One Band, One Dream, One Direction

di xhoran_nandos
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** We Wanted Stay Up All Night ***
Capitolo 2: *** I should have kissed you ***
Capitolo 3: *** Don't wanna be without you ***
Capitolo 4: *** I would find lots of things... ***
Capitolo 5: *** Stop the tape, and rewind... ***
Capitolo 6: *** My Head Turns To Face The Floor... ***
Capitolo 7: *** Taken... ***
Capitolo 8: *** You're all that I can think about ***
Capitolo 9: *** I'm just trying to read the signals I'm receiving ***
Capitolo 10: *** Gotta be you ***
Capitolo 11: *** And if you walk away I know I'll fade ***
Capitolo 12: *** I'll be here ***
Capitolo 13: *** Other guys see, but dont realise that it's my lovin ***
Capitolo 14: *** I'm insicure ***
Capitolo 15: *** You got it wrong ***
Capitolo 16: *** And then I walk up to your door ***
Capitolo 17: *** If I look inside your brain ***
Capitolo 18: *** You're impossible to resist ***
Capitolo 19: *** 'Cause I'm dying just to know your name ***
Capitolo 20: *** I know that you hate to hear this ***
Capitolo 21: *** Thank you for showing me Who you are underneath ***
Capitolo 22: *** Girl the music sounds so good when you're moving ***
Capitolo 23: *** Baby let me find out your secrets ***
Capitolo 24: *** I've never had the words to say but now I'm asking you to stay ***
Capitolo 25: *** We're about to make some memories tonight ***
Capitolo 26: *** Laying on the beach ***
Capitolo 27: *** Cause her hands fit like my t-shirt ***
Capitolo 28: *** You get me overwhelmed ***
Capitolo 29: *** Heart Attack ***
Capitolo 30: *** I hear the beat of my heart gettin' louder whenever i'm near you ***
Capitolo 31: *** But seeing you with him just don't feel right ***
Capitolo 32: *** AVVISO ***



Capitolo 1
*** We Wanted Stay Up All Night ***


Ce l’avevamo fatta: finalmente eravamo in Inghilterra, a Londra, la meravigliosa città che da sempre sognavamo. Non sapevamo perché, ma quel luogo ci attirava come nessun’altro. Beh, un perché c’era: ovviamente, dopo la scoperta di quei cinque fantastici ragazzi, la nostra tentazione di arrivare fin là era sicuramente aumentata. Non ci importava più niente, l’importante era essere lì, più vicine che mai alle ragioni della nostra vita, a ciò che ci permetteva di andare avanti giorno dopo giorno, a coloro che ci riempivano il cuore. Speravamo con tutto il cuore di incontrarli, per sentirci dire anche solo un ‘Hi! We are One Direction!’, e svenire tutte e tre contemporaneamente, o scoppiare in un pianto senza fine, o restare pietrificate per il resto della giornata. Beh, non ‘solo’, perché per noi sarebbe stato come morire e poi risorgere grazie a quei cinque angeli.
 
Ciò che ci trasmettevano era una sensazione indescrivibile: solo ad immaginarci i loro stupendi nomi, Niall, Louis, Liam, Zayn, e Harry, ci tremavano le gambe; sentendo una delle loro canzoni non riuscivamo a trattenere un sorriso; guardando un nuovo video non potevamo fare altro che asciugarci a vicenda i visi rigati dalle lacrime.
 
E adesso, che ce li trovavamo finalmente davanti, non sapevamo più che cosa potessimo fare. Era del tutto diverso da come ce lo eravamo immaginate, non riuscivamo a capire come dovevamo comportarci, non riuscivamo a combinare qualcosa, pervase da un’emozione meravigliosa, la più bella che avessimo mai provato, ma allo stesso tempo la più strana; non ci eravamo mai sentite così prima d’ora, erano tutte le sensazioni della nostra carriera da Directioner messe insieme, in un’armonia di sentimenti che facevano a botte tra lo stomaco e il cuore, nel punto delle ‘farfalle’.
 
Noi tre eravamo in uno stato improbabile: ci guardavamo, poi guardavamo loro, stupefatte e felicissime. Zayn ci chiese se volessimo un autografo, o se ci fosse qualcosa che non andava, intuendo il nostro 'avvio alla follia', ma non ottenne una risposta; a quel punto Louis si rese conto dello stato di incoscienza in cui eravamo e, con un'occhiata d'intesa, lo fece capire anche agli altri, che avvinandosi ci strinsero in un abbraccio, l’abbraccio più bello della nostra vita: un abbraccio caldo, sincero, che ci fece provare una sensazione meravigliosa; ci fece capire ciò che significava sentirsi semplicemente bene.
  
 
In pochi secondi scoppiammo a piangere, ma non in un modo qualunque : non erano lacrime di tristezza, né lacrime di gioia. Erano lacrime di orgoglio: orgoglio verso di loro, orgoglio verso noi stesse, che finalmente eravamo riuscite a realizzare il nostro sogno più grande.
 
Stare lì, tra le loro braccia, coccolate dalle loro voci, respirando i loro profumi, guardando i loro occhi con aria sperduta, riportate alla realtà da un sorriso sulle loro labbra. Volevamo che quell’attimo durasse per sempre, avremmo potuto morire felici.
 
Lentamente iniziarono a cadere delle minuscole goccioline, che si depositavano tra i nostri capelli, rendendo quell’attimo ancora più speciale di quanto si possa immaginare.  Le goccioline divennero velocemente più grandi, e scoppiò un temporale. La cosa migliore che potesse succederci in quel momento. Ci strinsero ancora più a sé e ci ripararono sotto le loro giacche, poi ci guidarono verso quello che Harry ci aveva descritto come ‘Un posto ottimo per ripararsi’.
 
Entrammo bagnati come pulcini. Nella stanza il loro profumo, che desideravamo non smettere mai di sentire. Era la loro casa. Non ce la immaginavamo così, così normale: era la semplice, normale casa di cinque ragazzi come tanti altri. Ma non rimanemmo deluse, perché era proprio ciò che la rendeva speciale.
 
 
Ed ecco che Irene svenne tra le braccia di Harry, come aveva sperato che accadesse mentre sognavamo quel momento. Lui, dopo un attimo di incertezza sul da farsi, la adagiò dolcemente sul divano, e si affrettò a metterle un cuscino sotto la testa, scostandole delicatamente i capelli.
 
 
Loro cinque, Mary ed io eravamo accerchiati sopra di lei. Mary stava impazzendo: aveva proprio di  fronte, a meno di  dieci centimetri dalla sua faccia, Liam, del quale era ormai pazza. Il suo cuore batteva a razzo; dovetti riportarla alla realtà quando Irene si svegliò. Certamente prima dovetti sforzarmi tantissimo per restare con i piedi per terra - sarei letteralmente saltata addosso a Niall; i suoi capelli sfioravano il mio viso, e quando sollevò lo sguardo, i suoi occhi incrociarono i miei, e mi sorrise. Andai in tilt per qualche momento, poi la voce di Irene che si stava svegliando mi fece smettere di pensare a quel perfetto irlandese che riusciva a farmi diventare romantica e dolce, cosa più o meno impossibile per tutto il resto dell’umanità.
 
 
-         E’ tutto ok?- chiese Harry a Irene.
-         S-sì…credo di sì, grazie…- rispose Irene ancora intontita.
-         Vado a preparati qualcosa?- chiese Zayn.
-         No, grazie… sto bene così…-
 
Gli occhi di Harry erano persi dentro ai meravigliosi occhi azzurri di Irene, ed i suoi in quelli di lui. Si guardarono in quel modo a lungo, ed io, seduta accanto a Niall, e Mary, sulle gambe di Liam, ammiravamo in silenzio quella scena così romantica.
Nel frattempo Louis aveva telefonato ad alcuni alberghi, ma non avevano camere libere in quel periodo di affollamento turistico. Allora Harry si affrettò a precisare che avevano un divano letto che poteva ospitare le tre arrivate;  gli altri approvarono l’idea, e stabilirono che saremmo restate là per una notte, in attesa di trovare una nuova sistemazione.
 
-Si è fatto tardi, cosa volete per cena?- chiese Zayn.
- Andiamo da ‘Nando’s’?- chiese Niall speranzoso.
- Niall, ragiona: sta diluviando, e quel fast food è dall’altra parte della città; in più lei è ancora debole… a proposito, come si chiamano lei e le sue amiche ?- rispose Liam.
- Io sono Mary!-  esclamò al solo suono della voce di Liam.
- Oh, già, non ci siamo ancora presentate… mi chiamo Claudia.- dissi io.
- Ed infine, ma non meno importante c’è… ?- disse Harry.
- Ahah… Irene, piacere!
 
 
Liam non sembrava disturbato dall’atteggiamento di Mary nei suoi confronti, anzi, era quasi divertito; quella ragazza gli piaceva, con la sua simpatia, i suoi capelli scuri e un po’ disordinati sciolti sulle spalle.
 
-Ok, preparo qualcosa io, ho in mente un bella ricetta che mi insegnò mia nonna quando ero piccolo.- proclamò Louis.
- Hahaha!!! L’arrosto di Nonna Tomlinson colpisce ancora!- disse divertito Zayn.
-Sì, d’accordo… è buono quell’arrosto, ma non abbiamo la carne…. ED IO HO FAME!- disse Niall, in disappunto.
- Ho capito- disse Harry- Vado a comprare qualcosa… Qualcuno viene con me?-
-Vengo io, ho bisogno di una boccata d’aria… - disse Irene
- Non se ne parla, ti sei ripresa da troppo poco!- rispose Harry premuroso.
- Davvero, sto meglio adesso- ribatté Irene.
- Uhm… se insisti, ti porto con me, ma se ti senti poco bene me lo devi dire immediatamente!-
-Va bene… -
 
Fuori, oltre a diluviare, aveva anche iniziato a tirare vento, e Harry ed Irene uscirono stretti sotto un ombrello. Arrivarono al supermarket, e presero le cose per la cena; poi si divertirono a fare le corse sul carrello tra i corridoi del negozio.
 
 
Arrivati davanti a casa, a causa del vento forte, si ruppero alcune stecche dell’ ombrello, e loro furono bagnati dalla pioggia; allora Harry fece quello che avrebbe voluto fare dal primo momento in cui l’aveva vista, di fronte a sé, nelle vesti di fan esaltata quale era: la guardò, con il suo sguardo intenso, e lei ci si perse dentro. La baciò: fu un bacio appassionato, lungo, reso ancora più romantico dalla pioggia che bagnava i loro visi, il loro capelli, le loro labbra.
 
 
Nel frattempo Niall mi aveva fatto conoscere la statua di Obama che avevano sulla panchina in terrazza, ma la osservammo dal vetro della portafinestra, a causa della pioggia. I nostri respiri appannavano il vetro. Io scrissi nella zona appannata ‘We love 1D’, e questo fece sorridere Niall; i suoi sorrisi, anche nei video, mi facevano sempre tremare le gambe: i suoi occhi diventavano ancora più belli quando era divertito. A quel punto ci rendemmo conto di Harry ed Irene fuori sotto la pioggia.
 
 
Erano arrivati anche gli altri quattro. Rimanemmo in silenzio ad ammirarli fino a che non si diressero verso la porta di casa. Allora Louis andò ad aprire. Nessuno di noi riuscì a trattenere un sorriso quando entrarono in casa. Zayn portò loro degli asciugamani, e dei vestiti. Non sapendo cosa portare ad Irene, le diede una felpa di Harry. Lei ne fu felicissima, perché era impregnata del suo profumo.
 
 
Avevamo deciso che non gli avremmo detto che li avevamo visti, volevamo che ce lo dicessero loro.
 
 
Louis uscì dalla cucina con un vassoio, nel quale aveva accuratamente posizionato la pasta precotta che Harry, con poca fantasia, aveva comprato al supermercato.
Ci mettemmo a tavola, ed iniziammo a mangiare. Per noi italiane quella pasta precotta era davvero orribile, ma con quei cinque vicino ci sembrò il pasto migliore della nostra vita.
 
Liam, Louis, Zayn, Niall, Mary ed io aspettavamo una dichiarazione, in silenzio. Spesso ci guardavamo, stufi dell’attesa. Si guardavano anche Harry ed Irene, seduti uno di fronte all’altra, per poi sorridere.
 
 
Trascorremmo velocemente la cena; una volta finito di riordinare la cucina, non sapevamo cosa fare nel resto della serata.
 
-         Perché non ci mettiamo in pigiama, e poi ci conosciamo un po’?- propose Louis.
-         Se alle ragazze va bene, per me è ok- disse Liam.
-         A noi va benissimo, anche se, da brave Directioner, sappiamo già molto di voi…- dissi io.
 
 
Eravamo tutti d’accordo. I ragazzi erano saliti nelle loro camere a mettersi il pigiama, mentre noi ci eravamo appropriate del salotto, ed avevamo aperto il divanoletto, sul quale ci sistemammo dopo tutti insieme a sedere.
 
 
Louis aveva, anche di notte, la sua immancabile maglietta a righe blu, e dei pantaloni dello stesso colore; il pigiama di Liam aveva una casacca a quadretti, con i pantaloni abbinati; Zayn uno con dei trenini, simpaticissimo ma un po’ ridicolo; Niall aveva una maglietta con un trifoglio stampato e dei pantaloni corti a quadri ed infine Harry un pigiama celeste.
Io avevo  una maglietta verde, con i pantaloni larghi e lunghi a quadretti rossi e verdi; Mary aveva un pigiama blu, con delle bolle disegnate; Irene  ne aveva uno con una maglietta lilla, molto semplice, e dei pantaloni a quadretti fitti viola scuro.
 
Ogni volta che provavano ad aprire bocca, una di noi tre finiva sempre la frase prima di loro.
Harry disse :- Però sono certo che non sapete che una volta, a scuola, sono stato sorpreso a tagliare l’assorbente di una mia compagna!-
-         No, lo sapevamo…
Harry diventò incredibilmente rosso.
-         Ok, adesso tocca a voi! Claudia, dicci qualcosa di te!- disse Niall, curioso.
-         D’accordo… Che vuoi sapere?- risposi.
-         Boh…Quando sei nata?
-         Il 19 luglio, a Firenze… Già, forse non vi eravate accorti che siamo italiane…
-         Italiane? Allora che cavolo di figura abbiamo fatto a farvi la pasta...!- disse Zayn.
-         Effettivamente non era il massimo…- disse Mary.
     -    E voi invece, quand’è il vostro compleanno?- disse Liam, cambiando discorso.
-         Io sono nata il 27 novembre!- disse prontamente Mary.
-         Io invece il 25 maggio- disse Irene.
 
Parlammo un po’ di noi, poi calò il silenzio. Noi non resistevamo più, dovevamo dirgli che li avevamo visti. Louis cedette per primo :
-Ehm… Harry, Irene… dobbiamo dirvi una cosa…- tutti gli sguardi si posarono su di lui.
- Sì… di che si tratta?- rispose Harry, titubante.
- Vi abbiamo visti. Dalla finestra che dà sulla strada. Però volevamo che foste voi a dircelo… per questo non vi abbiamo detto niente.- concluse velocemente.
Harry ed Irene divennero rossi, e alla fine lui farfugliò qualcosa:
-         Non so perché, ma è stato automatico non dire niente… anche se non avevamo motivo di nasconderci.- disse Harry, togliendo ad Irene il peso di rispondere.
Il discorso terminò lì. Nessuno voleva aggiungere niente. Si era chiarito tutto, ma il punto era : che sarebbe successo poi?
Intuii che tutti stavamo cercando una soluzione a questa domanda. Rimanemmo in silenzio a lungo, senza guardare nessun’altro negli occhi.
 
Niall ad un certo punto propose di cantare qualche canzone,  distogliendo tutti da quel pensiero.
Ovviamente gli dicemmo immediatamente di sì; lui prese la chitarra ed iniziò a suonare Gotta Be You.
 Quanto poteva essere meraviglioso quando suonava? Era fantastico quando si concentrava, era un tutt’uno con la sua musica, e questo la faceva diventare migliore di quanto non fosse già.
Lentamente iniziammo tutti a cantare. Eravamo tutti persi nella canzone, e alla fine dovemmo cominciare subito con un’altra canzone, perché ormai eravamo presi dalla musica.
 
Alla fine andammo tutti a letto, ci salutammo, loro salirono nelle loro camere, ma dopo poco Harry tornò giù, scendendo di corsa le scale, e diede il ‘bacio della buonanotte’ a Irene -che divenne immediatamente rossa- , per poi risalire in un attimo su.
 
Noi tre non riuscivamo a dormire, stavamo realizzando di essere in casa degli One Direction. In più Mary ed io punzecchiavamo Irene, che era più rossa di un peperone.
Alla fine riuscimmo ad addormentarci, e passammo la notte migliore della nostra vita. 

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Capitolo 2
*** I should have kissed you ***


Erano tutti già seduti quando arrivai io a tavola per fare colazione. Come sempre, ero io l’ultima ad alzarsi. Mi avevano svegliato loro, facendo di proposito rumore con le tazze e cantando a squarciagola. Avevo i miei capelli riccioli ovunque: una parte sugli occhi, la parte destra a sinistra, e così via. Appena arrivai alla tavola tutti scoppiarono a ridere.
 
 
- Buongiorno, eh… - Bofonchiai assonnata.
-  Giorno...- dissero gli altri in coro divertiti.
- Ma che bella pettinatura! Che hai fatto ai capelli di nuovo?- disse Zayn, sarcastico.
- Ci ho dormito sopra. E adesso non sono dell’umore giusto per risponderti a tono. – risposi.
- Perché? Ti senti poco bene?- chiese Niall.
- No, sto benissimo, ma mi avete svegliato in modo brusco, e quando non mi sveglio da sola il primo istinto è quello di uccidere chi mi ha svegliato… ma in questo caso non vi farò nulla… le fortune degli idoli…- risposi.
- Siamo i vostri idoli? Lo sapete che è una carica altissima?! Idoli sono coloro che vi illuminano il mondo come nessun’altro, per intenderci!- esclamò Louis.
- Uhm… vediamo… illuminare il mondo come nessun’altro?Sì, siete i nostri idoli.- risposi.
- Che bella cosa!- disse Niall.
- Per noi, più che altro…- disse Irene.
 
Mary disse:
-         Ma tu e Harry ora state insieme?- senza pensare a ciò che stava dicendo, senza il minimo tatto.
 
Irene guardò Harry cercando nei suoi occhi una risposta; erano entrambi rossi, ma poi Harry, tornando di un colore naturale, disse, rivolto ad Irene:
-         Beh, se a te sta bene… -
 Irene annuì e sussurrò un ‘sì’.
Noi applaudimmo, un po’ incerti sul da farsi. Harry si alzò, si avvicinò a Irene, e le diede un bacio. Il terzo in due giorni. Wow, Irene non ci avrebbe mai sperato.
 
Dopo che i due fidanzatini ebbero finito con le loro smancerie, io proposi di fare un giro per Londra, guidato da loro. Eravamo tutti d’accordo, così ci vestimmo e poi uscimmo.
Visitammo tutti i luoghi tipici della città.
 
Niall a un certo punto disse:
-         E adesso alzate lo sguardo: il London Eye!-
Io obbedii alla lettera, così, non guardando dove mettevo i piedi inciampai, e presi una storta alla caviglia sinistra. Provai a rialzarmi, ma mi faceva troppo male, e quindi Niall si offrì di prendermi in braccio.
-Eccone altri due!- proclamò Louis alzando gli occhi al cielo.
Noi due smettemmo di respirare per qualche attimo e prendemmo un colore tendente al viola, estremamente imbarazzati.
Poi Niall cambiò discorso, e disse che dovevo andare a casa, a fasciare la caviglia.
- Ok, andiamo- fece Zayn.
- No, non voglio rovinare a tutti la gita a Londra!- dissi.
- Allora andiamo noi due, però in autobus, per la tua caviglia- disse Niall.
Annuii, ancora un po’ imbarazzata per ciò che aveva detto Louis pochi minuti prima.
Io ero in collo a Niall, e ci dirigemmo verso la fermata dell’autobus, e gli altri proseguirono verso ‘Harrods’.
Adoravo quegli autobus,gli autobus rossi, a due piani di Londra; non potemmo salire al secondo piano a causa della mia caviglia.
Dopo quello che aveva detto Louis non eravamo riusciti a fare altro che stare zitti e guardare a terra. L’unica cosa che mi chiese Niall fu:
-Come va? Ti fa ancora male?-
-Sì… potrei stare meglio… spero che l’autobus fermi vicino a casa, altrimenti mi dovrai portare tu…-
 - Tranquilla, non mi dispiace- rispose gentilmente.
Dopo restammo in silenzio fino a casa.
 
 
Una volta entrati mi posò delicatamente sul divano letto ancora disfatto e andò a cercare una fascia e il gel antidolorifico.
Quando tornò mi disse di alzare la gamba e di scostare i pantaloni; li arrotolai fino al ginocchio, allora lui mi tolse la scarpa e il calzino, e iniziò a spalmare il gel.
Era freddo, e sentivo male, quindi quando mi toccò scossi la gamba bruscamente; lui mi guardò stranamente e iniziò a farmi il solletico sotto al piede, e io iniziai a ridere come una pazza; divertito iniziò a ridere anche lui. Entrambi ridevamo per qualsiasi cosa, e non riuscivamo mai a smettere, così passammo cinque minuti buoni a ridere, in fondo senza motivo. Avevo sempre voluto assistere ad una di quelle sue splendide risate di gusto, ma non avevo mai pensato di parteciparci, ed era infinitamente meglio.
 
È vero, in quel momento riuscivo a ritenermi felice, finalmente la mia vita era stata completata da quella risata.
 
Smettemmo di ridere, ed il silenzio lasciò spazio ai nostri pensieri.
Io ero felicissima, ma allo stesso tempo dispiaciuta: avrei voluto tantissimo continuare il nostro giro per Londra, ma stare in quella casa, con quel ragazzo… non sapevo cosa fosse meglio; poi pensavo a tutto quello che era successo in quei due giorni: ci eravamo rese conto di quanto potesse essere meravigliosa la vita, di come, in così poco tempo si potesse realizzare un sogno così grande. Lui, vedendomi pensierosa, disse:
- A cosa pensi? C’è qualcosa che ti preoccupa?-
- No, niente… ripensavo a tutto quello che è successo in questi due giorni…- e continuai raccontando tutto ciò che mi passava per la mente. Poi calò nuovamente il silenzio. Dopo un po’, per una volta, fui io a romperlo:
- E tu invece, a che cosa pensi?-
Finì la fasciatura, poi disse:
- Pensavo a quello che ha detto Louis prima…-
  Io ero imbarazzata, non mi aspettavo una risposta del genere; non sapevo come continuare il discorso:
- A cosa ti riferisci?- chiesi, anche se lo sapevo già.
- Andiamo, lo so che hai capito…- il suo cervello era sempre un passo avanti al mio.
Si sedette accanto a me e, anche se eravamo soli in casa, mi sussurrò all’orecchio:
- Per quel che mi riguarda Louis poteva avere ragione…-
 
 
Lui era ancora praticamente attaccato al mio orecchio, quindi si spostò leggermente, e mi diede delicatissimamente un bacio sulla guancia.
Purtroppo in quell’istante entrarono gli altri sei, di ritorno dalla girata per le strade di Londra.
 
 Allora Niall si allontanò velocemente, e disse una frase a caso, per non far destare sospetti negli altri:
- Ed è per questo che secondo me i conigli sono inutili.-
- Però… che motivazione profonda… non ci avrei mai pensato..- lo assecondai.
- Wow, spero che tu non abbia parlato solo di questo con Claudia, in tutta la mattinata…- disse Zayn, ironico.
- Come è stata la gita a Londra?- continuai io.
- È stata meravigliosa!- disse Irene.
- Mi dispiace di averla finita senza voi due, però…- disse Mary.
‘ Beh, meglio che sia andata così’ avrei voluto dire, ma mi limitai ad annuire.
Harry ci informò che avevano deciso di ospitarci loro, senza spedirci in un albergo.
Ero estremamente felice di aver ricevuto quella notizia, specialmente dopo quella mattinata.
 
 
Pranzammo da ‘Nando’s’, facendo la felicità di Niall. Eravamo seduti accanto, con Lou di fronte. Iniziammo a mangiare, e dopo poco se ne venne fuori con una delle sue frasi:
- Come va, piccioncini?- aveva capito prima di noi, era impressionante quel ragazzo!
- Che intendi?- disse Liam, ancora ignaro.
- Niente!- dicemmo Niall ed io in coro.
-Ma non vi eravate ancora accorti degli sguardi dolci che si scambiano?- fece Louis.
Ci fu un attimo di silenzio, ed io e Niall ne approfittammo per sprofondare sotto al tavolo.



My Space:
ok, bonjour! un paio di cosette: grazie per le quattro recensioni e alle 111 visite al primo capitolo, e poi volevo informarvi che Irene in realtà si chiama Maria, come Mary. Esistono veramente, sì ù.ù e si chiamano allo stesso modo, però suonava male...
So che finisce un po' bruscamente, ma ora scrivo il terzo capitolo, e vediamo di risolvere il tutto!
bien, è tutto.
Ciau!
Clau.3

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Capitolo 3
*** Don't wanna be without you ***


Una volta tornati a casa, stabilimmo i turni per la doccia, perché, essendo in otto a doverla fare, avevamo incontrato qualche difficoltà. La prima era Irene, poi c’era Mary e poi io; dopo iniziavano i ragazzi: Niall, Zayn, Harry, Louis e Liam.
 
Venne il mio turno; mi tolsi la fascia dalla caviglia -che stava molto meglio- ed entrai.
Quando ebbi finito, mi misi l’accappatoio, e strillai:
–CAMBIO!-
-Eccomi!- rispose Niall, ironico.
Arrivò, si fermò davanti a me per qualche istante; mi guardò, poi mi baciò e si infilò di corsa in bagno. 
Io rimasi perplessa davanti al bagno, poi sentii un urlo:
- AAAAARGH! È gelida!-
Niall aveva scoperto che non faccio la doccia molto calda.
-Scusaaaa!- gridai da fuori.
Dopodiché mi andai a vestire, e, siccome si era fatto tardi, raggiunsi gli altri in cucina. Iniziammo a pensare a cosa avremmo mangiato quella sera.
Irene disse:
-Perché non facciamo la pizza?-
-Sìììììì!-
Era Niall, che era uscito dalla doccia e aveva sentito la parola ‘pizza’.
- Bene, qualcuno mi da ragione!- disse Irene.
 
 
Alla fine eravamo tutti convinti a fare la pizza; noi italiane avevamo la ricetta, e loro impastavano, con un po’ di aiuto da parte nostra.
Liam era il più impacciato a impastare, allora Mary gli si avvicinò, e da dietro gli prese dolcemente le mani, mostrandogli come si faceva.
Harry ebbe la brillante idea di dire:
- Irene, tu non mi insegni a impastare come fa Mary con Liam?- rovinando loro l’atmosfera romantica.
 
Nel frattempo Zayn era andato a fare la doccia; tornò giusto in tempo per infornare la pizza.
Avevamo deciso di mangiare davanti alla TV, ed avevamo noleggiato un film horror.
Personalmente, non mi piaceva quel genere, e spesso mi spaventavo anche. Però avevo pensato che se mi fossi seduta accanto a Niall, avrebbe potuto essere un’ottima scusa per stringermi a lui. Ma fu lui che durante le scene peggiori mi abbracciò.
 
Alla fine del film Harry diede il solito bacio della buonanotte a Irene, io mi staccai di Niall, ci salutammo tutti e andammo a letto.

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Capitolo 4
*** I would find lots of things... ***


Come sempre ero l’ultima ad alzarmi. Però c’era qualcosa di diverso dal solito nell’aria, ma ero ancora troppo assonnata per accorgermi di essere l’unica a in casa. Andai in cucina, e feci per prendere il latte dal frigorifero, e allora mi accorsi di un post-it giallo attaccato allo sportello:
 Giorno dormigliona!!!
Siamo usciti, avevamo voglia di fare shopping… non c’è più latte, quindi siamo da Starbucks per fare colazione.
Adesso, sali le scale, entra nella camera sulla sinistra, e sveglia l’altro ghiro. Digli che abbiamo finito anche i suoi cereali, e si alzerà immediatamente e ti accompagnerà da noi per fare colazione.
A più tardi
Quelli che ti abbandonano con un morto vivente che vuole la sua colazione:D
 Ma quanto erano simpatici? Per niente quando facevano così. Comunque salii di corsa le scale e mi infilai in camera da Zayn. Mi avvicinai silenziosamente prima al letto, poi alla faccia, poi all’orecchio. A quel punto, gli feci uno scerzetto (*):
- SVEGLIAAAAAAAA!- strillai.
Lui tirò su la testa di scatto, e la schiantò dritta sulla mia fronte.
- Così impari a svegliare la gente in questo modo… però mi sono fatto male anch’io, non è giusto!-
- Dai, su! Vestiti, e raggiungiamo gli altri da Starbucks… ci hanno lasciato da soli a dormire, e senza colazione…-
- Beh, finché ci sono i miei cereali è tutto a posto… - mugugnò.
- Ehm… sono finiti anche quelli…-
Uscii ridacchiando, e andai a vestirmi anch’io.
Tempo tre secondi, era già davanti alla porta a sbraitare:
- Claudia, ci sei? Muoviti!
- Eccomi…-  e uscimmo.
 
 
Quando arrivammo da Starbucks, non ci volle molto per trovare il loro tavolino… l’unico sommerso da un’orda di ragazze urlanti. Zayn stava per essere attaccato, ma io lo presi per un braccio e me lo trascinai dietro mentre ‘attraversavo’ le ragazze.
Ci sedemmo nelle due sedie tra Irene e Mary.
- Grazie, siete stati molto gentili ad abbandonarci a casa…- dissi sarcastica.
- Per di più senza colazione!- protestò Zayn.
Gli altri iniziarono a ridere sotto i baffi, e noi li guardammo male.
Quando finimmo di mangiare, dopo esserci fatti strada tra le fan, uscimmo. A noi tre ragazze un po’ dispiaceva lasciarle così, deluse, perché sapevamo come si sentivano.
 
 
Comunque passammo la mattinata a girare per la città, rifugiandoci in qualche negozio.
Entrammo in un negozio che vendeva vestiti da donna eleganti, trascinate da quei cinque pazzoidi. Non avevamo idea di cosa avessero in mente, ma li seguimmo.
- Sorpresa!- fece Louis.
- Ieri, prima di addormentarci, abbiamo deciso che stasera vi porteremo fuori a cena- disse Niall.
-È per questo che vi abbiamo portate qua… se dobbiamo andare al ristorante, vi serve un vestito da sera!-
- Un momento…- dissi io- intendete che dovrò indossare qualcosa che non ha due buchi per le gambe, ma con una gonna?-
- Esattamente- fece Liam.
- Ok, saranno almeno quattro anni che non indosso una gonna, e difficilmente mi riuscirete ad infilare in un vestito. Ne ho soltanto uno, e non l’ho mai messo!-
- Ma, ma… vuoi venire in un ristorante elegante con i jeans?- disse Mary, anche se neanche a lei piaceva indossare vestiti.
 
Irene la guardò, e si intesero subito: mi presero per le braccia e mi trascinarono tra file interminabili di vestiti; me ne misero tre in mano, e mi mandarono nel camerino a provarli, mentre loro ne cercavano alcuni per sé. I ragazzi le seguivano per il negozio. Tutti, tranne Louis, che si mise davanti al camerino mentre mi cambiavo, e iniziò a parlarmi.
- Ieri sera non abbiamo parlato solo della cena di oggi, ma Liam ci ha anche rivelato che gli piace Mary…-
- Non si vedeva per niente guarda…- gli risposi ridacchiando.
- Sta’ zitta tu, che con Niall…-
- Stavamo parlando d’altro, se non sbaglio!- lo interruppi io.
Rise, poi continuò:
- Comunque, io ho detto a Liam che avrei fatto qualcosa, che l’avrei assecondato insomma…-
- E vuoi che ti dia una mano, giusto?-
- Esattamente.-
Nel frattempo ero uscita con un vestito verde, senza maniche, che arrivava al ginocchio.
-Come sto?-
Lou scosse la testa, in segno di disapprovazione. Allora rientrai nel camerino e mi misi il secondo, poi il terzo. Uno peggio dell’altro.
Alla fine tutti mi proposero dei vestiti diversi, ma facevano letteralmente pena. A un certo punto Harry disse:
- Prova questo… anche se è orribile è l’unico rimasto!-
Beh, alla fine uno dei tre vestiti nella busta che portammo via fu proprio quello; quando ero uscita dal camerino aveva riscosso molto successo, e anche Harry disse che alla fine era bello, e che aveva tutto il merito di quella scelta.
 
Dovemmo comprare anche delle scarpe, perché ci eravamo portate solo sneakers.
Tornammo a casa sommersi dalle buste.
 
 
(*) scerzetto è senza l’acca per la Giulia e la Michela :3

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Capitolo 5
*** Stop the tape, and rewind... ***


Eravamo tornati a casa e avevamo pranzato; ci stavamo rilassando: Mary e Liam erano al computer, Zayn spippolava al cellulare, Louis leggeva il giornale, Harry coccolava Irene, io e Niall, famelici, facevamo quello che chiamavamo spuntino del pomeriggio. Quando ebbi finito di mangiare mi diressi da Louis e gli dissi:
- Vieni in cucina, mi devi aiutare a cercare una cosa. -
- Ma c’è Niall in cucina!- rispose scocciato dalla mia interruzione della sua lettura.
- Sì, ma Niall sta mangiando- dissi scandendo le sillabe a denti stretti per farmi capire.
- Ah… sì, arrivo…-
 Una volta entrati in cucina gli dissi:
- Cosa facciamo con Liam e Mary? Dobbiamo lasciarli soli, non possiamo lasciarli di là in salotto dietro al computer con noialtri intorno!-
- Usciamo dal salotto, che problema c’è?- rispose.
- Troppo ovvio… mandiamoli fuori da soli…- feci io.
- Sì, con quale scusa?- disse lui.
- La spazzatura!- risposi dopo un’illuminazione.
- Scusa, ma non ti seguo… che c’entra?-
- Li mandiamo a buttare la spazzatura, è più chiaro così?- feci, parlandogli come se fosse stato stupido.
- Oh, sì! Bella idea, Cla!-
- Non urlare!-
 
Niall durante la nostra conversazione ci aveva guardato come si guarda un film, continuando la sua merenda. Alla fine del discorso io e Lou l’avevamo guardato guardarci (?), e poi eravamo scoppiati a ridere.
 
Io entrai in salotto, e dissi:
- Liam James Payne, Maria Esther Cristiani, staccatevi da quel cavolo di computer e date una mano in casa! Alzate il culo e buttate via la spazzatura!-
- Hey, qualcuno è su di giri…- disse Liam.
- … non commentare che poi mi ringrazierai…- dissi a voce bassa- dai, su…-
Lui capì, e non fiatò più. Alla fine i due nuovi piccioncini uscirono con i sacchetti della spazzatura nelle mani… a ripensarci non è stata un’idea così romantica… però così non avevano avuto modo di prendere le chiavi di casa,fatto utile in seguito.
Io e Lou eravamo sulla porta, e guardavamo Mary e Liam dirigersi verso i cassonetti, soddisfatti del nostro operato. A un certo punto Liam si girò e ci guardò in segno di gratitudine, e ci fece l’occhiolino. Allora sulle labbra di Louis spuntò un sorriso maligno, e su quelle di Liam un’espressione preoccupata. Louis mi tirò indietro per un braccio e chiuse la porta. Appena entrati ci guardammo e iniziammo a ridere. Gli altri ci guardarono storto. Allora spiegammo loro tutta la faccenda. Nel frattempo Liam e Mary erano tornati indietro e stavano sclerando davanti alla porta. Erano come dei gatti forsennati, che grattavano ostinati ad entrare. A un certo punto sentimmo Liam urlare:
- NON INTENDEVO QUESTO!!!-
E intuimmo lo sguardo di Mary in quel momento: perplesso, divertito.
 
Mary urlò:
- Non c’è niente da ridere!!!!- sentendoci sghignazzare.
Andarono avanti così per una decina di minuti, poi non sentimmo più niente. Ci affacciammo alla finestra, non aprendo la porta, diffidenti perché pensavamo che fosse una tattica per farli rientrare.
Invece li vedemmo camminare, uno accanto all’altra, mentre parlavano di chissà cosa; erano felici, si vedeva scritto nei loro sorrisi lontani. Mary rideva ad ogni cosa  dicesse Liam: era adorabile quando rideva per ogni sciocchezza, perché faceva sentire a proprio agio la persona che aveva davanti, e questa sensazione si leggeva nitida negli occhi di Liam.
A poco a poco, mentre percorrevano la strada, si avvicinavano l’uno all’altra. Noi dalla finestra li guardavamo inteneriti.
Quando si presero per mano ci fu un –AWWWW…- generale. Erano perfetti insieme.
Si completavano a vicenda.
 
Quando si accorsero che li osservavamo da dietro una tenda, si allontanarono l’uno dall’altra velocemente, e iniziarono a tornare indietro.
- Lou, abbiamo rovinato il nostro piano!-
- Ne troveremo un altro, non preoccuparti Claudia.- Stavamo parlando come in un film romantico per scherzo.
- Fave. – fece Irene, fingendosi seria.
Io e Louis ci guardammo, poi guardammo malissimo Irene, e le urlammo contro in coro:
- GUARDA CHE C’ERI ANCHE TU DIETRO QUELLA TENDA!-
Lei rimase un po’ perplessa, ma si zittì e andò a sedersi sul divano, accompagnata Harry, che coglieva ogni occasione per starle vicino.
Suonò il campanello, erano tornati. Andai ad aprire.
- Ciao…-
- Ciao. - rispose Liam, un po’ scocciato.
- Scusate, io dovrei andare in bagno…- disse Mary, che era rimasta bloccata sulla porta da noi due che parlavamo.
- Oh, certo… scusa…- dissi, prendendo Liam per un braccio per spostarlo.
Lei entrò in bagno, e io e Louis ne approfittammo:
- Scusa, non volevamo…-
- Lasciate stare. – ci interruppe lui. Se l’era un po’ presa, ed era anche triste, perché gli avevamo fatto perdere un’occasione ottima.
- Se vuoi parlo io con Mary…- dissi.
- Beh… no, non importa, grazie…- rispose lui.
- Guarda che lo farò comunque, quindi…-
- No, non farlo, per favore. Devo riuscirci da solo, è meglio così. –
Avevo intuito un rimprovero in quell’ è meglio così, ma non ci feci più di tanto caso, perché non volevo iniziare una discussione stupida con Liam.
 

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Capitolo 6
*** My Head Turns To Face The Floor... ***


-Ci siete?!- chiese Zayn, stufo di aspettare.
-Sì, arriviamo...- fece Mary dalla stanza di Harry, che usavamo per vestirci.
Eravamo quasi pronte. 
Irene aveva un vestito nero, senza spalline, che arrivava al ginocchio.  Avevamo scelto per lei degli stivali neri, flosci, con la punta tonda. Inoltre aveva comprato dei braccialetti sul nero, e una collana  con  un ciondolo a forma di cuore. Aveva i capelli raccolti in una crocchia alta.
L'abito che avevo – della cui scelta Harry si vantava- aveva degli spallini fini, era a fascia, rosso scuro; arrivava poco sopra al al ginocchio. Avevo scelto delle semplici ballerine nere, a cui avevo abbinato un braccialetto dello stesso colore. Mary mi aveva fatto una treccia su un lato, che scendeva sulla spalla.
Il vestito di Mary era bianco, aveva una gonna leggera che arrivava al ginocchio; era un po' alla 'Marilyn Monroe'. Dopo molta indecisione, avevamo deciso che avrebbe lasciato i capelli sciolti.
 
 
Uscimmo dalla stanza e iniziammo a scendere le scale. Ci fu un momento da telefilm: noi tre che scendevamo eleganti, e loro, tutti e cinque, girati a guardarci. Io fui la prima ad accorgermi dell'ilarità della scena, allora scoppiai a ridere, interrompendo il momento.
 
 
Zayn disse, mentre io facevo gli ultimi sospiri della risata:
Allora, usciamo?-
Eccoci, eccoci...- disse Niall.
Harry, guidi tu?- fece Mary.
Certo!- rispose lui.
Avevamo un furgoncino con otto posti, due file da tre e due sedili un po' più piccoli dietro. Harry guidava, e accanto aveva Mary e Liam. Dietro c'eravamo io, Niall e Irene. Dietro erano seduti Louis e Zayn, che ridacchiavano facendo non si sa quali stupide battutine.
 
Irene era seduta dietro a Harry; i suoi riccioli facevano capolino tra lo schienale e il poggiatesta. Irene non si fece scappare l'occasione di accarezarglieli; lui allora staccò  una mano dal volante e la mise dietro, aspettando che Irene la prendesse. 
-HARRY, GUIDA PER BENE!-  urlò Louis, ironico, da dietro, dopo una risatina con Zayn.
Irene gli lanciò un'occhiataccia.
 
Liam approfittò del momento di distrazione generale per cercare la mano di Mary al suo fianco. Con sua sorpresa anche lei stava cercando la sua. Niall li vide, e ce lo fece notare toccandoci le gambe. Avevamo tutti un sorriso ebete, ma buffo. 
Irene mi mise una mano davanti alla bocca, perché sapeva che sarei scoppiata a ridere.
Sapevamo che Mary era così: fuori esuberante, vivace, felice. Ma dentro era una tenerona, dolce e romantica. Questa parte del suo carattere però era quasi totalmente sconosciuta anche a noi, le sue amiche più intime.
 Sotto nostra richiesta avevamo messo Up All Night; cantavamo tutti in playback, era meraviglioso. Durante la frase 'I wanna stay UP ALL NIGHT' avevo sempre messo le mani in alto e mosso le braccia avanti e indietro. Lo feci  anche in macchina, e accanto alla mia mano ne sentii un'altra. Era Niall: ci guardammo in modo strano e iniziammo a ridere. Adoravo ridere, adoravo lui che rideva, adoravo ridere con lui.
 
Arrivammo al ristorante velocemente. Davanti, come se avessero saputo che saremmo, anzi sarebbero stati lì, una sfilza di paparazzi iniziò a scattare fotografie.
Loro ci erano abituati, ma noi per niente, e li guardavamo cercando nei loro occhi una risposta alla domanda ‘CHE DOBBIAMO FARE?!’.
Harry a un certo punto disse, rivolto alla massa di gente alla ricerca di scoop:
- Già, c’è una nuova notizia…- e baciò Irene. Vennero invasi dal bagliore immenso provocato dai vari flash.
Lou a quel punto disse:
- Beh, anche qualcun altro potrebbe rivelare un paio di scoop… ad esempio, non lo so… le due persone accanto a me…- 
Aveva a fianco Niall e Liam, e sembrava quasi che si riferisse alla coppia ‘Niam’.
‘ Ma farsi un bel mazzetto di affaracci suoi no, eh?’ fu il mio pensiero principale.
Improvvisamente io e Mary ci sentimmo osservate: gli altri sei ci stavano guardando, per non parlare dei paparazzi intorno. Liam colse l’occasione, e si avvicinò a Mary,e la baciò. E due coppiette erano già pubbliche.
 Io invece, per fortuna, mi sentii semplicemente un braccio scivolare intorno al collo, fino alla spalla. Però non durò per molto, perché ben presto Niall si mise di fronte a me, mi prese i fianchi e mandò a quel paese la nostra privacy.
Mi lasciai guidare da Niall perché non sapevo come comportarmi in quella situazione. 
Ci avviammo verso l’entrata, ed arrivammo a tavola; Zayn disse:
-Dove sono Liam e Mary?-
Noi eravamo tutti assorti nei nostri pensieri, e non ci eravamo accorti della loro mancanza. Poi Louis disse:
- Li ho visti io, si sono fermati all’ingresso, poi sono andati qui dietro, sulla terrazza. A quanto ho capito Liam voleva, finalmente, parlare con Mary -
- Era ora!- 
-Alleluja!-
- Si è deciso finalmente!-
Furono i commenti dopo la fine del discorso di Louis.
 
 
Liam aveva preso Mary per mano e l’aveva portata sul terrazzo:
- Wow, che vista mozzafiato che c’è da qua!- disse Mary, per allontanarsi dal pensiero di quello che per lei non era stato un bacio reale, ma immaginario, per sembrare una persona sobria. Liam sorrise, poi divenne improvvisamente serio.
 –Mary… io… volevo, volevo parlarti.. sì, ecco… insomma, ti dovevo dire che… beh… diciamo che ha parlato meglio il bacio di prima… era sincero, il più sincero che abbia mai dato, a dirla tutta… - disse, guardando per terra, imbarazzato.
Mary non era più affacciata, e stava guardando dolcemente Liam, che si guardava i piedi. Si aspettava un discorso più lungo, si aspettava che agisse lui, ma si rese conto che sarebbe rimasto lì anche tutta la sera se non avesse fatto qualcosa lei. Allora gli andò incontro velocemente, e gli gettò le braccia al collo. Poi si guardarono: le loro fronti si toccavano, come i loro nasi, i loro respiri sfioravano la pelle dell’altro di fronte, i loro occhi, luminosi, esprimevano felicità. Sta volta fu Mary a baciare Liam, rompendo il suo imbarazzo. 
Quando entrarono, arrivarono velocemente al tavolo, tenendosi per mano e sorridendo.
La cena trascorse velocemente. Ci divertimmo un sacco, e mangiammo benissimo. 
Alla fine ci portarono i caffè. Il cameriere ne rovesciò uno su Zayn, che si ustionò il petto,e che andò subito a lavarsi. A parte questo, la cena fu piuttosto tranquilla. 
Ma il bello della serata doveva ancora venire.
 
My space:
Saaaaaaaalve! :D Allora, un ringraziamento speciale a Irene (nella realtà Maria), per il supporto morale e le critiche costruttive -mooooolte- (?) che mi fa mentre scrivo. -.-'' Poi, Mary (Maria 2 la vendetta o.O (?) nella realtà) probabilmente si lamenterà, dicendo che lei non farebbe così. Quindi per piacere ditemi se in quella situazione non lo fareste, così magari la convinco... ùù bene, adesso esprimo un desiderio: se state leggendo, potete recensire? Grazie :3

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Capitolo 7
*** Taken... ***


Eravamo tornati a casa. Il mio primo istinto fu quello di togliermi il vestito e le ballerine. Una volta indossati i miei amati pantaloni e le mie adorate sneakers,mi sentii subito più a mio agio.
Gli altri avevano ancora i vestiti della cena, tranne Zayn, che si era cambiato la camicia sporca di caffè.
Sentimmo suonare alla porta. Orario insolito per fare visite, le undici la sera. Andò ad aprire Irene.
       - Sono qui per Harry- disse la ragazza sulla porta.
-        Harry, c'è una tua fan, vieni!- fece Irene.
-        In realtà sono la sua ragazza...- disse lei, orgogliosa.
Harry era arrivato in tempo per sentire quelle parole.
       -Harry, dovresti dirmi qualcosa?- disse Irene, perplessa.
Lui non rispose, perché venne abbracciato dalla ragazza. Però non ricambiò l'abbraccio. Ci era rimasto male, e non sapeva cosa fare.
Irene era offesa, triste e arrabbiata: cos'era quella storia? Chi era quella ragazza? Harry stava cercando il suo sguardo, come per chierderle scusa con gli occhi, ma Irene fece di tutto pur di non vederli, mentre se ne andava di sopra in silenzio, trattenendo le lacrime; velocemente si infilò in camera di Zayn -la prima che trovò-, e si chiuse dentro sbattendo la porta. Io guardai Harry malissimo prima di seguirla,  arrivare davanti alla porta con Mary, e di entrare. La trovammo distesa sul letto, a pancia sotto, che tirava respironi per trattenere il pianto. Ci avvicinammo a lei, e la abbracciammo.
-        Vedrai che è solo un malinteso, tutto si risolverà velocemente...- feci io.
-        No. Non velocemente, almeno. Resterebbe comunque il fatto che Harry mi ha mentito, anche se non amasse quella ragazza.- rispose Irene, singhiozzando.
-         Ma magari è lei che si spaccia per la sua ragazza, e Harry è soltanto la vittima di un orribile scherzo!- fece Mary.
-        No, perché quando l'ha detto, lui non ha negato niente!- le facevano male quelle parole, quindi terminò il discorso tra le lacrime e i singhiozzi.
-        Qalunque cosa accada, noi saremo qui per te, sempre.- feci io.
-        E poi è quel ricciolo deficiente che ci rimette, non te!- proclamò Mary.
Irene alzò la testa, ci guardò e, sempre piangendo, ci abbracciò e sussurrò:
 -Grazie, vi voglio bene.-
 
 
Nel frattempo di sotto erano rimasti solo Harry e la ragazza, mentre gli altri erano saliti di sopra, nella stanza di Niall, per lasciarli da soli a parlare.
Io e Mary li avevamo raggiunti, per capire cosa stesse succedendo.
-        Hey, possiamo entrare?- chiesi io.
-        Certo, venite- rispose Niall.
-        Volete capire come stanno le cose, vero?- fece Louis.
-        Precisamente. Intanto vi informo che Irene sta malissimo.-  disse Mary.
-        Allora vado io a consolarla, visto che voi due l'avete lasciata sola...- fece Zayn.
E uscì dalla stanza.
-        Chi inizia a spiegarci tutto?- disse Mary con impazienza.
-        Allora- iniziò Liam- quella con Madison era una storia...-
-        ALLORA STANNO DAVVERO INSIEME!- lo interruppe Mary.
-        Non proprio... dopo il trasferimento di Mad in Alabama... non si erano più sentiti per mesi, e Harry ci era stato malissimo, ma quando è tornata...
-        È STATA TALMENTE EGOISTA CHE CON LA FAMA DI HARRY LO HA RIVOLUTO TUTTO PER SE! Ovviamente penso a come si sarà sentito lui...- feci io, arrabbiata come una iena.
-        Beh, in poche parole è così...- fece Louis.
 
 
Irene intanto si era affacciata alla finestra con Zayn accanto, per respirare un po' d'aria fresca per riprendersi dal pianto. Harry e Madison stavano giusto uscendo:
 Harry aveva detto qualcosa abbracciando Madison. Irene, vedendoli, rimise la testa in casa e iniziò a sfogarsi con Zayn. - MA. PORCA. PUTTANA.- gridò, intervallando ad ogni parola una botta sul cuscino che Zayn aveva preso per ripararsi.
-        COME HA POTUTO?! È SOLO UNO STRONZO, UN ENORME STRONZO TRADITORE!- continuò. Irene uscì piangendo dalla stanza, sbattendo la porta, ed entrò in camera di Niall, cercando me e Mary per un abbraccio.
-        Picchia forte la ragazza...- fece Zayn quando uscì.
Irene stava tornando in camera sua. Harry era sulle scale, la stava cercando. Lei lo vide e corse in camera, chiudendosi dentro a chiave.
-        Aspetta!- gridò Harry.
Zayn nel frattempo ci aveva spiegato cosa era successo, quindi, trovandomi Harry davanti, dissi:
-        Sei un coglione!- andandomene di sotto.
Lui ci rimase male, e aveva un espressione come per dire: - Che ho fatto?-
-        Avresti dovuto lasciarla, prima di ingannare Irene! Non puoi dare una storia per finita semplicemente perché non vi sentite!- proseguii, urlando con tutto il fiato che avevo in corpo.
Da quanto ero arrabbiata non lo lasciai neanche parlare.
-Grazie a te adesso una delle mie migliori amiche sta malissimo! Come hai...-
-        L'HO LASCIATA, Claudia.- mi interruppe.
-        Ah...- dissi imbarazzata - Beh, resta il fatto che avresti dovuto farlo prima, e che Irene sta male a causa del coglione che ho davanti. Non credo che ti perdonerà facilmente...- dissi, continuando a scendere. - ehm... mi dispiace di averti urlato contro, però...-
-        Non importa. Ora voglio solo trovare il modo di farmi perdonare da Irene.-
 
Harry si era messo davanti alla porta della camera di Zayn, pregando Irene di uscire per parlarle.
 
Si addormentò sulla porta, e passò lì la notte. Zayn andò a dormire in camera di Harry, visto che la sua era occupata.
 
La mattina dopo Harry si svegliò quando Irene aprì la porta, crollandole sui piedi.
-        Mi fai schifo. Non parlarmi, ti prego.- fece lei.
-        Ma, Irene...- rispose lui.
-        Ti prego, è difficile anche per me...- finì il discorso scendendo le scale.
 
 
Harry era tristissimo. Scese anche lui per fare colazione. Entrambi rimasero in silenzio. Solo Irene a un certo punto parlò, ma avrei preferito se fosse rimasta zitta:
-        Claudia, Mary... volevo dirvi che ho intenzione di prendere una stanza in un albergo. Se non volete venire non importa, andrò da sola. Voglio solo allontanarmi da qui.-
Si alzò da tavola e tornò in camera di Zayn, dove aveva portato la sua roba, per iniziare a preparare la valigia.
Io non volevo abbandonarla, ma neanche lasciare quella casa. La stessa cosa valeva per Mary. Avevamo realizzato un sogno, non volevamo distruggercelo così.

 

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Capitolo 8
*** You're all that I can think about ***


CLAUDIA'S POV
 
 
Sono sconvolta. Mi ero sacrificata per una delle mie migliori amiche. 'Dai, è stato per una buona causa' mi ripeto. Ma chi prendo in giro. Sto malissimo, pur essendo consapevole che è stata solo colpa mia, perché IO le ho detto che ci sarei stata sempre, IO ho accettato di andare con lei, IO, IO, IO. Sono stata un'idiota.
E Mary sta come me. Lo vedo nei suoi occhi. Non sono più accesi, vivaci, come qualche ora prima. Ci mancavano Niall e Liam. Soprattutto loro, ma anche gli altri e l'ambiente che ci eravamo creati abitando nella stessa casa.
 
Già per pranzo abbiamo mangiato all'albergo. Dopo quei bei pasti in otto, pranzare in tre è stato deprimente. Specialmente dopo quello che è successo.
 
Ora sono in camera, sul letto. Mi vibra la gamba. Un messaggio. Di Niall.
 
 
 
 
NIALL'S POV
 
Caspita, la casa sembra così vuota senza di loro. In tre giorni, ci siamo affezionati tutti a quelle tre ragazze. Mi mancano. Specialmente Claudia. Avrei dovuto fare come Liam con Mary. Avrei dovuto parlarle. Chissà se quei baci hanno parlato al posto mio. Avrà capito? La voglio incontrare. Le mando un messaggio.
 
Trafalgar Square. Alle tre.
Troviamoci là, mi manchi e voglio parlarti.
Niallxx
 
Parlo del nostro incontro a Liam. Anche lui vuole vedere Mary. Alla fine lo convinco, e lui va a trovarla all'albergo. Bene, anche lui è sistemato. Adesso Harry si sta sfogando con Zayn e Louis. Inizia a piangere mentre esco, allora torno indietro e lo abbraccio, poi esco, dopo quella che si progettava un'immensa gaffe. Penso di essere in ritardo, ma, guardando l'ora quando arrivo là, mi accorgo di essere in anticipo di un quarto d'ora.
  
 
 
IRENE'S POV
 
Fino a tre giorni fa vedevo Harry come la cosa più importante della mia vita. Adesso è solo uno screanzato che mi ha fatto soffrire. Non lo pensavo capace di questo. Mi ha mentito. E ci sto malissimo, perché non sono più sicura di quello che provo per lui. Gli voglio bene, ma ho paura a farlo, perché ci sarà sempre questo ricordo che mi spingerà a non fidarmi di lui. Questi pensieri mi rattristano troppo... ecco, appunto: sto iniziando a piangere. Fantastico. Claudia sta facendo qualcosa con il suo cellulare sdraiata sul letto, non se ne è ancora accorta. Mary è scesa al bar dell'albergo. Ok, ho il tempo di trovare i fazzoletti, prima che Cla mi veda. Mi vergognerei a farmi vedere piangere un'altra volta. Ma dove  minchia sono finiti i fazzoletti? Me li porge Claudia. Se ne è accorta, meraviglioso.
-        Hey, sfogati pure se ne hai bisogno, io sono qui.- fa lei, con il suo solito sorriso rassicurante.
Allora scoppio letteralmente in lacrime e la abbraccio.
-        Sto malissimo...- sussurro tra un singhiozzo e l'altro. Mi sono lasciata andare.
-        Piccola... adesso lavati il viso, e raggiungiamo Mary giù al bar, ok? Hai bisogno di distarti.-
-        Ok...
 
Arriviamo al bar, ma non troviamo Mary. Claudia mi chiede se voglio prendere qualcosa, ordina due Coca-Cola.
- Ma che fine ha fatto Mary? Ora la chiamo…- faccio io.
- No! … Beh, vedrai che arriva tra poco…- fa lei un po’ esitante, guardando fuori dalla finestra. Guardo fuori anch’io, e vedo Liam con Mary. Non  voleva che li vedessi per non farmi crollare nella depressione. Purtroppo non ci è riuscita.
 
 
 
 
MARY'S POV
 
Sto affogando i dispiaceri nella Sprite. Uffa, ho voglia di vedere Liam. Beh, anche gli altri ovviamente, però... soprattutto dopo quello che mi ha detto ieri sera... Mi manca. E a Claudia manca Niall. Cerca di nasconderlo dietro a un sorriso, ma si vede benissimo che è forzato.
Sto con la faccia attaccata al vetro della finestra che da sulla strada, assorta nei miei pensieri... Ma... ma quello è Liam! Schizzo su e mi precipito fuori dal locale. Gli corro incontro, sorridendo. Noto con piacere che vedendomi sorride anche lui. Gli butto le braccia al collo, e lui mi prende per i fianchi e mi solleva. Tutti i pensieri che mi tormentavano se ne sono andati.
 
 
 
LIAM'S POV
 
Niall mi ha detto che tra una mezz'ora incontrerà Claudia, e mi ha convinto a andare da Mary. Mi manca un sacco, anche se ci siamo visti poco tempo fa. Ogni minuto che passa, aumenta la voglia di vederla. Esco di casa e mi dirigo verso l'albergo. Spero che sia là, perché altrimenti non saprei dove trovarla. Oh, eccola! Mi deve avere visto, perché mi sta correndo incontro. Sorridiamo entrambi. Mi butta le braccia al collo, e io la sollevo. La scena tipica di un film romantico. Sarebbe venuta bene a rallentatore.
 
 
 
HARRY'S POV
 
Sono un enorme demente. L'ho lasciata andare. L'ho fatta stare male. Sto male io. In  che bella situazione mi sono infilato. Non riesco a non pensare a Irene, anche se mi fa stare peggio. Louis e Zayn si sono offerti di ascoltarmi, nel caso volessi parlare. Ed io ho accettato. Ma parlandone  sto malissimo, e inizio a piangere. Bello, di fronte ai miei amici. Niall sta uscendo, ma si ferma e viene ad abbracciarmi.
-        Ora però vado, perché altrimenti faccio tardi con … beh, ciao...- dice, uscendo.
Ha trattenuto le ultime parole, per evitare di ricordarmi le ragazze. È stato gentile a pensarci, ma non avrebbe funzionato neanche se non avesse detto nulla.
 
 
 
 MySpace:
Ho voglia di sapere che cosa ne pensate... Una recensione, please? :)) Vi voglio bene (?)

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Capitolo 9
*** I'm just trying to read the signals I'm receiving ***


CLAUDIA’S POV
 
Cavolo, erano le 2.30, dovevo essere all’appuntamento alle tre. Non mi era mai capitato di essere così in anticipo.
 Non avrei voluto lasciare Irene da sola, ma lo avevo fatto, per non fare tardi. Per fortuna avevamo trovato un barista chiacchierone, che ci aveva iniziato a raccontare la sua storia. A un certo punto avevo detto:
- Ehm… io devo… insomma, io non posso rimanere… beh, ciao…
- Vorrà dire che continueremo a parlare io e te!- aveva fatto il barista -che avevamo scoperto essere un italiano di nome Enzo -  facendomi l’occhiolino.
 
Insomma, nonostante il mio anticipo, Niall c’è di già. Sono un po’ stupita di trovarlo lì, anche perché sembra che stia aspettando da un secolo. Comunque sono felice. Mi prende la brillante idea di coglierlo di sorpresa, da dietro. Mi avvicino silenziosamente e appoggio la mano sulla sua spalla.
- Aspetti qualcuno?- dico io.
Niall sobbalza, si gira di scatto e mi urla:
- SEI IMPAZZITA! Mi hai fatto prendere un colpo!-
- Oh, povero piccolo!- risposi sarcastica.
- Non fai ridere!- rispose facendomi il muso.
Io saltai sulla panchina scavalcando incivilmente lo schienale.
- Sì, lo so… sono un’incivile…- dissi ironica.
- Mah, finché ti siedi accanto a me...- fece lui.
- Aww, che dolce!- feci abbracciandolo.
 
NIALL'S POV
 
Ho deciso. Finalmente le dirò quello che provo per lei chiaro e tondo. Lo so che la mia sicurezza svanirà all'istante non appena cercherò di iniziare un discorso sensato, ma cerco di non pensare negativo.
Sono parecchio in anticipo rispetto all'orario dell’appuntamento, e così mi metto ad ascoltare della musica . Per fortuna con la riproduzione casuale dell’ iPod capitano delle canzoni allegre, che mi rasserenano un po'.
A un certo punto mi sento una mano sulla spalla, sobbalzo e mi giro di scatto, e le urlo contro. Poi per recuperare la figuraccia che ho fatto urlandole – anche se lo ha preso sul ridere- le dico una frase romantica, e lei mi abbraccia.
Le prendo istintivamente la mano.
-Vieni, ti porto in un posto- le dico, quasi tirandola per il braccio.
Lei fa una faccia un po' perplessa del tipo “O.o”, ma mi dice:
- Mi fido di te, mi lascerò guidare.-
Mentre camminiamo cominciamo a chiacchierare del più e del meno, è piacevole parlare con lei, non critica e sa ascoltare.
Sembra serena.
-Arrivati!- esclamo.
Siamo in un parco, il mio parco. Là c'è il mio posto speciale: da dietro un albero si accede all'interno di una siepe.
Tengo molto a quel luogo, mi ci ha portato mio padre da piccolo quando siamo stati in vacanza a Londra. Era il posto segreto in cui si rifugiava da bambino con il suo migliore amico, durante le sue vacanze estive.
Comunque la porto dentro alla siepe, che si allarga in un ampio spazio.
Mi sdraio sull’erba, chiudo gli occhi –quasi come preparazione al discorso- . La sento che si sdraia accanto a me. Cerco la sua mano lungo il fianco, la stringo nella mia, e prendo fiato.
Due respironi, e poi le avrei detto tutto. Ecco, arriva l’ansia. E se non andrà come ho sperato? E se se ne scapperà via perché non mi vuole? Ma porca troia, Niall, stai calmo.
- Hai dei capelli meravigliosi oggi…- la frase più banale che potessi trovare tra le migliaia che mi stanno girando per la testa. Fava. Parecchio. Mi ha guardato con un sorriso un po’ perplesso, ma poi ha detto:
- Grazie…- quasi aspettando il seguito.
Ma a quel punto mi blocco. Non so più come proseguire. O meglio, non ci riesco. E lei se ne accorge. Beh, probabilmente ho le guance rosso carminio, è ovvio che se ne accorge.
- Allora, mi dovevi parlare?- fa lei, cercando di darmi un abbocco per continuare il discorso.
- Beh… sì…-
- Di che si tratta?- anche lei è un po’ esitante quando parla.
- Ehm… ecco, io… cioè, tu…pensavo che.. beh, noi… ecco, che potremmo avere… insomma, che potremmo avere un futuro come  noi...-
Mi bacia. Non avrei potuto chiedere risposta migliore.
È stupefacente. Era riuscita a “tradurre” i miei baci.
-Questo vuol dire che…- faccio io con la mia insicurezza solita; ma vengo interrotto bruscamente:
- Cazzo Niall, sì, ti amo!-
 Rimango basito, ma poi reagisco: la bacio. È il bacio più pieno di passione che ci siamo dati. È anche il più lungo. È straordinario, perché ci amiamo veramente. E poi siamo isolati da tutto il resto del mondo, e non ci potrebbe fregare di meno di ciò che succede al di fuori della siepe. Adesso è diventato il nostro posto.                  

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Capitolo 10
*** Gotta be you ***


Stavamo pranzando, quando iniziò 'I should have kissed you': era la suoneria di Mary. Sbirciai lo schermo del suo cellulare: Harry.
-        Pronto?- rispose lei.
-        Uscite fuori, tu e Claudia.-
-        D'accordo mamma, ma ora riattacca, che sennò spendi troppo... Ciao, mamma...-  fece lei per coprirlo.
 
 
-        Claudia, mi accompagni in bagno?-
-        Ma, veramente io stavo...- feci io masticando.
-        Dai, è un'emergenza...- disse.
-        Ok...- risposi esitante.
 
 
Ci dirigemmo verso il bagno, per deviare poi verso la porta sul retro del ristorante dell'albergo. Facemmo il giro dell'edificio e raggiungemmo Harry.                                                                        
-        Siete sicure che Irene non sia dietro a voi?- fece lui.
-        Buongiorno, eh...- bofonchiai io.
-        Gne-gne... che comprensione ragazza mia!
-        'Ragazza mia' lo dici a... qualcun'altra, ok?-
-        Va bene, scusa...- fece lui, stufato.
-        Falla finita!
-        RAGAZZI! Vi ricordo che siamo qui per parlare di qualcosa... credo... ora, stringetevi la mano e chiedetevi scusa.
-        MA NON SI FA NEANCHE ALL'ASILO!- facemmo in coro io e Harry.
-        Fatelo!
-        Uffa, va bene- dicemmo stringendoci la mano contro voglia.
 
-        Comunque, vi ho chiamate per mettervi al corrente del tremendo dolore che provo da quando Irene non  mi parla. A proposito,come sta lei?- fece Harry.
-        Male. A causa tua soffre anche lei. E molto.- risposi io con il tono più duro che riuscii a fare.
-        Piccola... ma, ho capito bene? È perché la nostra migliore amica sta male che ultimamente siamo litigiosi, eh?- ribatté lui.
-        Non cambiare discorso, Capelluto- feci io, contrattaccando.
-        Nuovo soprannome, Isterichetta?- Gli lanciai un'occhiata che non si dimenticherà mai.
 
Dopo averlo ghiacciato con lo sguardo, lui iniziò a illustrarci il suo metodo per riconquistare Irene. Il giorno dopo avevano un concerto proprio a Londra. Lui aveva deciso di dedicarle 'Gotta Be You', cantandola tutta da solo. In fondo non era una cattiva idea. Però il problema era riuscire a portare Irene là. Ma promettemmo a Harry che gliela avremmo portata.
 

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Capitolo 11
*** And if you walk away I know I'll fade ***


-Andiamo! Su, dai, entra!- io e Mary stavamo forzando Irene a entrare al concerto. La avevamo portata là a tradimento, dicendole che avremmo passato la serata in discoteca.
A un certo punto io e Mary ci guardammo, e con un sorrisetto maligno, io la presi per le braccia, e Mary per le gambe.
-OK, AVETE VINTO! MA ORA LASCIATEMI!- la nostra tattica aveva funzionato.
Entrammo proprio al momento giusto: avevano appena finito di cantare Up All Night, e Harry stava per fare il suo annuncio.
-Vorrei dedicare Gotta Be You a una persona speciale, per cercare di farmi perdonare per il casino che ho combinato. Volevo cantarla da solo, e gli altri me lo hanno permesso. Grazie del sostegno ragazzi.-
Irene fece per andarsene, ma noi la trattenemmo. Iniziò la musica; Harry iniziò a cantare.
 
 
IRENE'S POV
 
...You're disappointed... sì, lo sono.
… 'cause I'm the foolish one … sì, lo sei.
...but here I am, asking you for one more chance... non voglio darti un'altra possibilità; non posso.
Can we fall, one more time, stop the tape, and rewind...  Caspita, no, Irene, no. Però non resisto. E poi Harry che mi fissa con gli occhioni da cucciolo... No. Non riesco a rimanere qui un secondo di più. Mi volto e me ne vado.  Aah, il fischio del microfono nelle orecchie. Mi giro nuovamente verso il palco -pur essendo consapevole che rivedendo quei meravigliosi occhioni verdi che mi fissano imploranti  non riuscirò ad andarmene-. Però non è più sul palco. C'è Niall, con due microfoni in bilico tra le mani: il suo, e quello che Harry aveva lanciato all'indietro, per seguirmi.
E infatti eccolo, lo intravedo nella folla di fan che si sbracciano per toccarlo, e capto la sua voce tra le urla delle fan:
-Irene! Aspetta, non andartene! Irene!-
A questo punto non riesco a trattenere una lacrima che mi scorre sulla guancia: come posso abbandonarlo? In fondo non è stato il mio sogno fino a due giorni fa? Oh, piccolo, vedo una lacrima anche sul suo viso. La goccia che fa traboccare il vaso: mi butto verso di lui, e allungo le mani per raggiungerlo. Ed eccomi, avvolta tra le sue braccia, piangendo.
-Ti odio. Odio il tuo sguardo penetrante, odio i tuoi riccioli perfetti, odio il modo irresistibile     con cui te li spsistemi, odio il tuo abbraccio avvolgente, odio il tuo sorriso ammaliante, odio i tuoi baci travolgenti, e odio ancora di più il fatto che mi impediscono di non amarti. Ti amo.
Ecco che sulle sue labbra spunta quel sorrisetto sghembo, che contrasta con le lacrime. Torna serio:
-Mi dispiace, sono stato un cretino, scusami. Tu non meriti di essere trattata così.- dice, asciugandosi l'ultima lacrima scesa.
-No, sono io che devo scusarmi: non ho voluto capire che era tutto un malinteso.-  dico, trovando il coraggio di staccare la faccia dal suo petto e di guardarlo negli occhi.  Adesso asciuga le mie lacrime, con gesti amorevoli simili a carezze. Poi prende il mio viso tra le mani, mi guarda negli occhi -col suo solito  sguardo intenso irresistibile- e avvicina lentamente le sue labbra alle mie. Un brivido piacevole mi percorre la schiena. Avevo dimenticato quanto fossero intensi i suoi baci. Errore che non commetterò mai più, porterò sempre con me queste sensazioni.                                      
 

 
                                                                                                                                                            

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Capitolo 12
*** I'll be here ***


Dopo il concerto passammo dall'albergo a prendere i bagagli. Che bellezza dormire in quel divano letto di nuovo! Però il pensiero che il giorno dopo saremmo dovute ripartire non ci fece dormire. Era incredibile: in sette giorni erano successe più cose che in tutta la nostra vita.
 
Ci svegliammo prestissimo -per me-, a causa del volo, che partiva alle dieci. Non volevo alzarmi, sia per l'orario che per ciò che mi aspettava. I carissimi Niall e Zayn per farmi alzare iniziarono a richiudere il divano con me dentro. In tre secondi mi ritrovai con le ginocchia in bocca.
-        i aendo, aee ino voi!- mugolai.
Loro due riaprirono il divano e fecero in coro:
-        EH?
-        Dicevo: “mi arrendo, avete vinto voi”...- feci, un po' scocciata. Si guardarono compiaciuti, poi Niall mi tirò i vestiti e mi disse:
-        Vai in bagno, lavati, vestiti e vieni a fare colazione!-
-        Pff, manco fosse mia mamma...- feci io, dirigendomi verso il bagno.
 
 
Gli altri avevano già iniziato a sparecchiare quando uscii dal bagno. Non c'era tutta l'allegria che di solito si percepiva nell'aria. Tutti sapevamo il perché, ma nessuno ne voleva parlare. L'unica risata della mattina fu a causa mia. A quanto pare le persone che schiantano la testa sul muro saltellando su un piede che urlano perché si sono fatte male, sono divertenti. Non dal mio punto di vista, comunque...
 
 
Ci dirigemmo all'aereoporto con la nuova macchina che Harry si era comprato dopo aver superato l'esame della patente.
 
 
“Attenzione: il vostro sogno si autodistruggerà entro 10, 9, 8...” ecco, 'simple, but effective', come avrebbe detto qualcuno di mia conoscenza. Tutto ciò in cui avevamo sperato stava andando in fumo, e noi eravamo impotenti di fronte alla distruzione delle nostre vite.
Era arrivato il momento di dire addio alle nostre ragioni di vita, e, pur controvoglia, fummo costrette a farlo dalla prima chiamata del nostro volo.
 

-Non voglio partire... più che altro non voglio stare senza di te...- fece Irene, con le lacrime agli  occhi.
-Dai, pensa che rivedrai i tuoi amici, ed i tuoi parenti... e poi io non posso essere così importante da farti iniziare a piangere...- Harry cercava di tirarla su, ma gli occhi lucidi lo tradivano.
Irene lo guardò male, ma poi lo abbracciò, e disse:
-Demente. É ovvio che piango! Ti amo, certo che preferirei stare con te!-
A quel punto neanche lui si trattenne, e le lacrime iniziarono a rigargli il viso.
-Ti amo anch'io, non lo dimenticare, mai, per nessun motivo -.
E la baciò. Una, due, cinque, dieci volte, e disse:
-Baci per il viaggio. - Il suo sorrisetto sghembo tornò a brillare per qualche istante, poi continuò con i suoi baci, che alla fine divennero uno solo, tanto intenso quanto il primo che si erano dati.
 
 
-Liam, ci sono così tante cose che vorrei dirti in questo momento… ma non riesco a dire neanche…-
-Il silenzio di un abbraccio può dire molte più cose…- la interruppe Liam, allargando le braccia. Lei si buttò letteralmente sul suo petto. La strinse a sé. Insieme sembravano indistruttibili, quasi irreali dalla perfezione che sprigionavano assieme.
-Ti amo…- disse Mary, con la guancia ancora schiacciata su di lui. Era la prima volta che glielo diceva esplicitamente. A quelle parole, Liam la strinse ancora più a sé, e con una lacrima sul punto di scendere lungo il viso disse:
-Anche io ti amo… - sembravano eterni.
Quando Mary si allontanò da Liam, disse:
-Scusa… - indicando la macchia bagnata sulla sua camicia – non sono riuscita a trattenermi… - proseguì, abbozando un sorriso forzato.
-Beh, allora devo scusarmi anch’io… toccati i capelli- rispose lui.
Lei portò una mano alla testa, ed entrambi iniziarono a ridere.
 
 
-Niall, grazie.-
-Perché mi ringrazi?! Io sono qui a scusarmi con te perché non sono capace di trattenerti con me, e tu mi ringrazi!?- sclera lui.
-Esattamente- proseguo io con tutta calma – senza di te la mia vita non sarebbe degna di essere chiamata così. Grazie.- queste ultime parole sono accompagnate da una lacrima. Lui mi guarda, smarrito, trattenendomi le spalle con una presa ferrea. Poi mi stringe a sé, e sento, il suo respiro alterato. Piangeva anche lui.
-Grazie di essere arrivata, ragione di vita. Tu mi hai trovato e io non ti perderò di nuovo. È un arrivederci, non un addio. Ricordatelo sempre.-
Io scoppio a piangere buttandomi nelle sue braccia.
 
 
Louis e Zayn erano sulla panchina dell’aereoporto, a girarsi i pollici e sbuffare. Ad un certo punto Zayn sussurrò qualcosa a Louis, sulla cui faccia comparve un improvviso ed inquietante sorriso compiaciuto. Si alzarono e Louis gridò, attirando l’attenzione di tutti i turisti:
- Non ti lascerò solo! Ti prometto che ci sentiremo tutti i giorni, tutte le ore ed i minuti di una vita che da separati non ha senso!
- Oh, luce dei miei occhi, lo so, non ci lasceremo mai! Il nostro amore supererà la distanza!- Zayn continuò la telenovela argentina impeccabilmente.
- Oh, tesoro mio! Non voglio che te ne vada! Prendiamo il primo volo per il Venezuela, scappiamo insieme!- proseguì Louis.
- Che idea romantica! Sì, partiamo immediatamente! Vivremo per sempre felici e contenti, come nelle fiabe!- disse Louis
- Ed avremo tanti bellissimi figli! E poi dei nipoti, bisnipoti! E, alla fine di una meravigliosa vita trascorsa insieme, moriremo, e saremo seppelliti accanto!- fece Zayn.
 
A tragedia finita si voltarono verso di noi, e rimasero ghiacciati dalle nostre occhiatacce.
Harry si avvicinò a loro, e li prese per le orecchie, guardandoli malissimo:
- Il Venezuela è da quella parte. Siete pregati di non farvi più vedere.-
L’ultima chiamata  per il nostro volo. Ecco, il momento che speravamo di non incontrare mai.
Prendemmo i bagagli in silenzio, e ci dirigemmo verso l’ingresso della pista.
Che tristezza. Sembrava un corteo funebre. Gli ultimi saluti, le ultime parole dolci.
Il volo  trascorse in silenzio. Un silenzio interrotto soltanto da sospiri e occhiate depresse.
 

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Capitolo 13
*** Other guys see, but dont realise that it's my lovin ***


Agosto
 
Settembre
 
Ottobre
 
Novembre
 
Dicembre.
 
Mesi interminabili di SMS, videochiamate, telefonate, cartoline da tutte le tappe del tour. La cosa più entusiasmante ce feci, assieme a Mary ed Irene, fu di andare due volte alle poste per spedire i regali di compleanno di Liam e Niall.
Noia, tristezza, nostalgia. Erano sentimenti normali in una routine illuminata solo dai cellulari o computer che si accendevano con la scritta ‘Niall chiamata’. Ci impegnavamo a stare zitte con i compagni di scuola ed amici riguardo a ciò che era successo quell’estate: non volevamo cambiare la nostra situazione sociale da ‘compagne senza nome’ a ‘bestfriendxseo!!1!1!!’. Fortunatamente nessuno in classe andava molto bene in inglese, quindi nessuno ha mai cercato di tradurre gli articoli di siti internet o di riviste inglesi dal titolo ‘ One Direction’s Girlfriends’. E per fortuna le rivistine italiane arrivavano molto in ritardo. Quindi restammo in incognito senza problemi.
Era il lunedì della settimana prima della fine della scuola. Il Natale (e il compleanno di Louis) erano alle porte. Stavamo giusto incartando parte del regalo di Lou (un portacarote preso al negozio di animali) quando ci arrivò una videochiamata di Liam.
- Hey Irene!-
- Ciao Liam!- urlammo tutte e tre insieme.
- Ah, siete tutte e tre là… già, giusto: avete allenamento oggi...–
- Sì… tra mezz’ora scendiamo in palestra– fece Mary.
- Dove sei? Sembra un’auto…- dissi io.
- Sì… sai, l’ennesimo spostamento per il Tour…-
- Quindi ci sono anche gli altri?- fece Irene.
- Sì… dite qualcosa alle ragazze!-
- Ciao racazze!- un coro in italiano si elevò dall’auto.
Noi scoppiammo a ridere.
- Ciao ‘racazzi’!- rispondemmo insieme.
- Beh, adesso dobbiamo andare, a dopo!-
- Ci sentiamo dopo, ciao!-
Finimmo di impacchettare il resto del regalo, ed andammo in palestra. Iniziammo a riscaldarci e a provare qualche rovesciata. Ero sulla trave quando due compagne gridarono, guardando incredule fuori dalla sala in cui ci allenavamo.
Mi voltai a vedere, e caddi dalla trave con un tonfo sordo.
Mary inciampò nel bel mezzo di un salto, ed Irene sgranò gli occhi in verticale. Tutte pensammo di essere preda di allucinazioni.
-Non bastavano i CD, ora anche dal vivo dovevano venire…- fece Chiara, ridacchiando con Cristina, la nostra insegnante.
- Siete davvero qui?- dissi, con un filo di isteria nella voce.
- Precisamente; il tour è finito, e abbiamo un mese libero.- rispose Niall.
- Ah, ah… non ci credo, siete un’allucinazione. Ne sono convinta- risposi.
Nel frattempo Harry si era avvicinato ad Irene e l’aveva baciata.
- No, non sono finti, te lo garantisco- fece Irene, con un gran sorriso.
Liam aveva abbracciato Mary.
- Sì, hai Ragione, sono proprio loro!- fece Mary.
- E se mia nonna avesse le ruote sarebbe un carretto, ma per favore…-
Niall, o almeno, la mia allucinazione, mi si avvicinò e mi baciò delicatamente.
- Che dici, pensi ancora di avere le traveggole?- il suo respiro sfiorava la mie labbra.
- Sì, ma non me ne importa più nulla…- sussurrai, ancora stordita.
Lui scoppiò a ridere, e la sua risata riecheggiò nella sala, meravigliosa.
 
Nel frattempo avevo sentito addosso gli sguardi sbigottiti delle compagne di ginnastica, alle quali devo le spalle.
-Credo che qualcuno abbia bisogno di una spiegazione…- sussurrò Niall con un sorrisetto abbozzato.
-Sì, lo so… ma che posso dirgli?- risposi io altrettanto sottovoce.
-Dì loro la verità!- fece lui
-Ma… ma… noi non avevamo intenzione di diventare così ‘pubbliche’…-
-Pff**… ho la vaga impressione che dovrete… il prezzo del fidanzarsi con gente famosa…- fece lui con un’ironia un po’ fastidiosa nella voce.
Gli rifilai un’occhiataccia e mi girai per affrontare le compagne. Mi stupii tantissimo di sentire Louis e Zayn raccontare tutto alle nostre amiche.
Adoravo quei ragazzi, sapevano sempre la cosa migliore da fare.

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Capitolo 14
*** I'm insicure ***


Rimasero a seguire la lezione di ginnastica . Provammo per prima cosa la trave facendoli sloggiare dal comodo appoggio che si erano trovati. Fummo tutte bravissime. Non volevamo fare brutte figure… L’ultima a provare fu Mary. Nell’esecuzione di un giro in passè perse l’equilibrio: si sbilanciò avanti, poi indietro e di nuovo avanti. Liam si avvicinò prontamente, e la prese per un braccio, rendendole l’equilibrio.
-Tutto ok?-
-Sì, credo…- rispose Mary.
Liam allargò le braccia e lei lo guardò perplessa.
-Prova con la certezza che non ti farai male, perché ci sarò io a riprenderti- fece Liam, dolcissimo rispondendo alla domanda che Mary aveva formulato solo nella sua mente. Lei eseguì.
-Visto che al secondo tentativo ci riesci!-
-Sì, ma alle gare non ci sarai tu- mugugnò lei.
-Non accanto alla trave, ma sarò lì a vederti…-
Lei si buttò dalla trave nelle sue braccia e gli sussurrò all’orecchio:
-Ti amo-
-Anche io- rispose lui baciandole delicatamente il collo.
-Ehi, non in pubblico…- fece un’altra compagna un po’gelosa.
-Beh, finchè lavorano meglio con la loro presenza possono fare qualsiasi cosa!- rispose la nostra insegnante.
La risata fu immancabile. L’allenamento trascorse velocemente.
Uscimmo dagli spogliatoi e un pensiero mi invase la mente:
-Ma dove state a dormire?- feci io.
-Sorpresa!- risposero in coro.
Noi li guardammo perplesse, e Harry spiegò:
-Abbiamo preso in affitto un appartamento nel vostro palazzo-
-Davvero?- disse Mary.
-È fantastico!- fece Irene.
-Un secondo… nel nostro palazzo c’è solo un appartamento in affitto, ed è quello di fronte al mio!-
-Figo!- fece Niall.
-Figo? È meraviglioso!- feci io.
-Ha ragione lei! E siete solo due piani sotto di me! (*)- aggiunse Irene.
- Bene, allora, visto che non siete lontani da casa, venite da me! Tanto non c’è nessuno in casa a parte i gatti…-
- Gatti! Andiamo, su! –fece Harry elettrizzato.
-Ok…- dissi io col sorriso sulle labbra.
- Hey, anche io ho due gatti!- fece Irene, fingendosi gelosa.
-Per questo anch’io! (**)- disse Mary imitando il tono di Irene.
-Dai, andiamo…- fece Louis.
 
 
Arrivammo sul pianerottolo, e sentimmo parlare.
- Oh medda…- feci io.
-Cosa? Ci sono i ladri? Tranquilla ci sono io!- esclamò Niall.
-No, peggio…- risposi.
-Assasini?- domandò Harry, con una faccia tra il preoccupato e il perplesso.
- Peggio ancora…- proseguii, con il sangue gelato nelle vene .
- Cosa c’è di peggio? Alieni che ci vogliono sezionare?!- sbottò Zayn.
-No, ci sono i miei genitori…-
-Ma che? Cosa…? Perché dovrebbero spaventarti?- fece Zayn.
-Lo saprai…-
Infilai la chiave nella serratura, e lentamente la girai.
-Ciao mamma, ciao babbo…- dissi con un filo di voce, con una goccia di sudore freddo che scendeva dalla fronte.
- Ciao… È tutto ok?- proseguì mio babbo.
- Meglio di quanti tu creda…- continuai.
-E allora perché sei più pallida di un vampiro?-
-N-niente…-
In quel momento gli altri, che erano rimasti sulla porta, entrarono.
-Ah, bene! Sono venuti a trovarvi i vostri amici, gli One Way!-
-One Direction, babbo-
Mia mamma, che fino a quel momento era stata in cucina, si affacciò alla porta.
-Visto Giulia? Sono davvero amici, non le hanno solo ospitate- fece mio babbo a mia mamma.
-Amici, sé…- sussurrai a denti serrati, in modo che nessuno sentisse.
Quel cretino di Niall si fece avanti:
-Salve, sono Niall, il ragazzo di vostra figlia- fece Niall, stringendo la mano ai miei genitori, con un sorriso smagliante.
- Cazzo, stai zitto!- sibilai tra i denti, tirandogli gomitate nelle costole e pestandogli i piedi.
-Piacere, Stefano, il tuo quasi suocero ….- poi continuò- Claudia c’è qualcosa che non mi hai detto?-
- Fai un po’ tu…- risposi sarcastica.
- Guarda che non sono geloso! Potevi dircelo prima!-
-Sì, va bene…- dissi, dirigendomi verso la mia stanza.
Sentii il resto delle presentazioni, e mio babbo che traduceva dall’inglese a mia mamma –che di lingue parlava solo l’italiano-. Sentivo le guance bollire. Mentre gli altri se la ridevano io scleravo contro Niall:
-Ma evitare di dirglielo no, eh?-
- Che male c’è? I miei lo sanno dal secondo giorno che stiamo insieme…-
-Ma magari io ho un rapporto diverso con i miei genitori?- cantilenai.
-Ma magari tu non glielo avresti mai detto?- rispose lui con lo stesso tono.
 
Ghiacciata. Riposi le armi, tirai dentro gli artigli e dissi umilmente:
-Hai ragione. Probabilmente sarei arrivata all’altare con Bobby al mio fianco anziché mio padre… Scusa se ti ho urlato contro…-
-Scusa se sono stato un po’ troppo spontaneo con i tuoi…-
- Vieni qui!- Abbraccio di riconciliazione. Quanto erano calorosi i suoi abbracci? Mi facevano sentire al sicuro.
Riappacificata con il mondo, più tranquilla, mi venne voglia di torturare un po’ Irene:
-Ma tu… hai intenzione di presentare il tuo fidanzato-gattaro ai tuoi entro la giornata?-
Lei si irrigidì improvvisamente. Deglutì e disse, facendo la dura:
- Harry? Te la senti di conoscere la mia famiglia, e immediatamente?-
-Certamente- disse assecondandola- E ci tengo a precisare che non sono un gattaro…-
Scandì le ultime quatto parole. Un sorrisetto compiaciuto spuntò sulla mia faccia al suo tono stizzito.
 
My space:
(*) la Irene reale sta davvero al terzo piano del mio palazzo;
(**) io, Irene e Mary abbiamo realmente due gatti ciascuna;
Allora, innanzitutto buonasera. Altra nota: io, Mary ed Irene facciamo davvero ginnastica artistica insieme. Altra nota ancora: l’appartamento di fronte al mio è davvero in affitto. Questa storia è molto attinente alla realtà, fatta eccezione per la presenza di quei cinque trogoli (questo è per  Mary e Giuls) nelle nostre vite.

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Capitolo 15
*** You got it wrong ***


IRENE’S POV
 
-Tutto ok?- mi chiese Harry.
-No… non ci riesco, non ce la farò.- eravamo già davanti al mio appartamento.
-Cosa dici? Sei perfettamente in grado di farlo, non è difficile!-
-Certo! Ciao mamma, ciao babbo! “Il mio idolo si è innamorato di me, e dopo due giorni che ci conoscevamo ci siamo messi insieme!” come minimo sverranno!-
-Tranquilla, ho il cellulare in tasca, così in caso di emergenza chiamiamo aiuto.- rispose lui ironico. Lo guardai in cagnesco e feci un sorrisetto sarcastico.
-Dai, respira e suona il campanello- mi esortò Harry.
-No, non ci riesco…- il panico affiorava dalla mia voce.
Allora lui mi afferrò il mento tra pollice e indice della mano destra, in modo che non avessi altra scelta che guardarlo negli occhi. Eravamo abbastanza vicini da lasciare che il mio naso freddo provasse piacere grazie al calore del suo respiro caldo.
Si avvicinò ancora, fino a toccare la punta del mio naso con il suo. Il suo profumo intenso invase le mie narici. Un fremito mi percorse la schiena quando le sue labbra toccarono le mie. Dimenticai tutto: cosa facessi lì, il motivo della mia preoccupazione, come mi chiamavo e persino come si respirava.  Ecco, in quel momento ero io quella a rischio di svenimento. Tanto lui aveva il cellulare un tasca, in caso di malore stata al sicuro. Mentre la mia mente elaborava questi pensieri, il mio corpo si era lasciato andare, e le mie labbra danzavano sulle sue.
Eravamo talmente presi che ci accorgemmo che mio padre aveva aperto la porta su casa e ci stava guardando solo quando lo sentimmo dire:
-Marta, c’è nostra figlia che sbaciucchia il tizio dei poster sul pianerottolo…-
-Roberto, sei impazzito?- fece mia madre da un’altra stanza.
Nel frattempo ci eravamo staccati.
-In altre occasioni avrei fatto una battutina sul fidanzatino, ma questa è una situazione troppo strana…-
-Salve, sono il ragazzo di sua figlia…- disse citando Niall.
-Che ha detto?- rispose mio padre, diretto a me.
-Dì la stessa cosa a mia madre… lui non sa nemmeno una parola di inglese…- feci, diretta a Harry. Ero sicura che mia madre l’avrebbe presa meglio. Lei arrivò,ed Harry fece ciò che gli avevo chiesto di fare.
Lei sgranò gli occhi, e disse:
-Roberto, sediamoci. Questi due hanno qualcosa da raccontarci…-
 
 
-Allora Irene?- la mamma all’attacco.
-Beh… ci siamo incontrati il primo giorno della vacanza a Londra-
-Vai avanti…- proseguì la mamma.
-I ragazzi ci hanno ospitato a casa loro, e così ci siamo potuti conoscere meglio… Detto questo, possiamo andare?-
Annuirono entrambi.
 
 
Quando entrammo in camera mia Harry si mise a ridere.
-Che c’è?-
-Questi? Hai conservato i poster di quando eravamo i tuoi idoli?-
-Beh, l’ho fatto per averti sempre sott’occhio… e poi sei ancora il mio idolo, ma sotto una prospettiva diversa… Come disse Louis poco dopo il nostro incontro: “idoli sono coloro che ti illuminano il mondo come nessun altro”. E tu lo fai ancora, e lo farai sempre.-
-Cucciola!- si avvicinò ed iniziò a baciarmi il collo. Io inclinai la testa per lasciargli più spazi da baciare. Questo lo fece sorridere: sentii le labbra distendersi ed un sospiro fresco sulla pelle. Lui proseguì lungo il mento, fino ad arrivare alle labbra. Fortunatamente si era allontanato del mio collo: se avesse sentito il ritmo del pompare del mio sangue nella giugulare si sarebbe preoccupato.
Ad un certo punto allontanò le labbra dalle mie e disse, rimanendo con il naso e la fronte sui miei:
-Hey, torniamo da Claudia? Non vedo l’ora di sbatterle in faccia che ci siamo riusciti… adoro darle fastidio…-
-Beh, a quanto ne so la cosa e reciproca…- risposi.
-Siamo un po’ come fratello e sorella: ci vogliamo bene, ma amiamo darci fastidio.-
-Giusto… Scendiamo?-
 
 
Percorremmo il corridoio fino ad arrivare in cucina.
-Mamma, noi scendiamo da Claudia… Ah, a proposito… è scoccata la scintilla anche tra lei e Niall… e tra Liam e Mary…-
-Ah sì? Vacanza produttiva, direi…- fece lei.

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Capitolo 16
*** And then I walk up to your door ***


Quando Harry & Irene tornarono Mary era la telefono. Stava parlando di Liam ai suoi. Quando riattaccò disse:
-Mia madre è entusiasta! E’ felicissima! Non vede l’ora di conoscerti! Quanto a mio padre… beh, vorrebbe la sua “piccolina” tutta per sé… -
-Ma stasera puoi restare?- chiese Liam
-Sì, la mamma ha convinto il babbo!-
-Che grande donna!- esclamò lui. Poi fece un passo veloce e baciò Mary sulla guancia.
-Ehilà? Ci siamo anche noi…- disse Irene indicando se stessa ed Harry.
-Già… che succede stasera?- chiese Harry.
-Noi ragazze dormiamo da voi e mia madre cucina per tutti.- dissi
-Ma io non so se i miei mi lasciano venire…-
-Mia madre ha già telefonato alla tua e l’ha convinta.-
-Vai così!- si entusiasmò Harry.
-Andiamo ad organizzare i letti?- domandò Zayn.
-Sì… mi fa l’idea che dovremo rivoluzionare un po’ le stanze…- disse Lou.
- Ok, andiamo…- disse Niall.
- Mamma?-
-Dimmi!-
-Noi andiamo di là a sistemare i letti-.
-Ok… Prendete anche i due materassi di camera tua.-
Allora andammo  prendere i due materassi e li portammo nell’altro appartamento.
-Innanzitutto dobbiamo stabilire una cosa: chi dorme con chi?- chiese Zayn.
Tutti lo guardarono storto.
-Ma è ovvio! Io con Harry, tu con Claudia, Liam con Irene e Niall con Mary- disse Louis con un tono stupido.
-Ah ah ah…- disse Zayn stizzito.
 
 
Alla fine, la disposizione dei letti era:
-Un letto matrimoniale in una camera, in cui avrebbero dormito Liam e Mary;
- Un letto matrimoniale e due materassini in una stanza in cui avremmo dormito io, Niall, Irene ed Harry;
- Un letto singolo ed il divano in salotto per Lou e Zayn.
 
 
Tornammo nel mio appartamento. Si era fatta quasi ora di cena; infatti dopo poco mia madre chiamò a tavola. Il menù comprendeva una pasta al ragù e, per secondo, arista con limone.
Alla prima forchettata di pasta, Niall iniziò ad elogiare mia madre.
-Oh, che buona! Che cuoca!- ed io ovviamente traducevo.
-Ecco, Giulia, devi sapere che una delle passioni di Niall è il cibo…- disse Mary.
-Oh, bene, io adoro cucinare! Credo che andremo d’accordo, io e te! –
 
 
Trascorremmo una cena tranquilla, ed, almeno per Niall, fulminea.
Prendemmo le nostre cose e ci recammo nell’altro appartamento. Sistemammo le varie coperte e ci mettemmo il pigiama.
 
 
MARY’S  POV
 
Avevano deciso di lavarsi dopo, ma io insistetti per lavarmi i denti subito.
Mentre me li lavavo, Liam comparve sulla porta del bagno.
-Io non capisco perché tu abbia deciso così…- Allora io sputai –con tutta la delicatezza possibile davanti a lui- e dissi:
-Preferisco così… e poi, abbiamo appena cenato…-
Iniziai a sciacquarmi la bocca.
-Sì, ma anche noi…- continuò lui.
Mi asciugai la bocca, gli presi il colletto del pigiama e lo tirai verso di me. Lo baciai, ma mi interruppi subito per dirgli:
-Adesso ti è più chiaro?-
-Mmm… No, credo che dovrai schiarirmi un altro po’…- tirò un calcio alla porta per chiuderla. Mi sfuggì una risatina.
Poco dopo sentimmo chiamare.
- Hey? Ragazzi? Ci siete? Stiamo aspettando voi…- era Claudia. Aprì la porta del bagno, e vedendoci, strillo, in risposta ad Harry:
-Hanno detto che arrivano!- e richiuse la porta.

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Capitolo 17
*** If I look inside your brain ***


-Allora, cosa facciamo tutta la sera?- chiese Louis.
- Potremmo fare il gioco della bottiglia!- rispose Zayn.
Venne inchiodato da sei occhiatacce, mentre Lou se la rideva.
- Magari no… Obbligo o verità?- propose Zayn, evitando di guardarci negli occhi.
Le occhiatacce si trasformarono in un mormorio di approvazione.
-Buona idea..- disse Liam.
-Ok… Chi comincia?- domandò Harry.
-Io! Claudia, obbligo o verità?- chiese Mary.
-Uhm… verità…- risposi, pensando ai possibili sgradevoli obblighi.
-Cosa intendevi quando, a Londra, dicesti a Liam “stai zitto che poi mi ringrazierai”, quando ci mandasti brutalmente a buttare la spazzatura?-
-Ancora non l’hai capito? Io e Lou ci eravamo coalizzati per dare una mano a Liam, che non sapeva come parlarti… -
-La prossima volta organizzatevi meglio… Anche dei buchi nel giornale sarebbero meglio di nasi schiacciati alla finestra…- io e Lou ci guardammo e arrossimmo.
-Ok, ora tocca a me! – esclamò Irene – Niall, obbligo o verità?-.
-Verità- rispose lui.
- Come è che è andata realmente tra te e Cla? Nessuno lo sa!-
-Allora… Ehm...Quando eravate in albergo, le ho mandato un messaggio dandole appuntamento in Trafalgar Square. Quando è arrivata, l’ho portata in un posto… -
-Dove?- chiese Harry.
- In un parco… Le ho parlato e… Ci siamo baciati…-.  Diretto al sodo. Magari non voleva raccontare tutta la storia…
-Così, di punto in bianco?- …ma fu costretto da Irene.
-Ehm,… No, in realtà no… Avevamo già iniziato il discorso il giorno in cui lei si è slogata la caviglia… Ma voi stessi ci avete interrotto… Esatto Zayn, i conigli erano solo un discorso improvvisato…-
-Io avevo già capito tutto dal principio…- disse Louis, con aria altezzosa.
-Sì,sì, come vuoi tu…Adesso tocca a me! Zayn, obbligo o verità?- chiese Niall.
-Voglio provare l’obbligo-
-Ok.. fatti dare lo smalto da Claudia.- Zayn sgranò gli occhi, terrorizzato.
-La prossima volta scelgo verità…- bofonchiò.
-Zaynuccio… qual è il tuo colore preferito?- la cattiveria si stava impossessando di me.
-Il blu…-
-E che blu sia!- andai nel mio appartamento, presi uno smalto blu acceso, e tornai da loro, sventolando sotto al naso di Zayn la boccetta.
-Mentre davo lo smalto, il gioco continuava. Volli fare una domanda:
-Lou?-
-Sì?- rispose incerto.
- La domanda non cambia, è sempre la stessa.-
-Verità-
-Da quanto avete deciso di venire qua?-
-Vi mentiamo più o meno da due settimane… e voi non vi siete mai accorte di nulla!- disse ridacchiando fra sé.
-Sono curiosa di sapere a chi è venuto in mente…- disse Mary.
-Beh, in  realtà avevamo già deciso che alla prima vacanza saremmo venuti in Italia, però devo dire che il più eccitato era Niall, che non faceva altro che urlare saltellando che avrebbe rivisto la Cla-. A queste ultime parole di Liam, Niall divenne di un rosso acceso. Io iniziai a ridere.
-Che dolce!- dissi abbracciandolo. Avevo finto di mettere lo smalto a Zayn. –Come sto?- disse mostrandoci le unghie.
-Niall, potrei tradirti per uno con lo smalto blu…- dissi ironica.
-Lo dai anche a me?- fece lui. Scoppiamo tutti a ridere.
-Sì,sì… Mary, obbligo o verità?-
-Verità-
-Ci pensavate così prima di conoscerci?- chiese subito Harry, come se quella domanda lo opprimesse già da tempo.
-Per alcuni versi sì… Ma poi, per esempio, non ci immaginavamo Zayn così dispettoso e Harry così romantico… Insomma, come si a sapere il carattere di una persona che vedi solo attraverso uno schermo?- disse Mary.
-Irene, obbligo o verità?- chiese Zayn.
-Verità-. Ormai eravamo tutti decisi ad evitare l’obbligo.
-Londra vi piace veramente ed è solo per noi?-
-Beh, voi avete una bella influenza su di noi, ma se abitaste in un’altra città, ci piacerebbe lo stesso- rispose Irene.
-Harry caro… Obbligo o verità?- domandò Louis.
-Verità-.
-Verità, ricordalo… Dimmi i difetti della tua ragazza.- -Vabbè, dai…ti è capitata facile…- fece lei.
-Cosa dici? Comunque… è testarda, nel senso che se vuole qualcosa la ottiene, e in questo è un po’ insistente… e si definisce impicciona. E non le piace darla vinta alla gente. Ultimo: ha troppi pochi difetti-. Irene lo guardò in cagnesco e Harry, per risposta, fece gli occhi dolci.
-Ok, Claudia… Obbligo o verità?- chiese.
Si vedeva chiaramente che entrambe le opzioni erano un vicolo cieco. Imbarazzo assicurato. -Verità… strano…-
-Quando vi abbiamo portate a casa nostra, senza neanche conoscervi, avete pensato che vi avremmo stuprate?-
-Beh, avevamo i pensieri un  po’ offuscati, quindi non lo so… Ma credo che se ci fosse venuto in mente non avremmo neanche provato ad andarcene…-. Un po’ tutti si misero a ridere.

 
 

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Capitolo 18
*** You're impossible to resist ***


Ci avviammo verso le stanze: in fondo il giorno dopo c’era scuola.
Lou che andava verso il salotto, disse:
-Mi raccomando: dormite… che domani c’è scuola…- doppio avvertimento…Nonostante fosse la prima notte che dormivamo insieme, credo che nessuno avesse quell’intenzione.
Quando entrai nella stanza, Niall era già sdraiato. Era a pancia sopra, con le mani sotto la testa e un ginocchio piegato; guardava il soffitto pensieroso. Montai sul letto e mi rannicchiai vicinissima a lui, con la testa sul suo petto. Con un braccio mi cinse le spalle, mentre con l’altra mano e iniziò ad accarezzarmi i capelli.
- A cosa pensi?- gli chiesi.
- Penso a come ci siamo incontrati, per puro caso, per strada; a tutte le interviste nelle quali ho detto che la ragazza giusta poteva essere tra le fan; del modo un po’ brusco in cui ci siamo dichiarati, con quel tuo “Cazzo Niall, sì ti amo”…- feci una risatina soffusa.
- Sono stata un po’ indelicata quel giorno…-
- Ma c’è tempo per rimediare…- disse baciandomi sulla testa. Io inchinai piano il collo, per spostare le sue labbra dalla testa alla bocca.
- Tanto tempo…- sussurai.
Mi strinse più forte, e io feci altrettanto. Avevo la faccia schiacciata sui suoi pettorali. Inspirai a pieni polmoni il suo inebriante profumo e un brivido mi percorse la schiena.
- Claudia?-
- Sì?-
- Ti amo.-
- Anch’io.-
 
 
HARRY’S POV
 
Io ed irene eravamo abbracciati, avvolti da un plaid di lana. Io le baciavo i capelli e disegnavo linee  sulla sua schiena con un dito. Lei giocava dolcemente con un ricciolo che mi scendeva sulla fronte.
A un certo punto si scostò bruscamente e si tolse il pigiama, rimanendo in intimo.
- Scusa ma altrimenti sotto le coperte mi prende caldo.-
- Scusa? Sei molto sexy così…- e lei si scusava? Con me?
- Tu lo sei anche col pigiama addosso…-
La baciai, poi dissi:
- Tu lo saresti anche ricoperta di vestiti…- rise.
Aveva un sorriso straordinario. Ecco: quando rideva era sexy.
 
 
MARY’S POV
 
Eravamo a letto già da un po’ quando Liam si avvicinò ed iniziò a baciarmi sul collo. Io lo assecondai finché non mi mise una mano nella maglietta, facendola scorrere lungo la schiena ed iniziando a giocherellare con il gancino del reggiseno. A quel punto mi allontanai di scatto, e nei suoi occhi si dipinse un punto interrogativo.
- Liam, cosa ha detto Lou? ‘Dormite, che domani c’è scuola’- dissi, cercando di imitarne il tono.
Giunse un urlo dal corridoio:
- Guarda che ti ho sentita!- era Lou.
- E poi si sente tutto anche con le porte chiuse…- continuai io.
Lui fece una faccia da bambino offeso e si girò dall’altra parte.
Allora io lo abbracciai da dietro e gli sussurrai all’orecchio:
- Dai, un’altra volta…-
Lui si girò e mi baciò.
- D’accordo- rispose- ma possiamo dormire abbracciati?-
- Certo- lo abbracciai nuovamente e ci addormentammo così.
 
 
CLAUDIA’S POV
 
Erano le tre di notte? Oppure le sette di mattina? Era un crudele scherzo o una dolce sveglia? I ragazzi erano lì, che cantavano una canzoncina stupida che diceva qualcosa a proposito di un gallo, una sveglia e la scuola… Socchiusi gli occhi quanto bastava per rendermi conto che era mattina.
Afferrai il cuscino e lo lanciai verso i ragazzi, urlando qualcosa tipo “Zitti! Sto dormendo!”. Sentii la voce di Irene e quella di Mary sveglie da poco. Il casino indesiderato si interruppe e sospirai di sollievo. Poi sentii dei passi venire verso di me. E sentii il calore delle labbra di Niall sulle mie. Costrinsi il mio cervello a reagire, e misi una mano tra i suoi capelli. Poco dopo mi staccai e dissi:
- Che ore sono?-
- Le sette e mezzo-
- Cosa?! Sono in ritardo!- mi alzai di scatto e vidi l’orologio. Erano ancora le sette. Beh, almeno erano riusciti a svegliarmi. Irene si stava alzando in quel momento, e quando Louis la vide fischiò, e lei si coprì con il plaid.
Harry lo guardò male.
- Che c’è? Intendevo dire che te la sei scelta bene, ecco…- rispose.
A quanto pareva Irene non aveva perso l’abitudine di dormire solo in intimo.
 
 
 
 
 
 
 
 #MYSPACE
Questo è il perverso risultato di una notte passata con 'Irene' a cercare idee per l'ff...
Un commento comunque non sarebbe male, eh...

 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Capitolo 19
*** 'Cause I'm dying just to know your name ***


Arrivate davanti a scuola, iniziammo a chiacchierare con le altre compagne come se non fosse successo niente. Quando arrivò Giulia, una delle nostre migliori amiche, disse:
-Buongiorno! Dormito bene?-
-Benissimo…- rispondemmo all’unisono.
-Anch’io! Il cane dei vicini ha smesso di abbaiare!-
-Bene!- disse Mary.
Poi arrivò Barbara, la mia migliore amica.
- Heilà! Buon ultimo giorno di scuola!-
-Oh, già!- dissi io. Con quello che era successo avevo completamente rimosso questo grandioso evento.
Suonò la campanella; io e Barbara ci dirigemmo verso la nostra classe, Mary, Irene e Giulia verso la loro.
Trascorsi una giornata nella media, ero solo un po’ pensierosa. A ricreazione Barbara mi arrivò davanti sventolando una foto stampata.
-Non ti sembra che questa tizia con Harry somigli parecchio a Irene?-
Osservai la foto: era quella scattata di fronte al ristorante a Londra.
-Mah… A me non sembra…- mentii spudoratamente.
- Nell’articolo che ho letto su Internet dicevano che questa è la sua nuova ragazza… Diceva che anche Niall e Liam erano con delle ragazze… Mi dispiace Clouds, Niall è andato-
-Eh…me ne farò una ragione…-
Uscimmo nel corridoio ed iniziammo a chiacchierare con Mary, Irene e Giuls.
-La Clouds è depressa perché Niall è fidanzato…- fece Barbara.
Feci un sorrisino nervoso e Mary trattenne una risata.
-Mi dispiace Cla…- disse Irene –ma la vita continua!- disse ostentando serietà.
-Troverai qualcun altro!- disse Giulia.
Suonò la campanella. Credo che i nostri pensieri fossero sintonizzati sull’Alleluja…
Le ultime ore passarono velocemente.
Quando uscimmo, iniziammo a sentire gridolini acuti. Un secondo e ci guardammo con occhi sgranati. Giulia e Barbara ci afferrarono per i polsi e ci cominciarono a trascinare verso la fonte di tutto quel casino.
- Tranquille non c’è fretta…- cercai di rallentare l’impatto.
- Sì ma non so se vedi, c’è Louis Tomlinson su una panchina che saluta verso di noi!- a quanto pareva solo in quel momento realizzarono veramente chi si trovasse fuori nel cortile della scuola, perché la voce di Barbara si fece acuta e isterica.
Noi ci guardammo imbarazzate.
-Claudia? Tutta questa tranquillità è… strana… Dovete dirci qualcosa?- fece  Barbara.
-Ehm… Ecco… Hai presente la vacanza a Londra quest’estate? Li abbiamo incontrati…-
-E per quale astruso motivo non ce l’avete detto?- disse Giulia.
-Eh… segreto spaziale!- disse Mary. Giulia e Barbara la fulminarono con lo sguardo, probabilmente se non si fosse trattato di una notizia così  l’avrebbero presa a pugni.
 
 
LOUIS’ POV
 
Salii sulla panchina, un po’ per sfuggire alle studentesse impazzite, un po’ per cercare le uniche tre ragazze che volevamo che arrivassero. Le intravidi e iniziai a salutarle, e a far loro cenno di avvicinarsi. Quando finalmente arrivarono, con uno spintone qua e là, erano con due amiche.
-Per quale losco motivo siete venuti a prenderci?- disse Irene anche se il suo sguardo lasciava trasparire tutta la felicità per quel gesto.
-Non dovevamo?- risposi stuzzicandola.
-Vediamo… vi ricordate che siete faamosi?-
-Va bene, Magari non abbiamo pensato al fattore “fan”…-
Vidi dietro di lei una matassa di riccioli in avvicinamento. Quando la abbracciò da dietro lei sobbalzò.
-Sciao bela!- azzardò in italiano.
-La prossima volta arriverò da davanti…- continuò lui.
In quel momento l’amica sulla sinistra disse qualcosa in italiano, e Claudia le rispose. Probabilmente le stava spiegando la situazione.
Entrambe le amiche erano carine, ma quella con cui parlava Cla era davvero figa. Mi presentai a entrambe.
-Ciao, io sono Louis!-
-Lo so…- dissero all’unisono.
-E voi siete?-
-Io sono Giulia-
-Ed io sono Barbara- disse quella più figa
-Mmm…Barbara…Troppo lungo… posso chiamarti Babs?-
-Tu puoi fare quello che ti pare…- risi a quella risposta.
-Sentite, andiamo? Non ne posso proprio più di questi urlini striduli…- disse Claudia.
Io feci un fischio e gridai:
-Dedicatevi anche alle vostre ragazze!-
Arrivarono così anche gli altri, salutarono cordialmente anche le altre due ragazze, ed io dissi:
-Loro sono Giulia e Babs… cioè, Barbara…-
-Ragazze, volete un passaggio?- disse Zayn.
-No, grazie, ho l’autobus… e sto per perderlo!- Barbara iniziò a correre verso la fermata e urlò:
-Ciao ragazzi!- poi salì sull’autobus in partenza.
-Tu Giulia?- chiese Zayn.
-Sì, molto volentieri!- rispose lei.
-Su, andiamo, guido io!- dissi.



#MYSPACE
Irene dice che se non scrivo il #myspace non sono presente nell'ff, ma io non ho voglia di scriverlo, quindi cià. *

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Capitolo 20
*** I know that you hate to hear this ***


LOUIS’ POV
 
Quel pomeriggio vietammo alle ragazze di entrare nel nostro appartamento. Stavamo organizzando la festa per il nostro compleanno, e volevamo stupirle.
Ci mettemmo tutto il pomeriggio per organizzarla, e riuscimmo persino a comprare gran parte del materiale.
 
 
IRENE’S POV
 
Io e Claudia passammo il pomeriggio costruendo un castello con le carte. Ad un certo punto suonò il campanello. Erano i ragazzi.
Zayn ci chiese:
-Sapete dov’è il supermercato?-
-Nella strada parallela a questa. Non è molto grande però…- disse la Cla.
-Non importa…- disse Lou. Poi riprese - Tua mamma è in casa?- chiese a Claudia.
-No, è a lavoro… Non tornerà prima delle sette…- rispose.
-Ah, d’accordo…- e se ne andarono.
Più o meno una mezz’oretta dopo si sentì un’altra volta il campanello:
-Siamo la Ceci, la Virgi e la Angi- sentimmo al citofono.
Chissà per quale motivo si trovavano lì quel momento. Io e Cla ci scambiammo un’occhiata di intesa e mezzo secondo dopo eccole spuntare sulla porta, con gli sguardi oltre le nostre spalle.
-Ciao ragazze! Siamo venute a trovarvi!- cominciò Virginia.
-Ciao… Venite pure…-
Le conducemmo in camera, e ci accorgemmo che si guardavano molto intorno. Per fortuna Angela arrivò subito al punto:
-Non ci sono i ragazzi?- aspettavamo questa domanda.
-No, sono usciti- la luce nei loro occhi si spense.
-E…Domani avete intenzione di organizzare qualcosa per Louis?-
-Sì- dissi io, mentre sentii la Cla rispondere di no.
Tutte ci guardammo con aria interrogativa.
-Intendo dire che noi non stiamo organizzando niente, perché stanno pensando a tutti i ragazzi… Tra l’altro è per questo che sono fuori…- riprese Claudia.
Chiacchierammo ancora un po’ e loro riuscirono a estorcerci un invito alla festa. Indagarono anche parecchio sui nostri rapporti con loro, e ottennero le notizie che desideravano: non solo li conoscevamo, ma io stavo con Harry, Claudia con Niall, Mary con Liam.
Per fortuna se ne andarono, anche se dopo averci fatto promettere che le avremmo informate sulla festa.
Anche il giorno dopo fu passato fra i preparativi.
 
 
LOUIS’ POV
 
La mattina dopo sentimmo suonare il campanello.
-Harry? Vai tu ad aprire la porta? Probabilmente la mamma di Claudia che porta la torta che le abbiamo chiesto ieri!- strillai dal salotto.
La sera precedente le avevamo chiesto di fare la torta per il mio compleanno. Ci spiegammo con un disegnino, perché senza traduttore non capiva niente di quel che dicevamo.
Sentii il cigolare della porta, poi sentii un urletto. Merda. Era in mutande. Ci avevo fatto talmente l’abitudine da non notarlo nemmeno. Mi precipitai alla porta e lo spinsi via, urlandogli contro. Poi mi rivolsi a Giulia, la ringraziai e chiusi la porta.
-Che ti è saltato in mente?!- urlai ad Harry.
-Che c’è? Mi hai detto tu di aprire la porta!-
-Ma non mezzo nudo!-
-E’ colpa mia se così mi sento più libero?-
_ Forse intendevi : “E’ colpa mia se sono uno svergognato pazzoide?-
-Pff** Scusa…-
-Vabbè ormai l’hai fatto… - dissi tornando ai preparativi.
Suonarono nuovamente il campanello. Harry corse alla porta, ma prima di aprire guardò allo spioncino. Con questo a accorgimento gli lasciai aprire la porta: non era così demente da andarsi a cercare figure di merda. Probabilmente era Irene. Infatti poco dopo la vidi entrare, senza scandalizzarsi. Disse una cosa che non riuscii a interpretare: “Anche tu sei sexy in intimo”.
Poi sentii dietro uno strillo:
-Oh mio… dai cazzo Harry, copriti un po’!-
Quando vidi Irene venirmi incontro la bloccai:
-No, no, no… qui non si entra. Deve essere una sorpresa!-
-Ok… scusa… comunque siamo qui per dirvi che stasera ci saranno anche delle nostre compagne di classe…
-Ah, d’accordo… già che ci siete, invitate anche l’amica fig… ehm… cioè invitate anche la Babs e Giulia…-
Claudia e Irene si scambiarono un’occhiata, e io sentii il calore avvampare sulle guance.



#MYSPACE
lalalala non ho voglia di scrivere il myspace, qiundi ciao.


 

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Capitolo 21
*** Thank you for showing me Who you are underneath ***


Accompagnammo a casa Giulia, poi Mary.
Quando arrivammo di fronte a casa sua disse:
-Liam basta: ti devo presentare i miei.-
-Ah ok… Ah ok… va bene…- Mary lo prese per mano e lo trascinò fuori dall’auto.
-Ti aspettiamo qui Liam!- gridò Niall.
 
 
LIAM’S POV
 
Mi portò su per la scala, fino a una porta in fondo al pianerottolo. Probabilmente aveva suonato il campanello senza che io me ne accorgessi, perché sulla porta c’era una donna che intuii essere la mamma di Mary.
Mi accorsi di non essere aspettato dalla sua faccia quando mi vide: sgranò gli occhi e cominciò a battere le mani euforicamente e disse:
-Liam caro! Che bello poterti conoscere! Che ne dici di rimanere a pranzo?-
Mi prese in contro piede:
-Boh… d’accordo! Però devo dirlo agli altri che sono giù che mi aspettano-
Feci per scendere le scale. Ma lei mi afferrò per un braccio ed esclamò:
-Fermo tu! Lascia che sia Mary ad avvertirli!-
Lo sguardo di Mary mi fece intendere un “Stai attento che è pericolosa” e si precipitò giù per le scale.
Sua madre mi tirò dentro casa e chiuse la porta.
-Prego accomodati!- disse battendo la mano sul posto libero accanto a sé sul divano.
Mi avvicinai lentamente. Cominciai a essere spaventato da quella donna.
-Allora, parlami un po’ di te… Com’è vivere in Inghilterra?- Uhm… apparentemente tranquilla…
-Beh, lì non è sempre bello come qui, ti devi sempre portare l’ombrello e …-
Mi interruppe bruscamente:
-Ma lo sai che sei più carino dal vivo?-
-Graz…-
-Ma tu e Mary com’è che vi siete incontrati?-
-Beh, ecco… siccome erano sotto la pioggia e sotto shock le abbiamo ospitate nella nostra casa e così ci siamo potuti conoscere meglio.-
-E dove dormivano?-
-Nel divano-letto…- dissi capendo dove volesse arrivare.
-Ah…- disse po’ delusa. Ma si riaccese subito: -E stanotte dove ha dormito?-
-Ehm…- sinceramente non avevo intenzione di dirglielo ma alla fine dovetti cedere- abbiamo dormito insieme-
-E avete dormito?-
In quel momento si sentì suonare il campanello. E sospirai di sollievo.
Quell’essere programmato per fare domande imbarazzanti andò ad aprire.
Appena Mary incrociò il mio sguardo capì che mi ero trovato faccia a faccia con il pericolo che mi aveva segnalato.
Per sviare il discorso del quale aveva intuito l’argomento esclamò:
-Che c’è per pranzo?-
-Ho preparato pasta alla carbonara e roast-beef. Sarà meglio che vi mettiate a tavola, perché è pronto.-
Forse perché c’era Mary, forse perché era impegnata a mangiare, per il resto del pranzo non fece domande così imbarazzanti
Proprio quando stavo andando via, dopo aver imparato il tragitto, attentamente spiegato da Mary e da Silvia (sua madre), sentimmo la chiave che girava nella serratura.
-Massimo! Sei arrivato giusto in tempo per conoscere il tuo futuro genero! - Rieccola all’attacco.
L’uomo sulla porta borbottò, abbastanza forte per sentirlo:
-Mi sembra un po’ presto per usare quel termine…-
Ma nonostante questo mi strinse la mano. Il colloquio non durò molto e presto andai via.

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Capitolo 22
*** Girl the music sounds so good when you're moving ***


Ci avevano detto di arrivare alle nove. E noi alle nove precise ci facemmo trovare di fronte alla porta. Quando vidi una luce verde scorrere sulla faccia di Louis, capii che avevano allestito una discoteca nell’appartamento. Non avevamo dei vestiti molto elaborati, anche per mettere a disagio le altre tre che sarebbero arrivate tutte agghindate.
Ma che tre! Almeno quindici, ognuna aveva portato almeno quattro amiche senza preavviso. I ragazzi non si fecero ne in qua ne in là, soprattutto i due “disoccupati” le accolsero entusiasti.
Per ultime arrivarono la Babs e la Giuls. Avevano optato per vestiti sobri, come avevamo suggerito loro.
Suonò un’altra volta il campanello non aspettavamo nessuno…
Alla fine scoprimmo che il fratello di una delle ragazze che , sentendo le telefonate della sorella, aveva avuto la magnifica idea di presentarsi con i suoi amici, sapendo che lì ci sarebbero state un sacco di ragazze.
Alla fine eravamo una quarantina di ragazzi.
Dopo un paio d’ore quell’appartamento era diventato tutto uno “struscio-struscio” e i ragazzi erano praticamente tutti ubriachi.
Sentii persino Louis che volendo prendere una cosa in camera fu costretto a ritornare indietro a mani vuote perché la stanza era stata “sfruttata a pieno” da degli sconosciuti.
Irene ballò tutta la sera con Harry, che sviava rapido i tentativi delle ragazze. Harry era tutto un occhi dolci, gesti carini, carezze e baci. Io stavo appoggiata al muro, e ogni tanto scambiavo qualche parola con dei conoscenti.
Ad un certo punto la musica cambiò da “tunz-tunz” a un lento. Harry e Irene si avvicinarono, e lei appoggiò la testa sulla spalla di lui, che prese ad accarezzarle i capelli. Anche Liam e Mary stavano ballando; lui ogni tanto diceva qualcosa, e lei sorrideva, proprio come la prima volta che li avevamo lasciati da soli. Ad un certo punto la visuale mi venne ostruita da un ciuffobiondo.
-Beh, e tu non balli?- si sentiva che era un po’ deluso.
-In verità mi vergogno…-
-Avresti l’onore di questo ballo?-
Uhmmm… io e Niall che balliamo un lento?
-Ok, facciamo che vengo solo se mettono i Green Day, Linkin Park, Muse, e via dicendo; non ci vedo proprio che balliamo il lento…-
Sparì fra la folla per tornare poco dopo proprio quando partiva “Holiday” dei Green Day.
Credevo che non ci potesse essere un inizio tanto fogante. Ora sì che cominciava la serata.
 
 
MARY’S POV
 
Ero tutta intenta a guardare sbigottita la Cla che si era improvvisamente materializzata fra noi quando un’altra scena catturò la mia attenzione: alle spalle di Claudia, Zayn stava baciando la Giuls. Ma fra tutte quelle luci non era facile capire come stavano realmente le cose e quindi avrei chiesto spiegazioni l’indomani.
Louis invece se la spassava alla grande, era circondato da non so quante ragazze… Cercai con gli occhi la Baba, e la trovai in un angolino che parlava con una tizia. Sapevo bene quanto le piacesse Lou, e sapevo anche che per timidezza non si sarebbe fatta avanti.
 
 
CLAUDIA’S POV
 
Alla fine la festa procedette bene e tutti gli “invitati” tornarono a casuccia loro. Io, Mary e Irene ci offrimmo per aiutare a rimettere a posto. Tutti si crollava dal sonno. Harry e Irene ad un certo punto andarono a sdraiarsi su un letto e si addormentarono così com’erano, tutti vestiti. E una volta finito di ripulire, anche io e Niall ci sedemmo sul divano esausti. Lui si sdraiò sulle mie ginocchia, e disse:
-Buon Natale…-
-Buon Natale anche a te…- non feci in tempo a rispondergli che dormiva già. Guardai l’orologio: era tardissimo. Allora mi lasciai andare, e dopo poco mi addormentai anch’io.
 
 
ZAYN’S POV
 
Maledissi più volte quelle stupide birre. Mi ritrovai piegato sul water a vomitare, con Louis e Liam che facevano da “assistenti”.
Quando finii dissi:
-Stupido alcol…- ero già un po’ più lucido.
-Zayn, ti sei reso conto di avere baciato Giulia?- disse Mary, che era comparsa sulla porta.
-Ehm… no, in realtà no…- risposi. Davvero avevo fatto una cosa del genere? Dovevo assolutamente scusarmi con lei… La mattina dopo.
 
 
CLAUDIA’S POV
 
Zayn, Louis e Niall avrebbero pranzato con me. Harry era invitato al pranzo di Natale di Irene, mentre Liam era stato invitato da Silvia.
Volevo vedere la reazione dei miei parenti… specialmente di mia cugina Camilla. Mi aveva sempre fatto una testa tanta sui fidanzati, su quanto fosse bello avere un ragazzo e sul fatto che non avrei mai nemmeno incontrato Niall. Ed io ero sempre a ripeterle che per il momento stavo bene anche da sola senza tante complicazioni di cuore.
E la nonna? Come avrebbe reagito? Lei che tutte le volte che ci incontravamo mi diceva: “Come, così bellina avrai la fila dietro! Come fai a non esserti trovata un fidanzatino?”
E il nonno che una volta vedendo Niall in un poster mi chiese se fosse il mio “compagniuccio”.
Fortunatamente sapevo di avere una famiglia espansiva e ospitale. Speravo solo che non lo fosse troppo…
Il pranzo era alle una, ma noi quattro alle undici e mezza eravamo già nel mio appartamento.
 
 
ZAYN’S POV
 
Dove minchia è il mio cellulare? Devo assolutamente scusarmi con Giulia…. Oh, eccolo! Allora… G… Giulia… Scrivi messaggio… E che le scrivo? “MI dispiace di averti baciata ero ubriaco?” Mah… e se la chiamassi? No troppo diretto… ok, optiamo per un “Ciao Giulia, sono Zayn. Mary mi ha detto che ieri sera ti ho baciata, mentre ero ubriaco. Mi dispiace, non volevo…” Invia.
 
 
GIULIA’S POV
 
Quella mattina nella mia testa non facevano che balenare le immagini della serata precedente.
Incredibilmente Zayn si era messo a parlare proprio con me, fra tutte le ragazze che c’erano. Eravamo tutti e due un po’ brilli, ma a quanto pareva ancora coscienti delle nostre azioni. Chiaccheravamo di cose stupide, come fanno gli ubriachi. Inaspettatamente mi aveva invitata a ballare. Io avevo annuito come una cretina. E dopo poco eccoci in pista dove era tutto uno struscia-struscia e a cui ci aggregammo. A un certo punto gli avevo rovesciato sul petto la birra che avevo in mano. Allora chinai la testa per pulire dove avevo bagnato, biascicando delle scuse. Allora lui mi aveva preso il mento, sollevandomi la testa. Mi guardò con un sorriso ebete e perverso stampato in faccia e mi baciò. Tra la felicità e la sorpresa di quel gesto –e la poca lucidità dovuta all’alcool- mi accorsi dopo un po’ che Zayn aveva iniziato a toccarmi. Capii immediatamente le sue intenzioni e mi allontanai. Ma lui non ci fece praticamente caso, perché dieci secondi dopo era di nuovo occupato con un’altra, che lo avrebbe sicuramente accontentato. Fui distolta dai miei pensieri da un messaggio; era Zayn, che diceva che Mary lo aveva visto baciarmi e che si scusava.
Cosa? Per il bacio? Non per avermi toccata? La parte che mi era piaciuta e che mi aveva resa felice era quella che dispiaceva a lui. Meraviglioso!
Sentii di avere gli occhi lucidi e dopo poco eccomi tra i singhiozzi, sommersa dalle lacrime. Avrei dovuto saperlo, ero stata ingenua. Era ubriaco e tutto sembrava troppo bello per essere vero.
Ma ecco che un barlume si accese fra i  miei pensieri: gli ubriachi di solito dicono esattamente ciò che pensano, no? Non è la stessa cosa per i gesti* che compiono?
Cercai di ricacciare indietro queste speranze inutili e poi, cazzo, mi aveva toccata!
Era logico che in realtà non volesse il mio amore ma solo il mio corpo.
Ma nonostante tutto questo continuavo a starci male.
 
 
 
 
 
#MYSPACE
Anche stavolta niente #myspace
*intende il bacio, eh ;)

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Capitolo 23
*** Baby let me find out your secrets ***


LIAM’S POV
 
Mi sistemai i capelli prima di suonare il campanello. Quando lo feci rispose Silvia, dicendo qualcosa in italiano che suonava tipo: “Chi è?”. Timidamente accennai un “Liam”. Sentii la vibrazione del portone che si apriva; entrai e salii le scale. Come al solito Silvia aveva un sorrisetto inquietante stampato in faccia. Le sorrisi esitante. Chissà cosa si era inventata stavolta.
Cercai di passare oltre e la salutai cordialmente.
Ora arrivava la parte più difficile: presentarsi a tutta la famiglia. Speravo non fosse troppo numerosa.
Il pranzo andò bene, tranne che per un esploit di Silvia.
-Via ragazzi… fate vedere a tutti come vi volete bene…-
Titubanti, io e Mary, ci abbracciammo.
-Via no, un bacino almeno-
Mi avvicinai lentamente a Mary e le stampai un bacio sulla guancia. Avevo capito che entrambi non avevamo intenzione di mostrare a tutti come limonavamo. Come sei fine Liam.
-Dai lo sapete cosa intendo.-
Qui intervenne la cugina di Mary, Francesca:
-Andiamo zia, lasciali in pace!- istantaneamente decisi che lei era il secondo membro della famiglia che preferivo.
Mary rimase molto contenta dei biglietti per un concerto dei Coldplay che le avevo regalato. Ci saremmo andati a Settembre, avevo dovuto infatti prenotarli praticamente un anno prima. Il suo regalo era invece mille volte più prezioso del mio: una maglietta con stampati due cuori. Sotto il più piccolo c’era scritto “normal people” e sotto quello enorme (perché lo era veramente), era stampato “Liam Payne”. *
Reagii dieci secondi più tardi. Guardai Mary e diedi a Silvia quello che voleva. Non resistetti.
 
 
CLAUDIA’S POV
 
Iniziarono ad arrivare parenti, già informati di me e Niall; mia madre aveva agito prontamente.
Quando entrarono i miei nonni  – i primi ad arrivare- , i tre ragazzi rimasero impalati sulla porta. Zayn, a causa dell’albero di Natale, era un po’ più avanti degli altri.
Non appena entrata, mia nonna gli prese la guancia a pizzicotto, dicendo:
-Ma che bel ragazzino che ti sei trovata!-
Zayn un’aria preoccupata, e mi lanciò un’ occhiata interrogativa.
-Nonna, non è lui, è quello biondo!- intervenni. Lei mi guardò perplessa, poi, senza fare tanti discorsi, si diresse verso Niall, sul quale iniziò lo stesso trattamento. Lui voleva stringerle civilmente la mano, ma lei aveva deciso che era un saluto troppo distaccato, e lo costrinse ad abbracciarla.
Lou, che non aveva capito cosa stesse succedendo, mi mimò con le labbra un “Ho qualcosa che non va?”
Io sorrisi, e risposi con un “Te lo spiego dopo”.
Avevo capito che pensava di avere qualcosa di strano perché la sua guancia non era stata toccata dalle dita stritolatrici della nonna.
 
 
 
Per l’indomani avevamo in programma una visita per Firenze. Ovviamente invitammo anche la Baba e la Giuls; quest’ultima si fece pregare un po’ prima di accettare.
Fu piuttosto figo perché i ragazzi ci convinsero a prendere quegli apparecchi elettrici che noi comunemente chiamiamo “monopattini”. In realtà è una piattaforma per i piedi che fa da sostegno con due ruote e un manubrio. E con questi ti muovi liberamente per i monumenti della città.
Molto spesso ci fermavamo per aspettare che i ragazzi firmassero gli autografi. Per fortuna quegli aggeggi poi erano abbastanza veloci per scappare qualche volta dalle cosidette “fan pericolose” (bimbe urlanti dotate di gambe a propulsione). Il mio sguardo si fece malizioso quando si soffermò su Lou e Barbara che chiacchieravano allegramente. Credevo che Zayn e Giulia si fossero conosciuti più approfonditamente due sere prima, ma a quanto pareva si erano indifferenti.
 
 
 
 
La sera seguente avevamo deciso che saremmo andati in discoteca. Eravamo tutti in ghingheri. Avevamo convinto anche Giulia e Barbara a venire con noi. Babs e Louis attaccarono a chiacchierare dall’inizio della serata, fino a quando persile loro tracce nel locale affollato.
C’era talmente tanta gente che non so come Giulia riuscì a trovare Jacopo, un suo compagno delle medie con cui iniziò a ballare.
Ormai avevo smarrito tutti, tranne Niall, perché mi aveva presa per mano all’entrata, e non la aveva lasciata. “Così non ti perdo di vista” aveva detto. La mammina paranoica che risiedeva nel mio ragazzo si era attivata, e, nonostante gli attacchi costanti di ragazze vogliose di parlare con lui, non allentò la presa. Ad un certo punto però fui io a dover diventare apprensiva: le fan lo stavano inondando, e le loro intenzioni non erano certo di parlare e basta con lui. Fortunatamente non aveva ancora lasciato libertà alla mia mano, quindi riuscii a tirarlo verso di me alla prima troietta che si avvicinò più del dovuto.
 
 
LOUIS’ POV
 
Quando Babs interruppe la n nostra chiacchierata per una capatina in bagno, sgranai gli occhi.
Almeno nelle discoteche inglesi, il bagno non era un posto proprio “tranquillo”.
-Sei sicura?-
-Sì…- rispose perplessa. A quanto pareva era più temeraria di quanto pensassi.
Allora mi guardai intorno e, schivando qualche fan, mi diressi verso Zayn, che guardava pensieroso un punto indefinibile della pista da ballo.
Mentre mi avvicinavo mi resi conto che stava puntando Giulia che ballava con un tizio.
-Hey Zayn!- iniziai.
-Lou…- rispose distratto.
-Vedo  che ti stai interessando particolarmente a Giulia che balla…-
-Uhm… sì…- rispose scocciato –Balla con quel tizio da tutta la sera. Credo sia un suo vecchio compagno.- calò il silenzio tra di noi.
-Geloso?- lo stuzzicai. Era evidente.
Lo vidi riflettere, poi rispose:
-Sì…-
A quel punto ritornò Babs che mi distolse dalla conversazione.
 
CLAUDIA’S POV
 
Ed ecco il prof. Di fisica che aveva inventato una macchina non inquinante che volava liberamente nel cielo.
Insieme ai miei compagni, a terra, strillavamo:
-Vai prof!-
Ad un certo punto sentii iniziare “what’s myage again” dei Blink 182. Mi sarei aspettata un unicorno, in un sogno così, o comunque qualcosa di meno normale della mia suoneria. In quattro e quattr’otto fui ricatapultata nel mondo reale, e mi resi conto che mi squillava il telefono.
-Pronto?- biascicai.
-Apri la porta-
-Eh?-
-Sono davanti alla porta di casa tua-
-Ma chi…-
-Sono Zayn, aprimi!-
Riattaccai, poi mi diressi verso l’ingresso, dove sbattei una ginocchiata contro la cassapanca. Con un solo occhio aperto, spalancai la porta e Zayn si infilò lesto nel mio appartamento.
-Cosa minchia vuoi da me alle quattro di notte?- scandii ogni parola.
-Io la amo!-
-Cosa?-
-La amo!-
-Chi?-
-Giulia!-
-Giulia?-
-Sì, Giulia!-
-E dovevi dirmelo nel bel mezzo della notte?-
-Certo! Ho realizzato di amarla, e adesso devo trovare il modo di rimediare!-
-Rimediare a che cosa di preciso?-
-All’errore che ho fatto!-
-Ma quale?!-
-Dopo averla baciata l’altra sera…-
-L’HAI BACIATA?!-
-Mentre eravamo ubriachi… poi la giorno dopo mi sono scusato e credo che lei ci sia rimasta male.-
-E com’è che hai cambiato improvvisamente opinione?-
-Grazie a Lou!-
-Cosa c’entra adesso Lou!- quella notte Zayn parlava particolarmente a scatti.
-Mi ha fatto notare che ero geloso.- ah. Adesso si spiegava tutto, ovvio insomma.
Zayn cercava di decifrare la mia espressione. Credo che al posto delle mie pupille trovò dei punti interrogativi, perché continuò:
-…Ok, riprendo a parlare normalmente: allora, eravamo entrambi ubriachi, e abbiamo iniziato a parlare. Poi ho perso la lucidità, e Mary, mi ha raccontato che mi ha visto baciarla. Allora per essere carino mi sono scusato con lei, ma poi ha iniziato a ignorarmi, ed ho capito che ci era rimasta male. Poi ieri notte, in discoteca, mi sono sorpreso ad osservarla mentre ballava con un suo vecchio amico. Poi Lou mi ha chiesto se ero geloso, e ho capito che lo ero-  per poco non mi addormentai durante il suo monologo; però avevo capito tutto ciò che mi aveva detto.
-In pratica ho passato tutto il giorno a pensare a lei e sono giunto alle conclusioni che…-
-Non dire che la ami un’altra volta perché credo di aver capito abbastanza bene.-
Attaccò con un altro monologo, interamente dedicato a lei.
I suoi capelli qui, i suoi occhi là, la sua pelle di qua, e via dicendo.
Io intanto mi ero messa sotto le coperte, e sonnecchiavo beatamente, cogliendo qualche parola qua e là.
-Devo fare colpo su di lei: dimmi tutto quello che le piace!-
-Adesso?-
-Subito!-
-Ehm… è nata l’11 luglio. Ricordatelo: le piace ricevere tanti auguri. Il suo colore preferito è di solito il verde, ma in realtà cambia a seconda del giorno. È fissata col numero 24… odia il suo naso, adora Londra, e poi… boh!-
-Dai, fai uno sforzo per il tuo Zaynuccio!- mi chiese implorante.
-Le piacciono le lingue, parla bene inglese e tedesco. Ama le vostre canzoni, anche se la sua preferita è Skinny love di Birdy. Le piace ridere pazzamente, soprattutto se per cose stupide.-
Riflettei un secondo.
-Le piacciono le uova e le gocciole zebrate, e detesta quando il cibo si mescola. Odia le persone false e chi le dice che è nazista solo perché è mezza tedesca.-
Ancora tre secondi.
-Credo di aver finito.-
Dopo pochissimo arrivò mia madre.
-No, dico, ne avete ancora per molto?-
Fui “costretta” (anche se in verità non mi dispiaceva affatto, volevo dormire) a buttare Zayn fuori.
 
 
 
 *l'abbiamo presa da internet
 na

 #MYSPACE
 
 Welà gente! Dopo taaaaaaanto tempo, finalmente siamo riuscite ad aggiornare. e se ci riuscisse nei prossimi giorni rifare questo miracolo, sarebbe meglio :) ma è  improbabile quanto lo è che @harrys_woop aggiorni entro domani :3 11 luglio è scitto in grassetto per giulia che dice che quaaaalcuuunooo non se lo ricorda mai.
bene, non dovevo dire niente di particolare, alla prossima.

 
 
 

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Capitolo 24
*** I've never had the words to say but now I'm asking you to stay ***


Per la seconda volta in un giorno, venni svegliata bruscamente. Il campanello suonato venti volte al secondo è peggio del cellulare che squilla in piena notte. Mi alzai dal letto, spalancai la porta; erano tutti e cinque i ragazzi, con Irene ancora attaccata al tasto bianco del campanello. Se la ridevano, e Harry e Louis si battevano il cinque, compiaciuti. Quando Niall si piazzò di spalle di fronte a me, capii che ridevano perché ero andata ad aprire esattamente come ero a letto. Ed io durante la notte, senza accorgermene, mi tolgo i pantaloni del pigiama. Arrossii, e scappai in camera mia a mettermi qualcosa. Poi entrai in cucina, dove gli altri si erano accomodati. Guardai l’orologio: era mezzogiorno. Indicandolo dissi, rivolta a Zayn:
-E’ colpa tua se ho dormito così tanto!- accennò un sorrisino, poi sgranò gli occhi. Tutti lo guardavano perplessi. Allora provai a spiegare:
-Sì, insomma, perché stanotte Zayn è venuto da me e…-
-E cosa, scusa?- Niall si era fatto un’idea sbagliata. Male. Zayn mi guardava con un’espressione indecifrabile.
-Zayn, glielo dico?- Merda. Pessima scelta di parole. Niall prese fiato per iniziare a parlare, ma lo interruppi:
-No. Non è così. Punto e basta. Stavo solo chiedendo a Zayn se potevo dirvi ciò di cui mi ha parlato stanotte, perché è personale. Nient’altro. Ecco.- mi irritava che pensasse certe cose. Però era dolce che fosse geloso…
Niall si passò una mano prima sulla fronte, poi tra i capelli.
-Senti… Scusa, non avrei dovuto neanc…..-
-Lascia stare. Adesso, Zayn, ci pensi tu?-
-Ehm…no, fallo tu…- disse arrossendo.
-Ok. Allora, in pratica ieri notte lui si è reso conto di amare Giulia. Ed ha avuto la brillante intuizione che sarei stata felice di ascoltarlo alle 4 di notte.- un coro di “uuhh” e “woooh” si levò dai nostri amici, e lo sguardo di Zayn si puntò sui lacci delle sue scarpe.
-Finitela. Andiamo, significa soltanto che vi romperà le scatole finchè non la conquisterà.- Zayn mi rivolse un’occhiataccia.
-Adesso basta parlare di questo, piuttosto, spiegatemi che fine ha fatto la mia famiglia.-
-I tuoi sono usciti una mezz’oretta fa, chiedendoti di svegliarti… Tuo fratello non lo so…- risposse Lou.
-Lui è rimasto a dormire dalla sua ragazza ieri. Ok, abbiamo inquadrato la giornata. Ora che si fa?-
-Mentre tu dormivi beatamente, noi abbiamo programmato la giornata… Pattinaggio!- disse Harry.
-Buona idea. Così avete anche una scusa per coprirvi parecchio… Che bellezza un’uscita senza attacchi di fan!-
Effettivamente nessuna di noi ne poteva più.
I ragazzi c’erano abituati, ma non si poteva certo dire lo stesso di noi. E, in più, erano quasi tutte ragazze quelli che li fermavano per strada, e la gelosia iniziava a farsi sentire.
 
Alla pista di pattinaggio, ci impegnammo per insegnare a Zayn a pattinare, ma le sue cadute sul ghiaccio continuavano a essere clamorose, e non sembrava volersi impegnare. Quando venne il mio turno di insegnamento, tentai di spiegargli come muovere i piedi, ma lui non mi stava nemmeno a sentire.
-Ma vuoi imparare o no?-
-Eh?- mi si accese una lampadina.
-Stai pensando alla Giuls, vero?-
-Più che altro sto ragionando su come parlarle… ho già un piano!-
-Illustramelo-
-Andrò da lei stasera, dopo cena. Ho bisogno che tu mi dia il suo indirizzo e di sapere a che piano sta, e qual è la sua finestra.-
-Ho paura di ciò che combinerai…comunque ci passiamo davanti quando torniamo a casa, te lo faccio vedere dopo dove sta…-
Zayn si era illuminato: di sua spontanea volontà, tentò di fare una piroetta. Prevedibilmente, si schiantò al suolo, ma continuava a sorridere, con quell’espressione ebete.
 
In quel momento c’era una canzoncina allegra, e tutti pattinavano a ritmo. Seguendo il tempo della musica, anche Zayn era riuscito a muovere qualche passo sul ghiaccio. Harry e Irene pattinavano per mano; Liam, mary, Niall, Lou, ed io ci rincorrevamo.
Cambiò la musica, ed iniziò Gotta Be You. Era dal concerto in Inghilterra che non sentivamo quella canzone. Harry e Irene si guardarono, e, ricordando gli spiacevoli giorni trascorsi a Londra, si abbracciarono, poi Harry le sussurrò qualcosa e si baciarono. Gli sfrecciai accanto in quel momento, e urlai:
-Attenti, fa freddo, poi rimanete attaccati!-
-Meglio! Possiamo starci anche tutta l’eternità!- rispose Harry.
Feci una smorfia e raggiunsi gli altri, che se la ridevano.
-Dai, andiamo… non ne posso più di questa sciarpa per coprirmi la faccia!- disse Niall.
Visto che anche gli altri erano d’accordo, ce ne andammo.
 
Tornammo a casa e pranzammo. Nel pomeriggio restammo al “riparo”. Dopo un sacco di tempo, ebbi modo di aprire nuovamente il mio profilo Twittah.
Mi stupii di trovare la timeline piena di tweet stupidi e pieni di odio:
“@NiallOfficial ti sei messo con una troia”
“La ragazza di Harry non è degna di stare con lui”
“Quelle puttane non piacciono a nessuno”
“Ci rovineranno gli idoli”
“Liam si merita di meglio”
“Stanno con loro solo perché sono famosi, non sanno cosa proviamo noi directioner”
Niall era con me in camera, e gli mostrai silenziosamente lo schermo del computer. La sua espressione cambiò immediatamente, e si passò una mano fra i capelli.
-Prima o poi doveva succedere.-
-Anche se lo sapevamo, da comunque fastidio sentirsi dare della troia.-
In quel momento entrarono Harry e Zayn.
-Chi ti da della troia?- chiese Harry.
Niall gli porse il computer.
-Ah, lo sapevamo.-
-Però non sono piacevoli queste offese…- ribattè Niall.
-Direi! E per fortuna che non hanno scoperto nick!- lo guardai perplessa- O lo hanno fatto?-
Aprii le menzioni. Ecco un’altra lista interminabile di insulti.
-Come hanno scoperto che eravate voi?-
-Saranno state la Baba e la Giuls, per sbaglio ovviamente…-ipotizzai.
-Col tempo passerà…-
 
 
ZAYN’S POV
 
Santo cielo! Quelle strade erano tutte uguali! Finalmente arrivai sotto casa sua. Trovai velocemente la finestra, seguendo le indicazioni di Claudia. Presi fiato, poi tirai fuori il mio sacchettino. Presi il primo sassolino, me lo rigirai tra le dita, poi lo lanciai contro il vetro. Presi il secondo, e lo lanciai; poi il terzo, il quarto, il quinto e così via. Al quindicesimo vidi un’ombra comparire da dietro la tenda. Non appena Giulia si rese conto che ero io, tirò la tenda. Non mi persi d’animo e proseguii con il lancio dei sassolini. Al ventiquattresimo m’interruppi  e aspettai. Mi sedetti su una panchina ma, poco dopo sentii la finestra che si apriva.
-È una coincidenza che tu ne abbia lanciati 24, o sai qualcosa sul mio conto?- Era il mio momento.
- No, non è una coincidenza. Ho imparato ciò che ti piace e non , e sono qui stanotte…-
-Zayn? Ma sei impazzito?-
-Zitta! Non mi interrompere mi ci è voluto un sacco per trovare delle parole decenti e soprattutto per ricordarmele. Dicevo: sono qui stanotte.. No scusa ho sbagliato, ho riflettuto sulla sera del compleanno di Louis, e pur non ricordandomi nulla sono giunto alla conclusione che ho fatto quello che avrei voluto fare davvero. Come se l’alcool avesse disattivato il mio cervello e il cuore ne avesse preso il posto.-
- Zayn? Sei sicuro di sapere ciò che è successo davvero?-
Ma che domande faceva?
-Dopo questo tuo commento non lo so, ma fammi andare avanti, sennò perdo il filo del discorso. Quella sera in discoteca ti ho guardata a lungo, senza rendermi conto che era la prova del mio interesse per te. Per non parlare (non so se l’hai notato) dello sguardo perfido che rifilavo a Jacopo. Tra l’altro non capivo un’acca di quel che dicevate, e ciò mi mandava su tutte le furie. Ho perfino svegliato Claudia nel bel mezzo della notte, mettendo in pericolo la mia stessa vita, per cercare di scoprire qualcosa in più su di te.-
Mentre terminavo la frase vidi un fiocco di neve posarsi sulla spalla. Evidentemente, iniziava a nevicare. Sollevai lo sguardo e trovai la finestra chiusa. Cosa? Ma… un colpo di vento? No, direi di no. Fanculo. Mi aveva piantato in asso. Mi sedetti deluso sui gradini del portone. Ci avevo sperato davvero. Povero illuso. Mi strusciai una mano sugli occhi. Eh no, Zayn! Non puoi piangere. E invece sì, cazzo. Appoggiai la testa sul vetro del portone, e volsi lo sguardo al cielo.
Sentii il portone aprirsi alle mie spalle, e caddi all’indietro. Mi ritrovai con la testa sui piedi di Giulia. Dopo qualche secondo di shock, realizzai cosa era successo, e mi alzai di scatto.
-Che… Che ci fai qui?- balbettai.
-Secondo te? Vieni dentro, demente! Non la vedi la neve che scende?- riflettei un attimo, poi mi affrettai a entrare. Giulia si sedette sulle scale, e io la imitai.
-Grazie… ne ho già abbastanza di neve e derivati per oggi…- dissi ripensando alla mattina.-
-Il freddo non fa per te, eh Malik?- sfotteva anche?
-Guarda che l’Inghilterra non è un paese molto caldo, quindi abbassa la cresta…-
-Oh, scusi Mister- disse, facendo finta di togliersi il cappello.
Anche con questo tipo di atteggiamento, non potevo fare a meno di amarla. Come sei sdolcinato, Malik. Risi dei miei pensieri, e lei mi guardò perplessa, poi sembrò sorvolare, e disse:
-Che ne pensi dell’Italia?-
-Ah, beh, di sicuro ci sono belle ragazze. Su questo non ci piove. A proposito di pioggia, anche il clima è certamente migliore di quello inglese. Per non parlare del cibo! Sei mai stata in Inghilterra? Solo schifezze…-
-Sarebbe il mio sogno…, ma non ci sono mai stata…- sospirò. Il mio istinto mi avrebbe portato a dirle “Ti ci porto io!”, ma non volevo rovinare quella conversazione così piacevole.
-Però ho saputo che vai spesso in Germania…-
-Sì, mio babbo è di lì, però è da quando sono nata che ci vado, quindi non conta. Di viaggi seri, sono stata in Francia e poi anche in Belgio però ero così piccola che non ricordo niente, quindi anche questa è da escludere.-
-Ok, io sarà meglio che non te li dica tutti- mi guardò perplessa, poi capì che parlavo del tour e si mise a ridere.
 
 
Mi risvegliai da un sonno tranquillo e profondo. Lì per lì no mi resi conto di dove fossi, poi mi accorsi che la sera prima ci eravamo addormentati sui gradini, chiacchierando; e ora lei stava sonnecchiando con la testa sulla mia spalla.
Decisi di non svegliarla; e rimasi a guardarla per qualche minuto poi, girando il viso nel sonno, una ciocca di capelli le scivolò di fronte agli occhi, ed io, automaticamente, la scostai.
Giuls aprì lentamente gli occhi, si guardò intorno e dopo aver inquadrato la situazione, sollevò la testa e mi sorrise.
-Buongiorno…- le sussurrai all’orecchio.
Lei si allungò un po’ poi rispose:
-Buonsalve.. come hai dormito sui scalini?- disse ironica.
-Beh, diciamo che non è proprio un giaciglio morbido.. però dormire al tuo fianco ha reso tutto migliore…- alle mie parole Giuls arrossì. Io continuai:
- Immagino che la mia spalla e il mio buon odore di sudore ti abbia conciliato il sonno. Diciamo che ero parecchio nervoso, e nonostante sia inverno sono riuscito a sudare-
Rise, a metà tra il divertito e l’imbarazzato. I nostri sguardi si incrociarono, e senza nemmeno accorgercene arrivammo ad un palmo di distanza tra i nostri visi.
Proprio quando stavo per poggiare le mie labbra sulle sue, sentimmo il rumore di tacchi sui gradini delle scale, ma che andasse a farsi fottere, quella vicina! Eccola, che spunta al primo gradino dell’ultima rampa.
Ci allontanammo bruscamente. Chiese chissà che cosa in italiano, dal tono sembrava fossimo dei bambini. Lei chiese altro, e Giulia dovette ancora risponderle. Si vedeva che era parecchio scocciata.
Sembrava un interrogatorio. Misi la testa sulle ginocchia. Non poteva farsi un bel mazzetto di cazzi suoi?
Sentii un ‘ciao’. Volevo cantare l’Alleluia. Mi voltai per vederla uscire sculettante dal portone, e tirai un sospiro di sollievo.
Giulia rise. Quanto rideva quella ragazza? La sua risata era peggio di quella di Niall, quindi contagiò anche me. Quando smise, disse:
-Prima dell’interruzione… dove eravamo rimasti?- Non volevo credere alle sue parole. Mi avvicinai lentamente a lei, che fece lo stesso con me.
Ci baciammo. No, aspetta, ‘baciarsi’ è riduttivo, per poco non arrivammo a toglierci anche i vestiti. E non venimmo interrotti da nessuno.
 
 
 
HARRY’S POV
 
Sentimmo suonare il campanello: finalmente Zayn era tornato. Volevamo proprio sapere cos’era successo, e come aveva passato la notte.
-Allora, Malik?- cominciò Liam. Zayn sospirò, sereno.
-Questa è stata la mattina migliore della mia vita…-
-Che cosa è succsso?-
-Ieri sera mentre ero sotto la sua finestra, ha iniziato a nevicare. Allora lei mi ha aperto il portone, e ci siamo seduti sulle scale. Abbiamo chiacchierato tutta la sera. Poi ci siamo addormentati appoggiati l’uno all’altra. Stamattina poi ci siamo baciati parecchio appassionatamente, diciamo…- I suoi occhi si trasformarono in due grandi cuori rossi. Era ridicolo quando era innamorato. Ridicolo ma felice.
-Diciamo che lo stavate per fare e che non resisterai per più di due giorni senza portartela a letto- sghignazzò Lou.
-Guarda che ci riuscirei benissimo!- ribattè Zayn.
-Ahah, sì, e mia nonna è un arrotino! Ma fammi il favore!- dissi.
-Parla quello!-
-Guarda che per noi è normale, stiamo insieme da… da un po’.- contrabbattei.
-Ah,ah. E con questo cosa intendi dire? 24 ore su 24?-
-Che c’entra? Sempre a esagerare, tu…-
-Già, avete anche bisogno di nutrirvi… 23?-
-Ma stai zitto!-
-Dai Zayn, smettila, è normale…- Cercò di supportarmi Liam.
-ed eccone un altro… Tu Niall, non hai niente da dire?- Oh, Zayn era proprio ostinato.
-In verità no…-
Tutti lo guardarono con due occhi così.
-Oh, sentite, siamo uno più timido dell’altro. Non ne abbiamo neanche mai parlato.-
Ok, sapevo che erano pudici, ma… insomma, l’avevamo detto fino a quel momento che era normale…!
-Il piccolo Niall è un santarellino!- scherzò Zayn.
Niall gli rifilò uno sguardo perfido.
-Arriverà anche il loro momento, lasciatelo in pace!- disse Liam.
-Oh, finalmente qualcuno intelligente!- sbuffò Niall.
Suonò il campanello. Lou aprì la porta.
-Ciao ragazze…- enfatizzò. Ci zittimmo tutti subito.
-Hey, vogliamo organizzare l’ultima notte dell’anno, o abbiamo intenzione di restare a casa a girarci i pollici?- esordì Irene.
-Andiamo a una festa!- propose Zayn.
-No. Proprio no. Troppa gente, troppe fan, troppe troiette pronte a portarvi via. Direi di no.- fece Claudia.
-Ok… potremmo fare un viaggio…- disse Liam.
-Sarebbe bello, ma non possiamo organizzarlo in un pomeriggio!- rispose Mary.
-Vabbè, però potremmo andare fuori città lo stesso…-
-In un campeggio tranquillo, magari?- domandò Claudia.
-Accampiamoci con le tende sulla spiaggia!- esclamò Zayn.
-Buona idea! Più tranquillo di così!-
-Vorrei ricordarvi che fa un po’ freddo-
-Esiste una cosa chiamata falò, e dei teli di lana chiamati coperte.-
-Ok… Non ti scaldare!-
-Allora siamo d’accordo per una balla serata sulla spiaggia con le tende.-
Continuammo a parlare della notte seguente per tutta la sera, e andammo a comprare il necessario per accamparci. Avevamo una prospettiva divertente.

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Capitolo 25
*** We're about to make some memories tonight ***


Avevamo in programma di partire verso le 9-10:00 di mattina, ma come previsto fummo tutti alla stazione solo alle 11, perdendo due treni, e dovendo rifare i biglietti.
Infatti quella mattina c’era talmente tanto casino che feci bene a rimanere a casa mia a finire lo zaino.
Ci facemmo riconoscere da tutto il treno, fra urli, schiamazzi, e battute indecenti; presto rimanemmo soli nella carrozza. Fra tutte le cose che avevamo programmato, non rientrava il passaggio stazione-spiaggia: optammo per l’autostop.
Sotto il sole, che almeno in quella giornata di sole ci riscaldava i faccini, finalmente dopo una lunga mezz’ora un camioncino hippy ebbe pietà di noi.
A parte il fatto che c’era più fumo di canna lì che in nessun altro posto, andò piuttosto bene.
 
Ovviamente, nel disperato tentativo di montare le tende in un modo decente, Mary e Liam - i più incapaci – si ritrovarono arrotolati nel tessuto di nylon blu della loro, invasi dalla sabbia.
Beh, alla fine, dopo vari tentativi, in due ore erano tutte pronte. Erano le cinque; con la poca luce rimasta, ci addentrammo tra i cespugli, alla ricerca della legna per accendere un falò. Ci eravamo divisi in due gruppi da cinque, capitanati da me e Harry.
La mia prima scelta fu, ovviamente, Niall.
-Oh, sempre insieme loro!- ironizzò Harry.
-Beh, voglio vedere con che coraggio non sceglierai Irene!- risposi pronta. Harry mi guardò di sottecchi, poi si arrese, e chiamò Irene.
Alla fine le squadre erano:
Claudia, Niall, Baba, Mary, Zayn
Harry, Irene, Louis, Liam, Giuls
Con la mia squadra ci infilammo tra i cespugli secchi, e iniziammo a raccogliere tutti i bastoncini che trovavamo per terra. Ne accumulammo parecchi. Ad un certo punto sentimmo Harry urlare:
-Tira! Liam, Zayn, voi che pesate di più, aggrappatevi!-
Sentimmo un forte rumore, poi li vedemmo spuntare dalla pineta, con un lungo e grosso ramo sulle spalle.
-Ok, avete vinto voi…- dissi.
-Avevi dubbi?-
-Come sei  simpatico, Harry…-
-Ok, il falò è sistemato… Adesso prendiamo il cibo…-
Mangiammo un sacco di schifezze preconfezionate, e concludemmo con i marshmallows arrostiti sul fuoco, infilzati sui nostri inutili bastoncini.
Verso le 22.30 ci incamminammo verso un molo, dove si trovava un noleggio di barche. Ovviamente quei cinque cretini avevano deciso di vedere i fuochi in mezzo al mare. No, ma dico!?
Le barche erano da due persone; non fu difficile stabilire le coppie. Lou e Babs, al momento di salire in barca, furono brutalmente abbandonati.
-Beh, a quanto pare condivideremo la fine dell’anno!- sentii dire Louis a Barbara.
Diciamo che nessuno era veramente capace di remare. Quella sera ci facemmo davvero un sacco di risate. Molti dei ragazzi cercarono di fare i gentiluomini, ma con scarsi risultati: Zayn ne era capace come pattinare sul ghiaccio, Harry faceva girare la barca solo da un lato su se stessa, e Niall era nella stessa condizione.
Per quanto riguarda Louis, faceva a metà dei remi con Barbara (lui si che fu un gentiluomo eh), mentra Liam se la cavava, dai. Era poco coordinato, ma almeno riuscì a far avanzare (piano piano)la barca.
Alla fine noi ragazze prendemmo il comando delle imbarcazioni. Quando arrivammo abbastanza al largo da vedere i fuochi, i ragazzi erano a dir poco imbarazzati. Restammo in silenzio per qualche secondo poi tutti si affrettarono a guardare l’orologio. 10 minuti. E ora che avremmo fatto per 10 lunghissimi minuti? Ci guardammo un po’ demoralizzati, poi tutti iniziarono a fare qualcosa: Irene si sedette in braccio a Harry, che iniziò a accarezzarle amorevolmente i capelli; iniziarono a sussurrarsi alle orecchie parole incomprensibili. Mary tese le gambe e le appoggiò sopra quelle di Liam, che le sorrise. Zayn e Giulia cominciarono a baciarsi… appassionatamente, direi, tant’è che Lou e Babs si girarono dalla parte opposta ed iniziarono a chiacchierare  di cose assurde a voce alta, in modo da coprire i loro mugolii.
Insomma tutti erano a fare i cavoli propri, ed io e Niall ci eravamo “comodamente” sdraiati sul fondo della barca fissando le stelle, e ci stupimmo di quante se ne vedessero fuori dalla città. Individuammo anche la Via Lattea e numerose costellazioni. Ad un certo punto sentimmo tossire e ci tirammo su.
-Scusate se vi interrompo, ma manca meno di un minuto a mezzanotte…- disse Lou. Allora tutti ci distraemmo da ciò che stavamo facendo, tranne Giuls e Zayn. Loro continuarono fino al primo botto. A quel punto tirarono tutti fuori il vischio, e “cominciarono le danze”. Penso che quello di Zayn eGiulia finì presto in acqua, perché ne trovai uno galleggiare.
Diciamo che non ci feci tanto caso, dato che ero impegnata anch’io. Come sottofondo si sentivano i botti dei fuochi d’artificio che fischiavano nelle orecchie. Lo odiavo da sempre tutto quel baccano.
Nonostante fossimo arrivati lì solo per i fuochi, credo che nessuno di noi li guardò.
 
BABA’S POV
Insomma gita di gruppo eh.
Per fortuna che c’era Louis che mi intratteneva con le sue cazzate. Eravamo come delle vecchie zitelle: stavamo commentando tutto ciò che accadeva senza tralasciare particolari.
Forse non avevo ancora realizzato di essere insieme ai miei idoli. Non poteva essere possibile tutto questo. Eppure avevo accanto Louis Tomlinson, insomma, colui che mi ipnotizzava con la sua voce così dolce durante i suoi assoli.
Ovviamente a questi pensieri scesero lacrime sul viso, ma fui talmente veloce ad asciugarmele che Lou non se ne accorse. Quindi scacciai i miei pensieri, e tornai ad ascoltarlo. Ora diceva un’altra cazzata su come si baciavano Niall e la Cla. Non potei fare a meno di notare una mano di Niall sulla coscia di Claudia. Mi sentii toccare la spalla, e mi distolsi dalle mie considerazioni poco pure. Mi voltai, e vidi Lou che con un indice si tamburellava sulla guancia, e con l’altra mano, alzata, teneva un rametto di vischio. Sapevo che lui lo faceva solo per gioco, ma ero consapevole che farlo mi avrebbe causato uno shock emotivo. Andai contro ogni parte saggia del mio cervello e gli schioccai un bel bacio sulla guancia.
Ormai eravamo noi l’orologio della situazione. Dovevamo riportare le barche al molo, era scaduto il tempo di noleggio. Ritornammo lentamente come all’andata verso quel minuscolo porticciolo e raggiungemmo le tende.
 
 
CLAUDIA’S POV
 
Ravvivammo il fuoco e Niall tirò fuori la chitarra. Musictime a quanto pareva. Ognuno aveva un’offerta diversa, quindi Niall e Mary si passarono la chitarra per un bel po’.
Niall a un certo punto mi prese per mano, portandomi lontano dal fuoco e da tutti gli altri, mentre Mary iniziava a suonare una canzone che mi ricordava “Flightless bird, American mouth”.
-Allora, a cosa è dovuto l’allontanamento dagli occhi del gruppo?- chiesi sospettosa.
Lui mi si piazzò davanti, e mi prese anche l’altra mano.
-Io ci riprovo:  avresti l’onore di questo ballo?-
-Mmm, non so ballare, quindi… vediamo…No.-
-E dai, riuscirai a mettermi le mani dietro il collo e a ondeggiare da un piede all’altro!-
-No, non credo di esserne capace.- lui mi fece gli occhioni da cucciolo. Mi avvicinai a lui, e sbuffando appoggiai le braccia sulle sue spalle.
Dopo un po’ sbuffai di nuovo:
-Che palle però… L’unica cosa che non mi sta annoiando sei tu…- rise.
Aumentò la presa sui miei fianchi, e mi sollevò da terra, facendomi girare.
-Aaaah, mettimi giù- strillai.
Un attimo e mi ritrovai lunga distesa sulla sabbia, a fianco di Niall, che sputaccchiava granelli di sabbia lontano da me. Mi aveva messa giù, io avevo perso l’equilibrio, ed attaccata a lui, l’avevo trascinato nella mia rovinosa caduta.
-Adesso è divertente!- ridacchiai. Lui mi guardò male.
Ero ancora sdraiata a ridere, quando un’ondata più forte mi inondò i capelli e le spalle. Mi alzai di scatto  e urlai:
-Caspita se è fredda!- rabbrividii. Niall si affrettò a sfilarmi la giacca e la felpa bagnate, e mi mise sulle spalle il suo piumino.
-Ma così avrai freddo!- esclamai contrariata.
-Sì ma tu non ne avrai e non prenderai un raffreddore. Adesso torniamo verso il falò, così ti asciughi e ci riscaldiamo- rispose.
Con un braccio mi cinse le spalle, e io feci altrettanto con la sua vita. Lui iniziò a baciarmi sulla testa, poi disse:
-Cla sai di pesce…- ridacchiando fra sé. Io gli tirai una botta sulla spalla.
E lui perse l’equilibrio. Si bagnò, essendo caduto sulla riva.
Eravamo uno schifo tutti coperti di sabbia bagnata. Nulla di più facile: avevamo già intenzione di provare a fare il bagno, e avevamo i costumi. Molta gente si aggregò a noi, ma non ci rimanemmo più di dieci minuti. Cacchio se era fredda.
Dopo che noi imbecilli fummo usciti dall’acqua, ci radunammo attorno al falò con degli asciugamani sulle spalle, per asciugarci; Mary –che insieme a Barbara, Irene e Liam era rimasta all’asciutto- suonava la chitarra.
-La sai fare “Wake me up when September ends” ?- chiesi.
-Mmm… aspetta, fammi vedere se ricordo gli accordi…-
Fu l’ultima canzone della serata.
 
 
-Non è che per caso… Ehm, ecco… In previsione di… Ehm, una bella serata diciamo, non è che vi siete portati… Un… Preservativo?- domandò Zayn esitante. Io arrossii, e Niall rispose, altrettanto imbarazzato:
-No…Buonanotte, Zayn.-
-Sì…- bofonchiò vergognoso mentre tirava fuori la testa dalla nostra tenda.
Non ci avevo pensato, o almeno non ancora… Avevamo quell’intenzione? A quanto pareva no. E mi stava bene. D’altra parte le tende, per due pudici come noi, erano troppo poco lontane tra loro, e lasciavano sentire troppo.
Dopo quell’intervento di Zayn, ci eravamo allontanati, separando i sacchi a pelo, e nessuno dei due aveva spiccicato parola. Ma dopo un po’ sentii il rumore della zip del sacco a pelo, poi il freddo della notte invernale, che fu fermato subito dal calore del corpo di Niall.
-Avevo freddo, e pensavo che abbracciati fa più caldo…- disse cingendomi i fianchi con un braccio.
-Se magari richiudessi il sacco a pelo…-
-“Come rovinare i bei momenti in mezzo secondo”… dovresti cominciare a scrivere, sai?-
Feci una linguaccia, poi dissi:
-“Passo più importante: trovarsi un ragazzo distratto”-
-Andiamo, pensavo che avessi capito che il freddo era solo una scusa per venire da te…-
-Ma io ho freddo davvero!- Cavolo rabbrividivo anche fra le sue braccia.
Sbuffando si girò dall’altra parte e chiuse la cerniera.
-Ti amo-
-Pff, non riesco a rimanere arrabbiato con te se usi quel tono… anch’io Cla…-
Gli diedi un bacetto sulla punta del naso. Lui si spostò delicatamente, fino a far combaciare le sue labbra con le mie. Ci addormentammo abbracciati, nel mio sacco a pelo, mentre benedicevo mentalmente i nonni che me ne avevano regalato uno così largo.
 
 
BABA’S POV
E ovviamente io con chi dovevo stare? Con Lou.
Non che mi dispiacesse, per carità, ma direi che fu quanto meno imbarazzante. A Lou però sembrò non importare.
I nostri sacchi a pelo erano abbastanza distanti, ma continuammo senza sosta a parlare, parlare, parlare. Non solo degli altri: anche di noi stessi. In pratica ora sapevo tutta la sua vita! Fu divertente, anche perché aveva avuto una vita davvero strana e spericolata. Io invece niente di che, ma a Lou sembrò interessare lo stesso.
Quando ci fu un secondo di silenzio tra noi (dopo parecchio tempo) ci accorgemmo che quelli accanto si… impegnavano alla grande, che ci davano dentro, insomma.
Lou fu subito curioso di sapere chi fosse, e si affacciò fuori dalla tenda: Zayn e Giulia. Strano! Non l’avrei mai detto.
Dopo questo fatto non fu tanto una nottata piacevole, perché era impossibile non sentire i rumori della tenda accanto. Santo cielo, in alcuni momenti la situazione si faceva più imbarazzante: tra i mugolii, i respiri affannati e lo sbatacchiare della tenda, comparivano anche frasi piuttosto… oscene. Tra l’altro la nostra tenda era proprio accanto alla loro. Mi chiesi se anche gli altri sentissero così dettagliatamente quello che stava succedendo.
Né io né Lou riuscimmo –ovviamente- a prendere sonno.


#MYSPACE
Okay, questo capitolo è abbastanza imbarazzante. E mi dispiace per Giulia ma non avrà le sue descrizioni accurate. Ciao gente;)

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Capitolo 26
*** Laying on the beach ***


Ci svegliammo tutti abbastanza presto. Uscimmo dalle tende ancora in pigiama, ci sedemmo intorno ai resti del falò e tirammo fuori pacchetti di biscotti e merendine.
- Nottata tranquilla e poco rumorosa, eh?- disse Lou sarcastico.
-Sì, noi non abbiamo chiuso occhio…- continuò Babs.
-Noi all’inizio non riuscivamo a dormire, ma poi eravamo talmente stanchi che non abbiamo fatto più caso ai rumori…- disse Harry.
- Veramente io ho passato proprio una bella nottata.!- esclamò Zayn. Giuls lo guardò torva, poi disse:
-Non hai capito che i rumori di cui parlano sono quelli che venivano dalla nostra tenda?- Zayn diventò rosso e abbassò lo sguardo, mentre noi ce la ridevamo.
Per l’intera mattinata non facemmo altro che giocare a beach volley. È uno sport di coppia, e, per variare un po’, andammo ad estrazione. Estrassi il mio compagno di squadra: Zayn. Appena lessi il nome, fui certa di una cosa: se mi avesse fatto perdere, gli avrei rimesso lo smalto blu. Ovviamente, quando giocammo contro Giulia e Harry, lui cercò di farla vincere; lei invece, che era parecchio brava, non ebbe alcuna pietà con noi. Punto dopo punto, la loro vittoria fu schiacciante. Guardai Zayn e mi indicai le unghie. Non che fossi competitiva, ma avevo una scusa per divertirmi a torturare Zayn. Dopo la prima sconfitta, azzerammo l’autostima di Lou e Babs. Beh, non tanto per doti nostre, quanto per scoordinazione loro: o si allontanavano, lasciando cadere la palla nel mezzo, o correvano entrambi verso lo stesso punto,scontrandosi. Una volta manca poco non si uccisero, sbattendo l’uno contro l’altro: caddero, si guardarono intorno inebetiti, poi scoppiarono a ridere.
Persero anche contro Irene e Liam –come noi- che sembravano giocatori professionisti; era una squadra imbattibile, che vinse anche contro Harry e Giuls (non si sa se era per Harry che lasciò vincere Irene o se per l’effettiva loro bravura).
Anche Mary e Niall erano piuttosto incapaci, ma vinsero contro di noi e Lou e Baba.
Il torneo durò tutta la mattinata.
Avevamo in intenzione di partire il pomeriggio ma non sapevamo minimamente dove cavolo mangiare. Tutte le provviste le avevamo divorate la sera prima. Harry se me uscì con l’opzione “proviamo a pescare del pesce”, ma io lo zittii subito ricordandogli che non avevamo una canna.
-Chiediamola agli hippy!- esclamò Lou.
Come risposta si prese una bella sberla da parte di Irene, la più vicina )e anche quella che le tirava più forte).
Insomma, alla fine arrivammo sfacchinando fino al paesino più vicino, che, essendo inverno, era disabitato; tranne un ristorante, che probabilmente era uno di quelli che sono aperti tutto l’anno. Per fortuna. Fu letteralmente la nostra salvezza.
Non avevamo molti soldi, ma abbastanza per rifocillarci.
Pronti per andare a fare (nuovamente) l’autostop.
Si fermò una comitiva di spagnoli in pullman, e stavolta facemmo un viaggio più comodo. Stavolta fummo più prudenti, e in treno non ci facemmo riconoscere, e passammo il  viaggio a cazzeggiare, ad ascoltare musica o semplicemente a vagare per il treno.
Tornammo tardi.
 
 
 
#MYSPACE
Sembrava una lotteria di beneficienza per fare le coppie di beach volley ahahah. Vabbuò volevo solo dirvi grazie per le recensioni ^.^ Questo è solo un capitolo di passaggio ;) (Quindi giuls è inutile che dici che facciamo capitoli troppo corti ùù)
Al prossimo capitolo babeee
Clau & Ire

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Capitolo 27
*** Cause her hands fit like my t-shirt ***


E ci ritrovammo il secondo giorno dell’anno chiusi in casa. Vabbè, si sapeva che prima o poi le fan avrebbero trovato dove alloggiavamo. Le avevamo trovate anche la sera prima, ma erano decisamente meno, e avevano solo strappato qualche vestito. Se fossero usciti in quel momento li avrebbero squartati e poi avrebbero distribuito alle varie fan, che avrebbero potuto dire:
-Bitch please, io ho l’alluce di Louis Tomlinson-
-Oddio raga, ho la clavicola di Niall!!-
-Ho l’appendice di Harry, non ci posso credere :’)-
Mi fermai. La mia fantasia non aveva limiti, a quanto pareva. Quanto ero truce? Tanto, ma era divertente.
Insomma, non sapevo che cazzo fare, ma guardare tutte quelle fan dalla finestra era proprio inevitabile. Alla fine mi facevano anche un po’ pena; sapere che loro stavano solo cercando di vedere i loro idoli.
Ma in realtà tutti stavano cazzeggiando per la casa. Io ero una di quelle che faceva un po’ avanti e indietro, senza un vero e proprio obbiettivo. Non sapevo cosa stessero facendo esattamente gli altri, ma sapevo che Niall stava discutendo al telefono con Paul. Voleva a tutti i costi che venisse qualcuno per domare tutta quella folla di gente appostata fuori, anche solo per fare uscire liberamente i poveri condomini dal palazzo.
Ma finalmente si accordarono (come dedussi), perché riattaccò.
-Mi dispiace… tutto questo casino…-
-Non ti preoccupare- gli sorrisi- mia mamma lo ha già detto a tutti i condomini, l’hanno presa tutta abbastanza bene. Vabbè, tranne una, ma lei si lamenta sempre.- mi diede un bacio a stampo, e si scaraventò sul divano.
-Che si fa? Si guarda un film?- sembrava suo obbiettivo smetterla di annoiarci.
-Qualunque cosa, pur di smetterla di vagare per la casa.-
-ok, che film guardiamo? C’è: ‘Big fish’, ‘Into the wild’, ‘Camera con vista’, ‘What women want’, e…- alzò gli occhi al cielo- ‘Twilight’.-
Saltai su come una molla.
-Cosacosacosa? Twilight, non si discute.-
Presi il DVD e lo misi nel lettore. Lui era ancora con le mani aperte, dove pochissimo tempo prima si posava il disco.
-Ah, ok, fai come vuoi Cla, tanto lo guardi solo tu il film…-
Non sembrava per niente entusiasta della mia scelta (o imposizione, se la si vedeva da altri punti di vista).
-Ma almeno lo hai mai visto?- lo rimproverai.
-No, ma non mi piace-
-WTF?!- Ma lasciai perdere, stava iniziando il film. Mi rannicchiai su Niall e lui mi accolse fra le sue braccia al calduccio.
All’inizio non faceva altro che dire a ogni cosa “che cazzata”, ma poi smise, probabilmente preso dal film.
Arrivata la scena (la mia preferita) in cui sono nella camera di Bella, e Edward vuole provare a baciarla, Niall mi guardò negli occhi, e, ironicamente, fece il verso a Edward:
-Voglio provare a fare una cosa…- si avvicinò alle mie labbra. Mi ci buttai praticamente.
-Ehi, non è così la scena!- biascicai un “chissenefrega” in  risposta.
-Prima il bacio è delicato, poi diventa più appassionato-
-E se io andassi direttamente alla seconda “fase”?-
-Ah, beh, ancora meglio…-
Seguì la “seconda fase”, piuttosto lunga direi. Lunghissima. Ok, non avevo più fiato. Ci staccammo e lui cominciò a baciarmi sul collo. Mi prese in braccio e mi sollevò, ma non smise di baciarmi.
Scivolammo nella prima stanza che trovammo. Camera di Zayn, vabbè.
Sapevamo come passare quel pomeriggio (inizialmente) noioso.
 
 
 
 
MARY’S POV
 
Che palle. Un pomeriggio più che noioso, direi. Mi misi a leggere per l’ennesima volta “Bianca come il latte, rossa come il sangue”, e Liam prese una rivista.
In realtà non stavo nemmeno leggendo, diciamo che i miei occhi seguivano le parole e la mia mente seguiva la fantasia.
Ad un certo punto Liam interruppe i miei pensieri:
-Questa piscina è davvero figa…- disse indicando una pubblicità della sua rivista.
-Sì, è molto bella… acqua riscaldata, scivoli vari… -Mi interruppi. Blink. Si accese la lampadina.- Abbiamo qualcosa in programma per domani?- chiesi.
-No, non credo..-
-Potremmo andarci!-
Se io avevo avuto una lampadina sulla testa, ora lui aveva un punto interrogativo.
-Anche se ora è inverno, ha una piscina interna e poi è… è spettacolare! Ci sono andata un miliardo di volte, è qui vicino, ci vuole circa mezz’ora per arrivarci!-
-Ma sei sicura che sia la stessa?... “HAIDRON”?-
-Hidron, altrochè!-
-Ma…Ma...Proprio domani?- non aveva punta voglia- Sentiamo gli altri, dai.-
Per farlo contento, cercai consensi anche dagli altri, che a differenza sua erano entusiasti.
Lasciai fare Niall e la Clau; dopo aver saputo da Zayn che erano entrati nella sua camera, bussai per sapere cosa ne pensassero.
-Chi è?- disse Niall.
-Sono Mary… Ma… Che cosa succede?-
-Stiamo… testando la pesantezza del piumone di Zayn…-
-Ah…vabbè, quando avete… deciso che Zayn sta al calduccio…venite qua.-
-Ok…-
Beh, non ci voleva un genio per capire che volevano restare soli per… inaugurare l’anno nuovo, diciamo.
-Loro cosa dicono?-
-Che…Va bene!- mi guardarono dubbiosi. Non ero molto brava a mentire…
-Ok, diciamo che devono ancora darmi una risposta…-
-In che senso, scusa?-
-Nel senso che in questo momento hanno di meglio da fare…-
-MA IN CAMERA MIA?-
-Ehm…sì-
-Appena escono mi sentono!-
Successivamente arrivarono in soggiorno Niall e Claudia; entrambi avevano un sorrisetto stampato in faccia. I loro vestiti erano sgualciti, e i capelli arruffati.
Zayn, dopo aver rivolto loro uno sguardo truce, si diresse verso camera sua, per constatare il danno.
-Niall, ti dico solo che da oggi la tua stanza diventa mia.- disse quando tornò, mettendolo in imbarazzo.
 
 
#Myspace:
Mlmlmlmlml lol. Forse sarebbe meglio lasciare perdere i discorsi… impuri che ci, anzi mi, sono venuti in mente all’inizio del capitolo, parlando di parti del corpo esibite come trofei. Chissà come si sarebbero sentite orgogliose quelle che… ok, la mia fantasia non ha alcun limite. Potrei fare buoni propositi per l’anno nuovo… o forse no. Scelgo la seconda opzione. Eh sì, credo sia stato un bene che Irene abbia scritto questo capitolo, credo che se lo avessi scritto io avremmo dovuto cambiare rating… vabbè, io vado a finire di studiare.
Cciao pella ccente :)
_Clouds

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Capitolo 28
*** You get me overwhelmed ***


Cacchio! Mi resi conto che quella piscina costava ogni anno di più. Ovviamente i ragazzi non si scandalizzarono; io invece sì. Stavo esaurendo la paghetta,e  la settimana non era ancora finita. Decisi che avrei tagliato sugli snack pomeridiani e sul resto delle spese inutili. Mentre elaboravo il mio piano economico, Mary e Irene si esaltavano perché “è la piscina più bella del mondo” mentre i ragazzi restavano impassibili. Troppo viziati.
L’ambiente interno (l’unico accessibile in quella stagione) consisteva in una piscina per i corsi di nuoto, una libera dove si trovava il cosidetto”vortice”, ovvero una piscina circolare con in mezzo un’enorme colonna e una corrente che ti faceva girare intorno, dei lettini idromassaggio e cascate d’acqua.
C’erano anche scivoli che partivano dall’alto, che chiamavamo “Toboga”.
Ovviamente quelle cinque teste di cazzo per entrare fecero tutti insieme un tuffo a bomba. I bagnini soffiarono immediatamente nei propri fischietti. Ci scusammo per loro, che ovviamente non lo fecero. Ne approfittammo anche per dare un’occhiata ai bagnini: niente male… In fondo, avere una relazione sentimentale non significa mica essere ciechi! L’unico lato negativo fu che mentre noi guardavamo i bagnini, le altre ragazze presenti in piscina erano intente a guardare i nostri quattro ragazzi e Lou. Non appena ce ne accorgemmo, ci catapultammo in acqua anche noi, e ci facemmo valere. Soprattutto Mary. Sì, decisamente. Si avvicinò a Liam, si dissero qualcosa, poi iniziarono a baciarsi. Distolsi subito lo sguardo, per allontanare Niall da delle ragazze che avevo etichettato come “pericolose”. Volendo ricompattare il gruppetto, mi voltai nuovamente verso Liam e Mary, sperando che avessero finito le loro smancerie. Non riuscivo a trovarli. Poi mi resi conto che stavano continuando il loro bacio sott’acqua. Non riemersero per un bel po’. Entro i limiti umani, certo. Erano una coppia perfetta, senza dubbio. La tenerezza dei loro sguardi complici quando riemersero era una cosa indescrivibile.
 
Seguimmo Giulia e Zayn alle cascatelle. Tutti tranne Harry, Louis, Baba e Irene che si addentrarono nel vortice. Diciamo che la corrente le trascinò dentro.
Noi ci avventurammo per quelle buie scale gocciolanti che portavano agli scivoli, enormi tubi dove si scivolava da dio e tutti infrangevano la regola del “ scivolare esclusivamente da soli”. Io e la Mary avevamo inventato una marea di gare e giochi lì dentro, e un miliardo di posizioni* che cambiavamo durante la discesa.
All’inizio Niall non aveva confidenza con lo scivolo, lo spinsi a forza.
Dopo un paio di discese anche lui faceva di tutto come me, mentre Zayn non si abituò mai.
Il bagnino ci richiamò un paio di volte, poi capì che eravamo una causa persa.
 
 
IRENE’S POV
 
Lou, Harry, Baba e io eravamo stati risucchiati all’interno del vortice. Dopo i primi disperati tentativi di uscire, ci arrendemmo al fatto che gran parte del tempo l’avremmo passato lì. Harry si mise a fare il morto, chiuse anche gli occhi. Non potevo non approfittarne per affogarlo. Gli misi le mani sulla pancia e rapidamente lo spinsi sott’acqua. Quando si ritirò su si scosse la faccia come un cane,e, mentre me la ridevo, tossì:
-Ma che cazzo ti è preso?!-
-Non potevo non cogliere l’occasione!-Lui allora mi mise le mani sulle spalle, e in un attimo mi ritrovai sott’acqua. Aprii gli occhi, e gli afferrai la gamba, trascindolo giù. Ma quando riemersi Harry era ancora lì, che se la rideva. Ops. Gamba sbagliata. Il povero Lou si passò le mani sugli occhi, poi si mise a fissarmi vendicativo. Allora Babs intervenne:
-Dai, non l’ha fatto apposta, lasciala stare!-Allora lui cambiò vittima. Barbara però fu veloce, e lo portò giù con sé. Nell’affogare, Louis mi infilò un piede in bocca. Allora –non appena si tirò su- gli saltai addosso.
Mentre lo soffocavo Barbara rideva:
-Così impari a prendertela con una ragazza!- era accanto a Harry, che rideva con lei. Lou gridò:
-Basta! Mi arrendo, hai vinto tu!- Allora scesi dalla sua schiena. Mentre ci stringevamo la mano in segno di pace, vidi Baba girarsi di scatto e tirare uno schiaffo a un tizio dietro di lei.
-Che cazzo tocchi il culo?!- strillò.
Il molestatore si voltò:
-Perché, potrebbe dare noia al tuo ragazzo?- sghignazzò guardando Lou. Allora lui intervenne.
-A parte che non lo sono, ma tu dovresti vergognarti per quello che hai fatto! Quando vai in giro e vedi una con un bel culo cosa pensi? “Diamogli una palpatina, magari faccio colpo!” ? Se solo un perverso schifoso che in tutta la sua orripilanza non ha idea di come si conquisti una donna! Levati dai coglioni, altrimenti finisce  male…-
Aww che carino, si preoccupava per la Baba… Si vedeva che gli piaceva.
Il molestatore se ne andò ghiacciato dalle parole di Lou.
Barbara era arrossita, e sono certa che in quel momento non desiderasse altro che affogare in quella piscina riscaldata.
Anche Lou era imbarazzato, infatti quando Baba lo ringraziò, lui si limitò a risponderle, guardando le ondine della piscina:
-Non potevo fare finta di niente con un simile essere…-
Sì, e secondo lui noi ci credevamo. Andiamo, lo aveva fatto per gelosia, era evidente. Volevo condividere i miei pensieri con Harry, quindi lo abbracciai, con il secondo fine di sussurrargli all’orecchio:
-Anche tu hai l’impressione che si piacciano, vero?-
-Fidati, io ne sono certo-
-E chi potrebbe sapere meglio di te se Louis è innamorato?-
Ci allontanammo; mi accorsi che Lou e Baba ci stavano guardando.
-Lasciamoli alle loro smancerie…-  disse Louis girandosi e mettendo una mano sulla spalla di Barbara.
-Raggiungiamo gli altri sul Toboga…-
Avevano frainteso le mie intenzioni… Meglio, la copertura dell’abbraccio aveva funzionato.
Una volta soli, decidemmo di andare nella piccola vasca idromassaggio.
Entrai nella piscina e mi adagiai sul sedile, seguita da Harry. Eravamo da soli. Chiusi gli occhi, rilassata.
Sentii l’acqua spostarsi in un’onda delicata, poi una mano sul fianco sinistro; questo tocco leggero si trasformò in un abbraccio, poi in un attimo ecco le sue labbra bagnate sulle mie. Non aprii gli occhi, volevo lasciare campo libero agli altri sensi, volevo godermelo.
E rieccola, quella sensazione di completezza, quella che ti rende immensamente felice, che non puoi esprimere a parole, ma puoi avere in mente solamente in quegli attimi in cui le tue labbra si uniscono con la persona che ami. Il cuore batte, velocissimo, come quello di lui che ti stringe stretta al suo petto. Nella tua mente non c’è più un ordine. Le sensazioni si uniscono fino a formarne una unica, grande, immensa, che le batte tutte: l’amore.
E sei alle stelle. Ma non quelle del cielo, perché ormai quelle non sono più il tuo punto di riferimento, gli occhi di lui sono il firmamento, e il suo sorriso il sole, dal quale tu dipendi.
Purtroppo tutto finisce, inclusi baci come questo. Pieni di significato.
 
 
*Niente doppi sensi
#My space
fa schifo, lo sappiamo… vabbè, tutto a parte la descrizione del bacio. Quella ho chiesto espressamente a Irene di scriversela da sola, perché credo che certe sensazioni siano troppo personali per farle passare dal filtro delle mie parole inconsistenti. E poi non  mi sentivo in grado di trasmettere tutto quello che è riuscita a trasmettere lei. Insomma, non mi sentivo all’altezza di certi sentimenti. Bene, comunico alla Baba di aspettare con ansia e paura il prossimo capitolo :D
C’est tout,
_Clouds

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Capitolo 29
*** Heart Attack ***


BABA’S POV
 
 
Fino in cima alle scale non proferimmo parola; vedendo che non c’era nessuno dei nostri lassù ritornammo giù, scivolando.
Infrangemmo le regole (strano): in un batter d’occhio ci ritrovammo a sfrecciare insieme giù per il tubo.
Io stavo davanti e lui dietro, abbracciandomi. Oddio. O-D-D-I-O. ERAVAMO ABBRACCIATI. Sentii il suo respiro caldo sulla spalla, aveva il viso appoggiato alla mia spalla. Nella mia testa stavo sclerando e fuori mi stavo sciogliendo.
Era un gesto amichevole? O per sfottermi? O magari romantico. Sognaaaaaa.
Una curva.
-AAAAAH!- gridammo insieme.
Era improvvisa.
Si era staccato. Torna, cazzo. TORNA!
“La vedi la spalla? È a tua disposizione.” Ripetevo nella mia mente.
Troppo tardi. Eravamo arrivati a destinazione.
Ci guardammo intorno per individuare gli altri. Possibile? Dov’erano? Avevo bisogno morale non potevo rimanere ancora per molto con Lou.
-Scusa, ma…Tu sei LOUIS?- chiese una ragazzetta tutta tette e culo che passava di lì. Da notare la pronuncia di quella morta di cazzo. Aveva pronunciato esattamente come si scriveva, odio la gente così.
-Ehmm… dipende… se con L-O-U-I-S intendevi Louis, sì…-
-ODDIOOO!- sclerò lei.
Fece una serie di domande impossibili e seccanti.
-Ci sono anche gli altri tre? Dove alloggiate? Ma davvero ti piacciono le ragazze che mangiano le carote? Hihihi io le adoro!-
-Ehmm… Senti, non sono domande a cui posso risp…-
-Ma chi è lei?-
TUA MADRE, COGLIONA.
-La mia fidanzata-



COSAA?!
Mi prese i fianchi e mi baciò.



COSAA?!
Ma era solo per togliersela di torno.
Infatti lei disse subito:
-Ah, vabbè, vi lascio alle vostre cose..- e tornò dalle altre oche.
Non aveva smesso di baciarmi.


Stavo ricambiando, e chi se ne frega dei complessi psicologici.
Anche se era per togliersela dai piedi, mi stava baciando.
 
Si staccò. Non guardò se se ne era andata, ma mi guardò negli occhi.
Tutte le farfalle che avevo nello stomaco erano morte. Stecchite. Con un colpo al cuore.
E chi non sarebbe morto a quello sguardo?
Il processo di autodistruzione venne interrotto dalle parole di Louis.
-Devo confessarti una cosa-

-Sei una persona unica.- continuò.
No, non è vero. Mi stava sfottendo.
-Vorrei essere più di un amico per te-
Corsi nello spogliatoio.
Che demente. Perché ero corsa lì?
Perché ero confusa. Ecco perché.
Ed ora che avrebbe pensato? Che lui non mi piaceva.
Bella fava! Mi piaceva, da morire, ma era di mia natura complicarmi la vita.
Credo sia perché avevo paura che mi ferisse, che mi stesse prendendo in giro, o usando.
DEFICIENTE. Avevo tanta fiducia in lui, eh. Se non avevo fiducia, che senso avrebbe avuto una relazione?
Stavo lottando con la mia mente nello spogliatoio, con la testa fra le mani.
Quanto ci sarò rimasta lì dentro?
Almeno dieci minuti buoni.
Perché ero così dannatamente confusa?
È strano, eppure non potevo desiderare di meglio.
 
 
 
CLAUDIA’S POV
 
 
Con tutte quelle discese, c’era venuta fame.
Quindi eravamo andati al bar, per mangiucchiare qualcosa, anche se alla fine prendemmo un pranzo.
Mangiammo come maiali.
Nessuno aveva più voglia di fare il bagno, ma dovevamo comunque cercare gli altri “dispersi”. Quell’imbecille di Niall si mise a camminare sul bordo della piscina. Provammo a convincerlo che così non ci aiutava a cercarli e che rischiava di farsi male.
Ma quel deficiente cercava di trovarsi una carriera da equilibrista.
Ed eccolo che cade. L’avevo detto io, coglione!
Tirò un urlo. Mi sporsi sulla piscina, lì si toccava non era in pericolo di affogamento. Però ebbi pietà di lui e lo aiutai a risalire.
Sembrava essersi fatto più male di quanto pensassi.
Forse dovevamo preoccuparci.
Gli girava la testa e non riusciva a muovere una gamba. Si arreggeva completamente a me.
Iniziai a essere in ansia.
Qualcuno chiamò l’ospedale.
Lo facemmo stendere su un lettino di pronto soccorso per aspettare l’ambulanza.
La gamba gli doveva fare fare parecchio male, aveva le lacrime agli occhi.
Ero sempre lì accanto a lui e cercavo di distrarlo.
 
 
 
MARY’S POV
 
 
C’eravamo un po’ divisi per trovarli tutti e quattro, ma sinceramente non sapevo proprio dove cercare.
Girovagai un po’, e poi mi venne il colpo di genio di andare a vedere nello spogliatoio.
Dovevamo muoverci, dovevamo raggiungere Niall all’ospedale.
Ah! Eccola lì! Lo sapevo che ci avrei trovato qualcuno!
Barbara mi guardò interrogativa. Effettivamente avevo un’espressione idiota stampata in volto.
Non era messa molto bene, aveva gli occhi rossi e sembrava confusa.
-Ehi, che è successo?-
-Louis-

OOOOK, cosa intendeva?
-Louis ha detto che gli piaccio- continuò, quasi mettendosi a piangere.
-Ahhhh… e a te non piace?-
-Sì, certo che mi piace! È da quando seguivo X-Factor che lo adoro, e adesso si catapulta nella mia vita e gli piaccio anche.-
-Sei un po’ confusa, eh?-
-Un po’ è riduttivo…-
-E tu cosa gli hai risposto?-
-Sono scappata qui, non ho retto il suo sguardo prenotante. Non capisco se mi stava prendendo in giro, o è vero. Chissà ora cosa pensa!-
-Pensa di non piacerti-
-Grazie per il sostegno, Mary.-
-Ma perché dovrebbe prenderti in giro?-
-Perché mi è già capitato, e non sai quanto ci ho sofferto. Non voglio che risucceda di nuovo. Questo è il problema: non ho fiducia in lui.-
Ci fu un attimo di silenzio.
-Senti, posso ammettere che Louis è un po’ deficiente, ma non credo che su queste cose scherzerebbe così. E poi che senso avrebbe? Sono sicura che stava dicendo la verità.-
Chiesi di raccontarmi per filo e per segno quello che era successo.
Ero talmente presa dal suo racconto che quasi mi dimenticai di Niall.
-Oh, cazzo! Che ore sono?-
-Le una e mezza…-
-Oh cavolo! Dobbiamo andare! Ero venuta a cercarti perché Niall si è fatto male e dobbiamo raggiungerlo all’ospedale.-
-Oddio! È così grave?-
-Non si sa, ma non credo!-
Uscimmo velocemente. Quanto tempo era passato? A Liam avevo detto che sarei stata alle una all’entrata!
Infatti quando arrivammo era piuttosto incacchiato.
-Cazzo Mary! Dove eri finita?-
-Scusa ma mi sono messa a chiacchierare e…-
-Cavolo, Niall è all’ospedale e tu chiacchieri?!-
-Scusa, ma era importante. Lo so che Niall è uno dei tuoi migliori amici, ma calmati!-
-Calmo?! Ma stai scherzando? Meglio se saliamo in macchina, guarda!-
Sbirciai verso Lou. Stava fissando la Baba. Ma non in modo cattivo, cercava di estorcere qualcosa dal suo sguardo, che però era a terra.
 
In auto Liam era ancora parecchio nervoso, però non mi ero assolutamente pentita di aver parlato con la Baba.
-Scusa- mi disse lei a bassa voce
-Vabbè, ne avevi bisogno- e le sorrisi per tranquillizzarla. Poi aggiunsi:
-Però tu devi assolutamente parlare con Lou-
-non ci penso nemmeno!- Ma che aveva in testa?
Lasciai fare. Non era il posto adatto per parlare.
 
All’ospedale ci chiarirono un po’ le idee, dicendo che si era rotto una gamba e che il giramento di testa era dovuto solo a un attimo di smarrimento.
Poteva uscire il giorno dopo, ma gli consigliarono di restare a Firenze ancora per qualche giorno.

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Capitolo 30
*** I hear the beat of my heart gettin' louder whenever i'm near you ***


 
Il giorno dopo non facemmo nulla di particolare.
Che volevi fare? Niall aveva la gamba rotta, mica si poteva andare da tante parti. In pratica passammo la giornata a cazzeggiare al computer. Entrai su twitter, preparandomi all’impatto con i tweet a proposito della gamba di Niall.
Non avevo mai avuto tante menzioni in vita mia. Un record! Negativo, ma sempre un record.
Passai velocemente in rassegna tutti quei tweet. O almeno quella era la mia intenzione. In realtà dopo le prime occhiate lanciate alle mie interazione e alla timeline iniziai ad avere dei dubbi. Se quelle fossero state parole vere? Davvero se non fossimo mai stati a Londra le vite dei nostri idoli adesso sarebbero migliori? Siamo state così egoiste da rovinare le vite delle altre directioner? La devastante convinzione di essere la persona sbagliata nel posto sbagliato al momento sbagliato si stava diffondendo in tutto il mio corpo, procurandomi un deprimente senso di colpa ed un’immensa voglia di piangere. Avevo bisogno di sfogarmi con qualcuno. L’unico disponibile era Niall, il diretto interessato.
Quando lo raggiunsi sul divano finsi per qualche istante di interessarmi al film che stava guardando, poi scoppiai. Mi feci spazio fra le sue braccia, nascosi la faccia nell’incavo del suo collo, ed iniziai ad inzuppargli la maglietta, singhiozzando come una cretina. La sua mano si posò esitante sulla mia schiena. Non fece domande, ed aspettò finchè non ebbi finito.
-Ti prego, dimmi qualcosa di rassicurante perché in questo momento mi detesto più di ogni altra persona al mondo.-
Niall prese fiato, poi iniziò con qualcosa di molto meglio delle parole confortanti che mi aspettavo: iniziò a cantare. Non una canzone qualsiasi: Little Things. La sua parte. Quella durante la quale alzavo sempre il volume, per rendere un po’ più credibile l’illusione che lo stesse dicendo proprio a me. Ma stavolta lui era lì, che mi accarezzava dolcemente la schiena mentre mi sussurrava all’orecchio tutto ciò che avevo bisogno di sentire.
Non smisi di piangere neanche un attimo, perché non riuscivo a capacitarmi del fatto che un essere così perfetto potesse ricambiare il mio amore.
Andai oltre i miei timori e chiesi:
-Niall, perché stai con me?-
-Beh, perché dipendo dal tuo sorriso e… dal modo in cui i tuoi occhi luccicano quando mi vedi… Nessuno mi ha mai guardato così…-
Lo abbracciai forte.
 
Niall andò a farmi un tè, adoravo i tè.
Mi aveva risollevato un po’ il morale.
Dopo poco andai in cucina, doveva essere ormai pronto. Ci trovai anche Lou. Sembrava piuttosto distrutto. Per lui continuava a non andare bene. Baba doveva decidersi a parlargli.
-Come va?- gli chiesi, con sguardo d’intesa.
-Uhm- mugugnò. Anche lui aveva decisamente bisogno di un tè.
-Te invece?- continuò, ribaltando la faccenda.
-Uhm…- ripetei.
- Insomma, fra tutti e due state uno meglio dell’altro!- intervenne Niall dai fornelli.
-Uhm- dicemmo per l’ennesima volta abbozzando un sorriso.
Della situazione Baba-Louis erano al corrente ormai tutti: tutti potevano notare gli sguardi fissi di Lou e sfuggenti di Barbara.
-Ah, vi ricordate che domani c’è quella festa… quella dove ci hanno invitato… in quella villona…-
-Ah, sì…- rispose Niall, per nulla entusiasta.
-Cos’è quel tono? Fifa degli assalti?-
-Più che fifa… beh, non ho voglia di firmare autografi o scattare foto con le fan anche quando potrei starmene tranquillo con te…-
-Anche senza di te, è comunque scocciante in vacanza- precisò Lou.
-Ok, non sono così necessaria in vacanza… però ormai abbiamo promesso che ci sareste stati…-
 
 
Alla fine li convinsi.
Il giorno dopo ci ritrovammo di fronte al cancello della villa stratosferica di questi “conoscenti”, che più che altro volevano conoscere loro.
Ci si presentò davanti una donnina sulla ventina, con un vestito lungo di paillettes. Faceva altamente cagare.
Ci fece entrare nella dimora.
Si fece largo in una sala immensa, strapiena di gente. Inizialmente nessuno fece caso a chi era entrato. Poi un urletto fece voltare tutte le persone dalla nostra parte.
La folla si divise in due: il primo gruppo guardava il secondo perplesso, e quest’ultimo (formato totalmente da ragazze) si precipitava verso di noi, o meglio, loro.
Stranamente “defluirono” in fretta, lasciandoci liberi.
Ci precipitammo al tavolo del cibo, dove c’era ogni ben di Dio: bigné, torte, gelati, pasticcini alla crema, e anche una sfilza di alimenti salati.
C’era anche musica ad alto volume: brani lenti alternati ad altri ovviamente tunz-tunz.
Ci stancammo presto di ballare e io e Niall decidemmo di esplorare la casa. Sembrava quasi un gioco, perché non eravamo sicuri di potere, quindi ci aggirammo per la villa furtivamente.
-E se ci vedono?- ipotizzai.
-ci chiuderemo in uno stanzino o boh, sotto a un tavolo, che ne so? Al massimo chiamo il mio bodyguard! Gli tira un cazzotto sul naso e poi scappiamo- sfoderò un sorriso stupido.
Ma quanti piani aveva questa villona? Arrivammo a contarne tre, e rimanemmo lì, perché Niall si era affaticato avendo dovuto fare le scale con le stampelle. Trovammo una sola stanza, abbastanza grande, dove probabilmente dormiva la padrona, perché si poteva notare con chiarezza che qualcuno ci aveva dormito. Guardammo un po’ in giro, soprattutto io, che rimiravo i suoi trucchi e profumi.
Aveva pure un parrucchino.
Lo indicai a Niall, che per poco non scoppiò in una sonora risata.
E menomale che non lo fece, perché due minuti dopo sentimmo un riso allegro provenire dalle scale. Ci fiondammo (Niall come poté) nel bagno incluso nella stanza, mentre vedevamo arrivare un cespuglio di capelli neri.
Ci chiudemmo dentro.
Che cazzo faceva? Anzi, FACEVANO?! Erano due, era chiaro.
Ci rendemmo conto di cosa stessero facendo solo dopo poco, il tempo che ci misero per levarsi i vestiti. Già, eravamo arrivati in tempo per sorbirceli.
Io e Niall ci scambiammo occhiate significative. Aprimmo la finestra sopra il water, per vedere se c’era una via di fuga. Eccheccazzo, la finestra era minuscola, non abbastanza grande per passarci attraverso. E anche abbastanza alta da spaccarsi l’osso del collo.
Passammo un’oretta buona chiusi lì dentro, quando questi due finalmente si stancarono e decisero di tornare di sotto.
Per sessanta minuti, ovvero tremilaseicento secondi (interminabili) io mi misi lo smalto della tizia.
Un colore diverso per ogni unghia imitando lo stile Smarties di Giulia. D’altronde avevo tutto il tempo, e volevo spenderlo per fare qualcosa di utile. Niall mi osservò tutto il tempo, quasi volesse scoprire i segreti dell’estetica femminile.
 
 
 
GIULIA’S POV
 
Volendo uscire da tutto quel chiasso, andammo in giardino nonostante il freddo invernale.
Per fortuna non era gelido come nei giorni precedenti, sembrava un po’ più caldo.
Ci disperdemmo per il giardino, ognuno un po’ per conto proprio, finché io, Zayn e Louis non arrivammo alla fine dell’immenso parco. Stranamente finiva con un piccolo cancello verde che chiunque avrebbe potuto scavalcare.
C’era uno spiazzo (unico in tutto il giardino) che, insolitamente, non era coperto di erba e ulivi, ma vi erano alcuni giochi per bambini. Mi precipitai a sedermi sull’altalene, seguita da Louis che però dovette accontentarsi di quella da bambini più piccoli.
Zayn si accontentò del dondolo a forma di aereoplano.
 
 
 
 
 
HARRY’S POV
 
Non avevamo la minima idea della zona in cui fossimo, tranne Barbara, che sembrava orientarsi.
Parlammo della scuola, che a loro sarebbe finita definitivamente quell’estate, dopo gli esami di maturità. Il futuro per loro era incerto.
Ero fortunato, avevo fatto tutto privatamente, e il mio di futuro era più che certo.
Mi dava fastidio, mi sentivo come privilegiato;  quindi cambiai discorso, per passare a uno più scottante:
-Ma allora tu e Lou?-
Negli inciuci come al solito non capivo niente, ma mi stava a cuore la “sorte” del mio migliore amico. Baba si zittì.
Non capivo: cosa c’era di complicato?
-Nono lo so, e difficile…- disse cercando di chiudere l’argomento.
-Che vuol dire difficile? Scusa Baba ma non capisco: ti piace o non ti piace Louis?-
Alzò gli occhi al cielo.
-Certo che mi piac…-
-Allora che cazzo stai aspettando?- sbottai senza un minimo di riguardo. Mi chiedevo che minchia le passasse per la testa in quel momento.
-E’ che… è che hai ragione. Niente si può risolvere meglio che a parole. Ma io sono così insicura… e se invece ormai non gli importo più?-
Ma che razza di domande faceva?
- Stai scherzando spero! Ma lo vedi come ti guarda? Ti sta solo supplicando di far capire qualcosa anche a lui?-
-Ha ragione, dovresti finalmente parlargli. Lo stai distruggendo.- mi appoggiò Irene.
-E quando? Non abbiamo mai occasioni di stare da soli…-
-Guarda che puoi chiamarlo da parte anche tu eh. Anche ora, se lo trovi.- la incitò Irene.
Presa da chissà quale forza oscura, Barbara lasciò subito il sentiero che stavamo percorrendo noi, addentrandosi fra gli ulivi.
Che strana quella ragazza: un attimo prima è insicura e subito dopo si lancia “all’avventura”. Bah.
-Cosa succederà secondo te? Quando Barbara raggiungerà Louis, intendo…-
-Beh, non è impulsiva, quindi non dovrebbe compiere gesti avventati tipo baciarlo prima di iniziare a parlare ma è abbastanza decisa da mettere bene in chiaro la situazione… C’è poi il fattore timidezza, che potrebbe cambiare la situazione, e il fattore Lou, che  è un po’ come un’incognita in algebra…-
-Che fai lo scientifico è chiaro come il sole… comunque hai ragione… Senti, “miss matematica”, hai idea di dove ci troviamo?-
-Mmh… no… seguiamo la strada che ha fatto Barbara, il suo orientamento è come un gps in genere…-
Annuii , la presi per mano e iniziammo ad addentrarci nell’uliveto. Camminavamo lentamente, vicinissimi l’un l’altro.
Vagammo tra gli alberi per un po’, senza trovare tracce della villa.
- Irene, sai dove stiamo andando?-
-Credevo che TU stessi seguendo un sentiero…-
Ci guardammo in silenzio a lungo, poi si sedette per terra e disse:
-Tanto vale aspettare che qualcuno venga a cercarci-
La imitai. Ben presto mi ritrovai sdraiato con la testa appoggiata ad una radice. I rene si accoccolò accanto a me, con la testa sul mio petto.
Iniziai ad accarezzarle i capelli morbidi.
Lei se ne uscì con una delle sue frasi:
-Ti batte il cuore…-
-Lo so.-
-Forte.-
-E’ perché sono con te.-
-Credevo che avessimo superato la fase “batticuore” da un po’… I nostri sentimenti sono più che collaudati, ormai.-
-Hai ragione, ma tu fai ancora un certo effetto sui miei sentimenti… i battiti aumentano anche solo al suono della tua voce-
Dalla sua espressione sembrava concentrata.
-Che fai?- chiesi. Lei mi zittì con un gesto della mano. Poi se la portò sul petto.
-Hai ragione. Anche la tua voce ha quell’effetto su di me.-

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Capitolo 31
*** But seeing you with him just don't feel right ***


GIULIA’S POV
 
-Certo che è strano… due settimane fa l’unico rapporto che avevo con voi era la contemplazione dei miei poster…- Zayn e Lou risero in tono sommesso.
-Nel senso… conduci una vita normalissima, e poi un giorno BAM, ti ritrovi gli idoli davanti scuola perché tre di loro stanno con le tue migliori amiche… in pratica la mia vita è diventata come un telefilm!-
Zayn aprì la bocca per dire qualcosa, ma venne interrotto da Barbara, che sbucò dall’uliveto e afferrò Lou per un braccio, dicendo:
-Ve lo riporto fra poco…- poi proseguì a grandi falcate lungo il vialetto che portava alla villa.
-Dove andiamo?- chiese Louis, un po’ preoccupato.
-In un posto lontano da tutti.- rispose Baba.
Scomparvero tra gli alberi, lasciandoci da soli.
-Stavi per dire qualcosa, prima dell’arrivo di Barbara…-
Lui esitò qualche istante, poi iniziò:
-Beh, anche per me è cambiato tutto di colpo… E se i miei amici non si fossero innamorati di tre “turiste-fan”, io non ti avrei mai incontrata…- Zayn prese il posto di Lou sull’altalena che ancora si muoveva con un leggero salto. Mi guardò negli occhi. I nostri sguardi erano come isolati dal resto del mondo. Le sue iridi marroni luccicarono quando un insolito raggio di sole baciò il suo viso. Tutto intorno a noi era fermo e muto. Stavo analizzando ogni suo minimo movimento, quando la sua mascella perfetta si contrasse. Il silenzio venne rotto dalla sua voce bassa, ma volutamente udibile:
-Ti amo.- quel suono flebile giunse alle mie orecchie.
-Ti amo anch’io- il suo viso si accese di un bellissimo sorriso.
 
 
 
MARY’S POV
 
Che noia ‘sta festa. Liam aveva facilmente iniziato la conversazione con nuova gente, mentre io mi ero seduta timidamente su una seggiolina accanto al camino.
Probabilmente ce l’aveva ancora con me, non mi aveva nemmeno salutato quella mattina.
Possibile? Eppure con Niall era finito tutto bene. Non avevo proprio voglia di iniziare a discutere con lui.
Oh, ma guarda un po’ qualcuno mi aveva finalmente cagato.
-Scusa, dov’è il bagno?- una voce roca si rivolse a me.
IDENTIKIT:
Età: 30 (approssimato)
Sesso: visibilmente maschio
Aspetto: Capelli corti castani e barba sparsa. Occhi color miele. Vestito bene. Niente male.
Carattere: da come mi aveva fatto la domanda, piuttosto gentile.
Purtroppo dal mio identikit lampeggiava l’età. E il fatto che io avevo un ragazzo.
Questo ultimo “dato” mi fece accantonare gli ultimi pensieri nel mio (personale) cestino mentale.
-Credo nella seconda porta a sinistra- risposi indicandogli il corridoio buio.
-Okay, grazie.-
Ultimo (ultimissimo) aggiornamento dell’identikit: sorriso ferrato. Infatti un apparecchio fisso gli invadeva gran parte della bocca.
Dio mio, che senso aveva avere un apparecchio a quel’età? Bah. Probabilmente era un caso disperato. Si diresse verso il bagno, ed io tornai ai miei pensieri.
Possibile che Liam fosse ancora arrabbiato? Forse avrei fatto bene a spiegargli la situazione… Insomma, lui non sapeva nulla di ciò che era successo tra Louis e Babs all’Hidron.
Pensai di andare a raccontargli come stavano le cose, ma il tizietto precedentemente identificato come “carino-ma-ferrato” si sedette accanto a me, iniziando a blaterare:
-Allora, ti diverti?-
-No- risposi seccamente.
-Strano, perché voi siete gli ospiti di cui si parlava maggiormente.-
-Beh, loro.-
-No, si è parlato anche di voi ragazze. Non è da tutti conquistare persone così famose-
Accennai un sorriso.
-E che si dice di noi?-
Si voltò di lato, nascondendo il viso; aveva evidentemente inventato una cazzata.
-So molti gossip- si era salvato- per esempio che uno della band sembra stranamente più triste, perché una, che credo sia pure venuta oggi alla festa, -disse guardandosi intorno – non lo caga, anche se a lui piace- si fermò.- ma io mi chiedo: cosa cazzo ne sanno?-.
Risi, a quanto pareva pensava che fossero cazzate, ma ormai io avevo imparato che i paparazzi riuscivano a scoprire anche le cose più assurde.
La mia allegra risata attirò lo sguardo di Laim.
Lo guardai sorridendo facendogli notare che ero riuscita a fare amicizia anch’io.  Liam mi rivolse uno sguardo perplesso, che poi divenne deluso. I suoi occhioni color nocciola fissavano intensamente le mie pupille nere. Continuavo a non capire il motivo di quello sguardo così amareggiato. Pur senza che ne conoscessi il significato, mi faceva sentire in colpa, per qualcosa che non sapevo di avere fatto. Quello sguardo così ardente di sentimenti si accese di un’ultima fiamma poi si spostò al pavimento.
Rimasi per qualche istante perplessa, sentivo un vuoto strano nel petto.
Quella strana e sconosciuta sensazione non durò molto: ben presto mi resi conto che le emozioni che l’espressività degli occhi di Liam avevano lasciato trasparire erano dovute al fatto che in quel momento mi stavo divertendo con un ragazzo che non era lui. Aveva frainteso la mia risata; io non stavo flirtando con lui e lui non ci stava provando con me. Il senso di vuoto causato dal senso di colpa di poco prima se ne andò, lasciando spazio ad un’irritazione che si diffondeva, lenta e ardente in tutto il mio corpo.
Stavo per alzarmi e andare a chiarire, ma sorriso-ferrato mi attaccò nuovamente il bottone:
-Ma non ti danno fastidio tutti quei fotografi? Io non sopporterei sopporterei le fan appiccicose!-
-No, guarda che le fan sono un amore. Solo che ce ne sono due categorie: quelle normali e quelle piuttosto violente e agitate. Ma non mi dispiace troppo quando i ragazzi si fermano per loro, alla fine- ribattei. Ero stata una fan anch’io.
-Però non puoi non ammettere che tutti quei giornali sui gossip danno sui nervi.-
Continuammo la conversazione, finché non mi accorsi di avere sete. Quei pasticcini alla crema che avevo mangiato erano molto dolci.
Mi alzai lasciando sorriso-ferrato per rifornirmi.
Mentre riempivo un bicchiere di coca, mi accorsi che Liam parlava con una ragazza, ma cercai di sorvolare e non diventare gelosa. Cedetti quando vidi che la ragazza gli accarezzava la faccia.
Cosa stava succedendo quel giorno?
Un giorno particolarmente particolare, sìsì.
Mi diressi velocemente verso Liam, lo presi per la manica e lo tirai verso una porta sconosciuta che aprii senza nemmeno guardare all’interno.
-Ok, senti, chiariamo.-
Feci una pausa.
Liam annuì.
-Mi sembra che sia tu che devi delle spiegazioni- lo disse alzando un sopracciglio.
Rimasi perplessa della sua reazione.
-Hai frainteso tutto! Quel ragazzo non lo conoscevo minimamente! E poi hai visto quanti anni avrà avuto?- Per non parlare dell’apparecchio, volevo aggiungere.
-Abbiamo parlato di cosa vuol dire essere famosi e di VOI.-
Rimase in silenzio.
-E se lo vuoi proprio sapere non ci stava assolutamente provando! Né io né lui!-
Ero arrabbiata, non si fidava di me.
Poi però mi resi conto che neanch’io mi ero fidata di lui quando stava parlando con quell’altra ragazza.
-Tu cosa hai da dire in tua discolpa?- continuai.
-Che ce l’avevo con te e quando quella tizia ci ha provato con me l’ho lasciata parlare; solo per farti capire come mi sentivo io a vederti col tizio con l’apparecchio-
Rimasi male da quelle parole, e sembrò rendersi conto pure lui di quello che aveva fatto.
Cos’era diventata quella? Una guerra?
Lasciai che questo ultimo pensiero uscisse dalla mia bocca.
Pensavo di conoscere abbastanza Liam, ma questo lato era sempre stato oscuro a me.
Volevo dirgli tutto quello che pensavo sulla sua pateticità, perché sì, era una cosa molto infantile.
Però uscii dalla stanza a grandi falcate superando Liam, che però mi prese il polso, fermandomi.
-Scusa. Non mi sono reso conto di quanto fossi stupido.- abbozzò un sorriso – e insensatamente vendicativo e insulso. Ti prego perdonami.-
-Meno male che te ne sei reso conto.-
Cercò di baciarmi, ma io spostai la testa di lato. Non mi era ancora passata.
-Dovremmo fidarci più l’un dell’altro- commentai freddamente.
Abbassò gli occhi, annuendo. Sembrava sentirsi molto colpevole e non resistetti a non abbracciarlo.
Fui racchiusa nel calore delle sue braccia mentre Liam mi baciava delicatamente i capelli.
 
 
LOUIS’ POV
 
Forse finalmente mi avrebbe chiarito le idee, anche se ero ormai sicuro che sarebbe stato negativo. Ma mi ero preparato all’impatto.
Baba non finì di tirarmi per il braccio finchè non decise che il posto era giusto e probabilmente nessuno avrebbe potuto disturbarci.
-Io e te dobbiamo parlare.-
-Davvero? Non dovevamo prendere un tè?- risposi sarcasticamente. Lei fece una smorfia.
-Bene, dopo le battutine di rito possiamo continuare?-
Annuii.
-Senti penso che sappiamo entrambi...-
-Aspetta, fai parlare prima me- la interruppi –io devo scusarmi con te per quello che ho fatto quando eravamo in piscina. Devo esserti sembrato un maniaco… e per di più, evidentemente, non hai apprezzato la mia dichiarazione… D’altra parte hai ragione: in fondo ci conosciamo da nemmeno due settimane… Quindi, se non condividi i miei sentimenti, me ne farò una ragione…-“… e andrò a rifugiarmi tra gli alberi per piangere senza essere visto…” pensai.
-Devo esserti sembrato una persona orribile, un puttaniere che ci va con la prima che capita. Sì, insomma alla fine delle persone famose si fa sempre questa considerazione. Ma in realtà non sono così, o almeno non penso di esserlo, anche perché per me ci sei solo tu, come ti ho già detto più direttamente all’Hidron. È che non mi ero mai sentito come quando stavo con te. Infatti mi manchi, tanto. Perché, -“anche se con molti sacrifici” pensai. – Io voglio restarti amico.-
Non ero sicuro di quello che avevo detto, ma la volevo assolutamente di nuovo accanto.
Durante tutto il mio monologo Barbara aveva cercato di interrompermi per dirmi qualcosa, ma invano.
-Posso parlare adesso? Grazie. A parte che all’Hidron tu mi hai “salvata” dalle grinfie di un molestatore, e poi TU mi conosci da due settimane. IO che ti conosco è da due anni. E da due anni la sera, prima di dormire, nel buio della mia stanza, penso ai tuoi meravigliosi occhi grigio-azzurro, ed inizio a fantasticare a come la mia vita sarebbe accanto a te. Ogni tanto sospiro, e delle lacrime silenziose iniziano a rigarmi il viso. Poi mi addormento, e spesso sogno te, o i ragazzi, e mi risveglio felice. Poi ti catapulti nella mia vita, e mi dici che probabilmente non ricambio i tuoi sentimenti. Beh, se ciò che provi è voglia di  prendermi a sprangate, hai ragione, non ricambio; ma se è amore, sappi che anche io ti amo.-
Restammo per qualche attimo in silenzio, a fissarci negli occhi. In quel momento mi resi del tono di marrone che avevano: caldo, uniforme, che ti faceva sentire al sicuro.
-Ti prego, dimmi che i tuoi sentimenti sono come i miei, perché altrimenti ho fatto solo una figura di merda…-
Risi. Forse non aveva capito abbastanza dal lunghissimo discorso che avevo fatto prima?
Ero felice. Avrei voluto urlare e correre per il prato per la contentezza. Sarei sembrato imbecille. Ma a me che sarebbe importato? Lei ricambiava e mi aveva anche detto anche delle assurdamente belle, bellissime cose.
E io che mi aspettavo un esito negativo!
Mi sentivo una persona completa, satura, che non aveva più bisogno di niente se non lei.
-E come vuoi che siano?- fu l’unica frase che riuscii a dire per l’emozione.
Le guardavo le labbra con uno sguardo avido e bramoso.
Perché sì, ancora non ero ancora del tutto completo.
Mi avvicinai al suo viso non staccandole gli occhi di dosso e i nostri nasi sfiorarono e i respiri si intrecciarono, finchè anche le nostre labbra non si toccarono.
Qui non resistetti e la mia bocca premette contro la sua intrecciando la mia lingua alla sua.
Cercai di mettere in quel bacio tutte le emozioni che provavo per le e lei ricambio, con tanta passione quanta ne stavo mettendo io.
Perché non doveva esistere il paradiso?
 

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Capitolo 32
*** AVVISO ***


Ci dispiace, ma da un po' ci siamo rese conto che la nostra storia non ha davvero senso, è tutto fare inciuci, gite, sesso, e litigi patetici. Siamo veramente molto tristi, perchè ci eravamo dette che non avremmo mai mollato, come molte persone fanno, la nostra storia. Però è veramente senza un filo. Noi avevamo già in programma anche alcuni avvenimenti, fatti (sempre stupidi), per finire la ff. ovviamente con questo messaggio intendiamo comunicarvi che non andiamo più avanti, che la smettiamo.
Scusate :c
Maria & Claudia
PS: Vi possiamo comunque dire con quali avvenimenti si sarebbe chiusa la fanfiction: Liam e Mary, dopo un tradimento da parte di mary e molti litigi, capiscono che sono fatti l'un per l'altra.
Baba diventa un po' gelosa perchè pensa che lou abbia un'altra, ma poi scopre che le sta solo facendo una sorpresa: un viaggio in Grecia kjfhskj 
Niall e Claudia diventano genitori, durante un bellissimo viaggio in Irlanda, e la ff finisce con  lei che vede suo figlio appena nato e si accorge che ha gli stessi occhi di suo padre <3 dskljfslk questa parte era davvero dolce :c E poi lui gli cantava small bump adkjs di ed sheeran lksdfhsjkl

Tutte queste idee probabilmente le riutilizzeremo, ovviamente tranne quelle veramente oscene. Abbiamo deciso che ora ci dedicheremo esclusivamente alle one shot, e quella di "this is the start of something beautiful"
Grazie comunque c:

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