My Guardian Angel - Il Mio Angelo Custode

di Mattiuz93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Scelte di Vita ***
Capitolo 2: *** Nemico N. 1 ***
Capitolo 3: *** Maestro di Vita ***
Capitolo 4: *** SALVARE IL SAYAN ***
Capitolo 5: *** IL RAPIMENTO ***
Capitolo 6: *** UNA MISSIONE GRANDE COME TOKYO ***
Capitolo 7: *** SERATA “MOLTO” ROMANYTICA ***
Capitolo 8: *** K.I.D. (KUROSAKI IS DEAD) ***
Capitolo 9: *** IL FINTO PROCESSO ***
Capitolo 10: *** COLPEVOLE O NON COLPEVOLE? ***
Capitolo 11: *** PRIME NOTE ***
Capitolo 12: *** VERITA' SCIOCCANTI ***
Capitolo 13: *** 10 vs 1 ***
Capitolo 14: *** CERCARE DI SALVARE LA VITA DI QUALCUNO, MENTRE SI CERCA DI SALVARE LA PROPRIA ***
Capitolo 15: *** LA CHIAVE DEL SUCCESSO E’ USB ***
Capitolo 16: *** LA LEGGENDA DEL MONTANARO ***
Capitolo 17: *** ASSETATI DI VERITA’ ***
Capitolo 18: *** INCONTRO COL DIAVOLO, NELLA STANZA DEL DIAVOLO ***
Capitolo 19: *** CONTEMPORANEAMENTE ***
Capitolo 20: *** SARA ***
Capitolo 21: *** IL VENDITORE DI CARAMELLE ***
Capitolo 22: *** IL NUOVO ARRIVATO ***
Capitolo 23: *** TUTTO PROCEDE SECONDO I PIANI.. ***
Capitolo 24: *** I DON'T REMEMBER ***
Capitolo 25: *** UN PIANO MOLTO NERD ***
Capitolo 26: *** GRAZIE DI TUTTO ***
Capitolo 27: *** GIOCO MORTALE ***



Capitolo 1
*** Scelte di Vita ***


Ho deciso di partire da quando avevo 16 anni. Mi stavo frequentando con una ragazza e questo mi pareva strano. Fino ad allora avevo evitato storie d’amore, per via degli sfortunati eventi della mia famiglia. Sinceramente non volevo capitasse qualcosa anche a loro. Anche con i miei amici stavo molto attento. Ah.. che sbadato! Il mio nome è Kurosaki Yoshida, mentre la mia ragazza si chiama Sara K. Stiamo bene insieme, anche se ci frequentiamo da poco, devo ammettere che sa apprezzarmi per quello che sono, questo mi piace. Fino a quell’età, procedeva tutto normale. Una sera stavo tornando a casa, per arrivarci dovevo passare per il quartiere più malfamato di Tokyo, trovai un uomo mezzo sanguinante, che mi implorò di cercare aiuto. A quel punto venni colpito in testa e rapito. Al mio risveglio, mi ritrovai in un vicolo abbandonato, con un foglietto in tasca. C’era scritto  “私は目を離さないよ ovvero ti tengo d’occhio. I giorni seguenti iniziai a osservare tutto ciò che mi circondava, scrutando persone e oggetti, anche la mia ragazza mi notò più strano. Poi lessi sul giornale del ritrovamento di un cadavere: era dell’uomo che avevo visto io. Andai alla polizia a dare la mia testimonianza, mi interrogarono per circa 2 ore. Dopo quella botta in testa, vedevo le cose in maniera diversa, è come se ci fosse qualcosa dentro di me, che non sapevo spiegare, era come se la mia vita stesse per cambiare. Una volta uscit0 dalla centrale di polizia, venni contattato sul cellulare da un numero sconosciuto. Probabilmente era l’omicida. Mi disse che voleva vedermi per parlare di una cosa molto importante, mi disse anche di non farne parola con nessuno. Così su 2 piedi non sapevo che dire, ero terrorizzato, ma dovevo farmi coraggio e andare a quell’incontro. Mi disse che ci saremmo dovuti incontrare quella sera alle 22 in un bar, che io non avevo mai sentito nominare. Arrivato al punto di incontro e all’ora prestabilita, non trovai nessun bar, ma solo un uomo con una pistola puntata verso di me.
<< Normalmente un killer che viene smascherato ammazza il canarino, ma non è il tuo caso. Sento che tu hai qualcosa di speciale, un qualcosa di unico. Io quell’uomo non dovevo neanche eliminarlo, ma tu mi dissi che lo avrei fatto. Infatti mi chiamò il capo poco dopo, dicendomi di eliminarlo. Voglio sapere chi sei? Sei un nostro membro? Come facevi a sapere che lo avrei eliminato? Leggi nel futuro per caso? >>
<< Sinceramente non mi ricordo questo pezzo, comunque non lo so il motivo. So solo che dopo quella botta in testa, mi sono sentito strano e diverso. Vuoi uccidermi adesso? >>
<< Voglio che sia tu a dirmelo, sei tu che leggi nel futuro mica io! >>
<< Non lo so.. come te lo devo dire che non leggo nel futuro? >>
<< E se ti dicessi che ti sto per sparare un proiettile dritto nel cranio? >>
<< Direi che menti, perché non è ancora la mia ora di mor… ma.. io… io come faccio a saperlo? >>
<< Vedi! Te l’ho detto che tu sai leggere il futuro. Faresti molto comodo nella nostra organizzazione.. che ne diresti di entrare a farne parte? Il capo sarebbe molto contento! >>
<< Digli che non mi interessa.. ora devo andare! Puoi stare tranquillo! Non ne farò parola con nessuno. >>
Una volta andatomene, tornai a casa e mi misi a dormire. Pensai a questo potere, alle grandi cose che avrei potuto fare. Pensai che se sapevo che quella persona sarebbe morta, avrei potuto portarla via da quei criminali, magari avrebbe vissuto qualche giorno in più. Quella notte non dormii molto, ma stetti sveglio a pensare. Da una parte, non avrei comunque potuto salvare mia madre, ma mio padre si. Mi trastullavano nella testa certi pensieri, che stavano diventando quasi come un ossessione. Il giorno dopo dovevo vedermi al parco con Sara e, decisi, di non parlarle di questo, ne provare a vedere come e quando sarebbe morta, vorrei godermi i giorni con lei con un sorriso, senza pensieri maligni. Ricevetti anche richieste continue dall’organizzazione, con continue minacce, ma sapevo che erano tutte cavolate, non era ancora giunta la mia ora. Da quando avevo scoperto questo “potere”, avevo iniziato a trascurare lo studio e la scuola, concentrandomi su ciò che ero in grado di fare. Un giorno decisi di andarne a parlare con lo psicologo della scuola. Un tipo di colore, grassottello e calvo, il suo nome era John Carter.
<< Oh buongiorno Kurosaki, che ti porta qui? >>
<< Salve, vorrei parlare con lei di un sintomo, al quanto strano, che si verifica nella mia testa. >>
<< Di che si tratta? >>
<< Vedo quando la gente deve morire e come deve morire >>
<< Cavolo.. questa si che è roba forte, sei sicuro di star bene? >>
<< Credo di si.. non lo so.. >>
<< Da quando hai queste visioni? >>
<< Da settimana scorsa. Tornando a casa vidi un uomo mezzo morto, lo fissai attentamente. A quel punto la mia mente iniziò a mostrarmi una data e un’ora. Poi non ricordo più nulla. Mi sono svegliato dall’altra parte della città. >>
<< Questo è molto strano.. potresti vedere anche quando morirò io ad esempio? >>
<< Non lo so, ma potrei provarci , se lo desidera >>
<< Voglio che tu lo scopra e, quando dovrà accadere, tu faccia tutto il possibile per evitarlo >>
<< Cosa? >> A quel punto capii che dono possedevo. Potevo salvare parecchie vite, grazie al mio potere. << La ringrazio, è stato un piacere >>. Su un foglietto mi annotai la data di morte dello psicologo: sarebbe morto in un incidente, la sera del suo anniversario. Il giorno stesso andai a comprarmi un’ agenda. Avrei segnato giorno per giorno le varie morti e i vari motivi. Le parole di John mi avevano fatto capire che dovevo fare nella mia vita. Da quell’istante io, Kurosaki Yushida, decisi di diventare l’angelo custode di questa città.

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Capitolo 2
*** Nemico N. 1 ***


I nomi sulla mia agenda crescevano giorno per giorno, diventando sempre di più. Per ora, erano tutte morti lontane, ma ne scovai uno, uno che doveva morire questo weekend. La sua fine? Una mitragliata al petto. L’uomo si chiamava Tazuna Moori, era un imprenditore sull’orlo del fallimento. Aveva un grosso debito con dei tipi loschi. La sparatoria sarebbe avvenuta attorno alle 23.15. Il luogo doveva essere un magazzino abbandonato, appartenente alla ditta dell’imprenditore. Quella sera dovevo uscire con la mia tipa, ma le dissi che dovevo rimanere a casa a studiare. Dovevo trovare un modo per far si che tutto ciò non accada. Trovai la pistola che mio padre aveva quando era ancora in vita. N0n stetti li a controllare se era carica o no, la presi e andai direttamente al luogo d’incontro. Pensando che i banditi sarebbero arrivati prima, decisi di accostarmi da qualche parte lì, qualche ora prima. Erano circa le 21:30, ed ero già li. La struttura consisteva in una grossa area , dove immagazzinare scatoloni e roba varia, con una scala che portava a un piano più alto. A un certo punto entrarono 2 uomini, vestiti di nero, con il volto coperto e un’ aria familiare. Familiare perché erano ancora quei tizi. Anche se avevo quasi già rovinato, tempo fa, una festa a loro, decisi di proseguire nel mio intento. Fecero un giro di ispezione, passando anche sopra. Mi infilai in uno scatolone e stetti buono, in attesa che si allontanassero.
<< Hai controllato bene di sopra? E’ tutto a posto? >>
<< Si si, e tu? Tutto bene qua sotto? >>
<< Non ho notato nulla di strano. >>
<< Perfetto, non ci resta che aspettare il babbeo >>
Dovetti aspettare un’ altra ora, prima di dover entrare in gioco. Arrivò l’uomo, ma davanti a se c’era solo uno dei 2 uomini. In pratica, l’altro si era nascosto dietro degli scatoloni e, al momento opportuno, avrebbe sparato, uccidendo l’imprenditore.
<< Lascia pure li la valigetta, poi puoi andare, grazie >>
<< Come faccio a sapere che non c’è nessun altro nascosto e ,che non mi sparerete, appena mi volto? >>
<< Fa un po’ come vuoi, qui non c’è nessun altro, fidati! >>
A quel punto decisi di intervenire. Sparai un colpo alla cieca, per spaventare l’uomo, facendolo scappare. Il mio piano funzionò, ma trovandomi al secondo piano, finii con l’essere in trappola, senza vie di fuga, questo non l’avevo considerato.
<< Ma non avevi detto che sopra era tutto a posto? >>
<< Infatti non c’era niente quando ho controllato.. >>
<< Hai controllato anche negli scatoloni? >>
<< A quelli non ci avevo pensato.. >>
<< Razza di idiota! Hai visto che hai combinato? Scommetto che qui c’è lo zampino di Kurosaki.. Presto, andiamo a controllare!  Non deve scappare! >>
Mentre salivano, stavo pensando a un modo per fuggire. Trovai una finestra aperta, mi buttai e iniziai a c0rrere.
<< Sta scappando! E’ fuggito dalla finestra! >>
<< Stavolta non mi sfuggirà.. >>
Uno di loro prese la mira, mi sparò ad una gamba e mi ferì. Per colpa del proiettile infilzato nella gamba, rallentai di brutto il passo, ma nonostante ciò, non demordevo e continuavo a fuggire. Loro salirono in macchina e iniziarono a rincorrermi. Riuscii ad arrampicarmi su di un albero, rifugiandomi lassù per qualche minuto, in attesa che se ne andassero. Una volta allontanati scesi e, piano piano, tornai a casa, anche se con la gamba un po’ indolenzita.
<< Bip… bip… bip… Pronto capo! >>
<< Allora com’è andata? >>
<< Abbiamo i soldi, ma lui è ancora vivo.. >>
<< Come sarebbe dire è ancora vivo? >>
<< Quel ragazzo dell’altra volta è venuto e ha rovinato tutto. >>
<< Ancora lui? Dovete farlo fuori sono stato chiaro? >>
<< Si si certo.. stia pure tranquillo.. quel ragazzo sarà acqua passata tra poco >>
<< Bene.. vi saluto.. fate un buon lavoro, mi raccomando! >>

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Capitolo 3
*** Maestro di Vita ***


Nel mondo non muore una persona al giorno, ma ne muoiono molte di più. Per questo scelgo la persona più facile da salvare. Oggi doveva morire un ragazzo del mio istituto: Eric de Blanc. Veniva dalla Nuova Zelanda, aveva la mia età, ma veniva deriso e preso in giro da tutti, sarebbe morto per suicidio. Quel giorno decisi, anche se non mi andava molto, di passare del tempo con lui, cercando di risollevargli il morale, facendo si che, magari, non compisse, l’insano gesto. Arrivai e, come sempre, lo vidi rattristito, molto giù di corda, accerchiato da studenti, che lo prendevano in giro. Non volevo passare per sfigato, aspettai che se ne andarono, poi mi avvicinai a lui.
<< Ciao Eric! Come va? >>
<< E tu che vuoi ora? >>
<< Niente.. volevo solo parlare ti va? >>
<< Perché? Non abbiamo mai parlato io e te.. >>
<< Lo so, ma oggi sono di buon umore allora? Ci facciamo 2 chiacchiere? >>
<< Mmmh.. d’accordo.. se proprio ci tieni.. >>
<< Grandioso! >>
Ora non mi restava che capire se c’erano altri problemi o se era solo la scuola, poi avrei trovato il modo di risollevargli l’umore. All’intervallo, mi sedetti a mangiare un bocc0ne con lui.
<< Questi spaghetti con zucchine e gamberi sono veramente ottimi non trovi? >>
<< Già… senti si può sapere come mai oggi mi stai sempre appiccicato? Mi hai sempre evitato.. >>
<< Ti devo parlare.. >>
<< Di cosa? >>
<< Ti ho sentito che dicevi che volevi suicidarti.. non credo sia un’ottima idea la tua. >>
<< Cosa? E tu come fai a sapere quello che voglio fare? E ora sparisci non sono affari che ti riguardano!! >>
<< Perché? >>
<< Ho una vita di merda, tutti mi prendono in giro, abbiamo perso tutto, quindi.. che senso ha continuare a vivere? >>
<< Beh.. io ho perso ¾ della mia famiglia e sono ancora qua! >>
Anche salvandolo, la sua vita avrebbe continuato a fare schifo, così chiesi aiuto allo psicologo.
<< Vedi Kurosaki.. la vita è dura per tutti, ma con un po’ di ottimismo tutto si può risolvere. Devi solo mostrarti come un maestro di vita per lui, qualcuno di cui si può fidare, capisci? >>
<< Certo.. certo.. d’accordo, vedrò cosa fare, la ringrazio! >>
<< Di niente! >>
Tornai da Eric e gli parlai, come un padre parla al proprio figlio. Gli spiegai come stavano le cose, gli raccontai della mia vita, di quanto fosse dura accettare le cose come vanno, ma gli dissi che dopotutto, questo è l’unico regalo che non ci rifanno e, che dobbiamo prenderlo, così com’è. Il ragazzo non sembrava tanto sicuro, ma poi mi disse un grazie e se ne andò. Passai il pomeriggio a chiedermi come avrebbe vissuto la vita, dopo tutto quello che gli avevo detto. Il problema è che non la visse. Si suicidò comunque. Andai al suo funerale. C’erano tutti, dal preside allo psicologo, dagli insegnanti a chi lo aveva sempre preso in giro. Venne da me il padre del ragazzo, mi disse che aveva un foglietto da darmi. Lo aprii:
Grazie Kurasaki per essermi stato vicino, ma ho deciso di farlo comunque, la mia vita di certo non migliorerebbe. Non voglio causare altre delusioni in famiglia. A scuola andavo che ero una frana, tutti mi prendevano in giro. Non c’era niente di giusto nella mia vita. Forse il mio regalo era difettoso, non lo saprò mai….
Eric de Blanc”
Quella volta avevo fallito, ma ci avevo provato. Per me la vita andava avanti, con un'altra persona da salvare. Mi chiedevo se fallirò ancora in questa missione, ma non potevo permettere che un fallimento, mi fermasse, ero deciso a continuare.
Uscito dal funerale, lessi su un manifesto che, in questi giorni, il famoso mangaka Akira Toryama, si sarebbe fermato a Tokyo, non avrei potuto perdermelo. Poco dopo mi passò davanti in macchina, quando lo vidi ebbi una visione: Tokyo, sarà l’ultima città che Toryama vedrà nella sua vita.

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Capitolo 4
*** SALVARE IL SAYAN ***


Al funerale avevo previsto la morte di Toryama, il tutto in un localino molto carino, qui a Tokyo. Il fattaccio doveva accadere all’Ichimon e, visto che quella sera, avevo promesso un’ uscita alla mia ragazza, la portai li. Il locale si trova nella zona di Kokusai, ci vogliono solo 10 minuti, se si prende la metro. E’ un locale dove si può bere, chiacchierare con amici. Quella sera, in quel locale, c’era uno spettacolo di magia.  Non sapevo chi e perché ce l’aveva con Akira, ma ciò che sapevo era che sarebbe morto avvelenato, quindi avevo comprato un antidoto apposta. Giunti al bar, io e la mia ragazza, ci sedemmo. Notai subito il famoso mangaka, seduto a un tavolo, senza nessuna pietanza o bevanda sul tavolo (menomale). Sul palco poi, uscii il mago, una persona alta, con un turbante viola in testa e una tunica bianca. Chiamò sul palco Toryama e gli fece qualche domanda.
<< Signore Signori ecco a voi il Padre del Manga: Akira Toryama!! >> (applauso generale)
<< Grazie!  Troppo gentili! >>
<< Signor Toryama, che ne pensa lei dei manga di oggi? >>
<< Beh, ogni manga è unico nel suo genere, non c’è quello più bello o quello più brutto, a me piacciono tutti. E’ anche bello vedere cosa si riesce a ricavare da una piccola idea >>
<< Molti la definiscono il fondatore del genere avventura nel manga, cosa ne pensa? >>
<<  Beh, quando disegnai Dragon Ball non c’erano molti manga di quel genere in circolazione, però piacque molto.. credo che sia un bene allora che io lo abbia disegnato >>
<< Incominciamo ora con lo spettacolo! >>
Più che stare attento allo show, controllavo di continuo se qualcuno si avvicinava al tavolo, oppure che tenesse d’occhio la vittima, ma niente. Poi, il sensei, tornò al suo tavolo. Purtroppo, il mago, mi indicò e mi fece salire sul palco. Così facendo, non potevo tenere il mangaka. Vidi che un uomo si avvicinò a lui e gli chiese qualcosa, poi si allontanò. Purtroppo mi era impossibile scendere dal palco, visto che mi toccava fare l’assistente del mago.
<<  Ehi ragazzo ti vedo rigido e teso, rilassati un po’ >>
<<  Io sono scioltissimo >>
<< Boh.. fategli un bel applauso dai >>
Ero molto preoccupato, se avesse mangiato qualcosa o bevuto, sarebbe potuto morire all’istante. Fortunatamente, dovetti fare da assistente, ad un breve gioco di magia, quello in cui si versa il latte nel giornale avete presente? Una volta sceso dal palco, infilai 2 pastiglie nella mano e,  mi diressi, verso lo scrittore.
<< Volevo farle i complimenti per tutto ciò che ha fatto! Lei è davvero un grande, mi creda! >>
<< Ti ringrazio.. >>
<< Posso abbracciarla? >>
<< Ahaha ma certo! >>
Lo abbracciai e feci cadere le 2 pastiglie: una nel bicchiere e una nel piatto, avevo  portato a termine con successo questa missione. Però non ero soddisfatto. Pensavo che se qualcuno ce l’aveva con lui, l’avrebbe potuto fare fuori in un secondo momento, quindi la sua vita era ancora in pericolo. Cercai in giro, indizi o altro, che potevano aiutarmi. Ma quando la mia tipa si alzò per andare in bagno, il cameriere venne da me con una pistola puntata verso di me, a quel punto capii chi era il colpevole.
<< Vieni con me e non fare storie >>
Mi portò in cucina, mi mise su una sedia e mi legò. Con lui c’era anche un altro uomo, il cuoco. Quest’ultimo era grasso e calvo, mentre il cameriere era alto, magro e biondo.  Non sapevo ancora chi dei due fosse stato, ma avevano entrambi il volto scoperto, fotterli sarebbe stato un gioco da ragazzi. Avevo il cellulare nella tasca dietro e, nonostante le mani legate, riuscì comunque a mandare un messaggio alla mia ragazza con scritto di avvisare la polizia.
<< Non so il perché volevate uccidere il signor Toryama, ma so che tu, cameriere, ti chiami Takagi Yokono, mentre tu, caro cuoco, ti chiami Mizuiko Akane. Ho già anche fatto chiamare la polizia, sarà qui a momenti >>
Il cameriere spaventato mi puntò la pistola alla tempia e iniziò a urlare
<< COME FAI A CONOSCERE I NOSTRI NOMI? SEI UN POLIZIOTTO? COSA SEI? >>
<< Oh ma non so solo i vostri nomi, so anche quando morirete.. credetemi non vi conviene giocare con me, vi sto salvando la vita piuttosto. >>
<< CI PRENDI PER IL CULO? >> Mi chiese il cameriere.
<< Niente affatto.. vedete se  voi cambiate qualcosa in questo tempo, cambia anche il futuro. Salvando la vita ad Akira, ho fatto fallire la vostra missione, quindi il vostro capo vi avrebbe fatto fuori per rabbia, ma se voi andate in prigione avreste salva la vita per un po’ credo che.. credo che dovreste ringraziarmi! >>
In quell’istante arrivò la polizia, ma prima di andarsene, il cuoco mi chiese una cosa
<< Come hai fatto? >>
<< Ho solo un grande intuito, tutto qua >>
Il mangaka non seppe nulla, io continuai la mia serata con la ragazza che amo, senza pensare a nulla ovviamente, facendo finire tutto in bellezza!

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Capitolo 5
*** IL RAPIMENTO ***


Non avendo più dei genitori, ero costretto a vivere da solo. Questo mi costringeva a trovarmi un lavoro, per guadagnare qualcosa, in modo da pagare le varie tasse e gli alimenti per me. Visto che in settimana avevo la scuola, occupavo il mio weekend a lavorare in una specie di pub, sempre a Tokyo. Il posto si chiama Tokyo Den Rokuen- Tei, si trova dentro un centro commerciale, precisamente all’ottavo piano. Se non sei giapponese dirài che al settimo (questo perché in Giappone il conteggio dei piani è diverso, considerando il piano terra come 1° piano). Un sabato sera, il mio capo era fuori a cena, diede quindi a me le chiavi, con il compito di chiudere il locale, una volta finito. Stavo sistemando le ultime cose, in quel momento, entra un tipo e mi chiese da bere. Poi sentì il rumore di un caricatore, mi girài e vidi un uomo tutto vestito di nero, mascherato, che mi puntava contro una pistola. Capì che si trattava ancora di quella banda. L’uomo mi disse di smetterla di lavorare, scendere dal bancone e salire in macchina con lui. Purtroppo non potevo fare molto, avendo le spalle al muro. Decisi di stare agli ordini. Salii in macchina e venni addormentato con del cloroformio. Al mio risveglio, mi ritrovai in una stanza, con una luce fioca accesa. Davanti a me un uomo, sempre tutto coperto di nero.
<< Ciao Kurosaki! Ti trovi in un posto circondato dal nulla. Non ti spaventare, non ti ucciderò.. mi hanno detto che sei molto astuto, perciò voglio fare un test. In questa stanza non c’è niente, è vuota. In alto sulla parete, c’è appesa una bomba, che tra un’ora esploderà. Ora ti chiuderò dentro, voglio vedere come e se, riuscirai a salvarti. Nel caso succedesse la seconda ipotesi, non ti aspettare un premio, ti sei messo contro l’organizzazione più forte del Giappone: ti sei messo contro.. L’ORGANIZZAZIONE DEL CIGNO NERO!!! >>
A sentire mi venne la pelle d’oca. Era una banda molto potente, ero finito in un bel guaio, ma oramai ero dentro, che ci potevo fare? L’uomo se ne andò e io rimasi chiuso dentro, avevo un’ora per trovare una soluzione. Mi guardai attorno, ma non c’era niente che potesse essermi utili. Eravamo solo io e la bomba. Controllai se avevo il cellulare in tasca, ma non c’era. Lo vidi vicino alla bomba. Pensai al fatto di trovarmi in mezzo al nulla, poteva essere una bufala. Provai a gridare aiuto, magari intorno c’era qualcuno o qualcosa che poteva sentirmi, ma non ottenni risposta. Continuai a provare, ma poi capii che non dovevo continuare a gridare, ma dovevo ingegnarmi e fare qualcosa da solo, se volevo avere salva la vita. Non sapevo, se mi stavano osservando, ma sapevo che se fossi riuscito a salvarmi, non avrei di certo avuto, vita facile. Ok, fuori non rispondeva nessuno e, per mia sfortuna, ero riuscito a farmi prendere anche il cellulare, maledizione. Vi starete chiedendo come mai non ho guardato dentro di me se sarei sopravvissuto o no vero? La risposta è semplice. In pratica avevo imposto un limite. Questo limite consisteva nel potere sapere solo una volta, per persona, se sarebbe morta e come. Io avevo già guardato la prima volta che mi sono incontrato con loro ricordate? Bene, mi ero bruciato la mia unica possibilità e quindi non avevo altro da fare. Alternavo il cercare un piano per evacuare, all’urlare alla ricerca di una risposta. Avevo ancora 20 minuti, ma oramai mi ero arreso al mio destino. In quel momento sentii la voce di un uomo. Era forte e chiara. A quel punto iniziai a gridare, cercando di attirare la sua attenzione. L’uomo si avvicinò e iniziò a chiedermi che facessi chiuso la dentro. Gli risposi che ero stato catturato, che c’era una bomba e che sarei morto tra ben 15 minuti. L’uomo iniziò a cercare di buttare giù la porta, ma senza riuscirci. Sembrava che il destino mi volesse morto, ma l’uomo sembrava non arrendersi. A furia di calci, pugni e spallate, riuscì a buttar giù la porta. Era un pastore, che si trovava a Tokyo, per rivedere i suoi famigliari. Mi diede una mano a recuperare il cellulare, poi mi chiese se ero scioccato o se avevo bisogno d’altro. Risposi di no, lo ringraziai e me ne andai. Prima, però presi la sua data di morte, così avrei potuto ricambiare il favore. Il giorno dopo telefonai al mio capo, dicendo che ero stato rapito e tutto. Stranamente mi credette. A quel punto ricevetti una telefonata. Si trattava dell’organizzazione, mi disse che se anche questa volta avevo avuto fortuna, la prossima non sarebbe stato così. Tornato a casa, feci una ricerca su Google, sull’organizzazione. Si trattava di una banda di criminali molto potente, pericolosa, ma soprattutto numerosa. Il capo si dice si trovi a Tokyo, ma nessuno sa dove sia. Non riuscii a trovare neanche una loro foto, o qualcosa che potesse aiutarmi a capire chi fossero. Una cosa, però era certa: ora ero diventato loro nemico, non potevo più tirarmi indietro! Decisi allora di cogliere la sfida, promisi a me stesso che li avrei trovati e ARRESTATI TUTTI!

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Capitolo 6
*** UNA MISSIONE GRANDE COME TOKYO ***


Era ovvio che ero ricercato dall’organizzazione, ma per essere meno rintracciabile, decisi di cambiare numero di telefono. Una mattina dovevo entrare dopo a scuola, quindi ne approfittai per recarmi dal mio operatore telefonico: NTT docomo, il più utilizzato in Giappone.
<< Salve, in cosa possiamo esserti utile? >>
<< Salve, vorrei cambiare numero di cellulare! >>
<< Vuole tenere la stessa Sim Card? >>
<< Se è possibile si. >>
<< D’accordo! Possiamo sapere il motivo? >>
<< Sa le ex quando gli manchi? Ecco il motivo! >>
<< Ahaha d’accordo!  ci vorrà un pochettino, è un problema? >>
<< No, no! >>
<< Perfetto, il suo numero nuovo è 080 575 2125 >>
<< La ringrazio! >>
<< Buona giornata! >>
<< Anche a lei! >>
Uscii e mi avviai verso scuola. In questo giorno sarebbe morto il mio psicologo. Così andai da lui e gli spiegai come sarebbe morto. Tutto sarebbe successo durante l’anniversario con sua moglie. Lui la stava portando in limusin fuori a cena, quando un camion non rispetta lo stop, gli va addosso e muoiono loro e il camionista. Appena spiegai tutto allo psicologo, lui mi disse una cosa che non mi sarei aspettato.
<< Allora è così che dovrei morire.. >>
<< Credo che dovrebbe cambiare la serata.. >>
<< Non se ne parla! Ho speso un botto per organizzare tutto! Però qualcosa tu puoi fare >>
<< Cioè? >>
<< Devi trovare il camionista ubriaco che stasera ci verrà addosso. Devi fare in modo che quando passiamo noi, lui non deve attraversare quell’incrocio >>
<< Eh?? Come potrei fare a trovarlo?? >>
<< Tu puoi sapere come morirà una persona giusto? Perciò, ti basterà trovare un camionista che morirà facendo, un incidente contro di me ubriaco. Semplice no? >>
<< E’ il trovarlo che è difficile e.. come farò con la scuola? >>
<< Tu non ci andrai oggi, parlo io col professore.. non ti preoccupare  >>
<< .. ok.. a dopo… >>
Non era facile trovare quel camionista, ma dovevo farlo per lo psicologo. Iniziai a girare la città.
TEMPO RESIDUO: 10 ORE
Incominciai a girare griglierie, posti indecenti per persone indecenti. Il problema era che i camionisti erano tanti, trovare quello giusto era un po’ difficoltoso. Un’ altra difficoltà, era la scusa, con cui attirare l’attenzione di essi.  Ogni volta, inventavo un motivo diverso. Non riuscivo a trovarlo. A un certo pensai che c’era la possibilità che questo arrivasse la sera stessa a Tokyo, quindi se ciò fosse così, sarebbe più difficile del previsto.
TEMPO RESIDUO: 8 ORE
Tornai da John e gli spiegai il mio presentimento. Gli chiesi se c’era la possibilità di percorrere un’altra strada, ma questo non avrebbe modificato nulla: qualcuno doveva per forza morire! Il mio psicologo trovò una soluzione, modificando il percorso. Per quanto riguarda me, non riuscivo a trovare il camionista. Le cose si complicavano, man mano che il tempo scorreva. L’unico modo era bloccare la strada, ma come si può bloccare una strada? Chi crederebbe a una cosa simile? Nessuno. Proprio per questo, deciso a salvare altre vite, decisi di farlo io.
TEMPO RESIDUO: 5 ORE
Mancavano 5 ore. Mi ero chiuso in casa a meditare su cosa avrei potuto fare. Non era per niente facile, la mia testa era confusa, io ero confuso, non sapevo come agire. Lascia il mio numero a John, in modo da essere rintracciabile, in caso di bisogno. Per fermare il camion mi serviva qualcosa di grosso, oppure un poliziotto. Ambe le cose, però non erano reperibili.
TEMPO RESIDUO: 4 ORE E ½
Erano le 15:30, vagavo per le strade di Tokyo, in cerca di qualcosa che nemmeno io sapevo. A quel punto vidi qualcosa che mi fece avere un illuminazione. Un gatto attraversò la strada, mentre passava una macchina. Quest’ultimo venne tirato sotto e, per il botto, il guidatore fu costretto a fermare il veicolo. Non era sicuro se ciò che avevo in mente avrebbe funzionato, ma tanto valeva provare.
TEMPO RESIDUO: 45 MINUTI
Mancava poco. Mi trovavo sulla strada principale, in attesa del camion. Ovviamente non c’era solo quel camion che sarebbe passato di qui, ma nel flash, vidi che quel camion, non era come gli altri. Questi era bianco, con delle corna di un torno, sul muso davanti. Avevo una sola chanche ed era difficile riuscire a farcela,  visto la velocità con cui sarebbe arrivato. Chiamai John e gli dissi che, se tutto sarebbe andato secondo i piani, avrebbe potuto passare, per la strada principale, senza intoppi e, ovviamente, sano e salvo. A quel punto il suono di un clacson, mi fece voltare. Era il camion! << Bene.. si entra in scena. >> Presi la mia bicicletta, la lanciai in mezzo alla strada, con la speranza, che il camionista, anche se ubriaco, se ne accorga e si fermi. Il guidatore spaventato, iniziò a sbandare: le cose stavano peggiorando. In quel momento, stava sopraggiungendo anche la limusin, con su il mio psicologo. Quando stava per avvenire la collisione, il camionista, riuscì a fermare la bestia, salvando la sua pelle e, quella di John e sua moglie. Tornai a casa a piedi, soddisfatto di ciò che avevo fatto. Era il 3° caso che portavo a termine con successo. Tornando, avevo come la sensazione di essere seguito.
Il giorno seguente, John mi comprò una bicicletta nuova, mi ringraziò. Lo vidi, era felicissimo. Mi disse che aveva passato una delle serate più belle della sua vita, con la donna che ama di più al mondo. A quel punto, decisi, che era ora che anche io, facessi qualcosa di spettacolare con Sara, la mia amata ♥.

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Capitolo 7
*** SERATA “MOLTO” ROMANYTICA ***


Il mio psicologo, era finalmente salvo. Decisi di staccare dal lavoro e, di uscire con la mia ragazza. Visto i vari flash e roba varia, feci scegliere alla mia ragazza il ristorante in cui cenare. La mattina stessa andai a comprare dei preservativi, visto che dopo avremmo dato spettacolo. La mattina seguente non avevamo scuola, quindi avremmo potuto fare l’amore, per tutta la notte. Nell’ultimo periodo, per via dei miei problemi, non ero mai riuscito a dedicare molta attenzione a lei, ma oggi, questo giorno, era speciale, ed era solo per noi. Dopo scuola, ci fermammo un attimo a parlare, poi andai a comprarle un mazzo di fiori. Andai a casa, misi i fiori in un bicchiere, poi mi addormentai per due orette circa. Poi mi alzai, mi preparai e aspettai, il suo dolce arrivo. Quando arrivò, aspettai a scendere, (devi farti desiderare ogni tanto). Poi scesi, gli diedi il mazzo di fiori che nascondevo dietro la camicia.
<< Amore, ma… sono bellissime >>
<< E sono anche tue.. ti amo! >>
<< Grazie.. davvero! Non dovevi! >>
<< Vuole accompagnarmi, madame? >>
<< Certamente, mon amour >>
Gli chiesi di non farmi sapere dove stavamo andando, volevo che fosse una sorpresa.
Quando arrivammo al ristorante, tutto sembrava normale e tranquillo. La mia ragazza, aveva il padre che faceva il giudice, di conseguenza aveva un sacco di soldi. Prenotò in un ristorante di lusso. Quella sera, in quel locale, suonava una nota band jazz giapponese: i Pizzicato Five. La sala era molto ampia e spaziosa. Ci sedemmo su un tavolo vicino a una finestra. Dopo qualche minuto, venne il cameriere a chiederci le ordinazioni.
<< I signori desiderano acqua naturale o gasata? >>
<< Gasata grazie! >>
<< E.. da mangiare sapete già cosa prendere? >>
<< Per me fai un antipasto misto caldo, ravioli di gambero al vapore e gamberoni in salsa piccante con funghi e bambù. >>
<< D’accordo.. e per la signora? >>
<< Antipasto misto caldo anche per me, riso thailandese e alette di pollo con verdure >>
<< Perfetto.. a dopo! >>
La serata stava procedendo alla grande, ma per qualche motivo, la sfiga è sempre dietro all’angolo. Entrarono nel locale alcuni membri dell’organizzazione del cigno nero, con l’intenzione di mangiare. Fortunatamente non mi videro e si andarono a sedere in un posto molto lontano. Con loro c’era anche un tipo anziano, avrà avuto 60 anni, che però non era vestito di nero. Erano distanti, ma non tanto, da non capire ciò che stavano dicendo. A parlare era il vecchietto, che dal tono siculo, disse a loro delle cose.
<< Salve picciotti! Ho saputo che gli ultimi incarichi, non sono andati tanto bene! Che minghia combinaste? >>
<< Beh.. capo.. c’è un ragazzino, che ci mette i bastoni tra le ruote! E’ in grado di prevdere quando una persona morirà, quindi può salvarla. >>
<< E chi minghia è chistu? Nostradamus? Voi dovete fermare il piccirillo, e ucciderlo, sono stato chiaro? >>
<< Certo! >>
<< Bene… molto bene… Ora che abbiamo chiarito, possiamo goderci la cena. >>
Io ero un po’ preoccupato che mi potessero vedere, però cercavo, di non far vedere tutta questa preoccupazione, alla mia tipa. All’arrivo della prima portata, uno di loro si alza, dirigendosi verso il mio tavolo, poi deviò verso il bar. La serata, a parte questo inconveniente, proseguiva normalmente, ed io, non stavo tanto a badare a loro.
<< Sei bellissima amore! >>
A quel punto chiamai il cameriere e gli chiesi un favore.
<< Mi scusi, potrebbe chiedere alla band, se può suonare First Snow? So che non è loro, ma ci terrei molto! >>
<< Glielo chiedo subito >>
First Snow era la nostra canzone, era cantata da Yuya Matsushita, artista di molte canzoni d’amore molto famose.
<< Oh amore.. come sei romantico.. grazie.. ti amo! >>
<< Non permetterò a nessuno di portarti via.. ne di farti del male.. sarò il tuo angelo custode! >>
Finita la cena, uscimmo dal ristorante e, dietro a un cespuglio, tirai fuori una bottiglia di vino, che avevo nascosto, per il dopo cena.  Poi andammo a casa mia per una serata di sesso sfrenato, era una cosa molto eccitante. Dopo la notte coi botti, la mattina seguente, ci svegliammo, facemmo colazione, poi riaccompagnai a casa Sara. Al mio ritorno a casa, vidi un fogliettino, vicino all’entrata di casa mia. Lo aprii, c’era un messaggio per me:
“ Se pensi che ieri sera non ci eravamo accorti di te, ti sbagli di grosso! Non abbiamo agito solo per non creare scompiglio. Ti abbiamo seguito e ora sappiamo dove abiti. Dormi pure tranquillo, ma sappi che una delle volte che chiuderai gli occhi per andare a dormire, sarà per una dormita eterna!
L’organizzazione del Cigno Nero”
Il problema era più serio del previsto. Dovevo fare qualcosa, ad esempio traslocare. Cercai in giro qualche monolocale o appartamento, da affittare. Il problema era trovare qualcosa che costasse poco. Iniziai a chiedere anche in giro, ma nessuno sapeva nulla. A furia di cercare e cercare, il mio datore di lavoro, mi diede un posto dove stare, finalmente ero un po’ più al sicuro.

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Capitolo 8
*** K.I.D. (KUROSAKI IS DEAD) ***


Visto le continue minacce, dovetti traslocare e cambiare casa. Mi trasferii in un condominio. I miei vicini di piano erano il Signor Takashi e la Signora Sakura. Avevano all’incirca 30 anni, ma erano brave persone (almeno dalla prima apparenza lo sembravano). Takashi mi aiutava a fare avanti e indietro dalla vecchia casa, per recuperare i vari oggetti e cose mie, che avevo lasciato nell’altra casa. Un giorno, mentre andavamo per recuperare il mio pc, ma appena svoltammo l’angolo, vidi qualcosa di unico: la mia casa esplose. Una bomba, era stata fatta esplodere, probabilmente era opera dell’organizzazione del cigno nero.
<< Oh mio Dio… dobbiamo andare alla polizia >>
<< No.. lasci stare, non ce n’è bisogno >>
<< Ma.. ti hanno fatto esplodere la casa >>
<< Non importa.. questo è un quartiere malfamato.. non voglio farmi dei nemici della malavita.. ho già altri problemi, tranquillo >>
Sapevo che erano loro, quindi volevo sistemare la faccenda per conto mio, senza l’aiuto di poliziotti o roba varia. La sera stessa, ricevetti la visita della signora Sakura.
Toc! Toc! << Avanti! >>
<< Ehi Kurosaki! Come stai? Il mio tipo mi ha raccontato tutto.. se vuoi puoi stare da noi per un po’ >>
<< No, ti ringrazio! Sto bene.. non è niente di che >>.
<< Come vuoi.. vieni pure quando vuoi..  >>
<< La ringrazio >>
Di solito, ricevo la buonanotte da Sara, ma quella sera non mi scrisse. A un certo punto, ricevetti una telefonata da suo padre.
<< Kurosaki! Dì a mia figlia che è tardi e che voglio che torni a casa! >>
<< Signor Koyuki guardi che Sara non è con me >>
<< Cosa?? E non sai con chi è? >>
<< No.. non mi ha nemmeno mandato il messaggio della buonanotte >>
<< Beh ti ringrazio.. notte >>
Questo si che era preoccupante. E se Sara fosse stata rapita dall’organizzazione? No, sarebbe improbabile.. e poi perché rapirla? Decisi di uscire a cercarla. Provai a chiamarla più volte al cellulare, ma senza ottenere risposta. Dopo ore di ricerca tornai a casa, senza successo. La mattina dopo ricevetti la notizia dal padre: sua figlia era stata rapita dall’organizzazione e chiedevano 500.000.000 di yen come riscatto! Probabilmente, dopo il pagamento, non avrebbero liberato Sara, ma avrebbero preso anche il padre di sicuro. Purtroppo non sapevo dove la tenevano prigioniera, quindi dovevo darmi da fare se volevo trovarla. Andai dal padre di Sara, dove la polizia, avrebbe dovuto farmi qualche domanda.
<< Lei è Kurosaki? Il ragazzo di Sara? >>
<< Si! >>
<< Mi dica.. quando è stata l’ultima volta che vi siete visti? >>
<< Ci vediamo sempre a scuola, ogni tanto nel pomeriggio e qualche volta la sera >>
<< Bene.. >>
<< Sa se qualcuno ce l’aveva con la famiglia o con Sara? >>
<< No, non credo. Sara era una ragazza solare e socializzava con tutti. >>
<< Ha qualche sospetto? >>
<< No no >>
<< La ringrazio.. si tenga reperibile  in caso di problemi >>
<< D’accordo! >>
Seguii da vicino le indagini della polizia, per cercare di scoprire dove poteva trovarsi la mia ragazza. Scoprii che era tenuta nel magazzino merci, di un supermercato di Tokyo: “OK – di tutti i giorni a basso prezzo”. Come si sa, in Giappone, si punta più sulla qualità, che sul basso prezzo, ma qui potevi comprare un abbonamento annuale, per avere degli sconti. La consegna doveva avvenire il giorno a seguente, alle 22 di sera. Sapevo, che non avrebbero restituito la ragazza, ma che avrebbero fatto fuori anche il padre, costringendomi ad entrare in azione. Quello di cui avevo bisogno, era una persona, che sarebbe stata impossibile da salvare.
SI VA IN SCENA..
Una volta, ispezionata la zona, era ora di stilare il piano e di andare in scena. A fare la guardia c’erano 2 reclute dell’organizzazione, all’interno la mia tipa, con una pistola puntata alla testa.
<< Buonasera, ho qui 2 pizze per i Signor Nicholson >>
<< Ma che diavolo…. Aspetta un attimo, noi non abbiamo ordinato delle pizze! >>
<< Lo so.. fuori dai coglioni dai! >>
2 colpi a testa e, crollarono a terra in men che non si dica. Entrai, vidi la mia ragazza, con una pistola alla testa.
<< Metti giù quella pistol.. >> da dietro un uomo mi mitragliò alle spalle. Caddi a terra  e iniziai a sputare sangue, fino a quando non crollai del tutto. Queste sono le mie ultime parole… addio!
<< Nooo!! Amore mio rialzati! >>
<< Ahahah è morto! Finalmente Kurosaki è morto!! L’abbiamo ucciso! Il capo sarà molto conteno!!! Yeeah!! >>
<< AMORE NO!!!! >>
TO BE CONTINUED….

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Capitolo 9
*** IL FINTO PROCESSO ***


MAGAZZINO MERCI – SUPERMERCATO OK
<< Bip.. bip..  Capo.. la informo che Kurosaki Yoshida è stato sistemato, non ci darà più alcun fastidio. >>
<< Benissimo.. ottimo lavoro.. a questo punto manca solo quel bastardo del signor Koyuki. >>
<< Ci sentiamo a lavoro finito. >>
<< D’accordo.. ciao >>
(rumore di un caricatore)
<< Non ci posso credere..  davvero pensavate di farmi fuori così facilmente >>
<< Cosa? Ma chi è? >>
<< Dietro di te coglionazzo >>
<< Ma.. ma.. ma tu sei Kurosaki????? E quello a terra chi è??? >>
<<  Quello a terra si chiama Choji Nagato, sarebbe morto di cancro tra 2 giorni. Era una persona che non potevo salvare, così gli ho fatto provare un’ultima esperienza prima di morire, bello vero? E’ strano, come un gruppo, tanto temuto come il vostro, si faccia mettere i piedi in testa, da un ragazzino.. pazzesco ahahah.. basta giocare! Libera la ragazza! >>
<< Ti ricordo che siamo in due >>
Con un colpo, netto e preciso, feci crollare a terra uno dei 2.
<< Tranquillo, non l’ho ucciso, ora liberala! >>
<< Non la passerài liscia >>
Una volta liberato la ragazza..
<< Bene… adesso ascolta: ho chiamato la polizia, quindi sarà qui a momenti. Se vuoi, ti do la possibilità di salvarti. Voglio fare in modo, che uno di voi rimanga in libertà, così da dire al vostro capo, chi è stato l’autore della disfatta. >>
<< Lo sai che lasciandomi vivo commetti un grave errore? >>
<< Ne sono a conoscenza, ora va! >>
L’idiota vestito di nero iniziò a scappare, ma io non sono un idiota, quindi addormentai anche lui.
Dopo pochi istanti, arrivò la polizia e arrestò i 4 malviventi. A ruota, arrivò anche il padre, che accorgendosi che era tutto finito, mi ringraziò.. e tutto poté tornare alla normalità. La sera dopo, fui invitato ad una festa, che il padre di Sara, organizzò, in onore del suo salvataggio. Dovevo ammettere che c’era tanta gente: notai, giudici, amici di famiglia, parenti.. insomma! Di tutto e di più. Purtroppo non conoscevo nessuno, quindi restai per la maggior parte del tempo con  Sara. Poi si avvicinò a me un uomo, mi chiese se per caso ero io, il famoso Kurosaki, ad aver salvato la figlia del suo amico.
<< Tu devi essere Kurosaki Yoshida, vero? Sei stato davvero molto coraggioso, sai? >>
<< Ahah la ringrazio , però non mi piace che mi si dia tutto il merito >>
<<  E a chi lo dovremmo dare scusa? >>
<< Lei che lavoro fa? >>
<< Faccio il giudice.. ora sono incastrato in una causa lunghissima. >>
<< Di che si tratta? >>
<< Un uomo ha rapinato una banca e ucciso 15 persone >>
Mentre parlavo con lui, mi venne un flash: se l’uomo giudicherà quell’uomo colpevole, verrà ucciso a sangue freddo, proprio da quest’ultimo!
<< Dimmi un po’ come si chiama quell’uomo? L’ho sentito al telegiornale, ma non mi ricordo più il suo nome >>
<< Si chiama Yuri Takeshi >>
<< Ah si.. sai che l’ultima volta, che è stato giudicato, una persona colpevole, ha fatto fuori il giudice che lo ha processato? >>
<< Dici sul serio? >>
<< Si >>
<< Tu stai scherzando.. figurati >>
<< No no.. sono serio >>
<< Mio Dio… che cosa orribile >>
<< Però qualcosa si può fare? >>
<< Cosa? >>
<< Si potrebbe fare un finto processo! >>
<< Eeh?? >>
<< Si potrebbe fare un processo a stanza chiusa, con i soli rispettivi avvocati e la gente testimone. Poi si fanno entrare i familiari di Yura, con lui. Li si farà un processo che finirà col scagionarlo, ma quando lui farà per andarsene, verrà catturato e messo in prigione. >>
<< Ma non è detto che ripeta la scena dell’altra volta.. >>
<< Si fidati.. porterà un’arma quasi invisibile, sarà nascosta addosso a lui, ma non so di preciso dove. >>
<< No, mi dispiace, ma la mia serietà professionale, dice di giudicarlo colpevole, così farò! >>
<<  Fai come vuoi! Io ti ho avvertito.. >>
Il giudice cambiò umore, rimanendo pensieroso, per tutta la sera. Quella sera dormii dalla mia tipa, ma il mattino dopo, mi alzai presto, con l’intenzione di andare a trovare il giudice, prima che raggiungesse il tribunale.
<< Allora che ha deciso? >>
<< Ho deciso che farò di testa mia. Purtroppo la tua idea è un’assurdità, non si può fare Kurosaki. >>
<< Capito >>

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Capitolo 10
*** COLPEVOLE O NON COLPEVOLE? ***


Erano le 8 di mattina. Sedevo al tavolo con il mio amore e i suoi genitori, a fare colazione.
<< Serviti pure figliolo, abbiamo altro tè caldo, se ti va. >>
<< No, la ringrazio. >>
La mia tipa doveva uscire presto, per il suo corso extrascolastico di inglese, mentre io, sarei andato ad assistere al tribunale, il processo di Yuri. Arrivai la prima dell’inizio del processo, con l’intenzione di andare a trovare il giudice, prima che raggiungesse il tribunale.
<< Allora che ha deciso? >>
<< Ho deciso che farò di testa mia. Purtroppo la tua idea è un’assurdità, non si può fare Kurosaki. >>
<< Capito >>
Entrò nel tribunale, mentre io aspettai l’orario di entrata per il pubblico. Andai in una cartoleria, li vicino. Dovevo comprare una biro, mi sarebbe servita , in caso di difesa, del giudice. Uscii e vidi che stava entrando il criminale. Questo voleva dire che tra poco si iniziava.
<< Silenzio in aula, per favore! Siamo qui oggi, per giudicare un uomo: Yuri Takeshi! Questi è accusato di aver commesso una rapina e una strage di persone. Ce l’ha un avvocato signor Yuri? >>
<< Sono io il suo avvocato, mi chiamo Hideaki Kenzo. >>
Questi era un tipo basso, stempiato e grassottello. Portava un paio d’occhiali da vista, ed era vestito in maniera molto elegante.
<< Signor Hideaki, cosa ha da dire, in difesa del suo uomo? >>
<< Il mio Yuri non ha commesso alcun delito e nemmeno una rapina, perché, come ben sapete, non sono stati ritrovati, oggetti preziosi o altro nella sua casa. Per quanto riguarda gli omicidi, avete trovato qualche suo vestito sporco di sangue? Non mi pare! >>
Il presunto colpevole faceva paura. Aveva dei capelli lunghi, che gli arrivavano fino al naso, mentre lo sguardo sembrava demoniaco.
<< Diamo la parola all’accusa. >>
<< Salve, sono Shigeaki Ryuma. E’ vero che non ci sono prove per incriminarla signor Yuri, ma allora che ci faceva sul luogo dell’accaduto, nel momento del fatto? >>
<< Passavo di li.. per puro caso.. è stata una stupida coincidenza.. >>
<< Dai, continua ad arrampicarti pure sugli specchi.. tanto lo sappiamo tutti che sei stato tu! >>
<< Non avete neanche un briciolo di prova e mi accusate? Ahahah siete ridicoli >>
Poi intervenne Hideaki << Signor giudice, vorrei sapere chi ha condotto le indagini. >>
<< Il detective Yamato Shinzo >>
<< Potrei chiamarlo a rispondere a qualche domanda? >>
<< Richiesta accolta, per lei va bene detective? >>
<< D’accordo ! >>
Il detective si alzò, raggiunse l’avvocato, restò in piedi davanti a tutti.. immobile come una statua.
<< Mi dica detective, con quali prove accusa il mio uomo? >>
<< Per prima cosa, si trovava sul luogo del fattaccio, secondo, qualcuno che era ancora in grado di respirare, indicò proprio te, infine..  >>
A quel punto alzai la mano << Potrei fare una domanda al criminale? >>
<< Ehi! Non sono un criminale idiota! >>
<< Se non lo sei allora ti propongo una scommessa: vorrei portare il detective alla banca della rapina. Sull’albero, posto dietro la banca, ci sono appoggiati, su dei rami, dei vestiti e una pistola, che certamente appartengono a te. Se ci sono io ho vinto e tu vai in prigione, se perdo e non ci sono, potrai uccidermi >>
<< Eeh??? Ma.. ma.. ma tu sei tutto scemo!! Come puoi fare una scommessa del genere? Ma sai almeno cosa rischi? >>
<< Lo s0, ma non m’importa.. perché so che sono li.. le ho viste >>
<< E va bene! Lo ammetto!!! Sono stato io, ho fatto tutto io… ma dimmi: come hai fatto a saperlo che le avevo messe lì? >>
<< Sono dato a dare un’occhiata. Ricordati: se qualcuno nasconde una foglia, il primo posto, dove iniziare a cercare, sarà sicuramente un albero. >>
Ah.. mi ero dimenticato di dirvi che, prima di raggiungere il tribunale, avevo fatto una capatina, alla banca rapinata.
A quel punto sparai una spilla soporifera, con la biro che avevo comprato.
<< L’ho semplicemente addormentato, ha con sé un’arma, potete controllare se volete, nel caso non mi crediate. >>
L’uomo venne arrestato, due ore più  tardi, io e il giudice andammo a mangiare, pagò tutto lui: in fondo mi doveva un favore 

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Capitolo 11
*** PRIME NOTE ***


Se dovevo studiare, restavo a casa, ma se non avevo da studiare… restavo a casa comunque. Ero sempre incastrato tra studio e pensieri.  Stavo sempre a chiedermi come sarebbe finita tutta sta storia, magari morirò anche.. chi lo sa?
Il giorno dopo a scuola, vidi un volantino. Diceva, che ci sarebbe stata una esibizione, dei bambini di prima elementare, con il flauto. Chiesi alla mia ragazza, se avesse avuto voglia di andarci.
<< Ti va di andare a vederlo? >>
<< D’accordo! >>
<< Mangiamo qualcosa prima? Sono stato invitato a casa dei miei vicino, ti va di venire? >>
<< D’accordo! Almeno conoscerò i tuoi, tanto citati, vicini!  >>
Quel giorno, mentre tornavo a casa da scuola, passai per caso, davanti al teatro, dove i bambini di prima, facevano le prove. Li vidi una cosa stranissima: tutti sarebbero morti… la sera dell’esibizione!
In pratica, un pazzo, farà esplodere una bomba, durante il concerto.
Mi recai dalla polizia..
<< Salve vorrei parlare con l’ispettore Shiro. >>
<< Prego, mi segua. >>
Mi portarono dall’ispettore, dopodiché entrai. Era una persona seria, con dei baffi neri e una capigliatura strana. Portava un paio di occhiali e, il suo sguardo verso il basso, lo faceva un tipo al quanto severo.
<< Dimmi figliolo, che devi dirmi? >>
<< Salve, mi chiamo Kurosaki, so che sarà difficile da credere, ma… domani sera, durante l’esibizione dei bambini, ci sarà un pazzo, che farà esplodere il teatro, uccidendoli tutti. >>
<< E hai le prove per dimostrare ciò che stai dicendo? >>
<< No..però.. ho sentito parlare una persona di tutto questo.. glielo giuro. >>
<< E se mi stessi prendendo per il culo? Sai.. non sono nato ieri, come tu pensi.. >>
<< Perché non si fida maledizione? Beh, sa che le dico? D’accordo! Faccia come vuole! Lo fermerò io da solo.. >>
Presi e me ne andai, senza rimorsi.
<< Tazuna, prendi 2 poliziotti semplici e digli di sorvegliare la festa di domani sera. >>
Io feci un giro al teatro, ma non trovai niente. Tornai anche la sera stessa, senza però concludere niente.
La sera dopo, la mia tipa, mi raggiunse in appartamento, pronta per la cena. Dopo aver mangiato, partimmo per il teatro. Lungo la strada, mi sentii come osservato. Raggiunta la meta, vidi 2 poliziotti, questo mi rassicurò. Entrammo senza difficoltà, dopo essere stati controllati. Andai un attimo in bagno. Li, vidi una figura dietro di me. Questa mi colpì e io svenni.
Quando mi svegliai, ero legato, con una catena in ferro, ad un palo. Davanti a me, c’era una persona con un paio di occhiali e un camice bianco.
<< Finalmente ti sei svegliato >>
<< Chi sei? Liberami, maledetto bastardo! >>
<< Sono colui, che sa ciò che hai fatto, ma non sa come hai fatto a sapere una cosa, per poi fare ciò che hai fatto.. >>
<< In poche parole? >>
<< Tu sei una spia, e morirai, ma! Prima mi dirai come hai fatto a sapere tutto? >>
<< Non posso.. >>
<< Oh.. si che puoi.. fidati.. >>
<<  Non te lo dirò mai! >>
<< Beh.. fa niente.. tanto morirai insieme agli altri eheheheh >>
<< Perché lo fai? >>
<< Perché?? Perché???????? Perché io ero il più bravo della classe in musica, ma no!! No!!! Loro non lo capivano, quindi venivo sempre scartato, ma ora! Ora il sottoscritto si prenderà la sua rivincita eheheheh.. Quando inizieranno a suonare, tutti quei teneri pargoletti, salteranno in aria e… BOOM! Ma non saranno tristi.. anche i genitori, che sono li a vederli, salteranno in aria con loro.. ehehehehe >>
<< Sei solo un pezzo di merda! >>
<< Io fossi in te, comincerei a pregare eheheh..>>
<< Liberami subito!! >>
<< Eheheheh.. ora ti scoccerò la bocca, poi andrò di là e farò il resto.. bye! >>
Lasciò la stanza, poi si avviò verso il teatro. La mia ragazza mi stava cercando, con l’aiuto dei poliziotti. Questi fecero rapporto, dicendo che la bomba non c’era, ma che io ero scomparso. Il capo, decise quindi, di farli tornare in centrale, ma lo spettacolo stava per cominciare…
Anche se ero rinchiuso in uno stanzino, riuscivo a sentire tutto ciò che accadeva sul palco.
<< Signore e signori, mamme e papà, oggi vi faremo sentire e vedere, il talento dei vostri magnifici bambini!! Un applauso!! >>
(applauso)
<< Inizieremo con la loro prima canzoncina: Prime note! Al pianoforte, il maestro Hatake, mentre al canto, il bambino prodigio Kira! >>
Iniziò la canzone, dopo l’introduzione con il piano, il bambino iniziò a cantare, per poi proseguire, con l’accompagnamento dei flauti
“ Si si sol sol, si si sol
Son le prime note..
Si si sol sol, si si sol
Io le canterò..
Si si sol sol, si si sol
Son le prime note..
Si si sol sol, si si sol
Ve le suonerem.. “
Finita la canzoncina, salì sul palco, il bombarolo, con una pistola in mano.
<< Ma che bella serata, ma che bei pargoli, signore e signori buonasera e… MANI IN ALTO!! Vi siete spaventati eh? Pensate, se vi dicessi, che potrei sparare a uno di loro, o vi dicessi che.. C’E’ UNA BOMBA!! SCAPPATE!! No dai.. se ci provate.. gli ammazzo tutti! Sapete mi ricordano tanto me, quando ero ancora piccolo. Ero così pieno di talento, ma per la mia scuola non era così. Non mi impegnavo, non studiavo, niente che facevo andava bene, purtroppo. Ma loro sono il futuro, così pieni di vitalità, è un peccato che debbano morire. Ora vorrei, che tutti voi, portaste qui, una persona alla volta, i vostri telefoni cellulari, in modo tale, che non possiate contattare nessuno. >>
Mentre continuava il suo folle discorso, qualcuno tra il pubblico, era riuscito a contattare la polizia, facendo così fermare i due poliziotti, che stavano cercando un modo, per fare irruzione. Sarebbero potuti entrare dalla sala mensa, ma io ero legato, quindi non potevo aprire. I due poliziotti, si abbassarono e, vedendo me legato, capirono che non ero scappato, ma anche che io sapevo veramente qualcosa. In quella stanza, si trovava anche un vecchio camino, perciò decisero di utilizzarlo, per entrare. Fecero alla “Babbo Natale”, entrando dal camino. Poi mi liberarono, mi fecero qualche domanda, poi pensammo a un modo per intervenire. Il problema era anche la bomba. Ciò che non si sapeva era, se la bomba era a tempo, o se era a comando. Si decise poi, di attirare il bombarolo in mensa, facendo rumore, rompendo qualcosa. Appena venne a controllare, venne colpito in faccia e messo a terra. Poi, uno dei due agenti, decise di farlo parlare.
<< Parla! Dove hai nascosto la bomba, brutto bastardo? >>
<< Non so di che parli.. >>
<< Oh si.. si che lo sai.. Dove cazzo l’hai messa? >>
<< Ma di che diavolo stai parlando? Quale bomba? >>
<< Ci sono delle vite in gioco, lo vuoi capire? >>
Poi intervenni io
<< Fermi tutti e provate a ragionare. L’edificio è grosso, ma è quasi del tutto deserto. E’ chiaro, che siccome tutti sono concentrati in questa sala, la bomba sia qui nei paraggi. Ora facciamo finta che la bomba sia sul pavimento.. sarebbe stupido, perché la vedrebbero tutti no? E’ ovvio che va coperta con qualcosa, magari grande e impensabile. E cosa, se non un bel palco? L’ideale direi.. Ora ci manca solo da sapere se è a tempo, o no, ma… questo ce lo dirà subito la bomba. >>
La bomba era stata trovata, purtroppo non c’era molto tempo per disinnescarla, visto che era a tempo, quindi bisognava per forza, fare un’unica cosa: tagliare uno dei fili colorati!
Mancavano solo 8 minuti, ma il tentativo era uno solo. Si fece evacuare tutta la sala, restarono dentro solo i 2 agenti. Dopo qualche minuto di riflessione, decisero di tagliare il filo rosso, riuscendo quindi a disinnescare la bomba.
<< Taglio il rosso, ho deciso! >>
<< No, aspett.. >>
04:30, 04:29, 04:28, 00:00, -off-
Ce l’avevano fatta, tutto si era risolto per il meglio, anche se le sorprese non erano ancora finite….
<< Kurosaki, il capo ti vuole vedere in centrale, ora! >>

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Capitolo 12
*** VERITA' SCIOCCANTI ***


<< Mi voleva vedere, ispettore Shiro? >>
<< Siediti Kurosaki, vuoi un caffè? >>
<< No, grazie! >>
<< Sconvolto da tutta questa faccenda? >>
<< No no.. >>
<< Come facevi a sapere tutte queste cose? >>
<< Le ho sentite, gliel’ho già detto.. >>
<< Non è vero, lo sappiamo entrambi.. avanti! Dimmi da chi le hai sapute? >>
<< Non si fida della mia parola? >>
<< Evidentemente no! Coraggio.. parla >>
<< … >>
<< Se ti dicessi.. Mizuiko Yoshida? >>
<< Che c’entra mio padre?? >>
<< Era come te.. piuttosto che parlare, era capace anche di tradire il suo migliore amico. >>
<< Beh? Che c’entra con me adesso? >>
<< Tu mi nascondi qualcosa, proprio come aveva fatto tuo padre.. Allora dimmi: come facevano a conoscerti quelli dell’organizzazione? >>
<< Semplice, li ho visti in giro una sera e… gli ho offerto una sigaretta.. >>
<< NON DIRE STRONZATE, TU NON FUMI NEANCHE!!!! ORA DIMMI COME CAZZO FAI A CONOSCERLI???? >>
<< Lei è proprio una palla lo sa? D’accordo parlerò.. ero stato rapito da loro, mentre una volta, per pura casualità, sventrai un loro piano.. ecco tutto, contento? >>
<<  Non mi convince molto.. comunque, volevo scusarmi per prima, ma non ti ho convocato qui per questo. Tra i resti della tua vecchia casa, è stato trovato il vecchio diario di tuo padre. Lo terremo noi, ci servirà per arrestare un po’ di uomini dell’organizzazione. >>
<< Che c’entra mio padre con l’organizzazione? >>
<< Tuo padre è stato un bravo agente.. ne ha arrestati a dozzine di quei criminali.  >>
<< Cosa???? >>
<< Forse.. è giunto il momento che ti racconti la verità.. sulla morte dei tuoi genitori!! >>
A quel punto l’ispettore iniziò a raccontare….
TOKYO – 10 ANNI FA
<< Salve ispettore!  >>
<< Ehi Mizuiko.. novità? Ho saputo della tua grande cattura di settimana scorsa. >>
<< Eh già.. una botta di culo come si dice ahaha >>
<< Già, però.. stai giocando con il fuoco lo sai? >>
<< Lo so, ma non importa.. voglio arrestarli tutti.. >>
<<  E’ impossibile e tu lo sai.. se continui così ti farai ammazzare.. >>
<< Preferisco morire facendo qualcosa, che stando li seduto a tracannare birra o altro. >>
<< Capisco.. fai come vuoi.. >>
<< Domani ho un incontro con 2 di loro, andrò con la mia falsa identità: Takeshi Matsuda. >>
<< Stai attento, mi raccomando! >>
<< D’accordo! >>
Il giorno dopo, tuo padre, aveva intenzione di arrestare altre 2 persone dell’organizzazione, a seguirlo da lontano, c’era l’agente Shikanara. La mattina seguente arrivò in centrale, con una parrucca da pelato, la barba finta, un cappello e degli occhiali scuri: era un’altra persona!
<< E’ pronto Shikanara? Ho l’appuntamento tra poco e non posso far tardi >>
<< Ah.. sono pronto! >>
<< Perfetto.. andiamo ad arrestare qualche bastardo fuori legge! >>
<< Lui si che è tranquillo…. Ma come fa?? >>
Continuò il racconto, l’agente Shikanara..
Prendemmo 2 macchine e ci dirigemmo alla stazione. Il suo compito, era farsi dire dove avrebbero ritirato il pacco con la droga, poi piazzarli una microspia addosso. Mi misi distante, ma non tanto da non poter capire i loro discorsi.
<< Ehi ragazzi! Come butta?? >>
<< Takeshi.. era un pezzo che non ti facevi vivo.. dove sei stato? >>
<< Problemi con la moglie.. le solite stronzate.. >>
<< Mh.. >>
Erano 2 tipi che, solamente guardandoli, mettevano paura.
<< E così vuoi sapere dove scaricheranno la merce? Perché ti interessa? >>
<< Ne vorrei un po’ anche io.. ho portato i soldi.. >>
<< Io non mi fido di te.. perché mai dovrei confidarti qualcosa di così importante? >>
<< Siamo amici no? >>
<< Siamo CONOSCENTI è diverso.. >>
Poi, il tizio, già innervosito, tirò fuori una pistola..
<< Dì un po’: chi si nasconde sotto Takeshi Matsuda? Non sarà mica un poliziotto? >>
<< Come osi paragonarmi a quella brutta feccia? >>
<< Sai.. sotto sotto sono un nerd, anche se non lo dimostro e, ho fatto qualche ricerca, tra gli archivi della polizia, ma tu non risulti esistere. Come mai? >>
<< Vivo nell’ombra >>
<< Ahahahahahahahahahahahahahahahahhahahahaha dai forza vieni! Ti offro qualcosa da bere >>
<< Grazie, ma.. non mi va >>
<< Coraggio dai.. solo un bicchierino di sakè! >>
<< D’accordo.. >>
Una volta bevuto, tuo padre tornò alla centrale, ma senza aver concluso niente, per questo era un po’ amareggiato, ma quello che non sapeva.. e che tra poco sarebbe morto! Quella sera tua madre, le raccontò di aver conosciuto un tizio al bar e, che quest’ultimo, le avrebbe offerto da bere. Non c’era niente di strano se non…
<< Mi ricordo.. mia madre iniziò a crollare a terra, senza forze.. Poi mio padre andò in ospedale, mentre io restai con mia nonna.. >>
<< Arrivato all’ospedale, dovette restare fuori dalla sala operatoria, ad aspettare che i medici dicessero qualcosa. Purtroppo, era molto grave, ma nessuno voleva scoraggiarsi. Dopo un po’, uscì il dottore, dichiarando che tua madre, stava iniziando a peggiorare vertiginosamente. A quel punto, tuo padre ricevette una telefonata.
<< Come sta tua moglie Takeshi? Ahaha >>
<< Siete stati voi?? Luridi bastard… ahhh!! >>
A quel punto pure tuo padre, iniziò a sentirsi male.
<< Ho dato a entrambi lo stesso veleno.. a quanto pare sono riuscito a ingannarti, proprio come tu hai sempre fatto con tutti noi.. Mizuiko Yoshida.. >>
<< Me la pageret… >>
I medici lo colsero, portandolo subito in sala operatoria, ma… Ma alla fine il destino a voluto che i loro cuori, smettessero di battere contemporaneamente.
<< Bip.. bip.. bip.. salve chiamo dall’ospedale di Tokyo, casa Yoshida? >>
<< Certo, che c’è? >>
<< Beh.. i signori Yoshida.. sono entrambi deceduti per avvelenamento con conseguente arresto cardiaco. >> 

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Capitolo 13
*** 10 vs 1 ***


<< Nonna.. era papà al telefono? E come sta la mamma eh? Sta.. sta bene vero? Stanno già tornando a casa vero? >>
Quella sera, mia nonna non rispose.. mi guardo con uno sguardo colmo di lacrime..
<< E adesso perché stai piangendo? >> Mi contagiò e iniziai a piangere anch’io << E’ successo qualcosa? Nonna parla ti prego!! NONNA!!!! >>
Si inginocchiò, mi accarezzò i capelli e mi disse << stanno bene.. ora sono andati a trovare nonno in cielo.. >>
<< Nonno? E quando tornano? >>
<< Molto presto.. molto presto >>
Poi capii che non era così, che i miei genitori se n’erano andati. I giorni seguenti, la polizia, perquisì tutta casa, in cerca di qualche cosa, lasciata da mio padre..
<< E’ semplice >> disse Carter << Li avevo mandati a cercare questo libretto.. se vuoi ora puoi riprendertelo.. >>
<< No grazie.. quello che voglio ora è.. una cosa sola: vendicare la morte dei miei genitori.. >>
<< Non avrai intenzione di sfidare l’organizzazione?? Non te lo permetterò! >>
<< Ci sono molte cose che la polizia non permette di fare, ma.. la gente le fa lo stesso.. >>
<< Non provocare ok?? >>
<< Mi arresteresti?? No.. sarebbe troppo scontato e senza senso.. beh, ora vado.. ho cose più importanti da fare, grazie per le informazioni! >>
<< Non fare idiozie, Kurosaki!!!! >>
<< Vada tranquillo >>
Quella sera, tornato a casa, non dormii, ma restai sveglio, a leggere il diario di mio padre, c’erano informazioni di qualsiasi tipo. Tra le tante missioni raccontate, ce n’era una che mi fece restare a bocca aperta:
“ 14 Luglio 1994,
Abbiamo appreso che questa sera alle ore 23:00, un camion contenente ben 20 chili di cocaina, lascerà la sua merce, a un gruppo di persone, facenti parte dell’organizzazione del cigno nero, che hanno deciso di acquistare la merce. Il tutto, si svolgerà nei magazzini della Mitsubishi Hevay Industries. Noi crediamo, che i criminali, si siano travestiti da dipendenti dell’azienda, facendo in modo di non essere riconosciuti. Per non rischiare di essere scoperti, ho pensato che convenisse, che andasse un solo agente, per questo mi sono proposto io, dichiarando anche, che avrei portato a termine la missione con successo. Quella sera, anche io sarei diventato un dipendente dell’azienda. Mi sono diretto dal capo della sede, facendomi dare la lista nomi, di tutti i dipendenti. Poi ne scelsi uno facile da imitare, diventando così, lui stesso. Il pomeriggio, con l’aiuto di un tecnico, fissammo le telecamere, stando attenti a non farci scoprire, da qualche dipendente. Quando tutto era pronto, c’era solo da aspettare l’arrivo del camion con il carico. Verso le 19, l’azienda iniziò a chiudere. Dopo mezz’ora circa, arrivarono i dipendenti “notturni”. Mi guardarono a bocca aperta, come se non si aspettarono un altro dipendente. Parlammo un po’, poi dissi che io avrei staccato verso le 22.30. Staccando per quell’ora, avrei avuto mezz’ora di tempo, per organizzare il resto del piano. Ora, c’erano tante strade che potevo prendere: fermare il camion con la droga o farlo arrivare a destinazione, ri-entrare e arrestarli tutti, ma non ho voglia di star qui ad elencarvele tutte, perciò vi dirò solo come ho fatto. Controllare tutti i camion, in cerca di quello giusto, sarebbe impossibile, quindi decisi di agire in un altro modo. Mi misi dall’altro lato della strada, in attesa di un mezzo. che accennasse ad entrare. Aspettai circa un quarto d’ora, poi finalmente vidi la preda. Fermai il camion e salii dalla parte del passeggero, con un passamontagna in faccia, per non farmi riconoscere. Giunto sul luogo, convinsi il camionista, a farmi spacciare per un suo amico, fino a quel punto, tutto stava filando liscio e senza intoppi. Poi, uno di loro, decise di perquisirmi, trovandomi addosso una pistola.
<< Ah, bene.. una pistola! Che volevi farci con questa? >>
<< I-io, p-propr-prio n-nient-t-te.. >>
<< Sicuro? E se voi 2 foste degli sbirri? Controllate il carico forza! >>
Ero stato scoperto, mentre loro controllavano il carico, io pensavo a un piano per poter salvare la situazione. Entrambi, fummo legati e, con una pistola puntata, costretti a parlare. Rivelai di fare il barista e di chiamarmi Charles, fortunatamente mi credettero. Poi, uno di loro, trovò una somiglianza con l’uomo che lavorava qua prima, dicendo che ero suo fratello gemello. La situazione non era delle migliori, anche perché legato non potevo fare nulla. Alcuni di loro, scesero a far su, mentre altri rimasero con noi.
<< Adesso che avete la droga, come pensate di portarla via? >>
<< Dovevamo ancora pensarci, ma ora che è successo tutto questo, abbiamo pensato che noi non porteremo via niente. Anzi.. la porterai via tu, noi ti seguiremo a distanza. >>
<< Portarla io? >>
<< Certo.. ti abbiamo preparato una macchina piena di esplosivo, un auricolare bluetooth e un percorso da seguire. Se non ti atterrai alle regole, la macchina salterà in aria. >>
<< Ma se fate esplodere la macchina la vostra droga…? >>
<< Non ti preoccupare, abbiamo pensato anche a quello.. >>
<< Capo è tutto pronto! >>
<< Perfetto, muoviamoci! >>
Mi fecero salire su una macchina: una Lancia Delta dell’ 85. La destinazione era la discarica. La prima cosa che mi venne in mente, dopo aver visto la destinazione, era certamente il fatto, che volevano farmi fuori. Dovevo farmi venire in mente un’idea, ma non ne avevo.
<< Stai andando alla grande Charles, manca poco e siamo arrivati. >>
<< Bene.. sono contento.. >>
Era ora di mettere in atto un piano geniale.
<< Scusate, accosto un attimo, devo pisciare.. >>
<< Spero sia veramente per quello.. >>
Beh, non era per quello. Ero riuscito a prendere l’esplosivo, dovevo solo piazzarlo sotto la loro auto. Ero certo che se avrei accelerato un po’, nel loro tentativo di farmi esplodere la macchina, le loro auto, così vicine, sarebbero esplose entrambi. Feci scivolare le chiavi sotto la loro auto, poi mi chinai e, nel prenderle, piazzai la bomba. Una volta ripartiti, gettai l’auricolare dal finestrino, schiacciai l’acceleratore, e feci finta, di buttare della droga dal finestrino. Il loro leader, imbestialito, fece per fare esplodere la macchina, ma non sapeva, che la bomba era sotto la sua, auto suicidando lui, e tutto il gruppo. Fermato, per vedere se c’erano sopravvissuti, scoprii, che in realtà io non trasportavo niente, ma che volevano portarmi alla discarica per farmi fuori. In questa missione, ho davvero rischiato molto, ma ho vinto, ciò vuol dire che non bisogna mai arrendersi, neanche di fronte a qualcosa che sembra impossibile. Ora sono stanco e andrò a dormire, caro diario, alla prossima missione.. ”
Ciò che scrisse mio padre, mi toccò. Capì che anche se loro erano tanti, ma davvero tanti, ed io ero uno solo, con un po’ di astuzia e qualche pizzico di fortuna, avrei potuto farcela anche io. Oramai ero sempre più deciso a fermare tutta l’organizzazione, ero disposto anche a barare, proprio come facevano loro perché io li fermerò tutti!

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Capitolo 14
*** CERCARE DI SALVARE LA VITA DI QUALCUNO, MENTRE SI CERCA DI SALVARE LA PROPRIA ***


Leggere parte del diario di mio padre, devo dire che mi ha aiutato molto. Mi ha fatto capire vari aspetti dell’organizzazione, vari comportamenti da seguire, cose da fare e non, ma anche.. mi ha fatto capire quanto sia fondamentale, il fatto di non arrendersi. Ovviamente leggersi tutto il diario in una notte, direi che non giova molto, soprattutto se il giorno dopo hai scuola. Mi svegliai stanco, con gli occhi socchiusi e una non voglia di salutare il mattino. Purtroppo a scuola ci dovevo per forza andare…
BASE SEGRETA DELL’ORGANIZZAZIONE DEL CIGNO NERO – STAMZA DELL’ALLENAMENTO (PALESTRA)
<< Signore, è arrivato! >>
<< Bene.. fallo entrare.. >>
<< Prego, entri pure! >>
<< Mi cercava? >>
<< Certo.. tu sei un killer professionista, vero? Mi devi aiutare a far fuori un ragazzino.. >>
<< Tu mi hai chiamato per far fuori.. un ragazzino??? Hai un sacco di uomini e nessuno riesce a farlo fuori? Devi essere proprio messo male.. >>
<< Non è un ragazzino normale.. è dotato di uno strano potere.. non so dirti di che si tratta, ma è davvero molto astuto.. >>
<< Quanto mi dai per un lavoretto del genere? >>
<< Direi che 25.000 yen possono bastare >>
<< D’accordo, ma se dovrei sudare più del previsto..  dovrai aumentare la cifra >>
<< E se non lo facessi? >>
<< Ti beccheresti una pallottola in testa, sai che sono un astuto cecchino.. non so quanto ti convenga fare lo spaccone.. >>
<< Sarai anche un abile cecchino, ma noi siamo comunque di più.. se mi elimini, sarai tu il prossimo ad essere fatto fuori >>
<< Non ho voglia di fare discussione..  dimmi il nome del moccioso e lo farò fuori in men che non si dica. >>
<< Kurosaki Yoshida.. vedi di non fallire.. >>
<< D’accordo.. >>
SCUOLA DI TOKYO – CLASSE DI KUROSAKI
Oggi a scuola, era tutto più palloso del solito e, mentre il tempo passava, mi chiedevo chi avrei salvato oggi. Diedi un’occhiata alla mia agenda e saltò fuori un nome interessante: Komachi Yara. Vi ricordate di lui? Colui che mi salvò quando venni rapito dall’organizzazione.. ah che scemo  non avevo scritto il suo nome. Comunque li devo un favore, quindi gli salverò la vita! Sarebbe morto per via di un latte scaduto, da lui stesso bevuto. Purtroppo non sapevo dove cercarlo, ma essendo un pastore, sarà sicuramente in prossimità di un campo.. ne sono sicuro. Uscito da scuola, cercai informazioni, chiedendo in giro, ma non ottenni grandi risposte. Provai a passare vicino a dove ero stato rinchiuso, ma nemmeno li c’era qualcosa. L’unica soluzione era aspettare nel luogo in cui avesse bevuto il latte. Per fortuna, l’incidente, sarebbe avvenuto la sera dopo, dandomi così il tempo, di trovare il posto con calma. Quel giorno, però mi sentivo anche osservato, come se qualcuno mi stesse seguendo, in ogni posto che andavo. Era come se qualcuno mi stesse studiando. La sera, quando andai a dormire, spostai il letto, che si trovava vicino alla finestra, come precauzione, poi abbassai la tapparella. Passò qualche minuto prima che mi addormentai, avevo per la testa vari pensieri che non riuscivo a scacciare. La mattina seguente, un sabato, ripresi le ricerche in tutta tranquillità, ma quella sensazione del giorno prima, non se n’era andata. Girai tutte le salumerie, latterie, e altri alimentari vari, nel tentativo di trovarlo. L’uomo sembrava scomparso. Nessuno sapeva niente, nessuno l’aveva mai visto.. che non fosse di questa città, ma solo di passaggio? Questo non posso saperlo.
Erano quasi le 18 e io avevo quasi girato tutta la città, senza neanche aver trovato la sua ombra. Poi, mentre un uomo mi passava di fianco correndo, questi ricevette una pallottola in testa, cadendo a terra, ritornò quella sensazione. Nonostante il cadavere, mi allontanai in cerca di un riparo, visto che il bersaglio potevo essere anche io. Mancavano poco più di 2 ore e mezza prima del fattaccio, ma non avevo ancora ritrovato lo sfortunato, quindi non potevo fermami molto a parlare con la polizia. Purtroppo l’interrogatorio iniziò a protrarsi nel tempo, e dovevo fare qualcosa per quel poveretto. Ma si sa, oramai io e l’ispettore Shiro, siamo “grandi amici”.
<< L’uomo si chiamava Matzuda Masami, aveva 35 anni, faceva l’imprenditore. La pallottola gli si è conficcata dritta nel cranio, l’uomo è morto per emorragia celebrale. >>
<< Ti ringrazio Fukura. Torniamo a noi.. Kurosaki. Tu hai detto che stavi passeggiando tranquillo per la strada, quando hai sentito uno sparo e, l’uomo che stava correndo, affiancandoti, ricevette una pallottola in fronte: giusto? >>
<< Esatto. >>
<< E dimmi.. cos’è sta storia della sensazione sul fatto che qualcuno ti stava seguendo? >>
<< Credo che qualcuno in sti giorni mi stia tenendo sotto controllo, ma non so spiegarle il perché e, non ho neanche le prove per dimostrarlo.. >>
<< Bene.. abbiamo perquisito il luogo e anche te e, non abbiamo trovato armi da fuoco, quindi.. per ora puoi andare.. grazie della disponibilità >>
<< Si figuri ispettore >>
<< Fai il bravo >>
<< D’accordo. >>
Erano le 19.30, mancava 1 ora e 20 circa. Così prima di andarmene, chiesi all’ispettore se sapeva qualcosa.
<< Conosce quest’uomo, ispettore? >>
<<  Certo! Si Chiama Komachi Yara, lavora alla latteria appena fuori Tokyo Sud. >>
<< La ringrazio! Gentilissimo! >>
<< Di niente.. >>
<< Ah.. un ultima cosa posso? >>
<< Si dimmi.. >>
Partii subito per la latteria, avevo 80 minuti. La metrò era affollatissima, ma non c’erano metodi alternativi, per raggiungere il posto. Giunsi al negozio, alle 20.15, giusto in tempo prima della chiusura.
<< Salve! Desider… ma tu sei quel ragazzo dell’altra volta!! Come stai?? Tutto bene? >>
<< Io sto bene, ma lei non deve bere assolutissimamente quel latte! >>
<< Eh? Mica sto bevendo ora! >>
<< Beh, ma sono sicuro che lo farà! Non deve berlo o morirà.. quel latte è scaduto ed è molto tossico. >>
<< E tu come lo sai? >>
<< Ho un potere, ma non posso dirle niente purtroppo.. lei si deve fidare di me.. davvero. >>
A quel punto, un uomo entrò nel negozio, armato di fucile, con dei capelli lunghi e biondi.
<< Mani in alto! Forza! >>
<< No. Ti prego non spararmi.. >> Disse il pastore terrorizzato.
<< Zitto ciccione! Sono venuto per il ragazzino! >>
<< Che vuoi da me si può sapere? E poi chi sei? >> domandai.
<< Mi chiamo Y, ma tu puoi chiamarmi Y. Sono un killer professionista e, sono qui per farti fuori.. >>
<< Ti manda l’organizzazione vero? >>
<< Vedo che sei molto informato, sai se ti ammazzo guadagno una fortuna.. preparati a crepare! >>
Non avevo armi con me, non potevo fare nulla.
<< Prima di ammazzarti, vorrei chiedere gentilmente al pastore, di posare per terra, la pistola che ha nei pantaloni, poi passarmela con un calcio. >> e li mi venne l’idea.
Quando il pastore fece per passarla al killer, mi chinai e la raccolsi.. in quel momento il killer mi sparò colpendomi in pieno petto. A quel punto risposi anche io al fuoco, perché vedete…
“ << Conosce quest’uomo, ispettore? >>
<<  Certo! Si Chiama Komachi Yara, lavora alla latteria appena fuori Tokyo Sud. >>
<< La ringrazio! Gentilissimo! >>
<< Di niente.. >>
<< Ah.. un ultima cosa posso? >>
<< Si dimmi.. >>
<< Ha per caso un giubbotto antiproiettile da darmi? >>
<< Si, ma che ci devi fare? >>
<< Me lo da si o no? >>
<< mmm.. d’accordo tieni! >>”
<< Cosa?? Avevi un.. non ci credo no!! >>
<< Invece si, è così.. ho già chiamato la polizia.. tra poco verrà ad arrestarti. >>
La polizia arrivò dopo 10 minuti. Prima di partire a bordo della volante, l’uomo mi giurò che si sarebbe vendicato.. per ora la sua permanenza in carcere era di ben 15 anni.. non credo si ricordi della promessa.. Per quanto riguarda il pastore, non bevette il latte avvelenato, ma lo gettò via. Come si dice in una favola “e vissero tutti, felici e contenti”.

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Capitolo 15
*** LA CHIAVE DEL SUCCESSO E’ USB ***


CENYTRALE DI POLIZIA
Qui alla centrale, Shiro stava per interrogare Y.
<< Salve, sono l’ispettore Shiro, ora, come da prassi, dovrò farle qualche domanda prima di sbatterla dentro. >>
<< Sbattermi dentro? >>
<< Esatto.. lei ha ucciso una persona e tentato di ucciderne un’ altra e, fino a prova contraria, lei ha commesso un reato. Incominciamo dal nome, non credo che lei si chiami Y. Qual è il suo vero nome? >>
<<  E ti aspetti che io te lo dica vero? Non sono così idiota signor ispettore. >>
<< Basterà prelevare un campione del tuo sangue o del tuo DNA per capire chi sei.. >>
<< Tanto oltre al nome, non potrete sapere altro ahahah >>
<< Si, se non ti punto una pistola in testa. Perché volevi uccidere Kurosaki? >>
<< Chi? Il ragazzo? Non te lo posso dire.. >>
<< Sbattetelo in cella, torneremo a fare 2 chiacchiere più tardi… e parlerai. >>
<< Se sarò ancora in cella, ovviamente… >>
<< Perché??? >>
 
BASE  SEGRETA DELL’ORGANIZZAZIONE DEL CIGNO NERO – APPRESA LA NOTIZIA DELL’ARRESTO DI Y
Nella stanza del capo, arriva la notizia, da un membro dell’organizzazione, che informa tutti dell’arresto di Y.
<< Signore! >>
<< Che c’è? >>
<< Y è stato arrestato dalla polizia! >>
<< Che cosa??? >>
<< E’ tutto vero purtroppo.. >>
<< Quell’idiota.. portami un altro bicchiere di Amaro del Capo. >>
<< Subito.. >>
CENTRALE DI POLIZIA – ZONA CARCERI
Y era appena stato rinchiuso in cella insieme a un carcerato di nome Mark Aveo, un tipo molto grosso e muscoloso. Egli era stato arrestato per rapina ad una banca. Bottino: 500.000 yen!
<< E così sei dentro per rapina eh? 500.000 yen è una bella sommetta. Ascolta devi farmi un favore. Devi telefonare al mio capo e dirgli che esco di prigione stanotte. >>
<< Non vedi che sto riposando? Prendi e telefona tu! >>
<< Amico, quando sono entrato ti ho abbracciato ricordi? E in quel momento, in segno della nostra amicizia, ti ho attaccato una bomba sulla schiena, guardati allo specchio se non ci credi. Ora, puoi fare quella telefonata perfavore, ti basta dire “Y” e “Jigen” e il gioco è fatto. Poi gli dici che tornerò a casa stanotte con un bel regalino e poi butti giù, chiaro il concetto? >>
L’uomo si guardò allo specchio << Tu sei un folle! Adesso chiamo le guardie!! >>
<< No no no no no no.. sei pazzo? Vuoi saltare in aria? Cavolo non sei per niente contento di vivere.. senti, se fai questa telefonata te la tolgo ok? Qua il mignolino che facciamo la promessa compare!  >>
<< D’accordo.. è una promessa e devi mantenerla, però! >>
L’uomo andò a telefonare, poi tornò.
<< Ho fatto, toglimi quella bomba. >>
<< Non possiamo tenerla qui, chiama le guardie e digli che c’è una bomba sulla tua maglietta. >>
<< Perché?? >>
Y prese in mano il telecomando << Tu.. chiamale.. ok? >>
<< Guardie! Guardie! C’è una bomba! >>
All’arrivo delle guardie, Y premette il pulsante, facendo esplodere l’uomo, la cella e le guardie. L’uomo guardò Y e prima di morire disse << M- mi avevi promesso c- ch- che avresti m-ma-mant-t-tenu-t-to la p-p-prommessa >>
<< Ti dico un segreto. Avevo una fidanzata si chiamava Giovanna, era italiana. Un giorno mi beccò a scopare con un’altra. Perché te lo dico? Perché anche con lei feci una promessa del genere, ma la verità, è che io non sono capace a mantenere una promessa sai? Però vedere la faccia della gente una volta smerdata è fottutamente bella! Ehi, li senti? Stanno arrivando per me, capisci? Credono di potermi fermare sti stronzi, ma io..io.. io sono infermabile, ora vado ciao! >>
Intanto nella sala telecamere << Ispettore Shiro! Ispettore Shiro! Il prigioniere Y sta scappando! >>
<< Diramate l’allarme presto! Non deve scappare! >>
Molte guardie tentarono di fermarlo, ma fu tutto inutile: l’uomo riuscì a fuggire. Deluso, Shiro fece una ramanzina a tutto l’organo di polizia.
Intanto, fuori dal carcere, Y chiamò il suo capo, avvisando che stava per arrivare, con un premio speciale.
BASE SEGRETA DELL’ORGANIZZAZIONE DEL CIGNO NERO – 1 ORA DOPO
<< Signore, Y è tornato e vorrebbe parlare con lei. >>
<< Fallo entrare. >>
….
<< Salve signore. >>
<< Brutto idiota! Ti sei fatto arrestare! Hai mandato a puttane tutto il piano ti rendi conto??? Adesso Kurosaki è ancora vivo, ed è ancora in giro a fare la mina vagante, tutto per colpa tua!! >>
<< Lo so.. ma mi sono fatto catturare apposta.. per poter prendere questa >>
<< Ma quella.. è una chiavetta usb?!? >>
<< Si, ma non è una normale chiavetta.. su di essa ci sono contenuti tutti i file della polizia, che la gente comune come noi non dovrebbe vedere. Tutti i rapimenti, omicidi, traffici illeciti e vari operazioni illegali e nascoste della polizia, sono qua sopra. Se non ci credi, accendi il computer e guarda. L’archivio è in .rar, basterà decomprimerlo. >>
<< Dammi qua.. >>
Una volta compresso il file, saltarono fuori, fatti in cui la polizia era dentro.. fatti che se qualcuno lo sapesse, smetterebbe di credere in loro. Fatti per cui molti poliziotti, ancora in servizio tutt’oggi, andrebbero licenziati e mandati al rogo..
<< Pronto qui l’ispettore Shiro, chi parla? >>
<< Sono il capo dell’organizzazione del cigno nero.. ho qui una chiavetta, mi pare vi appartenga.. se non volete che divulghi in giro tutto ciò che ho letto, voglio 30.000 yen al mese, una totale immunità, più la scarcerazione di tutti i miei uomini arrestati fin’ora. >>
<< Tu menti, la chiavetta è.. >> (interruzione) << Ispettore Shiro!! La chiavetta contenente il file secrets.rar è scomparsa!! >>
<< Ho sentito una voce sotto, ispettore c’è ancora? >>
<< Provvederò immediatamente a far scagionare tutti i suoi uomini.. >>
Dopo mezz’ora.. più di 500 criminali, sono stati liberati!
 

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Capitolo 16
*** LA LEGGENDA DEL MONTANARO ***


Oltre a Y, anche io e il pastore venimmo sentiti, ma ciò non portò a capo di nulla. Il giorno dopo avevo una gita. Andavamo a fare una settimana a Sapporo, quinta città del Giappone e capitale della prefettura di Hokkaidō. Quello che mi scocciava più di tutto, era dormire in stanza con Henry, uno che non amava tanto lavarsi, che quindi puzzava da morire. Una volta, ci mostrarono l’hotel, poi ci fecero depositare i bagagli. Era veramente un signore albergo, con camere ben arredate, ampio box doccia, balcone, televisione a led e 2 grandi letti molto comodi. In attesa di mangiare, sistemammo le nostre cose, quando Henry se ne esce con una leggenda.
<< Ku.. Kurosaki, tu la conosci la famosa leggenda di Sapporo? >>
<< Leggenda? Sarà sicuramente qualche stronzata.. >>
<< No, è vero! E’ una leggenda chiamata “La leggenda del montanaro”! >>
<< La leggenda del montanaro? E di che si tratterebbe scusa? >>
<< Parla di un uomo, dalla grossa statura, che rapinava negozi e bambini in tutta la prefettura, poi chiedeva pesanti riscatti, per riavere la merce, da lui rubata. Si dice anche, che quell’uomo, sia dotato di una forza sovraumana, con un corpo molto muscoloso. >>
<< Wow.. e dovrei crederci? E’ solo una leggenda, non per questo dev’essere vera. >>
<< Eppure qualcuno, lo vede in giro la sera… qui a Sapporo. Si dice viva sul campanile, della chiesa abbandonata. >>
<< Grazie dell’informazione.. ora si che dormirò tranquillo >>
<< MA PERCHE’ NON MI VUOI CREDERE?? >>
<< Perché è solo una leggenda.. semplice! >>
Andammo giù a mangiare: c’era ogni ben di Dio. Dai takoyaki (polpettine di polipo e alici), al ramen (spaghetti con pesce). E poi noodles, sushi, riso thailandese, wonton di gamberi, e molto altro ancora.
Il pomeriggio era libero, potevamo fare ciò che volevamo. Mentre passeggiavo per la città, ricevetti una chiamata da Shiro.
<< Kurosaki dove sei? Sono Shiro! >>
<< Ah.. Shiro.. pronto, sono a Sapporo in gita >>
<< Mi fa piacere sapere che sei lontano da Tokyo e che sei ancora vivo >>
<< Mmm? Perché? Che è successo? >>
<< Y è evaso di prigione, ci ha rubato una chiavetta usb, contente file data molto segreti. Poi ci ha ricattati e abbiamo dovuto liberare 500 criminali appartenenti all’organizzazione, di cui la maggior parte, arrestati da tuo padre. >>
<< COSA?? >>
<< In più dobbiamo pagare 30.000 yen al mese >>
<< Merda! Devo tornare a Tokyo il più presto possibile! >>
<< NO! TU A TOKYO NON CI DEVI PROPRIO PIU’ TORNARE O TI AMMAZZERANNO!! >>
<< Se permette quella è la mia città e li ci sono i miei conti in sospeso con la banda!! Devo tornarci >>
<< Non se ne parla.. tu ora stai a Sapporo, avviserò la squadra del posto di tenerti con sé, parlerò anche col tuo insegnante o la tua >>
<< Faccia come vuole, non potrà fermarmi, ciao! >>
<< Aspetta pezzo di idiota!! Non riattacc.. bip! >>
Ora che sapevo come stavano veramente le cose, non potevo starmene qui, con le mani in mano, volevo agire, cercare di fare qualcosa. Certo, non era facile, ma volevo comunque provarci.
Quella sera, uscii solitario, a farmi un giro per la città, in cerca di qualcosa, che neanche io sapevo cosa poteva essere. Passai davanti a una chiesa abbandonata, e mi venne in mente, la leggenda del mio compagno di stanza, Henry. Decisi così di effettuare una perlustrazione, esaminando la chiesa, da cima a fondo. Salii poi, in cima al campanile, trovandomi così, faccia a faccia, con una bella sorpresa. A quanto pare, il montanaro, tanto decantato da Henry, esisteva davvero, e se ne stava proprio sul campanile. Appena mi vide, mi puntò una pistola contro.
<< Ehi tu! Chi diavolo sei? >>
<< Calma.. calma.. sono venuto solo a fare un giro.. mi avevano detto di visitare questa chiesa perchè davvero molto bella.. >>
<< Chi te l'ha detto? >>
<< Eh.. un mio amico.. >>
<< E' la pura verità? >>
<< Si.. si.. io non sono neanche di qua figurati.. >>
<< Ah.. e di dove saresti? >>
<< Tokyo >>
<< Ah.. Tokyo.. bel posto.. forse un po' troppo grande per uno di montagna come me.. >>
<< Perchè vivi quassù? >>
<< Beh è un po' lunga da spiegare..  se hai voglia te la racconto.. >>
<< D'accordo... >>
<< Bene.. Tutto è iniziato molto tempo fa. Io ero un grande scalatore, con anche un gran fisico. Non c'era monte che io non sapessi scalare. Tutti mi conoscevano come “il Re delle montagne”! Poi un giorno, mentre mi trovavo in un rifugio a mangiare, un bambino cadde da un dirupo e morì. La gente sul posto diede la colpa a me, ma io non avevo fatto niente. >>
<< Perché ti incolparono? >>
<< Perchè mi trovavo vicino al bambino, così la gente pensò che l'avessi spinto giù io.. Comunque iniziarono tutti a guardarmi male, con aria scontrosa. Ma il colpo di grazia, lo ricevetti, venendo in questa città. Qui, appena arrivato, cominciarono furti e sparizioni di pargoli, ovviamente non per mano mia, ma la gente iniziò ad incolparmi, dandomi del ladro e dicendomi parole che mi ferivano il cuore. Cercai di spiegare com'erano andate le cose, ma la gente stentava a crederci.. Ero solo, senza una meta.. nessuno mi voleva più ospitare. Il sindaco del mio paese mi proibì di tornare nella mia città, così, non avendo un posto dove stare, decisi di accamparmi qui. Purtroppo col freddo, poco mangiare e bere, il mio corpo iniziò a indebolirsi. Poi ci furono le malattie. Come se non bastasse ho contratto pure l'AIDS e ora mi resta circa 1 mese di vita.. Ora che sai che sono malato e tutto.. scommetto che te ne andrài anche tu.. tanto non sei il primo che lo fa. >>
Effettivamente, non era messo molto bene. Era molto più magro di quanto mi era stato descritto, ma anche molto più affaticato. Controllai col mio potere, sarebbe morto tra 1 mese esatto.
<< Senti, io non sto messo molto meglio di te, quindi non ho motivo per andarmene.. >>
<< Come ti chiami ragazzino? >>
<< Kurosaki Yoshida.. e tu? >>
<< Tom Madara, ma puoi chiamarmi anche montanaro. Come mai non sei messo tanto meglio che hai? >>
<< Vedi.. ho a che fare con una organizzazione criminale, molto potente. L'organizzazione del cigno nero. >>
<< Che cosa? Dici sul serio? >>
<< esatto.. purtroppo ho a che fare con dei tipi come loro, ma oramai ci sono dentro e non posso tirarmi indietro.. hanno fatto troppe malefatte e la devono pagare cara.. Purtroppo non mi è concesso tornare a Tokyo per questioni di sicurezza. >>
<< Io ho un'idea.. tu sei in gita giusto? >>
<< Si, perché? >>
<< Lascia fare a me, senti mi puoi procurare un pasto caldo, una bevanda e un computer? In cambio ti aiuterò io! >>
<< Ma che hai in mente? >>
<< Tu non ti preoccupare >>
Procurai bevanda, pasto e pc, ignaro di quello che sarebbe potuto accadere. Sarà, ma a me sembrava una brava persona. Una volta finito di mangiare, si mise a trafficare con il computer
<< C’è anche una stampante per caso? >>
<< Si.. nella hall perché? >>
<< Torno subito! >>
Prese il computer e andò giù nella hall. Dopo una ventina di minuti circa, dicendomi che era tutto apposto, e che quindi potevamo partire. Mi mostrò ciò che aveva fatto. Si trattava di una carta d’identità falsa, contenente anche dati falsi,  in cui specificava di essere mio zio. Andammo dalla professoressa e, con la scusa che la moglie di mio zio, ovvero mia zia, stava male. La professoressa bevette la scusa, dandomi così l’opportunità di tornare a casa.
Purtroppo non avevamo una macchina, quindi Tom, pensò di rubarne una, anche se io non approvai questa scelta. Fortunatamente ne prendemmo una con un po’ di benzina, quanta bastava per arrivare a Tokyo.
Tornati nella capitale giapponese, ci dirigemmo subito alla centrale di polizia, nonostante la faccia scontrosa dell’ispettore Shiro. Infatti quando entrammo, fui subito aggredito, ma difeso da Tom.
S: <>
K: Lo so, ma sono tornato comunque.. non posso arrendermi!! >>
S: <>
K: << Si chiama.. >>
T: << No aspetta! Lascia parlare me. Mi chiamo Tom Madara e questo ragazzo ha il diritto di poter scegliere e lei non glielo può portare via! Io fui accusato di omicidio molto tempo fa, ma non avev0 ucciso nessuno. Nonostante questo nessuno mi credette, a parte questo ragazzo. Lui, mi ha dato la speranza di fare un’ ultima pazzia! Io voglio aiutarlo in questa lotta! >>
S: Bene… bene… un presunto omicida, barbone, pazzo suicida, che vuole giocare a fare “ L’eroe “, ma sappi che non è così facile come tu credi, sai? Pensi che noi siamo così incapaci da non prendere un gruppo??? E ora che hanno tutti i nostri segreti non possiamo neanche fermarli!! E Tu? Tu, sconosciuto barbone, saresti in grado di cambiare le cose? Ma perfavore.. >>
T: << E invece si! Ho già anche in mente un piano.. >>
S: << sentiamo sta stronzata va.. >>
T: << Io sono malato.. molto malato di AIDS e per me non c’è cura.. per questo ho deciso di intrufolarmi nella loro base segreta e.. farmi saltare in aria>>
S e K: Cosa??????
K: << ma che dici?? Sei impazzito?? >>
T: << Kurosaki, non ho amici, moglie, figli, non ho nessuno cazzo! Ho solo il rintocco di una campana!! Sono sopravvissuto mangiando il cibo che cade a terra alla gente, bevendo dalle pozzanghere.. sono uno sfigato.. per la mia malattia non c’è neanche una cura.. tra 1 mese morirò.. tanto vale farlo ora.. >>
S: << E come pensi di intrufolarti? E poi non accetterò mai una missione del genere.. >>
T: << Mi fingerò uno degli uomini evasi di prigione.. La prego.. >>
S: << Purtroppo non ho altra scelta… accetto.. >>
K: << Cosa?? Non farlo Tom… >>
T: << Addio… grazie di tutto! >>
Shiro a quel punto, prese il telefono << Si.. sono io Shiro.. ho qui un vostro uomo ancora.. dove ve lo faccio mandare? >>
<< Oh.. infatti qui ne contavo solo 499.. menomale che avete chiamato, stavo già per divulgare qualche segreto.. ditegli di farsi trovare al confine di Tokyo Sud per le 24:00. >>
<< D’accordo. >>
Tom, si preparò, poi partì. Ci salutammo.. non so come abbia fatto ad entrare, ma il giorno dopo, sui giornali, c’era questo titolo a caratteri cubitali: “ UOMO KAMIKAZE SI INTRUFOLA NELLA BASE SEGRETA DELL’ORGANIZZAZIONE DEL CIGNO NERO E SI FA ESPLODERE: 200 MORTI! “       … ce l’aveva, in parte, fatta!

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Capitolo 17
*** ASSETATI DI VERITA’ ***


“Si girò verso di me, mi salutò e mi ringraziò. Poi, si diresse nel camerino, indossò un giubbotto e ingoiò una pillola esplosiva. Prese con se altre pillole, che probabilmente gettò a terra, in giro per l’edificio, poi si fece saltare in aria. Tutto questo, per cercare di salvare un Paese, sulla soglia della rovina, per via di una banda di mafiosi senza scrupoli. La notizia fa scalpore, lo scrivono i giornali e ne parlano i telegiornali, ma all’arrivo della polizia sul luogo, i sopravvissuti, se n’erano già andati. Io ci penso. Penso se tutto questo sia giusto, se valga davvero la pena morire per questo, per colpa di gente che non merita di stare alla luce del sole, però siccome è questa la strada che ho scelto, continuerò lungo il mio cammino, armato di spada e coraggio, lottando fino ad ottenere un mondo migliore” (Kurosaki Yoshida)
Dove fossero finiti quelli dell’organizzazione nessuno lo sapeva, ma una cosa era certa: di sicuro avrebbero reagito in maniera spudorata e senza pietà! Andai a trovare l’ispettore in centrale, ma non era molto soddisfatto.
<< Salve ispettore come va? Ha visto che alla fine qualcosa ha fatto? >>
<< Beh nonostante l’alto numero, non ha fatto molto.. Tieni conto che ce ne sono ancora 200, tra cui anche i big, quelli dei piani alti. Non sappiamo dove sono, e neanche se la chiavetta e i dati sono andati distrutti. Anche se così fosse, loro potrebbero ricordarsi qualcosa e fidati, che se si ricordano qualcosa, spargeranno subito la voce e per noi sarebbe la rovina più totale! >>
<< Ma si può sapere che è successo? >>
<< Tutto risale a molti anni fa Kurosaki.. so di potermi fidare di te.. quindi ti racconterò tutto, a patto che tu non ne vada a far parola in giro chiaro? >>
<< D’accordo.. ha la mia parola.. >>
<< Guarda che questa è una cosa seria! Non devi assolutissimamente farne parola chiaro?!? >>
<< D’accordo! >>
<< Tanti anni fa, c’è stato un periodo, dove le carceri erano super-affolate, non c’era abbastanza posto per tutti i criminali. Così la polizia decise di giustiziare quelli con i reati più gravi, senza una sentenza o altro. Tutto questo solo per fare spazio nelle carceri, facendo sparire poi i corpi dei malcapitati. Tutto ovviamente, in maniera segreta. >>
<< E su quella chiavetta che c’è segnato? >>
<< Sono segnati tutte le varie esecuzioni fatte, con rispettiva data e nome del carcerato fucilato. >>
<< Capito.. >>
In quel momento entrò un poliziotto, molto frettoloso..
<< Capo! Capo! E’ arrivata questa busta per lei! >>
<< Di che si tratta? >>
<< Non lo so signore, non l’ho ancora aperta.. >>
<< D’accordo, lo faccio io. >>
L’ispettore aprì la lettera.
A mezzogiorno, accendi la televisione. Metti sul telegiornale e goditi lo spettacolo.. pezzo di merda! “
All’ora segnalata, mancavano ben 90 minuti.. chissà che sarebbe dovuto succedere. Shiro iniziò a sudare, ma anche ad agitarsi.
<<  Lo sapevo che era un pessimo piano il vostro, ma io scemo vi ho fatto andare lo stesso.. che idiota! >>
<< Adesso sarebbe colpa nostra? Guardi che in un modo nell’altro qualcosa avrebbero fatto comunque! >>
<< No se avremmo fatto a modo mio! >>
<< E qual era? Stare ai loro ordini per sempre? >>
<< Hai già causato abbastanza guai non ti pare? Perché non te ne torni a casa????? >>
<< D’accordo, come vuole.. piuttosto che stare qua a sentire un mucchio di merda! >>
<< Qualche giorno ti sbatto dentro stai attento! >>
<< Ok! >>
<< E non fare così hai capito?!? >>
<< Ok! >>
<< Grrrr Cristo che nervi!!!!! >>
Me ne andai e tornai a casa, non avevo paura di essere visto dall’organizzazione.
A mezzogiorno, accesi la televisione su TV TOKYO.
<< Ed ora ci colleghiamo con il municipio di Tokyo, li per noi, c’è un uomo che deve reperire un messaggio: è il nostro sindaco! >>
La piazza era gremita di gente. A un certo punto, uscì, ma non era il sindaco.. bensì un uomo incappucciato.
<< Cittadini e non, che siete qui presenti in questo preciso istante, ho delle cose molto importanti da dirvi, che riguardano voi e anche me. La polizia giapponese di Tokyo, negli ultimi anni, ha svolto un grande lavoro, degno di loro. Purtroppo dietro questo lavoro, ci sono delle cose che dovreste sapere. >>
Tutti guardavano e ascoltavano, senza proferire parola. Intanto il sindaco continuava il discorso..
<< Molte persone arrestate, sono misteriosamente scomparse. Molti di voi si chiederanno perché vero? Il vero motivo è che queste persone sono morte! Ma non per morte naturale sia chiaro.. sono morte.. uccise dalla polizia stessa! Col problema del sovraffollamento delle carceri, non c’era più tanto posto libero per nuovi prigionieri.. quindi scelsero la via più facile: ucciderne il più possibile! Non importava come, l’importante era che questi dovevano morire! Così imbracciati i fucili, agenti di polizia, iniziarono lo sterminio. Più di 100 criminali persero la vita per un motivo idiota. Questa è solo una delle tante malefatte commesse dai nostri fantomatici “eroi”. Ma vogliamo andare avanti? Vogliamo andare oltre? Vogliamo parlare di droga? Droga sequestrata a qualsiasi criminale ne possedeva anche solo 1 grammo.. ma che fine ha fatto? Se la sono spartita tra di loro sti cani, mi sembra ovvio... >>
A quel punto uno sparo. L’uomo mascherato cadde a terra. Qualcuno gli aveva sparato.
<< Basta hai parlato troppo.. >> Era l’ispettore Shiro! << Voi.. voi.. vi stavate sorbendo un mucchio di stronzate! Qualcuno doveva fermarlo! >>
Tutti si girarono verso l’ispettore, iniziandolo a guardare storto. Poco dopo arrivarono delle volanti seguiti da un’ ambulanza, la situazione degenerò. La folla iniziò ad accanirsi sui poliziotti lanciando pietre e quant’altro. Proprio in mezzo a questo casino, l’ispettore venne arrestato e portato via dalla polizia. Io decisi di uscire e di andare in ospedale, per cercare di capire un po’ di cose. In ospedale, si trovava anche colui, che aveva spifferato tutto e, mi sarebbe piaciuto, sapere chi fosse. Presi la bicicletta e, a tutta velocità, raggiunsi l’ospedale in poco tempo.
<< Mi scusi, in che stanza si trova l’uomo colpito al municipio? >>
<>
<< Forse io so chi è, ma dovete farmi entrare da lui! >>
<< Mi dispiace giovanotto, ma dovrai restare fuori.. >>
Presi e incominciai a correre per tutto l’ospedale, cercando camera per camera, dove si trovasse quell’uomo. Come se non bastasse, dei dottori, iniziarono a seguirmi, cercando di fermarmi.
<< Fermati moccioso! Non puoi gironzolare per l’ospedale! Smettila! >>
<< Ditemi dove si trova quell’uomo! >>
<< Perché ci tieni tanto a saperlo? >>
<< Forse so chi è. Potrei riconoscerlo! >>
<< Come facciamo a fidarti di te? Neanche ti conosciamo! >>
<< E io come faccio a sapere che voi due siete dei veri dottori? Portate il camice, ma non vuol dire che siete davvero dei dottori. >>
<< Beh infondo.. non ha tutti i torti.. D’accordo.. ti mostriamo la camera.. >>
<< Grazie! >>
Venni accompagnato al 6° piano, fino alla stanza numero 666, è li che si trova il paziente, poi loro se ne andarono. Mi misi una maschera, poi ero a pronto a entrare.
 

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Capitolo 18
*** INCONTRO COL DIAVOLO, NELLA STANZA DEL DIAVOLO ***


Mi trovai davanti alla stanza numero 666. Misi una maschera, preparai la pistola, ed entrai. Vidi un uomo sdraiato sul letto e con una maschera sulla faccia e molte cicatrici, sembrava non potesse muoversi. Così mi avvicinai, con la pistola puntata verso di lui, con l’obbiettivo di toglierli la maschera.
<< Pff.. è inutile che sprechi il tuo tempo, non puoi togliermela! >>
<< E perché? >>
<< Tu puoi toglierti la faccia? >>
<< Che domanda è? Certo che non posso! >>
<< E allora perché vuoi togliere la mia faccia? >>
<< Quella è solo una semplice maschera, non è la tua faccia! >>
<< Invece ti sbagli.. questa è la mia faccia.. >>
<< Cosa? Quella è una maschera a chi vuoi darla a bere? A un ceco forse.. >>
<< Sei tu ceco.. Questa maschera è la mia faccia.. perché io la faccia non ce l’ho! >>
<< Com’è possibile che tu non abbia una faccia? >>
<< E’ una storia lunga, piuttosto che vuoi? >>
<< Sapere chi sei e perché hai divulgato quei segreti! Lavori per l’organizzazione vero? >>
<< Allora… tu devi essere il famoso Kurosaki vero? >>
<< Cosa te lo fa pensare? >>
<< Un ragazzo che viene qui e mi piomba addosso una domanda del genere…. non puoi essere che lui.. ho indovinato? >>
<< Bravo.. adesso mi ucciderai? >>
<< Non posso alzarmi.. quel bastardo di un poliziotto ha una grande mira.. e mi ha immobilizzato a letto per un po’. >>
<< Sei uno dei tanti scappati dalla prigione? >>
<< No.. io sono uno dei primi arrivati.. il capo è come un padre per me, mi ha insegnato tutto lui.. è grazie alle sue parole se sono ancora vivo. >>
<< Ho notato che hai molte cicatrici.. >>
<< Già.. sono cicatrici procurate da un lungo periodo di prigionia e dure battaglie, ma non c’è niente.. niente di più orribile che essere paralizzato per colpa di un poliziotto! >>
 << Ha fatto la cosa giusta, saresti dovuto essere già morto! >>
<< Giusta? Ti pare giusto tutto quello che hanno combinato?!? >>
<< Beh, non è tanto diverso da quello che avete fatto, e state ancora facendo, voi criminali! >>
<< Ma noi non andiamo in giro a spacciarci per eroi. Sai come mi chiamano? >>
<< Come? >>
<< Mi chiamano “Il Diavolo”!  e sai perché? Perché ho fatto fuori più di 3000 persone a sangue freddo! >>
<< Vedi che avevo ragione sul fatto che saresti dovuto morire. E non te ne sei mai pentito? Non hai mai provato un dolore per tutta quella gente? >>
<< Sinceramente no, ma tu piuttosto.. dimmi una cosa: pensi di poterci fermare tutti? >>
<< Io non penso di potervi fermare tutti.. IO VI FERMERO’ TUTTI! >>
<< Povero illuso.. sai ho passato momenti in cui non sei sicuro di uscirne vivo, ma io, ce l’ho sempre fatta. Ti dico questo perché tu hai il mio stesso spirito condottiero.. non ti arrendi mai vero? >>
<< Esatto! >>
<< Senti, vuoi sentire come mi sono procurato tutte queste cicatrici? Ti va? >>
Pensai che la sua storia poteva darmi qualche indizio in più sull’organizzazione, quindi accettai.
<< D’accordo.. >>
“ La mia storia inizia ben 30 anni fa. All’età di 15 anni ero un semplice marmocchio.. odiato da tutti, preso in giro, picchiato, Tornavo a casa tutti i giorni pieno di lividi. Un giorno, mentre un gruppetto di ragazzi mi stava conciando per le feste, un tipo venne, allontanò quei teppisti e mi offrì una coca cola.
<< Dì come ti chiami ragazzino? >>
<< Beh non ti conosco, perciò.. non so se dirtelo. >>
<< Ahaha fa niente dai.. ti va di venire da me? Voglio farti vedere la mia casa! >>
<< Va bene! >>
Ho perso i miei genitori all’età di 10 anni. Vivevo da solo e per mangiare, rubavo nei vari negozi di alimentari.
<>
<< E tu come fai a saperlo? >>
<< Si dice il peccato, ma non il peccatore.. comunque ti andrebbe di lavorare per me? In cambio ti offrirò bere e pasti tutti i giorni.. e anche soldi! >>
<< Non lo so.. te l’ho detto.. non ti conosco… >>
<< Eeehh..mi conoscerai picciriddu.. >>
<< Piuttosto, visto che non me l’hai ancora detto, come ti chiami? >>
<< E’ un segreto.. ma tu puoi chiamarmi capo, va bene? >>
<< Va bene. >>
Diventammo grandi amici e io mi misi al suo servizio. Lui decise poi di affidarmi un compito: riuscire a rubare dei documenti in una base americana, sulla costa sud-cinese. Mi disse che mi avrebbe accompagnato qualcuno con un po’ di esperienza, ma io insistetti per andare da solo. Gli dissi anche che, se non sarei tornato, tra 40 giorni, avrebbe potuto dichiararmi morto, o sostituirmi: lui accettò!
Dopo vari consigli e giorni di addestramento, ero pronto per partire.. per la mia prima missione!
Mi fecero trovare un aereo, con tanto di cameriera e un servizio a doc. Dopo un’ora di viaggio, atterrai vicino in un magazzino. Entrai e trovai un uomo tutto vestito di nero, che mi spiegò cosa dovevo fare e come dovevo muovermi. Mi fece vedere poi la piantina del posto, poi me ne diede una copia in modo che io potessi studiarla, riuscendo così a fare tutto, senza farmi vedere. Avevo 3 giorni di tempo per organizzare qualcosa, prima di agire.
Passai tutto questo tempo a studiare un piano, poi finalmente arrivò la fatidica sera. Mi sentivo pronto, purtroppo venni scoperto da 2 guardie e venni catturato. Iniziò per me un grande periodo di torture, nel tentativo di riuscire a farmi parlare. Finì anche col passare 1 giorno intero con la faccia appoggiata su una piastra bollente, ma non parlai.
<< Scusa l’interruzione, è per questo che hai perso la faccia? >>
<< Esatto! >>
Passai 20 giorni di torture, poi la luce. Una delle guardie, mentre mi riportava in cella, fece per sbaglio, cadere la sua pistola, così riuscii a prenderla in tempo, facendomi consegnare le chiavi per le manette.
<< Dammi le chiavi.. forza! >>
<< Sta-sta-sta-stai calmo d-dai.. >>
<< Dammi quelle cazzo di chiavi! >>
<< Ok-okay.. ec-cco. >>
<< Bene.. ora ti chiudo dentro. >>
Iniziai a far fuori chiunque mi si parasse davanti. Uccidendo chiunque era nella fortezza, rubai i documenti e tornai sano e salvo in Giappone.
<< E bravo picciotto! Sei il primo specializzante ca’ dentro, che ha compiuto un gesto simile.. complimenti davvero.. >>
Diventai il suo fiore all’occhiello.. fino a essere.. ciò che sono ora! ”
<< Capito.. beh è una bella storia, ma io devo farti fuori! >>
<< Sicuro? Di un po’.. secondo te perché prima non volevo raccontarti la mia storia.. e ora invece si? >>
<< Boh! Cambio di idea? >>
<< No.. perdita per prendere tempo! >>
<< Cosa? In che senso? >>
<< Ho un telecomandino in tasca.. se lo premo, significa che ho bisogno di aiuto e, una squadra specializzata, arriva in mio soccorso.. in poche parole: sei fottuto! >>
<< No, se ti sparo prima che arrivano e.. >>
Ma proprio in quell’istante, 6 persone armate dietro di me..
<< Giù la pistola pezzo di merda! E metti ste cazzo di mani in alto! >>
Ero come un topo in trappola….

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Capitolo 19
*** CONTEMPORANEAMENTE ***


Mi avevano messo in un angolo, la mia unica via di fuga, era buttarsi dalla finestra, così verificai se sarei morto. Constatai che sarei sopravvissuto, quindi mi buttai. Sfortunatamente, avevo a che fare con tipi molto determinati, di conseguenza si buttarono anche loro. Iniziai a correre più che potevo, ma ero fuori allenamento da un pezzo con la corsa. Diciamo che a questo punto, la situazione, si può dire abbia toccato l’apice del degenero. Per farvi capire meglio, potrei suddividere tutto in 3 parti: io inseguito, l’arresto dell’ispettore Shiro, la manifestazione del popolo contro l’organo di polizia. Della prima situazione sapete praticamente tutto, quindi passerei a quella successiva.
L’ispettore Shiro, era stato arrestato, perché aveva ucciso uno dell’organizzazione, a sangue freddo. Portato alla centrale, fu subito interrogato dal detective  Makoto.
<< Lo sai cosa hai combinato? Ma che cavolo hai in quella zucca vuota Shiro??? >>
<< E’ stato un colpo partito per rabbia! Quell’uomo poi è un criminale e stava svelando cose che il mondo non doveva sapere!! >>
<< Che centra? Non dovevi farlo fuori per principio, ti è chiaro il concetto?!? >>
<< Scommetto che anche tu lo avresti fatto signor Detective.. >>
<< Invece ti sbagli! Io sono fedele al manuale e alle regole! Ma tu.. tu te ne sei fregato altamente.. sei congedato e arrestato, caro Ispettore Shiro! >>
<< Fossi in te, penserei a un metodo per calmare la gente, farci uscire da questa merda, cercare.. che so.. qualche scusa intelligente, ma non metterei in prigione membri della squadra! >>
<< Ehi compare.. hai fatto fuori un uomo.. forse.. forse questo non ti è chiaro, eh? Hai ammazzato un essere umano Cristo Santo.. se sparassi a tua moglie? Che faresti se sparassi a tua moglie? Preferiresti vedermi dietro la sbarre che in libertà giusto? E allora perché qua dev’essere diverso? >>
<< Perché qui parliamo di un criminale di alto rango, non di un povero innocente, ma tu questo non lo capisci! >>
<< E’ inutile che urli.. tanto qui non conti più un cazzo te ne sei reso conto? Sei solo un piccolo e inutile essere schifoso, sono stato chiaro? Forza sbattetelo dentro! >>
Una volta messo in prigione, il Detective Makoto, si assunse personalmente, tutte le responsabilità e i compiti che, una volta, appartenevano a Shiro.
Passiamo ora, alla manifestazione contro la polizia. Nonostante i continui lanci di fumogeni, la gente non cedeva, continuando a protestare a gran voce, tirando pietre, sparando e manganellando i cosiddetti “eroi della giustizia”. Sembrava che l’organizzazione, avesse fatto centro.
Per quanto riguarda la mia situazione, continuavo a correre, ma senza venire a capo di nulla. Non riuscivo a trovare qualcosa di ingegnoso, per poter fermare quei sei. Avevo qualche colpo nella pistola, ma non avevo abbastanza tempo per fermarmi e sparare. Avrei dovuto sparare alla ceca, però avrei rischiato di mancare il bersaglio e, avevo troppi pochi proiettili con me. Potevo chiamare la polizia, ma… non penso che qualche pattuglia sarebbe uscita.
Era passata quasi una mezz’oretta e nessuno di noi 7 sembrava cedere. L’inseguimento era ormai entrato nel divo. A un certo punto, però presi una stradina leggermente diversa, scoprendo, alla fine, di essere finito, in un vicolo cieco. Pensai che per me fosse finita, ma a un certo punto, tutti e 6 vennero messi con le spalle al muro, da un solo uomo.
<< Gettate le armi e mettete le mani bene in vista! >>
Era un uomo alto circa 1.73, con i capelli mossi, leggermente robusto e un viso smagrito.
<< Ragazzo, sono l’ispettore Makoto, devi venire con me in centrale! >>
<< Ispettore? Ma com’è possibile? >>
<< Shiro è stato sospeso e messo in prigione con l’accusa di omicidio, io ho preso il suo posto. >>
<< Cavolo.. potrei parlare con Shiro? >>
<< Dipende.. forza ora seguimi! >>
Salii a bordo della volante, insieme al nuovo ispettore. Durante il tragitto mi raccontò di lui, ma non si divulgò più di tanto. Poi gli chiesi la situazione al municipio.
<< Come procede al municipio? Si sono calmate le acque? >>
<< Purtroppo no, ci sono ancora molti scellerati in cerca di giustizia, ma.. la verità è che noi siamo la giustizia! >>
C’era qualcosa in lui che, però non mi convinceva per niente.
<< Che c’è ragazzo? Qualcosa non va? >>
<< No.. niente.. >>
<< Sei pensieroso? Ti ha mollato la ragazza? >>
<< In effetti è un po’ che non ci vediamo io e lei sa? >>
<< Beh dovresti uscirci, se no poi non te la da più! >>
<< Ahaha ha ragione! >>
<< Dai retta a uno che si è scopato il mondo! >>
Dopo vari discorsi sul sesso, arrivammo in centrale.
<< Vieni.. il Signor Shiro sta nel corridoio D, una delle ultime celle, lo troverai un po’ triste, ma non ti spaventare.. gli passerà! >>
Andai a trovarlo. Quando raggiunsi la sua cella, vidi un uomo seduto, col capo chinato verso il pavimento e un broncio in faccia.
<< Signore.. >>
<< Ciao Kurosaki.. hai visto? Tutto l’organo di polizia sta fallendo.. ed è solo colpa mia.. >>
<< Non è vero! Lei ha fatto ciò che credeva giusto.. Anche io avrei fatto così.. >>
<< Come sei arrivato fin qui? >>
<< Mi ha portato il nuovo ispettore, è un tipo molto strano >>
<< E sai cosa è strano Kurosaki? Che quell’uomo ha dichiarato di lavorare qui da molto tempo, ma io non l’ho mai sentito nominare. >>
<< Crede che sia un infiltrato? >>
<< Non so a cosa credere, ma so a cosa non credere.. quell’uomo sta tramando qualcosa , e noi dobbiamo scoprire cosa. Kurosaki tu mi dev.. >>
A quel punto irruppe il detective
<< L’orario delle visite è finito..  Devi uscire Kurosaki! >>
<< Aspetta un attimo ispetto.. >>
<< No Shiro.. la regola ha parlato.. >>
<< Vai Kurosaki.. ci vediamo poi.. >>
<< D’accordo.. arrivo! >>
Una volta richiamato, venni portato nella stanza degli interrogatori, eravamo solo io e l’ispettore Makamoto.
<< Di cosa avete parlato tu e Shiro? >>
<< Perché ti interessa? >>
<< Sono io il poliziotto, ergo, io faccio le domande. Sei tu l’interrogato, ergo, dai le risposte. >>
<< Perché ce l’ha tanto con Shiro? >>
<< Perché ha ucciso una persona forse? Che favore dovevi fargli? >>
<< Non me l’ha detto perché lei ci ha interrotti! >>
<< Vedi di abbassare la cresta giovanotto.. o potrei sbatterti dentro chiaro? >>
<< E con quale accusa? >>
<< Complice di un omicidio organizzato >>
<< Io ho il sospetto che lei non sia un vero poliziotto “<< E sai cosa è strano Kurosaki? Che quell’uomo ha dichiarato di lavorare qui da molto tempo, ma io non l’ho mai sentito nominare. >>”>>
<< E tu credi alle parole di quel pazzo? >>
<< Pazzo?!? Ti ricordo che Shiro è stato un grande poliziotto e ha fatto grandi cose!! >>
<< Puoi essere il migliore di tutti, avere 10 in tutte le materie, ma se una volta prendi un 1.. beng! 10+1=11:2= 5.5 e ti sei rovinato la reputazione.. la stessa cosa vale per il tuo amico, l’ex ispettore Shiro. >>
<< Non vorrai farmi credere che tu non hai mai impugnato la pistola e ucciso qualcuno? >>
<< Certo, ma sempre rispettando il regolamento >>
<< Mi piacerebbe leggerlo sto regolamento sai? >>
<< QUI LE DETTO IO LE REGOLE E DECIDO COSA PUOI E NON PUOI FARE OK?!? ><
<< Ha qualcosa da nascondere… “ispettore Makamoto” (ammesso che sia davvero uno della polizia e che si chiami Makamoto)? >>
<< E’ ancora aperta la possibilità che ti sbatta dentro lo sai? Ti ricordo che ti ho anche salvato in quel vialetto >>
<< Me la sarei cavata anche da solo.. e poi, non era ancora la mia ora di morire sa? >>
<< Come facevi a pensarlo in una situazione del genere? >>
<< Ognuno ha i propri segreti.. come lei ha i suoi.. >>
<< Non ti conviene sfidarmi bamboccio >>
Restammo in quella stanza per più di un’ora, senza venire a capo di nulla. Poi tornai a casa con le mie gambe. Per quanto riguarda la situazione al municipio un po’ si era calmata, ma neanche di tanto. Comunque era chiaro che quell’ispettore stesse nascondendo qualcosa, glielo si leggeva in faccia.
La mia deduzione, dopotutto, non si rivelò affatto errata. La sera stessa infatti, Shiro, sentì qualcosa, che non avrebbe dovuto sentire.
<< Pronto sono Makoto.. qui sta procedendo tutto secondo i piani, se va tutto bene, entro 3 giorni, avremo il controllo totale di tutta Tokyo.. >>
<< LO SAPEVO! LO SAPEVO CHE NON ERI UN VERO POLIZIOTTO, MA SOLO UN GRAN BASTARDO FIGLIO DI PUTTANA! >>
<< Ops! Un canarino sta cantando.. è ora della nanna.. bye bye.. >>
Makoto sparò del gas soporifero, facendo così addormentare Shiro..
<< Dormi pure pupetto.. che a sistemarvi tutti.. ci pensa lo zietto.. ahahahaha >>
Io, molto stanco decisi di andare a dormire, ma qualche ora più tardi, ricevetti una strana telefonata.
<< Si pronto. Chi è? >>
Mi rispose poi una voce sconosciuta.
<< Le passo una persona >>
<< KUROSAKI AIUTAMI TI PREGO!!! >>
<< SARA!!! DOVE SEI? CHE TI E’ SUCCESSO?? >>
<< SONO STATA CATTURATA!! >>
<< EHI BASTARDO! NON P… bip! >>
Sara era stata rapita, ma non sapevo ne da chi, ne perché…

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Capitolo 20
*** SARA ***


Sara era stata rapita e io dovevo ritrovarla. La mattina seguente corsi alla polizia, ma trovai chiuso. Girai l’edificio dall’esterno per cercare di capire cosa fosse successo. Trovai una finestrella aperta, dal quale potei entrare. Dentro era deserto e, delle poche persone al loro interno, tutte dormivano. Anche nelle celle erano tutti addormentati. Liberai Shiro, lo svegliai e cercai di capire cosa fosse successo. A quel punto capii che Makoto, come sospettavo, era un impostore. Gli spiegai poi che Sara era stata rapita. Lui mi consigliò di non cercare di fare tutto da solo, poiché Makoto pare essere un tipo molto pericoloso. Vistosi fuori di prigione, Shiro decise di riprendersi il titolo, sbattendo una volta per tutte, il poliziotto corrotto in prigione. Iniziò cercando sui database, qualche informazione sul tizio, ma, a quanto pare, Makoto non pare essere il suo vero nome. Io non ero nemmeno sicuro che quel bastardo richiamasse, ma di certo, se lo farà, sarà per chiedere un riscatto. Non sapevo se i genitori di Sara lo sapessero, ma per ora decisi di non dire niente.
Più tardi, nel pomeriggio, ricevetti un’ altra telefonata.
<< DIMMI DOVE TIENI SARA LURIDO VERME! >>
<< E’ così bella.. che la terrò nel mio cuore.. posso? >>
<< NON FARE L’IDIOTA! DOV’E’? >>
<< Ah.. ma tu la vuoi venire a prendere? Aspetta.. ehi Sara, dì un po’ a Kurosaki dove ti trovi..coraggio.. >>
<< Mi trovo in un posto buio, ma non so dove esattamente >>
Sentii la sua voce terrorizzata..
<< Sentito? Te l’ha detto.. ora vieni? >>
<< TE LO GIURO.. SE TU LE TORCI UN CAPELLO.. IO TI STRAPPO IL CUORE A SUON DI SPRANGATE LURIDA MERDA! >>
<< Oh oh oh.. Ma con chi sono al cellulare? Con Clark Kent? Senti Superman, se la rivuoi, devi fare alcuni compiti per me, ok? >>
<< Che genere di compiti? >>
<< C’è un uomo in ospedale, sesto piano – stanza 666, si fa chiamare il Diavolo, ma in realtà è paralizzato e non può più muoversi, fallo fuori. Quando avrai fatto, fai uno squillo al telefono della ragazza e riceverai future istruzioni. Passo e chiudo! Ciao bello.. >>
Non avevo altra scelta. Non potevo rischiare di dare un falso allarme, e poi, dopotutto, l’uomo da uccidere faceva parte dell’organizzazione, quindi…
Raggiunsi la sua stanza, gli sparai e poi feci uno squillo.
<< Fatto? Vedi di non fare il furbo con me o lei morirà. >>
<< Che devo fare ora? >>
<< Vediamo.. ah si! C’è uomo che mi deve dei soldi, ma a quanto pare, non sembra molto interessato a darmeli. Voglio che tu, vada la, e lo costringa a farti dare i soldi. Una volta che la missione sarà compiuta, mi farai il solito squillo. >>
<< Per quanto tempo hai intenzione di far durare questo gioco? >>
<< Fino a quando mi va, ti manderò per messaggio l’indirizzo del posto, ciao! >>
<< Aspett.. bip! >>
Raggiunsi il posto, mi feci dare i soldi, poi il solito squillo.
<< Cosa devo farne ora dei soldi? >>
<< Davanti al posto dove ti trovi, c’è un auto nera, un mercedes precisamente, avvicinati e pronuncia la parola “angelo azzurro”. Poi lascia i soldi e vattene. Una volta fatto, rifai lo squillo. >>
<< Ok. >>
Mi avvicinai, feci ciò che mi fu richiesto, tranne una cosa: andarmene. Infatti, una volta pronunciata la parola, mi allontanai di poco e, appena aprì la portiera, per prendere i soldi, gli puntai la pistola.
<< Ora voglio fare un gioco con te. Tu sei il mio ostaggio e, se vuoi restare vivo, devi portarmi nel luogo, dove tengono in ostaggio Sara. >>
<< Lo sai che facendo ciò rischi che quella ragazza venga uccisa? >>
<< No, se Makoto non sa nulla di tutto questo. >>
Lo chiusi dentro la macchina, telefonai a Makoto, poi lui mi diede un nuovo compito.
Poi riaprii la macchina e mi feci portare al nascondiglio. Sapevo che entrare non era facile, così, costrinsi l’uomo, a dirmi tutto sulla planimetria del luogo. Ciò che non avevo notato, era che stava filando tutto liscio. A un certo punto, infatti, l’uomo si fermò. Si avvicinò una persona alla macchina, mi aprì la portiera e, con un fucile puntato, mi invitò a scendere. Non potevo vederlo in faccia perché era incappucciato. Mi fece segno di salire sull’altra macchina, ma appena scesi, mi diede un colpo in testa. Al mio risveglio, mi ritrovai in una stanza buia, con poca luce. Davanti a me, vedevo le scarpe nere di un uomo poi, alzando di poco la testa, lo vidi in faccia.
<< Ti sei svegliato? >>
Con qualche dolore alla testa, per via della botta, ci misi un po’ prima di riprendere bene conoscenza, poi, capì che quell’uomo era Makoto.
<< Tu.. tu sei Makoto, che hai fatto a Sara parla? >> Provai a rialzarmi, ma mi ritrovai legato con delle catene, quindi dovetti restare li a terra.
<< La dolce Sara sta bene, ma per colpa tua, ora dovrà morire. >>
<< No.. non te lo permetterò! >>
<< Non hai più la tua pistola, sei legato a terra, hai più di 30 gangster che ti puntano un arma addosso.. non puoi fermare ciò che non si può fermare. >>
<< Sara… >>
L’uomo si avvicinò a Sara, estrasse una pistola, tolse la sicura… e la puntò sulla testa di Sara. Io mi resi conto di non potere fare niente, mi sentivo impotente e, con gli occhi pieni di lacrime, e il cuore pieno di vergogna, implorai di non farlo
<< Fermati! Ti prego… fermati… non farlo… >>
<< Troppo tardi.. mi dispiace.. >>
<< Mi dispiace Sara, ma in contemporanea ti ringrazio. Lo ammetto, 4 anni fa, quando ti ho conosciuto, pensavo che visto la mia stazza di allora, non avresti mai voluto uscire con uno come, ma.. 4 mesi dopo le cose sono cambiate. Tu, ragazza solitaria arrivata a Tokyo da poco, mi invitasti a uscire e io, come un bambino quando lo porti a mangiare il gelato, risposi di si. Iniziò così una serie di incontri nel fine settimana tra me e te. Ci siamo visti una volta, ma la volta dopo ti portai subito una rosa. Forse a volte sono troppo rompiscatole, presso troppo o insisto un po’ troppo, sicuramente c’è gente migliore di me la fuori, ma tu.. tu sei stata la persona che mi ha regalato il sole tutti i giorni, mi ha sempre fatto sorridere.. sei tu l’unico pezzo adatto, nel puzzle del mio FUTURO! Mi dispiace di essermene fregato a volte, o addirittura di non essere stato in grado di farti felice, mi dispiace se ora, come un pirla, sono qui sdraiato, impotente di fronte al pericolo, mi dispiace se non riesco a salvarti. Abbiamo passato dei giorni fantastici e vorrei che ce ne fossero altri.. davvero credimi. Vorrei che tutto questo non fosse mai accaduto, vorrei salvarti, vorrei un sacco di cose, ma non posso.. Ti faccio pena vero Makoto? Ma sappi che a differenza tua io piango, ma non perché sono debole, ma perché ho un cuore.. un cuore vero, fatto di amici e di persone vere in cui credere.. e fatto di Sara. So che non posso salvarla, ma non pensare che io non ci voglia provare, non pensare che io non abbia voglia di liberarmi da queste catene e spaccarti la faccia.. peccato che sapevo già della botta in testa e delle catene. >>
<< Stai solo bleffando! >>
Immaginatevi una scena epica, l’eroe che spezza ciò che lo tiene prigioniero. Ecco, non è andata proprio così, ma.. quasi! Avevo in tasca una “specie” di chiave universale, capace di aprire quasi tutti i lucchetti. Ora che mi ero riuscito a liberare, però non avevo un’ arma col quale difendermi dai gangster, pronti a sparare.
<< Non so come tu abbia fatto a prevenire una cosa del genere, ma (come puoi notare), ora sei spacciato comunque, perché non hai nessuna arma col quale provare a difenderti, perciò… Sara morirà comunque. >>
E’ vero, non potevo fronteggiarli, solo un miracolo ci avrebbe salvati. Ed ecco, che arrivò il miracolo. Uno dopo l’altro, i gangster, probabilmente membri dell’organizzazione, iniziarono a cadere, uno dietro l’altro. Ancora non era chiaro chi stesse sparando, ma poco dopo udimmo tutti una voce, con una frase indirizzata a me.
<< Batman, Superman, Iron Man, etc., tutti i supereroi hanno sempre una spalla, pronta ad affiancarli quando sono in difficoltà.. perché con te dev’essere diverso, Kurosaki? >>
Poi capii, era l’ispettore Shiro.
<< Shiro? Come diavolo hai fatto a sapere che ero qui? >>
<< Vedi Makoto è uno sprovveduto e, come qualunque sprovveduto che fa un rapimento e telefona per il riscatto, non ha tolto la localizzazione GPS, dal telefono col quale chiamava. >>
<< Cazzo, me ne sono dimenticato, ma non ha importanza. Sotto di voi, sotto questo pavimento, c’è uno scantinato. Lì, ho piazzato una bomba. Ora io uscirò da questo posto e, me lo lascerete fare, altrimenti vi farò saltare in aria con me. E’ inutile che provate a chiedere a Sara se è vero o no, perché tanto lei non lo sa. >>
Non sapendo se mentiva o no, eravamo spiazzati, senza saper cosa fare.
<< Ispettore che facciamo? Lo lasciamo andare? >>
<< C’è un 75% di possibilità che stia bleffando, ma anche un 25 % di possibilità che ci sia una bomba. Preferirei quindi non rischiare.. e lo lascerei andare. Però ti prometto una cosa Makoto, o chiunque tu sia, ti arresterò.. non so quando ne dove, ma lo farò stanne certo! >>
Quest’ultimo non parlò e se ne andò via. Scoprimmo che sotto di noi, alla fine, non c’era nessuna bomba. Io e Sara, per festeggiare questa “vittoria”, uscimmo insieme la sera stessa e, sempre quella stessa sera, un grande uomo resuscitato, parlò davanti al popolo.. quell’uomo, era l’ispettore di polizia Shiro.
<< Popolo di Tokyo, dopo i fatti accaduti ieri, dopo le cazzate sparate su di noi, io vi prometto che restituirò la pace a questo paese. So che non è facile vivere con tutti questi problemi, ma lo è anche per noi. Noi, che ogni giorno, lottiamo per far cadere tutta questa criminalità, per farci valere, per dimostrare che siamo qualcuno, che siamo degli eroi, lo facciamo per noi stessi, ma soprattutto per voi. Io non sono Dio, non ho occhi dappertutto, perciò se qualcosa è successo e io non lo sapevo, vi chiedo scusa per la disattenzione, ma vi prometto che sono e sarò il primo, a punire chi sbaglia! >> Il discorso fu molto lungo e per un’ora e mezza, Shiro, si fece valere.. finendo il tutto, con l’applauso del popolo. Per quanto mi riguarda, io passai una serata rilassante, in compagnia della mia amata, ma domani, dovevo tornare a fare quello che faccio sempre: combattere il crimine e salvare la gente.. perché sono ancora un angelo custode di Tokyo!
 

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Capitolo 21
*** IL VENDITORE DI CARAMELLE ***


Dopo i fatti accaduti, le scuse ufficiali e il discorso dell’ispettore, la polizia stava iniziando a recuperare fiducia da parte del popolo. La mattina seguente, mentre uscivo per andare a scuola, venni fermato dalla mia vicina di casa Sakura.
<< Ehi Kurosaki! Stasera hai da fare? >>
<< No, perché? >>
<< Vieni a mangiare qui da noi, ti va? Faccio gli involtini! >>
<< Ma va! Non mi va di disturbare! >>
<< Non disturbi tranquillo! Dai scemo, ti aspetto! >>
<< D’accordo, grazie! A stasera! >>
<< Ok! Buona scuola! >>
<< Grazie! >>
Alla fine, decisi di andare dai vicini, per correttezza. Portai anche una bottiglia di vino, che ero andato a comprare nel pomeriggio. Erano circa le 19:30, ma in casa, c’era solo la moglie.
<< Permesso.. ciao Sakura, non c’è Takashi? >>
<< Non è ancora tornato.. strano.. di solito alle 18:30 esce da lavoro. >>
<< Hai provato a chiamarlo? >>
<< Si, ma non risponde.. >>
<< Strano.. vedrai che arriverà dai.. magari c’è un po’ di traffico. >>
Aspettammo per ben 30 minuti, ma ancora di lui, non c’era traccia, eravamo entrambi preoccupati.
Dopo altri 15 minuti, sentimmo salir le scale, poi il suono dell’inserimento di una chiave, era tornato.
<< Amore, ma dove sei stato tutto questo tempo? >>
<< Alla centrale di polizia.. un mio collega è in fin di vita.. ed è colpa mia! >>
<< EH???? MA CHE HAI COMBINATO TESORO?!? >>
 Per farvi capire il seguito, vi devo far notare che, da qualche tempo, è stato aperto un negozio di caramelle, vicino casa.
<< Stamattina, quando sono uscito, l’uomo del negozio di dolciumi qui vicino, a voluto regalarmi un pacchetto di caramelle alla menta, ma siccome a me non piacciono, le ho offerte al mio collega che, dopo avere mangiate 2, ha iniziato a vomitare sangue e a stare male. Dai rilevamenti della scientifica, quelle caramelle erano avvelenate, tutte quante! Ma la cosa più strana.. è che da quando è stato aperto quel negozietto, quasi ogni giorno, la sfiga attenta alla mia vita. >>
Incuriosito chiesi << Attenta alla tua vita? La sfiga? >>
<< Ah.. ciao Kurosaki! Beh ecco vedi… da quando ha aperto questo negozietto, tutti i giorni mi succede qualcosa: cado dalle scale, macchine che passano col rosso, oggetti che crollano da balconi, blackout o computer che prendono fuoco…. Addirittura pacchi minatori! >>
<< Ne hai parlato con la polizia? >>
<< Secondo loro è solo una copertura usata da me, per non far si che sospettino di me, ma di qualcun altro. >>
<< Domani andrò a parlare con l’ispettore, se vuoi.. >>
<< No, ma.. ti ringrazio! >>
<< Almeno si è salvato quell’uomo? >>
<< Si.. beh.. che ne dite se mangiamo e cerchiamo di non pensarci? >>
Tutti d’accordo iniziammo a mangiare. La serata proseguì molto bene, con risate e battute.  Poi, verso mezzanotte, tornai a casa.
Il mattino seguente, quando uscii per andare a scuola, mi ritrovai sottocasa l’ispettore Shiro e alcuni agenti. Stavano interrogando l’uomo delle caramelle.
<< Buongiorno Ispettore come andiamo? >>
<< Ah.. Kurosaki.. tutto a posto.. >>
<< Ho saputo dell’incidente di ieri.. >>
<< Si.. stiamo cercando di far luce.. il problema è che queste sono caramelle industriali, quindi potrebbero essere state avvelenate dalla casa madre, dovremmo andare a fare un salto anche li. Da quanto dichiarato anche dai colleghi, che hanno assistito alla scena, pare che al momento della consegna, la busta di caramelle fosse chiusa e in perfette condizioni. >>
<< Però l’uomo ha dichiarato di subire alcuni piccoli incidenti no? >>
<< Si.. ma quello non credo centri qualcosa con l’apertura e l’arrivo di questo negoziante. >>
<< Posso darvi una mano? >>
<< No.. tu ora vai a scuola e lasci fare a noi agenti d’accordo? >>
<< D’accordo! >>
La sera prima, a cena dai miei vicini, controllai se il signor Takashi sarebbe morto a breve. La risposta fu positiva, ovvero che sarebbe morto a breve, ma non riuscivo a capire le circostanze, o chi l’avrebbe fatto fuori.
Dopo la scuola, passai a trovare il venditore delle caramelle. Era un tipo dall’aria tranquilla, sulla cinquantina, portava un paio di occhiali da vista e aveva il viso rugoso, mentre i capelli erano brizzolati.
<< Salve ha bisogno? Desidera delle caramelle? Le giuro che non sono avvelenate.. >>
<< Eh.. ecco no.. grazie.. ero venuto solo per chiederle 2 cose.. >>
<< Ma certo dimmi.. >>
<< Perché ieri mattina ha offerto quel pacchetto di caramelle al Signor Takashi? >>
<< Lo faccio ogni tanto.. così per attirare qualche nuovo cliente, non potevo sapere che erano avvelenate.. >>
<< Capisco.. >>
<< Ma come mai tutte ste domande? Fai per caso parte della polizia? >>
<< No.. Mi piace solo giocare a investigare! >>
<< Eheh.. bravo! Ma stai investigando nel posto sbagliato perché io… sono innocente! >>
<< Questo saranno i risultati delle indagini a stabilirlo! >>
<< Mph.. io sono solo un venditore di caramelle, che male potrei fare? >>
<< Non lo so.. beh ora vado, arrivederci! >>
<< Non compri niente?? Ehi dove vai?? Uffa.. >>
Quel tipo sembra apposto, eppure…
<< Eppure non esiste nessuna azienda che produce caramelle del genere.. >>
<< EH??? ISPETTORE MA LEI CHE CI FA QUI?!? >>
<< Kurosaki.. sempre in mezzo eh? Sono venuto a fare due chiacchiere con il proprietario di questo negozietto, il signor Robin. >>
<< Che stava dicendo a proposito delle caramelle? >>
<< Che non esiste nessuna azienda che produce questo genere di caramelle, guarda. Abbiamo setacciato tutte le grandi azienda qua in  zona, ma nessuna produce delle caramelle così.. abbiamo constato che anche il colore è diverso. Infatti analizzando i vari tipi di caramelle, vendute dal negoziante, è facile notare che l’unico pacchetto diverso, è questo.. quindi direi che l’ha fatto di proposito, resta da capire il perché l’abbia fatto.. >>
L’ispettore Shiro interrogò l’indiziato, ma senza ricavarne nulla.
A quel punto, anche se in maniera illegale e senza autorizzazione, entrai in scena io. Piazzai una ricetrasmittente nel negozio, pensando di poter trarre qualche indizio.
La sera stessa, mentre ero a casa, mi misi ad ascoltare ciò che succedeva nel negozio, pensando di captare una qualche prova schiacciante. Sul punto di staccare tutto, sentii qualcosa che mi blocco.
<< Pronto, parlo col reparto chirurgia dell'ospedale di Tokyo? >>
<< Si si, di chi ha bisogno? >>
<< Del dottor Wagner, è disponibile? >>
<< Certo, glielo passo subito.. dottor Wagner! Venga al telefono la cercano! >>
<< Si pronto sono il dottor Wagner mi dica? >>
<< Salve, sono il signor Kumadora, senta.. è possibile che delle persone della polizia vengano a farle visita. E' molto importante che lei non tiri fuori la plastica facciale ok? Lei non sa chi sono d'accordo? >>
Il resto è poco importante, oramai avevo la prova schiacciante.. e questo mi bastava! Portai le prove a Shiro, che una volta esaminate, andò a reinterrogare un' altra volta l'uomo. Alla fine saltò fuori che quel "Robin", in realtà si chiama Yoshi Kumadori. Il suo scopo era quello di vendicarsi di Takashi, uccidendolo. Infatti, i famosi eventi sfigati di cui parlava il mio vicino, erano dei tentativi falliti, di un possibile omicidio. Il tutto è nato per una semplice borsa di studio non guadagnata da Kumadori, ma bensì da Takashi. I due si odiavano a morte, poichè quel fannullone del mio vicino, riusciva sempre a prendere voti migliori, nonostante la nullafacienza. Ma c'è una cosa che mi colpii, una frase detta dall'assassino, prima di salire sulla vettura della polizia, in risposta a una domanda di Takashi.
<< Perchè ti sei fatto una plastica e cambiato identità solo per vendicarti? >>
<< L'ho fatto per nascondermi. Così, come un supereore mette la maschera, io ho deciso di cambiare identità, per poter agire nell'ombra con più serenità e, per poter avere più libertà di movimento, senza avere il timore di essere riconosciuto da te o qualcun altro. >>
A quel punto capii, capii cosa stava accadendo qui a Tokyo.
<< ISPETTORE SHIRO!! ASPETTI! >>
<< Kurosaki che c'è ancora? >>
<< Credo che Makoto, come qualcun altro, abbia cambiato faccia e identità! >>
<< Mph, potrebbe essere.. scusa, ma ora devo andare.. ci si vede! >>
Il negoziante venne messo dentro con accusa di tentato omicidio, mentre il negozio venne chiuso qualche ora più tardi, con smantellamento di tutta la merce. Per quanto riguarda il collega di Takashi, stava bene e sarebbe stato rimesso a breve.
DA QUALCHE PARTE A TOKYO, SU UN GRATTACIELO...
<< Allora? Come ti devo chiamare ora: Y o Makoto? >>

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Capitolo 22
*** IL NUOVO ARRIVATO ***


Tokyo, molte volte era protagonista di rapine in banca. Pochi giorni dopo l'accaduto al negozio di caramelle, ce ne fu una. Appena giunta la notizia, la centrale di polizia, si mise subito in azione, sotto gli ordini scattanti dell'ispettore.
Quel giorno, quando chiamò a raccolta i suoi agenti, per dar loro direttive, ne vide uno che non aveva mai visto. Era piccolino, magro e silenzioso.
<< Come ti chiavi giovanotto? >>
<< Dice a me? MI chiamo Koza! Koza Yagami! >>
<< Benissimo Koza, andrai a sventrare quella rapina, te la senti? >>
<< Sissignore! >>
<< Bravo, così mi piace! Andrai tu e l'agente Komachi. Ascoltate, non sappiamo molto su questi 3, perciò state molto attenti a come agite, d'accordo? Ora andate! >>
Partirono a bordo della volante 175 e, in un battibaleno, avevno raggiunto la banca.
<< Ascoltami Koza, dobbiamo agire con cautela, altrimenti per noi sarà la fine. >>+
<< Non ti preoccupare, so quello che faccio.. tu controlla in giro se c'è qualche persona sospetta, mentre io mi occupo di quelli dentro! >>
<< Sono in 3 e per lo più armati, perciò.. non fare l'eroe! >>
<< Tu non ti preoccupare e fa come ti ho dettto.. vedi di non complicare la situazione,che è già grave di per se ok? >>
<< Non so da quanto tempo tu sia nella polizia, non credo molto visto che non ti ho mai visto, quindi credo di avere più esperienza di te! >>
<< Fai come vuoi.. io entro! >>
<< Aspetta, ma.. ma dove.. che incoscente! >>
Entrò e, tempo 6 minuti, li portò tutti e 3 fuori, con le manette ai polsi.
<< Ma come hai fatto? >>
<< Non lo so.. scusa ma non avevi detto che ero un principiante? >>
Tornato in centrale, ricevette complimenti da tutti, anche da Shiro.
<< Complimenti Koza, ma dimmi.. com'è che non ti ho mai visto? >>
Dopo l'esperienza vissuta con Makoto, l'ispettore cercava di stare molto più attento, controllando ogni minimo granello di polvere.
<< Sarà che ho sempre fatto missioni insignifcative, di poco conto. >>
<< Capisco.. ti lascio tornare al lavoro agente dai! In gamba eh? >>
<< Sempre signore.. >>
Una pacca sulla spalla, un salto, poi pronti di nuovo al lavoro!
Per quanto mi riguarda, ero ad annoiarmi a scuola, nella lunghissima ora di matematica. Quella credo sia una delle poche materie, che per nostra sfortuna, che dobbiamo subirci in ogni istituto. Preso dalla noia, iniziai a “divertirmi”, guardando quando sarebbero morti i miei compagni. Fu in quel momento che vidi qualcosa di spaventoso: il mio prof di matematica.. sarebbe morto a giorni!
Il mio prof, ha un figlio di 8 anni, amante dei Gormiti. Stando a quanto ho visto, mentre va a comprargli il regalo, ci sarà una rapina con degli spari e, essendo cintura nera di karate, proverà a fare l’eroe e verrà ucciso, da un colpo d’arma da fuoco. L’unico modo per salvarlo consisteva nel far andare a me, a prendere il regalo. Purtroppo, essendo sabato, quella sera avrei dovuto lavorare e, il giorno dopo, il market è chiuso. Perciò avrei dovuto attendere fino a lunedì, ma in quello stesso giorno, ci sarebbe andato anche lui. L’unica soluzione era precederlo nell’acquisto e, aspettarlo all’entrata. Poi, però avrei dovuto fermare anche i malviventi: la situazione si complica!
Come sempre, il tempo passò molto in fretta e, come uno schiocco di dita, fu già lunedì. In teoria avevo un piano pronto, ma in pratica, non era sicuro al 100% che fosse stato messo in atto. La morte del mio professore era stimata per le 17:30, così io, mi diressi al posto, per le 16:45. Giunto, vidi subito 2 volanti della polizia e pensai al peggio. Poi mi accorsi di un agente in divisa, mai visto, che stava caricando in macchina 3 persone in passa montagna. Stupito della prontezza, andai a chiedere spiegazioni all’agente.
<< Salve, è successo qualcosa? >>
<< Mi scusi, lei chi è? >>
<< Io mi chiamo Kurosaki Yoshida e sono figlio del famoso Yoshida! >>
<< Ah.. capito.. piacere, mi chiamo Koza Yagami. >>
<< Gironzolo spesso per la centrale, ma non ti ho mai visto.. come mai? >>
<< E’ perché sono sempre stato intento a sbrigare faccende di minore importanza.. è da poco che mi occupo di casi di alto rango. >>
<< Wow.. dev’essere molto bello >>
<< Si, ma è anche molto rischioso.. ora vado.. allora ci si vede Kurosaki..! >>
Anche se era la prima volta che lo vedevo, mi sembrava un tipetto molto simpatico… e che ci sapeva fare. Per quanto riguarda il mio professore, riuscì a prendere il regalo, rimanendo illeso, facendo così felice suo figlio.

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Capitolo 23
*** TUTTO PROCEDE SECONDO I PIANI.. ***


DA QUALCHE PARTE – RIUNIONE DELL’ORGANIZZAZIONE DEL CIGNO NERO
Mentre ero a casa, a studiare economia.. quella sera, da qualche parte, stava accadendo qualcosa, qualcosa come una riunione tra membri dell’organizzazione.. precisamente i 15 più importanti del gruppo…
<< Benvenuti picciotti.. Sono fiero di avervi tutti qui, per annunciarvi che il nostro piano sta procedendo alla grande.. senza intoppi. Sono anche lieto di informarvi che, è partito il carico contenente i 50 kg di marijuana e, che sarà nelle nostre mani come un regalo di Babbo Natale, la sera della vigilia, cioè tra esattamente 2 settimane e mezzo. Arriverà qua puro, poi noi lo lavoreremo e rivenderemo a caro prezzo. Ovviamente la compreremo come facciamo sempre: GRATIS! Anche se, sfortunatamente, Makoto ha fallito, siamo comunque riusciti a toglierci dai piedi la polizia che, quel giorno avrà altro da fare. >>
<< Mi scusi, mi chiamo Hippo, come farà con Kurosaki? Quel ragazzino è proprio una peste.. >>
<< Caro il mio Hippo.. questo è ancora da decidere.. >>
<< Se quel ragazzo non si può fermare allora… lasci fare a me.. parola di Hippo! >>
<< D’accordo ti lascio carta bianca.. >>
<< Oh.. ma io la sposo.. grazie! Non se ne pentirà! >>
<< Bene signori.. direi che è ora di sloggiare.. vi farò sapere appena arriverà il carico >>
SCUOLA – CLASSE DI KUROSAKI | IL GIORNO DOPO
<< Salve, sono il padre di Kurosaki, sono qui per portare mio figlio dal dentista >>
<< Ha un documento? >>
<< Eccolo.. >>
<< Perfetto.. venga, la accompagno da suo figlio. >>
Quando venne la bidella ad avvisarmi che c’era qui mio padre, primo rimasi di stucco e incredulo, secondo uscii e capii che quello non era mio padre. Era una persona alta, magra, con dei capelli brizzolati che spuntavano sotto un cappello cilindrico, indossava anche degli occhiali scuri. Purtroppo aveva una pistola con se, perciò mi limitai a seguirlo. Mi fece salire su una Mercedes nera, con accanto un altro uomo. Incuriosito, domandai se facevano parte dell’organizzazione.
<< Facete parte dell’organizzazione del cigno nero, vero? >>
<< Esatto.. >>
<< Che volete da me? >> A quel punto con tono alterato, mi rispose colui che mi aveva portato fuori da scuola.
<< Senti pulce, abbiamo qualcosa di grosso tra le mani e non vogliamo che tu ci rovini tutto, ok? Perciò mi sbarazzerò personalmente di te. Sicuramente ti chiederai cosa avremmo di così tanto importante.. beh.. se vuoi te lo posso anche dire, tanto alla fine di questo viaggio non ti ricorderai un bel niente.. te lo posso assicurare! >>
<< Vuoi uccidermi? >>
<< Non ne ho bisogno.. >>
<< E dove mi staresti portando? >>
<< Senti.. zittisciti un po’.. quando saremo arrivati, vedrai dove ti avremo portato.. semplice! >>
Le sicure alle portiere erano attivate, avevo una pistola puntata, non potevo scappare, ma almeno dovevo mantenere il sangue freddo. Provai a vedere quale sarebbe stata la mia sorte, ma senza alcun motivo, non riuscivo a prevedere niente e, non capivo il perché. Avevo come un vuoto totale, un’ immagine nera, così buia da far quasi paura. Il viaggio proseguiva senza sosta, avremo già percorso una settantina di chilometri e, la macchina, sembrava non decelerare. Poi giungemmo ad un paesino dove l’autovettura accostò e si fermò. Li, il conducente si girò e mi disse…
<< Bene, siamo giunti a destinazione. Mi chiamo Hippo, faccio parte dell’organizzazione del cigno nero e ho il compito di sbarazzarmi di te. >>
A quel punto sentii qualcosa che mi punzecchiò sul collo e poi… e poi… e po… e p… e….

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Capitolo 24
*** I DON'T REMEMBER ***


SULLA VIA DEL RITORNO
<< Si capo, sono Hippo.. missione compiuta! >>
<< Oh.. che bella notizia.. sono davvero fiero di te! Senti, questo è un grande avvenimento eh.. bisogna festeggiare! Guarda come ringraziamento, oltre a darti i 10.000 yen promessi, stasera prenoterò per te nella stanza più lussuosa, nel più lussuoso albergo di Tokyo. Per te ci sarà del vino francese e una bella puttana da sbatterti.. che ne dici? >>
<< Ahah che lei è un grande! La ringrazio.. >>
<< Perfetto! Ti telefonerò poi per aggiornamenti riguardo il carico d’accordo? >>
<< D’accordo! >>
DA QUALCHE PARTE, IN QUALCHE POSTO
Mi svegliò un bambino, cercai di capire qualcosa, ma non ci riuscii. Ero mezzo andato, non sapevo dove fossi e nemmeno il perché.. ma la cosa più grave era.. non sapevo chi ero!
Si avvicinò di corsa una signora urlando, sostenendo che il bambino non dovesse parlare con gli sconosciuti, ma appena mi vide..
<< Santo cielo ragazzo che ti è successo? >>
Ero tutto sporco di fango, sdraiato e con un’ aria persa.
<< Non lo so.. >>
<< Come ti chiami? >>
<< Non so neanche questo.. >>
<< Oh mio Dio.. ma tu sei conciato male! Vieni ti preparo una tazza di tè, magari ti può aiutare. >>
<< La ringrazio.. >>
Accettai perché magari poteva schiarirmi le idee. Dentro di me avevo un vuoto, non ricordavo e non sapevo niente.
Mi ospitò in casa sua, era grandicella, con un bel prato bagnato da irrigatori, un grande garage con dentro 2 macchine e un intero davvero da favola. La signora spiegò al marito, che si trovava in casa, di avermi trovato per strada e, di avermi aiutato, perché spaesato. Lui consentì. Erano una bella coppia, entrambi avevano sui cinquant’anni. Lei, faccia leggermente rugosa, capelli scuri raccolti, 2 orecchini e un orologio dal cinturino fine. Lui, invece aveva i capelli corti e biondo scuro, una muscolatura possente, che non riusciva a nascondere quella poca pancia da alcolizzato. Il bambino che mi svegliò era suo nipote, un ragazzino alto più o meno 1 e 30, avrà avuto sui 7 anni. Mentre il loro figlio non lo avevo ancora conosciuto. Fu sua madre, urlando, a invitarlo a scendere per conoscermi e per pranzare. Fu sempre lei a dirmi che suo figlio era un patito di computer e tutto ciò che riguardava la tecnologia. Quando scese, vidi un ragazzo dai capelli così lunghi da coprirgli il volto, la maglia stropicciata, con un’ aria da spaesato.
MADRE: Linda Kuzaki
PADRE: Toriko Fujitora
FIGLIO: Chuck Fujitora
All’arrivo, Chuck mi fissa e poi chiede
<< Ma’ chi è sto tizio? >>
<< Parla bene tesoro.. l’abbiamo trovato per la strada e io e il tuo cuginetto Kira, non si ricorda più nulla. >>
<< Non hai con te dei documenti o altro? >>
<< Ho solo questo cellulare, ma non c’è su nulla.. probabilmente hanno cancellato tutto. >>
<< Sappi che io sono un nerd e, quello che so per certo, è che non è possibile eliminare completamente i dati, da qualsiasi apparecchiatura tecnologica, perciò.. se vuoi posso dargli un’occhiata. >>
<< Prova.. se ci riesci.. grazie.. >>
<< L’unica cosa è che il tuo è un modello vecchio.. dovrei procurarmi un cavetto USB che vada bene per la sua entrata, ma penso non sia un problema. >>
<< Ti ringrazio.. >>
Il pomeriggio, Chuck uscì a comprare l’USB e, al suo ritorno, ci mettemmo al computer.
<< Ti avviso che non sarà una cosa velocissima. >>
<< Va bene.. >>
Iniziò a schiacciare tasti, aprire cartelle, immettere codici.. era un genio. Dopo un’ora mi diede le sue conclusioni.
<< Non c’è molto qua sopra, anche perché la memoria del dispositivo non è molta (sono solo 5 MB). Ho notato che conversi molto con una certa Sara: ti ricordi di lei? >>
<< Sara.. Sara.. io la conos.. AAHHHH LA TESTA!! MI FA MALE LA TESTA!! >>
Iniziò a farmi male la testa, fino a farmi crollare a terra. I genitori del ragazzo salirono subito.
<< Tesoro che succede? >> Chiese la madre
<< Gli ho chiesto se conosceva una certa Sara e, da li ha iniziato a urlare e a fargli male la testa.. Mamma, secondo me dovremmo portarlo da tuo fratello Robert. >>
Robert era uno psicologo, magari lui poteva aiutarmi. Salimmo in macchina e partimmo subito.
<< Ragazzo come stai? >>
<< Sento la testa scoppiare.. è come se non volesse ricordare.. >> risposi dolorante
Arrivati dal fratello di Linda, entrai subito in sala e venni subito controllato. Poi, sentii qualcosa di brutto..
<< Linda, tu e Chuck tornate a casa, mentre io starò qui con lui.. >>
<< Come sta? Si riprenderà? >> chiese Linda
<< Purtroppo gli è stata iniettata una potente droga che impedisce alla mente di ricordare.. difficilmente si riprenderà.. c’è una possibilità dello 0,1%. >>
A quel punto decisi di farmi coraggio e iniziai a cercare di ricordare… e a urlare di dolore!
Dopo le urla arrivarono le prime perdite di sangue, poi vomito e perdita della forza e della vista.
<< Ragazzo calmati.. così ti ucciderai! >>
<< DEVO RICORD… AAAAHHHHHH!!! >>
<< Lo porterò subito all’ospedale.. voi tornate a casa ora! Poi vi farò sapere.. >>
Arrivati all’ospedale, i medici iniziarono subito ad iniettarmi dei farmaci per cercare di calmarmi i dolori e neutralizzare questa droga. Vidi Robert che, da fuori la sala, guardava l’operazione con uno sguardo serio. Poco dopo mi addormentai…
 
<< Dottore.. si riprenderà? Riuscirà a recuperare la memoria? >>
<< Questo solo il tempo potrà dirlo… >>

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Capitolo 25
*** UN PIANO MOLTO NERD ***


L’ultima cosa che vidi prima di addormentarmi, erano i medici che mi 0peravano, mentre al mio risveglio, erano le persone della mia vita. Erano persone che conoscevo e che vedevo tutti i giorni. C’era Sara, l’Ispettore Shiro, i miei vicini di casa, erano tutti attorno al letto dove riposavo e, mi stavano guardando. Con loro, si aggiunsero poi compagni di scuola, professori, mio padre e mia madre, a quanto pare stavo riacquistando la memoria! Per tutta quella giornata, feci dei controlli, mi vennero spiegate alcune cose e, piano piano anche io, riuscivo a dar spiegazioni sul perché  mi trovavo in questo paesino. Il giorno seguente ero pronto per ripartire, ma prima decisi di fare una cosa con Chuck. Ricordai che Hippo, colui che mi aveva rapito, mi parlò di un piano, in preparazione, per il 24 di dicembre. Ricordai anche che, qualche tempo fa, tentai di accedere al loro sito, ma senza alcun successo. Così pensai che lui, esperto in tecnologia, avrebbe potuto darmi una mano. Quando passai da casa sua, per salutare e ringraziare i suoi, chiesi se poteva darmi questa mano. Spiegai tutta la storia, ciò che ero e altro. Lui in un primo momento, rimase leggermente scioccato, ma poi si tranquillizzò e si decise ad aiutarmi. Provò dapprima a collegarsi al sito normalmente, per capire un po’ come funziona, poi pensò a un modo per entrare.
<< Ascolta Kurosaki, ho bisogno di un hotspot wi-fi, un pc portatile e un posto che non sia casa mia. Il pc ce l’ho, il posto pure, manca solo l’hotspot. >>
<< L’hot… che? >>
<< Ahaha l’hotspot wi-fi è un dispositivo che condivide una connessione ad internet, modulo 3G, ad un altro dispositivo (computer, smartphone o altro). >>
<< Wow.. la tecnologia ha già fatto passi da gigante così grandi? >>
<< Beh.. si.. comunque andrò a comprarlo io non preoccuparti.. per i soldi ci mettiamo apposto dopo ok? >>
<< D’accordo! >>
Una volta comprato il necessario, c’era da trovare un posto per eseguire il tutto. Chuck decise di andare a casa di un suo amico. Mi spiegò che in questa casa si trovava una stanza che, tramite un rivestimento apposta ideato e fatto da loro 2, permetteva a qualsiasi dispositivo di non essere rintracciato. Fin li tutto bene, ma quando arrivammo da questo ragazzo e costui ci aprii la porta, ebbi un flash: il ragazzo sarebbe morto oggi pomeriggio!
In pratica verso le 4 di pomeriggio la casa sarebbe stata presa da assalto dai ladri, pronti a far fuoco, pur di rubare qualsiasi cosa preziosa contenente nella casa. Il ragazzo, pronto a difendere il tutto, avrebbe dovuto pagare con la vita.  Spiegando come sarebbero andate le cose, i 2 faticavano a crederci così, mentre loro preparavano il necessario per entrare nel sito, io organizzai un piano per fermare i malviventi: finalmente si torna in scena!
Mi feci spiegare un po’ com’era fatta la casa da Koza, l’amico di Chuck, così per cercare la tattica più efficiente. Se le cose andavano come previsto, non avevi bisogno né di pistole, né di armi in generali. Il piano consisteva nell’avvisare la polizia, farla arrivare verso le 16:05, beccarli in fragrante e arrestarli. Erano le 15 e avevo un’ora per far funzionare il tutto. Così andai dalla polizia con un bigliettino falso scritto da me, che spiegava ciò che avrebbero fatto. Fortunatamente la polizia credette a tutto e quindi tutto stava procedendo alla grande. Alle 15:55, un furgone bianco si affiancò alla strada e, subito dopo, scesero 2 uomini vestiti di nero. Iniziarono ad avvicinarsi verso la casa, intanto io mi misi delle cuffie, facendo finta di ascoltare la musica. Entrarono e mi puntarono la pistola contro. Mantenni la calma visto che, se erano puntuali, 5 minuti e sarebbero arrivati.
<< Dove tenete i soldi? >>
<< Nella cassaforte >>
<< E dove si trova? >>
<< Vieni te la mostro.. >>
<< Sento dei rumori.. chi c’è in casa oltre a te? >>
<< Eh.. nessuno.. tranquillo.. >>
L’uomo mandò un suo complice a controllare..
<< Ehi ho trovato altri 2 ragazzi! >>
<< Quindi dicevi che non c’era nessuno eh? >>
Ma a quel punto arrivò la polizia che pose fine a tutto.
<< Mettete bene le mani in alto, forza! >>
<< Oh no, la polizia.. cazzo! >>
<< Mi dispiace, ma siete in trappola.. >>
Colti in fragrante e senza possibilità di fuga, i 2 vennero arrestati e con loro anche il conducente del furgone.
Poco dopo il ragazzo mi ringraziò, mi disse che si sarebbe sdebitato facendomi accedere al sito. Io e Chuck poi tornammo a casa, in attesa che il sito sia stato disponibile. Poi il giorno seguente, Koza ci chiamò per dirci che era tutto pronto. Loro non ci capirono una mazza, ma io trovai un sacco di informazioni utili: il carico del 24, i nomi degli infiltrati e, riuscii a collegare qualche nickname a facce già viste.. insomma… ero a cavallo! >>
CENTRALE DI POLIZIA DI TOKYO
<< Bip.. bip.. bip.. Pronto qui parla la centrale di polizia di Tokyo, sono l’ispettore Shiro chi parla? >>
<< Ispettore, sono Kurosaki! >>
<< Kurosaki, ma dove sei finito?? >>
<< Non si preoccupi.. tornerò molto presto e, appena tornerò, faremo piazza pulita! >>
 

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Capitolo 26
*** GRAZIE DI TUTTO ***


23 DICEMBRE
Dopo aver passato un po’ di tempo a studiarmi tutte le informazioni trovate sul sito, pensai che era ora di ripartire. Ringraziai tutti quanti per l’aiuto e l’ospitalità, poi partii. Tornai a Tokyo con un taxi: ora era il momento di sistemare un po’ di cose. Mancava un giorno all’arrivo della droga e, intanto passai da Shiro, per dargli altre informazioni utili. Quella giornata fu storica, ci furono un sacco di controlli nella polizia, con vari successi. Il nuovo eroe Koza Yagami, era anche lui membro dell’organizzazione e, venne arrestato insieme ad altri 4 agenti. Le informazioni prese non erano molte, anche perché poi fummo intercettati e dovemmo interrompere con le intrusioni quotidiane. Non dissi niente su ciò che sarebbe accaduto il giorno seguente, perché avevo già in mente un mio piano. Per festeggiare il mio ritorno, quella sera organizzai una cena fuori casa con Sara. Prima però, passai a salutare i miei vicini di casa che non vedevo da un po’. Raccontai ciò che mi era accaduto, ma senza entrare troppo nei dettagli. Come vi dissi poco fa, quella sera dovevo uscire con Sara. L’appuntamento era fissato per le 19. Il pomeriggio andai a comprarle un regalo e le allegai una lettera in cui le spiegavo un po’ di cose e, la lettera era anche parte del piano per domani tra l’altro. Devo essere sincero, ero molto contento del fatto che ci saremmo visti, perché dopotutto, era più di una settimana che non ci vedevamo. Passai da lei per le 18:45, con capelli ingellati, camicia bianca e un’aria tranquilla. Per ora dovevo solo consegnarle il regalo, mentre la lettera, andava consegnata a fine serata. Andammo a mangiare in un localino piccolo, non molto costoso, nei pressi del centro. Era un posto tranquillo, rustico, ma con un tocco un po’ “raffinato”. La cucina non era male, ricordo che venivo coi miei per mangiare sempre dell’ottimo misto di gamberi alla piastra con funghi e bambù. Visto l’occasione speciale, ordinai dell’ottimo vino giapponese e presi il tavolo in centro alla sala. Il locale è in stile montanino, con mura in sassi e travi di legno con un caminetto. Passai a salutare lo chef che era molto tempo che non vedevo e, mi fermai a parlare 2 minuti del più e del meno. Poi tornai da Sara che mi chiese dov’ero stato in tutto questo tempo. Gli risposi che ero andato a trovare dei parenti, ma in realtà la verità l’avrebbe saputa tramite la lettera che, le consegnerò, a fine cena. Quella sera, c’era la serata latino-americano e, invitai Sara a ballare.
<< Non farci caso al mio ballo da schifo ahah >>
<< Ti conosco Kurosaki e.. tu balli benissimo tranquillo! >>
Decidemmo anche di partecipare alla gara di ballo, non molto ottimisti però.
Nonostante tutto, però arrivammo secondi, poi continuammo la nostra cena.
La cena era di 7,953 yen e, i suoi  3,976 li misi io. Finita la cena, uscimmo e andammo a bere un caffè in un bar li vicino. Parlammo un po’ di svariate cose, come ad esempio situazione scolastica, vacanze di natale e altro. Più la guardavo e più mi convincevo che era davvero una ragazza fantastica. Una volta usciti dal bar, le chiesi se voleva uno strappo a casa e mi rispose di si. Arrivati alla bicicletta, però ci accorgemmo che avevo una ruota bucata e il tempo sembrava non essere clemente, cominciando a versare pioggia. Passarono una ventina di minuti prima che potemmo partire, ed entrambi, dovevamo andare in bagno (particolare non molto importante, però!). Giunti a casa sua mi ringraziò e io le diedi una lettera, raccomandandole però, di aprirla solo domani. Sara mi giurò che avrebbe fatto ciò da me richiesto e io mi fidavo di lei, al 100 %. Io tornai a casa per prepararmi per domani.
GIORNO SEGUENTE – 24 DICEMBRE: STANZA DI SARA
Ascoltando le parole di Kurosaki, non avevo ancora aperto la lettera, ma visto che oggi era un nuovo giorno, ero intenzionata a farlo. La aprii lentamente, poi iniziai a leggere:
“ Ciao Sara,
ci sono molte cose che ti ho tenuto nascoste e che avrei dovuto dirti prima, ma che non ho avuto il coraggio. Perché te le dico solo ora? Perché forse noi non ci vedremo mai più!
Vedi, io ho un potere speciale che mi permette di vedere quando una persona morirà, quindi posso salvargli la vita. Il problema è che iniziando a salvare vite, sono finito per imbattermi contro l’organizzazione del cigno nero e ora mi vogliono morto. Questa sera si incontreranno in un magazzino abbandonato appena fuori Tokyo Sud i 15 grandi boss e io, ho deciso di andare la per arrestarli: l’incontro è fissato per le 22:50. Come prima cosa volevo ringraziarti di tutto. Quando ti ho conosciuto non avrei mai pensato che tu saresti mai voluta uscire con me e, quando lo facesti, ero contento come un bambino con la sua caramella. Sono stato davvero bene in questi anni, molto bene. Sei una persona fantastica, senza difetti, ma soprattutto sei Sara, e il nome dice tutto! Mi hai insegnato molte cose, come amare. Mi hai dato molti consigli, stata vicino nei momenti bui. Per qualsiasi cosa, c’eri sempre tu a confortarmi. Io sono davvero orgoglioso di avere avuto una persona del genere al mio fianco, davvero non so come avrei fatto senza. Forse ho fatto qualche errore, magari ogni tanto avrò rotto un po’ le scatole, ma credimi, se ho sbagliato in qualcosa, ti chiedo davvero scusa. Ora io andrò a morire e non ti rivedrò mai più.. ho già guardato dentro di me con il mio potere e nemmeno Dio può salvarmi. Se c’è qualcosa che posso rimpiangere di tutto questo, è solo il fatto che non ci vedremo mai più. Ti lascio il mio appartamento, voglio che tu ci vada ad abitare con una persona che ami, qualcuno che ti faccia sorridere sempre e, che a differenza mia, sia più presente di quanto lo sono stato io in questo ultimo periodo.. sarai sempre nel mio cuore.. addio,
Kurosaki Yoshida”

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Capitolo 27
*** GIOCO MORTALE ***


E’ arrivato il grande giorno, è ora che io mi metta in gioco sul serio.
ORE 11:50
Ero sicuro che Sara avesse già aperto la lettera e, che sicuramente avesse iniziato a dare i numeri. Successivamente avrebbe telefonato a Shiro informandolo di tutto e anche dell’ora, ma.. l’ora è sbagliata. Ho posticipato l’orario sulla lettera, in modo da poter agire indisturbato. Intorno a mezzogiorno e mezza ricevetti una telefonata da Sara che, agitata mi chiese, di non andare e che non gli importava di com’ero. Gli risposi che le cose non potevano cambiare perché loro avevano fatto fuori i miei genitori. La tranquillizzai anche, spiegandole che andrà tutto bene. Prima di partire, passai a salutare i miei vicini Takashi e Sakura, gli ringraziai di tutto e spiegai anche a loro come stavano le cose. Sakura, a quel punto, decise che non avrei dovuto partire, ma oramai tutto era già stato preparato e, per sua sfortuna, non poteva fermarmi.
ORE 13:45
Mancavano ancora 8 ore e mezza all’incirca prima che entrassi in azione, ma dovevo salutare e ringraziare un po’ di persone. Uno su tutti il mio psicologo John Carter.
<< Oh.. Kurosaki che piacere rivederti, cosa ti porta qui? >>
<< Volevo salutarla e ringraziarla.. >>
<< Per quale ragione scusa? >>
<< Beh vede.. ho saputo che i miei genitori sono stati fatti fuori dall’organizzazione del cigno nero e so, che questa sera si incontrano. Quindi andrò la e li fermerò.. o almeno ci proverò >>
<< Ma è troppo pericoloso, rischieresti di morire. >>
<< Non m’importa.. devo farlo.. >>
<< Hai provato a guardare con quel tuo potere?... >>
<< Si e.. morirò.. ma non si preoccupi.. perché ho in mente qualcosa di grandioso.. >>
<< Ma… >>
<< La saluto John.. mi stia bene e occhio agli incroci. >>, gli feci un occhiolino e me ne andai.
Ripresi la mia bicicletta e ripartii.
ORE 14:50
Passai a trovare quel pastore, Komachi Yara. Era colui che mi salvò dall’organizzazione quando venni catturato e imprigionato dentro una casetta. Per sdebitarmi con lui, gli salvai la vita un po’ di tempo fa, ma mi sembrava giusto comunque passare a dargli l’ultimo saluto.
<< Salve Yara! >>
<< Ah.. salve Kurosaki! Vuoi un po’ di latte? Non è avvelenato.. >>
<< Perché no? Dai! >>
<< Che ti porta da queste parti? Dai ancora la caccia a quei cattivi? >>
<< E’ proprio per quello che sono passato di qui! >>
<< Non ne farai entrare un altro nel mio negozio spero! >>
<< Ma no si figuri.. piuttosto volevo salutarla perché probabilmente non ci vedremmo mai più. >>
<< Come?? >>
<< Deve sapere che io ho un potere speciale che mi permette di sapere quando e come una persona morirà. Questo potere mi ha permesso di aiutare la gente e, di mettermi contro quest’organizzazione. Sono venuto a sapere che sono anche i responsabili della morte dei miei genitori, quindi voglio arrestarli personalmente e, fortunatamente, stasera ne ho la possibilità. >>
<< Hai molto fegato giovanotto.. se fossi tuo padre, senza offesa, ti sconsiglierei di andare, ma non posso farlo.. in bocca al lupo ragazzo! Per dimostrartelo, il latte te lo offro io >>
<< La ringrazio.. arrivederci! >>
Ripresi la bici e ripartii. Mi diressi verso il luogo.
CENTRALE DI POLIZIA – ORE 16:30
<< Sto cercando l’ispettore Shiro sapete dove posso trovarlo? >>
<< Sono io.. chi mi cerca? >>
<< Oh ispettore.. sono Sara, la tipa di Kurosaki. >>
<< Che hai bisogno? >>
<< Legga qui per favore, è molto importante, ma deve fare in fretta, non c’è molto tempo! >>
<< Si si.. un attimo, dammi il tempo! >>
Shiro iniziò a leggere..
<< Cosa???? Ma perché quell’idiota non me l’ha detto.. dov’è adesso? Dobbiamo fermarlo! >>
<< Non lo so.. non me l’ha detto, ma probabilmente sarà già partito. >>
<< Voglio che pattuglie sondino tutta Tokyo alla ricerca di Kurosaki Yoshida, mentre voglio altre 20 volanti pronte per stasera nell’indirizzo inserito nella lettera. Vedrai fermeremo Kurosaki e l’organizzazione.. non ti preoccupare >>
ORE 17:00
Ero sicuro che la polizia mi stava già cercando, infatti non avevo molto tempo per starmene qua. Mi trovavo all’ipermercato, per salutare il mio datore di lavoro, nel ristorante dove lavoravo. Poi mi sarei diretto nel luogo dell’incontro. Prima, decisi di passare anche dall’avvocato Bill e al cimitero, per salutare i miei e il montanaro che, mi fu molto d’aiuto.
ORE 18:15
Eccomi qua, nel luogo dove tutto avverrà. Ora che sapete tutto di me, posso anche andare a morire.
ORE 21:00
Nel parcheggio del magazzino stavano arrivando 2 auto nere. C’erano dentro 6 tizi, ma non tardarono ad arrivare i restanti 9, per ora andava tutto bene. Io, per il momento, ho deciso di restare fuori, ma riuscivo comunque a sentire i loro discorsi. Erano le 21:15 e, ben un’ora dopo, arrivò il camion con la droga. A quel punto sento una pistola puntata dietro la mia testa.
<< Sapevo che la troppa tranquillità nasconde sempre qualcosa.. vero moccioso? Metti le mani dietro al testa e alzati lentamente. >>
Sono stato scoperto e stavo venendo portato dentro. L’interno era composto da un grande spazio vuoto, perché il magazzino era abbandonato e, da una scalinata che portava ad un piano superiore.
<< Signori ho trovato un gatto.. e che gatto! >>
In quel momento si alza il boss e inizia a parlare con me.
<>
<< So tutto di voi, perfino quanto ce l’avete lungo. Lei si chiama Giovanni Impastato, originario del Sud Italia, precisamente Gela. Si è rasato talmente tanto i capelli che ora non li crescono più. Quello alla sua destra con i capelli lunghi e biondi, si fa chiamare Mr Yellow, ma in realtà si chiama John McCoen. L’altro ancora si chiama Dr Foxy, poi c’è Ruben, insomma.. tutti con dei soprannomi interessanti. >>
<< Come hai fatto a sapere tutte queste cose? Hai una spia nell’organizzazione che lavora per te? >>
<< No no.. anzi, io ci sono stato dentro, soprattutto nell’ultima settimana. Stavo li, tra di voi, osservano e appuntandomi tutto ciò che ritenevo potesse servire per incastrarvi. Poi ho preso il tutto e, l’ho consegnato alla polizia. E tu che mi punti la pistola, eri quasi riuscito a fregarmi sai.. Y! In realtà ti sei fatto una plastica e poi hai cambiato nome in Makoto, che bel trucchetto.. per non parlare di quanti vostri amici avete nella polizia. >>
<< Sai che ora morirai? >>
<< Certo che lo so.. l’avevo predetto.. >>
<< Mi spieghi perché se l’avevi predetto sei venuto lo stesso? >>
<< Perché oltre alla mia fine, ho predetto anche la vostra! >>
In quel momento entrò correndo uno di loro urlando << Siamo circondati! 20 volanti della polizia hanno circondato il magazzino! >>
Poi entrò Shiro insieme a Sara..
<< Gettate le armi e arrendetevi.. Tu la in alto! Lascia andare Kurosaki e arrenditi.. >> Ma Y non ascoltò e mi sparò davanti agli occhi di Shiro.
Entrai poco dopo Shiro e sentii un colpo. Vidi Kurosaki cadere dal piano superiore con un buco in testa. Poi battè violentemente al suolo. Corsi subito da lui, ma non mi rispose. Mentre gli uomini dell’organizzazione venivano portati via, Shiro chiamò l’ambulanza. Purtroppo Kurosaki morì per emorragia, prima ancora di arrivare all’ospedale.
 
<< Siamo qui, per dare l’ultimo saluto al nostro fratello Kurosaki Yoshida che, a tragicamente perso la vita, nel tentativo di salvare il Giappone dalla malavita. >>
Fu messo vicino ai suoi genitori. Nel giorno del suo funerale, arrivò gente da tutto il Giappone per rendergli omaggio. Io non ce la feci, ma Shiro riuscì a farsi forza e a fare un discorso davanti a tutta la folla.
<< Forse mi criticherete, se dico che era un’idiota, ma lo era. Ma nonostante fosse un’idiota, aveva dentro di se il sangue di un eroe, un eroe che gli puoi anche mettere davanti un plotone di 10.000 uomini, col fucile puntato su di lui, e con l’ordine di fermarsi e, codesto non si ferma. Colui che ha dato molto. Quando lo conobbi pensai che non potesse concludere niente invece, grazie a lui, abbiamo arrestato i grandi capi dell’organizzazione. Penso che tutti noi dobbiamo essere un po’ più Kurosaki. Non dobbiamo temere nessuna minaccia, dobbiamo lottare per quello in cui crediamo come lui ha fatto! Non bisogna mai perdersi d’animo e nemmeno perdere le proprie speranze.. Io vi chiedo un applauso per questo ragazzo, seguito da un minuto di silenzio e riflessione. >>
I 15 uomini vennero processati dal giudice Bill Kai, amico di mio padre e, colui a cui Kurosaki salvò la vita in un processo.
<< Io di chiaro tutti e 15 colpevoli e li condanno all’ergastolo! >>
Tutti gli uomini che avevano a che  fare con l’organizzazione vennero arrestati e mandati all’ergastolo. Grazie comunque a chi parlò, o alla gente, con voglia di ribellarsi, in un anno la criminalità a Tokyo, scese del 15%, mentre l’organizzazione del cigno nero andava scomparendo. Io ci misi un po’ a riprendermi, ma dopo 3 anni trovai l’uomo giusto. Decisi di esaudire il sogno di Kurosaki e andai a vivere nel suo appartamento. Nonostante abbia un nuovo fidanzato, il mio primo vero amore, non lo scorderò mai…
<< Allora siamo una coppia? >>
<< Tu che dici Kurosaki? >>
<< Non lo so.. decidi tu.. >>
<< Ahah certo che lo siamo.. >>
<< Eh solo che.. non ho mai provato sta cosa dell’amore.. >>
<< Tranquillo ti insegnerò tutto io.. >>
<< Quindi possiamo stare insieme tutta la vita? Perché io ti amo..>>
<< Tutta la vita… tutta la vita.. >>
FINE
 
 

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