+ReDeN+ di LittleDreamer (/viewuser.php?uid=33284)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
Premetto che
è la prima volta che scrivo una FF, quindi sarete liberi di
vomitare, sbiancare, arretrare, spaventarvi e tutto ciò che
volete, ma siate buoni nel lasciarmi le recensioni (sempre se a qualche
anima buona vanga la brillante idea di farlo xD). In caso proverete
questi sintomi vi autorizzo a prendervela con Noemi (StellaPolare) che
mi ha convinta a scrivere nonostante io sia incapace -.-' xD Il primo
capitolo è piuttosto breve perchè è
una presentazione della protagonista...
Naturalmente i Tokio
Hotel non sono di mia proprietà (-.-'), non ho nessuno scopo
di lucro e ho inventato tutto io...Purtroppo T_T
Spero vi
piaccia...Tscüss!
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Era tutto
buio…Eppure erano solo le 10 di un mattino autunnale
piuttosto tempestoso. Una ragazza correva nonostante la pioggia
incessante che si abbatteva su di lei…Sotto il cappuccio di
una felpa troppo grande, si intravedevano degli occhi grandi e delle
belle labbra da cui proveniva uno scintillio, che le era costato una
continua lotta contro i suoi genitori…una
banalità per assomigliare un po’ a Lui, sperando
di sentirsi un po’ più vicina al suo sogno.
Inutile. Banale. Ma non era pentita, anzi; continuava a sperare, per
quanto gli altri potessero considerarla infantile e stupida, che un
giorno potesse ottenere quello per cui lottava da anni ormai. Proprio
quello che le fece scendere una lacrima sul viso pallido. Una lacrima
nera, per la rabbia o forse per il troppo trucco. La ragazza si
fermò un attimo ed estrasse dalla tasca un iPod. Le sue
lunghe dita decorate da unghie nere con tanto di french, si fermarono
sulla celebre Monsoon. “Running through the monsoon, beyond
the world to the end of time…”.
Sembrava fatta per lei, quella canzone. Come le altre
d’altronde…Proprio per questo li amava
così tanto, perché sembravano conoscere tutto di
lei. Ma era solo un’impressione, dato che non si
sarebbero mai accorta di una persona simile, timida e introversa, dalle
mille preoccupazioni…Era proprio per questo che si sentiva
abbandonata. Non solo non aveva Loro, ma la persona più
importante per lei era distante chilometri e chilometri. L’
unica. Ma non per sua scelta…Vanessa è una
ragazza simpatica, alla mano…ma riesce ad esserlo solamente
con le persone che la capiscono a fondo. Non quelle che ti escludono a
priori per il tuo aspetto, per i tuoi gusti musicali o
perché non ti vesti alla moda. Era proprio stanca di gente
del genere; e più le detestava, più se ne
ritrovava intorno. Per fortuna c’era lei…Ginevra.
La sua migliore amica…Si era dovuta trasferire da Milano
all’eta di 8 anni, ma nonostante tutto l’amicizia
tra lei e Vanessa aveva resistito e si era rafforzata più
che mai. Erano cresciute insieme e anche se vivevano in contesti
sociali diversi, avevano sviluppato insieme la loro
personalità; raccontandosi tutto, affrontando insieme le
paure, confidandosi le speranze e i pensieri più
nascosti…condividendo passioni. E tra queste, più
di ogni altra, i Tokio Hotel. Quel gruppo che seguivano da due anni in
silenzio; quello che le faceva correre nel negozio di dischi
dall’altra parte della città appena usciva un
nuovo cd, quello che le spingeva a precipitarsi in edicola appena
veniva pubblicato uno speciale, o a non dormire la notte per vedere 4
minuti di video che passavano alla tv. Ma la cosa che più le
legava era la loro capacità di sognare. Di passare ore ed
ore al telefono pensando ai “Gemelli Kaulitz” e
sperando che i loro desideri si realizzassero. In effetti, quelli di
Ginevra si sarebbero avverati…Sarebbe andata al Loro
concerto, l’indomani. A Milano. Unica data italiana del tour.
E lei, Vanessa, sarebbe rimasta a casa, a guardare il suo sogno
attraverso uno schermo. Che schifo. Bill, Georg, Gustav erano a qualche
chilometro da casa sua. E lei non poteva vederli. Non poteva vedere
Lui. Tom. Il chitarrista
più bravo del mondo. Il più sexy. Il
più…Il più…Basta. Non
c’erano aggettivi per descriverlo. Non sarebbero bastati
tutti i superlativi di questo mondo.
Dopo una corsa
estenuante entrò nel parco e si sedette ai piedi del suo
albero preferito, il luogo in cui si rifugiava sempre quando era triste
e si sentiva sola. SEMPRE.
Perché lì riusciva a ritrovare la forza che aveva
perso, poteva rilassarsi e ritrovare perlomeno un po’ di
tranquillità. Ma non in questo caso. Qui aveva bisogno di
una cosa sola e ormai non poteva averla. E dentro di se
l’odio contro tutti cresceva…era consapevole di
vivere in una società di merda, dominata
dall’egoismo e la superficialità. Sentimenti
contro i quali aveva lottato da sempre, inizialmente piangendo in
classe, poi rispondendo a tono e pian piano imparando e
ignorarli…ma non a conviverci. Soprattutto quando persone
simili sono proprio i tuoi genitori. Se così si possono
definire… era stata adottata a 4 anni, dalla Germania. I
suoi veri genitori erano morti in un incidente aereo, e lei era rimasta
sola. Troppe esperienze l’avevano fatta crescere e l'avevano resa troppo
matura e responsabile. Ma il troppo non è mai buono,
soprattutto per una ragazza di sedici anni. La paura di scappare via si
era impossessata di lei tantissime volte, ma aveva preferito tacere e
continuare il conto alla rovescia fino ai suoi 18 anni, alla sua parte
di libertà. Giunti a questo punto, però, non ne
poteva davvero più; le avevano negato la cosa che aveva
più a cuore e quando aveva trovato la forza di ribellarsi,
ormai era troppo tardi. Biglietti finiti in appena due giorni.
Si era fatto
tardi, si alzò e si incamminò verso casa, con un
vuoto ed una rabbia dentro indescrivibili.
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Recensite, Bitte! T.T
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
Chiedo umilmente
perdono per l’enorme ritardo con cui posto, ma purtroppo la
mia fantasia ultimamente sembra scomparsa -.-‘ Bah,
contribuiranno anche i prof [meglio non utilizzare aggettivi xD] che ci
stanno distruggendo…Vabbè, fatto sta che
l’ispirazione sembra parzialmente tornata, anche se questo
capitolo fa schifo quasi più del primo =( Kuss!!!
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Arrivata a casa, Vanessa
si diresse spedita verso la sua camera, senza proferir parola.
Aprì la porta e solo la vista della sua stanza la fece
sorridere. Camera semplice in se stessa, con un letto, una scrivania
col suo computer e l’armadio. Armadio di un colore
indefinibile, dato che era totalmente ricoperto di poster e
foto…Per non parlare dei muri!!!Foto di Tom che suona, che
sorride ad un’intervista, che gioca con il piercing, che
fissa accigliato qualcosa con quelle sue magliette troppo grandi e
quello sguardo troppo intenso, unico. Che li rende
unici…Perché naturalmente non possono mancare
Gustav, Bill e Georg…Ed è strano come quattro
persone che non hai mai visto, che non conosci se non attraverso
qualche stupido schermo, possano darti una ragione per vivere. Nella
cui voce trovi della forza, come in quella mano che tocca leggera le
corde di una chitarra e che insieme ad un basso ed una batteria formano
una melodia che ti solleva, l’unica cosa per cui credi di
poter vivere...O forse non l’unica. Vanessa si
soffermò a guardare una foto che si distingueva dalle
restanti, quell’ingrandimento sopra il letto. Lei e Ginevra.
Il suo amore, che sarebbe stata a Milano l’indomani e lei
avrebbe perso oltre all’occasione di vedere Loro,
quella di vedere Lei. Ma questi pensieri scomparsero ben presto, quando
alle sue spalle senti uno scatto e la porta aprirsi. Eccola!!!Vanessa
rimase a fissarla per 5 minuti. Appena si riprese, urlò:
-“Oh Mein
Gott!!!”
Sì…era
proprio l’esclamazione giusta!!! Non si vedevano da tre mesi,
è vero, ma era cambiata enormemente! Delle due, Ginevra era
sempre stata la più sfacciata, ma anche la meno sicura e
riflessiva. E adesso vederla lì davanti a lei con i capelli
viola e neri, e il piercing sul sopracciglio…era
così strano! Ma non per questo era meno bella, anzi forse
questo stile “particolare” era l’ennesima
cosa che la rendeva così speciale! Gli occhi nocciola erano
pieni di lacrime, ma lacrime di gioia; e sul viso le si era dipinto
anche un sorriso, quel suo sorriso bellissimo e contagioso che la
caratterizzava e che serviva a darle un’aria di spavalderia e
simpatia. Erano così diverse…ma insieme, nessuna
delle due appariva meno o più bella dell’altra. Ed
eccola lì, ad appena un metro da lei, e lei cosa
faceva?Stava lì a fissarla imbambolata!
All’improvviso l’amica le si buttò
addosso e precipitarono insieme sul letto e dopo che passarono dieci
minuti a salutarsi, iniziarono a chieccherare.
“Che
ci fai qui, pazza???Potevi avvertirmi, qui è un
disastro!!!”
“Hehe
piccola Tomi, non ti fa piacere che la tua cognatina ti abbia fatto una
sorpresa?Beh, se vuoi me ne vado! xD”
Quei soprannomi
la fecero tornare ai suoi pensieri e improvvisamente il sorriso sul suo
volto sparì.
“Scusa
tesoro…La mia sensibilità evidentemente
è andata a farsi sfottere…Mi dispiace
tanto…Sono una frana…Comunque ho parlato con i
tuoi prima…”
“Eh…Che
vogliono…”
“Ho
cercato di convincerli, ma niente da fare…”
“Non
c’era ombra di dubbio…Ormai dovresti saperlo come
sono…Se c’è una sola cosa che mi rende
felice, indubbiamente loro me la vietano. Non ne posso
più…Dannazione!Tu ci pensi? A quest’ora
sarei potuta essere in Germania…E vederli quando
volevo…Gine, non reggerò ancora per
molto…”
“Tesoro
mio, tu sei forte. Sono solo due anni, e dopo di che potremo realizzare
il nostro sogno…”
E trascorsero
tutta la serata a fantasticare su un loro futuro con Bill e Tom; il
futuro in cui credevano e che le dava forza giorno dopo giorno, quando
le cose diventavano difficili. Si addormentarono così, sulla
colonna sonora di Spring Nicht, e con il presentimento che
l’indomani sarebbe stata una giornata MOLTO
movimentata…
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Ok, io vi avevo
avvertite che faceva schifo [me molto imbarazzata] ma purtroppo devo
spiegare un po’ la situazione pre-putiferio xD aspettatevi di
tutto xD
Ringrazio moltissimo
chi ha recensito il capitolo precedente:
Muny_4Ever: Grazie mille! Era il mio
intento creare una protagonista come noi, capace di sognare, e con i
suoi problemi…mi fa piacere esserci riuscita! Kuss
SashettaGirl94: Fai bene ad aspettarti di
tutto!!! Vedrai la mia mente perversa cosa riuscirà ad
elaborare…xD Bacioni!
StellaPolare: Amore della mia
vita…Esageri sempre tu -_-‘ Ormai ci hai fatto il
callo al mio modo di scrivere…quindi credo che
più o meno ti aspetti qualcosa xD Ti amerrimerrimo
più della mia vita!
_Purple_: Danke Danke Danke
Danke!!! Siete troppo buone con me T.T Cmq per il libretto
illustrativo, tranquilla che ancora c’è tempo per
sentirsi male! xD Kuss
Inoltre ringrazio chi
ha letto ma non ha recensito… *.*
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 ***
Sono lieta
di informare il mondo della mia incolumità, nonostante tutto
xD
Scusatemi tantissimo per il ritardo abissale con cui posto, ma
purtroppo gli avvenimenti di questo ultimo mese
hanno “turbato” il mio stato d’animo e,
onde evitare una strage al terzo capitolo, ho preferito evitare di
postare! xD
Kuss!
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Trascorsero la
notte così, parlando di tutto e di niente, l’una
fantasticando sul domani e l’altra sorridendo per
l’amica,
perché una cosa che rendeva magnifica la loro amicizia era
anche questo, la mancanza assoluta di invidia…E come succede
sempre quando ci si diverte e si sta bene, il tempo sembrò
passare in un istante e si ritrovarono a doversi salutare, dato
che Ginevra sarebbe dovuta andare a salutare i suoi parenti che si
trovavano in città, prima di presentarsi al concerto.
Vanessa
trascorse l’intero pomeriggio chiusa in camera sua, senza
toccare cibo e senza parlare con nessuno…
Più volte i suoi “genitori” avevano
provato ad entrare nella sua camera ma lei, naturalmente, aveva
risposto con un
secco “lasciatemi stare”. Che cosa pretendevano da
lei??? Non solo doveva vedersi vietare il suo sogno
più grande,
ma pretendevano anche che li ascoltasse dire il solito cumulo di
cazzate? Era da tanto tempo che questa storia andava avanti
così…
ma quando è troppo, è troppo. Molte volte si era
ritrovata a pensare a come sarebbe stata la sua vita in
Germania…
sarebbe stata felice? Li avrebbe conosciuti? Non riusciva a darsi una
risposta…specialmente alla
domanda…”Perché è successo
proprio a me?”
Perché così ha voluto il destino. Quel destino
che sembrava essere contro di lei, in tutto e per tutto. Ma era arrivata
l’ora di non badare più al destino, ma
cercare di costruirselo SOLA.
Così, in meno di cinque minuti, aprì
l’armadio, indossò un paio di jeans, una
maglietta, le Adidas ed un giubbotto;
prese le chiavi, il cellulare e, naturalmente, il suo fedele i-pod.
Uscì di casa a testa alta e senza dare spiegazioni a
nessuno,
per una volta in vita sua…ma scesa in strada, sola con se
stessa, non seppe cosa fare.
Allora iniziò a correre, correre, correre senza meta, senza
nessuno che gliene chiedesse il motivo.
E continuò così, urlando sulle note di
Schrei…un urlo liberatorio…ma dopo
un’ora, si ritrovò punto e a capo. Sola, stanca,
triste…
allora decide di chiamare Ginevra.
Tu…Tu…Tu…Tu…Tu…Tu…
Niente.
Maledicendola in
cuor suo, si guardò intorno. E in un secondo, quello che per
lei era stata una tortura per più di un mese,
divento l’unico motivo per sorridere. Si ritrovò
davanti un enorme manifesto, con Bill, Tom, Georg e Gustav con una
scritta
enorme sotto: “TOKiO HOTEL” con la data,
l’ora e il luogo dove si sarebbero esibiti.
Allora una domanda nacque spontanea tra i suoi pensieri…Che
cazzo stava aspettando? Certo non aveva il biglietto, era a piedi e
per di più si moriva di freddo. Ma a quel punto, poco
importava.
Allora
iniziò a camminare…e presto sentì la
sensazione di essere seguita. Si girò più volte,
ma la strada era deserta.
O almeno, sembrava. Infatti arrivata all’angolo della strada
vide dietro di sè una macchina nera, che si
accostò a lei e dalla quale
scesero 4 ragazzi…
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Scusate
ragazze, capitolo a dir poco pietoso, era meglio se mi stavo
fermaaaaaa!!! T.T
Comunque ringrazio chi
ha commentato e anche chi ha letto senza commentare! Kuss!
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