High School Hero

di Maggie_Koala
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una nuova studentessa ***
Capitolo 2: *** Compagne di stanza ***
Capitolo 3: *** Ramanzina, pizza e nuove amicizie ***
Capitolo 4: *** Buonanotte e risvegli ***
Capitolo 5: *** Allenamento mattutino ***
Capitolo 6: *** Primo giorno di scuola ***



Capitolo 1
*** Una nuova studentessa ***


- Il tuo nome? – chiese l’uomo.
- Raven.
Il supereroe la guardò storto.
- Il tuo vero nome, ragazza – precisò.
- Devo proprio dirlo? – domandò lei fredda.
- Tranquilla, nessuno verrà a conoscenza del tuo nome; solo il preside in persona lo saprà.
Fu la volta della ragazza a guardarlo storto.
- Mi posso fidare?
- Se non ti fidi di noi, quella è la porta, ragazzina – rispose burbero lui, concentrandosi su un foglio scritto e indicando l’uscita – E se vuoi andartene, ti chiedo di farlo velocemente, non ho tempo da perdere io!
Raven strinse le mani così forte che le nocche le diventarono bianche: non poteva perdere la pazienza con un tipo così, altrimenti sarebbe successo il caos…
- Rachel Roth – disse piano.
L’uomo alzò la testa:
- Come, scusa?
- Mi ha chiesto il mio vero nome, e io glielo ho detto: Rachel Roth.
- Mpf  - fece l’uomo, accennando a un piccolo sorriso e ricominciando a scrivere sul foglio – Allora ti sei decisa a rimanere…
Raven stette zitta, le braccia incrociate al petto.
- La prossima domanda? – domandò impaziente.
- Età?
- Diciassette anni.
- Data di nascita?
- 9 Dicembre 19**.
- Luogo di nascita?
- Azarath.
L’uomo smise un attimo di scrivere sentendo quel nome, ma poi si riscosse e proseguì.
- Capelli?
- Viola.
- Occhi?
- Idem.
- Altezza?
- 1 .75 cm.
- Genitori biologici?
- E questo che cavolo c’entra?! – domandò inviperita.
- Le domande le faccio io qui, signorina, quindi non obbiettare. E poi le domande di questo curriculum le ha fatte il preside , e lui avrà le sue ragioni per chiederti queste cose.
Raven non parlò: odiava confessare chi era suo padre.
- Allora, genitori biologici?
- Trigon il Terribile, demone e sovrano di Azarath, e Arella Roth, essere umano.
L’uomo boccheggiò:
- Chi è tuo padre? – ridomandò con un filo di voce.
Possibile che facesse a tutti lo stesso effetto? Possibile che non riuscisse a rivelare a qualcuno chi era suo padre senza che la persona svenisse?
- Ha capito perfettamente chi è mio padre: Trigon il Terribile, sovrano  di Azarath! Serve che glielo ripeta per la terza volta?!
- N-No, scusami, scusami – rispose il supereroe, ricominciando a scrivere.
- Abilità e Poteri? – sussurrò l’uomo, ancora terrorizzato .
- Empatia, Telecinesi, Proiezione Astrale, Precognizione, Levitazione, Volo, Localizzazione Mistica Limitata, Guarigione Magica, Teletrasporto e Teletrasporto Dimensionale, Congelamento del Tempo, Conoscenza Arti Mistiche e Magiche, Potere degli Elementi, Creazione di Portali e Magia Bianca e Nera.
L’uomo finì di scrivere con il polso dolorante per la velocità.
- Oook … A cosa devi i tuoi poteri?
- Al fatto che mio padre è un demone.
- Quindi in poche parole sei un demone anche tu?
Raven lo fulminò con lo sguardo:
- Non sono demone del tutto, solo una parte di me lo è!
- Va bene, va bene, scusami – disse in fretta l’eroe, vedendo gli occhi della ragazza carichi di odio.
- Allora, abbiamo finito? – sbuffò la mezza-demone.
- Fammi controllare….Sì, sei a posto.
“Finalmente “ pensò Raven “ Tra poco stavamo qui tutta la mattina! “
- Questo è il tuo orario – l’uomo le diede una fotocopia con segnate le ore e le materie di ogni giorno – e questa è la cartina della scuola. In quanto alla tua stanza tu sei nella numero...- preso un grosso libro dalla copertina rossa -..Allora…Ral…Rann…Raven…Eccoti! Sei nella stanza Numero 333 assieme a Starfire e Terra. Questa è la chiave della stanza. Ogni persona ha la sua. Ricordati che i dormitori si trovano…
- …in un edificio separato dalla scuola, ma a nemmeno 200 metri a destra da essa. Lo so, lo so. – finì Raven, annoiata.
L’uomo la guardò un po’ arrabbiato, ma lasciò stare.
-Bene, mi pare che tu abbia tutt…Ah, dimenticavo! Ti serve l’uniforme! Che taglia hai?
- Taglia M per maglietta, 42 per braghe e 38 per scarpe.
- Ok, aspettami un attimino e arrivo subito – e sparì dietro una porta.
Da lì a poco ritornò con tutto il necessario.
- Ecco qua! – disse, porgendole una camicia a maniche lunghe bianca, una cravatta nera, jeans neri e scarpe dello stesso colore.
- Dovrebbe starti tutto – commentò – Se hai problemi, puoi sempre venire a cambiarli.
- Grazie – mormorò fredda lei, guardando i suoi vestiti – Mi tolga una curiosità, ma abbiamo tutti uniforme diverse?
- Oh, no, no, no: voi ragazze avete tutte la stessa divisa (come la tua), mentre i maschi hanno i colori opposti al vostro: camicia nera, cravatta, jeans e scarpe bianche.
- Ah, capito – mormorò con fermezza la ragazza.
- Bene, ora puoi pure andare a far conoscenza delle tue coinquiline. Domani mattina la colazione sarà alle 8.30, e le lezioni cominceranno alle 9.00. Sabato e Domenica invece l’orario della colazione è dalle 9.30 sino alle 11.30, ma tutti i giorni il pranzo sarà alle 13.15, mentre la cena alle 20.00. E' tutto . Buona fortuna, Raven!
Rachel girò i tacchi e uscì da quell’ufficio: erano le 19.15 e aveva tre quarti d’ora buoni prima del pasto, ma prima avrebbe dovuto conoscere le nuove coinquiline. Sospirò, mentre cominciava a dirigersi verso i dormitori, sperando in cuor suo di conoscere delle ragazze tranquille e simpatiche. Non sapeva  ancora cosa le aspettava  nella stanza 333…
 

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Capitolo 2
*** Compagne di stanza ***


La sua stanza era al terzo piano, e mentre camminava nei corridoi guardando i numeri per individuare la sua camera, sentì un casino infernale che proveniva da una stanza poco più avanti di lei.
- Porca… – pensò tappandosi le orecchie – spero che le due ragazze con cui condividerò la camera non siano così casiniste!
Ricominciò a cercare la sua stanza, sempre con le mani sulle orecchie, per non sentire la musica.
330…331…332…333…Oh, no!
La musica infernale proveniva proprio dalla sua stanza!
- Ho una fortuna… -pensò, prendendo un respiro per affrontare la sfida: forse avrebbe dovuto prima bussare, in modo da segnalare la sua presenza ed entrare senza far prendere un infarto a nessuno.
Cercando di essere disinvolta, bussò piuttosto forte, in modo da sovrastare il casino. La musica tacque di colpo.
- Hai sentito? – mormorò una voce.
- Certo che ho sentito! – disse un’altra voce.  
- Chi può essere a quest’ora? Hai invitato BiBi per caso?
- Certo che no!
- Ma allora chi…
- Starfire, ho capito chi è! Non ti ricordi che ci avevano detto che arrivava una nuova compagna di camera oggi?
- Giusto! Me l’ero dimenticata!
“ Ho proprio delle cervellone in camera “ pensò Raven, che aveva sentito tutto.
- Allora apriamole la porta!
- Giusto, Terra! Non vedo l’ora di conoscerla!
Raven sentì dei passi come se qualcuno corresse e subito dopo vide la porta aprirsi: davanti a lei si pararono una ragazza dai  lunghi capelli rossi e una bionda.
La rossa doveva avere 15-16 anni, come la sua amica, ed aveva gli occhi di un verde abbagliante. Anche se era più giovane di lei, la superava  tranquillamente di circa 5 cm. La bionda, invece, era più piccola di lei e aveva dei grandi occhi blu.
Potevano sembrare due tipe a posto, tranne per un piccolo particolare: la stanga aveva indosso solo una maglietta ed era in mutande, mentre la bionda aveva sì un paio di jeans corti, ma era in reggipetto.
Prima che Raven potesse pensare qualunque cosa, la rossa la prese in braccio e la stritolò in un abbraccio spacca-costole.
- Ma Ciiaaaaaaaaoooooooooooo!!!!!!!!!!!! – strillò, aumentando la forza dell’abbraccio.
La mezza-demone aveva praticamente gli occhi fuori dalle orbite.
- Come ti chiamiiiiiiii? – domandò la stritolatrice.
- Starfire – mormorò la bionda – Non credo che riuscirà a risponderti se la stringi così forte.
- Oh, cavolo, hai ragione! – disse la ragazza di nome Starfire, liberando Raven dalla sua morsa.
La ragazza per poco non cadde a terra, ma riuscì in qualche modo a restare in piedi.
- Scusala – gli disse la bionda (era quasi sicura che si chiamasse Terra) – Ma quando incontra nuove persone fa sempre così.
- Mhm – rispose fredda Raven: non si era quasi mai lasciata trasportare dalle emozioni, e questa volta sarebbe stata come le altre, anche se la voglia di fargliela pagare a quella Starfire era alta.
- Allora – chiese Starfire , facendo uno di quei pizzicotti delle nonne sulla guancia di Raven – Come ti chiami, cara? Scommetto che diventeremo ottime amiche!
Raven si massaggiò la guancia dolorante:
- Non penso che diventerete mie amiche….
-Dicevi, cara?
-Niente, niente – disse la mezza-demone, con la solita voce bassa – Io mi chiamo Raven.
- Piacere , Ranen!!!! – la rossa le prese la mano e cominciò a sbatterla su e giù, come una bambina.
- Raven, non Ranen.
- Intendi dire “Raven” come si dice “corvo” in inglese?
La ragazza alzò gli occhi e sospirò.
- Esatto, come si dice “corvo” in inglese.
- Bhè, allora….Ri-piacere, Raven!!!
- Credo che basti – Raven riuscì a liberare la mano e la riposizionò sul fianco – Con chi ho l’onore di dividere la stanza?
- Io mi chiamo Terra – disse la bionda – E lei è Starfire – indicò la rossa.
Poi le disse sottovoce:
- Mi dispiace per l’accoglienza, ma è sempre felice di conoscere persone nuove.
“Me ne sono accorta “ pensò Raven, ma stette zitta.
- Ragazze, possiamo entrare? Vorrei vedere la stanza e…voi siete…come dire…mezze nude e…
- Oh, cacchio, è vero! – urlò Starfire, prendendo la maglietta e abbassandola fino a metà coscia – Se passasse Robin che figura farei?
- Starfire, ti ricordo che qui siamo al terzo piano. I maschi sono dal quarto in poi. – le ricordò Terra.
-Sì, ma…può sempre capitare che…
- Ok, ok, ok – Terra la spintonò dentro la camera, poi sorrise alla nuova arrivata.
- Vieni pure dentro – la invitò – Dovrai scusarci per il disordine, ma ci eravamo dimenticate che arrivavi.
Raven sbuffò ed entrò dentro la stanza:
era di un color miscuglio blu mare e bianco spumeggiante, che ricordava un oceano mosso, ed era veramente ampia; anche se la stanza era per tre ragazze, c’è ne sarebbero state otto. Alla sinistra di Raven , staccate da almeno 4 metri dalla porta, si trovavano tre grandi scrivanie di legno di ciliegio dello stesso colore della stanza, con un computer sopra ognuna. Una sola scrivania era ancora intatta, mentre le altre due erano letteralmente coperte di vestiti buttati all’aria, di libri di scuola sparpagliati qua e là e di riviste. Oltre le scrivanie si trovava un televisore al plasma da 200 pollici, in grado di trasmettere qualsiasi canale. Di fronte alla tv si trovavano tre letti singoli. Ognuna aveva il su comodino alla destra e di nuovo uno solo di essi era intatto (per la precisione quello più in fondo di tutti, vicino a una vetrata gigantesca) , mentre gli altri due erano sotto sopra, con le coperte buttate in un angolo e con sopra ogni genere di cose: smalti per unghie, rossetti, fard e tutte quelle cavolate del make-up.
- Lì c’è il nostro bagno – disse Terra, posandole una mano sulla spalla e indicandole la porta che si trovava subito a destra dall’entrata – E' abbastanza grande per tutte e tre, ma bisognerà stare attente a non combinare casini, altrimenti tutte e tre potremmo arrivare tardi alla colazione.
Raven fece un cenno d’assenso, ma non aprì bocca.
- Se ti da fastidio essere vicino alla finestra, possiamo fare cambio di letto, così non ti senti sol…
- Grazie, ma va bene così.
Terra fece un sorriso a trentadue denti.
- Ok, se vuoi ti diamo una mano a mettere a posto la roba.
- Non serve.
Con un cenno della mano, una fiamma nera le uscì dall’indice destro e in tempo record mise a posto tutto.
Terra e Starfire avevano la mascella a penzoloni e guardavano Raven ad occhi aperti.
- M-ma come diamine hai fatto? – chiese Starfire.
- Mhm? A fare cosa? – domandò Raven, stiracchiandosi.
- A-a metterti a posto la roba così in fretta – disse Terra, indicando la valigia ormai vuota di Raven.
- E' uno dei miei poteri – spiegò la mezza-demone – Con quella fiamma nera posso afferrare le cose e muoverle a mio piacimento, oppure posso utilizzarla per immobilizzare l’avversario. Dipende dai casi in cui mi trovo. Perché, voi che poteri avete?
- Bhè, assorbendo l’energia solare riesco a sparare  raggi di energia fluorescente – disse Starfire, facendo apparire sulla mano una palla di energia verde.
- Io ho il potere di controllare la terra, se non si era capito dal nome – Terra si soffiò su un ciuffo ribelle che gli era andato sul viso.
- Capisco.
Raven si buttò sul letto, chiudendo gli occhi.
- Senti, Raven … - mormorò Terra.
- Che c’è? – domandò brusca lei, aprendo un occhio per osservarla con le pupille viola.
- Posso farti una domanda senza che tu te la prenda?
- Dipende.
- Ecco…Perché hai il colore della pelle grigio?
Raven aprì tutti e due gli occhi per fissare la bionda.
- Cioè, se non ti va di rispondere non importa! E non è che non mi piaccia, solo che è piuttosto strano. – si affrettò a dire.
- Sei proprio sicura di volerlo sapere? – chiese la mezza-demone, guardandola seria.
- Io vorrei saperlo, se a te va bene.
Raven sospirò: non voleva fare subito la guastafeste, ma se non glielo avesse detto, le due ragazze avrebbero rotte le scatole all’infinito.
- Sono la figlia di un demone – mormorò, guardando oltre la vetrata.
- Davvero? – domandò Starfire, incerta.
- Sì, mio padre è un demone, mia madre un’ essere umano.
Le guardò, immaginando le loro espressioni, ma fu sorpresa: nessuna di loro non la guardava malamente, né aveva la faccia da ribrezzo. Al contrario. Sorridevano.
- A noi non importa chi sono i tuoi genitori… - cominciò Terra.
- L’importante è essere se stessi – finì Starfire.
Raven era allibita: nessuno aveva mai reagito così alla sua affermazione.
- Ah…bhè…Grazie – mormorò imbarazzata.
- Di niente – disse Terra sorridendo. Poi guardò l’orologio – Oh, porca vacca! Ragazze, meglio se ci muoviamo!
- Perché? – chiesero all’unisono Raven e Starfire: nessuna delle due aveva proprio voglia di muoversi da quella camera.
- Perché tra cinque minuti c’è la cena, e se non ci presentiamo facciamo digiuno!
La mezza-demone e la rossa si guardarono per un’ attimo, poi tutte e tre cominciarono a prepararsi velocemente: Starfire si mise i jeans neri e cambiò maglietta, Terra si affrettò a prendere la camicia e ad cominciò ad abbottonarsela, mentre Raven indossò i suoi vestiti nuovi di zecca. Appena furono tutte pronte, uscirono in fretta dalla stanza e corsero giù per le scale.
- A proposito , Raven – disse Starfire, che stava scivolando giù in piedi dal corrimano – Stai bene vestita così: il nero e il bianco ti si addicono.
La ragazza non rispose: i suoi occhi diventarono completamente neri e prima che le ragazze potessero accorgersene, gli spuntarono due ali da corvo sulla schiena e schizzò velocemente giù per i piani.
- Allora vuoi la guerra, eh, Raven? – scherzò Terra, prima che un pezzo di terra entrasse sfondando il muro e le andasse incontro. La bionda ci saltò sopra e cominciò anche lei ad andare più veloce di prima.
- Ehi, non vale! – strillò Starfire, prima di cominciare a volare per inseguire le sue amiche.

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Capitolo 3
*** Ramanzina, pizza e nuove amicizie ***


Le tre ragazze arrivarono giusto in tempo alla mensa un secondo prima che chiudessero la porta. La signora del refettorio aveva preso un colpo vedendo entrare nella mensa una ragazza con le ali sulla schiena, un’altra che era su un pezzo di terra volante e una che fluttuava nell’aria. Si calmò subito quando vide le ali della ragazza dai capelli viola scomparire, il pezzo di terra sbriciolarsi facendo atterrare la bionda e la rossa che non svolazzava più. Si avvicinò subito alle ragazze, brandendo un mestolo sporco di chissà quale schifezza.
- Ascoltatemi bene, tutte e tre – mormorò sottovoce, muovendo il mestolo davanti a loro – Che questo non si ripeta mai più, capito?!
- Certo, ci scusi – si giustificò Starfire, grattandosi la testa imbarazzata - Non volevamo usare i poteri, ma abbiamo una nuova coinquilina appena arrivata – indicò Raven - e non sa ancora bene le regole della scuola.
La signora fissò con occhi di ghiaccio la ragazza nuova, ma poi si girò per tornare a servire la cena.
- E' solo una novellina, per questa volta la lascio stare, ma voi due vedete di insegnarle bene le regole, o si ambienterà male.
- Sì signora! Subito signora! Lo faremo signora ! – dissero frettolosamente Terra e Starfire, spingendo Raven verso i vassoi in plastica.
- Ravvy …– soffiò piano Starfire.
- Non chiamarmi Ravvy! – rispose stizzita Raven, prendendo un vassoio e aspettando il proprio turno per il rancio.
- Ok, ok, scusami! Non volevo! – disse Starfire, facendo finta di prendersela – Comunque non si possono usare i poteri al di fuori della scuola: possiamo usarli solo durante le lezioni se ci è permesso dai professori.
- L’avevo capito – Raven guardò con rabbia la signora della mensa – La prossima volta che mi chiama novellina, la spedisco in un’altra dimensione!
Terra rise di cuore.
- Hai sempre questa voglia di scherzare, vero? – disse con le lacrime agli occhi.
La mezza-demone si limitò a fare un cenno con la testa, infastidita.
Almeno il cibo della mensa era buono: due pezzi di pizza a scelta e una lattina.
- Sei fortunata, Raven – disse la bionda, mangiandosi con gli occhi i suoi pezzi di pizza – Lo fanno solo una volta ogni due  mesi, e ti assicuro che è il massimo della delizia!
- Se questo è il massimo della delizia, allora mi dovrò preoccupare per il resto del cibo – sbuffò la ragazza dai capelli viola, facendo sorridere le due coinquiline.
- EHY, RAGAZZE! STARFIRE, TERRA! TERRA!
Raven si voltò: la persona che stava urlando era un ragazzo seduto su un tavolo poco distante da loro: aveva capelli del colore delle alghe,piuttosto lunghi e scompigliati, come se una raffica di vento gli fosse passata sopra. Gli occhi erano grandi e caldi, di un verde scuro che a prima vista dava la sensazione di sentirsi al sicuro. Un canino gli saliva dalla parte sinistra della bocca, che ora era spalancata. Sembrava un ragazzo normale, tranne per il fatto che fosse completamente verde dalla testa ai piedi. Ma quella tonalità si intonava benissimo alla sua camicia nera, che era sbottonata sulla parte del colletto. L’abbigliamento gli conferiva un’aria ingenua, ma sensuale.
Terra non ci pensò due volte: scaricò il suo vassoio a Strafire e si precipitò dal ragazzo-verde, che l’attendeva a braccia aperte. Appena furono abbastanza vicini, Terra gli saltò addosso, dandogli prima un caloroso abbraccio, e poi un lungo e passionale bacio.
- Carini, vero? – sussurrò la rossa a Raven, che era rimasta a bocca spalancata dalla scena – Quel ragazzo si chiama Beast Boy, ma gli hanno dato il soprannome di BiBi e ora tutti lo chiamano così. Sta con Terra da circa sei mesi, e il loro è stato amore a prima vista. E' un po’ ingenuo, ma gli piace molto scherzare ed è il ragazzo che tutte le donne vorrebbero.
La mezza-demone si riscosse: lei non si era mai innamorata di nessuno prima d’ora, invece Terra sapeva cosa era il vero amore.
BiBi, dopo aver salutato la sua fidanzata, si accorse della ragazza nuova: la guardava con curiosità, cercando di scoprirne i sentimenti, senza però riuscirci.
- Ah, BiBi, lei è Raven – spiegò Terra, indicando la nuova amica – E' appena arrivata ed è la nostra nuova coinquilina!
Il ragazzo la osservò per un po’, per poi allungare la mano:
- Piacere: Beast Boy detto BiBi – si presentò subito, con fare serio, ma divertito – Spero che ti ambienterai bene qui…
La mano di Raven non strinse subito quella del ragazzo-verde: ci pensò per un po’, ma poi si convinse: doveva fare nuove amicizie, e quello era un buon modo per iniziare.
Gli strinse la mano con decisione:
- Piacere, Raven.
- Ma lo sai che hai dei bei occhi?
La ragazza lo fulminò con lo sguardo.
- Ehy ehy ehy ! Calma – disse Starfire , guardando Raven – Non c’è bisogno di …. OH, MIO DIO!
La ragazza dai capelli viola si voltò: la rossa stava fissando un ragazzo seduto nel tavolo dove poco prima c’era BiBi: era magro e muscoloso, con i capelli neri lucenti e gli occhi di un blu mare. Raven lo guardò con diffidenza: e quello lì chi era?
- Robin! ROBIN! ROBIN! – strillò Starfire, buttando i due vassoi di pizza sulla mezza-demone e correndo muovendo le braccia verso il ragazzo. Il così detto “Robin” non l’aveva neanche vista, ma quando vide la rossa saltargli al collo, gli si dilatarono gli occhi. Cadde dalla panca sotto il peso della ragazza che gli era piombata addosso all’improvviso.
- ROBIN! ROBIN! ROBIN! – continuava a strillare lei, abbracciandolo stretto.
- Ehi, calma Starfire, calmati! – disse con voce calma Robin, staccando dolcemente le braccia di Starfire dal petto – Anche io sono felice di vederti, ma stai un po’ esagerando.
- Scusa – mormorò maliziosa Starfire, avvicinandosi alla faccia di Robin.
Robin alzò il sopracciglio, poi gli diede un bacio sulla guancia, facendo arrossire la ragazza.
- Ora alzati per favore, mi stai schiacciando.
- Scusa, Robin – mormorò Starfire, staccandosi da lui.
Robin si alzò con agilità, poi fissò la nuova arrivata, restando a bocca aperta: aveva degli occhi magnifici.
Per un’istante i loro occhi si incontrarono: blu marino e viola si mescolarono assieme, perdendosi uno nelle pupille dell’altro.
- Hai visto la nuova arrivata? – chiese la stanga, prendendo a braccetto il ragazzo – Si chiama Raven, e sarà la nostra nuova coinquilina!
Robin era ancora mezzo perso: quella piccola figura minuta sembrava così fragile e innocente …. Ma nei suoi occhi c’era una luce combattiva e forte, che la risaltava in maniera pazzesca .
Raven scaricò i tre vassoi a Terra e BiBi, poi allungò la mano verso il ragazzo.
- Piacere , Raven.
Robin si risvegliò dai suoi pensieri e le strinse delicatamente la mano.
- Piacere , Robin.
- Allora, ragazzi , mangiamo? – chiese BiBi – Ho una voragine al posto della stomaco!
Terra gli sorrise e gli baciò lo zigomo.
- BiBi ha ragione – confermò Strafire – Dobbiamo mangiare, oppure si raffreddano le pizze.
Si misero tutti a sedere nel tavolo dove si trovavano prima i due ragazzi, e cominciarono a mangiare.
- Cosa ti porta qui, alla Hero Hig School , Raven? – domandò BiBi, staccando un pezzo dal suo trancio coi funghi.
La ragazza quasi si strozzò con la soda quando sentì la domanda: e ora cosa poteva dire? Che doveva sfuggire da suo padre?
- Devo imparare a contenere i miei poteri – disse velocemente, concentrando gli occhi sul cibo.
- Contenere i tuoi poteri? – Robin era confuso.
Raven alzò lo sguardo, e i loro occhi si rincontrarono di nuovo.
- Sì. Ora ti spiego: io ho un grosso accumulo di potere dentro di me, così grande che riesco a trattenerlo a malapena. Per riuscire a non far esplodere tutta la mia forza devo meditare almeno 5 volte al giorno.
- E se non meditassi, cosa succederebbe? – chiese Robin, curioso .
- Molto probabilmente il mio corpo verrebbe preso d’assalto dal potere, andrei fuori controllo e non sarei più me stessa. Conciata in quel modo, un mio pugno sarebbe potente quasi come una bomba atomica.
Robin spalancò la bocca per lo stupore: possibile che quella ragazza fosse così forte?
- Forte! – disse BiBi – Ma non vorrei mai vederti in quello stato!
Raven accennò ad un sorriso spento.
- E da che cosa deriva questo potere? – il ragazzo dagli occhi blu voleva sapere tutto sulla ragazza.
La mezza-demone lo guardò: poteva fidarsi di lui?
- Lo saprai a tempo debito. – rispose semplicemente, ficcandosi in bocca il resto della pizza.
- Bhè, ragazzi – Terra si era alzata – E' meglio andare di sopra: la signora del refettorio vuole pulire.
Tutti si girarono: in effetti il donnone imponente li guardava malissimo, mentre spazzava nervosamente il pavimento.
- Ricevuto, capo – Starfire si alzò, guardando intensamente Robin: sembrava che volesse essere guardata mentre si alzava muovendo le anche. Lui non ci badò troppo, e prendendo il vassoio ormai vuoto, si diresse verso il cestino. Tutti gli altri lo imitarono.

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Capitolo 4
*** Buonanotte e risvegli ***


 
                                                                                    ***
 
- Ciao, amore – salutò Bibi, dando un bacio sul naso di Terra.
- E mi dai la buonanotte soltanto così? – mormorò la ragazza, facendo finta di arrabbiarsi.
Beast Boy sorrise, mentre si avvicinava al suo viso e gli schioccava un lungo bacio.
- CIAO ROBIN! – urlò Starfire, saltando al collo del ragazzo.
- Ciao, Starfire  - disse il ragazzo, praticamente prendendo in braccio la rossa per non farla cadere – Ci vediamo domani – e le diede un altro bacio sulla guancia. Lei sorrise e lo baciò a sua volta, facendo attenzione a posizionare le labbra vicino alla sua bocca.
Raven guardava la scena disgustata: stupido, stupido, stupido e debole amore! Possibile che fosse così? Quella scena le dava il voltastomaco!
- ‘Notte anche a te, nuova arrivata! – BiBi era arrivato all’improvviso e l’aveva stretta in un’ abbraccio a tradimento.
La ragazza restò un’ attimo confusa, poi si divincolò un poco.
- Ehy, sta calma, ora ti lascio – Beast Boy sfoggiò il suo sorriso migliore, mentre la lasciava andare – Ci si vede a lezione! – e prese le scale per andare in camera sua.
- Buonanotte, Raven – Robin aveva la voce calda mentre la salutava. La ragazza non si era minimamente accorta che era venuto davanti a lei. Prima che potesse dire qualcosa, Robin gli diede un bacio sulla guancia, che avvampò subito - Sogni d’oro.
Dalla gola di Raven uscì solo un soffocato “Buonanotte” .
Il ragazzo sorrise e, dopo aver di nuovo salutato tutti, salì le scale.
 
                                                                                     ***
 
- Ehy, amico – disse Bibi appena Robin entrò nella loro stanza – Come ti sembra la nuova arrivata?
- Non saprei – rispose Robin, togliendosi la camicia e sfoggiando i suoi addominali – Sembra a posto, ma c’è qualcosa che non mi convince.
- Ovvero?
- Non riesco a capirlo.
Bibi fece spallucce e si sbottonò la camicia, mostrando anche lui il fisico palestrato .
- Certo che Starfire è proprio cotta di te, eh? – sghignazzò il ragazzo, cambiando discorso – E tu, invece? Sei pronto a dichiararti?
Robin arrossì di colpo.
- In realtà non so se sono pronto – balbettò imbarazzato – E non so se riuscirò a gestire la situazione, e poi chissà come la prenderebbe Raven…
- Che centra Raven? – domandò Bibi confuso.
Robin si bloccò.
- Niente – disse, avvicinandosi al bagno – Io vado a farmi una doccia.
- E come la mettiamo con Starfire?
- Domani mi dichiarerò.
- Vedremo se ce la farà – pensò Beast Boy, prima di buttarsi nel letto.
                                                                                            ***
 
Raven si svegliò si soprassalto: di nuovo quell’incubo terribile….
Scosse la testa per scacciare i brutti pensieri e si massaggiò il collo. Solo in quel momento si rese conto di essere in una pozzanghera di sudore. Chiuse gli occhi, si toccò le tempie e guardò la sveglia: le 6.00 a.m.
Ringhiò: mancavano due ore alla prima colazione e di riaddormentarsi non se ne parlava minimamente.
Si girò di scatto per vedere se aveva svegliato le sue compagne di stanza, ma si era preoccupata per nulla: Terra, che aveva il letto più vicino al suo, stava dormendo abbracciata al suo cuscino, mentre Starfire era in posizione fetale e il respiro calmo e regolare fece capire a Raven che era ancora nel mondo dei sogni.
Scartata la scelta di rimettersi a dormire, Raven si alzò e si andò a fare una doccia: una cascata d’acqua ghiacciata le avrebbe spazzato via i pensieri ostili.
Si spogliò velocemente, aprì l’acqua e si fiondò nella doccia. Rabbrividì leggermente per il freddo, ma poco dopo si abituò: dopotutto da quando era scappata da Azarath si faceva sempre i bagni nei torrenti di montagna.
Finita la doccia si infilò in un accappatoio viola e lasciò che i capelli sgocciolassero lentamente sulla schiena: quella sensazione le dava un senso di tranquillità infinita.
Si asciugò con calma, ed erano quasi le 6.30 quando si mise a gambe incrociata nel letto e cominciò a meditare a bassa voce:
- Azarath Mitrion Zintos, Azarath Mitrion Zintos, Azarath Mitrion Zintos, Azarath Mitrion Zintos…
Verso le 7.00 sentì un rumore provenire al di fuori della finestra. Scocciata, si alzò per andare a controllare che cosa aveva interrotto la sua meditazione. Appoggiò una mano sul vetro della finestra, e fissò a lungo il sole che sorgeva pigramente da dietro le montagne, colorando tutto di un rosso sbiadito. Staccando gli occhi dal sole guardò verso il gigantesco prato che si stagliava sotto di lei. Almeno una metà del prato era libero: un posto magnifico per riposarsi o per svolgere i compiti durante gli intervalli.
L’altra metà era ricoperta da aggeggi di palestra: c’era una pista di 200 metri, un campo da calcio, uno campo da pallavolo, uno di basket e uno per il tennis. C’erano anche tutti gli attrezzi da palestra per allenarsi fuori quando faceva bel tempo.
La ragazza aguzzò gli occhi e scorse una figura che faceva sollevamento pesi. Riconobbe subito il ragazzo: Robin. Chissà da quanto tempo era là. Raven decise di raggiungerlo: non sapeva perché voleva farlo, ma sentiva il bisogno di parlare con qualcuno che sembrava avesse avuto il suo stesso passato.
 
 
Robin alzò di nuovo la barra.
498…
Stava migliorando parecchio: una volta non riusciva a farne così tanti.
499…
Ancora uno e avrebbe stabilito il suo nuovo record.
500!
Stremato, lasciò la barra e si mise a sedere, pensieroso: ieri aveva promesso a BiBi che si sarebbe dichiarato a Starfire, ma in realtà non sapeva minimamente come avrebbe fatto a dirglielo. Per Best Boy era stato semplice: Terra gli era praticamente caduta addosso mentre lui la seguiva nei suoi allenamenti di corsa e il Caso aveva fatto in modo che le loro labbra si fossero congiunte. Dopo che Terra si era staccata velocemente da lui rossa in viso, BiBi gli aveva di nuovo preso la testa e l’aveva ricominciata a baciare, sussurrandole dopo all’orecchio che l’amava.
Lui non avrebbe mai avuto una fortuna del genere.
Si stiracchiò, chiedendosi quale esercizio avrebbe potuto fare ora.
- Ehy – disse una voce.
Robin si voltò.

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Capitolo 5
*** Allenamento mattutino ***


Raven guardò Robin tranquillamente.
- Ti disturbo? – domandò lei.
- No, figurati. C’è qualcosa che non va?
Raven non rispose subito: si era accorta che il ragazzo era a torso nudo e vedendo il suo fantastico fisico era diventata rossa.
- Sicura di stare bene? – chiese Robin, vedendo il suo viso cambiare colore di colpo.
La ragazza distolse velocemente lo sguardo dal suo corpo e si concentrò sul suo viso.
- Sì, non ti preoccupare, sono solo un po’ stanca.
Robin sorrise dolcemente.
- Non riuscivi a dormire?
Le parole morirono nella bocca di Raven: avrebbe potuto davvero confidargli di aver avuto un incubo spaventoso riguardo a suo padre?
- No, solo che devo svegliarmi presto per meditare. Tu  invece?
Robin scrollò le spalle.
- Mi alleno sempre prima di colazione. Tanto per aumentare i riflessi e l’agilità.
Scese su di loro un silenzio imbarazzante, almeno per Raven: non aveva mai avuto quella reazione nel vedere un ragazzo senza maglietta, ma a pensarci bene non ne aveva mai visto uno.
- Senti – mormorò Robin, mentre le sue guance diventavano rosse – Posso confessarti una cosa?
Raven lo guardò storto: come poteva fidarsi subito di lei? E che era, la sua amichetta del cuore?
- Se proprio devi – disse lei, con fare annoiato.
Robin fece un sorriso tirato e cominciò a massaggiarsi il collo.
- Tu…Tu sei mai stata innamorata di qualcuno?
Che domanda scema!
- No.
- Ah, non sai cosa significhi amare una persona?
Raven gli lanciò un’occhiataccia.
- No.
- E' solo che…No, non importa, lascia perdere.
Raven si sedette vicino a lui.
- Che tipo di poteri hai? – gli chiese cambiando discorso.
Robin la guardò negli occhi.
- Non ho proprio dei poteri come BiBi o come Starfire…- sospirò - Anzi, non ho affatto dei poteri. Io sono un semplice essere umano. Però in qualche maniera mi trovo qui.
Raven lo guardò perplessa.
- Ti racconto: i miei genitori lavoravano in un circo di acrobati. Sia io che mio fratello già da piccoli dimostrammo di avere tutto quello che serviva per lavorare in quel circo: agilità e scioltezza. Di solito io ero sempre quello che si gettava nelle acrobazie più spericolate e pericolose, ma ne uscivo sempre vivo fuori. Diciamo che la mia vita era perfetta: dei genitori che mi amavano, un fratello maggiore paziente e un posto dove vivere. Era bello. Così bello che non poteva durare a lungo.
Robin chiuse gli occhi, continuando a massaggiarsi il collo.
- Poco dopo che ebbi compiuto i 12 anni accadde un fatto: un uomo chiamato ??? diede fuoco al circo e ammazzò i miei genitori davanti a me. Io e mio fratello cercammo di scappare, ma quando credevamo di essere salvi ??? arrivò di colpo sopra di noi e uccise mio fratello. Avrei fatto la stessa fine se un uomo non mi avesse salvato. Il suo nome era Batman. Dopo che capì che cosa mi era successo mi prese sotto la sua ala e mi insegnò tutti i trucchi per essere un eroe. Quando ebbi 14 anni, comprese che non potevo più stare insieme a lui: mi aveva allevato come un padre, ma era giunta l’ora di crescere, e di andare per la mia strada. Come ultimo dono mi promise che sarei andato in una scuola di supereroi per migliorare me stesso sempre di più e mi disse che quando sarebbe giunta l’ora, sarebbe stato al mio fianco per vendicare i miei genitori. Ecco perché ora sono qui.
Quando Robin alzò lo sguardo verso la ragazza, vide che le sue pupille si erano allargate così tanto che quasi non si vedeva più il colore dell’iride. Ma Raven non era scandalizzata, no, era solo dispiaciuta: dispiaciuta del fatto che Robin avesse dovuto affrontare una lotta interiore così terribile da solo (o quasi).
Ci fu un attimo di silenzio, poi Raven si alzò e si mise davanti a lui.
- Se sei davvero così agile, provamelo.
Robin restò scandalizzato per un momento, poi sorrise beffardo.
- D’accordo, te lo proverò – disse alzandosi – Cosa devo fare?
- Colpiscimi.
Robin era confuso.
- Scusa?
- Colpiscimi.
- Non voglio farti del male.
 - Sta tranquillo: non mi farai niente. E anche se dovessi ferirmi, sarebbe solo dolore, nulla di più.
- Ti colpisco se tu userai i tuoi poteri per difenderti.
Raven lo guardò storto.
- Ci tieni così tanto?
- Sì: voglio vedere in cosa consistono i tuoi poteri.
Raven alzò le spalle.
- Se lo dici tu.
Si misero a distanza di sicurezza e Robin si posizionò in difesa.
- Quando vuoi – sbuffò Raven.
- Ok; giuro che non ti farò male – disse Robin sorridendo, poi partì all’attacco.
Sferrò subito un fendente all’altezza della pancia, ma uno scudo nero lo bloccò e lo fece rotolare lontano dalla ragazza. Si rialzò subito e ripartì: benché fosse molto veloce, per Raven era facile prevedere i suoi colpi. Bloccava ogni tipo di attacco, senza muovere un dito e gustandosi semplicemente la scena. Dopo un quarto d’ora Robin era letteralmente coperto di sudore.
- Non mi lasci altra scelta – sussurrò, prendendo il suo bastone di metallo allungabile e ricominciando ad attaccare.
Ma il risultato fu lo stesso: non riuscì a toccarla. Ad un certo punto Robin si spazientì, fece una finta e sferrò un attacco dall’alto. Proprio mentre il bastone era a pochi centimetri dalla testa di Raven, un gigantesco corvo lo bloccò, facendolo cadere pesantemente a terra. Il rapace  allontanò l’arma dal ragazzo, poi si dissolse nel nulla. Robin era ancora boccheggiante a terra, quando Raven gli si avvicinò.
- Mi hai battuto – disse Robin con fare scherzoso.
- Non ti sei battuto con tutte le sue forze – precisò Raven.
- Cosa?
- Lo sai perfettamente anche tu: non ti sei battuto al massimo delle tue forze. Solo nell’ultimo attacco hai mostrato un minimo di potenza. Perché lo hai fatto?
Robin sospirò: l’aveva capito subito.
- Non voglio farti male, mi sembra chiaro.
- Perché?
Il ragazzo si alzò da terra e si avvicinò a Raven.
- Perché tu sei mia amica, e gli amici non si fanno male fra di loro – mormorò Robin, mettendo una mano sulla spalla della mezza-demone.
- Io sono tua amica? – chiese Raven, alzando un sopracciglio .
- Certo. L’amica di una mia amica è mia amica.
- E chi sarebbe la tua “amica” che dovrebbe essere la mia amica?
Robin arrossì di colpo.
- Bhè…Starfire è una mia amica, e anche Terra…
- Sì, certo – pensò Raven – Quello stupido amore!
- Ah, sono già le 8.00. Come vola il tempo! – disse Robin, guardando l’orologio da polso – Meglio che ritorni su: BiBi non si sveglia mai se non c’è qualcuno che lo butti giù dal letto e io devo andare a farmi una bella doccia rilassante.
Raven lo guardò di sottecchi: era una balla per cambiare discorso o stava dicendo la verità?
- Sì, hai ragione – confermò arricciando il naso – Puzzi da sudore in una maniera impressionante!
Robin rise imbarazzato, mentre le gote prendevano un colore rosso.
- Già – mormorò a disagio – Mi hai dato molto filo da torcere, Raven! Sono curioso di vederti alle lezioni di ginnastica!
- Sono così appassionanti?
- Diciamo che lì ogni ragazzo da il meglio dei suoi poteri – disse Robin, avvicinandosi a una borsa nera posta sotto la sbarra ed estraendone un asciugamano – E i tuoi sono veramente forti! Se poi penso che contro di me stavi usando solo il minimo della potenza....Comunque oggi abbiamo ginnastica alla quarta ora, e non me la perderò per niente al mondo!
Raven non lo stava ascoltando: era più occupata a guardare una goccia di sudore che stava percorrendo i pettorali del ragazzo, per poi scendere lentamente verso gli addominali.
- Raven? Tutto ok? – chiese Robin, notando lo sguardo perso della ragazza sul suo torace.
La ragazza riprese subito coscienza e girò di scatto la testa: non voleva che quell’umano vedesse il suo rossore sul viso.
- Certo! Tutto ok! Sto bene! Una meraviglia! – disse velocissimamente Raven, con tono abbastanza forte.
- Va bene, tranquilla, non volevo mica farti niente – si scusò Robin, sorpreso per la risposta della mezza-demone – Comunque è meglio andare nelle nostre stanze. Dobbiamo prepararci per la colazione.
- Sì, hai ragione – disse un po’ più tranquilla Raven, guardando il ragazzo negli occhi – Dai, andiamo.
Aspettò che Robin prendesse la borsa nera e insieme si incamminarono verso l’edificio, chiusi in un silenzio imbarazzante.
 

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Capitolo 6
*** Primo giorno di scuola ***


Raven entrò nella sua stanza esattamente due secondi prima che la sveglia di Terra suonasse: la bionda mugolò qualcosa di incomprensibile, alzò faticosamente un braccio e cercò a tentoni sul comodino il motivo del suo risveglio, per poi spegnerlo in malo modo. Aprì un occhio con lentezza, accorgendosi che Raven si trovava davanti allo stipite della porta.
- Buongiorno – disse Terra con voce impastata dal sonno, mettendosi a sedere e sbadigliando rumorosamente – Già bella che in piedi?
- Da almeno due ore – sbuffò Raven.
- Incubi?
- No, dovevo meditare. E poi Robin mi ha disturbato: faceva un casino pazzesco mentre si allenava e…
- Robin? – mormorò Starfire, appena svegliata, stropicciandosi gli occhi – Dov’ è?
Raven si infastidì un poco: quella stangona riusciva a sentire solo le parole che le interessavano in un discorso.
- Starfire, Robin sarà in camera sua adesso – spiegò pazientemente Terra – Raven ha solo detto che stamattina si stava allenando e che l’ha disturbata durante la meditazione.
- Ah – disse delusa Starfire, affondando la testa nel cuscino – Capisco.
- Comunque sono scesa a vedere che stava facendo e alla fine abbiamo combattuto un po’.
- Avete fatto la lotta ? – gridò elettrizzata Starfire, alzandosi di colpo dal letto – E chi ha vinto?
- Io.
Starfire e Terra saltarono dalla felicità, molto strano per le persone appena svegliate.
- Evvai! Grande! Punto in più per le ragazze! – strillò la bionda, alzando la mano e ricevendo un cinque poco convinto da Raven.
- E dimmi, ha parlato di me?? – chiese Starfire, sperando con tutto il cuore che fosse successo.
Raven la fissò male: un pochino egocentrica la tipa…
- Diciamo di sì: ha fatto vari accenni su di te e poi…
La mezza-demone non riuscì a finire la frase: Starfire le era saltata al collo per la gioia.
- Sì! Sì!! Sììììì!!! – gridò la rossa, tutta felice, anche se un po’ rabbuiata: dopotutto Raven aveva fatto allenamento con Robin……Scosse la testa sorridente: non voleva dire niente.
- Dai Starfire, dobbiamo muoverci! Fra poco facciamo colazione e siamo ancora in pigiama! – le ricordò Terra, facendola staccare da Raven.
- Hai ragione, andiamo! – disse Starfire, per poi correre verso il bagno – Io vado per prima!
- Non se ne parla minimamente! – strillò Terra, rincorrendola – Sei andata per prima anche ieri!
Raven sospirò: sarebbe stata una luuuunga giornata.


                                                                                                 ***

Arrivarono nella mensa in giusto orario e camminando sui loro piedi, con grande soddisfazione per la signora del refettorio.
- Dove sono BiBi e Robin? – mormorò Terra preoccupata – Non è da loro essere in ritardo.
In quell’esatto momento due braccia spuntarono fuori dal nulla e abbracciarono la bionda con trasporto.
- SORPREEEESAAAA! – urlò BiBi, alzandola da terra e facendole fare un piccolo girotondo.
- Beast Boy! Mi hai fatto prendere un colpo, cavolo! – strillò la ragazza, ma sorrideva come una Pasqua.
- E’ la mia maniera per augurarti buona giornata, mio piccolo raggio di sole – mormorò BiBi, posandola sul pavimento, prendendole il viso fra le mani e dandole un piccolo tenero bacio sulle labbra.
Raven, schifata da quel gesto dolcissimo, girò la testa dall’altra parte, ma lo spettacolo non era certo migliore: Starfire aveva abbracciato Robin, che aveva ricambiato il gesto con trasporto, e ora le stava dando un bacio fra i capelli rossi.
- Ma porca vacca, c’è un posto in questa mensa in cui non ci siano queste scene così sdolcinate?! – pensò irritata, dirigendosi verso la fila per prendere la propria colazione. Gli altri la seguirono da lì a poco.
La colazione non sembrava affatto male:  pancake generosamente affogati nello sciroppo d’acero, uova, bacon e un bicchiere di spremuta d’arancia.
Trovarono un tavolo appartato e si sedettero comodamente.
- BUON APPETTITO! – strillò BiBi, dando l’assalto alla sua colazione.
Raven, che gli sedeva vicino, arricciò il naso.
- La tua colazione ha un odore….strano- constatò - Sicuro che la cuoca non stia cercando di avvelenarti?
BiBi, sollevando la testa dal piatto e con ancora le ganasce piene di cibo, fece un piccolo sorriso.
- Bhè, non è cibo normale – confessò, ingoiando tutto quello che aveva in bocca – Sono vegetariano. Non posso mangiare né carne né uova, quindi li sostituisco con soia – le avvicinò il suo piatto – Vuoi favorire? Pancake, uova e bacon alla soia! Il massimo!
Raven guardò il piatto con aria assente.
- No, grazie. Preferisco mangiare cibo vero, se non ti offende.
- No problem, novellina!
Lo guardò male, stizzita da quel soprannome.
- E come mai sei vegetariano?
- In che senso come? Ah, già, tu non sai quali superpoteri ho…. Mi sa tanto che lo scoprirai alla quarta ora con ginnastica!
Raven sbuffò: possibile che dovesse scoprire tutto nell’ora di ginnastica?!
Annoiata dal discorso, si concentrò sul piatto e cominciò a mangiare lentamente.
- BiBi, lo sapevi che Raven ha battuto Robin nel combattimento? – mormorò Terra elettrizzata.
- Sul serio?! – chiese lui, incredulo. La sorpresa l’aveva talmente sconvolto che a momenti si strozzava con la colazione.
- Amico, credevo che tu fossi uno tra i più forti!
Robin si grattò la testa imbarazzato.
- Ehm… Ecco… In realtà io…
- Lui è forte - si intromise  Raven – Ma non ha dimostrato il massimo della sua forza.
- Diciamo che è stato un cavaliere, ecco tutto – finì Stafire, aggrappandosi al braccio di Robin – Non è così? – gli chiese fissandolo con gli occhi da cerbiatto.
- S-sicuro, è andata così – confermò Robin con un sorriso tirato.
BiBi alzò le spalle e ricominciò a mangiare con enfasi.
La colazione passò così, fra battute scherzose e bacon. Alla fine tutti ritornarono nelle rispettive camere per prendere cartelle e libri.
- Dunque – disse Raven, leggendo il foglio delle lezioni mentre scendeva le scale con le sue compagne di stanza – Alla prima ora abbiamo…. Storia dei supereroi?
- Ma che bellezza! – rispose sarcastica Terra – Spero che ti sia portata il cuscino, perché quando il professore comincia a parlare non lo ferma più nessuno.
- Già – le fece eco Strafire – E’ un vecchio professore dalla voce bassa e strascicata che continua a borbottare quasi per conto suo. Non c’è praticamente nessuno che lo segue nelle lezioni. Si chiama Mr. Tirp.
- La giornata si prospetta allettante – sospirò Raven – Seconda ora: Tecnologia. Mi sembra abbastanza normale come lezione.
- Ti sbagli – disse Srafire – Ti mostrano e ti fanno provare le più sofisticate armi che finora sono state inventate. Naturalmente ti insegnano anche a schivare i loro colpi.
- Interessante – mormorò annoiata Raven, continuando a leggere – Terza ora… Comunicazione?
- Se per caso vai a salvare un paese che non conosce la tua lingua almeno riuscirai a comunicare con loro, anche solo attraverso a dei gesti – spiegò Terra.
Raven quasi non la ascoltò.
- Quarta ora: Ginnastica.
- E’ l’ora in cui ci si diverte di più! – esclamò Terra – Mr. Victor Stone è un ottimo insegnante, ed è pure divertente!
- Capisco – sussurrò Raven, mentre un ghigno le si formava sulle labbra – Non vedo l’ora che arrivi, la quarta ora.




Angolo della Autrice: In realtà ho creato questo angolo unicamente per scusarmi del mio ritardo. Purtroppo ho avuto un mucchio di cose da fare e l'inizio della scuola non mi aiuta di certo. Mi dispiace anche che il capitolo sia così corto. Tenterò di rimediare in futuro. Comunque buona lettura! Maggie  

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