Un'innocua sera in lavanderia

di holls
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1


E anche per quella sera era pronto a fare il bucato.

Daniel teneva sottobraccio il cesto con i suoi panni sporchi, pronto a inserirli in una delle lavatrici. Quella sera, stranamente, non c’era nessuno.

Non c’era il solito tizio nero con un bizzarro cappellino da rapper in testa. Non c’era quella moldava dalle gambe sottili. E nemmeno il vecchietto bavoso ossessionato dai panni altrui.

Era proprio solo, quella sera.

Adorava quella lavanderia, e il motivo era presto detto: quella lavatrice, la sua lavatrice, partiva anche senza soldi. Era rotta da un po’, ma si era ben guardato dal segnalarlo ai tipi più che svogliati della manutenzione.

Aprì il portellone della lavatrice, infilandoci dentro gli indumenti sporchi. Chiuse l’oblò, inserì il sapone e l’ammorbidente, selezionò mille giri di centrifuga e la fece partire.

Si sarebbe aspettato quel solito rumore confuso dei tubi che risucchiano l’acqua e riempiono piano piano il vano della lavatrice.

E invece, silenzio.

Premette più volte il pulsante di accensione; la spense e la riaccese, selezionò un altro lavaggio, ma niente. Non aveva voglia di funzionare.

Buttò un’occhiata alle lavatrici adiacenti, ma erano tutte occupate. Sarebbe potuto tornare più tardi, ma ci fu qualcosa che attirò la sua attenzione. In mezzo ai suoi panni, tra una piega e l’altra, vide qualcosa luccicare.

Non portava anelli di alcun tipo, né orecchini. Si chiese cosa potesse mai essere quel brillio.

Si accovacciò, e aprì l’oblò della lavatrice. Scostò con delicatezza i panni che circondavano il misterioso oggetto.

E notò che più spostava i panni, più la luce diventava grande. Avvicinò il suo sguardo all’oggetto misterioso, finché non ne fu a un palmo dal naso.

Poi un lampo di luce.

Una forza che sembrava trascinarlo verso l’oblò.

Il buio più totale.

 



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Salve a tutti! Eccomi tornata con una storiella assolutamente idiota ispiratami dal prompt di un contest XD I capitoli saranno più o meno di questa lunghezza, ma la storia è già completa, per cui penso che metterò un capitoletto al giorno (sono in tutto quattro). Vabbè, a domani col prossimo capitolo allora :P Cosa succederà al povero Daniel?

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

Si risvegliò su qualcosa di morbido e soffocante. Aprì uno squarcio d’aria con le mani, scostando quel qualcosa che impediva all’aria di passare. Quando rivide quello che gli sembrò il mondo esterno, si prese un attimo per osservare meglio dov’era.

Non c’era dubbio, il fondo su cui camminava era senz’altro morbidissimo. E, ora che ci pensava, da qualche parte veniva su un tanfo di sudore.

Ma dove sono capitato?

Fece qualche passo in quella landa morbida e oscura, finché non si fermò, scioccato.

Sotto i suoi piedi, quel qualcosa di morbido aveva la stessa identica fantasia dei suoi boxer. Si chiese se per caso non fosse impazzito.

Da quando i suoi boxer avevano sostituito la crosta terrestre?

Ma osservando con un’occhiata più attenta, ritrovò su quel manto anche la sua camicia preferita, nonché i suoi jeans scoloriti.

Solo in quel momento capì che stava camminando sui suoi panni sporchi.

E allora, si voltò verso la sorgente di luce che illuminava quel ‘terreno’. Davanti a sé vide l’oblò della lavatrice, e ci spiaccicò la faccia sopra, nel tentativo di vedere cosa ci fosse fuori.

E la riconobbe: era la lavanderia.

Per caso sono finito… dentro la lavatrice?

Non gli ci volle molto per capire che era proprio così. Ma come avrebbe fatto a uscirne?

Non ebbe tempo di pensarci, perché il rumore dei tubi che succhiano l’acqua lo costrinse a voltarsi.

Inorridì quando avvertì i suoi piedi sommersi dall’acqua. E si fece prendere ancora di più dal panico quando sentì che anche i pantaloni, a poco a poco, si stavano mezzando.

Sperò solo che quella fosse una lavatrice di ultima generazione, che per risparmio energetico di acqua ne usa poca.

In mezzo alle sue speranze, anche la t-shirt che indossava si stava bagnando. Il livello dell’acqua saliva sempre più: se avesse aspettato ancora sarebbe annegato!

Si voltò indietro, verso il cumulo di panni ormai anch’essi bagnati. Nuotò fino a quella che gli parve essere la montagna più alta, e si arrampicò. Si fermò sulla sommità, bagnato ma libero da quei tentacoli d’acqua.

Ma non era certo finita.

Una serie di pallottole bianche gli vennero sparate a raffica dietro la testa. Si voltò, e se ne beccò una in pieno viso, sparpagliandosi su di esso.

Daniel leccò impaurito il materiale schizzato sulla sua faccia, e capì che era solo sapone. Pallottole antipatiche, ma non letali.

Tirò quasi un sospiro di sollievo, ma sapeva bene che cosa sarebbe accaduto in quel momento.

E così, la terra sotto di lui cominciò a tremare, a muoversi e a ruotare.

Daniel tentò con tutte le sue forze di aggrapparsi ai panni, ma, inevitabilmente, fu scaraventato a terra quando la ruota della lavatrice ebbe compiuto almeno mezzo giro.

Si ritrovò immerso sott’acqua, ma la forza del getto lo spinse nuovamente su, mentre il sapone cominciava ad attaccarsi alla sua pelle provocandogli un fastidioso prurito.

Girava e cadeva, si aggrappava e capitolava. Almeno la caduta era sul morbido.

Ogni tanto sputava un po’ d’acqua, per poi inalarla ancora, essere sul punto di soffocare e sputarla di nuovo.

Il lavaggio durò almeno mezz’ora, durante il quale Daniel fu spesso sul punto di annegare o perdere i sensi.

Quando pensò che la lavatrice gli stesse dando un attimo di tregua, ecco un nuovo agguato. Un altro spruzzo a raffica, stavolta liquido, gli impiastricciò tutti i capelli, rendendoli più simili a una pappa.

L’odore però era buono, e gli ricordò tanto quello del suo ammorbidente low-cost venduto dal suo negozio afgano di fiducia.

Quantomeno, la puzza di sudore non c’era più.

Il vano della lavatrice prese a girare ancora, e ancora, stavolta con un nemico ancora più subdolo. Se l’ammorbidente gli fosse andato negli occhi, sarebbe stato un vero problema.

Fu così che allora li tenne chiusi, continuando a portare avanti la sua strategia dell’arreggersi al capo che sembrava meglio incastrato.

La nuova esperienza durò solo, per fortuna, dieci minuti scarsi.

Ma poi una lampadina si accese nella sua testa.

Il suo sapone, il suo ammorbidente.

E poi, ricordò cos’altro aveva selezionato.

Mille giri di centrifuga.

Mille.

Se non avesse trovato in fretta una soluzione, non ne sarebbe uscito vivo.

Perché cavolo non ne ho messi un po’ meno?

Trasse un respiro profondo.

Doveva fare qualcosa.

 



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Ta-dan! Come promesso, ecco il secondo capitolo XD Alla fine penso che ne verranno solo tre, e non quattro come anticipato ^^ In ogni caso, la terribile centrifuga sta per abbattersi sul nostro Daniel: cosa potrà fare per salvarsi la pelle? Lo scoprirete domani XD Anche se, e ve lo dico, non aspettatevi qualcosa di sensato XD
Ah, ovviamente ringrazio Alleru per la recensione e tutti gli altri lettori silenziosi ^^ A domani!

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3

Si guardò intorno, trafelato. Quella sensazione di panico che lo aveva assalito appena entrato nella lavatrice lo stava tormentando di nuovo.

Resistere all’acqua era stato facile, ma la forza centrifuga di quell’ultimo lavaggio l’avrebbe sbattuto, senza troppi complimenti, verso le lamine di metallo che circondavano il vano. Oltretutto, gli sembrarono anche vagamente taglienti.

Ma poi, scorse di nuovo una luce. Pensò inizialmente che fosse un riflesso esterno, ma si accorse ben presto che non era così.

E la riconobbe.

Era la luce che l’aveva risucchiato dentro.

Nutrito di nuova speranza, si gettò a capofitto verso quel bagliore, sperando di ritrovarsi, dopo poco, fuori da quel luogo decisamente umido.

« Eh no, caro mio! Non penserai di cavartela così. »

Daniel drizzò le orecchie.

« Chi ha parlato? »

« Sono lo Spirito della lavatrice, Daniel. »

Con gli occhi spalancati, si accorse che la voce proveniva proprio da quella luce amorfa.

« Che cosa vuoi da me? Perché mi hai rinchiuso qui? E soprattutto, come faccio a uscire? »

« Ah, quante domande! » lo sbeffeggiò lo Spirito. « Il motivo per cui ti ho rinchiuso qui, è perché da te voglio una cosa, caro Daniel. »

« E cosa? Veloce, parla! Morirò, altrimenti! »

« Calma, non c’è fretta. Tu sai quanto è faticoso lavare, Daniel? »

« Cosa…? Io… sì, no… Ma che razza di domanda è? »

« Lavare è molto faticoso, mio caro. E tu lo sai che mi costringi a lavare i tuoi boxer imbarazzanti… gratis? »

Ehi, i miei boxer non sono imbarazzanti, stupida lavatrice.

« Ah no? Vogliamo parlare delle tue t-shirt? »

Daniel arrossì di colpo. Lo Spirito poteva leggere anche i suoi pensieri?

« Ti lascerò andare, Daniel, se mi farai una promessa. »

« Qualsiasi cosa, lo giuro! Ma fammi uscire da qui! »

« Promettimi che da oggi in poi sarai una persona onesta, e che la smetterai di farmi lavorare gratis. »

« Lo prometto, lo prometto! »

« Ti credo, Daniel. Voglio fidarmi di te. Quando me ne sarò andato, potrai uscire esattamente come sei entrato. E bada bene: se dovessi venir meno alla tua promessa, le conseguenze saranno decisamente amare. »

Se dovessi venir meno alla mia promessa, sicuramente non farò mai più una lavatrice in tutta la mia vita!

« Allora addio, Daniel. Che il sapone sia con te. »

Detto ciò, l’essenza dello Spirito sparì, lasciando solo, tra i panni, una piccola luce.

Ma la terra sotto i suoi piedi prese a tremare di nuovo.

D’impeto, saltò verso la luce.

Un lampo.

Una forza che lo sputava fuori.

La lavanderia.

Era tornato nel mondo reale.

Rimase attonito per qualche secondo, giusto il tempo per chiedersi se quello che aveva vissuto era stato reale o meno. Non seppe trovare risposta.

Si alzò in piedi, scrollandosi di dosso la polvere del pavimento. Poi, si voltò verso la lavatrice.

L’oblò era aperto. Il cesto con i panni era lì accanto a lui. Sembrava tutto decisamente normale.

Poi, però, qualcosa dentro l'oblò attirò il suo sguardo, e lo terrorizzò talmente tanto che indietreggiò di qualche passo, finendo a sedere sulle sedie attaccate al muro.

Deglutì.

Afferrò il cellulare, e compose il numero della manutenzione.

 


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Salve a tutti! Eccoci finalmente giunti alla fine di questa storiella assolutamente senza senso O__O
Ringrazio tutti coloro che l'hanno letta e allerù per aver recensito questa idiozia XD
Grazie a tutti! ^_^

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