Skate on board

di LoveNotes
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il primo giorno. ***
Capitolo 2: *** Fino alle due di notte... ***
Capitolo 3: *** Bello e Dannato! ***
Capitolo 4: *** IL ragazzo ***
Capitolo 5: *** Un bacio fra i colori. ***
Capitolo 6: *** 500 rossa fiammante. ***



Capitolo 1
*** Il primo giorno. ***


-Sai, penso che se raccontassi la nostra storia, nessuno potrebbe mai crederci!
-Perché?
-Perché ci siamo conosciuti nel modo più strano che ci possa essere!
-Beh, allora racconta!
-A te? Ma tu già la conosci la nostra storia!
-Beh, voglio sentirla di nuovo!
-Va bene: Era un giorno come tanti altri…
-Perché cambi tono della voce, sei buffa!
-Per sembrare una racconta storie!
-Ma così mi fai solo ridere!
-La vuoi sentire questa storia o no?
-No, racconta!
-Dicevo: Era un giorno come tanti altri, precisamente un sabato pomeriggio, ed io ero scesa giù nel mio giardino per andare sul mio skate e per distrarmi dalla dura giornata di scuola. Tra l’altro, ero stata  anche interrogata in latino. Andavo avanti ed indietro nel mio giardino, cadendo di tanto in tanto, ma senza farmi male e cercando disperatamente di fare un Ollie (in parole povere un salto). Dopo circa due ore di tentativi inutili, ero sfinita e misi lo skate ai piedi dell’enorme muro che girava intorno alla casa. Mi ci sedetti sopra per poi, con le cuffiette nelle orecchie, iniziare a pensare al mio fidanzato, se così si poteva chiamare. Ero diventata la sua fidanzata, forse per sbaglio, ad una festa, io già lo conoscevo, ma non avevo mai pensato di provare qualcosa nei suoi confronti e lui, vedendomi preparata così bene, per quella festa, ci aveva provato e io come un imbecille ci ero cascata! In quella posizione poteva anche scoppiare il Vesuvio ed io, non me ne sarei accorta!
Dicevo, pensavo al mio fidanzato e al fatto che non mi aveva chiesto di uscire con lui quella sera, quando ad un tratto, sentii un rumore provenire da sinistra, mi girai e mi ritrovai te, con uno skateboard nella mano destra, che ti avvicinavi, come se nulla fosse.
-Hai saltato un pezzo!
-Davvero? Quale?
-Quel giorno, io ero andato a trovare un mio amico che si era rotto la gamba andando sullo skate. Mentre tornavo a casa con la macchina, mi girai verso un’enorme casa rossa e bianca e ti vidi seduta sullo skate, mentre fissavi il tuo MP4, nelle tue mani, e subito pensai: ‘Perché sta seduta sullo skate, anche se potrebbe andarci sopra e volare in quel gigantesco giardino?” Così parcheggiai la macchina in un vicoletto vicino casa tua, scesi dalla macchina e presi il mio skate nel bagagliaio, lo misi a terra e iniziai a volare! In poco tempo arrivai fuori casa tua e vedendoti ancora lì, scavalcai il muretto che ci divideva e mi avvicinai a te. Ecco, ora puoi continuare!
-Ma io non la conoscevo questa parte!
-Beh, ora la conosci! Continua!
-Allora… tu ti stavi avvicinando a me, inizialmente non ci feci molto caso, ero troppo presa dai miei pensieri, ma poi mi resi conto che non eri una visione e che eri una persona. Così, dopo averti visto appoggiare lo skate di fianco al mio e esserti seduto sopra, mi tolsi una cuffietta e iniziai a parlare: ‘Ciao, ci conosciamo?’
‘Certo che no! Ma mi chiedevo perché eri ferma!’
‘Pensavo!’
‘A cosa?’
‘A nulla da poter raccontare ad uno sconosciuto!’
‘Hai ragione, scusa, io sono Pietro, tu sei?’
‘Sono Lia!’
‘Mi dici a cosa pensi?’
‘No!’
‘Allora, perché non voli?’
‘In che senso?’
‘Perché non stai andando sullo skate?’
‘Non lo so!’
‘Sei brava?’
‘Più che altro sono incapace! Non riesco a fare un salto!’
‘1. Si chiamano Ollie.
 2. Se ti va ti posso insegnare!’
‘Davvero? Sarebbe bello!’
‘Ok, sei pronta?’
Poi iniziammo a volare e mi insegnasti a fare l’Ollie.
-Non dimenticarti che io ti ho insegnato tutto! Tutti i trick! Ricordalo.
-Certo! Dicevo iniziammo a volare e volammo per tutto il giorno, fino all’incirca le sette di sera. A quel punto mi resi conto che era tardi e che dovevo uscire con i miei amici, così presi una penna e scrissi il mio nome, il mio cognome, l’indirizzo e il mio numero, sia di casa che del cellulare.
-Non ti dimenticare che alla fine disegnasti anche un cuoricino!
-No, non me lo dimentico!
Il telefono di Pietro inizia a squillare.
-Pronto?
-Pietro, vuoi tornare a casa? Non star sempre a baciare Lia!
-Marco (fratello di Pietro), la finisci? E anche se fosse? Cosa ci sarebbe di male?
-Non ci sarebbe nulla di male, ma ora devi tornare a casa!
-Corro!
Stacca il telefono.
-Lia, devo tornare nel mondo reale! Però domani voglio sapere il continuo della tua storia!
-Non dimenticare che questa è la nostra storia!
-Mai! 

Spazio autrice: 
Ciao, sono Tsue e questa è la mia quarta storia! Come ho detto prima, non sarò la migliore scrittrice di questo mondo, ma questa è una storia da leggere! Se vi va, lasciate un commento, piccolo o grande, come vi va! 
Ciao Tsue (:

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Capitolo 2
*** Fino alle due di notte... ***


 
La sera a telefono
-Non riuscivo proprio a dormire!
-Davvero, perché?
-Semplice, ero troppo curioso di sapere il continuo della tua storia!
-Non fare lo stupido! Tu la conosci bene!
-Lo so! Ma mi mette ansia e sono troppo curioso! Me ne racconti un altro po’?
-Ma è tardi!
-Dai un pochino?
-Va bene! A che eravamo arrivati?
-Se non sbaglio Pietro e Lia si erano separati perché era troppo tardi e perché Lia doveva uscire!
-Ah già! Allora, vediamo un po’… La sera Lia uscì con i suoi amici, nella loro piccola città e non riuscì mai ad incontrare il suo fidanzato. Ma mentre stava passando per un locale affollato, vide Pietro mentre mangiava un gelato con dei suoi amici. Inizialmente non pensava fosse lui, ma poi guardò meglio nella sua direzione e allora si rese conto del ragazzo. Quest’ultimo, forse, si sentiva un po’ osservato, così si girò e si ritrovò quella meravigliosa ragazza davanti…
-Sei modesta!
-Dico solo la verità! Quella sera ero bellissima, ero molto carina, caso mai avessi visto il mio ragazzo!
-Lo so che eri bella! Ma devo ammettere che sei migliorata, molto!
-Oh, hai ragione da vendere!
-Io ho sempre ragione!
-Come sei modesto!
-Sempre! Però ora continua, ci stiamo perdendo in chiacchiere!
-Ok! Allora… Pietro si girò e si ritrovò Lia che lo guardava sorridente, poi lei alzò il braccio e lo saluto. Lui la guardò a lungo e poi le sorrise. Però, poi lei andò via, per continuare quella pazza serata con i suoi meravigliosi amici. Mentre camminava a braccetto con la sua amica, vide da lontano il suo fidanzato baciare un’altra ragazza. Quella ragazza la conosceva molto bene, era una sua compagna di classe. Quella era LA compagna di classe. LA ragazza più troia che ci potesse essere. Lia lasciò il braccio della sua amica, per andare dritta verso il fidanzato. L’unica cosa che riuscì a dire fu: “Sei un bastardo. È finita!” e andò via. Non pianse. Non pianse una lacrima per lui. Sapeva che quella era, in fondo, solo una cotta. Tornò dalla sua amica che l’abbracciò e che le chiese come si sentisse, ma lei rispose di sentirsi più leggera. Poi le raccontò di Pietro. La sua amica le ripeteva in continuazione che quello che era successo era un segno del destino, ma Lia pensava fossero tutte stupidaggini. Lia non aveva mai creduto nel destino, ma anche a lei sembrava tutto molto strano. Era parecchio confusa!
-Davvero?
-Davvero! Ora posso continuare?
-Perché eri confusa?
-Perché io avevo sempre avuto una cotta per lui ed era strano sapere che anche lui era innamorato di me; poi sei arrivato tu e mi hai reso tutto ancor di più complicato. Anche se avevamo passato un unico pomeriggio insieme, io non facevo che pensarti. Poi Baam! Il mio ragazzo mi tradisce e lo lascio ed io cosa faccio? Parlo unicamente di te alla mia amica!
-Wow!
-Già! Ora continuo?
-Vai!
-Allora… la serata di Lia finì alle 11.30, quando suo padre la venne a prendere nella piazza della città. Tornata a casa, mentre si stava mettendo il pigiama arrivò la chiamata…
-Si la chiamata a diventare suora!
-Ahahah! No scemo, la chiamata inaspettata di Pietro.
-Ora voglio raccontare io! Parlo in prima persona perché la terza persona non è da me! Allora, ero uscito con i miei amici, ti avevo incontrato e da quel momento avevano iniziato a fare domande: ‘Chi è?’ ‘Quanti anni ha?’ ‘E come la conosci?’ ‘Ti piace?’ ‘Se a te non piace me la presenti, così ci provo io!’ Era una cosa estenuante, non ce la facevo, così dopo aver risposto, prima di dargli la possibilità di farmi delle nuove domande li salutai e scappai via. Non avevo voglia di tornare a casa, ma dovevo fare qualcosa. Mi conosci, sono uno di quelli che non riesce a stare in un posto senza fare niente, però non potevo nemmeno girare all’infinito per quella cittadina alcolizzata.
-Che poesia!
-Sempre… Comunque, allora decisi di chiamarti e di parlare con te! Però non mi ricordo cosa ci dicemmo.
-Hai voglia di botte stasera?
-Dai, scherzo, ma non ricordo le precise parole, tu sei sempre stata più precisa, racconta tu!
-Ahahah! Va beh! Allora...:
‘Pronto?’
‘Ciao, sono Pietro!’
‘Ehi, ciao!’
‘Tutto bene?’
‘Si, te?’
‘Bene!’
‘È successo qualcosa?’
‘No, perché?’
‘Sono le 11.30 e mi hai chiamato! Mi sono preoccupata!’
‘No, è solo che sto girovagando per la città e ti stavo pensando, così ti ho chiamato! Sai, stavo pensando a come perfezionare il tuo Ollie!”  
‘Come?’
‘Potresti far scivolare più velocemente il piede, così andrebbe tutto molto meglio!’
‘Perfetto, domani ci proverò! Poi ti faccio sapere!’
‘Stasera ti ho vista!’
‘Anche io! Ti ho anche salutato!’
‘Esci sempre con quei ragazzi?’
‘Sempre, sono i miei compagni delle medie, sono diventati con il tempo dei fratelli e delle sorelle! Penso di amarli tutti! Tu, invece ti ingozzi sempre di yogurt?’
‘Sempre!’
‘Io preferisco le graffe!’
‘Sono gusti!’
‘Piuttosto, ti piace la cioccolata?’
‘A chi non piace?’
‘Ci sono persone allergiche, quindi non possono assaggiarla o ingozzarsi!’
‘Quanto mi dispiace per loro, non sanno cosa si perdono. Però guarda il lato positivo: più cioccolata per noi!’
‘Ma non stavamo parlando di Ollie? Come siamo arrivati a “più cioccolata per noi”?’
‘Sinceramente non ne ho idea!’
‘Bene!’
‘Ti va di andare allo skatepark domani?’
‘Se mi dici l’ora ti posso dire se si o no!’
‘Verso le 10?’
‘Tu ti svegli per le 10?’
‘Io sono un bravo ragazzo!’
‘Ah, allora ti avverto: ti porterò sulla cattiva strada!’
‘Ne sono più che convinto! Infatti, basta guardarti che mi vengono i brividi!’
-Comunque mi venivano i brividi sul serio!
-Perché?
-Perché ero felice di vederti, ma avevo anche paura di fare o dire cazzate!
-Tu dici o fai sempre cazzate!
-Non è vero, ricorda che sono un bravo ragazzo, io. Sei tu quella che mi porta sulla cattiva strada!
-Come no!
-Vuoi che ti picchi o vuoi continuare?
-Stai calmo, scherzavo! Comunque continuo!
-Io sono calmissimo!
-Ok! Continuo:
‘Oh, quindi ti faccio venire i brividi?’
‘Si, sempre!’
‘Ed è una cosa negativa, giusto?’
‘Dipende!’
‘Va bene!’
‘Comunque domani ci vediamo allo skatepark alle 10 oppure no?’
‘Facciamo alle 10.30?’
‘Va bene!’
‘Perfetto!’
‘Allora a domani!’
‘Va bene! Ciao!’
‘Ciao!’
Appena attaccò il telefono, Lia, iniziò a saltare dalla gioia sul letto. Era così felice che non riusciva a non sorridere. Però dopo un po’ andò a dormire nel letto e si addormentò con il sorriso sulla faccia.
Ok! Continuiamo domani?
-Perché? Hai sonno?
-Certo che si, sono le due di notte!
-Davvero?
-Si! Abbiamo iniziato a parlare, a raccontare e a litigare e  il tempo ha iniziato a correre!
-Va bene, amore ti lascio dormire!
-Da dove viene tutta questa dolcezza?
-Dal mio cuore!
-Va bene, prima che mi catapulti lì per baciarti e abbracciarti, ti lascio per andare con il mio letto!
-No, non lasciarmi!
-Tanto staremo tutto domani insieme e continueremo la nostra storia!
-Va bene! Notte!
-Buona notte!
-Ti amo!


Spazio autrice:
Salve a tutti! Scusate l'enorme ritardo, ma ho due importanti scuse: 1. Ho studiato parecchio perchè sta per finire la scuola. 2. Non riuscivo a prendere tempo per finire questo capitolo perchè appena avevo tempo o andavo nel mio giardino a 'Skatare' o mia mamma mi rompeva e mi faceva fare qualcosa per lei.
Basta scuse, mi farebbe piacere che tutte quelle ragazze che leggono questa FF mi dicessero cosa ne pensano, anche se non vi piace. Però è solo un desiderio!
Ciao Tsue (: 

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Capitolo 3
*** Bello e Dannato! ***


-Finalmente! Ma quanto tempo ci metti per prepararti e venire qui?
-Guarda che sei tu quello che fa sempre tardi. Per una volta che faccio tardi io!
-Non è vero io sono sempre in anticipo!
-Non dire cazzate, ti ricordo che una volta avevamo appuntamento a casa mia alle cinque e tu sei arrivato alle otto!
-Sono dettagli!
-Quali dettagli e dettagli, è una cosa da ricordare!
-Infatti la stiamo ricordando!
-Scemo!
-Però dillo che mi ami!
-Si, lo ammetto, io amo uno scemo!
Si baciano, e non è uno di quei baci stupidi e scherzosi, è un bacio serio, ma dolce.
-Allora, a che eravamo arrivati?
-Lo sai, ho rivisto, sognando, quel giorno, il nostro primo giorno insieme allo skatepark!
-Il primo di tanti! Avresti mai immaginato, quel giorno, che ora saremmo stati ancora in quello skatepark a parlare di noi, a farci effusioni e dopotutto a fare ancora il nostro sport?
-Sinceramente, sono sempre stato sicuro di continuare con questo sport, ma di te non sono mai stato certo!
-Viva la sincerità! Comunque nemmeno io ho mai saputo se eri e sei quello giusto! Però Carpe Diem!
-Carpe Diem, sorella!
-Non penso faresti, quello che fai con me, anche con tua sorella!
- Effettivamente…
-Ahahahahahahahah! Vogliamo continuare?
-Va bene, racconto io, però! Allora… Il giorno dopo, alle 10 ero già lì, perché avevo paura di fare tardi. Arrivato lì, iniziai a scaldarmi e a parlare con un mio amico, Marco, a cui avevo raccontato tutto e che mi prendeva in giro, dicendomi che ero uno stupido ad innamorarmi di una bambina…
-Marco, chi? Passeggio?
-Si.
-Ok, tu solo questo mi dovevi dire, dopo lo picchio! L’ho sempre detto che era un gran coglione!
-Perfetto!
-Ora continui?
-Certo! Ma io ero testardo e continuavo a dirgli che l’amore è complicato. Parlammo di te e di quello che avremmo fatto quel giorno, fin quando non arrivasti tu, tutta sorridente e carina! Mi ricordo come se fosse ieri, avevi un jeans non troppo stretto, con sopra una felpa della Starbucks grigia e avevi le Vans nere ai piedi. Eri fantastica!
-Grazie! Anche tu non eri male con la tua felpa rosso vinaccio!
-Penso che mi hai fregato quella felpa miliardi di volte e l’ultima volta che ho visto nel mio armadio, non c’era!
-Si, ce l’ho nella mia stanza.
-Comunque, finalmente arrivasti e iniziammo a parlare e ti presentai Marco!
-Già… morirà!
-Certo! Ahahahahahah E io assisterò alla sua morte!
-Continuo io. Arrivai e iniziammo a parlare:
‘Ciao!’
‘Ehi, come va?’
‘Bene a te?’
‘Bene. Comunque lui è Marco!’
‘Ciao, tu sei Lia, giusto?’
‘Si, piacere!’
‘Hai dormito bene?’
‘Insomma, un po’ di insonnia! Tu?’
‘Ho fatto un sonno lungo e profondo!’
‘Bene. Non hai sonno?’
‘No, sto benissimo, mi sento tutto rilassato!’
‘Beh, io no, ho un sonno pazzesco!’
‘Non dirmi che è troppo presto!’
‘Lo è, io non sono una mattiniera!’
‘Ma sono le 10 passate!’
‘Infatti, è presto!’
Iniziammo a ridere come due scemi.
‘Perché ora stai ridendo?’
‘Perché tu stai ridendo… perché stai ridendo?’
‘Per la tua faccia mentre dicevi “INFATTI È PRESTO”’
‘Okkei!’
‘Iniziamo?’
‘Ok!’
Poi iniziammo a ‘volare’ come dici tu e…
-Mi ricordo che quella volta, fu la prima volta che facesti un salto decente!
-Cosa vorresti dire, che non sapevo fare dei salti prima??
-Ehm… no?!
-Ahahahahahahahaahahahah dovresti vedere la tua faccia, ragazzo, sei un tantino impaurito?
-Si…
-L’ho sempre detto che non ne ero capace!
-Scema, pensavo avessi le tue cose e che fossi in uno dei tuoi attacchi isterici!
-Non sei divertente.
-Io non volevo far ridere nessuno
-Ah, come devo fare con te?
-Se non lo sai tu?!
-Continui tu?
-Si! Allora dicevi… Finimmo di volare molto tardi e mi ricordo che eri migliorata tantissimo e anche il nostro rapporto era migliorato, infatti mi raccontasti della tua storia con il tuo ragazzo e io ti raccontai di mio fratello, però alla fine ci eravamo anche divertiti e avevamo fatto le nostre solite – adesso - sceneggiate!
-Noi facciamo sceneggiate??
-Si, di continuo, come prima! Perché tu ti comporti come una donna perennemente con le tue cose ed io ti do corda e scherziamo sempre!
-Cossaaaaaaa?? Non è vero, io sono sempre me stessa, non ti permettere!
-Visto?!
-Si, lo so, ma alla fine sono brava e dolce e ti faccio ridere, vero?
-Assolutamente si, tu sei il mio tutto!
-Ma non ho un fidanzato fantastico?
-Oh, sicuro!
-Come sei modesto!
-Io posso permettermelo!
-Si!
E gli diede un bacetto, poi un altro e un altro ancora…
-Non mi distrarre, dobbiamo continuare!
-Si, signor capitano!
-Non ho sentito bene!?
-Si, signor capitano!
-OOhh… Ok, basta continuiamo: Diciamo che iniziammo ad entrare in confidenza e stavamo molto bene insieme. Visto che era tardi, decidemmo che, pur essendo domenica, avevamo fame e che volevamo magiare, così dopo aver avvisato i nostri genitori, andammo a mangiare una pizza in una pizzeria lì vicino.
Io presi una buonissima salsicce e patate e tu prendesti una solita e barbosa margherita.
-Ehi, ma la margherita è buonissima!
-È troppo comune per un tipo come me!
-Ah, davvero?! Che tipo saresti te?
-Uno di quelli belli e fichi, tanto da stare sempre in un altro luogo, che non fa vedere le sue emozioni!
-Davvero?!
Lia iniziò a dargli baci sul collo, poi iniziò a salirgli lungo il viso, iniziò a mordicchiargli l’orecchio, poi continuò a dargli baci sul viso, fino ad arrivare alla bocca. Inizialmente non rispondeva ai suoi baci, per far vedere il tipo che non fa vedere agli altri le sue emozioni, però poi venne attirato dalla bocca della ragazza e non ce la fece più!    

Spazio Autrice:
Salve gente! Lo so, per scrivere queste quattro righe ci ho messo una vita, ma sono iniziate le vacanze e la voglia di dormire è aumentata e non ho voglia di fare nulla! (:
Coooomunque, non so se vi piace, ma mi piacerebbe avere una vostra opinione e come mio solito: SCUSATE PER I PROBABILI ERRORI! (: 
XOXO 
Tsue98

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Capitolo 4
*** IL ragazzo ***


-Allora? Tipo bello e distante, non sai trattenerti ad una ragazza?
-È proprio questo il punto! Io riesco a trattenermi a tutte le ragazze, tranne che ad una..
Pietro guarda Lia e le accarezza il viso.
-Aww davvero?
-Si, mia nonna che prepara le lasagne è l’unica che non mi fa capire più nulla!
-Scemo!
-Ahahahahahah ma lo sai che amo scherzare!
-Beh, ma tu lo sai che per me invece esiste solo un ragazzo, vero?
-Certo, che lo so, piccola! Io sono e sarò l’unico per te..
-Ehm.. veramente io parlavo di mio cugino piccolo, sai quel piccoletto fantastico che ti feci conoscere proprio quando andammo a mangiare quella pizza.
-Chi Giovanni?
-No, Giò!
-Scusami, mi dimentico che hai obbligato tutta la famiglia a chiamarlo così!
-Ma è un nome così bello!
-Comunque me lo ricordo, è il piccoletto a cui abbiamo fatto da babysitter una sera.
-Bravo! Ti ricordi, allora! Mentre mangiavamo, un bimbo mi si avvicinò e urlò il mio nome, solo dopo mi resi conto che era Giò. Iniziai ad abbracciarlo e a riempirlo di baci.
‘Dove sono gli zii, Giò?’
‘Shono di là!’
Mi prese per mano e mi guidò fra i tavoli, fino al numero 15 -me lo ricordo ancora.
‘Ciao! Come va?’
‘Ehi, come hai fatto a trovarci?’
‘È stato lui a trovare me!’ dissi indicando il bimbo che stava giocando con un drago di plastica rosso e blu.
‘Comunque, cara, tu cadi giusto a pennello!’
‘Zia, dimmi tutto!’
‘Domani lo zio ha una cena di lavoro e io lo devo accompagnare, visto che non possiamo portare anche Giò, ti andrebbe di venire a casa e occupartene?’
‘Ok! Tanto non ho nulla da fare domani pomeriggio, a che ora?’
‘Alle 18 dovresti stare a casa nostra, ma non so a che ora poi torniamo..’
‘Vabbè, zia non ti preoccupare, chiama mamma dopo e diglielo così non rimane sveglia ad aspettarmi!’
‘Va bene!’
‘Io vado a finire di mangiare! Ciao!’
‘Lia, aspetta, chi è il ragazzo seduto al tuo tavolo?’
‘Zio è un ragazzo!’
E così dicendo torno da te, che avevi guardato la scena da lontano come se fossi un cliente qualunque, come se per sbaglio hai sentito quello che ci stavamo dicendo.
-Poi cosa successe?
-Noi continuammo a parlare…
‘Chi era quel bimbo?’
‘Mio cugino piccolo, uno scricciolo!’
‘È davvero bellissimo!’
‘Lo so!’
‘E quei due signori sono i suoi genitori?’
‘Si!’ dissi girandomi e trovando i loro occhi puntati su di noi.
‘Scusa, ma la mia famiglia è molto opprimente!’
‘Non preoccuparti, se ti va possiamo andare via, tanto ormai abbiamo finito!’
‘Va bene!’
Poi tu da cavaliere quale sei pagasti e ce ne andammo.
-Si, sono l’uomo più cordiale che ci sia!
-Certo, nei miei sogni!
-Cattiva!
-Ma lo sai che io scherzo!
-Certo!
Lei gli ruba un bacio.
-Ti amo, Lia!
-Perché me lo dici ora?
-Perché mi va di farlo!
Lei lo abbraccia come non ha fatto mai.
-Ora però basta essere dolci!
-Già! Continua tu pigrone!
-Va bene! Allora ti presi per mano e iniziammo ad andare più lontano possibile dai tuoi zii per stare soli senza nessuno che ci disturbasse, anche se non volevamo fare nulla, anche se non stavamo ancora insieme come fidanzati, avevamo l’esigenza di stare soli.
‘Dove andiamo?’
‘Non lo so, dove ci portano i piedi!’
E i piedi ci portarono di nuovo allo skatepark. Ci sedemmo sul bordo di una rampa alta, con i piedi che ci penzolavano e guardavamo di fronte a noi, dove gli occhi ci permettevano di guardare.
‘Sai, mi stai simpatica! Ed è strano perché ci conosciamo da pochissimo!’
‘Io mi sto già affezionando!’
‘Credi che sia una cosa negativa?’
‘No, per nulla!’
‘Viva la sincerità fra sconosciuti!’
Poi mi ricordo che ci fu un momento di silenzio, ma non uno di quei silenzi imbarazzanti, perché con te non c’è mai stato imbarazzo, potevamo anche stare una serata insieme ma in silenzio, tanto a noi non importava.
‘Sai che non riesco ancora a crede in che modo ci siamo conosciuti!’
‘Perché?’
‘Perché non tutti i giorni si vede un ragazzo che vedendo una ragazza sola gli chiede cosa c’è che non va!’
‘Ma io non sono un ragazzo; io sono IL ragazzo!’
‘Beh ora non ti dare troppe arie, IL ragazzo!’
E da quel momento ogni volta che mi chiamavi dicevi sempre ‘IL ragazzoo!’.
-Waa! È da un sacco di tempo che non ti chiamo più così!
-Posso continuare?
-Scusi!
-Ecco:
‘Domani, dopo scuola, devi fare molti compiti?’
‘Domani è lunedì?’
‘Si’
‘Beh allora non devo fare quasi nulla! Perché?
‘Ti andrebbe di vederci di nuovo, sempre qui, tipo alle 5.30 per farti studiare?’
‘Si, mi piacerebbe un sacco… Oh aspetta, devo fare da babysitter a Giovanni alle sei!’
‘Beh allora facciamo una mezz’ora di volo e poi ci trasformiamo in babysitter!’
‘Davvero staresti con me?’
‘Davvero vuoi stare con un estraneo e un bambino nella stessa casa?’
‘Ma ricorda che tu sei IL ragazzo!’
Spazio Scrittrice:
Salve bella gente! Scusate per la lunga attesa, ma con l'inizio della scuola ho avuto molto da fare! Per favore lasciatemi un bel commentuccio!! :3
Vi ame Tsue98

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Capitolo 5
*** Un bacio fra i colori. ***


-Sei stanco? È da quasi due ore che stiamo volando!
-No, sto bene. Invece si vede da un chilometro che tu stai morendo, povera piccola!
-Vero! Cosa ne dici di una pausa e magari ne approfittiamo per riprendere quello che avevamo interrotto.
-Si! Voglio proprio che mi racconti quella storia!
-Ti ricordi che dovevamo fare i babysitter?
-Si, quello fu proprio un bel giorno! Ci siamo divertiti un sacco mi ricordo che quella è stata una delle poche volte in cui abbiamo fatto presto entrambi!
-Oh! È vero! Siamo proprio ritardatari nati!
-Se qualcuno qui è un ritardatario, quella sei tu!
-Ma tu guarda che scemo! Le persone importanti si fanno aspettare!
-E da dove l’hai presa questa stupidata?
-Ma stai zitto, nano!
-Nano a chi?!
-A te, nano!
-Ma non sono nano!
-Se, vabbè… di certo non sei un gigante!
-Ha parlato la gigantessa!
-Si, grazie!
-Sé, vabbè!
-Ma tanto lo so che mi ami!
-Si, ma non sono un nano!
Lia gli rubò un bacio e gli sussurrò dolci parole.
-Ok! Ora basta Lia, voglio la storia!
-E che storia sia:
Erano le 5.30 e sia io che te eravamo già allo skatepark da qualche minuto! Subito iniziammo e tu da bravo e severo maestro subito mi desti degli ordini, senza lasciarmi il tempo di riflettere. Ma io sono sempre stata dura da abbattere e senza lasciarmi scoraggiare iniziai a volare con te al mio fianco che mi sgridavi, mi insegnavi e volavi.
-Mamma mia che barba! Sei troppo poetica… cioè sei troppo ‘Voglio-copiare-i-film-cercando-di-far-sembrare-tutto-bellissimo-ma-così-lo-rendo-solo-squallido!’
-Questa me la ricorderò Mr. ‘Sono-bello-e-migliore-di-voi-poveri-babbani!’
-Anche io! Continua a raccontare nana!
-Alla fine la mezz’ora passò velocemente e noi andammo da mio cugino. Prendemmo la tua macchina e lì dentro ci mettemmo a parlare di tutto! Parlammo dello skate, della scuola, dell’università, delle nostre famiglie! Di tutto!
-Mi ricordo che quando arrivammo lì, tuo cugino ti saltò addosso e guardando me disse ‘Oh! Ancora lui!’
-Ahahahahahahahahah tutto sua cugina quel piccolo!
-Non esagerare! Lo vuoi proprio rovinare così!
-Ah-Ah-Ah! Ma quanto sei simpatico!
-Grazie, grazie! Me lo dicono spesso!
-Dai, Pietro, continua tu, susu!
-Si signor Capitano! Allora dopo aver detto quella cosa il bimbo ci accompagnò dentro casa e dopo che i tuoi zii andarono via, tu e Giò mi mostraste la casa. Era  enorme, con due piani, delle scale che erano al centro della casa; c’era questo enorme divano a destra e di fronte un camino e sopra una TV più grande di me e te messi insieme! A sinistra c’era questo lungo tavolo in legno, che faceva una gran bella figura con sopra un vaso con delle rose blu e bianche! Poi dietro le scale questa cucina tutta moderna e attrezzatissima. La stanza più bella era quella di Giò! Assolutamente! Una fusione di colori era letteralmente buttata sul muro! Poi aveva questo letto a due piazze con delle coperte con delle astronavi e la stanza era piena di giocattoli e cassettiere, che tu guarda contenevano altri giocattoli!
Parlava con gli occhi chiusi, come se stesse entrando in quel momento in quella casa e in quella stanza, come le sensazioni che aveva provato quella sera fossero rinate magicamente quel giorno.
Giò dopo il primo commento cambiò idea su di me. Cosa più che naturale visto che sono io!
-Ma per favore!
-Ignoro questo commento e vado avanti! Dopo il tour in quella fortezza, ci mettemmo sul divano che prima avevamo visto e non accendemmo la TV, ma iniziammo a parlare con Giò:
‘Allora Giò, hai fatto i compiti?’
‘Si!’ ti guardava e sorrideva.
‘Hai mangiato?’
‘No!’ ed ecco un altro sorriso.
‘Hai fame?’
‘No! Voglio giocare!’
‘A cosa?’
‘Con le macchinine!’
‘Davvero? Ti piace giocare con le macchinine?’ dissi io per entrare nella conversazione… Mi sentivo escluso!
‘Si, tantissimo!’
‘Sai che io amo quelle della Hot Wheels? Quando ero piccolo Babbo Natale me ne regalò un pacco intero! Se ci organizziamo un giorno vieni a casa mia e ci giochiamo?’
‘Forse le ho già quelle!’ disse prendendomi per mano e trascinandomi nella sua camera.
-E a quel punto ero io l’esclusa, vi vedevo giocare e parlare di cose di cui io non sapevo nulla, così feci la cosa che mi veniva meglio. Vi lasciai lì a giocare e andai a preparare qualcosa di buono da mangiare. La zia mi aveva lasciato carta bianca, ma mi aveva avvertito che aveva parecchie cosa in frigo. Io mi misi all’opera per fare la cosa che mi veniva meglio e che amavo di più: patatine fritte e cotoletta! Anche se non era casa mia non faticai molto nel trovare tutto l’occorrente, così dopo meno di un’ora tornai sopra da voi con un vassoio, più grande di Giò, che conteneva un piatto pieno di cotolette e uno di patatine, tre piatti e tre bicchieri e altre cose di cui necessitavamo per fare questo pic-nic, che di pic-nic aveva ben poco. Stavo per entrare nella cameretta quando vidi Giò, che aveva la sua mano sul tuo braccio, cercando di non perdersi nemmeno una scena delle tue mani che gli mostravano i pezzi della macchina che avevate smontato. Eravate seduti a terra come gli indiani e sembravate così intenti da non sentire me e l’odore di frittura che mi accompagnava. Finché tu non alzasti lo sguardo, sorridendo, ma continuando a parlare con Giò che era sotto il tuo controllo.
‘Brava Lia!’ mi disse il piccolo alludendo al cibo e saltandomi sulle spalle, mentre posavo tutto a terra .
‘Sai cucinare? Non l’avrei mai immaginato!’
‘Cosa vorresti dire con questo?’
‘Che ho paura di morire mangiando questo!’ mi dicesti trattenendo uno risata.
‘Beh, allora se hai paura lascia mangiare tutto a noi!’
‘E se ti dicessi che sono coraggioso e curioso?’
‘Io ti direi che questa è una sfida e che scommetto che non riuscirai a fare a meno di me… delle mie cotolette!’
‘Sfida accettata! Per entrambe!’
Presi i tre piatti e li misi davanti alle gambe di ciascuno, pieni di patatine e cotolette. Poi distribuii forchette coltelli -solo per me e te, perché al piccolo ci pensavo io- e bicchieri. Iniziai a tagliare la cotoletta di Giò, guardando la tua faccia mentre addentavi il primo pezzo di carne.
-Non mangiai mai cotolette più buone in vita mia, ma io sono orgoglioso.
-Oh si! Lo sei!
-Ma l’orgoglio sparì quando mangiai quella bontà!
‘Lia! Questa è la cosa più buona che abbia mai mangiato in vita mia!’ iniziai ad urlare ‘Nemmeno mia nonna le sa fare così!’
‘Hai perso una scommessa!’
‘Già adesso me ne resta solo una!’ dissi facendo un occhiolino!
Ma poi ignorammo questa mia frase e continuammo a mangiare, a scherzare e a ridere, fin quando Giò non si addormentò. E noi andammo giù a lavare tutto quello che avevi sporcato. Che pasticciona!
-Questa te la concedo. Solo questa!
-Dopo ci mettemmo sul divano, sotto un’immensa coperta, a guardare un film alla TV, aspettando i tuoi zii.
-Sai che se ci ripenso, mi dico che i film sono quei momenti che i ragazzi sfruttano per baciare la propria amata. Che siano d’amore, d’horror o d’azione, quando guardi un film, il tuo ragazzo ti prende e ti bacia. Invece, tu no! O eri davvero interessato al film o eri un deficiente!
-Ma io sono Il ragazzo e anche se avevo pensato di baciarti, non volevo farlo.
-Come? Non volevi farlo? Però lo hai fatto dopo! Nel momento più strano e meno aspettato!
-Si fammi prima raccontare. Mentre passavano i titoli di coda del film…
-Ti ricordi il titolo?
-mmm…
Pietro guardava Lia, come se si aspettasse un indizio.
-Ssss…
-S…E…
Gli occhi di lei dicevano no.
-S…U…
Gli occhi dicevano no.
-S…O…
Sbagliato ancora.
-Eccooo! C’è! Si chiama Salt!!
-Pietro, non ci credo, hai indovinato solo alla terza volta! Sono fiera di te!
-Mi serviva solo quel piccolo indizio. Comunque, ritorniamo alla scena di prima: Il film era finito, il bimbo era a letto e tu mi chiedesti la cosa più stupida che ti venisse in mente.
‘Perché sei qui? Cioè hai sprecato un tuo pomeriggio a volare e a fare da babysitter con me, una sconosciuta! Perché lo fai?’
‘Non lo so… mi diverto a stare con te e poi come farei a stare lontano da un bimbo come quello di là?’
‘Ma tu non mi conosci per nulla! Sono solo una sconosciuta!’
‘Tu sei una a cui piace cucinare, mangiare, divertirti. Ti piacciono i bambini. Vai bene a scuola. L’unica cosa che ci accomuna è lo skate… Qual è la tua scusa, PERCHÈ PERDI IL TUO POMERIGGIO CON UNO SCONOSCIUTO?’
 ‘Perché…’ cercavi una scusa da usare, ma non c’era una scusa! Eppure non riuscivi a stare zitta e a non dirmi quello che ti passava per la testa e a stupirmi con la tua risposta ‘Perché no?’
-Mi ricordo che iniziasti a guardarmi fisso negli occhi e un sorriso con molta calma spuntò sul tuo viso, facendomi sentire leggera come una piuma. Però il momento fu spezzato dalle lacrime di una peste che, con il suo bel pigiamino e la mano che stringeva un orsacchiotto, ci chiamava -in un certo senso- dall’alto delle scale.
-Al suo pianto tu iniziasti a correre sulle scale, fino a stringerlo a te e a riportarlo nel letto, al caldo. Io piano e senza fartene accorgere vi seguii sopra e guardai, da fuori la stanza, la scena di te mentre lo coccolavi e gli raccontavi una storia. Se qualcuno mi chiedesse di che storia si trattasse, non saprei cosa rispondere, perché non ascoltai le tue parole. Ero troppo attento ai movimenti del tuo viso… dei tuoi occhi che sorridevano e che andavano avanti e indietro leggendo la storia, alle tue guance che erano rosate e che accompagnavano la tua bocca in quella danza di parole e di smorfie per calmare e far divertire il piccolo.
-Ma dai? Non ci credo che tu hai appena detto queste cose!
-Perché?
-Non me le avevi mai dette queste cose… Non pensavo che i ragazzi, quelli veri, quelli che con i film e i libri non hanno nulla a che vedere, pensassero davvero certe cose!
-Non parlo per gli altri, io parlo per me e ti ricordo ancora una volta che io sono IL ragazzo!
-Dai continua mi fai sentire felice e leggera!
-Ahahah! Va bene! Dopo un po’ il piccolo si addormentò e dopo esserti riuscita a divincolare dalla sua manina che ti stringeva il pollice, uscisti dalla porta della sua stanza e di sorpresa io afferrai il tuo viso con entrambe le mani e ti baciai. Un bacio dolce e soffice, che si trasformò in poco in qualcosa di intenso e bello. Non che prima non lo fosse, ma ricordo soprattutto la bellezza di quel bacio.
Pietro guardava dritto davanti a sé mentre raccontava del bacio, un po’ per l’imbarazzo, un po’ perché guardava gli altri volare, non si girava mai verso Lia che aveva gli occhi puntati su di lui. Dopo qualche minuto di silenzio, Lia spazientita, prende il mento del suo lui e lo gira nella sua direzione, in modo da avvicinarsi e da lasciargli un bacio che durò il tempo giusto.

 Spazio Autrice: 
Salve a tutti, alle lettrici anonime e a quelle che lasciano recensioni. Mi scuso per l'enorme ritardo che avete atteso per leggere questa piccola storiella. Sono soddisfatta di questo capitolo, mi piace molto che Pietro pur essendo molto duro esternamente, cerca comunque di accaparrassi il bene di quello gnomo di Giò! Poi Lia che li osserva fuori dalla camera... credo che sia quella la parte più bella! Il bacio, il loro primo bacio è improvviso ma dolce e una cosa che solo loro riescono a sentire nel modo giusto! Credo che sia il primo capitolo in cui non scherzano tanto, ma io l'ho voluto così che si raccontasse meglio la storia.
Sono proprio curiosa di conoscere la vostra opinione sulla storia e su questo capitolo. 
Scrivetemi presto.
XOXO Tsue98

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Capitolo 6
*** 500 rossa fiammante. ***


-Buongiorno!
-Dai muoviti che fai tardi a scuola, sono già le 7.40!
-Dai, Pietro che siamo in orario.
-Si, ma voglio che tua mamma pensi che sia un bravo ragazzo, preciso e sistemato, anche se con un aspetto un po’ trasandato.
-Ricorda: l’abito non fa il monaco. E poi mi piaci così, come sei! Non mi importa di quello che lei pensa di te!
Non si erano ancora salutati, così Pietro approfittò del traffico, per girarsi di lato e baciarla. Ma ecco che un clacson iniziò a disturbare. Sempre nervosi di mattina in quel paesino.
-Stanotte ti ho sognato!
-Cosa? Hai sognato me? Mi auguro che non fosse nulla di sconcio!
-Ahh!! Sempre a pensare male stai!
-Si.
-Comunque, no! Nulla di sconcio, ho sognato la nostra prima volta… Perché è stata tutta colpa di quello che mi hai detto ieri sera! Eri così dolce, così la mia mente mi ha riportato quella cosa in mente!
-Oh, nulla di sconcio vero?… Allora eri bella, davvero!
-Scemo! Eppure sei ancora qui. Se non ti piaccio più perché non mi lasci? Ci vado a piedi all’Università!
-Perché ti amo troppo!
-Eppure ‘Allora eri bella, davvero!’
-Stupida, prima eri bella, ora sei la mia bella!
-Non fare il romantico, ciccio! Oggi non è giornata!
-Ma come, non ti saresti dovuta sentire benissimo, visto che hai sognato noi?
-Si, ma non è un giorno da dolcezze simili!
-Certo… Allora quando sarò uno stronzo, non rompere le palle con ‘Ma dov’è finita la tua dolcezza?’
-Si, signor capitano!
-Brava, piccola!
-Ti rendi conto? Ieri ci siamo dati il nostro primo bacio? Ahahah!
-Cosa ridi? Mi devi dire, perché ridi?
Disse iniziando a farle il solletico e a sorridere alla sua buffa reazione!
-Basta, basta! Pietà!
-Ok, allora mentre andiamo nel luogo che non si può nominare, racconta un po’!
-Cosa?
-Come, cosa? La nostra prima volta!
-Ma è imbarazzante!
-Ma sta zitta, che ci siamo detti di peggio che ci fa imbarazzare!
-Tipo?
-Tipo: ‘Lia, mi piaci tanto!’
-Ma non è per nulla imbarazzante!
-Per me lo è!
-Vabbè… No, aspetta vorresti dire che ti imbarazza dirmi che sei innamorato di me?
-Nouo!
-Cos’è quel ‘Nouo’?!?
-Come cos’è? È un ‘Nouo’ normalissimo!
-Certo…
-Allora come siamo finiti a fare l’amore?
-Me lo chiedi così senza giri di parole né nulla?
-Come te lo dovrei chiedere scusa?
-Va bene! Vediamo se ricordo la cosa…
-Non far finta di non ricordare! Lo ricordo perfino io! Eravamo nella mia vecchia macchina, cioè nella macchina del nonno! La 500 rossa… Quanto mi sono divertito con quella macchina e i miei amici! Poi mi sono divertito anche con te, ma questi sono solo dettagli!
-Solo? Cavolo Pietro abbiamo un bellissimo ricordo in quella macchina! Come quando andammo a mare insieme per la prima volta, di nascosto da tutti! Mi ricordo quando la mamma mi chiamò e io a far finta di essere da Claudia, cosa molto difficile con le onde del mare in sottofondo! Ma non ci sgamò!
-Culo!
-Oppure bravura nel recitare!
-Sai mi ricordo di quel giorno, ma preferisco sentirti raccontare la storia della nostra prima volta!
-Perché?
-Perché quando mi metti una pulce nell’orecchio, non se ne va finché non me la togli!
-Va bene! Allora eravamo ormai da sette mesi insieme, più o meno, e diciamoci la verità: ti avevo fatto aspettare pure troppo per la nostra età! Tu mi chiedesti di venire con te e dei tuoi amici in montagna, dovevamo fare un pic-nic. Ricordi?
-Certo! Come se fosse ieri!
-Vuoi raccontare tu, allora?
-Sto guidando, non vorrei distrarmi troppo! Ti tocca tipa imbarazzata!
-Va bien! Dicevo… Dovevamo andare insieme in montagna, con la 500 di tuo nonno, di certo non era l’idea migliore del secolo, ma non avremmo potuto fare di meglio…
-Cosa vorresti dire con quest’affermazione? Stai offendendo la mia vecchia amata macchina?
-Hai colto proprio il punto, tesoro, noi siamo rimasti sopra quella montagna per un giorno intero grazie alla ‘mia vecchia amata macchina’! Ricordi?
-Certo, anche se ci ha lasciati a piedi, non devi permetterti di offenderla!
-Pietro, non so se ti rendi conto, che ora non saremmo potuti essere qui! Ti rendi conto? Nessun litigio, nessuna presa per il culo, nessuna frase dolce -anche se capita una volta ogni dieci anni-, nulla! Saremmo potuti essere il nulla!
-Come sei melodrammatica! La cosa più brutta che sarebbe potuta succedere era quella di essere sbranati da un orso! Poi non è successo nulla! Siamo vivi e siamo insieme e poi perché dobbiamo vedere cose negative in una giornata come quella? Susu, continua!
-Si è capito che la tua macchina, mentre stavamo salendo sulla montagna si spense improvvisamente. Eravamo, senza macchina, senza linea sul cellulare e con il nulla, bloccati nel nulla! Ok sto ripetendo troppo spesso nulla, ma è il modo migliore per spiegare la situazione!
-Comunque ti sbagli! Non eravamo senza il nulla! Per prima cosa avevamo alcuni panini e dei muffin che avevamo preparato. Non ci scordiamo della scorta d’acqua che avevamo portato con noi!
-Signore, posso continuare?
-Certo, signorina, ma mi è venuto in mente un’altra cosa d’aggiungere alle cose che c’erano lì!
-Cosa?
-C’era il nostro amore! Lo stesso che ora ci sta accompagnando!
-Oh per favore, Pietro! Ti ho detto già che non è cosa oggi! Meglio continuare: Io ero nel pallone, perché avevo paura, mentre tu sempre calmo e rilassato prendesti il telefono, la borsa e le chiavi della macchina e mi dicesti di seguirti. Camminammo in una direzione sconosciuta ad entrambi, ma non ci allontanammo molto, poi prendesti la tovaglia che avevamo nella borsa -rigorosamente a quadretti- e la mettesti a terra. Come se non ti importasse molto del fatto che forse saremmo stati lì per sempre!
‘Che cosa stai facendo, Pietro?’
‘Come, non vedi?’
‘Certo! Ma non ti sei accorto che la macchina si è formata e che potremmo rimanere qui a vita?’
‘Lia sei troppo rigida! Non ti preoccupare! So riparare la macchina, ma credo che se la macchina si è fermata qui, il destino ci sta dicendo che dobbiamo stare qui, da soli! Poi preferisci avermi tutto per te o preferisci dividermi con altri?’
Io ti guardavo come se avessi detto la cosa più assurda del  mondo! Come se la persona ad aver appena parlato in realtà fosse un cane, uno di quei cani piccoli e brutti, con un tutù rosa e un cappellino irlandese in testa!
‘Sei serio?’
‘Certo! Dai siediti, non vedo l’ora di assaggiare i dolcetti che ieri hai fatto con tanto amore!’
E io cosa avrei potuto fare? Mi sedetti a terra e aprii le varie cose e iniziammo a mangiare e a scherzare, come se quella cosa fosse stata pianificata in realtà!
-Se qualcuno ci avesse visti, avrebbe detto ‘Oh guarda che belli quei due ragazzi stanno facendo un pic-nic insieme, sono proprio romantici!’ non ‘Poveri ragazzi, la loro macchina si è fermata, ma a loro anche con la paura non se ne importano!’
-Ma tu non avevi paura!
-Ne sei convinta?
-Avevi paura? Ma non eri impaurito, eri calmo!
-Allora io sono un ottimo attore, non tu! Dai continua, che siamo quasi arrivati all’università!
-Allora… stavamo parlando! Quando arrivarono due guardia-caccia con la loro grande Jeep e con due cani spaventosamente grandi e rabbiosi.
‘Salve! Cosa stiamo facendo qui?’
‘Buongiorno! Come, non vede? Stiamo mangiando! Volete favorire?’ dicesti tu un po’ innervosito perché quei due ci avevano interrotti.
‘No, grazie! Ma mi raccomando, non lasciate nessun’immondizia qui, perché altrimenti siamo costretti a farvi la multa!’
‘Non si preoccupi! Però posso chiederle un favore?’
‘Certo ragazzo!...’ e così dicendo tu e quel guardia-caccia andaste verso la macchina, lasciandomi con l’altro! Che in realtà era un’altra! Era davvero troppo bella per fare quella professione, ma probabilmente a lei piaceva fare quel lavoro. Si chiamava Cielo, un nome alquanto strano, ma ai suoi genitori piaceva così! Poi iniziò a farmi delle domande su di noi, come ‘Siete fidanzati?’ ‘Da quanto state insieme?’ e io invece le chiesi di lei e quell’uomo, mi disse che erano sposati da molti anni e che si erano conosciuti sul campo da tiro, per imparare a sparare, dove poi lui, esattamente dopo due anni ed esattamente nello stesso punto, le aveva chiesto di sposarlo.
-Che dolcezza! Io e lui parlammo solo della mia macchina e mi aiutò a ripararla.
-Invece la donna, dopo avermi raccontato la sua storia e dopo avermi fatto il terzo grado, mi chiese la cosa più inaspettata del mondo:
‘L’avete già fatto?’
‘Ad essere sincera no! Stiamo da sette mesi insieme e anche se mi sento pronta, non so come farglielo capire!’
‘Non ne avete mai parlato prima?’
‘Si… cioè no! Cioè abbiamo parlato delle nostre vecchie esperienze e abbiamo sperimentato molte volte i preliminari, ma non mi ha mai chiesto di farlo! Né altro! Credo che non mi voglia costringere a fare nulla che non voglia fare!’
‘Deve essere proprio un ragazzo d’oro! Devi sapere che prima di conoscere mio marito, ero stata maltrattata!’ mi disse con le lacrime agli occhi, ma continuando a sorridere ‘Poi dopo alcuni mesi lo incontrai! E come il tuo fidanzato lui fu la persona più rispettosa e giusta, pur non sapendo nulla sul mio passato! Quindi ti do un consiglio, se vuoi farlo e anche lui come te è pronto, diglielo! Parlatene o faglielo capire!’
‘Grazie!’ dissi, mentre tu e quell’uomo tornaste sorridenti e un po’ sporchi di grasso. Poi gli regalammo alcuni muffin e ci lasciarono di nuovo soli.
-Già! Credo di dover continuare io la storia! Anche perché il traffico ci sta bloccando!
-Va bene, allora ti cedo la parola!
-Ci sedemmo di nuovo sulla coperta e iniziammo a sbaciucchiarci un po’! Tu però eri diversa da altre volte, era come se cercassi di dirmi qualcosa con i tuoi movimenti e con i tuoi baci, così, mi fermai di colpo e ti guardai intensamente negli occhi e pian piano ti strinsi a me. Tu mi sorridesti e iniziasti a darmi dei baci prima sul collo, poi sulla mascella e salivi sempre più su poi mi baciasti di nuovo e poi…
-No! Per favore! Basta! Non voglio più sentire! Lalalalalalalala
-Ahahahahahahah! Va bene, piccola, la smetto!
Lia gli prese il viso e gli diede un bacio.
-A cos’è dovuto questo?
-Al fatto che siamo arrivati all’università senza rendercene conto!
-Beh! Allora ti passo a prendere più tardi!
Lia scende dalla macchina e se ne stava andando.
-Liaaaaa! Hai dimenticato una cosa!
-Cosa? La borsa , il telefono, i libri, c’è tutto!
-Vieni qui!
La ragazza si avvicinò al finestrino della macchina e si sporse, entrando con la testa nella macchina.
-Hai dimenticato di…
Bacio… <3   
 
 
THE END
 
 
Angolo della tizia che ha scritto questa storiella-la-la:
Salve bellissime persone!
Come va? A me alla grande e ho deciso di finire questa storia, anche se domani ho l’interrogazione di matematica (Forse state pensando ‘Allora forse è meglio che torni alla matematica!’, ma non lo saprò mai, se prima non la recensite :*), perché non mi sembrava giusto nei confronti di quelle persone che la seguono di dover aspettare tanto per la fine della storia. Eh già purtroppo è arrivata anche la fine di questa storia! Non è durata molto in realtà ma io a causa della scuola ho aggiornato ogni capitolo dopo anni! Vi chiedo scusa!! Sapete ho pensato molto prima di finirla -una parte di me voleva stupirvi, finendo la storia con la scoperta della morte di Lia su quella montagna e di un Pietro impazzito, ma la parte sana di me ha detto ‘E vissero tutti per sempre felici e contenti!’- e mi rendo conto ch’è finita con una dolcezza incredibile! E oggi ho riletto tutto d’accapo, come se fossi una di voi e mi sono resa conto, a parte di tutti i miei errori,  ma anche della dolcezza di tutta la storia e dell’apatia di lei e di lui in alcuni momenti. Insomma entrambi mi rispecchiano molto e io lo dirò fino alla fine che loro sarebbero la coppia più bella!
Spero di non avervi deluso e spero di avere tante vostre recensioni!
‘Non sono la migliore scrittrice, lo assicuro, ma la loro è una storia da leggere! (:’ cit.
 
A presto, non so quando e con quale altro progetto tornerò, ma state certi non vi libererete di me così facilmente
Byebye
Tsue98

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