What a wicked game to play

di dolce memole
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** What a wicked game to play ***
Capitolo 2: *** Ci apparteniamo ***



Capitolo 1
*** What a wicked game to play ***


Guardo questo foglio bianco pensando a te e la cosa che più mi torna alla mente sono i tuoi occhi, il tuo sguardo nel momento in cui ci siamo salutati.
 
Difficile descrivere quello che ho visto in quello sguardo, quello che ho sentito in quel momento. Ho visto una serie di emozioni e sensazioni, ho visto domande mai fatte e risposte sussurrate, ho visto quello che mai avrei pensato e sperato di vedere e che probabilmente tu non avresti mai pensato di provare.
Non so cosa ti ho trasmesso io in quel momento, ma spero di essere riuscito a comunicarti tutto quello che non sono riuscito a dire, anche perchè non sapevo ancora cosa provassi per te.
 
Ѐ successo tutto in quell'attimo. Quell'attimo in cui abbiamo veramente capito che per mesi non ci saremmo più visti, in cui abbiamo realizzato che per molto tempo non ci sarebbero più stati momenti da condividere.
Niente nottate passate ad ascoltare buona musica, a parlare della vita in tutte le sue sfumature, da quelle più belle e appassionanti a quelle più difficili e claustrofobiche, niente discussioni animate, niente lotte con i cuscini, niente sorrisi, niente lacrime e niente abbracci.
Niente storie della vita passata, niente condivisione di paure, sogni, speranze per il futuro, niente segreti inconfessabili che emergono spontaneamente aspettando l'arrivo dell'alba.
Niente dormite sul divano, accoccolati l'uno sull'altra.
 
Incredibile pensare a questi mesi trascorsi con te. Sembrano un'eternità e sembrano solo un attimo.
Chiudo gli occhi e mi sembra di sentirti ancora qui, di fianco a me. Sento la tua voce, la tua risata, riconosco il tuo odore, il tuo calore. E il tuo sapore, rubato nell'ultimo istante passato insieme in aeroporto.
Vorrei solo che fossi qui con me, ma non ci sei. Fa male essere lontani. Fa male pensare ai bei momenti passati insieme e sapere che non ce ne saranno per molto tempo. Ma è anche incredibilmente dolce.
 
Sei stata tutto per me negli scorsi mesi. Ci siamo supportati nei momenti difficili, abbiamo riso e pianto insieme, ci siamo vissuti, siamo diventati una cosa sola. Ci siamo amati, senza saperlo, senza esserne coscienti.
Così diversi, ma così perfettamente complementari. Così perfetti insieme. Io mi sento così perfetto quando sono con te. Mi sento in equilibrio, completo e felice. E pronto per qualsiasi cosa.
Anche se sei lontana, ti sento. E so che anche tu mi senti. Capisco quando sei felice, serena e sento quando c'è qualcosa che ti preoccupa o che ti turba. Sento quando mi pensi, quando ti manco e sento l'energia e l'amore che mi mandi quando tu manchi a me, nelle mie eterne notti insonni in cui vago senza pace per la casa, cercandoti.
Ora lo so che l'amore vero esiste e so che può andare oltre le distanze e le diversità. So che ci può davvero essere qualcuno per cui valga la pena lottare. Qualcuno con cui riuscire ad aprirsi, qualcuno da far entrare nella propria anima, a cui far vedere i lati più limpidi, ma anche quelli più oscuri, senza avere paura di essere feriti o distrutti. Perchè quella persona è come l'aria, ti aiuta a respirare e sai che non ti farebbe mai del male. Difficile per me pensare di aprirmi e fidarmi così di qualcuno. Impossibile. Ma tu sei riuscita a sconvolgere il mio mondo e a farmi vedere una parte di me che non pensavo nemmeno esistesse. Solo tu hai saputo vederla e sei riuscita a mostrarla anche a me. Non so come ci sei riuscita. Sei stata come un raggio di sole che è arrivato a illuminarmi, a riscaldarmi e a dare un senso a tutto. L'hai fatto senza chiedere niente in cambio. L'hai fatto in un modo discreto, ma prezioso. La tua risata mi ha aperto un mondo, ha aperto uno spiraglio in questo cuore che ormai fosse sigillato e insensibile a tutto e a tutti. Tu hai dissolto il gelo, ma so che non puoi scottarmi.
Hai visto il meglio e il peggio di me e nonostante questo non sei scappata, ma sei stata al mio fianco senza giudicare. Non so cosa ti ha dato la forza per sopportare un egocentrico, viziato, permaloso testardo come me. Eppure eri sempre lì con me, a sorridere e gioire nei momenti speciali e a sostenermi nei momenti di crisi e di delirio. Sempre pronta, sempre con il tuo sguardo accogliente e sereno.
Sei sbucata fuori dal nulla e mi hai travolto.
Chi l'avrebbe detto che da una sigaretta condivisa sarebbe derivato tutto questo?
 
Ora non mi resta che aspettare che questi mesi passino. Non sarà facile. L'unica cosa che vorrei è passare del tempo con te, come abbiamo fatto fino ad ora. Vorrei guardarti, ascoltarti, vorrei toccarti e baciarti. Vorrei solo averti tutta per me. Solo per me. Con me. In me.
Passeranno mai questi mesi? Tornerai da me? Non lo so.
Cosa potrebbe spingerti a cercare di nuovo una come me? Tu sei il sole, io la luna; tu così stabile, decisa, io in equilibrio sempre precario, sempre sull'orlo dell'abisso.
Non ce la faccio a pensare che potresti non tornare più da me, fa troppo male. Non riuscirei a sopportarlo.
Allora torno a concentrarmi sul tuo ultimo sguardo, sul nostro primo bacio e mi sento in equilibrio, con te.
 
Ti aspetto. Sono tuo. Sei mia. Ci apparteniamo.
 

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Capitolo 2
*** Ci apparteniamo ***


Se chiudeva gli occhi poteva ancora sentirlo chiaramente, quel bacio. Poteva sentire il suo sapore, il suo calore, il suo respiro.
In pochi secondi era cambiato tutto. Si erano baciati come se fosse la cosa più naturale da fare in quel momento. E nell'attimo stesso in cui le loro labbra si erano incontrate, avevano capito. I mesi passati insieme fino ad allora erano chiari. Ecco cos'era quella sensazione che la pervadeva ogni volta che lo vedeva, che passava del tempo con lui. Le giornate, le notti passavano così in fretta quando erano insieme. Le risate erano così sincere e le lacrime così amare. Sembrava tutto così amplificato e così assolutamente speciale. Ora aveva capito. E capiva anche perchè, la prima volta che l'aveva incontrato, le sembrava di conoscerlo da una vita. C'era stata subito complicità tra loro, come se fossero amici da sempre. Se ne era accorta anche Susan, la sua coinquilina, che li aveva fatti incontrare. Ora pensava che aveva ragione lei quando diceva che i loro sguardi facevano trasparire ben altro, oltre alla semplice amicizia. Lei aveva sempre negato, aveva riso alle sue affermazioni, sicura di quello che sentiva. "Solo amicizia!", aveva ripetuto non sapeva più quante volte. Amicizia.
Ora non rideva più. Stringeva tra le mani la lettera che Ville le aveva scritto e che l'aveva tranquillizzata da un lato e spaventata dall'altro. Era passata una settimana da quando era partita, una settimana da quel bacio e Ville non si era più fatto sentire. Aveva passato delle giornate orribili, perchè non sapeva cosa pensare. Passava dal credere che anche per Ville quel bacio era stato sconvolgente, a pensare che quello era stato il suo modo di dirle addio. Ma poi cercava di essere obiettiva e si diceva che quello che aveva sentito lei, lo aveva provato anche lui, perchè lo aveva guardato negli occhi e aveva visto il suo sguardo velato dalle lacrime. Era uno sguardo dolce, felice e triste allo stesso tempo, uno sguardo pieno d'amore e tristezza per la sua partenza. Se si concentrava su quello, allora si sentiva meglio e sapeva che lui avrebbe avuto bisogno di tempo per capire, per concentrarsi sui suoi sentimenti.
E quando aveva visto quella lettera  nella buca delle lettere l'aveva presa, appoggiata sulla scrivania e l'aveva fissata per un tempo interminabile, prima di riuscire a trovare il coraggio di aprirla e leggerla.
Mentre la stava leggendo, il suo viso era solcato dalle lacrime. Tremava, rideva, piangeva. Troppe emozioni. Ma in fondo era sempre stato così, da quando l'aveva conosciuto. Niente mezze misure. Potevano esserci giornate in cui era solare, sorridente ed era piacevole stare con lui, ridere con lui fino alle lacrime. Poi c'erano giornate in cui era di umore nero e non sopportava la presenza di nessuno, se non la sua. Era così difficile stare con lui in quei giorni, lo vedeva sul'orlo dell'abisso. Era difficile stargli accanto, ma sapeva che aveva bisogno di lei, che gli avrebbe fatto bene la sua compagnia, quindi gli stava accanto anche in quei momenti. E lui le era stato vicino molte volte. C'era sempre quando aveva bisogno di lui. Non aveva bisogno di chiedere, lui nel momento giusto compariva sempre. I veri amici sono quelli che ti stanno vicino soprattutto nel momento del bisogno. Amici. A volte si chiedeva come aveva fatto a non accorgersi di quello che stava succedendo tra di loro. Ripensandoci ora, era tutto così chiaro, tutto sotto ai loro occhi.
Ma nemmeno Ville si era accorto di niente, visto quello che le aveva scritto.
Quante volte aveva riletto quelle parole, scritte nero su bianco? Aveva paura che potessero svanire sotto i suoi occhi, che fossero solo frutto della sua immaginazione. Invece erano proprio lì,  nero su bianco. Quella scrittura che aveva visto spesso sui fogli sparsi per la torre. I suoi appunti, i suoi pensieri. Questi erano per lei, solo per lei. Lui che a volte sembrava una fortezza inespugnabile, ora si era aperto completamente a lei. E lei si sentiva così fortunata. Sapeva di aver incontrato una persona speciale, sapeva che loro due insieme erano speciali.
"Caro Ville- pensò- aspettami. Sono tua, ci apparteniamo."
 

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