dreamland

di amy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Capitolo1 ***


TITOLO : DREAMLAND

                         TITOLO :                  DREAMLAND

 

Capitolo1

 

Buio totale, due luci bianche, separate,che poi si avvicinano e si uniscono in una sola...

 

Due ragazzi, separati, ma poi…

 

Per tutto il tempo che sei stato con me, hai portato la gioia nella mia vita, hai fatto diventare veri i miei sogni…

Tu sei stata la mia forza quando non ne avevo, sei stata i miei occhi quando non potevo vedere, sei stata la mia voce quando non potevo parlare. Tu sola hai visto il meglio che c’è in me. Se sono quello che sono lo devo solo a te…

Ma io non posso restare, devo andare in America, la mamma ha bisogno di me, non posso proprio restare. Devo andare…

No. Miyu non andare via. Non andare via da me. Non lasciarmi solo…

 

Kanata si era svegliato nel bel mezzo della notte. Questo sogno lo aveva scombussolato. Cosa voleva dire? Come mai proprio quella ragazza gli era apparsa in sogno? Non riuscendo più a riaddormentarsi, si alzò e andò a prender un bicchiere d’acqua in cucina, e si accorse che suo padre era sveglio e stava preparando i bagagli. Pensando che fosse in procinto di partire per un altro dei suoi viaggi, non gli diede retta,ma il sig. Osho,appena visto il figlio,lo fermò e - Kanata vieni un attimo, ti devo dire una cosa – gli disse.

 

In America intanto

 

Tuu… Tuu…Tuu...

- Hallo – dall’altra parte del telefono, Jennifer rispose con una voce piuttosto assonnata (d’altra parte erano le sette di una placida domenica mattina (non badate al fuso orario)) – Jen, sono io, Miyu. Scusa per l’ora, forse stavi dormendo. – chiese Miyu pentendosi di aver chiamato – No Miyu, non ti preoccupare, tanto mi avrebbe svegliato comunque mio fratello tra poco. Piuttosto dimmi, cosa c’è? Qualcosa non va? – in realtà c’è qualcosa che non va, ma allo stesso tempo questa cosa va abbastanza bene- confessò Miyu un po’ confusa – Miyu non ci sto capendo nulla. Perché non ci vediamo più tardi all’alexander cafè, così ne parliamo per bene da vicino?

- oh Jen, sei una vera amica. Scusa tanto, see you later. Bye. – disse Miyu abbassando la cornetta. Non riusciva a chiarirsi le idee. Una chiacchierata sarebbe stata la cosa migliore. Si disse, quasi per convincersi.

 

Più tardi in Giappone

 

- sì Santa, è proprio così, devo lasciare il Giappone. – disse un abbastanza triste, ma allo stesso tempo abbastanza assente, Kanata.

- Ma come !!?? E tutti i nostri progetti?come faremo?! – Santa che era stato da sempre il migliore amico di Kanata, non riusciva a capacitarsi che stava perdendo il suo grande amico. Ma kanata non dava nessun cenno di risposta.

– Kanata, ma mi senti? Kanata ci sei?-

- oh scusa Santa. Ero un po’ soprappensiero. C’è una cosa che mi tormenta più di questa. Non che non mi dispiaccia dovermene andare, sia chiaro.-.

- non c’è alcun bisogno di scusarsi, amico mio, avevo già intuito una cosa simile. Non ti avevo mai visto così in questo stato-.

-Già, credo di non essermi mai sentito così. Provo una serie di emozioni contrastanti; paura, dubbio, ma allo stesso tempo, felicità, curiosità e, una sensazione mai provata prima credo che sia amore- ma non poté finire di parlare perché Santa lo interruppe:

- amico mio il peggio è che tu che normalmente non dimostri le tue sensazioni, ora le dimostri tutte contemporaneamente. Mi vuoi dire che cosa è successo?-concluse Santa.

 

Kanata raccontò all’amico che all’età di cinque anni, quando perse la madre, aveva avuto un sogno in cui lui e una bambina bionda giocavano in uno strano parco giochi, totalmente diverso da quello dove abitualmente giocava, e che da allora quella bambina era diventata per lui una specie di amica immaginaria. Almeno fino all’età di dieci anni. Quando se ne era dimenticato. Ora però era tornata. Era ricomparsa in sogno, e avevano avuto un dialogo molto strano e triste. E aveva scoperto che si chiamava Miyu. Ora molte strane sensazioni si affacciavano nella sua mente. Non sapeva neanche come si chiamava eppure per tutto questo tempo l’aveva considerata una vera amica.

 

Dall’altra parte dell’oceano

 

-no, spiegami bene, tu hai sognato questo tizio.

-Kanata!Non tizio- la interruppe Miyu

- si, si, Kanata, non ti scaldare. In ogni modo tu hai sognato questo tizio fin da quando avevi cinque anni e ora lui è tornato con questa dichiarazione.- disse Jennifer guardando l’amica con le lacrime agli occhi – ma come è romantico. Magari avessi io una storia d’amore come questa. Ecco perché non hai mai voluto impegnarti con altri ragazzi. Ma non avevi detto che fino ad ora lo avevi dimenticato?- concluse Jennifer ritornando subito pratica, come il suo carattere voleva.

- si. In realtà si. O almeno credo che sia stato così. Ma infondo, nella mia mente, come nel mio cuore sapevo che c’era qualcuno che aveva occupato tutto lo spazio possibile e anche se non lo vedevo nitidamente sapevo che era lì con me e che non mi aveva mai abbandonata. Infondo, è strano. Non ci siamo neanche visti dal vero, almeno credo. Chissà se esiste davvero o se era solo un SOGNO.

 

All’aeroporto in Giappone

 

- Santa, Grazie per avermi accompagnato all’aereo.

- oh Kanata non mi dimenticare – disse, singhiozzando, Santa, che era il solito sentimentalone

- non ti  preoccupare, non ti dimenticherò. Sei e sarai sempre il mio migliore amico.- dicendo queste “dolci” parole, Kanata cercava di mantenere quel briciolo di impassibilità che gli era rimasto. Poi si avvio verso l’aereo, seguendo il padre e scomparve dietro la colonnina del check-in.

 

Mentre l’aereo decollava, Kanata si chiese se avrebbe più rivisto quella ragazza, Miyu. Gli piaceva questo nome. Forse dove stava andando, l’avrebbe anche potuta incontrare. Non fece in tempo pensare ad altro, che si addormentò.

 

Ora non era più buio, c’era una forte luce, che abbagliava. In quella luce sembrava si aprisse un nuovo mondo, un mondo felice. In quel mondo due ragazzi, s’incontravano in un parco, ridevano e scherzavano. Sembravano che si volessero bene. Sembrava si completassero. Sembrava che nulla potesse turbarli. Non riusciva a distinguere le loro facce ma, mano a mano che si avvicinavano, una strana sensazione, gli diceva che una di quelle figure era Miyu.

- Miyu, Miyu!! – cominciò a chiamarla ma i due ragazzi non lo sentivano. Poi all’improvviso – Kanata, Kanata, Svegliati!!- il sig. Osho, il padre di Kanata, lo stava svegliando. – Kanata, forza, siamo arrivati!!!_

Era una strana sensazione, come se tutto quello che stava vivendo, fosse già programmato e,  dovesse accadere per fargli ritrovare quella felicità che ormai da tempo aveva perso.

Con questa sensazione, Kanata trascorse i suoi primi giorni in America, tra un trasloco, molto complicato disorganizzato, e una visita al quartiere (dove avrebbe abitato, per chissà quanto tempo).

Meno male che sapeva parlare, abbastanza bene, l’inglese (eh, l’importanza dell’inglese eh eh) senò non sarebbe riuscito a sopravvivere in quella metropoli così diversa e sconosciuta.

I sogni continuavano, sempre e comunque, e mano a mano che passava il tempo, gli sembrava di conoscere tutto della sua vita insieme a quella ragazza.

Un giorno, mentre pensava a questi strani sogni e rimuginava sulla misteriosa identità di  quella ragazza, non si accorse di essersi perso, ed e di essere capitato nei pressi di un parco giochi che, stranamente, gli sembrava familiare.

Cercando di orientarsi, alzò gli occhi e si accorse che seduta all’altalena, cera una ragazza dai capelli biondi. Cercò di convincersi che lei stesse aspettando qualcuno, e pensò di allontanarsi per cercare di tornare a casa, ma non riusciva a distogliere lo sguardo da quella ragazza, apparentemente, così normale.

Poi, all’improvviso, la ragazza alzò la testa e lui riuscì a vederle gli occhi.

Erano verdi.

Erano molto espressivi.

Erano inconfondibili.

Era lei.

Era Miyu.

 

Fine Capitolo

 

Ei, questa volta ho deciso di pubblicare la mia ff a capitoli, ma, visto che non mi piace leggere le storie non finite la pubblico tutta. Commenti prego. Volevo comunque ringraziare Fiamma F., è grazie a lei che scrivo ancora(prendetevela con lei) ( scherzo). Anche se per ora non vi piace, vi prego continuate a leggere e poi ditemi pure che fa schifo, ma leggetela. Non ve ne pentirete. (credo e spero)

Bye bye

Amy

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

Capitolo 2

 

Miyu era seduta sull’altalena, la stessa sulla quale dove si sedeva ogni giorno, ormai da quando i sogni erano ricominciati. Aveva riconosciuto il parco giochi, incominciò ad andarci, appena trasferita in America. Che brutto quel periodo. Non conosceva nessuno, Non conosceva la lingua e i suoi genitori erano sempre al lavoro. Era proprio in quel periodo che aveva “conosciuto Kanata per la prima volta. E ora dopo tanti ani, le sembrava di averlo  di nuovo vicino, di nuovo con sé.

Non lo vedeva, ma lo sentiva.

Lo percepiva.

Come se qualcuno le avesse detto che era vero, che era proprio lì, che lo avrebbe trovato, alzò di scatto  lo sguardo, e lo vide.

I loro sguardi si incrociarono.

Negli occhi dell’altro, potevano  ritrovarsi e perdersi allo stesso tempo.

Era una strana sensazione.

Era una bella sensazione.

Sarebbero potuti rimanere così all’eterno, ma i loro corpi, non rispondevano più ai loro comandi (per fortuna, se era per loro….).

Si avvicinarono.

Prima a piccoli passi.

Poi a grandi passi e poi, come se non ce la facessero più a stare separati, correndo, si abbracciarono. (uno dei miei soliti abbracci)

Rimasero abbracciati per un po’ di tempo poi, stringendosi ancora di più in quel tenero abbraccio, si dissero: - ti ho ritrovata/o, finalmente. Mi sei mancata/o.

Si stava bene in quell’abbraccio ma, poi si ripresero.

Kanata fu il primo – come è possibile una cosa del genere? Non ci siamo mai visti, eppure mi sembra di conoscerti da tutta una vita- disse Kanata, liberandosi, non troppo volentieri, da quell’abbraccio.

- non te lo so proprio spiegare, se è strano per te, figurati per me. So solo che era da troppo che volevo vederti e ancora non ci credo- disse Miyu.

Ora si stavano incamminando verso un bar mano nella mano, non sapevano perché, ma avevano come la sensazione che presto tutto sarebbe finito e non avevano nessuna intenzione di sprecare un solo momento.

Mentre erano seduti al bar, Miyu si allontanò un attimo per andare a prendere una cosa nel giubbino che aveva lasciato all’entrata. Mentre cercava nella tasca dall’ingresso, udì la voce del padre che la chiamava. Uscita dal bar, per andare incontro al padre – Miyu, vieni subito, la mamma ha una cosa molto importante da dirci, ha avvistato per la prima volta un ufo e vuole che noi siamo con lei, quando avrà un contatto più diretto con l’alieno dell’ufo.-

Non aveva neanche avuto il tempo di replicare che era stata  caricata in macchina (se non altro aveva il giacchino con sé).

 

Kanata, intanto, aspettava fiducioso che Miyu ritornasse, infondo, anche se non lo voleva ammettere, quella ragazza gli piaceva proprio.

Aspettò quasi per mezz’ora, poi, visto che Miyu non tornava, pensò che fosse stato un ennesimo sogno e che in realtà non l’aveva mai incontrata di persona.

A conferma di questa sua ipotesi, suo padre, arrivò quasi trafelato, dicendogli – Kanata, cosa ci fai qui tutto da solo? È mezz’ora che ti chiamo da fuori la vetrina, ma tu non mi rispondi, te ne stai lì imbambolato, come se fossi addormentato. Si può sapere che cosa ti è successo?- il sig. Osho sembrava sinceramente preoccupato.

Dopo aver rassicurato il padre che non c’era motivo di preoccuparsi, si convinse che era stato tutto un sogno – Non può andare avanti così ancora per molto , oggi ero solo, ma domani comincia la scuola, non posso permettermi di coinvolgere altre persone – pensò Kanata mentre si avviava verso casa con il padre.

 

Miyu d’altro canto, una volta arrivata alla base Nasa aveva chiamato il bar, dove prima si trovava con Kanata, e aveva chiesto a uno dei baristi, che era suo amico, se il ragazzo che era seduto al tavolo dove stava lei, era ancora lì o se se ne era già andato. Ma il cameriere le disse che a quel tavolo si erano seduti solo un ragazzo con il padre ma, gli sembrava che fosse successo quando ancora lei non se ne era andata. – non è possibile, ma allora ho semplicemente sognato tutto. Non è possibile. Era solo un sogno.

 

Con questa convinzione i due, il giorno seguente, si avviarono a scuola.

 

Fine Capitolo 2

 

Allora che ve ne pare? Cosa succederà? È stato solo un sogno o era la realtà? Anche se vi sembra palloso, continuate a leggere i prox capitoli saranno meglio ( credo)

                                                                                  Amy

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3

Capitolo 3 

 

Per Miyu, infondo, era un normalissimo giorno di scuola. O così pensava. Infatti, ancora non sapeva che in classe sua sarebbe arrivato un nuovo studente ( e che studente!!).

- Ragazzi, ho il piacere di presentarvi, un vostro nuovo compagno. Prego entra pure ragazzo.- disse il professore che aspettava, impassibile, fuori la classe. – forza ragazzo presentati tu. Ah ragazzi, non prestate molta attenzione al suo accento e alla sua pronuncia, è giapponese. – concluse il professore.

- salve a tutti ragazzi, il mio nome è Kanata Saijoni e ho 17 anni, mi sono appena trasferito qui dal Giappone, come ha già detto il nostro professore, (lecchino) e spero di integrarmi bene in questa classe e di fare presto la conoscenza di tutti voi.- disse Kanata che, braccato da una “folla di nuove fan inferocite” non aveva ancora notato Miyu.

 

D’altra parte Miyu era ancora assorta nei suoi pensieri e non si era accorta di nulla. Solo quando il prof. Disse – Kozuki, sto parlando a te, sveglia, torna nel mondo dei comuni mortali!- Miyu si riprese e si accorse che il professore le aveva appena affidato quel nuovo studente ( - quello che mi mancava, pensò Miyu-).

– Tu Saijoni, vai a sederti vicino a Kozuki, che non sarà molto di compagnia- disse il professore con tono molto, ma molto, ironico. – Ma almeno potrà aiutarti con la lingua, dato che anche lei è giapponese. Vero Kozuki?- concluse l’uomo dai grandi occhiali e la barba.

– Si certo professore, non si preoccupi, me ne occuperò io.- Disse Miyu per metter fine a quella ramanzina.

Solo più tardi,quando il prof. stava spiegando, Miyu, si decise a  guardare il nuovo compagno.

Quando si voltò, ciò che vide, la lasciò senza fiato.

Il ragazzo, che le sedeva accanto, era lo stesso dei suoi sogni.

Come se si fossero letti nel pensiero, nel pensiero, anche Kanata si girò, e i loro sguardi si incrociarono.

Tutta la magia che avevano provato nei loro sogni, ma soprattutto il giorno prima , era tornata.

Quella stessa magia che gli faceva provare ogni volta, quelle strane, ma allo stesso tempo bellissime, sensazioni.

Non si persero più di vista, ma dato che il loro programma scolastico era molto intenso, non riuscirono neanche a parlarsi.

 

DLIN DLON DLAN

 

La campanella dell’ultima ora era suonata.

La maggior parte delle ragazze della classe (ma anche della scuola) era piena di interesse per questo nuovo ragazzo che, però, sembrava  essere interessato solo a Miyu.

Quest’ultima, poi, era uscita da scuola e stava aspettando Kanata all’uscita.

Kanata, liberatosi dalle sue nuove ammiratrici, era corso all’uscita nella speranza di trovarla ma, rivolto verso la strada principale, non si era accorto che lei lo stava aspettando alle sue spalle.

- ehm, Kanata, sono qui- disse Miyu, molto impacciata – ma che dico, forse non stavi cercando nemmeno me – Miyu fu interrotta.

- No. Non è vero, stavo cercando proprio  te, in realtà, credo che noi dobbiamo parlare-

- già, ma senza perderci di vista questa volta ^_^ -

così detto, si incamminarono verso casa di lei.

Parlando, si accorsero che entrambi provavano le stesse sensazioni e avevano gli stessi sogni(negli stessi momenti).

Ma, cosa più importante, si accorsero che, per loro, stare insieme era la cosa più naturale e più bella del mondo.

Senza accorgersene, erano arrivati al parco giochi dei “loro sogni” e ora, mentre Miyu era seduta sull’altalena, Kanata capì che senza quella ragazza non avrebbe di certo potuto vivere.

Piano piano, realizzò che si era innamorato di lei o, meglio, lo era sempre stato ma non se ne era ancora accorto.

Anche Miyu provava le stesse cose e gli sorrise.

 

Fine Capitolo 3

 

Eh? Che ne dite? A me sta incominciando a piacere. Ma va? Vi direte voi. Ma in realtà per me è strano, dato che le ff che scrivo io, non mi piacciono quasi mai. Spero comunque che continuerete a leggerla fino in fondo. Bye Bye

Amy

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4

Capitolo 4

 

Quel sorriso fu per lui un “invito a nozze”, si avvicinò e la baciò.

Nella mente di Miyu, come in un sogno, si aprì lo spettacolo di una notte buia e fredda e poi un susseguirsi di giorni molto caldi e solitari. Una ragazza, lei, stava piangendo. Stava piangendo per lui. Perché lo aveva abbandonato.

- non voleva più abbandonarlo- pensò e strinse forte Kanata, come per legarlo a lei per sempre.

- Miyu, cosa c’è? Sono qui. – le disse Kanata, accarezzandole il viso dolcemente.

Piano piano, con un filo di voce Miyu disse – quando tu mi sfiori così, quando tu mi baci come prima, quando mi abbracci così, è difficile da credere, ma mi sembra come se tu fossi tornato da me-

-Lo so, è una sensazione strana, ma è l’unica sensazione che mi fa sentire bene. Solo con te io sto bene. Sono finalmente felice.- disse Kanata, esternando i sentimenti di entrambi.

- Kanata, non voglio più sognare.- disse allora Miyu.

- Cosa?- chiese stupito Kanata, quei sogni erano una delle cose più belle che gli fossero mai capitate. A parte avere Miyu in persona. E ora aveva paura che lei non volesse più quello che stava ancora nascendo.

- non voglio più sognare. Voglio che quello che vivo con te, non sia più solo un sogno. Io voglio che sia tutto vero.- disse Miyu cancellando tutte le sue paure.

Scese la notte e Kanata in un gesto protettivo, abbracciò Miyu e la accompagnò verso casa.

Questo suo gesto, apparentemente così normale, fece sparire dalla mente, e dal cuore, di Miyu ogni singola preoccupazione.

Lui la amava, qualsiasi cosa stesse loro succedendo.

E questo le bastava.

Passarono i mesi, forse gli anni. Per loro il tempo non aveva più nessuna importanza.

Si amavano, passavano tutto il tempo possibile insieme e quando, non potevano vedersi, sapevano che prima o poi si sarebbero  ritrovati. Non  si conoscevano da sempre, ma era come se fosse stato così. Sapevano sempre cosa pensava o, meglio, cosa provava l’altro.

Un giorno Kanata andò a casa di Miyu con l’umore un po’ basso (un po’?) e anche se faceva  di tutto per nasconderlo, qualcosa non andava.

E lei lo sapeva.

Decise di affrontare l’argomento. – Kanata, lo so che c’è qualcosa che non và. È inutile che cerchi di nascondermelo, io lo so. Con me non serve. - Disse Miyu, sedendosi sul divano, di fianco a Kanata.

- in effetti, qualcosa mi turba( che linguaggio”)- Kanata, non sapeva come dirglielo. Si fece coraggio e parlò. – ho appena ricevuto una lettera dal Giappone, devo tornare a casa, hanno bisogno di me.-.

Miyu non sapeva cosa dire, per fortuna Kanata prese le redini della situazione. – Miyu vuoi venire con me?-

- Ma….

 

Fine Capitolo 4

 

Si lo so i miei capitoli sono troppo corti ma ho pensato che interrompendo la storia nei momenti di maggiore suspance, avreste continuato a leggere. Spero che lo stiate facendo. Vi prego ditemelo se fa schifo, così non scrivo più.

Bye Bye

Amy

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5

Capitolo 5

 

Miyu, ricevette questa notizia, come un fulmine a ciel sereno. – Ma Kanata, come faccio, dovrei abbandonare tutti e tutto. La nostra vita ormai è qui. Perché tornare in Giappone?-

Kanata era veramente sconfortato, le sue paure erano fondate. Lei lo avrebbe lasciato. O era lui che stava lasciando lei? – Miyu, io ho bisogno di te. Non potrei mai vivere senza di te, ma allo stesso tempo devo tornare in Giappone, Santa il mio migliore amico sta male, ha bisogno di me. Ti prego, non mi abbandonare. Non resisterei.- concluse Kanata, quasi implorandola.

- Kanata, ma trasferirsi in Giappone, vuol dire cambiare tutto, non avere più certezze e se poi – non poté più continuare. Kanata prese la parola, di lì a poco, sarebbe scoppiato a piangere.

-Lo so che è pericoloso, so che potrebbe fare del male ad entrambi. Non c’è bisogno di ripetermelo. Già lo so. Ti prego, girati e dammi un altro bacio – disse Kanata, che non aveva nessuna intenzione di lasciarla.

Miyu intanto, stava incominciando a piangere. Si alzò e andò alla finestra.

Il suo maglione bianco a collo alto (uno di quelli che arrivano sotto le ginocchia, come ce l’ho io), stava incominciando a inzupparsi (che esagerata!!)

Ora si stava nascondendo proprio in quel “grande” collo.

- Lasciare perdere, non è una cosa intelligente. - continuò Kanata.

In quell’istante, Miyu si voltò e lasciò vedere a Kanata, il suo volto pieno di lacrime.

La vista di quelle lacrime che le rigavano il volto, fece scattare qualcosa in Kanata e poi anche in Miyu.

Sembrava di essere in uno dei loro “strani” sogni.

Loro non erano più i protagonisti. Erano solo gli spettatori.

Le parole uscirono fuori dalle loro bocche, come se fossero state dette da altre persone.

Difatti – Mi hai già lasciato solo una volta. Te ne sei andata via e ciò che mi hai detto era che era l’unica cosa per te. Ma ora le cose sono cambiate. Ora devi pensare a – non riusciva a pensare di parlare  di nuovo con lei  di un – noi. Quella volta non riuscii neanche a pianger, ero ormai ero sprofondato in un sonno dal quale non potevo più risvegliarmi. Fino ad ora. Quello apparteneva al passato. È finito. Ora –

 - esatto finita – lo interruppe l’altra persona, voltandosi. – finita, lo dici stesso tu… Chi sei allora tu per obbligarmi a ricordare e a soffrire?-

- chi sono io? Io non sono nulla, non sono nessuno. Sono solo un niente, ma se lo sono, è perché – disse la prima figura, che intanto si stava avvicinando- perché, sono stato troppo tempo senza di te – e così detto la baciò, come se fosse l’unica cosa che poteva, voleva o doveva fare.

Nella mente di Miyu, mentre si baciavano, si affollarono vari pensieri, pensieri non suoi,però.

Era proprio così che era successo.

L’aveva baciata proprio così.

Era difficile resistere.

Lei aveva bisogno di lui proprio come allora, e lui ancora di più.

Era proprio tornata indietro.

Sembrava che il tempo fra di loro non fosse  mai passato, anche se tutto il resto, intorno a loro, era cambiato.

Lui era tornato da lei.

Lei era tornata da lui.

Il loro non era più un bacio, ma era ora il simbolo del ritorno di quell’amore che era resistito a tutto e a tutti.

 Miyu e Kanata non erano ancora del tutto tornati in loro stessi, ma quel poco che di loro faceva capolino in quei sentimenti, voleva, più di ogni altra cosa al mondo, trovare l’altro.

Non avevano nessuna idea di quello che stava loro accadendo, ma non gli interessava. L’unica cosa che volevano era ritrovarsi. Una volta ritrovati, erano certi che nulla li avrebbe più separati.

 

Fu così che due spiriti abbandonarono i corpi di Miyu e Kanata e, tenendosi per mano, si allontanarono verso il cielo.

 

I due spiriti erano due amanti. Si erano conosciuti da bambini ed erano diventati amici. Si vedevano sempre, proprio dove ora sorgeva quel parco giochi. Poi inevitabilmente, si innamorarono.

Ma il loro amore, non era un amore normale.

Furono separati, lei dovette andare via, lontano dal Giappone. Così furono separati, ma il loro amore era più forte, non vollero separarsi e una volta ritrovati, decisero di scappare insieme. Ma furono scoperti e  uccisi cruentamente.

Si narrava che i loro spiriti vagassero come anime in pena, e si impossessassero degli animi dei veri innamorati. Quelli il cui destino era ormai scritto nelle stelle, e prevedeva che sarebbero stati insieme per tutta la vita. Ma nessuno li aveva mai visti e nessuno sapeva della loro reale esistenza.

E così sarebbe rimasto per ancora chissà quanto tempo.

- Beh se proprio non puoi fare a meno di me, allora vuol dire che non posso lasciarti da solo, senò ti avrei sulla coscienza e, sai com’è non mi va proprio. – disse Miyu tornando a fare la “gnorri” come al suo solito.

- Non fare la “gnorri”, lo so che non puoi fare a meno di me neanche tu. Ma infondo, lo sapevo che non eri molto intelligente. Disse Kanata interrotto però da un tempestivo colpo in testa, sferrato da Miyu.

- Ah si allora non sono molto intelligente? Eh? – aggiunse Miyu come se il suo pugno non fosse già stato abbastanza esauriente.

- Ahio!! Lo vedi che non sei molto intelligente.

(prendendole dai fianchi da dietro)

-         Io ti amo così come sei. - Le sussurrò Kanata all’orecchio.

 

Fine

 

“ i believe we can love truly, deeply, only once in our lifetime. Love so deep that go stronger every day, despite of every enemy.”

                                                              ( Celine Dion)

 

* credo che possiamo amare veramente, profondamente una sola volta nella nostra vita. Un amore così profondo, che cresce e diventa più forte ogni giorno, noncurante di tutti i nemici *.

 

Bene ho finito!

Spero vi sia piaciuta. Comunque sono contenta di averla scritta e spero che qualcuno mi dia un cenno di vita.

V.v.b

                                        Amy

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