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di justalittlepatience
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Dall'alto del suo trono
un  groviglio di lenzuola
probabilmente sporche del passato di qualcun altro
mi guarda, fumando la sua sigaretta in silenzio, graffiandomi con i suoi occhi verdi.
Le sue labbra sottili un attimo chiuse attorno alla sigaretta
quello dopo che espirano il fumo.
Eccole lì, ora, curve in un sorriso bastardo.
E quegli occhi dannati, in quel viso innocente.
Potrebbe quasi sembrare un bambino.
Anche se probabilmente l'avrebbero ucciso alla nascita se fosse nato nel Medioevo.
Tremo quando si avvicina beffandosi delle lenzuola che scivolano sulla sua pelle.  
Striscia come un serpente, ma quando è ormai vicino a me
terribilmente vicino
scopre i denti in un ghigno felino.
Adesso è una tigre.
La sua mano si appoggia sulla mia coscia risalendola.
Mi fa quasi male. Che cosa facciamo? Io dicevo che era terribilmente squallido farlo in un motel. Uno di quelli di infima categoria, poi.
Quelli con l'insegna cadente.
Quelli con la scritta illuminata per metà e nessuno dietro il banco quando entri. Che devi stare lì dietro mezz'ora. Come se mi costasse. Come se avessi dietro chissà cosa.
Non ho dietro proprio un cazzo. Eravamo in macchina e ci è solo venuta voglia di scopare. Cosa c'è di più romanticamente squallido che fermarsi in un motel?
Ma a me va bene anche quando stiamo soli insieme. Quando tu ne stai lì scazzato con la sigaretta in bocca e mi accarezzi distratto una coscia mentre io scarabocchio i miei pensieri contorti su un foglio con i miei disegnini di merda. Sono io a non aver capito niente. Sembrano carini da lontano, poi ti avvicini e ti accorgi che non hanno niente di speciale.
Anzi, a dirla tutta fanno altamente cagare.Tipo quella specie di macchia verde informe, che cosa dovrebbe rappresentare?
Non è un verde brillante quanto quello dei tuoi occhi. Verde annegato nelle pupille, cosa ti sei fumato? Non mi piace che non vuoi mai condivere con me le tue canne, egoista del cazzo.
Smettila di guardarmi come se mi amassi. Copriti, vestiti, tieni quel corpo e quelle mani lontani da me, non voglio che facciano male al mio cuore un attimo di più.
Il mio cuore. Ma per favore.
E smettila di sbattermi contro il muro con quegli occhi. Sono troppo verdi, sono troppo..impenetrabili, io non riesco
a.
Smettila.
Ti urlo in silenzio di andartene. Ti voglio dimenticare.
Voglio sentire la mancanza della nostalgia di te, voglio far finta di essere dispiaciuta peché te ne sei andato.
Te n'eri andato
ed eri a dieci minuti di distanza
te n'eri andato
e c'era più spazio.
Non capivo perché provassi dolore e ci sono annegata
passo dopo passo
lentamente.
Finché non mi sono trovata col cappio al collo.
Sbattuta contro una scatola di plastica
in uno squallido pullman
lo squallido pullman
di questa squallida città
che non voglio lasciare.
Con le tue patetiche cuffie blu
dovrebbero essere nere
anonime
e già questo non va
con qualcosa di incredibilmente pesante che continua a fare su e giù
dalla tua gola
alla tua pancia.
E non c'è altro modo di tirarla fuori che sputarlo
sputarlo fuori
Ma le signorine perbene non lo fanno e
e così sbatti le palpebre, sfoghi un centesimo di quel peso allucinante con i tuoi occhi.
Non serve a un cazzo.
No, non è vero, perché quel peso lo tengo ancora orgogliosamente (quanto è stupido esserne orgogliosi) nel petto. Si è assopito.
Ogni tanto si risveglia.
Ma ho imparato a farlo stare zitto. Ad imbavagliarlo. E non chiedetemi come perché non ne ho la più pallida idea.
Dipende.
Ci sono volte in cui mi preparo già la scusa nel caso un pezzetto riesca a scappare.
Altre volte basta dire che hai il raffreddore per giustificare che stai tirando su col naso da mezz'ora ogni due secondi.
Ho paura.
Ho paura che la pioggia non mi piaccia lì come qui.
Ho paura di perdermi.
Ho paura di dimenticare.
Sono arrabbiata perché nessuno
ha il diritto di strapparmi via tutto
tranne la musica
nessuno
può lasciarmi senza fiato
tranne lui
nessuno
può pugnalarmi alle spalle
tranne lui
quando fa lo stronzo.
Nessuno.
Non è giusto.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Ti fermi, sospiri
e poi te ne vai.
Io ci rimango di merda.
Ti guardo rivestirti e
il solito bastardissimo ghigno
curva le tue labbra.
Vorrei tanto odiarti.
Potremmo appenderci dei poster alle pareti di questa stanza
Non capisco nemmeno se sento più mie
queste quattro pareti che mi guardano saltarti addosso
o casa tua
quando ci vado.
Dormo più spesso su quel letto di merda che a casa mia. Telefonami spesso perché io me ne dimentico.
Vorrei dirti per messaggio che non ti voglio più vedere per non vederti ridermi in faccia.
Non sono pronta a lasciarti andare. Non sono pronta ai cambiamenti.
E' renderti conto che sai perfettamente dove vanno messe le cannucce.
Tu bevevi sempre senza e poi mi sorridevi con i baffi di latte sul mento, cinguettando qualcosa di stupido.
Voglio tornare ad essere bambina quando era facile essere felice.
o almeno fingere di esserlo e
voglio
smettere di essere impantanata nella palude delle incertezze.
Provo a mettere in moto ma le ruote
girano a vuoto.
Mi sento in trappola
Nessuno
può dirmi cosa fare.
Te ne vai da questa casa che forse ami ancora.
E' per questo che non ci dormi mai?
Sono stesa di lato e mi lacrima un occhio
mi piaceva
mi piaceva perché tu
tu
me lo baciavi e mi dicevi che non dovevo bagnarmi prima che piovesse.
Non c'entrava niente.
Ma a te piace tanto sparare cazzate.
Chi è che se ne fotteva insieme a me della pioggia?
ho capito cosa intendi e ti sorrido per fartelo capire
ma lei dice
ha detto
una volta
che sono mono espressione
ci sono rimasta male ma ho fatto finta di ridere e basta
E' rannicchiarsi sotto la coperta arancione d'inverno
con la cioccolata calda in mano
no, non l'abbiamo mai fatto
io non rovescio la cioccolata
non sono così impedita.
intrufolare i piedi tra le tue gambe
adesso mi è venuta quella cosa strana agli occhi per cui vedo tutto troppo distante.
E' una colossale presa per il culo che abbiano rinnovato il ristorante dove andavamo sempre.
E' scrivere merda su merda finché non trovi la canzone giusta.
Hanno sradicato l'edera.
c'è ancora il telo sopra la piscina
sporco
e non c'è più quell'odore disgustoso che aleggiava per le scale.
Arrivavo a casa e indovinavo cosa c'era per pranzo.
ma quando ancora non ci arrivavo col cellulare sotto il naso
perché mi faceva più felice così
di solito
ultimamente
c'era quell'odore.
ma non esiste più il di solito adesso
se tu non ci sei mai
Io non ci sono
l'erba è troppo alta
ci sono le margherite.
Ne ho uccise alcune
c'è odore di salsiccia
l'inutilità della domanda ""vuoi la verità?"
Prendimi per il culo ti prego
entri ed esci
entri ed esci.
Avevamo una data di scandeza
ma c'era scritto preferibilmente e noi abbiamo preferito ignorarla.
Svegliarsi con una bellissima giornata di sole e chiudere le tende
solo per scopare in casa tutto il giorno
non mi va di essere allegra,
facciamo gli scazzati insieme.
Mi aggrappo con la mia rabbia alla tapparella
non ti ho più permesso di accarezzarmi i capelli a quel modo
non ti ho più permesso
di sfregare la barba contro la mia guancia
l'ho sempre odiato
odio l'uno o l'altra.
Entro e faccio finta di poter restare
faccio finta di poterci dormire più di una notte
faccio finta di poter ascoltare
questa casa
di notte
il ticchettio dell'orologio di twittie
non l'ho mai capito, ma funziona o no?
Non sono brava a leggere l'orologio.
Fare finta
di essere l'unica persona sveglia
quando tu sei accanto a me
e stai pensando la stessa identica cosa
ma chi mi ha trascinata
in questa merda?
Cos'è la normalità?
Sei la sfigata col fiatone in gita
qualcuno è disposto ad aiutarti
dici di essere impedita nel contatto fisico
vorresti toccarla
ma hai paura
vomiti l'anima
e per cosa?
Le hai trovate
e le perderai a breve
quando sei triste e non hai nemmeno voglia di essere felice.
Nella mia vita al condizionale
quella bellissima città di merda non esiste
non esistono i treni
non esiste chiedere dove sei e quando ci vediamo
non esiste dire
mi manchi
per finta
e nemmeno per davvero
non esistono i sacchetti
non esiste sentirsi una profuga
non esiste
il senso di colpa per la tua incredibile incapacità di accettare
tutto quello che fanno per te
perché non ti va mai bene niente
perché non ti va mai bene niente?
Forse c'è uno spiraglio di ottimismo
lei mi ha detto di cercarlo
ma io non lo voglio
chi cazzo dice che devo sentirmi entusiasta?
Vaffanculo alle opportunità
Lo sradico
e' non avere nemmeno la forza di cambiare canzone
cliccare un tasto
invece
per affossarti ancora di più
non è colpa mia
non ci riesco
non voglio.
Non è poi questa gran tragedia.
Ma io dimenticherò
rileggerò
e mi chiederò come ho fatto a dirle tutte quelle cose
dobbiamo farlo più spesso-
hai detto gettando la testa all'indietro
verso il sole
perché hai freddo.
Non lo sai ma sei bellissima
mi dispiace
non so come aiutarla
e tutto ritorna di nuovo su di me
lo odio.
Scelgo io per cosa essere entusiasta
e per chi essere altruista.
Esisti ma non sei
tu.
Che poi non mi piace nemmeno essere così stronza.
se non fossi io
probabilmente mi starei sulle palle.
Mi piace il modo in cui ti muovi
il modo in cui sfotti
le tue stupide espressioni
il modo in cui in qualche modo anche tu sei non riesci a dire di no.
A volte faccio finta di essere sicura di me.
Da quand'è che non piango?
Riuscire a scrivere solo con la canzone giusta
riascoltarla
riascoltarla
riascoltarla
supini sul letto
distrutto
distrutti
Se non vuoi svuotare il cestino allora tieniti la tua roba
Vvorrei andare a casa
Dov'è casa?
c'è un buco lì
c'era l'amplificatore
prima
mentre te lo portavi via
ti odiavo
avrei voluto non odiarti
ma ti odiavo.
volevo scappare
ci avevo pensato
una volta
per finta
andando fuori
di sera
ma il cielo era troppo blu
e il cancellino chiuso
il tuo dito è ingrassato e non riesci più ad infilarcelo
non capisco perché dovresti degnarmi di conoscermi
non capisco
se è difficile da quando tornavi a casa e la trovavi
piangendo
e la odiavi perché non era forte abbastanza
ma nemmeno tu volevi
o se sei tu
stupida.
Mi rigiro nel letto per far finta di poterci stare ancora un po'
che senso ha
che senso ha?
interrompere qualsiasi tipo di comunicazione infilandosi due pallini
-cosa?- nelle orecchie.
Sto bene
e sono felice
non ti preoccupare.







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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3 Definitivo Mi rigiro nel letto inspirando
è questo
girarsi, affondare la faccia nel cuscino
e trovarlo impregnato del tuo odore.
E poi apro gli occhi e non ci sei.
Mi lasci sola perfino nella squallida stanza
di un motel
volevo andarmene prima io.
Le cose che mi sussurravi prima che mi addormentassi
complice il vino
sicuro che non me le sarei ricordate
me le ricordo tutte
dalla prima
all'ultima.
Ma la notte è strana.
E ci ripensi la mattina
fissando
lo squallido
soffitto
bianco
di questa cazzo
di stanza
cambiamo motel almeno per favore.
Sono un'abitudinaria.
Piego il foglio per non farti leggere
ma tanto poi lo farò lo stesso perché non riesco a tenere la mia stupida bocca
chiusa.
Tutto questo rigettare di parole per cercare di capirsi
e alla fine siamo sempre gli stessi.
Non ti voglio fare pressioni sentire a disagio scusa e questa crudele cortesia ci manda tutto a puttane.
E tutta questa finezza.
Ho sbagliato tutto con te.
Vorrei tanto farti sentire a disagio
ma forse non serve a niente.
Le tue ordinate opere in bianco e nero sui fogli a quadretti
che odi.
I jeans si appiccicano alla pelle
come le parole non dette
e hai il fiato corto mentre porti la tua bici
e io non ti chiedo niente
e tu parli.
Vogliono sapere a tutti costi cos'abbiamo da dirci.
Adesso ho quella strana sensazione
nostalgia di qualcosa che non ho mai avuto.
Abbracciami ti prego.
Lo studieremo l'anno prossimo ragazzi
l'anno prossimo
mi si rannuvolano gli occhi.
Non ti girare ti prego.
Tanto dimenticherai anche tu.

Che ti senti una pseudo donna vissuta
quando parli dei tuoi dolori con la o aperta e lunga
mettere canzoni che ti viene voglia di cantare mentre scrivi
non aiuta
ma alla fine qualcosa riesco a cacciarla fuori da queste dita.
Ti ho fatto leggere questo
e ti ho fatto leggere quello
non so nemmeno il nome dei tuoi.
Se ti avessi conosciuto prima probabilmente non mi saresti piaciuto.
Vorrei non doverti ridare tutti questi dolorosi interessi quando mi presti il tuo cuore.
e di te invece non so niente
non mi dici niente
non ti cambia la vita se ti dico di che colore sono i tuoi occhi
e allora ti prego parlami
ma non voglio metterti in imbarazzo ti prego scusa parlami.
Quelle canzoni deprimenti che sai sarebbe meglio evitare ma non lo fai non lo fai non lo fai e le riascolti
da masochista quale sei
Cercare di scavarti dentro quando ti dico che mi sentirei un po' bisognosa d'affetto
non è che non abbia bisogno di dolcezza-
hai detto.
Che tipo cioè vorrei abbracciarti
e praticamente non lo faccio
e Smettila di sfottermi
vorrei riuscire a frenare prima che sia troppo tardi
scusa
non te lo dico inutilmente
-una buona volta che non ti dico qualcosa di inutile-
E certe altre canzoni invece che no non ci voglio ripensare
non mi voglio abituare
di nuovo.
Metti il tuo tema sulla poltrona
e poi ti rendi conto di averlo lasciato da solo.
E mi piacciono foto strane di schiene nude e ganci di reggiseni slacciati da soli e un dito medio.
Dormiremo nello stesso letto e tu mi dici che nessuno si è mai lamentato
ti prenderò a calci
e a pugni
farò quello che dovrei fare di giorno
ma poi tu mi svegli
io ti chiedo che c'è
e tu scuoti la testa
e mi dici solo abbracciami
sprofondando la faccia nella mia pancia
bagnata
del tuo dolore di cui non mi parli.
E baciarci per strada
e morire per strada
tanto ci porterà tutto dalla stessa parte.

Merda- hai detto quando ti sei tagliato.
ti ho baciato il taglio sul dito
ma eri bello lo stesso
eri bello lo stesso
e sei sicuramente più bravo di me.
Ti sei chinato
sfiorando accidentalmente apposta il mio sedere per girare il sugo.
Continuando a ricordarmi di quella volta che ho bruciato la presina.
E continua a dirmi che devo smetterla di non mettere il sale
continua ad aprirmi la scatoletta del tonno
trattandomi come se avessi cinque anni
continua a sbucciarmi le carote senza che io te lo chieda
senza pietà
continua a tossire più forte perché mi da fastidio
continua a sederti con le gambe piegate
e a sorridere quando mi rannicchio tra te e il divano
continua a farti accarezzare
a fare le fusa come un gatto
e a strusciarti su di me
come un gatto.
Continua a cantare per me ti prego
continua a dedicarmi canzoni
continua a dirmi che sì, qualcuno recensirà
continua a dirmi che ci proverai a parlarmi
continua a sorridere quando mi arrabbio e ti picchio col cuscino che non fa male
continuiamo a mangiare nutella sul divano coi cucchiaini
parlando di cose inutili
e tentando di non far vedere all'altro che fa male
fa male
salutarsi dal finestrino
fa male anche se sei in prima classe
non gradisco dell'acqua, no
mi asciugo gli occhi quando te ne vai
e urlo vaffanculo nel bagno della stazione
organizziamo una rivoluzione
dormiamo qui
che tanto è praticamente il posto dove ci vediamo più spesso.
Continua a schiacciare il viso contro il vetro della doccia.
Continua a
chiamarmi di notte
dalla stanza accanto
ti prego
non potremmo dormire insieme
dimenticarsi le ciabatte mentre vengo da te
e il pavimento è freddo
poi quando sto per toglierti le mutande mi dici che avresti voglia di parlare
e a me viene da piangere perché vorrei disperatamente proteggerti
ma non lo do a vedere.
Ti metti a ballare prendendomi le mani e io cerco di sciogliermi.
Continua a
guardarmi
e ad accarezzarmi descrivendo ogni singolo centimetro della mia pelle
forse i momenti più belli sono quelli dopo aver scopato.
Continua a fare l'offeso.
Continuiamo ad arrivare in ritardo perché non riusciamo a smettere di ignorare il letto
quando ce lo abbiamo.
Continua ad offrirti di tagliarmi la carne ghignando
Che cos'ha che non va il mio modo di impugnare la forchetta?
Continua ad usare il cucchiaio per mangiare gli spaghetti
Finto italiano quale sei.
Finta americana quale sono.
Continua a sottolineare col righello anche se lo odio.
Siamo due linee parallele che però hanno le braccia e si toccano
si toccano anche troppo
e continuo a dirti ti prego parlami ma tu mi ignori
continuo a dirti che farei meglio a metterti a disagio
continua a cadere dalla bici
continuerò a metterti i cerotti più brutti e preventivamente più grossi.
Continua a fare il possessivo
ad aggrottare la fronte
ad arricciare le labbra
a farmi venire voglia di mangiarti baciarti saltarti addosso
amarti.
Elimineremo la parola amore dal nostro vocabolario
così forse potrò uscire e dire che mi hai toccato tutto tranne il cuore
e mi mordi.
Continua a guardarmi male quando me ne esco con una canzone deprimente
che poi ti ritrovi a cantare anche tu
stupriamoci le orecchie
con musica commerciale.
Continua a sospirare quando ti rendi conto di conoscermi
quando ti rendi conto che ti conosco
quando capisco che cosa stai per dire solo guardandoti
continuando a dire che ci vediamo troppo poco
sfottendo sfottendoci allegramente imbronciati sul letto
poi buttiamo a terra tutto i vestiti i sentimenti il computer
e sporchiamo altre lenzuola
come mille altre persone prima di noi
e dopo di noi
ti giri e mi guardi e mi dici ti amo
che mi lasci senza fiato anche solo guardandomi
e adesso sono morta
dimostrami il tuo amore
eliminare ti
eliminare amo
ti prego torna.
E ascoltare wish you were here e rendersi conto che cazzo sì mi manchi.

Ti cade a terra la custodia del cd mentre la agiti per sottolineare quanto sia importante che io lo ascolti
e non ho nemmeno scaricato quelle canzoni che mi avevo scritto
non è che non mi interessi ma vedi ho cose più importanti a cui pensare
come accarezzarti i capelli
dondolare insieme al ritmo di Bob Dylan.
Ignorare i loro sorrisi quando sembriamo felici
seppellire nei piumoni le nostre paure il nostro amore il tuo sperma.
Mi spingi
e sai che io odio perdere così all'improvviso il controllo.
Mi ci abituerò al tuo piercing
mentre faccio finta di non essere offesa perché non me l'hai detto
e i miei sproloqui con la testa sopra le tue cosce
gesticolare
ma mai quanto lei.
Ignoriamo tutto e insultiamo a squarciagola i muratori ti prego
e continuiamo a litigare in macchina per quale cd ascoltare
che qualche volta riesco anche a vincere
basta che non mettiamo la radio.
Mi rigiro il tuo anellino di legno al dito
non so perché sopporto tutto questo
sono una ragazza potenzialmente problematica
ma sostanzialmente troppo logorroica.
Fammi ballare sotto la nostra luna il lampadario nudo
un giorno ti conoscerò da capo.
Mi sembri freddo, ci rimango male ma non te lo dico
né te lo dirò mai credo
e sedersi con le cosce nude sui divani di pelle a scrivere
mentre tu perdi foglietti stropicciati di qua e di là.
Il tuo naso perfetto.
Rinnovano tutto
rinnovano il ristorante rinnovano il giardino
e quando l'erba sarà ricresciuta
io non ci sarò più.
Hai due valigie ma hai dimenticato la droga che di sicuro assumi per sopportarmi
e il mio regalo
e il tuo quaderno.

Cosa?-chiedi avvicinandoti a me.
Su questo letto ancora così bianco, così puro, così immacolato.
Il materasso è troppo molle.
Il tuo corpo ci affonda.
Non rispondo, non ci riesco, sto affogando nei tuoi occhi.
Di nuovo.
Sei come il David di Michelangelo. Aspettavi solo che ti liberassero.
Adesso ne hai fin troppa, di libertà.
O perlomeno, quella che basta per alzarmi la gonna.
Le tue dita corrono di nuovo sul mio corpo, veloci, impazienti, affamate. Ne vuoi ancora, ancora e ancora.
E anche io. 
Ti userò, mi userai, e poi ci butteremo via a vicenda. Come un preservativo usato. Ed è stato bello conoscerci ma addio.

La testa appoggiata ad un altro petto, altri capelli, altre dita, un'altra bocca, e piedi più freddi dei miei.
Al contrario dei tuoi che sembrano sempre appena sfornati. I tuoi non troppo grandi piedi.
Capelli biondi, ci starebbero degli occhi verdi ma sono castani.
In tre fingiamo di non sapere.
Le mie unghie ti graffiano, e tu ti aggrappi a me.
Non ti posso salvare, mi dispiace.
Preferiamo lasciare la luce spenta per non vedere troppo lontano, facciamo solo previsioni a breve termine sul nostro futuro.
Non darmi a vedere che ci tieni a me
tanto non ci tieni.
Continua a camminare
continua
nasconditi sotto i capelli
sotto il cappello
la bandana
il cappuccio
sotto il piumone
da me.
Lo so che stai piangendo.
Vaffanculo.
Permettimi di aiutarti ti prego.
Ma tu dici Sono stanco e ti volti dall'altra parte
Posso capire che non lo capisca nemmeno tu.
Ho freddo ma preferisco coprirmi che ammettere che forse non è ancora il momento di mettersi i pantaloncini.
Ad aprile.
Perché voler accelerare i tempi, poi?
Fa tutto da solo.

E io sto dormendo, forse sto sognando di toccarti, e poi tu lo fai veramente e mi svegli.
Che c'è?-ti chiedo.
Facciamo finta che me lo dirai.
Ti odio.
E infatti non mi dici niente, ti limiti ad usarmi
come se potessi aiutarti.
Come posso farlo se tu non mi dici niente?
Io sono una diga
aperta.
Mi dispiace-mi ritrovo a singhiozzare.
Perché?
Forse non abbiamo più niente da dirci ma conserviamo questa pseudo grande amicizia.
Non te ne frega niente.
Non te n'è mai fregato.
Stupida.
Avrei dovuto capirlo prima.
Che quando lo dicevi era solo perché te lo dicevo prima io
io
stupida idiota.





















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