Amicizia... o poco più!

di Anima97
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Mercato di Beatles. ***
Capitolo 2: *** Sbronze, ospedali e gentili musicisti. ***
Capitolo 3: *** Il mio nome. ***
Capitolo 4: *** Simpatie. ***
Capitolo 5: *** Fiori gialli. ***
Capitolo 6: *** Adorata bicicletta! ***
Capitolo 7: *** It's just a man. ***
Capitolo 8: *** Gente in coma e nonni alla moda. ***
Capitolo 9: *** Noi due, a confronto. ***
Capitolo 10: *** Non è il momento. ***
Capitolo 11: *** Fu così che i miei nervi andarono a farsi benedire... ***
Capitolo 12: *** Nuova versione. ***
Capitolo 13: *** Epilogo. ***



Capitolo 1
*** Mercato di Beatles. ***


“Attenzione ragazze!! George Harrison è di nuovo sul mercato! Approfittate!!”
 
Ecco quel che si legge sulla porta del fun club dei Beatles.
Dio, che squallore, manco fossimo al mercato vero!
E io? Come farò io? Io che passo davanti casa Sua tutti i giorni? 
Adesso troverò sempre un branco di fanciulle rabbiose pronte ad azzannarmi!
Che noia che sono… certo, quando cominciano a parlare dei Beatles ti diverti un sacco:
“Oh il mio ciccino Paulino piccolino! Com’è cariiino!” dopo un po’ ti stufi, però.
La Loro musica l’ascolto, ma poco. Ho altre cose a cui pensare.
Però quando l’ascolto, ascolto le parole, le note… non le loro facce! 
Mi chiedo come facciano a sopportare quelle ragazzine isteriche! Appena Li vedono urlano come impazzite e cercano di strapparGli una ciocca di capelli o un bacio o semplicemente (ma raramente) un autografo.
E quando tu provi a obbiettare ti sommergono di domande “Ma come fanno a non piacerti!? Sono così fighi!” 
OK MA NON GLI SBAVO DIETRO!
Perché sono una ragazza? Se provi ad accennare ai Beatles, tutti pensano che sei come le altre… e il brutto è che i Beatles sono ovunque e rischi di parlare di Loro ogni istante! A ogni angolo c’è la Loro faccia stampata o su un muro, o su una maglia, o su una borsa, o su una spilla, o su una scarpa eccetera, eccetera…
Mi deprimo al pensiero di dovere incontrare ogni giorno davanti la casa del Sign. Harrison, le Fan pronte a ringhiarmi contro o minacciarmi.
Una volta osai rivolgere la parola al musicista (sempre disponibile, bravo ragazzo) e mi sentii improvvisamente osservata, ma soprattutto carbonizzata dai fulmini che i loro occhi sparavano a ogni millesimo di secondo!
Eppure era solo una battuta! Harrison era fuori dalla porta di casa sua a firmare qualche autografo, io passavo di li e proprio in quel momento una ragazzina fa “George baciami!” e io rispondo “Stia attento, Sign. Harrison, non bisogna parlare con gli sconosciuti!” naturalmente ironica. Lui ha riso, lei non tanto…
Ritorno alla realtà.
 
Mi sono di nuovo persa nei pensieri! Rileggo quella scritta e faccio una smorfia di disgusto.
Quel foglio in bella vista mi da proprio i nervi! Quasi quasi lo stacco.
Tac.
Lo accartoccio e lo butto in un bidone della spazzatura, poco più in la.
Forse avrò un po’ di pace per un po’… forse riattaccheranno un foglio uguale, magari mettendolo in un quadretto e attaccandolo con una super colla al legno della porta, così sono sicure che nessuno lo stacchi.
La busta della spesa comincia a pesare, meglio affrettarsi.
Ecco, ad esempio, tra un po’ svolterò l’angolo e, andando avanti per qualche metro, alla mia destra ci sarà un portone circondato da tante ragazzine brufolose e non.
Sempre così davanti la casa di George Harrison!
Non voglio immaginare le case di John Lennon o Paul McCartney! Sono i più gettonati fra i Beatles.
Penso a quelle povere mogli, come faranno mai a sopportare tutto questo!
Escono di casa e si ritrovano tutti quegli sguardi addosso, rischiando di essere azzannate da un momento all’altro.
Povere ragazze!
Poveri ragazzi! Va beh, forse Loro si saranno sbizzarriti, visto che tutte Gli vanno dietro, ma comunque non credo che sia tanto piacevole trovarsi davanti una ragazzina che strilla “Ti amo!!!”
Yack! Orrore.
Per fortuna non sono l’unica a pensarla così… credo.
Ci sarebbe la mia coinquilina Marie. Certo, lei è mooolto più grande: 40 anni.
Non si è mai sposata. Dice che il matrimonio è inutile, un pezzo di carta, un patto che ti incatena.
Serve solo al momento del divorzio, per distribuirsi i beni!
Che tipa che è. Ogni volta che la penso mi vien da ridere.
E’ una specie di pazza donna d’affari, affetta da Morbo dello Shopping, causa dello spreco di quasi tutto il suo stipendio! Per fortuna che ci sono io, ragazza di appena 21 anni che lavora in un Call Center, ma che cerca di risparmiare il più possibile per mantenersi.
Eh la vita è dura, finchè qualcuno non risponderà a un mio annuncio per lavorare come segretaria o controfigura cinematografica, vivrò così… spero il più breve possibile.
Mi affascina il cinema.. è l’arte che preferisco, più della musica!
Ma come ci son finita a parlare di cinema? Non stavo pensando a George Harrison?
Sempre la solita viaggiatrice di pensieri!
 
Sto per passare davanti la casa del Sign. Harrison. Strano, non c’è nessuno oggi… forse non è in casa.
Mi fermo a guardare la villa, da dietro le sbarre.
Non capita spesso un’occasione del genere, di solito ci sono le fan che non fanno vedere niente.
E’ proprio una bella casa, molto carina.
Vorrei tanto averne una simile.
Ha tre piani, credo. Da fuori sembrerebbe così.
Poi c’è il giardino, molto curato.
So che Harrison ama il giardinaggio. Dio, quanto mi piacerebbe avere un giardino e magari anche un piccolo orto!
Invece vivo in un buco: una stanza che fa da salotto e cucina, un piccolo bagno e un altro piccolo buco dove c’è un letto e una lampadina appesa al soffitto. Una specie di camera da letto…
Molto chic!
 
Oh mio Dio! Una finestra della casa che sto guardando si è aperta!
Dio Dio Dio! Che faccio?
Mi nascondo, logico, sotto una siepe!
Perché mi nascondo?! Sono solo una passante!!
Però adesso sarebbe troppo imbarazzante uscire allo scoperto…
Ma dai, chi se ne frega, tanto non mi conoscono!
NO! E se è George?!?!
Ma perché tutto a un tratto ragiono come una fan!?!
 
Esco allo scoperto, me ne pento di nuovo, ma ormai è fatta.
 
Non devo assolutamente voltarmi a guardare la finestra.
Non devo assolutamente voltarmi a guardare la finestra.
Non devo assolutamente voltarmi a guardare la finestra.
Cammino velocemente verso casa mia.
Non devo assolutamente voltarmi a guardare la finestra.
Bene, sono troppo lontana per vedere quella finestra. 
Sono riuscita a dominare sulla mia curiosità femminile, per fortuna.
Non che io sia così tanto influenzata dal mio sesso, ma l’istinto rimane comunque.
Mi ritengo abbastanza diversa, dalle altre, ma negativamente.
Sono una ragazza femminile, si, ma che odia la femminilità.
Odio dovermi mettere i tacchi.
Odio dovermi vestire in modo perfetto.
Odio dovermi truccare.
Odio dovermi fare la ceretta o farmi le sopracciglia.
Odio anche e soprattutto i pregiudizi sulle donne.
Odio tutto quello che riguarda il sesso femminile, insomma, ma sono comunque fiera di essere donna.
Alla fine, basta sapersi differenziare, far capire a tutti che non si è “tutto fumo e niente arrosto”.
Ringrazio mio padre per avermi educata così e non come una frivola.
Mia madre era meno d’accordo, ma chi se ne frega, a me piace il pensiero di mio padre punto.
Oh uffa! Mi sono di nuovo persa nei miei pensieri e sono andata troppo avanti, superando la porta di casa.
Stupida.
Goffa.
Mongoloide.
Basta adesso.
 
Cerco le chiavi nella sacca.
Odio le borse.
Cavolo non le trovo! Sono così goffa! Forse dovrei poggiare a terra le buste della spesa e poi cercare le chiavi.
Stupida!
Goffa!
Mongoloide!
Respiro profondamente. Mi innervosisco molto facilmente per nulla!
Tutta colpa degli impegni e delle responsabilità.
Io non sono così! Io sono una donna dallo spirito libero, felice, tranquilla.
Totalmente diversa dal modello di donna prodotto dalla società!
Però la società (o meglio, io che ho seguito più i miei sogni che i consigli di mia madre) mi hanno trasformata in una specie di trans cinico nevrotico.
Che schifo.
Mi pento di aver studiato all’accademia d’arte. Dipingo, creo, ma perché non riesco a trovare un lavoro decente?
E io che sognavo i miei quadri ad un’asta, venduti a prezzi stratosferici! 
Recito anche, ma amo più il cinema, che il teatro, per questo non ho mai accettato di far parte di una compagnia teatrale e guadagnare soldi decenti facendo quel che mi piace!
Come mi pento!
Stupida.
 
Salgo le scale a fatica, quanto pesano le buste!
Saluto il signor Parker “Vuole una mano?”
“No, grazie, adesso prendo l’ascensore” l’ascensore funziona solo dal secondo piano.
Entro nella scatola sollevatrice, insieme al ragazzo che vive vicino a me.
Se non l’avete capito, vivo in un condominio a sei piani.
E su ogni piano ci sono tre case.
Quelle più in basso sono le più costose ma le più belle, quelle in alto il contrario.
E io vivo al sesto piano, nella casa più economica.
Il mio vicino è un ragazzo di 18 anni scappato di casa, che vive con un suo amico e campano suonando in qualche locale nei turni di notte. Proprio per questo, quando tornano a casa alle quattro e mezza del mattino, comincio ad avere problemi di sonno, visto che cominciano a sbattere porte e non so che altro e a ridere ubriachi.
“Vi siete divertiti ieri notte tu e il tuo amico?” chiedo con un sorrido di sfida.
Nonostante tutto quel ragazzino lo trovo simpatico, è divertente quando cominciamo a punzecchiarci!
Sorriso malizioso e sguardo che conquista “Oh si molto, c’erano tante ragazze” 
Faccio una smorfia “Ah, allora avete passato una notte da leoni!”
Mi da un pizzicotto sulla guancia “Si, ma tu rimani la mia preferita!”
“Tieni quelle manacce lontano da me, porco! Tanto so che tu le ragazze te le fai solo con la testa e non con il…” 
“Non cadiamo nel volgare, mia cara vicina!” dice in tono da borghese.
“Non fare il cretino, stupido bambino!” imito il suo tono.
Ride “Che rima carina!”
La porta dell’ascensore si apre, siamo arrivati “Grazie, addio” esco e mi dirigo verso la porta.
Poggio le buste a terra cercando le chiavi.
“Veramente volevo invitarti per un caffè” dice lui in atteggiamenti sexy “Non dirmi di no, ti prego”
Infilo le chiavi e le giro “Appena avrai compiuto 20 anni accetterò” dico.
Prendo le buste della spesa “E comunque, piccolo consiglio, quando vuoi invitare una per un caffè, non dirle “Ti prego!” con quella faccia da cane bastonato, che tanto non la convinci!”
Entro in casa “Quanto sei sexy, mi fai impazzire” mi dice ironico.
Sorrido “Taci stupido”.
Prima di chiudere la porta lo vedo mandarmi un bacio volante.
Che tipo quel Matt!
Butto le buste della spesa in frigo. C’è un gran disordine in casa, ma me ne frego.
Di solito è Marie che mette tutto in ordine.
Vado in bagno e comincio a prepararmi per l’appuntamento con l’ennesimo spasimante.
Non sono bella, non sono simpatica, allora perché piaccio?!
Glielo chiederò, stasera, al pretendente romantico.
 
La giuria esamina per bene l’aspirante Miss.
Ora sta decidendo i commenti e i voti da dare.
Bene, è arrivato il momento! 
C’è la farà la nostra quasi Miss a superare il giudizio della giuria?
Momento di suspense.
“Secondo me sei perfetta!” esclama Marie.
Continuo a guardarmi allo specchio, poco convinta “Sicura? Non è che questo vestito è troppo stretto?”
“Ma che dici! E’ perfetto! Oggi vanno tanto di moda!”
Sbuffo “Se lo dici tu…”
“Ora faresti meglio a correre, se non vuoi ritardare!”
Prendo il cappotto, faccio fatica a camminare sui tacchi “Tu non mi accompagnerai con la macchina, vero?”
“Eh, no, è a secco e io sono al verde”
Sbuffo di nuovo, rischio di cappottarmi sui tacchi (eppure sono bassi!) e prendo la borsa.
Entro nell’ascensore, ma indovina un po’ chi c’è in tenuta da musicisti pazzi?
“Ciao piccola! Hai deciso di venire con noi al pub per ascoltare del buon rock?” fa entusiasta Matt.
Lui e il suo amichetto mi fissano maniacalmente “Non frequento quei buchi, Matt”
Momento di silenzio.
“La volete smettere di fissarmi le tette?!”
Uhh sono rossi come pomodori!
La porta si apre.
E adesso chi la fa le scale a piedi?! 
“Se vuoi ti prendiamo in braccio” fa il ragazzino, notando la mia antipatia con le scarpe.
“No, grazie”
Mi danno velocemente un bacio sulla guancia e scappano via, evitando un mio ceffone.
Saluto il signor Parker “Vuole una mano?”
“Non si preoccupi” 
Il signor Parker passa tutto il giorno sul pianerottolo chiedendo ai passanti la sua mano.
Quando l’orologio a cucù di casa sua suona le nove, lui si ritira e va a dormire.
Spero di non finire mai come lui! 
Sta tutto il giorno a pensare, io lo faccio già in modo eccessivo, senza essere seduta su un pianerottolo!
Miracolosamente riesco a scendere le scale senza rompermi niente.
Esco fuori dal palazzo, dopo un po’ mi abituo ai tacchi.
La strada è affollata di gente della mia età, ma anche ragazzini di 16-17 anni che mi scrutano curiosi.
Come se non hanno mai visto una donna elegante per strada!
L’appuntamento è a un pub vicino, ma per arrivarci devo passare per la casa di George Harrison.
Quella casa per me è un dilemma, non so perché.
Quando devo passare da quella strada mi viene sempre una forte emozione.
Non si tratta delle fan e forse nemmeno di Harrison.
Si tratta dell’idea che io mi sono fatta di quella casa: la villa enorme che non avrò mai.
La villa in cui tutte vorrebbero entrarci per una volta (anche io, lo ammetto).
La villa in cui vive uno degli uomini che ha cambiato la storia, ma che sembra essere invisibile!
Non c’è MAI. O è dentro casa a suonare o è negli studi di Abbey Road o è in tournee.
Quando non è in tournee (come ora) le fan si accampano li davanti e quando è in tournee le fan lasciano attaccati al portone vari biglietti, oppure buttano dal cancello dei fiori.
Che ossessione! Harrison ossessionato dalla musica, le fan ossessionate da Harrison.
Passo davanti la casa.
Non c’è nessuno! Ma come è possibile?!
La strada è quasi deserta!
Harrison non è in tournee con i Beatles, ne tantomeno in vacanza.
E’ qui a Londra, ne sono certa!
Ad Abbey Road? Beh, si forse… passa molte ore in studio quell’uomo.
Però comunque le fan ci dovrebbero essere!
Mistero.
Continuo per la mia strada, senza pormi tanti problemi.
 
Arrivo al pub e mi siedo.
Vedo il pretendente intento a parlare con una ragazza più vecchia di me.
Cominciamo bene! 
Che senso ha insistere tanto per invitarmi al pub e poi provarci con un’altra?
Il pretendente esce dal pub, con la ragazza al seguito.
Bene, sono rimasta sola come una cretina.
Stupida!
Mongoloide!
Batto le dita sul tavolo.
Ordino un drink. Che nervi!
Questa doveva essere la mia serata, mi sarei divertita un sacco a trattar male il pretendente.
Sbuffo e sorrido. Ma chi se ne frega!
Comincio a bere il drink.
Due drink. Tre. Quattro. Cinque. Basta, non ce la faccio più!
Uno ci prova, lo ignoro. Non sono così ubriaca e incosciente da farmi portare a letto da uno sconosciuto.
Vedo l’ora. 11.30. E’ già passato un sacco di tempo! Ma non voglio tornare a casa… devo inventarmi qualcosa per divertirmi un po’…


Mondo Nutopiano:
Hhhhhola!
E anch'io mi sono decisa a scrivere una storia un po' più romantica...
Ma non su Paulie o su Johnny, ovviamente.
Spero apprezzerete questa mia nuova storiella.
Spero che possediate la pazienza di leggere sti papiri deliranti.
Spero che recensirete (positivamente *incorcia le dita*).
Ci tengo molto a sapere cosa ne pensate.

Peace & Love.
MelinAnima :3

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Capitolo 2
*** Sbronze, ospedali e gentili musicisti. ***



Che ci faccio qui? Perché mi voglio procurare un mal di testa con questa musica?
Il pub dove suona Matt è di fronte a quello dove avevo l’appuntamento, così mi è bastato attraversare la strada, per arrivare qui. Matt mi guarda dal palco sorridendo.
Al microfono dice “Sono contento che sia venuta!”
Lo saluto svogliatamente.
Non sono tanto ubriaca, ma comunque non connetto bene.
Mi prendo altri tre drink di tipo diverso.
La terza è micidiale.
Non so cosa sia, ma mi fa saltare qualche rotella.
Ora veramente non connetto più!
Salgo sul palco.
Matt mi lascia il microfono.
Farfuglio qualcosa e canto una canzone.
Tutti ridono, anch’io rido.
 
Mio Dio! Non credevo di poter vomitare tanto!
Mi siedo a terra, poggiandomi alla tazza del water.
“Ehi li dentro! Tutto ok?”
“Sparisci Matt!”
“Lo sai che non lo farò. Posso entrare?”
“No”
Come non detto.
La porta si apre e Matt si siede per terra davanti a me “Non avrei mai pensato di vederti così”
“Neanch’io”
Matt si sporge sulla tazza “Ugh!”
“Se ti fa tanto schifo non dovevi sporgerti”
“Non credevo che una persona potesse vomitare tanto!” esclama divertito.
“Grazie” parlo senza espressione, distrutta dallo sforzo del vomito.
Appoggio la testa al muro della toilette e chiudo gli occhi.
“Perché ti sei ubriacata in quel modo? Stasera non avevi un appuntamento galante?”
Zittisco per un po’: non sono cazzi suoi.
“Oh?”
Piagnucolo “Che vuoi Maaatt?!” 
“Non mi hai ancora risposto!”
Sbuffo “Lasciami in pace!”
Silenzio.
“Vuoi tornare a casa con me stasera?”
Sorrido e lo guardo “Solo quando avrai compiuto 20 anni”
Matt ci rimane male e se ne va senza nemmeno salutare.
Non pensavo se la sarebbe presa tanto, ma chi se ne frega.
Mi alzo anch’io a fatica.
Sono le 3.04, sono mezza ubriaca, non ho sonno ma so che, quando tornerò a casa, crollerò in un sonno da fare invidia alla principessa addormentata nel bosco!
Mi gira la testa, credo di avere un calo di pressione.
Cerco di non cadere sul water.
Mi riprendo ed esco dalla toilette.
I musicisti stanno smontando gli strumenti.
Matt mi guarda triste, ma chi se ne frega, è solo un bambino viziato che vuole le donne solo per se.
Stupido.
Esco dal locale barcollando. 
Odiosi tacchi! Ma perché li tengo ancora ai piedi?
Me li tolgo senza pensarci due volte e comincio a camminare scalza per strada.
Non gira quasi nessuno.
Quasi! Se mi vedono potrebbero pensare chissà che cosa… ma chi se ne frega.
Sono ubriaca, mi gira la testa, attraverso la strada scalza, reduce da una serata terribile!
Sbuffo, ma chi me l’ha fatto fare?
Non volevo nemmeno andarci a quello stupido appuntamento con quello stronzo.
Non mi ha degnata manco di uno sguardo!
Ma chi se ne frega.
Adesso torno a casa e m’infilo nel letto e addio mondo.
Voglio dormire, ho tanto sonno.
Oh! La casa di Mr Harrison… com’è bella.
No, mi devo calmare, non devo lasciarmi andare dall’alcool!
Devo rimanere seria.
Oddio mi gira la testa, non ce la faccio a tenermi in piedi.
Vedo tutto sfocato.
Non credo che arriverò al mio letto…
Le mie gambe si piegano e cado.
Addio mondo!
 
Ah! La testaa! Che mal di testa!
Mi massaggio le tempie e apro gli occhi.
Vedo tutto a puntini.
Dove caspita sono?!
Ahi ahi che mal di testa!
Oh cazzo sono in un ospedale!!
Che ho combinato ieri sera?
Mi guardo per controllare se ho tutti i pezzi del corpo al loro posto.
Ok, sono vegeta, ora  controllo se sono viva!
Perché sono qui?
Cosa è successo ieri?
Cerco di ricordare… 
La serata di ieri, ricordo, è stata una merda.
Lo stronzo intellettuale mi ha mollato per una più vecchia di me.
Ho bevuto qualche bicchierino.
Poi sono andata al locale dove suona Matt… e dopo?
Mistero!
Mi sforzo per ricordare… ma niente!
Auuuh! La teeestaa!
Penso sia arrivato il momento di alzarmi dal letto.
Nessuno si è accorto che sono sveglia.
Guardo fuori dalla finestra: è ancora notte!
A meno che non sono rimasta qui per più giorni!
Forse sono entrata in coma!
Forse sono passati anni!
Ok, devo calmarmi.
Adesso chiederò informazioni a un infermiere e capirò tutto.
Va tutto bene.
 
Mi alzo lentamente per non ricadere svenuta.
Non ho ventose attaccate da nessuna parte, quindi non devo essere entrata in coma! No?
Respiro. Che puzza di marcio!
C’è una finestra, la apro per far cambiare un po’ aria.
Da un vetro sul corridoio vedo un infermiere o un dottore che parla con qualcuno.
E’ in questi momenti che gli anni passati a imparare il labiale tornano utili.
L’uomo parla sottovoce e, nonostante la porta aperta, non si sente quel che dice.
Ma io posso capire benissimo!
Uffa che mal di testa!! 
Seguo i movimenti della bocca del dottore.
“Sta... b..ne” Sta bene.
“Può an-are” Può andare.
Immagino che parla di me!
Un’altra conferma per la teoria “Non-in-coma”!!
Non riesco a vedere con chi parla perchè è nascosto da muro… cammino lentamente, cercando di non farmi sentire.
Mi sporgo per vedere con chi parla il dottore.
OH. MIO. DIO.
Adesso svengo, ne sono certa.
Indovinate, su! Non è difficile!! 
E’ Lui. 
Lui: Lui che abita nella bellissima villa, Lui circondato da fan, Lui assillato, Lui che suona meravigliosamente la chitarra, Lui che da anni fa parte del complesso più famoso del mondo, Lui che adesso è single, ma stranamente davanti la sua casa non c’è nessuna!
“Harrison!” esclamo con un tono di voce troppo alto.
Il dottore si volta, ma io mi nascondo sotto al vetro.
Adesso riesco a sentire meglio quel che dicono “Bene! Mi ha fatto prendere un colpo quella ragazza”
“In effetti quando l’ha portata qui non sembrava in buono stato, ma in realtà era semplicemente sbronza… sarà svenuta per aver ceduto al troppo alcool”
“Capita. La saluto, dottore!”
“Arrivederci, Mr. Harrison!”
Ma che centra George Harrison con me? Perché gli ho fatto prendere un colpo?
Voglio spiegazioni!
Mi alzo e vado subito a parlare col medico.
Arrivo davanti a Harrison e al dottore urlando “Che succede qui!??!”
Oh no… mi gira la testa, mi sono alzata troppo veloce… ho un calo di pressione!
Oddio, il mal di testa è insopportabile!
“Oh merda!” 
E sono di nuovo a terra.
 
Mi risveglio in un altro posto.
Una luce mi acceca, è quella della lampadina della mia camera, o meglio buco.
Da quando in qua dormo con la luce accesa?
Ma… sono a casa! Non ci credo, sono a casa mia!
E’stato un sogno? Era così reale!
No, impossibile che sia stato realtà: io all’ospedale e George Harrison che si preoccupa per me!
Pura fantasia, per fortuna che mi sono svegliata, non voglio sprecare l’inconscio in queste stupidaggini.
Citazione Mafalda! Bisogna sempre metterla una citazione, ogni tanto.
Dalla mia stanza non si capisce se è giorno o notte.
Mi alzo velocemente e apro la porta.
Eccolo li: il sole che illumina la stanza!
Oddio, un giramento di testa! Un calo di pressione, no, di nuovo no!!
Mi appoggio al muro, chiudo gli occhi e mi riprendo.
Non devo alzarmi così di soprassalto!
“Sei sveglia!” Marie si avvicina a passo svelto.
“Marie, ma che è successo?”
“Vieni, cara, siediti sul divano. Ma come, non ti ricordi? La sbronza, lo svenimento, l’ospedale!”
Mi alzo di scatto dal divano “OSPEDALE?! Ma allora è successo davvero!!”
“Siediti subito, non vorrai avere un altro calo di pressione!!” mi tira per un braccio e mi risiedo.
“Ma, Marie, cos’è successo, raccontami!” sono impaziente.
“Ieri sera” Marie si siede per raccontare “Hai preso una brutta sbronza e mentre tornavi a casa devi essere svenuta. Per fortuna un passante ti ha portata subito all’ospedale, ma dopo qualche minuto ti sei svegliata, hai cominciato ad urlare chiedendo spiegazioni e puff! Sei di nuovo svenuta!”
E’ successo veramente, quindi… e poi quel passante dovrebbe essere Harrison, ecco perché ha detto che Gli avevo fatto prendere un colpo!
Oddio sono svenuta davanti la casa di George Harrison!
Oddio sono svenuta davanti la casa di George Harrison e Lui mi ha vista!
Oddio sono svenuta davanti la casa di George Harrison, Lui mi ha vista e ha chiamato l’ambulanza svegliando mezza Londra!
Oddio sono svenuta davanti la casa di George Harrison, Lui mi ha vista, ha chiamato l’ambulanza svegliando mezza Londra e mi ha seguita sin in ospedale!
Oddio sono svenuta davanti la casa di George Harrison, Lui mi ha vista, ha chiamato l’ambulanza svegliando mezza Londra, mi ha seguita sin in ospedale e li sono svenuta di nuovo davanti a Lui!!
Oddio svengo! Si, ora svengo!
Marie mi scuote “Oh riprenditi! Stai da mezz’ora a fissare la teiera! Lo vuoi il the si o no?!”
“No! Lo sai che non mi piace!”
Voglio alzarmi ma, per evitare di avere un calo di qualche cosa, lo faccio mooolto lentamente!
Marie si alza normalmente e va in bagno.
Noto che sono in pigiama “CHI MI HA CAMBIATA??”
Urlando dal bagno risponde “IO!”
Deglutisco. Peggio di mia madre!
Metto un po’ in ordine le idee: stamattina andrò a lavoro, farò la spesa (minimo necessario) quindi è meglio se mi porto un po’ di spiccioli, poi passerò dalla casa di George Harrison (si, ma questo che centra?), pranzerò e andrò di nuovo a lavoro. Infine alle 7.30 mi ritirerò a casa stanca morta! Bene, avrò la giornata impegnata.
Marie ritorna dal bagno “Ah, e comunque ho chiamato il tuo capo, oggi non vai a lavoro”
“Cosa?! Ma sai quanti soldi mi toglie quello dallo stipendio!?”
“Gli ho detto che è per questioni di salute, se ti toglierà soldi farai ricorso a un sindacato”
Sbuffo.
Ricapitoliamo: stamattina non farò niente (a meno che Marie non mi assuma come cameriera), andrò a fare la spesa solo verso mezzogiorno, passerò dalla casa di George Harrison, pranzerò e poi non farò niente per tutto il pomeriggio! Fantastico.
Non mi piace non fare niente… forse è meglio se chiamo qualche amica.
“Così oggi potrai aiutarmi in casa” Marie sorride.
Vedo un filo di malvagità nel suo sguardo.
Mi fa paura “Ehm, no.. oggi avevo un impegno importante!”
“Sarebbe?” 
“Devo… ehi ma non sono fatti tuoi!”
Sbuffa. Sbuffo.
Alla fine di un lungo silenzio mi sorride “Beh, che aspetti a lavarti e vestirti? Vuoi fare tardi per quest’impegno?”
Corro in bagno e mi ci chiudo dentro.
Secondo me crede che ho un appuntamento galante, ma da ora in poi ho deciso: niente più appuntamenti.
Non vorrei mai finire come ieri sera.
Mi spoglio ed entro nella doccia.
Oh! L’acqua è troppo fredda!
Ah! Ora è troppo calda!!
Adesso va bene.
Mi piace farmi la doccia, l’acqua scorre sul corpo e la puoi sentire in ogni punto.
Sospiro. Comincio a pensare a Harrison.
Forse sto diventando troppo assillante nel pensarlo in continuazione. 
Beh, in fondo è stato così carino a portarmi all’ospedale. SE mi ha portata Lui all’ospedale.
Si, ma allora come si spiegherebbe la preoccupazione?
Si, ne sono sicura, Lui mi ha raccolta e portata all’ospedale.
Come romantico… vorrei proprio incontrarlo…
Oddio mi sto comportando come una fan… Questo non lo vorrei mai!
Ma che ci posso fare? Quel che sento per lui non è un sentimento normale.
Certo, non sono ne innamorata, ne cotta.
Non Lo amo.
Ma Lo temo. Per me è un’entità superiore, un Dio. Il terzo Beatle, mica altro. 
Colui che ha conquistato le Americhe e il mondo! Peggio di Cristoforo Colombo. 
E Lui,  George Harrison, si è preoccupato per me.
E io, cretina come sono, sono svenuta davanti a Lui.
Poi non voglio pensare al disturbo! Al fastidio.
Me lo immagino già “Oh no, un’altra pazzoide. Mi avrà visto arrivare e sarà svenuta. Cazzo non si risveglia, che palle. Chiamo l’ambulanza e me la levo dalle scatole”
Si ma perché non se n’è rimasto a casa sua?
Forse non lo dovrei pensare proprio… si, è sicuro, che lo penso a fare!


Mondo Nutopiano:
Ecco un secondo capitolo un po' più movimentato.
La nostra protagonista (che, se avete notato, non ha ancora un nome) è sempre alle prese con i suoi pensieri... 
E con
 un musicista troppo gentile.
Il nostro George... perchè l'ha seguita in ospedale?
Eh eh eh.
Vedrete!

Ringrazio love_story621 e Perdita :3
Grazie!

Spero vi piaccia, questa storia, e che la recensiate :D

Peace & Love!
MelinAnima :3

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Capitolo 3
*** Il mio nome. ***


Non mi metterò un'altra volta quei tacchi!
"Scordatelo"
"Ma sono belle!"
Agita il paio di scarpe che tiene in mano come stracci.
"Ok, ma sono scomodissime! Non le metterò MAI"
E quando dico mai è mai.
Dovrei andare in giro zoppicando solo per un'uscita con un'amica?
Sbuffa.
Prendo le scarpe da ginnastica.
"No, ti prego, quelle no!"
"Qualcosa in contrario?" mi infilo la prima.
"Certo! Sono orride!"
"E chi se ne frega" mi infilo la seconda.
"Tu, hai dei gusti orridi" si avvia verso la cucina.
"E tu abusi sempre della parola orrido"
Ride lei! E anche di gusto. 
Non stavo di certo scherzando.
Devo cercare di rendere un po' più acido il mio sarcasmo, altrimenti la gente non mi prenderà mai sul serio!
Finalmente la smette di ridere! "Comunque sta attenta a non farti venire un altro calo di pressione"
"Va bene, mamma!"
"Chiamami un'altra volta così e giuro che comincerò a urlare in giro il tuo nome!"
"Noooooo!!" odio il mio nome! Insomma... è così brutto!
Mia madre e mio padre sono sempre stati dei tipi astratti.
Così mi hanno dato il nome più strano e brutto che si possa immaginare, solo perchè era straniero e aveva un significato particolare.
Non perdonerò mai i miei genitori per avermi affidato questo nome per tutta la vita!
E non ho nemmeno i soldi per cambiarlo al comune.
Per questo non voglio che la gente nomini quel nome.
Sono capace di fare stragi.

Ma quanto parla questa?
"Aspetta aspetta aspetta! Ma non stavi parlando del tuo fidanzato? Come sei finita a parlare dei pantaloni di tua madre?!"
Non dovrei dirle questo, dato che sono la prima a divagare su ogni argomento!
"Uffaa!! Ma Yu!"
"NON DIRE QUEL NOME!"
Ride.
Oggi non fanno altro che ridere le persone!
Eppure io non faccio battute.
"Non ridere, lo sai che odio quel nome"
"Ma da, io lo trovo carino"
"Ma io no, quindi taci. Tu sei fortunata, hai un nome normale!"
"Vedi che Catherine non è un nome fantastico" sbuffa.
Sospiro "Sempre meglio del mio" 
Per anni mi hanno preso in giro per il mio nome!
Lo odio.
Vorrei tanto cambiarlo.
"Uuuh che bello questo pub! Entriamo??"
Catherine si attacca alla vetrina saltellando.
Continuo a camminare per la mia strada. Non ho intenzione di fermarmi da nessuna parte!
Anche perchè ho visto un essere che vorrei evitare a tutti i costi, li dentro.
Quella, intanto, si mette ad urlare "GEORGE HARRISON!!"
Oh no.
Ritorno indietro e l'afferro per un braccio, trascinandola via.
Ma quella punta i piedi per terra e non si muove, continuando ad urlare.
"Dio Catherine! Sta zitta!"
"MA LI DENTRO C'E' GEORGIEEEEE!!!"
Ma perchè ho per amica una fan dei Beatles? E soprattutto di George Harrison??
Di solito le odio le ragazzine come lei, ma Cath ovviamente è l'eccezzione, dato che ci conosciamo da anni.
Continuo a strattonarla, ma è troppo tardi, il signor Harrison ci guarda già divertito.
Beve il suo caffè e mi sorride.
Lascio il braccio di Catherine che ritorna ad urlare, aggrappandosi alla vetrina.
Immagino che Lui, da li dentro, non senta le urla. Sorrido.
Sarebbe divertente mettere i Beatles in una teca di vetro solido e le fan fuori che strillano e cercano di entrare come indemoniate.
Guardo Harrison, anche Lui mi guarda.
Faccio spallette indicando la mia amica strillante. E' senza speranza!
Harrison ride di gusto. Non sento la sua risata...
Solo ora mi guardo intorno e le persone sono tutte un po' perplesse.
Catherine smette di urlare e si decide ad entrare, finalmente!
No, aspetta, non è positivo! Se entra me lo uccide!
Mi piazzo davanti la porta del pub "Catherine ferma dove sei!" la minaccio con la borsa.
"Lasciami entrare!! Lasciami andare dal mio amato!" cerca di spostarmi ma mi aggrappo alla porta.
La apro un po' e urlo in direzione di Harrison "GEORGE SCAPPA FINCHE' SEI IN TEMPO!"
L'uomo obbedisce e corre verso una porta secondaria.
Mi volto di nuovo verso Catherine. Sembra indemoniata!
...Come se non lo fosse mai stata...
Strilla "COSA FAI?!"
"Catherine torna in te. Comportati da persona civile, come ti ho insegnato"
La faccio respirare profondamente "Eeeecco, brava!"
Comincia a singhiozzare. Oh no adesso comincia a piangere!
Si attacca alla mia spalla, scolando tutto il trucco sulla mia camicetta bianca.
"Era l'occasione della mia vita! Mi avrebbe vista e mi avrebbe sposata!" scoppia di nuovo in lacrime.
Alzo gli occhi al cielo. Lei non è stata sempre così, ve lo assicuro, ogni tanto era normale, prima che arrivassero I Beatles.
Ma adesso è completamente persa! Non è più recuperabile.

Entriamo nel pub, il suo trucco è tutto colato e chiediamo di andare in bagno per una sistemata.
Si aggiusta il trucco con lo sguardo assente "Non è giusto! Perchè mi hai fermata? Perchè Gli hai detto di scappare??"
Sospiro e sorrido, poggiando la mano sulla sua spalla "Catherine, lo devi capire che tu e George non starete mai insieme. Anche io lo trovo carino, ok" assolutamente no "Però so che non mi amerà mai! E sai perchè? Perchè Lui si può permettere delle figone e non delle merde come noi". Concisa e diretta, sempre.
"Grazie per il supporto" sbuffa.
Gli scappa da ridere. Anch'io rido.
"Sei proprio suonata!" esclamo.
"E tu non lo sei per niente!" ci abbracciamo.

Il pomeriggio passa in fretta, al pub.
Conosciamo un po' di gente, ridiamo, balliamo.
La musica qui dentro non è male. E nemmeno i camerieri.
Eppure non riesco a divertirmi. Mi sento in colpa per via di Catherine e George.
Lei mi ha detto che non fa niente, ma comunque c'è qualcosa che non mi lascia in pace.
Ma cosa?
Boh.
Adesso mi diverto.
Spero solo di non rivedere MAI PIU' quell'uomo.
Due incontri sono già troppo.
Pensiamo a divertirci!



Mondo Nutopiano:
Sualve.
E' breve questo capitolo, lo so, ma perdonatemi!
In questo periodo non riesco proprio a scrivere!!
E poi domani parto per tre giorni chissà dove.
Quindi non pubblicherò per un po'.
Per ora vi lascio questo.
Ci si becca!

Peace & Love.
MelinAnima :3


*Piccolo spazio pubblicitario*
Ringrazio chi mi ha recensita e anche chi ha solo letto.
GRASIE!







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Capitolo 4
*** Simpatie. ***


Serata fantastica!
Non immaginavo mi sarei divertita tanto.
Non immaginavo nemmeno che i tedeschi fossero così simpatici!
Penavo fossero tutti omaccioni nazisti, e invece…
Tutta colpa della guerra e della società!
Ti crescono con questi stupidi pregiudizi, poi incontri un paio di tedeschi in un pub e ti diverti un sacco!
Sono più simpatici degli inglesi, molto più simpatici.
E gentili. Mi hanno insegnato tre frasi: “Ti amo”, che si traduce con… mmm… Ah si!
Ash lib dish! O una cosa del genere… Poi “Come stai”: Ach begihr dish.
Anche se quando l’ho detto chiesto a un tedesco è scoppiato a ridere.
Va beh. Infine i saluti “Ciao” Hello e “Arrivederci” Tshiuss
Beh, non è poi così difficile, il tedesco.*
 
Saluto Catherine e mi avvio per la strada di casa mia.
Le strade sono praticamente deserte.
Solo ogni tanto si vede qualche gruppo di ragazzi che in massa si spostano di qua e la.
Come pecore.
Io, invece sono sola e ammetto che ho un po’ di paura.
Però, voglio dire, sto tranquilla. Percorro queste strade quasi tutte le notti, non è successo mai niente.
La gente qui mi conosce, cosa dovrebbe succedermi?
Ok, pensiamo ad altro.
 
La giornata è passata in fretta… cosa devo fare domani?
Lavorare. Oh no.
Non mi va proprio di stare ore e ore al telefono.
Non sono una che ama chiacchierare.
Con i clienti non puoi mai fare battute o divertirti.
Devi solo presentargli il prodotti in vendita.
A volte ti rispondono cortesemente: “No, grazie, non sono interessato”
A volte chiudono direttamente la chiamata, appena sentono la mia voce.
Vi chiederete: “Ma come fai a vendere i prodotti?”
Semplice: Non li vendo.
E se non vendo non guadagno.
E se non guadagno non riesco a pagare l’affitto e il cibo.
E se non pago affitto e cibo divento povera.
E se divento povera divento sola.
E se divento sola… ehi, aspetta! Io sono già sola!
Meglio cambiare discorso…
Perché quell’uomo mi guarda?
Lo guardo anch’io, così se ne va.
No, non se ne va. Si avvicina!
Porca vacca, questo qui non lo conosco!
Affretto il passo.
Se mi prende mi deruba, mi picchia, mi rapisce!
No no no no no no!!
Corri, corri!!
“Ehi calma!” mi afferra un braccio.
Chiudo gli occhi “Nonfarmidelmaletipregoprendituttoquellochevuoiespariscidallamiavita!”
“Eh!?” Apro gli occhi.
Ma… ma…
“Uffa però! Mi ero ripromessa di non rivederti mai più!” mi tappo la bocca.
Pensare ad alta voce è uno dei miei difetti più assurdi.
Scoppia a ridere, mentre io sorrido.
“Ehm scusa…”
“Perché ti scusi? Anzi scusami tu! Non dovevo essere così brusco nell’avvicinarmi”
“No no! Sono io che mi scuso! Mi faccio troppi film mentali e finisco sempre con fare figuracce!”
“Si, ma avevi tutte le ragioni per aver paura. Fossi stato al tuo posto mi sarei messo ad urlare!” ridacchia.
“Se l’avrei fatto io, saresti stato in guai seri Mr. Harrison” rido anch’io.
Sorride.
Che sorriso ragazzi!
Ehm… volevo dire… simpatico sorrisetto!
Chissà cosa pensa.
“Stai andando a casa?”
“Si, mi accompagni?” Cosa?! NO! Perché glieL’ho chiesto?!
“Certo!” si infila le mani nelle tasche e ci avviamo.
Dopo due isolati e un incrocio non abbiamo ancora proferito parola.
Il silenzio è imbarazzante…
“Allora…” finalmente parla! “…quella tua amica…” mi vuole forse chiedere un appuntamento con Catherine? “…come si chiama?”.
Sbuffo “Catherine”.
“Bel nome! E potresti…” si, adesso mi chiede di organizzare un appuntamento. Beh, meglio per Catherine, insomma, è il suo sogno… “…chiederle…” continua la frase, tanto so cosa mi chiederai sporco egoista che non sei altro! Incontri una ragazza in strada e che le chiedi? Se la sua migliore amica è disponibile! Assurdo! “..di darsi una calmata?”
Soprattutto dopo la scenata al pub! Ma io dico, chi vorrebbe stare con una paz…
A-aspetta! Non ha chiesto un appuntamento con Catherine!
Mi guarda divertito “Perché fai quella faccia?”
Elimino subito “quella faccia” dalla mia faccia e assumo un’espressione naturale, un po’ divertita con un pizzico di curiosità “Come se non gliel’ho già detto! Quella va pazza per i Beatles e per te!”
Rimane un po’ perplesso.
Sono più imbarazzata che mai! “Oh, scusa! Forsesonostataunpobruscaneldirtelocosìnonvolevoscusa…” mi blocca la parlantina con un dito sulle labbra.
“Non fa niente!” sorride ancora di più.
Sorrido anch’io “Comunque non è normale, la Beatlemania!”
Ride di gusto. PERCHE’!?
Cosa c’è di divertente in un’affermazione assolutamente normale?!
“A chi lo dici! Ci siamo ritrovati in questo ciclone e non ci abbiamo più capito niente!”
Ritorna serio.
Dopo un po’ di silenzio si ferma e mi guarda sorpreso “Ma io non so il tuo nome”
Cazzo.
“Pensi che ce ne sia bisogno?”
Sorride “Mmm… no”
“Bene” Fiù, per un pelo!
Continuiamo a chiacchierare di aneddoti sulla Beatlemania.
Io ne ho qualcuno. 
Quelli di quando passavo davanti casa sua.
Gli racconto che “Una volta dovetti fare tutto il giro dell’isolato perché la strada era bloccata dalle fans…”
Ma i suoi sono NATURALMENTE più divertenti e più raccapriccianti, visto che ha girato mezzo mondo!
Infatti mi racconta che “Beh, non è niente in confronto all’intero Shea Stadium pullulante di ragazzi urlanti”
Sorrido “Beh si… in effetti è giusto un po’ diverso”
George è unico! Sembra di parlare con una persona assolutamente comune.
Parla dei propri aneddoti come se fossero ragazzate o vecchi Natali passati in compagnia!
E’ fantastico! Me lo immaginavo diverso: serio ma con quel poco di pazzia che tutti i musicisti hanno!
Poi è simpaticissimo. Non riesco a smettere di ridere, porca miseria!
Mi scuote un po’ “Riprenditi!” io però ci provo! Ma comincio ad avere le lacrime agli occhi “Non ahahahah ci riessssahahahahahah!!!”
Scuote la testa e sorride “Dai, non ridere di me!”
“No, dai, una cosa del genere è… assurda! Mi stai prendendo in giro!”
“No! Tu conosci solo parte della Beatlemania, ma in realtà è molto di più di quel che pensi”
Sembra un po’ triste adesso.
Fermo le risate gradualmente. Siamo quasi arrivati a casa mia.
Poggio una mano sulla sua spalla “Ehi che hai?”
Mi guarda sorpreso “Niente!”
Arrossisco. Anzi no, io non posso arrossire.
Non lo so perché. Non sono mai riuscita ad arrossire!
“E perché quella faccia da cane bastonato?”
Abbassa la testa “Ah… niente, è che mi sono stufato” calcia una lattina.
Quella rimbalza sul marciapiede fino ad arrivare in strada, provocando un forte rumore accompagnato dall’eco.
Solo ora mi accorgo che c’è un silenzio tombale intorno a noi.
La mia voce noncurante irrompe nel silenzio “Stufato di cosa? Delle fans?”
Non lo guardo negli occhi (anche se vorrei).
So che Lui mi sta guardando “Anche”
Il silenzio ritorna.
Mi ritrovo davanti casa mia “Quindi cosa intendete fare? Mollate tutto?”
Fa spallette “Per ora continuiamo a fare quel che facciamo… poi si vedrà”
Annuisco “Va bene”
Mi fermo “Questa è casa mia”
“Possiedi tutto un palazzo?”
Sorrido mesta “Se magari! La mia casa è all’ultimo piano” indico la finestrella malmessa col dito.
“Oh”
Non riesce a dire altro. Oh. E’ il suo commento alla povertà, questo?
Continua a guardare verso la finestra di casa mia “Posso salire?”
Lo guardo sorpresa.
E ora che Gli dico? E’ troppo tardi! 
E poi non voglio che veda quel buco. Potrebbe sentirsi in colpa di essere un riccone.
No no, non lo faccio salire!
“No” sbotto con troppo entusiasmo.
Sorride, però sembra esserci rimasto male “Occhei. Posso chiederti un’ultima cosa, prima di andare?”
Annuisco “Certo, dimmi tutto”
“Come ti chiami?”
Chiudo gli occhi e sospiro “Proprio questo mi dovevi chiedere?”
“Perché non ti piace il tuo nome?”
“Perché è orribile! Tu invece…”
“Ho un nome fin troppo normale! Sai che bello” mi interrompe.
Lo guardo un attimo confusa “Che male c’è ad avere un nome normalissimo?”
Sorride “Che male c’è ad avere un nome diverso?”
Sorrido anch’io. Bel tipetto George Harrison!
Alla fine di lunghe occhiate dico con convinzione “Mi chiamo Yume”
Lo vedo confuso “E’ cinese?”
Ridacchio “Significa Sogno, in giapponese”
“Oh!”

*In realtà la protagonista sbaglia a pronunciare le parole.
E "Ach begihr dish" non significa "Come stai" ma "Ti voglio, ti desidero, voglio essere tua".
Piccolo scherzo tedesco!
 
 
Mondo Nutopiano:
Shualve!
Ecco un nuovo capitolo di questa storia!
YEEEEEH.
Basta.
Spero vi piaccia.
Finalmente sappiamo il nome della nostra protagonista: YUME.
E finalmente YUME ha incontrato George.
 
Bene la smetto.
 
Peace & Love.
MelinAnima :3
 
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Grazie aaaa...
MrBadGuy (Nuova lettrice YEEEEH!!)
_Martha (niente più mega capitolo D:)
Perdita (No, non mi rompi)
LoveStory93 (non so cosa scrivere ._.)
Alan_McStarlenson (Aggiorno aggiorno! ò_o)
 
Grasie.

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Capitolo 5
*** Fiori gialli. ***


Mi scuotono violentemente, ma io affondo la testa nel cuscino.
"No, mamma altri cinque minuti!"
"T'ho detto di non chiamarmi mamma!!" sbraita una voce conosciuta.
Apro gli occhi "Ah, sei tu!"
"Certo Y-U-M-E. Alzati che devi..." ma non finisce la frase perchè si ritrova un cuscino in faccia.
Mi alzo dal letto e mi dirigo verso la cucina con poca voglia.
Marie esce della mia stanza e muove un po' di stoviglie facendo rumore "Ehi, piccola zombie, che hai fatto ieri sera?" 
Mal di testa "Non mi ricordo" cosa vera, dato che di ieri ricordo solo la barba e il sorriso di George Harrison.
Ma di certo non le posso e non le voglio raccontare di quell'uomo.
"Hai bevuto di nuovo?"
"Probabile" ingurgito un'aspirina e mordo un toast.
Poi mi dirigo verso il bagno e mi faccio la doccia.
Mentre l'acqua scende lentamente penso a tutto quello che George e io ci siamo detti ieri.
Oh no, gli ho detto il mio nome, ma cosa mi è saltato in mente?
Sarà un famoso musicista, sarà un uomo affascinante, ma è pur sempre uno sconosciuto.
E poi come gli è venuto in mente di voler salire?! Ma guarda questo!
Per fortuna che gli ho detto di no.
 
In qualche quarto d'ora mi ritrovo dietro una scrivania a chiamare la famiglia Jones.
"Buongiorno lei è il signor Jones? Volevo proporgli un'offerta.." click.
Oh, ha chiuso.
E' il terzo oggi, mentre sei sono le persone che hanno risposto cortesemente.
Naturalmente nessuna di esse ha accettato l'offerta!
Figuriamoci...
Sbuffo e vedo il seguente numero in lista.
Non vedo l'ora che questa giornata di lavoro finisca!
Quanto vorrei avere un lavoro decente. Devo cercare un nuovo lavoro!
Anche se non farò l'attrice, spero di uscire da questa gabbia di chiamate e offerte.
Poi se riesco a fare l'attrice è meglio... che bello quel lavoro!
I riflettori, i personaggi, il protagonismo, le interviste...
Sospiro.
Basta sognare Yume! E' il momento di lavorare!
Premo il dito su un tasto del telefono.
Però sarebbe proprio bello poter recitare.
 
Cammino velocemente verso casa mia.
Che mal di testa che mal di testa che mal di testaa!! Mi massaggio una tempia con due dita.
Maledetti telefoni e i loro squilli!
Ho deciso: mi licenzio! ...ma che sto pensando?!
Licenziarmi? E dopo che si fa?
No, devo continuare quel lavoro, altrimenti rischio di diventare sul serio povera.
Mentre continuo a maledire i telefoni entro nel salone del palazzo di casa mia.
Saluto il portiere mezzo addormentato e comincio a salire le scale.
Il signor Parker mi saluta "Vuole una mano?" ma io non porto niente con me!
"Ehm... no, grazie" sorrido.
Deve avere qualche rotella fuori posto quel signore.
Chiamo l'ascensore premendo sul pulsante fortunatamente verde.
Verde uguale libero.
Adoro il colore verde! Viene sempre associato al via, alla speranza, alla libertà.
Entro nell'ascensore.
Mi piace anche il giallo a pensarci bene.
Lo trovo un colore vivo, allegro!
Il sole e giallo! Chi non ama il sole?
La porta dell'ascensore si apre e esco avviandomi verso la porta.
Proprio un bel colore, il giallo. E' luminoso e...
Oh mio Dio.
Cosa sono quei cosi sotto la porta di casa mia?
Sono gialli... sono profumati... sono fiori!!
Chi me li ha mandati? Non c'è un biglietto.
Ma come faccio a sapere che sono per me, allora?
Potrebbero essere di Marie!
Ah no, eccolo il biglietto... avrei tanto voluto non trovarlo.
"Per la ragazza dal nome strano" penso si riferisca a me.
Bene, la ragazza dal nome strano è ufficialmente confusa.
Chi me li ha mandati questi fiori?
La porta di casa si apre.
"Oh sei qui! Oh dei fioriii! Ma sono carinissimi! Sono per te??" il viso di Marie appare sorpreso.
Continuo a fissare i fiori confusa "Chi me li ha mandati questi cosi?"
"Non lo so! Li vedo solo ora!" me li prende di mano e li annusa.
Entro in casa con lo sguardo imbambolato nel vuoto e penso.
E' stato Matt? E' probabile! Oppure un nuovo pretendente...
Non può essere stato nessun altro! No no! 
Non c'è nessun altro che può avermeli mandati!
Nessun... musicista barbuto!
Nessun simpatico uomo pazzoide!
Nessun dolcissimo romanticone incontrato per caso in strada!
Scuoto la testa.
Basta!
Marie posa la mano sulla mia spalla "Ehi tutto bene? Dovresti essere felice!"
Mi volto verso di lei "Ehm.. tutto bene, certo" dico distrattamente.
Mi avvio verso il tavolo della cucina e afferro un po' di spiccioli "Vado a fare la spesa per il pranzo"
"Io  vado a lavoro" Usciamo insieme e prendiamo l'ascensore insieme.
I fiori? Sul divano di casa mia, abbandonati senza acqua.
Voglio tornare indietro per sistemarli meglio ma è troppo tardi! La porta dell'ascensore è già chiusa.
Marie saluta Matt e Matt saluta Marie e me.
Aspetta, c'è Matt?
Lo guardo con sorpresa "Sei qui!"
Fa finta di sorprendersi "Ma guarda un po'!" ha un tono di voce nervoso.
M'infilo la mano in tasca e giocherello con le monete destinate alla spesa.
Matt proferisce parola "Chi te li ha mandati quei fiori?"
Parla con me? "Non ti interessa"
"Penso che ti stia sbagliando"
"Ohh qualcuno è gelosooo!" fulmino Marie.
Matt ride "Io? Geloso di lei? Certo, come no" sbuffa infastidito "Allora?"
"Non lo so chi mi ha mandato quei fiori! Sarà sicuramente un altro pretendente stronzo!"
La discussione finisce li.
Marie continua a mandare occhiate maliziose a me e Matt mentre quest'ultimo abbassa lo sguardo.
Finalmente la porta dell'ascensore si apre!
Esco fuori come un fulmine che nemmeno il sign. Parker ha il tempo di chiedermi se voglio una mano.
Stupido Matt e la sua gelosia! Bambino viziato che non è altro. 
Perchè!? Perchè IO gli devo piacere?
Fatto sta che io e lui non staremo mai insieme (anche perchè io sono molto più grande di lui).
 
Ma queste buste pesano veramente un casino!
E cosa ho comprato? Niente di che! 
Invece sembra che devo sfamare un esercito...
Ah! Che fatica!
Trascino le buste fino a quando non si rompono e crollano a terra.
"Oh no le uova!" mi guardo intorno, non c'è nessuno.
Meno male non ho fatto figuracce!
MENO MALE UN CORNO! SONO DAVANTI ALLA CASA DI GEORGE!!
Eh uffa! Prima sono stata così brava a ignorarla mentre andavo al negozio!
Ammetto che un piccolissimo insignificante sguardo ce l'ho mandato ma...
Adesso potrei fare la radiografia completa di questa casa dato che le buste sono rotte e irrecuperabili!
E il cibo sparso sul marciapiede...
Raccolgo tutto frettolosamente, non voglio stare un minuto di più davanti questa casa.
Ma magari Lui adesso esce, mi vede e ci prendiamo un caffè...
Alzo lo sguardo a una finestra. MERDA E' APERTA!
MUOVITI YUME A RACCOGLIERE TUTTO E ANDARTENE!
Cazzo cazzo cazzo adesso esce e mi vede e pensa che sono una maniaca!
E poi mi denuncia! Oh no no no no no! Presto, presto!
Ma mentre raccolgo tutte le "vivande spappolate" sul marciapiede sento una voce...
Ma non parlata... questa voce dolcissima segue una melodia...
Una melodia e delle parole.
Mi sporgo dal cancelletto per sentire meglio.
E' George che canta, e c'è anche una chitarra che lo accompagna.
Me lo immagino seduto per terra, bellissimo, che suona la sua chitarra e canta quelle parole.
Adesso la canzone è un po' più movimentata e riesco a capire le parole...
You're asking me will my love grow 
I don't know, I don't know 
You stick around now it may show 
I don't know, I don't know 
Che bella, è proprio una canzone dolce e bella...
E George la rende ancora più dolce con la sua voce...
YUME RIPRENDITI! Devi raccogliere il cibo e andare a casa!
Devo scappare di qua.
Qualcuno si affaccia alla finestra. Oh no, mi vede.
Ma... non è un uomo qualsiasi... è...è..
OH MERDA! RINGO STARR!?!
Ringo mi sorride e chiama George dicendo queste precise parole "Ehi Geo c'è la ragazza col nome strano qui fuori!"
NOOOO!! Raccolgo tutto il cibo in un lampo e faccio per scappare ma la voce di George che urla dalla finestra mi blocca "Ciao Yume! Ti sono piaciuti i fiori?"
Cosa ha osato fare!? Ha urlato il mio nome a mezza Londra!
Ah, questo è troppo!!
Afferro un sasso e con gli occhi ciechi di rabbia lo scaravento verso una finestra della casa, rompendone il vetro.
Vedo George osservare la finestra e poi rivolgere il Suo sguardo spaventato a me.
Anche Ringo è spaventato.
"NON PROVARE PIU' A NOMINARE QUEL NOME IN PUBBLICO!!" scappo via correndo come una pazza e trascinandomi la spesa dietro.
In testa mi rimbomba quel maledetto nome!
Vedo i suoi occhi spaventati guardarmi ma me ne fotto!
Come ha osato urlare quel nome così?!
 
Ah questa me la paga! Lo sa benissimo che io odio quel nome!
Chiamo l'ascensore con furia.
Il signor Parker non osa proferire parola, anche lui è spaventato dal mio comportamento brusco.
Che poi come si permette di mandarmi quei fiori!! Ma chi ti conosce dico io!?
Perchè mi mandi dei bellissimi e coloratissimi fiori?! Che vuoi da me?
La porta dell'ascensore si apre e vedo Matt affianco a me.
Mi sorride "Bellezza, che hai?"
"Taci bamboccio!"
"Oh, giornata nera? Io invece sto benissimo! Ho conosciuto una ragazza davvero figa..."
Sorrido malvagia.
So già che quello che ho in mente di dirgli non gli farà affatto piacere, ma questo ragazzino si merita una lezioncina: le donne non sono giocattolini!
"Ah si?! Vuoi sapere una cosa? Quei fiori che tanto ti interessavano me li ha mandati George Harrison! Si, proprio Lui!"
Sembra sorpreso. E' sorpreso!
George Harrison è il suo idolo, dato che si è ispirato a Lui per suonare la chitarra.
"Non è vero!"
La porta dell'ascensore si apre e io esco fuori mentre Matt mi segue sempre con quella faccia da ebete.
Faccio spallette mentre prendo con fatica le chiavi di casa senza far cadere le buste "Credici se vuoi. So solo che ci sta provando!"
Lo vedo rosso in viso dalla rabbia.
Sorrido befferda "Allora ci sentiamo eh!" 
"Ciao!" gli sbatto la porta in faccia e sorrido ancora di più.
Beh, in fondo in fondo questa ideuzza di George di mandarmi dei fiori non è stata poi così male.
Vedo i fiori buttati sul divano, li raccolgo e li ammiro.
Sono bellissimi.
Anzi, è stato molto gentile a mandarmeli... Sorrido intenerita.
Ma il sorriso si spegne in un secondo.
Oh Cristo! Però io Gli ho rotto un vetro della finestra!
...ho scagliato un sasso alla casa di George Harrison...
Ma che cosa mi è preso!?
E adesso? Che Gli dico?
Mi odierà! Ne sono certa.
 
 
Mondo Nutopiano:
Ecchime.
Vi è piaciuto?
A me no, come sempre!
In questo periodo non rieco a scrivere come al solito.
Boh che mi sta succedendo!
Vi saluto con una fotografia:
 
Yume (Cicciasan - Youtuber):
 
Eh      EH      EH!
 
Peace & Love!
MelinAnima :3
 
*Piccolo spazio pubblicitario*
Ringrazio di cuore
Perdita, _Martha, Alan_McStarlenson, I Love The Beatles.
Ringrazio anche ;OcladìObladà, senza di lei questo capitolo non esisterebbe :3
GRAZIE DI TUTTO!
E ANDATE A VISITARLE CHE SENNò.... Mbah!

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Capitolo 6
*** Adorata bicicletta! ***


Io adoro la Domenica, posso fare quel che voglio!
Oltre, naturalmente, le solite cose giornaliere (sapete: pulire, cucinare e fare la spesa)
Ma poi posso fare quel che voglio.
Per esempio andare in bicicletta!
Adoro andare in bicicletta, mi diverto un sacco!
Posso sentire il vento, respirare!
E’ davvero bello!
E poi è l’unico mezzo di trasporto che possiedo e che posso usare.
Quando giro con la bicicletta non vado mai in un posto preciso…
Semplicemente vago per le strade di Londra!
Ed è bellissimo!
Londra è bellissima!
La mia bicicletta è bellissima!
Ok, basta con questo entusiasmo, pensiamo a pedalare.
 
Lascio la bicicletta vicino la sedia del portiere.
Mi saluta allegramente… strano, di solito dorme.
“Alloora, signorina come va?”
Perché me lo chiede? “Ehm… bene! E a lei?”
“O si, bene… Non si preoccupi le guardo io la bicicletta” sorride.
Sorrido anch’io. Questa giornata sembra andare molto bene!
Salgo le scale, il signor Parker mi sorride e mi saluta “Vuole una mano?”
Dopo aver cordialmente rifiutato entro nell’ascensore.
Li ci trovo una persona a me sconosciuta e Marie.
Il tizio sconosciuto esce.
Le sorrido “Vai a lavoro?” 
“No… ecco…” sembra titubare, esce dall’ascensore “Poi ti spiego ciao!”
La porta si chiude e rimango sola.
Premo il pulsante per l’ultimo piano e aspetto.
Devo solo prendere l’acqua che è finita, dopo tornerò giù dalla mia bicicletta!
La mia adorata bicicletta… quante ne abbiamo passate insieme.
E’ una cara amica, dico sul serio, lei mi porta ovunque.
E poi me l’ha regalata mio nonno.
La porta si apre, esco e prendo le chiavi di casa.
Infilo le chiavi e, prevedibilmente, appare Matt “Ciao bellezza!”
Sbuffo, giro la chiave “Non chiamarmi così”
Appoggia la mano sulla porta di casa e si avvicina “E allora come ti devo chiamare?”
“Non chiamarmi”
Sorride maliziosamente “Ti va una passeggiata?”
Non m’inganni con sguardo che conquista e voce sensuale, Matt.
“No.” Apro la porta e lui si ritrova a terra.
Ridacchio e entro dentro casa, lasciandolo a terra sull’uscio.
“Non è per niente divertente”
Non gli do retta, sono troppo impegnata a osservare il vaso davanti a me.
L’enorme e coloratissimo vaso.
L’enorme, coloratissimo vaso strapieno di fiori bellissimi e profumati.
Rimango imbambolata a guardare i fiori.
Chi me li ha mandati?
Non può essere stato Lui… avant’ieri Gli ho scaraventato un sasso contro la finestra!
Forse sono per Marie…
Matt si accorge dei fiori “E quelli?” è praticamente appiccicato alla mia schiena e mi cinge i fianchi.
Mi avvicino al vaso, lasciando Matt, e cerco un bigliettino.
“Che fai? Non sai se sono per te!” la sua voce irritata non mi fa ne caldo ne freddo.
Sbuffo “E invece sono proprio per me” gli mostro un bigliettino appena trovato.
Matt si avvicina “Che dice?”
Ma che ci fa Matt in casa mia a cinque centimetri di distanza dal mio naso?
“Non sono affari tuoi! Adesso vattene!” lo spingo verso la porta ancora aperta.
Lui si scansa, facendomi quasi cadere a terra, e cerca di prendere il biglietto “Da qua!”
Scappo via, andando dietro al divano “Chiamo la polizia se non te ne vai!”
Sorride “Non dire stronzate Yu!”
“COSA HAI OSATO...!?!?”
“Ehi non l’ho detto tutto il nome!!”
“Appunto: hai detto un soprannome, ancora più brutto!” lascio il biglietto sul divano e mi butto su di lui.
Siamo a terra, io su di lui e gli tengo fermi i polsi vicino la testa.
“Non dire più quel nome!”
Sorride malizioso.
Mi accorgo della posizione in cui siamo “Se adesso ti vedesse il tuo Georgie chissà cosa penserebbe”
Gli mollo un ceffone “Stronzo, esci fuori di qui”
Adesso mi ha fatto proprio incazzare.
Quella che poteva essere una bella giornata è stata rovinata come al solito da questo coglione!
Il mio Georgie! Ma vaffanculo brutto pezzo di merda!
Mi alzo e indico la porta “Fuori”
Anche lui si alza “Scusami, non volevo…”
“Vattene, prima che cominci a descriverti con parole poco carine”
Rimane un attimo a guardarmi e se ne va, chiudendo la porta.
 
Respiro e mi siedo sul divano.
Chiudo gli occhi e verso la testa all’indietro, rilassandomi.
Quel Matt! Mi fa impazzire!
Mi provoca in continuazione, possibile che è questo il suo metodo per corteggiare le ragazze?
Sospiro “Mannaggia a te, Matt” il mio sguardo si posa su un pezzetto di carta poggiato sul divano.
Lo prendo con due dita.
Lo guardo.
E’ bianco, ma sopra c’è una scritta…
La leggo di nuovo, ma ancora una volta non so cosa pensare.
George, che vuoi da me?
Perché mi mandi fiori? La prima frase dice “Alla ragazza dell’ultimo piano: mi dispiace”
Gli dispiace? Ma sono stata io a scaraventarLi un sasso contro la finestra…
“Non meravigliarti di questi fiori, è il minimo che possa fare…” per cosa? Per il mio perdono?
George, Tu sarai sempre perdonato! “…e poi non saranno mai belli abbastanza per uguagliare te”
Non è la prima volta che un uomo mi dice queste cose, ma non sono mai arrossita prima d'ora.
George Harrison mi manda dei fiori e mi dice che sono ancor più bella di quei fiori.
Alzo lo sguardo dal foglietto e lo porto al vaso.
Sono veramente stupendi.
Come potrei essere più bella di loro?
Il messaggio finisce con un romantico e distaccato “In attesa di incontrarti, Mr. Harrison”
Sorrido. Prima scrive un messaggio melenso ma poi lo conclude con un distaccato e divertente “Mr. Harrison”!
Mi alzo dal divano, portando con me il foglietto nella mia camera.
Che uomo bizzarro, questo George Harrison!
Mi stendo sul mio letto.
Osservo il foglio tra le mie mani, leggendo e rileggendo quelle frasi.
Non so quel che provo, è tutto così assurdo! Fino a qualche giorno fa “Mr. Harrison” era un uomo invisibile.
Un entità superiore che io, povera mortale, potevo immaginare o osservare dalla televisione…
Ma ora sembra tutto cambiato.
Scuoto la testa.
No, non devo illudermi di niente! Mi ha solo mandato dei fiori per “chiedermi scusa” e non ce n’era nemmeno bisogno.
Mi alzo dal letto e, infilandomi il foglietto in tasca, vado in cucina a riempirmi una bottiglietta d’acqua.
 
Afferro la mia bicicletta, ringraziando il custode per avermela sorvegliata.
“Si figuri! Allora, le sono piaciuti i fiori?” mi sorride curioso e lo faccio anch’io.
Annuisco e esco fuori di casa, monto sulla bicicletta e comincio a pedalare, andando verso la Sua casa. 
Mi soffermo a osservarla, ancora una volta.
E’ veramente bella.
Mi piacerebbe tanto vederla da oltre quel muretto… o ancora meglio oltre quelle mura.
Ma so che non succederà mai.
Vado più lenta, mentre fisso la casa. 
Sento delle voci da dietro il muretto “…che fantasia! E’ già la seconda volta che le mandi dei fiori!”
Dio, quello che parla è John Lennon! E sta parlando di me! Con George!
Velocizzo il moto con la bicicletta, me ne voglio andare.
Continuo però a sentire quelle voci “E’ stato Ring…” non sento altro.
Corro via con la bicicletta e abbandono quella strada.
Cazzo, io voglio che Quello mi lasci in pace! Come devo fare?
Andava tutto così bene… l’amore non mi serve a niente!
E poi chi mi amerebbe mai? Dopo cinque minuti i ragazzi scappano via!
Deve avere qualcosa fuori posto quell’uomo…
 
Do un altro morso al mio panino.
Ovviamente non c’è carne. Per questo ci metto un po’ di limone…
Adoro il limone! E' la mia salvezza, lo metto ovunque!
La gente si chiede come faccio a mangiare questa “roba” ma sinceramente a me piace.
Do un ultimo morso al panino, ormai finito, e mi alzo dalla panchina.
E’ il momento di andare a casa, il sole tramonta.
La giornata è volata via come niente.
Domani ritornerò a lavorare e dovrò aspettare sette giorni per ritornare a pedalare la mia fidata bicicletta.
Rimonto in sella e comincio a pedalare.
Mi sono appena ricordata che non ho fatto la spesa.
Fantastico!
I piedi spingono sui pedali velocemente, verso casa, cercando di evitare pali e persone.
Attraverso la strada, il semaforo è verde, fortunatamente.
Mi fermo.
Eccola qui, la strada della Casa.
Quella Casa incredibilmente angosciante, ma che mi attira.
La strada come sempre è vuota, ma meglio stare sul marciapiede.
Sospiro, devo percorrerla se voglio andare a casa velocemente, prendere i soldi e fare la spesa.
Il fatto di vivere vicino la Sua casa mi da i nervi.
Anche quando non ci sono le fan… soprattutto quando non ci sono le fan.
Perché Lui può vedermi molto più facilmente.
E non voglio!
Tocco la mia coscia, sulla tasca dei pantaloni. C'è ancora il biglietto dei fiori, li dentro.
Si, ne sono convinta, George Harrison non deve più vedermi.
Ma basta pensarci, devo andare.
Chiudo gli occhi e riprendo la mia corsa.
Ma il rumore di un cancelletto mi fa frenare.
 
“LA MIA CHITARRA!” sono a terra con un tizio sotto di me che urla.
Apro gli occhi.
Cazzo! Questo è John Lennon che impreca!
“Tu!! Hai rotto la mia chitarra!” 
Mi spinge lontano da lui e sbatto il fondoschiena per terra “Grazie Mr. Gentilezza!”
Senza distogliere lo sguardo dalla sua defunta chitarra, continua a imprecare.
Lo facevo più carino, John Lennon.
Do uno sguardo alla mia bici per vedere se è intatt… oh no.
“La mia bicicletta!” sbuffo.
Mi si spezza il cuore! Quella bicicletta me l’ha regalata mio nonno e ora è... 
“Non me ne frega niente della tua bicicletta!!” sbraita il Lennon furioso, mentre i miei occhi vengono inondati dalle lacrime “Sei appena fiondata sulla mia chitarra!”
Cazzo, ma questo qui non fa altro che pensare alla sua chitarra?!?
Mi alzo, con l’intenzione di picchiarlo, ma una voce mi blocca “Che succede qui!?”
George.
George ci ha sentiti urlare.
George è sull’uscio di casa sua mentre John Lennon, a terra, continua a bestemmiarmi.
E io sto piangendo… mentre George mi guarda confuso.
L'oggetto dei miei pensieri guarda per terra e afferra un biglietto bianco.
Aspetta! Aspetta! Ma è IL biglietto bianco "N-no, Geor..."

Adesso sono veramente nella merda.


Mondo Nutopiano:
Non fa altro che combinare casini!
E anch'io! Infatti parte di questo capitolo era andata persa...
L'ho dovuto riscrivere ed è per questo che è abbastanza breve.
Maledetto computer!! *agita pugno*
io amo le biciclette e il limone! 
Per questo il capitolo è incentrato sulla bicicletta *_*
Vi saluto, lasciandovi sta piccola merdaccia.

Peace & Love.
MelinAnima :3


*Piccolo spazio pubblicitario*
Grazie a chi ha recensito e chi ha solo letto!!


*coffffff* *coff*
Ecco a voi Matt (Il figlio di Marlon Brando):

Però immaginatelo più... malmesso, ecco...

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Capitolo 7
*** It's just a man. ***


Sorrido e bevo un altro po’ del caffè caldo.
“Ti sei calmata adesso?” mi chiede gentilmente.
Evito il suo sguardo, mi vergogno troppo.
Prima lo disturbo svenendo ubriaca davanti casa Sua, poi Gli rompo una finestra infine sfascio la chitarra al Suo amico.
Come posso osare guardarLo negli occhi dopo tutto quello che ho combinato? Riesco solo ad annuire.
Bevo un altro po’ mentre John spara un’altra delle sue.
“Meno male, credevo che oltre la chitarra volessi rompere anche i..” ma George lo blocca.
Fisso i residui del caffè nella tazza ormai vuota “Mi dispiace”.
Sento John sospirare “L’hai già detto”.
“Non era a te!” sbotto guardandolo stizzita.
Lui ridacchia come un ragazzino e da una gomitata a George “Non è carina quando fa la bimba?”
Per poco il chitarrista non si strozza col the “John! Smettila!”
John Lennon, non lo facevo così antipatico. Va bene il sarcasmo e il senso dell’umorismo, ma esagera.
“Non ti preoccupare, per la finestra, mi serviva un po’” tossisce “di aria nuova”.
Sorrido “Ho reagito molto male.. mi scusi, Mr Harrison, lei mi ha mandato quei f..” 
“Ehy ehy ehy! Mr. Harrison? Da quando ci diamo del lei?” sorride, con uno di quei sorridi che ti fanno male al petto.
“Ehm.. da sempre!” mento. Quella sera parlammo come due vecchi amici.
In effetti è strano darGli del Lei, però mi diverte.
Sorridiamo entrambi. John si alza “Io me ne vado” George e io lo guardiamo “Ciao”.
Sembra sorpreso “…Allora, ciao piccioncini!”
Mi alzo di scatto dalla sedia “Cosa!?” come si permette! Non mi conosce nemmeno!
John sorride “Calmati, scherzavo!” “Calmati un corno! Chiedimi scusa. Ora.”
George mi prende per il braccio “Non è successo niente, non ti preoccupare Yume”
Quel nome. Quel maledettissimo nome “Non chiamarmi così” la mia voce sembra provenire dall’oltretomba.
John sgattaiola via, mentre George mi guarda tra lo stupito e il deluso “Non ti facevo così permalosa”
I suoi occhi mi fanno sentire in colpa, le sue parole mi feriscono... ma come sempre non riesco ad odiarlo.
Ma che sto facendo?! Sto di nuovo agendo d’istinto! Non devo fare cose di cui potrei pentirmene.
“Mi scusi, n-non volevo!” prendo il giubbotto dalla sedia e cerco il mio portafogli.
“Te ne vai?” “Si” “Che stai facendo?!” Tiro fuori qualche spicciolo e comincio a contare.
Senza perdere il conto Gli dico “Dobbiamo pagare in qualche modo”
Comincia a ridere e posa una mano sulla mia “Ferma! Pago io!”
Sorrido “No! Pago io! Sei tu l’ospite!” alza un sopracciglio “Ma se ti ho invitato io!”
Dopo tante insistenze.. paga Lui “Sono in debito, però!” ridacchia.
Usciamo dalla caffetteria e l’aria fredda della sera di Londra si fa sentire fino alle ossa.
Mi stringo nel cappotto e mi sfrego le mani, per riscaldarle.
George, tranquillamente, s’infila le mani in tasta e comincia a camminare, sorridendo.
Cammino con lui, affondando la testa nel giubbotto “Non hai freddo?”
Mi guarda sorpreso, che ho detto di male?
“Perché? Tu ne hai?” a questa domanda annuisco con una smorfia.
“Sono abituato..” sospira e fa una pausa “Vuoi venire in un posto con me?”
Sgrano gli occhi, non so che dire. Accetto, non accetto?
Il cuore mi batte forte. Potrebbe essere il momento decisivo, in cui lui ed ioBASTA!
George Harrison… ma chi è? Non lo conosco! E Lui non conosce me “No”
Sorride “Ok” perché sorride? Non lo capisco, è indecifrabile..
Lo guardo, mentre Lui fissa la strada davanti a se.
E’ molto alto… la Sua barba mi fa impazzire, adoro gli uomini con la barba! Li rende molto sexy e intellettuali..
I suoi occhi, ora persi nel vuoto, sono così scuri e penetranti.
Quando mi guarda, sento come se in ogni punto mi arrivasse un laser… e mi penetrasse la carne, fino ad arrivare al cuore.
Basta con questi stupidi pensieri romantici! E’ un uomo!
Ne ho avuti così tanti… è solo un altro uomo.
“Perché mi hai mandato tutti quei fiori?” il mio tono è leggermente provocatorio, ma non l’ho fatto di certo apposta!
“Perché li hai conservati?” questa domanda non ha senso! Oppure nasconde un secondo fine…
Esito a rispondere “Erano belli…” “Sono felice che ti siano piaciuti, li ho coltivati io” dice fiero.
Corrugo la fronte. Perché mi dice queste cose? Forse vuole vedere come reagisco…
Quei fiori me li ha mandati solo perché voleva adornare la mia casa? No, sicuramente no.
E’ inutile insistere, ora. Non me lo dirà il perché dei fiori.
Quindi sospiro e sorrido “Complimenti, sei un bravo giardiniere!”
 
Abbiamo camminato in silenzio, ogni tanto incrociando i nostri sguardi.
I pensieri e le domande mi hanno inondato la mente come una valanga e ora mi fa male la testa.
Sono sul portone di casa mia, Lui davanti a me che sorride.
Io lo fisso, senza sorridere, cercando di non far trasparire nessuna emozione. Anche se vorrei.
Siamo diversi.
Non possiamo essere conoscenti, amici o che altro! Siamo troppo diversi.
“Spero che ci rivedremo ancora..” e io spero di no.
Sembra disinvolto. Strano, lo facevo più timido.
Il terzo Beatle, The Quiet Beatle, non è come lo descrivono sempre:
E’ una persona normalissima, un adulto che sa quel che dice e fa, ovviamente con il suo carattere e il suo modo di pensare.
“Si!” esclamo “Magari ci incontreremo senza che io rompa niente, sai che passi avanti farei!” il mio tono ironico lo fa sorridere.
Ed io non rispondo più ai comandi che m’impone il cervello.
Farfuglia qualcosa, mentre lo vedo andar via.
Rimango imbambolata a fissare la sua schiena e i suoi lunghi capelli spettinati per colpa del vento.
Un bell’uomo, sotto tutti i punti di vista, non c’è che dire.
Spero di non incontrarlo mai più. Diventerebbe pericoloso.
Ma non sono mai stata così attratta dal pericolo da quando ho conosciuto Lui.
Sorrido e affondo di nuovo la testa nel cappotto, entrando dentro il palazzo.
 
“Ehy come va?” butto il cappotto sul divano, tirando su col naso.
“Ciao…” Marie è immersa nei pensieri, seduta al tavolo.
La vedo preoccupata “Che è successo?” non mi guarda negli occhi, continua a tenersi la testa con entrambe le mani e fissare il vuoto, con la fronte corrugata e la bocca piegata in una smorfia un po’ buffa.
“E’ successo un incidente” mi dice con voce roca.
Mi siedo accanto a lei e prendo la caraffa e il bicchiere di alcool che ha affianco “Davvero?”
Ora mi fissa, mentre  riempio il bicchiere e me lo porto alla bocca “Non ti interessa?”
Bevo, sentendo ogni goccia acida bruciarmi la gola “Dipende” il mio tono disinteressato la fa stizzire un po’.
“Matt è all’ospedale, in coma”
Sgrano gli occhi, le parole di Marie mi trafiggono il cervello.
Una fitta alla testa mi fa portare le dita alle tempie e poggiare i gomiti sul tavolo.
Sento la mano di Marie sulla mia spalla “Tutto ok?” no, non va niente “ok”, va malissimo!
Mentre io mi divertivo con George, Matt entrava in coma! Non ci posso credere!
Che ha combinato quel bamboccio adesso?! 
“Come è successo?” balbetta un “non lo so” come risposta, ma non mi basta.
Mi alzo e afferro il giubbotto “Dove vai?” mi chiede la mia coinquilina.
“Da Matt” non ho mai avuto così tanto bisogno di vederlo.


Mondo Nutopiano:
Ehy ehy ehy! Crusty il Clown è qui! 
No, non sono Crusty, accontentatevi.
Sono sempre io che rendo omaggio alla vostra infinita pazienza!
Quindi che dire:
Yume è combattuta.
Amare o non amare.
Odiare o non odiare.
Essere o non essere *prende teschio*
Detto ciò.
Ciao.

Peace & Love.
MelinAnima :3


*Piccolo spazio pubblicitario*
Grazie a tutti coloro che mi hanno recensito...
Ma anche a chi ha solo letto :D

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Capitolo 8
*** Gente in coma e nonni alla moda. ***


Tre giorni. Il tempo passa lentamente, per me sono passati anni...
Ma lui resta fermo, sempre nella stessa posizione.
Tace e tiene gli occhi chiusi.
Mi siedo di nuovo su quella sedia ormai non più scomoda.
Il 'bip' della macchina al suo fianco mi martella la mente, la odio, ma è l'unico mezzo per capire che lui vive.
Mi porto le mani nei capelli. 
Svegliati Matt!
Lo guardo: Ha il viso spento, pallido, due grandi occhiaie scure, la bocca screpolata e quel terribile graffio.
Graffio che non sono ancora abituata a fissare senza provare un forte senso di nausea.
Gli precorre tutta la parte sinistra della faccia, dall'attaccatura dei capelli fino alla bocca...
Distolgo lo sguardo e strizzo gli occhi, cercando di non piangere.
Mi manca, quel coglione.

Entra in stanza una dottoressa "Buonasera" "Sera"
La guardo mentre fa i soliti controlli "Tra un po' l'orario delle visite termina" dice inespressiva.
Sembra stanca, ma io lo sono più di lei. Non dormo da 24 ore e ho la schiena a pezzi.
"Potrei rimanere anche stanotte?" "No, ha già chiesto un permesso" sospiro e faccio una smorfia, alzandomi.
La guardo di nuovo, sta scrivendo sulla cartella. Prendo la borsa e cerco di sistemarmi i capelli con le unghie.
Mi avvicino al letto e bacio Matt sulla guancia. Fredda.
Faccio per uscire ma mi volto di nuovo verso la dottoressa "E se si sveglia?" la mia voce mi stupisce, non pensavo di stare per piangere.
Lei si volta e sorride dolcemente "Non si preoccupi, l'avviseremo appena sapremo qualcosa".
Sorrido anch'io, poco convinta.
Esco dalla stanza e cammino velocemente per i corridoi, a testa bassa.
Da troppo tempo è in coma... è troppo giovane per andarsene, cazzo!
E' successo tutto così in fretta. 
Uno scherzo finito male, ecco cosa l'ha portato via da... me.
Esco fuori dall'ospedale e mi avvio in strada. Casa mia è lontana, è tardi e fa molto freddo...
Vorrei tanto un passaggio.
Qualcuno mi ferma, tenendomi per la spalla. Mi volto "Ehy!".
Sorride, ma continua a guardarmi spaesato "Che ci fai qui?" sorrido mestamente "Matt è in coma".
Sconvolto, mi accarezza la guancia "Cosa è successo!?".
Mi stringo nel cappotto, fa veramente freddo, sospiro "Stava facendo il cretino con gli amici e.." "Stai andando a casa?" m'interrompe.
Annuisco, perplessa. "Ti do un passaggio..." si avvia verso l'auto "Non ce ne bisogn" "Non dire stupidaggini, nipote!"
Mio nonno non è uno di quelli che ha sempre il broncio, ma nemmeno uno di quelli che ride in continuazione come un malato. Mio nonno è... mio nonno.
Non ha fatto la guerra, scappò dal suo paese e si sposò. Quando  la guerra finì non tornò comunque in patria, andò in Grecia con moglie e figlia (mia zia) e li nacque mia madre. 
Mio nonno ha sempre amato leggere, fare sport, ma soprattutto essere alla moda.
Si, essere alla moda: si veste come un ragazzetto di 20 anni, si comporta e parla come tale.
Lo adoro.

La piccola auto di mio nonno è sempre stata un incubo per me. 
E' scomoda! Però, adesso, è l'ultima cosa che m'interessa.
Il freddo qui dentro diminuisce, nonno accede il motore e parte "Racconta".
"Stava con gli amici, hanno messo delle sbarre in mezzo la strada, sai... quelle per fermare il traffico, così, per scherzo.."
Scuote la testa contrariato "La polizia li ha presi e li hanno portati alla centrale. E da li, Matt si è addormentato e non si è più svegliato".
Corruga la fronte "Aspetta aspetta aspetta! Cosa è successo alla centrale di polizia?!" "Non lo so" una strana rabbia mi cresce dentro.
"L'hanno picchiato?" chiede con esitazione. Guardo fuori dal finestrino, sta cominciando a piovere.
"Non lo so, aveva molti lividi e" deglutisco "Un graffio profondo che gli ha diviso il viso quasi a metà".
Mi viene in mente l'immagine del graffio e rabbrividisco in modo assurdo.
Anch'io mi chiedo cosa sia successo in quella stazione di polizia, spero che sia Matt a raccontarmelo, un giorno.
Segue un silenzio imbarazzante, ma dopo un po' nonno mi fa una domanda "Come sta la bicicletta?" "Ehm..."

Apro la porta di casa e un buon profumo mi accoglie "Sono tornata, Marie!". 
Un tornado mi passa da vicino e mi prende, spupazzandomi "Finalmente!!" "Marie lasciami, ti supplicooo!".
Sto soffocando, sto soffocando!!
Mi dimeno e lei mi lascia "Ciao eh!" "MA CIAO!" la odio quando fa così "Come stai?".
Mi butto sul divano senza neanche togliermi il giubbotto "Sono 24 ore che non dormo, ho passato le giornate su una scomoda sedia o in pie..." la mia voce viene risucchiata da un urlo "CHE CI FAI TU QUI!?!".
George mi saluta allegramente "Volevo vederti! Sei sparita, mi stavo preoccupando..."
Mi stropiccio gli occhi, credendo in una visione, ma George è ancora seduto al tavolo di casa mia con una tazza di thè fumante davanti.
Guardo Marie e come una furia mi scaglio su di lei "PERCHE' L'HAI FATTO ENTRARE!?" "Io.." "CHI TI HA DATO IL PERMESSO!?" "Guarda che.." "NON PENSI CHE POTREBBE DERUBARTI E UCCIDERTI EH!?" a quest'ultima domanda rimango perplessa anch'io, ma sono troppo arrabbiata per darne peso "E POI, CHE DIAMINE, NON LO CONOSCI NEANCHE!".
George mi cinge le spalle "Calmati". Mi volto verso di Lui.
Cavolo, adesso muoio "Che c'è?! Perchè sei qui?" "Te l'ho detto!" sorride "Se vuoi me ne vado".
Adesso che faccio? Lo faccio rimanere? Non volevo che vedesse casa mia, è lurida! Ma ormai è fatta.
Marie si fa avanti "No, non te ne andare, ormai sei qui e fuori piove"
La guardo stupefatta "Ma" "Niente ma, Yume!"
"CHE COS" mi tappa la bocca, alzando gli occhi al cielo.



Mondo Nutopiano:
Sono crudele.
Lo so.
Quindi vado a buttarmi dal marciapiede.
Ma tornerò muahah.

[Queste note dell'autore non hanno senso]

Peace & Love.
MelinAnima :3



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Grrrrrrrrazie a:
Perdita (sempre la prima eh!)
I Love The Beatles (La recensitrice d'eccellenza delle storie d'amore Beatlesiane LOL)
_Martha (Le tue recensioni non fanno schifo, le adovo)
MrBadGuy (a cui ho procurato un trauma perenne)

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Capitolo 9
*** Noi due, a confronto. ***


E’ assurdo.
Assurdamente assurdo!
E’ entrato in casa mia, si è seduto alla mia sedia, ha bevuto il mio the e ha tranquillamente mangiato il mio minestrone!
…Che vergogna! George Harrison che mangia un povero e schifoso minestrone!
Solo perché io ho un lavoro troppo modesto e Marie è troppo spendacciona per procurargli un pranzo regale.
In questo momento vorrei soltanto ficcare la testa in qualche buco per terra.
Come uno struzzo.
“Ma non ti preoccupare!” non ti preoccupare un corno!
Oppure si? Alla fine Lui sapeva che non potevo dargli molto…
“Perché dovrei preoccuparmi?”
Esita a rispondere “Perché ho mangiato un minestrone, non è sicuramente uno dei miei cibi preferiti ma era buono!”
Che sbruffone! Chi si crede di essere? “Figurati”
Cerco di essere il più indifferente possibile al suo dolce sguardo.
Ma che dico? Sono indifferente… al suo dolcissimo sguardo.
Lo guardo negli occhi e sorrido come un’ebete.
Lui si avvicina lentamente a me e mi abbraccia, baciandomi prima il collo e poi le labbra.
Ricambio il bacio, che da dolce diventa sempre più profondo, più passionale!
“Ehy ci sei?” mi passa una mano davanti gli occhi.
“Eh?” mi risveglio dalle mie stupide fantasie insensate. A che pensavo? Di baciarlo? 
Ma come mi è venuto in mente? Insomma, Lui è George Harrison, non lo conosco! 
Più o meno.
“No, non ci sei” sorride e guarda davanti a se, verso la più grande delle attrazioni londinesi.
“Si, ho la testa sul Big Ban!” indico davanti a me, in alto, verso la punta della torre.
Sorride, senza voltarsi.
Questo posto mi affascina. Di giorno c’è sempre un sacco di gente, ma la sera è tutt’altra cosa.
O quasi. Qualche macchina o fotografo ci sta sempre.. però è tutto molto più…
RomanTranquillo!
“Che bel posto, qui”
“Si vede che non hai mai visto le montagne nebbiose, i fiumi puri e trasparenti dell’India!”
“E’ così importante per te? Da quando ci sei andato… sei cambiato” non è giusto che io dica così. 
Non l’ho mai conosciuto prima di… di… ora.
Ridacchia un po’ “E’ più complicato di quanto si possa immaginare. Certe cose le puoi solo vivere”
“Eppure ci hai provato a spiegarcelo. Con le tue canzoni…” respiro profondamente.
Guardo davanti a me, ripercorrendo tutto il palazzo reale e la torre più normale e famosa del mondo.
Con la coda dell’occhio lo vedo annuire.
Passa un po’ di tempo, nel silenzio un po’ imbarazzante.
Cerco un argomento da affrontare, nell’attesa mi siedo su una panchina incredibilmente vuota.
George non si fa tanti problemi nell’imitarmi.
Ma tra tutte le domande che posso porre, tutte le affermazioni che si possono esclamare…
Un dubbio viene a galla nella mia testolina bacata.
“Perché qualche sera fa mi hai portata all’ospedale e mi hai seguita?”
Ora ci guardiamo negli occhi, forse a una distanza troppo vicina, ma non importa.
Sono troppo curiosa di capire perché me lo ritrovai nel corridoio dell’ospedale a chiedere informazioni sulla mia salute.
Sorride divertito e fa spallucce “Se trovo un’ubriaca sul portone di casa mia devo chiamare aiuto, no?”
Attendo una continua… non ha risposto alla mia domanda.
“Forse faccio meglio a raccontare tutto dall’inizio: Ti trovai li, distesa a terra con le scarpe in mano.
Eri messa davvero male..” arrossisco e non so il perché.
Non mi è mai importato più di tanto di apparire perfetta agli occhi degli uomini.
Ma con Lui è diverso. Merda.
“Eri a faccia in giù… così appena fui vicino ti voltai, per farti respirare meglio. Mi hai sorpreso!” 
Corrugo la fronte “Perché?”
“E’ imbarazzante da dire, però quanto ti vidi sfatta, col trucco colato… Rimasi sorpreso perché eri comunque stupenda!” 
Ed è adesso che da rossa divento di una tonalità tra il fucsia e il blu! “Oh” l’unica cosa che riesco a dire.
“La prima cosa che pensai di fare era di svegliarti. Lo feci, apristi gli occhi e mi guardasti…”
Questa sua breve pausa… è come se volesse nasconderci qualcosa che non mi vuole dire.
“Mi dicesti: Hai proprio una bella casa. Io ti sorrisi e ti ringraziai. Chiudesti di nuovo gli occhi. Cercai di risvegliarti ma tu continuavi a tenere gli occhi chiusi. Mi spaventai e la prima cosa che pensai fu che tu eri morta. Chiamai un’ambulanza e, appena arrivò, io ti seguii con la mia auto… Ecco come è andata”
Tutto questo racconto non ha risolto niente.
Anzi mi ha fatto venire ancora più dubbi! “Non hai risposto: Perché mi hai seguito?”
“Non lo so! So solo che come ti ho seguito allora, ti seguirò sempre” 
Black Out mentale in arrivo tra…
MA COS’E’!?! UN MANIACO!? MI SEGUIRA’ SEMPRE, CHE VUOL DIRE?! 
“M’inquieti, se dici così” la mia voce trema, ma è molto più calma dei miei pensieri.
Scoppia a ridere, come se niente fosse.
MA SI ASCOLTA PRIMA DI PARLARE?! “Ti seguirò sempre!” ma chi sei?! 
Stolker. Ecco cos’è.
“Voglio solo conoscerti meglio, esserti amico, non preoccuparti” sorride e poggia la mano sulla mia spalla.
Amichevolmente. Amichevolmente?! SCHERZIAMO!?
NON PREOCCUPARMI DICE EH!? Respiiiiro profondamente.
Su, ce la posso fare. “George, io penso che dovremmo finirla qui” altro che amicizia.
Sembra confuso “Perché?”
“Sei troppo lontano da me, circondato dai fan, assolutamente saggio e intelligente, romantico! 
Io sono il tuo opposto! Non ci può essere nulla tra noi, anzi mi stupisco, perché tu non sei ancora fuggito..
Mi segui. Come un maniaco. E non mi piace”
“Maniaco?” ma perché ho pronunciato quella parola?
Non riesco a capire quello che Gli passa per la testa, quello che prova soprattutto ora che Gli ho detto quel che penso.
E’ male. Di solito quando trovi l’Amore, capisci al volo quello che il patner pensa.
Rimango in silenzio, con gli occhi pieni di vergogna, che guardano in basso, per paura di incontrare quelli Suoi.
Adesso provo tristezza. Dopo tutto quello che ha fatto per me… l’ospedale, i fiori, il caffè, la pazienza e il perdono… ecco il mio ringraziamento!
L’ho sempre trattato male. Mi sento uno schifo.
Sospira, sembra deluso “La prima volta che ti ho mandato i fiori era semplicemente perché volevo darti un regalo… della serie “guarisci presto”… ma poi avevo sempre più curiosità di conoscerti meglio, sapere il tuo nome. Ti incontrai di nuovo, quella sera, parlammo come se fossimo amici. Mi è già capitato, ma poche, pochissime volte. 
Non pensare di essere speciale” queste parole mi fanno soffrire.
Ma non dovrebbero. Devo smetterla di farmi film mentali.
Si alza, lo faccio anch’io “Una cosa però che mi ha colpito era che tu mi trattavi come se fossi uno straccio. E’ stato sconvolgente, all’inizio pensavo di piacerti, almeno un po’… ma poi ho capito che mi odi”
“N-no!” “Si, invece. Appena provavo ad avvicinarmi tu facevi dieci passi indietro. Ne ho avuto conferma stasera, ci siamo ritrovati su questa panchina e poi…
Mi hai abbandonato, senza che questa storia avesse una chance di cominciare
Fa una pausa.
Nemmeno la mia mente logorroica riesce a pensare a niente.
Riprende quasi subito a parlare “Ho capito tutto, mi odi. Adesso me ne vado.” A testa alta e con le mani in tasca mi volta le spalle e se ne va.
No. Non ha capito niente, invece. Lo fermo, tenendolo per la mano “Sei scemo o cosa?”
Mi guarda sorpreso “Eh?”
“Si, sei scemo!” sorrido “Non ti odio, anzi ti ammiro! Su tutti i punti di vista” e quando dico tutti… 
Intendo tutti tutti “Però temo. Non te, George Harrison” rabbrividisco a questo nome.
“Ma temo per me: semplice ragazza dal nome strano. Temo per Yume” sorride sghembo e si avvicina.
Le nostre mani sono ancora intrecciate, ma non ci do peso.
Mi accarezza la guancia.
“Permettimi di aiutarti a eliminare le tue paure. Sono io. George… Il tuo amico


Mondo Nutopiano:
AHAHAHAHAHAH OHSANTIBEATLES NON CI CREDO!
Ce l'ho fatta!!
SANTOGEORGE ci son riuscita a fare una scena meno stupida!
YEEEEEEEEAH! u_u
Accontentatevi di questo, perchè ci ho messo ore per scriverlo.
Solo per voi.
Insomma, dai, spero si sia capita un po' la situazione tra i due.
Spero di avervi sorpreso (se come no).
Spero recensirete *w*

Peace & Love.
MelinAnima :3


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Perdita! Eleanor Harrison!
I Love The Beatles! MrBadGuy!
_Martha e LoveStory93!
Vi amo, sul serio **
Grazie!

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Capitolo 10
*** Non è il momento. ***


Mi butto sul divano affaticata, lasciando cadere le scarpe sul pavimento.
Sento Marie sussultare “Sei qui!” “Finalmente direi!!” sbotto.
Ho passato quest’ultima settima solo e soltanto con George! 
Ci siamo divertiti, mi ha portata ovunque! Anche fuori dal paese.
Però… che stanchezza! “Lo fa per te, lo sai” dice tranquillamente Marie.
“Per me?” mi sistemo sul divano, sedendomi.
“Guarda che è Lui che si diverte un sacco! Va da una parte e conosce tutti! Pensa a me che” 
Comincio a fingere di essere disperatamente infelice “Che..che non conosco nessuno e sono tutta sola soletta… 
CHE TRISTEZZA!” e scoppio in un pianto eccessivamente teatrale e evidentemente finto.
Marie sorride e si siede vicino a me, prendendomi una mano e accarezzandomela “Yume”.
Smetto di piangere e sorrido “Siii??”
Sorride “Come sei cambiata nell’ultimo periodo! Sei più felice, attiva, vivace… pensa che adesso ti ho chiamato per nome e non ne hai fatto peso! E sai perché? Perché George ti ha cambiata. Nel vero senso della parola”
Sbuffo e incrocio le braccia sorridendo “Non è vero!”
Mi guarda come per dire ‘ma che dici?’ e rimango per pochi secondi in silenzio.
Prima di conoscere George mi definivo un trans cinico nevrotico.
Ero piena di impegni, tra lavoro, casa e stupidi uomini.
L’unico svago che avevo era la mia bicicletta (ora rotta grazie a John Lennon… e a me) e l’unica cosa che mi dava un motivo per cui uscire dalla mia quotidianità era quella Casa.
La casa di George! Quella enorme bellissima villa con un giardino immenso…
L’invidia è una brutta cosa. Ma George mi ha cambiata, è vero.
“Occhei forse hai ragione un pochino” 
Sorride, sembra triste… perché?
Il mio sorriso si spegne guardando la sua espressione “Che hai?”.
Non parla, mi fissa tristemente, ma sorridendo.
Cerco di guardarla negli occhi ma distoglie lo sguardo ogni volta che incontra il mio.
Ha la stessa espressione di una settimana fa… quando seppi che Matt era in ospedale.
Il suo silenzio mi spaventa “Marie, dimmi che è successo”
No, non risponde. Maledizione. “Centra Matt vero?” annuisce.
“E’ peggiorato, molto… ieri sera ha avuto un’emorragia, per fortuna l’hanno fermata”
Mi porto una mano alla tempia e me la massaggio forse troppo forte “Cazzo”.
Posa una mano sulla schiena “So che rapporto avevate tu e Matt, mi spiace molto”
Non ho la forza di chiederle che tipo di “rapporto” pensa che avevamo.
E’ sempre stato il vicino di casa rompiballe ed io quasi non lo sopportavo.
Quasi. Purtroppo so di essermi affezionata, a quel bastardo.
Non mi può morire adesso. Proprio ora che sto vivendo il periodo più felice della mia vita.
“Stasera vado a trovarlo” sospiro e sorrido mestamente “Chissà, magari si risveglia”.
 
“Pronto?”
“Hare Krishna!”
Sorrido in modo esagerato “Hare Krishna George!”
“Come va?” “Non so… diciamo che ci siamo lasciati circa mezz’ora fa ed ora mi hai richiamato”
Lo sento ridacchiare “Sei stanca vero?”
Faccio una smorfia “Uhm” se Gli dico di si potrebbe prendersela.
Mi ha portata nei posti che ama di più: alcuni luoghi di Liverpool, Amburgo, Francia, Stati Uniti…
“No, perché?” “Sicura?” “Certo!!” forse ho esagerato con l’entusiasmo, ma meglio così, si convince più facilmente.
“Perfetto! Allora ci vediamo staser” “Aaaaspetta aspetta aspetta!”
Prendo un lungo respiro “Mr. Harrison lei mi stupisce” uso una voce da vecchia nobile borghese.
Insomma una testa di “AHAHAHAH!” George cerca di tornare serio, soffocando le risate.
“E perché mai, signora?” “Perché!? Hai il coraggio di chiedermelo!?!” ridacchio un po’.
E’ vero, mi ha fatto stancare, anche troppo, però come posso essere arrabbiata con Lui?
“Facciamo così, te lo spiego appena apri il cancello” 
Corrugo la fronte e sorrido “Dove sei in questo momento?”
“Tu apri il cancello, tanto so che l’hai capito”
 
Gli porgo la tazza del the “Perché non vuoi uscire con me oggi?”
Mi siedo vicino a Lui e gioco col bordo della mia camicia, alzando le spalle “Volevo… andare da un mio amico”.
“E io? Non sono tuo amico?” beve un po’ di the “Certo, ma questo è un amico..” sospiro “Che si trova in una brutta situazione, devo aiutarlo un po’”.
Toglie la bocca dal bicchiere e si asciuga i baffi con un dito.
Arriccio il naso. Lo detesto quando fa così! Mi fa impazzire, giuro che potrei… Basta Yume.
 “Capisco” dice seriamente “Mi dispiace per lui”. 
Faccio una smorfia e abbasso lo sguardo sulla mia camicia ormai raggrinzita.
Ripenso a tutti quei momenti in cui mi ha invitata a ogni sorta di appuntamento, anche una stupida passeggiata.
Ed io ho rifiutato. Ricordo ogni suo sguardo deluso, dopo un mio no… quanto mi pento ora.
In fondo ho sempre voluto uscire con lui, conoscerlo meglio, ma come al solito avevo paura.
Si, paura, George mi ha fatto capire che io avevo paura di uscire dal mondo che mi sono creata.
Il mondo di una ragazza che odiava il suo nome, che odiava se stessa e la sua vita.
Ero infelice, ma quando mi si presentava la possibilità di vedere un po’ di luce dal muro che avevo creato…
Mi tiravo indietro e costruivo un altro muro, ancora più spesso.
Ma se continuavo così sarei solo soffocata.
Matt. Quanto mi manca.
Un tocco leggero sulla guancia mi risveglia dai miei pensieri.
Giro la testa verso di Lui e lo vedo sorridere, sorrido anch’io, cercando di nascondere la tristezza.
Il sole autunnale filtra dalla finestra e una leggera brezza mi fa rabbrividire.
Faccio per parlare ma posa l’indice sulle mie labbra.
Lo fisso dritto nelle scure iridi, entrando in una strana trance.
Ha ragione, questo è il momento del silenzio.
 
Il cielo notturno è così figo! Sembra che non debba finire mai.
Soprattutto quando non ci sono le stelle… peccato però, mi sarebbe piaciuto vederle.
Una folata d’aria fredda mi costringe a chiudermi ancora di più nel cappotto e ad incrociare le gambe.
George si avvicina ancora un po’ e mi cinge le spalle con un braccio “Fa molto freddo stasera” dico.
Annuisce “Meno male che c’è” lo guardo , poggiando il mento sulla sua spalla “Perché?”
Adesso spara una pillola di saggezza delle sue.
“Quando fa freddo possiamo metterci tanti strati addosso, senza mai fermarci…” sorride e guarda in su.
So già quel che vuole dire “Quando fa caldo possiamo solo spogliarci, ma non possiamo toglierci la pelle” concludo.
Annuisce “Esatto”. Sorrido “Visto? Anch’io ogni tanto dico qualcosa di sensato!”.
“Non sottovalutarti, sei molto più di quel che sembri”.
Questa non me l’aspettavo. Come fa Lui a sapere come sono io? …E poi io come sono, per Lui?
“George… perché io?” ho un tono di voce talmente supplichevole che mi stupisco di me stessa.
Lo immagino che si arrabbia e se ne va, ma in realtà rimane e mi abbraccia ancora di più.
“Non lo so, Yume” “Almeno sai quando potremo fare un passo avanti?”
Quel passo tanto agognato da entrambi. In una sola settimana ho capito che quel che voglio da George è il suo amore.
E anche Lui vuole il mio, lo so, ormai.
Mi guarda negli occhi “Quando tu lo vorrai”.
Per me potrebbe essere anche in questo istante.
Ma no.
Non è il momento.
 
Lo abbraccio e gli chiedo l’ora.
Le sette… è il momento di andare da Matt.


Mondo Nutopiano:
Lo so, è corto.
Ma non era previsto di postarlo (e scriverlo) così presto.
L'ho scritto in una mezz'ora.
E' più dolce.
Qui si comincia a delineare il nuovo rapporto GeorgexYume.
E anche quello MattxYume.
Accontentatevi.
Mah.

Peace & Love.
MelinAnima :3


*Piccolo spazio pubblicitario*
A tutti quelli che hanno recensito e letto:
GRAZIE *wwwwww*

Siete tutti aw.

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Capitolo 11
*** Fu così che i miei nervi andarono a farsi benedire... ***


Respiiiiiiira Yume, respira! Non farti prendere dal panico e respira!
La respirazione è importante per calmare i nervi, per far rallentare il cuore e per evitare un infarto.
Siii, Yumeee, respira! CAZZO RESPIRA!
Ora che mi sono calmata dovrei suonare il campanello. Adesso suono.
Dai, posso farcela... vai, ditino mio, suona quel fottuto campanello, ce la puoi fare!
E dopo che ho suonato? Mi dirà “Complimenti per il ritardo!”. A proposito, che ore sono?
MERDA LE UNDICI! E IL PRANZO COMINCIA ALL’UNA! 
E’ TARDISSIMO! Occhei Yume, calmati! In fondo sei la sua “quasi-ragazza”, sarà comprensivo.
Oh uffa, io e la mia solita ansia “pre-appuntamento con George Harrison e tutti i suoi amici famosi, ricchi e belli”!!
Si, George mi ha invitata a pranzo per farmi conoscere tutti i suoi amichetti, Beatles compresi.
Merda, i Beatles… chi altro ci sarà? Jimi Endrix? Janis Joplin? Phil Collins? 
Ed io, ragazza comune, sarò alla loro altezza ? 
Ma forse George aveva ragione. Sono molto di più di quel che sembro...
Forse do troppa importanza alla fama e ai soldi. 
Ehy, ma come c’è finito il mio dito sul campanello della villa di George?
Noto che una mano tiene il mio polso, mi volto verso John “Salve” alzo un sopracciglio.
Lui risponde con (troppa) allegria “Ciao! Come stai, bella?” sorride. E’ proprio vero, ti verrebbe voglia di prenderlo a schiaffi quando sorride in quel modo. Crede veramente che con quel sorriso conquista le donne?
“Sto bene” “Non mi ringrazi?” “Per cosa?” 
“Ti ho aiutato a suonare il campanello, da mezz’ora stavi col dito in aria senza muoverti!” Oh beh, questo spiega tutto.
Sbuffo “Signor Lennon sarebbe così gentile da lasciarmi il polso?” “E se non lo facessi?” mi guarda maliziosamente.
Che vuole fare questo porco?! Lo guardo così male, ma così male, che oltre a lasciarmi il polso si allontana di tre passi.
Bravo, Lennon, stai a cuccia.
Il cancello si apre “Hare Krishna Darling!”. Sogno o son desta? 
Ho un angelo davanti? Vestito del colore della luce, con i suoi lunghi capelli sparsi sulle spalle e un sorriso incredibilmente stupendo e sereno sul viso.
I Suoi occhi riescono a far scappare ogni mia angoscia o paura. Ora c’è Lui, ora c’è George qui con me.
“Credete che io sia disponibile a rimanere tutto il giorno qui? Datevi una mossa, piccioncini, io e Yoko abbiamo fame!”
La voce nasale e terribilmente arrogante e sarcastica del cretino con gli occhiali tondi mi risveglia dalla mia perfetta pace d’amore e luce. Merda quanto lo detesto! 
“Scusami Yume, ma devo dare da mangiare alla bestia al tuo fianco. Accomodatevi pure!” con un gesto elegante della mano ci invita ad entrare. John fa il buffone “Prima le signore” “Oh, che gentleman” dico sarcastica.
“Non dicevo a te, bella, parlavo con Yoko!” prende per mano una ragazza bassa e magra, con una folta montagna di capelli neri. Noto che ha tratti asiatici. 
La guardo per bene e sorrido maligna a John “E’ proprio vero, allora, quel che dicono di te”
“Cosa dicono di me?” “Non ti facevo amante del gossip” interrompe George attraversando il giardino.
Si, bravo George, reggimi il gioco. John sbuffa e mi guarda aspettando risposta “Beh, dicono che sei un morto di f” 
“E NO, NON PIU’ DA QUANDO YOKO E’ ENTRATA NELLA MIA VITA”
Guardo Yoko, un po’ confusa, e le sorrido amichevolmente “Fa così con tutte! Piacere, Yume” “Yoko”.
George mi prende per mano e mi bacia la guancia “Entriamo” annuisco.
Ormai i miei pensieri non hanno alcuna logicità.
 
“A volte credo che in te si nasconde un diavolo, pronto a rovinare le storie d’amore degli altri!” ridacchia John.
“Non sottovalutarmi Lennon” mi volto verso George “Gli altri quando arrivano?” “Tra un’ora”
Ed io che pensavo di essere in ritardo! 
Osservo la casa, dall’interno è molto più grande e bella di quando non immaginassi. 
Ad ogni angolo c’è uno strumento musicale, è ben arredata e colorata.
Seduta a terra, su questo tappetino ricamato a mano, fa uno strano effetto... 
Sembro essere ritornata bambina, quando non volevo sedermi alla sedia bensì per terra.
Mi stendo a pancia in giù, arrivando fino alle gambe di George, anche lui seduto per terra.
“Mi suoni qualcosa?” gli chiedo dolcemente. Lui sorride “Sono tentato ma...” 
“Si, dai suoniamo, sto morendo dalla voglia!”
George guarda male John “No, John, lo sai” l’amico rimane un po’ perplesso, poi sbuffa “Ah si... vero”
“Cosa?” chiede Yoko “Nada!” fa John e le stampa un bacio sulle labbra.
Cosa mi sta nascondendo? Io e Lui ci siamo sempre detti tutto, indipendentemente dalle conseguenze.
“Che mi nascondi, mr. Harrison?” gli chiedo senza farmi sentire dalla coppia Lennon/Ono che si sbaciucchia.
Lui avvicina la testa e sussurra “E’ una sorpresa” e mi bacia la fronte “Sai che non sono mai stata paziente”
“Oggi dovrai, cara” mi bacia la punta del naso, mentre lo arriccio.
Poggio la testa sulle sue gambe, verso l’alto, e osservo il soffitto, decorato con un effetto psichedelico.
George mi accarezza i capelli, sparsi un po’ ovunque, intanto sento il Suo respiro calmo e la Sua voce che rimbomba nelle orecchie. 
Ogni tanto ride, ma non ascolto i discorsi che fa con John e Yoko, sono troppo incantata dai colori del soffitto.
Quanto vorrei rimanere così per sempre. Io e Lui a stretto contatto, in una casa colorata e accogliente, con i piedi scalzi  i vestiti leggeri e comodi, senza segreti, se non una sorpresa, solo con il nostro amore ancora non pronunciato.
John e Yoko sono solo dettagli.
Quest’idillio di pace viene interrotto troppo presto per i miei gusti.
George si alza e fa entrare gli invitati.
Sospiro e mi alzo da terra, osservando i volti già conosciuti. Paul McCartney e Linda Eastman entrano in sala sorridenti con una bambina al seguito. Chissà chi è..
Subito dopo entrano George e un ragazzo affascinante ma a me sconosciuto.
 John abbandona per la prima volta Yoko e abbraccia McCartney.
Anch’io mi alzo e stringo la mano di Linda, una bella donna e spero anche simpatica “Ciao, sono Yume” 
“Una mia cara amica” s’intromette George, facendomi l’occhiolino.
Già… sono una sua “cara amica”.. Yume, ma chi vuoi prendere in giro, Lui non ti ama come lo ami tu.
“Ciao, io sono Linda, la moglie di” “Paul McCartney, lieto di fare la sua conoscenza signorina” il musicista prende la mia mano e bacia il dorso.
Sicuramente l’incontro con Macca è stato più tranquillo rispetto a quello con Lennon!
Mi ritorna alla mente il giorno che lo incontrai, quando andai a sbatterGli contro con la mia ex bicicletta.
George mi chiama, mi avvicino e mi presenta il suo amico “Lui è Eric, un mio amico, forse il migliore!”
Beh, per essere il “migliore amico” è proprio carino.
Non fatevi brutte idee! Io non tradisco il Mio George.
“Ciao” mi stringe la mano “Ciao, sono Yume un’ami” “La mia quasi fidanzata” sussurra George a Eric.
MA CHE DIAVOLO DICE?! “Fino a poco fa non ero “una tua cara amica”?!” esclamo.
Entrambi gli uomini scoppiano a ridere. Sorrido anch’io, ma sono molto perplessa.
Perché George dovrebbe mentire ai suoi compagni di avventure? I Beatles?
“Per me e George non ci sono segreti, Yume!” dice Eric, con la sua voce profonda.
A proposito di Beatles… Dov’è il mio preferito? (Oltre George, si, ho un preferito)
“George, dov’è Ringo?”
 
NO. NO. ANCORA NO. NON-DEVO-URLARE.
Solo perché mi trovo davanti al mio batterista preferito, non ho la licenza di urlare come una fan accanita. Ecco.
Incredibile, mi sono calmata sul serio! Allora quelle beatlemaniache non sono così inutili come pensavo...
“Che dite? Cominciamo a mangiare?” ci sediamo tutti a tavola, mentre io continuo a guardare insistentemente Ringo.
E’ proprio vero che ha dei bei occhi, chissà se è simpatico come dice George!
Una donna porta la prima portata e cominciamo a mangiare.
Vedere i Beatles che chiacchierano allegramente tra loro mi fa uno strano effetto “Scusate, ragazzi” interrompo io.
“Ma non eravate in crisi? Da quanto ho sentito in Let It Be, non c’era grande partecipazione da parte di tutti... e poi George non aveva abbandonato il gruppo?” Loro mi guardano con apprensione.
“Giravano un sacco di voci che i Beatles fossero finiti, ma adesso vi vedo più uniti che mai e mi è sorto il dubbio!”
“Hai ragione a pensarlo” dice Paul e Ringo continua “Diciamo che non è stato un periodo “magico” come ai tempi del Sergente Pepper!” lo guardo sorridendo “Sergente Pepper?”
George esclama verso i compagni “Non lo conosce!”
Il gruppo rimane un po’ “allibeatols”. Grrrrazie, George.
Adesso avrei voglia soltanto di ficcare la testa in qualche buco per terra.
“Non sono mai stata esperta in musica!” sbuffo mangiando un boccone.
“Devi essere sorda come una campana, perché mandavano quell’album su tutte le stazioni!” 
Dopo quest’esclamazione John rischia di essere defenestrato. I NEEEEEEEEEEERVI.
“Yume” mi volto verso Maureen, la… si, la... moglie di.. Ringo.
“Si?” alzo il viso dal piatto e John fa una pernacchia. MA COSA DIAVOLO..!?
Paul gli da uno schiaffetto in testa “Tu sei completamente fatto!”
Sospiro, mi devo calmare. Devo calmare il nervoso “Dimmi Maureen”.
Lei mi guarda divertita “Tu sei la nuova conquista di George?” l’acqua mi va di traverso e comincio a tossire.
Ditemi che cazzo di domanda è questa!?! E come posso rispondere soprattutto!
Anche George comincia a tossire, nelle risate generali.
“Beh ecco… Maureen” comincio a parlare ma il campanello suona. “Chi è?” la faccia di John è assurdamente buffa.
Non posso fare a meno di scoppiare a ridere! 
“Si, Yume, John ha proprio una faccia da schiaffi!” esclama Paul “Sembra Woody Allen!” rispondo io.
Linda scoppia a ridere, mentre gli altri rimangono in silenzio, non conoscendo l’attore e regista.
“Oh dai, non conoscete Woody Allen?!” dico, dopo essermi ripresa dalle (esagerate) risate.
La risposta è un timido “no”. A quanto pare solo Linda lo conosce.
Bene, seconda figura di merda della giornata. Quante altre ce ne saranno?
Entra George in sala, insieme ad una bella donna con i capelli neri e lunghi ed un bellissimo sorriso.
Guardo le mani intrecciate dei due e maltratto le mie per il nervoso.
Perché quella sta così appiccicata al Mio George?!
“Chi è lei, George?” Eric mi toglie le parole di bocca.
“Signore e signori, vi presento Olivia, una mia cara amica!”
 
Chi è? Sta con Lui? Perché Lui l’ha presentata come ha presentato ME?!
Oggi doveva essere una giornata tranquilla!
Oggi dovevo stare con il MIO George e divertirmi con i Beatles accompagnati dalle mogli ed Eric!
Eric! Ma certo! Per Lui e George non ci sono segreti, no?
Finito di mangiare George ci invita in una sala piena di strumenti. Forse è arrivato il momento della sorpresa!
Noi tutti ci sediamo sui divani mentre i Beatles si appostano al centro con i propri strumenti.
Noto che al mio fianco si siede proprio Eric e dall’altro Olivia. 
NO, ASPETTA UN ATTIMO, CHE VUOLE QUESTA DA ME?!
Perché ti devi sedere proprio VICINA A ME?! Non dovevi già essere una rompicoglioni, dovevi anche intralciarmi il lavoro con Eric! 
Respiro profondamente, mentre John comincia una fantomatica presentazione del gruppo stile “Ed Sullivan”.
Mi avvicino un po’ di più ad Eric e lo prendo sottobraccio, sotto lo sguardo curioso di George.
“Eric sai qualcosa di George e...” sussurro l’ultimo nome “Olivia?”
Eric sorride e sussurra nel mio orecchio “Sei gelosa?” ma non lo chiede con cattiveria, né con malizia.
Ridacchio un po’ “Vuoi che ti dica la verità? Un po’ si... Credo che.. mi sto innamorando”
Guardo George mentre pronuncio le ultime parole, ma Lui non sta più osservando me e Eric…
STA FISSANDO QUELLA PUTTANA DI OLIVIA CON UN SORRISO CHE E’ TUTTO UN PROGRAMA!!
Cristo, Yume, calmati! Adesso pensa ad Eric.
DEVO sapere cosa accade tra quei due.
Lui comincia a parlare dei sentimenti di George verso di me, ma niente di nuovo.
“Dato che si è appena lasciato con la moglie è un po’...confuso”
Riesco a parlare facilmente con Eric, riesce a trasmettere serenità e sicurezza.
I Beatles stanno per cominciare a suonare ma improvvisamente il campanello suona come impazzito!
George esce dalla stanza sbuffando mentre John borbotta qualcosa.
Paul sembra essere tranquillo, mentre Ringo... OH MERDA MA RINGO STA FISSANDO ME.
I nostri sguardi si incrociano per un millesimo di secondo, io impallidisco improvvisamente e abbasso subito la testa.
Merda merda merda merda, perché mi fissava quello?!
“Yume” sento la voce di George chiamarmi “YUME!” questa invece è Marie che urla.
MARIE?! COSA CI FA QUI, MARIE!?
Sciolgo l’abbraccio con Eric e mi alzo, fiondandomi verso l’entrata “Che succede?!”
Vedo Marie spettinata e distrutta, fuori è buio, perché è uscita a quest’ora in questo stato!?
“Yume! Matt è…” “MATT!?” “Chi è Matt?” chiede George, ma non lo cago.
Mi avvicino a Marie “Che è successo a Matt?!” la mia voce trema.
Giuro che se è morto... io… io mi ammazzo.
Ma sul viso di Marie adesso vedo un sorriso e delle lacrime “Matt si è svegliato!”


Mondo Nutopiano:
Un capitolo scritto un po' (come si dice dalle mie parti) alla "cazzo di cane".
Tanto per essere raffinati.
Certo, faccio veramente schifo, non mi faccio sentire per ANNI e me ne vengo co sto capitolino di merda!
Forse ci sono troppe novità... Sinceramente non mi piace (e quando mai!).
L'importante è che piaccia a voi!
Lo trovo un po' confuso, tutto veloce... naaa non mi piace D:

Peace & Love.
MelinAnima.


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Ringrazio tutte le donnacce che mi hanno recensito!
Adesso posso fare sogni tranquilli ç__ç
(Sperando di sognarTi, mr. Harrison)

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Capitolo 12
*** Nuova versione. ***


“FATEMI ENTRARE!”
Spingo e urlo.
“VOGLIO VEDERLO!”
Mi allontano e piango.
“LASCIATEMI!”
Corro, corro e corro.
 
Occhi grigi e inespressivi sul un volto giovane e martoriato. Bello e triste, ma vivo, è questo quello che conta.
Mi asciugo le lacrime ed entro nella stanza cercando di stare tranquilla.
Smettetela di tremare, gambe del cazzo!
I tacchi battono sul marmo, mi siedo alla sedia cigolante, ma lui non si gira per guardarmi.
Lo guardo a lungo, in silenzio. Il suo respiro è lento, guarda verso l’alto con gli occhi socchiusi circondati da lacrime e occhiaie.
Accarezzo le lenzuola del letto, fino ad arrivare alla sua mano “SIGNORINA! Lei non può entrare in questo modo, a quest’ora! La denuncio!” un infermiere irrompe nella stanza.
Matt non si muove, perché? PERCHE’!? Non è bastato il tempo che ho passato aspettando di vederlo sorridere ancora una volta?
Mi giro verso l’uomo in divisa, non dico niente, ma si rilassa sotto il mio sguardo disperato. “Va bene, mezz’ora” e se ne va.
Mi volto di nuovo verso Matt e gli asciugo il viso dalle lacrime, lui sussulta e si volta verso di me spaventato.
I suoi occhi terrorizzati e confusi, puntati nei miei, sono una fitta al petto. Dov’è finito il Matt di una volta?
Comincia a balbettare, io mi avvicino per sentirlo meglio “L.. L… Lo..”
“Lo..?” chiedo, per incoraggiarlo a parlare. Dev’essere stato traumatico tutto quello che ha passato.
La notte nella stazione di polizia, non so che diavolo sia successo, ma l’importante è che ora è qui con me.
Continua a balbettare, mi avvicino ancora di più. Sento il suo odore, dopo tanto tempo.
“LO SAPEVO CHE TI PIACCIO!” si alza di scatto urlando mentre io dò un urlo!
MA CHE CAZ!? “MATT MA COME TI PERMETTI DI FARMI PREOCCUPARE COSI’ E PRENDERMI IN GIRO! MI HAI FATTO PRENDERE UNO SPAVENTO TERRIBILE! TI ODIO, TI ODIO, TI ODIO!!” comincio a battere i pugni sul suo petto urlando, mentre lui ride divertito.
Entrano in stanza Marie e George, affannati e spaventati “Che succede?!”
“TI ODIO MATT! TI ODIOOO!” continuo ad urlare, piangendo, e quando mi sono sfogata mi accascio sulla sua pancia, scossa da forti singhiozzi.
Matt mi accarezza i capelli e smette di ridere gradualmente “Anche tu mi sei mancata” dice, con voce serena.
Quanto mi è mancata la sua sfacciataggine, la sua voce, i suoi occhi... no, devo trattenere le lacrime! Mi sono resa fin troppo ridicola oggi! Troppo nervosismo, troppi eventi, troppe delusioni!
Mi asciugo le lacrime con un fazzoletto, vedo che tutto il trucco è colato, quindi me lo tolgo. Chi se ne frega se sono orribile, non m’importa adesso.
“Certe volte ti ucciderei!” sospiro con la voce ancora rotta dal pianto. Tiro su col naso e Matt ridacchia “Grazie!”. Sorrido e ridacchio, un po’ nervosa.
Solo adesso mi accorgo che ci sono Marie e Geor... Sbaglio o quello è uno sguardo di rabbia?
“George che hai?” “QUELLO E’ GEORGE HARRISON!” “Si, Matt, è Lui” “GEORGE MI FAI UN AUTOGRAFO!?!?” “STA ZITTO, MATT!” il ragazzo zittisce, guardandomi come un cane bastonato.
Non posso credere che fino a poco fa stavo piangendo per lui! E’ proprio un cretino!
Guardo di nuovo George, cercando risposta, ma Lui stringe i pugni infuriato e con uno scatto nervoso fa cadere tutto ciò che c’è sul tavolo al suo fianco, uscendo dalla stanza.
E’ impazzito? Ma che gli prende? Adesso fa il geloso, dopo aver passato la serata a guardarsi quella “non posso dire cosa” di Olivia!
“Ma… nooo! Io volevo un autografo!” esclama piagnone Matt.
Marie, scandalizzata, si volta verso di me con aria interrogativa. Io alzo le mani dicendo “Non guardare me!”
Mi volto di nuovo verso Matt che mi sta fissando languidamente “Allora, vogliamo passare tutta la serata così distaccati?” mi fa spazio sul letto ma io non mi muovo dal mio posto “Matt, lascia perdere”.
Ma un pensiero mi ritorna alla mente:
 
Ripenso a tutti quei momenti in cui mi ha invitata a ogni sorta di appuntamento, anche una stupida passeggiata.
Ed io ho rifiutato. Ricordo ogni suo sguardo deluso, dopo un mio no… quanto mi pento ora.
In fondo ho sempre voluto uscire con lui, conoscerlo meglio, ma come al solito avevo paura.

 
Guardo Matt, adesso un po’ deluso, come al solito “Perché fai sempre così?!” “Così come?” chiedo stupita.
“Così! Sei distaccata e fredda!” adesso mi vuol fare anche la morale?!?
“Senti, cocco, se tu fossi meno sfacciato e un po’ più romantico non saremmo qui, ora!”.
Ma guarda questo! Si permette anche di sbuffare e farmi una rastrellata… Manco è stato svezzato!
“Occhei, lo ammetto, sono un po’ malizioso..” “UN PO’!?” “…va bene, un po’ più di “un po’”! Però, fidati baby, come te non ce ne sono e mi farebbe davvero piacere stare un po’ di tempo con te senza litigare!”
Tralasciando il fatto che mi ha chiamata “baby”… non ha tutti i torti, anch’io vorrei ma…
George… Matt… Addirittura Ringo! Che confusione!
“Matt…” “Ti prego!!” sospiro e guardo Mar… ma è scomparsa! Bell’amica, ti lascia nei momenti in cui devi scaricare un poppante che vuole uscire con te!
Grazie eh! Scaricare poi, non credo ci riuscirò… Merda merda merda! Mi massaggio una tempia e mi siedo sul letto, vicino a lui
“Che giornata di schifo!” esclamo. Lui fa per appoggiare un braccio intorno alla mia spalla, tutto contento ma lo fermo immediatamente. 
“Non ti azzardare!” maniaco, ninfomane, porco!
“Perché dici che è una giornata di schifo? E’… colpa mia?” chiede tristemente mentre lo guardo sorpresa dopo queste domande.
Sembra sincero! Che strano... “N-no! George ha portato una…una donna, la guardava in modo strano… temo che io non gli basti più, ma cosa posso pretendere? Lui è George Harrison, io una tipa col nome strano che lavora in un call center e che non gliel’ha voluta dare alla prima occasione... mi sento uno schifo!”
“Ehy ehy ehy aspetta! Tu, George Harrison, dargliela?! Ma che stai dicendo!?”
Ah si, lui non sa nulla… “E’ una storia lunga…” “Abbiamo mezz’ora” “Allora va bene!”
 
“Quindi tu sei la quasi-fidanzata di George Harrison…” dice pensieroso.
Ho appena finito di raccontare tutto quello che è successo in questo mese e Matt è alquanto confuso, dopo aver passato vari stati d’animo come: Confusione, stupore, tristezza, felicità, malizia, confusione, stupore e infine confusione.
Si può dire che questo ragazzo sa partecipare alla storia di una povera innamorata!
Rimango in silenzio, nell’attesa che continui il discorso.
“Credo che quell’uomo sia un pezzo di merda!” e annuisce convinto.
“Come ti permetti!?!” “Caaaalma, calma! Ora ti spiego:
George Harrison ti porta all’ospedale e ti manda dei fiori a casa per augurio, fin qui tutto normale!”
Annuisco, poco convinta. Normalissimo non è che George Harrison faccia una cosa del genere per ME… ma son dettagli!
“Poi ti manda altri fiori, perché ti vorrebbe conoscere, poi lo incontri PER CASO una sera in strada, come se una persona famosa e ricca come Lui giri senza neanche una guardia del corpo!
Insomma, si avvicina sempre di più a te, e alla fine diventate quasi-fidanzati!”
Mmm, la cosa comincia a diventare interessante e allo stesso tempo misteriosa…
“Ma passa qualche giorno” “Per l’esattezza una settimana” preciso io “Ecco, passa una settimana e tu non ti sei ancora decisa a… ecco…” “Dillo” “Non vorrei essere volgare…” “Va beh, abbiamo capito entrambi!”
“E’ biologicamente testato che un uomo, oltre un mese senza sesso, non sopravvive, meglio di me non lo sa nessuno, modestamente!”
“Non credo sia così positivo, mio caro” dico con un sorriso sarcastico.
Lui alza le sopracciglia e ignora il mio commento “Così t’invita a cena, ti presenta Olivia, una donna affascinante a cui sembra essere attratto, e ti scarica in quest’ospedale con un bamboccetto carino e dolcioso come me!” conclude con una vocetta a cui non posso resistere senza ridacchiare. Ma cambio subito stato d'animo.
La mia storia, vista da questo punto di vista, cambia radicalmente, credevo di vivere in una bellissima favola, una realtà che finalmente poteva avere un lieto fine e invece, come al solito, c'è sempre la fregatura e a questo pensiero comincio a lacrimare.
“George… mi ha.. usata!” singhiozzo mentre Matt mi abbraccia.
“Ehy perché piangi? Non devi piangere! Tu sei una ragazza speciale, bella e simpatica, non devi demoralizzarti per un musicista strampalato che vuole solo una cosa da te!”
“Matt, non capisci, io… io..” “Lo ami, lo so” “Dovevo concedermi a Lui molto tempo fa, come tutte!”
"Co-COSA?!" "Si, è così! Anch'io volevo concedermi a Lui in fondo in fondo, ma per colpa del mio orgoglio di merda s'è stufato e si è trovato un'altra! Mi odio!"
Matt a questa mia affermazione mi prende per le spalle e mi fissa negli occhi duramente “Dov’è Yume?”
Corrugo la fronte… ma che sta dicendo? Io soffro per amore e mi chiede dove sono?
“Che intendi?” dico, mentre tiro su col naso.
“Dov’è la mia vicina di casa sexy?! Chi sei tu? Yume non direbbe mai una cosa simile!
Yume è forte, Yume è allegra, Yume è nevrotica e sarcastica, Yume è bella, è una donna con la “d” maiuscola!”
Fa una pausa, guardandomi un po’ più dolcemente “Yume non si concede al primo che capita, nemmeno se è un bel musicista carismatico… Lei è una di quelle persone che vive in una realtà fatta di sforzi e sacrifici, ma che si concede fantasie e sogni che io invidio… Sei una persona speciale, fidati…”
Comincio a piangere ancora più forte, ma di felicità. Matt ha ragione, è l’unico buono in tutta questa storia! L’unica persona che mi vuole bene veramente e che non mi tradirebbe mai!
Sono felice di essere con lui, adesso.
Chi l’avrebbe mai detto “Matt, ti prego, baciami”.


Mondo Nutopiano:
TA DANNNNNNNNNNN! Colpo di scena! (Anche no!)
Vi è piaciuto il capitolo?
Lo so, è molto sofferto, ma non potevo fare altrimenti.
Ho notato che nel vecchio c'erano fin troppe parolacce...
Ma fa nulla, alla fine Yume era molto nervosa.
Grazie mille a tutti ^^

Pace e Amore.
MelinAnima.


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MIO DIO QUANTE RECENSIONI!
Devo scrivere più storie d'amore d'ora in poi D:
Occhei no, mi bastano quelle che ho!
Comunque, ringrazio di cuore:
Morning Moon (puntuale come sempre :D)
Natalia (è davvero un piacere sapere che ci sono nuovi lettori ^^ Grazie!)
_Martha (ti ho mai detto che adoro le tue recensioni? AHAHAH)
Ausel dawn (sei troppo gentile (: )
_Abbey_ (DAHHH nuova lettrice ** grazie grazie!)
MrBadGuy (colei che s'inventò tutto il resto della storia xD quanti filmini mentali, figlia bella!)
Eelectriclightt (ho letto un po' tardi per la tua recensione, ma ti ringrazio di cuore! **)
SIETE FANTASTICHE *wwwwwwwwww* troppo gentili, davvero!
Ovviamente ringrazio anche chi legge soltanto, sperando che prima o poi mi facciano sapere cosa ne pensano :)
(Pretendo troppo dalla vita D:)

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Capitolo 13
*** Epilogo. ***


Sono felice. Si, dopo tanto tempo posso dire di esserlo.
Mi piace la mia vita: casa, lavoro, casa, spesa, lavoro, serata romantica, casa. Cosa c’è di meglio di una normalissima ed insignificante routine?!
George… sparito nel nulla! Dalla mia vita e dalla mia mente. Fantastico, no?
Meno male che c’è Matt… Mi sono accorta che lui è la persona che da sempre era destinata a rendermi felice. Non mi sono mai accorta che in fondo in fondo lo trovavo un ragazzo amorevole e anche fedele!
L’unica macchiolina è proprio la sparizione di George… non ci siamo mai chiariti e mi dispiace. Insieme a lui ho passato bellissimi momenti. Ho girato un bel po’ di posti, l’ho conosciuto meglio ed è una persona stupenda.
Ero innamorata follemente di Lui, fino ad esserne gelosa.
Ma adesso? Dove sono finiti i sentimenti che Lui provava per me e viceversa?
Ma soprattutto: ha importanza?
No, ora che sono con Matt, no.
Importa solo lui.
Adesso.
Sempre.


FINE.

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