?”
“Così....
così... Carismatica!
Con l'ascendente che ha sui ragazzi!”
“Guarda
che abbiamo soltanto ...”
“Parlato!
... Sì, sì, certo!”, lo interruppe lei con aria
beffarda, sventolando la mano.
Harry
era sbigottito.
“Ma
si può sapere che ti prende?!”, chiese iniziando ad
innervosirsi.
“Non
doveva invitarti nel suo ufficio!”, sentenziò con
decisione, iniziando a camminare avanti e indietro per la stanza.
“Non
mi ha invitato!
Insomma, detto così sembra qualcosa di... Voleva solo
parlarmi!”
“Poteva
farlo davanti a tutti!”
“Hermione,
sei completamente fuori stra ...”
“Io
lo
so come
sono certe ragazze!”, tuonò lei interrompendolo per
l'ennesima volta.
“Ma
cosa stai dicendo? Sei tu la prima a ribadire continuamente che lei è
solo un'insegnante e...”
“OH,
MA IO HO VISTO COME TI GUARDA!”, urlò Hermione smettendo
di camminare e stringendo i pugni. Poi si bloccò, come se le
mancasse il respiro, rendendosi conto di quello che aveva appena
detto.
Oddio!
Ma cosa le era saltato in mente di fare?
Urlare
in quel modo:
'Ho visto come ti guarda?'
Era
forse impazzita? Non lo sapeva... nemmeno lei capiva perchè le
erano uscite quelle parole, così, di getto...
E
perchè mai si sentiva così agitata, arrabbiata e
nervosa?
Harry
ammirò il riflesso dorato dei suoi occhi fiammeggianti,
insieme a quello dei suoi lunghi capelli, e capì che nessuna
Professoressa Keen avrebbe mai retto il paragone con la bellezza
quasi selvaggia, sensuale, dolce e forte di Hermione.
Oh...
quanto avrebbe voluto baciarla, in quel momento!
Quasi
non prestò attenzione alle parole che la ragazza si era appena
lasciata scappare, perchè vide Ron alzarsi ed avvicinarsi a
lei, abbracciarla con tenerezza e sfiorarle un braccio per
addolcirla: “Dai, Herm... calmati.”
Lei
scosse leggermente la testa, tentando di riacquistare la sua solita
padronanza.
“Quello
che voglio dire, è che...”
Harry,
follemente geloso delle braccia che la stavano circondando, disse di
getto: “Tu non devi dirmi proprio niente!”
Rimasero
a fissarsi per un lungo momento, poi, Hermione arrossì
vistosamente e, voltandogli le spalle, fuggì verso i dormitori
femminili.
Harry
la seguì con gli occhi, costretto a trattenersi dal correrle
dietro.
“Oh,
non farci caso”, disse Ron, con un'alzata di spalle, “Con
me lo fa almeno due volte al giorno! E' più forte di lei...
Deve prendere di mira qualcuno e sgridarlo! A volte lo fa
assolutamente senza motivo, te lo garantisco!” Incrociò
le braccia sul petto e si lasciò cadere sul divano, stendendo
le lunghe gambe fino a toccare il bracciolo opposto.
Harry
chiuse gli occhi, reprimendo un sospiro.
“Non
prendertela, non ne vale la pena... E' il suo spirito da 'so
tutto io',
che lotta ostinatamente per venir fuori! Mi ci gioco l'intera
raccolta di figurine sulle 'streghe
più sexy dell'universo',
che finirà per fare l'insegnante... E' troppo istintivo, in
lei, fare paternali a destra e a manca, mettere i puntini sulle 'i',
con quell'aria da maestrina... Lei deve
chiarire-puntualizzare-spiegare-rimarcare-precisare-mettere-a-fuoco...
tutto! Ti dirò, a volte litighiamo per niente... mi fa montare
una rabbia...!” Ron tirò fuori dalla tasca dei jeans un
avanzo appiccicoso di gomma gommosa e se lo cacciò in bocca.
“Altre
volte, però, è così dolce...”, aggiunse il
rosso continuando il suo monologo. “Pensa che l'altra sera
eravamo proprio qui, su questo divano... Sì, insomma, la
stavo... ehm, baciando... e...”
Harry
scattò in piedi: “Ok, Ron! Ho capito! E' tutto a posto,
non c'è problema”, lo interruppe. Non avrebbe sopportato
anche una descrizione dei loro momenti di tenerezza! Proprio no!
Ron
si frugò nelle tasche, in cerca di qualche altro rimasuglio,
poi si rassegnò e si mise le mani dietro la nuca.
“Ehi,
a proposito... A me lo puoi dire...”, si girò a guardare
l'amico con fare complice e attese. Poi si tirò su dal divano:
“...Allora?”
“Cosa?!”,
chiese Harry, con la testa da un'altra parte.
“Come
cosa?
Com'è andata dalla Keen? Che ti ha detto? Com'è la sua
stanza? E lei? Eh...? Com'è, lei? Com'è senza la divisa
da insegnante? Mhmm... deve essere uno spettacolo!”
Harry
lo guardò con insofferenza: “Oh, Ron... ti prego! Non ti
ci mettere anche tu!”
“Come?
Ehi... avanti! Io non sono Hermione! Io sono un uomo... e certe cose
tra amici si raccontano!”
“Ma
io non ho niente da raccontare! La Keen mi ha solo detto che... ho
delle potenzialità, e che cercherà di insegnare a tutti
come usare la forza del pensiero, oltre che una bacchetta!”
“Ma...
ma...”, Ron si guardò in giro, come in cerca delle prole
giuste, “Non hai visto... che so, qualche centimetro delle sue
caviglie...? Oppure... uhmm... non sei riuscito a capire che taglia
di reggiseno porta?”
Harry
si voltò esterrefatto verso l'amico, afferrò un cuscino
e glielo scagliò addosso. “Ma tu sei malato!”, gli
urlò, seppur con un sorriso sulle labbra.
“Io
non sono malato! Sono assolutamente normale! Quella ragazza è...
troppo bella! Oh, se solo mi guardasse come guarda te...”
“Isabel
non mi guarda in nessun modo!”
Ron
sgranò gli occhi: “I
- s - a - b - e - l
? ? ?”, ripeté incredulo, restando a bocca aperta. “E
da quando la chiami per nome??”
“No,
io... è stato solo un caso... voglio dire, lei me lo ha
chiesto, ma...”
Ron
fece un sorrisetto malizioso, guardandolo come chi la sa lunga:
“Sì...sì...”
“Oh,
piantala, Ron!”, e gli rifilò un'altra cuscinata.
“Guarda
che io sono solo invidioso...”, disse il rosso, prendendo a sua
volta un cuscino e tirandeglielo addosso.
“Invidioso...?
E di cosa?”
“Beh,
darei qualsiasi cosa per entrare nella stanza della Keen, per poter
toccare le sue cose... vedere com'è nel privato...”
“Nel
privato?? Tu sei proprio matto!!”, e la battaglia di cuscini
continuò a lungo, fino a che Harry non si sentì sfinito
ed appagato.
Quando
i due si furono calmati, rimasero per un lungo momento senza parlare.
Poi, Harry sentì il bisogno di dire: “Non devi
invidiarmi, Ron... non ho davvero nulla per cui essere invidiato.
Forse non ti rendi conto della fortuna che hai.”
L'amico
lo guardò con affetto: “Dai, Harry, non fare così...
Lo sai che la mia famiglia ti vuole bene come se anche tu ne facessi
parte...!”
Harry
ricambiò il suo sguardo d'amicizia, profondo e sincero:
“Grazie...”, ma preferì non dire, che lui si
riferiva a tutt'altra cosa.
*
* *
Hermione
per un paio di giorni si rese quasi invisibile, vergognandosi come
una ladra per quella reazione fuori luogo che aveva avuto. Per due
notti aveva faticato a prendere sonno, continuando a rimuginare sulle
sue stesse parole.
Ho
visto come ti guarda...
Ho
visto come ti guarda!
Accidenti!
Aveva davvero
detto quelle parole a Harry?
Possibile
che non fosse riuscita a trattenersi in tempo? Non poteva, una volta
tanto, tacere e tenere per sé i suoi pensieri, anziché
buttare fuori tutto quello che le passava per la testa? Era davvero
così importante, fargli quella scenata? E lei? Che diritto
aveva di pensare quelle cose? Harry era libero di comportarsi come
meglio riteneva, no?
E
poi... magari era vero che la professoressa Keen gli volesse solo
fare i complimenti... Chissà quante altre centinaia di volte,
altri studenti erano stati chiamati dai professori! Perchè le
dava così fastidio che fosse stata proprio la Keen a fare quel
gesto?
Quella
ragazza era troppo giovane, maledizione!
Ed
era decisamente troppo bella!
Ma
a lei, infondo, cosa importava? Harry era cresciuto, ormai... Non
aveva certo bisogno che lei lo mettesse in guardia da eventuali
pericoli...
“Lui
non è abbastanza obiettivo, in questo caso! Come può
restare ragionevolmente sereno, con una ragazza come quella che lo
riempie di complimenti?”, si chiese a voce alta.
Tentò
di ripetersi all'infinito che tutta quella rabbia, nasceva solo dal
sentimento di amicizia che nutriva per Harry... e da nient'altro!
...
Sono solo preoccupata per lui ...
Ma
era davvero sincera con se stessa?
Era
solo questo che la faceva stare così male?
Con
la testa affollata da mille pensieri, e intenta a porsi mille
domande, si diresse verso la biblioteca, carica di libri e pergamene.
Accidenti,
era in ritardo sulla sua tabella di marcia! Aveva già perso
dieci preziosi minuti di studio. Affrettò il passo, voltò
l'angolo e, senza accorgersene, andò a sbattere contro
qualcosa di forte, alto e muscoloso. Perse leggermente l'equilibrio e
le cose che teneva impilate
sulle braccia, precariamente in bilico, finirono inevitabilmente a
terra.
“Oh,
no! Che disastro! Ma non guardi dove vai?!” Si chinò
frettolosamente per raccogliere i libri, poi, con aria imbronciata,
sollevò i suoi occhi sulla figura che l'aveva investita e che
a sua volta, si era chinata per aiutarla.
S'immobilizzò:
“Harry...”, disse in un soffio.
“Her...
mione...”, rispose lui, a fatica. “Scusa, io... non ti
ho vista!” Erano due giorni che lei lo evitava, non
rivolgendogli quasi la parola e, adesso, si ritrovavano uno di fronte
all'altra, a meno di trenta centimetri di distanza.
“Oh...
no, scusami tu! ... Andavo di fretta!”
Per
un attimo, entrambi rimasero immobili a fissarsi, folgorati a vicenda
dallo sguardo intenso dell'altro.
Compiendo
uno sforzo enorme, Harry abbassò gli occhi, timoroso che lei
potesse capire il suo stato d'agitazione, e che potesse sentire i
battiti del suo cuore, il quale sembrava impazzito.
Iniziò
a raccogliere i libri, poi, nel prendere una pergamena, lei gli posò
piano una mano sulla sua. Il cuore di Harry fece una capriola.
Sollevò gli occhi su di lei.
Hermione
aveva uno sguardo così dolce...
“Harry,
io... volevo scusarmi per l'altro giorno.”
Lui
restò immobile a guardarla, poi, le fece un sorriso. “Non
c'è problema... non devi scusarti di nulla.”
“No...
io... Ecco, non volevo urlare in quel modo, ma... E' colpa di Ron!”,
inventò, così, su due piedi.
“...Ron...?”
Hermione
prese l'ultima pergamena e si alzò in piedi. Harry,
ritrovandosi a fissare imbambolato le sue gambe, si sollevò a
sua volta.
“Ehm,
sì! Mi rende nervosa... Non fa che mangiare schifezze
disgustose, e poi... mi lascia residui appiccicosi dappertutto!”
Harry
non riuscì a trattenersi dal sorridere, e lei lo imitò.
“No,
davvero... non era mia intenzione comportarmi così.”
“E'
tutto a posto, sul serio.” Senza pensarci, allungò una
mano e fece una cosa che mai si sarebbe aspettato: le accarezzò
il viso.
Hermione
s'immobilizzò, sgranando gli occhi. La scossa che aveva
sentito a quel contatto, così delicato e dolce, le aveva fatto
trattenere il fiato.
Harry
ritrasse lentamente la mano, sconvolto forse ancora più di lei
dal suo stesso gesto. Avrebbe voluto
dire qualcosa, ma le parole gli morirono in gola.
Fu
lei a parlare, sentendo le guance scottarle come il fuoco: “Ora...
sono... in ritardo! Devo andare... Ciao!”
“Ah...
Sì, certo! Allora... ciao”
La
vide correre via, a testa bassa e con i libri stretti tra le braccia.
La seguì fino all'ingresso della biblioteca, con uno sguardo
carico di tormento e desiderio, contemplando e ammirando la sua
bellissima figura.
Capitolo 10 *** 10 "Inaspettato cambio di programma" ***
Al di là della ragione
Note
autore:
Carissimi
tutti... mi inchino profondamente di fronte al vostro affetto!
Grazie, immensamente GRAZIE per i numerosi commenti... che ovviamente
aspetto FIDUCIOSA ANCHE PER QUESTO CAPITOLO!!!!!!! :-)) In
particolare, il mio cuore scoppia per:
JERADA:
Wow, mi fai arrossire... e sono stra felice che ti sia piaciuto così
tanto! Questo cap è... non anticipo nulla, ma aspetta e
vedrai! Grazie ancora e un bacio!
GRANGER90:
Carissima!!! Ho aggiornato prima che ho potuto... anche se in
ridardo... Sorry! Ma spero di farmi perdonare con questo cap.... so
sweet! Bacissimi!
MAXIMILLIAN
GRANGER: a-r-i-w-o-o-w !! Ben venuta/o !! Grazie infinite per il
bel commento, mi ha fatto molto piacere. Spero di continuare a
soddisfare le tue aspettative... ;-) Fammi sapere che ne pensi, ok?
Grazie grazie! !
8X4:
ehhhh bacio ancora no, ma......................... :-))) Grazie per
il sostegno e per il commento! A questo punto voglio sapere che te ne
pare di questo, ok?? 1 bacio anche a te!
MARCO:
Ciao... mio adorato Marco! Sono molto curiosa di sapere cosa te ne
pare di questo capitolo... come sempre il tuo parere è
diventato per me fonte di ispirazione! Grazie per il tuo bellissimo
commento! E tu quando aggiorni??!?!?! Baciiii !
STIZY:
Dolcissima ciccina mia!!!!!!! Quanto mi mancano le nostre lunghe
chiacchierate! Grazie per il tuo preziosissimo supporto e sostegno.
Sei la mia n° 1, non dimenticarlo mai, ok? Ti aspetto!
HARMONIA:
Ciao! Occhio lungo e perspicace, il tuo.... :-)) Ma questo cap, è
dedicato sono ai nostri due piccioncini..... Grazie del commento!
SABRI89:
Mamma mia, che piacere leggere le tue recensioni! Grazie, stella!
Sono così felice che ti piaccia la mia storia..... Spero
continui a seguirla con tutto il tuo entusiasmo! Grazie e mille baci
anche a te!
JOJIPV:
Ed ecco anche te.... Un grazie conclusivo per dirti che sono felice
del tuo commento favorevole e della tua presenza importantissima! Mi
fa davvero piacere sapere che la storia ti piace.... GRAZIE!!!!!!
A
tutti, buona lettura!
- 10 -
“Inaspettato
cambio di programma”
“Allora...?
Con chi ci vai?”, chiese Ron con la bocca piena di cioccolato,
sdraiato sul suo letto.
“Uhm?”,
rispose Harry dal davanzale sul quale si era era rannicchiato,
voltandosi a guardare l'amico.
“Con
chi ci vai?”, ripeté Ron.
“Dove?”
“Come
dove??
Al Ballo di Halloween! In giro non si parla d'altro!”
Aah...
Il Ballo di Halloween! Adesso Harry capiva perchè,
improvvisamente, ragazzine di ogni età non facevano che
girargli intorno dalla mattina alla sera, senza risparmiare sorrisini
e cortesie...
Tornò a guardare
fuori dalla finestra, per ammirare quel magnifico tramonto che
colorava di rosso il cielo.
“Allora?
Non me lo vuoi dire?”, chiese curioso Ron.
“Uhmpf,
veramente non ci ho ancora pensato... A dirtela in tutta onestà,
nemmeno mi interessa.”
Ron si tirò su dal
letto, preoccupato: “Ehi, amico, tutto bene? Si può
sapere che ti prende?”
“Niente...”,
rispose Harry, guardando il riflesso del sole che moriva nel Lago
Nero.
“Tu
non me la racconti giusta... Sei strano!”, disse Ron
scrutandolo con occhi indagatori, ridotti a due fessure.
“Solo
perchè non ho ancora deciso a quale ragazza chiedere di venire
al ballo?”
“Uhm,
non lo so... te ne stai lì, a guardare fuori... E a fare
sospiri! Non sarai mica innamorato?!?”
Harry trasalì
leggermente.
“Ma
cosa dici?!”, rispose con un sorriso, decidendosi finalmente a
guardarlo in faccia.
“Beh,
non ci sarebbe niente di male!”
Già... Peccato
che sono innamorato della tua ragazza!
“Ron,
sto solo guardando fuori dalla finestra...”
“Ok,
ok! Ma... secondo me, è la Keen che si intrufola nella tua
testolina, senza chiederti il permesso! Potresti invitare lei, al
ballo...”, propose con aria furba.
“Certo,
come no!”, rispose Harry, accartocciando un foglio di carta e
tirandoglielo addosso.
Ron sorrise divertito,
poi fece un sospiro beato, intrecciando le braccia dietro la testa e
tornando a sdraiarsi sul suo letto.
“Ahh...
che meraviglia! Una volta tanto, non ho questo problema! Niente ansia
da prestazione... Niente tachicardia... Niente
balbettamenti-da-immaturo-brufoloso... E Hermione sarà
bellissima!”
Harry guardò
l'amico, poi abbassò gli occhi e sussurrò: “Sì...
ne sono sicuro...”
Ron scartò
un'altra cioccorana, e l'afferrò al volo, prima che questa
balzasse via.
“Puoi
invitare Cho...”, provò a dire ancora, con la bocca
piena.
“Oh,
no, grazie! Direi che... con lei ho chiuso.”
Ron
rimuginò un po' sulla cosa, poi aggiunse: “Beh, puoi
sempre chiedere a mia sorella! Lei è in
'cotta-perenne-per-te'!”
Harry ripensò a
quando aveva provato a darle un bacio, e a come lei si era
allontanata. Si grattò la fronte, leggermente in difficoltà:
“Ehm, no, io non credo...”
Ron si tirò di
nuovo su dal letto: “Cosa vuoi dire?”
“Ecco...
Ginny è una ragazza meravigliosa, e molto esigente... Ma credo
che si sia stancata di aspettarmi! E... non ti arrabbiare, ma credo
che abbia un ragazzo.”
La cioccorana andò
di traverso a Ron, che iniziò a tossire rumorosamente.
“C-O-S-A
??”
“Dai,
Ron, non fare così... Ginny è cresciuta! Anche tu,
voglio dire, hai la ragazza, e sei solo un anno più grande di
lei.”
Ron tornò a
respirare con estrema fatica. Si incupì e si mise a sedere,
appoggiando sconsolato le guance sui propri pugni.
“Hai
ragione, hai ragione... lo so che hai ragione! Ma io sono suo
fratello maggiore... Devo vegliare su di lei.... Ho la sua
responsabilità!” Iniziò a tamburellare
nervosamente le dita sul ginocchio. “E... chi sarebbe questo
fidanzato?”
“Oh,
non sarò certo io a dirtelo!” sorrise Harry. “Sono
sicuro che presto lo vedrai con i tuoi occhi.”
“Grazie
tante!”
Qualcuno bussò
alla porta, e dopo pochi secondi, una cascata di capelli ondulati e
il viso più bello di Hogwarts si affacciò nella stanza.
“Oh,
scusate... vi disturbo?”, chiese timidamente Hermione,
guardando Harry.
“No,
entra!”, disse Ron, imbronciato.
Hermione si accorse del
suo malumore, e provò a lanciare una rapida occhiata a Harry.
Cos'era successo?
Harry scosse la testa,
facendo spallucce. Tentò di non dar peso al profumo di
vaniglia che aveva accompagnato l'entrata della ragazza. E cercò
di sorvolare sulla sua spettacolare bellezza, valorizzata ancor di
più dalla luce ocra che filtrava dalla finestra, e che rendeva
i suoi naturali colori ambrati, ancora più vivi e luminosi.
“Ron,
tutto bene?”, gli chiese sedendosi accanto a lui, sul letto, e
prendendolo per mano.
Harry perse il sorriso e
distolse lo sguardo.
“Certo,
come no!”, rispose con una specie di ringhio il rosso.
“Hai
fatto i compiti? Oggi non ti ho visto sostare per più di
cinque minuti in biblioteca...”
“Ho
problemi più seri, in questo momento!”
“Sarebbe
a dire?”
“Harry
mi ha appena detto che Ginny... Ginny, capisci??”
Hermione aggrottò
le sopracciglie: “Sì...?”
“Beh,
pare... sembra.... o, almeno, dicono...”, s'interruppe, col
labbro inferiore che gli tremava leggermente.
“Cosa,
Ron?”
“La
mia Ginny... piccola...”
“Ron,
insomma! Mi fai preoccupare! Harry, che cosa gli hai detto?!”
Harry tornò a
guardarla, perdendosi in quel viso così dolce. Quando era
preoccupata le si formava una specie di impercettibile ruga, sulla
fronte. E le sue labbra... si schiudevano in modo così
sensuale...
“Harry!”,
lo richiamò lei.
Hermione non capiva.
Perchè la guardava in quel modo? Si sentiva in imbarazzo sotto
quello sguardo così intenso. Era come se...
Oh, no! Ma cosa accidenti
le veniva in mente!
“Ehm,
io... gli ho solo detto... la verità...”
“Ginny
ha... UN RAGAZZO!” esclamò Ron, con fare drammatico. “Ti
rendi conto...?”
Hermione si portò
le mani alla bocca, incredula davanti al fatto che Ron fosse venuto a
saperlo.
Si girò e fulminò
Harry con lo sguardo: “Non ci posso credere!”, disse
stizzita.
“C-cosa...?”,
chiese Harry, intimorito.
“L'hai
fatto!”, disse Hermione, alzandosi ed avvicinandosi a lui.
Harry scese dal
davanzale, e fece un passo a sua volta: “Che cosa?”
“Gliel'hai
detto!!”
Harry guardò Ron,
che sembrava in preda ad una crisi d'ansia e scuoteva la testa come
se avesse ricevuto la notizia peggiore della sua vita.
“Ma...
ma io... Me lo ha detto Ginny! Che c'è di male?”
Hermione mise le mani sui
fianchi e disse con tono di rimprovero: “Oh... Andrà su
tutte le furie, quando verrà a saperlo!”
“Non
capisco, qual è il problema?”
“Doveva
restare segreto!”
“Segreto?
E perchè mai?”
“Perchè
SI'!”, disse indispettita, quasi battendo un piede a terra.
“Ma...
che risposta è?”, Harry le si mise di fronte,
vicinissimo.
“Non
si doveva sapere!”
“Non
ci vedo nulla di male!”
“Evidentemente
loro non volevano che si sapesse, no? Insomma, Ginny mi aveva fatto
giurare di non dirlo a nessuno, tantomeno a Ron! E adesso... vengo a
scoprire che lo sa già! E' un disastro...”
Harry, in tutto questo,
non poté fare altro che osservarla incantato. Lei gli
parlava... e l'unica cosa alla quale lui riusciva a pensare, erano le
sue labbra, e alla folle idea di afferrarla per le spalle e baciarla.
Hermione, ancora una
volta, si sentì in imbarazzo sotto quello sguardo rovente e
penetrante. Perchè, santo cielo, Harry la guardava così!
Si sistemò una
ciocca di capelli dietro l'orecchio, poi incrociò le braccia
sul petto.
“Ma
mi stai ascoltando?!”
Harry si riscosse:
“Ehm... sì, certo! Ma continuo a non capire cosa ci sia
di così grave...”
Hermione, scossa per il
modo impertinente col quale lui l'aveva guardata, disse, fremendo:
“Oh, voi uomini siete proprio limitati, certe volte! Siete
incredibili! Appartenete decisamente ad un altro pianeta!”
“Qui
ti sbagli! E' l'universo femminile, che segue un senso tutto suo...”
“E'
inutile, è una battaglia persa! Tu non puoi capire!”
“Oh,
insomma, Hermione! Perchè mai quei due non dovrebbero voler
dire che stanno insieme?”
“Perchè...
perchè... Oh, non lo so, il perchè! Magari si
vergognano.... O hanno paura... Oppure...”
Harry, a quel punto,
l'afferrò per le braccia, stringendo forte le mani, e
avvicinando il proprio viso al suo, le disse in un sussurro: “Io
so solo che quando si ama qualcuno, l'unico desiderio che si ha, è
quello di urlare al mondo intero il proprio amore!”
Hermione sgranò
gli occhi, colpita dall'intensità di quelle parole, di quello
sguardo, e di quelle mani che la stringevano con tanta forza. Gli
occhi di Harry sembravano ancora più verdi e luminosi, tanto
erano ardenti e brillanti.
Mai come in quel momento,
Harry desiderò baciarla.
Hermione, mai come
allora, lo trovò incredibilmente bello.
Per quello che sembrò
ad entrambi un tempo infinito, rimasero a fissarsi, come ipnotizzati
e attratti dall'elettricità di quell'istante.
Harry dovette compiere
uno sforzo notevole per convincersi a lasciarla andare. Si obbligò
ad allentare la presa, e la morsa delle sue mani, si trasformò
in una delicata carezza, prima di arrendersi e fare un passo
indietro.
“Scusa...”,
le sussurrò.
Hermione si abbracciò,
massaggiandosi piano il punto dove lui l'aveva trattenuta.
Ron, parve non accorgersi
di nulla, e quando Harry si voltò verso di lui, lo vide con la
testa tra le mani, a ciondolarsi come se avesse da risolvere un
problema matematico di enorme difficoltà.
Hermione cercò di
tornare in sé, e di non dar peso a quello che era appena
successo.
... In fondo... cos'era
successo? Nulla. Assolutamente nulla!
E allora perchè le
era sembrato che quelle parole fossero dirette a lei? Perchè
aveva avvertito una nota di disperazione, nella sua voce? Possibile
che si fosse sbagliata?
Lo conosceva talmente
bene.... lo capiva così in fretta! Le bastava guardarlo negli
occhi, o sentire la sua voce leggermente incrinata... Harry aveva
qualcosa di diverso, di questo ne era certa! Ma cosa... cosa lo
turbava così?
“Questo
significa che si sposerà presto...”, decretò Ron,
interrompendo quell'attimo di magia.
Harry e Hermione lo
guardarono contemporaneamente.
“Cosa
vuoi dire?”, chiese Hermione.
“Beh,
se ha un ragazzo, si dovrà sposare! Io lo so come sono i
giovani di oggi... Vogliono tutto e subito... E se Ginny ha deciso di
fare questo passo... è giusto che sappia quali sono le
conseguenze!”
Hermione lo guardò,
incredula: “Ma Ron, ha solo 15 anni! Non puoi pretendere che
pensi già a sposarsi!”
“Allora
non doveva fidanzarsi!”
“Ron,
tua sorella è troppo giovane... Non sarà certo il primo
ragazzo col quale si bacia a determinare la sua vita!”
“E
allora non si doveva baciare affatto!”
“Non
riesco a credere alle mie orecchie! Ron, è solo un bacio! Due
persone non si sposano solo perchè si baciano!”
“Non
mi interessa! Ormai è tardi! Già... Chi ci dice, che
non è irrimediabilmente tardi?!”, disse Ron con fare
drammatico.
Hermione era
letteralmente sconvolta. “E questo... pensi che questo valga
anche per te? Voglio dire, anche noi ci siamo baciati...”,
disse con un miscuglio si sentimenti contrastanti.
“Oh,
beh, ma che c'entra? Io sono un uomo... per me non vale!”,
dichiarò lui senza riflettere, decisamente troppo in fretta.
A quel punto, Hermione
strabuzzò gli occhi e gli puntò contro un dito
accusatorio: “E QUESTO COSA VORREBBE DIRE??”
Ron, solo a quel punto
parve rendersi conto del significato delle sue parole, ed iniziò
ad arrossire: “Ehm... no, aspetta, io... volevo dire che...
cioè... Noi uomini, sì, insomma... dobbiamo... così,
fare... come dire... delle esperienze...”
“Ronald
Weasley! Sei uno schifoso maschilista!”, gli urlò, come
una furia.
“Ma
no... aspetta...”
Ma Hermione si era
allontanata con tre falcate, ed era uscita sbattendo con forza la
porta.
Ron rimase a fissare la
parete per qualche secondo, poi disse: “Non la sopporto, quando
fa così! Non bastano i problemi che ho già! Ci si deve
mettere anche lei!”
“Ron,
forse ti sei dimenticato che lei è la tua
ragazza...
Forse non si aspettava che tu le dicessi che a te è concesso
fare 'esperienza', solo perchè sei un uomo...”
“Beh,
ma... di fatto, noi...”
“Se
vuoi un consiglio, vai subito ad implorare il suo perdono...”
“Non
ci penso neanche! Ho solo detto quello che penso... Anzi, il fatto
che lei abbia avuto un breve e fugace flirt con Viktor Krum, mi
infastidisce non poco... Eppure, ci sono passato sopra, non le ho
detto niente! Voglio dire, lei mi piace ugualmente!”
“Lasciatelo
dire, Ron, sei un po' retrogrado, quando ti ci metti!”
Lui sembrò
restarci male, senza però capire perchè mai tutti si
accanissero contro di lui.
“Non
le va mai bene niente, di quello che faccio! Ce l'ha con me!”,
bofonchiò sconsolato.
“Ron,
non dire sciocchezze!”
“Te
l'assicuro... ce l'ha con me!”
Harry tornò a
sedersi sul davanzale, vicino alla finestra, e si mise nuovamente a
guardare fuori. Tra le nuvole e il colore ambrato del cielo, immaginò
il viso di Hermione.
* * *
La
tanto attesa festa per Halloween, giunse molto più in fretta
di quanto Harry si aspettasse, e fu così che arrivò il
giorno del ballo, senza che Harry avesse avuto il tempo, o la voglia,
di invitare alcuna ragazza.
Come ogni volta che
Hogwarts si preparava ad un evento, nell'aria si poteva sentire
l'elettricità e l'euforia che il ballo portava inevitabilmente
con sé. I ragazzi si facevano più audaci, e le ragazze
sembravano diventare più tolleranti e generose, lanciando
sguardi languidi e complici.
Era ormai pomeriggio
inoltrato e Harry, con fare annoiato, cercava di finire il compito di
pozioni, mentre Ron si divertiva a far fare delle capriole al rospo
di Neville con la bacchetta.
“Proprio
non ti capisco... Avresti potuto invitare chiunque... Chiunque!
Nessuna ti avrebbe detto di no! E tu che fai? Te ne vieni al ballo da
solo.... Non ha senso!”
“Ron,
come te lo devo dire? Ormai quelle che piacciono a me sono già
occupate... E poi, non m'importa! Tanto non so ballare...”
“Ma
tutti vedranno che sei l'unico a non avere una dama!”
Harry fece spallucce:
“Tanto indosserò una maschera... il ballo è a
tema, no?... Nessuno si accorgerà di me, o meglio, nessuno
noterà la mia 'non-compagna'.”
Ron individuò dei
biscotti dall'aria ghiotta ed invitante, appoggiati sul tavolo, e
smise di infastidire il povero rospo, che ne approfittò per
dileguarsi: “Uhmm... sai di chi sono?”
Harry sollevò gli
occhi dalla sua pergamena, scrutò i biscotti e scosse la
testa.
“Oh,
beh, tanto meglio! Allora li posso mangiare senza sensi di colpa!”
Ne prese uno, lo annusò con fare da intenditore ed un sorriso
gli si dipinse sul viso: “Ah, sembrano buonissimi!”
Mandò giù
il dolce senza quasi masticarlo, accompagnando il gesto con un
mormorio di puro godimento: “Uhmm... de-li-io-so!” Ne
prese altri tre, che sparirono ben presto nella sua bocca.
“Ne
uoi u-o? S-no bo-ni-sci-mi!”, farfugliò Ron, con la
bocca strapiena.
Harry lo guardò
aggrottando le sopracciglie: “No, grazie...”
“Non
sciaiche
ti pe-v-di!”
Harry scosse la testa e
finì di scrivere la sua frase.
“Forse...
forse puoi ancora chiederlo a Luna”, disse mandando giù
l'ennesimo boccone. “Non capisco proprio il perchè, ma
pare che nessuno l'abbia ancora invitata. Eppure è una ragazza
talmente simpatica! E poi... io la trovo anche carina...”
A quel punto, Harry tornò
a guardarlo e si accorse che l'amico era arrossito e si era voltato,
come per nascondere un improvviso imbarazzo. Appoggiò la piuma
sul tavolo e cercò di osservarlo meglio.
“Beh,
sì. Luna è sicuramente una ragazza 'particolare'... Se
non fosse che vive in un mondo tutto suo, sono sicuro che
riscuoterebbe parecchio successo! Ha un viso molto dolce... ed è
perspicace, oltre che essere carina ed intelligente.”
Ron
annuì, sorridendo felice di trovare qualcun altro che la
pensasse allo stesso modo. Con un dito accarezzò il bordo del
tavolo, con aria distratta: “Certo, è naturale che...
insomma, che io ci vada con Hermione, al ballo...”, aggiunse
arrossendo nuovamente. “Ma se... voglio dire, se fossi da
solo... probabilmente lo chiederei a lei!”
Harry per poco non cadde
dalla sedia! Cercò di studiarlo con maggiore attenzione: che
cosa significava quell'atteggiamento così strano? Era stata
una sua impressione, o i suoi occhi si erano illuminati in modo
insolito?
Possibile che Ron si
sentisse attratto da Luna? Che quella luce nascondesse qualcosa di
più profondo?
Naah!
Con Hermione al proprio
fianco, Ron non poteva neanche lontanamente permettersi di desiderare
un'altra! Di certo si era sbagliato...
Tornò a fissare il
proprio tema: accidenti, era maledettamente corto! Si arrovellò
per altri dieci minuti, dove riuscì ad aggiungere a malapena
due righe. Ma al sesto rintocco dell'orologio della torre, si rese
conto che si era fatto decisamente tardi, e doveva comunque iniziare
a prepararsi.
Insospettito
dal silenzio di Ron, che, con il suo eterno borbottio, solitamente
gli ricordava una vera e propria 'pentola di fagioli', si sporse
verso il divano, ma non lo vide. La Sala Comune era completamente
vuota: tutti i Grifondoro erano nelle rispettive stanze per vestirsi.
Arrotolò la sua pergamena e si stiracchiò pigramente.
“Ron?”,
chiamò.
Niente.
“Ehi,
Ron, dove sei finito? Sarà meglio iniziare a prepararsi...”
Un debole lamento gli
giunse da dietro una colonna. Si diresse verso la fonte di quel
mormorio e vide Ron sdraiato a terra.
“Ron?!”,
lo chiamò, correndo verso di lui.
“Aah,
che dolore! Mhmm... che male! Uhi uhi uhi! Harry... aiutami... ti
prego!”
“Ma
che ti prende? Cosa ti succede?”
“La...
mia... pancia.... Ahi, che sofferenza!”
Harry aiutò Ron a
tirarsi su, e il rosso si abbandonò contro l'amico.
“Ron,
per l'amor del cielo! Cosa hai?”
“Ho...
bisogno... di andare... in bagno!”
Harry non se lo fece
ripetere due volte, lo afferrò saldamente e lo sollevò
quasi di peso, trascinandolo verso il bagno.
Ron era decisamente
pallido, e sudava freddo.
“Non
capisco, fino ad un minuto fa stavi benissimo...”, disse Harry.
Poi, riflettendo meglio, ricordò di aver visto i gemelli Fred
e George aggirarsi dove c'erano i biscotti.
“Oh,
no! Ron, forse è meglio se ti porto in infermeria...”
“No,
no, no! Non... credo che riuscirei... a fare un solo... passo. Harry,
scusa, ma... devo proprio andare in bagno!”, e senza aspettare
risposta, si chiuse la porta alle spalle come una furia.
Harry corse nel suo
dormitorio, dove Fred e George stavano ridendo allegramente, nel
vedersi mascherati per la festa che li aspettava da lì a poco.
“Ehi,
ragazzi! Per caso sono una vostra invenzione quei biscotti che erano
sul tavolo in Sala Comune?”
I
gemelli si scambiarono uno sguardo furbo, paragonabile a quello di
due faine: “Sì... certo! Sono i nostri biscotti
'dolcetto-scherzetto'!
Ci sono costati un intero giorno di lavoro, ma abbiamo riservato una
bella sorpresa per quei buffoni di Serpeverde!”, e
sghignazzando si scambiarono un gesto babbano con le mani, facendole
schioccare.
“Magnifico!
C'è solo un piccolo problema: Ron se li è praticamente
mangiati tutti!”, disse Harry allarmato.
Fred e George smisero
all'istante di ridere: “COSA?”, chiesero insieme.
“Proprio
così, maledizione! Perchè nessuno lo ha avvisato?”
“Fred,
dovevi farlo tu!”, si arrabbiò George.
“Eh,
no, carino! Dovevi farlo TU!”, rimbeccò Fred. “Lo
sai quanto è goloso quello sciocco! Era compito tuo metterlo
in guardia!”
“Guarda
che avevamo deciso che glielo avresti detto tu!”
“Ma
se io ho avvisato tutti gli altri, come...”
“Ok,
ok...!”, disse Harry a voce alta. “Che effetto hanno...
questi biscotti?”
“Accidenti!
Erano la nostra super invenzione per la festa! Un biscotto che fosse
sia dolcetto... che scherzetto! Basta mangiarne uno per garantirsi
più di un'ora sulla tazza del bagno!”
Harry sospirò
preoccupato: “Credo ne abbia mangiati almeno una dozzina...”
“Che
idiota!”, esclamò Fred.
“Sei
tu l'idiota...”
“No,
è colpa tua!”
“Guarda
che sei tu che...”
“Adesso
basta! Ma come fa vostra madre a sopportarvi!!”, disse
esasperato Harry, interrompendoli. “Ditemi soltanto se devo
chiamare Madama Chips!”
“No,
tanto non potrebbe fare niente. L'unica cosa da fare... è
assicurarsi di restare saldamente attaccato al water...”
Contro la sua stessa
volontà, George scoppiò a ridere, imitato dal fratello.
“Siete
davvero incorreggibili!”, li apostrofò Harry, ma un
sorriso affiorò anche sulle sue labbra. Tornò verso il
bagno, e provò a bussare.
“Ron,
come stai?”, gli domandò, attraverso la porta.
“Harry...
Un disastro! Ho provato ad alzarmi... ma non sono riuscito a fare più
di due passi senza...”
“Sì,
sì... Non c'è bisogno di spiegarmi nulla! I biscotti
sono opera di Fred e George, e temo tu non abbia molte speranze di
uscire dal bagno prima di domani mattina...”
“Quei
due... farabutti! Canaglie! Mascalzoni! .... Ahi... che male! Oh, ma
quando li becco!”
“Ron,
posso... posso fare qualcosa?”, provò a dirgli Harry.
“...
No... proprio no!”
“Vuoi
che vada a chiamare Madama Chips?”
“No,
non sopporterei di dover mandare giù uno dei suoi intrugli!
...Ah, ma me la pagheranno, questa volta!”
“Ron,
se vuoi resto... qui dietro...”
“No,
Harry! Davvero, non è il... caso. Però devi farmi
un.... Uhi, uhi.... Aspetta un attimo...”
Silenzio. Harry non
sapeva se ridere o preoccuparsi seriamente.
“Ron...?”
“Devi
farmi un favore...”, riprese, “... devi portare tu
Hermione
al ballo...”
Harry si paralizzò.
“C-come...?”,
chiese in un sussurro, avvicinando la testa alla porta.
“Ti
prego, Harry... Se dovesse rinunciare al ballo per colpa mia... non
me lo perdonerebbe mai!”
Harry rimase immobile a
fissare la porta di legno.
Portare Hermione... al
ballo...
Dovremo ballare
insieme...
La potrò
toccare...
E stringerla tra le
braccia, sentire il suo profumo...
“Harry...
ci sei ancora?”
“Ehm...
sì!”
“Ti
prego... è un uomo in punto di morte... a chiedertelo!”
“Sì,
certo, Ron... Non preoccuparti. Ma, tu... sei sicuro di non aver
bisogno di me... o magari vuoi che ti chiami Hermione...”
“NO!
No, per carità! ... Credo.... che.... resterò... chiuso
qui dentro... per un bel po'...”
“Ehi,
Harry!”, lo chiamò Dean, “manchi solo tu! Sono
scesi già tutti...”
“Vai,
Harry, per pietà! Altrimenti Hermione ucciderà prima
me, poi te...”
“Ok.
Allora... vado. Cerca di riprenderti.”
Harry andò
velocemente nell'altro bagno, si cambiò in fretta e indossò
dei jeans, una camicia bianca e si gettò un mantello nero
sulle spalle. Prese la maschera che aveva preparato per il ballo e la
guardò perplesso. Non era nulla di così 'spaventoso'
come il tema forse richiedeva... In realtà era una semplice
mascherina nera, che gli copriva solo la parte superiore del viso,
lasciando scoperta la bocca. Due fessure gli permettevano di vedere e
lasciavano trasparire il verde dei suoi occhi. La indossò e
scese.
L'ingresso della scuola
era un via vai di persone, ma quasi tutti i Grifondoro si trovavano
già nella Sala Grande.
Vide Ginny in compagnia
del suo ragazzo, e Fred con la sua Angelina.
“Harry,
sei tu?”, chiese Fred, titubante.
“Sì...”
“Non
c'è che dire... I tuoi occhioni verdi, così, risaltano
ancora di più!”, sorrise.
“Ehm,
avete... avete visto Hermione?”, chiese Harry per cambiare
discorso.
“Hermione
è in ritardo!”, disse Ginny, agitata più che mai,
e incredibilmente carina, nel suo costume di strega d'altri tempi. “E
non sa ancora che Ron sta male e... che stasera non avrà un
cavaliere!”
“Beh...
ecco, veramente Ron mi ha chiesto di...”
Ginny si voltò di
scatto, e lo guardò in modo curioso: “Cosa?”
“Di
accompagnarla io, al ballo.”
“Ah...
davvero? Beh, tanto meglio, no?” e gli sorrise con aria furba.
“Anche tu, infondo, eri senza... dama.”
“Veramente,
io...” Harry si sentiva in difficoltà.
“La
McGranitt è già passata due volte a rimproverarci.
Forza, Ginny, almeno noi che siamo al completo possiamo iniziare ad
andare. Harry, ti conviene andare a chiamarla, altrimenti qui
inizierà tutto senza voi due!” gli disse Fred.
Harry annuì e si
voltò per tornare verso la loro torre, ma poi si bloccò.
“Ma
io non posso salire al dormitorio femminile!”, rifletté
a voce alta.
“Oh,
non preoccuparti, certo che puoi farlo!” rispose Fred con
l'aria di chi la sapeva lunga.
“Sarebbe
a dire?”
“Questi
furboni di professori hanno gettato ogni sorta di incantesimo, su
quelle scale, pur di non permettere ai ragazzi di salire, ma hanno
dimenticato quello più banale: ti basterà pronunciare
un “Petrificus
Totalus”,
e le scale eviteranno di trasformarsi in un odioso scivolo!”
Harry e Ginny lo
guardarono increduli.
“E
tu come fai a saperlo!?”, domandò la rossa, oltraggiata
da quella rivelazione.
“Sei
troppo piccola, sorellina, per certe cose...”
Ginny mise le mani sui
fianchi: “Fred Weasley! Quando lo dirò a mamma...”
“Tu
non farai proprio nulla! Altrimenti io le dirò di quella volta
che...”
Ma Harry si era già
stancato di sentirli litigare e si diresse verso la sua torre.
Entrò in Sala
Comune con il cuore che gli martellava nel petto, e le gambe che
sembravano fare più fatica del solito a reggerlo in piedi. Si
sentiva teso, emozionato, confuso e terrorizzato allo stesso tempo.
Si
bloccò davanti alle scale che portavano al dormitorio
femminile. Per la prima volta in vita sua, mise un piede sul primo
scalino ed istantaneamente, i gradini si appiattirono formando una
scivolosissima salita impossibile da percorrere.
Tolse il piede ed attese
che la scala tornasse nella sua forma originale.
Quando
questo accadde, con un sorriso, tirò fuori la sua bacchetta e
pronunciò: “Petrificus
Totalus!”
Riprovò ad
appoggiare il piede e... gli scalini rimasero immobili!
“Wow!”
Felice
più che mai, iniziò a salire di corsa.
Ma a metà della
scala si bloccò, improvvisamente incupito.
E se gli avesse detto di
no? Magari Hermione non aveva intenzione di andare con lui, al
ballo...
Ti stai forse
dimenticando che Hermione è fidanzata con Ron?
Sarà
terribilmente in pena per lui!
Chi ti dice che
accetterà di venire con te?
La
sua coscienza, ancora una volta, aveva parlato senza che lui lo
volesse... Ma preferì ignorarla e decise di continuare a
salire. Come per i ragazzi, alla fine della scala c'erano le porte
dei dormitori.
Bussò su quella
centrale, attese pazientemente, ma nessuno gli rispose. Provò
con quella di destra.
“...Sì...?”
“Ehm...
Her- mione, sono...”
“Vieni,
vieni! Presto!”, rispose lei, sbrigativa, ignorando di chi
fosse quella voce.
Harry fece un sospiro ed
aprì piano la porta. La stanza era molto simile a quella dei
ragazzi, se non fosse stato per una miriade di cose rosa e a forma di
cuore che erano sparpagliare sui vari letti e appese un po' ovunque.
Porta foto che ammiccavano, sveglie che mandavano baci, poster
giganti di 'maghi-rock-star' che ballavano, fiori profumati e morbidi
peluche da ogni parte! Le ragazze erano decisamente più
disordinate!
La stanza era poco
illuminata e Harry si guardò intorno, in cerca di Hermione.
Poi, un sospiro d'esasperazione lo attirò verso il retro della
stanza.
Lei era di spalle, con i
capelli leggermente raccolti, intenta ad infilarsi un orecchino
pendente. Indossava un lungo ed elegante abito da sera, nero e
aderente, che la fasciava in modo incredibilmente sensuale. Le sue
forme erano perfette! Il nero aggiungeva un tocco di seduzione alla
sua timida bellezza.
E... Oh, Dio! Il vestito
era ancora parzialmente slacciato, e le lasciava una generosa parte
di schiena scoperta... e visibile ai suoi occhi.
“Santo
Cielo! ...Santo Cielo!! Sono in ritardo, sono in ritardo! Non mi
succede mai, accidenti! Perchè proprio stasera? Scusa, mi puoi
aiutare, per favore? Da sola non riesco ad allacciare il vestito, e
le altre ragazze se ne sono già andate via tutte... Accidenti!
Non trovo più l'altro orecchino, eppure li avevo messi qui...
Ah! Eccoli! Oh, accidenti”, disse per la terza volta, “saranno
già tutti nella Sala Grande! Ron sarà furibondo!”
Harry, da dietro le sue
spalle, la vide riflessa nello specchio che lei aveva davanti, mentre
si passava del lucidalabbra in modo inconsapevolmente eccitante....
Era meravigliosa!
“Mi
aiuteresti col vestito, per favore?”, chiese di nuovo.
Harry si avvicinò
di un passo, e solo in quel momento, Hermione, sollevò gli
occhi sull'immagine che vedeva dallo specchio.
Ai suoi occhi, apparve
una figura alta, scura, e con una maschera nera sul viso.
Soffocò un piccolo
grido e si voltò di scatto, portando le mani alla bocca.
Harry si diede dello
stupido per essersi dimenticato di togliere la maschera. Cercò
di tranquillizzarla: “Hermione... non aver paura, sono io...”
Hermione, riconoscendo la
voce, strinse gli occhi, come per metterlo meglio a fuoco e chiese,
assolutamente incredula: “HARRY?”
Il ragazzo si sollevò
la maschera sulla testa, lasciando scoperto il suo viso: “...Sì”
Hermione
era esterrefatta. Fece un passo indietro e si appoggiò con una
mano al tavolino per non cadere: il cuore aveva preso a batterle
all'impazzata: “Ma... cosa... ci fai, tu, qui...?”
Harry lasciò
scivolare il suo sguardo sulla scollatura del vestito della ragazza,
che esaltava il colore quasi perlaceo della sua pelle, ed evidenziava
in modo discreto il suo seno giovane e florido. Cercò di
mantenere il sangue freddo, e s'impose un certo autocontrollo:
“Ecco... Non ti allarmare, ma Ron non è stato bene: ha
mangiato dei dolci opera di Fred e George, che gli hanno causato un
terribile mal di pancia. Ma non è nulla di grave, stai
tranquilla”, si affrettò a rassicurarla. Poi, sentendo
il rossore che lo tradiva, aggiunse: “Solo che non riesce a
venire al ballo e... ha chiesto a me di accompagnarti. Sempre che
tu... che tu lo voglia.”
Senza volerlo, abbassò
gli occhi, incapace di guardarla un minuto di più senza che la
voglia di fissare la sua scollatura avesse il sopravvento.
Il tempo che lei impiegò
per rispondere gli sembrò infinito. Le sue speranze iniziarono
ad affievolirsi.
Cosa ti aspettavi? Che
ti dicesse: “Sì, non vedo l'ora di ballare con te!”...?
Hermione si sentiva
leggermente stordita, disorientata e confusa. Ron non stava bene, e
non l'avrebbe accompagnata al ballo... Ma l'unica cosa che la sua
testa aveva registrato, era che Harry le aveva chiesto di andarci con
lui...
Lo guardò e si
rese conto di quanto fosse bello! E... Santo Cielo! Quel sorriso
timido, dolce e così sensuale... le faceva girare la testa!
Harry si schiarì
la voce, e sollevò di nuovo gli occhi su di lei: “Se non
te la senti di venire... lo capisco. Ma ti assicuro che per Ron, al
momento, non si può fare nulla. Era... molto dispiaciuto di
non poterti accompagnare stasera, e... capisco se preferisci non
venire con me.”
Hermione fece un passo
verso di lui: “Oh, no... No! Io... sarei felice di venire con
te. Ma sei sicuro che a lui non dispiaccia? Voglio dire, magari ha
bisogno di qualcosa...”
“Non
credo che qualcuno possa fare alcunché, al momento. Gli ho
chiesto se voleva che tu andassi da lui, ma lui si è
rifiutato... categoricamente!”
Hermione si accigliò
e incrociò le braccia sul petto: “E' incorreggibile! E'
un disastro! E' mai possibile che non sappia resistere davanti a
niente? Eppure ci è cresciuto, con quei due mascalzoni...
dovrebbe avere imparato ben più di una lezione! E invece no!
Lui, appena vede una cosa dolce, se la deve cacciare in bocca senza
pensare a quello che gli può causare!”
Harry la osservava
estasiato. Nonostante fosse arrabbiata, era stupenda! E con quel
trucco appena accennato era a dir poco intrigante... Lei lo guardò
all'improvviso, e lui cercò di ricomporsi, togliendosi quel
sorriso idiota dal viso.
“Va
bene, allora... Verrò al ballo con te”, decise.
Il cuore di Harry sembrò
improvvisamente esplodergli nel petto, tanta era la gioia! Hermione
aveva accettato, sarebbero andati al ballo insieme!
Ridimensiona la cosa!
Non è che tu l'hai invitata e lei ti ha detto di sì! E'
solo un caso: tu sei senza una ragazza, e il tuo migliore amico
(nonché suo fidanzato) è steso... ops, meglio:
'accasciato k.o.' su un gabinetto!
“Bene,
allora... andiamo?”, le chiese, giusto per mettere a tacere
quella voce che continuava imperterrita a ronzargli nella testa.
“Oh!
Io devo solo finire di... allacciare il vestito. Ma da sola non...”
“Ti
aiuto io!”, disse prontamente Harry, mostrando un autocontrollo
che era ben lontano da ciò che provava realmente.
Hermione lo guardò
intensamente negli occhi, poi, lentamente, si voltò e gli
mostrò le spalle parzialmente nude.
Harry deglutì a
fatica e, sollevò le mani tremanti. Con una mano prese la
cerniera a metà della sua schiena, e l'altra gliel'appoggiò
sulla vita stretta, per aiutarsi a chiudere l'abito.
Nel sollevare le
cerniera, il suo indice accompagnò il movimento e fece una
leggera carezza tra le scapole della ragazza.
Un caldo improvviso gli
partì dallo stomaco ed arrivò velocemente al suo viso.
Chiuse gli occhi per un attimo, ed assaporò quel brevissimo
contatto con la pelle liscia ed incredibilmente morbida di Hermione.
Nello stesso istante, lei
trattenne il respiro, provando un brivido improvviso.
Era stata una carezza,
quella?
Oh, ma no, no! Certo che
no!!
Hermione, datti una
calmata! E' solo Harry... Harry! Ti ha invitato unicamente per fare
una cortesia a Ron... La sua è soltanto gentilezza!
Si voltò in fretta
e Harry riaprì gli occhi. Per fortuna, la stanza era in
penombra, e Hermione non si accorse dello sguardo carico di desiderio
di Harry.
“Bene,
allora... possiamo andare...”, disse lei, rendendosi conto
all'improvviso di quanto fossero vicini.
“Sì,
certo.” Harry la guardò e si schiarì la voce,
poi, cercando di non arrossire, sussurrò: “Ehm... volevo
dirti che... sei molto... bella, stasera.”
Hermione, per un attimo,
credette che il suo cuore si fosse fermato. Sentì lo sguardo
di Harry sfiorarla con dolcezza, percepì il suo imbarazzo nel
mormorare quel complimento e le sembrò di vederlo arrossire.
Ma la parte razionale ed inflessibile di lei, la convinse che era
stato solo il gioco di luci delle candele a rendere il viso di Harry
così carico di ardore. Gli sorrise, cercando di non far
tremare le labbra: “Grazie, Harry.”
Harry iniziava a sentirsi
nervoso ed il pensiero di essere lì, solo con lei, nel suo
dormitorio, con quell'atmosfera così surreale lo fece
sragionare.
“Andiamo!”,
disse in fretta. Uscirono dalla stanza e Harry con la testa persa in
mille pensieri, fu il primo a mettere il piede sui gradini, quando...
FFFHRRRRH...
Le scale si appiattirono
e formarono uno scivolo ripidissimo. Harry cadde di peso all'indietro
e il suo fondoschiena ebbe la peggio. Ruzzolò goffamente fino
in fondo alla scala e per un attimo rimase stordito ed incredulo.
Razza di imbecille!
Che figura!
“Harry?!
Tutto bene?”, chiese preoccupata Hermione dall'alto.
“Ahi...
Dannazione! Che idiota!”, imprecò Harry, massaggiandosi
la schiena, dolorante.
Non appena la scala tornò
percorribile, Hermione si precipitò giù.
“Oh,
Dio! Ti sei fatto male? Ti sei rotto qualcosa?”
Harry si rialzò
nascondendo una smorfia di dolore, e le sorrise: “Tutto a
posto... Maledetta scala!” disse.
Rincuorata dal fatto che
fosse ancora tutto intero, Hermione non riuscì a soffocare una
risata argentina.
“...
Scusa... scusami se rido, ma... Avresti dovuto vederti! Hai fatto un
volo...!”
“Sì,
immagino...”
“A
proposito, ma come hai fatto a salire? Per voi ragazzi è
impossibile...”
“E'
una lunga storia”, disse Harry frizionandosi la parte
dolorante, “ma pare che Fred e George conoscano tutti i trucchi
del castello... persino quello di beffare le scale che portano nelle
stanze delle ragazze!”
Hermione si rabbuiò:
“Oh, ma questo è gravissimo!! Io sono un prefetto e...”
Harry si pentì di
averle confessato quella cosa: “Lascia stare, Hermione... Si è
trattato di un'eccezione... Non accadrà più. Ora
dobbiamo sbrigarci, si è fatto davvero tardi!”
“Sì...
va bene”
Arrivarono fin quasi alla
scalinata che portava alla Sala Grande, quando Hermione, un po'
indecisa, gli chiese: “Posso farti una domanda?”
“Ma
certo...”
“...
Come mai, tu... non hai invitato nessuno?”
Harry,
senza riuscire a guardarla negli occhi, rispose, evasivo: “Beh,
non ho... non ho trovato nessuna ragazza da invitare...”, buttò
lì, come se nulla fosse.
“Come
sarebbe a dire? C'erano almeno due dozzine di ragazze disposte a
qualsiasi cosa, pur di venire al ballo con te!”
Harry si fermò e
cercò di non tradirsi, mentre arrossiva e farfugliava:
“Ecco... io non... Quelle che interessavano a me, erano già...
già impegnate.”
“Ma
dai...? Proprio tutte?”,
chiese lei, guardandolo con attenzione.
“Beh,
non è che ce ne fossero poi tante, che mi piacevano...”
“Oh,
possibile che non ne sa rimasta... nemmeno una?”
“Ehm,
sembra proprio di no...”, rispose calandosi la maschera sulla
faccia per non far vedere il rossore ormai indomabile.
Hermione, insaziabile,
continuò: “E, dimmi, chi avresti voluto invitare?”
A quel punto, Harry
iniziò a farsi prendere dal panico.
E adesso cosa le dico?
Ora lo capisce!
Dannazione, ORA LO CAPISCE!!
Maledizione!
Perchè mai gli faceva tutte quelle domande? Guardò
speranzoso verso la folla che riempiva la Sala Grande e,
indicandogliela, disse:
“C'è
parecchia confusione, vero?”
Anche Hermione si girò
verso la Sala e i suoi occhi si ingrandirono per lo stupore e la
gioia: “Santo Cielo... Che bello! Quanta gente... e che bei
vestiti! Oh, Guarda Marcus Flitt com'è buffo! Oh, Katie Bell è
elegantissima! Andiamo, presto!!”
Harry, felice che lei si
fosse momentaneamente distratta, e sperando di essersela cavata, la
seguì con entusiasmo verso l'ingresso della sala, e verso la
festa che li attendeva.
Sono
commossa da tutti i vostri numerosi commenti e un grazie di cuore lo
voglio dire ad ognuno di voi! In particolar modo:
SUMMERS:
Hi hi hi! .... Un po' di gelosia? Beh, leggi, leggi... poi mi fai
sapere, ok? 1000 grazie e tantissimi baci!!
JERADA:
Ciao! Mi hai fatto morire con il tuo commento! Hai ragione, dove sta
scritto che sia sempre l'uomo a dover fare la prima mossa? Ma qui, la
nostra amica, non è messa per niente bene... Grazie della
recensione, bacioni!
STIZY:
La mia adorabile Stizy!! Grazie, piccola, per il tuo bellissimo
commento... Sei sempre speciale! Prometto di scriverti presto! Un
bacio grande!
GRANGER90:
Ciao Fantastica Granger! Che ridere che mi hai fatto, col tuo
commento! Sei stata simpatica e dolce allo stesso tempo... Grazie,
apprezzo molto la tua presenza e sono felice che il mio Harry
addirittura “non ti faccia dormire!”. Pensa che io
elaboro le cose che poi scrivo... solo di notte! ;-)) Baci!
ARGENTLAM:
Ehilà, ciao!! Me molto felice :-))) Soprattutto sono contenta
che il tutto ti sia piaciuto! Aspetterò con ansia il tuo
prossimo commento! Tanti tanti baci!
MARCO:
..................................
ciao!............................. Carissimo Marco, grazie grazie
grazie del tuo commento! Soprattutto grazie per essere così
gentile da farlo sempre su entrambi i siti... lo apprezzo molto!
Ahhhh, l'amour.... riusciranno i nostri eroi a combinare finalmente
qualcosa? ..... Lo sai, io sono decisamente complicata, certe volte!
Fammi sapere che te ne pare, ok? Un sacco di baci!
JOJIPV:
Ciao 'stelassa'... come si dice da queste parti! Mi inchino e ti
ringrazio di cuore per il tuo preziosissimo commento! Ah, se è
per questo, in me troverai sempre un'alleata fedele ed irremovibile:
Evviva Harry + Herm !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
SPARKLING
ANGEL: Mamma mia! Che commento strafico!!!!!!!!! Grazie, oltre ad
avermi fatto enormemente piacere, mi hai letteralmente fatto morire
dal ridere!!! Che forte che sei! Grazie infinite e........ morire di
gelosia? Beh, qui non so chi ne scoppia di più! Please, fammi
sapere...............! Ok??? taaaaaaaaaaanti baci!!!!!!
SABRI:
Dolcissima Sabri, ciao! Un grazie speciale anche a te e le mie scuse
per questo ritardo...... spero di farmi perdonare con questo
capitolo! Ti mando un bacio ENORME!!!!!!!!!!!!!!!!! Grazie a presto!
8x4:
Ciao... Sei, in assoluto, quella col nome d'arte più originale
che conosca! Un giorno mi dirai che significa? Ad ogni modo,
carissima 8x4, il mio Grazie per te e grande come un 32!!!!!!!!!!!!
:-))) Spero tantissimo che il cap ti piaccia, ed attendo fiduciosa il
tuo parere! Baci !
SALLULLA:
Ciao!!! Molto lieta di conoscerti! Grazie infinite a te per la
tua recensione e per i complimenti.... molto, molto apprezzati! Ti
aspetto con il prossimo, allora! Bacioni!!
MIONE
86: Ciao, e benvenuta anche a te! Sono strafelice che ti sia
venuta voglia di iniziare a leggere questa storia, e soprattutto che
ti sia piaciuta tanto! Sei la benvenuta e ti aspetto fiduciosa!
Baciotti!
A
tutti, buona lettura!
-
11 -
“Halloween”
La
musica aveva iniziato a diffondersi per tutto il castello, le risate
e gli scherzi degli studenti erano un continuo susseguirsi. Quando
Harry e Hermione oltrepassarono l'ingresso, rimasero senza fiato per
l'emozione! Tutta la Sala era illuminata solo dalle luci delle
candele, posizionate all'interno di centinaia di zucche arancioni,
che riempivano l'enorme spazio e galleggiavano sospese nel vuoto.
“Oh,
Harry... E' meraviglioso!”, disse Hermione sognante.
Anche
Harry era rimasto colpito da quella luce così particolare.
L'arancione dominava ovunque, in tutte le sfumature che andavano dal
giallo al rosso, e che rendevano l'atmosfera quasi surreale.
Diversi
amici e compagni iniziarono a salutarli e in pochi parvero prestare
attenzione al fatto che non fosse Ron ad accompagnare Hermione, ma
che al suo fianco ci fosse Harry.
Raggiunsero
il resto dei Grifondoro e Hermione fu ricoperta di complimenti.
“Hermione,
devo ammettere che... il nostro Ron si è proprio scelto la
ragazza più carina! Sei uno schianto!” disse George con
gli occhi che percorsero il suo elegante abito, partendo dalla
scollatura fino a raggiungere lo spacco sulla coscia.
La
ragazza che lo accompagnava gli mollò una gomitata, offesa.
“Grazie,
George”, rispose Hermione abbassando lo sguardo. Non era certo
abituata a vestirsi in quel modo né, tantomeno, a ricevere
tutti quei complimenti, e la cosa la metteva estremamente in
imbarazzo.
La
musica era molto bella e i gemelli, prendendo le rispettive dame,
iniziarono a ballare senza perdere un attimo di più: “Ehi,
meglio darsi da fare! La festa non durerà per sempre!”
Anche
Ginny, dopo aver lanciato un ultimo ed intenso sguardo a Harry, si
decise ad accettare l'invito di Ritchie ed iniziò a muoversi
con grazia tra le braccia del fidanzato.
Harry
li seguì con lo sguardo mentre si allontanavano, realizzando
di essere rimasto drammaticamente solo con Hermione. Accidenti, si
sentiva morire! Con quale coraggio sarebbe riuscito a chiederle di
ballare?
“Ehm,
vuoi... “
'Ballare...
ballare... b-a-l-l-a-r-e!' La
sua testa glielo stava gridando col megafono, ma la lingua gli si
accartocciò, facendo invece uscire un difficilissimo: “...
b – be - re qualcosa...?”
Hermione
lo guardò con una punta di delusione, ma annuì
timidamente.
“Ok,
aspettami qui.”
Si
allontanò da lei, cercando di tornare a respirare normalmente
e di togliersi quel sorriso forzato dalla faccia.
Imbecille!
Calmati, dannazione! Pensa solo a mantenere la calma... e a
divertirti!
Si
mise in fila per prendere da bere, e dopo qualche minuto di paziente
attesa, percepì come dell'elettricità nell'aria. Si
voltò e sentì qualcosa sfiorargli delicatamente il
braccio: era la seta di un abito soffice, che apparteneva alla
ragazza al suo fianco. Sollevò lo sguardo a ripercorrere
quelle forme così sinuose, e il biondo dorato dei capelli
della professoressa Keen lo abbagliò.
Harry
aveva la maschera sugli occhi e lei parve non accorgersi di averlo al
proprio fianco.
“Ehm...
professoressa...?”
La
ragazza si voltò, ed Harry rimase imbambolato a fissare quel
viso così dolce e incantevole. Accidenti, con i capelli
sciolti e con quel vestito era deliziosa!
Lei
si avvicinò titubante, e chiese: “... Harry?”
Sollevandosi
nuovamente quella stupida maschera dal viso, annuì e la
salutò: “Salve!”
“Ohm,
ciao! Esserci così tanta confusione, qui! Io non ti avevo
visto...”
“Non
c'è problema. Stasera, con tutti questi travestimenti, non è
facile riconoscersi... A proposito, lei...” s'interruppe, poi,
guardandosi intorno e abbassando la voce, si corresse: “...tu
non ti sei mascherata con qualcosa di 'spaventoso'?”, scherzò
Harry.
“Come
no... Io avere provato!” La ragazza fece un piccolo giro su se
stessa e si indicò: “Questo essere migliore risultato,
per me, per essere 'oribile'...”,
rise lei.
Harry
l'ammirò con generoso apprezzamento, e disse di getto: “Oh,
no... ti assicuro che è impossibile renderti orribile!”
Subito dopo, sentì l'imbarazzo impossessarsi di lui.
“Credo
sia un complimento, questo, quindi grazie...” Isabel si portò
una ciocca di capelli dietro l'orecchio e Harry rimase catturato da
quel movimento e dalla luce splendente del suo anello.
“E'
da qualche giorno che volevo dirti... che stai migliorando molto, con
la nostra lingua. Non commetti quasi più imprecisioni...”
Il
sorriso della ragazza si fece ancora più ampio: “Dici
davvero?”
“Certo!
Il tuo accento è sempre... leggermente 'nordico', ma ti
assicuro che è estremamente piacevole.”
“Oh,
Harry... sei così gentile...”
Era
il turno di Harry per l'ordinazione e visto che lui sembrava
essersene dimenticato, il cameriere glielo ricordò: “Ehi
ragazzo, allora, cosa prendi?”
“Ehm
, Isabel, tu cosa gradisci?”
“Visto
il tema... del succo di zucca, direi...”
“Ok,
allora tre succhi di zucca.”
“Tre?”,
domandò Isabel.
“Sì,
uno è per... Hermione”
Una
strana luce passò negli occhi della ragazza, ma fu solo un
attimo.
“Ohm,
capisco. E' con lei che... sei al ballo?”
“Ecco,
Hermione doveva andarci con Ron, ma lui... non si è sentito
bene, così ha chiesto a me di accompagnarla” rispose,
pieno di imbarazzo.
“Vuoi
dire che... altromenti,
non avresti avuto una... ragazza?”
Harry
si sentiva sempre peggio. Ma perchè questo argomento sembrava
interessare tanto gli altri? Prese un bicchiere col succo e glielo
porse, poi prese gli altri due e si allontanarono leggermente dalla
folla.
“Non
mi interessava... Voglio dire, il ballo....”, rispose evasivo.
“Oh,
io amo così tanto balàre...
Purtroppo, però, con mio ruolo di insegnante... nessuno mi ha
invitata...” La ragazza sembrò intristirsi.
Se
Harry non avesse avuto in mano i due bicchieri, l'istinto l'avrebbe
portato ad abbracciarla.
“Sono
sicuro che riceverai tantissimi inviti, stasera”, cercò
di tranquillizzarla.
“Uhm,
io non credo... Nessuno avermi detto ancora niente...”
“E'
che molti ragazzi sono timidi. Ma basta guardarti intorno.”
Harry fece un rapido giro con gli occhi, e poté scorgere un
sacco di giovani che ammiravano la professoressa, e non appena lei si
voltò, questi abbassarono gli occhi.
“Visto?”,
sorrise Harry.
La
ragazza lo guardò con occhi dolcissimi: “So
di avertelo già detto, ma io soffrire per questa differenza
che mi è stata imposta! Io... sentirmi come voi altri ragazzi,
non una professoressa! Ma purtroppo qui mio ruolo essere questo,
quindi...”
“E
questo cosa significa? Che tu non puoi ballare?” Harry rise.
“Non preoccuparti, ti inviterò io!”, disse senza
pensarci due volte. Quella ragazza lo attirava, lo intimidiva, lo
incuriosiva e lo faceva sentire strano... gli ispirava una sensazione
inspiegabile e che non riusciva a comprendere.
Gli
occhi di Isabel si illuminarono: “Davvero...? Tu mi...
inviterai?”
“Certo!”,
rispose Harry con una sicurezza che in realtà non provava.
Si
misero a ridere e solo in quel momento Harry vide Hermione che li
osservava, a pochi passi di distanza.
“...Hermione...”
“Pensavo
fosse successo qualcosa! E' da dieci minuti che ti aspetto!”,
disse contrariata, lanciando uno sguardo di fuoco alla
professoressa.
“Ohm,
scusa, Hermione... Essere colpa mia... Io avere tratenùto
Harry”
Harry
si sentì mortificato. Con un gesto di stizza gettò via
la maschera. Come aveva potuto dimenticarsi di Hermione e lasciarla
sola per tutto quel tempo? Ma era una cosa strana: ogni volta che
Isabel gli era vicino, era come se il tempo si fermasse, come se
tutto il resto svanisse.
Hermione
sentiva una rabbia anomala pungerle lo stomaco. Possibile che ci
fosse sempre di mezzo quella professoressa? Possibile che ogni volta,
per un motivo o per l'altro, si trovava sempre vicino a Harry?
Possibile che non capisse che in quella scuola lei era una
insegnante... e basta?
“Hermione
scusami! C'era un po' di fila e stavo salutando la profes...”
“Non
c'è problema!”, lo interruppe lei, accigliata. “Fai
pure quello che vuoi, tanto io... ho già ricevuto tre inviti a
ballare!” mentì, voltando loro le spalle.
“Hermione,
aspetta! Ehm, ci vediamo dopo... professoressa.” Harry si
ritrovò ad inseguire Hermione con i due bicchieri colmi di
succo di zucca in mano, scartando abilmente decine di persone e
riuscendo miracolosamente a non rovesciarne neppure una goccia.
Hermione
finalmente si fermò vicino ad una delle grandi finestre e
Harry poté appoggiare i bicchieri.
“Hermione,
mi dispiace, davvero...”
Lei,
non pensando di essere stata seguita, fece per allontanarsi di nuovo,
ma Harry la trattenne per un braccio: “Si
può sapere che ti prende? Ho solo salutato...”
“Forse
nessuno ti ha insegnato le buone maniere! E' una questione di
educazione! Se vieni con una ragazza al ballo, non è carino
mollarla dopo neanche tre minuti e farti ritrovare con un'altra!”
e con uno strattone si liberò dalla presa di Harry.
“Hermione,
mi sono fermato solo un attimo...”
“UN
ATTIMO? Siete rimasti un tempo infinito
a ridere insieme!” replicò Hermione con voce stridula.
“Eravamo
entrambi in coda e stavamo solo scambiando due chiacchiere... Era da
sola e...”
“Anch'io
ero da sola!” protestò con rabbia, sentendosi
pericolosamente sull'orlo delle lacrime.
Oh,
santo cielo, ma cosa le stava succedendo?
Ginny
fu attirata dalla voce della ragazza e, notando quella scena, si
avvicinò per un attimo all'amica e le disse con aria di
rimprovero: “Hermione, calmati. Non sei per nulla carina quando
fai l'isterica...”
Hermione,
a quelle parole, cercò di dominarsi e di riprendere il
controllo della situazione.
Ginny
preferì sparire alla svelta e Hermione tornò a guardare
Harry, che era al
suo fianco e la guardava dispiaciuto.
Ma
sei forse impazzita? Che motivo hai di fare questa scenata? Harry è
stato gentile e ti ha invitata solo per non lasciarti da sola, ma lui
è libero di parlare e stare con chi vuole! Chi sei, tu, per
fargli una piazzata del genere?
Hermione,
sentendosi male dalla vergogna, abbassò gli occhi nocciola e
scuotendo la testa mormorò delle scuse: “Io... non
volevo perdere il controllo... solo che... sono preoccupata per Ron e
questo mi fa essere un po' più nervosa del solito. Scusa,
Harry.”
A
quel punto, scorgendo un luccicore nei suoi occhi, Harry si sentì
malissimo. Quella doveva essere una serata speciale, l'aveva invitata
al ballo per poter stare con lei, per farla stare bene, e non certo
per vederla piangere!
Sentì
un'aurea di invincibile coraggio impossessarsi di lui. Le si mise di
fronte. Con un dito le sollevò il mento in modo che i loro
occhi si potessero incontrare e le disse in un sussurro: “No,
sono io a doverti delle scuse. Ma la professoressa Keen mi ha fatto
una tale pena... E' giovane come noi, eppure si ritrova sola e
isolata solo perchè in questa scuola è entrata come
insegnante. Le ho promesso di invitarla per un ballo, più
tardi, ma prima devo farmi perdonare da te...”
Hermione
era ipnotizzata dai suoi occhi verdi e magnetici: “Non... non
hai nulla di cui farti perdonare...” Come se fosse in un sogno,
vide il moro avvicinarsi ancora di più, circondarle la vita
con un braccio e sfiorarla appena, quasi avesse paura di toccarla.
“Vuoi...
ballare con me...?”, le chiese chinandosi vicino al suo
orecchio.
Hermione
trattenne il fiato.
Poi,
con un filo di voce, rispose timidamente “...Va bene...”
Harry
raccolse la sua mano abbandonata lungo il fianco e la fissò
come mai aveva fatto prima, iniziando a trasportarla al ritmo lento e
dolce della musica che riempiva l'aria.
Hermione
sentiva il cuore esploderle nel petto, tanto era emozionata. Harry la
cingeva con una tale delicatezza che sembrava temesse di farle male.
Mai,
nemmeno per un solo istante, le tolse gli occhi di dosso mentre
ballavano.
Hermione
lo seguiva nei lenti movimenti, circondata da quelle braccia forti e
gentili, incapace di non ricambiare l'intensità del suo
sguardo, e aggrappandosi a lui come se fosse in bilico su un
precipizio.
Nessuno,
mai
nessuno l'aveva fatta sentire così! Era come se le stesse
lanciando con tutto il suo corpo centinaia di messaggi... Sì,
ma... quali?
Era
mai possibile che le stesse solo chiedendo scusa per averla lasciata
sola? Oh, Dio, Hermione non aveva mai provato quelle emozioni...
neppure con Ron!
Perchè
il suo cuore sembrava impazzito?
Perchè
si sentiva sciogliere sotto lo sguardo così caldo di Harry?
Harry,
pur non avendo bevuto neppure un sorso d'alcool, si sentiva euforico
come se nulla al mondo potesse fargli del male. Si sentiva forte,
felice... e tenere Hermione fra le braccia lo rendevano appagato come
mai in vita sua gli era capitato d'essere!
Poteva
sentire le sue morbide forme, accarezzare la sua pelle vellutata,
respirare il suo profumo fresco e dolce, intrecciare le dita con le
sue...
La
musica cessò e i due ragazzi si fermarono, senza però
smettere di fissarsi. Harry, sull'onda della follia di quel momento,
ora non desiderava altro che poterla baciare. Non sapeva bene che
cosa stesse succedendo e, col fiato corto, si chinò su di
lei...
“Ma
guarda un po' che razza di infame! E così lo sfregiato cerca
di soffiare la mezzosangue al povero lenticchia!” disse,
tagliente come una lama, Draco Malfoy alle loro spalle.
Entrambi
trasalirono, come se all'improvviso fossero stati colti da una doccia
gelata, facendoli risvegliare da quel sogno meraviglioso.
L'incantesimo si era spezzato tanto in fretta come si era creato, e
sia Harry che Hermione si scostarono, disorientati.
“Cos'è,
Potter, hai boicottato il tuo migliore amico per portargli via la
ragazza?”
Punto
sul vivo, Harry strinse i pugni e con un passo si fece
pericolosamente vicino al biondo: “Malfoy, hai voglia di farti
un giro in infermeria anche stasera?”
“Oh...
Ma quanto sei diventato audace, Potter...”
“A
differenza tua, vigliacco che non sei altro!” Harry, furibondo,
gli si mise a tre centimetri di distanza.
“Guarda
che non ci metto niente a scagliarti una maledizione...” disse
Malfoy, arretrando però di un passo.
“Avanti!
Provaci... codardo!”
Hermione
si mise tra i due, cercando di dividerli. “Harry, ti prego!
Lascia perdere...”
“Ah,
ah, ah! Anche tu a farti difendere da lei... Certo che tu e
lenticchia siete proprio due mezze seghe!”
“Quanto
ci scommetti che se continui a parlare ti faccio finire la festa
appeso per un piede alla torre di astronomia?”, disse Harry a
denti stretti.
“Uuhh,
che paura!”
Harry,
fulmineo, estrasse la bacchetta.
“Harry
no! Ti prego, lascialo stare! Malfoy sei proprio un idiota!”
disse con rabbia Hermione, prendendo Harry per una mano ed
allontanandolo dal biondo.
“E
io devo ammettere che tu, mezzosangue, stasera sei proprio un bel
bocconcino da mangiare...” rispose Malfoy guardandole il seno
con fare libidinoso.
A
quelle parole, Harry partì come una scheggia e buttò
Draco a terra, pronto a sferrargli un pugno, ma l'intervento di Fred
e George fu provvidenziale, in quanto evitò che si creasse una
scazzottata coi fiocchi.
“Harry,
se non ti dai una calmata i Grifondoro rischiano di perdere altri
punti, e non possiamo proprio permettercelo... che dici?”, lo
ammonì George, allontanandolo di peso dal biondo.
Harry
si divincolò dalle braccia di George e cercò di
rimettersi in ordine, spolverandosi il vestito e guardando di
traverso Malfoy.
“Non
preoccuparti, Potter, presto ci sarà un'altra occasione per
pareggiare i conti....”
“Ma
certo... non vedo l'ora!”
Malfoy
si allontanò e la piccola folla che si era creata per
curiosare si sciolse.
“Siamo
su di giri stasera, eh, Harry?” gli disse Fred.
“Malfoy
riesce a farmi davvero perdere il controllo!” rispose secco
Harry, senza avere il coraggio di guardare in direzione di Hermione.
“Oh,
non credo sia solo il problema di Malfoy...”, disse
maliziosamente Ginny, sbirciando di sottecchi Hermione.
La
ragazza abbassò gli occhi, ancora turbata per la sensazione
che aveva provato solo fino a pochi attimi prima.
E
se Draco non li avesse interrotti? Era stato il frutto della sua
immaginazione, o Harry... la stava per baciare?
Scosse
la testa, confusa e allarmata. Santo Cielo! Non poteva essere! Harry
non avrebbe mai provato a fare una cosa del genere! C'era Ron, e
poi... Loro erano... amici... Ormai era stanca di continuare a
ripeterselo... ma sembrava che la sua testa non potesse fare a meno
di questa litania!
Harry
si passò una mano sulla faccia, stanco di quella tensione.
Dio,
c'era mancato poco che baciasse Hermione... Ma cosa diavolo gli stava
prendendo? Hermione era la ragazza di Ron! La reazione violenta con
Malfoy era nata perchè sapeva che in fondo Draco aveva
ragione... Sembrava non aver aspettato altro che quello: che Ron
stesse male per provarci con lei! Che razza di miserabile!
“Ehi,
Hermione, ti andrebbe di... fare un ballo con me?”, le chiese
timidamente George.
Hermione,
troppo turbata per tornare a sostenere lo sguardo di Harry, accettò
volentieri quell'invito inaspettato, felice di togliersi
momentaneamente dall'impaccio di doverlo affrontare.
Harry
la seguì con gli occhi, combattuto tra il desiderio di mollare
un pugno anche a George per avergliela portata via, e sul
ringraziarlo per averlo fatto. Li osservò ballare insieme, e
prestò particolare attenzione a dove si posava la mano
impertinente del ragazzo.
Subito
dopo quel ballo, Zacharias Smith di Tassorosso le chiese di poter
ballare insieme. Harry iniziava ad innervosirsi. Non si erano accorti
che era venuta accompagnata, a quel ballo?
Tornò
a prendersi da bere, ma questa volta ordinò un whisky
incendiario.
“Mi
spiace, ragazzo, ma gli alcolici sono proibiti.”
Harry
alzò le spalle e si accontentò della bevanda che gli
porse il cameriere. A mo' di squalo, si mise a passeggiare intorno
alle coppie che ballavano, senza mai perdere di vista Hermione, che
sembrava essersi ripresa dall'attimo di defajance di prima.
Poi,
una ragazza che lo fissava con insistenza al di là della
pista, catturò la sua attenzione. Era Isabel, sola, in un
angolo.
A
Harry si strinse il cuore. Com'era possibile che nessuno l'avesse
ancora invitata? Era incredibile! Poi, a conferma di quanto già
sapeva, notò almeno una dozzina di ragazzi che la guardavano
quasi di nascosto, desiderando di poterla invitare ma palesemente
privi del coraggio per farlo.
A
quel punto, Harry fece il giro e la raggiunse. Il viso della ragazza
si illuminò.
“Ciao,
Harry!”
Harry,
sicuro del fatto che nessuno potesse sentirlo, la salutò con
lo stesso calore, continuando a darle del tu: “Ciao, Isabel...”
“Io
avere visto te ballare con Hermione, prima. Siete una coppia molto
bella...”
Harry
si ritrovò a fissarsi un minuscolo puntino della camicia.
“Si
vede che siete molto... amici. Anche se...”
Harry
sollevò lo sguardo, con fare interrogativo: “...?...”
“Anche
se... si perscepìsce
una eletriscità
molto forte, tra di voi.”
Harry
arrossì involontariamente. Si affrettò a dire: “Io
e Hermione siamo molto amici. Molto. Ma lei è fidanzata con
Ron.”
“E
tu, Harry? Non senti il bisogno di una fidanzata?”
Harry
non era dell'umore per parlare di questo. Soprattutto non voleva
parlarne con lei.
“Ehm,
avevo promesso di invitarti a ballare.... Ti andrebbe?”
Isabel
sorrise piena di gioia. “Sì! Molto volentieri!”
“Magnifico!”
Non
appena la musica iniziò di nuovo a far ballare le coppie nella
sala, Harry fece un piccolo inchino alla professoressa e le prese con
dolcezza una mano. Lei ricambiò il gesto, chinando il capo con
una regalità d'altri tempi e si fece circondare dalle braccia
del ragazzo. Harry poté sentire su di sé gli sguardi di
mezza sala, visto che in tantissimi avrebbero voluto fare quel gesto,
ma nessuno, ancora, aveva osato tanto.
Isabel
era una ragazza stupenda, e Harry si sentì fortunato a poterla
stringere in quel modo, anche se in cuor suo, l'unica con la quale
avrebbe voluto continuare a ballare, era Hermione. Mentre ballavano,
un paio di volte si ritrovò vicino a Hermione (che in quel
momento ballava con Andrew Kirke) e scambiò con lei un rapido
sguardo. Notò che Hermione aveva un'espressione infastidita e,
quasi di riflesso, allentò l'abbraccio distanziandosi
leggermente dalla professoressa.
La
musica non durò che qualche minuto, al termine della quale,
Harry ringraziò la ragazza per avergli concesso quell'onore.
“Oh,
no, Harry. Sono io che ringrazio te. Io avere apprezzato molto questo
tuo gesto!”
Harry
le sorrise: “E' stato un piacere, per me, te lo assicuro...”
Come
per incanto, un ragazzo del settimo anno si fece avanti con
imbarazzo, ma, nonostante la goffaggine, le chiese di poter ballare
con lei.
Harry
ne fu sinceramente contento, e la salutò con un breve cenno
del capo.
Tornò
ad ispezionare la sala, ma di Hermione non c'era traccia. La cercò
in mezzo alla pista da ballo, tra le persone che chiacchieravano
allegramente, tra coloro che erano seduti ai tavoli: niente.
Un'alta
musica iniziò a far volteggiare nuovamente le coppie, ma
Hermione non si vedeva da nessuna parte. Per tre volte, fece il giro
della Sala, uscendo anche nel corridoio che dava sull'ingresso. Non
c'era! Con una certa apprensione, Harry tornò a fare il quarto
giro della Sala e, corrugando le sopracciglia, si fece serio: ma dove
diavolo si era cacciata?
Passando
di fianco ad una finestra socchiusa che dava su un balcone, guardò
distrattamente da quella parte, e una figura esile e slanciata (che
si intravedeva appena nella penombra) catturò la sua
attenzione. Era lei.
Dava
le spalle alla grande finestra, guardava verso il lago e stava
appoggiata con i gomiti sul parapetto in granito della balconata. Una
leggera brezza le muoveva i capelli ondulati, che le accarezzavano
dolcemente le spalle.
Harry
le si avvicinò piano, da dietro.
“Hermione...”
La
ragazza irrigidì le spalle, come se si fosse spaventata, ma
non si voltò.
“Ehi,
tutto bene?”, le chiese Harry, mettendosi di fianco e restando
a fissare il suo profilo.
Hermione
s'impose un sorriso e cercò di cacciare indietro le lacrime
che premevano forte per uscire.
“Ciao
Harry”, disse con occhi sfuggenti.
Il
moro non capiva. “Ero preoccupato, non ti ho più vista
nella sala, non sapevo dove fossi...”, disse un po' adombrato.
“Ehm,
scusa. Io... avevo bisogno di un po' d'aria”, si affrettò
a mentire lei.
Certo,
cos'altro poteva dire?! Quale altra scusa avrebbe potuto inventare?
Non
poteva certo dirgli quello che in realtà aveva provato alla
vista di lui che stringeva la professoressa Keen!
Dio!
C'era rimasta malissimo! Anche se Harry le aveva anticipato che le
avrebbe chiesto di ballare... non era pronta a vederli insieme...
cosi!
Ma
poi... così come?
Harry
aveva solo ballato con un'altra, così come lei aveva accettato
l'invito di altri tre ragazzi! Cosa... che
cosa
la turbava così? Perchè continuava a soffrire pene
indicibili, ogni volta che vedeva Harry vicino ad un'altra ragazza?
Le sembrava di impazzire, le sembrava di morire! Non capiva più
niente... e sentiva che il cuore le si spezzava!
Non
avrebbe dovuto accettare l'invito di Harry...
Ron
stava male, era solo... e lei aveva preferito andare alla festa! La
confusione e il contrasto di sentimenti che provava, le stavano
facendo perdere la testa!
“Hermione,
non stai bene?”, chiese Harry preoccupato, vedendo gli occhi di
lei brillare in modo così intenso.
“Ecco,
non so... cioè, sì! Sono... sono preoccupata per Ron.
Forse... forse è meglio che...”
Harry
fu preso dal panico: “Cos...? Vuoi... già rientrare?”
“Ehm,
credo di sì... Sì! Buonanotte”, rispose la
ragazza col cuore in gola, non riuscendo a sopportare un minuto di
più quel peso che le stava schiacciando il petto.
Gli
passò a fianco, sfiorandolo.
Harry
si sentì disorientato: non voleva che andasse via! Senza
pensarci, la trattenne per il polso. E in quel preciso istante, anche
il cuore di Hermione si fermò.
“No,
aspetta...” le sussurrò disperato.
“C-cosa...?”
La
musica arrivò ancora una volta alle loro orecchie, ma questa
volta si trattava di un dolcissimo lento, di quelli che erano
impossibili da ballare, se non abbracciati come due innamorati.
“Sono
stato... un pessimo cavaliere, stasera... Mi dispiace. Abbiamo
ballato una sola volta...”
“Non
importa. Voglio andare da Ron!”, disse Hermione in fretta, più
per paura di quella situazione, che per reale volontà.
“Balliamo
solo questa...”, le chiese quasi supplicandola.
Si
guardarono finalmente negli occhi, e Hermione si sentì
invadere da un nuovo calore. Restò immobile, non sapendo cosa
dire.
Harry,
facendosi coraggio, le prese le mani e se le portò dietro la
nuca, poi cinse i suoi fianchi sottili. Hermione sentì il
cuore mancarle un battito.
Questa
volta le braccia di Harry la toccarono con una intensità ben
diversa dalla precedente. Si sentiva uno sciocco ad aver perso tanto
tempo prezioso! Le mani, strette intorno alla sua vita, si
avvicinarono ancor di più, tanto che anche con il resto delle
braccia poteva sentire il suo corpo. Appoggiò delicatamente la
guancia sulla sua fronte, e dopo una prima reazione di rigidità,
sentì Hermione rilassarsi leggermente.
Harry
allargò i palmi delle mani, in modo da avvolgerla e poterla
sentire meglio. La musica era lenta e romantica, e loro si muovevano
appena in quello spazio ristretto. Harry provava una voglia
irresistibile di accarezzarla dolcemente, e dovette far forza su di
sé per non cedere a quella tentazione.
Quando
Hermione gli appoggiò la testa sul petto e si strinse di più
a lui, Harry si sentì morire!
Oh,
che cosa avrebbe dato per poter fare ciò che desiderava!
La
musica cessò troppo in fretta, per riprendere con qualcosa di
più movimentato ma, né Harry, né Hermione, a
quel punto furono in grado di sentirla.
Lentamente,
i due si separarono e Hermione sollevò gli occhi su quelli del
moro. Un brivido le percorse la schiena, nello scorgere quello
sguardo così carico di desiderio.
Harry
notò la sua pelle d'oca. “Hai... freddo?”, le
chiese con voce roca.
“Un
po'...”
Prontamente
si tolse il mantello e glielo mise intorno alle spalle. Le loro mani
si sfiorarono...
Il
cuore di Hermione sembrava impazzito, tanto le batteva forte!
E
Harry... Santo cielo! Harry stava male, da quanto la voleva!
Hermione
si sentiva frastornata, debole, smarrita... Ma che cosa le stava
succedendo? Possibile che ballare con Harry le facesse quell'effetto?
Doveva
riprendere il controllo della situazione. Subito!
“In
effetti, forse è meglio che io rientri...”, disse
facendo un passo verso la porta-finestra.
Quando
Hermione lo ebbe superato, lui chinò il capo, remissivo.
Respirando
a fatica, le disse: “... Sì, certo... Ti accompagno io.”
“Oh,
no! Non c'è bisogno, Harry, davvero.” Fece per togliersi
il mantello, ma lui le bloccò le mani.
“Insisto!
Ti accompagno su. Questo tienilo finchè non sarai al caldo”,
disse, improvvisamente serio.
“Ma
non voglio farti perdere la festa...”
“Non
perdo proprio nulla!”
Harry
le aprì la porta, facendola passare davanti a sé. Tenne
gli occhi rivolti a terra, perchè gli faceva troppo male
guardarla. Si sentiva disperato all'idea che lei volesse tornare da
Ron... Avrebbe preferito stringerla ancora... e dirle quello che lei
gli faceva provare...
Ma
Hermione era stata chiara: aveva detto basta. Voleva Ron.
Percorsero
le scale in silenzio, con solo il rumore della seta dell'abito di
Hermione a riempire quel vuoto. Entrarono nella Sala dei Grifondoro e
Hermione si sentiva a disagio con quel silenzio opprimente che li
avvolgeva.
Hermione
si fermò al centro della Sala e, non sentendo più Harry
al suo fianco, si voltò.
Si
era fermato anche lui. Se ne stava con le spalle appoggiate ad una
colonna, vicino alla scalinata che portava al dormitorio femminile,
con le braccia incrociate sul petto ed uno sguardo indecifrabile.
“Se
vuoi salire e vedere come sta Ron, io... aspetterò qui.”
Hermione,
nonostante il mantello di Harry ancora sulle spalle, provò un
nuovo brivido, ma questa volta fu per la freddezza che sentì
nella voce del ragazzo.
“Ehm...
sì, magari mi fermo solo un attimo, ma...”
Un
rumore di passi li fece voltare, e con enorme stupore videro scendere
Luna dal dormitorio maschile.
“Oh,
buffo! Siete tornati...”, disse Luna sollevando un sopracciglio
e grattandosi distrattamente il mento.
“L-Luna...?”,
disse incredula Hermione, non capendo.
La
ragazza dai biondi capelli si fermò qualche secondo ad
osservare una ragnatela che si era formata in un angolo, nella
nicchia vicino alla finestra. Poi fece spallucce e continuò a
scendere le scale.
Vedendo
che Hermione era ancora lì impalata, in attesa che lei
parlasse, le sorrise e disse: “Oh, ero... così
preoccupata, per Ron! Quando non l'ho visto, alla festa, ho pensato
che i Fagolosi
Zannuti
avessero colpito anche lui! Ma, a quanto pare, la sua indisposizione
è solo la conseguenza di una specie di indigestione tossica.”
“Ma
tu... ”
“Ero
alla festa, ma era una tale noia! Nessuno ha apprezzato il mio
vestito da Nexus
Raptor,
nonostante le zucche ne siano infestate! Tu li conosci, vero? Sono
degli esserini talmente simpatici... Oh, ma Ron ha riso così
tanto, quando gliel'ho spiegato!”
“Vuoi
dire che...
eri in camera sua?”
“Certo!
Una ragazza di Tassorosso (che sta appiccicata a Lee Jordan come
fosse marmellata), mi ha detto la vostra parola d'ordine: 'Zenzero Al
Latte'... e così, eccomi qui!”
“E...
sei rimasta... tutto questo tempo... sola con... lui?”
“Ovviamente!
Gli ha fatto talmente piacere... Tra parentesi, Hermione, non è
stato per nulla carino lasciarlo solo in quel modo! Ma una volta che
l'ho rassicurato sul fatto che i Fagolosi
non lo avevano colpito, si è sentito molto più
sollevato...”
Hermione,
indispettita, le disse con aria pungente: “Beh, sono contenta
che la tua supervisione lo abbia tranquillizzato!”
“Oh,
sì! Non sai quanto gli abbia fatto piacere la mia compagnia!
Tanto alla festa io non ci sarei rimasta... Tutta quella zucca mi
irrita i pori.” Si diede una grattatina al braccio e,
sorridendo beata, sventolò la mano: “Ora devo proprio
andare. Ron sta dormendo, e non credo sia il caso di disturbarlo... è
così provato! Buonanotte, a domani.”
Finì
di scendere la lunga scala e gettò uno sguardo a Harry, che
era rimasto con le spalle appoggiate alla colonna: “Oh,
Harry... sei davvero molto carino, stasera!” Gli si avvicinò
fin quasi a sfiorargli il naso e sussurrò: “Lasciatelo
dire: con Hermione formi proprio una bella coppia!”
Harry
sgranò gli occhi e ritrovandosela praticamente addosso,
istintivamente si ritrasse indietro, incontrando però il muro
e prendendo una sonora capocciata.
Non
ebbe il coraggio di dire nulla e Luna, con un ultimo “Ciao,
ciao!” e la sua solita andatura spensierata, uscì dal
ritratto, lasciandoli soli.
Hermione,
serrando le labbra, vide il varco richiudersi e una sensazione
d'indignazione s'impadronì di lei.
“Vuoi...
salire...?”, chiese Harry, senza guardarla.
“Hai
sentito, no? A quanto pare Ron ha già avuto chi gli ha dato la
buonanotte! Credo proprio che andrò a dormire!”, gli
passò a fianco, senza guardarlo. Poi si bloccò, appena
prima di salire e, girandosi verso di lui, fece scivolare il mantello
lungo le braccia.
Harry
era ad un passo da lei e prese l'indumento dalle sue mani, incapace
di sorvolare sugli occhi lucidi della ragazza.
Lei,
orgogliosa come non mai, sollevò con fierezza il viso:
“Grazie, Harry... ho passato delle ore deliziose, in tua
compagnia. Sei stato... davvero molto gentile, ad accompagnarmi al
posto di Ron, e... ed è stato un piacere... Voglio dire,
grazie per la serata. Mi sono divertita! Sì, insomma, è
stata una bella festa, anche se... Infondo, dopotutto, abbiamo
ballato... Beh, io e te non molto, ma... Quello che intendo dire è
che... mi spiace averti fatto interrompere la festa prima del tempo,
non volevo, ma poi...” Harry la zittì, posandole
l'indice sulle labbra.
“Basta.
Non devi dirmi nulla.” Le sfiorò delicatamente il viso,
morendo dalla voglia di baciarla.
A
fatica, continuò: “Sono io che ti ringrazio... e che mi
scuso per non essere stato all'altezza di questo ballo, o... non
essere stato il cavaliere che ti aspettavi. Ma... sono certo che Ron
saprà recuperare presto.”
Hermione
sentì crollare tutte le sue difese. Sofferente, scosse la
testa, combattuta tra le mille emozioni che stava provando, turbata
dal brivido che il tocco della sua mano le aveva causato. Avrebbe
voluto dirgli mille cose... spiegargli l'agitazione che sentiva
dentro di sé, e dirgli che le era sembrato di volare, quando
avevano ballato e lui l'aveva tenuta stretta tra le braccia. E
avrebbe voluto... che lui continuasse a guardarla per sempre in quel
modo... e che non smettesse più di accarezzarla...
Sei
pazza! Non sarai mai in grado di dirgli queste cose! ... Ma
soprattutto che diritto avresti, per farlo?!
Harry
non riusciva a smettere di fissare le sue labbra: “Allora...
buonanotte, Hermione”, disse in un soffio.
Hermione
abbassò gli occhi, sentendosi improvvisamente mancare. Il
cuore le esplodeva nel petto.
“Sì,
grazie... buona... notte anche a te...”
Ma
Harry continuava a fissarla con insistenza.
Ora
la bacio...
Ora
la bacio!
Mosse
un passo verso di lei.
Appoggiò
una mano tremante sulla sua spalla nuda.
Hermione
spalancò gli occhi, col fiato corto, il petto che le si
abbassava e sollevava velocemente...
Harry
poteva sentire il proprio cuore battere all'impazzata, quasi
dolorosamente. Una vertigine che partiva dal centro del suo corpo e
correva in tutte le direzioni.
Lentamente,
molto lentamente, si chinò su di lei guardandola negli occhi.
Dischiuse le labbra per baciarla e Hermione si sentì morire.
Un
attimo prima che le loro labbra si sfiorassero, Hermione fu presa dal
panico, e voltò impercettibilmente il viso di lato... e Harry
sentì la pelle vellutata della sua guancia.
NO!
no...
Furioso
ed avvilito, Harry si allontanò, cercando di leggere nel miele
dei suoi occhi il senso di quel rifiuto.
“Hermione,
io... “
Ma
Hermione, disperata, si voltò iniziando a salire le scale....
Corrile
dietro! Codardo... inseguila!
Ma
le sue gambe si rifiutarono di andare avanti, tanto si erano fatte
rigide, tanta era la paura che all'improvviso gli aveva artigliato lo
stomaco. Provò a muoverle, ma erano di gesso. E intanto lei si
allontanava sempre di più...
“Hermione...”
sussurrò in modo impercettibile.
Ma
non gli rimase che guardarla andar via, così, senza fare
nulla.
Restò
un tempo infinito a fissare il punto esatto
dove lei aveva voltato l'angolo, sperando inutilmente che tornasse
indietro. Ma non fu così.
Rassegnato
e con i pugni contratti, si decise a tornare nella sua stanza,
svuotato, privo di forze e con una irrefrenabile voglia di urlare.
Hermione
entrò nella sua stanza reggendosi a fatica. Si appoggiò
alla porta nascondendo il viso tra le mani, e un singhiozzo di
disperazione le sfuggì dalle labbra.
“Oh,
Dio, ma cosa mi succede?!”, si chiese con angoscia.
Si
portò le mani sul cuore e premette forte, nella speranza che i
suoi battiti impazziti si placassero almeno un po'.
Sentiva
ancora il calore delle labbra di Harry, proprio lì dove si
erano appoggiate. E se non si fosse spostata? L'avrebbe davvero
baciata sulle labbra? Si sfiorò la guancia con la mano che le
tremava.
Lei
non ne aveva avuto il coraggio... e la paura e il rimorso avevano
vinto!
Perchè
Harry la faceva sentire così? Perchè aveva quella
terribile confusione in testa? Lei era la ragazza di Ron! Aveva
deciso di mettersi con lui! E allora perchè non riusciva a
smettere di pensare a Harry? Perchè si sentiva incendiare ogni
volta che lui la guardava? Perchè, dannazione, all'improvviso
le sembrava che nessuno mai al mondo fosse più bello di lui?
Il
pensiero di Ron, si fece prepotentemente vivo. Lui, così
timido e goffo, tenero e dolcissimo... in un attimo si sentì
tremendamente in colpa!
Si
stava comportando in modo ignobile, nei suoi confronti! Lo aveva
lasciato da solo nel momento del bisogno ed aveva avuto persino il
coraggio di indispettirsi per un gesto di cortesia da parte di Luna
che era andata a trovarlo....
E
poi...
Dio!
... E poi aveva provato gelosia per aver visto Harry ballare con
un'altra ragazza... Questo era inconcepibile!
Basta!
Una volta per tutte, doveva mettere la parola fine a quella
situazione. Non c'era altro da fare...
Sarebbe
stata alla larga da Harry, così si sarebbe schiarita le idee,
e i suoi sentimenti d'affetto per Ron sarebbero emersi senza più
ombra di dubbio!
Fingendo
una determinazione che non provava, si tolse i vestiti e si guardò
allo specchio: “Non devo più pensare a lui! Non devo più
pensare a lui!”
Si
lavò il viso un numero infinito di volte... fino a che l'acqua
non cancellò le lacrime che inspiegabilmente avevano preso a
scendere senza che lei potesse far niente per fermarle.
Note
autore:
Carissimi tutti, sono commossa dal vostro affetto e dalle vostre
recensioni! ^^ Mi serve un'intera pagina solo per ringraziarvi tutti,
quindi... questa volta ho scritto due righe alla fine del cap.
Un
bacio ed un grazie a tutti coloro che avranno voglia di continuare a
leggere e lasciare il loro preziosissimo commento!
-
12 -
“Cadere
a precipizio”
La
notte, per Harry, trascorse senza sogni, senza riposo, senza sonno,
ma solo con il pensiero, fisso e costante, di aver tenuto Hermione
tra le braccia. Non si era neppure spogliato... i suoi vestiti
profumavano ancora di lei... e lui non avrebbe mai più voluto
toglierseli di dosso!
Un
mugolio giunse dal letto accanto al suo e Harry si voltò a
guardare Ron, aggrovigliato nelle lenzuola stropicciate, che
testimoniavano una notte passata non proprio serenamente.
“Ehi,
Har-ry... ciaaao”, farfugliò il rosso, sbadigliando.
“Ciao
Ron, come ti senti?”
Il
ragazzo si passò una mano sull’addome, massaggiandoselo
e facendo una smorfia di dolore: “Credo che se avrò
ancora la forza di reggermi sulle gambe, la prima cosa che farò
sarà compiere un fratricidio, togliendo dalla faccia della
terra due esseri inutili come Fred e George! Poi, probabilmente, il
bagno vedrà ancora il mio fondoschiena...”
Harry
riuscì a sorridere.
“Ma
tu che ci fai nel letto... ancora vestito? E' finita così
tardi la festa?” chiese Ron adombrandosi leggermente.
“Oh,
no... è che... mi sono addormentato senza rendermene conto”,
mentì.
Ron
provò a sollevarsi, facendo con la faccia almeno tre tipi di
espressioni diverse.
“Beh,
allora? Racconta: com'è andata ieri sera?”
Harry,
controvoglia, si rassegnò ad alzarsi, rendendosi conto di non
poter tenere addosso ancora per molto gli stessi abiti della sera
prima. Poi pensò alla risposta migliore da dare a Ron.
“Tutto...
tutto bene”, disse sbrigativo, senza guardarlo.
“E'
stata divertente la festa? E la musica? C'erano tutti? ... E
Hermione...? Oh, sarà stata bellissima!”
“Sì,
lo era. Era... stupenda!”, rispose Harry, ancora prima di
rendersene conto. Si alzò del tutto e diede le spalle
all'amico, iniziando lentamente a slacciarsi i bottoni della camicia.
La sfilò dalle braccia e, sentendosi dannatamente simile a
Ron, l'annusò morbosamente ancora una volta. C'era il profumo
di lei.... così intenso, buono, e che gli penetrava la testa.
“Si
è... arrabbiata molto...? Voglio dire, per il fatto che non
l'ho accompagnata io...”
Harry,
a torso nudo, si girò verso Ron. “Era molto preoccupata
per te... All'inizio non voleva venire. Ma le ho detto che non
avrebbe potuto fare nulla per te, in quel momento.”
“Già,
me la sono vista brutta! Ho due dementi, per fratelli. Due dementi
incoscienti!”
“E
tu dovresti evitare di mangiare tutto quello che ha l'aria di essere
commestibile.”
“Accidenti,
quei biscotti erano buonissimi!”
Harry
non era sicuro che l'esperienza appena fatta gli sarebbe servita di
lezione...
“Ma
a che ora siete tornati?”, chiese Ron, con insistenza.
Harry
lo guardò dritto negli occhi, pronto a studiare in ogni minimo
dettaglio la sua reazione: “Ti eri appena addormentato... Luna
stava giusto scendendo dalle scale, quando siamo rientrati.”
Ron
spalancò gli occhi e il suo viso si colorò
istantaneamente di un rosso porpora.
Per
un lungo minuto, sembrò sul punto di avere un collasso.
Boccheggiò in modo disperato e poi rimase a fissare il vuoto.
“Se
vuoi un consiglio, Ron, ti suggerisco di toglierti quell'espressione
idiota dalla faccia,” disse Harry, provando una strana
mescolanza di sentimenti per l'amico.
“Oh...
ah... Ehm, s-sì... già, L-Luna... ehm, lei è
solo... si è fermata solo... pochi, pochi minuti... Io...
Oddio! He-Hermione... l'ha vista...?”
“Ti
ho voluto avvisare prima apposta, così sarai preparato quando
la dovrai affrontare...” Harry ancora non sapeva perchè
glielo aveva detto. Di sicuro sarebbe stato molto più
divertente, per lui, gustarsi la scenata che era certo ci sarebbe
stata da lì a poco.
“Harry,
mi devi aiutare! Te lo giuro... io... non sapevo che lei sarebbe
salita qui in camera mia! Cioè, ecco, è stata molto
gentile, mi ha fatto piacere vederla.... Insomma, ero solo, tutti si
stavano divertendo, e lei... lei ha pensato a me, al fatto che stavo
male, che potevo aver bisogno di qualcosa...”
“Calmati,
Ron. Sono certo che Hermione non ne farà una tragedia. Non
preoccuparti, vedrai che non succederà nulla”, cercò
di tranquillizzarlo Harry, anche se, in cuor suo, nutriva la segreta
speranza che accadesse l'esatto contrario.
Ron
continuava a rifiutarsi di scendere a fare colazione, non volendo
affrontare Hermione. Così Harry andò giù per
primo, e quando vide Hermione seduta al tavolo, intenta a leggere il
suo giornale mentre faceva colazione, ebbe un tuffo al cuore.
La
festa della sera prima, adesso, sembrava così lontana. Ma
Hermione... continuava ad essere talmente bella! E il ricordo
dell'emozione che aveva provato quando aveva cercato di baciarla, gli
fece risvegliare immediatamente tutti i suoi istinti. Deglutì,
sperando di trarne un qualche conforto, ma servì a ben poco.
“Ciao
Hermione”, la salutò sorridendole e sedendosi di fronte
a lei.
Lei
sbattè le ciglia e rispose con un timido sorriso: “Buongiorno,
Harry.” Poi tornò a dedicare la sua attenzione alla
prima pagina della Gazzetta del Profeta, lasciando Harry perplesso a
fissare i suoi capelli.
“Ehm,
dormito bene...?”
“Sì,
grazie. Benissimo”, rispose lei senza guardarlo e sorseggiando
un po' di caffè.
Silenzio.
“Ti
sei alzata presto...?”
“A-àh...”,
annuì lei, continuando a leggere e mordendo una fetta di pane
tostato.
Harry
continuava a ripensare a quel bacio non dato... Alle volte che aveva
stretto il cuscino tra le braccia, immaginando che fosse lei... E a
quanti sospiri le aveva dedicato.
“E...
tu come stai? Ieri sera...”
“Te
l'ho detto, Harry... Tutto bene!”, lo interruppe lei, sfuggendo
ancora una volta il suo sguardo.
Il
moro rimase zitto qualche minuto, perplesso. Poi, speranzoso,
continuò: “Sai,
mi stavo chiedendo... magari, oggi pomeriggio, se ti andava...
potevamo ripassare insieme quell'incantesimo che la McGranitt...”
“Mi
dispiace, Harry!” lo bloccò ancora lei, con voce
malferma: “Ma... ho già un impegno. Io... proprio non
posso!”
Hermione
sentiva le lacrime premere con forza per uscire, ma questa volta
vinse lei quella dura battaglia. Doveva essere forte, non doveva
cedere alla tentazione di guardarlo negli occhi, in quegli occhi che
la riscaldavano come un fuoco, che la mandavano nella confusione più
totale, che la facevano dubitare... dei suoi sentimenti e di quello
che provava per Ron.
La
sera prima era stato tutto un errore. Tutto!
Oh,
era stato stupendo... ballare con lui, essere guardata in quel modo,
essere stretta in maniera così dolce... E persino quelle
labbra che l'avevano sfiorata sulla guancia... Che quasi...
Accidenti,
ma era stato tutto assolutamente sbagliato!
Doveva
porre rimedio a quella situazione il prima possibile. Subito! ...O
sarebbe stato irrimediabilmente tardi.
Confuso
e risentito, Harry iniziò a servirsi la colazione, cercando di
capire il perchè di quella insopportabile freddezza. Solo
poche ore prima, in quella stessa stanza, avevano ballato insieme,
stringendosi in modo dolce e tutt'altro che amichevole...
E
poi... Dannazione, non lo aveva capito che aveva cercato di
baciarla?!
Come
poteva essere così distaccata, ora?
“Ron...
si è svegliato. Sembra stare meglio”, disse a denti
stretti, giusto per interrompere quel silenzio così
fisicamente ingombrante.
“Oh,
il mio tesoro!”,
esclamò Hermione, staccando finalmente gli occhi dal giornale.
“Allora salgo a vedere come sta.” Si alzò e prima
di correre via, disse in modo assolutamente frettoloso ed anonimo:
“Grazie, Harry”.
Se
Hermione gli avesse dato uno schiaffo, probabilmente gli avrebbe
fatto meno male!
La
seguì con lo sguardo, resistendo alla tentazione di correrle
dietro e scuoterla con tutte le sue forze. Che
cosa diavolo significava quel comportamento? Perchè era stata
così fredda? E perchè non lo aveva nemmeno guardato in
faccia?
Perchè
lo aveva trattato così?
E
poi... Harry si aspettava che Hermione fosse furibonda con Ron per
quello che era successo la sera prima, visto che Luna aveva passato
parte della serata con Ron... E invece, lo aveva addirittura chiamato
TESORO!
La
colazione, adesso, era l'ultima cosa che voleva! Una sensazione di
rabbia s'impadronì di lui, in modo violento e feroce.
Ma
che razza di comportamento era? La sera prima c'era mancato poco che
si baciassero sul serio... e ora? Hermione pensava forse di poter
giocare così con lui? Un momento lo guardava con occhi
languidi, dolci, ed era tenera fin quasi a torturarlo... e un attimo
dopo, mostrava il distacco più totale?
Si
alzò di scatto dal tavolo, assalito da una rabbia viscerale ed
incontenibile, desiderando di poter dar sfogo a quella nuova ira. E
l'occasione gli passò a meno di un metro di distanza proprio
in quel momento, quando Malfoy, sfoggiando due ragazze al suo fianco,
gli fece un sorrisetto falso e infido, canzonandolo: “Povero
Potter... Sedotto e abbandonato? Ah ah ah! Mi sa tanto che sei
rimasto solo, stamattina, o sbaglio?”
Harry
fu tentato di rovesciargli il contenuto del suo bicchiere sulla
testa.
Il
biondo indicò le ragazze che erano con lui e lo provocò:
“Beh, se ne vuoi una, basta chiedere!”
“Di
sicuro farei un favore a loro, visto chi sono costrette a
frequentare!”
“Ah
ah ah! Quanto ti deve rodere... Mi fai quasi pena!”
“Perchè
non vai a farti un giro con le tue nuove amichette, Malfoy?”
“Cos'è?
Ti vorresti unire? Tanto, ormai, sei abituato a fare il terzo
incomodo, no?”
Fu
allora che, in cuor suo, Harry pensò intensamente: “Stronzo!
Spero che ti si rompa una gamba!”
...
E, incredibilmente, in meno di un secondo... accadde.
Draco
si piegò in modo innaturale, iniziando a gridare di dolore e a
contorcersi per terra.
Le
due ragazze, al suo fianco, gridarono per lo spavento e si chinarono
su di lui per soccorrerlo: “Draco! Draco! Qualcuno chiami
Madama Chips!”
Harry,
sgranando gli occhi, fece un passo indietro, impaurito da quello che
era appena successo.
Mio
Dio, sono stato io?
No,
no... Non è possibile... Io l'ho solo pensato!
Non
volevo...
O
meglio, volevo, ma non credevo che...
La
folla curiosa si mise in cerchio, e Harry venne spintonato avanti e
indietro per poter vedere meglio. Lui indietreggiò, sperando
di rendersi invisibile agli occhi degli altri.
Incredulo
e spaventato, si allontanò dalla Sala Grande. Una volta fuori,
iniziò a correre a testa bassa verso la sua torre, sconvolto.
Cos'era successo? Possibile che fosse bastato il suo pensiero a
spezzare la gamba di Malfoy?
Oh,
no! Non ho di certo questa forza!
Io...
con la mente sono solo riuscito a sollevare una piuma...
Non
posso essere stato in grado di fare questo!
Non
sono stato io!
Non
sono stato io!
Entrò
come una furia nella Sala Comune, interrompendo un tenero bacio tra
Hermione e Ron.
Magnifico!
Harry
sentì crescere a dismisura quella pericolosa sensazione di
rabbia, un freddo si impadronì di lui e un brivido gli
percorse la schiena.
“Scusate!”
disse col tono più duro che riuscì a trovare.
“Ehi,
Harry... Che ti succede? Hai la faccia stravolta” gli disse Ron
con aria preoccupa.
“Proprio
nulla!”
“Harry...”
“Non
fate caso a me, continuate pure! Ora vi lascio... soli!”
Hermione
gli lanciò uno sguardo severo, ma Harry la ignorò.
Andò
nella sua stanza, prese la sua preziosa amica Firebolt e quando
scese, non degnò i due neppure di uno sguardo.
Ormai,
volare, era l'unica cosa che riuscisse ad appagarlo, e a farlo
sentire sufficientemente soddisfatto!
Per
fortuna era domenica e non c'erano lezioni, così avrebbe
potuto sfinirsi a furia di sferzare l'aria e combattere contro il
nemico invisibile che lo stava devastando: la gelosia!
Una
volta fuori, in giardino, l'aria fredda lo fece sentire meglio. Voltò
a destra in direzione del lago, quando all'improvviso si sentì
afferrare da due paia di braccia forti e robuste. La sua Firebolt gli
cadde di mano e, confuso, cercò di liberarsi da quella morsa.
“Ehi,
che diavolo volete?!” chiese all'indirizzo di Tiger e Goyle,
che lo stavano letteralmente trascinando verso un punto più
isolato.
“Malfoy
ha detto che gli hai lanciato un incantesimo!”
“Io
non ho fatto nessun incantesimo!” protestò, cercando di
divincolarsi.
“E
come spieghi la sua gamba spezzata?”
“Non
sono stato io! Lasciatemi!!”
“Certo,
come no! Se l'è fatto da solo...”
“Malfoy
è talmente idiota che potrebbe benissimo essergli partito un
incantesimo!”
“Non
dire stronzate! E sta' fermo! Ora ti daremo noi una bella lezione...”
sghignazzò Goyle.
Harry
puntò i piedi con più forza e i due si bloccarono, non
riuscendo ad andare avanti oltre. Il moro approfittò di
quell'attimo di stupore e si divincolò con rapidità
dalla presa di Tiger, estraendo la bacchetta.
A
quel punto, riconoscendo un lampo di pura cattiveria nei suoi occhi,
i due lo guardarono con più timore. “Ehi, che c-cosa
vuoi fare...?”
“Proprio
niente... farete tutto da soli!” Con lo sguardo duro, per la
prima volta in vita sua, Harry puntò la bacchetta sui due e
pronunciò: “Imperius!”
I
due bestioni si irrigidirono come fossero stati due burattini e Harry
provò una gioia malvagia, che non gli apparteneva. Ne fu
invaso, quasi sedotto, e quella nuova sensazione di potere lo avvolse
come le spirali di un serpente.
“Molto
bene... che ne dici, Goyle, di dedicare al tuo amico un bel
'Exulcero'...
eh?”
Goyle,
eseguendo alla lettera, prese la sua bacchetta e, puntandola verso
l'amico, disse forte: “Exulcero!”
La
fattura pungente causò delle brutte irritazioni sulla pelle di
Tiger, come se fossero state delle ustioni. Il ragazzo iniziò
a lamentarsi, ma prima che potesse fare qualsiasi cosa, Harry gli
ordinò: “E ora tocca a te! Direi che puoi ricambiare il
favore di Goyle con un fantastico 'Glacius'!”
Come
se fosse stata una marionetta, Tiger puntò a sua volta la
bacchetta contro Goyle e gridò: “Glacius!”
Un
gelido raggio fu emanato dalla bacchetta, che colpì in pieno
il ragazzo alto e corpulento, congelandolo in pochi secondi. Tiger
iniziò a piagnucolare e a lamentarsi, ma di tutto questo Harry
se ne infischiò, ignorando i due e lasciandoli alle loro
sofferenze.
Con
un sorriso trionfante, raccolse la sua scopa volante e proseguì
la sua camminata, come se nulla fosse successo. Dopo pochi metri
incontrò Marcus Belby di Corvonero, che aveva visto la scena e
lo osservava ora con timore: “Harry... ma... hai usato la
maledizione... Imperius!”
“Perchè,
hai qualche problema? Erano in due contro uno e avrebbero fatto lo
stesso a me, se non mi fossi difeso!”
“Sì,
ma... loro sono Tiger e Goyle... tu, tu sei...”
“Lo
so chi sono! Non c'è bisogno che me lo ricordi! Se vuoi un
consiglio, fatti gli affari tuoi!”
Il
ragazzo, disorientato da quell'insolito atteggiamento di colui che
aveva sempre considerato come un eroe, lo guardò allontanarsi
perplesso.
Harry,
infastidito, salì sulla Firebolt e sparì alla velocità
della luce. Provava un miscuglio di sentimenti e di emozioni, una
rabbia mista a frustrazione.
E,
soprattutto, aveva la consapevolezza di avere una nuova forza,
decisamente nociva e dannosa, che sentiva sbocciare e fiorire dentro
di sé come un frutto proibito e pericoloso.
Era
forse questo il potere? Era associabile solo al male? Di una cosa
era certo: quella sensazione di potere era bella... ed era come se
non gli bastasse, e ne volesse sempre di più.
Dopo
un'ora di volo sfrenato ed incosciente, Harry atterrò vicino
al lago, mentre Susan Bones di Tassorosso stava facendo una
passeggiata.
Col
fiatone e piuttosto scompigliato, la salutò: “Ciao,
Susan”.
La
ragazza, fattasi molto carina ultimamente, lo salutò con
timidezza e sorpresa: “Ciao... Harry”.
“Che
ci fai, tutta sola?”
“Oh,
facevo... una passeggiata, giusto per approfittare degli ultimi raggi
di sole. E tu?”
“Sì,
anch'io. Ma preferisco volare, finchè il tempo lo consente.”
“Ma
non fa freddo, così in alto?”
Harry,
sentendosi stranamente invincibile, prese coraggio e le disse: “Beh,
se si è in due, il freddo si sente molto meno! Se... hai
voglia di provare a fare un giro, non hai che da chiederlo...”
Susan,
che di certo non si aspettava quella proposta, arrossì e
sgranò gli occhi. Soprattutto la stupì il fatto che
fosse proprio Harry Potter, solitamente indivisibile dai i suoi amici
Hermione e Ron, a fargliela.
“Dici...
proprio a me?”
“Certo!”
“Oh,
mi piacerebbe...”
“Ok,
vieni. Passa dietro e... mi raccomando, devi stringerti forte!”
“Stai
tranquillo, mi stringerò eccome!”, rispose lei,
sognante.
Quando
furono pronti, Harry spiccò il volo con eleganza e sentì
la ragazza abbracciarlo con forza. Fu un volo non impegnativo, dove
Harry si limitò a gustare il piacere di essere abbracciato da
una bella ragazza. Mentre compiva una piccola virata, con la coda
dell'occhio, vide Ron e Hermione tenersi dolcemente per mano, mentre
camminavano intorno al lago.
Senza
rendersene conto, strinse con rabbia il manico della scopa e fece un
piccolo giro della morte. Susan gridò dalla paura, e si
aggrappò di più a lui. Harry decise di atterrare poco
lontano da dove si stava dirigendo la coppia.
Quando
toccarono terra, Susan aveva il fiato corto ed era rossa in viso per
l'emozione.
“Oh,
Harry, grazie! E' stato bellissimo! Io da sola non sarei mai riuscita
a fare quell'acrobazia! Ogni volta che ti vedo giocare a Quidditch,
mi chiedo come fai a restare incollato alla scopa, durante le tue
capriole a mezz'aria! E ora, grazie a te, l'ho provato anch'io!”
Harry,
che l'unica cosa a cui era interessato si stava lentamente
avvicinando a loro, disse a voce alta: “Figurati, Susan, il
piacere è stato tutto mio!”
“Oh,
come posso ringraziarti? Le mie compagne moriranno di invidia, quando
lo sapranno...”
“Beh,
se proprio vuoi ringraziarmi, un modo ci sarebbe...” E quando
sentì che Ron e Hermione erano dietro di loro, prese Susan per
le spalle e si chinò su di lei, dandole con forza un bacio
sulle labbra.
Harry
non fu in grado di capire chi, dei tre, rimase più sconvolto
dal gesto, se Susan, Ron o Hermione.
Seppe
solo che il gelo che seguì, gli diede una gran soddisfazione.
Quando
si separarono, ancora incredula, Susan sospirò un “Ohh...”
deliziato e, con un sorriso che le andava da una parte all'altra del
viso, si allontanò salutandolo, felice più che mai.
“Ha-Harry...?”
domandò Ron, incredulo.
“Ah,
ciao, Ron.” Poi guardò Hermione e, con un sorriso
trionfante, la salutò lentamente: “Hermione... Bella
giornata, vero?”
Hermione
lo fissò esterrefatta, incapace di proferire parola. Harry
aveva baciato quella ragazza come se nulla fosse, quasi a sfregio.
Era
stata una provocazione?
Era
stato un gioco?
Era
stato un pessimo scherzo?
Seppe
solo che aveva visto un Harry completamente diverso da quello che
conosceva, un Harry che l'aveva sfidata, con quel saluto, con quella
frase detta con una freddezza che non faceva parte di lui.
Harry
chinando il capo, voltò loro le spalle e se ne andò,
più solo che mai.
*
* *
Dopo
aver trascorso la giornata nell'ombra di se stesso, poco prima di
cena, Harry scese nella Sala Comune, insolitamente deserta e
silenziosa. Si era appena seduto sulla sua poltrona preferita, quando
Hermione entrò come una furia.
“Harry!
Eccoti, finalmente! Si può sapere dove ti eri cacciato? E'
tutto il giorno che ti cerco!” lo rimproverò Hermione
con occhi di fuoco.
Il
moro, togliendo lentamente i piedi dal bracciolo, la guardò
con aria di sfida: “Evidentemente non mi hai cercato abbastanza
bene...”
Hermione
strinse le labbra, ma cercò di mantenere un freddo distacco:
“Non mi sembra questo il momento di fare lo spiritoso! Da
questa mattina ci sono tre persone in infermeria, e tutte e tre
dicono di esserci finite a causa tua!”
Harry
si girò dall'altra parte, con fare annoiato: “Hanno
detto delle balle.”
“Come
sarebbe a dire?!”
“Sarebbe
a dire che io non ho fatto niente.”
“Harry!
Ma non ti rendi conto? Quello che è successo è
gravissimo! Hanno accusato
te!”
“Te
l'ho già detto, io non c'entro...”
“E
dove sei stato, per tutto il giorno?”
“Fatti
miei!”, rispose Harry secco.
“Non
credo proprio! Le accuse nei tuoi confronti sono gravissime... Hai
aggredito due persone...”
“Fantastico!”
la interruppe lui, “Adesso sono io che aggredisco due stronzi
come Tiger e Goyle... Ma non farmi ridere!”
“Allora
dimmi che cosa ci facevi vicino al lago, proprio dove sono stati
trovati?”
“Perchè
mai dovrei venirlo a dire a te?”
Hermione
gli andò vicinissima, come una leonessa: “Harry, tu mi
devi dire che cosa ti sta succedendo!”
Harry
scattò in piedi, obbligandola a fare un passo indietro:
“Perchè?
Tu che ci facevi, vicino al lago, eh? Non mi sembra che tu fossi
intenta a studiare, o sbaglio?! Ormai passi ogni minuto della tua
giornata con Ron, quindi non venirmi a dire che sei preoccupata per
me o per quello che faccio!”
“Cosa...
cosa ti sta succedendo...?”, chiese ancora lei, con voce
tremante.
“Non
mi sta succedendo niente che ti debba interessare!”
“Questo
non è giusto!”, disse esasperata Hermione, con i pugni
stretti.
“Cosa?
Che
cosa
non è giusto?! Non devo più
dirti tutto quello che faccio!”
“Guarda
che io non voglio sapere tutto quello che fai!”
“E
allora togliti dalla faccia quell'espressione da crocerossina
dispiaciuta! Non ho bisogno del tuo aiuto!”
Lei
sgranò gli occhi, offesa da quelle parole e da quel
comportamento astioso.
“Io...
io lo dico per te... Non sono affatto...”
“Lasciami
in pace, Hermione! Hai sicuramente di meglio da fare... no?”
“Io
sono tua am...”
“Ah,
smettila!”, la interruppe lui, prima che potesse pronunciare la
parola
'amica'.
Non lo avrebbe sopportato. “Perchè non vai a torturare
qualcun altro?”
Hermione
era sconvolta: “Io... non... torturo ne-nessuno...”
Harry
fece una risata amara: “Ah, ma non lo vedi? Sei talmente piena
di te che nemmeno te ne rendi conto! Sei esasperante, petulante e
saccente! La gente ti dice di sì perchè la prendi a
sfinimento!”
Hermione
sentì le lacrime salirle prepotentemente agli occhi: “Come
ti permetti! Io... non...”
“Dimmi
un po', chi ti dà il diritto di ergerti a giudice? Chi sei,
tu, per dire cosa è giusto o sbagliato per me? Non mi sembra
di aver chiesto né il tuo parere, né il tuo consiglio!”
“Non
è questo! Io non voglio giudicarti!”
Harry
con un passo le si mise di fronte e con tutta la cattiveria di cui fu
capace, disse a denti stretti: “E allora cos'è? Ti sei
stancata di giocare a fare la maestrina con Ron? O semplicemente sei
stufa di passare ogni minuto della tua giornata in qualche angolo
buio di Hogwarts a pomiciare e a sbaciucchiarti con lui?!”
Lo
schiaffo, forte e improvviso, arrivò prima che lui potesse
rendersene conto.
Rimase
col viso di lato e sentì la sua guancia bruciare intensamente.
Afferrò le mani della ragazza, stringendole forte i polsi,
tanto da strapparle un lamento: “Non... farlo...
mai più!”
Hermione
lo guardò con aria di sfida, sollevando il mento: “Cosa
fai, adesso mi minacci?”
Harry
strinse più forte i suoi polsi sottili, finchè lei non
gemette e disse tra i denti: “Mi stai facendo male...”
“ALLORA
STAI LONTANA DA ME! Torna... dal
tuo Ron.”
Le lasciò andare le mani e la ragazza si massaggiò i
polsi doloranti.
Hermione
non poteva credere che lui l'avesse trattata in quel modo. Non
riusciva a capire come Harry potesse tenere un comportamento tanto
diverso... Solo la sera prima...
Scosse
forte la testa, decisa a non arrendersi.
“Harry...
ti prego! Sono preoccupata per te... A scuola non si parla d'altro.
Hanno... hanno detto di averti visto usare la maledizione Imperius...
Io... ho paura che...”
“ADESSO
BASTA!!” gridò lui con fare pericoloso “Qualsiasi
cosa sia, non ti riguarda più! Lasciami in pace e VATTENE!”
Per
Hermione, quelle parole, furono più dolorose dello schiaffo
che gli aveva dato.
Prima
che le lacrime raggiungessero i suoi occhi, si voltò ed uscì
di corsa dalla Sala.
Harry
si portò una mano sul viso, che ancora scottava di passione e
di orgoglio.
“Accidenti
a te, Hermione!”, sibilò tra i denti, dando un pugno ad
una lampada e facendola cadere a terra in mille pezzi.
Incapace
di restare lì dentro, e rifiutandosi di scendere per cena,
prese a girovagare per i corridoi deserti e cupi del castello. Uno
spirito di pura ribellione lo aveva assalito in maniera
irreversibile, a partire dalle sue viscere fino ad arrivare dritto al
cuore.
Ripensò
alle dure parole gridate senza pietà ad Hermione, e si sentì
morire di dolore. Come aveva potuto essere così crudele, con
lei?
Ti
odio! Perchè hai scelto Ron?
...
Perchè non hai scelto di amare me...?
Ti
odio... ti odio!
Si
portò le mani al viso, sospirando dalla frustrazione.
...
E ti amo... così tanto!
Maledizione,
ma cosa stava succedendo? Perchè tutto era così
difficile?
Senza
rendersene conto, si ritrovò vicino alla stanza della
Professoressa Keen.
Ma
cosa ci faccio, qui?
Lui
non voleva farlo, eppure la sua mano si mosse e bussò alla
porta della professoressa.
“Avanti”
Harry
entrò: “Ehm, ciao...”
Un
caldo sorriso lo accolse all'interno della stanza: “Ciao,
Harry. Ti stavo aspettando.”
Harry
si stupì di quelle parole. Chiuse la porta alle sue spalle e
si sedette sulla sedia che lei gli indicò.
“Mi
stavi aspettando...?”
“Sì.
Io avere sentito cose strane su di te, oggi, e avere bisogno di
ascoltare tua versione.”
“Io
non ho nulla da dire”, rispose subito lui, sulla difensiva.
“Non
credere di potere ingannare me, Harry. Forse tu puoi fare con altri,
ma non con me”, e lo scrutò a fondo, tanto da fargli
abbassare lo sguardo.
“Oggi
tre ragazzi sono finiti in infermeria... e danno la colpa a te.”
“La
mia bacchetta è a vostra disposizione. Nessun incantesimo di
cui loro sono vittime è stato lanciato dalla mia bacchetta”,
si difese Harry.
“Oh,
ma io e te sappiamo bene che non solo da bacchetta possono uscire
incantesimi...”
Harry
si alzò, pronto ad uscire:
“Scusami, ma non sono in vena di sollevare piume, stasera!”
“Non
usare quel tono con me! Io sono sempre tua insegnante!”
Harry
si bloccò, mettendosi a ridere di gusto: “Come, come?
Ah, adesso ti sta bene essere la mia insegnante?” Le andò
molto vicino: “Ma se non hai fatto altro che ripetermi che non
ti sentivi una professoressa, e che tu eri una ragazza come tutte le
altre? ... Quasi mi hai implorato
di chiamarti per nome!”
“Io
l'ho fatto perchè riconoscere in te qualcosa di speciale...
Qualcosa che anch'io ho sempre avuto!”
“E
cosa sarebbe?! L'unica cosa che ci accomuna è la solitudine!
Non molto, direi!”
“Non
è vero, Harry! Tu sei molto più simile a me di quanto
immagini!”, gli disse con trasporto, afferrandolo per un
braccio.
“Ascolta,
solo perchè ho avuto la fortuna di spostare...”
“Non
è stata fortuna, quella!”, lo interruppe Isabel a voce
alta. “Tu hai grandi potenzialità!”
“Oh,
basta! Ancora con questa storia!”
Lei
gli si mise di fronte e disse in un soffio: “Ok, allora adesso
io dimostrare te...”
Harry
arretrò impercettibilmente, perdendosi nei suoi occhi, del
colore cobalto del mare.
La
voce di Isabel entrò all'improvviso nella sua testa.
'Baciami...
Baciami...'
Harry
lo poté sentire, distintamente. Chiaro come se lei avesse
parlato, come se fosse uscito direttamente dalle sue labbra.
Peccato,
però, che... lei non aveva aperto bocca!
“Dio!”,
si lasciò scappare Harry, incredulo.
'Avanti,
Harry, baciami! So che essere quello che vuoi... L'hai voluto fin dal
primo momento...'
“I-
Isabel...”, mormorò.
“Cosa
c'è, Harry? Dimmi, cosa hai sentito?”
“Io...
io. No, devo essermi sbagliato!”
“Non
hai che un modo, per capirlo...” sussurrò la ragazza,
più dolce che mai.
Harry
si leccò le labbra e la guardò, desiderando
ardentemente di seguire quello che la sua testa gli aveva detto.
Oh,
ma cosa stava succedendo? Poteva davvero sentire
i
pensieri di Isabel?
'Hai
paura, Harry?'
Di
nuovo. Lei non si era mossa, non aveva proferito parola, eppure Harry
aveva sentito perfettamente la sua voce.
“E'
uno scherzo?!”, chiese con rabbia, scostandosi da lei.
“Di
cosa stai parlando? Io non avere fatto nulla”, rispose lei, con
la calma più assoluta.
Harry
prese a camminare per la stanza, provando a smettere di fissarla.
'Tu
hai
potere,
Harry... che tu lo voglia o no...'
Eccolo!
Era successo di nuovo! Si voltò fulmineo verso la ragazza e la
vide sorridere. La raggiunse e l'afferrò per le braccia,
scuotendola con forza: “Cosa mi stai facendo?!”
'Io
non sto facendo nulla, Harry. Questo dimostrare solo che tu essere in
grado di leggere mia mente... senza usare incantesimo Legilimens...'
Harry
lasciò ricadere le braccia lungo il corpo, esausto e
sconcertato da quello che aveva appena provato. Si passò le
mani tra i capelli, spaventato e affascinato nello stesso tempo.
“Vuoi...
vuoi dire che... sono riuscito a leggere il tuo pensiero?!”
“Harry...”
sussurrò Isabel, vicinissima a lui. “Non devi avere
paura. Tu essere molto fortunato ad avere predisposizione per qvuesto
grande potere.” Con la delicatezza di un soffio, gli accarezzò
piano una mano. “Ma devi usare anche tanta attenzione, perchè
potere della mente essere pericoloso, se usato male.”
Harry
le fissò la bocca, attratto dalle sue labbra che questa volta
si erano mosse ed avevano parlato.
“Dimmi
la verità, Harry. Con me puoi essere sincero. Hai usato mente
per fare incantesimi a Draco e suoi amici?”
Harry
abbassò la testa, sentendosi improvvisamente in colpa.
“Io...
non volevo. Non me ne sono nemmeno reso conto... Non credevo che
accadesse davvero, quando ho pensato alla gamba di Malfoy! E poi...
con Tiger e Goyle... era come se... non fossi io ad usare
quell'incantesimo!”
“Per
questo io avvisare te, Harry. Problema del pensiero, è che lui
corre veloce, molto più in fretta di mano con bacchetta.
Bisogna imparare a domare, soprattutto a dominare
pensiero, perchè...”,
lasciò la frase in sospeso.
“Oh,
Harry...” la mano della ragazza strinse il suo braccio ancora
più forte. “Perchè chi riceve
qvuesto
dono, avere
predisposizione per
Magia Oscura! La rabbia, la gelosia... loro essere sentimenti che
alimentano Magia Oscura come vento alimenta fuoco! E' giusto che tu
sappia qvuesto...”
Harry,
a quelle parole, indietreggiò intimorito: “Magia...
Oscura...?”
“Sì,
Harry. Voldemort ha iniziato così... proprio come te.”
Quel
paragone ghiacciò il sangue nelle vene del ragazzo, che sentì
la mano di Isabel ustionargli la pelle come se fosse stato un tizzone
ardente.
“C-cosa...?
Io non... non sono come lui!”
“Non
ho detto questo. Ma tu devi stare molto attento, perchè Magia
Oscura riesce a plasmare anche menti più forti e solide.”
“Sei...
sei tu, che continui a spingermi ad imparare!”
“No,
ti sbagli, Harry. Tuo potere essere dentro di te, ed io avere solo
fatto conoscere lui meglio.”
“Allora
non mi interessa! Non voglio avere nulla che mi accomuni a Voldemort!
Forse tu non lo sai, ma ha ucciso i miei genitori! Come puoi pensare
che io voglia qualcosa che mi faccia anche solo lontanamente
assomigliare a lui?!”
“Io
avere già detto a te una volta: tu non puoi scegliere questa
cosa. Appartiene a te, non puoi fare altro che assecondarla.”
“Sbagli!
Io non la asseconderò mai!”
“E
allora perchè hai usato mente
con
Draco?”
“NON
SONO STATO IO!” dichiarò Harry, pieno di frustrazione.
“Non ho usato la magia! ... Non ero
io...”
“Tu
guardare me negli occhi, e dire la verità!”
“Te
la sto dicendo!”
“Non
è vero!”
“Sì
che è vero! E' successo da solo!”
“Dimmi,
Harry, anche la Maledizione
Imperius
è venuta fuori da sola?!”
Harry
si sentì percorrere da una scarica di adrenalina. La fissò
negli occhi e, esasperato, confessò: “NO! L'ho voluto,
dannazione!”, gridò con i pugni stretti, provando un
terribile nodo alla gola.
Isabel
lo guardò con infinita dolcezza e, inaspettatamente, gli fece
una carezza: “Oh, quanto sarà difficile, per te... Tua
lotta interiore essere così grande!”
Harry
si sentiva soffocare: quelle rivelazioni lo avevano turbato
profondamente. Provò l'improvviso bisogno di uscire.
“E'
meglio che io vada, ora...”, disse, incapace di restare ancora
nella stanza di quella ragazza, che lo sconvolgeva ogni volta di più.
Lei annuì e lo seguì fino alla porta.
“Sì,
certo, io capire. Ma ti prego di ricordare che io sono qui, sempre,
per qualsiasi cosa tu...”
“Dimmi
solo...”, la interruppe Harry, non avendo però il
coraggio di continuare la frase.
“Cosa?”
“No,
niente.” Harry aprì la porta.
“Cosa,
Harry?”
Harry
si fissò le mani. Si vergognava troppo. “Buonanotte,
Isabel.”
“Vuoi
sapere perchè ti ho chiesto di baciarmi?”, domandò
lei, candidamente.
Harry
sgranò gli occhi ed arrossì, incapace di reggere il suo
sguardo.
“Era
solo... una provocazione, Harry. Un modo per attirare tua
attenzione”, disse lei con occhi però pieni di malizia.
Un'ombra
di delusione passò sul volto di Harry: “Certo. Allora...
buonanotte.”
Si
scambiarono uno sguardo indecifrabile.
“Buonanotte,
Harry.”
Quando
la porta si richiuse, Harry rimase immobile per un lungo momento.
Magia
Oscura...
Dannazione,
quello che aveva fatto era simile a ciò che anche Voldemort
faceva!
Anche
lui, allora,
si era sentito così solo, così infelice, così
pieno di rancore?
La
persona che più odiava al mondo, era davvero così
simile a lui?
Solo
la vergogna e l'orgoglio gli impedirono di mettersi a piangere
disperatamente.
E
Isabel? Quali misteri racchiudeva la sua figura? Come faceva a sapere
tutte quelle cose? Come poteva conoscere così bene quelle
sensazioni? Anche lei le aveva provate? E perchè lo tentava in
modo così forte? L'attrazione che provava per lei era intensa
e contrastante. Si sentiva confuso da lei e dal suo magnetismo.
Ancora
non sapeva come, ma era riuscito a leggere nella sua mente... O,
almeno, lei glielo aveva permesso. Ma ciò che era riuscito a
leggere, a quanto pareva, non corrispondeva alla realtà.
Amareggiato e a testa bassa, si allontanò con le mani
affondate nelle tasche.
Forse
era per disperazione, o forse perchè si illudeva che in quel
modo avrebbe dimenticato Hermione più in fretta... ma baciare
Isabel, quella sera, era l'unica cosa che desiderasse fare.
*
* *
Eccomi
a Voi!!!
Allora...?
Che ve ne pare? Ahi ahi ahi ! Quanta sofferenza per i nostri eroi!
:-)) Ma il bello arriverà, prometto!
Goldbuble:
Se ti è sembrato triste lo scorso capitolo, mi sa che con
questo rischio il linciaggio!!!!!! No, ti prego.... abbi pietà
di me! Ti assicuro che ci sarà del tenero, tra H/Hr.... non
disperare! Grazie infinite della rec e un bacio!!
Ramiza:
CIAOOOO !! che bello!! Una nuova amica! Sono davvero felice del
tuo commento e che la mia storia ti abbia preso al punto di leggerla
'tuta d'un fiato' !!! Ne sono orgogliosa! Grazie davvero... a presto,
allora!
Sabri89:
Come sempre, mi inchino alle tue lunghe e particolareggiate
recensioni.... GRAZIE!!! Sei fantastica! Come vedi, in questo cap,
sembra che Hermione abbia fatto la sua scelta.......................
Ma sarà davvero così ??????????? Hi hi hi.... Chi può
dirlo? Aspetta.... seguimi..... e tra poco lo scoprirai! Grazie
mille, bambolina, alla prossima! ... spero!!! Baci
Jerada:
Carissimo (giusto? Mi pare di capire che sei un *maschietto
*).... grazie, grazie della recensione, stra-gradita! :-) che
dire.... come vedi, qui le cose si incasinano e i misteri si
infittiscono (almeno spero!)... Ma non preoccuparti, il nobile
sentimento dell'amore non può non emergere! E' questione di
poco... ormai! Un bacio grande e ancora grazie!!
Marco:
Ecco il mio affezionatissimo Marco.... Abbiamo chiacchierato a lungo,
e già sai quanto ti stimo, apprezzo.... e quanto mi rendano
felice le tue recensioni e il tuo appoggio. Un grazie speciale a te!
... Ovviamente muoio di curiosità per sapere cosa pensi del
capitolo...... !! Bacio!
Sallulla:
Ciao dolcezza!! Mi spiace, anche questa volta ti ho fatto aspettare
un pochino.... Ma spero di essermi fatta perdonare (Oddio, visto il
capitolo mi sa che mi stai mandando degli accidenti grossi come una
casa!!).... Harry e Hermione sembrano proprio intenzionati a chiudere
la loro amicizia..... o no?... Fammi sapere che ne pensi, ok? Grazie
mille e un bacio grandissimo!
Granger90:
^____^ .... mi hai fatto sorridere col tuo commento :-))) Dopo
questo cap mi sa che rischio davvero un agguato sotto casa! Ma non
temere, presto tutto andrà a posto!! Grazie del tuo affetto e
dei tuoi complimenti, che mi fanno davvero piacere! Un bacione a
presto.
Stizy:
Ciao mia adorata N° 1 !!! Ciccina mia dolce, piaciuto il cap? Un
po' di tempesta.... ma dopo arriverà il sereno?? :-) Grazie
del tuo enorme affetto, sappi che è ricambiato alla GRANDE!!!
Ti abbraccio forte! A presto
Jojipv:
Ehilà, bellezza! Ebbene sì.... più ci si impunta
per cercare di dimenticare qualcuno, e più si ottiene
l'effetto contrario.... Ne so qualcosa.... Altrimenti come farei a
descrivere tanto bene certe situazioni???? :-))) Ti aspetto con un
commento, mi raccomando! Baci baci!
Argentlam:
Grande! Mi fa sempre molto piacere trovarti.... Grazie per esserci e
spero tanto che anche questo cap ti sia piaciuto... Ti aspetto
sempre! Un bacio di cuore!
Maggie92:
MA CIAOOOO!!!! Sono troppo felice di leggere il tuo commento!
Grazie infinite, davvero! Spero tanto che il tutto continui a
piacerti.... I batticuori sono assicurati, con me.... ;-)) A presto e
un bacione grande!
Morgana85:
WOW WOW WOW.... Me molto felice!! Arrossisco sempre davanti a
tanta dolcezza! Grazie infinite, Morgana, ti assicuro che il regalo
lo hai fatto tu a me, lasciandomi il tuo commento! Grazie, spero di
trovarti ancora! Un bacione a prestissimo!
8x4:
Ciao MITICA!!! Mannaggia, spero di non averti deluso con questo
cap che è un po' burrascoso.... Ma è solo la premessa
al grande amore, tranquilla! Grazie infinite e un bacio anche a te!
p.s. Troppo forte la spiegazione del tuo nome d'arte.... Fantastico!
Sei un leoncino??? Anch'io! ;-) segno di fuoco, eh? Ciao!
Mione86:
ciao stellina.... come vedi la faccenda è ancora un po'
lunga.... Ma io adoro quando loro si 'scontrano'.... è solo un
modo diverso per esprimere il loro infinito amore, credimi! Bacioni e
grazie infinite!!!!
Sparkling
Angel: Ed ecco la super Mitica per eccellenza........... Ti
adoro. L-E-T-T-E-R-A-L-M-E-N-T-E ! Grazie di cuore, leggere le tue
recensioni è sempre un vero piacere.... un attimo di godimento
puro! Sei dolce, simpatica, attenta, riflessiva, acuta e mi fai
scompisciare dalle risate! Per cui ti becchi un super bacio da Magia,
tutto per te! Davvero, sei troppo forte e mi onora il fatto che tu
stia seguendo la mia fic con tanta passione e con tanta costanza!
Grazie del tuo affetto e della tua presenza....
...
Sono a dir poco onorata da tanto affetto dimostrato nei miei
confronti... e non posso che ringraziare ognuno di voi!
Quindi,
Vi dedico questo capitolo, sperando che vi piaccia taaaaaaaanto :-))
Per
chi ha recensito, un bacio specialissimo e un saluto a fine
capitolo....
Buona
lettura, amici!
-
13 -
“Emozioni
di Natale”
Hermione
si sentiva come una bomba ad orologeria, pronta ad esplodere. Avrebbe
voluto gridare, piangere... avrebbe voluto poter prendere Harry... e
riempirlo di pugni!
Soffriva
tremendamente per il violento litigio che aveva avuto con lui. L'odio
che Harry le aveva mostrato erano qualcosa di assurdo, insensato.
Le
parole che le aveva detto quella sera l'avevano offesa profondamente,
ferita nell'anima, come se una lama rovente gliele avesse incise in
modo indelebile nel cuore.
Oh,
e quello sguardo! Così duro, glaciale... e crudele! Non era
possibile, che quello fosse Harry! Lo stesso Harry che solo la sera
prima...
Mai,
mai e per nulla al mondo, il
suo Harry
avrebbe deliberatamente usato quel tono con lei! Era sempre più
convinta che qualcosa di terribilmente grave e pericoloso stesse
succedendo.
Certo,
a dispetto del suo stesso orgoglio, doveva ammettere che la mattina
dopo il ballo non era certo stata tenera, con lui! Aveva usato una
freddezza che nulla aveva a che fare con quello che aveva realmente
provato durante la festa...
Ma
se non avesse agito così, avrebbe rischiato di entrare in un
vortice senza fine e senza via d'uscita!
Lei
era la ragazza di Ron, aveva fatto la sua scelta! Harry non poteva
entrare nel suo cuore in modo così inaspettato e travolgente!
Non
poteva e basta! Era stata costretta ad usare quel freddo distacco,
con lui...
Si
avvicinò alla finestra e rimase a fissare il cielo grigio,
incrociando le braccia sul petto.
Un
improvviso groppo alla gola la obbligò a confrontarsi con la
propria immagine riflessa nel vetro.
Dì
la verità, Hermione...
Sii
onesta con te stessa!
Perchè,
nonostante tutto il tuo impegno, di notte non riesci a chiudere
occhio neppure per un minuto, senza che il viso di Harry oscuri i
tuoi pensieri senza pietà?!
Si
portò una mano sul cuore, cercando di calmare i battiti
disperati.
Sarebbe
davvero bastato restargli lontano, per dimenticarlo?
Sarebbe
stato sufficiente questo, per toglierselo dalla testa?
Oh,
non ne era affatto sicura!
E
poi... Lasciarlo solo in quel momento si stava dimostrando
estremamente pericoloso. Era sempre più convinta che la
Professoressa Keen fosse in qualche modo coinvolta, e la cosa non la
tranquillizzava affatto.
*
* *
Dalla
violenta discussione avuta con Hermione, Harry innalzò un muro
impenetrabile intorno a sé. Evitò qualsiasi forma di
chiarimento o spiegazione, e si rinchiuse in un mondo tutto suo,
fatto di fantasie e sogni irrealizzabili, di isolamento e
oppressione.
Era
arrabbiato col mondo intero, lo vedeva come una macchina ingiusta e
ostile. Rancore e gelosia erano quasi gli unici sentimenti che lo
accompagnavano, misti ad una frustrazione senza fine.
Harry
cercava Hermione con lo sguardo, continuamente. Poteva restare ore a
fissarla mentre studiava, o quando si passava con inconsapevole
sensualità la piuma sulle labbra, con una lentezza che lo
faceva assurdamente eccitare. Oppure, se la camicetta le si apriva
leggermente, il suo collo riusciva ad allungarsi in modo del tutto
innaturale, pur di riuscire a scorgere un centimetro in più
della sua candida pelle.... Ma se il caso voleva che rimanessero soli
nella stessa stanza, allora lui faceva di tutto per evitarlo.
Hermione,
inconsapevole di quel fuoco ardente, al contrario non sopportava più
quella che per lei era gelida cortesia, e si sentiva morire ogni
volta che Harry le passava a fianco e inavvertitamente la sfiorava,
dandole l'impressione di ignorarla completamente.
La
loro era una lotta senza senso, un farsi male reciproco e gratuito.
Si
ostinavano a condurre una guerra fatta di sguardi e parole non dette,
di passione segreta e repressa, ma era una guerra che in realtà
celava un amore incontenibile.
L'orgoglio,
però, era più resistente di quanto entrambi pensassero
immaginare, e li stava facendo impazzire di reciproco, inconfessabile
desiderio.
Nonostante
questa lenta tortura, il tempo sembrò passare in un baleno e
presto arrivò anche Natale.
Harry,
convinto delle proprie ragioni e, a meno che non ne fosse costretto,
cercava di ridurre al minimo le occasioni per restare solo con
Hermione e Ron, pur essendo consapevole di aver raggiunto uno stato
di isolamento mai provato prima!
Continuava
ad osservare Hermione di nascosto, senza farsi vedere, detestandola e
desiderandola allo stesso tempo, diviso da sentimenti contrapposti
che lentamente lo stavano logorando.
Lei,
non meno combattuta, percepiva perfettamente quello sguardo duro e
penetrante, perchè la faceva tremare, e perchè sembrava
rimproverarla in continuazione. Stava malissimo per il freddo
distacco col quale a malapena le rivolgeva la parola, e ogni volta
che si trovava a meno di trenta centimetri da lui, le sembrava di
sentire il proprio cuore uscirle dal petto.
Dopo
l'episodio di Draco, Silente aveva chiamato il ragazzo nel suo
ufficio, chiedendogli ancora una volta quale fosse il problema, ma
Harry non era riuscito a cacciare fuori nemmeno una parola. Silente
aveva provato in ogni modo a farlo aprire, ma Harry si era dimostrato
un osso decisamente duro, e nonostante l'affetto che provava per
l'anziano professore, il suo inconscio sembrava prevalere sul suo
cuore.
La
neve, col suo candore e con la sua ovattata sensazione di morbidezza,
aveva
ormai ricoperto tutta Hogwarts e i terreni circostanti. Moltissimi
studenti si stavano preparando a lasciare la scuola per raggiungere
le proprie famiglie, e passere con loro le feste di Natale.
“Harry,
proprio non riesco a capire perchè tu non voglia venire alla
Tana con me e Hermione...!” gli disse Ron durante la colazione,
la mattina della partenza.
“Te
l'ho già detto, Ron. Qui ho da fare un sacco di cose! Con
Piton che mi mette in punizione ogni due giorni, sono rimasto
indietro con diverse materie, ed è meglio se ne approfitto per
recuperare un po'. E poi...”
“Cosa?”
“Sì,
insomma... è giusto che tu e Hermione restiate da soli, no?!”
disse con aria duramente sarcastica.
“Oh,
non dire sciocchezze!”, esclamò il rosso. Attese un
attimo e con un'alzata di spalle, continuò: “Con
Hermione poi, ultimamente non faccio che litigare! ... Non la
capisco! Voglio dire, sembra così fredda! Ad esempio, io...
vorrei... andare oltre, il bacio!”
Harry
si voltò a guardarlo con occhi assassini: “...Ah
sì...?”
“Beh,
mi sembra normale, no? Invece, lei... Riesce a trovare sempre qualche
scusa!”
Harry
cercò di mascherare il suo nervosismo mandando giù una
lunga sorsata di succo d'arancia, poi attese con rabbia che Ron
continuasse.
“Ho
parlato con un sacco di ragazzi e... Beh, mi hai capito, no? Insomma,
quasi tutti l'hanno già fatto, ecco! Voglio dire, abbiamo
sedici anni! Invece, io, ancora non sono nemmeno riuscito a toccarle
in modo decente... il seno!”
Harry
faticò a mandar giù il boccone che stava masticando con
furia eccessiva, sentendolo poi ricadere nello stomaco come se fosse
stato un macigno pesante.
“...Ah
sì... !?!”, ripeté
a denti stretti.
“Già!
Ma non credo che tu sia messo meglio di me, al riguardo! O sbaglio?”,
sghignazzò Ron con prudenza.
“Beh,
in fatto di ragazze mi batti alla grande, se è per questo...”
Ron
si gongolò per qualche secondo, pensando che almeno in una
cosa, era riuscito a superare l'amico. Dopo un po' tornò
serio, e proseguì: “E
poi... ultimamente non fa che sgridarmi! Nemmeno mia madre mi
rimprovera quanto fa lei!”
Anche
se gli costò uno sforzo enorme, Harry tentò di
consolarlo: “Sono
sicuro che lo fa perchè ti vuole bene...”
“Uhmpf...
Sarà...”, bofonchiò cacciandosi in bocca
un'intera fetta di pane, ricoperta di burro e marmellata.
Harry
percepì il profumo di Hermione prima ancora di sentirne la
voce, alle sue spalle.
“Ciao!”
li salutò la ragazza.
Harry
si voltò, incrociando lo sguardo con lei per una frazione di
secondo. Il cuore prese a battergli più forte nel petto:
“Ciao, Hermione.”
“Ron,
ti manca ancora molto? Le valigie sono già pronte nell'atrio
principale, e Fred e George ti stanno aspettando da più di
cinque minuti...”
“Sì,
ora arrivo... Harry, sei sicuro di non volerci ripensare? Quando
mamma non ti vedrà arrivare, andrà su tutte le furie!”
“Ehm,
saluta tantissimo i tuoi genitori da parte mia... E scusami con loro.
Ci vediamo al vostro rientro.”
Si
alzarono entrambi e si strinsero affettuosamente in un abbraccio
fraterno.
Hermione
fece un passo verso di lui e Harry abbassò lo sguardo fino ad
incontrare i suoi occhi nocciola.
“Buon
Natale, Harry...”, gli disse con una dolcezza che lo fece
crollare.
“Grazie.
Buon Natale anche a te, Hermione...”
Vincendo
una lotta interiore, si chinò freddamente su di lei e le
sfiorò una guancia con la propria. Quando fece per sollevarsi,
d'impulso Hermione appoggiò le mani sulle sue spalle e lo
trattenne per qualche secondo, baciandolo con le labbra sull'altra
guancia.
Entrambi
sentirono il proprio cuore esplodere in mille pezzi.
Perchè
stai tremando, Hermione?
A
Harry non sfuggirono i suoi occhi umidi, e una sensazione d'impotenza
si impossessò di lui.
Un
ultimo saluto con le mani e i due sparirono dalla sua vista.
La
fame si era dissolta nel nulla. Basta, svanita la voglia di fare
colazione!
Con
i pugni stretti, Harry abbatté il resto della colazione che
giaceva sul tavolo, rovesciando piatti e bicchieri e facendo un gran
fracasso. Trattenendo un grido di rabbia iniziò a salire le
scale che portavano ai piani superiori. Per uno strano scherzo del
destino, una scala decise di cambiare proprio in quel momento,
ruotando di 90° e posizionandolo esattamente di fronte ad una
finestra, che si affacciava sul giardino. Harry vide i Weasley che
caricavano la loro macchina volante con i bagagli, ed ammirò
un'ultima volta l'esile figura di Hermione, bellissima nel suo
cappottino blu, ornato sulle maniche e sul collo da una morbida
pelliccia bianca.
Lei,
come richiamata, alzò lo sguardo sulla finestra e lo vide.
Rimasero a fissarsi a lungo, quasi sfidandosi a chi abbassava gli
occhi per ultimo. Alla fine, col capo chino, Harry si costrinse ad
allontanarsi dalla finestra, perdendo miseramente quella battaglia.
Gli faceva troppo male vederla andar via, e con il cuore che
sanguinava di dolore, tornò nella torre dei Grifondoro.
Nel
pomeriggio, scese in giardino per fare una passeggiata solitaria, ma
incontrò Isabel, che lo accolse con un dolce sorriso.
“Ciao
Harry! Credevo di essere la sola ad essere rimasta qui...”
“No,
siamo rimasti in due...”
“Beh,
tua compagnia essere sempre molto piacevole, per me.”
Da
quando Isabel aveva raccontato meglio a Harry cosa implicava l'uso di
quel suo 'potere', tra loro il legame si era fortificato ancora di
più, e il tempo che passavano insieme per affinare le sue
tecniche, era sempre maggiore.
“Tu,
invece? Non torni a casa per queste feste?”, le chiese Harry,
sfiorandole un fianco, mentre camminavano vicini.
“Oh,
no... Casa mia essere troppo distante, e poi...”
“Poi...?”,
chiese Harry con dolcezza.
“Ohm,
io non essere molto... in buoni rapporti con mia famiglia”,
confessò Isabel, abbassando lo sguardo.
Harry
si stupì di quella rivelazione: “Davvero? Mi spiace...”
Camminarono
fianco a fianco, in silenzio, poi Harry disse: “Sarà che
io una famiglia non ce l'ho più, e mi manca da morire! Non
puoi proprio fare nulla, per recuperare il rapporto?”
“Io...
non credo, no...”
“Mi
dispiace”, ripeté.
“Io
spero di avere presto una famiglia mia. Tutta mia...” e sollevò
i suoi occhioni blu sul moro.
“Ehm,
vedrai che sarà così”, disse Harry, cercando di
non arrossire sotto lo sguardo intenso di lei.
“Anche
tu, lo vuoi, Harry?”, gli chiese, fermandosi.
“Sì,
certo...”, rispose imitandola. “Ognuno di noi, lo
desidera.”
“Io
sicura che tu... avrai tante ragazze... innamorate di te...”
Adesso,
riuscire a non arrossire, era praticamente impossibile!
“Oh,
beh... No. Insomma... non credo proprio! Io...”
Isabel
fece una risata argentina: “Tu essere così buffo, quando
ti imbarazzi!”
Harry
si scompigliò i capelli, rendendosi inconsciamente ancora più
attraente. “Ah, grazie!”
“Io
notare spesso che le ragazzine sospirano, quando tu passi!”
Harry
si cacciò le mani in tasca e riprese a camminare: “Già!
Probabilmente ragazzine del primo anno. Sai che conquiste! Il mio
rivale, in questo caso è Malfoy! Il che, è tutto dire!”
“Non
fare il modesto! Io mi riferisco a ben altre ragazze. Soprattutto...
una,
molto
vicina.... a te.”
Harry
sentì il proprio cuore sbattere violentemente contro il
costato.
“Credo
tu sia parecchio distante dalla realtà... Chiunque sia la
persona a cui ti riferisci...!”
“Io
sapere solo che...”
“Potter!”
La voce di Piton tuonò alle loro spalle.
Isabel
si voltò insieme a Harry, e rivolse un freddo sorriso al suo
collega.
“Buonasera,
Severus.”
Il
Professore squadrò la ragazza dall'alto al basso, non
nascondendo il proprio disappunto nel vederla insieme alla persona
che più detestava nella scuola.
“Buonasera
a te, Isabel. Non sei costretta a dare retta a quello che ti dice
questo ragazzino”, le disse freddamente.
“Oh,
Harry aiutare molto me con vostra lingua. Grazie a lui, ho imparato a
correggere molti errori.”
“Beh,
mi dispiace interrompere questa interessante e preziosissima lezione,
ma Potter tra cinque minuti deve essere da me per scontare l'ultima
punizione che ha in sospeso. E' già alquanto sgradevole
doverlo vedere tutto l'anno... in più devo sprecare il mio
tempo anche durante le vacanze!” disse a denti stretti,
tutt'altro che con gentilezza.
“Non
c'è problema. Io sicura che troveremo altre occasioni, vero,
Harry?”
“Ehm,
certo p-r-o...fessoressa Keen”
Piton
si scostò per far passare Harry, come se il ragazzo fosse
stato un orribile e disgustoso animale, poi,
rivolto ad Isabel, fece un lieve cenno del capo in segno di saluto.
'Che
fantastico inizio di vacanza!',
pensò amaramente Harry, mentre seguiva a testa bassa il
Professor Piton.
*
* *
La
mattina seguente, le lunghe tavolate nella Sala Grande erano
praticamente vuote, fatta eccezione per pochi, sporadici studenti che
non erano tornati a casa per le vacanze.
“Ciao,
Harry!”, lo salutò allegramente Luna, sedendosi di
fronte a lui. “Immagino che sia libero, qui!”, disse
sghignazzando da sola alla propria battuta.
“Ciao,
Luna!” la salutò Harry, felice di vedere un viso amico.
“Non sbagli, è libero... Accomodati pure...”
La
ragazza allungò la mano e, senza porsi il minimo problema,
prese il piatto di Harry colmo di latte e cereali, ed iniziò
tranquillamente a mangiare, come se fosse stato suo.
“Ti
credevo alla Tana, con Ron e Hermione...”, disse con la bocca
piena, mentre masticava di gusto.
Harry
fissò lo spazio rimasto vuoto sul tavolo, dopo che Luna gli
aveva sottratto il piatto. Con fare rassegnato prese una fetta di
pane tostato. “Oh, no. Non questo Natale. Non mi andava...”
“Peccato!
Secondo me ci si diverte un sacco, a casa dei Weasley...”,
disse con aria un po' sognante.
Harry
ripensò a tutte le cose divertenti che in effetti capitavano
in quella famiglia, all'aria sempre allegra che regnava, al buon cibo
che non mancava mai, all'affetto di tutte quelle persone...
“Sì,
ma non fa per me. Non più...”
Luna,
dopo aver ingollato tutto d'un fiato l'intero bicchiere di succo di
mele di Harry, posò rumorosamente la tazza e scrutò con
attenzione il moro. Lentamente si prese una ciocca di capelli ed
iniziò ad arrotolarla col dito indice, stringendo gli occhi in
due sottili fessure per osservarlo meglio.
Harry
sbattè le ciglia e, istintivamente, si ritrasse all'indietro.
“Che
c'è...?”
“Uhmm,
Harry... La situazione è ben più grave di quanto
pensassi!”
Harry,
sentendosi studiato come se fosse stato sotto una lente
d'ingrandimento, abbassò gli occhi, grattando con l'unghia un
punto imprecisato nel tavolo di legno.
Memore
del discorso che la ragazza aveva fatto sul treno all'inizio
dell'anno, le disse: “Guarda che io non sono affetto da nessuna
malattia!”
Luna
piegò leggermente il capo di lato, alzò le spalle e
riprese a mangiare una fetta di torta ricoperta di panna montata.
Terminando il dolce a tempo di record, e con della panna finitale sul
naso, dichiarò: “Oh no, Harry. Non è una malattia
vera e propria, la tua, ma... lasciatelo dire: metti addosso i
brividi, ultimamente...”
Harry
la guardò stupito: “Davvero? ...Magnifico!”
“Uhm,
già, proprio così! Sai... dopo quello che hai fatto a
quei due Serpeverde, gli studenti di Hogwarts credono sia meglio
stare alla larga, da te!”
“Io
non ho fatto nien...” iniziò, ma fu subito interrotto.
“Oh,
Harry! Non pensare di darmela a bere! Certo, quelle specie di
scimmioni vestiti da maghi Serpeverde non stanno simpatici nemmeno a
me, ma quello che è successo è molto grave. Tu hai
fatto loro del male... Hai usato degli incantesimi che sono
proibiti... La
gente ha paura, di te, Harry....”
Harry
sentì un improvviso gusto amaro in bocca. Era vero: da
qualche tempo la gente lo evitava. Quando lui passava, gli altri
quasi si scansavano, o si allontanavano senza motivo. In biblioteca,
quando andava a studiare, misteriosamente tutti quelli seduti al suo
tavolo, con una scusa o con l'altra, si alzavano e se ne andavano
via.
Abbassò
la testa, provando un senso di nausea.
“Oh...
se ti fa piacere, però... le ragazze impazziscono per te!
Letteralmente! Nei bagni si sente di tutto! Alcune dichiarano di aver
passato con te parecchie sere.... e sono pronte a giurare che le tue
'prestazioni'.... uhmm, sì, mi sembra proprio che abbiano
usato quella parola... siano alquanto 'm-e-m-o-r-a-b-i-l-i' !!”
Harry,
deglutendo a fatica, per poco non soffocò.
“Pare
che tu sia stato con almeno 18 ragazze... E... oh, beh, sembrano
tutte molto soddisfatte!”
“MA
– NON – E' - VERO !!” esclamò Harry,
oltraggiato.
Lei
lo guardò meravigliata: “Oh... eppure i loro racconti
sono così particolareggiati... Tra te e Draco non so chi sia
il più ambito! Dicono che hai un'aria così
misteriosa... e che tu sia così... d-o-t-a-t-o... può
essere?”
Harry
era paonazzo, e non sapeva se era più per la rabbia o per la
vergogna: “Ti
assicuro... che sono solo un mucchio di fesserie! Io non sono stato
con nessuna!”
“Che
strano... anche Hermione va su tutte le furie quando sente le altre
ragazze fare questi commenti... e se ne va sempre via indignata...”
Fantastico!
Ci mancava solo
'Hermione-la-casta-illibata-morigerata-moralista-bacchettona-controllata'...
convinta che lui se la spassasse con altre ragazze!
Harry
abbassò le spalle, sconsolato ed avvilito.
“Dai,
non fare così... Sono convinta che sia tutta colpa dell'Alga
Sprizzulina... Alcune
zone del Castello ne sono infestate! Deve trattarsi per forza di
quello!”
Harry
riuscì a sorridere: “L'Alga...
che cosa?
Oh, Luna! Sei davvero unica!”
Un
Gufo piccolo e piuttosto agitato entrò da una finestra aperta,
svolazzando freneticamente e puntando con decisione in direzione di
Harry. Il moro riconobbe Leo, il Gufo di famiglia Weasley. Tra le
piccole zampette, Harry intravide qualcosa di rosso e dall'aria per
niente rassicurante: era una Strillalettera.
Leo
lasciò cadere la Strillalettera proprio davanti al suo naso,
costringendolo a spostare in tempo la caraffa del caffè, per
evitare che la lettera ci finisse inzuppata dentro.
Fino
all'ultimo sperò che il destinatario non fosse lui,
rifiutandosi di prenderla in mano, ma la lettera, animata di vita
propria, ebbe un sussulto e si aprì, trasformandosi in una
bocca parlante, dalla quale uscì la voce tuonante di Molly
Weasley:
“HARRY
JAMES POTTER!!
Con
estremo dispiacere ho appreso che quest'anno pensavi di non
trascorrere da noi il Natale...
Beh,
non sia MAI detto che TU passi il Natale da SOLO!!
Se
hai bisogno di ripassare qualche materia, non c'è problema!
Hermione
si offrirà volentieri per darti una mano!
E
NON PENSARE NEANCHE LONTANAMENTE DI AVERE POSSIBILITA' DI SCELTA!
Domattina,
a quest'ora, Arthur verrà a prenderti con la sua auto volante,
e TU dovrai farti trovare pronto!”
La
lettera sembrò schiarirsi leggermente la voce e poi, con più
dolcezza, si rivolse a Luna:
“Oh,
Luna... Ciao, cara!
Ovviamente
l'invito è esteso anche a te, visto che ho saputo che tuo
padre è all'estero per un lungo servizio giornalistico...
Nemmeno
tu resterai sola, tesoro, non temere! E poi... Ron, ha insistito
tanto!
Allora
vi aspetto domani per pranzo...
Pasticcio
di lasagne, arrosto al latte e
patate al forno... con doppia razione di torta al cioccolato!
Non
potete dire di no!
A
domani!”
La
voce gracchiante e perentoria farfugliò dei saluti...
finchè la lettera, per autocombustione, svanì nel nulla
lasciando solo delle tenui tracce di fumo.
Visto
che la Sala era quasi completamente vuota, la voce 'soave' di Molly,
aveva rimbombato come se fosse stata amplificata a mille.
Probabilmente si era sentito fin fuori le mura di Hogwarts.
Sulle
labbra di Luna si dipinse un sorriso smagliante: “...Ha proprio
detto: 'Ron
ha insistito tanto...?' ”,
chiese Luna.
“Così
pare”, rispose Harry, pensieroso.
“Ohhh...
Io
adoro il
pasticcio di lasagne!”
“Io
non vengo!”, disse Harry, risoluto.
“Non
puoi dire di no, Harry
James Potter.
Hai sentito, no? Credo che la Signora Molly sarebbe capace di
presentarsi qui in persona... e prenderti pubblicamente a
sculacciate, se ti rifiutassi di andare da loro!”
L'immagine
non divertì Harry neanche un po'.
“Beh,
io vado a preparare le valigie! La giornata non poteva iniziare
meglio di così!!”, disse Luna raggiante, e saltellando
si allontanò dal tavolo.
“Già...
proprio non poteva!” , si lamentò Harry a denti stretti.
Il
giorno seguente, puntualissimo, Arthur Weasley arrivò alla
scuola con la sua auto volante, pieno di sorrisi e distribuendo gran
pacche sulle spalle.
“Harry,
Harry.... Molly non ti avrebbe mai perdonato se non fossi venuto!
Vedrai che un po' di riposo gioverà anche a te.”
“Certo...
non ne dubito...” e quelle furono le uniche parole che Harry
pronunciò per tutto il viaggio, a differenza di Luna, che
parlò a sufficienza per tutti e tre.
Quando
arrivarono alla Tana, l'entusiasmo di tutta la famiglia riuscì
quasi a contagiarlo. Le mani a tenaglia di Molly rischiarono di
spezzargli due costole, tanto fu energico il suo saluto; i tre
fratelli Weasley gli riempirono le braccia di regali e di dolci
buonissimi, rassicurandolo sul fatto che erano frutto delle loro
ultime invenzioni 'assolutamente innocue e con incredibili effetti
benefici per il corpo'.
Tutto
quell'affetto e quel calore, sciolsero in modo istantaneo la
freddezza nel cuore di Harry, che nascondeva il suo disperato bisogno
d'amore sotto una maschera di finta durezza.
Ginny
lo abbracciò, sinceramente felice di averlo anche quel Natale
sotto gli occhi (almeno quello... se lo poteva concedere!), e
regalandogli un bacio prolungato sulla guancia... a confine con le
labbra!
E
poi...
In
disparte, un po' più lontana rispetto agli altri, c'era lei...
Con
la testa leggermente rivolta verso il basso, ma con gli occhi
nocciola da cerbiatta che lo cercavano con insistenza... Hermione.
“Ciao
Harry. Alla fine... sei venuto.”
“Già.
Pare non abbia avuto molta scelta...”, disse abbozzando un
sorriso e scompigliandosi i capelli sulla nuca, nel tipico gesto di
quando era imbarazzato.
“Ehm,
Luna, sono... cioè, siamo... molto felici che tu sia riuscita
ad unirti a noi....”, disse Ron, farfugliando la frase senza
riuscire a nascondere il rossore.
“Sì!
Proprio così, cara!” disse Molly, felice più che
mai. “Una valida strega come te... Che l'anno scorso ha tanto
contribuito nella lotta contro Tu-Sai-Chi...”, accompagnò
le parole con una calorosa carezza sulle spalle.
“Oh,
Signora Weasley, le assicuro che è stata una delle esperienze
più intense ed eccitanti della mia vita, quella!! Peccato che
i Mangiamorte siano esseri così assolutamente disgustosi!”
Molly
la guardò un po' stranita, poi le sorrise ed allargò le
braccia, chiamando tutti: “Su, forza! Entriamo in casa, che qui
con tutta questa neve stiamo gelando! Le patate sono quasi pronte...”
*
* *
I
giorni successivi furono dedicati al riposo, al mangiare e al
divertimento puro, visto che Fred e George vollero a tutti i costi
provare ogni singolo, stravagante, nuovo e bizzarro oggetto da loro
ideato, e che da lì a pochi giorni sarebbe stato lanciato sul
mercato.
Si
divertirono come matti a bersagliare le ragazze con un susseguirsi di
scherzi, provando una grande soddisfazione quando la malcapitata in
questione era Luna. Lei era la prima a trovarli esilaranti e
spassosi, e non mancava mai di ridere a crepapelle, contagiando
chiunque le stesse vicino.
Harry,
inaspettatamente, si rilassò molto più di quanto
potesse immaginare, perchè l'atmosfera unita e calda
dell'intera famiglia era qualcosa che a lui mancava profondamente.
Tutto
l'amore che lo circondava servì a lenire il suo stato di
perenne sofferenza, e anche il rancore che provava per Hermione
lentamente iniziò ad affievolirsi.
Quella
vicinanza 'forzata' con lei si rivelò una medicina
terapeutica. Averla sotto gli occhi ogni minuto, poter sederle a
fianco, stretto a lei perchè era la Signora Molly ad
ordinarglielo, vederla ridere alle sue battute, restare vicini per
scaldarsi meglio davanti al fuoco... Gli sembrava di essere tornato
indietro nel tempo, quando la poteva guardare senza sentirsi in
difetto, quando ancora non sapeva di essere così
disperatamente innamorato di lei.
E
poi... nonostante la sua ferma volontà di restare impassibile
di fronte ad eventuali manifestazioni di tenerezza tra lei e Ron,
con sua somma sorpresa, notò che i due si cercavano poco,
davvero pochissimo.
Gli
abbracci di Ron erano sempre più freddi e sporadici, e
Hermione non faceva che rimproverarlo su ogni cosa.
“Ron,
hai ripassato almeno una materia, oggi?”
“Ron,
allora?! Lo sai che non sopporto quando ti metti le dita nel naso!!”
“Ron,
quante volte devo dirti che i piatti li devi mettere nel lavello, e
non lasciarli dove ti capita?!”
“Ron,
hai finito di fare i dispetti a Grattastinchi?!”
“Ron,
insomma, lo vuoi capire che le tue mani appiccicose non vanno
d'accordo con i miei capelli?!?”
....
E così via!
Harry
non riusciva a trattenersi dal ridere ogni volta che li sentiva
litigare (certo, stando ben attento a non farsi vedere!), anche
perchè quelle loro discussioni gli mancavano immensamente. Per
troppo tempo ne era rimasto senza!
Durante
quegli interminabili tre mesi, la loro relazione fatta di baci,
carezze e paroline dolci, erano stati solo fonte di atroci mal di
stomaco, per lui, tanto che la gelosia gli aveva corroso le pareti
del cuore!
Bastava
un loro attimo di tenerezza a farlo piombare nella disperazione più
totale.
Ma
era con una certa attenzione che, adesso, osservava Ron... Ogni tanto
lo vedeva lanciare occhiate furtive verso Luna, sorridere
stupidamente per qualsiasi cosa lei dicesse, e guardarla con occhi
colmi di simpatia.
Simpatia...
Già,
perchè di questo si trattava, no... ?
Simpatia...
solo...
simpatia...
“Dai!
Forza!” gridò Fred, destandolo improvvisamente dai suoi
pensieri.
“Cosa?”
“Stanotte
c'è stata un'abbondante nevicata, e oggi splende un magnifico
sole! Potremmo sfinirci tutto il giorno a giocare a palle di neve!”
“OHHH
!! Che fantastica idea!” sorrise Luna, battendo le mani. “Forse
non lo sapete, ma gli gnomi dei giardini, quando nevica, disseminano
la loro saliva (che è altamente terapeutica e di buon
auspicio) per tutto il terreno, sputacchiando ripetutamente.”
“Che
schifo!” disse Ginny, disgustata.
“Oh,
no! E' un rito antichissimo, e pare renda oltremodo fertili le terre
e dona protezione a chi ci passa sopra!”
“Hai
sentito, Ron? A quanto pare, dobbiamo farti rotolare in mezzo alla
neve!” sghignazzò Fred.
“Voi
non mi farete rotolare proprio da nessuna parte!”, disse Ron a
voce alta, ma palesemente preoccupato.
“Beh,
questo è tutto da vedere...”, lo sfidò George. I
due fratelli maggiori gli si avvicinarono con fare minaccioso.
“Non
provateci nemmeno! Mamma....? MAMMA!!”
Ma
era troppo tardi. Uno lo aveva afferrato per le braccia, mentre
l'altro tratteneva a fatica i suoi piedi, che scalciavano come quelli
di un puledro ribelle.
“No,
poverino... Così gli fate male...”, provò a dire
Luna, allarmata.
“Oh,
stai tranquilla, Luna! Ron è abituato! ... In fondo, a lui
piace!” disse Ginny, contenta di non essere lei la vittima
dell'agguato.
“Fuori!
Non voglio che facciate danni qui in casa!” urlò la
signora Weasley dalla cucina, allungando il collo per controllare,
ignara del fatto che da lì a poco si sarebbe scatenata una
vera e propria battaglia.
Uscirono
tutti di casa, e dopo una plateale 'dondolata' avanti e indietro,
accompagnata da un coro di: “Uno.. due... tre!”, Ron fu
buttato senza troppi complimenti su un cumulo di neve fresca, nel
quale scomparve completamente.
Dopo
alcuni secondi di immobile apnea, il rosso ne uscì,
completamente ricoperto di neve e fumante di rabbia:
“Brutti-stronzi-degenerati-ignoranti-imbecilli!!
Questa
me la pagate!”
“Uh,
uh... che paura!”, se la rise di gusto George.
Fu
l'inizio della fine.
Il
bombardamento di palle di neve che ne seguì, ridusse i ragazzi
bagnati fradici nel giro di pochi secondi, ma questo non impedì
loro di divertirsi come matti!
Harry,
in assoluto, fu quello più agile a schivare le palle di neve e
praticamente riuscì a non farsi colpire da nessuno. Rimase ad
osservare Ron e Luna, vittime designate dei restanti fratelli
Weasley, divertendosi come da parecchio non gli succedeva, quando
all'improvviso, una palla di neve lo colpì in pieno viso.
Dopo
lo shock iniziale, Harry si pulì e si guardò intorno in
cerca dell'autore di quel gesto: con suo sommo stupore vide Hermione
e sentì la sua inconfondibile risata cristallina.
Harry
la guardò a sua volta con un sorriso, e le sussurrò:
“Ti conviene metterti in salvo...”
Hermione
emise un piccolo grido, ma non se lo fece ripetere due volte, ed
iniziò a fuggire sul terreno insidioso e ricoperto di neve.
Harry cominciò ad inseguirla, con l'unico desiderio di
raggiungerla e ricoprirla di neve.
Non
ci volle molto per recuperare la distanza che li separava, e Harry in
pochi metri le fu subito vicino. Hermione si accorse che la sua via
di fuga era giunta al termine, visto che la strada finiva, lasciando
il posto ad una ripida discesa.
Nel
voltarsi per controllare la distanza che la separava da Harry, non si
accorse di essere praticamente al limite della strada, e quando il
ragazzo l'afferrò per la vita, fu troppo tardi.
Perse
l'equilibrio e, inevitabilmente, Hermione trascinò Harry a
terra con sé, rotolando lungo la discesa, in una lenta e
rovinosa caduta.
Harry,
istintivamente, con una mano tenne Hermione abbracciata per la vita,
mettendole l'altra intorno alla testa per proteggerla da eventuali
colpi.
Quando
la corsa finì, rimasero immobili e storditi per alcuni
secondi, cercando di capire se erano ancora tutti interi e se
riuscivano a respirare, nonostante fossero ricoperti di neve.
Hermione era finita sopra di lui e, sebbene ormai si fossero fermati
da parecchio, lei continuava a restargli aggrappata come se avesse
paura di staccarsi.
Poi,
lentamente, sollevò la testa dalla spalla di Harry, dove si
era rifugiata e dove avrebbe voluto restare per sempre. I suoi lunghi
capelli erano bagnati dalla neve, ed alcuni candidi fiocchi erano
imprigionati tra quei morbidi ricci ondulati.
Harry
la guardava, immobile, assetato di lei ed incantato dalla sua
bellezza, pura come la neve che li circondava.
Hermione
poteva sentire le sue mani... Harry la stringeva
con dolcezza, con timore, con venerazione...
E
la desiderava...
Oh,
poteva mai essere desiderio,
quello?
I
loro cuori battevano veloci, al ritmo istintivo della stessa musica.
I
loro respiri, caldi ed irregolari, si tramutarono in piccole nuvole
di vapore, mischiandosi tra di loro tanto erano vicini.
I
loro occhi, reciprocamente attratti e incapaci di smettere di
fissarsi.
Harry
aveva della neve sul viso, sulle ciglia... e Hermione non riuscì
a trattenersi dal muovere una mano tremante e passargli delicatamente
le dita sugli occhi, in una lenta carezza, per pulirlo da quei
fiocchi che si erano posati su di lui, senza chiederne il permesso.
Quel
gesto, così dolce ed intimo, lasciò entrambi senza
fiato. Harry la strinse più forte, guardandola con occhi colmi
d'amore.
Sollevò
la testa, cercando di avvicinarsi piano a lei...
“EHI?!
CI SIETE? TUTTO A POSTO? VI SIETE FATTI MALE??”
La
voce di Ron che urlava come un matto, arrivò appena in tempo
per fermare Harry sul nascere, ed interrompere ciò che
sembrava essere destinato a non arrivare mai. La delusione gli fece
provare quasi un dolore fisico.
Dio!
Hermione
si leccò le labbra, e lui sentì l'eccitazione crescere
a dismisura. E quella posizione non lo aiutava di certo a mantenere
il controllo!
“...Ehm,
stai bene...?”, le chiese con voce roca.
Hermione,
scossa dai sentimenti e dalle emozioni che stava provando, riuscì
a malapena ad annuire.
Ron,
Luna e Ginny discesero quel pezzo di collina, rischiando di scivolare
a loro volta, finchè non li raggiunsero.
Purtroppo
quel momento di illusorio contatto fu destinato a finire, e Hermione
e Harry furono aiutati a rimettersi in piedi.
“Vi
siete fatti male?”, chiese premurosamente Luna.
“No,
è... tutto a posto...”, rispose Harry, spazzandosi via
la neve dai vestiti e guardando Hermione solo di sfuggita.
“Per
fortuna Ginny si è accorta che siete scivolati...”,
disse Ron, tutto contento.
“Già...
per fortuna...”, ripeté Hermione.
Harry
la guardò, iniziando a farsi assalire da rabbiosi dubbi. Mille
domande iniziarono a torturarlo in modo fastidioso: che cosa voleva
dire? Che fortunatamente erano stati interrotti? Che altrimenti, se
Harry fosse andato avanti, se avesse fatto quello che intendeva
fare... sarebbe stato un terribile, imperdonabile errore?
Idiota!
Illuso! Imbecille che non sei altro! Te lo vuoi mettere in testa o
no, che Hermione è fidanzata con Ron?!
Ron
guardò verso l'alto, in direzione della strada e seguì
con gli occhi la traccia lasciata dalla loro caduta: “Per la
barba di Merlino! Che volo!”, commentò. “Hermione,
sei sicura di non esserti fatta male?”
“Oh...
no, grazie. Sto bene...”
Ron
le si fece più vicino ed iniziò a tastarla con
confidenza dappertutto: “Beh, se vuoi... potremmo andare in
camera mia e... controllare meglio....”, le disse con un
sorrisino malizioso.
Hermione
abbassò la testa, arrossendo, e Harry strinse i pugni,
ringhiando: “Mi pare ti abbia detto che sta bene, no?”
Ron
si meravigliò di quelle parole dette con rabbia e a denti
stretti, ma preferì sorvolare. Afferrò la mano di
Hermione e quasi la trascinò via, lontano da lui.
E
Harry, geloso come non mai, dovette resistere alla tentazione di
inseguirlo e strozzarlo con le proprie mani.
Lo
sapeva, non ne aveva nessun diritto... ma la gelosia lo divorava,
corrodendo il suo stomaco come una di quelle odiose pozioni di Piton.
*
* *
I
giorni di vacanza alla Tana volarono decisamente in fretta, e fu
subito tempo di tornare a Hogwarts.
Durante
la prima lezione di Difesa contro le Arti Oscure di inizio anno,
Harry diede sfoggio dei suoi incredibili miglioramenti, lasciando i
suoi compagni a bocca aperta per l'ammirazione e per l'invidia. Ormai
era in grado di compiere numerosi incantesimi utilizzando solo i suoi
occhi.
“Ehi,
Potter, dì la verità...”, gli sussurrò
Malfoy da dietro una spalla, mentre uscivano dall'aula. “Tu e
la Keen ve la spassate in privato, vero? ... E sono sicuro che la
nostra 'maestrina' non ti fa vedere solo quello che solitamente si
studia sopra una scrivania, eh?”, ghignò il biondino con
fare malizioso.
Harry,
rigido come una statua alla vista di Ron che si chinava a baciare
Hermione sull'orecchio, rispose: “Fottiti, Malfoy! Il tuo è
proprio un chiodo fisso, eh? Se la cosa ti fa così tanta
fantasia, perchè non vai in bagno a sfogare la tua invidia?!”
Draco
fece una smorfia amara e se ne andò dalla parte opposta. Ma
Harry nemmeno se ne accorse. L'unica cosa che riusciva ad attirare la
sua attenzione era Ron che provava in tutti i modi a baciare Hermione
in un angolo, e lei che, alla fine, glielo permetteva...
Solo
dopo, finalmente, Ron se ne andò verso l'aula di Divinazione.
“Bravo,
Harry! Oggi in classe tu essere stato molto bravo.”
Harry
si girò in direzione della voce, e vide Isabel.
“P-ro...fessoressa...”
“Ohm,
che ne dici, di passare da me tra qualche minuto? Io volere mostrare
a te una cosa.”
Harry
si chiese se la ragazza avesse sentito e soprattutto capito lo
scambio di battute che c'era stato con Malfoy. L'occhio gli cadde su
Hermione, che li guardava da lontano, contrariata. Di riflesso, senza
pensare, rispose: “Sì... sì certo, la raggiungo
subito!”
Da
quando si erano riavvicinati in occasione del Natale, il
suo rapporto con Hermione si era trasformato in qualcosa di
incomprensibile. L'incoerenza dei suoi sentimenti lo lasciavano
sfinito e consumato. Harry la bramava, la detestava, la desiderava,
la odiava, la voleva, la disprezzava, la cercava, la evitava... Non
riusciva a restare lontano da lei, eppure, quando erano insieme,
fingeva di ignorarla.
Un
momento la trattava bene, ma gli bastava vederla con Ron per riuscire
a diventare la persona più odiosa della terra.
“Molto
bene. Io aspettare te, allora.”
Quando
Harry fu di nuovo solo, Hermione gli andò vicino: “Un'altra
lezione privata?”, gli chiese con tono glaciale e infastidito.
“Può
darsi... Forse vuole solo verificare il mio livello dopo tanti giorni
di vacanza...”, rispose lui, provocatoriamente.
“Ma
non hai Divinazione, adesso?”
“Uhm,
sì, ma tanto la Cooman nemmeno se ne accorge, se non ci
sono...” rise Harry, con aria insolitamente strafottente.
“Harry,
è sbagliato!” disse lei a denti stretti, voltandosi un
attimo per assicurarsi che la Keen fosse lontana.
“Cosa
c'è di sbagliato, Hermione?” chiese lui sgarbatamente,
dal momento che continuava a rivedere l'immagine di Ron mentre le
solleticava l'orecchio con la lingua.
“Tutto!
Non vedi che la gente ti guarda con sospetto? Non capisci che così
stai creando un abisso tra te e gli altri compagni?”
“Non
è certo colpa mia se
'gli altri' non
sono al mio livello!” rispose con aria volutamente presuntuosa.
Hermione
avrebbe voluto prenderlo a pugni.
“Harry,
non è....
normale....
che una professoressa si comporti così! Va bene avere il
proprio pupillo, ma lei...”
Harry
si fermò di scatto, e Hermione gli finì addosso,
sbattendo contro di lui.
“Lei...
cosa? Ti sei forse dimenticata che anche Lupin mi dava lezioni extra
per imparare a difendermi? Allora, però, non mi sembravi tanto
contraria! Cos'è che ti dà tanto fastidio, eh?”
le domandò a voce alta, chinandosi su di lei.
Hermione
aprì la bocca per ribattere, ma le parole le morirono in gola.
Ciò che pensava, e che soprattutto provava, era oltremodo
inconfessabile, quindi preferì richiudere la bocca e limitarsi
a soffrire in silenzio.
Se
l'era ripromesso, no?
Non
avrebbe più dovuto intromettersi nella vita di Harry!
Lei...
aveva scelto Ron...
Ma
il pensiero di Ron che cercava di baciarla le fece chiudere gli occhi
per il fastidio.
Oh!
Si sentiva così disperata! Scosse la testa, prigioniera delle
sue scelte e dei suoi tormenti.
Harry
la osservava con un misto di sentimenti, diviso tra l'amore che
provava per lei e la terribile voglia di ferirla.
“Scusami,
ma ora devo proprio andare... mi aspetta qualcosa di meglio di tutto
questo!” Le voltò le spalle e, a testa bassa, si diresse
verso la stanza di Isabel.
Con
rabbia, Hermione strinse tra le braccia il libro di 'Rune Antiche' e
rimase a lungo a fissare le sue larghe spalle, che sembravano
sopportare tutto il peso del mondo.
*
* *
MORGANA85:
Ciao! Sono contenta che tu abbia 'apprezzato' la rabbia di Harry
nello scorso cap... Lui era parecchio inc....to, di conseguenza era
abbastanza inevitabile che prima o poi scoppiasse! Diciamo che qui...
inizia a sciogliersi un po' di più! Attendo fiduciosa le tue
impressioni! Grazie infinite!!!!!!!!!!!!!! Baci
STIZY:
La mia stellina... sempre presente e dolce come il miele!! Come
ti è sembrato questo cap? Ti ha soddisfatto? Spero proprio di
sì! Grazie per i tuoi complimenti e per il tuo affetto!!!! Un
bacio speciale a te!
CERES88:
Ehilà, ciao!! Ben venuta... sono stra felice di conoscerti!
:-)) E sono ancora più felice per la tua bellissima recensione
e per tutti i complimenti che mi fai... Spero davvero di meritarli!!
Sono onorata di essere addirittura tra i tuoi preferiti... che
emozione! Beh, a questo punto ti cercherò con particolare
attenzione nelle recensioni!!!!! Grazie, davvero! Un bacio grande a
te!
SABRI89:
Carissima, me commossa dalle tue parole!! :-))) Grazie, sei un vero
tesoro! Ebbene sì, nell'altro cap Harry ha quasi superato la
'soglia del non ritorno'... a momenti compie una strage! :-) ... Ma
l'amore per Hermione lo fa letteralmente 'sbarellare'!!! Ahhhh,
l'amour! Tenetevi forte per il px cap!! Baciotti
JERADA:
Ehi... ciao 'maschio 22enne fino a prova contraria!' LOL !! Sono
molto felice di questa tua presenza... tra tante donne! E' davvero un
onore (oltre a Marco) avere un altro ragazzo che recensisce, visto
che siete così rari!!! ... Almeno nel mondo delle ff (e delle
recensioni). Ma sto dilungandomi... perchè ci tengo in modo
particolare a ringraziarti per il tuo commento e per essere così
costante nel seguire la mia storia. Grazie! A proposito... seguo con
piacere la tua fic... ma è ferma da tantissimo! Quando
aggiorni??? Ti pregooooooo !
Baci!
GOLDBUBLE:
hi hi hi.... Forte la tua rec, mi hai fatto troppo sorridere!!
Contenta? In questo cap Harry si è ripreso alemo un
pochino?.... ;-) Spero sia stato di tuo gradimento!! Grazie, come
sempre, per la tua costanza ed il tuo affetto! Ci tengo un sacco a
te!
ARGENTLAM:
Splendore!! ciao! Ma grazzzzzie ! Fa sempre un estremo piacere
ricevere i tuoi complimenti... Aspetta che mi gongolo ancora un po'!!
:-)) Davvero, non ho parole per ringraziarti abbastanza! Troppo
buona.... ma sappi che mi onora sapere che la mia fic ti piace tanto!
Kisssssss !
GRANGER90:
ciao tesoro!! Grazie grazie grazie anche a te!! Ehhh, sta prof è
una bomba ad orologeria.......... Ma non dico altro! Allora ti è
piaciuta la scorsa litigata? E questo piccolo riavvicinamento? Fammi
sapere, mi raccomando!!! Mille baci!
SPARKLING
ANGEL: Ohhh!! Che splendida recensione! Ma quanto sono felice??
Sono contenta che anche tu abbia capito la furia devastante che
logora Harry, e il suo amore che diventa inevitabilmente rabbia!
Bene, bene.... ho una fedele alleata, allora, nel prorogare
all'infinito il loro amore...??
Noooo,
scherzo!! :-)) Grazie, veramente, per tutte le tue parole! Tanti baci
SALLULLA:
Tesorino, già lo sai che occupi una parte importante nel mio
cuore.... vero? grazie, grazie infinite!! Volevo ringraziarti anche
perchè sei talmente gentile, dolce e carina da lasciare più
di una recensione, e questo (davvero) non è da tutti!!! Sei
unica e mi rendi felice sempre una volta di più!! :-)))) Dai,
per quanto riguarda la fic, spero di aver recuperato un po' con
questo cap.... o no? Fammi sapere ;-) Un bacio grande!
8X4:
Ecco anche il mio leoncino!! :-) ciao!! E già..... il nostro
Harry tra un po' tira le craniate sul muro!! Poverino, devo dire che
lo faccio soffrire parecchio! Ma anche Hermione non è messa
tanto bene, anzi! Tempi duri la aspettano.......................
Ciao!!!
PENNY
PINK: .... ehm.... è consentito arrossire...? GRAAAAZIE !!
Ma come sono felice!!! Una nuova amica! Ciao e benvenuta! Sono
onorata dalla tua recensione, e soprattutto sono felice che questa
storia ti abbia addirittura tenuta incollata al pc (poveri occhi....)
per leggerla tutta! :-D Grazie, anche perchè lasciare il
vostro pensiero è il regalo più bello che potete farmi!
Allora.. alla prossima, ok? Baciiiiiii !
KAMURA86:
Ciao! Do il benvenuto anche a te! Ragazza di poche parole, ma concise
e che arrivano dritte dritte al cuore! :-)) Con la stessa intensità,
ti dico GRAZIE!! Spero di leggere ancora le tue impressioni! A presto
JOJIPV:
Ed ecco anche te... immancabile ed importantissima!!!!! ciao!
Bene, bene, sono contenta che alcuni di voi apprezzino questo Harry
così... ribelle e un po' duro! (Sìììììììììì
!!) :-D .... Anche se con questo cap, credo si sia sciolto un
pochino, o no? Fammi sapere (ti prego!!) che te ne pare, ok? Grazie
per la tua rec... FONDAMENTALE!!! Baci baci!
MAGGIE92:
ciaooooooooooooo
!! :-D Ebbene sì, sono INCREDIBILMENTE crudele......... lol
!! Mi ha fatto sorridere il fatto che sia venuto fuori 3 volte!
Evidentemente eri parecchio arrabbiata con me! :-))) Sono riuscita a
farmi perdonare??? Spero di sì !!! Ciao stellina, grazie mille
della rec! Un bacio a prestooooooooooooo !
Harry entrò nella
stanza di Isabel con una tale familiarità che riuscì
quasi a provarne vergogna. Praticamente, ormai, lo faceva quasi tutti
i giorni e il loro feeling era sempre più intenso. Gettò
con rabbia il suo zaino in un angolo della stanza e si lasciò
cadere sul divano.
“Cos'è
successo, Harry?”, gli chiese la ragazza, capendo subito che
qualcosa non andava.
Harry incrociò le
braccia sul petto e si mise a guardar fuori dalla finestra: “Niente!”
Isabel
versò il tè caldo che aveva appena preparato,
porgendogli poi la tazza fumante: “Tue
cucchiaìnì,
giusto?”
Harry si voltò a
guardarla, e la dolcezza di quel viso lo calmò all'istante:
“Grazie, Isabel...”
“Allora,
cosa c'è che non va?”, gli chiese nuovamente.
Harry
sapeva bene che la ragazza era in grado di leggere i suoi pensieri,
ma questa volta non voleva. Grazie alle sue numerose lezioni, Isabel
gli aveva insegnato come fare per chiudere
il pensiero agli altri, quindi, si concentrò per creare uno
scudo.
Lei sollevò un
sopracciglio, delusa, ma non disse nulla.
Harry
si complimentò con se stesso per il buon risultato. E per poco
non gli venne da ridere, pensando alle inutili lezioni di
Occlumanzia fatte con Piton...
Con lui i risultati erano
stati alquanto deludenti... Già, chissà perchè?!
“Hai
litigato con qualcuno?”, domandò lei con noncuranza.
“No.
Ma sono diventato piuttosto intollerante, ultimamente!” rispose
il moro mescolando il tè per far sciogliere meglio lo
zucchero.
“Si
tratta di Hermione, vero?”, gli chiese a bruciapelo Isabel.
Harry, stupito dal suo acume, temporeggiò preferendo bere,
invece di rispondere.
Mandò giù
un lungo sorso della bevanda bollente, rischiando di ustionarsi la
gola.
Isabel rimase a fissarlo
senza abbassare lo sguardo, e Harry si sentì improvvisamente
privato delle sue difese.
“Lei...
ti piace così... tanto?”, continuò imperterrita
Isabel, pur notando il suo disagio.
Harry arrossì
violentemente: “Io... io... Cosa vuoi dire? Ti ho già
detto che lei sta con Ron!”
“Sì,
ma tuoi occhi guardano lei con una luce che...”
“Hermione
è solo un'amica!”, mentì lui, interrompendola con
rabbia.
“Ma
io vedere in te così tanto dolore... E vorrei fare qualcosa.”
“Grazie
per l'offerta, ma non credo tu possa fare niente.”
“Io
posso aiutare te a essere più forte. A essere superiore a
questo! Tu essere una persona così buona... Troppo buona! Devi
imparare a chiudere tuo cuore... a chi non sa capirti e a chi non
sa... amarti...”
Harry sentì
improvvisamente tutto il calore del tè salirgli fino al viso
ed incendiarlo. Si scambiarono una lunga occhiata, e Isabel appoggiò
con dolcezza una mano sulla sua.
“Sai,
anch'io essere sempre stata vista come una mosca bianca... Ero la
prima in tutto, e qvuesto
spesso dava fastidio. A 15 anni io avere fatto degli esami speciali
per entrare a far parte del Ministero di mio Paese. Hanno profato
a mantenere la cosa secreta,
ma è stato praticamente impossibile... Mi sentivo quasi un
fenomeno da bàràcone.”
Si guardò le mani, rigirandosele nervosamente una con l'altra.
Harry seguì quel movimento con attenzione, aspettando che lei
continuasse.
“Purtroppo,
Harry, ci si sente soli... Terribilmente soli! Anche qvuelli
che erano amici
si comportano in modo strano, e diventano gelosi, isolandoti in modo
crudele. Io lo so... Potere essere bello... Potere fare sentire
forte... fare sentire grande... ma fare sentire anche dràmàticamente
solo!”
Gli occhi zaffiro della
ragazza si incupirono, acquistando una intensità che mise i
brividi addosso a Harry. Le sue parole, ancora così piene di
mistero e fascino, lo allarmavano e incuriosivano al tempo stesso.
“Ci
sono tante cose che tu non sapere di me...” continuò
Isabel, agitandosi sulla sedia.
“Io
so solo che sei un'insegnante fantastica, bravissima! Riesci a tenere
l'attenzione di venti studenti incollata su di te...”
“No,
Harry. Non è qvuesto
che voglio dire. Io... prima di essere chiamata qui.... Ohh!”
“Isabel...
Tutti abbiamo un passato...”, provò a dire Harry,
notando quella insolita angoscia.
“Harry,
io... mi vergogno tanto, ma...”
Harry, istintivamente,
allungò il braccio e le sfiorò una spalla, in un gesto
che voleva essere di conforto: “Isabel... se non te la senti
di...”
Lei
scosse la testa con forza: “No! Per troppo tempo ho tenuto
qvuesto
dolore
dentro... Io... ho così bisogno di qvualcuno
che capisca...”
Harry continuò a
farle delle piccole carezze con la mano, intristito dalla sua
sofferenza, finchè con un po' di coraggio, Isabel iniziò
a raccontare.
“Allora
vivevo ancora con i miei genitori, e qvuesto
dava loro la presunzione di poter decidere per me... Il nostro nome,
purtroppo, apparteneva da cenerazioni
a famiglie di Maghi Oscuri, e...” s'interruppe, ma Harry attese
con dolcezza.
Poi, nascondendosi il
viso tra le mani, Isabel scoppiò in un pianto improvviso, che
lasciò Harry disorientato.
“Isabel...
non... fare così...”
Lei emise un singhiozzo
di disperazione e scosse ancora la testa, come per cancellare quel
brutto ricordo.
“Loro...
i miei genitori... Oh! E' orribile, ma loro... l'anno scorso... mi
hanno promessa a Voldemort!”
Harry sgranò gli
occhi, incredulo: “Cosa...?!”
“Sì...
Io essere entrata al Ministero a loro insaputa, ma la mia fama mi ha
sequita
nonostante io avere cercato di evitarlo... Mio patre
diceva
che miei poteri non potevano essere sprecati in quel modo! E così...
convinto di fare la cosa più ciusta
per me... ha offerto me a...
Lui...”
Harry,
sperando di aver frainteso, le chiese: “Vuoi dire che... ti
hanno fatto... lavorare
per
lui?”
Lei sorrise senza gioia,
ed una lacrima le scivolò lentamente lungo la guancia: “No...
no, Harry... Voglio dire che mi hanno offerta a lui... in sposa.”
Harry si irrigidì.
Non riusciva ad immaginare niente di più orribile! Non aveva
parole per esprimere il suo disappunto e la sua rabbia.
“Come...
come hanno potuto... farti questo?” chiese disgustato
“Ohm,
loro pensavano di agire per mio bene. E io cretevo
di non essere abbastanza forte da rifiutare...”
Harry aveva mille domande
da farle, ma non sapeva fino a che punto poteva spingersi. Lei, senza
bisogno di parole, lo capì, e con uno sforzo estremo,
confessò: “Lui mi ha tenuta un mese con sé... in
un posto ignoto, abbandonato, inesistente agli occhi della gente. Era
così freddo... e isolato!”
Un brivido percorse la
schiena di Harry.
“Mi
costringeva per giorni interi a subire incantesimi... cercando di
insegnarmi a migliorare... Diceva che qvuesto
era unico modo per imparare.” Con eleganza si asciugò
un'altra lacrima, e Harry dovette trattenersi dallo stringerla fra le
braccia.
“Lui...
lui mi ha regalato qvuesto.”
Allungò la mano affusolata, mostrando lo splendido smeraldo
che le adornava l'anulare “...In segno della sua...
benevolenza. E con qvuesto
anello,
ha pensato di poter fare di me ciò che voleva.”
Isabel arrossì, ma
guardò Harry direttamente negli occhi, mentre con voce
tremante diceva: “Voldemort voleva un erede... a tutti i costi!
Io mi sono ribellata, ho lottato, l'ho implorato, ma lui... mi ha
violentata. Molte... molte volte. E' stato... terribile!”
A quelle parole, una
rabbia feroce mista a repulsione esplose nel petto di Harry, che si
alzò con la voglia di spaccare qualcosa, con il folle
desiderio di evocare quell'essere malvagio e poterlo affrontare lì,
subito, ed ucciderlo con le proprie mani!
“Maledetto
bastardo! Lurido... infame!”, disse a denti stretti. Poi tornò
a sedersi vicino a Isabel, incapace di trovare parole
sufficientemente adatte per poterla consolare.
“Ci
saremmo dovuti sposare dopo un mese, ma sono riuscita a fuggire.
Grazie a lui, sono diventata più forte, 'immune' alla sua
crudeltà, ho esulato i suoi incantesimi... e sono sparita!”
“Oh,
Isabel... deve essere stato atroce! Io... io spero solo, un giorno,
di poterlo affrontare, e di fargliela pagare!”
“Sì,
io sicura tu riuscirai a fare qvuesto...”
disse la ragazza, ritrovando nuovamente il sorriso.
Harry fissò lo
splendido smeraldo. “Posso chiederti una cosa?”
“Sì...”
“Perchè
lo porti?”, e col viso fece un gesto ad indicare il suo anello.
Isabel sollevò la
mano, e nei suoi occhi sembrò passare una luce strana: “Io...
non riesco a separarmene. E' strano, è... folle... ma io lo
tengo per non dimenticare...”
Harry pensò alla
sua cicatrice, e per la prima volta si sentì davvero molto
simile a lei. Aveva un'altra domanda, da farle, ma non sapeva come
affrontare l'argomento. Lei, ancora una volta, fu abile a leggere
dentro di lui.
“No,
Harry. Per fortuna non ci sono state conseguenze alle sue violenze.
Nessun essere è stato concepito. Io... sarei morta,
piuttosto! Mi sarei uccisa....”
Il
ragazzo era sconvolto. Non credeva possibile che una donna, così
giovane e delicata, avesse potuto sopportare quel dolore. “Mi
dispiace, Isabel. Mi dispiace che tu abbia dovuto subire tutto
questo...”, disse Harry con dolcezza.
“Grazie,
Harry... Per qvuesto
io voglio che tu impari a essere forte. Più forte di quanto
sei già... Perchè tuoi amici ti abbandoneranno, prima o
poi. E' brutto, è inciusto,
ma sarà così! Potrà anche accadere che loro
arriveranno a odiare,
te... E tu non potrai fare afìdamènto
che
su tue forze.”
Gli
si fece più vicino, sul divano, e Harry ne ammirò la
bellezza. Voleva consolarla... abbracciarla e donarle un po' di quel
calore che a lei sembrava essere così assurdamente negato.
Allungò un braccio fino a posarglielo
piano sulla spalla...
Toc Toc...
Qualcuno bussò
alla porta, e Harry scattò in piedi come se all'improvviso il
divano avesse preso fuoco.
Isabel si passò
una mano sul viso, cercando di ricomporsi: “Ohm... avanti...”
Ron, imbarazzato e goffo,
si affacciò alla porta, facendo saettare gli occhi da una
parte all'altra della stanza, morbosamente curioso e affascinato:
“Ehm, sa-salve professoressa!” Con un sorriso ebete si
lisciò i capelli.
“Ciao,
Ron...” lo salutò Isabel. Harry, tutt'altro che
amichevole, gli rivolse un'occhiataccia infastidita.
“Ecco...
io... scu-scusate il di-disturbo, ma...”
“Entra
pure, Ron. Posso offrirti una tazza di tè? E' ancora caldo.”
Ron emise una specie di
rumoroso ghigno compiaciuto, e Harry represse la voglia di fargli del
male.
“Uuh..
gra-grazie!” Poi, però, notando lo sguardo killer di
Harry, si grattò l'orecchio e si affrettò ad
aggiungere: “Ehm, no... forse è meglio di no...”
“Beh,
almeno puoi entrare, no?”, gli chiese dolcemente Isabel.
Ron, a testa bassa, fece
un passo avanti, ma con gli occhi curiosi, mentalmente, annotò
ogni più piccolo particolare.
“Cosa
c'è, Ron?”, gli chiese Harry senza troppe cerimonie.
“Ecco,
è... è stata Hermione ad insistere! La lezione della
Cooman è iniziata già da un po', e Hermione mi ha
chiesto... di venirtelo a dire, così, nel caso te ne fossi
dimenticato...”
Isabel
si irrigidì visibilmente, ma disse: “Ohm, Harry, io
cretevo
tu essere libero... Ha ragione la tua amica,
è meglio che tu vada a lezione...”
Harry sembrò
riflettere, poi, a malincuore, raccolse il suo zaino da terra e si
avviò verso la porta: “Grazie... professoressa. Ci
vediamo con più calma.”
“Sì,
non preoccuparti. Grazie Ron, per essere passato, ma... la prossima
volta, dì pure a Hermione che può venire lei
direttamente.”
A Harry non sfuggì
il suo tono vagamente polemico e risentito. Seguì Ron fuori
dalla porta e insieme si diressero verso la Torre di Divinazione.
“Wow!
Per le chiappe di Merlino, Harry, ma quanto è carina?! Oh...
io... Mi ha offerto una tazza di tè! Ti rendi conto?”
Ron sembrava al settimo cielo.
Harry, immerso nei suoi
pensieri, continuava a pensare alla sconvolgente confessione che lei
gli aveva fatto, al male che aveva dovuto subire, alla disperazione
che doveva aver provato.
“Hai
visto? Non aveva la solita divisa da insegnante... aveva una
camicetta così sexy! E la gonna?!? Credo che arrivasse fin
sopra il ginocchio! Hai notato le gambe? Ohh.. Le hai notate, vero?!”
Harry si girò a
guardare l'amico, irritato: “No,Ron! Non ho notato tutte queste
cose!”
“Come?
COME?! Non posso crederci! E' troppo bella perchè tu non
l'abbia notata!”
Harry, ancora amareggiato
e scosso per ciò che lei gli aveva detto, lo incenerì
con una sola occhiata: “Ma è mai possibile che tu non
riesca a pensare ad altro?! Insomma, hai una ragazza meravigliosa,
bellissima, e che tutti ti invidiano! Come puoi rivolgere i tuoi
pensieri ad altre?!”
Ron rimase leggermente
spiazzato e per un po' non seppe cosa dire.
“Te
l'ho detto...”, bisbigliò dopo un po', con le mani
affondate nelle tasche. “Hermione ed io... non so... è
così diversa! Sembra sempre così distante...”
Harry cercò le
parole giuste da dire, ma era troppo confuso e frustrato per
pensarci. E poi... a lui non doveva interessare! Erano problemi loro!
Hermione... non era più
affar suo.
* * *
Per due lunghi giorni
Harry non riuscì a darsi pace, continuando a ripensare alle
terribili cose che Isabel aveva dovuto subire: torture, violenze,
malvagità. Un concentrato di crudeltà che avrebbe messo
alla prova chiunque.
Harry sentiva crescere
sempre di più il suo disprezzo e la sua rabbia verso
Voldemort.
Non
faceva che ripetersi che prima
o poi quel mostro l'avrebbe pagata, anche per tutto il male che aveva
fatto a tanta gente innocente.
Quando guardava Isabel,
adesso, provava un sentimento di tenerezza e di affetto, e avrebbe
voluto poterle dare un po' di quell'amore che probabilmente lei non
aveva mai conosciuto.
Ad un passo da lui... ma
perennemente in ombra, Hermione osservava l'ulteriore avvicinamento
dei due con disperata gelosia, sentendosi impotente e imbavagliata,
impossibilitata ad intervenire.
Con la stessa
determinazione di un felino che osserva attentamente il suo
avversario, non mancava di notare gli sguardi ammiccanti che la Keen
lanciava a Harry!
Erano pieni di malizia...
Ne era sicura!
Era come se loro
dividessero un segreto... come se fossero diventati ancora più
intimi. E la cosa, per Hermione, era peggio di un tormentoso
supplizio!
“Ron,
devi assolutamente parlare a Harry!”, sentenziò Hermione
il pomeriggio seguente, misurando la stanza camminando in modo
irrequieto avanti e indietro, con le braccia incrociate sul petto.
Ron, che si stava
leccando gustosamente le dita dopo aver mangiato un pacchetto di
patatine magiche, non sembrò nemmeno sentirla, e si mise a
dondolare sulla sedia dov'era seduto, cercando di restare in
equilibrio.
Hermione,
quasi isterica per quell'indifferenza,
allungò un piede e fece inclinare pericolosamente la sedia
all'indietro. Ron, nonostante il tentativo di non cadere, dopo aver
agitato le braccia inutilmente nel vuoto, finì per crollare
all'indietro, rovinando a terra.
“MA-SEI-IMPAZZITA?!”,
sbraitò incredulo, con le gambe ancora sopra la testa.
“E
tu mi stai ascoltando?” urlò lei.
Il rosso si alzò
dolorante, e massaggiandosi il fondoschiena la guardò
malissimo: “Non ti avevo sentito!”
“Un
conto è sentire,
un conto è capire,
Ron! E tu non fai né l'uno, né l'altro!”
“Ascolta,
non è colpa mia se oggi hai preso solo una 'O'
in
trasfigurazione, e non una 'E'!”
disse risentito, “...io manco l'ho mai vista, una
'O'!”
“Cosa
diavolo c'entra, questo?! 'Oltre
ogni previsione' è un voto più che accettabile, per me!
Ma qui non stiamo parlando dei miei voti!”
“Ah
no? E allora perchè sei così scontrosa?”
“Perchè
tu sei completamente indifferente a ciò che ti circonda, Ron!
Sei disinteressato, egoista, distaccato... non ti accorgi di nulla!
Non ti accorgi che Harry sta creando un rapporto anomalo con la Keen!
Che praticamente non ci rivolge più la parola! Che lo stiamo
perdendo! E soprattutto non ti accorgi che io...” s'interruppe
appena in tempo.
Stava per lasciarsi
scappare una realtà inconfessabile.
Stava per dirgli che non
era più sicura di quello che provava per lui...
Un improvviso nodo alla
gola le impedì di continuare a parlare. Ron, raddolcito dai
suoi occhioni lucidi, le si fece vicino e l'abbracciò, dandole
delle carezze sulla testa che Hermione paragonò a quelle che
lei dava a Grattastinchi.
“Su,
su... vedrai che il prossimo compito prenderai una fantastica
'E'...”, la consolò il rosso.
Hermione, disarmata dalla
sua ottusità e privata della forza di urlare, fece un debole
sorriso e si scostò in fretta da lui.
Non ha capito
assolutamente nulla!
“Sì,
certo. Magari... vado a fare due passi...”
Ron annuì tutto
contento e si mise a trafficare con una scatola, dalla quale tirò
fuori un curioso pendolo. Iniziò a farsi oscillare davanti
agli occhi quella specie di amuleto formato da piume. Poi, vedendo lo
sguardo perplesso di Hermione, si giustificò: “Ehm, si
tratta di piume di 'Troken'... me le ha regalate Luna... servono a
stanare gli 'OGM'...”
Hermione nemmeno si diede
la pena di capire cosa fossero gli 'OGM', e tantomeno perse tempo ad
arrabbiarsi per l'assurdità di quell'oggetto inutile.
Si
avvolse nel suo mantello invernale e si diresse verso il lago,
pensierosa e triste. Febbraio stava quasi terminando, e le giornate
tendevano ad allungarsi. Nonostante questo però, un vento
freddo ed impietoso la investì appena fuori dal portone e
,con mani tremanti, fu costretta a chiudersi meglio nel mantello.
Preferì dirigersi
dove il parco era illuminato dai deboli raggi di sole, che
racchiudevano comunque la promessa di una primavera imminente.
Era arrabbiata e delusa,
ma soprattutto era confusa dal sentimento che ormai non poteva più
negare di provare. Harry era praticamente diventato un chiodo fisso,
per lei, e nonostante la sua ferma volontà di rifiutare
l'evidenza, non riusciva proprio a smettere di tormentarsi per lui.
Non passava minuto, nella
sua giornata, senza che il pensiero di Harry non le invadesse la
testa: qualsiasi cosa era legata a lui.
...Tutto.
Se faceva colazione, nel
prendere una fetta di pane tostato, le veniva in mente che lui
adorava la marmellata di mirtilli. E che il succo... doveva
rigorosamente essere di zucca.
Mentre indossava quella
maglietta leggermente scollata, non poteva fare a meno di ripensare
alla volta in cui lui, inavvertitamente, le aveva rovesciato sopra la
salsa per l'arrosto a casa di Ron.
Se prendeva in mano i
suoi appunti, ovunque poteva trovare la sua calligrafia, che le
chiedeva suggerimenti perchè non aveva capito qualcosa durante
la lezione.
Se faceva un determinato
percorso, inevitabilmente ripensava alle volte in cui ci era passata
con lui, alle risate che si erano fatti, alle volte che le loro mani
si erano sfiorate camminando tanto vicini....
Arrivati a questo punto,
non poteva più mentire a se stessa! Per lui provava molto più
di un semplice sentimento d'amicizia! Il cuore le faceva male, quando
pensava a lui.... e questo ormai accadeva senza tregua.
Vergognandosi come non le
era mai successo prima, pensò a quanto lo desiderava...
Di notte, pensava a
lui... al suo corpo... e lo immaginava senza nulla addosso.
Arrossendo imbarazzata,
nascose ancora di più il volto nel mantello.
Rimpiangeva le volte in
cui erano stati vicini, quando si potevano abbracciare, guardare....
Si struggeva di gelosia
nel vederlo ora tanto vicino alla Keen!
E si incupì ancora
di più, al pensiero di Ron. Era inutile continuare a negarlo:
con lui non aveva funzionato.
Semplicemente.
Aveva accettato il suo
goffo corteggiamento, credendo di provare amore per lui.... ma così
non era stato. Uno sguardo di Ron non era minimamente paragonabile ad
un'occhiata intensa e profonda di Harry.
Una sua carezza, non
arrivava nemmeno lontanamente ad eguagliare la sensazione di fuoco
che le lasciava Harry quando la toccava...
E i baci di Ron... non
avevano nulla di romantico! Era troppo... impetuoso, e credeva che la
bocca di Hermione fosse una cavità da esplorare in ogni
angolo più remoto e il più velocemente possibile!
All'inizio poteva esserle sembrato divertente, ma con l'andare del
tempo era arrivata a non lo sopportarlo più!
Oh,
certo... non poteva immaginare come sarebbe stato baciare
Harry, purtroppo!
Per ben due volte lui...
era stato sul punto di farlo, tuttavia un bacio non c'era mai stato.
Ma le era bastato
sentirsi stringere dalle sue braccia, per sentirsi morire...
Le era bastato sentire il
suo dolce respiro vicino alla bocca, per credere di volare.
Le era bastato vedere la
sua dolcezza rivolta ad un'altra, per sentire il proprio cuore
frantumarsi!
Camminava a testa bassa,
stretta nel suo mantello, afflitta e tristissima, sola e desolata,
quando sentì una risata poco lontano da lei. Il sole, seppur
tenue, le feriva gli occhi, e con una mano si fece ombra per vedere
meglio.
Con un tuffo al cuore
riconobbe Harry che camminava fianco a fianco con la professoressa
Keen, le loro mani che quasi si sfioravano, i loro corpi così
vicini.
Si stavano dirigendo
verso di lei.
Cavolo!
Hermione fu presa dal
panico e trovò riparo dietro un grosso salice piangente,
cercando di rendersi invisibile trattenendo il fiato.
“...
Ah ah! Avevi proprio ragione, Isabel... E poi non hai visto la faccia
di Piton quando gli ho consegnato la 'Pozione
antidolorifica calmante'
prima di tutti gli altri! Grazie al tuo consiglio di aggiungere le
foglie di malva, la pozione è diventata istantaneamente di un
blu brillante, ed è stato semplicissimo prepararla!”
Harry rideva felice... e la guardava con occhi colmi di gratitudine.
Hermione non riusciva a
credere alle sue orecchie: le stava dando del tu... e l'aveva
chiamata per nome!
“Ohm...
Io non avere fatto nulla. Tu essere solo stato molto bravo a
ricordare mio... sucèrimennto!”
“S-u-g-g-e-r-i-m-e-n-t-o”
la corresse Harry scandendo lentamente la parola.
Si fermarono uno di
fronte all'altra, a pochi passi da Hermione che nascosta dietro
l'albero.
E anche il cuore di
Hermione si fermò nel riconoscere tanta intimità e
tanta malizia.
Isabel sorrise divertita,
seguendo il movimento della bocca di Harry con estrema attenzione.
“S-u-g-g-e-r-i-m-e-n-t-o...”,
ripeté piano, fissando il ragazzo con intensità e
muovendo la bocca in modo provocatoriamente sensuale.
Harry deglutì.
Isabel si umettò
le labbra.
Hermione affondò
le unghie nella corteccia dell'albero.
Harry, a quel punto,
smise di sorridere ed iniziò a guardare la ragazza con una
nuova passione. Il sole la illuminava, rendendo la sua figura quasi
argentea. I suoi occhi, con la luce intensa che li colpiva, erano
diventati di un azzurro quasi trasparente.
Isabel poteva percepire
il suo desiderio... e lo ricambiava.
“Sei...
sei così bella...”, si lasciò scappare Harry in
un sussurro, incapace di trattenersi.
“Oh,
Harry! Tu essere così dolce... e...” s'interruppe.
Lui la guardò
negli occhi.
'... Harry, io
vorrei così tanto baciare te...'
La voce di Isabel era
penetrata nella sua testa, senza che lui ne facesse richiesta.
Sgranò gli occhi,
turbato.
Le aveva nuovamente letto
nel pensiero...?
Il moro, dopo tante ore
passate a studiare come imparare ad usare bene il potere della mente,
non aveva più dubbi che fosse così!
In quei mesi aveva
imparato che non era così facile riuscire a penetrare una
mente, a maggior ragione se la persona che si aveva di fronte,
consapevolmente o no, opponeva comunque una sorta di 'resistenza'.
Aveva imparato che Isabel, in questo, era straordinaria...
Quindi restò
pietrificato quando quelle parole entrarono nella sua testa, leggere,
dolci ed invitanti.
Anche perchè,
ormai.... baciare Isabel, era quello che desiderava fare da
moltissimo tempo!
Ogni notte si illudeva
che concentrando tutte le attenzioni su di lei, dedicandole tutte le
sue fantasie, l'ossessione per Hermione pian piano si sarebbe
affievolita.
“Isabel...”
sussurrò.
Harry poteva sentire il
proprio desiderio farsi sempre più intenso e fisico.
Non gli importava niente!
Che lei fosse un'insegnante, che fosse pericoloso, che fosse
sbagliato... La voleva baciare! E lei voleva la stessa identica cosa!
Si avvicinò di un
passo, dominandola con la sua altezza. Isabel piegò il capo
all'indietro, offrendo senza esitazione la sua bocca. Harry sollevò
una mano, accarezzandole dolcemente il viso, ed infilò le dita
tra i suoi lunghi capelli argentei.
Con delicatezza si chinò
su di lei, chiuse gli occhi, e la baciò.
Una battaglia si scatenò
nel corpo di Harry. Tutti i sensi sembrarono andare in collisione: il
desiderio fisico per Isabel, che inevitabilmente si scontrava con la
voce del suo cuore, il quale gridava il suo amore per Hermione e
rivendicava l'ingiustizia di quel gesto.
La cicatrice gli bruciò
impercettibilmente, e il viso di Hermione si insinuò
prepotentemente nella sua mente. Disorientato, si staccò dalla
ragazza.
Hermione assisté
alla scena con la sensazione che qualcosa le facesse a pezzi il
cuore, dolorosamente, irrimediabilmente. Si accorse di aver portato
una mano alla bocca per soffocare un gemito di pura disperazione. Il
terreno sotto di lei sembrò aprirsi all'improvviso, dandole
l'impressione di cadere in un precipizio senza fine.
D'istinto si aggrappò
all'albero, graffiandosi la pelle delicata.
Il bacio era durato poco,
forse solo qualche secondo, ma per Hermione il tutto si era svolto al
rallentatore, con drammatica lentezza, ed ogni istante di quella
visione le aveva lacerato profondamente l'anima.
Credeva di essere una
persona forte.
Credeva di essere forte
abbastanza da sopportare qualsiasi cosa.
Qualsiasi cosa, tranne
che quello!
Vedere
Harry baciare quella
ragazza
in modo così tenero... era stato come ricevere una pugnalata
in pieno petto. Lui era stato romantico, nella sua timidezza, e dolce
da sciogliere qualsiasi cuore....
Il
tempo sembrava essersi fermato, per lei, così come i battiti
del proprio organo vitale. Dopo un tempo infinito, quando si rese
conto di non avere più ossigeno nei polmoni perchè
aveva
smesso di respirare, Hermione si accorse di tremare.
Non appena le gambe
glielo permisero, capì di non poter restare un attimo di più
lì, e l'unico desiderio fu quello di allontanarsi il più
in fretta possibile.
Nascose il proprio viso
sotto il cappuccio del mantello e indietreggiò, tenendo gli
occhi fissi sulla coppia ancora abbracciata. Un ramo si spezzò
sotto i suoi piedi, e il rumore tradì la sua presenza.
Hermione si immobilizzò, ma solo per un attimo, giusto il
tempo per decidere cosa fare.
E le restava una sola
possibilità: fuggire all'istante!
Si voltò ed iniziò
a correre, disperata.
Harry,
sentendo il rumore molto vicino a lui, si separò del tutto da
Isabel, arrossendo come un ragazzino: “...Io...
mi dispiace, Isabel...”, disse stupidamente.
Lei lo fissò con
occhi pieni di dolcezza e carichi di passione, tanto da imbarazzarlo.
Harry
rivolse uno sguardo allarmato verso la figura incappucciata che
fuggiva: “Credo
che qualcuno ci abbia visto...” disse irrequieto.
“A
me non importa. E poi... non credo dovremo temere quella persona.”
“Chi
era?” chiese subito Harry “L'hai vista?”
Lei fece uno strano
sorriso: “Te l'ho detto... nessuno di cui preoccuparsi.”
Harry cercò di
ricambiare il sorriso, ma fu sorpreso da un brivido di freddo.
Ripensò al bacio che si erano appena scambiati e alla
sensazione che aveva percepito.
Ne fu deluso.
Da tempo, ormai, si era
imposto di togliersi Hermione dalla testa e, per fare questo, aveva
concentrato tutte le sue attenzioni su Isabel.
Per quanto sbagliato
potesse essere, si era illuso di poter cancellare Hermione,
sostituendola con l'insegnante.
Per settimane non aveva
fatto che sognare un suo bacio... ma adesso che era arrivato, si era
reso conto che a parte una reazione puramente fisica, non gli aveva
trasmesso niente.
Nessuna emozione, se non
una strana sensazione di freddo nel cuore.
Un freddo glaciale...
perchè solo Hermione possedeva quel fuoco che riusciva a
scaldarlo.
Percepì la mano di
Isabel prendergli la sua, e stringerla in attesa di essere
ricambiata. Harry si rese conto di dover dire qualcosa e ricambiò
automaticamente un timido sorriso, sentendosi malissimo.
“Io...
ti chiedo scusa, davvero!” disse con voce insicura, capendo
all'improvviso che nulla era più sbagliato di quello che aveva
appena fatto.
Lei aggrottò le
sopracciglia: “Harry... per me è stato bellissimo...”
Harry si passò una
mano tra i capelli, sentendosi sempre peggio.
“Ehm...
certo, anche per me,” mentì. “Solo che... forse
non dovevo...”
“Ohm,
no! Non dire così! Io... non posso più nascondere a te
mio sentimento... io... provo qualcosa di importante, per te...”
Harry, all'improvviso,
sentì tutto il peso di quelle parole investirlo come un'onda
ghiacciata che gli tolse il fiato.
“Isabel...”
“No,
Harry, io capisco che tu essere preoccupato per la situazione, ma
io...” abbassò timidamente gli occhi e le sue guance di
porcellana si colorarono di rosa.
“Isabel...”,
ripeté Harry, con una nota di panico nella voce.
“Harry,
io credo di essermi innamorata di te...”
Ecco. Quello che più
temeva, quello che non voleva sentirsi dire... era arrivato.
Secco, doloroso e
tagliente come una frustata.
Quello che inizialmente
aveva creduto e sperato potesse essere un'ancora di salvezza per lui,
improvvisamente gli sembrò essere troppo pesante per essere
sopportato, e capì che la cosa lo avrebbe inevitabilmente
trascinato nel nero più profondo.
Provò a deglutire,
rendendosi conto di avere la salivazione azzerata. “... Io...”
Lei sollevò
teneramente una mano e gliela posò con dolcezza sulle labbra:
“Schht... non dire niente. Non voglio turbare tuo cuore... Tu
devi solo sapere che io... essere qui per te, sempre. Io ti
aspetterò.”
Harry si sentiva troppo
male per riuscire a proferire anche una sola, e fu capace solo di
fare un sorriso molto più simile ad una smorfia, che ad una
manifestazione di gioia.
* * *
Hermione correva per i
corridoi di Hogwarts senza sapere dove andare, con gli occhi sgranati
ma incapace di versare anche una sola lacrima.
L'immagine di Harry che
baciava la Keen era qualcosa che le era rimasto impresso come il
negativo di una fotografia, e sebbene si ostinasse a cercare di
cancellare quella visione, sapeva benissimo che non ci sarebbe
riuscita.
Voltò in un angolo
a caso, ritrovandosi improvvisamente a pochi passi da Ron e Luna,
seduti su una delle tante panche che adornavano i muri del castello.
Si bloccò di colpo, col fiato corto e lo sguardo smarrito.
Ron era chino su di lei,
intento a parlarle e a farle quella che sembrava essere una goffa
carezza rassicurante.
“...
non devi ascoltare quegli stupidi di Serpeverde! Loro si divertono a
prenderti in giro, ma non sono nemmeno lontanamente degni di
paragonarsi a te...” le stava dicendo Ron, con fare
consolatorio.
Poi, non appena si rese
conto dell'apparizione improvvisa di Hermione, Ron emise una specie
di ululato disperato e spostò in fretta le sue mani, come se
le spalle di Luna fossero diventate improvvisamente roventi.
Luna le rivolse un
sorriso innocente e tranquillo, che le morì però sulle
labbra non appena riconobbe l'espressione disperata dell'amica.
“Oh,
ciao Hermione...”
Hermione rivolse uno
sguardo vuoto alla coppia, indifferente al fatto che fossero per
l'ennesima volta insieme e vicini.
“...
C-ciao...”, rispose in automatico.
Ron si agitò sulla
panca, distanziandosi con finta indifferenza da Luna.
“Cos'è
successo, Hermione?”, le chiese Luna con occhi indagatori.
“Io...
io... no. Va tutto... tutto b-bene...”
Ron si spostò
ancora di più sulla panchina, rifugiandosi all'estremità
opposta di dove stava Luna. Con l'aria di chi aveva scritto in faccia
di essere maledettamente colpevole, farfugliò: “Ehm,
Hermione, ecco, vedi, noi... Luna, cioè... io. Noi stavamo...
Hai presente quelle macchie che ci sono...”
“Ron,
io... vado su alla Torre”, disse lei, senza ascoltarlo.
“No,
aspetta. Guarda che io e Luna stavamo solo...”
“Ron,
non mi interessa. Davvero! Scusatemi...”
“Hermione,
non devi fraint...”
“TI
HO DETTO CHE NON MI INTERESSA!” gridò Hermione con gli
occhi finalmente lucidi di pianto.
Luna si alzò e
andò vicino a Hermione, come se intendesse annusarla.
“Ron...
Lasciala in pace. Hermione non sta affatto bene... ”
Hermione si voltò
verso Luna e vide la ragazza scrutarla con una tale intensità
da farla sentire praticamente nuda.
“Devo
andare!” Hermione, senza aspettare risposta, riprese a correre,
sparendo in un altro corridoio.
“Oh,
ancora questa storia dei voti!” bofonchiò Ron,
incrociando le braccia sul petto con fare scocciato.
Luna
gli gettò uno sguardo di rimprovero: “Ma quali voti...?
Sei lontano anni luce, Ron! Hermione... sembrava incredibilmente
disperata... E se la vuoi sapere tutta, il motivo della sua
disperazione non sei nemmeno tu!” Con aria pensierosa fissò
il punto in cui lei era sparita.
“E'
solo gelosa perchè mi ha visto... qui, con te...” disse
Ron con incredibile coraggio.
“Non
essere così presuntuoso... Anche un lombrico ricoperto di peli
verdi capirebbe che quelle lacrime non sono per te.” Si girò
a guardarlo meglio, sollevando un sopracciglio e facendo
un'espressione leggermente delusa: “Ti credevo più
acuto....”
Lui si rabbuiò
maggiormente e il rossore iniziò a salirgli dal collo fino a
raggiungere la punta delle orecchie.
Ad Hermione sembrava di
affogare. Avrebbe voluto gridare, fuggire... poter liberare la sua
rabbia!
Rimpianse il fatto di non
essere brava come Harry, invidiando la sua abilità nel saper
volare così bene. Almeno quello era un modo per sfogarsi!
Benché il castello
fosse enorme, il fatto di esservi rinchiusa dentro e di dover
condividere quelle stesse mura con Harry e Ron le davano un senso
d'angoscia mai provato prima!
Harry aveva baciato la
Keen... Dio, l'aveva fatto davvero!
Ancora non riusciva a
crederci.
Sembrava un incubo.... Un
terribile incubo!
La cruda realtà di
quella immagine la perseguitava senza sosta, provocandole un dolore
simile ad una scarica elettrica.
Doveva arrivare a questo
per capire di essere disperatamente innamorata di lui?
Doveva per forza sbattere
a muso duro contro una realtà così dolorosamente
devastante?
Si morse il labbro
inferiore, fino a quando sentì il gusto metallico del sangue.
... E Ron? L'improvvisa
indifferenza per lui la lasciò sconvolta quasi quanto la presa
di coscienza dei sentimenti che provava per Harry.
La loro relazione era
qualcosa che da tempo tutti si aspettavano, e alla fine Ron e
Hermione si erano quasi arresi di fronte a questo volere superiore, a
questa condizione che tutti si ostinavano a reclamare.
Ma
la
cattiva riuscita di questo intento, era ormai evidente a tutti.
Loro, decisamente, non
erano fatti per stare insieme!
Il loro affetto era un
dato di fatto, era inconfutabile, indiscutibile!
Ma era un volersi bene
fraterno, fatto di litigi e rappacificazioni, dispetti e coccole che
si susseguivano alla velocità della luce.
Non avevano niente a che
fare con la passione bruciante che lasciava sconvolti, all'ansia che
non faceva dormire, ai sospiri che toglievano serenità...
Nessuna di queste emozioni aveva mai afferrato il cuore di Hermione,
trascinandola in pensieri proibiti per Ron.
La rabbia e il dolore che
Hermione provava erano tanti e tali da impedirle di piangere. Non una
sola lacrima era ancora scesa dai suoi occhi.... e adesso le sembrava
di impazzire!
Si rifugiò in una
delle tante stanze in disuso nel castello. Era buia e polverosa ed un
fantasma, disturbato dalla sua presenza, se ne andò via offeso
da quella inaspettata invasione.
Era
piena di oggetti accatastati e ormai inutili: vecchi libri, paioli
rotti, scope inutilizzabili, stoviglie sbeccate... Si mosse in mezzo
a tutti quegli oggetti con una sensazione di impotenza che la
fecero gemere di disperazione.
Prese un vecchio
bicchiere di vetro verde scuro e, con tutta la forza che aveva in
corpo, lo scagliò a terra. Un'esplosione di vetri si liberò
intorno a lei, spargendosi ovunque e facendo un chiasso incredibile.
La sua furia fu
leggermente appagata da quel gesto inconsulto. Rompere qualcosa e
fare tutto quel fracasso la placò temporaneamente. Il suo
sguardo corse ad una altro calice, alto e di cristallo pesante:
perfetto!
Come prima, lo afferrò
e questa volta puntò verso un armadio al quale mancava un
piede d'appoggio. Prese la mira e... Boom!
Ruppe tutto quello che le
capitò sotto mano, fino a quando le forze non la abbandonarono
e sentì che qualcosa le aveva provocato un taglio sulla gamba.
Incurante del sangue che
iniziava a colarle, Hermione si accovacciò a terra, col cuore
che le scoppiava di infelicità. Raccolse le ginocchia al
petto, abbracciandole strette ed iniziando a cullarsi in quel
silenzio polveroso e solitario.
....
Harry tornò in
Sala Comune con l'aria di chi aveva fatto il più grosso
sbaglio della sua vita.
Nel preciso istante in
cui aveva baciato Isabel, aveva capito di commettere un terribile
errore.
Certo, non aveva una
grande esperienza a riguardo, ma baciare Greta e Cho gli aveva
comunque trasmesso qualcosa. Con Isabel... era stato strano. Era
stato diverso. Si era sentito incupire... si era sentito infelice!
Inutile negarlo... Sapeva
perfettamente il perchè: chiudendo gli occhi, aveva
inutilmente sperato ed immaginato di baciare Hermione, e la
consapevolezza che non fosse così, lo aveva fatto star male.
Maledizione! Sei un
perfetto idiota!
Come hai potuto fare
una simile cazzata? Isabel si è innamorata di te... e
probabilmente si aspetta che tu ricambi gli stessi sentimenti.... !
Si lasciò cadere
sul divano, davanti al camino, ed iniziò a fissare le fiamme
che splendevano e riscaldavano la Sala Comune.
E tu cosa provi,
Harry...?
Per chi diavolo batte
il tuo dannatissimo cuore?
Ron entrò nella
stanza poco dopo di lui, e lo raggiunse sedendosi mollemente sul
divano.
“Come
te la passi?”, chiese il rosso, guardando il suo viso cupo.
“Uno
schifo, grazie, e tu?” rispose Harry senza staccare gli occhi
dalle fiamme.
“Valgono
le parolacce? ... Secondo me rendono meglio l'idea...”
“Certo
che valgono... Se vuoi ne ho una dozzina pronte all'uso da
suggerirti, e che mi frullano proprio ora per la testa!”
I
due ragazzi rimasero a lungo in silenzio, ognuno perso nei propri
pensieri. Poi,
non riuscendo a resistere, Harry chiese: “Dov'è
Hermione...?”
“Uhm,
non lo so! Credo non stia bene.” rispose Ron con irritante
indifferenza.
“Come
non sta bene? Cosa le succede?”
“Uff...
E' sempre più arrabbiata, ultimamente! Io... io...” Ron
sembrava combattuto e Harry attese che continuasse.
Il rosso abbassò
gli occhi, prese un bel respiro e disse, tutto d'un fiato: “Harry,
io non so se ho fatto la cosa giusta, a mettermi con lei!”
Il cuore di Harry perse
un colpo.
Si girò verso
l'amico, con lo stomaco chiuso: “Cosa... c-che cosa vuoi dire?”
“Ecco,
noi... siamo troppo diversi! Troppo! Con questo non voglio dire che
non mi piaccia... Lei è stupenda! Ma... non c'entriamo niente,
noi due! E' come mettere il miele sugli Hot-Dog!!”
Harry rimase a fissarlo
incredulo.
“E
poi... te l'ho già detto. Sembra che non le vada nemmeno di
baciarmi, ormai! Io vorrei saltarle addosso ogni tre minuti, e lei
non fa che scappare. Credo di non piacerle più...”
Harry aveva il cuore in
subbuglio, che sembrava volergli uscire dal petto.
Da una parte voleva
restare indifferente a quelle rivelazioni tanto inaspettate, ma
dall'altra, i sentimenti che provava per Hermione gli impedivano
qualsiasi tentativo di freddezza.
Ron incrociò le
mani dietro la nuca, appoggiandosi con le spalle al divano.
“Harry,
tu sei mio amico, vero?”
“Certo...”,
rispose Harry, confuso da quella domanda e cercando di restare
lucido.
“Se
ti confesso una cosa, starai dalla mia parte... vero?”
Harry si tirò su,
in modo da poter guardare Ron negli occhi: “Cosa c'è?”
“Harry...
credo di essermi innamorato di Luna!”
Seguì un gelido e
lungo silenzio, carico di tensione, stupore ed imbarazzo. Harry non
riusciva a credere alle proprie orecchie.
“C-cosa...?”
sussurrò.
“Oh,
lei è così particolare! E' vero: è bizzarra,
stramba, diversa, buffa... Ma mi piace da morire! E' così
dolce, e buona! Andiamo d'accordo, mi fa ridere... e soprattutto lei
ride con
me! Non mi sgrida se faccio qualcosa che non le piace, riusciamo a
divertirci per cose più sciocche... E poi i suoi occhioni
blu.... mi fanno sognare!”
Harry, in tutto questo,
riuscì solo a pensare ad Hermione. Possibile che Ron non
sembrasse nemmeno un po' preoccupato per lei?
Harry riusciva solo a
pensare alla disperazione della ragazza, e quasi non sentiva le
parole che Ron sparava a raffica.
“...
quindi ultimamente io e Luna stiamo un po' di più insieme. E'
davvero una forza, sai?”
“E...
Hermione?” chiese Harry con una rabbia che controllava a
fatica.
“Oh,
beh.... lei... lei se ne farà una ragione! Si riprenderà
presto!” disse Ron facendo spallucce, con imbronciato distacco.
A
quel punto Harry sentì montare una
furia indomabile. Afferrò con entrambe le mani il collo della
camicia di Ron e quasi lo sollevò di peso.
“E
pensi di cavartela così facilmente...?”, digrignò
tra i denti.
“...Ha...a-r-r-y...”
balbettò a fatica Ron.
“Che
intenzioni hai, con lei?” gli chiese incollando il naso a
quello del rosso.
“...la-scia-mi...
n-o-n... res-pi-ro ...”
Harry mollò
leggermente la presa, almeno per permettere a Ron di non morire.
“Come
pensi di comportarti con Hermione?” ripeté Harry,
preoccupato.
“Lei...
credo che lo abbia capito... da sola....”
“Cosa
vuol dire, esattamente,
'credo'?”
“Vuol
dire che... anche lei... ha capito di... non amarmi..”
Harry strinse ancora più
forte la presa e Ron tentò una debole ribellione.
“Harry...
mi stai... facendo male!”
Il moro lo guardò
con occhi pieni di cattiveria, e lo allontanò con rabbia. Si
passò una mano tra i capelli, nervoso, poi avvicinò
nuovamente in modo minaccioso la propria faccia a quella di Ron e gli
sussurrò gelidamente: “Ti giuro che se la fai
soffrire...”
Ron sgranò gli
occhi, spaventato dallo sguardo omicida di Harry. Poi, una volta che
il moro si fu allontanato, e rassicurato da un po' più di
distanza tra di loro, balbettò: “Io, io... non farei
m-mai... s-soffrire, Hermione! E' una cosa... che abbiamo capito
e-entrambi. Non ci amiamo p-più! O... forse n-non è mai
stato amore...”
“E
adesso dov'è?!” chiese Harry, preoccupato.
“Non
lo so... Lei... ha visto me e Luna su una panchina...”
Harry si avvicinò
di nuovo, pericolosamente, e Ron si affrettò a dire tutto d'un
fiato: “MA-NON-STAVAMO-FACENDO-NIENTE!!!”
“Sei
proprio uno stronzo, Ron!”
“No,
Harry, te lo giuro... Pansy stava prendendo in giro Luna... ed io
semplicemente sono intervenuto per difenderla! Mi è... venuto
spontaneo.... Così, la stavo solo consolando! Ti giuro che non
ci stavo facendo niente! Non so se Hermione ha pensato male, ma stava
già piangendo, quando è arrivata!”
“Piangendo?”
“Beh,
non proprio, ma Luna ha detto che era disperata.... e che di certo
non ne ero io la causa! Luna ci azzecca sempre, te lo assicuro!”
Harry si sentiva prudere
le mani, e dovette compiere uno sforzo sovrumano per riuscire a non
prendere a pugni Ron, o far sì che non gli partisse qualche
maledizione accidentalmente.
Ron pensò bene che
era meglio alzare i tacchi e preferì allontanarsi dall'amico,
che sembrava essere impossessato da Voldemort in persona.
Harry attese per tutto il
resto del pomeriggio, ma di Hermione non si vide nemmeno l'ombra.
Quando tutti furono
andati a dormire, l'unico ancora sveglio, davanti al camino e alla
fiamma morente, era rimasto solo Harry, in angoscia per quella
misteriosa sparizione.
Dov'era Hermione? Cosa le
era successo? Perchè era sparita nel nulla?
* * *
Jerada:
Carissimo, lieta di emozionarti con le mie “scivolate”
sulla neve! :-) e che mi dici di questo cap? Ovviamente non vedo
l'ora di sapere che ne pensi... Aspetterò con ansia
l'aggiornamento della tua storia (confesso... è un po' che non
controllo!). Accipicchia!!! Ma quante cose fai?!?!? ;-D A PRESTO!
Rani
(o Ceres): Ciao!!
Beh, se ti vengono istinti omicidi con la Keen... non posso che darti
ragione! Non ti dico io quando devo scrivere.... LOL ! Ad ogni modo,
mi può solo far piacere di arrivarti fino a questo punto! Me
felice!! Spero che con tutto il mio ritardo, nel frattempo la febbre
ti sia passata! Bacioni!
Morgana85:
Cara
Morgana, le tue parole mi hanno riempito di gioia! Grazie... sono
pazzamente felice che la fic ti piaccia!! Grazie di cuore, davvero!
Goldbuble:
... I'm sorry..... niente bacio per H/Hr... anzi!!! Catastrofe! :-)
Attendo impaziente di sapere il tuo giudizio!!! E scusami tanto per
questa lunga attesa! Baci baci baci!
Stizy:
Adorata ciccina mia, posso venire a trovarti e ricoprirti di
baci?????? :-D Grazie, come sempre il tuo affetto costante mi aiuta
ad andare avanti.... E' un piacere per me poterti regalare qualche
emozione! A presto!!!!!
Argentlam:
Ciao!! :-)) Spero di cuore che il capitolo sia stato all'altezza
delle tue aspettative.... Ti preeeego! Fammi sapere se ti è
piaciuto!! Lo sai che ci tengo in modo particolare a te! ;-) Bacioni
a presto!
Jojipv:
Carissima Giorgia, ciao! Allora....? Esaudita la tua richiesta? Che
dici...? Si è ingelosita la nostra Hermione? Mi sa tanto che
sta letteralmente BRUCIANDO di gelosia!!!! :-) Ebbene sì, sei
Fondamentale!!! A presto tesoro!
Sallulla:
Mitica la mia Sallulla! Ormai sono troppo legata a te! :-D Come
farei senza le tue recensioni quasi quotidiane??!?! Lo sai che mi
rendi troppo felice con i tuoi messaggi? Mi spiace averti fatto
aspettare così tanto! Ma spero che il cap ne sia valsa la
pena! 1 bacio GRAAAAAAAAANDE!
Granger90:
Ciao Stella! Argh..... temo il tuo giudizio.... Spero di non averti
deluso con questo bacio tra Herm e Isabel! Ma.... un po' di pepe ci
voleva, no? E
adesso....................................................................
!!!!!!!! Bacioni a presto!!!!!!!!!!
Sabri89:
... WOW.... mi hai letteralmente fatto sciogliere col tuo commento...
Ma GRAZIE! Troppo buona, dolcissima Sabri! Mi auguro di meritarli
davvero i tuoi complimenti! Ad ogni modo, ogni volta mi fai un regalo
immenso! 1 bacio a te!
8x4:
Dolcissima
bambolina, ciao! Allora...? che te ne pare? Delusa? Arrabbiata? E il
bello deve ancora arrivare!! Spero che ti sia piaciuto il cap...
davvero! Grazie di tutto, a prestissimo! bacioni
Maximillian
G: Carissimo
Maximillian..... Grazie a te per le tue parole e per aver voluto
andare avanti a leggere. Mi fa immensamente piacere trovare il tuo
nome tra le recensioni, e mi riempi di gioia ogni volta! Spero che il
cap non ti abbia annoiato... o che sia stato troppo melenso per te!
;-) E spero di ritrovarti ancora... Ti assicuro che leggere le tue
storie è stato costruttivo ed interessante, e ripeto che mi
sono piaciute tantissimo, quindi, non posso che rinnovarti i
complimenti! Un bacio a presto, spero!
BellaWitch:
Ma ciao!!!!!!!!! Sono strafelice che tu mi abbia “ritrovato”
qui.... Grazie! E grazie del commento! Purtroppo su Acciofanficion ci
ho rinunciato! Troppo burocratici e lunghi! Spero di cuore di
continuare ad appassionarti così! Un bacio a presto!
Sparkling
Angel:
Ed-ecco-la-mitica-per-eccellenza !!!!! :-) Felicissima di leggere la
tua recensione, grazie, dolcezza! ;-) Che dire..... sono in ansia!
Non vedo l'ora di sapere le tue impressioni su questo capitolo....
argh, spero ti sia piaciuto!!! ^^' Ad ogni modo, mi inchino al tuo
giudizio e qualsiasi cosa andrà benissimo! :-D UN SUPER
BACIOOOOOOOOOO !
Luxcis:
Ehm..... Ciao! Grazie e benvenuta/o! Non so se sei m/f.... Ad ogni
modo, sono davvero felice di avere un nuovo lettore! Ovviamente spero
di riuscire ad appassionarti sempre di più! Grazie infinite
per le rec, sei un tesoro! A presto!!!
Capitolo 15 *** 15 "Chiarimenti... e complicazioni" ***
Al di là della ragione
Note
autore:
Un
caloroso GRAZIE a tutti voi che continuate a leggere e seguire
questa ff!
Un
profondo inchino a chi mi regala il suo pensiero... E un
doveroso commento è per voi, a fine capitolo!
A
tutti 1
- 15 -
“Chiarimenti...
e complicazioni”
Harry non riusciva a
darsi pace! Cos'era successo a Hermione? Perchè non era ancora
rientrata? Sì alzò dal divano per l'ennesima volta,
iniziando a camminare in su e in giù per la Sala, guardando la
porta ogni tre passi, nella vana speranza che da un momento all'altro
si aprisse e il viso di Hermione facesse la sua comparsa.
Poi, all'improvviso, si
bloccò.
Ma che idiota! Perché
non ci ho pensato prima!
Con una corsa andò
in camera sua, facendo attenzione a non svegliare i suoi compagni di
stanza. Gettò un'occhiata di disapprovazione verso Ron, che
dormiva beatamente e russava in modo imbarazzante. Frugò in
fretta nel suo baule fino a quando trovò quello che cercava:
la Mappa del Malandrino!
Scese di nuovo in Sala
Comune e si accovacciò a terra, davanti al camino e alle sue
fiamme morenti, sussurrando alla pergamena: “Giuro di non avere
buone intenzioni!”
Quando la Mappa si aprì,
strinse gli occhi per cercare di vedere meglio e notò
centinaia di piedi ordinatamente sistemati nei vari dormitori. Si
mise con pazienza a leggere i nomi di ognuno, scrutando con
attenzione ogni centimetro del foglio consumato, nella vana speranza
di trovare il nome di Hermione da qualche parte.
Vide qualcosa muoversi al
secondo piano e con aria di rimprovero scosse laa testa infastidito:
era Draco che compiva delle acrobazie insieme ai piedi di Martha
Lisseny, una ragazzina di Tassorosso del quarto anno.
Cercando di ritrovare la
concentrazione, Harry proseguì nella sua ricerca. Vide altre
tre coppie fuori dai propri dormitori e ne rimase colpito: non
immaginava di certo che ci fosse tutto quel via vai, di notte!
Niente! Anche al secondo
piano non c'era!
Ordinò alla Mappa
di mostrargli il terzo piano, decisamente più tranquillo e
solitario. Stava quasi per passare oltre, quando si accorse di un
piccolissimo puntino solitario, in una stanza che non aveva mai
notato.
Avvicinò la mappa
al viso per leggere meglio, e il suo cuore ebbe un sussulto nello
scorgere il nome di Hermione.
Era immobile. Sola.
Cosa stava facendo?
Senza pensarci due volte,
afferrò il mantello dell'invisibilità e si fiondò
fuori dalla porta. Andava talmente veloce e faceva così tanto
rumore che per ben due volte rischiò di essere scoperto da
Gazza che sembrava particolarmente in forma, quella sera!
Era preoccupato, sentiva
che c'era qualcosa che non andava. Era come se i suoi sensi,
maggiormente sviluppati dal continuo allenamento con Isabel, fossero
in allerta ed irrequieti.
Salì due gradini
alla volta finchè, bacchetta alla mano, raggiunse la porta
oltre la quale era segnalata la presenza di Hermione.
Abbassò piano la
maniglia ed entrò con cautela, evitando di fare rumore. La
stanza era completamente buia e filtrava solo un po' di luce lunare
dalla finestra. Gli ci vollero alcuni secondi per adattarsi a
quell'oscurità, e alla fine scorse una figura rannicchiata a
terra.
“Lumos!”,
sussurrò, e dalla punta della sua bacchetta si diffuse una
tenue luce.
Hermione,
spaventata da quella inaspettata presenza,
soffocò un piccolo grido, tirandosi su a fatica.
“Hermione...”
“Harry!!.”
Rimasero immobili per
qualche secondo, fissandosi a vicenda e con i rispettivi cuori che
infuriavano nel petto.
Poi Harry deglutì
e gettò una rapida occhiata a quell'ambiente polveroso: “Cosa
ci fai, qui?” le chiese preoccupato.
Lei era troppo sconvolta
dalla presenza di Harry in quella stanza per realizzare che la gamba
le stava facendo dannatamente male. Si sentiva debole, sola, triste,
impaurita... aveva freddo... e il suo primo istinto fu quello di
mettersi a piangere e di gettargli le braccia al collo, farsi
stringere da lui e poter finalmente sentire quel calore che tanto
desiderava. Poi, però, il ricordo del bacio che aveva dato
alla Keen si impossessò di lei, facendole incupire il volto.
Ebbe una specie di
capogiro. Si era alzata troppo in fretta... e la gamba le faceva male
da morire.
“Cosa...
che cosa vuoi?”, chiese a sua volta, ignorando la domanda che
lui le aveva posto ed usando il tono più duro che riuscì
a trovare.
“Hermione,
è l'una di notte! Nessuno ti ha più visto da oggi
pomeriggio ed io... ero... ero preoccupato!”
La ragazza, se ne avesse
avuto le forze, probabilmente si sarebbe messa a ridere.
Harry preoccupato? ...
Per lei?
Dopo quello che aveva
visto?
“Non
c'è nulla di cui preoccuparsi, te lo assicuro! Voglio...
voglio solo restare...” Un altro capogiro la colse alla
sprovvista, facendola barcollare.
“Hermione,
cosa ti succede? Sei pallidissima... Non ti senti bene?” chiese
allungando una mano per toccarle una spalla.
Seppur
malferma
sulle gambe, Hermione fece un passo indietro, scansandosi
rabbiosamente.
“Hermione...?”
sussurrò provando nuovamente a sfiorarla, preoccupato da quel
comportamento.
“Non
mi toccare!” ringhiò lei. “Voglio restare sola!”
Poi sentì una fitta acuta alla gamba e assunse un'espressione
di dolore. Istintivamente si chinò verso il basso, per
toccarsi la ferita che le bruciava in modo incredibile.
Harry seguì il suo
gesto, e con orrore vide una chiazza di sangue a terra.
“Dio,
Hermione! Che ti sei fatta?!” esclamò spaventato.
Abbassò la bacchetta per far luce sulla gamba ferita e vide un
taglio profondo appena sopra il ginocchio, dal quale continuava ad
uscire sangue. Solo in quel momento si accorse di centinaia di pezzi
di vetro che li circondavano: la stanza sembrava essere passata sotto
un uragano.
“Ma
che diavolo è successo? Come hai fatto a procurarti quel
taglio? Dobbiamo andare subito da Madama Ch...”
“Io
non vado da nessuna parte!” lo interruppe lei. Poi, guardandolo
gelidamente, sentenziò: “Ti ho già detto che non
è nulla di cui preoccuparsi! E adesso.... ti pregherei di
lasciarmi sola!”
Harry strinse i pugni:
“Non dire sciocchezze! Sei ferita... e se non medichi
immediatamente quella ferita...”
“Ti
ho detto di NO!!” ripeté Hermione a voce alta.
Il ragazzo si costrinse a
parlare con calma: “Hermione, non mi sembra questo il momento
di fare...”
“LASCIAMI-IN-PACE!”
Senza ascoltarla, le
afferrò la mano con decisione e la tirò verso di sé:
“Vieni con me!”
Hermione sentì il
cuore mancarle un battito quando lo vide così vicino e sentì
la sua mano stringerla in quel modo tanto possessivo. Era così
facile perdersi in quegli occhi tanto intensi...
Ma il suo irremovibile
orgoglio ebbe la meglio, e sollevando con spavalderia il mento verso
l'alto, si liberò con uno strattone da quella morsa e disse a
denti stretti: “IO NON VENGO DA NESSUNA PARTE!”
Harry stava iniziando ad
arrabbiarsi. Dovette fare un notevole sforzo per cercare di
dominarsi. Fece un profondo respiro: “Fammi vedere quel
taglio!” le ordinò con autorità, abbassandosi
fino a terra.
Lei sgranò gli
occhi, tentando di indietreggiare inutilmente. Si sentiva malissimo,
la gamba le doleva e bruciava sempre di più, e i capogiri le
stavano dando il tormento.
Lui, preoccupato, si
inginocchiò ai suoi piedi e le si avvicinò
maggiormente, cercando di farsi luce con la bacchetta.
Hermione
si ribellò
a quel gesto, tentando di nascondere la ferita: “Non è
nulla! Ti ho detto che voglio restare da sola!”
Lui, piegato sulle
ginocchia, ignorò le sue proteste ed allungò una mano,
sollevandole la gonna sopra il ginocchio.
Oltraggiata da quella
invadenza e animata di puro spirito di ribellione, lo schiaffeggiò
con forza: “N-o-n m-i t-o-c-c-a-r-e !”
Seguì
un attimo di immobilità. Il
ragazzo strinse forte i denti e soffocò un gesto di rabbia.
Sentendo la guancia bruciare, si tirò su e l'afferrò
per le spalle: “Hai perso un sacco di sangue e chissà da
quante ore! Se non verrai curata al più presto...” ma le
parole gli morirono in gola, perchè vide Hermione chiudere gli
occhi e perdere i sensi, afflosciandosi tra le sue braccia.
Se non l'avesse tenuta
saldamente per le spalle, probabilmente sarebbe caduta a peso morto
in avanti.
“Hermione,
Hermione!” gridò.
Senza pensarci due volte
la sollevò tra le braccia e, senza fatica, la portò
fuori da quella stanza. Raggiunse l'infermeria a tempo di record e
miracolosamente senza farsi scoprire da nessuno.
Adagiò
delicatamente la ragazza sul letto, e la vista di tutto quel sangue
che le ricopriva la gamba lo gettò nel panico. Andò in
cerca di Madama Chips e non si arrese finchè la donna non gli
andò ad aprire la porta, avvolta da una vestaglia a fiorellini
arancioni e con una ridicola cuffia in testa.
“Presto,
Madama Chips! Hermione Granger... in infermeria! Si è ferita
una gamba... Ha perso molto sangue, e credo sia svenuta!”
La donna, allarmata, lo
seguì senza discutere.
“Come
ha fatto?” gli chiese, mentre trotterellava dietro di lui.
“Vorrei
proprio saperlo! So solo che c'erano un sacco di vetri a terra...”
“Uhm...
spero non abbia perso troppo sangue.”
“Ne
ho visto parecchio!”
“Va
bene, va bene... Ora vediamo!”
Entrarono in infermeria e
la donna ispezionò subito la ferita. “Uhm... brutto
taglio. Bruttissima emorragia! Deve aver reciso qualche vena femorale
superficiale.”
“Cosa...
cosa vuol dire? Guarirà, vero?”
Lei lo ignorò,
iniziando a trafficare con mani esperte, mescolando il contenuto di
varie boccette, che man mano tirava fuori da armadi diversi.
Hermione era
incredibilmente pallida e scossa da brividi.
“Non
è grave...
vero?”
Lei sembrava non
sentirlo, e l'intruglio che stava preparando aveva l'aria di essere
terribilmente pungente, visto che dopo l'aggiunta di un ulteriore
ingrediente, prese a fumare e sfriggere, emettendo un rumore
sinistro.
“Non
le farà male... quella
cosa...?”
Lei si fermò,
puntando le mani sui fianchi e guardandolo nel peggiore dei modi:
“Signor Potter, non è certo girandomi intorno e dandomi
il tormento che aiuterà la Signorina Granger a riprendersi! Mi
sta facendo perdere del tempo prezioso! Il sangue è una delle
cose più difficili da far replicare! Quindi, adesso, se ha
finito con le sue inutili domande, la pregherei di allontanarsi!”
“Io...
sì, certo! Ma la prego, la supplico, mi dica che sta bene...”
“Le
sembra una persona che sta bene?? Certo che NON STA bene! E ora, se
non le spiace, la inviterei ad a-n-d-a-r-s-e-n-e!”
“Sì,
certo... Io... aspetterò qui fuori.”
“Basta
che se ne vada!”
Harry indietreggiò
lentamente allontanandosi dal letto di Hermione, ma senza mai
staccare gli occhi da lei. Seguì con attenzione i movimenti di
Madama Chips mentre le sollevava delicatamente la gonna, scoprendole
le gambe affusolate. Rimase silenziosamente nell'ombra, in un angolo
della stanza, e quando l'infermiera iniziò a toglierle i
vestiti di dosso (nonostante la tentazione di guardare fosse molto
forte), per rispetto voltò il viso dall'altra parte.
Non si mosse da quel
metro quadrato per tutta la notte, restando pazientemente in attesa
che gli venisse detto qualcosa. Osservò l'infermiera scrivere
qualcosa su una pergamena ed affidarla al proprio gufo, (che se ne
stava beatamente appollaiato nella sua nicchia e risultò
alquanto contrariato dal compito inaspettato): “Porta il
messaggio a Silente, in modo che avvisi anche gli altri”, la
sentì sussurrare.
E fu solo la mattina
seguente che finalmente Madama Chips gli permise di avvicinarsi.
Hermione, con un piccolo
lamento, aveva aperto piano gli occhi, guardandosi intorno con aria
confusa.
Harry era ad un passo da
lei, desideroso di poterla toccare, anche solo per un minuto, ma
bloccato dalla presenza dell'infermiera e dalla sua autorità.
“Stia
tranquillo, signor Potter. Ora sta meglio... si è
stabilizzata. Ma se l'è vista brutta!”
In quel momento entrò
Ron, con la faccia assonnata e preoccupata: “Co... come sta
Hermione?”
Madama Chips non gli badò
e continuando a guardare Harry, proseguì: “Quel taglio
era molto profondo, e avrebbe potuto causarle danni ben più
seri di quanto abbia fatto. Se lei non l'avesse portata qui, a
quest'ora sarebbe potuto essere troppo tardi. Ha perso molto sangue e
ora è estremamente debole... Quindi,” e guardò
con severità i due ragazzi vicino al letto, “evitate di
farla stancare!”
Poi si girò verso
Hermione, facendole un rapido sorriso: “Il peggio è
passato, signorina Granger. Ora deve solo riposare.... Eh,
dimenticavo di dirle una cosa: ringrazi il signor Potter... gli deve
la vita!” e con questo se ne andò.
Rimasti soli, Harry poté
finalmente guardare Hermione negli occhi, accarezzarla con lo sguardo
e comunicarle solo attraverso quello tutta la pena che aveva nel
cuore, cercando di trasmetterle in pochi secondi di contatto visivo
quell'amore che a fatica era costretto a soffocare.
Ma Hermione voltò
il viso dall'altra parte, troppo arrabbiata, troppo ferita... troppo
disperata. Sentiva che quello sguardo era in grado di penetrarla e
aveva paura che lui capisse la sua sofferenza per un amore non
corrisposto, sapendo che quel confronto era troppo duro per essere
sostenuto.
Ron, indispettito
dall'elettricità palpabile che si era creata tra i due, si
mise davanti a Harry e prese con dolcezza la mano di Hermione:
“Ehi... come stai?”
Lei tornò a
girarsi verso Ron, cercando di sorridere, ma provando solo una gran
voglia di piangere: “... Bene...”
“Io...
l'ho saputo solo stamattina, quando sono venuti ad avvisarmi...”
Harry e Hermione rimasero
zitti.
“Come
hai fatto a procurarti quel taglio?” chiese con un piccolo
broncio.
Hermione aveva le labbra
sigillate.
“Si
può sapere cos'è successo?” continuò Ron,
nonostante Hermione fosse visibilmente in difficoltà.
“Ron,
lasciala stare... Hai sentito Madama Chips, no?” intervenne
Harry.
“Sì,
ma... “ il rosso guardò con cipiglio verso Harry:
“Tu...! Madama Chips ha detto che se non fosse stato per te a
quest'ora... Dove l'hai trovata? Come hai fatto a...?”
Harry
era consapevole del fatto che la verità sarebbe stata
difficile da spiegare... e da accettare. Abbassò gli occhi e
con sorprendente facilità, mentì: “Avevo
dimenticato di consegnare un lavoro a Piton entro la serata... e sono
uscito per farglielo trovare in aula...” Harry guardò
Hermione
di sfuggita, notando i suoi magnifici occhioni nocciola puntati su di
lui. “...E quando sono tornato, ho visto Hermione a terra,
ferita. Deve aver urtato un vaso senza accorgersene, e con quello si
è tagliata... Era svenuta, quando l'ho trovata.”
“Oh...
Hermione! Ma come hai fatto?” le chiese ancora Ron.
“Ecco...
io... In effetti ho fatto tardi in biblioteca ed ero stanca...
Ricordo solo di aver inciampato in qualcosa e di aver sentito male
alla gamba....” rispose lei, mantenendo la versione di Harry.
“Beh,
per fortuna che Harry ti ha vista!” disse Ron dando una pacca
all'amico e guardandolo a quel punto con riconoscenza.
Harry rivolse gli occhi
su Hermione, fissandola a lungo.
Perchè queste
bugie, Hermione....? Cosa stavi facendo, davvero?
Da cosa... o da chi,
ti stavi nascondendo?
“Bene!
Allora vado a dare la buona notizia a Luna!” disse tutto
contento Ron.
Harry contrasse un
muscolo della mascella.
“Ehm...
lei era così preoccupata...!”, disse Ron per
giustificare tutto quell'impeto.
“No,
Ron... non te ne andare!” lo supplicò Hermione.
“Stai
tranquilla... io... tornerò dopo. Ora cerca solo di riposare.”
Si liberò dalle mani della ragazza, che cercavano inutilmente
di trattenerlo.
Ron si sentiva una merda!
Beh, ovviamente si era preoccupato moltissimo per Hermione, ma adesso
che aveva visto che stava bene, non vedeva l'ora di correre da Luna!
Nonostante tutta la sua
vigliaccheria, si rendeva conto che non poteva tirare avanti ancora
per molto quella situazione... Non appena Hermione si fosse
ripresa... in qualche modo.... le avrebbe parlato.
Si chinò su di
lei, posandole un casto e distaccato bacio sulla fronte.
Hermione chiuse gli
occhi, inizialmente delusa e amareggiata per quel gesto così
freddo.
Poi
il suo orgoglio ferito si riscosse: “Meglio!”
Un
finto bacio sulle labbra non lo avrebbe proprio tollerato...
“Harry,
tu che fai?” chiese il rosso sulla porta.
“Vai
pure... ti raggiungo tra poco.”
Ron uscì e
Hermione si sentì morire! Non voleva restare sola con lui...
Non ne aveva le forze!
Sentiva le lacrime
premere per venir fuori, sentiva un peso schiacciarle il cuore... e
sentiva la presenza di Harry incombere su di lei.
“Come
ti senti?”
Lei attese un attimo,
prima di rispondere: “Mi fa un po' male...” disse con la
voce di una bambina impaurita.
“Mi
hai fatto preoccupare da morire...” confessò lui,
incapace di trattenersi.
Hermione
si sentiva sull'orlo di un precipizio, divisa tra la rabbia,
l'orgoglio e
l'amore.
Quella inaspettata
dolcezza da parte di Harry la disorientava... Tutta quella sua
attenzione... non la capiva!
Ma come in un incubo,
continuava a rivederlo mentre baciava dolcemente la Keen... e questo
le rendeva insopportabile la presenza del ragazzo al suo fianco.
Chiuse gli occhi, cercando a fatica di trattenere una lacrima prima
che questa le sfuggisse dal ciglio.
Sentì un
movimento, e quando riaprì gli occhi, vide Harry seduto sul
letto di fianco a lei, vicinissimo.
Hermione si sentiva in
trappola... senza vie di fuga.
“Adesso
mi vuoi dire cos'è successo... veramente?”
le chiese con dolcezza.
Lei sbatté le
ciglia, col cuore che le martellava nel petto.
“Io...
non ho voglia di parlarne.”
Harry
non riusciva a resistere a quegli occhi lucidi, così impauriti
e dolci. Sapeva, ne era certo, che Hermione stava soffrendo per Ron,
per il suo atteggiamento così freddo e distaccato, per il suo
improvviso interessamento a Luna... e per il suo dannato egoismo
infantile.
Doveva proprio amarlo
disperatamente, per stare così male!
Dio! Cosa avrebbe dato
per poterla abbracciare... e consolare! Non poteva sopportare di
vederla in quello stato! Avrebbe voluto poter alleggerire il suo
cuore... sollevarla da quella pena! Provava rabbia nei confronti di
Ron per il male che le stava facendo! Non riusciva a farsi una
ragione del comportamento dell'amico, e soprattutto non sopportava di
vederla così disperata!
Non immaginava di
certo che il tormento della ragazza dipendeva solo ed unicamente da
lui!
“E'
per Ron che stai così male, vero?” domandò
appoggiandole una mano sulla sua.
Hermione provò una
scossa a quel contatto, sentendo il calore della sua mano infiammarla
oltre ogni immaginazione.
“..R-ron?”
chiese lei non capendo.
Harry sapeva quanto lei
fosse intelligente e perspicace, ed era certo che dopo la confessione
che Ron gli aveva fatto la sera prima in Sala Comune, anche Hermione
avesse ormai capito che il suo ragazzo provava dei sentimenti per
un'altra persona... E l'idea che adesso Hermione stesse così
male lo faceva impazzire!
“E'
da lui che ti stavi nascondendo, no?”
Hermione
scosse la testa, turbata:
Ron?
Lei nemmeno ci stava pensando, a Ron!
Avrebbe voluto prendere a
pugni Harry, e gridargli: 'Che diavolo c'entra Ron? Sei tu... SEI
TU!... che mi fai star male! Sei tu che hai baciato la Keen...
davanti ai miei occhi!'
Ma non lo poteva fare...
Era imprigionata in un
letto, con un unico desiderio: poter scappare! Lontano da Harry...
Harry le si fece
improvvisamente più vicino, chinandosi su di lei.
Hermione schiacciò
la testa indietro, contro il cuscino, sgranando gli occhi e
trattenendo il respiro.
“Stai
tranquilla... vedrai che andrà tutto bene. Sono certo che
Ron... capirà l'errore che sta commettendo.” disse Harry
maledettamente vicino...
Hermione si perse nel
verde dei suoi occhi.
Errore...? Ron...? Ma
cosa stai dicendo, Harry?
A me non importa più
niente di Ron!
NON E' LUI CHE AMO!
Ecco! L'aveva detto!
Finalmente Hermione era stata onesta con se stessa... Aveva ammesso
quello che provava realmente per Ron... niente, se non amicizia.
Perchè Harry non
capiva che era per lui che stava così male? Perchè non
capiva che stava morendo di gelosia per lui?
Harry lottò contro
la voglia di chinarsi ancora un po' di più su di lei... La sua
bocca era così vicina, invitante... dolce. Non riusciva a
smettere di fissarla...
La porta si aprì
all'improvviso, facendo sobbalzare Harry.
Due occhi blu e
penetranti come lame lo inchiodarono a quel letto.
“Isa...
Professoressa Keen...” mormorò Harry, alzandosi in
fretta dal letto.
Lei, stranamente, non
aveva nulla di dolce nel suo sguardo. I suoi occhi erano gelidamente
infiammati, impossibili da descrivere.
“Harry!
Io immaginare tu essere qui...
Si dice tu avere salvato vita a tua amica,
ieri notte...” disse
l'insegnante avvicinandosi fino a loro.
Le due ragazze si
guardarono con reciproca diffidenza.
Hermione poteva sentire
tutta l'ostilità della professoressa concentrata su di lei.
“Ecco,
io...” farfugliò Harry, sentendosi tremendamente in
imbarazzo, ora, di fronte a lei.
Isabel
posò freddamente lo sguardo sul letto: “Io volevo vedere
come tu stavi, Hermione... E sapere se potevo fare qvualcosa
per te...” disse con distacco.
“Grazie...
ma non serve. Adesso sto meglio...”
Isabel tornò a
sfidare lo sguardo di Harry. I suoi occhi sembravano tristi e
sofferenti. “Harry... allora io aspettare te a lezione... più
tardi.”
“Sì...
sì, certo.”
“Non
farci più preoccupare, Hermione... mi raccomando!”
Hermione non sapeva bene
il perchè, ma quelle parole sembravano nascondere una velata
minaccia.
Con un'ultima occhiata
risentita, Isabel uscì con tutta la sua regalità dalla
stanza.
Hermione vide il ragazzo
seguire con lo sguardo l'insegnante, e si sentì follemente
gelosa anche di quell'occhiata furtiva.
“Non
c'è bisogno che tu resti qui! Io... sto bene.” gli disse
con indifferenza, mentre lui era ancora voltato in direzione della
porta.
Harry si girò a
guardarla. Senza pensarci si chinò sul letto ed appoggiò
le mani ai lati delle sue spalle, immobilizzandola: “Dimmi la
verità... Cos'è che ti ha sconvolto al punto da farti
fuggire in quel modo, rinchiudendoti in una stanza abbandonata?”
Lei sgranò gli
occhi, sentendo il cuore martellare forte nel suo petto.
Davvero vuoi sapere
cosa mi ha sconvolto? E tu, allora, dimmi perchè hai baciato
la Keen, Harry...? Dimmi perché?!
Harry si concentrò
maggiormente: voleva leggerle nella mente, doveva capire...
Lei si sentiva
imprigionata, impaurita... non riusciva a reggere quello sguardo, che
sembrava in grado di spogliarla e di mettere a nudo la sua anima.
“Harry...
ti prego. Per favore... sono molto stanca... Lasciami riposare...”
Lo supplicò lei, chiudendo gli occhi e voltando il viso di
lato.
Ad Harry bastarono quelle
poche parole per desistere all'istante da quell'abuso. Le guardò
ancora una volta le labbra... Dio, come avrebbe voluto baciarla! Ma
le sembrava così fragile e indifesa. Si arrese e lentamente la
liberò dalla prigione in cui l'aveva stretta.
“Certo,
come desideri tu... Posso... posso fare qualcosa per te?”
“...
No...”
Si guardarono a lungo,
uno sguardo fatto di mute parole, impossibili da pronunciare, ricco
di sentimenti, carico di emozioni intense.
“Bene...
Allora... ci vediamo più tardi...” la salutò
Harry, voltandole le spalle.
Lei lo vide allontanarsi
e sentì una tristezza infinita, provando un incomprensibile
senso di abbandono.
“Harry!”
lo chiamò quando era ormai sulla porta.
“Sì?”,
rispose lui, gli occhi pieni di speranza.
“Io
volevo...”
“...
Sì...?”
“...
Dirti... grazie.”
Un altro lungo silenzio.
“Grazie
per non aver detto niente a Ron.....”
Lui
la guardò a fondo, denudando la sua anima, tanto da farle
abbassare lo sguardo. “Figurati...”,
disse piano.
Lei tornò a
guardarlo: “E poi... Grazie per ieri sera. Se tu non fossi
arrivato in tempo, io...” si guardò le mani tremanti.
Lui fece un triste
sorriso e serrò la mano intorno alla maniglia: “Ci sarò
sempre, per te... ricordatelo.” E con questo richiuse
lentamente la porta alle sue spalle.
Le lacrime, calde e
amare, presero finalmente a scorrere sul viso di Hermione, che con
tutta la sua disperazione nascose il viso nel cuscino, sperando che
il suo grido d'infelicità venisse in qualche modo attutito.
* * *
Harry si sentiva a pezzi:
non aveva chiuso occhio tutta la notte, ed era stremato dalla
stanchezza e dai pensieri. Era preoccupato per Hermione e avrebbe
voluto uccidere Ron con le proprie mani per quello che le stava
facendo.
E poi... c'era Isabel...
Oh, i suoi occhi erano così indecifrabili! Sembrava essere
arrabbiata per qualcosa.... ma cosa?
Passò
davanti alla sua stanza, e nella
mente... si sentì chiamare.
Cazzo! Ho le
allucinazioni? O Isabel mi sta chiamando veramente?
Si guardò intorno,
ma il corridoio era vuoto: mancava quasi mezz'ora alla prima lezione.
Provò a bussare con poca convinzione, ma fu proprio Isabel ad
aprirgli.
Fece appena in tempo a
chiudere la porta che venne attirato all'interno della stanza dalle
sue mani morbide ed affusolate.
“Harry...”
sospirò Isabel con un lamento.
Lui la guardò. Il
risentimento sembrava essere sparito dai suoi occhi. Aveva l'aria un
po' scossa, come se avesse appena finito di correre, con alcune
ciocche di capelli che le erano sfuggite dai fermagli.
Sembrava preoccupata,
tesa... ma era bellissima!
“Va
tutto bene?”, le chiese allarmato.
“No!”,
rispose in fretta lei.
“Perchè?”
“Perchè?!
Sì, tu hai ragione... Perchè? Anche io domandare a
me.... e non sapere cosa rispondere! Io sapere solo che...”, un
altro sospiro di tormento, “... che non vedevo l'ora di
incontrarti, questa mattina!”
Harry abbassò gli
occhi, sentendosi in difetto, aspettando che quel momento
interminabile passasse.
“Tu
sembrare molto stanco”, gli disse poi con dolcezza.
“Sì!
... Lo sono... Sono a pezzi, ho sonno... E ho un'intera giornata di
studio che mi aspetta!”
Isabel si addolcì
maggiormente: “Ohh... vieni qui... Hai bisogno di riposare un
poco...” Con gentile autorità lo prese per mano e lo
accompagnò sul divano, dove lo fece sedere. Poi, con pochi e
rapidi gesti fece apparire una tazza di caffè fumante e dei
biscotti.
“Mangia
qualcosa... ti aiuterà.”
Lo stomaco di Harry
reclamava cibo dalla sera precedente e alla vista dell'invitante
colazione, non seppe resistere: “Grazie...”
Mangiò di gusto i
biscotti e bevve il caffè, provando subito un appagamento
fisico. “Grazie, davvero! Almeno reggerò un paio d'ore
senza crollare.” Ripose la tazza.
“Figurati...”
gli sorrise lei.
Harry si rilassò
un po' di più sul divano, stendendo le gambe e ammirandola con
più calma.
La ragazza, intenerita,
allungò una mano e tolse una briciola che gli era rimasta
vicino al labbro. Harry si irrigidì leggermente per quel
gesto, imbarazzato da quella confidenza. Poi il tutto si tramutò
in una dolce carezza e i loro sguardi si immobilizzarono nei
reciproci occhi.
Lei, senza parlare, gli
si fece pericolosamente più vicino, sul divano.... La sua
mano, lenta e dolce, proseguì la carezza dal viso fino a
scendere sulla spalla. Gli occhi della ragazza si allargarono di
stupito piacere non appena tastarono la consistenza di quei muscoli
duri, e si lasciò sfuggire un piccolo sospiro.
Harry rimase immobile
sotto quel tocco delicato, osservando le espressioni che il viso di
Isabel man mano assumeva.
I suoi occhi, di un blu
profondo come il mare, s'intensificarono nell'inconfondibile
espressione del desiderio, e senza più esitare si fecero
ancora più vicini.
Harry li osservava
ipnotizzato, incapace anche solo di sbattere le ciglia... finchè,
inaspettatamente, sentì le sue calde labbra sfiorarlo con
dolcezza.
Chiuse gli occhi, non
riuscendo ad opporre resistenza, e si lasciò accompagnare
all'indietro dalle abili mani di Isabel. Con estrema malizia, Isabel
insinuò la sua lingua morbida e dolce tra le labbra di Harry,
che la accolse senza protestare.
Il bacio si prolungò
per un tempo che Harry non seppe quantificare, diventando sempre più
esigente ed impetuoso. Le mani della ragazza erano un continuo
passare dal torace, al collo, ai capelli. Non sapeva se era per la
stanchezza o semplicemente per lo sconforto che provava, ma quelle
mani calde che gli accarezzavano i capelli mentre lo baciava, erano
una specie di ipnotico cullare, al quale lui si abbandonò
completamente.
E presto il suo corpo
reagì nel modo più naturale ed istintivo, sentendo
l'esigenza di prendere il comando della situazione. Si allontanò
per riprendere fiato da quel bacio appassionato, si sistemò
meglio mettendole una mano intorno alla vita, e con una piccola
rotazione se la portò sotto di sé, facendola sdraiare.
Isabel sembrò
gradire oltre modo quella decisione e si lasciò sfuggire un
gemito di piacere, soprattutto quando sentì il peso di lui
schiacciarla contro il divano.
Harry si sentiva
confuso.... Mentre baciava Isabel sentiva nel profondo una tristezza
infinita, un dispiacere molto simile a malessere. Ma il
coinvolgimento fisico che stava provando in quel momento, era in
netto contrasto con i suoi sentimenti. Era un ragazzo di sedici
anni, che non si era mai trovato così a stretto contatto con
una donna... e stava sentendo i suoi ormoni letteralmente impazzire!
Con una mano osò
farle una timida carezza sulla schiena.... fino a risalire pian piano
sul davanti e sfiorarle i bottoni della camicetta. Lei si protese
verso di lui, invitandolo a continuare. A Harry non sembrava vero...
Si
staccò per poterla vedere: Dio!
Era così seducente.... una vera tentazione!
Impacciato, le slacciò
i primi bottoni ed infilò la mano tremante nell'apertura,
toccandole il seno pieno. Un'ondata di eccitazione lo travolse,
offuscandogli i pensieri.
“Oh....
Harry...” sospirò la ragazza, piena di desiderio. Gli
mise una mano dietro la nuca, infilando le dita tra i suoi folti
capelli e lo attirò verso di sé. Ma il bacio fu rapido
e lei quasi gli morse il labbro, poi lo sospinse dolcemente verso il
suo collo... e poi più giù.
Lui sentì
l'esigenza di premere maggiormente il bacino su di lei, e a sua volta
emise un gemito di piacere. Sentiva la testa annebbiata, come se il
suo corpo decidesse per conto proprio.
Lei inarcò la
schiena e fece un movimento talmente bello che Harry credette di non
resistere. Aveva così poca esperienza in fatto di sesso che
per lui, riuscire a trattenersi, stava diventando un vero problema.
Dovette fermarsi un
attimo, altrimenti, se lei avesse continuato a muoversi in quel modo,
sarebbe catastroficamente venuto.
Dopo un po', su invito di
lei, iniziò a baciarle la zona sotto la clavicola, fino a
scendere sull'apertura della camicia. Con una mano, Harry concluse il
lavoro iniziato poco prima, e finì di slacciare completamente
l'indumento, sfilandoglielo del tutto.
Era rimasta col
reggiseno, e Harry sgranò gli occhi alla vista di tanta
bellezza. Come un assetato di fronte ad una vasca colma di acqua
fresca e dolce, abbassò la testa sul suo seno, baciandolo e
assaporando ogni centimetro di quella pelle morbida e delicata.
Isabel lo voleva da
impazzire! Continuava ad ansimare, ripetendo il suo nome
all'infinito. Allungò una mano, desiderosa di andare oltre, e
gli toccò la gamba. Poi, leggera come un soffio, proseguì
la sua carezza fino al suo inguine.
“Ahhh...”,
si lasciò sfuggire Harry, stupito dall'intenso piacere che
quel semplice gesto gli aveva causato.
Tornò a baciarla
sulla bocca, ma poi.... l'immagine di Hermione lo folgorò.
Improvvisa ed impietosa.
La testa gli ronzava...
tutto stava succedendo troppo in fretta.
Ma cosa sto facendo?
Cosa ci faccio qui?
Hermione è
ferita... in infermeria, distrutta! E io sono qui che a momenti
faccio l'amore con un'altra?
Cristo! Era lei che stava
immaginando di baciare!
Aprì gli occhi e
la vista di Isabel, bellissima, appassionata, disponibile e invitante
lo fece tentennare. Poi sbattè le ciglia e distese un braccio
per sollevarsi dal divano: “Isabel...”
Anche lei aprì gli
occhi e lo guardò con sguardo bramoso. Gli afferrò la
camicia, tirandolo nuovamente verso di sé.
“No!
Aspetta...” la implorò.
“Cosa...?”
chiese lei, non capendo.
“Io...
è meglio di no...”
Isabel si incupì:
“Meglio di no, cosa?”
“Non...
non dobbiamo andare oltre” rispose a fatica, allontanando la
sua mano e tornando a sedersi sul divano. La testa aveva preso a
fargli un male cane, e si passò le mani sulla faccia per
cercare un po' di sollievo.
“Harry...
Io... ti prego! Dammi un altro bacio...” chiese Isabel,
accarezzandogli la gamba con le sue lunghe dita.
Il ragazzo si alzò
dal divano. La vide semi sdraiata, i capelli sciolti, le guance
leggermente arrossate ed uno sguardo che implorava solo di essere
amata. Harry dovette distogliere l'attenzione da lei e
dall'eccitazione che provava in quel momento. Sapeva che non era
quello il momento, né il luogo... né, forse, la persona
giusta.
“Isabel,
sei... fantastica! Ma adesso sarebbe sbagliato. Io... mi sconvolgi,
mi piaci, mi confondi... Ma abbiamo moltissimo tempo...” cercò
di dire con un minimo di razionalità.
Un lampo di ostile
risentimento passò negli occhi della ragazza. Era arrabbiata,
delusa, offesa... ma durò solo un attimo. Subito dopo, lei si
sollevò e si passò una mano tra i capelli, cercando di
ricomporsi. Con grazia si infilò nuovamente la camicetta,
allacciando piano i bottoni e Harry si sentì arrossire.
“Certo...
Io capire. Spero di non essere sembrata... troppo... autace”
Harry non seppe cosa
dire. Di sicuro, non si era mai trovato in una situazione simile...
Le sorrise, cercando di farsi passare l'agitazione, e a sua volta si
diede una sistemata.
“No,
è tutto a posto, ma... Scusami se... Insomma, mi dispiace di
non... ”
“Non
mi devi chiedere scusa, Harry! Io capire...”
“Adesso
è meglio che vada...”
“Va
bene” rispose con un sorriso.
Harry uscì in
fretta dalla stanza, turbato e confuso, con ancora il membro
dolorosamente rigido.
Voltò l'angolo e
incontrò Ginny.
“Ciao,
Harry!” lo salutò la ragazza.
“Ginny...”
“Ho saputo di
Hermione.... Come sta? Stavo andando a trovarla e...”
S'interruppe e lo osservò con più attenzione: “Ma
da dove vieni? Cosa ti è successo? Sembri... sembri....”
la rossa non trovava la parola giusta, ma aveva bene in mente come
identificare quello stato di sconvolgimento. Poi, con un rapido
calcolo, si accorse che nel corridoio dal quale lui proveniva, c'era
un'unica porta... ed era quella della Professoressa Keen.
Sgranò gli occhi,
incredula, allibita.
“Ecco,
io... non ho dormito! Sono stato tutta la notte in infermeria....
Hermione ora è sveglia e il peggio sembra essere passato”
disse in fretta Harry, temendo quegli occhi così perspicaci e
svegli.
“....
Uhm... sì.... certo...” disse con poca convinzione.
“Io...
io vado a farmi una doccia, prima delle lezioni...”
“Certo...
Io vado a salutare Hermione, allora....”
“Ok!”,
disse in fretta lui e con un cenno della mano, si allontanò
correndo.
La rossa rimase a
fissarlo di schiena, e poi tornò a guardare la porta
dell'insegnante, assalita da mille dubbi e mille domande...
desiderosa di poter condividere i suoi dubbi e i suoi sospetti con la
sua più cara amica: Hermione Granger.
Infatti, quando entrò
in infermeria, trovò Hermione sveglia e la salutò con
un caldo sorriso. Dopo essersi accertata che l'amica stesse meglio,
non riuscì a trattenersi dal dirle: “Sai, ho incontrato
Harry.... poco fa....”
Hermione si fece
immediatamente più attenta.
“Certo
che è stata una vera fortuna che ieri sera ti abbia vista!”
Il viso di Hermione si
addolcì e con un sospiro, ammise: “Già... se non
fosse stato per lui.... Madama Chips ha detto che sarei anche potuta
morire!”
L'amica si sedette sul
bordo del letto e le prese la mano, facendole una carezza.
“Quando
ho bisogno... lui c'è sempre...” continuò con
sentimento Hermione.
Ginny, del tutto
ingiustamente, provò una punta di gelosia, e questo la spinse
ancora di più a riferirle ciò che aveva visto: “Sai...
mi ha detto di essere stato qui tutta la notte...”
Hermione sorrise
maggiormente, commossa dal ricordo degli occhi di Harry al suo
risveglio, all'apprensione che vi aveva letto dentro, alla paura che
gli aveva segnato il viso.
“Solo
che poi...” la rossa lasciò di proposito la frase in
sospeso.
“Cosa?”.
“Oh,
è così strano.... in realtà lui... sembrava
così...
sconvolto!”
Hermione sorrise
compiaciuta: “Sì, poverino... si è spaventato
tantissimo, per quello che mi è successo. Aveva paura che...
era terrorizzato che ci fossero delle conseguenze gravi...”
“Beh,
io veramente non mi riferivo a questo...”
Hermione aggrottò
le sopracciglia: “A cosa, allora?”
“In
tutta onestà, era come se... Oh, come posso spiegarti? Harry
era turbato, sconvolto... come se avesse appena finito di rotolarsi
su un prato insieme ad una ragazza, ecco!” disse la rossa in
fretta.
Hermione si pietrificò.
Cosa diavolo stava dicendo, Ginny? Cosa stava insinuando?
“Non...
capisco, cosa... cosa vuoi dire?”
“Ecco,
vedi, Hermione... Lui proveniva dal corridoio dei professori...
proprio dove c'è la stanza della Keen! Sai... tutte quelle
cose che dice Malfoy.... su loro due...” Ma appena detta
quella frase, se ne pentì immediatamente, visto che gli occhi
di Hermione si dilatarono, velandosi di lacrime.
Non riusciva a credere
alle sue orecchie.
Harry era stato dalla
Keen...
Subito
dopo averla lasciata... era andato da Lei
!
E Ginny... Dio! Ginny
aveva detto che aveva l'aria stravolta, di uno che aveva appena....
“Oh...
ma magari mi sono sbagliata....”, soffiò Ginny
abbassando la testa per nascondere il rossore.
Hermione rimase con lo
sguardo fisso nel vuoto, incapace di parlare. Ricordava fin troppo
bene il bacio che aveva visto dare da Harry alla Keen. Ancora le
bruciava negli occhi. E dopo che aveva visto l'insegnante quella
mattina... e gli sguardi che si erano scambiati, non aveva dubbi che
i due si fossero successivamente incontrati.
Provò un forte
dolore al cuore, acuto come quello di un punteruolo che strazia la
più delicata delle superfici.
Ginny, ora, era in
difficoltà. La baciò frettolosamente e si alzò,
andando verso la porta. “Scusa... magari è meglio se
adesso ti lascio riposare...”, disse sentendosi vergognosamente
in colpa. Il fatto era che nonostante avesse un fidanzato...
continuava a provare qualcosa per Harry, compresa una forte gelosia
per come lui guardava Hermione.
Hermione
annuì “Certo, grazie della visita...” Quando la
porta si fu chiusa, tornò a
sdraiarsi e nascose il viso sotto le coperte.
* * *
Grazie alle cure di
Madama Chips e al riposo, la gamba di Hermione guarì nel giro
di pochi giorni e lei fu subito in grado di tornare a lezione.
La ragazza preferì
glissare con tutti il vero motivo di quella breve assenza.
Soprattutto, il suo
ostinato orgoglio e il suo accanito rancore, la portavano
matematicamente dalla parte opposta di dove si trovasse Harry.
La mattina seguiva con il
massimo della concentrazione tutte le lezioni possibili ed
immaginabili (anche quelle non sue), evitando chiunque, e durante i
pomeriggi trovava rifugio nella biblioteca deserta, sicura che
neppure lì qualcuno la potesse disturbare.
Anche quel pomeriggio si
era rintantata in quell'ambiente silenzioso, protetta e sicura di
quella solitudine, per potersi concentrare nelle sue letture.
Leggermente zoppicante, ad un certo punto si alzò per riporre
un libro voluminoso al suo posto. L'aria era immobile e silenziosa. I
caldi raggi del sole filtravano attraverso la finestra,
illuminandola. A sua insaputa (semi nascosto dietro una colonna),
Harry la osservava in controluce, ammirandola in tutta la sua
bellezza, seguendo il profilo delle sue morbide linee illuminate dai
raggi.
Dio, quanto la
desiderava!
I vecchi libri polverosi
mossero migliaia di pulviscoli che, illuminati dai raggi di sole,
iniziarono a danzare attorno alla sua figura in un lento e morbido
movimento, rendendola quasi eterea.
Hermione si alzò
in punta di piedi, allungandosi e cercando di prendere un libro che
stava una fila più su rispetto a quello che aveva appena
riposto. Lui la raggiunse nel silenzio più totale, mettendosi
alle sue spalle, vicinissimo a lei...
“Ti
serve aiuto...?”, le chiese in un sussurro, vicino al suo
orecchio.
Il cuore della ragazza si
fermò perdendo un battito, per poi riprendere a palpitare come
un matto. Nel breve spazio tra la libreria e il corpo di Harry, ruotò
su se stessa ritrovandosi a pochi centimetri da lui.
“Harry...”
mormorò.
Sono stato un folle a
desiderare di baciare e... toccare un'altra.... Come ho potuto farlo?
“Come
stai...?” le chiese, giusto per distrarsi dalle sue labbra.
“Io...
bene... Meglio, grazie.”
Harry continuava a
restare senza motivo a pochi centimetri da lei, obbligandola ad
appiattirsi contro la libreria per riuscire a guardarlo in faccia.
In
un silenzio imbarazzato, Hermione si guardò disperatamente
intorno, sperando di scorgere qualcuno. Ma
con quella giornata di sole, dopo tanta pioggia, erano ben pochi
coloro che aveva deciso di restare rinchiusi nel Castello.
“Io...
cosa ci fai, qui?” gli chiese stupidamente.
“Ti
cercavo... E' da giorni che mi sfuggi.”
Lei sgranò gli
occhi, oltraggiata ancora una volta dalla sua supponenza, offesa
dalla sua sfacciataggine. Ma come si permetteva? Chi si credeva di
essere? Era arrabbiata e ferita per quello che aveva visto solo pochi
giorni prima. Per non parlare di quello che le aveva detto Ginny!
Ancora non riusciva a credere che Harry, il suo Harry si fosse
comportato in modo tanto disdicevole... con un'insegnante!
“Non
ho nulla da dirti...”, disse puntando le mani sul suo petto,
nel vano tentativo di allontanarlo. Ma Harry era una roccia e non si
spostò neppure di un centimetro.
“Che
cosa credi di fare? Evitarmi per sempre?” le chiese in un
sussurro, prendendole i polsi e stringendoli leggermente.
Hermione si sentì
morire!
Quasi provò un
dolore fisico allo stomaco tanto le si stava ingarbugliando. Uno
sfarfallio senza tregua le toglieva il respiro.
“Fammi
passare...”, ordinò con disperata autorità,
iniziando a non reggere più quello sguardo così
penetrante.
Lui la osservò per
un lungo istante, fermandosi in tempo prima di cedere alla tentazione
di chinarsi su di lei e baciarla.
“Sì,
certo... Ma prima ti aiuto a prendere il libro che cercavi...”
Avanzò di un
passo, facendo aderire leggermente il proprio corpo al suo. Con
studiata lentezza lasciò che i loro corpi si sfiorassero....
Hermione poté
sentire il suo inconfondibile profumo di pulito. Harry, a sua volta,
inspirò la sua dolce fragranza, fresca e delicata, che avrebbe
voluto poter assaporare con le labbra! Allungò la mano e prese
il libro che lei voleva, restando il più a lungo possibile
vicino a lei.
Poi, inevitabilmente, si
separò da lei, porgendole il volume con un sorriso e facendo
un passo indietro.
“Grazie”,
disse Hermione senza guardarlo. Obbligandolo a spostarsi, lo
oltrepassò e tornò a sedersi. Si passò una mano
tra i capelli, come per riportare la situazione in ordine e sotto
controllo.
Harry la seguì,
ostinato: “Allora... mi vuoi dire perchè hai questo
atteggiamento?”
Spudorato-ignobile-miserabile-stronzo!
“Non
so di cosa tu stia parlando”, rispose aprendo il libro e
sistemandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
“Ecco,
io... mi chiedevo...”
Lei continuò a
sfogliare rumorosamente le pagine, irritata dalla sua insistenza.
“Hermione,
non sopporto di vederti soffrire in questo modo!” disse tutto
d'un fiato, senza avere il coraggio di guardarla negli occhi.
“Sono
preoccupato... e voglio sapere come stai...”
Furiosa, smise di girare
a vuoto le pagine ed incollò gli occhi ai suoi: “Ahh!
Sei davvero molto gentile! Ma non occorre che tu stia in pena per
me!” disse con finto sarcasmo.
Il moro si stupì
di quella risposta astiosa, e continuò imperterrito: “Tu
e Ron vi siete parlati? Voglio dire.... Siete riusciti a chiarirvi?
Lui ha capito che...”
... Eh, no! NO! Questo
non lo avrebbe proprio sopportato!
“Oh,
Harry!” disse a voce alta, chiudendo con un tonfo il grosso
libro. “Cosa c'entra Ron? Perchè mi stai assillando in
questo modo?” domandò con rabbia.
“...
Come perchè? Io... ti vedo star male... Sei inquieta,
turbata...”
“Non
farmi ridere, Harry!”, lo interruppe con foga. “Mi sembra
che ultimamente le tue distrazioni siano decisamente più
interessanti dei miei problemi, no?!” ringhiò.
Lui la guardò
stupito, non capendo cosa intendesse dire.
“A
cosa ti... riferisci...?”
Hermione
fu tentata di riempirlo di pugni e lo fulminò con lo sguardo:
“A
NIENTE!” gridò alzandosi e facendo per allontanarsi.
Ma lui fu veloce ad
afferrarle il polso e a bloccarla prima che scappasse via: “Dove
stai andando? Aspetta!”
“Lasciami
immediatamente, Harry!” cercò inutilmente di
divincolarsi dalla sua presa.
“Eh,
no! Tu adesso mi dici cosa significa!” La sua pazienza era
arrivata al limite.
“Non
c'è niente da dire...” ruggì con disprezzo “Hai
fatto le tue scelte, mi sembra!”
Harry era sbigottito.
Perchè Hermione ce l'aveva tanto con lui? ...Non era forse
Ron, la causa della sua rabbia e della sua disperazione? Stava
soffrendo di gelosia per l'amicizia che stava nascendo con Luna,
no...?
Lei si liberò con
uno strattone da quella morsa che le stava artigliando il polso, e
con un gesto di stizza prese la borsa che era abbandonata a terra.
Si diresse a passo veloce
verso l'uscita, afferrò la maniglia ed aprì appena la
porta, ma fu raggiunta in un attimo da Harry, che allungò la
mano e richiuse violentemente la porta davanti al suo viso.
“Adesso
mi dici cosa cazzo vuol dire questo atteggiamento!”, disse
arrabbiato, continuando a tenerla imprigionata con il braccio teso.
Era stufo, stufo marcio
di quell'ambiguità, di quel comportamento ostile e polemico.
“Se
sei arrabbiata con Ron, perchè ti comporti così con
me?!”
Gli
occhi di Hermione scintillarono di collera: “Ron?
RON?
Oh, ma la vuoi piantare di nasconderti dietro Ron?! Smettila! Basta!”
Sembrava una leonessa ferita. “Vuoi la verità?? Ron
non ha il coraggio di dirmi che tra noi è finita! LUI NON MI
AMA PIU'!” Gli occhi le si velarono di lacrime e con le labbra
tremanti, disse in un sussurro: “Ed io, forse.... non l'ho mai
amato!”
BOOM!
Botta al cuore!
Forte... fortissima!
“Ma
vuoi sapere qual è la cosa più buffa? E' che non riesco
nemmeno ad avercela con lui!” Una lacrima vinse la sua
resistenza e le scivolò lungo la guancia. “Già...
non è con lui che ce l'ho! Ce l'ho con ME STESSA! Sono io...
Sono io che sbaglio sempre tutto!”
Harry, nella sua ostinata
cecità, era convinto che lo spirito di protezione di Hermione
volesse tutelare Ron ancora una volta.
Certo! Lei non sapeva che
il suo ragazzo si stava innamorando di Luna, e questo lo fece
arrabbiare oltre il dovuto.
“Ron
è uno stronzo! Lui... non merita di essere difeso in questo
modo! Tu non sai...” ma si interruppe, improvvisamente
combattuto tra il sentimento d'amore che provava per lei, e quello di
amicizia che sentiva per lui.
Lei lo guardò
sdegnata: “Ma come ti permetti? Con che coraggio dici queste
cose?! Perchè non provi a farti un maledetto esame di
coscienza, una volta tanto? Perchè non abbassi quella
disgustosa maschera di finto perbenismo che ti porti incollata
addosso?”
Harry
si sentì investito dall'onda d'urto di quelle parole, dette
con rabbia ed amarezza. Sbatté
le ciglia incredulo e scosso, incapace di reagire a quelle accuse
precise e dirette.
“Mi
hai deluso, Harry! Profondamente!” Sollevò la mano e con
fastidio si liberò dal braccio del ragazzo che la teneva
incollata al muro.
“Aspetta!”
la supplicò a voce alta: “Ma cosa vuoi dire...? A cosa
ti riferisci?” chiese disorientato.
Lei gli restituì
uno sguardo duro e ferito: “Sii onesto, almeno per una volta...
Avanti, ammettilo... se ne sei capace!” attese pochi secondi, e
poi continuò con un sorriso pieno del disprezzo più
assoluto: “Hai baciato la Keen, Harry! ... Se non peggio! Te lo
devo proprio ricordare? Lei è.... è un'insegnante!
Dovresti vergognarti!!” disse gelidamente. E con questo se ne
andò, lasciandolo solo alle sue colpe e responsabilità.
Sentì i suoi passi
allontanarsi velocemente, finchè il silenzio lo avvolse.
Merda!
Quelle ultime parole lo
avevano colpito come una fucilata, secca e dritta al cuore.
Hai baciato la Keen!
Se non peggio! Lei è un'insegnante! Dovresti vergognarti!
Era Hermione...
Era lei ad averli visti,
in giardino...
E sembrava conoscere
molto più di quanto lui tentasse disperatamente di nascondere.
Rimase a lungo a fissare
la porta chiusa, finchè si abbandonò con le spalle
contro il muro e si lasciò scivolare fino a terra, per restare
un tempo infinito con la testa tra le mani.
* * *
Argentlam:
Ciao carissima! Sei, come sempre, davvero gentile... Ed io non posso
che essere felice che il capitolo ti sia piaciuto! Ehh..... I
sentimenti di Hermione sono descritti bene? Sarà che ci sono
passata??? :-)) LOL Ancora grazie!!
Rani
of the Artich:
Aiuto! ciao..... temo il tuo giudizio! Se nel capitolo precedente eri
arrabbiata.... chissà adesso! Beh, come puoi capire... nella
mia testolina frullano le 'peggio cose' , e quindi questo tasto
(Keen+Harry), seppur dolente, doveva essere toccato. Ma spero
comunque, che il tutto sia stato di tuo gradimento.... Attendo
fiduciosa il tuo giudizio! 1 bacio!
Luxcis:
Arghh! Scusami se ho pensato ad un maschietto! :-)) Sei un tesoro, e
spero che anche questo 15° cap ti sia piaciuto! Ovviamente fammi
sapere, ok? Grazie!!!!
Sabri89:
Dolcissima Sabri..... ancora sicura che si tratti solo di tenerezza?
O al nostro Harry sta andando in fumo il cervello?? Ahi, che brutti
scherzi che ci gioca il cuore..... :-) Ma non dico di più!
Hermione è in una valle di lacrime... col cuore a pezzi! Ma è
una tosta, non temere! Ti pregooooooo, fammi sapere cosa te ne
pare!!!!!!!! Grazie, come sempre, per la tua costante presenza e per
il tuo fondamentale sostegno! 1 bacione!
Stizy:
Ciao Ciccina mia!! :-D Sono sempre felicissima di poterti regalare
emozioni.... ne sono onorata! E poi... chi di noi non c'è
passato, ahimè? Ma l'importante è cogliere sempre degli
insegnamenti! :-)) Non so se questo capitolo sia stato un vero e
proprio chiarimento.... ma perlomeno, la nostra Hermione, qualcosa ha
tirato fuori! Anche se deve ancora sfoderare gli artigli! Grazie,
come sempre, del tuo fondamentale supporto! BACIONIIIIIII !!
Jerada:
Ciao! Grazie per il 'grande capitolo'!! Caspita, mi hai anticipato la
sorpresa.... alla Mappa del Malandrino ci avevo pensato, ma volevo
aspettare questo cap per poter descrivere meglio la scena...! :-) Ad
ogni modo, spero di aver soddisfatto le tue aspettative ^^'. Un
cazzotto a Ron? Ma anche due! Che ne dici? Grazie della tua presenza
costante, è un vero onore, per me! 1 bacio a presto!
Marco:
Ecco il mio...
fondamentale e preziosissimo
Marco! Grazie della lunga e dettagliata recensione, è sempre
importante per me! Allora, Harry è in completa confusione... e
di sicuro, la Keen sa bene come approfittarne! Ma Hermione, seppur
col cuore a pezzi, è una battagliera! A te devo un
ringraziamento speciale, per il tuo aiuto, per la tua costanza, per
il tuo sostegno... e per la tua amicizia! Grazie!
dolcepuffa:
Ma ciao!!! Come sono felice di avere una new entry (in fatto di
recensioni)!! Grazie, sono stra felice di avere tanti lettori che
seguono con passione questa fic! Ma di sicuro, il fatto di lasciare
la propria 'testimonianza', rende reale e concreto il gradimento,
quindi ti ringrazio tantissimo per aver fatto il 'passo in più',
e di aver recensito! Spero sinceramente di trovarti ancora! :-)
Bacioni!
8x4:
Wow!! Ciao, stellina! Che bella recensione, grazie! Non è
sicuramente un compito facile quello di riuscire a trasmettere
emozioni... Quindi il tuo complimento me lo prendo TUTTO e me lo
spupazzo per un bel po'! Grazie di cuore! Anche tu, che sei sempre
costantemente presente, ti meriti un bel bacio in fronte! SMACK
!!!!!!!! :-)) A presto!
morgana85:
Dolcissima Morgana, sei davvero un tesoro! Non ho parole per
ringraziarti delle tue parole, e l'unico modo che ho, è
cercare di continuare a fare del mio meglio per scrivere questa fic!
Mi auguro che questo capitolo ti sia piaciuto, e che il mio lavoro
non ti deluda mai! Un abbraccio forte! ciao!!!
Sallulla:
S-e-i i-l m-i-o m-i-t-o !!!!!! :-D Ciao, bella tusa! Non ti nascondo
che aspetto sempre con ansia i tuoi commenti, che mi regalano sempre
un sorriso e mi fanno un enorme piacere! Grazie di cuore! Chiedo
ancora scusa per il ritardo del capitolo precedente.... e mi auguro
di essere andata meglio questa volta! Hai visto giusto, e spero che
questo ultimo capitolo ti sia piaciuto.... che te ne pare???? :-)
Attendo, come sempre, il tuo giudizio! GRAZIE ! Baci!
granger90:
Tesoro mio, ciao! ... Morire, resuscitare, morire.... 'Aaaspita!! ME
POTENTE!! :-)) No, scherzo, sono solo estremamente felice di essere
riuscita a regalarti tutto questo bombardamento di emozioni!! :-D ...
E con questo capitolo???? Ad emozioni come stiamo? ^^ Palpitato il
cuoricino? Grazie di tutto!! un bacio a presto!
goldbuble:
Ciao!!! In realtà, Ron.... ancora non l'ha lasciata.....
Ma.... :-))))) ^^ Grazie mille per la tua dolce recensione e per il
tuo affetto! Spero di essere stata un po' più veloce con
l'aggiornamento, questa volta! Aspetto con ansia il tuo parere, mi
raccomando!! Kisses
BellaWitch:
Oh, cara! Ma figurati, per me è stato solo un piacere... e ci
tenevo veramente a ringraziarti! E anche la tua super recensione di
questa volta mi ha riempito di gioia! Gnam, gnam.... che scorpacciata
di complimenti! grazie.... :-) In effetti, inserire personaggi nuovi
non è mai facile (vedi Keen), e sono contenta che 'nel bene o
nel male', il risultato ti sia piaciuto. Arrivati a questo punto, che
te ne pare?? Come puoi capire... qui la cosa si fa seria! Conto sulla
tua prossima recensione! Tantissimi baci!
Harmonia:
Ciao! Che bello 'ri-leggere' il tuo nome! Era un po' che ti aspettavo
:-)) E' vero, nel precedente capitolo sembrava che fossimo arrivati +
o - a chiarire le situazioni, ma adesso....? Hi hi hi.... Adesso è
un bel macello... (dal quale riuscirò ad uscire??? AIUTO!!!).
Grazie della rec!! A presto, spero! ciao
PikkolaGrandefan:
W-O-W ....... Cavolo, grazie! Concisa, ma EFFICACE!! Che splendido
commento.... ne sono onorata! Spero di trovarti ancora... e grazie di
cuore! ciao ciao!
In
questo cap ci sarà una piccola scena 'hot'... E' solo una mia
premura avvisare, visto che comunque il Rating è rosso...
Come
sempre, ci tengo tantissimo a ringraziare tutte le persone che
continuano a seguire questa storia, anche chi solo legge...
Ma
un doveroso ringraziamento è per coloro che lasciano con tanta
costanza ed affetto le loro recensioni! Siete fantastici!
E
per ultimo (... ma solo in senso figurato! ^^) un grazie enorme a
Marco per il suo sostegno ed il suo aiuto!
A
fine cap, ovviamente, un pensierino per voi!
Bacioni
a tutti!!
Magia
- 16 -
“Abuso
di potere”
Hermione non credeva di
essere stata capace di farlo... Proprio non ci credeva!
Santo
cielo, aveva confessato di non amare più Ron... e proprio
a Harry! Si rifugiò nella sua stanza, gettandosi sul letto ed
abbracciando forte il cuscino rosso, a forma di cuore.
Dio mio, devo essere
impazzita!
Perchè ho detto
tutte quelle cose a Harry... Adesso sa che l'ho visto con la Keen!
Che errore terribile!
In questo modo si era
resa vulnerabile e.... Oddio, aveva fatto la figura dell'isterica
gelosa!
E se Harry avesse intuito
qualcosa? Anzi, peggio: se avesse capito, senza più ombra di
dubbio, che era disperatamente innamorata di lui?!
Passare per la povera
amica non ricambiata e col cuore a pezzi era l'ultima cosa che
voleva!
Ohh... Non se lo sarebbe
mai perdonato!
Prese a pugni il cuscino,
riuscendo solo in parte a sfogare la sua frustrazione.
Guardò fuori dalla
finestra: il cielo era tappezzato di nuvole rossastre, colorate dagli
ultimi raggi di sole della giornata. Sospirò: si sentiva così
triste!
Adesso, ripensando a
quello che era successo in biblioteca, si vergognava da morire! Con
che coraggio aveva tirato fuori quelle parole?
Ma era stato più
forte di lei.... Non riusciva più a reggere quella disonestà
da parte di Harry! Fingeva di esserle amico, di essere preoccupato
per lei... E invece non gli importava nulla! Niente di niente!
L'unica cosa che era
riuscito a fare, era innamorarsi di una professoressa della Scuola,
andando contro ogni regola, al di là della ragione e del
buonsenso!
Santo cielo! Purtroppo
era maledettamente gelosa... e se soltanto avesse potuto, avrebbe
fatto qualsiasi cosa per eliminare la Keen dalla faccia della terra!
Ma aveva ben poche armi contro la ragazza più bella
dell'intero mondo magico, così carismatica, dolce, e
maledettamente brava! E che soprattutto, a differenza sua, aveva
avuto il coraggio di dichiararsi a Harry!
Si sentiva arrabbiata col
mondo intero! Sarebbe voluta sparire... e per un folle momento pensò
addirittura di abbandonare la scuola. Oh, non avrebbe sopportato di
assistere nuovamente ad un bacio tra Harry e Isabel! Non l'avrebbe
proprio retto!
E poi c'era Ron... Cosa
doveva fare, con lui?!
Adesso,
finalmente, aveva capito che
non era la simpatia nata con Luna a ferirla, bensì l'aver
realizzato che per lui provava indifferenza.
Il suo intuito femminile
ormai l'aveva messa in guardia da parecchie settimane: anche per lui
i sentimenti erano cambiati... Quella di Ron nei suoi confronti era
solo una inutile e cocciuta ostinazione... Lei era stata un
obiettivo da raggiungere e da portare a casa.
Sì, certo, si
volevano bene.... e lui poteva andare in giro col petto gonfio di
soddisfazione, mostrandola come un trofeo.
Ma era amore, quello?
Avevano mai parlato,
seriamente?
Avevano mai discusso con
ardore sulle reciproche convinzioni, difendendole ad oltranza?
Avevano mai provato a
conoscersi, veramente?
No, no, no! La loro era
stata una resa reciproca. Un atto dovuto, che tutti si aspettavano.
Ma non c'era mai stata la passione, la complicità, la
serenità....
E forse Ron, adesso...
per la prima volta, con Luna stava scoprendo davvero quei
sentimenti.... quelle emozioni che facevano tremare al solo pensiero!
Ma Ron era troppo codardo
per ammetterlo, e soprattutto per dirglielo.
Dovevano parlare. Era
arrivato il momento di farlo! Non aveva più senso restare
insieme a lui... Lo doveva fare per onestà.... almeno con se
stessa. Ma non voleva affrontarlo in Sala Comune, dove rischiavano di
incontrare Harry: decise quindi di mandargli un messaggio via gufo,
col quale gli chiedeva di incontrarsi alle 19 all'ingresso del
portone.
Ron, non poco stupito per
quell'insolita richiesta, si presentò puntuale
all'appuntamento, ma con una gran paura di quello che lo aspettava.
“Ehm,
ciao Hermione...” disse grattandosi la fronte, che aveva già
raggiunto un discreto colore rosso.
“Ciao,
Ron. Ti va di fare due passi?”
“Sì,
sì, certo!”, si affrettò a rispondere,
terrorizzato dal contraddirla.
L'aria fredda della sera
li colse alla sprovvista, ed Hermione si strinse meglio la sciarpa al
collo. Ron aveva le mani affondate nei pantaloni, e dopo un attimo di
indecisione, allungò goffamente un braccio per cercare di
ripararla dal freddo. Lei non protestò, ma dopo qualche metro
in direzione del lago, si fermò.
“Credi
che basti questo, per farci restare insieme?”
Ron tolse in fretta la
mano dalla sua spalla, e con la punta dei piedi iniziò a
spostare un sasso da destra a sinistra.
“Ecco,
Hermione... io... non so. In effetti, è da qualche giorno
che... volevo parlarti...”
Hermione sollevò
un sopracciglio. Avrebbe voluto essere arrabbiata, con lui, ma
proprio non ci riusciva.
“Sono
tutta orecchie”, lo invitò.
Ron boccheggiò,
cercando di trovare le parole giuste: “Ecco, vedi... Tu mi
piaci un sacco, Hermione, te lo giuro! Io... era da un'infinità
di tempo che ti morivo dietro! Per me sei un ideale, una guida.... ti
ammiro e ti stimo.... ma io...”
Hermione aveva gli occhi
lucidi, ma non sapeva il perchè.
Forse, semplicemente, il
fatto che fosse lui il primo a concretizzare con delle parole un
pensiero comune, ora, le dava un certo senso di smarrimento.
Infondo lo aveva
sottovalutato: seppur a fatica, si stava dimostrando lui il più
onesto e sincero... Lei si era resa conto di non amarlo da molto
tempo, eppure non aveva trovato il coraggio di dirglielo.
“Sai...
io credo che la nostra amicizia... alla fine... sia più
forte... di...di...” non riuscì ad andare oltre,
timoroso di ferirla.
Gli venne in soccorso con
uno sguardo dolce: “Grazie, Ron. Grazie per essere stato tu il
primo ad avere avuto il coraggio di dirlo.”
Il rosso sollevò
gli occhi, aggrottando le sopracciglia.
“Ecco,
vedi... Anch'io, da qualche tempo, ho capito che tra di noi non
poteva funzionare...” confessò a sua volta Hermione.
Ron sembrò tornare
a respirare, buttando fuori tutta l'aria che fino a quel momento
aveva trattenuto.
“Dici
sul serio? Allora... non mi odi?”
Lei sorrise, riuscendo a
trovare quel momento dolcemente comico.
“No,
Ron... non ti odio.”
Lui tornò ad
abbassare lo sguardo, sentendosi comunque in colpa per quello che
provava segretamente per Luna.
Con delicatezza, Hermione
gli accarezzò un braccio: “Sai, trovo che Luna sia una
ragazza molto fortunata.”
Ron divenne talmente
rosso da illuminare l'intero giardino.
“Hermione,
non devi pensare male... Noi... te lo giuro, io non...”
“Ron,
non devi dirmi niente. Purtroppo so bene che il cuore a volte può
giocarci strani tiri... Spero solo che tu stia bene... te lo meriti.”
Ron la guardò
pieno di riconoscenza e preso da un'impeto di affetto, l'abbracciò
forte, tenendola stretta per un lungo momento. Con quel semplice
gesto, fu come se il ragazzo avesse aperto gli argini di una diga,
incapace di contenere anche una sola ulteriore goccia, e Hermione
iniziò a piangere in silenzio, sicura del fatto che Ron non
avrebbe fatto domande.
* * *
Hermione si rinchiuse in
se stessa, cercando di evitare Harry il più possibile. Non
poteva accettare quel comportamento irresponsabile! Era profondamente
arrabbiata con lui, offesa dall'interessamento che mostrava per la
Keen... e follemente gelosa del rapporto e della confidenza che si
era instaurata tra loro!
Harry, al contrario, non
faceva che cercarla, dispiaciuto per quello che la ragazza pensava di
lui, desideroso di poter chiarire al più presto, ansioso di
sapere come stava, visto che tutti ormai erano a conoscenza del fatto
che si era lasciata con Ron.
La cosa lo stupiva, lo
esaltava, lo sconvolgeva, lo inebriava... e allo stesso tempo lo
terrorizzava!
E adesso? ... Cosa
avrebbe fatto?
Mille pensieri gli
passavano per la testa...
Adesso era libera...
Sola...
Già, ma dopo le
parole che gli aveva urlato contro, non c'era ancora stata la
possibilità di confrontarsi e chiarirsi.
“Hermione...
hai un attimo?”, le chiese subito dopo una lezione di
trasfigurazione.
“Ah,
sei tu... No, mi spiace... devo andare! Ginny mi aspetta per
ripassare pozioni”, mentì cercando di sfuggire il suo
sguardo. Raccolse i suoi libri tra le braccia ed iniziò a
camminare.
“Beh,
allora potremmo fare più tardi!” propose, seguendola su
per le scale a chiocciola.
“Io...
non so, Harry! Sono molto impegnata. Ho perso dei giorni preziosi, in
infermeria, e devo ancora recuperare parte delle lezioni.”
Svoltò a destra, decisa, in direzione della classe del
Professor Ruf.
Lui fiutò
immediatamente la bugia ed aggrottò le sopracciglia, ferito.
“Ok,
allora... domani?”
“Domani
ho promesso di studiare con...”
Harry l'afferrò
per un braccio, interrompendo la sua camminata.
“Hermione,
insomma, ti devo parlare!” disse con autorità.
Lei, con occhi duri e
fiammeggianti, lo squadrò piena di ostinato disprezzo: “E
credi che basti ordinarlo ad alta voce, per ottenere quello che
vuoi?!”
Harry, a fatica, sostenne
il suo sguardo, così severo e pieno d'accusa.
La odiava quando lo
trattava così!
Odiava quella sua aria di
sfida!
Odiava quell'espressione
spavalda!
Odiava quando lo guardava
con tanto freddo distacco!
Oddio... ma quanto
l'amava!
L'avrebbe voluta
prendere, baciare con la forza, e implorarla di amarlo... come lui
amava lei!
Hermione
posò i suoi occhi ribelli da cerbiatta ferita sulla mano che
la tratteneva con forza, e quasi con disgusto sussurrò: “Mi
dispiace, Harry, ma io non ho nulla da dirti... E ora, per
favore,
lasciami andare...”
Quelle parole gli fecero
male, più di qualsiasi altro dolore fisico che avesse mai
avuto la sfortuna di sentire sulla propria pelle.
Fu costretto ad allentare
la presa e Hermione scostò il braccio, voltandogli le spalle
ed allontanandosi a testa alta. Harry mosse un passo seguirla,
incapace di arrendersi a quella situazione, ma poi si accorse di
essere al centro del corridoio e di avere decine di occhi puntati su
di lui che lo osservavano curiosi.
Strinse i pugni e si
obbligò a lasciar perdere.
Un'onda di risentimento,
impetuosa e crudelmente nociva, prese a crescere dentro di lui. Provò
una forte rabbia, una violenta furia che sentiva logorargli il cuore.
Le
parole di Isabel presero a martellargli nella testa: “Purtroppo,
Harry, ci si sente soli... Terribilmente soli! Anche qvuelli che
erano amici
si
comportano in modo strano, e diventano
gelosi,
isolandoti in
modo crudele.”
Era davvero così?
Era quello? Hermione aveva smesso di essergli amica?
Dopo tutto quello che
c'era stato tra di loro e che li aveva tanto uniti? Dopo tutte le
avventure che avevano condiviso?
Perchè?
Cosa
voleva?
Lei, infondo, era stata
insieme a Ron per tutti quei mesi!
Perchè lo
giudicava, adesso?
Era forse invidiosa che
lui fosse più bravo di lei?
Tutti i discorsi di
Isabel fatti sulla solitudine, l'emarginazione e sull'essere diversi,
iniziarono ad opprimerlo.
Provò
una forte collera, simile a quella che lo aveva assalito tanto tempo
prima, quando aveva rotto la gamba a Malfoy, quando aveva usato una
Maledizione
Senza Perdono
senza neppure rendersene conto!
Dei bambini del primo
anno gli passarono a fianco e, nel vedere quegli occhi verdi brillare
di una luce malefica, scapparono letteralmente via e lui non fece
nulla per cercare di tranquillizzarli.
I giorni che seguirono
furono i più nefasti che Harry avesse mai vissuto. La
sensazione di incomprensione, di oppressione e di frustrazione non
era mai stata così forte, in lui. Tutti, tutti sembravano
guardarlo con occhi pieni di odio e invidia e lui, di certo, non era
dello spirito per porgere l'altra guancia...
Iniziò a
comportarsi nel peggiore dei modi, usando una strafottenza che a lui
era sconosciuta e che faceva inorridire Hermione. In classe arrivava
sempre più in ritardo, non prestava mai attenzione durante le
lezioni e sedeva in modo scomposto e assolutamente irritante.
Piton, quella mattina,
nel vederlo arrivare dopo degli altri, non fu certo clemente con lui
e lo provocò: “Quale onore... signor Potter! Seppur con
quindici minuti di ritardo, anche oggi ci degna della sua presenza...
Dieci punti in meno per Grifondoro!” sibilò con la parte
sinistra del labbro leggermente sollevata, a testimonianza del suo
piccolo godimento.
“Vaffanculo....”
mormorò in risposta il moro, a fior di labbra.
Il professore perse il
sorriso canzonatorio che aveva stampato in faccia, e il suo ghigno si
trasformò in una smorfia di stupore: “Hai detto
qualcosa?!” chiese aggrottando le sopracciglia.
“Ehm,
no... no! Sono dovuto passare da... Silente!”, mentì.
Hermione si voltò
indignata: era una bugia!!
Harry si sedette
nell'ultimo banco, in fondo alla classe, gettando malamente lo zaino
a terra e stravaccandosi sulla sedia. Si guardarono per una frazione
di secondo, durante il quale Hermione cercò di trasmettergli
tutta la sua ostilità. Lui sostenne lo sguardo, ricambiandola
in modo glaciale... finchè lei, arrossendo, abbassò gli
occhi.
“Allora”,
proseguì Piton, richiamando l'attenzione. “Come vi stavo
dicendo, questa è una pozione molto difficile e complicata.
Per facilitarvi, ho già posizionato gli ingredienti sui vostri
tavoli...”
“Oh,
ma che pensiero gentile!” sghignazzò Harry, appoggiando
un piede sul tavolo.
Piton si irrigidì
e lentamente si voltò a guardare il ragazzo con disprezzo:
“Potter, sei sempre stato un piccolo arrogante maleducato, ma
oggi stai superando i limiti! Altri venti punti in meno!” disse
gelidamente.
La classe emise
un'esclamazione di sconforto.
“E
sai che cosa me ne frega!” rispose Harry con insolenza.
Hermione tornò a
guardarlo, sgranando gli occhi, incapace di credere a ciò che
vedeva e sentiva.
“Come
ti
permetti...?
Razza di strafottente presuntuoso insolente?” Con tre falcate
veloci il professore arrivò in fondo alla classe ed abbassò
il suo naso aquilino su quello di Harry: “Credi di essere
spiritoso, POTTER?! Vediamo se con una settimana di punizioni
continuerai a divertirti allo stesso modo!”, lo minacciò
con nervosismo. Poi, voltandogli le spalle, dichiarò: “Altri
50 punti in meno per Grifondoro!”
Harry
fissò le sue spalle con odio: “Per me può
togliere tutti quei cazzutissimi sassolini verdi dalla clessidra! Non
m'interessa un accidente di niente!” rispose con aria di sfida
Harry, mettendo giù la gamba dal tavolo. “Tanto la
'Pozione Millefiori Sigillante' la
so preparare anche senza il bisogno della sua spiegazione!”
Piton
lo guardò con occhi stravolti: come osava parlargli in quel
modo? Ma soprattutto, come faceva a conoscere il nome della Pozione?
Lui ancora non l'aveva detto! Sbatté le ciglia e con la bocca
aperta restò a fissarlo, incredulo. Potter aveva usato il
'Legilimens',
non potevano esserci altre spiegazioni! Ma come aveva fatto... se ne
sarebbe accorto!
Harry si divertì
un mondo a guardare la faccia di Piton così stralunata e
furiosa... Sembrava che avesse ingoiato palate di sterco di Troll!
“Potter,
come... come osi....?” disse a fatica il professore.
“Già...
me lo chiedo anch'io! Come oso restare ancora in questa classe, dal
momento che è totalmente inutile per me, la sua lezione!”
L'intera classe (Malfoy
compreso) era sbigottita, senza parole. Harry se la godeva da matti!
Vedere tutte quelle facce stupite e in parte ammirate, lo faceva
sentire bene. Con ulteriore spavalderia fissò il suo
calderone, che in meno di un secondo prese a bollire. Senza bisogno
di toccare nulla, con assoluta padronanza, ordinò agli
ingredienti di mischiarsi insieme, nell'ordine giusto, velocizzando i
tempi... e sotto gli occhi di una classe disorientata ed allibita,
preparò alla perfezione la Pozione che il professore ancora
non aveva nemmeno iniziato a spiegare.
Riempì
l'ampolla di quella sostanza verde smeraldo, molto simile al colore
dei suoi occhi, e la porse a Piton: “E ora, se non le spiace,
mi dia quella fottutissima 'E'
di Eccezionale!” ordinò con autorità Harry.
Il professore di Pozioni,
per la prima volta, indietreggiò di un passo, assolutamente
meravigliato e intimorito da quel comportamento.
Poi la rabbia lo
riscosse, e digrignando i denti lo apostrofò: “Con che
coraggio ti rivolgi a me in questo modo, Potter?! Sei sospeso per una
settimana dalle lezioni! Dovrai fare due ore in più, ogni
giorno, di compiti supplementari! Dovrai ricatalogare tutti i libri
contenuti nel laboratorio di pozioni! Dovrai ripulire, ogni giorno,
tutti i calderoni dei tuoi compagni! E... ogni volta che mi vedrai,
abbasserai quella tua testa dura, chiedendomi scusa per la tua
insolenza!”, urlò con occhi di fuoco. “E adesso
esci!!”
Harry continuò a
guardarlo con aria di sfida per un lungo momento, poi raccolse il suo
zaino e uscì dalla classe, nel silenzio più assoluto.
Hermione lo vide uscire
con un sorriso beffardo sulle labbra, ma il suo sguardo era il più
triste che gli avesse mai visto addosso.
* * *
“Ron!
Ron, per l'amor del Cielo! Devi parlare a Harry!!” gemette
Hermione al termine della lezione, aggrappandosi alla sua camicia.
Il rosso la guardò
con occhi preoccupati, cercando di tranquillizzarla.
“Hermione,
aspetta!” si liberò dalla morsa delle sue mani,
massaggiandosi il punto dove lei l'aveva stretto con tanta foga.
“Calmati... non fare così!”
“Ohh,
ma non hai visto Harry? Non hai sentito quello che ha detto?!”
gridò con le lacrime agli occhi.
“Certo
che l'ho visto! Uno spettacolo del genere non credo che si ripeterà
mai più, qui ad Hogwarts!”
“Mio
Dio, ma cosa gli succede? Perchè fa così?!”
“Io
non ne ho proprio idea...”
“Ti
supplico, Ron, devi farlo ragionare!” Hermione gli prese
nuovamente la mano.
Lui cercò di
sorridere e di mostrarle una sicurezza che non provava affatto:
“Ehm... certo... va bene. Io, ci proverò, anche se....”,
deglutì rumorosamente, “in questo momento, il nostro
Harry, non mi sembra particolarmente predisposto al dialogo....”
“Non
importa! Devi scoprire cosa gli sta succedendo... Magari ha bisogno
d'aiuto, e non vuole chiederlo!”
Ron non ne era affatto
sicuro, ma non avrebbe sopportato una scenata isterica da parte di
Hermione.
“Ok,
ok... proverò a parlargli!”
“Grazie,
Ron!” esclamò gettandogli le braccia al collo. “Sei
un vero amico!”
Ron era ancora piuttosto
'sensibile' al corpo di Hermione, ed arrossì violentemente
quando sentì le sue forme premute con forza su di lui. Cavolo,
nemmeno quando erano stati insieme si era mai lasciata andare in quel
modo!!
“Ehm...
va bene... Per te questo ed altro....”
Hermione lo guardò
commossa e gli scoccò un bacio sulla guancia. Lui si passò
la mano sulla nuca, scompigliandosi i capelli e facendo una risatina
sciocca.
Hermione era seriamente
preoccupata... sconvolta! E aveva paura...
Harry non era in sé!
C'era qualcosa che lo
stava deviando, che lo stava portando lontano da loro... da lei!
Doveva essere sotto
l'influenza di quella professoressa, non c'erano dubbi!
E la cosa la faceva
infuriare!
Nel pomeriggio Ron andò
alla ricerca dell'amico per tutta la scuola, non riuscendo però
a trovarlo da nessuna parte. Come ultimo tentativo, provò ad
andare nel giardino e finalmente lo vide.
“Ehi,
ciao Harry!” lo salutò, mentre il moro se ne stava
seduto in completa solitudine sulla sponda del lago, illuminata dal
sole di marzo.
Harry smise di giocare
col suo boccino, che si ostinava a lanciare e a far ruotare da una
mano all'altra, nell'inutile emulazione di suo padre. Si sollevò
del vento freddo, che scompigliò i capelli ad entrambi.
“Ah...
ciao.”
Ron, senza essere
invitato, si sedette accanto a lui e domandò: “Che ci
fai, qui, tutto solo?”
Harry seguì quel
movimento con mal celato nervosismo: “Esattamente questo:
vorrei restare solo! O a me non è concesso?”, chiese con
astio.
Di certo Ron non si
distingueva per il suo coraggio, e a quelle parole fu tentato di
voltarsi e tagliare la corda. Ma a quel punto non sapeva se temere di
più Harry o la furia di Hermione per aver miseramente fallito
il suo tentativo di farlo ragionare.
“Ehm,
bella giornata, vero?”
Gli occhi verdi del
ragazzo si sarebbero tranquillamente potuti confondere col colore
dell'erba che lo circondava. Ridusse questi ultimi in due
sottilissime fessure: “Sei venuto qui per parlare del tempo?”
“Oh,
ecco... Uhm, non necessariamente....”
“E
allora che vuoi?”
“Da
quando ti dà fastidio la mia presenza?” chiese Ron,
leggermente risentito.
Il moro contrasse un
muscolo della mascella, ma non rispose.
“Harry...
insomma, che ti succede...?” tentò di dire, con un
timido sorriso.
“Proprio
nulla!” rispose a denti stretti, dopo un lungo momento.
“Beh,
a me non sembra...”
“Si
può sapere a cosa ti riferisci?” ringhiò.
“Ecco...
ecco io... A niente.”
“Allora
evita di aprire la bocca a vanvera!” strappò dei fili
d'erba e se li passò nervosamente sulle labbra.
Ron lo guardò di
sottecchi, sentendosi sempre peggio. Poi respirò a fondo: “Non
sopporto di dover essere io a fare questa parte, ma lasciatelo dire:
stai peggiorando in modo irreversibile!”
La risata del moro mise i
brividi addosso a Ron.
“Ma
che cazzo stai dicendo?”
Ron aggrottò le
sopracciglia: “Oh, ma non ti senti, quando parli? Dici le
parolacce, sei maleducato, a scuola ti rendi antipatico peggio di
Malfoy!”
“E
con questo?”
“Con
questo non ti riconosco più! Nessuno ti riconosce più!”
Harry
strinse i pugni: “Lo sai che c'è di nuovo, caro Ron? C'è
che non me ne frega niente! Non voglio
più piacere
a nessuno!” Incrociò le braccia dietro la nuca e si
distese sull'erba, come a porre fine a quell'inutile conversazione.
Si mise a fissare il cielo, limpido, sereno e azzurro... così
lontano da come si sentiva in quel momento!
“Hermione
sta soffrendo!” disse Ron all'improvviso, giocando la sua
ultima carta.
Harry si irrigidì
leggermente, ma durò solo un attimo: “E questo dovrebbe
fare la differenza?”
“Certo!
Cazzo, Harry! Solo qualche settimana fa a momenti non mi hai ucciso
perchè ti ho detto che non volevo più stare con lei!
... E adesso non t'importa più niente, se ti dico che sta male
per TE?!?”
Harry si sollevò
con rabbia: “Non dire stronzate! A Hermione non frega un
accidente, di me! Non gliene è mai fregato!”
“Questo
non è vero! ...E lo sai benissimo! E' la tua migliore amica!”
Per
lui fu peggio che ricevere un pugno in pieno stomaco. Rimase
in silenzio per alcuni secondi, metabolizzando quelle parole.
“E
tu, Ron? Cos'è... ti sei improvvisamente trasformato nel
paladino della giustizia?” gli chiese con rancore.
“No!
Ma se proprio lo vuoi sapere, sappi che nemmeno io sopporto di vedere
Hermione soffrire! E quando fai lo stronzo, allora diventi davvero
odioso! ... Forse non te ne sei ancora reso conto, ma la soglia della
stronzaggine l'hai superata da un bel pezzo! Ti stai trasformando
nell'idiota più coglione che si sia mai visto in tutta
Hogwarts!” esplose Ron con foga.
Harry sentì
montargli la collera e si alzò in piedi, minaccioso: “Vuoi
fare a pugni?”
Ron lo imitò.
Deglutì, indietreggiò, ma sollevò i pugni
tremanti: “Se proprio non possiamo farne a meno...”
A Harry sarebbe bastato
pochissimo, per fargli male... Guardò l'amico dritto negli
occhi, e vi scorse la preoccupazione, ma anche un sentimento
d'amicizia che in quel momento era più forte della paura.
Sollevò il pugno
destro, pronto a colpire, e vide Ron strizzare gli occhi e voltare
leggermente il viso, in attesa di quel cazzotto che gli avrebbe fatto
dannatamente male. Harry ne rimase sconvolto: Ron era pronto a
riceverlo, ad immolarsi sull'Altare della Patria, in nome della loro
amicizia.
Sbatté gli occhi,
disorientato da quell'arrendevolezza. Sentì un usignolo
cinguettare poco lontano da loro... il sole che li illuminava... il
lago che rispecchiava l'azzurro del cielo.
Cristo, ma cosa stava
facendo?
Abbandonò le
braccia lungo il corpo, sconfortato, e si lasciò mollemente
cadere all'indietro, tornando a sedersi sull'erba fresca e passandosi
una mano sulla faccia.
“Scusami...”
sussurrò piano.
Ron aprì prima un
occhio, poi l'altro. Dopo aver realizzato che non sarebbe stato
percosso, buttò fuori l'aria che da circa un lunghissimo
minuto stava inconsapevolmente trattenendo, ed abbassò a sua
volta i pugni.
“Miseriaccia,
Harry! Perchè ti comporti così?!”
“Io...
non lo so... Merda!” La sua voce aveva un chè di
disperato. Mise la testa tra le mani e si scompigliò ancora di
più i capelli.
Parlò dopo un
lungo momento di silenzio, con la voce che era quasi un sussurro: “E'
come se.... a volte è come se non fossi io a comandare il mio
corpo... e la mia testa! E' devastante, sono succube di qualcosa che
è più forte di me! Non lo so, Ron, che cosa mi stia
succedendo! E poi... mi sembra che le cose intorno a me... le
persone... tutto mi sia contro!”
“Ma
non è così! Io ci sono sempre... e anche Hermione!”
“Non
è vero! Lei mi odia!” scattò iroso.
“Ma
che diavolo stai dicendo? Hermione non ti odia!”
“E'
così Ron, tu non lo sai... ma è così!”
Ron gli si mise vicino,
dandogli una leggera pacca sulle spalle: “Senti, a tutti
capitano i momenti no, e tu evidentemente ci stai sprofondando
dentro! Ma ne verrai fuori... ne sono sicuro!”
Harry si voltò
verso l'amico, sentendo un moto d'affetto per lui... Era parecchio
che non gli succedeva, e provare di nuovo quel sentimento così
limpido, lo fece commuovere.
“Hai
ragione... forse è solo un momento...” si sforzò
di dire con un sorriso.
Ron ricambiò:
“Certo!”
Ma, nel profondo, Harry
sentiva un conflitto di sentimenti ed emozioni, sempre più in
contrasto tra loro.
“Ehi,
a proposito... Come cavolo hai fatto a spiazzare Piton in quel modo?!
L'hai fatto secco come una mosca spiaccicata contro il vetro!”
Harry perse
immediatamente il sorriso.
Già, come aveva
fatto? Com'era riuscito a sapere in anticipo ciò che Piton non
aveva ancora spiegato?
Era da quella mattina che
se lo stava chiedendo ma, ancora, non era riuscito a darsi una
risposta.
* * *
Passò
qualche giorno e Harry, ancora una volta, si ritrovò a
dirigersi a
lezione di Difesa contro le Arti Oscure in completa solitudine.
Ron, dopo essersi tolto
dal cuore il macigno che portava il nome di “Hermione”,
passava ogni minuto che aveva a disposizione con Luna, anche se
(aveva confessato in assoluta segretezza a Harry) non aveva trovato
ancora il coraggio di farsi avanti con lei.
Harry si trovava in una
nuova fase di ribellione, strana e assolutamente indecifrabile,
difficile da capire. Passava da attimi di disobbedienza pura a
momenti di tranquillità, dove la sua naturale indole buona e
gentile sembrava riuscire a prevalere.
Odiava
segretamente Ron per aver avuto la sfacciata fortuna di essere stato
insieme ad Hermione per tutti quei mesi, e di avere avuto
successivamente il coraggio di lasciarla. In altri momenti il
sentimento d'amicizia e fratellanza che provava per lui lo facevano
andare oltre, facendolo comunque sperare che riuscisse a trovare la
strada giusta per potersi dichiarare a Luna.
Con Hermione... si
intensificava sempre di più il desiderio che provava per lei,
ma allo stesso tempo, l'indifferenza che lei gli mostrava, lo
gettavano nella disperazione più totale e devastante.
Questa cosa lo stava
facendo impazzire!
Di notte pensava ai modi
più svariati per poterle parlare, per poterla avvicinare...
toccare.
Ma quando ci provava,
anche solo andandole vicino, lei, immancabilmente, gli puntava
addosso due occhi duri e accusatori, che lo offendevano e lo facevano
infuriare!
Di conseguenza, si
ritrovava a sfogare tutti i suoi istinti con una compiacente Isabel,
che era sempre pronta ad accoglierlo con le sue morbide labbra.
Ma, per fortuna, un
campanello d'allarme simile ad una sirena gli strillava nelle
orecchie prima che i baci si trasformassero in qualcosa di più
pesante... riuscendolo sempre a fermare in tempo.
Anche se il suo corpo lo
tradiva inesorabilmente, dopo un po' la sua mente riusciva in qualche
modo a tornare lucida e a far sì che non si perdesse
completamente in ciò che l'insegnante gli offriva in modo
incredibilmente facile ed invitante.
“Buonciorno
a tutti!” salutò Isabel con un sorriso, entrando in
classe.
Gli occhi blu cobalto
dell'insegnate incrociarono subito quelli verde smeraldo di un Harry
particolarmente attento. Gli passò accanto con studiata
lentezza, sfiorandolo dolcemente con la mano che era intenzionalmente
abbandonata lungo il fianco. Poi, con la stessa mano, sistemò
una ciocca dietro l'orecchio e si passò sensualmente l'indice
sulle labbra. I due si scambiarono un lungo sguardo audace, carico di
maliziose promesse.
Ad Hermione non sfuggì
quel breve attimo di complice intesa e, furente di rabbia, non riuscì
a trattenersi dall'esclamare a voce alta: “Che sfrontati! E'
incredibile! ... Non si è mai vista una tale sfacciataggine...
Vergognoso!”
Harry, colto sul fatto,
abbassò immediatamente lo sguardo, sentendosi tremendamente in
colpa e dannatamente stupido. Isabel invece, arcuò un
sopracciglio.
“Qualcosa
non va, Hermione?” chiese con gentilezza l'insegnante.
La
ragazza le rivolse uno sguardo indignato: “Ecco, vede,
professoressa... Mi è sorto il dubbio di aver sbagliato
classe... visto che non riconosco più certe
persone,
e i ruoli
che
queste hanno!” Lanciò uno sguardo pieno di risentimento
a Harry, poi continuò, tagliente come una lama: “Credevo
che fossimo a lezione di Difesa contro le Arti Oscure...
Professoressa!”
“Infatti,
lo siamo...”, rispose Isabel con fredda indifferenza,
voltandole le spalle ed iniziando a scrivere col gessetto sulla
lavagna.
“Oh,
allora proprio non capisco questa sensazione di 'Ormoni
in Libertà'
che si respira da quando siamo entrati!”
Alcuni compagni
soffocarono delle risatine e Harry si girò a guardarla
incredulo.
L'insegnante
si bloccò con la mano a mezz'aria, posò il gessetto e
tornò a fissarla: “Ohm.... molto bene, Hermione.
Efiténtémente
tuoi
sensi stanno cercando di impegnarsi oltre le loro possibilità...
e tu perscepire
cose sbagliate. Ma io apprezzare molto tua buona volontà.”
I suoi occhi divennero due fessure blu.
Harry
sentì un brivido
e, con ansia crescente, guardò prima una, poi l'altra.
“Per
questo io voglio premiarti. Prego, sali qui... vicino a me...”
Hermione sbattè le
ciglia, e Harry fu sicuro di averla vista tremare impercettibilmente.
La ragazza afferrò la bacchetta e lentamente si alzò
dal suo banco, dirigendosi al centro della classe.
“Ohm,
direi che ormai essere arrivato per te momento di provare a non
usare bacchetta... no?”
Hermione si irrigidì.
Maledizione! Con la bacchetta riusciva a sentirsi minimamente al
sicuro... ma così...
“Cosa
aspetti? Non avrai per caso
paura...
vero?” chiese con voce sottile l'insegnante.
“Si
sbaglia di grosso, Professoressa Keen! Io non ho affatto paura!”
le rispose sollevando il mento e guardandola con fierezza.
“Ottimo.
Allora... vieni.”
Hermione mosse un passo,
insicura, finchè non la raggiunse.
“Visto
che tu essere così brava a perscepire
le
cose... puoi provare a fare un incantesimo....”
Hermione la guardò,
restando in allerta, ma assolutamente ignara sul da farsi.
Isabel duellò con
lei in una battaglia silenziosa, fatta solo di soli sguardi e di
attesa. L'intera classe restò immobile, aspettando che una
delle due facesse qualcosa.
“Ohm...
non sai fare... n-i-e-n-t-e...?” chiese Isabel dopo un minuto,
con un sorriso canzonatorio sulle labbra rosse.
Harry vide le mani di
Hermione stringersi a pugno, finchè le nocche divennero
bianche.
“Veramente
lei non mi ha detto cosa
devo fare!”, si difese con rabbia.
“Ah,
ah...”, rise. “Come? Io avere detto di scegliere tu,
quello che vuoi.... Più di così?”
Hermione iniziò a
sentire l'ansia crescere sempre di più. “Io... io
non...”
“Su,
avanti... Non è difficile! Io lasciare a te possibilità
di fare qualunque cosa!”
Hermione provò a
concentrarsi, focalizzando tutta la sua rabbia sull'insegnante. La
odiava! Un bello schiantesimo era quello che più di ogni altra
cosa desiderava fare. Si impegnò al massimo, ci provò
con tutte le sue forze... ma senza una bacchetta, Hermione si sentiva
come senza mani...
Era
troppo difficile, per lei, e di sicuro lo stato di agitazione nel
quale si trovava non l'aiutava di certo! Provò un'ultima volta
a pensare
'Stupeficium... Stupeficium!'
, ma il risultato fu un alito di vento che si mosse in direzione
della Keen.
La bionda non riuscì
a trattenersi ed una risatina beffarda le scappò dalle labbra:
“E' tutto qui... quello che sai fare...?”
Harry abbassò gli
occhi, sentendo una fitta di dispiacere colpirlo dritto al cuore.
Questo non era giusto! Non doveva trattare Hermione in quel modo...
Era combattuto!
Avrebbe voluto dire
qualcosa, ma si sentiva in difetto nei confronti di entrambe.
“Ohm...
magari tu potere provare con qualcosa di più semplice...”,
continuò la Keen, mortificandola. Sembrò pensarci su,
poi disse: “Magari un banale incantesimo 'Lumos'...?”
Hermione iniziava a
sentire le lacrime salire irrimediabilmente verso l'alto dei suoi
occhi! Tentò disperatamente di concentrarsi sulla luce che
emanava una candela, implorando alla fiamma di aumentare... Ma nulla
accadde.
“...
Che peccato! Eppure questo essere un incantesimo così
semplice!”
“Io
non...”
“Io
credo che sia meglio tu usare tua ora in classe per seguire ed
imparare la lezione, invece che pensare ad altre cose!” la
interruppe Isabel. “Quando dovrai affrontare dei nemici, come
pensi di difenderti?” continuò con severità la
bionda.
Hermione ricambiò
il suo sguardo con rabbia, raggiunse il banco, impugnò la
propria bacchetta ed esclamò con orgoglio: “Avrò
questa, e allora saprò combattere!”
Ci fu un attimo di
silenzio, poi... ad Isabel, bastò guardare intensamente
Hermione...
La sua bacchetta venne
sfilata da quelle mani tremanti, senza che Hermione nemmeno avesse il
tempo di accorgersene.
Poi l'insegnante fece un
leggero movimento con la testa, ed Hermione si ritrovò distesa
a terra, come se un'onda d'urto l'avesse scaraventata in giù.
“Ahhh!”
Hermione cadde all'indietro sbattendo contro un banco, incredula e
offesa, dolorante e ferita nell'orgoglio.
Un sorriso vittorioso si
dipinse sul viso della Keen.
Harry sgranò gli
occhi: questo era davvero troppo!
“Ma
cosa ha fatto!!” esclamò alzandosi in piedi. Senza
pensarci due volte, raggiunse Hermione, le mise un braccio intorno
alla vita e la aiutò a sollevarsi leggermente.
“Come
stai...? E'... tutto a posto?”
Hermione aveva lo sguardo
umiliato, ma era anche dannatamente spaventata.
“Cosa
credeva di fare?!”, urlò Harry rivolto alla Keen, pieno
di rabbia.
“Nulla
di grave, non preoccuparti. Questo solo dimostrare che bacchetta non
sempre essere veloce come noi vorremmo... Tu sai bene, qvuesto,
no?”
Harry sostenne il suo
sguardo penetrante.
'Questo non
dovevi farlo, Isabel!'
'E' solo colpa
sua! Non doveva dire quelle cose!'
Dopo quello scambio di
'pensieri' (solo loro), restarono ancora un attimo a fissarsi, poi
Harry distolse gli occhi dai suoi e tornò a guardare Hermione.
“Ce
la fai ad alzarti?”
Hermione si sentiva
scossa, e il fatto che Harry fosse intervenuto in sua difesa le fece
salire le lacrime agli occhi. Dio, quanto le mancava! Avrebbe voluto
gettargli le braccia al collo e potersi stringere a lui. Abbassò
appena lo sguardo e sorrise timidamente: “Ci provo...”
“Aspetta,
ti aiuto io...”
Le prese un braccio e se
lo passò intorno al collo, poi le mise una mano intorno alla
vita, abbracciandola con possesso, e la tirò su.
Isabel seguì la
scena con attenzione, misurando ogni centimetro di corpo che le mani
di Harry toccavano... furente di gelosia.
Quando Hermione fu di
nuovo in piedi, con il viso a pochi centimetri di distanza, Harry le
sorrise con dolcezza: “Mi dispiace... spero che non ti sia
fatta male...”
Il cuore della ragazza
perse un battito e i suoi occhi nocciola si fusero con quelli verdi
di lui: “No... ora va meglio. Grazie.”
“Non
è successo nulla di così grave!” disse la Keen
incollerita, stringendosi le mani una contro l'altra. “Potete
tornare ai vostri posti!”
Harry la fece sedere, poi
tornò al proprio banco.
“La
prossima volta, Hermione, tu cercare di pensare bene a quello che
dici! Io volere solo dimostrare che tu essere ancora molto, molto
indietro! Mi dispiace, ma questa prova di oggi mi costringe a mettere
un voto negativo su tuo giudizio! 'S':
scadente!” Sentenziò con durezza.
Harry si voltò e
vide gli occhi di Hermione lucidi di lacrime, ma lei riuscì
stoicamente a trattenerle e a non piangere.
Oh, no! Questo era
proprio ingiusto! Hermione era bravissima... anche in quella materia!
Non meritava un voto così basso e soprattutto non aveva senso
tutta quella cattiveria. Tornò a guardare l'insegnante,
incredulo che fosse la stessa ragazza che solo il pomeriggio
precedente aveva usato con lui una dolcezza senza confini...
Quando la lezione ebbe
fine, Harry tornò da Hermione e le mise una mano sul braccio:
“Come stai? Ti fa male qualcosa? Hai... bisogno di andare in
infermeria...?”
Hermione avrebbe voluto
gridare tutta la sua indignazione, tutto il suo sconforto e
soprattutto avrebbe voluto scuotere Harry da quello stato di trance
in cui sembrava di essere caduto! Fu assalita dalla frustrazione,
perchè si sentiva con le mani legate... impotente!
Eppure,
adesso, nel vederlo di nuovo così gentile e preoccupato...
tutto sembrava svanire nel nulla! Le bastava riassaporare la sua
naturale dolcezza, rispecchiarsi in quei
magnifici occhi, così sinceri e limpidi, per dimenticare in un
attimo quello che era successo. Il cuore le esplose di felicità
per quelle poche parole premurose...
“E'
tutto a posto, Harry.... Grazie.” gli sorrise.
Per Harry, rivedere il
sorriso sulle labbra della ragazza che amava, era il regalo più
bello che potesse ricevere... Oh, cosa avrebbe dato per poterle dire
quello che provava... e fare ciò che sentiva!
Abbassò gli occhi,
arrossendo.
“Mi....
mi dispiace per quello che è successo...”
“...Anche
a me.” Silenzio. “Ma... cercherò di sopravvivere.”
Hermione aveva bisogno di parlargli e cercò di raccogliere le
idee, seppur con difficoltà visto che la mano di Harry, sul
suo braccio, le bruciava come se fosse stata di fuoco. Il cuore le
batteva forte... Era passato un secolo da quando si erano scambiati
l'ultima frase cordiale, e il loro rapporto così unico e
speciale, ad Hermione mancava come l'ari!. Avrebbe voluto poter
dimenticare tutti i loro rancori, le discussioni, e il dolore che
aveva provato e che ancora la faceva soffrire in modo indicibile...
Ma la dura realtà
spaventava Hermione più di qualsiasi altra cosa! Quello che
era successo in classe l'aveva terrorizzata! Quella professoressa,
dal viso così angelico, dai modi tanto gentili, dalla bellezza
eterea e fatale, secondo Hermione in realtà nascondeva
qualcosa di terribile e nocivo.
Vedeva
Harry.... il
suo Harry....
perdersi lentamente in un vortice che lo stava cambiando, che lo
stava rendendo diverso, danneggiandolo in modo irreversibile.
“Harry...”,
iniziò con voce debole. “Hai visto quello che è
successo....?”
“Sì,
certo...” rispose irrigidendosi all'istante e togliendole la
mano dal braccio.
“Sono
preoccupata! E' un fatto gravissimo... Un'insegnante non dovrebbe
comportarsi in quel modo...”
“Lei
voleva solo dimostrarti che la bacchetta non sempre è
sufficiente per difendersi!”
“Questa
professoressa non mi convince, Harry! E' come se... se ci fosse
qualcosa di sbagliato, in lei...”
Harry sentì come
uno smottamento interiore, una battaglia di emozioni e di sentimenti
che si scontravano tra di loro. Una fitta alla testa lo colse
all'improvviso ed istintivamente si strofinò la fronte, come
per calmare il dolore.
I suoi occhi tornarono ad
adombrarsi, diventando di un verde scuro: “Lei... non voleva!
Sono sicuro che non voleva farti male!”
“E'
questo che pensi? Che fosse solo una 'dimostrazione' della sua
bravura?” chiese con rabbia Hermione. Poi, con gli occhi lucidi
aggiunse: “Anche come si comporta con te.. credi che sia
giusto?!”
“Lei...
non...”
“Ho
paura, Harry! Non è normale quello che fa! Possibile che tu
non te ne renda conto?!”
“Ti
stai sbagliando!”
“Oh,
ma come fai ad essere così cieco?!”
“Lei
è... speciale! Non è affatto cattiva! E' solo molto
sola, incompresa! Tu.... tu non la conosci...”
Hermione si maledisse,
pentendosi subito per quell'attimo di cedimento che aveva avuto. Come
poteva essersi illusa che Harry capisse?!
Strinse
i pugni e disse a voce alta: “Ma certo! Tu la conosci molto
bene, non
è vero?!”
Sorrise con un sarcasmo che le costò tantissimo: “La
conosci profondamente... Decisamente meglio di chiunque altro!!”
Lo guardò piena di rancore e si voltò, allontanandosi.
“Aspetta!”,
la implorò, cercando inutilmente di trattenerla per un
braccio.
Lei, col cuore a pezzi e
piena di rabbia, si liberò dalla sua mano: “Ahh,
lasciami! Ti stai rendendo ridicolo!” Detto questo lo lasciò
solo in mezzo al corridoio, ammutolito e furioso.
Cazzo! Avrebbe voluto
spaccare qualcosa! Perchè aveva giustificato Isabel in quel
modo?! Era forse impazzito? Isabel era stata crudele, abusando del
suo potere e della sua posizione... l'aveva visto con i propri occhi!
Aveva fatto male ad Hermione gratuitamente.... la ragazza che amava!
L'unica...
Eppure l'aveva difesa a
spada tratta? Ma cosa gli stava succedendo?
Pieno di fervore, si
diresse verso la stanza di Isabel: era giunto il momento di parlarle!
Per colpa sua si era ritrovato ancora una volta a litigare con
Hermione.... e non poteva più sopportarlo!
Lui l'amava, dannazione!
Perchè era tutto così complicato? Perchè non
poteva essere come qualsiasi altro ragazzo della sua età,
libero di dichiarare il suo amore alla persona che desiderava
segretamente da tutti quegli anni?
Isabel aveva su di lui un
effetto sempre più pericoloso. Lo disorientava, come una
bussola che all'improvviso perdeva il proprio polo di riferimento,
sconvolgendo le sue già scarse e fragili certezze.
Bussò con
decisione alla porta ed entrò senza attendere risposta.
Isabel sembrò
stupirsi di quella visita inaspettata, ma lo accolse con un sorriso
smagliante: “Harry...”
“Ehm...
Isabel...”
“Vieni!”
Harry le si avvicinò,
cercando di mantenere una certa freddezza, ma gli bastò vedere
quegli occhi dolci e grandi, di un colore così raro e
intenso... per perdercisi dentro e sentire tutte le sue certezze
crollare nel giro di un secondo.
Harry distolse lo
sguardo: “Isabel... perchè?”
“Perchè,
cosa?”
“Perchè
con Hermione ti sei...”
Lei gli posò un
dito sulle labbra, sorridendogli con dolcezza: “Schht... non
dire niente...”
Harry deglutì:
“Ma...”
“E'
da quando sono entrata in classe, stamattina, che desidero
baciarti...” lo accarezzò con una mano sulla guancia.
Lui la fermò
dolcemente: era difficilissimo riuscire a mantenere la lucidità,
con lei.
“Lo
so... ma dobbiamo parlare...”
“Ora
non ho voglia di parlare...” rispose sorridendo maliziosamente.
“Ma
dobbiamo! Io...”
“No...
non adesso... Ho un regalo per te...”
Senza rendersene conto,
se la ritrovò addosso. La ragazza lo schiacciò contro
la parete, gettandogli le braccia al collo e premendo forte le labbra
sulle sue.
“I-sa-b...
“ provò a farfugliare Harry, stupito da quel gesto.
Tentò di afferrarle le mani da dietro la nuca e di sciogliersi
da quell'abbraccio, ma lei dischiuse le labbra e il bacio divenne
profondo ed esigente.
Gli
passò le mani tra i capelli, provocandogli dei brividi di
piacere. Sospirò deliziata e fece scorrere le mani sul suo
petto, finchè prese fra le dita il suo maglione e con un gesto
veloce glielo fece togliere. Harry
si ritrovò gli occhiali storti e di lato. Lei, sorridendo
divertita, glieli posizionò meglio e riprese a baciarlo con
passione.
Harry sentiva la testa
girargli come una trottola, come se fosse stata in balia di una
tempesta. Rispose istintivamente al bacio, ma solo per pochi secondi,
finché non riuscì a staccarsi da lei.
“Isabel...
Aspetta!” La fermò, causandole un piccolo broncio.
“Oh,
Harry... quando non siamo insieme non faccio che pensare a te...”
disse con occhi tristi.
Lui tentò di
riprendere il discorso: “Ascoltami, stamattina...”
“Stamattina...
quando lei
ha detto quelle cose... Mi è venuta una rabbia incredibile!”
lo interruppe furiosa. “E tu essere anche andato ad aiutarla!”
“Isabel,
lei... era nettamente in svantaggio, contro di te! Perchè
l'hai trattata così?”
“Non
mi importa se lei essere in sfantacio!
Dopo quello che è successo in questi giorni... tra noi... io
credevo che tu saresti stato con me!”
Harry si sentiva morire.
Era una catastrofe! Doveva assolutamente fare qualcosa, porre rimedio
a quello che aveva innescato. Ma cosa?!
Certo, Isabel gli
piaceva... gli piaceva tantissimo. Fin dal primo momento tra loro si
era creata un'elettricità senza precedenti, un feeling ed
un'attrazione esplosiva, una reazione a catena che però ora
gli stava lentamente facendo perdere il controllo e la razionalità.
Era come se fosse stregato!
Con Isabel si era trovato
in sintonia, sembrava davvero che la loro solitudine li accomunasse e
che le terribili esperienze reciproche li unissero fatalmente...
Ma lui era innamorato di
Hermione! Ormai non aveva più alcun di dubbio!
Nei giorni precedenti
aveva commesso un terribile errore... Si era gettato tra le braccia
di Isabel, cercando un appagamento che con Hermione non aveva...
Ma gli era bastato
baciare l'insegnante per capire che non era amore, quello che
provava, ma solo una attrazione puramente fisica, un istinto basso e
vile che lo aveva spinto a cercarla...
“Isabel...
Devi ascoltarmi...” tentò di dire, ma gli occhi della
ragazza si fecero di fuoco.
“Non
dire niente! Noi siamo fatti per stare insieme, Harry... non l'hai
ancora capito?!”
“Isabel....”
Lei tornò a
baciarlo, in modo sensualissimo... Gli mise le mani dietro la nuca, e
con la lingua iniziò una dolce e lenta tortura sulle sue
labbra, accarezzandolo in modo eccitante.
Harry sospirò,
arrabbiato col suo corpo che non era in grado di resistere a
quell'eccitazione, che si faceva sempre più forte. Continuando
a baciarlo, come se stessero ballando, lei lo spinse dolcemente
facendolo camminare all'indietro e conducendolo in un'altra stanza,
oltre una porta che non aveva mai varcato.
“...Dove...?”
tentò di dire Harry, aprendo gli occhi.
“Ohm...
qui staremo più comodi...”
Le abili mani di Isabel
gli stavano facendo perdere la ragione. Harry ad un certo punto sentì
un ostacolo dietro le sue gambe e la ragazza, sospingendolo
dolcemente, lo fece cadere all'indietro, finendo sul letto.
“No,
Isabel!”, protestò debolmente.
Lei lo guardò con
malizia e lo aiutò a risalire il letto, per stare più
comodo.
“Ti
prego, dobbiamo parlare! Devo dirti quello che io...”
Le labbra della ragazza
tornarono a zittirlo con abilità, mentre le sue mani lo
accarezzavano dappertutto. Harry cercò di tirarsi su, ma lei
gli si mise a cavalcioni e gli fece mettere le mani ai lati della
testa.
“No,
Isabel! Adesso basta!” protestò.
Accadde
tutto molto in fretta, perchè Harry si sentì afferrare
da mani invisibili e legare da corde leggere
come la seta. In pochi secondi si rese conto di essere bloccato al
letto, impossibilitato a muoversi, grazie ad un incantesimo della
ragazza.
“Ma
cos...?”
Isabel tornò a
baciarlo con dolcezza sul collo, mordicchiandogli l'orecchio e
accarezzandogli la testa, mentre per lui era praticamente inutile
qualsiasi tentativo di movimento.
“Isabel,
cosa stai facendo...?” chiese Harry confuso e completamente in
balia di lei e dei suoi gesti.
“Harry...
io sono innamorata di te... dal primo giorno in cui ti ho visto! E
anche tu lo sei...”
Il moro la guardò
stralunato: “Isabel... io... tu mi piaci. Mi piaci davvero,
ma....” Fu interrotto da un nuovo bacio, dolce, eccitante...
Serrò i pugni e
tentò inutilmente di muovere i polsi: “Isabel, ti prego!
Dobbiamo parlare...”
Lei gli si strinse
addosso, facendo aderire le sue forme al corpo di lui. Si mosse in
modo seducente, continuando ad accarezzarlo. Muoveva il suo bacino in
un gioco lento e ritmico e Harry iniziava a non connettere più:
“Aspetta! Fermati...”
Ignorando le sue
proteste, con occhi maliziosi, gli allentò la cravatta fino a
togliergliela del tutto. Gli slacciò i bottoni della camicia,
allargando gli occhi allo spettacolo dei suoi pettorali scolpiti. Con
la mano sfiorò la sua pelle calda e giovane, sospirando di
piacere, finchè non sfilò la camicia dai pantaloni.
Lentamente, si chinò
sul suo petto, iniziando a baciarlo con labbra roventi di passione,
finchè Harry si ritrovò ad ansimare.
“Dio
mio, Isabel...” sussurrò, mordendosi le labbra. Non
voleva cedere.... voleva resistere a quella bocca così abile
nel regalargli sensazioni, ma era dannatamente difficile!
Poi la ragazza fece una
cosa che lo sconvolse: mosse con delicatezza una mano verso il suo
inguine e lo toccò proprio lì, in modo dolce e...
incredibilmente bello! Harry gemette di piacere, incapace di
trattenersi.
“Lo
vedi...? Anche tu mi desideri...
io lo so...”
e lo baciò, mentre con una mano tornava a massaggiare la sua
erezione.
“Isabel...
liberami le mani...” la supplicò Harry, cercando di non
sragionare. Era la prima volta che una ragazza lo toccava così,
e lui era seriamente sull'orlo di perdere il controllo.
“Oh...
non prima di averti fatto capire quanto tu mi piaci...” Isabel
prese a dargli una serie di piccoli baci su tutto il collo, facendo
aumentare sempre di più il suo desiderio. Con maestria gli
fece delle tenere carezze sul torace, mugugnando di piacere al
contatto dei suoi giovani muscoli.
Harry era frastornato e
sentiva il proprio corpo tradirlo irrimediabilmente. Con le mani
imprigionate ai lati della testa, non poteva far altro che tentare
una debole ribellione, seppur priva di qualsiasi efficacia.
“No...
non ti agitare...”, gli sussurrò lei a fior di labbra,
“...il bello deve ancora venire...”
“Isab...”,
ma Harry non fu in grado di continuare, visto che con delicatezza lei
aveva iniziato a slacciargli i pantaloni.
Trattenne il respiro.
Non può farlo
veramente...
Non può farlo
veramente!!
E invece la mano audace
della ragazza, con estrema lentezza, gli abbassò piano la
cerniera.
“ISABEL!”,
gridò disperatamente.
Lei sorrise, guardandolo
con innocenza: “Sì...?”
“Ti
prego! Aspetta, non farlo! Non... così!”
“Tra
poco mi suplìcherai
di non smettere....”, e con questo si abbassò nuovamente
sul suo petto, distribuendo baci e leccando dolcemente la sua pelle,
scendendo sempre più giù e facendolo fremere.
Isabel gli abbassò
del tutto i pantaloni e Harry sollevò la testa: vide il viso
della ragazza avvicinarsi ai suoi genitali.
Cazzo! Adesso muoio!
A quel punto Harry si
guardò intorno alla ricerca disperata di qualcosa con cui
potersi aiutare a liberare.
Per quanto le mani di
Isabel gli stessero facendo perdere completamente la ragione, non
voleva che fosse lei a fare quelle cose.
“Liberami
da questo incantesimo, Isabel!”, le ordinò.
Ma la ragazza non gli
diede ascolto e il sorriso malizioso e compiaciuto che aveva sulle
labbra, sembrava darle maggiore convinzione che quello che stava
facendo venisse decisamente apprezzato.
L'eccitazione di Harry lo
stava tradendo in modo inequivocabile, e il tessuto teso dei boxer ne
era la prova tangibile.
La ragazza gli mise le
mani intorno ai fianchi ed avvicinò la bocca alla punta della
sua erezione, poi, dolcemente, gli diede un bacio attraverso il
cotone della biancheria.
Cazzo! Mi sta facendo
impazzire!
Harry piegò il
busto in avanti... sentendosi scoppiare.
No... NO!
“Dio,
Isabel! Ti prego... fermati!”, la supplicò a parole,
mentre il suo sesso implorava follemente di continuare.
Quando lei fece per
abbassargli anche i boxer, Harry si ribellò con decisione, e
in qualche modo riuscì a concentrare tutte le sue energie
sulle proprie mani.
“FINITE
INCANTATEM!” Pensò
con tutte le sue forze.
Con
notevole freddezza e determinazione,
incredibilmente, si liberò dal sortilegio.
Fece appena in tempo a
bloccare le mani dell'insegnante, prima che queste prendessero il
sopravvento, e la obbligò a guardarlo, facendole sollevare il
viso.
“Ma
cosa diavolo pensi di fare, Isabel?!, le domandò con rabbia,
scuotendola.
Lei lo contemplò
compiaciuta: “Ohm, non so bene come si dica in vostra
lingua...”
Harry era esterrefatto.
“Ma...
non puoi!”
“Io
sicura che tu apprezzare....”, disse con fare malizioso.
Harry, tremendamente in
imbarazzo, la prese per le spalle e la fece sollevare. Poi raccolse i
suoi pantaloni e scosse la testa.
“Non
così, Isabel... Non voglio!” Si alzò dal letto,
semi svestito e sconvolto.
Lei
ridusse gli occhi a due
fessure sottilissime: “TU PIACE QUELLO CHE IO FATTO!”,
disse sbagliando la grammatica della frase in modo evidente, tanto
era arrabbiata.
“Non
è questo... Ma non puoi legarmi al letto con un incantesimo e
farmi...”, s'interruppe, passandosi una mano tra i capelli,
turbato. “Cristo, Isabel! Ci siamo baciati, è vero. Tu
mi piaci e anch'io credevo di provare qualcosa, ma...”
“NON
DIRE NIENTE!” lo interruppe con aggressività la ragazza.
“...Tu potresti pentire!”, lo minacciò.
“Ascoltami,
ti prego! Io mi sento confuso e...”
“Cosa
tu credi? Che io comportare così con chiunque?”, domandò
offesa, scendendo a sua volta dal letto.
“No,
certo! Ma quello che voglio dirti è che i miei sentimenti
sono...”
“Basta!
Non voglio sentire! Io sicura che tu amare me! Lo so...” e con
lo sguardo furente e velato di lacrime, uscì dalla stanza.
Harry rimase imbambolato
a fissare la porta, sconvolto e con la mano destra ridicolmente
stretta in vita per tenersi i pantaloni.
Dio Santo, che casino!
Si allacciò i
pantaloni e la camicia, poi si passò le mani sulla faccia,
sconvolto, incredulo e sfinito.
Come cazzo faccio,
adesso, ad uscire da questo disastro?
Mollò
un calcio alla prima cosa che gli capitò a tiro ed uscì
a sua volta dalla stanza. Di Isabel non c'era più traccia.
Doveva andare via da lì! Uscì dall'appartamento
facendo sbattere
la porta con violenza.
Il
destino, dispettoso e beffardo, fece apparire Draco
da dietro il corridoio.
Magnifico! Ci mancava
solo Malfoy!
Il biondino, nel vederlo
uscire dalla stanza dell'insegnante, con il viso stravolto e la
camicia fuori dei pantaloni, si bloccò restando immobile e con
la bocca aperta. Poi fece un ghigno di derisione: “...Che gran
figlio di puttana, Potter!” disse con un misto di rabbia e
invidia.
“Gira
al largo, Malfoy...” soffiò.
“Ma
certo! Ora ho la conferma delle mie teorie... Ne hai fatta di strada,
eh?”, lo provocò il serpeverde.
“Vaffanculo!”
“Ehi,
guarda che per la prima volta, riesco quasi a provare ammirazione per
te!” ghignò.
“Mi
prendi in un pessimo momento e se vuoi un consiglio, ti suggerisco di
levarti di torno!” disse il moro passandogli accanto senza
guardarlo.
Lui scosse la testa e
mantenne quel fastidioso sorriso sulle labbra: “Avanti, Potter,
raccontami.... come lo fanno le norvegesi?”
“Fottiti!”
ringhiò in risposta, voltando in un corridoio deserto.
“Uhmm...
Chissà che numeri... con quella boccuccia! E dimmi un po'... è
riuscita a battere la Granger?”
A quelle parole Harry gli
mollò un pugno talmente fulmineo che Draco non riuscì
nemmeno a vederlo. Si ritrovò disteso a terra e col labbro
sanguinante.
“La
verità fa male, eh, Potter...?”, disse a fatica il
biondo dopo un po', cercando di sollevarsi dal pavimento di pietra.
“Quando
ti stancherai di rompermi i coglioni, Malfoy?”
“Ah!
Mi diverto troppo... Sei talmente patetico!”
“E
tu sei un lurido bastardo, capace solo di nascondersi dietro la
sottana di sua madre e il potere di suo padre!”
“Questo
non lo dovevi dire!”
Ne nacque una scazzottata
senza precedenti, dove Harry, per la prima volta, quasi non si
difese. Si lasciò pestare a sangue, convinto del fatto che una
punizione fosse quello che più si meritava, che fosse il
giusto castigo per essersi lasciato andare con Isabel, pur provando
dei sentimenti d'amore per Hermione.
Il risultato fu un taglio
sul sopracciglio e svariati lividi e contusioni disseminati su tutto
il corpo, che appagarono Harry più di qualsiasi cosa, tanto
che alla fine disse ad un altrettanto sanguinante Draco: “Grazie,
Malfoy, ne avevo proprio bisogno!”
* * *
Dolcepuffa:
Evvai!!! Il tuo entusiasmo è contagioso.... per cui ti
ringrazio di cuore per essere così spumeggiante! 1 bacio a te!
Morgana85:
Mammina mia... che super recensione che mi hai fatto! Mi hai lasciata
senza parole, commossa e a dir poco felice! Grazie, sei davvero molto
buona e per me è un onore quello che mi dici! Spero di essere
stata all'altezza delle tue aspettative... :-)) Ti abbraccio forte!
Goldbuble:
Hi hi hi.... anche se parziale, la tua recensione è sempre
presente! ;-) Ed io ti ringrazio............. immensamente! Visto?
Questa volta l'aggiornamento è arrivato stra-super-puntuale!!!
O no?!?!? Bacioni!
Jojipv:
Ciao cara! Mi sto ancora fustigando per il mio ultimo
imperdonabile errore... Scuuuuusa! Ma ti ho scritto un piccolo
commento a seguito della tua precedente recensione (spero tu l'abbia
visto). Ad ogni modo, carissima Giorgia, sei moooolto acuta e mi fa
piacere che presti particolare attenzione a tutto! Spero di cuore che
anche questo cap sia stato di tuo gradimento......... Attendo
fiduciosa tuoi commenti!! 1 super bacione!
Summers84:
Ciao!! Grazie infinite per il tuo commento...... Arfh, arfh, arfh....
E adesso sono io a morire di curiosità nel sapere cosa te ne
pare di questo capitolo!!!!!!! Fammi sapere, ok? bacio!
Rani
of the Artic: Nooooo.... ti prego! Non mi minacciare con un 'Non
volevo commentare'.... Ne potrei morire, sai???? :-)) Anche perchè
dopo questo capitolo, mi sa che rischio di perderti sul serio!! No,
dai..... Giurin giuretto che Harry è solo 'momentaneamente'
ormonalmente r-i-n-c-o-g-l...... (non vado oltre!)... Arriveranno
tempi migliori!! Anzi, non sai cosa vi aspetta!! :-D Piaciuto Ron
che finalmente ha il coraggio di mollare Hermione?? 1 beso e 1000
volte grazie, dolcezza!
Argentlma:
A-i-u-t-o.... Temo il tuo commento... Non mi uccidere, dopo questo
cap.. ti prego!! :-) No, scherzi a parte, nonostante l'agguato ed il
sopruso della Keen... spero che la storia continui a piacerti e
coinvolgerti come ha fatto fino ad ora! Ti ringrazio per la costanza
con la quale mi dimostri il tuo affetto! A presto, stella!!!
PennyPink:
LOL, mi hai fatto davvero divertire, con la tua recensione!! :-D Sei
stata fantastica e ti ringrazio infinitamente per tutto quello che
hai scritto! Anche se a questo punto, temo che il tuo istinto omicida
nei confronti della Keen si sia trasformato in qualcosa di
concreto... e visto che la Keen non la puoi andare a prendere....
verrai a prendere me! *__* No, don't worry! Tutto tornerà al
posto giusto.....! Ancora grazie ed un bacio grandissimo!
Luxcis:
Ciao Bella!! Sai com'è.... temevo per il mio povero collo,
così mi sono affrettata e ho cercato di aggiornare nelle due
solite settimane.... ^__^' :-) PIACIUTO IL CAPITOLO?!?!??!?!?!?
Dimmi di sì, ti preeeeeeeeeego !! Grazie infinite di tutto! A
presto ed un bacio!
Granger90:
Ciao!!! Prima di tutto AUGURI per il tuo compleanno (anche se,
perdonami, di preciso non so quand'è...)! Seconda cosa....
aiuto! Ma perchè tutti mi minacciate di morte!??!? :-)) Visto
com'è andato questo capitolo, mi sa che le minacce diverranno
presto realtà! HELP! No, ma ci tengo a tranquillizzarvi: ogni
tassello andrà nel posto giusto! Promesso! Grazie della
recensione e tantissimi baci!
Sparkling
Angel: Ahhh.... carissima! Grazie, grazie, grazie!!! Sei un mito,
come sempre! Adorabile, strepitosa e grande recensione! Grazie!! Ogni
volta le tue puntualissime e dettagliate note mi fanno sollazzare! Mi
divertono e mi commuovono per quello che dici e per tutti i
complimenti che mi fai... Non ho parole! :-)) Mi rendi felice,
orgogliosa e ancora più carica nel cercare di
fare sempre meglio! Ti abbraccio forte! A presto!
Stizy:
Ecco la mia ciccina dolcissima per eccellenza! Grazie
stellina mia per la tua preziosa recensione, che non manca mai! Lo
sai quanto ci tengo alla mia n°1, e sono felice che la storia
(seppur burrascosa) ti continui ad emozionare. Eh, lo so bene quello
che vuoi dire... Ma tu tieni duro, ok??? :-)) Per ora, 1 bacio
grandissimo a te!
Sabri89:
Ciao bambolina! Ebbene sì, qui sono tutti un po' allo
sbando.... Poveri noi! Harry sembra ormai ragionare solo ed
unicamente con una parte ben specifica del suo corpo.... e la cara
professoressa Keen sa bene come approfittarne! Riusciranno, i nostri
eroi, ad uscire da questo pasticcio?? :-)) Continua a seguirmi, che
ci tengo tantissimo, ok? Grazie immense anche a te! Baci baci!
Sallulla:
Carissima, ciao! Non preoccuparti di eventuali ritardi.... lo dici a
colei che l'ultima volta ha fatto passare 3 settimane prima di
postare!!! Spero di aver recuperato con questa volta... E,
soprattutto, spero che il capitolo ti sia piaciuto! Che ne dici????
Ci siamo quasi... ci siamo quasi! Grazie per la tua presenza
(doppia.... e stra gradita!!!!!!!!!!!!!) Ti aspetto con le prossime!
bacionissimi!
8X4:
Ciao dolcezza! :-)) Grazie della recensione e di tutti i
complimenti che ogni volta mi fai! Che dire.... spero di meritarli!
Tu sei un tesoro ad esserci sempre! Ti abbraccio e ti aspetto al
prossimo capitolo! Bacioni!
Marco:
.... Tesoruccio.... Ciao! Ma come farei, senza di te?? Ti dico,
ancora una volta, un grazie sincero e che a fatica riesco a
contenere! Sei sempre importantissimo, per me, e il tuo aiuto mi fa
enormemente piacere! Ci sentiamo... presto! Bacio!
p.s.
NON DITEMI CHE HO PERSO I MIEI DUE COMMENTATORI *MASCHIETTI* (Jerada
e Maximillian)..... Ohhhhhh, che terribile sofferenza!! :-((
Dopo essersi fatto
medicare brevemente da Madama Chips, Harry fece una lunga passeggiata
intorno al lago, pensieroso ed incupito. Tutto stava diventando
sempre più difficile!
Se prima aveva dei dubbi
su cosa stesse succedendo, adesso poteva quasi dirsi certo che era
una vera catastrofe!
Era furioso con se stesso
per non essere stato capace di impedire ad Isabel di prendere il
sopravvento, e detestava la vigliaccheria del suo corpo, che non era
riuscito a resistere a quelle abili mani...
E poi... cosa ancor più
grave, si odiava per non essere in grado di amare Hermione alla luce
del sole come aveva fatto Ron, e di essere così meschino da
nascondersi dietro mille scuse e giustificazioni assurde.
Era un vile, era un
codardo!
Ed era dannatamente
stanco...
Tornò
in Sala Comune quando ormai era buio e una volta oltrepassato il
ritratto, vide che la stanza era vuota... fatta eccezione per
Hermione, che se ne stava seduta sul divano consumato
con le gambe raccolte vicino al petto, davanti al fuoco, intenta a
scrivere su una pergamena. Si guardarono per alcuni secondi, restando
immobili.
Hermione nel vederlo,
sentì il cuore batterle forte, combattuta tra l'odio e
l'amore, la rabbia e la preoccupazione. Fu tentata di raccogliere i
suoi appunti ed andarsene, senza nemmeno rivolgergli la parola o,
peggio ancora, ignorarlo come se nemmeno esistesse.
Ma
sapeva di non poterlo fare. E, soprattutto, il suo orgoglio ebbe un
moto di ribellione: 'Tu
non hai nulla da nascondere o di cui vergognarti!'
Da una parte sentiva di
provare un forte rancore nei suoi confronti, ma dall'altra, sapeva di
amarlo profondamente, ed era certa che lui avesse bisogno del suo
aiuto.
Lo detestava per come si
era comportato fino a quel momento, per l'arroganza che aveva
dimostrato e soprattutto per la sfrontatezza di aver iniziato un
rapporto con la professoressa Keen. Sapeva di non avere prove
concrete sulla loro relazione, ma le era bastato assistere a quel
bacio in giardino... o al continuo gioco di sguardi che c'era sempre
tra loro!
E poi, il suo intuito,
non l'aveva mai tradita!
Ma era altrettanto vero
che dopo l'episodio avvenuto in classe, dove la Keen l'aveva umiliata
e attaccata, Harry non aveva esitato a soccorrerla, intervenendo in
sua difesa. E a lei era bastato quel gesto per farle ritrovare il suo
amato Harry, dolce, sensibile... il vero Harry!
Quando la raggiunse al
centro della stanza e la luce del camino gli illuminò meglio
il volto, si accorse della ferita al sopracciglio.
“Oddio,
Harry! Che ti sei fatto?” chiese allarmata, alzandosi e
mettendoglisi di fronte. Sollevò una mano per toccarlo ma lui
si ritrasse, scostando il viso di lato.
“Non
ho voglia di parlarne!” rispose secco.
Hermione abbassò
la mano, amareggiata.
“Perchè
fai così...?”
Già... perchè
faceva così? Perchè da quando era iniziato quel
maledetto anno, per lui era più facile trattarla male che
confessarle il suo amore?
La penetrò con lo
sguardo, stringendo i pugni e controllandosi a fatica.
Quanto la voleva! ... E
com'era difficile continuare a mentire...
“Non
faccio proprio niente!”
Hermione avrebbe voluto
schiaffeggiarlo! Scuoterlo con forza e obbligarlo a guardarla negli
occhi come faceva un tempo.
“Sì,
invece! Sei così diverso dall'Harry che conoscevo... Da quello
che consideravo un amico... da quello che...” s'interruppe, a
causa di un nodo che le si era improvvisamente formato in gola.
“Cosa,
Hermione?” chiese con un tono aspro e privo di pietà.
“Siete sempre tutti così bravi a giudicarmi! Sapete
tutti cosa aspettarvi da me, vero?! Nessuno però si prende la
briga di chiedermi come sto veramente!” disse con rancore.
Hermione aveva gli occhi
lucidi perchè vedeva il suo tormento e ne soffriva. La loro
amicizia si stava sgretolando, il loro orgoglio li stava
allontanando. Il rancore che provavano era un tarlo pericoloso e
nocivo, che lavorava incessantemente facendo diventare sempre più
grande il divario che c'era tra loro. E la gelosia che provavano uno
per l'altra, li stava distanziando irrimediabilmente.
“E
va bene... Dimmi, allora: come stai, Harry...?” gli chiese
Hermione dopo una lunga pausa e con una dolcezza che lo fece
crollare. Era così vicina... Gli sarebbe bastato allungare una
mano, per poterla toccare.
I suoi riflessi ambrati
erano resi ancora più intensi dalla luce del camino.
Harry si costrinse a
distogliere lo sguardo da lei e si abbandonò sul divano,
passandosi una mano tra i capelli corvini: “Sono stanco...
sfinito! ... Non ce la faccio più!” ammise in un soffio.
Hermione avrebbe voluto
dirgli delle parole di conforto, poterlo abbracciare... ma la linea
che li univa, adesso, era talmente sottile che temeva di fare un
passo falso, di sbagliare ancora una volta.
Gli si sedette di fianco,
piano: “Harry... ti prego.... Non sopporto più di
vederti così! Devi tornare in te!” gli sussurrò
debolmente.
Lui, con la testa tra le
mani, si voltò a guardarla. Hermione aveva uno sguardo
supplichevole, dolce... e incredibilmente bello! Era talmente
vicina... e il divano così invitante.
Ma un lampo improvviso
gli offuscò la vista, causandogli un forte dolore. “Aahhh...”
si lasciò sfuggire.
“Harry!
Che ti succede...?” chiese preoccupata Hermione, appoggiandogli
una mano sulla gamba.
A quel contatto
inaspettato, Harry scattò in piedi, sentendo che il suo
autocontrollo iniziava a vacillare. Si massaggiò le tempie per
lenire il dolore sentito pochi istanti prima, ma che stava già
svanendo.
“E'
meglio che vada a riposare un po'...” disse con voce debole.
Hermione si alzò a
sua volta, pensierosa: “Sì, certo. Hai... bisogno di
qualcosa?” gli chiese timidamente.
Finalmente Harry le
sorrise, regalandole un attimo di felicità.
“No,
ma... grazie.”
Lo seguì con lo
sguardo mentre si allontanava, struggendosi di pena per lui.
Harry, a fatica, si
trascinò nella sua stanza, col volto di Isabel nella mente che
lo assillava e che non gli dava tregua.
Basta! Così non
poteva continuare...
Era giunto il momento di
porre fine a quella storia!
Storia, relazione...
Harry non aveva idea di come chiamare quel disastro nel quale si era
cacciato.
Ma conosceva bene il suo
nome: Isabel!
Si distese nel letto,
incrociando le mani dietro la nuca ed iniziando a fissare la parte
alta del baldacchino, drappeggiato di velluto rosso scuro. Era
dolorante ed ammaccato per i pugni presi, ma continuava a meditare
sul da farsi.
Finalmente iniziava a
capire che così non poteva più andare avanti!
Quella situazione gli
stava drammaticamente sfuggendo di mano e doveva chiarirla una volta
per tutte!
Qui non si trattava più
di una semplice infatuazione tra alunno ed insegnante... Non era più
una questione di una professoressa invaghita del suo miglior
pupillo....
Questa era una vera e
propria ossessione morbosa, una relazione malsana e che non aveva
nessun futuro, dal momento che lui non provava niente per Isabel!
Quello che era successo con lei quella mattina, nella sua stanza, lo
aveva spaventato... e forse gli era servito per rendersi conto della
pericolosità della situazione.
Per non parlare di come
si era comportata con Hermione! L'aveva trattata con una cattiveria
gratuita ed ingiustificata!
Possibile che fosse
gelosa di lei? Era questo che Isabel voleva dimostrare? Che solo lei
poteva stargli vicino?
Strinse i denti e si
passò una mano tra i capelli, irrequieto.
Ripensò
con calma ai mesi trascorsi, al lento avvicinamento che c'era stato
tra loro... e a come tutto sembrava essere avvenuto per caso... Ma
più ci pensava, e più si rendeva conto che dietro
sembrava esserci la tela di un ragno abilmente tessuta. Quando si
trovava con lei, era come se perdesse il controllo di sé,
della sua lucidità.
Sentì nuovamente
una fitta acuta alla testa e si toccò la fronte con
nervosismo.
Certo, Isabel gli aveva
confessato il drammatico passato che l'aveva segnata in modo tanto
crudele, ma era come se grazie a questo cercasse di far leva su di
lui, sul fatto che entrambi fossero dei predestinati. I discorsi che
gli ripeteva senza sosta erano una specie di lavaggio del cervello!
E poi... Dio, Isabel
aveva cercato di approfittare di lui, contro la sua volontà!
Era
un uomo, ormai, e sapeva bene che l'istinto naturale di trovarsi con
una donna compiacente era spesso più forte della ragione più
solida... chiunque
sarebbe stato in seria difficoltà!
Ma lui amava Hermione...
Lui l'amava
disperatamente, e sopra ogni altra cosa!
Non voleva nessun'altra,
anche se gli veniva offerta su un piatto d'argento!
In più, e cosa
ancor più grave, si rendeva conto che a causa di Isabel, stava
irrimediabilmente perdendo Hermione...
Avrebbe parlato ad
Isabel! Questa volta lo avrebbe fatto sul serio! A costo di
obbligarla ad ascoltarlo in mezzo ad altra gente. Gli dispiaceva
ferirla e l'ultima cosa che voleva era farle del male... Ma se questo
era il prezzo da pagare per avere Hermione, beh, lo avrebbe fatto!
La
mattina seguente Hermione scese in Sala Grande e vide Harry seduto al
tavolo, mentre faceva colazione da solo.
Raccolse tutto il suo
coraggio e mosse un passo all'interno della sala rumorosa ed
affollata. Ormai la notizia della scazzottata tra lui e Malfoy si era
diffusa velocemente, anche perchè Harry aveva un vistoso
cerotto sul sopracciglio, mentre Malfoy era ancora disteso nel letto
dell'infermeria.
Hermione gli si sedette
di fronte, ma scostata di un posto.
“Ciao.”
Al suono di quella voce
Harry sollevò lo sguardo, sentendo una fitta acuta al
sopracciglio che contava ben tre punti di sutura.
Eccola... Finalmente era
arrivata. Dalla sera prima non aveva fatto che contare i minuti in
attesa di rivederla. Dio, quant'era bella! Portava la solita divisa,
la solita camicetta (slacciata di tre soli bottoni, ma sufficienti a
fargli immaginare le cose più scandalose), il solito
maglioncino, la solita gonna a pieghe... eppure ogni volta, ai suoi
occhi, riusciva ad apparire sempre più splendida!
“Ciao...”,
rispose costringendosi a staccarle gli occhi di dosso e a tornare a
fissare la sua tazza di caffè nero e fumante.
Hermione, nel vederlo,
sentì una stretta al cuore... che le bruciò
intensamente.
Amore, rabbia,
dispiacere, desiderio.... neppure lei sapeva quello che provava!
Sapeva solo che le erano
bastati quei pochi minuti passati insieme la sera prima per renderla
felice e per tornare a sentirsi viva!
Sapeva solo che non era
mai stata così male in vita sua, che le mancava il loro
rapporto, la loro amicizia, il loro affetto, la loro sintonia...
Sapeva solo che soffriva
da morire e che non ce la faceva più!
“Come
va l'occhio... ?”, chiese preoccupata.
Harry le sorrise e
Hermione credette di non averlo mai visto così bello,
nonostante quel taglio che lo rendeva (se possibile) ancora più
affascinante.
Quella mattina si sentiva
decisamente meglio e le rispose con più dolcezza: “Come
uno che ha visto il pugno destro di Malfoy da distanza molto
ravvicinata per oltre mezz'ora...”
“Si
può sapere, stavolta, cosa ti ha detto per scatenare questa
sciagura?”, gli chiese arrabbiata, non riuscendo a trattenersi
dal rimproverarlo.
Harry si sentì
gelare: ora sì che si era nei guai!
Cosa
accidenti poteva dirle?
'Sai, Malfoy mi ha
visto uscire dalla stanza della Keen con i vestiti sottosopra e mi ha
chiesto se me l'ero spassata?!'
Si maledisse! Doveva
inventarsi qualcosa!
“Ecco,
lui... è il solito provocatore. Ed io non sono riuscito a
trattenermi.”
“....
Ma cosa ti ha detto?” insistette.
Merda!
“Ehi,
ragazzi, ciao!!”, li salutò Ron, non riuscendo a
nascondere l'entusiasmo nel vederli seduti insieme allo stesso
tavolo.
“Ron!”
rispose Harry con gioia.
Da dietro le sue spalle
sbucò Luna, che indossava un eccentrico abitino multicolore ed
un cappello in tinta, con una lunga piuma verde, alquanto vistosa, e
che ogni volta che ondeggiava emetteva un misterioso cinguettio.
“Ciao
ragazzi! Avete visto che magnifica giornata?! Sono sbocciati tutti i
'Palustri
Scutellari'
di Hogwarts! Sono splendidi!!” esordì piena di euforia.
Frriiiiuuu-frriiiuuu!
- il suo cappello gorgheggiò allegro.
Harry nascose un sorriso,
poi le chiese: “Ti hanno suggerito loro questo abbinamento di
colori?”
“Oh,
no!! L'abito e il cappellino sono frutto di un accurato lavoro...
devo ringraziare lo Scardaccione
Peloso!”
“Ehm,
Luna... non è necessario spiegare ogni cosa...” disse
Ron, toccandole timidamente un braccio ed invitandola a sedersi al
loro tavolo.
“Uhm...
sì, certo.” Si sedette di fianco a Ron ed iniziò
a sgranocchiare dei cereali. “Eppure sono convinta che se anche
loro prendessero coscienza di tutti gli esseri viventi di Hogwarts e
dei benefici che possono trasmettere, starebbero decisamente meglio!
Guarda Hermione, per esempio...”
La ragazza, sentendosi
chiamata in causa, si aggiustò inconsciamente i capelli:
“Ehm... cosa?”
“Tu,
Hermione... Proprio tu! E' da molto che ti osservo: quello sguardo
così triste... quell'aria infelice! Sei preoccupata molto più
di quanto tu voglia tentare di nascondere... Per non parlare del tuo
cuore malinconico ed inconsolabile... I messaggi che manda sono
potenti come rulli di tamburi amplificati da casse stereo babbane!!”
Hermione sgranò
gli occhi e senza nemmeno rendersene conto si portò una mano
sul cuore, come per mettere a tacere quel rumore che anche lei
sentiva in modo assordante.
“Cos...?
Oh, Luna!” tentò di sorridere. “Ti sbagli di
grosso, io non...”
“Ad
esempio”, la interruppe di nuovo la bionda stringendo gli occhi
e fissando il ragazzo che contava più cicatrici in attivo di
tutta la scuola, “Tu, Harry.... Non lo senti, quel rullo di
tamburi?!”
Harry arrossì come
uno sciocco e gettò uno sguardo fugace verso Hermione: “Ah...
ecco, io...”
“Guarda
che sono messaggi costanti-forti-e-chiari!!” Sorrise e bevve un
sorso di succo d'arancia direttamente dal bicchiere di Hermione che,
alzando gli occhi al cielo, non provò nemmeno a fermarla.
Si mise ad accarezzare la
sua lunga piuma verde con fare pensieroso e, continuando a guardare
Harry, proseguì: “Ma forse... quel nuovo taglio che hai
sopra l'occhio.... nasconde qualcosa di interessante!”
“No!”,
si affrettò a dire lui. “E' solo il risultato di un
litigio con Malfoy...”
“Oooh!
Uhm... Vuoi dire che anche a Draco piace Hermione?!”
Tre paia d'occhi, a
quella frase, si allargarono increduli, e Harry sentì i punti
tirargli e fargli un male cane!
Dio! Ci mancava Luna e il
suo modo d'interpretare ciò che gli altri evidentemente non
riuscivano a cogliere con altrettanta facilità!
Frriiiiuuu-frriiiuuu!
- Il suo cappello trillò di nuovo.
“Luna...
credo proprio tu sia fuori strada....”, le disse Ron con voce
paziente.
“Eppure,
Harry, sono convinta che se tu prendessi qualche goccia di 'Pumila
Nidularium'...”
“Ok,
ok! Magari la lezione di filosofia degli esseri che popolano Hogwarts
la facciamo la prossima volta, eh? Che ne dici?”, intervenne
Ron in soccorso dell'amico. “Ora mangia questo...”
“Guarda
Ron che bastano solo poche gocce!” Ma poi vide il piatto che il
rosso le offriva. Fece spallucce e cacciò un dito nella crema
di mirtilli che ricopriva il dolce sotto il suo naso. “E va
bene! Che continuino pure questo stupido
gioco-al-massacro-degli-ottusi, allora!”
Ron fece un sorriso
imbarazzato e scosse leggermente la testa: “Ehm... non fateci
caso! E' da un po' che vaneggia su argomenti che sinceramente faccio
fatica a capire...”
Harry, nel sollevare la
tazza per bere il suo caffè, incrociò lo sguardo di
Luna, che gli strizzò l'occhio con fare d'intesa. La bevanda
gli andò di traverso, rischiando di farlo morire! Iniziò
a tossire disperatamente e Ron corse in suo aiuto, battendogli la
schiena e causando l'ilarità di Hermione.
Quella risata fresca e
spontanea fu un toccasana per il suo cuore! Oh... com'era bello
sentirla felice! Per un breve istante, tutto sembrava essere tornato
alla normalità....
“Ok,
ok... va meglio, grazie!” disse con un ultimo colpo di tosse,
sollevando la mano in segno di ringraziamento.
I quattro iniziarono
finalmente a fare colazione, felici di quel momento di quiete.
Ron, con la bocca colma
di cibo, bofonchiò: “Allo-a, Hav-vy... Hev-mone! Fofse
anco-a non lo sauete, ma il noschtro Hagrid schtà
o-a-ni-a-ndo una iiita!”
“Ehh??”
chiese Hermione orripilata nel vedere il cibo masticato nella bocca
del sue ex fidanzato.
“Schtavo
di-endo....” tentò di ripetere il rosso.
“RON!!
FINISCI PRIMA DI MANDARE GIU' IL BOCCONE!” gridò
Hermione, esasperata e disgustata.
Lui, con le orecchie
basse, mandò giù l'intera palla di cibo aiutandosi con
del succo di zucca, e dopo aver realizzato di essere riuscito ad
inghiottirlo senza strozzarsi, disse: “Ehm, scusate.... Dicevo
che forse voi due ancora non lo sapete, ma il nostro Hagrid sta
organizzando una cosa davvero strafiga!”
“E
sarebbe?” chiese Harry curioso.
“Una
gita!”
Luna
batté felice le mani, galvanizzata dalla bella notizia. La
piuma del suo cappellino, ondeggiando avanti e indietro, emise
l'ennesimo:
Frriiiiuuu-frriiiuuu-frriiiuuu!!
“Una
gita?” chiese Hermione. “E dove?”
“Qui
sta il bello! Si tratta di andare via per ben due giorni... Andremo a
vedere una specie di 'Riserva dei Giganti', un territorio tutto loro,
dove vivono nel loro stato naturale... Brrr, mi vengono i brividi
solo a pensarci! Ma deve essere una cosa unica! E poi, almeno, per
due giorni non faremo lezioni qui!!” Fece un sorriso a 32 denti
e tornò a mangiare la sua fetta di torta.
“Non
sarà pericoloso?” chiese Hermione, leggermente incupita.
“Oh,
beh... ovviamente li vedremo da lontano! Ma Hagrid domani ci darà
tutti i dettagli!”
Harry fu sinceramente
felice di quella bella notizia: sentiva l'esigenza di ricominciare,
in qualche modo... e questa, di sicuro, era un'ottima occasione.
Con la coda dell'occhio
vide entrare Isabel, col suo portamento fiero e la sua bellezza che
lasciava la scia quasi fosse stato un profumo. Cercò con
insistenza il suo sguardo, ma la ragazza lo ignorò per tutto
il tempo della colazione.
Harry, a quel punto,
tentò un contatto mentale.
'Isabel....'
Niente.
'Isabel, mi
senti?'
La ragazza continuò
a conversare con la professoressa di Rune Antiche senza mai voltarsi
dalla sua parte.
'Ti prego,
Isabel... dobbiamo parlare!”
Ad Hermione non sfuggì
quel comportamento da parte di Harry e si rabbuiò, sospettosa.
Harry provò ancora
svariate volte, ma la professoressa, anche quando gli passò
accanto per uscire dalla Sala, non lo degnò neppure di uno
sguardo.
Al termine della giornata
finalmente la rivide in giardino, mentre passeggiava da sola.
Parlarle senza nessuno intorno era sicuramente più rischioso,
ma doveva farlo! Le corse dietro per qualche metro, chiamandola:
“Isabel!”
La ragazza affrettò
il passo, andando verso delle piante più alte.
“Isabel!!”
provò nuovamente, a voce più alta.
La ragazza si voltò
appena, ma scomparve dietro un cespuglio e lui la perse di vista. A
quel punto, gli fu impossibile ritrovarla.
“Merda!”
imprecò tra i denti, strappando stizzito le foglie di una
pianta.
* * *
La mattina seguente,
Hagrid radunò le classi che avrebbero partecipato alla
gita-studio, tutto contento ed entusiasta come un bambino un po'
troppo cresciuto.
“Silenzio....
ehm, su... fate i bravi!!” disse richiamando l'attenzione di
tutti quei ragazzi. Quando ebbe ottenuto un po' di quiete, provò
a parlare: “Ok, ok... Molto bene! Allora, come ci ho già
detto a qualcuno ieri, è importantissimo che voi, come maghi,
conosciate bene anche le creature che popolano il nostro mondo
magico.” Si grattò la barba cespugliosa, mentre tutti
gli studenti lo guardavano con un misto di curiosità e ansia.
Lui, con un sorriso ingenuo, continuò: “Beh, dico io:
perchè non portare questi ragazzi in un posto che è
veramente unico?” Sorrise col suo faccione dolce e guardò
gli alunni.
Un ragazzo di serpeverde
alzò la mano: “E dove sarebbe questo posto?”
“Oh,
ecco... è un posto assolutissimamente segretissimo.... ai
piedi della Montagna 'Dente
del Drago'!
Ci vuole una super autorizzazione speciale... ma finalmente ci è
stata concessa questa possibilità! É un posto
lontano... E mica tutti ci possono andare, sapete??”
“Perchè?”
chiese Ginny.
“Beh...
quello è un posto rarissimo! La magia, lì, non
funziona!”
“Oohh...!”
fecero gli studenti in coro.
“Sapete
che i Giganti hanno dovuto lottare tantissimo per ottenere un po' di
rispetto... e loro hanno ancora molta paura dei maghi! Quindi hanno
isolato quel territorio, che è solo loro... e lo hanno reso
immune dalla magia! Non ci si può materializzare, nessuna
bacchetta funziona, lì!”
“E
allora noi come faremo ad arrivarci?” chiese Malfoy con
spavalderia, nonostante il suo taglio sul labbro, frutto della rissa
di due giorni prima.
“Beh,
ecco... Silente mi ha detto che potremo usare un Nottetempo...
modificato in modo che possa farci stare tutti, e che vada al doppio
della velocità normale... che, come sapete, è già
parecchio velocissima!” Rise contento.
“Ma
non sarà pericoloso, visto che non potremo usare la magia?”
“Oh,
no! Non avrete di che preoccuparvi... loro sanno che noi andremo....
Silente ci ha parlato. Dovremmo solo rispettare certe regole, e non
darci fastidio!”
“A
me sembra inutilmente assurdo!” disse Malfoy incrociando le
braccia sul petto, con fare annoiato e sostenuto.
“Anche
i Giganti meritano il tuo rispetto, Draco! Sono certa che ci
divertiremo un sacco!” disse Luna, piena di entusiasmo.
“Ehm,
molto bene! Allora, la partenza è fissata fra tre giorni. Si
partirà presto... e ci impiegheremo diverse ore... Ma sono
sicuro che vi piacerà, questa esperienza!”
Hagrid non vedeva l'ora
di dimostrare ai suoi allievi che anche i Giganti potevano convivere
nel mondo magico, e quale migliore occasione poteva esserci, se non
quella di farli vedere nel loro habitat naturale?
Nella
scuola c'era una grande euforia per quell'evento così unico, e
solo parte degli studenti erano stati selezionati per partecipare
alla gita. Erano le classi del settimo anno di Grifondoro, Serpeverde
e Corvonero e alcuni studenti del sesto anno, tra cui Ginny. La
professoressa Sprite avrebbe accompagnato Hagrid per l'occasione e il
clima generale era decisamente festoso.
Ma Harry aveva un conto
in sospeso da risolvere e quel pomeriggio, mentre usciva dalla stanza
di Piton dopo aver concluso le sue due ore di punizione, finalmente
vide Isabel di spalle, poco lontana da lui, affiancata da tre
studenti del terzo anno.
Erano due giorni che
tentava inutilmente di parlarle, ma lei riusciva sempre a svanire nel
nulla.
“Professoressa
Keen!” la chiamò.
La vide irrigidirsi
vistosamente ed interrompere la sua camminata. Essendo con altra
gente, a quel punto non poteva più far finta di niente. Si
voltò molto lentamente, e gli rivolse uno sguardo freddo ed
offeso.
“Ehm,
buongiorno...”
“Ciao,
Harry.”
“Le
posso parlare un attimo?”
Lei guardò i tre
studenti al suo fianco: “Come tu potere vedere, sono
impegnata.”
“Per
favore... è importante!” insistette lui.
“Ohm,
io sicura che tu puoi aspettare!” e gli voltò le spalle.
Lui la trattenne per un
braccio: “Insisto!” Poi guardò i tre compagni con
fare minaccioso, facendoli spaventare.
“Professoressa...
noi, noi tanto ci vediamo tra poco in classe! Arrivederci!” e
se la diedero a gambe.
Erano quasi all'ingresso
dell'aula di Difesa contro le Arti Oscure, ma gli studenti che
continuavano a passare, non sembravano accorgersi di loro.
I due si guardarono a
lungo, poi la ragazza gli disse, in modo più dolce: “Vieni
nella mia stanza...”
Harry, come a comando e
quasi senza rendersene conto, mosse un passo per seguirla. Ma poi
scosse la testa, opponendosi: “No! Restiamo qui!”
Lei sgranò gli
occhi, ma tentò ancora: “Sono certa che staremo
meglio...”
“Isabel,
no! Dobbiamo parlare, e dobbiamo farlo qui!” La prese per un
braccio e la condusse in un posto più appartato e nascosto,
lontano da occhi indiscreti.
La ragazza ridusse gli
occhi a due fessure, incupendosi di colpo: “Io non credere sia
il caso!”
“E
invece sì! E questa volta dovrai ascoltarmi fino in fondo!”
disse con veemenza Harry. “Isabel, io... ti devo delle scuse
e...”
“Non
voglio ascoltarti!” lo interruppe stringendo i denti e
voltandogli le spalle.
“Tu
devi!” tuonò Harry obbligandola a voltarsi.
“Io...
cosa...?” chiese lei in un sibilo.
“Ti
prego... Isabel! Mi dispiace... non puoi capire quanto! Io... ho
commesso molti errori, e quello più grave l'ho fatto con te!”
Le si avvicinò ancora un po'. Era combattuto e dispiaciuto, ma
per quanto gli dolesse farlo, doveva andare fino in fondo ed essere
sincero.
Le prese una mano e
gliela accarezzò con dolcezza: “Tra noi non può
continuare... mi dispiace...”
“Cosa...
vuoi... dire?” chiese la ragazza con una punta di panico nella
voce.
“Voglio
dire che... sono mortificato per quello che è accaduto l'altro
giorno. Non doveva succedere!Non
sarebbe mai dovuto succedere niente
tra
di noi! Oh,
ti scongiuro, non fraintendermi! Con te mi sono trovato bene...
benissimo! Sei una ragazza fantastica ma io... ho commesso l'errore
di dimenticare che tu sei un'insegnante. Mi sono lasciato andare con
te, ma non avrei dovuto!”
Delle lacrime iniziarono
a velare i suoi begli occhi blu.
“Basta!
Ti prego, Harry... non dire altro...” lo supplicò.
Harry si sentiva
malissimo! Ma doveva dirle la verità.
“Non
puoi capire quanto mi senta in colpa, Isabel, te lo giuro! Non meriti
di essere trattata come ho fatto io...”
Lei, disperata, senza
dare nell'occhio si aggrappò alla sua camicia, stringendo
forte i pugni: “Ti prego... non dirlo...” ripeté.
“Non
voglio trovare delle scuse... e poco importa se ero disperato! Sono
stato un vile, un ipocrita... e ho approfittato della situazione!”
“Oh,
Harry... ma io ti amo! Perchè tu non capire....?”
Harry
si sentì gelare il sangue nelle vene. Le
prese nuovamente le mani tra le sue e, sussurrando appena, mormorò:
“Perdonami Isabel... perdonami, ti prego! Ma io non amo te...
Non sei tu, la ragazza che desidero...”
Lei, turbata, si scostò
da lui, con gli occhi lucidi e con le labbra tremanti.
“Isabel...”
Un gruppo di ragazze
passò lì vicino, senza accorgersi della tempesta che si
stava scatenando a pochi metri da loro. Isabel si passò una
mano sotto occhi, cancellando la traccia di una lacrima che le era
sfuggita dal ciglio.
“...
E' Hermione... vero?”
Harry deglutì,
ignaro del danno di quella rivelazione: “Sì... E' lei
che amo più della mia stessa vita!”
Isabel chiuse gli occhi,
come se quelle parole l'avessero trafitta come una lama. Si irrigidì
vistosamente e quando riaprì gli occhi, Harry vide che erano
diventati duri come la pietra.
“Mi
dispiace, Isabel... te lo giuro...”
La ragazza riaprì
gli occhi, e Harry sentì un brivido corrergli lungo la
schiena.
“Anche
a me, Harry... tu non immaginare neanche quanto!” Con quelle
ultime fredde parole, a testa alta, si allontanò con tutta la
sua regalità.
Harry la seguì con
lo sguardo, mortificato per il dolore che le stava causando,
inconsapevole del reale pericolo nel quale adesso si trovava.
* * *
Arrivò il giorno
della partenza e Harry si sentiva finalmente più sereno, con
un peso in meno sul cuore. Tornava a guardare Hermione con occhi
nuovi, limpidi e pieni di un amore segreto e appassionato. Quando la
vide arrivare, con indosso dei jeans decisamente più aderenti
del solito, una maglietta bianca ed un maglioncino blu scuro gettato
sulle spalle, con lo scollo a V, le sembrò bellissima! Anche
la maggior parte degli altri studenti era vestita alla babbana, con
jeans e felpe alla moda. Harry non era da meno, e i suoi jeans
leggermente strappati, con una maglietta nera aderente e che
risaltava il colore dei suoi occhi, non passarono di certo
inosservati.
Ginny se lo divorò
con gli occhi, facendo provare un moto di gelosia ad Hermione.
Tutti i partecipanti
erano pronti e puntuali alla partenza. Risposero all'appello,
iniziando a salire sul Nottetempo, il quale era stato modificato per
l'occasione. Esternamente sembrava il solito Bus rosso a tre piani,
ma una volta dentro, lo spazio diventava dieci volte più
grande, con posti a sedere, divani, piccoli salottini, bagni, e nei
due piani superiori erano stati predisposti i letti per dormire.
I Serpeverde si
posizionarono in fondo all'autobus, lontani dagli occhi vigili dei
due insegnanti. Il gruppo dei Grifondoro si sistemò nella
parte centrale, mentre i Corvonero presero posto nelle prime file. Il
viaggio ebbe finalmente inizio e, durante la prima ora, molti ne
approfittarono per dormire ancora un po', mentre altri leggevano e
alcuni, addirittura, cantavano.
Col trascorrere della
seconda ora, il gruppo di Serpeverde iniziò ad annoiarsi e a
diventare irrequieto... facendo la cosa che gli riusciva meglio:
sfottere gli altri.
“Ehi,
Lovegood! Ma come ti sei conciata, oggi?”, le chiese con un
ghigno Tiger, scatenando l'ilarità di tutti i suoi compagni.
La ragazza, tutta
contenta, ammirò compiaciuta il suo pantalone che si
interrompeva al ginocchio, azzurro acceso, e la sua camicetta viola,
piena di frange che le penzolavano un po' ovunque. “Ah! Ti
piace? Grazie!”
“No,
forse non l'hai capito... Ti stiamo dicendo che sei più
ridicola del solito!”
“Ehi,
attento a come parli!” intervenne Ron, alzandosi dal suo posto.
“Perchè,
lenticchia...? Altrimenti ci riempi di incantesimi?! Ah, ah, ah! Ma
non farci ridere!” disse Malfoy con fastidiosa derisione.
“No,
Malfoy! Perchè altrimenti vengo lì io,
a spiegartelo meglio!” disse Harry, alzandosi a sua volta.
Hermione lo trattenne,
tirandolo per un braccio: “Lasciate perdere!”
“Quello
stronzo inizia a rompere presto, oggi!” disse Ron, bellicoso.
“Non
lo capite che vi vuole solo provocare? Se succede qualcosa, sarà
Hagrid a passare dei guai!” disse lei, cercando di farli
ragionare.
Harry, a quelle parole,
rilassò i muscoli e le sorrise: “Hai ragione...”
Lei si sentì
sciogliere.
La risata canzonatoria di
Malfoy li fece voltare: “Certo che ti fai proprio comandare
come un burattino!”
Harry lo guardò
male: “Fottiti!”, rispose con rabbia, tornando a sedersi.
“Le
donne hanno decisamente un pessimo effetto, su di te...”,
continuò a provocarlo con una risatina.
Il moro strinse i denti,
ma cercò di restare calmo.
“Non
è forse così, Potty? Riescono a farti fare qualsiasi
cosa... vero?”
Harry contò fino a
dieci, evitando di rispondergli.
Malfoy attese ancora un
po' col suo ghigno divertito sulle labbra e poi concluse: “Sei
proprio una mezzasega, Potter!”
Harry
a quel punto perse tutti i suoi buoni propositi e si alzò dal
posto,
seguito anche dagli altri compagni.
“Malfoy,
mi sembra che tu sia appena uscito dall'infermeria... Devo darti un
altro assaggio dei miei pugni?!”
“Oh...
ma quanto siamo spavaldi! Perchè invece non facciamo una cosa
più divertente, sfregiato?!”
“Tipo
appenderti fuori dal finestrino?” propose Harry. Ron, Fred e
George se la risero di gusto.
“No,
tipo fare un gioco...” lo sfidò.
Luna allungò il
collo: “Oh, sì! Che bello!! Un gioco! Io ci sto!”
“Lascia
perdere, Luna...”, disse Ron, placando il suo entusiasmo.
“Su,
lenticchia! Sono certo che ti divertirai un sacco anche tu!”
ghignò ancora il biondo.
“Già,
me lo posso immaginare!”
“Ah!
Lo sapevo che eravate dei conigli...!” disse con disgusto
Draco.
“Ehi,
guarda che se c'è una cosa di cui noi Grifondoro possiamo
andare fieri è il nostro coraggio!”
“Sì,
infatti... lo vedo! Lasciate perdere... Siete solo dei codardi!”
Tutti i Serpeverde scoppiarono a ridere, e i Grifondoro si
guardarono a vicenda, offesi dall'insulto.
“Ok,
ci stiamo!” disse Harry, meravigliando tutti.
“Harry...”
disse Hermione in un soffio.
“Di
cosa si tratta?” chiese il moro, senza dar tempo agli amici di
reclamare.
“Molto
bene, Potter... Riesci ancora una volta a stupirmi! E' un gioco molto
semplice... e divertente: 'Obbligo
o Verità'...”
sorrise con malizia.
Ron sgranò gli
occhi, iniziando ad arrossire ancor prima di aver capito di cosa si
trattasse.
“Ehm...
Harry... sei... si-sicuro?” sussurrò il rosso
all'orecchio dell'amico.
Harry conosceva bene la
velenosità dei Serpeverde, e sentì tutto il suo
coraggio abbandonarlo all'istante.
Merda!
“Ripensamenti...
Cuor
di Leone?”
disse tutto divertito Malfoy.
“Certo
che no! E, nel caso te ne fossi dimenticato, ti ricordo che il
vigliacco per eccellenza sei tu, Malfoy!”
“Bene...
staremo a vedere!”
Erano una ventina in
tutto, mischiati tra le varie case. I Serpeverde sicuri e spavaldi,
mentre gli altri erano piuttosto ignari di quanto li attendeva.
Si posizionarono in
cerchio, chi seduto in terra, chi sui divani, chi su delle
poltroncine.
“Allora,
il gioco è molto semplice: a turno bisogna scegliere se
accettare di fare qualcosa, oppure di dire la verità. Nel
primo caso... beh, siamo sotto gli occhi di tutti, quindi vedremo
fino a che punto arriva il nostro coraggio... Nel secondo caso, in
assenza di Veritaserum, faremo un incantesimo... e chi non dirà
la verità.... inizierà a grattarsi senza ritegno come
se fosse pieno di pulci!”
“Oddio,
che cosa disgustosa!” disse Ginny.
“Allora
ti conviene dire sempre la verità... piccola Weasley!”
disse Draco guardandola con occhi provocatori.
Lei sollevò il
naso, sfidandolo.
“Sono
certo che mi divertirò parecchio...” le disse il biondo
fissandole il seno, poi continuò: “Ovviamente saremo
divisi in squadre: Serpeverde, Grifondoro e Corvonero. Ogni volta che
qualcuno accetterà la sfida di Obbligo o Verità,
verranno guadagnati 30 punti. In alcuni casi l'Obbligo coinvolgerà
terze persone... e se queste accettano, guadagneranno anche loro 15
punti. Come ultima cosa: l'abbandono o il rifiuto del gioco da parte
dei partecipanti costerà 50 punti a volta! E' tutto chiaro?”
Nessuno rispose e Draco
lo prese per un sì. Pronunciò l'incantesimo di Verità
su ognuno dei ragazzi seduti intorno a lui.
“Ok,
allora possiamo cominciare...” disse con lo sguardo divertito
ed iniziando a studiare le ragazze sedute intorno a lui. Queste, al
contrario, lo fissarono terrorizzate. “Direi che si può
partire con qualcosa di semplice... Lavanda Brown,
per esempio... Obbligo o verità?”
Lei, arrossendo e temendo
la cattiveria di Malfoy, rispose: “Ehm... verità...”
“Uhm,
molto bene... Dimmi.... Di che colore porti le mutandine, oggi?”
Gli occhi di Lavanda si
allargarono stupiti e oltraggiati, e le sue gote divennero rosse
all'istante: “Oh...!”
I Serpeverde scoppiarono
a ridere per il suo imbarazzo ed Hermione incrociò le braccia
sul petto, con aria di sufficienza: “Solo tu, Malfoy, potevi
inventarti un gioco tanto stupido!”
Il biondino la fissò
in modo penetrante e con un sorriso malizioso, disse: “Attenta,
Granger! Magari più tardi toccherà proprio a te,
mostrarmi le tue...”
Fu il turno di Hermione
di arrossire vistosamente. Harry contrasse i muscoli della mascella e
dovette controllare a fatica uno schiantesimo che nella sua mente si
era già formato ed era pronto a partire.
“Avanti,
Brown!
Non abbiamo tutto il giorno! Altrimenti dovrò considerare la
risposta come non data...”
“Io...
e va bene: rosa!” confessò abbassando gli occhi.
“Mhmm...
carine! Molto bene, ti sei meritata i tuoi 30 punti. Ora sta a te,
puoi fare tutto quello che vuoi...”, le propose maliziosamente
il biondo.
Ma
la ragazza trasse un sospiro di sollievo e si
rivolse a Roger
Davies di Corvonero: “Obbligo o verità?”
Lui la guardò con
occhi timorosi e rispose: “Verità.... anche per me...”
Lei gli sorrise e con
bontà chiese: “Ok, quale materia preferisci, a
Hogwarts?”
Roger si rilassò
alla domanda clemente, ma non riuscì a nascondere un certo
rossore quando disse: “Ecco... Difesa contro le Arti Oscure...”
Alcuni ragazzi sorrisero
ed una voce tagliente gli chiese a bruciapelo: “Dì la
verità: è perchè ti piace la Keen?”
Lui, rosso come un
peperone, rispose troppo in fretta, senza pensare: “NO!”
e nel giro di pochi secondi, iniziò a grattarsi come un
forsennato. Scoppiò una risata generale e numerose dita lo
puntarono, per mettere ancora più in evidenza il fatto che
aveva appena mentito.
“Beeeeep!
Mi spiace per lei, signor Davies, ma è appena stato
squalificato dal gioco! Persi i primi cinquanta punti...”
Il ragazzo, continuando a
grattarsi, si mise a lato, sconsolato per essere così
banalmente caduto nel tranello.
“Ok,
continuiamo. Tocca a te, Pansy... Obbligo o verità?” le
chiese Draco.
Lei, con occhi vogliosi,
rispose: “... Obbligo...”
“Bene,
allora... devi toccare chi vuoi tu... su una parte del corpo a tua
scelta...”
Lei, felice del regalo,
passò in rassegna i ragazzi intorno a sé, ma poi tornò
a guardare il suo preferito per eccellenza. Andò verso il
biondo e, sconvolgendo tutti, gli fece una lenta carezza sulla gamba,
fino a sfiorargli maliziosamente l'inguine.
“Uhuu....
Pansy!” sospirò Draco, guardandola con intesa.
Alcuni fecero delle
risatine, ma i restanti Grifondoro e Corvonero, sgranarono tanto
d'occhi, arrossendo per loro.
“Bene...
con questo giochetto ci hai fatto guadagnare 45 punti... Brava!
Allora tocca di nuovo a me...” squadrò le facce che lo
circondavano e si fermò su Ron: “ “W-e-a-s-l-e-y...”
scandì lentamente.
“Argh...
ehm... sì?!” Era già un peperone.
Malfoy sorrise sotto i
baffi: “Obbligo o verità?”
“Oh,
ecco... verità!” esclamò, credendo fosse il male
minore.
“Sei
ancora innamorato della Granger?” gli chiese a bruciapelo.
Tutti si immobilizzarono,
in attesa della sua risposta. Lui sembrò lottare con un mostro
che voleva uscirgli dalla bocca e, dopo un po', disse: “Non
proprio... Mi piace, ma non l'amo più...” confessò
con estrema fatica.
Hermione questo già
lo sapeva, e quindi non ci rimase male come Malfoy sperava. Ron tirò
un sospiro di sollievo per il pericolo scampato e per aver fatto
guadagnare i primi 30 punti alla sua squadra.
“E
bravo lenticchia... dici la verità! Sta a te, allora...
Vediamo fin dove ti porta la fantasia!” lo invitò.
Ron,
infastidito da quell'atteggiamento provocatorio e strafottente, di
rimando puntò
gli occhi sullo stesso Draco: “Visto che oggi sei con la lingua
così sciolta, Malfoy, vediamo cosa farai tu: Obbligo o
verità?” gli chiese ringhiando.
“Verità...
Weasley!” disse con aria di sufficienza.
“Ah-ah!
Allora sono proprio curioso di sapere chi è, per te, la
ragazza più sexy della scuola!” gli chiese con aria di
sfida e un ghigno vittorioso stampato sulla faccia, credendo di
averlo messo in difficoltà con quella domanda.
Malfoy, incredibilmente,
sorrise ancora di più e con studiata lentezza si grattò
il mento, con aria assorta: “Beh, a onor del vero... in questo
ultimo anno mi sono ricreduto su parecchie cose... ehm, come dire....
su alcune doti naturali 'sbocciate' del tutto inaspettatamente!”
Il gruppo lo fissò, in attesa che continuasse.
Lui, posando gli occhi su
Hermione e Ginny, sembrò tentennare appena, ma durò
solo un attimo. Si schiarì la voce e a fatica proseguì:
“Ma qui mi si chiede di dire la verità, caro
lenticchia... e quindi, a questo punto, non posso proprio nasconderti
che...”
Ron deglutì,
iniziando a temere la risposta. Il biondo se ne accorse e il suo
godimento aumentò ancor di più quando concluse: “Non
posso nasconderti che è una bella lotta ma, in tutta la
scuola, quella che mi fa più sesso di tutte è proprio
la tua sorellina Ginny!”
I tre maschi Weasley
rimasero a bocca aperta. Quando Ron ebbe registrato il significato di
quelle parole, Harry fece appena in tempo a bloccarlo, prima che i
suoi pugni incontrassero gli zigomi di Draco.
“Calmati,
Ron!” gli disse piano.
Tutti i Serpeverde
iniziarono a ridere sotto i baffi, tranne la Parkinson, che sembrò
restarci peggio dell'intera famiglia Weasley. Ginny scrutò
Malfoy senza scomporsi e con un sorrisetto canzonatorio gli disse:
“Attento a non sfinirti troppo con l'immaginazione, Malfoy!
Anche perchè, poveretto te... dovrai accontentarti solo di
quella!”
“Ok,
ok... passiamo oltre!” disse George per chiudere l'argomento.
A quel punto era il turno
di Ginny, che con un'ultima occhiataccia bellicosa a Draco, si guardò
intorno e si soffermò su Luna, chiedendole: “Obbligo o
verità?”
“Ohh...
verità, direi!”
“Ok...”
La rossa si mise un dito sotto il mento e sollevò gli occhi,
alla ricerca della domanda migliore. Poi sorrise e le chiese: “Sei
innamorata di qualcuno, in questo momento? E se sì, a quale
casa appartiene?”
Lei sorrise come un
angelo e con molta tranquillità, rispose: “Oohh... molto
più che innamorata! E sono orgogliosa che lui sia un
Grifondoro!”
Ron diventò rosso
come un peperone ed iniziò a studiare attentamente le cuciture
del divano sul quale era seduto. Ci furono parecchie risatine di
sottofondo, ma nessuno andò oltre.
Finché furono i
Grifondoro o i Corvonero a porre le domande, il gioco proseguì
in maniera decisamente platonica, mantenendo tutti più o meno
sullo stesso punteggio. Ma ad un certo punto, Malfoy esclamò:
“Che palle! Mi sto annoiando con queste domande da bambini
dell'asilo! Lo scopo del gioco è mettere in difficoltà
l'avversario, riuscendo ad eliminare gli altri, non certo quello di
agevolarli!”
Era il turno di Fred, che
a quel punto gli disse con aria di sfida: “Ok, Malfoy! Visto
che ci tieni tanto, vediamo se riesco a farti abbandonare il gioco:
obbligo o verità?”
Lui, solleticato dalla
gara, rispose: “Obbligo!”
“Bene!
Allora devi... dare una carezza ad Hermione!” disse di getto.
Metà del gruppo si
ammutolì.
Draco assunse un'aria
infastidita e si agitò nervosamente sul divano: “Oddio...
questa sì che è una vera punizione!”
Fred sorrise vittorioso:
“Ti arrendi?”
“In
effetti, accarezzare una Mezzosangue è un valido motivo per
rinunciare!”
“Allora
rinunci?!” disse speranzoso.
“Neanche
morto!” sentenziò Draco.
Il sorriso di Fred si
spense immediatamente mentre Draco, al contrario, fece una smorfia
divertita e con aria annoiata si alzò dalla sua poltrona:
“Forza, vieni... Granger!”
“Io
non vengo da nessuna parte!” disse lei arrabbiata, fulminando
Fred con gli occhi per aver avuto quella pessima idea.
“Andiamo,
Hermione! A questo punto se non accetti tu, perderemo dei punti
preziosi!!” la spronò Ginny.
“Io
non...”
“Non
dargli la soddisfazione di tirarti indietro!” continuò
la rossa, combattiva.
Hermione strinse i denti
e si rivolse al Serpeverde: “E va bene! Ma io non mi muovo di
qui!”
“Peggio
per te, Granger...” le disse Draco avvicinandosi e sedendosi al
suo fianco, sul divano. Lei si irrigidì ancor di più
quando lo vide studiare divertito il suo corpo, come a scegliere con
cura quale parte toccarle.
“Ehm...
Ho detto una carezza!” si affrettò a precisare Fred,
preoccupato.
“Certo,
Weasley... Ma non hai detto dove...”
Hermione lo incenerì
con gli occhi: “Vedi di fare in fretta, Malfoy!”
“Eh
no, cara mezzosangue! A questo punto me la voglio proprio godere...”
Harry, che era lì
vicino, lo guardò malissimo e gli disse ringhiando: “Guarda
che se fai lo stronzo, poi te la dovrai vedere con me!”
“Tu
che vuoi, Potter?! Questo è un gioco, e le regole le ho dette
chiaramente a tutti. Se non le stava bene, poteva rinunciare, no? O
mi confermate di essere dei codardi?” chiese in modo
provocatorio, guardando sia Harry che Hermione.
“No!
Non siamo dei codardi! Su, muoviti!” disse Hermione, sollevando
la testa e porgendogli la guancia nella segreta speranza che si
limitasse a toccarla lì.
“Uuhh...
ma quanta fretta! Non vedi proprio l'ora di essere finalmente toccata
da qualcuno che ci sappia fare, eh?”
Lei incrociò le
braccia: “Escludo che questa persona possa essere tu!”
gli rispose seccamente.
Draco rise divertito ed
allungò una mano per separare le braccia che lei teneva
saldamente sul petto: “Non essere così... rigida...
Lasciati andare, mezzosangue!”
Harry, attento come una
pantera, seguiva i movimenti che il Serpeverde compiva con studiata
lentezza.
Hermione, con vero
coraggio, attese che lui decidesse dove sfiorarla e poi chiuse gli
occhi senza protestare quando Draco, con la mano aperta, gliela posò
piano sul seno, stringendo appena e facendole una carezza lunga ed
inaspettatamente delicata.
A
Harry si accartocciarono le budella e,
non potendo intervenire, strinse i pugni fino a farli tremare.
“Wow,
Granger... Complimenti! Non immaginavo che...”
“Piantala
Malfoy!” gli disse scostandosi infastidita. Lui continuò
a ghignarsela, tornando al proprio posto.
Fred sussurrò
delle scuse: “Hermione, io... pensavo che si sarebbe
ritirato... piuttosto che toccarti!”
Ron gli tirò un
calcio negli stinchi, offendendolo con parole irripetibili.
Mangiando dolci di ogni
tipo e bevendo succhi di frutta freschi, il gioco proseguì tra
risate e momenti di vero e proprio panico, diventando spesso audace e
facendo confessare le cose più private.
Ad un certo punto a Harry
fu chiesto quante ragazze avesse baciato e lui, abbassando gli occhi,
confessò che in tutto erano quattro.
Agitandosi sulla
poltrona, ripensò al bacio dato a Cho Chang durante il quinto
anno, a quello dato a Greta quell'estate, a quello dato a Susan Bones
di Tassorosso per fare ingelosire Hermione.... e per finire a tutti
quelli che si era scambiato con Isabel....
Ron lo guardò con
tanto d'occhi, curioso e offeso per non essere mai stato reso
partecipe di quella confessione. “E chi diavolo sono, queste
quattro?!” gli sussurrò stizzito all'orecchio, ma Harry
fece finta di non sentirlo.
Hermione, non meno
stupita da quella risposta, sentì la voce di Ginny al proprio
orecchio che mormorava: “Sarei proprio curiosa di sapere se la
Keen è tra quelle quattro...”
Lei cercò di
restare impassibile, anche quando sentì lo sguardo di Harry
posarsi su di sé.
Altre domande
impertinenti furono poste ai vari partecipanti:
“Chi
ti piace di Corvonero?”
“Sei
mai andato oltre il bacio?”
“Ti
sei mai imboscato?”
“Qual
è il tuo sogno proibito?”
“Fai
mai sesso da solo?”
Man mano che le domande
diventavano provocanti ed audaci, la gente abbandonava il gioco...
Successivamente a Ron fu
chiesto di passare una mano tra i capelli di Luna. Lui, seppur
morendo di vergogna, non si tirò indietro e con evidente
piacere si preparò a compiere il gesto.
Tutto rosso e con la mano
che tremava come una foglia, le si fece più vicino. Lei gli
sorrise con dolcezza e disse: “Questo gioco mi piace proprio un
sacco!”
“Ehm...
sì, anche a me...” rispose impacciato Ron. Infilò
le dita tra i suoi lunghi capelli biondi, accarezzandole la testa e
sentendo il cuore andare come un matto. Non avrebbe mai smesso e solo
quando Tiger lo derise dicendogli: “Ehi, lenticchia! Ci stai
prendendo gusto??”, si decise a scollarsi di dosso quel
sorrisino ebete e a ritrarre la mano.
Al
giro successivo Hermione dovette riconoscere Harry tra sette
ragazzi... bendata!
Con
gli occhi coperti da un foulard nero, iniziò
timidamente a tastare spalle, braccia, volti... Quando arrivò
a quello di Harry, lo capì subito. Era morbido, dolce... e poi
il suo profumo lo avrebbe riconosciuto fra mille! Sapeva di buono, di
pulito...
Si soffermò più
del necessario, con lui, approfittando di quella scusa per poterlo
toccare con lentezza, gustando ogni secondo.... Aveva dei muscoli
così forti, ben disegnati e scolpiti. Erano così
vicini...
Harry, a sua volta,
poteva guardarla da vicino... era bella da togliere il fiato! Era
bendata, ma il suo viso era libero, liscio e setoso. Poteva contare
le sue efelidi e sentire il suo respiro su di sé...
“E'
lui... Harry...” disse Hermione in un sussurro, togliendosi la
benda. La prima cosa che vide furono i suoi occhi verdi, intensi e
carismatici. Arrossì leggermente sotto quello sguardo e tornò
al suo posto.
Quando arrivò il
turno di Ginny, i Serpeverde non furono di certo clementi con lei:
“Weasley, dovrai... passare la lingua sull'orecchio di Malfoy!”
Ginny strabuzzò
gli occhi, scandalizzata: “CHE COSA?!”
Draco intrecciò le
mani dietro la nuca e distese le gambe su un tavolino basso: “Ehi,
babbanofila dai capelli rossi, cosa credi... che a me faccia piacere?
Avanti... perchè non ti ritiri, così risparmi
un'inutile perdita di tempo a entrambi?!” disse con finta
indifferenza.
“Io-non-mi-ritiro!”
disse con aria selvaggia, puntando i pugni sui fianchi.
“Peggio
per te, Weasley! Che ridere... Lo sai che grazie a questo ti sfotterò
per il resto dei tuoi giorni, vero?” disse Draco sorridendo
compiaciuto.
Ginny strinse gli occhi
in due fessure sottilissime: “Certo Malfoy che sei ridotto
davvero male! Ma non credere che io abbandoni il gioco! Non te la do,
questa soddisfazione!”
“Avanti
allora, Weasley.... Fammi divertire!”
A quel punto, per lei,
divenne una sfida personale: “E va bene... l'hai voluto tu,
rinsecchito strafottente d'un Malfoy!” Con calma gli si sedette
di fianco e Draco tolse le gambe dal tavolo, guardando il resto del
gruppo con aria rassegnata ed insofferente. Lentamente Ginny gli
passò una mano tra i capelli biondi e sottili, sostenendo il
suo sguardo finchè non fu lui ad abbassarlo. Poi, con molta
delicatezza, avvicinò la bocca al suo orecchio e soffiò
piano, provocando dei brividi inaspettati al giovane.
Lo torturò per
alcuni secondi fino a quando, con la premessa di alcuni
impercettibili baci, tirò fuori la lingua e con una sensualità
senza eguali, gli leccò piano il lobo con movimenti dolci e
gentili, fino a risalire in alto e divertendosi a giocare con
l'orifizio.
Draco gemette di piacere,
arrossendo vistosamente e stringendo le gambe per nascondere la sua
inattesa eccitazione.
Ginny continuò
quel dolce tormento finchè decise di smettere proprio sul più
bello e Draco si lasciò sfuggire un lamento.
“Furetto...
A quanto vedo è da un po' che sei in astinenza! E adesso cerca
di non correre in bagno!”
Il ragazzo, ancora
stordito da quello che aveva provato, la guardò con occhi
vacui e non seppe cosa rispondere, con grande soddisfazione della
rossa, che vinse decisamente quel duello.
Dopo questo, toccò
ad altri due Corvonero abbandonare il gioco, che avevano iniziato a
grattarsi senza sosta per aver mentito alle domande impertinenti
della Parkinson.
“Ok,
a quanto pare siamo rimasti in pochi... Allora tocca di nuovo a
me...” disse minaccioso Malfoy, una volta ritrovata la sua
freddezza.
“Potter...
la fortuna ti sta oltremodo assistendo! Dimmi un po': Obbligo o
verità?”
Harry sostenne il suo
sguardo, ma temeva le domande di Malfoy, quindi rispose: “Obbligo!”
“Oh...
molto bene!” sollevò un sopracciglio e continuò:
“Voglio proprio vedere se riesco a metterti in difficoltà!”
Harry attese con pazienza
finchè il biondo, sorridendo, gli disse: “Dovrai baciare
per un minuto la Granger... sulla bocca!”
Harry sentì una
specie di vertigine partirgli dallo stomaco e arrivare dritta dritta
fino al cuore.
Hermione sgranò
gli occhi. Si sentì avvampare e il cuore parve fermarsi
all'improvviso.
Seguì un lungo
silenzio, durante il quale Hermione rivolse lo sguardo a Harry, che
era seduto due posti più in là, leggermente voltato.
Lui non si mosse, non la guardò, non cercò il suo
consenso... e dopo un tempo che sembrò infinito, disse: “Va
bene.”
Il cuore di Hermione
riprese a battere come un forsennato e a quel punto si rese conto
cosa significassero quelle parole.
Baciare Harry...
Baciare Harry!
Dopo tutto quel tempo,
dopo averlo sognato tanto...
Sentì uno
sfarfallio allo stomaco e l'agitazione iniziò a crescere in
lei. Harry si alzò e le si mise di fronte, allungando una mano
per invitarla ad alzarsi.
Hermione rimase immobile,
paralizzata.
Dio mio... Dio mio! E
adesso cosa faccio?!
Ginny, con un misto di
invidia e divertimento, la sospinse leggermente. Hermione, senza
avere il coraggio di guardarlo e con gli occhi rivolti al pavimento,
a fatica prese la sua mano, che era calda, forte e sicura, e si alzò.
Draco, proprio di fronte
a loro, si sistemò meglio sul divano, pronto a godersi lo
spettacolo.
Timidamente
Harry appoggiò le mani sulle sue spalle, tirandola piano verso
di sé. La sovrastava con la sua altezza e Hermione
si ostinava a tenere la testa rivolta verso il basso, non osando
alzare lo sguardo.
Harry provò una
tenerezza infinita... sembrava così impaurita!
Le mise un dito sotto il
mento, obbligandola dolcemente ad alzare la testa e finalmente i loro
occhi si incontrarono, scatenando una tempesta di emozioni.
Avevano paura...
entrambi.
Ma lo desideravano più
di qualsiasi altra cosa... Tutti e due!
Harry deglutì. Non
era in grado di capire come si sentisse... era tutto così
strano! Quella situazione, l'atmosfera, il modo...
Ma baciare Hermione era
tutto quello che desiderava fare da moltissimo, troppo tempo!
Per due volte era stato
ad un passo dal farlo, senza però avere mai il coraggio di
andare fino in fondo e adesso, grazie ad uno stupido gioco, si
ritrovava con la ragazza che desiderava da sempre, proprio davanti a
sé!
Hermione lo guardava
smarrita, al contrario di Harry che mai come in quel momento si era
sentito sicuro di qualcosa.
Oh, quant'era bella!
A quel punto Harry aveva
solo paura di non essere in grado di fermarsi...
“Avanti,
Potter! Non è mica difficile... E poi tu dovresti essere un
esperto, ormai... o sbaglio?” lo provocò Draco.
Harry non si prese
nemmeno il disturbo di rispondergli, troppo concentrato sulla bocca
di Hermione, sul suo profumo, sui suoi occhi ambrati.
La tirò
gentilmente ancora un po' verso di sé e la sentì
irrigidirsi.
Le sorrise.
Lei si sciolse...
Harry sentiva il proprio
cuore sbattere contro la cassa toracica, quasi volesse uscire. Si
rese conto che stava trattenendo il respiro e provò a
rilassarsi: chiuse gli occhi e con una delicatezza infinita si chinò
su di lei, posando piano le labbra sulle sue.
Il tempo si fermò.
Hermione sgranò
gli occhi, incredula che stesse succedendo veramente. Ma poi si rese
conto che nulla di più dolce potesse esistere al mondo delle
labbra di Harry e chiuse gli occhi anche lei, perdendosi nel mare dei
battiti del suo cuore, impazzito di emozione.
Harry assaporò
piano quelle labbra, che aveva sognato ed immaginato almeno un
milione di volte, rendendosi conto che la realtà delle
sensazioni che stava provando in quel momento, non poteva nemmeno
lontanamente eguagliare la sua fantasia.
Era morbida,
dolcissima... buona come il migliore dei sapori che Harry avesse mai
sentito in vita sua!
Dischiuse leggermente le
labbra per assaporare meglio il suo dolce nettare e Hermione, a quel
gesto, si sentì morire. Lo assecondò, aprendo appena la
bocca, e Harry la strinse più forte con le mani.
Non fu in grado di capire
quanto tempo fosse passato, ma a lui sembrò comunque troppo
poco, e quando la voce di Malfoy disse: “Direi che può
bastare, Potter!”, lo maledisse mille volte!
Non era stato un vero e
proprio bacio, o meglio... non erano andati fino in fondo come Harry
avrebbe voluto, ma era la cosa più bella che gli fosse mai
successa fino a quel momento!
A malincuore Harry le
lasciò libere le braccia e fece un timido sorriso,
indietreggiando di un passo.
Hermione vacillò
leggermente e sbattè più volte le palpebre, come per
realizzare che non era stato un sogno. Harry tornò al proprio
posto e Hermione si ritrovò come una sciocca in mezzo al
cerchio e sentì la risata canzonatoria di Malfoy che le
diceva: “Guarda che il bacio è finito!”
Fece appena in tempo a
sedersi che il Nottetempo, con una brusca frenata, si arrestò
all'improvviso. La voce potente di Hagrid arrivò dalla testa
dell'autobus e gridò, tutto contento: “Ragazzi!! Forza,
raccogliete le vostre cose... Siamo arrivati!”
* * *
Sallulla:
Caraaaa!! :-)) Scusami, perdoooono per questo ritardo!! Spero di
essermi fatta perdonare con questo capitolo... Volevi uccidere la
Keen....? Beh, a quanto pare il nostro Harry ha finalmente trovato il
coraggio di affrontarla. Ma.... (ARGH!! Mi spiace, ma non posso
anticiparti proprio nulla!) Hi hi hi... E adesso??? Che mi dici di
questo cap?? Sono stracuriosisssssima di sapere se ti è
piaciuto... NO, DICO... SI SONO BACIATI!! Anche se... il bello deve
ancora venire! Mi raccomando, ti aspetto fiduciosa! :-))
Argentlam:
Eccoci! Anche tu avevi istinti omicidi verso la Keen... spero che per
il momento si siano placati...!??! Ora immagino che la tua attenzione
si sia indirizzata verso altro, o sbaglio? Hi hi hi! Ehm... Felice
della gita? Sono in trepidante attesa di sapere le tue impressioni!!
Grazie immense del commento!! bacioni!
Morgana85:
Wowwowwowoowowo! Acciderbola, con le tue recensioni mi fai sciogliere
come un un ghiacciolino in piena estate! Grazie, incommensurabile
lettrice appassionata e squisita! Scusa per il ritardo... ma, sono
sincera, il capitolo semplicemente non era ancora scritto!!
(poooovera me!!) Adesso sono io che muoio di curiosità per
sapere cosa te ne pare.................................... :-D
Aspetto, aspetto, aspetto!! Baci immensi!
Dolcepuffa:
Ma ciaaaao! Col tuo super commento, ricco di punti esclamativi, hai
addirittura sforato i margini di EFP !!! LOL !! :-D che dire, se non
un altrettanto GRAZZZIE enorme?? Per il momento la t***a norvegese
(mi hai fatto morire, con queste parole!) l'abbiamo momentaneamente
accantonata... Contenta?? E poi... di questa gita che mi dici?? Spero
tu abbia gradito! :-) Ancora grazie e bacionissimi a te!!
Maximillian
Granger:
Eccoti, eccoti!!! Che bello.... Ero già timorosa di averti
perso... Grazie di avermi dato un segno! :-D Ebbene sì! Il
caro Harry ha gli ormoni che ormai lo fanno sragionare, ma,
perlomeno, adesso ha bene chiaro in testa CHI
vuole! E questo capitolo, ti è piaciuto?? Lo sai che non avrò
pace finchè non troverò la tua recensione, vero?? :-))
L'aspetto fiduciosa, naturalmente! ...Va bene se nel frattempo sto
qui buona buona a scodinzolare in paziente attesa?? ;-) 1 Bacio!
PennyPink:
Nooo.... ti prego! Non voglio farti piangere!! Sigh! Soprattutto dopo
la tua graditissima e lunghissima recensione! Spero di essermi fatta
perdonare con questo super dolcissimo capitolo... O NO
?!?!!!???!?!??! La Keen è decisamente famelica e infoiata....
e alquanto pericolosa! Diciamo che riesce a tirare fuori il peggio di
Harry! Ma... per il momento, gustati sto capitolo bello zuccheroso...
in attesa del prossimo, ancora più dolce! Grazie infinite
delle recensioni e della stima! Un abbraccio grande! :-))
Raniofthe
Artich:
Mille volte grazie per la recensione, stellina bella! Mi spiace aver
causato tanta rabbia con questa Keen.... In effetti è stata
alquanto approfittatrice, nello scorso capitolo! Ma... Harry le ha
detto che non è lei che ama, no? .... Hi hi hi! E adesso si
sta tuffando con un doppio carpiato direttamente nel cuore della sua
Hermione!! Attendo... estremamente fiduciosa... di sapere il tuo
parere su questo nuovo capitolo, così squisitamente dolce! O
no?????????? :-D Tantissimi baciotti!
Jojipv:
Ciao bel tesoro! Aahhh... chiedo venia io per aver arrecato tanta
rabbia con il precedente capitolo! Lo so, lo so... la Keen...
sembrava una specie di amantide vogliosa! (eh eh eh !) Ma il nostro
Harry sembra voler concentrare (finalmente) le sue attenzioni su
qualcuno molto più vicino a lui! Arfh arfh arfh.... che mi
dici di questo capitolo? Piaciuto...? Dì di sì, dì
di sìììì.... Ti prego!!! :-D Grazie delle
tue parole, sempre gradite e attese! Tanti bacioni a te!
Luxcis:
Adorata creatura! Ciao! Sono sempre molto felice di trovarti! Grazie
di cuore per il tuo sostegno :-)) Devi sapere che anch'io amo molto
Ron, soprattutto quando cerca di riportare alla ragione un moretto di
nostra conoscenza! Hermione e Harry, come al solito, sono divisi tra
orgoglio e amore.... Mi auguro che anche questo capitolo sia stato di
tuo gradimento.... Lo spero davvero!! Per il momento, ti abbraccio in
attesa di leggere una tua nuova e stra super gradita recensione!!!!
baciiiiii
Granger90:
EVVIVA... EVVIVA... CHI HA COMPIUTO I 18 ANNI!!!! Taaanti auguuuuuri
a teee, taaaanti auguuuuuri a teee!! :-D Scusa se te li faccio solo
tramite questa risposta alla tua adoratissima recensione, ma ahimè
ero in arretrato con il capitolo... tanto da postare con questo
enorme ritardo! Spero di essermi fatta perdonare....
Allora....?!??!? Ti è piaciuto?? Incrocio tutto quello che si
può incrociare e spero di cuore di sì!! Ti mando un
bacio virtuale per il tuo compleanno, ma soprattutto 18
M-E-G-A-T-I-R-A-T-E-D-I-O-R-E-C-C-H-I-E!!! :-)) Ciao tesorino!!!
Summers84:
Ciao dolcezza! Bene, sono contenta che la scena con Piton ti sia
piaciuta!! Sei una delle poche che l'ha citata e sono contenta se
l'hai apprezzata, anche perchè non è stato affatto
facile scriverla! :-P E la Keen.... mi sa che hai ragione! Grazie
del commento, bacioni!
Sabri89:
Ciao piccola! Ovvio che sì!! Le tue recensioni mi riempiono
di gioia, oltre che gonfiare come un pallone il mio petto!! Hai
proprio ragione, la Keen è stata malefica, abusando del suo
potere sia con Harry che con Hermione! Ma... che ne dici? Adesso i
nostri due piccioncini sembra proprio che abbiano altri pensieri, per
la testa, no?? :-))) Spero di cuore che il capitolo ti sia piaciuto e
non vedo l'ora di leggere il tuo parere! Grazie infinite della tua
dolcezza e costanza! Ti abbraccio!
8x4:
GRAAAAAAAAAAAAAAAZIE !!! E' sufficiente, questo, per trasmetterti
tutto il mio riconoscimento?? :-)) Davvero, ti adoro! Sei
gentilissima e troppo buona! Ma i tuoi complimenti non possono che
farmi piacere, ovviamente! E spero di avere un minimo esaudito le tue
richieste/preghiere con questo capitolo decisamente di
A-V-V-I-C-I-N-A-M-E-N-T-O! C'è stato persino un pseudo
bacio..... anche se quello vero.... deve... ancora.... Hi hi hi
hihhihihihihihi!!!!!!!!!!!! Per ora, un bacio grandissimo a te!
Goldbuble:
Sei una grande!! Sempre fantastica! :-)) Grazie infinite della bella
recensione... La Keen ti autorizzo a toglierla dalla faccia della
terra... ma mi sa che c'è una lunga lista d'attesa! *__* E
adesso? Aaahhh... potrei morire, in attesa del tuo giudizio!! Fammi
sapere, che io aspetto, ok?? :-) mille bacioni!! A presto!
Marco:
.................................... ed eccoci anche a te! Grazie
infinite per la tua lunga ed attenta recensione che, come sai, ho
gradito particolarmente. Ti ho già scritto una spataffiata
enorme di parole su MIT, e quindi non ti annoio oltre, ma sappi che
il tuo sostegno, appoggio, amicizia, affetto, costanza, aiuto,
simpatia, e tutto quello che mi dai, sono e restano impagabili, per
me! Ti bacio!
Capitolo 18 *** 18 "Tra lampi e tuoni... noi!" ***
Al di là della ragione
Note autore:
Allora… dire che sono commossa
oltre ogni immaginazione per il vostro affetto… è dire poco!! Sono emozionata e
felice, e per questo ringrazio ognuno di voi!
Ringrazio le quasi 2800 persone
che hanno letto questa Fanfiction e, ancor di più, ringrazio le 71 che l’hanno
messa tra i preferiti…
Grazie, immensamente, a tutti
coloro che mi lasciano delle recensioni e mi danno lo stimolo per continuare a
scrivere! A tutti voi, dedico questo capitolo!
P.S. Gioia dei miei occhi…. A fine
cap un grazie speciale a te!
- 18 -
“Tra lampi e
tuoni... noi!”
Con la tipica
confusione che caratterizzava ogni gita, gli studenti scesero dal Nottetempo
gridando e ridendo. Ad Hagrid e alla professoressa Sprite ci vollero diversi
minuti prima di riuscire a ristabilire l'ordine e dopo aver ricontato per
cinque volte il numero dei ragazzi, Hagrid si ritenne finalmente soddisfatto.
“Un attimo di
attenzione, per favore”, disse il mezzo gigante a voce alta. “Iniziate a
camminare in fila... ordinatamente. Raggiungeremo una radura tra qualche
centinaio di metri...”
Hermione si sentiva
ancora frastornata per l'emozione che il bacio di Harry le aveva causato e
continuava ad appoggiare la mano sul cuore nell'inutile tentativo di calmarne i
battiti. Le voci allegre intorno a lei era come se non esistessero... Seguiva
gli altri solo perché veniva sospinta, ma continuava a rivivere quei sessanta
secondi come se si trovasse in un sogno.
Il bacio di Harry
era stato delicato come una carezza, appena accennato, puro e dolce come se
avesse avuto paura di farle male...
Oh! Era stato
meraviglioso! Troppo breve... per gustarlo in pieno!
I baci di Ron erano
sempre stati goffi, maldestri e irruenti... Non avevano mai avuto nulla di
tenero! Ma quel breve contatto con Harry l'aveva fatta volare!
Sorrise tra sé e
sé, arrossendo come una ragazzina.
Oddio, Harry mi ha
baciata... Harry mi ha baciata!
Chissà cosa ha
provato lui...?
Probabilmente
niente!
... Malfoy lo ha
sfidato, e lui ha accettato il gioco...
Punto.
Già...
Altrimenti non mi
avrebbe mai baciato, questo è certo!
Ohh, il cuore mi
batte ancora come un pazzo!
Cosa starà
pensando, adesso, Harry?
Mi giro...?
Mi giro...?
... Che paura...
Ok, mi giro!
Si voltò giusto un
attimo... Lui la stava guardando.
Ommioddio!
Altra scossa al
cuore. Si sentì arrossire ancora di più e si passò una mano sulla guancia,
cercando di riprendere il controllo della situazione.
Harry non riusciva
a toglierle gli occhi di dosso... Averla finalmente baciata era la cosa più
bella che gli fosse mai successa! E voleva farlo ancora... e ancora! E
meglio... e più a lungo... e per sempre!
Si leccò un'altra
volta le labbra, per trovare ancora le tracce di lei, di quel magnifico sapore,
di quella dolcezza infinita, di quella linfa vitale.
“Ehi, Potter! Cos'è
quell'aria distratta? Stai ancora fantasticando?!” lo provocò con una spinta
Draco.
Harry si girò verso
di lui, ma lo ignorò di proposito. In fondo doveva un favore a Malfoy per il
bacio che gli aveva regalato con Hermione... e preferì lasciare stare.
“Silenzio!” disse a
voce alta la professoressa Sprite.
Ron, al contrario,
lo apostrofò con fare litigioso: “Malfoy... hai ancora il coraggio di parlare!
Visto che la matematica non è un'opinione, ti ricordo che alla fine vi abbiamo
battuto di 75 punti! Per cui, furetto-emaciato-dai-capelli-biondi, ti conviene
stare con quella lingua arrotolata tra i denti!”
La professoressa
Sprite allungò il collo: “Ho detto silenzio!”
“Ohh... lenticchia!
Failo spaccone, adesso? Ma non parlarmi
di lingue... ho ancora bene in mente quella di tua sorellache si diverte a giocare col mio orecchio!
Uhmm... che delizia!” ghignò.
Ron scattò come una
molla, ma Harry riuscì a bloccarlo appena in tempo: “Lascialo perdere, Ron!”
“Serpeverde dei
miei stivali! Ripetilo ancora e...”
“Cosa, Weasley?!
Non mi sembrava poi così dispiaciuta, la piccola Ginny, di dedicarmi le sue
attenzioni!”
“Non montarti la
testa, Malfoy!” intervenne la rossa, che era due file più avanti affiancata da
Hermione.
“Ad ogni modo il
gioco non è ancora finito... Stasera possiamo continuarlo, se vuoi...” le disse
con fare malizioso il biondo.
“Ci hai preso
proprio gusto, eh, furetto?” gli rispose Ginny a metà tra l'offeso e il
compiaciuto.
Il biondo,
rendendosi conto di essersi tradito troppo facilmente e pronto a difendere il
suo nome e la sua reputazione, disse con aria di scherno: “Purtroppo per te,
Weasley, nonostante il tuo sangue puro, non mi sono ancora abbassato a fare
della beneficenza!”
“Guarda che semmai
sono io che...”
“BASTA! Laggiù, in
fondo! Se sento ancora qualcuno parlare inizierò a togliere punti a tutti!!”
urlò la professoressa Sprite.
I ragazzi si
rimisero a camminare senza più parlare, ma Harry con la coda dell'occhio non
faceva che gettare sguardi sulla ragazza che camminava poco più avanti di lui,
con i capelli lunghi, castani ed ondulati più belli che ci fossero in tutta
Hogwarts.
Oh, cosa avrebbe
dato per poterci tuffare le mani dentro!
Arrivarono alla
radura e Hagrid e la professoressa Sprite spiegarono ai ragazzi tutte le
precauzioni che da quel momento in poi avrebbero dovuto adottare.
“Come vi accennava
il vostro insegnante Hagrid, siamo finalmente entrati nel territorio dei
Giganti. Quella che ci hanno fatto, è una concessione speciale ed unica. I
maghi qui non sono i benvenuti e quindi in nessun modo, e ripeto: N-E-S-S-U-NM-O-D-O, dovrete arrecare loro disturbo.
Dovrete parlare il meno possibile e soprattutto a bassissima voce! Sono stata
chiara?!” disse con una certa autorità la Sprite.
Le classi
annuirono, decisamente attente, anche perché vedersela con un gigante non era
proprio una passeggiata e tutti erano a conoscenza della pericolosità di quelle
creature, se si arrabbiavano...
“Ricordatevi che le
vostre bacchette non funzioneranno... quindi è inutile che proviate ad usarle!
Sono assolutamente armi innocue, per loro!” Attese un po', in modo che le
parole entrassero bene in testa, poi proseguì: “Avrete l'occasione di
osservarli, seguirli e studiare i loro comportamenti, le loro abitudini...
Scoprirete tantissime cose interessanti e sono certa che molti pregiudizi
verranno smentiti!”
I due professori
andavano avanti e indietro per assicurarsi che tutti stessero seguendo
attentamente le loro parole.
“Questo, oltre ad
essere un territorio che ospita i Giganti, è una zona fertile e ricca di piante
ed erbe magiche, quindi uniremo anche lo studio di alcune rarissime radici e
frutti che si trovano solo qui!”
Ron si grattò
svogliatamente l'orecchio: “Uff.. ma questa non doveva essere una gita?!”
“Ron, sei tu che
l'hai presa per una vacanza! In realtà è un'importantissima occasione di studio
e sicuramente un'esperienza unica!” lo rimproverò Hermione con aria saccente.
“Uhm... solo lei
può trovarci qualcosa di bello nello studio... Per giunta quando si è lontani
da scuola!”
Fu così che, armati
di blocchi per appunti, ampolle per raccogliere campioni e apparecchiature che
assomigliavano decisamente alle macchine fotografiche babbane, gli studenti
iniziarono a seguire un sentiero per raggiungere l'accampamento dei Giganti.
Il sole splendeva
sopra le loro teste e la lunga camminata iniziò a stancare gran parte dei
ragazzi.
“Manca ancora
tanto?!” chiese annaspando Goyle per l'ennesima volta, il cui sovrappeso era
alquanto imbarazzante.
“E piantala di
lamentarti sempre!” lo sgridò Draco, la cui fronte era incredibilmente priva
del minimo segno di sudore o fatica.
“No, ragazzi, quasi
quasi ci siamo arrivati! Non manca mica molto, sapete?... Su, da bravi, fate ancora
uno sforzo che tra pochino siamo arrivati! Siete stati super bravi e nella
prossima radura formeremo una specie di accampamento per mangiare un sacco di
cose buone!” disse Hagrid, felice come non lo avevano mai visto.
Poco dopo, infatti,
si sistemarono in uno spazio molto bello, ricco di vegetazione bassa, su una
collina che si affacciava proprio sopra il campo principale del gruppo di
Giganti che si apprestavano ad osservare. I ragazzi parlavano fitti e a voce
bassa per evitare di disturbare, ma ogni tanto qualche scoppio di risa era
inevitabile.
Fecero una pausa e
mangiarono una quantità enorme di cibo che gli elfi di Hogwarts avevano
preparato con reverenza e devozione.
Dopo la tappa per
rifocillarsi, ripresero il lavoro di osservazione e studio, ammirando il
sistema organizzativo che i Giganti adottavano per dividere i ruoli, le mansioni,
la conduzione e la gerarchia che c'era all'interno della comunità.
Annotarono scrupolosamente
ogni tipo di erbe e radici che venivano utilizzati da quegli esseri così
inquietanti e suggestivi allo stesso tempo.
Gli studenti ne
rimasero comunque affascinati e colpiti.
“Molto bene...”,
sussurrò Hagrid non troppo forte ma in modo sufficiente da farsi sentire da
tutti. “A questo punto, come ci avete potuto vedere, ognuno dei giganti… ma
proprio ognuno ognuno… ha il suo ruolo, dentro il gruppo. Adesso vi dividerete
in coppie... e ad ogni coppia verrà assegnato il compito di seguire un gigante
in particolare, annotando tutto quello che fa. Mi raccomando, ci dovete stare
parecchio attenti! Attentissimi... Non ci dovete dare noia, per nessunissimo
motivo!”
“Miseriaccia! ...Io
mi sto già strizzando di paura!” disse Ron con la solita espressione
terrorizzata.
“Oh, non
preoccuparti, Ron! Ci sarò io con te!” disse Luna tutta raggiante. “Ho chiesto
al professor Hagrid di metterci insieme... Sai, io conosco un sacco di parole
del linguaggio dei giganti! Mio papà me lo ha insegnato quando avevo solo
quattro anni!” concluse con un sorriso felice.
“Ah... splendido!
Adesso mi sento molto più sicuro!” disse Ron con un timido sorriso.
“Su, forza... Le
coppie saranno...” Hagrid iniziò con l'elenco degli studenti che erano stati
abbinati per la ricerca.
“Dean Thomas con Pansy Parkinson... Draco Malfoy con
Ginny Weasley...”
Ginny sgranò gli
occhi: “Oh, ma questa è proprio una congiura!” A Draco si formò un sorrisetto
divertito sulle labbra.
“Harry, tu farai
coppia con Hermione.” L'elenco dei nomi proseguì, ma Harry smise di seguirlo:
il suo cuore aveva perso un battito.
Si girò verso di
lei, guardandola finalmente negli occhi, visto che da quando l'aveva baciata non
aveva ancora avuto il coraggio di farlo direttamente.
Lei si portò una
ciocca di capelli dietro l’orecchio e si morse il labbro inferiore,
scarabocchiando qualcosa su un foglio e fingendo un'indifferenza che era
lontana anni luce da quello che provava realmente. Harry andò verso di lei,
sorridendole in modo disarmante.
Santo cielo! ... Perché
mi sorride così?
Non gli basta
avermi fatto perdere dieci anni di vita, con quel bacio?
Adesso vuole anche
attentare al mio sistema nervoso?!
“Bene... ehm, sei
pronta?”
“Ho un po' paura,
ma... sì.”
“Non devi aver
paura! E poi, se non ricordo male... tu riscuoti un certo successo, tra i
giganti!” le disse ridendo.
“Oh! Ti ringrazio,
ma il genere non mi interessa!” sorrise anche lei.
Entrambi parlarono
con una tranquillità che in realtà non provavano, come se il bacio che si erano
dati fosse una cosa assolutamente insignificante e fatta solo per battere
Malfoy....
Ohh... ma i loro
cuori galoppavano di trepidazione e i loro occhi erano vivi di emozione trattenuta!
“Allora, Harry,
Hermione... voi dovrete seguire quella mamma con il suo cucciolo. E' molto
piccolo, quindi la madre sarà parecchio protettiva e dovrete stare
particolarmente attenti.” Hagrid fece una pausa e poi richiamò l'attenzione di
tutto il gruppo: “Adesso ascoltatemi: il sole non durerà ancora per molto e
presto sarà buio... quindi avrete al massimo un'ora, poi ci ritroveremo tutti
qui e torneremo al Nottetempo. Avete capito bene?”
“Va bene!”, dissero
in coro i ragazzi. Harry e Hermione raccolsero i propri zaini, pieni di
cibarie, bibite e pergamene, e si apprestarono a seguire la mamma col
'bambino', come detto da Hagrid.
Gli studenti
iniziarono a sparpagliarsi, anche perché i giganti avevano tantissime attività
da svolgere all'interno della loro comunità. Il bambino che dovevano seguire
Harry e Hermione era decisamente vivace e la sua mamma, che aveva un casco
cespuglioso di capelli sulla testa, non sembrava particolarmente felice di
stargli dietro, anche perché la tendenza del piccolo (sempre che così si
potesse definire), era quella di scappare!
L'andatura di quei
colossi si stava dimostrando parecchio impegnativa da seguire per i due
Grifondoro, e spesso si ritrovavano a dover fare delle vere e proprie corse.
“Accidenti se va,
quel frugoletto!” ansimò Harry col fiatone, mentre trottava dietro alla
coppia.Hermione sorrise.
“Spero... un...
arfh, un doma-ni... arfh...”, s'interruppe per scavalcare una grossa pietra ed
aiutare Hermione a fare altrettanto, poi proseguì: “... Che mio fi-glio...
noncor-racosì veloce!”
Il sudore gli
imperlava la fronte e Hermione si immaginò la scena di Harry che giocava con il
suo futuro bambino, e sentì il cuore scoppiarle nel petto.
La mamma gigante e
il piccolo, al loro passaggio, facevano strage di arbusti e vegetazione.
Harry si girò un
attimo indietro e scrutò il cielo, poi disse pensieroso: “Ci stiamo
allontanando parecchio... forse troppo...”
“Oh, non
preoccuparti!” lo rassicurò Hermione. “Io ho un ottimo senso
dell'orientamento!”
Il bambino finalmente
si decise a fermarsi sulla sponda di un piccolo fiumiciattolo, iniziando a
giocare con l'acqua. Incredibilmente, la mamma, si accovacciò vicino a lui,
iniziando a giocare come qualsiasi mamma avrebbe fatto col proprio bambino.
Anche Harry e Hermione
si fermarono poco distanti da loro, nascondendosi dietro una grossa pietra,
approfittandone per riprendere fiato.
“Che dolci...”
disse Hermione con un sorriso, sporgendosi per guardarli meglio.
“Sì, molto” assentì
Harry. Si passò il dorso della mano sulla fronte e si guardò ancora una volta
intorno. “Non mi sembra che fossimo passati di qui, prima...”
“No, infatti. Noi
siamo venuti dalla parte opposta.”
Nel frattempo la
mamma gigante aveva iniziato a lavare il piccolo, e i due ragazzi annotarono diligentemente
le varie fasi e il comportamento della coppia sotto di loro.
Ad un certo punto
il piccolo, con una risata che non aveva assolutamente nulla di dolce, immerse
la mano nell'acqua, gettandone una grossa quantità addosso alla madre, la quale
reagì piuttosto animatamente, lanciando un lamento che sembrava quasi un
ruggito: “WWAAARRGGHHH!!”
Hermione si tappò
le orecchie, spaventandosi da morire.
Il piccolo, non da
meno, guardò la madre con due occhioni grossi come due palloni da rugby e
scoppiò in un pianto isterico, iniziando ad allontanarsi di nuovo.
“Oh, no! Il bambino
sta scappando... Dai, seguiamoli!” disse svelta Hermione, raccogliendo le sue
cose.
“Ehm... Hermione, a
quest'ora dovevamo già essere di ritorno! Non vorrei che ci stessimo allontanando
troppo!” disse Harry ancora una volta.
“No, li seguiremo ancora
solo per un po'...”
Per oltre dieci
minuti corsero come dannati per non perderli di vista, finché la mamma non
riuscì ad acchiappare il piccolo birbante. Il correre dei giganti provocava dei
veri e propri terremoti ad ogni passo e restare in equilibrio per i due ragazzi
diventava quasi un'impresa!
Il sentiero che
stavano percorrendo Harry e Hermione stava rapidamente scendendo e Harry
calcolò che da lì a poco sarebbero arrivati allo stesso livello dei due
colossi.
“Hermione!”, la
chiamò, tirandola per un braccio.
“Cosa?!” chiese
lei, in un sussurro.
“Fermati! Dobbiamo
assolutamente tornare indietro, adesso! E' passata più di un'ora e non ce la
faremo mai a tornare in tempo!”
“Ma non abbiamo
portato a termine il nostro compito!”, si lamentò la ragazza guardando
sconsolata gli appunti.
“Ci sono delle
nuvole che non mi piacciono per niente, Hermione, e tra poco questa strada si
congiungerà con quella di sotto! Se continuiamo così credo che tra poco quei
due simpatici bestioni ci vedranno...”
“Oh, non
preoccuparti, sono convinta che siano innocui... Guarda! Adesso la mamma lo sta
coccolando! Sono così teneri...” rise allegramente e si sporse dalla stradina
che sovrastava di qualche metro i due giganti sotto di loro.
“Hermione, sta'
attenta! Il terreno qui è sabbioso e sembra instabile...” disse Harry, cercando
di tenerla per un braccio.
“No, Harry,
guarda... Non può succedermi proprio.... AAAAAHHHH!!!!” non riuscì a terminare
la frase perché il terreno sotto di lei franò leggermente, facendole perdere
l'equilibrio e trascinandola verso il basso.
Harry fece appena
in tempo ad afferrarle la mano: “HERMIONE!!”Si buttò a terra per riuscire a reggerla, mentre lei, con le gambe,
penzolava ad una quindicina di metri dai due giganti che, incuriositi e
spaventati, osservavano quell'esserino che si dimenava come una farfalla.
“Aaahh... Aiutami!
Harry...”
“Cazzo!” Imprecò
lui. Si aiutò con entrambe le mani per cercare di farla risalire. “Stai
tranquilla... ci sono io! Adesso ti tiro su...”
Il bambino puntò il
dito su quella cosa che si muoveva e che lo attirava incredibilmente: “HUURG
!!”
Hermione con la
coda dell'occhio, vide la mamma fare un passo verso di lei: “Oddio! Harry...”
“Merda!” Harry tirò
con tutte le sue forze, ma la posizione era alquanto scomoda e non riusciva a
trovare un appiglio per fare leva. In più Hermione si agitava come una matta,
non aiutando di certo l'operazione. “Hermione... cerca di ... poggiare i piedi
su... qualcosa!”
“Cos...?!” Ma un
altro passo della mamma fece tremare la terra intorno a loro e Hermione sentì
solo qualcosa che la strappava via dalle mani di Harry.
“Aaahh!” urlò,
disperata.
“HERMIONE!!” gridò
lui. Si tirò su, guardando con sgomento la mamma gigante che teneva la ragazza
sospesa nel vuoto, offrendola al bambino, come fosse stato un uccellino tra le
sue mani.
“Porcaputtana!”
imprecò disperato. Senza esitare, si lanciò giù come un forsennato dalla
discesa che lo separava dai due bestioni sotto di lui, ruzzolando e ferendosi
in diverse parti del corpo.
Zoppicando, arrivò
fino ai piedi della madre, ed iniziò a colpirla con dei pugni all'altezza della
caviglia, che era grossa quasi quanto un tronco d'albero: “LASCIALA!! LASCIALA
IMMEDIATAMENTE!!”
La mamma lo guardò
con occhi indifferenti e mollò Hermione nelle mani del bambino, che rise
soddisfatto ed emise un nuovo: “HUURG!!”, ancora più felice.
Hermione cercava di
trattenere le lacrime, ma Harry poteva sentire le urla che tradivano la sua paura.
Il bambino era attratto dai lunghi capelli della ragazza e cercava di toccarla
incuriosito, tentando invano di afferrarli tra le sue dita enormi ma fallendo
miseramente nell'impresa. Le sue risate era quanto di più inquietante Harry
avesse mai sentito!
“EHI, NON LA TOCCARE!!LE FAI MALE!” Harry, non sapendo cosa fare,
tirò fuori la bacchetta e gridò: “Accio Hermione!!”... ma non accadde nulla.
“Merda!”
Certo... gli
insegnanti altro non avevano detto che... le bacchette erano totalmente
inutili!
Il bambino appese
Hermione a testa in giù, tenendola precariamente per un piede.... sospesa a
dieci metri da terra.
Il bambino se la
rigirò tra le mani come fosse stata un pupazzo.
“BRUTTO BESTIONE,
LASCIALA!!” gridò ancora il ragazzo.
A quel punto, la
madre, infastidita dallo sbraitare di Harry, alzò il piede e tentò di
schiacciarlo, come fosse stato una formica.
“HARRY!!” gridò
Hermione per avvisarlo... salvandolo appena in tempo da una terribile fine.
Harry infatti si gettò a terra, rotolando di lato e schivando il grosso
piedone, che lo mancò per un soffio.
Adesso ti faccio
vedere io, razza di prepotente!
Harry si concentrò
al massimo delle sue forze, con tutte le sue energie, con tutto quello che
aveva in corpo: Posala a terra... posala a terra!
Il bambino si
bloccò all'improvviso, fissandolo con i suoi occhioni grossi e neri... come se
si fosse imbambolato!
Lasciala andare...
subito!
Non seppe come
fece... seppe solo che ci riuscì. Il bambino, molto lentamente, abbassò il
braccio e quando toccò terra, aprì piano la mano, liberando Hermione.
La ragazza, scossa
e con le lacrime che le rigavano il viso, indietreggiò senza perdere di vista i
due giganti finché non sentì le mani di Harry afferrarla saldamente.
“Hermione...”
“Harry!!” Si voltò
e gli gettò le braccia al collo, singhiozzando forte.
“Ohh... ho avuto
così tanta paura!”
Harry la strinse
forte a sé, respirando tra i suoi capelli quel profumo tanto buono,
dimenticando che erano in balia di due esseri enormi e per nulla tranquilli.
Infatti, a quel
punto la madre perse tutto quel poco di dolce che aveva, assumendo
un'espressione piuttosto risentita. Era probabilmente in procinto di fare
qualcosa, quando un tuono spezzò il silenzio, rimbombando in modo violento
nella valle.
Hermione gridò
spaventata e Harry le mise un braccio intorno alle spalle.
“Che succede?!”
chiese la ragazza in panico.
Videro la mamma
gigante sollevare il suo faccione e annusare l'aria, scrutando il cielo come
per capire cosa stesse accadendo. Poi, dimenticandosi completamente dei due
ragazzi ed ignorandoli come se non fossero mai esistiti, prese il suo cucciolo
per un braccio e senza troppa delicatezza se lo mise sulle spalle, iniziando a
correre come una matta.
Il suo pesante
movimento fece tremare la terra in modo violento, tanto da far cadere malamente
Harry e Hermione.
Un altro tuono si
sentì in lontananza e Harry, imitando la mamma gigante, sollevò il viso,
osservando dei nuvoloni neri e veloci che non promettevano nulla di buono.
Aiutò Hermione ad alzarsi, prendendola per un braccio.
“Stai bene?!” le
chiese preoccupato.
“S..sì! Soprattutto
ora che quei due se ne sono andati...”
“Dobbiamo muoverci!
Temo stia arrivando un temporale memorabile!”
Harry iniziò a
camminare, ma dovette fermarsi a causa di un dolore lancinante alla gamba, che
fino a quel momento aveva ignorato.
“Aaahh!”
“Harry?! Che
cosa...?”
“La gamba...
dannazione!” entrambi videro il grosso taglio sulla sua coscia, che sanguinava.
“Oh...!” Hermione
si portò le mani alla bocca.
Doveva esserselo
fatto quando si era praticamente buttato giù dal dirupo per raggiungere
Hermione.
“Non preoccuparti,
non è nulla...” Tornò a guardare il cielo minaccioso e un gocciolone, grosso
quanto una noce, gli bagnò la fronte.
“Oh, no! Non può
piovere adesso...” disse Hermione nel panico.
Ma un fulmine
squarciò il cielo, seguito a breve da un tuono pauroso... e dopo meno di trenta
secondi, una pioggia senza precedenti si abbatté su di loro.
“Maledizione!” imprecò
Harry. “Vieni, presto... dobbiamo tornare al Nottetempo!”
“Ma gli altri sono nella
radura, dalla parte opposta!” gridò Hermione per sovrastare il rumore della
pioggia, che cadeva con violenza.
“Non riusciremo mai
a tornare fino a loro... Dobbiamo provare a raggiungere l'autobus da qui!”
“Ma non sappiamo la
strada...”
Un altro fulmine
illuminò il cielo, che si era fatto improvvisamente buio come la notte.
“Vieni, Hermione!”
le ordinò il ragazzo, prendendola per un polso e trascinandosela dietro. Lei
non protestò ed iniziò a correre al suo fianco.
In pochi minuti si
ritrovarono bagnati fradici, sperduti in mezzo al nulla... in balia di tuoni e
fulmini.
Harry si fermò un
secondo per riprendere fiato, cercando un punto di riferimento, qualcosa che li
potesse orientare... Ma era tutto dannatamente buio e uguale!
“Proviamo da questa
par...”
BOOOM!
Il tuono fu
fortissimo e costrinse Harry a fermarsi di nuovo. Se non trovavano un riparo al
più presto, rischiavano qualcosa di peggio di un semplice raffreddore. In
lontananza scorse un grosso albero, che sembrava avere una cavità. Era sempre
meglio di niente...
“Hermione, dobbiamo
ripararci!” gridò per riuscire a farsi sentire.
“Sì...” rispose
lei, visibilmente provata.
La guidò verso il
riparo improvvisato e la sospinse all'interno di quello che in realtà era uno
spazio decisamente stretto.
“Se ci stringiamo
un po'... ci staremo tutti e due...” disse Harry infilandosi dentro a sua
volta, strisciando contro la parete ruvida della cavità buia. C'era un forte
odore di muschio, intenso e pungente.
I due ragazzi si
ritrovarono uno di fronte all'altra. Avevano il fiato corto, ed erano bagnati
fino alle ossa. Hermione aveva paura... ma il solo fatto di essere con Harry,
le dava la forza di non disperare.
Erano vicini,
incollati. Forse non lo erano mai stati... così tanto!
Il cuore le batteva
forte e poteva sentire il respiro affannato di Harry accarezzarle la pelle con
dolcezza.
Harry la guardò: i
capelli erano schiacciati sul suo viso... era meravigliosamente bella!
Hermione si sentì
arrossire e nascose per un attimo il viso contro il suo petto. Lui le accarezzò
impercettibilmente un braccio.
La folle idea di
baciarla di nuovo iniziò a muoversi sinuosa nella sua mente ma, con un boato
infernale, un fulmine cadde a pochi metri da loro, colpendo ed incenerendo un
albero poco distante.
Hermione gridò e si
strinse con più forza al corpo di lui.
Harry mise
definitivamente a tacere ogni barlume di istinto sessuale che lo aveva
momentaneamente annebbiato e si riscosse.
Mio Dio! Qui
rischiamo di morire!
Le afferrò la mano:
“Non preoccuparti, andrà tutto bene! Troveremo un riparo migliore... Tu non
lasciarmi mai, capito?” disse incoraggiandola, sorpreso dal proprio desiderio
di proteggerla.
La ragazza, seppur
tremando per il freddo, annuì con determinazione.
Iniziarono a
correre nuovamente sotto la pioggia, ignari di dove si stessero dirigendo,
guidati solo dall'istinto di sopravvivenza e dall'incoscienza. Giunsero infondo ad un campo incolto e girarono verso
destra, sbucando in un ampio sentiero. Lo seguirono alla cieca, speranzosi che
li conducesse al Nottetempo, ma dopo aver corso a lungo, con sgomento si resero
conto di essere finiti in un campo ancora più grande e buio del precedente.
La temperatura era
scesa notevolmente e intorno a loro altro non c'era che terra fredda e tenebre
fino a perdita d'occhio. Ad ogni respiro, Harry sentiva l'aria gelida
penetrargli nella gola come la lama di un coltello.
Hermione camminava
veloce davanti a lui, ma all'improvviso si fermò e Harry andò a sbatterle
contro.
“Che succede?” le
chiese.
“Guarda! ...Là...”
puntò il dito contro una macchia scura.
“Cosa...? Non vedo
niente!”
“Là, proprio di
fronte a noi! Mi sembra ci sia qualcosa... forse è una capanna...”
Harry strinse gli
occhi e nel buio scorse qualcosa di un nero ancora più intenso. “Ok,
proviamo...” disse in fretta.
Raggiunsero quello
che sembrava essere un rifugio vecchio e abbandonato, forse un riparo di
guardiacaccia... Tastando il decrepito muro di mattoni, Harry trovò quella che
sembrava essere la porta d'ingresso in legno. Tentò di aprirla, ma un lucchetto
arrugginito la teneva saldamente chiusa.
Impugnò la
bacchetta, allontanandosi di un passo: “Alohomora!” gridò.
Non successe nulla
e Hermione emise un gemito di sconforto.
“ALOHOMORA!” urlò
ancora più forte.
Niente.
“Merda!” imprecò
Harry sotto la pioggia scrosciante. Infilò la bacchetta nella tasca posteriore
del jeans e disse ad Hermione di allontanarsi. Prese una piccola rincorsa e
diede una spallata alla porta di legno, la quale scricchiolò con un lamento,
cedendo leggermente.
“Il legno sembra
essere vecchio e marcio... Dovrei riuscire ad aprirla...” disse Harry con un
debole sorriso. Ci riprovò di nuovo, e il lucchetto sembrò mollare ancora un
po'. Al quarto tentativo, finalmente, il legno cedette e la porta si aprì.
Hermione sorrise
felice. Harry diede un piccolo calcio all'anta e scrutò con diffidenza
all'interno, ma era praticamente impossibile vedere qualcosa da fuori.
“Direi che non abbiamo
molte alternative...” sospirò il moro.
Hermione annuì e
aggrappandosi al suo braccio, lo seguì all'interno del rifugio, chiudendosi la
porta cigolante alle spalle. Inciamparono contro degli ostacoli indistinguibili
ed attesero che gli occhi si abituassero a quel nuovo ambiente. Dopo un po',
riuscirono a farsi una vaga idea di quello che li circondava: sembrava essere
un covo in disuso, ma era meno peggio di quello che poteva apparire
dall'esterno.
Harry si aggirò
nella stanza polverosa, urtando un tavolo, alcune mensole e degli oggetti
sparpagliati un po' ovunque. Poi si accorse che c'era un camino, e visto
com'erano bagnati, gli sembrò una benedizione!
“Guarda, Hermione,
forse riusciremo ad accendere un fuoco... Adesso cerco della legna così potremo
asciugarci...”
“Sì... h-ho..
fred..do!” disse lei, battendo i denti.
Harry andò in
perlustrazione degli oggetti di cui riusciva a vedere solo il contorno, finché
in terra, poco lontano, riconobbe quella che sembrava essere della legna:
“Eccola!”Con cura la posizionò nel
camino, insieme a dei vecchi fogli di giornale.
Speranzoso, tirò
fuori la bacchetta e ordinò: “Flagramus!”
Nessuno degli
oggetti nel camino, però, accennò a scaldarsi.
“Lacarnum
Inflamare!!”, disse con più convinzione.
Niente...
Imperterrito e
cocciuto puntò per la terza volta la bacchetta contro il camino: “Incendio!!”
Nemmeno una
reazione...
“Cazzo!”
“Ha... Harry... La
ba-bacchetta non fu-funziona....” gli ricordò Hermione, infreddolita e sfinita.
E adesso come
diavolo lo accendo?!
“Proviamo a vedere
se troviamo dei...dei fiammiferi... o
qualsiasi cosa che provochi una fiamma!”
La ragazza ubbidì,
iniziando a tastare alla cieca sopra il camino e sulle mensole, ma dopo
un'inutile ricerca si arresero entrambi.
Harry vide Hermione
abbracciarsi il corpo tremante con le mani, appoggiarsi contro la parete e
scivolare lentamente a terra. Tirò su col naso, nell'inutile tentativo di
nascondere le lacrime. Fuori il temporale non accennava a diminuire e la
pioggia e i tuoni continuavano adessere
assordanti.
Harry le andò
vicino ed allungò un braccio fino a toccarla: “Ok.... stai tranquilla, adesso
ci penso io!”
Tornò al camino e
chiuse gli occhi per alcuni secondi, focalizzando tutta la sua rabbia ed ogni
sua energia sugli incantesimi che conosceva. Si concentrò come Isabel gli aveva
insegnato... raccogliendo tutti i suoi pensieri sul caldo, sulle fiamme, su
quella dannatissima legna...e dopo un
po', come in un sogno, quest'ultima prese fuoco. Un sorriso vittorioso si
dipinse sul suo viso.
Harry attese un
paio di minuti prima di rispondere, controllando che il fuoco avesse preso
bene: “Non lo so...” ammise poi con sincerità. “L'ho imparato con... la
professoressa Keen.”
Ad Hermione, a quel
punto, poco importava! Era infreddolita e batteva i denti da quasi un'ora,
quindi quelle fiamme furono per lei come manna dal cielo.
“... Vieni qui
vicino...” le disse Harry piano, con un misto di dolcezza ed imbarazzo. Lei non
se lo fece ripetere due volte e si inginocchiò con le braccia protese verso la
fonte di calore.
Con il piacevole
suono del legno che scoppiettava mentre ardeva, restarono in silenzio per
qualche minuto, assaporando quella meravigliosa sensazione di calore che le
fiamme lentamente sprigionavano.
Erano storditi dal
freddo preso ed erano scossi dai brividi che continuavano a provare a causa
degli abiti zuppi d'acqua. Harry si girò a guardarla per un attimo e si accorse
che tremava, poi tornò a fissare le fiamme. Anche lui aveva la pelle d'oca e
con indosso quella roba bagnata, si rese conto che non si sarebbero mai
scaldati.
Dopo alcuni secondi
d’indecisione, si voltò dalla sua parte e guardandola negli occhi, disse:
“Senti, io... credo che sia il caso di... toglierci questi vestiti...”
Hermione sgranò gli
occhi, pietrificata.
“C-come...?”
domandò a fatica.
“Ehm... stai
tremando, hai le labbra quasi viola... ed io non sono certo messo meglio! Se
non ci scaldiamo di più, rischiamo una polmonite, se non peggio!”
Hermione era
talmente irrigidita dal freddo che quasi non riusciva a muovere le mani.
“S-sì... hai ra-gione.”
Provò a muoversi
con evidente difficoltà, ma le sue mani congelate sembravano rifiutarsi di
staccarsi dal corpo. “Ho paura di non avere... nemmeno la forza per...
farlo...” ammise in un soffio.
Harry indugiò
qualche secondo poi, deglutendo, disse in un sussurro: “Ok... lo farò io...”
Avanzò con le ginocchia ancora un po' e le si mise di fronte, scostandole piano
le braccia che erano serrate intorno al corpo.
Si svolse tutto con
estrema lentezza, come se fossero in un sogno.
Harry, senza mai
staccarle gli occhi di dosso, iniziò a spogliarsi per primo, abbassandosi la
zip della felpa grigia, fecendola scivolare dalle spalle e rimanendo con la
maglietta nera. Poi allungò le mani tremanti verso i fianchi di Hermione e
toccò il bordo del suo maglioncino blu. Lo prese tra le dita e lo strinse,
sollevandoglielo piano. La maglietta bianca che indossava sotto le si era
incollata addosso come una seconda pelle e Harry lottò per non abbassare lo
sguardo.
Anche Hermione lo
guardava, come se una calamita la tenesse legata a lui.
Oddio... sentiva
che stava per morire!
E non per il
freddo... o per il temporale... E nemmeno perché erano sperduti in mezzo al
nulla...
Ma perché...
Semplicemente perché
lui la stava spogliando!
Harry tornò ai
propri indumenti. Afferrò la maglietta ed incrociando le braccia sulla testa,
si liberò del tessuto freddo e bagnato, rimanendo a torso nudo. Hermione a quel
punto rimase colpita dal suo fisico asciutto e liscio, che si era fatto ancora
più muscoloso di quanto ricordasse. Sbatté le ciglia e cercò di restare calma.
Ma quando le mani
di Harry tornarono a posarsi su di lei, sentì i battiti del proprio cuore
aumentare a dismisura.
Harry si accorse di
essere eccitato. Come non lo era mai stato in vita sua!
Lei era indifesa e
fragile come un fiore delicato... meravigliosa!
E lui la voleva!
Da sempre...
Adesso.
Come aveva fatto
poco prima, le prese la maglietta tra le dita e con uno sguardo che sembrava
quasi supplicarla, attese il suo tacito consenso per finire di spogliarla. Gli
occhi di lei, caldi e immensi, parlarono al suo posto, accettando la sua
richiesta e Harry, facendole sollevare le braccia, le tolse delicatamente anche
la maglietta.
Harry deglutì e
fece scivolare lo sguardo sul suo corpo, come se solo con quello riuscisse ad
accarezzarla in modo impalpabile.
Mio Dio... è
stupenda!
Il suo reggiseno
bianco e semplice, con un sottile profilo ricamato, le copriva un seno
adolescente e pieno.
Ohh... Harry lo
ricordava bene, il suo seno, da quando lo aveva ammirato l'estate precedente!
Quante volte lo aveva richiamato alla memoria, nell'intimità del suo letto!
Ma adesso
l'irresistibile voglia di toccarlo, di sentirlo nelle sue mani, si fece quasi
travolgente.
Sollevò gli occhi
ed incontrò quelli nocciola di lei.
Non arrossire! Non
arrossire!
Stai calmo... Harry
stai calmo!
Avevano la pelle
umida di pioggia e Harry la trovò eccitante da morire!
Tentò di deglutire
un'altra volta e guardando verso il basso, prese un bel respiro per farsi
coraggio. Si portò le mani ai jeans, slacciandosi impacciato il bottone,
abbassò la zip e dopo aver tolto scarpe e calze, iniziò a sfilarsi i pantaloni
fradici.
Rimase solo con i
boxer neri, corti ed aderenti, come quelli che usavano i ragazzi della sua età
e si ritrovò a benedire quella semi oscurità che nascondeva il suo stato di
evidente subbuglio.
Hermione ammirò il
suo corpo perfetto, provando un nuovo brivido... stranamente non dovuto al
freddo...
Harry, col cuore
che gli andava a mille e senza dire una parola, la prese per la vita e fece
scorrere le dita fino al bottone dei suoi pantaloni. Glielo slacciò ed attese.
Lei non protestò.
Fece scorrere la
zip verso il basso... piano.
Hermione lo lasciò
fare.
Diomio...DIOMIO!
Lei, per
facilitarlo, si adagiò all'indietro appoggiandosi sui gomiti e Harry completò
quello che aveva iniziato, togliendole calze, scarpe e sfilandole del tutto i
jeans.
Era rimasta solo con
la biancheria intima... Ohh... che visione sublime!
Le mutandine
avevano lo stesso profilo ricamato sul bordo superiore e sul centimetro di
tessuto che le circondava la vita, come fosse stato un ornamento per esaltarne
ancora di più le curve sinuose e lisce.
E adesso?!
Rimasero immobili,
senza sapere cosa fare.O meglio...
Harry ne aveva una vaga idea, ma cercò di dominarsi e di ragionare.
Ok, si erano
scambiati un bacio... ma era stato solo per gioco!
Lui avrebbe voluto
ripetere quella meravigliosa esperienza il più presto possibile, ma...
E se Hermione non
aveva provato le sue stesse sensazioni? In fondo si era lasciata da poco con
Ron...
Magari pensava
ancora a lui...
E allora perché lo
guardava con quegli occhi così dolci?
Perché, finalmente,
riusciva a sentire quel famoso rullo di tamburi che Luna tanto decantava?
O si stava
immaginando tutto?
Dio, quant'era
difficile!
Il fuoco gettava
luci calde su di lei, rendendola bella oltre ogni immaginazione. I suoi
naturali colori nocciola erano evidenziati e messi in risalto. La voleva, la
voleva! Come riuscire a restare calmo, freddo e distaccato?
Hermione si coprì
leggermente con le mani, iniziando a sentirsi come penetrata da quello sguardo
indagatore che Harry non smetteva di avere.
Lui si umettò le
labbra: “Magari... magari stendo i vestiti, in modo che asciughino prima...”
disse giusto per interrompere quel silenzio che lo stava assordando.
Si alzò, raccolse i
vestiti e li appese in qualche modo su degli appigli di fortuna. Ora che il
fuoco illuminava la stanza, si rese conto che su un ripiano c'erano due coperte
dall'aria estremamente invitante. Sorrise: “Guarda Hermione!”
Le prese e le portò
vicino al camino. Una la distese sotto di loro e l'altra la utilizzò per
coprire entrambi, cercando di avvolgere i due corpi.
“Grazie, Harry...”
disse debolmente Hermione, che era ancora disorientata dal ricordo della
sensazione che aveva provato quando le sue dita l'avevano sfiorata,
spogliandola.
Cercò di coprirsi
meglio con la coperta, e nel farlo toccò il corpo di Harry. Lui sentì che stava
tremando.
“Se vuoi
avvicinarti... magari riusciamo a scaldarci meglio...” disse con la voce
malferma.
Hermione si sentì
morire. Il cuore le faceva quasi male dalle continue emozioni che stava
provando. Si morse impercettibilmente le labbra, come se fosse indecisa se
osare tanto, ma poi si accovacciò al suo fianco e si strinse a lui, passandogli
un braccio attorno ai fianchi e affondando il viso nel collo del ragazzo,
godendo istantaneamente di quel piacevole calore.
Ecco.
Harry, adesso,
poteva morire felice!
Lui le cinse le
spalle, avvicinandosela ancora di più. L'istinto irrefrenabile era quello di
sdraiarsi su di lei, ma già in quella posizione non sapeva per quanto tempo
sarebbe stato in grado di resistere...
Il temporale
imperversava su di loro senza concedere un minimo di tregua e Harry sentiva
Hermione sobbalzare ad ogni tuono. Ma grazie al reciproco calore dei corpi,
lentamente sentì che almeno aveva smesso di tremare.
“Certo che Malfoy e
i Serpeverde fanno dei giochi proprio strani, per divertirsi, eh...?” chiese
Harry, giusto per dir qualcosa.
Il riferimento al
gioco le fece immediatamente tornare in mente il bacio che si erano scambiati e
si sentì arrossire: “Oh, ecco... già! Un vero idiota!”
“Mi dispiace che ti
abbia... beh, sì, insomma... che ne abbia approfittato!” disse lui, non meno
imbarazzato.
“Non c'è
problema... Voleva metterci in difficoltà, ma siamo stati più forti noi!”
“Gli avrei
volentieri spaccato il naso!” ammise lui, ricordando quella mano che la palpava
sfacciatamente.
“Ci ha pensato
Ginny a metterlo decisamente K.O.!” sorrise lei.
Harry attese
qualche minuto, poi la guardò di sfuggita e farfugliò: “Hermione... Spero
che... che il bacio di stamattina... n-non ti abbia...”
Santo cielo!! L'ha
detto! L'ha nominato!
“Cos...? Oh, no!
Non... c'è problema...” rispose lei, agitandosi.
“N-non ti ho
nemmeno chiesto se... se volevi accettare... io...”
“Davvero! Non c'è
problema!!” disse ancora lei, nel panico più totale e col cuore che batteva
forte.“Infondo era... era solo... un
gioco!”
“Già, solo... un
gioco.” ripeté lui a voce bassa e serrando le mascelle.
Un lampo illuminò
la notte e dopo pochi secondi arrivò anche il tuono, fortissimo. Hermione
chiuse gli occhi e appoggiò la testa sulle ginocchia.
Harry aggiunse
della nuova legna e il fuoco riprese ad ardere con vigore. Restarono in
silenzio per un po'.
“Come... ti senti?”
le chiese lui quando il respiro di entrambi tornò ad essere regolare.
“Ora meglio...
decisamente meglio!” si voltò finalmente a guardarlo, ma erano talmente vicini
che rischiò di trovarsi con la sua bocca a meno di tre centimetri.
“E tu, come stai,
Harry?”Lo sguardo penetrante di
Hermione lo mise a nudo, molto più di quanto aveva fatto lui togliendosi i vestiti.
Il ragazzo tornò a
fissare il fuoco, adombrandosi leggermente, perché conosceva bene quel tono
accusatorio e sapeva perfettamente che le sue domande non erano mai fatte a
caso.
“Sto bene
anch'io... Il freddo sta passando.”
La guardò negli
occhi, perdendosi nel suo calore. Il fuoco era dolce e piacevole, e sembrava
tenere loro compagnia con la sua voce seducente.
Quella situazione
era quanto di più invitante potesse esistere al mondo, per baciare una
ragazza...
Tentò di tornare
alla realtà e di domare 'colui-che-non-gli-stava-facendo-capire-più-niente'
e che si trovava in una parte imprecisata tra le sue gambe!
“Lo sai che non è
questo, che intendevo...” mormorò seria.
“E allora cosa
intendevi...?”chiese con voce debole.
Hermione si fece
coraggio. Probabilmente non avrebbero mai più avuto un'occasione come quella
per parlare: “Vorrei solo sapere se sei finalmente tornato l'Harry di sempre...
degli anni scorsi, di questa estate... di prima che conoscessi la Keen, insomma!” disse tutto
d'un fiato, chiudendo gli occhi.
“Cosa c'entra
Isabel?” chiese adirato, sentendosi punto sul vivo.
Hermione sentì lo
stomaco stringersi. “Ah... già. Dimenticavo che tu la chiami per nome...” disse
con tristezza.
Harry si maledisse
per la sua imprudenza e passò al contrattacco. “Non è questo! Voglio dire... è
stato un anno difficile, e lei mi è stata vicina!”
Hermione riuscì a
bloccarsi appena in tempo, prima che una velenosa cattiveria le uscisse dalle
labbra.
“E dovevi per forza
cercare questo aiuto in una insegnante...? Non hai pensato ai...ai tuoi amici?!” chiese risentita.
Harry si girò di
scatto, con un lampo di cattiveria negli occhi: “Quali amici?! Se la memoria
non m’inganna, i miei due migliori amici sono stati per gran parte dell'anno
impegnati a fare altro!!”
Lei si sentì ferita
a quelle parole. Rimase a lungo in silenzio, poi quasi sussurrando disse:
“Potevi... trovare una ragazza...”
Harry a quel punto
strinse i pugni: “Certo! La cosa più facile di questa Terra! Infatti fanno la
fila, per mettersi con me!”
Nel vedere quel
broncio fanciullesco, Hermione provò una tenerezza infinita e lo guardò con
occhi colmi d'amore: “Oh, possibile che tu non capisca, Harry? Sei una specie
di guerriero, che vive costantemente sul filo del rasoio... Per la gente sei un
eroe! Tutti si aspettano che tu salvi il mondo, e sanno che potresti morire da
un momento all'altro...” Fece una piccola pausa, stringendo gli occhi: “E sei
ambito, bramato, desiderato... potresti trovare altre donne...E'faticoso amare uno come te!” disse di getto.
Lui sentì una
scossa al cuore.
Perché quelle
parole sembravano essere dette da chi quei sentimenti li provava in prima
persona?
Hermione arrossì
violentemente e si strinse di più la coperta addosso, non avendo il coraggio di
continuare a guardarlo dopo quello che si era lasciata sfuggire.
“Pensi sia... così
difficile, stare con me?” le chiese lui con voce roca e incredibilmente vicina.
Oddio!Cosa gli dico?'Guarda che Io non desidero altro, che stare
con te?!'
“Non ho detto questo!”
il cuore le stava esplodendo nel petto, sentiva il fiato corto e aveva paura di
continuare a parlare. “Io sono... tua amica e... ho condiviso tutto, con
te... e...”
Harry sentiva che
lo stomaco gli si stava stringendoe che
il cuore gli stava salendoin
gola...
“E...?” le chiese
avvicinandosi.
“E... e...
nonostante tu sia stato odioso, in certi momenti... accidenti a te, mi sei
mancato!” ammise in un soffio.
A quelle parole,
Harry scrutò a fondo nei suoi occhi ambrati, bisognoso di guardarla...
Non resisteva più!
Doveva farlo...
Scivolò di lato e
le si mise di fronte, con i propri occhi che scintillavano di passione. La
coperta gli si aprì sul petto. Hermione non capiva più niente, aveva il cuore
in tumulto e temeva di non reggere quell'emozione.
“Chissà dove sono
gli altri...?”disse debolmente, per
cambiare discorso.
Harry fece il
sorriso più dolce che Hermione gli avesse mai visto: “In questo momento non mi
interessa un accidente di niente, di dove sono gli altri...”
La ragazza fece per
dire qualcosa, ma lui glielo impedì, chinandosi su di lei e chiudendole la
bocca con le proprie labbra. Una sensazione calda e delicata li avvolse e fece
svanire come d'incanto tutto il gelo e il terrore provati in quella serataburrascosa.
Hermione chiuse gli
occhi, colta alla sprovvista, e sentì il battito del proprio cuore arrivare
lontanissimo e dopo un tempo infinito. Harry le prese il viso tra le mani e
premette le labbra più forte sulle sue, sentendo un fremito di eccitazione
risvegliarsi in lui. Questa volta l'avrebbe baciata sul serio... come
desiderava fare da sempre.
Dischiuse la bocca
e con estrema dolcezza passò la lingua sulle sue labbra, facendogliele aprire
piano. Le loro lingue si incontrarono senza fretta, timidamente, come in un delicato
passo di danza, iniziando a muoversi in una reciproca scoperta.
Hermione provò la
sensazione più bella che avesse mai sentito!
Mai... mai, nella
sua vita, aveva provato un'emozione così devastante e coinvolgente,
appassionante e stupefacente come un bacio così intenso. Harry la baciò piano,
lentamente, con una dolcezza che lei non aveva mai provato, facendola eccitare
come mai le era successo prima.
Harry aveva le mani
affondate nei suoi capelli, il respiro corto... e sembrava facesse di tutto per
dominare un impeto che dentro lo stava facendo impazzire.
A fatica si
separarono, barcollando leggermente, sconvolti e increduli, impazienti di
rifarlo subito. Si guardarono negli occhi, ma non dissero nulla... Non ce n'era
bisogno.
Già… Per quel bacio
non c'era stato bisogno di scuse!
Non avevano dovuto
nascondersi dietro un gioco...
Harry l'aveva
baciata perché lo voleva, perché lo desiderava ardentemente!
E lei si era
sentita sciogliere il cuore!
Le sorrise e si
chinò nuovamente su di lei, baciandola con la stessa tenerezza di prima. Fece
una leggera pressione su di lei, non incontrando resistenza, e quindi la
sospinse piano all'indietro, facendola sdraiare.
Anche se lo
desiderava con tutto se stesso, non osò mettersi sopra di lei ma, appoggiato sui
gomiti, continuò a baciarla a lungo, come se non riuscisse a credere che il suo
sogno si stava avverando... che lo stava facendo veramente! Per lui era uno
scoprire tutto dal principio... scoprire lei... e niente poteva sembrargli più
bello!
Hermione non
resistette alla tentazione di passargli le mani tra i capelli ed accarezzarlo
sulla schiena. Harry gemette ed interruppe il bacio, guardandola negli occhi.
Poi, cautamente, fece scorrere la mano dal viso alla spalla, accarezzandola con
gentilezza, proseguendo sul suo braccio... fino ad arrivare al suo fianco. La
mano solleticò la ragazza, che sorrise.
Harry a quel punto
trovò il coraggio di farlo e si spostò col busto sopra di lei.
Ohh.... che
sensazione meravigliosa!
Pelle su
pelle...un contatto poetico ed
idilliaco...
La baciava, la
sfiorava con mani timide ed inesperte, desiderose di imparare tutto, di lei...
Guidato da una
forza ed un istinto più forti di lui,con prudenza mosse anche il resto del corpo, fino a ritrovarsi sdraiato
sopra di lei. Combaciavano alla perfezione, come se fossero stati creati solo
per quello.
Dio, Harry sentì un
calore partirgli da qualche parte imprecisata del corpo e sconvolgergli il
cervello.
Hermione provò
piacere nel sentire quel peso su di lei, credendo di morire dal desiderio. I
loro baci si fecero più audaci e passionali, carichi di intenso ardore
bisognoso di essere soddisfatto.
Harry era
visibilmente eccitato ed Hermione questo lo percepiva, lo sentiva bene...
Anche lei, lo era.
E la cosa
incredibile, era che non se ne vergognava affatto! Era la cosa più naturale e
bella che avesse mai provato!
Harry lottò per
restare fermo, ma avere sotto di sé Hermione lo stava facendo impazzire di
desiderio, e l'istinto di muoversi alla fine ebbe il sopravvento. Premette il
bacino contro quello della ragazza, che seguendo l'istinto dell'amore, si
inarcò leggermente.
Ora muoio...
Harry iniziò a
muoversi piano, spingendo con dolcezza su di lei, incapace di resistere a quel
richiamo di passione. Il tutto accompagnato da baci languidi, sensuali ed
eccitanti carezze.
Hermione assaporava
quelle labbra, così morbide e delicate, che non avrebbe mai voluto smettere di
gustare e di baciare, e che le stavano letteralmente facendo perdere la testa.
E poi… era inebriata dal profumo della sua pelle liscia, dai suoi muscoli forti
e sodi, da quelle mani che la sfioravano con timore e reverenza.
Harry continuava ad
accarezzarla con una tenerezza infinita, osando sempre di più, spingendosi ad
esplorare parti del suo corpo sempre più proibite. Passò dolcemente una mano
sul suo seno, pieno e delicato, accarezzandolo in modo sensuale. Hermione
sospirò di piacere.
Avevano il fiato
corto e Harry non riusciva a non gemere ogni volta che lei sollevava il bacino.
Lo fece ancora... e
ancora... e ancora...
“Hermione!” disse
all'improvviso, bloccandole i fianchi con le mani.
Lei trattenne il
sospiro che aveva in gola: “... Sì...?” disse a fatica.
“Io... ti prego,
fermati...” la supplicò.
Lei lo guardò con
occhi curiosi e ingenui. “Perché...?”
“Se... se
continuiamo così... io...”
“Cosa...?”
“Io credo di... di
non resistere...”
Lei arrossì,
stupendosi di essere arrivata fino a quel punto di intimità, con lui, senza
quasi rendersene conto. Fatta eccezione per la biancheria, si può dire che erano
praticamente nudi… si stavano baciando con una passione bruciante... e se Harry
non si fosse voluto fermare...
“No... cioè, sì!
Sì, certo... io... scusami...”
A Harry era
dolorosamente costato dirle di fermarsi, ma stava succedendo tutto dannatamente
in fretta, troppo... Come se la passione trattenuta per un intero anno dovesse
scatenarsi ed esplodere tutta insieme quella notte.
E lui non voleva...
Non voleva rubarle
qualcosa di così prezioso ed unico, solo perché la circostanza di ritrovarsi
quasi nudi li aveva fatti avvicinare, facendo loro perdere il controllo.
“Non devi
scusarti... sono io che...” Harry abbassò la testa, cercando le parole giuste
da dire.
“Hai ragione,
Harry...” disse Hermione, ritrovando lentamente la sua lucidità.
“E' tutto così...
strano... io...”
'Io ti amo da
morire!' Avrebbe voluto urlarle...
Ma se lei non
provava la stessa cosa?
E se si era
lasciata andare solo per quella situazione surreale nella quale si erano
ritrovati?
Mille dubbi
iniziarono a torturarlo come un castigo.
“Non devi... dire
niente, Harry...” Hermione si passò una mano sulla faccia, come per riprendersi
da quel turbamento, così nuovo per lei, e così sconvolgente. Appoggiò la testa
sul pavimento duro e chiuse gli occhi, confusa.
Harry, ancora sopra
di lei, la guardò.
Oh, no... ma cosa
ha capito...?
Non avrà pensato
che io non volessi... continuare...
I capelli erano
sparpagliati intorno al suo volto splendido, rendendola bella come solo lei
riusciva ad esserlo.
Harry l'accarezzò
con una dolcezza infinita e lei riaprì gli occhi, interrogativi. Sul tetto,
adesso, si sentiva il rumore della pioggia, molto più leggera e dolce.
“Spero di essere
riuscito a scaldarti...” sussurrò, guardandola negli occhi.
Lei avrebbe voluto
dire qualcosa... fargli mille domande, ma sentì la bocca rifiutarsi di parlare.
La sua mente era
troppo confusa e deliziata.
Era impossibile per
lei, in quel momento, ragionare con lucidità.
Perché, accidenti,
le parole la abbandonavano proprio quando ne aveva più bisogno?!
Si limitò ad
annuire, come una sciocca.
“Adesso stai
tranquilla, non ci può più succedere niente. Cerca di dormire... Io starò qui
con te, e andrà tutto bene.” Le accarezzò ancora i capelli e suggellò quelle
parole con un lungo e dolce bacio.
Hermione si abbandonò
tra le sue braccia, colpita e commossa da quella tenerezza, dal ritrovare
finalmente la dolcezza infinita del ragazzo di cui si era perdutamente
innamorata!
Si lasciò cullare
dalle sue mani, che la coccolavano con una sensibilità senza fine.
“Harry...” sussurrò
prima di addormentarsi, stretta tra le sue braccia, nel calore del loro amore
soffocato e non confessato, nella notte più importante che avessero mai
vissuto.
Harry la continuò a
sfiorare con reverenza e passione trattenuta, mentre la osservava prendere
sonno, pieno di amore e desiderio.
“Voglio... voglio
solo restare così, con te... per tutto il tempo che ci rimane...”, sussurrò tra
le labbra, convinto che lei dormisse. “Credo di non avertelo mai detto, ma...
sei bellissima, Hermione. E lo penso ogni volta che ti guardo di nascosto, ogni
volta che ti sfioro, ogni volta che i tuoi occhi incontrano i miei, ogni volta
che mi parli, ogni volta che mi sorridi, ogni volta che ti arrabbi... Non so se
è per la situazione in cui ci siamo ritrovati, o se è perché stasera è
successo... questo... So solo che avrei voluto dirtelo da molto tempo, e mi
maledico per non averlo mai fatto prima.”
Hermione sentì quelle
parole confuse...
Anche se non fu in
grado di distinguere se si trattasse di sogno o realtà.
***
Marco:Marchino mio adorato! Hi hi hi... neppure
Draco ha saputo resistere alla tentazione di toccare Hermione! Ma non
preoccuparti, nella mia testolina Harry gli ha fatto un occhio nero, per aver
osato tanto!! (altro che dizionario!!) Grazie infinite per tutto quello che fai
per me! Sei un tesoro! E non mi stancherò mai di dirtelo!! kiss
Sallulla: Dolcezza senza
fine, ciao! Sono sempre felice, quando vedo le tue recensioni! Grazie! Mi fai
sorrideree sei sempre dolcissima!! Per
non parlare della tua squisita simpatia! :-) Allora, se nello scorso capitolo
ti ho fatto battere il cuoricino per un bacio appena accennato.... per questo
aggiornamento, cosa mi devo aspettare?!?! Spero solo cose belle! ... Mi auguro
di cuore che ti sia piaciuto!! Naturalmente, aspetto il tuo
parere!!!!!!!!!!!!!Grazie davvero!
Beh... ovviamente ti adoooooro anch'io! ;-)
Morgana85:Ciao bel tesoro!!Ehm... wow, che super-fantastica-emozionante
recensione!! Grazie infinite per le tue bellissime parole, enon sai quanto sono contenta di averti
trasmesso delle emozioni! Ehhh, già, che dilemma soffrire per amore! Chi, di
noi, non c'è passato?!?!?!?? (se vedo solo una mano alzata, potrei iniziare a
fumare dal naso!!!)E i nostri due
piccioncini ci stanno proprio facendo sospirare! Ma..... dimmi la verità!Che capitoletto romantico vi ho regalato??
:-)A-L-M-E-N-OS-P-E-R-O^^'Grazie della recensione, e
sappi che sei semplicemente fantastica anche tu!BACIIIII
Sabri89:Carissima Sabri, sono oltremodo commossa
dalla tua recensione… Ahhhhhh!!E’
proprio vero, Harry e Herm sono fatti
per stare e restare insieme… sempre!Però…………..Non posso dire niente!
Spero solo che questo capitolo, doooooolce come da te richiesto, ti sia piaciuto
così come è piaciuto a me! Inutile dirti che ASPETTO FIDUCIOSA IL TUO
PARERE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! J Draco e Ginny… non
so! E’ venuto fuori un po’ da solo, man mano che scrivevo. Sono felice che vi
sia piaciuto!! E per finire la
Keen…Ce la siamo
davvero levata di torno?????????? Mah!Grazie
infinite di esserci sempre! Ti abbraccio forte!
Rani of the Artich:Ciao stellina bella!Ebbene sì, il bacio nello scorso capitolo…
non è stato un sogno, è successo veramente!E anche quello che hai letto in questo capitolo, è TUTTO VERO!! Allora???
Cosa te ne pare? Muoio dalla voglia di saperlo!! Malfoy… ehh, lo confesso:
piace tanto anche a me! La Keen….
Chi può dirlo?? Aspetta e vedrai! Non preoccuparti assolutamente per la
recensione, non era affatto corta!! Anzi, sei stata come sempre un tesoro e ti
ringrazio tantissimo!! Ok, spero che ti sia divertita tanto con i tuoi amici!!
:-DTi aspetto fiduciosa e ti mando un
bacione!!
Jojipv: Bene, bene… ME
STRA-FELICE!! Se lo scorso cap ti è piaciuto… questo??? AAHHHH, lo voglio
sapere!!!!!!!! J Mi spiace un sacco
di essere così lunga con gli aggiornamenti, hai ragione (avete ragione….), ma
purtroppo tra poco inizierò un nuovo lavoro e…. AIUTO!! Spero di riuscire ad
avere ancora il tempo di scrivere!! No, tranquilli tutti: anche a costo di
scrivere di notte, prometto che scriverò sempre! Ancora grazie, dolcezza! 1
bacio enorme!!!
Rinslet : Ehm, ciao!! Grazie infinite per la recensione, davvero! Sono
felicissima che il capitolo ti sia piaciuto… Perdonami se faccio una
figuraccia, ma sei nuova?? Se la
risposta è affermativa, allora BEN VENUTA!!Se invece mi avevi già lasciato un commento, allora imploro PERDONO e ti
chiedo scusa per la figuraccia! Alla prossima, spero!! baci
Argentlam:Hi hi hi!! Quanto è vero! Il gioco ‘Obbligo o
verità’ è saltato fuori proprio per caso, ripensando ad un gioco sciocco fatto
durante le gite scolastiche (aiuto, secoli fa, ormai!!), ma mi sembrava
comunque carina l’idea… E poi, altrimenti, sti due non lo avrebbero mai fatto
il passo di darsi un fatidico primo bacio!! J Felice che ti sia
piaciuto! Alla prossima, ti aspetto fiduciosa! Baciiiiiiiiiiiiiiiii
Goldbuble:Carissima!! Beh, sicuramente qui c’è stato un
bel passo avanti, che ne dici?? Mi auguro che ti sia piaciuto il capitolo…
davvero! Niente più mezze frasi… o mezze carezze, no? Qui si sono lasciati
andare un po’ di più! J… Gradito?!??!?!?!? Grazie infinite della tua
presenza, come sempre! A presto!! ciao
Granger90:Ciao!! Sei sempre estremamente gentile e
dolce, con me… grazie! In effetti Draco
è stato fonte di grande ispirazione, nello scorso capitolo! Che dire? Sono
ansiosa di sapere il tuo giudizio su questo…. E non vedo l’ora di leggere il
tuo pensiero! Grazieper esserci sempre!
Ti abbraccio forte!
8x4: Ohhh, che bella
recensione! Grazie, tesoro! Eh, in effetti questo bacio l’ho sospirato pure
io…E Draco mi è stato di grande aiuto!
Come sempre, adesso è il mio turno di essere in trepidante attesa di sapere il
tuo giudizio su questo ulteriore ‘passo avanti’ tra i due… J Ti aspetto, ovviamente! Grazie ancora, a
prestissimo! Bacio
Maximillian Granger: Ehilà, Max!! J Ops… Mi sono resa conto che la mia richiesta di sapere la
tua opinione poteva risultare vagamente supplichevole-minacciosa (lol), e me ne
dispiace! Ovviamente mi devi lasciare un commento se puoi… e soprattutto se ti
fa piacere!JOh,
beh, poi… Sappi solo che se non mi lascerai una (anche solo) piccolissima,
microscopica recensioncina…. beh, allora verrò a cercarti, e poi sarò costretta
ad ucciderti! …….. ;-) S-C-H-E-R-Z-O !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Ti ringrazio sinceramente (e qui sono
assolutamente seria!!)per le belle
parole che mi hai detto. Grazie. Di cuore!
BellaWitch:Hi hi hi! Mi hai fatto morire dal ridere, col
tuo commento! Ovviamente, grazie infinite! E……… che cosa te ne pare di quello
che è successo?!?!??!??!? Aspetto… di sapere! Un bacio grande!
Dolcepuffa: Evviva, evviva!
Già… finalmente si sono baciati! Era ora… dopo 17 capitoli!!!E da qui in poi…. Argh, non posso dire nulla!
Bocca cucita! J Non ho parole per
ringraziarti di tutte le cose meravigliose che mi hai detto…. Sei dolcissima e
non posso che provare a ringraziarti cercando di scrivere sempre meglio e di
provare a trasmettere le emozioni che sento io quando scrivo! Ti abbraccio
stretta stretta!
Luxcis:Ahhh… che meraviglia leggere le tue
recensioni!! Grazie splendore!! Sono commossa…. ç__çHai ragione, sono sempre tremendamente in
ritardo! Perdooooono!Ma intorno a
questo pc… non hai idea del miliardo di cose che ci sono da fare!E ti confesserò una cosa… Non ho scritto
nemmeno una riga del nuovo capitolo!! Disperazione!!!!!!!!! Povera, povera me!
Menomale che ho voi… che mi spronate! Grazie ancora, e spero a presto! Un bacio
super per te!
PennyPink: Mammina mia…. Cara
Penny… la tua recensione mi ha fatto sciogliere come un ghiacciolino sotto un
caldo sole! Grazie grazie grazie!! Troppo buona, estremamente dolce e gentile…
non ho parole! Sei un vero tesoro! Chiedo scusa anche a te per il ritardo di
questa pubblicazione, ma mi auguro che questo capitolo sia stato
sufficientemente dolce, tenero, romantico e ‘da batticuore’ da far dimenticare
i giorni di attesa! Bacioni!
Lights: Carissima Lights,
ciao!Anche se ti ho già ringraziato in
modo pseudo diretto tramite mail, ci tengo a darti un benvenuto ‘ufficiale’ tra
coloro che leggono le mie storie… BEN ARRIVATA!! JMi ha fatto un
immenso piacere leggere le tue recensioni, e soprattutto ti ringrazio per avere
avuto la voglia di recensire anche ‘Senza smettere di amarti’, visto che è una FF conclusa da parecchio, ormai, e
sono davvero pochi quelli che lasciano un commento a storia finita. Quindi a te
un doppio (ma che dico, doppio….. multiplo all’ennesima potenza!! J) ringraziamento per le tue bellissime
parole, per i tuoi complimenti e soprattutto per esserti ‘sacrificata’ a
leggere tutto d’un fiato… chissà che occhi stanchi, alla fine!! Concludo con
l’augurio che anche questo capitolo ti sia piaciuto, e che fiduciosa di
trovarti ancora! Un bacio grandissimo!
Stizy: La mia n° 1 per
eccellenza…. Ciao, stellina mia adorata! Piccola, ti assicuro che non c’è
problema… Io so quanto tu sia impegnata (soprattutto in questo periodo), quindi
non ti devi assolutamente preoccupare! Ti ringrazio infinitamente per avere
avuto comunque la voglia e il tempo di recensire… lo apprezzo davvero
moltissimo! Spero di cuore che questa
giornata passata nella terra dei giganti ti sia piaciuta…J E la notte passata
insieme…..?? Beh, so che questi saranno giorni di fuoco, per te, ma spero che
tu riesca comunque a leggere questo capitolo! Io ti penserò e farò il tifo per
te! Ti abbraccio fortissimo!!!!!
Prima di tutto, chino il capo e chiedo venia per questo lunghissimo
ritardo………SORRY!! Tempi durissimi per
la sottoscritta! Seconda cosa, ringrazio dal profondo del cuore ognuno di voi,
perché siete tantissimi ed io semplicemente vi ADORO!! Di certo non mi
aspettavo questo successo…
Grazie a chi legge, e farei un monumento a coloro che recensiscono! J Grazie ai numerosissimi che mi hanno messo tra i favoriti…. E alle
migliaia di persone che hanno letto questa storia… Non ho parole!
Dopo questa lunga attesa, ecco finalmente il nuovo capitolo… che spero
non vi deluda. Anzi, ora più che mai ho bisogno della vostra attenzione e del
vostro appoggio! Spero continuiate ad esserci sempre tutti!
Come sempre… i ringraziamenti a fine cap! Buona lettura!
- 19 -
“Paura d’amare”
La scomparsa di
Harry e Hermione aveva gettato tutti nell’agitazione più totale. Il fatto che
non fossero rientrati, e soprattutto che si fosse scatenato quel temporale
senza precedenti, aveva creato un vero e proprio momento di panico.
Con sgomento avevano
visto tornare al campo la mamma gigante con il suo ‘piccolo’ appeso al collo
come fosse stata una scimmietta, ma di Harry e Hermione nessuna traccia. Li
aspettarono per diversi minuti ma, visto che il tempo peggiorava sempre di più,
la professoressa Sprite aveva preso in mano la situazione e aveva diviso gli
studenti in piccoli gruppi, iniziando a farli tornare al punto di ritrovo.
Hagrid e alcuni ragazzi, però, si erano ostinati a volersi fermare per
continuare a cercarli.
Preoccupati,
avevano organizzato una piccola squadra per perlustrare meglio la zona. Tra
coloro che si erano offerti per dare una mano c’erano Ron, Luna, Ginny e i
gemelli, Neville e Angelina.
“Ehi, piccola Weasley… Perché non torni
indietro con noi sul Nottetempo? Lì è molto più caldo e confortevole…” le gridò
Draco da sotto la pioggia, prima di seguire l’ultimo gruppo diretto verso
l’autobus.
La rossa, col viso
bagnato e i capelli incollati al volto, si girò a guardarlo con un misto di rabbia
e piacere. Draco, per tutto il giorno, le era stato vicino per svolgere il
compito affidato dai professori, e non aveva smesso nemmeno per un minuto di
punzecchiarla e corteggiarla in modo rude e dolce allo stesso tempo.
“Sono troppo
preoccupata per i miei amici, Malfoy!” gli gridò di rimando con un sorriso. “E poi
ricordati che non sono una femminuccia, io!
Preferisco dare una mano a cercarli!”
Draco si sentì un
vigliacco. Lei era una ragazza, eppure si stava sacrificando per cercare i suoi
amici… a differenza sua, che preferiva rifugiarsi nella comodità dell’autobus.
Il suo orgoglio ribollì come una pozione all’interno di un calderone.
“E va bene,
Weasley! Non sia mai che un Malfoy permetta ad una giovane fanciulla di
batterlo in fatto di coraggio! Verrò con te… Tanto ormai facciamo coppia fissa,
no?”
I suoi amici
Serpeverde spalancarono le bocche. Ma non fu nulla in confronto alla faccia sbigottita
e terrorizzata che fece Ron!
Ginny arrossì sotto
lo sguardo truce del fratello.
“Non ti disturbare,
Malfoy!” disse Ron ringhiando. “Non vorremmo che con tutta quest’acqua
sciupassi il tuo prezioso ciuffo dorato!”
I due si
scambiarono un’occhiata di sfida: “Lenticchia, guarda che il mio aiuto l’ho
offerto a tua sorella per puro spirito cavalleresco, visto che oggi ci hanno
forzatamente fatti restare insieme! Mi sembra giusto portare a termine il
compito assegnato, tutto qui!”
Ginny preferì dare
un taglio a quell’assurda conversazione, anche perché si stavano bagnando
inutilmente: “Volete finirla, voi due?! Stiamo perdendo del tempo prezioso!”
Draco fece un
ghigno vittorioso e snobbando deliberatamente Ron, gli diede le spalle e seguì la
rossa.
Con l’attrezzatura
da campo, si procurarono dei teli per ripararsi dalla pioggia e Draco ne tagliò
uno abbastanza grande da ospitare sia lui che Ginny. Le andò di fianco e
l’avvolse sotto la mantella improvvisata, stringendola a sé.
Ginny non ci poteva
credere! Ma cosa accidenti era preso, quel giorno, a Malfoy?!
“Avanti, Weasley,
fatti più vicina…”
Lei sollevò indispettita
il suo nasino all’insù: “Direi che per oggi abbiamo superato di gran lunga i ‘confini-dei-nostri-reciproci-spazi-vitali’,
Malfoy!”
“Beh… non mi sembra
che ti sia dispiaciuto poi così tanto, starmi vicino…!”
Stizzita, iniziò a
camminare: “Ti ricordo che SIAMO STATI COSTRETTI A STARE VICINI !!” e tirò con forza il tessuto dalla sua parte.
“Weasley… così
finirai per farmi bagnare tutto!” disse
correndole dietro.
“Non ti ho certo
chiesto io di venire qui!”
Draco la bloccò
all’improvviso e Ginny sbatté contro di lui, che era solido come una roccia.
“Bambolina dai
capelli rossi… In effetti, ancora non riesco a capire cosa tu mi abbia fatto…
So solo che non riesco a starti lontano!”
Ginny spalancò i
suoi occhioni (solitamente maliziosi) e rimase di sasso a quelle parole.
Nonostante il buio che li circondava, lo sguardo di Draco era splendidamente
vivo e luminoso, e la stava fissando in modo assolutamente nuovo e
sconvolgente. Stretti sotto quel mantello, rimasero immobili a fissarsi per un
lungo momento.
Poi, Ginny lo vide
chinarsi pericolosamente su di lei. Sbatté le ciglia, presa dal panico, e puntò
le mani sul suo petto, allontanandolo.
“CHE COSA SEI
VENUTO A FARE, QUI? A DARE UNA MANO… O A PRENDERTI GIOCO DI ME!?” urlò
arrossendo per l’imbarazzo e in preda alla confusione più totale.
Lui sorrise
beffardo, soddisfatto nel vederla così turbata e sconvolta.
“Mhmm…. Mi piaci
quando arrossisci…”
“Piantala di fare
l’idiota!” gli disse come una furia. “Altrimenti te ne puoi tornare dai tuoi
amici!”
“Ok… ok! Non fare
così… Hai ragione… baciarti sotto questa pioggia sarebbe molto romantico, ma
oltremodo scomodo….” disse con malizia.
Lei sentì il cuore
perdere un colpo e se lui non l’avesse tenuta per un braccio, probabilmente
sarebbe crollata a terra. Scosse la testa, incredula e meravigliata dalla sua audacia.
Si allontanò e il biondo le corse dietro per non perdere il riparo del
mantello, con un sorriso sornione dipinto sulle labbra.
Iniziarono tutti a
gridare a squarciagola i nomi dei due ragazzi, rimanendo per oltre mezz’ora
sotto la pioggia nella vana speranza di trovarli. Ma quando si resero conto che
era del tutto inutile, si rassegnarono a tornare al Nottetempo e riprendere le
ricerche il giorno successivo.
***
Harry non aveva
idea di che ora fosse, sapeva solo che era ancora molto presto.
Gli occhi gli
facevano male a causa della mancanza di sonno. Già… non era riuscito a dormire
neanche un po’. E come avrebbe mai potuto? Il cuore non si era ancora stancato
di andare come un pazzo, di battere furiosamente contro la sua cassa toracica
nell’inutile tentativo di uscirgli dal petto.
Ogni singola
emozione, ogni sensazione provata durante quelle ore gli era penetrata nella
pelle come se gli fosse stata marchiata col fuoco! Le carezza che si erano dati,
i baci che si erano scambiati, il calore reciproco nel quale si erano rifugiati…
Sembrava impossibile, eppure era successo davvero!
Hermione era lì,
tra le sue braccia… calda, serena, magnifica!
E lui, per tutta la
notte, non aveva smesso un solo momento di fissarla, nutrendosi di quell’immagine
incantevole e… eccezionale.
Una fitta acuta gli
attraversò la testa.Di nuovo.
Durante la notte
gli era successo un paio di volte e Harry aveva attribuito quel dolore alla
stanchezza.
Ma adesso, con
l’arrivo del giorno, capiva con sgomento che si trattava unicamente di paura.
Temeva ‘il domani’, e avrebbe voluto che quella
notte continuasse all’infinito.
Adesso, sentiva che
quella fitta d’ansia si stava lentamente trasformando in un vortice di puro
panico, fatto di dubbi ed incertezze.
Era come se
sentisse su di sé una spada di Damocle… Più guardava Hermione, più cresceva in
lui la consapevolezza che l’illusione della gioia provata per quelle poche ore non
sarebbe durata ancora per molto, che presto tutto sarebbe finito… Non ci sarebbe
mai stato un seguito a ciò che era accaduto la sera precedente.
Hermione era la sua
migliore amica!
E lei non provava
nulla di diverso dal semplice affetto!
Vide le prime tenui
luci dell’alba entrare timidamente dalla finestra e rischiarare piano la
stanza.
Strinse forte i
pugni.
Non voleva. No, accidenti… non voleva!
Luce significava
realtà… significava cancellare le ombre nelle quali si era sentito tanto
sicuro, tanto coraggioso!
Con la complicità
del buio aveva osato andare oltre… andare al di là della loro amicizia.
Con l’aiuto
dell’oscurità si era tolto quell’insopportabile maschera da amico che era
costretto ad indossare ogni santissimo giorno, ed era finalmente stato se
stesso, un ragazzo innamorato della sua migliore amica, e libero di poterglielo
dimostrare.
Ma, adesso, luce voleva
dire verità.
Ed il pensiero
angosciante che lei non ricambiasse i suoi stessi sentimenti iniziò a
martellargli nella testa con prepotenza e con una insistenza sempre più pressante.
Dio, voleva tornare
indietro nel tempo, voleva avere ancora l’intera notte per poter guardare
Hermione senza sentirsi in difetto, senza provare vergogna o paura…
Voleva ancora quella
penombra che gli aveva permesso di osare qualcosa che adesso, ripensandoci, lo
spaventava da morire.
Il rimorso era il
più terribile degli stati d’animo!
E se ho sbagliato tutto?
Dio Santo!
Cos’ho fatto…?
Si sfregò la faccia
con una mano, preoccupato. La paura gli stava corrodendo lo stomaco.
Non mi sono limitato ad un semplice gesto d’affetto per
incoraggiarla o rassicurarla… non mi sono accontentato di abbracciarla in modo
fraterno… Certo che NO! Non appena ho visto Hermione senza vestiti… le sono
saltato addosso come il peggiore dei sedicenni famelici!
Non sono nemmeno riuscito a dirle che sono pazzamente
innamorato di lei… che la desidero da sempre… e che fino a poco tempo fa ero follemente
geloso di Ron!
Niente!! Sono solo riuscito a toglierle i vestiti di
dosso e baciarla senza nemmeno darle il tempo di capire cosa stesse succedendo!
Lei era letteralmente terrorizzata da quel temporale,
in balia di quella circostanza… in balia di me!
Ed io ho subito approfittato della situazione…
Sono veramente una merda!
Nonostante i suoi
desideri si fece sempre più chiaro e un raggio di sole fece capolino dalla
finestra. Come una lunga mano silenziosa e leggerissima, accarezzò il corpo di
Hermione, illuminandola e rendendola quasi pura, celestiale.
Harry guardò con angoscia
verso la vecchia finestra: ancora qualche minuto e tutto sarebbe diventato
intensamente vivo e reale!
Restò un tempo
infinito a toccarle i capelli setosi, a sfiorarla delicatamente con le dita. Dannazione!
Hermione era bellissima… e lui stava di nuovo perdendo la sua lucidità!
Distolse lo
sguardo. Adesso era giunto il momento di fare i conti con la verità.
Ho sbagliato tutto!
Non dovevo baciarla!
Hermione non prova le stesse cose che provo io, questo
è certo!
Per lei sono solo un amico…
Solo un amico!
Sono stato un pazzo!
Il bel volto di
Isabel fece la sua comparsa, improvviso ed indesiderato.
Oh, Dio…!
Si passò nuovamente
la mano sulla faccia e scosse la testa infastidito. Hermione dormiva ancora
profondamente.
Cercò di non
svegliarla e facendo meno rumore possibile, scivolò di lato ed uscì da sotto la
coperta. Gliela sistemò meglio sul corpo e nel rialzarsi sentì la gamba
dolergli nel punto in cui si era ferito. Era un taglio lungo, ma non sembrava
particolarmente profondo. Osservò le tracce di sangue rappreso e pensò che il
suo cuore probabilmente non avrebbe mai smesso di sanguinare, che il dolore
faceva parte di lui, e che lo avrebbe accompagnato per sempre. Quel momento di
pace che aveva vissuto era stato una pura illusione.
Nel camino c’era
ancora della brace accesa e lui rinvigorì il fuoco aggiungendo dei ceppi di
legna.
Avvolto dal silenzio,
raccolse i suoi abiti sparpagliati intorno alla stanza e lentamente si rivestì.
Nel farlo, dei pensieri s’insinuarono contro la sua volontà, iniziando a
torturarlo.
Di nuovo, quella
voce simile alla sua coscienza iniziò a parlare dentro di lui:
Toglitelo dalla
testa…
Se credi che Hermione sia innamorata di te, allora sei
solo un povero illuso!
Non puoi certo sperare che dei baci e qualche carezza
estorti a tradimento ti dimostrino qualcosa!
Sei nato per soffrire…
Per essere solo…
A te la felicità non è concessa…
Solo Isabel ti può capire…
Ed eccola di nuovo:
Isabel. Bellissima e dolce mentre lo baciava, mentre lo guardava con passione, mentre
passeggiava al suo fianco, mentre rideva con lui, mentre lo consolava, mentre
lo capiva…
“Oh, maledizione,
basta!” disse a voce alta, nervoso.
Hermione si mosse
piano, sotto le coperte, stiracchiandosi leggermente. Si svegliò con un
sorriso.
Cos’era quella
sensazione meravigliosa?
Cos’era quella
serenità che sentiva nel profondo?
Cos’era quella
percezione di benessere?
Era forse felicità?
Aprì piano un
occhio, e poi l’altro. La stanza era illuminata da un sole caldo e che
risplendeva nel cielo. E lei si sentiva magnificamente bene!
Il ricordo di
quello che era accaduto la sera precendente la fece arrossire sotto la coperta
ed uno sciocco sorriso le illuminò il volto. Oh, che vergogna!Si rannicchiò ancora un po’, gustandosi quel
gradevole calore.
Ma dopo un po’, una
fastidiosa punta d’ansia s’insinuò dentro di lei, assolutamente non richiesta e
alquanto sgradita.
Un’improvvisa
inquietudine s’impossessò del suo cuore, togliendole il sorriso dalle labbra.
Dov’era, Harry?
Stava forse ancora
dormendo?
Cosa si sarebbero
detti?
Aveva paura di
girarsi… anzi, era terrorizzata!
Ok, adesso cerca di darti una calmata!
Le morbide labbra
di Harry le tornarono in mente, e sentì il rossore salirle al volto.
Dio… era stato
tutto così… così… incredibile!
Così bello… e
dolce!
Harry l’aveva
baciata… baciata sul serio… con intensità e passione, con trasporto e
sentimento!
L’aveva accarezzata
teneramente.
L’aveva toccata con
timidezza e ardore…
L’aveva stupita,
meravigliata… e resa la persona più felice del mondo!
E poi… stremata
dalle emozioni, si era addormentata tra le sue braccia forti e sicure.
Un ricordo confuso
riaffiorò alla sua mente.
Lui le aveva detto
qualcosa!
Oh, erano delle
parole bellissime…. Perché non riusciva a ricordarle?!
Se le era forse
immaginate?
Era stato solo un
sogno?
Si leccò le labbra,
imbarazzata al ricordo dei baci che si erano scambiati.
Nonostante morisse
letteralmente di paura, adesso non poteva far altro che provare ad alzarsi ed
affrontare la realtà.
Si tirò su piano,
scoprendosi una spalla nuda, e lo vide.
Lui era in piedi,
fermo, che la guardava. Appena i loro occhi entrarono in contatto Harry abbassò
in fretta lo sguardo, fissandosi le mani. Poi finì di vestirsi. Si tirò su la
zip della felpa e prese coraggio.
“Ciao…” le disse
piano.
Lei sorrise
timidamente, ma lui non se ne accorse, visto che continuava a guardare verso il
basso.
“Ciao…” rispose la
ragazza incupendosi leggermente e coprendosi la spalla.
“Come… come stai?”
“Bene…”
“Senti, io…”
Lei attese.
Harry mandò giù
dell’aria a vuoto. Doveva farlo. Era meglio dirlo in fretta, e subito: “Hermione,
io… mi… mi dispiace per… ieri sera!”
Silenzio.
Hermione sbatté le
lunghe ciglia, non capendo.
Mi dispiace per ieri sera…
Mi dispiace per ieri sera…
Mi dispiace per ieri sera!!
Cosa diavolo voleva
dire?!?!
Lo guardò confusa e
si strinse di più la coperta addosso.
Harry non riusciva
a togliersi dalla testa l’immagine di Isabel che continuava a ripetergli quanto
fosse sbagliato quello che aveva fatto con Hermione! Era inutile! Era più forte
di lui…La testa gli stava scoppiando e
lui non capiva più niente!
Aveva davvero
commesso un errore nel baciare la ragazza che amava?Hermione davvero non provava nulla per lui??
Hermione cercò di
deglutire, ma nessuno dei comandi che tentava di lanciare al proprio corpo
sembravano essere registrati.
COSA ACCIDENTI
SIGNIFICAVA:“Mi dispiace per ieri sera?!”
“Harry… cosa…?”
“Io… ti chiedo
scusa! Non volevo approfittare della situazione, devi credermi… Eravamo
entrambi sconvolti ed infreddoliti, frastornati e completamente confusi,
sperduti in mezzo al nulla! Ieri sera io… noi… siamo stati impulsivi, ma…
Faremo finta che non sia successo niente!” Ecco. Lo aveva detto.
Hermione sgranò gli
occhi e sentì quelle parole penetrarle il cervello e il cuore come se fossero
stati degli aghi acuminati. Non si rese conto di avere gli occhi lucidi e senza
riuscire a proferire nemmeno una parola, seguì i suoi movimenti mentre le
raccoglieva i vestiti e glieli allungava con freddo distacco.
“Io… esco qui
fuori, così… potrai rivestirti con calma.”
Hermione sentì un
brivido freddo correrle lungo la schiena ed un senso di abbandono senza
precedenti la invase.
Non poteva credere
alle parole che aveva appena sentito…
Non dopo quello che
c’era stato tra loro!
Con che coraggio aveva
pronunciato quella frase così anonima e distaccata? Perché Harry aveva quello
sguardo così duro e impassibile?
Un gemito disperato
le uscì dalla bocca, ma lo percepì molto tempo dopo, come se quella scena
stesse scorrendo al rallentatore.
Tentò di ragionare,
di respirare con calma, di trovare qualcosa di razionale nelle parole che si
era sentita dire.
Ma come poter dare
un senso a quella freddezza?
Una cosa era
senz’altro vera: erano stati impulsivi… Ma lei aveva solo seguito il suo cuore!
Santo cielo, lei lo
amava… disperatamente!
Mentre una lacrima le scivolava sul viso,
guardò le coperte nelle quali avevano dormito, nelle quali si erano stretti e
scaldati…
Era stato solo
quello, per Harry? Dividere delle coperte ed abbracciarsi per scaldarsi?
E i baci, allora?
Perché l’aveva
baciata?
Perché l’aveva
spogliata divorandola con gli occhi, mostrando un desiderio che non era certo
frutto della confusione!
Si asciugò con
rabbia quelle lacrime amare, passandosi il dorso della mano sulle guance, come
una bambina ferita. Indossò nuovamente gli abiti della sera prima, ancora
leggermente umidi e un nuovo brivido le fece accapponare la pelle.
Guardò la legna ardere
lentamente nel fuoco e si accovacciò per qualche minuto, nel vano tentativo di
trovare calore e conforto. Una rabbia improvvisa le salì dal cuore.
Ancora una volta
Harry era riuscito a rovinare tutto!
Per un misero
giorno si era mostrato dolce, premuroso… meraviglioso!
E poi?
Basta! Gli era
bastato dire quelle parole fredde e prive di sensibilità per distruggere tutto
quello che a fatica aveva riconquistato.
Raccogliendo tutto
il suo coraggio sì alzò da quella posizione e, con un’ultima occhiata alla
stanza, uscì dalla capanna.
Harry era
appoggiato con le spalle contro un albero, un ginocchio sollevato e piegato
sotto di sé, lo sguardo triste e severo.
Hermione provò una
stretta al cuore… Dio! Dovevano parlare!
Dovevano chiarire…
Non le sembrava possibile
che per lui quello che era successo non significasse nulla!
Harry era immerso
nei suoi pensieri, strano e confuso.
Perché aveva detto
quelle cose ad Hermione?
Lui l’amava… eppure
adesso nella sua mente regnava la confusione più totale, e più ci pensava, più
si convinceva che per Hermione quello che era successo tra loro non avesse
significato nulla. Non sapeva perché, ma qualcosa più forte di lui lo stava
convincendo che a causa di quei baci, ora lei mettesse in discussione la loro
amicizia.
E temeva di
perderla. Anzi, ne era convinto. E l’idea lo terrorizzava!Le aveva chiesto scusa… ma sarebbe arrivato
anche a implorare il suo perdono, se fosse stato necessario! Temeva che quello
che aveva fatto l’avesse offesa, o ferita, o… che mettesse a rischio il loro
rapporto.
Hermione era la
cosa più importante per lui… e non avrebbe rischiato la sua amicizia per nulla
al mondo!
Quando trovò il
coraggio di guardarla di nuovo, vide che aveva gli occhi arrossati.
Merda!
Qual era il motivo
di quelle lacrime? Era forse rabbia? Provava rimorso? Forse si era sentita in
qualche modo ‘usata’? E ora si sentiva offesa, oltraggiata?
Hermione aveva un
nodo alla gola e con le gambe malferme fece un passo verso di lui.
Harry, compiendo uno
sforzo sovrumano, cercò di guardarla con distacco e di parlare con freddezza:
“Mi… mi dispiace per ieri sera… davvero Hermione. Non so cosa mi sia successo e
ti chiedo scusa per quello che ho fatto… ma ti assicuro che non accadrà mai
più.”
Le spalle di
Hermione s’incurvarono leggermente in avanti, come se quelle parole le avessero
provocato un male fisico, come se quella frase avesse un peso troppo grande per
essere sopportato.
“Faremo… finta di
niente!” sentenziò il ragazzo sentendosi un verme, mentre lo diceva.
Colpo di grazia!
Lei si accorse di
avere le unghie conficcate nei palmi delle mani.
Era tutto lì,
quello che aveva da dirle? Che gli dispiaceva? Che era stato un errore? E che
sarebbe bastato far finta che non fosse mai successo? Era davvero convinto che
bastasse così poco per rimarginare lo squarcio che le aveva provocato nel
cuore?
“Tu sei… sei
d’accordo, no?”
Un senso di rabbia
e d’impotenza la invase e il suo orgoglio ferito ebbe un moto di ribellione.
Deglutì e sollevò il mento, fiera come una Grifondoro, dignitosa come una
principessa.
“Certo, Harry.”
Strinse i denti e si obbligò a sorridere: “Sì! Credo proprio che tu abbia
ragione, sai…? E’ stato indubbiamente uno sbaglio, un errore… una cosa
assolutamente da dimenticare!” Lo disse con gli occhi lucidi, con la voce che
le tremava nella gola, e con una sensazione di freddo nel cuore.
Ma era riuscita a
dirlo. Si era fatta forza ed era riuscita a dirlo, anche se mai nulla al mondo
era stato più falso di quello che aveva appena fatto.
Basta. Niente di
più. Poche parole per cancellare tutto.
Non riuscì a
sostenere un secondo di più il suo sguardo. Piena di rabbia e tristezza gli
voltò le spalle ed iniziò a camminare, seguita immediatamente da lui. Si
diressero lentamente verso nord, ripercorrendo in senso contrario il sentiero
che la sera prima li aveva condotti fino a lì, fino a quella capanna che per
poche ore era stata il loro rifugio, il loro paradiso, la loro illusione.
Harry le camminava
a fianco, guardandola continuamente di nascosto e cercando di non farsi vedere…
Hermione era una maschera impassibile. Il viso era serio e la sua espressione
indecifrabile. Si sentì uno schifo, come il peggiore dei codardi! Fino
all’ultimo aveva sperato che fosse lei la prima a confessargli di amarlo! Che
gli dicesse qualcosa… che si opponesse alla sua pretesa.
‘Faremo finta di
nulla…’
Ma come aveva
potuto chiederle questo? Come sarebbero riusciti a far finta di nulla?!
Dio, lui la
desiderava… la desiderava disperatamente!
E lei lo aveva
baciato con altrettanta passione! Possibile che si fosse sbagliato?
Eppure non aveva
battuto ciglio quando le aveva chiesto di dimenticare.
Anzi, aveva detto
di essere d’accordo…
Che era stato tutto
un errore…
Una cosa
assolutamente da cancellare!
Maledizione!
Lui era stato uno
schifoso ipocrita opportunista, su questo non c’erano dubbi…
Ma si era illuso,
fino alla fine, che potesse accadere un miracolo. Una parola… uno sguardo… gli
sarebbe bastato anche il più piccolo segno da parte di Hermione… qualsiasi
cosa! E sarebbe caduto ai suoi piedi, implorando il suo perdono per essere
stato così vigliacco da aver paura… Per non avere avuto il coraggio di
dichiararle tutto il suo amore…
Ma non lo vedi?
E’ tanto semplice: LEI NON TI AMA!
Altrimenti te lo avrebbe fatto capire, no?
E invece ti ha detto che è meglio dimenticare!
Non le importa niente di te… NIENTE!
Abbassò la testa,
come un condannato a morte, ferito e deluso, odiando se stesso e il mondo
intero.
Hermione, anche se
era a pochi centimetri da lui, si sentiva dall’altra parte del mondo, lontana
anni luce, straziata e umiliata da quella situazione, dalle parole che si era
sentita dire.
Aveva voglia di
urlare, di scappare lontano, lontanissimo da lui!
Avrebbe dato
qualsiasi cosa per cancellare il suo errore… Si maledisse per non essere stata
capace di resistere a quelle labbra, a quelle dolci carezze, al suo calore che
riscaldava più di un fuoco!
“HAAAARRY….!!HERMIOOOONE!!”
I due ragazzi trasalirono
e si bloccarono, guardandosi in silenzio.
“E’
Hagrid!” disse Hermione dopo un po’, con gli occhi colmi di speranza.
La voce era
lontana, ma non era stata un’illusione.
“HAAAARRY….!!HERMIOOOONE!!”
Harry annuì felice.
“Sì, è lui!” Si portò le mani alla bocca per cercare di amplificare la propria
voce e gridò con tutto il fiato che aveva in corpo: “HAAAAGRID!!”
I loro richiami si
ripeterono un paio di volte, finché le rispettive voci divennero sempre più
vicine e forti.
Dalla fitta
boscaglia di fronte a loro finalmente emerse il testone del mezzo gigante che, quando
li vide, esplose in un’esclamazione di pura felicità: “Ooohh… Harry!
Hermione!!”
“Hagrid!” Hermione
corse disperatamente verso di lui, bisognosa di un abbraccio sincero,
confortevole e rassicurante come solo quello di Hagrid poteva essere. Scoppiò a
piangere, incapace di trattenere un minuto di più tutte le lacrime che fino a
quel momento aveva faticosamente ricacciato indietro.
“Ron vieni! Li ho
trovati!” La manona di Hagrid continuava ad accarezzare con una delicatezza
sorprendente la testa della ragazza.
“Miseriaccia, Harry!
Stavolta ho avuto paura di perdervi sul serio!” esclamò il rosso sbucando da un
cespuglio e abbracciando forte l’amico.
Harry ricambiò
l’abbraccio, felice di rivederlo.
“Ragazzi, che paura
che ci avevamo!!” mugolò Hagrid, tirando fuori un enorme fazzoletto a quadretti
e soffiandosi rumorosamente il naso.
“Come avete fatto a
sopravvivere al disastro di ieri sera!!” chiese Ron fissando i due amici.
Hermione avrebbe
preferito affrontare un plotone d’esecuzione, piuttosto che rispondere a quella
domanda e si fissò le mani. Harry, dopo un attimo d’interminabile silenzio,
disse: “Ecco, noi… siamo stati fortunati. Abbiamo trovato un rifugio poco
lontano da qui… una vecchia capanna abbandonata.”
“Oh, sia
ringraziato il cielo!” esclamò Hagrid, asciugandosi l’ennesima lacrima.
“Eravamo così preoccupati!!” piagnucolò.
“Preoccupati,
Hagrid?” gli fece il verso Ron. “Tu eri letteralmente fuori di testa!!” Ti
abbiamo dovuto fermare in tempo prima che litigassi con dieci giganti, dopo
aver sbraitato come un pazzo accusandoli di essersi mangiati i tuoi piccoli
amici!”
Harry riuscì a
sorridere.
“Quando ho visto
quella mamma e il suo bambino tornare tutti agitati… ho pensato un sacco di
cose brutte… Credevo che… vi avessero fatto del male! Abbiamo provato a
cercarvi tanto…. Persino Malfoy ci ha aiutato…. Ma poi intorno a noi è esploso
quel finimondo… Oh, Harry! Ci ho avuto così tanta paura!”
“Anche noi,
l’abbiamo avuta…” si lasciò sfuggire Hermione in un sussurro.
“Oh, avanti
Hermione! Dopo tutti questi anni non hai ancora imparato che finché sei con
Harry non hai nulla da temere?!” gongolò il rosso.
Visto che nessuno
dei due, però, accennava a sorridere, Ron richiuse automaticamente la bocca e fece
scattare il viso prima da una parte, poi dall’altra, soffermandosi poi su Hermione
e scrutandola con più attenzione. Era seria come una sfinge e dai suoi occhi
trapelava una tristezza senza precedenti.
“Ehm… è tutto a
posto…?”
“Certo!”
esclamarono insieme sia Harry che Hermione.
Ron corrugò le
sopracciglia e fece un’espressione pensierosa: “…Uhmm…”
Hagrid percepì
tutta la tensione del momento e si sfregò le manone una dentro l’altra: “Bene! Io
penso proprio che in questo postaccio ci siamo rimasti anche troppo… Allora…
direi che possiamo andare… Ci sono tutti i vostri compagni che sono
preoccupatissimi!”
“Sì… è meglio…
andare.”
Per fortuna il fitto
parlare eccitato di Ron riuscì a coprire il silenzio glaciale ed ingombrante
che c’era tra Harry e Hermione. Dopo un tempo infinito raggiunsero la radura
con il Nottetempo parcheggiato e sia la professoressa Sprite che tutti i loro
compagni li accolsero con gioia.
“Ehi, ma che fine
avevate fatto?!”
“Come avete fatto a
sfuggire a quei due bestioni?”
“Dove vi siete
rifugiati?”
“Come fate ad
essere asciutti con l’acqua che è venuta giù?!”
Furono assaliti da
mille domande, alle quali nessuno dei due aveva voglia di rispondere. Harry si
prese la responsabilità di fare da portavoce, visto che Hermione si era chiusa
in un silenzio tombale. Raccontò di come avevano seguito la coppia di giganti,
di come si erano allontanati senza rendersene conto, di come il temporale li
aveva colti alla sprovvista, e di come si erano infine persi in mezzo a quella
terra inospitale.
Guardando di
sfuggita Hermione, Harry disse della capanna, e di come erano riusciti ad
accendere un fuoco, sorvolando sia sul fatto che lo aveva fatto senza usare la
magia, e soprattutto tralasciando il particolare che aveva spogliato Hermione e
l’aveva scaldata col proprio corpo.
A quel racconto,
Hermione sentì il cuore farle male in modo inatteso, e senza dire una parola
salì sull’autobus per nascondere le lacrime che le erano salite agli occhi.
Harry la seguì con lo
sguardo e sentì a sua volta un peso schiacciargli il cuore.
Dopo un altro po’
di confusione, i professori decisero di anticipare il ritorno ad Hogwarts e
dopo qualche debole protesta, si rassegnarono a risalire tutti sull’autobus.
Harry passò di
fianco ad Hermione e fu tentato di sedersi nel sedile vuoto accanto a lei.
Sembrava così dannatamente triste! Era rannicchiata sulla poltroncina, con le
gambe raccolte vicino al busto e le braccia che le stringevano forte, la testa
appoggiata al vetro e lo sguardo perso nel nulla.
Magari… magari
stava ripensando a ciò che si erano detti. Magari, quei baci, non erano stati
poi così insignificanti per lei… Magari le erano piaciuti… Magari aveva voglia
di parlare…
Mosse una gamba per
infilarsi nello spazio del sedile, ma Malfoy gli passò accanto e gli diede una
spallata: “Potter… Potter! Non ti è bastato passare tutte quelle ore con la tua
mezzosangue? Vuoi continuare a giocare a fare l’amichetto del cuore?”
Harry gli rivolse
uno sguardo truce: “E tu non hai proprio niente da fare se non rompere le palle
a me?!” ringhiò.
“Uh ùh… ma come
siamo suscettibili! Vuoi dire che la tua amichetta ieri sera non è caduta fra
le tue braccia? E’ riuscita a resistere al tuo incredibile fascino? Non ha
esaudito… i tuoi desideri?!”
“Gira al largo,
Malfoy!”
“Ehi, Granger… e
così hai fatto la preziosa ieri sera, eh? Solo che poi mi rendi lo sfregiato un
po’ troppo nervoso…”
Hermione aprì la
bocca per rispondere, ma ne uscì solo un debole lamento. Si accorse di non
riuscire a parlare da quanto il dolore le serrava la gola.
“Avanti… perché non
ci raccontate che cosa avete combinato per tutto quel tempo…?”
“Malfoy non sono
tutti dei maniaci come te!” disse con aria indispettita Ginny alle sue spalle.
Il biondo abbassò
lo sguardo, nascondendo un leggero sorriso.
Harry guardò Ron
con aria interrogativa e lui scosse la testa, affranto e preoccupato: “Dopo ti
racconto….” Disse con aria afflitta.
“Su, sedetevi
tutti, adesso… Stiamo per partire!” Disse Hagrid dalla testa dell’autobus.
Ron prese l’amico
per il braccio e lo trascinò con sé nelle poltroncine appena dietro Hermione. Harry
lo seguì senza protestare: da dov’era riusciva comunque a vederla senza farsi
accorgere.
Il Nottetempo partì
lentamente e Harry guardò fuori dal finestrino quel luogo che per poche ore gli
aveva dato la possibilità di stare vicino alla ragazza che amava come avrebbe
desiderato fare per sempre. Più si allontanava da quel territorio e più si dava
dell’idiota.
Perché era andato
così in confusione, con lei? Baciarla e toccarla lo aveva mandato completamente
in tilt!
Hermione era la
ragazza che voleva, no? La desiderava da sempre… ed era riuscito a baciarla
come non gli sarebbe ricapitato mai più nella vita…
Maledizione, perché
allora si era fermato?
Perché le aveva
detto che era stato tutto un errore?
Non era vero!
Era stata la cosa
più giusta e sensata che avesse mai fatto in vita sua, accidenti!
No, non è così!
Lei non ti ama, povero illuso!
Per lei sei solo un amico, e con quello che hai fatto
per poco non hai rovinato anche l’amicizia che c’è tra voi!
Come una goccia
cinese, quella voce gli perforava la testa ogni volta che pensava ad Hermione,
come se volesse far allontanare il pensiero da lei. Si sfregò la fronte,
infastidito, e tornò ad ammirare il suo profilo, illuminato dal sole che le seguiva
i lineamenti regolari ed incantevoli. Ginny le si era seduta a fianco e
sussurrava in modo fitto, lanciando di continuo sguardi fugaci in direzione di
Draco Malfoy, che fingeva indifferenza, ma che in realtà fremeva ogni volta che
la rossa volgeva lo sguardo dalla sua parte.
Ron riservò un’occhiata
omicida verso il biondo e fece una faccia disgustata.
“Ieri sera quella
specie di ‘grissino-pallido-dai-capelli-biondi’
ci ha provato con mia sorella!” disse con una certa ripugnanza.
Harry distolse lo
sguardo da Hermione e si voltò verso l’amico: “Che cosa?”, chiese incredulo.
“Uhmm… già!” mugugnò
infastidito. “Non dirmi niente! Mi sembra di vivere un incubo!”
Il moro guardò in
direzione di Malfoy e vide che, seppur mostrasse autocontrollo, in realtà i
suoi occhi di ghiaccio si trasformavano in fuoco ogni volta che Ginny (con
studiatissima noncuranza) incrociava il suo sguardo.
“Oh, cazzo!” si
lasciò scappare Harry.
“Ah! Io ho detto
ben di peggio, se è per questo!” ammise Ron. “Ti rendi conto?! Con mia sorella!! E lei…? Sembra
incredibile, lei lo allontana a parole… ma io ho la netta sensazione che in
realtà il suo corpo sia tutto un gran gridare di sì !!”
Harry non sapeva
perché, ma la cosa lo faceva sorridere. I Malfoy… con i Weasley! Mai, mai nulla
di più opposto si sarebbe potuto vedere insieme…
Ma chi poteva
dirlo…? Magari avrebbero formato la coppia più felice del mondo!
Molto più di lui…
così imbranato, così codardo da non essere nemmeno capace di confessare i propri
sentimenti a Hermione!
Harry tornò a osservarla,
stringendo gli occhi in due fessure bramose.
“E tu..?”, gli
chiese a bruciapelo il rosso.
“Ehm… io… cosa?”
“Tu… tu! Perché
siete così strani, voi due?” domandò con fare inquisitorio, indicando con la
testa Hermione.
“Nulla.”
“… N-u-l-l-a…?”
“Esatto.”
“Hermione sembra
turbata…”
“Beh, lo è. Ieri
sera era molto spaventata. C’è mancato poco che un fulmine ci colpisse. E poi…”
Ron si fece più
attento, tirandosi un po’ più su dal sedile: “E poi….?”
“Niente. Solo che è
stata una notte strana.”
“Strana… perché?” gli occhi di Ron si stavano
assottigliando sempre di più.
“Non lo so… solo
strana”, disse Harry a bassa voce, temendo che lei potesse sentirlo.
“Harry, che cosa
succede?”
“Ron, non lo so!
Vorrei solo… che non fossimo amici!”
Il rosso sgranò gli
occhi e lui abbassò la testa.
Chissà… magari, se
non fossero stati amici, avrebbe avuto il coraggio di dichiararsi senza farsi
tutti quegli scrupoli!
“Ma che diavolo vai
dicendo, Harry?!”
Harry si maledisse
per aver aperto bocca. “Oh, Ron… sono a pezzi! Non ho dormito per niente…
Magari provo a farlo un po’ qui, ti spiace?”
“…No, ma… io non ti
capisco!”
“Hai ragione…
Faccio fatica persino io…!”
Ron abbozzò un sorriso,
ma riconobbe la stanchezza sul viso dell’amico e preferì lasciarlo riposare, in
modo da poter dedicare tutta la sua ostinata attenzione su un biondino che era
seduto qualche posto più in là, e che anche in quel momento era incomprensibilmente
voltato verso sua sorella.
***
Arrivarono alla
scuola nel pomeriggio inoltrato e Harry si svegliò dopo aver dormito per la
maggior parte del viaggio. Hermione aveva ascoltato distrattamente il racconto
di Ginny, che parlava senza sosta di come Draco, il giorno prima, l’aveva
spudoratamente corteggiata, arrivando persino a presentarsi nell’area destinata
alle ragazze, cercando di attirare la sua attenzione in tutti i modi e bla,
bla, bla….
Si sentiva col cuore
distrutto e per tutto il tragitto aveva cercato di non voltarsi a guardare Harry.
Ma un paio di volte non aveva resistito e si era girata, morendo di dolore nel
vederlo addormentato, bellissimo… e assolutamente indifferente a lei.
Si strinse le
braccia intorno al corpo, come se sentisse ancora quel freddo che aveva provato
la sera prima, quando ancora non era stata stretta dal suo corpo. Scosse la
testa, sentendo un nodo stringerle la gola.
Ok, Hermione, vuol dire che vivrai di ricordi per il
resto della tua vita!
Hai avuto il tuo momento di gloria… Accontentati di
quello!
Harry glielo aveva
detto chiaro e tondo: dovevano dimenticare! Già… lui forse ci sarebbe riuscito,
ma lei di certo no!
Fuori dalla scuola
c’erano tutti gli altri studenti che erano usciti per accoglierli.
Anche la
professoressa McGranitt e il Preside erano usciti per sapere com’era andata e
Hagrid e la professoressa Sprite raccontarono a grandi linee il motivo del loro
rientro anticipato.
“Beh, immagino
sarete parecchio stanchi per il lungo viaggio e per la spiacevole avventura”, disse
Silente con un sorriso sornione. “Parleremo domani. Ora andate pure…”
Gli studenti si
divisero nelle rispettive case e Malfoy bloccò Ginny afferrandole una mano,
prima che iniziasse a salire la scala che portava ai piani superiori.
“Piccola Weasley…
volevo solo dirti che… mi sono divertito parecchio, in questi due giorni. Non avrei
mai immaginato che il dover trascorrere forzatamente del tempo con te sarebbe
stato così… interessante!” le disse sfoderando un sorriso mozzafiato.
La rossa sollevò il
mento, austera e sdegnosa: “Non hai bisogno di toccarmi, per parlarmi!” disse
togliendo stizzita la mano dalla sua.
“Beh, Grifoncina…. forse
non sono stato molto chiaro, ma… Quello che voglio dirti è…”
“Ci vediamo,
Malfoy!” lo interruppe lei senza dargli la possibilità di continuare e
voltandogli le spalle per lasciarlo da solo, stupito e incredulo.
Lui strinse i denti
offeso e, guardandosi intorno, si passò una mano sul lungo ciuffo biondo per
ridarsi un contegno. Ginny si allontanò con le gambe che le tremavano per
l’emozione e la paura che proava allo stesso tempo…
Ma un sorriso
vittorioso le si dipinse sulle labbra.
Il gruppo di
Grifondoro si diresse silenziosamente verso la propria torre, e quando furono a metà percorso, videro la professoressa Keen
in cima alla scala, scura in volto e con le braccia conserte. I ragazzi si
bloccarono, salutandola.
“Salve
professoressa!” esclamarono in coro.
Lei fece un debole
sorriso per risposta, ma scendendo le scale puntò dritta verso Harry.
“Come state?” chiese
in generale, ma parlando solo a lui.
Ron gongolò
nell’averla così vicina, appoggiandosi ad intervalli regolari prima su un
piede, poi su un altro: “Oh, professoressa! E’ stato fantastico e terribile
allo stesso momento! E’ un posto così affascinante e misterioso! Noi…”
“Io essere stata
così in pena per te!” disse lei senza
ascoltare Ron, ma rivolgendosi con un sussurro a Harry.
Harry la guardò
dritto negli occhi: “Stiamo tutti bene.
Non c’era motivo di preoccuparsi!”
Lei si accigliò,
indispettita: “Non c’era motivo di preoccuparsi?!” ripeté incredula a voce più
alta, scrutando a fondo negli occhi di Harry. Sembrava sapere esattamente cosa
fosse successo la notte precedente in quella capanna abbandonata.
Ad Hermione, Isabel
riservò uno sguardo severo, durissimo e accusatorio, tanto da farla indietreggiare
di un passo, tanto da darle la sensazione che una mano l’allontanasse
fisicamente, tanto da farla sentire quasi sporca. La guardò piena di rabbia,
come se Hermione fosse stata un insetto fastidioso.
“C’era motivo di
preoccuparsi eccome! Se non fosse
stato per me a quest’ora…” Ma si interruppe, non finendo la frase.
A Harry non sfuggì
lo sguardo d’odio che aveva lanciato a Hermione e gli si gelò il sangue nelle
vene. Che cosa significava ‘Se non fosse
stato per me…’?
Poi la sua mante si
mise a lavorare in fretta, a ripensare alla sera precedente, al fatto di
essersi fermato proprio quando era ad un passo dall’avere Hermione, alle parole
che non avevano smesso di torturarlo fino a quel momento, senza dargli tregua…
Era stata lei… ERA STATA LEI!
Ne era quasi certo!
Si girò verso
Hermione e la vide col viso teso e arrabbiato.
Oppure davvero non
provava nulla per lui?
Dio! La testa gli
stava scoppiando!
Isabel fece uno
strano sorriso e Harry preferì distogliere lo sguardo.
“Sarà meglio che
torniamo nella nostra Casa. Arrivederci.” Disse freddamente.
Lei si scostò di
lato per farli passare e Hermione sentì gli occhi di Isabel seguirla fin quando
non svoltarono l’angolo e bruciarle la schiena come se lanciassero fuoco.
Entrati nella Sala
Comune, quasi tutti si abbandonarono sui divani, stanchi e bisognosi delle
comodità del castello.
Harry avrebbe
voluto poter parlare con Hermione, ma lei sembrava essere distante da tutti. Si
era rinchiusa in un silenzio ostile, e Harry sapeva bene di esserne la causa.
La consapevolezza di farla stare così male gli causò una dolorosa fitta allo
stomaco.
Lei scambiò giusto
un paio di parole con Ginny e poi salutò sommariamente i suoi compagni. I loro
occhi si cercarono per un istante e, quando si incontrarono, sentì una scossa
percorrerle il corpo. Deglutì e si voltò per salire nel suo dormitorio.
Lui con un passo la
raggiunse e la trattenne per un braccio.
“Hermione…”
La mano la teneva
saldamente e lei fece scivolare lo sguardo su quelle dita lunghe, forti e allo
stesso tempo così dolci e delicate… che l’avevano accarezzata e sfiorata con
tanto sentimento.
No, maledizione!
NO!
“Cosa c’è?” gli
chiese con tutto il distacco che riuscì a simulare.
“Io… Come stai?” le
chiese con una dolcezza che le sciolse il cuore.
Ripensò alle parole
che lui le aveva detto tanto duramente quella mattina, e facendosi forza rispose:
“…Bene…”
“Ne sei sicura…?”
“Certo. Perché me
lo chiedi?!” gli riservò un’occhiata piena di risentimento: “Era questo che
volevi sentirti dire, no?”
Lui la guardò
disperato.
NO!! Non era questo
che voleva! Non era la risposta che sognava!
Così come aveva
fatto Ginny con il peggiore dei suoi nemici, anche Hermione scostò il braccio
in modo brusco e col cuore che le stringeva la gola.
Allo stesso modo,
voltò le spalle a Harry e si allontanò da lui.
Anzi… per dirla
tutta, scappò letteralmente via da lui!
Lo odiava! Con
tutte le sue forze!
Come si permetteva
di chiederle come stava?
Aveva fatto e disfatto
tutto da solo! Che diavolo voleva, adesso, da lei?!
Per poche ore
l’aveva fatta sognare… l’aveva fatta sentire la persona più importante al
mondo… Per poi infrangere e distruggere tutto in meno di un secondo!
Corse nel suo
dormitorio e si richiuse la porta alle spalle con un tale tonfo da far tremare
i vetri spessi e pesanti. Infelice come la più triste delle persone sedotte e
abbandonate, si lasciò cadere sul letto e, prendendo a pugni il cuscino, si
morse le labbra per non cedere alla tentazione di versare altre lacrime.
“Ti odio! …TI DIO!!”
prese il cuscino a forma di cuore e scaraventò il malcapitato contro l’armadio,
causando la rottura di un’ampolla di profumo che aveva incontrato nel tragitto.
“Non voglio rivederti
mai più! MAI PIU’ !!”
“Chi… odi con tutta questa passione… così
simile all’amore? Chi, se posso
sapere, non vuoi rivedere mai più?” le domandò la voce di Luna alle sue spalle.
Hermione trasalì.
Era convinta di essere sola.
“Che ci fai,
qui?!”, chiese per risposta Hermione, sollevando la testa arruffata dal cuscino.
“Oh! Ron mi ha
supplicato di fargli un favore.”
Hermione si tirò su
del tutto, cercando di ridarsi un contegno: “Quale favore…?”
“Ohh… si tratta di
fare degli scongiuri sopra il letto di Ginny…”
“Degli… che cosa??” chiese Hermione, incredula.
“Uhmm… tu ieri sera
non c’eri, ma Malfoy ha ronzato attorno a Ginny in modo decisamente sospetto!
Proprio come se non vedesse nessun’altra ragazza che lei! E’ come se gli fosse
improvvisamente esploso tutto l’amore del mondo!”
Hermione ripensò
all’espressione deliziata di Draco mentre Ginny gli stava vicino.
“Oh, lo so io cosa
gli è esploso, a quello!” scattò.
“C-o-s-ac-o-s-ac-o-s-a?!?” volle sapere Luna con gli occhi improvvisamente tondi come
due palle da tennis.
“Niente, lascia
stare!”
“Insomma, fatto sta
che Ron è seriamente preoccupato per sua sorella. Direi che è decisamente
sull’orlo della disperazione… sembra un condannato a morte! E’ terrorizzato che
possa nascere qualcosa tra i due, e mi ha pregato di cospargere il suo letto
con dei semi di Boamis. Sono in grado
di allontanare anche i corteggiatori più accaniti, sai?”
Hermione la guardò
perplessa.
“Uhm, hai ragione…
temo che ormai, per quei due… non ci siano più molte speranze! Anche i semi di Boamis a questo punto possono fare ben
poco! … Troppo tardi!”
Hermione fece un
debole sorriso, ma nel giro di tre secondi, gli occhi le si riempirono
nuovamente di lacrime.
Perché? Perché
tutti erano destinati ad essere felici? Tutti… tranne lei!
Persino Ginny… con
un improponibile Draco Malfoy!
Luna le si avvicinò
come se stesse osservando una pietra preziosa e rarissima: “Oh, Hermione! Non
fare così… A te è riservato qualcosa di unico e speciale, non temere!” disse
accarezzandole la testa.
Hermione, troppo
bisognosa di una spalla amica sulla quale piangere, superò tutte le sue riserve
su Luna e scoppiò in lacrime, gettandole le braccia al collo e bagnandole di
lacrime la maglietta.
E Luna la lasciò
sfogare, continuando a cullarla come fosse stata una bambina, finché anche
l’ultima lacrima non fu versata.
***
Sallulla: Cara… cara Sallulla mia!Eh, già…
si erano baciati… E sono stata
felicissima di averti fatto emozionare con lo scorso capitolo. MA
ADESSO???!Dopo questo passo indietro…. e
le mille incertezze che attanagliano il nostro Harry, spero di non aver
scatenato la tua ira funesta! J No, tranquilla!
È tutto sotto controllo… niente panico! Presto,
molto presto (lo prometto), ci saranno grandi emozioni!!!!!!!!!!!!! JIo non posso che ringraziarti per
le tue dolcissime parole e per il tuo affetto! Bacioni!
Stizy:Mia adorata ciccina!
Nonostante ormai ci conosciamo da tantissimo tempo (e lo sottolineo… visto che
per me è un onore…), e ci siamo scambiate pensieri, complimenti, emozioni,
coccole, elogi, affetto e tutto il resto… con le tue dolci parole RIESCI SEMPRE AD EMOZIONARMI!!!!!!!!!!!
*_*Grazie, tesoro ! Anche tu sei UNICA
ed importantissima per me! Lo scorso capitolo è stato molto intenso… ma le tue
previsioni erano giuste: lo sai che io le cose mica la faccio subito facili !! JSpero tanto di non deluderti, e che tu ci sia sempre!Grazie, grazie del tuo appoggio! A
prestissimo e… TVBBB!!
Morgana85:Dolcissima Morgana,
ciao! Oh…. Che bella recensione che mi hai lasciato!! Sei io ho fatto
emozionare te,… tu hai fatto altrettanto con me! JEh già! I temporali
hanno un potere speciale…. Creano una elettricità unica! Ma il giorno dopo
(come a lungo specificato…. forse troppo…?? °__°)
con la luce i dubbi vengono tutti a galla!!ODDDDDIO!!!!!!!!!!Ma non
temere…. Nuovissime emozioni sono lì… pronte ad uscire! Grazie di cuore di
tutto… sei davvero importante per me! 1 bacio a te!
Jojipv: Giorgia!!!! J Carissima! Ehm… bene, bene!La tua solita perspicacia aveva già rizzato
le antennine… come hai potuto vedere, quella gran pu* * *(OPS…) , dicevo, la Keen non sembra essere proprio
una fatina, in questo momento! Ma grandi sorprese vi aspettano! Io, per il
momento, non posso che dirti un grazie enorme per esserci sempre! Ti abbraccio
forte!
Argentlam: LOL !! Che ridere che mi hai fatto!! J Hai ragione… 20 capitoli di sospiri…. Per poi
q-u-a-s-i-c-o-n-c-l-u-d-e-r-e…. e ora siamo punto e a capo! Non mi uccidere…
please!Tranqui! No Panic!Le cose si rimetteranno a
posto……………………………………o no………??????? JTi riempio di baciotti!!!!!!!!!
Francy_Malfoy: Ciao!! JCome al solito vorrei evitare
figuracce, ma credo sia la prima volta che trovo il tuo nome: e quindi ti do il
benvenuto! E’ che (RINGRAZIO IL CIELO!!!) siete tantissimi, e riuscire a
ricordare tutti non sempre è facile! Ad ogni modo ti ringrazio tantissimo per
il tuo entusiasmo e per avermi scritto! Ciao a presto!
Dolcepuffa: Ciao
romanticona!!!!!!!! JHi hi hi!! Anch’io sono una super romantica e
dico EVVIVA L’AMORE!!! Ma, da scrittrice,
devo per forza metterci un po’ di pepe… o no? Spero di leggere presto il tuo
commento. Un bacio grandissimo a te!
Sabri89:Sabriiiiiiiiiiiii !!Le tue recensioni sono sempre un piacere per
gli occhi… e per il mio cuoricino!! Grazie, grazie davvero! I tuoi commenti mi
onorano e mi sono d’aiuto per cercare di fare sempre meglio! Ti ringrazio
infinitamente per tutte le belle parole che mi hai dedicato e spero
sinceramente che questo capitolo non ti abbia deluso….Ma era necessario questo passaggio! Ora non
posso che chiederti di aspettare… e cercare di fare del mio meglio per scrivere
una continuazione che sia degna di essere chiamata così! Ti aspetto fiduciosa…
come sempre! A presto! 1 bacio
Lights:Ciao stellina mia
dolce!!!Ma che ripetitiva?!?!?!??!
Nooo!! Non lo sei mai, anzi!! Io (affamata come sono!) non posso che apprezzare
ogni tua singola parola, e ti assicuro che ne farei delle gran scorpacciate,
senza limiti!!! :-DQuindi i miei
ringraziamenti sono proporzionati ai tuoi elogi, che mi hanno riempito di
gioia! Grazie e ancora grazie della tua costanza! Ti aspetto alla prossima,
naturalmente!! JTi abbraccio forteeeeeeee!
Pandora91: Arfh.. arfh… arfh…. Aspetta che mi sto sventolando come una forsennata
per riprendermi dall’emozione della tua recensione… GRAAAAAAAAAAAZIE!!!!!!!!!Oooohhhh!! Che onore! Tu, Pandora… mi hai
scritto! Ho letto alcune delle tue storie e anch’io ti ammiro molto come
scrittrice e ti faccio i miei più sinceri complimenti !Ahimè questo tempo tiranno e che scorre troppo
velocemente, fa impazzire un po’ tutti, e quindi il fatto che tu mi abbia
lasciato il tuo commento mi riempie davvero di gioia e ti ringrazio dal
profondo del cuore! Mi hai detto delle parole molto belle e spero che tu
continuerai a seguire questa ff.Ti
mando un bacio grande! A presto, ciao!!! J
Maximillian
Granger:Ciao!! Un doveroso ringraziamento a te per la tua
recensione!Apprezzo molto la tua
sincerità e di sicuro cercherò di impegnarmi sempre al meglio per non cadere
nel banale o nel prolisso. Spero di riuscire a migliorare ogni volta, e
soprattutto i consiglisono un grande
aiuto, quindi ti ringrazio!Questo è un
capitolo un po’ strano… non so che effetto ti abbia fatto! Ovviamente, a questo
punto, spero di conoscere il tuo parere! JAncora grazie, un abbraccio.
BellaWitch:AAAHHH!!!Dolore!No, non sono impazzita! Semplicemente
sento le tue urla…. E gli accidenti che mi stai mandando…. O no? JTu
che aspettavi il risveglio il giorno dopo… e la loro prima notte….ARGH! Delusa? Sigh, spero di no!Ma, come dicevo, questo è un capitolo di
transizione….Porta pazienza, ti
preeeeeego!!!!Spero ti sia piaciuto
comunque!^__^’Fammi sapere!! Mille bacioni, e grazie, come
sempre, della tua preziosa presenza! Ciao!!
8x4:Tessssssoro!!! JMannaggia…. Spero tanto che questo capitolo ti sia piaciuto! Qui tutti a
dirmi di quanto è stato bello e dolce quello precedente…. Ed io, adesso, temo i
vostri giudizi!! HELP!Scherzi a parte,
mi auguro sinceramente che ti sia piaciuto il capitolo, anche se forse è
diverso da quello che ti aspettavi… Fammi sapere, ok?? A te un bacio speciale!
Goldbuble:Ecco, ecco! Una che ci aveva visto giusto!!
In effetti la cara Isabel ancora non ci ha messo lo zampino…. Chissà cosa
farà?!?!? JIo spero solo che continuerai a seguire la ff
con tutta la costanza e l’affetto che mi hai dimostrato fino ad ora!! Grazie,
dolcezza! Un bacione!!!
Marco:Adorado…. Marco! Zì, zì, zì…. So
bene cosa pensi… Ma ti ringrazio dal profondo del cuore per essere sempre
presente… in mille modi! Sei importantissimo, per me, e spero di non deluderti
mai!Il tuo aiuto e il tuo appoggio sono
fondamentali, e quindi parte di tutto questo, lo devo a te. GRAZIE, stellina
mia! Baciiiiiiiiii J
Luxcis:Carissima Luxcis…. Chiedo venia per questo
enorme ritardo! Ahimè non vado più a scuola da moooolto tempo, e i motivi del
ritardo nel postare sono dovuti ad un nuovo lavoro, che mi prosciuga anche
l’anima!! (POVERA ME!!). Ad ogni modo, spero che questo capitolo ti sia
piaciuto, anche se probabilmente ti aspettavi qualcosa di diverso…. Delusa??
°__°Ohh, spero di no!!Fammi sapere, please! Ti aspetto fiduciosa,
come sempre! Per il momento, un super bacio a te!
PennyPink:MAMMINA MIA… Penny!
Che recensione mozzafiato che mi hai fatto!! Sono oltremodo commossa, ed
emozionata, e onorata, e…..*__*Grazie, non riesco a trovare altre parole se
non GRAZIE! Sei dolcissima!E adesso che
ho scritto questo capitolo un po’ di passaggio… ho una gran paura di deluderti!
Mi auguro che non sia così, e che tu abbia apprezzato anche questo.
Naturalmente non posso anticipare nulla, ma posso solo dirti di avere fiducia,
e che le emozioni non sono di certo finite qui! ;-)Ti aspetto ancora, e ti ringrazio davvero per
tutte le cose meravigliose che hai detto… sei un angelo! Un bacione
specialissimo…. Come te!
Ciao!
PikkolaGrandefan: Che dire……..
GRAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAZIE!!!! JBaciiiii!
Capitolo 20 *** 20 - "Il coraggio di farlo..." ***
Al di là della ragione
Ciao carissimi!
Dopo questa lunga estate, ma soprattutto dopo una
lunga attesa, finalmente riesco a postare il mio nuovo... intenso... e speciale
capitolo! Spero, come sempre, che vi piaccia e che vi regali tante emozioni!
Confido, una volta di più, nel vostro affetto, nella
vostra sincerità, nel vostro sostegno e nella vostra amicizia!
Un grazie doverosissimo a tutti voi che leggete... Ma
porto nel cuore coloro che lasciano il loro segno con le bellissime recensioni,
regalandomi parole indimenticabili!
A fine cap, i ringraziamenti d'obbligo! Vi voglio
bene!!! J
IMPORTANTISSIMO!!
Questo capitolo lo dedico a Dalastor, caro amico, grande artista, ottimo
scrittore, e autore di Granger Girls.
Nella speranza di poter (…al più presto, su questo sito) continuare a
leggere le sue bellissime storie!
Ma per i suoi fan ed amici, avviso che
i Nuovi capitoli di Granger Girls li troverete da lunedì 1 settembre su:http://dalastor-fanfic.blogspot.com/
- 20 -
“Il Coraggio
di farlo…”
Harry
quella notte dormì poco… e male.
Il
ricordo di ogni singola emozione provata con Hermione gli provocava delle
stilettate dritte al cuore, e ogni scossa equivaleva a un dubbio atroce.
Davvero
Hermione non provava nulla per lui?
Com’era
possibile?
Era
forse quello il motivo del dolore che
leggeva nei suoi occhi?
Si
sentiva tradita come amica? Pensava che il loro rapporto di amicizia, dopo
quello che era successo, si sarebbe compromesso per sempre?
O
in tutta quella confusione c’era veramente lo zampino di Isabel?
Si
rigirò nel letto, nervoso, tornando per l’ennesima volta in posizione supina. Appoggiò
il braccio sulla fronte, stringendo il pugno. Cazzo, era riuscito a rovinare
tutto!
Il
suo rapporto con Hermione era sempre stato qualcosa di speciale, unico, straordinario!
A
loro bastava guardarsi, per capirsi!
Non
avevano bisogno di parole, era sempre stato tutto dannatamente semplice tra
loro!
Si sfioravano col pensiero, si
accarezzavano nell'anima, si capivano, erano complici. C’era un filo invisibile
che li univa costantemente… era magnifico!
Ma
da quando era entrato in gioco l’amore, era cambiato tutto!
Ogni
cosa era diventata estremamente complicata e difficile!
L’inquietudine
e i dubbi lo stavano logorando… e il silenzio di Hermione lo stava uccidendo!
Era peggiore di qualsiasi punizione, lo feriva più di mille parole.
E
poi le mancava da morire! Aveva una disperata voglia di vederla…
Dovevano
parlare! E dovevano farlo al più presto!
Irrequieto,
si tirò su dal letto e andò in bagno per fare una doccia. Il getto d’acqua
fredda gli fece mancare il respiro per un attimo, ma servì a schiarirgli del
tutto le idee e a svegliarlo definitivamente.
Mise
un’abbondante quantità di doccia schiuma nella mano e iniziò ad insaponarsi il
corpo muscoloso, godendo della sensazione della schiuma morbida che gli
scivolava pigra lungo il corpo e che gli accarezzava lentamente la pelle
liscia.
Si
lavò i capelli massaggiandosi la testa e chiuse gli occhi quando cacciò
quest’ultima sotto il getto d’acqua tiepido. Mentre teneva gli occhi chiusi
pensando ad Hermione, il volto di Isabel si insinuò senza che lui volesse e
quasi si spaventò per quell’intrusione non richiesta nella sua mente.
Spalancando
gli occhi, provò la fastidiosa sensazione di essere osservato.
“Dio!
Ma questa è una persecuzione!!” esclamò contrariato. Si passò una mano sulla
faccia, ma della schiuma gli entrò ugualmente negli occhi, bruciandogli
terribilmente e facendolo imprecare.
“Merda!”
Adesso
non poteva sentirsi sicuro nemmeno sotto la doccia! L’impressione di essere
spiato era fortissima, e quell’invasione nella sua intimità lo faceva impazzire
di rabbia!
Finì
di sciacquarsi in fretta e uscendo dalla doccia si mise subito un asciugamano
intorno ai fianchi per coprirsi.
Rivolse
uno sguardo cupo allo specchio, come se al di là di esso ci fosse un occhio
nascosto che lo studiava a sua insaputa.
Così
com’era, con solo l’asciugamano allacciato intorno ai fianchi e gocciolante
d‘acqua dai capelli e dal corpo, tornò nel dormitorio ed incrociò Ron che lo
salutò con uno sbadiglio: "…. 'giorno…"farfugliò distratto.
Poi
lo osservò meglio: “Ehi! Avevi fretta di uscire dal bagno?”
Harry
si frizionò i capelli con un asciugamano: “Ah, guarda… Lascia perdere!” rispose
accigliato.
“Che
c’è?”
“Niente!
A parte il fatto che mentre facevo la doccia ho avuto l'impressione che qualcuno
mi spiasse dal buco della serratura!”
Ron
si lasciò andare ad una risata divertita e dandogli una pacca sulle spalle gli
disse: “Ah ah! Sei il solito esibizionista!”
Harry
sorrise a sua volta, anche se la sensazione degli occhi di Isabel puntati
addosso non lo aveva abbandonato nemmeno per un minuto!
Si
vestì in fretta, imponendosi di chiudere la mente a qualsiasi intrusione e
focalizzando la sua attenzione unicamente su Hermione. Aveva bisogno di
vederla! Al più presto! Nonostante si fossero lasciati da poche ore, gli
mancava il contatto con lei! E poi… dovevano parlare di quello che era
successo.
La
paura di affrontarla, il giorno prima, gli aveva troncato le gambe e il
coraggio, facendolo comportare in modo vigliacco. Ma il tumulto che sentiva
dentro di sé doveva essere chiarito, doveva essere domato. E solo vedendola e
guardandola negli occhi sarebbe riuscito a sciogliere i propri dubbi.
Ron
gli chiese di aspettarlo per scendere a fare colazione e lui, fremendo, iniziò
a ripensare alle ore che aveva passato con Hermione, riassaporando ogni momento,
sentendo che anche il solo ricordo riusciva ad agitarlo e sconvolgerlo.
*
Hermione
si era svegliata prestissimo, dopo una notte difficile e persa in sospiri,
affollata di pensieri ed immagini: Harry che la baciava teneramente, Harry che
l’accarezzava con dolcezza, Harry che la spogliava senza staccarle gli occhi di
dosso… Oh! Se lo strazio che provava nel cuore non l’avesse uccisa prima,
allora di sicuro l’avrebbe resa più forte!
Era
scesa per fare colazione prima di chiunque altro, bisognosa di solitudine,
desiderando un po’ di tranquillità. Voleva evitare l’interrogatorio delle sue
amiche, bramose di conoscere ogni minimo dettaglio sulla loro avventura del
giorno prima.
Le
veniva la nausea!
Era
intenta a sorseggiare il suo caffè quando lo vide entrare, con Ron. Restò con
la mano sollevata a mezz’aria, non riuscendo però a mandar giù la bevanda
calda.
Harry,
con i capelli ancora umidi per la doccia, la cercò subito con gli occhi, finché
la trovò, incatenandola a sé con uno sguardo intenso e penetrante. Hermione sentì
il panico impadronirsi di lei e questo le impedì di essere abbastanza veloce da
alzarsi per tempo.
Fingendo
un'indifferenza che non provava, appoggiò lentamente la tazza sul tavolo e
quando i due ragazzi le si sedettero di fronte, aprì con la mano tremante il
manuale di Rune Antiche, concentrando tutta la sua attenzione sull’insieme di
lettere nere.
“Buongiorno,
Hermione!” la salutò allegramente Ron.
“Ciao…”
sussurrò piano Harry.
Lei,
senza sollevare lo sguardo, rispose con un gelido: “Ciao!”
“Anche
tu mattiniera, vedo!” continuò il rosso con un sorriso compiaciuto, mentre
riempiva contemporaneamente una tazza con del succo di frutta e il piatto con delle uova fritte.
“…Già, a quanto pare!” sfogliò il libricino,
senza in realtà leggere una sola parola.
Il
profumo di Harry le arrivò dritto al naso, e da lì si diramò come una scarica
elettrica al suo cervello ed al suo cuore.
Perché?
Perché, accidenti, quel ragazzo sapeva
così dannatamente di buono?!
“Come…
stai?” le chiese Harry, non sapendo cos’altro dire.
All’inizio
fu tentata di ignorarlo deliberatamente, ma la rabbia ebbe subito il
sopravvento e sentì crollare i suoi propositi nel giro di pochi secondi: chiuse
il libro con un tonfo e si alzò di scatto, allontanando la panca con uno
stridio rumoroso.
“Mai
stata meglio, grazie!” disse con la voce decisamente più acuta di quanto
volesse. Si odiò, per quello.
“Che
fai? Te ne vai già?” le chiese Ron, pucciando una salsiccia in una salsina
arancione.
“Vado
di fretta!” rispose stizzita lei, raccogliendo sotto il braccio i suoi libri e
caricandosi la borsa sulla spalla.
“V-vaidifletta… doue?” chiese il rosso
con la bocca piana. “Mancano anco-aqua-antaminuti alle le-ioni…. E
c’è anco-amezza scuola che do-v-me!” E
cacciò in bocca una cucchiaiata di cereali.
Hermione
fremeva di indignazione al pensiero di tutto quello che aveva dovuto sopportare
a causa di Harry. Ma questa volta era arrivata al limite: decise che non si
sarebbe fatta rovinare ulteriormente la vita per colpa sua. Sarebbe andata
avanti, in qualche modo…
Guardò
di sfuggita Harry e rispose, a denti stretti: “Vado di fretta… dalla parte
opposta di dove va lui!”
Ron
era troppo concentrato a sentire il rumore delle proprie mandibole che
ruminavano come quelle di un criceto per capire quello che lei aveva detto, e
vide solo che si allontanava a testa alta. Ma Harry le sue parole le aveva
sentite… le aveva sentite eccome!
Si
alzò a sua volta dalla panca, pronto a correrle dietro, ma la mano di Ron lo
bloccò fulmineo. Harry tentò di liberarsi, ma il pugno che stringeva la sua
camicia era saldo e determinato.
“Lascia
perdere, Harry! Dammi retta! Probabilmente avrà le sue cose…” sentenziò, come
se bastasse solo quello a giustificare qualsiasi comportamento. “Quando è così…
è meglio non insistere, o rischi di trovarti con un incantesimo orticante senza
neanche rendertene conto!”
Harry
in quel momento si riteneva troppo codardo per protestare e con i pugni stretti
si lasciò cadere mollemente sulla panca. Ancora una volta ebbe la sensazione di
essere un povero imbecille, smidollato e vigliacco!
Durante
la mattinata la incrociò altre tre volte, ma ad ogni tentativo di avvicinarla,
Hermione o si faceva trovare indaffaratissima in qualcosa di assolutamente improrogabile,
oppure riusciva a svanire magicamente (!!) nel nulla.
La
cosa lo stava innervosendo più di quanto volesse ammettere.
Subito
dopo pranzo andò agli allenamenti di Quidditch e per due ore si sfinì a furia
di volare come un pazzo sulla scopa.
“Harry!!
Ti è dato di volta il cervello?! Ma che ti prende, oggi?!” gli gridò Fred dopo
essere stato schivato e quasi buttato giù dal moro, che gli era passato
vicinissimo per inseguire il boccino d’oro ad una velocità inaudita.
Harry
frenò con tutte le sue forze, facendo impennare la scopa nella manovra.
“Cosa?!”
chiese col fiato corto per lo sforzo di dominare la sua Firebolt.
“Mi
sei passato a meno di un millimetro, accidenti a te!”
“Era
tutto calcolato!” rispose con calma.
“Questo
lo dici tu!! Ma io per poco non sono morto d’infarto!”
“Ok,
scusami!” tagliò corto lui. Non aveva voglia di discutere. In effetti, quel
giorno, si stava spingendo oltre il limite!Ma la tensione che provava era alle stelle!A quel punto finì gli allenamenti con più
calma, cercando di rilassarsi.
Le
giornate si stavano allungando e il caldo si faceva sempre più intenso.
Con
i capelli umidi e le gocce di sudore che dalle tempie scendevano pigramente lungo il suo profilo, si diresse verso gli
spogliatoi. Poco lontano vide Hermione che passeggiava con Beth, una ragazzina mora
del quinto anno, che ambiva a diventare caposcuola come lei.
Harry
sentì il proprio cuore aumentare i battiti ed allungò il passo per raggiungerle.
“Ciao!”
le salutò, con ancora un po’ di fiatone.
Hermione
spalancò gli occhi, immobilizzandosi. La ragazzina più piccola sbatté gli
occhioni (quasi a forma di cuore, dopo aver riconosciuto Harry) ed arrossì
vistosamente.
“Ciao
Harry!!”, squittì Beth con una vocina i-p-e-r-c-a-r-i-o-s-a.
Hermione
strinse istintivamente al petto il libro che aveva in mano, quasi a difendersi.
Dio!
Quanto era bello! Persino con quelle gote arrossate per lo sforzo degli allenamenti,
con quei capelli selvaggi ed indomabili, con quegli occhi verdi che
risplendevano di luce propria… sembrava un adone.
Si
costrinse a guardare verso il castello: “Oh, molto bene! Allora vi lascio!”
disse in fretta.
“Ma
come, Hermione?! Avevi promesso di spiegarmi cosa fare per raggiungere più in
fretta il livello di capoclasse!” piagnucolò la ragazzina.
“Mi
dispiace, ma ora devo andare al corso di ‘DIFESA-CONTRO-GLI-IMBECILLI-INCOERENTI-DISONESTI-SFRONTATI-ED-ARROGANTI’!”
Harry
aprì la bocca, e se non fosse rimasto troppo scosso per il senso di quelle
parole, si sarebbe messo a ridere.
Beth
corrugò la fronte e chiese: “Oh! E’ un corso nuovo? Dove lo tengono? Serve ad
ottenere più punti??”
Ma
Hermione aveva già voltato le spalle e senza aggiungere una parola si era
allontanata come un soldato che punta il suo obiettivo dall’altra parte del
mondo!
La
ritrovò solo a pomeriggio inoltrato, quando scese in sala comune dopo essersi
riposato un po’. Hermione era seduta nella sua poltrona preferita, con le gambe
raccolte al petto, intenta a scrivere su una pergamena appoggiata sulle
ginocchia.
Harry
le si sedette quasi di fronte, sul divano consumato e nel quale si lasciò
sprofondare, osservandola di sottecchi. Hermione, con noncuranza, si passò
lentamente la piuma sulle labbra a forma di cuore, rosse e carnose, la cui sola
vista risvegliava in lui mille sensazioni.
Il
grattare del suo pennino era quasi ipnotico e Harry si rese conto che sarebbe
potuto restare così, fermo a guardarla, per un tempo infinito!.
Un
gufo di servizio entrò dalla finestra aperta, puntando in direzione di Harry e
lasciando cadere sul suo libro aperto un bigliettino ripiegato in quattro.
Tirandosi
leggermente su, lo aprì e riconobbe la calligrafia di Silente:
‘Caro Harry,
mi farebbe piacere scambiare due
chiacchiere con te e la signorina Granger sulla vostra esperienza vissuta nella
terra dei Giganti.
Quando vi sarà possibile, vi aspetto
con gioia nel mio ufficio.
Silente
P.S. Ho preparato dei biscottini
all’amaranto e ribes rosso che sono una vera prelibatezza!’
Harry
sorrise per la consueta originalità nel fornire la parola d’ordine… e, allo
stesso tempo, ebbe l’assoluta certezza che avrebbero trovato veramente quei
biscotti al loro arrivo.
Felice
di avere finalmente una scusa per obbligare Hermione a guardarlo, si alzò e con
un sorriso conciliante le si mise di fronte, facendole ombra.
Lei,
senza fare una piega, si spostò leggermente di lato, in modo da poter ricevere
più luce dalla finestra aperta.
Harry
respirò per cercare di calmarsi. “….Hermione…?”
Neppure
dopo essere stata chiamata, lei alzòlo
sguardo.
“Hermione?!”
ripeté a voce più alta.
“Uhm…?”
borbottò per risposta, mentre teneva gli occhi incollati al foglio, concentrata
a sottolineare una frase.
Stai calmo… stai calmo!
“Ehm…
Silente ha mandato un messaggio, chiedendoci di raggiungerlo nel suo ufficio.”
Con
assoluta tranquillità e compostezza, continuando a scarabocchiare sul foglio,
Hermione disse: “Ah… che peccato… ma ora proprio non posso!”
Harry
si sgonfiò come un palloncino ed abbandonò le braccia lungo i fianchi: “Cosa
significa che non puoi?”
“Quello
che ho detto! Devo finire il compito di Artimanzia, adesso!”
Rimase
per un lungo momento a fissarla e lei si sentì morire per ogni secondo passato
sotto quello sguardo duro e indagatore.
“Va
bene…”, si arrese. “Allora aspetterò che tu abbia finito, così andremo da lui”,
e si rimise seduto sul divano, incrociando le braccia e osservandola con uno
sguardo corrucciato.
Hermione
si sistemò nervosamente una ciocca ribelle dietro l’orecchio, sfuggita dalla
massa che aveva raccolto sopra la testa. Dio! Se non la smetteva di guardarla così,
le sarebbe venuta una crisi isterica!
Dopo
oltre mezz’ora, cambiò posizione, stiracchiandosi pigramente. Harry non si fece
scappare l’occasione e scattò in piedi, andandole vicino.
“Hai
fatto?” chiese speranzoso.
Hermione
si decise a guardarlo: “NO! Non ho ancora… 'fatto'
!”
Lui
buttò fuori l’aria dal petto: “Come no? Ma Silente ci sta a spettando!”
“Oh,
insomma, Harry! Perché non inizi ad andare tu, a questo punto? Anzi, facciamo
proprio così! Inizia ad andare… io lo vedrò più tardi, da sola!”
Harry
accartocciò il biglietto tra le dita: “Ha detto che ci vuole vedere entrambi e…
insieme!”
“Io
credo proprio che non faccia nessuna differenza!”
“Certo
che fa differenza!”
Hermione
sbatté la mano sulla pergamena, esasperata: “Oh! E va bene, andiamo!” Non
sarebbe riuscita a sopportare un minuto di più quegli occhi che le stavano
incollati addosso senza darle un attimo di tregua!
Lo
detestava! Lo odiava! Lo….
Santo
Cielo! Non riusciva nemmeno a trovare delle parole abbastanza offensive da
potergli urlare contro!
Ma
chi si credeva di essere?! Come poteva comportarsi in modo tanto scostante?
Era
un ipocrita! Ecco cos’era!
Spazientita,
si alzò dalla poltrona e portandosi la mano alla testa, si sfilò dai capelli la
matita che aveva usato per tenerli sollevati e raccolti. Questi le ricaddero a
cascata fino a metà schiena, ondulati e morbidi, con alcune ciocche rese più
chiare dal sole estivo.
A
quel gesto, Harry provò un moto di eccitazione. Adorava, quando lo faceva!
Provava l’irrefrenabile voglia di toccarle quella chioma folta, di avvicinare
il viso ed inspirare quel profumo di frutta che emanavano.
Lei
gli passò davanti, sfiorandolo appena e Harry si ritrovò a respirare più forte,
in cerca di quel profumo.
Poi
si ridestò e dovette fare una corsa per seguirla e riuscire a passare
attraverso il buco, prima che questo si richiudesse alle sue spalle.
Hermione
camminava a passo sostenuto, obbligandolo ad andare più veloce del solito per
riuscire a starle dietro. Scesero le scale in silenzio, ma lui aveva bisogno di
parlarle… E se non coglieva al volo quell’occasione, era certo che lei non gli
avrebbe dato una seconda possibilità.
“Hermione…”
iniziò.
La
ragazza si mise a camminare ancora più veloce, aumentando il passo,
costringendolo a fare lo stesso.
“Cos’è…?
Una gara?” le chiese con un sorriso scherzoso, sperando di sciogliere un po’ la
tensione.
Lei
sollevò il mento, odiandolo con tutta se stessa, e continuò imperterrita a
restare chiusa nel suo mutismo.
“Hermione,
aspetta!”, le disse provando a fermarsi, “Ho bisogno di parlarti!”
A
quelle parole, sentì il cuore mancarle un battito, ma decise di ignorarlo e,
proseguendo nella sua camminata, si voltò indietro guardandolo con aria di
sufficienza: “Mi sembra che non ci sia nientedi cui parlare”!
Harry
strinse le mascelle e fu costretto a correre per raggiungerla.
“Hermione,
ti prego! Fermati un attimo…” la supplicò.
Ma
lei non sembrava intenzionata a dargli retta e, determinata a percorrere la
strada più breve, svoltò a destra, infilandosi in un corridoio poco illuminato ma
che fungeva da scorciatoia.
“Hermione,
sto parlando con te!”disse Harry a voce
più alta e minacciosa.
La
sua indifferenza lo fece fremere di rabbia e gli mandò il sangue al
cervello…gli fece scattare qualcosa
nella testa, qualcosa che non sapeva dove lo avrebbe portato. Intravide una porta
e senza pensarci due volte le tagliò la strada, l'afferrò duramente per il
gomito e abbassando la maniglia ce la fece entrare a forza.
La
stanza era un vecchio ufficio in disuso, con una luce fioca che entrava dalla
finestra e la illuminava appena. Era decisamente piccola, ma a Harry non
importava.
Hermione,
incredula, lo guardò con occhi duri e arrabbiati e massaggiandosi il braccio
dove lui l'aveva stretta, disse a voce alta: “Si può sapere che cosa ti
prende?!”
Harry
iniziò a respirare più in fretta, sentendo il proprio cuore battere all'impazzata.
Lei
si guardò intorno con aria infastidita: “E questo cos’è? Uno scherzo?” chiese
con rabbia.
"Hermione…"
sussurrò debolmente.
"Insomma,
è così difficile da capire? Non ho voglia di stare a sentirti, è chiaro?!Mi sono stancata! Stancata sul serio!"
Harry
le si mise di fronte, improvvisamente più vicino, austero come non lo era mai
stato in vita sua.
Gli
occhi verdi divennero ancora più intensi, quasi scuri, e lei ne ebbe per un
attimo paura.
“Harry?!
Mi stai ascoltando? VOGLIO USCIRE SUBITO
DA QUESTA STANZA!!"
"…No!"
Hermione
aprì la bocca per protestare, ma lui la colse di sorpresa, afferrandola con
forza per le spalle e facendole male. Harry non era mai stato così tormentato,
sentiva il cuore battere furiosamente e la forza dei propri sentimenti scatenarsi
impazziti.
Lei
si liberò con uno strattone, sentendo il proprio respiro farsi irregolare… in
un misto di rabbia e timore: "Fammi subito uscire di qui…” sibilò a denti
stretti.
"No…"
ripeté Harry, con le labbra che gli tremavano. "Mi dispiace Hermione, ma
proprio non posso…" e le si avvicinò ancora di un passo.
Lei
indietreggiò finché, smarrita, sentì la parete contro la schiena.
"Fermati…"
gli intimò con voce debole.
Ma
lui si fece ancora più vicino e senza dire una parola, col cuore che gli usciva
dal petto, l'afferrò per le braccia, piegando il busto in avanti. Hermione
sgranò gli occhi, col fiato improvvisamente corto.
“C-che cosa…
fai…?”
“Devo…
devo capire una cosa!”Senza aggiungere
altro, avvicinò il viso a quello di Hermione e si impadronì della sua bocca,
baciandola con forza.
Nulla.Non c’era dolcezza, non c’era grazia… e non
c’era più paura!
C’era
solo il disperato bisogno di baciarla, e di capire.
Capire
se la prima volta che lo aveva fatto era stato un errore.
Capire
se quello che gli stava facendo scoppiare la testa ed il cuore si chiamava
davvero amore.
Capire
se poteva rischiare tutto, la sua amicizia, il suo affetto, la sua stima… per
il bisogno disperato di gridare che l’amava.
E
soprattutto doveva capire se anche lei provava le stesse cose….
Premette
il corpo addosso al suo, bloccandola contro il muro, e la baciò contro la sua
volontà, forzandola e sentendo che quella era l'unica cosa che voleva fare. Con
una rude carezza, portò le mani dalle spalle al suo viso e infilò le dita tra
quei capelli che erano un’onda diseduzione, che lo eccitavano ogni volta che li guardava, ogni volta che
per sbaglio gli sfioravano le braccia quand'erano vicini, che lo invitavano ad
essere toccati e stretti tra le mani.
La
obbligò ad aprire le labbra e, con l’impazienza di un ragazzo innamorato e
troppo a lungo trattenuto, la baciò con una passione che accese Hermione come
un fuoco!
Le
girava la testa, tanto da temere di cadere per terra! Era come se Harry la
stesse trascinando in un vortice di sensazioni intense e nuove. Quella passione
era una scoperta per lei… e per un breve istante si lasciò travolgere dall’istinto
irrefrenabile di abbandonarsi al desiderio che provava per lui.
Per
un attimo ricambiò quel bacio, con un bisogno quasi disperato, finché la lucidità della sua ragione e l'irruenza della
sua rabbia non ebbero il sopravvento: puntò con decisione le mani contro il suo
petto, allontanandolo da sé con un gemito.
Rimasero
fermi a guardarsi per qualche istante, poi Hermione alzò una mano e lo schiaffeggiò
con tutta la forza che aveva.
“Cosa…
che cosa credi di fare…?!” gli gridò col fiato corto.
Harry
si portò una mano sulla guancia, che gli bruciava terribilmente: “Io…”
Hermione
ripensò ai baci che le aveva dato solo poche ore prima in quella capanna, a
come le aveva fatto credere di provare qualcosa, a tutte le emozioni che aveva vissuto
sentendolo così vicino… Ma soprattutto
ripensò alle parole che le aveva detto senza pietà, subito dopo: 'dobbiamo dimenticare tutto!'
E
le venne voglia di urlare!
"Come
ti sei permesso?! COME HAI… OSATO!? "
gridò tremante di rabbia.
Lui
la scrutò in modo indecifrabile, a metà tra il deluso e lo smarrito, e la cosa fece
irritare Hermione ancora di più. Sollevò i pugni ed iniziò a sfogare tutta la
sua collera contro il suo petto, colpendolo con rabbia e tristezza, con
disperazione e una resa totale.
"Sei
un… vigliacco! Un prepotente arrogante! Un ipocrita! Ecco quello che sei! Mi fai pena! Mi hai detto
che era stato tutto un errore… e mi hai chiesto di far finta che non fosse mai
accaduto nulla! E poi…? Come hai osato baciarmi ancora?! Con che diritto?! Sei ridicolo!" strillò
colpendolo forte.
Lui
la lasciò fare per un po’, finché non le afferrò i polsi per allontanare le sue
mani. Poi la immobilizzò e le mise le braccia con forza dietro la schiena,
tenendola in modo da avere il suo viso vicino, i loro corpi resi bollenti dalla
passione premuti uno contro l'altro, la sua bocca pronta per essere baciata di
nuovo.
La
guardò pieno di desiderio e chinò il capo, baciandola sulla gola, sul collo, sotto
l'orecchio, in modo istintivo. Ad Hermione sfuggì un gemito, che racchiudeva disperazione
e piacere insieme!
Ma
era ferita e piena di rancore, e si sentiva bruciare dallo sdegno. Sentendo che
Harry stava allentato la presa, riuscì a liberarsi dalla sua morsa, e si
divincolò leggermente da lui.
"Come….
c-cosa… pensi di fare?!" disse tra i denti. Era così piena di risentimento
che lo schiaffeggiò con rabbia una seconda volta. Lo schiaffo era stato forte e
doloroso per entrambi, ma Hermione aveva troppa amarezza, per troppo tempo
trattenuta, e che adesso era sul punto di esplodere.
Harry
aveva la gola secca e non riusciva a parlare. Sentiva il proprio corpo tremare
e riusciva solo a guardarla pieno di passione. Lei non gli aveva mai visto
quello sguardo, i suoi occhi non erano mai stati così intensi.
Ma
come una frustata, le tornò in mente la crudele indifferenza con la quale
l'aveva trattata la mattina dopo il temporale e quell'incoerenza la offese
profondamente…
Con
indignazione lo afferrò per la camicia, stringendo forte i pugni: "Ma chi
diavolo ti credi di essere, eh?Pensi
forse che io sia qui a tua disposizione? Pensi davvero di poter fare quello che
vuoi, con me?!" Lo scosse con forza, aspettando una sua risposta.
Ma
Harry restò in silenzio, ferito e al tempo stesso affascinato dalla sua
ribellione.
"Sei
un falso! Un approfittatore ed ipocrita!
Ma per chi mi hai preso? Dimmi ! Perché
ti comporti così?! DIMMELO!" Gli ordinò colpendolo ancora.
Harry
nemmeno li sentiva, quei pugni. L'unica cosa che sentiva, era la disperata
voglia di gridare, di liberare finalmente la voce che dentro di lui urlava con
rabbia da troppo tempo:
"Dio!
Perché sono innamorato di te, Hermione!!" gridò con tutte le sue forze, quasi
con rabbia.
Quelle
parole rimasero sospese in aria per un tempo infinito.
Furono
come l'eco di un'esplosione nitida e potentissima, che stordì entrambi.
Ad
Hermione si fermò il cuore. Si sentì mancare il respiro, come se qualcosa
l'avesse colpita con forza, intontendola e togliendole la lucidità.
Tremando
per la tensione, Harry le mise una mano dietro la nuca, stringendole i capelli
tra le dita e obbligandola a piegare la testa all'indietro.
"Non
capisci? Dovevo farlo…" confessò finalmente con gli occhi velati di
lacrime, chinandosi su di lei, labbra contro labbra, il respiro dolce e
delicato. "Dovevo farlo, Hermione… Avrei dovuto farlo da moltissimo
tempo!"S'impossessò ancora della
sua bocca, nonostante la sua rigidità, e la baciò con ardore e sentimento.
Hermione
era frastornata, incredula, confusa… Che cosa le aveva detto Harry?
No…
Non
poteva essere vero…
Si
oppose a quel bacio, cercando debolmente di ribellarsi, ma i suoi inutili
tentativi non durarono che qualche secondo e alla fine, smettendo di lottare, si
abbandonò contro di lui.
A
quel punto anche il bacio di Harry divenne più lento e dolce, e la mano che le
stringeva i capelli si aprì in una morbida carezza.
Smisero
di sfidarsi, abbandonarono l'orgoglio e il rancore, smisero di nascondersi,
cessarono di essere amici… e semplicemente si arresero al volere del loro
cuore.
Harry
le prese dolcemente il viso tra le mani e gustò il suo sapore con più piacere e
trasporto, accarezzandola con la lingua in un morbido massaggio, lento ed
eccitante.
Quando
trovò la forza di staccarsi, la guardò commosso e meravigliato, sconvolto da
quello che aveva provato con quel bacio. Tornò a respirare e fu come tornare
alla realtà. Si accorse che Hermione tremava.
Era
stato così terribile?
"…
Scusami!" disse con voce roca. "Dio, Hermione, scusami!" Strinse
forte le mascelle, e voltò il viso di lato, come se quello che stava per dire
gli costava uno sforzo incredibile.
"Scusami…
se non sono stato capace
di impedirlo!"disse in un soffio, abbassando lo sguardo.
Hermione
provava una sensazione di vertigine, un vortice folle che le prendeva
contemporaneamente lo stomaco e il cuore. La testa le girava senza sosta e si
ricordò di tornare a respirare dopo un lungo momento. "Harry…"
"No!
Non dire niente! Non è stata colpa tua!" Sollevò gli occhi, incontrando quelli lucidi di lei "…Non è certo stata colpa tua se... è
successo!"
Harry
scosse la testa, con un sorriso amaro: "Io… ci ho provato. Ho provato a
resistere! Oh, ti giuro che ci ho provato, Hermione! Non avrei voluto, ma… è
stato inutile!"
Hermione
lo guardava con gli occhi sgranati, col cuore che le rimbombava nelle orecchie
da quanto batteva forte, in piedi solo perché sorretta dalle braccia di lui.
Stava
accadendo tutto talmente in fretta che credeva di aver sentito male, di aver
frainteso, di essersi sbagliata! Ma gli occhi di Harry erano lucidi come se
quell'emozione fosse troppo grande per essere contenuta, come se quelle parole stessero
cogliendo di sorpresa anche lui, così come stavano folgorando lei…
Come
se quel bacio dato inizialmente con forza fosse stato una liberazione, e gli
avesse finalmente dato il coraggio di tornare a respirare la libertà.
Hermione
barcollò e lui la strinse più forte.
"Hermione…
Ti dirò tutto d'un fiato, perché giuro davanti a Dio che sto morendo di paura!
E so che se non lo faccio adesso, probabilmente non avrò mai più il coraggio di
dirtelo…" Abbassò per un attimo gli occhi, carichi di paura e desiderio e
cercò di dominare il tremito che lo stava facendo fremere. "Io non so
spiegarti quello che provo… Oh, vorrei davvero esserne capace, capace di
esprimere quello che sento! Vorrei così tanto trovare le parole giuste da dire…
Dio, ma so solo che ti amo! Io… ti amo da impazzire!"
Hermione,
senza accorgersene, trattenne il respiro.
'Sta calmo, cuore mio…' ordinò.
Harry
deglutì, sperando di trarne un po' di forza.
"Lo
so che la nostra amicizia è qualcosa di inviolabile, che è sacra, e che in
questo modo rischio di rovinare tutto, ma è da troppo tempo, ormai, che soffoco
i miei sentimenti! E' da quando ti ho rivista l'estate scorsa alla Tana che non
sono più riuscito a pensare a te come una semplice amica!"
Hermione
si accorse di avere le lacrime agli occhi e cercò disperatamente di non
piangere, sbattendo le palpebre, ma una le rimase impigliata fra le ciglia e
Harry si chinò e gliela baciò con una dolcezza infinita.
"Perdonami
se non sono stato capace di resisterti…", sussurrò, "Ma credo di
averti sempre amato. Sempre."
Hermione
aveva un nodo alla gola che le impediva quasi di respirare e si portò una mano
sul cuore per cercare di lenire il dolore. Vibrava come una foglia, aveva un
fiume di parole che le giravano in testa, ma si stavano drammaticamente
accavallando una sopra l'altra e il risultato fu un perfetto mutismo
impietrito.
"Perdonami,
ti prego…." continuò lui, "Mi sono comportato in modo ignobile, con
te! Avrei dovuto dirti subito quello che provavo… e invece sono stato un
vigliacco!"
Si
passò una mano tra i capelli e a fatica continuò: "Ho odiato profondamente
Ron per averti corteggiato. Sono morto di dolore quando mi ha detto che vi
eravate messi insieme… ed ero tentato di ucciderlo ogni volta che ti toccava…
Ero follemente geloso di ogni minuto che passava con te!", scosse la
testa, soffrendo. "Ma ho avuto paura… Paura di distruggere tutto, di
perderti per sempre. E questa paura è ricaduta su di te, perché ti ha fatto
soffrire! Ma ti giuro che ti amo… Ti amo come non ho mai amato nessuno!"
L'avvolse
tra le sue braccia, stringendola con tenerezza e forza: "Scusami, scusami,
scusami…" le sussurrò tra i capelli, vicino all'orecchio.
Hermione
era frastornata da quelle rivelazioni e sentiva che il cuore le stava per
scoppiare.
"Harry…"
riuscì finalmente a sussurrare, debolmente.
Lui
la guardò con occhi carichi d'attesa, agitato ed impaziente come un condannato
che si appresta ad andare sul patibolo, con la segreta speranza di essere
salvato da un ultimo gesto clemente.
"
I-io… io…" farfugliò, soffocando un gemito e guardandolo imbronciata.
"Lo vedi…? Io ti… ti detesto, quando fai così!"
Harry
sentì la gola serrarsi in una morsa di dolore e gli sembrò di morire,
aspettando il seguito.
"Ti
detesto… e ti odio!" singhiozzò mentre una lacrima le scivolava sulla
guancia. "Come fai ad essere così… terribilmente odioso e cattivo un
momento… per poi uscirtene con una dichiarazione così dannatamente
dolce?!"Si passò il dorso della
mano sugli occhi, tirando su col naso. "… E poi me lo spieghi come faccio,
io, a nonamarti?!"
Harry
la guardò confuso: "Cosa… che cosa vuoi dire….?"
Lei
provava troppa gioia per riuscire a ragionare con lucidità e sentiva il cuore
in procinto di esplodere. Gli sorrise, con un sorriso aperto, sincero, profondo
e finalmente onesto: "Ohh… Accidenti a te, Harry! Sei capace di uccidermi
e di farmi rinascere in meno di un giorno… Ma nonostante questo…"
Gli
prese le mani tra le sue, voltandogli lentamente i palmi ed accarezzandogli
l'interno delicato e morbido. Poi se li portò alla bocca e li baciò con dolcezza.
Sollevò i suoi occhi, che non erano mai stati così lucenti, così chiari, così
belli, e gli disse molto semplicemente: "Anch'io ti amo, Harry… Ogni
singolo istante di ogni mio giorno…!"
Harry
sentì il sangue tornare a scorrere veloce nel proprio corpo, le vene pulsargli
di vita e di gioia. Chiuse gli occhi per un momento, sigillando quello sguardo
e quelle parole per sempre nel suo cuore, nella sua testa, nella sua anima.
Poi,
quasi senza rendersene conto, le fu addosso, abbracciandola forte. Voleva toccarla
ovunque, come per confermare che fosse tutto vero, che stava accadendo realmente…
Era riuscito a dirle che l'amava! E lei… Dio, lei provava le stesse cose!
Si
lasciò scivolare sulle ginocchia e, come un bambino, appoggiò la testa sul suo
ventre, abbracciandole i fianchi e restando così per un lunghissimo momento. Si
lasciò andare ad un gemito che era quasi un lamento disperato e liberatorio. Lei rimase senza parole a quel gesto, e
l'unica cosa che riuscì a fare, fu sollevare una mano e passargliela tra i
capelli corvini, in una tenera carezza.
Lui
sollevò il viso e la guardò con occhi dolcissimi, poi si alzò, e come aveva
fatto la prima volta che l'aveva baciata, le mise un dito sotto il mento e si
piegò su di lei, questa volta per baciarla con tutta la dolcezza di cui fu
capace.
Fu
delicato, gentile, appassionato, virile… e l'amò, con quel bacio. Le sue labbra
erano morbide ma impetuose, e non si staccavano un attimo da lei. Passavano
dalla sua bocca al suo collo, al suo orecchio, ai suoi occhi… per poi tuffarsi
ancora e ancora sul bocciolo rosa e carnoso che erano le sue labbra.
Se
i baci che si erano dati alla capanna erano stati il frutto della paura e
dell'incertezza, adesso che entrambi sapevano ciò che provavano unoper l'altra, la libertà di potersi amare si
scatenò dentro di loro.
Hermione
gli mise le braccia intorno al collo, stringendosi a lui, passandogli le dita
tra i capelli, sentendo di essere la persona più felice al mondo.
Harry
la baciò ancora, appoggiando le mani sulla parete e schiacciandola con più
forza contro il muro, facendo danzare la lingua con quella di lei, in un
movimento lento ed insaziabile, gemendo di piacere ogni volta che riprendeva
respiro.
Poi,
lentamente, fece scendere la mano fino al suo fianco, e glielo accarezzò piano.
Era una carezza delicata e abile allo stesso tempo. Tirò il tessuto e fece
uscire i lembi della camicia dalla gonna, finché non riuscì ad intrufolare la
mano sotto, accarezzandole la pelle liscia. Hermione provò un brivido inatteso
e trattenne il respiro, morendo dal desiderio.
La
carezza era delicata e le scopriva centimetro per centimetro la pelle
vellutata. Dal fianco, Harry risalì verso l'alto accarezzandola lentamente, ed
arrivò al profilo del reggiseno. Con l'altra mano raggiunse i bottoni della
camicetta, slacciandogliene uno. Non riusciva a trattenersi, voleva sentirla e
sarebbe andato avanti all'infinito!Le
passò delicatamente una mano sul seno pieno e fresco e premette il bacino su di
lei.
"Dio,
Hermione! Sei bellissima, meravigliosa… Non capisco più niente…" disse
Harry a fatica, sentendo l'inguine che gli doleva per la troppa eccitazione.
Hermione
aveva il viso arrossato per il turbamento che provava e si passò una mano sul
viso per cercare di riprendersi. Se credeva di aver provato delle emozioni
irripetibili alla capanna, ora si rendeva conto che con Harry, ogni volta che
la toccava, era un'emozione nuova,che
l'accendeva di passioni che nemmeno immaginava di avere.
Cercando
di riprendere il controllo disse, debolmente: "Harry… sarà tardissimo…
Silente ci starà aspettando…"
"Non
m'importa niente! Né di Silente, né di nessun altro! Voglio restare in questa
stanza per sempre, con te… solo con te! Per il resto della mia vita!" e le
prese il lobo tra le labbra, leccandoglielo piano.
"Oohh…
Harry! Aspetta… davvero… sarà passata più di un'ora…"
Harry
chiuse gli occhi, sospirando e cercando di tornare a respirare con calma. Le
sorrise ed annuì: "Hai ragione… questa volta sono sicuro che niente e
nessuno riuscirebbe a fermarmi… a parte te!"
Hermione
corrugò la fronte, non capendo cosa volesse dire.
Lui
se ne accorse e si pentì di aver detto quelle parole. Ora non voleva proprio
permettere alla sua mente di pensare a Isabel. "No… niente! Solo che hai
ragione… E' meglio andare, adesso."
Hermione
si guardò la camicetta sbottonata e che usciva scomposta dalla sua gonna.
Timidamente si riallacciò il bottone e si lisciò i capelli: "Sono così
sconvolta… da tutto questo! Non avrei mai immaginato che quello che provavo io,
lo sentissi anche tu. Io non…" fece una pausa quasi sofferta. "Dopo
quello che mi avevi detto ieri, ero sicura che tu non provassi niente, per me.
E' stato terribile… mi sono sentita morire!"
"Hai
ragione, Hermione! Sono stato il più vile dei codardi… E fuori dalla capanna,
mentre ti chiedevo di far finta che non fosse mai successo nulla, in realtà
nutrivo la segreta speranza che fossi tu a dirmi qualcosa… Con che
pretesa!"
Ma
Hermione non voleva ripensare a quel momento, e a quanto era stata male.
"Credo
che andrò avanti per un bel po' a chiederti scusa…" continuò lui sorridendo.
Anche
Hermione sorrise, piena di gioia e speranza: "Sei in debito di parecchi 'SCUSAMI-HERMIONE-IMPLORO-LA-TUA-PIETA'
', in effetti…." e scoppiarono a ridere insieme.
Harry
la guardò col cuore colmo di felicità. Era così bello sentirla ridere… e ancora
non riusciva a credere che tutto quello fosse successo veramente! Non riusciva
a staccarle gli occhi di dosso, ammirando la sua bellezza, e ripetendosi
all'infinito nella testa: 'Adesso è mia… è mia, è mia!'
La
prese per mano, andando verso la porta, ma quando posò la mano sulla maniglia,
Hermione lo chiamò, con voce allarmata: "Harry!"
"Cosa
c'è?"
"Aspetta…"
Lui
si fermò e la guardò negli occhi, in attesa che parlasse.
"Ho
paura…" disse lei in un sussurro.
Lui
socchiuse gli occhi e le mise le mani ai lati delle braccia: "Di cosa, hai
paura?"
"Di
tutto…" rispose in un soffio, "Ho paura che uscendo da questa stanza
svanisca nel nulla tutto quello che ho provato, quello che hai fatto, tutto quello
che mi hai detto…"
Harry
le sorrise in modo così sicuro e sereno che Hermione si sentì come avvolgere da
una coperta calda e morbida, che le diede una sensazione di sicurezza
meravigliosa.
Poté
sentire la stretta di Harry farsi più forte.
"Non
devi più avere paura. Non dovrai averla mai più! Ti giuro che non ti farò mai
più soffrire, Hermione."
Con
dolcezza la tirò verso di sé, stringendosela addosso e posandole un bacio
delicato sulle labbra. Quando si staccò da lei, le accarezzò il viso e le prese
nuovamente la mano, questa volta stringendogliela più forte.
"Cosa…
cosa diremo, agli altri?"
"Che
ho capito di non poter vivere un giorno di più senza di te!" ed aprìla porta, affacciandosi verso quello che
sentiva essere il loro nuovo futuro.
***
Con
stupore si accorsero che l'orario della cena era stato ormai superato da un
pezzo, e quando sentirono l'orologio battere le ventuno, facendo uno strappo
alle regole, decisero di passare direttamente dalle cucine, dove Hermione fu
accolta dagli elfi domestici come una regina.
Mangiucchiarono
qualcosa velocemente, ebbri di gioia e scoppiando a ridere per ogni più piccola
cosa, sentendosi forti ed invincibili. Era come se la forza di una calamita
attirasse i loro occhi. Si completavano, si arricchivano, e più si guardavano,
più capivano di essere una cosa sola, e di sentirsi finalmente felici perché erano
insieme.
Con
questa sicurezza si diressero verso la sala comune, mano nella mano, sereni.
Ma
appena svoltarono nel corridoio del secondo piano, trasalirono di paura e si
bloccarono all'improvviso, trovandosi la strada sbarrata da due occhi di
ghiaccio, ma così potenti da riuscire ad incenerirli all'istante.
Era
Isabel: impassibile, immobile e glaciale.
Harry,
quasi guidato da un riflesso incondizionato, si mise protettivamente davanti ad
Hermione, tenendola con una mano dietro di sé. Lui e Isabel incrociarono gli
sguardi, e Harry si sentì percorrere da un brivido lungo la schiena.
Quasi
nello stesso istante, sentì che lei tentava di penetrargli la mente, e lui la
chiuse con una sicurezza che lo stupì.Lei sorrise in modo beffardo, fino ad emettere una risata di gola,
divertita e compiaciuta.
"Beh,
non c'è che dire… Tu essere molto bravo! Ma tu credi bastare solo
questo…?"
"Cosa
vuole dire, professoressa?!" chiese Harry con diffidenza, dandole del lei
e non riuscendo più a scorgere in quella splendida ragazza la minima traccia
della purezza che aveva creduto di vedere all'inizio.
"Voglio
dire che…" gettò uno sguardo disgustato verso Hermione, "Io sapere perfetaménte quello che tu prova a nascondere!"
Hermione
corrugò la fronte e assunse un'espressione ostile, non capendo il senso di quelle
parole.
Harry,
invece, le capiva fin troppo bene: sapeva a cosa si riferiva e percepiva la sua
collera e la sua gelosia. Un senso di inquietudine lo pervase, spaventandolo
seriamente, ma sollevòle spalle, come
per dimostrare che in realtà non aveva paura.
Isabel
li guardò serissima: "Voi essere fuori dalle vostre stanze! Dove crètète di andare, a quest'ora?"
"Noi…
abbiamo fatto tardi… per studiare…" disse ingenuamente Hermione.
Isabel
sollevò un sopracciglio, offesa per quella presa in giro da quattro soldi.
"Venti punti in meno per te, razza di buciarta!"
ringhiò.
Hermione
sbatté le ciglia, stupita da quella reazione e Harry si accorse di avere i
pugni stretti. Ma sapeva che mentire a Isabel era stata davvero una pessima
mossa.
"Ci
scusi, professoressa… Torniamo subito in Sala Comune." Disse Harry,
conciliante.
"Lei, tornerà…
Tuvenire con me!" ordinò perentoria.
"No!
Mi spiace, ma ora torniamo entrambi nella nostra Sala!" si oppose Harry.
"Tu
non avere scelta! Ti devo parlare! Vieni!"
Harry
sentì una forza trascinante, quasi indomabile, che gli fece staccare le mani da
Hermione. Lui non voleva, ma era come se non fosse padrone del proprio corpo.
"Harry…"
lo chiamò Hermione, non riuscendo a credere che la stesse lasciando davvero.
Harry,
lottando contro la sua volontà, fece un passo in avanti.
"Oohh….Eccovi, finalmente!!"disse una voce forte e calda alle loro
spalle.Silente apparve dal corridoio
laterale, con un sorriso sereno.
All'istante,
la forza esterna che trainava Harry, si dissolse nel nulla e lui poté tornare
vicino alla sua ragazza.
"Preside!"
squittì Hermione, sollevata.
Isabel
abbassò gli occhi, ritrovando la sua espressione più dolce.
"Avete
ricevuto, oggi, il mio messaggio?" chiese, premuroso.
Harry
passò un braccio intorno alla vita di Hermione, tirandosela vicino e, raccogliendo
la sua mano, gliela strinse forte.
A
quel gesto inequivocabile, Silente arcuò le folte sopracciglia, la sua bocca si
aprì in un sorriso e il suo viso assunse un'espressione meravigliata e felice
insieme. Harry fu sicuro di scorgere nei suoi occhi azzurri e profondi un
luccichio nuovo. Il preside si accarezzò la lunga barba bianca, con fare
pensieroso, e poi sorrise loro, felice:
"Oh!
Certo… certo! Ehm… che sciocco! Probabilmente Ambrogio (il gufo che vi ho
mandato) ha sbagliato i destinatari! Ecco perché mi sono ritrovato due
ragazzini di Corvonero del primo anno, al posto vostro!" rise divertito,
guardandoli con affetto.
"Noi…
stavamo tornando in Sala Comune, Signore", si affrettò a dire Harry,
notando Isabel stringere i denti.
"Ah,
sì! Siete fuori orario…" disse con un debole tono di rimprovero, ma che in
realtà celava solo una grande nostalgia per una gioventù che lo aveva ormai
abbandonato da molto tempo. "Immagino che la Professoressa Keen, qui, ve
lo stesse giusto ricordando…"
"Ohm…
sì… apùnto…" sì affrettò a dire
lei, mansueta.
"Bene…
allora andate! Ci vedremo con più calma la prossima volta! Io e la
Professoressa Keen torneremo nella zona dei professori… non è vero,
Isabel?"
"Ohm…
certo!"
Harry
e Hermione fecero un leggero cenno col capo e si diressero a passo spedito
verso la Torre dei Grifondoro, senza più voltarsi indietro.
Hermione
si fermò davanti al ritratto della Signora Grassa, con gli occhi velati di
ansia. Harry le prese il viso tra le mani e la baciò dolcemente sulla fronte,
sugli occhi e sulle labbra.
"Harry…
che paura mi ha fatto la Keen!" confessò.
"Non
devi aver paura di nessuno. Ci sono io adesso, con te!"
Lei
gli sorrise, più serena: "E con i nostri compagni…?
"Non
temere…. Andrà tutto bene!"
Lei
annuì, felice. Oltrepassarono il varco, che si aprì alle parole "Budino
allo zenzero", entrando finalmente nella Sala Comune.
Come
ogni sera, all'interno della stanza regnava la confusione più totale: c'era chi
ascoltava la musica, chi giocava agli scacchi magici, chi litigava, chi cercava
di studiare, e chi si scambiava qualche tenerezza.
Ron
chiacchierava con il solito gruppo di amici e fratelli, stravaccato su una
poltrona, con le gambe che penzolavano da un bracciolo, mentre si rimpinzava di
patatine magiche lanciandole in aria ed acchiappandole con la bocca.
Hermione
sorrise al ricordo di quanto la cosa la facesse arrabbiare, un tempo, e delle
litigate che ogni volta ne seguivano.
Il
rosso, non appena li vide, sollevò una mano, agitandola per richiamare la loro
attenzione. Harry e Hermione si avvicinarono.
"Ehi,
voi due! Si può sapere dove miseriaccia vi era-v…"
si bloccò, con la bocca aperta e gli occhi sgranati per l'incredulità. Il suo
sguardo rotolò dai loro visi alle loro mani, strette l'una dentro l'altra:
"…va-tecac-cia-ti…" terminò
molto lentamente.
Harry
sorrise divertito alla sua espressione sbalordita. Sollevò la mano unita a
quella di Hermione, come per mostrargliela meglio.
"L'ho
rapita…" disse con semplicità, "perché avevo bisogno di dirle una
cosa che non potevo piùnasconderle."
Ron
sbatté le ciglia un paio di volte, si alzò dalla poltrona e col panico negli
occhi, molto lentamente, chiese: "E… s…sa-reb-be…?"
Harry,
con la fierezza di un leone, disse: "Che l'amo più della mia stessa
vita!"
La
Sala si ammutolì e Hermione sentì tutti gli occhi puntati su di sé per un lungo
istante.
Poi
ci fu un improvviso scoppio di grida, applausi e risatine maliziose.
"Ron,
per l'amor del cielo! Vuoi chiudere quella bocca?!" lo sgridò Ginny a voce
alta.Il rosso fece scattare la mascella
verso l'alto, ma rimase muto, riducendo gli occhi a due fessure che fissarono
Harry intensamente.
Gli
altri si avvicinarono complimentandosi con loro, ma Ron rimase immobile.
Allora
Harry lo guardò, in attesa che anche lui parlasse.
"Non
so ancora se spaccarti la faccia o complimentarmi con te…" borbottò Ron
dopo molto tempo.
Harry
lo guardò meravigliato: "Cos…?"
"Ora
capisco molte cose… davvero molte!" fece un'ulteriore pausa e poi riprese,
con tono di rimprovero: "E posso solo dirti che sei stato un vero stronzo
a farla soffrire così! Sappi che non ti permetterò di farle versare anche una
sola ulteriore lacrima…"
"Ron!"
esclamò Hermione, stupita.
Ma
poi, come se finalmente si fosse tolto un gran peso dallo stomaco, tutto passò.
Con la rapidità di un bagliore, Ron ritrovò il suo sorriso amichevole e solare,
quasi commosso, e allargando le mani, gli ordinò: "E adesso vieni qui… e
fatti abbracciare!!"
Harry
si rilassò, ritrovandosi avvolto dalle braccia dell'amico, che accompagnò il
gesto con le sue consuete pacche.
"Ecco
cos'era quell'aria di mistero…" disse con fare esperto, dopo averlo
lasciato libero dalla sua morsa.
"Aria
di… cosa?" chiese Harry con un sorriso.
"Sì,
sì…. Hai capito bene! Ultimamente…. lo dicevo, io, che eri strano! A dire il
vero, è da parecchio tempo che sei strano!"
"Harry
è il Re, degli 'strani'… se è per questo!" gridò Fred e tutti scoppiarono
a ridere.
"Beh,
diciamo che almeno Hermione ha fatto un passo avanti, no?Fratellino, mi spiace per te, ma non potevi
proprio reggere il confronte!!" si burlò di lui George.
"Andate
al diavolo, voi due!" protestò Ron, diventando di un rosso porpora.
"Ma
sì, dai…Tanto lo sappiamo tutti che
ormai hai altri pensieri… E sappiamo bene chi è che ti fa sospirare tanto, di
notte…"
Ronspalancò gli occhi, e il suo rossore divenne
pericolosamente violaceo: "Vuoi tapparti quella boccaccia malefica?!"
gridò indignato.
"Di
sicuro la ragazza di cui sei innamorato ora… è decisamente più simile a te…
Direi che siete comicamente sulla stessa lunghezza d'onda!" e seguì un
altro scoppio di risa.
"Vai
ancora avanti a parlare e TI UCCIDO!!"gridò Ron con le vene del collo gonfie oltre l'inverosimile.
"E
tu per quanto tempo ancora… pensi di continuare a chiuderti in bagno, invece di
muoverti e farti avanti con lei?!"
Ron,
a quelle parole, perse la ragione e si gettò sul collo di George, intenzionato sul
serio ad eliminarlo fisicamente. Dopo qualche sano scambio di pugni e insulti
irripetibili, tra le risate di tutti, i due furono separati.
Harry
guardò Hermione sorridere raggiante e finalmente si rese conto di aver
raggiunto la felicità che tanto disperatamente aveva cercato fino a quel
momento.
Quando
la salutò sulle scale, quella sera, le diede un lungo bacio appassionato, reso
ancora più dolce dalle timide carezze che si scambiarono.
Harry
si accese subito come un fuoco, e fu a fatica che Hermione riuscì a staccarsi
da lui.
"Buona
notte… amore mio…" le sussurrò teneramente, baciandole la mano.
"Buona
notte… Harry."
"Grazie…
di essere così speciale."
Lei
soffocò una risata: "Ok… direi che sei sulla buona strada per farti
perdonare…!"
Harry
sorrise malizioso e le diede un ultimo bacio prima di allontanarsi.
Le
fece un segno con la mano e si voltò iniziando a salire le scale che
conducevano al proprio dormitorio. Col cuore ebbro di gioia e col sorriso
stampato in faccia, raggiunse il suo pianerottolo.
La
fitta acuta alla testa lo investì inaspettatamente, cogliendolo di sorpresa e
tramortendolo con la forza di una violenta bastonata. Avrebbe voluto gridare dal
dolore, ma non fece in tempo: l'urlo gli morì in gola e senza poter fare nulla
per impedirlo, vide diventare tutto nero e non poté evitare al proprio corpo di
finire duramente a terra.
***
Così come voi attendete i mieicap, io aspetto le vostre recensioni e i
vostri preziosissimi consigli e valutazioni…
Morgana85:
Carissima, ciao! S-o-n-oc-o-m-m-o-s-s-a !!*__*Come sempre, leggere le tue recensioni è un piacere ed una gioia per il
mio cuore! Sembrano quasi una poesia… Grazie!Sono felice che i miei Draco/Ginny ti siano piaciuti tanto… In effetti
nel capitolo precedente mi sono divertita con loro! Di sicuro approfondirò
questa relazione! ^__^Ma in questo
capitolo mi sono voluta dedicare al 100% ai miei due preferiti… E CHE TE NE
PARE??!?! Hai proprio ragione… nella tua recensione hai saputo descrivere
esattamente il legame unico che c’è tra loro… e finalmente se lo sono detto!
Aluuura? Ti è piaciuto il fatidicomomento delle confessioni? Mi sono resa conto che dopo tutti i tira e
molla che c’erano stati, rendere bene quel momento non era per niente facile…
spero di esserci riuscita!JNon dico altro, se non un… TI ASPETTO! Baci
PikkilaGrandefan:Ciao Cara! Grazie
infinite per la tua recensione! Spero tanto di essermi rifatta con il nuovo
capitolo… Hai proprio ragione, in ogni relazione ci sono alti e bassi… ma direi
che adesso i nostri amati eroi sono decisamente in fase crescente!! O no? Un
bacione a te!
BellaWitch:
Dolcissima creatura… Grazie, grazie, grazie della tua presenza! Mi spiace per
lo scorso capitolo… in effetti un po’ amaro! Ma spero che questo sia riuscito a
farti emozionare…^^Come vedi, la ‘cara’ Isabel riesce ad essere
ancora tra i piedi… Pure troppo!! Attenderò fiduciosa le tue impressioi!! :-D
Grazie, ricambio il bacione!
8x4: Mia…
adoratissima… Vio…!! J Come stai, prima di tutto?? Argh, mi
sa che ci siamo quasi al tuo grande evento!Spero di averti fatto un piccolo regalo con questo nuovo capitolo, e
soprattutto che ti sia piaciuto! Quantomeno si sono dichiarati!!!! EVVAI!! Era
ora… dirai! J Quella fetente della Keen non molla,
ahimè. E sarà un osso duro, temo! Ti faccio un mega in bocca al lupo per tutto…
e spero che nonostante pannolini e biberon (doppi!!) tu possa continuare a
seguirmi! Per il momento, un abbraccio GRANDISSSSSSSIMO!!!!!! Bacioni!
Lights:
Ciao, splendore (di nome e di fatto!!) !!Caspiterina, mi spiace averti fatto soffrire col precedente capitolo… Ma
sono (quasi) certa di essere riuscita a farti tornare il sorriso con questo… o
no?Come vedi, Harry e Herm finalmente
hanno messo da parte tutto quello che non era amore… facendo trionfare solo i
loro sentimenti!Ma… Hi hi hi… non posso
dire niente! Bocca cucita! Tu, però, dimmi che ne pensi, ok? Attenderò il tuo
parere, come sempre! Ti abbraccio forte!
p.s.Grazie anche per i complimenti per Ginny e Draco…. Piacciono un sacco
anche a me! :-D
Marco:
Carissimo tesoruccio mio… Allora, grazie per la ‘polverizzazione’ virtuale!
:-DMa spero di essermi fatta perdonare
con questo capitolo, dove FINALMENTE le tue richieste (leggermente ‘insistenti’
…. LOL) sono state esaudite! Ti è piaciuto, almeno?? ^^ Dimmi si sì… ti prego!
Ginny e Draco li ho trascurati, ma riappariranno, don’t worry!Che dire… la tua ‘velata minaccia’ di venirmi
a trovare, quasi quasi mi tenta! LOL!! Ma sono certa di averti appagato con
questo capitolo… A te devo sempre un ringraziamento speciale per tutto
l’appoggio che mi dai, senza il quale, probabilmente, questa storia non sarebbe
mai cresciuta così.Mi spiace per la lunga
attesa… ma l’estate arriva per tutti, compresa me!
Baciiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!
Pandora91:Ahhhhhhhh !! Quanto hai ragione!! Recensione
con i fiocchi, come sempre!! … Mi hai fatto sorridere :-DMaledetti uomini e i loro ripensamenti!!Ma….C-H-EM-I-D-I-C-IA-D-E-S-S-OD-IQ-U-E-S-T-OC-A-P-I-T-O-L-O ???hi hi hi !!
Non sono stati teneri da morire?? LOLGrazie per la cascata di complimenti che mi fai… *__*sono davvero commossa ed onorata!E spero di non deluderti mai!Ti aspetterò, per sapere le tue impressioni,
ok? Tantissimi baci!
Argentlam:
Ciao carissima!Premetto che sono felice
di averti ‘conosciuto’ meglio (Grazie Dalastor… sei mitico, oltre che
bravo!)!Mi hai fatto troppo ridere… ma
hai ragione da vendere! Nello scorso capitolo Harry era stato davvero
odioso!Ma ora possiamo dire che si è
fatto perdonare..???Ti mando un
bacione! a presto!
Sabri89:Oohhh… tu vuoi proprio attentare al mio
povero efragile cuoricino con le tue
recensioni….Non ho parole, davvero! E
dirti solo Grazie mi sembra troppo riduttivo…Ma hai fatto un’analisi perfetta della situazione, e sei riuscita a
cogliere nel segno tutte le emozioni passate per la testa e per il cuore del
povero Harry e dell’infelice Hermione!Quindi, mentre leggevo le tue parole, sono rimasta così: °__°(!!)colpita in modo positivo per la tua sensibilità e bravura!Ma come hai potuto vedere in questo nuovo
capitolo, Harry non ha resistito molto in quella situazione, e finalmente (mi
rendo conto di averlo già scritto più volte a caratteri cubitali…), ha avuto il
coraggio di gridare il proprio amore…. Il coraggio di farlo, appunto!Sono strafelice anche per tutti i complimenti
che mi fai per Ginny, Draco, Ron e Luna. Come ho detto più volte, ognuno di loro
è ‘nato’ quasi per caso, ed è cresciuto man mano che scrivevo… Menomale che il
risultato è decente!
E non dire sciocchezze! Sono onorata
di ricevere le tue squisite recensioni (Poemi… assolutamente graditi!!) e guai
a te se la prossima volta ti limiterai!! :-D evviva la libertà di
espressione!!LOLTi saluto con un calorosissimo abbraccio! A
presto e grazie!
Dalastor:
Caro Dalastor… Prima di tutto ti ringrazio di cuore per la tua recensione…
Riceverla è stato un onore, per me! So quanto tu lo faccia di rado, e quindi ne
sono particolarmente orgogliosa! Spero sinceramente che il nuovo capitolo ti
sia piaciuto, e sia stato all’altezza delle tue aspettative. La tua ultima
frase mi ha commosso… grazie! Soprattutto un grande autore come te, deve
potercontinuare a scrivere come ha sempre fatto, continuando a
regalarci tutte le emozioni che ci hai saputo dare fino ad oggi! Un abbraccio!
Stizy:
Ecco la mia ciccina n° 1preferita!!!!
:-))) ciao!Come sai bene, il tuo
giudizio è fondamentale, per me, e sapere che nonostante i momenti ‘difficili’
la storia continui a piacerti, è per me motivo di vera gioia! Quindi, a maggior
ragione, dopo questo zuccherossissimo capitolo, aspetto di sapere cosa nepensi…. Grazie per essermi sempre vicina! 1
bacio specialissimo!
Luxcis:
Bel Tesoro, ciao! :-)Graaazie!!Ogni tua recensione è davvero un regalo, per
me! Spero che questo nuovo capitolo ti sia piaciuto, e che piano piano ogni
situazione si sbrogli…Ho iniziato con
Harry e Herm… ma naturalmente mancano ancora tanti nodi!! ^^ Confido nella tua
pazienza e prendo quello che hai detto come una promessa: continua a
seguirmi!!!! :-D Ancora grazie e tantissimi baci!
Goldbuble:
Ciao Splendore! :-))Tranquilla, non
preoccuparti dei ritardi… L’IMPPORTANTE E’ CHE TU CI SIA!!!Anzi, grazie per avermi nei tuoi pensieri
appena di ritorno a casa!! LOLEhh…
avevi ragione eccome!! E adesso che mi dici di questo nuovo capitolo? Ti
aspetterò !! bacionissimi!
Jenny89:
WOW… ciao!E’ sempre una gioia immensa,
per me, conoscere nuovi amici/lettori… quindi ciao e ben venuta!*__* Grazie, sei davvero molto gentile e sono
felice che la mia storia ti abbia ‘presa’ fino a questo punto!! :-DDi sicuro sei riuscita ad inquadrare la
situazione in maniera perfetta! Allora ti aspetto… a presto e grazie! baci
Jojipv:Carissima Giorgia… AH !!Sono io a chiedere venia, questa volta, per
la lunga attesa….Ma spero davvero che
sia valsa la pena aspettare!Mi dispiace
se lo scorso capitolo ti ha fatto in qualche modo 'penare', ma…. Hi hi hi….Credo proprio che adesso il tuo sorriso sia
tornato a splendere!! ^^ … beh, almeno spero! °__°Ti abbraccio fortissimo per esserci sempre e
per non deludermi mai!E ovviamente ti
ringrazio dal più profondo del cuore! A prestoooooooo !!!!
Penny Pink:
Ohhh….Tu mi commuovi oltre
l'inverosimile! Addirittura dall'Inghilterra… *__*ME FELICE!!!!!!!!!Grazie, grazie di cuore, carissima!Spero che i 'problemi' siano definitivamente
passati, e che tutto proceda per il meglio!Io non ho parole per ringraziarti, e ti assicuro che la tua
preziosissima recensione mi è arrivata dritta dritta al cuore, così come spero
che questo capitolo sia arrivato a te!L'attesa è stata lunga, lo so, ma il periodo estivo è sempre un po'
intenso per tutti… JIo ti dico ancora grazie, e non posso che salutarti con l'augurio di
trovare presto le tue bellissime parole! Un bacio graaaaaaaaaaaandissimo!! A
presto!
Vi chiedo scusa per
questo enorme ritardo… non ho parole!
I miei aggiornamenti,
purtroppo, ultimamente sono BIBLICI…. E questo mi fa sempre temere di non
trovare più il vostro affetto e la vostra attenzione…
Ma spero di cuore che voi
tutti ci siate sempre, anche perché per me siete importantissimi… e forse uno
dei pochi stimoli che mi spinge a continuare a scrivere.
- 21 -
" Odio & Amore "
Nonostante
fosse ormai quasi giunta l'estate, quella sera l'aria era insolitamente fredda
e umida.
'Il luogo' …era quanto di più
inospitale e desolato si potesse immaginare.
Come
se ce ne fosse stato bisogno, una nebbiolina uniforme rendeva quel posto (praticamente insignificante agli occhi di qualsiasi babbano)
ancora più sinistro e squallido.
Ovviamente
non ci si poteva arrivare con l'uso della magia, ed il
solo modo per raggiungerlo, era conoscerlo.
Isabel
percorse la strada a lei tristemente familiare con un sentimento di rabbia e
frustrazione, e man mano che il tragitto si riduceva, sentiva la morsa allo
stomaco farsi più intensa.
Lo devo fare… lo devo
fare!
Harry deve essere mio…
Non
faceva che ripetersi nella testa quelle parole, come per convincersi
maggiormente che stava facendo la cosa giusta. Ripensò agli occhi del ragazzo,
così belli e intensi che quasi le impedivano di restare lucida. Quegli occhi
che fin dalla prima volta che li aveva incrociati, le avevano fatto mancare il respiro.
Sorrise
senza gioia: eppure era sempre riuscita ad essere così
forte!
Lei,
nel suo lavoro, era sempre stata impeccabile. Era stata addestrata a resistere a
qualsiasi cosa. Le era stato insegnato a contrastare ogni tentazione. Con la
forza, a furia di subire incantesimi durissimi e violenze fisiche, era stata
preparata a non soccombere mai…
Con
la sola forza del pensiero, lei era in grado di difendersi, di opporsi e di
combattere.
Lei
era diventata una macchina, fredda e calcolatrice.
Eppure…
qualcosa non aveva funzionato…
O
meglio, una sola, unica cosa…con la quale non aveva fatto i
conti:innamorarsi di Harry Potter.
Il
suo cuore, freddo ed irreprensibile, ebbe un leggero
fremito.
Quellacosa non era stata programmata. Ed ora rendeva tutto più difficile…
Con
una punta di ansia, si accorse di essere arrivata. Guardò le rovine abbandonate,
l'erba che proliferava selvaggia tra quell'ammasso si sassi e polvere e i rovi
scompostiche
facevano da contorno.
Ritrovò
l'ingresso senza problemi.Sapeva che Lui era lì, ad aspettarla.
Si
addentrò tra quelle macerie e dopo pochi passi, un incantesimo trasformò le
rovine in un luogo che si sarebbe potuto chiamare casa, se non fosse stato per
quella sensazione di angoscia e di dolore che si respirava ad
ogni metro percorso.
Le
pareti erano rivestite con un tessuto scuro e consumato dal tempo, e l'aria
sapeva di muffa e umido. Percorse ancora qualche metro, attraversando un lungo
corridoio, finché si ritrovò in una sala circolare e appena più illuminata dal
lieve tremolio di alcune candele.
"Eccoti…
finalmente!", soffiò una voce gelida.
Isabel
trasalì leggermente, non lo aveva visto.
Si
voltò di tre quarti e non appena riconobbe il volto serpentesco e malvagio,
chinò il capo e si appoggiò su un ginocchio, in una profonda reverenza.
"Mio
Signore…" disse con voce delicata.
"E'
sempre un piacere per gli occhi, la tua visione… non c'è che dire."
Isabel
rimase a testa bassa, immobile. Poi, senza che lui facesse il minimo rumore, le
fu accanto. Mettendole la bacchetta sotto il mento la obbligò a sollevare la
testa.
"Ma quante cerimonie… mogliettina
mia…" le sibilò in modo impercettibile.
Isabel,
nonostante tutti i suoi sforzi per evitarlo, provò un brivido di disgusto.
"Uhmm…
ancora non ti pieghi a me, eh?" Disse Voldemort con una sorta di piacere.Poi, le sue labbra invisibili e quasi
trasparenti, si stirarono in quello che voleva essere un sorriso: "Ma lo
sai che questo mi stuzzica ancora di più, vero?"
Isabel
sostenne il suo sguardo, impassibile e di ghiaccio, che non fu però sufficiente
a celare la sua ripugnanza.
Lo
schiaffo la colpì duramente sulla guancia chiara e delicata.
"Questo
è perché voglio che prima o poi i tuoi occhi imparino
a guardarmi con una fiamma diversa dalla semplice obbedienza…"Sollevò la mano e la picchiò ancora: "E
questo è perché ancora non sei riuscita a portarmi il ragazzo!"
Lei
accusò i colpi senza fiatare. Era talmente abituata a subire quelle punizioni
che nemmeno ci badò.
"Mi
dispiace, mio Signore… Il ragazzo essere molto più forte di quanto io
immaginare. Lui… lui avere imparato molto bene a controllare sua volontà… e non
è facile, purtroppo, farlo passare dalla nostra parte."
"Hai
avuto quasi un anno intero!" ruggì.
Isabel
ripensò a tutti i momenti passati con Harry, alla sua tenerezza, e all'intensa
attrazione che provava per lui. Quella
distrazione le costò cara.
Voldemort si adombrò e il suo sguardo si fece ancora
più crudele: "Cos'è questo turbamento che non riconosco? A cosa
stai pensando?!"
Isabel
tentò di chiudere all'istante la mente.
"A
nulla, mio Sign…"Ma Voldemort mosse impercettibilmente la bacchetta e lei si
ritrovò scaraventata contro una parete, trafitta da mille aghi acuminati.
"Sono
riuscito a rendere la tua copertura praticamente
perfetta, ingannando chiunque al Ministero! Le tue referenze sono ineccepibili! Persino quel vecchio insulso di Silente se l'è
bevuta come uno stupido! Lui e la sua nobiltà d'animo! Le sue 'porte aperte' e la
buona fede verso chiunque…!!" Assunse
un'espressione piena di disprezzo, in un ghigno sadico.
Isabel
sopportò il dolore fino a quando non cessò del tutto, e poi si ricompose con una
certa dignità.
"E
tu…?sprechi ogni giorno in questo modo
inutile! Il tuo obiettivo deve essere solo uno: Harry Potter!Farlo convertire a Noi, al nostro
potere superiore… e portarlo da me! Non
m'interessa come! Ma lo devi fare!"
"Certo…
mio Signore…" rispose ubbidiente Isabel, sperando di uscire il prima possibile da quella stanza. Si sollevò con grazia,
congedandosi con un inchino reverenziale… ma lui alzò la mano, paralizzandola
con quel gesto glaciale.
"Non
ho ancora finito… con te…"
Il
resto della serata si confuse nella nebbia dell'orrore che Isabel portava nel
cuore.
***
Harry
si svegliò con un terribile mal di testa, e la sensazione di essere passato
sotto un rullo compressore. Gli facevano male tutti i muscoli del corpo e
quando tentò di muoversi, un forte capogiro gli diede le vertigini.
"Harry…
Harry!" sentì chiamarsi.
Aprì
lentamente gli occhi, provando fastidio per la luce, ma non appena mise a fuoco
la persona che gli stava davanti, ritrovò immediatamente il sorriso.
"He.. Hermione… buon…giorno…!"
Lei
sgranò gli occhi, sollevata, e si buttò su di lui per stringerlo in un
abbraccio.
"Dio!
Che paura, Harry!", gemette sulla sua spalla, piena di
preoccupazione. "…Ma che ti è
successo…?"
Harry
si godette quell'abbraccio dolce e profumato, senza voler pensare ad altro.
Alle
sue spalle vide fare capolino anche Ron, che gli rivolse un sorriso fraterno e
lo salutò sollevando una mano.
Hermione
si tirò su e gli fece nuovamente la domanda: "Harry, cos'è successo?"
Lui
si portò una mano alla testa, cercando di nascondere il fastidio e la guardò
con un sorriso: "Non ne ho la più pallida idea… ma sicuramente niente di
grave, non preoccuparti" cercò di tranquillizzarla.
"Come niente di grave? Ti ho
trovato svenuto per terra! Sembravi morto…" gli ricordò
Ron, avvicinandosi al letto.
Già… il dolore era stato talmente forte da fargli
perdere completamente i sensi! Ma non
voleva preoccupare nessuno, men che meno Hermione! E non voleva pensare a
quella che gli sembrava essere l'unica spiegazione… Era troppo amara e gli
faceva paura.
"Credo
sia stata solo la stanchezza…" minimizzò.
"Harry! Quella non era
stanchezza!" Lo rimproverò Hermione, al limite dell'ansia.
Lui
le prese le mani tra le sue e se le portò alle labbra, baciandole con dolcezza.
Poi le rivolse un sorriso mozzafiato e Hermione si sentì sciogliere.
"Non ci pensare… è tutto ok, adesso. Ho solo voglia di iniziare questa nuova giornata con te… E il modo
migliore per farlo, è questo…" Si sollevò dal cuscino, tirandosela allo
stesso tempo più vicina, e la baciò piano sulla bocca.
Hermione,
dimenticando tutto il resto, si lasciò trasportare da quel bacio dato con tanta
tenerezza e passione insieme.Ron, da
dietro le sue spalle, allungò curioso il collo, come per gustarsi meglio lo
spettacolo, ed Hermione percepì la sua presenza del
tutto ingombrante e fuori luogo, in quel momento. Senza smettere di baciare
Harry, allungò il braccio all'indietro e con la mano lo scacciò via.
"Ehm…uhh! …Ah, ok!"Ron si grattò distrattamente
la nuca, diventando pericolosamente viola per l'imbarazzo."Allora io vi lascio un attimo da soli…
Magari inizio a scendere per fare colazione, va bene? Vi aspetto tra poco… eh?
Magari… ecco, giù. Sì, già, esatto!"
I due si separarono e gli rivolsero un sorriso
divertito: "Sì, certo, Ron. Arriviamo
subito."
Quando
il rosso fu uscito dalla stanza, Harry l'attirò nuovamente
a sé: "Ho voglia di stare un po' con te…" le confessò con dolcezza e
desiderio.
Hermione
abbassò gli occhi: "Sono qui…", rispose timidamente.
Lui
le accarezzò piano una mano: "Intendo dire… da solo, con te…"
Hermione
arrossì involontariamente. Anche lei lo desiderava, molto più di quanto osasse
ammettere.
Harry cercò ancora le sue labbra, volendo un nuovo
contatto, ma furono interrotti da Seamus, che entrò di corsa nella stanza per
recuperare un libro dimenticato: "O-p-s…. Scusate!!" disse guardandoli incuriosito e nascondendo una
risatina ironica.
Hermione,
colta sul fatto, scattò in piedi come se avesse preso la scossa. "Ok,
Harry… allora ti aspettiamo giù!" , e morendo di
vergogna corse via.
Il compagno di stanza guardò il moro facendogli l'occhiolino:
"Eh…Ti capisco! Certo che si è fatta proprio carina,
Hermione!"
Harry
ricambiò con uno sguardo truce e decise finalmente di provare ad alzarsi dal
letto, anche se l'operazione gli costò molta più fatica di quanto immaginasse.
Con
la testa tra le mani, dolorante e confuso, provò a mettere a fuoco il ricordo
della sera precedente, cercando di capire cosa avesse scatenato quel malore inaspettato,
tanto intenso e reale da farlo crollare a terra. Ma
nulla riuscì ad affiorare alla sua mente, se non il piacevole ricordo della morbida
bocca di Hermione.
Un
sorriso gli increspò le labbra, e il pensiero della dolcezza che lo aspettava
gli fece dimenticare tutto il resto.
Non
appena la rivide, una mezzora più tardi, l'unica cosa che desiderò fare fu toccarla,
per stabilire ancora una volta che quella
era la realtà. Passarono la prima parte della giornata
"fisicamente obbligati" a partecipare alle lezioni, ma con il
cuore, l'anima e gli occhivirtualmenteincollati gli uni agli altri.
"S-i-g-n-o-rP-o-t-t-e-r !", digrignò tra i denti il
professor Piton, dopo averlo sorpreso per l'ennesima volta girato dalla parte
opposta rispetto a lui, intento a venerare con gli occhi Hermione, finalmente libero
di non doversi nascondere.
Harry
si voltò di scatto: "Ehm… sì?"
"Mi
rincresce distoglierti da qualcosa di tanto interessante e coinvolgente, ma
potresti dirmiquale
ingrediente manca, alla nostra pozione, per ottenere la consistenza
giusta?"
Harry
sbatté le ciglia, per tornare alla realtà: "Argh… Forse del miele…?",
rispose di getto, senza pensare, visto che era l'unica cosa che gli veniva in
mente guardando Hermione.
Piton
strinse le labbra e dilatò le narici come un toro infuriato: "Miele?? Hai
forse detto m-i-e-l-e ? Ti sembra che IO abbia MAI
USATO DEL MIELE, nelle mie pozioni?!"
"Ahh…
in effetti, no, professore… Ma forse dovrebbe prov…"
Hermione
non riuscì a trattenere una risatina.
"Potter!
Hai deciso di fare lo spiritoso, stamattina?!Dieci punti in meno per te!"
Harry
era talmente raggiante che non gli importava niente di Piton, della sua pozione,
del suo rimprovero, delle sue punizioni…Guardava Hermione ed era felice.
Guardava il suo amore… e questo gli bastava.
Al
suono della campana che decretava la fine dell'ultima lezione, incurante di tutto
e tutti, la prese per mano e, quasi correndo e con un
sorriso felice, la portò fuori, vicino al lago.
Il
cielo era limpido e il sole alto e caldo: l'estate era ormai alle porte ed Harry non si era mai sentito così appagato in vita sua.
Hermione
sorrise, contagiata dal suo entusiasmo e dalla sua energia: "Che
c'è…?", gli chiese curiosa.
"Dobbiamo
festeggiare!"
"…
Festeggiare… e che cosa?"
"Tutto! Ogni secondo che passo con te…Il fatto che sei
così incredibilmente bella! E che profumi di buono!" disse
prendendole la mano e baciandogliela con dolcezza.
Hermione
sentì uno sfarfallio allo stomaco e provòl'incontrollabile desiderio di
passargli le braccia attorno al collo, stringendosi a lui: "Anche tu sai
di buono…molto più di me!"
Harry
se la strinse addosso, aspirando la sua fragranza talcata e le sussurrò
all'orecchio: "Ti confesso che certe volte era
una vera e propria tortura doverti stare vicino e non poterti toccare e respirare, come sto facendo ora…Per questo dobbiamo festeggiare! Per la
libertà e la gioia che provo…E dobbiamo recuperare tutto il tempo perso a causa della mia stupidità!"
Allontanò
leggermente il viso per poterla guardare negli occhi, quegli occhi
color miele e tanto dolci che lo ipnotizzavano: "Posso… baciarti?" le
chiese.
Il
cuore di Hermione non si sarebbe mai abituato a quelle emozioni così intense e
forti!
E
il fatto che tutta quella dolcezza fosse riservata proprio a lei… e solo a lei,
la faceva volare dalla gioia.
"Certo
che puoi… non devi chiedere il permesso…" rispose con un sorriso, stupita
da quella domanda.
"E'
che non voglio sembrarti troppo… impaziente, o bramoso… Anche se ammetto di
esserlo!"
"Devi
fare quello che senti…" rispose lei con occhi dolci e caldi.
"Oh,
Dio!" gemette, "Ti mangerei, da quanto ti desidero…." disse con
la voce improvvisamente roca.
Hermionearrossì suo malgrado
e si ritrovò ad abbassare gli occhi. Non conosceva quel lato di Harry, così
passionale e ardente.
Harry
le prese il viso tra le mani con una gentilezza che la stupì, e con una carezza
leggera l'attirò un po' di più a sé, finché le loro
bocche si incontrarono.
Hermione
sentì le sue labbra calde e morbide mandarle una scossa di piacere, che aumentò
ancor di più quando queste si dischiusero e le loro lingue si
incontrarono. Le mani di Harry affondarono nei suoi capelli, e il suo
respiro si fece più veloce.
Rimasero
incollati per un lungo minuto, con i corpi stretti l'uno all'altra, finché
qualcuno, nel passare loro accanto, emise un fischio di compiacimento.I due ragazzi si destarono da quel vortice di
sensazioni e cercarono di ricomporsi brevemente.
"Qui c'è troppa gente…. per i miei gusti!" disse Harry prendendola per mano e
tirandola dolcemente verso un punto del giardino più isolato e tranquillo.
Cercò il riparo di alcune siepi discrete e trovò un angolo soleggiato e che
allo stesso tempo li avrebbe protetti da occhi indiscreti.
La
invitò a sedersi sull'erba morbida e profumata, e le si mise
a fianco. Hermione gli sorrise felice, anche se ad un
certo punto si impensierì, battendosi una mano sulla fronte e perdendo il
buonumore.
"Oh,
no… mi stavo scordando che oggidevo assolutamente andare in
biblioteca almeno un'ora prima del solito per prendere il posto, visto che ci
sarà il pienone dopo il tema da trenta centimetri che ci ha assegnato Piton! In
più ho un mucchio di compiti da finire per prepararmi al compito
di trasfigurazione della McGranitt! Per non parlare di domani: mi aspetta una
lezione doppia di Rune Antiche, dal momento che abbiamo
saltato quella della settimana scorsa… Accidenti!Ah, già!!Dimenticavo che devo anche recuperare…"
Ma Harry le impedì di proseguire, chiudendole
la bocca con un bacio improvviso.
"L'unica
cosa che devi recuperare… sono questi…" le disse in un soffio, baciandola
nuovamente sulle labbra, mentre con una mano la spingeva dolcemente
all'indietro, finché lei non si ritrovò distesa sull'erba.
Harry
non osava fare ciò che desiderava realmente, e si limitò a sdraiarsi sopra di
lei solo con la parte alta del busto, appoggiandosi sui gomiti e continuando a
baciarla con ardore. Le accarezzò i capelli, con una tenerezza che la fece
sospirare, e con la lingua si divertì a giocare lentamente con la sua.
Hermione
dimenticò all'istante la biblioteca, il tema di Piton e il compito in classe di
trasfigurazione!Nulla al mondo poteva
essere più importante di quel momento, di quelle
sensazioni meravigliose, del sentire il cuore di Harry battere tanto forte da
sembrare che scandisse il suo nome.
Tum-Tum-Tum !
Herm…
Herm… Herm!
Quel
dolce battere era poesia per le sue orecchie. Ad ogni
singolo, ma prezioso colpo, credeva di ricevere e condividere una piccola parte
di lui.
Era questo che percepiva, mentre
sentiva le sue mani timide scivolarle addosso, forti ma delicate, mentre la sua
mente allontanava per la prima volta ogni più piccolo barlume di buonsenso.
Quel
prato verde e soffice era una culla perfetta per ciò che stava accadendo. Un fresco alito di vento muoveva con dolcezza i capelli di Harry,
tentando inutilmente di raffreddare quegli animi incendiati dalla passione
tanto a lungo celata.
Ma lui si era perso… Perso in quella
sensazione di calore intenso, perso nel dolce miele dei suoi occhi nocciola,
così incredibili ed intensi che sembrano essere stati
dipinti dal migliore artista per ultimare un volto perfetto. Con un dito ne
seguì il contorno, accarezzandola dolcemente, fino a scendere con una lentezza
esasperante lungo il collo… poi sempre più giù, fino a raggiungere il terzo
bottone della camicettae causandole un brivido di piacere.
Hermione aveva il fiato corto, e
questo causò in Harry maggiore eccitazione, rischiando di fargli scoppiare il
cuore nel petto. Sentiva il proprio organo vitale pompare al massimo, facendo
fluire il sangue nelle vene in modo irregolare!Dio, quanto la voleva!
Ansimando
e tremando dal desiderio, fece scivolare la sua mano lungo il fianco di
Hermione, fino a stringerle la vita sottile. Poi, iniziò ad accarezzarla in
modo languido e sensuale, spostando la mano un po' più
in basso, fino a sfiorarle i glutei.
O-h-m-m-i-o-D-D-i-o!!
A
quel contatto, la testa di Harry prese a girare e la sua fervida immaginazione
galoppò scatenata. Sentì un caldo inatteso partirgli dall'inguine e salirgli
fino al viso.
Hermione,
non da meno, andando contro tutte le sue ferree regole, silasciò scappare un sospiro deliziato.
Harry
risalì lentamente con la mano, accarezzandole la schiena, mentre con la bocca
passava ad esplorare il suo collo profumato, che lo
attirava incredibilmente. Le baciò con dolcezza quella pelle fresca e delicata,
assaporando il suo sapore mielato.
Hermione
si sentiva la testa annebbiata da quelle sensazioni nuove e piacevoli, capaci
di farle dimenticare tutto il resto, soprattutto che fossero in un luogo
(seppur riparato) pubblico.
Quando
Harry, completamente in balia dell'eccitazione, le appoggiò una mano sul seno pieno
e sentì i suoi capezzoli duri reagire all'istante, gemette di un doloroso
piacere.
La
accarezzò piano, timoroso di sembrarle troppo audace, ma…
Dio! Avrebbe voluto stringere con più passione quel seno meraviglioso, sodo ed invitante.
Dovette
compiere uno sforzo enorme per non lasciarsi andare, ed esercitare una notevole
pressione sulla propria…volontà, per non impazzire! Ma sentiva di essere quasi arrivato al limite.
Anche
Hermione voleva sentire maggiormente il suo fisico muscoloso, e con delicatezza
lo invitò a stendersi del tutto su di lei. Harry la guardò negli occhi, con un
sorriso compiaciuto nel riconoscere una scintilla maliziosa in quegli occhi
ambrati e intensi. Si impossessò ancora delle sue
labbra carnose, leccandogliele in modo provocante, per stuzzicarla e farla
accendere ancora di più. Lei, istintivamente, sollevò il bacino in cerca di un
contatto ancora più intimo e una scossa di piacere li invase.
Poteva
sentire il fiato di Harry spezzato, come se riuscisse a malapena a respirare,
mentre le passava delicatamente la lingua vicino all'orecchio. Era eccitato e
Hermione spalancò gli occhi, riconoscendo il suo sesso che premeva forte su di
lei.
Non
sapeva bene cosa fare…o come ci si dovesse comportare in quelle situazioni… ma l'unica
certezza che aveva, era di essere attirata in modo sconvolgente verso il corpo
di Harry. Il fatto che lui la desiderasse in modo così… tangibile, la riempiva
di uno strano orgoglio femminile. E poi… quella virilità così evidente la
attirava troppo… la voleva toccare!
Morendo
di paura, ma spinta da una curiosità fino a quel
momento a lei sconosciuta, timidamente, allungò una mano verso il suo bacino.
Harry
era troppo impegnato a baciarla per accorgersi che lei aveva smesso di
passargli le mani tra i capelli…Finché poi non sentì quella stessa
mano accarezzargli istintivamente i fianchi… e scivolare piano tra i loro due
corpi caldi, finché non trovò quello che cercava, esercitando una lieve
pressione in un timida carezza...
Harry
si lasciò sfuggire un gemito sorpreso, ma la
sensazione della mano di Hermione che lo toccava, lo mandò in estasi. Premette
dolcemente col bacino sulla sua mano, gustando quella sensazione di piacere,
così intima e intensa.
Smise
di baciarla, ma le posò le labbra vicino all'orecchio, sussurrando col fiato
corto: "Ti amo… ti amo, Hermione…"
Lei
sorrise imbarazzata: sapeva diessere un disastro totale in fatto di
seduzione e di arti amatorie! Non aveva mai fatto… nulla di simile, e mai si
era spinta fino a quel punto. Le sole cose che la guidavano, erano l'istinto,
l'amore… e il desiderio per lui.
Si
sentiva ardere da una tale passione da spingerla ad accarezzarlo ancora sul
rigonfiamento dei pantaloni, ma questa volta con una pressione leggermente più
forte.
Harry
ansimò di piacere: "Ohh, Hermione…" Con la mano che gli tremava, le toccò
nuovamente il seno, desiderando di poter andare ben oltre.
Hermione
provò un nuovo brivido d'eccitazione a quel contatto…
Ma….
Santo cielo! Non potevano spingersi fino a quel punto!
"Ha-rry…"
"Ohh…
mmhm… s-sì…?"
"Io…
io credo che… forse è me-meglio se…"
Harry
spinse leggermente su di lei, facendola sognare: "Oohh...Harry!"
Il
ragazzo aprì gli occhi e si rese conto che era pericolosamente arrivato al limite.
O
si fermava in quel momento, o sarebbe stato drammaticamente troppo tardi.
Non
era quello né il posto, né il momento giusto…
E
anche se era durissima decidere di fermarsi, doveva farlo.
"Scusami! Scusa… hai ragione…."Le disse senza fiato, dovendosi fermare.
Hermione
si mosse appena sotto di lui e per Harry fu peggio di
una tortura. Strinse le labbra, cercando di pensare ad altro, anziché al suo
basso ventre. Attese qualche secondo e poi disse, con voce roca: "Aspetta
solo… un attimo…"
Lei
sentì il rossore salirle al viso. Dio! Ma come potevano
essersi spinti fin lì? Doveva essere completamente pazza! Sdraiata sull'erba,
con Harry sopra di lei… a pochi passi da C-H-I-U-N-Q-U-E!
"Scusami
Harry… Io non…"
Lui
sorrise della situazione, comicamente buffa! Erano lì a chiedersi scusa…. Ma di cosa? Di provare delle emozioni incredibili e
travolgenti? Di voler stare insieme? Di non desiderare altro che potersi
baciare, toccare… e scoprire?
"Non
ti devi scusare, Hermione, così come non lo devo fare io… Voglio dire, io ti… desidero! Ogni centimetro del mio corpo… non fa che
cercare disperatamente il corrispondente del tuo! E non mi vergogno di questo!"
La
guardò con una dolcezza che la disarmò e che fece crollare il suo irremovibile
autocontrollo.
"Io
ti amo, piccola streghetta… e non voglio altro che stare con te!"
Lei
si sciolse.
"Oh,
Harry! Anch'io lo… desidero…Ma siamo in una scuola!!"
"Uhm…
già! E il giardino è un posto decisamente troppo…
pubblico!"
Hermione
lo guardò seria e, dopo meno di un secondo, scoppiarono entrambi a ridere.
***
Ginny
aveva marcato stretta Hermione per tutto il giorno, sperando di riuscire a
trovarla un attimo da sola e poterle parlare con calma. L'aveva cercata con insistenza, ma Harry non l'aveva quasi mai lasciata sola, se
non a fine pomeriggio, quando si era dovuto separare da lei per gli allenamenti
di Quidditch.
Già…Harry!
Lo
sguardo della rossa, solitamente vispo ed allegro, si
fece leggermente accigliato e risentito.
La
sera prima la notizia l'aveva colta talmente di sorpresa che era rimasta
incredula a fissarli, senza riuscire a complimentarsi con loro. Ancora stentava
a crederci!
Harry
e Hermione… insieme!
Fece
una risata amara. Alla fine, il bel moro, era riuscito a superare le sue paure,
e si era dimostrato molto più audace di quanto avesse mai immaginato.
Ginny
cercò di allontanare la momentanea sensazione di risentimento che provava per i
suoi due amici, e cercò di non pensare al fatto che Harry, per lei, non aveva
mai osato muovere un solo passo.
Ma
doveva provare ad essere felice per loro, senza farsi sopraffare
dal quel fastidioso senso di gelosia che iniziava ad irritarla.
Era
stata innamorata di Harry per moltissimo tempo. Decisamente
troppo!
E
cosa ci aveva guadagnato? Assolutamente nulla! Nulla a parte una gran
sofferenza nel vedersi trattare sempre e
solo come la sorella del suo migliore amico!
E
poi… doveva essere onesta fino in fondo: quei due si inseguivano
senza nemmeno rendersene conto! Si amavano da molto tempo prima che suo
fratello Ron ci provasse con lei! Lo aveva capito già da molto tempo, forse
ancora prima che lo capissero loro stessi.
Ricordava
bene lo sguardo sofferente di Harry ogni volta che li vedeva insieme!
Passandosi
nervosamente una mano tra i capelli rosso fuoco, scosse le spalle in un gesto di
stizzita indifferenza. Ormai la cosa non la riguardava più!
Aveva
ben altri pensieri, per la testa…
Pensieri
molto più pericolosi ed assurdi!
Pensieri
che non le davano pace, che la turbavano, che la sconvolgevano…. E che
purtroppo avevano un nome ben preciso: Draco Malfoy!
Senza
rendersene conto, si mise a fissare con uno sguardo corrucciato ed ostile una vecchia armatura del corridoio che portava in
Sala Grande.
Probabilmente,
se in quel momento non ci fosse stato Malfoy ad
offuscarle la mente, la notizia di Harry e Hermione l'avrebbe fatta soffrire in
maniera ben più cocente!
Ma…Adesso c'era lui!
Draco… Draco… Draco!
Santo cielo! Che effetto catastrofico che
le faceva pronunciare il suo nome!
E
dire che il nome era la cosa che la sconvolgeva meno !
Lei
lo… lo trovava… assurdamente affascinante!
Per
non parlare della sua bellezza!
Dio!
Perché era così incredibilmente delizioso?!Una volta quell'aria boriosa ed arrogante le faceva saltare i nervi! I
suo modi prepotenti ed altezzosi lo avevano sempre reso odioso ai suoi
occhi!Ma
adesso… Ohh! Adesso le sembrava di morire ogni volta che si sentiva sfiorare
dal suo sguardo!
Eppure…
Maledizione!
Sapeva molto bene che la loro antipatia
era reciproca!
Si
detestavano!
Da
sempre!
Lei
lo… disprezzava! Anzi, peggio… lo odiava!
E
allora cosa accidenti era successo per ritrovarsi a sognarselo di notte?
Cosa poteva essere mai…
"Ehi, Weasley! Perché hai
quell'aria così seria e accigliata?" la interruppe dai suoi pensieri una
voce profonda e tagliente alle sue spalle.
Ginny
si voltò lentamente, sbattendo le ciglia almeno tre volte di fila, prima di
avere la forza di parlare: "Ma - Mal..foy…"
"Ah
ah ah!" rise in modo
seducente il biondino, scrutandola a fondo. "Sembri una a
cui hanno pestato i piedi…"
"I…
piedi…?" chiese Ginny, confusa.
"Forse
non te ne sei resa conto… ma stai fissando con odio
quell'armatura da più di cinque minuti! Ti ha forse fatto un
dispetto?" la canzonò con scherno.
Ginny
percepì il rossore salirle in volto in maniera incontrollata e, forse per la
prima volta in vita sua, si sentì in difficoltà nel trovare una risposta
adeguata.
Con noncuranza Draco fece un passo verso di lei,
aggiustandosi un ciuffo ribelle: "Non ti sei ancora ripresa dalla notizia,
eh? Dì
la verità…."
"Ehm…eh? Cos… Quale notizia…?" farfugliò, disturbata da quello sguardo
indagatore.
Lui con un altro passo le fu vicinissimo, e chinandosi
sul suo orecchio le parlò con un soffio leggero ma pungente: "Come 'quale notizia'…? Quella che è sulla bocca di tutti!"
Ginny
si ritrasse istintivamente all'indietro: "Non ho proprio idea di cosa tu
stia parlando…" mormorò perdendosi nel grigio argenteo dei suoi occhi.
Lui
sorrise divertito, consapevole dell'effetto T-I-L-T che faceva sulla rossa.
"Il tuo eroe… il bambino sopravvissuto… proprio
quello per cui hai iniziato a sbavare da quando avevi undici anni! Alla
fine ha scelto la tua migliore amica, e non te!"le disse con eccessiva crudeltà.
La
studiò con più attenzione, pronto a misurare la sua reazione. Voleva capire se era
ancora innamorata di Potter… o se finalmente se l'era tolto dalla testa!
Lei
si voltò di scatto, ritrovandosi pericolosamente vicina al suo viso… troppo vicina.
Ancora
una volta si sentì arrossire sotto quegli occhi cristallini, accesi da una
strana fiamma che non aveva mai notato. Il cuore prese a batterle impazzito, e
si stupì quando sentì le dita sottili del ragazzo sollevarle il mento per
poterla guardare meglio.
"Non
dirmi che sei ancora… invaghita dello sfregiato?!"
chiese con durezza, furioso per il sentimento di gelosia che iniziò a provare
senza volerlo.
Ginny,
incapace di sostenere quegli occhi ardenti, spostò lo sguardo sulle sue labbra
contratte.
La sua naturale predisposizione alla ribellione ebbe un
moto di fierezza e con un gesto di disprezzo si scostò da lui: "Levami le
mani di dosso, Malfoy! E poi si può sapere, a te, cosa interessa?!"
Il
ghigno di Draco diventò più amaro. Distolse lo sguardo sofferente
e stringendo i pugni mentì: "Ah! Proprio nulla, pezzente!"
Ginny
sentendo quell'odioso nomignolo, andò su tutte le furie. Si morse un labbro,
dandosi della stupida: chissà perché nella sua mente, ma soprattutto nel suo
cuore, aveva sperato in un'altra… assolutamente impossibile… risposta.
"Allora
gira al largo da me e piantala di darmi il tormento!"
gli gridò con rabbia.
"Darti
il tormento… io?"
Ginny
strinse le labbra, provando una svariata gamma di sentimenti, tutti insieme.
"Sì,
tu! Si può sapere che accidenti vuoi, da me?! Ultimamente
non fai che… guardarmi!E la cosa mi irrita…mirende nervosa!"
Draco
la studiò perplesso. Si era augurato di farle ben altro effetto…
Ma
poi raddrizzò le spalle e l'orgoglio Malfoy si fece sentire: "Weasley,
cerca di non provocarmi sul serio…Fino a prova contraria sei tu, quella
che non mi leva gli occhi di dosso!"
"C-H-EC-O-S-A ? iiio?!"Si mise le mani sui fianchi, ribollendo di rabbia e sentendosi in
difficoltà. "Malfoy, negli ultimi tempi devi
esserti dato alle droghe pesanti!"
'Già…una droga di nome Ginny Weasley!' si ritrovò
a pensare il biondo.
"Senti,
piattola… Tu non hai nemmeno l'idea di cosa significhi veramente ricevere le
mie 'attenzioni'…" sogghignò compiaciuto.
"Beh,
se è per questo, non ci tengo proprio!", rispose offesa, guardandolo con
risentimento.
"Ah!
Non sai cosa ti perdi…."
"Ecco,
hai detto bene! Non lo so… E non lo voglio sapere!!"
Furente,
decise di allontanarsi da quella persona che aveva la capacità di scombussolarla
oltre all'inverosimile.
Draco,
vedendola andare via per l'ennesima volta, senza riuscire nel suo intento di 'fare
conoscenza' come si era prefisso, si sentì offeso! La inseguì, afferrandola per
un braccio e obbligandola a voltarsi.
"Eh
no, Weasley! Non ci si comporta così… Non con me!"
"Sentiamo!
E tu cosa avresti, di così speciale?"
Quelle
parole ferirono duramente il suo orgoglio. Senza pensarci troppo, e senza
troppa dolcezza, l'afferrò per le spalle e si chinò su
di lei: "Questo!" disse con rabbia.
Avvenne
molto in fretta, quasi per ripicca. Draco
le stampò un bacio sulle labbra con goffaggine e con la consapevolezza di
tremare senza volerlo.
Era stato un contatto fulmineo, timoroso… insicuro…
Ma il cuore di entrambi era schizzato alle
stelle e, dopo quella breve unione, si erano separati guardandosi a vicenda con
occhi sbarrati.
Draco
fece un passo indietro.
Accidenti!Non doveva farlo!Come gli era saltato in mente di baciare la
Weasley?!Come
si era ridotto?!
Eppure
una forza più grande di lui, un desiderio soffocato ed
inespresso, questa volta aveva avuto la meglio…aveva avuto il sopravvento!
Ginny
aveva provato una scossa di adrenalina pura, un tremito di piacere misto a
rabbia, di attrazione insieme a fastidio. Aveva avuto l'impressione che il
tempo, per un breve attimo, si fosse fermato.
Poi
reagì, nell'unico modo che conosceva.
Aprì
la mano e scaricò uno schiaffo rumoroso sulla guancia del giovane mago, che ne
rimase interdetto.
"Sei solo uno
stupido ragazzino arrogante e viziato!
Ecco quello che sei, Malfoy!"gli gridò offesa.
Poi,
tremando e senza dargli il tempo di ribattere, si allontanò da lui…
Lo
vide massaggiarsi la guancia e bofonchiare qualcosa tra i denti, ma era troppo
sconvolta da ciò che era appena successo per fermarsi a riflettere. Anche perché
(seppur a malincuore) sapeva perfettamente che quella reazione era stata
dettata unicamente dalla paura di cedere al suo fascino.
Il
biondo rimase fermo a fissare la sua figura che se ne andava con passo deciso,
ma allo stesso tempo con una carica di sensualità da lasciarlo senza fiato. I
capelli rosso fuoco ondeggiavano sinuosi sulle sue
spalle, e i fianchisi muovevano in modo
così… provocante!
Di
colpo realizzò quello che la sua mente e la sua educazione
impartita per anni, cercavano di non fargli capire: la voleva. La desiderava… da
morire!E più lei si negava, più in lui
cresceva la smania di averla.
Si
massaggiò ancora la guancia dolorante ed una luce di
passione si accese nei suoi occhi.
'Oh… sì, cara Weasley… scappa, scappa! Ma tanto so già che presto non potrai più fare a
meno di me…'e
lasciandosi andare ad una risata compiaciuta, si diresse dalla parte opposta
alla sua.
Ginny,
non appena ebbe voltato l'angolo, si abbandonò con le spalle contro il muro
freddo.
Merlino!!Malfoy l'aveva
baciata!
Aveva
baciato lei! Una pezzente di nome Weasley!
Oh!
Com'era stato… bello! E terribile… E umiliante…E meraviglioso!
Si
passò timidamente la punta delle dita sulle labbra, che sentiva ancora bruciare…
Il cuore cessò di andare come un matto solo dopo parecchi minuti ed il rossore che sentiva scaldarle le guance passò solo
dopo che fu andata in bagno per rinfrescarsi il viso…
Non prima, però, di essersi umettata le labbra per
sentire un'ultima volta il suo sapore.
*
Harry
e Hermione entrarono mano nella mano nell'aula di
Difesa contro le Arti Oscure, senza accorgersi della professoressa Keen che li
fissava con una tale intensità da essere quasi palpabile.
Isabel
li seguì con lo sguardo, concentrata ed attenta, seria
ed impassibile.
Hermione,
con un ultimo sorriso a Harry, fece per sedersi al suo tavolo. Si lasciò andare
all'indietro, sicura, ma in un attimo esenza rendersene conto, si ritrovò con
le gambe per aria e con il fondo schiena fortemente dolorante.
"Aahh!!" si lamentò.
Cosa
accidenti era successo?!
Harry
fu subito da lei per soccorrerla, chinandosi a terra: "Hermione, come
stai?"
"Auch…
mi fa… male qui…" disse con voce sofferente, massaggiandosi il coccige.
"Nonso
come, ma sono finita… a terra!"
"Eppure
la tua sedia era…" Harry gettò un'occhiata alla seggiola, palesemente
lontana rispetto a quello che avrebbe dovuto essere. D'istinto si girò verso
Isabel: non poteva essere!
Strinse
gli occhi, riuscendo a penetrare nella sua testa.
'Tua amica deve stare un poco più
aténta….'Lesse
nella mente della ragazza.
Harry
preferì ignorare quella ironia ed aiutò Hermione ad
alzarsi: "Come va', Hermione? Hai bisogno di
qualcosa…?"
La riccia sorrise: "Oh, non preoccuparti! Non è
successo niente! Ero convinta che la sedia fosse proprio
dietro di me, ma evidentemente mi sbagliavo…"
Harry
allungò una mano, massaggiandola delicatamente nel punto che aveva battuto.
"Ohm…
molto bene!" disse svelta la Keen, interrompendo il loro parlare. "Io
penso che ora lezione può iniziare!".
Harry
tornò al suo posto, senza però smettere di guardare Hermione con occhi pieni di
dolcezza e con un sorriso carico di amore.
Isabel
gli si parò davanti, impedendogli di continuare a guardarla, e poi si mise a
passeggiare lentamente tra i banchi, tenendo in mano una serie di pergamene.
"Io avere corretto vostri compiti della settimana
scorsa… Voi tutti essere stati molto bravi. Avete capito qvuello che io avere spiegato."
Rivolse un sorriso compiaciuto agli studenti, mentre distribuiva
loro i temi.
Si fermò all'altezza di Paciock, che divideva il banco
con Hermione, e rivolse alla coppia uno sguardo leggermente accigliato:
"Tutti i compiti sono stati eseguiti bene. Tutti, tranne… uno."
La
classe rimase in attesa di sapere chi era il malcapitato.
Neville
si guardò la punta dei piedi. Purtroppo era un disastro, anche in quella
materia… ed era pronto a scommettere che l'unico ad aver sbagliato il compito, fosse
lui. Con fare sconsolato si alzò, pronto a sentire la nota dolente.
"Mi…
mi dispiace, professoressa…" farfugliò imbarazzato.
Lei
lo guardò con un sorriso dolcissimo: "Oh, Neville… non essere tuo, il
compito sbagliato…."
Gli
occhi di Neville si illuminarono: "Ah no? Davvero?!"
"Ohm… tu avere fatto alcuni errori, ma tua votazione
essere comunqvue sufficiente."
Paciock
gongolò, mentre la Keen gli allungava la pergamena con una 'A' scritta bella in grosso.
Poi
si rivolse ad Hermione, trattenendo a fatica uno
sguardo trionfante: "Hermione… Granger. Io essere davéro molto dispiaciuta…. Ma tuo compito è stato… pessimo!!"
Un
coro di 'Oohh!'stupiti si levò dalla classe, per poi
proseguire in un fitto borbottio.
Hermione,
con gli occhi sgranati e con la mano tremante, prese il foglio che la Keen le
porgeva con crudeltà.Scorse un'orribile
"D" di 'Desolante'...
e le sembrò di ricevere una pugnalata nel cuore.
Com'era
possibile?! Ricordava bene quel compito… e non era stato affatto difficile!
Senza
riuscire ad impedirlo, sentì un'orrenda sensazione di
rossore (dovuto per la prima volta in vita sua a vergogna pura) salirle in
viso.
Il
compito era pieno zeppo di correzioni e note al lato della pergamena, marcate
con un colore rosso fuoco, e che rendevano il compito una
macchia informe.
"Io
penso che tu ultimamente hai perso di vista le cose
importanti… non essere così?" le chiese con una voce eccessivamente dolce.
Hermione
sbatté le palpebre, frastornata, e rivolse uno sguardo fugace verso Harry, che
scosse lentamente la testa e le sorrise, cercando di tranquillizzarla.
Ma
lei era…incredula!
Per
la prima volta aveva ricevuto un giudizio insufficiente. Abbassò gli occhi,
mortificata e sentendo un nodo che le stringeva la gola.
"Ohm… io certa che tu essere ottima studentessa… e
questo essere solo piccolo incidente di percorso." Le
sorrise in modo accattivante. "Ma io voglio darti subito una possibilità
per recuperare qvuestobrutto voto… Su,
avanti… vieni alla cattedra…"
Hermione
scattò sull'attenti, pronta a dimostrare di conoscere perfettamente ogni
risposta.
Harry
strinse le mascelle:merda!
Il
suo istinto lo aveva messo in guardia già da prima.
Isabel
invitò Hermione a mettersi al centro, in modo che fosse ben visibile a tutti.
Poi, con molta lentezza, iniziò a camminarle intorno, con fare falsamente
tranquillo e che in realtà era piuttosto irritante.
"Allora…
Hermione Granger… direi che potremmo iniziare con…" si mise un dito sotto
il mento e guardò di sfuggita Harry, che per risposta strinse gli occhi"…. Ohmm… una domanda molto sàmplice: Quale
essere incantesimo di disarmo per ecélénsa?"
Hermione
sorrise e aprì la bocca per rispondere, pronta, sicura…
Ma inaspettatamente la sua mente si oscurò.
Come se all'improvviso le si fosse svuotata di tutto
ciò che sapeva. Sbatté le palpebre, stupita. Poi scosse la testa, come per fare
chiarezza.
Incantesimo di disarmo…Incantesimo di
disarmo…. Incantesimo di disarmo!
La so! La so benissimo! L'ho usato
centinaia di volte….
Strinse
gli occhi, concentrata, alla disperata ricerca della risposta.
Harry
la guardava attento, continuando a ripetersi nella mente la risposta.
Nel
mutismo generale, passò un interminabile minuto.
"Ohm…
Hermione… Hai capito la mia domanda?"chiese dolcemente Isabel.
"Sì! Sì, certo! Io… la so… ce l'ho… proprio sulla punta della lingua…"Iniziò a sudare freddo. Si stava agitando
per niente, dannazione! La risposta era talmente
banale, scontata! Ma passò ancora del tempo, e lei non
rispose.
Isabel
alzò un sopracciglio: "Ok, non preoccuparti… si chiama 'Expelliarmus'… Essere un incantesimo abbastanza
potente che serve per difendersi nei combattimenti: questo incantesimo disarma
i nemici facendo volare lontano la loro bacchetta…"disse con ovvietà.
Hermione
arrossì vistosamente ed abbassò gli occhi, in
difficoltà.
"Bene…
allora magari tu puoi dirmi quale essere controincantesimo per difendersi da un
attacco di media potenza…?"
Hermione
si umettò le labbra: Certo che glielo sapeva dire! Dischiuse la bocca… ma
esattamente come poco prima, tutto il suo sapere svanì nel nulla.
Sgranò
gli occhi, incredula davanti al fatto che le stesse succedendo un'altra volta!
"Ehm.. "
Harry
mormorò la risposta a fior di labbra, sperando che in qualche modo lei potesse
sentila:"Protego… PROTEGO!"
La
professoressa Keen attese, pazientemente…finché con un piccolo sospiro
pronunciò: "Protego…"
Hermione
abbassò le spalle, sconfortata, e i suoi compagni iniziarono a parlottare
meravigliati.
"Ohm,
vuoi forse provare la prossima volta?" le chiese con falsa cortesia
Isabel, sapendo perfettamente che l'orgoglio di Hermione non avrebbe mai
accettato quell'offerta.
"No!"
protestò infatti, "Ho solo avuto un attimo di esitazione…
ma quelle risposte le conosco! Le so tutte!" disse con
foga.
"Molto
bene. Allora saprai senz'altro dirmi a cosa serve uno schiantesimo, e come si invoca."
Hermione
strinse i pugni, in tensione.
"Si
chiama… si chiama… Oh…!" si passò una mano sulla
fronte, esasperata. " E serve per… per…"
La professoressa incrociò le braccia sul petto,
perdendo parte della sua dolcezza, e senza concederle altro tempo, sentenziò:
" Stupeficium! E serve a
far perdere i sensi alle persone!"
Si
mise a camminarle nuovamente intorno, con lentezza: "E che colore emette,
la bacchetta, quando si utilizza uno schiantesimo?"
"Il
colore…?"
"Sì,
il colore…"
"Ecco…"
ma Hermione non fu in grado di rispondere e sentì le lacrime pungerle gli
occhi.
Isabel
interruppe la sua camminata, e voltando con noncuranza la schiena a Hermione si
rivolse alla classe e disse: "…Rosso… naturalmente!"
Harry
cercò di intercettare gli occhi di Hermione, e quando riuscì a catturarla, la
supplicò di abbandonare quella stupida farsa. Ma lei
sembrava talmente turbata dalla situazione che quasi non lo vide.
"E
la controfattura, efficace per destare chi ha subito uno schiantesimo, come si
chiama?"continuò
imperterrita la Keen.
Silenzio.
"Innerva!"
Hermione
era sempre più sconvolta dal suo stesso silenzio, da quella nebbia che le
offuscava la mente e che le paralizzava la lingua.
Isabel,
a quel punto, alzò il tono della voce, sempre più incalzante, e prese a
camminare più velocemente intorno a lei, quasi fosse
stata uno squalo feroce ed affamato.
"Quali
essere le tre maledizioni senza perdono?!"
Silenzio.
"Cosa essere un Rettilofono?"
Silenzio.
"Quali
essere le caratteristiche dei Folletti della Cornovaglia?"
Silenzio.
"Cosa sono i Doxies?"
Niente.
"Dove
si insidiano i Mollicci?! E con quale incantesimo si
fanno sparire?"
Hermione
ormai aveva le lacrime agli occhi…
"Cos'è
un Dissennatore, Hermione Granger? In che modo si può sconfiggere?"
"Quali sono le creature alate con la
testa di drago e il corpo scheletrico e nero di un cavallo?"Isabel continuava ad
infierire con domande a raffica, senza pietà.
"Quale
incantesimo si usa per…"
Harry
non ci vide più!Si alzò in piedi e gridò:
"Adesso basta!"
Isabel
si interruppe, voltandosi con dolcezza verso il
ragazzo.
"Hermione
conosce perfettamente tutte queste risposte!"
"Ohm…io molto dispiaciuta
di doverti contraddire, Harry…Ma a me
non sembra proprio che sia così…Hermione avere fatto male suo compito, e io avere dato lei possibilità
di rimediare…con domande talmente
banali, che essere alla base di formazione per qualsiasi mago. Domande che
anche bambino di primo anno, sa. Purtroppo, io devo considerare qvuesta interògazione disastrosa… e devo
dare il voto che si merita!"
Harry
la guardò con occhi supplichevoli: "No… per favore… la prego!"
Ma Isabel, impietosa e severa, si rivolse ala ragazza: "Hermione,
è… inaudito che tu non sappia queste cose basilari! Tuo voto
essere una 'T '
!"
Con
la grazia di una principessa, ma con lo sguardo cinico che tanto stonava su di
lei, si sedette alla scrivania, annotando il voto su un registro. Poi sollevò la testa e, vedendo Hermione ancora in piedi, le disse
con freddezza: "Su, cosa fai ancora lì? Vatti a sedere!"
Hermione,
con le gambe malferme e gli occhi lucidi, tornò lentamente al suo posto. Ma rimase seduta per pochi secondi e poi, tremando, si alzò
e chiese di poter uscire dall'aula.
Harry
era furibondo! Seguì con gli occhi Hermione mentre usciva, e sentendo il bisogno
di raggiungere all'istante la sua ragazza, alzò diligentemente la mano.
"…
per questo motivo, quando voi trovarvi in situazione simile a quella che ho
spiegato…Ohm,
sì, Harry?" chiese la professoressa
rivolgendo un sorriso al ragazzo che richiamava la sua attenzione.
"Posso uscire un attimo, per favore?" chiese
educatamente.
Isabel
si accigliò. "E per quale motivo?"
Harry
sapeva bene che era del tutto inutile tentare di mentire. "Voglio vedere
come sta Hermione!" rispose con aria di sfida.
"Ohm…purtroppo tua amica,
ormai, essere già troppo lontana. E poi non essere compito tuo, vedere come
sta." Disse con sufficienza.
"Ma profes…"
"Ho
detto di NO!" lo interruppe con rabbia, chiudendo definitivamente il
discorso.
Harry
strinse i pugni e detestandola con tutto se stesso, contò i minuti che lo
separavano dal termine della lezione.
Quando
l'ora finì, Harry scattò in piedi e fu il primo a dirigersi verso la porta.
Passando accanto ad Isabel, non riuscì a trattenersi dal dirle: "Era
proprio necessario farle questo?"
"A
cosa ti riferisci, Harry?"
Lui
strinse le labbra e calpestando il proprio orgoglio, conciliante, si chinò su
di lei e sussurrò: "La prego… Hermione non merita quel brutto voto!"
Lei lo guardò con occhi pieni d'amore: "Oh… Harry! Basterebbe così poco… Vieni da me, più tardi…" lo invitò in
modo dolce e sensualissimo.
Lui
ebbe un capogiro e si tirò in dietro. "Come non detto!
Arrivederci, professoressa!" disse con distacco, uscendo
dall'aula.
Isabel
sentì scagliarsi addosso tutta la forza di quel rifiuto, e tutta la potenza
dell'amore che Harry provava per Hermione, anziché per lei…
E
il suo odio, se possibile, crebbe ancora di più.
Va beh, Morgana… ma tu
mi vuoi proprio far commuovere fino alle lacrime, allora!!
No… dimmelo!!?
Le tue parole sono… Poesia!
E la recensione che mi hai lasciato è semplicemente stupenda! Oh! Grazie,
stellina mia bellissima! Mi spiace tanto averti fatto aspettare tutto questo
tempo… sia per lo scorso capitolo che per quest'ultimo…. Scusa scusascusa!! Ormai dico sempre le stesse
cose…me ne
rendo conto… sigh! Ma ho 23.418 cose da fare ogni
giorno, e anche scrivere ed aggiornare diventa spesso
difficile. Ti confesso che ho tanta paura che i miei amati lettori si stiano
stancando di questa storia… e dei miei tempi così lunghi!
AAAHHH !!Morirei di
crepacuore, se qualcuno mi abbandonasse!Spero con tutto il cuore che non accadrà! A te, dedico un bacio speciale
di ringraziamento per tutta la tua dolcezza… Grazie, davvero! A prestoJ
Lights
Adorata Lights, ciao!!!E' sempre un piacere trovarti nelle
recensioni! Anzi, oserei dire un ONORE, visto la tua bravura nello scrivere ff, soprattutto quella che ultimamente mi fa battere il
cuore: H2…STUPENDA!!
Quindi, ricevere i tuoi
complimenti mi fa gonfiare come un galletto!! LOL
Grazie, davvero… J
Sono felicissima che la
dichiarazione di Harry ti sia piaciuta… e che l'atmosfera che si è creata ti
abbia fatto emozionare! Bene, bene! Ehhh… la bella
biondina che viene dal nord… in effettiinquieta persino me… e ancora non ho idea di
cosa combinerà! Ci sentiamo al più presto… con i tuoi fantastici segnali di
fumo, ok?
Ohilà!!
Ciao dolcezza! Jma quanti complimenti!! Beh, ovviamente non posso che esserne onorata,
prostrarmi ai tuoi piedi e gridarti un GRAZIEenorme! Spero tantissimo che anche
questo cap ti sia piaciuto, anche se è un po'
transitorio… ma non ti anticipo nulla, nella speranza che tu continuerai a
seguirmi sempre! Baciiiiiiii!!
WOWWOWWOWWOW!!Grazie carissima Argentlam!
Sono felice che tutta l'intensità che ho sentito io nello scorso capitolo ti
sia riuscita ad arrivare!Aspetto con
ansia anche i tuoi aggiornamenti, mi raccomando!
Ancora grazie e…. Ci sentiamo presto, ok? ;-)baciotti!
Che dolce che sei, BellaWitch! Grazie… mi hai commosso con le tue parole, e mi
hai resa felice! Mille volte grazie per l'emozione che
hai regalato tu a me, leggendo la recensione… J Sei davvero un tesoro!!
In realtà questo
capitolo, è un po' di assestamento… e mi rincresce averti fatto aspettare
tanto…Ma spero
tanto che ti sia ugualmente piaciuto! :-DTi aspetto fiduciosa… e ti abbraccio
fortissimo! A presto e ancora grazie della tua presenza sempre costante ed importantissima! Ciao!! ^__^
Ecco il mio dolcissimo
terremoto di nome Sallulla!!
LOLciao a te,
cara! Non preoccuparti per la recensione dello scorso capitolo…Mi hai solo spezzato
il cuore, ma non fa nulla……………………………………………………………….. !!
:-D
Va' che scherzo,
eh?!?Non preoccuparti, sul serio!Come dicevo ad inizio
capitolo, purtroppo anch'io ci sto mettendo un'infinità di tempo ad
aggiornare…e spero con tutto il cuore
che questo non sia motivo di abbandono da parte vostra… Sigh,
ne morirei!
Ma venendo alla storia…
Me felice! Sono contentissima che i capitoli ti siano
piaciuti fino a questo punto!
Ho gongolato per
mezz'ora, quando ho letto la tua recensione…. :-DGrazie, davvero! Il tuo parere è sempre molto
prezioso, per me! Soprattutto con la valanga di complimenti che mi fai…mi sei d'aiuto e di
stimolo per cercare di fare sempre meglio! Grazie… grazie! Non finirò mai di
dirtelo abbastanza! Un bacio grandissimo, a presto!P.s.Ti adoro anch'io!
Sabri, Sabri,Sabri……il mio povero cuoricino è debole, non lo
sapevi? Ehm… ricevere tutti i tuoi complimenti, le tue parole
meravigliose… essere ricoperta dall'immensità del tuo affetto e dai tuoi
sentimenti così buoni…. tutto in un colpo solo… WOW non è mica da tutti
riuscire a reggere tante e tali emozioni! LOLGRAAAAZIE!!!!!!!!!Hai la capacità di farmi commuovere ed
emozionare, ogni volta! Grazie, dal più profondo del cuore!
Ripeto, se continuo a scrivere (anche con queste pause lunghe ed imperdonabili….) è solo grazie a persone come te, che mi
aiutano ad andare avanti… in molte cose. Non solo nel mondo
della fantasia, ma anche e soprattutto nella mia vita reale… così difficile
ultimamente…
Ma non voglio
distogliere l'attenzione dalla cosa più importante: TU!!Vorrei poterti ricoprire di baci per
ringraziarti, e 'virtualmente parlando', immagina che ti abbia offerto una mega coppa di gelato al cioccolato, ricoperto di panna
montata e granella di nocciole!!E'
abbastanza per dirti grazie?!?? LOLTi abbraccio, a presto!
Carissima Pandora… se
qui c’è qualcuno di fantastico…. Ebbene, quella sei tu! LOLMi hai s-t-r-a-r-i-c-o-p-e-r-t-o
di complimenti… *__* Argh! Spero di meritarli davvero! Ad ogni modo… sappi che
hai preso il mio cuore e lo hai gonfiato a mo’ di canotto!!J Hai presente i materassini al mare??
Ecco, mentre leggevo il tuo commento, il mio cuore pian piano aumentava di
volume!!Grazie, cara!Quel tuo ‘PERFETTO’
mi fa letteralmente gongolare!Che dire…
aspetto fiduciosa il tuo parere su questo ultimo
capitolo, ok?
ciaooooooo!!!!!!!! :-) L’unica
cosa che posso fare, è chiederti scusa per il ritardo dell’aggiornamento… sigh! Scuuusa! Spero mi
perdonerai…e
mi auguro che il capitolo sia di tuo gradimento! J Un bacione alla
prossima!
Mio adoratissimo
Marco…Jgrazie per la tua
importantissima recensione! Come sempre, sei il mio ‘faro illuminante’, e sei
preziosocome l’aria, per me!! LOL!Mi hai fatto
morire con quel“Nuova
versione dei PROMESSI SPOSI” … °___°Non
so se prenderlo come un complimento oppureno…:-D Mi sento comunque onorata
(ma spero vivamente che la mia storia non annoi….)Ad ogni modo, prometto che non la tirerò
ancora molto per le lunghe!Aspetto di
essere ‘massacrata’ al prossimo capitolo!!:-D Scherzo, ovviamente!
Io e
te…
tanto ci sentiamo prima che tu riesca a dire ‘magia’ !!Bacio… super!
Ciao ciccina mia dolcissima!!Grazie, grazie! Sei sempre un tesoro e non ho parole per ringraziarti!
Come sempre, ci tengo moltissimo al tuo parere, visto che
sei in assoluto la mia numero uno! J E tu, con le tue ff? guarda che non mi sono
dimenticata… e aspetto sempre con ansia i tuoi aggiornamenti!Ci sentiamo presto,
un abbraccio grandissimo!!
Carissimo Dal, a te va
un ringraziamento speciale!Come ti ho
già detto, sono onorata di trovare una tua recensione, anche perché è tra le
più belle che io abbia mai ricevuto… Grazie di cuore!Sei uno scrittore che stimo profondamente, e
ti auguro di realizzare presto ogni tuo sogno!Un bacio a presto
Giorgiaaaaaaaaa!!!!!!!!!!Ah, carissima!! Che
ridere che mi hai fatto!!Cos’è che avrebbe Isabel con Voldemort?????Un… ‘MASTRUZZO STRANO’ ?!??!?!troppo bello questo
termine!! Giuro che d’ora in poi lo adotterò! LOL JAd ogni modo… temo proprio che tu abbia
ragione… per il momento non riusciamo a ‘levarcela’ di torno…Ma abbi fede!Ciao tesoro!!!
Oooohhh….CiaoTopgun! Me emozionata!!!*__*Grazie! Sono troppo contenta di ricevere una tua recensione! Tra le
altre cose è molto bella e divertente, e ti ringrazio di cuore! Mi hai fatto
dei complimenti stupendi, e spero di meritarli davvero… JMa almeno ho camminato a 3 centimetri
da terra per tutto il giorno!!Che dire…
mi auguro di trovarti ancora e di continuare a sperare che la mia storia ti
piaccia! Mille volte grazie ed un bacione!
Ciao!!JMa
che fantastica recensione! Grazie infinite! Sono felicissima di sapere che la
mia storia ti abbia ‘presa’ al punto da spararti tutti sti
capitoli in un colpo solo…. (POVERETTA TE!!!! LOL)
Soprattutto perché questa è una Harry/Herm, e quindi,
leggendo il tuo nome… deduco che il caro Harry viene decisamente dopo, rispetto
a Draco! Ma spero di essere riuscita a farti piacere anche il mio Draco, così
come lo immagino io…E
anche Voldemort è un personaggio assolutamente difficile (almeno per me…) da
gestire, quindi ho sempre paura di fare brutte figure! Ad ogni modo, sono
veramente contenta del tuo parere, e ti ringrazio mandandoti un bacione, con la
speranza di trovarti ancora! Ciao a presto!
Allora, la premessa è che vi devo
fare le mie scuse… profonde, sincere e SENZA FINE!!!
Mi dispiace, mi dispiace da morire
per questo ritardo, ma ahimè la vita è strana, meravigliosa e ancora una volta
mi ha assorbito in cose complicate, portandomi via un sacco di tempo, che ho
dovuto purtroppo sottrarre al mio piacere più grande, ovvero scrivere!
Insomma, tutto questo per dirvi che,
nonostante siano mesi che non aggiorno, lentamente ho concluso anche questo
capitolo… che spero vi piaccia!
AAARGHHH!!!!!!!!!!Sono letteralmente terrorizzata all’idea di
non trovare più nessun lettore….
Me tapina triste ed infelice!
Spero di cuore che non mi abbiate
abbandonato del tutto, e di ritrovarvi in tanti ed affettuosi come siete sempre
stati fino ad oggi.
Un abbraccio a tutti e i
ringraziamenti doverosi li troverete a fine capitolo!
Vi aspetto e dedico a tutti voi il
capitolo!
Baci Magia
- 22 -
"La
paura di Hermione"
Hermione
uscì dall'aula di Difesa Contro le Arti Oscure reggendosi a fatica sulle gambe
tremanti, finché, una volta fuori, iniziò a correre disperatamente.
Un
nodo amaro le stringeva la gola, impedendole di urlare come avrebbe voluto. Le
raffiche di domande della Keen continuavano a bersagliare la sua testa senza
tregua.
Scosse
il capo per allontanare quella voce melodiosa e crudele allo stesso tempo, e si
mise a correre più veloce.
Com'era
stato possibile? Perché non era riuscita ad aprire bocca, durante la lezione?
Inspiegabilmente,
notò che più si allontanava dalla classe di Difesa, più quel senso di
oppressione l'abbandonava.
Si
fermò solo quando raggiunse il punto più lontano del lago e finalmente poté
liberare quelle lacrime amare che le bruciavano gli occhi.
"Io
le sapevo, quelle risposte!" singhiozzò a voce alta, disperata.
Si
accovacciò a terra, raccogliendo le gambe al petto. Nascose il viso, coprendosi
la testa con le braccia, e lasciò scorrere le lacrime per un tempo infinito.
Appena
finita la lezione, Harry corse in Sala Comune. Si sentiva fremere come se
avesse avuto il fuoco sotto i piedi e mentre saliva le scale due gradini alla
volta, imprecava tra sé e sé, tentando di dar sfogo all'ira che provava.
Come
aveva potuto, Isabel, mortificare Hermione in quel modo?!Si sentiva ribollire di rabbia e d'impotenza,
e si diede per la millesima volta dell'idiota per aver commesso l'errore di oltrepassato
i confini con lei… facendo dimenticare ad entrambi i rispettivi ruoli.
Isabel
era gelosa!Follemente gelosa!
Gelosa
al punto d'andare contro i doveri di educatrice, ed usare il proprio potere per
vendicarsi e punire un'ignara Hermione.
Arrivò
nella Sala Comune col fiatone, sperando di trovare la sua ragazza lì, ma di lei
purtroppo non c'era traccia.Chiese in
giro se qualcuno l'avesse vista, ma Hermione si era allontanata quando le
lezioni erano ancora in corso, per cui nessuno seppe dargli indicazioni.
Stava
percorrendo per l'ennesima volta il corridoio dove si trovava l'Aula di Rune
Antiche, dove lei avrebbe dovuto iniziare la lezione successiva, quando si
sentì sfiorare un braccio.
Si
voltò, speranzoso di incontrare gli occhi nocciola della sua amata, ma rimase
completamente spiazzato quando incrociò, invece, gli occhi intensamente blu di
Isabel.
"Oh…!"gemette, deluso.
"Harry…"mormorò la ragazza con voce debole e con lo
sguardo disperato.
Harry
cercò di dominare la sua ira: "Mi scusi,
professoressa, ma vado di fretta!", soffiò con rabbia ed infastidito, muovendo
un passo.
"Ti
prego…ti scongiuro, Harry! Io deve parlare con te!" lo implorò,
trattenendolo per un braccio. Harry guardò la sua mano, candida ed affusolata,
e si sentì a disagio. Indietreggiò e, cercando di ignorarla, le voltò le
spalle. Si era allontanato di appena un metro, quando riconobbe il suono di un
singhiozzo. Si immobilizzò e, a malincuore, tornò a voltarsi.
Isabel
si era coperta il volto con entrambe le mani, e le sue spalle erano scosse dal
pianto. Due ragazzine del terzo anno li videro e sgranarono gli occhi di fronte
a quella scena: Harry Potter che stava facendo piangere la professoressa più
carina e dolce della scuola!!
Quando
passarono al loro fianco, Harry sentì distintamente il commento: "Potter è
veramente senza vergogna!Si è messo con
la Granger… e fa ancora lo stupido con la professoressa Keen! Roba da non
credere! Che screanzato, che faccia tosta!"
Lo
accusarono rivolgendogli uno sguardo severo e carico di rimprovero, scuotendo
la testa indignate.
Harry,
pieno d'imbarazzo, si avvicinò all'insegnante e le sussurrò tra i denti: "Per…favore! La smetta di dare spettacolo
e si calmi!"
Ma
lei, con le lacrime che le rigavano il viso, lo supplicò angosciata:
"Perché tu fare così! Io chiedere a te solo di parlare…!"
Un'altra
coppia di studenti li vide e rimasero perplessi di fronte a quella scena.
Harry, pur di togliersi da quella situazione, si decise ad assecondarla. Senza
traccia di gentilezza, la prese per un gomito e la condusse un po' più in
disparte: "E va bene!", cedette, teso, "Si può sapere cosa…vuole dirmi, professoressa?"
Nello
sguardo di Isabel per un attimo passò un lampo di collera. Poi parve imporsi
dell'autocontrollo e distese i suoi lineamenti in un sorriso. Si asciugò il
viso col dorso della mano, ricordandogli una bambina indifesa, e lo guardò con
occhi dolcissimi.
Harry
ne rimase leggermente turbato: si era scordato di quanto potesse essere bella!
"Io
non capire questo tuo atteggiamento, Harry. Perché ti comporti in qvuesto modo con me?" Allungò
nuovamente la sua mano, fino a sfiorarlo, e quel semplice contatto bruciò come
fuoco vivo sulla sua pelle.
"Non
mi comporto in nessun modo…" rispose con voce bassa, turbato da quella
mano che lo teneva stretto.
"Allora
tu non avrai problemi a parlare con me, no…?" sussurrò artigliandolo
ancora più forte.
*
Hermione
era ancora con le gambe raccolte al petto, quando l'immagine di Harry e della
professoressa Keenla colpì
inaspettatamente, come una scudisciata.
Spalancò
gli occhi, sorpresa e stupita. Cosa… che cos'era quella visione?
Forse
aveva pianto troppo, e ora i suoi occhi stanchi le stavano giocando un brutto scherzo?
Si portò le mani sulla faccia, sfregandosela leggermente. Ma nel momento esatto
in cui richiuse gli occhi, quell'immagine si fece ancora vivida nella sua
mente, come se stesse assistendo alla scena a pochi centimetri di distanza da
loro.
Harry e la Keen erano in un corridoio ed Hermione li vide camminare
piano, vicini, senza parlare. Proseguirono per un po', finchési ritrovarono di fronte alla porta della
stanza dell'insegnante. Isabel, facendo un sorriso malizioso, invitò Harry ad
entrare e lui, dopo un breve tentennamento, la seguì all'interno.
Hermione
riaprì gli occhi, disorientata. Cosa stava succedendo? Perché Harry era insieme
a lei? Perché era entrato nella
stanza della professoressa? Perché all'improvviso le era apparsa la loro
immagine?
Si
raddrizzò leggermente sull'erba, impaurita e disturbata da quella situazione. Sbatté
gli occhi un paio di volte e si passò una mano sulla fronte, cercando di
tornare in sé, ma la scena continuò.
Harry guardò la stanza familiare di Isabel e corrugò la fronte, confuso:
"Perché siamo qui...?"
"Ohm… non preoccuparti. Io avere fatto solo perché così noi essere
più a nostro agio."
"No, Isab… Professoressa! Non posso… e non voglio restare
qui!" disse stringendo i pugni.
Gli occhi della ragazza si fecero tristi: "Perché? Perché tu non
chiamare più me Isabel…?"
"Perché è sbagliato!"
"No che non lo è!Almeno…
prima non lo era…"
"Prof…"
"Non volere essere chiamata così da te!", urlò Isabel. "
Io non essere professoressa, per
te!"
Harry scosse la testa, stanco: "La prego.."
"No! Perché tu non capire…?" gli andò più vicino, con gli
occhi lucidi ed uno sguardo meravigliosamente dolce. Si portò le mani ai
capelli, che erano raccolti in una morbida acconciatura e, togliendo alcune
forcine, li liberò sciogliendoli e facendoli ricadere lungo la schiena.
Era…
bellissima! Questo non si poteva negare. La carica di sensualità che
l'insegnante trasmetteva era qualcosa di unico, ed era praticamente impossibile
resisterle.
E
Harry… Harry sembrava non riuscire a toglierle gli occhi di dosso.
Hermione, nella sua 'visione ad occhi aperti', la vide arrossire sotto
lo sguardo del suo ragazzo, che poco dopo le chiese: "Cosa voleva dirmi?
Perché mi ha portato qui?"
"Io non risponderò, se tu non chiamare me Isabel!"
Lui sembrò lottare con se stesso per un po', finché, abbassando le
spalle, cedette alla sua richiesta: "E va bene… Cosa volevi dirmi, Isabel…?"
Hermione
sentì una stilettata al cuore.
Lei sorrise, dolcissima… stupenda. E, cogliendolo di sorpresa, s'inginocchiò
ai suoi piedi. Harry la guardò sbalordito: "C-cosa… fai?"
Isabel gli abbracciò le gambe, appoggiandovi il viso, stringendolo con
passione e tremando di sofferenza.
"Harry, io chiedo scusa se ho fatto qvualcosa che avere offeso te… Mi dispiace!"
Il
mago era visibilmente in difficoltà ed Hermione sentì il proprio stomaco
rivoltarsi come un calzino.
"Io chiedere scusa! Ma ti prego… non farmi questo! Tu non evitare
me così! Io…ti amo! Ti amo con tutta me
stessa! Farei qualsiasi cosa, per te…" lo strinse ancora più forte.
Harry era a disagio, confuso e turbato da quel comportamento, come se
provasse pena per lei. Si chinò, afferrandola per le spalle, e l'aiutò ad
alzarsi: "Isabel, per favore! Non fare così… Questo non ci aiuta!"
Senza fatica la tirò su, ritrovandosela addosso.
"Harry, dimmi…? Qvualsiasi
cosa tu volere, io te la posso dare! Io essere disperata, senza di te! Mi
manchi… Io avere bisogno, di te! Ti prego… ti scongiuro!!" gli accarezzò
dolcemente il viso, e la fermezza di Harry sembrò vacillare leggermente.
Era semplicemente meravigliosa…Il suo sguardo lo stava ipnotizzando.
Hermione
si sollevò faticosamente da terra, con le gambe tremanti ed una mano stretta al
petto, come se all'improvviso sentisse un dolore insopportabile!
Perché
Harry si comportava con tutta quella confidenza con la professoressa? Che cosa
significavano quelle parole?!Aveva
sentito bene?Aveva parlato diAmore….?!Aveva detto che lui le…mancava?!
E da quando erano entrati in gioco
i… sentimenti?
No!
Non poteva essere!
Doveva
esserci un errore!
Ma
allora perché Harry non usciva immediatamente
da quella stanza? Si muoveva con troppa familiarità, lì dentro!
Come
poteva permetterle di… parlargli in quel modo, di toccarlo, in quel modo?
Perché
non l'allontanava?Perché non se ne
andava da quel posto?
Perché
non le gridava che era stata perfida e senza cuore con lei?
Perché
Harry non la difendeva?
La mano di Isabel scivolò dalla sua guancia al collo, e dal collo alle
spalle, e poi la carezza si fece esigente quando gli toccò il torace.
Hermione
poteva sentire il respiro di Harry farsi più veloce.
Chiuse
gli occhi, tappandosi le orecchie.
Mio Dio!La ama… la ama?!
La voce di Isabel, calda e suadente, era dolce ed ipnotica come il canto
di una sirena: "Harry… io sapere quello che tu provare per me. Non devi
più tentare di nasconderlo… è inutile. Così tu fare solo del male a te, a me….
E anche a tua amica…"
La ragazza fece scendere la mano verso il basso, rendendo la carezza una
dolce danza sul suo corpo, sulla schiena, sui reni, e poi più giù.
Hermione
notò un iniziale tentativo da parte di Harry di opporre resistenza, ma era
visibilmente in balia della sua forza seduttrice.
Isabel raccolse la sua mano e se la portò sul seno, gemendo di un
piacere finalmente liberato.
"Is-Isabel ! Cosa… stai facendo?! Isabel… ti prego! Lasc…" ma
a quel punto la morbida bocca della ragazza gli impedì di finire la frase.
Harry tentò ancora di ribellarsi, ma le labbra di Isabel, esperte e sensuali,
bloccarono ogni tentativo di resistenza, facendolo rinunciare
irrimediabilmente.
Hermione
sgranò gli occhi, incredula a ciò a cui stava assistendo, sconvolta e piena
d'angoscia.
"Harry…!!"
gemette disperata.
Ma lui, ignaro di quel tormento, iniziò a baciarla con un trasporto nuovo
e irrazionale e a muovere le mani sul suo corpo in languide carezze.
Ben presto si ritrovarono sul divano, Harry sdraiato sopra di lei, che
gemeva vittoriosa di quegli istanti rubati.
Un
nuovo senso di angoscia si impossessò del cuore di Hermione, schiacciandolo
crudelmente tra dita fredde e malvagie. Gemette, portandosi una mano sul petto.
Santo cielo! Harry era completamente in balia della professoressa Keen e
ricambiava i suoi baci, come se si fosse improvvisamente dimenticato di lei!
Oh mio Dio! Ma cosa sta succedendo?
E' un incubo!
Harry era incollato al corpo della sua insegnante, continuava a baciarla
con passione, e con una mano infilata sotto la gonna, le accarezzò una gamba.
"Harry…ti amo… ti
amo!" sussurrò Isabel con sentimento.
Harry, accaldato e col fiato corto, ansimò: "Lo so, Isabel… e per
quanto io tenti di nasconderlo a me stesso… anch'io ti amo!"
Hermione
sbarrò gli occhi, esterrefatta. Poi, portandosi una mano alla bocca, li
richiuse con forza, tentando inutilmente di sottrarsi a quella scena che la
stava facendo impazzire di dolore. Si ritrovava ad assistere impotente a quelle
immagini nitide, chiare… impossibili!Non poteva essere vero… non poteva essere Harry, quello!
Non
il suo Harry!
"Aahh!!"
gridò portandosi le mani alla testa, scuotendola forte ed alzandosi da terra.
*
In
quello stesso istante, nel corridoio trafficato dal via vai dei ragazzi che
andavano a lezione, Harry riuscì a sottrarsi con fatica da quegli artigli che
sembravano essere una morsa, e nel momento esatto in cui cessò il contatto, le
immagini che stavano distruggendo il cuore di Hermione, s'interruppero.
Quella
vicinanza non era durata che qualche secondo, ma Harry aveva potuto percepire
tutta la potenza della sua magia bruciargli la pelle in modo intenso e
violento.
"Cosa
sta facendo?!" ringhiò Harry a denti stretti, fiutando che c'era qualcosa
che non andava.
Il
suo sorriso in apparenza dolce, ma che in realtà celava un ghigno vittorioso,
si allargò in una smorfia di finta indifferenza: "Io…? Proprio
niente…"
"CHE
COSA HA FATTO?!" chiese Harry a voce più alta, incurante delle persone che
passavano lì vicino.
"Io…
non avere fatto nulla!"
"Perché
ho la sensazione che non sia affatto così, allora?"
"Io
non sapere cosa stai dicendo!"
Il
sangue di Harry ribolliva, come se lo stesse avvisando del pericolo, e dovette
compiere uno sforzo notevole per cercare di mantenere il controllo. "Ha
fatto del male a Hermione?", le chiese scandendo lentamente le parole.
La
ragazza strinse le labbra, rifiutandosi di parlare.
"Glielo
dico per l'ultima volta: deve lasciare in pace Hermione! Sono stato
chiaro!"
Isabel
cercò ditoccarlo ancora, guardarlo con
occhi addolorati e pietosi: "Harry… tu mi ami! Io lo so!" gemette
disperata.
"No,
dannazione! Non è così!!" rispose allontanandola da sé e facendola quasi
andare a sbattere contro una porta di legno. "Possibile che non capisca?
E'… sbagliato!" Strinse i pugni
ed imprecò a denti stretti. "Maledizione!! Sono mortificato per quello che
è successo all'inizio d'anno. Non volevo causarle dolore o illuderla in nessun
modo!Ma giuro su Dio che amo Hermione!
Lei è… L'UNICA! La sola che io abbia mai amato, e che amerò per sempre!"
Isabel,
affondò le unghie nel legno alle sue spalle, graffiandolo con apparente
facilità.
Poi
respirò per riprendere il controllo e si scostò una ciocca di capelli dal viso.
Lo
guardò con occhi pieni di passione e desiderio, tentando inutilmente disedurlo.
Harry scosse la testa, provando davvero pena
per lei.
'Non servirà a niente…'le disse col pensiero.
Lei
raddrizzò le spalle, assumendo un'espressione tutt'altro che amichevole.
"Le
chiedo solo di lasciare stare Hermione…"
"Io
non ho fatto niente!" sentenziò, accigliata. "E poi…. tua amicaessere solo una incapace, sciocca e debole!"
"Non
è certo umiliandola in classe che otterrà la sua rivincita! E non è così che
avrà il mio rispetto!"
"Io
non sapere di cosa tu parlare!" ripeté per l'ennesima volta Isabel
stringendo gli occhi.
"Sarà
meglio che sia davvero così! Se noto ancora qualcosa di strano intorno a lei,
le garantisco che poi dovrà fare i conti con me!"
Harry
si rese conto di stringere i pugni e, lanciandole un ultimo sguardo severo e preoccupato,
cercò di ricomporsi e si allontanò.
Iniziò
a correre non appena ebbe svoltato l'angolo, con un solo, unico pensiero fisso:
trovare Hermione!
Infischiandosene
della lezione di Erbologia, perlustrò senza risultato la Sala Comune,e a quel punto si decise a cercarla nel
giardino.
Fu
quasi per caso che la vide correre lungo il lago, con le mani sul viso. La
intercettò sbarrandole la strada e fermando la sua corsa: era spaventata e
tremante.
"Oh
Dio, Hermione! Finalmente!"
Lei
lo guardò con quei suoi occhioni grandi e sinceri, che si riempirono
immediatamente di panico e rancore.
"Amore…"
gemette nel vederla ridotta così.
Lei
corrugò la fronte e, presa dall'istinto battagliero che non l'abbandonava mai,
iniziò a bersagliarlo di pugni.
Harry
ne rimase stupito e cercò di afferrarle i polsi per fermarla: "Ahi !! Ma…
cosa… fai…?"
"Aahh…!NON MI TOCCARE!!"gridò lei colpendolo forte sul viso.
"Merd…
Hermione! Calmati!"
Ma
nonostante i suoi tentativi, Hermione riuscì a liberarsi e prese a correre a
testa bassa. Harry ci mise un attimo a raggiungerla e riuscì a bloccarla,
afferrandola per la vita.
"Aaahh!
Lasciami! Ti odio! Ma come… come hai potuto?!" singhiozzò.
"Hermione,
santo cielo, ma che ti prende?"
"Cosa
mi prende, eh?" gridò lei, offesa, cercando di colpirlo ancora.
"Hermione
ti prego, calmati!" gemette a fatica, schivando uno schiaffo.
"Calmarmi?
Dimmi dov'eri?! Eh…?"
Harry
sentì un brivido freddo percorrergli la schiena. Quella reazione di Hermione
non aveva senso.
"DIMMELO!!"
"Io
stavo… cercando te!"
"Ah
sì? Nella stanza della Keen?" urlò con le lacrime agli occhi.
Ma cosa diavolo stava dicendo?
"Hermione,
si può sapere di cosa stai parlando?"
"Sto
dicendo che sei un bugiardo ipocrita!"
"Perché
dici questo…?"
Poi
la paura si insinuò lentamente dentro di lui.Cosa aveva fatto Isabel a Hermione? Non lo sapeva, ma di una cosa era
certo: non era nulla di buono!
Isabel
era una donna ferita ed arrabbiata e lui, purtroppo, era facilmente ricattabile
per via della breve relazione che c'era stata tra loro.
Qualcosa,
forse il suo istinto, o forse i suo poteri resi ora più forti, lo misero in
guardia. Cercò di deglutire per prendere tempo.Eadesso… ?
Si
passò una mano tra i capelli.Era molto
semplice:Adesso era arrivato il momento
di dirle la verità.Hermione era la sua
ragazza… e non le avrebbe maipiù
nascosto nulla!
"Hermione,
adesso cerca di ascoltarmi, ti prego…"
"Io
non voglio ascoltarti!Non voglio che mi
tocchi! E non voglio più restare qui! Non dopo quello che ho visto!"
Ecco!
Lo sapeva…
"Cosa…
che cosa hai visto, esattamente?"
"NON
FARE FINTA DI NON SAPERLO!"Altro
schiaffo bruciante sul viso.
"Porc…
Ti vuoi calmare?! Hermione, dimmi cos'hai visto!"
"Oh…
e hai il coraggio di chiedermelo? Tu lo sai molto bene, non è vero?! Ma certo
che lo sai, dal momento che eri con…con… quella specie d'insegnante!!"
Improvvisamente
ad Harry fu subito tutto chiaro: Isabel, oltre a manipolare lasua testa, era riuscita a penetrare anche
quella di Hermione, facendole chissà quale tipo d'incantesimo.
Buttò
fuori l'aria, esasperato.
"Merda!Non sai cosa avrei dato per
risparmiartelo…"
Hermione
sgranò ancora di più gli occhi: "ALLORA E' VERO!!" gridò. "Tu…
tu l'hai baciata?! Le sei saltato addosso!! Dio! Non posso crederci!"
"Oh,
calmati, ti prego! Hermione io, non so… non so che cosahai visto! Ma ti assicuro che lei lo ha fatto apposta!"
Hermione
tremava come una foglia e scuoteva la testa, ferita ed incredula.
Harry
non resistette nel vederla così e la prese tra le braccia, stringendola forte
al petto e cullandola come fosse una bambina.
Lei
cercò di liberarsi dalla sua stretta, ma era impossibile sfuggire a quella
morsa e, iniziando a singhiozzare, si arrese a quel calore tanto confortevole.
"Ti
prego, Harry… dimmi che cosa sta succedendo…"
Harry
continuò ad accarezzarla con dolcezza, per calmarla, e lentamente la condusse
in un angolo tranquillo. La fece sedere a terra e le si inginocchiò di fronte,
prendendole il viso tra le mani.
"…Ti
devi fidare di me, adesso, ok?"
Hermione
chiuse gli occhi, facendo scivolare sulla guancia un'altra lacrima di dolore.
Harry
insistette, scuotendola con dolce fermezza e piantando gli occhi nei suoi:
"Hermione, sei TU quella che
amo! Non devi dimenticarlo mai, MAI! Non volevo darti anche questo dolore, ma è
giusto che tu sappia tutto…"
Hermione
si allarmò a quelle parole e lo guardò con occhi terrorizzati. Harry
l'accarezzò nel modo più dolce e rassicurante che conosceva, e decise di
mettersi a nudo, raccontandole tutto dal principio.
Trasse
un profondo respiro e le rivolse uno sguardo carico d'amore.
"E'…
complicato cercare di spiegare, ma
farò tutto il possibile per essere sincero con te." Prese un altro po' d'aria, sapendo che quello
che stava per dire l'avrebbe ferita, ma sapendo altrettanto bene che
nasconderle la verità non sarebbe servito a nulla. Anzi, cosa ancora peggiore,
Isabel avrebbe potuto approfittarne.
"La
scorsa estate, quando ho capito d'amarti, si può dire che il mio mondo ha
iniziato ad andare al contrario. Tutte quelle che erano le mie certezze, sono
sembrate crollarmi addosso all'improvviso: tu, che fino a poco prima, eri la
mia migliore amica… ti sei improvvisamente trasformata in una persona che… ehm,
sì, desideravo e bramavo con tutte le mie forze. Ti ho già detto quanto io
abbia faticato ad ammetterlo anche con me stesso…"l'emozione gli giocò un brutto scherzo,
facendolo arrossire contro la sua volontà. " E quando sono finalmente
riuscito a guardare in faccia la realtà… ho scoperto di essere follemente
geloso del mio migliore amico, Ron, solo perché lui provava i miei stessi
sentimenti per te e aveva avuto il coraggio di confessarteli per primo."
Abbassò gli occhi, vergognandosi ancora per i pensieri omicidi che aveva fatto
su di lui.
"Hermione,
io… all'inizio non capivo cosa stesse succedendo, ma ero distrutto…. Tu mi
avevi voltato le spalle, avevi scelto Ron, e lui mi aveva abbandonato. Mi sono
sentito 'tradito' da parte di entrambi… e poi…"Fece un'altra pausa e si rese conto di aver
serrato i denti. Era difficile confessarle qualcosa di cui si vergognava tanto.
"E
in quel periodo di confusione totale e di ostilità che provavo nei confronti di
chiunque… c'è stata una persona che prontamente mi ha teso la mano."
Risollevò lo sguardo: "E questa persona è Isabel."
Hermione
tremò leggermente a quel nome, sentendo l'amaro in bocca.
Merda! Qui arrivava la parte più
difficile.
Deglutì
a fatica: " Ecco… io mi sentivo solo, incompreso, abbandonato! Ed ero
furioso con te e Ron, per questo… Me ne vergogno, ma credo di essere arrivato
persino ad odiarvi!"
Hermione
ascoltava sofferente e triste, ma attenta.
"In
quel momento Isabel ha saputo cogliere la mia debolezza, ed è stata abile ad
esercitare tutto il suo magnetismo: aveva un fascino irresistibile, per me! Non
voglio passare per vittima, per carità! Ero… quasi consapevole di quello che facevo, solo che… oh, Hermione! Te
lo giuro… Non so se era un modo per attirare la tua attenzione, o se era per
ripicca, ma ne ero affascinato in modo strano. Era così… carismatica! Lei
sembrava l'unica in grado di capirmi, in quel momento."
Provò
a guardarla negli occhi, e si accorse che erano lucidi di lacrime e dolore.
Hermione sapeva perfettamente a cosa si riferiva. Come aghi crudeli che le
torturavano il corpo, ricordava il dolore che aveva provato ogni volta che li
aveva visti insieme, al fastidio che aveva sentito per la loro complicità quasi
ossessiva, all'offesa che aveva subìto per la loro attrazione nociva.
"Io
e Isabel… siamo stati… molto vicini."
Sussurrò piano Harry, e videHermione chiudere gli occhi e trattenere il
respiro. "Oh Dio! Non voglio farti altro male, ma quello che voglio dirti
è che purtroppo sono stato un debole, ho ceduto alla sua bellezza e ho saputo
solo seguire il mio corpo."
Hermione
aveva ancora negli occhi il ricordo del bacio al quale aveva assistito, aveva
nelle orecchie le voci dei suoi compagni che malignavano sulla loro presunta
relazione, e i suoi sensi ancora bruciavano di sofferenza per quello.
"Mi
dispiace, amore! Mi dispiace…"
Hermione
scosse la testa, imponendosi di non piangere, e cercando in qualche modo di assimilare
quello che Harry le stava dicendo. Si stava sforzando di dirle tutta la verità,
compresa la parte più difficile. Le stava aprendo il suo cuore, confessandole la
propria debolezza e ciò che aveva provato.
Infondo,
anche lei aveva le sue colpe.
Non
immaginando minimamente che lui l'amasse, non si era resa conto del male che
gli aveva causato mettendosi insieme a Ron.
"Harry…
anche a me dispiace… Io non avevo idea di ciò che provavi per me! L'ultima cosa
che pensavo, era che tu potessi amarmi!"
Lui
allungò una mano e le sistemò con dolcezza infinita una ciocca di capelli
dietro l'orecchio: "Sono stato un folle a non accorgermene prima…E sono stato un meschino a credere che Isabel
ti potesse in qualche modo sostituire!"Si chinò su di lei, posandole delicatamente le labbra sulla bocca.
Hermione
si lasciò sfuggire un sospiro e Harry proseguì.
"Isabel
mi adulava… diceva che ero speciale,
come lei. Che solo lei poteva capirmi perché sapeva cosa significasse essere
diversi. Diceva che io ero l'unico che poteva raggiungere il suo grado di
bravura con la lettura della mente, con l'utilizzo di incantesimi non verbali
potentissimi e che solo pochi conoscevano. Era come se… se volesse circuirmi, e
per un po' c'è riuscita", confessò buttando fuori tutto il suo rimorso. "Quando
ero solo con lei, mi sentivo diverso… come se ci fosse un Harry nuovo e ribelle,
più forte, più cattivo e più consapevole delle proprie capacità, capace di
farle venire fuori. Questa cosa all'inizio mi ha affascinato… ma poi ha iniziato
a farmi paura."
Hermione si commosse nel vederlo così triste e tormentato.
"Credo
che Isabel, poco fa, ti abbia trasmesso una 'visione' di qualcosa che in realtà
costruiva lei con il pensiero… E' bravissima in questo! Ma giuro su Dio che
nulla di ciò che hai visto corrisponde al vero!"
"Oh,
Harry!" Hermione allungò una mano, facendogli una delicata carezza.
"Ora non ho più dubbi! Mi basta guardarti negli occhi, per crederti…"
Harry
fu sovrastato da un'ondata d'amore puro per quella ragazza che, ancora una
volta, gli dimostrava piena fiducia, una resa totale, un amore senza confini. Le
prese la mano nelle sue e gliela baciò con dolcezza infinita, per poi afferrarla
per la vita e ricominciare a baciarla con tutta la passione che lo stava
facendo bruciare.
Hermione,
felice e finalmente più serena, si lasciò trascinare dal fervore del proprio
ragazzo, facendosi adagiare sull'erba. I due si scambiarono un lungo bacio,
dapprima dolce e delicato, ma che presto si trasformò in ardente e sensuale. Le
mani di Harry accarezzavano lentamente il suo corpo, mentre le loro lingue si
incontravano nel ballo sensuale che avevano imparato insieme.
Harry
aveva il fiato corto quando si staccò dalla sua bocca, e la guardò tanto
profondamente da farla sciogliere: "Sai cosa ti dico…?"
Lei
ricambiò lo sguardo con quei suoi occhi ambrati e caldi: "…Cosa?"
"Che
io e te abbiamo bisogno di restarcene un po' da soli…"
Hermione
sentì il sangue fluirle più veloce nelle vene. "Ahh…oh, sì… Lo penso anch'io!"
Harry
sorrise nel vederle le guance imporporarsi: "Ehm, io intendevo dire che
dovremmo fare qualcosa insieme, io e te, come… una coppia di fidanzati
normali…"
Hermione
avvampò, vergognandosi d'aver pensato a tutt'altro: "Ah! Ma sì, certo, certo!"
rise nervosamente.
“Oh,
ma ti assicuro che ho anche una voglia matta di stare insieme a te in quel senso…" le confermò con voce
roca, avvicinandosi al suo orecchio. Lei assaporò i brividi che il soffio della
sua voce le provocarono.
"Ti
prometto che farò tutto quello che è nelle mie possibilità per farti stare
bene… e per renderti felice, amore mio." La strinse tra le braccia e le
solleticò l'orecchio con le labbra. Hermione provò un brivido di piacere, ma
tentò di restare lucida.
"Harry…"
"Uhmm…?"
"Voglio
imparare anch'io a difendermi!"
Harry,
troppo concentrato sulla sua pelle morbida e profumata, non prestò attenzione a
quelle parole: "Certo tesoro…"e con la lingua iniziò ad assaporare il suo collo.
La
ragazza si lasciò sfuggire un gemito deliziato, ma poi si riprese: "Dico
sul serio! Anch'io voglio imparare a fare quello che fai tu!"disse con convinzione.
"Oh,
amore, giuro che ti insegnerò tutto quello che so… ci puoi contare! Non è
molto… ma sono sicuro che impareremo insieme…" sussurrò lui con voce
sempre più roca.
"Harry!!
Sto parlando di imparare ad usare la mente!" esclamò Hermione a voce alta.
Il
moro sbatté le palpebre, risvegliandosi all'istante e capendo finalmente il
senso di quelle parole.
"Non
voglio permettere mai più alla Keen di cogliermi impreparata! Voglio imparare a
difendermi… e ad attaccare, se necessario!"
Harry
pensò a quanto ammirava quella ragazza, a quanto invidiasse il suo spirito battagliero,
alla sua energia, alla voglia di non arrendersi mai, ed un dolce sorriso gli
illuminò il viso.
"Sei
sicura di volerlo fare? Non è esattamente la cosa più piacevole del mondo
lasciarsi penetrare la mente… e neppure farlo agli altri."
"…Fa
male…?"
"Oh,
no. Non in quel senso… E' più un malessere, come se ti sentissi in qualche modo
violato. Forzare le menti altrui non è divertente… è un'invasione,
un'intrusione… e alla fine ti senti come contaminato. E anche l'utilizzo di
incantesimi più potenti e più pericolosi non sempre fa sentire bene. E' come se
sentissi la forza del male farsi sempre più strada… è complicato,
insomma!"
La
strega aggrottò le sopracciglia, e delle rughe di preoccupazione le si
formarono in mezzo agli occhi. "Ah…" sussurrò, perplessa.
Harry
le sorrise con dolcezza: "Ma tu sei la persona più forte e straordinaria
che io abbia mai conosciuto, e sono convintoche, a differenza mia, non ti farai tentare da pensieri oscuri. Sono
certo che saprai cogliere solo il meglio di questo potere, e soprattutto tutto
questo ti servirà per difenderti! Non sopporto che Isabel o che nessun altro possa
farti del male, o possa in qualche modo contaminare la tua mente…" Le
passò una mano tra i morbidi capelli ondulati e giocò con un suo ricciolo.
"Sarò felice di darti qualche lezione extra, amore… sarà
divertente…." Si chinò su di lei, baciandola piano ed accarezzandole
dolcemente il collo.
Hermione
rispose al bacio, con trasporto e sentendo il cuore colmo di felicità.
"Dio,
Hermione, quanto mi piaci!" disse Harry staccandosi. "Ma adesso,
prima di pensare alle lezioni di Difesa, dobbiamo fare altro!"
"Cosa?"
"Per
iniziare, ti porterò a Hogsmeade, dove trascorreremo una bellissima giornata,
io e te… solo io e te!"
Gli
occhi della ragazza si illuminarono per la gioia, pregustando la gita nel luogo
che più amava, ma soprattutto al pensiero di poter finalmente passare una
giornata intera con il suo più grande amore, serena e felice come qualsiasi
altra adolescente della sua età.
Con
un sorriso smagliante, gli gettò le braccia al collo, facendolo cadere
all'indietro, tra risate piene di allegria e spensieratezza.
***
Il
giorno dopo, come promesso, Harry portò fuori la sua Hermione, comportandosi
come il migliore dei fidanzati, in modo galante e dolce, attento ad ogni sua
richiesta, pronto ad esaudire ogni suo desiderio.
La
ricoprì di attenzioni, le regalò dolci, le comprò un libro, la portò nella più
romantica delle caffetterie, le offrì squisitezze di ogni genere…il tutto intervallato da coccole, carezze,
abbracci e baci mozzafiato.
"Oh,
Harry! Non sono mai stata così felice!" gli disse di getto, con gli occhi
scintillanti dalla gioia, una volta tornati ad Hogwarts.
"Ti
assicuro che nulla al mondo mi fa stare meglio del renderti felice…" le
sussurrò in risposta, prima di baciarla per la millesima volta.
Hermione
gli si fece più vicina, sentendo il bisogno di un contatto più profondo, ed
Harry si lasciò sfuggire un sospiro: "Mhmm… Hermione…"
"Cosa…?"
Harry
infilò le dita tra i suoi capelli profumati ed avvicinò il proprio viso:
"Ho voglia di stare con te…"
"Vuoi
fare un'altra gita a Hogsmeade?" lo provocò.
"No,
signorina… " s'impossessò delle sue labbra, bramoso di sentirle di nuovo.
Gliele aprì dolcemente, insinuando la propria lingua e muovendola piano,
amabilmente e con passione.
Erano
seduti su un divano della Sala Comune, un po' in disparte e lontani da occhi
curiosi. Harry, sentendo crescere il desiderio, si lasciò sfuggire un gemito e
la fece sdraiare all'indietro, mettendosi col busto su di lei. La strinse tra
le braccia e riprese a baciarla con sentimento, giocando con le sue morbide
labbra e sentendo l'urgenza di qualcosa di più profondo del semplice sfiorarsi.
Hermione
lo accarezzò sulle larghe spalle, sentendo sotto le dita i muscoli duri e tonici
che formavano il suo corpo. Lo sentì fremere e la cosa inorgoglì il suo lato
femminile.
"Dio,
Hermione! E' davvero difficile resistere a questo…"
Lei
sorrise compiaciuta e represse un sospiro. I loro giovani corpi rispondevano
prontamente agli stimoli reciproci e alle sensazioni nuove che provavano…
sentendo il disperato bisogno di avere di più.
Ginny
gettò distrattamente uno sguardo nella loro direzione e, alla vista dei suoi
due amici abbracciati sul divano, sgranò gli occhi. Harry continuava a
piacerle… purtroppo non poteva farci nulla! E anche se in quel momento nella
sua testa si accavallavano mille pensieri su un biondino che fino a poco tempo
prima aveva detestato con tutte le sue forze, l'idea di avere sotto il naso il
suo primo amore avvinghiato ad un'altra, le diede comunque l'orticaria.
"Ehmm..
ehmm…" tossicchiò con fare di rimprovero.
Hermione
si raddrizzò immediatamente sul divano, e Harry si passò una mano tra i capelli
che gli sparavano da tutte le parti.
"E
va bene…troveremo un'alternativa!"
decise Harry, stringendo i denti.
"In
che senso?"
"Nel
senso che ho bisogno di stare con te… senza essere osservato di nascosto dagli
altri!"
Hermione
guardò Ginny e la vide voltarsi dall'altra parte, indispettita e contrariata. Poi
la rossa si alzò dalla poltrona e, gettando all'indietro i capelli con aria di
superiorità, si diresse verso l'uscita.
"Ehi,
Ginny!! Dove vai a quest'ora?!", la rimproverò Ron con la bocca piena di
torta al lampone, sputacchiando pezzettini in giro.
"Ah,
non rompere!"
"G-Gi-n-ny… GINNY!!!!!" sbraitò infuriato, rischiando
di soffocare.
Ma
lei ignorò le sue proteste e s'infilò nel varco che fungeva da passaggio, il
quale si richiuse immediatamente dopo alle sue spalle.
'Perché? Perché tutti devono essere
felici?!?? Tutti tranne… ME!!'
pensò disperata. Sentì una lacrima bruciarle gli occhi, e si mise a correre per
i corridoi deserti e semi bui, illuminati solo dalle torce alle pareti.
Teneva
le mani sopra gli occhi, per cercare inutilmente di trattenere quelle lacrime disperate,
che non volevano saperne di restare dentro. Senza seguire una meta precisa,
voltò a sinistra, senza guardare, e all'improvviso andò a sbattere contro
qualcosa di solido e alto.
Una
mano decisa le afferrò prontamente il braccio, stringendolo forte ed impedendole
di cadere.
"Ohh….
Weasley, Weasley!" disse una voce tagliente ed irritata, rimettendola in
piedi.
Lei
alzò lo sguardo, ed incontrò due lame azzurre che le mozzarono il fiato:
"…M- Malfoy…"
"Proprio
io, insignificante ragazzina sciatta che infrange le regole!"
"Malfoy!!"
"Sì,
quello è il mio nome, Weasley, e ultimamente l'ho sentito un po' troppo spesso,
sussurrato dalle tue labbra…" la canzonò con derisione.
Lei
sgranò gli occhi, sempre più colmi di lacrime, e si divincolò dalla mano che la
teneva ancora stretta.
"Sei
il solito presuntuoso arrogante! Io non sussurro proprio il nome di
nessuno!"
"Ohh…
sì che lo fai!" e scoppiò a ridere divertito.
"Vai
al diavolo, idiota!"
"Forse
ti dimentichi che stai parlando con un Prefetto, piattola!"
"E
credi, con questo, di farmi paura?!"
"Sai
benissimo che non puoi andare in giro per i corridoi a quest'ora!"
"Non
me ne frega un accidente di niente!"
"Oh,
sono certo che quando i tuoi compagni, per colpa tua, si ritroveranno con 30
sassolini color rubino in meno, allora sì che ti importerà!!"
"Sai
dove te li puoi mettere, i tuoi sassolini?!"
Draco
sgranò gli occhi, confuso: "Ehi, signorina! Che modo di esprimersi è mai questo?
Da quando in qua usi parole come…" Poi si accorse dei suoi occhi umidi e
s'interruppe di colpo. "Si può sapere perché diavolo stai piangendo?"
Lei
si passò velocemente il dorso della mano sotto gli occhi e, trattenendo un
singhiozzo, disse: "Non… non sto piangendo!"
"Certo
che stai piangendo!" s'innervosì lui, "Le riconosco bene, le
lacrime…"
"Fatti
gli affari tuoi!!"
"Insomma,
che ti prende stasera?"
"Niente
che ti debba interessare!!" quasi gridò la rossa.
"Certo
che mi interessa!"
"Ah! Non farmi ridere, specie di piccolo tiranno che non sei altro!
Proprio tu, che godi delle disgrazie altrui!"
Draco
si incupì e strinse i pugni: "Non con tutti…" sussurrò piano, "…
e, soprattutto, non con te…"
"CERTO…
COME NO!", ruggì. "…Ma se non hai fatto che offendermi fino a pochi
secondi fa!?"
Draco
sentì una fitta di rabbia, a quelle parole: "…Io… è che mi dispiace vedere
una ragazza come te, piangere…"
"Nessuno
ha chiesto il tuo aiuto, o la tua compassione! Men che meno io!"
A
quel punto, il biondo, perse la pazienza. Le mise le mani sulle spalle e la
tirò verso di sé: "Dimmi chi ti sta facendo soffrire così?"
Ginny
sentì le mani di Draco come se fossero state roventi e si accasciò leggermente,
sotto quella presa così salda: "Nessuno…"
Lui
serrò forte le mascelle. Ancora non capiva il perché, ma vederla piangere gli
causava un malessere che non aveva mai sentito prima. Quella che era sempre
stata la sua nemica, improvvisamente, si era trasformata in una creatura
meravigliosa ed indifesa, che gli scatenava sentimenti di protezione del tutto
nuovi, per lui.
Per
non parlare di quanto si sentisse attratto da lei!
Ah!
Aveva dell'incredibile! Eppure… eppure, sentire quelle spalle delicate, sotto
le sue dita, divise solo dallo strato sottile della sua camicetta, lo faceva
andare completamente in tilt.
"Non
dirmi che soffri ancora a causa di Potter?!" Senza pensare, la strinse
maggiormente. "Quel quattr'occhi con la sindrome del salvatore del mondo
mi ha davvero rotto le palle!"
Ginny,
a quelle parole, per poco non scoppiò a ridere e distese le labbra in un
sorriso spontaneo, trasformando la sua espressione da corrucciata a dolce.
"Harry
non c'entra…" disse con un filo d'amarezza, ma sorridendo ancora
all'espressione di Draco.
"Sei
decisamente più carina, quando sorridi, piccola Weasley…" si lasciò
sfuggire il mago.
Ginny
sollevò lo sguardo, e realizzò quanto fossero vicini, e quanto le mani del
ragazzo la stessero stringendo.
L'orgoglio
di Draco si fece sentire con una debole zampata, suggerendogli di rimangiarsi
le ultime parole. Ma ormai era troppo tardi.
E
poi, mettendo da parte tutto ciò che non era la sua superbia, si rese conto che
non era mai stato così sincero in vita sua. Non aveva mai provato prima quella
sensazione meravigliosa di sentire il calore della pelle di un'altra persona e
voleva sentirlo sempre di più.
Rimase
con gli occhi incollato a quelli della rossa, sentendo un solo, unico desiderio:
baciarla fino a rimanere senza fiato!
Tirò
a sé la ragazza, finché non sentì il suo corpo premere contro il proprio.
Ginny
si divincolò protestando, ma lui, con un movimento rapido della mano, l'afferrò
per la vita e se la tirò nuovamente vicina.
Draco,
per la prima volta in vita sua, era acceso da una passione nuova, da un
desiderio dominante e che aveva la forza di un incantesimo potentissimo. La
sentiva ansimare contro di sé, poteva sentire il profumo dei suoi capelli, che
era… oh! … era buonissimo!
"Malfoy…
" gemette Ginny col fiato corto, "Se ci tieni alla tua vita, levami
subito le mani di dosso…"
Il
biondo la guardò con occhi pieni di desiderio, con una intensità che fecero
arrossire la giovane strega.
"Oh…
oh… dolcissima Weasley… Di fronte a questa minaccia, non posso che risponderti
che la mia vita non vale niente, ora che ti ho tra le braccia…" Sollevò
una mano e gliela fece scorrere delicatamente sul viso, accarezzandole la
fronte, i capelli, le labbra. "Sei una vera bellezza…" disse quasi
stupito di non essersene mai accorto prima.
Fece
scendere piano la mano sul mento, sul collo, e con finta noncuranza le sfiorò
il seno. Ginny trattenne il respiro e sentì le proprie guance infiammarsi, e
sentì il proprio corpo accendersi di desiderio.
"La-lasciami
andare…" protestò. Ma nonostante quelle parole, non si staccò da lui, né
tentò in alcun modo di fermarlo. Quella carezza era la cosa più bella che
avesse mai sentito, e altro non desiderava che la sua mano continuasse ad sfiorarla
per tutto il tempo che lui voleva.
Lui
la tenne stretta, e il suo sorriso solitamente beffardo, si trasformò in un
sorriso estasiato, meravigliato e compiaciuto. Con una mano proseguì la lenta
carezza d'esplorazione, mentre le dita le sfioravano ancora il seno e
scendevano ancora più giù, fino a circondarle nuovamente i fianchi. Poi, con
tutta la dolcezza che gli riuscì, si chinò su di lei e la baciò.
Ginny
non si oppose, troppo frastornata dalle emozioni che la stavano assalendo tutte
insieme, e si abbandonò a quel calore nuovo e piacevole. Draco fu inaspettatamente
dolce e delicato. La baciò piano, gustando il sapore di quelle labbra rosse e
carnose, invitanti come un frutto proibito, muovendo la lingua lentamente e con
sensualità.
Dopo
un lungo minuto, il giovane mago la sciolse dall’abbraccio e si separò da lei,
guardandola dritto negli occhi e facendola vacillare leggermente, come se il
terreno sotto di lei si fosse mosso.
Poi
la ragazza, destandosi da quel meraviglioso sogno, ricordò i rispettivi ‘ruoli’
nemici che avevano e, pronta a recitare il suo copione, mosse una mano per
colpirlo, ma Draco le afferrò il polso, bloccandola: “Ferma…”, le sussurrò con
voce suadente, “Non fingere che non ti sia piaciuto, Ginny… Se ti è piaciuto la metà di quanto è piaciuto a me, allora
mi posso ritenere molto fortunato.”
La
rossa sgranò gli occhi, non capendo se fosse più sconvolta per ciò che lui
aveva detto, o se per il fatto che l’avesse chiamata per nome.
“Non
chiedermi perché ti ho baciata… So solo che ne ho sentito il bisogno! …Un
bisogno disperato!” Abbassò lo sguardo per un attimo, ma quando lo riportò
all’altezza degli occhi della ragazza, era dolce come lei non lo aveva mai
visto prima. “So che è contrario ad ogni regola non scritta che vige tra le
nostre famiglie, ma non riesco più a far finta di niente. Tu mi piaci, Ginny Weasley…
Per tutti i sortilegi della terra, tu mi fai letteralmente impazzire!”
***
Ringraziamenti:
Marco:
Ciao Colonna portante della mia vita letteraria (…e non solo!!) !! Sono
contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto… inutile dirti che mi auguro
sia lo stesso per questo. Sai che i tuoi preziosi consigli sono per me
fondamentali, e anche quando mi fai qualche ‘critica’ è sempre assolutamente
costruttiva ed utile!
Quindi aspetto con ansia di sapere
cosa te ne pare di quest’ultimo capitolo…Un bacio grande, grande, grande!
Morgana85:Carissima Morgana, ciao… dopo lunghi mesi ho
riletto la recensione che mi avevi lasciato, e ti assicuro che sei stata tu a
far commuovere me!Mi fai dei
complimenti stupendi, e spero sinceramente di meritarli. Grazie, sei sempre
estremamente dolce e carina con me… e il tuo affetto è una cosa che mi riempie
di gioia! Grazie infinite! Spero di poter contare ancora sulla tua
presenza!J Ti abbraccio forte!
Argentlam:
Ciao carissima!! Grazie, sei sempre un tesoro e non ho parole per ringraziarti…
Purtroppo ci ho messo una vita ad aggiornare, ma spero di cuore di trovarti
ancora tra le mie lettrici preferite, e che continuerai a seguire la
storia…Tra l’altro ti chiedo scusa,
perché sono in arretrato anche con la lettura del tuo ultimo capitolo!! Sono
imperdonabile… perdonooooooooooo !! Ma prometto di mettermi in pari quanto
prima! Un bacione !!
Luxcis:
Grazie tesoro!! Spero davvero di trovarti ancora!!! Eh, sì… i due piccioncini
ormai hanno gli ormoni alle stelle. Ma prometto che nel prossimo capitolo
finalmente verrà resa loro giustizia! Ciao ciao!!
Jenny89:
Ciao Jenny! Grazie mille del tuo incoraggiamento… sigh, spero di non averti
deluso con tutta questa attesa… Un abbraccio e davvero grazie! ;-)
Lights:Adoratissima Lights, ciaoooo!!Ma come posso trovare le parole giuste per
ringraziarti?? Sei davvero gentilissima e la tua recensione mi ha fatto davvero
commuovere dalla gioia! Zì, zì… adesso arriva il bello tra le nostre amate
coppie! Spero che anche in questo cap ti sia piaciuto l’incontro Ginny/Draco…
che dire? Fanno davvero scintille, insieme! E per quanto riguarda Isabel… già,
poveretta… MA E’ TREMENDA!!!
Senti, cara… ma tu quando
aggiorniH2?!?!?!? Ti preeeeeeeegoooo
!!! Un bacio grandissimo, alla prossima!
Stizy: Ma
ciao stellina mia!! Eccomi, finalmente… dopo secoli! Era davvero tantissimo che
non aggiornavo, e mi spiace non riuscire mai a salutarti su MSN come vorrei…
Piccola, spero mi perdonerai!!! Grazie per la bella recensione, sei un vero
tesoro!!Hai ragione, Isabel da una
parte fa tenerezza… ma dall’altra mette paura persino a me… (!??!?!)il che è tutto dire!!!!JSpero tanto che leggerai questo capitolo e non vedo l’ora di sapere che
te ne pare! Ti mando un bacio ed un abbraccio grandissimo!!! Ciao ciao
Goldbuble:
Ciaooooooo !!! Ebbene sì, sono passati 6 mesi, ma alla fine ce l’ho fatta!!!!
Hai definito Isabel nel modo che forse più le si addice…. Ihihihih!Aspetta e vedrai…! Oddio, chiedere di
aspettare ancora è una bella pretesa, da parte mia, ma mi auguro ugualmente di
trovarti sempre tra le mie adorabili lettrici!
Un bacione!
Topgunforever: AAAAAAAHHHHHHH !!ciao!! JGrazie carissima per la super recensione!!
Hai ragione, hai ragione… Harry deve fare qualcosa, in difesa della sua
Hermione! Ma, se hai letto questo capitolo, avrai visto che la stessa
streghetta ha finalmente deciso di dire BASTA! Ora vuole imparare a difendersi,
e speriamo in bene!! Di certo si prospetta un periodo… “scoppiettante” …
ihihihi! Spero di trovarti con una nuova recensione, e nel frattempo di mando
un bacino! Ciauz!
BellaWitch:
Ma ciao bella!! Tesoro, mi rendo conto di essere ripetitiva, ma anche a te devo
le mie più profonde scuse per il ritardo… I’m so sorry!!Che dire? Spero tanto che tu stia seguendo
ancora la storia, e spero di sapere che te ne pare!!! J Un
bacio grande ed un grazie speciale!
I love you Draco: Ciao, spettacolo della natura!!! Ihihihih!!! Mi hai fatto morire dal
ridere con la tua recensione, e ti ringrazio di cuore per tutti i complimenti
che mi hai fatto… GRAZIE!! Orbene, la odiosa Keen, anche in questo capitolo, ha
trovato il modo per rendersi insopportabilmente ripugnante! Ok, la farò morire
in modo violento, come da te richiesto…:- ))Noooo… dai! Ancora non
posso svelare nulla!So che è una gran
pretesa, da parte mia, ma tu continua a seguirmi, ok?? Lo spero tanto!!! Ti
abbraccio e ancora mille grazie!!!!
Pandora91:Ciao dolcissima Pandora! Sono felice che ti
sia piaciuto lo scorso capitolo, e tu sei sempre davvero gentilissima con me…
spero di cuore di meritare tutti i tuoi complimenti!!!
Ci credi se ti dico che quando
scrivevo di Isabel che infieriva su Hermione stavo male anch’io?!??! Povera…
Scrivere di Draco e Ginny mi piace
tantissimo, mi“stimola” come coppia,
forse proprio il fatto che inizialmente loro si detestano!! Fammi sapere se ti
è piaciuto anche questo cap, ok?!?!? Baciotti!!!!
Sabri89:Ed ecco la mia musa ispiratrice!!!Ciao, dolcissima creatura! JAllora… come prima cosa, sono io che devo
ringraziare TE !! Sappi che la tua presenza costante e il tuo sostegno sono una
fonte inesauribile di stimolo, per me. Come ho fatto con tutti, anche a te
chiedo scusa per questo enorme ritardo, e l’unica cosa nella quale posso
sperare, è che tu non mi abbia abbandonato….SIGHHH….WUEEEEEHHHHH !!! Ne
morirei!!!! LDavvero, spero che anche questo cap ti sia piaciuto e ti abbia entusiasmato
come gli altri.
Per quanto riguarda gli sviluppi…
ARGH! Ti dirò, faccio davvero fatica a fare pronostici!! Scrivo di getto e la
storia si crea da sola… quindi è una sorpresa anche per me!! JSpero tanto (ma TANTO TANTO TANTO!!) di
trovare ancora le tue recensioni, e che tu non ti sia scordata di meeeeeeee!! J
Un bacio grande e super sincero! A presto,
ciao!!
Dalastor:
Carissimo Dalastor, ciao! A te devo delle scuse doppie, perché (oltre a non
aggiornare la mia FF), sono irrimediabilmente in ritardo nella lettura del tuo
ultimo capitolo della tua super bellissima storia! SCUSAAAAAA !!!Venendo alla tua recensione… WOW !!sono rimasta così: O___OMa grazie! Che bella! Mi hai lasciata senza
parole e mi ha fatto enormemente piacere! Ogni complimento, fatto da te, per me
ha unvalore specialissimo, perché TU
sei uno scrittore che io ammiro tantissimo! Ti mando un bacio, a presto…
promesso!
8x4: CIAOOOOOOO
TESORO MERAVIGLIOSAMENTE MERAVIGLIOSO!!! Non ci credo!! Hai trovato il tempo di
recensire… nonostante tutte le 847526 cose che hai da fare!?!?!? ME
ONORATA!Ciao carissima mammina, come
stai? Come stanno i tuoi stupendi bambini? Ops… forse qui non è il caso di
dilungarmi in domande… e dovrei scriverti direttamente!!! Aspetta che mi tiro
le orecchie da sola!!
Grazie infinite per la tua
recensione… Mi ha fatto davvero piacere! Se potrai leggere anche questo mio
ultimo aggiornamento, mi riterrò davvero onorata e felice!! Un bacio stellina,
a te e ai tuoi meravigliosi Isaac e Jamie!!
Jacklyn:
Ahhhhhhhhh!!!!!Sono commossa…
letteralmente! Benvenuta, carissima Jacklyn! Sono piacevolmente colpita dal
fatto di trovare nuove lettrici di questa FanFiction, e sono davvero
felicissima che la mia storia ti stia piacendo tanto! Spero che, nonostante
questa lunga attesa, tu abbia portato pazienza e che riuscirai a recensire
anche questo nuovo capitolo. Sei statadavvero gentile e la tua recensione mi ha fatto sorridere e divertire!
Spero tanto di accontentare presto le tue richieste! Un bacio affettuosissimo!!
A presto!