Sam

di MetalheadLikeYou
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 31 ***
Capitolo 32: *** Capitolo 32 ***
Capitolo 33: *** Capitolo 33 ***
Capitolo 34: *** Capitolo 34 ***
Capitolo 35: *** Capitolo 35 ***
Capitolo 36: *** Capitolo 36 ***
Capitolo 37: *** Capitolo 37 ***
Capitolo 38: *** Capitolo 38 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1



Salve sono Sam, una ragazza di 21 anni, con i capelli neri come la pece e gli
occhi azzurri come il cielo, sono bassina e magra, amo mangiare e per mia
fortuna non metto su neanche un chilo, non amo molto il mio fisico, ma quanto
basta per star bene con me stessa.
Sul mio bel faccino spuntava un piercing sul labro.
Sono uno spirito caldo, mi incavolo facilmente ma riesco anche a controllarmi
quanto basta.
Vivo in un gran bel villino con un bel giardinetto dove spesso mangiavo e mi
rilassavo e disegnavo se avevo l'ispirazione.
Quella casa era l'eredità lasciatami dai miei genitori, che mi avevano lasciata
quando avevo solo 15 anni.
Il mio unico amico era un cane, Scotty, che stava a casa mia da ormai 5 anni,
l'avevo trovato solo, dentro una scatola di cartone, sotto un portico, pioveva a
dirotto così lo presi e me lo portai a casa.
La mia vita era piuttosto triste, ma sorridevo sempre, era uno dei miei pochi
pregi, anche quando era impossibile mettevo il sorriso, stringendo i denti e
tirando avanti come meglio potevo.
Andavo all'università, arte, volevo laurearmi in storia dell'arte, l'unica cosa che
mi aveva aiutata, mi mancava ancora molto, ero verso la fine del primo anno.
Per il mio carattere e per il mio apsetto ero sempre un po isolata ma ultimamente
un ragazzo mi si era avvicinato, scuotendo un po la mia mente.
Si chiamava Andrea, era biondo con gli occhi azzurri, classico svedese, trasferitosi
in America per ragioni di forza superiore.
<< Ciao Sam>>
<< Andrea ciao>> risposi mentre lui mi baciava una guancia.
<< Come stai?>>
<< Bene>> conclusi fredda, non andavano bene le cose, non volevo averlo
come amico, volevo starmente da sola, ero abituata alla solitudine, non mi
piaceva stare in mezzo alla gente, forse prima lo amavo ma ora mi faceva schifo.
<< Che hai?>>
<< Andrea, mi dispiace, ma devo andarmene, non mi piace molto>>
<< Ehi ehi ti avevo detto che se non volevi più nessun tipo di rapporto ti avrei
lasciata perdere>>
<< Grazie>>
<< Non preoccuparti>> mi disse baciandomi un'ultima volta la guancia destra e
se ne andò, lasciandomi sola con i libri in braccio, li misi nella borsa e me ne andai
a casa.
Mentre camminavo per le vie che portavano dall'università a casa, mi fermai a
vedere un negozio, era un negozio di roba da skete, da vestiti a oggetti.
<< Ti piace vero?>>
Mi girai per vedere chi mi aveva parlato, non ci stava nessuno, scossi la testa e
mi rimisi a fissare la felpa nera e viola che avevo visto.
<< Si dico a te!>>
Nello scaffale davanti a me, spuntò la testa di un ragazzo, moro anche lui e con
gli occhi neri con anche lui un piercing al labro.
<< Cosa vuoi?>> chiesi fredda, mi fissò alzando un sopracciglio, era tutto
tatuato e  molto bello.
<< Scusa, emh sono Oliver>>
<< Sam>> feci per andarmene ma lui uscì da dietro lo scaffale prendendomi la
mano, tirandomi poi a se, fissandomi con quello sguardo penetrante.
Era veramente bello. 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2





<< Buongiorno!>> mi strillò lui di prima mattina, lo fissai allucinata, fissai
la mia stanza e mi alzai di scatto.
<< Che ci fai in casa mia?>>
<< Mi hai detto tu che tenevi un paio di chiavi sotto lo zerbino, ti sono venuto
a salutare e a vedere come stavi, ieri hai bevuto come una spugna, stai
bene?>>mi chiese fissandomi e toccandomi una mano, la ritrassi arrossendo.
<>
<< Si!>> mi rispose sorridendo, scossi la testa e andai in cucina alla disperata
ricerca di qualcosa da mangiare, lui mi seguì, mettendosi seduto comodo su
una sedia, tirai fuori pane e Nutella, l'osservai.
<< Vuoi?>>
<< Si grazie, bhe come ti senti?>>
<< Bene credo, emh scusa ma praticamente non ci conosciamo>>
<< Credo che allora dovrò raccontarti un po di cose, mi hai mai visto? Vedo
che hai tanti cd e dvd musicali, bei gusti>> pensai alla sua domanda, mi ricordava
qualcuno ma proprio non ci arrivavo, era anche mattina per me, quindi ero
abbastanza rincoglionita da ricordarmi qualsiasi cosa.
<< No so>> 
<< Sono Oliver dei Bring me the horizon>>
<< O cristo dio>> lo fissai sconvolta, si invece, lo conoscevo, ma ero troppo
stupida per capire, arrossii violentemente, dando un po di colore alla mia pelle
bianchissima, gli sorrisi.
<< Si allora mi conosci, bhe..>>
<< Scusa emh...è piuttosto imbarazzante>>
<< Sei arrossita>> mi fece notare lui, mi misi seduta ed addentai la mia fetta
di pane e Nutella, fissandolo mentre faceva lo stesso, scoppiai a ridere,
pensando a quanto ero demente, ma anche fortunata, per la prima volta.
<< Che c'è?>> mi chiese.
<< Sto pensando che per una volta sono fortunata>>
<< E perchè? Per una volta?>> domandò curioso, masticando, mi faceva 
tenerezza con quel faccino dolcissimo, fissai le sue mani, tatuate, poi fissai le mie,
uguali, si anche io amavo tantissimo i tatuaggi, ne avevo quattro:
- Una frase di una canzone, sull'avambraccio destro dal polso fino al gomito,
dei Guns N'Roses: "niente dura per sempre neanche la fredda pioggia di Novembre".
-
Un serpente che avvolgeva una Gibson sul mio fianco sinistro.
- Poi il disegno dello scheletro umano sul altro braccio, che finiva su una mano
anche li con lo le ossa.
- Sulle nocche di tutte e due le mani, se le mettevo attaccate usciva fuori "fall dawn".

<< Per una volta da quando mi sono morti i genitori>>
Lui mi scrutò, rimanendo a bocca aperta, << Emh mi dispiace, non dovevo
impicciarmi>>
<< Non fa niente, tanto è da quando avevo 15 anni che ne parlo, anzi forse sei la
prima vera persona che mi ascolta>>
<< Non hai un'amica o un amico?>>
<< Amici? Uno solo, Scotty!>> dopo un po il mio cuccilone, un pastore tedesco
a pelo lungo, alto quanto un pony arrivò trotterelland o, mettendosi poi seduto al
mio fianco, sorrisi e gli passai una mano sul muso, coccolandolo.
<< Un cane?>>
<< Si ho solo lui>> risposi sospirando, il giorno prima, al dopo essere uscita dal
negozio avevo incontrato Andrea, che mi fissava furioso, mi rifilò non poche e
brutte parole, lasciandomi poi li da sola.
Me ne andai al bar, dove ormai ero di casa, trovandoci Oliver con altri suoi amici,
sentii poi dei ragazzi e Andrea parlare, o per meglio dire sparlare di me.
Mi sentii così stupida, così cretina di aver creduto solo qualche minuto in una
possibile amicizia, speravo che dopo la mia sparata in università non si sarebbe
tirato indietro, ma mi sbagliavo di grosso, così mi misi al bancone e ordinai una
vodka.
Una.
Due.
Tre.
Alla fine vuoto mentale, totale.
<< Ecco perchè hai bevuto>>
<< Non è perchè non ho amici, ma perchè l'unico che poteva essere mio "amico" ha
sparlato di me, non si era accorto che ci stavo anche io, purtroppo ci sono abituata,
ormai>> risposi alzando le spalle.
<< Ti ho riportata io a casa, mi hai detto dove trovare le chiavi e ho ti ho portata
dentro>> 
<< Gr-grazie>> mi alzai e sistemai i piatti, buttando i tovaglioli.
<< Hai dei bei tatuaggi>>
<< Io è? Amo le persone con i tatuaggi>>
<< Buono a sapersi, quindi mi ami>>
<< Non come pensi tu>> risposi ridendo, era proprio buffo, io e lui a parlare dei
tatuaggi, quando lui ne era pieno.
<< Bhe io vado, devo andare alle prove, ah c'è una sorpresa per te, in salone...
ciao>> se ne andò, tempo riflettere alla sua frase che corsi in soggiorno, trovai
quella busta, con un biglietto.

"So che ti piace, ciao. Oli :D"

Sorrisi e aprii, la felpa che avevo visto era li, sgranai gli occhi e corsi fuori, non
c'era più, sospirai, mi rimisi a fissare la felpa, poi presi il biglietto, era il primo
regalo che ricevevo, lo lessi e sorrisi, notai che era scritto anche dietro.

"Nel tuo cellulare hai il mio numero"

Andai di corsa a prendere il cellulare, mi misi a cercare nella rubrica.
A.
B.
...
D.
...
M.
N.
O. 
Oliver Sykes.
Chiamai, aspettai un po, segreteria telefonica, presi fiato.

"Ehi emh...grazie per la felpa, non dovevi, bhe ci sentiamo" 

Attaccai e mi provai quella meraviglia, mi stava enorme, proprio come piaceva
a me, sorrisi, dopo un po sentii il cellulare vibrare, lo presi un messaggio, lui.

"Sono contento, ci sentiremo, non mi arrenderò così facilmente ciao
bellissima <3"

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3





Passarono un po di giorni, me ne andavo in università con calma, non dovevo 
vedere nessuno, ne Andrea ne altri, ero abbastanza giù di morale.
<< Ciao Sam>> eccolo, parli del diavolo e spuntano le corna, sospirai e
mi allontanai, molto nervosa, lui mi bloccò, me ne stavo andando a casa,
ma lui eccolo, doveva già stressare le palle.
<< Cosa cazzo vuoi?>> chi chiesi fredda, lo scansai da me, con una
spinta.
<< Che ti succede?>> mi domandò nervoso, stringendomi poi un polso,
gli diedi un ceffone in faccia, lui se la toccò.
<< Che mi succede? "Ah quella Sam, è una sfigata, senza genitori">>
citai una delle bellissime frasi che aveva detto ai suoi amici, lui mi fissò
con gli occhi sgranati, mi allontanai schifata, << Che c'è? Non mi hai
vista al bar?>>
<< Mi dispiace tanto>>
<< Mi fai schifo, non avvicinarti mai più>>
<< Ma dai, parliamone!>> 
<< Lasciami in pace>> dissi spostandomi, cominciando ad andarmene
via velocemente, misi tutto nella borsa e uscii dall'università,
incamminandomi, tra gli altri studenti, tutti mi fissavano schifati, come
sempre, mi consideravano una sottospecie di mostro, mi misi le cuffie, mi
misi proprio i Bring me the horizon, la voce di Oliver era molto bella,
graffiata, come piaceva a me, ascoltavo molti gruppi simili, ma mi stava
piacendo molto quel gruppo.
Mi fermai al cancello, a controllare se avevo preso tutto, appoggiai la borsa
sul muretto.
Qualcuno mi toccò, mi girai di scatto, Oliver.
Mi tolsi le cuffie, riprendendomi dall'infarto appena preso, mi appoggiai
al muro, incrociando le braccia al petto, vidi quelli di scuola fissarci, molte
ragazze parlavano tra di loro, avevo un buon udito e avevo capito che
parlavano di lui, dicendo poi che ero una troia.
<< Che ci fai tu qui?>>
<< Guardami, invece di osservare quelli>> mi prese il viso girandolo verso
il suo.
<< Emh...>>
<< Lo sento anche io, anzi li sento anche io, sta tranquilla non sei ne un
giocattolo, ne una troia>> mi rispose, accarezzandomi il volto, mi ritrassi,
non mi andava di stare al centro dell'attenzione, era una cosa che detestavo,
ma evidentemente non potevo star un po in pace.
<< Non mi hai risposto>>
<< Sono qui perchè volevo vederti>> 
Alzai un sopracciglio, allonandandolo di poco da me, ma sorridendogli
dolcemente, era forse il primo che si comportava in quel modo con me.
<< Volevi vedermi, mmm>>
<< Vedo che indossi il mio regalo>>
<< E' bellissima, grazie>>  
<< Mmm che hai da fare oggi?>> mi chiese ridendo.
<< Nulla, perchè?>>
<< Bene verrai in sala con me, almeno ci divertiamo un po, senti che tipo
di...>>
<< So che tipo di musica fate, ultimamente vi sento, diciamo dal nostro
incontro, per me va bene, ma sei sicuro che gli altri non facciano storie?>>
<< Saremo solo io e te, una chitarra e basta>> mi disse prendendomi la
borsa, me la porse, per poi passare un braccio sulle mie spalle, stringendomi
a se, notai delle ragazze scuotere la testa schifate, sospirai.
<< Aspetta>> mi disse, si girò e alzò i medi, tutti rimasero zitti, << Lasciatela
in pace, smettetela>>
<< Oliver, non...>>
<< Non preoccuparti, andiamo>> aggiunse ridendo, con fare da bambino,
scossi la testa e ci incamminammo, mi strinse di nuovo e si mise a cantare,
ma non con il solito vocione screammato, ma con una vocina dolce.
Stava cantando una canzone dei Papa Roach, sorrisi e inconsapevolmente mi
unii a lui, che si fermò a fissarmi.
<< Sei molto intonata>>
<< Ma che dici, non sono intonata per niente>>
<< Invece si, sono io la super star, quindi ho ragione>>
<< Ah allora scusa>> dissi ironica, lui mi baciò una tempia per poi girarsi
di nuovo, mi sorrise, << beh eccoci arrivati>> aggiunse aprendo un
portone, entrammo e prendemmo l'ascensore, era la palazzina della Record,
la loro casa discografica.
Ci fermammo al sesto piano, dove avevano la loro sala, entrammo,
era un posto meraviglioso, girai tra gli strumenti, toccando la batteria,
quante volte con il mio papà avevo suonato, poi mi soffermai sul basso, io
vivevo nella musica, nell'arte.
Vidi Sykes prendere dei fogli, mi avvicinai scrutando dal suo fianco, erano
dei testi, me li porse, << Leggili se vuoi!>>
<< Oh grazie, mmm ok>> mi misi seduta, lui al mio fianco, appoggiando
la testa su una mia spalla, sorrisi debolmente, per poi leggermi la prima,
era veramente stupenda, gli sorrisi e mi girai, trovandomelo a pochi
centimetri di distanza.
Mi accarezzò una guancia.
<< Cosa stai facendo?>> chiesi, ma come cazzo me ne uscivo.
<< Shhh, non parlare>>
Mi ammutolii, mentre lui mi infilava una mano nei capelli avvicinandomi
a se, rimanemmo così per un po, mi fissava con qul suo sguardo.
Profondo.
Mi persi nei suoi occhi e deglutii, era bellissimo, non potevo dire il
contrario, mi si avvicinò appoggiando la sua fronte alla mia, fece toccare
i nostri nasi.
Il cuore ormai era partito, tentavo di rimanere lucida, ma mi annullava,
non dovevo innnamorarmi di uno come lui, non che fosse uno stronzo,
ma era un artista, girava il mondo.
Non doveva accadere nulla, feci per allontanarmi.
Non me lo permise, anzi mi riavvicinò a se, poggiando le sue labbra sulle
mie, tremai, era una bellissima sensazione.
Mi staccai.
<< Sam che c'é?>>
<< Non-non devo>>
Mi alzai di scatto poggiando i fogli, sul tavolino, presi la borsa di corsa,
avviandomi verso la porta, lui fece lo stesso, seguendomi e bloccandomi,
mi fece girare.
<< Non devi cosa?>>
<< Questo>>
<< Tu hai paura che io ti possa lasciare vero?>>
<< Non stiamo insieme>>
<< Mi piaci e no, non ti lascerò>>
<< Non dire una cosa simile, ho visto molta gente andare via>>
<< Io non sono molta gente Sam, sono io>> si indicò, sorridendomi,
dolcemente.
<< Tu andrai in giro>>
<< Verrai con me se vuoi>> mi rispose accarezzandomi un braccio,
se voleva farmi morire ci stava riuscendo benissimo, sospirai e mi
appoggiai al muro alle mie spalle, lui mi si avvicinò.
<< Non me ne andrò ok? Se non ero sicuro non ti avrei baciata>>
<< Neanche mi conosci>>
<< Oh ma abbiamo tempo, mi impegnerò al massimo per conoscerti>>
Sorrise, mi accarezzò di nuovo la guancia sinistra, chiusi gli occhi al suo
tocco, lo sentii ridere, lo fissai, un po nervosa e impanicata, mi
strinse a se, << Non ti lascerò>>
<< O-ok>> a quelle mie parole si staccò da me, tenendomi per le
spalle, mi baciò di nuovo, dolcemente, come solo lui sapeva fare.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Caoitolo 4



<< Domani facciamo una serata....vuoi venire a vedermi?>> mi chiese un po rosso per l'imbarazzo.
<< Emh per m va bene>>
<< Ne sono felice, allora ci vediamo domani>> mi disse mentre entravo in università, mi lasciò un bacio su una guancia ed entrai, sorrisi toccandomi la guancia, la gente, soprattutto ragazze mi stavano fissando malissimo, era finita la pausa "ricreazione".
Aprii l'armadietto, mettendoci dentro i libri, presi quello di storia dell'arte, lo richiusi, una ragazza stava appoggiata di shiena a quello vicino, una di quelle classiche figlie di papà, tutte acchittate, sembrava una palla da discoteca.
Mi fissava come se mi conoscesse da una vita, sbuffai e mi allontanai, lei mi prese un braccio fermandomi.
<< Emh ci conosciamo?>> chiesi ironica mentre lei mi osservava.
<< Ho sentito che Oliver ti ha invitata a sentirli>>
<< Mmm e qual'è il tuo problema?>> domandai fissandola mentre lei mi squadrava come se fossi un mostro.
<< Bhe verrò con te li!>> rispose alzando le spalle, sorridendomi, uno dei più falsi che potessero esistere.
<< Ah aspetta fammi pensare...>> mi misi una mano sul mento, fingendo di pensare bene alla proposta, scossi la testa, << No>>
<< Come sarebbe a dire no?>>
<< No, N. O. No, non verrai li con me>>
<< Tu non sai chi sono io, mio padre..>>
<< Si bla bla bla, tuoi padre qui, tuo padre la, c'è una volta che nella tua vita che non hai parlato, o non userai come minacca tuo padre?>> chiesi ridendo, mentre dei ragazzi e ragazze si affrettarono a venir a vedere lo "spettacolo", alzai le spalle sbuffando.
<< Ma come ti permetti, sfigata, non hai neanche un padre, sei sola, un'orfanella povera>>
<< Sarò un'orfanella ma almeno non devo dire, mio padre è...sarò sola ma la mia vita è meglio della tua e di tutti i tuoi falsi amici, figli di papà>>
<< Che insolente, sei una troia, si ora capisco perchè Oliver ti vuole vicino>>
<< Non lo devi nemmero nominare>> risposi fissandol male e spingendola verso gli altri bei faccini.
<< Ma sei un maschiaccio, con nemmeno un minimo senzo della femmilinità?>>
<< Se per femminilità intendi, ridursi come una palla da discoteca, mostrando ai quattro venti le propria inimità, bhe allora non ci tengo neanche un po, ora se non ti spiace me ne vado a lezione>>
Parlai con rabbia e me ne andai, entrando nell'aula, mettendomi ad uno dei posti liberi, vicino ad una ragazza, molto bella ma semplice, almeno così mi sembrava da fuori.
Rimasi ad ascoltare la lezione, pensando anche ad Oli, non sapevo cosa mettermi per la serata, mi stavo scervellando.
<< Signorina Samantha Potter, secondo lei cosa vuole dire arte?>>
Tutti si girarono verso di me, sospirai.
<< Secondo me l'arte, è una cosa personale, un proprio stile, di quelli che colpisce la gente, sia in senso negativo, che in quello positivo, ma deve far suscitare le proprie emozioni, tirando fuori il bello di ogni persona, ma ovviamente ci sono delle persone, chiuse di cervello che non colgono ogni piccola sfumatura della vita, ma vedono tutto rosa, tutto perfetto>> risposi per poi sorridere, ecco questa per me era l'arte, riuscir ad arrivare al cuore delle persone.
<< Mmm buona definizione>>
Si rimise a spiegare e io mi rimisi a pensare ai fatti miei.
<< Oggi sei stata grande>>
<< Scusa?>> mi girai verso la ragazza che mi aveva parlato, si sfregava le mani nervosa.
<< Si dico...emh hai fatto bene con Dasy>>
<< Gra-grazie>> 
<< Le hai detto quello che anche io penso, mi sei piaciuta... oddio scusa emh io sono Lucia>>
<< Il mio nome l'hai sentito, ma chiamami Sam>>
<< Anche io sono orfana>>
<< Oh>> capivo come si sentiva, le sorrisi e mi girai, era finita la lezione, mi alzai chiudendo il libro, lei fece lo stesso e uscimmo assieme, misi tutto nella borsa e me ne andai, quell'università mi faecava schifo, ma era l'unica dove potevo studiare quello che mi piaceva.
<< Ciao>>
<< Oliver>> lo chiamai, salutandolo con la mano e fermandomi proprio davanti a lui, notai la tizia di prima, quella snob, << Come mai sei qui?>>
<< Sono venuto a prenderti>>
<< Oli che sta succedendo? intendo, perchè fai così?>> chiesi insicura, mi stavo scervellano, pur di capire cosa ci stava succedendo.
<< Emh...credo...bhe di provarci con te..insomma mi piaci>>
<< Da-davvero?>>
<< Bhe si...>>
<< Oh>>
<< Dai andiamo>> disse, per spezzare l'imbarazzo creatosi, mi sorrise e ci avviammo, mi prese per la prima volta per mano, intrecciando le dita, lo fissai, rossa in viso, con il cuore a 200 km/h.
<< Sai oggi ho diciamo pestato con le parole una>> cominciai mentre stavamo entrando nel cancello di casa mia, per una volta sentivo che non era vuota.
<< E perchè?>> domandò ridendo, come un bambino, sorrisi.
<< Mi aveva provocata>> risposi aprendo la porta, non so perchè era venuto con me, ma non mi importava era forse la prima volta che qualcuno si interessava a me, che mi veniva a prendere a scuola solo per portarmi a casa, richiusi la porta dopo averlo fatto entrare.
<< E tu hai risposto, brava, non-non farti mai mettere i piedi in testa>> disse, mentre accarezzava il mio cane che, scodinzolava felice come un cucciolo.
Si alzò venendomi vicino.
<< Per quanto riguarda prima>>
<< Oliv..>>
<< Aspetta, mi piaci è vero, ho capito che hai una paura folle, lo riesco a leggere nei tuoi occhi>>
<< Io non ho paura>> mentii, abbassando lo sguardo e suscitando la sua risata.
<< Ma davvero? Dimmelo guardandomi>>
Il silenzio imbarazzate, mi fece capire che ci tenevo a lui.
<< Senti non sarò l'uomo perfetto, ma almeno ci provo, ora devo andare, ci vedremo questa sera>>
Non risposi, ero troppo presa a capire tutto di me, lui mi baciò una guancia e se ne andò, lasciandomi sola in quella grande casa, mai tanto vuota come quella volta, volevo condividerla, non solamente con il mio cane, che fissava la porta dal quale era appena uscito lui.
Sospirai.




Juliet loves the beat: Oh povera ragazza che fangirleggia giorno e notte, grazie
per il tuo commento, mi ha fatto veramente molto piacere che ti piaccia la mia
storia.
 



 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***



Capitolo 5




Per una volta ero indecisa su cosa mettermi, non sapevo proprio cosa indossare, volevo farmi vedere bella almeno per lui, anche se mi aveva detto che gli piacevo così com'ero, ma ovviamente ero una ragazza, con un po di orgoglio.
<< Cosa cazzo mi metto?!>> dissi fissando l'armadio, il mio cane vicino che mi osservava sbuffando, anche lui si stava stancando.
Mi sentivo terribilmente sola, in quel momento avrei desiderato una di quelle amiche, che stavano sedute sul letto a consigliare che vestiti mettermi per diciamo il primo "appuntamento".
Sospirai mandando indietro il cervello a un bel po di anni prima, sei, avevo una specie di migliore amica, che poi appena saputo della morte dei miei se n'era andata via, parlando abbastanza male di me.
Andai a vivere con mia zia, che ovviamente detestavo moltissimo, una di quelle tutte snob, che mi presentava come orfana della sorella, mi faceva molto schifo, ma non potevo andare da nessun'altra parte.
Sbuffai.
Presi una delle mie magliette, era degli Slipknot, mi piaceva molto, l'appoggiai sul letto, poi cercai un paio di jeans o qualcosa di simile che potevano andar bene, trovai un paio di pantaloni, era stato forse il mio autoregalo dei 21 anni, neri con una catena, attaccata vicino ad una tasca.
Mi arrivavano poco sotto il ginocchio, ma erano stupendi, andai a farmi la doccia, lasciando tutto sul letto.
Mi sistemai asciugando poi mi miei capelli, lasciandoli un po umidi, avevo caldo, guardai l'orologio.
21.30
Avevo esattamente 40 minuti per prepararmi e uscire di casa, loro iniziavano alle 23.00, ma dovevo fare un po di strada a priedi.
Indossai quello che avevo deciso di mettermi, per poi prendere quei trucchi che usavo mi davano l'aria di metallara che amavo tanto.
Salutai Scotty ed uscii, mi misi a camminare con le cuffie nelle orecchie che mi sparavano i tanto amati Slipknot, il locale alla fine non era così poi tanto lontano e verso le 22.40 ero li, entrai mi fissarono un po tutti, non sapevo dove trovare Oliver, o almeno qualcuno del gruppo.
Andai al banco, mi misi seduta su uno sgabello.
<< Una birra per lei>> mi girai eccolo, era li, davanti a me, sorrisi.
<< Ciao>>
<< Sono contento che tu sia qui>>
<< Oh anche io>>
<< Bhe prendi la birra e vieni, ti presento gli altri>> feci come mi aveva detto, mi prese per mano, stringendo di nuovo le dita, sorrisi e a mia volta strinsi, lui mi fissò, era la prima volta che lo facevo, avevo deciso di buttarmi, alla fine non avevo nulla da perdere ma tutto da conquistare, non volevo più star sola.
Entrammo dietro il palco, credo nella sezione dei camerini, c'era una specie di salotto, dove stavano tutti bevendo, si girarono a squadrarmi, mi sentivo un attimo un alieno, ma Oliver, notanto la mia espressione scioccata, mi passò un braccio attorno alle spalle presentandomi.
<< Ragazzi lei è Sam>>
Si avvicinarono uno per uno, sorridendomi ma soprattutto mettendomi in condizione di essere rilassata.
<< Matt e Matt>> mi si presentarono i due, sorrisi, pensando di chiamarli i Matts o M'
².
Il primo aveva i capelli lunghi, fino alle spalle, castani e mi sorrideva gentilemente mentre mi stringeva la mano, l'altro aveva i capelli corti, tipo quelli di Oli, aveva i dilatatori alle orecchie.
<< Sera dolcezza io sono Jona, sei la nuova ragazza di Oliver?>> mi chiese ridendo, lo fissai sgranando gli occhi, come me anche Oliver lo fissava male.
Era biondo, anche lui molto tatuato, con gli occhi chiari e anche lui con i dilatatori.
<< Em..>>
<< Smettila Jo>> rispose frettoloso e rosso in viso il mio salvatore, si avvicinò l'ultimo del gruppo, forse un po più timido degli altri.
<< Piacere Lee, non sentire Jona, non farti dei problemi fa sempre così>>
<< Sam, tra un po torno, Lee te l'affido, non uccidermela>>
<< Ciao Sykes>>
Lo vidi andar via, sospirai, mi girai e quel ragazzo, con i capelli che gli ricadevano sul collo e viso, mi fissava sorridendo.
<< Ti manca già>>
<< Ma che cazz...>>
<< Si lo so, lui è bello>> lo squadrai, non era proprio il ragazzo timido che mi aspettavo.
<< Scusa ma non ti seguo>>
<< Tu sei la famosa Sam, che va a prendere ogni giorno all'università?>>
<< Si sono io>> risposi alzando un sopracciglio, non lo stavo seguendo eppure, volevo vedere a che punto arrivava.
<< L'hai stregato, parla di te, dalla mattina alla sera, scusa ma ci rompe talmente tanto i coglioni che..bhe ti piace vero?>> a quella domanda sputai la birra che avevo in bocca, lo fissai rossa in viso, chiedendomi se era una specie di psicologo, o stava domandando così a buffo.
<< Emh...>>
<< Dai non lo dirò a nessuno>>
<< Se con "nessuno" intendi il gruppo, ah beh non ti credo>>
<< Grazie, ti piace, lo vedo, nei tui occhi>>
<< Che cazzo hanno i miei occhi, tutti ci vedete qualcosa dentro>>
<< Quando eri con lui erano più brillanti, ora sono spenti>> rispose alzado le spalle, sospirando e mettendosi seduto su una sedia, feci lo stesso, continuando a bere la mia birra, << E' come se lui fosse il tuo salvatore>>
<< Lo è!>>
<< Si certo e io sono Gesù>>
<< Dico che lo è, perchè è il primo che ho conosciuto, il primo "amico">>
Mi fissava, non capiva il mio discorso, evidentemente, ne fui felice, Oliver non aveva detto loro del mio passato, del fatto che ero sola.
<< Cioè?>> chiese curioso.
<< Sono orfana, sempre stata da sola>>
<< Cazzo>> esclamò, mettendosi una mano davanti alla bocca, si tutti reagivano così.
<< Per favore, non voglio far pena a nessuno>>
<< No no sta tranquilla>> 
In quell'esatto momento tornò lui, gli sorrisi, forse aveva ragione, mi piaceva cavolo, mi piaceva veramente tanto.





Juliet loves the beat: ahahaha grazie, mi fa veramente piacere, continuerò non preoccuparti.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6




Mi misi seduta al bancone mentre i ragazzi facevano il loro ingresso sulla specie di palco, Oliver mi fissava, cosa che non potei non notare, sentivo il suo sguardo attaccato al mio, al mio corpo.
Sorrisi, mentre lui iniziava a cantare Diamond aren't forever, coinvolgendo nel ritmo ogni fan, ogni ragazzo e ragazza che stava sia sotto il palco sia vicino a me.
<< Oliver è bellissimo>> sentivo due ragazze parlare tra loro.
<< Oh si molto>>
<< Dopo andremo nel backstage e vediamo di concludere qualcosa>>
Mi dava fastidio che quelle due oche potessero girare attorno ad Oliver, erano veramente molto belle, sapevo che comunque lui era un uomo e come ogni essere umano del sesso maschile aveva in mente quasi sempre ogni cosa riguardasse "portarsi a letto una donna".
Sbuffai e mi alzai, portandomi dietro la seconda birra che avevo preso.
Mi misi vicino ad una colonna, più vicino a lui che a quelle, mi sedetti su un gradino di una scala che portava al piano superiore, finii tutta la birra e rimasi a contemplare Oli e gli altri del gruppo che si buttavano tra il pubblico, mi piaceva molto la sua voce, quando cantava poi era graffiata.
Sapevo di provare qualcosa per lui, forse solo un piccolo sentimento per il fatto che si faceva vivo, che non mi faceva sentire sola, avevo 21 anni lui 26, speravo di no ma mi stavo innamorando.
Finirono di suonare, Oliver venne verso di me, mi si fermò davanti, era sudaticcio, ma sorrideva come sempre.
<< Ciao>>
<< Siete bravissimi>>
Vidi le due tizie avvicinarsi a lui mentre stavamo parlando, ovviamente furono cacciate via, in malo modo.
<< Andiamo, dai vieni>> mi prese per mano, entrammo nel backstage, ovviamente tutti stavano bevendo di nuovo, stravaccati sui divani, entrammo nel suo camerino, si congedò.
<< Vado a lavarmi che puzzo>>
<< Ok>>
<< Non scappare, non voglio mettermi a cercarti per tutta la città>>
Sorrisi mentre lui mi lasciava un bacio su una guancia e se ne andava in bagno, lasciando la maglietta su una sedia, fissai la sua schiena, magra, perfetta.
Mi misi seduta vicino allo specchio, fissando ogni angolo della stanza, era piccolina ma ben arredata, guardai il divano, mi ci misi sdraiata, era morbidissimo, appoggiai la testa su un bracciolo, mi addormentai.




*Oliver*

Uscii dalla doccia, avvolgendomi nel telo, uscii per prendere i vestiti, infilai boxer e pantaloni in bagno, ma rimasi senza maglietta, riuscii di nuovo, lei stava sul divanetto, rannicchiata in posizione fetale, dormiva, sorrisi e mi misi seduto ai piedi del divano, fissandola, era veramente bella, ma era fragile, dentro lo era, con me lo era. 
<< Ehi sveglia>> sussurrai ad un suo orecchio mentre gli levavo i capelli corvini dal viso, aprì i suoi occhioni, che tanto mi avevano colpito, eravamo veramente vicini e lei arrossì, tenera.
<< Scusa>> sussurrò.
<< Di cosa?>>
<< Per essermi addormentata>> 
<< O dio non devi scusarti, anzi mi sarei messo a dormire anche io, fammi spazio>> dissi ridendo, suscitando il suo sorriso, mi piaceva cazzo, ma era complicata, come tutte le donne del resto, ma lei le batteva tutte, era fredda e distaccata, aveva i suoi buoni motivi, ma doveva capire che non ero come gli altri.
Si spostò, facendomi veramente spazio, mi stesi al suo fianco, passi un braccio dietro la sua testa, stringendola a me, per stare più comodi, la sentii sospirare, prima o poi sarebbe crollata, almeno il muro che aveva creato.
<< Ti sei divertita?>>
<< Certo>>
<< Sicura?>>
<< Si era tanto che non andavo ad un concerto>>
<< Sono contento che tu ti sia divertita, molto, beh che vogliamo fare, rimanere qui o andare in giro con gli altri?>> proposi due alternative, lei mi disse che voleva andare in giro, così uscimmo, aspettando anche il resto del gruppo per poi andare tutti insieme a prenderci delle birre, per poi uscire tutti assieme in giro per la città.
Faceva un po freddo, la vidi rabbrividire, eravamo ancora vicini al locale.
<< Aspetta un attimo qui>>
<< Dove vai?>>
<< A prendere una cosa>> risposi mettendomi a correre, gli altri intanto erano entrati in un negozio, per comprare qualcosa da mangiare, corsi a prendere una delle giacche che mi portavo sempre dietro, era una della "DROP DEAD" la mia marca di vestiti.
Tornai indietro, con quella tra le mani, stava vicino ad un lampione, gli altri un po li attorno, aveva le mani nelle tasche dei pantaloni, mi fermai ansante davanti a lei, sorridendole.
<< Girati>> le ordinai, per poi infilarle la giacca, lei mi sorrise riggirandosi.
<< Grazie>> disse sincera.
<< Avevi freddo e ho pensato di portarti..>> lasciai la frase in sospeso, sorpreso dal suo gesto, mi stava baciando una guancia, per la prima volta era lei a prendere l'iniziativa.






Continuate a commentare e a seguirmi, mi fa piacere.
Grazie <3 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7








Dopo il famoso bacio sulla guancia, che tanto mi aveva scossa, avevo agito d'impulso, non sentii Oliver per due giorni.
Arrivò finalmente il sabato, che portò con se la pace più assoluta e il riposo, dall'estenuanti lezioni dell'università.
Suonarono il citofono di casa, mi alzai sbuffando, qualcuno mi aveva svegliata da uno dei miei sonni più rilassanti, mi stropicciai gli occhi, mi alzai mettendomi una magliettona, mi passai una mano nei capelli, decisamente arruffati ed andai ad aprire.
Mi ritrovai davanti lui, che mi sorrideva divertito, lo fissai male poi feci spazio e lo feci entrare, richiudendo la porta dietro le sue spalle, sospirai.
<< Che fai qui alle 8.00 di mattina?>> chiesi, gli feci segno di seguirmi fino in cucina, avevo bisogno di un caffè per svegliarmi avevp molto molto sonno, << Tu vuoi?>> dissi indicando la macchinetta.
<< Si grazie, ho un sonno che mi si porta via!>>
<< Mi prendi per il culo?>> domandai ironica, lui sorrise.
<< Si dai sto giocando>> rispose bevendosi subito dopo il caffè caldo, feci lo setto rimanendo in piedi mentre lui si mise seduto.
<< Non mi hai risposto?>>
<< Sono venuto per proporti di venire con me e con i ragazzi in montagna!>>
<< E il cane?>>
<< Il cane può andare a stare a casa mia, che ho le domestiche che puliscono e poi mia cugina andrà li per un po, quindi può pensarci lei>> rispose alzando le spalle, fissai Scotty, che mi scodinzolava felice.
<< Mmmm quando si dovrebbe partire?>>
<< Ecco...diciamo..domani!>> 
<< Cosa? Ma tu sei pazzo!>> urlai fuori di me, ma cosa gli veniva in mente, non avevo nulla da portarmi dietro, se non una vecchia tuta da sci di mia madre, cosa che non volevo indossare per ovvie ragioni, sospirai.
<< Avevo anche pensato...>>
<< Mi fai paura Oli veramente, la prossima volta non pensare>>
<< Così mi ferisci!>> rispose facendo finta di darsi una coltellata, scoppiai a ridere, solo con lui riuscivo a ridere, anche per la cosa più stupida e idiota del mondo, sorrise, << Serio, avevo pensato, di andare a comprare un po di cose, anche perchè non ho nulla per andare sulla neve>>
<< Se è per questo anche io>>
<< A maggior ragione, dai andiamoci insieme>> mi pregò facendo gli occhioni e sporgendo in fuori il labro, era impossibile dirgli di no, sospirai alzando subito dopo gli occhi al cielo e girandomi. 
<< Va bene, sai una cosa sei insopportabile>>
<< Oddio grazie>> ribbattè alzandosi e abbracciandomi, rimasi interdetta, con le braccia lungo i fianchi, lui mi strinse, poi si staccò un po imbarazzato, ma con il sorriso, abbassai la testa.
<< Bene allora vatti a preparare, così prima arriviamo prima andiamo via>>
<< Ok ok vado, vado mamma mia>> me ne andai in camera, poi in bagno e dopo non so quanto di nuovo in camera a vestirmi, presi una maglia, nera con dei strani disegni, poi un paio di pantaloni, jeans un po larghi e semplici da sfilare, presi una felpa.
Scesi, mi stava aspettando seduto sul divano, sorrisi fissandolo, stava di spalle, sospirai e mi avvicinai chiamandolo e dicendogli che potevamo andare.
Uscimmo di casa, insieme, andammo in un centro commerciale, speciale, dato che era pieno di negozi Vans, DC, Etnies e altre marche, mi si illuminarono gli occhi, per una normale ragazza quello era l'inferno, ma per me che ero cresciuta, ripudiando i vestidi da donna era il paradiso in terra.
Presi Oliver per mano ed entrammo nel primo che avevamo davanti, Quicksilver, vidi lui al mio fianco ridere, cominciai a girare per il reparto, cercando qualcosa di abbastanza figo e adatto a me, ne trovai una veramente fantastica, con i pantaloni neri.
La giacca era biaca ma con degli schizzi neri, come sporca, molto figa e molto nel mio stile.
<< Tu hai già trovato?>> urlai a Oliver, immerso nella parete dietro di me.
<< Si>>
<< Anche io>> risposi, lo vidi affacciarsi, presi la tuta e gliela feci vedere, lui mi sorrise.
<< Bhe è figa>>
<< Lo so, me la vado a provare>> 
Entrai nel camerino, attaccando all'appendiabiti la stampellona, mi provai i pantaloni, perfetti e della mia taglia, poi mi misi la giacca, che poteva essere usata anche normalemente, alla fine a Sheffield faceva abbastanza freddo.
Anche la giacca mi stava abbastanza bene, sorrisi, mi comprai anche un paio normali di pantaloni da neve, non quelli per sciare ma uno normale, caldo e impermeabile, comprai anche un Napapijri, nero.
Vidi Oliver prendere due tute e andarsene nel camerino, sorrisi mentre io pagavo le mie cose, lo sentii chiamarmi, mi avvicinai ala sua porta, mi chiese di entrare, presi coraggio e lo feci, stava litigando con la giacca della tuta, scoppiai a ridere, invece di aiutarlo.
<< Mi vuoi dare una mano?>>
<< Si si ecco, ecco>> dissi aiutandolo, rimasi con le mani sul collo della giacca, mentre lui rideva, aveva tutti i capelli scombinati ma non per questo non era bello, lui mi sorrise fissandomi.
<< Grazie>>
<< Pr-prego>> balbettai rossa in viso, per poi uscire, aria, sarei morta li dentro.
Anche lui uscì dopo un po, non comprai gli scarponi, che già avevo, pagò anche lui ed uscimmo, mi disse di aspettarlo che si era dimenticato i suddetti scarponi.
Sbuffai e mi misi seduta su una sedia del bar, vicino al negozio, dopo un po lo vidi uscire.
<< Eccomi>>
<< Trovati?>> chiesi.
<< Certo, vuoi una cioccolata?>> mi domandò fissando il bar, sorrisi e annuii ringraziandolo, così ne comprò due, ce ne andammo, aspirando dalle cannucce quella bontà che amavo tantissimo.
<< Che altro vogliamo fare?>>
<< Bhe preparare le valigge? A proposito... quanto staremo via?>>
<< Emh una settimana>> rispose ridendo, sbarrai gli occhi, cercando di respirare tranquillamente, poi sorrisi.
<< Ok, emh dai andiamo>>
<< Dove?>> chiese curioso, sbuffai, poverino ogni tanto i suoi neuroni andavano a farsi un giro.
<< Valigge>> ribbattei alzando le spalle e buttando poi il bicchiere vuoto, lui fece lo stesso, per poi prendermi per mano, arrossi e ritrassi la mano, lui mi fissò un po dispiaciuto ma si mise a ridere, dicendo che ero strana.
Mi riportò a casa, accompagnandomi fino alla porta per poi lasciarmi un tenero bacio su una guancia, non ci eravamo mai baciati dopo quella volta alla sala di registrazione, aveva capito che ero confusa e che avevo bisogno di tempo, lo ringraziai mentalmente, lo salutai aprendo la porta ed entrando, la richiusi e mi appoggiai ad essa, ero proprio una stupida. 
Me ne andai in camera, tirai fuori dall'armadio la valiggia e la riempii di vestiti,misi dentro anche la tuta e l'altro paio di pantaloni, lasciando fuori solamente il giaccone, ero una molto veloce a preparare le cose, ma avevo bisogno di riflettere senza Oliver attorno.
Stavo decidendo se svegliarmi o meno, se fare almeno un passo in avanti o uno indietro, ormai avevo accettato di partire, era giusto anche mettere le cose in chiaro, lui poi era ormai da quasi tre settimane che mi veniva a trovare, mi chiedeva di uscire, con lui per primo e con gli altri della band, non si era mai allontanato, pur essendo famoso aveva respinto delle belle donne per stare la sera con me.
Forse mi voleva veramente bene come diceva e forse dovevo dargli una possibilità.









Commentate, commentate please, fatelo per questa ragazza che scrive con tanto amore, almeno non mi deprimo!
<3 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8




La mattina della domenica, ovvero il giorno della partenza, portai Scotty a casa di Oliver, una megavilla assurda, raffinata e ben arredata, aveva stile il ragazzo, sorrisi mentre aspettavo la cugina, volevo vedere a chi affidavo il mio unico amico.
<< Ehi ciao tu sei la ragazza di mio cugino>> mi si avvicinò questa tizia, dai capelli rossicci e gli occhi verdi, la bellezza era una qualità di famiglia.
<>
<< Ah, o mio dio che figuracca, comunque piacere io sono Jessica>>
<< Samantha, Sam e lui è Scotty>> risposi stringendole la mano, per poi indicarle il mio cane, che scodinzolava felice, lei lo fissò e poi prese a coccolarlo, prendendosi subito la sua fedeltà, una bella mossa, era anche vero che il mio cane andava dietro a chiunque gli dimostrasse un po di affetto, non valeva la storia "tale padrone, tale cane".
<< Ma quanto sei bello, quanti anni ha?>>
<< Cinque, l'ho preso che stava in uno scatolone, per strada>> le spiegai, poi lo sentii tirare, lo lasciai, se ne andò felice a saltare addosso al povero Oliver, che stava portando giù la sua valiggia.
<< Scotty ciao...>> gli disse il ragazzo, accarezzandolo, poi venne da me, sorridendomi e baciandomi le guancie, <<...buon giorno>>
<< Giorno>>
<< Pronta?>>
<< Si dai, non vedo l'ora di tornare sulla neve, è da quando i miei non ci sono più che non ci sono più andata>> risposi sorridendo, finalmente avrei rivisto la mia tanto amata neve.
<< Oh bhe allora ci divertiremo>>
<< Si che bello>> salutai il mio cane, poi salutai Jessica, lei mi abbracciò, Oliver la fissò con gli occhi sgranati, gli sorrisi.
<< Andiamo!>>
Uscimmo di casa, prendemmo la macchina, ovvero fuoristrada, caricammo tutto sopra, anche la mia tavola da snow, ritrovata in cantina, era una vera meraviglia, poi partimmo.
Accesi subito il riscaldamento, faceva un freddo assurdo e io non lo sopportavo molto, in macchina poi lo odiavo.
<< Allora dove si va?>>
<< In Scozia>>
<< Bel viaggetto, molto lungo poi>>
<< Bhe dovremmo arrivare questa sera in una delle baite, ne abbiamo una in due>>
<< Scommetto che io starò nella tua>> dissi ironica, ne ero felice ma anche preoccupata, non mi era mai capitata una cosa simile, conoscendomi sarei diventata paranoica e non era il caso, sorrisi, lui fece lo stesso.
Ci incontrammo con gli altri per strada e tutti insieme, uno dietro l'altro imboccammo una delle super strade che portavano alla località sciistica che avevano scelto, mi rilassai mettendomi comoda sul sedile, fissando la strada e ogni tanto sposntando lo sguardo sul ragazzo che stava al volante. 
<< Credo che ci divertiremo!>>
<< Mmm lo penso anche io>> mi rispose ridendo, ma tenendo gli occhi fissi e le mani sul volante, stringendolo appena, cambiò marcia.
<< Sai una cosa, dopo faremo a cambio, anche io voglio guidare>>
<< Ok come preferisci, per me non ci sono problemi>>
La conversazione era abbastanza imbarazzante, come tutte del resto, ma stare da sola con lui, in un posto ristretto e chiuso, pensando alla settimana di vacanza, era snervante, così decisi di mettermi a dormire, ero stanca e almeno avrei passato qualche ora rilassata.
<< Io mi metto un po a dormire, quando sei stanco chiamami>>
<< Shh, dormi e non preoccuparti>> ribbattè ridendo per la mia frase, sorrisi e appoggiai il giaccone al vetro, ci misi su la testa e chiusi gli occhi lasciandomi cullare dal movimento dell'auto.
<< Ti...>> non sentii il resto della frase perchè mi addormentai.



*Oliver*


Si era addormentata, sospirai accarezzandole delicatamente una guancia, per poi cambiare marcia e accellerare di nuovo, misi un po di musica, bassa, in modo da tenermi compagnia, ma sorpattutto tenere occupata la mia mente, che pensava esclusivamente alla ragazza dai capelli neri e occhi azzurri che dormiva nel sedile affianco.
Mi passai una mano nei capelli, feci passare avanti Matt, che stava in macchina con Lee e la sua ragazza, Jenny, molto simpatica e solare.
Mi misi a cantare sulle note dei Queen, tanto per fare qualcosa, non cantai in yelling, per ovvi motivi, stava dormendo, sembrava così rilassata, sorrideva appena. 
Mi chiamò Lee, misi una cuffia e risposi.
<< Che vuoi?>>
<< Allora come va il viaggio?>>
<< Che scassapalle>>
<< Dai sono curioso...>> disse invogliandomi a parlare, sempre il solito ficcanaso negli affari altrui, sospirai.
<< Sta dormendo>>
<< No! Perchè?>>
<< Secondo te...per quale motivo una persona dorme?>> chiesi alzando gli occhi al cielo, ogni tanto la sua stupidità mi lasciava interdetto e senza parole, non capivo mai se lo faceva veramente o era ritardaco come pensavamo ormai tutti.
<< Che ne so!>> si scusò lui, sbuffai sonoramente.
<< Come che ne so? Lee per l'amor di dio, tu sei un deficiente>>
<< Scherzo lo so, aveva sonno>>
<< Che genio, ogni tanto mi sorprendi!>> risposi ridendo e facendo ridere anche lui, sentii Matt chiedergli se gli avevo detto quelloc eh avevo pensato la mattina, sospirai e risposi di "no" a Lee che stava facendo già domande. 
<< Perchè io non so mai le cose?>>
<< C'eri anche tu razza di imbecille>>
<< Ah davvero?>> domandò facendo ridere tutti, mi girai a fissarla stava ancora dormendo, era ormai un'ora e mezza che stava riposando, sorrisi.
<< Ci sei?>> urlò dall'altra parte il cretino.
<< Cazzo strilli che mi sturi un orecchio che vuoi?>>
<< Dirti che per me devi dirle come stanno le cose>>
<< Ma dai era quello il mio intento>>
<< Poi se la porta a letto>> sentii dire da Matt, ovviamente Lee si mise a ridere, sbuffai sonoramente per la seconda volta.
<< Non sono fatti suoi!>>
<< Ohhh ha detto che non sono fatti tuoi!>>
<< Di al caro Oliver, che se vuole gli do qualche dritta>>
<< Ha detto...>>
<< LEE cazzo ci sento non sono sordo!>> risposi, ridendo, avevo degli amici idioti, ma era con loro che il mio sogno si era realizzato, stavamo bene e gli volevo bene.
<< Non ho bisogno di consigli, me la so cavare benissimo da solo!>>
<< Tre volte, tre volte>> ero in vivavoce, così sentii tutti ridere.
<< Anche quattro se vuoi!>>
<< Vabbè vah non ti allargare>>
<< Dai vado, che si sta svegliando>> dissi mentre fissavo la ragazza svegliarsi, si stroppicciò gli occhi e sorrise.
<< Trattala bene>>
<< Fatti i cazzi tuoi!>> chiusi la chiamata, lei si mise a ridere chiedendo se erano quelli nella macchina davanti a noi, alzai lo sguardo, vidi Lee farmi "ciao" dal vetro, sbuffai e li sorpassai.
<< Bhe che vi siete detti?>>
<< Nulla, sparano cavolate, ma sono fantastici>>
<< Siete molto uniti>>
<< Si dopo tutto quello che abbiamo fatto assieme si>>
Sorrise dolcemente, era stupenda quando lo faceva e si mi stavo prendendo una bella e tosta sbandata.







Commentate commentate.
<3

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9






Mi misi a ridere sorridendo, si erano decisamente molto uniti e felici, guardai fuori dal finestrino un po giù di morale, io non avevo mai avuto, da sei anni ad oggi, una siituazione come dire di amicizia/seconda famiglia, la mia unica figura presente era il mio cane.
<< A che pensi?>>
Mi girai a fissarlo, mi sorrideva come al suo solito, cambiò canzone, Bohemian Rapsody.
<< Penso che sei molto fortunato, o almeno tutti voi lo siete...>>
<< Cioè?>>
<< Voi avete una famiglia e degli amici...>> alzai le spalle, era una cosa un po ovvia, ma evidentemente lui non ci stava pensando, si girò a guardarmi con uno sguardo triste, fece una specie di sorriso, molto tirato.
<< Da oggi anche tu fai parte di questo gruppo...>> si riggirò verso la strada, <<...non sei più sola>>
<< Grazie>> risposi sincera, sorridendo ma un po imbarazzata, << Da quanto stai giudando?>>
<< Due ore e mezza perchè?>>
<< Dai fermiamoci un po, anche perchè dietro vedo che ci fanno dei segnali>> dissi mentre fissavo lo specchietto retrovisore, lui fece lo stesso, scoppiammo a ridere vedendo Lee che muoveva le braccia fuori dal finestrino, dicendoci di fermarci, così entrammo nel primo autogrill, parcheggiandoci vicino all'entrata.
Scendemmo stiracchiandoci tutti quanti, ovviamente una mandria di gente, credo anche fans, si avvicinaro per farsi fare foto e autografi, Oliver mi disse di entare nel locale, dato per il freddo.
Mi strinsi nel giaccone, mentre loro sorridevano ai flash, li vidi entrare dopo un po, ridendo e scambiandosi delle battutine, ci mangiammo qualcosa, erano le 10.40 ed io avevo una fame assurda.
Ci mettemmo seduti ad un tavolo mangiando tutti insieme poi tempo di riposarci e digerire un po e ci rimettemmo in viaggio, ma questa volta mi misi alla guida io, non volevo che si sancasse troppo, io mi ero già riposata ora toccava a lui, che appena si appoggiò al sedile si addormentò.
Meno male che "non" aveva sonno.
Misi su un cd dei Nirvana, ovviamente basso e mi misi a canticchiare, tenendo gli occhi sulla strada e ogni tanto girandomi verso di lui, che stava poggiato al vetro, con una mano sotto la guancia, l'altra sulla pancia, la bocca leggermente dischiusa.
Le palpebre vibravano delicatamente, sorrisi e rifissai la strada, iniziavo a vedere il cambiamento, a vedere i primi monti e man mano che avanzavamo anche la neve.
Matti ci superò, facendoci strada, ci chiamarono Oliver al cellulare, che stava nella tasca dei pantaloni, arrossii, avrei dovuto rispondere, ma non mi andava di infilare la mano, lui si svegliò, borbottando e rispose.
<< Lee che vuoi?>>
<< Matt ha detto che si vuole fermare 10 minuti>>
<< Mmmm ok, allora ci fermiamo, quanto manca>>
<< Ma forse mezz'ora>>
Mi fece segno di seguire la macchina davanti a noi e così feci, entrando in una stazione di benzina, parcheggiammo, facendo anche rifornimento di gas e benzina, eravamo abbastanza a secco, Oliver mi fece rimanere dentro, dicendo che faceva freddo.
Dopo un po rientrò anche lui, fissandomi e massaggiandosi le braccia, alzò il riscaldamento ridendo, << Fuori si congela>>
Rimasi zitta a fissare la neve.
<< Ehi che succede?>> disse girandomi il viso con una mano, arrossi quando me lo ritrovai a pochi centimetri.
<< Nah niente>> risposi allontanandomi e indicando la neve, << con i miei ci venivo sempre>>
<< Come sono morti?>>
<< Incidente, stavamo camminando per strada, quando un tizio, correndo, mi ha dato una spinta, facendomi cadere in strada...>> lui mi ascoltava curioso, ma con lo sguardo triste, << Eh bhe mio padre e mia madre, sono entrati in strada, spingendomi sul marciapiede, ma mentre stavano rivenendo su anche loro, una macchina li ha presi in pieno>>
<< O dio>> si mise una mano davanti la bocca, temendo di aver fatto una figuraccia, ma alla fine non era quello il problema.
<< Tranquillo>>
<< Sei sempre stata da sola?>>
<< No sono stata da una stronza, mia zia, poi appena fatti i 18 anni ho preso la casa e sono andata ad abitarci>>
<< Mi dispiace>>
<< Anche a me....>> finii a metà la frase, non sapevo che altro dire.
<< Ora non sei più sola, ci sono io...>> si corresse subito dicendo un "ci siamo noi", ma sorrisi del suo imbarazzo, era dolcissimo, impulsivamente lo abbracciai, lui scattò, strinsi le braccia attorno al suo busto.
Mi abbracciò anche lui, sentii il suo cuore battere veloce, pensai che forse dovevo anche mettere in chiaro le cose con il passato, chiudendo tutte le brutte esperienze in un angolo del cuore e della mente, per poi affrontare il presente, in modo sereno.
<< Devo iniziare ad abituarmi a questi tuoi scatti>> disse ridendo, scoppiai a ridere a mia volta, pensando che anche io dovevo farlo, dovevo abituarmi anche a non farmi scoppiare il cuore dal petto.
<< Anche io>> confessai facendolo ridere ancora di più. 
<< Sai non pensavo tu fossi così>>
<< Così come?>>
<< Così, sei solare, simpatica, gentile e altruista>> 
<< Non mi hai mai vista incazzata>> borbottai, facendolo ridere ancora.
<< Scommetto che sei una di quelle che appendono la gente al muro>>
<< Anche...>>
Scoppiai a ridere come lui, mi si avvicinò molto facendomi indietreggiare con la schiena, toccai il vetro dietro di me, lui continuò ad avanzare, si fermò, Kean aveva aperto la portira di botto, per fortuna non la mia, dicendo che dovevamo ripartire.
Ci ricomponemmo, ma questa volta Oli si rimise alla guida, dicendomi che voleva portare lui la macchina, lo lasciai fare, anche perchè avevo bisogno di far rilassare il mio cuore, che sembrava dover esplodere da un momento al altro, maledii per un secondo Matt, ma alla fine lui non aveva fatto nulla di male, aveva solamente interrotto un possibile bacio.
Arrossii.
<< Come mai sei arrossita?>> chiese lui, abbassai la testa, sperando che i miei capelli mi coprissero il volto.
<< Ho caldo, fa troppo caldo>> risposi allungando la man per abbassare il riscaldamento, era vero, lui fece lo stesso, toccando la mia mano, la ritrassi velocemente cosa che fece anche lui, che scosse la testa e la rimise sul volante.
Abbassai la manopola e mi appoggiai, sprofondando nel sedile.








Commentate commentate, bacioni.
ahahahaha Juliet tu sei tutt'altro che una scassaballe, ti devo ringraziare per i bellissimi commenti.
Grazie :D

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10




Arrivammo finalmente alle baite, una gran figata, presi il giaccone e mi lanciai praticamente fuori, correndo, sembravo una di quelle bambine che vedevano per la prima volta una cosa meravigliosa, sorrisi ripesando ai miei e a quando, da piccola, mi portavano a sciare.
<< Ti piace vero?>>
<< Tantissimo, grazie per avermi portata Oli>> per la prima volta usai un diminutivo, lui mi sorrise molto dolcemente, sentii gli altri dire qualcosa, ma non me ne preoccupai più di tanto.
Andai a prendere la valiggia, non proprio pesantissima, ma quanto bastava per rendermi i movimenti difficili, sentii una mano sulla mia ed alzai lo sguardo, di nuovo lui, con i suoi occhi che mi facevano morire.
<< Porto io, pesa>> disse frettoloso, prendendo la mia valiggia, rimasi li impalata a fissarlo, lo vidi entrare in una baita, la nostra, arrossii pensando che avrei dormito con lui per una settimana, pregai per la prima volta che ci fossero due letti, separati.
Mi girai sospirando ed andai a prendere la tavola da snow, me la caricai in spalla e cominciai ad avvicinarmi alla porta.
<< Ehi di chi è quella tavola?>>
Mi girai, Lee mi fissava come se avesse visto un fantasma.
<< Mia perchè?>>
<< Tu sai andare su una di queste?>>
<< Si..why?>> domandai alzando le spalle curiosa, lui mi battè una pacca su una spalla.
<< Anche Oli va su quelle cose, noi altri esseri normali, preferiamo gli scii, molto meno pericolosi>>
<< Nah anche con quelli puoi farti molto male>>
Lo vidi grattarsi e scoppiai a ridere, facendo arrossire lui, aveva fatto un attimo una brutta figura, ma alla fine sapevo che era così, anche io mi sarei grattata.
<< Bhe scusa, ma vado ad appoggiarla, pesa un po>>
<< Secondo me è una scusa per andare da lui>>
<< Emm che...cosa???>> lo fissai cambiando colore, meno male che dovevo rimanere calma, sorrise, si girò portando le mani dietro la testa e fischiettando, se ne andò.
<< Se rimani ancora li prenderai freddo!>>
<< Si ecco, ecco, stavo parlando con...>> 
<< Non c'è nessuno>> rispose controllando intorno, Lee, maledetto mi aveva fatta passare per quella che parlava da sola.
<< C'era Lee due secondi fa!>>
<< Ah ok, bhe che fai entri o rimani li?>>
<< Mi sa che entro, fa un tantino freddo>> conclusi riprendendo la tavola ed entrando, la posai vicino alla porta, fissandola, rimasi li ferma a pensare.
<< Tutto bene?>> chiese lui, toccandomi una spalla, mi girai.
<< Si, si, benissimo, pensavo, che devo sistemarla>> indicai quella cosa, lui mi sorrise, dicendomi che mi avrebbe sistemato, spiegandomi che anche lui amava lo snowboard proprio come me, poi mi indicò un punto, seguii con lo sguardo e vidi la sua, molto bella, della stessa marca della mia, sorrisi pensando alle coincidenze.
<< Tra un po andiamo a mangiare, poi veniamo qui e sistemiamo la tua, bhe anche la mia>>
<< Emh credo che mi andrò a cambiare>> spezzai il silenzio imbarazzante, lasciandolo li solo, salii le scalette e con mio sommo dispiacere e panico, scoprii che vi era un solo letto, matrimoniale per giunta, repressi un urlo, onde evitare possibili incursioni in camera, cercai con lo sguardo la mia valggia, che trovai su un tavolino, messo sotto la finestra, l'aprii, presi un paio di pantaloni a caso, jeans, poi pescai una maglietta ed una felpa, anche se ero sicura che non l'avrei messa, faceva molto caldo li dentro, quindi la rimisi dentro.
Mi andai a rinfrescare un po in bagno e mi cambiai, tutto questo in meno di 15 minuti, scesi giù e lo trovai alle prese con la sciolina, sorrisi e andai ad aiutarlo, presi la sua, era meno lavoro.
La montammo sulle ventose, smontando gli attacchi, prendendo la cera, spatole.
<< Da quanto tempo sai andare sulla tavola?>> chiesi, ogni volta le domande le faceva lui, mi sentivo un po spastica, così cominciai io.
<< Più o meno sei anni tu?>>
<< Avevo iniziato a 11, ma poi beh ho dovuto smettere, anche se ogni tanto, una volta al mese andavo alla palestra coperta e mi mettevo a sciare sulla neve finta>>
<< Ci sono andato spesso anche io>> disse, mentre faceva colare un po di cera in alcuni buchetti, poi prese io sistemai un po gli attacchi, mettendo un po di colla su qualche graffio, in modo da tenere il più unito possibile la parte. 
Bussarono alla porta, andai ad aprire, entrarono Matt e Jona, stravaccandosi sui due divanetti.
<< Già sistemi la tavola, Oli sei un cavolo di precisino>>
<< Allora siamo in due>> lo divesi, per poi indicare la mia tavola, prendendola e mettendomi a smontare gli attacchi, Oliver sorrise, per poi fissare male gli altri, che se la ridevano.
<< Bhe marito e moglie!>>
<< Smettila>> gli rispose il mio salvatore, non alzai lo sguardo, sentivo gli occhi di quei due scrutarmi, tentando di leggere e capire le mie emozioni.
<< Andiamo a mangiare?>>
<< Bella idea, canarino>> scoppiai a ridere per lo strano soprannome affibbiato al ragazzo tutto tatuato, che tutt'era tranne che un canarino.
<< Non ridere tu>>
Mi indicò tentando di mettermi paura, ma la reazione fu continuare a ridere e se possibile più di prima.
<< Ok ok, la smetto>>
<< Andiamo!>>
Uscimmo tutti e quattro per poi rifugiarci subito in un altra baita, dove era allestito una sala da pranzo, era una specie di Hotel, fatto a baite, ognuna separata dall'altra, era un posto meraviglioso.
Mangiammo, anzi ci riempimmo di cibo, ovviamente, poi rimanemmo un po li, a ridere e scherzare, fecero delle battute su di loro, me ne restai zitta, anzi a ridere, senza dire altro, non potevo sparare giudizi, non li conoscevo per niente.
Ritornammo nella nostra baita, ci mettemmo a sistemare la mia, che in fin dei conti non era neanche rovinatissima, solo qualche buchetto.
<< Sei stanca?>>
<< Un po>> affermai, stropicciandomi gli occhi, come una bambina, alla fine non mi truccavo mai, preferivo essere acqua e sapone.
<< Vai a letto allora!>>
<< No so resistere, non mi va di lasciarti qui da solo>> sgranai gli occhi, perchè me ne uscivo sempre con queste frasi, sospirai e lui rise.
<< Allora andiamo!>> disse circondandomi le spalle con un braccio, salimmo, mi andai a cambiare, mettendomi un pigiama, che alla fine erano un paio di pantaloni di una vecchia e larga tuta, con sopra una magliettona, nera.
Lui si mise dei pantaloni, anch essi di una tuta, rimanendo però a petto nudo, fissai i suoi tatuaggi, deglutii quando mi si avvicinò.
<< Prendo il telecomando, vediamo che film ci sono>>
<< O-ok>>
Mi infilai sotto la coperta, dopo poco mi raggiunse lui, restammo separati, fino a che lui non allungò una mano e mi tirò a se, stringendomi, arrossii, sprofondai il viso nel petto, per non farmi vedere.
<< Buona notte>> mi disse baciandomi la testa.
<< No-notte Oli>> 
Non presi sonno facilmente, ma feci finta e alla fine si addormentò prima lui.
Sorrisi e mi accoccolai bene, mi addormentai a mia volta sorridendo.



*Oliver*

Pensava che dormissi, ma in realtà fingevo, come lei per giunta, mi si accoccolò bene, stringendomi, appoggiando la testa sul mio petto, sorridendo, avevo un occhio semiaperto, per capire, sorrisi e la strinsi.
Piano piano, stava cedendo, lo capivo da come si comportava.
Ne ero felice.







Commentate commentate.
<3

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Capitolo 11


 


Mi svegliai, ma qualcosa mi bloccava, alzai lo sguardo ed arrossii, avevo il viso di Oliver a pochi centimetri dal mio, le labbra un poco dischiuse, le palpebre che vibravano leggermente,  mi teneva ancora stretta a se, affondai la testa nel suo petto, respirando il più tranquillamente posibile.
<< Buon giorno>> disse con voce roca, era sveglio, stava fingendo di dormire.
<< Gi-giorno>> balbettai senza alzare la testa, ma lui mi mise una mano sotto il mento e lo sollevò, sorridendomi, << Come mai già sveglio?>>
<< In realtà non ho dormito molto questa notte>>
<< Mmmm e come mai non mi hai scansata?>> chiesi, più a me che a lui, non riuscivo a fissarlo, troppo agitata, lui scoppiò a ridere, che poi cosa ci fosse di tanto divertente non lo capivo.
<< Stavo bene con te tra le braccia>>
Non risposi, sgranai solamente gli occhi, stupita e con il cuore che rischiava di scoppiare per quanto era veloce, abbassai lo sguardo, nervosa.
<< Bhe è ora di alzarci>> conclusi scattando in piedi, dovevo allontanarmi da quella posizione, lui mi afferrò una mano, risbattendomi sul letto e menttendosi a su di me, piantando le mani sul materasso ai due lati della mia testa.
Deglutii, arrossendo ancora di più, mi regalò uno dei suoi bellissimi sorrisi.
<< Perchè tenti di scappirmi sempre?>>
Non risposi, non sapevo neanche io perchè lo facessi, forse per difendermi dalla paura di restare sola, enorme cavolata, dato che io ero sempre stata sola, almeno negli utlimi 6 anni.
<< Hai paura l'ho capito...>> bene, un bel passo avanti, era proprio l'ultima cosa che mi importava, bussarono alla porta, lui si alzò sbuffando, sospirai e me ne andai in bango, chiudendomi la porta a chiave e fissandomi allo speccio.
Mmm si ero una gran figa, capelli neri gonfi, pelle rossa per l'imbarazzo.
Mi diedi una sciacquata, mi preparai e tornai in stanza, a prendere la tuta, dovevo vestirmi, ma arrviò la colazione in camera, fissai il tutto, c'erano le mie tanto amate fette biscottate, cercai e trovai anche della cioccolata, per mia fortuna al latte. 
Mangiammo in silenzio, tranne qualche scambio di battuta su quali piste fare o comunque si quale montagna andare, nulla di più.
Finimmo di mangiare e ci preparammo, mi richiusi in bango, con la tuta da neve, mi misi pantaloni, poi due magliette, una a maniche lunghe e una corte, poi una felpa e per finire la giacca, poi mi riempii di calzini, faceva un freddo cane.
Uscii e mi ritrovai Oliver davanti, con solo i pantaloni, lo fissai e mi scansai, facendolo entrare in bagno, mi misi a rimontare gli attacchi alla tavola da snow.
Lo vidi uscire, pronto finalmente, mi sorrise, prendemmo tutti e due le tavole ed uscimmo, caricammo nella macchina in tutto, poi aspettammo gli altri, ringraziai mentalmente Jona e Matt che decisero di venire con noi, mi avrebbero rallegrato e sollevato dall'imbarazzo del viaggio fino alle piste.
Nell'altra macchina Lee, la sua ragazza e Matt ci seguivano, suonando il clacson a buffo, solo per far casino e per farsi riconoscere.
<< Dormito bene con questo ragazzo?>> mi chiese per l'appunto Jona che scuoteva i capelli al poveretto che stava guidando, mi rimangiai il mio pensiero. 
<< Abbiamo dormito>> tagliai corto, Oliver mi ringraziò con lo sguardo, capivo bene che si sentisse in imbarazzo, tutti che facevano le solite domanda, anche se quella che non voleva entrare nei loro discorsi ero proprio io.
<< Voi invece dormito bene?>> chiesi alludendo al fatto che erano in tre a dormire nella stessa baita, sorrisi vittoriosa vedendo le loro faccie, molto controrte e fustrate.
Non mi risposero, scoppiammo tutti a ridere, ovviamente mi ero guadagnata un po di pace per le successive ore.
<< Bhe noi non abbiamo fatto nulla e voi?>>
No, rettifico, non avevamo speranze.
<< Bhe ci siamo divertiti, vero Sam?>>
<< Moltissimo, è divertente sistemare il proprio snowboard>> risposi ironica, quei due mi fissarono, male, sbuffando per il fatto che non erano riusciti a mettermi ne in imbarazzo ne a farmi star zitta, io e Oliver ci battemmo il cinque, ridendo divertiti ed esultando vittoriosi.
Arrivammo sulle piste, ovviamente ridendo come deficienti per le battute tristi di Jona e per Matt che continuava a stuzzicarci, senza risultato.
Aprii lo sportello, facendomi invadere dall'aria fredda e pulita della montagna, respirai a pieni polmoni, quanto mi era mancata.
Fissai il paesaggio, mi girai solamente quando Oliver mi passò la mia tavola, sorrisi, poi andammo a fare la tessera, cosa importantissima per usare gli impianti sciistici, dato lo scarso allenamento, sia io che il tatuato, andammo su una piccola pista, per riprendere un po di confidenza, sorrisi, mentre da seduti, in cima a quella cosetta, mi stringevo gli agganci, mi alzai saltellando e aspettando il genio della lampada. 
<< Andiamo?>> chiesi trepidante, mi sorrise e si mise a ridere.
<< Andiamo, oi, per favore non fare gesti avventati!>>
Gli feci "ciao ciao" con la mano e andai giù, facendo slalom tra chi stava fermo ad aspettare i propri amici, chi cadeva e chi andava talmente tanto lento da farsi superare anche dalle tartarughe.
Arrivammo giù, lui mi fissò, con gli occhi sgranati, si ero un po spericolata, Jona e Lee si avvicinarono battendomi le mani.
<< Quanto vai forte!>>
<< Grazie>> risposi gentilmente e sincera, non mi capitava spesso di ricevere complimenti, sorrisi, per poi staccarmi un aggancio, fissai gli altri e ce ne andammo, molto lentamente alla seggiovia, che prendemmo per andare finalmente sulle piste con la P maiuscola.
Scendemmo e mi riattaccai tutto, stessa cosa fece Oliver, poi tutti insieme scendemmo a valle.
Mentre scendevamo vidi un dosso, di quelli usati per le gare, vidi gli altri girarsi e vedere cosa volevo fare, un piccolo saltino, alto solo due o tre metri, amavo queste cose.
<< Tu sei pazza>>
<< LO SO!>> urlai ridendo, vidi Oli ridere e scuotere la testa.
<< Noi andiamo di qua voi che fate?>> ci chiese Matt, eravamo davanti ad un bivio, fissai il tatuato.
<< Noi andiamo di qua>> gli rispose, lo seguii salutando gli altri, avevamo deciso di fare la strada più lunga ed in mezzo al bosco, eravamo soli, sorrisi.






Commentate, commentate
Baci <3

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Capitolo 12





Continuammo a scendere, per la strada che avevamo preso, ridendo, mi misi le cuffie, cosa che facevo sempre quando andavo a sciare, lui fece lo stesso, eravamo simili, continuammo così per un po, io decisamente molto dietro di lui, per motivi di sicurezza, ogni tanto si girava a controllare che ci fossi ancora.
Un tiziò mi tagliò la strada e per evitarlo mi spostai velocemente, tanto da andare quasi vicino al burrone, rientrai per mia fortuna, rallentando un po la mia corsa perchè spaventata.
<< Spostati>> mi disse una voce, non capii chi perchè mi spinsero, non capivo, ma era un gruppo, che andava così veloce da far paura, non si rendevano conto di quello che facevano.
Oli si girò un ultima volta, prima della curva, dove andai lunga e di sotto, rotolando per la discesa, mi fermai contro un albero, la mia unica salvezza in quel momento, tentai di chiamare Oliver ma nulla, non ci sentiva, ero anche troppo in fondo per essere trovata.



*Oliver*


Mi girai, non c'era, mi fermai ed aspettai di vedere se arrivava, avevo uno strano peso sullo stomaco, niente, non stava scendendo, non avevo neanche il suo numero, mi diedi una forte spinta ed andai giù, forse era passata avanti.
Trovai ad aspettarmi a fine giro Lee e gli altri, che bevevano tranquillamente una cioccolata fumante, mi fermai davanti a loro, cercandola con lo sguardo, non era neanche qui.
<< Avete visto Sam?>>
<< Era con te Oli..>>
<< Merda, merda>>
<< Oh calmati e spiegaci>> mi bloccò le spalle Matt.
<< E' sparita, torniamo su a cercarla, se non la troviamo...>> 
<< Aspetta, Oli sei appena sceso, resta qui, magari tra un po arriva, noi andiamo su, la troviamo sta calmo!>> mi disse Kean, ero nervoso e spaventato, anche gli altri lo erano, lo vedevo e ciò mi faceva agitare ancora di più, mi staccai gli agganci e mi misi seduto, a fissare la pista, mentre loro con la lentezza delle seggiovie salivano su.
Non riuscivo a stare fermo neanche due minuti, camminavo avanti e indetro, mi mettevo seduto e mi rialzavo, tutto pur di stare calmo.
Passavano i minuti, mi chiamò Jona dicendomi che dove stava lui niente, non c'era, stessa cosa i due Matt, la ragazza di Lee era rimasta a controllarmi, li vidi arrivare tutti assieme, dicendomi poi che non l'avevano trovata.
Mi misi seduto spaventato, preoccupato e incazzato, non con lei ovviamente, ci alzammo prendendo sci e tavola ed andammo nella zona dei medici.
<< Buon giorno signori, cosa posso fare per voi?>>
<< Volevamo chiedere se c'è una squadra di ricerce disponibile?>>domandai urlando, Lee mi afferrò un braccio, cercando di darmi un po di calma, che in quel momento non mi apparteneva, la signora mi fissò con gli occhi sgranati, controllò su un foglio.
<< Si c'è ma perchè?>>
<< La mia raga...Una mia amica si è persa, non riusciamo a trovarla>> mi corressi, stavo dicendo la mia ragazza, Sam non lo era, non ancora almeno, non come volevo io, sapevo, capivo le sue paure, ma riuscivo a capire anche i suoi  sentimenti per me.
<< Quanto tempo fa?>>
<< Credo due ore fa!>>
<< Mi dispiace ma purtroppo le squadre, vanno in ricerca dopo almeno cinque ore dalla scomparsa>>
<< Oli sta calmo>>
Ovviamente, non potendo andare contro al regolamento aspettammo, quelle tre ore di inferno, apsettando e ogni tanto andando a controllare su noi.
Ormai erano anche le 16 del pomeriggio, iniziava a far buoi, la squadra era ormai da un'ora che cercava, cercavamo tutti.



*Sam*


Avevo freddo, mi faceva male una gamba, avevo mal di testa e fame, non sapevo dove mi trovassi, il cellulare non prendeva e che altro, ah si era ormai buio.
Avevo una paura folle, mi stavo agitando, ero sola e non sapevo cosa fare, scoppiai a piangere, cercando di alzarmi, nulla non riuscivo a star impiedi, non ne capivo il motivo, sentivo solo un forte dolore alla gamba destra, sullo stinco.
Mi misi appoggiata al tronco dell'albero che un po mi aveva salvata, aspettando e sperando che qualcuno mi venisse a cercare.
Scoppiai a piangere, non mi ero mai sentita così sola.



*Oliver*


<< SAM!>> urlvamo tutti, io per primo, tutti stavano su una pista diversa, io su quella dove si era persa.
<< Sam dove sei?>>
Sentii un pianto, in fondo ad un burrone, nel bosco, con il cuore a duemila scesi, stando attento a dove mettevo i piedi, << Sam sei qui?>> dissi facendomi luce con una torcia.
<< Ol-i>> mi misi a correre, mi fermai di scatto quando vidi la tavola, immersa nella neve, andai verso essa, lei stava attaccata ad un albero, corsi.
Mi inginocchiai davanti a lei, che piangendo mi abbracciò, stringendomi.
<< Shh sta tranquilla è tutto finito!>> le dissi, accarezzandole la schiena, delicatamente, era spaventata, la capivo bene, le sorrisi.
<< Ce la fai?>>
<< Mi fa male la gamba>> mi disse indicandola, sospirai, poi mi abbassai e la presi in braccio, non pesava, era leggera e poi non mi importava, presi la tavola, che legai allo zaino che avevo, in modo da non perderla, con molta lentezza riuscimmo a tornare sulla pista, dove chiamai Lee e gli altri dicendo di averla trovata, diedi la mia posizione e dopo un po una motoslitta ci venne a prendere.
La strinsi a me, capendo che aveva bisogno del mio aiuto, ci diedero una coperta, ci riparammo sotto, lei tremava ancora.
Arrivammo giù, dove ci aspettavano tutti, la sollevai e la portai dentro, la visitarono, capivo il perchè del dolore, aveva un livido enorme sullo stinco, nulla di grave per fortuna, disse che dei ragazzi l'avevano spinta di sotto, dopo averle tagliato la strada, era successo anche a me, non ci avevo pensato.
<< Abbiamo finito, potete tornare in hotel ragazzi>>
La vidi alzarsi, tenendosi al muro, sorrisi e sospirai, ci lasciarono soli, gli altri mi dissero che avrebbero iniziato a mettere le cose nelle macchine, ci dissero che sarebbero andati tutti con Matt, sorrisi e ringraziai.
<< Stai bene?>>
<< Credo di si ora...>>
<< Dai vieni ti porto io>>
<< Oliv....>>
<< Smettila di dire che stai bene, non ci stai, lo vedo che fai fatica, dai andiamo>> risposi prendendola di nuovo in braccio, uscimmo e la caricai in macchina, chiudendo poi lo sportello, salutai gli altri dicendo che ci saremmo visti in hotel, loro se ne andarono, sospirai stanco.
Entrai in macchina sorridendo, lei mi fissò.
<< Perchè fai tutto questo?>>
<< Perchè, emh perchè..>>
<< Oliver non devi preoccuparti per me, io so cavarmela da sola>>
<< Smettila>>
<< Smettila di fare cosa?>> 
<< Di dire che stai bene da sola, no non stai bene da sola, non avresti accettato di venire con me qui, mi avresti allontanato>>
<< Io...>> abbassò il viso, stava cedendo, ne ero molto felice.
<< Tu cosa? Oggi ho avuto una paura folle, perchè non sapevo ne dov'eri ne se stavi bene>> 
<< Sto bene lo vedi, sono qui>> mi rispose agitando le braccia, che bloccai, lei sgranò gli occhi, fissandomi, arrossì finalmente, amavo vederla arrossire, vedere le sue guance colorate di rosso.
<< Lo vuoi capire si o no che ci tengo a te?>>
Non rispose, lo sapevo, ormai sapevo e anticipavo le sue mosse.
<< Non riesci a capire perchè ti ho fatto venire, perchè ho avuto paura tutto il giorno, perchè quando ti ho vista mi sono messo a correre, lo vuoi capire che ti amo!>>
La baciai...





Grazie a chi legge la mia FF
Commentate, commentate.
Baci <3




Juliet loves the beat grazie per il bellissimo commento, ahahaha grazie veramente, mi fa molto piacere che ti piaccia la mia storia. 

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Capitolo 13


Mi stava baciando, il mio cuore era partito e chissà dov'era andato, io ero stretta dalle sue  braccia tatuate, chiusi gli occhi e risposi, un bacio dolce e non spinto, ma naturale, di quelli un po intimiditi.
Si staccò da me, rimandendo a pochi centimetri di distanza, sorridendo, mi morsi un labbro, ero arrossita e lo sentivo.
Alzai lo sguardo su di lui che mi fissava.
<< No-n so che di-re..>> ammisi timida e con la voce che tremava, lui sorrise e si mise a ridere, ma non quella risata da presa in giro, ma risata felice.
<< Io sono felice tu?>>
<< Anche io, si, lo sono anche io>> risposi fissandolo, lui mi abbracciò, annullando quella scomoda distanza.
Sciogliemmo l'abbraccio, andandoci a cambiare, avevo bisogno di dormire almeno due minuti, ero stravolta, sia fisicamente che mentalmente, me ne tornai un po zoppicante in stanza, buttandomi a peso morto sul letto, fissando il soffitto, ero sola, Oliver stava trafficando con qualcosa sotto, tanto che lo sentivo imprecare una volta si e l'altra pure.
Sorrisi, forse dovevo buttarmi, lui l'aveva fatto il primo passo, si era avvicinato, scoprendosi e mettendosi in mostra, ora toccava a me, lo volevo, si, mi piaceva, troppo anche, ma ero una fottuta cacasotto.
Mi alzai e scesi, mentre lui continuava a dire non belle parole a non so cosa, entrai in cucina, lo vidi litigare con la macchinetta del caffè, scoppiai a ridere, facendolo zompare in aria, per lo spavento.
<< Ma sei matta?>>
Continuai a ridere, tenendomi la pancia e cercando di rimanere in equilibrio.
<< Smettila di ridere, non è divertente>>
<< Oh si molto, anche la tua faccia ora>> ammisi mentre lui mi fissava come un cucciolo bastonato, mi calmai e mi avvicinai allo strano macchinario che Oliver non riusciva ad usare, misi la cialda, un po d'acqua e accesi.
<< Vedi non era così complicato>>
<< Volevo vedere se ci riuscivi>>
<< Ah ah bella scusa, certo.. tieni va>> gli diedi la tazzina con il caffè fumante, scossi la testa e me ne tornai su, mentre ridevo.
Mi rimisi a letto, fissando di nuovo il soffitto, che venne oscurato dopo un po dalla sua faccina, sorrisi.
Puntò le mani sul materasso, vicino alle mie orecchie, formando una gabbia, mi si avvicinò e mi lasciò un tenero bacio, nulla di più.
<< Te la senti di stare insieme?>>
<< Mmm si>>
<< Sicura?>>
<< E' la prima volta che mi capita qualcosa di bello, sto cercando di capire se è un sogno o meno>> risposi arrossendo, mi stavo scoprendo, gli stavo facendo capire che ero piena di dubbi e incertezze.
Lui mi diede un pizzico su un braccio, lo fissai curiosa, massaggiandomi la parte lesa, dopo aver esplicitamente detto "ahio".
<< Non è un sogno>>
Sorrisi e d'istinto lo abbracciai, stringendolo a me, per capire se era reale, lui mi strinse a sua volta, ne fui veramente molto felice.
Sbadigliai, era tardi, avevo sonno e che altro, troppe emozioni in un solo giorno, lui scoppiò a ridere accarezzandomi la guancia sinistra.
<< Mettiamoci a dormire>>
<< Ottima idea>> concordai.
Ci mettemmo sotto la coperta, caldissima, lui mi strinse a se, di nuovo, appoggiai delicatamente la testa sul suo petto, inspirando silenziosamente il suo buonissimo odore, così buono che mi dava alla testa.
<< Oggi ho avuto veramente paura>>
<< Scusa>>
<< Come sei finita li sotto?>>
<< Mi hanno tagliato la strada, ma non parliamone più>> chiesi, mi dava un po fastidio, essere al centro dell'attenzione non era una cosa che mi piaceva, anzi mi metteva in imbarazzo e mi faceva chiudere a riccio in me stessa.
<< Non sembra ma ci tengo a te>>
<< L'ho capito Oli>>
<< Voglio che tu sappia, che qualsiasi cosa, puoi contare su di me>>
<< Ti ringrazio, sei un angelo>>
<< Tu sei un angelo>> disse girandosi verso di me, eravamo vicinissimi e come al solito il mio piccolo e disastrato cuore, partì in quarta, sentii anche il suo, battere così veloce, che potevano fare a gara.
Sorridemmo a vicenda.
Si avvicinò a me, ridendo un po per la situazione, un po per felicità, mise una mano sotto il mio mento e l'alzò di poco, baciandomi di nuovo, ma con più intensità, uno di quei baci che ti fanno perdere la testa e ti lasciano li come se un uragano ti avesse travolto.
Ci staccammo e ci abbracciammo per l'ennesima volta, per poi fare come avevamo progettato e cioè, metterci a dormire, stretti l'un l'altra.
<< Ti amo>>
<< A-anche io Oli>>
<< Grazie>>
Mi addormentai finalmente, con il sorriso sulle labbra.








Commentate commentate, scusate se è corto, ma serve da collegamento per il prossimo capitolo, che non so tra quanto posterò, mi scuso se dovrete aspettare qualche giorno, ma spero di essere veloce e di non deludervi.
<3
Grazie a chi continua a leggere e seguire questa FF.

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Capitolo 14





La settimana passò veloce, tra un giro nella cittadina, una passeggiata in montagna e due giorni di riposo per me dopo l'incidente, ero felice, per una volta, Oliver era dolcissimo e mi stava facendo capire che ci teneva a me.
Andavamo molto lentamente, sapendo che ero piena di paure, ma lui mi stava vicino e mi cresceva.
<< Sam?>>
<< Dimmi>> mi affacciai dalla cucina, ma non lo vidi, mi sentii abbracciare, poggiò la testa sulla mia spalla.
<< Ora quando torniamo che faremo?>>
<< Cioè?>>
<< Bhe io ti darò le mie chiavi di casa..>>
Sorrisi e mi girai, fissandolo, lui mi sorrise di rimando e mi baciò, nulla di spinto, ma dolcissimo.
<< Io ti darò le mie, comunque credo di star sulle scatole alla ragazza di Lee>>
<< Perchè stai con me>>
<< E perchè?>> chiesi, mentre lui mi dava dei teneri baci, ogni due o tre parola, poggiava le sue labbra sulle mie, o sulla mia pelle, lasciandomi prendere fuoco e perdere un po di battiti del mio piccolo e delicato cuore.
Oliver stava diventando importante, mi sentivo a casa vicino a lui, mi sentivo protetta ed era una sensazione bellissima, che ogni donna era felice di provare.
<< Perchè era innamorata di me, ma l'ho sempre respinta>>
<< Se ci prova le spezzo le gambe>> dissi quello che pensavo, non riuscivo mai a star zitta o censurare, lui si mise a ridere, prendendomi per mano e spostandoci sul comodo divano della baita, che il giorno dopo avremmo lasciato, con mio dispiacere.
Guardai l'orologio, erano solamente le 10 di mattina, la ser prima avevamo fatto festa, bevendo anche un po troppo, ovviamente poi ci lasciarono soli, ma non facemo nulla di azzardato e distruttivo, ma ci limitammo a qualche bacio e carezza, nulla di più, nulla di meno.
Mi accoccolai al suo petto, parlando un po, volevamo la sincerità, ero stupita del fatto della ragazza di Lee, ma alla fine non le diedi peso, anche se ero gelosa.
<< Sono contento che tu sia gelosa>>
<< Se poco poco quella ti dice o fa qualcosa...>>
<< So che mi difenderai amore>> rispose baciandomi, sorrisi sulle sue labbra, mentre il caro genio, insinuava una mano sotto la maglia, accarezzandomi la schiena e ridendo per il fatto che arrossivo e mi venivano i brividi.
Gli morsi un labbro, stava giocando, lo feci anche io, portando le mani nei suoi capelli e tirandoglieli un pochino, sentendo i suoi lamenti.
<< Comunque ti sei divertita?>>
<< E' stata la settimana più bella della mia vita>>
<< Grazie>>
<< Oli sono io che ti devo ringraziare, per tutto, dal nostro incontro, al fatto che mi hai riportata a casa, che sei venuto a vedere come savo...>>
<< Alla volta a scuola>> continuò lui baciandomi il collo, sospirai.
<< A tutti i bei momenti e al primo bacio>>
<< Vedo che so come stupirti>> così fece, mi portò sotto di se ridendo, era bellissimo e io forse mi stavo innamorando troppo di lui.
<< Già>> 
<< Che c'è? Questo cambio di tono non mi piace!>> 
<< No, nulla>>
Mi fissò curioso.
<< Ho paura che un giorno te ne andrai>>
<< Piccola non pensarlo ok? Io mi sto innamorando, ti voglio dimostrare che puoi essere felice con me>>
Lo baciai, lo stupii.
Lo baciai con passione, facendogli capire che gli ero grata, che lo amavo, lui mi circondò con le braccia, sospirando, sorrisi, anche io sapevo come gestire a mio modo, molto preistorico, la situazione, sentimmo bussare.
<< Che palle>>
Si alzò, sbuffando ed andò ad aprire, entrarono tutti, sospirai e alzai le spalle ad un povero Oli che mi fissava dispiaciuto, ma con il sorriso di un ragazzo innamorato.








Scusate per il mini capitolo, ma serve da intermezzo.
Grazie a chi legge e a:

Juliet loves the beat
The last thing I see
<3

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Capitolo 15




Stavamo in macchina, in viaggio per tornare a Sheffield, stavo fissando fuori, un po giù di morale, Oliver mi accarezzò una gamba, mi girai e gli sorrisi.
<< Che succede?>>
<< Nulla, sono solo un po giù>>
<< Ci torneremo>> disse accarezzandomi con il dorso della mano una guancia, sospirai chiudendo gli occhi, ritrasse la mano per rimetterla sul volante.
<< Sam volevo chiederti una cosa...>>
<< Dimmi tutto>> 
Ero curiosa, il suo tono era serio, non mi faceva preoccupare, lui non riusciva a farmi innervosire o provare paura nei suoi confronti.
<< Tornati, io, cioè noi...>>
<< Il gruppo?>>
<< Si ecco, dovremmo andare in tour, tutta Europa, ecco mi chiedevo se vuoi venire con me, ci farebbe piacere>>
<< Ci?>> 
<< Mi, sembro un bambino vero?>>
<< Nah, qui tra i due la bambina sono io..posso pensarci su?>>
<< Certo, sta tranquilla se non te la senti non preoccuparti>>
Mi sorrise e si rimise a guardare la strada, mi misi a fissare fuori, per poi mettermi a vedere le foto che avevo scattato durante la settimana, ce n'erano molte di noi due, me con il gruppo e le foto dei paesaggi.
<< Oli?>>
<< Dimmi>>
<< Sai..tu sei il primo, sia amico che "ragazzo", sei anche il primo che si preoccupa per me, io non me la sento di venire, ma non per te, ma perchè..ho paura>>
Confessai fissandomi le mani, intrecciate e torturate dal nervosismo.
<< Ehi paura di cosa?>>
<< Emh...>> mi bloccai perche Jona aveva chiamato Oli, lo fissai mentre rispondeva al cellulare, coprendo la copertina con la sua mano destra, tatuata, rispose solo un "ok" sbuffato e poi chiuse la chiamata.
<< Ci fermiamo perchè Jenny non si sente bene>>
<< O-ok>>
Ci fermammo dopo qualche minuto in una sosta, dove Lee accompagnò nel bagno la ragazza, mi stiracchiai, scendendo e mettendomi a fare un po di foto al paesaggio che ancora aveva quel qualcosa di incantato come nelle favole, avevamo il bosco al nostro fianco se non per quella sottospecie di autogrill.
Mi strofinai le braccia, avevo lasciato la giacca in macchina, non mi andava di andarla a prendere.
Sentii qualcosa sulle spalle, mi girai, Oliver mi aveva stretta tra le sue braccia, coprendomi con la giacca, sorrisi.
<< Grazie>>
<< Quanto tempo è che fai foto?>>
<< Da quando ero piccola, è stata mamma ad insegnarmi>>
<< Sono stupende>> disse andando avanti a guardare quelle che avevo appena scattato,mi baciò una tempia. 
<< Ho deciso che verrò con te>>
<< Da-davvero?>>
<< Si, ho paura è vero, ho il terrore che tutto questo finisca, ma voglio viverlo al meglio>>
<< Non posso prometterti il per sempre, ma posso prometterti il presente, io voglio stare con te>> mi rispose fissandomi negli occhi, mi si piazzò davanti, sorridendomi e prendendo il mio viso tra le sue mani, abbassandosi un po, per baciarmi, appoggia le mani sulle sue, per poi infilarle nei suoi capelli.
Sentimmo un po di voci, ci girammo, Lee stava correndo dietro a Jenny, lo fissai.
<< Ma che cavolo...>> Oliver mi prese per mano e ci avvicinammo.
<< Smettila sei un coglione>>
<< Ma ti senti ma che cazzo vuoi?>>
<< Cosa voglio, ho saputo da lui che voi andate in tournè>>
Jona se ne andò, poveretto, l'aveva messo subito in mezzo.
<< Che sta succedendo?>> si intromise Oli, che ancora mi aveva ristretta a se.
<< Fatti i cazzi tuoi e pensa alla tua ragazza>>
<< Jenny datti una calmata>>
<< Lo difendi pure?>>
<< Tu sei pazza!>>
<< Sei uno stronzo, lui almeno non mi trattava male>> rispose quella indicando il mio compagno, la fissai male e lei mi sorrise.
<< Ti avrei detto tutto una volta tornati a casa, avevo in mente una sorpesa, ma tu come al solito devi fare la stronza>>
<< Io stronza?>> urlò lei, non la sopportavo più, mi stava fracassando i timpani e il cervello, stava trattando malissimo il povero Lee, che anche se aveva sbagliato, non doveva essere trattato in quel modo, << Sai che ti dico, me ne vado in macchina con Matt>>
<< Fai come ti pare>> disse sbattendo la portiera della macchina di Jona chiudendosi dentro.
<< Bhe andiamo>> mi disse Oli, entrammo nella sua e riprendemmo il cammino, vidi il ragazzo tatuato nervoso, lo capivo, << quella ragazza farà soffrire Lee, lui non se lo merita>>
<< Oli vedrai che risolveranno le cose, mi dirai che mi da fastidio che mette in mezz gli altri, ma soprattutto te>>
<< Amo quando sei gelosa>>
Arrossii.
<< Amo anche quando arrossisci in questo modo>>
<< Smettila..>> dissi ridendo, ero in imbarazzo.
<< Amo anche quando mi sorridi per ogni piccola cosa>>
Sorrisi, lui mi accarezzò una guancia, chiusi di nuovo gli occhi, annullata dal suo tocco, forte ma allo stesso tempo dolcissimo.
<< Amo averti al mio fianco..>>
<< Oli...>> mi morirono le parole in bocca, con il cuore che era partito a mille.
<< Ma che mi hai fatto? Mi hai stregato>>
Inchiodò la macchina, mentre gli altri continuavano il percorso, mi baciò, credo il bacio più bello, dopo quelle parole, bellissime e profonde, mi circondò con le sue braccia e mi strinse.
<< Ti amo>> disse sulle mie labbra, sorrisi, per poi rispondere a mia volta, un "Ti amo" carico d'affetto e sincerità.











Commentate, commentate <3 
Grazie a chi legge, Juliet le tue recensioni non sono affatto inutili, anzi, mi fanno molto felice.

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Capitolo 16






Tornare a casa come al solito fu un po un po traumatico, mi ero sentita talmente bene li in montagna che la sola idea di dover stare non so quanto in città mi faceva deprimere, l'unica cosa che mi interessava era che come stabilito io e Oli ci scambiammo le chiavi di casa.
Ogni tanto lui mi faceva le sorprese specie dopo essere uscita dall'università, o magari la sera veniva a trovarmi, rimanendo per un po a coccolarci, o magari mi veniva a prendere per andarcene in anonimato al cinema, rendendo la nostra "relazione" eccitante e "pericolosa".
Non mancavano le occhiatacce delle oche della mia facoltà, che da quando avevano saputo che mi frequentavo con lui, erano diventate ancora più odiose, c'era qualcuna che tentava di avvicinarsi per essere "amica" ma le allontanavo.
Ero sempre stata da sola e ora, solo perchè uscivo con un cantante, tutti erano pronti ad essere miei amici, ovviamente a scambio di qualche favore.
<< Ma non sai che palle queste>>
<< Lasciale perdere amore>>
Mi accarezzò un braccio, ce ne stavamo sul divano, con il mio cane ai nostri piedi che russava, noi stavamo vedendo un film, più che altro io cercavo di seguirlo, Oliver continuava a darmi i baci su una spalla.
<< Eri tu quello che voleva vedere il film mi pare..>>
<< Ma sto guardando qualcosa di ancora più bello>>
<< Mi stai paragonando ad un Horror?>> chiesi ironica.
<< Sto dicendo che tu sei più bella di qualsiasi cosa>>
<< Mmmm bhe....>>
<< Che ne dici se mangiamo qualcosa insieme questa sera?>>
<< Ok, però se pensi di andare a cena fuori ti sbagli di grosso..>>
<< Ordiniamo una pizza?>>
<< Cavolo, Oli so cucinare io!>>
Lui sorrise e mi si buttò addosso, facendo svegliare Scotty che lo fissò malissimo ringhiando, sorrisi pensando che anche se gli stava simpatico e non gli avrebbe mai morso e fatto del male, si faceva valere e mi proteggeva.
<< Shh Scotty>>
<< Ehi, stavamo giocando>> gli disse vicino al muso, li fissai, il cane gli leccò tutta la faccia, Oliver si alzò fissandomi e tentando di baciarmi, lo scansai ridendo e gli dissi di andarsi a lavare la faccia, fece come gli avevo detto e il mio cane dietro di lui.
Sorrisi e andai a prendermi la felpa, avevo un po di freddo.
<< Scotty dici che mi ama veramente?>>
Senza farmi vedere mi misi ad osservare il discorso, il mio cane girò la testa di lato.
<< Vedi, a me piace, ma lei è ancora troppo distaccata...>>
Sorrisi, era dolcissimo.
Scotty scodinzolò, emettendo una specie di sbuffo.
<< Le dico che l'amo..>> rispose fissando l'animale, che scodinzolava allegro, sorrisi e sciesi di corsa senza far rumore, in modo da non farmi cogliere ad origliare le conversazioni altrui.
Misi la pentola sul fuoco, per poi iniziare ad apparecchiare, mancavano i piatti, aprii l'anta, mi allungai cercando di afferrarli, poi vidi le sue mani fare quello che avevo tentato, me li passò e gli sorrisi.
<< Grazie mille>>
Li poggiai sul tavolo, lui mi abbracciò da dietro, appoggiando la testa sulla mia spalla, fissammo il cane che ci abbagliava felice, sorrisi, per poi baciarlo.
<< Ti amo Oli>> dissi sicura, lui mi fissò con gli occhi vispi, più del solito, mi sollevò baciandomi e ridendo poi mi rimise a terra.
<< Anche io ti amo mia piaccola nana>>
<< Non sono nana!>>
<< Bhe si è visto, hai preso i piatti che sta...>>
<< Uffa che stronzo..>> misi il broncio ma lui mi baciò, coccolandomi e facendo battutine stupide, sia sulla mia altezza sia sul fatto che aveva avuto una rivelazione.
<< Bhe ho parlato con un mio caro amico...>> 
<< Uh e che ti ha detto?>> dissi fissandolo sorridendo, ma cercando di trattenermi dal ridergli in faccia, mi stava praticamente raccontando della sua chiacchierata nel bagno con il mio cane, che era sdraiato vicino alla porta a vetro che divideva la cucina dal salone.
<< Che non devo farti scappare>>
<< Oh allora devi presentarmi questo tuo "caro" amico>>
<< Un giorno, un giorno>>
Ci mettemmo a mangiare, lasciando qualcosa anche per il gigante, che si era seduto tra me e lui, fissandolo come se volesse una ricompensa, così mi chiese se si poteva lasciare qualcosa per lui, ovviamente accettai, era un'occasione importante, per una volta non gli avrebbe fatto nulla.
Finito di mangiare ci rimettemmo un po sul divano a chiacchierare, scambiandoci qualche bacio ogni tanto, spingendoci poco poco oltre il normale, ma nulla di che, anche perchè, nel più bello Scotty decise che era ora della passeggiatina notturna, così, con giacche e tutto il necessario, mano nella mano, come le classiche coppiette di innamorati ce ne andammo un po in giro.
Andammo al parco, stranamente c'era un po di neve anche qui, sciolsi il cane che si lanciò nella massa bianca, saltellando quando si accorse che era troppo fredda per i suoi gusti, ridemmo alla scena.
<< Chi era questo amico?>>
<< Oh..bhe...il tuo cane>>
<< Il mio cane? Oliver non ti facevo così depresso>>
<< Mi ha dato un ottimo consiglio>>
<< Sappi che se mi fai soffrire, ti uccide>>
<< Per carità, voglio vivere...cioè non voglio lasciarti>>
Me l'abbracciai, voevo stringerlo tra le mie braccia, era caldo e coccoloso, si mi ero proprio innamorata.











Eccomiii sono tornataaaaa!!!
Vi sono mancata vero? 
Bhe eccomi qui di nuovo con un nuovo capitolo.
<3
Grazie a chi legge, a chi ha la pazienza di aspettare e a chi commenta, mi fa piacere.

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Capitolo 17



Arrivò il tanto atteso tour Europeo e con questo molti cambiamenti.
Primo avevamo deciso io e Oli di rendere pubblica la nostra relazione, che stava diventanto stupendamente seria.
Lui aveva confessato questo ad un'intervista, gli avevano chiesto chi era la ragazza che era partita con loro in vacanza e che spesso si vedeva al suo fianco.
<< E' la mia ragazza>> aveva risposto semplicemente, ovviamente questa notizia aveva scombussolato l'esistenza di ogni fan di Sheffield e oltre, che lo bombardavano di lettere di congratulazioni.
Ne ero felice, lui mi stava insegnando ad amare, a fidarmi degli altri, o almeno dei ragazzi del gruppo.
Seconda cosa, Lee e Jenny si erano lasciati, portando la depressioni post-separazione in Lee, che non faceva più le sue battutine da deficiente ma se ne stava sempre solo, con le cuffie ad ascoltare musica e scrivere testi strappalacrime.
Ogni tanto mi mettevo vicino a lui a parlargli, a dirgli che prima o poi sarebbe stato felice, che evidentemente lei non era quella giusta, o almeno fargli capire che noi c'eravamo.
Terza ma cosa, ma non meno importante delle altre, avevo finito il mio primo anno, superando gli esami con i voti più alti, ricevendo i complimenti sia dei professori, che avevano molta fiducia in me, ma anche da parte dei ragazzi e di Oli, che mi sorrideva sempre felice.
Mi avevano anche offerto uno stage, o almeno un corso che dovevo fare, per poi dare un esame a Settembre, una specie di compito per le vacanze.
Avevamo già finito di preparare i bagagli, mettendoci dentro ogni tipo di vestito, da quelli estivi visto il caldo dell'Australia, ai giacconi pesanti per la Germania e l'Inghilterra, dove ovviamente iniziarono la serie di concertoni da tutto esaurito.
Ci spostammo per tre Hotel diversi, prima a Manchester, poi Liverpool e Londra.
Da li ci spostammo in Germania, i fan erano dolcissimi, molti mi avevano addirittura chiesto degli autografi e foto, come se fossi la persona più importante del mondo.
<< Visto anche tu sei una star>>
<< Ti prego evita>>
<< Comunque ti amo>> mi rispose baciandomi una tempia, sorrisi, stringendomi a lui, mentre scendevamo dall'aereo privato, sorrisi pensando che finalmente avrei visto qualche città che avevo amato, che avevo già visto con i miei genitori, sorrisi.
<< Come mai sorridi?>>
<< Sono felice, rivedrò molte città, rivivrò dei ricordi legati ai miei, lo farò insieme a te>>
Mi sorrise dolcemente, strindendomi di nuovo, per poi prendermi per mano.
Eravamo atterati ad Amburgo, dove la sera successiva si sarebbe tenuto una loro data, ce ne andammo in hotel, stanchi morti per il viaggio, che ci aveva tolto le nostre ultime forze.
Entrammo nella nostra abnorme stanza, con un lettone che poteva far invidia a quello di casa Sykes, mi ci buttai di peso, rimbalzando e ridendo come una cretina, ogni tanto aevo queste uscite e facevo delle cose da bambina, ovviamente con un altro pazzo che mi seguiva.
Anche lui si lanciò, ridendo per poi baciarmi.
<< Ciao>>
<< Ciao>> risposi ridendo.
<< Bhe sei contenta?>>
<< Certo, sono felice di essere qui con te...>> risposi fissandolo, mi sorrise, feci lo stesso mentre lui mi si avvicinava per baciarmi, eravamo così vicini che potevo sentire il suo respiro.
Un tonfo ci fece allontanare, i due Matt erano sulla porta che ridevano, li fissammo curiosi, o per meglio dire furiosi, chiedendo spiegazione.
<< Oh bhe, domani è tutto esaurito>> fu la loro risposta, mi girai a fissare il mio ragazzo, che fremeva, non so se per la felicità della notizia, o per la rabbia per il fatto che ci avevano interrotto.
Lo vidi alzarsi e avvicinarsi agli altri, sorridendo, prese con una mano la porta e la chiuse, per poi girare la chiave, lasciando i due fuori, mi misi a ridere.
<< Oh dove eravamo mia dolce nanerottola?>>
<< Oh ora ricordo, al fatto che mi dicevi che non ero nana...>> mentii appoggiando una mano sul suo petto, mentre lui mi prendeva l'altra e intrecciava le dita.
<< Mmm, forse stavo dicendo che ti amo.. non ricordo>>
<< Povero piccolo smemorato>>
<< Si, mi serve qualcuno che mi faccia ricordare...>> 
<< Mi stavi dicendo di amarmi>>
<< Ti amo>> rispose, baciandomi, sorrisi per poi rispondere e infilare le mani nei suoi bellissimi capelli, mentre lui mi avvicinava a se con dolcezza, facendoci poi sdraiare sul lettone.
<< Ti amo anche io Oli>>
<< Io di più piccoletta>>
<< Tu dici?>> lo sfidai, ridendo e mordendomi un labbro.
<< Dico dico>> rispose mettendomi sotto di se, baciandomi il collo e iniziando a ridere, non ne capii il motivo, fino a che non feci come lui, ridevo e mi dimenavo.
Mi stava torturando.
<< Pietà pietà>> l'implorai, cercando di farlo smettere di farmi il solletico, ma lui mi baciò e continuò senza sosta, correndomi anche dietro per la stanza.
Riuscì a prendermi e baciarmi, per poi abbracciarmi dolcemente.
<< Sei un pazzo>>
<< E' per questo che mi ami>>
Sorrisi.












Commentate commentate, scusate per l'attesa, ma eccomi di nuovo qui, con voi con questo capitolo, spero vi piaccia.
Baci :3


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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


Capitolo 18




Il concerto, proprio come ci avevano detto i due Matt fu da tutto esaurito.
Me ne stavo stavo dietro le quinte a vedere come andava, notando ogni tanto Oli che si girava verso di me salutandomi, stavo seduta su uno sgabello vicino al tecnico delle luci, un ragazzetto di 21 anni, come me, moro con gli occhi azzurri, dalla parlantina molto sviluppata, ma con una strana timidezza, un po come me.
Ci somigliavamo moltissimo.
<< Amore>> finalmente ebbero la pausa di 10 minuti, tempo cambiarsi e bere, mi alzai, andando verso il mio bellissimo e sudatissimo ragazzo, che mi baciò dolcemente.
<< Sei stanco?>> gli chiesi, lui si mise seduto due minuti, prendendo una bottiglia d'acqua.
<< Nah ancora 10 minuti e crollo a terra>>
<< Povero>> risposi.
<< Vedo che ti stai divertendo con Luca>> disse abbracciandomi, sorrisi.
<< E' simpatico, mi sembra di conoscerlo da una vita>> 
Oliver prese una maglia, rimanendo a petto nudo, fissai i suoi tatuaggi, che pian piano vennero coperti da quella pulita, mi baciò di nuovo e se ne andò sul palco, ridendo.
Mi rimisi seduta dove stavo sempre, a fissarlo, mentre cantava, cominciai a cantare anche io, sorridendo.
<< Insomma, siete molto belli insieme>> disse sorridendo Luca.
<< Grazie>> risposi.
<< Di dove sei, insomma...hai un po il comportamento di una Londinese>> lo bloccai rispondendo che ero nata a Londra e poi mi ero trasferita a Sheffield dopo due anni.
<< Oh quindi anche tu sei di Londra>>
<< Perchè anche io?>> lo fissai incuriosita.
<< Bhe io so di essere nato a Londra, ma poi sono cresciuto in un orfanotrofio>> 
<< Mi dispiace...>> risposi sincera, potevo capirlo, forse solo in parte, io i miei genitori al mio fianco ce l'ho avuti, per un po di anni, lui no.
<< I miei sono morti quando avevo 15 anni>>
<< Io non li ho mai conosciuti, so solo che si chiamavano....>> si interruppe, pensieroso, mentre alzava e abbassava le luci, si girò e mi fissò, sorridendo, << Si chiamavano Nathan e Lucia>>
Lo fissai con gli occhi sgranati, che strana coincidenza, anche i miei avevano gli stessi nomi.
<< Sembra che hai visto un mostro>>
<< A-anche i miei si chiamavano Nathan e Lucia>> risposi alzandomi, i ragazzi erano rientrati, era finito il concerto, mi allontanai, un po nervosa, andando da Oli, che mi fissò preoccupato.
<< Che hai?>>
<< Nu-nulla>>
Entrammo nel suo camerino e mi misi seduta, cercando di calmarmi, Oliver si inigocchiò davanti a me, appoggiando le mani sulle mie e fissandomi.
<< Piccola...che è successo?>>
<< L-luca, è nato a Londra e i suoi genitori si chiamavano Nathan e Lucia>>
<< Mmm e quindi..?>>
<< Anche io sono nata a Londra, i miei genitori si chiamavano Nathan e Lucia....>>
<< Oh>> fu la sua unica risposta, mi misi a piangere, lui mi abbracciò subito, sstringendomi a se, <>
<< E se fosse...>>
<< Sta tranquilla, insomma pure che fosse, qual'è il problema?>>
In effetti non vi era nessun problema, o forse il fatto di esser stati separati, di essere cresciuti lontani e lui senza i genitori poteva creare contrasti.
<< Ora vieni con me, andiamo a chiedergli quando è nato>>
<< Non ce la faccio>> ammisi, il mio ragazzo mi strinse a se.
<< Quando te la sentirai allora...dai mi cambio e andiamo con gli altri, se ti va>>
<< Dove?>>
<< Matt e Jona vogliono andare ad un locale, pub o che ne so io>> mi rispose mentre si levava la maglia, mi si avvicinò, baciandomi dolcemente, per poi andare a farsi una doccia, veloce. 
L'aspettai fissandomi allo specchio, io e quel ragazzo eravamo troppo uguali, eppure nessuno mi aveva mai detto, neanche con delle battute, di avere forse un fratello gemello, ne nulla, anche quand dicevo di avere delle strane sensazioni.
Sentii due braccia stringermi, tornai al presente fissandoci nello specchio, Oli mi sorrise, baciandomi una spalla, dicendo che andava tutto bene, che dovevo calmarmi e rilassarmi, che lui sarebbe rimasto al mio fianco.
<< Andiamo?>> chiesi sorridendo.
<< Andiamo, hai la giacca?>>
<< Si, ho preso una tua, non tovavo la mia, l'avrò lasciata in hotel>>
<< Anche con le mie sei comunque bellissima>> disse passandomi un braccio sulle spalle, ridendo, uscimmo, andammo tutti insieme a quel pub, dove bevemmo chi più chi meno, rimasi sempre con la testa un po altrove, poi Oli decise che era meglio tornare in Hotel, così lasciammo tutti e ce ne andammo.
<< Stai bene?>>
<< Si, credo>>
<< Se fosse tuo fratello non preoccuparti>>
<< Ok, sono stanca>>
<< A chi lo dici, dai andiamo a dormire>>
Prendemmo l'ascensore, per poi rifugiarci nella nostra stanza, cambiandoci e mettendoci dentro il lettone, abbracciati.
Non riuscii a prendere sonno, a differenza di Oliver che crollò, sorrisi e mi accoccolai meglio, sospirando.
Forse avevo un gemello.
Mi alzai, prendendo una felpona, e scesi giù, chiedendo alla reception dove fosse la stanza del ragazzo, poi risalii, fermandomi davanti quella stanza indecisa se bussare o meno.
Sentii delle voci, mi girai era lui e l'altrò ragazzo che controllava il suono.
<< Io vado, a domani ragazzi>>
<< Ciao...cosa ci fai qui?>>
<< I-io devo chiederti una cosa...>>
<< Stai bene?>> mi domandò come se fossi un mostro.
<< Quando sei nato?>>
<< Il primo gennaio>>
<< O mio dio....>> mi misi seduta su uno scalino, fissando la sua porta, lui mi mise una mano su una spalla, alzai lo sguardo.
<< Sei mio fratello>>
<< Che cosa?>>
<< Non ci sono altre spiegazioni...io-io vado>>
Mi misi a correre entrando in stanza e chiudendomi la porta alle spalle, Oliver si alzò, evidentemente mi aveva sentito allontanarmi, venne ad abbracciarmi.
<< E' mio fratello>>
<< Shhh sta tranquilla>>
Mi cullò per tutta la notte, stringendomi forte, ero nel pieno di una crisi esistenziale, insomma avevo scoperto così a buffo, che io avevo un gemello, per giunta abbandonato dai miei, che avevano preferito tenere me invece che lui, per non so quali ragioni, ma poteva anche essere il contrario,.
<< Amore sta calma>>
<< I-io potevo, potevo essere io>>
<< Shhh>> mi sossurrò, di nuovo. 
Mi stinsi a lui, che mi baciò la testa dolcemente, poi mi addormentai stremata e con duemila dubbi.


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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


 
Capitolo 19





Dopo la notiziona, che mi aveva sconvolta, avevo preferito non parlarne, ne con Oli ne con Luca, insomma dovevo capire se ero pronta per aprirmi ad un perfetto sconosciuto che si era rivelato il mio gemello, avevamo fatto anche il test del dna, corrispondevano.
Luca anche era molto scettico e lo capivo bene, insomma ci avevano separati, vevano deciso tenere me che lui, eravamo cresciuti tutti e due in modi diversi, ma come se non bastasse, per lui era come se i genitori fossero morti due vole.
Oli capiva il mio comportamento, o almeno fingeva, gli altri si chiedevano cosa fosse successo, o facevano domande su una qualsiasi discussione, tra me e il mio ragazzo.
Lee un giorno, con tutto che ancora soffriva per la separazione con Jenny, mi si avvicinò, chiedendomi per quale motivo, la notte dopo il concerto piangevo in camera.
<< Non stavo piangendo>>
<< Sam, ti ho sentita... che ti sta succedendo?>>
<< Ecco...Oli!>> dissi vendendo il mio ragazzo sedersi sulle mie gambe, eravamo nel tour bus, diretti in Francia, le date in Germania, per mia felicità erano finite.
<< Che succede?>>
<< Oli, siamo noi tre, mi spiegate che succede?>>
<< Ah...tutto dipende da lei, se vuole dirlo bene sennò io sto zitto>>
Lee ci fissò sgranando gli occhi, come se ci fosse un mostro alle nostre spalle, mi girai ma non ci stava nessuno, scrutai il ragazzo curiosa, si mise a ridere, io e Oli ci fissammo spaventati, o era impazzito o aveva avuto un'illuminazione, cosa improbabile dato la sua stupidità.
<< Sei incinta!>>
Oliver si mise a ridere, io lo fissai scioccata.
<< Ma che cazzo no!>>
<< Sicura...?>> 
<< Certo>> 
Diedi una spinta al genio, che ancora si dimenava per quanto rideva e mi stava sfondando le gambe, si sedette al mio fianco, ancora ridendo, sospirai era, rettifico erano senza speranza.
<< Luca è mio fratello gemello>> dissi tutto insieme, Lee smise di ridere, cosa che fece anche il mio ragazzo, sorridendomi incoraggiante.
<< Lu-luca? Il nostro tecnico delle luci?>>
<< Ne conosci altri?>>
<< Che figo!>>
<< Lee...>> lo riprese Oli, notando la mia espressione, un po infastidita.
<< Scusami, comunque non so che è successo, ma secondo me, dovete parlare, cercare di capire tutto bene e chiarirvi, anche perchè tra un po farete 22 anni>> 
<< Lee!>>
<< No Oli, ha ragione, devo parlare con lui...>> sospirai, non ne avevo il coraggio, mi sentivo una stronza colossale, come se anche io l'avessi abbandonato.
<< Senti domani arriviamo in Francia, abbiamo due date, una anche a Parigi, ci rilassiamo e andiamo in giro, poi se te la senti parlerai con Luca>>
<< Ok, emh io-io vado a dormire un po>>
<< Ciao>> mi baciò il mio ragazzo, diedi un bacio su una guancia anche a Lee e me ne andai, salendo le scalette e mettendomi nella mia cuccetta, con le cuffie che mi sparavano nelle orecchie le canzoni degli Eskemo.  
Chiusi un po gli occhi, sentii qualcuno, non so dopo quanto tempo, entrare nella mia cuccetta e abbracciarmi, mi girai togliendomi le cuffie trovandomi un sorridente Oliver, che mi fissava sporgendo il labbro inferiore.
<< Me lo fai un sorriso?>> mi chiese dolcemente, sorrisi, era tenero con me, tantissimo e spesso mi chiedevo se lui fosse reale, o se stessi ancora sognando.
<< Amore scusa se questi giorni sono insopportabile..>>
<< Ma smettila e comunque, ho una sorpresa per te>>
<< Davvero? Cosa?>>
<< E' una sorpresa, non posso dirti nulla>>
Incrociai le braccia al petto come una bambina, Oli mi si mise sopra, ridendo, riempiendomi la faccia di baci, sorrisi, per poi baciarlo, spiazzandolo.
<< Noi ci siam...scusate>>
Ci girammo Jona se ne stava andando, noi tornammo a baciarci, per fortuna si teneva sollevato con le mani altimenti mi avrebbe schiacciata, cercai una sua mano, che intrecciò le dita con le mie, si tirò su, portandomi con se, si appoggiò alla parete, allargando le gambe per farmi spazzio.
Mi avvicinò a se, tenendomi ancora per mano, appoggiandomi l'altra sul viso, dove poco dopo arrivò l'altra.
Appoggiai le mie mani sul suo petto tatuato, continuando a baciarlo, ci staccammo per motivi abbastanza ovvi, qualcuno lo stava chiamando al cellulare.
Sbuffò e rispose, alzando gli occhi al cielo, attaccò e mi disse che dovevamo scendere.
Giù trovammo Luca, che litigava con Lee, per quale motivo non lo sapevamo.
<< Ma sei un coglione, ma cazzo è tua sorella>>
Io e Oli ci fissammo, dopo di che, montata su la mia rabbia, urlai di smetterla.
<< Finitela! CAZZO!>>
<< Sam...>>
<< Uno Lee chi cazzo ti ha detto di dire che io e lui siamo gemelli?>>
<< Io-io...>>
<< Due, ma che cazzo vi urlate, ma smettetela... tre Lee la prossima volta fatti i cazzi tuoi!>> gli altri dl gruppo mi fissavano silenziosi, me ne andai, salendo sul tour bus, incazzata.


*Oliver*

<< Ma che ti passa per la testa eh?>> chiesi fissando Lee, che guardava a terra.
<< E' che..>>
<< Ma ti rendi conto di quello che hai fatto?>>
<< Cazzo si, vaffanculo a tutti e tre...>>
Lo presi per la maglietta, fissandolo, vidi Luca entrare nel tour bus nostro, ciò mi fece dimenticare quel cretino che avevo preso, lo lasciai, salimmo tutti, dovevamo ripartire, al piano di sopra sentivo discutere, mi misi seduto sulle scale ad "origliare".







Grazie a chi legge e segue questa storia.

Roberta_: mi fa piacere che ti piaccia, ne sono molto molto felice. Grazie.

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


Capitolo 20
*Oliver*



<< Ma è venuto lui...>>
<< Per quale motivo gli hai risposto?>>
<< Tu perchè gliel'hai detto? Anche tu devi farti i cazzi tuoi!>>
<< Mi ha sentito piangere in hotel>>
<< Si certo, forse non ti sei resa conto che qui siamo in due a doverci capire qualcosa..>>
<< Lo so benissimo!>>
<< E ALLORA PERCHE' NON STAI ZITTA?>> urlò lui, strinsi i pugni nervoso, lei non fu da meno.
<< CAZZO CI STO MALE>>
<< SEI TU CHE MI HAI ROVINATO LA VITA>>
<< CHE COSA?>> sentii la voce di Sam incrinarsi, sospirai, gli altri mi fissarono tristi, mi presi la testa fra le mani, cercando di rimanere calmo e capire che dovevo fare.
<< SI TU, I NOSTRI GENITORI, ANZI I TUOI, HANNO SCELTO TE...MI AVETE ABBANDONATO>>
<< I-IO NON CENTRO NULLA!>>
<< POVERA SAM, ALMENO TU UN PO D'AFFETTO CE L'HAI AVUTO....VAFFANCULO VA>>
<< MI DISPIACE..>>
<< SE TI DISPIACEVA TI TENEVI QUESTA CAZZO DI STORIA PER TE, STRONZA! SAI CHE TI DICO, BHE FORSE SE MORIVI TU AL POSTO LORO ADESSO, AVREI AVUTO QUALCUNO SU CUI CONTARE>>
Sentii i passi avvicinarsi così mi alzai, andandomene via dal mio posto, dopo un po scese lui, ci chese di farlo scendere, così accostammo e lui fece come aveva detto, entrando nel altro camion.
Mi presi un bicchiere di birra, per poi passarmi una mano sulla faccia quando sentimmo piangere, sospirai triste, mi dispiaceva per lei, era stato brutto sentir dire quelle parole, salii le scalette, trovandomela nella cuccetta ad un angolo, con la testa sulle ginocchia.
L'abbracciai.
<< Ha ragione, dovevo morire io>>
<< Ehi, ehi Sam, non dirlo neanche per scherzo>>
<< Io li ho fatti morire>>
<< Smettila, per favore>>
Continuava imperterrita a piangere, la strinsi al petto, tenendo una mano sulla sua testa, accarezzandole i capelli.
<< I-io...è colpa mia...>>
<< Sam...!>> le presi il volto tra le mie mani, scoprendo i suoi occhioni rossi e con il trucco colato, era bella comunque, sorrisi cercando di darle un po di coraggio, << Sam, basta, ok? Non preoccuparti, non dire mai più che dovevi morire tu, basta con questa storia...>>
Lei, cercava con tutta se stessa di smetterla, la vedevo combattere ed ero fiero di lei, che aveva davvero stregato il mio cuore e la mia mente, sorrisi pensando che non avrei avuto il coraggio di farle mai del male.
<< Pe-perchè sorridi?>>
<< Pensavo al fatto che questa nanerottola, mi ha rivoluzionato la vita..>>
<< L'ho rovinata anche a te!>> si rimise a piangere, mi misi a ridere, dolcemente, stringendola a me.
<< L'hai solamente migliorata>>
<< Sono un mostro...>> sospiari per poi baciarla, si azzittì, sorpresa, ormai avevo i miei trucchi, avevo capito come andava, mi faceva fesso, ma non lo ero, mai dubitare di Oliver Sykes.
<< Si un mostro, bellissimo e dolcissimo>>
<< Avrei da ridire...>>
<< Invece non lo farai, perchè ti amo e non mi faresti mai soffrire, vero piccola?>>
Lei mi sorrise, si era calmata, l'abbracciai baciandola, tempo di sistemarsi un po, scendemmo giù, dove ormai era pronta la cena, ovvero delle lasagne riscaldate al microonde.
Ci mettemmo seduti, ridendo per Jona che con i guanti, portava i piatti, belli e fumanti.
<< Quanto sei bella Jona>> 
<< Taci, o la tua ragazza si ritroverà misteriosamente senza il ragazzo>>
<< Oh quanto sei cattivo>> risposi facendo la faccia da cucciolo alla mia ragazza, che mi sorrise baciandomi, gli altri fischiarono, alzai loro il medio, per poi staccarmi da lei.
<< Lee...i-io ti devo chiedere scusa>>
<< No Sam, scusami tu...>>
<< Beh che è sto silenzio, su un brindisi a questi due...>> fissai il batterista, che alzava il bicchiere con non so quale strana bevanda dentro.
<< E' birra..credo>>
<< Ti prego butta via, che poi ti senti male, a proposito... le birre?>> gli chiese, Matt, che si alzò e andò al frigo, prendendo quasi tutte le birre presenti, ovvero 5, ci fissò inorridito.
<< Dobbiamo comprare le birre!>>
<< Tranquilli se volete c'è la mia..>> tutti ci girammo vero Sam, che per la prima volta aveva rifiutato la sua birra.
<< Tu non bevi...?>> 
<< No mangio e me ne vado a dormire, ho mal di testa...>> 
<< Prenditi dopo un'aspirina...>>
<< Si, non preoccuparti>> 
Mangiammo, ridendo e scherzando, ero un po preoccupato per la mia nanerottola, che si vedeva lontano un miglio che stava male, appena finì si alzò salutando tutti e se ne andò su, noi altri finimmo di mangiare e bere, ci mettemmo un po a giocare alla play che il santo Jona aveva deciso di portare, poi me ne andai su anche io.
Non era nella cuccetta, ma in bagno a vomitare, quandò aprì la porta si spaventò, gli chiesi come stava e lei mi disse che era solo il nervosismo, che era sempre stato così, si mise di nuovo sotto le coperte, guardando di fuori dal finestrino, che oscurato permetteva la nostra privacy.
Mi levai i pantaloni, per mettermi un paio corti e mi levai la maglietta, mi misi nel "letto" abbracciandola e tirando la tendina.
<< Te la sei presa l'aspirina?>>
<< Si, prima>>
<< Ok, dai dormi>>
<< Vai giù dagli altri...>>
<< Nah, tanto stavano venendo su anche loro>> mentii, volevo farle compagnia.
<< Ah ok>>
<< Domani vedrai che andrà tutto bene>>
<< Si spera, notte Oli>>
<< Notte piccola>> le baciai la testa, stringendola subito dopo, lei si girò di spalle, appoggiando il viso sul mio petto, mi girai a mia volta, tendendola stretta a me, sorridendo.
Eh si, cazzo ero cotto di lei.
<< Ti amo piccola Sam> baciai un'unltima volta la sua testa poi mi addormentai anche io.






Commentate, commentate.
Baci <3

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


Capitolo 21




Arrivammo in Francia, precisamente a Parigi, dove Oli aveva organizzato una cena romantica per me e lui e una passeggiata sotto la torre, dove ci eravamo baciati come tutte le coppiette. purtroppo i fan ci avevano seguito e immortalato ogni spostamento, ci avevano chiesto anche foto e autografi rovinando in parte la nostra serata, sapevamo che andava così quindi non ce la prendemmo troppo
Il mio ragazzo mi aveva lasciato un po in "pace" con la storia di Luca, ma alla fine era impossibile non parlarne.
Ogni tanto i discori diventavano pesanti e si discuteva, creando tensioni tra me e lui, ma anche tra lui e gli altri, che puntualmente cercando di aiutare o me o lui, finivano per essere sgridati o insultati da chi aveva solo bisogno di rimanere calmo.
Durante i concerti non mi sedevo più vicino alla macchina delle luci e vicino a mio fratello, ma andavo dall'altra parte a vedere i ragazzi.
Oli si girava sempre e comunque verso di me, sorridendomi.
Ogni tanto mi alzavo per andare o a prendermi una coca-cola, o una felpa, o solo per sgranchirmi un po, camminando su e giù per le quinte, ogni tanto incrociavo lo sguardo di mio fratello, ma lo sviavo e me ne tornavo al mio posto.
Un po più pesante era quando bisognava uscire tutti insieme, alla fine Luca e i ragazzi erano molto amici, erano ormai due anni che lavoravano insieme, non potevo mettermi in mezzo e dividerli, non ero nessuno per decidere e comportarmi in quel modo, quindi uscivamo tutti in gruppo, andando a bere o in qualche altro posto.
Me ne stavo sempre con Oli, che capiva il mio disagio ma evitava di farmelo pesare, gli altri anche evitavano qualsiasi tipo di discussione strana sui parenti, cosa che spesso non riusciva e le conversazioni sfociavano sui genitori o fratelli di qualcuno del gruppo, creando degli sguardi di fuoco ma tristi miei e di mio fratello.
Ovviamente poi succedeva anche che tra noi due, gemelli accadesse di ritrovarsi in situazioni imbarazzanti, come ad esempio la gente che ci chiedeva se eravamo parenti.
Per i ragazzi le date andavano benissimo, tutto esaurito tutte le sere, erano felicissimi, festeggiavano sempre, anche se stanchi.
L'unico che non esultava come gli altri era Oliver.
Una sera, litigammo pesantemente, sia perchè lui, cercando di essere d'aiuto mi aveva ripetuto fino allo sfinimento che dovevo assolutamente parlare con Luca.
<< NO!>>
<< Ma smettila, non fare la bambina vacci a parlare>>
<< Io bambina, mi ha detto che dovevo morire io!>>
<< E' ferito cazzo!>>
<< Allora si curasse, non mi interessa>>
<< Sei testarda, troppo...>>
<< Se non ti sto bene allora puoi anche lasciarmi>> gli urlai, lui mi fissava male, ma anche con tristezza, mi venne contro, rabbioso.
<< Quando fai così mi dai ai nervi>>
<< Ti ho detto di andare!>>
<< Vado con gli altri>>
<< VAI!>> 
Uscì sbattendo la porta della stanza d'hotel, lasciandomi li da sola a respirare a fatica, mi misi seduta e piansi, mi dava fastidio litigare con lui, perchè sapevo che ci facevamo del male reciproco, da una parte aveva ragione.
Dovevo parlare con mio fratello, ma semplice, avevo paura.
Il suo giudizio era pesante, per me, per quello che avevo passato.
Mandai un sms a Oli, chiedendogli scusa, perchè sapevo che aveva ragione e che lo faceva esclusivamente per me, cercava di aiutarmi, ma non riusciva a regolarsi.
Mi andai a fare un bagno caldo, pensando e ripensando a quello che stava succedendo.
Quando uscii e mi vestii sentii bussare, andai ad aprire e il mio incubo era li.
<< C-ciao>>
<< L-luca>>
<< Mi dispiace Sam>>








Eccomi, scusate per l'attesa ragazze.
Un bacione <3



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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


Capitolo 22






<< Mi dispiace Sam>>
La sua voce era triste, ma allo stesso tempo fredda, la voce di una persona che era stata costretta a venire a parlare.
<< Ho sentito te e Oliver discutere...>>
Sospirai mentre tenevo ancora la mano sulla porta, fissavo i suoi occhi, inespressivi.
<< Credo che dobbiamo parlare...>>
<< L-lo credo anche io>> risposi spostandomi dalla porta, facendogli spazio per entrare, richiusi la porta sospirando e mi girai, rimanendo in piedi davanti a lui.
<< Io ho sbagliato a dirti che dovevi morire>>
Mi mossi di nuovo, mettendomi seduta sul letto, << Non mi ha fatto bene>>
<< Lo so, sono stato uno stronzo>>
<< Mi hai incolpato per le scelte dei nostri genitori, io neanche ero a conoscienza della tua esistenza>>
<< Ti chiedo scusa, ma devi capire che...>>
<< No Luca, non dirmi che devo capire le tue parole con la scusa che eri nervoso, che ti credi che io non lo sono neanche ora?>>
<< Senti per me è complicato>>
<< E per me? NON E' UN GIOCO!>> urlai, << I nostri genitori mi hanno cresciuta senza di te, poi sono morti, lasciandomi sola, spedita poi da nostra zia che mi ha trattato come la peggio persona del mondo, il mio unico amico è stato il mio cane...>>
<< Questo non lo sapevo>> sussurrò lui.
<< Ma mi hai accusata comunque>>
<< Scusami, io....voglio chiarire con te>>
<< Anche io...ma>>
<< Abbiamo bisogno di tempo>> dicemmo insieme, sorrisi debolmente, per poi fissarlo, stava piagendo, mi avvicinai triste, capivo il suo dolore, forse megli di chiunque altra persona, lui mi allungò una mano, che strinsi, poi mi abbracciò, tenendomi il più forte possibile al suo petto.
Si staccò da me dicendo poi che doveva tornare in camera, lo salutai e chiusi la porta, per la seconda volta, mi misi seduta appoggiando la schiena ad essa, passandomi una mano nei miei capelli neri, fissando la finestra.
Mi alzai dopo non so quanto tempo, andando a prendere una coperta e un cuscino nell'armadio, uscendo sul gigantesco balcone, avvolgendomi nel telo e mettendomi accucciata al muro, stringendo il cuscino che bagnai successivamente con le mie lacrime.
Mi misi a fissare il cielo, talmente limpido che potevo vedere le stelle, era uno dei miei hobby preferiti, mi dava una calma assoluta che mi permetteva di pensare con tranquillità e giusta freddezza.
Mi dispiaceva aver litigato ancora una volta con Oli, lui era molto stanco, il tour lo stava stressando, spesso poi gli andava via la voce per un giorno o due, compromettendo le date, ma nulla di così grave.
Sentii la porta aprirsi, era tornato.
<< S-sam>>
Mi girai verso di lui, scoprendo i miei occhioni rossi, con le lacrime, lui sospirò e si mise seduto al mio fianco, attirandomi a se.
<< Scusa per prima>>
<< Non fa niente>>
<< Non piangere piccola>>
<< Tra un po mi calmo>> 
<< Scusami>> rispose baciandomi, dolcemente, dimenticai tutto quello che era successo, ogni volta che le sue labbra toccavano le mie, o la mia pelle in generale il resto spariva.
<< Ho parlato un po con Luca>>
<< Avete chiarito?>>
<< Non ancora>> 
Mi strinse a se, portandomi tra le sue gambe, circondandomi con le braccia, tenendoci la coperta sopra, appoggiò il suo viso su una mia spalla.
<< Guarda una stella cadente>> 
Espressi un desiderio, stessa cosa fece lui, che mi baciò poi una spalla.
<< Possiamo restare così per tutta la notte?>> chiesi, stavo bene in quel momento e volevo durasse per tutta la notte.
<< Amore certo, però voglio un bacio!>> 
Girai, quanto bastava, il viso e lo baciai, sentendolo ridere, scoppiai anche io, mi strinse di nuovo e passammo la notte a fissare le stelle, in silenzio, scambiandoci di tanto in tanto qualche bacio, o qualche parola, anche se in quel momento erano di troppo.
<< Ti amo>>
<< Anche io piccola>> disse con un filo di voce, roca.
<< Non hai voce?>>
<< Non molta>>
<< Se hai freddo andiamo dentro!>> dissi facendo per alzarmi, mi prese la mano e mi rimise al mio posto.
<< No, sto bene così>>
<< Va bene>>
Sorrisi, sentivo che aveva freddo, ma era talmente tignoso che anche in se stava male, mi voleva far felice, dissi che dovevo andare in bagno, scusa per prendergli una felpa e un'altra coperta, mi sorrise quando mi vide tornare, si alzò per baciarmi, gli infilai la felpa.
<< Grazie>>
Sorrisi dolcemente, per poi rimetterci come prima, con le due coperte sopra a fissare il cielo, che piano piano si schiariva, fin che non si intravidero i primi raggi del sole.
















Rieccomi, sono tornata, scusate l'attesa ma è riiniziata scuola per me, quindi non ho avuto tempo di scrivere, ma mi farò perdonare lo prometto, grazie a chi legge, mi fa piacere.
Grazie Roberta dei bellissimi commenti :3

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


Capitolo 23







Un po di situazioni strane si erano chiarite con il passare dei mesi.
Era arrivata la vigilia di Natale che portò con se, uno dei pochi momenti in cui, il gruppo poteva tornare a casa e di conseguenza far tornare me con i piedi un po a terra e rivedere il mio amatissimo cane.
Con Oli avevamo deciso di passare a casa "The Horizon" la vigilia di Natale, per stare un po tutti uniti, io neanche mi ricordavo cosa fosse un Natale.
Il mio, anzi nostro Natale era, un albero con delle luci, un film di quelli dove tutte le famiglie si mettevano a scartare i regali o cose simili.
Quest'anno invece avrei trascorso un Natale serio.
Avevo una paura folle, non sapevo cosa regalare ai ragazzi ma peggio ancora, non sapevo cosa regalare ad Oliver.
Una mattina decisi di uscire con il mio cane, per andare a cercare qualcosa di carino, mi infilai nei più strani negozi.
Per Matt andai dritta in un negozio di musica, sapevo che doveva comprarsi un rullante nuovo, perchè il suo si era rotto.
Avevo in mente dei regali carini, loro infondo erano la mia famiglia, in questi mesi mi ero talmente tanto affezzionata a loro che volevo "ripagarli" per quello che avevano fatto per me.
Per Lee comprai un biglietto per un concerto che voleva assolutamente vedere dei Pantera.
Per Jona ebbi difficoltà, non sapevo proprio cosa fargli, non riuscivo a capire che stile così per evitare casini e delusioni, ordinai su Internet una custodia nuova per una delle sue chitarre, e per Kean una macchina fotografica, gli era presa la fissa di fare le foto.
Si lamentava sempre di non riuscire mai a fare delle foto decenti.
Tornai a casa, stanca, ma in ansia, dovevo capire cosa fare a Oli.
Era una delle scelte più difficili della mia vita.
 

Due giorni dopo i primi regali mi dissero che potevo andare a ritirare quello che avevo ordinato, così tutta felice e con la macchina andai a prendere i regali, che appena varcarono la porta di casa, finirono nel ripostiglio, l'unico posto dove Oliver non entrava mai.
Lui con me era sempre di una dolcezza allucinante, ne ero felice ma allo stesso tempo infelice, perchè sapevo che prima o poi sarebbe finita e sapevo che ci sarei stata veramente male, ma molto, ero innamorata cotta di lui.
<< Piccola?>>
<< Oli sono in cucina...ah cazzo!>> imprecai delicatamente, mi ero tagliata con un coltello.
<< Che ti sei fatta?>> mi abbracciò da dietro, mentre io cercavo di fermare il sangue, lui scosse la testa, andando a prendere una benda.
<< Sei un piccolo disastro>>
<< Anche io ti amo!>> gli urlai mentre tenevo la mano sotto l'acqua corrente, che era fredda e mi rilassava.
<< Eccomi, mettiti seduta>>
<< Mi fa male>> dissi, lui mi sorrise dolcemente baciandomi la punta del naso, mi prese la mano, fasciandomela, lo fissai, era sempre dolce e protettivo, spesso anche troppo, ma non potevo lamentarmi, infondo mi dimostrava di essere innamorato di me.
<< Che stavi facendo?>>
<< Mi stavo sbucciando una mela>>
<< Mmm molto serio>>
<< Ehi..>> mi lamentai spingendolo, lui per non cadere, mi prese per le spalle trasciandomi, inconsapevolmente con se, scoppiammo a ridere e dopo qualche minuto arrivò Scotty tutto allegro a leccarci i visi.
<< Quanto sei bella quando ridi...>>
Arrossii, non mi ero ancora abituata a queste sue sparate, dolcissime.
<< Arrossisci ancora?>>
<< La smetti di evidenziare qualsiasi cosa faccia?>>
Scoppiammo a ridere di nuovo, lui mi baciò, li per terra e su di lui.
Quanto potevo amare quel ragazzo solo io lo sapevo, era veramente il mio salvatore, era tutto ciò di cui avevo bisogno.
Era tutto ciò che volevo e che amavo.
<< Ti amo Oli>>
<< Anche io piccola, anche io>>

















Scusate per l'attesa e scusate per questo mini capitolo, ma ci saranno delle belle.
A presto gente <3

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Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


Capitolo 24





Era arrivata finalmente la vigilia di Natale, avevo trovato per fortuna il regalo giusto per Oli, un berretto che avevamo visto insieme in un negozietto, si era innamorato di quel coso, al punto da cercarlo in tutta la città, poi un microfono con il suo nome stile sangue colato sopra.
Decisi poi un ulteriore regalo, forse segno del mio amore per lui, gli feci una sciarpa con scritto "ti amo".
Ero diventata così sdolcinata che qualsiasi cosa era collegata a lui.
Caricai il mio amico Scotty nella mia macchina e andai verso casa "The Horizon", che era tutta illuminata con i colori natalizi, mi sentivo bene.
<< Amore finalmente!>> mi girai e un bellissimo Oli mi venne a salutare, gli sorrisi baciandolo, mi passò un braccio dietro le spalle, baciandomi una tempia.
<< Ho un po di regali da portare>>
<< Questo lo prendo io>> disse sollevando il regalo di Matt.
<< Stai attento>>
<< Sta tranquilla>>
<< Sam buona sera>> un Lee con un cappello da babbo Natale mi abbracciò, suscitando un'occhiataccia di Oliver, si staccò immediatamente e prese due dei pacchi, io feci scendere Scotty, che fedele mi seguì passo passo.
Presi gli ultimi due pacchi, sorridendo, felice.
Entrai in casa, un grandissimo albero era piazzato ad un angolo del salone, il cane si mise subito vicino al caminetto, acceso che rendeva tutto ancora più dolce.
<< Amore>>
Le braccia tatuate del mio ragazzo mi si avvolsero attorno al busto, lui appoggiò la testa sulla mia spalla sinistra, baciandomi il collo, sorrisi.
<< Sei felice?>>
<< Non sai quanto, è la cosa più bella..>>
<< Sono contento>>
<< Sai Oli devo ringraziarti...>> dissi girandomi verso di lui, che mi prese per mano per metterci sul divano, gli altri erano in cucina intenti a capire cosa fare per cena, discutendo ad altissima voce.
<< Per cosa?>> chiese tutto curioso, con la fronte corrugata.
<< Tu-tu hai portato un po di amore nella mia vita, credo ecco...che forse se non ci fossi tu , ora starei ancora a piangere a casa...>> ammisi senza paura, ormai ero pronta a tutto.
<< Piccola mia..>> mi si avvicinò baciandomi dolcemente il naso e poi le labbra, sentimmo ridere, ci girammo e gli altri ci salutarono con tanto di videocamera, nascosi il volto nel petto di un Oliver divertito, sentii il suo cuore battere velocissimo e ne fui felice, sapevo che batteva in quel modo per me.
<< Jona dammi la videocamera>> lui me la passò senza fare storie, ripresi quel trio di deficienti, Kean se ne stava beato a capire ancora cosa cucinare.
<< Questi tre sono dei...>>
<< Coglioni?>> domandò Oliver, sorrisi.
<< Dementi?>> chiese Lee.
<< Ah bhe, si danno dei dementi da soli, andiamo a vedere il caro Kean che combina>> 
decisi di riprendere un po tutta la serata, così andai pian piano verso la cucina, facendo saltare il povero Matt per lo spavento.
<< Stronza>>
<< Grazie, allora chef che mangeremo questa sera?>
<< Non lo so, ma se facessimo delle pizze?>>
<< Ma dai a Natale?>>
<< Lee allora cucina tu!>> 
Inquadrai il povero Lee fuggire, urlando, quanto erano stupidi.
<< Della serie, un menù tutto in stile "the Horizon" per Natale, pizze!>>
<< Oh signore grazie, eviteremo di morire avvelenati>> Jona alzò le mani al cielo, scoppiammo tutti a ridere, poi con tanta pazienza io e Kean ci mettemmo, a preparare l'impasto per le famose pizze, nel frattempo Oliver riprendeva la scena, facendo commenti sul mio modo di impastare.
<< La smetti?>>
<< Sei bellissima>>
<< Andate a dirvi le vostre smancerie da un'altra parte>>
<< Oh siamo gelosi qui>> dissi toccando il naso del povero Kean, imbiancandoglielo, lui mi fissò, malissimo e fece lo stesso, ci guardammo poi sporcammo anche il regista.
<< Bastardi>>
<< Ti amo>>
Dopo una buona oretta finalmente tirammo mettemmo le pizze nel forno, lavandoci poi le mani e andando in salone agli altri che giocavano tranquillamente alla play, come i bambini di cinque anni.
Dopo circa mezz'ora finalmente mangiammo, tutti seduti chi a terra, chi sui divani a fare una specie di maratona Disney, ci vedemmo:
- ll re leone, sia il primo che il secondo.
- Aladin
- Lilli e il vagabondo

Io e Oli tra un film e l'altro ci prendevamo una pausa, per stare da soli, mettendoci su un amaca del giardino, abbracciati l'un l'altra aa baciarci e coccolarci.
<< Ti amo tanto>>
<< Amore anche io, finite le vacanze di Natale e il tuo compleanno, noi ricominceremo il tour e sarei felice se tu venissi ancora con me>>
<< Oh amore, certo che vengo, non potrei stare più di un mese a casa senza di te>>
<< Grazie piccola>>
<< Oli grazie a te per avermi detto questa cosa>>
<< A proposito, uno di questi giorni ti va di venire a conoscere i miei?>> 
Il silenzio fu imbarazzante, lo fissai come se fosse un mostro, non avevo ancora pensato di dover conoscere i suoi, anzi non credevo che mi avrebbe chiesto questo, quindi non ci avevo dato alcun peso, ma ora i miei peggior incubi stavano affiorando.
<< E me lo dici così!?>> urlai nervosa.
<< Perchè?>>
<< Se non dovessi....>>
<< Shh>> mi baciò, sorprendendomi, sorrisi e ricambiai, lui mi appoggiò le mani sulle guance, avvicinandomi ancora di più a se, << Piaci a me>>
<< Sei un...un...>>
<< Un?>>
<< Gran cretino!>> sorrisi e mi alzai, lui mi fissò mentre rientravo, mi girai a guardarlo che con la lentezza di un bradipo si alzava e rientrava in casa.













Grazie a chi legge, lasciate qualche commento <3

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Capitolo 25
*** Capitolo 25 ***


Capitolo 25









Finalmente arrivo il 25 e con esso, una delle mie paure, i regali, avevo il terrore fossero sbagliati.
Passai i miei ai ragazzi lasciando Oli per ultimo che mi abbracciò poggiando come al suo solito la testa sulla mia spalla sinistra.
<< Guarda il mio pacco è più grande del tuo>>
<< Il mio però è fatto con amore>>
<< Il mio è il più bello>>
Sorrisi vedendo quei quattro ragazzi discutere su come fosse il pacco regalo, grande, piccolo, con la carta colorata, anche il silenzioso Kean si unì alla discussione zittendo tutti.
Matt appena aprì il suo cominciò a saltare per la stanza urlando come un bambino, mi venne in braccio stritolandomi e ringraziandomi per il rullante.
<< Ti amo sappilo>>
<< Ehm tu cosa?>>
<< Tranquillo Sykes, non te la ruberà nessuno la tua piccola bimba>>
<< Ah bhe>> gli rispose mentre mi baciava il collo, amavo quando faceva il geloso, mi faceva capire quanto ci tenesse a me, ma soprattutto a noi.
<< CAZZO!>>
<< Che succede?>>
<< Dimmi come hai fatto a trovarla?>> Jona indicava la custodia, mi abbracciò, << sei il mio mito>>
<< Per così poco?>>
<< Poco? Non sai quanto posso essere felice, grazie piccola Sam>>
Sykes mi coccolava, accarezzandomi le mani, o i fianchi, baciandomi la spalla o il collo, ridendo per le facce dei suoi amici.
<< Lee che hai?>>
Osservai Lee che piangeva, temetti di aver sbagliato il suo regalo e invece mi spiegò che era felicissimo perchè aveva letto che i biglietti erano finiti, temendo di aver perso il concerto di uno dei gruppi che amava.
Kean appena vide che il suo regalo era una macchian fotografica, si fomentò, talmente tanto che prese subito la batteria, inseredola nello spazio e inizò a fotografare tutto, i ragazzi, casa, l'albero, Scotty che dormiva rannicchiato, me e Oli baciarci.
<< Visto hai fatto felici tutti>> 
<< Temevo di aver combinato un disastro>>
<< Piccola il mio regalo è una sorpresa>>
<< Anche il mio, te lo darò su>>
<< Ora tocca ai regali per la piccola Sam>> urlò Jona, che portò tre pacconi, sorrisi abbracciandomi il mio ragazzo.
<< Apri prima il mio!>>
<< Lee sta zitto, prima il nostro cara>>
<< Vai a fanculo Matt>>
<< Apro quello di Kean>> dissi, azzittendo i litiganti, sorpirando, mi misi seduta, vicino al camino, al calduccio.
Aprii quel pacco trovando due dei vinili che desideravo da tutta una vita, il primo dei Guns N'Roses, con la prima stampa, che venne poi censurata: Appetite for Destuction.
E un vinile dei Beatles: For Sale
Li fissai con le lacrime agli occhi.
<< Grazie>> lo abbraccia stringendolo, ero commossa, era imposibile trovare quei due vinili, eppure eccoli li.
<< Tocca a noi!>> urlarono Jona e Matt.
Mi misero sulle ginocchia un pacco, strano, molto made in "The Horizon", sorrisi, quando un Kean scattò un'altra foto.
Aprii il pacco trovandoci dentro, una tavola nuova da snowboard, lo fissai senza parole, abbracciando anche loro.
<< Finalmente tocca a me>>
<< Oh sono curiosa>>
<< E' più per te e il tuo ragazzo>>
Io e Oli lo fissammo curiosi, aprimmo anche quella strana scatola, vi erano due biglietti per la Svizzera.
<< Almeno vi passate due settimane in solitudine>>
<< Oh...Lee grazie, grazie>> lo abbracciai per poi andare dal mio dolcissimo ragazzo che gli sorrideva gentilmente, me lo baciai, sentendo il rumore della fotocamera, sorrisi e mi girai.
I ragazzi si scambiarono tra loro i regali, poi io e il mio amore ce ne andammo nella sua stanza.
Volevamo un po di tempo, per stare insieme, gli diedi il mio regalo che aprì velocemente, era curioso, lo fissai, aspettando una sua reazione.
<< Amore sei fantastica>>
Si mise il berretto, facendo finta di cantare, poi prese il secondo pacchetto, messo all'interno del primo, ero nervosa.
L'aprì, sorridendomi e venendo verso di me, << Ti amo>>
Poi mi diede il suo, che aprii con le mani tremanti, tirai fuori una delle felpe più belle che avessi mai visto, una delle sue amatissime felpe, era blu con il gattino senza un orecchio disegnato dietro e tutti altri disegni attorno.
Insieme vi era un berretto.
<< E' una mia creazione esclusiva>>
Lo fissai curiosa.
<< C'è solo quello, non ci sono altri simili, l'ho crato per te>>
<< E' bellissimo Oli, grazie>>
Mi avvicinai a baciarlo, abbracciandolo, ci sdraiammo un po, mentre sotto facevano casino.
<< Buon Natale amore>>
<< Buon Natale piccola>> mi baciò.










jkahabdbakbb oooh quant'è dolce il mio Oli.
Commentate e ditemi se siete pronte a uno sviluppo di questa storia.... baciiiii <3

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Capitolo 26
*** Capitolo 26 ***


Capitolo 26







Finalmente era arrivato capodanno, festeggiammo tutta la notte insieme agli altri, poi io e Oli ci dividemmo dal gruppo, andando a casa mia, dove ci aspettava uno spaventatissimo Scotty.
<< Tanti auguri!>> non feci in tempo a chiudere la porta che il mio ragazzo prese a baciarmi con impeto, sorrisi, eravamo abbastanza ubriachi ma ero ancora un po lucida per capire che dovevamo fermarci, anche se Oli mi amava ed era più che ricambiato, non me la sentivo ancora di fare il passo più lungo della mia gamba.
<< Oli-oli fermati>>
<< Amore....>>
<< Oli, fermati>> si staccò dal mio collo fissandomi stranito, << Non sono ancora pronta>>
<< Sono quasi sei mesi>>
<< Lo so e mi dispiace>>
<< Ok-ok sta tranquilla... emh vado a prendermi un bicchiere d'acqua>>
Si congedò andando in cucina, mi passai una mano nei capelli nervosa, il mio cane mi si avvicinò leccandomi una mano, sospirai, pensando a quanto ero stupida, ero veramente una bambina, purtroppo era anche la mia prima volta e ciò aumentava il terrore di sbagliare o di non essere all'altezza.
<< Sam>>
Mi si avviciò con un bicchiere d'acqua in mano, non riuscii a guardarlo in faccia, lui mi prese una mano portandosela all'altezza del cuore, forse per farmi sorridere, mi alzò il volto dopo aver poggiato il bicchiere sul mobile che stava vicino alle scale che portavano alle stanze superiori.
<< Sam ehi...ehi stai pi-piangendo>>
<< No-no...>> cercai di girare il viso, ma lui mi sorrise dolcemente e mi avvicinò a se, circondandomi con le braccia e stringendomi.
<< Piccola mia...scusa se ti ho messo fretta>>
Ci spostammo da quell'ingresso al divano, mi teneva sempre stretta a se, dicendomi parole dolci per farmi calmare, eppure mi sentivo di deluderlo, in maniera profonda.
<< Ti ho deluso>>
<< Ma cosa dici...io ti amo anche per questa tua fragilità e non mi hai affatto deluso>>
Mi prese il volto fra le mani baciandomi, sentii le gambe flaccide, mi sentii sciogliere rendendomi conto di quanto polla ero, avevo affianco un'uomo da sposare, che donava tutto se stesso e io non riuscivo a dire di si alla mia prima volta.
<< Amore...tu sarai la mia prima volta>> confessai timidamente ma con un po di forza.
<< Oh...>> rimase a fissarmi, << Sono felice di essere il primo>>
Mi baciò di nuovo, erano le 4 di notte e iniziavo ad avere sonno, come se mi avesse letto nel pensiero lui sbadigliò.
<< Hai sonno tu?>> mi chiese dolcemente mentre mi accarezzava un braccio.
<< Un po>>
<< Allora andiamo a dormire, domani dobbiamo ricominciare a preparare tutto>>
<< Oh di già>>
<< Partiamo il tre>> mi fece alzare, prendendomi poi per mano e incamminandoci verso la mia stanza, si tolse la maglia e i pantaloni, rimanendo in boxer, lo fissai dandomi ancora di più della stupida.
<< Che c'è Sam?!>>
<< Nu-nulla sei bellissimo>> confessai ancora, lui mi sorrise avvicinandosi di nuovo a me, passando le braccia dietro la mia schiena per farmi avvicinare a se, indietreggiò fino al letto portandomi con se.
<< Tu di più>>
Mi cambiai anche io, indossando una ormai sua maglia, un piccolo autoregalo, <>
<< Ah davvero?>> chiesi ridendo.
<< Che piccola e bellissima ladruncola>>
<< L'ho solo presa in prestito>>
<< Puoi tenerla, sta meglio a te>> era quella tutta blu con scritto "drop dead" in tanti colori diversi, sorrisi, per poi accoccolarmi a lui, poggiando il viso all'altezza del suo cuore, passando un dito sul suo ventre tatuato, lui nel frattempo mi accarezzava il braccio.
<< Sai mi sento una stupida>>
<< E perchè?>>
<< Per prima>> 
<< Ti ho detto di non farne un problema, so aspettare, voglio aspettarti>>
<< Grazie>>
Sospirai, lui mi baciò la testa, con dolcezza, sentivo il suo cuore battere veloce, ne fui felice.
<< Ti amo lo sai?>>
<< Ti amo anche io Oli, sono felice di averti incontrato>>
<< Tanti auguri amore>>
Mi baciò un'ultima volta, poi cullata dai suoi respiri e dal battito del suo cuore mi addormentai.
FELICE.












Eccomi di nuovo.
Mrs_Shadows ti voglio tanto bene ahahah da ora in poi ci saranno un po di colpi di scena, chissà forse brutti, forse belli....grazie per il bellissimo commento.
Baci <3

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Capitolo 27
*** Capitolo 27 ***


Capitolo 27









 
Due giorni dopo il mio, nostro compleanno, ripartimmo per il tour, dovevano fare ancora due mesi di concerti, dopo di che avrebbero avuto una pausa di qualche mese.
Non vedevo l'ora che finissero quei due mesi, per avere un po di pace, per starmene un po con Oli in tranquillità, ma anche perchè ero quasi a metà secondo anno di università, dovevo dare già il secondo esame, poi avrei avuto un mese di riposo per prepararmi al terzo e penultimo esame dell'anno.
Stavo tranquillamente studiando quando Oli entrò in stanza sbattendo la porta, facendomi spaventare, mi alzai e mi avvicinai a lui, per capire che cosa fosse successo.
<< Amore che hai?>>
<< Mi ha rotto il cazzo Lee>>
<< Che ti ha detto?>>
<< Ancora Jenny...>>
<< E' solo innamorato, non prendertela>> dissi, infondo Lee non poteva avere colpe, al cuore non si comanda.
<< Ma vaffanculo>>
<< Ehi...non prendertela con me>>
<< Scusa>> si scusò prendendomi per mano.
<< Io mi rimetto a studiare>> risposi, era inguisto che si incazzasse con me, avevo solo cercato di calmarlo.
<< Stai sempre a studiare>>
<< Non è colpa mia se tra quasi un mese ho un esame>>
<< Vorrei che tu smettessi...>>
<< Oh non puoi chiedermelo>>
Mi girai e lo vidi uscire, sbattendo di nuovo la porta, sospirai, prima dei concerti era sempre nervoso, ma questa volta troppo, decisi di andare a parlare con Lee, per farmi spiegare cosa fosse successo, mi infilai la felpa ed uscii dalla nostra stanza.
<< Jona hai visto Lee?>>
<< Sta in camera sua>>
<< Grazie>> mi avvicinai alla porta e bussai, mi venne ad aprire.
Entrai senza permesso, lui si girò e mi squadrò.
<< Ciao>>
<< Cos'è successo con Oli?>>
<< Oggi Jenny è venuta qui in Hotel...>>
<< E poi?>>
Silenzio, sbuffai, << Lee non ho tutta la mattina, dai>>
<< Ha detto che se volevo rimettermi con lei dovev lasciare il gruppo>>
<< Cazzo!>> lo abbracciai, piangeva.
<< Oli ha sentito tutto e mi ha...>> sentii un botto, mi girai e fissai colui o colei che aveva aperto di botto la porta, facendola sbattere contro il muro.
<< Ah sei qui...ma che cazz...>>
<< Oli>>
<< Che cazzo ci fai qui?>> mi urlò.
<< Ero venuta a chiedere cosa fosse successo...>> mi staccai dal mio amico, fissando il mio ragazzo che era furioso.
<< Non dovevi studiare?>>
<< Ne parliamo in camera nostra!>>
Uscii dalla stanza di Lee, entrando dopo poco nella nostra, Oli sbattè la porta.
<< Allora?!>>
<< Smettila di urlare>> dissi, cercando di mantenere la calma.
<< Altre cose? CAZZO! DOVEVI STUDIARE E POI CHE SUCCEDE TI TROVO IN STANZA DI LEE, ABBRACCIATA A LUI!>>
<< STA MALE, DEFICIENTE!>>
<< MA VAFFANCULO!>>
<< DATO CHE TU NON MI DICI COSA SUCCEDE SONO ANDATA DA LUI E SAI, LUI STA SOFFRENDO COME UN CANE>>
<< Allora se non ti sto bene mettiti con lui!>>
Mi girai nervosa passandomi una mano nei capelli, non mi piaceva quella piega della discussione, sentii lo spostamento d'aria, mi riggirai, lui non c'era, mi misi seduta sul letto.
A pranzo scesi, ma Oliver non c'era.
<< Sam mi dispiace>> mi disse il povero Lee.
<< Sta tranquillo>>
Me ne ritornai su, con una lentezza che faceva invidia ai bradipi, la sera arrivò troppo velocemente e mi preparai per la serata, andammo tutti allo stadio, Oliver non era con noi.
Lo trovai li che parlava animatamente con una biondona rifatta, mi avvicinai per salutarlo ma lui si scansò.
Mi misi al mio solito posto, vicino a mio fratello, che mi chiese cosa fosse successo, non diedi nessuna risposta, neanche io sapevo bene cosa fosse successo, o non volevo capirlo.
Durante il concerto Oli non si girò mai verso di me e ciò mi fece star male, così finito il tutto, andai a salutare dicendo che sarei tornata in hotel.
<< Ciao Oli>>
Lui non mi considerò, anzi si allontanò da me, era incazzato con me.
Chiamai un taxi e me ne tornai in hotel, mettendomi a "dormire" con le lacrime che mi rigavano il viso, non chiusi mai gli occhi, ma rimasi sveglia ad aspettare il suo ritorno.
Sentii dopo non so quanto la porta aprirsi, feci finta di dormire, cercando di controllare il mio respiro, aspettai un po, poi sentii il maresasso abbassarsi.
Non mi si avvicinò, nulla.












Povera Sam :'( povera piccola.
Baci e alla prossima.
Mrs_Echelon_Sykes sono contenta, tanto tanto, che ti piaccia <3 

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Capitolo 28
*** Capitolo 28 ***


Capitolo 28






 
Mi addormentai a notte fonda e mi risvegliai presto.
Le occhiaie erano appena pronunciate, mi andai a lavare il viso, togliendo le strisce colate di trucco, fissai Oli che dormiva su un fianco, con un braccio penzolone, mi misi seduta vicino ad esso, fissandolo.
Dopo un po mi alzai e andai a mangiare qualcosa, poi mi rifugiai su una terrazza dell'hotel.
<< Sam?>> qualcuno mi chiamò.
Mi asciugai le guance, cercando di sorridere, o per lo meno non farmi vedere in quello stato.
<< Ciao>>
<< Sam stai piangendo?>>
<< No-n-o io non sto piangendo>> dissi riscoppiando, Matt si mise seduto al mio fianco abbracciandomi.
<< Ehi ehi, calmati>>
<< Io non so che cos'ho fatto!>> 
<< Shh si risolverà>> cercò di coccolarmi e farmi calmare, ma in quel momento nulla poteva calmarmi se non Oli.
Il silenzio fu rotto solo dai miei rumorosi singhiozzi, scossa dal pianto rimasi li con Matt quasi tutta la mattina.
Solo all'ora di pranzo chiesi di star sola, scesi giù in stanza a prendere il telefono e le cuffie, me ne tornai in terrazza e con la schiena poggiata al muro mi misi a sentire la musica, sfogandomi.
Qualcuno mi poggiò una mano sulla schiana, tirai su la testa, girandomi era Lee, mi tolsi una cuffia.
<< Sam mi diaspiace tanto>>
<< Lee, lasciami sola ti prego>>
<< Ok...>> mi diede una pacca, sentii il suo sguardo su di me anche quando riaffondai il viso nelle braccia, piangendo.



*Oliver*

 
Mi alzai, non c'era, sospirai, andai in bagno a cagare, ne avevo bisogno, poi mi ventii e scesi, trovai i due Matt e Jona, avevano delle facce da funerale.
Non li salutai, preferivo rimanere in pace, loro invece fecero l'opposto, mi salutarono.
<< Oliver dobbiamo parlare>>
<< Lasciatemi in pace>> risposi secco, freddo.
Me ne ritornai in stanza, mettendomi sul letto.
All'ora di pranzo la vidi entrare in stanza a testa bassa, piangendo, la fissai e lei fece lo stesso, prese il telefono e le cuffie, si chiuse un momento in bagno, dopo un po uscì, si prese anche una felpa, quella mia che le piaceva tanto e se ne andò.
Lee venne da me dopo un po.
<< Aprimi>>
<< Vai a cagare>>
<< Aprimi cazzo!>>
Mi alzai apredo, per poi rimettermi sul letto.
<< Vai a parlare con lei, sta male>>
<< Anche io ma lei da me non viene>> risposi nervoso, anzi incazzato nero.
<< Oliver, lei ha paura, non capisce perchè sei incazzato>>
<< Non è stupida>>
<< No, ma fragile si, io resto, nessuno deve chiedermi di mollarvi, neanche Jenny, ma ora tu va da lei>>
Lo fissai, poi mi girai, lui sbuffò ed uscì, la sera andammo alla terza data, per fortuna nessuno si accorse che avevo cantato di merda, mi si accollò di nuovo la bionda della sera precedente.
Sam non era venuta, aveva detto a Matt che forse sarebbe venuta dopo.
<< Sai io ti bacerei>> mi disse questa, neanche la stavo a sentire, mi stavo cambiando e quella mi rompeva l'anima.
Sentii le sue mani sulla mia schiena, mi girai e questa non perse tempo a baciarmi, tentai di scollarmela ma nulla, non si levava anzi ne approfittò, scambiando la mia collera per eccitazione.
Mi infilò una mano nei pantaloni, le diedi una spinta, lei cadde all'indietro, trascinandomi con se, in quell'esatto momento la porta si aprì, vidi Sam e Matt, lei mi fissò con gli occhi spalancati.
Vidi quegli occhi riempirsi di lacrime, si mise una mano davanti alla bocca, si girò e scappò via.
<< Sam! Aspetta...>> mi alzai di corsa, passando affianco a Matt, che mi fissava schifato, cercai di raggiungerla.
 












Piccola la mia Sam, chissà se chiariranno, io nel frattempo vi tengo sulle spine da brava "scrittrice" LOL!!!
Mrs_Echelon_Sykes ahahahah allora ora allagherai definitivamente casa.
*prepara la zattera con cui ti salverà (?)*

 

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Capitolo 29
*** Capitolo 29 ***


Capitolo 29







 
Mi prese per un braccio, girandomi, gli tirai un ceffone in faccia, strattonando il braccio.
Mi rimisi a correre, sentendolo sempre più lontano da me, andai a sbattere contro Jona.
<< Spostati>>
<< Sam che hai?>>
<< Levati!>> gli urlai, sentii dopo un po la voce di Oliver, che gli dceva di lasciarci da soli.
<< Sam fammi spiegare>>
<< Voglio andare via>>
<< Aspetta... io, lei mi si è accollata...>>
<< Non hai perso un minuto per trovarti a terra con lei...>>
<< L'ho spinta via e siamo caduti>>
<< Ti prego...>> piansi, lui tentò di abbracciarmi, ma lo spinsi via, allontanandolo da me.
Lo lasciai li, me ne tornai in hotel, chiudendomi in stanza a piangere, per poi riandarmene nella terrazza a fissare il cielo, mi sdraiai sul pavimento.
Ricominciai a piangere, le mie lacrime si mischiarono alle gocce di pioggia che cadevano sul mio viso, rimasi li, a prendere tutta la pioggia, come a farmi lavare via le brutte situazioni.
<< Sam>>
<< Vattene via, lasciami da sola!>> urlai, Lee mi fissò, ma non se ne andò anzi si mise al mio fianco, a inzupparsi per bene anche lui.
<< Non ti lascio sola>>
<< V-vattene>>
<< No!>>
Restò zittò, al mio fianco quasi tutta notte, verso le sei, mi alzai, stanca e bagnata, lui fece lo stesso, mi fermai davani la mia stanza, sperando che Oli dormisse.
Entrai, il buio non mi faceva vedere nulla, mi abituai un po, vidi un ombra avvicinarsi a me, accese la luce, mi fissò.
<< Sei zuppa>>
Non gli risposi, andai alla ricerca della mia valigia, dovevo cambiarmi, sentivo un freddo cane, troppo, mi girava anche la testa.
Poggiai una mano sul letto, cercando di fermare la testa.
<< Che hai?>>
<< Nulla>> risposi fredda.
Presi il cambio e me ne andai in bagno, mi diedi una sciacquata veloce e calda.
Mi cambiai, asciugai un po i capelli, mi fissai allo specchio, cercai nel mio beauty case un qualcosa per la testa, mi stropicciai gli occhi poi tutto divenne nero.

 
*Oliver*

Sentii un tonfo, poi il silenzio, mi alzai di corsa, aprendo la porta, era per terra, mi inginocchiai al suo fianco, era svenuta, le diedi degli schiaffi, nulla non si riprendeva.
La presi in braccio mettendola su letto, era più bianca di un cadavere.
Uscii dalla stanza andano a chiamare Matt, che venne di corsa, era quello che ci capiva di più, << Chiama il 911>>
<< Perchè?>>
<< Tu fallo!>>
Presi il mio I-phone e composi il numero, sbraitando alla tizia che mi rispose, dicendo che era una cosa grave e che dovevano fare presto, lasciai indirizzo e piano.
Dopo una diecina di minuti, per fortuna pochi, arrivò l'ambulanza, la portarono via.
Io entrai con lei, mi dissero che aveva la febbre altrissima e che era grave, mi diedi dello stupido e del menefreghista, ero un gran stronzo.
Dopo un po lei aprì gli occhi, eravamo in ospedale, mi chiese dove fossimo, le raccontai cos'era successo, pianse, di nuovo, tentai di avvicinarmi ma lei mi disse di uscire, mi disse che voleva stare sola.
Gli altri mi fissavano scioccati e incazzati.
<< Si sei un gran coglione Oliver>>
<< Sta zitto Lee>>
<< NO, non ti rendi conto di come sta? Smettila di fare il superiore o la perdi!>>
<< L'ho già persa brutto testa di cazzo>>
<< COSA?>>
<< Mi ha detto che è finita>> mentii, non volevo altre domande, così me ne andai per conto mio fuori, mi appoggiai al muro, fissando il cielo, era ormai un vizio che avevo preso da quella ragazza che mi aveva scombussolato tutta la vita..
<< Non è vero!>> mi girai, Kean mi fissava.
<< Si>>
<< No Oliver, non ti ha lasciato, sei tu che lo pensi, ma ti ama e non ti lascerebbe mai>>
<< Invece si>>
<< Vuoi lasciarla?>>
<< Forse>>
<< Perchè?>>
<< La sto prosciugando>> risposi serio, lui mi squadrò e si mise a ridere.
<< Non è vero>>
<< NO?>>
<< No, è che tu hai paura che sia lei a lasciare te e allora vuoi farlo prima tu, o almeno non vuoi ma lo fai>>
<< Sta zitto>>
<< Come pensavo, stai attento Oliver, lei sarà fragile, ma se la perdi, una come lei non la trovi più>>
Mi lasciò li da solo, lo fissai allontanarsi.










Salve salveeee!

Mrs_Echelon_Sykes io ti salverò ahahahahaha, Oliver fa lo stronzo purtroppo e chissà come finirà.
Baci baci <3
Grazie a tutte!

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Capitolo 30
*** Capitolo 30 ***


Capitolo 30





Mi sentivo sola in quella stanza, avevo chiesto ad Oli di stare da sola anche se non ne avevo voglia.
Lo vidi entrare di nuovo, a testa bassa.
<< Come stai?>>
Non sapevo come rispondere, così alzai le spalle, lui sospirò mettendosi seduto vicino al mio letto, fissando l'ago che avevo nel braccio.
<< Credo....ecco..io penso che dobbiamo prenderci una pausa Sam>>
<< Ohhhh>> risposi fissandolo tristemente, ora iniziavo a capire tutto, lui si era stufato di me.
Una lacrima scappò fuori, lui mi guardò addolorato.
<< Sam mi dispiace>> lo vidi alzarsi e avvicinarsi alla porta.
<< Oli se tu esci da quella porta, so che sarà finita veramente, ti prego non lasciarmi>>
Lui si fermò con una mano sulla maniglia, si girò verso di me, avvicinandosi velocemente a testa bassa, baciandomi, forse l'ultima volta e sempre a testa bassa se ne andò.



*Oliver*


Sapevo di fare la cazzata, ma forse era un modo per non distruggerla, o meglio non distruggerci, una pausa, avevamo bisogno tutti e due, o almeno io di stare da solo, lei aveva stravolto troppe cose e forse io non ero pronto.
Anche le date mi stavano mettendo pressione e mi sfogavo su di lei, sbagliando e facendola star male.
La baciai e di corsa uscii da quella stanza, andando in un bagno, mi fissai allo specchio, ebbene si, Oliver Sykes stava piangendo, come un bambino, ma cazzo ero innamorato e avevo una fottuta puara del non so cosa.
Sentii Kean parlare, mi girai.
<< Sykes stai piangendo?>>
<< Si>> ammisi.
<< Che cazzo...che è successo?>>
<< Le ho chiesto una pausa>>
<< Tu che cosa cazzo hai fatto?>> mi urlò lui, ero sicuro che avrebbe reagito in quel modo, infondo tutti le volevano un gran bene.
<< Non lo so>>
<< Merda Man vai dai lei e cazzo chiarisci>>
<< Abbiamo bisogno di tempo>>
<< Un cazzo, tu sei completamente andato...>>
<< SENTI, CAZZO CI STO MALE ANCHE IO! PORCA PUTTANA!>> gli urlai, lui mi fissò, dandomi una pacca sulla spalla e abbracciandomi, mi strinse, cazzo avevo bisogno dei miei amici e anche di lei.
Uscii da quel bagno, deciso a non pensare troppo a lei.
Nei giorni successivi non ci entrai mai, poi la dimisero e lei se ne tornò a casa sua, avevo lasciato delle cose, ma sapevo che se gliel'avessi portate via lei sarebbe crollata e non volevo tutto questo per lei.

Nei mesi di pausa, finiti i concerti, passai molte volte per l'università sperando di vederla anche solo da lontano, la vedevo sempre, che stava con le cuffie, con una mia felpa o maglietta, seduta su una panchina o comunque la vedevo allontanarsi per andare a casa.
Spesso andai anche davanti casa sua, avevo ancora le chiavi e dalla strada potevo vedere benissimo la cucina, lei stava sempre seduta vicino alla finestra, con la testa appoggiata alle braccia, ogni tanto la tirava su, scoprendo i suoi occhi, contornati da colate di trucco.
Ogni tanto quando uscivo dalla sala o da casa, mi capitava anche di vederla passeggiare, con Scotty che cercava di venire da me, lei mi fissava triste, abbassando poi il viso, piangendo.
<< Sam...>> un giorno con un po di coraggio andai da lei.
Stava entrando dentro casa sua, lei si girò fissandomi.
<< Oli...>>
<< Come stai?>>
<< Come mi vedi...>> 
L'impulso fu elevato, che mi avvicinai a lei, prendendo il viso tra le mani e baciandola di nuovo, assaporando quello che mi mancava, ma rendendomi conto dello sbaglio mi staccai da lei.
<< Non te ne andare ti prego>>
<< Sam io...>>
<< Io ti amo...>>
<< Sam io ho bisogno di tempo...io..cazzo>> me ne andai lasciandola li.


*Sam*

Se ne riandò così, sospirai, mi erano mancate le su mani e le sue labbra, anche la sua voce, molto diversa quando cantava, io l'amavo e ci stavo male.
Erano passati tre mesi da quando ci eravamo "separati" eppure mi sembrava ieri, ero sempre giù di morale, speravo ogni sera di vederlo entrare, ma non accadeva mai.
Chiusi la porta, feci in tempo che risposi al telefono, era Lee.
<< Ciao Sam>>
<< Lee...>>
<< Come stai nana?>>
<< Male, mi manca>>
<< Lo so>>
<< Mi ha baciata>>
<< C...quando?>>
<< Due minuti fa...i-io non ce la....>> mi fermai cercando di non piangere di nuovo.
<< Sam ehi Sam non piangere>>
<< Io lo amo>>
<< Lo so, piccola lo so>> mi rispose dolcemente, << tornerete insieme vedrai>>









 



Eccomi eccomi. 
Non uccidetemi e 
Mrs_Echelon_Sykes dato che ti voglio tanto bene ti prego non ucciderti, lo so è triste ma tu non farlo.
Bene alla prossima <3 (ovvero domani sera se ci riesco)
Baciiiiiii :3

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Capitolo 31
*** Capitolo 31 ***


Capitolo 31



Dopo quel bacio non vidi Oliver per una settimana intera, aveva sempre il cellulare spento, chiamavo a casa "The Horizon" non mi rispondeva mai nessuno, o sempre la segreteria, mi vergognavo a lasciare dei messaggi.
Andai spesso alla casa discografica, ma nulla non lo trovavo neanche li, decisi di smettere di cercare, insomma non voleva ne sentirmi ne vedermi.
Una sera stavo dormendo, con il telefono sul comodino, lo sentii squillare, mi svegliai, appena vidi che era lui risposi.
<< Sam>>
<< O-Oliver>>
<< Mi apri?>>
Mi alzai di corsa, attaccandogli il telefono in faccia, mi fiondai giù per le scale e gli aprii, lui cadde, era appoggiato alla porta, chiusi la porta, aiutandolo ad alzarsi.
<< Ma che hai fatto?>> dissi quasi urlando, era pieno di tagli e lividi, lo fissai impanicata.
<< Nulla>>
<< Che ti hanno fatto? Chi è stato?>>
<< Stai zitta e non urlare!>> mi strillò, lo fissai allucinata, indietreggiando abbastanza da lui, che mi squadrò.
Lui mi si avvicinò con molta lentezza accarezzandomi una guancia, mi accorsi solo allora che stavo piangendo, lui mi accarezzò con il pollice.
Non lo guardai, aveva la faccia più nera che normale.
<< Sam scusami>>
<< Dai andiamo ti medico, vai dillà>>
<< Ok...>> lo vidi allontanarsi, arrancando, andai su, a cercare quello che mi serviva, mi fissai allo specchio, ero stravolta, non potevamo andare avanti così, scesi di nuovo.
Entrai in cucina dove lui stava seduto vicino al tavolo con la testa poggiata sulle braccia.
<< Oliver>> lo chiamai poggiandogli una mano su una spalla.
Si tirò su, fissandomi.
<< Mi spieghi chi ti ha ridotto così?>>
<< Non preoccuparti!>>
<< NO CAZZO NO, NON PUOI ARRIVARE IN QUESTO STATO E NON DIRMI NULLA>>
<< Sam calmati!>> disse alzandosi e abbracciandomi, cominciai a dimenarmi, ma senza risultato, mi calmai.
<< Mi hanno picchiato perchè ho risposto male ad uno che mi parlava male di te>>
<< Ti sei fatto ridurre in questo stato per me?>>
<< Sam io ti amo ancora>>
Quelle parole, credetti di averle sognate eppure lui mi baciò di nuovo, sentii le gambe talmente tanto molli che sarei caduta.
<< Ti amo anche io>>
<< Lo so>>
<< Dai fatti sistemare>> gli dissi, si mise seduto, io davanti a lui, che gli medicavo la faccia, ogni tanto strizzava gli occhi per il dolore, ma non si lamentava, lo fissai attentamente, fermandomi, lui aprì gli occhi beccandomi, mi sorrise dolcemente.
<< Sei proprio come ti ricordavo!>>
<< Mi sei mancato>>
<< Ti devo tante scuse>>
<< Anche io>>
<< No Sam, tu non hai fatto nulla, ero io ad aver rovinato tutto, mi sento un coglione, cioè ca...>> non gli feci finire la frase, lo baciai, lui mi mise una mano dietro la testa, spingendomi contro di se, mi prese in braccio, come non so, ci portò su in camera, capii subito che questa volta non si poteva tornare indietro.
<< Sei sicura?>>
<< Cre...si>>
Lui mi sorrise, cominciando a baciarmi il collo, con una lentezza snervante ma emozionante, il cane ci fissava, Oliver sorrise e andò a chiudere la porta.
<< Mi dispiace bello, ma questa è roba da grandi>> 
Scoppiai a ridere, era assolutamente partito di cervello, eppure era proprio per questo che lo amavo, mi era mancato veramente e averlo tra le mie braccia mi rendeva la donna più felice del mondo.










Scusate per il ritardo e muahahaha vi farò soffrire ora, lol, domani posto tranquille.

Mrs_Echelon_Sykes:
 Perdonami per l'attesa ti prego, da ora sarai felice, spero.
<3

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Capitolo 32
*** Capitolo 32 ***


Capitolo 32




Mi baciò ancora, avvertii un brivido che mi percorse la schiena come una scarica elettrica quando mi morse il mio labbro con forza.
Sentii i denti affondare e mi venne naturale gemere.
Ma lui non si scusò e affondò ancora di più facendomi sfuggire altri gemiti, di piacere, non di dolore, lo strinsi ancora di più si lamentò per il dolore, mi staccai ed evitai di farlo soffrire.
Lo baciai di nuovo pretendendo le sue labbra come fossero aria, mi fece scendere per un secondo, ma si gettò di nuovo su di me, prendendo a baciarmi il collo, le spalle e poi di nuovo le labbra.
Stavo per perdere il controllo.
Le mie mani cercavano continuamente nuovi spazi sul suo corpo perfetto, ricambiai i baci appena mi restituì il suo viso, ma qualcosa mi bloccò, incapace di continuare e indecisa se fermarmi o meno.




*Oliver* 


Le sue mani finirono sulla cintura e la liberarono, così come sbottonarono i pantaloni.
Le presi le spalle, allontanandola di qualche centimetro, il suo sguardo misto si intravedeva la paura, avevo capito che era la sua prima volta e ne ero felice, ero io la sua prima volta, sorrisi fissandola negli occhi nel quale ardevano delle fiamme che non avevo mai visto.
Fiamme che mi inghiottirono trascinandomi in un desidero che io stesso avevo ma che temevo.
Il fatto che volessi privarla dei vestiti poteva significare soltanto una cosa, desideravo con tutto me stesso il suo corpo come lei il mio.
<< Sta tranquilla>
> dissi, percependo la sua paura, lei annuì e si lasciò andare, ma era spaventata, ero piombato da lei in pessime condizioni, di notte e ora stava succedendo tutto questo.
Con gesti più calmi e dolci, terminai la mia opera, la feci distendere e le salii sopra, baciandola mentre lei mi sorrideva dolcemente.





*Sam*


 
Poi si privò dei suoi vestiti e per me fu l’ennesimo colpo al cuore, che perse qualche battito, poi ripartì con qualche capriola, anche con tutti quei lividi e tagli era la persona più bella del mondo.
Ne rimasi abbagliata per un tempo infinito, finché rimase immobile davanti a me.
<< Ti dispiace se trascorriamo un po’ di tempo così?>>, mi domandò senza smettere di sorridere.
<< Oli, sei consapevole del regalo che mi stai facendo?>> si avvicinò al bordo del letto, appoggiando le mani sulle coperte morbide sulle quali ero distesa, leggermente imbarazzata.
<< E tu? Tu sei consapevole di ciò che mi hai donato?>> mormorò allungando il collo verso il mio viso.
Mi sollevai e lo tirai verso di me, abbracciandolo più forte che potevo, le sue mani scesero ad accarezzarmi il busto, scese con la bocca a baciarmi il ventre, strappò via le gambe dei pantaloncini, la sua mano scese sulle mie cosce, stringendomi l’interno coscia, sentii un vortice di emozioni invadermi, passò la sua mano sulla mia intimità.
Gli baciai sul collo, con delicatezza e lui sospirò, le nostre labbra si rincorrevano, si desideravano, aprimmo la bocca insime e le nostre lingue si toccarono, infilai le dita nei suoi dread, lo tirai ancora di più a me, sentivo il suo petto roccioso su di me, baciava il mio collo, gli accarezzavo la schiena, lo staccai da me solo per guardarlo negli occhi poi fui io a prendere la palla al balzo, entrò in me.
Soffocò il mio urlò, baciandomi, si fermò, dandomi il tempo di abituarmi, mi fissava con uno sguardo triste ma voglioso, lo baciai, facendogli capire che era tutto ok.
Cominciò a muoversi, lentamente, ma con decisione, poi sempre più veloce, finchè non venni, mi baciò reprimendo un altro mio urlo, poi venne lui a sua volta, mi sorrise.
<< TI AMO>> disse di nuovo, accarezzandomi i capelli, sudati, si stese al mio fianco stringendomi e coccolandomi, mi baciò.
<< Grazie Oli. Ti amo tanto>> risposi per poi abbandonarmi tra le sue braccia, ci addormentammo tutti e due.  













SCUSATEMI PER IL GRANDISSIMO RITARDO, ma ho avuto non pochi problemi ma sono tornata di nuovo, con nuovi capitoli, please commentate ancora, vi voglio bene.
<3

Mrs_Echelon_Sykes: Ti prego perdonamiiii, ti pregoooooo :3

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Capitolo 33
*** Capitolo 33 ***


Capitolo 33






Mi svegliai con il sorriso sulle labbra, la nostra prima volta, se non ero stupida ciò sengava la nostra unione, il fatto di essere tornati insieme significava molto per me, infondo avevo passato le giornate intere a sperare ciò.
Oliver dormiva con un braccio sulla mia pancia, sorrisi, il suo solito modo di dormire era bellissimo, mi stringeva a se, alzai il viso per fissarlo, gli occhi chiusi vibravano poco, la bocca schiusa e i suoi capelli che gli incorniciavano il volto.
Rimasi a fissarlo per un po, o almeno finchè i suoi occhi non fissarono i miei, sorrisi.
<< Buon giorno>>
<< Ciao piccola>>
<< Come stai?>>
<< Felice, tu?>>
<< Oli intendo i lividi!>>
<< Piccola non preoccuparti, sto bene>>
Mi tirò a se stringendomi, sentii un lamento, meno male che stava bene.
<>
<< Shh, tu sei felice?>>
<< Si, mi hai reso la persona più felice e ti amo tanto>> 
Le parole erano inutili, non potevano far capire quanto fossi felice, lui mi accarezzò il viso per poi baciarmi.


Passarono diversi giorni, nel quale uscimmo insieme, restammo sempre uniti, ciò fu scoperto anche dai ragazzi, che iniziarono a fare battutine, mi erano mancati.
Lee aveva capito come stavano le cose e ogni volta mi sorrideva, si vedeva che era felice per me, per noi, infondo sapevamo tutti che quella separazione era stata una grandissima stronzata.
I due Matt come al solito punzecchiavano sia me che il mio ragazzo, chiedendoci se avevamo fatto l'amore o se invece eravamo ancora ad un punto morto, ovviamente sapevo quanto orgoglio maschile fosse elevato, Oli si vantava, io invece lasciavo perdere o se tutto andava bene mi confidavo con Lee, da quella volta sulla terrazza il nostro rapporto di amicizia era aumentto, forse potevo considerarlo anche il mio migliore amico.
Lui mi diceva che era felice per noi, che si vedeva che eravamo felici, che addirittura Oli aveva ricominciato a cantare bene.
Ultimamente dopo la nostra separazione Oliver aveva cominciato a ripudiare il suo stile di canto oppure non cantava proprio, rovinando magari qualche loro data, portando quindi il manager e i ragazzi a scusarsi, inventando un possibile mal di gola.
Invece ora dopo essere tornati insieme il mio amato e pazzo ragazzo aveva ricominciato ad andare in sala prove, a registrare e prepararsi per le ultime date del tour.
<< Quando dovete partire?>> gli chiesi mentre bevevo una cioccolata calda sul divano di casa "the horizon".
<< Domani>> mi rispose Lee.
<< Piccola vieni con me?>>
<< Se vi va si>>
<< Ma che cazzo..ti pare che non ti vogliamo e poi come fa Oli senza la sua piccola>>
Arrossii di botto, Jona doveva sempre mettermi in imbarazzo, stessa cosa fece Oli, che abbassò il viso.
<< Sono arrossiti tutti e due>>
<< Che teneri>> commentarono i due Matt.
<< Ma la finite, li mettete in imbarazzo>>
<< Lee, Lee, sempre a difendere tu eh?>> mi alzai di scatto, vedendo i due Matt e Jona buttarsi contro il povero Lee, tutto questo verso di me, mi spostai appena in tempo, che i quattro caddero sul divano, cappottandolo, scoppiai a ridere.
Oliver si alzò abbracciandomi da dietro, sorrisi.
<< Finiscilaaaa!>>
<< Questo è perchè difendi sempre tutti>>
<< No il solletico no! Muori>>
Ridemmo tutti, la scena era alquanto divertente, quattro ragazzi a terra, un divano cappottato, tre su uno presi a fargli il solletico e la vittima che rideva dimenandosi, Oli mi girò baciandomi, poggiando la tazza della cioccolata su un tavolino.
<< Sai di cioccolata>>
Disse sulle mie labbra, sorrisi.
<< Mi piace>> continuò dopo un po, presi dal baciarci non ci accorgemmo che i quattro ora puntavano verso di noi, sentii delle braccia sollevarmi, stessa cosa Oli, iniziammo a scalciare, gridando tutti e due.
La morale della favola è che iniziammo, come non so, a prenderci a cuscinate, distruggendo ovviamente i cuscini, spargendo per tutto il salone le piume.
Tutto stava tornando alla normalità e ne ero molto felice, perchè, alla fine, quella era la mia vita, ero parte di quella strana famiglia.


















Scusatemi per l'attesa e scusate se è un po corto.
Buon Natale e buone feste a tutte voi :3
Vi voglio bene <3

Grazie a chi legge ma soprattutto a:

Mrs_Echelon_Sykes
e
Roberta_

Grazie ragazze mi fa piacere che vi piaccia così tanto la mia storia e davvero perdonatemi per tutta l'attesa.

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Capitolo 34
*** Capitolo 34 ***


Capitolo 34




Il giorno della partenza arrivò veloce, avevo un po di paure, insomma l'ultima volta era finita male, Oliver cambiava un po quando stava in tour, era normale agitarsi, ma lui diventava insopportabile e si finiva sempre a litigare.
Ovviamente appena atterrammo in Italia, dove i ragazzi avevano tre date per chiudere il tour mondiale, fummo presi d'assalto dai fans, che non permisero alla tourbus di muoversi.
Ridevano, mentre scendevano i gradini della scaletta, per mettersi a firmare autografi, era l'unico modo per mandarli via.
Io non mi feci vedere, insomma nessuno ancora sapeva che noi fossimo tornati inseme.
Quando loro risalirono su, partimmo, potei rilassarmi finalmente, abbracciando il mio ragazzo, che stava sulla sua pagina ad aggiornarla, nel frattemo sentivamo un po di musica, mandata dalla tv dove Jona e Lee giocavano con Giutar Hero.
Mi alzai, infondo anche io volevo far qualcosa, il mio ragazzo era troppo assente.
<< Gioco anche io, Lee stai perdendo>>
<< Sta zitta, sta zitta!>> urlò lui, svegliando anche il povero Kean che si era da poco addormentato.
<< Cazzo stavo dormedo>>
<< Scusalo Matt>
<< Vaffanculo>> si alzò dal divanetto e se ne andò su, lo fissai, era strano, evidentemente gli rodeva, sospirai.
Qualcosa mi diceva che Matt aveva bisogno di sfogarsi, decisi di lasciar perdere, aveva bisogno di riposarsi, mi misi a giocare come avevo detto, vincendo contro Jona, che mi lanciava maledizioni, oppure tentava di distrarmi, ma non aveva capito contro chi si stava mettendo, infatti appena finì l'ultima canzone, dove presi il punteggio massimo, lasciai la chitarra finta nelle mani di Lee e mi scagliai conto quel cretino del mio rivale.
Gli diedi talmente tanti pizzichi sul braccio, che allafine era più rosso che altro.
Sorrisi perfida e me ne andai, simulando una camminata vittoriosa.
Il mio ragazzo continuava imperterrito a girare tra le pagine, inutile mettermi a parlare con lui, non mi avrebbe ascoltata.
Andai su, magari per riposare un po, notai Kean ancora sveglio, ma con le cuffie dell'Ipod, me lo fissai, lei si girò verso di me e si sfilò una cuffia.
<< Matt che succede?>>
<< Nulla tranquilla>>
<< Sei sicuro? Insomma te ne stai qui, da solo, con le cuffie stile depr..>>
<< Mi sono innamorato>> disse lui velocemente.
<< Oh>> risposi sorridendogli, << chi è?>>
<< Si chiama Ashley, è bionda ed è dolcissima>>
<< Ma?>>
<< Ma lei sembra che non gli importi di me>> rispose sospirando, gli diedi una pacca su una coscia, mettendomi seduta affianco a lui.
<< Lei sa che ti piace?>>
<< No, non credo>>
<< E allora cosa vuoi? Dille che l'ami>>
<< Ma non cre...>>
<< Se non ci provi non puoi saper nulla>> dissi passandogli il suo cellulare.
Lui mi fissò sospirando, l'incoraggiai di chiamarla e lui, grazie a dio lo fece.
Sorrisi, mi alzai dal mio posto e me ne andai, canticchiando una canzone dei Megadeth.
Scesi, Oli mi si avvicinò mettendomi le mani sui fianchi, avvicinandomi a se e baciandomi.
<< Che succede?>>
<< Sta nascendo un amore forse>>
<< Kean vero?>>
<< SIII!>> sentimmo un urlò di gioia da sopra, sorrisi pensando che ora anche Matt Kean era sistemato e felice.








Eccomi di nuovo, alla fine anche Kean si è innamorato, posterò presto non preoccupatevi e non uccidetemi se tra Oli e Sam non è successo nulla :3
Un grazie speciale a: 

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Capitolo 35
*** Capitolo 35 ***


Capitolo 35



Matt sembrava molto preso da questa ragazza, questa famosa Ashley, tanto che appena aveva un momento libero si metteva a vedere le sue foto.
Gli ripetevo di chiamarla, o comunque farsi sentire, ma lui era timido ed aveva bisogno di una spinta o di un aiuto.
Durante una piccola pausa di tre giorni, tempo di riposarsi e far riposare la voce del mio ragazzo, organizzammo un'uscita a quattro.
Ovviamente quelli oscuri al tutto erano proprio i due "innamorati".
Io durante il tour avevo stretto amicizia con questa ragazza, tanto che spesso ci vedevamo in videochiamata, dove mi confessò di aver un debole per il caro Kean.
Le proposi di andare a mangiare una pizza, con la semplice scusa che ora dovevamo solo vederci dal vivo.
Oli convinse Matt ad uscire, trascinandolo via dal pc.
Ovviamente noi entrammo prima, verso le 21.30, in questa pizzeria, aspettammo un po, per prendere il tavolo.
<< Sono veramente felice di vederti sai?>> mi disse con un sorrisone
<< Anche io, non immagini quanto>>
<< Sam ma quello non è Oliver?>>
Mi girai, fingendomi sorpresa, << Amore?!>>
<< Ehi piccola>> mi si avvicinò salutandomi e trascinandosi dietro Kean, sorrisi.
<< Oli lei è Ashley, Ashley loro sono Oliver e Matt>>
<< Ciao>> rispose il mio ragazzo.
<< Ciao Ash>>
<< Matty>> sorrisi per il nomignolo, ci sedemmo tutti insieme, dove si mangiammo ma più che altro parlammo molto.
Ashley era veramente dolce, pendeva dalle labbra di Matt, lo fissava come io fissavo Oliver, era innamorata e non sapeva che Kean provava gli stessi sentimenti.
<< Da quanto state insieme?>>
<< Più o meno quasi un anno e mezzo>> rispose Oli, prendendomi per mano.
<< E tu? sei fidanzata?>> chiesi sorridendogli.
La vidi arrossire, stessa reazione di Matt, che però divenne molto serio.
<< Oh no, no>>
<< Amore mi accompagni a fumare?>>
<< Ma fa freddo!>> ribbattei, lui mi fissò con gli occhi da cucciolo, non potevo dirgli di no.
<< Cosa bisogna fare per accontentarti andiamo...>>
Vidi quei due ridere, Oli non fumava ma era l'unico modo per lasciarli un po soli.


*Matt*

Quei due bastardi, avevano pianificato tutto, in ogni dettaglio, avrei dovuto ringraziarli per tutta la mia vita.
Lei, lei era bellissima, con i suoi occhioni azzurri, ero praticamente cotto di lei, le sorrisi.
<< Tu davvero non sei fidanzata?>>
<< No, perchè?>>
<< Perchè sei veramente molto bella....>> risposi imbarazzato, la vidi ridere.
<< Anche tu>>
<< Sembro un bambino vero?>> chiesi ridendo.
<< No, sei solo molto dolce ed imbarazzato>> mi sorrise, eccome se era bella.
Vidi i due piccioncini infami tornare, proponendo di andare a fare una passeggiata, accettammo, tanto era ancora presto e poi non avevamo nulla da fare.
Uscimmo dalla pizzeria, quei due allungarono il passo lasciandoci inidetro.
<< Secondo me l'hanno fatto apposta>>
<< Dici davvero?>> chiesi curioso, come aveva fatto a capirlo? Chissà.
<< Si infondo io...>> non le diedi tempo di finire, persi le staffe e la baciai, stringendola a me, lei rimase sopresa.
<< Scusa io..io, ho sbagl...>>
<< Non scusarti>>
<< Devo, non...>>
<< Tu mi piaci, tanto, speravo tu mi baciassi..>>
<< Ch-che? COSA?>>
<< Si mi piaci>>
<< Oddio che bello!>> urlai come un bambino, prendendola tra le braccia e ruotando su me stesso, appena la rimisi a terra la baciai di nuovo, lei mi sorrise e rispose, sentimmo dopo un po degli applausi.
<< Oli, Sam grazie>>
<< Finalmente stanno insieme! EVVAI!>> la piccola Sam rideva, mentre Oli mi batteva il pungo sorridendomi.
Avevo veramente degli amici speciali.













RIECCOMI, dopo troppo tempo, si il capitolo fa schifo (?) E' corto, ma almeno abbiamo sistemato anche Kean, finalmente.
Oli e Sam sono due malati, due bambini.
Ringrazio per la pazienza e per i commenti, ringrazio tutti coloro che continuano a leggere questa ff.
VI VOGLIO BENE <3 ah e altra cosa se vi va, leggetevi anche questa storia http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1639788&i=1

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Capitolo 36
*** Capitolo 36 ***


Capitolo 36




Purtroppo i tre giorni di pausa finirono e noi fummo obbligati a ripartire.
Ci fu un po di tristezza tra i due neofidanzati, che dovevano fare a meno l'un dell'altra per un mesetto, dopo di che saremmo tornati tutti a casa, finalmente.
La vita in tour era meravigliosa, ma ciò creava sempre qualche problema, oli diventava nervoso facilmente, la pressione dei media, dei fan e degli organizzatori era pesante e ciò faceva innervosire tutti.
Oli e io alla fine avevamo superato il periodo di crisi, ritrovandoci ancora più innamorati di prima.

Eravamo in hotel, i ragazzi si stavano preparando ad una giornata molto movimentata e che forse significava veramente molto per la loro carriera, alle 16 ora locale dovevano partecipare ad un sonisphere, suonando sullo stesso palco dei Dream Theater, Slipknot ed altri.
Dato che il mio ragazzo doveva rimanere solo almeno mezz'ora, per trovare la calma e rilassarsi, me ne andai in giro per l'hotel, sperando di incontrare qualcuno degli altri gruppi.
Andai sula terrazza, dove si poteva vedere bene la location dei concerti, sentii dei passi.
<< Oli ce l'hai fatta a prepararti...>> dissi girandomi, mi trovai faccia a faccia con un ragazzo, basso quanto me, con dei capelli lunghi neri.
<< In verità io non sono Oli>>
<< So chi sei, comunque piacere Sam>>
<< Joey>>
Ebbene si avevo davanti quel nano di Joey Jordison.
Lo vidi ridere, alzai un sopracciglio chiedendo il motivo di quelle risate.
<< Mi sento meno solo al mondo ora, ho appena trovato qualcuno alto come me>>
Scoppiai a ridere anche io, ci mettemmo seduti vicino ad un tavolo, a parlare un po del più e del meno, parlammo del mio ragazzo e del gruppo, mi raccontò qualche storia sul suo gruppo, mi squillò il telefono rivelando la mia dolce suoneria.
<< People=Shit, versione live in london, complimenti per la scelta>>
<< Sbruffone>> risposi, si pavoneggiava come non mai, ridendo come un bambino, << Oli dimmi>>
- Dove sei?-
<< Sulla terrazza>>
- Ok, allora adesso arrivo-
<< Dai si almeno ti presento una persona>>
Riattaccai, fissando quel nano malefico di Joey che rideva come un matto, mi misi a ridere anche io.
Dopo un po un colpo di tosse mi fece fermare, mi girai il mio ragazzo era in piedi dietro il batterista, mi alzai e andai a salutare quel gran figo di Oli, che poi appena vide l'altro moro si mise a ridere.
<< Oli lui è Joey, Joey lui è Oliver>>
Vidi i due stringersi la mano, Oliver riluttante, come spaventato, con un sorriso finto, lo fissai curiosa domandandomi il perchè di quella reazione, ma lasciai correre, sentii dei rumori dietro di noi, mi girai ed avevo quel pazzo di Corey Taylor che mi squadrava.
<< Ma guarda chi si vede, Oliver Skyes>>
<< Corey>>
<< E tu sei?>>
<< Sam piacere>>
<< La nuova fidanzata?>>
<< Bhe in verità stiamo insieme da quasi due anni>>
<< Ah e allora Ashley che fine ha fatto?>> mi girai a fissare Oliver, curiosa, chi era questa Ashley.
<< Era la mia ex>> speigò lui, poi fissò il cantante degli Slipknot, << L'ho lasciata tre anni fa>>
<< Ah ok, comunque oli sono le 15 e 30, dobbiamo andare>>
Salutai tutti con la mano po me ne andai via con il mio ragazzo, continuando a pensare comunque che la sua reazione e il suo modo di parlare erano stati piuttosto strani e non da lui, come se avesse paura o meglio odiasse quelle persone, sospirai.

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Capitolo 37
*** Capitolo 37 ***


Capitolo 37



Andammo alla Location del concerto, Oliver non aveva aperto bocca per tutto il tragitto, nemmeno quando gli domandai il perchè del suo mutismo.
<< Oli mi vuoi rispondere?!>>
<< Che ci facevi con lui?>>
<< Sei geloso?>> domandai a mia volta.
<< No, puoi fare quello che ti pare, ma cosa ci facevi con lui?>>
<< Se posso fare come voglio, allora non devo darti delle spiegazioni....>>
<< Ok, tornatene in Hotel>> se ne uscì lui, stringendo i pugni.
<< Oliver perchè mi stai trattando così?!>> 
Non mi rispose, come al solito, il difetto peggiori di Oliver era che se si discuteva, lui non sentiva ragioni, si chiudeva in se stesso, non apriva più bocca, oppure rispondeva subito male e ogni tentativo di ricevere una spiegazione o magari darne una, andava a farsi benedire.
<< Oli...che succede?>> chiesi avvicinandomi a lui, prendendogli una mano, lui si spostò dandomi una specie di spinta, strattonando via la mano.
<< Oliver, ma che cazzo fai?>> gli urlai rabbiosa, << Invece di fare il bambino dammi una spiegazione>>
<< NON SONO UN BAMBINO!>>
<< Allora dammi una spiegazione>>
<< NON SONO TENUTO A DIRTI NULLA>>
<< Invece si!>> risposi, il resto del gruppo entrò nella stanza dove eravamo noi, Kean fissò la scena chiedendo quale fosse il problema, << Non preoccuparti, stiamo solo discutendo>>
<< Ok, tra un po si va in scena>>
<< Non mi frega un cazzo del concerto!>> urlò Oliver, lo fissammo tutti con gli occhi spalancati.
<< Uscite, parlo io con lui>> dissi a tutti, che uscirono come avevo detto, << Oliver, che ti prende?>>
Non ricevetti nessuna risposta.
<< Oliver, sono stanca, tutte le volte che c'è qualcosa tu non parli, non c'è dialogo, o almeno da parte tua, io cerco in ogni modo di capire cosa pensi, ma tu non mi aiuti, che devo fare con te? Perchè non mi parli?>>
<< Devo salire sul palco>>
<< Non finche non mi spieghi cosa è successo con loro!>> dissi mettendomi davanti alla porta, lui mi prese un braccio, strattonandomi e sbattendomi contro il muro, presi in pieno con la faccia l'appendiabiti, tagliandomi, mi toccai una tempia sentendo il caldo liquido rosso. 
Feci un passo, verso la porta dal quale era uscito, ma la testa mi girò talmente forte che caddi per terra, chiudendo gli occhi.

Mi svegliai, ero in un altro camerino, mi fissai intorno, vidi una sagoma scura avvicinarsi, cercai di mettere a fuoco, sentii qualcosa di freddo sulla faccia, sul taglio, emisi un gemito di dolore.
<< Chi ti ha ridotto così?>>
<< Joey>>
<< Già, rispondimi>>
<< Ma no, sono andata a sbattere>> mentii, volevo salvare Oliver.
<< Ah davvero? E questo livido sul braccio?>>
Non risposi, anzi cercai di sollevarmi, ma mi girò di nuovo la testa e Joey mi rimise giù, <>
<< Devo andare da..a vedere se i ragazzi hanno finito>> risposi alzandomi in piedi, feci qualche passo poi due braccia riuscirono a non farmi cadere a terra, << grazie...>>
<< Stai messa male, dai andiamo ti ci porto io>> disse passando un braccio sulla mia schiena, sollevandomi, quanto bastava per non farmi cadere.
<< Ma tu non dovresti fare il conc...>>
<< GIà fatto, prima dopo essermi fatto la doccia ho sentito dei lamenti, sono uscito e ti ho trovata>>
<< Ah capisco>>
Lui mi sollevò di nuovo, evidentemente gli pesavo un po, lo fissai, era alto quanto me, sorrisi.
<< Dove mi stai portando?>>
<< Ti riporto in hotel, qui ormai non c'è più nessuno>> detto questo mi caricò su una macchina, sura, una specie di fuoristrada, poggiai la testa al finestrino, lui mi diede la giacca per coprirmi e accese il riscaldamento.
<< Cosa ti è successo?>>
<< Ti ho detto che sono andata a sbattere>>
<< Oliver ti ha picchiata?>>
<< NO OLIVER NON HA FATTO NULLA!>>
<< Smettila di mentirmi>>
<< Io...io volevo, solo capire perchè era freddo...io non ho fa-fatto nulla>> cominciai a singhiozzare, Joey fermò la macchina, fissandomi triste, mi abbracciò, piansi.








Rieccomi, di nuovo, con un altro nuovo capitolo! 
Ringrazio come al solito la mia cara Cadaverous... <3

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Capitolo 38
*** Capitolo 38 ***


Capitolo 38





Arrivammo dopo quella lunga sosta all'hotel, Joey mi passò un braccio dietro la schiena, permettendomi di camminare, ma comunque aiutandomi.
Dopo lo sfogo avuto in macchina del batterista mi chiusi in me stessa, senza nemmeno rispondere alle domande di quel poveretto, che però capì e mi lasciò stare.
Lui mi coprì dagli sguardi della gente presente nella hall dell'albergo, prendemmo l'ascensore, che si fermò al piano mio, aprendosi.
<< Dove cazzo possiam...>>
<< Oddio ragazzi giratevi>> disse Kean.
Vidi tutti i ragazzi presenti che pianificavano una specie di ricerca, tutti tranne Oliver, la mia vista si appannò e sentii il caldo delle lacrime scendere sulle mie guance.
<< Oh cristo ma che ti ha fatto?>> urlò Jona, staccandomi da Joey, cercai di rimanere attaccata a lui, che mi aveva tanto aiutata, << Noi ti denunciam...>>
<< NON E' STATO LUI!>> urlai a mia volta, sentendo la testa scoppiare e strattonandomi via dalle mani che mi tenevano.
<< Allora cosa cazzo è successo?>>
<< IO..io....>>

*Joey*

<< Io...io...>>
Feci in tempo a prenderla al volo, era svenuta di nuovo, la botta che aveva preso le stava dando problemi, i ragazzi strillarono allarmati, mentre io la prendevo in braccio, chiesi quale fosse la stanza, mi risposereo che lei e Oliver stavano nella stessa stanza, così optai per la mia e li la portammo.
Non doveva stare con lui.
<< Che cazzo ha?>> chiese uno dei due Matt.
<< E' stata picchiata>> risposi freddo.
<< Vado a chiamare OL...>> non lo feci finire, poggiai lei sul letto, dandole dei colpetti sul viso.
<< Non farlo!>> urlai, non doveva avvicinarsi a lei dopo quello che le aveva fatto, insimma mi ero affezzionato in così poco tempo a questa ragazza, che mi era sembrata così delicata da volerla a tutti i costi proteggere.
<< Perchè?>> chiese Jona, forse quello più serio, che anche se mi aveva minacciato aveva capito forse la situazione.
<< E' stato lui a picchiarla>> 
<< Ma oliv...>>
<< E' stato lui>> disse lei, aprendo gli occhi, piangendo, si tirò a sedere, con tutto che le facevo segno di rimanere giù, mi abbracciò piangendo, di nuovo, singhiozzando.
<< Calmati...>>
<< Dio santo, chiamiamo un'abula...>>
<< No per favore, non chiamate...ness..uno, non voglio che oli abbia dei problemi>>
<< Ma ti senti, cristo ti ha picchiata>> gli strillò Matt.
<< Non strillare ti prego>> si lamentò toccandosi la fronte, mi alzai, le chiesi dove fossero le aspirine e andai a prenderne una, la prese e si rimise giù.
<< Dormi dai, noi andiamo>> dissi, gli altri uscirono, le chiesi se si sentiva un po meglio con la testa, ma alla fine era una domanda inutile, le diedi una carezza sui capelli e feci per allontanarmi, sarei andato a dormire da Corey o Sid, lei però afferrò un mio braccio.
<< Non andartene ti prego>>
<< Non posso rimaner...>>
<< Non lasciarmi sola, per favore>> mi chiese con lo sguardo impaurito, sospirai e mi misi al suo fianco, lei mi si avvicinò poggiando la testa dolorante sul mio petto, cercando di dormire, ma l'unica cosa che sentivo erano i suoi singhiozzi.
Sentii la mia maglia calda e bagnata, la stinsi, cercando di farla calmare, ma alla fine rimasi zitto, fermo, mentre lei stringeva sempre più forte la presa e continuava a piangere.
Si addormentò alle 5 di notte, dopo aver pianto per molto tempo.
Io invece non chiusi occhio.


*Sam*


Mi svegliai, vidi Joey sveglio, rimasto fermo con il braccio che mi stringeva.
<< Come ti senti?>> mi chiese.
<< Vuota>> risposi, lui sospirò.
<< Riposati ancora un po>> 
<< Non ho più sonno, tu invece hai dorm...>> 
<< No>> mi rispose, spostando lo sguardo, rimasi fissa a guardarlo, nemmeno mi conosceva eppure era stato con me tutta la notte, ospitandomi e essendosi preso cura di me, sospirai.
Mi alzai cercando di fare attenzione, la testa mi girava un po, ma feci finta di niente, arrancai piano fino al bagno, mi fissai nello specchio, scoprendo le mie brutte condizioni.
<< Che farai?>>
<< Io credo...che parlerò con lui>>
<< Da sola?>>
<< Si!>> dissi ostentando una sicurezza che non avevo, la paura mi stava divorando.
<< Sicura?>>
<< No, ho paura>> ammisi, infondo a lui non dovevo mentire.
<< Se vuoi, io aspetto fuori la porta, tu parli con lui poi se vedi che diventa pericoloso rimanere esci fuori e torniamo qui ok?>> mi chiese accarezzandomi il viso, sospirai ed annuii, mi lavai il viso, per levare quel sangua se si era appiccicato e uscimmo.
Arrivammo dopo qualche minuto davanti la mia stanza, entrai, Oliver era sveglio e stava seduto sul letto.
<< S..am>>
<< Non mi toccare>> 
<< MI dispiace tanto>> 
<< Anche a me, credo che me ne tornerò a casa, non rimarrò qui, non ti seguirò nel tour..>>
<< Ma non puoi laciarmi così....>>
<< Oli mi hai picchiata, io credo che tu devi concentrarti sul tour e io non voglio rimanere qui>>
<< NON TI LASCIO ANDARE VIA!>> urlò.
<< IO NON RESTO QUI CON TE!>> strillai a mia volta.
<< TU NON...>> mi prese le braccia, attaccandomi al muro, tremai di paura, lui mi baciò, piansi di nuovo, perchè mi stava ferendo ancora di più, stava distruggendo la mia anima e io non riuscivo a liberarmi di lui, << Non andartene>>
<< E' finita>> dissi fredda, sentendo il cuore rompersi in mille pezzi, di nuovo.
<< Ti prego>> lo scansai da me e feci a valigia, lui nel frattempo stava seduto a terra, con la testa nascosta tra le mani, chiusi la valigia e mi avvicinai alla porta.
<< I..o>>
Lui si alzò avvicinandosi a me, di nuovo.
Mi baciò, di nuovo.
Le lacrime caddero dai miei occhi, di nuovo.
Si aggiunsero le sue, mentre lui continuava a baciarmi, cercando di non farmi andar via.
Mi staccai da lui, abbassando il viso.
Lo fissai per un'ultima volta i suoi occhi, quegli occhi che amavo e che ora erano pieni di lacrime.









Ebbene si, è finita veramente T.T e io piango.
Ma calma calma, non è finita la storia, ci sarà un seguito, posso svelarvi qualcosina sul continuo, Joey sarà molto vicino alla piccola Sam.
E Oliver? 

Ringrazio come al solito la mia cara e unica Cadaverous
Ringrazio anche Roberta_

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