Cinque giorni e mezzo assieme

di Pawa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'invenzione del Doc ***
Capitolo 2: *** Capitolo due... trovatemi voi un titolo! ***
Capitolo 3: *** Ammanettati... a lui?! ***
Capitolo 4: *** Quaranta minuti... infiniti disastri!! ***



Capitolo 1
*** L'invenzione del Doc ***


Cinque giorni e mezzo assieme

L'invenzione del Doc

"Questa sera, museo Suzuki, alle 22.00, l'anello della Ninfa..." Sono queste le parole sconnesse fra loro che il piccolo detective, Conan, si ripeteva mentalmente mentre correva affannato verso la casa del dottor Agasa. Arrivatovi incominciò a bussare impaziente.
"Ahia! Ma che fai Kudo?!" La giovane scienziata Ai aveva aperto la porta all'amico che, assorto completamente, aveva continuato a bussarle in faccia.

"Scusami! Ero assorto nei miei pensieri... Mi serve un favore!" Ridacchiò entrando in casa, mentre lei lo guardava male con il solito cipiglio di chi la sà lunga. Ormai lo conosceva fin troppo bene e si era già fatta qualche idea sul perché di quella visita. Sospirò, mentre li raggiungeva anche il dottore.

"Fammi indovinare; vuoi l'antidoto per l'APTX 4869 così per poter combattere Kid alla pari, giusto?" Conan rimase un attimo stupito. Qulla diavoletta fatta personcina sapeva leggere la mente di chiunque, persino di un detective complicato come lui. Annuì poi supplichevole.

"Cosa? Shinichi, vuoi dire che hai già risolto il biglietto di Kid?" domandò il dottor Agasa stupito come sempre della velocità con cui il giovane investigatore risolveva enigmi intricati.

"Certamente. E questa volta sono sicuro di poterlo catturare! Ma sarei agevolato col mio corpo..." Disse l'ultima frase guardando Ai con occhi cucciolosi, così come li chiamava Ran, mentre il Doc spariva soddisfatto della risposta nel suo laboratorio.

"E va bene, tanto te l'avrei comunque somministrata io di nascosto per vedere come agisce la nuova formula" Occhi chiusi, braccia incrociate e mento alto, Ai attendeva la reazione di Conan.
"COME?! Ma è fantastico! Vuol dire che hai creato una nuova formula... e quanto durerà?" Speranzoso il mini-Kudo si era rivolto alla scienziata.

"Se tutto va bene, dato che questa volta ho rivisto e perfezionato tutte le dosi... tre giorni, con un margine di tolleranza!" Anche se nella sua posa di indifferenza, si capiva che era soddisfatta del proprio lavoro. Conan era a dir poco entusiasta.

Stava per afferrare la medicina che Ai aveva preso dalla sua inseparabile scatoletta binaca piena zeppa di medicinali assurdi, quando il suo braccio fu bloccato dalla presa decisa della scienziatina.
Alzò lo sguardo fissando il ghiaccio che stava negli occhi di lei.
"Spero tu non ti sia isolato dalla società decifrando quel biglietto. È stato annunciato su tutti i telegiornali e anche via radio: a partire da questa mattina e anche nei prossimi giorni potrebbero verificarsi scosse di terremoto, di media intensità fortunatamente, ma è pur sempre un di quei fenomeni che viene definito: "Catastrofe naturale". Vedi di stare attento!" Sguardo deciso di un'adulta, non ammeteva repliche.

Non ammetteva repliche ad una qualsiasi persona, ma Conan, alias Shinichi, si sa', non è uno qualunque.
Levò lentamente la mano della compagna dal suo braccio.

"Andiamo Ai, ogni qualvolta esco di casa pensi sempre male. Un terremoto di media intensità che, vorrei sottolineare, potrebbe non verificarsi, niente è certo, qui a Tokyo, con le costruzioni attrezate che ci ritroviamo, massimo fa perdere l'equilibrio o distrugge un negozio di porcellane. Insomma, un terremoto di questo genere non ha mai combinato disastri o creato situazioni spiacevoli! Ok?"

Ma quanto la prendeva sotto gamba l'incolumità quella sottospecie di detective formato portatile?
Inutile ribattere, sarebbe stato fiato sprecato. Gli allungò il farmaco che subitò sparì dalle sue mani.

                                                                                       ***************************

"È fantastico indossare di nuovo i miei vestiti! Ora sarà meglio sbrigarsi a raggiungere il museo. Non vedo l'ora di mettere le manette ai polsi di Kid!" Annunciò festante uno Shinichi ancora leggermente affaticato per gli effetti della medicina, lisciandosi l'inseparabile giacca blu.

"Così mi piaci ragazzo, era proprio quello che volevo sentirti dire! A questo proposito vorrei mostrarti la mia nuova invenzione, prima che tu parta." Agasa guardava il liceale sorridendo sotto ai baffi grigio-bianchi con le mani intrecciate dietro alla schiena.
Ciò stava a indicare solo una cosa: guai.
Le invenzioni del Doc erano già pericolose dì per se, figurarsi quelle nuove non ancora sperimentate che dava a Shinichi prima di un qualunque scontro e che spesso, al posto di aiutarlo immediatamente, lo mettevano prima in pericolo di vita e poi, solo dopo avergli fatto perdere dieci anni di vita (cosa che gli converrebbe, almeno tornerebbe definitivamente Shinichi) lo salvavano.

"Di che si tratta?" Domandò quindi, temendo per la sua incolumità.

"Ecco guarda - portò le mani in avanti, all'altezza degli occhi del ragazzo, mostrando delle manette nere molto fini - ecco qua le mie super manette! Con queste catturerai di sicuro Kid!"

"Mah, se lo dice lei... sembrano un po' fragili e Kid sa sfilarsi qualsiasi tipo di manette molto facilmente" Fece notare Shinichi.

"È vero, ma queste sono fatte di una lega metallica molto rara e assai più resistente dell'acciaio. Inoltre, una volta richiuse attoro ad un polso si restringono grazie a dei piccoli sensori. Questi poi, fanno si che le manette si chiudano automaticamente quando entrano in contatto con la pelle dei polsi. Una forza, vero?"

Shinchi attese un attimo a rispondere. Poi gli si illuminarono gli occhi. Aveva pensato ad una strategia per catturare quel ladruncolo e l'invenzione del Doc era perfetta per la sua idea!

"Grazie mille Dottor Agasa, lei è proprio un genio!" Elogiando il vecchio e paffuto scienziato prese con cautela le manette, assicurandosi di tenerle lontane dai polsi e le infilò in tasca. Il dottore si offrì di accompagnarlo al museo con il suo inseparabile maggiolino giallo dove, aggiunse sulla soglia, erano riposti altri gadget -realizzati in altre occasioni- che avrebbero fatto comodo al giovane. Così partirono verso il museo Suzuki mentre ancora Shinichi tremava di adrenalina, forse perché risentiva degli effetti dell'antidoto nuovo, forse all'idea di scontrarsi con una delle poche menti che riusciva a tenergli testa. Quella sera era davvero fiducioso nella nuova creazione del dottore. Sapeva che sarebbe successo qualcosa, qualcosa di positivo, ma non avrebbe mai immaginato cosa e ci avrebbe impiegato un po' per capirla fino in fondo...
                       
                                                              **************
"Ci siamo quasi Jii, tra poco si va in scena!" Kaito Kuroba, ormai prossimo ad indossare le vesti immacolate di Kid, attendeva su un tetto vicino al museo Suzuki l'ora del suo grande Show, studiando, con affianco il fedele Jii, le posizioni dei vari poliziotti che sotto gli ordini dell'ispettore Nakamori erano pronti ad accogliere il giovane ladro.

"Ma signorino, è sicuro di voler andare? Se non sbaglio non si è ancora ripreso dal pesce che la signorina Aoko le ha fatto mangiare a tradimento; in faccia è bianco come un lenzuolo!" Jii, come ogni buon vecchio baffuto con tanto di occhiali rotondi deve fare, riportò alla mente la pessima cena che quell'angelo di Aoko Nakamori, figlia dell'ispettore che gli dava la caccia, aveva preparato al povero mago.

Quest'ultimo fu attraversato da brividi in tutto il corpo e, ricompostosi, si coprì col suo mantello bianco tirato fuori da solo un mago sa dove e ricomparì alla vista nelle vesti del suo famigerato alter-ego, Kaito Kid.

"Nonno ti prego, non portarmi alla mente certi traumi  o non distingueranno più la mia faccia da giacca e mantello da quanto sarò pallido! E adesso cerca di tranquillizzarti mentre io vado a rubare quell'anello dal diamante spropositatamente grosso, è quasi ora." Salì sul cornicione del palazzo. Era in procinto di buttarsi quando Jii lo richiamò ancora.

"È pericoloso Kaito! Questa sera, hanno detto in televisione, potrebbero esserci scosse di terremoto. E io cosa faccio se ti dovesse accadere qualcosa?" Un vecchio buono come il pane, non c'è che dire, peccato che secondo il giovane Kuroba fosse anche troppo premuroso e quindi non bisognava dargli retta.

Rimase a rimirare la città con il profilo elegante illuminato dalla luce lunare.
"Si, ho sentito anche io la notizia; POTREBBERO esserci scosse di terremoto di media intensità, nulla di grave, nulla di certo. E poi, ti pare che il grande Kaito Kid si faccia battere o incarcerare da un terremoto?" Sorrise.

"Sento che sta sera accadrà qualcosa di positivo... vedrai!"

Detto questo si lasciò cadere nel vuoto per sentire l'aria fredda sul volto e, quando ormai mancavano pochissimi metri al terreno, assicuratosi di aver fatto cadere glu ultimi capelli al povero Jii, aprì il bianco deltaplano dirigendosi verso il suo obbiettivo...

È solo un esperimento questa fiction. L'idea mi è venuta quasi per caso. La continuo solo se piace e se ricevo diverse recensioni ;) . Nel primo capitolo non succede niente di interessante, ma già dal secondo la storia prenderà una bella svolta! Mi raccomando, commentate in tanti e fatemi sapere se vi interessa :P
Baci
Pawa

P.S Vado avanti con almeno 2-3 recensioni a capitolo, altrimenti vuol dire che la storia non interessa e... scriverla per me sarebbe inutile, so già come va a finire ^_^''

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Capitolo 2
*** Capitolo due... trovatemi voi un titolo! ***


Capitolo dueeeeeeeeeeeee
 


"Forza ragazzi, questa volta non ci sfugge! Manca solo mezz'ora all'ora prevista del furto...Voglio proprio vedere come farà quel ladruncolo da strapazzo a superare la sicurezza, disattivare l'allarme e rubare l'anello sotto la vigile veglia dei miei migliori uomini, muniti di maschere anti-gas e pistole (nonostante con Kid non servano) in così poco tempo! " Esclamò esultante l'ispettore Nakamori per poi terminare la frase con una delle sue famose risate sguaiate pre-furti. "Tra l'altro -riprese a bassa voce, come se fosse solo un suo pensierò- Sono installate anche delle telecamere nascoste che seguiranno ogni suo movimento..."

"Si sbaglia ispettore, Kid ne sa una in più del diavolo, riuscirà comuqnue ad impossessarsi del gioiello, nonostante tutte queste norme di sicurezza. -ancora non entrata dalla porta in legno pregiato che manco Luigi XIV si sarebbe sognato, ma che il signor Suzuki si poteva benissimo permettere, la quale dava l'accesso alla sala con la teca dell'anello, una figura ben conosciuta dall'ispettore iniziò il suo discorso di superiorità, così come lo definiva Nakamori- Ma io so come fermarlo e sfrutterò queste."

Shinichi si era finalmente mostrato, in mano le speciali e sottili manette. Subito dopo entrò anche il Dottor Agasa che ridacchiava leggermente imbarazzato per gli occhi tutti puntati su di loro.

I poliziotti lì intorno erano sorpresi di vedere un così famoso detective e interessati per ciò che aveva detto e che ora stava mostrando.
L'ispettore Nakamori, da bravo uomo paziente qual'era, si avvicinò piano a Shinichi fino a soffiargli
nell'orecchio per poi sussurargli: "CHE CAVOLO CI FA UN MOCCIOSO COME TE QUI?!"
Alla faccia del "Sussurro".
Inutile dire che il timpano sinistro di Shinichi per il resto della serata avrebbe pianto a non finire, senza contare gli occhi a palla del ragazzo, sbarrati dalla sorpresa che ricordavano vagamente uno di quei pesci dei fondali, dalle le forme assurde che fecero rabbrividire Kaito, il quale stava ad osservare la scena dal suo nascondiglio, curioso anche lui di sapere con quale strategia il suo Tantei-kun intendeva catturarlo.

"Ehehe buona sera anche a lei ispettore! -lo salutò gentilmente Shinichi portando una mano dietro alla testa- Non è felice che io sia qui?" Domandò con un'aria innocente in     stile "Conan Angioletto" che utilizzava per scamparla dalle ramanzine di Ran.
"Non mi serve l'aiuto di un ragazzino per catturare Kid. Sono in grado di farcela senza il tuo aiuto o di qualsiasi altro detective liceale buono a nulla che si crede grande, ma intralcia solo il mio lavoro!" Sbottò scocciato vagando col pensiero ad altri due rompiscatole.

Intanto a Osaka...
"Etchu! Diamine, avrò preso il raffreddore?" si domandò Heiji scocciato.
"Può anche darsi che qualcuno stia parlando male di te!" Lo schernì Kazuha.
Vide il ragazzo rifletterci un attimo.
"Bah, sarà. Sai cosa me ne importa..."

Nello stesso momento a Londra
"E-etchu! Che mi sia raffreddato?"
Anche Hakuba aveva reagito -seppur incosciamente- all'insulto.

Ma torniamo al museo Suzuki dove il tempo passava, mentre Agasa cercava disperatamente di diventare invisibile data la situazione; il povero Shinichi provava in tutti i modi a convincere quel testone di Nakamori ad applicare la sua strategia di cattura che, prontamente, veniva respinta con una serie di insulti sempre nuovi.
Gli agenti erano tutti impegnati ad osservare i due e qualcuno rimpiangeva il fatto di essere in servizio e non potersi mangiare pop corn o altri sneck.
Di fatti, la capacità con cui l'ispettore leggermente isterico trovava in continuazione nomignoli e insulti diversi e creativi, che lanciava a raffica al malcapitato detective di turno, era qualcosa di fenomenale e attraente per il "pubblico" che stava ad ascoltarli.

Per un momento il liceale intravide una lucetta rossa in un occhio, ma non riuscì bene a capire da dove si originasse, se dall'espositore dell'anello o se entrava dalla finestra subito dietro che si affacciava sulla strada illuminata.

Lo raggiunsero poi le urla dell'ispettore che lo ridestarono.

Destino volle che nel bel mezzo del monologo - ebbene sì, monologo. Shinichi non è che riuscisse a parlare più di tanto- scattasse la tanto attesa ora dell'annuncio.

Una risata di scherno si udì nell'aria, la bella voce fin troppo conosciuta fece ammutolire tutti.
Il giovane detective scansò il poliziotto realizando da dove provenisse e anche cosa fosse quella lucina scarlatta, per poi scattare verso la teca.
Kid, un sorriso divertito a decorargli il volto, fu più veloce; pigiò il tasto rosso del telecomando e da sotto l'espositore venne sprigionata velocemente una fitta nebbia bianca.
La maggior parte degli agenti cadde atterra svenuta, mentre l'ispettore e gli addetti alla teca si misero la maschera anti-gas.
Peccato che quel maghetto pestifero avesse realizzato una sorta di pistola spara-anestetico (evidentemente, ispirata all'orologio del rivale) e con essa, mettere K.O i quattro addetti al gioiello fu un gioco da ragazzi, anzi, da bambini dato che parliamo di Kid.

Il quinto colpo venne indirizzato a Nakamori, ma una scossa del terreno gli fece perdere la stabilità proprio mentre partiva l'anestetico che per poco non andò a colpire il dottor Agasa, anche lui con una maschera ant gas di sua invenzione che si era saggiamente portato.

Kid si ricompose subito aprofittando dello slancio per tirare un calcio alla pesante teca costituita da un vetro particolare.

Shinichi con le manette pronte a scattare e una mascherina per l'ossigeno, presa precedentemente dal bagagliaio del maggiolino, era giunto all'espositore rischiando anch'egli di cadere per la scossa.
Innanzi Kaito Kid avvolto dal soffice e candido mantello, il solito ghigno irresistibile stampato in faccia.
Contemporaneamente Agasa divenne pallido. "No... Oh Kami, fate che abbia visto male..."

"Hey piccolo detective, quand'è che sei cresciuto? Non ti sarai dato tanto da fare solo nel vano tentativo di catturarmi, vero?" Quella solita faccia strafottente.
"Vano tentativo dici? Mi spiace per te, ma io so di poterti catturare questa sera. Me lo sento, ho questa sensazione positiva dal momento in cui ho decifrato il messaggio." Chiuse gli occhi tranquillo, sorridendo.
"Ma tu guarda che coincidenza! Anche io ho la stessa sensazione di positività, ma per quanto riguarda la riuscita del mio furto, s'intende..."
Entrambi avevano detto solo mezza verità. Era vero, sapevano che sarebbe successo qualcosa di bello e si sentivano sereni, ma non capivano esattamente a cosa si riferisse questo sentimento.
Dunque, ognuno l'aveva associato al raggiungimento del rispettivo obbiettivo prefissato per quella serata.

Nello stesso momento l'ispettore aveva aperto le finestre, facendo fuoriuscire il gas soporifero e ridestando alcuni dei suoi uomini. Le immagni erano tornate più nitide e potè vedere la ''disgrazia'' che accadde in quei pochi attimi.

Fulmineo il ladro si appropriò dell'anello in procinto di scappare, il mantello svolazzante. Simultaneamente Shinichi decise di lasciar perdere la sua strategia e si aggrappò alla stoffa bianca, ma nell'istante in cui abbassò il braccio per riporre in tasca le manette una scossa di terremoto più forte e prolungata fece perdere l'equilibrio ad entrambi che rotolarono per un paio di metri uno addosso all'altro.
Kid si alzò di scatto pronto a scappare, ma ricadde a terra bloccato per il braccio destro.
"Ma che diavolo..." Girandosi verso Shinichi si accorse dell'orrore, lasciando in sospeso la frase. Quasi subito anche il detective si ridestò avendo più o meno la stessa reazione del mago.
"AAAAAAAAH" L'urlo inevitabile nello scoprire di essere legati assieme, uno al braccio destro, l'altro al sinistro con quelle speciali manette che si erano chiuse attorno ai loro polsi stringendosi tanto da impedire perfino al grande Kaito Kid di sfilarsele...

Salve gente! Eccomi con il secondo capitolo di questa buffa fiction. Ed ecco che è accaduto, i miei due pasticcioni hanno le mani legate, in tutti i sensi! Nei prossimi capitoli (che, fidatevi della Pawa, sono molto, ma molto più belli e divertenti) scoprirete tutti i guai che quelle manette causeranno, ma ricordate, li posto solo con almeno 2-3 recensioni, non chiedo molto, solo un vostro parere per capire se la storia interessa o meno.
Già dal prossimo scoprirete qualcosa... 


Domande che anticipano (?)

Come faranno ladro e detective a vivere legati assieme? Ma soprattutto, come faranno ad andare in bagno?
Sono domande che sorgono spontanee, non trovate?
Alla prossima,
baci
Pawa!

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Capitolo 3
*** Ammanettati... a lui?! ***


Capitolo treeeeeeeeeeeeeeeeee
 

Dopo l'urlo, anche il resto dei poiliziotti si svegliò e vedendo Kid ammanettato, a Shinichi certo, ma pur sempre ammanettato, esultò festante per aver compiuto la missione che inseguivano oramai da diverso tempo.
"Oh no, non è possibile... mannaggia che disastro!" Il Doc con le mani tra gli ultimi capelli rimastigli, lo sguardo evidentemente preoccupato e la fronte tutta aggrottata.
"Come sarebbe ''disastro''? - domandò l'ispettore Ginzo che gli stava affianco- Finalmente l'abbiamo acciuffato quel criminale!"
La voce di Nakamori, non si sa come nè perché, riuscì a sovrastare le altre: "Questa volta è davvero finita Kaito Kid! Ti toglieremo le manette solo dopo che sarai dietro le sbarre!!" E nuovamente quella risata esagerata che questa volta esprimeva pura soddisfazione seguita da altre acclamazioni.
Ginzo iniziò a dirigersi verso Kid e Shinichi che intanto si erano rialzati.

'Come fa a sorridere spavaldo?' Era la domanda che frullava in testa a tutti osservando il volto del ladro.
'Mantieni sempre la tua faccia da poker, Kaito...' L'insegnamento del padre era un vero e proprio punto di forza del mago. Spalle al muro, legato ad un detective, circondato da poliziotti, eppure... Eppure un Ghigno per nulla intimorito sul volto.

"Ispettore...! Ispettore! È proprio questo il problema!" Cercò di farsi sentire Agasa. Quasi meccanicamente tutti si ammutolirono bloccandosi con le braccia alzate o abbracciati ai compagni ancora intenti a festeggiare. Ognuno, ispettore, ladro e detective compresi, girò lentamente il capo verso il dottore. Che intendeva dire?
"Ecco... -iniziò in evidente imbarazzo- Subito dopo la prima scossa, Shinichi per rimettersi in equilibrio ha alzato e agitato le braccia con le manette in mano. In quell'istante, osservandole, mi sono reso conto di aver scordato un piccolo, ma importantissimo particolare nelle manette. Come il mio giovane amico ha tentato di spiegarle, ispettore, sono manette praticamente indistruttibili (create con un materiale particolare donatomi da un mio amico scienziato) che si restringono automaticamente attorno ai polsi grazie a dei micro sensori accuratamente da me creati, per evitare che un ladro, anzi, un Mago -si girò verso il soggetto in questione- abile e furbo come quel ragazzo le potesse sfilare."

"Si... non è che abbia ascoltato il moccioso più di tanto -rispose lanciando un'occhiata al suddetto "moccioso"- ma avevo ben capito che non si tratta di manette normali. Solo non capisco dove stia il problema. Sono manette fuori dalla norma, ma sono anche più efficaci di quelle comuni. Cosa c'è che non le quadra?" Domandò.
Gli altri annuirono con cenni del capo.

"Stavo dicendo, ispettore, essendo fatte di questo materiale e avendo quelle particolarità, il dettaglio che ho ommesso è imperdonabile... -abbassò il capo- Insomma, senza altri giri di parole... ho scordato di creare chiave e serratura. Quindi vi sarà impossibile toglierle. Ehehe" Terminò ridendo nervoso, grattandosi l'angolo della fronte.

"COSA?!!" La reazione di tutti seguita dal quasi svenimento delle "vittime" di quella maledetta invenzione.

"Ma sta scherzando? E non c'è un altro modo per aprilre? Non possiamo mettere anche Kudo in prigione per arrestare Kid!!" Nakamori aveva perfettamente ragione. Al giovane mago erano finalmente state legate le mani, ma cosa fare ora? Innanzi tutto, la mano ammanettata era solo una e, cosa fondamentale, era finito legato al suo carceriere!

"Fin qui mi sembra facile, non mi arrestate!" La voce scherzosa del ladro in quel momento di preoccupazione fece cadere per terra Shinichi. "Si, ma siamo comunque legati..." ricordò alzandosi.

"Per quanto mi duole ammetterlo, hanno ragione entrambi." Aggiunse il poliziotto baffuto sconsolato per avere la vittoria a portata di mano, ma non poterla ottenere.

Il dottore riprese la parola: "Bè... potrei cercare di trovare una soluzione, ma ci vorranno giorni a mio rammarico. Basterebbe anche solo aprirne una e l'altra si sbarrerebbe in automatico. Non so quanto tempo ci vorrà di preciso e, nel frattempo, i ragazzi dovranno convivere insieme, non vedo altre vie d'uscita..."
"C-c... CONVIVERE?! Ma siete matti? Io, con lui... MAI!" Neanche riuscissero a leggersi nella mente, i diretti interessati avevano urlato le stesse identiche parole.
"Spiace anche a me ragazzi, ma finchè il dottor Agasa non avrà trovato la chiave, siete costretti a convivere." Più che dispiaciuto, Nakamori sembrava divertito. Ladro e detective che vivono sotto lo stesso tetto.
Roba da suicidio, ne era certo!
È come mescolare acqua e olio. Inoltre, chissà che da quell'esperienza non riuscissero a ricavare qualche informazione per scoprire la vera identità di Kid! Questa prospettiva gli aveva fatto dimenticare il malumore precedente.

"Aspettate, un modo ci sarebbe!" Annunciò ad un certo punto il mago del Chiar di Luna facendo voltare tutti verso di lui.
"Ovvero?" Domandò Shinichi, curioso al suo fianco.
"Tiè - da una tasca dei pantaloni, non si sa come facesse a starci, tirò fuori un ascia- tagliati la mano, così siamo a posto!" Sorrise furbo.
Tutti caddero a gambe all'aria. Ma la sua non era considerata una delle menti più furbe, criptate e geniali del Giappone?
"Baka! Tagliati tu la mano!" Si rifiutò categoricamente il ragazzo tirando un pugno in testa al rivale.
"Ma io sono un mago, mi servono le mani!" Ribattè subito sistemandosi la tuba bianca.
"Cosa vuol dire, io non sarò Merlino come te, ma anche a me servono!" Rispose subito l'altro.
"Kid, non fare l'diota e metti via quell'ascia -intervenne spazientito l'ispettore. Detto ciò, l'ascia, apparentemente vera, si sgonfiò come un palloncino provocandone il classico rumore, sotto gli occhi straniti di tutti mentre il ladro guardava l'uomo sconsolato.
Mannaggia a quell'ispettore, aveva trovato un metodo per scollarsi quel detective dal braccio e lui che faceva? Gli dava dell'idiota!
L'ascia venne riposta in tasca - "Nei prossimi giorni voi due sarete costretti a convivere insieme, non mi importa cosa ne pensiate o quale sia il vostro volere, ma fino a che il dottore non avrà trovato la chiave dovrete cercare di vivere sotto lo stesso tetto. Ovviamente verrete ospitati in una casa sorvegliata dalla polizia poiché, quando verrete slegati, Kid dovrà essere arrestato senza perdere altro tempo. Se avete obiezioni, sappiate che sono tutte respinte." Braccia conserte, sguardo serio. Non ammetteva repliche.

Ma... chi, se non loro stessi, poteva far zittire Kaito Kid e Shinichi Kudo?

"Eh no ispettore, io mi rifiuto. Non intendo vivere in un'altra casa ora che ho nuovamente il mio corp... - un calcio del rivale fece accorgere Shinichi dell'errore. Lo ringraziò mentalmente per poi continuare- C'è, volevo dire, ora che sono tornato, intendo vivere a casa mia, senza la polizia attorno come se fossi io il criminale. Tanto finché sta legato a me, Kid non può compiere nessun furto e poi lo sanno tutti, non ha mai fatto male a nessuno, dunque non c'è pericolo."
"Ma ragazzo..." Tentò Nakamori.
"Niente 'Ma'! Non voglio un esercito di poliziotti a tenermi d'occhio -più che altro, pensò Shinichi, era preoccupato per il nuovo antidoto. Se l'effetto fosse scaduto mentre era in giro con Kid, sarebbe bastato aprire il deltaplano, nascondersi in un luogo sicuro e poi, rimpicciolendosi, avrebbe liberato entrambi dalle manette... sempre se queste non si fossero ristrette ulteriormente, ma a quello non ci volle pensare. Invece, con le forze dell'ordine alle calcagna, Kid non avrebbe potuto fare niente e, oltre a far arrestare il rivale da altre persone (poiché ci teneva ad essere il detective che avrebbe incarcerato l'abile e svelto Kaito Kid) sarebbe tornato bambino davanti a tutti e sarebbe stata una catastrofe!
-E poi, non andiamo mica in capo al mondo, staremo a casa mia, poiché, se andassimo a casa di Kid, ci mancherebbe di sapere che mutande ha in dosso e poi ne avremmo la biografia completa. Se vuole, ispettore, le dico anche il programma che seguiremo durante il giorno: scuola, cibo, studio, dormire e ancora scuola. Sono uno studente, è la mia routine e diverrà anche la sua. Non vedo dove stia il problema..."
"Un problema ci sarebbe!" Aggiunse subito Kid interrompendolo.
"E quale, di grazia?" Chiese a denti stretti Shinichi che stava cercando di convincere l'ispettore a lasciarli stare. Era anche nell'interesse del ladro infondo, quindi Kid, meno parlava, meglio era per entrambi!
"Io non voglio andare a scuola! Ne ho già abbastanza della mia..." Sussurrò poi, in modo che lo sentisse solo Kudo. Tutti erano a conoscienza del fatto che il Kid attuale sembrasse troppo giovane rispetto a quello di otto anni prima, ma non voleva darne la conferma all'intero corpo di polizia.
"E invece ci vai! Senti, lasciami finire il discorso. Se li convinco a starci lontano sarà un vantaggio per entrambi" Gli rispose con lo stesso volume vocale, una mano davanti alla bocca per rendere la conversazione ancora più riservata, tanto che gli spettatori furono costretti ad allungare collo e orecchie per cercare di sentire.
"Ok, - disse avendo capito perché Kudo ci tenesse a non essere sorvegliato- ma come spieghiamo ai tuoi insegnanti e compagni questo - con un tono più alto, in modo che lo sentissero anche gli altri, portò il braccio destro all'altezza degli occhi, per far capire a cosa si riferisse- E poi, -aggiunse- non credi che si spaventerebbero nel venire a conoscienza di essere in classe con un ladro?"

Questa volta fu Nakamori ad intervenire: "Kid ha ragione, il tuo discorso fila Kudo, ma nella parte della scuola trova un intoppo. Forse non lo sapete, ma diversi giornalisti, fatti venire direttamente dal signor Suzuki che oggi è malato, ma ci teneva a far sapere al Giappone della sua sfida con Kid, ci stanno guardando tramite le telecamere." I due spostarono lo sguardo seguendo il dito dell'ispettore che ne aveva indicata una e questa, quasi di risposta, luccicò.
"COSA? Allora niente scusa assurda con tanto di falsa identità. Quei ficcanaso dei giornalisti pubblicheranno la notizai in prima pagina!" Ragionò Shinichi, mentre Kid ridacchiava. Il suo rivale ormai era un veterano in quanto a "scuse assurde con tanto di falsa identità".
"Cosa ridi tu? Comunque ispettore, non c'è da preoccuoparsi. So per certo che i miei compagni sono fans di Kid, per non parlare di Sonoko Suzuki, la nipote del Signor Suzuki è in classe con me! Non ci sarà panico a scuola, forse... solo molta confusione data l'eccitazione a incontrare il "Mago del Chiar di Luna"!" Concluse pronunciando le ultime parole con un tono diverso, intento a prendere in giro il compare.
"Allora sarebbe meglio mettere qualche poliziotto per evitare..."
"No! -lo fermò ancora Shinichi, come se, ricollegandosi alla discussione avvenuta prima del furto, si fossero scambiati i ruoli- Ci sarebbe solo più confusione.
Sa, non le conviene ribattere. Le mie disposizioni sono queste che le ho precedentemente detto. Poiché potrei fare l'avvocato a detta della signora Kisaki, data la mia capacità a vincere ogni discussione, è costretto ad accettarle in ogni caso. -Tagliò corto il detective dimenticandosi completamente dell'unico discorso in cui aveva spiccicato solo due parole- E ora andiamo..." Difficile nascondere qualcosa agli occhi di Kudo, soprattutto se ce lo si ritrova a uno-due metri di distanza, vero Kaito?

Sorrise mostrando la mano sinistra che reggeva un altro telecomando nero. "Fermi...!"
Troppo tardi, un'altra nube di fumo e il deltaplano bianco che si apriva per sorvolare la città.

"Diamine, sono riusciti a scappare!" Commento un agente dietro all'ispettore.
"Si, l'ho notato anche io..." Rispose con voce scocciata, sia per l'accaduto, sia per l'ovvietà dell'affermazione.
"E adesso cosa facciamo ispettore? Dovremmo inseguirli?" Chiese un altro poliziotto.
"No, l'hai sentito il moccioso. Ragazzi, siete liberi. Vi contatterò se necessario nei prossimi giorni, quindi cercate di non dileguarvi nel nulla, come siete soliti fare quando vi concedo le ferie!" Ci tenne a sottolineare, ben consapevole che i suoi subordinati meno facevano, meglio stavano.
"Sissignore!" Risposerò quelli in coro, la mano vicino alla fronte in segno di riconoscienza e saluto con sorrisi furbetti in volto. Subito si dileguarono e la grande sala rimase talmetne vuota e silenziosa che anche i respiri di Nakamori e del dottore sembravano rimbombare nell'aria.
"Ispettore, io credo comunque sia meglio tenerli d'occhio." Disse pensieroso l'anziano scienziato.
"Si, sono d'accordo. Mi occuperò io personalmente di sorvegliarli, in questo modo non daremo loro fastidio. Infondo Kudo ha detto che non voleva 'Un esercito attorno', ma non si è espresso nell'avere solo un poliziotto -ragionò superando il Doc. e dirigendosi con lui al seguito verso l'uscita del museo. -Devo solo prenotare un alloggio vicino alla casa di Kudo e avvisare mia figlia."
"Pensi solo ad avvisare la ragazza, per quanto riguarda l'alloggio posso ospitarla io. Abito a due salti da Villa Kudo, sarà molto più comodo per lei." Propose il sempre arzillo vecchietto.
Nakamori accettò volentieri e insieme si diressero, prima di andare a casa del dottore, verso la dimora del giovane detective ammanettato, giusto per assicurarsi che i due rivali non scatenassero un conflitto catastrofico.

Intanto, ladro e detective erano prossimi al giardino della villa.
'"Sento che 'sta sera accadrà qualcosa di positivo... vedrai!" Vedrai un corno! Ma perché non sto mai zitto?' Si chiese triste Kid ripensando a quella sensazione provata poco prima la sua entrata in scena.
Allo stesso modo Shinichi si ritrovò a pensare alla conversazione avuta con Ai; "Un terremoto di questo genere non ha mai combinato disastri o creato situazioni spiacevoli!" Si, certamente e allora perché si ritrovava in braccio al suo eterno rivale, in perfetto stile "Principessa salvata dal bel principe"?
'La prossima volta, farò meglio a chiudere il becco.' Ancora una volta lo stesso identico pensiero viaggia nelle menti dei due che, sbuffando, poggiano i piedi nel giardino di Villa Kudo...

Tada!
*le lanciano i pannolini sporchi*
Che c'è? Ve l'avevo detto di essere una ritardataria!
Che e dite di questo nuovo capitolo? Ve gusta? Vi ha fatto un po' ridere? Quante gliene ho fatte passare a quei poveri disgraziati alias i miei tesorucci ;) ? E nei prossimi capitoli sarà anche peggio :'D
Avanti, datemi il vostro parere con una recensione ^^ e consigliatemi come migliorare :P !!
Vado avanti con 3-4 recensioni, quindi mi raccomando di commentare belli miei =)

Domande che anticipano 2 la vendetta è_é
Come diamine faranno ad andare a letto quei due? E come faranno a vestirsi? Riusciranno a raggiungere la scuola senza commettere omicidi? E resta sempre il più grande questito... come li farò andare in bagno?

A presto (sì... come no T_T) !
Baci
Pawa

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Capitolo 4
*** Quaranta minuti... infiniti disastri!! ***


Capitolo quattrooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo
(hihihi 55 "O" xD )

"Mi dica ispettore... ha intenzione di lasciarli andare da soli a scuola domani? Oppure intende seguirli a debita distanza?" domandò Agasa, alla guida del suo maggiolino giallo, ormai prossimi al quartiere dove risiedeva.
"Le confesso di averci riflettuto molto. Non voglio dare troppo fastidio a Kudo, quindi, se adesso -una volta arrivati a casa sua- constatiamo che va tutto bene, sono disposto a lasciarli andar..." un allarme antifurto risuonò a tutto volume nelle orecchie dei due uomini spaccondo loro i timpani.
Erano appena giunti d'innanzi a quella che, dieci minuti prima, era considerata Villa Kudo.

La sirena fu subito seguita da urla incavolate da parte di Shinichi.

Si preciptarono nell'abitazione, tralasciando il giardino ornato di due buche enormi (manco fossero atterrati i Sayan sulla terra) sorpassando allibiti un fiumiciattolo d'acqua che scendeva dalle scale principali e scorreva fino alla porta d'ingresso, tentando di non dar peso ad una colonna di legno che separava due corridoi che era stata tragicamente incisa in tutta la sua altezza e concentrandosi sul luogo da dove si originavano le urla del detective.

Aprendo quella che il dottore identificò essere la porta della camera da letto dei genitori di Shinichi, si ritrovarono ladro e detective appesi al ventilatore che era fissato al centro del soffitto della stanza, girando piano.

Il mago aveva una tazza di tè tra le mani che sorseggiava indifferente e, per quanto la situazione fosse assurda, elegantemente, come se essere appesi ad un ventilatore per la cinta dei pantaloni fosse del tutto normale.
L'altro, povero tesoro, sbraitava quasi con le lacrime agli occhi e pregava da Bubba a Zeus, da Iside a Gesù di poter scendere di lì.

Dopo il soccorso in stile Sem il pompiere del dottor Agasa armato di scala, i due furono di nuovo a terra e Shinichi si sedette traumatizzato, forse più di Agasa e Nakamori, sul letto dei suoi genitori, mentre Kid gli posava sulle spalle la coperta della consolazione che solitamente viene data dai soccorritori alle vittime di incidenti e brutte esperienze e gli porse la tazza di tè, per poi sedersi accanto a lui completamente sereno.

Nakamori si passò una mano sul viso disperato. Ma davvero dava la caccia da circa venti anni a quel cretino? Era mai possibile, inoltre, che aveva sempre la faccia felice e innocente in ogni situazione?

In quel momento prese una grande decisione: se arrivato alla pensione non avesse catturato Kid, non l'avrebbe archiviato come caso chiuso, ma come caso PERSO.

"Ragazzi..." iniziò, guardando prima Kudo ciondolare in posizione fetale avanti e indietro e poi Kid che, invece, faceva ciondolare le gambe allegramente come un bambino.
"Posso sapere... come è successo?" chiese titubante.
"COM'È SUCCESSO?! Siamo atterrati nel mio giardino con grazia, tanto che mi pareva di essere un ippopotamo..."
"Il mio deltaplano può portare una persona e una ragazza o al massimo un ragazzino, non un ciccioso detective lagnante!" si giustificò Kid, anche se sapeva benissimo che era atterrato come un aereo senza ali sulle montagne per indispettire Kudo.
"Zitto tu! Abbiamo sì e no lo stesso fisico, quindi evita insulti.
Entrati in casa siamo subito corsi al bagno per ripulirci del terriccio e cosa succede? Mentre ci sciacquavamo, la catena delle manetta si è attorcigliata intorno al rubinetto.
Non sarebbe stato un problema se qualcuno non avesse la vescica debole e non dovesse correre al gabinetto in tutta foga, incurante che qualcosa, ovvero il rubinetto, lo blocca.
Così, il rubinetto è volato e ha iniziato a fuoriuscire acqua come un idrante che ha allagato in pochi attimi il bagno e poi i corridoi. Ma che importa? Tanto lui si era svuotato!"
I due uomini più anziani fissarono Kudo al massimo della perplessità. Poi Kid si alzò di scatto.
"Innazitutto anche tu stavi correndo via perché -tue parole- dovevi assolutamente avvertire Ran della faccenda, quindi non incolpare solo me. Secondo: la mia vescica e tutti i miei organi viscerali sono in perfetta salute, al contrario del tuo encefalo, in particolare vorrei prendere in considerazione la Memoria a breve termine, che mi sembra assai danneggiata. Infine... NON MI GUARDARE PIU' MENTRE URINO!" Se i primi due punti del discorso erano sembrati seri e quasi giusti, all'udire il terzo tutti erano caduti per terra.
"Ma che cavolo dici?! Non ti ho affatto guardato, sai che me ne importa?!" con un lieve rossore quasi impercettibile Shinichi aveva ribattuto, alzandosi.
"Scusate l'interruzione, ma se fate tante scene per questo, mi dite come farete ad andare in bagno domani mattina?" chiese il Doc perplesso e, mai l'avrebbe ammesso, un po' divertito.
"C'INVENTEREMO QUALCOSA, CHIARO?!" al coretto dei due, il Dottore si ammutolì e invitò Shinichi a proseguire.
"Usciti dal lago... dal bagno, siamo arrivati all'incrocio dei due corridoi che portano uno alla mia camera e l'altro qui, nella stanza dei miei. Ma secondo voi abbiamo preso la stessa strada? Io mi stavo dirigendo qui, poiché il letto è più grande e avremmo potuto dormire meglio, ma lui, curioso come Padora, voleva assolutamente vedere camera mia per rubarmi i vestiti."
"Prendere in prestito un cambio poiché non volevo sporcare le lenzuola dei tuoi con i vestiti che indosso, bagnati e neri di terra e dei tuoi germi." Ci tenne a precisare l'altro.
"Fatto sta che più tiravo io, più tirava lui, abbiamo finito per segare la colonna di legno di cieliegio sempre con la catena delle manette."
"Ma insomma ragazzi, questa potevate proprio evitarla!" commentò Nakamori guardando i due.
"Certo, ma deve sapere ispettore che quando siamo atterrati Shinichi è caduto sopra di me e mi ha schiacciato rompendo e scomponendo tutto ciò che tengo in tasca e lei sa che posso tirare fuori qualunque dal mio costume. Mentre percorrevamo il corridoio di ritorno dal bagno tutti i miei oggetti o forse le mie colombe
che si sono rianimate, hanno iniziato a scatenarsi e tra beccate da parte delle mie piccoline, scottature dagli accendini impazziti e i fazzoletti (quelli tutti colorati legati assieme) che mi stritolavano la gamba, dovevo assolutamente svestirmi! Ma non di certo davanti a lui." spiegò Kid sentendosi incompreso, essendo l'unico in quella stanza, o forse nel mondo che andava in giro con animali nei pantaloni e nella giacca, asce nelle tasche, fiammiferi e petardi nel cappello, bombe di fumo nelle tasche e molto altro ancora.

"Appena mi sono accorto dell'accaduto, ho strattonato Kid facendolo avvicinare a me per tirargli un cazzotto e..."
"Taci Kudo! Questa parte la racconto meglio io, tu non ci sai fare con la dinamicità." lo interruppe il compagno, tirando il detective dietro di se, come per farlo uscire di scena.
"Ovviamente ho schivato il pugno con prontezza, ma questo ha causato uno sbilanciamento del suo corpo e, essendo legati, sono caduto anche io su di lui e abbiamo iniziato a rotolare tentando di colpirci con pugni e calci e talvolta morsi, arrivando davanti alla porta della camera con me contro la pareta e lui che mi tratteneva." Giunti a questo punto, i due ascoltatori arrossirono al pensiero.
"Logicamente ho reagito e stavamo, rotolando ancora una volta, ripercorrendo il corridoio a ritroso. Peccato che il mio elastico da bunging jumping e le sue bretelle si siano impigliate alla maniglia e, raggiunto il massimo punto di estensione (contate che ci eravamo praticamente avvolti nelle corde) si sono ritirate e ci hanno scaraventato contro la porta, sfondandola e stavamo per volare fuori dalla finestra se non fosse stato che le corde, ancora attorno alla maniglia, ci abbiano deviato la direzione dello slancio e siamo finiti sul ventilatore che ha iniziato a girare vorticosamente (ecco perché Kudo era traumatizzato).
FINE!"

Con la classica goccia di sudore sul retro del capo, Nakamori e Agasa fissavano i due ragazzi terrorizzati. Sì, terrorizzati, perché se contate che avevano lasciato il museo solo da quaranta minuti ed erano riusciti a provocare due crateri in giardino, avevano allagato una casa, inciso una colonna come se fosse un totem, sfondato una porta e fatto il giro della morte su un ventilatore appesi per i pantaloni, c'era da traumatizzarsi.

"La tazza di té come me la spieghi?" domandò Nakamori dopo essersi quasi ripreso.
"Ah, quella l'ho sempre con me. Il té lo scaldo in una teiera con i fiori che tengo nel cilindro e ogni tanto mi scotto con l'acqua..."
"Ragazzo mio, hai mai provato a rivolgerti ad uno psicologo?" tentò ancora l'ispettore.
"I miei genitori mi portarono da uno strizza cervelli già a quattro anni. Purtroppo il primo scappò di casa e cambiò nome, il secondo tentò di uccidermi, il terzo si uccise e il quarto disse di aver commesso un crimine che non è mai accaduto per essere incarcerato e poter stare lontano da me."

Adesso anche Shinichi lo guardava con occhi sbarrati, perplessi e scioccati. Non che non gli credesse. Se in poco più di mezz'ora avevano distrutto una villa, dargli fiducia su ciò che diceva non era difficile, ma ciò che si chiedeva era: sarebbe accaduto anche a lui tutto ciò?

Quasi come se gli leggesse nel pensiero, Kid si voltò verso il compagno fondendo il blu metallico e brillante dei suoi occhi con quello oceanico del rivale e, sorprendentemente, aveva un'aria un po' triste.
"Sta tranquillo... mi comporterò bene, te lo prometto. Quando ci libereranno dalle manette prima di andare in prigione chiederò all'ispettore di passare a casa mia a prelevare tutti i soldi che ti occorrono per restaurare la casa." Terminò con un lieve sorriso che quasi commosse gli spettatori e addolcì Shinichi.
Era la prima volta che vedevano quell'espressione... umana, si può dire, sul volto del ragazzo.
A quanto pareva non aveva passato una grande infanzia se l'avevano portato da psichiatri e adesso era perfettamente consapevole di essere destinato alla progione, eppure, continuava a sorridere.

"Figurati, ho fatto anche io la mia parte. Bè signori, noi domani dobbiamo andare a scuola, quindi se non vi spiace, vorremmo dormire adesso!"
"D'accordo, allora ce ne andiamo." Concluse Nakamori, ma, in procinto di uscire dalla stanza aggiunse: "Posso sapere come farete a cambiarvi gli abiti?"
"Ehm... ecco, io non ci avevo pensato. Per i pantaloni non è un problema, ma le maglie... non possiamo certo tenerci queste che abbiamo addosso per... quanto Doc? Una settimana? Kid, tu che prima volevi andare a cambiarti, come avevi in mente di fare?"
Senza aggiungere nulla, il mago chiuse gli occhi. Alzò il braccio sinistro che portò vicino al fianco destro di Shinichi e lo ritrasse così velocemente che nessuno, nemmeno il Detective dell'est riuscì a capire cosa fosse successo. Solo pochi secondi dopo si resero conto dell'accaduto: Shinichi e Kid erano in pigiama, sia con la maglietta, sia con i pantaloni.
Uno aveva un pigiama verde chiaro con la maglia a mo' di camicia. Il mago invece indossava dei semplici pantaloni blu, lunghi e una casacca bianca. Il monocolo ancora sull'occhio e in testa un berretto da notte intonato ai pantaloni con tanto di ponpon e il simbolo del Phantom Thief addormentato.

"Buona notte!" disse solo, spingendo i due uomini fuori dalla porta, accompagnandoli giù dalle scale leggermente scivolose e chiudendo finalmente la porta d'ingresso alle spalle.

"Mi dici come hai fatto?" s'incuriosì Shinichi mentre salivano le scale. Forse era la stanchezza, ma stranamente non aveva capito il trucco.
"Eh no Shin, un mago non svela mai i suoi trucchi! Elemantare, dai!"
Dopo questa piccola ammonizione giocosa, arrivarono in camera dei coniugi Kudo.

Con un po' di imbarazzo da parte di entrambi gattonarono sul letto (non avendo altro modo per salirvi contemporaneamente), Shinichi a sinistra e Kaito a destra.
Scostarono le coperte setose grige chiare e vi si misero sotto con le mani legate che continuavano a scontrarsi e toccare l'una la pelle morbida dell'altra.
L'investigatore constatò che era la prima volta che toccava le mani di Kid senza che esse fossero avvolte dai guanti bianchi. Non che si fossero mai avvicinati così tanto da potersi toccare le mani così tante volte, ma nell'arco di quell'ora il compagno era sempre stato nelle vesti di Kaito Kid.

Dopo un silenzio paralizzante che sembrò durare ore il padrone di casa parlò: "Hoy, Kid..."
"Sì?" rispose l'interpellato incuriosito.
"Volevo dirti... figo il cappello da notte!"
Kaito ridacchiò.
"Arigatou... Tantei-kun...!"

Eccomiiii *^*
Contenti? Solo due mesi di ritardo, yeah!! Codesto capitolo è più corto degli altri, credo, ma spero vivamente che vi sia piaciuto e che vi abbia fatto ridere, perché io da qualche settimana sono tristissima e non so se incosciamente ho trasmesso le mie emozioni nello scrivere.
Ditemi cosa ho combinato con questo capitolo e se vi soddisfa!
Rammentate che vò avanti solo con 3-4 recensioni (se poi ne fate di più, mi spingete a scrivere più in fretta e aggiornare più spesso xD)
Tell me about, guys!

Domande che anticipano 3 il ritorno O_O
Come si risveglieranno i nostri eroi? Raggiungeranno la scuola tranquillamente o saranno soffocati da mandrie di giornalisti? Come cavolo ha fatto quel maghetto da strapazzo a cambiare i vestiti? E Sinichi... davvero Non ha sbirciato mentre Kid urinava?
Ricordate che al risveglio scopriremo finalmente come faranno ad andare al bagno, poiché nella confusione dell'allagamento Kid ha fatto tutto (Forse) indisturbato, ma al nuovo giorno i due dovranno farsi una doccia!!

Aspetto pareri <3
Baci
Pawa
P.S Nel weekand aggiornerò anche "Così come Lupin anche Kid ha la sua bella" e forse pubblicherò una nuova storia che sto scrivendo su Kid, Shinichi e la perversità di Goro ;)  

 

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