Sons of Tomorrow

di YamiNOnekO
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** La ragazza dell' est ***
Capitolo 3: *** il patto ***
Capitolo 4: *** Nuova Speranza ***
Capitolo 5: *** all in ***



Capitolo 1
*** prologo ***


 

Febbraio 2012
 "Allarme maltempo. Da due mesi ormai le precipitazioni non accennano a smettere. Innumerevoli i disagi registrati. La frustrazione di allevatori e agricoltori "Siamo rassegnati. È impossibile continuare. Non sappiamo davvero cos' altro fare".
Svoltosi vertice  straordinario a Copenaghen. Le nazioni unite assicurano "Garantiremo sicurezza e assistenza sanitaria per ogni cittadino. Tutte le nostre risorse sono schierate sul campo per riportare la situazione alla normalità. Non c'è nulla da temere."
"Ambientalisti in rivolta: "La colpa è dei governi. Quanto sta accadendo è un chiaro sintomo di un mondo al collasso. Incapace di fronteggiare ulteriormente i biechi interessi dell'uomo!"
"Notizie rassicuranti dall'Inghilterra: Isolato il nuovo ceppo del virus influenzale. I ricercatori sono già all' opera per lo sviluppo del nuovo vaccino. L' Unione Europea garantisce: "Il vaccino giungerà anche nei territori isolati dall' allagamento grazie al coinvolgimento delle forze militari. Nessuno verrà lasciato indietro" 
Giugno 2012
"La  NATO fallisce: impossibile  ottemperare a tutte le richieste d’aiuto dei paesi del patto atlantico."
"Allarme da OMS: riclassificato il virus influenzale: ora indicato come Pandemia Aggressiva: "Un livello simile di contagio non si vedeva dai tempi della peste"
USA, Russia ed UE chiudono i principali porti ed aeroporti nel tentativo di arginare il contagio."
 
Ottobre 2012
"Apriamo con una sconvolgente notizia: secondo l' OMS la pricipale causa d' infezione è la pioggia. "Il virus PE-001 riesce ad infettare solo le persone con un sistema immunitario già compromesso, provocando a poche ore dall’esposizione un’improvvisa follia violenta, rendendo il soggetto infetto totalmente incapace di intendere e di volere e predisposto ad una cieca violenza. Raccomandiamo di bollire tutta l'acqua destinata a scopo domestico. Le ricerche per una cura continuano senza sosta. Troveremo il vaccino. "
"Da fonti interne all’ONU sappiamo che c’è chi ritiene che questo virus non abbia un’origine naturale, ma sia il risultato di un esperimento andato male, causa anche della crisi climatica che ci sta colpendo. Pare che già domani ci sarà una seduta plenaria del Consiglio di Sicurezza a riguardo. 
"Il movimento migratorio dalle costa all’entroterra e dalla città alle campagne sta raggiungendo il suo picco il questi giorni, innumerevoli gli incidenti registrati."
"Il Papa si pronuncia: "In un momento così drammatico il Signore mette alla prova la nostra fede. Non dubitate fratelli. Ora come non mai è necessario che vi raccogliate in preghiera affidandovi completamente in Dio." 
"BREAKING NEWS: la riunione del Consiglio di Sicurezza è finita molto prima del previsto: La Federazione Russa ha deliberatamente accusato gli Stati Uniti di essere la principale causa della crisi climatica e della propagazione del PE-001. Davanti al deciso diniego del rappresentante americano, la Russia ha ritirato la delegazione dall’ONU.
Pare inoltre che truppe russe abbiano superato lo stretto di Bering dirigendosi in Alaska, mentre arrivano notizie contradditorie riguardo ad attacchi nel Turkestan e scontri al confine tra USA e Messico.
L’Unione Europea sta lavorando febbrilmente come mediatore tra l’America e la Russia, ma fin ora con pochi risultati. 
Nessuna notizia dalla Cina, il cui rappresentante ha letteralment...BZZZZZZZZ
*NO SIGNAL* 

Febbraio 2012

"Allarme maltempo. Da due mesi ormai le precipitazioni non accennano a smettere. Innumerevoli i disagi registrati. La frustrazione di allevatori e agricoltori "Siamo rassegnati. È impossibile continuare. Non sappiamo davvero cos' altro fare".

"Svoltosi vertice  straordinario a Copenaghen. Le Nazioni Unite assicurano "Garantiremo sicurezza e assistenza sanitaria per ogni cittadino. Tutte le nostre risorse sono schierate sul campo per riportare la situazione alla normalità. Non c'è nulla da temere."

"Ambientalisti in rivolta: "La colpa è dei governi. Quanto sta accadendo è un chiaro sintomo di un mondo al collasso. Incapace di fronteggiare ulteriormente i biechi interessi dell'uomo!"

"Notizie rassicuranti dall'Inghilterra: Isolato il nuovo ceppo del virus influenzale. I ricercatori sono già all' opera per lo sviluppo del nuovo vaccino. L' Unione Europea garantisce: "Il vaccino giungerà anche nei territori isolati dall' allagamento grazie al coinvolgimento delle forze militari. Nessuno verrà lasciato indietro." 

 

Giugno 2012

"La  NATO fallisce: "Impossibile ottemperare a tutte le richieste d’aiuto dei paesi del Patto Atlantico."

"Allarme da OMS: riclassificato il virus influenzale: ora indicato come Pandemia Aggressiva: "Un livello simile di contagio non si vedeva dai tempi della peste" USA, Russia ed UE chiudono i principali porti ed aeroporti nel tentativo di arginare il contagio." 


Ottobre 2012

 "Apriamo con una sconvolgente notizia: secondo l' OMS la pricipale causa d' infezione è la pioggia. "Il virus PE-001 riesce ad infettare solo le persone con un sistema immunitario già compromesso, provocando a poche ore dall’esposizione un’improvvisa follia violenta, rendendo il soggetto infetto totalmente incapace di intendere e di volere e predisposto ad una cieca violenza. Raccomandiamo di bollire tutta l'acqua destinata a scopo domestico. Le ricerche per una cura continuano senza sosta. Troveremo il vaccino. "

"Da fonti interne all’ONU sappiamo che c’è chi ritiene che questo virus non abbia un’origine naturale, ma sia il risultato di un esperimento andato male, causa anche della crisi climatica che ci sta colpendo. Pare che già domani ci sarà una seduta plenaria del Consiglio di Sicurezza a riguardo."

"Il movimento migratorio dalle costa all’entroterra e dalla città alle campagne sta raggiungendo il suo picco il questi giorni, innumerevoli gli incidenti registrati."

"Il Papa si pronuncia: "In un momento così drammatico il Signore mette alla prova la nostra fede. Non dubitate fratelli. Ora come non mai è necessario che vi raccogliate in preghiera affidandovi completamente in Dio."

 

"BREAKING NEWS: la riunione del Consiglio di Sicurezza è finita molto prima del previsto: La Federazione Russa ha deliberatamente accusato gli Stati Uniti di essere la principale causa della crisi climatica e della propagazione del PE-001. Davanti al deciso diniego del rappresentante americano, la Russia ha ritirato la delegazione dall’ONU.Pare inoltre che truppe russe abbiano superato lo stretto di Bering dirigendosi in Alaska, mentre arrivano notizie contradditorie riguardo ad attacchi nel Turkestan e scontri al confine tra USA e Messico.L’Unione Europea sta lavorando febbrilmente come mediatore tra l’America e la Russia, ma fin ora con pochi risultati. Nessuna notizia dalla Cina, il cui rappresentante ha letteralment...BZZZZZZZZ

*NO SIGNAL* 

 


Nella vita ho parecchi hobbies due dei quali ho deciso di sposarli per creare la mia storia: Amo scrivere e amo giocare di ruolo dal vivo. 
"Sons of Tomorrow" Ricalca l'ambientazione della campagna LARP "Progetto Eden [real fantasy]" e alcuni dei fatti realmente accaduti in gioco che ho poi deciso di riscrivere e romanzare. 

Il prologo è stato scritto a più mani poiché riprende cio che è il background di Progetto Eden, ma ho ritenuto necessario inserirlo, apportando delle variazioni e aggiungendo alcune parti, per fare in modo che vi fosse ben chiaro ciò che accadde prima dei fatti che verranno narrati in seguito. 

Spero possiate apprezzare il mio lavoro.

Un saluto dal wasteland.
Ratto. Anno 2043 

 

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Capitolo 2
*** La ragazza dell' est ***


 

"Fottuto pezzo di merda!" pensò Ratto sputando su quello che restava della faccia del suo aggressore.
Il mondo non era mai stato un bel posto. Ultimamente era anche peggio, specialmente per una donna. Ma aveva fatto i conti con la donna sbagliata.
C'era mancato poco questa volta. Era bastato un attimo di distrazione e quel bastardo le si era scagliato addosso cercando di stuprarla. Lei aveva lottato con tutte le sue forze per cercare di liberarsi dalla sua stretta, ma l'uomo era molto più forte e robusto di lei.
In preda alla disperazione aveva cominciato a tastare il pavimento intorno nella speranza di trovare un arma. C'era riuscita.
Con tutta la sua forza aveva scagliato il mattone contro la tempia dell'uomo e una volta tramortito aveva continuato a colpirlo fino a che i suoi lineamenti non erano diventati qualcosa di simile a un Picasso.

"Fottuto pezzo di merda!" pensò Ratto sputando su quello che restava della faccia del suo aggressore.
Il mondo non era mai stato un bel posto. Ultimamente era anche peggio, specialmente per una donna. Ma aveva fatto i conti con la donna sbagliata.

C'era mancato poco questa volta. Era bastato un attimo di distrazione e quel bastardo le si era scagliato addosso cercando di stuprarla. Lei aveva lottato con tutte le sue forze per cercare di liberarsi dalla sua stretta, ma l'uomo era molto più forte e robusto di lei. In preda alla disperazione aveva cominciato a tastare il pavimento intorno nella speranza di trovare un arma.
C'era riuscita.
Con tutta la sua forza aveva scagliato il mattone contro la tempia dell'uomo e una volta tramortito aveva continuato a colpirlo fino a che i suoi lineamenti non erano diventati qualcosa di simile a un Picasso.

Con il cuore che le pompava ancora impazzito in petto, Ratto si appoggiò alla parete per riprendere fiato.

Sentì le lacrime rigarle le guance e tirò su col naso per ricacciare indietro quelle che ancora indugiavano sulle sue iridi. 

 

"Yvan sei un fottuto bastardo" pensò con rabbia " se non ti fossi fatto saltare il cervello sarebbe tutto più facile..."

 

La sua mente la riportò a quella notte.

Allo sparo che l'aveva scossa dal sonno.

All'orrendo presentimento e all'ancor peggiore spettacolo che le si era palesato davanti: Yvan accasciato schiena contro il muro, le sue cervella che avevano ritinteggiato la parete. Stretta nella mano destra la pistola nella sinistra un biglietto scritto in russo.

<<Perdonami Oxana, perdonami perché sono un vigliacco. Non sono riuscito a sparare anche a te. Ti amo>>

 

Con le mani tremanti e la vista appannata dal pianto, Oxana aveva raccolto il biglietto e la pistola: un ultimo colpo ancora in canna, il colpo che Yvan le aveva conservato. 
Da quel giorno aveva iniziato a viaggiare da sola per mesi, vagando come un ratto tra le macerie e i paesaggi desolati del wasteland.
Da quel giorno aveva seppellito il suo nome, sei piedi sotto terra, insieme al corpo esanime del suo uomo.

Si era fatta carico dell'odio che provava nei suoi confronti per averla abbandonata al suo destino, sola, priva di ogni protezione...
Da quel giorno aveva abbandonato il suo nome e preso in prestito quello del piccolo mammifero. Adesso era крыса. Ratto.

 

Uno scalpiccio fuori dall'edificio in cui si trovava l'aveva riportata al presente ridestandola immediatamente dai sui pensieri.

Tese le orecchie più che poté e restò in allerta. La mano stretta sulla pistola che portava alla cintura. Yvan avrebbe dovuto aspettare, non era ancora pronta per seguirlo all'inferno.

---

La luce rossa del crepuscolo proiettava lunghe ombre sanguinolente sulla città morta. 

Zissou osservava l'edificio dall'ottica del proprio fucile di precisione in cerca del proprio bersaglio.

Gli stava alle calcagna da più d'una settimana e Bertie lo sapeva. Due giorni prima era quasi riuscito a beccarlo tra le rovine dell'ex Rione, ma quello l'aveva ancora fatta franca.

 

A Bertie piacevano le ragazzine e il suo vizietto lo aveva portato a mettere le mani sulla ragazzina sbagliata: la figlia quindicenne di Perez, il protettore del bordello di Nuova Speranza.
L'averla violentata, picchiata ed infine uccisa aveva causato un certo malcontento. Fu un caso che accadde mentre lui si trovava nel piccolo assembramento di abitazioni governato dal signor Perez; c'era andato per divertisi un po' ed invece aveva trovato un ingaggio. In pratica il cacciatore di taglie si era proposto  e Perez gli aveva affidato l'incarico.

La ricompensa promessa era quanto di più ghiotto si potesse desiderare nel wasteland: Un'auto, due taniche di benzina, cibo, acqua, munizioni e una notte con Lela, che poteva volere di più?

"Portamelo qui, vivo. O non se ne fa niente." aveva chiesto Perez. Diciamo che più che chiesto il negro glielo aveva proprio ordinato.

 

 

Zissou sentì una serie di rumori spezzare il silenzio di tomba della città morta: Le grida di una ragazza sqaurciarono l'aria tra i palazzi diroccati dell' ex rione. 

Il cacciatore uscì dalla copertura correndo verso l'entrata del posto, spostò il fucile di precisione a tracolla sulla schiena, non gli sarebbe servito là dentro; meglio la vecchia Lady K.

I rumori di colluttazione cessarono appena prima che raggiungesse l'entrata e si maledì per non esser stato più silenzioso, a quest'ora Bertie l'aveva sicuramente sentito. S'era sputtanato l'infiltrazione.

"Fanculo!" pensò, se non altro dopo una settimana di mangiar polvere finalmente pareva essere la resa dei conti. 

O sarebbe morto lì dentro per mano di quel maniaco assassino o gliel'avrebbe ficcata talmente tanto bene in profondità da sistemarsi per un bel pò di tempo.

L'edificio non era molto alto, tre piani; stimò che il casino veniva dal secondo, imboccò la tromba delle scale, salì e vide un paio di gambe far capolino da una stanza.

Nella penombra non riuscì a veder bene a chi appartenessero, quasi certamente all'ultima vittima di Bertie. 

Questo voleva dire che quel bastardo poteva essere ovunque sul piano.

Zissou strinse forte la sua Lady K, l'adrenalina gli pompava nel sangue. 

Presto sarebbe finita.

---

Ratto premeva le spalle contro il muro, restando nell' ombra e trattenendo il fiato. Aveva imparato presto che in quel mondo di merda ci si poteva fidare solo di sé stessi. 

Mentre sentì i passi sulle scale sfilò il coltello dallo stivale e la pistola dalla fondina.

Fece tutto con estrema cautela attenta a non fare il minimo rumore. 

 

Nascosta accanto allo stipite della porta aveva una pessima visuale ma non si era ancora spostata da quando aveva ripreso fiato.

"merda! non vedo un cazzo di niente" pensò.

Poi eccolo! La sagoma di un uomo sulla porta, se si fosse girato l'avrebbe vista, non c'era più tempo, doveva agire subito!

 

Gli premette la pistola alla tempia e con la voce più ferma che riuscì a trovare disse:

"TU PROVA SOLO A MUOVERE MUSCOLO E TI FACCIO SPRUZZARE CERVELLO DA CULO!"

 

 

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Capitolo 3
*** il patto ***


 

 Nel microsecondo in cui la pistola toccò la sua testa Zissou fu convinto di essere morto, poi quella voce... una ragazza!
Con la coda dell'occhio sbirciò il cadavere, non era l'ultima vittima di Bertie, ERA Bertie.
"S'è fatto piacere la ragazzina sbagliata." Pensò ad alta voce.
Con molta flemma ripose la pistola nella fondina guardando la ragazza negli occhi. Ratto  ne scrutò i profondi occhi neri, occhi da predatore che non tradivano alcun timore nel cacciatore di taglie. Ne osservò i lineamenti: una cicatrice sulla guancia destra, capelli né lunghi né corti, barba leggera, voce bassa e profonda. 
Un grosso fucile di precisione sulla schiena e due granate.
"Dannazione!" Esclamò osservando il volto spappolato di Bertie. "Adesso sono nella merda ragazzina. Nella merda più nera..."
In risposta lei indugiò parecchio prima di abbassare l'arma.
L'uomo che le stava accanto era ben armato eppure non sembrava avere cattive intenzioni nei suoi confronti. 
Non era sicura.
Sostenendone lo sguardo profondo e così intenso, e puntandogli ancora contro la pistola,  gli chiese: "Tu conosce questo figlio di puttana? Perché tu seguiva lui?" Fece una pausa. Rifletté un secondo e decise che dopo tutto poteva anche trarre un vantaggio nello sfruttare Mr. Cazzuto. Forse era meglio provare ad essere amichevoli...
"Mio nome è Ratto" disse poi rinfoderando la pistola ma guardandosi bene dal rialzare il cane (Comunque il coltello era ben saldo nella sinistra. Un po' di prudenza non guastava mai). "Facciamo modo che sia piacere conoscerti, da?"
Zissou sorrise, non lo faceva da un po' e per questo si sentì un pò strano. "Io sono Zissou o  Zi o come ti pare." Rispose uscendo un pacchetto di sigarette dal tattico. "Lui invece era Bertie, un fottuto killer, psicopatico e stupratore di ragazzine, agiva nella zona ma si è spinto anche a Nuova Speranza." continuando con le presentazioni. Si mise una sigaretta in bocca e ne mise un'altra in bocca alla ragazza, pensava fosse più significativo della solita, impersonale stretta di mano. "Lì ha fatto il servizio alla figlia di Perez, e Perez mi ha affidato l'incarico di portarglielo vivo al prezzo di un sacco di roba tosta." S'accese la sigaretta e passò lo zippo a Ratto. "Roba che posso scordarmi adesso..."
Il cacciatore squadrò ciò che rimaneva del volto di Bertie "Col servizio che gli hai fatto, difficilmente Perez crederà che sia davvero lui. Penserà che lo voglio fottere, che ha sprecato il suo tempo e forse mi farà addirittura uccidere. Se scompaio sarà anche peggio: penserà che ero in combutta con lui... nella migliore delle ipotesi. Dovrò dirgli la verità.O capirà o farà una stronzata, e se farà una stronzata me lo porterò nella tomba quant'è vero Iddio."
Avrebbe dovuto essere in collera verso la ragazza ma non ci riusciva, Ratto aveva lottato per la sua vita; chiunque avrebbe dovuto fare lo stesso e una merda come Bertie meritava quella fine. Poi più la guardava più lo incuriosiva, come aveva fatto una cosa così piccola e all'apparenza fragile a sopravvivere tutto questo tempo nella città morta? 
 Ratto inalò il fumo della sigaretta con avidità. Dio, quanto tempo era che non ne fumava una! Ci voleva decisamente dopo tutto quello che le era successo. Quella sigaretta in quel momento era più appagante di una scopata. Iniziò a ridacchiare sommessamente a quel pensiero.
"Ha fatto fine che meritava allora... Un po' di merda in meno su Terra."Gli rispose dando un colpo con l'anfibio alla testa spappolata di Bertie per poi scrollarsi dal piede le cervella che vi erano rimaste attaccate.
Zissou aveva detto che c'era in ballo un sacco di roba come ricompensa e sicuramente c'era anche cibo. Quanto era che non metteva qualcosa sotto i denti? Troppo, se non si calcolavano quelle due lucertole che era riuscita a catturare tre giorni prima e che per la fame aveva mangiato crude...
Colse al volo l'occasione: era sola, praticamente disarmata e senza provviste (aveva lasciato quasi tutto quello che le era rimasto all'accampamento dopo che lo sparo aveva attirato un gruppo di infetti ed era dovuta scappare senza avere il coraggio di tornare sul posto e rischiare la pelle. Aveva giusto avuto il tempo di seppellire Yvan e infilare un paio di conserve nello zaino).
"Facciamo patto, da? Se tu vuole io viene con te. Io aiuta di te a spiegare a Perez cosa che  è successo se tu divide con me ricompensa."
Era un rischio alto, altissimo, andare con uno sconosciuto così a cuor leggero, ma nella situazione in cui verteva Ratto aveva deciso di giocare alla roulette russa col destino. Non sarebbe sopravvissuta altri due giorni da sola in quella cazzo di città fantasma. Guardò con decisione l'uomo accanto a lei, prese la sigaretta con la mano in cui stringeva il pugnale, si sputò sulla destra e gliela tese
Sperando che la dea bendata, almeno quella volta, fosse dalla sua parte.
 
Zissou non riuscì a trattenere un sorriso ammirato. Sia dal modo di fare insolito della tipa sia dall'ingenuità nel chiedergli mezza parte di un bottino che con tutta probabilità non avrebbero visto mai. "Io sono abituato a viaggiare solo..." Si morse le labbra pensieroso per un attimo poi tornò a guardarla.
"Ha fatto fuori quel bastardo, deve valere qualcosa." 
Si sputò sulla mano."...quindi alla prima stronzata sei fuori." Gliela strinse con fermezza. "Per quanto riguarda la divisione della roba: prima dobbiamo sperare nel miracolo che non cerchi d'accopparci; se il Signore ce l'accorderà allora potremo anche dividere." La tirò a se portandola faccia a faccia."Ma sappi che ho accettato solo per due motivi e uno è a terra senza faccia." Ciò detto la lasciò andare asciugandosi la saliva sul tattico. "E ora diamoci da fare ragazzina."
Oltre il fucile dalla sua schiena faceva capolino un manico, l'afferrò ed estrasse un machete lungo tre palmi e tenuto benissimo. Allo sguardo incuriosito della ragazza replicò semplicemente dicendo "Sono un tipo pratico..."prendendo per i capelli la testa di Bertie assestandogli un colpo secco all' altezza del collo.
AVEVA FUNZIONATO! Sulla faccia di Ratto apparì un sorriso che le tagliava il volto da guancia a guancia. Era matta, ma il tipo che aveva davanti doveva esserlo quanto lei e la cosa le piaceva! 
Lanciò il mozzicone di sigaretta sul pavimento e rinfoderò il coltello nello stivale, Poi si dedicò al raccattare i suoi averi e sistemarli nello zaino. 
Si voltò ad osservare il cadavere mentre Zissou si dava da fare . Con un movimento rapido spostò il peso del suo corpo per iniziare a frugare tra le tasche e la piccola borsa che Bertie portava legata alla cintura. Era il suo bottino di guerra. Sperava che quel figlio di puttana si fosse reso utile magari da morto.
Un orologio fermo sulle 02:58, coltelli e taglierini di varia foggia, cerotti, lacci emostatici, disinfettante, una rivista porno, un pacco di fiammiferi "Celsa" con scritto "02:00 fienile", una fotocamera con le foto di cinquantasei ragazzine morte. Ratto rabbrividì alla vista delle foto. Quel figlio di una cagna era così deviato da conservarsi i trofei. Per quano le fece ribrezzo l'idea prese la macchina con sé e la mise nello zaino, era una prova che potevano usare a loro favore. Raccolse quel poco di utile che il pedofilo aveva con sé e sistemandolo nello zaino. 
Quando Zissou ebbe finito, si avviarono verso l'uscita. L'uomo la precedeva di qualche passo quando a Ratto balenò in mente un idea."Aspetta!" 
Zissou si voltò per osservarla e nella scarsa luce delle scale poté notare lo sguardo gelido e il ghigno crudele dipinto sul volto della ragazza "Io ha avuto idea. Io porta regalo a Perez."Disse estraendo il coltello dallo stivale per poi scomparire all'interno della stanza.
Tornò pochi minuti dopo con le mani insanguinate e un piccolo fagotto ricavato dalla bandana che portava al braccio. "Adesso noi può andare." Sul volto un espressione di perfida soddisfazione.

Nel microsecondo in cui la pistola toccò la sua testa Zissou fu convinto di essere morto, poi quella voce... una ragazza!

Con la coda dell'occhio sbirciò il cadavere, non era l'ultima vittima di Bertie, ERA Bertie.

"S'è fatto piacere la ragazzina sbagliata." Pensò ad alta voce.

Con molta flemma ripose la pistola nella fondina guardando la ragazza negli occhi. Ratto  ne scrutò i profondi occhi neri, occhi da predatore che non tradivano alcun timore nel cacciatore di taglie. Ne osservò i lineamenti: una cicatrice sulla guancia destra, capelli né lunghi né corti, barba leggera, voce bassa e profonda. Un grosso fucile di precisione sulla schiena e due granate.

"Dannazione!" Esclamò osservando il volto spappolato di Bertie. "Adesso sono nella merda ragazzina. Nella merda più nera..."


In risposta lei indugiò parecchio prima di abbassare l'arma. L'uomo che le stava accanto era ben armato eppure non sembrava avere cattive intenzioni nei suoi confronti.

Non era sicura.

Sostenendone lo sguardo profondo e così intenso, e puntandogli ancora contro la pistola,  gli chiese: "Tu conosce questo figlio di puttana? Perché tu seguiva lui?" Fece una pausa. Rifletté un secondo e decise che dopo tutto poteva anche trarre un vantaggio nello sfruttare Mr. Cazzuto. Forse era meglio provare ad essere amichevoli...

"Mio nome è Ratto" disse poi rinfoderando la pistola ma guardandosi bene dal rialzare il cane (Comunque il coltello era ben saldo nella sinistra. Un po' di prudenza non guastava mai). "Facciamo modo che sia piacere conoscerti, da?"

Zissou sorrise, non lo faceva da un po' e per questo si sentì un pò strano. "Io sono Zissou o  Zi o come ti pare." Rispose uscendo un pacchetto di sigarette dal tattico. "Lui invece era Bertie, un fottuto killer, psicopatico e stupratore di ragazzine, agiva nella zona ma si è spinto anche a Nuova Speranza." continuando con le presentazioni. Si mise una sigaretta in bocca e ne mise un'altra in bocca alla ragazza, pensava fosse più significativo della solita, impersonale stretta di mano. "Lì ha fatto il servizio alla figlia di Perez, e Perez mi ha affidato l'incarico di portarglielo vivo al prezzo di un sacco di roba tosta." S'accese la sigaretta e passò lo zippo a Ratto. "Roba che posso scordarmi adesso..."

Il cacciatore squadrò ciò che rimaneva del volto di Bertie "Col servizio che gli hai fatto, difficilmente Perez crederà che sia davvero lui. Penserà che lo voglio fottere, che ha sprecato il suo tempo e forse mi farà addirittura uccidere. Se scompaio sarà anche peggio: penserà che ero in combutta con lui... nella migliore delle ipotesi. Dovrò dirgli la verità.O capirà o farà una stronzata, e se farà una stronzata me lo porterò nella tomba quant'è vero Iddio."

Avrebbe dovuto essere in collera verso la ragazza ma non ci riusciva, Ratto aveva lottato per la sua vita; chiunque avrebbe dovuto fare lo stesso e una merda come Bertie meritava quella fine. Poi più la guardava più lo incuriosiva, come aveva fatto una cosa così piccola e all'apparenza fragile a sopravvivere tutto questo tempo nella città morta? 


Ratto inalò il fumo della sigaretta con avidità. Dio, quanto tempo era che non ne fumava una! Ci voleva decisamente dopo tutto quello che le era successo. Quella sigaretta in quel momento era più appagante di una scopata. Iniziò a ridacchiare sommessamente a quel pensiero."Ha fatto fine che meritava allora... Un po' di merda in meno su Terra."Gli rispose dando un colpo con l'anfibio alla testa spappolata di Bertie per poi scrollarsi dal piede le cervella che vi erano rimaste attaccate.

Zissou aveva detto che c'era in ballo un sacco di roba come ricompensa e sicuramente c'era anche cibo. Quanto era che non metteva qualcosa sotto i denti? Troppo, se non si calcolavano quelle due lucertole che era riuscita a catturare tre giorni prima e che per la fame aveva mangiato crude...

Colse al volo l'occasione: era sola, praticamente disarmata e senza provviste (aveva lasciato quasi tutto quello che le era rimasto all'accampamento dopo che lo sparo aveva attirato un gruppo di infetti ed era dovuta scappare senza avere il coraggio di tornare sul posto e rischiare la pelle. Aveva giusto avuto il tempo di seppellire Yvan e infilare un paio di conserve nello zaino).

"Facciamo patto, da? Se tu vuole io viene con te. Io aiuta di te a spiegare a Perez cosa che  è successo se tu divide con me ricompensa."Era un rischio alto, altissimo, andare con uno sconosciuto così a cuor leggero, ma nella situazione in cui verteva Ratto aveva deciso di giocare alla roulette russa col destino. Non sarebbe sopravvissuta altri due giorni da sola in quella cazzo di città fantasma. Guardò con decisione l'uomo accanto a lei, prese la sigaretta con la mano in cui stringeva il pugnale, si sputò sulla destra e gliela tese sperando che la dea bendata, almeno quella volta, fosse dalla sua parte.

Zissou non riuscì a trattenere un sorriso ammirato. Sia dal modo di fare insolito della tipa sia dall'ingenuità nel chiedergli mezza parte di un bottino che con tutta probabilità non avrebbero visto mai. "Io sono abituato a viaggiare solo..." Si morse le labbra pensieroso per un attimo poi tornò a guardarla.

"Ha fatto fuori quel bastardo, deve valere qualcosa."

Si sputò sulla mano."...quindi alla prima stronzata sei fuori." Gliela strinse con fermezza. "Per quanto riguarda la divisione della roba: prima dobbiamo sperare nel miracolo che non cerchi d'accopparci; se il Signore ce l'accorderà allora potremo anche dividere." La tirò a se portandola faccia a faccia."Ma sappi che ho accettato solo per due motivi e uno è a terra senza faccia." Ciò detto la lasciò andare asciugandosi la saliva sul tattico. "E ora diamoci da fare ragazzina."

Oltre il fucile dalla sua schiena faceva capolino un manico, l'afferrò ed estrasse un machete lungo tre palmi e tenuto benissimo. Allo sguardo incuriosito della ragazza replicò semplicemente dicendo "Sono un tipo pratico..."prendendo per i capelli la testa di Bertie assestandogli un colpo secco all' altezza del collo.


AVEVA FUNZIONATO! Sulla faccia di Ratto apparì un sorriso che le tagliava il volto da guancia a guancia. Era matta, ma il tipo che aveva davanti doveva esserlo quanto lei e la cosa le piaceva! Lanciò il mozzicone di sigaretta sul pavimento e rinfoderò il coltello nello stivale, Poi si dedicò al raccattare i suoi averi e sistemarli nello zaino. Si voltò ad osservare il cadavere mentre Zissou si dava da fare . Con un movimento rapido spostò il peso del suo corpo per iniziare a frugare tra le tasche e la piccola borsa che Bertie portava legata alla cintura. Era il suo bottino di guerra. Sperava che quel figlio di puttana si fosse reso utile magari da morto.Un orologio fermo sulle 02:58, coltelli e taglierini di varia foggia, cerotti, lacci emostatici, disinfettante, una rivista porno, un pacco di fiammiferi "Celsa" con scritto "02:00 fienile", una fotocamera con le foto di cinquantasei ragazzine morte. Ratto rabbrividì alla vista delle foto. Quel figlio di una cagna era così deviato da conservarsi i trofei. Per quano le fece ribrezzo l'idea prese la macchina con sé e la mise nello zaino, era una prova che potevano usare a loro favore. Raccolse quel poco di utile che il pedofilo aveva con sé e sistemandolo nello zaino.

Quando Zissou ebbe finito, si avviarono verso l'uscita. L'uomo la precedeva di qualche passo quando a Ratto balenò in mente un idea."Aspetta!"

Zissou si voltò per osservarla e nella scarsa luce delle scale poté notare lo sguardo gelido e il ghigno crudele dipinto sul volto della ragazza "Io ha avuto idea. Io porta regalo a Perez."Disse estraendo il coltello dallo stivale per poi scomparire all'interno della stanza.

Tornò pochi minuti dopo con le mani insanguinate e un piccolo fagotto ricavato dalla bandana che portava al braccio. "Adesso noi può andare." Sul volto un espressione di perfida soddisfazione.

 

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Capitolo 4
*** Nuova Speranza ***


 

 

Giunsero poco distante, di fronte una pila di rifiuti di cartone e plastica. "Ti presento la mia bambina." disse il cacciatore con un sorriso dipinto sulle labbra. Afferrò un lembo di tessuto simil-mimetico che sporgeva da sotto la catasta, lo tirò e il cumulo d'immondizia ricadde lateralmente rivelando un chopper scuro pieno di fondine, borse e saccocce."Metti Bert nella borsa laterale." le chiese mentre sistemava pistola e fucile nelle fondine della moto. Tra il sedile e il bauletto faceva capolino una balestra con faretra incorporata, 3 frecce. "Se tutto va bene fra tre quarti d'ora siamo a Nuova Speranza."
----
Tutto era andato bene.
Erano praticamente arrivati, le luci di Nuova Speranza poco distanti, le sentinelle li avevano di sicuro avvistati.
"Mi raccomando Ragazzina, niente di ostile se non la fa lui per primo. Se facciamo stronzate ci danno in pasto ai macellai, siamo giusto maschio e femmina..."
Arrivarono di fronte un rozzo cancello perimetrale.
"Chi va là?" Fece la sentinella
"Zissou. Ho finito il lavoro per Perez."
Il cancello si aprì malamente, a spingerlo una ragazza che una volta era di una bellezza mozzafiato ma che sicuramente aveva fatto qualcosa che non doveva: Il volto sfregiato in più punti, un occhio cavato, una vita di merda. 
La sentinella suonò il campanaccio, segno che c'era qualcuno d'importante, richiamando l'attenzione della piccola comunità.
NS contava sei edifici, alcuni messi peggio di altri, avevano addirittura una cappella anche se nessuno ci cantava messa da un bel po'. Giunsero alla piazza, di fronte la palazzina del sovraintendente e poi eccolo:
Enorme, pelato, nero, con una rete di cicatrici sul volto ed un sigaro fumante. Il suo sorriso compiaciuto si spense non appena vide che al posto di Bert c'era una ragazza. "E questo che cazzo vorrebbe dire?" Fece il nero.
"Anch'io sono contento di vederti." Replicò sarcastico il cacciatore di taglie.
"Non erano questi i patti!" sbottò il pappone.
"Lo so Perry, c'è stato un imprevisto."
"Imprevisto un cazzo! Dov'è quel figlio di puttana?"
Zissou sospirò. "Ratto, fagli vedere il figlio di puttana.."
La ragazza smontò dalla sella per eseguire l'ordine impartitole.Sganciò la cinghia che assicurava la borsa e ne estrasse quello che restava di Bertie: un ammasso quasi informe su cui a stendo si intravedeva ciò che una volta era stata la faccia dello stupratore. La tenne ben in alto e in vista come fosse un trofeo. "Chiede scusa che noi ha portato un po' di pezzi in meno..." esitò "Ma questo stronzo ha incontrato persona sbagliata" aggiunse poi facendo spallucce per giustificarsi.
 Perez osservò incredulo la testa di Bert mentre masticava stizzito il terminale del sigaro. Lo voleva per sè, chi non l'avrebbe voluto vivo nei suoi panni?
Mentre la rabbia negli occhi del gigante lasciava il posto alla frustrazione, Zissou smontò dal chopper togliendo con nonchalance la sicura a Lady K. "Gli ho dato la caccia per una settimana."raccontò "l'ho braccato fino in città ed è sempre riuscito a scappare. L'unico sbaglio che ha fatto è stato cedere alla propria debolezza."
"Che vuoi dire?" Chiese Perez
 "La verità è l'arma migliore quando si è a corto di stronzate." pensò.
"Vedi quella gatta sovietica dietro di me? Lui ha provato a farsela e lei gli ha fatto il culo." 
Perez fissò meglio Ratto, aspirò così forte dal sigaro che il fumo gli disegnò un'aureola attorno al volto. "Tu, russa. L'hai ammazzato sola quel bastardo?"
Lei si limitò solo ad annuire. Dentro di sé sapeva perfettamente che in gran parte aveva solo avuto fortuna ma non c'era motivo che anche loro lo sapessero. Se avessero continuato a non accorgersi della sua insicurezza l'avrebbero rispettata (per quanto si possa rispettare una donna in un mondo come quello) "Lui ha spiegato me cosa questo stronzo ha fatto a tua bambina. Mi spiace che tu no potuto ammazzarlo con tue mani. Io ha preso trofeo per te, spera che tu no incazza e apprezza." Sempre tenendo salda nella destra la testa di Bertie, con la sinistra Ratto aprì il borsello che portava legato alla cintura e tirò fuori il fagottino. Lo lanciò a Perez che lo afferrò al volo.
"Io ha portato te sue palle." E di nuovo quel ghigno malefico le si dipinse sul volto.
 Zissou inarcò il sopracciglio di fronte a quella rivelazione."Roba da Commando Suicida... Ma chi cazzo è sta ragazzetta?"
Attorno a loro s'era formata una folla di una quindicina di persone, perlopiù puttane e guardie.
Perez sorrise sardonico mentre stritolava le palle di Bertie. "L'hai accoppato TU, gli hai strappato TU le palle e me lo hai portato TU qua. Rispetto." Si voltò verso Zissou. "Di conseguenza TU hai preso la MIA benzina, il MIO cibo e le MIE pallottole senza fare materialmente un cazzo oltre i tuoi fottuti, porci comodi..."
In un lampo Zissou capì che il seguito della frase non gli sarebbe piaciuto per niente."Perry, sta attento a ciò che stai per dire." Fece glaciale il cacciatore.
"Tu non dici a me di stare attento a come parlo nel mio regno..." La situazione stava per sfuggirgli di mano e alla svelta. "...tu, mercenario, sei solo un povero coglione che non rispetta i patti e che viene a chiedere ricompense che non merita."
"Perez che cazzo stai dicendo? Quella merda è morta, lì ci sono le sue palle!" fece incredulo Zissou.
"Tu dovevi portarmelo VIVO e hai contravvenuto. La russa non lo sapeva quindi non le farò nulla. Anzi, sai che ti dico? Le darò la metà di quanto mi hai chiesto." continuò Perez.
"Nulla da dire. Ho contravvenuto e non merito niente. Dalle la sua parte e ce ne andremo.
"No Zizzù o come cazzo ti chiami. Lei se ne va, tu resti." Il tempo di un sospiro e Zi si ritrovò con quattro pistole puntate addosso.
Il cacciatore diede una scorsa e contò cinque guardie, quattro con pistola, una con un'ascia antincendio e dieci puttane che si godevano la scena quasi come fossero in una "gabbia di sangue".
"Ti stai divertendo, eh Perry?" Fece ironico.
"Oh, non ho neppure cominciato a divertirmi." gli rispore il negro tirando dal suo sigaro.
Per un secondo nella mente di Ratto balenò l'idea di prendere la sua parte e lasciare Zissou nella merda; ma era anche vero che se non fosse stato per il cacciatore di taglie non avrebbe mai avuto l'opportunità di trovare cibo, munizioni e tutto quanto poteva esserle utile e così dannatamente difficile da reperire.
Se fosse riuscita a salvargli la vita, oltretutto, Zissou sarebbe stato in debito con lei, ed è sempre comodo avere qualcuno che che ti deve un favore; figurarsi se il favore da ricambiare era averlo tirato per i peli del culo dalle braccia della morte.
Doveva fare qualcosa, ma cosa?
sospirò forte "Devo essermi fottuta completamente il cervello" pensò, prima di parlare:
"Ferma! Non facciamo cazzate! Risolviamo problema in altro modo. Tu lascia vivo Zissou e io prende solo un terzo di ricompensa." Fece una lunga pausa e le parole le uscirono dense dalla bocca come se volessero restare incollate alla lingua. 
"Perché lo sto facendo? Non so un cazzo di questo tipo e potrebbe, DOVREBBE continuare a non fottermene un cazzo... ma è comunque colpa mia se si trova nella merda fino al collo, sempre se colpa si può chiamare spaccare il cranio a un figlio di puttana che cerca di stuprarti..."
"E se questo non basta facciamo che io ti fa provare donna di Est."
"Ecco, mi sono messa nella merda con le mie mani, complimenti Ox, sei una pazza maledetta..."
Lasciò che le braccia le ricadessero inermi lungo i fianchi e che la testa di Bertie rotolasse sullo sterrato. Strinse i pugni trattenendo il fiato aspettando che la spada di Damocle le piombasse sulla testa.
"Sciocca ragazzina, salvati almeno tu..." Pensò Zissou mentre alzava le mani, Perez nel mentre stava squadrandosi Ratto. "Ma tu guardali i piccioncini... Per prima cosa, russa, a me le donne non mancano come puoi vedere. Poi, nessuno e dico nessuno deve mettersi tra un cane e il suo osso." I suoi denti bianchi in contrasto col volto scuro lo fecero apparire ancora più mostruoso. "Però voglio comunque appagarti. Accetto: tu ti prendi un terzo e io non lo ucciderò..." Sembrava essere fatta ma Zissou si rese conto che Ratto avrebbe dovuto scegliere meglio le proprie parole..."Polàr, spediscilo in gattabuia."
Uno scagnozzo gli si mise alle spalle tenendolo sotto tiro, quello con l'ascia si mise a perquisirlo. Da quel che il cacciatore riuscì a capire Polàr era quello in disparte col revolver, il cappello e gli occhi bianchi. Si lasciò togliere ogni cosa, se avesse provato a fare il cowboy sarebbe morto e avrebbe condannato anche la sua amica. Tanto valeva che almeno lei riuscisse a lasciare quella fogna. 
E poi c'era sempre la remota possibilità che lo aiutasse a evadere...
Perez si avvicinò a Ratto, Polàr accanto a lui seguito da uno scagnozzo."Io ho visto quella testa, bambina..."indicando Bertie. "E non se ne capisce un cazzo. Chi mi dice che anche tu non stia tentando di fottermi? Che prove hai? E sta attenta perché chi tenta di fottermi fa questa stessa fine."Disse, prendendo la testa del killer per i capelli e sventolandogliela in faccia. Ratto era furente e in quel momento non ebbe nessuna paura di sostenere lo sguardo del nero che le si stagliava davanti."Tu vuole prove? io da te prova!"
La collera si avvertiva nella sua voce, ma non stava gridando. Cercava sempre di mantenere il controllo. Era come se Perez la stesse spingendo in trappola e ratti attaccano quando sono in trappola.
Si tolse lo zaino dalle spalle e lo scagliò ai suoi piedi, inginocchiandosi cominciò ad armeggiare con il contenuto e ne estrasse la macchina fotografica.
"Potevi risparmiarti lo spettacolo, negro bastardo."
Mentre si rialzava gli passò la macchina fotografica. "Ecco tua prova!" 
Perez afferrò confuso la fotocamera, stava per accenderla quando realizzò cos'avrebbe visto.L'accese.
La prima foto, l'ultima vittima, un dejà vu che lo colpì più violento di un proiettile. E lui sapeva cosa volesse dire.
Quella scena Perry la vide di giorno ma non fu meno raccapricciante: la piccola Bia nuda, la sua testa sparsa qua e là sul pavimento...
La prima cosa a toccare terra fu il sigaro, seguito dal ginocchio del gigante che cedette per il troppo tremare.Gettò lontano la fotocamera, impaurito.
"V-va bene russa." Tornò a guardarla, parlava lentamente cercando di apparire tranquillo anche se gli occhi urlavano il suo dolore. "Diciamo che ti credo. Polàr, dalle quello che le spetta." Fece rimettendosi in piedi e cercando di riprendere il controllo. "Spero fosse ancora vivo quando gliele hai strappate."
Senza dire una parola il tizio con gli occhi bianchi entrò nella palazzina del sovraintendente.Spero che quando gliele hai strappate fosse ancora vivo.


Giunsero poco distante, di fronte una pila di rifiuti di cartone e plastica. "Ti presento la mia bambina." disse il cacciatore con un sorriso dipinto sulle labbra. Afferrò un lembo di tessuto simil-mimetico che sporgeva da sotto la catasta, lo tirò e il cumulo d'immondizia ricadde lateralmente rivelando un chopper scuro pieno di fondine, borse e saccocce."Metti Bert nella borsa laterale." le chiese mentre sistemava pistola e fucile nelle fondine della moto. Tra il sedile e il bauletto faceva capolino una balestra con faretra incorporata, 3 frecce. "Se tutto va bene fra tre quarti d'ora siamo a Nuova Speranza."

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Tutto era andato bene. Erano praticamente arrivati, le luci di Nuova Speranza poco distanti, le sentinelle li avevano di sicuro avvistati.
"Mi raccomando ragazzina, niente di ostile se non la fa lui per primo. Se facciamo stronzate ci danno in pasto ai macellai, siamo giusto maschio e femmina..." Arrivarono di fronte un rozzo cancello perimetrale.

"Chi va là?" Fece la sentinella
"Zissou. Ho finito il lavoro per Perez."

Il cancello si aprì malamente, a spingerlo una ragazza che una volta era di una bellezza mozzafiato ma che sicuramente aveva fatto qualcosa che non doveva: Il volto sfregiato in più punti, un occhio cavato, una vita di merda.

La sentinella suonò il campanaccio, segno che c'era qualcuno d'importante, richiamando l'attenzione della piccola comunità.

NS contava sei edifici, alcuni messi peggio di altri, avevano addirittura una cappella anche se nessuno ci cantava messa da un bel po'. Giunsero alla piazza, di fronte la palazzina del sovraintendente e poi eccolo: Enorme, pelato, nero, con una rete di cicatrici sul volto ed un sigaro fumante. Il suo sorriso compiaciuto si spense non appena vide che al posto di Bert c'era una ragazza.
"E questo che cazzo vorrebbe dire?" Fece il nero.
"Anch'io sono contento di vederti." Replicò sarcastico il cacciatore di taglie.
"Non erano questi i patti!" sbottò il pappone.
"Lo so Perry, c'è stato un imprevisto."
"Imprevisto un cazzo! Dov'è quel figlio di puttana?"
Zissou sospirò. "Ratto, fagli vedere il figlio di puttana.."

La ragazza smontò dalla sella per eseguire l'ordine impartitole.Sganciò la cinghia che assicurava la borsa e ne estrasse quello che restava di Bertie: un ammasso quasi informe su cui a stendo si intravedeva ciò che una volta era stata la faccia dello stupratore. La tenne ben in alto e in vista come fosse un trofeo. "Chiede scusa che noi ha portato un po' di pezzi in meno..." esitò "Ma questo stronzo ha incontrato persona sbagliata" aggiunse poi facendo spallucce per giustificarsi.

Perez osservò incredulo la testa di Bert mentre masticava stizzito il terminale del sigaro. Lo voleva per sè, chi non l'avrebbe voluto vivo nei suoi panni?
Mentre la rabbia negli occhi del gigante lasciava il posto alla frustrazione, Zissou smontò dal chopper togliendo con nonchalance la sicura a Lady K. "Gli ho dato la caccia per una settimana." raccontò "l'ho braccato fino in città ed è sempre riuscito a scappare. L'unico sbaglio che ha fatto è stato cedere alla propria debolezza."
"Che vuoi dire?" Chiese Perez 
"La verità è l'arma migliore quando si è a corto di stronzate." pensò."Vedi quella gatta sovietica dietro di me? Lui ha provato a farsela e lei gli ha fatto il culo." 
Perez fissò meglio Ratto, aspirò così forte dal sigaro che il fumo gli disegnò un'aureola attorno al volto. "Tu, russa. L'hai ammazzato sola quel bastardo?"
Lei si limitò solo ad annuire. Dentro di sé sapeva perfettamente che in gran parte aveva solo avuto fortuna ma non c'era motivo che anche loro lo sapessero. Se avessero continuato a non accorgersi della sua insicurezza l'avrebbero rispettata (per quanto si possa rispettare una donna in un mondo come quello) "Lui ha spiegato me cosa questo stronzo ha fatto a tua bambina. Mi spiace che tu no potuto ammazzarlo con tue mani. Io ha preso trofeo per te, spera che tu no incazza e apprezza." Sempre tenendo salda nella destra la testa di Bertie, con la sinistra Ratto aprì il borsello che portava legato alla cintura e tirò fuori il fagottino. Lo lanciò a Perez che lo afferrò al volo."Io ha portato te sue palle." E di nuovo quel ghigno malefico le si dipinse sul volto.

Zissou inarcò il sopracciglio di fronte a quella rivelazione."Roba da Commando Suicida... Ma chi cazzo è sta ragazzetta?"

Attorno a loro s'era formata una folla di una quindicina di persone, perlopiù puttane e guardie.Perez sorrise sardonico mentre stritolava le palle di Bertie. "L'hai accoppato TU, gli hai strappato TU le palle e me lo hai portato TU qua. Rispetto." Si voltò verso Zissou. "Di conseguenza TU hai preso la MIA benzina, il MIO cibo e le MIE pallottole senza fare materialmente un cazzo oltre i tuoi fottuti, porci comodi..."

In un lampo Zissou capì che il seguito della frase non gli sarebbe piaciuto per niente."Perry, sta attento a ciò che stai per dire." Fece glaciale il cacciatore.
"Tu non dici a me di stare attento a come parlo nel mio regno..." La situazione stava per sfuggirgli di mano e alla svelta. "...tu, mercenario, sei solo un povero coglione che non rispetta i patti e che viene a chiedere ricompense che non merita."

"Perez che cazzo stai dicendo? Quella merda è morta, lì ci sono le sue palle!" fece incredulo Zissou.
"Tu dovevi portarmelo VIVO e hai contravvenuto. La russa non lo sapeva quindi non le farò nulla. Anzi, sai che ti dico? Le darò la metà di quanto mi hai chiesto." continuò Perez.
"Nulla da dire. Ho contravvenuto e non merito niente. Dalle la sua parte e ce ne andremo."
"No Zizzù o come cazzo ti chiami. Lei se ne va, tu resti!"

Il tempo di un sospiro e Zi si ritrovò con quattro pistole puntate addosso.Il cacciatore diede una scorsa e contò cinque guardie, quattro con pistola, una con un'ascia antincendio e dieci puttane che si godevano la scena quasi come fossero in una gabbia di sangue."Ti stai divertendo, eh Perry?" Fece ironico.
"Oh, non ho neppure cominciato a divertirmi." gli rispore il negro tirando dal suo sigaro.

Per un secondo nella mente di Ratto balenò l'idea di prendere la sua parte e lasciare Zissou nella merda; ma era anche vero che se non fosse stato per il cacciatore di taglie non avrebbe mai avuto l'opportunità di trovare cibo, munizioni e tutto quanto poteva esserle utile e così dannatamente difficile da reperire.
Se fosse riuscita a salvargli la vita, oltretutto, Zissou sarebbe stato in debito con lei, ed è sempre comodo avere qualcuno che che ti deve un favore; figurarsi se il favore da ricambiare era averlo tirato per i peli del culo dalle braccia della morte.
Doveva fare qualcosa, ma cosa?

Sospirò forte "Devo essermi fottuta completamente il cervello" pensò, prima di parlare:"Ferma! Non facciamo cazzate! Risolviamo problema in altro modo. Tu lascia vivo Zissou e io prende solo un terzo di ricompensa." Fece una lunga pausa e le parole le uscirono dense dalla bocca come se volessero restare incollate alla lingua. "Perché lo sto facendo? Non so un cazzo di questo tipo e potrebbe, DOVREBBE continuare a non fottermene un cazzo... ma è comunque colpa mia se si trova nella merda fino al collo, sempre se colpa si può chiamare spaccare il cranio a un figlio di puttana che cerca di stuprarti..."
"E se questo non basta facciamo che io ti fa provare donna di Est."
"Ecco, mi sono messa nella merda con le mie mani, complimenti Ox, sei una pazza maledetta..."
Lasciò che le braccia le ricadessero inermi lungo i fianchi e che la testa di Bertie rotolasse sullo sterrato. Strinse i pugni trattenendo il fiato aspettando che la spada di Damocle le piombasse sulla testa.

"Sciocca ragazzina, salvati almeno tu..." Pensò Zissou mentre alzava le mani, Perez nel mentre stava squadrandosi Ratto. "Ma tu guardali i piccioncini... Per prima cosa, russa, a me le donne non mancano come puoi vedere. Poi, nessuno e dico nessuno deve mettersi tra un cane e il suo osso." I suoi denti bianchi in contrasto col volto scuro lo fecero apparire ancora più mostruoso. "Però voglio comunque appagarti. Accetto: tu ti prendi un terzo e io non lo ucciderò..."

Sembrava essere fatta ma Zissou si rese conto che Ratto avrebbe dovuto scegliere meglio le proprie parole..."Polàr, spediscilo in gattabuia."

Uno scagnozzo gli si mise alle spalle tenendolo sotto tiro, quello con l'ascia si mise a perquisirlo. Da quel che il cacciatore riuscì a capire Polàr era quello in disparte col revolver, il cappello e gli occhi bianchi. Si lasciò togliere ogni cosa, se avesse provato a fare il cowboy sarebbe morto e avrebbe condannato anche la sua amica. Tanto valeva che almeno lei riuscisse a lasciare quella fogna. E poi c'era sempre la remota possibilità che lo aiutasse a evadere...

Perez si avvicinò a Ratto, Polàr accanto a lui seguito da uno scagnozzo."Io ho visto quella testa, bambina..." indicando Bertie. "E non se ne capisce un cazzo. Chi mi dice che anche tu non stia tentando di fottermi? Che prove hai? E sta attenta perché chi tenta di fottermi fa questa stessa fine."Disse, prendendo la testa del killer per i capelli e sventolandogliela in faccia. Ratto era furente e in quel momento non ebbe nessuna paura di sostenere lo sguardo del nero che le si stagliava davanti."Tu vuole prove? io da te prova!"

La collera si avvertiva nella sua voce, ma non stava gridando. Cercava sempre di mantenere il controllo. Era come se Perez la stesse spingendo in trappola e ratti attaccano quando sono in trappola.

Si tolse lo zaino dalle spalle e lo scagliò ai suoi piedi, inginocchiandosi cominciò ad armeggiare con il contenuto e ne estrasse la macchina fotografica.

"Potevi risparmiarti lo spettacolo, negro bastardo."

Mentre si rialzava gli passò la macchina fotografica. "Ecco tua prova!" 
Perez afferrò confuso la fotocamera, stava per accenderla quando realizzò cos'avrebbe visto.L'accese.La prima foto, l'ultima vittima, un dejà vu che lo colpì più violento di un proiettile. E lui sapeva cosa volesse dire. Quella scena Perry la vide di giorno ma non fu meno raccapricciante: la piccola Bia nuda, la sua testa sparsa qua e là sul pavimento...La prima cosa a toccare terra fu il sigaro, seguito dal ginocchio del gigante che cedette per il troppo tremare.

Gettò lontano la fotocamera, impaurito."V-va bene russa." Tornò a guardarla, parlava lentamente cercando di apparire tranquillo anche se gli occhi urlavano il suo dolore. "Diciamo che ti credo. Polàr, dalle quello che le spetta." Fece rimettendosi in piedi e cercando di riprendere il controllo. 
Senza dire una parola il tizio con gli occhi bianchi entrò nella palazzina del sovraintendente.
"Spero fosse ancora vivo quando gliele hai strappate."

 

 

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Capitolo 5
*** all in ***


Il sole aveva ormai abbandonato il cielo. 
I bidoni facevano abbastanza luce ma le raffazzonate batterie a energia solare alimentavano quel tanto che bastava alcuni fari da cantiere che illuminavano la piazza a giorno.
"Meglio stare in silenzio per ora" Si disse Zissou mentre osservava la scena con le mani alzate. "...bambina devi lavorartelo tu."
Una puttana portò una borraccia a Perez che l'afferrò con violenza strappando il tappo e attaccandocisi; probabilmente era il loro intruglio a base di Tequila, Tabasco e Timbouctou. 
Un vero schifo.
Occhibianchi tornò seguito da un ragazzetto che trascinò con difficoltà una cassa di legno tra Ratto e Perez.
-Apri.- Disse il nero, il ragazzo eseguì.
Una scatola di munizioni per pistola, un barilotto di carne secca e pesce salati, una cassetta di ortaggi misti, un coniglio, sei bottiglie di acqua bollita e una di TTT.
"Mancano giusto l'auto e la benza, pezzi di merda." constatò Zissou
"Questo è ciò che ti offro per levarti dai coglioni." Fece il pappone alla ragazza. "Siccome sono un gentiluomo ti concederò di passare la notte nel mio regno. Quindi domani, quando ti toglierai dalle palle, avrai questa cassa e il suo contenuto. Sempre fare attenzione alle parole." aggiunse per canzonarla.
Con un calcio Polàr chiuse il coperchio e il ragazzetto tornò a trascinare la cassa nella palazzina del sovraintendente. 
"Mi stavo quasi dimenticando di Lela!"  Continuò Perez ritrovando una parvenza di humour sinistro. Chiamò a se una ragazza di una bellezza impressionante, mora e bionda insieme, corpetto nero, coulotte di pelle e stivali al ginocchio.
"Porca puttana Ratto quanto mi sei costata!" Pensò Zi mordendosi le labbra.
"Questa parte della ricompensa, russa, è tua fino a domattina. Trattamela bene."
----
Ratto sedeva nella semioscurità della roulotte assegnatale per la notte. 
L'incapacità di risolvere la situazione la tormentava.
Razionalmente la cosa più giusta da fare sarebbe stata quella di andarsene e lasciare quello sconosciuto al suo destino.
Era la cosa più giusta da fare ma anche la più vigliacca.
Aveva liquidato Lela poco dopo che il pappone gliel'aveva "consegnata" . La presenza di quella donna le dava solo altri fastidi, e ad ogni modo non aveva che farsene di lei. Sarebbe stata comunque una possibile testimone se avesse deciso di fare qualcosa di terribilmente stupido e insensato per salvare la vita a Zissou.
Erano trascorse parecchie ore, ormai, dal suo arrovellarsi e la notte era calata su Nuova Speranza ammantando tutto con una fitta coltre d'oscurità. 
Ratto uscì con calma dalla sua roulotte, attorno a lei il silenzio più assoluto. Solo un paio di guardie sulle vedette lungo i confini della cittadella che scrutavano pigramente il perimetro esterno. 
Con fare felino si diresse verso la moto del cacciatore di taglie che, durante il pomeriggio, era stata spostata dal piazzale e parcheggiata vicino il suo alloggio.
Scrutò nelle borse legate alla carena: nessuna traccia della pistola.
Ancora più demoralizzata si avviò verso le prigioni.
Doveva parlare con Zissou, doveva trovare un modo per salvarlo o dirgli addio...
Scaricò la sua arma e soppesò il proiettile sul palmo della mano per poi infilarselo in tasca, poi si assicurò che il piccolo coltello che aveva con sé fosse bene nascosto all'interno dello stivale.
Giunta al casolare in cui il cacciatore era detenuto trovò solo due sgherri del nero a sorvegliarlo.
Si avvicinò al più alto e chiese:"Io vuole parlare a Zissou. Tu lascia me passare?"
La guardia le osservò la pistola che portava alla cinta.
"È scarica" rispose lei a quella muta domanda "Non ha munizioni. Faccio controllare te che non dico stronzata."
Sfilò l'arma dalla fondina e la porse alla guardia che ne smontò il caricatore e arretrò il carrello per costatare che la donna non mentiva.
"Allora? Posso parlare con lui?" 
 Bart e Zip solitamente passavano le serate giocando a carte nella palazzina B insieme ai loro compari e a qualche troia. La loro paga consisteva principalmente nel privilegio di far andare avanti quella macchina sgangherata che era Nuova Speranza, tenendo per se qualche briciola di quel che gli dava Perez e fottendosi una femmina alla settimana. 
Quella che preferivano tranne Lela. Ordini del capo.
NS funzionava in modo semplice: Ogni tanto sei guardie partivano e andavano in uno dei luoghi abitati poco distanti con qualche puttana scelta per l'occasione facendo conoscere al pubblico un assaggio di paradiso e accrescendo la fama di Nuova Speranza. 
Così i clienti arrivavano, li si imbottiva di TTT che poi non ci capivano più un cazzo, scopavano e pagavano un totale che variava a seconda della qualità della troia. Poteva essere un pacco di sigarette come semi, farmaci, droga, auto, moto, batterie, benza, schiavi e chi più ne ha più ne metta. 
Certo i pericoli non mancavano, Una notte ogni tanto qualche banda temeraria provava a razziare Speranza ma Polàr e i suoi riuscivano sempre a rompergli il culo o a metterli in fuga.
Una volta si presentò addirittura il famigerato Commando Suicida e dopo un inizio scoppiettante Flagello e Perez si chiusero in una stanza con Lela.
Da allora i due sono buoni amici e da allora il Commando arriva puntuale, una volta al mese, sia per divertirsi sia per incassare la decima che Perez a sua volta paga al Flagello. In cambio il commando tiene lontani gli infetti e quei bastardi dei Macellai. 
E visto che il business di Perez gira attorno alle donne a lui fa comodo non dover pagare il tributo mensile di una coppia ai "mangia uomini".
In pratica ci guadagnano tutti.
Bart e Zip avrebbero voluto essere alla B a bere e fumare e invece facevano la guardia alla fottuta prigione: una specie di bungalow con una porta di legno a serratura, dentro ci stavano due celle dalle finestre murate chiuse da porte a grata serrate a loro volta da due grossi lucchetti ciascuna.
Una notte sprecata. 
Poi arrivò quella tipa che voleva parlare con lo Straniero.
Diede l'arma a Bart che la controllò velocemente e Zip s'accorse che l'amico non era affatto interessato a quella pistola scarica. Doveva cogliere l'occasione prima di lui.
"Si, è scarica." Disse Bart, biondino, alto e muscoloso. Fucile a canne mozze e mazzetto di chiavi alla cintura. "Ma nessuno può vedere lo Straniero..."
"Ordini del capo." Aggiunse  Zip, bassino, coi baffetti e sicuramente più sveglio. Uzi. Entrambi avevano un fischietto.
"Si, ordini del capo." Gli fece eco Bart. 
"Certo però..." riprese Zip avvicinandosi alla russa. "Il capo non è qui..." 
Bart sgranò gli occhi intuendo dove volesse arrivare l'amico. "Zippy, lascia fare prima ai grandi."
"Bart, togliti dai coglioni." Tornò a guardarla. "Se la signorina desidera l'ultima conversazione con l'amichetto prima ci facciamo un giretto nella cella 01. Io e lei. Se poi se la sente può farlo anche con te. Amico."
Lavorare in un posto dove tutti tranne te scopano dalla mattina alla sera e quando ti tocca è solo una volta a settimana ti fa fare strani ragionamenti. Che poi si usurano mica, le zoccole?
Ma quelle erano le regole, anzi, gli ordini del capo.
"Ogni tanto il capo può pure andare a farsi fottere." Pensava Zip mangiandosi Ratto con gli occhi. "Rischio la mia vita di merda, mangio da schifo, fotto gratis una volta a settimana e quando voglio farmene una extra devo rimetterci mezza paga... ma che vada a farsi fottere il negro una volta tanto."
Zissou era legato mani e piedi con del cordino ad uno dei quattro grossi anelli arrugginiti che sporgevano dalle pareti della cella 02, una stanza di tre metri e mezzo per tre. Le finestre erano due ed erano murate, non c'era illuminazione tranne quella che filtrava dalla porta a grate e da quel residuato di finestra che stava a lato dell'uscita del bungalow. 
E da dove proveniva una voce amica.
"Proviamo." pensò rapido il cacciatore.
"Troia di merda! Se t'avvicini ti rompo il culo, cagna! Dopo tutto quello che ho fatto per te mi fotti così!"
----
Perez era all'ottavo cicchetto di TTT e cominciava a vederci storto. 
Era nella palazzina B, Maso faceva cantare il sax mentre le sue ragazze facevano cantare i clienti della serata.
Il meccanismo era ben rodato e funzionava.
La sua Bia però non c'era più e il suo obiettivo se n'era andato insieme a lei.
Dopo il suo assassinio si prese a cuore l'obiettivo di trovare Bertie e fargli passare le pene dell'inferno per il resto dei suoi lunghi giorni. 
Ma adesso anche quell'obiettivo se n'era andato a fanculo, assieme alle palle di quel figlio di puttana.
Indigo Perez era rimasto solo. La sua donna era morta tempo prima, sua figlia era morta da una settimana e preferiva fidarsi di una biscia piuttosto che dei suoi cosiddetti "amici".
Il nero era seduto su un divano in un privé dal quale si dominava la sala comune. Alla base delle scale due suoi uomini chiudevano l'accesso giocando a un tavolino, in sala c'erano altre quattro guardie ubriache e drogate, sei o sette clienti che facevano entra ed esci dalle stanzette dell'amore al secondo piano e qualcosa come una decina di troie o giù di lì che ballavano, li facevano bere e poi li spennavano per bene. 
Neppure le labbra di Lela attorno al suo cazzo servivano a qualcosa, Perez la scostò con l delicatezza che un ubriaco può possedere e s'accese un sigaro.
Avrebbe voluto tanto uccidere qualcuno quella sera. Qualcuno che valesse la pena uccidere ma non c'era più neanche quello, la cosa che più gli si avvicinava era quel fallito del cacciatore di taglie...
Avrebbe voluto tanto uccidere qualcuno quella sera.
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Da davanti una finestra della B Polàr sogghignava osservando la caduta del gigante nero.
Volto quasi inespressivo, pochissime rughe nonostante i trent'anni, capelli, cappello e cappotto che una volta erano bianchi. 
Come i suoi occhi.
Finì di rollarsene una e prese dal cappotto un pacco di fiammiferi "Celsa" aperto da poco più di una settimana.
Accese la sigaretta ripensando a quant'era stato fruttuoso l'ultimo di quei pacchetti. L'era di Perez era terminata. 
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Lo sguardo famelico di Zip le metteva i brividi ma Ratto doveva stare al gioco se voleva sfruttare quell'occasione, forse l'unica, per salvare Zissou. 
Riprese la pistola esaminata da Bart  rimettendola nella fondina. Sorrise della stupidità di quei due che accecati dal desiderio sessuale erano stati così poco accorti da renderglil'arma. 
Finse l'espressione più provocante che riuscì a stamparsi sul viso. Era una vita di merda. Bisognava abbassarsi anche a questo.
La sua disponibilità mandò fuori di testa lo stronzo allupato di Zip che scoppio in una risata soddisfatta mentre l'altro, quello alto, scuoteva la testa rassegnato.
"Prima le signore." Fece Zip aprendo la porta del bungalow per poi richiudersela alle spalle dopo essere entrato.
In quel momento esatto le parole di Zissou risuonarono nella stanza.
"Cosa cazzo ti salta in mente? Sto cercando di salvarti il culo, Cristo santo!" pensò la russa.
" Bambina l'hai proprio fatto incazzare lo stronzo!"Rise ancora la guardia, superando la cella del prigioniero dirigendosi verso quella libera; troppo interessato alla sua scopata per dar retta all'inveire di Zissou.
"Si fotta." fece lei seguendolo.
Lo spazio angusto della cella era illuminato solo dalla luce della torcia che Zip aveva poggiato sul tavolo malfermo appena dietro la grata.
Con fare da gatta Ratto gli passo la mano tra i capelli e gli respirò sensualmente all'orecchio.
Dio come la disgustava quel porco!
Gli si fece più vicino, lasciò che i suoi seni premessero contro il suo torace e baciandolo sul collo lo tirò verso la branda.
Le mani dell'uomo esploravano avide il suo corpo. Erano violente. Erano mani che nessuna donna avrebbe voluto sulla propria pelle. 
Lei tratteneva il respiro nel tentativo di mandare via quell'orrenda sensazione mentre sentiva le imprecazioni di Zissou oltre la parete e i suoni gutturali dell'uomo che le stava addosso riempirle la testa.
Zip le slacciò il cinturone scaraventandolo dall'altra parte della stanza e le tirò giù i pantaloni con uno strattone frenetico e bramoso che le ricordò i modi di fare di quel porco a cui aveva sfondato il cranio. Trattenne un conato che quell'orrido pensiero le aveva fatto salire in gola, mentre la guardia violava la sua intimità spingendole le ginocchia sul petto.
"Sopporta ancora un po' Ox, quello stronzo ti serve. Hai bisogno di quello stronzo per sopravvivere. Lo stai facendo solo per questo. Solo per questo."
Passarono minuti che sembrarono ore.
I gemiti di Zip divennero più forti mentre lei fingeva che le piacesse.
Doveva essere sicura del fatto che quello stronzo avesse la guardia bassa, troppo distratto dal fottersela per rendersi conto di ciò che lei aveva in mente.
Con la sinistra lo teneva per i capelli premendogli in viso contro la sua spalla per coprirgli la visuale. Gemeva e fingeva che fosse la scopata migliore della sua vita. Fingeva perché era l'unico modo per tenere distratto quel figlio di puttana e con la destra cercava di raggiungere il coltello nel suo stivale.
"Goditela brutto pezzo di merda, stai per andare all'altro mondo contento!"
Preso! L'indice e il pollice saldi sul manico e in un secondo lo aveva sfilato. 
Mentre il piacere dell'uomo cresceva ed era quasi all'apice, Ratto saldò la presa e gli sferrò un colpo alla gola.
Uscì un suono liquido e gutturale. Lo sguardo dell'uomo pieno di stupìto terrore mentre la lama gli attraversava la carotide con un colpo secco. Ratto tirò il coltello verso di sé e la carne si squarciò in due. Il sangue cominciò a scorrere copioso sul volto e sul petto di Ox che con uno strattone si scrollò Zip di dosso tossendo e spuntando il sangue che le era entrato in gola e nel naso.
L'uomo annaspava muto sul pavimento mentre la vita lo abbandonava velocemente. Il viso contratto in un espressione di dolore mentre schiumava sangue e saliva. 
Si rivestì in fretta ripulendosi con la manica il sangue sul volto e sputando in terra quello che ancora aveva in bocca.
Raccolse il cinturone, afferrò la torcia e ricaricò la pistola.
Il rumore del carrello risuonò nel bungalow.
Se solo caricare una pistola faceva tutto quel casino, figurarsi sparare.
"говно!"*
Aiutandosi con il coltello strappò la manica alla giacca del morto e l'avvolse attorno alla canna.
Uscì dalla cella e si piazzò a un paio di metri dalla porta. Torcia e arma puntate in quella direzione.
"EHI! GUARDIA! TESTA DI CAZZO DICO A TE!"
"Cosa cazzo...?" Bart non ebbe neppure il tempo di rendersi conto di "cosa cazzo" stava succedendo. Appena la porta fu aperta, il rombo attutito della pistola esplose dentro l'edificio. 
"до свидания мудак!"**
Il rombo era smorzato si, ma sempre di uno sparo si trattava. Se la cosa con l'alcool, la musica e le puttane poteva esser passata più o meno in sordina nella palazzina B così non lo fu in strada.
Polàr sentì, a malincuore spense la sigaretta e la infilò nel pacco di fiammiferi estraendo il proprio revolver, anch'esso bianco.
Occhibianchi s'appostò dietro la pila di rottami bruciati che fungeva da palco e dalla quale si vedeva il bungalow delle celle, il cadavere di Bart con un buco in testa a sorvegliarne l'entrata. Stava per avvicinarsi quando sentì una voce provenire dall'interno. Rimase nascosto in attesa.
"Ce ne hai messo di tempo ragazzina!" Esordì sarcastico Zissou mentre Ratto lo liberava dalle corde. "Dovevi risparmiarti quel colpo." Le fece preoccupato e lei lo guardò torvo
Zissou raccolse l'Uzi di Zip, controllò il caricatore: cinque colpi.
"Me li farò bastare. Tu prendi quel canne mozze e non giochiamo a fare i cowboy se vogliamo uscirne vivi."
Zissou era a petto nudo, con solo pantaloni, anfibi e Uzi. "Controllo se la via è libera, al mio via corri in direzione sud-est come se non ci fosse un domani." Le indicò verso dove dirigersi mentre afferrava il corpo senza vita di Zip facendogli sporgere la testa dalla porta. Il cacciatore s'aspettava che uno sparo fulminasse la testa del povero allupato ma nulla di tutto ciò avvenne.
"Sembra libero. Corri Ratto, corri!"
Polàr sorrise. 
"Trucchi da Legione Straniera."
Attendeva soltanto che uscisse la prima, vera persona per rivelarsi e metterla sotto tiro. Non avrebbe sparato subito, voleva sapere prima il perché.
Col casino all'interno del locale in pochi s'accorsero dello sparo nell'edificio delle prigioni e la maggior parte di essi non associarono nemmeno quel rumore a quello di una pistola.
Perez però con tutto il TTT, la Mescoca e la voglia di uccidere conosceva quel rumore e decise di alzarsi caracollando per le scale. Mise un piede in fallo e rotolò giù per la rampa finendo sul tavolino dove i suoi scagnozzi giocavano a carte.
Bruco per la prima volta nella sua vita stava riuscendo a vincere a Poker un'auto, la paga di un mese e le sigarette al suo eterno rivale Guantanamo ma nel momento della rivelazione della mano il tavolino era ridotto in schegge e le carte erano sparpagliate per mezza sala. La musica s'arrestò e tutti guardarono stupefatti la scena.
Perez perdeva sangue dal labbro, Guantanamo fece per aiutarlo ma il gigante nero lo prese per il collo sbattendolo su un altro tavolo poco distante.
"Che cazzo guardate... pezzi di merda... tornate a ballare..." Nonostante il tipico modo di parlare degli ubriachi il suo tono assunse una strana aria malinconica."...Tornate a fottere le mie ragazze... E fottetevi anche voi già che ci siete."
Perez uscì seguito da un Bruco in lacrime con ancora il suo poker d'assi in mano e da un Guantanamo che nonostante avesse la fronte spaccata non riusciva a non ridere.
IL negro tirò fuori Happiness il suo ferro personale sventolandolo in aria mentre barcollava verso le celle.
 Ratto iniziò a correre, la pistola scarica nella fondina, il fucile con due colpi sulla schiena. Correva veloce per quanto le fosse possibile, cercando di restare nell'ombra.
"Corri verso dove? Testa di cazzo!" imprecò "dovevi risparmiarti il colpo" lo imitò stizzita " Testa di cazzo! Dovevo lasciarlo crepare in quel buco e andarmene. FANCULO!" 
"Ferma dove sei, ragazza." Polàr si sporse leggermente da dietro la pila di rottami, il revolver puntato su Ratto la cui corsa si arrestò di colpo, un sorriso stampato sul volto.
"ZISSOU! SE TIENI A QUESTO BEL FACCINO FAMMI VEDERE QUANTO VUOTE SONO LE TUE MANI!"
"Polàr... saccente figlio di puttana, cosa ti fa credere che mi freghi qualcosa di quella troietta?" gli fece lui a voce alta.
"Reggi il gioco bambina."
"Anzi, sai che ti dico?" Alzò l'uzi. Puntò. Sparò.
Il colpo viaggiò, sarebbe passato a un soffio dal corpo di Ratto perdendosi nel paesaggio dietro di lei, l'oscurità avrebbe aiutato la causa dei due disperati.
Sentendo lo sparo Perez si precipitò sul luogo, seguito da Bruco e Guantanamo, Happiness stretta in mano, i suoi scagnozzi avevano uno una beretta, uno una spada da parata dei carabinieri. 
 Il proiettile le era passato a un soffio, sarebbe bastato spostarsi di un millimetro per trovarsi una bella presa d'aria in più. "Sto tizio starebbe bene col Flagello! Testa di cazzo!"
Ratto comunque tenne il gioco, Lanciò un urlo di dolore e si lanciò per terra.
Approfittando del buio si poggio il fucile sul petto il corpo teso pronto a sparare.
Subito dopo la caduta della ragazza, Zissou puntò e sparò due colpi in direzione di Occhibianchi che per un attimo era rimasto spiazzato dall'accaduto. La copertura dietro cui era rifugiato però lo protesse. Venne il suo turno: si sporse sparò e rimase a tenere sotto tiro il bungalow dentro il quale si nascondeva il cacciatore. "Stanno arrivando Zissou. Esci e facciamola finita da uomo a uomo."
"Arriveranno e schiatteranno anche loro. Quand'è finita ti spiace se tengo il cappello?" Rispose.
Perry arrivò di fretta, ubriaco fradicio, fatto e finito arrancò accanto Polàr. Bruco e Guantanamo ai suoi lati a coprirlo.
"Cosa Cristo succede Polàr?" chiese con la bocca impastata.
"Fossi in te mi abbasserei capo. Il legionario ha già fatto fuori la russa."
"FIGLIO DI PUTTANA!- Gridò il pappane. -ESCI O FACCIO SALTARE QUELLA CAZZO DI BARACCA!"
"Guarda il lato positivo, forse hai salvato la ragazza. Coglione." Si consolò mestamente. Dopo tutto nel wasteland un po' di galanteria era ancora rimasta, a quanto pareva. 
Ratto fece due conti: Erano in evidente inferiorità numerica, anche facendone fuori uno, gli altri tre avrebbero aperto il fuoco. Uscire adesso allo scoperto equivaleva a lanciarsi tra le braccia della morte come fosse una vecchia amica che non si vede da tempo.
L'unica cosa saggia al momento era quella di restare immobile, nascosta nell'oscurità, fingendosi morta e sperare che le cose si mettessero nella posizione di poter salvare il culo...
"Perry l'hai voluto tu tutto questo macello. Io volevo soltanto andarmene per la mia strada." fece Zissou per temporeggiare
"E io volevo soltanto l'unico piacere che mi rimaneva..." Fece il nero ubriaco con la voce contrita.
"E' morto porca puttana! Bertie è morto e sepolto, cazzone d'un nero!"
"Tu avevi una missione, cacciatore."
"Trovare il responsabile vivo, è vero. Non avevo previsto l'arrivo della ragazza, l'ha trovato prima di me."
"Pensa bastardo, pensa... che situazione di merda!" Ma a Zissou non veniva nessuna idea geniale, non aveva assi nelle maniche ne colpi di scena in agguato per salvare la situazione. 
Ci voleva soltanto un miracolo perché ne uscisse vivo. Forse Ratto se la sarebbe cavata ma non ci avrebbe giurato.
Magra consolazione.
Perez nemmeno puntava la pistola, seguito dai suoi uomini superò il corpo di Ratto. Polàr gli stava alle spalle, uscì dalla copertura guardandosi intorno con prudenza, seguiva il nero che si frapponeva tra lui e il bersaglio. "Io... qualcuno la deve pagare! Per mia mano. Lei è morta capisci? CAZZO, LO RIESCI A CAPIRE?" Riuscì a dire Perry con lo sforzo di chi vorrebbe maledire Dio in persona.
"E' solo incapace di accettarlo ed è impazzito, chissà cosa rappresentava per lui la piccola Bia... ma la storia insegna che non c'è peggior pazzo di quello che ha del potere. O succede qualcosa in fretta o questa storia finirà in un bagno di sangue..." la preoccupazione di Zissou aumentava ad ogni secondo. "Perry, finiamola qua prima che sia troppo tardi!"
"La finiremo cacciatore, qui e ora!"
Occhibianchi era vicino il cadavere di Ratto, riprese il pacco di fiammiferi, afferrò la zanna ficcandosela in bocca e l'accese con l'ultimo cerino della scatola gettandola a terra. Vicino il volto della russa.
Una scatola di fiammiferi "Celsa" che, guarda caso non le era nuova. "Gli stessi trovati in tasca a quello stupratore del cazzo! Te l'hanno proprio buttata dentro eh, negro?"
Forse era solo una coincidenza...ma quante possibilità c erano che arrivassero da partite diverse in così poco tempo? Decise che comunque non era fatti suoi. Doveva pensare a salvarsi la pelle. Alzò lentamente il capo dal terreno per controllare la situazione:
Tre uomini davanti a sé, tutti che le davano le spalle. Il nero aveva la pistola in mano ma le braccia gli penzolavano lungo i fianchi e aveva difficoltà a reggersi in piedi ubriaco per com'era.
Gli altri due avevano le armi puntate su Zissou, che a sua volta puntava contro di loro l'uzi con 3 colpi in canna rimasti.
Accanto a lei,intento ad osservare la scena il tipo in bianco, anche lui con la pistola stretta nel pugno.
C'era una sola cosa da poter fare. Il rischio era altissimo e Ratto sentì il sudore imperlarle la fronte. Trattenne il respiro mentre le mani le tremavano per l'ansia e la paura. Restando riversa sulla schiena impugnò saldamente il fucile e lentamente, cercando di non fare il minimo rumore puntò l'arma e sparò a Polàr.
Il colpo squarciò la notte e trapassò il corpo dell'uomo che si accasciò al suolo. 
Immediatamente gli altri tre si voltarono e un altro colpo esplose dal canne mozze centrando in pieno lo sgherro alla destra del nero.
"E pensare che tutto stava andando secondo i piani..." fu l'ultima cosa che passò per la mente di Polàr mentre chiudeva gli occhi.
Il colpo di Ratto gli aveva perforato la schiena uscendogli dal petto ed il suo bel vestito bianco adesso soccombeva sotto una cascata di rosso.
"Ma che porc..." La testa di Bruco esplose come un'anguria schizzando sangue e cervella sul volto di Perry.
Guantanamo snudò la spada da parata e senza che nemmeno capisse contro cosa puntarla sentì il ginocchio destro aprirsi e lo vide riversarsi sull'asfalto in un oceano di dolore.
"Te l'avevo detto Perry." Disse compassato il cacciatore di taglie mentre teneva l'uzi puntato verso la testa di Perez.
Il nero rise sguaiatamente "Forse, dopotutto, mi sa che non la pagherà nessuno..."
"Non voglio ucciderti, già troppo sangue è stato versato per una vendetta già consumata."
Il gigante guardò la sua pistola, Happiness con una strana aria tra il malinconico e il tormentato "E pensare, Zizzù, che volevo soltanto un fottuto spiraglio di felicità..."
"Non farlo."
Perez guardò Ratto dritta negli occhi "Anche i ratti mordono, dopotutto..." alzò lo sguardo al cielo "Vengo a prendermi la mia stracazzo di felicità."
Il nero s'infilò Happiness in gola e premette il grilletto.
Per sua sfortuna il colpo non fu subito fatale, si portò via mezza mascella e tutta la guancia e l'orecchio sinistro, schiuma gli usciva dalla bocca e gli occhi tremavano impazziti. Cercava di farfugliare qualcosa ma le corde vocali gli si erano fuse per il calore alla carotide, la lingua non esisteva più e con tutta probabilità il cervelletto era quella cosa bianchiccia schizzata sul selciato.
"Povero diavolo..." Lo compassionò Zi che li aveva raggiunti. Ratto s'era rimessa in piedi.
"Bambina ci conviene levarci di torno, prima di subito. Prendo la moto tu aspettami qui."
"Nuova Speranza..." pensava Zi "...ma per  chi?"
Andarono via in fretta mentre gli uomini di Perez si rendevano conto di cosa accadeva.
Erano in strada, lontani da NS. 
Zi si destreggiava tra le auto cappottate ed i cadaveri sull'asfalto con tranquillità. A un certo punto la sua attenzione fu catturata da qualcosa di atipico. 
Fermò la moto dietro una carcassa di camion, smontò e si mise in copertura.
A circa un chilometro di distanza, su un'altra vecchia strada un pick-up e almeno sei auto erano a cerchio, gli uomini fuori a bere e mangiare. 
Zi afferrò il binocolo, non appena mise a fuoco una smorfia di soddisfazione increspò il suo volto.
"Commando Suicida. Rà, questi sono ossi più duri di Perry e Polar... Ed io non posso lasciarmi scappare la taglia su Flagello. Ti lascerò al primo posto più sicuro di questo."
Zi si tolse il binocolo e la guardò negli occhi, dopo aver avvistato la preda lo sguardo del cacciatore era diverso, divenne più... rapace.
"Non ti ho ancora ringraziata per avermi salvato la vita." Rapido come un falco l'afferrò baciandola avidamente, non lo faceva da tempo con un certo trasporto e facilmente quella sarebbe stata una delle ultime volte... Non si scappa col Commando Suicida. 
Giusto il tempo di ricomporsi e i due erano già in sella, sulla via per Urbania.
*merda!
**Addio, stronzo!

Il sole aveva ormai abbandonato il cielo. 

I bidoni facevano abbastanza luce ma le raffazzonate batterie a energia solare alimentavano quel tanto che bastava alcuni fari da cantiere che illuminavano la piazza a giorno.


"Meglio stare in silenzio per ora" Si disse Zissou mentre osservava la scena con le mani alzate. "Bambina devi lavorartelo tu."

Una puttana portò una borraccia a Perez che l'afferrò con violenza strappando il tappo e attaccandocisi; probabilmente era il loro intruglio a base di Tequila, Tabasco e Timbouctou. 
Un vero schifo.

Occhibianchi tornò seguito da un ragazzetto che trascinò con difficoltà una cassa di legno tra Ratto e Perez.

"Apri." Ordinò il nero, il ragazzo eseguì.

Una scatola di munizioni per pistola, un barilotto di carne secca e pesce salati, una cassetta di ortaggi misti, un coniglio, sei bottiglie di acqua bollita e una di TTT.

"Mancano giusto l'auto e la benza, pezzi di merda." constatò Zissou

"Questo è ciò che ti offro per levarti dai coglioni." Fece il pappone alla ragazza. "Siccome sono un gentiluomo ti concederò di passare la notte nel mio regno. Quindi domani, quando ti toglierai dalle palle, avrai questa cassa e il suo contenuto. Sempre fare attenzione alle parole." aggiunse per canzonarla.

Con un calcio Polàr chiuse il coperchio e il ragazzetto tornò a trascinare la cassa nella palazzina del sovraintendente. 

"Mi stavo quasi dimenticando di Lela!" Continuò Perez ritrovando una parvenza di humour sinistro. Chiamò a se una ragazza di una bellezza impressionante, mora e bionda insieme, corpetto nero, coulotte di pelle e stivali al ginocchio.

"Porca puttana Ratto quanto mi sei costata!" Pensò Zi mordendosi le labbra.

"Questa parte della ricompensa, russa, è tua fino a domattina. Trattamela bene."


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Ratto sedeva nella semioscurità della roulotte assegnatale per la notte.

L'incapacità di risolvere la situazione la tormentava.

Razionalmente la cosa più giusta da fare sarebbe stata quella di andarsene e lasciare quello sconosciuto al suo destino.

Era la cosa più giusta da fare ma anche la più vigliacca.

Aveva liquidato Lela poco dopo che il pappone gliel'aveva "consegnata" . La presenza di quella donna le dava solo altri fastidi, e ad ogni modo non aveva che farsene di lei. Sarebbe stata comunque una possibile testimone se avesse deciso di fare qualcosa di terribilmente stupido e insensato per salvare la vita a Zissou.

 


Erano trascorse parecchie ore, ormai, dal suo arrovellarsi e la notte era calata su Nuova Speranza ammantando tutto con una fitta coltre d'oscurità.

Ratto uscì con calma dalla sua roulotte, attorno a lei il silenzio più assoluto. Solo un paio di guardie sulle vedette lungo i confini della cittadella che scrutavano pigramente il perimetro esterno.
Con fare felino si diresse verso la moto del cacciatore di taglie che, durante il pomeriggio, era stata spostata dal piazzale e parcheggiata vicino il suo alloggio.

Scrutò nelle borse legate alla carena: nessuna traccia della pistola.
Ancora più demoralizzata si avviò verso le prigioni.

Doveva parlare con Zissou, doveva trovare un modo per salvarlo o dirgli addio...

Scaricò la sua arma e soppesò il proiettile sul palmo della mano per poi infilarselo in tasca, poi si assicurò che il piccolo coltello che aveva con sé fosse bene nascosto all'interno dello stivale.
Giunta al bungalow in cui il cacciatore era detenuto trovò solo due sgherri del nero a sorvegliarlo.

Si avvicinò al più alto e chiese:"Io vuole parlare a Zissou. Tu lascia me passare?"
La guardia le osservò la pistola che portava alla cinta.
"È scarica" rispose lei a quella muta domanda. "Non ha munizioni. Faccio controllare te che non dico stronzata."
Sfilò l'arma dalla fondina e la porse alla guardia che ne smontò il caricatore e arretrò il carrello per costatare che la donna non mentiva.
"Allora? Io può parlare con lui?" 

 

Bart e Zip solitamente passavano le serate giocando a carte nella palazzina B insieme ai loro compari e a qualche troia. La loro paga consisteva principalmente nel privilegio di far andare avanti quella macchina sgangherata che era Nuova Speranza, tenendo per se qualche briciola di quel che gli dava Perez e fottendosi una femmina alla settimana.

Quella che preferivano tranne Lela. Ordini del capo.


NS funzionava in modo semplice: Ogni tanto sei guardie partivano e andavano in uno dei luoghi abitati poco distanti con qualche puttana scelta per l'occasione facendo conoscere al pubblico un assaggio di paradiso e accrescendo la fama di Nuova Speranza.
Così i clienti arrivavano, li si imbottiva di TTT che poi non ci capivano più un cazzo, scopavano e pagavano un totale che variava a seconda della qualità della troia. Poteva essere un pacco di sigarette come semi, farmaci, droga, auto, moto, batterie, benza, schiavi e chi più ne ha più ne metta.
Certo i pericoli non mancavano, Una notte ogni tanto qualche banda temeraria provava a razziare Speranza ma Polàr e i suoi riuscivano sempre a rompergli il culo o a metterli in fuga.Una volta si presentò addirittura il famigerato Commando Suicida e dopo un inizio scoppiettante Flagello e Perez si chiusero in una stanza con Lela.Da allora i due sono buoni amici e da allora il Commando arriva puntuale, una volta al mese, sia per divertirsi sia per incassare la decima che Perez a sua volta paga al Flagello. In cambio il commando tiene lontani gli infetti e quei bastardi dei Macellai.
E visto che il business di Perez gira attorno alle donne a lui fa comodo non dover pagare il tributo mensile di una coppia ai "mangia uomini".

In pratica ci guadagnano tutti.

Bart e Zip avrebbero voluto essere alla B a bere e fumare e invece facevano la guardia alla fottuta prigione: una specie di bungalow con una porta di legno a serratura, dentro ci stavano due celle dalle finestre murate chiuse da porte a grata serrate a loro volta da due grossi lucchetti ciascuna.

Una notte sprecata. 

Poi arrivò quella tipa che voleva parlare con lo Straniero.

Diede l'arma a Bart che la controllò velocemente e Zip s'accorse che l'amico non era affatto interessato a quella pistola scarica. Doveva cogliere l'occasione prima di lui.

"Si, è scarica." Disse Bart, biondino, alto e muscoloso. Fucile a canne mozze e mazzetto di chiavi alla cintura. "Ma nessuno può vedere lo Straniero..."

"Ordini del capo." Aggiunse  Zip, bassino, coi baffetti e sicuramente più sveglio. Uzi. Entrambi avevano un fischietto.

"Si, ordini del capo." Gli fece eco Bart.

"Certo però..." riprese Zip avvicinandosi alla russa. "Il capo non è qui..."

Bart sgranò gli occhi intuendo dove volesse arrivare l'amico. "Zippy, lascia fare prima ai grandi."

"Bart, togliti dai coglioni." Tornò a guardarla. "Se la signorina desidera l'ultima conversazione con l'amichetto prima ci facciamo un giretto nella cella 01. Io e lei. Se poi se la sente può farlo anche con te. Amico."

Lavorare in un posto dove tutti tranne te scopano dalla mattina alla sera e quando ti tocca è solo una volta a settimana ti fa fare strani ragionamenti. Che poi si usurano mica, le zoccole?
Ma quelle erano le regole, anzi, gli ordini del capo.

"Ogni tanto il capo può pure andare a farsi fottere." Pensava Zip mangiandosi Ratto con gli occhi."Rischio la mia vita di merda, mangio da schifo, fotto gratis una volta a settimana e quando voglio farmene una extra devo rimetterci mezza paga... ma che vada a farsi fottere il negro una volta tanto."

 

Zissou era legato mani e piedi con del cordino ad uno dei quattro grossi anelli arrugginiti che sporgevano dalle pareti della cella 02, una stanza di tre metri e mezzo per tre. Le finestre erano due ed erano murate, non c'era illuminazione tranne quella che filtrava dalla porta a grate e da quel residuato di finestra che stava a lato dell'uscita del bungalow.

E da dove proveniva una voce amica.

"Proviamo." pensò rapido il cacciatore."Troia di merda! Se t'avvicini ti rompo il culo, cagna! Dopo tutto quello che ho fatto per te mi fotti così!"


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Perez era all'ottavo cicchetto di TTT e cominciava a vederci storto.

Era nella palazzina B, Maso faceva cantare il sax mentre le sue ragazze facevano cantare i clienti della serata.

Il meccanismo era ben rodato e funzionava.

La sua Bia però non c'era più e il suo obiettivo se n'era andato insieme a lei.

Dopo il suo assassinio si prese a cuore l'obiettivo di trovare Bertie e fargli passare le pene dell'inferno per il resto dei suoi lunghi giorni.

Ma adesso anche quell'obiettivo se n'era andato a fanculo, assieme alle palle di quel figlio di puttana.

Indigo Perez era rimasto solo. La sua donna era morta tempo prima, sua figlia era morta da una settimana e preferiva fidarsi di una biscia piuttosto che dei suoi cosiddetti "amici".

Il nero era seduto su un divano in un privé dal quale si dominava la sala comune. Alla base delle scale due suoi uomini chiudevano l'accesso giocando a un tavolino, in sala c'erano altre quattro guardie ubriache e drogate, sei o sette clienti che facevano entra ed esci dalle stanzette dell'amore al secondo piano e qualcosa come una decina di troie o giù di lì che ballavano, li facevano bere e poi li spennavano per bene. 

Neppure le labbra di Lela attorno al suo cazzo servivano a qualcosa, Perez la scostò con l delicatezza che un ubriaco può possedere e s'accese un sigaro.

Avrebbe voluto tanto uccidere qualcuno quella sera.

Qualcuno che valesse la pena uccidere ma non c'era più neanche quello, la cosa che più gli si avvicinava era quel fallito del cacciatore di taglie...

Avrebbe voluto tanto uccidere qualcuno quella sera.


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Da davanti una finestra della B Polàr sogghignava osservando la caduta del gigante nero.

Volto quasi inespressivo, pochissime rughe nonostante i trent'anni, capelli, cappello e cappotto che una volta erano bianchi. 

Come i suoi occhi.

Finì di rollarsene una e prese dal cappotto un pacco di fiammiferi "Celsa" aperto da poco più di una settimana.

Accese la sigaretta ripensando a quant'era stato fruttuoso l'ultimo di quei pacchetti.

L'era di Perez era terminata. 

 

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Lo sguardo famelico di Zip le metteva i brividi ma Ratto doveva stare al gioco se voleva sfruttare quell'occasione, forse l'unica, per salvare Zissou. 

Riprese la pistola esaminata da Bart  rimettendola nella fondina. Sorrise della stupidità di quei due che accecati dal desiderio sessuale erano stati così poco accorti da renderglil'arma. Finse l'espressione più provocante che riuscì a stamparsi sul viso. Era una vita di merda. Bisognava abbassarsi anche a questo.

La sua disponibilità mandò fuori di testa lo stronzo allupato di Zip che scoppio in una risata soddisfatta mentre l'altro, quello alto, scuoteva la testa rassegnato.

"Prima le signore." Fece Zip aprendo la porta del bungalow per poi richiudersela alle spalle dopo essere entrato.

In quel momento esatto le parole di Zissou risuonarono nella stanza.

"Cosa cazzo ti salta in mente? Sto cercando di salvarti il culo, Cristo santo!" pensò la russa.

"Bambina l'hai proprio fatto incazzare lo stronzo!" Rise ancora la guardia, superando la cella del prigioniero dirigendosi verso quella libera; troppo interessato alla sua scopata per dar retta all'inveire di Zissou.

"Si fotta." fece lei seguendolo.


Lo spazio angusto della cella era illuminato solo dalla luce della torcia che Zip aveva poggiato sul tavolo malfermo appena dietro la grata.

Con fare da gatta Ratto gli passo la mano tra i capelli e gli respirò sensualmente all'orecchio.

Dio come la disgustava quel porco!

Gli si fece più vicino, lasciò che i suoi seni premessero contro il suo torace e baciandolo sul collo lo tirò verso la branda.

Le mani dell'uomo esploravano avide il suo corpo. Erano violente. Erano mani che nessuna donna avrebbe voluto sulla propria pelle. 

Lei tratteneva il respiro nel tentativo di mandare via quell'orrenda sensazione mentre sentiva le imprecazioni di Zissou oltre la parete e i suoni gutturali dell'uomo che le stava addosso riempirle la testa.

Zip le slacciò il cinturone scaraventandolo dall'altra parte della stanza e le tirò giù i pantaloni con uno strattone frenetico e bramoso che le ricordò i modi di fare di quel porco a cui aveva sfondato il cranio. Trattenne un conato che quell'orrido pensiero le aveva fatto salire in gola, mentre la guardia violava la sua intimità spingendole le ginocchia sul petto.

"Sopporta ancora un po' Ox, quello stronzo ti serve. Hai bisogno di quello stronzo per sopravvivere. Lo stai facendo solo per questo. Solo per questo."

Passarono minuti che sembrarono ore.

I gemiti di Zip divennero più forti mentre lei fingeva che le piacesse.

Doveva essere sicura del fatto che quello stronzo avesse la guardia bassa, troppo distratto dal fottersela per rendersi conto di ciò che lei aveva in mente.

Con la sinistra lo teneva per i capelli premendogli in viso contro la sua spalla per coprirgli la visuale. Gemeva e fingeva che fosse la scopata migliore della sua vita. Fingeva perché era l'unico modo per tenere distratto quel figlio di puttana e con la destra cercava di raggiungere il coltello nel suo stivale.

"Goditela brutto pezzo di merda, stai per andare all'altro mondo contento!"

Preso! L'indice e il pollice saldi sul manico e in un secondo lo aveva sfilato.

Mentre il piacere dell'uomo cresceva ed era quasi all'apice, Ratto saldò la presa e gli sferrò un colpo alla gola.

Uscì un suono liquido e gutturale. Lo sguardo dell'uomo pieno di stupìto terrore mentre la lama gli attraversava la carotide con un colpo secco. Ratto tirò il coltello verso di sé e la carne si squarciò in due. Il sangue cominciò a scorrere copioso sul volto e sul petto di Ox che con uno strattone si scrollò Zip di dosso tossendo e spuntando il sangue che le era entrato in gola e nel naso.
L'uomo annaspava muto sul pavimento mentre la vita lo abbandonava velocemente. Il viso contratto in un espressione di dolore mentre schiumava sangue e saliva.
Si rivestì in fretta ripulendosi con la manica il sangue sul volto e sputando in terra quello che ancora aveva in bocca.

Raccolse il cinturone, afferrò la torcia e ricaricò la pistola.

Il rumore del carrello risuonò nel bungalow.

Se solo caricare una pistola faceva tutto quel casino, figurarsi sparare.

"говно!"*

Aiutandosi con il coltello strappò la manica alla giacca del morto e l'avvolse attorno alla canna.

Uscì dalla cella e si piazzò a un paio di metri dalla porta. Torcia e arma puntate in quella direzione.

"EHI! GUARDIA! TESTA DI CAZZO DICO A TE!"

"Cosa cazzo...?" Bart non ebbe neppure il tempo di rendersi conto di "cosa cazzo" stava succedendo. Appena la porta fu aperta, il rombo attutito della pistola esplose dentro l'edificio. 

"до свидания мудак!"**


Il rombo era smorzato si, ma sempre di uno sparo si trattava. Se la cosa con l'alcool, la musica e le puttane poteva esser passata più o meno in sordina nella palazzina B così non lo fu in strada.

Polàr sentì, a malincuore spense la sigaretta e la infilò nel pacco di fiammiferi estraendo il proprio revolver, anch'esso bianco.

Occhibianchi s'appostò dietro la pila di rottami bruciati che fungeva da palco e dalla quale si vedeva il bungalow delle celle, il cadavere di Bart con un buco in testa a sorvegliarne l'entrata. Stava per avvicinarsi quando sentì una voce provenire dall'interno. Rimase nascosto in attesa.

 


"Ce ne hai messo di tempo ragazzina!" Esordì sarcastico Zissou mentre Ratto lo liberava dalle corde. "Dovevi risparmiarti quel colpo." Le fece preoccupato e lei lo guardò torvo.

Zissou raccolse l'Uzi di Zip, controllò il caricatore: cinque colpi.

"Me li farò bastare. Tu prendi quel canne mozze e non giochiamo a fare i cowboy se vogliamo uscirne vivi."

Zissou era a petto nudo, con solo pantaloni, anfibi e Uzi. "Controllo se la via è libera, al mio via corri in direzione sud-est come se non ci fosse un domani." Le indicò verso dove dirigersi mentre afferrava il corpo senza vita di Zip facendogli sporgere la testa dalla porta. Il cacciatore s'aspettava che uno sparo fulminasse la testa del povero allupato ma nulla di tutto ciò avvenne.

"Sembra libero. Corri Ratto, corri!"


Polàr sorrise. "Trucchi da Legione Straniera."

Attendeva soltanto che uscisse la prima, vera persona per rivelarsi e metterla sotto tiro. Non avrebbe sparato subito, voleva sapere prima il perché.

 


Col casino all'interno del locale in pochi s'accorsero dello sparo nell'edificio delle prigioni e la maggior parte di essi non associarono nemmeno quel rumore a quello di una pistola.

Perez però con tutto il TTT, la Mescoca e la voglia di uccidere conosceva quel rumore e decise di alzarsi caracollando per le scale. Mise un piede in fallo e rotolò giù per la rampa finendo sul tavolino dove i suoi scagnozzi giocavano a carte.

Bruco per la prima volta nella sua vita stava riuscendo a vincere a Poker un'auto, la paga di un mese e le sigarette al suo eterno rivale Guantanamo ma nel momento della rivelazione della mano il tavolino era ridotto in schegge e le carte erano sparpagliate per mezza sala. La musica s'arrestò e tutti guardarono stupefatti la scena.

Perez perdeva sangue dal labbro, Guantanamo fece per aiutarlo ma il gigante nero lo prese per il collo sbattendolo su un altro tavolo poco distante."Che cazzo guardate... pezzi di merda... tornate a ballare..." Nonostante il tipico modo di parlare degli ubriachi il suo tono assunse una strana aria malinconica."...Tornate a fottere le mie ragazze... E fottetevi anche voi già che ci siete."

Perez uscì seguito da un Bruco in lacrime con ancora il suo poker d'assi in mano e da un Guantanamo che nonostante avesse la fronte spaccata non riusciva a non ridere.

Il negro tirò fuori Happiness il suo ferro personale sventolandolo in aria mentre barcollava verso le celle.

 

Ratto iniziò a correre, la pistola scarica nella fondina, il fucile con due colpi sulla schiena. Correva veloce per quanto le fosse possibile, cercando di restare nell'ombra.

"Corri verso dove? Testa di cazzo!" imprecò "dovevi risparmiarti il colpo" lo imitò stizzita " Testa di cazzo! Dovevo lasciarlo crepare in quel buco e andarmene. FANCULO!" 

"Ferma dove sei, ragazza." Polàr si sporse leggermente da dietro la pila di rottami, il revolver puntato su Ratto la cui corsa si arrestò di colpo, un sorriso stampato sul volto.

"ZISSOU! SE TIENI A QUESTO BEL FACCINO FAMMI VEDERE QUANTO VUOTE SONO LE TUE MANI!"

"Polàr... saccente figlio di puttana, cosa ti fa credere che mi freghi qualcosa di quella troietta?" gli fece lui a voce alta.

"Reggi il gioco bambina."

"Anzi, sai che ti dico?" Alzò l'uzi. Puntò. Sparò.

Il colpo viaggiò, sarebbe passato a un soffio dal corpo di Ratto perdendosi nel paesaggio dietro di lei, l'oscurità avrebbe aiutato la causa dei due disperati.

 


Sentendo lo sparo Perez si precipitò sul luogo, seguito da Bruco e Guantanamo, Happiness stretta in mano, i suoi scagnozzi avevano uno una beretta, uno una spada da parata dei carabinieri. 


Il proiettile le era passato a un soffio, sarebbe bastato spostarsi di un millimetro per trovarsi una bella presa d'aria in più. "Sto tizio starebbe bene col Flagello! Testa di cazzo!"
Ratto comunque tenne il gioco, Lanciò un urlo di dolore e si lanciò per terra.
Approfittando del buio si poggio il fucile sul petto il corpo teso pronto a sparare.


Subito dopo la caduta della ragazza, Zissou puntò e sparò due colpi in direzione di Occhibianchi che per un attimo era rimasto spiazzato dall'accaduto. La copertura dietro cui era rifugiato però lo protesse. Venne il suo turno: si sporse sparò e rimase a tenere sotto tiro il bungalow dentro il quale si nascondeva il cacciatore. "Stanno arrivando Zissou. Esci e facciamola finita da uomo a uomo."

"Arriveranno e schiatteranno anche loro. Quand'è finita ti spiace se tengo il cappello?" Rispose.

 


Perry arrivò di fretta, ubriaco fradicio, fatto e finito arrancò accanto Polàr. Bruco e Guantanamo ai suoi lati a coprirlo.

"Cosa Cristo succede Polàr?" chiese con la bocca impastata.

"Fossi in te mi abbasserei capo. Il legionario ha già fatto fuori la russa."

"FIGLIO DI PUTTANA!- Gridò il pappane. -ESCI O FACCIO SALTARE QUELLA CAZZO DI BARACCA!"


"Guarda il lato positivo, forse hai salvato la ragazza. Coglione." Si consolò mestamente. Dopo tutto nel wasteland un po' di galanteria era ancora rimasta, a quanto pareva. 

 


Ratto fece due conti: Erano in evidente inferiorità numerica, anche facendone fuori uno, gli altri tre avrebbero aperto il fuoco. Uscire adesso allo scoperto equivaleva a lanciarsi tra le braccia della morte come fosse una vecchia amica che non si vede da tempo.
L'unica cosa saggia al momento era quella di restare immobile, nascosta nell'oscurità, fingendosi morta e sperare che le cose si mettessero nella posizione di poter salvare il culo...


"Perry l'hai voluto tu tutto questo macello. Io volevo soltanto andarmene per la mia strada." fece Zissou per temporeggiare

"E io volevo soltanto l'unico piacere che mi rimaneva..." Fece il nero ubriaco con la voce contrita.

"E' morto porca puttana! Bertie è morto e sepolto, cazzone d'un nero!"

"Tu avevi una missione, cacciatore."

"Trovare il responsabile vivo, è vero. Non avevo previsto l'arrivo della ragazza, l'ha trovato prima di me."

"Pensa bastardo, pensa... che situazione di merda!" Ma a Zissou non veniva nessuna idea geniale, non aveva assi nelle maniche ne colpi di scena in agguato per salvare la situazione. 

Ci voleva soltanto un miracolo perché ne uscisse vivo. Forse Ratto se la sarebbe cavata ma non ci avrebbe giurato.

Magra consolazione.

 

Perez nemmeno puntava la pistola, seguito dai suoi uomini superò il corpo di Ratto. Polàr gli stava alle spalle, uscì dalla copertura guardandosi intorno con prudenza, seguiva il nero che si frapponeva tra lui e il bersaglio. "Io... qualcuno la deve pagare! Per mia mano. Lei è morta capisci? CAZZO, LO RIESCI A CAPIRE?" Riuscì a dire Perry con lo sforzo di chi vorrebbe maledire Dio in persona.

"E' solo incapace di accettarlo ed è impazzito, chissà cosa rappresentava per lui la piccola Bia... ma la storia insegna che non c'è peggior pazzo di quello che ha del potere. O succede qualcosa in fretta o questa storia finirà in un bagno di sangue..." La preoccupazione di Zissou aumentava ad ogni secondo.

"Perry, finiamola qua prima che sia troppo tardi!"

"La finiremo cacciatore, qui e ora!"

 

Occhibianchi era vicino il cadavere di Ratto, riprese il pacco di fiammiferi, afferrò la zanna ficcandosela in bocca e l'accese con l'ultimo cerino della scatola gettandola a terra. Vicino il volto della russa.

Una scatola di fiammiferi "Celsa" che, guarda caso non le era nuova. "Gli stessi trovati in tasca a quello stupratore del cazzo! Te l'hanno proprio buttata dentro eh, negro?"

Forse era solo una coincidenza...ma quante possibilità c erano che arrivassero da partite diverse in così poco tempo? Decise che comunque non era fatti suoi. Doveva pensare a salvarsi la pelle. Alzò lentamente il capo dal terreno per controllare la situazione:

Tre uomini davanti a sé, tutti che le davano le spalle. Il nero aveva la pistola in mano ma le braccia gli penzolavano lungo i fianchi e aveva difficoltà a reggersi in piedi ubriaco per com'era.

Gli altri due avevano le armi puntate su Zissou, che a sua volta puntava contro di loro l'uzi con 3 colpi in canna rimasti.

Accanto a lei, intento ad osservare la scena il tipo in bianco, anche lui con la pistola stretta nel pugno.

C'era una sola cosa da poter fare. Il rischio era altissimo e Ratto sentì il sudore imperlarle la fronte. Trattenne il respiro mentre le mani le tremavano per l'ansia e la paura. Restando riversa sulla schiena impugnò saldamente il fucile e lentamente, cercando di non fare il minimo rumore puntò l'arma e sparò a Polàr.
Il colpo squarciò la notte e trapassò il corpo dell'uomo che si accasciò al suolo. 

Immediatamente gli altri tre si voltarono e un altro colpo esplose dal canne mozze centrando in pieno lo sgherro alla destra del nero.

"E pensare che tutto stava andando secondo i piani..." fu l'ultima cosa che passò per la mente di Polàr mentre chiudeva gli occhi.

Il colpo di Ratto gli aveva perforato la schiena uscendogli dal petto ed il suo bel vestito bianco adesso soccombeva sotto una cascata di rosso.

"Ma che porc..." La testa di Bruco esplose come un'anguria schizzando sangue e cervella sul volto di Perry.

Guantanamo snudò la spada da parata e senza che nemmeno capisse contro cosa puntarla sentì il ginocchio destro aprirsi e lo vide riversarsi sull'asfalto in un oceano di dolore.

"Te l'avevo detto Perry." Disse compassato il cacciatore di taglie mentre teneva l'uzi puntato verso la testa di Perez.

Il nero rise sguaiatamente "Forse, dopotutto, mi sa che non la pagherà nessuno..."

"Non voglio ucciderti, già troppo sangue è stato versato per una vendetta già consumata."

Il gigante guardò la sua pistola, Happiness con una strana aria tra il malinconico e il tormentato "E pensare, Zizzù, che volevo soltanto un fottuto spiraglio di felicità..."

"Non farlo."

Perez guardò Ratto dritta negli occhi "Anche i ratti mordono, dopotutto..." alzò lo sguardo al cielo "Vengo a prendermi la mia stracazzo di felicità."Il nero s'infilò Happiness in gola e premette il grilletto.

 

 

Per sua sfortuna il colpo non fu subito fatale, si portò via mezza mascella e tutta la guancia e l'orecchio sinistro, schiuma gli usciva dalla bocca e gli occhi tremavano impazziti. Cercava di farfugliare qualcosa ma le corde vocali gli si erano fuse per il calore alla carotide, la lingua non esisteva più e con tutta probabilità il cervelletto era quella cosa bianchiccia schizzata sul selciato.

"Povero diavolo..." Lo compassionò Zi che li aveva raggiunti. Ratto s'era rimessa in piedi.

"Bambina ci conviene levarci di torno, prima di subito. Prendo la moto tu aspettami qui."

"Nuova Speranza..." pensava Zi "...ma per  chi?"

Andarono via in fretta mentre gli uomini di Perez si rendevano conto di cosa accadeva.

 




Erano in strada, lontani da NS. 

Zi si destreggiava tra le auto cappottate ed i cadaveri sull'asfalto con tranquillità. A un certo punto la sua attenzione fu catturata da qualcosa di atipico. 

Fermò la moto dietro una carcassa di camion, smontò e si mise in copertura.

A circa un chilometro di distanza, su un'altra vecchia strada un pick-up e almeno sei auto erano a cerchio, gli uomini fuori a bere e mangiare.

Zi afferrò il binocolo, non appena mise a fuoco una smorfia di soddisfazione increspò il suo volto.

"Commando Suicida. Rà, questi sono ossi più duri di Perry e Polar... Ed io non posso lasciarmi scappare la taglia su Flagello. Ti lascerò al primo posto più sicuro di questo."

Zissou si tolse il binocolo e la guardò negli occhi, dopo aver avvistato la preda lo sguardo del cacciatore era diverso, divenne più... rapace.

"Non ti ho ancora ringraziata per avermi salvato la vita." Rapido come un falco l'afferrò baciandola avidamente, non lo faceva da tempo con un certo trasporto e facilmente quella sarebbe stata una delle ultime volte... Non si scappa col Commando Suicida. 

Giusto il tempo di ricomporsi e i due erano già in sella, sulla via per Urbania.


*** traduzioni***


*merda!

**Addio, stronzo!


 

Bene. Eccomi giunta alla fine della prima parte scritta a quattro mani con l'aiuto di un carissimo amico pieno di talento. Come avrete notato la presenza degli infetti non è così determinante, non mi andava di fare una storia splatter, ho così deciso di far ruotare tutto attorno alla vita di Oxana, personaggio che interpreto nella campagna LARP Progetto Eden. 

I capitoli che ho aggiunto fin ora erano già scritti in seguito ad una giocata in ruolo che abbiamo già fatto quindi ho solo dovuto recuperare il materiale, rivederlo, correggere e aggiungere qualcosa e poi pubblicarlo. Quello che accadrà ad Urbania invece dovrò scriverlo da zero, ricordando i fatti accaduti, questo mi richiederà un po' di tempo ma prometto di impegnarmi a farlo più celermente possibile.
Da ieri ho ricevuto moltissime visite e ve ne sono molto grata, attendo però con ansia le vostre recensioni per avere un parere critico sul mio lavoro. Siate cattivi (ma possibilmente non troppo ^^)

Un saluto dal wasteland 
Ratto. Anno 2043

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