Cathryn & George

di kjra
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sentirsi esclusi ***
Capitolo 2: *** Un buon risveglio ***



Capitolo 1
*** Sentirsi esclusi ***


Ripeto che è parte dello spoiler sul settimo libro.
Siamo in casa Weasley. All'interno sono presenti alcuni personaggi della saga, tra cui la famiglia Weasley, Harry, Hermione e Cathryn (un mio personaggio inventato).






Capitolo 1

"Sentirsi esclusi"


Erano passati due mesi dalla tragica morte di Fred, eppure sembravano essere passati così pochi giorni. L’aria in casa Weasley era fredda e taciturna, la madre, Molly se ne stava davanti al camino guardando e riguardando le foto del suo figlio scomparso. Ogni giorno, Harry e Hermione andavano a trovare Ginny e Ron per stargli il piu’ vicino possibile, per dare una mano in casa, e io… ero rimasta ospite in casa loro. Ma vederli in quello stato… vedere in quello stato George, non lo avevo mai visto triste prima d’ora. Era sempre stato allegro fin da quando lo avevo conosciuto, e nei miei momenti malinconici lui era sempre pronto a farmi tornare il sorriso fra le labbra. Riusciva a vedere nel lato brutto delle cose l'ironia, sapeva gestire le situazioni difficili… ma non le sue.
Negl’ultimi giorni, c’era stato del distacco, non capivo se era riferito al fatto di volere un suo spazio o di volersi allontanare da me. Tempo fa Ginny mi aveva riferito che la mia presenza gli ricordava molto Fred, tutti i momenti passati con George, spesso ne era presente anche lui. Che fosse questo il motivo del suo distacco? Volevo aiutarlo, stargli accanto come Harry stava a Ginny ,Hermione a Ron e Fleur a Bill. Lui che essendone il suo gemello ne soffriva ancor di più. Rimaneva chiuso in stanza con i suoi pensieri, allontanando parte della famiglia. Come potevo sapere se aveva bisogno di me?

“Cathryn…”

“Si?”

“La cena è quasi pronta”

“Ho voglia di fare quattro passi, puoi riferire tu a Molly che salto la cena?”

Percepii la mano di Hermione poggiare sulla mia spalla.

“D’accordo ma pensa a quel che ti ho detto, credimi, George ha bisogno di te…”

Rimasi in silenzio continuando a guardare fuori la finestra, la sentii allontanarsi, accostare la porta della stanza e scendere giù per le scale. Il tempo fuori non era dei migliori, sarebbe venuto a piovere a momenti. Indossai un maglioncino e una sciarpetta, una delle sciarpe della divisa Grifondoro. Feci un respiro di coraggio, uscendo dalla porta sarei dovuta passare davanti alla stanza di George. Qualcuno venne a bussare fiebolemente alla porta, saltai di soprassalto. Era George.

“Ti va di fare quattro passi?”

Il suo sguardo, la sua voce fiocca, guardarlo mi rendeva ancora piu’ triste.

“Ti raggiungo fra un attimo”

Annuì richiudendo la porta. Mi lasciai cadere per un attimo sul letto, avevo paura, cosa aveva da dirmi? Feci di nuovo un lungo respiro, e alzandomi uscii dalla stanza.



Era li nel giardino che guardava alcuni uccelli sorvolare sopra di lui. A cosa stava pensando? Mi avvicinai cauta, alle sue spalle, ma lui sembrò percepire il mio arrivo. Abbassò lo sguardo posandolo su uno spaziale coperto da vari tipi di fiori.

“Ricordi quando piantasti quelle orchidee bianche? Dicevi che erano i tuoi fiori preferiti, ma non mi hai mai detto il motivo.”

“Adoro la loro semplicità, la purezza del bianco, e quel profumo che ti rimane ogni qual volta che le sfiori con un dito.”

“Fred le odiava, sai?”

Lo vidi sorridere per la prima volta, dopo quel lungo tempo. Mi rilassai ad una stretta e normale respirazione.

“… lo so”

Si voltò, guardandomi fissa, con i suoi occhi pieni di rancore, facendo sparire quel sorriso.

“Mi dispiace averti trascurata…”

“… non devi scusarti”

Stava par aggiungere qualcos’altro, ma sembrò cambiare idea. Poggiò le mani nei taschini, stringendosi le spalle, come per ripararsi dal freddo. Per un attimo sembrò luccicargli gli occhi, forse era dovuto al freddo.

“Credo sia meglio rientrare…”

“Vorrei restare un altro po’, se non ti dispiace…”

“Affatto, ti aspetto dentro.”

Si allontanò rientrando in casa, senza voltarsi.
Chinai il capo, sedendomi sul tronco di un albero a terra, incrociando le braccia per via dell’aria ghiacciata che mi trapassava sulla pelle. Chissà cosa voleva dire, forse voleva sfogarsi e io non gli avevo dato l’opportunità di farlo. Ma se non mi degnava di sguardi come potevo capire se aveva bisogno di me. Mi sentivo così esclusa, non so solo da lui dal resto della famiglia. Cosa mai potevo centrare io in loro? ma tenevo a lui più di ogni altra cosa.. Anche se stavamo sullo stesso tetto, lo sentivo sempre più lontano, e la mancanza che avevo verso di lui era inesauribile.
Qualche goccia cominciò a venire giù, poggiandosi in parte del mio viso. Ero così assolta tra i miei pensieri che non mi resi conto di bagnarmi. In lontananza si sentì qualche tuono riecheggiare. Quell’atmosfera sembrò essere fatta apposta in un momento così. Voltai lo sguardo verso la casa, quanti momenti felici ci erano stati lì dentro, ma nulla sarebbe stato come prima… forse con il tempo. Mi alzai dal tronco, e rendendomi conto che la pioggia cominciava a farsi più fitta, mi avviai verso la casa.

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Capitolo 2
*** Un buon risveglio ***


Capitolo 2


"Un buon risveglio"


Il sole era calato da un pezzo, e la luna regnava. Alcune nuvole navigavano lentamente nel blu del cielo. Accarezzando la luna, coprendosi di luce e schiarendosi a tratti. Aveva smesso per un attimo di piovere, sembrò che il tempo si fosse fermato in quell’istante.
L’aria in camera era piuttosto fredda, avevo dimenticato di chiudere la finestra prima di uscire. Ero ancora del tutto bagnata, mi cambiai con degl’abiti più leggeri, lasciandomi poi sdraiare sul letto con lo sguardo fisso sul soffitto, mille pensieri mi circondavano per la testa. Cominciai a sentirmi un peso, non dovevo trovarmi qui. Andarmene nel cuore della notte e sparire? ma se non avrei affrontato la situazione, sarei rimasta per tutta la vita con queste domande. Guardai l’ora, si era fatta già notte fonda. Mi alzai decisa dal letto, recandomi davanti la porta della camera di George. Poggia un orecchio, c’era silenzio, doveva essersi addormentato, aprii con cautela la porta… la stanza era vuota. Dove poteva essere? Se era fuggito dalla sua stanza ciò voleva dire che era come la pensavo… aveva bisogno di un suo spazio. Non diedi importanza a quello che credevo, ora o mai più. Entrai andandomi a sdraiare sul suo letto, nell’attesa del suo ritorno.


Un leggero raggio di sole varcò nella stanza, facendomi riscaldare parte del corpo. Era l’alba. Lentamente aprii gli occhi, focalizzando il tutto. Un orchidea bianca, era poggiata sul morbido cuscino. Sorrisi. L’afferrai e ne odorai il suo dolce e incantevole profumo, ma dov’era lui. Dovevo essermi addormentata. Mi alzai dal letto, e scesi giù per le scale facendo attenzione a non svegliare gli altri. Lui era lì che dormiva sul divano, accanto al camino. Mi avvicinai, chinandomi davanti al suo viso. Gli accarezzai delicatamente un guancia, quanto mi era mancato il tocco sulla sua pelle, ebbi un leggero brivido lungo la schiena, quasi sembrò tremarmi la mano.
Aprì gli occhi, e lo vidi di nuovo sorridere.
“Buongiorno”
“…giorno a te”
“dormito bene? Perché non mi sembra che tu stia sdraiato su un letto”
“bè, qualcuno deve essersi impossessato del mio”
Rise leggermente, accarezzandomi a sua volta la mia mano poggiata sul suo viso.
Sentii qualcuno scendere le scale e giungere in cucina.
“Signora Weasley”
Mi alzai in fretta da terra.
“Mia cara quante volte ti ho detto di chiamarmi Molly. Avevo sentito dei rumori e così sono scesa, ho interrotto qualcosa? ...George come mai sei lì sul divano?”
“Temo sia colpa mia”
“Oh capisco, bè vi preparo subito la colazione”
“Le do una mano”
Mi avvicinai a lei nell’aiutarla.
“Insisto, siediti”
Era sempre stata così gentile, vidi anche in lei quel sorriso che aveva quando la conobbi.
Diedi un’occhiata a George che si alzava dal divano, e sedendomi, lui prese a mettersi accanto a me, non prima di avermi baciato con affetto il capo.
La magia che era in casa era stupefacente che in un attimo la colazione era già pronta.
“Ecco qui”
Mi guardò e sorrise, poggiando i piatti sul tavolo e sedendosi poi a tavola.
"Vedervi insieme mi rallegra”
Ricambiai il sorriso ma questa volta in preda ad un leggero imbarazzo. Guardai con la coda dell’occhio George, anche lui sorrideva.
“Ora ci sei tu al suo fianco”
Non sapendo cosa dire mi limitai ad annuire. Notai un piccolo luccichio nei suoi occhi, ma non incrociai lo sguardo con quelli di George, potevo immaginare.
“bè su via, la colazione si sta raffreddando”
Dalla porta prese ad entrare il Signor Weasley.
“Già in piedi a quest’ora?”
Arthur, mio caro. Non potevi sistemare il giardino facendoti aiutare dai ragazzi?”
“Ma no, non avevo intenzione di farli alzare così presto. Anche se devo ammettere che oggi dovrà essere una bella giornata, dopo il temporale di ieri sera.”
“Lo credo anch’io Papà”
Poco dopo presero a scendere anche Ron e Ginny. Charlie dopo essere rimasto per breve tempo in casa, ritornò in Romani approfondendo i suoi studi, mentre Bill da tempo viveva oramai con sua moglie Fleur, e in quanto a Percy era spesso impegnato a lavorare al Ministero. Faceva uno strano effetto vedere quelle sedie vuote.
Vidi George scherzare su Ron, la sua solita vittima per gli scherzi. Non lo interruppi in un momento così e finita la colazione mi recai nella camera per potermi vestire.
“Aspetta ma dove vai”
Mi voltai di scatto in mezzo alle scale, perdendo quasi l’equilibrio.
“A vestirmi”
“E chi ha detto che dobbiamo andarci a cambiare, io ho ancora sonno, non ho dormito abbastanza e a te mi pare che sia la stessa cosa”
“Mh, e cosa te lo farebbe pensare?”

“Oh proprio non vorresti addormentarti fra le mie braccia?”
Rise. Stava per ritornare quello di se, mi era mancato… anche troppo. Cos’era che gli aveva fatto direzionare i suoi pensieri? quella lunga notte in cui si era assentato doveva essere successo qualcosa.
“bè io vado a farmi una dormita…” Mi guardò sorridendo, e facendo gli scalini si direzionò verso la sua camera.
Infondo dovevo ammettere che avevo sonno, lo seguii.
Si era già sdraiato a letto, senza dire nulla mi avvicinai mettendomi sotto le coperte. Eravamo viso a viso.
“Mi manca, Cathryn”
Gli afferrai una mano, stringendogliela.

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