Non serve a niente rifugiarsi nei sogni e dimenticarsi di vivere.

di 0Giorgia0
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dove si trova il tuo tesoro, lì sarà anche il tuo cuore. ***
Capitolo 2: *** Vedo non vedo. ***
Capitolo 3: *** Maschere. ***
Capitolo 4: *** Finalmente qualcosa di buono. ***
Capitolo 5: *** Mollicci. ***



Capitolo 1
*** Dove si trova il tuo tesoro, lì sarà anche il tuo cuore. ***


"La felicità si può trovare anche negli attimi più tenebrosi, se solo qualcuno si ricorda di accendere la luce."
Hermione pensava alle frasi che Silente aveva detto, o meglio scritto negli oggetti che aveva donato loro al momento della sua morte, buttando fuori una grande quantità di fumo dalla bocca.
La faceva facile lui, ormai tanto sapeva di dover morire per una causa più che nobile... Ma lei, anche volendo non riusciva a trovare quella felicità che tanto il suo professore ambiva.
Ne aveva passate tante: affrontato la guerra, era riuscita a superare almeno parzialmente la morte di Ron, ma con quella dei suoi genitori non poteva proprio farlo.
L'unico motivo per rimanere in vita? Quel ragazzino con una cicatrice sulla fonte, unica fonte di conforto...
O almeno così credeva lei.

La ragazza era sulla torre di Astronomia, intenta a fumare una sigaretta.
Aveva iniziato a farlo dopo la morte dei suoi genitori, presi da Voldemort e usati come esche per attirarla nella sua trappola, cosa che evidentemente aveva avuto successo.
Dei ricordi le offuscarono gli occhi ma lei non doveva cedere, non ancora una volta.
Delle braccia forti le strinsero alla vita, e lei si abbandonò a quel contatto.
-Dai Hermione, sta iniziando a fare freddo qui sopra e fra un po' inizia la cena... Ho una fame da lupi!-
La riccia sorrise alle parole di Harry, quella era una frase che poteva dire benissimo Ronald.
Ron.
Il secondo del trio.
Il suo secondo migliore amico.
Quell'imbranato che cercava sempre il lato positivo nelle cose.
Quel ragazzo che avrebbe potuto mangiare tutti i rifornimenti del cibo di Hogwarts.
Solo e solamente Ron.
Tutte qualità che lo differenziavano, ma che al tempo stesso lo completavano
Solamente Ron e ormai non poteva più averlo indietro.

Hermione buttò la sigaretta per terra e abbracciò l'amico piangendo sulla sua spalla.
Anche Harry aveva capito il motivo del turbamento della riccia, e non poteva fare altro che confortarla, non c'era nessuno meglio di lei che poteva capirlo.
Alternando baci e carezze sulla testa, il ragazzo la condusse giù per le scale, verso la Sala Grande.
Era il primo giorno e bambini spaventati ma alquanto eccitati di 11 anni, occupavano la Sala, guardandosi intorno spaesati.
Hermione si fermò di botto, scontrandosi con Harry che al suo movimento brusco non era riuscito a fermare la camminata.
-Io non posso farmi vedere così dai bambini piccoli, se pensano che ci siano problemi anche fra noi grandi... Oh no, non posso proprio farlo.-
Detto questo la riccia si asciugò gli occhi con la manica della divisa, nascose meglio il pacchetto di sigarette nella tasca e sfoderò un sorriso degno di un'attrice di Hollywood. Quando i due giovani entrarono, migliaia di occhi puntarono su di loro.
In fondo era grazie a quei due se loro erano lì, ancora vivi e forse se avevano ancora una famiglia e della speranza.
Hermione cercò di farsi piccola piccola, non gli piacevano quelle attenzioni.
La ragazza gli prese la mano, come per incitarlo ad andare verso la tavolata dei Grifoni. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Ok ok non cruciatemi. Lo so che devo finire già l'altra storia ma l'ispirazione è venuta e io non potevo far altro che scrivere. Questo capitolo stranamente mi è piaciuto, e spero che anche a voi. Attendo una vostra critica, un costo consiglio.. Di tutto! Baci, Gio.

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Capitolo 2
*** Vedo non vedo. ***


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Quando per questo capitolo ci sarà almeno una recensione, andrò avanti a scriverlo, peace and love.

Anche se non li vedeva, Hermione sentiva addosso centinaia di occhi.
Con la testa bassa, la ragazza non si accorse che le erano finiti i capelli ormai lunghi nel piatto fino a quando, gentilmente Harry glieli spostò.
Mormorò un grazie arrossendo.
Non sopportava più quella situazione. Da tenace ed orgogliosa Grifondoro, eroina del mondo magico era diventata la "disabile" non vedente che ha bisogno dell'amico anche quasi per andare in bagno.
La sua non era cecità permanente, ma piuttosto una provvisoria. Una che prima o poi se ne sarebbe andata... Più poi che prima. Finì di mangiare, e facendo un cenno ad Harry si alzarono mano nella mano sotto gli sguardi incuriositi degli studenti.


-Malfoy.- Harry salutò con voce dura il biondo seguito dai compagni Goyle e Zabini.
-Potter... Salve anche a te Mezzosangue, sai non ti facevo così.... Serpeverde.-
-Che intendi scusa?- Rispose all'accusa la diretta interessata.
-Guardami quando ti parlo Mezzosangue..- Draco non riuscì a finire la frase, quando gli occhi della ragazza incontrarono i suoi. Dov'erano finiti quegli occhi profondi e marroni di un tempo?
Perchè adesso sembravano... morti, senza vita.
Non trasmettevano più nulla, ne l'orgoglio che la caratterizzava né la sua tenacia.
Adesso erano chiari, quasi un incrocio tra marrone e grigio.
Il ragazzo si riscosse e completò la frase.
- Intendo solo che la morte del tuo ex l'hai passata bene, anzi benissimo visto che ti scopi il suo/vostro migliore amico-
Hermione a quelle parole perse un battito.
Non aveva mai dato peso a quello che diceva Malfoy, ma forse anche se incoscientemente era stato una specie di "bocca della verità".
Era davvero quello che pensavano gli altri?
Poteva davvero essere considerata una puttana, che si scopa il migliore amico suo e di quello del suo ex solo per... svagarsi? Quei pensieri la fecero sentire male, molto... forse ancor più di quando lo stesse già.
Ormai era solo un riflesso della vecchia Hermione. Morta insieme a Fred, ai suoi genitori, a Ron, a Sirius, semplicemente morta. Era come vivere una seconda vita, se così si poteva chiamare.
Dopo la guerra tutto era cambiato e inevitabilmente anche lei.
Molte volte aveva cercato di uccidersi, ma con scarsi risultati: Harry arrivava sempre in tempo per questo oramai non la lasciava sola neanche per qualche minuto.
Il suo cuore, unica cosa che si poteva ancora considerare viva in quel corpo si infranse, sia per le parole dure e vere di Malfoy, sia per il dolore ormai accumulato e mai sfogato.

Malfoy si accorse del velo di tristezza che investì la ragazza dopo aver terminato la frase precedentemente iniziata.
Ma perché non si sentiva felice?
Non era forse dal primo anno che aspettava quel momento? Ridicolizzare la Granger e farla sentire inferiore, come quando le aveva detto Sanguesporco.
Solo una cosa era cambiata, l'altra volta ne andava fiero e ne era fiero.
Ma perché non sentiva più quelle emozioni ma invece un nodo alla gola gli si era formato vedendo la ragazza?
Dov'era finita la tenace ed orgogliosa ragazza che non abbassava mai il capo, l'unica che lo sfidava?
Ormai era morta, assieme ai suoi amici dopo la guerra.
Era spenta, così come i suoi occhi.
Era solo il riflesso di una ragazza.
Forse era vero, la guerra cambiava tutti. Perché in quel momento, provava compassione e tristezza per una Mezzosangue, e non una qualsiasi... ma l'amica di Potter, la mente dell'ex trio, la ragazza che era stata torturata davanti a lui...
Harry si accorse sia dell'espressione dell'amica sia del cambiamento di Malfoy dopo averla vista in quello stato.
Che provasse qualcosa per lei? No impossibile, in fondo era il furetto platinato, l'ex mangiamorte, colui che gli aveva insultati per anni.
Comunque sia, si disse Harry, Hermione ne ha passate già troppe e non permetterò che un Serpeverde rovini quella minima stabilità che in questo è riuscita ad avere.

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Capitolo 3
*** Maschere. ***


Una leggera pioggerella bagnava Hogwarts.
Con la fronte appoggiata ad un vetro, ad Hermione sembrò di essere tornata ai vecchi tempi: prima della guerra, prima del dolore, prima di tutto.
Era appena stata accompagnata da Harry in infermeria dopo essere svenuta.
Si sentiva ridicola.
Oltre a non vederci, dei malori improvvisi l'attaccavano, proprio nei momenti meno opportuni.
La prima volta era nel corridoio.
La seconda invece, in Sala Comune sotto gli sguardi di attenti e preoccupati Grifondoro.
Madama Chips le aveva suggerito di stare almeno due giorni in infermeria, così da accertarsi di un presunto miglioramento dal punto di vista visivo e scoprire l'entità di quei strani malori.
Le aveva anche consigliato una dieta per ingrassare, dato che nell'ultimo periodo sembrava sciupata.
Morta.
L'ombra di se stessa.
Un fantasma della sua vita precedente.
Più che tutte le cose che le diceva di essere Madama, lei si sentiva una persona egoista.
Tutti avevano sofferto per la guerra.
Tutti avevano perso persone importanti, però non si facevano abbattere loro.
Si che erano coraggiosi.
A fare queste constatazioni la ragazza si sentì ridicola.
Lei, Hermione Granger regina indiscussa dell'orgoglio e del coraggio Grifondoro DOC, che si faceva abbattere da una guerra.
Era una codarda, si ripeteva.
Un insulsa ragazzina.
Era come se avesse indossato una maschera per tutti questi anni.
Ma si sa, anche i più forti crollano prima o poi.



- -Signorina Granger, mi dispiace ma non riesco a capire il perché di questi malori improvvisi.- disse Madama Chips scusandosi. -Non riesco a capire quale sia l'identità del malore, neanche la magia riesce a capirlo. Mi scuso ancora, ma credo che ormai per te rimanere qui non serve a nulla. Ti chiamerò appena saprò qualcosa.-
Hermione sorrise davanti alla preoccupazione dell'infermiera, era una sensazione piacevole.
-Grazie per l'interessamento signora, ma le devo dire che io so la causa di questi malori. Mi reca un tale dispiacere non poterglielo dire, ma la ringrazio ancora. Per adesso sto bene, se la cosa peggiorerà, lei sarà la prima a saperlo.
Arrivederci.-
Allungando le braccia come se fosse uno zombie, Hermione tastò il muro per scoprire dove diavolo si fosse nascosta la porta.





~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Mi scuso enormemente per il ritardo ma ho avuto dei gravi problemi di famiglia, non sono riuscita a mandare avanti entrambe le ff. Mi dispiace se questo capitolo è corto e anche se non sembra, fondamentale.
Ho preferito lasciarlo di questa lunghezza per non aggiungerci pezzi che non c'entravano niente con il senso del capitolo.
Spero che comunque vi sia piaciuto, e {vocina delle pubblicità} AL PROSSIMO CAPITOLO!
Baci, Gio.

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Capitolo 4
*** Finalmente qualcosa di buono. ***


Essere stati amati tanto profondamente ci protegge per sempre,
anche quando la persona che ci ha amato non c’è più. È una cosa che ci resta dentro, nella pelle.



Appena la stazza aveva chiuso la porta, Madama Chips si era messa al lavoro.
Non le piaceva affatto quella situazione.
Non le piaceva non avere sotto controllo la strana malattia della Grifondoro.
Così, dopo due ore intense era riuscita a venire a capo della situazione.
Tra gli angoli più remoti e ingialliti dei libri, si trovava l'incantesimo adatto.
La soluzione all'enigma.
Era un incantesimo complicato e difficile, questo l'infermiera lo sapeva, ma ne andava della sua reputazione e della sua salute mentale lasciare una ragazza con un problema che lei poteva quasi sicuramente risolvere.


Una voce.
Dei piccoli passi affrettati.
Tutti gli occhi puntati su di lei.
-Signorina Granger! Signorina Granger!-
Madama Chips aveva fatto intrusione nella Sala Grande mentre tutti stavano cenando. Se n'era fregata altamente del discorso appena incominciato da Vitious, una possibile guarigione era più importante.
Molto importante.
Hermione si tirò i capelli dietro alle orecchie, per distinguere la provenienza della voce, così da girarsi dalla parte corretta.
Tutti gli studenti si erano ammutoliti, seguivano rapiti la scena.
-Io.. - non riusciva a parlare tanto aveva il fiatone l'infermiera. -Io, sono riuscita a capire l'entità del problema, ho ricercato sui libri e ho la soluzione. Potrai rivedere ancora.-
-Davvero? Oh ma io la ringrazio!!- Hermione era a dir poco emozionata, felice, estasiata dall'idea del poter rivederci.
Si alzò di scatto, e quel movimento repentino non le aveva fatto bene.
La testa le girava vorticosamente, si sentiva mancare, ancora.
Si aggrappò ad Harry, prima di svenirci praticamente addosso.



-Hermione.. Ti prego Herm svegliati...- Harry era praticamente distrutto, dopo aver preso la sua amica in braccio davanti a tutta la Sala Grande era corso in infermeria con Madama Chips alle calcagna.
Vederla in quel letto gli scatenava emozioni che non avrebbe mai più voluto provare. Dolore. Paura. Angoscia. Nonostante le rassicurazioni di Madama Chips, il ragazzo non voleva lasciare l'infermeria fin quando la sua amica non si fosse svegliata.

Dolore.
Dolore lancinante.
Dolore lancinante alla testa.
Hermione Granger cercò di aprire gli occhi, ma non aveva forze.
Un'altro tentativo risultato invano.
Ancora un'altro..
Finalmente riesce ad aprirli solo che c'è una differenza: non vede nero come sempre ma della luce e anche sfocata quel chiaro la rassicura.
Era tempo che aspettava quel momento.
Finalmente miglioramenti, la possibilità di una vita migliore anche se, guardando la sua "magnifica" fortuna, sa che le cose non saranno mai come vuole lei.
-Mhm..- mugugnò mentre si stropicciava gli occhi per la dormita -Ma che ore sono? Devo andare a lezione!-
Hermione spalancò gli occhi e quello che vide le piacque moltissimo: Harry.
Seduto sul suo lettino.
Con i capelli spettinati, come sempre. Le teneva una mano e la guardava con preoccupazione.
Le si inumidirono gli occhi, doveva trattenersi, non poteva piangere anche se l'emozione provata in quel momento era tantissima.
Madama Chips aveva avuto ragione, l'incantesimo era funzionato: ci vedeva ancora.
Si buttò verso la fine del letto, dove Harry stava seduto per abbracciarlo contenta.
-Oddio Harry... Ci vedo!- Disse fra i singhiozzi, perché alla fine non era riuscita a trattenersi, ma non le importava minimamente. In quel momento esistevano solo lei, Harry e il fatto di non essere più cieca grazie ad una donna formidabile.
Solo dopo si accorse che anche Harry stava piangendo.
Preoccupata si scostò e gli chiese guardandolo:
-Perché piangi? Cos'è successo?-
-Per Merlino, Hermione! Mi sei svenuta in braccio! Ero preoccupato, temevo il peggio!-
La riccia rise e lo riabbracciò.

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Capitolo 5
*** Mollicci. ***


-Ma sei sicura che non è presto per ricominciare le lezioni, Herm?-
-Non iniziare le frasi con il "ma" Harry! comunque no, non ne sono sicura; ne sono assolutamente certa. Iniziare con Difesa Contro Le Arti Oscure è fantastico, anche se con i Serpeverde.. No, ho deciso! Non mi rovineranno il buonumore anche oggi, niente potrà farlo!.- rispose convinta la riccia, mentre si dirigeva con il suo amico nella classe.
Il Professor Piton non era ancora arrivato, aveva raggiunto la sua più grande ambizione (diventare insegnante di Difesa contro le altri oscure) e si faceva anche aspettare?
Harry ed Hermione si sedettero nei banchi in terza fila, proprio dietro a Neville e Seamus.
Benissimo, pensò la riccia, proprio dietro a due combina guai dovevo sedermi!
Arrivarono i Serpeverde, con Piton per ultimo, che mormorò:
-Alzatevi dai banchi, prego. Oggi faremo una lezione approfondita sui mollicci. Dato la grande ingenuità dei miei colleghi precedenti, questo argomento è stato trattato in modo superficiale. Quello che più temiamo va affrontato con cautela, per questo ho fatto un incantesimo speciale, che fa parlare e muovere i Mollicci. Perché in fondo se qualcuno vorrà usare la vostra paura contro di voi, non si limiterà a farvela apparire davanti. Quindi..- guardò tutta la classe per scegliere il povero studente/cavia. Naturalmente studiò attentamente solo i Grifondoro. - Hermione Granger, venga qui sul palchetto. Farà una dimostrazione , dovrà solo dire ad alta voce: Riddikulus! Si concentri bene e si ricordi, non si faccia intimorire da quello che vedrà, è SOLO UN MOLLICCIO. Ok, al mio tre lo libero.
Uno..
Due..
Tre!..-

L'armadio si spalancò, e da esso uscì un uomo.
Era alto, sulla quarantina, con un paio di occhiali sul naso adunco. Dei riccioli biondi gli cadevano sugli occhi verdi.
Appena la ragazza lo vide indietreggiò, e come se fosse una reazione a catena, lui avanzò di un passo.
-Ciao Hermione è tanto che non ci vediamo no? Più o meno da quando avevi undici, al massimo dodici anni.
Che gioia! Sei cresciuta benissimo tesoro, devo fare i complimenti alla mamma, sei una bellissima diciottenne!- l'uomo avanzò ancora e allungò un braccio, per sfiorare la guancia di Hermione.
La ragazza terrorizzata, non si accorse delle lacrime che le stavano solcando le guance, troppo intenta ad urlare:
-Non mi toccare! Tu brutta stupida creatura!-
-Ma dai, come puoi rivolgerti a me così, non ti ricordi davvero cosa ti aspetta se ti ribelli o dovrei ricordartelo? Anche qui, adesso se vuoi.-
Hermione si ritrovò schiacciata al muro con il corpo dell'uomo addosso. Riuscì a mormorare tra le lacrime un "lasciami stare, ti prego!" Ma invano, dato che l'uomo non si spostava.
-Professore, l'aiuti la prego!- Harry si stava agitando, era da quindici minuti che Piton aveva liberato il Molliccio ed Hermione non reagiva.
-No Potter. Le paure devono essere affrontate, solo così la tua amica potrà guarire dalla sua ossessione. -
Tutta la classe guardava sconvolta Hermione, adesso rannicchiata per terra a piangere, mentre la sua paura cercava di sollevarla artigliandole le braccia.
Nessuno aveva visto la ragazza così arrendevole, dov'era finita l'orgogliosa Grifondoro? Probabilmente schiacciata al muro da quel mostro, pensava la classe.
-Riddikulus..-
-Più convinta signorina Granger! Più convinta!- nessuno aveva mai visto Piton preoccupato per la salute mentale di una ragazza, soprattutto se Grifondoro.
-Riddikulus!- Hermione si lasciò andare contro il muro con un sorriso sulle labbra, contenta di essere riuscita a superare la sua paura.
Harry, nonostante le regole, si fiondò sul mini-palco a vedere le condizioni della sua migliore amica.
-Sto bene Harry, grazie. Sono contenta di aver finalmente sconfitto la mia paura.- detto questo si alzò e con grande sorpresa della classe, si fiondò ad abbracciare Piton.
-Grazie! Grazie mille professore!-
L'uomo anche se titubante, rispose all'abbraccio e biascicò un di niente Signorina Granger.
La ragazza felice si spostò, e si asciugò le lacrime e si sedette al suo posto come se niente fosse.
-Ehm, signorina Granger, si sente bene? Chi era quell'uomo?-
Chiese Piton.
-Si certo. Comunque, non credo che sarebbe il massimo parlare di quell'uomo in mezzo a tutti. Dico solo che era il mio vicino di casa.-
Rispose Hermione, leggermente imbarazzata e scossa dalla paura e dai singhiozzi.
-Oh, credo di aver capito. In ogni caso mi.. Mi dispiace. Adesso lei è il signor Malfoy potete lasciare l'aula, la preside vi attende.-
I due ragazzi straniti uscirono dalla classe. Malfoy, da vero gentiluomo, le aprì la porta e la fece passare; cosa mai successa in sette anni.
Si diressero verso l'ufficio della preside, intenta a discutere con il quadro di Silente appeso al muro.
-non credo che faccia bene alla signorina Granger rivivere tutte quelle cose, Silente.-
-Appunto, Minerva. Da sola non può. Per questo chiederò al sig. Malfoy di andare con lei. Sono più simili di quanto pensi, cara.-

Dieci minuti dopo due ragazzi uscirono dalla stanza del preside abbastanza sconvolti.
Il primo a rompere il silenzio fu Draco, delicato come sempre.
-Oh no, mio padre lo verrà a sapere! Io con te non sto per un mese in BabbanoLand!-
-Bhe, certo. Credo che per me sia una cosa piacevole? Essere a casa dei miei genitori, con te e con quel mostro di vicino! Stupendo! Magnifico!-

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