I'm a creep Hummel, I'm a creep.

di Michaelis Ashley Warblers
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cambiamenti ***
Capitolo 2: *** 2. Ricordi ***
Capitolo 3: *** 3. Dalton Dream ***
Capitolo 4: *** 4. Your song ***
Capitolo 5: *** 5. Lunch with Hummels ***
Capitolo 6: *** 6. Ignoralo Thad, ignoralo. ***
Capitolo 7: *** 7. Wedding Planner. ***
Capitolo 8: *** 8. just married ***
Capitolo 9: *** 9. At school, again. ***



Capitolo 1
*** Cambiamenti ***


I’m a creep,  Hummel, I’m a creep.
 

1.    Cambiamenti

 
 
 
“Corri Kurt, corri!”. Ogni notte così, sempre lo stesso sogno una voce estranea al sogno, una lunga scalinata di marmo bianco e una luce in cima ad essa. Hummel conosceva bene quelle scale le aveva già viste prima, ma dove? Perché era così difficile capire dove fossero le scale eppure  sembrava così ovvio.
 
L’ultima settimana prima delle vacanze di Natale fu per Kurt un incubo passava le giornate a pensare a quelle scale e a quella voce, ma puntualmente arrivava Karofsky ad interrompere i suoi pensieri.
Pronto ormai all’ennesimo atto di bullismo Hummel non si accorse che Dave era solo.

“Seguimi, e non azzardarti a dire una parola” minaccio il giocatore di football e Kurt come di consueto abbassò lo sguardo e lo seguì.

“Forza tirami una granita, picchiami pure, ma fai in fretta ho cose molto più importanti alle quali pensare” provocò Hummel.

A questa sua provocazione seguirono infiniti attimi di silenzio e all’improvviso Karofsky si mosse verso il ragazzo dalla pelle color dell’ebano con impeto, prese il suo viso tra le mani e lo baciò violentemente; le lacrime solcavano il viso di Kurt quello era il suo primo bacio, ma non fu romantico come lo aveva sognato e forse non lo sarebbe stato mai più grazie all’atto di bullismo di Dave.

“Tra tutti gli atti di bullismo e le cattiverie tra cui potevi scegliere perché un bacio? Perché? Mi odi a tal punto da volermi vedere distrutto? Che ti ho fatto di male? Cerco solo di essere me stesso in un mondo che non accetta chi lo è. “ urlò il ragazzo spingendo via il colosso giocatore di football.

“Sta zitta checca! Non capisci proprio niente tu eh? Ti ho fatto solo un favore, nessuno voleva baciarti e allora per non farti sentire inetto mi sono sacrificato io e ti ho regalato l’esperienza più bella della tua vita, ma guai a te se ti azzardi a dire in giro qualcosa. Ti farò pentire della mia generosità” e detto questo karofsky sparì negli spogliatoi.

Ad un tratto fu tutto chiaro Kurt conosceva bene la scalinata di marmo bianco: era l’accademia maschile Dalton, ci era stato un mese prima per spiare gli Usignoli su ordine di Puck.

Era arrivato il miracolo di Natale che Kurt aspettava da una vita, la soluzione per una vita più felice: doveva trasferirsi alla Dalton ecco cosa il suo sogno gli diceva, ma sapeva che sarebbe stato impossibile pagare le rette.

“Blaine” pensò Hummel “Posso chiamare Blaine e sentire se è possibile ottenere una borsa di studio a metà semestre”.

Kurt aveva conosciuto Blaine sulla bianca scalinata marmorea della Dalton e da quel momento per qualche strano motivo si era sentito a casa, lo sapeva quello era il suo posto, quella sarebbe stata la sua nuova vita.

Alla fine delle lezioni Kurt corse alla macchina per paura di fare brutti incontri e lungo il tragitto per tornare a casa raccontò a Burt, suo padre, della sua giornata omettendo il dettaglio Dave.

“Devo cambiare vita papà, devo farlo!” esordì Kurt

“Che succede ragazzo mio, mi stai spaventando” rispose preoccupato Burt

“Ho bisogno di andare dove io mi possa sentire al sicuro e per il momento quel luogo si chiama Dalton Accademy”

Burt inchiodò di colpo per la sorpresa “Dalton Accademy? Tesoro, non possiamo permettercela. Lo sai che se potessi ti manderei in capo al mondo pur di vederti felice, ma la Dalton per noi è troppo.”

“No non lo è! Ho ottenuto un colloquio per una borsa di studio, se va bene la scalinata bianca non sarà più un sogno, ti prego sii felice per me papà e appoggiami. Ora come non mai ho bisogno di te, tu per me ci sei sempre stato e ti sei sempre battuto, ma ti prego adesso devi starmi ancora più vicino… se fallisco la scalinata marmorea sarà solo un sogno e la mia vita continuerà nel verso sbagliato.” Si sfogò Kurt.

Burt abbracciò Kurt in religioso silenzio.

“L’ho sempre fatto e sempre lo farò… Ti sarò vicino nel bene e nel male. Che tu sbagli o che tu faccia la cosa giusta io ti appoggerò sempre e se non avrai la borsa di studio pagheremo la retta attingeremo al fondo pensione e al fondo del college e pagheremo la retta. Se quel posto serve a renderti felice e farti sentire al sicuro vuol dire che è il posto in cui devi stare, è casa tua tu appartieni a loro. Io non sono nessuno per ostacolare il tuo destino, anzi sono il mezzo per far si che esso si compia. E tu Kurt  Hummel sarai un ragazzo della Dalton onesto, fiero, coraggioso e brillerai sopra chiunque altro.”

Il viaggio di ritorno a casa per Kurt fu l’inizio di un viaggio verso una nuova vita.




Michaelis Ashley's corner....

Salve,
innanzitutto spero che il primo capitolo vi sia piaciuto e che vi abbia invogliato a continuare a leggerla :)
Ormai mi rendo conto che so scrivere solo fan fiction abbastanza tristi con personaggi disadattati *se la ride un pò*, ma prometto che ci saranno anche momenti dolci e felici per questi piccolini. 

Sperando di ritrovarvi tutti al prossimo capitolo,
Michaelis Ashley.

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Capitolo 2
*** 2. Ricordi ***


2. Ricordi

 
Era la ventesima volta che Kurt si specchiava  con indosso la divisa della Dalton Accademy.
Era sempre lo stesso eppure il suo riflesso gli sembrava diverso, migliore, era forse questa la consapevolezza di aver trovato un posto sicuro da poter chiamare casa?.
Guardandosi vedeva davanti a sé un futuro luminoso, ma poco a poco nella sua mente si facevano strada i ricordi più belli legati al Liceo Mckinley.


“Ciao scusa è libero questo posto? “
“Si, certo”
“Piacere sono Rachel Berry e un giorno diventerò la più famosa tra le stelle di Brodway, vincerò 4 Grammy e 2 Tony… Diventerò la nuova Barbra Streissand. Tu chi sei? “
“ Piacere Kurt Hummel. Giuro ti trovo petulante, logorroica e noiosa! “
 “Oh grazie, la gente deve pensare lo stesso di te visto che sei seduto da solo”
“ No cara ragazza dai vestiti strani! La gente mi evita perché sono gay .. Tu invece sei sola perché, ripeto, sei egocentrica e logorroica. “
“Bhè, allora la cosa mi sembra ovvia! Tu sarai il mio migliore amico gay e io sarò la tua petulante e logorroica migliore amica, quindi come tale mi siedo qui e tu da bravo migliore amico mi fai posto!  “
 
Ripensando a come nacque la sua amicizia con Rachel, Kurt fece comparire sul suo volto un ampio sorriso.
 

“ Ti amo Kurt! Ascoltami, io Mercedes Jones, ti sto dicendo che ti amo di qualcosa per favore! “
“Ehm, Mercedes io.. io .. io amo Rachel Berry “
“ Tu cosa? Se prendo quella nana bianca egocentrica capirà che deve lasciarti in pace e che sei solo mio. “
 

La prima volta che incontrò Mercedes, era per Kurt un ricordo divertente,  la ragazza era forse l’unica di tutta la scuola a non sapere della sua omosessualità. Fortunatamente nella vita di Kurt (e anche in quella di Rachel) è entrata anche Tina Cohen Chang che con il suo dono più sviluppato – ossia la parola – ha rivelato alla Jones il segreto – in effetti poco segreto – di Kurt salvando la vita a Miss Berry.
Ogni persona aveva lasciato in Kurt almeno un ricordo piacevole, ma si rese conto che se avesse tenuto conto di questo fattore l’ago della bilancia sarebbe passato da “Dalton Accademy” a “ William Mckinley”, da “Serenità” a “Sofferenza” .
Decise che non poteva tener conto dei suoi ricordi, se lo avesse fatto sarebbe tornato al liceo perché infondo Kurt era masochista e lo sapeva.
 

 

Michaelis Ashley Warblers’ corner

Eccomi qui con il secondo capitolo.
Chiedo principalmente scusa perché non è molto lungo, come sempre spero che la cosa vi abbia incuriosito e spero che continuiate a seguirmi e recensirmi.
Alla prossima M.A.W

 
 

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Capitolo 3
*** 3. Dalton Dream ***


3. Dalton Dream

 
Ogni volta che alla Dalton arrivava uno studente nuovo, si era solito accoglierlo con un banchetto e un’esibizione dei Warblers, ma cosa accade quando sono due gli studenti nuovi?
 
Quella mattina Kurt si sentiva ansioso come un bambino al suo primo giorno d’asilo.
Non capiva quale fosse il motivo di tanta agitazione, infondo non era il suo primo giorno di liceo, o forse da un certo punto di vista lo era. Stava cominciando un nuovo trimestre, ma questa volta non ci sarebbero stati i soliti bulli ad attenderlo nell’atrio della scuola per insultarlo, riempirlo di granite o gettarlo nel cassonetto, no questa volta nell’atrio della scuola ad attenderlo ci sarebbe stato un gruppo di allegri ragazzi ricchi in divisa pronto a dividere con lui momenti indimenticabili.
 
Hummel si svegliò di buon mattino,  fece tutti i suoi rituali di idratazione,  si vestì e si ammirò allo specchio almeno un centinaio di volte, voleva essere perfetto per quell’occasione, voleva essere perfetto.
 
Dopo una tranquilla mattinata di lezione e un pomeriggio di studio, interrotto solo dagli scherzi di Blaine, Kurt si sentiva diverso, era convinto che quello fosse il suo posto o almeno lo fu fino al banchetto di benvenuto.
 
A cena il Direttore della Dalton Accademy fece l’annuncio più inaspettato del Pianeta:
<< Gentili studenti, prima di iniziare i consueti festeggiamenti per l’arrivo di un nuovo componente del corpo studentesco, volevo rettificare che stasera festeggeremo sì, ma non per l’arrivo di un solo studente, ma bensì di due. Il secondo studente è appena arrivato dalla Francia, suo padre è un pubblico ministero. Diamo il benvenuto anche a Sebastian Smythe. Quindi per favore facciamo un applauso a Kurt Hummel e Sebastian Smythe. >>
 
In quel preciso istante un ragazzo asciutto dalla figura slanciata, i capelli castani e dei profondi occhi verdi aprì le porte della sala e fece il suo trionfante ingresso. Kurt sentì il suo cuore mancare di un battito, ma poco lontano da lui anche Thad Harwood sentì il suo cuore fermarsi.
 
Kurt non sopportava Sebastian, non ne conosceva il motivo, ma sapeva solo che non lo sopportava. Quella notte la passò in bianco a pensare al perché di quella spiacevole sensazione, infondo non era da lui giudicare qualcuno prima di averlo conosciuto. A sua insaputa però, a poche camere di distanza anche Thad stava pensando a Sebastian, ma non nello stesso modo in cui Kurt pensava a Smythe.
 
Perché Kurt doveva pensare a lui? Perché aveva quella sgradevole sensazione?
Qualcosa in Sebastian non lo convinceva, ma cosa? E soprattutto perché?
 
 
Nella sala lettura Thad stava leggendo il libro che il Prof. Deston aveva assegnato alla sua classe.
<< Bonjour, garçon solitaire, Je suis Sebastian >>
<< Je ne parle pas français >> Thad biascicò quelle parole sperando di averle pronunciate bene. Di tutta la sua classe era uno dei pochi ad aver scelto di studiare lo spagnolo, e in una parte sconosciuta del suo subconscio in questo momento se ne stava pentendo, anche se non ne capiva il motivo.
<< So benissimo che non parli il francese, volevo solo divertirmi mettendoti a disagio >>
Eccolo lì Sebastian Smythe, alto, snello, attraente, con due occhi verdi terribilmente profondi e una dose di cattiveria che la metà basterebbe.
A quelle parole Thad si alzò dalla poltroncina, voltò le spalle al nuovo arrivato e se ne andò con fare irritato.
<< oh Je plaisantais >>.
Harwood tornò indietro e con un tono brusco disse << Oh si certo, l’umorismo francese.. Come si può dimenticare? >> e se ne andò definitivamente, lasciando Smythe visibilmente sorpreso, non capiva il motivo di quella reazione e nemmeno Thad.
 
Nel frattempo Kurt passeggiava per l’immenso cortile della Dalton Accademy insieme a Blaine, gli stava raccontando quanto fosse stato bello il suo primo giorno alla Dalton e come lo erano stati anche quelli seguenti, gli raccontava di quali rituali idratanti aveva e di quanto tempo impiegasse per farli tutti, insomma raccontava a Blaine cose intime, che non aveva nemmeno mai raccontato a Rachel … Eccola lì, la lacrima di nostalgia nei confronti dei sui vecchi amici, gli mancavano era ovvio, ma non voleva piangere davanti a Blaine, non voleva passare per una persona debole che non sa mettere da parte il passato.
Anderson era un attento osservatore e si accorse subito del cambio di umore di Kurt e disse:
<< Kurt, lo sai che con me puoi parlare di qualsiasi cosa, e per qualsiasi cosa intendo tutto: i tuoi rituali di bellezza, la tua lista dei desideri, i tuoi sogni futuri, ma soprattutto puoi parlare con me dei tuoi momenti brutti. Puoi cercarmi quando hai bisogno di ridere, puoi cercarmi quando hai bisogno di piangere, puoi cercarmi a qualsiasi ora del giorno e della notte, lo sai per te io ci sarò sempre.>>
Hummel rimase spiazzato da quel discorso e durante gli interminabili secondi di silenzio che vi seguirono si accorse di essere molto vicino a Blaine, talmente vicino da poter contare quante sopracciglia aveva, talmente vicino da poter sentire l’odore del suo gel al lampone fondersi con il profumo della sua acqua di colonia preferita, talmente vicino da rendersi conto che sarebbe bastato un minimo movimento per baciarlo, per baciare quelle sue labbra così magnetiche, così carnose… così…
<< Kurt, tutto apposto, Kurt! >> le parole di Blaine lo riportarono alla realtà e gli fecero pensare che lui non aveva nessuna chance con un tipo del genere, con un tipo così perfetto.
 
<< Oh si scusa, è solo che nessuno ,a parte mio padre e Rachel, mi ha mai rivolto parole così gentili, devo ancora farci l’abitudine >> mentì Kurt, ringraziando il cielo per avergli donato l’arte della recitazione.
<< Che tipo è tuo padre? Sai un giorno vorrei conoscerlo… >> esordì Blaine
Ed eccola lì che si ripresenta di nuovo, la capacità innata di Blaine di stupire le persone.
<< Mio padre è il miglior padre che si possa avere, e non lo dico solo perché è mio padre, lo dico anche perché è stato l’unico ad avermi completamente sostenuto nel mio essere. Non ha mai indietreggiato di fronte agli insulti o alle provocazioni delle persone, non ha mai negato cosa sono, anzi ne va fiero. Credo che lui non stia facendo il lavoro di un padre comune, lui è speciale. Da quando la mamma non c’è più si è sempre preso cura di me, nel suo piccolo non mi ha mai fatto mancare nulla, mi ha sempre appoggiato in qualsiasi scelta giusta o sbagliata che fosse, mi ha sempre consigliato e non ha mai cercato di impormi le sue idee… >> Preoccupato dal silenzio che sentiva Kurt fece una pausa si voltò verso Anderson e lo vide piangere. La situazione si era ribaltata e Blaine non aveva avuto paura di mostrare a Kurt la sua debolezza.
Vedendo quelle lacrime solcare il volto di Blaine fu preso dall’istinto di stringerlo forte a se e baciarlo, ma si limitò solamente ad asciugare le sue lacrime con il pollice.
<< Scusa Kurt non volevo piangere, è solo che ti invidio anche io vorrei poter parlare così di mio padre, ma non posso. Quando parli di Burt i tuoi occhi brillano di luce propria e si vede quanto amore c’è tra di voi… >>
Kurt non resistette, abbracciò Blaine e si limitò a sussurrargli all’orecchio << Vedrai piacerà anche a te mio padre e tu piacerai a lui, ne sono certo >>. Quell’affermazione lasciò aperte molte possibilità di interpretazione, ma il bel ricciolo moro in quel momento non lo capì.
 
Dopo che si fu ripreso Blaine spiazzò di nuovo Kurt quando esclamò: << Domani ore 17.00, puntuale in sala Canto iniziano le selezioni per i nuovi membri dei Warblers, non vorrai mancare. >>
<< Ma no, voi siete bravissimi così, io rovinerei solo la vostra armonia, sarei solo fuori luogo.. >>
<< Devi credere di più in te stesso piccolo bruco altrimenti non diventerai mai una bellissima farfalla. Mi raccomando puntuale domani. >>
 
Detto questo Blaine tornò nei locali della Dalton lasciandosi alle spalle un Kurt Hummel felice, dubbioso e preoccupato come non lo era mai stato. Sentì il bisogno di chiamare Burt per dirgli del provino e lo fece.
<< Pronto papà..>>
<< Kurt, è successo qualcosa? >>
<< Si in effetti qualcosa è successo… >>
<< Parla figliolo, non tenermi sulle spine ti prego. >>
<< Domani ho un’audizione per entrare nei Warblers, il glee club della Dalton, ed ho paura, qui sono tutti bravissimi a cantare, non voglio fare una brutta figura…>>
<< Amore, lo sai che devi credere più in te stesso sennò rimarrai per sempre un bruco e non diventerai mai una farfalla>>
Il cuore di Kurt tremò quando suo padre gli disse le stesse parole di Blaine.
<< Non aver paura, ce la farai. >>
<< No papà non ce la farò non ho preparato nessuna canzone. >>
<< Canta la canzone preferita della mamma, ti riesce sempre così bene, poi ti emoziona e fa uscire il vero te stesso.. >>
<< Grazie papà, tu sai sempre cosa dire. Senti per te è un problema se domenica ti facessi conoscere Blaine?>>
<< Lo stesso Blaine che ti ha fatto ottenere la borsa di studio? No certo che non lo è. Anzi voglio ringraziarlo in vero stile Hummel, con un pranzo di famiglia. Ti ha salvato la vita tesoro, e per me questo vale molto più di qualsiasi altra cosa.>>
<< Grazie papà, ti chiamo domani. Buonanotte. >>
<<’Notte mio piccolo bruco.>>
 

 

Warblers’ corner

Imploro pietà per il ritardo con qui ho aggiornato la fan fiction, e chiedo scusa se ad un certo punto ho un po’ divagato su Sebastian e Thad (scopriremo il loro rapporto più avanti ). Spero che questo capitolo vi sia piaciuto mi sto impegnando davvero tanto cercando di farla essere fluffuosa :)
Come sempre aspetto le vostre recensioni e vi do appuntamento al prossimo capitolo.
Tanti baci e tanta Klaine, Thadastian, Huntbastian a tutti :)
MAW.

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Capitolo 4
*** 4. Your song ***


4. Your song


<< Domani ore 17.00, puntuale in sala Canto iniziano le selezioni per i nuovi membri dei Warblers, non vorrai mancare. >>

Quelle parole risuonarono nella testa di Kurt per tutto il giorno, aveva adorato i Warblers dal primo momento che li aveva visti esibirsi in una versione arrangiata di Teenage Dream e non voleva compromettere l'integrità del gruppo con la sua insicurezza e con quella voce che lui riteneva così fuori luogo in un coro di angeli. Era molto combattuto, non voleva presentarsi alle selezioni e vedersi sconfitto da altri con una voce più maschile della sua, ma non voleva nemmeno deludere Blaine non mantenendo la tacita promessa fattagli il giorno prima.


<< Ecco che ci risiamo, la mia stupida indecisione viene sempre fuori nel momento sbagliato, oh Blaine non sai quanto vorrei essere sicuro e fiero come sei tu >> pensò tra sè, ma il destino non voleva che i dubbi di Hummel rimanessero silenziosi allora decise di far materializzare Blaine davanti a lui nel preciso istante in cui terminò mentalmente la sua frase.

<< Hey Kurt ! >>

<< Ciao Blaine ! >>

<< Allora che pezzo canterai alla tua audizione, oggi? >>

<< Non lo so Blaine, a proposito di questo vorrei parlarti… >>

<< Cooooosa? Mancano meno di tre ore e tu non sai ancora che canzone canterai? Come è possibile!? Per fortuna che ci siamo incontrati, forza andiamo ti do una mano io a scegliere il pezzo >>

<< Blaine Anderson, calma gli entusiasmi e ascoltami per favore… Ho detto che voglio parlarti riguardo all’audizione perché non la farò. Non voglio rovinare la vostra unità con la mia stridula voce, non mi sento pronto ad affrontare un fallimento tale, se non dovessi passare la selezione sono sicuro che cadrei in uno stato di depressione per almeno le due settimane successive. >>
<< Kurt Hummel, smettila subito! Tu hai una voce meravigliosa, quando canti sei sicuro di te e brilli di luce propria! La tua voce non è stridula, anzi è incantevole e per favore smettila di autocommiserarti e sottovalutarti sempre. Adesso tu vieni con me in sala studio, dai un’occhiata alla mia collezione personale di spartiti e scegliamo insieme la canzone che canterai. Entro stasera sarai uno di noi te lo assicuro. >>
 
Detto questo Blaine trascinò un silenzioso Kurt Hummel in sala studio. Le parole che Anderson aveva rivolto poco prima alla sua persona lo fecero riflettere, nessuno lo aveva incoraggiato mai così tanto, nemmeno i suoi amici del glee club del suo vecchio liceo… Già i suoi amici..  Chissà cosa avrebbero pensato di lui in quel momento e chissà come lo avrebbero aiutato e spronato. Di una cosa era sicuro, per quanto bene gli volessero non avrebbero mai ottenuto gli stessi risultati ottenuti da Blaine nel giro di cinque minuti di conversazione. Kurt si accorse che Blaine aveva un forte ascendente su di lui, questa cosa lo rassicurava e lo terrorizzava allo stesso tempo, non era abituato a dipendere dalle persone, questo non era da lui. Qualcosa stava cambiando, ma cosa?
 
<< Ecco qui ci sono tutti i miei spartiti >>
La voce di Blaine riportò Kurt alla realtà.
<< Ma sono tantissimi, ad occhio e croce credo che siano un centinaio, sarà impossibile trovare la canzone adatta prima dell’audizione. >>
<< A dirla tutta sono 157… Comunque a me piacciono le sfide impossibili, vedrai ce la faremo, troverai la canzone giusta! >>
<< E come? >>
<< Semplice, adesso io mescolerò tutti gli spartiti sul pavimento e li posizionerò in modo che tu non possa leggere il titolo, tu ne prenderai uno e quello spartito sarà quello che farà di te un Warbler  >>
<< Ma sei matto? Non si può scegliere una canzone alla cieca!  >>
<< Per una volta, per una sola volta Kurt, sii meno razionale e lascia che sia il cuore a guidare la tua scelta. >>
“ Lascia che sia il tuo cuora a guidare la tua scelta “ .  Quelle non erano parole, erano pura musica alle orecchie di Hummel e di nuovo assecondò il volere di Blaine. Di nuovo dipendeva da lui, dipendeva dalle sue parole, dipendeva dalla sua felicità.
<< Ok, va bene Blaine, ma sappi che questa è l’ultima volta che acconsento ad attuare uno dei tuoi folli, e sottolineo folli piani. >>
Anderson sorrise radioso e mescolò i suoi centocinquantasette spartiti sul pavimento. Ci avrebbe messo una vita a riordinarli tutti, ma questo non gli importava, quello che gli importava realmente era aiutare Kurt quel piccolo cucciolo di pinguino a sentirsi più sicuro e a credere in se stesso.
<< Credo che prenderò questo >> disse Kurt.
<< Bene giralo e leggi il titolo >>
<< Wide Awake >>
Katy Perry? Sul serio? Il destino di Hummel era davvero legato a quella donna? La stessa donna che gli aveva fatto conoscere Blaine e i Warblers? Cosa era quell’aura mistica che ruotava intorno a Katy Perry in quel momento?
<< Se la selezione andrà bene ricordami di mandare un tweet alla Signora Katy per ringraziarla della sua mistica presenza e del suo miracoloso e illuminante aiuto. >>
<< Certo che te lo ricorderò Kurt, anzi stasera lo scriveremo insieme. >>
<< Tu sei troppo sicuro di questa cosa Anderson, non metterci troppe speranze non vorrei che tu ci rimanessi male >>
<< Non ti ascolto Kurt! Forza proviamo abbiamo solo un’ora e quarantacinque minuti >>
 
Kurt si trovava seduto su una lussuosa panca di mogano insieme ad altri dodici ragazzi, compreso il nuovo arrivato Sebastian Smythe.
<< John Cardler >> chiamò Wesley Montgomery, uno dei membri del Consiglio.
<< Oh ma guarda chi si è proposto per entrare nei Warblers Kurt Checca Hummel >>
<< Sebastian Smythe, non mi risulta che tu sia pienamente etero, quindi per favore evita di chiamarmi “CHECCA” siamo sulla stessa barca. >>
Sebastian rise e lanciò un sorriso ammiccante prima a Kurt e poi a Blaine e prima che potesse aggiungere qualcosa fu chiamato da Wesley per la sua audizione.
<< Proprio non lo reggo, non ce la faccio, quel Smythe ha qualcosa che non mi piace, i suoi modi … >>
<< Kurt, ignoralo, devi concentrarti sulla canzone adesso. Sebastian è così è uno sbruffone, un pallone gonfiato >>
<< Blaine, vi conoscete? >>
<< Ti racconterò questa storia un’ altra volta, adesso hai di meglio a cui pensare >> rispose Anderson in tono vago rivolgendo a Kurt uno dei sorrisi più belli che quest’ultimo avesse mai visto. Il cuore del biondo mancò un battito, anzi ne mancò due. Cosa stava succedendo? Era solo autosuggestione, Kurt lo sapeva bene, quando era sottopressione tendeva ad autosuggestionarsi. Lui e Blaine erano solo amici, amici e nient’altro.
 
L’ansia cresceva dopo ogni chiamata e Kurt cominciava a non reggere più, mancavano solo tre persone prima che toccasse a lui, cominciò a sudare freddo e a sussurrare frasi sconnesse e senza senso.
Dopo l’ultima chiamata prima del suo turno, Blaine prese la mano di Kurt, che rimase sorpreso da questo gesto e disse
<< My gift is this song, ricorda Kurt questo è il mio regalo di benvenuto nei Warblers. Questa è la tua canzone, l’hai scelta tu stesso, sai che è fatta apposta per te. È tua, sentila! È il tuo momento bruco, stai per diventare una farfalla. >>
Prima che potesse aggiungere altro la conversazione venne interrotta dalla voce di Wesley
<< Kurt Hummel >>
 
Kurt entrò e consegno lo spartito al pianista che sorrise e si voltò verso la commissione esclamando
<< Il ragazzo è fortunato, Anderson gli ha prestato uno dei suoi spartiti. >>
Hummel li guardò perplessi “Fortunato? Perché?””
E come a rispondere a quella tacita domanda David, altro membro della commissione, disse
<< Sei fortunato ragazzo, Blaine non presta i suoi spartiti a nessuno, ne è molto geloso >>
A quelle parole sul viso di Kurt apparve un sorriso smagliante, forse la sua non era solo autosuggestione, tra lui e Blaine c’era davvero qualcosa, qualunque cosa essa sia.
 
<< I’m wide awake
Yeah, I was in the dark
I was falling hard
With an open heart
I’m wide awake
How did I read the stars so wrong… >>
 
Questa è la tua canzone Kurt Hummel, sentila, falla tua, fai sentire agli altri che ti appartiene e che nessun altro può cantarla come te, nessuno. Fallo per Blaine che ha riposto speranza e fiducia in te si disse mentre cantava la canzone che il suo cuore aveva scelto, la sua canzone.
 
Uscito dalla Sala Canto non disse nulla, si sedette di nuovo vicino a Blaine e insieme aspettarono il responso. Trenta minuti dopo Wesley e David appesero un foglio con i nomi dei nuovo membri, Kurt aveva paura e lesse la stessa paura negli occhi di Blaine, nel leggere lo stesso sentimento negli occhi dell’amico si fece coraggio e si avvicinò alla parete dove era stato appeso il foglio.
Guardò Blaine e gli indicò l’angolo in fondo al corridoio.
<< Beh mi sa che dobbiamo proprio scrivere quel famoso Tweet a Katy Perry, Anderson >>
In un moto di gioia Blaine abbracciò Kurt sinceramente contento e quest’ultimo perse un altro battito, il terzo in tutta la giornata.
<< L’unica cosa negativa è che anche Smythe ce l’ha fatta >>
<< Questo era ovvio Kurt, Sebastian ha molto talento, una parlantina coinvolgente ed un certo sex appeal che fa effetto su uomini e donne >>
Kurt rivolse un’occhiata a Blaine e disse
<< lo so questa è una lunga storia che poi mi racconterai >>
Blaine rise e suggerì a Kurt di chiamare suo padre.
<< Papà, ce l’ho fatta sono una farfalla adesso >>
<< Non ne avevo dubbi figlio mio, io Carol e Finn siamo così fieri di te, e lo saranno anche i ragazzi del glee quando lo sapranno.  >>
 
All’ora di cena Kurt e Blaine scrissero il famoso Tweet:
@Katy Perry, grazie mille a te e alla tua #WideAwake. Adesso sono una farfalla e lo devo anche a te.
 

 

Warblers’ corner

Eccomi qui con un nuovo capitolo, spero che vi piaccia.
Innanzitutto chiedo scusa se mi sono accorta solo adesso che il computer aveva caricato solo metà del capitolo precedente, ho provveduto a sistemare il danno, adesso il capitolo è completo.
Ringrazio come sempre chi legge la mia fan fiction e vi do appuntamento al prossimo capitolo.
Un bacione :)
  

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Capitolo 5
*** 5. Lunch with Hummels ***


5. Lunch with Hummels


<< Domenica alle 12.00 a casa mia, ti aspetta il pranzo con mio padre, sarà un ottima occasione per conoscerlo >> .

 Le parole che Kurt gli aveva detto Venerdì sera, prima di tornare a casa per il week end, passarono a rassegna nella mente di Blaine per circa mille volte.

Erano le 11,30 e Kurt stava guardando fuori dalla finestra da circa mezz'ora:

<< Kurt tutto ok? >>

La voce di Burt fece trasalire il ragazzo.

<< Si sto solo aspettando Blaine, non vorrei che sbagliasse strada, sai è così distratto >>

<< Kurt, prima che arrivi Blaine voglio parlarti. Quanto è importante per te quel ragazzo? Voglio dire c'è qualcosa tra di voi? >>

<< Papà >> rispose un Kurt Hummel con il viso in fiamme << Siamo solo amici, per me è importante perchè mi capisce, non ho mai avuto un amico che mi volesse bene come me ne vuole lui. E' solo un'amicizia tra ragazzi. Anche tu avrai avuto un migliore amico, no? >>

<< Sono contento figliolo che questo cambio di scuola ti abbia fatto bene. L'unica cosa che mi dispiace è che oggi Blaine non potrà conoscere Carole e Finn, purtroppo sono dovuti andare via per un week end, ma hanno insistito perchè io non rimandassi questo pranzo così importante per te >>

<< Papà, ti ringrazio.... Ma chi sta controllando l'arrosto nel forno? >>

<< Oh porca.... >> e Burt Hummel corse in cucina a controllare che l'arrosto fosse salvo.

Kurt tornò a guardare fuori dalla finestra e un mix di emozioni si muovevano in lui: ansia, agitazione, eccitazione… Perché?
 
“ Perché sono così nervoso? E’ solo un pranzo tra amici, non sto per presentare il mio ragazzo alla mia famiglia e allora perché mi sento così? Sono peggio di un ragazzino.. “ pensò Hummel ma i suoi pensieri furono interrotti dal suono del campanello.
 
<< Papààààààààààààààààà, apri tu io vado a darmi l’ultima spruzzata di profumo, non sia mai che mi presenti ad un ospite in orride condizioni! >> urlò Kurt scappando istintivamente nella sua camera.
 
Quando Burt aprì la porta stringeva ancora in mano la presina per il forno. Davanti ai suoi occhi si trovò un ragazzo più basso di suo figlio, sarà stato alto non più di 1,70 cm, con una testa di riccioli domati con chissà quanti chili di gel e due occhi color dell’ambra. Non doveva essere un grande fan della moda perché si vestiva in maniera strana – il che era tutto dire dato che viveva in casa con un piccolo fanatico delle passerelle – ma notò che Blaine indossava un paio di pantaloni rossi rinvoltati al ginocchio, una semplice maglia nera a mezze maniche e un papillon rosso.
 
<< Prego accomodati, tu devi essere Blaine >> lo invitò gentilmente ad entrare.
 
<< Piacere signor Hummel, io sono Blaine Devon Andeson  >> e gli porse la mano
Stringendo la sua mano anche Burt fece le presentazioni e lo pregò di dargli del tu.
 
Ogni tanto dalle scale che portavano alla camera di Kurt quest’ultimo faceva capolino per sbirciare come fosse vestito Blaine e come andassero le cose tra lui e suo padre.
 
Dopo circa quindici minuti Blaine e Burt ridevano e scherzavano come se si conoscessero da anni.
 
<< Sai Burt, Kurt aveva ragione, mi ha detto che mi saresti piaciuto subito e devo ammettere che ha ragione >> esordì il ragazzo moro.
 
Di Kurt non si vedeva nemmeno l’ombra, infondo si sa, non era famoso per il suo essere puntuale.
 
<< Ti ringrazio Blaine, anche tu non sei niente male >> rispose Hummel senior.
 
Blaine si alzò dalla poltrona per sgranchirsi le gambe e si diresse verso il camino, dove prese una foto di una giovane donna dalla pelle chiara, gli occhi color del cielo e dei lunghissimi capelli biondi, nei quali erano incastrate delle margherite.
 
<< Questa è la madre di Kurt? >> chiese esitante a Burt
 
<< Si, questa è mia moglie Elizabeth, madre di Kurt. Nella foto che hai in mano eravamo al lago e mio figlio aveva solo 5 anni, aveva insistito a farle quell’acconciatura… Era il periodo in cui diceva di voler diventare parrucchiere >> rispose il signor Hummer sorridendo
 
<< E così Kurt voleva fare il parrucchiere eh. Hai detto che qui Kurt aveva 5 anni… >>
 
<< Si era un anno prima della sua morte, in quella foto avevamo scoperto da poco la sua malattia, ma lei voleva lo stesso vivere felice. Diceva sempre che una vita vissuta in tristezza non è una vita, bisogna sempre prendere il meglio della vita. Elizabeth era una donna solare, dolce, sensibile, forte, determinata e all’occorrenza sapeva anche essere dura, infondo doveva tenere in riga una famiglia con due uomini. Ti assicuro che da bambino mio figlio era un briccone, non stava mai fermo. Ma dopo la scomparsa di mia moglie anche lui è cambiato, si è chiuso in se stesso ed è diventato più distaccato. Mia moglie sapeva sempre come affrontare le situazioni e sapeva sempre cosa dire al momento giusto. >>
 
Burt fece una piccola pausa e poi riprese
 
<< Sai, il nostro fu un matrimonio organizzato molto velocemente, non ha potuto avere la cerimonia che desiderava o l’abito da principessa che ha sempre sognato. Nonostante tutto non mi ha mai fatto pesare nulla. Quando ci siamo conosciuti lei aveva 19 anni e io 23, lavoravo come meccanico nell’officina di mio zio, un giorno di pioggia questa ragazza bellissima entra in officina accompagnata da un altro ragazzo che aveva qualche anno in più a me. Ci bastò un’occhiata e fu subito amore, poco tempo dopo scoprì che lei era la figlia del proprietario del centro commerciale e che il ragazzo che quella volta era con lei in officina era il suo promesso sposo, entro l’anno si sarebbero sposati. Puoi quindi immaginare la mia sorpresa quando un giorno si presenta in officina e mi invita a prendere un caffè >>
 
Altra pausa. Burt si accorge che Blaine è completamente rapito dal suo racconto e dopo un sospiro profondo riprende la storia
 
<< quello non fu né il primo né l’ultimo dei nostri appuntamenti segreti, ma purtroppo suo padre lo scoprì e le vietò di vederci, infondo lei era già promessa sposa ad un uomo più ricco. Il 17 maggio, un giorno di sole molto caldo, una ragazza bionda entra in officina stringendo in mano un gelato e chiedendo di me. Quando la rividi il cuore mi balzò in gola e persi qualche battito, indossava un vestito rosso lungo fino al ginocchio e un paio di ballerine blu. Quando mi trovò mi disse che voleva sposarmi e che se ci fossimo sposati nessuno avrebbe potuto dividerli, nemmeno suo padre. Ci sposammo nella piccola chiesina, poco fuori città, quella vicino al motel per camionisti, hai presente? >>
 
Blaine annuì e ascoltò rapito la storia, non sapendo come mai Burt la raccontasse proprio a lui.
 
<< Dopo il nostro matrimonio il padre di Liz, smise di parlarle e non volle più vederla. All’età di 23 anni partorì quella bellissima creatura, Kurt. Lo educò e non gli fece mai mancare niente, ma stette bene attenta a non viziarlo. Il giorno del suo ventottesimo scoprì che era malata e che non c’era nessuna cura. Il canco era ormai ad uno stadio avanzato. Morì pochi giorni dopo il sesto compleanno di Kurt, l’ultimo regalo che lasciò a suo figlio fu un microfono giocattolo che registrava la voce. Da quel momento il piccolo non smise più di cantare. E oggi eccoci qui due uomini forti, assistiti dal cielo da un angelo meraviglioso. >>
 
Alla fine del racconto Blaine si rese conto di avere le guance rigate dalle lacrime e fece per asciugarsi con il palmo della mano, ma Burt gli porse un fazzoletto e gli sorrise.
 
<< Signor Hummel, Burt, perché mi hai raccontato questa storia? >> chiese Blaine
 
<< Perché so che sei una figura importante nella vita di mio figlio, e anche se non so cosa succede esattamente tra voi due, voglio che tu sappia che oramai sei uno di famiglia e come in tutte le famiglie ci si aiuta a vicenda nel momento del bisogno, e tu hai aiutato molto mio figlio. Da quando ti ha conosciuto, è cambiato in meglio, sorride molto più spesso… sembra quasi di rivederlo da piccolo >>
 
<< Grazie Burt, non farò del male a Kurt. Siamo amici e gli voglio molto bene >> lo rassicurò Blaine.
 
Finalmente Kurt uscì dalla sua camera, si era cambiato. Indossava un paio di jeans chiari e una maglia nera che faceva contrasto con la sua pelle.
 
<< Di che avete parlato voi due? >> chiese il biondo
 
<< Del più e del meno Kurt, a proposito, avevi ragione tuo padre è proprio forte. >> rispose Blaine sorridendo.
 
Amici eh? Ma raccontatelo a qualcun altro. Voi due siete innamorati si vede lontano un miglio. Solo voi due non ve ne siete ancora accorti. Ma prima o poi mi auguro che lo facciate, dovete accorgervene” pensò Burt mentre tirava fuori l’arrosto dal forno.
 
<< A tavolaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa >> urlò Burt dalla cucina
 
Quando tutti ebbero preso posto a tavola Burt fece un annuncio :
 
<< Oramai la mia convivenza con Carole dura da un po’, e se tu Kurt sei d’accordo io vorrei sposarla ed ingrandire la nostra famiglia >>.
 
<< Certo che lo voglio papà. Carole ti rende felice come non lo eri da tanto tempo >> rispose il giovane Hummel con le lacrime agli occhi.
 
<< Ovviamente sei invitato anche tu alle nozze, Blaine >> dissero in coro i due Hummel.
 
A quel coretto scoppiarono tutti a ridere.
 
Blaine passò la giornata più bella della sua vita.
 
Erano le 19.00, era ora di tornare in Accademia.
 
<< Kurt, andiamo o faremo tardi >> sollecitò Blaine
 
<< Sono quasi pronto >> urlò Kurt dalla sua camera
 
<< Quando dice di essere quasi pronto vuol dire che non ha ancora fatto nulla >> detto questo Burt dette una pacca sulla spalla a Blaine e sparì in cucina.
 
Avrebbero fatto tardi e si sarebbero presi un richiamo ufficiale dal direttore, ma in quel momento sul viso di Blaine apparve un sorriso. Non gli importava dei ritardi e di altre cose, aveva passato una giornata bellissima in compagnia del suo amico, si era dimenticato di tutto ed era stato bene. Questo importava davvero.
 

Warblers’ corner

Spero che il capitolo vi sia piaciuto e come sempre ringrazio chi mi ha inserito tra le seguite/preferite.
Ringrazio di cuore chi mi ha recensito, soprattutto Marta_Gleek :)
Appuntamento al prossimo capitolo… chissà cosa succederà.
Lo scopriremo solo vivendo.
Un bacione,
-W.

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Capitolo 6
*** 6. Ignoralo Thad, ignoralo. ***


6. Ignoralo Thad, ignoralo.


Mentre Blaine trascorreva una bella giornata a casa Hummel, c'era chi alla Dalton doveva subire stress psicologici indotti dalla persona di Sebastian Smythe. Thad si chiese per tutto il giorno perché fosse rimasto a scuola quella Domenica. Poi l'illuminazione doveva studiare, ecco il perché, ma non aveva messo in conto quel disturbatore di Sebastian. Anzi si chiedeva perché gironzolasse sempre intorno a lui. Voleva essere lasciato in pace, aveva mille cose da fare e tanto da studiare. Quel giorno Thad Harwood arrivò a maledire se stesso.
 
<< Harwood, Vous ennuyeux >>
 
<< Sempre a parlare francese eh… Bene… No me importa lo que piensas, tengo que estudiar, claro? >>
 
Thad si sentì fiero di se stesso rispondere in spagnolo era stata una genialata, sapeva che Sebastian non avrebbe potuto rispondere, ma si sbagliava.
 
<< Tu no tienes que estudiar, tu quieres estudiar. >>
 
La mascella di Harwood per poco non toccò terra dallo stupore. Esisteva qualche lingua che quel francese rompiscatole non sapesse parlare?
 
<< Senti Smythe, esiste una lingua che non sai parlare? >>
 
<< L’eterosessualità è una lingua? Perché in quel caso hai trovato l’unica lingua che non so parlare. >>
 
<< Anche la modestia è una lingua che non sai parlare, aggiungerei. Senti, ti prego è due ore che sono fermo su questa benedetta disequazione di terzo grado che non vuole tornare, se tu mi distrai non finirò mai. >>
 
<< E così la matematica è la tua croce eh… Bastava dirlo prima, vediamo che posso fare. >>
 
Sebastian prese una sedia e si sedette a tavolino con Thad, prese il suo quaderno e cominciò a correggere la disequazione. Per un attimo i suoi pensieri vagarono in un altro universo a lui sconosciuto.
 
<< ….. E infine se sottrai il primo numero al secondo e inverti i segni ottieni il risultato. Harwoood, ci sei? Hai almeno capito cosa ho detto? >>
 
<< Sinceramente? No Sebastian, per me la matematica è arabo, poi se mi metto pure a pensare ad altre cose tranquillo che proprio non ti ascolto. >>
 
<< Beh, almeno sei sincero. Ho capito mi tocca ricominciare. Ritieniti onorato perché Sebastian Smythe non ripete mai >> e alla fine della frase fece uno dei suoi sorrisi maliziosi e provocatori.
 
Per un altro momento la mentre di Thad vagò in universi sconosciuti.
 
Grazie alle spiegazioni e all’aiuto di Sebastian Thad finì i suoi compiti di matematica in tempo record: due ore e quarantacinque minuti. Decise che doveva fare qualcosa per sdebitarsi con Smythe, ma pernò anche di dover formulare la domanda in maniera che non fosse male interpretata da quella mente perversa che si ritrovava davanti.
 
<< Ok, ti ringrazio del tuo aiuto. Beh in queste situazioni di solito quando una persona fa un favore ad un’altra si crea un debito e… >>
 
<< Cosa stai tentando di dire Thad? >>
 
<< Ok taglio corto, ma tu non fraintendere eh! Sono in debito con te Sebastian e non mi piace avere debiti con nessuno. Devo sdebitarmi. >>

<< Ahahahah. Ok va bene. Troveremo il modo. >>
 
<< No Sebastian, non attacca sono etero, per il momento. >>
 
Per il momento? Come gli era saltato in mente di dire per il momento? Lui era etero! Lo sarebbe sempre stato!
 
<< Strana risposta per un etero convinto. Per il momento. Che vuol dire che se ti lavoro bene ti porto a giocare per la mia squadra? Comunque sicuro di essere etero? Qui dentro in molti mi hanno detto di esserlo, ma mi hanno dimostrato il contrario. >>
 
<< In molti???? Con quanta gente sei già stato?? Sono due settimane che sei qui! Comunque no, io sono etero. Puoi lavorarmi come ti pare non cambio idea. No aspetta! Non ci provare nemmeno a lavorarmi come ti pare. Tu sei una mente perversa e pericolosa. >>
 
Per un attimo nella sala studio cadde il silenzio, poi i due scoppiarono in una risata fragorosa. Era la prima volta che Sebastian Smythe rideva di gusto, dopo tanto tempo. Era la prima volta che Thad Harwood non desiderava strangolare Sebastian, dopo tanto tempo.
 
<< Vuoi sdebitarti Thad? Facciamo conversazione? >>
 
<< Conversazione? Questa cosa mi lascia perplesso non credevo che Sebastian Smythe oltre che ad andare a caccia di fanciulli da convertire conversasse anche normalmente >>
 
Altra risata. C’era intesa tra loro due non potevano negarlo. Magari poteva nascere una buona amicizia. Tutti in fondo hanno bisogno di amici, anche Sebastian Smythe.
 
<< Attento a quello che dici sa Harwood >> rise << Comunque si faccio anche conversazione ogni tanto. Vediamo un po’ chi parte dei due? Ok decido io parti tu. >>
 
<< Io? E cosa vuoi sapere? >>
 
<< Vediamo, so che ti chiami Thad Harwood, frequenti la Dalton, hai diciassette anni, sei una frana in matematica e mastichi lo spagnolo. Credo che ci sia molto altro che io debba sapere no? >>
 
<< in realtà non c’è molto da dire Je suis une personne ennuyeuse >>
 
<< Mi stupisci Thad, il francese? >>
 
<< Lo ammetto è da quando mi hai preso in giro l’altra volta che chiedo a Trent di insegnarmi qualche frase in francese. Sai non è bello prendere in giro le persone in una lingua che non conoscono, non hanno possibilità di difendersi. >>
 
<< Con me non avrebbero possibilità di difendersi nemmeno se parlassi la stessa lingua. >>
 
Risero di nuovo. Forse per una volta Thad avrebbe passato un piacevole pomeriggio in compagnia di Sebastian, come amici ovvio.
 
<< Comunque tornando al discorso di prima non c’è molto da dire, sono un personaggio noioso appunto. Ho una sorella maggiore che studia a Londra, sono il capitano della squadra di equitazione della Dalton e detesto le materie scientifiche. Al contrario invece adoro quelle umanistiche. E adesso parlami di te Smythe, ma non prolungarti in monologhi di autoelogio lunghi ore >>
 
<< Che c’è da dire su di me? Mi sono fatto mezza scuola in due settimane, sono un peperino, guai a mettersi contro di me. Sono il capitano della squadra di Lacrosse, sono un genio in tutte le materie e parlo fluidamente cinque lingue: Inglese, Francese, Spagnolo, Tedesco e Italiano. Riesco a capire e a comporre qualche frase in Giapponese, Arabo e Portoghese. >>
 
<< Aspetta parli cinque lingue, e ne comprendi tre.. Quindi se la matematica non è un opinione in tutto tu parli e capisci otto lingue? Oh my Warblers God! Otto lingue, ma chi sei tu? >>
 
<< No Thad, la matematica non è un opinione e si parlo otto lingue. Con il lavoro di mio padre siamo costretti a girare molto quindi bisogna adeguarsi. C’è da dire però che l’italiano l’ho voluto imparare per mio diletto. È una lingua molto carina, ma per gli stranieri è difficile da imparare. >>
 
<< Italiano eh. Magari ti piace anche la loro cucina >>
 
<< Ovviamente a chi non piace la cucina italiana? >>
 
Mente conversavano Sebastian si offrì di andare la bar della scuola a prendere un caffè ed un cappuccino. Al suo ritorno, nel posare il cappuccino di Thad sul tavolo sfiorò leggermente la sua mano e il ragazzo sobbalzò in maniera discreta, tanto che nemmeno Sebastian se ne accorse, forse.
 
<< Ma in questa scuola bevete tutti il cappuccino? >>
 
<< Anche tu sei in questa scuola ma non bevi il cappuccino, Sebastian . Accidenti come puzza il tuo caffè! >>
 
<< Caffè corretto alla Sambuca. Purtroppo qui non avete il Courvoisier. >>
 
<<  Accidenti Smythe, ci vai giù pesante! >>
 
<< Thad, ma almeno tu bevi qualcosa di alcolico che non sia il liquore che bagna il pan di spagna dei dolci della mensa? >>
 
<< No ho chiuso con l’alcool. Sbronza colossale. Figure del piffero. E il giorno dopo sono stato talmente male che avrei preferito esalare l’ultimo respiro. >>
 
<< Mi hai dato una nuova missione Thad, farti bere di nuovo. >>
 
<< No ti ringrazio, ma come è che un ragazzo tanto invidiato come te si ritrova a bere Cognac alle sette di mattina? >>
 
<< Questa è una lunga storia. E nessuno vivrà mai abbastanza perché io la racconti. Domanda di riserva? >>
 
<< Come mai hai scelto il Lacrosse? Va meglio? >>
 
<< Molto grazie. È uno sport che mi rilassa. >>
 
<< Hai uno strano concetto di rilassante. Gli scacchi sono rilassanti, non il Lacrosse. >>
 
<< Punti di vista Thad, punti di vista. >>
 
Più parlavano e più Thad si sentiva vicino a Sebastian, era certo che quello che si era mostrato a lui quel pomeriggio fosse il vero Sebastian e non quello cinico e scontroso con tutti. Ma perché gli interessava tanto chi fosse il vero Smythe. Non era affare suo. Eppure qualcosa li legava come un filo invisibile, come se fossero uno la medicina dell’altro. Doveva fare qualcosa, una strana sensazione stava crescendo dentro di lui. Ma cosa doveva fare se non sapeva che sensazione fosse? Decise che avrebbe aspettato lo svilupparsi della faccenda, in fondo aveva specificato di essere etero quindi Sebastian non ci avrebbe provato con lui.
 
<< Senti Sebastian, posso farti una domanda? >>
 
<< Uhm? >>
 
<< Come lo conosci Blaine? >>
 
<< Aspettavo questa domanda più o meno dalle tre di oggi pomeriggio. Ma sei stato bravo, ti sei trattenuto fino alla fine. Anche questa è un’ altra lunga storia che non so se racconterò mai. Se dovessi decidere di farlo, mi ricorderò che sei stato il primo a chiedermelo. Adesso devo andare, allenamenti speciali di Lacrosse. E tu devi finire di studiare, non vorrei mai che tu mi incolpassi per i tuoi bassi voti. >>
 
Risero di nuovo, come avevano fatto per quelle tre ore trascorse insieme.
 
<< OK, Ciao Sebastian. Alla prossima. >>

<< Ciao Thaddy, se ti servisse una mano per matematica o per qualsiasi altra cosa, sai dove trovarmi. >>
 
Fece un sorriso ammiccante e sparì.
 
Sebastian sparì, ma i dubbi di Thad no. Che cosa stava succedendo? È vero, lui non ha mai avuto una fidanzata, ma gli piacciono le donne. Le apprezza. Sebastian Smythe è entrato come un uragano nella vita di tutti, ma ha fatto danni solo in quella di Thad.

 
 

Warblers’ corner

 
Eccomi qua,
dopo la Seblaine week sto riprendendo in mano il controllo della situazione.
Spero che questa piccola parte Thadastian non vi dispiaccia. In fondo questa fan ficiton porta avanti due storie parallele.
Lo scorso capitolo abbiamo visto i Klaine, in questo i Thadastian e nel prossimo? Secondo voi che succedà?
 
Ringrazio tutti coloro che mi seguono, che mi recensisco e coloro che mi mettono nelle preferite. Chiedo venia per le traduzioni, ma le ha fatte google translate xD Purtroppo non so il francese (forse Bas mi può aiutare xD )
 
Alla prossima.

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Capitolo 7
*** 7. Wedding Planner. ***


7. Wedding Planner.


<< Blaine, svegliati. Blaine! >>

 Kurt si era precipitato come una furia nella camera di Blaine alle sei e mezza del mattino. Quando il moro aprì gli occhi e incrociò quelli del suo amico un dubbio lo assalì : “ Cosa ci faceva Kurt in camera sua alle sei e mezza del mattino di Lunedì? “
 
<< Kurt, che succede? Ti senti male? Sono le sei e mezza. La mia sveglia suona tra un’ora. >>

<< Blaine, papà ha chiesto a Carole di sposarlo. Lo ha fatto dieci minuti fa. Appena lei è tornata dal week – end con Finn. È stato così romantico. Mio padre ha spento tutte le luci, con le candele ha segnato un percorso che arrivava fino all’arco in giardino e quando Carole lo ha raggiunto si è inginocchiato e le ha chiesto la mano regalandole un bellissimo Trilogy. E a fare da sfondo a tutto questo c’erano l’alba e l’arco con le rose di mia madre. >>
 
Quando Hummel non ricevette risposta, guardò la sveglia e fissò Blaine in stato catatonico.
 
<< Oh bontà celeste, scusami ti ho svegliato Blaine. Non mi ero reso conto che fosse così presto. Torna pure a dormire, ne parleremo dopo. >>

<< Kurt, abbassa la voce o sveglierai Thad, e fidati se  si sveglia sono guai per tutti. Comunque tranquillo ormai sono sveglio e mi è difficile tornare a dormire. Vieni qui e discutiamone pure. >>
 
Detto ciò fece posto a Kurt sul letto accanto a lui. Quest’ultimo si accettò volentieri l’invito di Blaine e si sdraiò accanto a lui. Passarono l’ora seguente a parlare della proposta di matrimonio di Burt e del fatto che in fondo Kurt si sentiva leggermente offeso perché suo padre non lo aveva fatto assistere alla scena. Qualunque cosa fosse romantica era gradita a Kurt, lui era il romanticismo fatto persona.
 
Quando la sveglia suonò e Thad si svegliò cadde un profondo silenzio nella stanza.

<< Scusatemi, non volevo interrompere niente >> esordì Thad

<< Non hai interrotto niente, stavamo solo parlando della proposta di matrimonio che mio padre ha fatto alla sua compagna. >> rispose Kurt.
 
Per qualche strano motivo uno strano senso di irritazione stava crescendo dentro Blaine, provava un fastidio nei confronti di Thad e della sveglia, come se volesse far durare quella chiacchierata una vita intera, ma in fondo avevano le ore contate.
 
<< Comunque Kurt non dovresti essere qui, se qualcuno ti vede uscire dalla camera e lo riferisce al responsabile dei dormitori siamo tutti nei guai. >> riprese Thad.

<< Hai ragione Thad, non ci avevo pensato, preso dall’euforia del momento sono corso qui per raccontarlo a Blaine. >>

<< Sta zitto Thad, qualcosa ci inventeremo. >> rispose Blaine con un tono inspiegabilmente adirato. << Scusa, Thad, non ce l’ho con te. Ho solo mal di testa >> si affrettò ad aggiungere, quando sentì gli sguardi perplessi dei due ragazzi su di sé.
 
Kurt aspettò le otto del mattino in camera di Blaine e Thad raccontando per l’ennesima volta la scena della proposta di matrimonio, anche al povero mal capitato Thad, che di romanticismo in quei giorni non ne voleva proprio sapere. Quando uscirono tutti dai dormitori Hummel ne approfittò per mescolarsi alla folla sperando che nessuno si accorgesse da dove fosse uscito. Corse in camera ha recuperare la giacca della divisa e la cartella e filò dritto in aula, prese posto accanto a Blaine e mentre il professor Dwain spiegava Letteratura, estrasse il suo cellulare e mandò un sms, quasi minatorio a Carole, sua futura matrigna:

“ Non hai bisogno di un Wedding Planner, hai già me. Oggi pomeriggio, finita la scuola passo a prenderti con Blaine e andiamo alla ricerca di tutto l’occorrente. “

In breve tempo Carole rispose:

“ Non avrei potuto chiedere di meglio! Ti aspetto. Sei sicuro che Blaine voglia venire con noi? Ad essere sincera sono molto curiosa di conoscerlo, Burt me ne ha parlato così bene. A dopo tesoro. Ciao. “

 
<< Blaine, non hai scelta. Oggi pomeriggio, dopo la scuola mi accompagnerai a prendere Carole per discutere alcuni dettagli sul matrimonio. Sono il suo Wedding Planner. Poi lei vuole conoscerti perché mio padre gli ha parlato bene di te ed è curiosa. >>
 
Blaine guardò perplesso Kurt, ma dopo qualche secondo rispose:

<< Va bene Kurt, visto che hai democraticamente deciso che devo venire con te ti accompagnerò. Anzi volevo chiederti una cosa. Stavo pensando ad un regalo di nozze per tuo padre, vorrei regalargli qualcosa di speciale, ma non so cosa. >>
 
<< Tranquillo mon ami, avremo tempo per pensare anche a quello. >>
 
La mattinata passò lenta per Kurt Hummel, ogni dieci secondi circa guardava l’orologio sperando di essere alle tre del pomeriggio. Quando finalmente arrivarono le tre e l’ultima campanella suonò, il ragazzo trascino Blaine in camera ordinando un cambio veloce di abbigliamento – come se fosse Blaine quello lento – e poi una fuga altrettanto veloce verso casa Hummel – Hudson.
Arrivati davanti alla casa di Kurt, Blaine suonò il clacson, segnale per Carole di uscire. In breve tempo la macchina – o meglio il taxi – di Blaine si trovò a bordo un nuovo passeggero, una signora alta quanto lui con dei capelli corti e una simpatia eccezionale.
 
<< Piacere sono Carole, madre di Finn e presto anche di Kurt. >>

Porse la sua mano a Blaine.

<< Piacere, sono Blaine, tassista e vittima preferita del suo quasi figlio Kurt. >>
 
 Blaine e Carole scoppiarono in una risata complice quando l’indignazione si dipinse sul volto di Kurt.

<< Fatemi capire, vi conoscete da meno di venti secondi e già mi prendete in giro? Siete da record voi due. >> disse fintamente offeso Hummel.
 
<< Quale è la nostra destinazione, Signor Hummel, devo impostare il navigatore e il tassametro. >> disse Anderson tentando di soffocare una risata.

<< Per il momento il Lima Bean. >>
 
Blaine guidò fino al Lima Bean tenendo un concerto insieme a Carole sulle note del nuovo cd di Katy Perry.
 
<< Carole,  se tu fossi un ragazzo single ti chiederei un appuntamento. Sei simpatica, geniale e adori Katy Perry. Questo ti da molti punti a favore. >>

<< Oh Blaine, così mi lusinghi, non sono un ragazzo e non sono single, ma una cena te la concedo lo stesso. Domenica a casa nostra ti va? >>

<< Purtroppo non possiamo dobbiamo rientrare in accademia entro le otto di sera. >>

<< Allora credo che un pranzo andrà bene. Devi conoscere mio figlio Finn. >>

<< Vada per il pranzo, ma attenti a non viziarmi. Potrei presentarmi ogni Domenica alla vostra porta elemosinando cibo. >>

<< Sarebbe un onore per noi. >>
 
Quando arrivarono al Lima Bean, Carole ordinò tre cappuccini medi e impose che sarebbe stata lei a pagarli. L’allegra compagnia prese posto ad un tavolo vicino alla vetrina e Kurt tirò fuori dalla sua borsa cinque riviste da sposa divise per categoria : “ fiori “, “ abito “, “ acconciatura “, “ make up “, “ decorazioni “ e un block notes.

Blaine guardò Kurt stupito, sembrava super professionale mentre illustrava a Carole ogni cosa e pronunciava termini incomprensibili sia per lui, sia per la sposa.
Avevano sfogliato tre volte la rivista dei fiori e la conoscenza di Anderson in materia si era ampliata, adesso oltre alle rose e ai girasoli conosceva anche le calle, i non ti scorar di me, i tulipani, le camelie e i frangipani.
 
Nel giro di trenta minuti Kurt era riuscito a limitare la scelta dei fiori ai frangipani, ai girasoli e alle rose.

<< Carole, che ne dici di un bouquet di rose? E come decorazioni per i tavoli composizioni di rose miste a frangipani? >> esclamò Blaine distrattamente.

<< Ottima idea ragazzo >> rispose lei.

<< Mi piace la parola frangipani >> disse di Anderson.

<< Bene, per il bouquet ci siamo. Adesso passiamo alla decorazione dei tavoli. >> esclamò Kurt mentre girava la pagina del suo block notes.

<< Mi piacerebbero delle sedie bianche con dei dettagli verde oliva di raso >> disse Carole, che almeno su questa cosa aveva le idee chiare.

<< Ok sì, vai a pagina ventitré di quella rivista >> indicò Kurt.

<< Questi! >> esclamò la donna indicando una sedia imbottita e ricoperta da un copri sedia bianco fermato a metà da un nastro di raso verde oliva.

<< Come facevi a sapere che volevo questi Kurt? >>

<< Sì Kurt come lo sapevi? >> chiese anche Blaine, giusto per dare qualche segno di vita.

<< E’  stato facile, conoscendo i gusti di Carole ho comprato riviste che contenevano quello che le piace. Ne ho dovute sfogliare molte, ma ne è valsa la pena. >>

E in tempo record Kurt Hummel aveva già deciso le decorazioni dei tavoli, delle sedie ed il bouquet. Avrebbe fatto invidia a qualsiasi Wedding Planner del canale che gli piaceva tanto, Real Time.
 
Alle quattro e mezzo del pomeriggio però la fortuna di Kurt svanì. Era il momento più duro di tutti: la scelta dell’abito. Carole aveva stabilito che voleva un’acconciatura semplice, dati i suoi capelli corti, ed un trucco sulle tonalità del nudo, vista la sua avversione ai cosmetici.

<< Dai forza Caro! Devi avere un’idea di come vuoi il tuo abito da sposa. >>

<< E’ colpa tua Kurt. Mi hai messa in crisi facendomi vedere questa rivista. Mi piacciono tutti. Non so decidere. >>

<< Scusate, non vorrei interrompere, ma nessuno ha pensato al menù e al dolce >> esordì Blaine, cercando di smuovere la situazione.

<< Oh, Santa Gaga! Mi ero dimenticato del cibo. Grazie per avermelo ricordato Blaine. Ok, adesso pensiamo al menù e al dolce. Alla fine però devi darmi una risposta per l’abito Carole. >>

<< Kurt, possiamo fare le cose con calma mancano tre mesi al matrimonio. Non dobbiamo decidere tutto oggi. >>

<< Sì invece che dobbiamo! Tu non metti in conto gli imprevisti. Quelli ci sono sempre. >>

<< Ok, ok. Ragazzi pensiamo al menù  >> ripropose, un goloso ed interessato Blaine.
 
Per tutto il tempo si era annoiato, ma gli era anche piaciuto osservare Kurt all'opera. Però sul cibo non si scherza! Quando lo stomaco di Blaine cominciò a brontolare si ricordò che nessuno aveva fatto caso alla cosa più importante. Così si prese la briga di ricordaglielo.

<< Io avrei pensato ad un antipasto di mare e uno di terra che ne dici Kurt? >>

<< Sì è perfetto. Conosco un agriturismo vicino Westerville che fa questo tipo di cucina e poi il paesaggio è bellissimo. Il proprietario è un amico. Mi farà lo sconto di sicuro. Lo chiamo e lascio decidere a lui il menù. Mi fido. Quanti siamo in tutto? E che dolce facciamo? >>

<< Più o meno trenta. Qualcosa di semplice. Il pan di spagna con la crema di mascarpone e fragole fresche che piace a Burt va benissimo. Non voglio qualcosa di esagerato, un piano basterà. >>

<< Così pochi? >>

<< Sì Kurt, siamo noi. I ragazzi del Glee, Will, Emma, Blaine e i Warblers. >>

<< Certo va bene. Adesso chiamo. Luiz. Sono Kurt. Voglio prenotare per il 3 Luglio. Trenta persone. Un matrimonio. Menù misto di terra e di pesce.  Per il dolce va ben eun piano di pan di spagna con ripieno di crema di mascarpone e fragole fresche. Le decorazioni a tua scelta, ma ricorda è un matrimonio semplice. Metti qualche dettaglio verde oliva sulla torta. Voglio lo sconto lo sai. Sì, passerò io a farti vedere come abbiamo deciso di disporre e decorare i tavoli. Ok, ciao. >>

<< Miseriaccia Kurt, sei super professionale >> disse un venerante Blaine.

<< Concordo. >> aggiunse Carole.

<< Certo, Real Time mi ha insegnato tante cose.  Adesso cara la mia signora Hudson – Hummel devi decidere. Che abito vuoi? Purtroppo non possiamo andare da Kleinfeld e chiedere aiuto a Randy, il salvatore di ogni matrimonio. >>

Carole rise.

<< Cosa ridi Caro? >> chiese Blaine.

<< E’ buffo il nome del negozio nominato da Kurt, sembra l’unione dei vostri nomi. Klaine. >>

I due ragazzi si guardarono e per un attimo si concessero il lusso di arrossire, ma Hummel riprese in mano la situazione.

<< Ok, signora, ci hai provato, ma non riuscirai a sviare il discorso. Devi decidere che abito vuoi. E non ce ne andremo di qui finchè non ho una risposta. Sappi che se faccio tardi e mi prendo un richiamo alla Dalton, mi avrai, anzi ci avrai, sulla coscienza. >>

<< Ok, decido >> disse ancora sorridente Carole.

Dopo venti minuti di attesa e di silenzio snervante Carole decise.

<< Mi piace questo abito con la linea ad A, con i zirconi sul bustino. >>

<< Ottima scelta. Sapevo che avresti adorato questo abito. È perfetto per te. >>

Detto questo Kurt estrasse il suo telefono e lasciò un commento sulla pagina facebook di “ Say yes to the dress “ con scritto:

“ Mi chiamo Kurt Hummel, ho sedici anni vivo a Lima, Ohio e nel giro di tre ore ho organizzato un matrimonio per mio padre e la sua compagnia. Grazie per tutto quello che mi avete insegnato. Randy sei il mio idolo “.

Nel giro di cinque minuti quel post ottenne novantaseimila “Like “ e trentacinque commenti. Quello preferito da Hummel era il commento che gli aveva lasciato Randy in persona con scritto

“ Tu sei il mio idolo. Tre ore e mezzo e hai organizzato tutto. Abito compreso. Non sei umano. Se capiti a New York vieni a farmi un saluto. “


Quella fu la giornata più felice della vita di Kurt.

Quella fu una giornata un po’ meno allegra per Blaine che si era annoiato.

Quella fu una giornata positiva per Kurt e Blaine che si conobbero un po’ di più.

Quella fu la giornata più bella della vita di Carole dopo la nascita di Finn e la proposta di matrimonio di Burt.
 

Angolo delle note.

Eccomi qui, chiedo venia per aver aggiornato così tardi.
Questo capitolo distacca un po’ dalla storia originale e mi da modo di riflettere sui prossimi avvenimenti.
Spero che vi sia piaciuto lo stesso. Ringrazio sempre chi mi segue e chi mi recensisce e chi ha deciso che valeva la pena mettere questa “piccola pagina scritta” tra i preferiti. Grazie a tutti.
Alla prossima.

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Capitolo 8
*** 8. just married ***


8. Just Married.

 
Domenica 3 Luglio. Ore 6:30 del mattino, il dormitorio dei Warblers alla Dalton Accademy è diventato un campo di battaglia. La causa scatenante di questa guerra? Kurt Elizabeth Hummel e la sua ansia prematrimoniale.
 
Alle sei del mattino Kurt aveva fatto il giro di tutte le camere in cui dormivano i Warblers invitati alle nozze, ovvero: Blaine, Thad, Trent, Nick, Jeff e Sebastian, non capì perché l’invito era stato esteso anche a lui, ma poco male quel giorno doveva essere perfetto.
 
Dopo aver imposto una rapida colazione a tutti i poveri mal capitati, Hummel si chiuse in bagno per circa mezz’ora per eseguire i suoi trattamenti di bellezza. Quando ne uscì non gli piacque la situazione: sei ragazzi distrutti, i loro corpi abbandonati contro ogni superficie possibile.
 
Sul viso di alcuni di loro, con particolare attenzione a quello di Sebastian, si potevano ancora vedere i postumi della sbornia di poche ore prima.
 
<< Tiratevi immediatamente su! Dovete svegliarvi! Abbiamo tantissime cose da fare: dobbiamo ripassare le canzoni per il matrimonio, dobbiamo prepararci. E oltretutto devo passare a preparare Carol. Oh bontà celeste non sopravvivrò mai a questa giornata! >> disse un Kurt Hummel fin troppo euforico per l’orario.
 
<< Chiudi quella bocca Lady Hummel. C’è gente che ha ancora dei postumi pazzeschi e non vuole di certo sentire le tue lamentele. >>
 
<< Sebastian, non essere così antipatico, capiscilo è un giorno importante per lui. >>
 
A quelle parole gli occhi di tutti si posarono su Thad, l’unico a non capire la gravità della situazione fu Blaine che esordì dicendo:
 
<< Thad da quando tu e Sebastian siete compagni di bevute? >>
 
Tutti i Warblers, compreso Jeff, guardarono stupefatti Blaine, come era possibile che non si fosse accorto del fatto che Thad aveva rimproverato Smythe e che quest’ultimo non aveva obbiettato. Di comune accordo decisero che quella mancanza di furbizia era dettata dall’ora.
 
<< Blaaaaaaaaaaaaaaine! Mi ero dimenticato di dirti che mentre io mi occuperò di preparare Carol, tu aiuterai Finn e mio padre a prepararsi, in due non sono nemmeno in grado di fare un nodo decente ad una cravatta >>
 
La voce di Kurt arrivò alle orecchie di Blaine che era troppo stanco per controbattere e finì per addormentarsi sul divano.
 
<< Blaine, alzati! Sono le sette e mezzo, siamo già tutti pronti, manchi solo tu forza. >>
 
L’ingrato compito di strappare Anderson dal regno dei sogni era stato dato a Trent, che impiegò mezz’ora a svegliarlo dati i suoi modi gentili e il sonno profondo dell’altro. All’ennesimo tentativo Nixon riuscì a strattonare più forte il bell’addormentato.
<< Mmmmmh >> riuscì a mugolare Blaine e si alzò.
 
Impiegò circa venti minuti solo per chiudere tutti i bottoni della camicia, il sonno era più forte di lui. Quando alle otto e mezza uscì dal bagno pronto un applauso investì la sua persona. Tutti avevano voglia di scherzare tranne Kurt che era in preda ad una crisi isterica. Odiava essere in ritardo sulla tabella di marcia.
 
I poveri canterini mattinieri provarono le canzoni fino alle nove e mezza, ma poi Blaine e Kurt dovettero lasciare la Dalton per recarsi, rispettivamente, a casa di Burt e di Carol.
 
Per Blaine fu semplice assistere Finn e Burt visto che erano autosufficienti, dovette aiutarli solo a fare il nodo alla cravatta e ad inserire il Frangipane nell’occhiello della giacca. Tutto questo richiese circa venti minuti, il che significa che erano in anticipo di due ore, decise di sdraiarsi sul divano, ma fu il suo errore più grande dato che si addormentò.
 
Per Kurt assistere Carol nel prepararsi fu la cosa più semplice del mondo dato che aveva studiato tutto nei minimi dettagli. Quando la sposa fu pronta telefonò a Blaine dicendo che potevano avviarsi verso il luogo della cerimonia.
 
Burt si trovava alla destra dell’arco di rose fatto montare per l’occasione insieme a Finn, il testimone, e il funzionario dello stato. L’attesa era snervante, a Kurt non era mai piaciuto fare tardi quindi nessuno riusciva a spiegarsi come mai la sposa non fosse ancora arrivata.
 
All’insaputa di tutti la sposa invece era arrivata, ma secondo Kurt un “leggero” ritardo di circa venti minuti avrebbe creato un’atmosfera ancora più romantica, il ragazzo aveva visto troppi film romantici e non ci si poteva fare nulla. Allo scadere del ventesimo minuto di ritardo, Hummel junior dette il segnale e la marcia nuziale cantata a cappella dai Warblers risuonò nell’aria.
 
Carol venne accompagnata all’altare da Kurt, il suo testimone. Prima di raggiungere Burt la sposa dovette attraversare un tappeto rosso steso nel prato con ai lati file di sedie bianche con fiocchi verdi oliva legati vicino e piccole composizioni di rose e frangipane a decorarle. Era lo scenario perfetto: il sole splendeva alto nel cielo, il prato, l’arco con le rose… Il ragazzo aveva fatto proprio un ottimo lavoro e si sentiva pienamente soddisfatto di se stesso.
 
<< Vuoi tu Carol Hudson, prendere come tuo legittimo sposo il qui presente Burt Hummel? >>
 
<< Lo voglio >>
 
<< Vuoi tu Burt Hummel, prendere come tua legittima sposa la qui presente Carol Hudson? >>

<< Ma che domande certo che lo voglio. >>
 
<< Con i poteri conferitomi dallo Stato dell’Ohio, vi dichiaro marito e moglie lo sposo può baciare la sposa. >>
 
A quelle parole Kurt non resse più e si commosse, Blaine corse subito a porgergli un fazzoletto accuratamente preparato in precedenza. Mentre gli sposi si recavano presso il gazebo sotto il quale Kurt e Luiz avevano preparato i tavoli Jeff prese Nick per la manica della giacca e gli disse:
 
<< Immagini mai il mio matrimonio? >>
 
<< No Jeff, perché dovrei? >>
<< Perché sarei bellissimo arrivando all’altare danzando in un tutù di tulle rosa con in testa una corona e in mano una bacchetta magica. >>
 
<< Ecco. Adesso mi hai dato un altro motivo per non immaginare il tuo matrimonio. Non invitarmi ti prego, non voglio esserci, non puoi sottopormi a questa vergogna. >>
 
<< Come non vuoi esserci? Vorrei che tu fossi lo sposo vestito in calzamaglia bianca e una giacca principesca con dei decori azzurri e argento. >>
 
<< No Jeff, non mi presenterò mai se le cose andranno così. Preferisco la morte a questo scempio. Ho una reputazione io. >>
 
Nick rifletté su quelle parole: non si sarebbe presentato in calzamaglia, ma in abiti normali lo avrebbe fatto volentieri.
 
La giornata passò troppo in fretta e tutti erano felici.
 
Il compito di chiudere la serata spettava a Blaine che cantò Teenage dream, dedicandola a Kurt.
 
Quella dedica smosse nei due molte cose, ma questa è un’altra storia.


Note dell'autore.

Come sempre sono doverosi i ringraziamenti a chi segue, legge, chi recensisce ma soprattutto a chi beta: KlaineItachi.
Per qualsiasi cosa mi trovate sulla mia pagina autore :)
Alla prossima.

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Capitolo 9
*** 9. At school, again. ***


9. At school, again.
 
Erano ormai passati tre mesi dal matrimonio di Carole e Burt, questo implicava che la scuola sarebbe ricominciata, di lì a poco. Per la prima volta in tutta la sua adolescenza Kurt non aveva paura di tornare a scuola, sapeva che la Dalton lo avrebbe accolto esattamente come aveva fatto l’ultimo trimestre dell’anno precedente.
 
Le vacanze estive erano volate via troppo in fretta, passare la maggior parte del tempo con Blaine aveva aiutato Kurt ad approfondire il loro rapporto di amicizia,  sapevano tutto l’uno dell’altro, o quasi. Hummel voleva sapere come Blaine e Sebastian si conoscessero, nonostante avesse passato un trimestre con lui e lo avesse invitato al matrimonio di suo padre, su ovvia richiesta del suo amico, continuava a nutrire sentimenti negativi nei confronti di quel francese amico di Blaine, apparso dal nulla.
 
Erano troppe le domande che Kurt voleva fare a Blaine, ma aveva paura. L’ultima volta che aveva osato chiedere di più sull’argomento Anderson non l’aveva presa bene, si era innervosito, aveva alzato la voce ed era diventato strano, quasi come se fosse un’altra persona al mondo sconosciuta.
 
Perché adirarsi tanto per delle domande? Cosa c’è di così segreto tra loro? Tutte queste circostanze portavano la curiosità di Kurt a raggiungere dei livelli sempre più alti. Tornando a scuola, aveva notato che  Sebastian e Thad si erano molto avvicinato, almeno, Thad era l’unico a cui Sebastian non dava contro e la cosa era molto, molto sospetta agli occhi di un giovane Kurt curioso e anche un po’ pettegolo.
 
La mente di Lady Hummel, come spesso Santana  e stranamente anche Sebastian chiamavano Kurt, elaborò mille teorie, ma la più interessante ed utile al momento era quella che prevedeva di far confessare a Thad i più segreti oscuri di Bas, sempre ammesso che li sapesse.
 
“ Hey Thad! “
 
“ Ciao Kurt, come stai? “
 
“ Bene grazie… “
 
“ Kurt, vai dritto al punto, vedo che vuoi chiedermi qualcosa. Te lo leggo negli occhi. “
 
“ Thad, tu e Sebastian ultimamente siete molto vicini. Per caso sai come lui e Blaine si sono conosciuti? Non so come mai, ma la presenza di Smythe mi inquieta sempre. “
 
“ Kurt, vorrei aiutarti, ma purtroppo non ne so nulla nemmeno io. Ho provato a chiedere una volta, ma ho fatto solo danni. Per due settimane non mi ha rivolto parola. Comunque non lasciarti spaventare dal suo aspetto, non è quel ragazzo cattivo che vuol far credere di essere. “
 
“ Strano, ma Blaine ha avuto la stessa reazione, qualcosa tra quei due non mi quadra, e ho la sensazione che Sebastian centri in tutto e per tutto. “
 
“ Kurt, sei troppo restio nei suoi confronti. Cerca di ricrederti e di conoscerlo meglio. “
 
“ Non adesso Thad, prima voglio delle risposte. “
 
Dopo aver passato quasi tutto il pomeriggio in sala studio senza vedere né Blaine né Sebastian, Kurt si sentiva davvero irrequieto, aveva una dipendenza patologica da Blaine Anderson e questo lo aveva capito durante l’estate, ma non vedere Sebastian in giro a rimorchiare la sua prossima sveltina lo preoccupava terribilmente, non era da lui.
 
Mentre camminava distratto per i corridoi, la sua attenzione venne attirata dalla voce ormai familiare di Blaine; e come pensava era in compagnia di Sebastian, ma perché erano così appartati? Che bisogno c’è di nascondersi per fare due chiacchiera tra amici? La curiosità, e anche un senso di gelosia, invasero Kurt che decise di nascondersi in maniera molto maldestra dietro un angolo per origliare.
 
“ Sebastian, ti prego. Non possiamo andare avanti così! Non posso più mentire a Kurt, non posso tenergli nascosto nulla. “
 
“ Sì che puoi! Ricordi? Avevamo un patto. “
 
“ Come fai a tenere nascosto tutto a Thad? “
 
“ Cosa ci combina Thad adesso? “
 
“ Oh andiamo Bas, ti conosco troppo bene. Non credere che non me ne sia accorto. “
 
“ Tu non hai capito nulla Blaine, e che mi dici di te?  Perché tutta questa voglia di spifferare tutto a Lady Hummel? “
 
“ Non chiamarlo così. Si chiama Kurt, e lo sai. Voglio dirgli tutto perché siamo amici, con lui mi sento capito al cento per cento. “
 
Quando Anderson pronunciò la frase “ siamo amici “, il cuore di Kurt si ruppe in mille piccoli pezzettini. Possibile che l’estate passata insieme non significasse qualcosa di più per lui? Questa delusione spinse Kurt ad agire in maniera avventata.
 
“ Siamo amici eh? E come mai non puoi dirmi il perché della vostra conoscenza? “ urlò uscendo dal suo nascondiglio.
 
Quando vide l’espressione di delusione sul volto di Blaine capì di aver fatto una grandissima cavolata. Si era giocato ogni opportunità che aveva con lui, in soli due secondi.
 
“ Kurt, stavi origliando. “
 
“ No! “
 
“ Non negare, Kurt. Perché sei così ossessionato da questa cosa? Perché vuoi per forza sapere? “
 
“ Perché non puoi dirmelo? “
 
Sebastian prese Blaine per un braccio e lo guardò negli occhi.
 
Blaine lanciò un ultimo sguardo di delusione e disapprovazione verso Kurt e se ne andò insieme a Sebastian.
 
Kurt sapeva di aver perso tutto.
 
 
Angolo dell’autrice.
 
Dopo mesi di pausa rieccomi con un capitolo un po’ “ cattivello “, questo perché oramai ci avviciniamo alla fine. Per concludere la storia infatti, mancano solo tre capitoli.
 
Michaelis.

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