Chez Black

di Rainsoul
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. METAMORFOSI, PASSATEMPI E VIGILANZA COSTANTE ***
Capitolo 2: *** 2.LUNA PIENA, PREFETTI E CAVOLETTI DI BRUXELLES ***
Capitolo 3: *** 3.IMBARAZZANTI SILENZI ED ACCETTABILI COMPROMESSI ***
Capitolo 4: *** 4.ALMENO PER OGGI (incidenti, punizioni e buonanotte) ***
Capitolo 5: *** 5.PROPOSTE, MALUMORI E DOMANDE MOLESTE ***
Capitolo 6: *** 6.CHEZ TONKS-INCOSCIENZA E BABBANOFILIA ***
Capitolo 7: *** 7. UNA LUNGA NOTTE ***
Capitolo 8: *** 8. RICORDI, MASCHERE E DISTANZE VIOLATE ***
Capitolo 9: *** 9. ISTINTI, FERITE E CAFFè MATTUTINO ***
Capitolo 10: *** 10.FAME, FREDDO E MOMENTI DI FOLLIA ***
Capitolo 11: *** 11. VISCHIO, GIOVENTù E RACCONTI DI NATALE (parte prima) ***
Capitolo 12: *** 11.VISCHIO, GIOVENTù E RACCONTI DI NATALE (parte seconda) ***
Capitolo 13: *** 12. MAGIA E REGALI PERFETTI (A Natale siamo tutti più buoni) ***
Capitolo 14: *** 13. MALATO, DANNATO, DISPERATO, TERRORIZZATO (prima parte) ***
Capitolo 15: *** 13. MALATO, DANNATO, DISPERATO, TERRORIZZATO (parte seconda) ***
Capitolo 16: *** 14. PERFECTLY FIT ***
Capitolo 17: *** EPILOGO- Perchè certe cose non cambiano mai... ***



Capitolo 1
*** 1. METAMORFOSI, PASSATEMPI E VIGILANZA COSTANTE ***


1

1.METAMORFOSI, PASSATEMPI E VIGILANZA COSTANTE

-Lunastorta...?
-Mmmh.
-Che stai facendo?- chiese Sirius Black all’amico che gli sedeva accanto.
Già da dieci minuti gli stava lanciando occhiate significative, condite da sonori sbuffi di insofferenza.
-Non saprei, Felpato. Sono seduto in poltrona, ho un libro in mano e il mio sguardo si sposta ritmicamente da sinistra verso destra… Cosa credi mai che stia facendo?- rispose Remus Lupin, senza staccare gli occhi dalle pagine polverose.
Aveva riconosciuto quel tono da ragazzino insofferente, sempre più frequente negli ultimi tempi, e avrebbe cercato di finire il capitolo prima che l’impazienza di Sirius glielo avesse impedito in qualche modo piuttosto “simpatico”.

-Umpf, diverrrrtente! Per il tuo bene vecchio mio, giuro che ti stai ammuffendo a furia di leggere quella roba da mausoleo!!!!!!!!-

-M-mmmhhh…-

In fondo mancavano solo un paio di paragrafi. Forse ce l’avrebbe fatta, per una volta.

-Quindi devo desumere che Monsieur Lunastorta concordi appieno col suo degno compare Monsieur Felpato?-

-Ah-a…- l’ultimo paragrafo; doveva accelerare.

-Dunque egli nulla potrebbe obiettare se intervenissi, affinchè cessi la causa di tanto marcire!- esclamò trionfante.

-Sirius, per cortes....-

Ma, prima che la frase fosse compiuta, Sirius si era già trasformato in un enorme cane nero -i cui peli Molly Weasley cercava, invano, di aspirare via da settimane- e gli era saltato addosso, addentando la vecchia copia di "Una vita coi vampiri".

Mettendo mano alla bacchetta, Remus sbuffò spazientito. Quello che stava per fare era esattamente ciò per cui era stato provocato, ma questo lo infastidiva solo in misura trascurabile. Dopotutto, era difficile non fare il gioco si quell'irritante discendente della casata Black!

-Gentile Felpato, Le comunico che mi ha fatto piuttosto innervosire, e come conseguenza del Suo sconsiderato agire, Lei si beccherà una magistrale fattura orcovolante in pieno muso, la quale, ne sono certo, renderà il suo peloso aspetto di gran lunga migliore!- e detto questo, scagliò divertito l'incantesimo in direzione del cagnone, il quale però balzò prontamente di lato, rovinando su un mobiletto di pessimo gusto e dall'aspetto oscuro che finì in mille pezzi.

-COSA DIAMINE STA SUCCEDENDO QUI??-

Molly era appena entrata in casa, giusto in tempo per vedere il disastro che i due maghi stavano combinando.

-Oh Molly cara, che piacere!- fece Sirius, che aveva appena riacquistato le sembianze umane, -Stavamo giusto iniziando una festa, vuoi unirti a noi?-

La signora Weasley gli rivolse un'occhiata avvelenata, poi apostrofò Lupin:

-Remus, anche tu! Invece di tenere a bada questa specie di animalaccio selvatico...-

-Macchè selvatico! Tutti sanno che sono il migliore amico dell'uomo... Bau!- sghignazzò Black.

-Reparo.- disse piano Lupin, ridendo sotto i baffi. La sua espressione dispiaciuta era tutto fuorchè credibile.

-Uff... Non so proprio come fare con voi due; siete quasi peggio di Fred e George, quando vi ci mettete. Per stasera, però, cercate di non distruggere altro: abbiamo la prima riunione dell'Ordine, e mi auguro di non dover evocare troppe sedie nuove.-

-Non capiterà, promesso- sorrise affabile Black -... mamma!- aggiunse sottovoce in direzione dell'amico, strizzando un occhio.



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CRACK.

Con questo suono peculiare si preannunciò l'arrivo di tutti i membri dell'ordine, che si materializzarono nella cucina di casa Black uno dopo l'altro. Tutti, tranne uno.

In effetti l'ultima persona ad arrivare fu preceduta da un fracasso metallico nell'ingresso, seguito da lugubri insulti del genere "Traditori del vostro sangue!! Lurida feccia immonda!", e un "OOOH, fa silenzio, ti prego, FA SILENZIOOOO!!!"



-Uhm, la nostra ultima ospite dev'essere arrivata... Ottimo!- disse Silente, allegro.
-Un momento!- saltò su Malocchio Moody, -Potrebbe essere un nemico. Sirius, va' a controllare.-
-Sempre che si senta abbastanza... in forma per affrontare quest'improbabile minaccia di intrusione...- commentò acido Piton.
- Come hai detto, Mocciosus???!!-
-Calma, gente...- intervenne Arther Weasley.
-Vado io.-
Remus non aveva nessuna voglia di farsi coinvolgere nell'ennesima lite che l'amico, provato da quella logorante prigionia, stava per iniziare.

Per precauzione sfoderò la bacchetta, e pronunciando "Lumos" fece apparire un fascio di luce in direzione del corridoio.

Nessuno in vista. Eppure, notò, i rumori erano stranamente cessati. Si fece più attento, e procedette con lentezza. Anche le voci provenienti dalla cucina non si sentivano più... sembrava l'effetto di un Muffliato, che andava molto di moda quando lui era uno studente.

All'improvviso sentì un suono alle proprie spalle, e fece appena in tempo a urlare l'incantesimo...

-EXPELLIARMUS!-

Si sentì colpire in pieno petto dalla stessa fattura, la quale gli fece schizzare via dalla mano la sua unica arma. "Maledizione" pensò, "mi sono fatto prendere come un babbeo!".

-Identificati!- gli intimò una voce femminile, che presumibilmente apparteneva alla stessa ragazza che era stata scaraventata contro il muro dalla sua bacchetta.

-Attualmente non mi sembri abbastanza in vantaggio da dare ordini...

E fu in quel momento che pensò: "Che buffa ragazza."
E non solo per il suo aspetto particolare, benchè i capelli rosa brillante fossero decisamente eccentrici, e indossasse una maglietta delle Sorelle Stravagarie al rovescio, sotto un mantello blu notte... no, era qualcos'altro. Forse era stata quell'assoluta determinazione nel tono della voce, del tutto impropria per le condizioni in cui si trovava, che aveva fatto sorridere il mago.

-Cugina, non ti pare inopportuno attentare all'incolumità dei tuoi colleghi?-

-Oh!! Sirius, sei tu! Io... ecco, ho pensato di non correre rischi. Sai, vigilanza costante, eccetera...-

-Esattamente, Tonks! Vedo che inizi ad imparare dal tuo maestro!-

Moody era appena sbucato nel bel mezzo della scena, preannunciato dal toc-toc della sua gamba di legno.

-Immagino che il pavimento di casa mia sia comodo, ma forse potreste pensare di alzarvi e di unirvi a tutti noi in cucina... Lunastorta, hai appena fatto la conoscenza di...-

-Nimphadora Tonks,- scattò in piedi con aria interrogativa la strana tipa, tendendo la mano all'uomo che aveva da poco cercato di neutralizzare -ma in pratica solo Tonks. Auror del Dipartimento.- puntualizzò, con un certo orgoglio.
Lupin le strinse la mano, tirandosi su, e si presentò a propria volta.

-Remus J. Lupin.-

"Lupo mannaro", stava quasi per aggiungere.

-Bene, tutto ciò è davvero molto educato, ma vi dispiacerebbe continuare a fare conoscenza nell'altra stanza? Ci aspettano ormai da una buona decina di minuti.-



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La riunione servì a stabilire le strategie e ad organizzare i primi turni di guardia e di pattugliamento.

Il tutto prese un paio d'ore; poi Silente e qualcun altro salutarono, mentre una buona parte dei membri dell'ordine rimanenti si prepararò a cenare insieme nella vecchia dimora.

Quando Tonks si offrì di apparecchiare, Sirius fece una piccola smorfia, che ben presto fu spiegata; in effetti mentre reggeva una ciotola, la ragazza inciampò nell'abbondante risvolto dei suoi pantaloni di foggia babbana, facendo volare buona parte del purè di patate sulla testa di Malocchio.

-Per Merlino! Scusami tanto Moody... Io.. sono inciampata!-


-Che ti prenda un troll! Giuro di non sapere come hai passato gli esami in Segretezza e Appostamento, benedetta ragazza!-

Lupin notò che le radici dei capelli della giovane avevano leggermente virato verso il rosso... Possibile?
Lei intercettò il suo sguardo.

-Mi trovi così interessante?

-Prego...?

-Mi stai fissando.

-Oh... ecco, mi stavo solo chiedendo se tu fossi...

-Oh sì, sono una Metamorphomagus.-
Così dicendo, arricciò il naso in un'espressione concentrata, e in un battibaleno questo mutò in lunghezza, fino a diventare esattamente identico a quello di...

-Severus!- esclamò Lupin.

-Sei innamorato di Mocciosus, Lunastorta? Inizi ad invocarne il nome in sua assenza e non vorrei che... O-OOOH!!-

La signora Weasley lanciò un'occhiata sospettosa in direzione della giovane auror, che i due amici osservavano con un'espressione divertita e un po' ammirata.

-Veramente, Sirius, mi sono ricordato che devo chiedergli un cambio di turno, per martedì, hai presente?- tentò di sviare Lupin.
Sapeva di essere una frana nel mentire, ma contava sulla propria reputazione di persona seria perchè Molly ci cascasse, benchè fosse vero che questa avesse un po' vacillato quella mattina, a causa dell'incidente con il mobiletto.

Purtroppo, la sua voce era fuoriuscita un tantino troppo alta per essere credibile.
Tant'è, la strega si rigirò a servire l'arrosto, anche se sfoggiò l'aria di una a cui non la si fa, e lui si fece scappare un mezzo sorriso.

Dal canto suo, Tonks non sapeva che pensare di quel Lupin, che aveva appena maldestramente inventato una scusa per evitarle una ramanzina.
Per essere strano, era strano.
Quando se l'era trovato davanti, nel buio dell'ingresso di casa Black, aveva cercato di camuffare la propria presenza con un incantesimo che le era stato utile a scuola, durante le noiose lezioni di Rune Antiche. Purtroppo però, invece di fargli abbassare le difese, questo lo aveva insospettito maggiormente, e quindi aveva cercato di disarmarlo. Be', ci era riuscita, per lo meno. Anche se il mago era stato in grado di fare lo stesso con lei: aveva discreti riflessi.
Doveva avere la stessa età di suo cugino, anche se i capelli leggermente ingrigiti potevano ingannare. E un viso segnato.
"Ma quelle cicatrici non gli stanno male, stranamente. Sono così adatte a lui, che non me n'ero nemmeno accorta, all'inizio."
Certo che era una cosa abbastanza assurda da pensare. Scosse leggermente il capo, come per scacciare un moscerino, e tornò a concentrarsi sulla discussione che era stata intavolata dopo la sua piccola dimostrazione.

Chi teneva banco era Sirius Black, come al solito; in quel momento stava parlando di qualcosa riguardante i tempi di Hogwarts, che includeva nella stessa frase i termini "platano picchiatore", "Mocciosus" e "sexy", conditi da una rauca risata.
Era un cugino un po' esibizionista, -con qualcosa di animalesco, veniva da dire- ma di ottima compagnia, bisognava ammetterlo. Un intrattenitore nato!
E aveva un modo di fare così accattivante, che Tonks si ritrovò a ridere a crepapelle senza aver neppure afferrato il senso dell'aneddoto.
Improvvisamente si sentì leggera e un po' euforica, contenta di non dover odiare cordialmente l'ennesimo membro della sua orrenda famiglia.

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Capitolo 2
*** 2.LUNA PIENA, PREFETTI E CAVOLETTI DI BRUXELLES ***


2
2. LUNA PIENA, PREFETTI E CAVOLETTI DI BRUXELLES

Dopo quella sera, le riunioni dell'Ordine si susseguirono con regolarità almeno una volta alla settimana, tuttavia il numero di ospiti che affollavano il numero 12 di Grimmauld Place era sempre cospicuo.
Lupin si era definitivamente trasferito lì, e quasi ogni sera i Weasley rimanevano per cena, certe volte accompagnati da Moody o da qualche altro membro.
In più, Tonks passava spesso a trovare il cugino ed il suo coinquilino, aiutando a sistemare cassettiere maledette, bevendo una burrobirra con Sirius e chiacchierando pigramente.
In questi casi, di norma, Lupin si faceva loro compagnia in silenzio, leggendo un libro o un quotidiano, ed interveniva solo se chiamato in causa da Black riguardo qualche scherzo giocato ad un Serpeverde in gioventù.

Era uno di quei lenti pomeriggi, e i due discendenti (entrambi diseredati, in realtà...) della "nobile casata Black" stavano parlando allegramente, spaparanzati sul vecchio divano consumato davanti al camino.
La conversazione si trascinava da un argomento all'altro senza una logica precisa.

-Ci sono alcune cose che non si sopportano senza un motivo preciso: le odi e basta.- stava dicendo Tonks. -Ecco perchè non so spiegarti come mai, sul serio, la sola vista delle mele cotte mi dia la nausea!

-Per quanto mi riguarda, l'unica cosa che VERAMENTE non sopporto è il ritratto della mia dolce mammina, giù all'ingresso...- replicò Sirius. -O, e poi c'è quell'elfo fuori di testa, naturalmente. E, vediamo... i Dissennatori, ma direi che è normale. E' vero anche che farei volentieri sparire dalla faccia della terra tutti i collari per gatti, ma non credo che conti...

-I collari per gatti sono carini, Sir! Una volta ne avevo uno...

-Oh, e come si chiamava? Qualcosa come Puzza-di-fogna, immagino...

-...perchè mai avrei dovuto chiamare così un oggetto inanimato, Sir?!

-Fammi capire. Vuoi forse dire che tu avevi un collare per gatti SENZA possedere alcun gatto?

-L'avevo scambiato per un braccialetto e l'ho comprato.

-Non l'avrai indossato...- ridacchiò malingno Sirius.

-Solo un'unica volta, e giusto il tempo necessario affinchè la commessa mi facesse notare... Sirius, sei davvero volgare quando ridi in quel modo sguaiato!

-Va bene, va bene, la smetto! Anche se devo ammettere che il tuo aneddoto mi fa risultare appena più tollerabili quei dannati affari di velluto... vediamo, c'è altro per cui provi repulsione, a parte le suddette mele?

-Uhm.. fammici pensare...
Be', ecco, ci sarebbero gli insetti volanti. E... AH! I cavoletti di Bruxelles!!

-Ma se ricordo di averti vista letteralmente divorare un piatto enorme di quei cosi giusto ieri!

-Ma certo, perchè adoro mangiarli.

-Devo chiamare il San Mungo, cugina?

-Uff... lasciami spiegare! E' una questione semplice: io li trovo ributtanti, tremendi, ne odio l'odore ed il sapore quanto l'apetto, per non parlare poi degli effetti collaterali poco graziosi, ma... sono irrimediabilmente attratta da loro! Non so se capisci cosa intendo... Se li vedo, pur sapendo che me ne pentirò amaramente, devo assolutamente mangiarli. E' un po' come con...

-Come con i Prefetti.

-Scusa??

-Be', sì, i Prefetti. Sai, quegli irritanti perfettini, sempre bravi a dirti cosa puoi o non puoi fare, che dovresti studiare un po' di più, o fare meno casino in sala comune... Sono decisamente insopportabili, come tutta la popolazione magica concorda all'unanimità! Eppure non puoi impedirti di pensare, maledizione, a quanto sarebbe meglio essere un Prefetto. Almeno durante il periodo degli esami.
Ho sempre pensato che sarei stato un buon prefetto! Certamente, non ai livelli del caro Lunastorta, qui, ma pur sempre uno che si sarebbe fatto rispettare. E avrei migliorato le pubbliche relazioni della categoria, ne sono certo.
Avrei sequestrato libri non scolastici troppo noiosi ed impartito punizioni perfide ai secchioni, assegnato tessere sconto ai recidivi, e premiato in segreto le malefatte più spettacolari, per rendere onore ai veri artisti!! Insomma, avrei creato un nuovo modo di concepire la scuola.-
Mentre parlava, aveva un'aria sognante.

-Immagino.

-Comunque, i Prefetti, per come risultano ora, sono proprio quel genere di roba odio/attrazione di cui parlavi prima. Come pure... Vediamo... ad esempio Diagon Alley il sabato mattina.

-O la Foresta Proibita.

-O il polpettone di Alastor.

-O le fate. Stupide, sbrilluccicanti, armoniosissime fate!

-O la musica di quelle Sorelle Strampalate...

-...Stravagarie!

-Oh, quelle lì insomma.

-O i tuoi discorsi sui bei vecchi tempi di Hogwarts.

-Cosa intendi dire con "i tuoi discorsi sui bei vecchi tempi di Hogwarts"?

-O la luna piena.

-Be', diciamo che forse non è il massimo stare sempre a sentire te che...- si interruppe, perplessa. - La luna piena...?-

Per la seconda volta nella serata, si sentì la voce di Lupin.

- Forse non va bene la luna piena?- chiese con un mezzo sorriso.

Sirius fissava l'amico con un'espressione indecifrabile.

-Be'... non capisco come... in realtà...- farfugliò la strega dai capelli poco ortodossi.

-E' un po' come dicevate voi, no? Quel genere di cosa che vorresti far scomparire dalla faccia della terra, perchè ti si rivolta lo stomaco solo a pensare a come starai quando ti ci imbatterai un'ennesima volta, e cerchi di rimanerne lontano più che puoi, ma qualcosa ti spinge a sbatterci la testa ancora, e ancora...-
Si arrestò, come sbigottito da quello che aveva appena detto.

-Era quello che intendevate?

-Direi di sì. Calza abbastanza come definizione.

-Allora per me è questo: luna piena. Benchè tuttavia poche cose, temo, siano in grado di battere il polpettone di Alastor a tale riguardo.- aggiunse poi.

A Tonks pizzicò un po' il naso come se avesse bevuto qualcosa di frizzante; era una sensazione strana. Poi, in un istante, capì. Ecco spiegato l'arcano.
Remus J. Lupin era un licantropo.


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Tonks era ancora intontita dalla sorpesa, che Lupin si già era alzato dalla sua poltrona ed era sparito in un'altra stanza.

Black aveva continuato a fissare vacuamente la porta da dove quello era uscito.

"Complimenti Tonks, il solito tatto da elefante!" pensò la ragazza.
"C'era bisogno di sorprendersi tanto? Alla faccia dell'auror di talento... Non hai nemmeno riconosciuto un lupo mannaro che ha continuato a sederti tranquillamente accanto, ogni benedetta sera, durante le ultime due settimane!"

Eppure doveva essere evidente, Remus perfino ci scherzava sopra. Ed era già raro che quell'uomo facesse un qualsiasi straccio di conversazione che non fosse assolutamente seria e pertinente, figurarsi scherzare.
Al contrario di Sirius, che era in grado di cianciare per ore, lui si limitava ad ascoltare divertito o a smorzare l'ego di suo cugino con qualche frecciatina.
E leggeva. Merlino, se leggeva! Quasi sembrava che lo preferisse alle chiacchiere in compagnia...

Questa era un'altra delle cose che spiccavano in Remus.
Era taciturno, ma non come quelle persone di natura tranquilla -aveva notato Tonks-, che non hanno mai molta voglia di parlare... no.
Per quanto lo riguardava, aveva sempre l'aria di uno che si stia sforzando di continuo per tenersi a freno. Si vedeva chiaramente, osservandolo con un po' di attenzione.

Interveniva nelle discussioni quel tanto che bastava per dimostrare partecipazione, ed alle riunioni dell'Ordine aveva fatto appena un paio di interventi (innegabilmente brillanti, però!), eppure aveva come la sensazione che fosse tentato di parlare molto di più.
C'erano dei momenti, in effetti, in cui gli brillava uno sguardo che la ragazza non avrebbe saputo definire con un termine diverso da impertinente.

-Sirius...

-Tranquilla. Gli passa subito.

-Mi dispiace, non volevo... è solo che... io non lo sapevo.

-Be', adesso almeno si è risolto questo inconveniente, direi.- commentò incerto.

-Uhm. Pensi che dovrei andare a parlargli?

-Credo di sì, magari ha bisogno di confidarsi.... no, aspetta, può darsi invece che preferisca rimanere solo! In effetti, però, non sempre quello che si desidera è ciò che è meglio per noi, e in quel caso... Oooh, in realtà che ne so?!! Io posso aiutarti se vuoi sedurre una Corvonero particolarmente carina e schizzinosa, ma per il resto...-
Diede una scrollatina di spalle.


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"Ma che diamine mi sarà preso?" si era chiesto Remus.
Aveva notato l'espressione che si era dipinta sul viso della ragazza, quando aveva realizzato come stessero le cose.
Non che avesse avuto intenzione di nasconderlo: all'interno dell'Ordine della Fenice erano tutti a conoscenza della sua... condizione, ed era necessario perchè si potesse lavorare insieme con fiducia.

Ma dirglielo in quel modo era stato davvero sciocco.
Subito dopo le sue infelici parole si era velocemente allontanato con una scusa. Non aveva nessuna voglia di capire cosa ne pensasse una giovane e zelante auror di un compagno con l'hobby di riempirsi di peli e zanne, volente o nolente, una notte al mese.

Così aveva abbozzato alcune parole sulla montagna di piatti sporchi che lo attendevano in cucina, e si era volatilizzato.
Era stato davvero, davvero stupido.
Quella battuta sul polpettone poi, era servita solo a sottolineare il tono incrinato della sua voce.
Tirò un lungo e profondo sospiro.

Credeva di aver imparato a fare i conti con il suo "piccolo problema peloso" ormai, ma evidentemente non era affatto così.
Ad essere del tutto, completamente sincero, da anni gli altri erano molto più bravi di lui, a far questo: persone come Sirius, come James e più in là Lily, o come Silente. Persone con una reputazione alquanto da incoscienti, in verità.

Remus Lupin sospirò ancora, e con un colpo di bacchetta iniziò a versare l'acqua ed il sapone sulle stoviglie che il suo coinquilino avrebbe dovuto lavare almeno ventiquattr'ore prima, sperando che quel flusso di pensieri si interrompesse da sè.

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Capitolo 3
*** 3.IMBARAZZANTI SILENZI ED ACCETTABILI COMPROMESSI ***


3 3. IMBARAZZANTI SILENZI ED ACCETTABILI COMPROMESSI



Toc-toc.
Tonks bussò allo stipite della porta.

-Ti spiace se entro?

-Prego, accommodati pure.
"Forse un po' troppo formale per un semplice ingresso in cucina, Remus..."

-Grazie.
"Non così titubante, accidenti!"

L'auror si accovacciò su uno sgabello accanto a Lupin, che stava sciacquado con accuratezza alcune forchette insaponate.
Con la coda dell'occhio, lui notò come fosse in grado di assumere una posizione scomodissima con estrema naturalezza.

...

Silenzio, a parte lo scorrere dell'acqua sulle stoviglie.

...
Alla fine aveva deciso di andare a parlargli, ma una volta nella stessa stanza con lui non aveva idea di come iniziare il discorso. Decisamente, dirgli: "E così sei un lupo mannaro, eh?", assestandogli una bella pacca sulla spalla, non andava affatto bene come aveva ipotizzato mentre percorreva il buio corridoio. Quel vuoto di parole si stava facendo sempre più pesante, secondo dopo secondo.

... Ancora silenzio.
Remus sapeva che avrebbe dovuto pronunciare una parola, una qualsiasi sillaba, ma era terrorizzato da come avrebbe potuto reagire quella giovane donna che al momento lo stava osservando pensierosa.

...
Certo che quel Lupin avrebbe anche potuto fare il primo passo! Anzi, per essere precisi, si sarebbe trattato del secondo, visto che Tonks aveva fatto lo sforzo di seguirlo fin lì.
E invece si limitava ad insaponare, risciacquare ed asciugare.
Insaponare.
Risciacquare.
Asciugare.
Non credeva di aver potuto trovare irritante Sirius, quando aveva a che fare con questo tizio che, con flemma degna di una roccia himalayana, si limitava a continuare le faccende domestiche. Sembrava non accorgersi della tensione che si sarebbe potuta tagliare con una lama...
Questo sì che era decisamente irritante.

...
Non capiva perchè lo avesse raggiunto in cucina. Insomma, era venuta fin qui? Allora perchè accidenti si limitava a fissarlo in quel modo? Se ne stava seduta, bella comoda come nessun altro essere senziente avrebbe potuto sopportare per più di dieci secondi netti, e taceva.
E mentre lui si sentiva opprimere da quel silenzio soffocante, quella cosetta azzurra (perchè i suoi capelli, quel giorno, avevano una sfumatura vagamente simile al cielo che aveva visto la mattina) si limitava a giacere.
Doveva trovare qualcosa, prima di scoppiare, perchè quei piatti stavano per finire, e fra pochi minuti non avrebbe saputo più come comportarsi in quell'assurda situazione!

-Ecco...
-Senti...

Lupin diede vita ad una smorfia che sarebbe dovuta passare per un sorriso.
Tonks si interessò immediatamente alla punta delle proprie scarpe da tennis.
Poi prese il coraggio a due mani, e iniziò col dire la prima sciocchezza che le venne in mente.

-Sirius è salito in camera sua.

-Capisco.

-Era un po' stanco.

-In effetti sì.

-Ha detto di avere mal di testa.

-Mi dispiace.

-Oooh... anche a me dispiace, Remus...-
Tonks era violentemente arrossita nel pronunciare le ultime parole, ma teneva gli occhi fermi su quelli del suo interlocutore con ostinazione.

Lupin rimase basito dalla reazione della ragazza che si trovava al suo fianco.
Appollaiata come si trovasse su un trespolo, stringeva con forza il bordo dello sgabello fino ad avere le nocche bianche, mantenendo un'espressione mista di imbarazzo ed orgoglio... che puntava dritta su di lui, come se non volesse permettergli di distogliere lo sguardo.
Rimasero per alcuni secondi a fissarsi in quel modo, finchè il mago non aprì bocca per primo.

-Tonks...

-Non volevo, davvero. Non mi ero resa conto che tu fossi un lupo mannaro, e mi dispiace moltissimo per questo, perchè so che avrei dovuto capirlo!! Chissà quante volte ne avrete parlato senza che io afferrassi il discorso, è solo che tendo a perdermi in quello che mi passa per la testa in ogni istante, e non riesco a riemergerne finchè qualcuno non mi chiama o mi scuote o non rompo qualcosa che si piazza sulla mia traiettoria...

-Tonks.

-No, lasciami finire, per piacere; è che sono davvero un'inguaribile idiota in certi frangenti, ho la sensibilità di un troll delle montagne, e mi meriterei di essere declassata a semplice archivista d'ufficio, visto il mio intuito pari a quello di una Puffola Pigmea priva di sensi...

-Oh, 'Dora, smettiamola! Semplicemente, non potevi saperlo.-

Con un gesto fluido, interruppe lo scorrere dell'acqua sulle poche posate che rimanevano nel lavandino, e mise via la bacchetta.
Si portò una mano alla fronte, come per mettere a fuoco un concetto troppo complesso.

-Non ne abbiamo mai parlato, e io avrei dovuto discuterne con te civilmente dall'inizio, invece di farmelo sfuggire così all'improvviso.-

-Cosa...?

-Come "cosa"?

-Quello che hai detto.

-Ho detto che te ne avrei dovuto parlare con calma.

-Non questo! Quello prima.-

-Ah, be', che tu non potevi saperlo.-

-Non questo "prima", quell'altro "prima"!!

-'Dora, ti assicuro, non arrivo a capire ciò che intend...

-Ecco, l'hai fatto di nuovo! -
Tonks aveva strabuzzato gli occhi.

-Hai detto quel nome...!

-Oh... OH. Il nome. S-sì... Io... scusami, non... ecco, non ritenevo che tu...- balbettò come un bambino scoperto con le mani nella marmellata.

-No, va bene.- disse con forza la giovane, sorprendendo soprattutto se stessa. -E'... cioè, diciamo... accettabile. Almeno suppongo che lo sia.

Remus la osservò, e per un brevissimo istante a Tonks parve di notare il familiare guizzo.
Ma il licantropo si limitò a dire:
-Ok, ottimo allora.

-Tu stavi per dire un'altra cosa.

Remus la osservò nuovamente, in silenzio, come se avesse improvvisamente notato in lei qualche nuovo particolare precedentemente sfuggitogli.
Poi, lentamente, parlò:

-In effetti, sì. Stavo per dire dell'altro.

-E potrei sapere cosa?

-Solo che credevo odiassi farti chiamare per nome.

-"'Dora" è un accettabile compromesso. E...?

-E... mi chiedevo cosa avessi fatto, per meritare tale trattamento privilegiato. Intendo il poter pronunciare questa particolare parola, nonchè il fatto che tu sia venuta qui a discutere con me... A parte ovviamente essere un lupo mannaro vecchio, grigio e pericoloso.- Sorrise.

-Ti dirò,- rispose 'Dora- non mi sembri così pericoloso, Remus J. Lupin.
"Tutt'altro."

-Mmmh. In questo caso, allora, non avrai alcun problema nel passarmi quel coltello, immagino. Dovrei lavarlo.-

-Ecco a te.

-E del sapone, per favore.

-Sì.

-Acqua...

-Certo.

-E l'asciugamano, grazie.

-Tieni, Remus.


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Capitolo 4
*** 4.ALMENO PER OGGI (incidenti, punizioni e buonanotte) ***


4. ALMENO PER OGGI (INCIDENTI, PUNIZIONI E BUONANOTTE)



L'idea che Tonks si trasferisse per un po' a Grimmauld Place la diede Molly Weasley durante una delle loro solite cene affollate.
Aveva osservato come la ragazza passasse più tempo lì che in casa propria e sopettava che si sentisse un po' sola nel suo appartamento babbano da single, luogo che le provocava i brividi al solo pesarci, per la quantità di caos che vi regnava.

-L'idea non è per nulla malvagia.-commentò Sirius- Con te qui, potremmo organizzare delle favolose battute di caccia a Kreacher...

Tonks sapeva che suo cugino viveva male quell'ozio forzato che lo faceva sentire inutile e lo rendeva alquanto scorbutico, e che era sempre in cerca della maggiore compagnia possibile.

Certo, sapeva essere decisamente infantile, testardo e molesto, ma era anche un adorabile buffone, e a conti fatti non doveva essere male rientrare da una giornata pesante e trovare la cena già pronta -ma soprattutto non bruciata-.
In più casa Black si trovava in una zona strategica: era ricca di vicoletti bui e nascosti, ideali per materializzarsi e smaterializzarsi, mentre lei abitava in una zona molto affollata, e quasi ogni mattina doveva correre affannata alla ricerca di un angolino deserto per andare a lavoro.
Fu così che la giovane auror decise, in una piovosa mattinata, di iniziare il trasloco.

Il risultato era che, adesso, a Remus pareva di avere alle calcagna, oltre al Sirius Black originale, una sua copia femminile e variopinta, altrettanto seccante e rumorosa (se non di più).
Se aveva sperato che si distraessero fra loro, senza coivoilgerlo in ogni gioco turbolento che facevano, dovette ben presto ricredersi! Infatti quei due erano convinti che si sarebbe sentito escluso, se non avessero chiesto anche a lui cosa ritenesse più divertente: trasfigurare Kreacher in una teiera o in un nanetto da giardino babbano?
Una compagnia impegnativa, insomma.



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Il trasferimento della roba di Tonks, inizialmente, sembrò molto semplice e veloce.
Si presentò (un po' grondante, perchè aveva dimenticato l'ombrello) con una sacca in spalla ed un borsone, che rovesciò entrambi con noncuranza sul letto nella camera assegnatale. Dopotutto si trattava di una soluzione temporanea, che non richiedeva sforzi eccessivi da parte sua, per essere messa in atto.
Purtroppo però, benchè fosse convinta di potersi adattare tranquillamente con le poche cose che si era portata dietro, ben presto si ritrovò a chiedere in prestito ai suoi due coinquilini un infinito numero di oggetti d'uso quotidiano, dallo spazzolino da denti fino ai calzini.

Per la verità questi ultimi non li aveva esplicitamente domandati, ma quando la prima domenica era scesa tutta assonnata nella cucina per fare colazione, il suo abbigliamento era stato accolto con una certa sorpresa.
Black l'aveva osservata fra il divertito ed il disgustato, mentre Lupin l'aveva squadrata con disappunto, senza proferire parola, trovando forse più dignitoso fingere di non averla sentita arrivare.

-Complimenti per la tua mise... Non ho mai visto nulla di più sensuale di un bel calzettone singolo color melanzana.
-'iorno Sir...
-Un colore improbabile perfino per te, osereri dire!

Tonks tendeva ad avere un risveglio lento, e ci mise alcuni istanti per decifrare le frasi del cugino.
-Non avevo altro...- disse, mentre frugava fra gli scaffali tarlati.

-E come mai hai messo in valigia un unico, orrido calzino? Pensavi che fossimo di stomaco troppo delicato per sopportare la vista contemporanea di entrambi?

Per tutta risposta, Tonks emise una specie di grugnito.
-Caffeeeèè...- mugugnò, grattandosi la testa, col risultato di scompigliare una folta area di ciuffi violetti.

-Ce n'è una tazza sul tavolo.- Remus aveva parlato continuando a scorrere gli articoli del giornale che lo nascondeva alla vista.
-'azie.-

Sirius puntava la calza come se non avesse visto nulla di più interessante da settimane, il che era anche abbastanza probabile.
Tonks prese un enorme sorso di caffè fumante.
-Ho capito, ti devo spiegare questa faccenda, o continuerai ad esaminarmi in quel modo tutto il giorno.
- Oh, posso andare avanti per intere settimane, se mi ci metto!-(qui Remus emise un suono dal significato poco chiaro) -Spara, sono tutt'orecchi.-
-Mi capita di spaiare i calzini. E prima del caffè non connetto.
-Mi dispiace essere brutale, ma questa "spiegazione" non spiega un emerito accidenti!
-Ok, ok. Ho trovato un calzino marrone ed uno blu. Ho tentato di renderli uguali, ma mi devo essere concentrata poco e il risultato è questo: si sono fusi in un unico, mostruoso obbrobrio.

Il giornale di Remus saltellò un poco.
Tonks ebbe la sgradevole sensazione che il licantropo stesse nascondendo con il quotidiano un attacco di risate.

-E perchè lo hai indossato?
-Be', ho pensato che fosse meglio avere freddo ad un piede solo.
-Ok, ho capito. C'è un'unica soluzione. Puoi prestarmi il tuo gufo?
-Cosa vuoi fare, Black?!
-Solamente mandare una lettera a Silente perchè ti riammetta ad Hogwarts. Hai decisamente bisogno di ripetere il corso di Incantesimi...

Per tutta risposta, gli fu scagliata in testa con rabbia una zolletta di zucchero.
Black ghignò un: "vedo che ti piace il Quidditch... anche a me!" e si sfilò una delle ciabatte logore che aveva ai piedi, per poi spedirla elegantemente in direzione della cugina.
Quest'ultima (che avendo ormai bevuto tutto il contenuto della propria tazza, era divenuta decisamente più attiva) ebbe la prontezza di abbassarsi per schivare il proiettile, quindi il "Bolide" continuò il suo tragitto in aria, fino ad atterrare con un sonoro SCIAFF sulla guancia sinistra di Lupin.

Sirius ebbe un piccolo sussulto.
Tonks ammutolì e trattenne il fiato.
Remus sembrava essersi immobilizzato di colpo, il giornale ancora aperto a nascondergli il viso.

Per un attimo i due cugini pensarono di aver udito un bisbiglio, ma fu l'impressione di un secondo. Rimasero in attesa dell'effetto di qualche incantesimo, ma non accadde niente di niente.

"Naturale." pensò Tonks con sollievo, "D'altra parte si tratta di Lupin, il compassato, educatissimo, tranquillo Lupin. L'ex-prefetto. Il professor Lupin. Gli insegnanti non si vendicano: gli insegnanti danno il buon esempio perdonando i torti subiti!"

L'uomo abbassò il giornale con un'esasperante lentezza. Sul suo viso aleggiava un'espressione indecifrabile. Si alzò dalla poltrona, freddamente, e mosse alcuni passi in direzione degli altri due.

-Dove stai andando, Lunastorta...?-
Lupin non reagì e continuò a camminare.

-Rem... ti ho fatto una domanda.-
-Mi pareva fosse chiaro il fatto che io l'ho volutamente ignorata.
Sirius iniziò ad essere in tensione.

-Fermati! Devi dirmi dove stai andando, oppure sarò costretto a...-
-In bagno, Felpato, sto andando in bagno. Soddisfatto?
-Oh. Sì. Ok, va bene.
-Me ne compiaccio, allora.
Sirius prese coraggio.
-Rem...?
-Sì?- rispose affabile l'altro.
-Ehm... Scusa. Per la ciabatta di poco fa, sai.
Lupin si arrestò.
-Non c'è alcun bisogno che ti scusi, caro Felpato. Gli incidenti capitano alle persone eccessivamente... movimentate: ne sono consapevole, e non incolpo nessuno di una cosa che è ineluttabile.-

Tonks non sapeva come mai, ma non le piacque affato il tono con cui Remus aveva parlato. E in effetti il sorrisetto ambiguo che aveva rivolto a lei e all'amico era tutto, tranne che rassicurante. Inoltre trovava abbastanza sinistra la parola "ineluttabile", che non lasciava presagire niente di buono.
Sirius deglutì.

-Cos'hai intenzione di fare?- domandò la ragazza. Iniziava a sentirsi piuttosto turbata.
-Ho intenzione di espletare alcune funzioni fisiologiche poco piacevoli ma, ahimè, necessarie.
Detto questo, si avviò verso il corridoio.

Tonks guardò Sirius, Sirius guardò Tonks.
Come leggendosi nel pensiero, all'unisono misero le mani sulle proprie bacchette per proteggersi dal pericolo che avvertivano imminente... e in quel momento accadde qualcosa di molto, molto strano.
La bacchetta della ragazza schizzò via, filando ad una velocità impossibile, mentre quella dell'uomo puntò dritta alla sua guancia sinistra, colpendolo prima che fosse in grado di afferrarla.

-Cosa diavolo ci hai fatto, sconsiderato pazzoide!!!!- urlò Black.
Tentò di prendere la tazza sbeccata che si trovava sul tavolo, con l'intento di scagliarla in direzione del lupo mannaro, ma questa ebbe lo stesso bizzarro comportamento della bacchetta.
Da dietro la porta si sentirono delle risate...

-Che tu possa pestare una cacca di Kneazle!! Esigo immediatamente sapere che accidenti di diavoleria è questa, Lupin!!

-Bè, visto che vi piace tanto il Quidditch... ho pensato che uno di voi potesse allenarsi a schivare i bolidi, mentre l'altra preferisse cercare di acchiappare un boccino d'oro. O per lo meno dei surrogati. Ho optato per tutto ciò che tenterete di maneggiare. Buon divertimento!- disse, uscendo di casa tutto soddisfatto.


"Promemoria per Tonks: dopotutto gli insegnanti si vendicano eccome! Gli insegnanti sono maledettamente sadici, antipatici e crudeli, gli insegnanti adorano punire con ferocia da manuale chiunque turbi accidentalmente le loro deprimenti e noiosissime attività mattutine!!!!"


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Tutta la giornata passò in quel modo. Qualsiasi oggetto cercassero di prendere con le mani volava da una parte all'altra o tentava di colpirli, e passarono ben quattro ore prima che uno dei due scoprisse che l'unico modo per evitarlo era eseguire un incantesimo di appello.
Tuttavia, dire "Accio cartigienica" ogni volta che si va in bagno non viene naturale a nessuno, così gli "incidenti" furono abbastanza frequenti.

Verso sera, Remus apparve con aria serafica in salotto.
-Una giornata divertente, non trovate?-
Stava fischiettando un motivetto allegro.
-Sgrunt...- sbuffò Sirius.
-Snort...-grugnì Tonks.

I due discendenti dei Black erano molto diversi fra loro, ma con le sopracciglia aggrottate ed i capelli corvini entrambi (Tonks pensava che riflettessero meglio il proprio umore, in quel momento) la somiglianza fisica era piuttosto evidente. Sembravano due monelli messi in castigo.
Lupin sorrise intenerito, chiedendosi se non fosse stato un po' troppo cattivo con quei due. Mentre Sirius sedeva a braccia incrociate, Tonks ostentava un cipiglio da principessa indignata, nonostante una grossa macchia d'inchiostro sul naso.
"Che buffa, buffa ragazza."
Decise che no, se l'erano decisamente meritata, visto che da giorni facevano di tutto per infastidirlo, ma che poteva bastare, almeno per oggi.
Mormorò un paio di parole, puntando la bacchetta su entrambi.

-Siete liberi.

I due gli lanciarono un'occhiata truce.

-E se ci vendicassimo?-

-Oh, non lo farete.

Sirius sapeva che era vero. Almeno per oggi.
-Me ne vado a letto. Buonanotte Tonks.

-Non auguri la buonanotte anche a me, Felpato?

-Ripeto, buonanotte, Tonks.
Lupin ridacchiò, mentre l'amico se ne andava borbottando cose poco carine.


-Vado a letto anch'io.
Lupin scrutò la ragazza, che si bloccò.

-Hai intenzione di vendicarti ancora?

-No.

-E allora perchè stai facendo così?

-Così come?

-Mi guardi.

-Perchè mi sei davanti.

-Come no!

-E' innegabile che tu ti trovi davanti a me...

-Sì, ma tu non mi stai dicendo qualcosa.

-Mmmh... Può essere.

-E allora fallo!

-Lo sto già facendo.

-No, che non lo stai facendo!

-Sì, invece. Sto "non-dicendo" qualcosa.

-Oooooh, sei davvero esasperante...

-Mi spiace.

Tonks lo guardò furiosa, gli fece una linguaccia stizzita e si diresse in camera propria.
Tuffandosi sul letto, esausta, sentì una piccola massa premerle contro la schiena. La prese in mano, ricordandosi troppo tardi della fattura e... non successe niente.
Li aveva davvero liberati, a conti fatti.
Sollevata, guardò l'oggetto su cui si era sdraiata. Era una coppia di calzini, rosa. Perfettamente identici. Se ne infilò uno, e dentro vi trovò un biglietto.

" Suppongo che non avere freddo ad alcun piede sia ancora meglio che averne ad uno solo.
R. J."

Rimase leggermente interdetta. Per essere strano quell'uomo, lo era eccome.
Evocò carta e penna e, dopo averci riflettuto un po', scrisse:

"Suppongo che tu abbia ragione. Suppongo anche che tu sia perdonato, almeno per oggi.
Tonks"

Percorse il corridoio fino alla stanza di Lupin, si chinò ed infilò in biglietto sotto la porta.
Stava per voltarsi, quando sentì un sussurro.
-Buonanotte, 'Dora.
La voce un po' rauca veniva da dietro alla porta.
Immaginò di vedere, nel buio della camera, lo scintillìo dello sguardo di lui che indicava un pensiero inespresso. Scacciò subito l'idea.
Poi:
-Buonanotte a te, Remus.- rispose piano.

Non sapeva perchè non avesse aperto la porta. Non sapeva perchè avesse parlato da lì. Sapeva solo che dopo aver letto il foglietto che era scivolato silenzioso dentro la stanza aveva detto a bassa voce:
-Buonanotte, 'Dora.
Per pochi istanti aveva creduto che fosse già andata via. Ma poi lei gli aveva risposto.
-Buonanotte a te, Remus.


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Capitolo 5
*** 5.PROPOSTE, MALUMORI E DOMANDE MOLESTE ***


5


5. PROPOSTE, MALUMORI E DOMANDE MOLESTE.

-Non se ne parla nemmeno!!! Di questi tempi- stava protestando Molly -tutto è diventato troppo pericoloso. Troppo pericoloso andarsi a bere una birra al Paiolo Magico dopo le undici di sera, troppo pericoloso lasciare i bambini soli a giocare in cortile...-

-Invece io credo che facciamo il gioco dei Mangiamorte se ci chiudiamo in casa.- obiettò Tonks.
Sirius si rabbuiò immediatamente nel sentirla, ma lei non doveva essersene accorta, perchè continuò imperterrita.

-Insomma, non è quello che vogliono? Metterci addosso un terrore folle, mentre loro si sentono padroni di andarsene in giro in lungo e in largo! Be', io non ci sto, mi dispiace.

"Manca solo che sbatta i pugni sul tavolo stizzita" pensò Remus, "poi sono quasi certo che sfiderà a duello chiunque osi contraddirla."
Gli si affacciò in mente un pensiero divertente, che aveva a che vedere con una Giovanna d'Arco dai capelli rosa e una bacchetta in mano.
Sospirò per reprimere la nascita di una risatina.

-Immagino dalla tua reazione che tu non sia d'accordo con me.

Era irritata dal modo di fare di Lupin. Sempre con quell'aria da saputello, sempre superiore a tutti gli altri. Per Morgana, sarai pure intelligente, ma devi sempre esibirlo in maniera tanto plateale??

Interessante, tutti gli occhi erano puntati su di lui, ora.
Si schiarì leggermente la voce.

-Trovo che il tuo punto di vista sia... acuto, ma anche un tantino sconsiderato.-
Il sorriso che era nato sul volto della giovane strega si spense subito.

-Il fatto è che alcuni di noi sono effettivamente impossibilitati ad uscire per una piacevole seratina al pub e, be', credo che dovremmo tenerne conto.

Molly annuì compiaciuta.

-Ma...

-Tuttavia, anche Silente pensa che la paura possa diventare un'arma potente nelle mani di Voldemort, e che non dovremmo permetterglielo.
Nel sentir pronunciare quel nome un po' tutti ebbero un sussulto, a parte Sirius che parve non essersene nemmeno accorto: era talmente di malumore che pareva quasi di vedergli volare in circolo sopra la sua testa un paio di corvi neri.

-E' un'idea folle... e lo siete anche voi, se volete saperlo! Mi rifiuto di partecipare ad un'iniziativa così sconsiderata.

-Ma Molly, pensa ad Arthur! Vuoi forse dire che lui non ne sarebbe felice?

-Non è questo il punto.

-Non sarebbe forse il perfetto regalo di compleanno?

-Potrebbe succedere qualunque cosa!

-Non succederà niente. D'altra parte ci saranno ben tre Auror, nessuno oserà attaccarci. Oh, avanti Molly, pensa alla faccia di tuo marito quando capirà!

La signora Weasley sembrava combattuta fra la voglia di far felice l'uomo che amava ed il timore che la situazione fosse troppo pericolosa.
Alla fine decise che ci avrebbe riflettuto una notte.


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-Fantastico!! Ero certa che avrebbe acconsentito!-

Tonks saltellava eccitata come una bambina la mattina di Natale, incapace di frenare la contentezza.
Remus sfogliava un volume dall'aspetto poco invitante, mentre su Sirius continuava ad aleggiare un'atmosfera minacciosa.

-Ma perchè fai il muso, cugino? Non hai capito che esci da questo posto soffocante, per una volta??

-Tanto non accadrà.

-E mi dici perchè no?

Black digrignò i denti.
-Perchè, se non ti è ancora passato per quella testa dura che ti ritrovi, non me lo permetteranno.- latrò.

-Te lo do io il permesso.

-Be', grazie, ci voleva esattamente il permesso di una cugina quasi minorenne per rassicurarmi!

-Io non sono quasi minorenne, razza di citrullo!- protestò Tonks, risentita. -Sei tu che ti comporti come se lo fossi. Sei adulto e vaccinato, per la miseria! Chi mai dovrebbe impedirti di venire con noi, se decidi di farlo?

-Silente.-
Era stato Lupin a parlare, mentre Black era sprofondato nuovamente in un buio silenzio.

-Ok, be'... vorrà dire che dovremo soltanto convincere Silente, e che sarà mai!- fece Tonks, con voce molto più baldanzosa di quanto non fosse in quel momento il suo spirito.
Remus la guardò, quasi più incuriosito che perplesso.

-Ci parlerò io, che problema c'è... Non ci vorrà niente, ne sono sicurissima. Certo che state proprio invecchiando, voi due, lasciatevelo dire!!-

Il licantropo le lanciò un'occhiata scettica da sopra alle pagine ingiallite.
Da Sirius proveniva un sordo brontolio.
Tonks alzò gli occhi al cielo con fare melodrammatico, ed uscì chiudendo la porta con un po' troppa violenza.



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-Rem?

-Mmmh.

-Rem.

Lupin ritenne che fosse più importante ascoltare l'amico in quel momento, che completare il capitolo. Così chiuse il libro che stava leggendo e lo mise da parte.

-Dimmi, Felpato.

-Ha qualche speranza, per te?-
Per un attimo era apparso sovrappensiero.

-Ti dirò... inizio a pensare che quella ragazza sia capace di qualunque cosa.

-Be', per me invece è impossibile. Spreca tempo.-
Si rabbuiò ancora.

-Mettila così: spreca il proprio di tempo, non il tuo.

-Sarà.-
Black poggiò i piedi sul tavolino di fronte a lui con un tonfo stizzoso.

Lupin considerò conclusa la discussione, e si apprestò a riprendere la lettura.


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-Lunastorta...

Cercando di non farsi sfuggire un sospiro di impazienza, posò nuovamente il volume.

-Sì?

-Che vuol dire "vaccinato"?

-E' un termine che indica una pratica medica babbana, utilizzata per diventare immuni alle malattie. Tonks lo ha usato in senso metaforico, come per dire che non sei più un cucciolo di primo pelo.

-Mmh, capito.

-Bene.

-Tu sei stato vaccinato?

-No. Mia nonna avrebbe voluto, ma no.

-Oh. Ma tu avresti voluto?

-Non mi sono mai posto il problema, in realtà.

-Ah, ok.

-Ok.

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-...Lunastorta?

-Che c'è, Felpato?

-Domani c'è la luna piena.

-Già.

-Vorrai compagnia?

-Non domani sera, ma grazie.

-Sicuro?

-Sicuro.

-Va bene, allora.

-Grazie.

-Se cambi idea, sai dove trovarmi.

-Sì, ci penserò.

-Bene.

-Bene.


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-R.J.?

-... da quando mi chiami "R.J."?

-Da adesso.

-...

-R.J.??

-Spara.

-Sono un citrullo, secondo te?

-Il termine che userei in questo momento per definirti sarebbe, in realtà, meno amichevole.

-Idiota. A cosa stai pensando?

-A qualcosa che ha a che vedere con una pelliccia di pelo di cane.

-Noioso, e poco originale.

-Conterò fino a tre, a questa conversazione avrà un termine.

-Ma perchè?!

-Tre.

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-Remus?

-Mmmmh.

-Mi dici quando ti sei innamorato di Tonks?

Lupin si sentì gelare. Trattenne il fiato.
Forse se l'era immaginato.
Forse era già notte e si trattava di un sogno molesto, una specie di incubo di cattivo gusto.
D'altra parte Sirius era proprio il genere di rompiscatole che ti tormenta anche mentre stai cercando di dormire tranquillo.
Sì, decise. Era un sogno. Pochi minuti e sarebbe finito.

-Stai fingendo di non avermi sentito?

Lupin rimase immobile. Ecco come far perire in un attimo la sua teoria onirica. Era stata un'illusione breve, ma intensa.

-Ok, iniziamo allora...- fece il padrone di casa, scrocchiandosi le dita.

-Punto primo: ti animi quando entra nella stessa stanza dove ti trovi tu.

-Mi pare di limitarmi a continuare quello che stavo facendo prima che entrasse, invece.

-Punto secondo: la difendi.

Remus tentò di avere un tono di voce compassato.

-Difendo alcune sue idee, non lei.

-Punto terzo: ripari tutto ciò che rompe.

-E' qualcosa che dovresti fare anche tu, in effetti. Benchè tenti di ignorarlo, suppogo.

-Punto quarto: di notte ti sento urlare con desiderio: "Nimphadora.... Nimphadora...."!

-Pur non avendone prove, sono pronto a scommettere che questo te lo sei inventato.

-Ok, lo ammetto. Punto quinto: le prepari la colazione ogni mattina.

-Lo faccio anche per te. E siamo ancora al punto quarto, per essere precisi.

-Ma a me non imburri il pane due volte. E hai appena ammesso l'esistenza dei primi quattro punti.

-Tu non mangi burro. E non sto ammettendo un bel niente.

-Punto sesto: la guardi sempre.

-Osservo di abitudine le creature bizzarre...

Sirius inarcò un sopracciglio con scherno.
-Ok, questa è davvero penosa, ammettilo.

-Oh, be'... Punto primo, sono troppo vecchio per lei.

-L'amore non ha età.

-Punto secondo, sono troppo squattrinato, specialmente per una discendente dell'antica e ricchissima casata dei Black.

-Ma se è stata diseredata.

-... e punto terzo sono troppo pericoloso per chiunque, Sirius! E questo taglia la testa al toro.

Negli occhi scuri di Black brillò uno sguardo furbo.
-Ammetti che ti piace?

-Ma certo che mi piace, Felpato.-
Si sentiva a disagio.

-Tonks piace a tutti. E' spontanea, socievole, divertente e molto in gamba, nessuno che la conosca può far altro che volerle bene. - Scosse la testa.
-Credo che piaccia perfino a Severus.-

Sirius ghignò.
-Sai che ti dico, amico mio? Questo è decisamente il punto numero sette. Solo un uomo innamorato può asserire una tale assurdità.


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Remus Lupin posò il volume polveroso e si allontanò, deciso ad ignorare l'amico.
Ma nell'ingresso andò a sbattere contro qualcosa... qualcuno... contro Tonks, insomma.

-Oh, scusa Remus! Sono inciampata nel mio piede destro col sinistro e...
Punto primo: ti animi quando entra nella stessa stanza dove ti trovi tu...

-Tranquilla, capita a volte.
Punto secondo: la difendi.
Scrollò la testa.

-Dev'essere stato quel maledetto portaombrelli... oh, lo sapevo, l'ho spaccato un'altra volta...-

-Rep...- Punto terzo, Lunastorta...- ...aro.-

-Oh, grazie Rem. A volte mi chiedo come ho fatto tutti questi anni senza di te!-
Aveva gli occhi che le brillavano nella luce fioca del piccolo atrio.

-Be', in realtà so come ho fatto: ho distrutto metà degli oggetti che mi appartengono e non...-
Rise allegra, e lui sentì il cuore accelerare appena.
Punto sest...
"Oh, taci Felpato, accidenti a te..."

-Ehm... Allora, com'è andata?
Il viso di lei si illuminò.

-Ce l'ho fatta! Silente è stato molto comprensivo, e anzi ha detto che verrebbe anche lui se non fosse impegnato con la scuola!!- esclamò, due dita in su in un gesto di vittoria.

-Corro da Sirius a dargli la buona notizia. Tu stavi andando via?-

-No, pensavo solo di salire camera mia per un po'.

-Ma mangi con noi?

-Ci vediamo a cena.- annuì.

-Uhm... Devo avvisarti, però: cucinerò io.

-D'altra parte, ormai la mia vita l'ho vissuta.-

Remus sorrise, beccandosi un pugno sul petto per questo.
Mentre la ragazza cadeva rovinosamente in direzione della cucina, lui si massaggiò il punto colpito.

Troppo pericoloso, pensò.
E questo chiudeva la questione, definitivamente.
Avvertì in bocca un sapore amaro.
Era quasi certo che non dipendesse dal caffè nero del pomeriggio.

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Capitolo 6
*** 6.CHEZ TONKS-INCOSCIENZA E BABBANOFILIA ***


6

6. CHEZ TONKS! INCOSCIENZA E BABBANOFILIA



Era passata una settimana, ed il gran giorno era arrivato: il compleanno di Arthur Weasley.

I preparativi per quella che sarebbe stata una serata un po’ particolare erano iniziati dal pomeriggio precedente, con gran disappunto di una delle due persone coinvolte.

I vicini di Tonks avevano assistito per ore ad un via-vai di scatoloni e cavi piuttosto inusuale; tuttavia ormai avevano imparato a non fare caso alla loro strana condomina con l’ossessione per tinte assurde, tagli ed extension, che mancava dall’appartamento da quasi un mese ormai. Non che dispiacesse molto a nessuno: un mese senza quella giovane voleva dire per loro un mese senza sostituire il vaso del piccolo ficus che tenevano portone.


-Reeeemus!!!- stava chiamando Tonks. -Puoi venire quiiii, per favooooore?

Le gambe di Lupin apparvero per la tromba delle scale, mentre il tronco e la testa erano nascosti alla vista da un cartone che sembrava decisamente ingombrante nonchè, ad un veloce esame, anche piuttosto pesante.

-Eccomi.

Posò in terra il grosso involucro, asciugandosi con una manica la fronte imperlata.

-Grazie al cielo sei qui! Ho qualche problemino con la presa scart…

-Con la presa cosa…?

-Con la scart, Remus! Hai presente?

-Temo di non aver mai avuto il piacere, in tutta sincerità…

-Be’, Scart, ti presento il signor Remus Lupin; Remus, questa è Madame Scart, fedele compagna di ogni telespettatore che si rispetti. Ora tu ti occuperai di lei, altrimenti stasera nessuno potrà vedere un bel niente, in questa casa.

-Ma ‘Dora, io non ho la minima idea di dove vada inserita!

-Usa la tua super-intelligenza, professore… Io devo pensare a spazzare il pavimento, a togliere la polvere e a completare tutti quegli altri inutili lavori di casa che di solito faccio quando viene a trovarmi mia madre.-

Il mago inarcò un sopracciglio. Si era cacciato in un bel pasticcio.
Quando gli era stato chiesto se fosse disponibile per aiutare Tonks a sistemare il suo appartamento per la festa a sorpresa, non aveva immaginato che lo avessero scelto per il fatto che avesse parenti babbani.

Piuttosto, aveva pensato che dipendesse dalla sua cronica disoccupazione, e dall’ enorme quantità di tempo libero che ne conseguiva.
Invece si era sbagliato, come il cavo nero che penzolava con aria di sfida da una poltrona gli stava rinfacciando.

Forse era anche vero che fosse uno dei pochi, fra quelli che conosceva, in grado di maneggiare un frullatore o un accendi-sigari senza dare di matto, ma da qui a sapere come questi oggetti funzionassero ce ne correva!


Mentre cercava di trovare i punti d’entrata per le due estremità fitte di dentini, gli venne in mente che se il gene Black della follia non fosse stato attivo in Nimphadora Tonks, mettendole in testa la malsana idea della festa a tema babbano, in quel preciso istante lui si sarebbe trovato in missione per l’Ordine.
O meglio ancora davanti al camino di Sirius, in compagnia di un bel romanzo inglese dell’Ottocento.

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La ragazza correva affannata da un angolo all’altro del proprio salotto, ricondandosi ogni punto e momento di aver tralasciato di ultimare questa o quell’altra particolare incombenza.
Nonostante la fatica di organizzare tutto, si sentiva davvero soddisfatta dell’idea che le era venuta in mente alcuni giorni prima.
Conoscendo la passione di Arthur per tutto ciò che riguardava il mondo non-magico, aveva pensato di sfruttare il suo appartamento fornito di elettricità (o ecletticità, come avrebbe detto il festeggiato…) , per fargli trascorrere una genuina serata babbana.


Molly aveva il compito di portare il marito da Tonks verso le otto, mentre il programma prevedeva che gli ospiti arrivassero con una mezz’ora di anticipo rispetto a loro.
Avrebbero trovato ad attenderli buona parte dei membri dell’Ordine della Fenice, compreso Sirius, nonché un televisore a colori perfettamente funzionante!

In seguito avrebbero inserito una videocassetta nel videoregistratore ad esso collegato, che aveva ricevuto in prestito da suo padre, e si sarebbero gustati un buon film sgranocchiando pop-corn e dolcetti.

Infine avrebbero cenato con il buffet che aveva preparato Molly in anticipo, ed avrebbero bevuto vino e ballato per tutta la sera, al suono della musica riprodotta da un originale stereo con compact-disk.

Non c’è che dire, era davvero soddisfatta di sé.
E il piccolo segreto che custodiva non la preoccupava minimamente… Davvero!
Non poteva che andare tutto bene, quella sera.
Insomma, aveva studiato il piano attentamente.
Non ci sarebbero stati imprevisti. Nessun contrattempo.
Tutto sarebbe andato alla grande.


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Alla fine tutti gli apparecchi erano stati montati e collegati fra loro nel modo giusto, ma l’operazione aveva richiesto molto più tempo del previsto a causa della loro scarsa manualità con quel genere di tecnologia, tanto che gli ospiti sarebbero arrivati da un momento all’altro, e né la padrona di casa né il suo aiutante erano vestiti per la festa.

Remus, che contava di avere il tempo per tornare a casa a cambiarsi, pareva contrariato.

In effetti il suo aspetto non era dei migliori: il vecchio pullover che aveva indossato in previsione della faticata era bianco di polvere, e i pantaloni di velluto a coste avevano una chiazza dovuta all’incontro ravvicinato di Tonks con un appendiabiti, durante un’avventurosa pausa caffé.

-Sai, non credo che farai in tempo a tornare a Grimmauld Place…

-In tal caso avrei un problema. Non sono del tutto presentabile, in questo stato.- disse, indicando se stesso con un gesto vago.

La strega esaminò l’aspetto del licantropo.

-Hai ragione, fai abbastanza schifo.

-Ti ringrazio, sono veramente lusingato- fece sarcastico Lupin, accennando un lieve inchino.

-Ma non temere, ho io una soluzione.

-Evocherai all’istante per me dei vestiti decenti?

-Molto meglio! Te li andrò a prendere dal mio armadio.
Detto questo, sparì in camera da letto.

Quando tornò, reggeva in braccio una camicia da uomo, un maglione rosso brillante ed un paio di jeans scuri.
Remus notò che si trattava di indumenti quasi nuovi, ma non freschi di negozio: qualcuno li aveva indossati almeno un paio di volte.

-Credo che siano della tua taglia.

-Li hai comprati per rivestire gli ospiti di sesso maschile dopo certi tuoi tipici… incidenti?

Scosse il capo in senso di diniego.
-Sono stati dimenticati qui.

-Capisco. E il proprietario non avrà nulla a che ridire che uno sconosciuto metta i suoi vestiti?

-Non ci saranno problemi. Ciò che è suo è anche mio, quindi te li presto ufficialmente.- rispose, strizzandogli l'occhio.

Remus andò a farsi una doccia, domandandosi a chi appartenessero gli abiti che avrebbe portato quella sera.
Da come si era espressa la ragazza, dovevano essere piuttosto in confidenza.
Be', a pensarci meglio anche un po' più che in semplice confidenza... Come aveva detto?

"Ciò che è suo è anche mio..."

Non gli era mai venuto in mente che lei potesse avere una storia con qualcuno, ma all'improvviso gli fu chiaro che non c'era alcun motivo razionale per cui non dovesse essere così.

Ripensò alle parole di Sirius, chiedendosi se dopotutto non fosse leggermente ge... no, era una stupidaggine.
Aumentò il getto dell’acqua, e ci ficcò sotto la testa.

Semplicemente, non aveva mai pensato ad un eventuale fidanzato di 'Dora perchè lei non ne aveva in nessuna occasione accennato l’esistenza.

Non che il loro rapporto fosse ad un livello tale da discutere delle proprie vite private, in effetti.
Si avvolse in un asciugamano fucsia che era stato lasciato per lui sul bordo del lavabo, dopo essersi strofinato i capelli di fretta, poi si vestì.
Bel maglione, pensò.
Poi, senza alcun motivo apparente, provò un lieve fastidio.

-----

Tonks era già pronta, e sedeva sul divano un po’ nervosa perché non le capitava spesso di ricevere ospiti in casa propria.
Sentiva come una leggera morsa allo stomaco, ed era convinta che non sarebbe stata in grado di buttar giù nulla, durante il buffet.
Ma non le importava: quella serata era per Arthur.
E per Sirius, naturalmente, visto che non sopportava di vederlo diventare sempre più di cattivo umore.

Remus uscì dal bagno, alcune ciocche ancora un po’ umide.

-Sai che è la prima volta che ti vedo con un colore vero addosso? Iniziavo a pensare che fossi allergico a tutto ciò che non contenesse del marrone, del grigio o del beige…-

Lupin le rivolse un’occhiata disorientata, e Tonks scoppiò a ridere.

-Volevo solo dire che mi piaci molto stasera.

L’espressione del mago passò dalla categoria “disorientamento diffuso” a quella “choc violento”, e la ragazza arrossì, letteralmente, fino alla punta dei capelli.

-Cioè…- farfugliò, -Non… non intendevo in quel senso! Solo che stai… bene, insomma.

-Ehm… grazie. Anche tu. Molto carino il tuo… poncho… a righe… ehm…

-Grazie.

-Di niente.

Silenzio imbarazzato.



“O mamma, non di nuovo! Ma dove vi siete cacciati tutti quanti? Per favore, arrivate… miseriaccia, sarebbe pure ora, no?”

Come se l’avessero sentita ed accontentata, in quell’istante bussarono alla porta.

-Eccomi!- urlò l’auror.

Alla porta si presentarono in cinque: Kingsley Shacklebolt, Moody, Charlie e Bill Weasley, ed una sfavillante Fleur in abitino di seta rosso che metteva sfacciatamente in risalto i suoi capelli argentati.
Ognuno di loro reggeva un pacco regalo, che fu prontamente depositato sul tavolo della sala da pranzo, in più i due ragazzi avevano portato per conto della madre i numerosi piatti che avrebbero gustato a cena.
Nel giro di un minuto le chiacchiere riempirono piacevolmente l’ambiente, e parlando di Quidditch, Egitto e draghi in via d’estinzione si fecero le otto in un baleno.

Quando si sentì il suono del campanello tutti corsero a nascondersi, chi dietro il divano, chi accucciato sotto un tavolo, finché Tonks non aprì la porta ad una Molly alquanto agitata, e ad un Arthur particolarmente incuriosito dallo strano comportamento della moglie.

-Metti via la bacchetta, tesoro.

-Ma cara, è tutto buio qui…

Qualcuno premette un interruttore, e le luci si accesero tutte insieme, in un “Oooh…” di stupore da parte del signor Weasley, e un coro di “Sorpresa!!!” da parte dei presenti!!

Mentre Charlie spiegava al padre in cosa consistesse la serata, Tonks si diede una manata in fronte, e corse in cucina.
Lupin se n’era accorto, così le andò dietro.

La trovò che camminava avanti e indietro in preda ad una crescente agitazione, ed iniziò a sentirsi meno tranquillo anche lui.

-‘Dora, che sta succedendo?

La giovane saltò nel sentirsi chiamare; evidentemente non aveva avvertito la presenza del licantropo.
-N-nulla…- balbettò.

Remus la osservò attentamente. C’era qualcosa che non andava, ma non sapeva con esattezza di cosa si trattasse.
D’un tratto ebbe come un’illuminazione.

-Sirius…

L’auror aveva il respiro appena affannato.

-Dove si trova Sirius?

La ragazza non rispondeva. Iniziò a sentirsi preoccupato.

-CHE FINE HA FATTO SIRIUS, TONKS?!!

Gli occhi le si riempirono di lacrime.

-N-non lo so… Sarebbe d-dovuto arrivare i-insieme agli altri…

-Ma nessuno sembra essersi accorto che non fosse con loro!

La strega si morse le labbra.

-Perché… non doveva venire con loro… ma nello stesso momento…

-Spiegati.
C’era una traccia di panico nella voce dell’uomo.

-Ecco… Silente non c’era… sarebbe stato fuori anche oggi, quindi io… ma non credevo che la situazione fosse rischiosa… era così semplice… lui doveva solo materializzarsi qui e…

-Materializzarsi? Come avrebbe potuto farlo, di grazia, con tutti gli incantesimi anti-intrusione che hai piazzato?!

-Li ho disattivati.

-Che????

-Momentaneamente…

-Sei un’incosciente!!!!!!!!!-

Adesso era furioso. Sconvolto. Non aveva mai immaginato che lui, di solito così pacato, fosse in grado di gridare a quel modo...

-Tu… TU!! -
La prese per le spalle, costringendola a guardarlo in faccia.

-Chi ti ha autorizzata a decidere di testa tua!!? Sei solo una spocchiosa ragazzina che crede di avere più cervello degli adulti!!! –

Continuava a tenerla.

- Scommetto che hai fatto di tutto perchè non facessi in tempo a tornare a casa! Hai perfino chiesto al tuo ragazzo di lasciarti quei vestiti… sei così… così…-

Le lacrime le scendevano a fiotti.
Lupin si bloccò all’improvviso, lasciandola andare.

-Devo tornare a Grimmauld Place. Ora.


CRACK.

Sirius si era appena materializzato nella cucina.

-Salve gente! Dovete scusare il mio ritardo, ma non riuscivo a trovare questa rarissima -nonché costosissima- bottiglia di vino rosso, gentilmente offertaci dalla cara signora Black, conosciuta anche con lo sgradevole epiteto di “mia madre”!-
Si guardò intorno.

-Ehi, perché quelle facce? Ho chiesto scusa.

Tonks aveva gli occhi arrossati, mentre quelli di Remus non avevano ancora smesso di lampeggiare.

-Capisco di esservi mancato, ma addirittura commuovervi…

-Chiudi la bocca, Felpato.

Tonks notò che anche Sirius sembrava piuttosto scosso dal tono duro dell’amico, tanto era inusuale da parte sua.
Senza aggiungere altro, il licantropo si voltò e raggiunse gli altri in salotto, dove sembrava che nessuno si fosse accorto dell’accaduto.
Black si rivolse alla cugina con aria interrogativa, ma quella lo ignorò.

-Credo sia ora di far contento Arthur, immagino che non stia più nella pelle dall’eccitazione. Andiamoci a vedere questo film.- fece, con falsa allegria.

Il senso di nausea che provava era aumentato decisamente.

------------



-Ok Lunastorta, adesso mi spieghi cosa diavolo è successo poco fa.
Con la scusa che ci volevano più pop-corn, Sirius aveva trascinato l’amico in cucina.

-Be’… il caso vuole che quella sciocca non abbia affatto informato Silente della tua uscita. In assoluto!

-Capisco. Tutto qui?

-Come “tutto qui”! Forse non hai inteso il senso delle mie parole…

-L’ho inteso eccome, invece.

-E non hai nessun genere di reazione?

-Certo che no, visto che lo sapevo.

-Tu…

-Senti, se solo non mi fossi attardato non ci sarebbe stato alcun problema. Dovresti prendertela con me, al massimo.- sospirò, passandosi una mano nei capelli. –Anche se in realtà non sarebbero fatti tuoi…

-Hai ragione. Non lo sono. Non mi riguarda, affatto, se l’uomo più ricercato della Gran Bretagna ed un’auror del Ministero che almeno una ventina di Mangiamorte farebbero volentieri fuori di persona sono così idioti da lasciare scoperto l’appartamento in cui si trovano.

-Addirittura il più ricercato… così mi fai arrossire, Rem…-

-Ad essere sincero Sirius, al momento non sono in grado di sopportare un’altra dose della tua squisita ironia. Scusami. –

Si allontanò furioso.



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Tornò a sedersi sul divano, ancora col cuore che gli martellava nel petto per la rabbia.
“Incoscienti. Ecco cosa sono quei due.”


Rivolse un’occhiata ai cugini, che sedevano sul tappeto uno accanto all’altra.
Sirius le teneva un braccio sulle spalle come lo aveva visto fare innumerevoli altre volte, quand’erano più giovani, con delle ragazze carine.
Lo chiamava “il metodo Black”, benché Lupin non avesse mai capito cosa comprendesse oltre ad allungare le mani.
“Sono una coppia ben assortita, per lo meno.” pensò, più amaramente di quanto non intendesse.



----


Tonks stava impiegando tutte le sue forze mentali per non scoppiare a piangere.
Era consapevole della presenza di quello stupido, stupido Lupin alle proprie spalle, e questo non le rendeva le cose più facili.
“Spocchiosa ragazzina”, l’aveva chiamata.
Avrebbe voluto offenderlo anche lei. Umiliarlo allo stesso modo.

Sirius le si era seduto accanto, sussurrandole un “Lascialo perdere, poi gli passa”, ma non si era sentita granché meglio.
Ripensò allo spavento che si era presa quando aveva realizzato l’assenza del cugino, e si chiese se non fossero stati davvero due incoscienti.

Non voleva mettere in pericolo Sirius. Voleva solo farlo svagare un po’, anche se sembrava che in quella stanza si stessero divertendo tutti, tranne lui.
Oh, e tranne lei.
E tranne quello stupido Lupin naturalmente, ma questo le andava benissimo.


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Remus non riusciva a concentrarsi sulla storia, nonostante dovesse essere interessante, a giudicare dal livello generale di attenzione.

Si sentiva in colpa per le frasi che aveva usato nei confronti di ‘Dora.
Ma Merlino, era così arrabbiato!
Non capivano, sconsiderati com’erano, che si erano messi entrambi in pericolo; non si rendevano conto che sarebbe potuto capitare qualcosa di grave, che aveva provato un terrore folle a causa di quei due…

Gli tornarono in mente le parole che aveva detto la settimana prima, su come la paura potesse ritorcersi contro loro stessi, ma scacciò il pensiero con irritazione.

Si alzò per andare in bagno, aveva bisogno di sciacquarsi il viso.

Davanti al lavandino vide il proprio riflesso nello specchio, con il bel maglione rosso e la camicia candida, e gli venne l’impulso di strapparseli di dosso.
Respirò a fondo, bagnandosi con l’acqua fredda.
Pensò alla luna piena, che c’era stata da poco.
Decise di attribuire a lei la colpa del suo nervosismo.
Appena più sollevato, fece per tornare di là.

-------

Tonks sentì di dover fare pipì: tutto ad un tratto era diventato un bisogno impellente.
Si sollevò da terra, decisa a non guardare in nessun modo in direzione del divano, e si diresse verso il bagno.
Aprì la porta -che era dotata di un incantesimo imperturbabile, per evitare che si sentissero imbarazzanti rumorini attraverso le pareti sottili…-, e lo vide.

Stava chino sul lavabo, gli occhi chiusi, alcune ciocche che grondavano.
Aveva un’espressione sofferente, e lei sentì le lacrime appannarle nuovamente la vista.
Odiò se stessa per questo. Che bisogno c’era di sentirsi tanto in colpa?
Stava decidendo se chiudere la porta e tornare indietro, quando il mago si voltò.

-Oh.- disse, appena sorpreso.

-Scusa… non era chiuso a chiave… non sapevo fosse occupato, e quando ti ho visto io...-
Maledisse la propria incapacità di fermarsi prima di tirar fuori frasi sempre eccessivamente lunghe.

-Tranquilla.-

Senza volerlo, il suo tono era venuto fuori un po’ troppo duro.

-Senti… volevo dirti che… -prese fiato abbondantemente. Dal salone si udì un rumore sinistro, e qualcuno lanciò un Reparo al televisore.- … che forse avevi ragione. E mi scuso per quello che ho fatto.-

Le costava moltissimo ammetterlo, e all’uomo non sfuggì il fatto che il suo sguardo esprimeva parecchi altri pensieri non esplicitati e, ci avrebbe giurato, poco gentili al suo riguardo.

-‘Dora, qualunque cosa sia successa… mi rendo perfettamente conto che ti ho detto delle cose imperdonabili, ma spero con tutto il cuore che tu voglia scusarmi ugualmente.-

Lei gli rivolse un’occhiataccia.
Dall’altra stanza provenivano i gridolini striduli di Molly: evidentemente l’incantesimo aveva avuto effetti poco gradevoli.

-Fa nulla.

-Una mia conoscente replicherebbe che… stavi per dire dell’altro.- sorrise appena lui.

-…-

-Sai, funziona che qui tu mi esponi ciò che pensavi realmente.

-Ok, te lo dico.- rispose, folgorandolo con gli occhi. Si udì un botto sonoro, accompagnato dall’inconfondibile risata rauca di Black.

-Pensavo solo che sei un vero cretino, Remus J. Lupin: un cretino fatto e finito! Hai una bassissima opinione di me, se sei convinto che abbia addirittura complottato contro di te per farti rimanere qui più a lungo possibile, o quello che accidenti credevi tu… ma non ne hai il diritto, proprio no, perché non mi conosci affatto, maledizione!

-La versione estesa, a quanto vedo…

-Già, bè, sei tu che me l’hai chiesto, mi pare.

-Non posso darti torto.

-E comunque tutto ciò rende insufficienti le tue scuse.

-Hai ragione. E’ che… è stata una giornata strana questa, per me.

Si passò una mano sugli occhi, appoggiandosi di schiena contro il muro.

-Non so cosa mi abbia preso… Mi sono lasciato andare senza ritegno. Ti prometto che non accadrà nuovamente, sul serio Tonks.-

Sembrava molto provato.

- D’accordo.- abbassò la testa.

-Voglio dire, immagino che abbiamo fatto entrambi degli errori, e la decisione più matura sia quella di metterci una pietra sopra, quindi… Pace fatta.-

Gli porse la mano. Lui gliela strinse, siglando il patto.

-Senti, a parte tutto il resto… Sei stata meravigliosa stasera, davvero.-
Sentì le guance infuocarsi, mentre lo diceva.

-Hai fatto felice Arthur come un bambino.

-Grazie, ma è anche merito tuo. Te la sei cavata con quel televisore. Almeno credo.

Si guardarono per un istante.
Adesso che non erano più arrabbiati non sapevano bene come continuare il discorso. Nel salotto era partita la canzone I will survive.
Poi parlò Tonks.

-Rem?

-Ehm… dimmi.

-No, niente. Solo… non mi hai chiamata in quel modo. Mi chiedevo come mai.

Lui la guardò.

-Credevo… qualcosa del tipo “essermi giocato il permesso”, suppongo.-
Si grattò la testa.

-Be’, forse sì. Nel senso… forse era così fino a poco fa, ma penso che te lo sia guadagnato di nuovo, insomma.

-Se è così, ne sono molto contento.

-Ok, già. Ma era soltanto per non lasciare nulla in sospeso, hai presente…- tacque, confusa.

Lupin rimase in silenzio. Sirius cantava a squarciagola. In falsetto.



-Remus, ci sarebbe un’ultima cosa che devi sapere.

-Ti ascolto.
“Mi ricordi tuo cugino…”

-Quei vestiti, sai…

Erano forse Arthur e Malocchio, quelli che facevano il coro?

-Sì.

- Sono di mio padre, non di un… ragazzo. Per la precisione per ora non c’è proprio un qualche ragazzo.
“Per ora? Perché diavolo ho detto per ora?!”

-Ah.
Tu-tum.

-Tanto per chiarire.

-Ok, bene allora.

-Già.

-Già.

-Forse dovremmo tornare di là.

-Ritengo anch’io.

Remus si sentì come se gli avessero tolto dal petto un enorme macigno che prima non sapeva nemmeno ci fosse.
Lanciando un’occhiata allo specchio, gli venne in mente che, in fondo, gli piaceva come gli stava quel maglione rosso brillante.

Nel medesimo istante ‘Dora pensò precisamente la stessa cosa. Pensò anche che però non l’avrebbe ammesso ad alta voce neppure sotto tortura, per una qualche strana ragione che al momento non aveva voglia di indagare con se stessa.

I due camminarono vicini, senza sfiorarsi, nello stretto corridoio della sua casa.
Lui con le mani nelle tasche dei jeans, lei con le braccia incrociate sulla testa color mirtillo.
La serata non sarebbe andata così male, dopotutto.

--------

Commento dell’autrice:

Salve a tutti! Eccovi un nuovo capitolo della mia “opera”, che finalmente ha anche un nome, come avrete notato. Come non l’ha notato nessuno!?
Comunque ci ho messo un po’, ma alla fine l’ho trovato.
Spero che vi piaccia: secondo me è proprio azzeccato.

Fino ad ora ho corso un po’, ma purtroppo da adesso in poi temo che la fan-fiction subirà un lieve battuta d’arresto. Come direbbe Tonks: “Tanto per chiarire…”

Vorrei ringraziare tutti voi che state leggendo questa storia!
Però per favore, fatemi felice… commentate…
Mi fa piacere anche leggere critiche negative, perché non avendo nessun/a Beta avrei bisogno di qualcuno che mi tiri le orecchie.

Voi mi direte: trovatene uno, no? Non avete tutti i torti.
Per chi invece è stato così gentile da lasciare una recensione…

NonnaMinerva!! Ma che, Sirius Black ti ha contagiato con la sua vena folle? Accidentally è sacra, solo tu puoi metterci mano! A parte gli scherzi, grazie dei complimenti, che ricambio –ma questo lo sai già-.

Per Sakijune… un uccellino mi ha illuminata sul significato di IC…. Grazie anche a te, era proprio il mio intento!

Ed ora auguro una piacevole lettura a tutti quanti. Almeno lo spero.
Alla prossima!!

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Capitolo 7
*** 7. UNA LUNGA NOTTE ***


7 Dedicato a Nonna Minerva,
in onore delle nostre escalation
di violenza narrativa.

7. UNA LUNGA NOTTE



Tonks era sempre stata un’amate dei party.
Amava quelli di compleanno, pieni di regali e di amici; i pigiama-party, in cui mangiavi cioccolata e biscotti fino alle quattro del mattino con le amiche; quelli immotivati, a base di alcool, dove ti capitava spesso di baciare uno sconosciuto che non sarebbe stato sopportabile da sobrio; amava i party di natale, con il profumo di camino e bucce d’arancia, con le ghirlande e le decorazioni, e il momento in cui si aprivano i regali.
Ma nonostante questo suo amore, prima di allora non ne aveva mai organizzato uno a casa propria.
Adesso sapeva anche il perché.
Non appena gli ultimi invitati se ne furono andati (Sirius aveva bevuto talmente tanto che Remus aveva dovuto aiutarlo a smaterializzarsi), si guardò intorno sconsolata.
Montagne di piatti e bicchieri di plastica coprivano il tavolo.
Avanzi di tramezzini al salmone sul divano.
Una macchia di gelato sul tappeto.
No, questa doveva essere precedente.
Sul muro l’orma di un cane. Anzi, due orme di cane… tre… quattro… ok, l’intero percorso di una bestiaccia affamata che insegue una fetta di arrosto.
Il tutto sotto una piccola cappa di denso fumo grigio, esalato senza sosta dal televisore di suo padre.
Si gettò sconsolata su una poltrona, senza avere la minima idea di dove avrebbe incominciato.
Evviva i party.
Evviva.

-----

-'Dora, ti sei scordata di riattivare gli incantesimi di protezione.

Tonks balzò come se fosse stata punta con uno spillone.
-Remus!!!
-Buonasera.
-Mi hai spaventata, accidenti!
-Non era mia intenzione. Mi ero dimenticato la mia roba, e mi sono detto che forse facevo ancora in tempo a tornare per riprendermela.

Lupin diede un’occhiata in giro.
-Un bel caos.
-Sì? Non l’avevo notato.

Sorridendo di sghembo, domandò:
-Vuoi una mano?
-Salvami, ti prego.

Remus rise piano.
-Allora mettiamoci al lavoro. Prima di tutto pensiamo alla sicurezza, direi.
-Ti andrebbe bene se questo lo facessi io? Vedi, il mio “Gratta-e-netta” lascia un po’ a desiderare…
-Fortunatamente sono per la parità dei sessi. Diamoci da fare.

Lavorarono silenziosamente, con un buon ritmo, scambiandosi poche altre parole come “sposta il braccio, per favore”, o “dove tieni le forchette”, o ancora “non credevo di avere delle forchette”.

Quando ebbero finito, si erano fatte le tre e mezza.
-E’ tardi. Lo era già prima, ma adesso è veramente, veramente tardi. E... oh, no... ho appena finito di barricare la casa, dovrai tornartene a piedi per un bel tratto… Cavoli...
-Ottima lettura della situazione.- disse Remus, versandosi un bicchiere d’acqua.
-A dirla tutta, credo che dovrò darmi proprio una mossa, se voglio arrivare in tempo per l’ora di colazione.-

-Mi sento in colpa… non avevo pensato a questo quando ho accettato il tuo aiuto…
-Ricambierai un giorno, quando vorrò ridisporre tutti volumi della mia biblioteca in ordine alfabetico.

Tonks fece una faccia finta di svenire al pensiero.
L’uomo rispose ostentando una falsissima indignazione.
Non sembrava veramente intenzionato a muoversi dal divano dov’era seduto.

-Senti… avrei un’idea.
-Non so se potrei sopportare una delle tue idee. Almeno non a quest’ora.
-Ascoltami, invece. Perché non rimani qui per stanotte, o... per quello che ne rimane, almeno?-
Per un attimo avvertì l’ansia che la lite di poche ore prima aveva provocato.
Resistette alla brutta sensazione, e andò avanti, concentrandosi sul mantenere un tono leggero.

-In fondo sarei un’ingrata se non ti offrissi un briciolo di ospitalità dopo quello che hai fatto. E non posso permettere che, per aver tardato con me, Cappuccetto Rosso ti attacchi mentre torni a casa! Credo che mio cugino non me lo perdonerebbe mai.

-Non credevo che Cappuccetto Rosso fosse tanto brutale.

-Be’, di norma non lo è… Però l’ho sentita ieri via camino, e dice di avere un conto in sospeso con te. Farneticava di nonne e crostate di lamponi, ma ha dovuto chiudere subito perché aveva intravisto un paio di farfalle, così non ho afferrato la storia completa. Ne sai niente tu?- fece maliziosa.

Lui le lanciò un’occhiata di sbieco, e lei ricambiò con una linguaccia.
Remus la osservò pochi secondi senza parlare. Poi mormorò:
-E… non ti preoccupa restare sola, di notte, con uno… uno come me?
Tonks inarcò un sopracciglio.
-Cosa potresti farmi? Annoiarmi a morte con la lettura di un libro di quattrocento pagine sulla prima rivoluzione goblin?

-Pensavo più ai moti centaurici del secolo scorso, in verità.

-Stai forse accettando il mio invito?

Non smise di sorridere, ma non rispose. Appariva combattuto.
-Avanti… Prometto che non svelerò a Cappuccetto che ti sei nascosto nel mio appartamento per sfuggire alle sue grinfie.- fece, portandosi una mano sul cuore.

-In questo caso… non posso rifiutarmi.- le disse, senza guardarla negli occhi.


---

-Oh, no. No, no, no e no!

Remus si era affacciato in camera da letto, da dove provenivano i lamenti della giovane auror.
-C’è qualcosa che non va? Oh, vedo…
-Me ne ero scordata…
-Hai scordato di non possedere un letto?
-Io ho un letto, per tua informazione. Solo che l’ho portato da Sirius, perché non riuscivo a dormire in quella sottospecie di cassa da morto che mi era capitata in camera!
-Penso che evocarne un altro adesso sia impraticabile.
-Potresti almeno tentare, però. Tu sei bravo con gli incantesimi di evocazione. Molto, molto bravo. Il miglior evocatore di tutta l'Inghilterra, oserei dire!
-Potrei, ma non credo che lo farò.
-Perché no? Non vedi come ti sto lusingando?
-Perché ho molto, moltissimo sonno. Temo di non essere in grado di evocare nemmeno un guanciale.
-Ma io potrei non riuscire a dormire!
-Ho capito... Ci provo, ma non garantisco nulla. Sono così stanco che non ricordo neppure la metà dei nomi di Silente.

----

Mentre si sistemava sul sofà con una coperta addosso, Tonks notò di non avere per niente sonno, come previsto. Le mancava un letto. E le quattro assi di legno che si trovavano sul pavimento della sua camera non si potevano propriamente definire "letto".
Lupin stava andando verso la poltrona.

-Continuo a pensare che dovresti prenderlo tu, il divano.
-Starò benissimo.
-Non è vero. Io preferisco la poltrona, seriamente!
-‘Dora, sono un po’ stanco…
-Io no, invece. Un altro ottimo motivo perché mi aggiudichi la poltrona.
E con un balzo che a lui ricordò un gatto, atterrò sui cuscini morbidi.
-Allora, grazie.
-Di niente, buon vecchio R.J.
-… ‘Dora… -
-Sìììì???
-So per certo che me ne pentirò, ma di grazia, perché mi hai chiamato in quel modo?
-Lo trovo carino. Non ti piace?
-No. Sei certa che non c’entri assolutamente niente tuo cugino?
-Sai come si dice… l’unica certezza è la morte.
-Quindi è stato lui.- concluse con rassegnazione.
-Potrebbe aver accennato qualcosa riguardo ai metodi per farti perdere la pazienza, in effetti…
Felpato uno, Lunastorta zero. "Ma non finisce qui, fastidiosa palla di pelo..."

-Scusa se te lo chiedo, ma che razza di discorsi strampalati fate voi due, quando non sono presente??
-Oh…-gongolò Tonks.- Non puoi neanche immaginare…-
Felpato due, Lunastorta sempre zero.

Remus sospirò.
Aveva l’impressione che sarebbe stata una lunga notte.

-----

La giovane auror non aveva alcuna voglia di dormire.
Non era nel suo letto, naturale! Per dirla tutta non era in nessun letto, suo o di un altro che fosse, ma su una vecchia poltrona sfondata appartenuta a suo prozia Ildegarda mezzo secolo prima.

L’uomo invece si era girato su un fianco, e non emetteva più suoni udibili da un paio di minuti.
Forse era morto.
Le venne voglia di evocare un bastoncino di legno ed iniziare a punzecchiarlo per vedere se reagisse.

Alla fine optò solo per qualche colpo di tosse.
-Coff.. coff…
Niente.
Provò ancora.
-Coff.
Nessun movimento. La situazione si faceva preoccupante.
Aumentò il volume.
-COFF! COFF!
-Mmmh… ti stai strozzando, per caso?
-Allora sei sveglio!
-Per lo meno lo sono adesso, ‘Dora.
-Ti capisco, anch’io non riesco a prendere sonno. Piuttosto, cosa ti va di fare?
-Dormire è un’eventualità contemplata...? Dimmi di sì, per favore...

La ragazza non lo degnò di attenzione.
-Io pensavo ai pop-corn!- esclamò allegra.
-Vuoi mangiare ancora? Ero convinto che dopo tutto quel pasticcio di carne...
-I pop-corn sono buoni, Remus.
-Perché non li prepari, allora...
-Non li so cucinare. Li brucerei tutti, senza nemmeno farli scoppiettare. Farebbero schifo.
-Quindi dovrei farteli io, immagino.
-Visto che ti proponi...

Il licantropo era un po’ scocciato, ma, sollevandosi a sedere, si diresse verso lo stipo.
Garbatamente, le chiese:
-Quanti ne devo cucinare?
-Due porzioni.
-Certo che è un pozzo senza fondo, questa ragazza…- mormorò, in maniera quasi impercettibile.
La strega, però, lo aveva sentito benissimo.

-Sono anche per te!- sbottò.
-Io non ne voglio, anche se ti ringrazio per il pensiero.
-Oh, non puoi non mangiarne. Sono cibo da compagnia, non da solitudine. Quindi vanno consumati almeno in due.
-Ok,- sospirò - e pop-corn per due siano. Ma ad una condizione.
-Mi piace questo gioco, spara.
-Non è un… gioco.
-Hai paura di perdere credibilità con i tuoi amici professori se farai un gioco con me?-
Lo stava canzonando, ma invece di arrabbiarsi Lupin sembrò imbarazzato.
-N-no. Non è questo. Soltanto, non si tratta di giocare. E’…un patto.
-Il gioco del patto, ci sto.

Alzò gli occhi al cielo. Poi decise di far finta di niente e riprese a parlare.
- Il patto è questo: ti faccio i pop-corn e li mangio insieme a te, se poi mi lasci dormire in pace.
-Che gioco noioso.
-Questo accade perché, come abbiamo chiarito prima, non si tratta affatto di un gioco.
-Potresti chiedermi qualcosa di diverso, di più divertente. Che so, di farmi i capelli di un colore assurdo… tipo castani o… biondi.
-Va bene, dormiremo e tu avrai i capelli biondi.
-Preferisci le bionde, allora? Dicono che siano tutte stupide.
Fece una smorfia.

-Castana, sarai castana allora. Purché poi riposiamo. Per pietà.
-Io in realtà non ci credo.- rifletté a voce alta. - Se è una è scema, lo è anche con i capelli scuri. Però, credevo che tu fossi più il tipo da brunetta. Sarà che ti vedo così affiatato con mio cugino…-
-Ho come la sensazione che questo discorso stia valicando spiacevoli limiti da non oltrepassare.
-Ok, ok. Allora arriviamo ai pop-corn!
-E poi, letto.-
Voleva essere certo che lei lo ricordasse.

-Divano, in realtà. E poltrona. Divano e poltrona.
-Quelle cose lì.
-Sbrighiamoci però. Ho una fame da lupi… senza offesa, eh!
-Naturalmente, Sirius…
-Sirius...? Sirius a chi?!
-Scusa. Dev’essere il fatto che sapete essere tremendamente simili, alle volte.

----

Si stava rivelando una lunga notte!
Nella casa aleggiava un odore gradevole.
Avevano sgranocchiato i pop-corn che Lupin aveva preparato, ridendo e dandosi qualche gomitata amichevole.
Senza farlo intenzionalmente avevano mangiato con molta lentezza, interrompendosi di continuo per sottolineare questa o quell’inadeguatezza di una e dell’altro, lui con i soliti modi cortesi, contraddicendosi con il peculiare guizzo degli occhi, lei scoppiando a ridere a bocca piena ad ogni frase.
Il pavimento disseminato di briciole bianche rendeva completamente inutili i loro sforzi per ripulire, ma nessuno dei due sembrava notarlo.

Si erano fatte le cinque, quando Tonks sbadigliò vistosamente. Si sentiva le palpebre pesanti.
-Iniziavo a temere che le tue energie fossero illimitate…
-Ho un po’ sonno…
-Anch’io, a dire il vero.-
Lupin si stiracchiò con piacere, e alla ragazza ricordò fortemente il pastore tedesco che aveva avuto da piccola. Aveva i capelli scompigliati, cosa che accadeva di rado, la sua rasatura era ormai da rinnovare e sembrava... buffo.

-E se finalmente cercassimo di chiudere gli occhi, giusto per qualche ora?- suggerì lui.
-Anche se non è il massimo del divertimento, credo che accetterò la tua proposta, stavolta.

Tornarono uno sul divano, l’altra sulla vecchia poltrona.
-Allora dormi bene, ‘Dora.
-Grazie, Remus. Anche tu.


----



Uno dei due stava dormendo profondamente.
Il respiro lieve gli sollevava il petto in maniera cadenzata, come in una danza.
L’altro, quello sveglio, si alzò senza fare rumore, come se un filo invisibile lo guidasse annullando la sua volontà.
Si avvicinò a quello dei due immerso nel sonno.
Protese la mano verso il suo viso e, senza toccarlo, ne seguì con l’indice i lineamenti,
lentamente.
Erano proprio belli.
Nessuno avrebbe potuto negarlo… o forse sì, ma a quello dei due che era sveglio in quel momento non importava, per niente.
In quel momento gli importava solo di restare sveglio, ancora un po’, per poter guardare quegli occhi chiusi.
Erano gli stessi che, da tempo, lo scombussolavano appena incontravano i suoi.
Quello che dormiva non si era accorto di nulla.
Sembrava sereno: né allegro, né pensieroso, come invece a quei due capitava di essere il più delle volte.
Solo sereno.
Quello che non dormiva respirò a fondo, come per assorbire l’assoluta tranquillità dell’altro.
Poi, con delicatezza, posò un bacio leggero, quasi impalpabile, sulla sua guancia.
Una ruvida barba non fatta incontrò, per la prima volta, quel viso vellutato.

La pelle di quello che stava dormendo era fresca, e aveva un profumo tenue di boschi e di vento invernale.
L’uno, immerso nel sonno, sospirò come di sollievo; così fece anche l’altro.
Il secondo, ancora sveglio ma per poco, tornò con calma sui propri passi, immergendosi nel silenzio della stanza.
Si accoccolò fra i cuscini soffici, e chiuse gli occhi.
Dalle finestre filtravano le prime luci del giorno.
Era stata un lunga, bellissima notte.

§§§§§§
°°°°°°
§§§§§§
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COMMENTO DELL'AUTRICE

Bentornati a tutti!
Sono molto contenta che continuiate a leggere numerosi –prego, immaginare inchino alla giapponese maniera-, e vi ringrazio molto!!
Ecco un nuovo capitolo, spero che vi piaccia (a me piace molto l'ultima parte).
E' arrivato prima del previsto!

Ok, ok, lo so, non succede praticamente niente… non fa ridere… Tonks è un po’ rompina... ed è pieno di dialoghi…
E’ un po’ un capitolo di transizione, va’.
Mi scuso per questo.
Però, per farmi perdonare, indico un concorso: "indovina l'autore del bacio"!
Chi risponderà esattamente alla domanda "chi ha baciato chi, nel finale?", vincerà un bel soggiorno a Canicattì!
A proprie spese, ma questo è un dettaglio trascurabile!!
Comunque, implorare le vostre recensioni ha avuto effetto, quindi ci riprovo… Per favore… recensite… eddai… per favore l'ho già detto?
Ora passiamo ai ringraziamenti: faccio schifo come imploratrice!
Oltretutto questo termine non esiste, quindi faccio schifo anche come autrice... vabbè...


CUCCIOLA_83: Grazie! Hai ragione, Remus ha usato parole troppo forti con quella poveretta.
Ma proprio per questo, credo, lei non l’ha picchiato: era sotto choc.
Anche a causa del suo “prenderla per le spalle”… Prima al massimo si limitavano a formali strette di mano, insomma!

Invece adesso che sono passati al livello in cui il contatto fisico intenzionale è ammesso, immagino che lei lo colpirebbe, se solo lui ci riprovasse... E potrei fare in modo che ciò accada, solo per il piacere di scrivere un bello "SCIAFF!".

Pioggia: Grazie anche a te! Sono contenta che il litigio sia risultato coinvolgente, perché in fondo non sono molto soddisfatta di com'è venuto. Ma se piace a qualcuno, allora mi sento soddisfatta!

NonnaMinerva: (tralasciando la tua perfidia anticipatoria... grrrr) la tua reazione mi pare nella norma. Immagino che chiunque si commuoverebbe se Sirius cantasse I Will Survive in falsetto, accompagnato da Moody e il signor Weasley… o forse sarebbero lacrime di disgusto? Chissà. ^_^

Adesso vi saluto, e vi auguro buona lettura! Io torno a studiare.
Ciaus!!
N.b. per Rainsoul: in futuro limitare l’uso di punti esclamativi.

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Capitolo 8
*** 8. RICORDI, MASCHERE E DISTANZE VIOLATE ***


8


Per Valentina,
con gli ossequi di Sirius Black,
il quale le è grato davvero

per la malefica, malefica idea.








8. RICORDI, MASCHERE E DISTANZE VIOLATE.

Si stava avvicinando la fine di ottobre, e
Halloween era alle porte.
Grimmauld Place si era trasformata, grazie all'opera di Tonks che l'aveva riempita di zucche, ragnatale magiche e pipistrelli di carta incantati.
Quando, inizialmente, aveva proposto a Black di occuparsi delle decorazioni, il suo entusiasmo era andato brutalmente a sbattere contro un Sirius particolarmente arcigno.

-Mi spiace. Noi non festeggiamo Halloween.
-Noi? E come lo sai che anche lui non festeggia come te?- fece, indicando con un dito un Remus Lupin chino sul terzo cassetto del settimanile di ebano, appartenente alla gloriosa stirpe magica dei Black da generazioni.
Erano già tre giorni che si tentava di aprirlo, senza molti risultati..
Sarebbe stato divertente scoprire cosa ne sarebbe saltato fuori, se avesse avuto successo nell'impresa.

-Perchè non c'è in assoluto niente-da-festeggiare!- abbaiò l'uomo dai capelli scuri.

-Dai Felpato, calmati.-

-Ma cosa diavolo ti prende?-
Tonks era allibita. Aveva imparato a conoscere il cugino come una persona dall'indole impulsiva, ma prima di allora non aveva mai avuto scatti del genere senza una precisa causa scatenante.

-Mi prende che non ho nessuna intenzione... Mi prende che, miseria, visto che questa è casa mia, non devo dare spegazioni a nessuna dannatissima parente dalle cretinissime fantasie infantili!

-Felpato.

-Cosa!?

-Calmati, per favore.

-Mi calmerò quando ne avrò voglia!
Con un ringhio sordo si tramutò in cane e lasciò il salotto con un paio di balzi.

Lupin continuava ad armeggiare con la bacchetta, concentrato.
Nimphadora non sapeva se sentirsi ferita, colpevole o semplicemente perplessa.
Guardò il licantropo in cerca di spiegazioni, ma quello le dava le spalle, per cui non poteva accorgersi delle sue occhiate interrogative.
La ragazza non aveva voglia di attirare la sua attenzione chiamandolo, così rimase imbronciata ad osservarlo, chiedendosi quando avrebbe infine rinunciato all'impresa.

Passavano i minuti, ma Lupin non si arrendeva.
Con metodo, si sedeva a gambe incrociate per pensare ad un nuovo incantesimo da provare.
Quando partoriva un'intuizione, sollevava la bacchetta mormorando alcune parole poco chiare, poi stringeva il pomello e lo tirava verso di sè.
Dopo aver concluso che il cassetto era ancora bloccato, ricominciava da capo senza scomporsi.
Stava per risedersi in terra un'ottava volta, quando Tonks non si trattenne più:

-E' inutile, lo vuoi capire o no?

Lupin, senza voltarsi, le rispose:
-Non sono d'accordo, 'Dora. Ritengo che si sarà rivelato inutile solo se smetterò di provarci prima di trovare una soluzione.

-Prima potresti interromperti per spiegarmi cosa ho fatto, però.


Remus attese un secondo. Non aveva voglia di affrontare la questione, anche se era consapevole che sarebbe dovuta uscire, prima o poi.
Non ne aveva parlato con nessuno, mai.
Ogni 31 ottobre, da moltissimi anni, si era limitato a cercare di non pensare.
Per lui non era stata una festa, ma Tonks non poteva rendersene conto.
Sospirò, poi si voltò verso la ragazza.
Era rossa in volto, e teneva lo sguardo basso.

-Sarò un po' tarda- stava dicendo con voce stridula, -ma non riesco a capire dove mi sono comportata male.-

L'uomo provò come una leggera pressione a livello dello stomaco, qualcosa di simile ad una fitta non dolorosa...
Qualcosa come un moto di tenerezza.
Sentì l'impulso di parlare, più prepotente che mai.
Era contento che l'auror non lo guardasse, perchè se ne sarebbe accorta: se ne accorgeva sempre, lei.
Aprì la bocca, consapevole che sarebbe stato difficilissimo contenersi, moderare le parole.

-Dora...
Lei si mordeva le labbra.
Lui le si avvicinò, piano. Si sedette accanto, e le posò una mano sulla spalla.
-Sirius non ce l'ha con te. E' solo che... ha ragione. Non è festa, per me e per lui.

-Perchè?
La domanda risuonò chiara, ma non c'era urgenza in quella voce. C'era partecipazione.

-Vedi, 'Dora... Quel giorno noi abbiamo perso molte persone care.-
Fece una piccola pausa.

-Un po' la nostra famiglia... o per lo meno qualcosa che le si avvicinava parecchio.

Tonks percepì la sofferenza in quelle parole calme, e un'ondata di commozione la pervase.
Guardò Remus con intensità senza dire niente, e pensò che se non si fosse trovata davanti il professor Remus J. Lupin, l'avrebbe abbracciato forte.
Per un istante credette che lui lo sapesse, perchè parve irrigidirsi appena; ma durò solo un attimo.
Lupin si allontanò, e lei si chiese come mai la propria spalla sembrasse scottare, nel punto dove lui aveva poggiato la sua mano poco prima.

-Lo sai, io me lo ricordo perfettamente quel giorno. Ero solo una bambina, ma ricordo che mi sentii insieme sollevata e triste. Pensai che Tu-Sai-Chi ci avrebbe lasciati in pace per un po', almeno perchè potessi crescere. Ed ero triste per quel povero bambino che non aveva più i genitori. Ma soprattutto ero arrabbiata. Con Sirius, sai? Presi addirittura a riferirmi a lui come a "quello sporco Black"...-

-Credevo non vi conosceste...

-No, lui era venuto tre o quattro volte da noi, a dire il vero. Credo su insistenza di mia madre. E io...
Di colpo divenne color pomodoro maturo. Non era certa di volerlo dire sul serio.

-Tu...?
Il mago era curioso di sapere come avrebbe continuato la frase anche se il sorrisetto vago che gli era spuntato indicava che aveva qualche sospetto.

-Oh, lo sai come sono queste cose... Bambina-maschiaccio incontra sporadicamente giovane parente di terzo grado, grandi occhi scuri e fascino da malandrino...

-Solita storia.

Annuì, con forza.
-Dovevi essere cotta a puntino, vero?
Il fucsia improvviso della sua chioma rispose per lei.

-E' che Sirius era così... diverso! Sai, da piccola sognavo perfino di entrare a Grifondoro solo perchè ci era andato lui... non che avessi molte possibilità di finire a Serpeverde, ma Grifondoro era diventato una specie di emblema, vista anche la storia della mia famiglia.

Remus sorrise.
-E ce l'hai fatta?

Le luccicarono con forza gli occhi.
-Dopo quello che successe? Non avrei mai voluto! Sono una Tassorosso, e fiera di esserlo!

-In realtà quello che successe non successe davvero.- le ricordò l'uomo.

-Sarà anche come dici tu, ma quel Crosta era un Grifondoro tanto quanto Sirius, mi pare.
(Tonks, conosciuta la versione autentica della storia, aveva deciso di adottare questo nome per il traditore dei Potter.)

Lupin la fissò con leggera irritazione.
Pensò a quanto Dora fosse infantile, alle volte... rifiutare l'idea di andare in una Casa perchè un solo individuo ne aveva infangato il nome era plausibile, forse, per una ragazzina di undici anni, ma si supponeva che una persona adulta abbandonasse certi pregiudizi.
Era una vera sciocchezza, un'idea del tutto infondata...
Grifondoro era un'ottima Casa.

Poi gli venne in mente il distacco e la freddezza con cui aveva trattato durante la scuola, insieme a tutti i suoi amici, i Serpeverde; gli venne in mente la diffidenza istintiva che provava per tutti quelli che erano appartenuti a tale Casa, e si diede mentalmente dell'idiota.


-Sai, io però ho sempre festeggiato lo stesso. So che non è come per voi due, ma... ho sempre pensato che fosse un modo per esorcizzare certe situazioni.
La voce lo distolse dai suoi pensieri.
Tanto per cambiare, la strega aveva cambiato discorso bruscamente, seguendo un ragionamento tutto suo.

-E' curioso, ma è esattamente il modo in cui vivono Halloween i babbani.

-Lo so.

-Sì, dimenticavo, tuo padre.

-Già. Saltuariamente scambiato per il mio fidanzato...

-E-ehm... Piuttosto...

-Cosa?

-Niente...
Era ben deciso a cambiare argomento.
-Mi chiedevo solo, Sirius lo sa?

-Non lo sa e non lo saprà mai!- urlò minacciosa la giovane auror.
Che assurdità! Nessuno poteva immaginare come avrebbe sfruttato l'informazione quel dannato.

-Troppo tardi temo, cuginetta.

-Oh nooooo.....

Black si trovava sulla soglia della porta, poggiato ad un gomito. Sghignazzava come suo solito.
Tonks era imbarazzata all'inverosimile.

-Vista la confessione a cui ho assistito,mi sento di buonumore: ti concederò le decorazioni.-
Chissà cosa l'ha convinto... Cos'è stato, Felpato?
-E i costumi. Ma niente festa, e soprattutto niente estranei. Solo io, tu, e Lunastorta qui presente.-

"Solo la famiglia." pensò immediatamente Remus, ed il pensiero lo fece trasalire, perchè era assurdo.
Vide 'Dora raggiante, che si era buttata nelle braccia dell'amico.
Vide Sirius accarezzarle la testa per poi prenderla in giro sul fatto che stesse cercando solo una scusa per mettergli le mani addosso.
Vide lei, rossa e furiosa, tempestarlo di pugni sulla schiena.
Vide lui, scappare divertito intorno al tavolo.
Vide lei, cadere gambe all'aria e faccia a terra.
Pensò che il 31 ottobre stava per arrivare, e si domandò se il senso di oppressione degli altri anni si sarebbe un po' alleviato.

------------

Nei giorni successivi Tonks si diede molto da fare.
Aveva decorato zucche di ogni forma e colore, aveva affrontato l'ira di Kreacher che tentava di impedirle di rovistare in casa alla ricerca del vestito adatto, e aveva letteralmente tormentato Remus per convincerlo a mascherarsi da lupo mannaro. Alla maniera babbana, naturalmente.
Alla fine il licantropo aveva dovuto cedere.

Aveva resistito agli agguati notturni alle proprie caviglie, alla cioccolata con aggiunta di sale e pepe che gli era stata rifilata per una settimana di seguito; aveva sopportato stoicamente un continuo blaterare di autoironia e autocommiserazione (non necessariamente in quest'ordine).
Ma non aveva retto
, la notte precedente, l'improvvisa apparizione di un Malocchio Moody vestito da principessa che tentatava di sedurlo con irripetibili "parole d'amore".
Adesso tremava al pensiero di dove fosse in grado di giungere la mente perversa di quella ragazza diabolica, spietata, e disposta a tutto per raggiungere i suoi scopi.

Sirius aveva passato ore in camera, trafficando con gufi di vari colori e dimensioni.
Lupin era riuscito a scoprire solo che erano diretti ad Hogwarts, ma avevano tutta l'aria di non essere per Harry nè per Silente.
Alla fine aveva ricevuto una bustina sottile, che pareva vuota, e una fiala dall'aspetto misterioso. Aveva inviato in risposta alcuni falci d'argento con una civetta bruna.
Nemmeno sotto minaccia delle più terribili punizioni aveva voluto rivelargli da cosa si sarebbe travestito.

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E fu Halloween.
Rifiutarono con garbo, ma fermamente, l'invito per cena alla Tana.
Sirius aveva cucinato delle salsiccie in padella, Remus aveva condito dell'insalata e Tonks aveva comprato del pane.
Avevano messo a decantare una bottiglia di vino rosso della riserva speciale.

Lupin era in bagno, insieme a Tonks.
L'espressione contrariata che aveva in volto non rendeva meno decisa la ragazza nel compiere quella che aveva pomposamente definito "la mia missione", che consisteva niente di meno che nel truccarlo.
La strega si era procurata dei denti finti , che con un colpo di bacchetta fece saltare sopra a quelli autentici dell'uomo. Con un secondo gesto della mano fece sì che si attaccassero.

-Ti sembra che ballino?

-Gnon shapei... è ghiffishie ga ghie...
(Non saprei... è difficile da dire...)

-Forse un po'.- disse pensierosa.

-Peffaboe, gnon poshemmo ebitae quesshi coshi iffenai? Mi fagno venie ga bomitae!
(Per favore, non potremmo evitare questi cosi infernali? Mi fanno venire da vomitare!)

-Basterà ritoccarli appena.

-Ba begne, peò gliasha fae a me.
(Va bene, però lascia fare a me.)

-Non riuscirai a far niente senza poter parlare.

-Gnon gne shaei coshì shicuo, fosshi ign te.
(Non ne sarei così sicuro, fossi in te.)

Puntò la bacchetta verso la propria bocca, felice di aver perso tanto tempo sugli incantesimi non-verbali, nonostante le canzonature di James e Sirius, e in un attimo fu libero di parlare come prima.

-Che sollievo!

-Adesso passiamo al naso. Userò la mia matita per gli occhi, spero che tu non abbia la pelle delicata.

-Ne dubito.

-Non si sa mai, potresti essere allergico al prodotto. Hai mai usato il mascara o l'eye-liner?

La faccia di Lupin era decisamente turbata alla domanda.

-Era solo per domandare, non c'è bisogno di scandalizzarsi a questo modo. Allora andremo alla cieca, e speriamo bene.

-Potremmo darci una mossa, per cortesia? Mi sento alquanto a disagio.

Tonks gli scoccò un'occhiata severa, poi prese a dipingergli una pallina nera sulla punta del naso.
I loro visi era vicinissimi, e Remus notò che, nel concentrarsi, la ragazza aveva stretto la punta della lingua fra le labbra.
Distolse lo sguardo, finendo per rivolgerlo ai suoi occhi, quel giorno si un color cervone intenso.
Trattenne il fiato. Da lì avrebbe persino potuto contarne le pagliuzze verdi.
Quante erano?
Una, due, tredici, ventiquattro...

-Finito!

Soddisfatta, l'auror porse al mago uno specchio, e lui sbirciò l'immagine che vi si rifletteva.
Quello che vide lo sconcertò non poco.
Aveva ciuffi di peli grigi sulle orecchie, barba non fatta di un paio di giorni -"Eppure ricordo perfettamente di essermi rasato stamattina!"- e lunghe basette informi sulle guance.
Un muso disegnato in nero completava l'opera, facendolo somigliare più ad una specie di donnola o di ghiottone, che ad un lupo.

-Ora devo andare a prepararmi io. Ci vediamo fra poco.

Remus, interdetto, rimase solo nel bagno, lo specchio ancora in mano.
Sentì un solletico al naso, sempre più forte.
Poi, all'improvviso, scoppiò in una rauca, fragorosa risata liberatoria.

------------

Lupin stava attendendo gli altri per cenare
con un libro in mano, quando dal'arcata della porta vide entrare Piton.

-B-buonasera, Severus.- balbettò, appena sorpreso dalla visita inaspettata.- Non ti avevo sentito entrare e... Cos...?-

Con un sorriso malvagio, quello aveva sfoderato la bacchetta
in una mossa fulminea, e l'aveva puntata contro Remus gridando:
-PIETRIFICUS TOTALUS!

Lupin era sconvolto. Riusciva solo a pensare che non era in grado di avvisare Dora e Sirius del pericolo.
"Maledizione, maledizione!"

L'uomo si avvicinò al licantropo, dandogli un colpetto con il piede.
Con un ghigno soddisfatto poi disse:

-Mai fidarsi di un Serpeverde, Lunastorta...

-Sirius Black! Cosa stai combinando, razza di idio
ta?

Piton si voltò allarmato, per poi inorridire alla vista del fantasma della signora Black... o almeno quello che sarebbe dovuto esserne il fantasma, ma che contro ogni legge della ragione appariva come una persona in carne, ossa e sentimenti.

Terrorizzato, liberò Lupin dall'incantesimo perchè gli fosse d'aiuto: sembrava un cane con la coda fra le gambe.
Il licantropo si rialzò, ancora leggermente scosso dalla situazione.
Guardò Piton, guardò la signora Black.
Questi si guardarono e lo guardarono a propria volta, infine scoppiarono tutti e tre a ridere di gusto.

----------



Se un mago si fosse potuto affacciare in quella sera di festa alla finestra di casa Black, avrebbe visto l'imitazione di un lupo mannaro, un professore di Pozioni dai capelli unti e una nobile quanto arcigna rappresentate dell'antica casata dei Black, ridere insieme davanti allo scoppiettio allegro di un fuoco.
Li avrebbe osservati mangiare delle salsiccie bruciacchiate, lanciarsi proiettili di cibo e bere un paio di bicchieri di buon vino rosso.
Li avrebbe seguiti mentre si spostavano in salotto, mentre sfogliavano un album di vecchie fotografie. Avrebbe notato che si commuovevano un po', che ridevano, e che stavano bene insieme.

Forse quel mago si sarebbe stupito, per le alcune ragioni.
Innanzitutto, perchè i veri lupi mannari non assomigliano per niente ad essere umani con le orecchie pelose, il naso nero e i canini da vampiro.
In secondo luogo, perchè in quel preciso istante il professore di Pozioni si sarebbe dovuto trovare al fastoso banchetto tenuto come ogni anno ad Hogwarts.
Ed infine, perchè era del tutto impossibile che quella donna altezzosa potesse mai sedersi a gambe incrociate sul bracciolo di un divano polveroso.

E' probabile che egli avrebbe osservato la bizzarra scena per non molto, avrebbe poi scrollato le spalle con indifferenza, e si sarebbe avviato verso casa, dimenticando dopo pochi metri quanto aveva visto, ritenendolo cosa inusuale certo, ma di poca importanza.

Quel mago, credetemi, non avrebbe capito proprio un bel niente.

--------------------

Dopo cena Sirius era salito in camera da letto, dicendo di aver bevuto troppo dannatissimo rosso, così erano rimasti solo loro due, sempre più insonnoliti. Mentre le chiacchiere fluivano lente, pian piano Tonks si era addormentata. Erano ormai una ventina di minuti che giaceva per terra, le braccia incrociate a mo' di cuscino.

Remus guardava Dora, rannicchiata sul tappeto.
Non aveva più l'aspetto della vecchia acida in cui si era trasformata; era tornata normale.
"Per quanto possa definirsi "normale" lei..."

Aveva gli occhi quasi strizzati, perchè un ciuffo ribelle le stuzzicava le palpebre.
Si chinò, sedendosi sui calcagni, mosse due dita e glielo spostò da un lato, scoprendo la fronte della ragazza.
Tonks mugugnò soddisfatta, e lui sentì una fitta di piacere segreto nel sapere di esserne la causa.

Voleva custodire con cura quell'istante prezioso.
La mattina portava con sè spazi diversi, distanze diverse, persone diverse fra loro due.
Si chiese se questo fosse normale.
Si rispose che, be'... al massimo era innaturale quello che accadeva di sera: gli sguardi, le spinte, le dita che si sfioravano quando lei cercava di rubargli la bacchetta per gioco.
Lui che perdeva il controllo, piano ma inesorabilmente.
Le risate argentine di lei, il buonumore di lui, la cioccolata calda insieme...
Merlino, quanto gli piaceva quando le rimanevano due sbaffi color cacao sulle labbra!

Continuava a domandarsi il perchè. Perchè proprio questa ragazza?
Una che considera apparecchiare la tavola un'attività ad alto indice di rischio fratture.
Una che va in giro con i capelli violetti, rosa o a pois.
Proprio una che, insomma, piglia per le orecchie un licantropo, e senza tanti complimenti lo obbliga a travestirsi da... licantropo.
Esattamente questo è il motivo, testone.


Chiuse gli occhi un momento, stanco di doversi trattenere ancora una volta.
Stanco che diventasse ogni ora dannatamente più difficile.

Li riaprì, e con delicatezza prese in braccio la ragazza.
La trovò più pesante del previsto, e sorrise al pensiero di quello che avrebbe combinato Tonks se glielo avesse mai confessato.

La portò nel suo letto, e la fece distendere.
Non aveva aperto gli occhi.
Rimase ancora a fissarla, incapace di staccarvisi, consapevole che avrebbe dovuto farlo, mentre il lupo in lui premeva prepotente.

Poggiò la testa sul bordo del letto.
Così vicini...
Sentiva l'aria uscire dal suo petto.
Deglutendo, fece scivolare il proprio viso un po' oltre.
Solo un paio di centimetri, non di più...
Spaventato a morte da se stesso, gli occhi sgranati, il cuore in gola, stava avvicinando le labbra ruvide a quelle di Dora.

In quel preciso istante, lei spalancò le palpebre.




COMMENTO DELL'AUTRICE:
Ciao a tutti!
Ecco un nuovo capitolo... molto sudato, a dire il vero.
Mi sto rendendo conto che scrivere una ff di più capitoli è abbastanza complicato, e mi chiedo a volte se non avrei dovuto iniziare con qualcosa di più semplice, tipo una one-shot.
Comunque per il momento il pasticcio è fatto, quindi lo devo concludere.

Ma passiamo a parlare di questo capitolo n. 8.
Premetto che l'idea che nella storia manchino pochi mesi alla dipartita di Sirius mi fa sentire male, ma cerco di convincermi che NON arriverò ad allora. Perchè, in effetti, se ci arrivassi non riuscirei ad ucciderlo. Povera palla di peli.

Arriviamo al risultato del concorso, al quale ho visto avete partecipato numerosissimi (sob...)!
La risposte esatta era Tonks!
Mi spiace per NonnaMinerva, so che avresti preferito fosse lui, ma come ti ho spiegato l'unico motivo per cui ho preso la decisione che fosse lei a baciarlo è che... volevo descrivere il suo profumo!
Lo so, sono pazza, ma mi immagino che un lupo mannaro come lui debba odorare di boschi.
E non venitemi a dire che sicuramente si farà la doccia dopo le sue uscite mensili, perchè allora rispondo che userà come bagno-schiuma il pino silvestre.
Comunque qui il nostro Moony si è rifatto.

Passiamo alla supplica odierna: lasciate un commentino? Uno piccolino piccolino...
Per favore....
Fine supplica.

Ringraziamenti:

Sakijune: le battute devono essere involontarie... ahimè! bel disatro... farò finta di averle scritte apposta! (Scherzo. Haha come sono simpatica.)

Cucciola_83: sono dolci, hai ragione! Prepariamoci a scene da diabete (come quella in questo capitolo)! Per il sadismo non lo so... era una ragazza buona e cara, prima di conoscere-virtualmente- la nostra Minerva...

Nonna Minerva: la dedica era doverosa! Da dove credi che mi ispiri per la perfidia dei personaggi? ^_^

Alla prossima, buona lettura e... dico a te. Sì, proprio a te che stai leggendo adesso. Sii buono, lasciami un commentino...









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Capitolo 9
*** 9. ISTINTI, FERITE E CAFFè MATTUTINO ***


9
Avviso:

E' probabile che ve ne siate già accorti, ma lo scrivo lo stesso: è stata modificata la fine del cap.8, quello precedente, dopo alcune ore da quando l'avevo pubblicato. Il motivo è questo: avevo scritto fischi per fiaschi, e l'immagine che veniva fuori era sbagliata. Il perchè lo capirete in questo capitolo.
Si tratta solo degli ultimi due righi, ma vi prego, se non l'avete fatto, di rileggerli nella versione aggiornata prima di continuare qui.
A dopo per i commenti!



9. ISTINTI, FERITE E CAFFè MATTUTINO.


Tonks aveva aperto gli occhi di botto.

Remus si sentì ghiacciare, mentre un'ondata di panico lo invadeva.
Un familiare voce maligna parlò nella sua testa.
Beccato, Lunastorta...
Non osando muoversi, fosse anche per allontanarsi dal viso della ragazza, fissò le sue pupille dilatate dalla mancanza di luce.

La strega era ancora distesa sul letto a pochi millimetri da lui; lo sguardo appariva vacuo
nella penombra della stanza, forse a causa dello stupore.
Rimasero così per alcuni, interminabili, secondi, le labbra quasi a sfiorarsi, i respiri che si confondevano.
Poi, inaspettatamente, lei scattò su a sedere.
Il mago si buttò istintivamente all' indietro per evitare una testata improvvisa, finendo dritto di sedere sul pavimento di pietra.

-Ouch...

Tonks voltò il capo verso di lui, in silenzio.
Lupin aveva la bocca appena socchiusa, incapace di compiere una qualsiasi azione.

Scoprì di avere la fronte imperlata di sudore.
"Come mi sono cacciato in una situazione simile? Non sono Felpato, accidenti...!"
Naturale, d'altra parte io non me ne starei qui imbambolato come uno stoccafisso secco sotto sale.
Si domandò per quale motivo dovesse immaginarsi la voce dell'amico in ogni maledetto frangente della propria vita.
Fosse stato mai d'aiuto!

Tonks scese dal letto, senza emettere fiato.
Si sedette in terra, di fronte all'uomo, a gambe incrociate.

Lupin aveva il viso in fiamme per l'imbarazzo, e non riusciva a decifrare l'espressione glaciale della ragazza.
Questo lo metteva decisamente a disagio.
Non gli era chiaro se fosse contrariata o se... non volesse poi tanto scorticarlo vivo, per averlo trovato quasi incollato alla sua bocca.
Forse, riflettè, c'era la possibilità che non lo avesse notato, col buio e tutto il resto.
In fondo non era improbabile. Anzi, più ci pensava, è più gli sembrava plausibile.
Hahaha, cerrrto.
"Oh, dacci un taglio."

Dora allungò una mano verso l'uomo ancora in terra, per fargli una carezza.
Il cuore di Remus accelerò i battiti.

Pensò a quanto risultasse carina, nella penombra della camera, e le sue guance si imporporarono nuovamente.
"Mi comporto come un adolescente in balia degli ormoni, per la miseria..."
Pensò anche che indossava i calzini che le aveva regalato lui, tempo prima.
Le erano piaciuti, dunque.
O le piace qualcos'altro, magari il tizio ebete che li ha comprati per lei...


Pensò anche che non gli importava quanto fosse sbagliato quello che stava per succedere, aveva solo un desiderio tremendo di sentire
finalmente le sue dita delicate sul proprio viso...
Colpisci e affonda, vecchio mio!

Nella frazione di secondo in cui Tonks sollevava la mano, il licantropo
deglutì, chiuse gli occhi incredulo, e poi...


CIAFF!
La ragazza gli aveva mollato un sonoro ceffone!

Remus si accarezzò la guancia senza fiato, mentre l'auror iniziò a ridere istericamente, tenendosi la pancia.
L'uomo si sentì avvampare per la vergogna.

Nimphadora continuava in tanto a non spiccicare parola, scossa com'era dai risolini.

Ottimo, come da copione aveva travisato tutto.
"Davvero bravo, sottospecie di troll..."
Doveva rimediare.

-Sc-scusami... n-non avevo intenzione...-
Ce l'avevi eccome l'intenzione Lunastorta, vecchio malandrino che non sei altro!

Tonks non smetteva di ridere, anzi adesso si stava rotolando sulla schiena senza ritegno.
Remus era pallidissimo. Alcune chiazze violacee gli si stavano formando in faccia ad una velocità sorprendente.
Non aveva la minima idea di come comportarsi.

-Ehm... forse sarà meglio...
Tonks si era sfilata i calzini, e se li era posizionati sulle orecchie, continuando a sbellicarsi
Assomigliava ad un vecchio cane da caccia rosa con il morbo di Parkinson.

Lupin passò dalla vergogna all'irritazione.
Perchè diamine doveva prenderlo in giro in un modo così crudele?
Con la sua voce roca appena più acuta del solito, balbettò:

-Dora, mi rendo anche conto di non essere stato propriamente...

La ragazza per tutta risposta cacciò un ululato, senza lasciargli terminare la frase.
Mortificato, Lupin si rialzò in piedi, si scrollò via dalle spalle un po' di polvere, e guadagnò l'uscita più velocemente che potè.
Chiudendo la porta dietro di sè, poteva sentire ancora le risatine sommesse dell'auror.

Vecchio, povero e pericoloso?
Non era più un problema,a quanto pareva, visto che la questione non si poneva affatto.

Qualcosa di simile ad una tenaglia gli diede una strizzata all'altezza dello stomaco.
Aveva voglia di mandare al diavolo Tonks, mandare al diavolo Sirius, ma soprattutto di mandare al diavolo quel grande stupido che si era dimostrato lui stesso.
Era deluso, ed arrabbiato.
Ma soprattutto, sentiva un certo groppo in gola, un groppo molto familiare.

Si sostenne con la schiena al muro del corridoio, la testa fra le mani.

Una ragazzina sui quindici anni, con le lentiggini e corti capelli castani si strofinava la bocca con una manica come per ripulirsi da una cosa disgustosa, completamente inorridita.
Due studenti lo fissavano terrorizzati, durante una delle sue ultime lezioni come insegnante
ad Hogwarts, additandolo come un essere mostruoso.
Una donna dai lineamenti volgari, con indosso un odore misto di sangue e morte, lo invitava nella sua baracca per passare la notte...

Battè un pugno contro la parete.
Non era più in grado di dormire.
Uscì di casa solo con un paio di jeans e un vecchio pullover nero, un po' sdrucito ai bordi.
Respirò l'aria pungente una, due, tre volte per calmarsi.
Si concentrò intensamente per raggiungere un luogo che conosceva bene.

Aveva voglia di boschi, di freddo e di farsi una corsa sfrenata fino a crollare.

Per una volta stava desiderando con tutto l'animo che fosse tempo di luna piena.
Non si accorse che questo non lo spaventava nemmeno un po'.


-----------


La mattina seguente, Tonks si svegliò col mal di schiena: era stesa sul pavimento, senza coperte e con una pannocchia di granturco in mano.
"Oh, non di nuovo..." pensò, stiracchiandosi appena per valutare l'ammontare del dolore.
Percepì una l'aria fredda con le dita dei piedi, e scoprì di essere senza calze.
Se le ritrovò infilate sulle orecchie, ed ebbe conferma ai suoi sospetti.
Sbuffò contrariata.
Era successo anche lì.

Vivendo in casa con altre persone, il suo sporadico sonnambulismo poteva diventare un problema fastidioso.
Si chiese se qualcuno l'avesse sentita urlare, o ballare la samba, o fare una qualsiasi di quelle cose fuori di senno che le capitavano in tali occasioni, e sperò vivamente che non fosse successo.
Si ripromise di parlarne al più presto con gli altri due coinquilini, per evitare spiacevoli incidenti in futuro.
Infilò un paio di pantofole con le iniziali S.B.
ricamate in oro, sottratte indebitamente a suo cugino da settimane, e scese a fare colazione.


----------


Dalla cucina proveniva un allettante aroma di caffè appena fatto, e la ragazza se ne fece guidare sognante.
Non vedeva l'ora di gettarsi sulla sua tazza ricolma, che come ogni giorno la aspettava bollente sul grosso tavolo di legno.

-'Ngiorno.- salutò pigramente.
Sirius fece un cenno con la mano, mentre Remus...

Un momento, che fine aveva fatto Remus? La sua poltrona era vuota, e la quotidiana copia del Profeta non si vedeva da nessuna parte.

-Sir?- fece, sedendosi.

-Tonks.

-Rem?

-Alastor.

-Che??

-Oh, scusa, credevo che forsse uno dei tuoi giochi assurdi in cui si dice una serie di parole in fila.

-... Dov'è Remus?

-Remus Lupin?

-Sì, quello che una volta al mese diventa più intrattabile di tua madre, hai presente?

-Oh, lui. Non c'è. E' uscito.

-Non ricordavo fosse di turno per l'Ordine.

-Infatti è uscito per conto suo, almeno credo. Quando mi sono alzato c'era solo una tazza di caffè pronta, ma lui era sparito da un pezzo.

-Oh, ok allora... ma dove accidenti è finita la mia, di tazza?

-Immagino che sia a posto sull'apposita mensola.

-Che?? E il mio caffè?

-Prova nella caffettiera.

-La caffettiera è vuota, Sirius.

-Allora il caffè è finito.

-Perchè?

-Immagino che sia perchè l'abbiamo bevuto, e non ne abbiamo preparato dell'altro. Sì, direi che al novanta per cento è questo il motivo.

-Ma io ne ho bisogno!

-Fattelo, cugina.

-Non so usare la caffettiera babbana... Quell'aggeggio infernale!

-Peccato, neanche io. Però... oh, potrei recuperarne un po' dal mio stomaco. Non posso averlo digerito di già.

-Fai impressione, Black.

-Grazie, cara.

-Non in senso positivo. Nel senso di un Avvincino che ti si aggrappa alla caviglia.

-Se fai la schizzinosa non posso aiutarti, sono desolato. Dovrai aspettare che torni R.J.

Tonks guardò il grande orologio a pendolo appeso al muro, scoprendo di non avere il tempo per aspettare il ritorno del coinquilino.
Indispettita, decise che avrebbe fatto colazione al bar del parco vicino al Ministero, così con uno schiocco si materializzò in camera per vestirsi ed uscire, non senza aver prima punito con uno spintone l'inettitudine domestica di suo cugino.

------

Le otto meno un quarto, e l'auror doveva ancora ottenere il suo caffè.
Oh, be', in fondo pochi minuti di ritardo non sarebbero stati un problema: era almeno un mese che arrivava puntuale tuti i giorni.
Anzi, erano all'incirca paio di mesi, a dire il vero, più o meno da quando si era trasferita a Grimmauld Place.

Sospirò, memore di una certa sgridata da parte di sua madre sull'incapacità di rispettare impegni ed orari senza avere un mastino alle calcagna che la obbligasse a fare in fretta.
Si domandò chi stesse svolgendo tale ruolo, al momento. Di certo non Sirius, tant'è vero che quella mattina aveva rischiato di non arrivare in tempo.

Doveva essere Lupin, anche se era abbastanza discreto da non renderlo del tutto evidente.
In effetti al mattino era lui a farle trovare pronto in tavola.
E le chiedeva gentilmente che ora fosse giusto in tempo perchè si rendesse conto che doveva andare a lavorarare.
Inoltre le appellava il mantello appena un secondo prima che lei si dimenticasse di doverlo indossare, per poi lanciarglielo sulla testa tutto appallottolato, con aria di scherno.

Entrò le bar immersa in queste elucubrazioni, ed ordinò un cappuccino doppio ed una brioche alla crema.
Si mise a cercare un posticino per consumare la colazione in pace, visto che una massa di persone la spintonava per raggiungere il bancone.
I tavoli erano tutti occupati, ma da lontano le parve di intravedere una sagoma familiare.
Sorridente, si avvicinò ad certo mago, che sedeva immerso nella lettura come al solito.

-E così ci hai abbandonati, stamattina!- fece con finta aria di rimprovero

Lupin, che l'aveva notata arrivare, si limitò a rispondere:
-Non sai nemmeno se questo posto è occupato.

-Hai appuntamento con Nick-Quasi-senza-Testa, per caso? Perchè io non vedo proprio nessuno.

Prese una lunga sorsata dal bicchiere di carta.
-Sul serio Rem, come mai sei uscito così presto stamattina?

-L'idea era quella di starmene un po' in pace, ma vedo che non sta funzionando.

-Potresti abbassare quel coso, mentre parli con me? Non mi piace l'idea di non poterti guardare in faccia.

-Potresti semplicemente smettere di darmi retta, in tal caso.

Tonks era perplessa.
Non era da Remus comportarsi in maniera tanto sgarbata.
Era sempre educato, e sebbene quando si avvicinava il plenilunio diventasse appena più insofferente riguardo alle bravate di Sirius, la sua pazienza rimaneva comunque nei limiti della media. Forse era una giornata storta.
Decise di tentare un approccio diverso.

-Cosa leggi di interessante?- farfugliò, la bocca piena di brioche.

- "Mille modi per umiliare il tuo prossimo".- borbottò a denti stretti.

La strega, impaziente, gli strappò di mano il giornale.
-Ok, ora basta così con... Morgana, come sei pallido! Ma hai dormito stanotte?

Il licantropo distolse lo sguardo dalla ragazza, concentrandosi su una quadro raffigurante un'enorme margherita bianca.
Sapeva di dover avere un aspetto terribile, visto che aveva passato l'intera nottata a vagare nei boschi intorno al villaggio dov'era cresciuto.
Era tornato a casa giusto in tempo per farsi una doccia, ma aveva rinunciato a farsi la barba e sfoggiava delle occhiaie tremende.
L'auror fece per avvicinargli una mano al viso, per esaminarlo meglio, ma lui scattò in piedi allarmato.

-Ehi, guarda che non ti mangio mica.

Rigido, ribattè solo:
-E' tardi.

-Ma che ti prende? Prima sparisci senza avvisare, poi tratti gli amici in questo modo...

Gli apparve appena un guizzo fugace negli occhi.

-Cos'è, non mi consideri una tua amica, adesso?
La giovane strega iniziava a sentirsi offesa.
L'uomo continuava a non parlare, senza guardarla.
Pareva che non avesse mai avuto modo di osservare margherite dipinte in tutta la sua vita.

-Se è così che hai deciso di comportarti, non c'è ragione perchè io resti a farti compagnia oltre.

Si alzò da tavola con un movimento deciso, ma il risultato fu quello di far volare in aria il suo doppio cappuccino, che in gran parte le si rovesciò sulla maglietta lasciando un'artistica macchia bruna.

-Accidenti!
Afferò un tovagliolino rosso, e questo a contatto con il liquido iniziò a perdere colore sul tessuto.
-Oh, Merlino!

Remus si portò una mano sulla bocca per non ridere, e Tonks intercettò il suo gesto.

-Allora mi basta combinare qualche disastro per cancellarti dal volto quell'espressione da funerale...

Lui si mostrò un po' infastidito.
Tuttavia tirò fuori
dalla giacca il proprio fazzoletto di stoffa e glielo porse.
Gentiluomo fino alla morte, eh?

-Guarda che ho capito perchè ti comporti in questo modo, stamattina.- mormorò la ragazza, prendendo il fazzoletto
-Ce l'hai con me per stanotte.

Remus si accese, diventando di un vivace color papavero.
Nell'istante in cui le due dita ruvide avevano toccato quelle di 'Dora, si era momentaneamente rilassato.

-Senti, mi dispiace, ok? E' che non riesco a controllarlo.

-Non.. riesci a controllarlo?
Era abbastanza scettico. E in contemporanea imbarazzato, molto imbarazzato
Scettico e imbarazzato: bell'accoppiata, Lunastorta. Molto da te.

La ragazza intanto si era seduta, cercando di tamponare la macchia sulla t-shirt, col risultato di spanderla maggiormente.
-Guarda qua che macello... Comunque non ci posso fare nulla, anche perchè non ricordo mai niente di quello che mi accade in questi casi.

Lupin si era riseduto, in ascolto.
Un vago sospetto gli stava sfiorando la mente.
-Non... ricordi?

-Affatto. Anzi, se volessi dirmi come ho tenuto sveglio te stavolta, mi faresti un gran piacere. Ho cantato a squarciagola un'opera lirica? Simulato una palla da bowling usando le tue gambe come birilli? Oppure mi sono limitata a saltare su e giù come un canguro stitico della Guinea?

-Ad essere sincero, sono quasi certo che in Guinea sia per lo meno inusuale avvistare dei canguri, 'Dora...
L'uomo stava nuovamente sorridendo.
Tonks sentì un calore piacevole in pancia, e sospettò che avesse lontanamente a che vedere con quei meravigliosi denti bianchi che il mago si ritrovava.

-Allora non sei più arrabbiato.

Scrollò le spalle.
-In fondo non è colpa tua se possiedi una testolina tutta matta.

Tonks arrossì, trovando altamente ingiusta la sua capacità di passare dall'assolutamente insopportabile all'impagabilmente tenero, nell'arco di soli pochi attimi.

-Potrei essere offesa io, però.

-Mmh, sì, suppongo che potresti.

-E come lo sai che non lo sono?!

-Non lo so, infatti.

-Però lo stai pensando.

-Non è detto.

-Oooh, conosco quello sguardo, professor Lupin!
Incrociò le braccia sul petto

Lui le sorrise ancora, affabile.
-Ti sei offesa?- fece, con un'espressione dolce.

-Mpf... scemo. Sai che non è così.
Gli occhi ambrati gli brillarono un'altra volta, e lei decise di ignorarlo.

-Non mi piace essere sonnambula, Rem. Complica un sacco le cose.

-Be', diciamo che... non sempre si è come si desidera. A me, in cambio, non diverte affatto essere...- scrutò la folla intorno, poi concluse a bassissima voce-... insomma, un tu-sai-cosa.-

-Cosa, un mangiamorte fallito?

-Non mi riferivo a questo.

-Uno sfruttatore di elfi domestici?

-Non proprio.

-Un perfido venditore di carne di drago avariata?

-Non direi.

-Un clown del circo magico che girovaga in giarrettiera spacciandosi per una donna troppo mascolina?

-Ancora non ci siamo.

Tonks si illuminò in un'espressione furba.
-Uno stralunatissimo eremita, devoto alla lettura di mattoni altamente soporiferi e soprattutto
cioccolato-dipendendente, ecco cosa sei.

Il mago ridacchiò.
-Temo che tu ci abbia preso in pieno.- fece, alzando entrabe le mani in segno di resa.
-Non posso negarlo.

-Già, non puoi davvero.

L'auror diede un'occhiata all'orologio: le otto e dieci minuti!
-Morgana, sono in ritardo!

-Corri, allora.

La ragazza si infilò velocemente sotto il mantello, fra gli sguardi incuriositi degli altri clienti del bar, quando le venne alla mente un piccolo particolare.
-Non mi hai ancora detto cosa ti ho combinato stanotte, per farti infuriare così.

Il mago le rivolse un'occhiata interessata.
Per diversi attimi riflettè sulla risposta da dare, poi aprì lentamente la bocca.

-Forse, un giorno incredibilmente lontano, potrei anche raccontartelo.

Lei lo guardò male
-Ma...!

Lui si limitò a ricordarle:
-Otto e dodici, 'Dora.

-Ok, ma sappi che te lo estorcerò, in un modo o nell'altro.
Ho il diritto di saperlo, Remus John Lupin.

E sfoderando una linguaccia magistrale, Tonks scappò via.

Kingsley le avrebbe fatto una spettacolare lavata di capo, accidenti a Remus e ai suoi malumori.
Certo che reagiva proprio male ad una misera nottatina in bianco.
O forse si stava affaticando troppo con l'Ordine ultimamente, perchè quella mattina l'aveva trovato davvero coi nervi a fior di pelle.
Oh be', l'importante era che gli fosse passata così come gli era venuta, perchè imbronciato in quel modo non era altrettanto carino.
Non che di norma Tonks lo trovasse letteralmente affascinante, ma ecco, insomma...
...Maledizione, Kingsley l'avrebbe uccisa!
Anzi, prima l'avrebbe torturata in maniera particolarmente crudele, e solo poi l'avrebbe finita. Per decapitazione.
O data in pasto ai ragni giganti.
O perfino sommersa di scatoffie burocratiche...
Affrettò il passo, senza badare agli oggetti, animati o meno, che incrociava sul suo cammino.
Accidenti a Remus!

Il licantropo la osservò rovesciare un paio di sedie ed una decina di passanti mentre si precipitava al lavoro, senza neppure rendersene conto.
Sorrise, poi sospirò profondamente.
Ci mancava solo il sonnambulismo...
Era ufficiale: Nimphadora Tonks era in assoluto la ragazza più strana con cui avesse mai avuto a che fare.

Si domandò se davvero non avesse memoria dell'accaduto, e concluse che, be', ciò era altamente probabile.
Al senso iniziale di sollievo che aveva provato nel rendersene conto, si era adesso aggiunto uno spiacevolissimo fastidio, che cercò di mandar via scrollando le spalle.
Non se lo ricorda, è vero... ma potresti sempre mostrarglielo ancora, Lunastorta... Ammesso che abbia fegato sufficiente!

Scacciò l'idea con una scrollata più forte, ma nemmeno questa sortì l'effetto desiderato.

"Dopotutto era quello che volevo. Ho fatto uno sbaglio, e... mi è andata bene, insomma."
Come no, esattamente ciò a cui aspiravi maggiomente, Lunastorta...


I pensieri stavano provocandogli un'emicrania colossale.
Avrebbe pagato un bel mucchio di galeoni per avere un Pensatoio a portata di mano,
in quel momento .
Purtroppo, non c'era nessuno che ne avesse neanche mezzo da prestargli.
Si grattò il capo, chiedendosi quando sarebbe passata.
Concluse che gli sarebbe toccato arrangiarsi.
Con una tazza di thè inglese e una brioche sbocconcellata, scordata lì da una buffa strega fortemente in ritardo.



Commento dell'autrice:

Ma ciaooo!!
Sono stata veloce? Ditemi di sì... Perchè per il prossimo potrebbero volerci anche due settimane...
Le suppliche stanno iniziando a fare effetto: ben 7 commenti allo scorso capitolo! Grazie grazie grazie, mi fate felice!
Ora supplico un po'. Supplico. Ancora un pochetto... basta così, per oggi.

Mi fa piacere essermi guadagnata la fama di sadica ^_^. E' vero, sono sadica.
Ma è solo una vendetta nei confronti di certe persone -e non facciamo nomi...-.
Fra parentesi, ho iniziato a scrivere i capitoli finali della storia, che credo si fermerà fa il dodicesimo e il quindicesimo atto.
Vi avviso che stiamo avendo una svolta tragica... mah!
Potrei anche buttare tutto e riscrivere, vedremo.
Un appunto sulla scena in cui Tonks dorme sul tappeto: non l'ho inventata di sana pianta, ma mi sono ispirata ad un bellissimo disegno trovato su deviant art. L'autrice è Hillary_CW, bravissima.
Passiamo a questo nuovo capitolo.
Va bene, lo so, Remus è decisamente strano. Perdonatelo, è stato sottoposto ad uno stress eccessivo, ed ha reagito così.
Ci è rimasto proprio male, poveretto, un po' perchè ha perso il controllo, un po' per le consguenze che ci sono state, e un po' per quelle che non ci sono state.
Certo che ha una psiche complessa! ^_^'
So anche che non faccio altro che fargli guizzare gli occhi a destra e a manca, ma mi diverte troppo! Chiedo venia, ma continuerò imperterrita. Se poi mi regalate un dizionario dei sinonimi e contrari, è ancora meglio. Guizzeranno, lampeggieranno e giocheranno a nascondino allegramente.
Inoltre pensavo che anche nei capitoli dove Padfoot appare poco (come qui) lo vorrei inserire sottoforma di "coscienza" di Moony. O forse dovrei dire "incoscienza"? La vocetta rompiballe, insomma.
Ad ogni modo, attendo i vostri pareri al riguardo, se vorrete.


Per SakiJune:
Malocchio, ribattezzato l'uomo-principessa, sarebbe dovuto essere inizialmente il travestimento di Halloween per Tonks. In seguito però mi sono resa conto che, per quanto possa essere cotto di lei, Moony non sarebbe mai stato in grado di baciarla dopo averla visto per ore ed ore sotto quelle sembianze. Ma l'immagine di Malocchio vestito di rosa e con un fiocchetto in tinta sul capo continuava a perseguitarmi, così ho dovuto inserirlo in un altro modo! la seconda scelta era caduta sulla Umbridge... ma poi mi sono ricordata che nel quinto libro lei non si conosce ancora... Infine ho scelto la mamma di Sirius; se lui si è trasformato (grazie alla pozione polisucco, un capello e lo zampino di Fred e George) in Severus Piton, avrebbe ricevuto un'adeguata dose di terrore in cambio.
Sono contenta che sia venuta bene la parte dei ricordi. E' stata quella che mi ha creato più problemi, in effetti, perchè non volevo ignorare la morte di Lily e James, ma temevo di appesantire troppo l'atmosfera se avessi scavato a fondo nei sentimenti di Remus.

Per Summers84:
Grazie di aver lasciato un commento!
Credo proprio che Sirius non morirà per mano mia, ma se dovesse mai succedere ti prometto almeno che non accadrà inciampando come un imbranato.
Ora la scelta però è fra il terminare la storia prima, e il farla diventare una AU (imparo i termini tecnici!) come suggeriva NonnaMinerva...

Per NonnaMinerva:
Sposo in parte la tua teoria del primo bacio... ma non sveliamo qual è per non rovinare la sorpresa... ora vi starete chiedendo quale sia.
Andata a leggere le ff di questa tizia qui, e lo scoprirete (prima o poi)

Per Cucciola_83:
Perdono perdono perdono! Premetto che lo farò di nuov... ehm, cioè, che non lo farò più.

Per Pioggia:
Grazie per i complimenti, e chiedo scusa per il sadismo... ma devo dire che è troppo gustoso lasciare un capitolo in sospeso... Comunque non riesco a farlo a lungo, se ti consola...

Per arya87:
Benvenuta e garzie anche a te! Spero che la storia continui a piacerti sempre allo stesso modo, capitolo più, capitolo meno... nonostante la crudeltà. ^_-

Per Stefy:
Waaaà... arrossisco... In quanto all'originalità non saprei davvero: credo invece di dovere molto a tutte le altre ff che ho letto su questa coppia, che mi hanno permesso di farmi un'idea delle dinamiche fra questi due (tre, in verità) zuzzurelloni!

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Capitolo 10
*** 10.FAME, FREDDO E MOMENTI DI FOLLIA ***


10 Per Lara e Valeria,
in nome di una serata assurda,
passata a trafugar forchette
e dissertare sui momenti di follia.
Mie care spero che prima o poi
leggiate questo anche voi.


10. FAME, FREDDO E MOMENTI DI FOLLIA.

Giornata pesante.
Dopo aver passato l'intera mattina alla ricerca di uno straccio di impiego, senza peraltro ottenere il benché minimo successo, si era trascinato a casa desiderando solo una doccia bollente e le lenzuola. Invece una volta lì aveva scoperto un biglietto di Sirius che recitava qualcosa che aveva a che vedere con la malinconia di Fierobecco e la cena ancora da preparare.

Dopo quasi un'ora passata ai fornelli provando a cucinare qualcosa di decente che non fosse a base di ragni verdi -il più abbondante ingrediente che aveva trovato in dispensa-, Tonks era precipitata (letteralmente) dal soffitto della cucina, a causa di un tentativo balzano di materializzazione.

Mentre si massaggiava il doloroso bernoccolo che le era spuntato in fronte, gli comunicò che avrebbero avuto un turno d'urgenza insieme quella notte, e che non c'era tempo di cenare.
Avrebbero mangiato un tramezzino tacchino e pomodoro sul posto, e diviso una birra che aveva comprato all'alimentari babbano vicino al Ministero.

Il loro obiettivo sarebbe dovuto essere il presunto nascondiglio di Greyback.
Tuttavia, quello che da quasi due ore stavano attentamente osservando non sembrava altro che un vecchio fienile abbandonato in aperta campagna.
Remus non aveva voluto toccare cibo, piuttosto nervoso all'idea di poter rivedere il proprio carnefice; dunque quando l'Auror gli aveva domandato il permesso di mangiare anche il suo tramezzino, aveva gentilmente acconsentito.

Quando però l’appetito aveva iniziato timidamente ad affacciarsi, tramutandosi poi in vera fame da lupi (Scusa Rem! ^_^'), aveva iniziato a chiedersi per quale motivo dovesse sempre fare la parte dell'altruista.
Come se non bastasse Tonks si stava annoiando, quindi aveva iniziato a presentargli proposte una più stramba dell'altra.

-Mai ballato la polka in bikini?

La birra che stava bevendo gli andò tutta di traverso, provocandogli un accesso incontrollabile di tosse.

-Era solo un'idea!

-Molto stupida, se me lo permetti.

-D'accordo allora, niente polka, ma non ti scaldare.

-Credo sia alquanto improbabile riuscire a scaldarsi, qui fuori,- brontolò.
Provò a soffiarsi sulle mani, ma il sollievo che percepì fu minimo.
La vocetta di Tonks tornò a farsi sentire quasi subito.

-Momenti di follia.

-Perdonami?- fece l'uomo, convinto di non aver inteso bene.
Forse si era perso parte del discorso.


-Momenti di follia. Raccontami dei tuoi momenti di follia.

Remus guardò la ragazza con aria interrogativa.
Chissà dove sarebbe andata a parare... Decise di mostrarsi cauto.

-Cosa intendi per "momenti di follia"? Perchè credo di non aver mai tentato di volare tutto nudo per un campo da Quidditch, ad esempio.

Tonks diede un enorme morso al suo tramezzino, e un pomodoro schizzò sul terriccio in un sordo ‘ploff’, con gran disappunto da parte di Remus.
La giovane inghiottì il voluminoso boccone con troppa fretta rischiando di strozzarsi, tanto che il mago dovette batterle più volte sulla schiena per farla riprendere.

-Ehm... grazie. Dicevo, intendo momenti di follia sentimentale. Persone per le quali hai creduto di provare qualcosa... o sulle quali hai fatto un fugace pensierino almeno una volta, benché l'idea fosse del tutto insensata, irrealizzabile e perfino malsana.

Lupin si schermì.
-In questo caso devo deluderti, perchè non mi è mai accaduto qualcosa del genere.

-Stai mentendo professore. Tutti hanno avuto i loro momenti di follia.

-Se...

-Non provare a ribattere niente, faresti solo la figura del codardo, sai?

-Mmmh... codardo, dici. E cosa dovrei temere, sentiamo?

-Ad esempio di aprirti con qualcuno al punto che questo poi possa ferirti.-

Sagace, mia cugina...
-Non ci siamo, purtroppo.-
Si strinse nelle spalle.
-Sono soltanto una persona gelosa della propria privacy, ecco tutto.

-Come tutti noi, d'altra parte. Purtroppo però, dobbiamo far passare il tempo in qualche modo.

-E una partita a Scarabeo stanotte non ti va per niente, immagino.

-Complimenti, hai fatto centro! 20 punti tondi per l'eremita Lupin. Hai guadagnato il diritto di far iniziare me, pensa un po'!

Lupin sospirò con fare esasperato, ma dentro di sè iniziava a divertirsi.
-Se proprio si deve...
Buffone... Ma se muori dalla curiosità di sapere per chi ha avuto una cotta.

-Ok, la regola è semplice. Uno io, uno tu.

-Non riesco ancora a capire come tu abbia fatto ad imbrogliarmi...

-Ho sfuttato il fatto che non vedi l'ora di conoscere i miei più sordidi segreti, Professore.

Ah! Beccato, beccato...
-Se ne sei convinta.

La ragazza scoppiò a ridere agitando le mani, facendo in tal modo sparpagliare grossi frammenti di tacchino sul terreno fangoso.
Il licantropo dovette reprimere a forza l'istinto di afferrarli al volo coi denti.

-Inizierò con uno relativamente innocuo.

-Uhm.

-Dai, chiedimi di chi si tratta!

-Come vuoi. Di chi si tratta, testolina?

-Di Silente.

-Silente.

-Proprio.

-Barba bianca, occhialetti a mezzaluna e cappello a punta...?

-E' quello che ho detto. Ma all'epoca, ovviamente, non ne conoscevo l'aspetto fisico. Non che me ne importasse: io amavo la sua anima.

-Perché, all'inverso, quella la conoscevi perfettamente, ovviamente.

-Sì, ci eravamo scritti delle lettere.

-Questo spiega ogni arcano. Un rapporto epistolare... sono i migliori, in effetti.

Tonks fece una smorfia, come una maestra poco paziente davanti ad un alunno particolarmente duro di comprendonio.
-Avrò avuto sui nove anni, forse dieci; non so proprio quanto mi durò. Solo quando poi lo incontrai di persona a scuola capii che era tutto finito...

-Nove anni. Precoce.
Tutti così in famiglia.

-Beh, adesso tocca a te Rem.

-Non... mi viene in mente, in questo momento.
Viene in mente a me, lo dico io!

-Fai uno sforzo, altrimenti dovrò ricorrere a metodi sleali.

Rosmerta dei Tre Manici di Scopa!!

-Non conosco niente di legale che tu possa attuare.

-Mai detto di voler rimanere entro certi limiti restrittivi.

-Oh, tu non userai procedimenti illegali. Ti denuncerei...

-Parola di Auror contro parola di licantropo, Lupin. Se vuoi tentare...
Lo stava stuzzicando.

L'uomo prese una manciata di sassolini bianchi, e senza alcuna ragione gli venne in mente che ne avrebbero dovuti lasciar cadere un po' lungo il percorso, per ritrovare la strada di casa in caso si fossero persi.
Ottima tattica difensiva quella di fingerti pazzo con te stesso, Lunastorta. Davvero, oserei dire brillante!
-Potrei accettare...

-Hai già accettato, quando mi hai lasciata iniziare a parlare!

-Potrei accettare, a condizione che il contenuto della nostra conversazione rimanga confidenziale. Per sempre.

-Parola di fattucchiera.

-E va bene. Vediamo... ci sarebbe Cathrine.

-Cathrine come?

-Cathrine di Cime Tempestose.

-Il personaggio di un libro.

-Mi affascinava.

Tonks alzò gli occhi al cielo esasperata.
-Fantasie romantiche su un pezzo di carta e inchiostro!

-Se è per questo ci sarebbe anche Madame Bovary... ma le mie fantasie su di lei, temo, avevano decisamente poco di romantico.

Io l'ho sempre detto a Ramoso che non poteva essere vero che leggessi soltanto, in quella dannata biblioteca...

-Non puoi essere davvero così... così.

-Temo di esserlo, invece.

-Non è possibile! Avrai mai desiderato, anche solo fugacemente, qualcuno che era off-limits!

Lupin lanciò lontano un sassolino, senza guardare la sua interlocutrice, prima di parlare.
-Una volta o due... forse.- sussurrò.
Era rosso in volto.

-Nome.

-Non sono sicuro che sia corretto... dopotutto tu hai tirato fuori una storia di quand'eri bambina.

-Quanto sei patetico! Kingsley Shacklebolt, contento?
Geloso, Lunastorta?

-Adesso, nome.

-D'accordo. Ma non fare facce strane, va bene? E'...
Inspirò forte per fasi coraggio.
Non poteva credere di stare davvero per dirlo ad alta voce.

-E'... Molly Weasley.
-Cheeee coooosa?!!!!!

Cheeee coooosa?!!!!!

-Ehi, non gridare, o ci scopriranno.
Lanciò una nuova pietruzza candida ancora più lontano.
Si sentiva improvvisamente accaldato, come se fosse giunto agosto tutto d'un tratto.

-Non dire idiozie, non c'è un cane nel raggio di miglia. Ma... Morgana Remus, è la moglie di Arthur!

-Momento di follia, ricordi? Follia, non razionalità.
L'uomo ridacchiò.
-Ero in un stato pressoché pietoso, dopo aver insegnato ad Hogwarts. Niente lavoro, niente casa, così mi invitarono da loro per un po'. Sai come sono i Weasley.

Annuì, ancora visibilmente scossa dall'inattesa rivelazione.
Sapeva quanto cari e premurosi potessero essere quei due.
Con loro ci si sentiva sempre i benvenuti.

-Non potei rifiutare. Dopo una notte abbastanza... dolorosa, se capisci cosa intendo, Molly mi accudì per tre giorni di fila, finché non mi ripresi. Ora non ti so dire se fu per questo, o se invece dipese dalla recente trasformazione, ma fatto sta per un paio di giornate lei fu il mio... momento di follia.
Sono la tua incoscienza, com'è che non sono stato avvertito?

Tonks continuava a fissarlo stupefatta.
Quell'uomo era pieno di sorprese. Oppure era completamente pazzo e depresso.
O forse entrambe le cose.

-Guarda che mi sono comportato bene. Nessun genere di sgarro, credimi.

-Ma... e con Arthur?

Inarcò un sopracciglio, agitando un po' i piccoli ciottoli che aveva in mano.

-Come al solito.

-Sei incredibile.

-Ehi, ti ripeto che non ho fatto nulla di male. E poi mi è passata rapidamente.

-Assurdo.

-Va bene, ascolta. Ero in un periodo poco piacevole

Adori proprio gli eufemismi, tu.

"Oh, santa miseria, vuoi tacere?!"

- Stavo davvero male, e in più non avevo una donna da talmente tanto temp...-

Si interruppe di botto, paonazzo.
Sentì la bocca prosciugarsi come se avesse ingoiato il Sahara tutto insieme.
Lanciò un'occhiata di soppiatto a Tonks.
La ragazza aveva un'espressione beffarda sulla bocca.

-Qu-quello che intendevo dire...- balbettò.
Ormai è persa, fratello. Io mi rassegnerei...

-E' che sei un uomo.

Remus si fece ancora più rosso.
-Ehm, sì. Penso di sì.

L'Auror gli si avvicinò, scompigliandogli i capelli chiari con una stropicciata.
-E in fondo sei anche un po' lupo, no?-
Erano seduti l'una accanto all'altro.

-G-già.

-Ti senti imbarazzato, Professore?.

-In una scala da uno a dieci? Siamo sul settantatre, ad occhio e croce.

Tonks scoppiò a ridere, e lui sembrò sciogliersi: la spalla della giovane a contatto con la sua aveva un effetto rilassante.

Si voltò a guardarla in viso, e con un sorriso aggiunse:
-E mezzo, per essere precisi.
Tonks rise nuovamente, di gusto.

-Sei veramente fantastico, lo sai?
Lui tacque, ma due iridi ambrate scintillarono di piacere.

-Ti concederò di conoscere il mio prossimo momento di follia.

-Niente potrà spaventarmi.

-Ok, dunque... è Bill Weasley. Ma solo per colpa della tua amata. che continua a riempirmi di sciocchezze riguardo a quanto saremmo una splendida coppia!

-Non è la mia amata.
Infatti...

Lei gli rivolse un'occhiata provocatoria.

-Come vuole. A lei, Monsieur.

-Ok... Lily Evans. Almeno per un mese.

-Prima o dopo che lei e James...

-Decisamente dopo. Aspettava già Harry.

-Che razza di amico!

-Sono un gentiluomo, ricordalo. A te, madamigella.

-Uhm... Alastor. Durante il primo anno di addestramento.

-Come darti torto...- disse, regalandole un sorriso perfido. - Il fascino di un uomo che sa guardarti dentro davvero...-

-Scemo!
Non riuscivano a smettere di ridere.

-Questo non puoi dirlo. Noioso e pesante, forse, ma non scemo, in tutta sincerità.

-Allora maledettamente pieno di te stesso.

-Sonnambula folle.

-Oh! Brutto... rovina-famiglie!

-Ragazzina con la preferenza per gli uomini maturi.

-Lupastro. E vendicativo.

-Impiastro dai capelli... Merlino, ma che razza di colore è mai questo?- chiese, un ciuffo di lei tra le dita.

Nei suoi occhi balenò il guizzo impertinente, e Dora smise di respirare, dimentica dell'insulto con cui stava per replicare.
Non osava dare un significato a quel lampo che aveva appena visto nel suo sguardo, non con lui che le sfiorava appena il viso con una mano, fissandola a pochi centimetri col suo sorriso sghembo.

Remus si rese conto a stento che i loro visi erano troppo vicini, i nasi quasi a sfiorarsi.
Teneva ancora i suoi capelli fra due dita, ed ad un tratto si sentiva estremamente consapevole di quella ciocca setosa contro i suoi polpastrelli.
Come c'erano arrivati fin lì?

Dora aveva ancora la bocca socchiusa, in attesa di pronunciare la parola che le era morta sul nascere, calamitata dall'ambra liquida del suo sguardo.

Avvertiva con chiarezza il suo odore, che le ricordò la neve.
Si chiese cosa stessero facendo, cosa stesse accadendo.
"Siamo ubriachi... Ubriachi di noi stessi e di risate, ecco cosa."


Lui udiva il ruggire del sangue nelle orecchie.
Stavolta è sveglia.
"Lo so..."
Ti vede, e non ti ferma.
"Lo so..."
Sta per succedere.
"Lo so, maledizione..."

-Remus...
-'Dora...
-Remus, un... un attimo!
Si scostò bruscamente dal mago, spingendolo di lato.
Porca miseria!

-C'è un... Patronus!
La ragazza indicava una sagoma argentea che guizzava in lontananza.
"Merlino, lo stavo per..."

-Sembrerebbe la fenice di Silente...- fece Lupin, il respiro ancora irregolare.
Tonks gli voltava le spalle, non poteva vedere la sua espressione.


In effetti la creatura era stata mandata per riferire nuove disposizioni.
Il messaggio era quello di abbandonare il campo: la soffiata che avevano avuto sul nascondiglio si era rivelata inattendibile.
Si materializzarono sul primo scalino dell'ingresso di casa Black e Tonks si volatilizzò in camera propria nell'arco di quattro secondi, senza nemmeno salutare Sirius che era rientrato dalla fase ippogrifica della sua settimana.

Il licantropo sprofondò nella poltrona con sollievo misto a un irritante senso di vuoto all'altezza dello stomaco, che nulla aveva a che vedere con la cena saltata.

-Giornata pesante?- chiese l'uomo dagli occhi grigi.

-Mmh.

Sirius osservò l'amico con curiosità per un minuto.
Aveva la fronte aggrottata, le guance vermiglie e un cipiglio contrariato.
-Brutto tempo?

-Freddo. E fame.
Black strizzò le palpebre, come per metterlo meglio a fuoco.

-No, non ci siamo, c'è dell'altro. Cos'è...?
-Sono stanco.

-Uhm... non me lo vuoi dire... Vediamo un po'...
Improvvisamente il suo viso si contrasse in un ghigno animalesco.
-Ho capito. Ci hai provato e ti è andata male, eh Lunastorta?

Remus replicò un poco convincente:
-Merlino Felpato, pietà!-
Troppo stridulo, decisamente.

-Lo sapevo!

-Ti sbagli.- ribatté, recuperando l'autocontrollo sul tono della voce.

-Io, sbagliarmi sul tuo conto? Ti piacerebbe! Mio caro, a volte mi sembra di conoscerti così bene che mi domando se per caso non ci siamo già incontrati in qualche altra esistenza...

-Anch'io me lo domando spesso, e sono arrivato ad una conclusione.

-Davvero? E quale sarebbe?

-Che io devo essere stato un ergastolano sordomuto, mentre tu un secondino particolarmente testardo e invadente, Black.

-Devo forse desumerne che non parlerai?

-Sei sempre stato in gamba, con le deduzioni.

L'uomo bruno sbuffò sonoramente.
-Me ne vado a letto, allora.

-Buonanotte, palla di pelo.

-A te, sacco di pulci.

§§§§

"Momenti di follia..." si tormentava Remus..

" Persone per le quali hai creduto di provare qualcosa..." rimuginava 'Dora.

"Sulle quali hai fatto un fugace pensierino..."

"...almeno una volta."

"benchè l'idea fosse del tutto..."

" insensata"

" irrealizzabile"

" e perfino..."

"...perfino malsana." concluse il licantropo.
Sospirò, in preda ai crampi per la fame.
Quella notte sarebbe stato alquanto difficoltoso per lui prendere sonno, per quanto avesse appena trascorso una giornata proprio pesante.


COMMENTO DELL'AUTRICE:
Ok gente, sarò sincera con voi.
La storia è praticamente pronta fino alla fine: terminerà al 14, poi ci sarà un epilogo.
Come trama siamo a posto. Come stesura mancano due capitoli, gli altri devono solo essere corretti.
Ma questo benedettissimo numero 10 è stato uno strazio!
Primo, non sapevo che scriverci. Doveva essere una cosa divertente, visto che negli ultimi andiamo un po' sul tragico (dovrò cambiare rating da giallo ad arancione).
Facciamo fare loro un turno insieme, mi dico.
Ma dopo? Fai essere imbranato Remus, mi dicono. Già scritto, scopro io.
Poi, dopo quattro giorni in cui sono riuscita a digitare solo "10. Giornata pesante." arriva l'illuminazione. E' un'idea davvero, davvero buona!

Tutta gasata apro il file, mi scrocchio le dita alla Sirius maniera e sono pronta a sferrare l'attacco, quando...
Turutù, fa messenger. E' Nonna Minerva (ma quel giorno si chiamava Alastor Moody, mi pare).
A Nonna non si può non rispondere, anche perchè è in crisi creativa. Dopo quasi un'ora di dissertazioni su semantica e co. (SEMANTICA, SEMANTICA...), mi fa:
"Hai letto questa fiction?"
E mi linka una cosa stupenda, fantastica, di quelle che ti uccidono dentro lentamente per quanto sono perfettamente strappalacrime.
Conclude con "Dopo questa non si riesce più a scrivere niente... vabbè, tanto per oggi non avrei combinato nulla lo stesso... ciao, vado ad occuparmi di un'altra delle mie mille appaganti attività!"

(Ora è necessario che vi riporti il suo commento, che è statoNON ho detto davvero così!! E poi, per la cronaca, erano le undici e mezza!!”… ma voi ci credete?)

Ottimo, grazie. Ti odio, lo sai? vorrei dire. Mi limito ad un "a domani, sadica".
Ok, posso farcela, mi dico. Posso scrivere, con quell'ottima idea che mi era venuta.
Riapro il file, che si chiama ancora 10.
Leggo: "Giornata pesante."
Allora, com'era...?
...
...
...
Vuoto totale.
L'idea, stanca di aspettare, se n'era tornata a casa sua da un pezzo. Mai più rivista.
Conclusione: se questo capitolo fa abbastanza schifo (come direbbe Tonks dell'abbigliamento di Remus), la colpa è solo ed esclusivamente di Nonna. Prendetevela con lei. Ma non troppo altrimenti non mi beta più.
Come dite? No, questo commento eccessivamente lungo non ha niente a che vedere con la suddetta scarsità di idee.
Vi sbagliate, vi assicuro. Infatti NON è la prima cosa che ho scritto.
Avevo già digitato "Giornata pesante." e "10".

Ed ora, TU. A noi due.
Ti vedo, sai... puntuale come un orologio, ad ogni aggiornamento vieni a leggere.
Ammetti che ti senti in colpa... non hai mai commentato.
Lo so, adesso ti dispiace, ma possiamo ancora rimediare, io e te insieme.
Prendi il mouse. Bravo, così... Ora clicca su "Vuoi lasciare una recensione?".
Bravissimo, ci sei quasi.
Adesso basta che digiti il tuo pensiero.
Cos...? Eh, che volgarità!!

RINGRAZIAMENTI E RISPOSTE:
Per Valentina:
Ti prego, abbi pietà di me! Ti pago una pizza (bugia, al massimo un riso soffiato piccante...)!
Anche a me Tonks con i calzini sulle orecchie piace, pensavo di rubarle l'idea per lanciare una nuova moda... ti va di fare da cavia?

Per Nonna Minerva:
Visto che approvi la mia scelta di Sirius vocetta la riutilizzerò ancora, ad esempio proprio nel capitolo che hai appena letto.
"Così non uscirò mai di scena!!!" Zitto, Sir... "Padfoot rules!!!" Cavoli, come capisco Remus in questo momento...
Ad ogni modo il destino di Chez Black è ormai segnato... sarà un'AU? Non ve lo dico ancora. Nonna docet.

Per Ino chan:
Ino chan è forse impazzita? *Rainsoul si gratta il capo pensierosa* Ino chan si è forse scusata per aver recensito la mia storia?
Ino chan si sbaglia. Rainsoul ringrazia per i complimenti e per aver letto la storia!
Ino chan riceverà risposta sul suo adorato Sirius: almeno fino al penultimo capitolo, apparirà di persona.
*Rainsoul ridacchia malefica, consapevole della tremenda perfidia di tale affermazione...*

Per pollon74:
Benvenuta fra i miei commentatori!! Che bello immaginare facce nuove!
Grazie per avermi detto che ti sei presa un colpo con la cosa dello schiaffo (immaginare le reazioni di chi legge è poco gratificante e porta sull'orlo della follia, sai?)!
Anch'io li adoro... soprattutto Remus. E soprattutto 'Dora. E soprattutto la palla di pelo nero. Come sono indecisa...

PUBBLICITà:
Ho scritto una one-shot, si chiama Letters from a gone-by present. Se volete farci una capatina...

Be' gente, alla prossima!!
E perdonatemi il ritardo, nonché il secondo quasi bacio (anche se stavolta sono più che altro rimasti imbambolati a guardarsi). Pensate solo che... il prossimo capitolo è già ultimato.

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Capitolo 11
*** 11. VISCHIO, GIOVENTù E RACCONTI DI NATALE (parte prima) ***


111primo Dedicato a tutti quelli
che han scordato di leggere il 10:
a giudicare dal mio contatore
siete circa quaranta,
e se invece non vi siete scordati
mi sa che il nove doveva fare davvero pena!
^_^




11. VISCHIO, GIOVENTÙ E RACCONTI DI NATALE.


Dicembre aveva portato la neve e giornate luminose, che invogliavano a fare un giro per Hogsmeade alla ricerca dei ultimi doni.
Le strade erano affollate di mamme con i passeggini, streghe, maghi e babbani, che scrutavano le vetrine incorniciate di brina, l'ideale perchè una giovane strega mutaforma potesse aver voglia di respirare un po' di atmosfera natalizia.

Non appena erano iniziate le vacanze, i ragazzi si erano aggiunti, insieme alla famiglia Weasley, ai tre coinquilini di Grimmauld Place già presenti.
Molly li aveva messi immediatamente al lavoro: non era più disposta ad accettare il fatto che tre adulti vivessero in un tale caos, ora che aveva la manodopera necessaria a porre fine all'incresciosa (almeno secondo il suo punto di vista) situazione.

Ron sbuffava senza sosta, innervosendosi ancor di più ogni volta che Fred e George riuscivano a sfuggire le grinfie della loro inflessibile madre, giusto un millesimo di secondo prima che questa potesse acchiapparli.
Harry ed Hermione non si tiravano mai indietro, forse per educazione, forse per evitare qualche imbarazzante discorso con qualcuno.
Lupin aveva osservato che il ragazzo aveva assunto un'aria imbambolata, tipica dell'età in cui si stava affacciando.
Sorrise con un po' di nostalgia, al pensiero di quando fosse trascorso in fretta quello stesso periodo della sua vita.

La casa si era animata di colpo; in ogni stanza si sentivano schiamazzi, risatine e piccoli bisticci.
I gemelli facevano di tutto per attirare improbabili coppie sotto il vischio magico, così come a suo tempo avevano provato a fare i Malandrini.

L'aria era piacevolmente fredda, e Sirius era di ottimo umore.
C'era un'atmosfera di festa e di gioia particolari, e per la prima volta da anni Remus si ritrovò a decorare con piacere ogni angolo polveroso con ghirlande, agrifoglio e ghiaccioli magici.
Era appena rientrato da un impegnativo viaggio di quasi tre settimane in Irlanda, nel tentativo di convincere un gruppo di Goblin indipendenti ad aderire alla loro causa... Era stato estenuante e complicato, ma alla fine era riuscito ad ottenere una promessa di collaborazione.
Silente lo aveva invitato a concedersi un po' di riposo e la luna piena sarebbe capitata solo a metà gennaio, quindi aveva tutto il tempo per godersi le feste serenamente.
Natale, quanto gli era mancato!

-----------

In quei giorni Tonks trascorreva moltissimo tempo a confabulare con Ginny ed Hermione, tanto che Sirius si propose di inviare una certa lettera per la riammissione a scuola.
Dora non ci badò: le sembrava di essere tornata ragazzina condividendo la camera con le due giovani Grifondoro, e pian piano era stata conquistata dalle loro chiacchiere sui ragazzi carini.
Passavano intere nottate a dissertare su chi fosse attratto da chi, riempiendosi di caramelle gommose e biscotti al cioccolato, particolarmente graditi ad Hermione che non aveva il permesso di mangiarli quando si trovava a casa propria, chiacchierando fino a che una Molly Weasley decisamente esasperata non minacciava di buttare giù il muro a forza di scossoni.
Si era instaurata una sorta di complicità femminile che dopo mesi di convivenza con due uomini le faceva piacere, nonostante la differenza d'età fra loro tre.
D'altro canto, Nimphadora Tonks non era mai stata tipo da far caso alle sciocchezze sancite da un banalissimo ufficio dell'anagrafe, età e nomi di battesimo compresi.


---------------

Dopo cena, Sirius si divertiva ad intrattenere i giovani ospiti con racconti di quelle che definiva pomposamente "le nostre gesta", e spesso ciò includeva un'alta dose di autocompiacimento ed autocelebrazione.
Una sera, capitato l'argomento "Natale ad Hogwarts", affermò che fosse senza dubbio il periodo migliore per escogitare scherzi ben riusciti.

-Uhm... scherzi...- fece malizioso Remus, intenzionato a smontare un po' l'ego dell'amico.
-Ricordo anche un certo avvenimento importante che ti riguarda, legato agli scherzi natalizi...-

-Harry, non dargli retta. Piuttosto, ti ho mai parlato di quando abbiamo "preso in prestito" un tacchino ripieno dalle cucine...

-Vedi Harry, Sirius è molto timido al riguardo, ma devi sapere che è proprio la vigilia di Natale del suo dodicesimo anno d'età che Felpato ha dato il suo primo bacio.

-Non oserai...!!

Harry sembrava molto interessato all'argomento.

-Credo che per il tuo figlioccio possa essere educativo. Una storia riguardo alle conseguenze terribili cui un pessimo senso dell'umorismo, condito dall'eccessivo uso di Burrobirra possano portare...

-Lupin...
Agitò un pugno in segno di avvertimento
Il Licantropo continuò a fissare sornione la tazza di cioccolata corretta offertagli da Tonks, finché Sirius non riabbassò il braccio.
Con lui il silenzio era sempre stato una tattica vincente.

-E va bene... va bene, dannazione. Ma lo faccio solo perchè
, primo, è una storia veramente buona. E secondo, perchè successivamente ti umilierai anche tu, raccontando il tuo primo penosissimo bacio, Lunastorta.

L'uomo rispose con una smorfia. Black parve non curarsene, ed incominciò a parlare.

-Vi avviso, questo non è un racconto per stomaci delicati. Chi è impressionabile, farebbe meglio a non ascoltare una sillaba di quanto sto per dire.

Intorno a loro si stava iniziando a formare un capannello di curiosi.
Ginny e Tonks si erano accomodate sul grande tappeto scuro davanti al camino, Ron e Charlie avevano interrotto momentanamente la loro partita a Scacchi Magici, mentre Mundungus continuava a versarsi un punch fortemente alcolico, lanciando occhiate furtive a Black.
I gemelli si accaparrarono due sedie di legno e le spostarono sfacciatamente di fronte all'improvvisato narratore.

-Ok, allora iniziamo... Avete presente il vischio magico?
Fred e George si lanciarono uno sguardo d'intesa, aprendosi in un sorriso smagliante.

-Capisco che l'avete presente, bene. Dovete sapere che il giochetto che vi diverte tanto fare... non l'avete inventato voi due. Fu un'illuminazione di James durante il secondo anno: uno dei momenti di più sublime poesia che abbiamo vissuto ad Hogwarts!

-Davvero, Sirius...

L'uomo gli lanciò un'occhiata infuocata, ma poi riprese.

-Insomma, avevamo piazzato la trappola per Mocciosus. Dovevamo solo trovare un'altra vittima sacrificale ed attirarli sotto il vischio. Alla fine individuammo il soggetto adatto: una Tassorosso dell'ultimo anno di nome Martha Steaggman, Battitrice... una specie di gorilla in gonnella.
Piazzammo il vischio davanti al bagno delle ragazze: l'avevamo appena vista entrarci da sola.
Peter doveva attirare Piton lì davanti - chiaro, visto che era l'unico che non lo terrorrizzasse a morte - ma quell'idiota si fece beccare.-

-Dalla McGranitt, precisamente. Gli fece confessare tutto, e raggiunse il punto dove ci eravamo nascosti.-

-Ramoso si volatilizzò in un lampo. Ancora non ho idea di come abbia fatto. -

-Era entrato nel bagno delle ragazze.-

-Tu invece, dannato codardo, ti ficcasti sotto il mantello dell'invisibilità da solo.-

-Non c'era motivo perchè finissimo
entrambi in quell'incresciosa situazione.-

-Avresti potuto aspettarmi.-

-Ci avrebbero presi. E comunque tu sfoderasti il tuo fascino irresistibile, andando incontro a Minerva con un sorriso smagliante.-

-Non sapevo che altro fare. Mi era parsa una buona idea, essendo stato abbandonato dai miei supposti amici.-

-Se ne uscì con un falsissimo "Qual buon vento, prof?", sfoggiando un'aria da santarellino. Chiaramente non servì a nulla. La McGranitt lo tirò per un orecchio, intenzionata ad accompagnarlo a quel modo fin nell'ufficio del preside. Attaccò una ramanzina tremenda sul rispetto per gli altri e sul vero significato del Natale... Ma forse vuoi proseguire tu, Sirius.-

-Bastardo. Falla finita, ma che sia in fretta.-

-Come siamo nervosi... Ebbene, tentò di tirarlo per un orecchio una, due volte, ma non riuscivano a muoversi. Erano finiti sotto il vischio incantato.-
Fra i presenti ci fu un mormorio sorpreso. Fred e George sembravano colpiti.

-Ora, il nostro amico Sirius Black, invece di aspettare che con un colpo di bacchetta la McGranitt li liberasse, ebbe il lampo di genio.
Chiaramente non si fidava delle doti di fattucchiera della sua insegnante, perchè come se fosse la cosa più naturale di questo mondo, si fiondò sulle sue labbra esibendosi nel più memorabile dei baci Black.-

Harry fissava il padrino in tralice. Ron invece aveva assunto un colorito verdastro che stonava terribilmente con i suoi capelli accesi.
-Ero stato preso dal panico, va bene... VA BENE?? - tuonò Sirius, rosso di imbarazzo come nessuno l'aveva mai visto.

-Sir, confessa che avevi un debole per la McGranitt... Sono sicura che di notte scrivevi sotto le coperte un romanzo rosa dal titolo "Brividi e Trasfigurazione"...-

-Battuta di pessimo gusto, cugina. E smettila di guardarmi così, Mundungus... Finitela tutti quanti!-
I gemelli avevano alzato la mano per chiedere la parola. Non ridevano, anzi sembrava che avessero qualcosa di importante
da dire.

-Abbiamo una domanda.

-Una domanda seria.

Black fu ben lieto di poter sfruttare il diversivo.
-Sparate.

-Ma per caso si trattò anche del...

-... primo bacio della McGranitt?

Ci fu uno scoppio generale di risate, e perfino Black non poté trattenersi.
Tonks alzò la mano a sua volta.

-Che c'è?

-Come la chiamavi nei momenti di intimità, cugino... Minnie, per caso? O forse Nerva...

-Sei talmente poco divertente che non ti degnerò della minima attenzione.

-Invece non è affatto male!- asserì Fred, in precario equilibrio sulla sedia.

-Concordo pienamente!- gli fece eco George.

-Io ti capisco, fratello. Il fascino della donna matura.

-Non devi vergognartene.

-Ci siamo passati tutti...

-Tonks ad esempio è sempre stata attratta da Kingsley.

La ragazza lanciò un'occhiata avvelenata al licantropo, e sillabò silenziosamente la frase "SEI UN MAGO MORTO".

-Be', è un uomo affascinante...

-Bene, basta così adesso. La narrazione è conclusa. Mi avete sentito? Finita.
Un'espressione di pura malvagità affiorò sul suo bel volto.
-Adesso è il turno del professor Lupin di diventare oggetto di derisione da parte del crudele pubblico
...

-La mia esperienza non è nemmeno lontanamente interessante come la tua, Felpato.

-Oh, invece è una storia edificante. Parla di come l'amicizia sia un bene prezioso. Nonché di quanto sia fondamentale il fatto che l'uomo...

-Sir, se devi fare una cosa, almeno falla come si deve. Così si perde tutta la suspence!- protestò Tonks.
Il Licantropo le scoccò un'occhiata feroce, a cui lei rispose con un sorriso perfido.

-Per una volta hai ragione, Nimphadora. Comincerò dal principio, mettetevi comodi. State per scoprire come l'orgoglio di un uomo possa essere calpestato senza alcun ritegno.- fece, stiracchiandosi ben bene.

-Peggio di com'è andata a lui...- commentò sottovoce Hermione, e Ginny ridacchiò.

-Tutto ebbe inizio mentre frequentavamo il sesto anno.
Il nostro Remus, qui, aveva puntato una ragazza in biblioteca. Era ora, dicemmo noi.
Si chiamava Bea Abbott: Corvonero, magrolina, grandi occhi nocciola e caschetto castano. Non il mio genere insomma, ma carina, devo proprio ammetterlo. Un tipino sveglio, con questo musetto delizioso spruzzato di lentiggini che le donavano un'aria intrigante...-

-Potremmo procedere?-

-Cugina, non mettermi fretta: ogni cosa a suo tempo. Comunque, continuavano a lanciarsi sguardi di soppiatto da settimane.
Noialtri ci rendemmo conto che Lunastorta iniziava a passare troppo tempo in biblioteca... intendo troppo perfino per uno come lui.
La cosa divertente fu che a lezione divenne un disastro. Non ascoltava gli insegnanti e sbagliava i compiti, nonostante fino ad allora il suo voto peggiore fosse stato una A. E giusto perchè, a causa dell'amore eccessivo per i prodotti di Mielandia, era stato dodici giorni in infermeria con la dia...-

-E-EHM!- Tossì forte Remus, assestando una forte gomitata al fianco dell'amico.

Ron e Ginny arrossirono di colpo, a disagio nel venire a scoprire certi particolari della vita personale di un loro ex-professore, mentre Harry ed Hermione fecero vagare distrattamente gli sguardi sulla mensola di fronte. I gemelli si fecero l'occhiolino.
Il livello di attenzione
morbosa ebbe un'impennata simultanea.

Tonks pensò che quel furbastro di Sirius stava dimostrandosi ancora una volta eccezionalmente portato per il cabaret.

-Ok, messaggio ricevuto... Però stai diventando piuttosto violento, lasciatelo dire.
Ad ogni modo, fu solo quando si beccò un Troll in Difesa che ci preoccupammo seriamente, e prendemmo la decisione di intervenire in maniera drastica.-

-Perchè, naturalmente, non avete mai preso in considerazione la possibilità che potessi desiderare di mantenere privata la mia vita sentimentale...-

-Hai detto bene, Rem. Mai sfiorati dall'idea. Ora, dov'ero rimasto?-

-Al punto in cui voi tre intervenist... ehm, mi... sc-scusi professore!-

-Non sono più un tuo insegnante, Ronald, non devi scusarti.-

-Ehm... giusto...-

-Posso andare avanti adesso? - chiese seccato Sirius.
Ron raggiunse sublimi vette dello scarlatto.

- Bene. Allora, il piano che escogitammo era semplice e lineare. Visto che Lunastorta non voleva fare la prima mossa, ci avremmo pensato noi al suo posto. Recuperammo quindi un paio degli schizzi che il nostro artista aveva prodotto... gli occhi della Abbott, il suo sorriso e roba simile, e glieli mandammo via gufo accompagnati da un fiore.

-Questo è un particolare di cui non ero a conoscenza.- mormorò l'uomo dai capelli più chiari, sbuffando.

-Si imparano sempre cose nuove, Lunastorta. Dopo pochi giorni, lei inviò un bigliettino in cui gli domandava di invitarla ad uscire, possibilmente prima che si diplomassero entrambi.

-Intraprendente, la fanciulla!- fece George. O forse si trattava di Fred, Lupin non avrebbe sputo dirlo con certezza.

-Non sai quanto, ragazzo. Be', Remus le si presentò davanti a colazione, e rosso come un peperone le chiese un appuntamento per il week-end successivo ad Hogsmeade. Inutile dire che quella accettò.-

Le ragazze sorrisero compiaciute, e Sirius strizzò loro un occhio.

-A questo punto era necessario che lo conciassimo in maniera appropriata, così indicemmo una riunione straordinaria per fare il punto della situazione vestiario, che non era mai stato il suo forte purtroppo.-

A Lupin sfuggì un sorriso: l'amico non aveva tutti i torti.

-La taglia era la stessa di Peter, che quindi gli fornì pantaloni e maglione. James si separò a malincuore da un paio di stupendi stivali di pelle di drago, mentre io fui ben felice di dare via il mantello color argento che mia madre mi aveva mandato per il compleanno. Mi ha sempre ricordato troppo i Serpeverde, e non l'ho mai sopportato.
L'unica cosa che non riuscimmo a fargli fare fu tagliarsi i capelli. In compenso, lo convincemmo a spettinarli un po', ed il risultato fu più che accettabile. Basti pensare che tua madre, Harry, nel vederlo scendere in Sala Comune rimase a fissarlo bocca aperta.
Gli disse che assomigliava al principe della Brutta Assonnata nella Brughiera, un specie di favola babbana...

-Era la Bella Addormentata nel Bosco, Felpato.

-Ma sì, quella lì. Ad ogni modo Lily è sempre stata esagerata. Naturalmente all'appuntamento lo seguimmo di nascosto.

-Cosa?!- si stupì Tonks.

Black fece spallucce.
-Eravamo sicuri che non ci avrebbe raccontato nulla di sua spontanea volontà, e preferivamo non ricorrere alla tortura. Gli stemmo dietro pedinandolo come segugi. O meglio, come segugio, cervo e ratto.
Ovviamente se ne accorse nel giro di una mezz'ora, così iniziò a lanciare delle pietre per scacciarci. Per poco non mandò a monte tutto con questo gesto: Bea lo rimproverò di molestare delle innocenti creature amichevoli.

-E come se la cavò...?- domandò Ginny. Il racconto la stava coinvolgendo parecchio.

-Oh, le fece notare Peter. Disse che aveva cercato di allontanare quel lurido topo, prima che lei si spaventasse.-
Sirius ridacchiò.
-Ci cascò come una pera cotta. E questo nonostante costui abbia un'incapacità cronica di mentire decentemente.-

-Doveva essere proprio innamorata...-

-Lo credo anch'io, giovane Weasley. Ma arriviamo al momento cruciale che, ritengo, conferma ulteriormente i nostri sospetti.-

La giovane Auror guardò di soppiatto il Licantropo, che aveva lo sguardo perso nel vuoto. Gli occhi di tutti erano incollati su Black, così nessuno parve accorgersene.

-Era ormai tempo di rientrare, e Lunastorta non era ancora riuscito neppure a prenderla per mano. Avevano parlato e riso insieme per tutto il pomeriggio, quindi stava procedendo tutto da copione, tranne il fatto che lui era più rigido di una mazza da Battitore.
Non avevamo idea di come fare perché si sciogliesse e iniziavamo a perdere la speranza, finché non accadde qualcosa che smosse la situazione.
Stavano passeggiando in una zona poco frequentata dalle parti della Stamberga Strillante, quando la ragazza inciampò su una radice scoperta.
Ebbi la netta sensazione che avrebbe potuto evitarla facilmente, ma tant'è.
Remus, da gentleman inglese qual è, si precipitò a porgerle una mano per rialzarla e quella furbetta, be'... Si tirò su con un po' più forza del necessario, finendo dritta dritta fra le braccia del nostro eroe.
Noi tre lo vedemmo diventare amaranto, ma rimase immobile, il fesso.
A quel punto la Abbott, intuendo evidentemente che,
fosse stato per lui, avrebbero potuto anche festeggiare l'anno nuovo in tale posizione, prese l'iniziativa. Gli mollò un bacio pazzesco, con tanto di lingua... del tipo che ti mandano il cervello in pappa!-

I ragazzi sussultarono vistosamente.
Non doveva essere piacevole per loro l'idea di un Lupin in preda alla passione.
Le ragazze invece avevano un'aria sognante.

Il Licantropo fissava immobile la sua cioccolata, con un'espressione indecifrabile.
Tonks ebbe la sensazione che nascondesse qualcosa.

-E poi, com'è andata poi?- domandò Ginny, piena di partecipazione.

-Be', immagino che questo testone si fosse spaventato. Tornò al castello mezzo tremante, si mise a letto e non volle raccontare niente a nessuno. Non che ce ne fosse bisogno, ma insomma, noi avremmo voluto festeggiare l'occasione con un po' di Burrobirra!

-E cosa accadde dopo?-
Stavolta aveva parlato Hermione.

-Il rammollito non le chiese mai più di uscire. Bea smise di rivolgergli la parola, e tutto tornò alla normalità nell'arco di una decina di giorni, il tempo perchè Lunastorta si riprendesse dallo choc.-

Il tempo che arrivasse un nuovo plenilunio.

-Oh...- un mormorio deluso si diffuse nella sala.

-Ragazzi, è per questo che dovete essere sempre voi a fare il primo passo. Le donne vanno conquistate, ricordatevelo sempre. E adesso... alzi la mano chi vuole sentire la storia del primo bacio di Tonks?-
Black si era illuminato in un'espressione furba.

Una dozzina di occhi si spostarono istantaneamente in direzione della giovane Auror, la quale fu lieta di aver scelto per quel periodo un'intensa tonalità rosso Natale per i propri capelli.

-Non mi sembra affatto il caso... E' tardi, e poi non interessa a nessuno...

-A me interessa, invece. Partiamo da chi è stato il fortunato, vuoi cugina?
Tonks si accese peggio di un albero di Natale.

-Scacco matto, Charles.- dichiarò Ron. - Charles. Charlie...?-


------------------------
CONTINUA....


COMMENTO DELL'AUTRICE:
Non dovrei essere io a dirlo, ma questo è uno dei miei capitoli preferiti...
L'ho spezzato per questioni di sadismo e di spazio. Sappiate che non è finito qui.

Ma passiamo alle vostre recensioni.

Valentina:
Farli baciare... chi lo sa? Prima o poi. Più poi che prima.

Pioggia:
I ragni verdi non erano un caso, ma un omaggio alla tua splendida fan-fiction" l'Amuleto", ahimé ormai conclusa! Andate a leggerla!
Sadismo garantito. Ma non solo XD!
Torniamo a noi: come vedi i miei intrallazzi sono un po' pazzi... mi diverte! Per la coppia Dora/Moody... vedi più giù.

Nonna Minerva:
Nego tutto fino alla morte.
Tranne i complimenti, sia chiaro! ^_-

Nene:
Ma ciao!! Benvenuto/a! Non ci abbandonare.
Per il bacio mi dispiace davvero tanto, ma poi che gli faccio fare per i prossimi capitoli?
Eh, lo so che ci sarebbero anche altre cose. Uhm... prometto che ci penserò.

CUCCIOLA_83:
Moony mi dice di riferirti che lui dissente per intero dalla tua affermazione.
Padfoot invece pensa che "spettacolare" sia decisamente appropriato per descrivere la sua persona.

SakiJune:
La tua fiction è talmente originale, che merita ben più di un'unica recensione.
La coppia Tonks/Alastor mi è venuta in mente proprio grazie alla tua shot, ma in questo caso Dora non era innamorata veramente.
E Remus con Molly... come dice lui stesso, era un periodo in cui stava davvero "a ferro".

Ora scusate, devo portare fuori il cane invisibile della mia amica Lara.
Alla prossima.

Rainsoul

Posts Criptum: I love Moony!

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Capitolo 12
*** 11.VISCHIO, GIOVENTù E RACCONTI DI NATALE (parte seconda) ***


11 bis

11. VISCHIO, GIOVENTÙ E RACCONTI DI NATALE
(parte seconda)




-Tutto a posto, Remus? Non hai più detto molto, questa sera.-
Tonks era sprofondata sul divano accanto al mago, che mosse appena il capo per mostrare di aver avvertito la sua presenza.

-Devo essere stato solo troppo preso dal racconto della craniata che hai assestato a Charlie Weasley durante il quarto anno. Poverino, essere rifiutati in maniera tanto brusca...-

La giovane arrossì, la voce le si alzò di un ottava.
-Come ho ripetuto fino allo sfinimento, si è trattato solo di uno stupido incidente!

-Lo hai detto un po' troppe volte perchè sia ancora credibile, Nimphadora.

La frase gli fece guadagnare una vigorosa botta in testa, e lui sorrise.
Si domandò se fosse più arrabbiata per l'uso del suo nome per esteso, o per il resto del discorso.

Dopo un attimo di silenzio in cui si guardarono negli occhi, la ragazza chiese:
-Rem, davvero... che hai?

Lui sospirò, pensieroso.
Era proprio incredibile, quella ragazza. Non le sfuggiva quasi nulla.
Era sagace, fin troppo per i gusti di un eremita cioccolato-dipendente come lui.
Gli eremiti amano stare in solitudine a rimuginare sui propri deprimenti pensieri.

Inclinò leggermente la testa, ad inquadrare meglio il suo viso a forma di cuore, i due occhi scuri che ricambiavano tranquilli il suo sguardo.
-Vorrei realmente capire come fai a sapere sempre che... ho qualcosa.-

-Boh, diventi strano. Come se una nube nera ti avvolgesse.- mimò con le mani la scena. -Di norma invece sei piuttosto divertente.-
Lupin inarcò un sopracciglio.
Pensava che fosse esattamente il contrario, ma evitò di esprimere il concetto a voce alta.

Tonks riprese.
- Adesso la questione è: hai voglia di parlarne, oppure preferisci continuare a contare gli avvoltoi che girano in cerchio sopra la tua testa?-

L'uomo sorrise.
-Be'... La matematica non è mai stata la mia passione, in tutta sincerità.-

-Bene allora. Sono tutt'orecchi.-
L'Auror si sistemò a gambe incrociate sui vecchi cuscini sfondati, volgendosi al Licantropo, pronta all'ascolto.
Remus si grattò un tempia.
Non sapeva da dove iniziare. In effetti, non era neppure sicuro di voler iniziare.
Stirò le labbra in un ghigno obliquo, che nelle sue intenzioni sarebbe dovuto apparire come un sorriso spigliato.
-Questa è una di quelle occasioni in cui mi piacerebbe essere un fumatore.- tentò, - Con un sigaretta sai sempre cosa farne, delle mani.-

La strega rifletté qualche secondo.
-Uhm... Potremmo sostituirla con un bicchiere di whiskey, se ti va.-

-Potremmo davvero.
Appellarono due bicchieri da liquore ed una bottiglia con il liquido ambrato, e se ne versarono un po' a testa, aggiungendo del ghiaccio.

-Meglio?- chiese Tonks.

-Decisamente, grazie.-

-Sono contenta.-

Rimasero a rigirarsi i bicchieri fra le dita per diversi minuti, finché Lupin non si rese conto che l'unico modo per raccontare quella faccenda era cominciare a parlare.
Raccolse la determinazione a due mani, poi finalmente:
-Riguarda la storia di Beatrice.- disse.

Aveva parlato con voce roca, appena udibile.
Tonks esitò.

-La Bea Abbott di cui parlava Sirius?- chiese poi.

-Proprio lei.-

Alla strega fece uno strano effetto pensare che un adulto pacato come Lupin potesse soffrire ancora per un amore di quand'era solo un ragazzo, ma decise che non era il caso di farglielo notare.

Il mago tacque alcuni secondi, come per mettere a fuoco un'immagine confusa.

-Il mio primo cosiddetto bacio.- mormorò.
Improvvisamente sembrò cambiare discorso, e si girò verso di lei.
-Sai cosa c'è di bello, in un bacio?-

La ragazza scosse la testa. Trovava che in un bacio ci fossero un miliardo di cose stupende, ma non poteva certo indovinare quella a cui si riferiva il suo interlocutore.

-Il ricordo. E' quello che ti rimane veramente. Se non ne resta traccia è come se non fosse mai successo, non trovi?-
Remus guardava distratto il cocktail che maneggiava.

-Ma come, non te ne ricordavi...?- domandò la ragazza.
Il suo tono era lievemente sorpreso.

-Ecco, io sì.-
Fece tintinnare il vetro del bicchiere.

- Quella ragazza invece non lo ricorda più.-

Tonks gli rivolse un'occhiata scettica.
-È assurdo, Remus. Io lo ricorderei perfettamente, un tuo bacio.-
Ops. Non poteva averlo detto realmente, vero?

Fortunatamente il Licantropo era troppo impegnato ad osservare le gocce d'acqua che si liberavano dai suoi cubetti, e non si doveva essere accorto della sua gaffe.

-Purtroppo ne ho la certezza, invece.-
Gli occhi gli si velarono di malinconia.
-Mi assicurai personalmente che fosse così.-

La strega parve disorientata.
Non poteva certo biasimarla per questo, pensò Lupin.

-Non... non capisco.- disse con voce flebile.

Il mago inghiottì un sorso di whiskey, sentendolo scendere per la gola.
Bruciava.

-Vedi, c'era un motivo per cui io non avevo intenzione di... "darmi da fare" con quella ragazza, per usare un termine caro a James.-
Un angolo della bocca gli si increspò in un sorriso amaro.
-Avevo il timore di farle del male.-

La strega rimase silenziosa in attesa, chiedendosi se quell'appuntamento fosse stato al chiaro di luna.
Doveva ammettere che, in tal caso, la prospettiva di sbranare la bella non dovesse essere proprio entusiasmante.

-Quello che mi spaventava era la possibilità di...-
Fece una pausa, spostando lo sguardo verso la punta delle scarpe consunte.
-Di infettarla.

Parlò con voce ferma, apparentemente senza emozione.
Poi però, puntò gli occhi color miele dritti in quelli della ragazza.
Erano pieni di una sofferenza viva, ancora pulsante, e Tonks se ne sentì sommersa.

-Non avevo idea se ad un Licantropo fosse permesso baciare qualcuno. Non sapevo...-
Strinse la presa sul vetro, impercettibilmente.
-Immagina per un istante se per errore l'avessi ferita, se le avessi provocato anche solo un unico, minuscolo taglietto...-

"Oh, Remus..."
Percepì tutta insieme la tremenda ingiustizia di quello che era capitato a Remus, completamente.
Era la prima volta che ne diventava davvero consapevole, da quando lo conosceva.

L'aveva visto fiacco, certo, dopo le trasformazioni.
Aveva notato quanto fosse stanco di dover contare i giorni che lo separavano dal successivo plenilunio, ma tutto ciò era sopportabile, in fondo.
Adesso sapeva che non erano quel genere di fastidi a pesargli troppo.
La condanna più difficile da sostenere era la costante paura di rendere un'altra persona simile a lui.
"Non è giusto..."
Vide il ragazzino che era esistito un tempo.
Troppo tranquillo, troppo serio, troppo forte per l'età che aveva.

Provò l'urgenza di stringerlo a sé, di proteggerlo.
Le fu difficile trattenersi, ma l'uomo aveva ripreso a raccontare.

-Dopo quell'uscita, mi sentii... in ansia. Decisi di parlargliene.-

La gola le si chiuse, gonfia di dolore.

Ancora quel sorriso forzato.
Ancora l'impulso di sfiorarlo.

-Non reagì esattamente... -

-Immagino. -sussurrò lei.

-Già. Be', non sapevo che altro fare, così cercai Silente. Gli confessai tutto.-
Confessai, come fosse stato uno sporco criminale.
"Avevi solo sedici anni, maledizione..."

-Cosa ti disse?-
Parlò con voce dolce, bassa.
Remus la osservò per un istante senza rispondere, poi tornò a fissare il liquido ambrato nel bicchiere.

-Oh, cercò di tranquillizzarmi, naturalmente. Secondo lui non c'era nessuna possibilità di contagio, senza trasformazione.-
Sospirò.
- Io ero convinto che mi avrebbe espulso da Hogwarts visto il rischio che avevo corso, invece mi rimproverò qualcos'altro. Disse che ero stato... avventato, nel confidarmi con Beatrice.-

Fece roteare il ghiaccio una volta.
Si stava lentamente sciogliendo.

-Le modificò la memoria...- continuò Tonks, intuendo la frase successiva.
Lui semplicemente la guardò, confermando la sua supposizione.

-Non capisco. Non avrebbe potuto cancellare solo la parte interessata? Voglio dire, perchè eliminare anche il vostro bacio? Sono certa che Silente sia perfettamente in grado di selezionare un ricordo specifico, prima di usare un incantesimo di obliviazione.-

-E hai ragione, al riguardo. Solo che, vedi, fu una mia richiesta.-
Aggrottò le sopracciglia, come per tirar fuori un pensiero particolarmente intricato.
-Non mi pareva... corretto.-

Tonks si sentì invadere da un calore alla bocca dello stomaco: come una sensazione di dolore, ma più dolciastro.
- Remus...- disse flebilmente. - Mi dispiace tanto.-
Avvertì un coagulo di rabbia, proprio a livello del diaframma, lo avvertì crescere alimentato da un profondo senso di ingiustizia.
-Non sarebbe dovuta andare così.- disse a denti stretti, gli occhi bassi sul tappeto ai loro piedi.

Con un ultimo sorso, Lupin terminò il suo whiskey.
Si rese conto di essere piuttosto rilassato, forse grazie al liquore, forse ad altro.
Si massaggiò le palpebre con stanchezza.

-Sai... Dopotutto immagino che non sia una questione importante.-

La ragazza scosse la testa con energia.
-Invece lo è.- replicò determinata.

-Non direi. Almeno non se hai tanti capelli grigi quanti ne ha il sottoscritto...-
Remus assunse un'aria sorniona.

-Ma immagino che possa diventarlo, per qualcuno che vada in giro con un improbabile rosso festivo
sulla testa.-


Tonks ridusse gli occhi a fessure.
-Stai per caso insinuando che sono una ragazzina con le fantasie romantiche?-

Remus si aprì in un sorriso sincero.
"No, Dora. Non lo sei affatto."
-M-mmh.

-Ti meriti un enorme pizzico per questo!- strillò quella, afferrandogli un braccio.

-Ohi! E va bene, mi rimangio ogni parola, ma abbi pietà di un povero vecchio.-

-Non sei vecchio professore, sei solo moscio.-

-Ah, ti ringrazio del complimento, Miss-La-Mattina-Non-Inizia-Prima-Delle-Undici-Meglio-Ancora-Undici-E-Mezza.-

Tonks lo guardò male.
-Ho il metabolismo lento.-

-Conosco rospi ibernati che vanno più svelti di te.-

-A-Ah. Da morir dal ridere, specialmente l'immagine di te in compagnia di rospi ibernati!-

-Alquanto, in effetti.- ammise il mago.
Per un attimo l'espressione divertita sul suo volto si adombrò.
-Ascolta, Dora.- disse piano.

-Sì.-

- Si tratta di Sirius. Non è così idiota come può sembrare, soltanto... non ne ha idea. Nessuno di loro, in realtà, ne ha mai avuto idea.-
Lupin sapeva che aveva inteso a cosa si stesse riferendo.

Lei alzò le spalle.
-Sai... Magari avrebbero capito.-
Non era un'accusa, ma una constatazione.

-Magari sì.- rispose solo.
Rimasero così per alcuni minuti, immersi nei loro pensieri, finché lei non gli toccò un braccio per chiamarlo.

- Rem.-

-Dimmi.-

-Ci pensi mai che fra un po' sarà Natale?-

-Proprio oggi...-

-Come?-

- L'ho pensato proprio oggi.-

-Ah, pure io, ci credi?-
Chiuse gli occhi, lasciando andare il capo all'indietro.
- Oh, amo il Natale!-

- Anch'io...- mormorò lui, più a sé stesso che alla ragazza.

-È così...- proseguì Dora.
Com'era il Natale?
- È... bello. Vero?-

Remus sorrise.
-Hai ragione, lo è.-

-Mhhh.- mugugnò soddisfatta.

Sul viso le affiorò un’espressione strana.
Il Licantropo osservò la giovane donna seduta al suo fianco.
-Posso chiederti a che pensi, testolina?- azzardò.

-Mmmh... niente, riflettevo.

Lui la guardò. Non aveva fretta di farla parlare, non in quel momento.

-Sai qual è il bello dei baci, Remus?- domandò infine.

Non lo sapeva, non quale fosse per lei, per lo meno.
-Qual è, Dora?- chiese.

-Il bello è quando ti innamori di qualcuno. Vivi un nuovo primo bacio, e questo nessuno può portartelo via.-

----------


COMMENTO DELL'AUTRICE:
Meno tre capitoli alla fine. Poi l'epilogo, e dunque l'oblio!
Ed ecco anche la seconda parte di quello che è, forse, il mio capitolo preferito. Se non vi dice un granché... divento tristerrima!
Adesso vi segnalo che un assaggio del primo bacio del lupastro l'avevamo già avuto dopo lo schiaffo di Tonks, per chi non l'avesse notato.
Ok, nessuno l'aveva notato, pazienza.
Per correttezza devo dirvi che andrebbe letto per intero tutto in una volta, ma in effetti era davvero troppo lungo. E poi così la storia dura di più, no?
Perchè già inizia venirmi un bel magone all'idea di concludere... Facciamo che spezzo almeno un altro capitolo, così stiamo insieme un po' di più? Ma sì.
Ora vi confesso un segreto: mi piace Sirius, ma non è il mio preferito, troppo umorale per i miei gusti. Però... ADORO scrivere di lui!
Davvero, è quello che mi diverte di più. Mi piace fargli fare il bambino capriccioso, mi piace fargli fare il bastardo, mi piace trasformarlo in cane quando si stizzisce e mi piace fargli sfottere tutto il mondo. Mi piace anche quando è serio, e mi piace come reagisce alle situazioni difficili.
La sua scena nel penultimo capitolo... Oh, scusate, voi non l'avete ancora letto... (malvagità, malvagità!)

RINGRAZIAMENTI E RISPOSTE:

Cathleen
Parto da te anche se non so quando arriverai a leggere fin qui, visto che sei all'inizio.
Ti ringrazio! (immaginare inchino.)
Ti piace Sirius? Hai un nome profetico, a tal riguardo... ma non posso dirti altro, perchè non è il mio campo.
Se vuoi altre notizie segui una certa Nonna Minerva.

Nonna Minerva:
Non devi convincere me, ma Fred e George. Oh, e Tonks. E lo stesso Sirius Black. E una signora di nome Joanne...
Per le N vaganti faccio ammenda...
Se mai un giorno mi deciderò a rivedere tutta Chez Black, prometto che la renderò più leggibile ^_^'...

Summers84:
E' divertentissimo descrivere le loro gesta! Potrebbero anche essere proprio i Malandrini i protagonisti della prossima fiction. Ma forse corro troppo!

CUCCIOLA_83:
L'uomo dolce e delicato... secondo me si fa solo troppe pippe mentali! Ma ci piace anche per questo, no?
Comunque odio Bea Abbott per averlo insidiato, anche se un po' la capisco.
Dopotutto chi a 15 anni non vorrebbe avere la possibilità di baciare Remus Lupin?
Ok, solo io.

Jerada:
Ehi, lo sai che non si fa? Porca miseria Rem, la devi smettere di inventarti nick name fasulli per commentare le tue stesse storie...XD. A parte gli scherzi, benvenuta e grazie!

SakiJune:
Carissima!
Non posso rispondere al tuo commento sul brutto vizio di ammazzare i personaggi. Ho la bocca cu-ci-ta. E le dita per scrivere intrecciate.
Non posso dire di non preoccuparti, ma... ok, dalla regia mi dicono che devo interrompermi o mi licenziano.
A quale ultima frase ti riferisci? Perchè il cane invisibile della mia amica non morde mica (Muhahaha che simpatia!).
Perdonami questo pessimo senso dell'umorismo. ^_^’

Nene:
Mi fa piacere che tu sia rimasta. Remus lo adoro anch'io! Ma nessuno si era accorto che c'era altro dietro alla sua reazione? Mi sa che devo decidermi a scrivere in maniera un po' più esplicita... scusatemi tanto!
Tenterò di essere meno allusiva, lo prometto. Quanto al riuscirci, sarà già più problematico...

Arya87:
Grazie! L'università viene prima, scherzi? Spero tu non sia rimasta delusa dal fatto che non si racconta molto del primo bacio di Tonks, ma per come avevo strutturato il capitolo non ci stava bene. Avrebbe distratto troppo da Remus, almeno così pensavo. Inoltre lei e Charlie non sono poi così inusuali, quindi ho deciso di dare poco spazio all'avvenimento.

pollon74:
Tranquilla, credo che in molti se lo fossero persi, forse per colpa dell'orario assurdo a cui l'avevo pubblicato.
Purtroppo non manca molto alla fine, in effetti... Spero che con questo seguito il capitolo 11 ti sia piaciuto di più (ma se non fosse così va bene lo stesso!) .

Inizio ad avvisarvi che nel tredici il rating salirà ad arancione. Se è un problema per qualcuno fatemi sapere, ho già una mezza soluzione.
A tutti un saluto, alla prossima!
Rainsoul

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Capitolo 13
*** 12. MAGIA E REGALI PERFETTI (A Natale siamo tutti più buoni) ***


12





12. MAGIA E REGALI PERFETTI (A NATALE SIAMO TUTTI PIÙ BUONI)


Quella mattina Tonks si svegliò presto, prima di qualunque altra persona che alloggiasse nella vecchia casa al numero 12 di Grimmauld Place.
Scese la scale scricchiolanti con attenzione, evitando i gradini più rumorosi, ed arrivò nel salone.
Si guardò intorno. La penombra dorata che aleggiava nella stanza sembrava aver rivestito tutto di una bellezza particolare.
Sfiorò con due dita le superfici di legno consumate, il muschio decorativo, le candele rosse, le ghirlande ed i festoni argentei, infine si soffermò sul grande abete che troneggiava a lato del camino.
I ragazzi avevano fatto un buon lavoro nell'addobbarlo: era carico di pigne, palline scintillanti e delicatissime campanelle di vetro soffiato, all'interno delle quali si agitavano fatine vive di ogni colore.
Si accomodò sul tappeto per godersi il tepore e la calma, avvolgendosi in un vecchio piumone scolorito che si era portata dietro dal suo primo trasloco.
Assaporò la vista della miriade di pacchi e pacchetti infiocchettati e muniti di bigliettini per il destinatario, che quella sera avrebbero aperto tutti insieme.
Da una settimana si accumulavano in un allegro mucchio sotto l'albero, e Tonks aveva sentito crescere dentro di sé il medesimo senso di attesa di quand'era bambina, tanto che non era sicura di riuscire a tenersi a freno fino alla fine del cenone.

Era la vigilia di Natale, e nonostante il brutto episodio con il serpente che, alcuni giorni prima, aveva coinvolto Arthur al Ministero, quella mattina ogni cosa sembrava incredibilmente serena.

--------

Remus vide Tonks seduta in terra. Era rimasta incantata davanti all'abete, così le si avvicinò piano, perchè non si accorgesse della sua presenza.
Si accovacciò ad una decina di centimetri da lei, e, con un sussurro impacciato, le augurò un buon Natale.
-Remus!- si voltò questa, sorpresa.- Scusami, ero sovrappensiero... Buon Natale anche a te.-
Gli sorrise, e lui ricambiò.

-Sembra che tu non veda l'ora di aprire la tua parte di regali.-

-Ehm... in effetti è proprio così.- Le guance le si colorarono leggermente.
-Sono un po' agitata... ho come la sensazione che questo sarà un Natale particolare, ma se mi chiedessi per quale motivo, be', non saprei davvero che risponderti.-

Lupin si mise comodo accanto a lei.
-In effetti è il primo per te, come membro dell'Ordine della Fenice.- osservò.

- È vero. Sono successe talmente tante cose che mi sembra di conoscervi da tutta la vita, e a volte dimentico che invece sono solo pochi mesi.-
Parve pensierosa.
-Ho fatto una cosa, Remus... Ma forse non avrei dovuto. Non lo so.-

Il mago le rivolse un'occhiata interrogativa. La strega prese un profondo respiro ed iniziò a parlare.

-Ho preso qualcosa per Harry, un modellino volante di Firebolt... Sai, ero in giro alla ricerca dei doni per te e Sirius - non hai idea di quanto mi abbiate fatta penare!- , l'ho visto e non ho resistito... Adesso mi dirai che avrei fatto meglio ad evitare, che non sono abbastanza in confidenza con lui per fargli dei regali, ma è che mi sono affezionata a quel ragazzo, certo non so bene neppure io il perchè, sarà forse che mi sembra un tipo in gamba, o magari invece si tratta soltanto di un affiatamento a pelle, ma poi mi sono detta, metti che per lui non è così? Che razza di figura, penserà "Ma che vuole questa da me? Chi la conosce!", e così io mi dirò "Oh, no!", e morirò di vergogna seduta stante, e...-

Davanti a quel flusso continuo di parole, in un primo momento il Licantropo sospirò rassegnato, poi tentò di interrompere l'Auror con occhiate significative, successivamente alzò un dito per chiedere attenzione, ed infine (visto che nulla di tutto ciò aveva funzionato) le mise le mani sulle spalle con un gesto deciso.

-Dora, frena un momento.- disse, con voce ferma.

Tonks tacque di botto, coprendosi la bocca imbarazzata.
Al solito, era partita dritta per la tangente.
Remus le sorrise, gentile.

- Ti rendi conto che ti stai agitando per un motivo decisamente assurdo, non è vero? Harry adorerà la mini-Firebolt. E' un regalo perfetto.-

La strega sospirò, incerta se dare fiducia alle parole dell'uomo.
-Ne sei certo?-

-Completamente.-

Tonks pensò che, con quella voce roca così rassicurante che l'uomo si ritrovava, si sarebbe potuta convincere perfino che il San Mungo fosse il Paese dei Balocchi, le pozioni curative colate di melassa e il Cruciatus una variante appena vigorosa dell'Incantesimo Solleticante.

D'altro canto, anche se non fosse stato come sosteneva Remus, magari Harry non gliel'avrebbe fatto pesare, non quel giorno.
In fondo a Natale siamo tutti più buoni...

-Tu che gli hai preso?- domandò. - Perchè... gli hai preso qualcosa, vero?-
Si stava agitando, nervosa.

Lupin fu tentato di mostrarsi sorpreso e negare, dicendole che no, non gli pareva proprio il caso di fare regali a chiunque... Ma poi decise che Tonks era già abbastanza preoccupata di suo, ed ebbe pietà di lei

-Vero.- confermò. - Io e Sirius gli abbiamo preso dei libri di incantesimi difesivi. Le illustrazioni sono alquanto ben fatte.-

La ragazza annuì.
Le sarebbe piaciuto ricevere qualcosa di simile, all'età di Harry.
Invece sua madre continuava tutt'ora a propinarle, come ogni 25 dicembre, interi guardaroba di vestiti alla moda, ritenendo i suoi troppo poco raffinati.
Oh, bè, qualcosa dai Black doveva pur averlo preso, oltre al gusto per i nomi strampalati.

Vedendola pensierosa, il Licantropo immaginò che non fosse ancora del tutto convinta.
-Dopotutto, l'unica cosa che ti resta da fare è verificarlo di persona, oggi stesso. Si tratta di attendere solo alcune ore.- tentò.

Sul volto della giovane si dipinse un'espressione che a Remus ricordava molto quella dei suoi studenti, il giorno in cui avevano sostenuto i G.U.F.O. e i M.A.G.O. in Difesa Contro Le Arti Oscure: un misto di leggera nausea, incredulità ed implorazione.

-Vedrai, non mi sbaglio.- concluse con fermezza.
Tonks arricciò il naso, ancora molto poco convinta.

-------

Dopo pranzo, Dora aveva accompagnato Harry e la famiglia Weasley in ospedale, a far visita ad Arthur. Era stata molto contenta di trovarlo sveglio ed allegro: dopotutto aveva passato davvero un brutto quarto d'ora.
Si era domandata se Harry non avesse qualche dote come veggente, ma lui aveva negato... la questione era proprio strana, ma aveva visto il ragazzo a disagio, quindi aveva lasciato cadere l'argomento.
Si ripromise di parlarne con Remus, quando ne avesse avuto il tempo.

Al ritorno ritrovò tutta l'eccitazione che aveva provato al risveglio, quella mattina.
Si sentiva come se avesse bevuto un po': aveva la risata facile - be', più del solito per lo meno!- e continuava a ritoccare la propria acconciatura ogni volta che le veniva in mente una nuova idea.

-Che ne dici di questa, Sir?-
Aggrottando le sopracciglia, si fece comparire sulla testa una stella argentata, con venature azzurro metallizzato.
Il cugino fece una smorfia critica. Erano già dieci minuti che provava pettinature bizzarre a quel modo, e anche se Sirius non l'avrebbe ammesso nemmeno con un Dissennatore a dieci centimetri dalla sua bocca, lo trovava un passatempo divertente.

-Pacchiano.-

-Ok, proviamo ancora.-
La ragazza si concentrò, finché sulla testa non si formò qualcosa di verde scuro, straordinariamente simile ad un albero di Natale fatto di capelli.

-Ingombrante.- fece Black.- Proverei qualcosa di lungo. E mosso. E... brillante.-

Senza farselo ripete due volte, la chioma di Tonks crebbe a dismisura in una cascata di boccoli color dell'oro, che scesero fino alla vita, fino alle ginocchia, fino alla punta delle sue scarpe da ginnastica verde acido.

-Non così lungo!- esclamò il mago.

-Guarda che me l'hai detto tu.- protestò Tonks.

-Non intendevo una porcheria del genere, cugina! Assomigli ad uno di quegli orrendi cani che si vedono nei concorsi babbani! Credo che il mio talento di coiffeur sia sprecato, con certa gente...-

-A me piacevano quelli rossi e oro, come li portavi ieri.- disse una voce rauca, da dietro allo speciale di Natale della Gazzetta del Profeta.

Black si illuminò.
- Non male in effetti, Lunastorta. Magari con una leggera scalatura ad affinarle il viso...- Con un pollice tracciò per aria i lineamenti di Tonks.
-I colori del Grifondoro sono proprio quello che ci vuole con il suo incarnato.- concluse soddisfatto.

Tonks saltò su, come punta da una vespa.
-NO! Mi RI-FIU-TO!-

-Preferisci la frangia?- domandò Sirius, perplesso.

-Nimphadora ha recentemente mostrato un'idiosincrasia verso la nostra Casa di appartenenza, non ricordi, Felpato?- asserì Remus, senza staccare gli occhi dal quotidiano.

Tonks, violacea, digrignò i denti in direzione di Lupin.
"Idio-che?!"
-Non ti permetto di usare certi termini volgari con me, lupastro maledetto!-
Non gli avrebbe lasciato trattarla in quel modo davanti a tutti.

Black sghignazzò di gusto. Dietro ad una pagina, dove spiccava una fotografia di Nicodemus Claus, erede del famoso Santa, il primo a sostenere i diritti civili degli Elfi Domestici, Lupin trattenne a stento una risata.

-Oh, Walburga!- esclamò il primo.

-Walburga, Felpato?-

-Mi rifiuto di chiamarla mamma, Lunastorta. Comunque...-
Si voltò a guardare la cugina.
-Idiosincrasia
, Tonks. Non è mica una parolaccia!-

-Ehm... No?-

-Vuol dire che Grifondoro ti sta un po' sullo stomaco.-

-Oh.- Nimphadora impallidì.
"Bella figura...".

Sirius le rivolse un'occhiata sfacciatamente provocatoria.

- Be' è vero che non sopporto quella stupidissima Casa, quindi non ho intenzione di portare i suoi colori... non consapevolmente, almeno!-
Voce troppo alta, decisamente.
"Oh, al diavolo!"

Lupin intervenne, continuando a leggere:
-Sarà anche così, ma eri davvero carina con i capelli scarlatti e quelle deliziose ciocche dorate.-

Tonks avvampò.
-Stai cercando di confondermi le idee, lupastro?-

-Probabile.- rispose il mago, con tono divertito.

Sirius ghignò.
-O forse invece è pazzamente innamorato di te, Nimphadora...-

-Non chiamarmi in quel modo!- protestò la ragazza, ancora più vermiglia di prima.

-Ma perchè, Nimphadora? E' talmente poetico, Nimphadora!

-Dacci un taglio.- sibilò lei.

-Non ci riesco Nimphadora... è come una droga, Nimphadora. Una volta che inizi, Nimphadora, non puoi più smettere Nimphad...-

-Sirius Black, o tu la smetti immediatamente, oppure mi fionderò seduta stante in salotto, prenderò il tuo benedettissimo regalo di Natale e lo userò per farci un enorme falò!-

Sirius ingoiò a forza qualunque velenosa battuta stesse per tirar fuori, livido.
Le scoccò un'occhiata furibonda, ma Tonks sostenne il suo sguardo con altrettanta caparbietà.
Infine capì che la cugina non avrebbe ceduto, così abbassò gli occhi.
Con un tono carico di risentimento, borbottò qualcosa riguardo ad un colpo basso, si trasformò in cane e lasciò il salotto, ringhiando sommessamente.

Remus abbassò appena il giornale, e in silenzio guardò l'Auror con aria critica, inarcando un sopracciglio.

-Che c'è?- sbottò lei.

- L'hai offeso a morte.- spiegò con tono neutro, dopo aver soppesato le parole.

-Ooooh... povero, dolce, incompreso tesoriiiino! E quindi?- fece la ragazza, allargando teatralmente le braccia, - Ma daaai, lo faccio sempre.-
Tendeva ad allungare troppo le vocali, quando sentiva di portare avanti una causa indifendibile.

- È Natale, Nimphadora.- rispose il mago.- A Natale siamo tutti più buoni.- concluse, sparendo nuovamente dietro alle pagine.

Tonks ritenne che quell'irritantissima aria da professore, nonché l'uso del suo nome per intero, fossero più che meritevoli di castigo, così espresse tutto il proprio disappunto con una linguaccia silenziosa.

-Vista.- fece Remus con tranquillità, senza scostare il Profeta di un centimetro.

Tonks rimase di sasso.
-Ma com...- balbettò.

L'uomo sorrise fra sé.
-Mentivo, in realtà. Ma ci avei giurato.-

Il tono perfettamente compassato della sua voce suonò deliziosamente canzonatorio.
Anche con il giornale davanti agli occhi, il Licantropo ebbe la certezza che, stavolta, la sua giovane interlocutrice non si fosse limitata a tirar fuori la lingua.

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Quella sera si misero a tavola abbastanza presto, ma la cena si protrasse fin quasi allo scoccare della mezzanotte.
Molly era apparsa immalinconita: era evidente che le due grosse assenze nella sua famiglia le pesavano parecchio.
Tuttavia l'atmosfera festosa pian piano la contagiò anche grazie a Remus, che la coinvolse chiedendole se cortesemente potesse aiutarlo a distribuire i regali.

Nell'arco di una mezz'ora quasi tutti i doni erano stati scartati, e Tonks pensò fosse ora di fare un giro di perlustrazione.
Iniziò ad appuntarsi mentalmente una lista, un gioco che ripeteva ogni 25 dicembre, da che avesse memoria.
Molly aveva ricevuto una radio nuova da Dora stessa, la biografia di Celestina Warbeck da Sirius e Remus ed una serie di oggetti più o meno fuori luogo dai suoi sette figli.
Sapeva che Arthur aveva trovato ai piedi del letto, quella mattina, l'enorme cesto di Mielandia al quale aveva partecipato tutto l'Ordine.
La signora Weasley aveva, nonostante tutto, pensato ad ognuno di loro, così la giovane Auror aggiunse all'elenco una coperta patchwork dai colori caldi per sé, e due maglioni per i suoi coinquilini.
Black ne aveva ricevuto uno nero, col collo alto, mentre Lupin sfoggiava un pullover grigio chiaro con lo scollo a V.

Incrociò lo sguardo del cugino, che le indirizzò un occhiolino beffardo indicandole il polso.
Rispose con una smorfia poco amichevole.
Sirius le aveva preso un... collare per gatti, munito perfino di campanello rosa!
Quando l'aveva visto, si era amaramente pentita di aver girato tutta Londra alla ricerca di un artigiano che le confezionasse le splendide pantofole blu notte in velluto e cachemire, con le iniziali S.B. ricamate a mano.

Passò oltre la tavolata mezza ingombra di piatti, mentre la riproduzione perfetta di un manico di scopa le sfrecciava vicino ad un orecchio.
In un angolo notò due volumi rilegati in pelle, entrambi aperti alla prima pagina.
Due scritte in inchiostro seppia spiccavano alla vista: "Da Felpato per Lunastorta" su uno, e "Spero ti sarà utile. R.J." sul secondo.

Li richiuse, curiosa di scoprire di cosa trattassero.
S'intitolavano Come conquistare la donna dei tuoi incubi, di Cirus Slabik, e Superare l'adolescenza: si può, di Nipeus Murl.

Sospirò.
Pareva che fosse l'unica ad aver preso sul serio la storia del Natale!

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Remus riuscì con molta fatica a liberarsi delle chiacchiere di Hermione, interessata a sapere se lui ritenesse più produttivo studiare ad alta voce o dedicarsi agli schemi riassuntivi.

Abbozzò un "Dedicherei il tempo appropriato ad entrambe le cose" e raggiunse Nimphadora davanti al camino.
Voleva consegnarle il regalo che aveva preso per lei, ma non sapeva esattamente da dove incominciare.

La ragazza stava bevendo un bicchiere di zabaione bollente, e non lo notò.

-Bella serata.- fece l'uomo, impacciato.

-Remus... Oh mamma, che sbadata!- esclamò Tonks, dandosi una grossa manata in fronte.

Prima che il mago avesse il tempo di reagire in qualsiasi modo, la strega si precipitò sotto l'albero che le stava accanto.
Per un pelo non lo rovesciò, creando una serie di vigorose proteste da parte delle fate, che picchiarono i pugnetti sfavillanti contro i globi trasparenti.
La sua tazza, ricolma della liquida crema giallina, galleggiava incolume sulle loro teste solo grazie al tempestivo intervento dell'uomo, ormai abituato a questo genere di imprevisti.
Quando riemerse, inondata di aghi verdi, Dora reggeva un involucro voluminoso, incartato alla bell'e meglio e chiuso da un fiocco tutto schiacciato. Residui di Magi-Scotch pendevano da un lato del nastro, e della porporina raggrumita formava una macchia dorata in un angolo.

-Scusami. Te lo volevo dare di persona, ma poi mi sono dimenticata. Il pacco l'ho fatto io stessa.- sorrise, con evidente orgoglio.
-Ehm... grazie. Questo invece è per te.- rispose Lupin, porgendole il proprio dono.

Il secondo pacco era molto più piccolo del primo, ma la confezione era molto curata.
La carta sottile aveva la piega perfettamente allineata, e due foglie di agrifoglio lucido ne decoravano la cima.
Un biglietto con decorazioni argentee recava la scritta, con la grafia impeccabile del mago: "Auguri Per Un Felice Natale. Remus"

-Prima tu.- disse la ragazza.

Lupin aprì il pacco, ed estrasse un bel mantello porpora scuro, con le iniziali R.J.L. ricamate in oro.

-Per dimostrarti che sono pronta ad una tregua con Godric Grifondoro.- sorrise la giovane.
Il Licantropo svolse la cappa.
Accarezzò, colpito, la stoffa pesante: era davvero di ottima fattura.

- Ti ringrazio davvero, ma... avrai speso un occhio della testa! Non dovevi, hai esagerato, Dora...-

-Ma no. Mi hai fatto risparmiare un sacco di galeoni ultimamente. Sai, non dover ricomprare la maggior parte degli oggetti che tocco è un bel vantaggio!-
L'uomo ammirò il mantello ancora un poco, poi lo ripiegò con cura, poggiandolo sullo schienale della poltrona vicina, ed indicò il piccolo involto che la ragazza teneva in grembo.

- Io... Be', il mio è solo una sciocchezza, al confronto.-

-Sono sicura che sarà stupendo, invece!- esclamò Tonks con entusiasmo.
Iniziò ad armeggiare con il nastro dorato, e dopo qualche difficoltà riuscì a sciogliere il fiocco vaporoso.

Quello che le apparve fu una scatoletta ovale delle dimensioni di un porta-pillole, rivestita di madreperla traslucida, dov'era contenuta un piccola quantità di polverina grigio cenere.
Questa al tocco risultò soffice, quasi impalpabile.
Tonks la esaminò per qualche minuto. Il contenitore era proprio grazioso, e sembrava fatto a mano, ma non riusciva ad immaginare cosa fosse la sostanza che conteneva.

-Ehm... Ti ringrazio Rem. E' veramente... carino.-

L'uomo scoppiò a ridere, portandosi una mano davanti alla bocca, e la ragazza si sentì in leggero imbarazzo.
- Non hai la minima idea di cosa si tratti, sbaglio?-

Tonks ammise, a malincuore, che ci aveva preso.

- L'ho trovata mentre ero in viaggio. La chiamano Aurora Borealis.-

Si avvicinò alla mano in cui poggiava la scatoletta con due dita, e l'aprì.
La polvere grigiastra continuava a sembrare anonima cenere.
Ne prese un pizzico, e lo gettò sulla fiammella di una candela.
Questa reagì con sorprendente rapidità: al suo posto inziarono a fluttuare forme iridescenti, che mutavano colore e si inseguivano, fondendosi l'una nell'altra e dando vita a nuovi sbuffi di colore perlescenti nei toni dell'azzurro, del rosso e dell'arancio, per poi passare attraverso un incredibile verde smeraldo ed un trasparente giallo tenue.
Tonks osservava lo spettacolo incantata, incapace di esprimere a parole la sua meraviglia per quella stupefacente danza variopinta.

- Reagisce ai movimenti dell'aria.- spiegò il mago.
- Se vi soffi all'interno puoi creare onde, modificarne l'intensità ed ottenere tutta una serie di giochi di luce.
In Irlanda gli artisti di strada si esibivano in questi numeri incredibili... Mi hanno spiegato che si tratta di un'antica magia rudimentale, che risale all'epoca dei Celti... Ad ogni modo, di sera li si vedeva davanti a questi grandi falò che brillavano, intenti a modellarli a proprio piacimento a colpi di ventagli, soffi e strani pennelli piatti con una sottile membrana di pergamena al posto delle setole.
Riuscivano a farne venir fuori immagini veramente suggestive come fosse niente... Avrei voluto mostrarteli.-

La ragazza continuava a tacere, fissando la fiamma allagata dal colore.
Remus si sentì all'improvviso insicuro.

-Mi rendo conto che forse è una cosa un po' troppo infantile...- abbozzò.

Lei gli strinse con intensità un braccio.
- No. E'... davvero perfetta.

Lupin avvertì una fitta di piacere, sentì il sangue affluirgli alle guance.

-Non ho mai visto niente di altrettanto... Wow!- esclamò Dora, ad un guizzo rosa antico particolarmente intenso.

-Mi ha ricordato te.- disse il mago con semplicità, alzando le spalle.

-Aurora Borealis...- mormorò Tonks.
Lo guardò negli occhi.
- E' il regalo più strano, e bello, e perfetto che abbia mai ricevuto. Grazie, Remus J. Lupin.-


Un piacevole calore si diffuse nello stomaco del Licantropo.
-Di nulla, Nimphadora Tonks.-

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Trascorsero il resto della serata seduti sul divano a chiacchierare.
Ogni tanto la ragazza prendeva una minuscola quantità della polvere cinerea e la lanciava nel fuoco, dove gli effetti si moltiplicavano in modo incredibile.
Gli altri ascoltarono musiche natalizie alla radio, sorseggiarono liquori e si ubriacarono, anche se, adire il vero, questo successe solo ad una persona.
I ragazzi si erano sistemati in un angolo, e giocavano a trasfigurare le teste degli Elfi Domestici in trofei di caccia, con profondo orrore da parte di Hermione, finché il sonno non li costrinse a coricarsi.
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I Weasley, Harry ed Hermione erano andati a letto da un pezzo, e quando Sirius congedò anche Mundungus Fletcher era tardi in maniera indecente.
Ce n'era voluto, per convincerlo di non essere una Veela dimenticata, l'estate precedente, a Londra dalla delegazione tedesca!
Il padrone di casa comunicò che si sarebbe dedicato ad una fantasmagorica dormita e, sbadigliando vistosamente, imboccò le scale.

Tonks aveva attaccato a parlare senza sosta di una questione riguardante il Quidditch, e stava giusto precisando a Lupin i settantanove motivi per cui le Holiday Harpies erano tanto incredibili, quando avvertì un piccolo tonfo sulla propria spalla sinistra.
Sorpresa, si voltò.

Remus le era crollato addosso addormentato, seduto su quello stesso divano così come si trovava.
Con le braccia incrociate, le sopracciglia appena aggrottate, se non fosse stato per il capo appoggiato a peso morto sulla spalla di Tonks, avreste detto che fosse concentrato su un problema di Aritmanzia piuttosto complesso.

-Rem?- tentò la strega, senza ottenere risposta.
-Remus...- sussurrò, ancora.
Niente.
Lo guardò di sottecchi.
Per quanto potesse vedere da quella posizione, era proprio adora... ehm, cioè, era proprio addormentato.

Le sfuggì un sorriso compiaciuto: l'indomani avrebbe potuto prenderlo in giro a dovere.
Iniziò ad architettare una serie di battute riguardo a quanto gli anziani abbiano bisogno di riposo, quando il sorriso le si tramutò in un gigantesco sbadiglio: stava cascando dal sonno anche lei.
Pensò che avrebbe dovuto svegliarlo, così sarebbero potuti andare a letto.
Separatamente, s'intende.

Certo, i suoi capelli contro il collo erano proprio morbidi, ed emanava un piacevole tepore che la rilassava.
Chiuse gli occhi un minuto, per assaporare quella sensazione deliziosa.
Nemmeno russava, al contrario di Adam, il suo ultimo ragazzo, nonché l'ultima persona insieme alla quale aveva dormito.
Morgana, quello iniziava a ronfare non appena le palpebre gli si abbassavano...
Era davvero fastidioso.
Invece il respiro del mago che quella sera le si era addormentato accanto era lieve e regolare.
Se ne sentì cullare.

E poi il profumo... le piaceva un sacco il suo profumo.
Quella notte sapeva di arance e di camino, e un po' di foresta.
Le ricordava il Natale.
Ma forse dipendeva dal fatto che quel giorno, in effetti, era proprio Natale.
Lei amava il Natale, lo trovava magico... In un senso diverso dalla Smaterializzazione, o da un Reparo.
In un senso che... non sapeva bene come spiegarlo.
Bizzarro, le veniva in mente solo qualcosa che aveva a che fare con degli occhi ambrati ed una voce roca.

Oh, si era dimenticata di riaprire i propri, di occhi... Be', magari poteva aspettare ancora cinque minuti, che fretta c'era.
Posò la guancia sul capo di Remus, voltandosi lentamente per non farlo scivolare via.
Ecco, così andava molto meglio.
Sospirò soddisfatta.
Si stava così bene...
Altri dieci minuti, non di più.

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Un'ombra scura scese le scale con circospezione, attento a non svegliare nessuno.
Le sue intenzioni erano tutto tranne che amichevoli, e le vittime designate erano state individuate.
Black si era accorto che qualcuno non si trovava nel proprio letto, quella notte, e aveva deciso di approfittarne: si meritava un po' di svago, in fondo.
Trattenne un ghigno divertito al pensiero di ciò che stava per compiere.
Avanzò nell'oscurità, ed estrasse un'asticella di legno flessibile da una tasca, pronto ad usarla.

Buono, Felpato...
Conosceva fin troppo bene quella voce rauca, bassa, e maledettamente ragionevole.
Non era la prima volta che la sentiva, ma in questo caso era deciso ad ignorarla.
L'occasione era troppo ghiotta...
Si sa, Natale è il periodo migliore per fare scherzi.
Contemplò per un secondo la scena che gli si parava davanti: il suo migliore amico e sua cugina erano seduti sul divano uno accanto all'altra, immersi nel più beato dei sonni, ignari di ciò che aspettava loro.
Le loro teste erano appoggiate una sull'altra.
Sirius pregustò le loro espressioni, quando una fontanella di acqua sarebbe scaturita dalla propria bacchetta direttamente sulle loro capigliature.
Lo sappiamo perfettamente entrambi che non vuoi davvero farlo.

L'uomo bruno scrollò le spalle, con fastidio. Era irritante, maledettamente irritante.
Sono davvero mortificato di recarti tanto disturbo, ma ciò nulla toglie al fatto che io abbia prettamente ragione... come, sono certo, concorderai con me.
Il tono era quello di qualcuno che sorride.
Black digrignò i denti.
"Taci, Lunastorta!"

Avanti, Felpato. Non puoi vincere questa cosa con me, ammettiamolo sportivamente.
Sul volto incorniciato dai lunghi capelli scuri si formò una smorfia di disgusto.
Intuì di stare per commettere un passo falso, tuttavia si ritrovò a domandare:
"Perchè?"

La voce parlò compassata, senza scomporsi minimamente.
E' Natale.
"E con ciò?". Sapeva già cos'avrebbe risposto, ma era deciso a lottare fino alla fine per salvare il proprio orgoglio di Malandrino.
E' questione di magia, lo sai.
L'uomo rivolse nuovamente lo sguardo a Remus e Tonks.
Respiravano all'unisono, come se fossero diventati una persona sola. Sembravano il ritratto della serenità.
A malincuore dovette ammettere che erano piuttosto... carini.
"Porca miseria, no!" rimproverò sé stesso.
Ad un tipo come lui cosa poteva importare, dopotutto? Ci sarebbe stato solo ancora più gusto.


A Natale siamo tutti più buoni. Perfino tu, Felpato.
Sirius Black seppe che era inutile tentare ancora di negare.
Odiava il fatto che quel dannato lupo riuscisse sempre a farsi dare ascolto, perfino quando interagiva con lui solo nella sua stessa psiche disturbata.


Guardò la propria mano puntata, poi quei due, infine sospirò sconfitto.

Maledisse mentalmente quell'uomo, domandandosi chi gliel'avesse messo sul cammino.
Qualcuno con un pessimo gusto dell'umorismo, senza alcun dubbio, concluse.

Ritrasse la bacchetta, la infilò in tasca e sbuffò, lanciando un'occhiata alla coppia addormentata sul suo divano.
Si grattò un sopracciglio scuro, infastidito.
Vide il mantello scarlatto del Licantropo sullo schienale della poltrona vicina.
Esitò alcuni istanti, combattendo con il suo stesso istinto.
No, questo era davvero troppo!
...
Tuttavia...
L'ultima resistenza fu vinta.
Prese in mano la cappa e drappeggiò la stoffa pregiata sui due, coprendoli con attenzione.
Rimase ancora ad osservarli, pensieroso.

La voce rauca intervenne di nuovo, ironica.
Davvero premuroso... ti ringrazierei, se in questo momento fossi cosciente.

Sirius alzò gli occhi al cielo, scrollò il capo ed esalò un sospiro esasperato.
Girò sui tacchi e tornò in camera propria, contrariato.
Trascinava pesantemente le pantofole nuove che gli coprivano i piedi, per dispetto.
Durante il breve tragitto borbottò incessantemente.
Da un po' di tempo, protestò, si stava rammollendo in maniera dannatamente disgustosa.

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COMMENTO DELL'AUTRICE:
Meno due!
Capitolo lunghetto, Nonna mi ucciderà... eh eh!

Siamo arrivati al 25 dicembre nella storia, anche se siamo in anticipo nel mondo reale... Per Natale ci sarà qualcos'altro, lo prometto.

Chiedo perdono per non aver rispettato la storia originale: in effetti in HP i regali arrivano dritti dritti ai piedi del letto degli interessati, ma... uffa, non mi piace così.
E' talmente bello scambiarseli sotto l'albero, che mi sono presa questa licenza poetica.
Spero non vi dia fastidio.
Dopotutto in originale Tonks nemmeno si trasferisce "Chez Black", quindi immagino che chi sia pignolo su certi particolari debba aver smesso di leggere questa storia da un pezzo. ^_^
A proposito di regali, ce ne sono due che nascondono un segreto... Qualcuno vuol provare ad indovinare? Tanto per cambiare nessun volontario... Io stavolta non ve lo dico, però!

Passiamo ad altri argomenti: vi piace la vocetta di Remus nella testa di Sirius? Adoro sfottere Tartufo, e ho pensato bene di rendergli pan per focaccia... Per non essere troppo ripetitiva, però, non si ripeterà di nuovo.
In fondo immagino che il loro rapporto sia un po' così: Padfoot cattiva coscienza di Moony, Monny buona coscienza di Padfoot!
Come dite? Scusate, in che senso "Faresti meglio a smettere di immaginare cretinate, e andare a zappare la terra"?

Antipatici...
Passiamo ai commenti, va'.

pollon74:
Immagino che allora anche questo capitolo sia stato di tuo gradimento ^_^ ! Anche a me piacciono molto quelle scene, infatti come vedi le inserisco spesso. Soprattutto se ambientate di sera o di notte, con il caminetto acceso.
Walburga, come sto diventando svenevole e zuccherosa...
Dai, centellinerò la pubblicazione, così rimandiamo il momento della fine, ok? Per il rating, dovrò farlo salire per forza, ma se qualcuno ha problemi ho già una versione "epurata" del capitolo incriminato, che eventualmente posso mandare via mail.

Nene:
Grazie!! Purtroppo non posso aggiornare presto, causa esami... Mi dispiace tantissimo!

Pioggia:
Il tuo incoraggiamento mi fa ben sperare. Che dire? Sirius continuerà imperterrito, temo. E anche per me è stato difficile trattenere risate e disgusto pensando a Padfoot dodicenne che bacia Minerva! W i ragni verdi della dispensa!

Sakijune:
Tu non sai quanto mi fai felice quando mi dici che i miei personaggi sono IC! Per me è un complimento enorme ^_^... La storia di Bea l'avevo in testa da un po'. Avevo pensato di ricavarci uno spin-off breve, ma poi ho deciso di inserirla qui, invece di svilupparla. Però il suo personaggio sarebbe già ben delineato, nelle mie idee, e un po' mi spiace lasciar perdere.

arya87:
Oh mamma.... sono commossa! Grazie, grazie, grazie!! Non so che altro dire... Grazie! (sono un po' arrossita...)
Ho sempre il timore che quando arriverete alla conclusione rimarrete tutti delusi, ma nel frattempo mi godo i complimenti... Continuo a ribadire che si avranno risvolti melodrammatici fra poco. Chissà se vi piacerà ancora?

Cathleen_:
Ti rispondo come sempre qui, prima o poi ci arriverai (spero)!
Allora, i collari per gatti... A volte ritornano! (Giuro che questo capitolo era scritto già prima della tua recensione, ho i testimoni!^_^) Come vedi tu e Sirius siete in sintonia, a questo riguardo. Inoltre penso che Silente fosse dubbioso quanto te su un Black Prefetto. Ancora (non credo sia un gran spoiler se te lo dico), Remus si riferisce a Tonks chiamandola proprio Dora, almeno nel 7° libro.
Infine... ottimo intuito. ^_-

Alla prossima!

Rainsoul

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Capitolo 14
*** 13. MALATO, DANNATO, DISPERATO, TERRORIZZATO (prima parte) ***


13primo


AVVISO!

Questo capitolo è un po' particolare.
Ci sarà qualche parolaccia, e sono descritte scene un abbastanza violente anche dal punto di vista verbale.
La sua lettura è quindi sconsigliata ad un pubblico suggestionabile.
Il rating passa da giallo ad arancione.
Chi volesse leggere la versione "epurata", che si differenzierà da questa solo ed esclusivamente per la mancanza delle parti in questione, è pregato di contattarmi via e-mail. Credo di avervi avvisati in maniera efficace, adesso.
A dopo per i commenti!



13. MALATO, DANNATO, DISPERATO,TERRORIZZATO (parte prima)

Remus si svegliò di soprassalto, sudato ed accaldato. Le coperte che aveva addosso sembravano soffocarlo, così se ne liberò con un gesto.
Aveva passato un'intera giornata fuori casa per conto dell'Ordine, sotto la pioggia, a controllare i movimenti di un circolo di Gobbiglie sospetto, eppure non riusciva a riprendere sonno.
Aveva un cattivo presentimento, e riguardava Tonks.
Si ripeté che non c’era motivo di preoccuparsi, che era solo una brutta sensazione dovuta alla stanchezza accumulata, ma non riuscì a convincersene del tutto.

Faceva un po’ fatica a respirare, l’aria della stanza era eccessivamente calda.
Si alzò dal letto per bere, si sentiva la gola secca.
Passando davanti alla camera della ragazza, vide la porta socchiusa, il letto vuoto.
Il peso al petto aumentò, ma la sua parte razionale gli ricordò che Tonks era semplicemente di turno con Mundungus, quella notte. Il pensiero gli fece aumentare il livello di preoccupazione, inspiegabilmente.
Si disse che ci doveva essere un piccolo particolare che gli stava sfuggendo, ma non riusciva a capire cosa fosse.

Raggiunse la cucina lentamente, si versò dell'acqua, la bevve. L'arsura, invece di attenuarsi, aumentò.
Si appoggiò ad un mobile, accorgendosi di avere anche un forte mal di testa.

Poi gli apparve un’immagine sfocata…
Fletcher, due settimane prima, che gli raccontava di una partita di galeoni antichi che gli avrebbe fruttato un sacco di quattrini. Aveva lamentato l'intoppo di dover attendere il compratore, un tizio molto impegnato in traffici poco chiari, per una quindicina di giorni.
Ma certo, l'appuntamento era quella sera!

La ragazza era sola e, ne era sicuro, qualcuno l'avrebbe attaccata da un momento all'altro.
Decise che doveva raggiungerla, e il prima possibile.
In un attimo fu di nuovo sopra.
Si vestì in fretta, e si Materializzò direttamente davanti all'edificio dove sapeva si trovasse la strega.

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Spinse il pesante portone, che cigolò in modo sinistro.
Entrò con accortezza, ad accompagnarlo solo il suono dei propri passi sul marmo pregiato.

-Nimphadora?- chiamò, aspettandosi l’usuale rimprovero, ma non ci fu risposta.

Sfoderò la sua bacchetta, guardingo, ed avanzò nell'oscurità.
Non si udiva ancora nessun rumore.

Dove ti sei cacciata?

Camminò ancora, diretto al centro della grande sala buia.

Per qualche secondo seguì con lo sguardo le venature del pavimento scuro, le cui linee sottili si incontravano ogni qualche centimetro. Una dolorosa pulsazione alla tempia si fece sentire, più forte delle altre. Le labbra dell’uomo si contrassero in una smorfia.

Notò che i soffitti erano esageratamente alti. Colonne massicce spuntavano qua e là, a sostenere la volta.
Doveva fare uno sforzo per intravederne la fine.

Avanti, sono solo io. Vieni fuori.

Per un istante gli parve di afferrare uno scricchiolio
Si voltò a controllare, tenendo la bacchetta ad altezza d’uomo. Nessuno in vista.

Girò intorno alla colonna più vicina, sempre in guardia, ma nulla.
Doveva cercare di mantenere la lucidità, ripeté a se stesso.
Si asciugò la fronte con una manica consunta.

-Dora?- provò di nuovo.
Perché non rispondi?
La situazione non gli piaceva per niente.

A quel punto, ormai, avrebbe dovuto già riconoscerlo od attaccarlo. Non era da lei restare nascosta ad aspettare.

A meno che non fosse…

Scrollò le spalle, chiudendo le palpebre per un attimo.

No, non è ferita. No.

Ad un tratto avvertì qualcosa di appuntito che gli premeva fra le scapole.
Una figura nera, avvolta in un mantello puntò una bacchetta alle sue spalle.
Una voce sottile gli sussurrò nell'orecchio:

-Sei fottuto, sudicio ibrido...-

Il Licantropo avvertì un oggetto tagliente, come la lama di una spada, trapassargli il petto.
Il colpo lo lasciò sbigottito, incapace perfino di urlare.
Un dolore tremendo lo pervase come veleno.
Non aveva neppure riconosciuto l'incantesimo con cui l'avevano appena attaccato...

Crollò in terra, incapace di reggersi.
Lottò con se stesso per non perdere i sensi, doveva resistere...

Tossì, e per poco non svenne.
Merda.

L’uomo in nero calciò lontano la bacchetta che gli era sfuggita di mano.

-Non dovreste neppure avere il permesso di portarla, mannaro.-

Remus tentò di tirarsi su, spingendosi con i palmi delle mani, ma crollò di nuovo al primo tentativo.

-Quante volte hai già rialzato la testa, Lupin, solo perchè potessero risbattertela nel fango a cui appartieni?-

Il Mangiamorte lo sollevò tirandolo per i capelli, ghignandogli in faccia con il suo respiro fetido.
Remus ansimava, il fiato mozzato dal dolore lancinante al torace.
Doveva essere danneggiato seriamente, a giudicare dalla chiazza rosso cupo che si stava rapidamente formando ai suoi piedi.

Dora…

Il suo stesso sangue quasi lo soffocava.

-Dove si trova... devi dirmelo...-
Devo capire dov'è. Devo prenderla e precipitarmi fuori da questo posto prima che sia tardi.

-Ti riferisci a quella ragazzina? Scommetto che ti piacerebbe tanto sbattertela…-
Gli sputò in faccia, con disprezzo.
- Schifoso pervertito! Come tutti quelli della tua razza, d'altra parte.-

-Dimmi cosa... le è successo...-

Il volto anonimo del Mangiamorte si contrasse in una risata piena di odio e perfidia.
-Cosa vorresti fare, povero illuso, recuperare la mocciosa?-

L'uomo mascherato sferrò una ginocchiata al suo ventre.
Remus tentò di puntare le gambe, ma si accasciò impotente.

Non riesco... maledizione...

-Sei solo un debole, Lupin. Una persona sporca, che merita di azzannarsi con i suoi stessi simili per contendersi brandelli di carne. Sei un malato, un essere inferiore... dovremmo ripulire il mondo dalla feccia come te!-

Taci...

Un’espressione di pura malvagità affiorò sulle labbra avvizzite scoperte dalla maschera incompleta.
Lupin intravide la mano che emergeva dalla pieghe della cappa nera, appena prima che il Mangiamorte affondasse la bacchetta nella ferita, con violenza, lo sguardo che brillava di folle piacere.

Remus soffocò a stento un conato di vomito.

Respirare stava diventando insopportabile. L’aria sembrava mandargli in fiamme i polmoni ad ogni passaggio. Strinse i pugni, fino a lacerarsi la pelle del palmo della mano.

-Cosa le hai fatto?- chiese fra i denti.

Sentì il rauco sibilo della propria voce, e seppe che il petto gli si stava riempiendo di liquido.
Dove sei, dove?

Il mago rise cupamente.
Si spostò, liberando la visuale a Lupin.

L'Auror giaceva un decina di metri più avanti, distesa esanime sul pavimento.
I capelli rosa ricadevano, flosci, a coprirle il viso.

Nimphadora…


- È stato abbastanza divertente. Non mi sarei aspettato tutta quella resistenza da un moscerino del genere...-

- Dora...-
Non può essere, non lei, non lei… fa’ che non sia lei, ti scongiuro…

- È morta, sai? Ha perfino chiamato il tuo nome, prima di stramazzare. Quell'idiota era convinta che saresti accorso a salvarla...-

Le pupille di Remus di dilatarono, come se un pugno l'avesse raggiunto al diaframma.

No... No.

-NO!!!!!!!!! -

Ruggì con tutto il fiato che aveva in gola, come aveva fatto in innumerevoli notti luminose.
Ma, stavolta, il suo ringhio era colmo di rabbia e di disperazione coscienti.
Sentiva il sapore del proprio sangue in bocca... sangue umano, che risvegliava tutti i suoi istinti di lupo.

Si avventò sull'uomo, incurante dal dolore che lo soffocava, della ferita che si lacerava, sorretto solo dalla furia e dalla disperazione.
L’istante prima che lui riuscisse a raggiungerla, la figura si dissolse con uno schiocco innaturale.

-LURIDO BASTARDO!-

Rovinò in terra sconfitto, artigliando l'aria vuota e gelida.

-Lurido… bastardo…-

Il corpo della donna era immobile.
Si trascinò verso di lei, fino ad accostarvisi.

-Dora…?- mormorò, piano.
Le palpebre celavano gli occhi scuri, il volto appariva contratto in una smorfia tormentata.

Con due dita le spostò un ciuffo di capelli, come aveva fatto un'altra volta, molte esistenze prima di quella.
Era fredda.

Vide una pallida guancia, solcata da un taglio che non sanguinava più, ormai.
Le lacrime gli riempirono gli occhi, il respiro sempre più corto.
Con le ultime energie che aveva, la strinse a sé.

In quell’istante fu consapevole di una cosa: lei non avrebbe mai saputo.
Era troppo, troppo tardi.

-Tesoro mio...- mormorò, prima di perdere i sensi.

---- CONTINUA...----

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COMMENTO DELL'AUTRICE:

Ehm... S-salve. Non mi ammazzate, per favore... Tenermi in vita è l'unico modo per leggere come va a finire, concetratevi su questo ed ignorate gli istinti omicidi che vi assalgono, ok...? E scusate il ritardo!
Spero che abbiate apprezzato il 13 (prima parte), anche se è abbastanza diverso da tutti gli altri. Troppo drammatico e violento, lo so.
Scusatemi, ma è venuto fuori senza che potessi controllarlo. La bestia si è liberata. Mi dispiace! Mi dispiace! Mi dispiace! Scusami Remus, scusami Dora...

Un piccolo appunto: nel cap. 12 la Nazionale che aveva portato le Veela era quella bulgara, non tedesca (mi sono scordata di sostituire il termine sbagliato). Per fortuna nessuno se n'è accorto! Comunque mi sa che qualcuno si è perso quell'aggiornamento. Ancora, nessuno ha scoperto il segreto di uno dei regali di Natale... non vi applicate proprio! E dire che ci avevo messo tanto a trovare quei due nomi...

PUBBLICITà:
La mia amica LadyDiGhiaccio ha iniziato la sua prima fiction, ambientata nel 7° libro. Il titolo, provvisorio, è "History of us". Chi ci fa una capatina? ^_^

RISPOSTE E RINGRAZIAMENTI.

arya87:
Sono contenta di aver reso l'atmosfera natalizia! Ma eccoci alla resa dei conti: il punto è proprio che non ho "continuato così". Il famigerato capitolo è tragico. La cosa che mi preoccupa è che qui, di commedia, non c'è nulla. ^_^'...

CUCCIOLA_83:
Hai ragione! Io stessa avevo affilato il forcone per punirlo, eventualmente! Invece si sta rivelando "dolce". Bravo Padfoot, stai migliorando. "Ancora per poco, povere illuse..." Ooooh, a cuccia, palla di pelo.

Nene:
Grazie! Eccoti accontentata, rating arancione... Ora mi viene un dubbio: non è che pensavi che si sarebbe alzato per motivi diversi dalla violenza? Hahaha!

LadyDiGhiaccio:
Potremmo aprire una SPA: la Lupin Incorporated, coscienza e giudizio al vostro servizio! Magari così Remus risolve i problemini finanziari.

Nonna Minerva:
Il "fattore Lady"?! Muhahahaha!! Eh sì, sono un po' condizionata da quella donna, ultimamente. E... credo che la sua influenza si sentirà ancor di più sotto Natale... Adesso torno a studiare. Ma secondo te, se sono la tua Appendice, puoi andare tu a sostenere gli esami al mio posto?XD!!

pollon74:
Che bello! E' vero, sono stupendi e dolci! Sirius dice che non lo fa sentire meglio il tuo ringraziamento, anzi, quasi quasi torna indietro e porta a compimento la sua missione...

Sakijune:
Remus è stato proprio cattivello con quel regalo, in effetti. Comunque ho il sospetto che, anche senza Azkaban, Padfoot sarebbe rimasto lo stesso un eterno ragazzino... Auguri passati per il tuo compleanno (anche se te li ho già fatti ^_^)!

Mi scuso ancora con tutti per quello che, me ne rendo conto, è stato un colpo basso ed infame. Sono un essere ignobile... ^_^
Spero che seguirete ugualmente il proseguimento del capitolo. Prometto solennemente di aggiornare nel giro di due giorni, con l'aiuto di Nonna Minerva.

Alla prossima!

Rainsoul

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Capitolo 15
*** 13. MALATO, DANNATO, DISPERATO, TERRORIZZATO (parte seconda) ***


13secondo

Stasera forse non potrò aggiornare, quindi qualcuno non avrà fatto in tempo a leggere la prima parte del capitolo. Me ne scuso con gli interessati, ma volevo mantenere la promessa e pubblicare oggi. A dopo!

13. MALATO, DANNATO, DISPERATO, TERRORIZZATO

(parte seconda)

------ ... SEGUE------

Remus riaprì gli occhi, senza capire dove si trovasse.
Mise a fuoco il soffitto umido, che riconobbe come quello della camera che occupava a Grimmauld Place.

Gli tornò in mente l'accaduto.
Ti prego, no...
Si toccò il torace, aspettandosi di trovarvi una fasciatura, pregando di sbagliarsi.
Sentì sotto le dita la garza ruvida, ed ebbe un tuffo al cuore.

In quel momento qualcuno aprì piano la porta, che cigolò appena.
Si finse ancora addormentato, non aveva la forza di parlare con chicchessia.

Qualcuno, probabilmente Sirius, si avvicinò al suo letto, e si sedette sul materasso.
Questo si abbassò sotto il peso del nuovo occupante.

Una mano fresca si posò sulla sua fronte, e lui sentì che stavano per sfuggirgli delle lacrime.
Non voleva abbandonarsi al quel contatto confortante, non voleva lasciarsi andare alla disperazione: non ne sarebbe più riemerso, lo sapeva.

La porta si aprì nuovamente, e sentì la voce di Sirius, un po' distante, domandare come stesse.
Capì che la prima ad entrare doveva essere stata Molly.
La risposta alla domanda dell'amico doveva essere stata data con un vago gesto, perchè la signora Weasley non aveva parlato, per non disturbarlo.

Vorrei che il soffitto mi crollasse addosso in questo preciso istante, ecco come sto.

-Certo che è stata dura per lui, stanotte. Ci mancava solo la febbre.

Lupin si chiese come Black potesse ritenere importante la febbre in quelle circostanze.
Al diavolo la febbre, al diavolo ogni stramaledettissima fibra del suo essere!

-Non l'avevo mai visto così, in anni che lo conosco. Che un troll mi prenda se stavolta non ha superato il limite!

-Chissà come mai...- sussurrò piano una voce femminile, accarezzandogli la testa distrattamente.

Remus deglutì.
Impossibile.
Socchiuse gli occhi, col cuore che batteva forte. Intravide un figura sottile seduta sul bordo del suo letto, stagliata contro la forte luce che entrava dalla finestra.
Incredulo, sbattè le palpebre un paio di volte, prima di rendersi conto che questa possedeva una meravigliosa chioma color cicca.

- Dora…!

-Rem, ti sei svegliato finalmente!

-Tu... sei... qui.

-E dove vuoi che vada, ormai ci ho fatto il nido in questa baracca muffita... Tu piuttosto, ti sei davvero scatenato questa notte, lo sai? Non credevo che l'equazione influenza, meno pozione Antilupo, più luna piena fosse tanto devastante, sul serio.

-La luna...

Lei lo guardò dall’alto, scostandogli una ciocca grigia che gli finiva sugli occhi.

-Hai scordato di bere la tua razione, ieri sera. E tutta la pioggia che hai preso non ti deve aver fatto granché bene. Be', di sicuro non ha fatto bene alla cantina di Sir, almeno!

-Tranquillo Lunastorta- intervenne l’uomo, che intanto si era avvicinato ai due -, non ti chiederò di pagarmi i danni. Ma quell'elfo pazzo non ti lascerà in pace per mesi, temo. Hai fatto fuori tutta la riserva speciale della mia dolce mammina, e continua a blaterare che dovrai pagarla con il sangue.- sghignazzò divertito.

Il mago era ancora sbigottito.
Si tirò su a fatica, gli occhi spalancati, e pronunciò la prima frase compiuta della giornata.

-Merlino... Dora, tu sei... viva!

Tonks e Sirius si scambiarono una sguardo perplesso.
-Lunastorta ha preso troppa acqua al cervello...

Black bussò un paio di volte sul cranio dell'amico.
Lupin ebbe un moto di gratitudine verso la sua intera esistenza e, senza potersi trattenere, buttò le braccia al collo della ragazza con entusiasmo.
Nimphadora rispose con un pat-pat imbarazzato sulla schiena, vagamente sorpresa da quel gesto improvviso ed immotivato.

Sirius osservò per un attimo la scena, poi decise di non fare complimenti e saltò addosso ad entrambi, stritolandoli con un allegro:
-Carissimi, non so cosa accidenti stia succedendo, ma vi voglio bene anch'io!-

----------

Più tardi, Remus e Tonks si trovarono da soli nella stanza.
La ragazza gli raccontò che il pomeriggio precedente, subito dopo cena, lui si era congedato presto perchè particolarmente stanco.
Era sceso in cantina e si era steso sulla brandina in attesa del sorgere della luna.
Gli tornarono in mente alcuni ricordi confusi.

Evidentemente il sonno arretrato doveva aver preso il sopravvento, così si era appisolato senza bere la pozione antilupo.
Oltretutto, l'appostamento con i vestiti fradici doveva averlo fatto ammalare, visto che la sua temperatura si era alzata parecchio.

Quando Tonks era andata a bussare per controllare che fosse tutto a posto, aveva sentito dei rumori tremendi, ed aveva capito immediatamente che non era diventato solo un lupo innocuo.
Aveva chiamato Sirius, ed insieme avevano rafforzato le pareti e la porta per evitare che cedessero sotto la furia di Remus.
Poi Black si era trasformato in cane, rimanendo di guardia.

Nemmeno Tonks aveva lasciato la sua postazione (il primo scalino davanti all'ingresso della cantina), e in quel modo avevano atteso per tutta la notte.

-Sirius mi aveva detto che poteva diventare terribile, ma non credevo che arrivassi a farti tanto male...-
Aveva parlato senza guardarlo negli occhi, sentendo di entrare in un territorio un po’ delicato.

-In effetti di solito è un po'... meglio. Non molto, in verità, ma almeno un po' lo è.-
Si esaminò il profondo taglio che gli decorava il torace, e cacciò un sospiro rassegnato.

-La febbre deve avermi giocato un brutto scherzo.

La ragazza annuì.
-Sir si è stupito soprattutto del...-

Si interruppe, temendo di violare una sfera troppo privata.

-Del...? Continua, te ne prego.-
Era curioso. Felpato stupito? Piuttosto bizzarro.

-Del... guaito che hai fatto ad un certo punto. Pensa che io stavo quasi per entrare, per quanto sembravi...-

-Stavi per fare cosa?-

-Tranquillo, non sarei entrata veramente... ho solo avuto l'impulso di farlo, ecco. E per un attimo infinitesimale, sul serio!- aggiunse, in risposta all'aria di rimprovero del mago, che si era portato una mano alla fronte.

-Rem, cerca di capirmi! Avevo paura che ti fosse successo qualcosa di veramente brutto...-

Non ne hai nemmeno idea, 'Dora.

-Sei gentile a preoccuparti per me, ma non è necessario, davvero. Riesco a gestirmi.-

Le sue iridi ambrate si incupirono di botto.
Quasi sempre, almeno.

- Dora.-

-Sì?-

-Potrei chiederti quando?-

-"Quando" cosa, Remus?-

-Quando mi hai sentito... ehm, lamentarmi.-

Tonks ci rifletté su.
- Dev'essere stato appena prima dell'alba. In effetti dopo non abbiamo udito più proprio nessun rumore.-

Lupin ebbe la conferma ai suoi sospetti su cosa avesse provocato quell'ultimo ululato.
Per un istante minuscolo riprovò lo strazio sconfinato della perdita.
Guardò la ragazza che sedeva, cingendosi le ginocchia con le braccia, sul suo copriletto consumato.
Per la prima volta aveva un ricordo preciso della sua trasformazione in mannaro, rifletté, anche se si trattava di una specie di delirio.
E riguardava proprio lei.

- Be',- fece la giovane Auror, stiracchiandosi - sarà meglio che mi prepari un panino. Stasera ho un turno con quel gentiluomo di Dung e avrò bisogno di energia per stargli dietro.-

Remus si irrigidì.

Tonks stesa in terra, gli occhi chiusi, i capelli sulla fronte, fredda.

-No!-

-Pensi sia meglio un'insalata? Uhm, non hai tutti i torti... Forse con mais e tonno...-

-No, cioè, non è quello. E' il turno. Ti... ti sostituisco.-
Aveva detto la prima cosa che gli era venuta in mente.

Tonks scoppiò a ridere di gusto.
-Cosa vorresti fare tu, che nemmeno ti reggi in piedi?

- Dora, sul serio, sto bene.-
Si tirò su a sedere.

-Ci vado io. -

-Non se ne parla nemmeno!-

Una macchia rosa sul pavimento di pietra, immobile.

Il nuovo flash gli fece battere il cuore all'impazzata.

"Devo trovare un modo di impedirglielo."
-Per favore, fammici andare. Ho... bisogno di prendere un po' d'aria fresca.-

-Prima di tutto, ciò di cui hai bisogno è solamente bere qualcosa di caldo e restartene a letto. In secondo luogo, anche se così non fosse, ti concederei al massimo una passeggiata di dieci minuti, conciato come sei.-

Remus era inquieto, e i suoi occhi balenavano senza sosta.
Tonks lo osservò, critica. Era perplessa.

- Ok, ti do una possibilità per convincermi, Remus. Perchè dovresti andarci tu, sentiamo?-

- Perchè...-
"Perchè ho il terrore folle che ti succeda qualcosa, ed io ne morirei, semplice."
- Perchè... ho più... esperienza di te.-

L'Auror alzò un sopracciglio, ancora con un mezzo sorriso che le aleggiava sul viso.
Non era affatto impressionata, e lui decise di rincarare la dose.

-Temo, inoltre, che tu non sia in grado di sostenere la responsabilità di una missione così delicata, vista la tua giovane età ed il tuo carattere decisamente impulsivo.-
Va bene, aveva un po' esagerato, ma ormai c'era.

La ragazza aveva la bocca spalancata per lo stupore. Tacque per una decina di secondi, poi lo fulminò con lo sguardo.

-Remus J. Lupin, stai blaterando un mucchio di fesserie.-
L'aveva quasi sibilato.

Lui che si trascinava a fatica verso il suo corpo. Non avrebbe mai saputo…

Si sforzò di mantenere un tono di voce compassato.

-Non mi pare. Benché spiacevoli, ritengo siano osservazioni del tutto pertinenti.-
Aveva tremato appena. Non doveva essersene accorta.

-Scherzi. Dì che scherzi. O che sei fuori di testa. Una delle due, ma dilla.-
Era in piedi, i pugni stretti lungo i fianchi.

Con l'impressione di stare per combinare un guaio di proporzioni incredibili, ma incapace di interrompersi una volta arrivato a questo punto, lentamente rispose:

-Sono mortificato, ma parlo seriamente, Nimphadora.-

La strega iniziò a tremare di rabbia
Era furente perchè non era in grado di controbattere alcunché.
Era fuori di sè perchè stavolta non aveva fatto proprio nulla per meritarselo.
Ed era ferita a morte perchè era stato proprio Remus a parlarle in quel modo.

Incapace di controllare gli spasmi, il viso contratto, strinse i pugni fino a ferirsi il palmo delle mani con le sue stesse unghie.

-IL-MIO-NOME-E'-TONKS !- urlò infine.

Con le lacrime che sgorgavano a fiotti corse via, sbattendo la porta con tutta l'indignazione di cui fu capace.

------------

-Razza di imbecille patentato!-

Black era entrato come un uragano nella camera, mentre Lupin si stava vestendo a fatica, la ferita sul petto che tirava ad ogni movimento appena più brusco.
Era ancora intenzionato a recarsi al turno al posto di Tonks, nonostante si rendesse conto che fosse una cosa molto molto stupida.

-Immagino che aspettarmi che tu bussi, qualche volta, sia come sperare che il cielo si colori di verde.-

-Quale altra cosa infinitamente idiota hai combinato a mia cugina, per ridurla in quello stato?!-

-In effetti di solito combinare cose poco intelligenti non è mia prerogativa, fra noi due. Ora, potresti passarmi la cintura che vedi accanto a te, cortesem...?-

Non potè finire la frase, perchè fu raggiunto da un tremendo sganassone dritto sul mento.
Stordito, si sedette sul materasso.
L'altro uomo gli rivolgeva uno sguardo glaciale.

-Ringrazia la tua buona stella che sei conciato in maniera veramente pietosa perchè, altrimenti, ti avrei preso a calci nel sedere da qui fino in Australia, Lupin.- disse con tono piatto Sirius Black.

-E che non ti sfiori neanche lontanamente il pensiero di muoverti da questo posto pulcioso.- fece minaccioso.

-Ho appena avvertito Silente.-

---------

COMMENTO DELL'AUTRICE:

Meno uno.
Siamo quasi alla fine!! Tristezza... E il brutto è che ho un tremendissimo blocco. L'ultimo capitolo non vuole uscire dalla penna (nè dalla tastiera).E adesso come si fa? L'unico pezzo che ho scritto è la conclusione, che però ha la frase chiave in inglese! ^_^' Non che io sia una cima in inglese, eh... Sono solo facilmente condizionabile (Il famoso fattore lady).

Poveretto, quante botte ha preso Remus in questo capitolo. Be', un po' se l'è meritate. Capisco che fosse fuori di testa dopo essersi trasformato, però non immaginavo che potesse davvero perdere il raziocinio in questo modo. Come un'altra volta, sono costretta a constatare che ha una psicologia piuttosto arzigogolata!
Dite, vi ho spaventato almeno un po'? Mi sa che non ci siete cascati, eh?
E vabbè, lo sapevo. D'altra parte il classico brutto sogno è talmente usato, che non potevo sperarci! ^_^
Comunque in questo caso mi sentivo molto intellettuale, quindi ci sono tutti i risvolti psicologici del suo essere tormentato: il Mangiamorte gli dice che lui vorrebbe portarsi Tonks a letto (vero, ma si sente in colpa per questo), che è un essere indegno di portare la bacchetta, eccetera eccetera. Tutte le sue paranoie, insomma.
Comunque... dove siete finiti tutti? Mi abbandonate proprio alla fine? Noooooo...

Risposte:

CUCCIOLA_83:
Grazie! Qualcuno mi ha detto che mi avevi beccata subito (sorrisone). Ma la Befana non può risparmiarmi almeno un pochino, visto che ho aggiornato subito? (occhioni dolci sbrilluccicosi!)

Sakijune:
Non piangere... Io non sono in grado di far fuori qualcuno per davvero... Almeno credo.
Grazie mille!!! In effetti lo stile dei primi capitoli era abbastanza involuto, e il ritmo non un granché... Se davvero sono riuscita a rendere bene il dolore... Sono felicissima! Comunque il mio miglioramento è in gran parte dovuto alla mia mitica beta (in arte Nonna Minerva).

Ladydighiaccio:
E' vero, conosci tutti i miei più sordidi segreti... Spero che mi risparmierai la gogna, avendo aggiornato in soli due giorni, ma se così non fosse... E' stato bello conoscere tutti voi... ( e hai visto quanti puntini ho messo? per la tua felicità!)

Nonna Minerva:
Buffona... Ma quante risate mi sono fatta leggendo la tua recensione!

pollon74:
Cerca cerca... nel capitolo di Natale. C'è un piccolo gioco di parole che riguarda due regali, e... vediamo se lo scopri! ^_^

arya87:
Ho fatto un corso di BLSD... ti do una mano con il defibrillatore? XD Dai, ti sei ripresa, lo so. Certo è che adesso che mi conoscete non potrò più prendervi in giro. ^_^

Per Natale prometto una piccola shot... Purtroppo conterrà spoiler di DH, però in fondo manca poco all'uscita del libro in italiano, no?
Alla prossima (sigh!)

Rainsoul



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Capitolo 16
*** 14. PERFECTLY FIT ***


14vlast

Carissimi,
ecco a voi il finale (col botto?)
Continuate a seguire Chez Black, però: manca ancora l'epilogo. ^_^

14 . PERFECTLY FIT

Il Licantropo guardò il mantello, quello che gli aveva regalato proprio lei. Lo tenne in mano per un po', come studiandolo, e dopo un istante di esitazione se lo gettò sulle spalle.
Vi si avvolse per ripararsi dal vento gelido, ed uscì nella notte, diretto al bar dove sperava di trovarla.
L'avrebbe attesa fino al mattino, se necessario.

§§§

-Mi auguro di non essere di troppo fastidio per te, Remus- fece una voce gentile.
-Preside.-

L'anziano mago dalla lunga barba bianca era entrato da qualche minuto nella sua camera, annunciato dalle sue stesse parole.
Si accomodò su una sedia intagliata con tranquillità.

-Mi hanno detto che sei stato un po' giù di forma, nell'ultimo periodo.-
-Sto bene.-.

Gli occhi azzurri di Silente cercarono i suoi, ma subito si ritrasse.

-La prego, Preside... sto bene. - ripeté, testardo. Non aveva nessuna intenzione di farsi setacciare la mente, non in quel momento.

L'anziano mago si aggiustò sul naso gli occhialetti a mezzaluna, serio.

-Sono molto dispiaciuto per quello che ti sta accadendo, Remus.-
Aveva usato un tono calmo, paziente. Lupin sentì crescere il suo nervosismo.

-I tuoi amici sembrano essere convinti che tu non veda l'ora di scappare di qui.-

Lupin fissò ostinatamente il copriletto logoro, tacendo.

-Se me lo permetti, consiglierei di aspettare qualche giorno, benché io mi renda conto di quanto possa risultare soffocante un riposo forzato.-

-Non è quello. Io...- nel parlare si era voltato verso Silente, strappando leggermente la ferita. Digrignò i denti.
"Dannazione!" pensò.

§§§

La intravide, la lunga sciarpa a righe colorate arrotolata danti alla bocca, la testa riparata da un grosso ombrello verde brillante, e d'istinto si appiattì contro il muro, nascondendosi dietro l'angolo dell'isolato.

Aveva camminato fin lì continuando a rimuginare ansiosamente sulle parole da dirle, ma non era approdato a nulla di soddisfacente.
Qualsiasi cosa gli fosse venuta in mente suonava terribilmente imbecille, se detta a voce alta.
Aveva fatto delle prove, davanti ad un randagio spelacchiato che gironzolava da quelle parti.
Il meticcio era rimasto a guardarlo con i suoi occhi acquosi, quieto, finché Remus non si era rassegnato, gli aveva fatto una carezza, grattandolo sotto un orecchio, ed aveva ripreso a camminare verso il bar.

Così, in quel momento, non riusciva a far altro se non spiarla. Maledì se stesso per questa sua inettitudine.

La strega era in compagnia di altre ragazze, tutte più o meno della sua età, tutte ben vestite, tutte carine.
Un biondina fece una battuta spiritosa, e Tonks rise allegra, scuotendo la lunga chioma color cioccolato al latte che aveva scelto per quella sera. Lupin desiderò ardentemente passarvi una mano fra le ciocche.

Merlino, se era bella... Erano solo sei giorni che non la vedeva -sei giorni, sette ore e diciassette minuti, in verità-, ma si ritrovò a pensare che non se la ricordava così incredibilmente carina.

§§§

-Ha fatto i bagagli, e se n'è andata.-

Remus guardò esterrefatto l'anziano professore, che si stava accarezzando con movimenti regolari la barba candida.

-Come, scusi?-

-Ho incrociato Nimphadora, alcuni minuti fa. Sono quasi certo che abbia detto di essere intenzionata a tornare nel proprio appartamento, benché, temo, la mia memoria non sia esattamente affidabile quanto lo era settant'anni or sono...-

Il Licantropo si portò una mano alla fronte, e la scoprì madida di sudore.
" Dannata nausea..." pensò, mentre il suo stomaco si contraeva dolorosamente.

Dal piano inferiore si sentì provenire un rumore di ceramiche infrante. Di sotto, Sirius imprecò.

-Non è possibile.- obbiettò Lupin, ottusamente.- Piove.-

Immediatamente si pentì di aver parlato ad alta voce, e scansò lo sguardo di Silente. Il vecchio preside, comunque, finse di non averlo sentito, concentrandosi a cercare qualcosa nella falda della sua veste ricamata.

-Posso offrirti del cioccolato, Remus?-

Il mago rispose con una smorfia disgustata.

-Capisco.- fece l'uomo più anziano, riponendo nuovamente in tasca la barretta di Mielandia.

-N-no, mi scusi, Preside. Io... solo, credo di non sentirmi molto bene.-

Silente sorrise con fare cordiale.

-Sai Remus, nonostante mi renda conto che ho perso l'autorità di insegnarti alcunché da un considerevole numero di anni, vorrei darti ugualmente un suggerimento, se me lo permetti.-

L'uomo, in risposta, abbozzò un sorriso mesto.

-La prego, continui.- mormorò.

Silente tacque un istante, come soppesando le parole.

-Ti ho osservato spesso, negli anni seguiti al nostro primo, piacevole, incontro. Perbacco, non ho più neppure idea di quanti ne siano trascorsi precisamente... Ad ogni modo, ti ho osservato, ed è nata in me l'immodesta convinzione di conoscerti piuttosto bene.-

Remus attese, in silenzio, che il mago seguitasse a parlare.

-Trovo che tu sia un uomo pieno di qualità, eppure c'è una domanda che mi ha sempre assillato, al tuo riguardo.-

Con un dito nodoso, spinse gli occhialetti per il ponte, su per il proprio naso.

- Mi sono sempre chiesto perché tu tenda a non voler accettare le cose belle che ti capitano .-

Lupin si sentì come trapassare da una scossa elettrica.

-La mia vaga impressione -del tutto errata, ne sono certo- è che tu non creda di poter essere felice.-

"Colpito e affondato, Lunastorta." fece una voce nota nella sua testa.

§§§

Il gruppetto di amiche si era radunato sotto casa di Tonks per le ultime chiacchiere ridanciane. Ogni tanto una di loro sibilava uno "Shh!" alle altre, per poi cacciare un urletto divertito il minuto seguente.
Era più di un'ora che le seguiva, in attesa che si presentasse il momento opportuno per avvicinarsi a Tonks. Il freddo pungente penetrava dentro le ossa assieme alla pioggia, e Remus iniziava a pentirsi di non essersi semplicemente avvicinato prima a Dora, chiedendo scusa per l'intrusione e promettendo di riportarla indietro nel giro di pochi minuti.

Vederla così gli faceva male.

Vederla ridere, scherzare, divertirsi come se niente fosse successo. Un parte di lui era spinta a credere che, dopotutto, era logico. Questo era il mondo a cui Tonks apparteneva: vestiti carini, cocktail alla frutta, battute un po' brille, nonostante in quei mesi si fosse illuso che le cose stessero diversamente.

Tuttavia si forzò a distogliere la mente da quei pensieri negativi.

Due o tre ragazze si staccarono dal gruppo, e il mago capì che la serata si era finalmente conclusa.
La biondina spigliata di prima si diresse verso la traversa dove si trovava lui, così si chinò in basso e finse di allacciarsi una scarpa. Contò silenziosamente fino a quindici, poi rialzò la testa.
Con sua gran sorpresa la giovane era ancora lì, che lo fissava.

-Ragazze,- chiamò. -Il nostro maniaco non è niente male, visto da vicino.-

Il sangue lasciò il viso di Lupin tutto d'un botto, e quella ridacchiò.

-Hai intenzione di chiedermi il numero di telefono?-

-I-io... Cos..?- balbettò, in preda ad un mezzo attacco di panico.
Scambiato per un maniaco... Stai migliorando, fratello.

La ragazza gli si accostò di qualche centimetro, con un sorrisetto malizioso dipinto in volto.

-È tutta la sera che ci stai dietro come un segugio... o vuoi mettere le mani addosso ad una di noi, oppure sei troppo timido per chiederci il numero... ma visto che sono abbastanza ubriaca da trovarti carino, spero che sia la seconda!-

Le altre donne, nel frattempo, avevano raggiunto l'amica, e sgomitavano per poterlo vedere da vicino.

-Sono Alissa, comunque. Tu ce l'hai un nome, o devo continuare a chiamarti "il nostro maniaco" fino al primo appuntamento?

-In, er... I-in realtà temo di non...-

Lo sguardo di Remus balenò disperato verso Tonks, in cerca d'aiuto, ma la ragazza si era tenuta leggermente in disparte.
Sembrava avere la testa altrove.

-Aspetta, ho capito! -disse la bionda, con un tono di voce leggermente più alto del dovuto. -Ti piace lei? Bastava dirlo, che eri il tipo da brunetta!- Quando questa scoppiò a ridere, Lupin avvertì distintamente l'odore dell'alcol.

-Tonksy, tesoro, il nostro bel tenebroso ha puntato te!-

Tonks si voltò, indossando un sorriso di circostanza, e finalmente si rese conto di chi aveva di fronte.

-Ciao.- tentò l'uomo, a voce bassissima.

-Cosa... Remus?- fece lei, sorpresa di trovarlo lì.

-Tonksy, ma allora lo conosci?-

-Brutta marpiona che non sei altro! Chi è?-

-È un tuo ammiratore segreto?-

-È il tuo fidanzato?-

-È il tuo idraulico?- vociarono tutte insieme le ragazze.

-No, no, è solo... È un amico di mio cugino.- spiegò l'Auror. Poi, allarmata, si rivolse al mago.
-Sirius sta bene, vero?-

-Lui... sì, è tutto a posto. A parte qualche problema con le stoviglie, direi che sta bene.-

-Oh.- mormorò Tonks, improvvisamente fredda. - Allora non capisco cosa tu sia venuto a fare qui.-

Le amiche si lanciarono occhiate significative, poi una di loro disse che si era fatto proprio tardi, che era stata una bella serata, ma adesso dovevano davvero tornare a casa. Salutarono educatamente - Alissa strizzò l'occhio a Remus, prima di scappare via- e si allontanarono dal vicolo.

-Dora...- iniziò Remus, una volta rimasti soli.

-Non chiamarmi a quel modo, professor Lupin.-

Aveva lo sguardo vitreo, e fissava ostinatamente il marciapiede su cui poggiavano i suoi stivali.

-Va bene, Tonks. Aspetta. Noi... dobbiamo parlare.-

-Io e te non abbiamo nulla da dirci.-

-... Almeno lascia parlare me, te ne prego.- insistette lui.

Tonks si voltò di scatto, gli occhi che fiammeggiavano astiosamente.

-Per farti dire cosa, si può sapere?-
Fece cadere l'ombrello.
-Aspetta, com'era... "Non capiterà più, te lo assicuro... Sono mortificato.". No grazie, è storia vecchia!-

Remus si morse le labbra, stringendo forte i pugni. L'acqua gli colava dai capelli lungo la nuca.

-Per favore, so che hai tutti i diritti di non voler stare a sentirmi, ma ho bisogno di spiegarti...-

-Be', quello di cui io ho bisogno, al momento, è un bagno caldo invece.- disse lei, ostentando un tono sprezzante.

Poi si girò in direzione del suo portone, e scandì, con disprezzo:
-Buona notte.-

Gli occhi del Licantropo lampeggiarono.

-Maledizione, vuoi prestarmi ascolto per un unico, dannatissimo minuto?!-ruggì.

Senza rendersene conto, l'aveva afferrata per un polso.
Tonks lo fissò, disgustata, e subito lui la lasciò andare, disorientato dal suo stesso gesto.

-Che vuoi fare adesso, Lupin? Ferirmi anche fisicamente, oltre che nell'orgoglio?-

Fece un passo in avanti, protendendo il viso verso quello dell'uomo, il mento in avanti in un esplicito gesto di sfida.

-Vuoi colpirmi, magari!-
Tutta la rabbia che aveva provato fino a quel giorno stava traboccando all'improvviso.

-Avanti, fallo. Che aspetti?-

Lui aveva gli occhi sgranati, sgomento, e la guardava, la bocca serrata in una supplica silenziosa.
Tonks gli vomitò addosso tutto il risentimento di cui fu capace.

-Quante volte ti sei divertito alle mie spalle, eh? Tonks, la sciocca ragazzina incapace che gioca a fare l'Auror... Mi sembra di sentirti!-

La voce del mago tremò.
-Questo non è vero.-

-Non è vero?! NON E' VERO?!! E allora cosa lo è, Lupin?-
La ragazza sentì le orecchie in fiamme.
-La verità è che, anche se sembri una persona gentile ed umana, tu sei solo un maledetto animale!-

Istantaneamente, il viso dell'uomo si contrasse in una smorfia di dolore.
Tonks si era sentita sprofondare nell'esatto istante in cui le parole le erano uscite di bocca.
"Oh, Morgana..." pensò Dora, coprendosi le labbra con le mani.

Per alcuni minuti, nessuno dei due mosse un muscolo.
Infine, dopo un silenzio che parve interminabile, con voce bassa e rauca, Lupin disse piano:

-Io... Capisco. Perdonami se ti ho recato disturbo tanto a lungo.-

Aveva parlato con tono dolce ed infinitamente triste.
Si avvolse nel mantello rosso cupo e si mosse verso casa.
Tonks capì di dover fare qualcosa.

-No! Aspetta, Remus... io... non intendevo veramente...-

Il mago proseguì, senza voltarsi.

-Remus! Remus...-

"Idiota! Stupida, impulsiva, dannata idiota!" ripeté a se stessa, picchiandosi un pugno sulla testa.
Corrigli dietro, no?
E così si mise a correre.
Ma non aveva calcolato la pioggia, che aveva reso scivoloso l'asfalto, e dopo giusto un paio di metri i suoi piedi persero aderenza, come se avesse provato a correre su una lastra di ghiaccio; tentò di recuperare l'equilibrio roteando forsennatamente le braccia per aria, ma ormai era troppo tardi.

-Waaaaah!!!!- urlò, strizzando forte gli occhi, in attesa dell'imminente impatto contro il suolo.

Per alcuni istanti provò la strana sensazione di galleggiare nel vuoto, e si domandò perchè non avvertisse dolore da nessuna parte, poi riaprì gli occhi, trovandosi ad una decina di centimetri dal volto di Remus.

-Grazie...- disse flebilmente la ragazza, avvampando.
Per un attimo negli occhi di lui intravide un guizzo familiare.
Sbatté le palpebre, per mettere meglio a fuoco il viso del mago, ma in un istante la sua espressione era già tornata distante.

-Tutto ok?- domandò lui, incerto.

-No.- rispose lei.

Disorientato, il mago parve irrigidirsi.

-Credo... di aver appena fatto la cosa più sbagliata di tutta la mia vita, e... be', mi sento abbastanza male per questo. Anzi, direi ben più che "abbastanza male": vorrei essere seppellita sotto metri di terra.-

Remus aggrottò le sopracciglia, poi la aiutò a rimettersi in piedi.

-Oh.- disse solo.

-Come "Oh"?-

-Non... so cosa dire. Solo... Oh.-

-Ehm... Ok.-

Si fissarono in silenzio per diversi minuti.
L'atmosfera era strana, un misto di elettricità e calma piatta. Non aveva smesso di piovere, ma nessuno dei due ci faceva caso.
La ragazza guardò l'uomo, la sua espressione pensierosa, domandandosi cosa gli passasse per la testa. Stranamente, non era affatto in ansia. Un po' agitata, ma con la precisa sensazione che niente di brutto potesse più accadere.
Poi:

-Andiamo...?- sussurrò Lupin, la voce appena udibile nella pioggia scrosciante.

-Andiamo dove?- chiese Tonks, inclinando il capo.

-A casa.- mormorò lui, tenendo gli occhi bassi.

La ragazza si limitò ad annuire, e fece scivolare delicatamente una mano fra le sue.
Per un instante l'uomo parve sorprendersi del gesto, ma subito strinse le dita sottili di rimando, e sorrise.
Tonks ridacchiò piano, nervosa.

Con un crack, le due figure si Smaterializzarono dal vicolo stretto.

----

Nel salone buio, l'uomo e la donna stavano in piedi, vicini, l'uno di fronte all'altra.
Nessuno dei due aveva più detto una parola da molti minuti, ma quel silenzio sembrava intessuto di mille suoni.

Non si accorsero neppure di chi avesse iniziato a muoversi.

Lenti, i respiri si fusero l'uno con l'altro.
Remus sentiva la propria gola pulsare quasi dolorosamente, e si aggrappò a questa consapevolezza per non perdersi.

Tonks seguì con un polpastrello i lineamenti di lui, come aveva fatto nella luce filtrata di un'alba a casa sua, mentre lui dormiva. Percorse ogni segno, ogni cicatrice, sfiorandoli appena. Lui la lasciò fare, un velo di timidezza ad imbrunirgli appena le iridi ambrate.
Lei lo guardò intensamente, per dirgli insieme tutti quei concetti indefinibili a parole.

Poi il mago avvicinò cautamente una mano alla mascella di lei.
"Dora", avrebbe voluto dire, ma la voce venne fuori spezzata, in un mormorio insensato.

Entrambi smisero di respirare, timorosi che l'aria potesse sciupare qualunque cosa stesse per accadere, tanto sembrava loro irreale, e delicata, e fragile.

Lievi, le loro labbra si incontrarono per la prima volta.
La ragazza si stupì di quanto quelle del mago risultassero tenere e frementi al tempo stesso, e provò un brivido nel sentirle, ruvide, contro le proprie.

Remus si meravigliò di quanto fossero morbide e piene quelle della giovane donna, sentì le ginocchia ammorbidirsi come burro.

Si baciarono piano, ad occhi chiusi, a lungo, finché l'intensità delle sensazioni non divenne insostenibile, finché non dovettero staccarsi.
Continuarono a cercarsi.

Tonks si rifugiò nell'incavo della spalla di lui, inspirando il suo profumo a pieni polmoni.
Un moto di piacere le mozzò il fiato, quando un mormorio di assenso sfuggì dalla bocca dell'uomo.
Lupin le accarezzò i capelli, la mano appena mossa da un tremore leggerissimo.

"Merlino..." pensò, e insieme:
-Morgana...- disse Tonks.

Un angolo della bocca di Remus si increspò in un sorriso sghembo.
Cacciò un sospiro divertito.

-Cosa...?- domandò la ragazza.

Gli occhi del mago brillavano.

-Nie...-

-Non dirlo. "Niente" non ha mai funzionato con me, lupastro.-

Lui ridacchiò con gusto.

-Come saprai, ho la fastidiosa abitudine di tentare fino all'ultimo.-

-Iniziavo ad intuirlo.-

L'uomo sorrise, enigmatico.

-Allora?- insistette la strega.

Il viso di Remus si contrasse in un'espressione di leggero fastidio.

-Era qualcosa di enormemente svenevole. E melenso anche.-

Un calore piacevole si liberò a livello dello stomaco di Tonks.

-Prometto di mantenere integra la tua dignità.- assicurò, sforzandosi di mantenere un tono di voce credibilmente serio.

Lupin inarcò un sopracciglio, poco convinto.

-E dovrei crederti, perchè...-

- Perchè metterei a repentaglio la mia stessa reputazione, se mi accompagnassi ad un uomo che ne fosse sprovvisto.-

Il Licantropo parve combattuto. Accarezzava distrattamente una spalla della ragazza, ponderando cautamente le varie alternative.

-Ok.- disse infine, piano.

Tonks attese.

-Pensavo... noi due...-

La ragazza si torturò un labbro, curiosa.

-È solo... Ci completiamo alla perfezione, suppongo. Anche se in un bizzarro, inconcepibile, buffissimo modo che ancora non mi è chiaro.-

Tonks sentì affiorare la pelle d'oca sulle proprie guance, e deglutì.

-Immaginavo che fosse... troppo sdolcinato, in effetti.- fece Remus, tentando di mascherare il disagio con un mezzo sorriso imbarazzato.

-Non so dirti se qualcuno possa ritenerlo.- rispose Dora.- Ma sai una cosa? Anche se fosse, non me ne importa un dannatissimo accidenti.-

---------


Era notte fonda, a Londra. Grimmauld Place era immersa nel buio, ma non tutti i suoi abitanti dormivano, quieti.

Uno di loro russava in maniera indecente, una mano a grattarsi la pancia, una gamba che scalciava ritmicamente il pesante piumone, in un atteggiamento che ricordava in misura impressionante quello di un grosso cane pulcioso. I capelli corvini giacevano sparsi sul guanciale in un intricato groviglio di nodi, ed un sottile filo di bava gli scendeva lucido lungo una guancia, prudendo fastidiosamente.

Degli altri due, non è dato sapere molto.
Qualcuno disse di averli intravisti al secondo piano, quella notte, chiudersi alle spalle la vecchia porta cigolante di una stanza della casa.

Avremmo potuto indagare oltre, seguirli, a loro invisibili, fin dentro la camera buia.
Ne avevamo il potere, è vero.
Eppure abbiamo scelto di aspettare fuori, in silenzio, per non disturbarli più.
Mi scuserete se mi sono presa la licenza di decidere anche per voi, ma sono certa che ne capirete il perchè.

Avevano, entrambi, davvero troppo tempo da recuperare.

Fine... (o quasi!)

COMMENTO DELL'AUTRICE:

ç_ç
Finita. Chez Black è finita. Che magone, ragazzi!
La conclusione non mi soddisfa al 100%, ma credo che nessun finale, per quanto mi potesse venire bene, ci sarebbe riuscito. Wow, mi sento più leggera. Devo ringraziare Cucciola per avermi sbloccato questo capitolo, con un semplice quanto geniale "Come dice, scusi?". Senza di lei forse non starei scrivendo il commento, adesso!

Il prossimo sarà l'ultimo aggiornamento: un epilogo, breve, scritto soprattutto per tenere buono Felpato, che non ha avuto abbastanza spazio in questo zuccherosissimo capitolo 14. Che dire, vuol fare un'uscita di scena... col botto.

Preciso che la frase di Remus "È solo... ci completiamo alla perfezione suppongo." non mi soddisfa per niente. Mi era venuta in inglese, ma non potevo lasciarla così, quindi per coloro che conoscono la lingua, l'originale era:

-It's just... We perfectly fit, I suppose.-

Ora, il significato di "fit" è qualcosa come "stare bene insieme", "essere complementari", "calzare", più o meno (grazie per il consulto sclerotico, Nonna Minerva!). Traduzione migliore non ci è venuta, a me e a Nonna: volevo qualcosa che suonasse bene, ma che non fosse banale come "stare bene". Alla fine la scelta è ricaduta su "completare". Altre candidati molto papabili sono stati: "combaciamo alla perfezione" e "siamo un incastro perfetto", nonché la prima versione, alquanto brutta "siamo perfettamente adatti".

RISPOSTE

Cathleen:
Spero tanto che tu riesca a metterti in pari, per poterti rispondere almeno una volta in diretta, anziché in differita. Ma se così non fosse, ti ringrazio per la tua puntuale recensione, è molto gratificante per me! Grazie per i complimenti, e sono contenta che il mio complicatissimo Remus ti sconfinferi. ^_^

Summers84:
Avevo in testa il finale da moltissimo tempo, quindi non ho potuto accontentarti... Spero che questo lieto fine ti sia piaciuto lo stesso. Non ero pronta per scrivere un'AU, e forse non lo sono del tutto nemmeno ora, ma chi può dire cosa succederà nella prossima fiction? Perchè mi sa che scrivere queste storie è un po' un droga: difficile smettere, una volta incominciato.

pollon74:
Bravaaaaaa! Mi dai una gran soddisfazione: ci avevo messo tanto a trovare quei due nomi, sai?
Il sollievo è durato poco... ma poi ogni sofferenza è stata ricompensata (spero, almeno... ^_^'). Mi mancheranno i tuoi commenti! Buaaaaà!

Nene:
Perdonatissima! Ma... sono salva, o devo tornare in esilio?
Comunque hai ragione (avete ragione), Remus si è comportato male-male-male! Avrebbe potuto dirle la verità, ma non sarebbe stato da lui, credo. Non ce lo vedevo molto a dire: -Tonks, siccome ti amo e ho fatto un brutto sogno in cui morivi, potresti non andare a fare il tuo dovere, per cortesia?- XD!
Il nostro lupastro non è molto comunicativo, su certe cose, mi sa!

arya87:
E qui veniamo a te! L'altro motivo per cui ha fatto l'idiota, è esattamente quello che immagini tu: è troppo bello tormentarlo! Se solo imparasse dai propri errori... Grazie al cielo non lo fa, e noi possiamo fargli combinare un disastro dopo l'altro. Anche qui, però, devo ammettere che in gran parte è stato attivo il "Fattore Lady" (Bracknell, per la cronaca), avendo da poco finito di leggere la bellissima Disaster: see also Remus Lupin, Lovelife of.

Pioggia:
Mi sei mancata! Devi sapere che Babbo Natale e la Befana sono in sciopero, a causa delle preghiere di Cucciola, ma sono certa che tu sarai risparmiata dalla sua ira funesta. E... sai che non ci avevo pensato? HAI RAGIONE! Il punto era esattamente la storia dei veggenti! Mi sa che tu l'hai capito meglio di me. ^_^
E per gli anagrammi, ci hai preso anche tu! Un applauso!

SakiJune:
Al solito arrossisco. Ma l'incubo era proprio questo: un'allucinazione della mente malata di quell'uomo. Che poi, si sa, tende a complicare anche le cose più semplici. Vorrei prenderlo a calci io stessa, ma poi mi ricordo che, be', sono io a fargli fare quelle cose, e vado ad inghiottire un'altra dose di psicofarmaci, contro il disturbo bipolare.

CUCCIOLA_83:
Il commento in inglese è toccato anche a te... Quella donna perfida non conosce limiti! Dovremmo stringere un patto di alleanza per contrastarla, sempre che ciò non la incattivisca ancor di più. Grazie ancora per avermi dato modo di concludere questa storia!

Nonna Minerva:
You bloody maniac! How can I be compelled to search for a dictionary, just to able to understand a stupid comment?
I'm gonna get my revenge, one day...

FireAngel:
Direi che è una scusa ottima… ^_^ Ed ecco un’altra che li ha beccati! Che ti devo dire, si vede che Sirius è il classico tipo che legge solo se costretto, ma è abbastanza brillante da scrivere la parodia di un manuale d’amore! Con tutto il tempo libero che ha… Ti ringrazio per i complimenti!

Pucchyko_girl:
Mi sento molto in imbarazzo... addirittura Hemingway! E' decisamente troppo... Amo anch'io i capitoli di Natale, sai?

Mithril Black:
Grazie anche a te! Posso chiederti chi è il personaggio che ti piace, fra i tre? Perché qui abbiamo affezionati di Sirius e di Remus, o della coppia insieme, ma di Tonks non tantissimi.

Daydreamer:
Be’, che dire… vi siete messi d’impegno per farmi arrossire! Ti ringrazio per i commenti, e sappi che leggerne così da davvero la spinta giusta per continuare a scrivere. Un abbraccio!

Alla prossima... l'ultima -per davvero-, con i ringraziamenti, i saluti e soprattutto l'epilogo. Buon anno a tutti!

Rainsoul

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Capitolo 17
*** EPILOGO- Perchè certe cose non cambiano mai... ***


epilogo Ok, non è proprio breve come mi aspettavo, ma sapete com'è...


EPILOGO- Perchè certe cose non cambiano mai...

Tonks mormorò di piacere. Iniziava a svegliarsi, con addosso quella sensazione di benessere che solo il sonno pieno -dopo un'attività fisica appagante- sa dare. Aprì gli occhi, e nella luce fioca che penetrava dalla finestra non riconobbe il luogo dove si trovava. Per un attimo questo la disorientò, poi iniziò a ricordare.

La serata con le amiche babbane. Il bar, quattro o cinque drink di troppo, la pioggia...
E Remus.
Lite, urla, pioggia.
Caduta, Remus.
Patetiche scuse. Silenzio. Remus.
Respiro affrettato.
Grimmauld Place, buio, Remus.
Remus, bacio, Remus.
Scale. Cuore in gola. Sfiorarsi cauti, piano.
Remus...

Le era tornata in mente ogni cosa, adesso, il che era piuttosto piacevole.
Tonks allungò il braccio destro alla cieca, alla ricerca di un po' di Lupo Mannaro che doveva essere avanzato fra le lenzuola dalla sera prima.

-Buongiorno.- fece una voce rauca.

La ragazza sbattè le palpebre un paio di volte, poi sbadigliò, ed infine guardò Lupin.
Stava seduto sul letto, il cuscino dietro la schiena, con un vecchio volume rilegato in pelle posato sul grembo. Dei buffi occhialetti da lettura, tondi e tartarugati, ciondolavano in bilico sul suo naso dritto, qualche ciuffo grigio che ricadeva davanti alle lenti sottili. Il copriletto tirato sulle gambe lasciava intravedere l'elastico dei boxer chiari, l'unica altra cosa che il mago indossava, al momento.

-Ma tu leggi sempre?!- domandò la ragazza, allibita.

-Er... Io...-

-Ok, lo prenderò per un sì.-

-E' solo...- tentò, esitante.- Dormivi.-

-Sai, professore, qualcun altro in queste circostanze sarebbe rimasto a guardarmi, in estasi, fino al mio risveglio.- lo stuzzicò.

Remus inarcò un sopracciglio, poi tornò a fissare la pagina ingiallita.

-Non sei uno spettacolo così interessante, di primo mattino, a dire il vero.-

Nonostante poco prima avesse solo voluto scherzare, Tonks si sentì piccata, dalla risposta dell'uomo.
Non disse nulla, si morse le labbra, e deglutì.
Senza scostare lo sguardo dalle righe, il Licantropo continuò.

-Non dopo le prime tre ore di osservazione, per lo meno.-

Remus era ben consapevole di essere più rosso di un Weasley, in quel momento.
"Dannate conversazioni post-sesso..." pensò. Mai stato bravo, in quelle.
Tonks si tirò su, si avvicinò al mago e gli diede un bacio leggero sulle labbra.

-Buona risposta, professor Lupin.-

Lui si sfilò gli occhiali, e li poggiò sul comodino accanto al letto, insieme al libro.
Una scintilla d'impertinenza sfavillò nei suoi occhi ambrati.


-Ti sta bene.-

-Mi sta bene?-

-La mia camicia. Ti sta bene.-

Tonks sorrise. Piaceva anche a lei, indossarla.
Aveva il profumo dell'uomo, e sentirlo sulla propria pelle era una bella sensazione.
Remus attirò a sè Dora e la baciò sui capelli, accarezzandole distrattamente una spalla.
La strega si accoccolò con il capo sul suo petto e mugugnò il proprio apprezzamento.

-Mi stavo domandando...- attaccò Lupin, pensieroso.- Mi stavo domandando come la prenderanno... sai, gli altri. Tutta questa faccenda è... Voglio dire, tu ed io...-
Si portò una mano alla fronte, cercando le parole.
-Ammettiamolo, è alquanto strano.-

-Perchè?- chiese la strega, scostandosi un po', per guardarlo meglio in faccia.

-Perchè io non sono neppure...-

-Oh, invece direi proprio che non sei affatto male, da quel punto di vista.- sorrise la ragazza. - Potrei darti perfino un Oltre Ogni Previsione, se mi sentissi magnanima...-

-Er... Grazie. Ma la parola che cercavo era "umano", credo.-

Tonks sollevò un sopracciglio, critica, scostandosi appena.
-Certo che ne hai di complessi, tu.-

Lo sguardo del Licantropò s'incupì.
-Non sto scherzando, Dora. Potrebbero trattarci... diversamente.-

Nimphadora arricciò le labbra con disapprovazione,
-Chi dovrebbe farlo, di grazia?-

-Tutti.- rispose seccamente lui.

-Non m'importa della gente.-

-Ascolta, Dora... intendo davvero tutti.-

La ragazza sbuffò sonoramente.
-Spiegati.-

Il mago apparve a disagio.
-Nell'Ordine. Loro...-

-Remus John Lupin, ti hanno forse mai discriminato finora?! E non tirare fuori quell'idiota di Piton!-

-No, ma... Magari inizieranno.-

Tonks rimase un attimo in silenzio, accigliata.
Non sapeva se assestargli una grossa botta in testa per la sfiducia che stava dimostrando nei confronti dei propri amici, o rassicurare quella sottospecie di relitto umano che si ritrovava nel letto.

Per un po' parve soppesare le parole da usare, poi lentamente disse:
-Magari invece, adesso che ti vedrà con un'altra donna, Molly capirà che sei l'uomo della sua vita... Di sicuro, lascerà Arthur per scappare con te.-

Lupin non potè trattenere un sorriso sghembo.
-Dici?-

Tonks annuì, con una punta d'impertinenza negli occhi.

-O forse,- fece lui -Alastor e Kingsley mi sfideranno a duello per averti insidiata!-

Tonks sghignazzò di gusto.

-Da parte sua, credo che tuo cugino...-

Tutto d'un tratto la giovane impallidì.
-Merlino, Rem!- esclamò, interrompendolo.

-Cosa?- fece lui, allamato.

-Dovremo dirlo anche a Sirius...- mugolò, nascondendo la faccia con un cuscino. -Noooooo...-

Sirius. Oh, ne sarebbe stato molto felice, lui.
Troppo felice.
Nella mente del Licantropo apparve nitida l'immagine dell'amico, che sventolava la fotografia di un giovane Remus Lupin scarmigliato, ripreso in atteggiamenti intimi con una ragazza dai capelli rossi. Rideva selvaggiamente.
"Porca miseria..." pensò Remus.

I due si scambiarono un'occhiata sofferente, poi decisero che, dopotutto, non era necessario che Black lo venisse a sapere.
Non subito almeno.
Avrebbero aspettato un po', giusto il tempo per vedere se le cose potessero funzionare, poi gliene avrebbero parlato.
Dopotutto non era il caso di affrettare le cose. Molto meglio che prima si stabilizzassero.
Certo, concordarono, prima o poi avrebbero affrontato l'argomento anche con Rogna Black.
Magari si sarebbero seduti in salotto con calma, davanti al fuoco, e gli avrebbero detto che fra loro era nata un certa simpatia. L'avrebbero fatto, naturale.
Almeno in tempo per comunicargli che stavano per dargli il quarto nipotino.
Conclusero la conversazione un po' più sollevati, e si dedicarono a rodare il sitema di procreazione.

-----

Avevano passato alcuni minuti abbracciati sotto le coperte godendosi il tepore l'uno dell'altra, quando a Tonks passò per la testa un pensiero divertente.

-Remus?- lo chiamò.

-Mh.-

Remus. Quante volte aveva sentito pronunciare il proprio nome?
Eppure, detto da lei, il suo suono sembrava infinitamente più musicale.

-Remus. Perchè?-

Il mago si voltò ad esaminarla.

-Perchè cosa?- fece, sospettoso.

La ragazza indossò l'espressione più innocente che riuscì a mettere su.

-Perchè mi hai baciata, ieri sera?-

L'espressione confusa dell'uomo scatenò nell'Auror una fragorosa risata. I suoi capelli lampeggiarono di un ilare arancio.
Lentamente, Lupin articolò una risposta cauta.

-Immaginavo fosse evidente, in tutta sincerità.-

-Non lo è, invece. -replicò, recuperando un tono serio. -Voglio dire, ci sono mille motivi diversi per baciare qualcuno, no?-

-Davvero?-

-Oh, be'... Ad esempio perchè ci si sente soli, perchè si è ubriachi, perchè si vuol fare ingelosire qualcun altro...- attaccò, contando sulle dita, man mano che enumerava le possibilità.
-... per dimenticare un amore infelice, per far imbufalire i propri genitori, per indispettire Piton-alla-faccia-sua-che-non-può-farlo, perchè...-

-Grazie, hai reso l'idea.- la interruppe.

-Allora, quale fra queste?-

Il mago prese a giocherellare distrattamente con le dita della strega fra i suoi polpastrelli, un'espressione meditativa sul volto.

-Indispettire Piton.- concluse.

Tonks ridacchiò.
-Bastardo.- disse poi. -No, sul serio. Come mai?-

Remus si grattò distrattamente una tempia.

-Sei davvero insistente, lo sai?-

-Me l'hanno detto un paio di volte, in effetti.-

-Si è rivelato inutile, a quanto vedo.-

-Brillante come sempre, Remus. Però basta sviare, adesso.-

L'uomo strinse un po' più forte la mano della ragazza, esitando.

-La ragione è che...- mormorò infine, senza guardarla negli occhi. -Tu mi piaci.-

Il cuore dell' Auror fece un piccolo balzo.
Tentò di mantenere uno sguardo canzonatorio, e di non lasciar tremare la voce.
"Autocontrollo", si disse.

-Capisco. Poi però siamo andati un po' oltre, mi pare.-

Remus si chiese dove volesse arrivare.
-Sì, pare anche a me.-

-Sai, io e te abbiamo...-

-Er, c'ero anch'io, in effetti.-

-Uhm...-
Tonks si mostrò pensierosa.
Lupin iniziava ad innervosirsi.
D'un tratto la ragazza domandò, con aria dubbiosa:
-Anche quello è successo perchè ti piaccio?-

-Certamente.- confermò l'uomo.

-Quindi... correggimi se sbaglio, tu dormi con tutte quelle che appena ti piacciono, professore?-

Il tono era terribilmente accusatorio.
"Brava Tonks! Sei stata molto credibile!", si complimentò con se stessa.
Era troppo divertente metterlo in difficoltà a quel modo!

-Io non dormo con tutte... Per lo meno non con quelle che appena...!- protestò Lupin, il viso che stava assumento la nuance tipica dei ciclamini.

-Allora vuol dire che sei cotto di me, Lupin.- concluse, gongolando del proprio sadismo targato Black.

Remus aprì la bocca in un silenzioso "Oh.", troppo turbato per emettere suoni udibili.
L'espressione di profondo disagio dipinta sul suo volto provocò a Tonks un tremendo accesso di risa.

Primo: con donne che appena ti piacevano ci hai anche dormito, Lunastorta. Detto ciò, passarei al secondo punto: per lei provi decisamente qualcosa in più.
"Che ne sai, tu..."
Ne so più di te, a quanto pare, razza di imbecille!
"Non c'eri nemmeno."
Sì che c'ero.
"Non è vero."
Invece sì.
"Invece no."
Invece sì!
"Oh, basta. Non intendo discuterne oltre, con te. Non esisti neppure, per la miseria..."
Ottima idea. Discutine con mia cugina.
"Bastardo."
Sacco di pulci.
"Smettila, Felpato."
Solo se glielo dici.
"Ma cosa?"
Che ti sei inna...
"Merlino, taci, una buona volta!"

Mentre la risata argentina della strega si andava spegnendo un'altra, decisamente più sguaiata, partì nella sua testa prima che potesse impedirlo.
Capì che c'era un'unica soluzione, prima di impazzire -sempre che non fosse già successo, naturalmente-, così prese un bel respiro e si girò verso Tonks.
Lei ricambiò lo sguardo, ancora divertita, ignara dell'accesa discussione che si era appena svolta nella testa dell'uomo.

-Dora.- disse lui.

-Mh?- Aveva le palpebre socchiuse, e un mezzo sorriso sulle labbra.

L'uomo si avvicinò un po' di più alla ragazza.
Non sapeva se guardarla negli occhi, così fece un tentativo. No, non andava.
Gli iniziavano a sudare i palmi delle mani.

-Dora...- ripetè.

Tonks iniziò ad incuriosirsi.

-Cosa c'è, Remus?-

Il mago stirò un sorriso, col risultato di esibirsi in una smorfia grottesca.
"Ora o mai più." pensò.
Quindi chiuse gli occhi, temendo di tirarsi indietro, e mormorò:

-Dora, io ti...-

CRASH!!!

La porta, mezza marcia, era crollata sotto il peso di un enorme cane nero.

-BLAAAACK!- ruggì Remus, forse più rosso per la rabbia che per l'imbarazzo.
Tonks sapeva che, se il viso di Lupin poteva considerarsi acceso, non doveva essere niente in confronto ai propri capelli.

Sirius scrollò il grosso capo peloso, poi trotterellò allegramente verso il letto pronto a balzare sul piumone, ma il Licantropo afferrò la bacchetta e iniziò a scagliare anatemi al suo indirizzo, imbestialito.

L'Animagus riprese velocemente la sua forma umana, ed abbassò il capo per evitare una strana fattura dal nome impronunciabile, i cui effetti dovevano però essergli noti, visto il lampo di disgusto che gli passò sul bel volto.

-Quello era veramente sleale, Lunastorta.- latrò.

-Certo, certo... invece spiare non lo è affatto, Felpato?- ribatté l'uomo, la bacchetta puntata verso l'amico.

-Siete in errore, messere. Il sottoscritto non spiava... piuttosto, esplorava il territorio!-

Remus scoprì i denti con aria aggressiva, mormorando qualcosa come "Bestiaccia..." all'indirizzo dell'altro uomo.
Un nuovo lampo di luce rosata si andò a frantumare contro il logoro copriletto, previdentemente alzato a mo' di scudo da Black. Il tessuto iniziò a moltiplicarsi a dismisura, lasciando scoperta Tonks solo per una manciata di secondi.

-Belle gambe, Nimphadora!- disse Black, strizzandole un occhio.
-Ottimo gusto come sempre, fratello. Se solo non fosse mia cugina...-
La ragazza avvampò.

-Waddiwasi!- urlò il Licantropo mirando ad un pomello del letto, che saltò, schizzando in direzione di Black.

-Protego... Remus, avanti vecchio mio, sai fare di meglio!-

-Mi sto solo scaldando, Sirius... Everte Statim!-

L'uomo dai capelli neri fu scagliato con forza da una parte, ma l'attimo prima di andare a sbattere contro il muro, fece in tempo a gridare:
"Carpe Retractum", riuscendo ad aggrapparsi al vecchio lampadario pericolante al centro del soffitto. Mentre questo oscillava pericolosamente, Black additò il volume abbandonato sul comodino, e ghignò.

-Kamasutra?- domandò, beffardo.

-Razza di... Cucurbita!- disse Remus, più vermiglio che mai, la bacchetta puntata verso la testa dell'amico, con il chiaro intendo di trasfigurargliela in una grossa zucca. Sirius si lasciò cadere appena in tempo, facendo sì che a mutare fosse la grossa candela giallo sporco, posta appena dietro il suo capo.

-Interessante.- disse, osservando il piccolo ortaggio arancione.
- Qualcosa mi spinge a desumere che Monsieur Lunastorta, qui, consideri Monsieur Felpato una sorta di zuccone!-.
Scosse la testa.
-Non va affatto bene, compare.-

-In effetti, forse, avrei dovuto vagliare maggiormente l'alternativa "rapa"...- rispose Lupin, iniziando a sollevare la mano destra, pronto a mettere in atto la minaccia.

Ma nel frattempo Sirius si era mosso lentamente verso l'uscita, ed al momento si trovava già sull'uscio, il viso illuminato da un sorriso beffardo.

-Mi scuserete se non chiudo la porta...- fece, sornione, inchinandosi appena ad indicare con un cenno del capo i poveri resti frantumati.
-Sapete com'è, la coda...( * )- conluse, per poi sparire nel buio corridoio.

-Aspetta solo che arrivi la prossima luna piena, razza di pulcioso bastardo!- gli urlò dietro Lupin, prima che l'animale sparisse dietro alle schegge sparpagliate sul pavimento, con il muso atteggiato in un'espressione che ricordava enormemente un ghigno malefico.

Remus si lasciò cadere sul materasso, passandosi una mano fra i capelli, e sospirò.
-Avrei dovuto immaginarlo, suppongo.- disse.
-Almeno dopo le prime cinque volte, avrei davvero dovuto immaginarlo.-

Col cuscino sulle orecchie, la bocca arricciata con fare disgustato, Tonks cantilenava a mezza voce, dondolandosi avanti e indietro: "Non ci credo... Non ci credo... Non ci credo...".
Lupin le lanciò uno sguardo divertito, poi le diede un buffetto affettuoso sulla testa.

-Dora?-

-Uh.- fece lei, la fronte aggrottata.

-Non ti pare di esagerare leggermente?-

-No davvero, Remus. La mia vita è finita. Ci tormenterà per l'eternità!-

Lui sorrise, poi si schiarì la voce.

-A conti fatti, in realtà, c'è un lato positivo in tutta questa faccenda...-

-Davvero?- brontolò Tonks -Illuminami.-

-Abbiamo risolto il problema di comunicarlo al resto del mondo.-




COMMENTO DELL'AUTRICE:

E' uscito Deathly Hallows in italiano.
Ora, qualcuno di voi non avrà preso bene la fine (io quest'estate non l'ho presa bene per nulla, in effetti).
Prima o poi passa, credo.
Comunque se avete finito il libro, potete leggere la one-shot che ho pubblicato sotto Natale: "Chocolate, what cheer!". C'è un grosso spoiler, quindi assicuratevi di aver letto DH fino in fondo. Ah, non l'ho nemmeno fatta betare ^_^'... Ok, forse non è proprio il caso di leggerla.
Detto ciò, spero l'epilogo vi sia piaciuto: la mia intenzione era quella di tornare alla vecchia atmosfera di Chez Black. Felpato ha avuto il suo momento, non è morto (povera palla di pelo, come si fa?), e il lupastro è il solito insicuro-affascinante-enciclopedico lupastro.
Tutto è bene quel che finisce bene!


NOTA: ( * ) Dalle mie parti, quando qualcuno esce da una stanza senza chiudere la porta, gli si chiede "Ma che hai, la coda?". Da qui la battuta di Felpato. ^_^


RISPOSTE

Ladydighiaccio: sto lavorando ad un nuovo progetto, ma credo che ci vorranno alcuni mesi...

___lauretta___: Meglio tardi che mai, secondo me! Non può che farmi piacere un tuo commento!

Ginny36: No, non sei cattivissima. Anzi, sono felice di aver avuto anche la tua opinione (imbarazzo...) ^_^

Daydreamer: Credo che "perfectly fit" sia l'espressione che mi è riuscita meglio di tutta la storia... dovevo metterla anche in inglese, mi piaceva troppo...

arya87:siamo in due ad essere... inguaribilmente romantiche!

FireAngel: hai ragione, la fine che gli ha fatto fare la Row è bruttissima! W Padfoot!!

Nene: scrivere di Silente è divertente quasi quanto scrivere di Sirius!

pollon74: prima o poi tornerò...

SakiJune: Trevor può stare a cuccia...

CUCCIOLA_83: Zuccherosa sì... Troppo mai!

Nonna Minerva: Senza di te non ne sarei venuta a capo, invece... Grazie, cara!


RINGRAZIAMENTI:
Come i veri scrittori, ecco i miei ringraziamenti. Non riesco ancora a credere di essere arrivata fino alla fine.

Grazie ha chi ha letto e commentato le altre due storie brevi, anche se non so se leggete questa qui. Non so come altro rispondervi, ma sono stata davvero molto felice che vi siano piaciute almeno un po'!

Non avendolo mai fatto prima, ringrazio anche tutti coloro che hanno inserito questa storia fra i preferiti:

1 - 8marta8
2 - Andy_Candy
3 - arya87
4 - Cassandra
5 - Cerenyse
6 - criandola
7 - CUCCIOLA_83
8 - Dreamy
9 - Fantasy Girl
10 - Ginny36
11 - Jerada
12 - kre92
13 - LadyDiGhiaccio
14 - lady_slytherin
15 - Lady_Yuna
16 - LoveTakesCourage
17 - Madeline
18 - morganaincant
19 - nico86
20 - Nonna Minerva
21 - pegghy
22 - Pioggia
23 - pollon74
24 - Primus Lune
25 - puccalove90
26 - Pucchyko_Girl
27 - redistherose
28 - RobyLupin
29 - SakiJune
30 - seall
31 - Sheraz
32 - TonkseLupinxs
33 - ___lauretta___


Spero che leggere Chez Black sia stato piacevole
per voi ,
almeno quanto lo è stato per me scriverla.

Grazie a Cucciola per avermi reso possibile finire il 14.
Grazie ad Alektos per la consulenza, e per aver apprezzato "Charles".
Grazie ad Andrea per la battuta su Madame Bovary.
Grazie a Lara per aver promesso di far fuori tutta la saga di Harry Potter prima del previsto, solo per poter leggere la mia storia, anche se poi non ha ancora nemmeno iniziato.
Grazie a Valeria per essere scoppiata a ridere leggendo i complimenti che ho ricevuto.
Grazie a Valentina per i consigli e l'incoraggiamento, e per essere stata la prima lettrice campione.
Grazie a chi ha commentato, anche solo una volta, e a chi l'ha fatto con la puntualità di un orologio svizzero.
Grazie infinitamente a Nonna Minerva per tutte le ragioni che conosce, ed altre che forse non vuole ammettere. Fatti passare la Remusite, ragazza.
Grazie ad Erika per aver creato il sito.
Grazie a Roberta per aver deciso di iniziare a comprare i libri di Harry Potter, ed avermi contagiato la passione (ti voglio bene, rompipalle.)
Grazie a J.K. Rowling per aver inventato i personaggi che ho preso in prestito (comunque ti odio lo stesso).
Grazie infine a chi ha seguito questa storia fino in fondo!

Tonks,
Remus, Sirius il Magnifico (si è voluto firmare in questo modo... ^_^'), Moccios Severus Piton, Molly, Arthur, Alastor, Kingsley, Albus, Minerva, Mundungus, Fred & George, Charlie, Bill, Fleur, Harry, Ginny, Hermione, Ron, Kreacher, Lily & James, Crosta/Codaliscia, Rosmerta, Nipeus Murl, Cirus Slabik , Bea Abbott,Martha Steaggman, i ragni verdi della dispensa (in trasferta), Walburga, Pinuccio-Il-Mangiamorte-dell'-Incubo e Alissa&company si accomiatano dai lettori con gratitudine, memori che senza nessuno a leggere le loro storie resterebbero solo dei pixel su uno schermo, visto che inchiostro e carta non lo sono mai stati.

O mamma, come mi sento scrittrice!
Alla prossima... Prima o poi!

Rainsoul

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