Sunshine.

di _TheWayILovedYou
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Mai giudicare un libro dalla copertina ***
Capitolo 2: *** Sapevo di sbagliare, ma era più forte di me ***
Capitolo 3: *** 6 Agosto. ***
Capitolo 4: *** Il Bacio. ***
Capitolo 5: *** Sembrava andare tutto alla perfezione ***
Capitolo 6: *** Era cambiato, ma un motivo c'era. ***
Capitolo 7: *** Quella sera. ***
Capitolo 8: *** Nei suoi occhi vedevo un mostro. ***
Capitolo 9: *** "L'amore che provo per te supera ogni cosa" ***
Capitolo 10: *** "Dicono che parlare ad una persona in coma faccia bene" ***
Capitolo 11: *** "Salti tu, salto io" ***
Capitolo 12: *** Tutto non può finire così. ***
Capitolo 13: *** Erasing death. ***
Capitolo 14: *** Home Sweet Home. ***
Capitolo 15: *** Red Roses. ***
Capitolo 16: *** Paradise Destination. ***
Capitolo 17: *** THE END ***



Capitolo 1
*** Mai giudicare un libro dalla copertina ***


*20/04/13 ore 6:50 suona la sveglia* 

 

Sunshine Pov 

Cazzo ogni giorno la stessa storia… costretta ad andare in quella stupida scuola, vedere le solite persone, la solita noia. Voglio scappare via da questa orrenda città… 

 

Marie: Sun sveglia! C'è scuola oggi. So che è dura, manca poco e tutto questo sarà finito, è per il tuo futuro, meno di un mese e sarai pronta per il college, diventerai una dottoressa, la tua vita sarà fantastica… 

 

Ecco che ricominciava con il suo incitamento allo studio per una vita migliore, la solita palla. Vi chiederete come faccio a sopravvivere con una madre di cui l'unica cosa che conta è lo studio, beh che dire cerco sempre di accontentarla, ha fatto molto per me. Attualmente ho 18 anni e sono all'ultimo anno di superiori *finalmente* sono stati i 5 anni più brutti della mia vita, altro che indimenticabili spero di scordarli il prima possibile. La mia classe fa schifo, la scuola ancora peggio, per non parlare degli insegnanti, ma su una cosa sono stata fortunata, qui ho conosciuto l'unica persona sana di mente in tutto questo casino… la mia migliore amica Dems… che dire di lei, è la perfezione. Ah dimenticavo il mio nome di battesimo è SELENA, credo sia davvero bello ma fin da piccola hanno cominciato a chiamarmi Sunshine o semplicemente Sun. Si un nome un po' strano, ma che rispecchia molto la mia personalità…"Raggio di sole" tutto cominciò da mia madre che ha sempre ritenuto che il mio sorriso potesse illuminare una città intera e poi inseguito mi hanno chiamato così tutti… 

 

*ore 7:50, suona il campanello* 

Marie: Sun scendi è Demetria… 

Sun: Mamma Dems…si chiama Dems 

Marie: Si fa lo stesso… 

 Avvolsi Dems in un enorme abbraccio, era l'unica che veramente mi capiva. Ci dirigemmo a scuola inconsapevoli di ciò che sarebbe successo… ciò che mi avrebbe definitivamente rovinato la vita. 

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Come primo capitolo fa un po' schifo, ma il continuo sarà stupendo.

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Capitolo 2
*** Sapevo di sbagliare, ma era più forte di me ***


Arrivammo a scuola, sembrava andasse tutto alla normalità… c'erano ragazze che spettegolavano, ragazzi che fumavano e i secchioni che studiavano… ah dimenticavo Morgan e le sue amiche… le conosco dalla prima elementare e fin da allora ho subito sempre le loro offese. All'inizio era tutto okay, sapevo che il loro comportamento era dovuto all'invidia fino a quando all'età di 12 anni sono crollata… è difficile parlarne, l'unica che sa di tutto ciò è Dems… c'è sempre stata per me, fin dal primo giorno in cui ho preso quella fottuta lametta e ho iniziato a farmi del male da sola… tutto ciò mi aiutava a superare gli insulti di quelle tre streghe, ma poi grazie a Dems e a lui… il ragazzo di cui sono innamorata dal 2007, da quando avevo 13 anni… non dimenticherò mai del giorno in cui l'ho conosciuto. Fortunatamente ora ho passato questa fase orribile, ma i segni dei tagli ancora non sono andati via e così che la mia vita è peggiorata. Morgan come ho detto era ancora lì che continuava ad insultarmi, a dirmi che ero grassa quando ad un certo punto nota i segni dei tagli. Avrei desiderato di morire in quel preciso istante. Incominciò a deridermi con l'aiuto di tutto il resto della scuola, a chiamarmi malata, psicopatica, a dirmi che avevo bisogno di un manicomio… mi sentivo persa e sola in un mare di persone, scoppiai in lacrime; ma come sempre arriva Dems che mi aiuta, mi riporta a casa (dove fortunatamente mia madre non c'era, altrimenti avrebbe iniziato con le domande). Mi sentivo meglio… ma poi appena Dems andò via, vidi le lamette, continuavano a chiamarmi, erano un ossessione e ricominciai a tagliarmi, era tanto che non lo facevo, sapevo di sbagliare ma era più forte di me…

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Alcune recensioni e pubblico il terzo.

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Capitolo 3
*** 6 Agosto. ***


Mi ritrovai in poco tempo in un mare di sangue, ricoperta nuovamente da quei fottuti tagli. Mi sentivo in colpa, sapevo che non dovevo, ripromisi a me stessa che non avrei mai più riprovato a farlo, ma sapevo che non ci sarei riuscita, ormai era come una droga, ne ero dipendente. Ripulii e gettai la lametta prima che tornasse mia madre, disinfettai i tagli e li coprii con dei braccialetti. In inverno era più facile nasconderli grazie alle magliette a maniche lunghe, ma l'estate era sempre stata una tortura per me. 

 

*Poco dopo vibra il cellulare, era un sms* 

Juss: Hey piccola, è tanto che non ci si sente. 

 

Mio dio… erano settimane che aspettavo un suo messaggio… 

 

Sun: Hey Juss… Eh si, è tanto… mi manchi tantissimo

Juss: Anche tu Sunny ( Sun Pov: amavo quando mi chiamava in quel modo), ma presto ci rivedremo mancano solo 3 mesi… 

 

Si fortunatamente mancavano solo 3 mesi… 3 mesi e l'avrei rivisto, era da Agosto che non lo vedevo… L'ho conosciuto il 6 Agosto 2007, come ho detto in precedenza avevo solo 13 anni… ma lui 18, era impossibile che succedesse qualcosa tra di noi e lo è ancora. Ci siamo conosciuti a Londra, la sua città, io ero lì in vacanza e da quell'anno trascorro le mie estati sempre con lui… me ne sono follemente innamorata ma lui non ne saprà mai nulla, non voglio rovinare la nostra amicizia. Continuammo a mandarci sms discutendo del più e del meno fin quando il mio cellulare si spense improvvisamente. Cazzo sempre nei momenti migliori questo cellulare che ha visto l'era della pietra si spegne. Lo buttai per terra con furia e si ruppe definitivamente.

 

*Marie tornò a casa*

M: Hey Sun che ci fai qui? Non dovresti essere a casa… e quello è il tuo cellulare? Quante volte devo ripeterti che non te ne comprerò un altro? Sai ciò che stiamo attraversando…

S: Mamma, scusa *scoppiai in lacrime* non l'ho fatto a posta, beh la scuola… *non ebbi il coraggio di raccontarle la verità* era occupazione e non siamo entrati… 

M: ehi ehi piccola, perché piangi? Il cellulare? Non preoccuparti troveremo il modo per comprarne uno nuovo, non sarà di ultima generazione ma qualcosa troveremo. *Mi abbracciò calorosamente* 

S: No, mamma! Hai già fatto molto per me, davvero grazie. Ti Amo! 

M: Anche io. 

 

Mia madre rimase incinta di me all'età di 16 anni, mio padre decise di prendersi cura di me anche se era molto giovane anche lui (aveva 18 anni) ma poi dopo 5 anni divorziò dalla mamma… Lei si ritrovò a dover badare me da sola, ma mio padre continuava a passarle gli alimenti, tutto andava bene fino a quando mio padre cadde in malattia e morì improvvisamente. Ma mia madre non crollò… si rimboccò le maniche e andò a lavorare per potermi dare un piatto caldo a pranzo. Ora la situazione non era delle migliori, mia madre era stata da poco licenziata ed era in cerca di lavoro, lei si che era stata forte a differenza mia… Molti dubbi cominciarono a sorgermi in mente… sarei riuscita ad andare in vacanza, a vedere il mio Juss? Scoppiai in una crisi di pianto infinita. 

Erano le 2 di notte, non riuscivo a dormire, continuavo e ricontinuavo a pensare a quell'orrido pensiero… decisi che il giorno dopo avrei cercato lavoro, avrei risparmiato per poter andare in vacanza. Finalmente mi tranquillizzai e crollai in un sonno profondo.

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Spero piaccia almeno a qualcuno.

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Capitolo 4
*** Il Bacio. ***


*8:30 21/04/13* 

Mi svegliai dolcemente, uscii dalla mia camera e mi resi conto che mia madre non c'era… mi diressi in cucina e notai l'orologio, oh cazzo, erano le 8:30 avrei dovuto essere a scuola da mezz'ora, e per di più mia madre era scomparsa, poi mi resi conto che vicino al frigorifero mia madre aveva lasciato un foglietto con scritto "Giorno Sun, sono scesa presto stamattina, in cerca di lavoro come sempre…scusa se non potrò svegliarti, spero non farai tardi a scuola, non tornerò per pranzo, in forno puoi trovare una zuppa e del pollo da poter mangiare, un bacio la tua mommy" . Certo che mia madre mi conosceva benissimo, aveva previsto anche il mio ritardo… così decisi di non andare a scuola e andare anch'io in cerca di lavoro. Mi preparai velocemente e uscii in fretta da casa. Passarono due ore, ed ero andata già in 4 negozi ma la risposta era sempre stata la stessa " Ci dispiace, siamo a completo di personale, sa c'è crisi", ma poi ecco che noto un cartellone esposto fuori ad un Pub… CERCASI RAGAZZA DAI 18 ANNI AI 24, NON RICHIESTA L'ESPERIENZA… Era il lavoro perfetto, entrai feci il colloquio e anche la paga era perfetta 900 euro al mese… e finalmente mi assunsero. Tornai a casa esausta… aprii il forno e mangiai quella disgustosa zuppa e il pollo e mi diressi in camera mia. 

*suonò il campanello* 

Che strano no aspettavo nessuno, aprii e…non c'era nessuno quando all'improvviso mi sentii afferrare da dietro, una mano mi copriva gli occhi e l'altra mi stingeva la vite. Cazzo si che avevo paura in quel momento, ma poi sentii la sua voce "Piccola" una semplice parola bastò per farmi sciogliere come un ghiacciolo in piena estate. Era lui… non ci credevo era venuto da Londra per me, mi sciolsi dal suo meraviglioso abbraccio e lo feci entrare. Mi disse che era lì per vedermi, ma che sarebbe andato via la sera, poi mi prese i polsi, spostò i braccialetti e li vide… si lui sapeva dei tagli, così me lo ritrovai ad urlarmi contro, a dirmi che ero stupida e malata, che continuavo a tagliarmi sapendo che sbagliavo ed io non trattenni le lacrime…

Juss: Piccola scusa… non dovevo urlarti contro, scusami davvero *mi asciugò le lacrime e mi porto vicino al muro* 

Sun: No, hai ragione, sono una stupida, malata e psicopatica…ed ha ragione anche Morgan.

Juss: Non devi tagliarti a causa sua, non preoccuparti, supereremo del tutto questa fase insieme. 

*Mi baciò…fu il nostro primo bacio…I-N-D-I-M-E-N-T-I-C-A-B-I-L-E* Poi andò via, mia madre tornò e decisi di raccontarle del lavoro… Anche lei l'aveva trovato, faceva la farmacista con paga da Dio, finalmente le cose andavano meglio.

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Tante recensioni. 

In Tanto gustatevi il trailer http://www.youtube.com/watch?v=V1JxH5DwM4s&feature=youtu.be 

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Capitolo 5
*** Sembrava andare tutto alla perfezione ***


Il giorno dopo decisi di raccontare tutto a Dems, e per tutto intendo soprattutto del bacio *___* Mia madre iniziò a lavorare e lo stesso anche io, passò il primo mese ed ecco che i primi guadagni iniziavano a farsi vedere. Pagammo tutti i debiti arretrati e finalmente potevo comprarmi un nuovo cellulare. Erano passati due mesi dall'ultimo incontro con Juss e mancava circa un altro mese per poterlo rivedere. In questi lunghissimi 60 giorno non c'eravamo sentiti, forse a causa del mio cellulare distrutto, ma forse anche a causa sua che non si era fatto vivo in nessun altro modo. Decisi di non pensare più a lui e di continuare la mia vita normalmente fino al giorno in cui l'avrei rivisto. Andai a scuola e nonostante gli insulti continui di Morgan e co. tutto andò bene, finalmente potevo affermare di non tagliarmi più. Erano circa le 13:30 quando io e Dems uscimmo da scuola e ci dirigemmo verso casa mia. Entrammo e mia madre non c'era per lavoro, così mangiammo e trascorremmo il pomeriggio insieme quando il telefono fisso squillò. *Risposi* X: Salve, c'è la signorina Selena? Sun: Ehm… si sono io. x: Sono il direttore del pub, vorrei informarla che il suo turno di lavoro di ogni è stato spostato alle ora 22:00 Sun: Eh?? Cosa? Così tardi? x: SI ci dispiace signorina ma c'è stato un inconveniente. Sun: Okay. *staccò* Andai a riferire la notizia a Dems, che mi tenne compagnia fino alle 21:00 quando mia madre tornò da lavoro. Marie: Sun… ora non c'è più bisogno che tu vada a lavorare, io ho trovato lavoro… Sun: Mamma, mi servono quei soldi e non voglio chiederli a te… M: Ma… S: Niente ma… Accompagnai Dems a casa e mi diressi verso il pub in cui lavoravo. Entrai e sembrava del tutto diverso, normalmente quando lavoravo nel pomeriggio c'erano ragazzi e ragazze, signore con bambini, ma ora non era così… era pieno di una massa di ubriaconi, di ragazze poco vestite e che servivano i tavoli e padri di famiglia che invece di tornare a casa dalle proprie famiglie erano lì a guardare il poco che rimaneva di coperto di quelle ragazze. Poco dopo arrivò una di quelle ragazze… R: Hey ciao tu devi essere Selena… S: Si ma puoi chiamarmi Sun. R: Piacere, io sono Celeste. So che sei abituata a lavorare qui di pomeriggio e non sai come vanno le cose qui di sera. Beh devi indossare questo. Mi porse uno di quei "vestiti" che indossavano per servire ai tavoli S: eh? No io questo non lo metto. Celeste: Invece devi se non vuoi essere licenziata, e una raccomandazione… fai attenzione a tutti questi vecchi. S: Ci proverò. Andai in camerino per cambiarmi, non volevo farlo, ma dovevo… Questa sottospecie di vestito a tutto serviva tranne che a coprirmi, gran parte del mio seno era scoperto e le gambe coperte da lunghi stivali che arrivavano al ginocchio e da calze a rete che si intravedevano tra gli stivali e la minigonna molto mini, non so se rendo l'idea. Appena uscii e provai a servire qualcosa, mi ritrovai una massa di uomini che mi guardavano, molti che tentavano di toccare e altri che ci riuscivano… mi allontanai subito e un uomo sui 50 anni si avvicinò a me… veniva sempre più vicino, avevo paura. Mi spinse verso il bagno, entrò anche lui e chiuse la porta alle sue spalle… ---- Recensite

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Capitolo 6
*** Era cambiato, ma un motivo c'era. ***


La paura mi assaliva, non sapevo cosa fare, se urlare, se piangere, non lo sapevo. Non riuscivo a muovermi, a fare nulla e quell'uomo abusò di me. 

 

Mi ritrovai nuda per terra nel bagno di quell'orrido locale, non riuscivo a smettere di piangere. L'uomo andò via urlando di non provare a fare denuncia e sbattendo la porta alle sue spalle. Continuavo a piangere, mentre mi rivestivo, misi i vestiti con cui ero arrivata lì, mi asciugai le lacrime e uscii da quel maledetto locale. Mi diressi a casa, aprii la porta e notai che mia madre già dormiva, dopotutto erano le 2 del mattino. Corsi in camera mia chiusi la porta alle mie spalle e mi lanciai sul letto, ricominciai a piangere, ma ora silenziosamente, non volevo che mia madre si accorgesse di qualcosa, tutto ciò che era accaduto doveva rimanere tra me e quel mostro, era un mio problema nessuno doveva venirne a conoscenza. Ed ecco che ritornano le lamette, il sangue, i tagli e il sollievo, si il sollievo perché era grazie a questi tagli che stavo bene temporaneamente, per poi accorgermi dell'errore che continuamente ripetevo e star male peggio di prima. Passò la notte. 

Verso le 6:30 mia madre uscì di casa per lavoro, alle 7:00 mi svegliai io per andare a scuola. Indossai velocemente un paio di jeans e una T-shirt colorata a maniche corte e i soliti braccialetti per coprire i tagli. Non feci colazione e andai in quel carcere che chiamano scuola. La giornata passò velocemente, passarono le settimane, i mesi e arrivò Agosto. Ovviamente avevo lasciato il posto di lavoro in quel locale, ma non avevo denunciato l'accaduto, neanche Dems che è la mia confidente, colei che conosce tutto di me, era a conoscenza di quell'incubo, che purtroppo non era un sogno. Era il 31 Luglio, il pomeriggio prima che partissimo per Londra, raccontai tutto a Dems… Non trattenevo le lacrime e neanche Dems, mi disse di fare la denuncia ma non ebbi il coraggio, superai questo momento e il giorno dopo partimmo per Londra.L'aereo come al solito partì con un'ora di ritardo e verso le 8 di sera arrivammo. Juss sapeva che sarei arrivata, ma stranamente non lo trovai ad accogliermi all'aeroporto. Dispiaciuta mi diressi con Dems verso l'hotel in cui avremmo soggiornato per le nostre vacanze. Arrivate posammo i bagagli e provai a chiamare insistentemente Juss senza ricevere alcuna risposta. Il giorno dopo decisi di andare a casa sua e finalmente dopo aver aspettato sotto casa sua lo vidi tornare con la sua bat-mobile accompagnato da uno strano tizio tutto muscoli.

J: E tu? Cosa ci fai? 

S: Ehm… Juss, io… è 1° Agosto.

J: Senti non voglio più avere a che fare con te, vattene…

S: Juss, ma…

J: E non chiamarmi più così, dimenticati di me, fa finta di non avermi mai conosciuto.

Chiuse la sua auto e andò dentro casa con quel tizio… Non capivo, non capivo perché, non capivo perché dopo tutto questo tempo che non c'eravamo sentiti invece di venire ed abbracciarmi aveva voluto chiudere i nostri rapporti, non capivo più nulla, leggevo nei suoi occhi la tristezza, quello non era il mio Juss, quel ragazzo di cui ero follemente innamorata, stava succedendo qualcosa, stava cambiando. 

Tornai all'hotel con le lacrime agli occhi. Bussai alla porta della stanza e Dems mi aprì…

S:Ehm scusa Dems non sapevo che fossi in compagnia…

D:Figurati Erick stava andando via…

E: Eh? COSA? Ma avevamo appena iniziato.

D: Via.

*Erick andò via* 

S: Chi è questo Erick?

D: Un ragazzo…

S: Ma nooo, credevo fosse un alieno. Dems, parla.

D:Okay okay… è un ragazzo che ho conosciuto per strada mentre eri da Justin, mi sembrava carino, ho iniziato a parlarci, siamo saliti in camera e beh è successo quello che è successo. A proposito di Justin, mi sarei aspettata di vederlo qui con te, dov'è?

Scoppiai in lacrime e non riuscivo a parlare

D: Hey piccola, cos'è successo? 

S: Non vuole più vedermi, devo dimenticarlo.

D: Perché?

S: Non ne ho idea…

D: Come? Ora ci parlo io con quel bastardo…

S: Dems, no.

D: Oh si invece.

Dems uscì dalla stanza e di conseguenza dall'hotel prima che potessi raggiungerla dirigendosi da Juss.

DEMS POV

Oh quel fottuto stronzo ora se la vedrà con me, non può far questo alla mia migliore amica, così all'improvviso soprattutto dopo averla baciata. L'ha solo illusa. Arrivata alla porta di Juss notai che la finestra era aperta e Juss parlava con fare agitato con un uomo. Col carattere che mi ritrovo non potevo di certo andarmene e non ascoltare… 

Non capivo molto, erano distanti… sentivo solo quelle poche parole che urlavano "Bieber mi fido di te, puoi farcela, che sarà mai un po' di polvere." Polvere? Cosa? Spero non sia ciò che penso… "Mi raccomando Bieber, fallo fuori" Oh cazzo… forse non avrei dovuto urlare così forte, infatti quei due si accorsero della mia presenza, provai a scappare, ma nulla mi videro e mi portarono dentro 

x:Cosa ci fa questa ragazzina qui, cosa volevi sapere? 

Mi legò ad una sedia, mi mise dello scotch sulla bocca prima che potessi anche solo  fiatare, mi raccomandò di star zitta quando Justin si intromise. 

J: Io questa qui la conosco, lasciala stare è un'amica della mia mamacita… 

X: Mamacita che? Bieber chiudi la bocca sei ancora tutto drogato. Questa qui rimarrà con noi finchè non sarò certo che non ha sentito nulla. 

Passarono alcune ore, Justin crollo per l'effetto della droga, anche il tizio che mi aveva legato si addormentò quando sentii il mio cellulare vibrare in tasca, non riuscivo a prenderlo per le mani legate, provai in tutti i modi e riuscii a slegarmi, risposi era Sun, prima che potesse parlare le dissi che ero rinchiusa a casa di Justin e di venirmi a prendere ma poi quell'uomo si sveglio mi sequestrò il cellulare e mi legò nuovamente. Dopo una decina di minuti bussarono alla porta, il gran fusto aprì ed era la genia della mia amica, che invece di venire qui ad aiutarmi si era fatta legare anche lei… Poco dopo si svegliò Juss che vide Sun e ormai non era più sotto l'effetto della droga, ma comunque non voleva farle del male così convincendo il gran fusto (colui che ci aveva legate) ci lasciò andare dicendoci di non farci più rivedere ne sentire. Ma conoscendo Sun le si sarebbe fatta risentire e anche spesso.

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Tante Recensioni.

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Capitolo 7
*** Quella sera. ***


Non potevo crederci, mi ero innamorata di un assassino e drogato, eppure lo conoscevo da quando avevo solo 13 anni, sembrava così perfetto, ma soprattutto sembrava diverso dagli altri. Non potevo dimenticarlo così, all'improvviso, sapevo che non era il mio Juss, sapevo che mi nascondeva qualcosa ed era proprio per questo qualcosa che non voleva più vedermi, per proteggermi. Provai a chiamarmi e stranamente rispose subito.

S:Hey Juss, non provare a dirmi di non chiamarti così e di dimenticarti, perché sai che non lo farò.

J: Cazzo Selena… *lo interruppi* 

S:Sunshine….*sapevo che quando voleva avere una certa distanza con me cominciava a chiamarmi Selena, e lui sapeva benissimo che mi dava fastidio* 

J: Come vuoi… lo faccio per te, non voglio che ti succedi qualcosa, sono entrato in un giro da cui è impossibile uscirne, non voglio che ti immischi. 

S: Juss…supereremo tutto questo insieme.

J: Sun, non siamo riusciti a superare i tuoi tagli, figurati come potremmo superare questo.

S: AMANDOCI, Juss noi ci amiamo e lo so benissimo, ti ricordi quel bacio? Per me significava molto. 

J: Ma ti rendi conto di cosa parliamo? Non stiamo più parlando dei tuoi insulsi tagli e problemi mentali, per quello ti consiglio uno psicologo… ora parliamo di omicidi, spaccio e ancora omicidi… e di quel bacio? Non avrei mai dovuto farlo…

S: *in lacrime* cazzo Bieber, hai ragione sono una malata, io e i miei insulsi tagli, che dirti… ti amavo ma a quanto pare sei come tutti… continua a vivere nel tuo mondo tra droga e sangue, continua ad essere un assassino… Addio… *staccai* 

Ero accasciata sul pavimento in lacrime, anche lui che si univa al TEAM MORGAN, forse sarei dovuta andare sul serio da uno psicologo, ma il problema non era questo… ma che mi ero fidata di lui, fidata a tal punto di dirgli i miei problemi e mi ero illusa, mi aveva illusa con quelle labbra così meravigliose che toccano le mie, era incredibile il modo in cui aveva fatto finta di amarmi anche se per pochissimo. Non riuscivo a smettere di piangere, mi ero veramente innamorata di lui… forse non era destino, lui di Londra e io dell'Italia, lui con quasi 23enne e io quasi 18enne, lui drogato e io tagliata…wau che coppia. 

Arrivò la notte, Dems uscì con Erick e io rimasi in camera anche se lei aveva provato con tutte le sue forze a portarmi via da quella stanza, amavo come mi dimostrava affetto anche con questi suoi piccoli gesti. Ormai ero lì a piangere da tutto il pomeriggio ed era quasi mezzanotte così decisi di indossare il mio pigiama formato da dei pantaloncini e una canotta. Ero in intimo quando sentii bussare alla finestra, cosa molto strana dato che eravamo al 5° piano, mi avvicinai per controllare, aprii le tende e vidi Justin. Cosa cazzo ci faceva ora lui qui?!? Decisi di aprire. 

Bieber pov 

Avevo sbagliato a mandarla via così, avevo sbagliato a dirle che era una malata, ma soprattutto avevo sbagliato nel dirle che quel bacio era stato un errore… forse era davvero un errore, ma l'errore più bello che avessi commesso, l'errore che avrei ripetuto per altre mille volte, così volevo farmi perdonare, volevo spiegarle tutto, ma non volevo che lei fosse in pericolo a causa mia. Appena la vidi dalla finestra, Dio era splendida… con quei suoi occhi dolci, forse in quel momento un qualsiasi altro ragazzo non si sarebbe soffermato a guardarle GLI occhi, dato il suo abbigliamento molto ehm… come dire…intimo. Non sapevo come ero riuscito ad arrampicarmi fin lì, 5 piani erano pur sempre 5 piani, ma avrei fatto di tutto per lei… poi mi resi conto che potevo tranquillamente entrare dalla porta, ma ormai ero già a metà strada e salire dalla finestra era più romantico. Appena entrai nella sua camera mi catapultai su di lei, la presi tra le mie braccia e l'alzai, cominciai a baciarla freneticamente, l'appoggiai sul letto e continuai a baciarla. So che ero lì per darle spiegazioni, ma non riuscii a parlare e neanche lei. Ora ci trovavamo uno spora l'altra, le baciavo il collo, lei mi sbottonava la camicia… Rimasi a dorso nudo, lei era ancora in intimo. All'improvviso mi ritrovai sotto di lei… era abile per essere la sua prima volta, almeno credevo… 

Sun Pov

Mi ritrovai avvolta dai suoi abbracci e baci in un secondo, eravamo sul letto e non riuscivamo a smettere, mi sbottonò il reggiseno e io di conseguenza scesi in basso aprendogli la zip dei pantaloni, lui in poco se li scrollò di dosso proprio come fece con me col reggiseno...

Per me era la prima volta…se non ci fosse stato quel maledetto porco in quel fottuto locale… ma ora era diverso, lui era colui che amavo, mi aveva mentito, ma l'aveva fatto per me o almeno così credevo… non era a conoscenza di tutto, c'era ancora una cosa che mi teneva nascosto, forse la più importante. Continuammo con il piacere fino alle 4:00 del mattino, poi crollammo, anzi crollai tra le sue braccia… verso le 8:00 mi svegliai con un tonfo e di conseguenza anche Juss… era Dems ancora tutta ubriaca con Erick che era appena ritornata…

D: *con aria sbronza* Hey tranquilli ragazzi, vi stavate dando da fare, continuate pure non fate caso a noi… 

J: Cazzo Sunshine vuoi avvertire che c'erano anche loro 

Ecco che ricominciava con i suoi modi poco garbati.

S: Juss…

J: Scusa…

Poco dopo i due sbronzi crollarono in un sonno profondo nel letto di Dems ed io ne approfittai per rivestirmi, lo stesso fece Juss. 

J: Ciao piccola, ora vado ho degli impegni…

S: Di già?? Che impegni…

J: Non immischiarti *mi bacio* nel pomeriggio passo a prenderti, ho un luogo da mostrarti… 

*annuii* 

La mattina passò velocemente e arrivò il pomeriggio, Juss era lì che mi aspettava con la sua bat-mobile, mi preparai in modo molto elegante… indossai un mini abito rosa scuro, non che il rosa mi attirasse molto, ma lui amava vedermi indossare il rosa, così lo accontentai. Scesi ed andai da lui, mi coprì gli occhi con una benda e cominciò a guidare per molto tempo, fino a quando non si fermò bruscamente *guidava molto bene xD * …

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Recensiteee….

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Capitolo 8
*** Nei suoi occhi vedevo un mostro. ***


Justin Pov 

L'avevo portata nel luogo più importante della mia vita, perché ormai lei faceva parte della mia vita, il luogo in cui mio padre mi portava quando ero piccolo, il luogo in cui avevo trascorro i momenti più belli e soprattutto gli ultimi momenti con lui. non le avevo mai parlato della mia famiglia, al contrario di lei, che si era aperta a me totalmente, ma io non ci riuscivo, anche se sapevo che lei come nessun altro poteva capirmi, anche lei si era ritrovata in una situazione molto simile, anche lei l'aveva superata, ma io no… nonostante fossero passati tutti quegli anni, continuavo a sentire la mancanza di quell'uomo che dovrebbe essere il punto di riferimento di ogni ragazzo, a me era stato tolto quando non avevo nemmeno 6 anni… e mia madre… beh lei è sempre stata molto per me, mi ha fatto sia da madre che da padre, fin quando ecco che arriva un altro dolore… qualche anno fa lei è andata via, ora è lì con mio padre che mi sorveglia dal cielo… ed è forse per la loro mancanza che ora mi trovo in casini più grossi di me… così iniziai a parlarle della famiglia e di quanto fosse importante quel luogo per me. 

Selena Pov 

Il tragitto in macchina era durato molto e non vedevo l'ora di scendere dall'auto e vedere dove mi avesse portata… Justin mi aprì la portiera dell'auto, mi porse una mano e mi aiutò a scendere, mi slegò la benda e mi ritrovai su una grande montagna da immersa nel verde da cui si vedeva il mare, non so dove ci trovassimo di preciso ma so che era un luogo meraviglioso… Juss incominciò a parlarmi della sua famiglia, non so perché ma non l'aveva mai fatto. 

Non potevo immaginare che Juss non avesse più i genitori, non sapevo che la madre fosse morta, la conoscevo e non mi sarei mai immaginata che anche il padre fosse morto, scoppiai in lacrime tra le sue braccia ricordando anche la mia storia. Lui non piangeva, ma mi resi conto che tratteneva le lacrime, faceva il duro… Poi avvolse il mio viso tra le sue mani e avvicino le mie labbra alle sue e mi baciò lentamente e dolcemente, avevo ancora gli occhi pieni di lacrime, così le asciugò e ci sedemmo a terra sull'erba a guardare il panorama stupendo, poi mi accorsi di una cesta… lui l'aprì e notai che conteneva oggetti per un picnic, apparecchiò e subito mi catapultai sui cetriolini sottaceto, sapeva che li amavo. Poco dopo mi prese in braccio e iniziò a scendere giù dalla montagna…

S: Juss, dove andiamo?

J: A mare…

S: A mare?

J: Si, lì giù…

Era pazzo lo sapevo… 

Arrivati al mare mi poggiò sulla sabbia e d'improvviso si levò la maglia… era fottutamente stupendo, ma a parte questo…

J:Sunny vieni con me?

S: Bieber non ho il costume… 

J: Spogliati…

S: EH? Cosa? Noh?

J: Cioè non mi dirai che non vuoi farlo perché ci sono io…

S: Ehm…no, cioè…

J: Su via Sanny, già ti ho visto nuda una volta…mmh ieri sera. 

S: Era diverso…

J: Si come no...

Si tolse anche i pantaloni e rimase in boxer…

S: Juss 

Tornò indietro verso di me, mi tolse la maglia, mi fece alzare e mi sbottonò il jeans… 

J: Lo togli tu o ci penso io?

S: Nessuno dei due…

Mi prese in braccio e mi buttò in acqua. Incominciai a rincorrerlo e viceversa era sempre più bello. Continuavo ad innamorarmi di lui sempre di più, ad innamorarmi della sua bocca, dei suoi occhi, dei suoi lineamenti, orma ero presa e non c'era modo per allontanarmi da lui. 

Justin Pov

Era incredibilmente bella, nei suoi occhi leggevo che era innamorata proprio come lo ero io con lei, ma stavo sbagliando, non doveva innamorarsi di me, non doveva immischiarsi nei miei problemi, Non poteva essere la mia ragazza…

Sun Pov

Dopo il nostro prendi e fuggi in spiaggia ci dirigemmo verso l'auto, lì un uomo di grossa taglia si avvicinò a Juss con aria da "duro" 

X: Bieber, vattene da qui

J: EH? Scusa? Non ho sentito? 

X: Vattene, non è posto tuo qui…

Justin si fece avanti e gli spinse la spalla, quel tizio iniziò ad urlare e a picchiare Juss, ma an Justin continuava ad irritarlo. 

S: Cazzo Justin, basta… andiamocene.

X: Uhhhh il ragazzino si fa consigliare dalla ragazza

Bieber gli scagliò un pugno in faccia, cominciò a colare del sangue dal naso di quell'uomo, non sapevo chi fosse, ma avevo paura, non per me ma per Justin, chissà perché quell'uomo ce l'aveva così tanto per lui…Tirai Justin verso di me prima che quel tizio lo colpisse nuovamente.

X: Bieber non finisce qui…

J: Oh non preoccuparti… 

Mi aprì lo sportello dell'auto e andammo via finalmente. Tornammo a casa sua… ci ero già andata parecchie volte, ma questa volta mi sembrava diversa, più grande, più bella, non so perché… mi accorsi che aveva una piscina, non ci avevo mai fatto caso… 

S: Hey Juss da quando hai una piscina?

J: Ehm… da sempre

S: Ecco un'altra cosa che non sapevo di te

Chissà quante altre cose non sapevo di lui, chissà quante cose mi teneva nascosto, ma non volevo pensarci, perché l'amavo e quando si ama una persona si tendono a nascondere i loro difetti. Salimmo le scale e arrivammo nella sua camera da letto, aveva il materasso ad acqua quindi mi ci tuffai sopra, nel frattempo lui ricevette una chiamata e andò in un'altra stanza. Quando finì torno in camera, chiuse la porta alle sue spalle e mi fissò. Il suo sguardo era cambiato… 

S: Juss che succede?

J: Zitta puttana 

Mi scagliò contro il muro e iniziò a baciarmi freneticamente per poi passare a letto. 

S: Juss non ora…

J: Sta zitta ti ho detto

S: Ma che hai?

J: Niente, voglio solo sbatterti. 

S: Justin…

Non mi diede il tempo di dire nient'altro che cominciò a spogliarmi e a spogliarsi… Volevo piangere, non potevo credere che stava per succedere per la seconda volta, S-E-S-S-O ecco l'unica cosa che vogliono gli uomini, ero quasi in lacrime, ma lui continuava a baciarmi, a toccarmi… volevo porre fine a tutto quello, ma non ci riuscivo proprio come successe mesi prima con quell'uomo. Eppure il giorno prima l'avevamo fatto, ma quello era amore, ora no… da un momento all'altro il suo umore era cambiato, il suo carattere era cambiato, nei suoi occhi vedevo un mostro assetato di sesso. 

J: Ora farà male, cerca di non urlare stronza. 

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PER IL PROSSIMO CAPITOLO RECENSITE…

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Capitolo 9
*** "L'amore che provo per te supera ogni cosa" ***


Era la prima volta che qualcuno ci provava, cioè a fare ciò che stava per fare lui… 

Non so cosa gli fosse preso, ma so che dipendeva da quella telefonata… 

Mi spostò lentamente gli slip, e iniziò…

Penetrò lentamente e non credevo facesse così male… nonostante i miei gemiti di dolore lui continuava. Mi dissero che quando lo si faceva si provava piacere, ma qui l'unico ad essere soddisfatto era Bieber, io provavo solo un fortissimo dolore e per poco non piangevo, così è stato per i primi 5 minuti, poi ho iniziato a provare quel piacere di cui tutti parlano. Lui continuava a spingere portandomi all'orgasmo. Ora non volevo che smettesse e neanche lui ci riusciva. Continuammo per un bel po', poi decise di smetterla. Si risistemò il suo amato "jerry", ma lo sentivo ancora pulsare per l'eccitazione dietro di me, poi si allontanò, scese dal letto senza proferire parole e si rivestì. Lo stesso feci io. 

J: Ora puoi andare, ho da fare.

S: Ehm? Cosa, scusa? 

J: Ho finito per oggi, puoi andartene. 

S: Bieber mi usi solo per i tuoi giochi erotici? 

J: Probabile. 

Lo scaraventai verso il muro per dargli uno schiaffo, non sapevo di possedere tutta questa forza, ma lui prese i miei polsi e mi intrecciò le sue braccia unite alle mie intorno al mio corpo, mi strinse a se e mi bacio. Ecco che cambiava di nuovo e si ritrasformava nel Juss che conoscevo io. 

S: Drew, cazzo ti succede? 

J:Non posso più baciarti? 

S: No Justin, è una cosa seria, sei strano, fino a 5 minuti fa mi hai costretto a farlo contro la mia volontà, mi hai trattato di merda…

J: Senti ora ti ho detto di andare… 

S: No Bieber, devi prima spiegarmi cos'hai 

J: Sunshine vattene, ora. 

Ecco che ricominciava… aprì un cassetto e inghiottì senz'acqua delle pillole. 

S: Justin cazzo sono quelle? 

Esitò prima di rispondere, aspettò di calmarsi e incominciò a parlare. 

J: Sun, io so tutto di te, ogni tuo singolo particolare, persino quando sei indisposta, so della tua famiglia, so dei tuoi problemi a scuola e so anche dei tuoi tagli, invece di me sai pochissimo. Quindi ho deciso di svelarti pian piano tutto di me… Il mio carattere, beh non fidarti di me, da un momento all'altro posso diventare un mostro, e Sun è anche per questo che volevo allontanarti da me. Sun è difficile trovare il coraggio di parlarne con qualcuno, gli unici a sapere di questa cosa erano i miei genitori. *Scoppiò in lacrime, e non l'avevo mai visto piangere* 

S: Hey amore, non piangere, ti fidi di me, giusto? 

J: Cecamente. 

S: Bene, comincia. 

J: Sunshine, sono malato, sono bipolare. 

S: Justin…*lo stinsi forte*  supereremo anche questo, abbiamo superato tanto insieme. 

J: Sun tu non capisci, potrei ucciderti… 

S: Su via Justin, non esageriamo, molti sono bipolari e continuano a vivere tra la gente normale. 

J: No Sun, c'è tanto altro che non sai di me… 

S: Voglio conoscere tutto di te. 

J: Sai fumo e non solo sigarette, mi drogo, spaccio, so che è sbagliato ma ormai ci sono dentro, non ne riesco ad uscire, e soprattutto sono un assassino. 

S: Justin, l'amore che provo per te supera ogni cosa. 

J: No Selena…mmmh Sun. Pochi giorni fa ne ho ucciso un altro… no so cosa mi prenda quando mi fanno assumere quella droga, non lo so, ora devo nascondermi e sperare che la polizia non scopra nulla, non voglio trascinarti dentro, voglio che ne stia fuori e meglio che ci allontaniamo Sun. 

S: No Juss…io ti amo. 

J: Anch'io Sunny. *Bussarono il campanello* 

Bieber scese al piano inferiore ad aprire e sentii urlare "Bieber dacci tutti i soldi" scesi giù e vidi due uomini incappucciati che puntavano le pistole contro Justin, mi avvicinai verso loro e Justin mi urlò di andarmene e di scappare, ma prima che ne avessi modo uno degli uomini mi prese e mi puntò la pistola in testa gridando a Justin di dargli tutto altrimenti mi avrebbe sparata. Stavo collassando per la paura, mi ritrovavo con una pistola puntata alle tempie e Justin che cercava in qualsiasi modo di aiutarmi. Diede i suoi beni più preziosi a quei bastardi, sembrava che stavano per andarsene quando il "capo" si fermò a guardarmi… 

X: Hey hey hey… carina lei *mi prese il mento scrutandomi dall'alto al basso* 

J: Non osare neanche sfiorarla, ti ho dato quello che cercavi ora vai via… 

X: Bieber è vero che ho questa cosa qui che mi copre il viso, ma dovresti conoscermi… e poi lei…lei è così sexy *provo a toccarmi il sedere* 

J: Ti ho detto di non toccarla *si lanciò verso di lui per togliermelo di dosso ma arrivò l'altro uomo che gli puntò la pistola alla testa* 

X: Oh Bieber non osare fare un passo, ora venite con noi…

Ci portarono con loro in auto e arrivammo in un casale abbandonato vecchio e decrepito, avevano bendato Justin, io no…non so il motivo, poi si tolsero i cappucci e mi resi conto che già conoscevo uno di loro… era il tizio con cui Bieber si era preso a pugni qualche ora prima, chissà chi era e soprattutto cosa voleva. Ci legò su una sedia e ci portò in due stanze diverse. Il tizio mi si avvicinò e con aria strana incominciò a parlarmi, evidentemente si era accorto del mio terrore. 

x: Hey piccolo, non aver paura… Piacere, sono Alien. 

*silenzio*

A: Che c'è hai paura? hahhaha non preoccuparti non ti farò del male, piuttosto dovresti aver paura di quel Bieber. Su via qual'è il tuo nome?

S: S-s-sun-shine.

A:Nei sei sicura? Non lo sembri hahahaha

S: SI lo sono.

A: Sai che sei molto bella?!?

Dovevo ammettere che lo era anche lui, ma non era nulla in confronto a Justin. 

A: Le tue labbra… mi sa che devo assaporarle. *mi baciò*…

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Capitolo 10
*** "Dicono che parlare ad una persona in coma faccia bene" ***


Lo avrei volentieri preso a schiaffi, ma purtroppo avevo le mani legate così usai le gambe dandogli un calcio beh…lì dove il sole non batte. 

A: Ahhh, fanculo stronza… ma hey baci bene… 

S: Si, grazie questo lo so. 

A: Mmmh molto modesta la ragazza. 

S: Beh si dove la trovi un'altra ragazza perfetta come me? Neanche sulla luna. 

A: Bel caratterino… senti ora vado vedi restare qui in silenzio

*Annuii e andò via* 

Passarono circa 10 minuti dal momento in cui Alien era andato via e cercavo di trovar un modo per slegarmi, quando Bieber apparve in tutta la sua bellezza. 

J: Hey aspetta ti aiuto io. 

S: Juss come hai fatto…

J: http://25.media.tumblr.com/tumblr_m9gh77D5Tq1rdqvdyo1_500.gif  I'm BIEBER baby… 

S: -.- " 

J: Hahahah su Sun scappiamo prima che tornino quei due… 

Cominciammo ad uscire da quel casale e ci rendemmo conto che non sapevamo dove ci trovassimo quando vedemmo Alien che stava tornando. Juss mi prese la mano e cominciammo a correre con Alien che prese a seguirci. Continuavamo a correre senza sapere dove andare quando Bieber girò in una specie di scorciatoia. 

S: Juss dove stiamo andando?

J: Sun fidati, conosco queste zone. Ora non potremmo più tornare a casa mia, non potremmo più restare a Londra, dobbiamo partire…

S: Juss ma dove andremo? E soprattutto Dems è ancora in hotel… 

J: Sunshine non so dove andremo, l'unica cosa sicura è che sarà lontano da qui e anche dall'Italia, che dirti se vuoi puoi andare con Dems, partire e tornare a casa e beh non ci rivedremo più… 

S: Oh no Justin, io non ti lascio. 

J: Sun, ma ricorda una volta entrata dentro non potrai più uscire. 

S: Se entrare equivale a star sempre con te allora beh che aspettiamo…entriamo. 

*mi baciò* 

J: Sun questa notte la trascorreremo nel tuo hotel, perché il primo posto che Alien controllerà sarà casa mia, poi passerà all'hotel, quindi trascorreremo solo questa notte lì, saluterai Dems che tornerà a casa e avviserà tua madre e dopodiché andremo via. 

S: Juss ma… Alien cosa ha contro di te?

J: E' una storia lunga… un tempo lui era un mio grande amico, ma poi un giorno lui ha deciso di far del male a chiunque… Sun anch'io sono un assassino, ma non uccido e non derubo chiunque, lui si, anche gli innocenti, ha scelto quella strada e ora vuole uccidere anche me, ma sa che per farmi soffrire, uccidere me non basta, per questo vuole arrivare a te. Ma non deve osare neanche sfiorarti con un fiore… giuro che lo uccido. 

S: Ti Amo… 

J: Anche io. 

Tornammo all'hotel dove Dems non c'era… provai a chiamarla ripetutamente senza ricevere alcuna risposta… cominciai ad allarmarmi nonostante Justin mi rassicurasse. Avvertii la polizia che mi disse di non preoccuparmi e che mi avrebbero fatto sapere, accesi la TV quando vidi Dems… era in televisione. Era accasciata per terra con tantissime persone che la circondavano, era ricoperta di sangue… non poteva essere capitato a lei… era stata investita da un bastardo ubriaco alla guida e la stavano portando all'ospedale principale di Londra così mi diressi di corsa lì con Justin. 

Dopo circa 10 minuti arrivai da Dems, parlai con i medici che mi dissero che si trovava in coma e che sarei potuta stare con lei solo per poco tempo, così corsi nella sua stanza per poter star più tempo con lei… e poi la vidi. Era lì in quel letto con dei fili attaccati al corpo ed una macchina che continuava a fare "bip", mi sedetti vicino a lei e le presi la mano… cominciai a parlarle di tutti i momenti belli e brutti che avevamo trascorso insieme fin dalla nostra infanzia, dicono che parlare alle persone in coma faccia bene, così ci provai. Le parlai per ben mezzora fin quando quel continuo bip non diventò un rumore assillante e quasi mi scoppiava la testa, avevo gli occhi ricolmi di lacrime e ormai tutto il trucco sciolto, Justin era lì che mi guardava impotente e non sapevamo cosa fare, ora non saremmo più potuti partire e soprattuto non sapevamo se Dems si sarebbe svegliata dal coma. 

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Recensite per il prossimo... scusate se è troppo corto, mi farò perdonare nel prossimo. 

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Capitolo 11
*** "Salti tu, salto io" ***


Il medico entrò in stanza e mi disse che era ora di andare, non potevo rimanere lì con Dems, ma io non volevo, non potevo lasciare Dems lì e girovagare per la città sperando che Alien non ci avrebbe trovati, ma non potevamo neanche scappare e rimanere Dems in ospedale. Provai a supplicare il medico per rimanere, lui mi scaraventò fuori e Juss mi convinse ad uscire dall'ospedale. 

S: Justin non possiamo lasciare lì Dems.

J: Sun lo so.

S: E perché stiamo uscendo da qui? Dove andiamo? 

J: Sun non possiamo rimanere in ospedale e non possiamo rimanere qui fuori. Presto Alien ci rintraccerà ed… è meglio che prendi questa, nascondila sotto alla felpa, fa in modo che non la trovi nessuno. 

S: Justin ma è una pistola? E' vera?

J: Si, fa attenzione! 

S: Bieber non siamo assassini. 

J: No, infatti siamo inseguiti da assassini, credimi ci serviranno. 

S: Bieber io non ucciderò nessuno. 

J: Gomez sei ancora in tempo per andartene via da qui, non ci vedremo più, ma se decidi di rimanere dovrai usarle e anche spesso. 

S: Justin… 

J: Sunshine… 

S: Dammi quella cosa… 

J: Questa è la mia ragazza. 

S: Ricordi "salti tu, salto io? "

J: Titanic? 

S:Si, è così anche per noi. 

J: Ti amo piccola. 

S: Anche io, ma Bieber lasceremo davvero Dems qui? 

J: Sun siamo in tema Titanic quindi "Ti fidi di me?" 

S: Oh certo Jack… hahaha Juss. 

J: Bene, allora seguimi. 

Così feci. Uscimmo dall'ospedale e ci dirigemmo nel retro di esso. Ci ritrovammo difronte un cancello in ferro con estremità a forma di lancia, grigio e oro, con l'aiuto di Juss scavalcammo quel cancello e ci intrufolammo nella porta che si trovava sul retro e che conduceva ai reparti riservati ai pazienti più gravi, quelli con malattie più pericolose, passato quel reparto saremmo arrivati alla camera di Dems. 

Camminando con cautela ci dirigemmo lungo questo corridoio. Justin camminava a pochi passi di distanza da me, lui era quello che dirigeva e io lo seguivo. Percorrendo il reparto mi accorsi di quanti bambini ci fossero, non immaginavo ci fossero così tante piccole creature innocenti che erano state colpite da queste gravi malattie, come leucemia, cancro e SLA… volevo in qualche modo aiutarli ma mi sentivo impotente, quasi piangevo pensando a quanto fossi stata fortunata io e a quante volte mi fossi lamentata per cose da niente quando invece c'è chi sta molto peggio di me come questi bimbi e nonostante tutto continuano ad avere quel sorriso splendido sulle labbra, non so davvero come facciano. Anche il viso di Justin, che si comportava sempre da duro, a veder quei visini angelici quasi si commuoveva. Tra tutti questi bambini mi colpì una bimba all'apparenza molto piccola. Si chiamava Hana, a vederla sembrava esser molto piccola, ma in realtà aveva 13 anni. Hana soffre di una malattia genetica letale chiamata progeria, una rara malattia genetica che fa crescere i bambini più velocemente del solito quasi di 8-10 volte. Questa bimba aveva qualcosa di diverso, qualcosa che mi legava a lei, non sapevo cosa fosse, ma in quel momento non potevo stare lì con lei, così mi regalò un braccialetto e le promisi che presto, appena avrei potuto, sarei tornata a trovarla. Passato quel reparto vidi la stanza di Dems e mi ci catapultai all'interno, lo stesso fece Juss e chiuse, per bene e senza far rumore, la porta alle sue spalle. Dems era ancora lì nel suo letto d'ospedale, lei non doveva trovarsi lì, ora lei doveva essere a casa da sua madre in Italia, io e Juss dovevamo essere partiti per un posto sconosciuto e boh, ovunque dovevamo trovarci tranne che in quella camera d'ospedale. Presi una sedia e mi sedetti accanto a Dems, anche Justin lo fece, mi prese la mano e poi anche quella di Dems. Incominciai a pregare, a cercare aiuto da qualcuno che mi stava guardando dall'alto. Poi pensai a mio padre e cominciai a parlargli ad alta voce facendo si che anche Justin potesse sentirmi. Cominciai a salutarlo e a ringraziarlo per ciò che aveva fatto quando era ancora con me e per quello che stava facendo proteggendomi dall'alto. Poi proseguii parlandogli di Dems, lui l'aveva conosciuta e la trattava come una figlia, gli chiesi di vegliare su di lei e far sì che si risvegliasse dal coma, poi pensai ad Hana e feci una preghiera anche per lei e tutti quei bambini affetti di gravi malattie, richiesi quasi disperatamente a mio padre di aiutarmi a farli guarire e appena finii la mia "supplica" sentii la mano di Dems muoversi sotto la mia e quella di Justin. Guardai in viso la mia migliore amica e lentamente lei aprì gli occhi. Non potevo crederci, le mie preghiere avevano funzionato, sapevo che potevo sempre contare in Dio e su mio padre, forse loro erano le uniche persone che non mi avrebbero abbandonato mai. Appena mi resi conto che Dems si stava risvegliando saltai in piedi corsi verso la porta la spalancai e urlai al primo medico che era in corridoio che Dems si era risvegliata, questo entrò a verificare e mi disse che presto lei sarebbe potuta uscire da lì. Mi sentivo alle stelle, anche Juss era felice, Dems un po' stordita e ancora non aveva realizzato cosa le fosse accaduto, le spiegai tutto e mi disse di ricordare solo che si trovava in strada e all'improvviso un forte bagliore e poi più nulla. Finalmente ora le cose si stavano aggiustando e appena Dems sarebbe uscita da lì l'avremmo riportata in Italia e poi saremmo partiti per non so dove. Passarono alcune ore e fecero uscire Dems dall'ospedale, andammo in aeroporto e prendemmo il primo volo per l'Italia disponibile. Dopo qualche ora atterrammo e accompagnammo Dems dalla madre, entusiasta di riveder la figlia sana e salva. Poi io e Juss andammo da mia madre, lì sarebbe stata dura spiegarle tutto e convincerla a farmi partire. 

Bussai alla porta di casa e lei mi aprì. 

M: Sun cosa ci fai qui? Non dovresti essere a Londra? Ciao Justin da quanto tempo che non ti vedo, ma cosa ci fate qui? 

J: Salve signora è una storia lunga che le racconteremo una volta accomodatici in cucina. 

M: Certo entrate. 

*Entrammo e ci sedemmo* 

S: Allora inizio io… *feci una breve pausa* 

Sai mamma a Londra sono successe varie cose, Dems è stata investita e fino a qualche ora fa era ancora in coma, ora è sana e salva fortunatamente e l'abbiamo riaccompagnata dalla madre, poi io e Justin avremmo deciso di vivere insieme. 

M: EH? Cosa? Ma non siete troppo giovani? 

S: Si mamma, ma ci amiamo. 

M: Si beh, avrete un'appartamento qui? 

S: No mamma. 

M: Sunshine non dirmi che vivrete a Londra. 

S: No mamma penso che vivremo più lontano. 

M: SELENA MARIE GOMEZ ma ti sei fumata il cervello? 

J: Lo so signora, le sembrerà strano ma è per il bene di sua figlia. 

M: Justin seriamente non ti capisco, il bene di mia figlia? Cosa sta succedendo. 

J: Sun credo che dovremmo raccontarle tutto. 

S: *io non volevo dirglielo, perché conoscevo mia madre ma ormai il guaio era stato fatto* ok raccontale tutto tu. 

J: Allora *sospirò* c'è… come dire un… pazzo? Si un pazzo, che… vuole uccidermi…ma questo non gli basta. 

M: JUSTIN! Questi sono problemi tuoi, lascia mia figlia fuori. 

J: Signora vostra figlia ed io ci amiamo e ormai questo pazzo se non andiamo via da qui ucciderà anche Sun e ne io e ne lei, signora, vogliamo che succeda qualcosa del genere a Sun. 

M: Justin vattene immediatamente via da questa casa, non farti più vedere, sta alla larga da mia figlia! 

S: Mamma tu non capisci, io amo Justin, ormai ci sono dentro e voglio proseguire la mia vita con lui. 

M: SUNSHINE non capisci, vattene in camera tua e non osare uscire da lì… e tu Bieber non farti più vedere. 

Sapevo che si sarebbe concluso così e piangendo entrai in camera mia chiusi la porta a chiave,  presi il telefono e scrissi a Justin. "Aspettami sotto la mia finestra, vengo con te". Poi presi carta e penna e decisi di lasciare un biglietto a mia madre: "Cara mamma, grazie per esserci sempre stata, per avermi cresciuta da sola e per avermi dato tutto ciò che desideravo, ora è un momento difficile della mia vita, conosco Justin da piccoli e l'ho sempre amato ed ora ho scoperto che il mio amore è corrisposto, devi sapere che Justin è malato ed è solo, ha bisogno d'aiuto e solo partendo con lui potrò aiutarlo. So che partendo non sarò la figlia migliore, so che trascorrerai ore ed ore in lacrime, ma non preoccuparti per me, non cercarmi, mi farò sentire io, lascerò qui il mio cellulare e appena potrò ti chiamerò dal luogo in cui andrò a vivere. Ora la mia vita sta totalmente cambiando, ma non voglio lasciarti sola. Quando ero a Londra ho conosciuto una bimba con una malattia genetica molto grave, questa si chiama Hana ed è in cerca di una famiglia che le voglia bene, le ho promesso come sto facendo con te, che sarei tornata da lei, non so se potrò quindi ti chiedo di andare lì da lei e so che lo farai. Adottala, quando tornerò, se ci riuscirò, voglio vedervi felici insieme. Ti amo, la tua piccola, che ormai non è poi più così piccola… Sunshine." 

Lasciai attaccato alla porta questo biglietto e scesi dalla finestra dove Justin già mi aspettava. Tornammo in aeroporto e partimmo con nuova destinazione: AUSTRALIA. 

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Capitolo 12
*** Tutto non può finire così. ***


Arrivati in Australia,presi la mano di Justin e andammo in cerca di un posto dove stare.

S:Juss dove potremmo stare?

J:Ci sono stato pochi anni fa qui,conosco una piccola casa abbandonata andiamo li.

Rimasi a pensare a quanto la mia vita fosse cambiata ma mi andava bene così lo amavo e lo seguirei anche all’inferno...Mentre riflettevo mi accorsi che ero rimasta immobile con lo sguardo perso nel vuoto mentre Justin mi chiamava

J:Sun andiamo,forza sbrigati

S:Arrivo,andiamo

J:tutto bene?

S:sisi forza andiamo che fa freddo

Mentre camminavamo il silenzio regnava fra di noi,non sapevamo cosa dire ad un tratto vidi da lontano una casetta piccola fatta di legno credo sia questa..

J:Eccola non è molto lussuosa ma 

lo interruppi prima che potesse continuare

S:E’ perfetta va bene. Lui sorrise era una delle poche volte che forse lo vedevo così,felice sorridente..

Entrammo era una casetta carina,con un piccolo bagno,una cucina,un salotto e una camera con letto matrimoniale..aspetta questo vuol dire che avremmo dormito insieme 

J:Andiamo a dormire è tardi 

S:Ce-certo 

J:Che succede?

S:niente ma dovremmo dormire insieme?

J:Dormire?ahahha io pensavo di fare qual cos’ altro mi disse con un sorriso malizioso

S:No,Justin sono stanca

Ma lui non mi ascoltò e  si fiondò sulle mie labbra,all’inizio ricambiai il bacio ma poi lo allontanai

S:buonanotte

J:Fanculo disse cominciando ad andare verso il salotto

S:dove vai?

J:a dormire sul divano

S:juss dai vieni mi avvicinai a lui e mi misi vicino a lui appoggiando la testa sul suo petto

S:Ti amo Juss

J:Anche io ora dormiamo.

Durante la notte sentì uno strano rumore svegliai Justin

S:Juss ho sentito un botto

J:Sun dormi è tardi sarà stato il vento

Sentì di nuovo lo stesso rumore e questa volta anche Justin

J:Aspetta qui

S:No vengo con te non ti lascio solo

Sorrise e scosse la testa per poi andare alla porta,aprì la porta non c’era nessuno ma il vento era fortissimo,Justin usci fuori e lo vidi con un espressione preoccupata in faccia

S:Justin che succede? 

J:C’è un tornado che sta venendo dalla nostra parte…

nella nostra direzione* 

S: Justin non è solo un tornado, guarda lì… 

Gli indicai una grossa onda anomala che si stava innalzando sempre di più verso di noi… 

J: Oh mio Dio Sun, scappiamo! 

Iniziammo a correre a più non posso e mi ricordò quando eravamo inseguiti da Alien, anche lì eravamo sul punto di morire, ma ora era di verso, per quanto potevamo correre non avevamo scampo. Poco dopo il tornado si sposto verso un'altra direzione, non ci aveva colpito, ma avevamo ancora lo tsunami che ci perseguitava. Ed ecco che ci travolse… io e Justin eravamo mano nella mano cercando di sopravvivere, non riuscivo a capire più nulla, era un saliscendi nell'acqua, non avevo mai bevuto tutta quell'acqua in tutta la mia vita, ma fortunatamente pochi anni prima avevo praticato un corso di nuoto e me la cavavo. Ad un certo punto sentii la mano di Justin sfilarsi dalla mia e mi venne spontaneo urlare il suo nome… ma non ricevetti risposta. Continuai a nuotare e riuscii ad aggrapparmi ad un tronco d'albero. Non vedevo più Justin, non riuscivo a capire dove fosse, provai a cercarlo con lo sguardo ma nulla… finalmente l'acqua si calmò… Mi guardai in torno, ma non c'era nulla oltre alla disperazione totale: case distrutte, corpi di persone senza vita e altre che piangevano i loro cari che non ce l'avevano fatta. Cercai Justin, ma non c'era, non riuscivo a trovarlo da nessuna parte e poi eccolo lì, per terra, senza forze. 

S: Jusssss *urlai* 

J: Hey piccola *disse con voce tremolante* 

S: Come stai? 

J: Sai credo di non farcela… 

S: Cosa? 

J: Si Sun, scappa via di qui appena puoi, torna in Italia e nasconditi da Alien. 

S: No Juss non puoi lasciarmi *dissi in lacrime* 

J: Ci riuscirai Sun… ah e ricorda anche che Ti Amo *con un filo di voce* 

Lo baciai per l'ultima volta e dopodiché lui morì… non potevo crederci, avevo perso l'amore della mia vita, non sarei sopravvissuta.. non so cosa avrei fatto, ma di certo non sarei tornata in Italia. Così feci una promessa a lui e a me stessa: "Riuscirò a riaverti con me, in un modo o nell'altro, Justin, io ci riuscirò" . 

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Fine… dato che presto partirò per le vacanze estive ho deciso di dividere la storia in stagioni e questa è la fine della prima stagione, a settembre inizierò la seconda… ma nel frattempo vi ho creato un video "trailer" che potrete vedere qui --> http://www.youtube.com/watch?v=8wp026tkv0I

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Capitolo 13
*** Erasing death. ***


SECONDA STAGIONE.

RIEPILOGO: Lei è Selena, per gli amici Sunshine, una ragazza qualunque con molti problemi, i genitori divorziarono quando era piccolissima, il padre si ammalò e morì e lei si ritrovò a vivere in condizioni disagiate con la madre. Lei come tutti gli adolescenti era innamorata; Justin, questo era il suo nome, lo conosceva da tempo e nonostante vivesse a chilometri di distanza da lei e avesse 5 anni in più, lei ne era sempre stata follemente innamorata, ed era grazie a lui e alla sua migliore amica Dems che aveva superato i suoi problemi di autolesionismo. Ma non è finita qui, Sun, per poter aiutare sua madre e per poter pagarsi il viaggio a Londra per rivedere il suo Juss, decide di andare alla ricerca di un lavoro, e lo trova, anche sua madre viene assunta, sembrava che le cose stessero andando meglio, ma a causa di uno scambio di turni di lavoro, Sun viene violentata. Ma sempre grazie all'aiuto di Dems e Juss riesce a superare anche questo. Poi arrivò l'estate, era giunta l'ora di partire per Londra, dove scopre che Justin non era quello che sembrava e anche lui aveva dei problemi e a causa di questi, i due innamorati, sono costretti a scappare in Australia, dove un terribile uragano e uno Tsunami devastarono nuovamente la vita di Sun e purtroppo Justin non ce la fa e muore. 

 

-13° capitolo. 

Eccomi qui, in un luogo dove non conosco niente e nessuno, dove la mia "casa" è stata distrutta dallo Tsunami, il mio ragazzo, il motivo per cui mi trovo qui, è morto sempre a causa di questo fottutissimo Tsunami, non posso tornare a Londra, ne tantomeno in Italia, perché potrei essere uccisa e davvero non so cosa fare, l'unica persona che può aiutarmi e Dems, perché lei c'è sempre stata, e anche ora che ho fatto questa cazzata, so che lei ci sarà, così provo a chiamarla. 

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D: Pronto!?!

S: Hey Dems, sono io, Sun, so che probabilmente sarai arrabbiata, perché ti ho lasciata lì in Italia e sono partita per l'Australia con Justin, ma ora ho veramente bisogno di te. 

D: Sun… perché dovrei essere arrabbiata? Sei solo innamorata, e sai che io ci sarò sempre per te. 

S: Lo sapevo, non immagini quanto ti voglia bene. E' una cosa complicata da dire *con le lacrime agli occhi* sai, Justin… *scoppia a piangere*, scusa Dems, non ci riesco. 

D: Hey Sun, non dirmi che quello stronzo ti ha lasciata, giuro che lo ammazzo. 

S: No Dems, peggio, Justin…Justin è morto.

D: Cosa? Come? E' morto?

S: Già *ancora piangendo* lo Tsunami l'ha ucciso, ieri. Ma io non ho intenzione di arrendermi, lo riavrò indietro, non so come, ma lui non doveva morire. 

D: Sun, cos'hai in mente. 

S: Non lo so, ma ho sentito parlare di persone che ritornano in vita. 

D: *scoppia a ridere* Selena Marie Gomez ma ti si è fuso il cervello? Non esistono queste cose. 

S: Si Dems, qui si, ho fatto delle ricerche, mi sono informata, tra qualche ora incontrerò un'anziana del paese in cui mi trovo, che a quanto pare ci sa fare coi morti. 

D: Tutte follie, Sun appena posso ti raggiungo lì, stai impazzendo. 

S: Grazie per la molta fiducia che hai in me, davvero, credevo potessi aiutarmi, invece mi stai dando della pazza. 

D: No Sun, non ti sto dando della pazza sto solo dicendo che è una cosa impossibile riportarlo in vita.

S: Ma va al diavolo. *stacca* 

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E anche la mia migliore amica, che era quella che doveva sollevarmi il morale, mi uccideva con le sue parole. Ma non m'importa di ciò che pensa, sarei andata comunque da quella signora, avrei provato di tutto pur di riavere Justin qui con me. 

*Dopo due ore circa* 

Mi diressi verso la periferia del paese, in una piccola strada di campagna, abbastanza isolata, con qualche animale che sbucava ogni tanto, a dirla tutta era abbastanza inquietante, ma non avevo paura, rivolevo solo il mio Juss indietro. Sulla sinistra c'era un piccolo vicolo ceco, con in fondo una grande villa, con un enorme giardino che la precedeva, aprii il cancello e incominciai a camminare lungo il viale alberato che portava all'entrata dell'abitazione. Bussai all'immensa porta in legno, stile antico, quelle che per bussare si utilizzano delle grandi maniglie in ferro, e poco dopo una vecchietta dall'aria innocente mi aprì. 

x: Salve cara, tu dovresti essere Sunshine, sapevo che presto saresti arrivata, io sono Cuzia, antica cartomante del paese, benvenuta. 

S: Ehm… grazie. 

C: Ti prego accomodati e inizia a spiegarmi qual'è il tuo problema. 

S: Sono venuta a conoscenza che lei è capace di riportare in vita i morti, è vero? 

C: Oh cara, solo il Signore può fare certe cose, ma qualcosina riesco a farla anche io, su racconta. 

*le racconta tutto sulla vicenda di Justin* 

C: Mmm, forse qualcosa posso fare, mi serve solo vedere il corpo di Justin e beh ovviamente non tornerà proprio lui. 

S: Come sarebbe non tornerà proprio lui? 

C: Posso riportare in vita la sua anima, ma non il suo corpo, per questo ho bisogno di vederlo e provare a richiamare la sua anima, se è ancora qui sulla terra, cercherà un altro corpo e si impadronirà di quello, ma non posso dirti chi o cosa diventerà e ne tantomeno se riuscirà a tornare, ma proviamoci e al più presto, su portami da lui. 

S:Andiamo. 

*Si diressero dove si trovava il corpo di Justin* 

L'anziana cartomante si accovacciò su di esso e incominciò a circondarlo di candele, 5 candele: La prima era gialla e rappresentava l'aria, la seconda era rossa e rappresentava il fuoco, la terza azzurra e rappresentava l'acqua, la quarta verde e rappresentava la terra e infine l'ultima viola e rappresentava lo spirito. Iniziò a dire qualche frase in lingua Cherokee, e a profumare l'aria con della lavanda… poi mi guardo e disse "Ora l'anima del ragazzo vaga tra noi, prega con me che riesca a trovare un corpo e ritorni in vita" così ripetei contemporaneamente a lei la preghiera sempre in Cherokee, dopodiché Cuzia spense le candele. 

C: Andiamo Sunshine, ora devi solo aspettare e riconoscere Justin. 

S: Ci riuscirò. 

C: Lo spero tanto. 

Tornai in quello che rimaneva della mia casa nella speranza di vedere Justin venirmi in contro, ma nulla, entrai, misi il pigiama, spensi la luce e andai a riposare, certa che sarei riuscita a ritrovare il mio Justin. 

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Che ne pensate di questa svolta della vicenda? Recensite.

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Capitolo 14
*** Home Sweet Home. ***


*Dopo due mesi*

Erano le 6:30 del mattino circa, quando squillo il mio cellulare. Era strano che a quell'ora mi telefonasse qualcuno: mia madre non si faceva più sentire ormai, probabilmente perché arrabbiata con me, con Dems avevo litigato e non avevo avuto modo di riappacificarmi, quindi non sapevo chi potesse essere. Lessi sullo schermo del cellulare ed era un numero che non avevo salvato in rubrica, non avevo voglia di rispondere, ero ancora completamente addormentata, ma lo feci. 

 

S: Pronto?!? 

X: Sunshine, cara, finalmente hai risposto, sono Cuzia.

S: Ah buongiorno Cuzia (era solo lei, la cartomante e pur sempre un'anziana con la stessa mania di svegliarsi presto come qualsiasi altra persona di una certa età), no aspetta, Cuzia? Lei come ha il mio numero? 

C: Cara, ricordi? Sono una cartomante, so tutto. 

S: Già (sapeva tutto e poi non sapeva dirmi se Justin sarebbe tornato in vita? Mah, non la capivo proprio), e come mai mi ha chiamata così d'urgenza, così presto? 

C: Ti ho trovato una casa! Ci vediamo alle 8:00 a casa mia.

S: Come una casa? (solo all'idea di andare a vivere in una casa dall'aspetto tetro e pauroso, così isolata da tutto e da tutti, mi metteva i brividi) 

C: Si, sai dove poter andare a vivere, dato che quella in cui stai non si può definire un'ottima abitazione e non preoccuparti, non è come casa mia o "tetra" come la definisci tu. 

S: Eh? Cosa? Tetra? Io non ho detto nulla.

C: Lo so cara, lo so. 

*staccò* 

Ecco ci mancava solo una cartomante nella mia vita, che poi più che cartomante a mio parere era una strega, come poteva leggere nel mio pensiero? Non so, ma una volta riavuto Justin cercherò di non avere più a che fare con lei. Nonostante sia di un aspetto dolce, e si comporti come una nonna per me, avevo timore di lei, era inquietante. 

 

Ore 8:00.

Eccomi di nuovo a percorrere la strada di campagna che portava alla casa di Cuzia, odiavo percorrere quella strada, ma dovevo. Arrivata all'ingresso alberato, trovai Cuzia ad aspettarmi. Ora aveva un'aspetto diverso da come l'avevo vista la prima volta, non sembrava più un'anziana vecchietta, non indossava più cose da "vecchi", era ben vestita, molto elegante, con un abito lungo nero con dei richiami in oro, lo stesso oro delle scarpe e della piccola borsa. Io invece indossavo dei semplici shorts, una canotta semplice e le mie amate converse. 

C: Sun, su andiamo che è tardi, abbiamo un colloquio con il venditore della casa, che te la farà visitare e se è di tuo gradimento la compreremo. 

S: Oh Cuzia, ma io non ho soldi, sono felice che lei si sia interessata per me, ma non so come comprarla. 

C: Non preoccuparti, ci penserò io a questo, su andiamo. 

S: Ma…mi guardi, il mio abbigliamento non è adatto, non posso venire. 

C: Per prima cosa smettila di darmi del lei, mi fa sentire vecchia, seconda cosa sei bellissima anche così, ma seguimi. 

S: Va bene *la seguii* 

Mi portò nella sua camera dalle dimensioni enormi, aprì l'armadio e ne tirò fuori uno scatolone ben conservato. 

C: Non è modernissimo, ma dovrebbe andar bene e dovrebbe essere della tua taglia. 

Aprii la scatola ed ecco un bellissimo abito, non molto lungo, in velo con delle sfumature viola, una scollatura a "V", le maniche a pipistrello, poi si stringeva in vita per ritornare ad essere largo appena sotto. Accanto al vestito c'erano dei lunghissimi orecchini argentati perfettamente in tono con l'abito, che dire era tutto perfetto. Corsi ad indossarlo e ci dirigemmo al colloquio. 

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Arrivammo in centro ed ecco una piccola villetta a schiera con del giardino che affiancava il viottolo d'entrata, all'interno era composta da un bagno, un salone e una cucina molto ampi e una piccola scala in legno che portava al piano superiore composto da due camere da letto e anche qui un bagno leggermente più piccolo di quello posto al piano inferiore. Da una delle camere, nonostante fossimo in centro, si riusciva a scorgere, dall'ampio balcone, il mare, era mozzafiato.

C: Allora?

S: Allora? Magnifico…

C: Si compra?

S: M-m-ma okkei. 

C: Perfetto, allora prepara tutte le tue cose che ti trasferisci. 

S: Grazie Cuzia, grazie mille. 

C: E di che piccola. Intanto vieni con me, voglio farti conoscere i vicini. 

S: Certo.

Ci dirigemmo verso la casa sulla destra della mia e Cuzia bussò. Ad aprire fu una ragazza un po' assonnata, della mia età all'incirca o forse uno o due anni in più, era molto carina, capelli lunghissimi, biondi e lisci, abbastanza alta, fisico perfetto e all'apparenza molto dolce. 

X: Oh ciao Cuzia, sei tu, quanto mi sei mancata *strinse Cuzia in un forte abbraccio* 

C: Buongiorno Veronica, scusa se ti ho svegliata, volevo solo presentarti la tua nuova vicina di casa. 

V: Cuzia, ma scherzi? Mi ha fatto piacere vederti. // Ciao io sono Veronica *porgendomi la mano* 

S: Ehm…Sunshine, ma puoi chiamarmi Sun, piacere di conoscerti. 

V: Piacere mio. 

C: Veronica ora io dovrei andare, che ne dici di presentare Francisco (il quale abitava alla destra della mia casa) a Sunshine? 

V: Ma certo :) Vieni Sun andiamo. 

Appena ci fummo allontanate da Cuzia abbastanza che lei non ci sentisse, Veronica con fare sgarbato e modi poco simpatici mi disse di stare alla larga da Francisco, poi me lo presentò e aveva proprio ragione a dirmi di stargli alla larga, era un figo assurdo, con un carattere di merda, ma quando mi vide sussultò, come se gli avessi ricordato qualcuno, fatto sta che a me ricordava molto Justin e il suo carattere, ma mi ripromisi che non mi sarei innamorata di lui, non potevo fare questo a Justin e nonostante fossero passati due mesi dalla sua morte continuavo a sperare che lui sarebbe tornato. 

 

Francisco Pov.

Ormai sono due mesi che vivo qui, due mesi che sono intrappolato in questo corpo, due mesi che sono morto, due mesi che cerco di ritrovare Sun e farle capire che sono io, il suo justin, ma c'è questa fottuta maledizione che me lo vieta e solo lei può capire che sono io, non posso dirle niente e quando inizio a farmi una vita, conoscendo nuove persone, frequentando veronica, eccola lì che me la ritrovo all'uscio della mia porta, bellissima come sempre, potrei farla innamorare un'altra volta anche senza dirle che sono justin, ma non riuscirei a nasconderle tutto, e poi morirei di nuovo, la cosa giusta da fare è far finta di nulla, far finta che lei non esista, far in modo che anche lei si faccia una nuova vita e si dimentichi di me… o meglio Justin. Ora io sono Francisco Walker, 24enne australiano, con due genitori magnifici, una casa magnifica, sfondato di soldi e una vita meravigliosa, altro che Justin, non capisco proprio come il vero Francisco si sia suicidato, ma meglio per me, dopotutto se non si fosse ucciso non avrei trovato nessun corpo di cui appropriarmi. L'unica persona che sa di tutto ciò è quella vecchia che mi ha riportato in vita, ma anche lei non può dire nulla se non vuole farmi morire. L'unica cosa positiva è che ora non sono più perseguitato per tutto ciò che ho fatto nella mia vita precedente, finalmente posso ricominciare da capo. 

 

Veronica Pov

E ora ci mancava solo questa tizia come vicina di casa, purtroppo è bellissima e non posso negare il modo in cui la guardava Francisco, ma lei non riuscirà a rubarmelo, sono quasi due mesi che stiamo insieme, prima oltre alla sua bellezza non avevo notato nulla di che, ma ora… il suo carattere scontroso ma anche dolce è incredibilmente perfetto, non posso lasciarlo andare così. Lei non ha dimostrato interesse per lui e ne sono felice, ma non voglio sempre essere la ruota di scorta, voglio essere la prima scelta, quella senza il quale non si può vivere e lei non l'avrà vinta. 

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Capitolo 15
*** Red Roses. ***


Sunshine Pov'

Amavo vivere in quella casa, tutto era perfetto lì, e risvegliarsi con quella splendida vista era mozzafiato. Con Veronica avevo stretto un ottima amicizia, inizialmente sembrava molto scorbutica, una di quelle ragazze con la "puzza sotto il naso", in realtà avevo capito che l'unica cosa che le interessava era che non mi intromettessi tra lei e Francisco e una volta stabilito questo eravamo diventate buone amiche. Lei era riuscita a conquistarlo ed erano davvero una bella coppia, mentre io cercavo di superare la morte di Justin. 

E anche quest'anno si stava avvicinando il mio compleanno, ora le uniche persone che mi restavano erano Veronica e Cuzia, non avevo più nessuno. Decisi di chiamare mia madre, era un bel po' che non la sentivo, probabilmente aspettava una mia chiamata e io non volevo perdere anche lei. Parlammo per più di un ora scusandoci a vicenda di non aver chiamato e di non esserci fatte più sentire, le raccontai delle vicende accadute, della nuova casa, di Demi, di Veronica e di Cuzia. Parlammo di quanto mi mancasse e di quanto avessi bisogno di vederla, ma non poteva venire, mi disse che non ci sarebbe stata neanche al mio compleanno e così ci congedammo. 

Trascorsi tutto il giorno sul divano alternandomi tra il guardare la televisione e guardare la home del mio Facebook, quando verso le 20:30 suona il campanello. Mi dirigo verso l'uscio d'entrata, apro la porta e mi rendo conto che è il ragazzo delle consegne del negozio di fiori del paese. 

X: Lei è Selena Gomez?

S: Si

X: Questi sono per lei.

S: No mi scusi ci deve essere un errore, non conosco nessuno che potrebbe mandarmi dei fiori. 

X: No signorina qui c'è il suo nome.

S: Ok, grazie. *andò via* 

Era un mazzo di rose rosse, questo mi fece ricordare Justin, notai che c'era un bigliettino attaccato, lo aprii e lessi che erano da parte di Francisco. Sicuramente erano delle rose per scusarsi…scusarsi del suo carattere di merda, dopotutto era il ragazzo di Veronica ora. Presi un vaso con delle decorazioni astratte di un azzurro cielo, lo riempii e misi le rose all'interno, fatto questo risuonò il campanello, aprii ed ecco Francisco, che era magnifico non potevo negarlo, ma non volevo innamorarmi di nuovo, non volevo soffrire nuovamente, ma soprattutto non volevo avere problemi con Veronica. 

F: Hei, posso entrare? 

S: Ehm, si, certo. 

F: Vedo che ti sono arrivate le rose. 

S: Si, sono stupende, grazie, ma non dovevi. 

F: Mai stupende quanto te piccola, e si, dovevo *si avvicinò, mi prese il mento e avvicinò le sue labbra alle mie, le sfiorò e si allontanò* 

S: JUSTIN! *Francisco spalancò gli occhi* 

F: SUN…

S: Scusa, non dovevi baciarmi, mi hai ricordato una persona e devi andare. 

F: No Sun aspetta, chi ti ho ricordato?

S: Il mio ex è morto a causa dello Tsunami due mesi fa e mi hai tanto ricordato lui, ma non voglio avere problemi con Veronica, ti prego di andare via. 

 

Mi baciò nuovamente, mi strinse a se e mi avvicinò al muro. Iniziammo a baciarci con foga, dalle labbra scese sul mento e poi sul collo, mi porto al divano e iniziò ad abbassarmi le spalline della canotta, volevo fermarlo, ma non ci riuscii, sembrava fossi con Justin e in pochi secondi ci ritrovammo stesi sul mio letto completamente nudi a baciarci, quando, bussarono alla porta e Francisco rivestendosi in fretta si diresse ad aprire. Era Veronica...

V: Francisco ma che fine avevi fatto? Ti ho anche chiamato al cellulare, ma non rispondevi. 

F: Si scusa amore, si sarà scaricato.

Appena mi diressi all'entrata vidi che lui la stava baciando, improvvisamente mi sentii cedere le gambe, avevo appena fatto sesso con un ragazzo di cui a stento sapevo il nome e per di più fidanzato con una mia amica. Appena si accorsero di me si staccarono dal bacio e Veronica iniziò a chiedere come mai lui si trovasse a casa mia e con delle stronzate assurde riuscì a cavarsela. Non ero arrabbiata con lui, mi faceva schifo, mi faceva pena, e io mi facevo più schifo di lui, dopo le esperienze che avevo avuto neanche minimamente avrei dovuto solo pensare di farlo con lui, figuriamoci farlo realmente. 

 

Francisco Pov' 

Mi mancava farlo con Sun, mi mancavano le sue labbra, cazzo se sapeva farci lei… Tra Veronica e lei non saprei chi scegliere, Le amo entrambe, sono uniche, ma Sun… lei è perfetta. Domani mi dirigerò da lei e le dirò tutto, che la maledizione vada al diavolo, non posso non farle sapere che sono io…il suo Justin

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Capitolo 16
*** Paradise Destination. ***


Sunshine Pov' 

Dal giorno della nostra "scappatella", Francisco non si era più fatto sentire, non l'avevo ne visto e ne tantomeno lui si era fatto vivo, è uno stronzo come tutti, mi ha usata e ora e tornato dalla sua amata Veronica, ma che posso farci!?! Dovevo aspettarmelo, ma qui il problema sono io, mi ci affeziono troppo in fretta alle persone, basta poco per farmi innamorare e poi se ne vanno e ci sto male… finisce sempre così. Non troverò nessuno come Justin, ormai ho perso completamente le speranze di riaverlo, non ha più senso rimanere in Australia, probabilmente tornerò in Italia e che se ne vada a fanculo James, ormai Justin è morto, non credo gli interessi più uccidermi. Bene, ecco la mia decisione, domani si parte… destinazione: paradiso (casa). 

 

Francisco/Justin Pov'

Nelle ultime due settimane non avevo avuto il coraggio di dire tutto a Sun, sono un codardo lo so, non posso farci nulla, ma so che Sun ci riuscirà, lei si accorgerà di me, ma a quel punto cosa farò? Tornerò da lei? O rimarrò con Veronica? Sun sarà disposta a perdonarmi oppure si sentirà tradita? Questo non posso saperlo, l'unica cosa che posso fare è aspettare. 

 

Il giorno dopo. 

Sun pov'

Eccomi con in mano quel biglietto che spero farà tornare la mia vita alla normalità, Canberra-Roma, circa 24h di volo, la cosa non mi eccita, ma ho davvero bisogno di tornare in Italia, di rivedere mia madre e beh… di risolvere con Dems. Tra meno di 20 minuti sarò su quell'aereo e addio alla speranza di riavere Justin, addio a Francisco, addio a Veronica e a Cuzia; si ritorna alla mia vecchia casa, alla solita città, alla solita gente e a quella solita routine di cui sento tanto la mancanza. SONO PRONTA, ADDIO AUSTRALIA. 

 

Francisco/Justin Pov' 

'SUNSHINE STA PARTENDO' ecco le parole di Cuzia arrivate troppo tardi, Sun è già andata via, non può essere… dev'essere all'aeroporto. Corro più in fretta possibile, salgo in auto e mi dirigo lì. Arrivato cerco con furia tra la folla Sun, al check-in lei non c'è, corro verso gli imbarchi e vengo immediatamente fermato dalla sicurezza che mi chiede il biglietto, cerco di passare, ma nulla… ma poi eccola che sta facendo gli ultimi controlli prima di imbarcare e un urlo improvviso parte dalla mia bocca. 

 

Sun Pov'

'SUUUUN' sento urlare il mio nome, penso di aver sentito male, ma ecco di nuovo un urlo disperato del mio nome, mi volto ed è Francisco, mi faccio spazio tra la fila per tornare indietro, corro verso di lui, le guardie lo lasciano e ci uniamo in un abbraccio subito seguito da un bacio. Non ci sono più dubbi, è il mio Juss. "Justin ti amo" sussurro. 

 

Francisco/Justin Pov' 

Cazzo, finalmente l'ha capito. "Sun, anche io ti amo" bisbiglio. Eccola lì, in lacrime, con gli occhi fissi su di me e le braccia intorno al mio collo, la cosa giusta da fare è partire, Veronica non potrà mai sostituirla, lei è perfetta, dolce, sensibile, bella e intelligente, ma… ma lei non è Sunshine. Così partiamo… 24 lunghe ore che sono sembrati secondi con lei, tutto era perfetto quando all'aeroporto c'era qualcosa di inaspettato ad aspettarci… o meglio… qualcuno. 

 

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Capitolo 17
*** THE END ***


I suoi occhi erano pieni di rabbia, era furioso… furioso di vedermi, furioso di non trovare lui, ma dopotutto non sapeva che Justin era lì, non sapeva che era morto e ora era Francisco, ma ugualmente mi si avvicinò, mi prese la manica e incominciò a trascinarmi. "FRANCISCO", urlai il suo nome cercando di farlo girare e farmi aiutare, ma nulla… James mi fiondò una mano sulla bocca, non riuscivo a parlare, non riuscivo a muovermi per la presa troppo forte, non riuscivo a respirare, ero in stato di confusione, svenni. 

Non molto dopo mi ritrovai in un auto, non una qualsiasi, ma una di quelle costosissime, una di quelle che solo in pochi possono permettersi di avere, James non era uno di quelli, ma sappiamo tutti il modo in cui riesce a procurarsi il denaro. Ancora in confusione guardai alla mia sinistra ed eccolo lì a guidare come un pazzo, sfrecciando tra le macchine e con una pistola puntata verso di me. 

James: Troia stai ferma lì e dimmi dove si trova il tuo caro amichetto. 

S: Lui… lui è morto

J: Eh? Non raccontare stronzate per difenderlo, altrimenti ci vai di mezzo tu.

S: E' morto in Australia, lui non c'è più, ma perché dovrebbe interessarti più di tanto? Cos'è che volevi da Justin? Ormai lui era uscito da quel giro, ormai lui non spacciava, non si drogava, aveva chiuso con tutto ciò. 

J: ah quindi è questo che il tuo innamorato ti aveva raccontato? Si, la droga… di certo quella non gliel'ho data io, ma il denaro, quello si… e per questo che lo cerco, i soldi indietro o la sua vita, questo era l'accordo. 

S: Te l'ho detto, è morto. 

J: E io che dovrei farci? Starmene così a guardare? Noh… so che tu hai qualcosa per ripagarmi al suo posto, non è vero piccola? *Mi squadrò* 

S: Io non ti darò proprio nulla. 

Mi si avvicinò ancora di più, ormai mi sfiorava, quando degli spari colpirono l'auto. Lo allontanai subito da me e guardai dietro di noi… Era Justin in moto, o meglio, era Francisco. Iniziò così un "corri e fuggi" tra di noi, Francisco continuava a sparare e James ricambiava, quando questo pazzo si diresse alla centrale elettrica, sfondò il cancello d'ingresso e iniziò a distruggere tutto. La centrale saltò in aria, ma noi riuscimmo ad uscirne salvi. Ormai non c'era più ombra di Francisco, era sparito… ma poi eccolo sbucare alla sinistra di James, caricò la pistola e *sbam* un colpo dritto alle tempie e James morto. La macchina si dirigeva senza controllo verso una valle, di corsa aprii la porta e mi catapultai fuori… Francisco era sparito, di nuovo… così mi rialzai e mi diressi a casa. Arrivataci alla porta trovai mia madre ad accogliermi, entusiasta di vedermi, parlammo per molto tempo di ciò che era successo, ma poverina, lei che aveva già i suoi problemi era lì ad ascoltarmi, ma questo è ovvio, è pur sempre mia madre. Nel pomeriggio mi arrivò un messaggio "Dobbiamo parlare -Francisco". Quel dobbiamo parlare non poteva che essere qualcosa di importante, qualcosa che avrebbe posto fine a tutto, qualcosa che mi avrebbe distrutto. Ero lì con la mia bici quando sento alle mie spalle un fischio, era lui… tornai indietro e lui iniziò a parlare. Era freddo, non sapevo cosa gli fosse successo ma le sue parole mi distrussero.

F: Non può andare avanti, sei già troppo in pericolo.

S: A meno che tu non mi ami più non ti lacerò andare. 

F: Non ti amo più Sun, scusami. 

Come poteva non amarmi più così all'improvviso? Questo suo comportamento mi riportò alla mente una frase di Kahlil Gibran “Il paradiso è là, dietro quella porta, ma ho perso la chiave. Forse ho solo dimenticato dove l’ho messa. ” così la dissi ad alta voce e lui mi rispose con un semplice "Io non sarò nel tuo paradiso". Così, con un enorme sorriso, gli porsi la mano, la strinsi, lo guardai negli occhi, mi voltai e continuai a camminare verso la mia strada, lasciandomi alle spalle il passato, iniziando una nuova vita… iniziando una nuova avventura, un'avventura che forse non avrà mai un lieto fine per la piccola Sunshine…
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Spero vi sia piaciuta questa fan fiction, presto ne scriverò una nuova, se avete delle idee potete scrivere alla pagina "Oh, my Gomez" e guardare i trailer di questa ff al canale youtube "selenator forever", che dire recensite con le vostre opinioni sulla stroria e grazie mille per averla letta. 

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