Sweet Curly Sister

di JessieRock
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2. ***
Capitolo 3: *** 3. ***
Capitolo 4: *** 4. ***
Capitolo 5: *** 5. ***
Capitolo 6: *** 6. ***
Capitolo 7: *** 7. ***
Capitolo 8: *** 8. ***
Capitolo 9: *** 9. ***



Capitolo 1
*** 1. ***


1.


Los Angeles, 1985

“Mio dio che coglioni! Oggi torna mia sorella…” sbuffò il riccio accasciandosi sul divano
“Hey Hudson non ci avevi mai detto di avere una sorella!” esclamò Duff sistemandosi meglio sul divanetto sgualcito
“Già, fino ad ora è stata a Londra con i miei ma ora che vuole venire qua a Los Angeles e mia madre mi costringe a tenerla a casa con me”
“Scusa ti lamenti tanto, quanti anni ha?” chiese il rosso curioso
“18!! Due anni meno di me”
“Uhm..” sussurrò Axl
“Non ci provare rosso!!! È mia sorella!! E poi è bruttissima e infantile, di sicuro la odierete anche voi” disse lui con superiorità, ma in fondo le voleva molto bene e in quegli anni gli era mancata tantissimo.
“Ahaha si vede che è tua sorella!!” rise Steven ma Slash lo fulminò con lo sguardo.

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“Uh, questa sarebbe Los Angeles? Me l’aspettavo meglio!” esclamò la ragazza scendendo dal taxi con in mano le enormi valigie.
“Secondo le indicazioni di Saul, l’appartamento dovrebbe essere proprio…. Qui!” 
Camminò fino a una piccola porta e la aprì. Entrò guardandosi intorno, era piuttosto cupo come posto! Salì le scale e via via vedeva sempre più luce, almeno questo la rassicurò. Arrivò a una porta con scritto “Hudson” e questo le fece capire che suo fratello era lì, bussò con forza ma nessuno venne ad aprire. Bussò di nuovo, e ancora. Sentì dei passi pesanti farsi sempre più vicini fino a quando il riccio non le aprì la porta.
“Chi cazzo mi sveglia a quest’ora!?” esclamò lui stropicciandosi gli occhi
“Saul!!! Sono Sophie!!”
“Eh!? Sophie!!” il riccio si buttò sulla ragazza abbracciandola forte
“Cazzo quanto sei cambiato, non sei più un bambino!” rise lei
“E tu? Non ti ricordavo così figa” disse lui staccandosi e ammirandola
“Vieni entra, sistemati pure”
La ragazza entrò timida osservando ciò che la circondava. Era un appartamento modesto, piuttosto grande e luminoso, l’unico problema erano le bottiglie di whiskey a terra e il puzzo di fumo.
“Mio dio Saul, non dirmi che sei diventato uno di quelli che vanno avanti con alcool e sigarette!” sbuffò lei guardandolo mentre si metteva una maglietta.
“Ecco a dire la verità non solo Jack Daniel’s e Malboro, ma anche fottuto Rock n Roll piccola!”
“Oh no” sospirò lei appoggiando a terra le valigie “Devo vivere con un Rockettaro, ora?”
“Se non vuoi la porta è là baby” rise lui indicando la porta
“Uhm” gli fece la linguaccia “Gentile come sempre!!! Ma ora dimmi dov’è la mia camera”
Il riccio indicò una porta accanto alla sua mentre addentava un toast.
“Io ora esco, sistemati e fai quello che vuoi basta che non entri in camera mia ok?”
“Perfetto, a dopo!” esclamò lei rintanandosi nella sua nuova camera.
Era semplice: un letto, un armadio, una finestra, una scrivania. Non sarebbe durata per molto quella rigidità, odiava le stanze tristi, l’avrebbe resa molto accogliente. Iniziò da subito svuotando le valigie e sistemando i vestiti nell’armadio, gli oggetti sulla scrivania, i libri in uno scaffale e decorando i muri con quadretti e poster. Continuò per un'altra mezzoretta per poi accasciarsi stanca sul letto: almeno era morbido! Iniziò a pensare a come sarebbe stata la sua vita a Los Angeles. Insomma, era completamente diversa da Londra e dalle scuole dove la mandavano i suoi, tutte perfette e rigide. Lei aveva bisogno di un posto più libero, dove stare un po’ con amici e divertirsi. Ormai era maggiorenne e doveva godersi la vita. Le sue passioni più grandi erano leggere e scrivere, sì il suo sogno era pubblicare un libro fantasy, amava quel genere! Era un tipo eccentrico, vestiva sempre indumenti colorati e strani, borchie e leggins erano obbligatori! E Saul? Quanto sarebbe andata avanti la “pace” tra loro? Da piccoli litigavano sempre e di sicuro l’avrebbero fatto anche ora, si rese conto di dover iniziare subito a lavorare così da avere abbastanza soldi per aiutare un po’ in casa e anche averne una sua più in là.

Era pomeriggio e Sophie stava vagando per le vie della città degli angeli, aveva visitato un paio di negozi e locali così per farsi un idea e si rese conto che non era poi così male. Mentre camminava lungo il Sunset notò un locale con appeso un cartello dove chiedevano bariste. Non sarà il miglior lavoro ma al momento non era male per Sophie! Entrò nel locale che identificò come “Roxy” e si avvicinò a una ragazza dai lunghi capelli castani e gli occhi blu dietro il bancone.
“Mi scusi ho letto che cercate bariste, io sarei disponibile!”
La ragazza la squadrò per bene per poi aprirsi in un bel sorriso.
“Perfetto! Ho proprio bisogno di una ragazza solare come te che mi aiuti dietro il bancone, di giorno non si lavora molto quindi non ho bisogno di aiuto e la notte sarebbe troppo pericoloso, ne so qualcosa credimi! Quindi potresti lavorare pomeriggio-sera, dalle 4 alle 10? 6 ore sono troppe?”
La ragazza aveva una voce squillante e parlava velocissimo, Sophie faceva fatica a starle dietro.
“No no vanno benissimo! Però vorrei avere un giorno libero se possibile…” tentò lei
“Certo, lunedì? Non si lavora molto!”
“Perfetto!! Allora inizio fin da domani se va bene”
“Ma certo, che sbadata non mi sono presentata!” esclamò lei battendo una mano sulla fronte “Io sono Sarah, tu come ti chiami?”
“Sophie!” disse la riccia stringendole la mano
“Piacere Sophie, allora a domani!”
Sarah si allontanò verso due ragazzi che avevano chiesto delle birre mentre Sophie uscì dal locale soddisfatta. Tornò a casa verso le 6 del pomeriggio trovandola vuota, ma quanto tempo stava fuori suo fratello!? Ne approfittò per chiudersi in camera e leggere in silenzio. 



Ecco qua una nuova storia, non avevo intenzione di pubblicarla visto che ne ho già una in corso... quindi non vi assicuro niente riguardo all'aggiornamento! Detto questo... spero che la storia vi interessi, grazie mille a chi lascerà una recensione o proseguirà la lettura della storia! 
Alla prossima :3

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Capitolo 2
*** 2. ***


2.


Anche quel giorno Saul era uscito di casa come il giorno prima, e Sophie dopo aver passato qualche ora a guardare la tv e leggere si era bell’e annoiata di stare a casa. Così uscì e non sapendo dove andare decise di fare una bella spesa visto che in quel frigo c’era solo whiskey, birra e qualche surgelato. Dopo aver riempito le buste uscì soddisfatta ma le sue fragili braccia non riuscivano a tenere tutte quelle buste così che ogni tanto si fermava e le appoggiava a terra maledicendosi per aver preso tutta quella roba. Mentre rialzava da terra le buste una mano si appoggiò sulla sua spalla, la ragazza girò la testa vedendo un ragazzo molto alto con dei enormi capelli biondi, due occhi felini contornati di matita e un lucchetto al collo.

“Hey posso aiutarti?” si offrì lui sorridendo

“Ecco, ce la posso fare da sola!!” affermò lei alzando le buste e continuando a camminare ma lui si parò davanti ridendo divertito.

“Su dai, dammene una che ti accompagno, si vede che le tue braccine non ce la fanno!”

“Ah Ah Ah, divertente! Per prima cosa non dovresti parlare così direttamente con persone che non conosci, due  chi mi dice che non te la scampi con le buste, tre… non offendere le mie braccia! Pertica!” sbuffò lei camminando a testa alta

Il ragazzo però camminava accanto a lei spedito, senza rivolgerle parola né guardarla. Semplicemente camminava con lei. Lei lo guardò di sottecchi mentre le braccia iniziarono a farle male, decise allora di darle al ragazzo, almeno serviva a qualcosa!
“Tienile!! Visto che ci tieni tanto ti farò questo piacere!!” sbuffò lei
“Ah sì? Ahahaha tu sei strana, ragazza!”
Insieme si misero a ridere e al biondo la risata della ragazza gli parve familiare, molto familiare. Dopo qualche minuto di silenzio la ragazza parlò.
“Senti pertica ossigenata… come ti chiami?!”
“Ehi!!! Non sono ossigenato!” sbuffò lui “Comunque mi chiamo Micheal, ma tutti mi chiamano Duff!”
“Ahaahha che nome buffo! Io sono Sophie!!”
La ragazza ogni volta che sorrideva o rideva gli ricordava qualcuno ma… non riusciva a capire chi! Quando arrivarono davanti all’appartamento e la ragazza prese le buste ringraziandolo i suoi dubbi svanirono.
“A..Aspetta: tu…. Sei la sorella di Slash??!?!!?”
“Eh? Slash che? Non conosco nessuno con quell’orrendo nome ahahaha”
“Ma sì, ecco chi mi ricordavi, ridete allo stesso modo!”
“Senti Mic… Duff! Non conosco nessuno che ha un nome buffo come il tuo, ciò vale a dire nessuno splash slash o come cavolo hai detto, si ho un fratello ma si chiama Saul!”
“Sììì Saul!! Scusa ma qua lo chiamiamo Slash!”
Sophie lo fissò qualche secondo in silenzio per poi esplodere in una fragorosa risata, Duff pensò  proprio che quella lì fosse strana. Certo che Slash aveva detto che sua sorella era brutta e infantile, invece era proprio figa e simpatica! Scacciò subito quei pensieri perché di sicuro il riccio l’avrebbe conciato per le feste se solo avesse osato toccare la sua sorellina!
Si riprese poi vedendo che la ragazza stava entrando nell’appartamento senza smettere di ridere.
“Grazie Duff!! E ahahhahahah bella quella del nome di mio fratello ahahahahh sei simpatico sai?!!”
Detto ciò sparì chiudendosi dietro la porta e lasciando piuttosto preoccupato il biondo.

Mentre Sophie stava sistemando la spesa nel piccolo frigo e nei ripiani della cucina sentì la porta di casa sbattere, un rumore e subito dopo le bestemmie del riccio contro un armadio.
“Saul, che succede?”
“Porca di quella merda ingoiata da un bufalo!! Il mignolooooo!!”
“Ahahah beh in questo non sei cambiato, quel tuo povero mignolo chi sa quante volte si è fatto male per colpa tua!”
“Simpatica!” ora la voce del fratello era vicina perché era entrato in cucina “Uh, vedo che hai fatto scorta, brava sorellina!”
Le scompigliò leggermente i ricci provocandole una smorfia.
“Io vado a suonare, tu prepara la cena già che ci sei!” esclamò lui avviandosi verso camera sua
“Sì signore, vuole altro? No ma per chi mi prendi? Va beh per stavolta lo faccio ma in cambio di qualcosa…”
“Oh no… che vuoi?” sbuffò lui
“Mi hai detto che suoni, e quindi hai una band. Le prossime prove che fate voglio venire ad assistere!!”
“No!! Sono tipi… strani i miei amici ecco!” il riccio si grattò la testa “è meglio che tu non li conosca!”
“Allora ti scordi la cenetta a base di succosa bistecca e patate al forno!”
“Mannaggia a te che mi nomini quelle cose buone che non mangio da anni…” sussurrò leccandosi le labbra “Ok, te li faccio conoscere a patto che tu cucini la cena anche domani!”
“Perfetto! Vai pure a suonare fratellone! Ahahah!” rise lei soddisfatta.

Quel giorno il riccio si alzò con un mal di testa pesantissimo, dondolante si avviò in cucina. Sophie stava preparando il caffè ed era di spalle, lui le poggiò le mani sui fianchi facendola sussultare. Rise divertito mentre lei gli fece la linguaccia.
“Preparati che oggi ci sono le prove, visto che ci tenevi a venire ti faccio venire ma ti avverto, sono tipi strani e non devi cagarli troppo!”
“Me l’hai già detto fratello!! Mamma mia come sei… mica ho 10 anni e sto andando da una banda di drogati”
“Beh a dire il vero…”
Ricevette una pacca dalla sorella prima di finire la frase, subito dopo lei gli porse il caffè sedendosi davanti a lui e sorseggiando il suo. Una volta finito entrambi andarono a vestirsi, uscirono poi insieme per le vie di Los Angeles. Lei in confronto al fratello era bassa e minuta, lui era vestito interamente di nero mentre lei indossava un maglione bianco con le borchie sulle spalle, dei leggins supercolorati e dei stivaletti marroni. I ricci e l’inconfondibile sorriso però facevano comunque capire che erano fratello e sorella. Arrivarono davanti a un garage che Saul aprì, un rumore di vari strumenti che suonavano per conto proprio cessò improvvisamente e quattro paia di occhi si puntarono sui due, o meglio sulla ragazza. Sophie ne approfittò per studiarli per bene: uno aveva dei capelli corvini raccolti sotto la coppola,  una chitarra bianca e nera in mano e una nuvola di fumo che lo circondava. Accanto a lui un ragazzo dalla folta chioma bionda e degli occhi azzurri aveva appena fermato le bacchette sulla batteria. Davanti a lui un ragazzo teneva in mano il microfono, aveva lunghi capelli rossicci e lineamenti femminei, i vestiti esaltavano il suo bellissimo corpo e i suoi occhi verdi la fissavano curiosi. Alla fine guardò in fondo alla stanza trovandoci un ragazzo altissimo con un basso in mano, capelli biondi con un ciuffo nero e occhi metallici… l’aveva già visto quello!
“Slash… è… tua sorella?!”
Il biondino seduto sulla batteria aveva rotto il silenzio e la tensione formatasi.
“Sì, che avete? Sembra abbiate visto un fantasma!” sbuffò lui andando a prendere la sua Gibson, mentre passava accanto al rosso lui sussurrò qualcosa nel suo orecchio
“Dicevi che era brutta eh? Guarda là che figa!”
Il riccio gli tirò un pugno nella pancia facendolo piegare in avanti.
“Cazzo Slash, prenditi una camomilla!” si lamentò lui
Sophie era piuttosto preoccupata, quei ragazzi erano strani! Notò che avevano chiamato suo fratello Slash… ciò le fece ricordare quel ragazzo che glielo aveva detto e lei non l’aveva considerato, ma era quello con il basso in mano!!
“Non ce la presenti?” chiese Izzy squadrandola
“Uff!” sbuffò lui dirigendosi verso la sorella
“Lei è Sophie” la ragazza sorrise timida
“Loro sono Izzy, Steven, Axl, Duff!”
La ragazza rise leggermente sentendo quei nomi così buffi.
“è venuta perché è una curiosetta del cazzo e voleva conoscervi…”
La ragazza fece una smorfia guardandolo male.
“Bene ma ora proviamo, sono venuto per questo!” esclamò lui iniziando a suonare ma smettendo subito dopo vedendo che i ragazzi si erano avvicinati alla ragazza.
“Hey… Duff? Sì Duff! Scusa se non ti ho creduto ma mi sembrava poco credibile! Davvero perdonami ahahah!” rise lei guardando il ragazzo e portandosi una mano dietro la testa
“Oh, tranquilla! Mi fa piacere rivederti!”
“Vi conoscete di già eh? Se lo scopre Slash ti ammazza Mckagan!” sorrise Steven, ricevendo una pacca dall’amico
“Senti Honey, che ne dici se stasera vieni con noi in un locale? Mi farebbe piacere conoscerti meglio” sussurrò Axl guardandola con il suo sguardo da rimorchia ragazze
“AXL! NON CI PROVARE!” la voce del riccio fece girare tutti “Lei rimane a casa stasera, e ora esci Sophie, li hai conosciuti!”
“Agli ordini, fratello!” affermò lei con voce falsa ridendo subito dopo e salutando i ragazzi con la mano prima di uscire.
Axl era rimasto affascinato dalla risata di Sophie, come faceva quel coglione di Slash ad avere una sorella del genere?
Così come il rosso anche gli altri erano rimasti affascinati dalla ragazza, peccato che era la sorella di Slash! Lui non l’avrebbe fatta avvicinare a nessuno di loro.
“Bene ora suoniamo!!” il riccio li svegliò per l’ennesima volta dai loro pensieri
“Giusto, diamoci dentro ragazzi!” esclamò il rosso prendendo il microfono in mano.


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Eccomi! Spero questo capitolo vi sia piaciuto, un grazie a chiunque lascierà una piccola recensione! Alla prossima :3

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Capitolo 3
*** 3. ***


3.


Era passata una settimana e Sophie non aveva più visto gli strani amici del fratello, però le stavano simpatici e non vedeva l’ora di rivederli. Peccato che aveva un fratello geloso, forse troppo, e quindi le impediva di incontrarli. Erano le 3.30 e la ragazza iniziò a prepararsi per fare il suo turno al Roxy. Aprì la porta del locale, c’era pochissima gente, come sempre. Si avvicinò al bancone e Sarah la salutò con un cenno del capo mentre lavava i bicchieri.
“Benvenuta Sophie! Inizia a sistemare gli alcolici sullo scaffale e subito dopo dai una regolata alle sedie e ai tavoli, bisogna prepararci perché tra un paio d’ore non avremo un minuto di pausa!”
“Agli ordini!” sorrise la ragazza togliendo la giacca e legandosi il grembiule dietro la schiena.
Le due ore di calma passarono e il locale si riempì di ragazzi strani. Passò un ora nella quale Sophie camminava da una parte all’altra del bancone passando birre a ragazzi che cercavano di attaccare bottone e che lei puntualmente ignorava.
“Sophie! C’è più gente ai tavoli e le cameriere non ce la fanno, vai a dare una mano a loro qui ci penso io!” sorrise Sarah
La ragazza eseguì, peccato che pensava fosse più divertente di stare dietro il bancone, invece era più stancante, doveva correre da un tavolo all’altro. Dopo meno di dieci minuti si fermò a prendere fiato, ma purtroppo alcuni ragazzi la chiamavano insistentemente. Si girò nervosa verso di loro cercando di fare una faccia rilassata, quando invece voleva urlarli contro che potevano aspettare un secondo. Quando se li trovò davanti notò tra loro il fratello.
“Saul!?!?” esclamò sorpresa
“Sophie!??!?!” esclamò lui più sorpreso di lei “Che ci fai qua!?”
“Ci lavoro!! Stupido! Ahaha” rise lei
“E perché non me l’hai detto? Non è un posto per te questo!”
“Dirtelo? Come se te ne fregasse, tu sei sempre fuori casa!” sbuffò lei
“Slash, dovresti dedicarti di più alla tua sorellina…” sussurrò Axl accarezzandole un fianco ma lei si scansò
“Non ne ho bisogno!” rispose risentita “Rompe già troppo quando c’è!”
“Offendi poco, stronzetta! Mi preoccupo per te!” rispose lui
“Bella questa, sei peggio di un padre iperprotettivo!”
“Ok io direi basta ragazzi, Sophie ha da lavorare!” disse Duff per farli smettere prima che iniziassero a litigare seriamente
“Hai proprio ragione! A proposito cosa volete?” chiese lei sorridendo
“5  birre!” esclamò sempre Duff
“A dopo… honey…” sussurrò Axl osservando il fondoschiena di Sophie che si muoveva sinuoso verso il bancone.
Tornò poco dopo con le birre su un vassoio. Le appoggiò delicatamente davanti a loro, lasciò un occhiata maliziosa ad Axl e si allontanò. Appena arrivò al bancone scoppiò a ridere, l’occhiata al rosso non l’aveva lanciata mica perché le interessava, ma solo per far incazzare il fratello. Si girò sorridendo compiaciuta nel vedere Axl che la tirava solo perché lei gli aveva dedicato attenzione e Slash che incazzato sorseggiava guardandola male. Appena i loro sguardi si incontrarono lei scoppiò a ridere nuovamente.
“Sono le 10, il tuo turno è finito puoi andare a divertirti con tuo fratello e i suoi amici cara la mia Sophie!” sorrise Sarah dandole una spinta. La riccia rise divertita per poi avviarsi dagli amici. Per fortuna il suo turno finiva presto, dopo le 10 là si riempiva di gente ubriaca se non peggio, drogata.
“Posso farvi compagnia?”
“Certo bellezza, siediti pure qua!” esclamò Axl spostando malamente Duff
Lei si sedette in mezzo ai due, accavallando le gambe e ordinando una birra alle colleghe.
“Sophie non dovresti bere!” puntualizzò Slash
“Oddio basta! Smettila, solo tu ti puoi divertire? Che palle non sono piccola, ora te ne stai zitto e io faccio quello che voglio!!” sbuffò lei incrociando le braccia
Il riccio stava per replicare ma Izzy lo calmo “Shh”
“Bambina!” sbuffò lui girandosi dall’altra parte
La ragazza si promise di fargliela pagare. La cosa che più lo faceva incazzare era che lei desse corda ai suoi amici, ed era quello che aveva intenzione di fare. Axl, come sempre aveva fatto da quando l’aveva vista, la stuzzicava di continuo. Ma lei invece di ignorarlo, come avrebbe fatto di solito, gli dava corda stuzzicandolo di sua volta. Quando Axl uscì per andare in bagno lei aspettò che fosse abbastanza lontano e scoppiò a ridere, affascinando tutti per l’ennesima volta con la sua risata allegra.
“C-che c’è!?” chiese Steven
“Ahahahah ma l’avete visto quello? Crede davvero che mi piaccia?! È così convinto! Ahahahah”
“Perché? Non è così?” chiese Duff
La ragazza si avvicinò all’orecchio del biondo per non farsi sentire dal fratello.
“Voglio far incazzare Saul, ahahah figurati se mi interessa quello, è solo uno di quelli che pretendono tutte le ragazze sotto i piedi” sussurrò lei
Duff rimase stupito, cavolo se era intelligente! L’avrebbe fatta pagare a Slash e ad Axl insieme. Batté un cinque alla ragazza sorridendo compiaciuto.

Era tardi, Slash e Sophie camminavano verso casa silenziosi, mentre la ragazza se la rideva per aver fatto impazzire il fratello. Fu proprio lui a rompere il silenzio, infatti.
“Mi spieghi cosa ci trovi in quella checca di Axl che si ritiene tanto figo e attraente ma che non ha mai concluso niente con una ragazza?”
La mora rise, cercando di non farsi sentire: si aspettava proprio quella domanda.
“Nulla!” esclamò affrettando il passo
“E allora perché facevi la cascamorta stasera!?” chiese lui risentito
“Per farti incazzare!”
“Cosa!? Che pezzo di stronza!!” esclamò lui guardandola disgustato, facendola ridere.
“Ahahah lo sapevo! Così impari a rompermi le palle per tutto!”
“Avrai una bella punizione….” Sussurrò lui sorridendo furbo
“Uh, che paura!” rise lei alzando le mani
Arrivarono a casa, si augurarono una fredda buonanotte e si sdraiarono nei rispettivi letti, addormentandosi poco dopo.

Era mattina e la ragazza fu svegliata da vari rumori provenienti da fuori: che strano, suo fratello dormiva sempre fino a tardi! Si sistemò a sedere stropicciandosi malamente gli occhi.
“Saul!! Mi spieghi che fai a quest’ora di così rumoroso!? Vai a dormire e lascia riposare anche me!” urlò lei risentita
“Sorellina aiutami, sono incastrato sotto il divano!!” esclamò lui dalla cucina
La ragazza spalancò gli occhi: cosa cazzo ci faceva incastrato sotto il divano!? Spostò la coperta per poggiare i piedi a terra, si alzò, si avvicinò alla porta poggiando una mano sulla maniglia, la girò. Appena fece il primo passo fuori dalla stanza un ondata d’acqua le cascò sulla testa. I capelli ricci e voluminosi in un secondo diventarono pesanti, zuppi d’acqua e penzolanti sul viso. I vestiti erano completamente fradici e la ragazza sgocciolava. Strinse i pugni dalla rabbia incidendosi la pelle con le unghie, mentre gli occhi restavano chiusi e cercava di respirare regolarmente.
“SAUL IO TI AMMAZZOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!”


Eccomi, qua con il capitolo! :) Spero vi sia piaciuto e vi avviso che probabilmente riuscirò a mettere il prossimo entro sabato! 
Grazie a tutti quelli che lasceranno una piccola recensione, a presto! :3 
(non ho potuto mettere l'immagine perchè non me la carica, chiedo perdono xD)

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Capitolo 4
*** 4. ***


 

4-


“Passami un’altra birra Steve!” esclamò Duff mentre appoggiava a terra la lattina vuota
“Mckagan sei sospetto oggi…”
“Cazzo blateri Rose!?”
“Stai bevendo troppe birre, e ti conosco abbastanza per dire che quando bevi più birre del solito nella tua testolina vuota frulla qualcosa…”
“E questo qualcosa la maggior parte delle volte è una donna!” finì Izzy al posto del rosso
“Esatto Jeff!” rispose lui bevendo un altro sorso della sua Coca Cola
“E se anche fosse!? Sono cazzi miei!”
“Su dai, non c’è Slash quindi puoi benissimo dirci che ti sei preso una cotta per la sua sorellina! Ahahah” rise Steven
“Tanto si vede che mi sbava dietro, Mckagan non hai speranze!” sbuffò Axl con superiorità
“Caro il mio rosso, fa così solo per far arrabbiare il fratello, a dire la verità le fai schifo! Me l’ha pure detto!” confermò il biondo divertendosi nel vedere l’espressione di Axl cambiare
“Fanculo! Nessuna mi resiste!” rise lui ricevendo una pacca da Izzy
“Coglione, lei non è come le altre… si vede che di noi gliene frega il giusto!”
“Izzy… spara meno cazzate, sono tutte uguali! Basta un rocker figo che beve fuma e fa il coglione per farle impazzire!”
“Non ne sono sicuro… Hey Duff che hai?”
“Ehm, nulla! Stavo solo pensando!”
“Stavo pensando a Sophie, o meglio a una bella scopata con Sophie e se non ci foste voi mi sarei fatto una bella sega!” lo prese in giro Steve con una vocetta falsa
Duff lo guardò incazzato per poi spingerlo giù dal divano
“Ahia cazzo! Stavo scherzando!” si lamentò lui massaggiandosi la testa
“Fanculo! Vado in camera!” rispose lui sbattendo la porta poco dopo
“Sì, è cotto marcio di Sophie!” sbuffò Izzy alzandosi per prendere l’ennesima birra dal frigo, mentre Axl pensava a come impedire al biondo di prendersi la mora.

Saul quel giorno le aveva detto che sarebbe stato tutto il giorno fuori così la ragazza dedicò tutta la giornata per sé. Si fece un bel bagno caldo e rilassante con una maschera di bellezza sul viso e la musica classica di sottofondo. Quando uscì si mise solo degli slip e una maglietta larga e leggermente trasparente per poi sdraiarsi sul divano a leggere uno dei suoi libri. In casa regnava il silenzio, era una giornata perfetta per la mora. La sua lettura fu interrotta dal suono del campanello: perché Slash doveva tornare proprio in quel momento?!
Si alzò scocciata aprendo di scatto la porta.
“Cazzo Saul non potevi tornare più tardi per una volta che….”
Si trovò davanti due degli amici del fratello, che identificò come Duff e Axl.
“Che ci fate voi qua?!” chiese lei sorpresa
Loro non risposero, troppo intenti ad ammirare le sinuose gambe di lei scoperte. Quando lo notò rise portandosi una mano dietro la testa.
“Oddio scusate, mi ero dimenticata di essere senza pantaloni!”
“Tranquilla Honey… a noi va bene così!” esclamò Axl sorridendole malizioso
“Stupido! E ora mi volete dire che cosa ci fate qua!?”
“Cercavamo Slash…” sussurrò Duff ancora intento ad ammirarla
“Biondo, per prima cosa stacca i tuoi bei occhietti dalle mie gambe e secondo: mio fratello è fuori!” detto questo chiuse di colpo la porta, lasciando i due spiazzati. Scuotendo la testa si diresse verso il divano, dove si sdraiò per continuare la sua lettura.

Era sera tardi, Sophie era sdraiata sul suo letto mentre parlava al telefono con una sua vecchia amica di Londra. La porta di casa si aprì e la ragazza sentì varie voci, curiosa si affacciò e vide Slash insieme ai suoi quattro amici: che ci facevano tutti là!?
Si mise un paio di pantaloncini e uscì dalla stanza.
“Saul!? Che ci fate tutti qua!?”
“Sophie! Nulla… ci divertiamo un po’… tu leggi pure non ti disturbiamo!” rispose Slash
“Voi 5 che stati buoni e zitti!? Ahahah ma fammi il piacere!” rise lei avvicinandosi
“Beh piccola puoi anche restare a farci compagnia…” sussurrò Axl facendole l’occhiolino
“Prendo solo un bicchiere d’acqua poi me ne torno in camera a leggere, almeno faccio contento il vostro amico!” sbuffò lei guardando Slash male
Mentre stava per entrare in cucina suo fratello la chiamò.
“Che vuoi, Saul!?”
“Sorellina mia cara, sai che ti voglio taaanto bene!?!”
“No, io so solo che quando fai così vuoi qualcosa! Il solito cretino!” rise lei appoggiando una mano sul fianco
“Ci cucini una bella cenetta!? Ti prego! Così non dobbiamo ordinare la pizza che arriva tra un ora se no… dai per favore!” la implorò lui
La ragazza sbuffò “Ti rendi conto che siamo in sei? Tutta sta fatica va ricambiata caro fratello…”
“E già! Facciamole un piacere anche noi Slash, io honey sono libero stanotte!” rise Axl sapendo che il riccio l’avrebbe picchiato, infatti gli tirò un bel pugno in pancia
“Ah Ah…. No rosso! La notte preferisco passarla sola che con un tipo come te! Saul, se tu mi fai venire con te ogni volta che voglio… beh allora sì avrai la tua bella cenetta!”
Il riccio ci pensò un po’ su e poi accettò, la ragazza corse contenta in cucina e iniziò a tirare fuori le cose dal frigo.

I cinque erano seduti sul divano a bere birra e ridere, mentre la ragazza stava cucinando.
“Ragazzi io vado a aiutare Sophie, così mangiamo prima!” esclamò Duff scattando in piedi
Gli altri scossero la testa, per una ragazza il biondo era addirittura disposto a cucinare!
“Sophie posso aiutarti? In due si fa prima!”
La ragazza girò lo sguardo verso la voce che aveva parlato e si trovò davanti Duff.
“Uh, da quant’è che siete gentili e sapete cucinare, voi? Ahahaha scherzo, vieni vieni!” rise lei tornando a tagliare. Il ragazzo si avvicinò e Sophie gli indicò le bistecche che doveva rigirare nella padella. Lui eseguì, ma gli schizzi dell’olio gli arrivarono sul braccio bruciandolo.
“Ahia! Ma questo coso schizza cazzo!”
“Ahahahah da qua!” la ragazza si avvicinò appoggiando la mano su quella di Duff che sussultò a quel contatto, mosse velocemente la padella facendo girare la bistecca senza schizzare poi guardò Duff “Devi fare così! Ahahah!”
Passarono il tempo tra pentole e risate, la ragazza scoprì che in fondo era quello più normale tra loro e anche molto simpatico.

“Madonna cucini da dio Sophie! È da non so quanto tempo che non mangiavo roba così buona!” esclamò Steven addentando la cena
“Ahahah tutto merito di Duff!” rise lei guardando il biondo che le fece l’occhiolino
Slash guardava i due in modo sospettoso, il biondo si stava avvicinando troppo a sua sorella, al contrario di Axl lui faceva sul serio.


Eccomi, lo so ci ho messo un po' a scrivere ma ieri ho passato la giornata a letto con la febbre -_- quindi non ho avuto molto tempo per scrivere! Ringrazio tutti quelli che lascieranno una recensione, alla prossima! :3


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Capitolo 5
*** 5. ***


5.

Erano passati svariati giorni e la ragazza si trovava davvero bene, il lavoro procedeva alla grande e per altro Sarah, la sua collega, era davvero simpatica così che le due erano diventate subito migliori amiche. Lei e Saul, a parte qualche litigata giornaliera, riuscivano a convivere pacificamente per mezzo di accordi, ricatti e scherzi. Per quanto riguarda la band di Slash… la ragazza li adorava, erano simpatici e coglioni, si faceva ovviamente notare il rosso che perennemente ci provava. Duff forse era quello con il quale aveva legato di più perché era quello che la considerava più degli altri, e a lei non dispiaceva.

“Saul, dove vai!?” urlò la ragazza dalla sua camera, facendo fermare il fratello in mezzo alla stanza
“Uff… in piscina! Perché!?”
“Ti prego posso venire!? Cavolo è da non so quanto che non mi faccio una bella nuotata!”
La ragazza ora era davanti al fratello che la guardava sbuffando.
“Che palle… ok vieni basta che non mi rompi! Ci siamo noi 5, già che ci sei invita qualche tua amica!”
“Siiii grazie grazie!” esclamò lei contenta abbracciando forte il fratello.
“Grazie un cazzo, vatti a preparare e chiama le amiche, tra 15 minuti usciamo!” sbuffò lui allontanandosi
La ragazza corse veloce in camera prendendo subito il telefono per chiamare Sarah e un’altra sua amica.

“Slash porca puttana ma una volta che tu venissi in orar… oooh, chi sono ste belle ragazze!?” chiese il rosso cambiando tono, e osservando malizioso le 3 ragazze dietro a Slash, tra le quali riconobbe Sophie
“Sophie e due sue amiche, ci teneva tanto a venire!” sbuffò il riccio posando a terra il borsone
“Oh, bene, qualche bella ragazza che ci fa compagnia non guasta mai!” esclamò Duff scrutandole
Sophie sussurrò qualcosa a Sarah e Annie, facendole scoppiare a ridere.  

Le tre ragazze erano sdraiate sugli teli a prendere il sole, mentre i ragazzi se ne stavano in piscina a farsi scherzi e nuotare.
“Hey dolcezze, la smettete di prendere sole e venite qua da noi a farci compagnia?!” chiese Axl appoggiando la braccia sul bordo vasca e osservando curioso i corpi sinuosi delle ragazze.
Sarah si girò osservandolo da cima a fondo e sorridendo subito dopo.
“Io vado a farmi una bella nuotata!”
Detto questo si tuffò nella piscina, ritornando in superficie sorridente verso il rosso che si avvicinò a lei. Entrambi erano attratti l’uno dall’altro, tanto che si appartarono per farsi scherzi e parlare.
Sophie e Annie si avvicinarono al bordo vasca, Annie toccò timorosa con la punta del piedi l’acqua, ritraendosi subito dopo.
“Cazzo se è fredda!”
“Ahahah su Annie non fare la checca!” sbuffò la riccia spingendola in acqua, lei furiosa appena riemerse iniziò a imprecare contro di lei ma nel frattempo anche lei si era buttata.

“Ahaahhahaha smettila! Ahahahahah oddio no ti prego! Smettila di farmi il solletico ahahahahahah!”
Duff riemerse, mentre Sophie prese a picchiarlo mentre continuava a ridere.
“Ahia! Fai male… ahahah per un po’ di solletico!? Calmati!” esclamò lui nuotando lontano, inseguito dalla ragazza
“Ora impari!”
Iniziò anche a lei a fargli il solletico mentre lui stava fermo come un palo.
“Uff non vale! Tu non lo soffri!” sbuffò lei incrociando le braccia

Sophie era uscita dall’acqua e se ne stava sdraiata ad asciugarsi sotto i raggi del sole.
Nel frattempo osservava i suoi amici in acqua: all’inizio gli amici del fratello le erano sembrati strani, ma ora doveva ammettere che erano davvero belli. Vedere in costume fisici del genere non era male, anzi! Tra tutti a qualcuno poteva farci anche un pensierino. Quando si rese conto dei ragionamenti stupidi e da ragazzina che stava facendo si diede della sciocca. Alzò di nuovo lo sguardo e vide che Axl aveva preso Sarah a sacco di patate: la ragazza aveva ceduto alle maniere da casanova del rosso, al contrario di Sophie. Si vedeva che andavano d’accordo i due, l’importante era che Sarah non ne uscisse col cuore spezzato, da un tipo come Axl ci si aspetta di tutto! Presa dai pensieri non si era resa conto che Duff la stava fissando, lei distolse subito lo sguardo da lui, arrossendo. Perché si comportava così? Era proprio una bambina. Però tra tutti era quello più simpatico e carino, sotto il suo punto di vista. Era quello che la trattava meglio, che le prestava più attenzioni e doveva ammettere che non le dispiaceva.
“Sophie, a che pensi?!”
“Eh!? Oh, Annie! A niente…”
“Ho detto: a che pensi!?” insisté lei, guardandola di sottecchi
“Ai ragazzi….” Sussurrò la mora, abbassando lo sguardo
“Tuo fratello è un gran figo!” esclamò Annie, ridendo nel vedere l’espressione dell’amica
“Cosa!? Beh… in effetti sì, non è male! Più figa io però!” sbottò lei scoppiando subito dopo a ridere
“Ma tu preferisci Duff…”
“Cosa!??! Nonono!! Cioè sì Duff è meglio di Saul ma… non mi piace!” esclamò lei arrossendo
“Io non ho detto che ti piace”
“Cazzo… ok si mi piace! Come vuoi… però zitta, ti prego!”
“Ahaha riesco sempre a sapere tutto io, chi sa come faccio!!” rise Annie alzandosi in piedi.

Eccomi qua, chiedo perdono per il ritardo, ma il poco tempo libero l'ho dedicato all'altra storia ^^'' E per altro il capitolo non mi convince, non succede nulla ed è pieno di piccoli salti temporali, chiedo scusa <3
Grazie a chi lascierà una recensione, alla prossima! :3

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Capitolo 6
*** 6. ***


6.

"
“Hey Duff!”
“Oh, Sophie! Che ci fai qua!?”
“Nulla, mi stavo annoiando allora sono uscita a fare un giro!”
I due erano fermi in mezzo al Sunset Strip, uno davanti all’altro.
“Volevo andare alla spiaggia, ti va di venire con me!?” chiese Duff sorridente
“Ehm… ok!” rispose lei, seguendolo
Per strada rimasero in silenzio e la ragazza si rese conto che essere loro due soli in riva al mare non era la cosa più normale del mondo per due amici, era più una scena da fidanzatini. Scosse la testa, dandosi della stupida. Duff rise divertito per le facce della ragazza, e lei lo notò.
“Hey, che hai da ridere!?” chiese, aggrottando le sopracciglia
“Sei buffa! Ahahaha!” rise lui portandosi una mano alla testa
“Ah sì!? Buffa!? Mi paragoni a un pagliaccio, per caso!?”
“Ehm… sì!”
“Brutto stronzo…” la ragazza prese a rincorrere il ragazzo che continuava a ridere mentre scappava
“Non vale!” urlò lei “Hai le gambe più lunghe e quindi corri più veloce!”
“Ahahaha taaaaappa!” rise lui girandosi per guardarla e farle la linguaccia
Purtroppo, facendo così, non vide lo scalino che divideva la stradina dalla spiaggia, così inciampò cadendo a peso morto sulla sabbia. La ragazza sorrise malvagia, buttandosi su di lui e bloccandogli le mani per non farlo muovere.
“Dopo avermi dato del pagliaccio e della tappa hai bisogno di una bella punizione, pertica ossigenata!”
“E quale sarebbe questa ‘punizione’?”
Sophie roteò gli occhi per poi unire le sue labbra a quelle del biondo, lasciandolo spiazzato. Duff doveva ammettere che quella era l’ultima cosa che si aspettava dalla ragazza, ma in quel momento non riusciva a pensare, per lui esistevano solo le labbra di Sophie. La baciò dolcemente per poi schiudere le labbra e giocare con la lingua di lei, leccandole subito dopo il labbro inferiore. Nemmeno la ragazza capì perché l’aveva fatto, sapeva solo che in quel momento era l’unica cosa che voleva. Cavolo,  non se ne pentì neanche, quello era il bacio più bello della sua vita. Continuarono a lungo, fino a quando non mancò il fiato a entrambi. Si staccarono lentamente, per poi guardarsi negli occhi, respirando affannosamente. Si goderono quel momento, con il sottofondo delle onde che si sbattevano contro la spiaggia, regolarmente, come i loro respiri.
Fu Duff a rompere il silenzio, solo perché si era reso conto di cos’era successo.
“Dio, se è questa la tua punizione… devo farti arrabbiare più spesso dolcezza!” esclamò girandosi, in modo da trovarsi lui sopra la ragazza, lei lo guardò maliziosamente, tirandogli la giacca con forza, in modo da far unire le loro labbra di nuovo. Duff rise divertito per il gesto inaspettato di Sophie, rispondendo al bacio con foga. Iniziarono presto ad accarezzarsi, per poi arrivare a passare tutta la notte in riva al mare, sotto il tramonto del caldo sole di Los Angeles.

Sophie posò le chiavi sul comodino, togliendosi la giacca. Camminando con passi leggeri per non farsi sentire arrivò fino in camera sua, dove tirò un sospiro di sollievo: per fortuna suo fratello non l’aveva né vista né sentita. Si tolse le scarpe, posandole a lato del letto e preparandosi per mettersi sotto le coperte quando una voce la distrasse.
“Sophie.”
Suo fratello era alla porta, il suo tono era duro e la guardava sospettoso.
“Dov’eri fino ad ora?”
“Ehm… fuori, ma perché? Scusa non posso uscire senza chiederti il permesso? Che sei, mio padre?”
“Cambia tono con me, bambinetta!”
“Oh fanculo! Bambinetta non lo sono! Devi smetterla di comportarti così!!” la ragazza si era incazzata, e suo fratello lo sarebbe stato tra due minuti
“Te lo ripeto: modera i toni e dimmi subito dove sei stata!!”
“Non-te-lo-di-co!!” sbuffò lei sorridendo nervosa
Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso, Saul strinse i denti, avvicinandosi a lei ancora di più e puntandole un dito contro
“Sophie non scherzare con me!” la ragazza sentì il puzzo di alcool, era ubriaco
“Basta hai rotto!! Madonna sono stata con Duff ok? Sulla spiaggia!!!”
“Tu… cosa!??!” il ragazzo spalancò gli occhi, incredulo
“Sì!!!! E ci ho anche scopato! Felice ora!?” urlò lei arrabbiatissima
“Ora te ne puoi anche andare, ti ho risposto!” sbuffò alla fine, vedendo che lui non si era mosso da lì, c’era rimasto piuttosto di merda. Purtroppo la reazione fu diversa da quella che si aspettava Sophie, vide gli occhi del fratello diversi, troppo concentrata nel suo sguardo fu presa alla sprovvista dal pesante schiaffo che lui le tirò. Il rumore riempì il silenzio, seguito dai passi di lui fuori dalla stanza e dallo sbattersi violento della porta.
La ragazza si posò una mano sulla guancia, rossa e caldissima. Chiuse gli occhi, suo fratello non avrebbe mai fatto una cosa del genere. Lui non le voleva più bene, lui la odiava, le rendeva la vita insopportabile, lei lo odiava. Strinse la bocca per cacciare indietro le lacrime, si buttò sul letto, coprendosi interamente con la coperta e iniziando a pensare. Purtroppo era ancora troppo sorpresa dal gesto del fratello per pensare in modo razionale, si limitò a ripetersi che lui la odiava, e che lei odiava lui. Era ubriaco, ma questo non giustificava, comunque era anche colpa sua, probabilmente non doveva dirgli una cosa del genere così direttamente, in fondo era sua sorella e lui si preoccupava. Le lacrime iniziarono a scendere lente e la ragazza cercò di nuovo di cacciarle indietro, non voleva piangere per quello stupido, ma purtroppo non ci riuscì.

Eccomi qua, mi scuso tanto tanto per il ritardo, ma ho avuto la settimana piena! D: Vabè, spero vi piaccia il capitolo, finalmente succede qualcosa ;)
Grazie, come sempre, a chi legge e recensisce! :)
Alla prossima! :3

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Capitolo 7
*** 7. ***


 

 

 

 

 

7-

Era mezzogiorno e Sophie non era ancora uscita dalla sua stanza, la verità era che non voleva vedere suo fratello ma la fame stava iniziando a farsi sentire. Dopo l’ennesimo richiamo da parte dello stomaco la ragazza scese dal letto, si mise dei leggins viola e una maglietta a maniche lunghe nera piuttosto larga e uscì dalla camera. Non sentì nessun rumore così camminò verso la cucina, sperando vivamente o che il fratello fosse fuori o che non uscisse dalla sua camera. Si preparò un panino e una spremuta, sedendosi poi per divorare tutto velocemente. Sentì il suono della chitarra del fratello provenire dalla sua stanza: sarebbe stato lì di sicuro a lungo. Sorrise, sentendo quella melodia magnifica… ci sapeva fare! Scosse la testa avviandosi in bagno a darsi una sciacquata e mettersi un filo di mascara, finì mettendosi gli anfibi neri e aprendo la porta per uscire. Purtroppo quando stava per chiudersi la porta alle spalle un piede la bloccò, lasciando una fessura. Alzò lo sguardo incontrando il viso del fratello, strinse le labbra girandosi ma lui la chiamò.

“Sophie.”
“Cosa vuoi? Tirarmi un altro schiaffo!?” rispose lei fredda
“No… io volevo…”
Non lo fece finire, corse giù per le scale lasciando lì solo in mezzo alla stanza.
“Volevo chiederti scusa…” sussurrò lui abbassando lo sguardo e appoggiandosi alla porta per chiuderla.



Mentre Sophie stava camminando per la città notò una cabina telefonica, la prima cosa che le venne in mente fu che non aveva chiamato i genitori da quando era a Los Angeles, tranne il primo giorno per avvertirli che era arrivata sana e salva. Entrò e compose il numero dei suoi… mentre aspettava che rispondessero le passò davanti tutto il periodo passato lì, con Saul e i suoi strani amici. Con Duff, la serata sulla spiaggia e i casini in cui si era messa. Il lavoro da cameriera, le sue nuove amiche tra cui la collega Sarah.
“Pronto?!”
“Mamma!” esclamò Sophie aprendosi in un enorme sorriso
“Sophie!? Oh piccola, finalmente ti sei fatta sentire!”
“Scusa ma’, è che ne son successe di cose e mi è passato di mente! Come state tu e papà?!”
“Bene anche se ci sentiamo soli, tu e Saul siete là dall’altra parte del mondo…”
“Oh anche voi ci mancate, prima o poi torneremo a farvi visita oppure potreste venire voi qua per qualche giorno!”
“Sarebbe bello, ma ora raccontami un po’ cos’hai combinato! Ti ha fatto arrabbiare Saul?”
“Ahah va tutto bene mamma, qui si sta bene! Riguardo a Saul… beh ogni tanto qualche litigata ma nel complesso conviviamo pacificamente, ahahah!”rise lei
“Mi fa piacere! Ah se combina qualcosa dimmelo eh che lo sistemo io appena lo vedo!!”
“Ahaha mamma stai tranquilla, posso sistemarlo anch’io!”
“Oh brava la mia figlioletta, ora però tesoro devo uscire con papà, appena ho del tempo ti richiamo al numero di Saul così parliamo, spassatela bene!”
“Salutami papà! Ti voglio bene”
“Anch’io piccola, tu salutami quel furbacchione!”
Sophie, sorridendo, mise al suo posto la cornetta, uscendo subito dopo dalla cabina. Sovrappensiero, andò a scontrarsi contro qualcuno così da cascare a terra.
“Scusi non l’avevo vist…”
La ragazza non finì la frase perché davanti a sé si trovò una bella pertica bionda che le porgeva la mano per aiutarla ad alzarsi.
“Duff, c-che ci fai qua!?” balbettò arrossendo lievemente
“Passavo! Ormai incontrarci per il Sunset è un abitudine!”
“Ahah già!” rise lei, ricordandosi di tutte le volte che si erano incontrati e di quello che era successo, così da assumere un espressione malinconica
“Tutto bene?”
“Ehm.. sìsì! Scusa stavo pensando!” si scusò lei portandosi una mano dietro la testa
“Andiamo a berci qualcosa?”
La ragazza esitò un attimo, si trovava piuttosto in imbarazzo a parlare normalmente con uno che due notti prima… ma accettò, pensando che magari chiacchierando un po’ quella tensione si potesse sciogliere.
“Hey ragazzi!”
Duff si sedette al tavolo del piccolo locale, facendo cenno alla cameriera di portargli una birra.
“Tutto bene!? Su con la vita dai, che sono quest’espressioni mosce!?”
“Il vecchio Mckagan oggi è di buon umore, illuminaci Mr. Cavaliere, hai trovato l’amore della tua vita?”
“Fanculo Rose! Comunque ci sei vicino!” ammiccò lui bevendo un sorso della birra che la cameriera gli aveva appena portato
“Un’altra perfettina tutta dolce che tra qualche mese ti lascerà perché ti reputa un drogato e tu entrerai in depressione… sempre la solita storia!” sbuffò Steven ricevendo un’occhiataccia dal biondo
“Fanculo a tutti, se solo sapeste chi è ahahah!”
“E dillo cazzo!”
“La cara sorellina di Slash!” esclamò lui divertendosi a vedere le facce degli amici
Tra chi stava immobile e chi sputava whiskey Duff se la rise alla grande.
“Che cazzo hai combinato Duff!?”
“Nulla, me la sono scopata sulla spiaggia, abbiamo bevuto qualcosa insieme, di nuovo baci….” Sussurrò lui con superiorità ridendosela
“Tu sei un fottuto coglione!! Chi lo sente ora Slash!”
Axl era piuttosto scocciato, insomma si era fatto scappare la ragazza, anche se a dire il vero gli interessava di più la sua amica Sarah che frequentava ormai, ma si sapeva  che lui ci teneva a queste scommesse e perderle lo faceva incazzare.
“Ehi mica è colpa mia, che se la prenda come vuole!”
“Duff… dobbiamo parlare.”
Il biondo si girò trovando davanti a sé il suo caro amico Slash che lo fissava duro. Deglutì, passando lo sguardo ai suoi amici che se ne stavano zitti, era fottuto.



Eccomi qua, si sono ancora viva. Perdonate il ritardo, chiedo scuuuusa ^^'' spero comunque che la leggiate ancora e che qualche piccola anima lasci una recensione *^*
Grazie a tutti, alla prossima! :3
#mièpresalafissaperleimmaginimasochegradite, sperosolosivedino

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Capitolo 8
*** 8. ***


Slash uscì dal locale con passi veloci mentre Duff lo seguiva timoroso. Lo vide scomparire dietro l’uscita, così che prese un bel respiro e uscì anche lui, sperando vivamente che non lo facesse a pezzi. A un certo punto il riccio si fermò, erano poco distanti dall’insegna luminosa del locale, e si girò verso Duff che sorrideva nervoso.
“C-che c’è Slash?”
“è vero che ti sei scopato mia sorella, Mckagan?” chiese lui con un tono freddo e inespressivo, era arrivato subito al punto, diretto e conciso.
Il biondo boccheggiò leggermente, non sapeva come rispondere. Insomma, era vero ma non poteva dirglielo così, lo avrebbe di sicuro ammazzato di botte, la sua sorella non si poteva toccare.
“Ecco… io non volevo, cioè si volevo ma non in quel modo! Ci siamo trovati sulla spiaggia, lei mi ha baciato… e poi vabè è successo. Scusa Saul insomma siamo amici non vorrai mica arrabbiarti! In fondo…”
Lui fece un gesto con la mano come per zittirlo così Duff rimase con la bocca socchiusa, immobile ad aspettare una reazione del riccio. Ok, ora avrebbe preso un bel pugno da qualche parte, o chi sa mai, forse un bel calcio nelle parti basse. Chiuse gli occhi quando Slash alzò una mano ma, inaspettatamente, questa si posò sulla sua spalla con fare amichevole, una semplice pacca. Aprì gli occhi sorpreso, intravedendo tra i ricci dell’amico un sorrisetto.
“Tutto ok Mckagan, sappi solo una cosa: se mi torna a casa piangendo perché tu hai fatto una puttanata ti riempio di botte, intesi?” esclamò con tono serio, cercando di non sorridere, doveva essere convincente.
Sul volto del biondo apparve un enorme sorriso, si buttò addosso all’amico abbracciandolo con forza.
“Grazie amico!! Stai tranquillo che non ti deluderò!”
Detto ciò, dopo aver ammiccato un ultima volta al riccio, si allontanò sorridente; tutto era andato meglio di come si aspettava. Lui scosse la testa, rientrando nel locale per bere un po’ con gli altri amici.

**************
Ormai sera tarda, Slash stava rientrando in casa, quando sentì che c’era qualcuno in cucina. Lasciò le chiavi sul comodino, si tolse la giacca ed entrò in cucina, trovandosi davanti Sophie piegata a prendere qualcosa dal frigo.
“Ciao…” sussurrò lui appoggiandosi al tavolo
Lei si girò di scatto, tranquillizzandosi poi nel vedere il fratello.
“Ciao” rispose fredda, riempendo un bicchiere d’acqua
“Senti, vogliamo continuare a parlarci come se non ci conoscessimo?”
“Per me va bene!” sbuffò lei bevendo e sistemando subito dopo la bottiglia nuovamente nel frigo.
“E dai Sophie, ti ho già detto che mi dispiace, non ero lucido e ho sbagliato!”
“Eri ubriaco e mi hai tirato uno schiaffo, Saul. Ma non è colpa tua, non dovevo dirtelo così”
Lui si limitò ad avvicinarsi e aprire le braccia davanti a lei, la quale alzò un sopracciglio trattenendo un sorriso. Alla fine si buttò su di lui, stringendogli le braccia al collo. Slash rise, solleticato dai ricci di Sophie al collo, si gli arrivava al petto perché era piccola, la sua piccola sorellina. La strinse anche lui, godendosi del suo odore così simile al suo, insieme sorrisero, non riuscivano a stare arrabbiati troppo a lungo, in fondo anche se litigavano si volevano troppo bene.

“Ho parlato con mamma”
“Ah bene, come sta?!”
“Tutto apposto, ha detto che forse verrà a trovarci insieme a papà qualche giorno!”
Al riccio andò di traverso la cena, così che si trovò a bere bicchieri d’acqua uno dopo l’altro mentre batteva la mano contro il petto.
“Che c’è? Non vuoi che vengano? Su! Son anni che non li vedi, da quando te ne sei andato…”
Slash pensò automaticamente a quel periodo, quando lasciò i genitori e la piccola sorellina per andarsene dall’altra parte del mondo alla ricerca di fortuna, Londra e i suoi lussuosi college non facevano per lui.
“Ehi Saul! Mi dici che hai?”
“Eh? No niente è che… non c’è spazio dai, dove li mettiamo?” si scusò lui
“Scherzi vero? Bah, è il problema minore!! Tu dormi sul divano, mamma e papà dormono sul tuo letto visto che è doppio, e se non vuoi dormire sul divano dormi con me!”
“Giusto…” sussurrò lui portandosi una mano dietro la testa, doveva trovare una scusa al più presto, ma lo sguardo duro e interrogativo della riccia lo stressava.
Si alzò da tavola, sparendo subito dopo in camera sua. Sophie sbuffò, iniziando a mettere i piatti sporchi nell’acquaio.

Slash stava vagando per le strade di Los Angeles con le mani in tasca e il vento serale che gli spettinava i ricci ribelli.
Pensava alla sua famiglia e a quanto gli fossero mancati mamma e papà in quel periodo, ma nonostante questo non voleva che venissero là, era riuscito a tenerlo nascosto a Sophie, con i suoi genitori però non sarebbe funzionato.
Tirò un calcio al bidone della spazzatura, nervoso, per poi sentire dei passi avvicinarsi.
Eccolo, lo vide. Doveva girarsi e andarsene fin che era in tempo, ma non ci riuscì, era più forte di lui.
“Vuoi?”
Si avvicinò al ragazzo incappucciato, gli porse i soldi senza aprir bocca e se ne andò via con la busta in tasca. 


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Scusate scusate scusate *si inginocchia* è che la mia ispirazione se n'è volata via T_T
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che ci sia ancora qualche piccola anima che recensisce :3
(Sto scrivendo una nuova storia se vi interessa, la pubblicherò nei prossimi giorni ^^)
E niente, adieu :3

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Capitolo 9
*** 9. ***


“Oh tesoro!”
La donna si avvicinò a Sophie, stringendola forte e accarezzandole i ricci.
“Quanto mi sei mancata…”
Si staccò dalla ragazza, prendendole una mano e allontanandosi per osservarla da capo a piedi.
“Ma sei cresciuta! Ow che bella che sei diventata!”
“Ahah mamma, non è così tanto che non ci vediamo!”
In quel momento dietro alla ragazza comparì Slash, grattandosi nervoso la testa.
Quando Ola lo vide rimase ferma, sbalordita nel vedere sotto quella folta chioma di ricci e un fisico niente male il suo piccolo Saul.
Si avvicinò a lui stringendolo con forza, le era mancato tantissimo, lui si che era cambiato.
“Piccolo mio…”
“Mamma, s-stai stringendo un po’ troppo forte” esclamò lui
“Oh scusa…” la donna si staccò immediatamente, mentre un sorriso le si dipingeva sul volto
“A parte quel cespuglio che hai in testa, che da quand’eri piccolo ti ripeto ti tagliare, sei diventato proprio un bel ragazzo!” sorrise lei, guardandolo con occhi dolci mentre tratteneva le lacrime.
“Ma papà!?” chiese ad un tratto Sophie
“è dovuto rimanere a Londra, problemi di lavoro…” sussurrò Ola abbassando lo sguardo
“Peccato, ora vado a preparare la cena, voi parlate pure!” esclamò la riccia scattando in piedi e ammiccando al fratello che per risposta abbassò lo sguardo.
Dopo che l’allegra Sophie se n’era rintanata in cucina, tra i due era sceso il silenzio.
“Saul, so cos’è successo ma io vorrei anc…”
“Shh!” il riccio la zittì con un gesto “Dimentica quello che è successo, ok?”
Sul volto della donna si dipinse un enorme sorriso, allungò un braccio per stringere a sé il figlio che appoggiò la testa riccioluta sulla sua spalla. Slash sbuffò contrariato, ma in realtà quel gesto lo rendeva felice, quella donna gli era mancata in fondo. Rimasero così per un po’, fino a quando non si resero conto che dalla cucina si sporgeva una piccola testolina riccioluta, Sophie li guardava con un sorrisetto dolce in viso.
“Sophie, ti prego…” sbuffò Slash staccandosi
“Scusaaate!” alzò le mani in segno di resa, rientrando in cucina con fare teatrale.
Scoppiarono tutti in una calorosa risata, sì, i vecchi tempi gli mancavano eccome.

Erano passati due giorni da quando Ola era a casa di Sophie e Saul, le serate passavano alla grande, i tre ridevano e scherzavano, ricordando i vecchi tempi. Purtroppo Slash non ce la faceva più, era da tre giorni con non aveva nel corpo quella roba, doveva farsi.
Erano le due di notte, controllò le camere e le due dormivano profondamente. Era il momento giusto. Prese il cappotto, il portafoglio e uscì di casa furtivo.
Camminò veloce per le strade di Los Angeles, si sentiva un verme, non tanto nei confronti di sé stesso ma di sua madre e di sua sorella, se l’avessero saputo? No, non l’avrebbero saputo, non dovevano saperlo.
Senza accorgersene giunse in fondo al vicolo, il ragazzo di sempre era lì, come sempre.
A quanto pare aveva capito il suo umore, non proferì parola. Si limitò a dargli la busta e prendere i soldi veloce, guardandolo mentre si allontanava con le mani in tasca.
Giunse velocemente davanti a casa, dopo aver preso un lungo sospiro entrò, sentendosi in colpa come mai.

Ola si alzò di scatto, grondante di sudore e con un respiro affannato. Un incubo.
Stette qualche minuto seduta sul letto, cercando di ricordarsi il precedente sogno e ti regolare il respiro. Decise di alzarsi per prendere un bicchier d’acqua e darsi una sciacquata. Dopo aver bevuto si diresse verso il bagno, ma quando aprì la porta lo spettacolo che si trovò davanti la immobilizzò sul posto.
“S-saul…”
Il ragazzo era con le spalle al muro, il braccio scoperto e una siringa in terra.
La donna si coprì la bocca con una mano tremante, mentre sentiva mancarle il respiro. Quello non poteva essere suo figlio.
Si accasciò a terra, sentiva il corpo tremare e le lacrime rigarle il viso. Cacciò un urlo.
Un urlo. Fu tutto quello che sentì Sophie, si stropicciò gli occhi e si alzò, dirigendosi nel luogo dal quale l’aveva sentito provenire. Quando arrivò in bagno, vide la madre in terra, con le mani tra i capelli e il mascara colato sulle guance. A quella scena si sentì morire, non riuscì nemmeno a ragionare, si abbassò all’altezza della donna e le accarezzò la testa.
“Ma-mamma che succede!?”
Ola si limitò ad indicare qualcosa alla sua destra, qualcosa che Sophie identificò come suo fratello. No, non era suo fratello quello.
Aveva il braccio bucato, una siringa accanto e i ricci scompigliati. Il suo viso era sofferente, con uno sguardo quasi assente. La ragazza iniziò a tremare, aveva paura. Una paura matta, quelle scene le aveva viste nei film, il fatto che il protagonista fosse suo fratello la spaventava a morte. Anche le se guance si rigarono di lacrime, lunghe e veloci lacrime, scendevano ininterrottamente e Sophie non riusciva a controllarsi.
Anche lei iniziò a urlare, senza nemmeno accorgersene, corse in camera sua, chiuse la porta a chiave, spaventata che quell’essere potesse raggiungerla.
Ola, invece, fu più ragionevole. Con mani tremanti e le lacrime che le rigavano il viso prese il figlio e lo stese sul suo letto, e dopo aver fatto tutto il dovuto, si sedette accanto a lui, dove restò tutta la notte.



Credevate fossi morta? (come darvi torto) Invece eccomi qua xD
Scusate, davvero, è che in questo periodo sono stata impegnatissima tra gare di matematica, prove e roba varia ^^'' 
Spero comunque che il capitolo vi sia piaciuto e che ci sia ancora qualcuno che lascierà una piccola recensione <3 mi farebbe tanto piacere :3
Alla prossima, che spero sia presto! ;)

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