A really strange summer

di HuldraxVilia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** What the fuck?! ***
Capitolo 2: *** What are you doing here? ***
Capitolo 3: *** Can we live together? ***
Capitolo 4: *** Let's go to the beach! ***
Capitolo 5: *** I can make your tears fall down ***
Capitolo 6: *** Horror film and tears ***
Capitolo 7: *** Two weeks later ***
Capitolo 8: *** I can't ***
Capitolo 9: *** Trouble, trouble and trouble ***
Capitolo 10: *** Goodbye ***
Capitolo 11: *** A new adventure start ***
Capitolo 12: *** Damn ***
Capitolo 13: *** Fight ***



Capitolo 1
*** What the fuck?! ***


                                    *flashback*
                                         3 mesi prima
 
Capitolo 1 WHAT THE FUCK?
 
GIULIA’S POV.
 
Traffico. Troppo traffico. L’aria era pesante, quasi irrespirabile. Io e Giada eravamo in viaggio da quasi due ore e lei non faceva che chiedermi la nostra posizione ogni dieci minuti.
< Dove siamo? >. Ecco, appunto. La voce di Giada mi arrivò come un sussurro, per colpa del vento che trascinava via la sua voce.
< Siamo a Spotorno, un quarto d’ora al massimo e siamo arrivate >. Le risposi scocciata. Era la decima volta in dieci minuti che me lo chiedeva.
< Ok >.
Per il resto del viaggio ci fu silenzio grazie a dio e al milkshake che avevamo preso all’ultima stazione di servizio.
Un quarto d’ora dopo.
Eravamo sotto casa di mia nonna, al mare. Per la precisione ci trovavamo in una minuscola frazione tra Diano Marina e Cervo, conosciuta come San Bartolomeo Al Mare. Un posto tranquillo, a volte troppo, per passare tre indimenticabili mesi con la mia migliore amica, nonché vicina di casa a Torino.
Oh ma che sciocca mi sono dimenticata di presentarci.
Io mi chiamo Giulia, sono alta, né troppo magra né troppo grassa, diciamo che ho le forme nei posti giusti. Ho gli occhi verdi tendenti al marroncino vicino alla pupilla, i capelli biondi-ramati e ricci/mossi.
Giada, la mia migliore amica/sorella acquisita, è fisicamente uguale a me, ma lei ha gli occhi scuri e i capelli castani.
Parcheggiai la mia decappottabile rossa nei parcheggi riservati sotto casa.
Prendemmo le nostre enormi e innumerevoli valige e ci dirigemmo verso il portone. Primo dilemma dell’estate: abito al primo piano, quindi, scale o ascensore? Ascensore. Decisamente ascensore. Finalmente eravamo arrivate. Infilai la chiave nella toppa, ma girò solo una volta invece di tre, qualcosa non andava: da quando mia nonna (la maniaca del pulito e sicurezza perfettina) non chiudeva a chiave? Buttai nella spazzatura le mie preoccupazioni: è estate, cazzo!
Spalancai la porta, lo spettacolo che vedemmo era indescrivibile: Zayn Malik, Harry Styles e Niall Horan camminavano tranquillamente nel
corridoio di casa MIA in costume da bagno.

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Capitolo 2
*** What are you doing here? ***


Capitolo 2 WHAT ARE YOU DOING HERE?
 
Le parole che volevo dire in quel momento erano: what the fuck!?! Ma tutto quello che dissi fu:< Giada, non svenire, per carità di dio! >.
I ragazzi in corridoio si bloccarono un attimo, e restammo a guardarci per quella che mi sembrò un’ora, per capire chi fosse “l’intruso” in quel momento.
In quel momento arrivò Louis Tomlinson, che dopo un momento di confusione, si ricompose sfoggiando uno dei suoi sorrisi migliori:
< Emh...voi chi siete? >. Chiesi affabile.
< Cosa ci fate voi qui? >. S’intromise Zayn.
< Sì dal caso che questa sia casa MIA, al massimo cosa ci fate voi qui? >. Dissi.
Mi girai verso Giada, dovevo controllare se era ancora viva alla vista dei suoi idoli. Era viva, si, ma era paralizzata. Allora le schioccai le dita a un
palmo dal naso per un paio di volte. Si riprese. Entrai di forza portandomi dietro una Giada in estasi. Devo ammettere che anche io ero rimasta un po’ scioccata, bé chi non lo sarebbe? Non capita tutti i giorni di arrivare a casa di tua nonna e trovare gli One Direction. Rimasi basita dal disordine che c’era in quella casa, fosse arrivata mia nonna avrebbe tirato fuori le vecchie Beretta che mio nonno tiene in cantina. La mia bella casina, sempre in ordine e pulita sembrava una trincea. Basta. Era troppo. Chiamai mia nonna seduta stante.
 
*chiamata*
 
N: Ciao tesoro! Com’è andato il viaggio?
IO: Bene, ma sarebbe andato meglio se non avessi trovato cinque ragazzi a torso nudo a casa mia… abbiamo corso il rischio di perdere Giada…
N: Ah giusto, mi ero dimenticata di avvisarvi del loro arrivo. Sai, mi hanno chiamata la settimana scorsa chiedendomi in affitto la tua casa per tre mesi ad un prezzo molto vantaggioso. E poi... sono molto carini.
IO: Nonna! Comunque avresti potuto avvertirci! E poi…
N: Scusa tesoro devo proprio andare... ho lasciato… emh… i peperoni sul fuoco. Ciao tesoro, e divertiti mi raccomando!
 
*fine chiamata*
 
GIADA’S POV
 
Mentre Giulia era al telefono con la sua adorata nonnina, io ero ancora ferma e impalata vicino alla porta, chiusa alle mie spalle. Dovevo ancora realizzare chi avevamo in casa. CAZZO GLI ONE DIRECTION! Ad un certo punto vedo Zayn Malik avvicinarmisi con quel cazzo di sorriso…
Mi tremavano le ginocchia, cazzo, cazzo, cazzo Giada stai calma. Inspira, espira, semplice. Inizia a parlare:< Ciao sono Zayn... >. Lo bloccai subito:< So chi sei... tu e... voi >. Gli spuntò un sorriso a 32 denti.
< Allora sei una directioner? >.
< Io sì, lei NO >. Dissi indicando la svampita ancora al telefono.
< Figo il tatuaggio! >. Disse indicando il mio G.V. posto nell’incavo del collo.
< Grazie... >.
< Per cosa sta? >.
< Sono le iniziali della mia svampita sorella >.
< Cosa? >. Chiese confuso.
< Le sue >. Dissi indicando Giulia.
< Ah… carino… e tenero da parte tua tatuarti le sue iniziali… >.
< Lei ne ha uno uguale… beh non è uguale, ha le mie iniziali, sulla caviglia… >.
E dopo aver parlato con Zaynsonofigomalik Giulia chiuse la chiamata imprecando... spazio autrice.
ma ciaoooooooo!!! sono un po' delusa a dire la verità. cosa vi costa scrivere una recensione piccola piccola?
anyway, sono contenta di poter finalmente pubblicare la storia! e quindi eccomi qui tutta per voi con il terzo capitolo!
ora posto il quarto. ma se non vedo neanche una piccolissima recenzione, anche con dei consigli, quello che volete, entro domani cancello tutto.
scherzo, non potrei mai. ma mi piace imitare la gente che minaccia, hahaha, si ok la smetto. ciao belleeeeee.

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Capitolo 3
*** Can we live together? ***


Capitolo 3 CAN WE LIVE TOGHETHER?
 
GIULIA’S POV
 
IO: Nonna aspetta! E io come facc...
Ma non finii di parlare, perché mia nonna mi aveva attaccato il telefono in faccia! Quella vecchia baldracca!!!
E adesso?? Non dovremmo mica convivere? Bé scommetto che a giada non dispiacerebbe affatto. Ad un certo punto mi accorsi che una dozzina di occhi mi fissavano:< Che diavolo avete da guardare? >. Sbottai. Dopo di che c’era una Giada sconvolta, e cinque facce che mi guardavano confuse. Giusto! Loro erano inglesi, io avevo parlato in italiano… ops.
< Scusa, se volete ce ne possiamo andare... >. Incominciò a dire Niall che fu subito interrotto da Giada:< Non capisco perché dovreste fare una cosa del genere! >. Disse nervosa, cercando la mia approvazione, supplicandomi con gli occhi. Tutti gli sguardi erano di nuovo puntati su di me, sembrava che i ragazzi avessero capito che in quel momento comandavo io. E poi successe una cosa assurdamente assurda. Harry sfoderò un sorriso pazzesco, ed ecco quelle fottute fossette spuntare sulle sue guance, e tutti i sentimenti repressi e nascosti tornarono a farmi visita. Come potevo dire di no? Ci saremmo divertiti, credo.
< E va bene, che convivenza sia >. Dissi fingendomi scocciata.
Iniziammo le presentazioni e i ragazzi si esibirono in una squallida scenetta tipo: I’m Harry, I’m Louis, I’m Niall, I’m Zayn, I’m Liam! We are One Direction!
< Lo sappiamo chi siete >. Dissi alquanto scocciata.
< Beh, allora se voi sapete già chi siamo, diteci qualcosa di voi >. Disse Niall guardando Giada.
< Allora, noi abbiamo un modo tutto nostro per presentarci... quindi, non vi spaventate >. Disse Giada che sembrava essersi ripresa.
< Inizi tu o inizio io? >. Chiesi a Giada, con un sorriso.
< Inizio io >. Disse lei tutta gasata.
< Allora, lei è Giulia e questa è casa di sua nonna. Lei è una ragazza fantastica, è la mia migliore amica, ci conosciamo da 5 anni. Per il suo diciottesimo compleanno, un giorno dopo il mio diciassettesimo, ci siamo tatuate le nostre iniziali, io le sue e lei le mie. Per il resto, adesso sembra un’arpia, ma vi assicuro che è molto simpatica, ma soprattutto è leale, quindi se avete bisogno andate da lei che sa capire i problemi altrui molto meglio di me. Poi la vedete, no? La mia sorella hippy >. Disse guardandomi teneramente.
< Bene, tocca a me. Lei è Giada, una ragazza straordinaria, che c’è sempre nel momento del bisogno, simpatica, leale e beh... è la migliore amica del mondo. Ma ultimamente ha preso un po’ il vizio di copiarmi e coprirsi il corpo di tatuaggi. Ne avrà sei o sette. Ma io ne ho di più >. Dissi sorridendo beffarda. Giada mi saltò addosso per la gioia.
Tutto successe in un lampo: Giada mi salta al collo, perdo l’equilibrio e cado. Ma qualcosa non andava, non avevo sentito BUM, e neanche il male al culo che senti quando cadi. Mi girai e vidi Liam Payne che mi reggeva per la vita.
Iniziamo bene. Portammo le valige dentro e obbligammo i ragazzi a farci posto negli armadi, e anche in bagno che era cosparso di prodotti per capelli contrassegnati con una “Z”. Tipico.
< Ragazziiiiiiiiiiii!!!! >. Urlai.< Allora, bisogna rendere questo posto vivibile, quindi, Harry e Niall lavano i piatti. Zayn e Giada, camera da letto, Zayn non fare quella faccia, dovete pulirla, non usarla! Louis butta la spazzatura. Liam e io mettiamo a posto il soggiorno. Forza a lavoro! >
< Giulia sei un’arpia! >. Disse Harry scherzando.
< Zitto e lava, Hazza >. Dissi ridendo.
Ci mettemmo tutti a pulire. Mezz’ora dopo quella casa sembrava abitabile. I ragazzi erano veloci a pulire, ammirevole.
< Ragazzi, so che siete stanchi e tutto, ma dovreste apparecchiare la tavola, ormai è ora di pranzo e io sto morendo di fame >.
< Vuoi dire che sapete cucinare? >. Chiese Niall stupefatto. Annuimmo.< E cucinerete ITALIANO? >. Annuimmo di nuovo, sorridendo.< Vi amo!!! >. Disse saltandoci al collo. Ci mettemmo tutti a ridere. Poi, io Giada iniziammo a cucinare. Optammo per la carbonara, essendo uno dei piatti più veloci e che ci venivano meglio. Un quarto d’ora dopo eravamo tutti a tavola, appena i ragazzi assaggiarono la pasta ci guardarono adoranti:< Vi prego, diteci che cucinerete tutti i giorni, almeno a cena >. Ci chiese Niall, facendo gli occhi dolci. Come si fa a dirgli di no?
< No problem. Anche perché a pranzo non saremo in casa. Se il mio piano estivo funziona >. Dissi allegra.
Dopo mangiato restava un problema: la notte.

Spazio autrice
come promesso, il terzo capitolo arriva veloce come un razzo!
chiedo scusa per i piccoli problemi tecnici che ho avuto con i primi due capitoli, lo so che non si leggevano i dialoghi e chiedo scusa, sorry :(
ma i problemi sono spariti ed è tutto a posto. spero che vi piaccia. voglio ribadire che non l'ho scritta da sola, ma con la mia migliore amica, Giada, che oltre a scrivere tutti i suoi pov, mi ha dato molte idee che poi abbiamo sviluppato insieme.
credo che oggi pubblicherò anche il primo capitolo di un'altra storia se vi va, passate a vederlo. a me sembra carino. in più sto lavorando ad una ff fantasy dove i ragazzi SONO famosi, visto che non ne ho mai viste così in giro per il sito, ho pensato fosse carino provare a farne una. non so quando pubblicherò il capitolo del fantasy perchè l'ho iniziato stamattina, chi vivrà vedrà. haha. ok, me ne vado, tra un po' posto il quarto. se vi va lasciatemi un piccolo commento. ciaoooooo :)

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Capitolo 4
*** Let's go to the beach! ***


Capitolo 4 LET’S GO TO THE BEACH!
 
< Ragazze, c’è un problema, come dormiamo la notte? >. Chiese Harry con un sorriso malizioso.
< Rilassati, Styles. Il posto per dormire c’è ma non si vede. Come avete dormito fino ad ora? >. Gli domandai di rimando.
Ma fu Liam a rispondere:< Harry ha dormito sul divano con i fiori; Niall, Zayn e io, nel letto matrimoniale; e Louis ha dormito sull’altro divano >. Disse Liam mentre io mi rotolavo dalle risate:< Mia nonna non vi ha detto che quello è un divano letto? >. Chiesi indicando il posto in cui dormiva Harry e asciugandomi le lacrime che erano scese per le troppe risate. I ragazzi si guardarono confusi prima di fare di no con la testa, allora spiegai:< Allora, prima cosa, Styles, sloggia dal mio divano, ci dormo da diciotto anni e non smetterò di farlo ora. Comunque quel divano si apre e diventa un matrimoniale >. Dissi aprendo il divano-letto, per poi continuare:< Giada credo che voglia dormire in camera, perché c’è più ombra e si può dormire di più. Inoltre il mobile che c’è all’ingresso si apre e diventa un letto. Quindi i posti ci sono, bisogna solo decidere come sistemarci >. Dissi abbassando lo sguardo, imbarazzata.
< Idea! >. Urlò Harry tutto contento. Lo incitammo a continuare:< Allora, io da quel divano non mi muovo, è troppo comodo, quindi lo dovremmo condividere Giulia; se Giada vuole dormire in camera dovrà condividere il letto con Niall e Zayn, perché Liam tira dei calci assurdi, quindi dormirà nel mobile-letto; infine Lou continuerà a dormire sul divano verde. Ok? >. Chiese.< Ok >. Dicemmo in coro, poi Giada si avvicinò ad Harry e gli disse:< Niente scherzi Styles, ti tengo d’occhio >. Harry si mise a ridere di gusto, come per prenderla in giro, me ne accorsi:< Harold, non ti conviene farla incazzare, ha rotto il naso al mio ex perché mi tradiva, e io ho fatto un occhio nero al suo ex per lo stesso motivo >. Dissi seria. Harry sembrava spaventato, ma disse:< Tranquilla Giada, la tratterò bene >.
Neanche fossi una sua proprietà! Ma chi si crede di essere quel riccioluto? Che nervi.
Nel pomeriggio ci preparammo per andare in spiaggia, decisi di portarli a porteghetto, una spiaggia scogliosa che adoravo. Io e Giada andammo in bagno a cambiarci, dato che i ragazzi erano già pronti. Io misi un costume verde con i pantaloncini del costume dello stesso colore, Giada mise un costume blu con i pantaloncini dello stesso colore. Mi misi la mia canotta preferita: bianca, con delle piume indiane davanti e i buchi per braccia che scendevano fino a metà schiena, lasciando intravedere il mio tatuaggio, che rappresentava un acchiappasogni, di lato. Giada si mise una maglia con un cuore che lasciava scoperta una spalla con il suo di tatuaggio. Eravamo pronte, quindi andammo dai ragazzi.
< Ci sarà da camminare un po’, voglio portarvi in un posto speciale >. Dissi sorridente. I ragazzi annuirono e ci incamminammo verso la spiaggia. Mi misi gli occhiali da sole, perché a quell’ora il sole picchiava. Grazie al cielo incontrammo solo due fan che chiesero subito l’autografo a ragazzi e che lanciarono a me e a Giada uno sguardo assassino. Che nervi.
Camminammo una mezz’oretta, scelsi il percorso più lungo apposta per evitare di passare davanti al campeggio pieno zeppo di ragazzine.
 
Arrivammo alla spiaggia senza troppi intoppi, scendemmo la scala di metallo e andammo a scegliere uno scoglio. A quell’ora c’era poca gente. Ci sistemammo su due scogli larghi e piatti, un po’ in disparte. I ragazzi si tolsero le maglie e Giada per poco non svenne:< Giada calma, hanno ancora i pantaloncini! >. Lei mi incenerì con lo sguardo e io le restituì un sorriso beffardo. Poi come due sceme scoppiammo a ridere insieme. I ragazzi ci guardarono sconcertati. Mi svestii e giada fece lo stesso. Non vedevo l’ora di toccare l’acqua fresca. Eravamo solo a metà giugno, ma faceva molto caldo. Mentre mi toglievo la canottiera sentii lo sguardo di Zayn fisso sul mio tatuaggio, quello sul fianco delle costole.
< È molto bello >. Disse il pakistano.
< Grazie, me lo ha fatto... >. Ma non riuscii a terminare la frase perché qualcuno mi sollevò e mi caricò in spalla come un sacco di patate. Vidi solo una massa di ricci e sentii una risata un po’ roca.
< HARRY! Mettimi subito giù! Adesso! >. Urlai, ma nella mia voce si sentiva anche una piccola risata proveniente dal fondo del mio cuore.
Eravamo alla fine degli scogli, sotto di noi c’era solo l’acqua limpida e profonda.
< D’accordo, dolcezza >. Disse affabile. Cosa? Come mi aveva chiamata?
< Se cado io, tu cadrai con me >. Affermai attaccandomi più saldamente al suo collo.
< Credo che correrò il rischio >. Disse. Poi, più niente. Vedevo tutto blu. Ah, no, quello è il cielo. SPLASH. Cademmo nell’acqua fresca abbracciati. Mi staccai e nuotai sott’acqua il più lontano possibile. Ero un’ottima nuotatrice e riuscivo a trattenere il respiro nuotando per più di un minuto. Nuotai per una cinquantina di metri per poi riemergere. Vidi un Harry molto preoccupato che mi cercava ovunque. Quando mi vide un ghigno malefico comparve sul suo volto mentre nuotava a tutta velocità verso di me. Partii all’istante, cercando di allontanarmi il più possibile mentre ridevo. Ma lui era più veloce. Mi prese un piede tirandomi verso di lui per poi bloccarmi le braccia:< Presa >. Disse sorridendo. Sorrisi a mia volta:< Hai vinto. Ora torniamo in dietro che se no gli altri si preoccupano >.
< Ok >.
Nuotai fino allo scoglio più lontano a dove stavano i ragazzi, mi issai sulla grossa pietra e uscii dall’acqua. Harry mi guardò stranito scatenando la mia risata.
< Perché sei andata così lontana dai ragazzi? >. Mi chiese sorridendo malizioso.
< Non farti strane idee, Riccio, è che mi piace saltare tra gli scogli. Lo faccio fin da piccola >. Sorrisi, ripensando alla mia infanzia, quando ero ancora felice, e una nota di amarezza mi attraversò gli occhi. Lui se ne accorse:< Cosa succede? >. Mi chiese preoccupato.
< Niente >. Dissi sfoggiando uno dei miei sorrisi migliori.
< Sei molto più bella quando sorridi >. Disse, facendomi arrossire. Cambiai discorso:< In acqua sei veloce, ma questo è il mio elemento. Gara? >. Chiesi.
Gli occhi del Riccio scintillarono:< Tre... >
< Due... >.
< UNO! >. Urlammo. Iniziai a correre sulle rocce che mi graffiavano i piedi, quando scorsi una conca molto profonda mi voltai per vedere se Harry l’aveva notata, il suo sguardo preoccupato mi confuse. Capii il significato della sua preoccupazione quando urlò:< Non saltare, ti ammazzerai! >. Per tutta risposta io ripartii in quarta, correndo più veloce che potevo, per poi spiccare un salto tanto alto quanto lungo. Nella mia mente, in quel momento, stavo volando. Come quando a 8 anni volavo tra le parallele in palestra, o al volteggio. Atterrai dall’altra parte in punta di piedi, in un equilibrio perfetto. Ricominciai a correre e vidi il Riccio aggirare la conca per paura di saltarla, il che scatenò un’altra risata da parte mia. Mancavano solo una decina di metri per arrivare dai ragazzi, e lì c’erano una serie di scoglio sconnessi, i miei preferiti. Saltai da uno scoglio all’altro senza il minimo sforzo. Quando arrivai dai ragazzi vidi Harry incespicare 5 metri dietro di me:< Ho vinto! >. Urlai ridendo. I ragazzi scoppiarono a ridere.
 
GIADA’S POV
Vedevo la scoppiata che veniva rincorsa dal riccio in acqua mentre noi prendevamo il sole, quando Zayn se ne esce con:< Ragazzi chi va a prendere le birre? >. E io me ne esco con un:< Carta, forbice, sasso? >
< Ci sto! >. Ovviamente il pakistano perse di brutto e rimanemmo in 4, bene mi mancavano Louis e Liam da fare fuori per rimanere sola con  Nialler. Pensa, Giada pensa, cazzo. Ma Louis disse:< Sapete, ragazzi che con la birra ci vogliono le carote? >. Ok, Tommo mi stava seriamente preoccupando, ma era perfetto, mancava solo Payne. Mentre pensavo ad un modo per sbarazzarmi di lui gli squillò il telefono, ci disse qualcosa di incomprensibile e si allontanò a passo svelto. MISSIONE COMPIUTA!!!!VITTORIA!!!. E adesso cosa faccio?
< Scusa mi puoi mettere la crema, sai, non voglio scottarmi >. Mi chiese il biondo, cazzo, mi aveva letto nella mente. Chi cazzo era, Edward Cullen?.
Mi misi a cavalcioni sul suo sedere… volevo provocare! Gli sbucò un lieve sorriso malizioso, mi passò la crema solare, iniziai a spalmargliela sulla schiena, partendo dal collo, poi le spalle, arrivando ai fianchi fino a quando non arrivai all’elastico del costume, incominciò a ridere:< Ti piace provocare? >. Arrossii…
< Mi piace vedere come reagisce la gente alle mie provocazioni… >. Neanche il tempo di finire la frase che si girò sotto di me. Ok, ero rossa come un peperone e stavo per svenire… yeah! Sorrisi, iniziò a torturarsi il labbro inferiore, per poi tirarsi su, aggrappandosi ai miei fianchi, sapeva che mi stava provocando:< Mi stai provocando Horan? >
< Probabilmente… >. Disse con voce sexy, avvicinandosi lentamente alle mie labbra…
< Le birre!!!!!! >. Disse Zayn brandendo cinque birre mentre correva verso di noi. CAZZOOOOOOOOOOOOO, mi stavo per baciare con NiallscopamiHoran e arrivi tu, ZaynsonospecchiodipendenteMalik , ma porca TROIAAAAAAAAAA…..
< Sto interrompendo qualcosa? >.Mi scostai molto velocemente, mentre Niall tirava la crema in faccia a Zayn…
Tornò Louis seguito da Liam che gli portava le carote. Iniziammo a bere, non reggevo bene l’alcol ma per una birra non sgangheravo…
Vedemmo la sclerata correre verso di noi a rotta di collo seguita da HarryvoglioscoparmilatuamiglioreamicaStyles.

spazio autrice.
ciaoooo eccomi di nuovo a rompervi le scatoline!!! per oggi questo è l'ultimo capitolo e come promesso è più lungo. vorrei precisare che i pov di Giada li ha scritti LEI, io mi sono limitata a correggerli. quindi, se non vi piacciono, dovete prendervela con la mia amichetta pervertita. hahahah. sto scherzando lo sa che la adoro. bene e dopo tutte queste cazzate dette alle 10:40 di mattina direi che posso lasciarvi in pace. ciaoooooo :)

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Capitolo 5
*** I can make your tears fall down ***


Capitolo 5 I CAN MAKE YOUR TEARS FALL DOWN
 
GIULIA’S POV
 
< Ti sei fatto battere da una ragazza! >. Urlò Louis.
Giada accorse in soccorso di Harry:< Louis, batterebbe anche te! È da quando ha tre anni che corre sugli scogli in quel modo, anzi, a dire il vero, credo che batterebbe voi cinque messi insieme se solo volesse! >. Lo prese in giro Giada.
< Ah, davvero? Adesso vediamo. Giulia ti va di sfidare anche me? >. Chiese Tommo.
< Certo! Però il percorso lo scelgo io... allora, bisogna andare fino a quell’altura, scendere andare fino in fondo alla scogliera, saltare, o aggirare, la conca, passare tra i massi sconnessi e tornare qui. Ci stai? >. Chiesi con aria di sfida.
< Tre... >. fu la sua risposta.
< Due... >. dissi
< UNO! >. Urlammo. Ma io non partii subito, gli lasciai dieci secondi di vantaggio, poi partii in quarta. In pochi secondi ero già all’altura, e vidi Lou che cercava di scendere arrampicandosi al contrario, io d’altro canto, saltai direttamente. Era un salto di un paio di metri, cose a cui ero abituata. Stavo correndo a rotta di collo, visto che avevo Louis alle calcagna, quando sbattei contro qualcosa o meglio qualcuno. Guardai la persona e non potevo crederci:< Alessia!!! >. Urlai saltandole addosso.
< Giulia? Giulia!!! >. Ci abbracciammo ridendo. In quel momento vidi Tommo passare in testa urlando:< Perdente! >.
< Oh mio dio, quello era Louis Tomlison? >. Mi chiese stupefatta.
< Si, ora scusa ma ho una gara da vincere, ci vediamo a casa mia per le sei, ok? >. Dissi.
< Ok! >. Mi rispose e io rincomincia a correre. Louis era dieci metri più avanti di me, aveva già superato la conca. Cazzo, dovevo distrarlo. Mi venne in mente una cosa che mi aveva detto Giada l’anno prima, così urlai:< Tommo, CAROTE! >. Lui si girò con lo sguardo affamato e io ne approfittai per superarlo e infine vincere la gara.
Arrivata dai ragazzi abbracciai Giada.
< Perché mi abbracci? >. Chiese stranita.
< Perché sei stata tu a dirmi che Louis adora le carote! >. Risi.
Scatenai una risata di gruppo. Guardai il telefono, le 5.
Decisi che era il momento di andare a casa. In mezz’ora arrivammo e io mi buttai sul divano stremata.
< Ragazzi, avete portato le chitarre? >. Chiese Giada, tutta gasata.
< Si, perché? >. Rispose Niall.
< No... niente >. Disse lei arrossendo e abbassando la testa.
< Ho capito, cosa preferisci? >. Chiese Niall gentilmente.
< Little things >. La precedetti io. Sapevo che voleva chiedere quella canzone, ma sapevo anche che non ne avrebbe mai avuto il coraggio.
< Perfetto, ragazzi vi va? >. Chiese Liam, che era riapparso con una chitarra in mano, che poi diede a Niall.
< Certo! >. Dissero in coro sorridendo.
Niall battè tre volte con il piede per dare il tempo e poi Zayn attaccò
Your hand fits in mine, like it’s made just for me...
Durante la canzone i miei occhi erano fissi sui miei piedi, o su Giada che aveva i suoi fissi in quelli di Niall, che la guardava dolcemente. La canzone finì
And I’m in love with you, and all your little things.
Io eGiada battemmo le mani. Poi Harry disse:. Andò da Niall e gli sussurrò qualcosa all’orecchio. Poi, prima di attaccare disse:< Ascoltate molto attentamente le parole >. Poi attaccò:
I remember summer ‘13
Wanna stay here for the rest of my life
Just can’t lie, is the best time of my life
 
Cantò lui tutta la canzone cambiando le parole per riferirsi a oggi. Per tutto il tempo guardò me. Cercai di cacciare le lacrime, e grazie a dio ci riuscì, ma avevo gli occhi rossi, così misi gli occhiali da sole. Louis se ne accorse e tirò uno scappellotto a Harry, urlandogli:< Cretino, l’hai fatta piangere! >. Per poi correre ad abbracciarmi. Ricambiai l’abbraccio, ma poi suonò il citofono. Chi cazzo era alle 6 di sera? Ah, Alessia. Andai ad aprire e dissi ai ragazzi di nascondersi.
< Ciao Ale! >. Le dissi abbracciandola.
< Allora, spiegami cosa ci facevi con quel pezzo di figo di Louis Tomlison >. Disse.
< Ah, no. Quello non era Louis Tomlison, solo un deficiente che gli assomiglia tanto. Figurati se io conosco gli One Direction! >. Dissi ridendo sotto i baffi.
< Peccato, credevo che... >. Disse, rattristandosi.
< Se ti dico una cosa, tu prometti di non dirlo a nessuno, anche sotto tortura? >. Le chiesi, pensando che l’avevo fatta soffrire abbastanza.
< Certo, sai che sono una tomba >. Disse tendendo le orecchie.
< Beh, devi sapere che... I trichechi cantano a mezzanotte!!! >. Urlai il segnale al quale i ragazzi dovevano saltare fuori urlando “hello!”.
Alessia mi guardò confusa, poi...< Hello! >. urlarono i ragazzi saltando fuori dai loro nascondigli. Alessia strabuzzò gli occhi per poi scoppiare a piangere alla vista dei suoi idoli.
Louis si precipitò ad abbracciarla:< Ciao, amica di Giulia, io sono Louis...emh, perché piangi? >. Chiese dispiaciuto.
< Perché voi siete i miei idoli, cazzo! >. Disse per poi guardarmi, aspettando che traducessi. Tradussi velocemente.
La tiritera andò avanti per un ora, poi Alessia disse che doveva tornare a Milano quella sera e quindi doveva andare via, però prima si fece fare l’autografo dai ragazzi.
 
GIADA’S POV
Ero ancora traumatizzata dal mio quasi bacio con NiallsonodolcemaanchepervertitoHoran quando, mentre andavo a fare la spesa, andai a sbattere contro un ragazzo dai capelli mori…
< Scusa non volevo, ero distratta… >. Dissi partendo con le scuse
< Non ti preoccupare, anch’io ero distratto >. Devo ammetterlo, era un pezzo di figo…
< Comunque io sono Ivan, (pausa traumatica) Ivan Rossi >. Risi,< Piacere, Giada >. Due minuti interminabili di imbarazzo allo stato puro quando lui prese l’iniziativa…< Cosa ci fa una ragazza così carina qui tutta sola? >. Non sapevo cosa rispondere, ma poi optai di dire la verità.< Sono carina solo quando c’è a luce spenta…. E poi stavo andando a fare la spesa… >
< Ragazza stai scherzando, ti sei vista? >. Ok ero letteralmente in imbarazzo ma risposi< Purtroppo si e devo dire che a me non piace quello che vedo…ma cambiando discorso… >
< Ti va se ti faccio compagnia al supermercato? >. Non so perché ma mi fidavo di lui anche se non lo conoscevo quindi risposi di si.
Ci incamminammo verso il supermercato, mentre facevo la spesa, con la coda dell’occhio vedevo che non smetteva di fissarmi, mi faceva piacere che un ragazzo carino come lui avesse “interesse” per una tipa come me, usciti da supermercato, mi aiutò con i 15 sacchetti della spesa, di cui 5 erano solo di patatine per Niall, mentre camminavamo Ivan mi chiese < Come mai tutte quelle patatine? >. Cazzo, ero fottuta. E ora che mi invento?
< Sai convivendo con sei persone le patatine sono essenziali, anche se domani dovrò tornare a comprarle >. Arrivammo sotto casa mia, non so perché ma odiavo il momento in cui si arrivava al saluto. Ad un certo punto strabuzzò gli occhi e mi chiese < Ma tu abiti qua? >.
< Sì, perché? >.Chiesi perplessa.
< Perché qui, ci abita una mia amica, la conosci si chiama Giulia… >.
< Certo che la conosco è mia sorella. Abito con lei, vuoi salire a salutarla? >.Chiesi
< Forse non è il caso…comunque questo è il mio numero 3******** >.
< E questo il mio… >.Gli diedi il mio numero, mi stava simpatico.
Ci salutammo con un bacio sulla guancia. Salii le scale, presi le chiavi e entrai in casa…

spazio autrice
ciao peaple!! eccomi con il 5° capitolo! dopo pranzo posto il 6°, promesso. ma lasciatemi una piccola recensione per sapere com'è, eh! bene direi che vi ho stufato abbastanza, quindi vi saluto. cioooo! :)

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Capitolo 6
*** Horror film and tears ***


 Capitolo 6 HORROR FILMS AND TEARS
 
Giada, che era andata a fare la spesa, tornò carica di buste. I ragazzi l’aiutarono a mettere a posto mentre io cucinavo. Menù: insalata greca, omelette e fragole con panna fatta in casa.
Dopo cena nessuno aveva voglia di uscire, così ci mettemmo a guardare un film horror: “non aprite quella porta". Mi piacevano i film dell’orrore ma quello mi faceva particolarmente paura.
Aprimmo il divano-letto e decidemmo come sistemarci per guardare il film.
< Io nell’angolo non ci sto neanche morta! >. Esclamai subito seguita da Giada:< Io neanche >.
Da lì parti un litigio infinito per decidere chi doveva stare agli angoli del divano.
< Basta! Adesso decido io >. Esclamò Liam per mettere fine alla disputa.
Ci sistemammo così, da destra a sinistra: Zayn, Louis, io, Harry, Niall, Giada e Liam. “ma perché tutte a me?” pensai quando mi sistemai tra Harry e Louis.
Prima di far partire il film mi alzai e chiesi:< Chi vuole una birra? >. Sei mani si alzarono contemporaneamente. Andai a prendere sette birre e le distribuii in giro. Arrivata a Zayn dissi:< Ti do la birra sole se poi non chiedi di fare il gioco della bottiglia >.
< Va bene >. Sbuffo lui.
Tornai nel mio posticino tra il Riccio e Tommo. Il film partì. Dopo mezz’ora stavo morendo di paura, tremavo.
< Mi presti il braccio, Lou? >. Chiesi implorante. Lui mi guardò confuso per un po’ e poi mi allungò il suo braccio. Io lo presi e mi ci aggrappai letteralmente, nascondendomi nella sua spalla durante le scene più paurose. Ogni tanto Harry lanciava degli sguardi assassini a Louis.
Finalmente il film finì, ma nessuno aveva voglia di dormire.
< Ragazzi, visto che ci conosciamo da meno di un giorno che ne dite di fare un gioco per conoscerci meglio? >. Disse Liam improvvisamente.
< Liam! Da te non mi sarei mai aspettata una cosa del genere! Sono senza parole >. Dissi fingendomi indignata.
< Niente di sconcio, una cosa tipo botta e risposta, no? >.
Acconsentimmo. Il gioco consisteva nel far girare la bottiglia per decidere chi faceva la domanda a chi. La prima volta toccò a Giada e Louis
< Quale delle nostre canzoni preferisci e prechè >. Chiese Tommo.
< Little things. Perché mi ha aiutato in un momento particolarmente difficile della mia vita in cui facevo un mucchio di stronzate >. Disse Giada arrossendo.
< Se ci fosse un incendio e dovessi decidere chi salvare, chi salveresti tra i ragazzi e la tua scorta di carote? >. Chiese Giada.
< I ragazzi >. Disse subito Louis < Tanto le carote le posso ricomprare! >.
Che scemo Tommo haha.
Altro giro altra corsa. Io e Niall.
< Qual è la cosa peggiore che tu abbia mai fatto? >. Chiese il biondo.
Stavo per rispondere quando le note di “the O.C.” partirono dal mio telefono. Chi cazzo mi chiamava alle due del mattino? Mia madre, ovviamente. Risposi.
 
*chiamata*
 
M: Tesoro come stai?
I: bene, ma perché piangi?
M: devo dirti una cosa ma tu prometti sulla mia vita che non tornerai a casa per nessuna ragione al mondo.
I: va bene prometto, ma adesso dimmi cos’è successo.
M: vedi, oggi tuo fratello voleva tenere Rocky durante la passeggiata, ma lui ha visto un cane dall’altra parte della strada ed ecco… gli è scappato, ma prima che arrivasse dall’altra parte, vedi stava passando un tir ed ecco…
 
*fine chiamata*
 
Lasciai cadere il telefono, no, no, no! Cazzo no! Il mio Rocky! Il mio cane bellissimo! No! Scoppiai a piangere e corsi in bagno, chiudendomi a chiave dentro. Sapevo gia dove cercare, il mio corpo si muoveva senza che il cervello gli dicesse cosa fare. Il metallo freddo di una lametta tocco le mie mani e inizia a tagliare il mio avambraccio piangendo e urlando dal dolore di quella perdita.
 
GIADA’S POV
 
Avevo sentito tutto, era morto il suo cane. E sapevo anche cosa stava facendo in quel momento, dove fermarla.
< Liam ti fa effetto la vista del sangue? >. Gli chiesi, più seria che mai.
< No, perché? >. Rispose confuso.
< Perfetto vieni con me. Voi per favore, per favore rimanete qui, vi prego. >
Annuirono. E io mi precipitai in bagno. Si era chiusa dentro, cazzo.
< Liam prendi un foglio di giornale e la chiave del soggiorno, veloce >. Gli dissi spiccia.
Poco dopo tornò con ciò che gli avevo chiesto, aprii la porta e entrai urlando come una matta:< Dammela! Ora! >. Dissi strappandole la lametta dalle mani tremanti e sporche di sangue.
< Me l’avevi promesso! Ci eravamo promesse che qualunque cosa fosse successa non l’avremmo più fatto! >. Urlai iniziando a piangere.
Liam senza dire una parola prese il cotone e un disinfettante e iniziò a medicarle il braccio.
< Perché l’hai fatto? >. Le chiese mentre puliva gli innumerevoli tagli che le deturpavano il braccio.
< Il mio cane è morto! Per colpa di mio fratello, la persona che detesto di più al mondo! >. Urlò Giulia, era sconvolta. Non l’abbracciai, perché non era di compassione che aveva bisogno ma di sfogarsi, senza una lametta in mano. Finite le medicazioni, Liam le fasciò il braccio e tornammo di là e ci preparammo per dormire.
 
GIULIA’S POV
L’avevo rifatto, avevo tradito la mia promessa. Mi sentivo una merda.
Presi il mio pigiama, shorts e canotta, e andai in soggiorno, dove c’erano solo Harry e Louis, glia altri erano già a dormire.
Mi tolsi la maglia e rimasi in reggiseno per poi mettermi la canottiera.
< Potevi almeno farci girare >. Disse Lou ridendo.
< A che serve? Tanto mi avete gia vista in costume, è la stessa cosa >. Dissi seria. Ridere era l’ultima cosa che volevo fare in quel momento.
Finii di cambiarmi e mi misi a letto, subito seguita da Harry, che per la sfortuna della mia sanità mentale, dormiva in boxer.
< Se ti vuoi sfogare, la mia spalla è sempre disponibile >. Disse allargando le braccia. Io mugugnai un piccolo  < grazie > e mi accoccolai nell’incavo della sua spalla. Cominciai a piangere e subito le braccia del riccio si chiusero sulla mia schiena.
< Shhhh, va tutto bene, ci sono io con te >. Mi sussurrava queste parole come una ninnannanna, e io piano piano, caddi in un sonno senza sogni.

spazio autrice.
ciaooo! ok, questo capiloto è un po' forte, ma non più di tanto.
il prossimo capitolo, e quello dopo, saraano un po' più volgari del normale. ma è una cosa che andava fatta, data la situazione. chi sarà mai ivan? e che cosa vuole da Giada? sorry, ma non posso proprio dirvelo. leggete e scoprirete tutto, come sempre. io vadooo! ciaoooo!! :)

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Capitolo 7
*** Two weeks later ***


Capitolo 7 TWO WEEKS LATER
 
Passarono così due settimane, due settimane piene di emozioni e divertimento.
Come al solito mi alzai per prima, ma non ero intenzionata a muovermi da quel letto, ma soprattutto dalle braccia di Harry. Eravamo buoni amici, ma nulla di più. Mi piaceva guardarlo dormire, in quel momento stava sorridendo, chissà cosa sognava. Mentre contemplavo quella meraviglia che erano le sue labbra piene e rosee, due smeraldi illuminarono la mia vista.
< Buongiorno, dolcezza >. Mi disse il riccio, scoccandomi un bacio sulla guancia.
< Buongiorno a te >. Dissi ridendo, i suoi capelli mi facevano il solletico.
< Perché ridi? >.
< Perché i tuoi capelli mi fanno il solletico >. Dissi.
Sul suo viso si aprì un sorriso perfetto con tanto di fossete. Iniziò a farmi il solletico e io mi misi ad urlare come una matta, mentre ridevo.
< Smettila o sveglieremo tutti! >. Dissi. Ma lui non mi ascoltava, o meglio se ne fregava altamente di quello che dicevo. Mentre continuava a farmi il solletico, mi arrivò un cuscino in faccia e sentii qualcuno urlare:< Che diavolo avete da urlare alle 9 del mattino! Se dovete fare qualcosa prendete una camera d’albergo! >. Louis si era svegliato. Merda. Gli rilanciai il cuscino che lo prese allo stomaco facendolo gemere.
< Tomlison, cosa ti sei fatto dare da Zayn? >. Gli chiesi sarcastica.
Harry mi lanciò un cuscino, io presi il mio e lo lanciai, ma sbagliai bersaglio e presi Zayn che era appena entrato in soggiorno:< Vuoi la guerra? -disse-     che guerra sia! >. Così dicendo si fiondò su me e Harry. Da lì partì un'infinita guerra con i cuscini che terminò solo quando Liam venne a dirci di stare zitti minacciando Harry, Zayn e Louis di rivelare il posto in cui erano in vacanza. La lotta terminò all’istante, con me che ridevo come una matta e i ragazzi che avevano delle facce tipo “non lo faresti”.
< Ragazzi, facciamo uno scherzo a Giada e Niall? Ho un piano >. Annunciai ai ragazzi, che subito mi invitarono a continuare.
< Beh è un po’ quello che fate tra di voi, credo. Andiamo di là di soppiatto, saltiamo nel letto urlando “it’s time to get up!” >. I ragazzi acconsentirono entusiasti, così andammo di soppiatto nella camera da letto dove c’erano solo Giada e Niall. Entrai per prima e li vidi dormire teneramente abbracciati. Sembrava un peccato svegliarli, ma lo scherzo doveva andare avanti. < Uno, due, tre >. Sussurrai. Ci fiondammo sul letto urlando: it’s time to get up guys, it’s time to get up!!. Appena Niall si accorse di quello che era appena successo si strinse ancora di più a Giada nel tentativo di salvarla dai corpi che si infrangevano tra le coperte.
< Vi prego ditemi che siete vestiti >. Chiesi supplichevole.
Subito Giada mi tirò un cuscino. Ma ce l’avevano tutti con me quella mattina?
Svegliati i ragazzi io e Giada preparammo la colazione. Latte, te, biscotti, fette biscottate, nutella. C’era solo da sperare che Niall non facesse l’aspirapolvere come al solito.
Passammo la giornata in spiaggia come al solito, arrivati a casa era già ora di cena. Mangiammo, poi Niall se ne uscì con una proposta indecente:< Ragazzi facciamo il gioco della bottiglia, obbligo o verità? >. Chiese con la faccia cucciolosa(?). Tutti acconsentirono, tranne me. Ma siccome ero in netta minoranza, mi lasciai convincere da una Giada implorante.
Primo giro di bottiglia... che cazzo ma la mia è proprio sfiga… toccava a me.
< Obbligo o verità. Ricorda che devi alternarli >. Mi disse Liam.
< Obbligo. Tanto poi capita comunque >. Dissi scoraggiata.
< Ti devi far chiudere in bagno con il riccio per dieci minuti >.
< MAI! No, neanche morta. Non ti facevo così cattivo Payne >. Dissi sconvolta.
< Ma ti faccio così schifo? >. Disse Harry con una faccia da cane bastonato.
< No, ma... >. Non riuscii a finire la frase che Louis mi prese in braccio con una mano e tirando Hazza per il braccio con l’altra. Ci chiuse in bagno urlando:< Non metterla incinta Hazza, perché ti uccido >. Disse allontanandosi. In che razza di situazione sono andata a cacciarmi, dio cristo! Ci furono due minuti di puro imbarazzo, poi il riccio disse:< Non ho intenzione di metterti in cinta, stai tranquilla >. Lo guardai sprezzante.
< Non vedo come potresti, senza che io ci stia >.
 
GIADA’S POV
 
Ok, la mia amichetta si stava dando da fare con HarrytrombocomeunamuccaStyles. Dopo che si chiusero in bagno, noi continuammo a giocare. Zayn girò la bottiglia ed io ero stranamente tranquilla, ma per poco,  perché la bottiglia beccò Niall. Merda! Mi voltai verso Niall. Volevo vedere la sua faccia, ma al posto di vedere il suo viso perfetto mi soffermai  sul suo torace scoperto. ‘Sto ragazzo vuole farmi morire? No perché ci sta riuscendo, lo guardavo con la bocca aperta, che  venne chiusa da Zayn dicendomi:< Attenta hai un po’ di bava qui… >. Che stronzo bastardo,  mi fissavano tutti, anche Niall che divenne rosso per le troppe risate.
< Obbligo o verità? >. Gli chiese Zayn ritornando serio.
< Obbligo >. Disse Niall.
< Visto che stamattina eravate cosi teneri… >. Cazzo, si riferiva a quando dormivamo abbracciati, panico…
< Non ti azzardare… >. Intervenne Niall con tono minaccioso.
< Oh si amico… >. Disse Zayn con un sorrisetto sulla faccia.
< Niall vai a prendere la panna. Ora! >. Gli ordinò Zayn, non avevo la più pallida idea di che cosa aveva in mente, vidi Niall andare verso il frigo e prendere la panna per dolci. Camminava rigido come una scopa.
< Ok, Niall metti la panna sulla pancia di Giada >. Cosa?
< S-stai scherzando, v-vero? >. Chiesi in preda all’imbarazzo.
< Assolutamente no. Fallo >. Disse poi rivolto a Niall.
Un Niall molto imbarazzato mi mise un po’ di panna sulla pancia scoperta, facendomi il solletico.
< Poi? >. Chiese seccato.
< Mangiala! >. Disse rivolto a Niall
< Cosa? No mai! >.
< Sei costretto! >.
< STRONZO! >. Era costretto. Si avvicinò alla mia pancia, mi sembrava un dio, cazzo, mangiò la panna facendomi il solletico.
< Piaciuto? >. Chiese Louis
< Molto grazie >. Dissi maliziosa. Niall mi guardava in modo strano ma non gli diedi tanta retta, ero immersa nei miei pensieri, io e Giulia non parlavamo da un po’. Da quando avevo riconosciuto Ivan non avevo manco in coraggio di guardarla negli occhi…
 
GIULIA’S POV
 
< Non ci staresti? >.
< No >. Dissi sicura.
< Vuoi dirmi che non provi niente per me? >. Disse un con un sorriso malizioso, ma nei suoi occhi c’era una nota di tristezza.
< No >. Risposi ancora.
< Provalo >.
< Cosa? >. Chiesi sperando di aver capito male.
< Baciami, poi guardami negli occhi e dimmi che non provi niente >.
è solo un bacio. Pensai. Lo feci, baciai Harry Styles. Dapprima fu un bacio molto casto e superficiale. Poi sentii la sua lingua sulle mie labbra per chiedermi l’accesso alla bocca. Schiusi lentamente le labbra e subito le nostre lingue presero a rincorrersi, per poi intrecciarsi appassionatamente. Nel mio stomaco milioni di farfalle danzavano come matte. Il mio cuore batteva talmente forte che se un medico mi avesse visitato in quel momento mi avrebbe diagnosticato un infarto. Era tutto perfetto, le sue mani che mi cingevano i fianchi, le mie che giocavano con i suoi ricci perfetti, sembrava che fossimo in una specie di cyber spazio tutto per noi. Ci staccammo dopo quella che mi sembrò un’ora, con il fiato corto e dei sorrisi ebeti stampati in faccia.
< Dimmelo >. Disse lui tornando improvvisamente serio.
< Dirti cosa? >. Chiesi confusa.
< Dimmi che non hai provato niente. Dimmi che non hai provato ciò che ho provato io >.
Aprii la bocca per parlare, ma non ci riuscii. Niente, non usciva niente. Forse perché niente doveva uscire. Forse perché è così che doveva andare.

spazio autrice.
non ho resistito a non mettere questo capitolo che èin assoluto il mio preferito. cosa succederà tra Harry e Giulia? dirà di sì o di no? sorry, ma non posso prorpio dirvelo... (mi sento potente). mi lasciate un commentino, piccolo piccolo, per farmi sapere cosa ne pensate? anche le critiche, se formulate in maniera carina, saranno ben accette! in fondo sbagliando s'impara, no?
ciaoooo!! :)

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Capitolo 8
*** I can't ***


CAPITOLO 8 I CAN’T
 
< Non posso >. Riuscii finalmente a dire. Harry improvvisamente si avvicinò, forse per baciarmi di nuovo. Ma venne bloccato dalla mia voce che uscì senza il permesso del cuore.
< No >.
< Perché? Tu mi piaci, mi piaci dal giorno in cui sei entrata da quella porta sconvolta per la nostra presenza. Da quando ci hai fatto pulire questa casa da cima a fondo. E... c-credo di essermi i-innamorato di te >. Disse inceppandosi in alcuni punti. Lo guardai negli occhi, cercando la traccia di una menzogna o di una presa per il culo. Ma non ero preparata a quello che vidi, i suoi occhi verdi, bellissimi e sempre sorridenti, erano bagnati da lacrime silenziose che iniziarono a rigargli il volto.
< Perché piangi? >. Gli chiesi improvvisamente.
< Perché ho paura della tua risposta >. Rispose guardandomi negli occhi.
< Perché tu sei tu e io sono io. Tu sei il famoso Harry Styles degli One Direction, quello che tutte vogliono portarsi a letto. Quello che... che... >. Non riuscii a finire.
< Hai ragione, io sono io e tu sei tu. Tu, la ragazza più bella e dolce che abbia mai conosciuto, l’unica ragazza che mi giudica per quello che sono e non per chi sono. Tu, la ragazza che mi ha rubato il cuore. E poi ci sono io, il “famoso” Harry Styles, quello che tutte vogliono portarsi a letto. Quello che... è innamorato della bellissima ragazza che ha stravolto la sua vita. E che adesso è davanti a me >. Disse.
Non riuscivo a trattenermi, lo baciai. Baciai Harry Styles per la seconda volta. E cazzo se bacia bene! Questa volta fummo interrotti dal rumore della chiave che girava nella serratura del bagno.
< Lou, dacci ancora cinque minuti, per favore, ma lascia la porta aperta >.
Disse per poi tornare a guardarmi. Non sapevo che cazzo dire. Non potevo negare a me stessa che ero incredibilmente attratta da lui, ero incredibilmente innamorata di quegli occhi, di quelle fossette.
< Non capisco cosa ti aspetti che dica >. Dissi cercando di non piangere.
< Dimmi che ci proverai, che ci proveremo. Non puoi negare quello che provi >.
< Hai ragione, non posso - presi un respiro molto profondo - ok, proviamoci >. Dissi. I suoi occhi si illuminarono come due fari verdi. Ed ecco spuntare quelle fottutissime fossette che mi avevano fatta innamorare.
Mi baciò. Questa volta prese lui l’iniziativa e io ne fui più che felice. Ci baciammo a lungo. Quando ci staccammo, ci guardammo e sorridemmo come due ebeti.
< Allora, adesso sei mia e nessuno si deve permettere di toccarti, chiaro? >. Mi disse sorridendo ancora.
< Certo, e la prima ragazza che ti si avvicina finirà in ospedale >. Dissi ridendo.
< Andiamo di là a dare la bella notizia? >. Mi chiese tendendomi la mano che io non esitai a prendere. Le nostre dita si intrecciarono all’istante, come se fossero fatte apposta.
Tornammo di là. Cinque bocce si spalancarono una dopo l’altra. Poi Louis tirò una gomitata a Liam, che era vicino a lui, dicendo:< Ho vinto, paga amico >. Liam sbuffò per poi passare una banconota da cinquanta euro a Louis, che la intascò senza dire una parola.
< Su cosa avete scommesso di preciso? >. Chiesi a Lou ridacchiando.
< Praticamente io e Liam ci eravamo accordati in qualche modo di chiudervi da qualche parte insieme per... diciamo, darvi una spintarella. Lui diceva che non avrebbe funzionato e io invece dicevo che vi sareste messi insieme di sicuro, così abbiamo scommesso e io ho vinto >. Disse lui fiero di se stesso.
Io e Harry ci andammo a sedere sul divano e lui mi fece mettere sulle sue gambe, così io mi appoggiai al suo petto facendo aderire i nostri corpi completamente. Lui mi circondò con le sue braccia e un piccolo sorriso vittorioso spuntò sul mio viso senza che venisse chiamato.
In tutta quella quiete, mi accorsi che Giada era troppo silenziosa, e da giorni ormai non mi guardava nemmeno in faccia.
< Sputa il rospo >. Le dissi improvvisamente, facendola sobbalzare.
< Cosa? >. Chiese. Bene, fa la finta tonta? Allora giochiamo.
< Cosa devi dirmi che non mi hai detto e che ti preoccupa tanto? >.
< Beh in realtà c’è qualcosa che dovrei dirti >.
< Spara >. Dissi io in tono scherzoso, cercando di alleggerire la tensione.
< Beh...ecco ti ricordi che mi avevi parlato di quel ragazzo... >.
< Quale ragazzo? >. Chiesi terrorizzata dalla risposta che stava per arrivare.
< Giulia, non fare la cretina. QUEL ragazzo >. Strabuzzai gli occhi e sentii la paura attanagliarmi lo stomaco.
< E c-cosa ti ha d-detto? >. Le chiesi con la voce che tremava per la paura.
< Scusami, sono stata una stupida, non l’ho riconosciuto... >.
< Cosa ha detto? >. Le richiesi alzando la voce e mi accorsi di essermi alzata dalle gambe di Harry.
< I-io gli ho d-dato il mio n-numero >. Disse abbassando la testa.
In un attimo avevo già preso il telefono e le chiavi della macchina ed ero uscita urlando a tutti di non seguirmi.
 
GIADA’S POV
 
Merda. Merda. Merda. Si farà stuprare sul serio questa volta. Giada smettila di pensare queste cose orribili. Oh bene adesso parlo anche da sola.
< Scusa, ma chi è “quel ragazzo” di cui avete parlato prima e perché Giulia era così spaventata? E perché è uscita così? >. Chiese Zayn, preoccupato.
Presi un respiro profondo per poi rispondere:< Allora, prima di tutto dovete sapere che quel ragazzo ha quasi stuprato Giulia 4 anni fa, e lei mi aveva detto molte volte di stargli alla larga, ma due settimane fa ci siamo incontrati e io non l’ho riconosciuto e gli ho dato il mio numero. Solo pochi giorni fa mi sono ricordata che Ivan, il ragazzo, era colui da cui Giulia mi aveva detto di stare lontana. Ora che gliel’ho detto lei è andata da lui per cercare di sistemare le cose, ma sono più che sicura che lui cercherà di finire quello che aveva cominciato 4 anni fa. È pericoloso e capace di tutto. Per di più lui abita in un posto molto isolato con la sua banda di puttanieri. Ora lei è andata lì da sola e... e non finirà bene, ed è tutta colpa mia >. Conclusi scoppiando a piangere. I ragazzi mi fissavano sconvolti.
< Quindi lei è andata lì da sola e lui cercherà di approfittare di lei di nuovo? >. Mi chiese Louis. Annuii. I ragazzi ancora mi fissavano. Harry aveva un espressione strana, tra il preoccupato e l’incazzato, si alzò dal divano dirigendosi verso la porta. Anche Louis si alzò.
< Fermo Harry, vado io >. Disse Louis con il tono di chi non accetta contraddizioni. Harry lo guardò male, ma poi tornò a sedersi con il viso tra le mani. Louis uscì prima che potessi fermarlo.

spazio autrice.
ciaoooooo!
basta non resisto. credo che metterò tutti i capitoli che ho scritto entro domani, è più forte di me.
anyway, iniziano a sorgere dei problemi, un sacco di problemi. conosco ivan davvero, quindi so di cosa parlo. Louis troverà giulia in tempo? o succederà ciò che giada teme? dove porteranno le conseguenze? beh fanciulle, lo scoprirete, come sempre, solo leggendo!
ciaooo! :)

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Capitolo 9
*** Trouble, trouble and trouble ***


CAPITOLO 9 TROUBLE, TROUBLE AND TROUBLE
 
Pochi minuti dopo ero alla Rovere, la chiesa vicino a casa mia, che bussavo senza sosta alla porta di quel verme bastardo di Ivan Rossi. Dopo dieci minuti che bussavo come una furia la porta si spalancò.
< Da quanto tempo, dolcezza-disse- a cosa devo la piacevole visita? Vuoi rientrare nel giro? >
< Non voglio rientrare nel tuo giro di puttanelle. E non provare a farci entrare Giada o finisci in coma >. Dissi, quasi ringhiando.
< Ti riferisci alla tua amichetta casa e chiesa? Oh, a dir la verità lei è dentro da quando mi ha dato il suo numero, anche se ancora non lo sa. Grosso errore, proprio come hai fatto tu vero, dolcezza? >. Mi chiese affabile. Gli sputai in faccia.
< Non osare dare della troia a mia sorella, lurido bastardo! >.
< Oh, questo non dovevi proprio farlo, mi hai fatto arrabbiare. Credo di doverti rinfrescare la memoria... >. Sapevo a cosa si riferiva. Mi aveva quasi stuprata quattro anni prima e se non fosse intervenuto un poliziotto non so dove sarei in questo momento.
< Non ci provare neanche, questa volta non starò con le mani in mano >.
Dissi ricordandomi dei quattro anni passati a praticare boxe.
< Non credo che potrai fare molto, vedi, io a differenza di te sono preparato >. Disse per poi schioccare le dita. Due ragazzi alti sbucarono dall’ombra del vicolo. Uno era grassoccio e grazie alla boxe lo avrei messo k.o. facilmente, ma non ero per niente preparata a ciò che avrei visto guardando l’altro ragazzo: capelli biondo cenere, occhi azzurri, spalle larghe e incredibilmente alto. Teo. No. Non mi andava bene che avesse messo in mezzo Teo. Sapeva che non avrei mai potuto picchiarlo.
< Teo >. La mia voce uscì smorzata dalla paura di potergli fare del male.
Lui si limitò a guardarmi con quei suoi occhi terribilmente azzurri e dispiaciuti.
< Sei un bastardo, lurido puttaniere di merda! Perché l’hai messo in mezzo lui non centrava niente! >. Urlai contro Ivan. Mi tirò un ceffone in pieno viso.
< Tenetela ferma >. Disse ai due ragazzi dietro di me. Quello grasso si precipitò a tenermi ferma prendendomi per le braccia, bloccandomi le mani dietro la schiena. Ma le mani non erano indispensabili. Buttai la testa avanti per poi ributtarla indietro con forza facendo cadere il tipo che mi teneva.
< Ti sei allenata, vedo. Beh così sarà più divertente, Teo fai il tuo dovere >. Disse facendo segno a Teo di tenermi.
< Teo, non voglio farti del male quindi, levati di mezzo >. Dissi guardandolo implorante.
< Scusa >. Disse Teo tenendomi per le braccia come faceva prima il grasso. Non ebbi il coraggio di fare ciò che avevo fatto all’altro ragazzo, quindi stetti ferma.
< Va bene, mi arrendo, fai di me quello che vuoi, ma lascia fuori i miei amici >. Dissi a Ivan.
< Mi dispiace, dolcezza, ma credo non sia possibile >. Disse avvicinandosi a me con un ghigno disegnato in faccia. Gli tirai un calcio nelle... mmmh... diciamo, parti dove non batte il sole. Giusto per non essere volgari. Lui si piegò in due e ululò di dolore, ma per mia immensa sfortuna si riprese in fretta e mi tirò un pugno in faccia seguito da uno nello stomaco. E di sicuro non perse l’occasione di palparmi il seno, ma per il dolore non me ne accorsi. Proprio mentre stavo iniziando a pensare al peggio, una voce, o meglio un urlo, risuonò minaccioso:< Lasciala stare lurido verme! >. Oh cazzo. Sapevo di chi era quella voce. Louis. Sbaglio, o avevo detto a tutti di non farsi vedere. Porca puttana! Perché non mi ascolta mai nessuno!
Un Louis molto affannato venne in mio soccorso, placcando Ivan e buttandolo a terra, per poi riempirlo di pugni sia in faccia che allo stomaco. Quando si rialzò, non mancò di sferrargli un calcio nelle parti basse. Nel frattempo Teo mi aveva lasciata e si era scusato come minimo 50 volte, ma io gli avevo ripetuto che lui non centrava.
Mentre ci allontanavamo Louis urlò a Ivan:< Se riprovi a toccarla, lei o Giada, non avrai solo me, ma cinque ragazzi che te le daranno fino a farti finire in coma, figlio di puttana! >.
 
10  minuti dopo
 
Io e Louis eravamo sotto casa da cinque minuti, ma nessuno dei due aveva il coraggio di scendere dalla macchina o di affrontare gli altri.
< Perché l’hai fatto? >. Chiese dopo un po’.
< Perché se entri non c’è più possibilità di uscita, e Giada era già dentro anche se non lo sapeva. Se non fossi intervenuta sarebbe diventata, anche senza il suo consenso, una delle tante puttanelle ai piedi di Ivan >. Dissi secca.
< Nessuno di noi ti biasima per questo, hai fatto ciò che ritenevi giusto. Ora però saliamo o gli altri si preoccuperanno ancora di più >. Disse sorridendomi rassicurante. Non potei che acconsentire.
In casa regnava il silenzio più assoluto. Giada piangeva sul pavimento, Harry era rannicchiato sul divano a versare lacrime silenziose, Niall e Zayn erano seduti a tavola con le mani fra i capelli mentre Liam camminava avanti e indietro come un animale in gabbia.
< Sono qui >. Dissi con voce flebile, quasi in colpa. L’effetto fu immediato.
Harry alzò la testa di scatto, mi corse in contro e mi baciò appassionatamente, io ricambiai con altrettanto slancio. Quando ci staccammo mi sussurrò:< Non fare mai più una cosa del genere, mi hai fatto morire di paura >.
Andai dagli altri e li abbracciai uno dopo l’altro. Poi notai Giada sul pavimento che piangeva.
< Hey cenerentola, non mi abbracci? >. Le chiesi con un sorriso.
< Non merito un tuo abbraccio. Sono stata così stupida... e tu hai rischiato di nuovo. Non dovevi... >. Stava blaterando a vanvera cose senza senso. Mi buttai letteralmente sopra di lei abbracciandola, per poi iniziare a farle il solletico.
< Allora cenerentola, stavi dicendo? >. Le chiesi ridendo come una matta.
< Niente, niente! Smettila ti prego! >. Disse asciugandosi le lacrime per le troppe risate.
Ormai erano le due di notte passate, quindi decidemmo di andare tutti a letto. Io e Harry dormimmo abbracciati come al solito, ma quella volta, a legarci, era più di una semplice amicizia.

spazio autrice.
penultimo capitolo per oggi. ne metto ancora uno e poi BASTA!
anyway, ora capite il mio enorme disgusto verso ivan? ecco, lui è davvero così. non scherzo. anyway(again), com'è? piaciuto? come sempre fatemi sapere, mi raccomando!
ciaoooo! :)

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Capitolo 10
*** Goodbye ***


CAPITLO 10 GOODBYE
 
Quei tre mesi passarono in un lampo, e presto, troppo presto, avremmo dovuto salutarci.
La mattina dell’ultimo giorno nessuno aveva voglia di ridere, a quanto pareva. Negli ultimi mesi erano successe tantissime cose: io e Harry ci eravamo fidanzati e tutto andava a gonfie vele; come da copione, anche Giada e Niall si erano fidanzati e devo dire che erano la coppia migliore che avessi mai visto; Ivan si era volatilizzato come Voldemort nell’ultimo libro di Harry Potter; Louis e Liam erano i miei migliori amici, Niall mio cognato, Zayn un buon amico e Harry il mio amore.
Ne io ne Giada avevamo idea di come avremo fatto senza di loro, ma loro dovevano tornare a Londra e noi avevamo ancora due anni di scuola. Due anni, si, perché anche se ero più grande di Giada di un anno, mi ero fatta segare per cambiare scuola. Devo dire che è stata la scelta migliore che potessi fare.
Come ogni mattina mi sveglia tra le braccia di Harry, che dormiva al mio fianco. Mi alzai e preparai la colazione a tutti, per poi svegliarli quando fu tutto pronto.
< Buongiorno >. Dissi sorridendo con poca convinzione. Tutti biascicarono un buongiorno senza entusiasmo.
Mangiammo nel silenzio più assoluto. Nel silenzio mi venne in mente una cosa. Più che una cosa, era un promessa, una promessa fatta a me stessa tre anni prima: avevo giurato a me stessa che appena compiuti diciotto anni, me ne sarei andata dall’Italia, sarei andata a Londra. Avrei finito gli studi lì e sarei diventata una scrittrice. Naturalmente tutto il mio piano comprendeva anche Giada. In quei tre anni, infatti, avevo trovato diversi lavori, tutti pagati poco, ma i soldi che avevo racimolato erano ancora sul mio libretto in banca, e quelli di Giada pure. Mi pare che i nostri fondi ammontassero a circa 12000 euro. Se ci aggiungiamo i 18mila che avevo come eredità, a Londra ci saremmo potute andare tranquillamente.
Quel bellissimo pensiero rischiarò di molto la mia giornata, dopotutto i ragazzi non li avremmo visti per poco più di una settimana.
L’ora di partire arrivò e tutti ci salutammo come da copione e poi i ragazzi partirono e io e Giada tornammo a Torino.
Quando le ricordai la promessa, eravamo in autostrada e lei per poco non mi fece uscire di strada saltandomi addosso. Era mercoledì e, dopo aver controllato l’orario degli aerei e aver parlato con un tizio che affittava una casa (guarda caso nello stesso quartiere di quelle dei ragazzi), decidemmo di partire il venerdì.
Due giorni dopo eravamo in aeroporto, con tutto il nostro guardaroba, che comprendeva nove valigie: quattro (mie), quattro (sue), e una in comune.
La vera avventura stava per cominciare.

spazio autrice.
lo so, lo so, è corto. ma è importante che sia corto.
anyway, don't worry! non è finita qui! ci sono in serbo molte altre innumerevoli avventure. basta solo che mi diciate di andare avanti e io lo faccio, davvero. non voglio fare la parte di quella che minaccia, ma datemi un po' di autostima! anyway, andrò avanti anche se non fregherà niente a nessuno, perchè io amo scrivere e non smetterò mai. detto questo vi do la buona notte. ciaoooo! :)

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Capitolo 11
*** A new adventure start ***


CAPITOLO 11  A NEW ADVENTURE START
                                  *Fine flashback*
                     
Sono in aereo che ripenso a tre mesi fa. Tre mesi che mi hanno cambiato la vita. In meglio, s’intende.
Giada sta dormendo, mentre io ascolto la musica sperando che faccia passare più in fretta le poche ore che mi separano da Londra, dai ragazzi, da Harry, dalla mia nuova vita.
Sono immersa nei miei pensieri quando arriva la hostess per chiederci se vogliamo qualcosa. Le chiedo due pacchi di biscotti e due succhi, a Giada farà piacere mangiare qualcosa tra un’oretta.
Il tempo scorre lento, e lento è dire poco. Sembra che i secondi si siano trasformati in minuti e i minuti in ore.
Nonostante il tempo che mi gioca brutti scherzi, passa un ora e decido di svegliare Giada per farle mangiare qualcosa.
< Hey cenerentola, ti ho preso dei biscotti e del succo >. Le dico scuotendola leggermente per svegliarla.
< Grazie riccia >. Mi risponde sfregandosi gli occhi per focalizzare meglio. Ha iniziato a chiamarmi “riccia” quando mi sono messa con Harry. Io invece ho iniziato a chiamarla cenerentola da quando l’ho trovata sul pavimento che piangeva.
La cosa buffa è che parliamo sempre in inglese. Dopo tre mesi passati ad esprimerci in quella lingua è difficile tornare all’italiano. E quelle poche volte che parliamo in italiano, capita che ci dimentichiamo delle parole e allora ripetiamo l’intera frase in inglese per poi tradurre il termine dimenticato in italiano.
Con Giada sveglia, il tempo passa un po’ più in fretta, grazie alle sue chiacchiere senza senso. Le due ore del volo passano più in fretta del previsto, così appena scese dall’aereo prendiamo un taxi, dirette verso la nuova casa.
Arrivate alla nostra nuova casa siamo sbalordite. Il mio primo pensiero è “questa non è una casa, è una villa!”. In effetti lo è. Ha un giardino, una veranda, ed è a due piani! La casa che ho sempre sognato, è mia, pardon, nostra, a sole 700 sterline al mese! È un sogno, un vero sogno!
Entriamo e vaghiamo un po’ per casa. Al piano di sopra ci sono un bagno e tre camere da letto, una per me, una per lei e una per gli ospiti. Al piano di sotto c’è la cucina (enorme con un isola gigante), il soggiorno con un divano stratosferico (ci stanno come minimo otto persone), un tavolino davanti al divano e un televisore al plasma, poi c’è l’altro bagno.
Saliamo e osserviamo meglio le camere da letto: sono una accanto all’altra, collegate da una terrazza gigante. Si accede alle camere per un corridoio che s’imbocca dalle scale, a sinistra ci sono le due camere e a destra c’è quella degli ospiti. Facciamo testa o croce per decidere chi ha diritto alla camera più vicina alle scale e quindi, alla cucina. Vince Giada, ma io liquido la cosa dicendo che la mia stanza è più vicina al bagno.
Il mio telefono squilla e mi affretto a vedere chi è. Il mio cuore perde un battito. Harry. Rispondo.
 
*inizio chiamata*
 
I: pronto?
H:ciao amore! Com’è andato il viaggio? Tutto bene?
I:quale viaggio? –I ragazzi non sapevano che andavamo a Londra, volevamo fargli una sorpresa.
H:non siete ancora tornate a Torino?
I:ah... si, il viaggio è andato bene! E voi?
H:beh, noi stiamo relativamente bene.
I:cosa?!?!
H:ci mancate da morire, soprattutto la vostra cucina... mi manchi un casino, principessa.
I:riccio, vuoi farmi morire? Anche voi ci mancate tanto ma...
H:ma?
I:ma niente. Alle prime ferie veniamo a trovarvi!
H:umh, ok. Adesso devo scappare, Lou si è messo una carota in testa e sta correndo per casa imitando un cavallo, credo che pensi di essere un unicorno. Vi salutano tutti, saluta Giada e...
I:e?
H:ti amo principessa.
I:ti amo anche io, riccio. A presto!
 
*fine chiamata*
 
Chiudo la chiamata e mi sento una merda a mentire ad Harry così spudoratamente. Ma non avrei rovinato la sorpresa a tutti per un mio capriccio.
È ora di pranzo.
< Noi siamo a Londra, giusto? >. Chiedo a Giada con un sorriso diabolico.
< Umh, si, perché? >. Era spaventata. Ma in senso buono.
< Beh, io dico che se si è a Londra, il primo pasto si deve fare da Nando’s! che ne dici? >. Le chiedo con un sorriso, vero questa volta.
< Si, si, si, si e si! Te l’ho mai detto che sei la mia sorella maggiore preferita? >.
< E io te l’ho mai detto che sei la leccaculo più brava che conosco? >. Le chiedo di rimando.
Ci prepariamo e ci avviamo verso Nando’s che, chissà come mai, è letteralmente attaccato al complesso di case dei ragazzi.
Arrivate ordiniamo e mangiamo di gusto. Mentre torniamo a casa chiacchieriamo.
< Non pensi che sia ora di dire ai ragazzi che siamo qui? >. Chiedo a Giada.
< Ti manca Harry? >. Mi chiede di rimando.
< Si, sono un inguaribile romantica, lo sai >. Le dico sorridendo.
< Beh, anche a me manca Niall, però dobbiamo escogitare qualcosa >.
< Si hai ragione... mi è venuta un’idea! Vieni andiamo a casa >. Le dico iniziando a correre verso casa nostra.
Arrivate a casa ci mettiamo entrambe un foulard in testa e gli occhiali da sole per non farci riconoscere. Poi chiamo Louis.
 
*chiamata*
L: ciao carota! Come stai?
I: bene. Lou mi serve un favore.
L: dimmi tutto carota.
I: devi prendere tutti e andare alla casa davanti alle vostre, ci abita la mia prozia e vorrebbe conoscervi. Potete andarci subito?
L: raccatto gli altri e andiamo. Ciao carota!
I: ciao Lou!
 
*fine chiamata*
 
< Stanno arrivando, metti gli occhiali muoviti! >. Le dico scoppiando a ridere.
Cinque minuti dopo suona il campanello. Vado ad aprire.
< Salve io sono Louis, un amico di sua nipote... emh possiamo entrare? >. Mi chiede Lou.
< Certo figliolo, entrate pure >. Dico cercando di distorcere la mia voce.
Ci accomodiamo tutti sul divano e iniziamo a chiacchierare. Ogni tanto io e Giada ci scambiamo occhiate divertite e scoppiamo a ridere. Poi decido che lo scherzo è durato abbastanza.
< Secondo me, voi non volete molto bene a mia nipote e alla sua amica >. Dico in tono di superiorità.
< E perché dice una cosa del genere? >. Mi chiede Harry contrariato.
< Perché...>. inizio a dire, ma Giada mi interrompe.
< Perché non sapete riconoscere le vostre fidanzate/migliori amiche neanche se ce le avete sotto al naso! >. Dice togliendosi occhiali e foulard, io faccio lo stesso.

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Capitolo 12
*** Damn ***


CAPITOLO 12 DAMN
 
I ragazzi ci guardano imbambolati e a bocca aperta. La cosa va avanti per cinque minuti buoni.
< Allora non ci abbracciate? >. Chiedo fingendomi offesa. Non l’avessi mai detto... io e Giada ci ritroviamo sotterrate da cinque corpi e i ragazzi non danno l’impressione di volersi muovere.
< Ok, anche noi siamo contente di vedervi, ma vorrei che la nostra permanenza qui durasse più di un giorno >. Dico cercando di toglierci di dosso i ragazzi, che alla fine si spostano.
< Da quanto tempo siete qui? >. Chiede Louis.
< Da questa mattina >. Rispondo sorridendo felice.
< E perché non ci avete detto che venivate? >. Fece Niall.
< Perché volevamo farvi una sorpresa, amore >. Gli risponde Giada sorridendogli.
< E la telefonata di prima? Mi hai preso in giro? >. Mi chiede Harry un po’ scocciato.
< No amore, era una sorpresa. Giuro che te lo volevo dire, ma non potevo rovinare la sorpresa agli altri, scusami riccio. E comunque mi ritengo molto offesa perché non mi hai ancora baciata >. Dico incrociando le braccia al petto.
< Si, Giulia ha ragione, neanche tu mi hai ancora baciata >. Dice, ovviamente riferendosi a Niall.
Al ché i nostri ragazzi si alzano e vengono a baciarci.
Quanto mi sono mancati i baci di Harry, anche solo per pochi giorni.
Le nostre labbra si fondono come cera al sole e provo il familiare sfarfallio allo stomaco, la cosa più piacevole del mondo.
Proprio quando il bacio sta diventando più profondo una voce ci fa sobbalzare.
< Non vorrete metterle in cinta proprio qui davanti a noi, voglio sperare >. Ecco, proprio tipico di... Zayn?!?! Lo fisso ancora sconvolta dalla sconvolgente frase che è appena uscita dalla sua bocca. E io che ero convinta fosse stato Louis a dire quell’oscenità!
I ragazzi si staccano da noi riluttanti, poi vedo Harry che fulmina (di brutto) Zayn con lo sguardo. Scoppio a ridere e dalla risata, con grande stupore di tutti (soprattutto mio), esce un rumoroso singhiozzo, e scoppio a piangere. I ragazzi, più Giada, mi guardano sconfortati.
< Scusa, scusa, scusa, non volevo farti piangere. Harry baciala ancora >. Si affretta a dire quell’idiota di Zayn. Grazie al cielo Harry non lo ascolta.
< Perché piangi, riccia? >. Mi chiede Giada circondandomi le spalle con un braccio.
< Non lo so... credo... troppe emozioni tutte insieme >. Riesco a dire tra i singulti.
< Allora, scommetto che non avete ancora visitato Londra, eh? >. Chiede Liam.
< Non credo ci sia niente da vedere all’infuori di Nando’s! >. Esclama Giada lanciando un occhiata complice a Niall, che le batte il cinque.
< No, seriamente vi piacerebbe visitarla? >. Continua Liam.
< Si, si, si, si, assolutamente si! >. Esclamo riprendendomi di colpo dal mio stato di catalessi.
< Bene, allora andate a cambiarvi. Non vorrete mica andare in giro vestite da Prozia Tess ? >. Esclama Lou sghignazzando.
< Simpatico! >. Esclamiamo io e Giada in coro facendo la linguaccia a Tommo.
Andiamo nelle nostre rispettive camere e ci cambiamo. Io mi metto una canotta bianca con la stampa di una piuma nera, che lascia scoperto il tatuaggio sul mio costato sinistro, e un paio di shorts verde prato. Prendo i miei adorati anfibi, che metto anche con 40° all’ombra, e li indosso.
Giada invece si mette, come al suo solito, un paio di shorts azzurri, con una maglia nera con su scritto sopra “io amo il cibo” e le sue vans nere.
Siamo pronte a partire alla svolta di Londra con i soli, inimitabili One Direction. Ma, sinceramente, per me potrebbero essere anche cinque senza tetto, li amerei lo stesso.
Prendiamo la macchina di Harry, ma siamo un tantino stretti. Così Giada si mette su Niall e Luis su Zayn. Io sono seduta davanti, vicino ad Harry. Lasciamo la macchia vicino al centro. I ragazzi si armano di cappelli e occhiali da sole, anche se Louis insiste nel far mettere a Niall un paio di baffi da messicano finti, ma dopo dieci minuti rinuncia. Siamo pronti a partire.
Ci portano dappertutto: a Piccadilly Circus, a Buckingam Palace, a Westmister Abbey, al Big Bang, sulla London Eye. Saliti su quest’ultima sembra che Harry stia per vomitare. All’inizio mi chiedo perché, ma poi vedendolo con gli occhi perennemente chiusi capisco che soffre di vertigini.
Appena scesi, vedo un gregge di fan avanzare a passo di marcia verso di noi. Oh cazzo. Oh cazzo, cazzo, cazzo.
< Umh... ragazzi? Penso che abbiamo un problema >. Annuncio facendo voltare gli altri verso le fan apparentemente impazziate.
Appena i ragazzi le vedono sembrano spaventati, ma si riprendono abbastanza in fretta, sfoggiando poi un sorrisetto nervoso. Le ragazze iniziarono a venirgli incontro, cercando di non sembrare un branco di ippopotami impazziti. Automaticamente Harry e Niall ci presero per mano, facendo intrecciare le nostre dita come per rivendicare il territorio.
Le ragazze bloccarono di colpo la loro avanzata, sfoggiando espressioni a metà tra il disgusto e lo stupore.
Ad un certo punto una bionda ossigenata con le tette rifatte si stacca dal gruppo.
< Voi brutte troie, chi cazzo siete? >. Sbraita.
< Perché, non si nota? >. Chiedo fingendo innocenza, alludendo alle nostre mani intrecciate.
Le labbra della ragazza sono ridotte ad un puntino glitterato.
< Perché, c’è qualche problema? >. Chiede Giada, che stava iniziando a surriscaldarsi.
< Siete solo delle puttanelle, voi, brutte troie.Siete morte! >. Urla una rossa, tinta, affiancandosi alla bionda. Sembra la brutta copia di Victoria.
< Come hai detto, scusa?! >. Chiede Giada per essere sicura di aver sentito bene.
< Troie, e pure stupide… >.
< Prova a ripetere se hai il coraggio >. Dico, facendo un passo avanti, Giada mi affianca.
< Ragazze state calme >. Ci intima Liam, pacato. Come fa a stare calmo? Non contiamo nulla per lui?
< Calme un corno! >. Ringhio, a denti stretti.
< Almeno loro non puntano alla nostra popolarità come faresti tu >. S’intromette Niall, alterandosi.
< Cos’è Niall, ti sei trovato la suora? E tu Harry, ti facevo meno cieco! >. Urla la bionda.
Basta. È troppo. Io e Giada scattiamo nello stesso momento. Sembriamo la fottuta copia dei gemelli Weasley. Riesco solo a scorgere Harry che spalanca gli occhi, prima di avventarmi sulla bionda cotonata come un lupo con un cerbiatto. Giada prende la rossa. Che la vendetta abbia inizio.

spazio autrice.
Hello darlin'!!
Allora, prima di parlare del capitolo, vorremmo rigraziare delle persone molto importanti per noi.
Prima di tutto, le persone che hanno smplicemente letto questa FF.
Poi, vorremmo ringraziare: Andrelully, Camilla_97, directioner_7 e GuggaOneD, che hanno messo la storia tra le seguite.
Poi, vorremmo ringraziare: Alicina1D, GioxHoran, lalla05, One direction 1D3D e unaragazzasemplice, che hanno messo la storia tra le preferite.
Poi, vorremmo ringraziare: GuggaOneD, July Coiro e CherLlyodBitchies, che hanno recensito questa storia.
Grazie di cuore a tutte.
Ora, passando alla storia. Lo sappiamo, siamo in un ritardo assurdo. Ci dispiace. Sappiamo anche che il capitolo no è dei più lunghi, ma, hey, l'abbiamo tirato fuori dalle nostre menti distrutte in un ora e mezza!
Come prenderanno i ragazzi lo scatto d'ira delle ragazze? Cosa dirà la stampa? Beh, come sempre non possiamo dirvi niente. Sorry :(
da notare l'allusione a Victoria (Twilight) e ai gemelli Weasley (Harry Potter). Se ci lasciate un commentino ve e saremo grate. Anyway, ora andiamo, che se no facciamo il nostro spazio più lungo del capitolo. Ciaoooo!.
xx, gstyleslove! :)

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Capitolo 13
*** Fight ***


CAPITOLO 13 FIGHT
 
Mi fermo ad un palmo dal naso dalla sua faccia. Ora che la vedo da vicino capisco che non può avere più di quindici anni, e lo rossa pure. Mi giro verso Giada e scoppio in una fragorosa risata, subito seguita da mia sorella.
< Ragazze l’orsacchiotto vi ha tradito, che venite a rompere le palle ai nostri ragazzi? >. Dico acida.
< Già, scommetto la cosa più perversa che fate con un ragazzo è abbracciare vostro fratello >. Dice Giada. I ragazzi dietro di noi scoppiarono in una fragorosa risata. Le ragazze sembravano volersi sotterrare vive alla Bloody Mary.
< Beh, almeno noi non vogliamo solo farci una botta e via >. Dice la rossa squadrandoci.
Ok. Adesso BASTA! Io e Giada ci giriamo automaticamente verso i ragazzi.
< Scusate, ma è davvero troppo >. Diciamo contemporaneamente. I ragazzi ci guardano con un misto di paura e incoraggiamento. L’incoraggiamento arriva soprattutto da Zayn e Louis.
Mollo alla bionda una sberla talmente forte da farla cascare a terra. Mentre Giada tira un pugno sul naso, sicuramente rifatto, della rossa.
Le ragazze ci guardano sconvolte. Non se lo aspettavano. Poi si voltarono velocemente indietro a guardare le altre Directioner. Ci stavano dando man forte. Figo! Le ragazze si alzano velocemente provando a colpire rispettivamente me, con un pugno in faccia, e Giada con un calcio nello stomaco. Noi, giustamente, schiviamo il colpo con estrema facilità. (Erano delle bambine). Per poi colpire nuovamente i loro volti, su cui sostava un mosto di sangue e lacrime.
< Tornate dalla mamma, và, e vedete di non farvi più vedere in giro >. Dice Giada allontanandosi dalla sua preda rossa. Io mi abbasso verso la bionda che era accasciata a terra e gli sussurro < E non provare a flirtare con il mio ragazzo, perché non hai visto niente, questo era solo il riscaldamento >. Le ragazze ci guardano spaventate e iniziano a correre verso il parco lì vicino.
Le altre fan, che fino a quel momento si erano tenute in disparte, si avvicinano cautamente a noi, con dei bellissimi sorrisi stampati in faccia.
< Ragazze siete state grandi! >. Disse una ragazza di circa sedici anni, con dei bellissimi occhi grigi e dei capelli color paglia.
< Avete fatto bene! >. Grido una ragazzina sui tredici anni, che mi arrivava si e no al seno.
< Grazie ragazze, volete conoscere i ragazzi? >. Chiede Giada sorridendo alla piccola tredicenne.
< Oh, si, per favore! >. Gli risponde lei.
< Dai, venite, ma giù le mani da Harry! >. Aggiungo in un finto tono minaccioso per poi scoppiare a ridere.
< Solo, per favore, non urlate, a loro non piace, ok? >.
< Ci proveremo, dovete capirci sono i nostri idoli… >.
< Vi capisco ragazze, anch’io sono una directioner >. Dice Giada.
< Batti il cinque sorella! >. Dice la ragazza dai capelli color del pane.
Ci avviamo verso i ragazzi, che ci guardano sorridenti.
Firmano un paio di autografi alle ragazze e poi ci avviamo verso casa.
Arrivati a casa ci mettiamo tutti sul divano, io in braccio a Harry e Giada in grembo all’irlandese.
< Dobbiamo parlare >. Dice Liam serio.
< Si, hai ragione >. Dico accomodandomi sul petto del riccio.
< Vi sentite in colpa per quello che avete fatto? >. Ci chiede Liam.
Io e Giada ci guardiamo a metà tra l’incazzato e l’incredulo.
< E perché mai dovremmo sentirci in colpa?! >. Urla Giada.
< Mah... non so, fammi pensare... forse perché avete appena picchiato due quindicenni? >.
< SCUSA?! Se avessero dato della troia a Danielle te ne saresti stato zitto come hai fatto con noi? >. Chiedo. Sono incazzata nera. Liam ammutolisce. È evidente che avrebbe reagito.
< Allora pensavo bene! >. Urlo.
< A cosa ti riferisci scusa? >. Mi domanda Giada.
< Noi non contiamo nulla per lui >. Dico con la voce spezzata.
< Lo sai che non è vero >. Mi dice Liam serio.
< Se non lo fosse, avresti reagito, come Niall o Harry o Louis o Zayn, non saresti rimasto zitto a lanciarci occhiate di fuoco mentre due stronze che non ci conoscono ci danno delle troie e approfittatrici. E adesso non ci staresti rimproverando come si rimproverano due bambine che hanno rotto un vaso della zia Tess! >. Urlo sentendo calde lacrime salate rigarmi le guance. Anche Giada sta piangendo silenziosamente. Giada si alza e se ne va, credo, in camera sua. Niall si alza e la segue.
< Liam, Giu ha ragione, stai esagerando! >. Dice Harry. Almeno qualcuno di intelligente c’è. Gli lancio un’ occhiata di ringraziamento.
< Cavolo Liam, non avrai mica pensato che la stessa ragazza che ha affrontato Ivan se ne fosse stata zitta mentre due deficienti davano della troia a lei e a sua sorella! >. Dice Zayn. Oh, grazie...

spazio autrice.
Hello popolo di EFP!!
Scusate l'orario e il ritardo. Abbiamo finito in questo momento di scrivere.
Il capitolo non è dei più lunghi ma è, secondo noi, ricco di emozioni. Detto questo... come andrà a finire tra Giulia e Liam? E cosa stanno facendo Giada e Niall da soli in camera della ragazza? Beh, sapete che io non posso dirvi niente, sorry :(
Anyway, sapete che le recensioni sono sempre ben accette! Ora vi do' la buona notte. Ciaoooo!!
xx, gstyleslove! :)

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