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di _Rebs
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Just who? ***
Capitolo 2: *** Why? ***



Capitolo 1
*** Just who? ***


Piove. Piove ancora, ormai da una settimana.
Scosto lentamente la tendina dalla finestra e osservo due goccioline d’acqua che fanno a gara per scendere.
Che noia, una noia mortale. Ma questa noia durerà poco, perchè alle sette devo essere a casa di Julie per il pijama paty. Verrà anche Vale.
Che strano da dire, ‘pijama party’. Sembra un po’ un nomignolo che usano le bimbe piccoline. Ma va beh, che altro dovrei dire a questo punto?
Non so se faccio bene ad accendere la televisione, dato che da poco è iniziato un diluvio là fuori. Non importa, meglio morire colpita da un fulmine che morire di noia. Davvero elettrizzante.
Giro su un po’ di canali, ma nella maggior parte va la pubblicità, perciò mi soffermo su uno in cui danno una pubblicità su delle caramelle a forma di zucca d’halloween.
E’ vero, devo tirare fuori il mio costume da diavoletta.
“Disturbo?” dice mia madre entrando in camera mia senza bussare, a causa del vassoio che le occupa entrambe le mani.
“No no, entra pure mamma” rispondo sorridendo.
“Ti ho portato una tazza di cioccolata calda”
“Ottimo, stavo morendo dal freddo, sai” dico afferando con cautela la mia tazza dal vassoio.
“L’ho appena fatta, attenta, è ancora bollente” dice sedendosi sul divanetto arancione.
“Mmh, sento. Quando torna papà?”
“Verso le sette”
“Ah, sarò già da Julie”
“Hai fatto i compiti?” dice alzando un soppracciglio.
“Sì mamma”
“Allora ti consiglio di prepararti, perchè sono le cinque passate, non vorrai far ritardo la notte di Halloween” dice alzandosi dal divanetto per dirigersi verso la porta.
“No aiuto, che paura” dico porgendole la tazza ormai vuota.
Sorridendo, esce dalla mia camera chiudendo la porta dietro si se.
Tiro fuori un borsone e inizio a metterci dentro degli abiti pesanti, lo spazzolino, il costume da diavoletta e tutto il resto.
Chiudendo il borsone, guardo l’orologio. Oh cavolo, sono già le sei e non mi sono ancora fatta una doccia.
Entro in bagno chiudendo la porta a chiave.
Dopo mezz’ora, sono già fuori di casa pronta.
Facendo un riepilogo di tutto ciò che ho preso, mi avvio per andare a casa di Julie.
 
 
Arrivata davanti al portone di casa di Julie, impaziente, suono il campanello luccicante, con tutte le luci della via riflesse.
Qui a New York è tutto stupendo, è sempre stato il mio sogno venire qui, e un anno fa il mio sogno si è realizzato.
Apre la porta Julie, con un sorriso stampato in faccia, bellissima come sempre. Un cardigan beige, dei pantaloni stretti rosa chiaro e i capelli raccolti in una cipolla arruffata sulla testa.
Ci abbracciamo, e mi invita ad entrare. La casa di Julie è qualcosa di spettacolare, enorme. Lampadari luccicanti enormi, quadri enormi, divani enormi... tutto enorme.
Dopo aver sistemato la mia borsa in camera di Julie, ci sediamo entrambe davanti al camino per gustarci qualche marshmellow in tranquillità.
Ma questa tranquillità viene subito interrotta da ben tre colpi di campanello decisi.
Corriamo ad aprire a Vale, che insiste ancora suoando il campanello.
Vale è sempre stata la simpaticona, è tutta strana. E adora sfottere! Julie invece è quella che da consigli saggi, ma anche lei ha quei suoi momenti di pazzia, soprattutto dopo la mezzanotte, perde il controllo e fa morire dal ridere.
Io e Vale ci conosciamo dalla nascita, siamo nate entrambe in Inghilterra e le nostre famiglie si conoscevano già da prima.
Abbiamo origini italiane. I nostri genitori un anno fa decisero di aprire un’azienda di viaggi italiani qui a New York, sapendo che il resto sarebbe stato gestito dall’azienda dei miei nonni a Milano, in Italia.
Quindi, per questo motivo ci trasferimmo qui a New York, ed andando a scuola conoscemmo Julie. Siamo diventate subito un trio inseparabile. Valentina, Julie e Vanessa. O meglio dire Vale, Juls e Vans. Sì, il mio soprannome è come la marca delle scarpe, Vans. Forse perchè le indosso sempre, e ne ho di cinque colori diversi.
Aprendo il portone, troviamo Vale insieme a due borsoni enormi e una tracolla, tutta tremolante con una faccia buffa ed era davvero inevitabile non scoppiare a ridere. Ma prima di ridere troppo per i gusti di Vale, ci fermiamo.
“Che ridete?!” dice Vale ancora tremando per il freddo. “Fatemi entrare, sto gelando, odio il freddo, lo odio, lo odio. Sono nata a maggio, non a dicembre...”
“Ma siamo ancora a ottobre, Vale” rispondo ridendo, prendendole un borsone.
Julie prende l’altro e tutte e tre entriamo in casa, lasciando che Vale chiuda la porta.
“Vans, ormai siamo ad inizi di novembre” dice Julie salendo le scale per andare in camera su, presumibilmente per lasciare le cose di Vale.
“Hey, Vale, hai portato il film? E tu Vans da bere?” dice Julie in attesa delle nostre risposte.
“Sì ho portato...”
“Illuinaci sù” dico interrompendo Vale.
“Ehm, The Ring 2, va bene?” esclama Vale.
“Va benissimo, io ho portato bibite varie, sono già in frigo ragazze” rispondo sorridendo.
 
Adoro ritrovarmi con le mie due migliori amiche, e non c’è miglior modo per passare la notte di Halloween, se non con loro due. Insieme ci divertiamo un casino.
 
Ci accoccoliamo nel divano, ci copriamo con una grandissima coperta di lana e ci godiamo il film, gustandoci i nostri marshmellows.
Okay, questo posto sta diventando osceno, pieno di marshmellows masticati... Vale sputa tutto ogni volta che vede Samara, nel film.
 
Il film è finito, e le mie amiche sembrano morte... di paura, è chiaro.
Saliamo in camera di Julie ed entriamo sul mio account Facebook, tanto per vedere se c’è qualcuno di talmente sfigato da starsene su uno stupido social nework ad Halloween.
Beh, sicuramente c’è qualcuno, ma questo qualcuno non è affatto sfigato, o meglio dire sfigata. Mi compare come prima notizia sulla home il nuovo album di Bethany Hallcoth, quella troia. L’album si chiama ‘hAlLoWeEn WiTh My FrIeNdzZzZ<3<3<3<3<3’.
Dai, ma si può essere più deficienti? La grammatica, non ho parole. E pensare che ha sempre una mandria di ragazzi che la segue ovunque vada. Davvero disgustoso.
E in cambio di essere seguita da questi ragazzi, Bethany cosa fa? Ma mi sembra ovvio, se li fa.
“Ti prego Vans, cambia pagina” dice Juls interrompendo il silenzio.
“Già, sto per vomitare” prosegue Vale “se poi vomito sul tuo pavimento Juls, sarà colpa della Hallcoth...”
“Basta” dico guardando l’ultima foto dell’album di Bethany in cui tiene un indice sulle labbra rosse, mentre Josh le tocca il culo “andiamo sul gruppo della classe di biologia”.
Juls e Vale annuiscono non sapendo cosa rispondermi. Sanno che non mi fa piacere rivedere Josh con Bethany.
Vado sul gruppo e leggo il nuovo post fatto da un mio compagno di corso.
“Heeeeey ragazzi! Tutto bene? Come lo state passando l’Halloween? Beh, ho nuove notizie! Arriverà un ragazzo nuovo lunedì. Non so come si chiama, so solo quello che vi ho detto. Tutto qui, divertitevi! Ah sì, chi mi da i compiti di biologia per martedì?”
Wow, un ragazzo nuovo. Si spera solo che non sia come il ‘compagno nuovo’ dell’anno scorso, Josh.
“Fantastico direi, magari è pure carino, magari alto, biondo, bello...” dice Vale speranzosa.
“Mi metti allegria...” dico con sarcasmo.
“Vans, non ti preoccupare, non succederà come è successo con Josh” mi rassicura Juls.
“Già, ma che dicevo... sicuramente sarà bruttissimo e antipatico. Basta che non cadi nel tranello, per sicurezza ignoralo perchè se poi succede come con  Josh, ci rimani di nuovo male... e io non voglio che rimani male” dice Vale mettendo un broncio.
“Grazie ragazze” rispondo cercando di convincere me stessa.
Ed ecco che arriva un flashback.
 
 
 
 
“Josh!” dissi sorridendo buttandogli le mie braccia intorno al collo.
“Senti Vans...” iniziò a dire lui.
“Ah eccoti Vanessa Tisdale” disse Bethany inarcando un soppracciglio e appoggiandosi alla spalla di Josh, per poi schioccargli un bacio sulla guancia.
“Che succede Josh...?” dissi confusa.
“Beh ecco...” Continuò Josh.
“Non può più stare con te, stronzetta. Ora è mio. Ieri sera ha capito che me la cavo bene a letto” disse Bethany interrompendo Josh “Ora levati, io e il mio ragazzo dobbiamo andare a casa mia. Sei solo una sfigata, non avrai mai un vero ragazzo” sputò accentuando la ‘r’ di ‘ragazzo’.
“Ma Josh...” dissi con gli  occhi lucidi.
“Niente ma, l’hai sentita. Ti mollo Vanessa, ormai sto con Bethany. Tu invece... cercati qualcun’altro, ciao” disse Josh con freddezza.
“Sei solo uno stronzo, non meriti nulla, cretino. Preferisco rimanere vergine e single, invece di essere una troia e stare con te. Ho la mia famiglia e i miei amici, non ho bisogno di stare con un doppiogiochista di merda” la finii lì, e scappai piangendo.
Mi aveva solo usata. Lo dovevo sapere. Nessuno vuole stare con me. Era finita. Bethany si era fatta anche il mio ragazzo. Stupendo. Non mi fiderò più tanto facilmente di altri ragazzi.
 
 
“Ora basta dai” dice Julie riportandomi alla realtà.
“Usciamo su, mettetevi i costumi!”
 
Ci infiliamo i nostri costumi e siamo pronte.
 
Camminiamo per le strade, guardandoci attorno e vedendo altre persone travestite.
Abbiamo accumulato un bel po’ di dolcetti! E devo ammettere che il mio costume da diavoletta non è niente male. Vale un vampiro e Juls una strega. Siamo carinissime.
Vedendo una coppia mano nella mano, ripenso al ragazzo nuovo che arriverà nella nostra classe.
Mi immergo nei miei  pensieri così tanto, a tal punto da non sentire più nulla di ciò che mi circonda.
“VANS! ATTENTA!”
“LEVATI DI LI’ VANS!”
Sento le mie amiche urlare, ma appena mi volto, vedo un ragazzo in bicicletta arrivarmi contro.
“HEY TU ATTENTA!” urla il ragazzo in lontananza.
“Ma che caz...” ma prima di finire la frase vengo travolta e buttata a terra.
Sento un dolore allucinante al fondoschiena.
“Te l’ho detto di stare attenta ragazzina” dice il ragazzo alzandosi da me.
“Come mi hai chiamata, scusa?” dico inarcando il sopracciglio.
“Ragazzina. Ma dove vivi? Nel paese delle fate? Non riesci a vedere nulla? Ad esempio un ragazzo con una bicicletta? Ti dovevi levare!”
“Ma come ti permetti? Mi investi e poi mi insulti pure? Cretino” dico cercando di sollevarmi da terra. Mi porge la mano per aiutarmi ma la rifiuto bruscamente.
“Ti sei fatta male?” dice con un leggero senso di colpa.
“Non dovrebbe interessarti”
“Scusami, ero di fretta”
“Mhm”
“Hai davvero un bel costume, è...”
“Sono una diavoletta” dico con freddezza.
Emette una piccola risatina a causa della mia frase dal tono infantile.
“Oh certo... come ti chiami?” dice sorridendo.
“Vanessa” dico a testa bassa.
“Io sono Drew, piacere”  risponde chinando la testa.

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Capitolo 2
*** Why? ***


Quant’è brutta quella sensazione di consapevolezza del fatto che ormai è domenica sera e che domani inizierà un’altra straziante settimana di scuola? Mmh, tanto direi.
Ma farei meglio ad addormentarmi, visto che domani devo alzarmi presto.
Ripensando alla sera precedente trascorsa con Vale e Juls, cado quasi subito in un sonno profondo, dovuto alla stanchezza credo.
 
“Alzati tesoro, non vorrai mica far tardi come quella volta che sei dovuta rimanere per mezz’ora sotto la pioggia senza l’ombrello che ti avevano rubato...” inizia a parlottare mia madre, prestando non curanza al fatto che è ancora mattina presto e che il mio cervello non è ancora lucido e pronto per sorbirmi i suoi discorsi mattutini.
“Okay mamma okay okay okay, mi alzo. Ma capiscimi, non ho seguito nemmeno una parola di ciò che hai detto, ho sonno...” dico interrompendola.
Forse sono stata troppo brusca, così, mi alzo sorridendo e vado ad aprire le tende color turchese. Un raggio di sole mi acceca per qualche secondo la vista, ma niente di che. E’ un buon segno. Ha smesso di piovere finalmente, e il sole è bello alto nel cielo.
Spero che sia così per tutta la settimana, veramente.
“Visto che bella giornata, tesoro?” dice mamma avvicinandosi.
“Eh sì, proprio bella” rispondo sospirando.
“Lavati e vestiti, fai presto. Ti preparo la colazione intanto.”
“Va bene” dico osservandola varcare la soglia della porta di camera mia.
“Mamma?”
“Sì?”
“Potresti farmi dei toast con la marmellata? E magari da bere un succo alla pesca?”
“Ai suoi ordini signorina” risponde mamma ormai in lontananza.
Realizzo che devo sbrigarmi, ho venti minuti in tutto.
 
 
Ho appena fatto la doccia, esco dal bagno avvolta nell’asciugamano e scelgo una t-shirt viola e dei jeans stretti. Le scarpe? Ovviamente le mie fedeli Vans viola abbinate alla maglietta.
Asciugo i capelli, li pettino, mi metto un po’ di crema idratante, matita, mascara, burrocacao, prendo la borsa e via di corsa verso la cucina.
Appena arrivata, divoro letteralmente la mia colazione.
“Austin!” dico afferrando mio fratello per un braccio.
“Lasciami indovinare, vuoi un passaggio?” dice in tono malizioso.
“Ehm... sì, perfavore” rispondo.
“Vieni”
Salutiamo mamma e andiamo verso la macchina malconcia di Austin.
“Aus, devi dare una lavata a questo rottame” dico in tono serio.
Austin ridacchia.
“Insulti e vuoi pure un passaggio?” dice aprendomi la portiera.
“Beh...” rispondo sedendomi e allacciandomi la cintura.
“Ho diciotto anni tesoro, faccio quel che voglio” dice girando le chiavi e partendo.
“Basta che per oggi la destinazione sia la scuola e non l’ospedale”.
“Parli come una brava ragazza”
“Lo sono”
“Responsabile...”
“Lo sono”
“Obbediente”
“Lo sono”
“Gentile”
“Sono pure quello”
“Metti la radio, Vans”
Premo con cautela il pulsante che fa partire la radio.
“Cambia stazione, questa canzone non mi piace” dice Austin storcendo il naso.
Premo l’altro pulsante e vado avanti di una stazione.
“Lascia questa” dice senza distogliere lo sguardo dalla strada.
Mi corico sul sedile senza addormentarmi e chiudo gli occhi, facendomi trasportare dalle note di Turn Around, di Conor Maynard.
 
Siamo arrivati.
Austin parcheggia il rottame ed io sguizzo subito fuori.
Gli stampo un bacio sulla guancia ringraziandolo, lo saluto e mi avvio verso l’ingresso, dove incontro Juls e Vale.
“Buondì amica” dicono in coro con un sorrisone stampato in faccia.
“Ciao cretine” rispondo ridacchiando.
“Non ho fatto la ricerca di biologia” dice Vale tutto d’un fiato.
“Copia la mia” intervine Juls.
“Basta che cambi qualche parola”
All’improvviso qualcosa mi colpisce la spalla, o meglio dire, qualcuno.
Ma chi sarà mai il deficiente che osa interrompere la nostra animata conversazione?
“Dobbiamo smetterla di incontrarci così, dolcezza”
Sussulto al suono di quella voce particolarmente familiare, già sentita.
E’ lui. Drew.
“In realtà speravo di non incontrarti proprio” dico inarcando il sopracciglio.
“E’ il destino, dolcezza”
“E’ casualità, cretino. E non chiamarmi in quel modo”
“Ma che ti ho fatto di male?”
Che ci fa qui Drew? Spero non sia come penso.
“Che ci fai qui?”
“Questa è la ‘George Washington High School’, giusto?”
“Sì”
Do una rapida occhiata alle mie amiche, hanno la bocca aperta e paiono sorprese.
“Sono nuovo”
Mi pietrifico all’istante. Addio mondo. No! Non può essere. Non voglio che sia così. Quasi mi risale la colazione.
Gli mostro uno sguardo serio e cammino oltre, trascinando con me anche Juls e Vans.
“Magari è simpatico...” cerca di tranquillizzarmi Vale, ma senza risultato.
“Devi calmarti Vans” interviene Juls.
Sono troppo furiosa per rispondere. Affretto il passo e apro il mio armadietto, prendo il libro e il quaderno di biologia, ed infine lo chiuso sbattendo l’anta con tutta la forza che ho, giusto per sfogarmi. Riesco a percepire gli occhi di alcuni studenti su di me.
Come mi ha chiamata? Dolcezza? Ma ‘sti cazzi.
Ho ancora male al fondoschiena per colpa della botta che ho preso cadendo per colpa di quel coglione.
Le mie amiche mi seguono continuando a dire frasi per calmarmi, ma io nemmeno le sento. Non sento proprio nulla. E non voglio sentire nulla.
“Voglio stare sola” dico a Vale e Juls, che non dicono una parola in più e si allontanano subito, capendo il mio stato di confusione e rabbia.
Decido di passare al bagno, giusto per fare pipì e riprendermi prima della campanella.
Lentamente mi avvio verso la classe di biologia. Noto Julie e Vale già sedute, hanno tenuto un posto per me.
Appena mi avvicino al posto, Bethany piomba davanti a me e si siede per prima.
Faccio finta di nulla ed evito il suo sguardo, non ho tempo per litigare con lei ora.
Mi siedo in un posto libero due file dietro le mie amiche.
Cerco di ripassare mentalmente l’argomento di biologia che c’era da studiare per oggi, anche se ciò equivale ad una missione impossibile, visto che la classe sta creando un caos assurdo. Ma tutti prendono posto e si zittiscono appena entra la professoressa Carrie, seguita da un ragazzo. Quel ragazzo. Drew. Non è possibile.
E’ veramente lui il ragazzo nuovo. Il mio corpo assume di nuovo la consistenza di una pietra in men che non si dica. Drew consegna dei documenti alla professoressa.
“Un po’ di attenzione per favore” interviene la prof, placando le ultime chiacchierate.
“Vi presento Drew Evans, sarà vostro compagno di classe fino alla fine dell’anno. Drew puoi andare a sederti nel banco vuoto accanto alla signorina Tisdale. Se hai qualche dubbio o informazione da chiedere, Vanessa sarà felice di aiutarti. Non è vero, signorina Tisdale?”
Sgrano gli occhi. Non ci credo. Ma non è possibile!
Drew si avvicina al suo banco e si siede con un sorrisetto. Sento di nuovo tutti gli occhi puntati su di me. Le mie guance stanno bollendo dal rossore provocato.
La professoressa Carrie inizia a spiegare l’argomento nuovo.
Sento una voce che dice qualcosa. Non riesco a capire bene chi sia, sta sussurrando.
Mi guardo attorno e incrocio involontariamente gli occhi di Drew, ma scrollo le spalle e mi rigiro. E’ accanto a me, e con la coda dell’occhio riesco a vedere la sua espressione divertita.
“Ciao dolcezza”

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