La maledizione dello Gnomo

di 00Miss_Black00
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Che situazione di merda.. ***
Capitolo 2: *** Che rituale di merda.. ***
Capitolo 3: *** Che figura di merda.. ***



Capitolo 1
*** Che situazione di merda.. ***


Ciao lupetti! :3
Premetto che ieri sera sono tornata a casa parecchio tardi. E parecchio ubriaca. E ho scritto questo xD
Mi sono presa del tempo oggi per rileggerlo lucidamente.. xD Saranno giusto un paio di capitoli, forse tre.. la trama l'avete gia letta, quindi.. buon divertimento!
PS: anche questa ff è divisa tra pensieri e narrazione, quindi
-CORSIVO= Pensieri di Stiles
-NON CORSIVO= Narrazione

***********************************
 

Stiles stava correndo nel bosco.
Si era ritrovato per l’ennesima volta coinvolto in un’altra diavoleria mannara, e ora stava andando verso casa Hale, ma non poteva prendere la macchina, perché qualcuno avrebbe potuto seguirlo, almeno così aveva detto Scott.
Correva maledicendosi per aver accettato, correva maledicendosi per non aver messo una giacca più calda, correva maledicendosi. E basta.
 
Scott.. quando morirò dovrei farmi una statua. Sul serio. E bella grossa anche. E una targa “Il ragazzo che parava il culo ai lupi” perché, perché continuo a farmi coinvolgere?!
A quest’ora potevo essere tranquillamente spaparanzato sul mio letto, intento in pensieri lascivi, magari..
 
E fu mentre correva pensando ai “pensieri lascivi”che andò a sbattere in … quello.
Quello era uno.. gnomo? Si, aveva tutta l’aria di essere uno gnomo, pensò Stiles, e sinceramente non si sentiva proprio nella posizione di poter pensare qualcosa tipo “gli gnomi non esistono.”
Quindi, aspettandosi ormai qualsiasi cosa, rimase un secondo lì a guardarlo, vide l’esserino che si rialzava, dava qualche pacca ai pantaloni per scrollarsi di dosso un po’ di terra, e poi si rigirava a guardare Stiles.
-Ragazzo! Potresti anche chiedere scusa dopo avermi scaraventato a terra..- bofonchiò lo gnomo da sotto la lunga barba.
 
Oh bene, uno gnomo parlante.. mi mancava! Fantastico.. lo metterò nella collezione tra la lucertolona paralizzante e il licantropo assassino..
 
-Lucertolona paralizzante?- Fece lo gnomo incuriosito
-Uooo ei che fai?!-  disse Stiles indietreggiando e gesticolando con le mani avanti.
-E..un licantropo assassino?- continuò lo gnomo
-Cazzo tu..oh mio.. – Stiles era abbastanza sconvolto dalla situazione
 
Legge nel pensiero.. LEGGE NEL PENSIERO!! cazzo.. pensa se anche i licantropi potevano leggere nel pensiero.. li si che sarei stato fottuto..
 
-E perché?- chiese lo gnomo
-Ei non.. non puoi leggermi nella mente! Che cazzo.. un po’ di.. privacy!
-Non usare questo linguaggio, giovanotto.- lo ammonì
-E allora tu piantala con..con questa violenza mentale.. mi stai violentando la testa! La mia povera testa vergine.. tu ..tu la stai stuprando..- Stiles continuava ad agitarsi, gesticolare e sproloquiare come suo solito
 
ma guarda te questo gnomo del cazzo…
 
-Non sono uno gnomo, sono un folletto! E sinceramente, questo tuo atteggiamento indisponente non gioca a tuo favore..
-Senti, ok basta.- Stiles mise le mani avanti –Basta con questi giochetti, ho da fare..me ne vado.- concluse avviandosi verso casa Hale
-Ei, aspetta! – lo fermò il folletto. Stiles gli rivolse un’occhiata a metà tra l’interrogativo e lo scocciato.
-Non mi hai ancora chiesto scusa per avermi travolto- continuò quello.
-Cos..ma che caz.. stai scherzando amico? – lo derise Stiles muovendo qualche passo nella sua direzione e spalancando le braccia. –Io dovrei chiedere scusa a te? Ma dai..- sbuffò
Ma proprio a me doveva capitare?!
 
-Tu non sai che fortuna può essere incontrare uno come me.. siamo molto potenti..
-Ma che cos’è?! Un gioco di ruolo online?! Ora mi dai un bonus e mi aiuti ad ammazzare il boss?! Senti, davvero mini-Babbo-Natale, non prendertela, ma io ho da fare.- Stiles di nuovo cercò di tornare sui suoi passi e di nuovo fu fermato dalla voce del vecchietto
-Ma come possiamo fare del bene, possiamo anche fare l’opposto. Per esempio con qualcuno che non si è comportato bene con noi..
-Oooh..- fece Stiles alzando le sopracciglia. –Mi stai minacciando?!- proseguì avvicinandosi all’altro con espressione di sfida. –Davvero nonno? Tu? A me? Ma per favore..
-Tu ti difendi dietro alle parole, vero? Ma non dici sempre tutto quello che ti passa per la testa.. o sbaglio?
-Ahahahha, guarda hai sbagliato persona.. io dico SEMPRE quello che mi passa per la testa..
 
Certo..tranne quando si tratta di.. lui..OMMERDA, MI SENTE!  Non-pensare-non-pensare-non-pensare
 
-Inutile che ti affanni a negarlo. Io so più cose di quante immagini, Stiles.
-Ok, che cazzo sei? Una specie di stregone?! Mago Merlino in miniatura?!
-Imparerai ad essere più sincero Stiles, con gli altri, e con te stesso.
-Si bene, grazie della grande massima, ti lascerò dei biscotti alla vigilia. Ma non ti assicuro che spegnerò il fuoco nel caminetto. Ci vediamo.
Stiles con le mani nelle tasche si allontanò velocemente dal vecchio, e si voltò indietro solo un centinaio di metri dopo. Non lo vedeva più..
 
Uno gnomo.. cioè dai.. ti pare?! Uno gnomo… Fanculo..
 
Arrivo davanti alla porta di casa Hale e bussò. Scott gli andò ad aprire.
-Stiles! Che succede? Sembri sconvolto..- gli disse l’amico preoccupato. Stiles lo superò ed entrò in casa
-Ah niente, ho incontrato un fottuto folletto nel bosco che mi ha fatto perdere un bel po’ di tempo..- spiegò entrando in quello che rimaneva di un lussuoso salotto.
-Un folletto?- chiese Erica divertita mentre spuntava dalla cucina
-Giuro… piccolo vecchio e rinsecchito. Con la barba, ovviamente..- le raccontò Stiles
 
Ma Erica è ingrassata? Una volta quei jeans le stavano molto meglio..oh..ooooh, ehi..perchè ora mi guarda così? Che ho fatto??
 
Scott diede una gomitata a Stiles e gli lanciò un’occhiataccia. –Ma che ti prende?- gli chiese a denti stretti.
Erica invece dopo avergli lanciato un’occhiata sconvolta se n’era andata nell’altra stanza calcando rumorosamente i passi. E gli altri, un po’ guardavano Stiles, un po’ guardavano Derek, che intanto cercava di illustrargli come aveva intenzione di procedere con la questione degli alpha.
 
Ma che cazzo di serata allucinante.. forse dovrei andare a dormire.. Si, ho solo bisogno di un po’ di riposo..
 
 Stiles chiuse gli occhi e si massaggiò la fronte con due dita.
-Stiles? Mi stai ascoltando?- grugnì Derek che vedeva il ragazzo più assente del solito, e lui per tutta risposta fece un lungo sospiro
 
Occheppalle ma chi sei, un professore?! Che fai mi riprendi appena mi distraggo? Certo e ora guardami con quella faccia carica d’odio da sono-il-licantropo-più-figo-del-mondo
 
-Stiles ma che cazzo ti prende stasera?! – Gli urlò Scott esasperato. Stiles iniziava ad agitarsi, non capiva cosa stava succedendo, e il suo sguardo saettava per la stanza, come se cercasse una spiegazione.
 
Ma che diavolo sta succedendo?!? Sembrano tutti impazziti e mi guardano come se quello pazzo fossi io..
 
-Io.. credo sia meglio che vada..- concluse Stiles prendendo le sue cose e catapultandosi alla porta di casa.
-Aspetta ti accompagno! – gli urlò dietro Scott, ma Stiles era gia corso nel bosco.
 
Che serata di merda…
 
Quando Stiles si mise a letto rimuginò per alcuni minuti su quella strana serata.. poi, abbracciando il cuscino, si lasciò cadere in un sonno profondo.
 
Quando si alzò la mattina dopo ripensò alla sera prima. Si guardò allo specchio.
 
Questi licantropi mi stressano.. sono stressato, è questa la verità.. E ora su, Stiles, metti la tua camicia migliore e preparati ad affrontare una gloriosa giornata!
 
Si guardò compiaciuto un’ultima volta, e poi si preparò per la scuola.
 
-Come stai?- gli domandò Scott mentre camminavano per i corridoi verso l’aula di economia.
-Mh? Bene, bene.. ero un po’ stanco ieri sera..- rispose distrattamente Stiles
-Stanco?-  chiese Scott alzando un sopracciglio –Sembravi pazzo, più che altro..
 
Io sembravo pazzo?! E voi allora che mi aggredivate senza motivo?! Ok che non sono un licantropo, ok che a volte parlo troppo,  ma non c’è bisogno di trattarmi così.. e ora che cosa mi guarda con quella faccia?
 
-Scott? Che c’è?- gli domandò l’amico arricciando il naso.
Scott lo fissò in silenzio per qualche secondo, poi gli diede una pacca sulla spalla e lo spinse in classe –Niente, andiamo.-
 
E poi sono io quello strano.. bah.. secondo me questa luna vi fa male al cervello..
 
I ragazzi presero posto nei banchi e Finstock iniziò la sua lezione. E Stiles, come durante ogni lezione di economia, si mise a fantasticare su quello che ultimamente era l’oggetto dei suoi famosi “pensieri lascivi”: Derek Hale.
Quando per l’ennesima volta il coach lo riprese per la sua mancanza di attenzione, Stiles gli rivolse il suo solito sguardo da ragazzo innocente.
-Certo che stavo ascoltando!- gli rispose prontamente
 
Nessuno lo ascolta, maddai.. un coach di lacrosse che insegna economia, sembra una barzelletta..
 
-BILINSKI! – tuonò Finstock -Io sarei una barzelletta?!
Stiles sgranò gli occhi e subito si girò verso Scott. L’amico lo guardava sconvolto.
-Io.. non mi permetterei mai..- tentennò Stiles rivolto al coach.
 
Ma che diavolo succede??? Che hanno tutti?!??  Che ho IO?!?!? Perché mi guardate con quelle facce?!
 
-Attento ragazzo, che ti sbatto dal preside! Posso sopportare le tue facce da idiota, la tua totale mancanza di attenzione e di concentrazione, la tua testa completamente vuota..
 
Oh, ma fottiti
 
Stiles guardava annoiato il solito sproloquio offensivo del professore, ma la classe invece guardava con molto interesse la mano alzata di Stiles.
Con il dito medio in bella vista, chiaramente indirizzato al professore. Il professore sgranò gli occhi incredulo.
Stiles seguì lo sguardo di Finstock fino alla sua mano.
-Aaaahhh!!! – Stiles vide la sua mano con quel dito alzato, ed era certo di non aver mai fatto una cosa del genere, era come se la mano si fosse mossa da sola.
Subito chiuse la mano a pugno e la nascose sotto il banco.
Inutile, ovviamente, perché tutti l’avevano visto.
Prima che il coach si riprendesse dallo shock e potesse dire qualcosa di molto negativo per la futura carriera scolastica di Stiles, il ragazzo si alzò dal banco e saettò fuori dall’aula. Scott subito lo seguì, e prima di uscire guardò un momento il coach, cercando di giustificare Stiles
-Lo scusi, davvero, lui.. ultimamente non..non sta molto bene.. vado a vedere come sta..
 
Stiles era corso in bagno, e si era poggiato con la schiena al muro, le mani ben salde sulla parete, come a volerle fermare, nel caso avessero agito di nuovo per conto loro.
Aveva gli occhi sgranati e respirava a fatica
 
Oh merda-oh merda-oh merdaaaaa!! Che cosa mi sta succedendo??
 
-Stiles! – Scott entrò in bagno e si precipitò dall’amico. Lo prese per le spalle e gli diede una scrollata.
-Stiles CHE CAZZO TI PRENDE?! Perché dici queste cose?? Perché fai queste cose??
-MA QUALI COSE?! Cosa… cosa sta succedendo Scott?! Tutti mi guardate come se fossi pazzo, e poco fa ho mandato a quel paese Finstock senza neanche rendermene conto!
-Ti guardiamo come se fossi pazzo?! Hai appena detto a Finstock che era una barzelletta e poi gli hai fatto quel gesto!
-Io.. cosa??
-E poi ieri sera appena sei arrivato neanche hai salutato che subito hai offeso Erica.
-Io???
-Stiles le hai detto che era ingrassata!! Come ti viene in mente di dire ad una ragazza che è ingrassata?!
-Aspetta io.. io non l’ho detto..
-Si che l’hai fatto! Ero lì, ricordi?
-NO SCOTT NON L’HO DETTO! Io..- Stiles guardò Scott con gli occhi talmente sgranati che Scott penso che sarebbero potuti schizzare fuori dalle orbite da un momento all’altro
-Io .. l’ho pensato.. L’ho pensato Scott!!
-Emh.. no. Ti dico che l’hai detto. Come hai anche detto qualcosa a Derek del tipo “il licantropo più figo del mondo”..
-OMMERDA.. ommerda Scott.. 
-Ok, tranquillo Stiles! Tranquillo… ora respira, su..- Scott iniziò ad inspirare ed espirare, muovendo a ritmo la mano, per invitare Stiles a respirare come lui, tipo donna incinta in sala parto.
Stiles provò a respirare ma proprio non ci riusciva. Si lasciò scivolare a terra, sempre con la schiena poggiata alla parete.
-Quindi..- iniziò Scott –Mi stai dicendo che quelle cose tu le hai solo pensate?
Stiles mosse la testa su e giu.
-Eppure sono uscite dalla tua bocca..- continuò Scott.
Stiles in quel momento ebbe l’illuminazione.
-Oh no… “imparerai ad essere più sincero con te stesso e con gli altri”..
-Cosa?! Che dici??
-Quello gnomo del cazzo! Scott!! Lo gnomo mi ha fatto una maledizione!
 
Oh no oh no oh noooooo! Non può succedere una cosa simile. Sono fottuto. Sono davvero fottuto. Già tenere la lingua a freno per me è difficile… limitare anche i pensieri e proprio un’impresa impossibile.. non ce la posso fare.. oddio…
 
Scott lo guardava a bocca aperta.
-Cioè dici sul serio?! Oh mio dio.. cioè tu pensi una cosa e la tua bocca la dice! Pensi di fare una cosa e il tuo corpo la fa, senza che tu gli dici di farlo.. forte..
-Forte?! FORTE?! È la fine Scott. Potrei vedere una bella ragazza, pensare che ha un bel culo, e la mia mano gli si appiccicherebbe addosso, e il suo eventuale ragazzo mi ammazzerebbe di botte! Potrei vedere un tizio grande e grosso che mi sta sulle palle, pensare che è un coglione, e lui lo sentirebbe, e anche lui mi ammazzerebbe di botte.. oppure..
-Calmati Stiles!
-Scott, potrei morire in meno di 48 ore!!
 
Oddio e pensa a cosa potrebbe succedere quando sto vicino a Derek… potrei dire delle cose… delle cose che potrebbero portarmi al suicidio per la vergogna.. potrei..
 
-Aspetta, Derek?!- domandò Scott con tanto d’occhi.
Stiles lo guardò affranto
-Oh ti prego Scott, almeno tu che sei mio amico, non infierire sui pensieri che escono dalla mia bocca..
-Scusa.. è che non riesco a capire quando dici una cosa perché vuoi dirla o se la dici solo perché l’hai pensata..- cercò di giustificarsi Scott
-Che situazione di merda..- Piagnucolò Stiles prendendosi la testa tra le mani.
-Ok allora, se veramente è stato quello gnomo a farti questo, dobbiamo ritrovarlo e dirgli di annullare la.. la.. mmh.. la maledizione- Scott soffocò una risatina. Alla fine anche se gli dispiaceva per Stiles, la situazione vista dall’esterno risultava piuttosto comica.
-Potremmo andare stasera dopo la riunione da Derek..- proseguì Scott
-Oh no!- Fece Stiles alzando la testa –Non posso vedere Derek!- urlò implorante a Scott tirandolo per la maglia –Non posso! Non finchè ho questo.. problema.- concluse deglutendo.
-Oh certo certo.. va bene, gli dico che non stai bene. Visto come eri strano ieri credo che non stenteranno a crederci..
-Si.. ok, diglielo. E poi.. quando finisci.. andiamo a cercare quel nano di merda. Mamma mia se lo prendo lo distruggo!!
Scott aiutò Stiles ad alzarsi, e ritornarono di nuovo verso la classe.
 
La giornata fu davvero dura. Stiles evitò di incontrare persone, si rifugiò in un angolo della biblioteca, passò interminabili momenti al bagno, e finalmente si ritrovò con Scott nel corridoio verso l’uscita.
-Allora ti chiamo appena finisco, tu resta in casa, non vedere nessuno, evita anche tuo padre, e..oh merda.
Appena usciti dalla porta di scuola i due si trovarono davanti Derek. Stiles trasalì e rimase paralizzato cercando di non pensare a niente.
-Vi devo parlare, a tutti e due. Andiamo – disse Derek voltandosi per andare verso la macchina.
-ehi aspetta Derek! Stiles oggi non può esserci.
Stiles in silenzio si limitava ad annuire
 
Non pensare-non pensare-non pensare.. pensa a.. a.. qualcos’altro.. tipo.. gelato! gelato, ok. Gelato-gelato-gelato-gelato-leccare-Derek CAZZOOOOOO no, no NO! Qualcosa di brutto.. insetti.. formiche.. formiche si, formiche-formiche-formiche-formiche..
 
-Bastano 10 minuti, mi servite tutti e due, perché ho bisogno di informazioni all’interno della vostra scuola..pensavo che voi due potreste cercare..
Mentre Derek parlava lo sguardo di Scott si era spostato verso Stiles, per assicurarsi che stesse bene. Sembrava si stesse concentrando sui suoi pensieri, e ci stava riuscendo bene perché dalla sua bocca non usciva una sola parola.
Poi lo sguardo di Scott si spostò un po’ più in basso. E, per l’ennesima volta in quella giornata, sgranò gli occhi e sussultò.
-Stiles!- mormorò a denti stretti senza muovere le labbra. L’amico lo guardò. Scott accennò con lo sguardo verso il basso. Anche Stiles abbassò lo sguardo.
-Iiiiiiiiiiihhhh!!! – urlò Stiles e subito con la mano si coprì la vistosa erezione che era magicamente apparsa tra le sue gambe.
Poi corse via, verso la sua Jeep.
-Ehm.. non credo sia un buon momento per lui, Derek..- lo giustificò Scott, guardandolo allontanarsi di corsa con le mani sul pacco.
-Vedo..- si limitò a dire Derek, leggermente incuriosito. –Comunque- proseguì –se potesse passare un attimo alla riunione di stasera, vi spiegherò il piano..
-Gli parlerò..-  disse Scott, lanciando un’ultima occhiata alla Jeep dell’amico che si allontanava sgommando dal parcheggio della scuola.
 

 ************************************
 

Ok, ok, è folle.. gnomi, maledizioni.. ma, ve l'ho detto, ero ubriaca xD
Per ora ho messo rating giallo, che era nell'idea iniziale, ma non si sa mai che la mia innata perversione non faccia virare la scrittura su tinte più rosseggianti :3
Se non vi ha fatto troppo schifo, (*abbassa il capo costernata*) ci vediamo al prossimo capitolo dolcezze! <3
BaciniBacini

MiSS

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Capitolo 2
*** Che rituale di merda.. ***


Chiedo immensamente perdono per averci messo così tanto ad aggiornare T.T 
per farmi perdonare vi prometto che il prossimo (ed ultimo) capitolo lo posterò davvero presto, vi darò giusto il tempo di leggere questo :3
Buona lettura cuccioli <3
MiSS

*****

E come previsto, quella sera erano tutti riuniti a casa di Derek, che doveva illustrargli le sue idee su come scoprire maggiori informazioni sul branco degli Alpha.
Mentre Derek stava dando istruzioni ad Erica su come infiltrarsi in uno dei Club di Beacon Hills, dove secondo lui avrebbero dovuto trovarsi alcuni degli alpha, Isaac si era avvicinato a Scott.
-Di un po’.. che ha Stiles?- gli sussurrò guardando in direzione di una poltrona sul fondo del salotto.
Sulla poltrona c’era Stiles con un cappuccio che gli copriva quasi completamente gli occhi, e una grande sciarpa che gli copriva il resto della faccia. Vedendo Isaac che lo guardava, il ragazzo tirò fuori una mano dalla tasca e gli fece un cenno di saluto.
Isaac rispose al cenno poco convinto, mentre aspettava una risposta dall’amico.
- È malato. È molto malato. Una terribile influenza. – disse Scott senza battere ciglio.
-Ed è.. contagiosa?-  chiese preoccupato Isaac
-Ah.. no, perché?- rispose l’altro distrattamente.
-Per..la sciarpa-  spiegò il biondo accennando con una mano a Stiles.
-Ah! Si.. si è contagiosa..- Isaac lo guardava dubbioso -..credo..- aggiunse
Isaac decise che era meglio non fare altre domande e si concentrò sulle parole di Derek.
-Invece per quanto riguarda voi..- iniziò a dire Derek – ho bisogno che controlliate delle cose all’interno della vostra scuola..
Tirò fuori una carta con la  planimetria dell’edificio.
-Allora..questa entrata non ha il lucchetto, quindi dovreste entrare senza problemi e.. Stiles?
-Mh?- mormorò Stiles dal fondo della sala
-Se magari venissi un po’ più vicino potresti vedere anche tu..- gli disse bruscamente Derek.
-Aemh.. certo..
 
Oddio lo sapevo che non era una buona idea venire qui.. Succederà qualcosa di orribile, me lo sento..
 
Stiles si alzò dalla poltrona e si avvicinò lentamente a Derek e Scott.
-Allora..- riprese Derek quando Stiles fu vicino a loro – Potete entrare domani dopo la chiusura.. dovete seguire questa strada, vi porterà nei sotterranei..- Derek scorreva il dito sulla mappa per mostrare ai ragazzi il percorso.
 
La mappa.. lamappalamappalamappa.. il percorso.. entriamo da qui.. domani notte.. concentrati Stiles!
Concentrati.. segui il piano. SOLO il piano. Non il suo dito che si muove. NO. SOLO-IL-PIANO.
 
-Stiles.- disse secco Derek voltandosi a guardare Stiles
-Eh? – il ragazzo si riscosse dai suoi pensieri e cercò di capire se dalla sua testa poteva essere uscito qualcosa di imbarazzante
-Che stai facendo?- gli disse il licantropo spostando lo sguardo sulla sua spalla. Dove si era appena poggiata la mano di Stiles.
-CAZZO!!- Stiles tolse subito la mano, come se scottasse e l’afferrò con quell’altra per impedirle di muoversi.
Tutti i presenti li guardavano allibiti. Scott, dopo lo shock iniziale, era corso in aiuto dell’amico.
-Emh, andiamo, ti porto a casa.- gli aveva detto trascinandolo fuori di casa. Stiles non disse una parola fino alla macchina. Poi, una volta salito, emise un lungo lamento, e sembrava che stesse per mettersi a piangere.
-Oh no, no, Stiles! Cerca di rilassarti ora!
-Oh mio Dio.. oh mio Dio Scott.. non.. non riesco a respirare.. credo..credo di avere un attacco di panico..
-No no no! Aspetta!- Scott tirò fuori dal suo zaino l’inalatore e lo passò all’amico
-Tieni, respira, su!- Costrinse Stiles a prendere un paio di boccate dall’inalatore. L’altro iniziò a respirare di nuovo normalmente.
Si girò a guardare Scott con il volto che si piegava in una smorfia di disperazione
-Scott.. uccidimi.- gli disse seriamente.
-Che.. cosa?! Ma sei impazzito?
-Uccidimi Scott! O lo farà lui!- urlò tirandolo per la maglietta.
-Ma lui chi?! Che stai dicendo?!
-Derek..- sospirò Stiles lasciandosi sprofondare nel sedile –Derek mi ucciderà.. l’ho appena abbracciato cazzo.. la prossima volta potrei.. ficcargli la lingua in bocca o.. toccargli il pacco.. Mi taglierà la gola con i suoi artigli Scott! E mi lascerà agonizzante a terra a morire dissanguato.
-Ma che cazzo.. Stiles! Piantala! Non succederà nulla di tutto questo.- Disse Scott mettendo in moto l’auto
-Adesso andiamo a cercare quel cazzo di nano, gli facciamo togliere la maledizione, inventiamo una scusa plausibile per giustificare il tuo comportamento con gli altri, e tutto tornerà come prima. Ok Stiles? Guardami Stiles! Guardami e dimmi “si andrà tutto bene”
Stiles si girò a guardarlo con gli occhi lucidi e iniziò a muovere la testa su e giù.
-Si.. andra tutto.. tutto.. in pezzi! IO andrò in pezzi.. pezzi di corpo di Stiles dilaniati dalle fauci di un lupo.
-STILES! Piantala.. è qui che l’hai incontrato l’altra sera?
-Mhmh..- mormorò Stiles.
-Ok, allora andiamolo a cercare!
I due scesero dall’auto ed iniziarono ad ispezionare la porzione di bosco intorno a loro.
-Dove sei brutto nano di m..-Iniziò ad urlare Stiles, che evidentemente si era ripreso, ed ora voleva solo staccare la testa a quello gnomo che gli stava rovinando la vita
-SHHHH!- lo zittì Scott –Che fai?!? Lo vuoi far incazzare ancora di più?!
Stiles prese un lungo sospiro e alzo le mani in segno di resa.
-D’accordo. Fai tu.- disse a Scott.
Scott si guardò rapidamente intorno.
-Signor..emh.. Signor Gnomo! Ci sente? Il mio amico, qui, voleva chiedere scusa per il suo comportamento!
Scott guardò Stiles come per incoraggiarlo a dire qualcosa di utile alla situazione.
-Si.. Signor Gnomo.. io.. mi dispiace molto, e se lei potesse evitare di rovinarmi la vita gliene sarei grato!
Silenzio. Solo silenzio.
Stiles e Scott si guardarono per un momento. Poi Stiles sbottò
-Esci fuori nano del cavolo! Affrontiamoci da uomo a uomo!
-Piantala Stiles!!- lo assalì Scott coprendogli la bocca con una mano. Stiles gliela morse.
-Ahhh! Ma sei scemo?!
-Mi stavi soffocando!
-Senti, questo coso non vuole farsi vedere. Forse potremo provare a chiedere a Deaton se ne sa qualcosa- provò Scott
-Oh certo, lo gnomo e il genio della lampada, sicuro andranno d’accordo..
-STILES! Cerca di essere serio per un momento..
-Serio?!  Scott io sono sconvolto! Non riesco ad essere serio, vedo solo buio e distruzione nel mio futuro, se continuo ad avere questa cazzo di maledizione addosso.. posso aspirare al massimo ad una vita di reclusione in qualche monastero e..- Stiles si immobilizzò e guardò Scott con gli occhi sgranati – Non ho neanche mai scopato! Andrò in un monastero vergine e morirò vergine!
-Stiles!!!- Scott lo prese per le spalle e lo scosse un paio di volte. –Piantala di dire stronzate. Andiamo a casa, domani datti malato. Dopo la scuola ti passo a prendere e andiamo da Deaton. Per ora non mi viene in mente una soluzione migliore.
-Si.. ok, hai ragione..- Stiles diede una pacca sulla spalla dell’amico –Andiamo, dai..
Qualcuno però li aveva seguiti, incuriosito dall’atteggiamento di Stiles, e li guardava nascosto dietro un albero. E sentendoli parlare aveva capito cosa fosse successo a Stiles. E sapeva anche come funzionava la maledizione dello gnomo, ma non disse nulla, rimase li nascosto, mentre la sua mente diabolica elaborava un piano per prendersi una piccola vendetta su Stiles.
 
 Il giorno dopo Stiles rimase chiuso in casa per tutta la mattina, non usci dalla sua stanza neanche per salutare il padre che andava al lavoro, accusando una brutta influenza e sostenendo che fosse meglio non avere contatti con nessuno.
Aspettò trepidante l'arrivo di Scott, e ogni minuto che passava sembrava un'ora.
Quando finalmente sentì l'auto di Scott imboccare il suo vialetto, dopo essersi accertato che fosse davvero lui, corse giu per le scale e si catapultò in macchina.
-Com'è andata oggi?- gli chiese premuroso Scott
-Mmh..- mugugnò l'altro per tutta risposta.
 
A dire il vero vorrei urlare e piangere e uccidere quel maledetto gnomo che ha deciso di portarmi al suicidio.
Vorrei che non fosse mai successo.. vorrei non aver mai detto o fatto tutte quelle cose imbarazzanti.. vorrei che Derek non fosse continuamente nella mia testa, nei miei pensieri, forse così il problema sarebbe meno grave...
 
Scott lo guardava seriamente dispiaciuto.
-Hai sentito tutto vero?- chiese Stiles sapendo gia quale fosse la risposta. E infatti Scott si limitò a muovere leggermente la testa su e giu.
Intanto erano arrivati davanti allo studio veterinario di Deaton.
Quando entrarono, il dottore si stava occupando di una cagnolina con dei problemi ad una zampa. Non si stupì più di tanto nel vedere i due, ma i ragazzi non ci fecero caso.
-Ragazzi.. che succede?- chiese,  terminando la fasciatura alla zampa della cagnolina.
 
Santo cielo sembra davvero il genio della lampada! Colpa di quel pizzetto, sicuro.. e non vorrei dire ma mi sembra che le orecchie siano leggermente a punta.. oh cavolo. L'ho fatto di nuovo.
 
-Prego?- gli chiese Deaton incuriosito.
-No ecco, il problema è che uno gnomo ha maledetto Stiles. - intervenne Scott mentre Stiles cercava di tenere a freno la mente. -e ora lui dice e fa qualsiasi cosa gli viene in mente senza rendersene conto!
-Caspita.. sul serio quindi..- disse il dottore lisciandosi il pizzetto con due dita. -Non preoccupatevi, ho quello che fa per voi.- continuò avvicinandosi a degli scaffali ed estraendone un vecchio libro polveroso.
Lo aprì ad una certa pagina ed indicò alcune righe, mentre leggeva:
-”Quando le tenebre oscureranno la mente, solo il sangue può liberarla”
-Aspetta, sangue?! Sangue in che senso?- lo interruppe preoccupato Stiles.
-Sangue di animale. Di procione sembrerebbe. -spiegò Deaton
-E cosa dovremmo farci con questo sangue di procione?- chiese allora Scott
-Un rituale, no?- rispose il dottore come se fosse una cosa scontata. -Stiles deve tingersi la faccia e il petto con del sangue di procione, disegnarsi sulla pelle dei determinati simboli, e poi eseguire una danza vicino ad un particolare albero, di solito un pioppo bianco è perfetto..
-cioè devo ammazzare un procione?- Stiles aveva smesso di ascoltare da quando Deaton aveva detto “sangue di procione”
-No non devi ucciderlo tu. Dev'essere già morto..
-CIOE' MI DEVO SPIACCICARE IN FACCIA DEL SANGUE DI PROCIONE PUTREFATTO?!
-è sicuro che funzionerà?- domandò dubbioso Scott al suo capo.
-Sicurissimo. - Asserì Deaton -questo è l'unico modo per fermarlo. È come se tu gli stessi offrendo un sacrificio, se lui accetterà, dopo ti lascerà in pace.
-Non so cos'è peggio sinceramente.. - Stiles non si sentiva per niente rassicurato. Neanche Scott era molto convinto, ma, per il momento, quella sembrava l'unica  soluzione possibile.
-Daccordo.. e c'è un momento in cui è meglio attuare il rituale? -Scott stava prendendo nota del necessario, deciso ad attuare il piano quanto prima per aiutare l'amico.
-Questa notte sarebbe perfetto. - disse Deaton consultando un calendario lunare -se la danza dovesse funzionare, lo gnomo si farà vivo e romperà la maledizione..
-Bene.. ho segnato tutto.. possiamo andare.-  fece Scott avviandosi alla porta dello studio, Stiles dietro di lui, si rigirò un attimo verso Deaton -Un'ultima cosa... saprebbe mica dove possiamo prenderlo un procione morto?- domandò prima di uscire.
-Ne investono parecchi ultimamente, fatevi un giro sul ciglio della strada, qualcosa trovate sicuro.
-Che rituale di merda...- mormorò Stiles mentre usciva dallo studio.
 
Quando i due ragazzi furono usciti Deaton tornò al suo lavoro, non prima di dire rivolto alla porta del ripostiglio –Non credi che sia una cosa troppo cattiva?
La porta del ripostiglio si aprì e ne uscì Peter Hale.
-Sicurissimo.. ricorda che mi ha dato fuoco per la seconda volta nella mia vita, con una molotov! Sai che vuol dire farsi lanciare addosso una molotov?!
-Stavi per uccidere i suoi amici..
-Non l’avrei mai fatto..- disse il licantropo incrociando le braccia offeso.
-Non lo so.. mi ha fatto tenerezza..
-Ti ha chiamato genio della lampada.
-Beh, tecnicamente non l’ha proprio detto..- rifletté Deaton. Peter alzò un sopracciglio.
-Oh la pianti di fare l’angelo custode?! È solo uno scherzo.. e poi la maledizione è a tempo, lo sai anche tu, quindi comunque finirà..
-Bah.. io però non ci vengo a vederlo saltellare nel bosco pieno di sangue di procione.- concluse il dottore mentre sistemava le ultime cose per chiudere lo studio.
-Ah, io invece non voglio proprio perdermelo!- sostenne  Peter giocherellando con un barattolo che il dottore prontamente gli tolse dalle mani.
-Andiamo, devo chiudere!- disse prendendo le chiavi  spingendo il licantropo fuori dallo studio.
 

******

NB: SIAMO CONTRARI ALLA VIOLENZA SUGLI ANIMALI- Nessun animale verrà veramente ucciso per realizzare questa fanfic °-°
:3

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Capitolo 3
*** Che figura di merda.. ***


La notte arrivò in fretta, e i due ragazzi erano nel bosco, sotto al pioppo bianco, con un procione morto per terra davanti a loro.

-Non credo di farcela Scott..- disse Stiles deglutendo – mi fa davvero schifo…

-Lo so.. ma non abbiamo altra scelta..- gli rispose l’amico tirando fuori dallo zaino il libro che Deaton gli aveva lasciato –Allora per prima cosa devi spogliarti.. – spiegò leggendo la parte relativa al rituale.

Stiles controvoglia iniziò lentamente a slacciarsi la camicia, cercando di distogliere lo sguardo dal procione morto davanti a loro.

Quando fu a torso nudo fece un sospiro.

Scott gli si avvicinava e lui indietreggiava.

-Non lo so Scott… quel sangue.. ma non mi farà male?! Se aveva qualche infezione?

-Non lo devi bere Stiles, devi solo disegnarti dei simboli sulla pelle..

-E se è già andato in decomposizione?

-Stiles, è appena morto. È ancora caldo, quale decomposizione?! Decidi cosa vuoi fare, non possiamo stare qui tutta la notte.

-Oh mio dio.. ok dai.. facciamolo..- disse infine stringendo gli occhi e allungando la mano verso il procione.

Mentre Scott lo aiutava a disegnare sul suo torace i simboli presenti nel libro, Peter Hale nascosto dietro ad un albero, con il suo smartphone fotografava i vari passaggi del finto rituale, sbellicandosi dalle risate a vedere la faccia schifata di Stiles e i suoi sforzi di stomaco, mentre si spiaccicava addosso il sangue del procione.

Quando poi si mise a saltellare scomposto intorno al pioppo mentre Scott leggeva delle formule in latino, Peter fece addirittura un video.

 

-Expello maleficium! Expello maleficium! – ripeteva cantilenando Scott mentre Stiles ,in ginocchio per terra, muoveva in alto le mani ad ogni invocazione.

E da dietro ad un altro albero, qualcun altro stava assistendo allo spettacolo.

-Ma che diavolo stanno facendo?!- il folletto dei boschi osservava i due ragazzi che recitavano formule improbabili e si agitavano come se fossero posseduti. –Aspetta… quello è il ragazzo dell’altra volta.. ma cosa gli salta in mente?! E perché quell’animale morto?- si domandava mentre assisteva alla scena.

Intanto il rituale suggerito da Deaton era finito, e i due ragazzi ora si guardavano intorno aspettando la venuta dello gnomo.

-Allora?! Dopo tutto questo neanche si presenta?!- si lamentava Stiles agitandosi.

-Prova a pensare qualcosa… pensa qualcosa su Derek!- suggerì Scott

-mmh..ok- assentì Stiles poco convinto

 

Derek.. Derek.. vorrei che fossi qui adesso, per dirmi di non preoccuparmi, per dirmi che si risolverà tutto.. per abbracciarmi…

 

Stiles alzò gli occhi verso Scott che lo guardava intenerito.

-Quanto sei cucciolo…- gli disse Scott.

-Oooh cazzo.. non ha funzionato allora..- Stiles si lasciò cadere a terra affranto. L’amico andò da lui e gli mise una mano sulla spalla per consolarlo.

-Forse abbiamo sbagliato qualcosa.. forse dovremmo riprovare il rituale..- provò Scott mentre le campane della chiesa di Beacon Hills rintoccavano per la mezzanotte.

-No..- disse Stiles –basta.. voglio andare a casa.- si alzò fece per allontanarsi.

-aspetta, vengo con te!- gli fece Scott.

Stiles si fermò un attimo a guardarlo e mise una mano avanti.

-No.. grazie Scott.. grazie per averci provato.. ora voglio stare un po’ da solo.. almeno i pensieri che usciranno dalla mia testa non li sentirà nessuno..

Poi ci ripensò, andò da Scott e lo abbracciò.

-Grazie, davvero. Non preoccuparti.. ci vediamo domani..

-Non vuoi che ti accompagno con la macchina?

-No, grazie.. voglio camminare un po’..

Scott un po’ dubbioso lo guardò allontanarsi. Poi tornò sotto l’albero per mettere via il libro di Deaton.

Anche Peter se n’era andato al rintocco della mezzanotte, “povero Stiles.. un po’ mi dispiace.. ma ora e tutto finito..” pensò mentre correva verso casa per concedersi una sana dormita.

Quando Scott raccolse le sue cose e fece per tornare verso l’auto, vide una piccola creatura che apparve davanti a lui. Rimase a fissarla sconcertato per qualche istante, quando la creatura parlò.

-Si può sapere che diavolo stavate facendo?!

-Tu.. tu.. sarai mica lo gnomo?! –balbettò Scott puntando il dito contro di lui.

-Folletto, prego.- lo corresse quello. –insomma.. perché quella buffonata col procione morto e quelle frasi sconclusionate in latino?!

-Perché?!? Perché Stiles sta impazzendo! Questo era l’unico modo per liberarlo dalla maledizione! Perché non sei apparso prima?!

-Ma che.. aspetta che c’entra la maledizione?!

-La maledizione che hai fatto a Stiles!

-E voi pensavate di romperla impiastricciandovi di sangue di procione e blaterando formule senza senso?!

-Io.. be, si. Ci hanno detto così…

Lo gnomo-folletto scoppiò a ridere. Rideva così forte che cadde a terra all’indietro. Poi si ricompose.

-Ragazzo mio.. mi dispiace dirvelo ma via hanno preso in giro.. e voi avete abboccato in pieno a quanto pare!

-Cos..come?! – Scott non poteva credere che il suo capo l’avesse preso in giro così. Poi il suo pensiero tornò al suo migliore amico –E quindi non c’è modo per rompere la maledizione?! – chiese preoccupato

-Maledizione.. che parola grossa..  comunque, l’incantesimo si  rompe alla mezzanotte del terzo giorno.. quindi è finito esattamente mezz’ora fa- aggiunse consultando il suo orologio da taschino

-Quindi.. è finita?!- chiese ancora Scott

-Si, da mezz’ora, come ti ho detto. – ripeté il folletto

-Ma è fantastico! Devo trovare Stiles e dargli la buona notizia!- esultò Scott congedandosi dallo gnomo.

 

Stiles quando aveva lasciato Scott aveva iniziato a camminare quasi senza meta. Non sapeva neanche se voleva tornare a casa o sparire per sempre da Beacon Hills. Gli ultimi rintocchi della mezzanotte erano finiti da un pezzo e Stiles, vagando assorto nei suoi pensieri , era arrivato senza accorgersene praticamente davanti casa Hale.

 

Perché, perché proprio a me?! Perché non posso avere la normale vita di un diciassettenne?! Perché TUTTE LE COSE STRANE CAPITANO SEMPRE A ME?!

 

Ma quando all’improvviso si ritrovò davanti Derek per lo spavento quasi cadde all’indietro.

-Aaah! No.. non tu.. non adesso…

-Stiles che diavolo ti prende?! Sono tre gironi che ti comporti come se fossi pazzo, dici cose.. strane.. FAI cose strane.

 

Tanto vale dirglielo. Dirglielo e poi sparire per sempre. Tanto non riuscirò a evitarlo. E tanto mi sta già sentendo. Allora ok, te lo dico Derek.

 

Derek continuava a guardare Stiles con aria interrogativa.

-Si, te lo dico. Tanto non avrebbe senso continuare così, non so neanche per quanto continuerà- Stiles iniziò a parlare dicendo tutto d’un fiato, gesticolando come suo solito – Ho incontrato uno gnomo,  non sono stato gentile con lui e lui mi ha fatto.. una cosa, una.. maledizione..

Mentre parlava il suo sguardo saettava da una parte all’altra senza fermarsi su Derek, perché non voleva proprio guardarlo negli occhi.

-Una.. maledizione? – chiese Derek stupito.

-Si, una maledizione. Mi ha detto che avrei imparato ad essere più sincero. E da quel momento io.. dico tutto quello che penso, senza accorgermene..  cioè le cose che ho detto.. quelle cose strane.. io.. le pensavo e basta.. e quelle uscivano dalla mia bocca..

Derek alzò le sopracciglia. Stiles continuò

-e anche le cose che facevo.. era come se il mio corpo si muovesse da solo.. cioè erano cose che avrei voluto fare ma che non avrei fatto.. capito?! Quindi non posso più.. stare vicino a te.. perché le cose che escono dalla mia testa quando sto vicino a te sono..

-Stiles, respira!- Derek si avvicinò a lui e gli mise le mani sulle spalle per farlo smettere di agitarsi.

-Noo! Non mi toccare!- Stiles si allontanò bruscamente –non… farlo.. non so cosa potrebbe succedere, cosa potrei fare, io.. potrei baciarti, potrei..- Stiles si prese il viso tra le mani sperando che dalla sua testa non stesse uscendo qualcosa di peggio di quello che usciva dalla sua bocca.

-Tu.. vorresti baciarmi?- chiese Derek incredulo.

-Ti prego, non rendere tutto ancora più imbarazzante di quanto non sia. Non avrei mai voluto dirtelo. Mai. Ma a questo punto non potevo fare altro. Perché credo che non riuscirò a sparire dalla città tanto facilmente.. la scuola.. e poi mio padre, mi troverebbero in un attimo. Quindi, io cercherò di evitarti per quanto possibile, ma se succedono cose strane almeno sai perché..- concluse sconsolato girando il viso dall’altra parte. E in quel momento vide Scott che correva verso di lui.

-Stiles! È finita!! È finita a mezzanotte, quasi un’ora fa! – gridò contento. Arrivò da lui e vide che stava parlando con Derek. –Non devi più preoccuparti di… “quella cosa”- aggiunse ammiccando.

Stiles era rimasto immobile e stava cercando di ricapitolare tutte le informazioni. La maledizione era finita  mezzanotte. Quasi un’ora fa. E lui aveva appena parlato con Derek. Spostò un paio di volte lo sguardo da Derek a Scott mentre la sua espressione diventava sempre più affranta.

-Cioè quindi io.. lui..- balbettò –ma porca puttana..- concluse colpendosi violentemente la fronte con una mano.

 

Che figura di merda inutile…

 

Rimase qualche secondo con gli occhi chiusi sperando di riaprirli e realizzare che era stato tutto un sogno.

Scott era abbastanza confuso, e guardava alternativamente Derek e Stiles, cercando di capire perché l’amico non fosse entusiasta della notizia.

-Stiles.. hai capito che ho detto?.. è.. finita..- provò ancora Scott

Derek non diceva niente, si limitava ad osservare la scena decisamente divertito. Lui non rideva, mai, ma questa volta stava quasi facendo fatica per trattenersi.

Stiles continuava a scuotere la testa con lo sguardo basso.

-Puoi lasciarci un attimo da soli, Scott?- disse a quel punto Derek. E solo in quel momento Stiles alzò gli occhi, spalancati, guardando Scott e scuotendo leggermente la testa.

 

Non lasciarmi qui solo Scott, mi ucciderà!

 

Ma Scott ora non poteva più sentire i pensieri di Stiles, e non era neanche molto bravo a decifrare le espressioni, quindi fece un cenno col capo e si allontanò lasciandoli da soli. Stiles rivolse a Derek uno sguardo implorante. Ma vide che lo sguardo di Derek non sembrava così assassino, anzi, sembrava quasi.. divertito.

Vide la bocca di Derek incresparsi, gli occhi che si socchiudevano, il  torace che si muoveva.. sembrava proprio e a tutti gli effetti una risata.

-Aspetta tu.. tu stai ridendo? – chiese Stiles incredulo. Era una risata piccola e contenuta, ma era pur sempre una risata. E lui era pur sempre Derek.

-Stiles.. ti giuro non riesco a capire se sei terribilmente imbranato o solo terribilmente sfortunato..

-Io direi tutte e due..- bofonchiò Stiles. Poi riguardò Derek che si stava avvicinando a lui. Restò immobile, quasi paralizzato. Quando Derek gli fu ad un centimetro, si fermò e lo guardò.

 A sentirlo così vicino il cuore di Stiles iniziò a battere più forte, e l’altro lo percepì distintamente. Gli venne quasi voglia di sorridere.

Invece mise una mano dietro la nuca di Stiles, se lo avvicinò al volto e posò le labbra sulle sue.

Stiles sgranò gli occhi incredulo. Era sicuro di non essere stato lui, no era stato proprio Derek a baciarlo. Forse allora stava davvero sognando. Schiuse la bocca accarezzando le labbra di Derek con le sue. Sentì la lingua di Derek che si infilava piano tra le sue labbra. Durò qualche secondo, forse, ma a Stiles sembrò eterno. Poi sentì le labbra di Derek allontanarsi.

-Pe..perchè?- riuscì a chiedere balbettando mentre si portava  la mano sulle labbra.

-Non l’hai detto tu che volevi baciarmi? Andiamo, ti accompagno a casa- gli rispose Derek avviandosi verso la sua Camaro. Stiles lo seguì, e sentiva che le sue guance erano avvampate e il cuore aveva preso a battere ancora più forte.

Quando salì in macchina aveva un grande sorriso stampato sulla faccia. Quando Derek lo vide gli chiese

-E ora a cosa stai pensando?

Stiles rimase qualche secondo in silenzio guardando fuori dal finestrino.

-Penso che vorrei baciarti di nuovo..
 

***
THE END
***
 

E.. con questo è tutto gente! Scusate se sono scema xD
Spero che almeno vi abbia fatto fare una risata :)
Grazie davvero di cuore a tutti quelli che l'hanno seguita e commentata! 
Vi adoro <3

(PS: Vi anticipo che mi sono gia messa all'opera per un'altra fic :3 è folle quasi quanto questa, ma oramai mi conoscete xD) 

MiSS

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