Non tutte le disgrazie vengono per nuocere.... o quasi...

di adria
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Addio Hogwarts, Azkaban Arrivo!!!! ***
Capitolo 2: *** Non mi pare sia d'accordo... ***
Capitolo 3: *** Il Nottetempo sciagurato ***



Capitolo 1
*** Addio Hogwarts, Azkaban Arrivo!!!! ***


Addio Hogwars …. Azkaban Arrivo!!!


Perfetto!
Non chiedeva di meglio che cambiare scuola!
Aveva ragione Ron quando diceva che Silente era fuori di testa!
 Non riusciva a capacitarsi della cosa mentre ricacciava alla rinfusa i suoi averi nel baule.
- Andiamo Harry, è per la tua sicurezza. – disse esasperata Hermione vedendo la faccia da funerale dell’amico
- Come sempre. – rispose amaramente l’interessato chiudendo di botto il baule.
- Non è il caso di fare quella faccia da funerale, non è la fine del mondo. – lo sgridò irritata
- Miseriaccia Hermione come ti sentiresti se ti cacciassero da Hogwarts? – chiese indispettito il rosso che fino a quel momento era rimasto sul letto a guardare la preparazione dei bagagli.
- Non è stato cacciato, ma solo “momentaneamente allontanato”. – rispose la ragazza assumendo  l’atteggiamento so-tutto-io che l’aveva resa famosa
- Non fa differenza! – dissero in coro i due ragazzi mentre insieme portavano il baule fuori dalla stanza e giù per le scale.
- Si che c’è la differenza. Una volta sistemato tutto ritornerai. – sussurrò quella decisa arrivati all’ingresso.
Prima che i due potessero ribattere la porta della cucina venne spalancata e ne uscì un ghignante Sirius Black con alla calcagna uno sfinito Remus Lupin.
- Che succede? – chiese Harry stupefatto, aveva visto il suo padrino amareggiato e sconsolato da quando era arrivato al numero dodici di Grimmauld Place e vederlo li sorridente e allegro non lo faceva sperare in nulla di buono. Specie se era inseguito da Lupin con un’espressione di disapprovazione dipinta sul viso stanco.
Nulla di buono davvero!
- Vengo con te! – rispose quello allegramente e dietro di lui Lupin nascose il viso tra le mani sbuffando esasperato.
I ragazzi rimasero interdetti, lui non poteva uscire da li, era l’uomo più ricercato dei due mondi! Sarebbero sicuramente finiti nel mirino del Ministero nel giro di qualche ora!
Nonostante tutto Harry non poté impedirsi di sorridere, forse la sua situazione non era tanto male.
- Azkaban arriviamo! – disse il giovane Potter con un sorriso a trentaquattro denti beccandosi una pappina sulla nuca da una seccata, sconcertata e adirata Hermione, mentre anche Ron iniziava a ridere.
- Veniamo anche noi! – gridarono in coro i gemelli Weasley entusiasti scendendo di corsa le scale.
Decisamente non era male si disse Harry ridendo di gusto.
I ritratti dell’ingresso si svegliarono, in primis la Signora Black, inghiottendo le risate dei ragazzi e i rimproveri della ragazza per questa folle idea.
Lupin sogghignò avvicinandosi all’amico e gli disse all’orecchio – Lo dici tu a Molly. –
E il sorriso del malandrino per eccellenza si spense come un giocattolo con la pila scarica.

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Capitolo 2
*** Non mi pare sia d'accordo... ***


Non mi pare sia d'accordo...

A qualche metro dal numero dodici di Grimmauld Place, con disinvoltura, Harry e la sua scorta composta da Tonks e Moody, attendevano Lupin con il responso di Molly.
Moody con la bombetta calata a celare l’occhio magico immobile al bordo del marciapiede, ma vigile. Tonks, invece, si guardava intorno nervosa, non si era neanche travestita, aveva il suo aspetto reale. Harry si era seduto sul baule e guardava con insolito interesse i lacci delle scarpe da ginnastica che portava.
Sapeva perfettamente che la signora Weasley non avrebbe mai permesso ai gemelli di partire, non avrebbe permesso neanche a lui di partire se non fosse stato un ordine di Silente, ma in cuor suo sperava ardentemente di vedere uscire allegramente i gemelli e il suo padrino.
Improvvisamente un pensiero lo colpì, come mai non ci aveva pensato prima?
- Silente è al corrente dell’idea che gli è venuta? – chiese ad alta voce, non aveva bisogno di dire il nome, sapevano perfettamente di chi stava parlando.
Moody gli lanciò un’occhiata di traverso e sbuffò
- No. – rispose la giovane Auror cambiando il colore dei capelli da magenta all’indaco – Penso che non abbia voluto chiederglielo pensando che avrebbe detto di no. Come per l’udienza. –
Si voltò a guardarlo, negli occhi si poteva leggere la sua preoccupazione.
Le sorrise, un sorriso stirato, debole, ma che  parve rincuorarla un pochino.
- Non preoccuparti ragazzo. – abbaiò Moody
Era una parola! Si disse.
Ad un tratto il rumore di una porta aperta con violenza attirò la loro attenzione.
I due Auror si disposero in assetto da difesa, Harry scese dal baule e strinse le dita attorno alla bacchetta che aveva messo nei pantaloni, nonostante l’avvertimento di Moody.
Fortunatamente era la porta di Grimmauld Place.
Si rilassarono.
Per poco dato che due teste rosse sfrecciarono fuori gridando – Correte! –
Senza farselo ripetere Harry si mise a correre nella direzione opposta a quella della quale arrivavano i gemelli.
Sorrideva.
Sapeva che cosa significava quello, ma non poteva impedirsi di sorridere, era felice.
Non era solo.
Fred e George lo affiancarono in fretta e senza controllare che la scorta li seguisse arrivarono davanti alla stazione di King’s Cross.
Imboccarono un viottolo laterale per riprendere fiato.
Il cuore batteva all’impazzata, ma Harry si sentiva sereno, più di quanto gli fosse capitato da un po’ di tempo a quella parte.
Con il fiatone si affacciarono tutti insieme per vedere se Tonks e Moody stavano arrivando senza la signora Weasley.
Nessuno in vista.
Lasciarono il loro “nascondiglio” e si misero in attesa.
Non che potessero fare altro, non sapevano la strada.
- Mamma ha detto che non possiamo venire con te. – comunicò solenne Fred ad un tratto.
Gli altri due lo guardarono e poi scoppiarono a ridere.
Si reggevano la pancia con la mano quando un grosso cane nero caricò verso di loro abbaiando come un forsennato.
Si voltarono a guardarlo.
Era Sirius Black che si portava dietro l’inferno.
Anche a quella distanza potevano vedere che era inseguito da una furiosa Molly Weasley, la bacchetta sfoderata, che gridava chissà cosa, dietro di lei veniva mezzo Ordine della Fenice che tentava di fermarla senza provocare danni compreso il pacato signor Weasley che praticamente era incollato al braccio della moglie come una cozza senza, tuttavia, riuscire a fermare la sua folle marcia.
Harry non aveva mai visto una cosa del genere, il che era tutto dire dato che lui ne aveva viste parecchie, di cose.
Come una sol cosa si misero a correre verso l’entrata della stazione.
Una volta dentro vennero avvolti dalla confusione della folla.
- Ragazzi. – attirò la loro attenzione Sirius, ritornato umano, dalla porta del bagno degli uomini.
I tre lo raggiunsero per poi scoprire che dovevano uscire dalla finestra.
Una volta fuori ripresero la corsa per fermarsi a cinque isolati di distanza.
Harry fu grato a tutti gli allenamenti di Quidditch e alle corse da cardiopalma che aveva fatto.
Vide il suo padrino tirare fuori il braccio con la bacchetta per chiamare il Nottetempo, il famoso mezzo di trasporto per streghe e maghi in difficoltà. E loro erano decisamente in difficoltà.
BANG
E il loro mezzo di salvezza era arrivato.
Si affacciò Stan Picchetto, il bigliettaio, ad accoglierli, ma prima che potesse dire qualcosa il gruppo si era già fiondato dentro.
Sirius fece cenno ai ragazzi di andare a sedersi, pagò i biglietti e li raggiunse in fondo.
Aveva sul volto un’espressione ghignante - Penso che Molly si sia un pelo infastidita. –
- E da cosa l’avresti capito? – chiese George tutto interessato con un’espressione fintamente curiosa sul volto
- Ehi, dove dovete andare? – strillò Stan nella loro direzione interrompendo la conversazione.
Il  quartetto si scambiò delle occhiate confuse. In mezzo a tutta quella confusione si erano dimenticati che LORO non sapevano la destinazione esatta.
E adesso?

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Capitolo 3
*** Il Nottetempo sciagurato ***


Il Nottetempo sciagurato

- Niente panico. – sussurò Sirius tentando di prendere il controllo della situazione.
- Perchè? Tu sai dove dobbiamo andare? – chiese Harry interessato
- No! – rispose suo padrino facendo un gesto con la mano come a sottolineare che era una cosa ovvia – Però indietro non ci torno di sicuro! –
- Neanche noi! – risposero in coro gemelli incrociando le braccia in un’imitazione della loro madre del tutto fuori posto.
In cuor suo neanche Harry voleva tornare indietro, per quanto sapesse che quella situazione era sbagliata e pericolosa per tutti.
- Bene, questo vuol dire che dobbiamo farci venire un’idea. – decretò il giovane mago trattenendo a stento la felicità.
Per qualche minuto rimasero in silenzio a meditare. Non era facile farsi venire un’idea, tre ragazzini, uno dei quali il Bambino che è Sopravvissuto, accompagnati dal pericoloso pluriomicida evaso dalla prigione dei maghi, Azkaban, dove avrebbero mai potuto andare?
Non avevano alcuna speranza e lo sapevano, anche se non volevano ammetterlo.
Quel silenzio stava diventando gravoso e per alleggerire l’atmosfera Harry disse - Non possiamo mica dire che andiamo da Piton! –
Appena finito di dire quelle parole che volevano essere una battuta si rese conto dell’enorme sbaglio che aveva fatto.
Sirius Black si era illuminato e il suo caratteristico  ghigno stampato in volto.
L’espressione  di qualcuno a cui è stato detto che Natale è arrivato in anticipo.
I tre si guardarono senza il coraggio di esternare ciò che avevano per testa.
Stan intanto stava ancora aspettando seguendo la conversazione con curiosità, poi l’improvvisa fermata del mezzo lo costrinse a ritornare ai suoi doveri.
Il gruppetto era finito a gambe all’aria e si stava ancora rimettendo in sesto quando una voce gelò loro il sangue.
- Bene, bene.- disse questa alle loro spalle
Harry non aveva bisogno di voltarsi per sapere chi aveva parlato. Avrebbe riconosciuto quella voce ovunque. Apparteneva a Severus Piton il suo incubo ad Hogwarts.
Tirò su Fred che guardava il nuovo venuto con disprezzo.
- Guarda chi ho trovato. – continuò l’insegnante di pozioni con il suo caratteristico tono guardando il gruppo con aria di superiorità-
- Piton. – sibilò Sirius mettendosi in testa al gruppo.
Harry e i gemelli si misero all’erta, pronti ad intervenire, ben sapendo che quell’incontro non sarebbe andato a buon fine.
Nessun incontro tra quei due aveva mai avuto la possibilità di un lieto fine e non l’avrebbe avuto neanche in futuro. Era sicuro quanto il sorgere del sole.
- Black. – sibilò l’altro con la mano sotto il mantello sicuramente chiusa intorno all’inseparabile bacchetta.
La tensione era palpabile e tutto il bus, che si era rimesso in movimento nel frattempo, osservava con interesse la scena. In realtà, le uniche persone presenti erano Harry, i gemelli, Sirius e i due professori, quindi erano Stan ed Earn, l’autista a osservarli insieme alle inquietanti testoline parlanti.
- Miei cari ragazzi non è il caso di stare sulla difensiva. Siamo tra amici dopotutto. – disse una voce che nessuno si sarebbe mai immaginato di sentire, specie in quel momento.
Albus Silente era comparso alle spalle di Piton con i gli occhiali a mezzaluna sul naso e un sorriso smagliante stampato in volto.
- Non so voi, ma ho improvvisamente cambiato idea. – disse Fred, la voce poco più che un sussurro che solo gli altri “fuggitivi” potevano sentire.
- Mi hai letto nel pensiero fratello. –
- Non fare quelle facce. – li rimproverò bonariamente l’anziano preside – Sapevo che sarebbe successo qualcosa, ma sinceramente non mi sarei aspettato una cosa del genere. – Assunse un’espressione pensosa - Molly era davvero fuori di sé. –
- È riduttivo. – ghignò Sirius spavaldo – Si è tramutata in un Ungaro Spinato! - 
- Meglio l’Ungaro. – sussurrò Harry mentre i gemelli annuirono energicamente mentre nella loro mente si faceva largo il ricordo del putiferio che la rotondetta e bonaria donna aveva scatenato.
- In ogni caso adesso mi trovo a dover cambiare nuovamente i miei piani che, stavolta, includeranno tutti voi. – e li guardò uno ad uno severo. Il gruppo non poté fare a meno di sorridere, l’avevano vinta loro. Poi Silente lanciò la bomba – E per evitare altri incresciosi contrattempi ho ritenuto opportuno far venire con voi anche il professor Piton. –
La piccola platea sgranò gli occhi e boccheggiando per la sorpresa. Anche il composto docente di pozioni era notevolmente sorpreso, anche per lui era una novità assoluta.

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